CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 luglio 2019
223.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO

5-01244 Cassese: Sulle iniziative per favorire l’export dell'uva da tavola italiana verso la Cina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il tema in discussione, si richiama l'attenzione alla normativa che regola i rapporti commerciali nel settore agroalimentare e, in particolare, all'esportazione di uva da tavola italiana verso la Cina.
  Riguardo ai divieti e limitazioni che caratterizzano la legislazione cinese in materia di importazioni, nello specifico nel settore ortofrutticolo, occorre premettere che per tutti i prodotti agroalimentari diretti in Cina, esiste una barriera di accesso al mercato oggetto di negoziato UE da un paio di anni, ossia il Regolamento FOOD SAFETY LAW, relativo alla certificazione sulla sicurezza alimentare per i prodotti importati nel Paese (notificato con documento del 19 giugno 2017 dalla Repubblica popolare cinese).
  Tale Regolamento entrerà in vigore il prossimo 30 settembre 2019 e prevede una certificazione specifica che sarà applicabile a tutti i prodotti agroalimentari per i quali, sino ad oggi, non era richiesta attestazione sanitaria; tra questi è compresa la frutta. Mentre per quelli già soggetti a tale certificazione, si osserverà quanto previsto dal sistema vigente.
  Considerata la delicatezza della tematica sulla sicurezza alimentare, è stata richiamata dall'Unione Europea a Ginevra, nell'ambito del Comitato OMC Trade Barrier to Trade, la necessità di una maggiore chiarezza e trasparenza sulle modalità di applicazione della normativa e di attuazione della certificazione, nonché sulla possibilità di utilizzare un certificato unico europeo e una modalità di convalida unica, accessibile per tutti gli operatori UE.
  Per quanto riguarda, nello specifico, l'uva da tavola, si rappresenta che al Ministero dello sviluppo economico, ad oggi non sono pervenute segnalazioni di barriere di accesso al mercato da parte delle imprese comunitarie.
  Va, altresì, considerato che in tema di internazionalizzazione e, in particolare, dell'analisi e valutazione delle criticità legate all'esportazione dei prodotti, prima fra tutte vanno segnalate le problematiche legate al superamento delle barriere fitosanitarie imposte dai Paesi importatori.
  Nel merito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, competente nel settore, è stato istituito un Tavolo ortofrutticolo nazionale (organo con funzioni consultive). Il tavolo, partecipato da tutti i componenti della filiera, ha tra le sue finalità quella di affrontare le problematiche di settore, con lo scopo di contribuire ad individuare le linee strategiche di indirizzo e programmazione. Tra le priorità vi è quella di concentrare l'attenzione su taluni Paesi e prodotti, tra i quali l'uva da tavola con destinazione Cina, con l'obiettivo di intraprendere negoziati per la definizione di protocolli fitosanitari necessari per instaurare i flussi commerciali continuativi e stabili.
  Si evidenzia, inoltre, l'imposizione di dazi all'importazione di uva fresca pari al 13 per cento per le Most Favorite Nations, tra cui l'Italia, e una Value Added Tax pari al 10 per cento del dazio dovuto. Non si registrano, invece, misure di difesa commerciale (Anti-dumping e Anti-sovvenzione), specifiche per il prodotto uva fresca.Pag. 73
  Tra le possibili soluzioni, si potrà valutare anche l'ipotesi di inserire tale problematica tra i temi di negoziazione e cooperazione bilaterale che verranno discussi nell'ambito della prossima sessione della Commissione Mista per la promozione commerciale e le relazioni economiche tra l'Italia e la Repubblica Popolare Cinese.
  Riguardo all'ordine del giorno, richiamato dall'Interrogante, «con il quale il Governo si è impegnato a intraprendere ogni utile iniziativa per favorire accordi negoziali con la Cina finalizzati alla esportazione dell'uva da tavola italiana, al fine di ampliare i mercati di riferimento nel settore agroalimentare», è opportuno evidenziare che tali accordi si riferiscono a negoziati settoriali, finalizzati a facilitare l’export di un prodotto agricolo (non rientrante nel campo di copertura dell'articolo 207 del TFUE che disciplina la politica commerciale comune).
  Come rappresentato nelle premesse dell'atto in discussione, i rapporti commerciali con la Cina nel settore agroalimentare negli ultimi anni mostrano una graduale e costante tendenza al miglioramento delle esportazioni italiane verso questo Paese, registrate in aumento nel corso del 2017 e 2018.
  L'esportazione di uva da tavola rappresenta infatti un importante capitolo del commercio internazionale.
  In tal senso, il Governo si è fattivamente impegnato a migliorare gli scambi commerciali e a favorire un più efficace sbocco al mercato cinese dei prodotti agro alimentari, al fine di sviluppare partnership di alto profilo commerciale.
  Come noto, lo scorso 23 marzo il Vice Presidente del Consiglio e Ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio ha firmato con la Repubblica Popolare Cinese un Memorandum d'Intesa sulla Belt and Road Initiative, E-Commerce e Startup.
  In particolare, la Belt and Road initiative, il progetto per la creazione delle «Nuove vie della seta» trova nel Memorandum d'Intesa un'importante sponda: l'Italia, infatti, è il primo Paese del G7 ad appoggiare tale iniziativa promuovendo la realizzazione di opere infrastrutturali per includere anche i porti italiani nelle nuove rotte del commercio internazionale.
  La collaborazione tra Italia e Cina sarà ad ampio raggio, in raccordo con i principi dell'Agenda 2020 e dell'Agenda 2030 di cooperazione Unione Europea-Cina e in linea con le politiche adottate dalla UE verso il Paese asiatico.
  Tale Accordo rappresenterà per le aziende della filiera agroalimentare, un'opportunità per aumentare le potenzialità di esportazione dei prodotti Made in Italy, come l'uva da tavola, traendo benefìci concreti legati alla crescita nei mercati asiatici.