CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 gennaio 2019
134.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (dal n. 41/282 al n. 48/304).

  DI LAURO. – Al Presidente e all'Amministratore Delegato della Rai. – Premesso che:
   Rai Parlamento è la testata giornalistica del gruppo RAI dedicata all'informazione parlamentare e delle istituzioni repubblicane;
   tramite questa testata vengono veicolate informazioni dettagliate sull'attività parlamentare che altrimenti non troverebbero altro sbocco, quanto meno nell'ambito televisivo;
   è dunque ovvio che Rai Parlamento assolva un'importante funzione all'interno del nostro sistema democratico;
   tuttavia, gli orari in cui i servizi di Rai parlamento vengono messi in onda sui tre principali canali Rai, Rai1, Rai2 e Rai3, risultano essere quelli di minor punte di ascolto mentre sono pressoché assenti negli orari di picco, oltre al fatto che sono in numero particolarmente ridotto e di durata piuttosto bassa;
   secondo l'interrogante, è importante, al fine di dare voce ai lavori della principale istituzione democratica del nostro Paese, nonché dei vari gruppi politici ivi presenti, riorganizzare il palinsesto dei canali Rai1, Rai2 e Rai3, al fine di garantire maggiori spazi ai servizi di Rai Parlamento e in orari in cui vi siano maggiori ascolti:
   quali sono attualmente gli spazi garantiti ai servizi di Rai Parlamento sui canali Rai1, Rai2 e Rai3;
   se non si intenda riorganizzare il palinsesto dei canali Rai1, Rai2 e Rai3, al fine di garantire maggiori spazi ai servizi di Rai Parlamento e in orari in cui vi siano maggiori percentuali di ascolto. (41/282)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  All'interno della struttura di palinsesto dei canali generalisti Rai sono presenti diversi appuntamenti fissi che descrivono puntualmente e con cadenza giornaliera l'attività delle aule parlamentari.
  Sin dall'inizio della stagione televisiva hanno trovato infatti conferma 3 edizioni giornaliere del «Tg Parlamento» (tutti i giorni feriali), dislocate in diverse fasce orarie e su tutti i 3 canali generalisti del gruppo:
   la mattina su Rai 1 alle ore 9.35 (in precedenza la collocazione era alle 6.55; tale spostamento è stato effettuato con l'obiettivo di aumentarne la visibilità);
   il pomeriggio su Rai 2 (alle ore 18.00);
   la terza serata su Rai 3 (alle ore 1.10, a «traino» dell'appuntamento con l'approfondimento informativo del Tg3 «Linea notte») che prende il nome di «Rai Parlamento Magazine».

  Tali collocazioni sono declinate in momenti diversi della giornata allo scopo non solo di aggiornare costantemente il pubblico sulle attività di Camera e Senato, ma anche per raggiungere più target possibili di pubblico (alcuni dei quali elettivamente presenti davanti al mezzo televisivo in alcune fasce orarie e non in altre).
  Gli spazi curati da Rai Parlamento sono stati arricchiti – a partire da lunedì 21 gennaio – con un quarto appuntamento giornaliero alle ore 15.15 su Rai 3.
  Sempre in un'ottica di informazione, vanno ricordate poi le dirette da Camera e Senato dei c.d. «question time» che trovano spazio, secondo esigenza, alternativamente nella programmazione pomeridiana di Rai 2 e di Rai 3.Pag. 156
  Inoltre, nel week end, i lavori parlamentari dell'intera settimana vengono riepilogati e descritti nelle rubriche settimanali «Settegiorni» (nella sua collocazione consolidata del sabato alle ore 7.05, e per la durata di 50’) e, insieme ad una rassegna delle attività anche del Parlamento Europeo, «Punto Europa» (in prima emissione su Rai 2 il sabato alle 9.10 circa, ed in replica il lunedì mattina su Rai 1 alle ore 6.00, per una durata di 30’)
.

   ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   con la conduzione di Elisa Isoardi, un marchio storico e di successo di Rai1 come «La Prova del cuoco» ha avuto un pesante calo di ascolti, nell'ordine di 4-5 punti di share;
   secondo indiscrezioni giornalistiche non smentite, Isoardi potrebbe lasciare «La Prova del cuoco» ed approdare alla conduzione de «La Vita in diretta», il contenitore pomeridiano di informazione di Rai1;
   Elisa Isoardi ha avuto a lungo una relazione con l'attuale vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, relazione ampiamente resa pubblica dai diretti interessati e che secondo il sito Dagospia continuerebbe tuttora;
   «La Vita in diretta», a differenza de «La Prova del cuoco», è un programma di informazione che si occupa anche dei temi della politica, di cui la conduttrice Isoardi non si occupa da tempo;
   a «La Vita in diretta» è appena stato assegnato come capoprogetto Casimiro Lieto, storico autore di Isoardi nelle sue trasmissioni del mattino, che secondo indiscrezioni anticiperebbe proprio l'arrivo di Isoardi;
   lieto, stando a quanto ha riportato la stampa non smentita, sarebbe stato il candidato preferito da Salvini per la direzione di Rai1, poi assegnata a Teresa De Santis che a Dagospia ha precisato di non essere direttrice «in quota Isoardi»;
   un'eventuale promozione di Isoardi a conduttrice de «La Vita in diretta» sarebbe incomprensibile, alla luce del flop de «La Prova del cuoco», e anche inopportuna, alla luce della relazione con il ministro Salvini;
   si chiede di sapere:
    se corrispondono al vero le indiscrezioni secondo cui Elisa Isoardi, dopo aver portato al flop la nuova edizione de «La Prova del cuoco», verrebbe promossa alla conduzione de «La Vita in diretta»;
    quale sia il senso di promuovere una conduttrice che viene da un clamoroso calo di ascolti e se questa scelta non possa diventare un danno per la rete, nonché possa nascondere profili di conflitti di interessi e di pressioni di carattere politico;
    se i vertici Rai e la direttrice di Rai1 De Santis, già finita in polemiche per aver criticato il conduttore di Sanremo Claudio Baglioni per una battuta sui migranti che ha indispettito il ministro Salvini, non valutino inopportuno l'eventuale presenza di Isoardi in una trasmissione di informazione che si occupa anche di politica. (42/289)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si segnala che la stessa è basata su indiscrezioni di stampa ad oggi prive di fondamento.

  GALLONE, FANTETTI, UNGARO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   in data 15 gennaio 2019, alla Camera dei Comuni del Regno Unito è stato sottoposto al voto l'accordo sulla cosiddetta «BREXIT» dall'Unione Europea;
   l'argomento è di vitale importanza per la stessa esistenza dell'Unione Europea, di come l'abbiamo conosciuta sino ad Pag. 157oggi, ma soprattutto risulta di speciale interesse per la vasta comunità di italiani che vivono e risiedono nel Regno Unito (stimata in circa 600.000 persone);
   il dibattito all'indomani del referendum che ha deciso l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea ed il voto negativo del 15 gennaio u.s., alla Camera dei Comuni sono al centro dell'attenzione di diversi media, sia a livello nazionale che internazionale;
   nonostante tale eccezionale importanza ed attualità, il tema non risulta trattato con gli opportuni approfondimenti dal servizio pubblico: non sembra essercene traccia nei palinsesti delle reti RAI;
   nelle prossime settimane sono previste ulteriori iniziative del Parlamento Britannico sul tema,
   gli interroganti chiedono di sapere:
    se il Presidente e l'Amministratore delegato RAI intendano intervenire – in particolare presso il C.d.A – al fine di poter venire a conoscenza delle motivazioni che sono alla base di una lacuna così importante nell'informazione da parte dell'emittente pubblica, con particolare riferimento agli effetti diretti sulla vita dei nostri connazionali ivi residenti;
    se intendano, altresì, prevedere la predisposizione di idonei servizi di informazione ed approfondimento. (43/295)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo si segnala che sulla questione della «Brexit» sono stati già realizzati da parte delle testate e delle reti diversi approfondimenti e che l'argomento – di evidente attualità – sarà ancora diffusamente trattato nelle settimane a venire.
  In ogni caso, il tema è stato portato all'attenzione delle competenti strutture editoriali per le relative valutazioni di competenza.

  CANTONE, PRESTIPINO, FIANO, SCALFAROTTO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Per sapere – premesso che:
   a partire dal 12 novembre 2018 va in onda sul canale Rai Tre il programma intitolato «Alla lavagna», con lo scopo di trattare temi di grande importanza sociale e durante il quale ragazzi dai 9 ai 12 anni hanno la possibilità di fare domande ad esponenti, tra l'altro, del mondo della politica e del giornalismo su argomenti di rilievo per i giovani;
   il programma si pone come fine quello di trattare le tematiche più varie dal punto di vista di bambini e adolescenti, nell'ambito di un confronto diretto con personalità impegnate in diversi settori;
   veniva registrata, quindi programmata, la puntata in cui ad essere in cattedra di fronte ai ragazzi per rispondere alle loro domande, così come previsto dal format del programma, doveva essere Vladimir Luxuria, al fine di parlare di omofobia e bullismo. Temi quanto mai attuali e che richiedono una giusta informazione, soprattutto tra i giovani e giovanissimi;
   tale puntata subiva però vari slittamenti, sino a portare alle comprensibili proteste anche da parte di varie associazioni ed organizzazioni, poiché il rinvio non ha trovato giustificazioni;
   il 10 dicembre 2018, erano riportate dagli organi di stampa le dichiarazioni di Vladimir Luxuria, nelle quali la medesima si chiedeva se i temi trattati in quella puntata fossero forse troppo scomodi;
   a seguito di tali dichiarazioni, Rai Tre, riportano alcune agenzie stampa, ha spostato la puntata di «Alla lavagna», che tratta dei temi dell'omofobia e del bullismo insieme all'ospite Vladimir Luxuria, al mese di gennaio. Quindi solo dopo aver terminato la trasmissione di alcune serie in onda sullo stesso canale e senza precisare il momento esatto in cui andrà realmente in onda;Pag. 158
   al momento non ci sono ancora spiegazioni precise, ufficiali e specifiche da parte dell'emittente in merito al motivo dell'interruzione del programma, nonostante il grande rilievo sociale e civile degli argomenti trattati durante la suddetta puntata –:
   se fossero a conoscenza di quanto accaduto e sopra descritto;
   come, per quanto di competenza, non intendano intervenire per porre rimedio alla situazione venutasi a creare a seguito dell'accaduto e per tutelare la parità di trattamento dei temi trattati in tutte le forme di comunicazione, anche alla luce dell'alto valore civile e sociale dei temi in discussione. (44/296)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  La puntata della trasmissione «Alla lavagna» che vedeva come ospite Vladimir Luxuria è andata regolarmente in onda il 19 gennaio su Raitre alle 22.30; tale slittamento rientra nell'ambito dei frequenti interventi di carattere ordinario sull'impaginazione del palinsesto; interventi di questo tipo, con riferimento al programma «Alla lavagna», hanno riguardato tutte le puntate dello stesso che inizialmente erano state programmate a partire dal 12 gennaio.

  MULÈ, GASPARRI, MARROCCO, GALLONE, RUGGERI, SCHIFANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   nella puntata di domenica 20 gennaio 2019 del programma «Che tempo che fa», in onda in prima serata su Rai Uno, è stato ospite Alessandro Di Battista, esponente del Movimento 5 Stelle, che ha avuto modo di esprimersi in assoluta libertà non essendo previsto dalla trasmissione alcun contraddittorio;
   in tale occasione Alessandro Di Battista ha affermato che «la Tav è la più grossa sciocchezza che possa fare questo Paese cioè spendere 20 miliardi di euro quando occorrono infrastrutture (...)» annunciando una serie di opere sulle quali il Governo sarebbe già dovuto intervenire e specificando altresì che «portare una mozzarella a velocità supersonica per risparmiare oltretutto venti minuti da Torino a Lione bucando una montagna piena di amianto è una stronzata»;
   il noto esponente del Movimento 5 Stelle ha dunque trattato liberamente – senza alcun contraddittorio – il tema della realizzazione della Tav per svolgere l'ennesima propaganda a favore unicamente della posizione dello stesso Movimento, senza alcun rispetto dei principi del pluralismo, della completezza e della imparzialità dell'informazione, divulgando peraltro notizie false;
   come stabilito dal protocollo addizionale all'accordo del 24 febbraio 2015 per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino Lione, tra Italia e Francia, il costo convenuto dell'opera è di 8,3 miliardi di euro: in valore assoluto, l'Europa coprirà il 40 per cento dei costi previsti, pari a 3,3 miliardi di euro, la restante parte sarà in capo all'Italia per 2,9 miliardi e alla Francia per 2,1 miliardi di euro. Ai costi citati (2,9 miliardi di euro per l'Italia) si aggiungono quelli relativi all'ammodernamento della linea tra Susa e Torino che ammontano a 1,7 miliardi di euro per un costo complessivo, dunque, di circa 4,6 miliardi di euro per l'Italia (delibera CIPE n. 57 del 3 agosto 2011);
   a ciò si aggiunge che come richiamato dal Commissario straordinario uscente del Governo per l'asse ferroviario Torino – Lione, Paolo Foietta, audito lo scorso 16 gennaio in Commissione trasporti alla Camera dei deputati, risultano già spesi 1 miliardo e 462 milioni per la realizzazione dei lavori preliminari (in base agli accordi 2001 e 2012) la metà dei quali a carico dell'Unione europea (circa 750 milioni di euro) e l'altra metà a carico di Italia e Francia in parti uguali (circa 325 milioni di euro);
   il decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 recante «Testo unico dei servizi di Pag. 159media audiovisivi e radiofonici», all'articolo 3, indica quali principi fondamentali del sistema radiotelevisivo la garanzia delle libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva, l'obiettività, la completezza, la lealtà e l'imparzialità dell'informazione;
   il Testo Unico, inoltre, ferma restando la superiorità gerarchica delle norme costituzionali, in particolare all'articolo 7, comma 2, ribadisce la «presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti, in modo da favorire la libera formazione delle opinioni» e la garanzia dell'accesso «di tutti i soggetti politici alle trasmissioni di informazione e propaganda elettorale in condizioni di parità di trattamento e di imparzialità»;
   la Rai deve garantire il rispetto delle regole minime di equilibrio nei propri programmi, tanto più in un ambito così delicato quale è quello dell'informazione senza ingannare i cittadini e, soprattutto, senza divulgare fake news, garantendo altresì una presenza adeguata agli esponenti politici per il rispetto che si deve alla pluralità del pubblico televisivo e, nel caso specifico, dei telespettatori che contribuiscono al mantenimento della Rai attraverso il pagamento del canone;
   per sapere:
    quali iniziative tempestive intendono adottare i vertici Rai al fine di smentire quanto affermato dall'esponente del Movimento 5 Stelle per garantire il diritto alla completa e obiettiva informazione dei cittadini e il rispetto del pluralismo nell'informazione all'interno dei programmi del servizio pubblico radiotelevisivo;
    se non si ritiene doveroso contemplare nella trasmissione «Che tempo che fa» un contraddittorio tra gli ospiti al fine di garantire il rispetto di un'informazione libera, completa ed imparziale. (45/301)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  L'intervista a Di Battista va inquadrata nell'ambito del format del programma «Che tempo che fa», che non prevede il dibattito tra gli ospiti ma interviste one to one; il tema dell'esposizione delle diverse posizioni in campo, pertanto, è da valutare nell'ambito del complessivo ciclo di trasmissioni del programma.
  In ogni caso, tenuto conto di quanto emerso in relazione alla puntata di «Che tempo che fa» del 20 gennaio, il Direttore di Rai 1 ha richiesto ai dirigenti responsabili (ma anche allo stesso conduttore Fazio) un'analisi puntuale sulla dinamica dell'intervista in questione al fine di poter disporre dei necessari elementi di valutazione su quanto accaduto per eventuali interventi correttivi.

  TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   durante la conferenza stampa del 3 gennaio 2019 il direttore di Rai 2 Carlo Freccero ha espresso l'intenzione di realizzare una nuova trasmissione di informazione per la seconda serata di Rai 2 avente ad oggetto temi che solitamente non vengono trattati dai media. Nello specifico, secondo quanto riportato da più quotidiani, il direttore Freccero ha dichiarato: «vorrei fare un altro programma, L'ottavo blog, una rassegna stampa settimanale di notizie importanti che non devono essere divulgate, ma non so se ci riuscirò subito»;
   in un secondo momento, fonti giornalistiche (cfr. La Repubblica del 16 gennaio 2019, articolo a firma di Giovanna Vitale dal titolo «Rai, spazio all'allievo di Foa e Maglie «nuova Biagi»: idee per la tv sovranista») indicano in Sebastiano Caputo il conduttore/autore prossimo ad essere contrattualizzato dal direttore Freccero per il nuovo programma di informazione di Rai 2;
   considerato che:
    ad oggi non risulta mutata la politica aziendale che fa espresso divieto dei Pag. 160c.d. «primi utilizzi» e dell'alto numero di giornalisti professionisti a tempo indeterminato o sotto contratto di collaborazione;
    il vincolo della c.d. «chiara fama» non sembra potersi applicarsi al caso del signor Caputo, che risulta essere direttore responsabile di un sito «L'intellettuale dissidente», di un canale Youtube con 2800 iscritti e una media di visualizzazioni di cento utenti per filmato, di un account Twitter con 5893 follower e di una pagina con centomila follower con una media però di 10 commenti e 8 condivisioni per post che mal si sposa con il numero di follower (detto altrimenti: il numero di interazioni reali non corrisponde a quello dei follower). Nel curriculum vitae del Caputo non risultano peraltro significative esperienze tali da giustificare un primo utilizzo con un ruolo di primo piano nella più importante azienda culturale italiana;
    in ragione di quanto sopra esposto, allo scrivente appare lecito chiedere per quale ragione il direttore Freccero sia intenzionato a scegliere Sebastiano Caputo come autore/conduttore del programma in oggetto. (46/302)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si segnala che la stessa è basata su indiscrezioni di stampa ad oggi prive di fondamento.

  GARNERO SANTANCHÈ, CIRIANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   nella puntata della trasmissione televisiva «Alla Lavagna», andata in onda ieri sera su Rai Tre, è intervenuta Vladimir Luxuria che ha avuto la possibilità e l'opportunità, inoltre in piena fascia protetta, di affrontare i temi del transgender, facendone però un'indegna propaganda. Il tutto senza contraddittorio, ma piuttosto davanti ad una classe di bambini;
   rilevato che:
    la solita intellighenzia di sinistra aveva denunciato che il ’nuovo corso’ in Rai sarebbe stato improntato ai valori del sovranismo, della xenofobia e dell'intolleranza;
   considerato che:
    nella suddetta puntata, con l'intervento di Vladimir Luxuria, si è assistito ad un utilizzo indecente del Servizio pubblico che mai era stato piegato in maniera così spudorata ad interessi di parte;
   si chiede:
    che siano accertate le responsabilità per quanto accaduto;
    di conoscere secondo quali modalità le famiglie erano state informate che un tale argomento sarebbe stato trattato all'interno di quella puntata della trasmissione. (47/304)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  La puntata della trasmissione «Alla Lavagna» che ha visto come protagonista Vladimir Luxuria non era dedicata a «omofobia e bullismo» dal momento che il meccanismo del programma non prevede un tema specifico ma si basa sull'incontro tra un personaggio e la classe che pone le domande più varie.
  Le famiglie degli alunni erano state informate della presenza di Vladimir Luxuria alla puntata in questione e tutte hanno sottoscritto la relativa liberatoria.

  TIRAMANI, PILLON, BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   la puntata di sabato 19 gennaio del programma «Alla Lavagna !», trasmesso su Rai 3, ha visto come ospite-protagonista l'ex parlamentare di Rifondazione Comunista, Vladimir Luxuria (all'anagrafe Wladimiro Guadagno), transessuale e attivista dei diritti LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender);
   nel corso di tale puntata, Vladimir Luxuria ha raccontato il percorso che l'ha Pag. 161portata a mutare la sua identità sessuale, dinanzi agli sguardi piuttosto attoniti di bambini di 13 anni;
   considerato l'uditorio all'interno del programma nonché il pubblico a casa, costituito in entrambi i casi da giovanissimi, e considerata altresì la delicatezza dei temi trattati, alla Società Concessionaria si chiede di sapere:
   quale sia la valutazione compiuta in merito all'opportunità di invitare come ospite Vladimir Luxuria in ragione di quanto esposto in premessa, pur nell'ambito della libertà editoriale garantita a ciascuna trasmissione;
   se non condivida con gli interroganti l'inopportunità della scelta di invitare il citato ospite per parlare dei temi di cui sopra, in una trasmissione con dei minori giovanissimi quali protagonisti e spettatori della stessa;
   se la sig.ra Vladimir Luxuria, per la sua partecipazione al programma «Alla Lavagna !», abbia percepito un compenso, anche sotto forma di rimborso spese.
(48/304)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In merito all'interrogazione in oggetto, si riportano di seguito gli elementi predisposti dalla Direzione di Rai 3.
  Il format del programma «Alla Lavagna», mutuato dal francese «Au Tableau», e proposto a Raitre da Endemol Shine si basa sull'incontro tra una classe di ragazzini creata ad hoc e un personaggio celebre nel mondo della politica, del giornalismo e dello spettacolo. Luxuria, infatti, nel corso degli anni si è imposta come «personaggio televisivo» ospite in tanti programmi delle reti generaliste anche in fascia protetta e abbia avuto modo di raccontarsi ed esprimersi liberamente circa le sue scelte di vita. È del tutto evidente che Luxuria appartiene a quest'ultima categoria e come tale è stata scelta. Così come è del tutto evidente che il suo «personaggio» porta con sé anche la tematica che riguarda il suo dato esperienziale e di vita che è stato chiamato in causa dalle domande semplici e dirette dei ragazzini.
  La classe de «Alla lavagna !» ha potuto comprendere cosa succede nella vita di un «bambino» che si sentiva a disagio nella sua identità e tutte le difficoltà che ha dovuto superare nella scuola e nella famiglia. Questo racconto è stato fatto con assoluta delicatezza e senza presunzione ma semplicemente facendo capire ciò che era stato vissuto e come si è poi evoluto in un cammino di accettazione per diventare una persona adulta e matura. Lo scopo era circoscritto all'esperienza dell'intervistato, senza altri fini e senza l'intenzione di mancare di rispetto al pubblico che su un tema delicato come questo presenta opinioni e sensibilità diverse.
  Dalla non accettazione della propria immagine corporea agli atti di bullismo a scuola, dalla sofferenza e dalla solitudine alla rivelazione in famiglia, da un'aggressione subita all'indifferenza delle persone, dal desiderio di genitorialità al valore della diversità come ricchezza per tutti, sono stati questi i passaggi fondamentali di un confronto sicuramente di conoscenza dell’«altro».
  Nessuna teoria imposta, nessuna esaltazione della propria condizione, nessun elemento turbativo ma il sincero e, a tratti, commosso racconto che ha spiegato ai più piccoli, a casa e in aula, cosa c'era dietro la sua celebrità mediatica mettendosi in gioco col solo scopo di farsi capire e di far capire il senso di una condizione vissuta sin dall'infanzia.
  La prova alla lavagna che è consistita nello spiegare la parola «diversità» non si è tradotta in un appello ideologico aprioristico ma in un invito a considerare le differenze non come un motivo per generare pregiudizio ed esclusione ma come un'occasione per capire come ognuno è ricchezza per l'altro pur conservando la sua identità e la sua particolarità. In questo risiede un valore formativo che a prescindere dalle simpatie o antipatie per il «personaggio» Luxuria dovrebbe essere alla base di modelli educativi ispirati alla tolleranza e alla convivenza. I bambini che hanno partecipato Pag. 162alla puntata proprio nei commenti finali hanno testimoniato di essere stati colpiti proprio dagli episodi più eclatanti di discriminazione e violenza a prova del fatto che il miglior deterrente educativo contro questi fenomeni è parlarne apertamente e senza paludamenti ipocriti.
  Le stesse famiglie dei ragazzi partecipanti cui era stata chiesto il consenso per realizzare tale puntata hanno espresso tutte parere favorevole perché hanno considerato questa una importante occasione per i loro figli.
  Raitre assolve ad un compito che si ispira fortemente all'articolo 3 della Carta Costituzionale che indica con chiarezza l'ispirazione di fondo del progetto di coesione democratica del nostro Paese e della nostra società laddove si dice: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Ma anche tra i principi generali elencati dal Contratto di servizio 2018-2022, che all'articolo 2 punto b) impegna Rai a: «veicolare informazioni volte a formare una cultura della legalità, del rispetto della diversità di genere e di orientamento sessuale, nonché di promozione della famiglia, delle pari opportunità, del rispetto della persona, della convivenza civile, del contrasto ad ogni forma di violenza».
  Quanto alla specifica richiesta se Luxuria abbia percepito un compenso, si mette in evidenza che la Rai ha acquisito il programma da Endemol Shine, che gestisce – tra l'altro – i rapporti contrattuali con gli ospiti.