CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 aprile 2022
776.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-07850 Quartapelle Procopio: Sullo scioglimento del Parlamento da parte del Presidente della Repubblica di Tunisia, Kaïs Saïed.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Continuiamo a monitorare con grande attenzione l'evolversi della situazione politica in Tunisia. Paese che rappresenta per l'Italia un partner di importanza strategica.
  Assieme ai nostri principali partner in ambito G7 e Unione europea, abbiamo svolto in questi mesi un ruolo di primo piano nel sensibilizzare le autorità tunisine sulla necessità di fare progressi verso il ripristino dell'ordine costituzionale e di assicurare il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali.
  La road map sulle riforme politiche e costituzionali portata avanti dal Presidente Saïed rappresenta un importante passo in avanti. Occorre però verificarne la concreta attuazione.
  Alcune recenti decisioni sono infatti fonte di preoccupazione. Basti pensare ai decreti riguardanti le attività del Consiglio Superiore della Magistratura, su cui l'Italia si è pronunciata proprio in questo senso assieme ai partner G7. Le riforme politiche volte al ristabilimento della democrazia e della normalità istituzionale nel Paese devono consentire al potere legislativo di riacquisire le proprie funzioni.
  Continuiamo dunque a monitorare con grande attenzione gli sviluppi su questo versante, anche a seguito dello scioglimento del Parlamento, già congelato dal 25 luglio scorso. La road map del Presidente Saïed culminerà in elezioni legislative programmate per il prossimo dicembre, mentre i partiti politici – anche alla luce delle recenti tensioni citate dalla Onorevole interrogante – chiedono di anticiparne lo svolgimento.
  Anche per questo auspichiamo che il dialogo nazionale annunciato dal Presidente Saïed sia quanto più inclusivo possibile, coinvolgendo in modo efficace la società civile e tutte le istanze del variegato panorama politico tunisino. Una scelta in senso contrario rischierebbe di esacerbare le divisioni interne, provocando nel tessuto politico e sociale del Paese fratture difficilmente sanabili.
  Nella stessa logica abbiamo accolto con particolare favore la recente missione in Tunisia della Presidente della Commissione di Venezia, Claire Bazy-Malaurie. In qualità di Presidenza di turno del Consiglio d'Europa, l'Italia ritiene che un confronto strutturato tra le autorità tunisine e la Commissione di Venezia sui prossimi passi delle riforme politiche e costituzionali possa rappresentare un valore aggiunto.
  Rimaniamo profondamente preoccupati per lo stato dell'economia tunisina. La crisi può avere un forte impatto socio-politico e anche ricadute negative sui flussi migratori.
  La presentazione da parte del Governo tunisino al Fondo Monetario Internazionale di un piano di riforme economiche, condizione necessaria per poter accedere a quelle forme di assistenza finanziaria di cui la Tunisia ha bisogno, va nella giusta direzione.
  La conclusione in tempi rapidi di un accordo con il Fondo Monetario Internazionale è fondamentale per rassicurare i mercati e gli investitori. L'accordo garantirebbe la sostenibilità delle finanze pubbliche del Paese, a tutela del benessere del popolo tunisino.
  Auspichiamo con forza che i negoziati formali con il Fondo possano essere avviati il più rapidamente possibile. Al tempo stesso, l'Italia rimane impegnata anche in sede europea per scongiurare scenari di dissesto finanziario in Tunisia.Pag. 90
  È importante tenere presente che la guerra in Ucraina rischia di compromettere ulteriormente un quadro economico e sociale già molto fragile, abbattendosi sulla Tunisia e sui Paesi del vicinato mediterraneo anzitutto in termini di sicurezza alimentare. Su questo versante l'Italia sta promuovendo, in partenariato con le Agenzie delle Nazioni Unite, tutte le iniziative necessarie ad assicurare una risposta multilaterale efficace.
  La Tunisia è un nostro partner naturale. La posizione assunta da Tunisi contro l'aggressione russa all'Ucraina, anche in sede ONU, dimostra la nostra vicinanza. Non lasceremo solo questo Paese amico in uno dei passaggi più delicati della sua storia. Continueremo a favorire la ripresa della sua economia così come del pieno funzionamento delle sue istituzioni democratiche.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-07852 Delmastro Delle Vedove: Sulla sospensione delle risorse impegnate dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo a sostegno di politiche di re-shoring.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Deliberazione numero 1 del 2022 della Corte dei conti riconosce il ruolo positivo dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo nel contesto della legge n. 125 del 2014, osservando quanto segue: «nel breve periodo trascorso dalla sua istituzione, l'Agenzia, oltre ad assicurare continuità nella gestione delle iniziative già in carico alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri, ha attuato numerosi progetti, avvalendosi dei soggetti della cooperazione (organizzazioni della società civile, amministrazioni ed enti pubblici, enti territoriali e profit), ha prestato assistenza tecnica per le iniziative di cooperazione internazionale promosse da amministrazioni pubbliche e ha assunto, a seguito di apposito accreditamento presso la Commissione dell'unione europea, la responsabilità di progetti di cooperazione delegata».
  La Deliberazione evidenzia inoltre che: «l'Agenzia ha realizzato numerose iniziative dirette al miglioramento delle procedure di gestione e rendicontazione, ha attivato protocolli volti ad assicurare trasparenza ed efficacia alle iniziative di cooperazione e ampliato gli strumenti di intervento, in un percorso di progressivo allineamento agli standard dei principali attori della cooperazione internazionale».
  Dalla Deliberazione della Corte dei conti emerge quindi un giudizio «complessivamente positivo», così come detto espressamente a pagina 12, sull'attività dell'Agenzia alla quale la Corte dei conti chiede di «proseguire il percorso di innovazione attualmente in atto».
  La Corte evidenzia allo stesso tempo alcuni aspetti meritevoli di miglioramento, al fine di assicurare maggiore efficacia ed efficienza all'azione dell'Agenzia. Fra questi vi sono anche quelli richiamati dall'interrogante, quali: «l'eccessiva frammentazione delle iniziative di cooperazione, la molteplicità delle procedure competitive utilizzate per l'assegnazione dei contributi “a dono” e la mancanza di linee guida nonché di indicatori e termini di riferimento per le attività di monitoraggio e valutazione».
  L'Agenzia sta operando attivamente per realizzare questi interventi migliorativi. L'ultimo Bando per le Organizzazioni della Società Civile, basato sulle nuove Procedure Generali ispirate all'approccio cosiddetto RBM (Results Based Management), è in fase di assegnazione. Nel dicembre 2021 AICS ha inoltre presentato alla Farnesina un programma annuale di attività di monitoraggio delle iniziative di cooperazione per il 2022, elaborato secondo le procedure di Risk Management, al fine di mettere in atto azioni tempestive di correzione delle eventuali disfunzioni e mitigare i rischi connessi alla realizzazione delle iniziative.
  Sottolineo inoltre che si sono appena tenute (il 5 e 6 aprile) le prove di concorso organizzate da Formez per l'assunzione di 60 funzionari tecnici e amministrativi da destinare ad AICS, nell'ottica di dotarla di nuovo personale qualificato. Ciò in risposta ad una specifica raccomandazione contenuta nella citata Deliberazione della Corte dei conti, alle pagine 12 e 13, secondo cui «per realizzare una cooperazione allineata ai criteri di efficacia, economicità, unitarietà e trasparenza previsti dalla legge n. 125 del 2014, è necessario che l'Agenzia disponga di un'adeguata dotazione di personale qualificato. Sotto tale profilo non può non rilevarsi il consistente gap tra la dotazione di personale dell'agenzia e quella di omologhe realtà di altri paesi dell'Unione europea», conclude la raccomandazione.Pag. 92
  L'Agenzia è dunque impegnata in un percorso di costante miglioramento, anche in risposta alle osservazioni della Corte dei conti e ai suggerimenti di altri soggetti, istituzionali e privati, del sistema italiano di cooperazione.
  Una sospensione della erogazione o una diversa destinazione delle risorse, oltre a essere contraria a precisi obblighi derivanti da norme di legge, oggetto di dibattito e approvazione da parte del Parlamento, esporrebbe l'Italia a critiche circa il mancato rispetto degli impegni assunti a livello bilaterale e nei principali consessi internazionali. Ne deriverebbero gravi ripercussioni sull'immagine del nostro Paese e sulla sua capacità di azione in termini di politica estera e di risposta alle gravissime crisi internazionali in corso.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-07851 Formentini: Sulla partecipazione dell'Italia al gasdotto EastMed.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il gasdotto EastMed, di cui sono promotori Edison (controllata dalla francese EDF) e la greca DEPA, convoglierebbe il gas dai bacini del Levante – Israele, Cipro e in prospettiva anche Egitto – verso la Grecia.
  In particolare, il progetto è costituito da una sezione offshore di circa 1.350 chilometri tra Israele e la Grecia continentale, passando via Cipro e Creta, e da una sezione onshore in Grecia di circa 550 chilometri, direttamente collegata con il gasdotto Poseidon, anch'esso da realizzare, tratto finale che porterebbe l'infrastruttura in Italia all'altezza di Otranto.
  Il progetto avrebbe una capacità iniziale di 10-12 miliardi di metri cubi l'anno, possibilmente espandibili sino a 20.
  Israele, Grecia e Cipro hanno sottoscritto nel gennaio 2020 un Accordo intergovernativo di collaborazione per la realizzazione del gasdotto.
  Washington aveva ritirato il proprio sostegno politico alla costruzione dell'opera nell'autunno scorso, per considerazioni ambientali e climatiche e per dubbi sulla sua sostenibilità economica. Recentemente, il Dipartimento dell'Energia americano sembrerebbe riconsiderare il progetto sulla base della sua possibile utilità ai fini dello sganciamento europeo dalla dipendenza russa.
  La realizzazione del gasdotto presuppone che i suoi elevati costi, dettati anche dalle sfide ingegneristiche necessarie per la costruzione a grande profondità, siano compensabili con la commercializzazione degli elevati volumi di gas che si stimano disponibili nell'area del Levante ma che ancora sono da accertare. Le esplorazioni sono da anni in fase di stallo, sia per la pandemia, sia soprattutto per la forte opposizione turca alle attività che interessano le aree marittime contestate a Cipro. Similmente, studi di fattibilità, finanziati dall'Unione europea e affidati alla società italiana Lighthouse, procedono molto a rilento per le stesse difficoltà frapposte dalle autorità turche, che rivendicano tratti di mare che dovrebbero essere attraversati dall'infrastruttura.
  L'intero gasdotto, comunque, nella migliore delle ipotesi, non potrebbe essere portato a compimento prima del 2027.
  Al netto delle criticità di carattere politico ed economico, il progetto EastMed si porrebbe in linea con la nostra strategia di diversificazione delle rotte del gas, con la nostra azione di rafforzamento verso i Paesi già fornitori, come Algeria e Libia, e con l'idea di fare dell'Italia un vero hub europeo dell'energia, valorizzando il bacino mediterraneo e, in particolare, la sua sponda meridionale.