CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 2 agosto 2018
47.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00304 Quartapelle Procopio: Sull'applicazione dell’embargo dell'ONU sulle armi alla Libia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come correttamente riportato dall'On. interrogante, sulla Libia è in vigore un embargo sulle armi, rinnovato con cadenza annuale dal Consiglio di Sicurezza con una articolata serie di risoluzioni che vengono regolarmente approvate all'unanimità.
  La questione della diffusione in Libia delle armi accumulate dal regime di Gheddafi è certamente di rilievo primario, ed è stata sollevata a più riprese dal Rappresentante Speciale Ghassan Salamè in Consiglio di Sicurezza. L'Italia, in prima linea nel sostegno all'azione del Rappresentante Speciale Salamè, si conforma pienamente alla lettera e alla sostanza della decisione del Consiglio di Sicurezza di imporre l'embargo sulle armi.
  Questo non esclude che ci si possa interrogare sulla perdurante validità del quadro sanzionatorio, ben sapendo, peraltro, che qualunque decisione sull'eventuale revisione o rimozione dello stesso ricade esclusivamente nella competenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da cui, fino a questo momento, non è giunto alcun segnale di apertura in proposito.
  La questione che si pone, quindi, è come rafforzare le Istituzioni libiche, operando in linea con le previsioni del Consiglio di Sicurezza e con i termini del mandato delle Nazioni Unite in Libia. Questo in un contesto in cui – come lamentato a più riprese dai vertici istituzionali libici, da ultimo il Vice Premier Maitig – quelle stesse Istituzioni legittime faticano a dotarsi, proprio per le restrizioni esistenti, degli strumenti necessari per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico nel Paese.
  D'altra parte, va tenuto conto che altri soggetti potrebbero procurarsi un'arma, con potenziali gravi conseguenze nella lotta contro il terrorismo, avvantaggiandosi proprio della difficoltà nel controllo del territorio e in particolare dei lunghissimi confini terrestri desertici. Evidentemente, il problema si pone anche per quanto riguarda il tema del contrasto ai trafficanti di esseri umani che, come noto, fanno parte di network criminali spesso transnazionali molto rilevanti e dotati di grandi mezzi, anche militari.
  L'Italia è in prima linea per contrastare tali traffici, anche attraverso gli strumenti della Cooperazione allo Sviluppo e in stretto raccordo con l'Unione europea, e con il pieno sostegno delle Nazioni Unite.
  Portiamo avanti iniziative di rafforzamento delle capacità istituzionali a favore delle competenti autorità libiche per una più efficace gestione integrata delle frontiere.
  Sosteniamo anche le comunità più colpite dal fenomeno, con programmi mirati a generare opportunità di reddito legale, iniziative di emergenza e capacity building a sostegno delle municipalità. Lo facciamo attraverso numerosi e articolati programmi destinati a portare assistenza nei campi attraverso le Organizzazioni non Governative, mediante l'azione per favorire la sempre più capillare presenza sul terreno di UNHCR e OIM.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00305 Fitzgerald Nissoli: Sull'allineamento dei dati tra Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE).

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) è la banca dati nazionale nella quale confluiranno progressivamente le anagrafi comunali. È istituita presso il Ministero dell'interno, che ne ha la competenza primaria ed esclusiva. Il Ministero degli esteri contribuisce ad alimentare con i propri dati raccolti all'estero le banche dati anagrafiche nazionali e, per quanto riguarda l'allineamento dei dati, continua a provvedere, per la propria parte di competenza, all'invio dei dati aggiornati per il successivo recepimento nelle anagrafi comunali.
  Fatta questa necessaria premessa, vi riporto di seguito quanto riferitoci dal Ministero dell'interno. In merito alle elezioni di 4 marzo scorso la Direzione Centrale per i Servizi Demografici del Viminale ha diramato la circolare 10/2017 con la quale ha invitato le Amministrazioni comunali ad effettuare i seguenti adempimenti: 1) verificare l'esattezza e la completezza dei dati registrati nelle AIRE comunali per evitare l'inserimento nel citato elenco di dati non corretti o incompleti e rettificare eventuali posizioni scartate dall'AIRE centrale 2) provvedere tempestivamente alla trattazione delle comunicazioni degli uffici consolari per evitare disallineamenti tra i dati registrati negli archivi comunali e quelli contenuti negli schedari consolari 3) effettuare la cancellazione delle posizioni duplicate e degli ultracentenari, per i quali non sia stata fornita la prova di esistenza in vita.
  In quella sede è stata altresì ribadita l'importanza del corretto utilizzo, nella trasmissione dei dati richiesti, del campo relativo al diritto di voto ed è stato inoltre evidenziato che i comuni subentranti in ANPR non devono provvedere ad effettuare alcuna trasmissione, essendo i relativi dati dell'AIRE già in possesso del Viminale, ferma restando la necessità per detti comuni di effettuare gli adempimenti sopra richiamati onde garantire la completezza degli elenchi.
  Nell'articolato percorso di attuazione del progetto dell'ANPR, si è inserito l'intervento del Commissario Straordinario del Governo per l'attuazione dell'Agenda Digitale, il quale, insieme al suo Team Digitale, ha individuato in ANPR uno dei progetti strategici dell'Agenda ed ha messo in campo alcuni correttivi per accelerarne i tempi di realizzazione. Contestualmente, per corrispondere alle richieste dei comuni che hanno rappresentato difficoltà economiche ed organizzative ad integrarsi nel complessivo disegno dell'anagrafe nazionale, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha reso disponibili agli stessi, con la pubblicazione di un apposito bando, contributi finalizzati a incentivare l'ingresso in ANPR entro il 31 dicembre 2018.
  Concludo dandovi qualche dato fornitoci dal Viminale. A oggi, sono 432 i comuni migrati in ANPR per 6.989.891 cittadini iscritti, mentre sono oltre 1.400 quelli in fase di pre-subentro. Inoltre, secondo i dati forniti oggi stesso al Viminale da SOGEI, il valore percentuale dell'allineamento Pag. 44AIRE-schedari consolari, riferito all'elenco unico 2017, è del 94,71 per cento.
  Per quanto di competenza, la Farnesina, nella consapevolezza dell'importanza dell'allineamento dei dati anagrafici fra schedari consolari e AIRE comunali, continuerà a fornire il proprio contributo nel superiore interesse dei nostri connazionali residenti all'estero.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00306 Sabrina De Carlo: Sull'accordo di pace tra Eritrea ed Etiopia siglato il 9 luglio 2018.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'On. De Carlo e gli altri co-firmatari di questa interrogazione per aver attirato l'attenzione su un'area geopolitica dove sono in corso evoluzioni molto interessanti, sulle quali si è soffermato anche il Ministro Moavero nel corso della sua audizione programmatica. Il Corno d'Africa ha sempre avuto una collocazione strategica – pensate che più di un terzo dei traffici commerciali marittimi transita attraverso il Canale di Suez ed il Golfo di Aden – ma ciò è anche stato la causa di una tradizionale instabilità. La situazione di «né guerra né pace» tra Etiopia ed Eritrea ha costituito uno dei principali fattori di criticità ed ha segnato le vicende della regione negli ultimi vent'anni, risultando uno dei principali ostacoli alla stabilità politica ed allo sviluppo regionale.
  La nomina del nuovo premier etiope Abiy Ahmed, il più giovane leader africano, ha costituito un elemento di svolta. Il premier ha impresso una decisa spinta riformista, sia all'interno dell'Etiopia che a livello regionale, volta tra l'altro ad una piena normalizzazione delle relazioni con l'Eritrea. La decisione di applicare pienamente l'Accordo di Algeri nel 2000 e le disposizioni della Commissione arbitrale per la demarcazione del confine con l'Eritrea sta dando un importante impulso verso la riconciliazione.
  A tale importante passo è seguito lo scambio di visite, prima di Abiy Ahmed ad Asmara, quindi del Presidente eritreo Afewerki ad Addis Abeba. Si è trattato di incontri storici, che hanno condotto alla firma di una Dichiarazione congiunta che ha posto fine allo stato di guerra e sancito il riavvio delle relazioni diplomatiche e della cooperazione tra i due Paesi in tutti i principali settori. Nel documento si ribadisce, inoltre, l'impegno a rispettare le previsioni degli Accordi di Algeri.
  L'effettiva attuazione delle disposizioni contenute nella Dichiarazione segnerebbe una svolta storica nei rapporti i due Paesi, determinando l'uscita eritrea dall'isolamento regionale degli ultimi anni e la conseguente crescita degli scambi commerciali, premessa fondamentale anche per l'avvio di dinamiche di sviluppo che potrebbero condurre, specie in Eritrea, alla diminuzione dei flussi migratori verso l'Europa.
  I positivi sviluppi degli ultimi mesi hanno già iniziato a produrre rilevanti effetti sull'intero Corno d'Africa. Ne è prova la recente visita ad Asmara del Presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed, il primo Capo di Stato somalo a recarsi in Eritrea dall'indipendenza del Paese. La ripresa delle relazioni diplomatiche, sugellata anche dalla firma di una Dichiarazione di amicizia, ha aperto una nuova fase storica anche nei rapporti tra Asmara e Mogadiscio.
  Per l'Italia, il Corno d'Africa costituisce da sempre una fondamentale priorità strategica. I trascorsi storici dei legami con Etiopia ed Eritrea conferiscono alle relazioni tra l'Italia ed i due Paesi una dimensione di alto profilo e di speciale amicizia che, nelle numerose occasioni di interlocuzione, è stata ampiamente riconosciuta dalle controparti. Ricordo che la prima visita del Presidente Mattarella in Africa si è svolta proprio in Etiopia nel Pag. 46marzo 2016 e che abbiamo mantenuto attivi i canali d'interlocuzione con l'Eritrea, malgrado l'isolamento del Paese, attraverso un costante dialogo con le Autorità politiche di Asmara.
  Il Governo italiano sta riservando al processo di riconciliazione fra Etiopia ed Eritrea la più alta attenzione dal punto di vista politico. Non è un caso che il Presidente del Consiglio Conte ha già rivolto al Premier Abiy Ahmed un invito a venire in Italia in visita ufficiale, anche per meglio individuare quegli ambiti in cui il nostro Paese potrà sostenere questo processo. Lo scorso luglio, inoltre, il Sottosegretario Del Re ha incontrato a Bruxelles la Vice Ministra etiopica Hirut Zemene, facendo presente alla sua interlocutrice che l'Italia incoraggia e sostiene questo nuovo processo da cui i due popoli non potranno che trarne beneficio.
  In secondo luogo, Il Governo è impegnato in un'opera di rafforzamento delle attività sostenute dalla Cooperazione Italiana nei due Paesi, individuando insieme alle controparti etiopi ed eritree quelle specifiche iniziative volte al consolidamento del processo di distensione.
  Viviamo una fase storica senza precedenti per il Corno d'Africa. Vi è la reale prospettiva che, in quest'area, possano affermarsi assetti di pace e progresso socio-economico. Si tratta certamente di un cammino complesso e dagli esiti non scontati. In ogni caso l'Italia è pronta a dare il suo contributo e a intensificare il suo impegno in quest'area.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00307 Delmastro Delle Vedove: Sugli obiettivi della «cabina di regia» tra Italia e Stati Uniti sulla Libia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La recente visita del Presidente Conte a Washington è stata l'occasione per rinnovare i profondi e storici legami di amicizia tra il popolo statunitense e quello italiano. L'obiettivo – pienamente raggiunto – era quello di rinsaldare una relazione fondamentale per la sicurezza e la stabilità internazionale nei principali teatri e intensificare la cooperazione tra i due Paesi nell'ottica della crescita economica di entrambi. Il successo della missione, assieme alla visibile intesa nell'incontro fra il Presidente Conte e il Presidente Trump, rappresentano un importante segnale della tradizionale sintonia tra l'Italia e gli Stati Uniti su una serie molto ampia di dossier prioritari.
  La decisione dei due leader di lanciare una partnership strategica nel «Mediterraneo allargato» costituisce un input politico al massimo livello. Un importante stimolo volto raggiungere un obiettivo preciso: rafforzare la collaborazione tra Italia e Stati Uniti a favore della stabilizzazione e della prosperità di un'area cruciale per la sicurezza internazionale.
  Strumento importante per il raggiungimento di questo obiettivo sarà il varo di una «cabina di regia» che sarà guidata dai rispettivi Ministeri degli esteri e della difesa. Essa consentirà di intensificare la collaborazione bilaterale già esistente sui vari teatri di crisi regionali, a cominciare da quello libico. Si tratta di un'iniziativa di grande valore e significato perché costituisce anche il segno della fiducia che gli Stati Uniti ripongono nell'Italia come partner di riferimento per la stabilizzazione del «Mediterraneo allargato». Un'area cui Washington continua ad attribuire un'importanza cruciale.
  La missione del Presidente Conte si è appena conclusa quindi è ancora presto per poter esporre un quadro di obiettivi specifici e di azioni operative. Tutto ciò sarà definito nelle prossime settimane nel corso di incontri più approfonditi tra i ministri competenti. Come ha avuto modo di dire il Presidente del Consiglio, «i dettagli li studieremo». Credo in ogni caso che non mancheranno le occasioni per il Parlamento di conoscere in futuro gli sviluppi di questa iniziativa e i risultati concreti che ne sortiranno.
  Vorrei però chiudere il mio intervento con una riflessione: una partnership ancora più stretta e strategica tra Roma e Washington è una «dote» di straordinaria rilevanza. Lo è non soltanto per i nostri rapporti bilaterali con gli Stati Uniti ma anche per il futuro del rapporto transatlantico e per un dialogo più costruttivo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti.