CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 ottobre 2021
670.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO
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ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 410/1914 AL N. 414/1934)

  PINOTTI, FERRARI, MIRABELLI, D'ARIENZO, CIRINNÀ, ROSSOMANDO, MARCUCCI, ASTORRE, CERNO, D'ALFONSO, FERRAZZI, GIACOBBE, IORI, LAUS, MANCA, MARGIOTTA, PITTELLA, ROJC, STEFANO, TARICCO, VALENTE, VERDUCCI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI

   Tina Anselmi è stata una figura politica di primo piano della storia italiana del secondo dopoguerra, sin da giovanissima impegnata nella difesa dei valori della nostra democrazia, sia nella Resistenza che nell'attività sindacale e politica. Prima donna ministra, al dicastero del Lavoro e successivamente a quello della Sanità ha, inoltre, ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2;
   a lei si deve la legge 9 dicembre 1977, n. 903, recante disposizioni in materia di Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro. Una legge che all'articolo 1 vieta qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l'accesso al lavoro in attuazione del dettato costituzionale di cui all'articolo 37 e che ha consentito alle donne italiane di intraprendere un percorso che, sebbene non ancora concluso, certamente ha visto negli anni crescere un loro protagonismo nel pubblico come nel privato;
   analogamente non può tacersi l'importanza del ruolo svolto da Tina Anselmi per la sanità pubblica grazie alla legge 23 dicembre 1978, n. 833 recante istituzione del servizio sanitario nazionale, che ha garantito l'accesso alle cure libero e gratuito a tutti i cittadini;

  considerato che:

   RAI Fiction da oramai tre anni sta lavorando per un film destinato alla televisione sulla vita e l'impegno politico di Tina Anselmi. Tuttavia il progetto, nonostante sia pronta una bozza di sceneggiatura, sembra essersi fermato;
   diversi esponenti del mondo della politica, della cultura, del mondo cattolico, dell'Anpi hanno espresso il proprio rammarico per il non vedere ancora realizzato un progetto che svolgerebbe senza dubbio anche un ruolo formativo per le nuove generazioni, avvicinandole attraverso il mezzo della televisione alla conoscenza di una delle figure più significative della storia dell'Italia repubblicana;

  si chiede di sapere:

   se la RAI, alla luce dei fatti esposti in premessa, non ritenga opportuno dare seguito nel minor tempo possibile al progetto per la realizzazione di un film sulla vita di Tina Anselmi.

(410/1914)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione RaiFiction.
  In primo luogo, si ritiene opportuno evidenziare che la Rai, consapevole dell'importanza della figura di Tina Anselmi – una delle figure più significative della storia dell'Italia repubblicana – e della utilità di portare a conoscenza delle nuove generazioni la sua storia e la sua attività, ha accettato con entusiasmo la realizzazione del progetto di una fiction su di lei. E, al fine di massimizzare la qualità del prodotto, ha lavorato a lungo sullo sviluppo della sceneggiatura, processo nel quale – come spesso avviene – intervengono più attori i cui contributi devono essere adeguatamente utilizzati e valorizzati. Pag. 191
  Negli ultimi mesi le fasi di sviluppo del progetto hanno subito una accelerazione importante, grazie a una impostazione finalizzata alla messa a fuoco di ulteriori aspetti dell'attività pubblica, sindacale e politica dell'onorevole Tina Anselmi. La società di produzione Bibì Film proprio in questi giorni ha dato mandato ai suoi legali di esercitare l'opzione per l'acquisizione dei diritti di adattamento e sfruttamento su alcune biografie ufficiali della Anselmi. Al contempo il produttore, affiancato dalla Struttura editoriale di RaiFiction responsabile del progetto, sta operando all'individuazione del regista e dell'interprete del personaggio protagonista più adeguati.
  Tutto ciò premesso, si ritiene possibile ultimare la definizione «editoriale» del progetto nei prossimi mesi per poi prevedere il finanziamento della realizzazione del film tv nel piano di produzione 2022, con l'obiettivo di poter disporre del prodotto per la messa in onda su Rai Uno entro la fine dell'anno prossimo.

  MOLLICONE, GARNERO SANTANCHÈ. – Al presidente e all'Amministratore delegato della Rai
  Per sapere, premesso che:

   il 16 luglio 2021 si è insediato il nuovo Consiglio di amministrazione della Rai, nominato dall'assemblea degli azionisti tenutasi il 15 luglio 2021, che attualmente vede in carica anche Simona Agnes.
   Come ha indicato vigilanzatv.it, «abbiamo il caso più unico che raro di un membro della CdA della Rai che ha un programma in onda su Rai 1 e, come se non bastasse, una seconda trasmissione in partenza su Rai2».
   Ovvero Check-Up, del cui ritorno sui teleschermi dopo quasi un ventennio (e diversi rifiuti da parte dei vari Dg che si sono avvicendati negli anni) abbiamo parlato per primi e a profusione, trasmissione ideata dal fu Biagio Agnes e prodotta dalla Fondazione Biagio Agnes che fa capo a Simona Agnes.
   Possibile che nessuno sollevi una benché minima obiezione su tutti questi conflitti d'interesse nella Tv di Stato pagata dal canone? Possibile che tutti trovino normale una tale situazione?
   Il palese conflitto d'interesse che riguarda il consigliere d'amministrazione Rai, Simona Agnes, relativo alla messa in onda su Rai 1 del «Premio Agnes» da lei stessa organizzato e su Rai2 del format «Check-Up» da lei ideato e scritto, viola apertamente il Codice Etico dell'azienda che i membri del CdA sono obbligati a rispettare.
   Quali iniziative intendano adottare i vertici Rai al fine di evitare la messa in onda delle trasmissioni citate in premessa, la loro sospensione e quali iniziative intenda adottare al fine di verificare eventuali conflitti di interesse dei componenti del CdA e per la loro risoluzione.

(411/1923)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, nel rinviare alla comunicazione trasmessa al Presidente Barachini per una più completa valutazione dei presidi messi in atto dalla Rai al fine di neutralizzare ogni possibile conflitto di interesse (anche solo di natura potenziale) dei propri esponenti di vertice, si forniscono i seguenti elementi chiarificatori sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  Check-up è un programma televisivo realizzato presso il Centro di produzione di Napoli e trasmesso dalla Rai dal 1977 al 2002; i diritti esclusivi di utilizzazione e sfruttamento del marchio e del formato derivante appartengono integralmente ed in via esclusiva alla Rai.
  Il progetto per una nuova edizione di Check up è stato proposto ad ottobre 2020 ed è stato, alla luce delle relative valutazioni di carattere editoriale, ritenuto importante in una fase – quale quella attuale – segnata dall'emergenza pandemica e da un'esigenza informativa costante, con l'obiettivo di restituire al pubblico un programma rigoroso dal così elevato valore identitario.
  Sotto il profilo operativo, si ritiene opportuno mettere in evidenza che:

   la nuova edizione sarà realizzata presso il centro di produzione di Napoli e si articolerà in 12 puntate della durata di 45' diffuse settimanalmente nella mattina del sabato da Rai 2;

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   la responsabilità produttiva, tecnica, organizzativa, economica ed editoriale competono in via esclusiva alla Rai che potrà pertanto, in via autonoma, decidere la scelta e la composizione dei contenuti, l'individuazione delle professionalità da coinvolgere per il confezionamento del programma e quelle da interessare come ospiti, l'elaborazione dei relativi testi espositivi.

  Ciò premesso, con riferimento specifico al tema sollevato nell'interrogazione di cui sopra, la scelta di inserimento nel palinsesto è precedente alla formazione della vigente Consiliatura e la Consigliera Simona Agnes non risulta aver avuto alcun ruolo o esercitato alcuna influenza o condizionamento in ordine a tale scelta, né è previsto alcun compenso economico verso la Consigliera stessa o la Fondazione Biagio Agnes, essendo i diritti esclusivi di utilizzazione e sfruttamento del format notoriamente di proprietà Rai.
  Per quanto concerne invece la trasmissione del Premio Agnes, dedicato alla figura di uno storico Direttore Generale della Rai e giunto ormai alla sua tredicesima edizione, si ritiene opportuno mettere in evidenza come questo costituisca un appuntamento consolidato che, come avvenuto per le precedenti edizioni, sarà trasmesso su Rai 1 in seconda serata, in forza di una licenza concessa a titolo gratuito dalla Fondazione Agnes.
  Da ultimo si segnala che – come già avvenuto per il premio Agnes – nel corso della seduta del 22 settembre la Consigliera Simona Agnes ha fornito idonea e adeguata informativa agli altri Amministratori e al Collegio Sindacale, che hanno preso positivamente atto di quanto comunicato.

  ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI
  Premesso che:

   dal 16 settembre è prevista la messa in onda su Canale 5 del programma «Star in the star», prodotto da Banijay.
   Secondo anticipazioni riportate su «TvBlog» e altri siti specializzati in ambito televisivo, il programma avrebbe molti punti in comune con i programmi di Rai1 «Il Cantante Mascherato», condotto da Milly Carlucci, e «Tale e Quale Show» di Carlo Conti, entrambi prodotti sempre da Banijay. Addirittura si tratterebbe di un clone o una copia di questi show.

  Si chiede di sapere:

   in che modo l'Azienda intenda tutelare i programmi di Rai1 «Il Cantante Mascherato» e «Tale e Quale Show», di cui il nuovo programma Mediaset «Star in the star» sarebbe una copia.

   Se i contratti tra Rai e Banijay, società fornitrice che ha prodotto sia gli show Rai sia il programma presto in onda su Canale 5, prevedano clausole di esclusiva e di tutela delle trasmissioni che il servizio pubblico acquista dall'azienda fornitrice e chi sia il titolare dei diritti.

(412/1925)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  Il format «Star in the star», che ha debuttato giovedì 16 settembre su Canale 5, è l'adattamento della versione tedesca «Big performance – Wer ist spar im star» basata sul format «Bongmyeon ga-wang» della Brainpool, società del gruppo Banijay. Il concept è quello di un talent show che mette in gara celebrities che si sfidano prendendo le vesti di grandi artisti, anche internazionali, di cui interpretano le canzoni più note. I partecipanti sono quindi artisti «mascherati» e lo scopo dello spettacolo è lo svelamento della loro identità. Il programma presenta pertanto elementi di somiglianza con i due programmi di Rai 1 «Tale e quale show» e «Il cantante mascherato», pur non mostrando una vera e propria identicità né con l'uno né con l'altro.
  Tutto ciò premesso, ai fini della valutazione della questione, è necessario tener conto del fatto che nell'ordinamento giuridico italiano non esiste in generale una tutela delle idee nell'ambito della proprietà intellettuale, ma la tutela del format si realizza esclusivamente attraverso i seguenti elementi qualificanti: titolo, struttura narrativa di base, apparato scenico e personaggi fissi. In ogni Pag. 193caso, la Rai si riserva di effettuare i necessari monitoraggi per verificare la situazione in essere ai fini della tutela degli interessi aziendali.

  PARAGONE. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai
  Premesso che:

   in una recente intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio e pubblicata l'8 settembre, rispondendo alle domande del giornalista, Fabio Fazio avrebbe dichiarato: «Veramente vorrei applicare solo un po' di buon senso in televisione. Mi sembra di vivere in un mondo impazzito, dall'Afghanistan a quelli che non si vogliono vaccinare mentre il virus fa milioni di morti. Ci tocca leggere di professori universitari contrari al Green pass, nell'anno in cui è stata sconfitta la poliomielite nel mondo». Viene in mente quel libro di Roberto Vacca che si intitolava «Medioevo prossimo venturo» e al quesito sulla partecipazione televisiva dei cosiddetti No Vax per un confronto con i virologi la risposta è stata «è il momento di essere un po' asseritivi. Bisogna ricominciare come in prima elementare, dai fondamentali: dalla A di Abecedario (...). Li fuori c'è anche chi va contromano in autostrada. Ma non ci fai un giornale o un talk show, incitandoli a parlare di guida sicura con il comandante della polizia stradale. Non sono posizione paritarie»;

  considerato che:

   il contratto di servizio 2018-2022 all'articolo 2 stabilisce che la Rai assicura un'offerta di servizio pubblico improntata, fra gli altri, ai principi di imparzialità, indipendenza e pluralismo, riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche, affinché ciascuno possa autonomamente formarsi opinioni e idee e partecipare in modo attivo e consapevole alla vita del Paese;
   all'articolo 6, comma 1 e comma 2, ribadisce che «1. La Rai è tenuta ad improntare la propria offerta informativa ai canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse formazioni politiche e sociali, e a garantire un rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità, nel rispetto della dignità della persona, e ad assicurare un contraddittorio adeguato, effettivo e leale. 2. La Rai assicura nella programmazione il pluralismo, al fine di soddisfare il diritto del cittadino a una corretta informazione e alla formazione di una propria opinione»;
   le affermazioni del conduttore della trasmissione Rai «Che tempo che fa», finalizzate a limitare dichiaratamente il pluralismo dell'informazione, negando la possibilità a chi abbia posizioni diverse dal mainstream su campagna vaccinale e gestione dell'emergenza di esprimersi nella tv pubblica, si configurerebbero in palese contrasto con quanto previsto dal contratto di servizio, articoli 2 e 6, ledendo altresì i principi di indipendenza e imparzialità;

  si chiede di sapere:

   in che modo il Presidente e l'Amministratore delegato della Rai intendano assicurare che le trasmissioni Rai siano conformi al contratto di servizio, vigilando sul rispetto dei principi di pluralità, indipendenza e imparzialità;

   se non ritengano gravemente lesive per la credibilità della tv pubblica le affermazioni del conduttore Fabio Fazio.

(413/1933)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In primo luogo, si ritiene opportuno evidenziare che la Rai definisce la propria offerta complessiva muovendosi in linea con – tra l'altro – il Contratto di servizio; è proprio il testo contrattuale a stabilire che la Rai «assicura un'offerta di servizio pubblico improntata, fra gli altri, ai principi dell'imparzialità, dell'indipendenza e del pluralismo....., così da garantire l'apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale anche all'estero, nel rispetto del diritto e del dovere di cronaca, Pag. 194 della verità dei fatti e del diritto ad essere informati». È questo il punto di riferimento essenziale ai fini di una valutazione dell'offerta complessiva Rai, che si articola in circa 130 mila ore di tv e 100 mila di radio ogni anno, con l'obiettivo – come previsto sempre dal Contratto – di «raggiungere i diversi pubblici attraverso una varietà della programmazione complessiva ....».
  Ciò premesso, si ritiene utile ribadire che la somministrazione di vaccini per far fronte a una pandemia che ha causato la morte di milioni di persone in tutto il mondo costituisce un tema unico nel suo genere. Il servizio pubblico ha il dovere di raccontare con obiettività tutte le posizioni della società ma ha anche la funzione, attraverso un'informazione imparziale, di essere vicina ai temi sostenuti dalla comunità scientifica. In ogni caso, nell'alveo del confronto tra le diverse posizioni, in più situazioni è stata data la possibilità a chi ha deciso di non vaccinarsi di esprimere la propria opinione, in un leale contraddittorio con chi invece aveva deciso di farlo.
  Nello specifico, in relazione alle affermazioni di Fabio Fazio nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio, si rappresenta che lo stesso, pur essendo un volto noto della tv pubblica, ha parlato in nome proprio e non certo per conto dell'azienda, esprimendo pertanto – nell'ambito del principio della libertà di parola – opinioni del tutto personali.

  FEDELI, GALLONE, RICCIARDI, DE PETRIS, BORDO, MARROCCO, PICCOLI NARDELLI, ROMANO. – Alla Presidente, all'Amministratore delegato della Rai
  Premesso che:

   il Consiglio di amministrazione della Rai, riunitosi in data 9 settembre 2021 sotto la presidenza di Marinella Soldi e alla presenza dell'Amministratore delegato Carlo Fuortes, ha proceduto a designare Ludovico Di Meo in qualità di Direttore generale di San Marino RTV, società partecipata al 50 per cento da Rai in base ad un accordo vigente tra i Governi dei due Paesi;
   nel corso della seduta l'Amministratore delegato Carlo Fuortes ha altresì informato il Cda sulle nomine relative all'area corporate, tutte coperte da risorse interne all'Azienda: Giuseppe Pasciucco, già Cfo, è nominato Direttore Staff dell'Amministratore delegato; di conseguenza, Marco Brancadoro assume il ruolo di Cfo e Giorgio Russo quello di Direttore Pianificazione strategica e controllo di gestione.
   Roberto Ferrara diventa Direttore Canone e Beni artistici, a Pierluigi Colantoni viene affidata la Direzione Comunicazione, nel cui ambito è inserito l'Ufficio Stampa, di cui diventa responsabile Stefano Marroni.
   L'amministratore delegato Carlo Fuortes ha assunto ad interim il ruolo di Direttore Generale Corporate.

  Valutato che:

   su sette nomine effettuate sette sono uomini in un'azienda in cui le donne sono in forte minoranza nei vertici;

  si chiede di sapere:

   quanti e quali sono i curricula di dirigenti interni di sesso femminile presi in considerazione e sulla base di quali criteri è stata effettuata una selezione che, in assenza dei necessari chiarimenti, non può che configurarsi allo stato attuale come un'oggettiva rimozione delle competenze femminili interne all'Azienda e una violazione del Contratto di servizio 2018-2022. Rispetto ai principi generali in esso iscritti (superamento degli stereotipi di genere e promozione della parità) e a quanto previsto dall'articolo 9, è infatti del tutto evidente la contraddizione tra scelte interne discriminatorie e non pienamente inclusive delle competenze femminili e l'assicurazione «di un'offerta complessiva, diffusa su qualsiasi piattaforma e con qualunque sistema di trasmissione» che garantisca «la più completa e plurale rappresentazione dei ruoli che le donne svolgono nella società».

(414/1934)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, nel rinviare alla comunicazione trasmessa al Presidente Barachini Pag. 195per una più completa valutazione dell'impegno dell'Azienda nella direzione della parità di genere, si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In premessa si ritiene opportuno precisare che nel complesso gli interventi di cui all'interrogazione andrebbero «letti» in gran parte quali avvicendamenti interni al top management (che è largamente in prevalenza maschile), necessari ad assicurare il funzionamento della macchina aziendale.
  Nello specifico, si illustrano i criteri che hanno portato a tali scelte:

   per la posizione di direttore generale di San Marino RTV (deliberata dal C.d.A.), è stato pubblicato un avviso di job posting, a cui sono seguite 14 candidature, quasi esclusivamente di genere maschile (solo 2 di genere femminile, una delle quali, peraltro, priva dei requisiti richiesti). All'esito dell'istruttoria e di una approfondita disamina dei curricula pervenuti, è stato ritenuto maggiormente idoneo a ricoprire tale ruolo (tenuto conto degli ambiti di interesse: manageriale e di prodotto) Ludovico Di Meo (che ha ricoperto ruoli di grande rilievo nell'ambito sia delle Testate che delle Reti);

   per quanto concerne l'avvicendamento del Direttore della Direzione Staff dell'Amministratore Delegato e Direttore Generale Corporate, stante la delicatezza e strategicità del ruolo, la ricognizione interna ha riguardato tutti i primi riporti del vertice. All'esito, la scelta è ricaduta su Giuseppe Pasciucco, ritenendo opportuno dare priorità alla focalizzazione sui costi e dunque alle competenze specifiche possedute sulla materia. Per il ruolo di CFO lasciato vacante dallo stesso, considerate le necessarie competenze contabili/finanziarie, ed in un'ottica di piena ed immediata operatività, si è privilegiato il criterio della crescita interna (che ha portato a individuare in Marco Brancadoro il nuovo CFO e in Giorgio Russo il nuovo Direttore della Direzione Pianificazione Strategica e Controllo di Gestione). All'uscente Direttore Roberto Ferrara, dovendo procedere alla sua ricollocazione, è stata assegnata la vacante Direzione Canone e Beni Artistici;

   sulla collocazione di Pierluigi Colantoni a Direttore della Direzione Comunicazione la ricognizione è stata effettuata nell'ambito delle risorse aziendali che ricoprono un ruolo di primo riporto al vertice nell'ottica di accorpare talune direzioni e di razionalizzare la macrostruttura aziendale. In tal senso, l'interessato è risultato il candidato maggiormente idoneo in considerazione sia dell'esperienza maturata nell'ambito di riferimento, sia dell'incarico già rivestito di Direttore della Direzione Sviluppo Nuovi Formati, le cui attività infatti confluiranno nella Direzione Comunicazione;

   infine, per quanto riguarda l'Ufficio Stampa, la ricognizione è stata effettuata in un'ottica di ottimizzazione nell'ambito delle risorse giornalistiche con qualifica di caporedattore, con particolare riguardo a quelle fuori line, in quanto più facilmente spostabili dagli attuali incarichi. La scelta è ricaduta su Stefano Marroni, che ha ricoperto in azienda importanti incarichi e che vanta anche una precedente esperienza nel mondo della carta stampata.