CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 luglio 2020
409.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, riferito agli anni 2019-2021. Atto n. 184 e relazioni allegate.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   esaminato l'atto del Governo n. 184, recante lo Schema di Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, riferito agli anni 2019-2021, nonché le relazioni allegate riferite agli anni 2017 e 2018, sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari competenti ai sensi dell'articolo 12, comma 1, della legge 11 agosto 2014, n. 125, e trasmesso alle Camere il 23 giugno 2020;
   esaminate le nuove linee di indirizzo e di azione della Cooperazione italiana in risposta alla pandemia da Covid-19, deliberate dal Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo;
   richiamati gli approfondimenti conoscitivi acquisiti in occasione delle audizioni informali del Direttore Generale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per la cooperazione allo sviluppo, del Direttore dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e di rappresentanti di reti di organizzazioni non governative e di fondazioni operanti nel settore dell'aiuto allo sviluppo;
   richiamato, inoltre, la Peer Review dall'OCSE-DAC sulla cooperazione allo sviluppo relativa all'Italia per l'anno 2019, in cui si esprime un complessivo apprezzamento per la legge di riforma del settore, entrata in vigore nel 2014, per il suo carattere inclusivo e per il suo impianto che favorisce il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti nella definizione delle linee strategiche recate dal Documento in esame;
   premesso che:
    ai sensi della legge di riforma del 2014 il Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo è elaborato tenuto conto della Relazione sulle attività di cooperazione realizzate nell'anno precedente, con evidenza dei risultati conseguiti, e deve essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 31 marzo di ogni anno, avendo per obiettivo l'indicazione della visione strategica, gli obiettivi di azione e i criteri di intervento, la scelta delle priorità delle aree geografiche e dei singoli Paesi, nonché dei diversi settori nel cui ambito dovrà essere attuata la cooperazione allo sviluppo;
    il grave ritardo con il quale il Documento è stato trasmesso al Parlamento appare per lo più imputabile ad un'impostazione procedimentale suscettibile di miglioramenti e che, allo stato, vincola la presentazione del Documento triennale alla Relazione avente base annuale, relativa alle attività realizzate nell'anno precedente, compilata sulla base di dati di esercizio che pervengono soltanto a metà anno, dunque ben oltre la scadenza del 31 marzo fissata dalla legge per la presentazione alle Camere del Documento in titolo;
    è, pertanto, auspicabile che il prossimo Documento relativo al triennio 2021-2023 possa essere approvato entro la fine Pag. 63dell'anno in corso, così come auspicato dal Direttore Generale del MAECI per la cooperazione allo sviluppo durante gli approfondimenti istruttori;
    è in ogni caso apprezzabile che il Documento triennale in esame sia stato sottoposto ad una accurata fase di consultazione e verifica estesa a tutte le parti coinvolte, con particolare attenzione ai soggetti del Terzo settore;
    la rinnovata visione strategica della Cooperazione italiana, basata sui cinque Pilastri dell'Agenda 2030 – persone, prosperità, pianeta, partenariati, pace – si integra con le linee di indirizzo e di azione deliberate dal Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo in risposta alla pandemia da Covid-19, evidenziando l'esigenza di un approccio integrato e multi-settoriale nella risposta italiana al virus;
    in particolare, nel contrasto alla pandemia da Covid-19, che minaccia il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, occorre una strategia di cooperazione internazionale ampia coordinata e multilaterale mirata alla dimensione umana, a moderazione degli effetti sociali e a rafforzamento delle condizioni socio-economiche nei Paesi in via di sviluppo. Su questo terreno l'Italia è assai attiva e in primo piano, come dimostra l'iniziativa assunta in sede ONU per una alleanza internazionale per il vaccino e la risposta sanitaria, e ha potuto contare su un patrimonio di solidarietà, costruito nel tempo, con forme di sostegno anche da parte di Paesi fragili, come l'Albania, Cuba o l'Etiopia;
    considerato che l'Africa subsahariana è destinata a sopportare i costi maggiori della pandemia in termini di mortalità indiretta, di mortalità materno-infantile, di fame e insicurezza alimentare, occorre destinare a questa regione mai come ora cooperazione ed investimenti sui sistemi sanitari locali, valorizzando le professionalità che esprime il mondo no profit, il cui apporto è indispensabile per una cultura dell'aiuto pubblico allo sviluppo improntata al risultato;
    per quanto riguarda le risorse, in base al quadro fornito dal Documento in esame, fondato sulla legge di bilancio per il 2019, l'Italia ha avviato negli ultimi anni un percorso di graduale riallineamento del rapporto CPS/RNL che è salito dallo 0,14 per cento dell'RNL nel 2012 allo 0,30 per cento nel 2017, per poi registrare dal 2018 in poi un nuovo trend in calo fin allo 0,22 per cento, suscettibile di scendere ulteriormente allo 0,23 per cento nel 2019, riduzione attribuibile in larga misura al sensibile decremento delle spese destinate all'accoglienza temporanea in Italia dei rifugiati e dei richiedenti asilo, di cui dà conto il rapporto OCSE/DAC;
    ciò nonostante, il Documento prospetta l'impegno del Governo, a partire dal prossimo Documento di economia e finanza, a rilanciare un percorso di adeguamento degli stanziamenti annuali per la cooperazione allo sviluppo, tale da porre l'Italia in linea con gli impegni assunti a livello internazionale, conformemente a quanto previsto all'articolo 30 della legge n. 125 del 2014;
    nel triennio 2019-2021 l'obiettivo di azione che ci si prefigge sarà quello di contribuire alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) e specifici Target, concentrando almeno il 75 per cento delle risorse nelle aree tematiche/settori di intervento prioritari;
    per garantire maggiore efficacia e in applicazione del principio della divisione del lavoro, gli interventi si concentreranno su un numero limitato di settori (3-4) in ciascun Paese:
    sul versante del pilastro «Persone», la politica italiana di cooperazione allo sviluppo sarà orientata a: affrontare le cause strutturali della migrazione forzata; rafforzare il ruolo dei migranti regolari come attori di sviluppo, tramite il coinvolgimento in percorsi di migrazione circolare, mobilità professionale e formazione del capitale umano; fornire assistenza a quanti si trovano in condizione di vulnerabilità, in particolare i minori, e favorire il reinserimento sociale ed economico Pag. 64di coloro che tornano nei Paesi di origine; rafforzare le capacità dei Paesi partner nella gestione dei flussi migratori e contrastare il traffico di migranti e la tratta di esseri umani, in particolare delle donne e delle ragazze, nel rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana;
    tali interventi si concentreranno nei Paesi prioritari del Fondo Africa, nei Paesi limitrofi e nelle aree di maggiore provenienza dei flussi, con attenzione particolare a Costa d'Avorio, Eritrea, Ghana e Nigeria;
    sul versante del pilastro «Pianeta», in un'ottica di interdipendenza tra ambiente, sviluppo, pace e sicurezza, diritti umani e sociali, la Cooperazione italiana intende riservare una priorità alle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici;
    sul versante del pilastro «Prosperità», il Documento rileva come il settore privato svolge un ruolo chiave di motore di crescita, promotore dell'occupazione, investitore nello sviluppo del capitale umano, propulsore di tecnologie ed innovazione;
    sul versante del pilastro «Pace», nel triennio sarà avviato un programma del valore di 8 milioni di euro (2 milioni per il 2019, 2 milioni per il 2020 e 4 milioni annui a decorrere dal 2021), per interventi di sostegno alle popolazioni appartenenti a minoranze cristiane oggetto di persecuzioni nelle aree di crisi (in paesi quali, ad esempio, Iraq, Siria, Nigeria);
    sul versante del pilastro «Partenariati», nel triennio 2019-2021 si continuerà a dare attuazione ai precedenti programmi di conversione e verranno valutate assieme al MEF eventuali nuove iniziative di cancellazione del debito, mentre proseguirà l'attuazione dell'Iniziativa «HIPC – Heavily Indebted Poor Countries», ricordando che l'Italia ha firmato finora 28 accordi bilaterali di cancellazione finale del debito, con i quali sono stati azzerati tutti i debiti maturati dai Paesi beneficiari verso il nostro Paese, da ultimo nel 2016 con la Guinea Conakry e con la Guinea Bissau e nel marzo 2018 con il Ciad. Peraltro, in sede G20 è intervenuto l'accordo per la sospensione temporanea dei pagamenti sul servizio del debito dei Paesi in via di sviluppo dal 1o maggio e fino alla fine del 2020, con possibilità di liberare risorse per investire nei sistemi sanitari e mettere in campo misure di supporto economico per famiglie e piccole e medie imprese;
    deve essere rafforzata la capacità di promuovere partenariati pubblico-privati anche esplorando strumenti finanziari innovativi. In generale è necessario profondere ogni sforzo per un utilizzo coerente delle risorse di aiuto pubblico allo sviluppo, per scongiurare il rischio di opacità insostenibili e perdita di qualità e di efficacia;
    il Documento individua in modo assai chiaro le priorità della cooperazione italiana con puntuale riferimento ai singoli target riferiti agli SDG's: appare da questo punto di vista innovativa l'impostazione dei paragrafi relativi al finanziamento per lo sviluppo, con riferimento alla prospettiva di revisione della normativa nazionale in merito alle forme innovative per le partnership pubblico/privato, superando le rigidità e prevedendo incentivi fiscali mirati;
    sul terreno delle priorità geografiche, il Documento individua 22 Paesi prioritari, di importanza prioritaria per le rotte migratorie e per il focus sullo sviluppo economico. Di questi 10 sono classificati come Paesi meno avanzati (PMA) nell'impegno assunto dall'Italia a raggiungere il target dello 0,15 per cento-0,20 per cento CPS/RNL per i PMA entro il 2020-2030;
    l'impegno dell'Italia a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione sarà rafforzato nelle principali aree di crisi, dal Medioriente all'Africa e all'Asia ed inteso a ridurre le situazioni di fragilità, rafforzare la resilienza delle popolazioni e potenziare le capacità locali di gestione e risposta alle crisi;
    in quest'ottica, la risposta alle crisi non può provenire dal solo sistema umanitario Pag. 65e prescindere da un'analisi congiunta dei bisogni e dalla definizione di obiettivi programmatici condivisi fra aiuto umanitario, sviluppo e pace, anche in linea con quanto prescritto dall'OCSE (DAC);
    per quanto riguarda l'Africa, emerge un'attenzione specifica per le macroregioni coinvolte dalle dinamiche del fenomeno migratorio, a partire dall'area saheliana e subsahariana, con un focus particolare sulla Regione del Lago Ciad, e quella mediterranea per ragioni di prossimità geografica, laddove occorre sostegno per il consolidamento del processo democratico in atto (Tunisia) o per il ruolo nel processo di stabilizzazione regionale (Egitto), in un quadro di tutela dei diritti umani;
    la cooperazione italiana è presente in Libia dove opera con iniziative di emergenza volte a dare assistenza umanitaria e protezione alle fasce più vulnerabili della popolazione, programmi di sviluppo volti a favorire il processo di stabilizzazione. Le attività mirano a sostenere il decentramento amministrativo, a rafforzare la capacità di governance a livello locale e delle singole municipalità;
    nell'Africa orientale, oltre ai tradizionali Paesi prioritari Etiopia, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Kenya, gli sviluppi politici recenti hanno comportato una rinnovata attenzione anche per l'Eritrea mentre in Africa australe l'unico Paese beneficiario di iniziative di sviluppo per l'APS italiano è il Mozambico, in un'ottica di assistenza «certa» e a «lungo termine» considerate le preoccupazioni per la pressione jihadista nel nord del Paese;
    in Medio Oriente, l'azione della cooperazione allo sviluppo si colloca nel solco delle politiche e della strategia dell'Unione europea, con priorità per Libano e Giordania per il ruolo-chiave svolto da tali Paesi nell'accoglienza dell'epocale esodo umano causato dalla crisi siriana e per l'Iraq in particolare a tutela del patrimonio culturale. Permane l'attenzione per il dossier israelo-palestinese in un'ottica di rafforzamento della leadership palestinese e a sostegno dei bisogni della popolazione della Striscia di Gaza con iniziative a dono e crediti di aiuto;
    sul continente europeo la cooperazione italiana resta doverosamente presente nei Balcani, in particolare in Albania e in Bosnia Erzegovina;
    tenuto conto delle aree di maggior impegno dell'Italia, l'Agenzia procederà nel corso del prossimo triennio a una riorganizzazione della propria rete di sedi all'estero, che terrà conto di una più efficiente allocazione delle risorse umane e finanziarie disponibili e degli aspetti relativi alla sicurezza, che ha già portato alla decisione sulla chiusura delle sedi in Vietnam e in Bolivia, con cui in quest'ultimo caso si rischia di sancire la definitiva assenza dell'AICS dall'America Latina, dove permangono le sole sedi di Cuba e di San Salvador;
    appare condivisibile l'approccio italiano alla cooperazione multilaterale, tanto più in vista della presidenza italiana del G20, con conferma delle linee direttive del precedente triennio: sostegno al riformato sistema delle Nazioni Unite per lo sviluppo; promozione dei poli internazionali per lo Sviluppo sostenibile con sede in Italia; sostegno ai Partenariati globali e agli impegni pluriennali assunti a livello politico, in particolare nei settori della sanità e dell'istruzione;
    analogamente dovrà proseguire con criteri di trasparenza l'azione italiana a sostegno delle banche e dei fondi multilaterali di sviluppo, per i quali risultiamo tra i primi dieci donatori e in cui, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'obiettivo minimo dell'Italia per i negoziati 2019 è mantenere la quota nell'azionariato o nel contributo relativo dei fondi, in ragione dell'importanza chiave che le istituzioni interessate rivestono nella lotta alla povertà e alla disuguaglianza, principalmente nel continente africano, area di massima priorità per la Cooperazione italiana;
    a livello europeo, il ricorso strategico alla cooperazione delegata, alla cui Pag. 66gestione accede anche l'AICS oltre alla DGCS e a CDP in forza di una norma della legge n. 125 del 2014 (articolo 6, comma 2), è attestato dalla crescita dei programmi dal 2015 ad oggi, peraltro prevalentemente finanziati dal Fondo UE per l'Africa, con vantaggio per il peso e la visibilità dell'Italia come donatore, a livello locale e nell'interlocuzione con le Istituzioni UE poiché si amplifica lo spettro di opportunità per il sistema italiano di cooperazione nel suo complesso, con un effetto moltiplicatore delle risorse disponibili, il tutto però a condizione che vi sia coerenza con gli interventi profusi a livello bilaterale;
    quanto alla cooperazione bilaterale, con uno stanziamento a dono fino al 16 per cento circa della dotazione annuale AICS, è condivisibile l'impostazione per cui per i Paesi prioritari particolare attenzione sarà data alla formulazione di Programmi Indicativi Paese che costituiscono la base per una programmazione a medio termine delle attività di cooperazione allo sviluppo e per la concentrazione in ambiti dove l'Italia ha un vantaggio comparato e valore aggiunto da offrire, quali ad esempio il settore agroalimentare, la sanità, la pesca, l'educazione;
    è opportuno operare con maggiore determinazione nella direzione del monitoraggio e della misurazione dei progressi nella realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, anche secondo gli indicatori di efficacia formulati in sede OCSE-DAC che a partire dal 2019 saranno impiegati nella Relazione annuale sulle attività realizzate, migliorando la disponibilità e la qualità dei dati, la cui piena fruibilità deve essere assicurata avvalendosi anche dei siti internet istituzionali, incluso quello dell'AICS. In tale direzione appare apprezzabile l'impegno ad introdurre in seno all'AICS un Sistema di gestione basata sui risultati (RBM) che include anche la predisposizione di un rapporto per risultati, anche nella prospettiva di una banca dati nazionale della cooperazione allo sviluppo onnicomprensiva che, superando i limiti temporali dei dati comunicati all'OCSE-DAC, pubblichi «in tempo reale» dati e informazioni sulle iniziative di cooperazione allo sviluppo di tutti gli attori;
    in questa direzione deve essere finalizzato il Piano d'azione triennale per l'efficacia della cooperazione allo sviluppo per allineare l'azione del sistema della Cooperazione italiana ai princìpi e agli impegni sull'efficacia assunti nei fora di Roma, Parigi, Accra, Busan, Città del Messico, Nairobi;
    la valutazione deve rappresentare un tassello cruciale del sistema di cooperazione ed è per questo assai sensibile la definizione di una «Guida per la valutazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo» sul ruolo e responsabilità del MAECI-DGCS nel quadro della Legge n. 125 del 2014, come pure il ricostituito Comitato consultivo sulla valutazione con funzioni e composizione rinnovati;
    per la realizzazione di tutti i citati obiettivi, conforta che sia stato bandito il concorso per l'assunzione di 60 unità di nuovi funzionari presso l'AICS in attesa che possa essere presto deliberata una ulteriore procedura concorsuale per l'assunzione di personale di livello dirigenziale al quale affidare i cosiddetti hub regionali dell'AICS, nel quadro della ristrutturazione delle sue sedi estere. Resta irrisolta la questione della sede centrale dell'Agenzia, le cui strutture saranno del tutto inadeguate ad accogliere un organico più consistente;
    il Documento triennale articola efficacemente alcuni tratti distintivi della nostra azione in campo internazionale, tra i quali quello del multilateralismo efficace e quello della cooperazione allo sviluppo come parte integrante e qualificante della politica estera italiana, la cui azione conformemente all'articolo 11 della Costituzione contribuisce alla promozione della pace e della giustizia, come recita l'articolo 1 della legge di riforma del settore,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE Pag. 67
  con le seguenti osservazioni:
   1) valuti il Governo l'esigenza di incrementare in misura significativa i fondi destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo, tenuto conto della linea tendenziale in riduzione a partire dal 2018 e in considerazione degli impegni internazionali assunti dall'Italia e dell'impegno sancito all'articolo 30 della legge n. 125 del 2014;
   2) valuti il Governo, altresì, la stringente necessità di assicurare una attività di programmazione degli interventi per Paese che sia improntata a criteri di trasparenza, anche rispetto alla comunicazione sugli obiettivi strategici e sui progetti, con certezza temporale degli interventi e stabilità dei fondi. La programmazione triennale degli interventi di cooperazione allo sviluppo sia, inoltre, improntata ad una visione ampia, strategica e di medio periodo, imperniata sulla massima coerenza delle politiche, alle quali contribuiscono i singoli progetti, e su maggiore trasparenza soprattutto sul versante dei contributi di competenza del MEF destinati al multilaterale;
   3) è essenziale che l'impegno programmatorio degli interventi di cooperazione allo sviluppo sia maggiormente inquadrato nell'impegno dell'Italia per la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e per condizioni di giustizia sociale, in un quadro di stretta cooperazione interistituzionale, che deve includere l'azione del Comitato Interministeriale per i Diritti umani;
   4) quanto ai settori prioritari, occorre scongiurare un'eccessiva genericità ed una dispersione degli interventi, da un lato, preservando la ricchezza del nostro sistema di cooperazione italiana, dall'altro lato, individuando i settori in cui l'Italia può rappresentare un valore aggiunto, integrando l'approccio per programmi che deve essere basato sul dialogo strutturato che le sedi estere dell'AICS hanno in loco, per individuare le esigenze e le priorità strategiche;
   5) in merito alla partnership pubblico/privato, che rappresenta uno degli snodi innovativi della legge di riforma del 2014, occorre definire criteri di sostenibilità basati sugli standard internazionali e promuovere maggiormente il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, al fine di individuare al meglio le opportunità per il settore privato e coinvolgere le imprese italiane operanti nei settori strategici, il più possibile in linea con le esigenze dei Paesi beneficiari di cui la rete dell'AICS è portavoce;
   6) nell'esigenza di dare piena attuazione alla legge n. 125 del 2014, occorre promuovere la piena operatività del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo, di cui all'articolo 15 della legge, considerata la sua vocazione ad assicurare la coerenza delle politiche nazionali, come pure del Consiglio nazionale cooperazione allo sviluppo, di cui all'articolo 16, che coinvolge i principali soggetti pubblici e privati e che deve riunirsi almeno annualmente, non soltanto operando per gruppi tematici;
   7) sul terreno della presenza geografica e dei Paesi prioritari, occorre definire su nuove basi la presenza dell'Italia in America Latina, continente strategico per il nostro Sistema Paese, rinforzando la presenza dell'AICS anche attraverso l'attenzione alle emergenze umanitarie in corso (Venezuela), la creazione di hub regionali e considerando un radicamento strutturale degli interventi e non soltanto emergenziale, in particolare in Colombia. Sul terreno della cooperazione delegata il nostro Paese deve esercitare il dovuto protagonismo rispetto ai Paesi dei Balcani occidentali al fine di facilitarne l'adesione all'Unione europea. Guardando all'Asia, nell'esigenza di considerare la Siria come un Paese prioritario nel breve, medio e lungo periodo, emerge dal Documento una frammentazione dell'indirizzo nella scelta dei Paesi prioritari in Asia a partire dall'Iraq, dove la nuova sede di Baghdad è chiamata a gestire essenzialmente crediti di aiuto a fronte di costi correnti assai elevati, e dove, nel caso del Vietnam, la Pag. 68chiusura della sede appare in controtendenza con il volume di impegni gestiti, stimato in 100 milioni di euro. Allo stesso modo la scelta del Pakistan non appare compiutamente congruente con il volume ridotto di interventi in quel paese. Per quanto riguarda l'Africa occidentale, oltre al Senegal, si potrebbe valutare l'individuazione di un altro paese prioritario e di iniziative di mediazione politica in Eritrea allo scopo di favorirne lo sviluppo democratico;
   8) in merito al tema della valutazione degli interventi, occorre che la verifica si estenda agli effetti finali dei singoli programmi in base a criteri di efficacia e conformità agli standard internazionali;
   9) occorre, inoltre, valutare il ripristino di progetti di sviluppo non solo a carattere emergenziale nelle aree più stabili della Repubblica Democratica del Congo;
   10) occorre dare sollecito seguito ai bandi finalizzati al sostegno delle comunità cristiane in difficoltà;
   11) merita, infine, maggior attenzione anche sul versante programmatorio il ruolo dei cosiddetti corpi civili di pace e dei programmi di peace-keeping, operanti nei teatri di crisi nel contesto delle missioni internazionali cui l'Italia partecipa.

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ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00489 Lupi: Sulla crisi tra la Repubblica Popolare Cinese e la Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    dal 1997 Hong Kong è una regione amministrativa speciale cinese, fa parte della Cina ma possiede un sistema amministrativo diverso, (una Cina, due sistemi) che prevede una forte autonomia sul piano politico, economico e soprattutto giudiziario almeno fino al 2047;
    dal mese di marzo del 2019 migliaia di persone sono scese per le strade dell'ex colonia britannica per protestare contro un nuovo provvedimento governativo in materia di estradizione, successivamente ritirato a causa del forte dissenso della cittadinanza mentre non sono cessate le ingerenze di Pechino nelle vicende politiche della Regione amministrativa speciale, oggetto di uno statuto particolare d'autonomia negoziato tra la Cina popolare ed il Regno Unito;
    lo stesso anno, la protesta assumeva contorni di massa: la brutale reazione delle forze di polizia – che ha fatto ricorso a proiettili e gas lacrimogeni nel reprimere le manifestazioni popolari – ha suscitato l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale che ha iniziato ad esprimere preoccupazione per la palese violazione dei diritti umani e civili della popolazione di Hong Kong da parte delle autorità cinesi;
    le operazioni repressive perpetrate dalle autorità di Hong Kong sono proseguite negli ultimi mesi, con fermi ed arresti di numerosi attivisti democratici; il 18 aprile 2020 la polizia locale ha proceduto all'arresto di quindici persone, tra cui attivisti dei diritti umani ed esponenti dei movimenti di protesta dell'anno scorso: in particolare sono stati arrestati l'81enne Martin Lee, fondatore del Partito democratico locale, e il 71enne Jimmy Lai, il proprietario del quotidiano anti-Pechino Apple Daily, che i media del regime comunista, durante le proteste, avevano indicato come membri di una nuova «Banda dei quattro», nemici del popolo che tramano con le forze straniere per destabilizzare Hong Kong;
    il 22 maggio 2020, l'Assemblea nazionale del popolo cinese ha avviato l'esame del provvedimento sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, che introduce duri meccanismi repressivi nella regione speciale, consentendo alle agenzie di intelligence cinesi di avere le proprie basi ad Hong Kong: la proposta legislativa è fortemente sostenuta dalle autorità locali filo-cinesi, a partire dalla governatrice Carrie Lam;
    molto dura è stata la reazione delle opposizioni democratiche, che sono tornate in piazza domenica 24 maggio 2020, temendo la perdita delle libertà civili e politiche di cui gode la regione speciale a seguito dell'intesa sino-britannica del 1997 che ha ratificato il principio «un Paese, due sistemi»: in una dichiarazione resa all'Agi il 24 maggio, il leader democratico Joshua Wong ha chiesto che l'Unione europea imponga sanzioni alla Cina ed inserisca clausole legate al rispetto dei diritti umani a Hong Kong nei trattati commerciali che sta concludendo con la Cina;Pag. 70
    inoltre, con riferimento al nostro Paese, Wong ha sottolineato come non sia «sicuro che la Cina rispetti i suoi impegni e le promesse fatte nell'ambito degli accordi commerciali. È anche da discutere la possibilità che l'Italia consideri la Cina responsabile per i suoi errori. Perciò spero che l'Italia possa ridurre le cooperazioni nel progetto della Via della Seta»;
    il nuovo provvedimento è stato stigmatizzato dal segretario di Stato americano, Mike Pompeo, e da esponenti del Congresso statunitense di entrambi gli schieramenti che stanno lavorando ad un disegno di legge per la difesa dei diritti umani ad Hong Kong e per l'adozione di sanzioni nei riguardi della Cina popolare affinché preservi lo statuto speciale della regione;
    anche l'Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell'Unione europea, Josep Borrell, ha dichiarato che «l'Unione europea ritiene che il dibattito democratico, la consultazione delle principali parti interessate e il rispetto dei diritti e delle libertà a Hong Kong rappresenterebbero il modo migliore di procedere nell'adozione della legislazione nazionale in materia di sicurezza, come previsto dall'articolo 23 della legge di base», precisando che «L'Unione europea ha un forte interesse alla costante stabilità e prosperità di Hong Kong secondo il principio “un Paese, due sistemi”»;
    secondo alcuni analisti internazionali, l'attitudine aggressiva di Pechino, già maturata da alcuni mesi, è favorita dalla diffusione della pandemia che allenta l'attenzione della comunità internazionale sulle conseguenze geopolitiche di alcune recenti iniziative offensive cinesi che vanno ad aggiungersi all'adozione di misure fortemente repressive ad Hong Kong: l'affondamento di un peschereccio da parte della Guardia costiera cinese nelle acque contese al largo del Vietnam, la dura reazione al discorso d'insediamento della nuova presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen e la messa in allerta dell'Esercito popolare di liberazione ai confini contesi con l'India nella regione himalayana;
    in questa temperie ha avuto particolare eco, nell'opinione pubblica occidentale, la lettera aperta di un noto costituzionalista della East China University of Political Science and Law, licenziato per motivi politici da quell'ateneo nel 2013: nella missiva, indirizzata ai componenti dell'Assemblea nazionale del popolo, in vista della sessione apertasi il 22 maggio, egli scrive che «a tutt'oggi la Cina ha bisogno urgente di sostituire l'attuale sistema di governo pre-moderno, arretrato e ingiusto, con una forma moderna di governo basata per lo meno sui principi di sovranità popolare, autonomia sociale, competizione fra partiti politici, separazione dei poteri (con verifiche e bilanciamenti), indipendenza della giustizia, libertà di stampa. E questo per difendere i diritti civili, proteggere la vita delle persone, realizzare una transizione della politica nazionale e la modernizzazione della governance sociale. Ciò significa che è necessario rimpiazzare la presente pseudo-costituzione con una genuina costituzione che rifletta la volontà politica di tutti i cittadini»,

impegna il Governo:
   ad assumere le iniziative necessarie per dare attuazione alla risoluzione del Parlamento europeo del 19 giugno 2020;
   ad assumere iniziative per aderire all'impegno preso dall'Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell'Unione europea in riferimento al rispetto degli accordi internazionali che garantiscono l'autonomia della Regione amministrativa speciale di Hong Kong in forza del principio condiviso di «un Paese, due sistemi»;
   ad adoperarsi in sede europea affinché si adotti una posizione più ferma a sostegno del mantenimento dell'autonomia giuridica di Hong Kong e del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali per i suoi cittadini e la sua società civile, in particolare in occasione del negoziato per un accordo di investimenti UE-Cina;Pag. 71
   a collaborare con le istituzioni e con i partner dell'UE per garantire che i rapporti con la Repubblica popolare cinese siano, improntati ai principi e ai valori fondanti sanciti dall'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea, che stabilisce che l'azione dell'Unione sulla scena internazionale si fonda sui princìpi di democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, principi di uguaglianza e di solidarietà e rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;
   a valutare la possibilità di promuovere la designazione, in ambito Consiglio Diritti Umani, di un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani a Hong Kong;
   a considerare l'attuale situazione politica di Hong Kong nella valutazione delle domande di protezione internazionale presentate in Italia da quei cittadini;
   a sollevare con le autorità cinesi, sia attraverso il canale bilaterale sia attraverso l'apposito canale del Dialogo UE-Cina sui Diritti Umani, i temi della tutela delle libertà di espressione e dei diritti civili e politici, in conformità con le norme e gli impegni internazionali in materia di diritti umani, che costituiscono un pilastro della nostra politica estera.
(8-00077) «Lupi, Delmastro delle Vedove, Colucci, Sangregorio, Tondo».

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ALLEGATO 3

Risoluzione n. 7-00515 Quartapelle Procopio: Sulla crisi tra la Repubblica Popolare Cinese e la Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    la Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984 e la Legge fondamentale del 1990 della Regione Amministrativa Speciale (RAS) di Hong Kong stabiliscono che Hong Kong manterrà l'autonomia e l'indipendenza del potere esecutivo, legislativo e giudiziario, nonché i diritti e le libertà fondamentali, tra cui la libertà di espressione, di riunione, di associazione e di stampa, per cinquanta anni dopo il trasferimento della sovranità;
    la Legge fondamentale della RAS di Hong Kong prevede disposizioni che garantiscono la sua autonomia per quanto riguarda il mantenimento della sicurezza e dell'ordine e la promulgazione di leggi su qualsiasi atto di tradimento, secessione, sedizione, sovversione contro il governo popolare centrale;
    sia la dichiarazione congiunta sia la Legge fondamentale sanciscono il principio «un Paese, due sistemi» concordato tra la Cina e il Regno Unito;
    tra il 2019 e il 2020 a Hong Kong si sono svolte numerose manifestazioni di massa con grande partecipazione di ampie fasce della popolazione, intese a esercitare il diritto di riunione e di protesta per difendere l'autonomia della Regione amministrativa speciale di Hong Kong; sono seguiti diversi cicli di repressione che hanno comportato l'arresto di centinaia di attivisti ed esponenti dei gruppi di opposizione;
    nel corso di una marcata ripresa delle manifestazioni, il 28 maggio 2020 l'Assemblea nazionale del popolo cinese (ANP) ha adottato una risoluzione che autorizza il Comitato permanente dell'ANP ad adottare leggi contro il separatismo, la sovversione del potere dello Stato, il terrorismo e le ingerenze straniere a Hong Kong e che cita anche altre misure da adottare, tra cui l'educazione alla sicurezza nazionale, l'istituzione di organi di sicurezza nazionale del governo popolare centrale (GPC) a Hong Kong e la rendicontazione periodica da parte del capo dell'esecutivo al GPC sui risultati ottenuti da Hong Kong riguardo al suo dovere di garantire la sicurezza nazionale
    il 30 giugno 2020 il Comitato permanente dell'Assemblea nazionale della Repubblica popolare cinese ha approvato in via definitiva la legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong che mira a «impedire, fermare e punire ogni atto o attività che metta in pericolo la sicurezza nazionale, come separatismo, sovversione del potere dello Stato, terrorismo o attività di forze straniere che interferiscono negli affari di Hong Kong»;
    a poche ore dall'approvazione della legge l'attivista di Hong Kong, Joshua Wong e altri attivisti come Nathan Law e Agnes Chow si sono dimessi dal partito Demosisto, fondato come movimento politico pro-democrazia dai leader della «Rivoluzione degli ombrelli» nell'aprile 2016;
    il 1o luglio migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Hong Kong per Pag. 73celebrare il 23esimo anniversario della fine del colonialismo britannico, sfidando le forze di polizia e la nuova legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore ieri dopo l'approvazione da parte del Parlamento cinese. Almeno 70 manifestanti sono stati arrestati in mattinata, due dei quali con l'accusa di avere violato la nuova normativa;
    La presidente della Commissione europea ha definito la Cina un «competitore sistemico» con cui avere relazioni sulla base dei valori su cui è fondata l'Unione europea;
    in esito al 22o vertice UE-Cina del 22 giugno 2020, in una dichiarazione congiunta, il Presidente del Consiglio europeo, Michel, e la Presidente della Commissione europea, von der Leyen, pur rimarcando che per l'Europa, senza la Cina, sarebbe difficile affrontare molte delle grandi sfide globali su cui è chiamata a confrontarsi a partire dal cambiamento climatico e dalle sfide legate allo sviluppo del continente africano, hanno ribadito le gravi preoccupazioni dell'UE per le misure adottate da Pechino per imporre la legislazione sulla sicurezza nazionale;
    posizioni analoghe erano già state espresse in una dichiarazione congiunta del 17 giugno scorso dei Ministri degli Esteri dei Paesi del G7 e dell'Alto Rappresentante per la politica estera dell'UE, Borrell, che hanno invitato il governo cinese a riconsiderare la propria decisione;
    in una dichiarazione ufficiale del 1o luglio l'Alto Rappresentante Borrell, a nome dell'Unione europea, ha ribadito le gravi preoccupazioni per l'introduzione della legge, adottata senza alcuna consultazione preventiva significativa del Consiglio legislativo e della società civile di Hong Kong; nella dichiarazione si sottolinea che l'Unione europea ritiene essenziale che i diritti e le libertà esistenti dei residenti di Hong Kong siano pienamente tutelati e che la legge rischia di compromettere gravemente l'elevato grado di autonomia di Hong Kong e di avere un effetto dannoso sull'indipendenza della magistratura e sullo Stato di diritto; in tale contesto, l'Unione europea continuerà a seguire da vicino gli sviluppi, anche nel contesto delle imminenti elezioni del Consiglio legislativo di Hong Kong, previste per il 6 settembre, che devono procedere come previsto e in un ambiente favorevole all'esercizio dei diritti e delle libertà democratici sanciti dalla Legge fondamentale;
    gli avvenimenti sopra citati si inseriscono in un quadro più teso di relazioni internazionali nel quadrante asiatico: il Giappone ha annunciato ricadute significative sui piani per una visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping a Tokyo, con probabile negativa ripercussione sul rilancio delle relazioni bilaterali tra Tokyo e Pechino, che sarebbe dovuto avvenire con la firma di una dichiarazione congiunta proprio in occasione della visita di Xi;
    si moltiplicano nel Mar Cinese Meridionale massicce esercitazioni militari sia cinesi che statunitensi, come quelle di cinque giorni iniziate il 1o luglio dai cinesi al largo delle isole Paracelso, cui segue l'annuncio che la Marina degli Stati Uniti invierà nella regione le portaerei a propulsione nucleare USS Nimitz e USS Ronald Reagan nonché altre navi da guerra;
    il Regno Unito ha già annunciato di volere porre la questione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
    nel rispetto della politica di «un'unica Cina», la protezione e la promozione dei diritti umani rappresentano per l'Italia una priorità consolidata e, soprattutto, un'azione costante in ogni ambito della politica estera, con un approccio fondato su universalità, indivisibilità, inalienabilità e interdipendenza dei diritti umani, che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti gli esseri umani, senza distinzioni;
    richiamata la risoluzione approvata il 3 dicembre 2019 che impegnava il Governo italiano, tra l'altro, ad assumere iniziative per aderire all'impegno preso dal Parlamento europeo con risoluzione del 18 luglio 2019 e a sostenere, nelle sedi internazionali Pag. 74opportune, l'avvio di una immediata indagine conoscitiva per verificare la violazione dei diritti umani commessi durante il periodo delle manifestazioni e ad assumere iniziative volte a sostenere, insieme alla comunità europea, la richiesta di rilascio dei manifestanti arrestati durante le proteste;
    richiamata altresì la risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione ad Hong Kong, approvata a larghissima maggioranza (565 voti favore, 34 contrari, 52 astensioni), con l'unanimità degli europarlamentari italiani, il 19 giugno 2020,

impegna il Governo:
   ad assumere le iniziative necessarie per dare attuazione alla risoluzione del Parlamento europeo del 19 giugno 2020;
   ad assumere iniziative per aderire all'impegno preso dall'Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell'Unione europea in riferimento al rispetto degli accordi internazionali che garantiscono l'autonomia della Regione amministrativa speciale di Hong Kong in forza del principio condiviso di «un Paese, due sistemi»;
   ad adoperarsi in sede europea affinché si adotti una posizione più ferma a sostegno del mantenimento dell'autonomia giuridica di Hong Kong e del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali per i suoi cittadini e la sua società civile, in particolare in occasione del negoziato per un accordo di investimenti UE-Cina;
   a collaborare con le istituzioni e con i partner dell'UE per garantire che i rapporti con la Repubblica popolare cinese siano, improntati ai principi e ai valori fondanti sanciti dall'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea, che stabilisce che l'azione dell'Unione sulla scena internazionale si fonda sui princìpi di democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, principi di uguaglianza e di solidarietà e rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;
   a valutare la possibilità di promuovere la designazione, in ambito Consiglio Diritti Umani, di un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani a Hong Kong;
   a considerare l'attuale situazione politica di Hong Kong nella valutazione delle domande di protezione internazionale presentate in Italia da quei cittadini;
   a sollevare con le autorità cinesi, sia attraverso il canale bilaterale sia attraverso l'apposito canale del Dialogo UE-Cina sui Diritti Umani, i temi della tutela delle libertà di espressione e dei diritti civili e politici, in conformità con le norme e gli impegni internazionali in materia di diritti umani, che costituiscono un pilastro della nostra politica estera.
(8-00078) «Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto».

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ALLEGATO 4

Risoluzioni nn. 7-00288 e 7-00455 Siragusa, 7-00461 Grande, 7-00481 Zoffili, 7-00484 Fitzgerald Nissoli e 7-00485 Schirò: Sugli strumenti informatici a supporto dei connazionali all'estero.

PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO PRESENTATA DALLA DEPUTATA GRANDE

  La III Commissione,
   premesso che:
    il dilagare della pandemia da Covid-19 a livello mondiale ha causato uno straordinario afflusso di richieste di rimpatrio da parte di connazionali all'estero, pervenute alla rete diplomatico-consolare e gestite con il coordinamento dell'Unità di crisi;
     come emerso in occasione dell'audizione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, svolta il 16 aprile 2020 presso le Commissioni affari esteri del Senato e della Camera, si è trattato della più grande operazione di rimpatrio mai realizzata, che ha coinvolto oltre 60 mila italiani, i quali hanno potuto trovare anche nel Parlamento un punto di riferimento prezioso ai fini di una sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle implicazioni di politica estera derivanti dalla pandemia;
    in questa specifica circostanza il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con tutte le ambasciate, i consolati e gli ulteriori uffici all'estero, ha certamente compiuto uno sforzo straordinario per diffondere un'informazione puntuale e capillare ai connazionali su regole e modalità dei rientri, utilizzando tutti i canali a disposizione;
    sui temi della comunicazione con il cittadino il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha conformato in modo capillare la propria azione amministrativa a criteri di massima trasparenza e accessibilità, a partire dalla predisposizione di un articolato sito internet assai informativo e conforme ai più moderni standard della comunicazione in rete;
    lo sforzo fin qui profuso facilita l'individuazione delle diverse tipologie di procedimento amministrativo di competenza del Ministero, per il quale è immediatamente conoscibile il responsabile, nonché dei procedimenti a istanza di parte, da avviare presso gli uffici della rete all'estero o presso l'ufficio per i rapporti con il pubblico, che possono riguardare questioni assai delicate: dal rilascio di passaporti alle pratiche di stato civile, dalle pensioni alle adozioni, dalla concessione di visti Schengen fino alla promozione all'estero di prodotti editoriali e alla assegnazione di borse di studio offerte dal Governo italiano a cittadini italiani residenti all'estero; il «Portale dei servizi consolari», istituito dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale già provvede a fornire al connazionale all'estero servizi e informazioni in base a diversi profili di utenza, al fine di individuare, il consolato competente all'assistenza in ambito sanitario, legale, economico o per esigenze di rimpatrio o per accedere a tutti i servizi cui hanno diritto i connazionali iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire), anche per conoscere lo stato di avanzamento delle pratiche; l'Amministrazione degli affari esteri e della cooperazione internazionale provvede alla tutela dei nostri connazionali anche attraverso l'azione dell'Unità Pag. 76di crisi che, con ininterrotta operatività, agisce coordinando l'intera rete estera in costante collegamento con gli altri organi dello Stato, nonché con le omologhe strutture di altri Paesi partner, in particolare europei, sulla base di protocolli operativi e piani preventivamente definiti e costantemente aggiornati, tenendo conto della presenza italiana – turisti, residenti, imprese, ed altre organizzazioni stabilmente operanti – in tutti i Paesi del mondo;
    inoltre, in caso di coinvolgimento di connazionali in atti di terrorismo internazionale è l'Unità di crisi a prestare assistenza alle vittime e a mantenere i contatti con i familiari, assicurando il necessario riserbo su dati e informazioni sensibili, nel superiore interesse dei connazionali direttamente coinvolti. Analogo lavoro è svolto dall'Unità di crisi nel caso di potenziale esposizione a rischio per connazionali in caso di situazioni di instabilità politica, calamità naturali o emergenze sanitarie, come in occasione della pandemia da Covid-19, anche grazie all'utilizzo di applicazioni finalizzate alla geolocalizzazione dei connazionali e all'invio tempestivo di informazioni sulla propria incolumità;
    tuttavia, l'emergenza sanitaria da Covid-19 ha riverberato i suoi effetti drammatici sulla totalità della macchina pubblica, facendo emergere criticità strutturali anche per quel che concerne la struttura di supporto ai nostri connazionali all'estero: la stessa applicazione «Unità di crisi», che integra le funzionalità dei portali viaggiarsicuri.it e dovesiamonelmondo.it, purtroppo, durante l'emergenza, ha mostrato alcuni limiti significativi, che in molti casi hanno comportato la inefficacia di questi strumenti di comunicazione virtuale;
    la causa di questa lacuna di efficienza va rintracciata nel fatto che le informazioni necessarie per il cittadino che è in difficoltà all'estero sono frammentate in luoghi diversi: all'applicazione e ai siti menzionati vanno infatti anche aggiunti il sito internet esteri.it, i siti delle singole ambasciate e sedi consolari e i relativi canali social, con evidente aggravio per l'utente già in difficoltà a causa dell'emergenza;
    nel caso dell'attuale crisi, inoltre, sarebbe stato anche molto utile, per l'utente, ricevere automaticamente tutti gli aggiornamenti legati all'emergenza, targettizzati per Paese (come, ad esempio, le date di nuovi voli speciali) direttamente sul proprio dispositivo (tramite email o Sms), potendo anche avvalersi di una opzione opt-in attraverso la quale l'utente possa esprimere il proprio consenso ad essere inserito in una mailing list per ricevere comunicazioni di natura informativa;
    la stessa tematica si pone anche rispetto ai connazionali che decidono di ristabilire la propria residenza in Italia dopo essere stati all'estero per motivi di lavoro e di studio. Nel 2016, a titolo esemplificativo, si è registrato il rientro di circa 38.000 italiani. Si tratta di cittadini che avrebbero diritto ad incentivi fiscali ed economici di varia natura, oltre all'indennità di disoccupazione nel caso di lavoratori rimpatriati. Le informazioni relative a questi diritti per le ragioni sopraesposte non sono sempre facilmente reperibili;
    alla luce del probabile perdurare dell'emergenza epidemiologica nel breve e nel medio termine, e anche ai fini della gestione di ogni genere di emergenza futura o di esigenza, appare pertanto prioritario provvedere al rafforzamento degli strumenti di comunicazione online messi a disposizione dalla Farnesina che permettano al cittadino di interagire con l'Amministrazione dello Stato con modalità omogenee ed esaustive;
    a tali fini è essenziale provvedere ad una standardizzazione e al rafforzamento dell'apparato informativo disponibile sui siti online della rete estera, scongiurando difformità tra sedi diverse e valutando un'opportuna centralizzazione dell'informazione mediante la predisposizione di un portare unico;Pag. 77
    d'altra parte, ogni disomogeneità informativa, che si rifletta ad esempio sulla reperibilità di normativa di base e di modulistica corretta e aggiornata o sul rinvio al portale unico dei servizi telematici per i connazionali all'estero, contribuisce a innalzare il numero di richieste telefoniche alle sedi estere e, in generale, incide negativamente sulla coesione dell'azione amministrativa nel rapporto con i cittadini, essendo potenzialmente in grado di pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi di effettiva trasparenza e accessibilità cui il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale tende nel suo impegno quotidiano;
    parametri comunicativi uniformi per tutta la rete all'estero sarebbero di vantaggio per i connazionali e porterebbero a una auspicata riduzione del carico di lavoro per le sedi impegnate nel rapporto con l'utenza in una fase a lungo segnata dal rischio di contagio da Covid-19;
    diventa altresì prioritario provvedere senza ritardo all'adozione di misure strutturali a tutela del personale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dai rischi di contagio, contemperando lo strumento del lavoro «agile» con la garanzia di continuità nei servizi di assistenza ai connazionali;
    richiamata infine la mozione Zoffili ed altri n. 1-00239, approvata alla Camera in data 5 febbraio 2020,

impegna il Governo:
   ad adottare iniziative per istituire un portale unico nel quale inserire tutte le informazioni utili per gli italiani nel mondo e in particolare per quelli che intendano trasferire la loro residenza all'estero, per coloro che siano già residenti all'estero, nonché per i connazionali rimpatriati, e che comprenda univoche indicazioni sui servizi consolari erogati online dalla rete di ambasciate e consolati, con l'obiettivo di omogeneizzare gli standard comunicativi, coordinare i flussi informativi, armonizzare il funzionamento della rete dei terminali dello Stato all'estero e migliorare la capacità di interazione con i cittadini;
   a sviluppare l'applicazione Unità di crisi, prevedendo che le comunicazioni pubblicate sui siti istituzionali di consolati e ambasciate, legate ad una emergenza in corso, siano pubblicate anche nelle schede Paese sul sito viaggiaresicuri.it e altresì che l'utente possa esercitare un'opzione opt-in, al fine di ricevere tutti gli aggiornamenti pubblicati dall'ambasciata e dal consolato del Paese in cui si trova;
   ad assumere iniziative per stanziare risorse e rimodulare il personale e le dotazioni dell'unità di crisi della Farnesina, allo scopo di potenziarne i servizi di assistenza erogati e di rafforzare la sala operativa posta a sua disposizione.