CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 gennaio 2020
303.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Proposta di risoluzione in materia di pubblicità dei compensi erogati dalla società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale ai soggetti titolari di contratti aventi ad oggetto prestazioni di natura artistica nonché delle situazioni di conflitto di interessi ad essi relative, presentata dal deputato Mulè.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE PRESENTATA DAL DEPUTATO MULÈ

  La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
   premesso che:
    l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e l'articolo 1 e 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
    l'articolo 14 del Regolamento interno della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
    l'articolo 45 comma 1 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato in concessione a una società che lo svolge sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale con il quale ne sono individuati diritti e obblighi;
    l'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, prevede un limite massimo alle retribuzioni e ai compensi percepibili a carico delle finanze pubbliche per le pubbliche amministrazioni, ma anche per le società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica. La disposizione, inoltre, impone ai soggetti appena citati di pubblicare sul proprio sito istituzionale il nome dei destinatari degli incarichi e l'importo dei compensi;
    la RAI, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 2, comma 1, lettera g), della legge 28 dicembre 2015, n. 220, adotta il Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale che prevede le forme migliori per rendere conoscibili agli utenti le informazioni sull'attività del Consiglio di amministrazione, salvi casi particolari di riservatezza, adeguatamente motivati;
    il Piano testé menzionato dispone la pubblicazione, sul sito internet della società radiotelevisiva, dei curricula e dei compensi lordi percepiti dai componenti degli organi di amministrazione e controllo e dai dirigenti di ogni livello, compresi quelli non dipendenti dalla RAI, e comunque dai soggetti, diversi dai titolari di contratti di natura artistica, che ricevano un trattamento economico annuo omnicomprensivo a carico della società pari o superiore a 200.000 euro. Sono altresì pubblicate le informazioni relative allo svolgimento, da parte degli stessi soggetti, di altri incarichi o attività professionali, o alla titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalle pubbliche amministrazioni, comprese le autorità amministrative indipendenti;
    dal Piano trasparenza resta tutt'oggi esclusa la pubblicazione dei compensi Pag. 51corrisposti ai soggetti titolari di contratti di natura artistica contravvenendo le regole della total disclosure;
    soltanto attraverso indiscrezioni che appaiono frequentemente sugli organi di stampa e sul web è possibile apprendere l'entità presunta di alcuni degli emolumenti corrisposti a conduttori, giornalisti esterni e cosiddette «star» della tv pubblica;
    a ciò si aggiunga che, sempre da notizie pervenute da organi di stampa e dal web, sul fronte dell'intrattenimento, la produzione dei programmi televisivi di maggior rilievo sarebbe affidata ad alcune società private esterne molto spesso collegate ai titolari di contratti di natura artistica;
    la pubblicazione degli emolumenti corrisposti a conduttori, giornalisti esterni e «star della tv pubblica è da considerarsi come un'operazione di trasparenza minima che in altri Paesi europei è già legge: in Gran Bretagna, la nuova Royal Charter, entrata in vigore il 1o gennaio 2017, prevede l'obbligo da parte della BBC di rendere pubblico nel suo rapporto annuale i nomi di tutti i dipendenti – anche conduttori televisivi – che percepiscono un compenso superiore a 150.000 sterline (170.000 euro);
    preso atto della rilevanza che assume il tema in questione, è ormai improcrastinabile fare chiarezza sui compensi delle star della tv pubblica sia perché è obbligo dell'azienda pubblica informare i cittadini di come sono spesi i soldi provenienti dal canone e, soprattutto, perché, si eviterebbe di alimentare continue polemiche riguardo una tra le principali realtà culturali del Paese,

impegna

il Consiglio di amministrazione della RAI a provvedere tempestivamente alla pubblicazione, sul sito internet della medesima società, dei curricula e dei compensi lordi, comunque denominati, percepiti dai soggetti titolari di contratti di natura artistica, nonché delle dichiarazioni sotto la esclusiva responsabilità di questi ultimi in relazione a partecipazioni o titolarità di qualsiasi diritto in attività imprenditoriali, esercitate direttamente o indirettamente, di produzione televisiva.

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ALLEGATO 2

Proposta di risoluzione per la revisione del bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI, presentata dal deputato Tiramani, dal senatore Bergesio, dai deputati Capitanio e Coin, dal senatore Fusco, dal deputato Iezzi e dalla senatrice Pergreffi.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE PRESENTATA DAL DEPUTATO TIRAMANI, DAL SENATORE BERGESIO, DAI DEPUTATI CAPITANIO E COIN, DAL SENATORE FUSCO, DAL DEPUTATO IEZZI E DALLA SENATRICE PERGREFFI

  La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
   premesso che:
    lo scorso 15 novembre è stato pubblicato sul sito dell'azienda il bando per il concorso pubblico, siglato il 30 luglio a seguito di un nuovo accordo tra RAI, Usigrai e Fnsi per portare un «giusto contratto» a 250 professionisti precari che già svolgono attività giornalistica all'interno dell'Azienda da diversi anni con contratti di vario tipo;
    l’iter per il «giusto contratto» ai 250 professionisti delle reti, nato proprio per sanare tutte le posizioni di precariato, prevede l'assunzione di giornalisti professionisti che hanno stipulato, negli anni, contratti di lavoro con l'Azienda. I primi 125 della graduatoria finale «verranno assunti» o passeranno a «contratto giornalistico nella stagione produttiva 2020-2021; gli altri 125 in quella 2021-2022;
    all'indomani dell'accordo e con la successiva pubblicazione del bando, è stato tuttavia pubblicato un elenco di trasmissioni che rientrano nel cosiddetto «perimetro» delle trasmissioni a contenuto informativo, escludendone improvvisamente altre che prima ne facevano parte, perché considerate da sempre allo stesso livello professionale tanto da rientrare nell'accordo tra RAI, Usigrai e Fnsi;
    il bando che è stato pubblicato lo scorso 15 novembre prevede l'assunzione esclusivamente dei giornalisti che hanno lavorato nelle trasmissioni che rientrano nel cosiddetto «perimetro» di quelle trasmissioni selezionate ed è rivolto esclusivamente ai medesimi giornalisti, cagionando l'esclusione di tutti gli altri;
    il «giusto contratto», come previsto dal bando, deve essere applicato ai giornalisti che in questi anni hanno lavorato per le produzioni RAI, firmando di conseguenza contratti di lavoro con l'azienda RAI.
    nell'elenco delle trasmissioni ricomprese nel predetto «perimetro» sono state tuttavia inserite trasmissioni prodotte da società esterne e quindi non prodotte dall'Azienda come previsto dal bando, quali in particolare:
     Nemo, in onda su Rai Due, prodotta da Fremantle, società britannica che si occupa di produzione e distribuzione televisiva di proprietà del gruppo RTL;
     Che tempo che fa, in onda prima su Rai Tre e poi su Rai Uno, prodotta dal 2003 al 2017 dalla società Endemol Shine Pag. 53Italy, società di produzione e distribuzione televisiva italiana con sede a Roma, che produce format televisivi della Endemol Shine Group, società di produzione e distribuzione televisiva con sede in Olanda. Dal 2016 la trasmissione è prodotta e contrattualizzata con Officina Srl, società proprietaria del format che ne realizza la produzione le cui quote sono detenute alla pari da Fabio Fazio, conduttore della medesima trasmissione, e da Magnolia;
     Telecamere, in onda su Rai Tre fino al 2014, Casa di Produzione Stefania Basconi.

  Nell'elenco delle trasmissioni parte del «perimetro» di cui sopra sono state altresì inserite delle trasmissioni prodotte dalla RAI in collaborazione con produzioni esterne e quindi con l'utilizzo di giornalisti esterni all'azienda, quali in particolare:
     A Sua Immagine, in onda su Rai Uno, prodotta in collaborazione tra Conferenza Episcopale Italiana (nella persona di Padre Gianni Epifani, produttore e autore dal 2014 per conto dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali CEI) e Rai;
     Popolo Sovrano, in onda su Rai Due, nel 2018, prodotto da Fremantle (medesima società produttrice di Nemo) e RaiDue;
   considerato che:
    nell'elenco di trasmissioni parte del cosiddetto «perimetro» figurano trasmissioni realizzate in appalto e di conseguenza i giornalisti non sono stati contrattualizzati da RAI ma dalle società esterne che vendono a pacchetto i programmi alla RAI, i quali entreranno in azienda pur non avendo mai avuto contatti diretti con la stessa, a differenza dei colleghi che hanno lavorato sempre con le reti e le produzioni RAI e che, invece, sono stati esclusi dal «giusto contratto»;
    per effetto del «perimetro» molti giornalisti che lavorano nelle reti RAI sono dunque esclusi, anche quelli che hanno lavorato per anni in programmi informativi e che tuttavia oggi sono stati ricollocati a prestare il proprio lavoro in trasmissioni esterne al perimetro;
    molti di questi giornalisti, oggi esclusi dal bando 2019, nel 2013 hanno potuto partecipare ad un'altra selezione giornalisti interna alla RAI, proprio in virtù dell'attività svolta per l'azienda RAI e dell'iscrizione nell'albo nazionale dei giornalisti professionisti. Essi, quindi, sono già stati riconosciuti a tutti gli effetti dall'azienda come giornalisti lavorando nelle stesse trasmissioni ora escluse dal perimetro; tuttavia, se negli anni esaminati (2014-2018), gli stessi non hanno lavorato nei programmi del perimetro ma in altre trasmissioni non riconosciute dalla RAI come giornalisti che, pur svolgendo la funzione di giornalista in quegli stessi programmi o reti (es. Linea Verde, Linea Blu, Linea Bianca, Super Quark, Isoradio e pubblica utilità ecc.), di fatto non potranno accedere alla selezione 2019;

impegna i competenti organi della Società concessionaria a rivedere il bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI, di cui in premessa, avendo cura di:

   inserire nuovamente nel «perimetro» delle trasmissioni a contenuto informativo quelle trasmissioni (ad es. Linea Verde, Linea Bianca, Linea Blu, Ulisse – Il piacere della scoperta, Superquark, Isoradio e pubblica utilità, ecc.) prodotte all'interno della RAI, come previsto nell'accordo inizialmente stipulato tra Rai, Usigrai e Fnsi, che ad oggi risultano escluse;
   tenere conto, ai fini della selezione, dello «storico Rai» dei giornalisti delle reti, sia in termini di anni lavorativi sia riguardo alle mansioni svolte;
   tenere in considerazione, ai fini della citata selezione, della ricostruzione della carriera degli aventi titolo.

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ALLEGATO 3

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 162/835 E N. 163/836)

  DI LAURO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Secondo la lista del patrimonio mondiale UNESCO, l'Italia vede riconosciuti ben 55 siti UNESCO, di cui 50 siti culturali e 5 siti naturali;
   il patrimonio artistico – culturale del nostro Paese è infatti tra i più importanti se non il più importante in assoluto a livello mondiale;
   di grandissima rilevanza è anche il patrimonio archeologico con un gran numero di siti archeologici di indiscutibile rilevanza mondiale, dal nord al sud Italia, come ad esempio i più noti Fori imperiali romani, il parco archeologico di Pompei, la Valle dei Templi, Paestum, ecc.;
   la RAI può vantare programmi di approfondimento e divulgazione storico – culturale di grande successo, alcuni dei quali hanno riscosso e riscuotono grande seguito anche tra i più giovani, che riescono a diffondere informazioni sulla storia del nostro territorio e sulle sue ricchezze;
   tra questi vi sono, ad esempio, «Superquark», «Passaggio a nord-ovest», «Ulisse – il piacere della scoperta», «Passato e presente», «Meraviglie – la penisola dei tesori»;
   l'articolo 3, comma 2, lettera c) del contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A. prevede che l'offerta televisiva debba essere composta, tra l'altro, anche da «Programmi culturali e di intrattenimento: trasmissioni a carattere culturale, anche realizzate seguendo i canoni dell'intrattenimento, e con possibilità di declinazione multipiattaforma; trasmissioni finalizzate a promuovere e valorizzare la lingua italiana, la storia, le tradizioni, i costumi, il patrimonio storico-culturale del Paese e dell'Europa e a diffonderne la conoscenza; trasmissioni volte a sensibilizzare sui temi della tutela del patrimonio artistico, paesaggistico e ambientale del Paese; trasmissioni e documentari a contenuto educativo, storico, artistico, letterario e scientifico [...]»;
   sfortunatamente, solo alcuni dei siti archeologici presenti sul territorio sono effettivamente visitati da un flusso di visitatori tale da valorizzarne il proprio patrimonio artistico e culturale;
   altri siti, per questo motivo da alcuni considerati di minore rilevanza, invece sono pressoché sconosciuti al grande pubblico e posti al di fuori dei tradizionali circuiti turistici, nonostante il loro indiscutibile valore e l'innegabile importanza nel ricostruire fondamentali spaccati della storia antica del nostro Paese e delle nostre terre;
   la valorizzazione di questi siti potrebbe ricevere grande slancio anche da una maggiore copertura mediatica da parte dei programmi RAI di maggior seguito;
   tra alcuni siti archeologici da alcuni erroneamente considerati «minori», vi sono, ad esempio, gli scavi di Stabiae, meno frequentata e meno nota rispetto al vicino Parco archeologico di Pompei, nonostante la grande ricchezza di reperti e scavi di epoca romana-:

   se non intende attivarsi al fine di garantire che nei programmi di approfondimento e divulgazione storica, non venga riservato ulteriore spazio ai siti archeologici italiani meno noti al grande pubblico;Pag. 55
   nella prossima programmazione invernale quanto tempo verrà dedicato ai programmi culturali e di intrattenimento di cui all'articolo 3, comma 2, lettera c) del contratto di servizio, con particolare riguardo alla fascia oraria in prima serata. (162/835)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo è opportuno mettere in evidenza che il tema della valorizzazione del patrimonio archeologico-paesaggistico del nostro Paese è al centro dell'offerta Rai sia nei programmi delle Reti, generaliste e specializzate, sia all'interno delle diverse edizioni dei notiziari e delle rubriche a cura delle Testate giornalistiche nazionali e regionali.
  In tale quadro si segnala che Rai ha dedicato ai programmi culturali e di intrattenimento, secondo quanto previsto dall'articolo 3, comma 2, lettera c del Contratto di Servizio 2018-2022, il seguente monte ore di trasmissione:
   Anno 2018: 2.310 ore sulle Reti generaliste e 23.785 ore sui Canali specializzati;
   I semestre 2019: 1.230 ore sulle Reti generaliste e 11.978 ore sui Canali specializzati.

  L'obiettivo per l'anno 2020 è di incrementare ulteriormente le suddette quote, anche attraverso i programmi che si riportano di seguito, previsti nella programmazione inverno-primavera 2020.

  Rai 1
   Linea Verde
   Linea Bianca
   Passaggio a Nord-Ovest
   Speciale Ulisse – Le meraviglie d'Italia (Prima serata)
   Meraviglie (Prima serata)

  Rai 3
   
Passato e presente
   Geo
   Città segrete (Prima serata)

  Rai Storia
   Italia, Viaggio nella bellezza (Prima serata)
   Provincia capitale (Prima serata)

  Da ultimo si evidenzia che l'offerta culturale Rai è anche valorizzata dalla specifica direzione di Rai Cultura che comprende i canali Rai Scuola, Rai Storia e Rai 5, oltre all'Orchestra Sinfonica Nazionale e le produzioni di prosa e musica colta per le reti generaliste. Rai mette anche a disposizione degli utenti un portale interamente dedicato al mondo culturale diviso in specifiche sezioni.
  Inoltre anche il nuovo Piano industriale valorizza il contenuto culturale attraverso la creazione di una direzione di genere dedicata alla cultura (intrattenimento culturale, fiction, cinema e serie tv, documentari, ragazzi, nuovi formati e
digital, approfondimenti).

  CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Giungono all'interrogante numerose segnalazioni circa la presenza dell'opzione «altro» alla voce «sesso» nel form di registrazione alla piattaforma RaiPlay.
   Dal momento che la predetta «stranezza» era stata già segnalata alla Società Concessionaria, a quest'ultima si chiedono dei chiarimenti in proposito; si chiede di sapere quanti utenti iscritti a RaiPlay abbiano spuntato l'opzione «altro» alla voce «sesso» in fase di registrazione, e si chiede infine di sapere cosa si intenda per «altro» ai fini del trattamento dei dati raccolti. (163/836)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo è opportuno premettere che la registrazione a Raiplay, partita a settembre 2016, è un atto volontario e su informazioni dichiarate e non controllate se non nella verifica della
email di conferma. Pag. 56Dunque, non è paragonabile ad una carta di identità o ad un dato «Abbonato Rai», tant’è che nel database Rai risultano anche ultra centenari.
  In tale quadro si precisa che i motivi per cui è stato inserito, all'atto della registrazione, la richiesta di esplicitare un genere di appartenenza sono:
   per permettere a Rai di effettuare analisi di profilo simil TV anche per i consumi
online (utilizzate da più direzioni);
   per provare a costruire un rapporto più diretto/personale con l'utente finale in linea con i più avanzati sistemi di OTT e di CRM.

  In questa logica di rapporto, la possibilità di non esprimere a livello dicotomico un sesso di appartenenza, era volta ad ispirare uno spirito di massima inclusione/discrezionalità che la piattaforma, al suo affacciarsi nel mondo della fruizione one to one, voleva dare agli utenti, in linea anche con le prassi consolidate dei più dettagliati forum di registrazione di tutti i siti social.
  L'esistenza di un campo «altro» ha inoltre un utilizzo molto pratico perché rende più facilmente integrabili, aggregandoli, nel database Rai i profili non tradizionali derivati dal cosiddetto «Social Login», disponibile in alternativa alla compilazione del forum di proprietà Rai.
  Da ultimo si evidenzia che l'informazione sul genere dichiarato non è mai stata utilizzata ad oggi per alcun tipo di raccomandazione editoriale e che «altro» è inteso dagli utenti sia come genere «altro» sia come scelta di «non dichiarare» alcunché di preciso e ad oggi circa 500 mila utenti (3 per cento circa), che si sono registrati, hanno selezionato «altro».