CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 febbraio 2022
739.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-07493 Boldrini: Sull'utilizzo di munizioni e armamenti di fabbricazione italiana da parte delle autorità ugandesi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Non risulta che le Autorità ugandesi dispongano di munizioni ed armi di fabbricazione italiana la cui esportazione sia stata autorizzata ai sensi della legge n. 185 del 1990. Le licenze di esportazione di armi verso L'Uganda, concesse ai sensi della predetta legge negli ultimi venti anni, sono infatti soltanto tre e riguardano accessori elettronici e componenti non utilizzabili a fini di repressione violenta, per quantità ed importi estremamente limitati.
  L'Uganda non figura tra i Paesi oggetto di sanzioni da parte delle Nazioni Unite, dell'Unione europea o dell'OSCE, né risulta sussistano le condizioni per un divieto generale di esportazione nei termini previsti dall'articolo 1, comma 6, lettera d), della legge n. 185 del 1990: ovvero «[...] gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'Unione europea o del Consiglio d'Europa».
  Continueremo a monitorare e a mantenere alta l'attenzione sulla situazione dei diritti umani in Uganda, con riferimento anche al rispetto dello Stato di diritto e all'esercizio delle libertà fondamentali, nell'ambito del coordinamento europeo e nei fori multilaterali.
  Si assicura che l'Autorità Nazionale UAMA valuterà con estrema attenzione le nuove istanze di esportazione di armi verso l'Uganda che dovessero pervenire, con particolare riguardo ai materiali suscettibili di utilizzo ai fini di repressione interna, in linea con la Posizione Comune Europea n. 944 del 2008.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-07494 Delmastro Delle Vedove: Sul caso del connazionale Andrea Costantino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano, la Farnesina e la nostra Ambasciata ad Abu Dhabi hanno riservato sin dall'inizio e continuano a riservare la massima attenzione al caso di Andrea Giuseppe Costantino. L'azione nei confronti delle autorità emiratine è continua e a più livelli.
  Costantino – lo ricordo – è stato arrestato il 21 marzo 2021 in un hotel di Dubai dove soggiornava con la compagna e la figlia minore, dopo essere ritornato negli Emirati Arabi Uniti per rinnovare il visto di residenza in scadenza.
  Sin dalle primissime fasi, l'Ambasciata ha svolto tutti i passi possibili presso le autorità locali, attraverso contatti diretti e comunicazioni formali. Il Direttore Generale per gli Italiani all'Estero della Farnesina mantiene un costante collegamento con il legale della famiglia, si è recato in missione negli Emirati e ha incontrato a Roma la Direttrice Generale degli Affari Internazionali del Ministero dell'interno emiratino.
  Sul piano politico l'azione è stata continua e ad alto livello. Il Ministro Di Maio ha sollevato il caso più volte con il proprio omologo e, da ultimo, proprio stamattina, con il Ministro dell'economia emiratino in visita a Roma. Lo stesso abbiamo fatto io e il collega Della Vedova ed altri esponenti istituzionali in ogni utile occasione. Nel rispetto delle norme locali, tutti abbiamo sottolineato il diritto del Signor Costantino a un equo processo, per arrivare il prima possibile alla conclusione di questa dolorosa vicenda.
  Il nostro connazionale è stato privato della libertà e non ha potuto finora esercitare appieno il suo diritto di difesa. Ciò sta arrecando grande sofferenza a una famiglia lontana migliaia di chilometri e con limitatissimi contatti con il proprio caro e suscita, comprensibilmente, emozione e attenzione da parte dell'opinione pubblica e di questo Parlamento.
  La Farnesina ha chiesto all'Ambasciata emiratina a Roma che i diritti del nostro connazionale siano pienamente tutelati. La nostra Ambasciata ad Abu Dhabi ha portato avanti una pressante azione di sensibilizzazione nei confronti delle Autorità degli Emirati per far riconoscere il mandato legale dell'avvocato emiratino. Per molti mesi il legale non ha infatti potuto agire a tutela del suo assistito, problema superato grazie alla nostra attività di tutela consolare.
  Considerati gli aspetti di sicurezza nazionale alla base della vicenda, la Procura Generale emiratina non ha invece finora concesso l'acquisizione del fascicolo da parte dell'avvocato, ad eccezione di una consultazione e copia degli atti d'accusa.
  Il 12 gennaio si è tenuta la prima udienza, nel corso della quale il giudice ha letto i capi di imputazione a carico del connazionale: finanziamento del terrorismo e riciclaggio di denaro. Ieri il giudice ha rinviato l'udienza al 23 febbraio, poiché nessuno dei testimoni citati dalla Procura era presente.
  Un funzionario della nostra Ambasciata ha preso parte ad entrambe le udienze – in qualità di uditore – e assisterà alle prossime. Per il tramite del Ministero degli Esteri emiratino, l'Ambasciata ha ottenuto di poter rendere visita più volte al connazionale nell'istituto penitenziario. Questi contatti diretti hanno consentito di accertarsi che il Signor Costantino si trova in condizioni psico-fisiche stabili e non allarmanti, nonostante le difficoltà causate dallo stato di detenzione e un evidente dimagrimento. Le visite dell'Ambasciata continueranno, per prestare al nostro connazionale tutta l'assistenza necessaria.Pag. 24
  L'Ambasciata ha richiesto al Procuratore Generale di tenere conto delle esigenze mediche del signor Costantino, ricevendo rassicurazioni sulla possibilità che egli sia sottoposto a specifici accertamenti.
  Proseguiremo a tutti i livelli l'azione di sensibilizzazione nei confronti delle Autorità degli Emirati Arabi per un giusto processo e il pieno rispetto del diritto di difesa del nostro connazionale.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-07495 Spadoni: Sulle iniziative per consolidare il processo di stabilizzazione della Libia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia continua a essere molto attiva in Libia per favorire la piena e duratura normalizzazione di un Paese la cui stabilità è cruciale non solo per l'intera regione circostante, ma anche per l'Italia e per l'Europa, date le possibili ripercussioni in termini di minaccia terroristica, sicurezza energetica e incremento dei flussi migratori irregolari. L'attentato di oggi al Premier Dbaiba, al quale va in questo frangente tutta la nostra simpatia e personale vicinanza, ribadisce ancora una volta, drammaticamente, l'urgenza della stabilizzazione della Libia.
  Continuiamo a essere in prima linea per sostenere il processo politico guidato dalle Nazioni Unite, volto a riportare la pace e la stabilità in Libia quale frutto di un percorso «Libyan – led» e «Libyan – owned».
  La Conferenza di Parigi a livello di Capi di Stato e di Governo sulla Libia (12 novembre 2021), che l'Italia ha co-presieduto insieme a Francia, Germania, Libia e Nazioni Unite ha testimoniato, ancora una volta, il nostro impegno per la pacificazione del Paese e riaffermato, grazie al determinante contributo italiano, il principio di «ownership» libica e il sostegno della comunità internazionale per la stabilizzazione della Libia, nel solco del Processo di Berlino a guida Nazioni Unite.
  Come evidenziato dagli Interroganti, nonostante i progressi raggiunti grazie alla mediazione dell'ONU che hanno portato alla fine delle ostilità e alla creazione di un Governo unificato transitorio, il processo di transizione istituzionale sta incontrando difficoltà.
  Iniziative legislative unilaterali non condivise e contestate e il carattere divisivo di alcune candidature alle elezioni presidenziali hanno impedito che le consultazioni elettorali avessero luogo il 24 dicembre 2021, data stabilita dalla Roadmap di Tunisi.
  Il rinvio delle elezioni ha aperto una fase politica complessa, in cui al momento manca una chiara prospettiva elettorale e il Governo ad interim sta affrontando crescenti pressioni. Poco fa il Presidente del Parlamento Aghila Saleh ha annunciato il conferimento dell'incarico di formare un nuovo Governo a Fathi Bashagha. Vi sono però tuttora molte incertezze sulle modalità del voto e sui prossimi sviluppi.
  In tale delicata congiuntura, l'Italia continua a garantire il proprio sostegno all'azione delle Nazioni Unite e della Consigliera Speciale Stephanie Williams affinché non si perda di vista l'obiettivo principale dello svolgimento di elezioni libere, eque e inclusive che riteniamo debbano necessariamente poggiare su basi giuridiche solide e condivise, ed essere indette in tempi non troppo lontani, per evitare che un posticipo troppo lungo e protratto alimenti ulteriore incertezza.
  Le elezioni sono infatti l'unica soluzione credibile per favorire una semplificazione dell'attuale quadro politico estremamente frammentato e contribuire così non solo a una stabilizzazione sostenibile del Paese, ma anche a soddisfare le legittime aspirazioni del popolo libico che – registrandosi in massa – ha dimostrato la propria determinazione a esprimersi in libere elezioni.
  Sono questi i messaggi trasmessi dal Ministro Di Maio alla Consigliera Speciale Williams, in visita a Roma il 7 febbraio.
  L'azione a livello internazionale non può prescindere da uno strettissimo coordinamento con gli attori internazionali e regionali più attivi sul dossier libico. Intendiamo proseguire la cooperazione con i partner «like-minded» del formato «P 3+2» che, Pag. 26oltre all'Italia, include Francia, Regno Unito, Stati Uniti (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza) e Germania.
  Paesi con cui manteniamo un'interlocuzione regolare e costante anche a livello tecnico. Continuo anche il dialogo con gli altri attori internazionali che svolgono un ruolo chiave, anche se con orientamenti talvolta distanti dai nostri.
  Ciò per favorire quanto più possibile una convergenza sulle linee d'azione della comunità internazionale per favorire il completamento della transizione istituzionale e per scongiurare ulteriori divisioni del Paese.
  Questo dialogo è assicurato, innanzitutto, a livello politico. La Libia figura infatti sempre in cima all'agenda degli incontri del Presidente del Consiglio Draghi e del Ministro Di Maio con i principali partner europei e internazionali. Anche a livello tecnico, vi è poi un costante impegno dell'Ambasciata a Tripoli, della Farnesina e dell'inviato Speciale del Ministro per la Libia.
  Imprescindibile è il raccordo con l'Unione europea, che intendiamo proseguire e rafforzare ulteriormente.
  Non meno importante è il dialogo che manteniamo e intendiamo proseguire a livello bilaterale con i principali attori libici. In questa fase, nel pieno rispetto della sovranità delle istituzioni libiche, sarà essenziale incoraggiare tutte le parti affinché non si perda di vista l'obiettivo delle elezioni e venga definita quanto prima una tabella di marcia chiara e condivisa che consenta di andare al voto in tempi brevi e con un quadro giuridico certo.