CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 3 agosto 2021
639.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-06564 Lupi: Sull'autenticazione da parte di membri del Parlamento delle liste dei candidati per il rinnovo dei Com.it.es.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Fermo restando che la materia elettorale è competenza primaria del Ministero dell'interno, confermo che i membri del Parlamento possono effettuare le autenticazioni previste dalla normativa e che non siano esclusivamente attribuite ai notai.
  Nel caso specifico, l'articolo 14 della legge n. 53 del 21 marzo 1990, così come modificato dal decreto-legge n. 76 del 16 luglio 2020, cosiddetto «Decreto semplificazioni», prevede questa possibilità.
  L'autenticazione deve essere compiuta con le modalità previste dall'articolo 2703 del Codice civile, il quale, al secondo comma, recita: «L'autenticazione consiste nell'attestazione da parte del pubblico ufficiale che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza. Il pubblico ufficiale deve previamente accertare l'identità della persona che sottoscrive». Ovviamente nel caso oggetto di interrogazione, il pubblico ufficiale è il parlamentare.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-06563 Quartapelle Procopio: Sul presunto diniego di prestazioni consolari da parte della Rappresentanza diplomatica turca in Italia nei confronti di cittadini turchi legati al movimento di Fetullah Gülen.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Farnesina purtroppo non dispone di notizie riguardo ai fatti riferiti dall'interrogante, che non sono stati in alcun modo portati all'attenzione degli Uffici del Ministero da parte di cittadini turchi residenti in Italia. Stando a quanto descritto, sembrerebbe trattarsi di questioni rientranti nell'ambito di applicazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963. La Convenzione riserva allo Stato di appartenenza degli stranieri l'esercizio delle funzioni consolari.
  Rimane ovviamente impregiudicato l'impegno dell'Italia, a livello bilaterale e multilaterale, nel ricordare ad Ankara l'importanza di tutelare i diritti umani. Il Governo italiano agisce insieme ai partner dell'Unione europea per portare avanti l'agenda dei diritti umani e dello Stato di diritto. Lo facciamo con determinazione ma evitando di isolare ulteriormente la Turchia e di produrre effetti negativi sulla stessa società civile turca.
  Tra le ultime iniziative nell'ambito di questo approccio, ricordo la Comunicazione Congiunta del Consiglio Permanente dell'OSCE del 25 marzo in risposta al ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, in cui si invita la Turchia a rivedere la propria posizione. Successivamente, il 21 giugno scorso, l'intervento dell'Unione europea al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite nel dialogo con l'Alta Commissaria ONU per i diritti umani Bachelet ha espresso tutta la nostra preoccupazione per il continuo deterioramento in Turchia del rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani, incluse le libertà fondamentali e l'indipendenza della magistratura.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-06562 Comencini: Sulla ripresa dei programmi di accoglienza e risanamento terapeutico per i minori bielorussi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Dalla catastrofe nucleare di Chernobyl del 1986 circa 400 mila minori bielorussi tra gli 8 e i 12 anni sono stati accolti in Italia. Il 10 maggio 2007 è stato firmato l'Accordo tra il nostro Governo e quello bielorusso «sulle condizioni di risanamento a titolo gratuito nella Repubblica italiana dei cittadini minorenni della Repubblica di Belarus», mentre il 21 gennaio 2016 è stato sottoscritto il Protocollo sulle raccomandazioni per la sicurezza dei minori durante il loro soggiorno in Italia.
  Oltre al beneficio terapeutico, fisico e psicologico, assicurato nel tempo a tante decine di migliaia di minori, questi programmi hanno forgiato un legame di solidarietà particolarmente intenso fra i due popoli.
  Nel 2019 i minori bielorussi giunti in Italia per progetti di accoglienza temporanea sono stati 5.898. Nel 2020 i programmi sono stati sospesi a causa della pandemia, in primo luogo da parte bielorussa. Minsk ha infatti disposto la sospensione cautelativa dei programmi a tutela dei minori e delle famiglie ospitanti «fino alla stabilizzazione della situazione epidemiologica».
  Il nostro Ministero della salute ha predisposto un protocollo specifico in vista della ripresa dei soggiorni. A seguito dell'approvazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico del Protocollo sanitario che inquadra le regole da seguire per la ripresa dei soggiorni terapeutici, il 24 maggio il gruppo tripartito, composto da Ministero del lavoro, Ministero della salute e Farnesina, ha sancito la possibilità della ripresa dei programmi.
  Il 14 giugno l'Ambasciatore d'Italia a Minsk ha sottoposto ufficialmente il protocollo sanitario alle Autorità bielorusse. Ciò dimostra come la Farnesina auspichi fortemente che i programmi solidaristici possano riprendere non appena possibile. Nel contesto della concertazione con il Ministero della salute e il Ministero del lavoro, abbiamo assicurato la nostra piena disponibilità ad approfondire con il Governo bielorusso eventuali specifiche modalità per lo svolgimento dei programmi, in modo da consentirne il riavvio in sicurezza.
  L'Ambasciata a Minsk ha svolto in questi mesi un'intensa azione di sensibilizzazione sulle Autorità bielorusse, in particolare sul Dipartimento Aiuti umanitari della Presidenza, a sostegno e in costante contatto con le associazioni coinvolte. L'Ambasciatore Baldi ha incontrato più volte il Dottor Kudrevich, Capo del Dipartimento Aiuti umanitari.
  La situazione è diventata più complicata dal 23 maggio, data del dirottamento del volo Ryanair Atene-Vilnius. Nel contesto delle misure restrittive adottate dal Consiglio europeo, tra cui il divieto di sorvolo dello spazio aereo europeo e di utilizzo degli aeroporti europei da parte dei vettori bielorussi, l'Italia ha chiesto e ottenuto di inserire una deroga umanitaria che consentirà, nel rispetto delle procedure previste, la possibilità di organizzare voli per finalità terapeutiche o di necessità mediche. Abbiamo anche ottenuto l'inclusione di deroghe analoghe per i casi di evacuazione o rimpatrio di persone, per iniziative di sostegno alle vittime di disastri naturali, nucleari o chimici e per le procedure di adozione internazionale.
  Nell'interlocuzione con le associazioni di volontariato, pochi giorni fa le Autorità bielorusse hanno evidenziato che la situazione sanitaria in Italia, pur facendo rilevare una tendenza favorevole, non si sarebbe ancora stabilizzata. Inoltre, il Governo bielorusso ha rappresentato sempre nei giorni scorsi alla nostra Ambasciata a Pag. 80Minsk che l'assenza di voli diretti di linea con l'Italia, con conseguente necessità di fare scalo in Paesi terzi non del tutto sicuri dal punto di vista epidemiologico, è uno dei motivi che inducono le Autorità bielorusse a non far riprendere i soggiorni terapeutici.
  La Farnesina rimane impegnata a favorirne la ripresa entro la fine dell'anno. L'auspicio è quello di poter contare sugli strumenti eccezionali introdotti in ambito Unione europea proprio su nostra iniziativa, come appena ricordato, e soprattutto di poter beneficiare di un atteggiamento costruttivo da parte delle Autorità bielorusse.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-06561 Delmastro Delle Vedove: Sul «Travel Ban» disposto dalle Autorità degli Stati Uniti in ragione dell'aggravarsi del quadro pandemico locale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il tema delle limitazioni agli ingressi negli Stati Uniti dall'Area Schengen continua a essere seguito con la massima attenzione dalla Farnesina e dalla nostra Ambasciata a Washington. Si tratta di problematica che interessa non solo l'Italia, ma tutti i Paesi dell'Unione europea e dell'area Schengen.
  La gestione degli ingressi sul proprio territorio afferisce, naturalmente, alla sovranità esclusiva di ogni singolo Stato ma abbiamo costantemente sollevato la questione della reciprocità in tema di ingressi tra Europa e Stati Uniti, sia in ambito di Unione europea, sia in occasione di incontri politici bilaterali di vertice (da ultimo nel corso dell'incontro tra il Ministro Di Maio e il Segretario di Stato Blinken del 27 giugno).
  In aggiunta, la nostra Ambasciata a Washington, anche in stretto coordinamento con la Delegazione dell'Unione europea e con i partner UE e Schengen, ha regolarmente affrontato il problema ai più alti livelli con il Dipartimento di Stato e con il Dipartimento per la Sicurezza Interna. Anche grazie a questa intensa attività di sensibilizzazione, il Dipartimento di Stato USA, a luglio, ha ampliato le fattispecie di visti suscettibili di valutazione di «interesse nazionale» – National Interest Exception – includendo alcune categorie aggiuntive di ricercatori, studenti, investitori e operatori economici.
  Nell'ambito della nuova Agenda Transatlantica Congiunta, lanciata al vertice Unione europea – Stati Uniti del 15 giugno, è stato inoltre istituito un gruppo di lavoro ad hoc, il Working Group on the Resumption of Travel, finalizzato allo scambio di informazioni e conoscenze per ritornare a condizioni di viaggio sicure e sostenibili tra le due sponde dell'Atlantico. In seno a questo tavolo di lavoro, abbiamo fatto anche presente le difficoltà create dai lunghi tempi che i Consolati americani impiegano nel processare le pratiche di visto e le richieste di National Interest Exception. Al riguardo, gli Stati Uniti si sono impegnati a individuare delle soluzioni per alleggerire i carichi di arretrati della loro rete consolare e rendere più spedite le trattazioni delle richieste in questione. Tra l'altro, la recente decisione del Dipartimento di Stato sulla proroga della validità dell’«eccezione per interesse nazionale» fino a 12 mesi con effetto retroattivo, e la previsione che il riconoscimento di questa eccezione consenta ingressi multipli nel Paese sembrano andare proprio in questa direzione.
  La nostra Ambasciata a Washington, insieme agli altri partner europei, in occasione di un recente incontro, è tornata a sensibilizzare il Segretario di Stato Blinken sull'argomento. Egli si è mostrato consapevole della crescente pressione e ha confermato l'attenzione e il senso d'urgenza con cui l'Amministrazione segue il tema, rispetto al quale gli Stati Uniti continueranno a basarsi sui dati e sulle valutazioni della comunità scientifica.
  L'approccio dell'Amministrazione Biden sulle restrizioni all'ingresso negli USA, finora improntato a forte cautela, continuerà, con ogni probabilità, a essere modulato in base all'evoluzione del quadro epidemiologico e vaccinale, come del resto stanno facendo tutti i Paesi del mondo. Negli Stati Uniti, nelle ultime settimane, si sono purtroppo registrati contagi in aumento e un rallentamento della campagna di vaccinazione. Pag. 82
  Continueremo a profondere massimo impegno nel cercare di far sì che le difficoltà riscontrate dai nostri connazionali possano essere progressivamente superate, con l'auspicio che una positiva evoluzione dell'emergenza sanitaria possa contribuire al pieno rispristino della mobilità da e verso gli Stati Uniti.

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ALLEGATO 5

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio «Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III – Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE» (JOIN (2020) 17).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,

   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, la Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio «Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III – Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE» (JOIN (2020) 17);

   premesso che:

    il Piano d'azione sulla parità di genere (Gender Action Plan – GAP III), d'ora in avanti «Piano», prevede una serie di iniziative, per il periodo 2021-2025, volte ad accrescere l'impegno dell'UE per la parità di genere, in quanto priorità trasversale dell'azione esterna;

    il Piano prosegue ed amplia le azioni finalizzate a promuovere la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna, condotte nell'ambito dei due piani precedenti GAP I e GAP II, relativi ai periodi 2010-2015 e 2016-2020;

   rilevato che:

    il Piano, che integra la strategia per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025 presentata la prima volta dalla Commissione europea il 13 novembre 2020, intende accrescere il contributo dell'UE per il raggiungimento dell'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 nell'ambito dell'Agenda 2030, relativo al raggiungimento dell'uguaglianza di genere e dell'empowerment di tutte le donne e le ragazze;

    il Piano indica che l'azione dell'UE in tale ambito dovrebbe essere guidata da tre principi: adottare un approccio trasformativo in termini di genere, che miri a modificare i rapporti di potere tra i generi ai fini di un cambiamento in positivo dei paradigmi che producono discriminazioni e disparità; affrontare l'intersezionalità del genere con altre forme di discriminazione, concentrandosi sulle donne più svantaggiate; seguire un approccio basato sui diritti umani, che attribuisca la necessaria centralità ai principi della non discriminazione e della lotta alle disuguaglianze;

    la pandemia di COVID-19 ha accentuato i divari di genere ed ha evidenziato la condizione vulnerabile delle donne e delle ragazze in molte zone del mondo, soprattutto negli Stati fragili e colpiti da conflitti, a causa della mancanza di accesso all'assistenza sanitaria, compresa la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, della vulnerabilità alla violenza di genere, tra cui le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci o forzati, dello status occupazionale, della mancanza di accesso all'istruzione e delle condizioni di povertà estrema e fame;

    apprezzati gli obiettivi e le azioni del Piano, che intendono rafforzare l'impegno dell'Unione europea per la parità genere nel contesto globale;

    valutata, in tale ambito, la valenza prioritaria di tutte le azioni volte a combattere e a eliminare la violenza contro le donne, nonché garantire la libertà da tutte le forme di violenza di genere;

    considerata altresì l'importanza che il Piano attribuisce alle azioni finalizzate a Pag. 84integrare l'agenda per le donne, la pace e la sicurezza potenziando la partecipazione delle donne a tutte le questioni relative alla pace e alla sicurezza;

    richiamata l'esigenza dell'integrazione della prospettiva di genere in tutte le politiche riconducibili alla dimensione interna ed esterna dell'azione dell'UE;

    preso atto degli elementi di conoscenza e valutazione acquisiti nel corso delle audizioni di rappresentanti dell'Associazione Differenza Donna, dell'International Labour Organization (ILO), di Assist-Associazione Italiana Atlete e dell'International Planned Parenthood Federation European Network (IPPF EN), nonché dei sindacati (CGIL, CISL e UIL) svolte sul documento;

    rilevata la necessità che il presente documento sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico,

  esprime una

VALUTAZIONE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) occorre garantire la coerenza e il reciproco rafforzamento delle politiche interne ed esterne dell'UE per quanto riguarda l'integrazione della dimensione di genere e della parità di genere;

   b) al fine di promuovere la parità di genere come priorità effettivamente trasversale ad ogni politica, l'implementazione delle iniziative previste dal Piano deve essere accompagnata da analisi di genere, valutazioni di impatto delle azioni ex ante ed ex post, che permettano di verificare gli effetti e proporre eventuali correzioni, nonché da un monitoraggio continuo durante l'attuazione delle iniziative stesse; a tale proposito, appare fondamentale, per un verso, la valutazione di dati disaggregati per sesso e, per l'altro, l'adozione di indicatori adeguati per la misurabilità e la corretta rilevazione degli avanzamenti concreti rispetto alla situazione delle donne ovunque nel mondo;

   c) quanto al sostegno all'integrazione della dimensione di genere in tutti gli ambiti dell'azione esterna dell'UE, potrebbe essere inoltre necessaria una valutazione mirata delle azioni, che preveda meccanismi premiali per i Paesi che promuovono politiche adeguate volte al raggiungimento dell'uguaglianza di genere;

   d) occorre incentivare azioni per aumentare la partecipazione delle donne nei settori della trasformazione digitale e della transizione verde, nonché nei progetti collegati alle altre politiche dell'innovazione scientifica e tecnologica, tenuto conto della bassa presenza di donne in tali settori e del loro carattere strategico nella prospettiva di una crescita sostenibile e inclusiva;

   e) l'attuazione del Piano dovrebbe dare ampio risalto alle iniziative presso le scuole di ogni ordine e grado al fine di sostenere un cambiamento culturale a favore della parità di genere e l'emancipazione femminile nelle giovani generazioni;

   f) appare necessario coinvolgere attivamente la società civile e le organizzazioni non governative che operano nei paesi in via di sviluppo, responsabilizzandole nei confronti delle priorità e delle azioni previste dal Piano;

   g) si invita il Governo italiano nelle sedi europee, in quelle bilaterali e nell'ambito delle azioni per la cooperazione allo sviluppo, a porre il raggiungimento delle azioni del Piano a favore della parità di genere e dell'emancipazione femminile, come uno dei principi alla base delle interlocuzioni con i paesi terzi fondate sul rispetto dei diritti umani;

   h) è necessario promuovere la parità di genere attraverso la politica commerciale dell'UE, rafforzando ed esplicitando nell'ambito degli accordi commerciali il riferimento al rispetto delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) in materia di diritti fondamentali del lavoro, in particolare delle convenzioni n. 87 sulla libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale, n. 98 sul diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva e n. 190 sulla violenza e sulle molestie;

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   i) le misure proposte dal Piano per il rafforzamento dei diritti economici e sociali e per favorire l'emancipazione delle donne e delle ragazze dovrebbero prevedere un pieno coinvolgimento delle parti sociali; in tale ambito, sarebbe opportuno precisare che il principio della parità di retribuzione tra uomini e donne si applica per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore;

   j) occorre porre particolare attenzione alle azioni ed alle misure volte a promuovere la salute sessuale e riproduttiva, anche tenuto conto delle conseguenze provocate dalla pandemia sull'accesso ai servizi connessi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti;

   k) appare infine opportuno favorire una migliore comprensione delle esigenze specifiche delle donne e delle ragazze migranti e richiedenti asilo per quanto riguarda l'accesso a misure di sostegno nell'ambito della salute e dell'istruzione e alla sicurezza finanziaria.

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ALLEGATO 6

Comunicazione congiunta al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo» (JOIN (2021) 2 final).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,

   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, la Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio «Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo» JOIN (2021) 2 final;

   preso atto degli esiti dell'esame istruttorio svolto in sede di Comitato permanente sulla politica estera per il Mediterraneo e l'Africa, istituito nell'ambito della III Commissione;

   preso atto altresì del parere favorevole con osservazioni, espresso in data odierna alla XIV Commissione;

   tenuto conto delle risultanze dell'indagine conoscitiva sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel mediterraneo, svolta dalla III Commissione;

   premesso che la Nuova Agenda per il Mediterraneo è volta a delineare le priorità e il quadro di una politica organica ed unitaria dell'UE nei confronti della regione, nell'ottica di un partenariato rafforzato, ed è accompagnata da un piano di investimenti volti a stimolare la ripresa socioeconomica a lungo termine nel vicinato meridionale;

   considerato che:

   la regione del Mediterraneo meridionale si trova di fronte a sfide socioeconomiche, climatiche, ambientali, di governance e di sicurezza, molte delle quali derivano da tendenze globali e richiedono un'azione congiunta da parte dell'UE e dei partner del vicinato meridionale;

   la Nuova Agenda per il Mediterraneo mira a una ripresa verde, digitale, resiliente e giusta, ispirata all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, all'accordo di Parigi e al Green Deal europeo;

   il piano economico e di investimenti che accompagna la Nuova Agenda per il Mediterraneo può contribuire a dare impulso alla ripresa socioeconomica a lungo termine, favorire uno sviluppo sostenibile, sanare gli squilibri strutturali e promuovere le potenzialità economiche della regione, con benefici per entrambe le sponde del Mediterraneo;

   sottolineata l'importanza della Nuova Agenda per una più stretta cooperazione con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo e il suo carattere geostrategico anche ai fini dello sviluppo e della stabilità della regione del Mediterraneo, nonché della promozione di una migliore governance della migrazione;

   apprezzato che la Comunicazione proponga di rafforzare significativamente il confronto politico fra le sponde del Mediterraneo nel contesto della cooperazione regionale e valutata l'opportunità in tale ambito di un rafforzamento della collaborazione nelle assemblee interparlamentari;

   condivisa, in particolare, l'esigenza di promuovere la cooperazione regionale, sub-regionale ed interregionale, secondo un approccio che guardi all'Africa come parte di un «macro continente verticale» Europa-Mediterraneo-Africa;

   condivisa, altresì, l'esigenza di rafforzare la cooperazione triangolare tra UE, Pag. 87Africa settentrionale e Africa subsahariana, nonché la cooperazione interregionale con organismi quali l'Unione africana, la Lega degli Stati Arabi, il Consiglio di cooperazione del Golfo, in considerazione del ruolo cruciale giocato dai Paesi di tale regione rispetto agli equilibri di pace e sicurezza nel Mediterraneo;

   tenuto conto che la Comunicazione appare in linea con molte delle proposte avanzate dal Governo italiano con il non paper del 2020, che ha segnato l'assunzione da parte del nostro Paese di un nuovo ruolo di leadership a favore della revisione e del rilancio delle relazioni con il Vicinato sud, regione cruciale per il nostro Paese;

   valutata positivamente la protezione e promozione dei nostri «beni comuni mediterranei», come pure dei principi cardine della governance, dello Stato di diritto, della promozione dei diritti umani;

   rilevata la necessità che il presente Documento sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico,

  esprime una

VALUTAZIONE FAVOREVOLE

  segnalando al Governo l'opportunità di:

   a) rafforzare la cooperazione tra l'UE e gli Stati membri e i Paesi partner e l'Unione africana nella capacità di prevenzione e risposta dei sistemi sanitari, nonché facilitare l'accesso ai vaccini anche nel quadro degli strumenti di solidarietà internazionale nei confronti dei Paesi terzi più vulnerabili;

   b) definire un quadro organico d'insieme per garantire la coerenza e sfruttare le possibili sinergie tra le azioni previste a favore dei paesi del Nord Africa, nell'ambito della politica dell'UE per il vicinato meridionale, con quelle previste dall'UE nei confronti dell'intero continente africano, con particolare attenzione ai Paesi dell'area subsahariana e del Corno d'Africa;

   c) promuovere la cooperazione regionale, sub-regionale ed interregionale, nell'obiettivo primario di:

    1) affiancare le autorità del governo transitorio della Libia per assicurare l'attuazione degli accordi della Conferenza di Berlino, assicurando il mantenimento dell'appuntamento elettorale del 24 dicembre prossimo;

    2) assicurare immediato sostegno al popolo tunisino, garantendo l'accesso ai vaccini e alle strutture sanitarie indispensabili per la protezione contro i pericoli del Covid-19; mobilitando le risorse finanziarie necessarie alla ripresa economica; contribuendo al dialogo politico indispensabile, nell'emergenza di una soluzione stabile e condivisa della crisi attuale nel rispetto della Costituzione; favorendo un dialogo nazionale costruttivo e rispettoso di ciascuna tra tutte le componenti politiche, sociali e culturali del Paese per scongiurare qualsiasi processo di radicalizzazione e di divisione traumatica;

    3) promuovere le iniziative utili a consentire la formazione di un governo in Libano capace di affrontare la drammatica crisi economica, sociale e politica;

    4) stimolare un rilancio dell'iniziativa negoziale europea e del Quartetto (Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione europea e Russia) per la pace in Medio Oriente, finalizzata ad un accordo diretto tra le Parti secondo la formula «due popoli, due Stati», avvalendosi anche delle nuove opportunità di dialogo offerte dagli «Accordi di Abramo» siglati da Israele con alcuni rilevanti Paesi arabi;

    5) rafforzare la cooperazione strategica con i Paesi del Golfo che, come nel caso degli Emirati Arabi Uniti, hanno assunto una nuova e più responsabile postura nella regione a sostegno di dialogo, pace e stabilità, come dimostra l'impegno a fianco dell'Occidente nel contrasto al terrorismo fondamentalista di Daesh ed Al Qaida, il sostegno umanitario devoluto alle Nazioni Unite dagli Emirati per la popolazione yemenita e il ritiro delle forze armate di Abu Dhabi dal conflitto yemenita – dichiarato Pag. 88dalle Autorità emiratine e noto anche alle nostre Autorità – circostanza positiva alla luce della quale rilanciare le relazioni bilaterali, rivitalizzando la cooperazione politica, economica, militare e culturale in tutti i campi di comune interesse, anche superando misure restrittive precedentemente assunte;

    6) intensificare il sostegno all'impegno negoziale delle Nazioni Unite per risolvere l'annoso conflitto che da oltre dieci anni devasta la Siria;

    7) cooperare strettamente con i Paesi del Sahel, contrastando Daesh, le organizzazioni jihadiste e i fenomeni criminali transnazionali che, sfruttando le fragilità delle istituzioni locali e il grave sottosviluppo, si sono radicati nella regione;

   d) con specifico riguardo ai profili di cooperazione per una crescita sostenibile, focalizzare le sinergie con le politiche dell'Unione europea concernenti le transizioni verde e digitale, la resilienza climatica, l'energia e l'ambiente, nonché la gestione equilibrata delle risorse naturali e dei mari;

   e) dare priorità a tutte le azioni volte a rafforzare ed intensificare il dialogo politico tra l'UE e i suoi Stati membri e i partner meridionali per risolvere i conflitti e ridurre le tensioni nella regione, anche nel quadro della cooperazione UE-Nato nel fianco sud dell'Alleanza, nonché promuovere forme di cooperazione multilaterale per un nuovo sistema di sicurezza e cooperazione nel «Mediterraneo allargato»;

   f) definire misure volte a promuovere l'istruzione, la formazione e l'accesso dei giovani dei paesi del vicinato meridionale al mercato del lavoro, in particolare facilitando la partecipazione ai programmi dell'UE Erasmus+ e Europa creativa, nonché attraverso iniziative per l'educazione digitale e il sostegno all'imprenditorialità giovanile e femminile;

   g) nell'attuazione delle iniziative a favore del vicinato meridionale, impegnare i paesi partner al rispetto dello Stato di diritto e alla garanzia della tutela dei diritti fondamentali e della partecipazione dei giovani e delle donne alla vita pubblica, nonché a combattere ogni forma di discriminazione, anche religiosa, e a sviluppare le istituzioni democratiche;

   h) sostenere l'adozione da parte dell'Unione europea di una nuova politica migratoria, superando il Regolamento di Dublino ed una linea di puro contenimento a favore di una strategia e azioni condivise con i Paesi di origine e di transito per flussi migratori legali regolati;

   i) promuovere, attraverso opportuni tavoli di coordinamento ed una mirata strategia di informazione, il più ampio coinvolgimento e la presenza del sistema imprenditoriale italiano nei progetti socio economici relativi alle 12 iniziative faro, nell'ambito del piano di investimenti economici che accompagna l'Agenda per il Mediterraneo;

   j) assicurare nelle sedi europee che l'impulso dato dalla nuova Agenda europea per il Mediterraneo divenga un elemento strutturale dell'azione esterna dell'UE, garantendo una continuità di dialogo politico tra le due sponde, anche attraverso il rilancio del ruolo dell'Unione per il Mediterraneo, dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo e della cooperazione interparlamentare, nonché promuovendo presso il Consiglio europeo e il Consiglio dell'UE lo svolgimento con regolarità di riunioni ad alto livello sulle prospettive e lo stato di attuazione della nuova Agenda per il Mediterraneo e sul collegato piano di investimenti economici.