CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 novembre 2018
88.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00910 Murelli: Indebita percezione della NASpI da parte di lavoratori stagionali stranieri.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione dell'Onorevole MURELLI si fa presente quanto segue:
   Innanzitutto voglio ricordare che la NASpI spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato e che hanno perduto involontariamente l'occupazione, quindi costituisce al momento la principale misura di sostegno al reddito dei lavoratori in difficoltà, pertanto c’è grande attenzione da parte del Governo affinché l'istituto della NASpI non sia esautorato a causa di soggetti i cui comportamenti di fatto li fanno incorrere nella perdita dei requisiti per la corresponsione della stessa.

  Come richiamato dalla stessa Onorevole interrogante nella sua premessa, l'INPS ha intensificato notevolmente i controlli passando dal precedente sistema campionario ad un completo censimento delle domande di disoccupazione presentate, incrociando i dati con quelli in possesso dei centri per l'impiego, peraltro in via di potenziamento, con la conseguenza che se il lavoratore stagionale non ha corredato la sua domanda di NASpI dell'adeguata documentazione richiesta o non ha fatto il dovuto passaggio con il Centro per l'impiego competente per la comunicazione del suo status di disoccupato, prima e dopo la presentazione della suddetta domanda, si procederà ad un accertamento d'ufficio atto a verificare i requisiti previsti ed eventualmente, alla perdita del beneficio.
  Tale revisione del sistema dei controlli sta portando ad una riduzione delle condotte illecite con le dovute conseguenze, ma certamente ancora molto ci sarà da fare per scoraggiare i comportamenti richiamati dall'interrogante.
  È intendimento del Governo porre in essere tutte quelle iniziative utili a contrastare un fenomeno che porta a dispendere risorse pubbliche destinate a persone in difficoltà, penso soprattutto ai nostri giovani lavoratori stagionali, verso taluni soggetti che non ne avrebbero diritto.

Pag. 73

ALLEGATO 2

5-00907 Epifani: Incentivi in favore dei medici dell'INPS che negano o revocano prestazioni sociali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione in esame, concernente gli «Obiettivi produttivi ed economico finanziari dei professionisti e medici» contenuti nel Piano Performance 2018-2020 dell'Inps, rappresento quanto segue.
  Il Piano della performance, predisposto ogni anno ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo del 27 ottobre, n. 150, illustra il processo di gestione del c.d. ciclo della performance, ed è adottato in vista del raggiungimento degli obiettivi dell'istituto in coerenza con la programmazione finanziaria e di bilancio.
  Il Piano definisce gli indicatori utili per la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della performance, nell'ottica del miglioramento della qualità dei servizi offerti e della valorizzazione del merito personale.
  Il Piano della performance 2018-2020 dell'Inps è stato approvato con determinazione presidenziale n. 24 del 13 marzo 2018.
  Detta determinazione risulta esaminata dal Collegio dei sindaci dell'istituto. Tanto si ricava dal verbale n. 11 del 20 marzo 2018 dal quale si evince che l'organo di controllo non ha espresso rilevazioni in ordine allo specifico argomento degli «obiettivi produttivi ed economico finanziari dei professionisti e medici».
  Il Ministero della salute, per sua parte, sul presupposto che gli obiettivi in riferimento potessero avere un impatto sui professionisti coinvolti, da un punto di vista deontologico, visto anche il dissenso espresso in merito dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCEO), ha ritenuto di dover chiedere chiarimenti all'INPS sulla vicenda. Detti chiarimenti risultano pervenuti al Ministero della salute attraverso nota n. 654/spm/p del 10 ottobre 2018.
  A richiesta poi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'Inps ha fatto pervenire, in data 18 ottobre 2018, chiarimenti intesi ad evidenziare che gli obiettivi oggetto dell'interrogazione, delineati nell'ambito del Piano delle performance, non inciderebbero sull'autonomia tecnico-professionale dei medici interessati. Ciò in quanto a dispetto della formulazione apparentemente generica «Revoche prestazioni invalidità civile», le prestazioni a cui ci si riferisce riguardano casi ben definiti ed estremamente circoscritti. In particolare, l'Inps ha evidenziato che la locuzione «revoche prestazioni invalidità civile» si riferisce ad un settore dell'attività assistenziale, ovvero alle cosiddette «revisioni ordinarie», un'attività, trasferita dalle ASL nel 2014, relativa ad una precisa fattispecie, quella caratterizzata dal precedente intervento di Commissioni mediche che hanno riconosciuto il diritto ad una prestazione «a termine» prevedendo espressamente la «rivedibilità» del giudizio dopo un certo numero di anni nella prospettiva di un possibile miglioramento dello stato morboso.
  In riferimento, poi, alla rilevanza dell'obiettivo «revoche» rispetto alla retribuzione accessoria, l'istituto ha evidenziato che il vigente Contratto Collettivo Nazionale Integrativo stabilisce che la retribuzione accessoria è composta dalla performance individuale (30 per cento) e dalla performance organizzativa (70 per cento). Pag. 74Più in particolare, nell'ambito della performance organizzativa, che valuta i risultati conseguiti a livello di struttura, rientra anche l'indicatore finanziario oggetto dell'interpellanza che incide per l'1,7 per cento sulla retribuzione totale del professionista. A tal proposito, l'Inps ha evidenziato che, vista la bassa incidenza dell'indicatore in questione sulla performance complessiva, e tenuto conto del fatto che la valutazione avviene a livello regionale con il contributo di tutti i professionisti, l'azione del singolo non sembra incidere in maniera rilevante sul risultato finale della retribuzione attesa.
  Pur riconoscendo, dunque, la necessità della programmazione dell'istituto in vista della valutazione dei medici Inps, questo Governo reputa come fondamentali – e da anteporre ad ogni principio economico o finanziario – valori come il rispetto della vita, della salute pubblica e della dignità dell'individuo.
  Inoltre, l'Inps, a seguito delle osservazioni espresse anche in relazione alla reale incidenza dell'indicatore, ha peraltro evidenziato che le competenti strutture dell'istituto hanno avviato una «puntuale verifica dell'efficacia dell'indicatore in argomento finalizzata a valutarne l'opportunità di una revisione».
  A tal proposito, il Governo si impegna a seguire con attenzione le iniziative che saranno intraprese a riguardo dall'istituto e a vigilare affinché sia garantito il rispetto dei principi costituzionali, in particolare dell'articolo 32 della Costituzione italiana, e l'aspetto deontologico connesso alla professione medica.

Pag. 75

ALLEGATO 3

5-00908 Serracchiani: Criteri per l'individuazione dei lavoratori dell'impianto Ilva di Taranto che dal 1o novembre 2018 sono passati alle dipendenze di ArcelorMittal.

TESTO DELLA RISPOSTA

  È noto a tutti come la procedura di trasferimento dei complessi aziendali facenti capo al Gruppo Ilva, in favore della società ArcelorMittal, sia stata contrassegnata da momenti di stallo giustificati dall'esigenza di fugare ogni dubbio in ordine alla legittimità della stessa.
  L'esigenza di garantire il risanamento ambientale del sito, nonché di salvaguardare i livelli occupazionali coinvolti in tale vertenza, ha spinto questo Governo a richiedere maggiori garanzie ed impegni al Gruppo ArcelorMittal.
  Per raggiungere questi due obiettivi si è deciso di utilizzare uno strumento già rodato, quello della concertazione con tutte le parti coinvolte nella vicenda. Una metodologia che ha portato ai risultati sperati, contenuti nell'accordo sindacale dello scorso 6 settembre che, tra le altre cose, ha previsto:
   l'impegno di ArcelorMittal ad assumere alle proprie dipendenze, a far data dal 1o novembre 2018, un numero di lavoratori, pari a 10.700 unità, già impiegati alle dipendenze della società del Gruppo Ilva;
   l'impegno, da parte di quest'ultimo, di costituire un fondo, dall'importo di 250 milioni di euro, in favore di ArcelorMittal, per dare corso a specifiche procedure di incentivazione all'esodo volontario, per tutti gli organici che non saranno assunti da ArcelorMittal;
   l'impegno di ArcelorMittal di formulare una proposta di assunzione a tempo indeterminato in favore di tutti i lavoratori che risultino ancora impiegati presso le società del Gruppo Ilva, e che siano rimasti continuativamente alle dipendenze delle medesime società dalla data di avvio del rapporto di affitto.

  La bontà di tale accordo rifletti i suoi effetti anche sul piano ambientale, dato che, rispetto a quanto sancito nel contratto stipulato in data 28 giugno 2017, ArcelorMittal si è resa disponibile ad assumere taluni impegni migliorativi ed aggiuntivi su tale questione.
  Con riferimento al quesito posto, segnalo che gli uffici di Ilva in amministrazione straordinaria hanno comunicato che «In data 1o novembre ultimo scorso sono state formalizzate le lettere di distacco ai dipendenti individuati da ArcelorMittal in applicazione di quanto previsto dall'Accordo del 6 Settembre. I criteri utilizzati da ArcelorMittal per la scelta dei lavoratori sono stati quelli definiti tra le parti sociali in sede di Accordo ma, da subito, le OO.SS. hanno manifestato critiche e perplessità’ sostenendo la non corretta applicazione di detti criteri».
  In qualità di Rappresentante di Governo voglio sottolineare che visti i risultati raggiunti in questa complessa e delicata trattativa, di certo non lasceremo che gli impegni siglati in questi tavoli vengano disattesi, e men che meno che a fame le spese siano i lavoratori che nel corso degli ultimi anni si sono spesi per la tutela della salute e dell'ambiente.
  Questo tema sarà, peraltro, oggetto di specifico esame nel corso del previsto incontro di monitoraggio tra ArcelorMittal, Ilva e Organizzazioni sindacali, fissato dal Mise in data odierna.

Pag. 76

ALLEGATO 4

5-00909 Fatuzzo: Mancato riconoscimento della pensione di inabilità a favore di soggetti in possesso dei requisiti di legge.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione in oggetto, concernente l'erogazione delle pensioni di inabilità, e nello specifico il caso del pensionato evidenziato dall'onorevole interrogante, rappresento quanto segue.
  La pensione di inabilità è «una prestazione economica, erogata a domanda dall'INPS, in favore dei lavoratori per i quali viene accertata l'assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa».
  Com’è noto la pensione di inabilità, istituita con l'articolo 12 della legge del 30 marzo 1971 n. 118, è concessa ai mutilati ed invalidi civili di età compresa tra i diciotto e i sessantacinque anni, oggi 66 anni e 7 mesi in virtù dell'adeguamento della speranza di vita, nei cui confronti sia stata riconosciuta una inabilità lavorativa totale e permanente del 100 per cento (invalidi totali).
  La concessione della pensione per inabilità richiede che, oltre al requisito sanitario, vengano verificati altri requisiti socio economici, ovvero: reddito non superiore ai limiti di legge; residenza stabile ed abituale nel territorio dello Stato; cittadinanza italiana; età dai 18 anni ai 65 anni (oggi 66 anni e 7 mesi).
  Ciò premesso, affinché la prestazione venga messa in pagamento, il cittadino deve comunicare alla Sede INPS i propri dati anagrafici, nonché le coordinate bancarie necessarie ai fini dell'accredito della pensione stessa. Dalla ricezione delle suddette informazioni, l'istituto ha a disposizione 120 giorni per liquidare la prestazione.
  Per quanto riguarda l'accertamento medico-legale per la sussistenza dei requisiti, segnalo che tale attività, affidata alle Commissioni mediche ASL, è stata trasferita all'INPS dal 1o gennaio 2007 (legge 2 dicembre 2005, n. 248).
  Dall'interrogazione emerge che la visita del cittadino fu effettuata presso la competente Commissione ASL di Milano 3 in data 4 aprile 2003.
  Alla luce di quanto esposto, l'INPS ha reso noto che la situazione rappresentata dall'onorevole interrogante attiene a un periodo nel quale l'istituto non era coinvolto nell'accertamento del requisito sanitario in parola, né aveva la gestione della fase concessoria della prestazione.
  In riferimento al caso specifico del pensionato citato dall'onorevole interrogante, il Governo si impegna a richiedere ulteriori accertamenti agli Istituti competenti fornendo nel più breve tempo possibile informazioni dettagliate.

Pag. 77

ALLEGATO 5

7-00016 Costanzo e 7-00063 Gribaudo: Iniziative volte a garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali presso l'azienda Comdata S.p.a.

TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XI Commissione,
   premesso che:
    Comdata group, azienda fondata a Torino nel 1987, è oggi una multinazionale che offre servizi di assistenza clienti, back office e gestione del credito, specializzata in Italia nel settore della telefonia fissa e mobile; opera in 26 Paesi nel mondo, con oltre 42.000 dipendenti, 7.200 dei quali in dieci sedi italiane, di cui l'80 per cento a tempo indeterminato, il 10 per cento con contratto di somministrazione e il 10 per cento con contratti a progetto;
    ai propri collaboratori, Comdata applica prevalentemente il contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni;
    nel 2007, l'azienda acquisisce la struttura assistenza clienti di Vodafone, con la clausola di mantenere per dieci anni la commessa di servizio e di assicurare la permanenza dei lavoratori ex Vodafone, con lo stesso contratto e nelle medesime sedi;
    in data 27 novembre 2017, le sigle sindacali presenti sul territorio piemontese hanno illustrato, durante un'audizione presso il Comune di Torino, le condizioni dei lavoratori nell'azienda. Nello specifico, hanno posto l'attenzione sul crescente utilizzo di lavoratori somministrati, con impatti negativi sugli orari di lavoro del restante personale, sulla formazione «a gettone» fuori dall'orario lavorativo per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, sul ricorso unilaterale da parte dell'azienda allo smaltimento di ferie e permessi in caso di mancanza di lavoro, sui licenziamenti incentivati e sull'introduzione di software, nei computer aziendali, atti a misurare la lunghezza delle pause lavorative;
    come evidenziato dalle sigle sindacali, la formazione cosiddetta «a gettone» e il ricorso unilaterale da parte dell'azienda allo smaltimento di ferie e permessi in caso di mancanza di lavoro non risultano previsti né dal contratto collettivo nazionale di riferimento, né da nessuna contrattazione di secondo livello;
    le criticità segnalate all'amministrazione comunale di Torino hanno fatto sì che i vertici aziendali fossero convocati in consiglio comunale in data 22 gennaio 2018 dalla giunta torinese;
    nel corso di tale incontro, Comdata S.p.a. ha dichiarato buone condizioni di salute dei siti del territorio e la volontà di mantenere in Piemonte il perimetro delle sedi, presenti, oltre che a Ivrea, anche a Torino e Asti;
    il 1o marzo 2018 è apparso su «Il Sole 24 ore» un articolo in cui si prospettava un'eventuale cessione di Comdata da parte del maggiore azionista di Comdata Group, il fondo americano Carlyle, nella seconda parte dell'anno;
    il processo di riorganizzazione e razionalizzazione della sede di Ivrea ha avuto inizio a febbraio 2018, con l'improvvisa interruzione di 170 contratti di somministrazione interinali, ai quali hanno Pag. 78fatto seguito altri 60 contratti sospesi nelle settimane successive, per un totale di 230 contratti interrotti;
    nel mese di marzo 2018 è stato imposto ai dipendenti di esaurire tutte le ferie e i permessi retribuiti precedentemente al gennaio 2018 per far fronte al dimezzamento di attività della commessa Tim, la principale per il sito di Ivrea;
    il 23 marzo 2018, nonostante l'accettazione da parte dei lavoratori delle condizioni citate, la società Comdata S.p.a. ha annunciato per iscritto la volontà di ricorrere con urgenza all'intervento del fondo di integrazione salariale (FIS), ammortizzatore sociale destinato a chi non fruisce della cassa integrazione, per 363 lavoratori e per 13 settimane a zero ore, a causa di una contrazione temporanea dei volumi di lavoro su un'importante commessa del comparto Telecomunicazioni nella propria sede di Ivrea;
    il 27 marzo 2018 è stato siglato un accordo tra azienda e sindacati: il Fondo di integrazione salariale è stato richiesto a zero ore fino al 2 luglio 2018, con un accordo verbale al 50 per cento per il solo mese di aprile 2018;
    ad aprile 2018, l'azienda acquisisce la francese Cca International, con l'obiettivo di raggiungere nell'anno la soglia di 1 miliardo di euro di fatturato a livello globale, dimostrando la salute del gruppo e le possibilità di investimento; il bilancio positivo di Comdata non motiva decisioni di taglio del costo del lavoro;
    nel 2018, Comdata ha fatto inoltre il suo ingresso nel mercato albanese, attraverso l'acquisizione di Intercom Data Service (IDS), We Web e CC Tirana, con la prospettiva di assumere 3000 nuovi dipendenti nei prossimi anni, con potenziale arrivo a 10.000 unità;
    in data 4 maggio 2018, l'azienda Comdata S.p.a. ha annunciato un piano di riorganizzazione e di razionalizzazione; la riorganizzazione aziendale si sostanzia nella necessità di porre in essere interventi volti a fronteggiare inefficienze della struttura gestionale, commerciale o produttiva del datore di lavoro nell'ambito di un programma finalizzato in ogni caso a un consistente recupero occupazionale;
    successivamente, Comdata ha presentato ai sindacati un piano di consolidamento che, alla fine dell'estate, avrebbe portato il gruppo a una crescita di 220 dipendenti, con la creazione di posti di lavoro nelle sedi di Cagliari e Lecce come conseguenza di un accordo con Fastweb sulla re-internalizzazione di parte del lavoro attualmente svolto in una sede estera;
    il medesimo piano di consolidamento ha tuttavia previsto la chiusura dei siti produttivi di Padova e Pozzuoli, con l'apertura delle procedure di licenziamento per 264 lavoratori, affermando in particolare per la sede campana l'impossibilità di equilibrio economico a causa del costo del lavoro; la decisione arriva alla scadenza dei dieci anni di garanzie legate alla cessione della struttura Vodafone;
    una delegazione di lavoratori della sede di Ivrea è stata ricevuta nella mattinata di martedì 15 maggio 2018 in regione Piemonte per un confronto con le istituzioni locali volto a illustrare le preoccupazioni per il futuro occupazionale dell'azienda; durante l'audizione, una lavoratrice ha spiegato come Comdata abbia motivato il fondo integrativo salariale per 13 settimane a causa del dimezzamento della commessa di Telecom;
    lo scorso 30 luglio, la procedura di licenziamento collettivo è stata definita positivamente con un accordo firmato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che riduce, da 225 a 100, i lavoratori in esubero; l'intesa sottoscritta dalle parti prevede, altresì, che la risoluzione dei rapporti di lavoro avvenga secondo l'esclusivo criterio della non opposizione del lavoratore al licenziamento stesso con tempistiche diverse per i due siti: in particolare, a far data dal 2 agosto 2018 ed entro il termine massimo del 31 luglio 2019 per la sede di Padova ed entro il 31 marzo 2019 per la sede di Pozzuoli; la società si è, inoltre, dichiarata disponibile Pag. 79a corrispondere ai lavoratori che non si opporranno al licenziamento misure di incentivo all'esodo;
    al fine di ridurre il numero degli esuberi la medesima società ha, altresì, offerto ai lavoratori interessati trasferimenti presso le altre unità produttive aziendali dove vi sia possibilità di utile ricollocazione, oltre a un servizio di outplacement fornito da società specializzata;
    congiuntamente agli strumenti per la gestione degli esuberi anzidetti, la società, le organizzazioni sindacali e le R.S.U. hanno concordato sulla necessità di richiedere per le due diverse sedi distinti strumenti di sostegno al reddito:
   per la sede di Padova, l'intervento del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) nella forma dell'assegno di solidarietà per la durata di 12 mesi a decorrere dal 2 agosto 2018;
   per la sede di Pozzuoli, l'intervento del FIS, nella forma dell'assegno ordinario in relazione alla causale di crisi aziendale, a far data dal 1o ottobre 2018 e fino al 31 marzo 2019;
   il 24 settembre 2018, al ritorno dal fine-settimana, i lavoratori di Pozzuoli hanno trovato la sede dell'azienda svuotata delle postazioni di lavoro, smontate e portate via in loro assenza;
   con lo smantellamento anticipato della sede campana, appare grave da parte di Comdata il comportamento nei confronti dei lavoratori, che, a giudizio dei firmatari del presente atto, prefigura un mancato rispetto dell'accordo firmato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché la volontà di disattendere totalmente l'impegno a ricercare una nuova sede nell'area per portarvi nuove commesse al termine del periodo di FIS;
   per la sede di Pozzuoli, la Regione Campania ha reso noto che l'assessorato regionale al lavoro ha incontrato, il 26 settembre e il 1o ottobre, le rappresentanze sindacali e l'azienda,

impegna il Governo:
   ad assumere tutte le iniziative di competenza affinché Comdata S.p.a. garantisca i livelli occupazionali attualmente presenti nei siti italiani e il pieno rispetto dell'accordo siglato il 30 luglio 2018 presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali da parte di Comdata, con particolare attenzione per le sedi di Padova e Pozzuoli, situata quest'ultima in un'area di forte crisi occupazionale;
   a favorire esclusivamente iniziative di outplacement volte a permettere la riconversione occupazionale dei lavoratori verso impieghi con reale prospettiva di continuità;
   a predisporre iniziative, anche di carattere normativo, affinché le aziende che ricevono finanziamenti pubblici siano tenute a perseguire l'obiettivo di mantenere la loro attività sul suolo italiano, evitando di delocalizzare stabilimenti all'estero;
   a promuovere il più celermente possibile incontri istituzionali volti a ricevere informazioni più precise rispetto agli obiettivi del gruppo Comdata e a definire strategie volte a offrire garanzie occupazionali ai lavoratori interessati dalle misure di razionalizzazione e di riorganizzazione poste in essere dalla società;
   a verificare l'uso dei finanziamenti pubblici ricevuti dall'azienda Comdata S.p.a. e la tipologia di formazione effettuata con fondi pubblici;
   ad assumere le opportune iniziative di competenza affinché, anche in considerazione dell'ottimo stato di salute dell'azienda, siano riviste le decisioni in merito all'attivazione da parte del gruppo Comdata S.p.a. degli ammortizzatori sociali per un terzo della sua forza lavoro sul sito di Ivrea, anche promuovendo presso l'azienda Comdata S.p.a. lo sviluppo di una strategia che contempli l'innovazione e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.
(8-00005) «Costanzo, Gribaudo, Serracchiani, Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura, Viscomi, Zan, Migliore».