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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 740 di giovedì 15 settembre 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 9 agosto 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato, con lettera in data 14 settembre 2022, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):

S. 2685. - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali" (approvato dal Senato) (3704) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dalla seduta odierna, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo sono stati conseguentemente adeguati. In particolare, il termine per la presentazione di questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge è fissato alle ore 10,30 di oggi, giovedì 15 settembre 2022.

Installazione di due nuovi tabelloni sinottici nell'emiciclo.

PRESIDENTE. Avverto che sono stati installati e sono attivi, a partire dalla seduta odierna, due nuovi tabelloni sinottici con tecnologia digitale.

Su tali tabelloni è possibile visualizzare, nel corso delle fasi oratorie della seduta, la posizione nell'emiciclo e le immagini del deputato che sta svolgendo il suo intervento (si tratta di immagini già visibili sulla web-TV e sul canale satellitare della Camera) e, nel corso delle fasi di votazione, l'oggetto della votazione stessa (numero dell'emendamento, dell'ordine del giorno, della risoluzione, della mozione, eccetera) nonché, come già in precedenza, l'emiciclo, con l'evidenziazione dei voti favorevoli, contrari e degli astenuti.

Invito la deputata segretaria di Presidenza a dare lettura delle comunicazioni pervenute.

In morte degli onorevoli Giorgio Oppi e Niccolo' Ghedini.

FEDERICA DAGA, Segretaria. Comunico che è deceduto l'onorevole Giorgio Oppi, già membro della Camera dei deputati dalla XV alla XVI legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea. Comunico che è deceduto l'onorevole Niccolo' Ghedini, già membro della Camera dei deputati nella XIV e nella XVI legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

FEDERICA DAGA, Segretaria. Comunico che, con lettera pervenuta in data 25 agosto 2022, il deputato Giorgio Trizzino, già iscritto alla componente politica “Azione + Europa-Radicali italiani” del gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di dimettersi da tale componente, restando iscritto al gruppo parlamentare Misto.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

FEDERICA DAGA, Segretaria. Comunico che, con lettera pervenuta in data 5 settembre 2022, il deputato Antonio Lombardo, già iscritto al gruppo parlamentare Insieme per il Futuro, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 5 settembre 2022, il deputato Antonio Pentangelo, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 6 settembre 2022, il deputato Dario Bond, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Fratelli d'Italia.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 6 settembre 2022, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 8 settembre 2022, la deputata Margherita Del Sesto, già iscritta al gruppo parlamentare Insieme per il Futuro, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritta.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 9 settembre 2022, il deputato Gianfranco Di Sarno, già iscritto al gruppo parlamentare Insieme per il Futuro, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Fratelli d'Italia.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 9 settembre 2022, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 9 settembre 2022, il deputato Felice Maurizio D'Ettore, già iscritto alla componente politica “Vinciamo Italia-Italia al centro con Toti” del gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Fratelli d'Italia.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 13 settembre 2022, il deputato Matteo Dall'Osso, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia - Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Comunico che, con lettere pervenute in data 14 settembre 2022, le deputate Vincenza Labriola e Veronica Giannone, già iscritte al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risultano pertanto iscritte.

Modifica nella denominazione di un gruppo parlamentare.

FEDERICA DAGA, Segretaria. Comunico che la presidente del gruppo parlamentare Insieme per il Futuro, con lettera pervenuta in data 14 settembre 2022, ha reso noto che l'assemblea del gruppo, in data 13 settembre 2022, ha deliberato di modificare la propria denominazione in “Insieme per il Futuro-Impegno civico”.

Modifica nella costituzione del Comitato per la legislazione.

FEDERICA DAGA, Segretaria. Comunico che in data 5 settembre è scaduto il turno di presidenza del Comitato per la legislazione del deputato Alessio Butti.

Ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 2, del Regolamento e sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 16 ottobre 2001, le funzioni di presidente del Comitato per il sesto turno di presidenza, a decorrere dal 6 settembre 2022, sono state assunte dal deputato Carlo Sarro, quelle di vicepresidente dal deputato Devis Dori; le funzioni di segretario restano affidate al deputato Alberto Stefani.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, potrebbe sembrare opportunistico il mio passaggio al gruppo Misto, oggi, ultimo giorno d'Aula, tanto più che non sono candidato il prossimo 25 settembre, ma non è così, e vorrei spiegarvi il perché. La mia decisione di lasciare Forza Italia non è minimamente dettata dalla mancata ricandidatura; anche in questo caso ho abbandonato il gruppo in cui militavo, perché lo stesso ha evidentemente adottato misure, tra Camera e Senato, atte a rendere impossibile il mio impegno verso le persone fragili. Vorrei far notare che il tradimento spesso non è compiuto da parte del parlamentare che lascia il gruppo, ma è compiuto dal gruppo stesso verso il deputato, il parlamentare, rompendo così il patto di fiducia che lega il singolo deputato al proprio gruppo.

Presidente, nei vari gruppi politici in cui ho militato, sono sempre stato coerente e sono sempre stato in minoranza. Nel mio caso specifico, ho scelto di dedicare dieci anni della mia vita, per essere qui, in quest'Aula, a rappresentare e tutelare i diritti delle persone più deboli e fragili. Non ho trovato lo spazio necessario per poter far sentire forte la mia voce e il mio dissenso verso le politiche che si stavano effettuando, ma non mi sono mai arreso, mai. Non mi arrendo oggi e non lo farò domani, perché credo fermamente nei valori che mi hanno permesso di essere eletto e diventare un deputato della Repubblica italiana. Presidente, io ho gridato forte il mio “no” assoluto a ogni tipo di guerra, “no” alle armi e “sì” a diritti alle persone fragili con disabilità. Le armi non sono una risposta che può portare alla pace, ma evidentemente la pace non era l'obiettivo, ed io mi espressi così, prima del primo voto in quest'Aula, prima che si esprimesse il Papa contro le armi. Fatto sta che quest'Aula ha votato per le armi e ha abbandonato le persone fragili. Vorrei ricordare che le spese militari per gli armamenti sono state secretate, e questo sarebbe giustificato solo se fossimo in uno stato belligerante, in guerra. Lo siamo? Lo siamo, Presidente? Inoltre, ricordo che le persone fragili, in tempo di pandemia, sono state lasciate sole per mancanza di risorse. Vorrei ripetermi un attimo: ci sono i soldi per le armi, non ci sono i soldi per le persone fragili.

Presidente, io non voglio neanche creare polemica e, se ci sarà modo, parlerò fuori da quest'Aula, in un'altra sede, dei motivi specifici per i quali ho abbandonato questo gruppo, ma non mi resta di fare altro che gridare il mio dissenso verso questa politica, che non farà altro che allontanare i cittadini da queste istituzioni.

Presidente, io comunque, come sa, resto un sognatore e veramente invito i cittadini italiani, il 25 settembre, ad andare a votare e ad esprimere il loro parere. Presidente, non c'è forza politica, in quest'Aula, che mi rappresenta, ma io invito i cittadini italiani ad andare a votare, perché siete, siamo, la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, intervengo per quanto è successo nelle scorse ore in relazione a questo decreto, che oggi in questa Camera stiamo per convertire – e comunque la Camera si esprimerà -; in particolare rispetto all'articolo 41-bis, che è stato discusso proprio in queste ore. In un decreto che si chiama “Aiuti” questo emendamento interviene sui tetti agli stipendi delle cariche pubbliche di vertice. Una forza politica, Forza Italia, aveva presentato un emendamento, che comunque aveva una sua ratio rispetto alle Forze di sicurezza, una ratio comprensibile, anche se non condivisibile, e che noi non abbiamo condiviso, tant'è che non l'abbiamo votato. Si tratta di un emendamento che in Senato è stato inserito in un pacchetto che l'Esecutivo ha considerato - era un emendamento segnalato - e ha complessivamente riformulato e che, quindi, aveva il favore dell'Esecutivo o, perlomeno, di una parte dell'Esecutivo. Questo emendamento - ripeto - è stato inserito assieme ad altri, in un pacchetto complessivo, in un accordo complessivo di maggioranza; noi non lo abbiamo votato, però la maggioranza si è espressa favorevolmente. Abbiamo visto da altre parti, in realtà dal vertice dell'Esecutivo, dal Presidente Draghi, dopo neanche 24 ore, un parere sostanzialmente opposto, un'irritazione, tant'è che si è arrivati ieri, in questa Camera, in Commissione bilancio, con l'Esecutivo stesso che ha proposto un emendamento soppressivo di questo articolo 41-bis, ripristinando fortunatamente la situazione precedente, anche dopo una certa sollevazione di diverse forze politiche e dopo emendamenti depositati in questa Camera. Ora, non si può non constatare questa sostanziale dicotomia, a distanza di pochissime ore, tra un Esecutivo che, perlomeno in una sua parte, propone, riformula ed esprime parere favorevole su un emendamento e poi, 24 ore dopo, uno stesso Esecutivo che sostanzialmente si smentisce e riporta a una riformulazione precedente.

Ecco, io intervengo, Presidente, sull'ordine dei lavori. Sono consapevole che, a Camere sciolte, l'Esecutivo non può essere chiamato a riferire, però abbiamo già avuto precedenti in merito, tant'è che, in una circostanza analoga, poche settimane fa, il Ministro Garavaglia è stato chiamato a spiegare - è ovviamente una sua facoltà - ed è venuto a dare spiegazioni. Io ritengo, Presidente, che su quanto è accaduto sia doveroso - questo è il mio sollecito all'Esecutivo - spiegare cosa sia successo, perché non è ammissibile che un emendamento possa arrivare nella notte con un parere favorevole e poi tale parere essere smentito. Secondo me, questa situazione va spiegata, in particolare in prospettiva. Noi adesso abbiamo sostanzialmente risolto una questione, penso anche complice il fatto che siamo in un clima di campagna elettorale e, quindi, c'è una doverosa attenzione sul tema. Ma non vorrei che questa stessa situazione, che questo stesso emendamento, su cui, fortunatamente, nelle scorse ore si è tornati indietro, possa essere ripresentato nei prossimi mesi. È necessario fare massima luce sull'accaduto, perché dobbiamo capire cosa sia successo e, francamente, secondo me, se qualcosa è successo e qualcuno ha fatto qualcosa che non doveva essere fatto, è bene che si sappia e che si prendano gli opportuni provvedimenti.

Discussione del disegno di legge: S. 2685 - Conversione in legge del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali (Approvato dal Senato) (A.C. 3704-A​) (ore 9,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3704-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Guido Germano Pettarin.

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. Presidente, colleghi, colleghe, Governo, trattiamo la conversione in legge del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, che reca misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali. Per ragioni di comodità ricordo che si tratta dell'Atto Camera 3704-A, di conversione di un decreto del Governo, approvato dal Senato.

Al riguardo è indispensabile che avverta preliminarmente che, nel corso dell'esame in sede referente, la Commissione bilancio, oltre ad alcune modifiche di carattere meramente formale, ha soppresso l'articolo 41-bis, introdotto dal Senato, che attribuiva un trattamento economico accessorio in favore di determinate cariche di vertice delle Forze armate, delle Forze di Polizia e delle pubbliche amministrazioni, da determinare con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell'Economia e delle finanze. Ciò nel limite massimo delle risorse del Fondo per le esigenze indifferibili.

La disposizione è stata soppressa per effetto dell'approvazione di identici emendamenti presentati dal Governo e da tutti i gruppi parlamentari, anche in considerazione del fatto che, come avevo già evidenziato nella mia relazione introduttiva in Commissione, la disposizione presentava anche importanti profili problematici dal punto di vista finanziario ed applicativo, giacché non recava la quantificazione dei relativi oneri e non definiva un termine per l'emanazione del citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con riferimento al quale si sarebbe dovuta valutare la capienza del fondo da cui venivano attinte le risorse a copertura degli oneri.

Fatta questa doverosa puntualizzazione preliminare, vengo al contenuto del provvedimento. Sarò estremamente sintetico perché se ne è parlato moltissimo in ogni sede, in Commissione in maniera particolare, e quindi mi limiterò a ricordare, per somme linee, i contenuti dei capi in cui è organizzata la norma.

Il Capo I, che è composto dagli articoli da 1 a 12, reca misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti; il Capo II, composto dagli articoli da 13 a 15, reca misure urgenti relative all'emergenza idrica; il Capo III, composto degli articoli da 16 a 19, reca misure riguardanti le regioni e gli enti territoriali; il Capo IV, composto dagli articoli da 20 a 28, reca misure in materia di politiche sociali e di salute e accoglienza; il Capo V, composto dagli articoli da 29 e 37, reca disposizioni urgenti in materia di agevolazioni alle imprese, di investimenti in aree di interesse strategico ed in materia di contratti pubblici; il Capo VI, composto dagli articoli 38 e 39, reca disposizioni in materia di istruzione ed università; il Capo VII, composto dagli articoli 40 e 41, reca disposizioni in materia di giustizia; il Capo VIII reca le disposizioni finanziarie e finali.

Ricordo, infine, che ai sensi dell'articolo 44, il decreto-legge è vigente dal 10 agosto 2022. Dei contenuti, come ho già detto prima, se ne è parlato a lungo in ogni sede. Ricordo che, se vi è un atto per il quale si possa sempre e comunque ricordare che vi è un'assoluta e particolare urgenza, questo è uno di quelli, che fa proprio parte di quella tipologia, per poter rispondere a ciò che tutti quanti vediamo sta accadendo nel Paese con riferimento alle famiglie, per quanto riguarda le imprese e per quanto riguarda le organizzazioni sociali. Grazie, Presidente, mandi!

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo rinuncia ad intervenire.

È iscritto a parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, siamo giunti all'epilogo di questa legislatura, l'ultima discussione generale, e ci troviamo di fronte ad un quadro decisamente molto preoccupante della situazione dell'Italia e degli italiani. Stiamo per votare la conversione in legge di questo cosiddetto “decreto Aiuti”. Si ha estrema necessità di aiuti, ma devono essere aiuti veri, che possano essere strutturali e duraturi. Non servono ora contentini, serve un vero cambio di passo. Purtroppo, invece, si continua a parlare di gocce, di minimi interventi. Gli italiani stanno pagando il caro energia, e non certo solo per la crisi bellica internazionale. Stanno pagando il caro energia perché c'è qualcuno ad Amsterdam che sta speculando sull'energia. Gli alimentari: 172 euro in più per il rifornimento post vacanze; il pieno dell'automobile: 72 euro in più in un trimestre; il mutuo per la casa: 42 euro in più al mese; le bollette di gas e luce: 241 euro di spesa fra settembre e novembre; caro scuola: si spendono 85 euro in più a studente. Un italiano su tre non può pagare le bollette. E che facciamo, stacchiamo la luce a un italiano su tre o interveniamo con urgenza?

Solidarietà quindi ai ristoratori, ai teatri, ai cinema, alle RSA che rischiano di chiudere. Provate a farvi un giro qui attorno al palazzo, attorno a Montecitorio: molti negozi sono chiusi, c'è il rischio di desertificazione. Quindi, colleghi, dal Governo che è stato chiamato “dei migliori”, e penso che questo aggettivo probabilmente verrà ormai usato molto raramente, ci saremmo aspettati una qualche visione strategica anche in questo intervento d'urgenza.

Ci saremmo aspettati magari, signor Presidente, che, accanto ai dovuti e doverosi bonus e aiuti alle imprese e ai cittadini - peraltro ovviamente non sufficienti, ma aspettiamo di vedere anche il prossimo provvedimento - ci fosse qualche accenno di politica energetica.

Per noi di Fratelli d'Italia la ricetta è chiara: bisogna prolungare e incrementare il credito d'imposta per le imprese che hanno subito consistenti rincari e introdurre un immediato tetto europeo al prezzo dell'energia, frenando la speculazione e alleggerendo le bollette. Va sbloccato il Piano di estrazione di gas bloccato da Conte e da Draghi, vanno eliminate IVA e accise sulle bollette. Dal PNRR si possono trovare subito risorse per contenere i costi sia delle imprese che delle famiglie. Va poi scisso il prezzo dell'energia elettrica dal prezzo del gas, come ha ricordato Giorgia Meloni in queste ore.

La speculazione della Borsa di Amsterdam va fermata. L'Unione europea conferma il suo non essere; l'idea del prezzo sul tetto del gas è saltata, tutto resta a mezz'aria; si va al taglio dell'elettricità e a razionamenti, all'austerity. Tocca a noi e non si sa bene con quale obiettivo finale rispetto allo scenario della guerra. L'impatto delle sanzioni, che vanno mantenute certamente, va calmierato con un fondo di compensazione, e questo lo avevamo chiesto in piena vigenza di legislatura direttamente al Presidente Mattarella. Ci vogliono interventi immediati, e i 17 miliardi di questo decreto, seppur utili, sono solo un timido inizio. Il tetto al prezzo del gas nazionale si può fare, come è stato fatto sei mesi fa con il nichel. Quindi non è vero, come dice il Presidente Draghi, che questo non può essere messo: si può mettere un tetto nazionale al gas, come è stato fatto con il nichel soltanto sei mesi addietro.

Veniamo al provvedimento: in prima lettura è stata stralciata la norma sul docente esperto. L'unica proposta del Governo sull'insegnamento nell'ultimo “decreto Aiuti” è l'introduzione del docente esperto. Il merito per Fratelli d'Italia certo va riconosciuto anche in questo comparto, per carità; tuttavia, ci sono numerosi insegnanti che fanno sacrifici tutti i giorni a causa della Buona Scuola, che li ha deportati, e a cui servono risorse ora.

Per quanto riguarda, invece, il tema del superbonus, Fratelli d'Italia ha manifestato apprezzamento, dopo avere incalzato per quasi un anno la maggioranza nelle Commissioni e nelle Aule parlamentari, dicendo che non aveva senso impedire la libera circolazione dei crediti di imposta e limitare la moneta fiscale, che è tutt'oggi e per il futuro una delle strategie per evitare l'indebitamento. Ebbene, lo abbiamo detto e ripetuto per mesi, e finalmente in questo decreto-legge, che nasce in campagna elettorale, l'intero Parlamento, di fatto, si è accodato alle richieste di Fratelli d'Italia. Magari, se ci avessero dato ascolto un po' prima, se magari coloro che sostenevano il Governo dei migliori ci avessero dato retta, oggi avremmo meno imprese in crisi e meno cantieri bloccati.

In sede di conversione il Senato ha inserito norme per il Copasir provvisorio, sull'operatività dell'AISE all'estero e sui poteri del Presidente del Consiglio per il contrattacco cyber, e questo è certamente positivo.

In tal modo si rafforza il sistema della sicurezza nazionale, tanto più importante in questo contesto geopolitico. Norme rilevanti, soprattutto in questo momento complesso, come evidenziato dalle rivelazioni sui fondi russi ai partiti europei, da cui Fratelli d'Italia è risultato e risulterebbe completamente estraneo.

Il Partito Democratico, invece, chiarisca le proprie posizioni. Enrico Letta ha avuto incarichi professionali in Tojoy, un grande fondo di investimento finanziario cinese con molteplici interessi in grandi multinazionali; fondo di investimento cinese che, tra l'altro, è impegnato nei finanziamenti per la tecnologia. Capite bene la sensibilità di questo ambito. Tojoy è anche una società impegnata nella realizzazione della via della seta, guarda caso, lanciata anni fa dal Politburo del Partito Comunista Cinese. Ci chiediamo: che rapporti ha il presidente Letta con la Cina? Questo, forse, può interessare agli italiani, perché abbiamo il segretario di uno dei maggiori partiti italiani che lavora e ha lavorato - e lo ostenta anche nel proprio curriculum - come vicepresidente Europa di un fondo di investimento cinese, quando la stessa Europa con documenti ufficiali ha lanciato il warning proprio su quei politici ed ex politici che lavorano per grandi gruppi ostili all'Europa, e fra questi troviamo il segretario Letta che continua a praticare la sua doppia morale. Ma il sostegno al settore della siderurgia è necessario, come richiesto anche dal nostro programma, come da articolo 30, utilizzando le risorse del Recovery Fund, destinato alla transizione ecologica e anche attivando il golden power.

I processi autorizzativi di cui parla il provvedimento vanno snelliti. Sappiamo che Franceschini - il MiC - ha bloccato l'87 per cento delle nuove installazioni: altro che transizione ecologica! Mentre il Ministero della Transizione ecologica approvava i progetti, il MiC con le sovrintendenze vincoliste bloccava. Noi siamo, certo, per la difesa del paesaggio. Siamo, certo, anche per un nuovo modello di parchi eolici, che dovrebbero essere realizzati, a nostro parere, offshore, in mare, come sull'esempio del nord Europa, dove tra l'altro sarebbero anche più efficienti. Ma, allo stato attuale, se esistono delle autorizzazioni e se esiste un'emergenza energetica, questa va ovviamente perseguita.

C'è poi il provvedimento che reca norme anche su ITA. L'Italia ha certamente bisogno di una compagnia di bandiera, come ha bisogno di misure per lo sport, che sono un primo passo, ma non è certo sufficiente. E quindi, colleghi, il nostro è il programma di una forza politica produttivista: più assumi, meno paghi; la riforma fiscale, che partirà dalla flat tax incrementale come elaborata da Maurizio Leo; l'abbattimento del cuneo fiscale reale e conseguentemente l'abbattimento del reddito di cittadinanza, che resterà come reddito universale unicamente per quelle fasce deboli che Fratelli d'Italia vuole tutelare - e su questo rassicuriamo tutti - ma che non possono certo essere rappresentate da un reddito indistinto, che disincentiva il lavoro e distrugge i sogni dei nostri ragazzi, soprattutto nel centrosud, e con il quale il presidente Conte sta andando a fare un vero e proprio voto di scambio nel centrosud.

Sulla cultura, poi, porteremo avanti la detrazione del consumo culturale, che abbiamo visto il Partito Democratico e anche altre forze politiche hanno finalmente inserito nel proprio programma. Peccato poi, però, che gli unici cinque ordini del giorno siano stati proposti da Fratelli d'Italia, quelli approvati e votati dal Parlamento, mentre tutti gli emendamenti sono stati bocciati proprio dal Partito Democratico. E ancora: il 4 per cento dell'IVA sui prodotti culturali; la riforma del FUS, che ha fatto solo disastri; la tutela dell'audiovisivo nazionale, rafforzando il tax credit, estendendolo e studiando un tax credit specifico anche per il teatro e lo spettacolo dal vivo. Per questo, però, bisogna aggiornare il PNRR, alla luce del contesto geopolitico e così come previsto dall'Europa, colleghi, non lo dice solo Fratelli d'Italia, ma è previsto dal regolamento del PNRR. Guardate il precedente del Portogallo, che addirittura ha già annunciato che cambierà tutti i progetti. Quindi, il PNRR è sicuramente un'opportunità preziosa per garantire interventi contro il caro energia e rimodulare progetti che sono già superati nei fatti, anche nel settore dell'innovazione.

Colleghi, noi pensiamo che al Partito Democratico e alla sinistra sia rimasto solo il parlare di Fratelli d'Italia, ma noi siamo qui, in realtà, per gli italiani. Il programma del Partito Democratico, pensate, parla cinque volte di Giorgia Meloni. Il nostro programma parla di imprese, di cinema, di immaginario, di imprenditoria dello sport, di ristorazione. Parla dell'Italia, di turismo, dell'Italia degli artisti, dell'Italia che pensa che il declino non sia un destino neanche durante la crisi energetica e durante la crisi internazionale. Noi - non noi Fratelli d'Italia, noi il popolo italiano - siamo, come recita una bellissima canzone, leggenda e popolo, siamo storia, siamo arte, siamo secoli di bellezza. Noi siamo leggenda e popolo e il 25 settembre sta ormai arrivando.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Trano: non è presente, si intende che abbia rinunciato. È iscritto a parlare il deputato Cassese. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO CASSESE (IPF-IC). Presidente, colleghe e colleghi, membri del Governo, siamo arrivati a pochi giorni dalla fine di questa complicata legislatura a licenziare questi ultimi atti. Forse il decreto che affrontiamo oggi, il cosiddetto “decreto Aiuti-bis” sarà l'ultimo. L'ultimo, eventualmente, sul piano temporale, ma non certo in ordine di importanza. Il Paese, come sappiamo, sta vivendo un momento davvero difficile. L'aumento vertiginoso dei prezzi del gas, aggravato dal conflitto in Ucraina e la difficoltà negli approvvigionamenti di altre fondamentali materie prime hanno una sempre più evidente e concreta ricaduta sulle famiglie e sulle imprese, che vivono nella profonda incertezza del futuro, nella paura di non farcela, con bollette insostenibili, così come sta diventando insostenibile anche l'acquisto dei beni alimentari, anche quelli di prima necessità. Per sostenere imprese e cittadini in questa difficile congiuntura, il Governo ha già stanziato, con precedenti decreti, 35 miliardi, a cui si aggiungono i 17 miliardi di euro del presente decreto.

Il provvedimento prevede numerose misure, per le quali abbiamo dato il nostro contributo come Impegno Civico. Il decreto, grazie anche al contributo della Vice Ministra, Laura Castelli, è intervenuto per risolvere il problema del Superbonus 110 per cento, con lo sblocco dei crediti, una misura fortemente attesa, così come quelle del taglio delle bollette fino a dicembre, del bonus sociale rafforzato ampliando la platea dei beneficiari, dell'introduzione del cuneo fiscale per favorire la ripresa economica, della proroga del taglio delle accise sui carburanti, del bonus una tantum per i lavoratori finora esclusi, dei contributi per i trasporti, dell'incremento del Fondo per la sanità, e tanto altro ancora.

Come detto, questo potrebbe essere l'ultimo provvedimento che affrontiamo qui alla Camera e per coincidenza mi dà anche la possibilità di parlare di un tema che mi sta molto a cuore e che riguarda il territorio dal quale provengo - e non solo il territorio da cui provengo, ma l'Italia intera - e che nel 2018 mi ha indotto a mettere da parte ogni interesse personale per candidarmi, risultando poi eletto in questo ramo del Parlamento. Mi riferisco alla questione ambientale di Taranto e, più in generale, al complesso dossier Ilva: un dossier al quale ho dedicato gran parte della mia attenzione nel corso di questa legislatura, ma di cui ho parlato poco per evitare quelle inutili e già abbondanti strumentalizzazioni. L'occasione per parlare di Ilva e soprattutto di Taranto, per fare un po' di chiarezza sulla reale situazione attuale, mi viene data dall'articolo 30 di questo decreto, quello relativo alle misure urgenti per il sostegno alla siderurgia, con il quale si autorizza Invitalia ad un aumento di capitale fino a un miliardo di euro proprio in relazione all'Ilva di Taranto. Ora, prima ancora di parlare di come questo miliardo dovrebbe essere speso, bisogna soffermarsi, a mio avviso, sulla necessità che lo Stato, attraverso questo stanziamento, acquisisca le quote di maggioranza dell'azienda e, di conseguenza, la sua gestione. Lo Stato, insomma, non dovrebbe dare un solo euro all'attuale governance dello stabilimento di Taranto, senza la certezza di assumere il pieno controllo e, ovviamente, senza che la controparte corrisponda una somma proporzionale alla propria quota.

Non ho infatti alcuna difficoltà ad affermare in quest'Aula che la governance dello stabilimento di Taranto è stata disastrosa in questi anni, una governance che, sin dal suo insediamento, ha inspiegabilmente inasprito ogni rapporto con il territorio, portando avanti una gestione assolutamente conflittuale nei confronti di tutti gli stakeholder, dalla comunità locale alle rappresentanze sindacali, all'indotto, ai fornitori, persino nei confronti dello Stato.

Il territorio di Taranto, ad iniziare dai suoi cittadini, già vittima di una pessima gestione che provocò importanti impatti ambientali e sanitari e che portò, come sappiamo, al sequestro, nel 2012, degli impianti, non meritava certamente un trattamento di questo tipo. Considerando anche che il siderurgico di Taranto è un sito di interesse nazionale, oserei dire che la gestione dello stesso è stata condotta non solo a scapito della comunità locale, ma anche a danno degli interessi nazionali e di tutta la filiera produttiva del Paese. Ciò vale ancor più se si considera che i mesi appena trascorsi sono stati molto importanti per lo sviluppo del settore; eppure, lo stabilimento di Taranto ha registrato performances produttive davvero scarse, insoddisfacenti. È anche strano per un partner strategico industriale che, al di fuori dei confini nazionali, brilla invece per i suoi risultati finanziari ed economici. Verrebbe da chiedersi: cui prodest?

Eppure, durante la gestione di ArcelorMittal qualcosa di importante e positivo è avvenuto: è stato realizzato il piano ambientale, quel piano ambientale, continuamente rinviato sin dal 2012, che prevedeva l'insieme delle opere da realizzare a tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Quello di cui nessuno oggi parla, infatti, è che la situazione ambientale di Taranto è completamente mutata in questi anni. Il trend di miglioramento del quadro emissivo, dovuto ad una riduzione della produzione, è ulteriormente migliorato negli ultimi anni grazie all'esecuzione delle opere previste dal piano ambientale. Poche settimane fa, sono stati infatti i tecnici dell'ISPRA a certificare che - leggo testualmente - gli interventi previsti per l'adeguamento degli impianti sono stati quasi tutti completati e certificati e che l'esecuzione degli interventi rimanenti è in linea con i tempi previsti. ISPRA ha anche stimato che lo scenario emissivo post operam, ossia lo scenario successivo alla realizzazione delle opere previste, relativo a una produzione annua fino a 6 milioni di tonnellate, è significativamente inferiore rispetto allo scenario ante operam, precedentemente stimato dalla valutazione del danno sanitario 2021 che si riferiva ai dati dell'anno 2016.

Lo ripeto: la valutazione del danno sanitario 2021 di cui tanti parlano si riferisce a dati del 2016. Faccio una breve parentesi su questo, perché tutti gli studi che vengono spesso citati, che fanno riferimento ad organismi internazionali come OMS, ONU, CEDU ed altri e che fanno anche breccia nell'opinione pubblica, fanno tutti riferimento a scenari produttivi ante operam e tutti, chi più chi meno, indicano come soluzione non la chiusura dello stabilimento ma l'esecuzione del piano ambientale già previsto ed oggi finalmente realizzato.

A questo punto verrebbe da chiedersi: come mai ArcelorMittal da pessimo gestore a cui vanno attribuiti per la cattiva gestione anche quei rari fenomeni emissivi che ancora, a volte, vengono prodotti sul territorio e, soprattutto, la precaria gestione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie - spero che non accadano altri incidenti gravi all'ILVA di Taranto, altrimenti potremmo sapere già, sin d'ora, chi possa essere il responsabile di queste problematiche - diventa un gestore scrupoloso nell'esecuzione del piano ambientale? Come mai?

Azzardo io una possibile risposta a tale quesito. Nel 2019, questo Parlamento, cari colleghi, su iniziativa dei deputati tarantini del MoVimento 5 Stelle, compreso il sottoscritto, ha abrogato l'immunità penale, togliendo ogni possibile alibi al gestore di procedere con ulteriori ed ingiustificati rinvii. Da quel momento, infatti, è stato possibile realizzare le opere per rimanere all'interno delle scadenze e così evitare anche conseguenze di carattere penale; scadenze, peraltro, ridotte anche nei termini con l'addendum firmato nel settembre 2018 dall'allora Ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Ancora oggi ringrazio tutti i deputati tarantini e la prima firmataria dell'emendamento soppressivo, poi tutti fuoriusciti come me perché, evidentemente, non ci riconoscevamo più nel MoVimento che fu. Li ringrazio per l'approvazione di quell'importante provvedimento, che ha ripristinato i diritti costituzionali e che ha segnato, forse, l'inizio di un cambiamento epocale per il territorio tarantino.

Ma torniamo ai principali interventi previsti dal piano ambientale, finalizzati ad una riduzione delle emissioni in atmosfera dello stabilimento, che sono stati completati, come la copertura dei parchi minerali, la copertura dei parchi fossili, le coperture di due impianti di agglomerazione, le coperture di tutti i nastri trasportatori, le aree pavimentate, il collettamento, la raccolta, il trattamento e il recupero delle acque meteoriche, la sostituzione di tre dei quattro filtri delle due linee degli impianti di agglomerazione, il rifacimento di quattro batterie e altro. A vigilare su questi interventi, come previsto dalla legge, vi sono i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria.

Se è vero, come è vero, che occorre favorire lo sviluppo e l'utilizzo del metodo scientifico nello studio e nelle valutazioni di tematiche così importanti, va detto che l'area di Taranto risulta coperta da una complessa e fitta rete di centraline di monitoraggio della qualità dell'aria gestite dall'ARPA Puglia attraverso la rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria, i cui dati sono pubblici, a disposizione di tutti. Possiamo dunque dire con assoluta certezza che il quadro della qualità dell'aria della città di Taranto mostra che nessun limite di qualità dell'aria previsto dalle norme risulta superato negli ultimi 3 anni. Quando dico che nessun limite di inquinante è stato superato mi riferisco sia alle polveri sottili (PM2,5 PM10) sia a tutti gli altri inquinanti, come benzopirene, benzene, ossidi di azoto, anidride solforosa o altri elementi metallici, come cadmio, nichel, piombo. Comparando i dati di Taranto con quelli disponibili delle altre province pugliesi e di una buona parte delle città italiane, ne deriva che i valori della qualità dell'aria della città ionica non sono solo sovrapponibili ma sono addirittura migliori rispetto a molte altre città. Nel complesso, quindi, sulla base dei dati relativi alle centraline, appare evidente che la qualità dell'aria di Taranto è oggi del tutto conforme alle direttive nazionali e significativamente migliore rispetto a quella di molte altre città italiane. Nessuno può negare le problematiche del passato, che hanno portato così gravi impatti ambientali e sulla salute pubblica, ma dico che oggi la situazione è radicalmente cambiata e ci tengo ad evidenziarlo anche in questa sede in cui, ovviamente, nel tempo sono stati lanciati numerosissimi appelli, anche da noi, per un importante cambiamento come quello in atto.

Prima che il mio tempo scada definitivamente in quest'Aula, voglio dire una cosa a cui tengo particolarmente. Durante la campagna del elettorale del 2018, ho promesso che mi sarei impegnato per la chiusura delle fonti inquinanti dell'Ilva di Taranto, parlando, a volte, anche della chiusura dell'area a caldo, se questa avesse continuato a portare impatti ambientali e sanitari al territorio. Come me, lo hanno fatto tanti altri colleghi e anche il Ministro Luigi Di Maio che, all'epoca, venne a Taranto - lo ricordo, nel febbraio del 2018 - e parlò, oltre che di riconversione economica, anche di chiusura delle fonti inquinanti. Non sta certamente a me dire se quella promessa sia stata mantenuta o meno ma posso affermare che ho fatto del mio meglio affinché ciò avvenisse.

Come mai non ne parla nessuno e perché si parla ancora di Taranto come di una città fortemente inquinata, quando chiunque abbia un briciolo di competenza e abbia visionato i dati pubblici può facilmente affermare il contrario? E, soprattutto, perché tutti i politici, lo ripeto, tutti i politici, di ogni livello istituzionale, anche nella campagna elettorale in corso, continuano a parlare della chiusura delle fonti inquinanti o, ancora, dell'intera area a caldo, quando la situazione, come ho appena detto, è mutata nel corso di questa legislatura?

Allora, mi chiedo e vi chiedo: si mente sapendo di mentire, perché forse è più semplice cavalcare il consenso popolare o per semplice ignoranza dei fatti? Non so, sinceramente, cosa sia più grave. Il sottoscritto ha dovuto lasciare il MoVimento e ha dovuto cambiare gruppo politico per essere libero di essere qui, oggi, a parlare di questi temi. Mi rendo conto che molti, soprattutto nel mio territorio, non sono pronti a confrontarsi serenamente su questi temi, perché profondamente provati e segnati dai danni del passato, ma la verità dei fatti, ne sono sicuro, verrà gradualmente a galla, ridando un po' di serenità a un territorio meraviglioso, che attende da tanto, troppo tempo un segnale di speranza.

A tal riguardo, alla luce di quanto fin qui detto, non mi meraviglierei se si arrivasse, nel corso di uno o due anni, al dissequestro degli impianti da parte della magistratura e persino alla decadenza dell'infrazione comunitaria aperta sul nostro Paese a causa dell'Ilva. Nel frattempo, come già detto, resta la necessità di un cambio ai vertici dello stabilimento, che lo Stato assuma il controllo dell'azienda e che proceda celermente con nuovi e importanti investimenti, che consentano anche l'aumento della produttività, per consentire anche il reintegro della forza lavoro, ma senza mutare il quadro emissivo attuale e, solo dopo, si potrà ripensare eventualmente anche a una ricollocazione sul mercato, ovviamente mantenendo sempre alta, altissima la vigilanza degli organi di controllo, affinché non si ripetano gli errori del passato.

A proposito degli errori del passato, prima di concludere, vorrei rassicurare i cittadini tarantini sulle bonifiche delle aree coinvolte dal siderurgico. Le attività sono ormai in fase avanzata, sia dal punto di vista delle caratterizzazioni di tutti i siti, sia per il completamento di alcuni interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente riguardanti le discariche di competenza, come abbiamo potuto anche apprezzare dalle frequenti audizioni dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria proprio nei rami del Parlamento, in questi ultimi mesi. Sono orgoglioso che sia stato un emendamento a mia prima firma a consentire a questo Parlamento, lo scorso gennaio, di recuperare i 575 milioni di euro destinati alle bonifiche e che erano stati inizialmente sottratti, per un errore di valutazione del Governo, anche se mi chiedo ancora oggi chi sia stato il suggeritore – o, forse, dovrei dire la suggeritrice - di quel nefasto provvedimento. Discorso a parte andrebbe fatto per altre bonifiche del territorio tarantino, ma non è questa la sede giusta per farlo.

Ovviamente, questo intervento non aveva assolutamente la pretesa di essere esaustivo di un dossier, come dicevo, così complesso come quello dell'Ilva, complesso e articolato, ma spero di aver dato spunti utili per i necessari approfondimenti anche ai parlamentari che a breve siederanno in questo Parlamento, nella prossima legislatura. Se il tempo è galantuomo, come si dice in questi casi, prima o poi in futuro qualcuno apprezzerà questi fatti e forse riconoscerà anche gli obiettivi raggiunti.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Presidente, colleghi e colleghe, Vice Ministra Castelli, questo provvedimento era necessario, lo sappiamo, siamo in emergenza; è un provvedimento che io definirei tampone, naturalmente, non è una soluzione, ma che, soprattutto, arriva con un ritardo incomprensibile rispetto al fatto che nello stesso provvedimento ci siano cose che sono richieste da alcuni di noi da anni ormai, sostanzialmente.

Devo dire che ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Mollicone e fa un po' amarezza, un po' rabbia sentire la morale da coloro che, poi, insieme al centrodestra, hanno decretato la fine di questa legislatura; sentirli lamentare del fatto che questo sia un decreto non abbastanza forte, non abbastanza rispondente alle esigenze degli italiani e delle italiane. Ebbene, qualcuno, qui, ha deciso che, invece di stare qui a lavorare per difendere i diritti, per dare risposte, noi dovessimo in questo momento essere in campagna elettorale e avere un Governo con un ridotto margine di manovra. Che ognuno si assuma le sue responsabilità e spieghi agli italiani perché, in questo momento, la politica arriva con un decreto più debole di quello che sarebbe necessario e perché, in questo momento, i deputati e le deputate, i senatori e le senatrici, invece di essere in Aula a lavorare, sono in giro per l'Italia a fare campagna elettorale.

Io credo che questo provvedimento abbia dati ed elementi assolutamente positivi, però, a proposito di cose attese da tempo, come la correzione a cui siamo arrivati sul superbonus, con l'eliminazione della responsabilità in solido per le imprese - è un provvedimento assolutamente atteso - mi viene da chiedere come mai sul superbonus si sia scatenata questa ostilità da parte non solo del Ministro Franco, ma dello stesso Presidente del Consiglio - un'ostilità che può essere motivata e giustificata da alcune storture riscontrate; segnalo che le presunte truffe hanno riguardato, è bene qui ristabilirlo, il bonus sulle facciate e non tanto il superbonus sull'efficienza energetica, poi io personalmente ho sempre proposto qui e di nuovo in Commissione che il superbonus fosse in particolare dedicato in maniera prioritaria alle case popolari, agli istituti scolastici e agli edifici pubblici, qualcuno mi ha risposto che non era possibile, ma nessuno mi ha spiegato perché non fosse possibile - perché si tratta di un provvedimento, questo del superbonus, che poteva essere davvero, e lo è stato in parte, una chiave per rispondere alla crisi climatica e per aprire i cantieri e dare anche uno slancio economico. Questa misura è stata boicottata come mai è successo nella storia di questo Paese, con un'ostilità e un'ottusità - io credo - davvero incredibili. Io spero che nessuno di coloro che hanno avuto responsabilità nel Governo incontri mai un imprenditore edile e si trovi, come è successo a me, a spiegargli perché abbiamo pasticciato, perché questo abbiamo fatto, in questi due anni su questa misura, mettendo in difficoltà famiglie e imprese, non gli speculatori, ma le famiglie e le imprese, in un momento di crisi economica, di crisi pandemica; veramente, è stato un capolavoro.

L'altro dato positivo riguarda sicuramente il bonus sociale, lo stop alle modifiche unilaterali dei contratti di gas e luce, gli interventi di taglio su oneri di sistema e accise sulle bollette, il credito d'imposta per le imprese, anche questo fortemente richiesto, i fondi per il trasporto pubblico locale; sono tutte misure positive, che finalmente arrivano e che potevano arrivare anche prima, indubbiamente; non c'era bisogno di una crisi energetica per capire che ce ne fosse bisogno.

Poi, ne ha parlato prima il collega, quindi non mi soffermo molto, facciamo in modo che il tetto agli stipendi delle cariche dei manager pubblici, che è stato ristabilito, diventi un tappo, perché non è possibile, già in tempi di normalità, già in tempi di pace, pensare che, in questo Paese, la forbice delle disuguaglianze continui ad allargarsi in questa maniera.

In un momento di crisi economica, sociale e pandemica è criminale pensare che si debba far fronte a richieste di mega stipendi, quando, invece, abbiamo visto i dati che stanno arrivando sul fronte della povertà energetica, con 9 milioni di famiglie italiane in difficoltà. È proprio un tema di giustizia, di giustizia! Lo Stato deve dimostrare di essere giusto. Quindi, per favore, il tetto diventi un tappo, perché è una cosa incredibile da raccontare e da sopportare.

Che cosa manca in questo provvedimento? Ieri ho ascoltato il Piano per il risparmio del gas del Ministro Cingolani. Io rimango della mia idea, che è quella che ho detto in quest'Aula a dicembre dello scorso anno. Il Ministro Cingolani si doveva dimettere, semplicemente perché noi, in questi anni, non abbiamo avuto un Ministro della Transizione ecologica. Abbiamo avuto una persona - stimabilissima, per carità, non è un tema personale - che non ha nessuna idea (o forse ne ha qualcuna in più un po' troppo fossile) di dove portare il Paese per fare questa transizione ecologica.

Mi riferisco, in particolare, al tema delle rinnovabili. Le rinnovabili continuano ad avere troppi ostacoli. In televisione si dice che investiremo sulle rinnovabili ma, Santo cielo, stiamo aspettando da giugno il decreto che individua le aree idonee. E poi sappiamo che, dopo il decreto sulle aree idonee, ci vorranno ancora 6 mesi di tempo perché le regioni facciano le mappe. Ma non ci prendiamo in giro! Non ci prendiamo in giro e non prendiamo in giro gli imprenditori, gli italiani e coloro che vogliono combattere la crisi climatica e, contemporaneamente, rendere il Paese indipendente dal gas (non solo da quello russo). Lo dico in quest'Aula: mi rendo conto dell'emergenza e, quindi, chiaramente l'approvvigionamento del gas è prioritario, così come gli stoccaggi, ma non è che, se noi cambiamo pusher, la sostanza è meno tossica. Non stiamo andando a comprare gas in alternativa a quello russo da democrazie consolidate. Quindi, attenzione. Attenzione a non spostare il meccanismo altrove.

La vera indipendenza è quella che passa per l'efficienza, per il risparmio e per lo sviluppo delle rinnovabili. Come? L'altro giorno è uscita su Il Sole 24 Ore una lettera firmata da Robert Habeck, che è il Ministro della Transizione ecologica tedesca (loro ce l'hanno veramente), Dan Jørgensen, che è il corrispettivo della Danimarca, e Kadri Simson, che è, appunto, il responsabile clima dell'Unione europea. Loro tre hanno disegnato uno scenario in cui, dal risparmio energetico alle rinnovabili, a partire dallo sviluppo dell'eolico off-shore, Germania e Danimarca si danno un fronte strategico su cui investire; per non tacere dello scambio energetico che è in atto tra Francia e Germania.

Quindi, io dico al mio Paese: attenzione. E lo dico anche a chi dice che per l'Europa la pacchia è finita. Attenzione: capisco che siamo in campagna elettorale e, quindi, bisogna semplificare, ma noi dobbiamo essere seri, dobbiamo essere seri e credibili, perché in questo momento si stanno facendo strategie e accordi. E dire all'Unione europea che è finita la pacchia è, come minimo, marginalizzare l'Italia e, come minimo, dare un duro colpo alla nostra credibilità e alla nostra capacità di stare in campo. Gli altri fanno i piani energetici e i piani industriali non perché sono cattivi ma perché - non lo so - sanno farli, li vogliono fare e hanno veramente intenzione di fare la transizione ecologica? Me lo chiedo; a questo punto, io me lo chiedo.

So solo che un Ministro della Transizione ecologica come Cingolani non lo auguro a nessun Paese europeo, perché è un Ministro che non ha mai parlato del superbonus, non riconoscendo che era una misura innanzitutto di efficientamento energetico, né ha mai avuto la capacità di portare qui un piano aggiornato per l'energia e il clima. Si è permesso di parlare di nucleare - e non perché sia un tema ideologico e non voglio che se ne parli - ma non ne posso più di tecnici che fanno i politici facendo finta di fare i tecnici.

Non si può parlare di nucleare in questo momento in Italia senza dire - senza dire! - che noi non siamo stati in grado in questa legislatura di individuare il posto dove costruire il deposito nazionale per le scorie del nostro nucleare del 1986 e che le nostre scorie, in questo momento, sono in Francia e in Inghilterra e paghiamo anche bei soldi per processarle e per custodirle. In primo luogo, vorrei sapere da tutti quelli che in quest'Aula, in televisione e sui social in questi giorni stanno dicendo di tornare al nucleare, dove lo mettiamo. Io voglio che voi mi diciate dove metterete queste centrali nucleari! In secondo luogo, quanto ci mettiamo? In terzo luogo, quanto costa? Infine, come gestiamo le scorie? Se affrontiamo questi argomenti in maniera seria, allora è credibile e torniamo al nucleare; altrimenti, di nuovo stiamo prendendo in giro le persone; di nuovo stiamo prendendo in giro le persone!

Sulle rinnovabili, come dicevo, ci sono invece degli ostacoli. Sicuramente il tema delle aree idonee, però in questo momento alla Conferenza Stato-regioni c'è il cosiddetto FER 2, il decreto sulle rinnovabili. Con una battuta l'altro giorno Francesco Ferrante, vicepresidente del coordinamento FREE, che riunisce le aziende che si occupano di efficienza energetica e di energie rinnovabili, ha detto: “Basta, non fate più niente. Va bene così. Tenetevelo quel decreto, perché è scritto male, confonde e mette insieme biogas e biomasse. Non fa nulla per l'innovazione energetica e, in particolare, per il geotermico”. Quindi, è bene che quel provvedimento muoia lì, perché, come al solito, noi riusciamo a partorire da una montagna un topolino e pure un topolino cieco, che non riconosce le potenzialità di questo Paese.

Ieri Ursula von der Leyen - non il Ministro della Transizione ecologica italiana - ha parlato di miracolo siciliano riferendosi alla gigafactory che l'ENEL, la nostra ENEL, sta aprendo in Sicilia, in provincia di Catania. Di questo Paese noi dovremmo essere consapevoli, responsabili e orgogliosi e portare questo tipo di proposte in Europa e nel mondo!

Mi permetto di dire, peraltro, che la nostra ENEL è assoluta leader nel mondo per l'installazione di energie rinnovabili. I francesi sono secondi e noi siamo i primi. Nessuno più di ENEL installa rinnovabili nel mondo. Come al solito, siamo pieni di talenti, di innovazione e di capacità che nel nostro Paese non hanno diritto di cittadinanza. Ecco, io da un Ministero della Transizione ecologica mi sarei aspettata esattamente questa capacità, cioè la capacità di leggere i talenti del Paese - sicuramente anche i problemi - e su questo fare anche una grande azione, una sinergia. La transizione ecologica ha bisogno di squadra, ha bisogno di un'unità di intenti.

Ma, allora, come mai c'è Elettricità Futura? Non Greta Thunberg, ma Elettricità Futura, la Confindustria, che ci dice: “Non voglio soldi. Aiutatemi a installare energie rinnovabili in questo Paese, aiutatemi a farlo fino al 2030 (85 gigawatt). Semplifichiamo le norme e troviamo il modo insieme di creare una road map”. Neanche questo è servito!

Allora, io credo che sia fondamentale chiedersi chi deve pagare questo ritardo. Noi discuteremo anche di un possibile scostamento di bilancio. Per me questo ritardo e questa incapacità non la devono pagare i nostri figli. Quindi, io credo che, prima di pensare a un nuovo scostamento di bilancio che genera nuovo debito, noi dobbiamo andare a prendere quei soldi che le aziende energetiche tradizionali fossili hanno generato, cioè 40 miliardi di euro. Prima di pensare di mettere nuovo debito sulle spalle dei nostri figli io voglio una misura di giustizia sociale, che è la tassazione degli extraprofitti, con cui non solo pagare la transizione ecologica, ma anche dare una risposta seria e solidale alle crisi del Paese.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, colleghi e rappresentanti del Governo, il provvedimento al nostro esame è fondamentale perché immette nel sistema economico 17 miliardi di euro a sostegno delle imprese, delle famiglie e del nostro sistema economico in generale, di cui addirittura 14 miliardi di euro per contrastare il caro energia. Ricordo che, nell'ultimo anno, il Governo è intervenuto con immissioni nel sistema economico per oltre 40 miliardi di euro, quindi con misure importanti a fronte di un caro energia che ha visto i prezzi all'ingrosso aumentare di quattro, cinque, sei e anche dieci volte.

Sono interventi importanti, ma crediamo che in questa fase serva più coraggio perché queste misure non sono sufficienti per sostenere i redditi delle famiglie e del nostro sistema produttivo. Serve un intervento deciso e forte, per almeno 30 miliardi di euro, al fine di permettere la prosecuzione delle attività imprenditoriali, ragionando, in ultima istanza, sulla possibilità di intervenire con uno scostamento di bilancio perché, di fronte a una crisi energetica come quella che stiamo vivendo in questo momento, bisogna avere un approccio tempestivo e pragmatico, altrimenti, senza interventi decisi, rischiamo la desertificazione del nostro sistema produttivo ed il progressivo impoverimento delle nostre famiglie. Bisogna intervenire subito, nel breve periodo, per evitare maggiori impegni in futuro. Se desertificheremo il nostro sistema economico, i futuri interventi economici saranno solo ed esclusivamente di natura assistenziale e non di sostegno al nostro sistema produttivo.

Ho sentito dire in quest'Aula che lo scostamento di bilancio potrebbe essere una misura non idonea in questo momento. Ricordo al Presidente e ai colleghi che, nel 2020, proprio all'inizio dell'emergenza pandemica da COVID-19, la Lega aveva chiesto a gran voce, proprio in quest'Aula, uno scostamento di bilancio forte e deciso per permettere la sopravvivenza del nostro sistema economico. All'epoca - siamo a marzo 2020 -, siamo stati poco considerati, per non dire non considerati affatto, dalle forze che allora erano al Governo. Qual è stata la sintesi, la soluzione e la risposta? Che, nel 2020, sono stati fatti ben cinque scostamenti di bilancio, con un indebitamento netto per oltre 108 miliardi di euro e addirittura un sesto scostamento è stato fatto nel 2021. Quindi, la storia è evidente: a crisi immediate servono risposte immediate, accompagnate ovviamente da una visione di lungo periodo.

L'energia è una questione politica, prima che industriale, come aveva ben intuito il nostro concittadino marchigiano Enrico Mattei oltre sessant'anni fa. Enrico Mattei ha addirittura sacrificato la propria vita, cercando di far raggiungere l'indipendenza energetica alla nostra Italia, che in quel momento aveva bisogno di energia per sostenere lo sviluppo economico del nostro Paese. Anche oggi bisogna distinguere tra gli approcci affascinanti- che riempiono le pagine dei giornali e che fanno ben parlare nei salotti buoni, evidentemente non realizzabili, di alcuni gruppi politici che siedono in questo Parlamento - e un sano e concreto approccio pragmatico, come sta facendo la Lega.

Il segretario del PD, Enrico Letta, ha dichiarato pochi giorni fa che questo tour elettorale, con i nostri mezzi elettrici, si rivela una bellissima occasione per raccontare al Paese che la mobilità sostenibile deve essere il futuro. Peccato che, nel presente, che vivono tutti i giorni le famiglie, gli operai, i lavoratori, gli artigiani, i commercianti e le persone normali, la mobilità elettrica non è all'ordine del giorno. Addirittura, lui stesso ha dovuto constatare sulla propria pelle, che con un mezzo elettrico si può rimanere a piedi. Così come il MoVimento 5 Stelle - quello che ne è rimasto oggi - parla di rinnovabili come fossero la soluzione a tutti i mali energetici di questo Paese, con l'idea - forse un po' affascinante, forse un po' curiosa e particolare - di tappezzare di pannelli ogni angolo del nostro bel Paese, perché questo è il rischio che corriamo, se non realizziamo un importante mix energetico. Forse perché i primi venditori al mondo di pannelli fotovoltaici sono i cinesi? Questa è la domanda che lascio ai colleghi di quest'Aula, con i quali il MoVimento 5 Stelle aveva lanciato questa road map, questa via della seta.

Anche in Europa, per andare oltre i nostri confini nazionali, si risponde alla crisi energetica in modo talvolta poco realistico e certamente poco incisivo. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato, con il Piano REPowerEU, addirittura l'accelerazione della transizione ecologica, nonostante il continente europeo, il nostro continente, incida solo per il 9 per cento sulle emissioni mondiali di CO2.

E quale sarebbe la risposta dell'Europa alla crisi energetica? Cambiare fornitore perché la Russia non è più un fornitore affidabile, ma per questo serve dotarsi delle infrastrutture necessarie. Anche noi crediamo fortemente che l'autosufficienza energetica del Paese, del nostro Paese Italia, passi per l'utilizzo di fornitori alternativi ed è per questo che, in questi mesi, il Governo ed i Ministri si sono mossi per individuare nuove fonti di approvvigionamento energetico per il nostro Paese.

L'Europa vuole accelerare il processo relativo alle rinnovabili e portare, dal 40 al 45 per cento, l'approvvigionamento di energia proveniente da fonti rinnovabili. Questo rende più difficoltosa la transizione energetica dell'Italia e dell'Europa perché, a fronte di queste risposte affascinanti, di queste risposte che certamente colpiscono i salotti buoni e una certa forma di intellighenzia, la realtà è un'altra. La realtà è che dobbiamo riprendere, in maniera più decisa, l'utilizzo del carbone - oggi la fonte fossile più inquinante conosciuta - non solo in Italia, ma addirittura in Germania e in Polonia, laddove i nostri colleghi polacchi non hanno mai rinunciato al carbone. Per sostenere la transizione ecologica dell'Europa, la Cina sta costruendo nuove centrali a carbone. Questo non fa bene all'economia europea, non fa bene all'economia mondiale e certamente non fa bene all'ambiente, quindi attenzione a una transizione ecologia che sia completamente scollegata dalla realtà! Addirittura, si parla di “razionamento dei consumi”: speriamo che, al di là di una razionalizzazione dei consumi, che è doverosa e necessaria, non ci sia la necessità di arrivare al razionamento.

L'Europa poi - anche su argomenti su cui l'Italia sta spingendo in maniera importante, come il price cap europeo, il tetto al gas - è tiepida perché, di 27 Paesi, alcuni non sono assolutamente interessati, alcuni - come l'Olanda - continuano a fare business con i terminali di gas posti nei loro Paesi e i tedeschi su certi argomenti, purtroppo, talvolta, fanno finta di non capire. Allora verrebbe il sospetto - è naturale - che forse i tedeschi abbiano fatto degli accordi di lungo termine con i nostri fornitori storici? Lascio questo dubbio a quest'Aula. Certamente, l'Italia deve avere più forza e più decisione per rispondere fortemente a questa crisi del gas.

La Lega, in campo energetico, si è sempre contraddistinta per una sana dose di realismo, nella consapevolezza che bisogna certamente proseguire nel percorso di transizione ecologica poiché tutti abbiamo a cuore la difesa dell'ambiente e dei concittadini, ma la sostenibilità ambientale - questo è il punto fortemente decisivo della Lega - deve necessariamente accompagnarsi alla sostenibilità economica per la salvaguardia del nostro sistema produttivo, per lo sviluppo equilibrato del Paese e dei posti di lavoro e per la sostenibilità sociale, perché nei grandi processi di cambiamento a farne le spese, storicamente, sono le fasce più deboli della popolazione.

Per questo è importante che anche in questo provvedimento – come avvenuto nei provvedimenti precedenti - venga data priorità al rafforzamento del bonus sociale e del bonus energetico, all'azzeramento degli oneri generali di sistema, con particolare attenzione a coloro che sono economicamente svantaggiati e in gravi condizioni di salute. È fondamentale avere a cuore i cosiddetti vulnerabili, perché nessuno di noi deve mettere in discussione un pasto per i propri figli in alternativa al pagamento della bolletta. La Lega ha sempre sostenuto che bisogna avere a cuore in modo particolare i vulnerabili, tutti coloro che sono soggetti a disabilità, coloro che vivono nelle isole, addirittura quelle che non sono interconnesse alla rete, addirittura coloro che ancora soffrono l'esperienza terribile del terremoto del 2016, del 2009, dei terremoti successivi e precedenti, coloro che vivono in strutture abitative di emergenza e, generalmente, coloro che hanno più di 75 anni, perché dobbiamo avere cuore, passione e cura per quanti hanno speso la loro vita per il nostro Paese e che, in questo momento, potrebbero in qualche caso trovarsi in situazioni di difficoltà.

Al riguardo, è evidente che, da una parte, bisogna pensare alla finanza pubblica ma, dall'altra, in modo ragionevole ed equo, dobbiamo intervenire su di un aspetto fondamentale, sull'extragettito IVA e sugli extraprofitti. Come qualcuno ha già annunciato in quest'Aula, è giusto che chi, in questo momento, per motivi contingenti, ha evidentemente beneficiato di utili più importanti, possa contribuire in favore di chi è più in difficoltà. Ovviamente, nella ricerca degli extraprofitti e dell'extragettito IVA, bisogna avere grande attenzione, perché tutti devono contribuire in maniera equa ed equilibrata. Occorre, quindi, intervenire anche sugli effetti distorsivi che una norma sugli extraprofitti potrebbe avere generato in qualche caso. Occorre, sì, colpire gli extraprofitti, ma in modo equo ed equilibrato, perché credo che, nel momento storico che sta vivendo il nostro Paese, tutto il nostro sistema economico e tutto il nostro sistema dell'oil and gas possa contribuire in maniera positiva ed efficace per il nostro Paese, soprattutto per contrastare le difficoltà che stanno vivendo le nostre famiglie e le nostre imprese.

Dobbiamo anche intervenire sull'extraprofitto che non solo il settore oil and gas sta realizzando, ma di qualunque produttore di energia, anche di rinnovabili. In tal senso, potrebbe essere interessante rivedere i criteri del calcolo del PUN, il prezzo unico nazionale, disaccoppiando il prezzo in base alla fonte da cui l'energia proviene, perché è evidente che, quando si applica un prezzo unico, a prescindere dalla fonte di produzione, si creano extraprofitti e, in qualche caso, anche difficoltà operative: ciò perché, se dobbiamo superare la crisi economica - e sono certo che la supereremo - dobbiamo superarla tutti insieme: produttori, consumatori, sistema economico e famiglie. È evidente che, quando i prezzi e il prezzo unico nazionale sono quintuplicati, quasi decuplicati in qualche periodo storico come in questi mesi, qualche intervento è doveroso e necessario farlo.

Poi, gli extraprofitti devono essere catalizzati da ogni realtà che li ha realizzati. Come Lega, abbiamo avanzato proposte anche sugli intermediari finanziari, in questo momento storico, su coloro che hanno abusato dell'uso di derivati. Spesso è la finanza che fa saltare i prezzi, non i produttori e i consumatori di materie prime. Anche la finanza, in questo momento soprattutto la grande finanza internazionale, deve fare la sua parte per contribuire ad alleviare l'emergenza economica del nostro Paese.

Alcuni aspetti fondamentali, poi, devono essere affrontati con una visione di lungo periodo, come la Lega ha evidenziato più volte, quali gli oneri generali di sistema, che sono azzerati anche per questo trimestre, ovvero tutte quelle voci della bolletta che non sono strettamente legate ai consumi, su cui viene finanziato, ad esempio, l'incentivo alle rinnovabili. Questo aspetto, trattandosi di fiscalità generale e, in molti casi, di sostegno alle fasce più deboli della popolazione, deve in qualche modo essere trasferito alla fiscalità generale, perché ciascuno deve pagare in proporzione alla propria capacità di reddito.

Abbiamo parlato prima della necessità di sostenere il nostro sistema economico. Il nostro sistema economico si sostiene anche con la concessione di energia a prezzi calmierati. Altri Paesi europei lo stanno già facendo, e porto l'esempio della Francia che, con l'utilizzo dell'energia nucleare, sta cedendo energia a prezzi calmierati alle imprese francesi. Su questo si crea un disallineamento economico, perché qualunque impresa che compete sul mercato internazionale deve essere posta nella condizione di operare con pari dignità. Se in altri Paesi europei o, addirittura, mondiali l'energia costa il 30, il 40, il 50 per cento in meno di quella italiana, le nostre imprese, nonostante la grande capacità dei nostri imprenditori, vivono un gap concorrenziale, che noi dobbiamo fare in modo di colmare, in qualunque momento.

Abbiamo l'esigenza di parlare di nucleare anche in questo Paese. So che qui, in quest'Aula, parlare di nucleare diventa difficile, perché dobbiamo superare qualunque pregiudizio di natura ideologica sul nucleare. Il nucleare, oggi, è l'energia più pulita che conosciamo: non ha emissioni di CO2, rientra nella tassonomia europea, permette energia a basso costo e un processo di decarbonizzazione equilibrato. Certo che se noi pensiamo, come qualcuno ancora paventa, alle centrali nucleari di prima e seconda generazione e, addirittura, a disastri nucleari, ancora una volta non abbiamo un approccio concreto e realistico per il nostro Paese. Bisogna guardare al futuro, come stanno facendo i francesi, che sono partiti con la ristrutturazione, con il repowering di oltre 20 centrali nucleari, come i finlandesi, gli slovacchi, che stanno realizzando e hanno realizzato centrali di terza generazione. Negli anni Sessanta l'Italia - e ancora oggi mantiene questa expertise, seppure con difficoltà - era il primo esportatore di tecnologia nucleare, nel mondo. I nostri ingegneri e i nostri tecnici erano all'avanguardia; noi abbiamo esportato per decenni tecnologia, capacità di produzione e creatività e su questo oggi dobbiamo lavorare. Le nostre università devono ricominciare a essere fiori all'occhiello anche in campo nucleare, come lo sono già in campo energetico, come lo sono già nel settore di tutte le energie rinnovabili e in ogni altra forma di energia. Noi abbiamo una struttura universitaria e un corpo docente incredibile, che deve essere semplicemente posto nella condizione di lavorare, studiare e ricercare per il bene del nostro Paese e della scienza. Per questo guardiamo con fiducia alla possibilità di ripartire sul nucleare, senza dire che ci metteremo 5, 6, 7 o 10 anni: se non iniziamo oggi, non colmeremo mai il gap con altri Paesi. Utilizziamo al massimo la nostra esperienza e la nostra capacità per guardare anche con una visione di lungo periodo la questione energetica.

Sul price cap europeo ho già parlato con riferimento al gas. Ovviamente, qualcuno ha parlato di price cap nazionale, proponendo di mettere un tetto nazionale.

Diciamocelo chiaramente anche in quest'Aula: il tetto nazionale, per le capacità di assorbimento del nostro gas, è un tetto che non funziona. Dobbiamo veramente fare massa critica con tutta l'Europa per diventare un interlocutore serio e affinché il price cap diventi veramente un'opportunità per tutti, per tutta l'Europa. Alcuni Paesi hanno provato a introdurre un price cap nazionale, penso alla Spagna e al Portogallo, i cui consumi di gas sono la metà dei consumi di gas del nostro Paese. E quale è stato il risultato? Che il price cap non funziona, perché il fornitore di gas non fornisce il gas a quel prezzo. È una legge economica, ma è una legge che può essere superata solo in un'Europa unita; quindi, questo Governo e il Governo che gli succederà, che noi crediamo sarà un chiaro Governo di centrodestra, dovranno lavorare a livello europeo per raggiungere il price cap.

Come dicevamo prima, è altresì importante razionalizzare i consumi di gas, parlare con i cittadini, assumere comportamenti virtuosi e, come hanno già fatto e come già stiamo facendo nel nostro Paese, avviare contratti di interrompibilità con alcune aziende, per cui, in casi di difficoltà a livello di rete energetica, è possibile utilizzare l'energia che altrimenti sarebbe destinata ad aziende, in particolare aziende importanti, aziende energivore, per sostenere il nostro sistema economico. Parliamo di energy release, uno strumento fondamentale, perché la produzione energetica, soprattutto per le rinnovabili, non è costante e in questo Paese i picchi di consumo possono sempre esserci. In un sistema omogeneo, in un sistema organico, anche le nostre aziende possono consumare o addirittura ridurre per brevissimi periodi l'energia per evitare crisi del nostro sistema di rete. Dobbiamo avere il coraggio di dire anche che l'energia si può produrre da rifiuti, come si sta già facendo in alcune zone d'Italia.

I rifiuti possono diventare una ricchezza per tantissimi paesi, per tantissime città, e non un costo. Dobbiamo lavorare su una nuova impiantistica, su un'impiantistica più efficiente, perché, se l'energia la produciamo dai rifiuti e non compriamo il gas, possiamo anche cederla ai cittadini a un prezzo più basso. Queste sono le logiche di economia circolare che apprezziamo, logiche dell'economia circolare necessarie, perché il ciclo dei rifiuti non si può chiudere con le discariche, come si fa a Roma o nel Lazio. Il ciclo dei rifiuti si deve chiudere con il recupero, il riuso e, laddove necessario, laddove non si può fare diversamente, la valorizzazione energetica dei rifiuti. A tal fine, si può continuare attraverso l'efficientamento energetico degli edifici, ma addirittura si può pensare alla possibilità per i cittadini di installare sui propri tetti pannelli fotovoltaici per uso domestico (3, 4, 5 chilowatt). Quindi, ogni piccolo condominio, ogni realtà, ogni casa può diventare economicamente autosufficiente. E su questo abbiamo anche il coraggio di dire che possiamo installare mini impianti fotovoltaici nelle terrazze, impianti fotovoltaici a piccolissimo voltaggio che possano servire per gli usi domestici, per gli elettrodomestici, ma che possano contenere in maniera importante la bolletta energetica degli italiani: impianti autoinstallanti, impianti plug and play. Quindi, ogni soluzione per ridurre la bolletta energetica degli italiani diventa fondamentale, da qui fino ad arrivare all'autoconsumo collettivo e alle comunità energetiche, già proposte dalla Lega nel 2019 e che oggi diventeranno lo strumento di condivisione di energia delle nostre piccole comunità. Comunità energetiche in cui si può condividere energia tra imprese, Terzo settore, enti religiosi, pubblica amministrazione e privati cittadini. Su questo abbiamo anche il coraggio di utilizzare appieno il tesoro che è sotto i nostri piedi e sotto il nostro mare. Abbiamo il coraggio di dire che dobbiamo tornare a utilizzare il gas nazionale, nuove prospezioni, un migliore utilizzo degli impianti esistenti.

Abbiamo un tesoro che supera i 100 miliardi di metri cubi nel nostro mare, il gas nel mare di Sicilia, addirittura in alcuni territori del nostro Paese; e su questo superiamo qualunque steccato ideologico, cari colleghi, perché, se il gas in Adriatico non lo estraiamo noi, lo estraggono i croati, lo estraggono gli albanesi e lo estraggono i greci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e poi ce lo rivendono a prezzi di mercato! Superiamo queste assurdità ideologiche! Abbiamo il coraggio di sostenere il nostro sistema economico e produttivo. Questo provvedimento, ancora una volta e finalmente, anche grazie alle insistenze della Lega, interviene sulla cessione dei crediti del superbonus. Su questo, chiariamo ogni dubbio: la Lega crede fortemente che l'edilizia vada sostenuta con incentivi fiscali, come è sempre stato, ma questi incentivi fiscali devono essere equi, duraturi e sostenibili nel tempo perché devono permettere un'adeguata programmazione alle famiglie e alle imprese.

Quindi è meglio una rimodulazione del superbonus, ma per un tempo maggiore, non tutto e subito per pochi. Chiariamo che dobbiamo permettere al nostro sistema di funzionare, affinché nessuno rimanga indietro, imprese e famiglie. Chi ha iniziato i lavori deve poter proseguire con le stesse caratteristiche. Per questo, siamo intervenuti fortemente sul concetto della cessione dei crediti, perché oggi il miglior sistema per aiutare famiglie ed imprese a terminare i lavori, in molti casi già iniziati, nasce dal fatto che il processo di cessione dei crediti deve essere certo.

Dobbiamo permettere che chi acquisisce un credito, salvo i casi di truffe, salvo i casi di dolo, salvo i casi di malafede, possa utilizzarlo liberamente. La fiducia e la certezza nella cessione dei crediti è fondamentale, e su questo siamo intervenuti in questo provvedimento.

Da ultimo, permettetemi di fare un cenno a un aspetto evidenziato in questo provvedimento, ossia la possibilità di intervenire, ancora una volta, sul sisma e su coloro che ancora vivono le difficoltà del terremoto del 2016, soprattutto nei territori del Centro Italia.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 11,07)

TULLIO PATASSINI (LEGA). In questo provvedimento è stata prorogata per il 2023 la sospensione del rimborso delle anticipazioni della liquidità delle regioni. Un piccolo aiuto, ma sono somme che sono state utilizzate dalle regioni nel momento dell'emergenza. Ricordo all'Aula - e il prossimo Governo sono certo che se ne farà carico, un Governo chiaro e netto, vicino ai cittadini, un Governo di centrodestra, in cui la Lega avrà un ruolo importante - la necessità di prorogare la sospensione dei mutui in carico agli enti locali per favorire politiche sociali di prossimità da parte dei comuni, ed il credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali per le imprese ubicate nel cratere. Insieme alla ricostruzione degli edifici e alla ricostruzione fisica, infatti, sono territori, quelli del Centro Italia, che necessitano ancora di un sostegno per superare la crisi emergenziale.

Servono interventi economici, servono interventi di rilancio - arrivo alla conclusione, Presidente - interventi che nascono, come abbiamo già fatto, dalle leggi di bilancio di questi anni e da due miliardi destinati attraverso il Fondo complementare del PNRR. Si acceleri finalmente nelle aree interne del Centro Italia l'avvio di una zona economica speciale che preveda agevolazioni fiscali, contributive, normative e regolamentari di lungo periodo, ponendo le condizioni favorevoli per avviare iniziative imprenditoriali, invertendo il trend di sviluppo e, quindi, combattendo il progressivo spopolamento delle aree interne.

Compito dello Stato, e mi avvio alla conclusione, Presidente, è porre tutti nella medesima condizione di partenza, intervenendo con azioni concrete dove le condizioni sociali ed ambientali sono più difficili.

Le aree interne del Centro Italia sono luoghi di congiunzione del nostro Paese tra i due mari, vicine alle capitali, e potrebbero e potranno diventare - e siamo certi che lo diventeranno - la nuova frontiera di sviluppo del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Serse Soverini. Ne ha facoltà.

SERSE SOVERINI (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo qui a rispondere finalmente, visti la situazione, sempre più complessa, e il vissuto degli italiani, ad una minaccia che ormai, come dire, è sulla pelle di tutti noi, quella del costo della vita, legato alla crisi energetica in corso, alla situazione geopolitica e ad una condizione che ormai pervade la vita di tutti i cittadini e delle imprese. Siamo qui, oggi, a votare un documento che sostanzialmente era necessario ma che rappresenta per noi un passo, un breve passo in avanti su una strada molto complicata che sarà quella degli aiuti e del sostegno al nostro sistema sociale ed economico.

Il provvedimento all'esame della Camera destina 17 miliardi di euro a fondamentali misure volte a contrastare i rincari nei settori dell'energia, del gas naturale e dei carburanti, rafforzando il bonus sociale elettrico e gas per il quarto trimestre 2022, tutelando i clienti vulnerabili nel settore del gas, sospendendo le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas. I clienti vulnerabili sono quelli che vengono raccolti e individuati all'interno di una determinata fascia ISEE, ma è chiaro che la vulnerabilità è molto più estesa e quindi dobbiamo considerare anche - per questo dicevo che si tratta di un primo passo verso una politica e una strategia più ampia di sostegno - fasce che sono fuori dall'ambito ISEE così individuato. Con il provvedimento in esame sono azzerati gli oneri generali di sistema del settore elettrico anche per il quarto trimestre 2022, si riduce l'IVA per le somministrazioni di gas metano per combustione per usi civili e industriali nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022 e sono altresì prorogati i crediti d'imposta in favore delle imprese anche per il terzo trimestre 2022 e la riduzione dell'accisa sui carburanti sino al 20 settembre 2022. Noi sappiamo benissimo che il credito d'imposta è uno strumento necessario ma non sufficiente, perché sappiamo che l'impatto dei costi non è una cosa che si può assorbire. Per molte imprese è così elevato che è un po' complesso da assorbire all'interno dello schema dei crediti d'imposta. Ma, anche qui, andiamo avanti e facciamo questo primo passo.

Anche il comparto degli enti territoriali è interessato dal decreto con l'attribuzione di contributi straordinari per 400 milioni a favore di comuni, città metropolitane e province, la proroga al 2023 della sospensione del rimborso delle anticipazioni di liquidità in favore delle regioni a seguito del sisma del 2016 e lo stanziamento di risorse per favorire la ricostruzione post sisma del 2012 in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.

Grande rilievo è stato dato anche alle misure in materia di lavoro e previdenza, che dispongono: la riduzione del cuneo fiscale in favore dei lavoratori dipendenti per il periodo di paga dal 1° luglio al 31 dicembre, inclusa la tredicesima; l'anticipo dal 1° ottobre 2022 della rivalutazione delle pensioni; l'estensione del cosiddetto bonus di 200 euro ai lavoratori precedentemente esclusi; il finanziamento per 100 milioni di euro, nel 2022, del Fondo delle spese di sostegno al potere d'acquisto ai lavoratori autonomi. Sono poi rifinanziati il Fondo per l'avvio, entro il 31 dicembre 2022, di opere indifferibili per contrastare il caro materiali e i contratti di sviluppo di progetti di comune interesse europeo e il Fondo unico nazionale del turismo.

Dopo un esame al Senato - abbastanza complesso, devo dire - sono state inserite alcune importanti norme, come lo sblocco della cessione dei crediti del superbonus, individuando una soluzione in grado di coniugare gli interessi dei contribuenti e delle imprese, senza rinunciare all'esigenza di non lasciare impunito chi ha frodato lo Stato e distinguendo tra chi ha operato correttamente e chi non l'ha fatto. Su questo tema dobbiamo anche dire, però, per onestà nei confronti dei cittadini, che noi sappiamo tutti che aspettiamo un provvedimento, un atto dell'Agenzia delle entrate che definisca bene quali siano le condizioni di colpa da perseguire in caso di frode e, quindi, su questo bisogna dire ai cittadini che non c'è un'immediatezza. Noi, però, facciamo richiesta qui, da quest'Aula, perché si proceda al più presto, diciamo così, velocizzando i tempi della burocrazia.

A seguito delle modifiche apportate dal Senato è stata altresì risolta la questione del docente esperto, evitando il rischio sia di perdere la terza tranche del PNRR sia di rinunciare alla legislazione italiana che pone in capo ai contratti collettivi nazionali di lavoro l'onere di definire i percorsi di carriera. Pertanto, si continuano a prevedere per gli insegnanti di ruolo forme di premialità e progressioni di carriera legate al positivo superamento dei percorsi formativi.

È stato prorogato fino al 31 dicembre il diritto allo smart working nel settore privato per i lavoratori fragili e i genitori di figli fino a 14 anni; sono state confermate le procedure semplificate di comunicazione; è stata data risposta ai malati da Talidomide, ai lavoratori dello spettacolo e ai precari dei call center e dell'Inps e ai funzionari assunti dallo Stato per l'attuazione del PNRR, per fare in modo che conoscano una posizione e abbiano una possibilità di stabilizzazione. È stato finalmente introdotto il Piano regolatore del sottosuolo – questo è molto importante - per quanto riguarda le reti, sovrastrutture e sottoservizi, che permetterà alle stazioni appaltanti di avere un interlocutore e conoscere il proprietario del suolo e sapere tutto quello che c'è nel sottosuolo; questo anche per favorire la capacità di realizzazione delle misure del PNRR.

Purtroppo ci sono stati, insieme a questo, alcuni elementi non proprio, come dire, accettabili, come la questione del tetto degli stipendi. Come PD, noi abbiamo insistito perché si provvedesse immediatamente ad evitare un affronto di questo tipo perché, lo diciamo chiaramente, 240.000 euro lordi l'anno sono uno stipendio che, nel mondo reale e nel mondo delle imprese, richiede performance di altissimo livello, e la gente neanche se lo sogna. Quindi bisogna che ci sia un rapporto reale tra ciò che è lo Stato e ciò che è l'economia: non possiamo pensare che ci sia una divaricazione, perché altrimenti torniamo a una dimensione antica e borbonica - io la chiamo così - perché questo è un affronto nella situazione in cui ci troviamo.

Nel complesso, come è stato detto prima, il provvedimento cerca di rispondere immediatamente alle esigenze che abbiamo in termini di energia. Come dicevamo, è una situazione complessa. Mi sembra sia molto chiaro, adesso, per i cittadini cosa significhi e quale valore abbia per noi essere collocati all'interno di un'area geopolitica come quella europea che, a cominciare dal PNRR, ha finanziato e speso molte risorse per portarci su una strada di transizione energetica e ambientale, che è evidentemente l'orizzonte verso il quale noi dobbiamo andare. Tuttavia, è un orizzonte che richiede la responsabilità, da parte di tutti, di dire la verità sui passi in avanti che dobbiamo fare, sul mix energetico che dobbiamo costruire nei prossimi anni, senza speculazioni ma con un senso di realismo e di unità del Paese, considerando che queste politiche sono un bene comune del Paese, sono il perimetro dentro il quale ci riconosciamo tutti ormai. Mi riferisco alle politiche energetiche, alle politiche ambientali, alla strategia di sviluppo del nostro Paese.

Insisto ancora: questi non sono solo provvedimenti di carattere normativo o macro provvedimenti, come quello, secondo me necessario, del disaccoppiamento del prezzo delle fonti di energia rinnovabili e del gas, ma sono provvedimenti che dobbiamo accompagnare nel loro radicamento all'interno della nostra società, cioè una strategia energetica che modifichi l'assetto sociale del nostro Paese.

Io sono convinto che per quanto riguarda l'ecobonus la situazione andava sicuramente sbloccata, ma al riguardo abbiamo problemi enormi con la manodopera e continuiamo a fare finta di nulla. Sappiamo benissimo che dobbiamo fare un grande investimento sociale nell'istruzione: lo schema del mondo oggi è ribaltato, vengono prima le competenze e poi i maxi provvedimenti e gli investimenti, perché la tecnologia non è più nazionale ma è internazionale, e la si compra dovunque, mentre le competenze si fanno nel proprio Paese.

Al riguardo, sono contento che ci sia un provvedimento di supporto ai ragazzi per l'università e per gli alloggi, che all'interno di questo provvedimento ci siano alcuni interventi che garantiscono anche l'assetto sociale, come è stato detto prima, soprattutto sul nucleo fiscale, che è un altro tema centrale. Si tiene un po' tutto insieme nella logica di fare il primo passo, nella misura di fare quel che si può. È evidente che si arriverà a una politica più importante, però, dal punto di vista sociale, voglio segnalare un aspetto che è sfuggito e che noi, come Partito Democratico, riteniamo sia veramente importante recuperare e portare avanti: dal novero dei soggetti che con questo provvedimento sono beneficiari di un aiuto le imprese no profit sono rimaste fuori. Questo è un problema serio, perché sono imprese, le sosteniamo, sono importanti, mantengono l'assetto e l'equilibrio sociale, ma non le riconosciamo come soggetti beneficiari di un intervento necessario anche per loro, perché anche loro soffrono moltissimo questa posizione.

Segnalo, ad esempio, un problema grandissimo per quanto riguarda il costo dell'energia nelle RSA. Non possiamo dimenticarci di queste persone e dire “ci è sfuggito”, perché allora ci manca un pezzo: è come se ci mancasse un pezzo della vista, non vediamo il Paese nella sua interezza. Fra l'altro, il settore delle RSA ha sofferto moltissimo nel corso del COVID e, se adesso non interveniamo - e spero che, a breve, ci siano le condizioni per intervenire anche su questi settori, noi come Partito Democratico lo chiediamo -, rischiamo di far saltare un'infrastruttura sociale di grandissima rilevanza.

Nel complesso, noi, come Partito Democratico - l'abbiamo detto - siamo consapevoli della situazione che il Paese vive, ormai sui temi dell'energia c'è una preoccupazione diffusissima. Gli interventi sono importanti, anche se limitati a determinate fasce sociali, tuttavia, si è voluto, comunque, nel complesso, sostenere un intervento che avesse in sé tutte le componenti economiche e sociali e un po' di visione. Adesso non ho il tempo di elencare tutti gli elementi che sono stati inseriti, ma sicuramente si è cercato di chiudere il cerchio, di accogliere la complessità all'interno del cerchio di questo decreto.

Noi ci aspettiamo molto di più. Come Partito Democratico, siamo intenzionati a fare molto di più, cercando sempre, come è nella nostra cultura, di misurare l'impatto vero, reale che questi provvedimenti potranno avere sulla vita dei cittadini nei prossimi mesi, quando affronteremo ancora di più l'onda d'urto della crisi energetica. E su quello vigileremo perché ci sia veramente innovazione, risposta, ma, soprattutto, si tenga ferma la giustizia sociale e la vicinanza ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie Presidente e grazie Governo. Oggi siamo qui, di nuovo, su un “decreto Aiuti”, come negli ultimi tempi. Sono la stessa persona che è intervenuta anche sul “decreto Aiuti” in discussione generale poco tempo fa e, in qualche modo, viviamo un remake di alcuni problemi; un remake per cui, nonostante gli sforzi di questo decreto e dei 17 miliardi, si registra ancora un intervento che arriva tardi e fatto male. Adesso andrò a spiegare perché ci sono queste problematiche.

Innanzitutto, parto dalla vita reale. Qualche giorno fa, sono andato in un negozio di generi alimentari e la proprietaria ha annunciato che la settimana prossima i prodotti semplici che acquistiamo tutti i giorni, quindi il latte e il pane, sarebbero aumentati di 20 centesimi. Sono 20 centesimi di costo aggiuntivo: i fornitori, quindi, innanzitutto, la proprietaria del negozio, era obbligata ad aumentare questi costi addirittura per non andare in perdita. Poi, ha raccontato di come le bollette del suo esercizio fossero in questi mesi triplicate. Cioè, sono triplicati i costi delle piccole realtà, e stiamo parlando delle piccole realtà che vendono sotto casa nostra il pane e il latte e rischiano di dover chiudere. Quindi, se oggi la realtà è questa, è chiaro che stiamo arrivando ad intervenire in ritardo e male, perché i cittadini non si stanno accorgendo delle misure.

Posso fare anche un altro esempio, l'esempio dei pescatori, che ho incontrato, anche loro, pochi giorni fa. Ricordo benissimo che in Commissione, qualche settimana fa, sul “decreto Aiuti”, abbiamo inserito una norma (che purtroppo non era già nel decreto, ma l'abbiamo fatta in Parlamento), aggiungendo 23 milioni di risorse per i pescatori. Il Ministro Patuanelli ha anche ottemperato a tutte le misure necessarie per attuare i rimborsi per i pescatori, ma, ancora una volta, siamo fermi all'Agenzia delle entrate che deve riconoscere l'arrivo di queste risorse. Ricordiamo che, in alcune aree del Paese, i pescherecci sono anche inattivi per il fermo biologico, non possono uscire, quindi in questo momento i pescatori hanno quasi reddito zero e ci raccontano di come vivono una stagione spesso in difficoltà. Ciò perché, purtroppo, abbiamo avuto, negli anni passati, una politica che, anche nei consessi europei, non ha difeso la nostra specifica biodiversità e le nostre specifiche attività produttive. Quindi, ci troviamo con la difficoltà di Ministri che devono intervenire in consessi europei a difendere maggiormente la nostra biodiversità e il nostro made in Italy, e non lo fanno con le giuste leggi. Se succede che un ex Ministro dell'Ambiente come Sergio Costa ci racconta che, in questi consessi europei, si siano meravigliati del fatto che per la prima volta ci fosse un Ministro italiano ad intervenire su questi temi, qualche problema c'è.

Dunque, è tardi - e abbiamo spiegato perché è tardi - ed è fatto male, perché, in questa legislatura, non è il primo momento di crisi e difficoltà che questo Paese vive. Sappiamo benissimo che veniamo da una pandemia che ha messo tutti in ginocchio, però durante il Governo “Conte 2” c'è stata una risposta efficace. Non c'era il Governo dei migliori, però c'è stata una risposta efficace, perché ce lo riconoscono i cittadini. Con quella risposta efficace l'Istat ci dice che abbiamo salvato un milione di cittadini poveri: non parliamo solo di reddito di cittadinanza, ma anche di reddito di emergenza, anche dei bonus che sono arrivati ai professionisti e alle partite IVA, anche del Fondo liquidità, con cui le imprese hanno potuto avere risorse senza avere tassi d'interesse da pagare, quindi senza rivolgersi, poi, agli strozzini per poter andare avanti. Questo ha permesso di tenere il Paese unito. Ricordiamo che in quella fase il Paese era unito.

La risposta e la determinazione del nostro presidente Giuseppe Conte e di quel Governo è stata una risposta efficace in un momento difficile. Dobbiamo registrare con i fatti, non dobbiamo registrare con illazioni, che in questo caso, rispetto ad una uguale crisi problematica, come quella energetica e dei prezzi, non c'è una risposta efficace nazionale né una risposta efficace sovranazionale, perché, ad oggi, l'Europa non ha attuato un intervento efficace per tutti gli Stati europei. È stata efficace nell'unirsi e scegliere un invio di armi comuni in Ucraina, ma non è stata efficace nella risposta da dare ai cittadini per tutte le problematiche economiche e sociali che stanno vivendo; mentre ricordiamo che oggi possiamo guardare un po' di luce oltre il tunnel perché abbiamo combattuto, il nostro presidente Giuseppe Conte ha combattuto, durante il Governo “Conte 2”, per ottenere i 209 miliardi che pian piano stanno arrivando in risposta ad alcune infrastrutture che mancavano da decenni nel nostro Paese. Quindi, perché il Governo sta rispondendo anche male in questa fase?

Sta rispondendo male perché noi registriamo che non riesce a recuperare gli 8-9 miliardi di extraprofitti conseguiti dalle grandi aziende speculando sull'energia. Allora, possiamo far pagare alla piccola esercente del locale di prodotti alimentari i costi che invece le grandi aziende energivore, che hanno fatto maxi profitti, non vogliono pagare e stanno facendo a questo fine ricorso al TAR? Per quanto riguarda il Governo, fino ad adesso, non abbiamo sentito una capacità incisiva di intervenire su questi temi.

Quando c'è stata una minima frode sul reddito di cittadinanza o una minima frode, parliamo del 3 per cento, sul superbonus, il Presidente Draghi in conferenza stampa ha attaccato le misure del superbonus; non abbiamo ancora visto il Presidente Draghi andare in conferenza stampa e attaccare le grandi aziende che non restituiscono i maxi profitti per pagare i 200 euro di bonus ai cittadini che li stanno attendendo anche per i prossimi mesi, per pagare, ad esempio, i pescatori. Non vediamo neanche i media porre la giusta attenzione su questo tema; sembra quasi che, finché ci sono da attaccare i poveracci e le piccole e medie imprese o magari delle misure che ha voluto il MoVimento 5 Stelle, siano tutti pronti, invece, quando c'è da attaccare persone un po' più forti, in questo Paese, si dileguano tutti.

Ricordo una prima notizia positiva del lavoro parlamentare che è stato fatto al Senato e che abbiamo continuato a fare qui alla Camera; si tratta di una delle richieste che Giuseppe Conte, nell'agenda sociale, aveva portato a Draghi e cioè quella di sbloccare la cessione dei crediti del superbonus, perché sbloccare questa cessione permetteva alle aziende di ripartire: stiamo parlando di 40 mila aziende che rischiano il fallimento, perché si trovano senza liquidità, si sono esposte con dei lavori e adesso lo Stato non garantiva quello che aveva detto. Partiamo dal fatto che, prima, c'era questa misura del superbonus, che è stata istituita dal Governo Conte 2, poi, questa misura è stata cambiata mille volte dal Governo Draghi; ciò ha creato dei problemi, bloccando i crediti e noi abbiamo chiesto di intervenire con un provvedimento.

Poteva essere subito operativa una misura che intervenisse sullo sblocco, in questo modo non staremmo ancora a parlare del fatto che l'Agenzia delle entrate deve fare una nuova nota per risolvere il problema. Infatti, nel “decreto Aiuti-bis” non c'è la norma che sblocca i crediti. Quindi, noi chiediamo di farla questa norma, chiediamo di farla con un emendamento in Parlamento, ma ci dicono che vogliamo fermare gli aiuti nel Paese. Ma i 18 miliardi di aiuti sono operativi, perché è un decreto-legge e tutte le misure scritte dal Governo possono essere operative, quindi, non si sta bloccando nulla, eppure, quando finalmente si ottiene una misura corretta che sblocca la cessione dei crediti del superbonus tutti sono contenti e si intestano la battaglia del superbonus. Bene, non ci interessa, l'importante è che noi abbiamo operato per risolvere il problema a 40 mila aziende, a 40 mila famiglie che hanno i cantieri bloccati e a tutti i lavoratori di queste aziende che possono essere licenziati da un momento all'altro. Per fortuna, nei prossimi giorni questa cosa dovrebbe risolversi definitivamente.

C'era anche un altro aspetto problematico nel “decreto Aiuti-bis”; mi riferisco alla riforma del “docente esperto”. In un “decreto Aiuti” si voleva riformare un aspetto della carriera dei docenti nella scuola. È chiaro che non si fanno le norme in questo modo e noi abbiamo ottenuto, insieme alle altre forze politiche, che hanno tutte sottoposto questo tema, la cancellazione della norma in materia di “docente esperto”.

C'è però qualcosa che anche qui mancava; noi abbiamo, durante il 2019, creato un organico aggiuntivo nelle scuole, fatto sia di docenti, sia di personale ATA, che quando è stato creato era costituito da 75 mila unità; quell'anno, non il MoVimento 5 Stelle, ma testate come Tuttoscuola, che si occupano strettamente di dossier scolastici, registrano come in quell'anno siano diminuite da 14 mila a 9 mila le classi pollaio in questo Paese. Cosa c'entrano le classi pollaio, cosa c'entra la scuola col “decreto Aiuti”? Lo spiego: gli studi di Tuttoscuola e del Forum Disuguaglianze Diversità hanno certificato che la presenza eccessiva nelle classi di tanti alunni colpisce non gli studenti che già vanno bene e che hanno una famiglia forte alle spalle, ma colpisce gli studenti fragili, colpisce gli studenti che sono in povertà educativa, colpisce gli studenti che sono in povertà culturale. Allora, se ci stiamo occupando delle persone in difficoltà dobbiamo occuparci anche dei minori che sono in difficoltà e, quindi, questa misura andava prorogata nel “decreto Aiuti-bis”. Abbiamo presentato un emendamento al riguardo, ma il Governo ha detto che non ci sono risorse. Ma se faremo uno scostamento di bilancio, oggi stesso, questa misura nel prossimo “decreto Aiuti” dovrà essere inserita, perché noi abbiamo voluto nel PNRR 18 miliardi per l'istruzione e questi servono per sviluppare le infrastrutture che la scuola non ha avuto fino ad oggi, ma se noi sviluppiamo le infrastrutture, quindi scuole, aule, attiviamo la connessione veloce in tutte le scuole, creiamo asili nido dove non c'erano, e poi manca il personale scolastico che deve supportare questo nuovo aumento della qualità della scuola, noi faremmo un lavoro a metà. Per questo è necessario intervenire con una misura che mi aspetto che il Governo inserirà nel prossimo decreto, visto che in questo decreto non l'ha voluta accettare.

Dobbiamo raccontare dell'ultima macchia di questo decreto, che è quella del tetto agli stipendi. A proposito di questa norma, Open, la testata online di Mentana, ricostruisce la storia in questo modo: un emendamento, a prima firma di un senatore di Forza Italia, che è stato riformulato dal Governo, ha costruito una deroga al tetto degli stipendi dei dirigenti pubblici, quindi una deroga al tetto dei 240 mila euro, e quella norma, portata in Commissione, è stata votata dal Partito Democratico e da Forza Italia, mentre tutti gli altri si sono astenuti perché si sono chiesti che cosa fosse questa norma che arrivava all'improvviso. Dopodiché, arrivati qui in Parlamento, alla Camera, sia Alternativa che il MoVimento 5 Stelle hanno sottoposto la questione per risolvere il problema subito, perché rimandarne al futuro la soluzione con un nuovo decreto sarebbe stato comunque un segnale negativo che davamo al Paese. Quindi, anche questa volta, tutte le altre forze politiche hanno depositato con noi l'emendamento e siamo contenti che questa norma sia stata cancellata, dando così un segnale giusto al Paese.

Dobbiamo ricordare le norme più importanti del decreto-legge: il bonus sociale per luce e gas, che si estende fino alla fine dell'anno, il taglio del cuneo fiscale per i redditi sotto i 35 mila euro (anche questa misura era uno dei nove punti che il nostro Presidente Giuseppe Conte, nell'agenda sociale, aveva presentato al Presidente Draghi), nonché l'estensione dell'indennità di 200 euro agli autonomi e ai professionisti. Al Senato siamo poi riusciti a intervenire sotto il profilo dell'impignorabilità delle pensioni: impignorabilità adesso possibile anche per le pensioni fino a 1.000 euro, mentre prima era previsto per quelle fino a 750. Abbiamo prorogato lo smart working fino a fine anno per chi ha figli sotto i 14 anni e per i lavoratori fragili. Quindi, abbiamo fatto il nostro lavoro che è importante, perché il decreto si è aperto alle modifiche del Parlamento.

Poi, vi sono le misure sull'energia, che riducono i costi delle bollette, su cui voglio soffermarmi per poi concludere. Il MoVimento 5 Stelle sta dicendo in quest'Aula, ormai dall'inizio dell'anno, che bisogna intervenire con ARERA per quanto riguarda i meccanismi di tariffazione delle bollette. Ora, se lo diciamo una volta, se lo diciamo a gennaio, se lo diciamo a febbraio, se lo diciamo a marzo, se lo abbiamo detto finora ma nessuno interviene - quindi, non c'è un intervento della Presidenza del Consiglio e del Governo rispetto a questo ente - significa che va bene, allora, che ARERA stabilisca queste tariffe che sono speculative sotto gli occhi di tutti. Questo è un primo problema che fino ad oggi nessuno ha voluto risolvere.

Sull'altra questione vorrei riprendere l'intervento del collega della Lega. Sembra che la soluzione della Lega al problema dell'energia e delle bollette sia costruire centrali nucleari e inceneritori: questo è ciò che ha detto il rappresentante della Lega. Ha detto che il problema è che non abbiamo costruito inceneritori e centrali nucleari. Allora, spieghiamo al rappresentante della Lega che le centrali e gli inceneritori li paga lo Stato. In qualsiasi Paese anche europeo - andate a vedere in Francia - è lo Stato che stanzia le risorse per costruire centrali nucleari e inceneritori. Quindi, non è che quelle spese facciano risparmiare la bolletta ai cittadini. Non fanno risparmiare la bolletta ai cittadini! Sapete cosa fa risparmiare la bolletta ai cittadini? Al di là del “Decreto Aiuti”, che abbiamo già trattato, le uniche misure in questo momento sono le comunità energetiche e il superbonus e attraverso le installazioni sulle loro case i cittadini italiani hanno ridotto la bolletta.

Quindi, le uniche vere energie alternative che stanno riducendo i costi delle bollette sono la trasformazione energetica e le misure ambientali che sta proponendo il MoVimento 5 Stelle, che non solo fanno bene al pianeta e alle tasche dei cittadini che le installano, perché così fanno una riqualificazione del proprio edificio, ma anche al mercato edilizio che è ripartito nel nostro Paese e, quando riparte il mercato edilizio, riparte tutta una filiera importantissima che arriva fino all'ultimo manovale, artigiano o impresa che vende materie prime. Queste sono le misure che servono al Paese, non la centrale nucleare o l'inceneritore, i cui benefici arrivano a una o a due aziende in Italia - sappiamo anche i nomi e cognomi - mentre al cittadino certamente non arriva un risparmio di spesa, piuttosto arrivano i veleni connessi all'inceneritore, nonché i rischi in termini di sicurezza per le centrali nucleari.

Quindi, concludo dicendo che noi abbiamo delle ricette chiare che, in parte, abbiamo esposto oggi. Spero che, nel prossimo “decreto Aiuti-bis”, ciò che manca in questo decreto sarà accolto e trasformato in modo da dare il vero segnale che vi è al riguardo l'interesse del Governo, il quale può porre in essere al più presto le misure che vi ho detto, come la proroga del personale scolastico (sono proroghe, non nuove idee normative), perché il Paese le attende (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-CI). Grazie, Presidente. Siamo qui a discutere un provvedimento di conversione in legge di un decreto, il n. 115 del 9 agosto, che prevede una corposa corresponsione economica in termini di aiuto ai cittadini e alle categorie sociali e produttive in varie forme. È un provvedimento che non esaurirà il suo iter in questa Camera e che vedrà il Senato riunito la settimana prossima in piena campagna elettorale. È un'altra anomalia - mi permetto di dire -, un'altra sciagurata caratteristica del modo di fare politica di chi ha pensato bene di lanciare il Paese in un mare tempestoso, in un momento di grande difficoltà, per mero calcolo di percentuali di consenso. Poi gli interessati possono raccontarla come vogliono sul nobile intendimento che li ha costretti ad un passo inopportuno - utilizzo un eufemismo gentile per rispetto a quest'Aula -, ma la verità è che costoro hanno giocato con i fiammiferi e dato fuoco alla casa. Questo e null'altro. Ma va bene lo stesso: siamo in questa bagarre elettorale, in questa bagarre parlamentare e, comunque, andiamo avanti.

Come dicevo, l'iter procedurale non si concluderà a Montecitorio - parlo di questo provvedimento ovviamente - ma si tornerà a Palazzo Madama, perché, a proposito di inopportunità, qualcuno al Senato, anzi più di qualcuno, dal momento che è passato in Commissione credo con il beneplacito di tanti colleghi, ha proposto e ottenuto il via libera ad un emendamento che derogava il tetto stipendiale per i dirigenti della pubblica amministrazione. Ovviamente va da sé ed è lampante che la scelleratezza di questa proposta e ancor più del suo accoglimento avrebbe potuto scatenare problemi di ordine sociale non indifferenti. Ma io dico: non stiamo chiedendo sacrifici ai cittadini? Non stiamo imponendo misure ai cittadini che li mettono in grande difficoltà? Allora, a questo punto, bene ha fatto Palazzo Chigi a ripristinare lo status quo ante con un emendamento soppressivo, accolto dalla Commissione bilancio della Camera, che, modificando il testo, lo rimanderà al Senato con buona pace di chi ha tentato questo colpo di mano. Ma attenzione! Non tutti i mali vengono per nuocere, perché il mio ragionamento è molto semplice: dal momento che il testo di questo provvedimento deve tornare al Senato, perché non ne approfittiamo per correggere qualche aspetto che non è stato esaustivamente valutato oppure per considerare qualcosa che potrebbe essere sfuggito? Io ho ascoltato le parole del collega che mi ha preceduto sui lavoratori fragili. Ebbene, collega, le dico che vi sono emendamenti a mia firma, che sono inclusivi, di buonsenso e che credo siano scritti veramente bene. Io vi prego di prestarvi attenzione e, quindi, di votarli, sperando che possano essere inclusi nel testo che verrà riconsiderato al Senato. Il “decreto Aiuti-bis”, così come ho affermato all'inizio di questo mio intervento, soccorre varie categorie e va approvato senza ombra di dubbio; ma, nelle tante cose di buon senso, utili e di condivisibile mutualità, qualche disattenzione c'è stata e, con il ritorno al Senato, come ho detto prima, vi si potrebbe porre rimedio.

Quindi, tornando alla questione dei lavoratori fragili, inidonei e con disabilità, di questa categoria mi sono occupato fin dall'inizio della pandemia COVID: ho prontamente colto il grido disperato e accorato di questa gente ed ho continuato ad ascoltarlo con costanza e umiltà, senza mai ignorare queste persone - ripeto -, lavoratori fragili, civili, militari, inidonei e caregiver. Devo rilevare, purtroppo, che, nonostante i miei costanti emendamenti presentati nel 2020, nel 2021 e nel corso di questo anno, il Governo precedente e anche questo Governo non hanno affatto preso in considerazione i miei atti parlamentari, scritti e depositati a tutela di queste categorie, senza tralasciare nessuno, considerando tutto l'ambito della categoria dei lavoratori fragili ed inidonei. Ripeto: senza lasciare nessuno indietro! Anche il “decreto Aiuti-bis”, che certamente - ripeto ancora una volta, affinché sia chiaro - prevede numerose azioni a supporto della collettività, non ha pienamente posto attenzione e di conseguenza offerto quell'aiuto concreto, giustamente reclamato da queste persone.

Infatti, l'aver prorogato lo smart working per i lavoratori fragili e per i genitori degli under 14 - per quanto si possa essere lieti per queste persone - non è sufficiente perché vengono totalmente ignorati i lavoratori fragili, civili e militari, inidonei e i caregiver che non possono eseguire smart working per mansione e non sono stati considerati i genitori di figli over 14 disabili gravi o con bisogni educativi speciali, non concedendo affatto loro il diritto alle adeguate tutele. È appunto ponendomi in ascolto di alcuni di questi lavoratori che ho potuto recepire istanze e quindi presentare emendamenti - come ho detto prima - inclusivi per tutti loro, nessuno escluso, perché le disabilità non vanno lasciate indietro ma viste e affrontate, tutte quante, in un quadro d'insieme, offrendo ad esse segni tangibili e concreti di interessamento da parte delle istituzioni. Vedete, si tratta di persone con una disperazione talmente grande che, per essere ascoltate, si sono rivolte persino al Santo Padre e questo è avvenuto durante un'audizione dello scorso 3 agosto, mentre qualcuno mandava allegramente in malora questa legislatura ed il Parlamento, che era in un momento di lavoro e in un momento sociale molto delicato. Non funziona così, non funziona affatto così perché il Santo Padre, la cui guida autorevole e importante è ampiamente riconosciuta, non può essere il destinatario di queste istanze. I destinatari siamo noi, sono il Parlamento e il Governo che hanno il potere di rendere visibili e, di conseguenza, di aiutare queste persone. Noi abbiamo il dovere di abbracciare le disabilità, di abbracciare i lavoratori fragili, i lavoratori inidonei ed i genitori di figli con disabilità. Lo ripeto ancora una volta e lo ripeterò sempre, perché è importante imprimere questo concetto nella nostra mente, perché li abbiamo spesso, anzi spessissimo, trascurati. Noi possiamo farlo approvando emendamenti giusti ed inclusivi - lo ripeto - come quelli che ho presentato, che andranno all'esame di quest'Aula tra poco. Vi prego di leggerli e anche di cogliere l'occasione del ritorno al Senato di questo provvedimento: inseriamo questi segnali di civiltà, di attenzione e di giustizia per queste categorie! Con questo accorato appello, voglio significare il mio abbraccio, la mia stima e anche il mio affetto - perché ho lavorato per tanto tempo con questa gente - a tutte queste persone che lottano quotidianamente per sopravvivere e che meriterebbero tutta la nostra considerazione e doverosa attenzione nei fatti. Ribadisco che il “decreto Aiuti-bis”, che stiamo discutendo e che dovrà essere convertito in legge, prevede tante iniziative utili per la collettività. Va votato assolutamente e noi di Coraggio Italia lo voteremo, però vi prego di porre rimedio a tutte quelle disattenzioni che ci sono state anche nella redazione di questo provvedimento e, se proprio non vogliamo far passare questi emendamenti di buonsenso, pensiamoci - questo è un appello accorato che lancio - con il “decreto Aiuti-ter”, che possa ripristinare quel senso di giustizia sociale per questa gente. Ho terminato e la ringrazio Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Hanno facoltà di replicare il relatore e la rappresentante del Governo, che rinunziano.

Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Annuncio della nomina di un giudice della Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 15 settembre 2022, il Presidente della Repubblica ha inviato la seguente lettera: “Signor Presidente, la informo che, con decreto in data odierna, controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ho nominato giudice della Corte costituzionale il professor Marco D'Alberti”.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 15 settembre 2022, il deputato Francesco Zicchieri, già iscritto al gruppo parlamentare Italia Viva – Italia C'è, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,31).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,51. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,31, è ripresa alle 14,51.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Come già reso noto questa mattina, sono stati installati e sono attivi, a partire dalla seduta odierna, due nuovi tabelloni sinottici con tecnologia digitale (Commenti). Non c'è niente di cui stupirsi, perché conoscete l'efficienza della Camera (Applausi). Su tali tabelloni è possibile visualizzare, nel corso delle fasi oratorie della seduta, la posizione dell'emiciclo e le immagini del deputato che sta svolgendo il suo intervento - si tratta di immagini già visibili sulla web TV e sul canale satellitare della Camera - e, nel corso delle fasi di votazione, l'oggetto della votazione stessa (numero dell'emendamento, dell'ordine del giorno, della risoluzione, della mozione, eccetera), nonché, come già in precedenza, l'emiciclo con l'evidenziazione dei voti favorevoli, contrari e degli astenuti.

Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Angelo Tofalo, il 30 luglio, è diventato papà della piccola Julia (Applausi). Esprimo al papà e alla mamma gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula.

Desidero altresì informare l'Assemblea che il nostro collega Erik Umberto Pretto il 13 agosto è diventato papà della piccola Vittoria Maria (Applausi). Esprimo al papà e alla mamma gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2685 - Conversione in legge del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali (Approvato dal Senato) (A.C 3704-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3704-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali.

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Il Comitato per la legislazione ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che, fuori dalla seduta, il deputato Davide Crippa ha ritirato gli articoli aggiuntivi 5.0100 e 5.0101 a sua prima firma.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Trano 7.2 e 19.01, Sapia 24.2, Corda 37.01, 37.03 e 41.01.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine la deputata Nadia Aprile è stata invitata a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.

Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 5.100 e 5.101 Gabriele Lorenzoni sono stati ritirati dal presentatore.

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, così ascoltiamo i pareri.

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. Presidente, mi dica lei come vuole che io proceda.

PRESIDENTE. Un attimo solo. Colleghi, colleghi, per favore… Colleghi! Relatore Pettarin, dia il parere su tutti.

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. Perfetto, quindi cumulativo. Benissimo, Presidente. Al di là, quindi, degli emendamenti che lei già ha ricordato essere stati ritirati e di quelli dichiarati inammissibili, il parere cumulativo è contrario per tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme al parere del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.2 Sapia.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, per favore, un po' di silenzio, siamo in fase di votazione. Questo è il primo voto, quindi, darò più tempo; dopo procederemo più spediti.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 1.10 Raduzzi con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo emendamento va a sanare una delle tantissime storture che noi di Alternativa abbiamo trovato in questo decreto. Penso, in particolare, a questi 100 milioni di euro, soldi dei contribuenti italiani, che non vanno ad aiutare le imprese e i lavoratori in difficoltà. No. Vanno nelle tasche dell'organizzazione GAVI, quella partecipata dalla Fondazione Bill Gates per intenderci, che dovrebbe andare a… Presidente, spero che l'Aula possa ascoltare, perché stiamo parlando di 100 milioni di euro, quindi, non è una cifra indifferente.

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi, per favore.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Con questi soldi, questa organizzazione dovrebbe andare a dare vaccini nei Paesi in difficoltà. Peccato che l'Unicef - quindi non un blog di no-vax - abbia reso noto che, negli ultimi mesi, a questi Paesi andavano le dosi praticamente già scadute.

Infatti, nell'ultimo mese di gennaio circa 100 milioni di dosi sono state rifiutate dai Paesi più poveri. Allora, visto che noi di dosi ne abbiamo in quantità industriali considerato il flop delle quarte dosi che evidentemente non sta più facendo nessuno, doniamo quelle come Paese italiano e i 100 milioni li andiamo a dare ai cittadini in difficoltà per diminuire le bollette, che è il vero problema di qualunque persona che viva un po' nel mondo reale. Quindi, dato che questo decreto dovrà tornare al Senato per il pasticcio che avete fatto al Senato quando avete permesso di aumentare gli stipendi dei super manager di Stato, approviamo questo emendamento che semplicemente sposta 100 milioni dall'organizzazione GAVI alle persone in difficoltà per pagare le bollette (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, a titolo personale. Penso che questi 100 milioni potrebbero essere indirizzati verso quelle famiglie che hanno in questo momento difficoltà e potrebbero averle sicuramente nei mesi invernali, allo scopo di mitigare il costo delle bollette. Se pensiamo che questi 100 milioni sono una cifra veramente importante, non si capisce bene perché dobbiamo destinarli a una fondazione in cui tra l'altro vi è la partecipazione di Bill Gates. Mi sembra inopportuno che siamo arrivati in un momento in cui il Paese è in grande difficoltà, sia per la bolla inflazionistica che avvolge il Paese sia per la crisi energetica causata dal conflitto nel cuore dell'Europa, e, nonostante ci siano questi fattori, noi destiniamo 100 milioni delle tasse dei cittadini italiani per l'acquisizione di ulteriori vaccini da distribuire, quando il mio collega Raduzzi ha appena esplicitato in maniera chiara e comprensibile che si potrebbero utilizzare altre scorte di vaccini, le quarte dosi, che assolutamente in questo momento nessuno sta facendo, e tra l'altro sono anche in scadenza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Raduzzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Tasso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 5.01 Sapia e 5.0102 Benedetti. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo emendamento anticipa i tempi, è un emendamento paradigmatico, che cambia completamente il paradigma perché siamo fortemente in ritardo rispetto a tutti i discorsi di cui ci riempiamo la bocca che riguardano la transizione ecologica, il cambiamento delle abitudini, il cambiamento delle abitudini alimentari. Ebbene, ormai molti italiani, tantissimi di noi hanno accesso a una piattaforma che si chiama Netflix. Su questa piattaforma c'è un documentario che è in inglese, sottotitolato in italiano. Non è possibile ancora vederlo in lingua italiana, ma è presente e si chiama Eating our way to extinction, che tradotto, terra terra, è “mangiando la nostra via verso l'estinzione”. Bene, do alcuni dati di questo documentario, che sono importantissimi, ovvero che l'80 per cento della soia che noi facciamo crescere e praticamente raccogliamo a livello mondiale è utilizzato per fini di alimentazione animale. Cioè stiamo parlando sostanzialmente di vacche, mucche, polli, e non ci rendiamo conto che noi ormai mangiamo pesce o carne una volta al giorno.

Semplicemente una generazione e mezzo fa mangiava pesce o carne una volta a settimana. Credo sia impossibile per chi si metta in bocca spesso e volentieri la parola “sostenibilità” non passare a un cambiamento paradigmatico di questo tipo, perché l'emendamento prevede l'abbattimento delle aliquote IVA su tutti i generi alimentari di tipo vegetale e l'aumento di tutti quei prodotti alimentari di origine animale che sono determinati da allevamenti, allevamenti intensivi, dalla pesca. Rendiamoci conto, Presidente, che dagli anni Settanta ad oggi noi abbiamo pescato l'80 per cento dei pesci medio-grandi; nei mari sono rimasti solo il 20 per cento dei pesci medio-grandi. La maggior parte di questi sono allevati, come il salmone in Norvegia e in Scozia, attraverso degli allevamenti intensivi che prevedono l'utilizzo di formaldeide, l'utilizzo di antiparassitari e l'utilizzo di antibiotici per lo stesso pesce che poi noi andiamo a mangiare, che oramai è pieno di mercurio e di nanoplastiche, perché le microplastiche noi le evacuiamo, ma le nanoplastiche vengono mangiate dal plancton e si trovano nella carne del pesce che molti di noi mangiano una volta al giorno.

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Credo di avere ancora un minuto di tempo, Presidente, perché…

PRESIDENTE. No, è terminato, non ha un minuto in più. Concluda in dieci secondi.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Sì, mi scusi. Quindi, concludo dicendo che questo emendamento probabilmente non passerà, ma, dopo che ho visto questo documentario, non sono diventato vegetariano, ma ho deciso di mangiare pesce o carne una volta alla settimana. Chi legge l'emendamento capisce bene il perché e chi ha figli capisce che non c'è alternativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 5.01 Sapia e 5.0102 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.02 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.03 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.0100 Suriano.

Ha chiesto di parlare la deputata Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO-M-PP-RCSE). Presidente, questo emendamento è abbastanza semplice. Visto che dalla tassazione degli extraprofitti già effettuata non si è avuto il risultato sperato - si sperava di raggiungere almeno 10 miliardi di gettito, ma a malapena se ne è raggiunto uno, ed è notizia di questi giorni che è stata aperta un'inchiesta proprio perché pare che i colossi del gas e dell'energia non abbiano versato l'acconto - con questo emendamento chiediamo di innalzare l'aliquota di tassazione degli extraprofitti ad almeno il 43 per cento e di utilizzare a sua volta l'extragettito così realizzato per abbattere il costo dell'energia e del gas per le famiglie. È un emendamento di buon senso. Si chiede di innalzare dall'attuale 33 al 43 per cento e dare ulteriore respiro alle famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.0100 Suriano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.0100 Sarli.

Ha chiesto di parlare la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-M-PP-RCSE). Presidente, questo è un emendamento richiesto in seguito ad un dibattito - recentemente, per fortuna, arrivato all'attenzione dei media - che riguarda l'uso del trasporto dei jet privati, uno dei mezzi di trasporto più inquinanti che esistano dal punto di vista delle emissioni di CO2 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Credo sia una battaglia simbolo per prendere finalmente coscienza della situazione. Non possiamo più permetterci le emissioni di CO2 che stiamo avendo in questo momento, tanto più per ogni attività che non è strettamente necessaria. L'uso dei jet privati si ascrive a questa tipologia di attività. Pensare che ci possa essere una piccola percentuale di popolazione che, grazie alla propria disponibilità economica, può permettersi di andare in giro in jet privato per percorsi di 15 minuti, emettendo quanto emette una singola persona in anni di trasporto tramite macchina, autobus, eccetera, è uno schiaffo in faccia alla crisi climatica che stanno subendo tutte le popolazioni più povere del mondo, soprattutto nei Paesi sottosviluppati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Questo è solo un piccolo passo, ma credo che prendere posizione su questo, soprattutto in una campagna elettorale dove tutti voi - tutti voi! - siete totalmente assenti per quanto riguarda la questione del cambiamento climatico, sia il minimo indispensabile che potete fare, proprio il minimo, anche solo per guardarvi in faccia, allo specchio, la mattina, di fronte a quello che ci sta arrivando addosso per il cambiamento climatico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Anche questo, comunque, è un tentativo di parlare, in realtà, a voi, molti di voi che, ricandidandosi, proveranno a parlare ai giovani e alla popolazione.

Ma è una popolazione che non è stata istruita nelle scuole su questo tipo di informazioni e, al riguardo, non sappiamo - o non si vuole far capire - che ciò coinvolge i jet privati, che hanno un costo enorme, per cui si chiede veramente un gesto simbolico, per riappropriarci della fierezza del trasporto pubblico, del trasporto destinato alle persone, e non solo ai grandi capitalisti mondiali.

Noi ricordiamo la siccità che quest'anno ha colpito in maniera incredibile. Chi è andato in giro a luglio ed è passato su ponti quali quello del Brenta sopra il Po, ha visto una siccità che io non ho mai visto in 10 anni. E, mentre in Italia le docce pubbliche degli stabilimenti continuavano a erogare acqua pubblica, in Slovenia tutte le docce pubbliche sono state chiuse per tutta la stagione estiva, pur essendo quello il Paese d'Europa chiamato delle “acque azzurre”, con la maggiore quantità di acqua potabile, acqua che, sostanzialmente, è stata difesa dallo Stato sloveno. Ebbene, noi avremo questo problema, la siccità con il metano che viene introdotto, che distrugge, perché fa salire di 10 volte la quantità di CO2. Se non riuscite nemmeno a capire il problema causato dai jet privati, non riuscirete mai a capire quello che Mirko Busto, durante la scorsa legislatura, ha provato a cambiare, tenendo conferenze due volte a settimana in tutta Italia per spiegare i danni che venivano causati all'ambiente attraverso le nostre abitudini sbagliate. Ebbene, candidati, vestitevi di bianco, ma andate a dire le cose come stanno, la verità (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa e Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.0100 Sarli, con il parere contrario della Commissione e del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.01 Siragusa.

Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Leggo il titolo di questo emendamento: “Detrazioni delle spese per l'installazione di impianti fotovoltaici”. Io credo che questa sia la direzione in cui noi dovremmo andare, ossia agevolare sempre più l'installazione di impianti fotovoltaici per i cittadini, e questo emendamento propone proprio ciò: una detrazione al 90 per cento per l'installazione di nuovi impianti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Volevo chiedere l'attenzione dell'Aula per una lettura di questo emendamento che abbiamo fatto per andare incontro alle esigenze energetiche del nostro Paese. Quindi, partendo dalla produzione di energia pulita, si sta parlando ovviamente di pannelli solari, si sta parlando ovviamente di pannelli fotovoltaici, si sta parlando ovviamente di detrazioni, si sta parlando di cessione del credito. Vedo che non interessa a tutti: mi spiace, perché, in campagna elettorale, il superbonus è sulla bocca di tutti, ma poi, quando se ne parla in un emendamento alla Camera, c'è un brusio incredibile. Grazie, Presidente, almeno per la campanella, vedo che non è cambiato molto, però.

Ad ogni modo, il Governo è composto da persone che si stanno quantomeno candidando; diciamo che i partiti con i quali si candidano stanno sbandierando le esigenze energetiche del Paese, le esigenze anche di autoconsumo, di produzione propria di energia, stanno sbandierando l'esigenza di portare avanti questi progetti. Quindi, volevo chiedere prima di tutto al Governo come mai c'è un parere contrario e, poi, vorrei chiedere all'Aula se seguirà il parere del Governo oppure se deciderà di seguire le disposizioni che danno in campagna elettorale. Spero in un voto favorevole su questo emendamento, perché farà molto bene alle nostre famiglie, che, in questo momento, ne hanno un dannato bisogno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01 Siragusa, con il parere contrario della Commissione e del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 13.1 Trano.

Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Solo per rafforzare il concetto che il nostro Paese è uno dei Paesi in Europa considerati a rischio siccità. Questa è una consapevolezza che non tutti hanno, perché si pensa che l'Italia sia piena di acqua disponibile, che possa essere utilizzata continuamente per l'irrigazione dei campi, anche l'acqua dolce, l'acqua potabile. Non è così, siamo fortemente indietro nella gestione delle acque grigie rispetto alle acque nere, siamo fortemente indietro in una gestione veramente pianificata, nazionalizzata. Altro che green pass, altro che COVID: qui stiamo parlando veramente del futuro, di una visione a due generazioni, non della prossima legislatura.

Molti sanno quello che si sta dicendo in merito alla siccità, perché quest'anno tutti hanno toccato con mano questo problema, anche se si voleva mettere la testa sotto la sabbia, perché era estate e bisognava andare tutti in spiaggia. Il problema della siccità è un problema enorme, gravissimo e dovete iniziare a dare un segnale di volervene occupare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.2 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Spessotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.01 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.02 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.03 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.04 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 23-ter.01 Tasso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-CI). Grazie, Presidente. Vorrei attirare l'attenzione dei colleghi su questa proposta emendativa che si occupa dell'estensione delle tutele in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale. Si tratta di un'accortezza, di un'attenzione in più che abbiamo per i lavoratori fragili. Successivamente verranno esaminati altri emendamenti su cui interverrò, però, vi prego di prestare attenzione a questa proposta emendativa, se è vero, come è vero, come è stato più volte detto in quest'Aula, che vi è particolare attenzione per questa categoria di lavoratori fragili, inidonei e caregiver.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 23-ter.01 Tasso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 23-ter.04 Romaniello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'emendamento 24.3 Sapia, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Siamo all'emendamento 24.2?

PRESIDENTE. All'emendamento 24.3 Sapia.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Il 24.2 Sapia non è stato segnalato?

PRESIDENTE. È inammissibile, l'ho detto all'inizio.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Non intendo intervenire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.3 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.4 Leda Volpi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 24.01 Tasso.

Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-CI). Grazie, Presidente. Parliamo sempre di lavoratori fragili. Se facessi una prova e come un questuante andassi da ogni collega a chiedere cosa ne pensi delle rivendicazioni dei lavoratori fragili, inidonei, caregiver e genitori di ragazzi disabili over 14 sono certo che raccoglierei il 100 per cento di adesioni a questa battaglia. Allora, semplicemente, questi emendamenti fanno questo, vi dicono: signori, vi sono categorie fragili che non sono state considerate.

Allora, dal momento che questo testo ritornerà al Senato per essere votato di nuovo, dal momento che volevamo dare dei soldi in più a dei manager, e in quel caso i soldi si sono trovati, possibile che non si trovino dei fondi per dare attenzione e, soprattutto, giustizia sociale ai lavoratori fragili? Non a qualche altra categoria che sta bene di suo; è una categoria che soffre. Allora, poiché sono certo che tutti in quest'Aula siamo d'accordo su questa battaglia dei lavoratori fragili, vi chiedo di essere consequenziali rispetto al vostro pensiero e di votare a favore di questo emendamento che poi va a normare tre aspetti; ad esempio, non posso accettare che esista una lista di super fragili con fragili di serie A e fragili di serie B e nella quale mi si dice che un malato oncologico, al termine del ciclo chemioterapico, è diventato guarito. È assurda questa categoria e va abrogata. Io vi prego di leggerlo però, in tre minuti non posso spiegarlo; leggetevelo e, se non siete d'accordo, pazienza, ne risponderete alle vostre coscienze (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 24.01 Tasso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 24.02 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 25.01 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Lo ritiriamo Presidente, perché c'è stato un errore nella presentazione.

PRESIDENTE. Quindi, l'articolo aggiuntivo 25.01 Sapia è ritirato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.02 Sapia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 25.0100 Giannone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo in realtà io l'ho proposto già in altre occasioni e riguarda un Fondo per le donne vittime di violenza. Nell'ultimo anno abbiamo visto nuovamente diverse donne essere uccise dai loro ex partner, dai loro ex mariti. Nella maggior parte dei casi, queste donne avevano già denunciato più e più volte stalking o qualsiasi tipo di maltrattamento avessero subito in precedenza, eppure l'epilogo peggiore è comunque arrivato. Questo Fondo dovrebbe aiutare queste vittime, prima ancora che si possa arrivare a quell'epilogo che tutti quanti conosciamo perfettamente, per essere aiutate anche a livello economico, se non principalmente a livello economico, a pagare gli avvocati, le consulenze tecniche d'ufficio e le consulenze tecniche di parte, perché è necessario che ogni volta che queste donne vanno a denunciare vengano credute e vengano sostenute nel loro percorso, altrimenti quello che arriva, quello che succede alla fine è proprio che vengono uccise.

Noi non possiamo permettere nuovamente di non portare avanti questo articolo aggiuntivo, che era stato sostenuto da diversi parlamentari nello scorso anno e da diversi gruppi indipendentemente dal colore di partito. Quindi, chiedo cortesemente di poter rivedere il parere perché - ripeto - non è una cosa che possiamo definire politica…

PRESIDENTE. Concluda.

VERONICA GIANNONE (MISTO). …ma semplicemente un aiuto alle donne per vivere più serenamente e per essere aiutate prima di essere uccise (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Ringrazio la collega e amica Giannone per questo articolo aggiuntivo e invito l'Aula a leggerlo; una proposta emendativa che riguarda l'istituzione di un Fondo di assistenza legale per le donne vittime di violenza e maltrattamenti. Si parla tanto - si è parlato tanto anche in questa legislatura - del problema della violenza contro le donne e, quindi, io faccio un invito e un appello - siamo alla fine della legislatura - a cambiare il destino di questo articolo aggiuntivo. Quindi, chiedo davvero al Governo, che non sta prestando attenzione, di cambiare il parere su di esso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Anzitutto vorrei chiedere, a nome della componente politica Manifesta, di sottoscrivere questo articolo aggiuntivo, che dovrebbe avere la firma di tutte e di tutti i colleghi, perché qui parliamo di un tema estremamente rilevante ed estremamente importante. Vedere di fatto - ovviamente, ringrazio la collega per averlo presentato - che qui si va avanti con emendamenti su emendamenti, senza far passare niente perché si deve chiudere in fretta, è una cosa aberrante davanti a un tema così importante. Quindi, chiedo innanzitutto al Governo di rivedere il parere e semmai di accantonarlo, perché questo tema non può passare con un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Giannone per aver presentato questo articolo aggiuntivo, di cui credo che ci sia una grande esigenza nel nostro Paese. Con il consenso della collega Giannone, vorrei sottoscriverlo e poi vorrei anche dire una cosa al Governo e all'Aula: qui non è che si sta parlando di cifre astronomiche; questa non è una cosa invotabile, al di là del fatto che è estremamente nobile il fine di questo articolo aggiuntivo, perché si sta parlando di 3 milioni nell'anno 2022 e di 3 milioni nell'anno 2023. Abbiamo un bilancio dello Stato che ce lo consente. Vediamo soldi spesi, secondo me, in modo vergognoso in qualsiasi provvedimento, possiamo dire, o in gran parte dei provvedimenti. Adesso che ci sia tutto questo problema per 3 milioni da destinare alle donne vittime di violenza secondo me fa passare un pessimo messaggio da parte di quest'Aula. Mi rivolgo a chi vuole anche adesso, in questi giorni in campagna elettorale, far sentire che c'è una sensibilità per l'emancipazione femminile e non solo, facciamo vedere che nell'Aula c'è un consenso anche a votare in senso contrario rispetto al parere del Governo per far passare questo articolo aggiuntivo, di cui c'è un enorme bisogno in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, come ho detto questa mattina, si sono trovati i soldi per le armi e non si sono trovati i soldi per le persone fragili, così, come in questo caso, mi sembra di capire che il Governo sia contrario a trovare soldi per essere vicini al mondo delle donne vittime di violenze. Chiedo il permesso di sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e mi auguro e spero che il Governo possa prendersi un attimo di riflessione, perché per me sarebbe vergognoso non essere vicini alle donne, e al massimo lo si possa accantonare. Lo so che è dura accantonarlo oggi, ma piuttosto che votare in modo contrario lo accantonerei. Però, ovviamente, non posso parlare al Governo se il Governo parla con altri.

PRESIDENTE. Comunque, c'è la richiesta di accantonamento: è chiaro. Ha chiesto di parlare la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (MISTO-CI). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e poi per aggiungermi alla sorpresa che effettivamente non si riescano a trovare 3 milioni di euro per un Fondo di garanzia che, come è evidente, necessita come il pane in questo Paese, visto che i femminicidi sono ormai a livelli ingestibili, così come la violenza quotidiana delle parole nei confronti delle donne sta assumendo, anche in questa campagna elettorale, livelli non accettabili, oltre al fatto che ci sono persone, anche in campagna elettorale, che usano parole come “stupro” in maniera totalmente aleatoria, persone, ovviamente, che si trovano nello schieramento a me avverso. Non ci dobbiamo battere il petto con le mani quando poi registriamo tutte queste donne vittime di violenze quotidianamente. Si parla, infatti, di 6-7 milioni di donne, a partire dalla nascita, che sono state vittime di violenza. Se questo Parlamento non dà un segnale molto forte, con una cifra così irrisoria, credo che dopo non ci si debba più battere la mano sul petto per dare dimostrazione di essere solidali, quando solidali non lo si è e, invece, si debba dimostrare al Paese di avere una responsabilità seria e sincera nei confronti delle donne (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Coraggio Italia e Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Chiedo al relatore di esprimere il proprio parere sulla richiesta di accantonamento.

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. Contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.0100 Giannone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 27.1 Trano. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Noi siamo all'interno di un contesto economico alquanto incerto. Purtroppo, la crisi generata dal conflitto in Ucraina ha aumentato sensibilmente il costo delle bollette e, di riflesso, anche i beni di prima necessità. Segnalo che, con l'ultimo aumento dei tassi da parte della BCE, anche i mutui stanno aumentando e, quindi, chi ha contratto mutui a rata variabile si ritroverà a breve delle sorprese non proprio piacevoli. Dunque, questo è lo scenario - un minimo di scenario che sto tratteggiando - verso cui le famiglie italiane andranno incontro già in questo autunno.

L'emendamento che noi proponiamo chiede di rendere gratuito l'uso dei mezzi pubblici sino alla fine dell'anno. Credo sia una misura di assoluto buonsenso, perché va a sgravare e ad alleggerire i costi che purtroppo si dovranno sopportare per altre voci di spesa. Si deve considerare, tra l'altro, che l'emendamento pone un contributo, un prelievo solidaristico straordinario, a chi? Ai produttori italiani di armi da guerra che, tra l'altro, hanno aumentato i loro proventi principalmente grazie al conflitto che c'è attualmente in Ucraina. Quindi, visto anche che questo Parlamento ha fatto in modo contrario rispetto a quanto fatto da Alternativa, che non ha votato le spese per il riarmo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), noi proponiamo che le coperture di questo emendamento verranno prese dai proventi conseguiti dai produttori di armi.

Credo che sia un'ottima compensazione, che consentirà alle famiglie italiane di viaggiare sui mezzi di trasporto pubblici, anche con l'effetto di inquinare meno il nostro ambiente. Qualche collega ricordava, in precedenza, che la questione ambientale ormai è stata assolutamente stralciata dalle agende e dai programmi di questa campagna elettorale. Penso sia un emendamento che può essere assolutamente utile, soprattutto ai cittadini italiani, in questo momento. In campagna elettorale dite che state facendo qualcosa per loro, in realtà non state facendo proprio nulla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 27.01 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo è l'ennesimo emendamento che Alternativa presenta, anche dopo il dibattito che c'è stato sull'ultimo provvedimento che è arrivato in Aula, riguardante i mezzi del TPL a trazione animale, quindi stiamo parlando delle “botticelle”. Ancora una volta, Alternativa chiede, con questo emendamento, che finalmente si intervenga per abolire questo servizio di trasporto, che non ha nulla di attuale, ma è solo una violenza, pura violenza, contro gli animali che si trovano a dover percorrere vie trafficate. Insomma, è un sistema che era stato concepito in un'epoca diversa; oggi non è più concepibile avere questi mezzi che corrono per le nostre strade. Considerato che riguardo all'ultimo provvedimento arrivato in quest'Aula c'era stato un bel dibattito, ci si era anche fermati, si era fatto un accantonamento, richiesto dal Governo, su un emendamento e poi si era arrivati a un accordo su di un ordine del giorno; questa sarebbe l'ultima, vera occasione per tutto questo Parlamento di dimostrare cosa veramente pensa su questo tema, anziché continuare a presentare proposte oppure pronunciare in quest'Aula parole al vento. Quindi, ancora una volta, chiediamo un impegno serio su questo tema, ovvero che finalmente vengano abolite le “botticelle”, questo servizio che è assolutamente pura violenza contro gli animali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-M-PP-RCSE). Presidente, per chiedere la sottoscrizione di questo emendamento da parte della componente Manifesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Ovviamente per chiedere la sottoscrizione di questo emendamento e aggiungere che, appunto, in uno degli ultimi provvedimenti è stato accolto un ordine del giorno per il quale molti animalisti hanno esultato, perché la stampa rappresentava ormai come una vittoria il divieto delle “botticelle”. Io mi sono spesa in ogni modo per dire che, no, il Parlamento non aveva vietato le “botticelle”: il Parlamento aveva approvato un ordine del giorno, che sappiamo benissimo, noi che siamo in quest'Aula, quale valenza abbia. Allora, veramente questa è l'ultima occasione che ha questo Parlamento per dire “sì” al divieto delle “botticelle”, votando a favore di questo emendamento. Quindi, invito il Governo a cambiare il parere contrario e quest'Aula a votare affinché si aboliscano finalmente le “botticelle”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 27.01 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'emendamento 30.1 Vianello, su cui è stato espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Dieci anni fa, con il primo decreto-legge “Salva-Ilva”, veniva contrastata l'azione della magistratura che poneva il siderurgico sotto sequestro e senza facoltà d'uso, perché, secondo le perizie della stessa magistratura, crea eventi di malattia e morte nella popolazione, soprattutto in età pediatrica. A distanza di dieci anni nulla è cambiato. Quello stabilimento non si è mai fermato per decreto-legge e oggi addirittura arriviamo al paradosso che lo Stato dà un miliardo di euro all'Ilva, per continuare a produrre con l'attuale assetto a ciclo integrale, con altiforni, cokerie e agglomerati. Questo non è nient'altro che l'ennesimo provvedimento che si somma al precedente, di 700 milioni. Prima ancora sono stati sottratti 150 milioni alle bonifiche per darli alla continuità produttiva dell'Ilva e, in totale, si tratta di 2,4 miliardi, che quest'ultimo Governo ha regalato all'Ilva per continuare a produrre, nonostante una sentenza in primo grado per disastro ambientale, nonostante la Corte europea dei diritti dell'uomo, per ben due volte, ha detto che lo Stato italiano non ha difeso i cittadini di Taranto! Questo è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e non solo perché non viene data la possibilità alle persone di difendersi. Lo si fa in nome di una ragion di Stato per la quale si condannano oggi anche altri territori, come Gela, Priolo, Piombino! Cosa c'è di onorevole? Che cosa c'è di onorevole a calpestare la dignità e i diritti umani delle persone e dei cittadini? Che cosa c'è di onorevole? Nulla! Non è soltanto disonorevole - è disonorevole, quindi, l'azione di questo Parlamento che ratifica queste decisioni del Governo -, ma è disumano. È disumano ed è davvero vergognoso - mi permetta, Presidente - che ci sia anche qualcuno qui, in Aula, che scherza su queste cose. Qui stiamo parlando di persone, qui stiamo parlando di un territorio intero, qui stiamo parlando dello Stato che sta dando soldi per continuare a produrre! Presidente, è vergognoso!

Con questo, che è il mio ultimo discorso, io lascio la poltrona al prossimo che verrà e che su questi provvedimenti si esprimerà, senza neanche sapere che cosa sta votando, senza neanche sapere che sta dando ancora la possibilità di continuare a produrre a uno stabilimento che uccide le persone. Questa è solo una grande vergogna! Prendetevi la poltrona e portatevela a casa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Intanto, con il consenso dell'onorevole Vianello, vorrei sottoscrivere questo emendamento. Devo dire che mi ha stupito una cosa durante l'intervento emozionato del collega. Il collega è di Taranto e chiunque sia stato a Taranto e abbia conosciuto persone di Taranto sa che, in alcuni rioni, le persone muoiono e si ammalano con una frequenza molto alta. Anche su questo mi spiace sentire un continuo brusio, come se qui stessimo facendo una chiacchierata tra amici. Non è così: dovreste occuparvi di Taranto anche voi. Mi è spiaciuto sentire qualche collega, che, mentre ascoltava l'intervento emozionato del collega Vianello, esclamare “Oh!”, come se fosse scandaloso parlarne per una persona che vive a Taranto e che conosce quotidianamente queste situazioni, ossia di persone che muoiono a tutte le età, persone che si ammalano a tutte le età. Basta andare in campagna elettorale a Taranto e parlare con ragazzi giovani, che hanno perso tutti e due i genitori, che hanno perso zii, nonni e che hanno altri zii che sono ammalati e che dicono: “Io non mi vado a controllare, anche se dovrei farlo, perché abito proprio lì, dove è più alto il rischio di ammalarmi”. Non avete mai parlato con queste persone - mi chiedo - per avere anche questa reazione a un intervento emotivo di un collega che, con competenza, vi stava parlando di quello che c'è scritto nella norma e di quello che vorrebbe cambiare? Ha parlato di un miliardo!

In precedenza stavamo parlando di donne vittime di violenza, a cui mancano fondi per l'assistenza legale. Abbiamo parlato di altri temi estremamente importanti per il Paese e io, proprio nel mio precedente intervento, ho detto: 3 milioni in un anno e 3 milioni in un altro sono 6 milioni. Ecco, questa è una norma dalla quale si potrebbero drenare risorse per la spesa sociale, come quella di cui abbiamo parlato poc'anzi.

E invece vediamo che queste enormi somme vanno ad alimentare questi stabilimenti su cui non abbiamo fatto alcuna vera riflessione in questa legislatura, ed è vergognoso, e le persone su Taranto continuano ad ammalarsi e a morire. Quindi, con questo voto davvero assumetevi la responsabilità di interloquire con la vostra stessa coscienza, perché non abbiamo fatto niente per Taranto e questo resti agli atti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere questo emendamento del collega Vianello e per sottolineare che, dopo tanti anni, continuiamo a dare soldi a quell'inferno senza porre alcuna condizionalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (MISTO). Presidente, innanzitutto chiedo se posso sottoscrivere l'emendamento. Poi vorrei fare una riflessione: si sono trovati i soldi per le armi, che sono state secretate. Quindi, non so: se sono state secretate siamo in stato di guerra? Mi devo preoccupare? Non lo so, non ho ancora la risposta. Non si sono trovati i soldi per aiutare le donne vittime di violenza, che sono un millesimo rispetto alle armi, un millesimo, molto di più di un millesimo. Non si trovano soldi per questo. Ma cosa stiamo a fare qui? Veramente sono felice perché davvero penso che questo Parlamento non meriti il mio impegno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo anch'io di sottoscrivere l'emendamento. Uno uguale lo avevo presentato in Commissione; poi, per un accordo dei partiti di maggioranza, non abbiamo presentato gli emendamenti in Aula. Sull'Ilva, tra l'altro, e sulla questione di Taranto ce n'erano anche degli altri che affrontavano tutti i temi che in questa legislatura non siamo riusciti ad affrontare. Siamo passati nella scorsa legislatura a dodici decreti, a questo in cui si sono fatti interventi spot senza dare un'indicazione generale di cosa si intenda fare di quello stabilimento, seppur strategico per il Paese, o almeno così ancora si racconta, e non si mette in sicurezza la popolazione. Viviamo in un territorio depauperato, dove alcuni interventi spot non risolvono né il problema dello stabilimento né il problema dei cittadini. Auspico, e questo è un augurio che faccio al nuovo Parlamento che si insedierà, che si possa affrontare seriamente, e non come si è fatto in questa legislatura, una questione importante non solo per il Paese, ma fondamentale per la vita e la sicurezza di quelle popolazioni, perché tra vivere e morire sappiamo che c'è una grande differenza e, purtroppo, continuiamo a sopravvivere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.1 Vianello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 30.0100 Ehm.

Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Qui parliamo di una proposta emendativa su un tema molto importante che non ha bisogno di essere presentato perché parliamo delle delocalizzazioni. E' un tema che ci vede tutte e tutti coinvolti perché tante sono le aziende che delocalizzano: da quest'anno a questa parte ormai abbiamo 70 o più tavoli di crisi al MiSE, abbiamo esempi lampanti come GKN, Wärtsilä, Whirlpool che hanno chiuso i loro battenti mandando centinaia di persone a casa, lasciando le famiglie nell'incertezza, non garantendo continuità lavorativa. Quello che è impressionante è che si sono visti, ovviamente, tantissimi colleghi e colleghe andare davanti agli stabilimenti a portare solidarietà, a dire tante belle parole, a chiedere un intervento, a dire “ora dobbiamo intervenire, dobbiamo fare”. Anche il Governo lo ha fatto con l'intervento del Ministro Orlando, con l'intervento del Ministro Giorgetti, con la Vice Ministra Todde, che ha detto che serve una legge anti delocalizzazioni. Scusi, Presidente, sto parlando di un tema estremamente rilevante che vede di fatto lavoratori in questo momento licenziati e non si riesce a garantire un po' di silenzio in quest'Aula su un tema così importante (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi, per favore! Prego, deputata Ehm.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). La ringrazio, Presidente. Questa proposta emendativa riguarda un tema molto semplice e molto facile: è la proposta di legge fatta con i lavoratori GKN, trasformata in emendamento per portare subito soluzioni concrete contro il fenomeno delle delocalizzazioni. È stato scritto, lo ripeto, con le teste di lavoratori che stanno lottando da oltre un anno per fare in modo che questa lotta non venga dimenticata, che le persone non vengano mandate a casa da multinazionali che vengono qui, prendono fondi pubblici e poi se ne vanno da un'altra parte. Voglio anche ricordare a tutte le colleghe e ai colleghi che sono andati in questi mesi a portare solidarietà che questo deve essere un voto, una scelta, una scelta di coraggio per fare sì che vi sia una risposta a queste persone, che lo chiedono non da pochi giorni, ma da tanto tempo.

Voglio anche ricordare che, pochi giorni fa, parlavamo di questo nella piazza a Trieste su Wärtsilä. Parliamo di 451 lavoratori più l'indotto, oltre 800 lavoratori. La risposta era che serve una legge, una norma che garantisca, metta paletti certi e regole chiare. Qui c'è un emendamento molto chiaro che mette paletti chiari e principi certi, che fa in modo che di fatto vi sia un contrasto concreto alle delocalizzazioni. Vorrei oggi chiedere all'Aula, a tutte le colleghe e a tutti i colleghi un voto di coraggio, un voto di responsabilità, un voto di scelta per i lavoratori, per la continuità produttiva, contro le delocalizzazioni, contro le multinazionali che se ne vanno, per il sistema Paese, per la nostra produttività, altrimenti la vostra solidarietà e le vostre promesse sono soltanto vane parole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.0100 Ehm, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'emendamento 31.1 Trano.

Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiedo l'abrogazione dell'articolo 31. Parliamo della società 3-I SpA: queste tre “i” stanno per INAIL, Istat e INPS. Si tratta di una società nata per produrre software, quindi è nata con un preciso scopo, ma osservo che abbiamo già, ad esempio, Sogei, che è l'information technology del Paese, abbiamo PagoPA, un'altra partecipata pubblica, che si occupa dei pagamenti digitali, quindi, abbiamo già società che si occupano di questo e sono anche società grandi, importanti. Però non bastava tutto questo, evidentemente, forse perché non lavoravano bene, non erano efficienti ed efficaci. Allora hanno creato questa 3-I SpA.

Ora la questione è che l'emendamento chiede di implementare ulteriormente con ulteriori 45 milioni di euro e poi prevede la possibilità in futuro di fare aumenti successivi di capitale. Mi chiedo: siccome esistono già società statali di information technology, non è che questa 3-I SpA è semplicemente un carrozzone che fa da duplicato rispetto a quanto già producono Sogei e PagoPA semplicemente per piazzare gli amici degli amici, magari dei colleghi qui presenti che non troveranno collocazione nella futura legislatura? Può darsi sia questa la risposta?

Perché davvero suona strano che noi stiamo foraggiando ulteriormente una società che è appena nata, è nata col decreto PNRR. E, tra l'altro, nel giro di pochi giorni, diamo anche quest'altra iniezione di liquidità per contribuire a fare non si sa bene cosa. Allora, Presidente, io credo che qui bisogna un attimo contestualizzare i fatti, perché noi qui stiamo tirando fuori soldi, milioni di euro su milioni di euro, per improbabili società di digitalizzazione e di sviluppo software, quando all'esterno c'è un Paese in ginocchio e probabilmente l'autunno che verrà non sarà dei migliori autunni che potremmo incontrare nei futuri anni. Allora che facciamo? Noi utilizziamo queste risorse, le diamo, così, a società che non si sa bene che preciso scopo abbiano. Tra l'altro, questo mi preoccupa, anche perché tutti i lavoratori che lavorano all'interno di INPS, di INAIL e dell'Istat, che, tra l'altro, si sono allarmati anche attraverso i loro sindacati, potrebbero finire in strada, se non venissero ricollocati all'interno di questa società nuova. Io chiedo semplicemente di abrogare e di risparmiare questi 45 milioni di euro. E possibilmente sarebbe anche opportuno che il prossimo Governo abolisse questo obbrobrio di società (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 33.01 Raduzzi. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Io chiedo l'attenzione dell'Aula per qualche minuto perché in questi giorni uno dei temi fondamentali di questo decreto, che è stato dibattuto a lungo, era proprio il super ecobonus, dove qualcuno si è vantato, un po' tutti i partiti di maggioranza, di aver risolto - ora vedremo all'atto pratico - il problema della cessione dei crediti di imposta, che tante imprese hanno in pancia e che non riuscivano più a cedere da mesi. In questo senso mi sembra un po' quella storia del tizio che si spara su una gamba e si vanta di andare all'ospedale per curarsi. Ricordiamo ai cittadini italiani: che i casini sul super ecobonus li ha votati questa maggioranza, a partire dal presunto “decreto Antifrodi” e dal “decreto Semplificazioni”. Purtroppo, già tante imprese hanno chiuso i battenti perché non riuscivano a smaltire i crediti d'imposta e c'è ancora da sistemare - e lo sanno benissimo tanti colleghi - il problema della circolare dell'Agenzia delle entrate.

Oltre a questo, però, c'è un altro problema, che è la mancata proroga, che tutti i partiti a parole rivendicano di voler attuare il prima possibile, in ordine al 30 per cento dei lavori a SAL la cui scadenza è il prossimo 30 settembre, quindi mancano praticamente dieci giorni. Se non interveniamo ora, veramente rischiamo di vedere delle aziende che vanno in enorme difficoltà e ci troviamo un sacco di abitazioni unifamiliari praticamente sventrate, con i cittadini che dovranno addirittura, magari, pagarsi quei lavori perché ovviamente non riescono a raggiungere il salto delle due classi energetiche. Questo è un problema davvero concreto. Noi di Alternativa non stiamo facendo campagna elettorale. Questo articolo aggiuntivo lo lascio qui all'Aula, se il Governo lo vuole rivedere, riformulare, accantonare, però io vi prego: questa non è una cosa per noi, per Raphael Raduzzi o per Alternativa, è per il Paese. Sono imprese che si trovano veramente in enorme difficoltà. Pensateci, perché sappiamo benissimo che questo decreto deve tornare di nuovo al Senato, considerato che avete fatto un pasticcio abnorme con l'abolizione del tetto degli stipendi dei manager pubblici, che potevano arrivare oltre i 240 mila euro all'anno, quindi oltre 20 mila euro al mese, e questa misura come maggioranza l'avete votata oppure vi siete astenuti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), lo ricordiamo ai cittadini italiani. Ebbene, siccome questo decreto deve tornare al Senato, aggiustiamo anche la questione della proroga. In questo articolo aggiuntivo si chiedono sostanzialmente pochi mesi in più per arrivare a fine dicembre e far tirare il fiato e far terminare i lavori. Io vi prego - e mi rivolgo soprattutto al MoVimento 5 Stelle, alla Lega e a tutti quei partiti che si sono riempiti la bocca in questi mesi di campagna elettorale rivendicando con orgoglio questa misura - di votare a favore di questo articolo aggiuntivo. Ve lo ripeto: fatelo vostro, modificatelo, cambiategli il nome, fate quello che volete, ma sistemiamo questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, l'articolo aggiuntivo del collega Raduzzi è molto richiesto dalle aziende edili, ma anche da tutto il comparto che vi lavora, quindi le imprese di fornitura, architetti, geometri e quant'altro. Si tratta di dare un maggiore respiro, proprio perché, con questi alti e bassi e con questi lacci e laccioli che sono stati messi in questi anni dal Governo, si è creato un forte clima di incertezza che non ha consentito a queste aziende e a queste attività di avere un'operatività continua. E allora dare un termine al 31 dicembre non mi sembra che sia, come dire, una richiesta così impossibile. Io chiedo, siccome si è riaperto il decreto e quindi ci sarà un ulteriore passaggio al Senato, di fare questo sforzo, di dare respiro a queste aziende e far sì che possano continuare perché chiedono semplicemente lavoro. E poi, chiederei anche al sottosegretario Freni se ci potesse dare l'indicazione di quando verrà recepita la norma che è stata votata in Senato per abrogare la circolare n. 23 dell'Agenzia delle entrate (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché queste aziende stanno aspettando di poter cedere questi crediti. Se ci fornisce queste indicazioni, sottosegretario, tranquillizziamo tutto il mondo delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Il deputato Romaniello sottoscrive. Ha chiesto di parlare il deputato Curro'. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CURRO' (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottolineare che la discussione in merito alla proroga, riguardante le unità unifamiliari, fino al 30 per cento nella realizzazione dei lavori entro il 30 settembre era stata già portata avanti in Senato. In quell'occasione avevamo già raccolto un impegno del Governo, perché in merito a questa tipologia di proroga è necessario avere uno stanziamento ulteriore rispetto a questo decreto. Accogliamo l'impegno del Governo, e lo vogliamo anche in questa occasione, come MoVimento 5 Stelle, affinché ci sia una previsione entro il 30 settembre di questa proroga all'interno del nuovo decreto che ha annunciato, e cioè il “decreto Aiuti-ter”. E quindi, come MoVimento 5 Stelle, ribadiamo che siamo a favore di questa proroga, ma per il momento, essendo non prevista la copertura all'interno di questo decreto, ci asterremo dalla votazione di questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Non mi è molto chiara la sottolineatura che ha fatto il collega Curro', perché mi pare di aver capito che il Governo è pronto a mettere i soldi per approvare una norma come quella di questo articolo aggiuntivo, ma non si mette direttamente in questo provvedimento. In tutta onestà mi sembra abbastanza folle: cioè, ci sono le risorse, sono state trovate per il decreto successivo? Questo provvedimento tornerà comunque in Senato e non approviamo l'articolo aggiuntivo? Questo state dicendo? Per quanto mi riguarda voterò a favore di questo articolo aggiuntivo e infatti ho richiesto di sottoscriverlo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un tema importante, molto sentito da tutte le forze politiche, quindi trasversale. Infatti, se non si riuscisse ad ottenere questa proroga, rischieremmo di mettere in estrema difficoltà, in questo momento storico così teso e drammatico, molte aziende che hanno confidato nello Stato, il quale aveva promesso un meccanismo come quello della cessione del credito a supporto del superbonus, che poi questo Governo ha cambiato in corsa, impedendo a molte aziende di avere la liquidità per portare avanti i lavori.

È stata approvata al Senato una norma condivisa, che sbloccherà - ci auguriamo tutti - il meccanismo dei crediti fiscali, ma non sarà sufficiente, perché i tempi sono stati molto lunghi, per andare incontro a quelle aziende che hanno contato di finire entro il 30 settembre il SAL per le case unifamiliari. C'è stato al Senato un ordine del giorno, con parere favorevole del Governo, che impegna il Governo ad introdurre questa proroga entro il 30 settembre, quindi nel “decreto Aiuti-ter”.

Questo Governo è stato altalenante, anche nelle promesse fatte. Siccome c'è stato questo impegno del Senato, non credo ci siano difficoltà per il Governo, in questo momento, a confermare qui, in Aula, questo impegno, anche alla Camera. Se ci sarà questo impegno pubblico, il mio voto sarà quello espresso dal mio gruppo, cioè di astensione, altrimenti dovrò votare a favore su questo emendamento, perché è doveroso e sacrosanto e ho più a cuore le imprese e i cittadini italiani che questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Presidente, a titolo personale. Vorrei tranquillizzare Fraccaro perché, come con l'obbligo vaccinale, Conte, in realtà, sta telefonando un po' in segreto - non lo sa nessuno, ma lo sapremo fra tre mesi -, dicendo che è contrario a questo tipo di disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Fra tre mesi verremo a sapere che lui ha lottato e combattuto proprio per questo tipo di condivisione che avete ben esposto rispetto all'emendamento, ma lo sapremo, poi, più avanti. Sappiamo che anche il MoVimento 5 Stelle da due giorni è contro l'obbligo vaccinale, però sapremo tutto tra tre, quattro mesi grazie a Conte che ci farà la self-disclosure con i pizzini di Casalino (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33.01 Raduzzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'emendamento 33-ter.1 Villarosa.

Ha chiesto di parlare il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). Grazie, Presidente. Parliamo di superbonus, vedo che c'è tanta, tanta confusione. Dico al collega Fraccaro: impegni pubblici ne abbiamo sentiti tanti, caro collega, e le aziende ne hanno le scatole veramente piene e uso il termine “scatole” per rispetto nei confronti di quest'Aula.

Da ieri, Presidente, sento leader di partiti dire che hanno risolto il problema sul superbonus. Il vero problema sul superbonus è uno: che le aziende hanno questi crediti e non riescono a liquidarli, perché si sono fidate di uno Stato che gli ha detto “puoi liquidarli con tutti” e, poi, ha cambiato le norme, gli ha ristretto questa platea e oggi queste aziende si trovano con i debiti fino al collo. Gli è stato detto dai leader di partito: “vi abbiamo salvato, perché in questi giorni abbiamo fatto una proposta che vi salverà”. Presidente, non è vero: questa proposta al massimo amplierà del 10 per cento la platea alla quale si potrà liquidare, perché, rimanendo sempre all'interno del sistema bancario, i soldi che il sistema bancario - o qualche azienda finanziaria collegata, come è stato detto nell'ultimo decreto - ha messo a disposizione, bene o male, sono quelli.

Levandogli la responsabilità, si creano due problemi. Il primo problema è che non si amplia, perché si rimane sempre dentro quella platea, quindi quelle pratiche che per loro erano difficoltose le liquideranno, ma si rimarrà sempre, lo ripeto, all'interno di questa piccola platea e tante aziende falliranno perché non avranno i soldi per pagare i propri fornitori. Il secondo problema, Presidente, è che veramente si continua a fare il forte con i deboli e il debole con i forti, perché, levando la responsabilità, mantenendola alle banche solo ed esclusivamente per dolo o colpa grave, cosa succede? Che tutto verrà scaricato sul beneficiario, sul cittadino. Quindi, se c'è una truffa all'interno di una pratica del superbonus, da domani, la colpa non sarà più della banca, che ha gli strumenti, i dipendenti e le conoscenze per affrontare e capire se realmente c'è una truffa dietro. Il cittadino questi strumenti non li ha e con questa norma, se succede qualcosa all'interno del superbonus, di chi è la responsabilità unica, a meno che non ci sia dolo o colpa grave, ma le banche sanno benissimo come evitare dolo o colpa grave? Del cittadino. Complimenti. Vi volevo fare i miei complimenti e darvi il mio emendamento, che è l'unico che gli addetti ai lavori oggi dicono potrebbe risolvere il problema del superbonus e salvare le aziende. Siate seri (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33-ter.1 Villarosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33-quater.02 Aprile, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33-quater.03 Romaniello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 36.01 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.02 Corda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 38.01 Tasso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Colleghi, prima di passare all'ultimo emendamento, permettetemi proprio velocemente, visto che è l'ultima seduta che facciamo tutti insieme in questa Assemblea, di ringraziare tutti voi per il lavoro che abbiamo fatto in questi anni, anche in momenti difficili, e tutti i presidenti dei gruppi parlamentari (Prolungati generali applausi – I deputati si levano in piedi e, con loro, i membri del Governo).

Volevo ringraziare gli uffici, che hanno lavorato in questi anni incessantemente, vicino alla Presidenza e a tutti voi (Prolungati generali applausi).

Il terzo ringraziamento va a tutti gli italiani e a tutte le italiane che in questi anni difficili sono sempre stati vicini alle istituzioni e spero noi a loro nel modo degno. Per me, volevo dirvi, è stato un onore assoluto presiedere l'Assemblea di Montecitorio. Grazie a tutti (Prolungati generali applausi - I deputati si alzano in piedi e, con loro, i membri del Governo).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 41.02 Fratoianni. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU-ART 1-SI). Grazie, Presidente. Ritiro l'articolo aggiuntivo e presento un ordine del giorno su cui interverrò, nel merito, quando arriverà il momento.

PRESIDENTE. Quindi, l'articolo aggiuntivo 41.02 Fratoianni è stato ritirato. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). A proposito del ringraziamento che ha fatto prima a tutti quanti, ha dimenticato di ringraziare il Ministro D'Incà che con 55 questioni di fiducia ha massacrato questo Parlamento e gli ha impedito sistematicamente di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa - Commenti).

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere favorevole su tutti gli ordini del giorno presentati, con l'eccezione degli ordini del giorno n. 9/3704-A/7 Trano, n. 9/3704-A/13 Varchi, n. 9/3704-A/15 Boldi e n. 9/3704-A/24 Davide Crippa sui quali il parere è favorevole se riformulati premettendo la locuzione “a valutare l'opportunità di” e dell'ordine del giorno n. 9/3704-A/45 Ehm sul quale il parere è favorevole se riformulato premettendo la formula “a valutare l'opportunità di adottare ogni utile iniziativa per scongiurare la chiusura ” e così via.

PRESIDENTE. Perfetto.

Su un lutto del deputato Nicola Pellicani.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Nicola Pellicani è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.

Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/1 Pettarin il parere è favorevole, va bene. Parere favorevole anche sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/2 Bologna. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-VI-ICT). Grazie, Presidente. Solo due parole su questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. No, c'è il parere favorevole; non si può intervenire.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-VI-ICT). Va bene.

PRESIDENTE. Sugli ordini del giorno n. 9/3704-A/3 Bianchi, n. 9/3704-A/4 Paolin, n. 9/3704-A/5 Badole e n. 9/3704-A/6 Vallascas il parere è favorevole, va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/7 Trano il parere è favorevole, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. La riformulazione è accettata.

Sugli ordini del giorno n. 9/3704-A/8 Bellucci, n. 9/3704-A/9 Maschio, n. 9/3704-A/10 Prisco, n. 9/3704-A/11 Giovanni Russo e n. 9/3704-A/12 Ferro il parere è favorevole, va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/13 Varchi il parere è favorevole con riformulazione, che è accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/14 Lucaselli il parere è favorevole, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/15 Boldi il parere è favorevole con riformulazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/16 Meloni, sul quale il parere è favorevole, c'è la richiesta di porlo in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/16 Meloni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Sugli ordini del giorno n. 9/3704-A/17 Lollobrigida, n. 9/3704-A/18 Caiata, n. 9/3704-A/19 Caretta, n. 9/3704-A/20 Ciaburro, n. 9/3704-A/21 Mollicone e n. 9/3704-A/22 Vinci il parere è favorevole, va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3704-A/23 Romaniello, su cui vi è un parere favorevole. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Visto che il mio ordine del giorno è accolto senza riformulazioni, volevo solo chiedere il sostegno dell'Aula con una votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/23 Romaniello, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/24 Davide Crippa c'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (MISTO). Grazie, Presidente. Volevo chiedere, pur accettando la riformulazione, che venga messo ai voti e di intervenire. Presidente, da giorni ascoltiamo nel dibattito italiano, da parte di tutte le forze politiche presenti in quest'Aula, il tema dell'indicizzazione del prezzo del gas al mercato olandese. Sono giorni che tutti, dagli imprenditori ai consumatori e alle forze politiche, segnalano come l'indicizzazione al mercato olandese sia totalmente speculativa. Lo ha detto anche Ursula Von der Leyen, precisando che il livello di prezzo raggiunto oggi sul mercato olandese non ha alcuna realtà nei volumi scambiati all'interno dei confini europei. Si sta discutendo di dare la possibilità ai singoli Stati di regolamentare il regime dei prezzi anche per i consumatori e per le imprese. Io però vorrei far presente a quest'Aula che il Governo, con un atto di coraggio, qualche mese fa aveva inserito all'interno di un decreto, in prima approvazione in Consiglio dei Ministri, una norma sacrosanta che diceva che, se viene stabilito un prezzo, immaginiamo 100, e l'importatore, una volta visti i contratti, paga 30 o 40, la differenza, per una percentuale, doveva essere immediatamente restituita e resa disponibile ai consumatori, alle imprese e alle famiglie. Questo vuol dire che, anche alla luce delle dichiarazioni di alcuni importatori italiani che segnalano come quel prezzo non è il prezzo che essi pagano e dichiarano alle dogane ma è un prezzo, diciamo così, figlio di una speculazione borsistica, quella norma serviva a ridare un po' di verità a quel regime di prezzo. Con questa modalità il Governo aveva avviato una buona riforma. Peccato che, dopo una settimana, nel successivo Consiglio dei Ministri la stessa norma è stata stralciata. Si dice che non sarebbe stato possibile riempire gli stoccaggi di gas. Immaginando sia vera quella disamina, oggi che siamo a una percentuale di stoccaggi abbastanza di sicurezza - oltre l'80 per cento - credo che sia indispensabile riattribuire un concetto di verità al regime di prezzo del mercato del gas. Pertanto io vi chiedo di ripristinare nel prossimo decreto quella norma che lo stesso Governo, prima, ha approvato e, poi, non ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

È lì che serve una risposta vera, è lì che dobbiamo andare a inseguire i profitti del 600 per cento in più delle aziende energetiche nel nostro Paese; serve intervenire a monte, lo ripeto, a monte, altrimenti, in primo luogo, bisogna sperare che gli extraprofitti vengano pagati dalle aziende e non mi sembra che ciò sia così scontato, stando a quanto lo Stato a oggi ha incassato; in secondo luogo, attenzione, perché oggi il livello di insostenibilità da parte dei cittadini e delle imprese è a tal punto che si instaura un meccanismo a catena per cui non verranno pagate le bollette ai fornitori, i fornitori non pagheranno i distributori e i distributori non pagheranno i venditori. Questo vuol dire che qualcuno, all'interno del sistema, fallirà.

Avrei preferito un'approvazione secca, perché è una norma del Governo, non di Davide Crippa, ma secca appunto. Il tema vero, oggi, è questo: se non vogliamo fare propaganda inutile dovremmo parlare chiaramente di un regime di prezzo vero, legato al mercato e allo scambio di flussi veri e non al mercato speculativo.

Questa è un'opportunità che riconsegniamo alla decisione del Governo nel prossimo decreto; si è perso fin troppo tempo e per troppo tempo si continua a indicizzare, complice anche un atteggiamento delle autorità poco chiaro sul punto, a favore dei grossi importatori e a sfavore di consumatori e imprese (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/24 Davide Crippa, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Ordine del giorno n. 9/3704-A/25 Martinciglio, parere favorevole.

Ha chiesto di parlare la deputata Martinciglio. Ne ha facoltà.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). Presidente, nonostante il parere favorevole del Governo, anch'io chiedo la votazione di questo ordine del giorno, perché racchiude un impegno ben preciso da parte del Governo, che decreta una svolta epocale, considerata la particolare situazione economica e sociale di queste isole, Linosa, Lampedusa e Pantelleria, dovuta alla loro lontananza territoriale e quindi anche alle loro piccole ridotte possibilità di mercato. Io mi auguro che il Governo e il Parlamento che verranno dopo di noi continuino questo percorso, un impegno che non sia più rinviabile per ridare lustro finalmente a queste isole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/25 Martinciglio, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Ordine del giorno n. 9/3704-A/26 Torto, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/27 Buompane, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/28 Francesco Silvestri, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/29 Masi, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/30 Carabetta, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/31 Gallo, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/32 Zanichelli, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/33 Tripodi, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/34 Sut, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/35 Emiliozzi, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/36 Gubitosa, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/37 Cancelleri, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/38 Cenni, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/39 Carnevali, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/40 Ubaldo Pagano, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/41 Piero De Luca, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/42 Enrico Costa. Ne viene chiesta la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/42 Enrico Costa, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Ordine del giorno n. 9/3704-A/43 Benedetti, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/44 Suriano, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/45 Ehm, parere favorevole, con riformulazione. Deputata Ehm, chiede di metterlo in votazione?

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Sì, Presidente, vorrei chiedere di metterlo in votazione e vorrei ricordare, altresì, che questo parere favorevole…

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione?

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Sì, e chiedo di metterlo in votazione. Vorrei anche ribadire che questo ordine del giorno chiede strumenti utili per fare in modo che vi sia l'assicurazione del diritto al lavoro di ogni cittadino, principio fondante del nostro Paese, e di contrastare con efficacia il fenomeno delle delocalizzazioni attraverso ogni tipologia di intervento. Poi, nel mentre, rilevo che tre secondi prima avete votato compattamente in modo contrario a una proposta di legge contro le delocalizzazioni. È un po' un controsenso, ma almeno, intanto, un ordine del giorno non si nega a nessuno. Sarebbe stato bello se il Governo e il Parlamento avessero avuto il coraggio, veramente, di metterci la faccia, per le lavoratrici e i lavoratori, contro le delocalizzazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/45 Ehm, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Ordine del giorno n. 9/3704-A/46 Stumpo, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3704-A/47 Fratoianni.

Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU-ART 1-SI). Signor Presidente, molto brevemente…

PRESIDENTE. Accetta …

NICOLA FRATOIANNI (LEU-ART 1-SI). Non c'è alcuna riformulazione. Accetto il parere favorevole.

PRESIDENTE. Vuole metterlo in votazione, quindi?

NICOLA FRATOIANNI (LEU-ART 1-SI). Non mi sono ancora rincitrullito abbastanza. Sì, lo voglio mettere in votazione e voglio fare una brevissima dichiarazione di voto, Presidente, perché il tema posto in quest'ordine del giorno è quello che ha occupato più o meno tutta la campagna elettorale, su ogni fronte. Io mi auguro che questo parere favorevole, che impegna il Governo a fare una cosa ben precisa, sia considerato impegnativo anche dal Governo che verrà, qualunque esso sia, perché in questo ordine del giorno poniamo un tema che ha a che fare con l'elemento più duro che oggi attraversa il nostro Paese e cioè con le conseguenze che la crescita senza controllo delle bollette energetiche sta producendo sul sistema di impresa, con decine di migliaia di imprese che rischiano in queste ore, in questi giorni, la chiusura, e su milioni e milioni di italiani e di italiane che quelle bollette già oggi non sono più in grado di pagarle e che, a causa dell'aumento del costo delle bollette, a breve non saranno in grado neanche di fare la spesa.

Ora, siccome su questo tema - che, una volta tanto, è davvero un'emergenza - si rincorrono in questa campagna elettorale molte parole e molte proposte, tra cui, per esempio, quella di ricorrere all'ennesimo scostamento di bilancio, all'ennesima manovra in debito, noi da tempo abbiamo proposto, e oggi proponiamo nuovamente con questo ordine del giorno che è stato positivamente accolto, di fare una cosa semplice e di buon senso, oltre che equa e giusta e cioè di ricorrere, invece che al debito, a quella massa assai significativa di “extra” profitti - e la parola dovrebbe raccontarci rapidamente ciò di cui stiamo parlando, cioè profitti che si sono formati attraverso meccanismi principalmente di carattere speculativo e che vanno molto oltre il normale margine di guadagno delle imprese energetiche, in questo caso, anche se non solo energetiche -, parliamo di una cifra che si aggira tra i 40 e i 50 miliardi di euro, che sono risorse oggi sottratte alle imprese e ai cittadini di questo Paese.

Ecco, si prendano quelle risorse, si restituiscano alle imprese e ai cittadini e in questo modo riusciremo, da un lato, ad attutire l'impatto devastante che l'inflazione trainata dai costi energetici produce sul sistema Paese, dall'altro, una volta tanto, a fare anche un'azione equa e giusta sul piano della redistribuzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3704-A/47 Fratoianni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Innanzitutto, in apertura di questo mio intervento, desidero ringraziare lei e l'Ufficio di Presidenza per la gestione in questi anni, che, al di là di qualche momento, mi pare sia stata decisamente corretta. Grazie, Presidente!

Con questo provvedimento si chiude quella che, non a torto, è stata definita la legislatura più pazza della storia. Una legislatura nata male, finita peggio, con una strana crisi di Governo in cui un Governo si dimette, per quanto abbia la fiducia, una crisi che ha comunque anticipato il termine naturale della legislatura. Quattro anni e mezzo che hanno visto esplodere due situazioni inimmaginabili solo qualche anno fa: una pandemia di carattere planetario e una guerra vera nel cuore dell'Europa.

A lungo, con angolazioni di idee e prospettazioni diverse, si è dibattuto e organizzato il Paese rispetto al tema del COVID-19. La stessa percezione da parte degli italiani è stata, a mio avviso, diversificata, più diversificata di quanto si presuma, a mio avviso anche perché è stata costruita un'informazione sicuramente diretta. Di certo, le conseguenze morali e psicologiche, oltre a quelle, ovviamente, materiali ed economiche, rimarranno negli anni, così come, indipendentemente dal come e dal quando prima o poi terminerà questa guerra in Ucraina, gli equilibri e gli assetti geopolitici del mondo non saranno gli stessi in cui abbiamo vissuto.

In questo quadrante molto liquido ci apprestiamo a votare il nuovo Parlamento che andrà poi a formare il successivo e nuovo Governo, un Governo che avrà un compito immane e molto difficile. È proprio per questo che a me appaiono quantomeno irresponsabili le posizioni di quanti nel terzo polo sollecitano un consenso alla propria parte con il chiaro intento di favorire una situazione di difficile governabilità, così come mi pare ancora maggiormente irresponsabile l'atteggiamento di una sinistra che si appella a un mal declinato concetto di democrazia, per cui se va al Governo la destra populista non va bene, perché così non funziona. Possiamo governare il Paese e dobbiamo governare il Paese in virtù di libere elezioni e non di proclami editi dalla sinistra.

Presidente, vorrei almeno un po' di cortesia…

PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione. Colleghi, per favore, anche lì ai banchi del Governo. Deputato D'Ettore! Colleghi, colleghi! Prego, deputato Tondo, continui.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Siccome nessuno è obbligato a sentirmi o ad ascoltarmi, chiedo almeno che possa parlare. Mi consola pensare che, nonostante gli auspici, il centrodestra andrà al potere e governerà con il contributo dei moderati, che rappresento in buona parte, apportando le competenze e l'equilibrio necessario.

Per quanto ci riguarda, mentre ci accingiamo al voto sull'ultimo “decreto Aiuti” di 17 miliardi, che, ovviamente, la componente dei parlamentari di Noi con l'Italia voterà, a me pare superfluo sottolinearne l'utilità e la necessità, ben sapendo che altri provvedimenti, purtroppo, si renderanno ben presto indispensabili. Rifletto sul fatto che ci troviamo di fronte a una svolta epocale. Immagino che fra qualche decennio, quando qualche studioso si occuperà di scrivere su questi anni, si parlerà di questo periodo come di una pietra miliare rispetto alla quale c'è stato un prima e un dopo. Personalmente, temo che la società in cui vivranno i nostri figli e i nostri nipoti non sarà in grado di garantire lo stesso livello di serenità, di benessere e di sicurezza. Sarà bene cominciare a rendersene conto non solo a parole. Siccome questa consapevolezza è diffusa, non ci resta che innalzare il nostro livello di responsabilità, la responsabilità di prendere le decisioni, anche quelle che possono sembrare impopolari. Pensiamo, davvero, ad esempio, all'utopia, sull'energia, che si possa salvare il Paese con la transizione ecologica e con la sostenibilità soltanto?

Ma se abbiamo appena fatto cadere un Governo per la questione del termovalorizzatore di Roma, cerchiamo almeno di essere coerenti.

A chi ha teorizzato e sostenuto in questi anni la decrescita felice chiederei di declinare la proposta, spiegando chiaramente agli italiani a cosa dovrebbero rinunciare nella loro vita quotidiana di tutti i giorni nel percorso di crescita più o meno felice che esso sia. A chi pensa di trovare risposte per tutti i problemi ricorrendo in modo assistenziale ad un sistema pubblico erogatore di risorse e di quattrini per ogni esigenza e per ogni categoria, vorrei sommessamente chiedere come e chi produrrà le richieste di una società che accorcia i tempi lavorativi, allunga, per fortuna, l'età media della vita e, di conseguenza, aumenta l'esigenza di servizi e risposte ai suoi cittadini. Devo dire che profondamente desidero rispondere anche a quanti dicono che questo è populismo. Ai problemi quotidiani dobbiamo rispondere, individuando con responsabilità una classe dirigente che si ponga il problema di ricostruire il Paese. Inviterei tutti i colleghi a riflettere sulla decisione del taglio dei parlamentari che anche questa volta, con convincimento carico di ipocrisia, questo Parlamento ha votato. Io ho votato contro e sono orgoglioso di averlo fatto. Il mio gruppo parlamentare rivendica di aver votato contro la legge che tagliava il numero dei parlamentari e mi piacerebbe sapere cosa pensa ogni singolo parlamentare in cuor suo di questo.

Mi avvio alle conclusioni, Presidente. Credo sia giunto il momento delle decisioni importanti. Tra l'altro, mi sia consentito di affermare che non è semplice fare scelte se ogni tornata elettorale viene ad essere considerata decisiva per gli equilibri. Con tutto il rispetto per la regione Molise, ricordo che tempo fa rimanemmo tutti inchiodati per qualche settimana ad aspettare il risultato elettorale di questa regione che ha 350 mila abitanti. Forse è il caso - lo dico per inciso - di porsi anche il problema di favorire un allineamento coerente delle varie elezioni locali, perché avremmo un po' più di stabilità.

Nell'annunciare chiaramente il voto favorevole, rivolgo un semplice suggerimento, un suggerimento da deputato peone come tanti altri, cioè la maggior parte di coloro che sono qui dentro, frutto di una legge che nessuno voleva ma che, in realtà, in troppi hanno votato, una legge che spero il prossimo Parlamento cambi, se vogliamo davvero avere una rappresentanza che si avvicini ai cittadini e non, invece, candidati paracadutati dai leader. A questi deputati e a me stesso, che rappresentiamo quella parte del Parlamento che è più vicina - io credo - alle esigenze della comunità, senza nulla togliere a chi lavora in palazzo, dico che dobbiamo pensare ai parlamentari del territorio, ai parlamentari che lavorano raccogliendo le indicazioni all'interno del palazzo con una giusta mediazione. La politica ha bisogno per sua natura di studio, di comprensione, di mediazione e di pazienza per avere quell'autorevolezza e soprattutto quella credibilità di cui c'è sempre di più bisogno. Bisogna ritornare alla centralità della politica, che ha il compito di costruire la sintesi fra tutti gli interessi e di fornire una risposta globale. Torniamo ad un Premier eletto, dopo tanti anni di Premier non eletti.

Leggevo in questo giorni - e chiudo davvero - il rapporto di Eurispes. Alla fine del 2021, la sintesi di Eurispes era: ri-costruzione (col trattino: ri-costruzione). Mi è venuta in mente, signor Presidente e signor Ministro, la ricostruzione del Friuli dopo il terremoto del 1976, ricostruzione morale e materiale che abbiamo portato a compimento con tenacia e con pazienza, virtù di cui oggi abbiamo bisogno.

Ho la presunzione di pensare che quell'esempio di ricostruzione possa essere oggi un esempio per tutto il Paese. “Ed ebbe tanta pazienza”, disse sempre il mio saggio amico Tony Mammarella, “e tanto impegno” aggiungo io. Questo è il nostro compito, non solo di chi è classe dirigente, ma di ogni italiano che ha a cuore, non solo il proprio Paese, ma anche il proprio destino.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (MISTO-VI-ICT). Grazie, Presidente. Presidente, colleghe e colleghi, Governo, non posso dimenticare quello che è il motivo per cui siamo qui in questo momento e, quindi, anche se succintamente, del decreto che stiamo approvando devo e voglio parlare. Il decreto in esame reca misure urgenti in materia di energia elettrica, gas e carburanti e il decreto proroga - e in molti casi rafforza - alcuni importanti interventi che estendono al quarto trimestre del 2022 misure già introdotte.

Unitamente a queste misure, adottate dai precedenti decreti, e agli interventi delle autorità, il decreto senz'altro ha contenuto l'impatto degli aumenti per gli utenti domestici e per le imprese.

Il decreto interviene anche per compensare i danni dell'eccezionale siccità, riscontrata a partire dal mese di maggio 2022, e per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva delle imprese agricole colpite, che fanno parte della spina dorsale del nostro Paese e della nostra economia. Il decreto incrementa anche per il 2022 il contributo straordinario per garantire la continuità dei servizi erogati dagli enti locali e favorire gli investimenti. Uno specifico contributo è finalizzato a incrementare le risorse recate dai precedenti decreti in favore di comuni, province e città metropolitane che - i colleghi e le colleghe lo sanno tutti - sono il vero Stato, il nostro vero Stato. Per garantire la copertura delle misure urgenti adottate contro l'aumento dei prezzi delle materie prime energivore, sono state rese più efficaci e incisive le disposizioni a carico dei soggetti tenuti ai versamenti. Il decreto vara misure significative anche in materia di salute.

Nel corso dell'esame del provvedimento al Senato, sono state approvate alcune modifiche, molte di rilievo. Di alcune abbiamo già parlato, ma mi sento di citare quelle che, in sede di definizione, sono state indicate come ulteriori misure urgenti per l'attuazione del PNRR, per noi determinante, importantissimo, storico e decisivo.

Nel corso dell'esame in sede referente in Commissione bilancio è stato soppresso, inoltre, l'articolo 41-bis. Il presidente della Commissione bilancio, Melilli, ha detto che la capacità di pentimento è assolutamente importante. Ci siamo pentiti e abbiamo fatto bene, perché ciò che era la cancellazione del tetto degli stipendi per la pubblica amministrazione gridava vendetta. Sempre grida vendetta e, in un periodo storico come l'attuale, gridava vendetta ancor di più. La disposizione è stata, quindi, soppressa e questo è un ottimo risultato, onesto.

Grazie, Presidente, e mi sento di ringraziarla personalmente di cuore, per l'impegno portato in tutta questa legislatura. Grazie ai colleghi e alle colleghe, grazie ai dipendenti e a chi ci ha dato una mano. Non è stata cosa facile: la legislatura ha visto accadere di tutto. Ricordo che abbiamo visto perfino le cavallette in Sardegna; delle dieci piaghe d'Egitto credo che manchi molto poco, per poter dire che durante la XVIII legislatura abbiamo patito tutto e il contrario di tutto, ma siamo stati anche abbastanza capaci di opporre resilienza, non solamente resistenza, e, quindi, di andare oltre. È un peccato che la legislatura sia finita nel modo che tutti conosciamo e che io considero inaccettabile e indegno.

Chi ci sostituirà avrà un compito molto arduo, molto complicato, molto difficile, ma spero che si ispiri soprattutto alla nuova Unione europea, che è nata, che si sta rafforzando e che sta diventando sempre più Unione, a fronte delle disgrazie che abbiamo dovuto tutti affrontare. L'auspicio che formulo loro è: “Signori, sostituiteci e fate meglio di noi!” Spero, confido, che l'Unione europea capisca che deve allargarsi al più presto possibile ai Balcani occidentali, per esigenze nostre, non solamente degli abitanti dei Balcani occidentali. Spero che finalmente si ratifichi la Carta europea delle lingue minoritarie, con il rispetto delle lingue minoritarie, a partire da quella che mi sta più a cuore, la mia, il friulano. Spero che si comprenda l'incostituzionalità del taglio indiscriminato ai parlamentari e del fatto che ci siano, in conseguenza di questo, regioni che come la mia, il Friuli Venezia Giulia, hanno un collegio uninominale senatoriale per 1 milione 400 mila abitanti: è la contraddizione palmare del principio di rappresentanza.

Sulla scia di tutto quanto questo, naturalmente, esprimo il mio voto favorevole e il voto favorevole della mia componente. E permettetemi di cuore: “Mandi a dûc” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Vinciamo Italia-Italia al Centro con Toti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-CI). Grazie, Presidente. Francamente avrei voluto fare un intervento diverso. Avrei voluto prendere atto che quest'Aula, su un tema così sentito e così delicato, mostrasse più sensibilità e, come già detto, dal momento che questo provvedimento sarebbe andato al Senato per una terza lettura, si fosse presa coscienza che ci sono state disattenzioni, cose non fatte, per la categoria dei lavoratori fragili. Perché insisto su questa categoria? Perché per le altre comunque abbiamo pensato, perché il “decreto Aiuti-bis” - l'ho detto anche in discussione generale - presenta tante buone iniziative per la collettività, come mutuo soccorso e sostegno. Va bene, va benissimo, lo votiamo, lo votiamo assolutamente, Coraggio Italia lo voterà, però, chiudiamo questa legislatura in maniera anonima. Potevamo dare veramente il “la” per un tema importante, per un tema sensibile, per un tema sentito, una volta tanto fare adesso una cosa più free, più particolare. Invece, no, abbiamo fatto come al solito: abbiamo seguito le linee, “ma chi se ne importa dei fragili”. Io credo di aver dimostrato, con gli emendamenti che ho presentato, di aver ragionato bene, di aver previsto alcuni sostegni e comunque un'attenzione particolare per questa categoria. Altrimenti, se avessi scritto stupidaggini, avrei dovuto essere contestato nel merito, ma mai - mai - sono stato contestato. Semplicemente - e questo mi mortifica moltissimo - credo che quegli emendamenti non siano stati neanche letti, se non da pochi volenterosi. Peccato, veramente peccato: abbiamo perso un'occasione. Pazienza, tutto rimane agli atti, tutto sarà visibile, tutto è certificato, tutto è registrato, tutto è letto, quindi, va bene così. Pertanto, Presidente, francamente non mi resta che augurarvi buon prosieguo di vita, buona vita a tutti. Buona vita e, soprattutto, buona campagna elettorale per chi, anche come me, è in campagna elettorale. Forse ci si rivedrà, forse no, ma comunque il mondo è sempre piccolo: ci si rivedrà sulle strade che ci faranno incontrare. Buona fortuna a tutti e, se ci incontreremo, sarà sempre una gioia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ci ritroviamo qui a esaminare l'ennesimo “decreto Aiuti”, l'“Aiuti-bis”, aspettando l “Aiuti-ter” e noi siamo, forse, una delle poche voci critiche in questo Parlamento, perché, quando vediamo questi decreti fatti uno in fila all'altro e guardiamo all'entità dei presunti aiuti, ci rendiamo conto che parliamo di decreti ridicoli. Infatti, noi andiamo a mettere 10, 12, 13 miliardi, quando l'entità del tracollo dell'economia italiana è su un altro ordine di grandezza, cioè uno zero in più, 100 miliardi più o meno di tracollo dovuto all'aumento delle bollette, che sono duplicate e, in alcuni casi, anche triplicate e oltre. Quando ci troviamo un export che va male, con le sanzioni che ci si stanno ritorcendo contro in una maniera impressionante, ebbene, noi non possiamo non notare che questi decreti sono totalmente insufficienti e i cittadini italiani lo constateranno e lo constatano tuttora, purtroppo, sulla loro pelle, come lo stanno constatando le imprese.

Poi, quando andiamo a esaminare nel dettaglio le norme contenute in questo decreto, veramente non sappiamo che pesci prendere. Ci permettiamo il lusso di regalare 100 milioni di euro dei contribuenti italiani all'organizzazione GAVI, quella di Bill Gates per dare vaccini ai Paesi in difficoltà, un'organizzazione che quei vaccini li dà praticamente in scadenza, tant'è che vengono buttati. Noi, qualche ora fa, vi abbiamo chiesto di utilizzare quei 100 milioni per i cittadini italiani e voi ci avete detto di no. Così pure vi abbiamo chiesto di prorogare il super ecobonus, che è in pancia e in bocca a tutti i partiti in queste ultime settimane, che dicono: “Sì, lo prorogheremo, faremo, vedete, votateci intanto”. Però, intanto, nell'Aula, vi astenete o votate contro.

Siamo rimasti veramente sbigottiti, quando l'altro ieri, al Senato, abbiamo visto un emendamento di Forza Italia riformulato da una manina. Non si sa mai di chi sia questa manina, perché ogni volta i responsabili di queste cose si nascondono e l'emendamento non ha più un padre, diventano emendamenti orfani. Questo emendamento abrogava il tetto dei 240 mila euro all'anno per i maxi dirigenti della pubblica amministrazione; persone che guadagnano 20 mila euro al mese secondo voi dovrebbero guadagnarne ancora di più. Queste sono le priorità di questa maggioranza che ha visto i suoi componenti votare quell'emendamento o astenersi, perché i Cinque Stelle, che dicono “no, noi adesso abbiamo cambiato questa norma”, al Senato si sono astenuti. Alternativa e pochi altri si sono opposti, e si sono opposti fermamente, a questa idiozia, che adesso fortunatamente siamo riusciti a correggere.

Quindi, queste sono le vostre priorità: dare soldi a chi ne ha già e dare soldi ai grandissimi gruppi industriali. In questo decreto c'è un miliardo di euro per l'Ilva di Taranto, che continua a mietere vittime, a inquinare, e il collega Vianello vi ha spiegato benissimo prima che in pochi mesi siamo arrivati a oltre 2,4 miliardi solo per l'Ilva. Dall'altra parte, poi, ci stupiamo quando sentiamo il Governo, la maggioranza, il Ministro Franco dire che non si possono fare scostamenti, perché il debito è alto, per carità. Forse sei mesi fa, quando i BTP erano all'1 per cento, aveva ancora più senso fare uno scostamento di bilancio. Voi, ovviamente, non lo avete fatto perché siete i migliori, però cosa fate?

Fate i falsi in bilancio, perché è così che si chiama questa cosa. Voi continuate a dire che tassate gli extraprofitti, ma quella tassa l'avete scritta in una maniera cialtronesca, perché questo è il vero tema: dovevate mettere a bilancio le risorse, avete fatto in fretta e furia, avete dato mandato alla Ragioneria di Stato di fare una norma che è piena di buchi e che infatti nessuno ha pagato. Sui 4 miliardi che dovevano incassare come acconto, a bilancio avevate messo oltre 4 miliardi, ne sono arrivati a malapena 2, anzi 1,5. Questa è la grande maestria del Governo dei migliori!

Quindi, veramente, siamo contenti che finalmente abbiate chiuso questa esperienza di Governo; purtroppo, però, vediamo uno scenario abbastanza terrificante, perché dal 26 settembre, molto probabilmente, andrà al Governo un ennesimo inciucio nazionale. Alternativa non si presenterà alle elezioni, ma ci sarà per fare opposizione nelle piazze, perché questo sarà un autunno freddo per alcuni versi, ma molto caldo nelle piazze, e, quindi, Alternativa ci sarà per rappresentare l'opposizione di questo Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Pensavamo di esserci liberati una volta per tutte del Governo dei peggiori con le dimissioni del 20 luglio scorso; dimissioni che sembravano giunte finalmente a salvare l'Italia e gli italiani dalla grande svendita del Paese agli interessi di gruppi bancari e finanziari internazionali. Invece, all'ombra della campagna elettorale, l'Esecutivo della Repubblica del Draghistan è più attivo che mai. Peccato che questa iperattività non abbia nulla a che fare con le urgenze dei cittadini, delle imprese e delle famiglie che si trovano alla vigilia di una delle stagioni più difficili della storia repubblicana. È indegno di un Paese civile che, di fronte alla situazione drammatica che stiamo attraversando, la preoccupazione principale del Governo sia quella di nominare in fretta e furia, come sta facendo, alti dirigenti di Ministeri e di enti governativi, nel più completo disprezzo dei limiti posti dall'obbligo di occuparsi esclusivamente del disbrigo degli affari correnti.

Così come è veramente indecente quanto è accaduto con l'emendamento che cancellava il tetto dei 240 mila euro di stipendio annuo per gli altissimi funzionari dello Stato. Poi c'è stata la retromarcia del Governo, anche a seguito delle numerose prese di posizione, tra cui quella di Alternativa, tra le prime, ma non è comunque accettabile fare errori gravissimi come questo. Stiamo attraversando una situazione drammatica, la bolletta energetica nazionale dai 43 miliardi del 2021 rischia di raggiungere i 100 miliardi alla fine di quest'anno. È stato definito il Piano europeo per il razionamento dell'energia e non si contano le imprese che, nel prossimo autunno, non ce la faranno a tenere aperti gli stabilimenti.

Di fronte a questa situazione, la priorità del Governo non può essere, in alcun modo, l'aumento dei già lauti stipendi dei funzionari pubblici; è un'offesa nei confronti del dramma che sta vivendo il Paese e dei sacrifici che famiglie e imprese saranno chiamate ad affrontare. Questa è la drammatica realtà di quella che in campagna elettorale molti sbandierano come l'Agenda Draghi, il grande bluff che vorrebbe far passare per salvatore del Paese chi, nei fatti, sta lavorando per affossarlo sempre di più. L'ultima rilevazione dell'Istat sull'aumento generale dei prezzi nel mese di agosto fa presagire un autunno drammatico per il Paese. Ad agosto l'inflazione è aumentata dello 0,8 per cento su base mensile ed è ormai giunta all'8,4 per cento su base annua. Nel mese precedente, l'inflazione era al 7,9 per cento. L'aumento dei prezzi è trainato non solo dal rincaro dei beni energetici, che ormai ha raggiunto livelli insostenibili, ma anche dagli alimentari lavorati e dai beni durevoli, sui quali si abbattono i rincari dell'energia.

E con l'inflazione aumenta il numero già alto delle famiglie povere, per l'Istat circa 400 mila in più rispetto all'anno scorso, quando si sono registrate circa 2 milioni di famiglie povere, per un totale di 5,6 milioni di italiani, tra cui 1,4 milioni di minori. La prima conseguenza dell'inflazione è che si spende di più, ma si acquista di meno. Il carrello della spesa, infatti, si è ridotto notevolmente nell'ultimo anno. Secondo Coldiretti, nei primi sette mesi del 2022 i rincari hanno tagliato del 3,2 per cento gli acquisti di generi alimentari, a fronte di un aumento del 3,6 per cento della spesa sostenuta dalle famiglie italiane.

Per l'associazione di categoria più di un italiano su due sta tagliando la spesa e un altro 18 per cento ha ridotto la qualità dei prodotti. Non a caso l'acquisto di cibo low cost è aumentato del 9,6 per cento negli ultimi sette mesi. Questa situazione è aggravata dai dati sulla povertà energetica che, secondo la rielaborazione del Rapporto OIPE 2020, potrebbe ormai interessare 4 milioni di famiglie, per un totale di 9 milioni di italiani. La situazione è drammatica anche per le imprese: secondo la camera di commercio di Mestre e l'Osservatorio Rischio imprese di Cerved circa 100 mila società italiane sono a rischio default, con un debito pari a 107 miliardi.

Tutti i settori dell'economia sono colpiti dalla crisi energetica. Per Confcommercio l'inflazione rischia di avere effetti devastanti per le imprese del terziario; ad agosto, l'associazione di commercianti ha stimato che la crisi metterà a rischio, da qui ai primi sei mesi del 2023, circa 120 mila imprese del terziario, con conseguenze drammatiche per tutti i comparti produttivi del Paese. A rischio, quindi, secondo Confcommercio potrebbero esserci 370 mila posti di lavoro, una vera e propria recessione economica. Di fronte a questa situazione, c'è l'urgenza di aiuti, ma di aiuti veri, in grado di superare la logica delle misure tampone e di intervenire con provvedimenti strutturali e durevoli nel tempo, in grado cioè di dare certezza alle imprese e alle famiglie. Invece il Governo dei peggiori ha partorito il topolino del “decreto Aiuti-bis”, che lo stesso Esecutivo considera insufficiente per affrontare l'emergenza, tant'è che è al lavoro per un ulteriore decreto, l'“Aiuti-ter”.

Il provvedimento prevede misure per 17 miliardi, di cui 8,4 sono destinati a contenere i rincari di bollette e carburante attraverso la proroga degli sconti previsti dai precedenti decreti. Stiamo parlando di una goccia nell'oceano della crisi che sta attraversando il Paese. Ancora una volta, manca una visione d'insieme e un approccio strategico con misure più strutturate. Ci sono molte misure tampone ancora inserite per arginare proprio i problemi causati dallo stesso Esecutivo. Pensiamo alla questione del superbonus e pensiamo a come questo Governo sia entrato a gamba tesa nel processo di riqualificazione energetica in corso, ponendo una serie di limiti che stanno rischiando di mandare in fumo gli investimenti di decine di migliaia di imprese, portandole sull'orlo del fallimento. E anche qui, come ha già detto l'ABI, dovremo attendere la nuova circolare dell'Agenzia delle entrate.

Tutto questo, tra l'altro, in una nuova fase di grave crisi economica, che sta indebolendo il tessuto produttivo e le imprese del Paese, già fortemente indebolite da due anni di pandemia. A questo si aggiungono le misure insufficienti pensate per alcuni settori in grave sofferenza per il calo dei prezzi e i danni da calamità naturali, come l'agricoltura e la pesca. Le misure introdotte nel decreto hanno una ricaduta economica su questi comparti quasi nulla. Come abbiamo visto, proprio il settore dell'agricoltura deve fare i conti, a fronte di forti rincari di energia e materie prime, con il ribasso dei prezzi dei prodotti agricoli. Manca soprattutto la volontà di affrontare alcune questioni, come, ad esempio, quella relativa agli extraprofitti delle società energetiche. Il Governo ha stimato che tra settembre 2021 e marzo 2022 sono stati realizzati 40 miliardi di euro di extraprofitti da parte delle società energetiche.

Ricordo che tra queste società ce ne sono due a partecipazione statale, ENEL ed ENI, che hanno realizzato introiti da capogiro. ENEL, ad esempio, nel primo semestre 2022 ha registrato un aumento dei ricavi dell'85,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre ENI ha chiuso un semestre molto positivo, con un utile netto rettificato che è salito di oltre 6 volte, per un totale di 7,08 miliardi di euro rispetto al primo semestre del 2021. Insomma, da queste situazioni non tutti ci perdono, ma ci sono alcune aziende che hanno incrementato gli utili in maniera considerevole. Anche lo Stato ha avuto un incremento delle entrate tributarie grazie all'inflazione, un incremento pari all'11,7 per cento nel primo semestre di quest'anno. Di fronte a questa situazione nel Paese, ci saremmo aspettati una maggiore determinazione da parte del Governo, sia per quanto riguarda la questione degli extraprofitti, sia in ambito europeo, per la questione del tetto al prezzo del gas. Invece, dei 10 miliardi che si attendevano da tassa sugli extra utili, per ora ne è arrivato solo 1, mentre al posto del price cap europeo, che dovrebbe contenere le speculazioni, la Commissione ha definito per ora il piano per il contenimento dei consumi, illustrato da Ursula von der Leyen nel discorso sullo stato dell'Unione. Insomma, non si sono fatti molti passi avanti rispetto al falso dilemma del Presidente Draghi se preferire la pace o i condizionatori accesi. Sicuramente gli italiani preferirebbero un altro Governo: un Governo a cui si stanno a cuore gli interessi del Paese e non quello delle multinazionali, un Governo che risponda solo ai cittadini e non sia disposto a prendere ordini dall'Europa, ma che in Europa faccia valere le istanze nel Paese.

Per queste ragioni dichiaro il voto contrario alla conversione del decreto e invito, quindi, tutti i colleghi a fare altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Vorrei dire le ultime cose a questo Governo dimissionario che, tra l'altro, non sta nemmeno portando avanti l'ordinaria amministrazione, ma sta facendo di tutto per fare le ultime “porcate”, anzi forse anche le più gravi. Parto un po' da quelli che forse sono considerati dettagli, ma che dettagli non sono, ossia le cosiddette truffe semantiche. Il nome di questo decreto è uno dei tanti esempi: parliamo del “decreto Aiuti-bis”, però io mi soffermerei sulla parola aiuti. Aiuti a chi? Se andiamo a leggere il decreto troviamo appena un miliardo all'Ilva per continuare a produrre e, quindi, continuare a inquinare: sono questi gli aiuti di cui stiamo parlando? Continuando a leggere il decreto, troviamo delle mancette che io non definirei nemmeno aiuti alle persone, ai cittadini italiani, ma sono assolutamente mancette, che non vanno minimamente a coprire i danni di questa crisi energetica ad aziende e famiglie. Ma possiamo anche continuare con altre truffe semantiche, nominate anche da Draghi stesso in persona, quando si parlava, per esempio, della pace, dei condizionatori, oppure quando si parlava del green pass, che avrebbe reso sicuri i luoghi di lavoro e invece è stato esattamente il contrario. E poi ci sono altre questioni che sono, secondo me, assolutamente marginali, degne di un occhio, di attenzione, marginali rispetto al contesto attuale di crisi totale del Paese, che sono quelle, per esempio, relative al tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici. Leggendo un po' tutta la storiella di questo tema che c'è stato tra la Commissione al Senato, l'Aula al Senato e poi la Commissione qui alla Camera, mi è venuto un po' in mente come se stessi guardando un film, dove c'è magari una banda di rapinatori, dove dei malviventi prendono in ostaggio alcune persone e quindi c'è una fase, magari, di negoziazione tra la polizia e questi malviventi, e c'è di solito una fase che viene organizzata dai malviventi, dai ladri, che è il cosiddetto diversivo, quindi viene creato un diversivo, appunto, per ingannare la polizia. E mi sono sentito come se stessi all'interno di quella scena. Il diversivo era il tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici, che è un tema di etica e morale assolutamente importante, ma che non è centrale in questo momento. È un tema che ha coperto qualsiasi discussione che riguardasse veramente le imprese e le famiglie. E quindi mi sono ritrovato un po' a vivere questa sensazione di essere all'interno di questo film e di creare un dibattito, tra l'altro del tutto ridicolo, perché c'era chi diceva, come, ad esempio, gli appartenenti al MoVimento 5 Stelle, “ci siamo astenuti”. Nemmeno gli attributi per votare contro, hanno avuto, quelli del MoVimento 5 Stelle.

Ma andiamo avanti. Si chiude, per fortuna, il ciclo del Governo Draghi. Noi, purtroppo - adesso non voglio neanche vantarmi, perché sarebbe alquanto triste - lo avevamo detto. Noi l'avevamo detto un anno fa: Draghi sarebbe stato esattamente il curatore fallimentare - l'ultimo, si spera l'ultimo, ma i dati purtroppo dicono questo -, l'ultimo curatore fallimentare dell'Italia, e così ha fatto. La storia di Draghi parlava chiaramente, il suo era un curriculum di tutto rispetto per quanto riguarda la svendita dei beni di Stato, e così ha continuato a fare, anzi in modo ancora più grave. E poi cosa ha fatto? Dal suo punto di vista ha detto: sto qui a sorbirmi tutti i danni che ho fatto o me ne vado? La risposta appare scontata: me ne vado, me ne vado esattamente dopo l'estate, quando ancora non c'è bisogno di accendere i riscaldamenti e quindi le persone non muoiono di freddo; cosa che accadrà, purtroppo, nei prossimi mesi, perché stiamo andando veramente incontro a una crisi energetica che colpirà il nostro Paese in modo devastante. E se ne è andato come uno Schettino qualsiasi, ha abbandonato la nave, ha abbandonato il Titanic che stava affondando, lui per primo, mi sembra abbastanza chiaro. D'altronde, è quasi comprensibile, ha fatto tutta una serie di danni, non voleva rovinare la sua faccia magari per altre posizioni alla NATO - o magari riprova alla Presidenza della Repubblica - e quindi appunto se ne è andato.

Ma andiamo avanti. Parliamo delle sanzioni. Parliamo delle sanzioni alla Russia o, per meglio dire, sanzioni all'Europa, perché stanno danneggiando l'Europa e, in particolar modo, l'Italia e in parte anche la Germania. Non sono sanzioni alla Russia. Avete fatto previsioni mirabolanti su quanto queste sanzioni avrebbero distrutto la Russia e invece stanno distruggendo l'Italia. La Russia semplicemente ha trovato altri mercati: Cina, India, eccetera. E ci siamo dati in mano, totalmente, come era stato sulla questione dei vaccini, agli Stati Uniti, ci avete dato in mano agli Stati Uniti. E quindi siamo costretti a comprare il gas liquido, facendo noi i rigassificatori in Italia, a un prezzo esorbitante, dagli Stati Uniti, e loro ovviamente ne trarranno un guadagno e un profitto enorme. Dico come per i vaccini, perché avete affossato anche l'unico vaccino italiano e non l'avete portato avanti, perché dovevamo comprare solamente i vaccini americani. Anche AstraZeneca non è un caso che sia stata affondata così, come se nulla fosse. E quindi ci ritroviamo in una situazione in cui lo Stato è totalmente assente, perché imbrigliato dai vincoli europei, ma anche fuori dall'Europa. Non si possono fare più investimenti e infatti non sono stati fatti investimenti negli ultimi trent'anni, perché abbiamo il debito cattivo e quindi non possiamo permetterci di fare gli investimenti, cosa totalmente falsa. Questi investimenti avrebbero permesso di reagire molto meglio, evitando molti disastri, a partire da quello che ci ha causato l'emergenza sanitaria, quello che ci ha causato l'emergenza idrica e quello che ci causerà e che ci sta già causando l'emergenza energetica. Perdiamo Gigawattora in una maniera impressionante, decine e decine, perché la rete non funziona, la rete non riesce a trasferire questa potenza prodotta dalle rinnovabili e la sprechiamo totalmente. Di che indipendenza stiamo parlando? Abbiamo ridotto l'importazione del gas russo, che rappresenta circa il 40 per cento del fabbisogno italiano, così, senza avere alcun minimo piano di copertura di queste fonti di energia. La sostanza, riassunta, è sempre quella: dobbiamo tornare a essere un Paese sovrano, dobbiamo tornare a poter decidere il futuro di questo Paese, e non lo faremo di certo all'interno di vincoli come quelli europei, ma forse l'Europa si sta già sfaldando da sola, non lo faremo se saremo dipendenti da altri Paesi. Non possiamo essere più colonia, ma dobbiamo essere uno Stato sovrano. È questa l'unica risposta, non sarà la panacea di tutti i mali, ma questa è l'unica strada che può fornirci un reale futuro, tutto il resto è un fallimento totale di questo Paese.

Presidente, sono stato molto onorato di poter rappresentare i cittadini all'interno di quest'Aula, sono convinto che i cittadini italiani si stiano svegliando e, prima o poi, riusciranno a riprendere in mano questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Cosa pensereste voi di una gang di teppisti di strada, se questa, armata di spranghe, bastoni e mazze da baseball, si mettesse ad aggredire un malcapitato, una persona per strada, lasciandola riversa, moribonda sul ciglio della strada, per poi, però, prima di andare via, applicare un cerotto sulla fronte di questa persona lasciata a morire sul ciglio della strada. Questo è quello che sta facendo il Governo Draghi e tutta la maggioranza che l'ha felicemente sostenuto in questo anno e mezzo con questo “decreto Aiuti-bis”, perché, dopo avere, metaforicamente ovviamente, bastonato, preso a sprangate questo Paese, il suo tessuto produttivo, la sua economia, anche da un punto di vista sociale le fasce più deboli di questo Paese, ora, prima di scappare, applica un cerottino sulla fronte di questo Paese che è stato così tanto martoriato con provvedimenti vergognosi, a cominciare dalla gestione del COVID. Una gestione che non ha avuto eguali e precedenti nel resto d'Europa e del mondo, che è stata anche l'occasione per applicare nuove forme inedite di macelleria sociale e di discriminazione, lasciando persone senza il lavoro o, comunque, vincolandole a dover spendere 30 euro a settimana di tampone per potersi guadagnare il pane lavorando, lasciando le persone nelle isole senza la possibilità di raggiungere la terraferma e viceversa, negando ai bambini il diritto allo sport, massacrando quello che è proprio anche il nostro asset principale, che è quello del turismo, della ristorazione, dell'economia di prossimità, della piccola e media impresa, che è stata sistematicamente distrutta e massacrata con restrizioni folli nel periodo del COVID e, quando stava cominciando a prendere un po' di ossigeno, leggermente, piano piano, arriva la guerra. All'epoca, ricordo Letta che, a marzo, ci diceva che queste sanzioni piegheranno la Russia e la metteranno in ginocchio in pochi giorni e oggi siamo noi, però, a doverci affannare su come provare a dare un aiuto alla nostra economia che è morente, alla faccia delle sanzioni che avrebbero distrutto la Russia e che, invece, ci saranno autodistruggendo. Così come qualcuno ci aveva detto che il green pass avrebbe annullato i contagi, ci avrebbe dato la garanzia di non infettarci e, in nome di questa bugia, è stato massacrato un intero settore produttivo e, anche dal punto di vista sociale, un intero Paese. Ci è stato detto che sarebbe bastato spegnere i condizionatori per avere la pace e per continuare a vivere felici. Che sciocchezza enorme è stata questa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Lo possiamo dire oggi? Lo possiamo dire oggi che i condizionatori sono spenti, la pace non c'è e però c'è un Paese che sta morendo, che sta perdendo posti di lavoro e che sta rischiando di paralizzare un intero settore produttivo. E il peggio deve ancora venire, perché sarà un autunno nero e voi lo sapete benissimo, perché state scappando e perché avete precipitato le elezioni in modo tale da far votare i cittadini un po' con la pancia mezza piena il 25 settembre.

Allora, il minimo comun denominatore di tutto quello che si è fatto con questo Governo Draghi è stato quello di favorire una lobby di potenti, il grande capitalismo d'assalto, che si è incarnato, prima, nella lobby del farmaco, che, quindi, ha avuto queste miliardate intere di vaccini, abbiamo avuto veramente medici che ti vaccinavano in 10 minuti, mentre per fare una TAC ci voleva e ci vuole ancora un anno e mezzo, sono usciti fuori tutti i miliardi che non sono mai usciti in 30 anni di austerità assassina che questo Paese ha ossequiato. Poi siamo passati alla lobby delle armi ovviamente, perché adesso si fanno grandi profitti con la corsa al riarmo che divide di nuovo il mondo in due blocchi, ci rende più insicuri e, in più, rifocilla le grandi lobby di turno con fior fiore di miliardi. Adesso tocca anche alla lobby dell'energia, perché questo Paese è stato esposto alla speculazione: le case produttrici di energia hanno fatto miliardi di extraprofitti che non sono stati toccati neanche di striscio e questo Paese è stato esposto senza alcuna protezione, totalmente in balia di questo mercato, della Borsa di Amsterdam, che ancora oggi decide l'oscillazione sul prezzo del gas, perché i dettami del neoliberismo hanno deciso che lo Stato non poteva più intervenire a protezione nemmeno di un bene fondamentale come quello dell'energia.

Allora, qui stiamo a giocare con questi cerottini, come ho detto prima, che mettiamo sul malato che sta morendo, ma nessuno dice quale è il vero problema: il vero problema è stato, intanto, esporre l'Italia, con una politica estera sciagurata, alle ritorsioni e, quindi, anche alla crisi energetica e alla speculazione e, poi, è stato quello di non proteggere le fasce più deboli, le piccole e medie imprese e le famiglie, perché sono stati garantiti i profitti di miliardi su miliardi ai grandi colossi energetici. Quindi, il Leitmotiv è sempre quello: favoriamo qualche colosso, rastrelliamo qualche piccola e media impresa che muore e che sparisce, poi arrivano sempre i grandi, per due spiccioli, a rastrellare tutto e a prendersi ormai le macerie di un'economia morente che state distruggendo deliberatamente.

Tutto questo è stato possibile, secondo me, grazie anche a una legge elettorale che ha annichilito, ha annullato questo Parlamento, perché ha prodotto una classe di parlamentari che si è piegata sempre e comunque al volere di un capo, che sia un capo di partito, perché poi ti deve ricandidare nel listino bloccato, che sia il capo del Governo, che sia un Ministro potente che può decidere di te nel tuo futuro politico, e nessuno ha toccato il nodo della legge elettorale che ha fatto un danno clamoroso, secondo me, alle nostre istituzioni e ha reso questo Parlamento servo di persone che, a loro volta, sono serve di poteri sovranazionali, che si tratti di Bruxelles, che si tratti di Washington. Fin quando non ci sarà la capacità di mettere in discussione alcuni equilibri che in questo momento ci vedono soccombere, questo Paese non cambierà mai e hai voglia di marcare le differenze fra quelli e quegli altri, tra Fratelli d'Italia, la Lega, il PD, il MoVimento 5 Stelle, che oggi mi viene a dire, per bocca di Conte, che era contro l'obbligo vaccinale, ma lo ha votato, lo ha difeso e lo ha sostenuto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Mi viene a dire che è stato la rottura del patto sociale privare le persone del lavoro, però lo ha fatto, ma lo ha fatto, perché non voleva alimentare proteste. Cioè, il gruppo più numeroso di questo Parlamento, che poteva rivoltare veramente come un calzino - per non citare la famosa scatoletta di tonno ormai usata e abusata -, è stato in silenzio, perché non voleva alimentare proteste e aveva il 30 per cento di questo Parlamento? Allora, cosa dobbiamo dare a Conte per contare un briciolo in questo Paese? Il 50, il 60, il 70 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), se con il 30 è stato zitto per non alimentare proteste?

Allora quello che io dico agli italiani più che altro, perché ormai qui è un simulacro di democrazia - anche oggi questi emendamenti che abbiamo presentato sono stati rifiutati, respinti stancamente dalla maggioranza, senza neanche fare un intervento, da parlamentari ormai ridotti a pigia-bottoni da una legge elettorale - che ormai l'unica cosa da fare è avere memoria, perché quelli che oggi rinnegano ciò che hanno fatto fino a ieri per un anno e mezzo sono persino più pericolosi di chi, almeno con coerenza, ci mette la faccia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Perché perfino il PD, che ha sempre difeso questi provvedimenti, piuttosto che Forza Italia, chiunque, almeno non li rinneghi è un minimo più coerente rispetto a chi oggi, per estorcere di nuovo qualche voto ai cittadini, si fa di nuovo il maquillage della faccia e ritorna a fare la lotta dopo avere fatto invece il Governo - anzi, magari il Governo, perché ha semplicemente prestato i suoi voti -, per fare governare i peggiori banchieri che questo Paese abbia mai avuto, che sono quelli che hanno sempre svenduto questo Paese.

Allora, io lo dico: secondo me, qui l'unica cosa che può veramente un minimo salvare questo Paese è avere una classe dirigente e parlamentare che sia in grado non di isolare questo Paese nel senso stretto del termine, e, quindi, portarlo alla fuoriuscita da tutti i contesti internazionali, ma, al contrario, respingendo la logica della NATO assolutistica e quella di Bruxelles, rifiutare la logica di un mondo che si divide di nuovo in blocchi, di una nuova Guerra fredda che ci rende tutti più insicuri, più in pericolo e che ci espone anche al rischio di rimanere senza infrastrutture energetiche, senza vie di commercio che erano fondamentali per la nostra economia. Non si tratta di fare un discorso di chiusura o di ritornare ai muri o a cose di secoli fa, ma semplicemente di provare a costruire un mondo multipolare nel quale l'Italia può legittimamente intrattenere rapporti economici, commerciali, energetici, quello che vuole, con la Russia, così come con gli Stati Uniti, così come con l'India, con la Cina, con chiunque voglia, perché ritornare alla logica della Guerra fredda significa rischiare adesso anche, magari, un'escalation nucleare che non farebbe bene a nessuno. Sta di fatto che oggi tutti siamo più insicuri, tutti siamo più poveri, perché non abbiamo neanche il gas per riscaldare le nostre case, fra un po' non avremo magari neanche le materie prime e il grano per mangiare. Ci era stato promesso che sarebbe bastato spegnere i condizionatori e, invece, ci ritroviamo a dover affannosamente provare a prendere quattro briciole per far finta di aiutare quel Paese che abbiamo manganellato e massacrato fino a ieri.

Allora, chiedo agli italiani di avere memoria: non dico gli italiani di votare per Tizio o per Caio, ma spero semplicemente che ci sia la memoria per respingere tutte quelle forze che insieme, all'unisono, all'unanimità, senza alcun vagito di orgoglio hanno permesso tutto questo e oggi ci dicono di essere magari pentite e di voler trovare la soluzione ai problemi che loro stesse hanno creato. Devono entrare in questo Parlamento delle forze extraparlamentari che non hanno messo piede qui fino ad oggi, perché devono rinnovare una visione di Paese che deve totalmente cambiare, essere totalmente rinnovata, svecchiata ed essere meno succube rispetto a quei potentati economici, finanziari, ovviamente anche stranieri multinazionali, che imperano in questo Parlamento e che lo hanno annullato, lo hanno annichilito, hanno provato a farlo anche con delle riforme costituzionali che miravano proprio a zittire questo Parlamento. Non essendoci riusciti con la forma della riforma costituzionale, lo hanno fatto nella sostanza nella persona del buon Ministro D'Inca' che ha messo 55 fiducie e che ha impedito sistematicamente a questo Parlamento di esprimere ogni minima voce dissenziente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Per tutti questi motivi, noi oggi non ci renderemo complici di questa piccola propaganda elettorale misera, miserabile, miserevole, vomitevole, direi, che state mettendo in piedi con questo “decreto Aiuti-bis” che, in realtà non aiuta in nulla perché, lo ripeto, è un cerotto che somministriamo a un malato moribondo, che avrebbe bisogno di tutt'altra cura.

Noi non voteremo insieme a voi questo scempio di decreto che ancora una volta state portando avanti, con l'idea poi di farvi belli in TV e di dire di aver risolto problemi che voi stessi avete creato e che continuerete a creare se la gente continuerà ancora a votarvi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, oggi siamo all'ultimo atto di questa legislatura, siamo all'epilogo finale di questi quattro anni e mezzo di una legislatura direi abbastanza rocambolesca, se si pensa da dove siamo partiti e soprattutto dove siamo arrivati. In questa legislatura abbiamo visto di tutto. C'è stata la pandemia, il lockdown, la guerra in Ucraina, che è ancora in corso, c'è stata la restrizione dei diritti universali dell'essere umano, c'è stato il congelamento degli stipendi dei lavoratori, c'è stato l'obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni, c'è stata una vera e propria rappresaglia nei confronti della piccola e media impresa. È successo di tutto, ma il punto peggiore di questa legislatura l'abbiamo toccato quando è venuto l'uomo del Britannia, il vile affarista (Commenti), il Presidente Draghi con appresso tutto il carrozzone dei migliori.

PRESIDENTE. Deputato Trano, deve misurare il linguaggio, per favore.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, guardi, i termini “carrozzone” e “vile affarista” li ha pronunciati Cossiga, non io che, semplicemente, ripeto ciò che è stato detto.

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Andiamo avanti.

Ci troviamo quindi all'ultimo atto di questa legislatura e siamo arrivati al “decreto Aiuti-bis”. Questo decreto libera queste risorse, questi 17 miliardi, per dare qualche mancetta alle imprese che sono state messe in condizioni di difficoltà grazie al Governo Draghi, con gli shock che sono avvenuti, purtroppo, a causa della crisi in Ucraina, a causa delle sanzioni che sono state applicate ma che, in realtà, fanno male più a noi che ai destinatari. Si pensa che il “decreto Aiuti” sia un qualcosa che serve ad aiutare le imprese, i cittadini, le famiglie e via dicendo mentre, in realtà, non è così. Perché qualcuno ha pensato bene di agevolare, ad esempio, le alte gerarchie delle Forze armate. Questa è una storia tutta da raccontare perché purtroppo ha anche risvolti tragicomici. Perché? Noi abbiamo un senatore di Forza Italia che presenta un emendamento e dice: guardate, io l'ho presentato perché volevo sfondare il tetto dei 240.000 euro per il Comandante generale della Guardia di finanza e per i vertici delle Forze di Polizia. Questa è la partenza. A un certo punto, questo emendamento finisce in mano al Governo e il Governo dice: mettiamoci pure la Pubblica amministrazione. A questi bravi dirigenti della P.A. vogliamo dare più di 20.000 mila euro al mese? Allora, innalziamo il tetto. Questo emendamento poi è stato votato da una maggioranza al Senato. Quindi, qualcuno l'ha votato. Appena è stato varato e si è conclusa la prima fase al Senato, tutti si sono indignati. Misteriosamente, come se quell'emendamento si fosse scritto da solo e si fosse votato da solo. Quando è arrivato il coro di indignazioni, dal Presidente Mattarella a tutti gli esponenti politici, si è pensato: adesso lo dobbiamo stralciare perché forse è un errore. Ma come, un errore? Qualcuno l'ha scritto, qualcuno lo ha modificato, qualcuno ha dato un parere favorevole e qualcuno l'ha votato. Nonostante tutto, siete venuti qui alla Camera a dire: no, adesso lo dobbiamo stralciare. Ma voi prendete per il culo gli italiani? Perché questa è la frase corretta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Lo fate anche in campagna elettorale e lo fate su un decreto in tema di aiuti alle famiglie e alle imprese, per agevolare i vertici della Pubblica amministrazione, affinché guadagnino più di 20.000 euro al mese! Voi dovete solo vergognarvi! Questa è l'unica frase che vi spetta. Non è possibile una cosa del genere. Ieri siamo andati in Commissione bilancio, tra l'altro, con l'accordo di votare un ordine del giorno, perché non volevate scomodare i senatori che, giustamente, hanno i viaggi gratis e solo 15.000 euro di stipendio e hanno pure una certa età, ma nessuno si offenda. Quindi è difficile riconvocarli faticosamente, a pochi giorni dalle elezioni. Perciò si sarebbe dovuto votare un ordine del giorno con l'impegno di mettere l'abrogativo nel “decreto Aiuti-ter”.

Siccome noi di Alternativa siamo i rompiscatole, siamo gli antipatici, abbiamo detto: no, ragazzi, a noi non interessa, noi lo presentiamo l'emendamento per sopprimere questa schifezza. Quando noi abbiamo tenuto il punto, perché non potevamo fare diversamente, tutti si sono ravveduti: no, presentiamo anche noi l'emendamento, facciamo vedere che siamo contrari a questa schifezza, a questo obbrobrio. Ma come? L'avete votato voi, l'avete scritto voi e adesso vi intestate anche i meriti di una cosa del genere? Questa si chiama schizofrenia o si chiama presa in giro o si chiama mancanza di rispetto verso il popolo italiano. Ecco come si chiama tutto questo! Poi è stata stralciata la norma e, magari, qualcuno poi lo ripresenterà in veste più ufficiale e non all'interno di un decreto che si chiama “Aiuti”.

Spesso ci è stato detto che certe norme non potevano essere votate per mancanza di fondi, per mancanza di coperture. Mancanza di coperture? Abbiamo approvato oggi un emendamento che assegna 100 milioni alla GAVI Alliance per acquistare i vaccini contro il COVID-19 in Paesi in via di sviluppo: 100 milioni! Io vorrei ricordare sommessamente a quest'Aula che, quando facemmo la battaglia per dare gli anticorpi monoclonali gratuitamente, c'era un'azienda che ne regalava 10.000 dosi e noi le abbiamo detto di no, salvo poi, qualche mese dopo, ricrederci e acquistarli a 2.000 euro la dose. Queste sono le vere ipocrisie.

Poi qualcuno ha detto: non è che qualche azienda farmaceutica se ne sta approfittando e sta lucrando profitti immensi, un po' come stanno facendo adesso le aziende che lavorano nel campo dell'energia, grazie alle speculazioni della Borsa di Amsterdam? Credo che potrebbe essere vera questa tesi. Non voglio fare con complottismo però, alla fine della fiera, noi stiamo prevedendo 100 milioni di euro per acquistare i vaccini per i Paesi in via di sviluppo, e questa è una cosa più che nobile. Ma gli sprechi e gli sperperi che noi abbiamo attuato, cioè voi avete attuato in questi mesi? E tutte le quarte dosi che sono stoccate nei frigoriferi e non vengono utilizzate per il flop della campagna vaccinale? Perché non diamo quelli e risparmiamo 100 milioni di euro e magari li diamo alle famiglie che in autunno vedranno quintuplicate le proprie bollette (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Potrebbe essere questa un'idea? Potrebbe essere questa una cosa di buonsenso da fare in questo Parlamento, almeno come atto finale? Manco per niente, non esiste una cosa del genere! Bisogna spendere, spendere e spendere.

Allo stesso modo, come abbiamo detto prima, diamo a una società di software house, la 3-I SpA, creata qualche mese fa, altri 45 milioni di euro per assumere amici, dirigenti, parlamentari “trombati”. Scherzi? 45 milioni di euro ci danno fastidio nel portafoglio, quindi assumiamo consiglieri di amministrazione, presidente, funzionari, dirigenti di prima e di seconda fascia e così via. Questa è la festa. Tanto con il Governo Draghi tutto è possibile, tutto è fattibile per soddisfare gli appetiti di questa maggioranza. Allora, bisogna anche parlare di cose di cui nessuno parla ma che si manifesteranno nella prossima legislatura. La norma dell'articolo 42-quater, introdotta dal Senato, dà la possibilità ad Amco di recuperare i crediti assistiti da garanzie pubbliche rilasciate dal Fondo di garanzia di PMI - per intenderci, quelle del “decreto Liquidità” - che potranno costituire patrimoni destinati. Questo significa che si vanno a inscatolare tutti quei crediti che non sono incagliati in sofferenza, sono crediti morti che qualcuno ha stimato intorno ai 250 miliardi di euro di debito pubblico non contabilizzato. Questo è stato approvato in Senato, nessuno ne parla, nessuno ha detto mezza parola su una cosa del genere e i problemi saranno a carico degli italiani. Abbiamo 2.800 miliardi di debito pubblico e lo facciamo crescere ancora a dismisura. Poi sentiamo i “falchi” europei, sentiamo che siamo all'interno del quadro di vincoli delle UE e, quindi, poi vedremo come usciremo fuori da tutto questo gigantesco disastro.

Presidente, questo è l'epilogo di questa legislatura. Sono stati fatti danni alle imprese, sono stati fatti danni ai cittadini e sono stati fatti danni alle persone che non hanno rappresentanza e che noi di Alternativa ci siamo proposti di rappresentare. Siamo infatti gli ultimi a rappresentare questi soggetti, come ad esempio le imprese edili del superbonus, rispetto alle quali è avvenuta una cosa oscena e anche oggi avete dato prova e riprova di quanto siete inefficaci.

E' una norma che stava facendo alzare il PIL in Italia, visto che poi, tra l'altro, l'Unione europea ci ha detto che dobbiamo riqualificare i nostri immobili e rientrare in una classe energetica migliore; questo avverrà tra qualche anno, quindi, si andava in quella direzione, lo Stato dava un aiuto e cercava anche di elevare la portata di efficienza energetica. Ebbene, dal “decreto Antifrode” in poi non si è capito più nulla e quelle imprese sono rimaste col cerino in mano. L'altro giorno è stata varata questa norma al Senato che aiuterà forse il 10 per cento di questi 5 miliardi di crediti che devono essere smobilizzati da parte di queste imprese. Quindi, questo Parlamento è un Parlamento irresponsabile, le forze di maggioranza sono irresponsabili, perché stanno lasciando a piedi delle imprese che hanno creduto nello Stato, che hanno fatto investimenti e che oggi si ritrovano con crediti e non possono farci nulla. Penso che una cosa peggiore di questa non ci sia. Proprio non credo che nella storia dell'Europa si sia mai fatta una cosa del genere. Bisognava venire in Italia a vedere il Governo Draghi, a vedere tutti i migliori per arrivare a un simile scempio.

Quindi, ecco, Presidente, io semplicemente racconto queste cose, cerco di narrare questi fatti, perché purtroppo corrispondono al vero. Non sto pompando dei concetti, oppure, cercando di manipolare la realtà…

PRESIDENTE. Concluda, ha finito il suo tempo.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Arrivo alla conclusione, Presidente. La realtà è questa e, quindi, ecco, veramente, chiedo ai cittadini italiani di essere molto attenti alle future elezioni e di votare il meno peggio, cosa che è davvero difficile. Tuttavia, Presidente, nel mio ultimo discorso ringrazio i miei colleghi di Alternativa, ringrazio gli uffici delle Commissioni finanze e bilancio. In conclusione - è proprio l'ultima - noi voteremo ovviamente contro questo scempio di decreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU-ART 1-SI). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, credo che ovviamente il tema meriterebbe un'ampia trattazione, ma forse dovremmo avere tutti consapevolezza del momento particolare in cui stiamo tenendo questa seduta assolutamente irrituale, perché oggettivamente stiamo lavorando in piena campagna elettorale con una legislatura sostanzialmente scaduta e per questa ragione io non mi addentrerò più di tanto, se non riconfermando l'importanza di questo provvedimento, l'utilità di questo provvedimento e, ovviamente, preannunciando anche il voto poi favorevole sulla relazione per l'utilizzo delle maggiori entrate, in modo tale da avere la possibilità di approvare anche il cosiddetto Aiuti-ter da parte del Governo.

Ce n'è assoluto bisogno, viviamo una situazione straordinaria, è necessario proteggere il più possibile famiglie ed imprese rispetto a questa crescita, a questo impazzimento dei prezzi e, al tempo stesso, avere però forte l'impostazione che occorre controllare, occorre controllare i fenomeni speculativi, occorre avere, soprattutto a livello europeo, una strategia forte, una strategia che porti a contenere nel breve e nel medio periodo il prezzo dell'energia.

Un'unica osservazione che volevo fare è su questo emendamento approvato al Senato; si è posto rimedio alla Camera, ma oggettivamente l'immagine che abbiamo dato, che abbiamo trasmesso come istituzione, al di là di chi abbia firmato, votato o non votato quell'emendamento, è estremamente negativa. Credo che gli italiani abbiano il diritto di sapere chi, al Ministero dell'economia e delle finanze, ha dato l'ok su quell'emendamento e, quindi, come è stato possibile che un emendamento di questa portata, sostanzialmente, superasse tutti i vagli interni e arrivasse con il parere favorevole del Governo. Non mi è piaciuto, non ci è piaciuto, lo diciamo chiaramente, il tentativo di scaricare la questione sul Parlamento. È evidente che c'è stata una falla, questa falla deve essere ed è stata, dal Parlamento, chiusa, ma è evidente che c'è la possibilità che questo possa accadere di nuovo e queste manine non ci sono mai piaciute, né in tempi normali, né, a maggior ragione, in un momento in cui tutti noi dobbiamo dare l'esempio in una situazione difficile per il Paese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,55)

FEDERICO FORNARO (LEU-ART 1-SI). Prima di esprimere il nostro voto favorevole, voglio associarmi al ringraziamento che è già stato fatto con l'applauso dell'Aula al Presidente Fico per questi anni di Presidenza e credo che, da questo punto di vista, noi non possiamo che ringraziarlo per il suo equilibrio in un ruolo difficile, evidentemente, e delicato come quello della terza carica dello Stato. Quindi, riconfermo comunque il voto favorevole delle deputate e dei deputati di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-IC'E'). Presidente Rosato, signori del Governo, onorevoli colleghi, sentir definire una mancetta 17 miliardi di intervento con il decreto-legge Aiuti-bis in un momento come questo francamente suscita quel po' di indignazione che ancora rimane al termine di una legislatura che di occasioni per indignarsi ne ha offerte tantissime. Forse, chi ha usato questa espressione dimentica un po' troppo facilmente che grazie anche a questo “decreto Aiuti” si continuano ad assistere le famiglie, le imprese e gli enti locali per far fronte al caro energia, per abbattere i costi delle bollette elettriche per le famiglie più bisognose, per diminuire il prezzo del carburante alla pompa di benzina, aumentando di un altro mese lo sconto. Semmai, viene da preoccuparsi di quando queste marcette elettorali termineranno, viene soprattutto da preoccuparsi di quando l'azione del Governo Draghi terminerà, perché anche questo “decreto Aiuti” non è frutto del caso, non è un decreto estemporaneo e come il decreto-legge che questa sera probabilmente il Governo si prepara a varare è, anzi, frutto di interventi che il Governo ha posto in essere, che hanno consentito una crescita del Paese e che mettono a disposizione queste risorse senza ricorrere a ulteriore indebitamento, cosa che fin qui non si era mai vista, soprattutto in questa entità.

Ebbene, precisato questo, occorre forse dire che l'altro motivo un po' singolare per cui questo decreto è assurto agli onori delle cronache non è tanto per i suoi contenuti, che ho appena rimarcato sommariamente, quanto per ciò che veniva ricordato anche dall'onorevole Fornaro, ovvero quello che è emerso nella lettura al Senato: tra questi oltre 50 emendamenti che i colleghi senatori hanno posto in essere, c'è l'emendamento che ha sfondato il tetto dei 240 mila euro per i funzionari pubblici. Ebbene, vale forse la pena sottolineare che questa Camera ha posto subito rimedio a quanto avvenuto, e che questo avviene - ed è l'ultimo voto favorevole di modifica di una legge dello Stato di questa legislatura - con un emendamento del Governo Draghi, sottoscritto e presentato anche dalla nostra forza politica, che guarda caso ripristina quanto stabilito dal Governo Renzi.

Credo che, allora, in questa semplice risistemazione si compia e si spieghi anche buona parte di questa legislatura, che con piacere ho anche l'onore di ricordare, legislatura che ha preso una piega favorevole in un momento drammatico proprio grazie al fatto che alcune forze politiche hanno saputo portare Draghi e questo Governo alla guida del Paese e che questa sera consegna in un momento di crisi la possibilità di intervenire e sostenere imprese e famiglie, proprio per dare speranza alla vigilia delle elezioni in un momento in cui, altrimenti, di speranza ce ne sarebbe poca.

Ecco, questa singolare circostanza per cui da Draghi si torna a Renzi, come da Renzi si è passati a Draghi, è quella che mi fa aggiungere anche il mio saluto personale, a nome del nostro gruppo, che si aggiunge a quello che il Presidente Fico ha già svolto, ringraziando gli italiani. Io spero che anche gli italiani ringrazieranno noi; ciascuno questo lo verificherà nelle urne il 25 settembre, certo è che, come per tutti i colleghi, è stato un onore servire il Paese in un momento così difficile e per queste motivazioni annuncio il voto favorevole di Italia Viva al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-Italia C'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo finalmente arrivati all'ultimo atto di questo Governo. Fra pochi giorni, finalmente, verrà ridata la parola democratica agli italiani e a loro sarà affidato il compito di decidere chi governerà questa splendida nazione per i prossimi anni.

È proprio per questo motivo che Fratelli d'Italia, ancora una volta sul solco della serietà che ci ha contraddistinto in questa legislatura, ha scelto di discutere il merito di questo provvedimento fuori dagli slogan elettorali. La presenza oggi del nostro leader, l'onorevole Meloni, dà chiara, a mio avviso, la posizione di Fratelli d'Italia, che in questo momento è accanto agli italiani e non vuole utilizzare questo decreto come strumento elettorale, perché noi ci rendiamo conto delle difficoltà che gli italiani stanno attraversando e ci rendiamo conto di quanto delicato sia questo momento.

Proprio perché a noi, a Fratelli d'Italia, sta a cuore il futuro socioeconomico delle nostre famiglie e delle nostre imprese, proprio per questo motivo non mi addentrerò negli aspetti tecnici di questo decreto, non solo perché è in parte una riproposizione del primo ma soprattutto perché, come il primo, poco o nulla prevede per famiglie, imprese e partite IVA.

Vede, Presidente, in un momento emergenziale come questo, noi restiamo basiti di fronte all'incapacità del Governo di dare risposte immediate e mirate. Nessuna vera soluzione è stata offerta a tutti quei cittadini che ora più che mai cercano delle risposte, risposte semplici su come potranno pagare le bollette o risposte semplici su come poter ancora andare a fare la spesa.

Vede, Presidente, questo è un Governo che è stato sempre celere – celerissimo, soprattutto e anche in queste ultime settimane - nell'effettuare nomine prima di andar via e, invece, è lentissimo nel dare risposte agli italiani, lentissimo nell'applicare una strategia, perché quello che ancora una volta in questo decreto è mancato è la strategia, non soltanto nel breve termine ma anche e soprattutto nel lungo termine.

Non basta, in questo senso, coprirsi con la coperta dell'Europa. Dobbiamo aspettare le decisioni europee? Sì, sicuramente l'Europa è fondamentale in alcune decisioni, ma abbiamo ancora il potere - e non possiamo dimenticarlo - di decidere all'interno della nostra Nazione le politiche migliori possibili per aiutare i nostri cittadini e questo il Governo non lo ha fatto. E comunque anche questo decreto, nell'assenza totale della vera strategia e della vera indicazione di una linea politica, è un decreto che arriva tardi e che, purtroppo, si è mosso con estrema lentezza.

Un pacchetto di misure, quello compreso all'interno di questo decreto, da 17 miliardi che dal nostro punto di vista poteva - anzi doveva - già comprendere anche gli ulteriori aiuti che il Governo vuole inserire nel “provvedimento-ter”. Non c'era la necessità di continuare ad aspettare; c'è la necessità di intervenire subito e, ovviamente, c'è la necessità di intervenire nel modo corretto. Infatti, se continuiamo a pensare che i soldi possono essere spesi in qualunque modo, allora continueremo a parlare di spesa pubblica e non di investimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi abbiamo la necessità di capire che, quando i soldi dello Stato, che sono i soldi dei cittadini italiani, vengono spesi, questo deve essere fatto nel miglior modo possibile, avendo chiara una strategia e avendo chiara una linea politica. Ancora una volta in questo decreto, invece, si parla di bonus, ma non si parla di una linea politica energetica, che è l'unica che in questo momento potrebbe aiutare gli italiani proprio per quello che dicevamo prima, cioè per arrivare a pagare le bollette e per arrivare a fare la spesa.

Allora, Presidente, in questo provvedimento ci sono delle cose che Fratelli d'Italia condivide ed è il motivo per il quale il mio gruppo si asterrà sul voto finale. Infatti, riteniamo positiva la mediazione trovata sulla cessione del credito del 110 per cento; va bene la proroga fino al 31 dicembre dello smart working per i lavoratori fragili e per i genitori con i figli sotto i 14 anni; bene la misura sul rinnovo per il terzo trimestre dell'azzeramento degli oneri di sistema; bene, ancora, il rafforzamento del credito d'imposta per le aziende e il taglio contributivo sugli stipendi dei dipendenti, misure che Fratelli d'Italia aveva chiesto venissero attuate da mesi. Finalmente siamo stati ascoltati e le ritroviamo in questo decreto, ma ancora una volta è tardi.

Noi, attraverso i nostri atti e i nostri interventi, abbiamo detto più volte in quest'Aula, prima che il conflitto iniziasse, che l'Italia stava andando incontro a un periodo difficile da un punto di vista energetico. Lo abbiamo detto allora, lo abbiamo ribadito e oggi tutti se ne rendono conto soltanto perché questo problema è stato acuito dalla guerra. Allora, evidentemente qualcosa si poteva e si doveva fare prima, così come Fratelli d'Italia ha più volte sollecitato.

Noi abbiamo un'idea d'Italia e la nostra idea d'Italia la stiamo raccontando in questi giorni di campagna elettorale. Lo stiamo facendo con la nostra serietà, con la nostra umiltà e con la nostra coerenza, che ci impone, ancora una volta, di dire la verità.

Non è un momento facile quello al quale andiamo incontro: non lo sarà, e non lo sarà per qualunque Governo né per gli italiani. Ma a noi questo non fa paura: non fa paura confrontarci con un momento difficile; siamo consapevoli che probabilmente - anzi, quasi sicuramente - siamo gli unici che possono dare delle vere risposte perché non abbiamo paura di dire la verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che invece è quello che è mancato a questo Governo in questi mesi. Non si è mai avuta la capacità di dire agli italiani la verità e questo lo abbiamo riscontrato in più momenti e in più provvedimenti. Ricordiamo quando questo Governo, attraverso i suoi Ministri, raccontava che l'Italia era in forte ripresa, in crescita, che tutto andava bene e che i conti pubblici erano saldamente fermi e tutelati. Tutto ciò non era vero! Questo Governo ha raccontato agli italiani delle bugie e adesso i nodi vengono al pettine.

Allora, noi possiamo continuare a raccontare delle bugie, possiamo raccontare ancora agli italiani che va tutto bene, possiamo continuare a dire che il PIL è in crescita, che i posti di lavoro aumentano, ma quando poi si va fra la gente - come noi di Fratelli d'Italia facciamo da sempre, come continuiamo a fare e come continueremo a fare anche dopo il 25 settembre - quando si va in mezzo a quelle persone, dicevo, si capisce quanto tutto questo sia un racconto falso di chi non conosce i territori, non si confronta con i cittadini e non vive nella realtà degli italiani. Noi, invece, quella realtà la conosciamo bene, la conosciamo molto bene, Presidente, e sappiamo che i meccanismi di bonus non potranno andare avanti all'infinito, perché in questo solco sarà impossibile aiutare gli italiani con qualunque cifra.

Noi, invece, dobbiamo spendere nel miglior modo possibile le risorse che abbiamo e le risorse ci sono. Basta guardare nelle maglie del bilancio dello Stato, basta rastrellare fra tutte quelle risorse bloccate dai 393 decreti attuativi che questo Governo non ha mai portato in Aula, basta guardare a tutto quello che ancora c'è e che può essere utilizzato nel bilancio dello Stato, ma che deve essere utilizzato secondo una visione e seguendo una strategia, altrimenti ancora una volta - lo ribadisco - saranno soldi spesi e non investiti.

Presidente, siamo consapevoli delle difficoltà verso le quali andiamo e con le quali ci confronteremo, ma è arrivato il momento di rovesciare questo sistema, di cambiare davvero le cose e noi, per questo, siamo pronti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faro. Ne ha facoltà.

MARIALUISA FARO (IPF-IC). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, oggi siamo chiamati a chiudere un ultimo e fondamentale atto, prima della conclusione di questa legislatura. Con il “decreto Aiuti” finalmente diamo respiro a milioni di famiglie e a tante imprese, che stanno attraversando una fase difficile, forse tra le più difficili di questi ultimi anni. Si tratta di 17 miliardi, che serviranno nell'immediato, ma che daranno ristoro anche nei prossimi mesi. Penso, ad esempio, al rinnovo per il terzo trimestre dell'azzeramento degli oneri di sistema e al taglio dell'IVA del gas, per far fronte al caro energia. Sono 9 milioni, infatti, le persone che rischiano di entrare in povertà energetica. Significa, signor Presidente, che queste persone, queste famiglie, potrebbero dover decidere se pagare le bollette o accendere il gas per cucinare. Per queste famiglie è stato ampliato anche il bonus sociale, allargando la platea, portando il tetto massimo ISEE a 12.000 euro.

Come Impegno civico, siamo consapevoli che comunque non potrà essere sufficiente. Per questo abbiamo messo a punto un piano ben chiaro contro il caro bollette e l'aumento dell'inflazione, che stanno colpendo così duramente i cittadini italiani, a cominciare dal “decreto Taglia-bollette”, che proporremo al primo Consiglio dei Ministri, grazie al quale lo Stato paga l'80 per cento delle bollette di imprese, famiglie e lavoratori, fino a fine anno. Si tratta di un provvedimento concreto e realizzabile, Presidente, e le coperture ci sono: 13 miliardi di euro per le imprese e un'altra metà per le famiglie a basso reddito, risorse provenienti da crescita economica e da maggiori incassi dell'IVA.

Una seconda misura, che presenteremo alla prossima legge di bilancio, riguarda l'azzeramento dell'IVA sui beni alimentari, della natalità e dei farmaci. Infine, voglio ricordare la battaglia che stiamo conducendo insieme al Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, una battaglia in sede europea per un tetto massimo al prezzo del gas. Solo così potremo fermare la spirale speculativa e smettere di finanziare, anche solo indirettamente, la guerra di Putin in Ucraina. Chiediamo una partecipazione di tutti i partiti, perché chi si volta dall'altra parte, senza prendere una posizione chiara e netta, rischia di esserne complice.

Ma ci sono altre misure che vorrei ricordare, come il superbonus, che finalmente potrà ripartire e mettere al sicuro, con lo sblocco dei crediti, 33.000 aziende che erano sull'orlo del fallimento e, con esse, 150.000 lavoratori, una situazione che rischiava di mettere in ginocchio la nostra economia e che, se qualcuno non avesse fatto cadere il Governo, avremmo affrontato ben prima. Penso a Salvini, lo stesso che chiede aiuto a Draghi, dopo che lo ha fatto cadere.

Ci auguriamo che il tema del lavoro, più in generale, sia una delle priorità del prossimo Governo, perché è impensabile che nel 2022 ci siano persone, per lo più giovani, che percepiscono salari di 2-3 euro l'ora. Impegno civico non si sottrarrà e proporrà un salario minimo e un salario equo, commisurato alle competenze acquisite dai nostri ragazzi e ragazze, che sono oggi costretti ad andare altrove per avere quanto è giusto.

Vorrei aggiungere, signor Presidente, che dal come ci si prende cura della famiglia e dei più fragili, come Stato e come cittadini singoli, si vede la civiltà di un Paese. Per loro il “decreto Aiuti” mette a disposizione misure che possono dare un po' di serenità in un momento storico così difficile. Ai pensionati non potrà - e voglio sottolinearlo con forza - essere pignorato l'assegno fino a 1.000 euro, un contributo necessario soprattutto per coloro che si trovano in grave difficoltà, a causa della crisi economica, dell'aumento delle bollette e del costo del carrello della spesa, mai così alto dal 1985.

Per coloro che, invece, - e troppo spesso sono le donne - si prendono cura di familiari fragili o con disabilità o con figli sotto i 14 anni, abbiamo previsto l'allungamento dello smart working fino alla fine dell'anno.

Infine, signor Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione su un fatto inqualificabile, che si è verificato ieri al Senato, voglio sperare una disattenzione, ma mi viene difficile crederci. Qualcuno ha pensato bene di cancellare la norma che prevedeva un tetto massimo agli stipendi dei manager della pubblica amministrazione, che invece va ripristinato. In un momento come quello che il Paese e i cittadini stanno attraversando, in spregio a difficoltà economiche insostenibili per milioni di persone, consideriamo insultante e lontana dai principi di Impegno civico una norma che mette a rischio la tenuta sociale. Dobbiamo ristabilire un principio di giustizia e di equità sociale, fondamentale per un Paese che vuole dirsi civile.

Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Impegno civico (Applausi dei deputati del gruppo Insieme per il Futuro-Impegno civico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Gentili colleghi, nel “decreto Aiuti-bis”, che andiamo ad approvare, trovano posto ulteriori interventi straordinari contro il carovita e il caro energia, già avviati con il primo “decreto-legge Aiuti”, convertito a luglio. Adottiamo un pacchetto di misure di emergenza del valore di 15 miliardi, a cui si aggiungono altri 2 miliardi di euro per interventi di lungo periodo. Mettiamo a disposizione più fondi per calmierare le bollette, aumentando i bonus sociali e prorogando per il quarto trimestre 2022 sia l'azzeramento degli oneri generali di sistema del settore elettrico e del gas sia la riduzione dell'IVA al 5 per cento nel settore del gas. Oltre 3,3 miliardi serviranno per contributi straordinari, sotto forma di credito d'imposta, a favore delle imprese energivore e ad alto consumo energetico, per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, relativamente alle spese sostenute nel terzo trimestre 2022. Su tale questione Forza Italia ha presentato al Senato un emendamento per raddoppiare l'entità del sostegno, prevedendo la possibilità di scontare parte del credito di imposta nel 2023 e coprendo la maggior spesa con un incremento dei saldi di finanza pubblica relativi a quell'anno. Inoltre, Forza Italia ha presentato una proposta per destinare un miliardo di euro alle imprese, con contatori di energia elettrica di potenza disponibile inferiore ai 16,5 kilowattora, ora escluse dai benefici, un tema su cui Forza Italia, tramite la dichiarazione del Presidente Berlusconi, in questi giorni si dimostra particolarmente sensibile, nella piena consapevolezza e nella profonda conoscenza del tessuto imprenditoriale, artigianale e commerciale del nostro Paese. Introduciamo, inoltre, la proroga di un mese dello sconto benzina, proprio in questi giorni ulteriormente prorogato al 17 ottobre.

Particolare cura è stata dedicata al settore agricolo. Oltre alle norme per il ristoro dei danni subiti a causa della siccità (200 milioni), viene prorogato al terzo trimestre 2022 il credito d'imposta previsto per l'acquisto del carburante effettuato ai fini dell'esercizio dell'attività agricola e della pesca (194 milioni), grazie all'ottimo lavoro portato avanti dal nostro sottosegretario Battistoni. Vorrei ricordare in questa sede quanto Forza Italia si spende e si batte per il settore primario, con un asset economico fra i più rilevanti per il Paese. Abbiamo presentato a Bruxelles il Piano europeo con il nostro coordinatore Tajani e un Piano nazionale, con azioni integrate in grado di dare soluzioni. Altresì sono rifinanziati con 1,2 miliardi fino al 2030 due strumenti di sostegno allo sviluppo industriale, con il fine di rafforzare ed attuare gli interventi contenuti nel PNRR. Tra questi, i contratti di sviluppo che riguardano i programmi riguardanti l'attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli sono rifinanziati per 40 milioni di euro per l'anno 2022 e 400 milioni per l'anno 2023. È previsto uno stanziamento di 500 milioni di euro per il 2022 per il finanziamento degli accordi per l'innovazione, attivati nell'ambito del Fondo per la crescita sostenibile. Un miliardo e 100 milioni sono destinati dal 2022 al 2030 al fondo per il sostegno delle imprese che partecipano alla realizzazione di importanti progetti di comune interesse europeo. Non chiacchiere, ma misure concrete sul mondo della ricerca, come potete constatare. L'articolo 23 incrementa nella misura di 100 milioni di euro per il 2022 la dotazione per l'assegnazione di un'indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi, ricomprendendovi i collaboratori sportivi, cosa su cui ci siamo sempre fortemente battuti, in modo particolare il nostro capogruppo Paolo Barelli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), a cui va un ringraziamento sincero. Credo che il mondo sportivo, oggi più che mai, glielo riconosca, a lui e a Forza Italia.

Sono stati stanziati oltre due miliardi e mezzo per ampliare il taglio del cuneo fiscale e anticipare la rivalutazione delle pensioni. Si prevede anche l'aumento del contributo straordinario a favore di comuni, città metropolitane e province. Per far fronte al caro bollette, ho provato proprio oggi in Conferenza - il sottosegretario lo sa bene, perché eravamo insieme oggi in ambito di Conferenza unificata - a portare quell'importante emendamento che porta 400 milioni ai comuni, che non sono ancora sufficienti, ma sicuramente ci auguriamo che con il prossimo provvedimento possano essere integrati. Non basteranno, lo abbiamo detto, ma ne saranno necessari altri, in particolare per il riscaldamento nelle scuole e nelle strutture sportive comunali, a cui dobbiamo dar seguito, altrimenti i sindaci realmente non possono più coprire i costi, e in modo particolare quelle persone che si impegnano in maniera molto forte e in modo veramente gratuito, ossia il mondo delle associazioni sportive.

Il decreto “Aiuti-bis” prevede anche la possibilità di individuare aree di interesse strategico nazionale dove realizzare investimenti di almeno 400 milioni con un iter autorizzativo semplificato nei settori ritenuti di rilevanza strategica dall'Unione europea. Forza Italia ha affrontato l'esame del decreto con spirito di servizio e senza considerarlo uno strumento per portare avanti la propria campagna elettorale. Con tale approccio, in sede di approvazione degli emendamenti in Senato, sono stati ottenuti importanti risultati, il più rilevante dei quali è consistito nello sblocco dei crediti fiscali relativi ai bonus edilizi. L'ultimo report dell'ENEA ha rilevato un totale di investimenti ammessi alle detrazioni pari a 43 miliardi di euro, con un onere per lo Stato di oltre 47 miliardi, distribuiti su quattro annualità. In questa situazione, sono rimasti bloccati nei cassetti fiscali di professionisti e imprese 5,2 miliardi di crediti fiscali.

Una ricerca della CNA ha rilevato che 33 mila imprese artigiane rischiavano di fallire, con la perdita 150 mila posti di lavoro nella filiera delle costruzioni a causa del blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi. Secondo CNA, la consistenza dei crediti sta mettendo in crisi migliaia di imprese. Infatti, oltre 60 mila imprese artigiane si trovano con un cassetto fiscale pieno di crediti, ma senza liquidità e con impatti gravissimi. Talune circolari hanno reso complessi gli adempimenti necessari ad evitare la responsabilità solidale dei cessionari, richiedendo la ripetizione delle procedure di controllo ad ogni cessione e considerando tra i fattori di rischio elementi assolutamente incongrui.

Sin dal maggio 2022, Forza Italia, in modo particolare il nostro presidente Berlusconi in prima persona, si è adoperata, in stretta consultazione con gli operatori del settore, per risolvere questa situazione. E si possono certamente contestare gli effetti distorsivi sui prezzi e sul mercato del bonus 110 per cento, ma non si possono non rilevare tre elementi. Il primo sono gli effetti enormemente positivi che i bonus edilizi hanno avuto per un comparto, come quello edilizio, decisivo per l'economia nazionale. Il secondo è la banale osservazione che, per quanto sia contestabile la norma, non si può tradire la fiducia dei cittadini e delle imprese che l'hanno applicata. Il terzo è che è inammissibile che lo Stato realizzi un risparmio pubblico a danno delle imprese e delle famiglie meno abbienti, che sono impedite nel cedere i crediti.

Dunque, Forza Italia ha presentato un emendamento al Senato basato su cinque elementi. Primo, portare la detrazione del credito, che scade nel 2022, al 2023 per impedire che le imprese perdano la quota 2022, incagliata. Secondo, l'esclusione della responsabilità solidale a carico degli enti creditizi cessionari. Terzo, la previsione che coloro che acquistano crediti dagli intermediari finanziari non debbano ripetere la procedura di verifica della bontà del credito. Quarto, la revisione delle disposizioni dell'Agenzia delle entrate relative alle regole della necessaria diligenza dei soggetti che acquistano i crediti, escludendo i crediti che colpiscono le famiglie a basso reddito. Ed infine, la stipula di un accordo ABI, Cassa depositi e prestiti SpA, Poste Italiane e organizzazioni imprenditoriali per accelerare la circolazione dei crediti di imposta. Ora è noto che le vittorie hanno molti padri e che il risultato ottenuto al Senato abbatte molti degli ostacoli che bloccano il mercato del credito.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 18,25)

ROBERTO PELLA (FI). Tuttavia, la notizia fatta circolare in questi giorni dai Cinque Stelle secondo cui il MoVimento sarebbe l'unico reale difensore delle imprese in crisi appartiene al novero delle chiacchiere propagandistiche che contraddistinguono un certo modo di concepire la campagna elettorale. Forza Italia e tutti gli altri gruppi al Senato hanno presentato emendamenti al “decreto Aiuti-bis” per cambiare le regole sulla responsabilità solidale, arbitrariamente modificate dall'Agenzia delle entrate; al contrario, l'emendamento su cui i Cinque Stelle si sono impuntati al Senato, eliminando qualsiasi forma di responsabilità solidale, costituiva di fatto una sorta di sanatoria che avrebbe riaperto il varco alle false attestazioni e alle truffe che a oggi sono potenzialmente quantificate in 6 miliardi di euro, cioè quanto stiamo spendendo con questo decreto per sostenere la bolletta energetica di famiglie e imprese. Andrebbe forse ricordato che la norma di cui i Cinque Stelle chiedono di escludere l'applicazione è stata proprio introdotta da loro stessi nel 2020 e mai modificata, e con la soluzione adottata il 13 settembre è stato raggiunto un accettabile compromesso. Il Governo, nella sua riformulazione, ha recepito, infatti, le nostre indicazioni insieme a quelle delle altre forze di Governo. Ora però è necessario risolvere ancora un nodo: superare il blocco creato dalla circolare dell'Agenzia delle entrate che considera fattore di rischio il basso reddito delle famiglie committenti e il basso valore dell'immobile ristrutturato. Su questo punto, Forza Italia presenterà un ordine del giorno per centrare al meglio l'obiettivo e aiutare famiglie e imprese. Un secondo punto su cui è necessario soffermarsi riguarda le disposizioni urgenti in materia di sport introdotte con un emendamento di Forza Italia tramite il quale si prevede di destinare una quota di 50 milioni di euro per il 2022 nel Fondo per lo sport di cui alla legge n. 178 del 2020 per l'erogazione di contributi destinati alle associazioni e società sportive dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi maggiormente colpiti dalla crisi energetica, in particolare quelle che gestiscono impianti per l'attività natatoria.

Questo emendamento non ha bisogno di dire da chi è stato proposto, ma è un emendamento che porta in maniera molto chiara il nome di Forza Italia.

Concludendo, signor Presidente, in totale, l'Italia dopo l'“Aiuti-ter” avrà destinato al caro energia un totale di oltre 62 miliardi, il 2,8 del PIL, una cifra seconda soltanto a quella investita dalla Germania. Il costo delle importazioni energetiche 2022 dell'Italia vola verso i 100 miliardi circa, 60 in più rispetto al 2021; l'inflazione ad agosto ha segnato il 7,9 per cento e ci si aspetta che raggiungerà le due cifre nei prossimi mesi. Occorre procedere con immediatezza al tetto europeo del prezzo del gas, scollegandolo, per quanto possibile, dal prezzo dell'elettricità, e ottenere un Recovery Plan per l'energia, come più volte sottolineato sia dal presidente Berlusconi che dal nostro coordinatore Tajani.

Per parte nostra, sarà necessario continuare a monitorare e a far sentire la nostra voce in Europa, oggi, concludendo, signor Presidente, dichiarando il voto favorevole del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Arriviamo oggi alla conversione di questo decreto, ma è necessario fare un minimo di cronaca di quello che è accaduto, perché altrimenti non si riescono a focalizzare meriti, demeriti e responsabilità, e credo sia il momento giusto per farlo.

Il MoVimento 5 Stelle a settembre dello scorso anno ha cominciato a parlare di pandemia energetica, la pandemia dopo la pandemia. Abbiamo cominciato, perché si vedeva già quello che stava accadendo in questa Borsa di Amsterdam, che ora è di dominio pubblico. Ora tutti parlano di questa Borsa di Amsterdam, ma a settembre dello scorso anno solo il MoVimento 5 Stelle e pochi altri sollevavano questo problema. Adesso siamo tutti esperti di questa Borsa di Amsterdam. Cominciamo con il parlare della legge di bilancio dell'anno scorso e della necessità allora di uno scostamento di bilancio, ma in quel momento non si poteva fare, dicendo: signori, quello che sta accadendo e quello che accadrà sarà un disastro per le famiglie e le imprese.

E poi arriva la guerra. Quando arriva la guerra, noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo subito ovviamente seguito la missione della comunità internazionale, sanzionare quella scellerata invasione in Ucraina da parte di Putin, ma lo abbiamo fatto dicendo che le sanzioni non colpiranno in Europa in maniera uniforme: noi in Italia saremo penalizzati da queste sanzioni. Proponiamo un Energy Recovery Fund, ovvero l'Europa, che doveva fare l'Europa, con piani di acquisto comuni, con capacità di stoccaggio comuni, facendo davvero l'Unione europea, e abbiamo detto: ma, scusate, chi se non Draghi, Presidente del Consiglio, che sicuramente in Europa ha buoni uffici, ha un peso e un autorevolezza e ha la forza di un Governo appoggiato da tre quarti del Parlamento. Più forza politica di così! Noi ad aprile ci siamo sentiti rispondere dal Premier Draghi se volevamo la pace o il condizionatore.

Oggi tutti si stracciano le vesti per le aziende. Sono andato in una vetreria ad Arezzo che pagava 50 mila euro di bolletta e oggi ne paga 280 mila.

Non chiede il condizionatore, ma di poter lavorare e andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché, come in questa crisi, in politica, quando si amministra e si governa, il tempismo è una cosa fondamentale. Non si può perdere tempo laddove c'è un'urgenza. Però, anche a tal proposito si è detto: andiamo avanti. Allora abbiamo posto alcuni temi, perché stavamo constatando che c'era una crisi economica e sociale peggiore di quella cui abbiamo assistito durante il COVID. Peggiore! E lo dicevamo in tutte le Commissioni, nel corso dell'esame di tutti i decreti possibili, parlavamo di quale fosse il dramma che stavamo affrontando. Draghi tiene una conferenza stampa, a luglio, in cui dice, testuali parole: la situazione economica italiana è migliore delle attese. Pensate se fosse stata peggiore delle attese, come sarebbe stata la situazione in Italia. E, alla domanda se, secondo lui, fosse necessario uno scostamento, dice: no, per ora non lo vediamo necessario. Quindi, anche a luglio ci siamo sentiti rispondere così e ci siamo sentiti dire: ma perché volete fare debito…? Le future generazioni… abbiamo già un debito enorme… Ma lo sapete chi è che fa debito? Fanno debito quelle aziende che non riescono ad arrivare non alla fine del mese, ma alla metà del mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Noi abbiamo, in questa fase, una criminalità organizzata che sta mettendo le mani su queste aziende. Abbiamo gli sportelli antiusura che stanno esplodendo da quanto queste imprese si stanno, purtroppo, rivolgendo agli unici che danno una liquidità. Nel frattempo, la BCE che cosa fa? Aumenta i tassi. Cioè, torniamo indietro, torniamo ai tempi del rigore, come se, in questo momento, ci fosse necessità di tornare a un'austerità. E allora noi a Draghi dicevamo: ma chi, se non il Presidente Draghi, può andare in Europa a fermare le speculazioni della Borsa di Amsterdam? Perché queste speculazioni, dobbiamo esserne coscienti, determineranno l'aumento delle spese in sanità e nella scuola di 15, 16 miliardi, ma non perché aumentiamo gli stipendi agli infermieri o perché aumentiamo gli stipendi ai professori o aumentiamo gli organici, li vedremo aumentare perché vanno riscaldate le scuole e gli ospedali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): 15, 16 miliardi con i soldi di cui si arricchiscono gli speculatori ad Amsterdam! E chi, se non Draghi, poteva andare da ENI che oggi fa il mille per cento dei profitti? Qual è stata la forza politica? E voi dite: avete mandato a casa Draghi, ora non gli si può chiedere quello che gli chiedete. Ma è un anno che stiamo chiedendo queste cose! E in politica funziona che, se quella che era la prima forza di maggioranza del Governo, che ti sosteneva, ti pone alcuni temi, ma non per sé, perché vede la gravità e l'urgenza di quello sta accadendo, a questa forza politica si ha il dovere di rispondere, e non di fare spallucce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

E oggi tutti ci siamo svegliati. Oggi il tetto al prezzo del gas, lo scostamento di bilancio. Oggi ci siamo svegliati! Tranne la leader dello schieramento di centrodestra, che oggi, per ridarsi una moderazione, dice: no, lo scostamento di bilancio no. Ma quando noi eravamo in pandemia, con tutte le aziende chiuse, da quei banchi io sentivo dire: dovete dare 50 mila euro di ristori a questi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), 100 mila euro, quando dovevano fare la “cagnara” in Aula che avevamo un Paese chiuso, adesso devono dare l'idea di moderazione, perché si preparano! E anche la scorsa settimana questo decreto non si poteva toccare: attenzione, volete mettere in crisi gli aiuti? Non toccate questo decreto! Noi l'abbiamo toccato per rispondere alle imprese in crisi con il superbonus. Forza Italia e il PD l'hanno toccato per dare più di 240 mila euro ai manager (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Perché non si poteva toccare per il superbonus, ma si poteva toccare per i manager! Non si può toccare per dare a chi non arriva alla fine del mese e guadagna 3 o 4 euro l'ora, e affrontare davvero il salario minimo, no, però si può aumentare il salario massimo in questo Paese, non il salario minimo!

Noi non possiamo, non potevamo affrontare questo decreto o fare alcune spese, attenzione, c'è un Governo dimissionario. Fatto sta che, all'ora di pranzo, in Commissione difesa si sono votati investimenti militari per 12, 13 miliardi in armamenti. Questo si è fatto in Commissione difesa, a Camere sciolte. Gli unici a opporsi: i deputati del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

E quello che fa più specie è che una volta, quando dicevamo “l'Europa si può cambiare, bisogna dare una marcia diversa all'Europa”, ci dicevano: “è impossibile”. Però, noi abbiamo il precedente, perché l'Italia, in Europa, durante la pandemia, ha cambiato la direzione dell'Europa, ha parlato di debito comune europeo, ha fatto un Piano nazionale di recupero e resilienza che era impossibile pensarlo qui dentro. Perché lo ricordo, a marzo, qui dentro, che ci si diceva: dovete prendere il MES, dovete prendere il MES, ma dove andate, perderete, in Europa. E i “patrioti” votavano contro il Recovery Fund in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), votavano contro l'Italia! E noi l'abbiamo dimostrato! E la politica oggi, se vuole dare delle risposte vere, non può più dividere il mondo come si faceva una volta: operai, imprenditori, statali, liberi professionisti. No. Oggi c'è un gruppo di speculatori ad Amsterdam che la politica deve prendere di petto o deve essere considerata fiancheggiatrice di questi speculatori. Da una parte ci sono loro, dall'altra parte c'è la gente che lavora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che vuole aprire la propria impresa e vuole dare il lavoro agli operai che sono lì a lavorare. Questa è la battaglia che dobbiamo affrontare e non si può stare con entrambi: o si sta con chi specula sulle spalle delle famiglie, o si sta con chi lavora, chi produce e chi cerca di arrivare alla fine del mese.

Per noi questo decreto è stato - ed è - palesemente insufficiente, ma abbiamo la responsabilità di votare questi aiuti e quindi annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle, ma davvero si poteva e si doveva fare molto, ma molto di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Letta. Ne ha facoltà.

ENRICO LETTA (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, fa un certo effetto flashback ritrovarci qui, oggi, mentre siamo tutti in campagna elettorale, in giro per il Paese, a parlare con gli elettori. Venendo qui oggi, tutti abbiamo avuto l'impressione di cosa sarebbe stata questa legislatura e cosa sarebbe stato affrontare anche i temi che abbiamo davanti, drammatici, delle famiglie, delle imprese, se non ci fosse stata quella scelta del 20 e del 21 luglio. Se non fosse stato fatto cadere questo Governo, oggi saremmo stati qui, a discutere della preparazione di una legge di bilancio ordinata, che avrebbe consentito al nostro Paese di affrontare le difficoltà che abbiamo, in una situazione ben diversa rispetto alla situazione nella quale ci troviamo oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avremmo potuto, tra l'altro, affrontare in modo ordinato la chiusura di questa legislatura, approvando alcuni importanti provvedimenti, che, purtroppo, non sono stati approvati, per la scelta irresponsabile di far cadere il Governo. Penso, per esempio, a un provvedimento che a noi sta particolarmente a cuore: quanti studenti fuori sede non potranno votare il 25 settembre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché la caduta anticipata delle Camere non ha reso possibile approvare la norma che avrebbe consentito loro di farlo.

Noi siamo qui, signor Presidente, a dare convintamente il nostro voto di sostegno al decreto. È un decreto importante, che dà risposte a cittadini e imprese in una situazione particolarmente complicata, una situazione internazionale che rende particolarmente complesso quello che stiamo vivendo. Ho appena letto una dichiarazione del senatore Salvini, il quale spiega che tutto questo è colpa dell'Unione europea e delle sanzioni alla Russia da parte dell'Unione europea. Io mi sento di dire che, se siamo qui, è perché quello che è accaduto nasce da un giorno di febbraio in cui ci siamo svegliati, una mattina, il 24 febbraio, e abbiamo visto che qualcuno aveva pensato di nuovo di ritornare a cambiare i Governi e la politica facendo passare i carri armati da un Paese all'altro, come nel peggiore Novecento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

È da quella scelta che derivano i problemi che oggi qui stiamo affrontando. Evidentemente, accanto al nostro sostegno convinto al decreto, voglio però dire anche che quello che è successo ieri al Parlamento europeo, a Strasburgo, ci lascia intendere che è possibile oggi affrontare le scelte che abbiamo di fronte anche con un impegno molto maggiore rispetto a quello che abbiamo fatto fino adesso. E siamo qui per dire che noi chiediamo un cambio di passo rispetto agli interventi fatti finora, perché le imprese e le famiglie del nostro Paese non sono in grado di reggere una situazione di aumento dei costi dell'energia che è diventata insostenibile. Situazione sempre più drammatica, sempre più insostenibile.

Ieri a Strasburgo sono successe tre cose importante per quest'Aula e per le nostre decisioni. La prima: è stato dato il via libera, finalmente, politico, a una logica di disaccoppiamento tra il costo del gas e il costo dell'energia elettrica, che è esattamente quello che da tempo spingiamo, spingevamo ed è necessario fare, sia a livello nazionale che a livello europeo; è stato dato un via libera a un impegno e a una riduzione complessiva della domanda di energia e, infine, dalla Presidente von der Leyen - e noi condividiamo quel suo appello - è stato chiesto, sia a livello europeo sia a livello nazionale, un intervento fiscale straordinario sugli extraprofitti. Questo conferma che la strada che abbiamo intrapreso era quella giusta sia sul disaccoppiamento, sia sulla riduzione complessiva della domanda, sia sulla necessità di fermare questa logica perversa degli extraprofitti in materia energetica.

Oggi noi abbiamo bisogno di calare tutte queste scelte dentro le scelte nazionali. Quello che noi chiediamo al Governo è di far sì che le decisioni e l'impostazione che è stata presa ieri dall'Europa consenta all'Italia di fare immediatamente delle scelte fondamentali per imprese e famiglie. Il Consiglio europeo del 30 settembre ora può intervenire. Cosa proponiamo? Noi proponiamo: innanzitutto, bisogna fermare gli aumenti, bisogna riportare le bollette al loro livello originario, altrimenti, con ristori e scostamenti di bilancio, distruggiamo il debito e favoriamo semplicemente coloro che fanno gli extraprofitti e gli speculatori. Come facciamo a fare questo? Noi chiediamo un tetto al prezzo del gas e chiediamo il disaccoppiamento tra il costo dell'energia e il costo del gas. Questa scelta si può fare a livello europeo; prima che venga fatta a livello europeo, dopo le dichiarazioni di ieri, secondo noi, può essere anche fatta a livello nazionale e questo lo proponiamo con grande forza oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma le bollette che sono arrivate fino adesso mettono già oggi in ginocchio famiglie e imprese: per questo noi chiediamo un raddoppio e un'estensione del credito d'imposta per le aziende energivore e per le aziende del nostro Paese, raddoppio ed estensione del credito d'imposta che è fondamentale per far ripartire l'economia. Chiediamo per le famiglie l'introduzione di una bolletta luce sociale attraverso l'Acquirente unico e l'attività dell'Acquirente unico di acquisto centralizzato e ridistribuzione alle famiglie che hanno l'ISEE più basso. E chiediamo anche che la strategia di risparmio energetico sia messa in campo e messa in campo in modo efficace.

Ma, signor Presidente, mi permetta di sottolineare il fatto che, rispetto a questo decreto, noi chiediamo che il decreto che il Governo si appresta a fare estenda la platea dei beneficiari, innanzitutto, a tutto il mondo del Terzo settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che non può rimanere fuori da interventi che sono assolutamente essenziali. Chiediamo di includere le RSA, chiediamo di includere un mondo di fragilità e di difficoltà che per noi rappresenta una priorità assoluta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Signor Presidente, voglio terminare dicendo in modo molto semplice che il nostro Paese rischia, per colpa di questa situazione internazionale, di entrare in una pericolosa spirale di recessione. Tutti insieme, noi, qui, abbiamo una grande responsabilità: abbiamo la responsabilità di far di tutto per evitare che il nostro Paese entri in recessione.

Per fare questo c'è bisogno di un impegno italiano e c'è bisogno di un impegno europeo. Noi ci siamo, noi ci siamo a prescindere dalle scadenze elettorali: quello che diciamo oggi lo diremo anche il 26 di settembre, perché parliamo una lingua sola e abbiamo un unico registro linguistico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non parliamo se ci sono le elezioni in un modo o, se non ci sono, in un altro modo. Ma, soprattutto, noi ci siamo perché siamo una grande forza politica che è attenta esclusivamente all'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Ovviamente la Lega voterà a favore del “decreto Aiuti-bis” e annuncio che voteremo anche a favore della relazione sull'adeguamento di bilancio, anche perché sono settimane che il nostro partito chiede al Governo un intervento massiccio per dare risposta a quella che è la più grande emergenza che il nostro Paese sta vivendo in questo momento, che è proprio quella dell'aumento dei costi dei carburanti, dell'aumento del gas e delle bollette.

Siamo soddisfatti delle misure contenute nel “decreto Aiuti” e di quelle che saranno le misure nel nuovo decreto che verrà emanato. Ovviamente non possiamo che essere d'accordo sulla proroga del credito d'imposta, non possiamo che essere d'accordo e, anzi, spingere per un aumento del reddito ISEE per il bonus sociale, visto e considerato che riteniamo i 12 mila euro una cifra troppo bassa. Pensiamo che sia importante anche fare un intervento a favore dei pensionati, perché ci vuole anche un'attenzione sociale ad impedire che, con l'autunno e con l'inverno, alcuni pensionati con la pensione minima rischino di non avere più il gas per scaldarsi o la luce per stare in casa.

Ma ci saremmo aspettati più coraggio, perché quello che noi chiedevamo era uno scostamento di bilancio da 30 miliardi, perché siamo convinti che, come davanti all'emergenza del COVID determinati dogmi siano stati superati di fronte all'emergenza e al dolore della nostra popolazione, anche adesso non vedere e non percepire la preoccupazione e il dolore della nostra gente, delle nostre imprese e delle nostre famiglie è inspiegabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per fare questo ci saremmo aspettati - non ne facciamo una colpa al Governo, che è un Governo dimissionario - una condivisione di tutte le forze politiche e, purtroppo, su questa richiesta, invece, siamo rimasti quasi soli. Questa richiesta la facciamo non perché è una richiesta elettorale, ma perché fino ad oggi questo Governo ha messo in campo 49 miliardi e mezzo per l'emergenza carburanti, per l'emergenza energia; abbiamo sicuramente mitigato gli effetti della crisi, ma basta quotidianamente parlare con le persone per capire che il problema non è stato risolto.

E, allora, noi possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo sui problemi europei, sul TTF, sulla diversificazione delle fonti energetiche, sui rigassificatori e quant'altro, ma, se la politica non è in grado oggi di dire a un'impresa che deve restare aperta e che la nostra priorità è quella, a cosa serve la politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Se noi non siamo in grado oggi di dare una risposta al dolore che tocca la carne viva e alla preoccupazione che tocca la carne viva delle persone, non ci sorprendiamo, poi, se qualcuno è disaffezionato al voto o minaccia di non andare a votare.

Noi dobbiamo capire come siamo arrivati a questa situazione se vogliamo capire come uscirne, perché sicuramente tutti sappiamo che la speculazione sul gas nasce per la crisi internazionale, per la guerra di Putin all'Ucraina; ma questo giustifica un aumento dei prezzi del 1.500 per cento in un anno, che sono, quindi, iniziati prima che ci fosse la crisi in Ucraina e la guerra? Assolutamente no. Il nostro Paese ha fatto molto per diversificare le fonti di approvvigionamento e per questo facciamo un plauso al Governo: abbiamo ridotto dal 40 per cento al 25 per cento la dipendenza dal gas russo, abbiamo lavorato per aumentare le trivellazioni e per diversificare le fonti. Allora, se c'è più gas o, comunque, se non è stato tagliato il gas dalla Russia, come si spiega un aumento così alto dei prezzi? Anche questo è giusto che lo diciamo con franchezza ai cittadini. Il rapporto dare-avere e le quantità di volumi di scambio c'entrano fino a un certo punto su questa situazione. Il vero problema sono le regole liberiste che si è data l'Europa per fissare il prezzo del gas. Noi oggi siamo vincolati al TTF di Amsterdam che specula finanziariamente su scambi completamente svincolati dalla realtà dei consumi e noi siamo legati a questo principio perché non vogliamo mettere in discussione un dogma europeo, che è quello del libero mercato su tutto, sempre e comunque, anche di fronte all'evidenza quando quelle regole non funzionano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E ci sorprende perché, come ho detto, di fronte alla pandemia abbiamo messo un limite a questi dogmi. Ci siamo resi conto che il pareggio di bilancio, il Patto di stabilità erano sbagliati: lo abbiamo sempre detto noi, da soli.

Come mai allora oggi non si ha il coraggio, non si ha la volontà a livello europeo di fissare un prezzo al tetto del gas o di svincolarci, come Italia, dal TTF? Non lo si vuole fare, banalmente, perché noi ci perdiamo e qualcuno ci sta guadagnando. L'Olanda, in questo momento, ha una bilancia commerciale molto in attivo proprio per la speculazione finanziaria che si fa sul TTF e la Germania non vuole un price cap del gas perché avendo tanta liquidità può permettersi di pagare il gas a qualsiasi prezzo con un vantaggio competitivo rispetto agli altri. Visto che però questi non possono essere argomenti che noi raccontiamo ai cittadini nell'attesa che i tavoli europei risolvano questo problema, dobbiamo cercare di fare un'analisi sugli errori che ha fatto anche il nostro Paese. Noi oggi abbiamo una produzione di gas in Italia di 3 miliardi e mezzo di metri cubi all'anno. Vent'anni fa era di 21 miliardi. Come è stato possibile questo? Basta guardarsi intorno. È stato possibile perché ha trionfato un'ideologia ecologista e un'ideologia anti sviluppista che ha detto di “no” a tutto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che diceva di “no” alla TAP, alle trivellazioni, al nucleare e ha detto di “no” allo sviluppo, nell'idea che potessimo sempre e comunque comprare energia da altri e dipendere da altri. A fronte di uno shock internazionale come questo, invece, ci rendiamo conto che scelte sbagliate, dettate dall'ideologia, creano un danno reale e non ideologico, nel portafoglio, nella carne viva delle persone, alla nostra popolazione. Allora, forse un mea culpa lo dovremmo fare, come dovremmo farlo, a livello europeo, per le politiche green che hanno rallentato gli investimenti sulle fonti fossili. Noi abbiamo discusso per mesi se di qui al 2035 il nucleare e il gas potranno ancora essere utilizzati per scaldarci e per fare energia elettrica, perché c'era l'idea che l'Europa sarebbe potuta vivere solo sulle rinnovabili. Anche in questo siamo figli della ideologia totale e della mancanza di visione o di un'idea che sta dietro a questa ideologia, quella di distruggere il tessuto industriale europeo e italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Con questa ideologia, infatti, non solo ci siamo messi in questa situazione ma rischiamo di distruggere la nostra industria dell'auto, col blocco della costruzione delle auto tradizionali dal 2035 a favore dell'auto elettrica. Ohibò, siamo in una crisi internazionale e vogliamo metterci mani e piedi nelle mani di un Paese sicuramente antagonista, come la Cina, dal punto di vista della tecnologia e della produzione? È questo l'interesse dell'Europa? Non credo, ma, forse, andare dietro a questa ideologia evidentemente qualche problema l'ha creato. Noi possiamo dire con tranquillità di essere sempre stati da questa parte. Noi non contestiamo l'ideologia green anti sviluppista oggi ma l'abbiamo sempre contestata, noi non contestiamo i dogmi delle liberalizzazioni oggi ma li abbiamo sempre contestati. Quando, nel 1998, un visionario, il fondatore del nostro partito, Umberto Bossi, diceva che, entrando nell'euro e fondando l'Europa solo sui rapporti finanziari e sulla moneta, saremmo arrivati un giorno ad avere le leggi di bilancio che ci venivano mandate per fax da Bruxelles, ci ridevano tutti quanti dietro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Invece, questa è la realtà con cui qui dentro ci confrontiamo ogni anno, quando arriva il mese della legge di bilancio. Quando c'erano le liberalizzazioni dei servizi pubblici dell'energia noi dicevamo che il mercato tutelato andava difeso e qualcun altro era per le liberalizzazioni. Quando si è parlato della liberalizzazione dei servizi - penso alla battaglia che abbiamo fatto recentemente sui taxi, che abbiamo salvato - c'eravamo noi da questa parte e, dall'altra c'erano altri. Quando abbiamo difeso le spiagge, c'eravamo noi da questa parte e dall'altra c'erano altri. Quando abbiamo liberalizzato i nostri negozianti, con la liberalizzazione delle licenze e l'apertura dei centri commerciali, c'eravamo noi da questa parte e dall'altra c'erano altri. Noi abbiamo un percorso ventennale di coerenza su questi problemi e su queste tematiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quando diciamo che l'Europa, o cambia strada e mette limiti al libero mercato, o Europa non è, perché con le sue regole fa soffrire i suoi cittadini, le sue imprese e il suo tessuto imprenditoriale a vantaggio di altri, lo possiamo dire con consapevolezza e con la certezza di essere sempre stati su queste posizioni. Allo stesso modo, possiamo dire, a livello nazionale, che di fronte a un problema contingente come quello delle bollette ci sarebbe voluto più coraggio perché i dogmi dell'equilibrio di bilancio non ci hanno portato bene in questi anni, non ci hanno portato bene sulla sanità, dove dieci anni di tagli ci hanno portato alla situazione contro cui abbiamo sbattuto la faccia durante il COVID e non ci stanno aiutando adesso che, a differenza della Francia, non abbiamo le risorse per mettere da soli un limite alle bollette. Il motivo è banale: la Francia ha le sue centrali nucleari e si produce l'energia da sola e ha anche scelto di nazionalizzare la sua società dell'energia.

Penso che in Italia un ragionamento del genere non si possa neanche lontanamente fare, ma ci aspettavamo che in questa situazione prevalesse l'interesse generale, prevalesse dare una risposta concreta a chi rischia di tirare giù la serranda. Non si può dire, Presidente, che uno scostamento sarebbe stato debito cattivo perché, se non salviamo le imprese, noi ci troveremo a spendere molto di più in cassa integrazione, noi ci troveremo a spendere molto di più perché avremmo meno PIL e quindi avremo meno gettito fiscale. È inconcepibile non capire che 30 miliardi oggi servivano a tenere in piedi la nostra economia domani. Ma qui forse ha prevalso la volontà di dare contro al partito che, per primo, ha proposto questa cosa, cioè la Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Rispetto agli interessi dei cittadini, per qualcuno ha prevalso la voglia di puntare sempre il dito contro la Lega come il partito che dice le cose eretiche. Purtroppo, nel dire eresie in questi vent'anni spesso ci abbiamo preso e sono certo che i cittadini, tra poco, potranno avere un Governo che, con la presenza della Lega, su queste posizioni, manterrà il punto. Grazie a tutti. Ovviamente il voto della Lega sarà favorevole sia sul “decreto Aiuti”, sia sulla risoluzione del Ministro dell'Economia.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-VI-ICT). Grazie, Presidente. In questo decreto si affrontano le emergenze, ma non possiamo dimenticare le altre priorità. In questa legislatura abbiamo approvato la legge sulle malattie rare, di cui sono molto orgogliosa, costruendo una cornice normativa per la tutela di 2 milioni di malati rari e per le loro famiglie, per migliorare la loro qualità di vita. Oggi, anche nel “decreto Aiuti-bis”, con un mio ordine del giorno, ho voluto sottolineare che il secondo traguardo sono i decreti attuativi. Bisogna rilasciare il Piano nazionale malattie rare aggiornato, che è già pronto, organizzare il regolamento per i bandi della ricerca e il fondo di solidarietà per aiutare i caregiver. Tante leggi approvate hanno trovato completa attuazione nelle legislature successive e io mi auguro che tutte le forze politiche si impegnino con il Governo della prossima legislatura per l'emanazione di tutti i decreti attuativi per i malati rari. Annuncio il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3704-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3704-A:

S. 2685 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali." (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ricordo che per la prossima votazione, che si svolgerà dopo il relativo dibattito, è previsto, ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione, il quorum della maggioranza assoluta dei componenti della Camera.

Discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 6).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 6).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è in distribuzione e sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi l'Allegato A).

Avverto, inoltre, che, sulla base dei precedenti, la discussione si articolerà come segue: dopo gli interventi del relatore e del rappresentante del Governo, potrà intervenire un deputato per ciascun gruppo e per ciascuna componente politica del gruppo Misto, nonché i deputati che intendano esprimere posizioni dissenzienti dai rispettivi gruppi.

Interverrà quindi, in sede di replica, il rappresentante del Governo, anche al fine di esprimere il parere sulle risoluzioni, che devono essere presentate nel corso della discussione, ai sensi dell'articolo 118, comma 1, del Regolamento.

Si procederà, infine, ai voti.

Al riguardo, ricordo che, ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 243 del 2012, la deliberazione delle Camere deve essere approvata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.

(Discussione – Doc. LVII-bis, n. 6)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Stefano Fassina.

STEFANO FASSINA, Relatore. Grazie, Presidente. L'autorizzazione che siamo ad esaminare oggi, ovviamente, se fossimo in un altro contesto e le Camere non fossero sciolte, meriterebbe una discussione approfondita, ma la situazione la conosciamo e non sono necessarie molte parole per spiegare la necessità e l'urgenza dell'intervento. Del resto, i colleghi che sono intervenuti hanno motivato l'esigenza di un intervento ulteriore e, quindi, il Governo chiede al Parlamento l'autorizzazione a quello che formalmente è uno scostamento, ma, in realtà, è un utilizzo di un tendenziale di finanza pubblica migliore rispetto alle previsioni e, quindi, i saldi programmatici rimangono invariati; il miglioramento del tendenziale, dovuto soprattutto alle maggiori entrate, è di 6,2 miliardi, ai quali si aggiungeranno altre risorse per finanziare il decreto che verrà fatto nelle prossime ore dal Governo, altre risorse che, in particolare, verranno da un intervento sugli extra profitti delle imprese produttrici di energia da fonti rinnovabili, ma i saldi rimangono invariati e rimane invariato l'obiettivo di medio termine, dopodiché - e chiudo, Presidente - è evidente che la NADEF sarà il passaggio nel quale bisognerà fare il punto complessivo sul quadro di finanza pubblica, sul quadro macroeconomico e sulle esigenze di ulteriori interventi che certamente saranno necessari.

Per ora questo è quanto possiamo fare e colgo l'occasione di questo mio ultimo intervento, Presidente, per ringraziare lei, i colleghi e le colleghe e i funzionari che, in questi anni, hanno assistito i nostri lavori e che, per quanto mi riguarda, sono stati di grande insegnamento (Applausi).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo rinuncia ad intervenire.

È iscritto a parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po' di silenzio.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ebbene, si conclude l'iter di questa sgangherata maggioranza e di questo Governo con un finto scostamento di bilancio; l'ha detto appena adesso anche il relatore di maggioranza; in sostanza, qui non si dice: guardate, abbiamo un enorme problema, perché le bollette stanno triplicando, perché l'economia italiana sta andando verso un precipizio e, quindi, facciamo debito subito per aiutare le imprese, i lavoratori e tutti i cittadini italiani in difficoltà. No, semplicemente, si dà con la mano destra quello che la mano sinistra toglie, cioè sostanzialmente, in questi ultimi mesi, sono entrati 6,2 miliardi di euro in più di tasse, perché sono aumentati i prezzi e, quindi, gli italiani hanno pagato più tasse, e voi, da quanto siete magnanimi, ridate questi 6,2 miliardi, che in pratica avranno un effetto neutro sull'economia, che, infatti, peggiorerà; come anche l'Ufficio parlamentare di bilancio vi ha scritto nella relazione in maniera molto chiara, non avete aggiornato le stime di crescita che rimangono quelle del Documento di economia e finanza fatto ad aprile e quelle stime di crescita, lo sappiamo tutti, peggioreranno enormemente, perché questo Paese tornerà in recessione a causa del vostro Governo che non ha fatto praticamente nulla per evitare tutto ciò e ci ritroviamo con l'ennesimo “decretuncolo” da una decina di miliardi, quando l'entità del problema è sui 100 miliardi, è su un ordine di grandezza completamente diverso.

Quindi, noi ovviamente voteremo questo finto scostamento di bilancio, perché quelle risorse vanno spese, ma si dovrebbe agire subito con un vero scostamento, mettendo risorse e mettendo a disposizione aiuti veri e concreti per le famiglie e le imprese italiane.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU-ART 1-SI). Signor Presidente, consideriamo esaustiva la relazione del collega Fassina e, quindi, annunciamo il voto favorevole.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV-IC'E'). Presidente, non depositiamo l'intervento, perché sarei andato a braccio, però voteremo a favore della richiesta di scostamento - o presunto tale - di bilancio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, noi rinunceremo all'intervento per dichiarazione di voto, però vorrei far notare due aspetti che per noi sono importanti; il primo è che siamo stati decisivi per riuscire ad avere in Aula oggi il “decreto Aiuti”, non lo abbiamo condiviso nella sua redazione, non avendo chiesto, in cambio del sostegno agli interventi, una presenza in un Governo che, a nostro avviso, non si è dimostrato all'altezza e la sua implosione ne è la dimostrazione più realistica; l'altra questione su questo scostamento o aggiustamento di bilancio che libera risorse è che (credo sia di fronte agli occhi di tutti) Fratelli d'Italia, anche come opposizione, sarà nuovamente decisiva, in termini numerici, perché questo provvedimento passi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Consegniamo l'intervento.

PRESIDENTE. Perfetto. È iscritto a parlare il deputato Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Mi unisco anch'io e consegniamo il nostro intervento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI (PD). Grazie, Presidente. Consegniamo l'intervento.

PRESIDENTE. Perfetto. È iscritto a parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Consegniamo l'intervento ed esprimiamo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiusa la discussione.

(Annunzio di una risoluzione – Doc. LVII-bis, n. 6)

PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la risoluzione Molinari, Serracchiani, Francesco Silvestri, Barelli, Di Stasio, Lollobrigida, Boschi, Fornaro, Berardini, Pettarin, Schullian, Lupi, Magi, Lapia e Romaniello n. 6-00229 (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Parere del Governo – Doc LVII-bis, n. 6)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che invito ad esprimere il parere su tale risoluzione, precisando se intenda accettarla.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, esprimiamo un parere favorevole e accettiamo questa risoluzione. Tra l'altro, visto che è l'ultimo intervento, voglio ringraziare tutti i colleghi parlamentari, tramite la sua persona, Presidente, per il grande lavoro svolto in questi anni così difficili, con un lavoro comune e sempre con l'obiettivo di riuscire a dare il nostro contributo al Paese. Vi ringrazio tutti, a nome del Governo (Applausi).

(Votazione – Doc LVII-bis, n. 6)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Ricordo che, a norma dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 243 del 2012, per l'approvazione di tale risoluzione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Molinari, Serracchiani, Francesco Silvestri, Barelli, Di Stasio, Lollobrigida, Boschi, Fornaro, Berardini, Pettarin, Schullian, Lupi, Magi, Lapia e Romaniello n. 6-00229, accettata dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Deliberazione in merito alla proposta di elevazione di un conflitto di attribuzione innanzi alla Corte costituzionale nei confronti del Consiglio di Stato e delle Sezioni Unite della Corte di cassazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame di una deliberazione per la proposizione di un conflitto di attribuzione innanzi alla Corte costituzionale nei confronti del Consiglio di Stato e delle Sezioni Unite della Corte di cassazione.

Colleghi, se c'è richiesta di voto si dovrà votare.

Al riguardo, comunico che nella riunione del 3 agosto 2022 l'Ufficio di Presidenza ha approvato - all'unanimità - la proposta di elevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato nei confronti del Consiglio di Stato in relazione alla sentenza del 31 maggio 2021, n. 4150, e delle Sezioni Unite civili della Corte di cassazione, in relazione alla sentenza del 12 maggio 2022, n. 15236.

In particolare, con la sentenza n. 4150 del 31 maggio 2021 il Consiglio di Stato (sezione V) ha rigettato l'appello incidentale avverso la sentenza del TAR per il Lazio del 24 aprile 2020, n. 4183, con cui la Camera aveva eccepito il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in ordine alle controversie in materia di appalti svolti dalla Camera medesima, accogliendo nel merito il ricorso presentato dal raggruppamento temporaneo di imprese avverso l'esclusione dello stesso raggruppamento da una procedura per l'affidamento di un appalto di servizi informatici.

In tal modo il Consiglio di Stato ha confermato l'indirizzo giurisprudenziale recentemente formatosi innanzi al TAR per il Lazio, in base al quale la cognizione delle controversie in materia di procedure ad evidenza pubblica svolte dagli organi costituzionali spetterebbe al giudice comune e non alle istanze giudicanti interne di tali organi. Tale indirizzo si basa principalmente su un passaggio incidentale contenuto nella sentenza della Corte costituzionale n. 262 del 2017.

La Camera ha quindi impugnato la sentenza del Consiglio di Stato innanzi alla Sezione Unite civili della Corte di cassazione per “motivi inerenti alla giurisdizione”, chiedendo in quella sede la riconferma della giurisdizione domestica in materia di procedure di evidenza pubblica, già riconosciuta in passato dallo stesso giudice amministrativo.

Con sentenza n. 15236 del 12 maggio 2022, le Sezioni Unite civili della Corte di cassazione hanno respinto il ricorso presentato dalla Camera e hanno confermato la giurisdizione del giudice amministrativo in ordine alle controversie in materia di appalti pubblici nelle quali è coinvolta la Camera; in tal modo hanno reso di fatto definitiva la decisione di merito del Consiglio di Stato, che aveva riammesso la società ricorrente alla procedura ristretta dalla quale era stata esclusa.

Nel merito, le Sezioni Unite civili hanno confermato il recente indirizzo giurisprudenziale in base al quale la cognizione delle controversie in materia di procedure ad evidenza pubblica svolte dagli organi costituzionali spetterebbe al giudice comune e non agli organi interni alle Camere.

Allo stato degli atti, l'unico rimedio esperibile avverso la sentenza delle Sezioni Unite civili è rappresentato da un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato innanzi alla Corte costituzionale, ai sensi dell'articolo 134 della Costituzione.

Attraverso lo strumento del conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera, infatti, la Corte costituzionale potrebbe definitivamente pronunciarsi su un tema di estrema delicatezza e fornire chiare indicazioni ermeneutiche per il futuro.

Pur nel quadro di una giurisprudenza della Corte costituzionale che negli ultimi anni ha individuato il limite dell'autodichia delle Camere nella riconducibilità dell'oggetto all'ambito riservato all'autonomia normativa costituzionalmente riconosciuta all'organo parlamentare, le sentenze degli organi giurisdizionali sopra richiamate e in particolare, da ultimo, quella delle Sezioni Unite civili della Cassazione appaiono infatti censurabili in quanto basate su una non corretta interpretazione del richiamato passaggio della sentenza della Corte costituzionale n. 262 del 2017, peraltro contenuto in un semplice obiter dictum e non facente parte invece espressamente della ratio decidendi della stessa sentenza.

Da un lato, infatti, le citate sentenze laddove hanno affermato che la disciplina delle procedure ad evidenza pubblica volte all'affidamento a terzi dei contratti di lavori, servizi e forniture non rientrerebbe nella sfera di autonomia normativa costituzionalmente riconosciuta alla Camera medesima e che le relative controversie sarebbero sottratte così alla giurisdizione domestica, appaiono lesive delle prerogative che la Costituzione riconosce alla Camera ai sensi dell'articolo 64 della Carta.

A questo riguardo, si rileva peraltro che il provvedimento di esclusione impugnato prima dinanzi al TAR e poi di fronte al Consiglio di Stato si inscrive in un procedimento ad evidenza pubblica disciplinato da fonti espressione dell'autonomia normativa della Camera, collocandosi nella fase pubblicistica della procedura.

Da un altro lato, non appare comunque ragionevole che su un tema di tale rilevanza ai fini della tutela degli ambiti di giurisdizione domestica delle Camere le pronunzie suddette trovino il loro fondamento in un mero obiter dictum di una sentenza della Corte costituzionale piuttosto che in una specifica valutazione formale da parte della stessa Corte.

Con il ricorso la Camera chiede pertanto alla Corte costituzionale di dichiarare: che non spettava al giudice comune, e segnatamente al giudice amministrativo, la giurisdizione in ordine alla controversia decisa da ultimo con la sentenza n. 15236 del 12 maggio 2022 delle Sezioni Unite civili della Corte di cassazione; che tale giurisdizione, concernendo la materia delle procedure ad evidenza pubblica volte all'affidamento di appalti pubblici indetti dalla Camera, rientra tra le attribuzioni del giudice interno di questo ramo del Parlamento.

Se non vi sono richieste di intervento e non vi sono obiezioni, tale deliberazione si intende adottata dall'Assemblea.

(Così rimane stabilito).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Poc'anzi lei, Presidente Fico, ha ringraziato l'amministrazione, i capigruppo e i colleghi. Mi permetto di ringraziare lei, Presidente Fico, per l'impegno istituzionale con il quale ha guidato la Camera in questi anni e anche per la ricerca continua di soluzioni equilibrate ai mille problemi che la quotidianità della gestione di questa Assemblea e di questa istituzione hanno posto quotidianamente a lei, all'Ufficio di Presidenza e all'amministrazione.

Un ringraziamento va all'amministrazione, che rivolgo oggi alla figura del segretario generale Fabrizio Castaldi, che è seduto affianco a lei, e che va a tutta l'amministrazione che in questi anni ci ha seguito con la solita dedizione e competenza. Aggiungo al ringraziamento ai presidenti di gruppo, Presidente, anche il ringraziamento ai delegati d'Aula di questa Assemblea (Applausi), che nell'ombra, silenziosamente, hanno permesso a questa Assemblea di poter lavorare tra mille difficoltà in questi anni. Questa Camera non ha mai smesso di lavorare in questo periodo.

Siccome, Presidente, nella politica ci sono poche certezze, ma tra le varie e poche certezze che abbiamo una è che io non farò parte dell'Assemblea che si siederà tra questi banchi il 13 ottobre, così come non ne farà parte lei, non essendo entrambi candidati, mi permetto di svolgere alcune brevi considerazioni su alcuni temi che mi stanno particolarmente a cuore, Presidente.

La prima considerazione riguarda il tema del Regolamento. La prossima Assemblea inizierà i propri lavori con un Regolamento che non è stato adeguato alla riduzione sciagurata del numero dei parlamentari. C'è una proposta, c'è un lavoro che abbiamo fatto insieme al collega Fiano, c'è la necessità di adeguare i numeri assoluti, c'è anche - la lascio in eredità al Parlamento che verrà - una proposta di contingentamento dei decreti-legge. Su questo tema ciascuno si ricordi, dalla maggioranza e dall'opposizione, quello che ha sostenuto in questa legislatura, perché probabilmente una revisione del Regolamento, a partire da un accordo alto e nobile tra maggioranza e opposizione, può permettere un funzionamento migliore a questa Assemblea che nella prossima legislatura avvierà una fase del tutto sperimentale, perché i danni del taglio dei parlamentari non li abbiamo visti soltanto in questi tempi sulle candidature, ma li vedremo anche sul funzionamento e sulla rappresentatività del Parlamento di qui a quando il prossimo Parlamento prenderà piede.

Di qui mi aggancio alla seconda considerazione.

Il taglio dei parlamentari impone un ragionamento di revisione costituzionale che io mi auguro che la prossima maggioranza e la prossima opposizione abbiano il coraggio, la voglia e la serietà di affrontare. Lascio al prossimo Parlamento una proposta di legge sull'istituzione di una Convenzione costituzionale, cioè di un soggetto terzo, distante dal quotidiano scontro politico, che inevitabilmente si alimenterà in questo Parlamento sui decreti-legge, sulla legge di bilancio e su tutti gli adempimenti e gli appuntamenti dell'agenda politica quotidiana, una proposta di legge sull'istituzione di un luogo terzo, distante e riparato da questo scontro politico, in cui possa finalmente partire quel dibattito sulle riforme istituzionali, che negli ultimi venti o trent'anni si è sempre sacrificato sull'altare di questo scontro politico tra maggioranza e opposizione.

In ultimo, Presidente, mi permetta: quest'oggi la Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori ha approvato la sua relazione finale, all'unanimità, dopo oltre 30 sedute di audizioni. Io credo che si sia fatto un ottimo lavoro, per il quale ho ringraziato gli uffici, i commissari e i soggetti auditi.

Presidente, ci aspetta un periodo economico molto difficile e credo che mantenere un faro acceso sul tema della tutela dei diritti degli utenti e dei consumatori possa essere un'occasione che il prossimo Parlamento potrà cogliere, anche attraverso tutto il materiale che noi abbiamo raccolto e la relazione che abbiamo approvato, per poter procedere con iniziative di indirizzo e controllo, ma anche con iniziative normative, proprio per andare a sistemare nella maniera migliore quella macchina di tutela dei diritti, che mai deve abbassare la guardia, specie in un momento come questo.

Presidente, concludo questo mio augurio di fine legislatura con un saluto e un abbraccio affettuoso a tutti quei colleghi che sono ricandidati e che sono impegnati in questo momento in una battaglia elettorale, un augurio affettuoso di poterla condurre a testa alta, con onestà intellettuale e con il massimo del risultato possibile. Un doppio augurio a tutti quei colleghi che non sono ricandidati o che non saranno rieletti. È stato per me un onore servire questa istituzione e un onore poter camminare insieme (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Fiano. Ne ha facoltà. Colleghi!

EMANUELE FIANO (PD). Signor Presidente, la ringrazio. Onorevoli colleghi, comunque vadano le prossime elezioni politiche tra pochi giorni - e intanto auguriamoci tutti e per tutti che siano in tanti ad esprimere le loro preferenze nelle prossime elezioni -, io non tornerò in quest'Aula, dove sono entrato nel maggio 2006, sedici anni fa, giacché sono candidato dalla segreteria del mio partito al Senato della Repubblica, dove ovviamente proverò ad arrivare con il consenso degli elettori, in un collegio che peraltro presenta una singolar tenzone di storie e di idee diverse, ma questo è un altro discorso.

Mi permetta, dunque, Presidente poche, emozionate parole di saluto e di ringraziamento - e recupero tutti i ringraziamenti che lei ha qui esteso - a tutto il personale della Camera che ho conosciuto in questi anni, a tutto il personale del gruppo del Partito Democratico che ho conosciuto in questi anni e che ci ha aiutato in un lavoro meraviglioso, a tutti i colleghi che ho conosciuto in questi anni, qualunque fosse il colore del loro credo. Questo non è un luogo qualunque, Presidente, per nessuno di noi e per nessuno di coloro che sono fuori da quest'Aula. Questo è il luogo dove si concretizza un'idea complicata, difficile, ogni giorno difficile, della difesa della libertà di ognuno di noi e di tutti. È stato un onore per me servire il mio Paese da questi banchi e provare a tradurre le domande e le richieste che raccoglievamo fuori di qui, in provvedimenti di legge o indirizzi o domande. È stata una rivalsa per me particolare sedere sui banchi dai quali, molti anni orsono, in un'Aula che veniva definita da altri sorda e grigia, furono promulgate leggi orribili, che portarono la mia famiglia verso l'abisso. Ora, per fortuna, è un altro tempo, lontano da quello. Ora mi auguro che molti e nuovi giovani entrino in quest'Aula, assaporino il piacere di lavorare per la collettività, percepiscano l'onore del loro ruolo e la sacralità del loro lavoro. A tutti loro e a tutti coloro che entreranno di nuovo in quest'Aula va il mio augurio e il mio ringraziamento.

La democrazia liberale è il miglior modello di convivenza civile che abbiamo costruito, con tutti i limiti che possiamo riscontrarvi. Nessuno mai si illuda che vi siano, invece, idee illiberali da portare di nuovo in auge nella democrazia. Vi ringrazio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, sullo stesso argomento. Ovviamente a breve, fra pochi giorni, quest'Aula si rinnoverà. Si rinnoverà anche per la prima volta con il taglio dei parlamentari, una riforma portata dal MoVimento 5 Stelle e, quindi, prima di tutto, faccio un “in bocca al lupo” al Parlamento che sarà, perché sulle spalle di questo Parlamento e sul futuro Governo graveranno problemi e una fotografia del Paese che oggi non dobbiamo dimenticare, soprattutto in questi momenti in cui ci stiamo salutando. Ovviamente, il lavoro dei prossimi mesi sarà un lavoro fondamentale per il nostro Paese.

Mi unisco ai ringraziamenti, perché non dobbiamo dimenticare - e sicuramente non lo dimenticheremo mai - il lavoro che è stato fatto in questo Parlamento anche dal personale, quando ci ha accompagnato nel periodo di pandemia, quando dovevamo tenerci lontano, quando abbiamo utilizzato ogni spazio possibile per essere lontani nel Transatlantico e nelle Aule, dove normalmente la cittadinanza viene ad osservare il lavoro parlamentare. È stato un lavoro di enorme pazienza, che il personale ha avuto con noi, e di questo li ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle. Ringrazio non solo i miei colleghi, ma anche tutti i delegati d'Aula, che hanno sempre permesso una continuità del lavoro, l'Ufficio di Presidenza, i questori e ovviamente il gruppo del personale del MoVimento 5 Stelle, sul quale abbiamo sempre potuto contare come elemento di grande professionalità. Ringrazio il mio gruppo, il gruppo con il quale ho condiviso questi quattro anni. È stato un esperimento, perché noi veniamo da cinque anni di un'opposizione incredibile, dove abbiamo cercato di portare un messaggio al Paese e ci siamo anche riusciti. Questa è stata la nostra prima esperienza di Governo e abbiamo cercato di fare il massimo, portando quello spirito civico che ha contraddistinto il MoVimento 5 Stelle fin dai primi giorni della sua nascita. Voglio anche ringraziare lei, Presidente Fico, perché per noi dei 5 Stelle lei rappresenta un orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), un orgoglio nella carica che rappresenta, per il suo percorso, per quello che ha dimostrato, per quello che dimostrerà nel suo futuro. Sappia che, per noi del gruppo MoVimento 5 Stelle, avere una direzione come la sua ha sempre rappresentato un motivo veramente di soddisfazione nei confronti del Paese, di quest'Aula e di tutti i nostri elettori.

A margine di una legislatura folle, che purtroppo ha visto il crollo di un ponte, una pandemia, una guerra - è successo di tutto, oggettivamente, in questa legislatura -, concludo portando un saluto e soprattutto un ringraziamento anche in memoria di tutte le persone che hanno lavorato con il MoVimento 5 Stelle, ad iniziare da Gianroberto Casaleggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ci ha permesso di iniziare questo sogno e, poi, continuare a portarlo avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Anche per me questo è un momento di ringraziamento. Voglio ringraziare tutti i colleghi, con cui ci sono state accese discussioni e grandi dibattiti, devo dire più fuori da quest'Aula che all'interno, perché il meccanismo della democrazia in queste Aule è strano: bisogna avere una maggioranza che porta avanti il provvedimento e un'opposizione che lo critica, ma per portare un provvedimento a casa bisogna limitare la discussione in queste Aule. Credo che anche da questo bisogna partire, per fare un augurio alla prossima legislatura, affinché ci sia un dibattito più acceso e, come dire, meno schiavo di logiche a volte promozionali.

Penso che spesso abbiamo anche assistito a espressioni di rappresentanti del popolo e dello Stato che miravano forse più a comunicare fuori che non ad avere un reale dibattito, e questo secondo me rende questa esperienza, almeno personalmente, un po' insoddisfacente. Però in questa insoddisfazione voglio dire che siamo anche riusciti a fare alcune cose molto importanti, provvedimenti che sono andati veramente nella direzione di un ampliamento dei diritti, delle libertà e delle garanzie per i cittadini, che abbiano cercato in qualche modo di portare avanti gli ultimi e anche di lasciare emergere qualcuno che rimane nascosto nell'ombra. Il ringraziamento più grande che voglio fare a ciascun deputato in quest'Aula è quello per la mozione approvata il 14 giugno del 2022, che ha di fatto impegnato il Governo a creare una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio. Penso che per me sia qualcosa di impagabile.

Sono entrato in quest'Aula, onoratissimo di poterlo fare, per cercare di cambiare qualcosa. Lo abbiamo fatto insieme su alcuni aspetti, e per questo credo che ci sia anche qualcosa da scrivere, ci sia anche qualcosa da lasciare in eredità a chi siederà in questi banchi nella prossima legislatura. Penso che ci siano delle priorità che dovrà avere il prossimo Parlamento: sicuramente quelle tecniche che riguardano il funzionamento delle Aule, però anche quelle di merito, che hanno a che fare davvero con la democrazia, con quanto bisogna allargarla, con quanto bisogna evitare di fare calcoli per rientrare in Parlamento, cosa a cui molti di noi hanno rinunciato, chi si è ritirato - io l'ho fatto, nel mio piccolo - dalla competizione elettorale, perché, quando non ci sono le condizioni, bisogna anche mettere da parte se stessi, secondo me.

Nel merito, penso che il prossimo Parlamento dovrà davvero occuparsi di giovani, e spero che sia all'altezza perché i giovani sono coloro che stanno pagando di più il prezzo di un mondo che non sempre cambia a favore di tutti, anzi, che spesso cambia a favore di qualcuno e che lascia indietro alcune persone, alcune entità che avrebbero invece bisogno di una spinta, il Terzo settore, il no profit, coloro che regalano il proprio tempo per migliorare la vita degli altri. Anche questo, secondo me, è un settore che deve avere molta più attenzione da parte di queste onorevoli Assemblee. Spero davvero che chi siederà in quest'Aula dal 13 ottobre abbia coraggio, il coraggio di cambiare, il coraggio di mettersi da parte, il coraggio di entrare qui a tempo determinato, disposti ad uscire lieti di avere onorato le istituzioni. Personalmente sono onorato di essere stato in questa Assemblea per questi quattro anni e mezzo, sono onorato di avere avuto lei, Presidente Fico, come Presidente di quest'Aula, perché credo che lei abbia avuto davvero grande equilibrio e una grande capacità di sostenere un peso particolarmente rilevante in questa legislatura. È stata molto difficile, colpita da crisi, dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina, da qualcosa che ci ha toccato molto da vicino, e sicuramente nel prossimo Parlamento ci sarà qualcuno al suo posto che spero possa in qualche modo prenderla a modello e cercare di gestire allo stesso modo l'Aula. E spero che il prossimo Parlamento riesca a gestire alcune grandi emergenze belliche, quelle che si stanno presentando alle porte delle nostre case, e che possa prendere anche delle decisioni difficili, perché c'è modo e modo di esercitare il proprio mandato, anche di stare all'interno di alleanze, anche di stare all'interno di istituzioni e gruppi. Quindi, intanto mi limito ancora una volta a ringraziare per un grande risultato che è stato quello della mozione del 14 giugno sulla prevenzione del suicidio, insieme ad altri successi che secondo me ci sono stati, un po' deluso dalle tante cose che si potevano fare e non si sono fatte, ma questa è la vita in queste Aule. Quindi si accetta, si saluta e in bocca al lupo a chi arriverà dopo, che possano gestire il Paese magari anche meglio di come abbiamo fatto noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Mi permetto di intervenire da deputato di opposizione, dopo nove anni e mezzo di partecipazione al lavoro delle Aule e delle Commissioni parlamentari, anche perché, dopo avere sentito alcuni peana, vorrei rimettere un po' in luce quello che è diventato purtroppo quest'Aula parlamentare: da motore costituzionale della legislazione e dell'attività legislativa, noi siamo diventati degli ospiti, siamo diventati ospiti di un'attività legislativa fatta fuori da queste Aule, fatta dai Governi e dai capi di gabinetto, e l'ultimo decreto ne è il più fulgido esempio. Un'Aula tristemente vuota di contenuti e di potere. Viviamo in una finzione costituzionale, laddove il Parlamento è il centro dell'attività, ma sappiamo benissimo - e l'abbiamo verificato con ancor più forza durante questo ultimo scorcio di legislatura in questo Governo - quanto quest'Aula sia vuota: vuota di reali contenuti, vuota di reale volontà di cambiare le cose. Io sono entrato qui da opposizione al Governo Letta, esco qui da opposizione al Governo Draghi. E dall'opposizione, così come dalla maggioranza, in questi anni, non ho potuto che vedere quanto il potere di quest'Aula sia andato limitandosi sempre di più, ma non da fattori esterni, da fattori interni. Sono gli stessi deputati e senatori che si sono autolimitati il potere, un onore e un onere derivanti dalla Carta costituzionale. E ho paura di scoprire, nella prossima legislatura, da cittadino esterno alle istituzioni, che questo Parlamento perderà ancora più potere negoziale nei confronti del prossimo Governo, nei confronti dei prossimi burocrati ministeriali, nei confronti anche dell'Unione europea e dei rapporti con gli altri Paesi. Un Parlamento che dovrebbe essere rappresentanza popolare si è ridotto a essere il simulacro della rappresentanza popolare: questo è forse stato il peggiore insegnamento che questo Parlamento poteva portare all'esterno, a quei cittadini che, magari, per molto tempo non hanno votato e che, vedendo il malfunzionamento di quest'Aula parlamentare, si allontaneranno ancora di più dalle istituzioni. E dobbiamo renderci conto che la colpa di questo è di tutti noi, singolarmente, come istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Questo sarà il mio ultimo intervento in quest'Aula, Presidente. Ogni qualvolta io sono intervenuta in quest'Aula ho sempre detto una parola che a me sta molto a cuore: questa parola, Presidente, è Sardegna. Ho dedicato la mia attività politica a rappresentare la mia terra, a portare qui dentro le istanze dei cittadini, quelle che mi sono pervenute, e a rappresentare le categorie più deboli, in particolare quelle dei malati, le categorie più fragili della mia terra. Ho deciso di non presentarmi alla prossima tornata elettorale e di cercare di essere coerente col mio mandato politico fino alla fine, quindi, dopo la fuoriuscita dal MoVimento 5 Stelle, restare qui, fra i banchi del gruppo Misto, e cercare di portare avanti con onore quel mandato che mi è stato conferito dai miei conterranei. Per questo motivo, però, al fine di non disperdere le energie liberate in questi anni e messe in campo per assolvere e portare avanti, ripeto, con onore questo mio ruolo, scelgo di continuare la mia attività politica al di fuori di quest'Aula. Lo faccio con un gruppo di persone che realmente tengono alla mia terra e hanno a cuore gli interessi della Sardegna. Lo faccio col gruppo politico dei Riformatori Sardi. Aderisco, quindi, a un gruppo di persone che da sempre ha messo e continua a mettere la Sardegna al primo posto. Quindi, Presidente, intendo chiudere la mia attività parlamentare facendo quest'annuncio in quest'Aula e concludendo un percorso importante, ma ne incomincio uno ancora più importante, sempre a difesa del mio popolo, degli interessi della mia terra, a tutela della salute e dei più deboli, con un'azione politica che cercherà ancora di rispondere a tutte quelle che saranno le richieste dei miei cittadini. Auguri a quest'Aula e al mio nuovo percorso politico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (MISTO). Signor Presidente, onorevoli colleghi, le premesse con le quali il Presidente Berlusconi mi accolse nel partito nel 2017 le ricordo bene, furono di dominio pubblico e mi motivarono fortemente a continuare il mio impegno politico.

Le premesse con le quali mi si incaricava di occuparmi dei problemi atavici della mia città, Taranto, le ricordo ancora meglio e sono state il mantra della mia attività parlamentare, in questa legislatura e non solo. Oggi mi trovo, mio malgrado, a dover affermare con certezza che le stesse premesse sono state disattese, non certo perché non me ne sia occupata ma per il mero spirito personalistico e individualista di chi, proprio all'interno del mio partito, ha tentato in ogni modo di oscurare, celare, commissionare, denigrare il mio lavoro per Taranto e su Taranto. Le stesse persone che sarebbero dovute essere di supporto alla mia attività per Taranto e per la Puglia - penso, per esempio, alla Xylella e alla sanità - oggi fanno campagna elettorale proprio su questi temi e non hanno supportato il lavoro da me svolto.

Oggi mi ritrovo, mio malgrado, a dover comunicare, a malincuore, che il percorso in Forza Italia per me finisce qui. L'avrei potuto fare prima ma ho preferito farlo a biglie ferme, a Camere sciolte, per rispetto degli elettori, per rispetto della mia persona e per rispetto del presidente Berlusconi, un presidente malconsigliato che ha permesso l'appiattimento del partito e una decisione malsana, come quella di non proseguire col Governo Draghi. Al presidente Berlusconi va il mio personale ringraziamento per la fiducia e la considerazione che in questi anni mi sono guadagnata, fiducia che evidentemente infastidiva chi da vicino si sentiva minacciato dalla mia intraprendenza e dal mio coraggio.

Un sentito ringraziamento ai colleghi sinceri con i quali ho condiviso un percorso non sempre facile, spesso tortuoso e doloroso, ma che hanno saputo apprezzare le mie battaglie con coerenza e lealtà, in un contesto, come quello che oggi lascio, che non brilla certo di questi doti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Il giorno 17 agosto mi è stato richiesto dal coordinatore regionale del partito di Forza Italia di compilare dei documenti e di inviarli via PEC. All'interno di questi documenti si legge: “Lettera d'obbligo dei candidati di Forza Italia ai collegi plurinominali. In virtù dell'accettazione della mia candidatura per l'inserimento nella lista dei candidati con la quale il movimento politico Forza Italia si presenterà alle richiamate elezioni politiche nazionali, mi impegno (…)”. Erano documenti della mia candidatura alle prossime elezioni del 25 settembre. Il 22 agosto mattina mi è pervenuto, però, un messaggio dello stesso coordinatore che mi informava di non essere candidata. Ora, non esiste alcun diritto alla candidatura, è vero, ma esiste il rispetto verso la persona, verso il singolo individuo e, in questo caso, verso le parlamentari e i parlamentari del gruppo del quale si fa parte. Esiste la correttezza nei riguardi di chi ha offerto il proprio sostegno per una causa, esiste la trasparenza, che porta ad esprimersi senza sotterfugi e senza raggiri e prese in giro di alcun tipo, in totale onestà. Purtroppo tali qualità e virtù pare non appartengano al coordinatore regionale pugliese e alla dirigenza di Forza Italia.

Mi chiedo pertanto: se un partito è composto da persone che non conoscono rispetto, correttezza, onestà, come mai potrà questo partito essere in grado di essere rispettoso, corretto, trasparente e onesto non solo verso i rappresentanti e associati al partito stesso ma soprattutto nei riguardi dei cittadini italiani? Mi auguro che i nostri elettori si ricordino di questo mio quesito prima di procedere alla scelta del partito che vogliono indicare alle prossime elezioni. Pertanto confermo quanto già dichiarato da lei, Presidente Fico, quest'oggi, ossia che lascio il partito di Forza Italia, capace di sfruttare le persone finché fanno comodo per poi gettarle via con un misero messaggio, perché evidentemente le persone per loro non hanno alcun valore ed io, in tutta onestà, non voglio far parte di questo gruppo politico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO). Grazie, Presidente. Questo è il mio ultimo intervento in quest'Aula in qualità di deputata della Repubblica italiana, perché ho scelto di non elemosinare posti e poltrone ai leader politici in quanto adesso è il momento della restaurazione, è il momento dell'Ancien Régime. Non c'è posto per chi, come me, pensa soprattutto che in politica il fine non giustifichi i mezzi. Però vorrei fare un appello ai futuri parlamentari, deputati e senatori, tramite lei, Presidente, che sanno già oggi, grazie a questa legge elettorale incostituzionale, di essere eletti e anche a quelli che ovviamente lo scopriranno. Io chiedo loro - e penso di non essere l'unica - di pensare, per ogni atto che produrranno, che firmeranno e che voteranno, prima di firmarlo e di votarlo, alle conseguenze che scaturiranno sulla pelle di cittadine e cittadini che vivono al di fuori di questo Palazzo. Sono cittadine e cittadini dimenticati, vessati e anche, spesso, umiliati dalle istituzioni. Un appello: non assecondate le dinamiche di palazzo per compiacere magari, a volte, i vostri leader e mantenere il posto. Piuttosto, riprendetevi il vostro ruolo, il ruolo di rappresentanti del popolo. È un appello non solo mio ma di chi non crede più nei partiti e il 25 settembre, purtroppo, ce ne accorgeremo. Rinnovo l'invito a essere meno uomini e donne di partito e più uomini e donne di Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Penso che gli errori li commettiamo tutti e io sono il primo a commettere errori. Però, a Frascati è accaduta una cosa che non sarebbe dovuta accadere. L'8 settembre è una ricorrenza molto importante per Frascati e per l'Italia intera perché l'8 settembre 1943, a poche ore dall'armistizio, c'è stato un bombardamento alleato che ha distrutto quella cittadina e ha causato 500 morti. Secondo il giornale ilmamilio, il giornale dei Castelli, in base a una notizia riportata il 7 settembre, per la ricorrenza dell'8 settembre era annunciata la presenza del presidente Tajani. Da diversi cittadini è stata riportata la presenza, purtroppo, durante la cerimonia presso il monumento ai caduti, della “vela elettorale” con la foto del candidato Antonio Tajani, che è candidato proprio in quel collegio uninominale. La presenza di questo manifesto elettorale penso che tutti la possiamo definire inopportuna. Capisco che questa sia una campagna elettorale anomala e anche combattuta, come deve essere la politica. Tuttavia, penso che quanto accaduto non sia stato rispettoso verso i caduti e le loro famiglie. Non voglio accusare nessuno ma ritengo che proprio una persona con grandissima esperienza politica, come il presidente Tajani, non debba cadere in questi errori, seppur commessi in buona fede, e ritengo che, quando si commettono errori, ci si debba scusare. Allora, mi permetto di lanciare un appello, se i fatti accaduti sono come riportati, a presentare opportune scuse verso i cittadini e le cittadine di Frascati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. In quest'ultima seduta della legislatura e in questo ultimo minuto che mi è concesso voglio intervenire per ricordare ancora una volta in quest'Aula Davide Bifolco. Sono già passati otto anni - la ricorrenza è solo di qualche giorno fa - dalla morte di Davide, un ragazzo di 16 anni che una notte, mentre era in scooter con i suoi amici, è stato ucciso da un carabiniere. Come tantissimi ragazzi che abitano nelle periferie delle nostre città, Davide è stato dimenticato dallo Stato già quando era in vita ed è stato poi giudicato con pregiudizi densi della più profonda ignoranza e del più becero classismo quando è avvenuta la sua tragica uccisione. Adesso credo che, dopo la sua morte, Davide non debba essere dimenticato ma debba essere sempre ricordato da tutte e da tutti e non solo dalla mia città e dal suo quartiere. Come se non fosse già dura da sopportare l'uccisione improvvisa di un ragazzo di 16 anni, che è morto per omicidio colposo e per imperizia nel maneggiare le armi, come ha stabilito la sentenza, l'alterazione irreversibile della scena del crimine non ha consentito né consentirebbe di risalire con sufficiente certezza alla posizione esatta dello sparatore e della vittima. C'è scritto anche questo nella sentenza. Non si è mai ritrovato il bossolo esploso, la maglietta che indossava Davide quella sera non è stata mai repertata e Davide è stato trasportato in ospedale ancora prima che potessero essere effettuati i rilievi. Ripeto quello che ho già detto una volta in quest'Aula: Davide ha pagato con la vita la condanna di essere un figlio delle periferie. Allora, in quest'ultimo giorno di questa legislatura voglio ricordare Davide Bifolco, non solo perché sono passati otto anni dalla sua morte ma soprattutto perché il nome di Davide deve continuare, oltre questa legislatura, a riecheggiare in quest'Aula, deve continuare ad essere ricordato e, con lui, devono esserlo tutte le domande che non hanno risposta (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE (M5S). Grazie, Presidente. Questa legislatura volge al termine e ciascuno farà le proprie valutazioni, ma c'è un dato che è oggettivo ed è gravissimo: la mancata approvazione al Senato della legge sull'ergastolo ostativo. È una macchia grande, un segnale devastante, una vergogna inaccettabile che, tra l'altro, vanifica il lavoro che abbiamo portato avanti qui per più di un anno alla Camera. Come MoVimento 5 stelle ce l'abbiamo messa tutta per salvaguardare i principi di quell'impianto normativo fortemente voluto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Proprio Falcone diceva: “Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni, non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi saremmo tutti bravi e irreprensibili”. Ecco, Presidente, agli anniversari delle stragi mafiose, tanti, tantissimi politici sono presenti, bravi e irreprensibili nel pronunciare parole, ma nel momento delle azioni, come l'approvazione della legge sull'ergastolo ostativo, quegli stessi politici si dileguano insieme alle loro parole. Nonostante questo, il MoVimento 5 Stelle guarda avanti e continuerà con le azioni a battersi contro le mafie e per la legalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV-IC'E'). Signor Presidente, in questo intervento ritengo di dover segnalare, come ho sempre fatto nel corso di questi lunghi anni di presenza tra questi banchi, un argomento che ritengo essenziale rispetto allo svolgimento degli ultimi dieci giorni della campagna elettorale. Ci troviamo di fronte a un'inquietante ombra che si è stesa su una serie ampia di Paesi, e forse anche sull'Italia, relativa a presunti finanziamenti russi nei confronti di partiti politici. Io non ho le prove, perché le attendiamo, ma ritengo che ci debbano essere più domande fatte sull'argomento e anche che il Copasir debba agire; so però che ci sono stati leader politici, in particolare il leader della Lega, che hanno, nel corso degli ultimi anni, fatto qualsiasi cosa per assecondare il delirio di potere che Putin rappresenta. Io so che si è messo una maglietta di Putin in Parlamento europeo dicendo che preferiva un Putin a due Mattarella, io so che ha dato seguito ad ogni iniziativa che cercava di stoppare le sanzioni, io so, come lo sanno tutti gli italiani, che ci sono partiti politici che - al di là di quelle che saranno le prove documentali rispetto alle quali rispettosamente aspettiamo che vi possano essere elementi chiarificatori - hanno scelto di stare da un'altra parte rispetto a quella che naturalmente il nostro Paese deve occupare a fianco oggi del popolo ucraino, a fianco di ogni dissidente, di ogni persona perseguitata, di ogni appartenente alla comunità LGBT, a fianco di ogni giornalista che ha pagato anche con la vita l'autocrazia di Putin. Ecco, io penso che questo debba essere un messaggio da recapitare in bottiglia alla prossima legislatura, ma che l'esigenza di chiarirlo sia fin da oggi per dirlo agli italiani (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gerardi. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GERARDI (LEGA). Presidente, mentre l'Aula va via via svuotandosi questo per me è l'ultimo intervento da questi banchi, banchi che spero di aver onorato in questi anni. Saluto quest'Aula con tanto orgoglio, orgoglio per i tanti provvedimenti che sono stati portati avanti, ma soprattutto per uno in particolare a me molto caro, come più volte ho ripetuto: il provvedimento sul codice rosso, un provvedimento che ha segnato l'inizio di un cammino per quanto riguarda la lotta alla violenza sulle donne, un tema, come ripeto, a me molto caro. Spero che nella prossima legislatura ci sia altrettanta sensibilità. Saluto quest'Aula con una speranza: che veramente si riesca a continuare quel cammino e non si rispolveri questo tema solamente all'occorrenza o soprattutto in virtù del 25 novembre; che finalmente si riescano a liberare queste aule di tribunale dove i processi vengono rimandati, rimandati e ancora rimandati per troppe volte, mentre il tempo scorre e sono anni che a queste persone non potranno più essere dati indietro. Anni di difficoltà, anni di soprusi e di sofferenza per famiglie intere, per figli e per genitori, che non vedono mai arrivare la fine di queste brutte faccende. Io tante volte ho parlato e ho sollevato questo problema e questo malessere, che purtroppo tanti di noi hanno vissuto e continuano a vivere soprattutto in questo periodo di pandemia, che ha tenuto molte volte le vittime in casa per troppo tempo con i carnefici. Io spero che finalmente i giudici, i tribunali e i magistrati si sveglino da questo punto di vista e si rendano conto che le cause non possono essere rimandate, che vanno trattate, che c'è bisogno di una giustizia giusta e di una pena certa. Questo è il mio saluto a quest'Aula e - ripeto - è una speranza: spero, infatti, che chi siederà su questi banchi sarà in grado di onorare questa brutta piaga e soprattutto di aiutare e lavorare per risolvere questo dolore che affligge tante famiglie. Grazie ancora per le battaglie unanimi fatte da tutti i colleghi. Faccio un in bocca al lupo a tutte noi, che affrontiamo i processi per troppo tempo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (IV-IC'E'). Grazie, signor Presidente. Durante questa legislatura in tanti interventi di fine seduta si sono ricordati più volte italiani e italiane che magari scomparivano in quei giorni, italiani che hanno reso grande il nostro Paese con la loro azione nelle arti, nell'impresa, nel lavoro, nella creatività e nell'inventiva. In questo ultimo fine seduta - io non sarò ricandidato e non parteciperò alla prossima Assemblea - auspico che il lavoro che noi abbiamo fatto per cercare di rendere migliore il nostro Paese, sostenendo le imprese, sostenendo la cultura, sostenendo chi fa innovazione e sostenendo tutti coloro che vogliono creare opportunità di lavoro per gli altri, continui anche nella prossima legislatura, affinché le storie e i ricordi di coloro che hanno reso grande il nostro Paese, che giocoforza ci saranno sempre, possano essere di ispirazione per i nostri giovani ad impegnarsi di più nella cosa pubblica, ad impegnarsi di più nel fare politica, nel fare impresa e nel creare opportunità per gli altri. Questo è un Paese che ancora troppo nei nostri giovani soffre di mancanza di speranza, di mancanza di visione verso il futuro e di disincanto. Noi abbiamo il dovere di legiferare, ma abbiamo anche il dovere di dare un esempio a tutti coloro che guardano a questo Parlamento come a un luogo dove si prendono decisioni e dove si imposta il futuro di una Nazione. Quindi, con il nostro esempio cerchiamo di fare il nostro meglio. Auspico, dunque, che questo venga fatto ancora nella prossima legislatura e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con noi in questa legislatura per fare il meglio possibile per il nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Questo è il mio ultimo intervento d'Aula e lo voglio dedicare alle occasioni perse di questa legislatura. Ci siamo preoccupati di fare una riforma sul taglio dei parlamentari pensando che quello fosse il più grande problema della nostra democrazia, quando invece il più grande problema della nostra democrazia è la partecipazione democratica. Quindi, questa è stata una legislatura dove sono state perse delle occasioni: è stata persa l'occasione di fare una riforma per consentire ai fuori sede di votare; non è stata fatta una riforma sulla cittadinanza, cioè una riforma della cittadinanza che permettesse a persone che sono effettivamente italiane di poter essere riconosciute nella loro identità e, quindi, anche di avere il diritto al voto, di votare per il Paese in cui sono nate e in cui sono cresciute; una riforma per estendere la firma digitale anche alla presentazione delle liste elettorali, per aumentare la partecipazione; soprattutto - me lo lasci dire - una riforma del voto all'estero. Proprio in questi giorni i nostri connazionali stanno votando e già arrivano le prime segnalazioni di persone che non hanno ricevuto il plico. È ancora possibile richiedere il duplicato, ma noi sappiamo benissimo che in ogni tornata elettorale all'estero c'è sempre qualche italiano che denuncia di non essere riuscito a votare perché non ha ricevuto il plico elettorale. Noi avremmo potuto fare una riforma del voto all'estero, per mettere in sicurezza quel voto per corrispondenza che non funziona. In Giunta abbiamo iniziato troppo tardi un'indagine conoscitiva sul tema, da cui è nato solo un ordine del giorno.

Per me è un peccato che non si sia data la dignità giusta al voto dei nostri connazionali, un voto che è molto depotenziato, specialmente per chi vive nella ripartizione Europa. Gli italiani che vivono all'estero hanno un peso politico molto inferiore rispetto a quello nazionale. Il loro voto non è sicuro e già la Corte costituzionale, nel 2017, rilevò delle criticità dal punto di vista dei requisiti di segretezza, libertà e personalità. Quindi, io mi auguro che la partecipazione democratica e la messa in sicurezza del voto dei nostri connazionali sia una priorità nel prossimo Parlamento (Applausi).

PRESIDENTE. La Camera sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 20,05.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ROBERTO PELLA E FABIO MELILLI (DOC. LVII-BIS, N. 6)

ROBERTO PELLA (FI). (Intervento in sede di discussione - Doc. LVII-bis, n. 6). Grazie Presidente, colleghi deputati, Il Gruppo di Forza Italia voterà a favore della relazione del Governo e, dunque, della proposta di scostamento di bilancio.

Siamo assolutamente favorevoli alla proposta per due ordini di motivi, il primo di natura tangibile, concreta, che riguarda l'andamento delle nostre vite quotidiane, e il secondo di natura contabile-finanziaria.

Il primo, come richiamato, riguarda il particolare momento economico che stiamo attraversando. L'aumento del costo del gas e l'aumento dell'energia elettrica, il forte rincaro dei materiali sono tutti elementi prodotti dalla guerra in Ucraina che stanno iniziando a mordere.

Sono arrivate maxi bollette che hanno colpito tutti indiscriminatamente: famiglie, imprese ed esercizi commerciali, enti pubblici, regioni, comuni, province all'indomani del primo giorno di scuola.

Il costo dell'energia è un tema essenziale per una nazione ricca di imprese come la nostra. Si rischia un disastro per le famiglie e per le imprese.

Nelle vetrine dei negozi, dei bar o dei ristoranti è ormai frequente imbattersi in fotocopie di queste bollette che gli esercenti affiggono per denunciare situazioni insostenibili e assolutamente non procrastinabili.

L'insieme di questi fattori produce un'impennata del costo della vita e conseguente inflazione. È dunque necessario intervenire con una nuova tranche di aiuti, farlo il prima possibile e farlo in fretta, una soluzione prospettata dal Presidente Berlusconi in ogni suo intervento di questi giorni.

Il secondo motivo, legato a quanto appena detto, è che l'inflazione produce un extra-gettito fiscale. Lo Stato incassa più Irpef, più Ires e, ovviamente, più Iva. Come riporta la relazione, il dato dei versamenti tributari del mese di agosto faceva segnare un aumento di entrate di circa 4 miliardi di euro.

Poiché si tratta di soldi che gli italiani sono costretti a versare in più e alla luce del fatto che il quadro tendenziale di finanza pubblica è in miglioramento, creando uno spazio fiscale e un margine su cui lavorare e tramite cui intervenire, per Forza Italia è doveroso e giusto ridistribuire queste risorse sotto forma di aiuti e sostegni.

A maggior ragione, siamo fermamente convinti che mettere in campo un nuovo decreto aiuti non produrrà nuovo debito, ma che i saldi e gli obiettivi individuati dall'ultimo Def rimarranno invariati.

Siamo altresì consapevoli che il nuovo incremento del saldo netto da finanziare per 13,6 miliardi che il Governo si appresta a varare - crediamo e speriamo nel giro di poche ore, come richiesto per primo dal Presidente Berlusconi - potrebbe non essere sufficiente.

Allo stesso tempo comprendiamo che in questo particolare momento, a dieci giorni dalle elezioni politiche, qualsiasi altra soluzione sarebbe di difficile attuazione, prestandosi a pretestuosi ricatti o lungaggini che finirebbero per minarne le finalità.

Purtroppo sappiamo tutti che l'autunno e l'inverno che ci aspettano saranno molto difficili e che spetterà al Governo che si formerà dopo le elezioni fare fronte all'emergenza, con gli strumenti che riterrà più opportuni.

Si tratterà di un Governo forte, che godrà finalmente del mandato popolare emerso dalle urne e che, siamo convinti, sarà chiaro e sarà ampio a favore del centrodestra.

Forza Italia ritiene che questo sia il primo problema da affrontare e cui dare una soluzione non appena il nuovo Governo sarà insediato e ha proposto, per esempio, un fondo monetario a cui arrivino finanziamenti dal sistema delle banche, a cui le imprese che distribuiscono energie possano attingere avendo dei tempi molto lunghi per la restituzione dei capitali.

Da ultimo mi permetto di fare un cenno a quanto si dovrà decidere in sede europea in merito ad un tetto al costo del gas che il Governo italiano propone da mesi. L' orientamento sembrerebbe, purtroppo, negativo e questo è un grande errore, un grandissimo errore.

Sembra di ritrovarci nei primi mesi del 2020 quando la pandemia colpiva, in Europa, solo l'Italia. Anche in quel momento ci furono Stati che si dimostrarono scettici su una sospensione del patto di stabilità, salvo poi cambiare radicalmente idea quando furono travolti da Covid-19 e dalle sue conseguenze sanitarie ed economiche, oltre che umane.

Sul gas e sul suo mercato non dobbiamo commettere lo stesso errore. Temporeggiare, adottare mezze misure, o imporre piani obbligatori di risparmio rischia di farci perdere tempo e aggravare il problema che, invece, dobbiamo affrontare subito e con estrema decisione. Vorrei richiamare in questa sede che lo scorso 8 marzo il Presidente Berlusconi, unitamente al nostro coordinatore nazionale Tajani, presentò un'interrogazione in sede di parlamento europeo sulle misure che si intendeva adottare contro lo shock energetico, a tutela di famiglie e imprese.

Ancora: il 9 settembre, ulteriori due interrogazioni parlamentari per chiedere la modifica del sistema ETS e l'utilizzo del Fondo per la transizione a sostegno dell'autotrasporto. L'Europa non può restare sorda ancora di fronte al rischio forte di chiusure di imprese e di una povertà dilagante, in un contesto di guerra e di ripresa che, purtroppo, ancora una volta, ha subito una battuta d'arresto anche negli indici di fiducia pubblicati proprio in questi giorni. Concludendo, Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo Forza Italia — Berlusconi Presidente alla richiesta di scostamento.

FABIO MELILLI (PD). (Intervento in sede di discussione - Doc. LVII-bis, n. 6). È passato poco più di un mese da quando il Governo presentò al Parlamento una relazione con la quale chiese alle Camere di attivare la procedura prevista dall'art. 6 della legge 243 del 2012 secondo la quale gli scostamenti temporanei del saldo strutturale dagli obiettivi programmatici sono consentiti esclusivamente in caso di eventi eccezionali.

Le ragioni della richiesta di allora non si discostano sostanzialmente dalle motivazioni che ci illustra il Governo nella relazione di oggi.

Il perdurare dell'incremento dell'inflazione, che forse con una dose un po' eccessiva di ottimismo in molti definirono solo come un fatto transitorio e che invece oggi ci dà segnali diversi e avremmo bisogno di una riflessione forse più approfondita degli effetti che sta determinando e può ancora determinare sulle famiglie e sulle imprese.

E poi la situazione di crisi a livello internazionale e gli effetti da essa determinati sui prezzi dell'energia e delle materie prime.

Nel comparare però le due relazioni balza agli occhi una differenza: mentre era citata nella precedente relazione la pandemia, oggi essa non è tra le ragioni che il Governo adduce per chiedere al Parlamento l'approvazione della relazione.

La mancanza del riferimento al Covid può anche essere un segno di ottimismo verso il consolidamento di una stagione di normalizzazione resa possibile dalle eccellenti azione di questo e dei precedenti governi che evidentemente si è voluta sottolineare. A noi ha destato una preoccupazione che poi nella parte finale il Governo colma facendo esplicito riferimento alla necessità di interventi in Sanità e a favore degli enti locali.

Al di là di questa differenza restano comunque intatte le ragioni dell'incertezza sulle prospettive dell'economia mondiale anche a causa delle perduranti tensioni sui mercati delle materie prime causate anche dal deterioramento della situazione internazionale e dal perdurare del conflitto generato dalla invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

Per contrastare tale congiuntura negativa l'approvazione da parte del Parlamento a luglio della precedente relazione ha consentito al Governo di porre in essere misure di contrasto a favore di famiglie ed imprese attraverso il decreto aiuti che oggi questa camera ha approvato e di cui si è discusso in quest'aula.

L'approvazione oggi della nuova relazione consentirà al Governo di intervenire nuovamente e siamo certi che lo farà tempestivamente, con un ulteriore provvedimento d'urgenza teso ad alleviare i costi determinati dalla crisi.

Oltre alle disponibilità finanziarie che il Governo intende reperire anche attraverso la razionalizzazione degli stanziamenti del bilancio dello Stato e quelli relativi ai maggiori profitti derivanti dall'aumento dei prezzi derivanti dalla vendita dell'energia, il Governo chiede l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento per ulteriori 6,2 miliardi in termini di fabbisogno e indebitamento netto con la conseguente possibilità di incrementare il saldo netto da finanziare di 13,6 miliardi.

Al di là della scelta, che il PD sostiene convintamente, credo sia opportuno sottolineare l' atto di fiducia che ci apprestiamo a compiere nei confronti del Governo che, nel dichiarare che l'utilizzo delle maggiori risorse non produce, a differenza di luglio, un peggioramento dei saldi programmatici per il 2022 e gli anni successivi e non modifica il piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, certifica, ed è un fatto di estrema rilevanza, che la previsione di crescita del nostro PIL nel 2022 resta identica a quella prevista dal DEF. Tutto ciò come ci ricorda l'UPB, potrà essere certificato nella prossima NADEF ma si può già da ora apprezzare la positività delle scelte compiute che oggi consentono al Paese di disporre di nuove risorse senza che ciò determini la necessità di severi percorsi di rientro.

Una sola cosa credo sia opportuno sottolineare, il Governo, come afferma, si appresta a razionalizzare gli stanziamenti previsti dal bilancio dello Stato. Ebbene sì questa operazione il PD chiede che si faccia attenzione ai capitoli di bilancio che andranno "razionalizzati".

Sarà opportuno che si eviti di incidere sui capitoli che riguardano la spesa sociale e tutto ciò che sostiene le famiglie in difficoltà. E lo dico perché questo decreto non sarà esaminato da questa Assemblea ma sono certo che i ministri del PD nel Governo sapranno difendere scelte che anche il parlamento hanno compiuto in questi anni a favore delle marginalità e delle fragilità sociali.

Mi consentirà, Presidente, di condividere la fermezza con la quale il Governo ha resistito agli appelli agli scostamenti che si sono susseguiti di palco in palco in campagna elettorale, abbiamo tutti la consapevolezza delle difficoltà del paese e chiediamo al Governo di fare presto e bene ma abbiamo identica consapevolezza che sarebbe irresponsabile che il paese dia segnali che minerebbero la credibilità così faticosamente conquistata e soprattutto ci farebbero scivolare lungo sentieri, in tema di sostenibilità del debito, già visti nel passato.

La scelta allora resta quella di concentrare tutte le risorse possibili verso chi più di altri soffre la crisi siano esse imprese o famiglie. Ci auguriamo che il Governo faccia presto e bene nella individuazione dell'allocazione delle risorse.

Ci aiuta in questo la stessa previsione delle norme vigenti dove si richiama la necessità di indirizzare le risorse ai soggetti più duramente colpiti dalla crisi. Quando abbiamo affrontato l'emergenza economica e sociale determinata dalla pandemia, scegliemmo di privilegiare la velocità di attuazione delle misure messe in campo, rispetto alla puntualità degli interventi.

Avevamo bisogno che le risorse arrivassero delle tasche dei cittadini e delle imprese il più presto possibile e ciò anche a discapito della precisione degli interventi e fu una scelta saggia. Ora è invece necessario che le misure che verranno adottate siano puntuali ed indirizzate a chi è colpito di più dalla crisi.

Il caro energia va fermato subito per aiutare a pagare le bollette già arrivate ed evitare che ce ne siano altre. Per questo le proposte di intervento avanzate dal PD al Governo in vista del nuovo Decreto Aiuti vanno in più direzioni e sono mirate ad attenuare le ripercussioni della crisi. Innanzitutto, rafforzando le forme di tutela delle famiglie più fragili. In primo luogo, il Governo deve farsi carico di finanziare i costi di un tetto nazionale al prezzo dell'energia elettrica, imponendo un regime di prezzi amministrati per 12 mesi. In secondo luogo, il PD pensa che lo Stato debba dare un segnale forte, andando incontro ai soggetti più vulnerabili.

Ciò, attraverso una "Bolletta della luce sociale": ossia favorendo contratti ad hoc per le famiglie e le piccole imprese in maggiore difficoltà, abbattendo fortemente i costi della materia energetica ormai alle stelle. In terzo luogo, è necessario lavorare sul raddoppio del credito di imposta già previsto in favore di tutte le imprese, ivi comprese quelle energivore.

Ma non solo, anche imponendo per legge alle grandi compagnie di gestione e distribuzione dell'energia di consentire a famiglie e imprese di rateizzare sempre le proprie bollette, concedendo la dilazione anche in presenza di altre rateizzazioni già concesse. Perché ancora oggi uno dei temi più importanti è quello della liquidità.

Mentre i benefici del credito di imposta saranno percepiti tra mesi e mesi, oggi migliaia di aziende rischiano di chiudere definitivamente perché non dispongono di risorse fresche per pagare materialmente le loro bollette. In quarto luogo, un piano di risparmio energetico per contenere i consumi e favorire l'autosufficienza energetica nel breve e nel lungo periodo. Infine, la sfida più importante di tutte: un tetto europeo al prezzo del gas.

Una misura urgente e indispensabile verso cui è necessario far convergere gli sforzi di tutti gli Stati membri.

Come in altre occasioni anche in questa non si esce dalla crisi da soli, una crisi come quella che stiamo vivendo, piena di rischi sia sul fronte della coesione sociale che sul fronte della tenuta del sistema industriale richiede risposte rapide ed efficaci soprattutto a livello Europeo, dal tetto al prezzo del gas su cui non si può attendere ancora, all'adeguamento degli indici della borsa di Amsterdam, al disaccoppiamento, alle scelte comuni per sostenere la liquidità delle imprese al rafforzamento del sistema di garanzia rispetto all'oscillazione dei prezzi.

Ancora una volta l'Europa resta la soluzione e come per il Covid e per l'Ucraina noi abbiamo bisogno di un Europa che sappia decidere bene e presto.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Pollastrini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 10, 11 e 12 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 28 e 29 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 49 la deputata Serracchiani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 50 il deputato Dal Moro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 51 la deputata Ehm ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 51 i deputati Napoli, Sessa e Tiramani hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 53 il deputato Caiata ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 3704-A - EM. 1.2 387 384 3 193 67 317 61 Resp.
2 Nominale EM. 1.10 396 353 43 177 25 328 61 Resp.
3 Nominale EM. 2.1 398 395 3 198 66 329 61 Resp.
4 Nominale EM. 3.2 406 365 41 183 28 337 61 Resp.
5 Nominale EM. 3.1 407 347 60 174 13 334 61 Resp.
6 Nominale ART. AGG. 5.01 E 5.0102 415 376 39 189 31 345 57 Resp.
7 Nominale EM. 6.1 405 370 35 186 28 342 57 Resp.
8 Nominale ART. AGG. 6.01 418 378 40 190 26 352 57 Resp.
9 Nominale EM. 7.3 411 403 8 202 59 344 57 Resp.
10 Nominale EM. 7.1 409 367 42 184 24 343 57 Resp.
11 Nominale ART. AGG. 7.01 417 414 3 208 64 350 58 Resp.
12 Nominale ART. AGG. 7.02 422 419 3 210 65 354 57 Resp.
13 Nominale ART. AGG. 7.03 409 402 7 202 60 342 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ART. AGG. 8.0100 406 403 3 202 67 336 57 Resp.
15 Nominale EM. 9.1 416 377 39 189 30 347 58 Resp.
16 Nominale ART. AGG. 9.0100 414 410 4 206 31 379 57 Resp.
17 Nominale ART. AGG. 11.01 418 375 43 188 31 344 57 Resp.
18 Nominale EM. 13.1 394 390 4 196 59 331 57 Resp.
19 Nominale EM. 16.2 411 371 40 186 24 347 57 Resp.
20 Nominale EM. 16.1 412 375 37 188 23 352 58 Resp.
21 Nominale EM. 18.1 416 374 42 188 24 350 57 Resp.
22 Nominale ART. AGG. 20.01 419 375 44 188 22 353 57 Resp.
23 Nominale ART. AGG. 20.02 411 404 7 203 60 344 57 Resp.
24 Nominale ART. AGG. 20.03 415 372 43 187 24 348 57 Resp.
25 Nominale ART. AGG. 20.04 418 410 8 206 62 348 57 Resp.
26 Nominale ART. AGG. 23-TER.01 417 403 14 202 60 343 57 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ART. AGG. 23-TER.04 420 417 3 209 69 348 57 Resp.
28 Nominale EM. 24.1 409 369 40 185 26 343 57 Resp.
29 Nominale EM. 24.3 411 370 41 186 28 342 58 Resp.
30 Nominale EM. 24.4 417 375 42 188 24 351 58 Resp.
31 Nominale ART. AGG. 24.01 417 373 44 187 41 332 57 Resp.
32 Nominale ART. AGG. 24.02 404 362 42 182 26 336 58 Resp.
33 Nominale ART. AGG. 25.02 408 363 45 182 21 342 57 Resp.
34 Nominale ART. AGG. 25.0100 391 382 9 192 89 293 57 Resp.
35 Nominale EM. 27.1 399 394 5 198 26 368 58 Resp.
36 Nominale ART. AGG. 27.01 399 390 9 196 40 350 58 Resp.
37 Nominale EM. 30.1 387 380 7 191 35 345 58 Resp.
38 Nominale ART. AGG. 30.0100 406 403 3 202 31 372 58 Resp.
39 Nominale EM. 31.1 394 351 43 176 23 328 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ART. AGG. 33.01 395 335 60 168 75 260 58 Resp.
41 Nominale EM. 33-TER.1 394 342 52 172 30 312 58 Resp.
42 Nominale ART. AGG. 33-QUATER.02 398 353 45 177 24 329 57 Resp.
43 Nominale ART. AGG. 33-QUATER.03 390 351 39 176 29 322 57 Resp.
44 Nominale ART. AGG. 36.01 394 389 5 195 23 366 57 Resp.
45 Nominale ART. AGG. 37.02 404 360 44 181 22 338 56 Resp.
46 Nominale ART. AGG. 38.01 408 357 51 179 24 333 56 Resp.
47 Nominale ODG 9/3704-A/16 375 355 20 178 339 16 55 Appr.
48 Nominale ODG 9/3704-A/23 382 337 45 169 321 16 55 Appr.
49 Nominale ODG 9/3704-A/24 RIF. 368 352 16 177 337 15 55 Appr.
50 Nominale ODG 9/3704-A/25 369 362 7 182 351 11 55 Appr.
51 Nominale ODG 9/3704-A/42 368 350 18 176 338 12 55 Appr.
52 Nominale ODG 9/3704-A/45 RIF. 370 359 11 180 345 14 55 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 55)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/3704-A/47 364 315 49 158 302 13 55 Appr.
54 Nominale DDL 3704-A - VOTO FINALE 380 335 45 168 322 13 36 Appr.
55 Nominale RIS. 6-229 373 372 1 316 372 0 33 Appr.