CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 maggio 2021
596.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
Pag. 79

ALLEGATO 1

Interrogazioni nn. 5-05959 Quartapelle Procopio e 5-06106 Olgiati: Sulla repressione degli scioperi e delle manifestazioni in Colombia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero degli affari esteri e della Cooperazione internazionale segue con attenzione e preoccupazione la situazione in Colombia, attraverso la nostra Ambasciata a Bogotà e in raccordo con i partner europei.
  Come giustamente ricordato dagli interroganti, le proteste divampate nei maggiori centri urbani dal 28 aprile hanno inizialmente avuto come principale obiettivo la riforma fiscale proposta dal Presidente Duque, poi ritirata, e hanno canalizzato il disagio per l'incremento della disoccupazione, soprattutto giovanile, la diffusione della povertà, l'acuirsi delle diseguaglianze e dell'insicurezza nel grave contesto della pandemia. Nel movimento di protesta sono confluite una serie di richieste avanzate da diversi settori della popolazione colombiana: revisione della riforma sanitaria e richieste di rafforzamento della campagna vaccinale; reddito di base; difesa della produzione nazionale; azzeramento dei costi di immatricolazione nelle università pubbliche; misure contro la discriminazione; privatizzazioni; sospensione dell'eradicazione forzosa delle coltivazioni illecite. Sullo sfondo c'è un Paese segnato dalle profonde ferite lasciate da anni di conflitti interni. Il processo di pace, sostenuto dalla comunità internazionale, resta infatti complesso e restano attive formazioni di guerriglieri insieme a potenti organizzazioni dedite al narcotraffico.
  Su oltre 8 mila eventi e manifestazioni, svoltisi nella maggior parte dei casi in modo pacifico, sono stati registrati circa 950 episodi di violenza dovuti sia ad un eccesso di uso della forza da parte delle forze dell'ordine sia ad atti di vandalismo e attacchi mirati alle postazioni della Polizia da parte di gruppi violenti tra i manifestanti.
  La Fiscalia General ha inviato un rapporto al corpo diplomatico accreditato a Bogotà, all'Organizzazione degli Stati Americani e alle Nazioni Unite. Secondo il documento, al 17 maggio il drammatico bilancio era di 42 decessi, 979 civili feriti, 703 agenti di Polizia feriti, 141 attacchi contro installazioni della Polizia e centinaia di assalti a veicoli, distributori, banche ed edifici pubblici. Al 24 maggio la cifra delle vittime è purtroppo salita a 43 per l'uccisione di un poliziotto. 17 decessi sarebbero correlati alle manifestazioni mentre 19 morti sembrano riconducibili ad altri episodi delittuosi non strettamente legati alle proteste. Sono ancora in corso indagini per accertare le cause delle altre 7 morti. Le autorità giudiziarie hanno, inoltre, localizzato 290 persone segnalate come scomparse, mentre ne restano 129 per le quali proseguono le ricerche.
  Le autorità colombiane hanno fornito al Corpo Diplomatico assicurazioni circa la «tolleranza zero» nei confronti delle violazioni commesse dalle Forze dell'Ordine contro i manifestanti. Sono state avviate azioni penali e disciplinari nei confronti di membri delle forze dell'ordine: 10 per omicidio, 68 per abuso, 42 per lesioni fisiche e personali, 22 per altre condotte irregolari. Continueremo a seguire attentamente gli sviluppi di queste azioni penali.
  Con il sostegno del Capo della Missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia, della Rappresentante dell'Ufficio dell'Alto Commissariato per le Nazioni Unite per i Diritti Umani e della Chiesa Cattolica, il Governo colombiano ha avviato un dialogo con il «Comité del Paro» che raggruppa 26 componenti della società colombiana (sindacati, studenti, altre formazioni della società civile). È stato inoltre espresso al Corpo Diplomatico l'impegno a stabilire Pag. 80contatti con altre espressioni della società che non si riconoscono nel «Comité del Paro».
  È ancora presto per valutare i risultati di questo dialogo e non mancano certo le difficoltà. È, infatti, al momento necessario ricostruire un clima di fiducia tra le parti. Riteniamo comunque che, proprio a fronte di questa necessità, quello intrapreso sia un percorso da incoraggiare.
  L'Italia si riconosce nella dichiarazione che l'Alto Rappresentante Borrell ha rilasciato il 6 maggio. La dichiarazione riafferma la necessità di rispettare il diritto alla protesta pacifica, alla libertà di assemblea, di associazione e di espressione. L'Alto Rappresentante ha inoltre invocato la fine dell'escalation e dell'uso sproporzionato della forza da parte della Polizia, condannando al tempo stesso il ricorso alla violenza da parte di quanti si confondono tra manifestanti pacifici per commettere atti di vandalismo e ridurre lo spazio per l'espressione della società civile. Da parte dell'Unione europea è stata espressa fiducia nell'azione delle istituzioni colombiane per indagare e portare di fronte alla giustizia i responsabili di abusi e violazioni dei diritti umani, ricordando la necessità degli sforzi di tutti gli attori politici e della società civile per ridurre le tensioni, promuovere un dialogo inclusivo e costruire un consenso sulle risposte alla pandemia. L'Alto Rappresentante ha ribadito tutto questo nel corso di una conversazione telefonica con il Presidente colombiano Duque il 21 maggio. Nell'occasione ha sottolineato l'importanza che l'Unione europea attribuisce alla stabilità della Colombia e ha offerto il sostegno dell'Unione e suo personale per disinnescare le tensioni, ricostruire la fiducia e promuovere un dialogo inclusivo.
  È, quindi, insieme ai partner europei che l'Italia continuerà a seguire quanto sta succedendo in un Paese amico come la Colombia, pronti a fornire il nostro contributo anche sotto il profilo umanitario.

Pag. 81

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-06008 Quartapelle Procopio: Sull'assassinio della connazionale Nadia De Munari in Perù.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nadia De Munari era, dal 1995, volontaria dell'Operazione Mato Grosso a Nuovo Chimbote (Dipartimento di Ancash), dove lavorava da anni, gestendo scuole per l'infanzia.
  Come tristemente noto, Nadia è stata ritrovata la mattina del 21 aprile, priva di sensi e con gravi contusioni al cranio, nella sua stanza presso una struttura dell'Organizzazione, in cui viveva con altri volontari. La connazionale è stata trasportata in autoambulanza alla Clinica Giapponese Peruviana di Lima, dove è stata sottoposta a una delicata operazione neurochirurgica e successivamente trasferita in terapia intensiva. Purtroppo non c'è stato nulla da fare: è poi deceduta nella notte tra il 23 e il 24 aprile.
  La nostra Ambasciata a Lima, intervenuta fin dalla prima segnalazione dell'aggressione per prestare ogni possibile assistenza, anche attraverso il Console Onorario ad Ancash, ha profuso grande impegno, da un lato, per cercare di assicurare l'assistenza medica dopo la brutale aggressione, dall'altro lato, stabilendo fin da subito un contatto diretto con i familiari e i responsabili dell'Organizzazione. Dopo il decesso, la nostra Sede ha fornito anche il necessario supporto per il rimpatrio della salma, avvenuto il 1° maggio.
  Sono ora in corso le indagini per chiarire le dinamiche dell'accaduto e individuarne i responsabili. La Polizia di Chimbote è stata affiancata da una squadra investigativa specializzata, appositamente giunta da Lima.
  Anche grazie alle sollecitazioni della nostra Ambasciata, abbiamo ottenuto il rafforzamento della squadra investigativa, potenziata, proprio nei giorni scorsi, con personale esperto, per accelerare le indagini in corso. Indagini condotte a tutto campo e senza escludere alcuna ipotesi. In attesa di conoscere i risultati delle perizie e l'esito degli interrogatori in corso, disposti dagli inquirenti, vige evidentemente un doveroso, stretto riserbo istruttorio.
  La nostra Rappresentanza in Perù segue l'evolversi delle attività investigative con la massima attenzione, e mantiene contatti costanti con magistratura e competenti Autorità locali cui abbiamo chiesto tutto l'impegno possibile per far piena luce sulla vicenda. Le controparti peruviane hanno assicurato sollecitudine nella conduzione delle indagini. In aggiunta, l'esperto per la sicurezza in servizio presso la nostra Ambasciata ha fin dal primo momento sensibilizzato le Autorità locali di polizia a tal fine e si è recato nelle scorse settimane a Chimbote per seguire di persona gli sviluppi investigativi.
  Gli uffici del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e l'Ambasciata a Lima intrattengono un dialogo costante anche con i familiari di Nadia De Munari, aggiornandoli di ogni sviluppo. Abbiamo loro suggerito di nominare un avvocato che possa seguire il caso e ottenere informazioni di dettaglio direttamente dagli inquirenti, in qualità di parte offesa.
  La barbara aggressione che ha condotto alla morte di Nadia De Munari – una donna che dedicava la sua vita ai più fragili – ci ha profondamente scosso. Colgo l'occasione per rinnovare ai suoi familiari e ai volontari italiani che lavoravano con lei la vicinanza e il cordoglio del Governo tutto e miei personali. Vi assicuro che non lasceremo nulla di intentato per fare piena luce su quanto accaduto.