CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 marzo 2021
549.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza. Doc. XXVII, n. 18.

PROPOSTA DI RILIEVI DELLA RELATRICE

  La I Commissione,

   esaminata la Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18);

   rilevato come la proposta di PNRR costituisca la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo Settore e le reti di cittadinanza, ai fini dell'adozione definitiva del Piano;

   evidenziato come il Piano fornisca una valutazione dell'impatto macroeconomico – specificamente sul PIL – degli investimenti e delle riforme strutturali previsti, nella consapevolezza che il PNRR possa avere un impatto positivo in virtù sia dell'effetto diretto dei maggiori investimenti sia di quello indiretto delle innovazioni tecnologiche che introdurrà e stimolerà;

   considerato che l'attuazione del PNRR necessiterà, anche alla luce della scelta del Governo italiano di coinvolgere pienamente il Parlamento, di una più precisa definizione delle riforme e delle strategie di settore connesse al Piano e di ulteriori passaggi politico-amministrativi che consentano di concludere i progetti e le riforme nei tempi richiesti e previsti, attraverso l'individuazione dei soggetti responsabili, delle attività da compiere e delle modalità operative di lavoro e di coordinamento delle amministrazioni e degli attori istituzionali a vario titolo coinvolti;

   preso atto con favore dei contenuti della Missione n. 1, la quale, come riportato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha come obiettivo generale «l'innovazione del Paese in chiave digitale, grazie alla quale innescare un vero e proprio cambiamento strutturale», e investe alcuni ampi settori di intervento;

   osservato come le risorse complessivamente destinate alla Missione 1 ammontino a 46,3 miliardi di euro, pari al 20,7 per cento delle risorse totali del Piano e come, in particolare, per la componente 1.1, relativa alla Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, per la quale sono già previste risorse per 5,61 miliardi di euro, destinate a progetti già in essere, si aggiungano 6,14 miliardi di euro, destinati a realizzare nuovi progetti, per un totale di 11,75 miliardi;

   rilevato come le misure in materia di digitalizzazione, innovazione e sicurezza della PA siano articolati in tre settori di intervento, costituiti dalla digitalizzazione della PA, dalla modernizzazione della PA e dall'innovazione organizzativa della giustizia;

   segnalato positivamente come, in materia di digitalizzazione della PA sia destinata la maggior parte delle risorse, pari a circa 8 miliardi di euro, distribuiti in tre gruppi di investimenti: infrastrutture digitali e cyber security; investimenti in dotazione infrastrutturali per garantire l'interoperabilità e la condivisione di informazioni e dati tra le PA, comprese le forze dell'ordine; investimenti per lo sviluppo di servizi digitali in favore dei cittadini e delle imprese;

   preso atto con favore, in particolare, che per gli investimenti in infrastrutture digitali e cyber security, si prevede uno stanziamento totale di circa 1,25 miliardi di euro, di cui circa 50 milioni già stanziati per la realizzazione di un data center del Ministero dell'interno e per il potenziamento delle reti di connettività delle strutture operatrici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

   ricordato che, su tale aspetto, la precedente Relazione della V Commissione Pag. 18della Camera sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery fund, sottolineava espressamente, anche sulla base di un rilievo espresso dalla I Commissione, l'esigenza di digitalizzare il comparto della pubblica sicurezza, con un focus sulla sicurezza ambientale, oltre che sulla formazione specifica del personale delle Forze di polizia e della pubblica amministrazione nel suo complesso chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza;

   rilevato altresì come per gli investimenti in dotazione infrastrutturali per garantire l'interoperabilità e la condivisione di informazioni tra le PA si preveda uno stanziamento totale di circa 1,1 miliardi;

   considerato preminente attuare un'adeguata azione di contrasto alle associazioni criminali di stampo mafioso, anche straniere, soprattutto al fine di preservare gli ingenti investimenti economici previsti dal Piano in oggetto e prevenire fenomeni di infiltrazione mafiosa nell'economia legale;

   osservato come, tra i progetti finanziati si segnalino, in particolare: un catalogo di API (Application programming interface – Interfaccia di programmazione delle applicazioni) che consenta alle Amministrazioni centrali e periferiche di attingere ai dati della PA, accuratamente classificati, un'infrastruttura di cloud computing, di unica proprietà dello Stato, gestita da un ente pubblico o da un'azienda pubblica, che ne garantisca la sicurezza, la consistenza, l'affidabilità e l'efficienza, e che favorisca la raccolta, conservazione, scambio ed elaborazione col fine di fornire servizi a cittadini e imprese; l'implementazione del single digital gateway (sportello digitale unico europeo), garantendo l'accesso ai servizi erogati dalla PA italiana anche da parte dei cittadini europei; cittadinanza digitale, servizi e piattaforme per lo sviluppo di servizi digitali in favore dei cittadini e delle imprese, quali identità digitale (SPID e CIE), firma elettronica, strumenti di pagamento digitale per pubblico e privato (PagoPA, Italia cashless community), piattaforma notifiche, ANPR, AppIO;

   osservato come per gli investimenti per lo sviluppo di servizi digitali in favore dei cittadini e delle imprese si preveda uno stanziamento totale di 5,57 miliardi di euro;

   preso atto con favore che le risorse specificamente destinate agli obiettivi di modernizzazione della PA sono pari a 1,5 miliardi di euro e che l'intervento sulla modernizzazione della PA si incentra su alcune specifiche linee di intervento, tra cui il reclutamento e la valorizzazione del capitale umano, la digitalizzazione dei processi, nonché la realizzazione di poli tecnologici territoriali delle amministrazioni pubbliche (PTA), anche al fine di favorire lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile;

   rilevato, in particolare, che si prevedono: 210 milioni per investimenti volti a migliorare la capacità di reclutamento del settore pubblico; 720 milioni per interventi di rafforzamento e valorizzazione delle competenze del personale dirigenziale e non dirigenziale della PA; 480 milioni destinati a progetti di semplificazione dei procedimenti amministrativi e di digitalizzazione dei processi; 100 milioni per la progettazione e la realizzazione di poli tecnologici territoriali delle PA;

   preso atto con favore che il disegno degli interventi sul capitale umano nella PA propone inoltre di valorizzare la dimensione di genere, in particolare attraverso: la valorizzazione del lavoro agile e di nuove forme di organizzazione del lavoro pubblico finalizzate alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro; una maggiore attenzione al tema dell'accesso delle donne a posizioni dirigenziali;

   rilevato, su tale versante, come la Missione 5 – Inclusione e coesione – che è divisa in 3 componenti, abbia un ruolo di grande rilievo nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all'empowerment femminile e al contrasto delle discriminazioni di genere, nonché di aumento dell'occupazione femminile;

   preso atto che il documento in esame rileva come la disuguaglianza di genere limiti il contributo delle donne alla crescita Pag. 19economica del Paese, e come la partecipazione delle donne al mercato del lavoro abbia un forte impatto positivo sull'economia e la sua natura trasversale richieda un'ottica e una politica multidimensionali e intersettoriali;

   preso atto che la stessa Missione 5, nel settore relativo alla Coesione territoriale, si pone l'obiettivo di ridurre i divari tra le diverse aree del Paese, con particolare interesse ai problemi di marginalizzazione legati al divario sociale ed economico nelle regioni meridionali, al divario demografico e dei servizi tra zone interne e urbane, al divario degli investimenti e al diverso sviluppo delle competenze;

   posto che, a tale fine, alcune disposizioni di legge hanno espressamente previsto l'obbligo per le amministrazioni centrali di riservare al Mezzogiorno un volume complessivo di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento, riconducibile ad una quota di almeno il 34% degli investimenti pubblici;

   considerato che la relazione 2020 della Commissione europea sottolinea come, negli ultimi decenni, le disuguaglianze territoriali siano aumentate in Italia e come, a causa del Covid-19, tale situazione si sia acuita, rendendo ancora più evidente la necessità di un intervento urgente, attraverso risposte politiche mirate;

   rilevato come il divario territoriale descritto, in particolare rispetto agli investimenti, indebolisca anche le aree che non risentono di tale emarginazione, data l'integrazione economica tra tutte le aree del Paese e che il PNRR rappresenta un'occasione per ridurre le disuguaglianze, anche territoriali;

   rilevato positivamente come le proposte formulate dal Governo costituiscano il frutto, oltre che di un attento lavoro istruttorio, anche di un confronto ampio ed aperto con esperti in materia economica e sociale, nonché con sindacati, associazioni di categoria e rappresentanti della società civile, risultando inoltre in armonia con gli indirizzi formulati a livello nazionale ed europeo;

   valutata favorevolmente la Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18),

DELIBERA DI FORMULARE I SEGUENTI RILIEVI

   a) considerati come obiettivi preminenti del Piano la digitalizzazione, l'innovazione e la sicurezza della Pubblica Amministrazione, e rilevata la necessità di digitalizzare il comparto della pubblica sicurezza, si ritiene indispensabile prevedere che l'interoperatività delle banche dati e l'implementazione dei sistemi di sicurezza digitale descritti nel Piano coinvolgano anche le forze dell'ordine, attraverso, in particolare, l'istituzione di una piattaforma digitale di collegamento del Registro Informatico del Ministero della Giustizia con la banca dati SDI del Ministero dell'Interno: tale previsione appare indispensabile per contrastare i fenomeni di infiltrazione criminale nell'economia legale e per semplificare gli adempimenti burocratici di cittadini ed imprese;

   b) al fine di un efficiente contrasto alla criminalità organizzata anche di matrice straniera, si ritiene opportuno prevedere un investimento nella realizzazione di una scuola interforze permanente di lingue che, in connessione con le università italiane, ma anche di altri Paesi occidentali, favorisca la formazione di personale di polizia nelle lingue dei gruppi etnici maggiormente rappresentati in Italia e possa rappresentare un centro ufficiale di connessione con altre forze di polizia occidentali, sia in fase di indagine, sia in fase processuale;

   c) si rileva l'opportunità, nell'ottica delle previste riforme volte ad innovare la pubblica amministrazione, di non disperdere l'opportunità dei nuovi modelli organizzativi del lavoro pubblico, con particolare riguardo al lavoro agile e al telelavoro; nell'ambito delle misure per il rafforzamento e la valorizzazione del capitale umano previste dal Piano, si rileva la necessità di attuare un programma organico straordinario di assunzioni a tempo determinato di personale altamente qualificato, attraverso Pag. 20procedure concorsuali snelle e veloci, destinato alle Amministrazioni coinvolte e tenendo in considerazione gli squilibri territoriali esistenti; inoltre, laddove si prevede «l'introduzione di un nuovo modello di lavoro pubblico, anche attraverso strumenti normativi e contrattuali, con valutazione e remunerazione basate sul risultato», si ritiene opportuno prevedere un complessivo intervento di riforma, del comparto dirigenziale e di quello non dirigenziale, che garantisca una piena capacità e responsabilità gestionale in grado di fronteggiare adeguatamente le sfide che attendono il Paese nei prossimi mesi, anche attraverso una maggiore flessibilità nella mobilità intersettoriale, nonché procedure comparative per l'attribuzione degli incarichi e la valutazione della performance e dei risultati in funzione dei risultati conseguiti, favorendo l'affermazione in tale ambito di una cultura della valutazione intesa in termini più moderni, come sistema premiante e incentivante;

   d) nel rilevare con favore come la Proposta di Piano preannunci una decisa azione in favore della parità di genere, considerata quale obiettivo trasversale che permea tutte le missioni in cui si articola il Piano stesso, si rileva l'importanza di superare la disparità salariale, nonché di garantire la parità di accesso ai ruoli apicali in aziende, enti e istituzioni, valutando l'applicazione del gender procurement rispetto alle aziende beneficiarie dei fondi; si segnala altresì l'opportunità di specificare espressamente le principali risorse e i progetti destinati a tale obiettivo, anche al fine di poter svolgere, nelle diverse fasi attuative, una più accurata valutazione (ex ante ed ex post) degli effetti di genere delle politiche e degli investimenti previsti;

   e) sul piano dell'efficiente allocazione delle risorse, considerato che gli enti locali, in particolar modo i comuni, rappresentano i principali investitori pubblici, nonché i principali destinatari delle politiche di efficientamento e rigenerazione, coesione sociale e territoriale individuate dal Piano, si rileva la necessità di una semplificazione degli adempimenti burocratici indispensabili per l'assegnazione delle risorse, anche attraverso la previsione di forme dirette di negoziazione con gli enti locali;

   f) nella prospettiva di una maggiore coesione sociale e territoriale, al fine di ridurre il divario tra le differenti aree dell'Italia e nell'ottica di un necessario rilancio del Meridione come leva per la ripresa economica dell'intero Paese, e considerata come irrinunciabile la quota già prevista del 34% degli investimenti pubblici da destinare alle regioni del Meridione, si rileva la necessità, a garanzia del raggiungimento della predetta quota, di scorporare dal computo complessivo delle risorse del Piano destinate al Sud Italia le risorse di programmazione ordinaria dei fondi strutturali 2021/2027; tale osservazione appare necessaria al fine di dotare il Piano in esame del carattere aggiuntivo di contrasto al divario territoriale, considerato quale obiettivo preminente per l'effettiva ripresa e resilienza del Paese: a tale ultimo fine, sul piano delle riforme, si ritiene indispensabile la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;

   g) con riferimento a una sempre maggiore coesione e perequazione sociale delle aree montane e delle aree interne, si rileva la necessità di prevedere un investimento prioritario che porti al completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica, della digitalizzazione ed innovazione della PA, dello sviluppo delle infrastrutture e servizi digitali del Paese (datacenter e cloud) e interventi per una digitalizzazione inclusiva contro il digital divide: si ritiene quindi essenziale procedere secondo una efficace «Agenda digitale per la montagna» che risponda alle urgenze dei territori, in particolare per collegare in rete tra loro i comuni (decisivo per la collaborazione tra gli Enti, e le Unioni stesse), per telemedicina, teleassistenza, teledidattica e telelavoro, che oggi sono preclusi per mancanza di connettività ed adeguata velocità di connessione;

   h) si richiama l'opportunità che la V Commissione sottolinei la necessità, in sede Pag. 21di relazione all'Assemblea sul documento in esame, che l'attuazione del vasto processo riformatore delineato nel Piano sia affidato principalmente a leggi delega organiche, caratterizzate sia da termini stringenti e princìpi di delega sufficientemente dettagliati sia da un forte coinvolgimento parlamentare in sede di attuazione, evitando per quanto possibile il ricorso a decreti-legge.