CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 luglio 2019
225.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02542 Formentini: Sul ritrovamento di missili francesi presso una base dell'Esercito nazionale libico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero della difesa francese ha pubblicamente confermato il rinvenimento dei quattro missili «Javelin» in una base del Maresciallo Haftar nei pressi di Gharian (70 km a sud di Tripoli) inizialmente segnalata dal New York Times nell'articolo pubblicato il 9 luglio scorso.
  In linea con quanto attribuito nello stesso articolo ad un «consigliere militare» coperto dall'anonimato, il Ministero della difesa francese ha confermato che le munizioni sarebbero appartenute ad un contingente delle forze speciali francesi operante in Libia a protezione di unità dell’intelligence impegnate sul terreno nella lotta contro il terrorismo. Gli ordigni, «danneggiati e non funzionanti», sarebbero stati stoccati in un deposito in attesa di essere distrutti.
  Da parte francese si sottolinea come il Governo di Parigi non abbia mai preso in considerazione l'idea di cedere a qualsiasi titolo materiale bellico a qualunque delle fazioni in lotta in Libia.
  Il Ministro degli esteri libico Siyala ha inviato una missiva al Ministro degli esteri francese Le Drian, nella quale sono state richieste puntuali spiegazioni circa il rinvenimento di tali missili.
  L'Italia, nei contatti bilaterali di alto livello e nei formati multilaterali sul dossier libico, continua a richiamare le parti in conflitto e tutti i partner internazionali e regionali alla piena osservanza di tutto l'impianto sanzionatorio onusiano ed europeo, come ribadito, da ultimo, nella Dichiarazione UE a 28 sulla situazione in Libia del 5 luglio.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02543 Quartapelle Procopio: Sulle conseguenze per l'Italia in ambito europeo e internazionale relativamente ai rapporti di esponenti governativi con la Russia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Non è questa la sede per entrare nel merito di questioni oggetto di istruttoria da parte dei competenti organi della magistratura.
  Per quanto di competenza, in relazione a quanto indicato nell'interrogazione in oggetto, si segnala che il Governo italiano mantiene, nei rapporti con la Federazione Russa, un approccio equilibrato, in sostanziale coerenza con il passato e in linea con quello dei principali partner UE e NATO (il cosiddetto double track). Esso implica fermezza sui princìpi ma anche dialogo con Mosca per quanto riguarda sfide comuni e interessi convergenti.
  Tali linee direttrici nelle relazioni con la Federazione Russa si sostanziano, nella cornice UE, nei 5 princìpi approvati al Consiglio affari esteri del marzo 2016: a) attuazione delle Intese di Minsk quale precondizione per un cambiamento nelle relazioni bilaterali (i.e. soppressione delle sanzioni); b) sostegno ai partner orientali e ai Paesi dell'Asia Centrale; c) rafforzamento della resilienza della UE; d) « selective engagement» su temi di interesse comune; e) sostegno alla società civile russa ed ai contatti «People-to-People».
  Tali princìpi conformano anche il nostro approccio al regime sanzionatorio nei confronti della Russia, il quale deve rappresentare uno strumento – e non un fine – per ottenere da parte russa un atteggiamento più costruttivo e collaborativo sui dossier, con l'obiettivo di una piena applicazione delle Intese di Minsk.
  Al riguardo, l'insoddisfacente stato di attuazione degli Accordi di Minsk ha motivato l'accordo politico emerso, con il consenso italiano, all'ultimo Consiglio europeo del 20-21 giugno scorso sull'estensione delle sanzioni settoriali economiche fino al 31 gennaio 2020. A tal proposito ricordo che, è proprio su richiesta italiana, che il rinnovo semestrale delle misure settoriali avviene a seguito di discussione politica sulla crisi ucraina. Sono, inoltre, state estese fino a giugno 2020, con il consenso italiano, le sanzioni collegate all'annessione illegittima della Crimea.
  Per quanto riguarda le sanzioni individuali, vale, infine, ricordare che il regime sanzionatorio UE implica il congelamento dei beni e il divieto di emissioni di visti di ingresso nel territorio dell'Unione in favore di individui soggetti a sanzioni.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02544 Lupi: Sull'impiego dei fondi stanziati per interventi a sostegno delle minoranze cristiane nelle aree di crisi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'istituzione con l'ultima legge di bilancio – grazie all'approvazione di un emendamento a prima firma dell'On. Formentini – del Fondo per la tutela delle minoranze cristiane oggetto di persecuzioni nelle aree di crisi, è stato accolto positivamente anche dalle organizzazioni della società civile attive in questo ambito, come segno dell'attenzione che l'Italia dedica al tema.
  L'intervento si pone, peraltro, in continuità con numerose altre iniziative della Cooperazione Italiana volte a portare aiuto e sostegno alle minoranze religiose, cristiane e non, che in diverse parti del mondo vedono minacciata la loro esistenza. Nel corso di un'audizione alla Commissione Affari Esteri della Camera del novembre scorso, infatti, lo stesso Direttore della fondazione «Aiuto alla Chiesa che Soffre» (ACS), Alessandro Monteduro, ricordava l'impegno della Cooperazione Italiana per la protezione della libertà religiosa, con particolare riguardo all'Iraq.
  A tal proposito si ricorda che, in Iraq, dal 2016 ad oggi, abbiamo stanziato 3,5 milioni di euro per iniziative volte a promuovere il dialogo e la riconciliazione fra le diverse componenti della società: arabi, curdi, yazidi, turkmeni, e, naturalmente, anche cristiani. Questi progetti, attuati di concerto con l'OIM, sono stati concepiti per favorire la ricostituzione del tessuto sociale multietnico e multireligioso delle aree liberate dal controllo dello Stato Islamico, e mirano a favorire il ritorno degli sfollati attraverso il ripristino dei servizi essenziali (quali scuole ed elettricità) e la creazione di opportunità economiche.
  Per quanto attiene alla specifica richiesta di chiarimenti dell'Onorevole Lupi su come si intenda operare affinché le iniziative finanziate con il Fondo vadano a sostegno delle popolazioni appartenenti alle minoranze cristiane, si forniscono di seguito alcuni aggiornamenti.
  Lo scorso 10 luglio il Comitato Congiunto per la Cooperazione allo Sviluppo, presieduto dalla Vice Ministra Del Re, ha approvato il bando da 4 milioni di euro che consentirà di individuare i progetti da finanziare con le risorse del Fondo per il 2019 e per il 2020.
  L'individuazione delle organizzazioni della società civile alle quali affidare la realizzazione di iniziative di cooperazione allo sviluppo con fondi pubblici viene sempre effettuata attraverso un bando pubblico dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), al quale possono partecipare le organizzazioni iscritte nell'apposito Elenco.
  Il bando, che verrà pubblicato a breve, offre alle organizzazioni della società civile interessate a proporre dei progetti la possibilità di sostenere le minoranze cristiane con una molteplicità di forme di assistenza quali quella sanitaria, quella legale per la tutela dei propri diritti, la ristrutturazione o il riallestimento di scuole, di luoghi di aggregazione o di altri immobili, servizi educativi o di formazione, sussidi per borse di studio.
  Le richieste di finanziamento si potranno riferire a progetti dal valore massimo di 250.000 euro, se annuali, e 500.000 Pag. 78euro, se biennali, che potranno essere interamente finanziati dal Fondo. Essi saranno oggetto di una valutazione preliminare amministrativa e di un esame circa le condizioni politiche e di sicurezza da parte delle Rappresentanze diplomatiche italiane in loco. Verranno poi valutati nel merito da un'apposita Commissione costituita in seno all'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, in base a criteri quali la pertinenza dell'intervento nel contesto scelto, l'impatto stimato del progetto sulla popolazione cristiana che ne beneficerà, e la capacità dell'iniziativa di portare alle comunità benefìci che sedimentino nel tempo, anche al di là del termine del finanziamento e delle attività.
  Il bando in via di pubblicazione costituisce una ulteriore prova dell'impegno dell'Italia, sul piano nazionale e internazionale, nel progetto di costruire un mondo in cui i diritti dell'uomo siano universalmente rispettati, che sia fondato sulla convivenza pacifica, sulla comprensione interculturale e la tolleranza, nel quale le diversità culturali e religiose siano riconosciute come fattore di sviluppo e di arricchimento delle differenti società.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02545 Boldrini: Sulla prospettiva di un embargo dell'UE all'esportazione di armamenti destinati al conflitto in Yemen.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In occasione del Consiglio Affari esteri del 15 luglio, la discussione dei Ministri è stata focalizzata, secondo un'agenda previamente concordata, su temi delicati, come le evoluzioni delle relazioni con l'Iran, l'impegno europeo per la ricostruzione in Iraq e le tematiche migratorie.
  In vista del prossimo Consiglio Affari esteri, che avrà luogo il 14 ottobre, l'Italia si sta preparando alla richiesta di inserimento in agenda di un punto dedicato alla vendita di armi ad Arabia Saudita ed EAU, in ragione del loro coinvolgimento nelle operazioni militari in Yemen, nella consapevolezza che la proposta sarà oggetto di confronto e dibattito fra Stati membri e con il SEAE. La discussione dell'agenda avviene normalmente tra le tre e le due settimane prima della riunione.