CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 aprile 2022
774.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00815 Fassino: Sull'integrazione europea di Ucraina, Georgia, Moldova e dei Paesi dei Balcani Occidentali.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La III Commissione,

   considerando che:

    l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa, avviata il 24 febbraio, viola ogni regola del diritto internazionale, nonché lo Statuto delle Nazioni Unite, dell'OSCE e del Consiglio d'Europa, come pure gli Accordi di Parigi sulla sicurezza europea;

    con risoluzione approvata all'unanimità il 1° marzo 2022 la Camera dei deputati, condannando l'invasione russa, ha chiesto «l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina»;

    analoga risoluzione è stata approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 marzo, ottenendo 141 voti favorevoli, 5 contrari e 35 astenuti;

    la decisione del Presidente Putin è stata assunta nonostante i ripetuti sforzi diplomatici e politici per promuovere e favorire un percorso negoziale e la reiterata disponibilità del Presidente Zelensky ad incontrare lo stesso Presidente Putin;

    la scelta di invadere l'Ucraina è tanto più ingiustificata perché nessuna minaccia è stata rivolta alla Federazione Russa dall'Ucraina e configura la volontà di Mosca di ripristinare la dottrina della «sovranità limitata» suscitando allarme e sgomento nei Paesi dello spazio «post-sovietico», come Moldova e Georgia, che invece come ogni Stato hanno pieno diritto al rispetto della loro sovranità, indipendenza e integrità territoriale;

    in questo scenario Ucraina, Moldova e Georgia hanno presentato domanda di adesione all'Unione europea;

    nei giorni scorsi i Presidenti di Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia e Slovenia hanno chiesto in una lettera congiunta la concessione all'Ucraina dello status di «Paese candidato all'adesione alla UE»;

    il Consiglio dell'Unione europea – con il consenso di tutti i Paesi membri, tra cui l'Italia – ha chiesto alla Commissione europea di presentare propri pareri su tali richieste, conformemente alle pertinenti disposizioni dei Trattati,

impegna il Governo:

   a promuovere, presso tutte le Istituzioni europee preposte, l'iter di riconoscimento dello status di «Paese candidato all'adesione alla UE» a Ucraina, Georgia e Moldova, in conformità con i Trattati, rafforzando da subito politiche europee di cooperazione e utilizzando tutte le opportunità offerte dagli Accordi di associazione;

   ad accelerare il percorso negoziale di integrazione dei Balcani Occidentali esposti, anche alla luce della crisi ucraina, al rischio di instabilità ed invasività.
(7-00815) «Fassino».

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ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00790 Formentini: Sulla strategia italiana per la regione dell'Indo-Pacifico.

NUOVO TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

   La III Commissione,

   premesso che:

    gli equilibri geopolitici mondiali sono in evoluzione, anche per effetto dello sviluppo economico della Repubblica Popolare Cinese e della conversione del suo successo industriale e tecnologico in ambizioni sostenute anche militarmente tramite l'acquisizione di ingenti quantità di nuovi sistemi d'arma avanzati;

    sul piano interno, si osserva un'accentuazione della compressione dei diritti umani, con particolare attenzione a quelli delle minoranze, fra le quali spicca quella uigura, oggetto di grave repressione;

    anche ad Hong Kong il regime di autonomia è stato significativamente alterato, a detrimento della libertà di espressione di coloro che vi abitano;

    sul piano esterno, suscita altresì preoccupazioni l'aumento delle tensioni nello Stretto di Taiwan;

    le autorità della Repubblica Popolare stanno anche espandendo le proprie attività marittime, ponendo in essere azioni suscettibili di limitare la libertà di navigazione, pilastro dell'economia globale di mercato;

    le manifestazioni dell'ascesa delle ambizioni della Repubblica Popolare preoccupano non soltanto gli Stati Uniti, ma anche il Giappone, l'India e l'Australia, che hanno dato vita al Quad, un formato quadrilaterale di coordinamento diplomatico e militare;

    a fronte di quanto succede, anche i Paesi dell'Unione europea sono chiamati a svolgere un ruolo più attivo in Estremo Oriente e nel cosiddetto bacino dell'Indo-Pacifico;

    diverse nazioni europee sono presenti da molto tempo nell'Indo-Pacifico, anche in ragione di legami storici;

    in ragione della crescente importanza dell'Indo-Pacifico è apparsa evidente la necessità per l'Italia di rafforzare la propria presenza nell'area e contribuire concretamente all'attuazione della strategia UE nell'Indo-Pacifico, anche in coordinamento con i principali partner, quali gli USA;

    tale strategia di presenza dovrebbe passare anche per il potenziamento dell'attenzione prestata a quanto accade in Estremo Oriente e nell'Indo-Pacifico, espandendo le risorse destinate alla rete diplomatica del nostro Paese, in modo tale da incrementarne le capacità di analisi;

    la diplomazia italiana dovrebbe continuare ad investire anche nei fora multilaterali attivi nell'Indo-Pacifico con cui il nostro Paese ha già avviato delle forme di partenariato;

    sarebbe altresì opportuno promuovere nell'ambito dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica una riflessione più approfondita sulle sfide connesse all'ascesa della Repubblica Popolare Cinese sul piano delle differenze di governance e valori,

impegna il Governo:

   ad aumentare le dotazioni delle sedi diplomatiche istituite nella regione dell'Indo-Pacifico, in particolare sviluppandone gli uffici politici preposti all'analisi complessiva di quanto accade nei Paesi di competenza;

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   a continuare ad adottare iniziative per il rafforzamento della collaborazione con i principali organismi regionali dell'Indo-Pacifico nell'ambito delle forme di partenariato già avviate;

   ad assumere le opportune iniziative in ambito europeo ed atlantico utili a promuovere una riflessione più approfondita sulle sfide connesse alle differenze di governance e valori tra occidente e Repubblica Popolare Cinese, mantenendo l'approccio che contraddistingue il ruolo e la visione dell'Italia nell'Indo-Pacifico.
(8-00161) «Formentini, Zoffili, Ferrari, Billi, Cecchetti, Coin, Comencini, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Picchi, Ribolla, Snider, Berti, Buffagni, Del Grosso, Di Stasio, Emiliozzi, Fantinati, Grande, Olgiati, Spadoni, Vacca, Ermellino, Quartapelle Procopio».

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ALLEGATO 3

Risoluzione n. 7-00813 Delrio: Sull'uso di bombe a grappolo e mine antipersona in Ucraina.

NUOVA FORMULAZIONE

   La III Commissione,

   premesso che:

    l'Italia il 20 gennaio 1995 ha depositato lo strumento di ratifica della Convenzione su certe armi convenzionali;

    il 26 marzo 1999 con la legge n. 106 del 1999 l'Italia ha ratificato la Convenzione di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona, depositando lo strumento di ratifica del Trattato di Ottawa (messa al bando mine) il 23 aprile 1999;

    dal 1999 ad oggi il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha istituito il Comitato nazionale per le azioni umanitarie contro le mine (CNAUMA) che si riunisce una volta all'anno. Il Comitato è presieduto dal viceministro alla cooperazione internazionale ed è coordinato dalla Direzione generale alla cooperazione allo sviluppo, unità per gli interventi internazionali di emergenza umanitaria Il CNAUMA è considerata un'importante e proficua iniziativa di lungo termine;

    con la legge n. 173 del 12 novembre 2009 l'Italia ha ratificato e dato esecuzione al Protocollo V della Convenzione sulla proibizione o limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati (Convention on Certain Conventional Weapons – CCW), fatta a Ginevra il 10 ottobre 1980, relativo ai residuati bellici esplosivi, fatto a Ginevra il 28 novembre 2003;

    con la legge n. 95 del 14 giugno 2011 l'Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle munizioni a grappolo ed ha adeguato le norme dell'ordinamento interno configurando all'articolo 7 come penalmente perseguibili anche le attività di sostegno finanziario alla produzione, commercio e trasporto delle stesse;

    con la legge n. 202 del 22 dicembre 2021 recante «Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo», il Parlamento ha approvato all'unanimità una legge tra le più avanzate in materia a livello internazionale, definendo i meccanismi di controllo e sanzionatorio sulle attività degli intermediari finanziari abilitati al fine di un'esclusione totale e internazionale di supporto finanziario alla produzione, commercio uso e detenzione di mine e cluster bombs;

    insieme a 80 Paesi, l'Italia ha espresso pubblico sostegno allo sviluppo di un documento internazionale, una Dichiarazione politica per il rafforzamento della protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall'uso di armi esplosive in aree popolate, nell'ambito della Conferenza di Vienna sulla protezione dei civili nei conflitti armati il 1° e 2 ottobre 2019;

    il 7 ottobre 2021, nell'ambito della I Commissione della 76a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l'Italia ha ribadito grave preoccupazione per l'impatto umanitario delle armi esplosive nelle aree popolate durante i conflitti e dichiarato di allinearsi con la posizione dell'Unione europea in merito alla necessità di un documento internazionale per una migliore protezione dei civili nei conflitti armati. Tale posizione era stata ribadita anche il 14 ottobre 2019 durante la 74a Assemblea Generale e, nel 13 ottobre 2020, durante la 75a Assemblea Generale;

    ai sensi dell'articolo 51.4. del Primo protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Pag. 53Ginevra del 12 agosto 1949, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionale, adottato a Ginevra l'8 giugno 1977, ratificato con legge 11 dicembre 1985, n. 762, sono vietati gli attacchi indiscriminati;

    il medesimo articolo 51.4., alla lettera b), considera attacchi indiscriminati quelli realizzati con metodi o mezzi di combattimento che non possono essere diretti contro un obiettivo militare determinato; l'articolo 57.2. lettera a), ii), del citato Protocollo attribuisce, a coloro che preparano o decidono un attacco, la responsabilità di prendere tutte le precauzioni praticamente possibili nella scelta dei mezzi e metodi di attacco, allo scopo di evitare o, almeno di ridurre al minimo, il numero di morti e di feriti tra la popolazione civile, nonché i danni ai beni di carattere civile che potrebbero essere incidentalmente causati;

    con la risoluzione S/RES/1265 del 17 settembre 1999 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ribadito il dovere di proteggere i civili nei conflitti armati, condannando qualsiasi attacco contro di essi e richiamando al rispetto delle disposizioni del diritto internazionale umanitario;

    nel report del Segretario Generale delle Nazioni Unite «Assistance in Mine Action» del 3 agosto 2015, e nelle successive risoluzioni A/C.4/70/L.8 del 13 ottobre 2015 della IV Commissione (Special Political and Decolonization Committee) e A/RES/70/80, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in data 10 dicembre 2015, la «Mine Action» viene definita come una componente importante ed integrata delle attività di assistenza umanitaria e sviluppo delle Nazioni Unite, evidenziando che le mine ed i residuati bellici costituiscono non solo una seria minaccia alla sicurezza, alla salute ed alle vite delle popolazioni locali, ma anche un impedimento all'assistenza umanitaria ed allo sviluppo sociale ed economico;

    l'Unione europea attraverso la risoluzione del Parlamento europeo P8 TA-PROV(2015)0459 del 16 dicembre 2015 «Preparing for the World Humanitarian Summit: Challenges and Opportunities for Humanitarian Assistance», richiama gli Stati membri, tra i vari punti, a porre la protezione dei civili durante i conflitti al centro dell'azione umanitaria;

    nel report del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati del 3 maggio 2021 (S/2021/423) è riportato che i civili rappresentano l'88 per cento delle vittime dei conflitti armati e che oltre 50 milioni di persone soffrono per gli effetti diretti e indiretti dei conflitti combattuti nei centri popolati; le munizioni cluster, per le loro caratteristiche intrinseche (diffusione di centinaia di submunizioni su un'ampia superficie, instabilità delle submunizioni inesplose), rendono difficile se non impossibile rispettare le norme di diritto internazionale umanitario sopra richiamate previste a protezione delle popolazioni civili;

    nel conflitto russo-ucraino, come in molti dei recenti scenari di guerra, è stato confermato l'uso di cluster bombs anche in aree densamente popolate;

    nello specifico Human Rights Watch ha riportato la notizia documentandola con fotografie di un missile balistico russo che trasportava munizioni a grappolo e che si è abbattuto nei pressi dell'ospedale della città di Vuhledar, nella regione di Donetska controllata dal governo ucraino. L'attacco è avvenuto il 24 febbraio 2022 e ha ucciso quattro civili e ne ha feriti altri dieci, sei dei quali operatori sanitari;

    Amnesty International ha riferito, invece, di una scuola nel nord-est dell'Ucraina, colpita il 25 febbraio 2022 con munizioni a grappolo lanciate da un razzo. Tre i morti, tra cui un bambino. Un secondo bambino è stato ferito;

    il 3 marzo 2022, in occasione della sessione sull'Ucraina della conferenza del disarmo, l'Italia ha dichiarato che niente può giustificare l'uso indiscriminato delle armi contro i civili e ha espresso particolare preoccupazione per le notizie riguardanti il possibile uso di munizioni a grappolo e mine antiuomo in Ucraina, in linea con la dichiarazione del 3 marzo 2022 dell'Ufficio delle Pag. 54Nazioni Unite per i diritti umani e con la dichiarazione del 2 marzo della presidenza britannica della Convezione sulle munizioni a Grappolo;

    l'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato venerdì 11 marzo 2022 di aver ricevuto «rapporti credibili» su diversi casi di forze russe che utilizzano munizioni a grappolo in aree popolate in Ucraina, aggiungendo che l'uso indiscriminato di tali armi potrebbe equivalere a crimini di guerra;

    nell'ambito dell'informativa alla Camera dei deputati sull'Ucraina del 16 marzo 2022 il Ministro Di Maio ha condannato fermamente l'uso di munizioni a grappolo;

    la forma e il colore delle submunizioni rappresentano un motivo di attrazione soprattutto per i bambini, tanto che, come dimostrano i dati forniti da organizzazioni umanitarie internazionali delle circa 10.000 persone rimaste uccise, ferite o mutilate a causa delle bombe a grappolo, circa il 90 per cento è rappresentato da civili e un quarto di questi è costituito da bambini;

    a causa dei loro effetti ad ampio raggio, l'uso di munizioni a grappolo in aree popolate è incompatibile con i principi del diritto umanitario internazionale che regolano la condotta delle ostilità;

    bisogna tener conto degli effetti a lungo termine di danni causati dal danneggiamento, dalla distruzione o dall'inagibilità per presenza di ordigni inesplosi delle infrastrutture vitali (alloggi, servizi pubblici essenziali servizi o strutture sanitarie) sulla vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni coinvolte (cosiddetti «effetti riverberanti»);

    le cluster bombs e gli ordigni inesplosi hanno un impatto duraturo sulla sicurezza dei civili e rappresentano un blocco reale al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile;

    il 4 aprile 2022 si celebrerà la Giornata internazionale per le azioni umanitarie contro le mine e gli ordigni inesplosi indetta dalle Nazioni Unite;

    dal 18 novembre 2019 sono stati avviati, e sono attualmente in corso, negoziati per la stesura di una Dichiarazione politica internazionale sul rafforzamento della protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall'uso di armi esplosive in aree popolate che concentrano la loro attenzione su: il riconoscimento delle conseguenze umanitarie causate dalle armi esplosive nei conflitti urbani e sugli effetti riverberanti delle stesse; sulla promozione di procedure operative militari condivise volte ad evitare o limitare i danni per i civili derivanti dall'uso delle armi esplosive con effetti a largo raggio, secondo quanto previsto dal diritto internazionale umanitario sull'assistenza alle vittime;

    dal 6 all'8 aprile 2022 si riuniranno a Ginevra le delegazioni diplomatiche e i rappresentanti delle organizzazioni della società civile che compongono l'International Network on Explosive Weapons, la Rete internazionale sulle armi esplosive, per la ripresa di negoziati sulla stesura della suddetta Dichiarazione,

impegna il Governo:

   a continuare ad esprimere, attraverso le proprie delegazioni diplomatiche e in ogni foro multilaterale appropriato, severa e netta condanna per l'uso di cluster bombs e mine antipersona in Ucraina ed in ogni conflitto che ne registri l'impiego da uno qualsiasi degli attori coinvolti;

   ad adottare iniziative, in sede internazionale, per garantire migliore protezione alle popolazioni civili coinvolte loro malgrado nelle guerre urbane, continuando a partecipare e a sostenere attivamente l'attuale percorso diplomatico che porterà all'adozione di una Dichiarazione politica internazionale volta a rafforzare la protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall'uso di armi esplosive in aree popolate;

   ad adottare iniziative volte a valorizzare la successiva Dichiarazione politica internazionale come ulteriore punto di riferimento operativo per l'adozione dei principi e linee guida di protezione dei civili dalle armi esplosive nei conflitti urbani.
(7-00813) «Delrio, Ungaro, Quartapelle Procopio, Fassino, La Marca».