CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 novembre 2018
87.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
Pag. 3

AUTORIZZAZIONI AD ACTA

  Mercoledì 7 novembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE.

  La seduta comincia alle 9.35.

Domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche nei confronti del deputato Alessandro Pagano e di Angelo Attaguile, deputato all'epoca dei fatti.
Doc. IV, n. 2.
(Esame e rinvio).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca la domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche nei confronti del deputato Alessandro Pagano e di Angelo Attaguile, deputato all'epoca dei fatti.

  Roberto CASSINELLI (FI), relatore, nel richiamare la premessa fatta dal presidente nella seduta del 31 ottobre scorso, avverte che si riserva di integrare la propria illustrazione nella prossima seduta, alla luce della documentazione integrativa pervenuta dal tribunale di Termini Imerese nel pomeriggio di ieri.
  In particolare, sono stati trasmessi il decreto che dispone le intercettazioni e quelli relativi alle proroghe. Allo stato, appare pertanto opportuno limitarsi alla descrizione degli aspetti salienti della vicenda per come risultano dagli atti finora trasmessi.
  Rileva preliminarmente che il procedimento n. 237/2018 RGNR, nell'ambito del quale è stata avanzata la richiesta di autorizzazione oggi all'esame della Giunta, è uno stralcio da altro procedimento riguardante Caputo Salvatore detto Salvino (procedimento penale n. 1599/2017 RGNR-Termini Imerese). La richiesta riguarda l'autorizzazione all'utilizzo processuale di sei intercettazioni captate tra il 17 giugno e il 9 ottobre 2017; in particolare, cinque di esse sono conversazioni tra Salvino Caputo e Alessandro Pagano mentre una è la conversazione tra Salvino Caputo e Angelo Attaguile.
  Il deputato Alessandro Pagano e l'ex deputato della XVII legislatura Angelo Attaguile sono indagati per concorso nel reato di «attentati contro i diritti politici del cittadino», previsto dall'articolo 294 del codice penale, in base al quale «chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l'esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni».
  In quella circostanza, Alessandro Pagano e Angelo Attaguile determinavano in Pag. 4Caputo Salvatore, Caputo Mario e Vercio Benito il proposito di associare alla candidatura di Caputo Mario il falso appellativo di «Salvino», con cui era conosciuto invece Salvatore, fingendo che il candidato fosse quest'ultimo e non Caputo Mario. Il mancato accoglimento dell'istanza di riabilitazione di Caputo Salvatore a ridosso del termine di scadenza per la presentazione delle candidature alle elezioni regionali siciliane determinava, infatti, negli indagati il proposito di proporre agli elettori quello che il giudice ha definito un «aliud pro alio», travisando in un certo qual modo chi fosse l'effettivo candidato, con ciò ingannando i cittadini nell'esercizio del loro diritto di voto.
  Dalla lettura del fascicolo emerge peraltro che il giudice per le indagini preliminari ha riqualificato il fatto alla stregua dell'articolo 294 del codice penale, dopo che l'incolpazione era stata inizialmente formulata dal pubblico ministero ai sensi dell'articolo 87 del d.P.R. n. 570 del 1960 recante il Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali. L'articolo 87 prevede infatti che: «Chiunque usa violenza o minaccia ad un elettore, od alla sua famiglia, per costringerlo a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura o a votare in favore di determinate candidature, o ad astenersi dalla firma o dal voto, o con notizie da lui riconosciute false, o con raggiri od artifizi, ovvero con qualunque mezzo illecito, atto a diminuire la libertà degli elettori, esercita pressioni per costringerli a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura o a votare in favore di determinate candidature, o ad astenersi dalla firma o dal voto, è punito con la pena della reclusione da sei mesi a cinque anni [...]». La riqualificazione del titolo di reato deriva dunque dall'assenza, nel caso in esame, dell'uso della violenza, che è elemento costitutivo della fattispecie prevista dal d.P.R. n. 570 del 1960. La previsione dell'articolo 294 del codice penale contempla invece l'elemento dell'inganno, apparso più corrispondente alla realtà dei fatti nella prospettazione del Gip. Le conversazioni di cui l'Autorità giudiziaria chiede l'autorizzazione all'utilizzo sono in tutto sei.
  Ai fini della formulazione della proposta alla Giunta, si riserva pertanto un ulteriore approfondimento, da effettuare nella prossima seduta.

  Francesco Paolo SISTO (FI) richiama preliminarmente l'attenzione sull'esigenza di disporre della documentazione completa, anche ai fini dei termini temporali entro i quali la Giunta deve riferire in Assemblea ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento. Sottolinea, infatti, che il caso in esame presenta elementi di analogia con quello precedente, relativo a Lello Di Gioia, e che l'articolo 68 della Costituzione tutela le prerogative del parlamentare in quanto tale e non solo in quanto destinatario di indagini nel processo penale.
  Rimarca, inoltre, che la data delle trascrizioni delle conversazioni intercettate di cui si chiede l'autorizzazione all'utilizzo non può assurgere a parametro unico delle valutazioni della Giunta e che, all'occorrenza, l'Assemblea potrà anche considerare l'opportunità di un rinvio in Giunta della richiesta relativa a Di Gioia.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, osserva, in via generale, che l'ipotesi di rinvio in Giunta da parte dell'Assemblea, sempre possibile, non fa venir meno il dovere della Giunta medesima a riferire entro i termini regolamentari e comunque tempestivamente, atteso che eventuali rinvii sono di solito limitati al solo tempo strettamente necessario per una nuova deliberazione della Giunta.
  In merito alle richiesta di integrazione della documentazione trasmessa dal giudice, richiama l'attenzione sul tenore letterale dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003 e sui documenti ivi richiamati, rilevando che richieste ulteriori vanno adeguatamente ponderate, anche in relazione al rispetto del principio di leale collaborazione istituzionale.
  Ricorda l'esigenza che, in merito alla conoscibilità della qualità di parlamentare dell'intercettato, Pag. 5occorre considerare l'abitualità e la familiarità di rapporti tra gli interlocutori e che, ai fini della questione centrale della rilevanza delle intercettazioni, occorre determinare il momento in cui prende corpo l'ipotesi accusatoria e si configurano gli elementi costitutivi del reato.

  Gianluca VINCI (Lega) osserva che l'on. Sisto ha sollevato questioni che sono state diffusamente affrontate dalla Giunta in sede di discussione sul caso riguardante Lello Di Gioia. In ordine ai tempi delle trascrizioni, in linea generale, è inoltre necessario stabilire se vi possa essere stata da parte degli inquirenti una volontà di ritardare la stesura dei verbali, per proseguire le captazioni anche ai fini della proroga dei decreti di intercettazione. Precisa che, sul caso Di Gioia, non vi è intenzione di appoggiare un'ipotesi di rinvio degli atti alla Giunta, ferme restando le determinazioni dell'Assemblea.

  Catello VITIELLO (Misto-MAIE), nel richiamare la giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di cassazione sul tema delle intercettazioni indirette, ricorda che la scarsa cura con cui è stato composto il fascicolo giudiziario è già stata stigmatizzata nella sua relazione per l'Assemblea e che il tema centrale delle valutazioni della Giunta è quello della rilevanza delle conversazioni intercettate.

  Francesco Paolo SISTO (FI) ribadisce a tal fine, in merito al tema della rilevanza, che la data delle trascrizioni non può essere di per sé stessa un indizio determinante e che, dal punto di vista del metodo di lavoro, questa considerazione non deve diventare in futuro un principio a cui ispirare le valutazioni della Giunta.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), nel sottolineare l'importanza della questione posta in via generale dall'on. Sisto, esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore Vitiello sul caso Di Gioia e preannunzia l'intenzione di confermare l'astensione in occasione dell'esame di tale caso in Assemblea.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, rileva che nella relazione dell'on. Vitiello sul caso Di Gioia vi è già un campanello di allarme, nella parte in cui si chiede un maggior rigore procedimentale e una migliore conoscibilità degli atti del fascicolo.

  Francesco Paolo SISTO (FI) chiede – sul caso Di Gioia – che il relatore, in occasione della prossima discussione in Assemblea, chiarisca in quella sede che i tempi di trascrizione delle intercettazioni non sono stati il parametro alla stregua del quale egli ha formulato la propria proposta.

  Catello VITIELLO (Misto-MAIE), nell'accogliere lo spirito delle osservazioni dell'on. Sisto, si riserva di esplicitare adeguatamente le argomentazioni poste alla base della sua relazione in occasione della discussione in Assemblea.

  Eugenio SAITTA (M5S) richiama le sentenze della Corte costituzionale in tema di intercettazioni indirette, sottolineando la necessità – in sede di Giunta – di vagliare la direzione dell'atto di indagine così come richiesto dalla giurisprudenza della Consulta.

  Gianluca VINCI (Lega), con riferimento alle osservazioni dell'on. Sisto, rileva che in occasione delle precedenti discussioni non è stato stabilito alcun principio volto a dare valore generale ai tempi delle trascrizioni delle intercettazioni.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che l'esame in Assemblea della relazione della Giunta di cui al doc. IV, n. 1 – Di Gioia è in calendario per la parte antimeridiana della seduta di giovedì 8 novembre.
  Informa, infine, che nel pomeriggio odierno si svolgerà il programmato incontro con una delegazione di parlamentari della Repubblica Ceca, componenti dell'omologo organo competente in tema di immunità, per un approfondimento sui compiti della Giunta.

  La seduta termina alle 10.45.