CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 novembre 2018
101.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00776 Siragusa: Sulla carenza di un regime sanzionatorio in caso di violazione dell'obbligo di iscrizione all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Al fine di promuovere l'iscrizione all'AIRE, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha lanciato una campagna informativa per sensibilizzare i connazionali residenti all'estero sull'importanza dell'iscrizione e dell'aggiornamento dei propri dati anagrafici presso gli Uffici consolari. Con tale iniziativa si è inteso comunicare che iscriversi all'AIRE non è soltanto un obbligo previsto dalla legge n. 470 del 1988, ma presenta anche vantaggi concreti, in termini di conoscenza e facilità di accesso ai servizi consolari, voto all'estero, rispetto degli adempimenti fiscali.
  Al di là degli aspetti positivi per i connazionali che si iscrivono, disporre di dati anagrafici aggiornati sui residenti all'estero consente, inoltre, di disporre di una più realistica fotografia delle nostre collettività all'estero, utile anche per agevolare una più efficace prestazione dei servizi consolari.
  Tale campagna di comunicazione, intitolata «6 buoni motivi per iscriversi all'AIRE», è stata veicolata sia in versione digitale, su web e social, sia in forma cartacea. Lanciata sul sito esteri.it e sugli account Twitter e Facebook della Farnesina, la campagna – valorizzata anche presso i media italiani con una nota stampa – è stata ripresa dai rispettivi siti web istituzionali delle Ambasciate e dei Consolati italiani. A dieci giorni dall'avvio, più di 161.000 utenti attraverso Facebook e 33.604 attraverso Twitter avevano già visualizzato la campagna. Per quanto riguarda le modalità per effettuare l'iscrizione all'AIRE, la campagna invitava i connazionali a individuare sul sito esteri.it il proprio Consolato e quindi a contattarlo.
  Poco dopo l'avvio della campagna è stato anche lanciato il nuovo portale «Fast It» (Farnesina Servizi Telematici per Italiani all'estero), che consente di inoltrare la richiesta di iscrizione all'AIRE e di variazione dell'indirizzo on-line. Ad oggi, sono circa 100 le Sedi all'estero che utilizzano il portale, con una copertura di oltre il 90 per cento del totale degli iscritti negli schedari consolari mondiali. La piattaforma ha già permesso di trattare sino a oggi oltre 126.200 pratiche.
  Dall'inizio dell'anno ad oggi, Fast It ha registrato 137.800 utenti e 385.000 visitatori, che hanno generato 8.500.000 visualizzazioni di pagina.
  Per quanto concerne le sanzioni in caso di violazione dell'obbligo di iscrizione all'AIRE, si precisa che la normativa nazionale già prevede sanzioni di tipo amministrativo per chi non ottempera agli obblighi anagrafici. Tuttavia, applicare sanzioni pecuniarie all'estero significa anche – nel caso di mancato pagamento – considerare la necessità di meccanismi per la riscossione coatta dei crediti, nient'affatto semplice da individuare nel contesto extra nazionale dove i poteri di ispezione e coercizione sono attenuati.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00952 Scalfarotto: Sulla tutela della comunità LGBT in Egitto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano, assieme ai partner dell'Unione europea, segue con estrema attenzione le questioni inerenti alla tutela dei diritti umani e alle condizioni dei componenti della comunità LGBTI in Egitto, e porta avanti azioni di sensibilizzazione discreta nei confronti delle autorità egiziane, al fine di aiutare il Paese a superare le criticità che vengono ancora riscontrate in questo ambito. L'Italia è fortemente impegnata nella promozione e tutela dei diritti umani e nella lotta contro ogni forma di discriminazione, incluse quelle basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere. L'impegno italiano in favore dei diritti delle persone LGBTI è inoltre confermato, oltre che dal recente ingresso nel «LGBTI Core Group», un gruppo interregionale di Paesi e organizzazioni che promuove questi temi in ambito Nazioni Unite, anche dalla partecipazione all’«Equal Rights Coalition» (ERC), piattaforma di cooperazione tra Paesi che mira allo scambio di informazioni e buone pratiche e al coordinamento dell'azione globale in tema di diritti LGBTI.
  In Egitto, benché l'omosessualità non sia esplicitamente punita dal codice penale, si sono registrati in passato episodi di discriminazione ai danni della comunità LGBTI. L'ultima ondata di arresti, seguita all'esposizione di una bandiera arcobaleno ad un concerto musicale nel settembre 2017 e conclusasi con un bilancio di 67 persone fermate, risulta ormai esaurita, mentre continuerebbero a registrarsi episodi di molestie subite in stazioni di polizia e carceri.
  Occorre tener presente che la normativa egiziana in materia di respingimenti alla frontiera presenta margini di opacità e solitamente le motivazioni della decisione di respingimento non vengono rese note, come riscontrato anche nel caso del Sig. Cossolo. La prassi osservata negli ultimi anni conferma che le Autorità di sicurezza – laddove dispongano di informazioni su posizioni da parte di specifici individui contrarie all'Egitto su qualsiasi tema - possono disporre il respingimento alla frontiera, a prescindere dall'ottenimento del visto prima della partenza o all'arrivo in aeroporto.
  L'Ambasciata italiana a Il Cairo e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sono stati informati della vicenda del connazionale Felice «Felix» Cossolo, solo dopo che questi era rientrato in Italia, tramite una comunicazione del suo legale contenente una richiesta di chiarimenti e di intervento presso le Autorità egiziane. A seguito di tale comunicazione, la nostra Rappresentanza diplomatica a Il Cairo ha chiesto formalmente al Ministero degli esteri egiziano di poter conoscere le motivazioni del respingimento in frontiera del Signor Cossolo. Al momento le autorità egiziane non hanno ancora fornito un riscontro a tale richiesta. Nei prossimi giorni è in programma un incontro dell'Ambasciatore d'Italia con l’Assistant Foreign Minister per gli Affari Consolari, durante il quale potrà essere sollevata e approfondita la vicenda in questione.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01011 Boldrini: sulla posizione del Governo italiano in merito al Global compact for safe, orderly and regular migration.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Global Compact sulla migrazione sicura, ordinata e regolare rappresenta, insieme al separato Global Compact per i rifugiati, il principale seguito della Dichiarazione di New York sui migranti e sui rifugiati del settembre 2016.
  Il documento, che non è giuridicamente vincolante e che non contiene alcun impegno finanziario obbligatorio, sarà adottato in occasione della Conferenza Intergovernativa di Marrakech del 10 e 11 dicembre. Il Global compact rappresenta una piattaforma di cooperazione tra i Paesi partecipanti per la gestione delle migrazioni a livello internazionale secondo un approccio multidimensionale.
  L'Italia, in virtù della centralità delle tematiche migratorie per gli interessi nazionali, ha partecipato attivamente nel corso dei negoziati, contribuendo all'inclusione nel testo finale delle principali priorità italiane, a partire dal principio della condivisione degli oneri nella gestione dei fenomeni migratori e della rafforzata cooperazione tra Paesi di origine, transito e destinazione.
  Nel documento sono recepiti questi princìpi di responsabilità condivisa, principi di partenariato con i Paesi di origine e di transito e la necessità di contrasto ai trafficanti di esseri umani; c'è anche l'obbligo per gli Stati di origine di riammettere i propri cittadini. Sono una serie di elementi che noi cerchiamo di portare avanti, anche nell'ambito del confronto in sede di Unione europea.
  Durante la seduta di question time della scorsa settimana in Aula Camera, in risposta ad un quesito circa questo accordo, il Ministro Moavero Milanesi ha annunciato un approfondimento in sede di Governo, prima di procedere alla conclusione eventuale dell'accordo stesso, tenendo conto, anche, degli stimoli parlamentari.
  Come ha oggi stesso precisato il Presidente del Consiglio, il Global Migration Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini: il Governo ritiene quindi opportuno parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all'esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi, il Governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-01012 Suriano: Sulla proposta avanzata dal Governo russo di rilancio del negoziato per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  È ferma convinzione del Governo italiano che non potrà esservi stabilizzazione nel Medio Oriente senza una soluzione del contenzioso israelo-palestinese. In quest'ottica, costante è il nostro impegno per far sì che il tema rimanga prioritario nell'agenda internazionale.
  Il Governo ritiene che sia essenziale rilanciare un efficace processo negoziale tra israeliani e palestinesi ed incoraggia tutte le parti in causa a recuperare lo spirito e la visione degli accordi di Oslo, per la realizzazione di due Stati che convivono in un contesto di reciproco riconoscimento, pace e sicurezza.
  L'Italia sostiene con determinazione l'esigenza di operare affinché tale prospettiva resti concreta, in piena aderenza con la posizione europea e al consenso internazionale maturato nell'ambito delle Nazioni Unite, incluso con riferimento a Gerusalemme il cui status andrà concordato tra le Parti attraverso i negoziati.
  Coerentemente con questa posizione, il Governo invita entrambe le Parti ad evitare qualsiasi atto o provocazione che possa alimentare tensioni sul terreno, e ad agire per costruire un clima di fiducia reciproca.
  Per tali ragioni, l'Italia guarda con favore a ogni iniziativa diplomatica, inclusa l'azione del Quartetto le cui raccomandazioni contenute nel Rapporto pubblicato nel luglio 2016 rimangono pienamente valide, volta e propiziare la ripresa del dialogo tra le Parti finalizzata a trovare una soluzione della questione palestinese sulla base del diritto internazionale e delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-01013 Quartapelle Procopio: Sulla posizione del Governo italiano sui recenti sviluppi della crisi tra Ucraina e Russia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia – anche nelle sue vesti di Presidenza OSCE – ha rivolto sin da subito attenzione ed espresso preoccupazione in merito ai recenti sviluppi nell'area del Mare di Azov e dello Stretto di Kerch. Abbiamo infatti provveduto, su richiesta ucraina, alla convocazione di un Consiglio Permanente OSCE straordinario, che si è tenuto il 26 novembre a Vienna. Il Ministro Moavero Milanesi inoltre, attraverso una dichiarazione congiunta con il Segretario Generale dell'OSCE Thomas Greminger, ha invitato le parti coinvolte a profondere ogni sforzo diplomatico e politico per evitare una ulteriore escalation della situazione con rischi di ulteriore destabilizzazione dell'intera regione. Il Ministro ha in particolare rivolto a Mosca e Kiev un appello ad astenersi dall'uso della forza e a comporre le controversie mediante il ricorso a mezzi pacifici, nel pieno rispetto del diritto internazionale, dei princìpi e degli impegni in ambito OSCE e nel pieno rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dei Paesi.
  Sulla vicenda restiamo strettamente coordinati con i nostri partner UE, NATO e G7, nonché con i membri europei del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Desidero in particolare ricordare che l'Italia, alla stregua dei suoi alleati e della comunità internazionale tutta, non riconosce la sovranità russa sulla Crimea ovvero sugli Stretti di Kerch.
  Ferma restando la nostra posizione sull'illegalità delle azioni russe, il nostro principale obiettivo è trasmettere alle parti coinvolte un appello forte e coeso alla de-escalation, evitando scelte o attività che possano ulteriormente esacerbare i rapporti fra le parti, e soprattutto compromettere il nostro dialogo con le stesse, essenziale ai fini del raggiungimento di una soluzione concreta e condivisa.
  Quanto alla missione di Monitoraggio Speciale OSCE – il cui mandato è stato rinnovato nel marzo 2018 per la durata di un anno –, essa sin dallo scorso aprile riferisce sulle conseguenze (economiche e di sicurezza) derivanti dall'attuale stato di tensione nel mare di Azov sulle regioni ucraine più direttamente interessate, e sulle quali è in grado di raccogliere dirette informazioni. Tale attività di monitoraggio, di cui abbiamo a più riprese ribadito l'importanza per la riduzione delle tensioni sul terreno, avviene quotidianamente, mediante rapporti pubblici ed è quindi destinata a continuare.