CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 settembre 2018
60.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
COMUNICATO
Pag. 165

  Mercoledì 19 settembre 2018. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.

  La seduta comincia alle 8.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Esame di una risoluzione sull'adozione da parte del Consiglio di amministrazione della RAI di una nuova delibera di nomina del Presidente (Rel. Capitanio).
(Esame e approvazione).

  Il PRESIDENTE ricorda che, già nella scorsa riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, nonché nell'ambito del dibattito pubblico, è stata sollevata la questione dell'ammissibilità della proposta di risoluzione in esame e della possibile nuova sottoposizione alla Commissione dello stesso soggetto nominato Presidente del C.D.A. RAI, nonostante questi nella precedente seduta del 1o agosto scorso non avesse ottenuto la maggioranza dei due terzi dei componenti prescritta dalla legge.
  Prima di iniziare l'esame, si sofferma sulla questione sulla quale, peraltro, autorevoli giuristi ed esperti si sono pronunciati attraverso pareri e valutazioni contenenti conclusioni discordi in merito, che sono stati tutti messi a disposizione dei commissari. Nel rispetto di tutte le posizioni che sono state espresse al riguardo, con particolare riferimento alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, giova ricordare che l'articolo 7 del Regolamento, concernente le funzioni dell'Ufficio di presidenza, stabilisce al comma 1, lettera d), che l'Ufficio «esamina, eventualmente Pag. 166ad iniziativa del Presidente, singoli problemi che sorgono nel corso dell'attività della Commissione, sia di merito sia procedurali» e che il precedente articolo 8 attribuisce al Presidente il compito di regolare «le discussioni e le votazioni secondo le norme del presente regolamento e i princìpi generali comuni contenuti nei regolamenti della Camera e del Senato».
  Pertanto, la soluzione delle questioni di interpretazione e procedurali, nell'ambito della peculiare autonomia riconosciuta alle Camere ai sensi dell'articolo 64 della Costituzione, resta di competenza esclusiva della Commissione.
  Il parere che la Commissione è chiamata ad esprimere in virtù dell'articolo 49, comma 5, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 e dell'articolo 12-bis Regolamento interno assolve alla finalità tipica dei pareri parlamentari su atti di nomina con i quali il Parlamento – per il tramite della Commissione – si inserisce in funzione di controllo in un procedimento di nomina a carattere esterno che, nella fattispecie, viene effettuato dal Consiglio di amministrazione della RAI nell'ambito della sua autonomia e sotto la propria responsabilità.
  Sulla legittimità di riproporre lo stesso nominativo che, in occasione della precedente espressione del parere da parte di questa Commissione, non ha raggiunto la maggioranza dei due terzi necessaria per perfezionare la procedura di nomina – che, giova ripeterlo, rientra nell'ambito delle competenze primarie del C.D.A. RAI e ricade sotto la sua responsabilità – si sono riscontrati alcuni precedenti che giustificano sotto il profilo del diritto e della procedura parlamentare l'ammissibilità di tale eventuale riproposizione.
  Nella XIV legislatura, 10a Commissione permanente Senato, sedute 13 e 14 novembre 2003: in tale occasione, la legge n. 481 del 1995, istitutiva dell'Autorità per i servizi di pubblica utilità, prevedeva che in nessun caso le nomine potessero essere effettuate in mancanza del parere favorevole espresso dalle Commissioni parlamentari competenti, a maggioranza dei due terzi. Poiché la Commissione Industria aveva espresso parere favorevole su una proposta senza raggiungere il quorum prescritto, il Governo ha dovuto presentare una nuova proposta che, nel caso di specie, fu identica alla precedente e sulla quale la Commissione si espresse infine favorevolmente con il quorum previsto.
  Nella XVI legislatura, 1a Commissione permanente Senato, sedute 25 novembre e 2 dicembre 2009: in sede di parere su un pacchetto di proposte di nomina a componenti della Commissione per la valutazione, la trasparenza, l'integrità delle amministrazioni pubbliche, la Commissione espresse per tutte le proposte un parere favorevole con una maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti della Commissione. Nella successiva seduta del 2 dicembre il Presidente della 1a C.p. Vizzini informò la Commissione che il Consiglio dei ministri «ha confermato le proposte di nomina» relative agli stessi candidati. Tutte le proposte risultarono infine approvate con una maggioranza superiore ai due terzi.
  Nella XVII legislatura, 1a Commissione permanente Senato, sedute 15, 16 e 22 gennaio, 2014: la Commissione affari costituzionali, in occasione dell'esame della proposta di nomina del Presidente dell'ISTAT non raggiunse il prescritto quorum dei due terzi, come fu chiarito dalla Presidenza al termine della votazione. Il giorno successivo si svolse un breve dibattito sull'accaduto, all'esito del quale la Presidenza rilevò che «l'esito della votazione [...] non consente al Governo di procedere alla nomina perché non è stata raggiunta, seppur di un solo voto, la maggioranza dei due terzi dei voti favorevoli, richiesta dalla legge. La Presidenza del Consiglio dei ministri valuterà se reiterare la medesima proposta, come accaduto in altre occasioni analoghe, ovvero formularne una diversa». Il 22 gennaio la Commissione esaminò una nuova proposta di nomina, in favore dello stesso candidato, che risultò in fine approvata con il prescritto quorum dei due terzi.
  Con riguardo a questa Commissione, tale soluzione trova una conferma nei Pag. 167lavori parlamentari in tema di adozione dell'attuale articolo 12-bis del Regolamento della Commissione. In particolare, nella seduta del 10 novembre 2004, il Presidente pro tempore Petruccioli presentò un emendamento volto ad adeguare il regolamento interno alle nuove previsioni introdotte dalla Legge Gasparri. In particolare, l'emendamento Petruccioli prevedeva l'inserimento di un nuovo articolo nel quale veniva, tra l'altro, espressamente previsto che, qualora la nomina del Presidente del consiglio di amministrazione della Rai non risultasse approvata dai due terzi della Commissione, «il Presidente ne dà immediatamente notizia al Ministro dell'economia e delle finanze e al Consiglio di Amministrazione affinché procedano ad una nuova nomina».
  In sede di illustrazione dell'emendamento, il senatore Petruccioli ebbe modo di precisare che il fine della disposizione era proprio quello di escludere che in caso di mancato raggiungimento del quorum dei due terzi si potesse «votare per due volte sullo stesso soggetto». A seguito di un articolato dibattito, nella seduta del 19 aprile 2005, egli riformulò l'emendamento, precisando in particolare: «a questo punto [...] sarà una scelta del Ministro quella di proporre una nuova designazione o, qualora lo ritenga, riproporre alla Commissione stessa la precedente candidatura».
  L'articolo 12-bis è stato così approvato, in quella stessa seduta, nella formulazione tuttora vigente, il cui comma 3 si conclude così: «Qualora alla prima votazione la nomina non risulti approvata dai due terzi della Commissione, il Presidente ne dà immediatamente notizia al Ministro dell'Economia e delle Finanze e al Consiglio di Amministrazione»
  Alla luce di queste considerazioni, ritiene quindi che in merito al testo della proposta di risoluzione all'esame non si rinvengono profili tali da metterne in dubbio l'ammissibilità, giudizio che risulta da confermare sia alla luce dei precedenti ricordati sia in quanto la stessa proposta rientra nell'ambito dei poteri che prevedono, ai sensi dell'articolo 14 del Regolamento interno, l'adozione da parte della Commissione di risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria.
  Comunica altresì di aver ricevuto una lettera da parte del deputato Mulè, con la quale, citando numerosi precedenti e richiamandosi all'articolo 47, comma 1-bis del Regolamento del Senato, si chiede che la Commissione, prima di votare il parere sul componente del C.D.A. RAI che sarà designato presidente, proceda alla sua audizione. La lettera, in cui si dà conto anche di una proposta emendativa al riguardo, è in distribuzione.
  Comunica infine che alla scadenza del termine, fissato per ieri alle 14, sono stati presentati 5 emendamenti al testo della risoluzione e una proposta di risoluzione alternativa (allegati al resoconto).
  Cede quindi la parola al relatore, onorevole Capitanio, per l'illustrazione della proposta di risoluzione a firma del deputato Tiramani e del senatore Paragone (già allegata nel resoconto sommario della seduta del 13 settembre scorso).

  Il relatore, deputato CAPITANIO (Lega), illustra la proposta di risoluzione all'ordine del giorno, osservando preliminarmente che, da parte di alcuni si è creata confusione sul ruolo di questa Commissione, assimilata ad una sorta di tribunale decisamente speciale perché investito di competenze civili, amministrative, penali e di diritto imprenditoriale.
  Invece, a suo giudizio, la Commissione è sede di democrazia e di dialogo, che esercita, attraverso l'esame della proposta di risoluzione all'ordine del giorno, il proprio ruolo previsto dalla legge e dal regolamento interno che prevede atti di indirizzo e direttive rivolte alla società concessionaria.
  Tale proposta di risoluzione non fa altro che replicare i contenuti della lettera che il presidente Barachini inviò, dopo averne sostanzialmente condiviso il testo con l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, proprio al C.D.A. per sollecitare «l'urgenza di una nuova delibera di nomina del Presidente». Una nuova delibera e non «un nuovo Pag. 168candidato per la nomina a presidente», come chiederebbe la proposta di risoluzione alternativa del PD, con una inappropriata e pericolosa invasione di campo. Se la nuova delibera di nomina era urgente allora, lo è tanto più adesso ed è per questo motivo che anticipa fina da ora che è favorevole all'accoglimento degli emendamenti 1.2 e 1.4; quest'ultimo in particolare chiede che la Commissione si esprima entro il 26 settembre. A tale riguardo sottolinea che se qualcuno vuole paralizzare il servizio pubblico e mettere a rischio informazione e posti di lavoro se ne assumerà la responsabilità politica.
  Per quanto concerne poi l'acquisizione di alcuni pareri, emerge un autorevole orientamento secondo il quale non vi è un divieto espresso nella votazione di un candidato, che non abbia raccolto in precedenza il quorum necessario a sbloccare l’iter di legge, e questo vale per chi non lo ha ottenuto in Commissione o all'interno dello stesso C.D.A.
  In particolare, in uno di questi pareri a conferma della tesi della «riproponibilità» della candidatura già vagliata depongono un significativo numero di precedenti che si sono registrati nel diritto parlamentare, alcuni dei quali, peraltro, già ricordati in apertura di seduta dal Presidente.
  La rivoluzione del buonsenso che ha portato al Governo la propria forza politica impone pertanto di procedere, superando l'attuale paralisi del sistema radiotelevisivo italiano, attraverso l'esercizio delle proprie prerogative politiche all'interno della Commissione, al fine di mantenere un dibattito dialettico, ma rispettoso, e nell'interesse dei cittadini.

  Il PRESIDENTE dichiara quindi aperta la discussione generale.

  Il senatore FARAONE (PD), dopo aver osservato l'esigenza di una adeguata disposizione dell'aula in modo da facilitare il lavoro dei commissari e dopo aver sottolineato altresì l'esigenza di mettere a disposizione in qualche modo gli atti delle riunioni dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, esprime un giudizio fortemente negativo sulla proposta di risoluzione presentata dai Gruppi di maggioranza. Infatti, se le forze politiche che sostengono il Governo sono convinte che il Consiglio di amministrazione della RAI possa riproporre Marcello Foa per la nomina a presidente – nonostante su tale nominativo non si sia registrata nel parere espresso da questa Commissione la maggioranza dei due terzi dei componenti – non si comprende l'utilità di un atto di indirizzo che autorizza il Consiglio di amministrazione ad operare in tal senso. In realtà, l'intento della proposta di risoluzione all'ordine del giorno sembra anche quello di coprire in qualche modo le spalle allo stesso C.D.A., nel timore che esso possa assumersi la responsabilità di compiere atti illegittimi.
  Al contrario, reputa che il C.D.A. possa convocarsi immediatamente, senza alcun bisogno di una risoluzione che, nel senso proposto dalle forze di maggioranza, rischia anche di minare l'autorevolezza di questa Commissione.

  Il senatore MARGIOTTA (PD), nel concordare con le osservazioni del senatore Faraone, ricorda che la Commissione è chiamata ad assolvere una funzione preminentemente politica, indipendentemente dal tenore dei pareri legali che sono stati acquisiti e che contengono valutazioni contrastanti. In ogni caso, a suo avviso, i membri del C.D.A. RAI che votassero in difformità della legge e del parere reso da questa Commissione – che sul nominativo di Marcello Foa non ha conseguito la maggioranza prescritta – si esporrebbero a conseguenze anche di ordine risarcitorio come, del resto, già accaduto nel 2011 quando fu dichiarato illegittimo l'atto di nomina del direttore generale Meocci.
  Appare quindi singolare che da parte di qualche esponente della maggioranza si addebiti al gruppo del Partito Democratico l'intento di coartare in qualche modo la volontà del C.D.A. RAI quando invece sono le forze di maggioranza a commettere una impropria invasione di campo, avallata dopo il recente incontro tra il Ministro Salvini e il leader di Forza Italia. Tale Pag. 169circostanza induce a costatare con rammarico che la nomina del presidente della RAI è oggetto di una vera e propria trattativa politica che include anche le prossime elezioni in alcune regioni. A prescindere dai proclami del cosiddetto Governo del cambiamento si assiste ad una indebita intrusione nell'autonomia dello stesso C.D.A., in contraddizione con l'orientamento espresso in passato dal presidente Fico, nella sua veste di presidente di questa Commissione nella scorsa legislatura, che rivendicava la necessità che la politica rimanesse distante dalle scelte che riguardavano la società concessionaria.
  Ad avviso della deputata Carla CANTONE (PD) le trattative di tipo politico che si stanno svolgendo in merito alla nomina del presidente del C.D.A. RAI tolgono autorevolezza alla Commissione e a chi la presiede. Pertanto, sarebbe necessario riportare la discussione esclusivamente all'interno di questa Commissione, quale sede istituzionale preposta ad affrontare tali tematiche, nell'ottica di salvaguardare altresì il ruolo della RAI e dei suoi dipendenti.

  Il PRESIDENTE interviene incidentalmente per osservare che, nell'ambito dell'esame della proposta di risoluzione, la Commissione sta esercitando il proprio potere di vigilanza e controllo, così come prescritto dalla legge e dal regolamento interno, nell'interesse primario della RAI, anche al fine di consentirle di superare i problemi occupazionali che vive tale azienda. Rassicura pertanto la deputata Cantone che questa è la sua personale e unica preoccupazione e che con tale animo sta conducendo i lavori di questa Commissione che ha rivendicato il proprio ruolo sollecitando ripetutamente ad intervenire in audizione i Ministri dell'economia e dello sviluppo economico e rendendosi disponibile a convocarsi anche durante l'aggiornamento dei lavori parlamentari per la pausa estiva. Le circostanze ricordate, nonché la lettera che ha trasmesso il 7 agosto scorso, sentito l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi al C.D.A. RAI dimostrano quindi, inequivocabilmente che la Commissione non è rimasta inerte.

  La deputata LIUZZI (M5S) osserva che la nomina del direttore generale Meocci fu dichiarata illegittima in quanto presentava un chiaro profilo di illegittimità dal momento che lo stesso Meocci aveva ricoperto precedentemente la carica di membro dell'Autorità di garanzia per le telecomunicazioni. Si tratta pertanto di un precedente che non è pertinente rispetto alla discussione in atto.

  Il senatore PARAGONE (M5S) rileva che lo scopo della proposta di risoluzione all'ordine del giorno non è certo quello di coprire le spalle al C.D.A. RAI – come paventato dai commissari del gruppo del Partito Democratico – ma ha un orientamento, sollecitatorio poiché è tempo che sia perfezionata e resa operativa la governance dell'Azienda.
  Quanto poi alla possibile riproposizione del nominativo di Marcello Foa, osserva che sono stati acquisiti pareri di esperti e giuristi, tutti di uguale dignità e solidità. In tal senso, è inutile ventilare o minacciare la prospettiva di azioni legali o risarcitorie alle quali sarebbero esposti i membri del C.D.A. RAI, sulla base di precedenti che non sono richiamabili per tale vicenda, come da ultimo ricordato dalla deputata Liuzzi.
  Occorre quindi rimettere al centro il ruolo del C.D.A. RAI, libero di assumere in autonomia le decisioni che riterrà più opportune per la nomina del suo presidente. Pertanto, le posizioni politiche, pur di diverso contenuto, devono rimanere nell'ambito di una sana dialettica, senza evocare patti o trattative segrete poiché per il Movimento 5 Stelle il C.D.A. RAI non costituisce una sorta di merce di scambio. Semmai, la propria forza politica è pronta a sostenere nuovamente il nominativo di Marcello Foa quale giornalista autorevole e controcorrente che ha tutti i titoli per ricoprire la carica di presidente del C.D.A. RAI: forse è proprio il suo profilo a infastidire taluni poteri.

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  La senatrice GARNERO SANTANCHÈ (FdI) esprime sorpresa per l'atteggiamento dei componenti del gruppo del Partito Democratico che hanno manifestato serie riserve in merito alla proposta di risoluzione all'ordine del giorno, quando, durante il Governo Renzi si assistette a una sorta di occupazione militare della RAI. In realtà, il Gruppo di Fratelli d'Italia rivendica lo scopo di migliorare il testo della proposta in esame, prospettando una modifica che, se accolta, renderebbe ancor più efficace l'azione di indirizzo della Commissione, nell'interesse esclusivo della RAI.

  Il deputato TIRAMANI (Lega) sottolinea come la proposta di risoluzione in esame si prefigga anche l'intento di fermare ogni tipo di terrorismo psicologico agitato dal Gruppo del Partito Democratico che evoca possibili azioni legali e risarcitorie a carico dei componenti del C.D.A. RAI. In realtà, la proposta di risoluzione mira ad una nuova delibera di nomina, nel pieno rispetto della autonomia decisionale dello stesso C.D.A. RAI.
  Ad avviso del deputato FORNARO (LEU) occorre riportare la discussione in atto all'interno di un binario corretto: in questa ottica, vanno segnalate le proposte di modifica presentate dalla propria parte politica e proposte che, qualora approvate, consentirebbero di superare l'attuale situazione di stallo, che mette a repentaglio l'immagine della RAI, come peraltro rilevato anche dall'USIGRAI.
  Per tali ragioni non comprende quindi il motivo per cui la Commissione deve dividersi approvando a maggioranza un testo di risoluzione, a fronte di pareri legali discordanti e superando l'orientamento unanime che invece si era espresso con la lettera che il Presidente Barachini aveva inviato il 7 agosto scorso allo stesso C.D.A. della RAI. Pertanto, rinnova l'invito ad accogliere gli emendamenti presentati dalla propria parte politica, invitando il C.D.A. della RAI a nominare il proprio presidente senza alcun indugio: infatti, se ci si limitasse ad intervenire su questo punto si potrebbero creare le condizioni per un atto di indirizzo unanime da parte della Commissione.

  Il deputato GIACOMELLI (PD) evidenzia che, mentre sul nodo della possibile riproposizione di Marcello Foa per la nomina a presidente del C.D.A. RAI – nonostante questi non avesse conseguito in sede di espressione del parere la maggioranza prescritta dalla legge – si sta consumando una battaglia politica che mette in campo anche pareri legali discordanti, i membri del C.D.A. RAI hanno precise responsabilità connesse al proprio ruolo. Peraltro, i pareri e i precedenti hanno un rilievo del tutto relativo in questa vicenda, attesa la funzione specifica che è assolta dal presidente del C.D.A. RAI, nominato attraverso una procedura che investe tanto il C.D.A. RAI quanto questa Commissione.
  Ritiene quindi che il C.D.A. RAI abbia una serie di responsabilità ben precise anche perché avrebbe potuto procedere alla nomina del suo presidente senza i ritardi che si sono registrati. In ogni caso, resta il forte dissenso politico per un'operazione che risulta avallata dopo una trattativa tra le forze di maggioranza ed una di opposizione, il cui leader, Silvio Berlusconi, è esponente centrale nel settore della comunicazione. Questa trattativa è stata peraltro in qualche modo consentita dal Movimento Cinque Stelle.
  Coglie infine l'occasione per esprimere forti riserve sulla proposta avanzata di prevedere l'audizione del soggetto nominato alla carica di presidente del C.D.A. RAI, prima dell'espressione del parere da parte della Commissione, poiché tale tipo di audizione rischia di non avere alcun rilievo. Semmai, reputa non dignitoso che i ministri dell'Economia e dello Sviluppo economico, più volte sollecitati, non abbiano sentito il dovere di indicare una data certa per la propria audizione davanti alla Commissione. Infine, reputa che si debbano chiedere garanzie formali e ufficiali sulla rimodulazione temporale degli impegni di programmazione cui è obbligato il C.D.A. RAI secondo il contratto di servizio.

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  Il PRESIDENTE ricorda di aver sollecitato ripetutamente i Ministri Tria e Di Maio ad intervenire in audizione, anche con una lettera formale che è stata inviata la scorsa settimana, alla quale non è stato dato finora nessun riscontro.
  Per quanto concerne poi la necessità di avere un quadro temporale certo in ordine agli impegni di programmazione reputa che le audizioni che si terranno davanti alla Commissione, non appena saranno definiti gli assetti di vertice della governance RAI, costituiranno l'occasione utile per avere tutti i chiarimenti necessari.

  Il senatore VERDUCCI (PD), nel ritenere che la mancata risposta da parte dei Ministri non sia più tollerabile, contesta alle forze di maggioranza un atteggiamento a suo giudizio ipocrita, specialmente laddove si accusi la propria parte politica dell'attuale stato di paralisi dell'azienda, dovuto invece all'atteggiamento della stessa maggioranza dopo il voto dello scorso 1o agosto. Lamentando come lo stallo non si sia sciolto in Parlamento né nel C.D.A. ma ad Arcore, ritiene che la sollecitazione all'organo di governo dell'azienda a tornare sui propri passi sia umiliante per la stessa Commissione.

  Il senatore AIROLA (M5S) sostiene che vada sfatato il mito di accordi o trattative segrete volte ad una spartizione di potere che investirebbe anche la nomina del presidente del C.D.A. RAI. Peraltro, anche a causa della legge che fu approvata nella scorsa legislatura dal Partito Democratico, tale carica assolve compiti limitati. Semmai, occorre sottolineare la competenza e l'autorevolezza dell'attuale amministratore delegato, la cui azione operativa, necessaria per la valorizzazione dell'azienda RAI non è stata ancora resa possibile, a causa della situazione di stallo che si sta prolungando.

  Il deputato ANZALDI (PD) ricorda che la lettera inviata dal presidente Barachini al C.D.A. RAI il 7 agosto scorso conteneva una serie di indicazioni sulle quali si era registrato il consenso unanime della Commissione, disponibile peraltro a convocarsi anche durante l'aggiornamento dei lavori parlamentari per la pausa estiva. In realtà, per tutto questo tempo il C.D.A. è rimasto inattivo, rendendosi responsabile di una paralisi che non può essere scaricata sul Parlamento.
  In ogni caso, ritiene che la Commissione debba rivendicare il proprio ruolo: in tal senso, non si comprende come si debba votare una proposta di risoluzione senza che vi sia stato un atto di impulso o una specifica richiesta da parte del C.D.A. RAI. Peraltro, sulla nota questione della legittimità della riproposizione del nominativo di Marcello Foa sono stati acquisiti pareri provenienti da esperti vicini ad esponenti politici della maggioranza, pareri che per questo motivo non possono essere ritenuti davvero terzi.

  Il PRESIDENTE rassicura il deputato Anzaldi che la Commissione, nell'esaminare la proposta di risoluzione all'ordine del giorno, esercita i poteri di direttiva e di indirizzo previsti dalla legge e dal Regolamento interno. Inoltre, la procedura di nomina del presidente ricade sotto la piena ed esclusiva responsabilità del C.D.A. RAI.

  La deputata PICCOLI NARDELLI (PD) richiama l'attenzione sull'importanza del ruolo rivestito dal presidente di una grande azienda pubblica come la RAI, che deve avere un profilo di garanzia.

  Il PRESIDENTE, non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiara chiusa la discussione generale.

  Il relatore, deputato CAPITANIO (Lega), intervenendo in sede di replica, ribadisce che la proposta di risoluzione all'ordine del giorno ha l'obiettivo di segnalare nuovamente all'attenzione del C.D.A. RAI alcune indicazioni che furono sostenute anche dai parlamentari del Gruppo del Partito Democratico, condividendo la lettera inviata dal presidente della Commissione il 7 agosto scorso.Pag. 172
  Ritiene inoltre che la Commissione sia del tutto libera e indipendente di esprimere le proprie posizioni in merito a tale vicenda, anche alla luce dei pareri legali che sono stati acquisiti.
  Dichiara quindi il proprio parere sugli emendamenti, che è favorevole sulle proposte 1.1, 1.2 e 1.4.
  Sulla proposta 1.3 il parere è contrario. A tale riguardo, precisa che la contrarietà è motivata dalla presentazione della proposta di risoluzione alternativa da parte del Partito Democratico, che ha reso evidente la volontà di non pervenire a una soluzione unanime.
  Sull'emendamento 1.5 il parere è favorevole subordinatamente a una riformulazione che, dopo la parola «Presidente», inserisca le seguenti: «, nell'ambito delle sue competenze,» e sopprima le seguenti parole: «sulla base di linee programmatiche le quali saranno decisive per l'azione della RAI».

  Interviene il senatore FARAONE (PD) per dichiarare la propria disponibilità, sulla base delle parole del relatore, a ritirare la proposta di risoluzione del suo Gruppo, qualora venga espresso parere favorevole sull'emendamento 1.3.

  Il relatore CAPITANIO (Lega) ribadisce, per le ragioni appena esposte, la propria indisponibilità a rivedere il parere espresso.

  Il PRESIDENTE dichiara aperta la fase di illustrazione degli emendamenti, ricordando che ogni Gruppo dispone di un unico intervento di dieci minuti, ovvero di due interventi da cinque minuti l'uno.

  Il deputato MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento a propria firma 1.1, confermando dapprima il sostegno del suo Gruppo alla persona di Marcello Foa, pur nella comprensione della posizione di Forza Italia. L'emendamento intende proprio porre l'accento sulle diverse interpretazioni che si registrano, sebbene, a suo avviso, il caso Meocci evocato nel dibattito non sia in alcun modo sovrapponibile all'attuale.
  Invita infine il Partito Democratico ad astenersi dall'intervenire in materia, vista la indiscutibile lottizzazione condotta all'epoca del Governo Renzi, in polemica con la quale due esponenti dello stesso Gruppo si erano dimessi da componenti della Commissione di vigilanza.

  Interviene sull'ordine dei lavori il senatore FARAONE (PD), chiedendo al Presidente di sanzionare il contenuto a suo avviso offensivo dell'intervento.

  Il deputato MOLLICONE (FDI) dissente chiedendo che la questione venga semmai trattata al termine della seduta come intervento per fatto personale.

  Il PRESIDENTE, non ravvisando un contenuto offensivo, in presenza del quale avrebbe esercitato le proprie prerogative, invita tuttavia i componenti della Commissione a mantenere toni e modi adeguati alla sede parlamentare.

  La senatrice DE PETRIS (Misto-LeU) si sofferma sull'emendamento 1.3 che, se approvato, ribadirebbe le prerogative della Commissione senza limitare l'autonomia del Consiglio di amministrazione.

  Il deputato MULÈ (FI) si sofferma dapprima sull'utilizzo della parola «mercimonio» da parte del senatore Verducci, che respinge recisamente.
  Dichiara la propria soddisfazione per il parere favorevole espresso dal relatore sull'emendamento 1.5, di cui accetta la riformulazione proposta. Lo scopo è quello di consentire alla Commissione di farsi un'idea compiuta della persona designata quale presidente prima di esprimere il proprio parere. Nota con delusione come il deputato Giacomelli abbia giudicato questo passaggio, mentre si tratta di una significativa rottura con il passato, sia nel metodo che nel merito.

  Il senatore VERDUCCI (PD) deplora il tentativo di provocazione del senatore Pag. 173Mulé, ribadendo che, a suo avviso, in ordine alla nomina del presidente del C.D.A. RAI si è svolta una trattativa inaccettabile.
  Dopo ulteriori considerazioni di carattere incidentale da parte del deputato MULÈ (FI) e del senatore PARAGONE (M5S), interviene il senatore FARAONE (PD) per illustrare la proposta di risoluzione alternativa presentata dai commissari del Gruppo del Partito Democratico, proposta che richiama la necessità di rispettare pienamente gli esiti della votazione effettuata in Commissione nella seduta del 1o agosto scorso. Infatti, tale parere è di natura obbligatoria e vincolante dal momento che la legge stabilisce che, per rendere efficace la nomina del presidente del C.D.A. RAI, occorra un parere favorevole da parte della Commissione a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti e che il consiglio di amministrazione della RAI sia tenuto a decidere in conformità ad esso.
  Conseguentemente, la proposta, nel segnalare l'urgenza di effettuare la nomina del presidente del Consiglio di amministrazione RAI, in ottemperanza agli obblighi di legge, ribadisce che l'eventuale indicazione da parte dello stesso Consiglio di amministrazione RAI di un nominativo, alla carica di presidente, su cui la Commissione si è già espressa con parere non favorevole, si configurerebbe come lesiva dei poteri di indirizzo e di garanzia di questo organo parlamentare.

  Il PRESIDENTE avverte quindi che, esaurita l'illustrazione degli emendamenti, si procederà ora alla loro votazione, ricordando che, ai sensi dell'articolo 109, comma 2 del Regolamento del Senato, un senatore per ciascun Gruppo ha facoltà di fare una dichiarazione di voto a nome del Gruppo di appartenenza, per non più di cinque minuti.

  Interviene il deputato ANZALDI (PD) sull'emendamento 1.1: nel preannunciare il proprio voto contrario, evidenzia come l'emendamento ponga ulteriormente in luce la non univocità della soluzione che si prospetta con la risoluzione in esame.
  Previa verifica del numero legale, il Presidente pone ai voti l'emendamento 1.1, che risulta approvato.

  Il senatore FARAONE (PD) esprime il proprio voto di astensione sull'emendamento 1.2, il quale, sebbene astrattamente condivisibile, rischia di essere controproducente alla luce del testo della proposta di risoluzione presentata dalle forze di maggioranza.
  Posto ai voti, risulta quindi approvato l'emendamento 1.2.

  Il senatore VERDUCCI (PD), nel ribadire le considerazioni già espresse in precedenza, dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 1.3.
  Posto ai voti, viene quindi respinto l'emendamento 1.3.

  Interviene incidentalmente il deputato GIACOMELLI (PD) per chiedere chiarimenti in ordine al prosieguo della seduta dal momento che ha avuto inizio la seduta dell'Aula della Camera dei deputati.

  Il PRESIDENTE precisa che la seduta della Commissione può proseguire dal momento che in questo momento i lavori dell'Assemblea della Camera risultano sospesi.
  Viene quindi posto ai voti l'emendamento 1.4 che risulta approvato.

  Il senatore FARAONE (PD) annuncia il proprio voto contrario sull'emendamento 1.5 (testo 2), manifestando serie riserve sull'ammissibilità di tale proposta che configura l'audizione del consigliere di amministrazione della RAI nominato presidente, davanti alla Commissione, prima dell'espressione del prescritto parere.

  Il PRESIDENTE interviene incidentalmente per ricordare che l'emendamento che sta per essere messo in votazione non presenta problemi di proponibilità, anche alla luce di quanto ora disposto dall'articolo Pag. 17447, comma 1-bis del Regolamento del Senato.
  Viene quindi posto ai voti l'emendamento 1.5 (testo 2) che viene approvato.

  Il PRESIDENTE quindi, apprezzate le circostanze, sospende la seduta della Commissione che riprenderà nella giornata odierna, compatibilmente con l'andamento dei lavori delle Aule di Senato e Camera.

  La seduta, sospesa alle 10.45, riprende alle 17.05.

  Interviene per dichiarazione di voto il senatore FARAONE (PD), il quale rileva che, all'esito del dibattito odierno si deve constatare l'esistenza di una maggioranza più ampia rispetto a quella che aveva espresso il proprio voto favorevole sul presidente designato della RAI lo scorso 1o agosto.
  Preannuncia che la propria parte politica ricorrerà in tutte le sedi contro la riproposizione dello stesso candidato.
  Conferma la propria contrarietà all'emendamento, approvato in precedenza, sull'audizione del presidente designato prima dell'espressione del parere da parte della Commissione: a suo avviso, per applicare la norma di cui all'articolo 47, comma 1-bis del Regolamento del Senato, occorrerebbe considerare quella del Presidente della RAI una nomina governativa, con tutte le relative implicazioni. In caso contrario, non sarebbe invece possibile. Si dichiara tuttavia favorevole a sentirlo successivamente all'espressione del parere. Chiede anche conto al Gruppo di Forza Italia del suo mutato avviso.
  Preannunciando il voto contrario della sua parte politica, lamenta il mancato accoglimento degli appelli a una risoluzione unanime e l'atteggiamento di chiusura della maggioranza.

  Il deputato FORNARO (LEU), pur ringraziando il relatore per aver reso possibile l'approvazione di due proposte emendative a propria firma, preannuncia tuttavia che il mancato accoglimento dell'emendamento 1.3 gli impedisce un voto favorevole. Ritiene che è stata perduta un'occasione e operata una forzatura, sposando una delle due tesi in campo. Si tratta, a suo avviso, di un avallo formale a un accordo preso in altra sede tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, ovvero il dominus della principale concorrente della RAI: il tutto nel silenzio complice del Movimento 5 Stelle. In attesa della nuova deliberazione del Consiglio di amministrazione della RAI, ricorda come il suo Presidente debba essere caratterizzato da doti di equilibrio e di garanzia.

  Il senatore DI NICOLA (M5S) preannuncia un voto convintamente favorevole della propria parte politica, quale premessa per la scelta di un presidente della RAI che possa rilanciare il servizio pubblico. Manifesta delusione per la volontà del Partito Democratico di spostare il dibattito alla sede giudiziaria, poiché significa abdicare al ruolo proprio della politica, nonché introdurre un ulteriore elemento di interferenza rispetto all'organo preposto al governo della prima Azienda culturale d'Italia. Auspica comunque che il Consiglio di amministrazione possa operare libero da condizionamenti e si ponga al solo servizio del Paese. Il voto della risoluzione, oltre a creare le condizioni per superare lo stallo e permettere l'adozione di atti urgenti da parte della RAI, conferma il ruolo pregnante della Commissione parlamentare di vigilanza.

  Il deputato CAPITANIO (Lega) annuncia il voto favorevole della propria parte politica in quanto il testo della risoluzione all'ordine del giorno riprende i contenuti della lettera che, concorde l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, il presidente Barachini inviò il 7 agosto scorso al CDA RAI, proprio al fine di superare la paralisi che è stata ritenuta insostenibile anche dalle forze politiche che nella seduta odierna hanno espresso forti critiche alla risoluzione richiamata.
  Rivendica altresì che con tale atto di indirizzo si intende invocare la libertà di scelta da parte del CDA RAI che, per la Pag. 175nomina del proprio presidente, si è già espresso due volte: la prima, con l'indicazione di Marcello Foa, sul quale la Commissione ha espresso comunque un parere largamente favorevole, anche se non con la maggioranza qualificata prescritta dalla legge; una seconda volta, invece, senza risultato.
  Tiene infine a precisare che in merito a tale vicenda non è avvenuta alcuna spartizione o trattativa segreta; al contrario, la propria parte politica rivendica con orgoglio di aver contribuito ad un dialogo costruttivo, come, peraltro dimostra il fatto che sono stati approvati emendamenti proposti da tre Gruppi di opposizione.

  La senatrice GARNERO SANTANCHÈ (FdI) dichiara il voto a favore del proprio Gruppo, non nascondendosi di essere rimasta sorpresa dalla posizione assunta dai commissari del Partito Democratico che si sono attardati su valutazioni che in questa sede non possono essere condivise. Infatti, la proposta di risoluzione all'ordine del giorno imposta correttamente il percorso metodologico per procedere alla nomina del presidente, sbloccando l'attuale situazione di stallo. Sono quindi impropri tutti i tentativi di porre una questione concernente esclusivamente un determinato nominativo, sebbene, a suo avviso, sarebbe stato preferibile che l'audizione del consigliere nominato presidente del CDA RAI si svolgesse dopo l'espressione del parere da parte di questa maggioranza.
  Infine svolge alcune considerazioni in merito alla posizione del Movimento 5 Stelle che ha certamente vinto le ultime elezioni politiche, ma non può assumere atteggiamenti eccessivamente trionfalistici e non rispettosi della storia politica e parlamentare che ognuno rappresenta in questa Commissione.

  Il senatore CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)), nell'annunciare il proprio voto contrario, osserva di avere assistito ad un dibattito in molte circostanze singolare, nel quale, tra l'altro, si è accolto un emendamento che in maniera inusuale consente l'audizione del consigliere nominato presidente del CDA RAI prima che la Commissione si pronunci sullo stesso tramite il prescritto parere.
  Ricorda inoltre che la RAI è sempre stata investita da polemiche tra le parti politiche che si sono rinfacciate di continuo accuse di lottizzazione: in tal senso, non sembra esservi alcun reale cambiamento rispetto al passato.
  Nel rilevare inoltre che non bisognerebbe concentrarsi su questioni di ordine personale, osserva che la proposta di risoluzione che la Commissione si accinge a votare deve avere una lettura tutta politica, frutto di una intesa di cui le forze di maggioranza non dovrebbero vergognarsi. Resta, tuttavia, innegabile che la paralisi che sta vivendo la RAI poteva essere superata con l'indicazione di un nominativo diverso da quello sul quale la Commissione si è già espressa, senza il raggiungimento della maggioranza dei due terzi dei suoi componenti.
  Posta ai voti, è quindi approvata, con la maggioranza prescritta dall'articolo 12, comma 2, del Regolamento della Commissione, la proposta di risoluzione presentata dal deputato Tiramani e dal senatore Paragone, risultando conseguentemente preclusa la proposta di risoluzione alternativa presentata dai commissari appartenenti al Partito Democratico.

  La seduta termina alle 17.40.

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