CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 novembre 2018
88.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00100 Grande: Sull'impegno internazionale a sostegno della cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    il 19 giugno 2009, la cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi è stata presa in custodia dalla polizia, nel suo villaggio del Punjab, con l'accusa di aver offeso il profeta Maometto. Da quel momento, la donna ha vissuto in carcere, spesso in isolamento;
    l'11 novembre 2010, Asia Bibi è stata condannata a morte per blasfemia. La sentenza è stata confermata in appello dall'Alta Corte di Lahore nell'ottobre 2014, ma l'esecuzione della sentenza è stata sospesa;
    l'8 ottobre 2018, dopo un'udienza durata oltre tre ore e mezza, la Corte Suprema ha deciso di rinviare la decisione finale senza annunciare una data. La scelta del rinvio sarebbe stata dettata dalla necessità di verificare le clausole di diritto;
    l'assoluzione della donna cristiana Asia Bibi da parte della Corte Suprema è avvenuta il 31 ottobre scagionandola dall'accusa di blasfemia per la quale era stata condannata a morte. Il rilascio della donna non è peraltro ancora avvenuto e sembra essere stato ritardato proprio a causa delle reiterate proteste dei manifestanti. Le scuole e le università sono rimaste chiuse per tre giorni, dopo che Khadim Hussain Rizvi, leader del partito radicale islamico Tehreeke-Labbaik, aveva esortato i suoi seguaci a continuare proteste e sit-in;
    l'assoluzione di Asia Bibi è arrivata dopo quasi 10 anni e un calvario giudiziario che ha mobilitato mezzo mondo;
    Asia Bibi è moglie e madre di 5 figli. A supporto della sua causa si è sviluppato un movimento globale che ha dato battaglia per la sua liberazione: Asia Bibi è diventata, suo malgrado, l'icona di un movimento che chiede la cancellazione del reato di blasfemia in Pakistan e il simbolo della persecuzione dei cristiani nel mondo. Per questi motivi, Asia ha attirato su di sé l'ira dei fondamentalisti islamici che ne vorrebbero la morte;
    il partito islamista pakistano Tehreek-e-Labbaik (TLP) ha fatto sapere che in caso di assoluzione e quindi mancata condanna, avrebbe considerato di ritornare in piazza per chiedere l'impiccagione della donna;
    il partito ha minacciato anche i giudici della Corte Suprema chiamati a decidere sul suo caso, prospettando per loro una « fine orribile « in caso di assoluzione;
    il TLP ha innalzato a « martire « ed « eroe « Mumtaz Qadri, l'uomo che nel 2011 uccise l'ex governatore musulmano della provincia del Punjab, Salman Tasir, ritenuto colpevole proprio di aver difeso Asia Bibi;
    l'avvocato di Asia Bibi, Saif ul-Malook, è stato costretto ad espatriare per timore per la propria incolumità, lasciando in Pakistan la propria famiglia, anch'essa in pericolo;Pag. 24
    secondo fonti di stampa, il Governo pachistano starebbe preparando un piano di evacuazione della donna verso un luogo sicuro, probabilmente fuori dai confini nazionali,

impegna il Governo

a favorire la protezione di Asia Bibi e della sua famiglia a seguito dell'assoluzione dall'accusa a lei imputata, mantenendosi in costante coordinamento con tutti gli Stati interessati anche per eventualmente facilitarne il trasferimento in luogo sicuro.
(8-00007) «Grande, Sabrina De Carlo, Lupi, Valentini, Formentini, Boldrini, Quartapelle Procopio».

Pag. 25

ALLEGATO 2

5-00905 Boldrini: Sull'esenzione dell'Italia dall'applicazione delle sanzioni imposte dall'Amministrazione degli Stati Uniti all'Iran.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano conferma il suo sostegno all'attuazione del JCPoA, quale elemento dell'architettura di non proliferazione nucleare globale, in grado di contribuire alla stabilità nella regione. Assieme agli altri partner europei, non condividiamo la decisione dell'Amministrazione Trump di uscire dall'accordo e la conseguente imposizione di nuove misure restrittive all'Iran. In particolare, abbiamo manifestato forte perplessità e preoccupazione per gli effetti extraterritoriali delle sanzioni, suscettibili di colpire direttamente interessi di imprese italiane ed europee.
  A seguito dell'entrata in vigore della seconda tranche di misure sanzionatorie (che colpiscono più direttamente il settore energetico ed in particolare il commercio di idrocarburi), l'Amministrazione USA ha indicato di ritenere temporaneamente esentate dagli effetti delle misure restrittive sette Paesi, fra i quali il nostro, e l'isola di Taiwan. L'annuncio dovrebbe essere seguito, già nei prossimi giorni dalla pubblicazione del relativo ordine sulla Gazzetta Ufficiale (Federal Register).
  Sulla base delle informazioni acquisite presso gli interlocutori statunitensi, la deroga consentirà alla Banca Centrale iraniana di poter ricevere pagamenti riguardanti operazioni commerciali relative a petrolio su un conto corrente monitorato, dal quale potranno essere prelevati fondi solo a copertura di transazioni commerciali di carattere umanitario (ad esempio beni alimentari o medicinali) o beni prodotti in Italia. Terminati i sei mesi, i fondi residui potranno essere impiegati, sempre sotto monitoraggio, solo per acquisto di beni destinati a venire incontro a necessità umanitarie.
  Il Governo italiano ha accolto la decisione americana come un credito di fiducia verso un Paese ed un Governo che si è mostrato cooperativo con l'Amministrazione USA, che ha sempre ricercato la via del dialogo e che ha favorito la soluzione di problematiche evocate dalle nostre imprese attraverso il confronto ed il pragmatismo. Questo approccio costruttivo è stato riconosciuto anche dagli interlocutori USA, che hanno confermato – anche a livello tecnico – la disponibilità a continuare ad interloquire direttamente con le nostre imprese per cercare soluzioni a possibili problematiche nascenti dall'attuazione delle sanzioni USA, nell'ambito di un dialogo trasparente e positivo.
  Non risultano invece altre condizioni poste da parte americana, il cui obiettivo, chiarito ancora prima dell'entrata in vigore delle sanzioni, è quello di poter giungere all'azzeramento delle importazioni di greggio dall'Iran da parte dei Paesi clienti.
  Nonostante la deroga accordata da parte americana, l'Italia prosegue il lavoro avviato assieme ai partner UE alla ricerca di strumenti da affiancare alle prime misure già adottate per contrastare gli effetti del regime sanzionatorio contro nei confronti di Teheran. Proseguono infatti nei competenti gruppi tecnici le discussioni per la creazione di uno «special purpose vehicle/SPV» per facilitare transazioni finanziarie legittime con l'Iran, così consentendo alle imprese italiane ed europee di continuare a commerciare con l'Iran in conformità con la legislazione dell'Unione europea.

Pag. 26

ALLEGATO 3

5-00903 Quartapelle Procopio e 5-00904 Lupi: Sui recenti sviluppi della vicenda relativa alla cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Abbiamo visto tutti che in queste ultime ore si sono succedute svariate notizie sulla sorte di Asia Bibi e sulla sua presunta partenza dal Pakistan. Tuttavia, il ministero degli Esteri pakistano ha smentito che Asia Bibi sia partita per l'estero. Si troverebbe in una località segreta in Pakistan. In attesa che la situazione si chiarisca, stiamo continuando a seguire, in stretto contatto con la nostra Ambasciata e con la massima attenzione, le evoluzioni della vicenda.
  Il Governo è infatti sensibile alle istanze espresse da tanti settori della società civile italiana e condivide le preoccupazioni manifestate dal Parlamento sulla vicenda della Signora Asia Bibi e della sua famiglia.
  Asia Bibi, cittadina pakistana di fede cristiana, è stata arrestata nel giugno 2009 nella Provincia del Punjab su denuncia di alcune sue compagne di lavoro, per asserite espressioni blasfeme nei confronti del credo islamico. Nel novembre 2010, Asia Bibi è stata condannata alla pena capitale con l'accusa di blasfemia.
  La sentenza di condanna nei confronti di Asia Bibi è stata confermata in appello dall'Alta Corte di Lahore nell'ottobre del 2014. Nel luglio 2015, però, la Corte Suprema pakistana ha cassato entrambe le sentenze, ritenendole viziate. La decisione ha così sospeso l'esecuzione della pena capitale e ha comportato la ripetizione del processo. Tale nuova fase del procedimento è andata avanti con una certa lentezza, anche per i timori relativi alle possibili reazioni di ambienti estremisti.
  Il 31 ottobre la Corte Suprema del Pakistan ha finalmente assolto Asia Bibi dopo lunghi anni di detenzione, in una vicenda trascinatasi per quasi dieci anni.
  Si tratta di una vittoria importante, anche se tardiva, per la giustizia in Pakistan, dove vive una minoranza cristiana di oltre due milioni di persone.
  L'Italia in questi anni ha seguito costantemente il caso della Signora Asia Bibi, interagendo con la famiglia e con coloro che le sono stati vicini.
  Ovviamente ora la preoccupazione è di assicurare un futuro alla Signora Asia Bibi, alla sua famiglia e a quanti si trovano in pericolo per averla assistita durante le varie fasi processuali.
  Ci tengo quindi a ribadire che la Farnesina sta seguendo con grande attenzione la situazione della Signora Asia Bibi, in stretto collegamento con la nostra Ambasciata in Pakistan, come ha ribadito anche il Ministro degli esteri Moavero Milanesi. Stiamo mantenendo un costante coordinamento con tutti gli Stati interessati, per facilitare una soluzione che garantisca la sua sicurezza e un avvenire che auspichiamo sereno.

Pag. 27

ALLEGATO 4

5-00906 Sabrina De Carlo: Sulla tutela dei religiosi cattolici in Nigeria.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Farnesina segue con attenzione la vicenda delle cinque religiose rapite in Nigeria e non mancherà di monitorare, assieme ai nostri partner europei, le azioni messe in atto dal Governo nigeriano per assicurare una risoluzione positiva del rapimento.
  A livello generale, la tutela e la promozione della libertà di religione o credo, nonché dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche, rappresentano temi prioritari per questo Governo. L'Italia, anche in coordinamento con i partner dell'Unione Europea e in ambito Nazioni Unite, porta avanti numerose iniziative sul tema, al fine di mantenere alta l'attenzione della Comunità Internazionale sulla situazione delle minoranze religiose nel mondo, inclusi i cristiani, che costituiscono minoranza in molte delle attuali aree di crisi.
  In Nigeria da anni si assiste a conflitti etnico-religiosi, che su un substrato di tensioni e conflitti endemici interni e regionali, presenza di gruppi terroristici o pulsioni indipendentiste, vede le comunità cristiane fra le principali vittime di episodi di estremismo violento. Non sempre si tratta di una discriminazione nei confronti dei cristiani in quanto tali, quanto piuttosto di violenze da inquadrare nell'ambito dei conflitti ancestrali per il controllo delle risorse. All'acuirsi delle violenze ha contribuito il diffondersi del terrorismo estremista di matrice islamica riconducibile al gruppo denominato Boko Haram, che dal 2009 affligge il nord-est della Nigeria.
  L'Italia sostiene il Governo nigeriano e le popolazioni nella lotta all'estremismo violento. Innanzitutto con forti prese di posizione politiche: a seguito di episodi di particolare violenza registrati lo scorso marzo, ad esempio, la nostra Ambasciata, assieme alle Ambasciate europee ad Abuja, ha svolto un'azione coordinata per manifestare allarme per la recrudescenza degli scontri fra pastori e agricoltori, spronando il Governo del Presidente Buhari ad agire con maggior determinazione per promuovere un dialogo costruttivo e perseguire i responsabili.
  Dal momento che tali episodi di violenza nei confronti delle comunità cristiane sono dovuti principalmente alla precarietà della situazione di sicurezza in alcune aree del Paese, l'Italia svolge da anni attività di formazione a favore di funzionari di sicurezza nigeriani. Si tratta di attività a cura dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e del Ministero della difesa, alcune finanziate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, destinate a rafforzare la capacità della polizia, delle Forze Armate e di altri corpi dello Stato nigeriano in materia di contrasto al terrorismo e rafforzamento dell'ordine pubblico.
  L'Italia ha inoltre sostenuto la decisione dell'Unione Europea di concedere un contributo di 50 milioni di euro nel quadro del sostegno alla MultiNational Joint Task Force, costituita da Benin, Camerun, Ciad, Niger e Nigeria per contrastare le attività terroristiche di Boko Haram.
  L'Italia è infine attiva sul fronte della risposta all'emergenza umanitaria causata dalle attività terroristiche in Nigeria e nella regione del Lago Ciad.Pag. 28
  L'Italia ha partecipato a febbraio 2017 alla Conferenza di Oslo e il 3 e 4 settembre 2018 alla Conferenza di Berlino, entrambe dedicate alla crisi umanitaria del Lago Ciad, area colpita da un inaridimento progressivo e allo stesso tempo soggetta alle azioni violente di Boko Haram. In tale ambito l'Italia ha confermato lo stanziamento di 15 milioni di euro da utilizzarsi nel triennio 2017-2019 per iniziative di emergenza e programmi di sviluppo in favore delle popolazioni stanziate nella regione del Lago Ciad. Tali programmi di assistenza rivestono particolare importanza in quanto alleviando le sofferenze della popolazione contribuiscono ad attenuare le tensioni tra gruppi etnici e religiosi per il controllo delle risorse.
  Continueremo a promuovere sia in ambito bilaterale che multilaterale la libertà religiosa o di credo, opponendoci fortemente ad ogni forma di intolleranza, violenza e persecuzione religiosa. In relazione al caso delle cinque religiose rapite, continueremo a seguirlo con attenzione affinché possa giungere a una positiva conclusione.