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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 732 di martedì 26 luglio 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 13.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 104, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 13,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Oggi è il giorno n. 26 da quando i lavoratori fragili hanno iniziato a rischiare la vita e i dati della diffusione del COVID e delle varianti Omicron sono in costante crescita. Come i Ministri Brunetta e Orlando sanno, sono venute a mancare le tutele per i lavoratori fragili. Vorrei leggervi un messaggio, tra i tantissimi, che ci è giunto da una cittadina che segue questo dibattito sui lavoratori fragili: “Il 31 luglio 2022 finirà persino la sorveglianza sanitaria eccezionale per i lavoratori fragili. Ci sentiamo abbandonati e spaventati dal futuro per noi sempre più incerto”. Grazie Daniela. Se il Governo non prorogherà la sorveglianza sanitaria eccezionale, con il parere del medico competente per le persone fragili, fino al 31 dicembre 2022, nel prossimo “decreto Agosto”, provvederò ad emendare in tal senso. Credo che il Governo debba essere maggiormente responsabile o meglio che debbano esserlo le forze politiche, espressione dei Ministri che compongono il Governo dimissionario, perché sulla questione dei lavoratori fragili si deve decidere chiaramente ed informare i cittadini. Sì o no alla proroga al 31 dicembre 2022?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Svolgo un intervento sullo stesso argomento dell'onorevole Dall'Osso, che ormai ci vede uniti in questo binomio, giorno dopo giorno, nel ricordare e nel sollecitare il Governo ad intervenire sulla questione dei lavoratori fragili. Ho scritto lettere a tanti Ministri: al Ministro Orlando, al Ministro Speranza, al Ministro Brunetta e al Ministro Guerini; mancano il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica per chiudere il cerchio. Allora, senza scrivere, faccio un appello che rivolgo anche ai colleghi: si tratta - come ha già ben spiegato l'onorevole Dall'Osso - di una battaglia di civiltà che tutti i partiti dovrebbero condividere e, pertanto, occorre spingere il Governo ad accettare questa proroga fino al 31 dicembre 2022. In merito a tale questione, l'onorevole Dall'Osso ha riportato una lettera, ma, in realtà, a me ne sono arrivate altrettante, evidenziando lo stesso problema, con i dirigenti che non firmano, addirittura con i medici preposti che non firmano per paura. Paura di cosa? Stiamo parlando di gente che vuole lavorare in sicurezza, che vuole lavorare da casa, di persone che hanno difficoltà oggettive a recarsi non sul posto di lavoro, ma all'interno del posto di lavoro per la mancanza di quella sicurezza sanitaria che poi è dimostrabile attraverso tutti gli organi di stampa. Vediamo benissimo qual è la situazione, ma non solo attraverso gli organi di stampa: ce lo dice lo stesso Governo, lo hanno detto il sottosegretario Sileri e lo stesso Ministro Speranza. Io e l'onorevole Dall'Osso continuiamo a fare questo appello, ma mi auguro che potremo smetterla da domani mattina, perché il Governo accoglierà le nostre richieste. In caso contrario, saremo costretti a portarlo avanti per loro, per una battaglia di civiltà, come ho detto, poiché ritengo che questa proroga sia un loro diritto, ma, soprattutto, dovere di questo Governo attuarla nel minor tempo possibile (Applausi).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13,25. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,07, è ripresa alle 13,25.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2469 - Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 3634-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, 3634-A: Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021.

Ricordo che nella seduta del 25 luglio si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili non possono essere ripresentati in Assemblea (e - ove ripresentati - non sono pubblicati).

Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili, gli emendamenti già presentati presso la Commissione ma in quella sede ritirati o decaduti per assenza del presentatore.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della V Commissione (Bilancio) reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è in distribuzione, e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Comunico, altresì, che la Presidenza, sulla base del medesimo parere espresso dalla V Commissione (Bilancio), non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: 26.1 D'Ettore e 26.2 Vallascas.

Avverto che fuori della seduta è stato ritirato l'articolo aggiuntivo Magi 9.01.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Nardi. Ne ha facoltà.

MARTINA NARDI, Presidente della X Commissione. Grazie, signor Presidente. Approfitto ora del momento in cui i colleghi stanno entrando, per non sottrarre poi tempo alla discussione, al dibattito e alla votazione su questo provvedimento molto importante, per ringraziare sinceramente per il lavoro che si è svolto in Commissione, una Commissione che ha dovuto lavorare con i trambusti della politica e con le vicissitudini che sono ormai a noi tutti noti. Però, ha saputo lavorare con passione e con determinazione fino all'ultimo giorno, mettendo insieme idee diverse e anche proposte diverse con un'unica consapevolezza, da parte dei deputati e delle deputate, quella di rappresentare gli interessi del Paese. Questo provvedimento, che riguarda la concorrenza e il mercato è infatti funzionale a ottenere i fondi del PNRR. Con questA determinazione e consapevolezza, tutti i deputati, di maggioranza e di opposizione, hanno con passione e protagonismo affrontato i grandi nodi su cui eravamo chiamati ad esprimerci.

Sempre approfittando di questo frangente e di questo momento, ringrazio personalmente anche il Governo - che ieri ha a sua volta ringraziato per il lavoro svolto in Commissione – perché, in maniera particolare con la presenza del senatore Pichetto Fratin, ha saputo governare anche le relazioni sia interne alla maggioranza sia tra maggioranza e opposizione. Ringrazio, infine, i relatori, che appartengono a due schieramenti politici che molto probabilmente si confronteranno nella prossima tornata elettorale, osservando che entrambi hanno costruito una proposta, che quest'oggi saremo tutti chiamati a votare, che ha tenuto insieme le grandi questioni e problematiche del Paese.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore, onorevole Benamati, ad esprimere il parere sull'emendamento 2.500 della V Commissione (Bilancio).

GIANLUCA BENAMATI, Relatore. Grazie, Presidente. Parere favorevole sull'emendamento 2.500 della V Commissione (Bilancio).

PRESIDENTE. Il Governo?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice, onorevole Saltamartini, ad esprimere il parere.

BARBARA SALTAMARTINI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 3.1 e 3.2 Vallascas, formulo un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Vice Ministro Pichetto Fratin?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Parere conforme.

PRESIDENTE. Allora, non vedo segnali sull'invito al ritiro, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo 3.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Fratelli d'Italia voterà in modo convintamente contrario su questo articolo; anzi, facciamo un appello a tutti i deputati, indistintamente, perché esprimano un voto contrario sull'articolo 3 e lo facciamo segnatamente a tutti quei parlamentari che rappresentano il loro territorio, gli 8 mila chilometri di costa italiana. Sarà un'operazione di giustizia, un'operazione per fermare un danno all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Deve essere chiaro: bocciare questo articolo significa compiere un'azione di giustizia e lo stop a un danno conclamato al sistema economico italiano. L'abbiamo fatto sull'articolo 10, grazie a Fratelli d'Italia, ma anche alle forze del centrodestra, e lo dobbiamo fare anche su questo articolo, la ratio è la stessa. Non possiamo compiere un'ingiustizia di questo tipo.

Il documento del PNRR non cita mai la questione balneare come impeditiva all'accesso delle risorse del PNRR; cita le autostrade, cita altri settori, cita le concessioni idroelettriche – incredibilmente, cita le concessioni idroelettriche -, ma non cita il balneare e, quindi, basta con la menzogna che non approvare questo articolo sulle concessioni balneari impedirebbe l'accesso alle risorse del PNRR! Non ci nascondiamo dietro una menzogna! L'articolo 3 si basa su presupposti falsi di applicazione della Bolkestein, su scarsità di risorse mai verificate, sul fatto che si applica a beni e non a servizi! È un falso generale; si basa su sentenze del Consiglio di Stato che abbiamo contestato, come Fratelli d'Italia, perché assolutamente debordanti le competenze di un organo di giustizia amministrativa! Le Camere non possono accettare che sia un organo di giustizia amministrativa a legiferare in proprio luogo, anche questo non ce lo possiamo dimenticare.

Mettiamo in ginocchio 30 mila aziende, questo dobbiamo dircelo chiaramente: non è possibile mettere un'eccellenza economica italiana in ginocchio, sulla base di questi presupposti, che non ha legiferato il Parlamento, che si recepisce una direttiva Bolkestein in modo assolutamente contraddittorio. Sono verità che ci dobbiamo dire assolutamente. Dopo i balneari si passerà agli ambulanti, come si è già tentato di fare sui taxi. Dobbiamo dire un “no” chiaro.

Allora, l'appello che Fratelli d'Italia fa a tutti i colleghi, a tutti i deputati, è di considerare queste questioni, di mettere un fermo; lo possiamo ancora fare, non ci diciamo che lo faremo in futuro, perché in futuro, probabilmente, questa possibilità non sarà data a nessuno. È oggi, è ora; Fratelli d'Italia si esprime con un voto contrario e vogliamo vedere, francamente, quanti deputati, dopo tante affermazioni, magari faranno altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore, onorevole Benamati ad esprimere il parere.

GIANLUCA BENAMATI, Relatore. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 4.1 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.2 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.3 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.4 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.5 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.6 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.7 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.8 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 4.9 Raduzzi…

PRESIDENTE. Quindi, tutti pareri contrari.

GIANLUCA BENAMATI, Relatore. Esatto, tutti contrari.

PRESIDENTE. Perfetto, così siamo ancora più veloci. Per il relatore, i pareri sono tutti contrari sugli emendamenti proposti dai colleghi all'articolo 4.

PRESIDENTE. Vice Ministro Pichetto Fratin?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1 Vallascas.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Solo per segnalare l'emendamento in questione, dove parliamo di concessioni marittime. In questo articolato, riteniamo molto importante inserire il Ministero della Cultura per il parere sulle concessioni, perché abbiamo – lo ricordo - un grandissimo patrimonio culturale e, quindi, non capiamo perché il Ministero della Cultura sia assente all'interno di questo articolo. Non solo. Chiediamo anche che sia previsto un principio di rotazione delle concessioni che, in questo punto dell'articolo, non è previsto; chiediamo, inoltre, che si favoriscano le piccole e medie imprese, inserendo il parametro ISEE, perché sappiamo benissimo che le PMI sono l'ossatura portante del nostro tessuto produttivo italiano.

Chiediamo, inoltre, che sia previsto – qui non ce n'è indicazione - un limite di durata temporale delle stesse concessioni. Infine, elemento molto importante, chiediamo che ci sia un limite di concessioni, per evitare che le grandi aziende, in qualche modo, possano acquisire chilometri e chilometri di spiagge e di costa a danno delle piccole e micro imprese. Quindi, chiedo al Governo di rivalutare questo emendamento e di dare un parere favorevole.

PRESIDENTE. Non vedo segnali da parte del Vice Ministro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). La ringrazio, Presidente. Vorrei spiegare perché sarà necessario votare su questo complesso di emendamenti e, quindi, faccio un intervento complessivo, come ha fatto il mio collega Vallascas. È incomprensibile, da un certo punto di vista, la fretta con la quale vuole essere approvato questo disegno di legge sulla concorrenza, che, più che tutelare e proteggere la concorrenza, vorrebbe far male alle nostre piccole e medie imprese ovvero al tessuto produttivo italiano. Ed è ancora più incomprensibile che si votino questi emendamenti con questa semplicità da parte di quest'Aula, come se si volesse chiudere al più presto questa parentesi, non accorgendosi di ciò che stiamo facendo al nostro Paese e siamo anche in tempo - ahimè – di campagna elettorale.

Quindi, abbiamo una differenza abissale tra quello che stiamo votando qui e quello che i vari leader di partito stanno affermando fuori da quest'Aula. Un'ipocrisia che dovrebbe essere denunciata…

PRESIDENTE. Onorevole, aveva 1 minuto, siamo a 1 minuto e 20.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). …ma che, ovviamente, difficilmente potrà essere denunciata a causa del nostro sistema mediatico informativo, in primis la Rai, ormai militarizzato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.7 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.8 Vallascas, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.9 Raduzzi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.10 Colletti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.11 Colletti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per dire che voteremo convintamente contro l'articolo 4. Gli articoli 3 e 4 sono la vera dichiarazione di fallimento di questo provvedimento, lo abbiamo già detto durante i lavori della Commissione, l'abbiamo ribadito ieri in discussione generale e lo sottolineiamo di nuovo oggi.

Sono un fallimento nella forma e nella sostanza: nella forma perché, come abbiamo già avuto modo di dire, anche questo provvedimento, che non è segnato dalla cinquantaseiesima fiducia, di fatto non ha rispettato i due rami del Parlamento. Infatti, si sono inventati una modalità per cui alcuni articoli sono stati discussi al Senato e altri sono stati discussi alla Camera. Sugli articoli 3 e 4, che riguardano i balneari - e quindi capite la loro importanza - si è discusso solamente al Senato; alla Camera non si è potuto discutere. La nostra leader Giorgia Meloni aveva presentato un emendamento soppressivo di questi articoli: è stato rigettato. È evidente che questa forza politica ha provato in tutti i modi a tutelare i balneari, senza “se” e senza “ma”, senza nessuna ambiguità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo abbiamo fatto con chiarezza, lo abbiamo fatto dall'inizio alla fine del provvedimento.

Vorrei dire, rispetto alla sostanza di questo articolo, come ho affermato anche ieri, che concorrenza, in economia, è quella condizione nella quale più imprese competono con pari diritti legali sul medesimo mercato. E noi ribadiamo che qui non stiamo andando a competere con pari diritti legali sul medesimo mercato. Voi dite che è l'Europa che ci chiede di fare questa cosa, ma il signor Bolkestein, quando venne in un congresso alla Camera, disse che non si riferiva ai balneari quando ha emanato questa direttiva. Quindi, diciamo che questo è uno strumento che viene utilizzato per espropriare una ricchezza nazionale.

E, allora, rivolgo un appello ai colleghi: dal momento che questo sarà probabilmente uno degli ultimi atti, facciamo sì che non sia uno degli ultimi furti ai danni della nostra economia nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Impediamolo! Leggevo stamattina sulle pagine dei giornali che il segretario del Partito Democratico invitava a non fare campagna elettorale sulle spiagge. All'inizio non ho capito, poi mi si è accesa una lampadina: forse non vuole andare sulle spiagge perché teme di dover spiegare come mai vota contro questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Forse non volete andare a fare campagna elettorale sulle spiagge perché temete di dover giustificare il voto contrario a questo articolo. Quindi, noi voteremo in maniera contraria a questo articolo e andremo sulle spiagge a fare campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia ritiene essenziale chiarire una volta di più e una volta ancora la posizione che viene assunta nei confronti di quella vicenda denominata appunto applicazione della direttiva Bolkestein su beni e servizi, la cui portata realizzativa rischia di smantellare un'intera filiera e un settore produttivo attualmente gestito da imprenditoria nazionale, che ha saputo realizzare e creare, tramite la valorizzazione di quegli ambiti, di quei territori, di quelle aree, una capacità industriale che non era presente prima che queste stesse persone, con la loro ingegnosità e con la loro operosità, potessero effettivamente dar corso a questo tipo di ricchezza. È bene conoscere, per chi ha soltanto anche in mente le riviere della nostra costa, che sono evidentemente coincidenti con i confini nazionali in larga parte, per l'80 per cento del nostro confine nazionale, che quelle aree non erano aree in una qualche maniera connotate da una produttività economica, e che lo sono divenute esclusivamente grazie all'applicazione e alla capacità di quelle persone di valorizzarle, creando servizi, creando evidentemente beni che fossero funzionali alla ricchezza dei territori.

In questa azione, che successivamente si è dispiegata da parte dell'Unione europea, con l'applicazione della direttiva che lo stesso attuatore, lo stesso realizzatore ha riconosciuto non potersi applicare alle nostre coste e alle attività che sulle stesse si svolgono, si è voluto provare e cercare, in maniera inusitata, di appropriarsi, con una sorta di esproprio, di quelle attività, attività che oggi, se valgono, valgono proprio in ragione di questo tipo di sacrificio compiuto da imprese familiari, e che oggi, se dovessero trovare un'applicazione con le modalità che larga parte di questa maggioranza vuole effettivamente realizzare, con la connivenza del Governo, eterodiretti evidentemente da alcuni ambienti della comunità europea, subirebbero un esproprio per metterle in mano a soggetti che non svolgerebbero un'attività di servizio per il territorio, ma a multinazionali - questo è il rischio concreto - che depriverebbero anche dell'elargizione di servizi la stessa utenza, perché è ovvio che la cura, l'attenzione e la dedizione che viene riposta nella gestione di un'attività balneare da parte di chi l'ha costruita e la gestisce quotidianamente, e che punta sulla qualità dei servizi, è cosa diversa da chi, invece, magari a centinaia o migliaia di chilometri di distanza, la deve eterodirigere con qualche inserviente o con qualche lavoratore che non ha, nella capacità di cura della clientela, quell'attenzione che, invece, chi oggi è presente su quelle attività può dedicare.

Questo inevitabilmente riverbera un effetto su tutta la filiera del turismo, su tutta la filiera, che ripercuote nei suoi effetti anche un danno economico considerato che, come è ben noto, il 13 per cento del nostro prodotto interno lordo è collegato al settore turismo, ed è chiaro che l'attività di promozione e di offerta dei servizi sulla costa è evidentemente centrale. Ed è per questo che noi siamo schierati con determinazione a fianco di queste imprese e di queste attività. Riteniamo necessario andare oltre questa previsione normativa, che è di discendenza comunitaria, senza ragione, anche in considerazione di un'ultima valutazione dirimente, a nostro modo di vedere: quelli sono confini nazionali, e metterli a bando, senza alcun tipo di distinzione, rischia di portare in capo a soggetti stranieri la tutela delle nostre coste. Questo non può essere realizzato ed è anche per questo che riteniamo che l'interesse nazionale coincida con l'interesse dell'imprenditoria familiare che ha connotato e ha consentito a queste aree e a queste realtà di divenire un'eccellenza italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 5, invito la relatrice ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 5.

BARBARA SALTAMARTINI , Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, sugli emendamenti 5.1 e 5.2 Colletti.

PRESIDENTE. Vice Ministro Pichetto Fratin?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1 Colletti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, vorrei comprendere le motivazioni che hanno portato la relatrice e il Governo a esprimere parere contrario. Noi, con questo emendamento, cerchiamo di mettere ancora più ordine e ancora più concorrenza nel settore delle concessioni balneari, mettendo, quando ci dovessero essere le aste - ma sinceramente non la vedo così certa, la cosa - almeno un limite quantitativo al numero delle concessioni che si possono accaparrare singole società. Ovvero, noi di Alternativa vorremmo francamente evitare che possa arrivare una società italiana o anche straniera e possa accaparrarsi, ad esempio, 30 o 50 concessioni balneari. Il settore delle concessioni balneari è costituito al 99 per cento di piccole e micro imprese, di imprese familiari, e noi, stabilendo un limite quantitativo di almeno 2 concessioni sul territorio nazionale, vogliamo ancor più tutelare le piccole imprese locali, quel tessuto produttivo che è necessario, perché uno dei rischi principali sarà anche quello di vedersi multinazionali che faranno profitto attraverso beni pubblici e che, però, espatrieranno il loro profitto all'estero, quindi magari negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in altri Paesi stranieri, senza far vivere al nostro Paese l'esito del profitto di quelle attività che, da un punto di vista storico e culturale, fanno parte del nostro turismo ormai da decenni.

Quindi, non mi aspetto solo un parere contrario da parte del Governo o dal relatore, ma mi aspetto che almeno i partiti si prendano la responsabilità di spiegare perché sono contrari a mettere un limite massimo quantitativo di 2 concessioni per ogni società, a livello nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere, a nome del gruppo Manifesta, l'emendamento del collega Colletti.

PRESIDENTE. D'accordo, può anche venire direttamente al banco della Presidenza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 5.2 Colletti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, con questo emendamento, noi di Alternativa intendiamo tutelare delle specificità territoriali, che comprendono, in particolare, la costa adriatica, e quindi ovviamente la mia regione di residenza, l'Abruzzo, ma anche il Molise e anche la Puglia. In queste regioni, ma in altre regioni adriatiche esistono strutture simili, ci sono, non dico centinaia, ma all'incirca tra i 30 e 50 trabocchi, ovvero strutture costruite dai pescatori e attaccate alla costa, quindi molto prossime alla costa; strutture totalmente in legno; strutture in un certo senso ecosostenibili; strutture che fanno parte della cultura in questo caso abruzzese, ma anche pugliese; strutture che sono state citate in numerose opere letterarie italiane; strutture che fanno parte del nostro turismo e del nostro modo di essere.

La questione principale è che, ad esempio, molte di queste strutture sono tutelate dalla sovrintendenza. Cosa potrebbe succedere qualora ci dovesse essere una nuova concessione? La nuova concessione non potrebbe riguardare la struttura, ma noi ci troveremmo a dover quasi cancellare o distruggere un trabocco, che non potrà essere cancellato perché tutelato dalla sovrintendenza. Ci sono qui, in quest'Aula, altri colleghi che sono stati eletti in Puglia, in Molise, ma soprattutto in Abruzzo, e mi rivolgo soprattutto a questi colleghi.

Ho provato a mettere insieme un gruppo, ormai da mesi e mesi, sin da quando si discuteva delle concessioni balneari, per inserire la specificità dei trabocchi. E, allora, chiedo ai colleghi che, come me, sono stati eletti in Abruzzo di non abbandonare la propria regione, di non abbandonare il proprio popolo e almeno di spiegare perché, secondo loro, i trabocchi non devono essere tutelati nella loro specificità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Quanto si rileva nell'intervento dell'onorevole Colletti è un dato di realtà, perché il legislatore - e, a volte, anche il Governo - tende a non entrare nel merito delle differenze, che pure ci sono, tra concessioni e realtà che sono legate esclusivamente ad una parte di territorio del Paese.

In questo caso, non si tratta di una concessione che si trova in tutta Italia, come una spiaggia; qui c'è una specificità legata ad una piccola parte d'Italia, ad una piccola parte di regione, che coinvolge una piccolissima parte della costa italiana: stiamo parlando di 40-50 chilometri in tutta Italia, in cui vi è qualcosa che non si trova in nessuna altra parte d'Italia. Con l'onorevole Colletti abbiamo studiato, ha studiato, ha fatto studiare la specificità e, nelle pieghe anche delle direttive europee, c'è la possibilità di intervenire sullo specifico settore di riferimento.

Io invito il Governo a riflettere se sia possibile anche accantonare l'emendamento, perché non stiamo parlando, ripeto, di una concessione tipica da mettere a gara, che si trova su tutto il territorio nazionale, ma stiamo parlando di uno specifico nello specifico legato alla storia di qualche chilometro di costa in tutta Italia. Quindi, non credo che andiamo a violare la “Bolkestein” per questo tipo di specificità; ci vuole solo la capacità e la voglia di entrare nel merito. Invito il Governo a prendersi qualche minuto per entrare nel merito di questo specifico caso di cui parliamo.

PRESIDENTE. Non vedo segnali da parte del Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'articolo 5.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà. Dal banco del Comitato dei nove, prego, non l'avevo vista, mi scusi; ero abituato a girarmi di là.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Concludiamo la questione che riguarda il demanio e, ovviamente, le concessioni balneari. I miei colleghi hanno già fortemente e volutamente specificato sul tema la nostra contrarietà, che, ovviamente, sarà anche manifestata con riferimento a questo articolo 5.

Vedete, io ero presente quando il dottor Bolkestein venne qui a Roma e partecipò ad un'iniziativa all'interno dell'auletta dei gruppi. Mi ricordo tante manifestazioni di contentezza, manifestazioni, ovviamente, anche da parte dei balneari. Ecco, già in quel momento c'era una direzione che quel Governo e i Governi successivi potevano prendere a tutela di quelle imprese, perché ricordo a tutti - anche all'onorevole Colletti - che, sicuramente, il numero delle concessioni riguarda magari anche delle società o le famose multinazionali, ma riguarda certamente famiglie, imprenditori italiani che, nei decenni, negli anni, hanno fatto grande questa Italia per quanto riguarda le coste italiane. Noi vogliamo tutelare e mantenere in piedi quelle aziende che abbiano le caratteristiche, ovviamente, per poter andare avanti, soprattutto, con strategie e obiettivi ben chiari.

Ecco perché siamo contrari a questi articoli legati al tema dei balneari. E, come diceva l'onorevole Caiata, voglio vedere se, effettivamente, il centrosinistra è pronto ad andare, oggi, in una spiaggia a fare campagna elettorale.

Noi ci muniremo di calzoncini e magliettina, andremo a parlare, come abbiamo sempre fatto, con tutti gli imprenditori e spiegheremo le ragioni che ci hanno spinto a votare contro questi articoli, come faremo per altri articoli che arriveranno più avanti.

Il nostro è un “no” a una concessione come riportata agli articoli 3, 4 e 5, perché riteniamo che dobbiamo difendere assolutamente le nostre coste, soprattutto, per un aspetto: si parla di mercato libero, stesse regole, stesso mercato. Qui continuiamo a vedere, invece, che le regole e lo stesso mercato li hanno altre nazioni. In Italia invece no, ce ne dimentichiamo e, a quel punto, può diventare terra di conquista da parte di chiunque. Questo è inaccettabile, pertanto noi diciamo fortemente “no” a un'imposizione che arriva da un'Europa che non guarda, purtroppo, a una penisola come la nostra, che, invece, è sempre stata l'eccellenza del made in Italy, l'eccellenza della nostra imprenditoria e l'eccellenza delle coste in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Intervengo anche per un chiarimento, che credo di dovere ad alcuni colleghi in questo senso. Noi invitiamo nuovamente al voto contrario anche su questo articolo, ma, in generale, su alcuni elementi e su alcuni emendamenti che sono stati proposti, segnatamente quello sui trabocchi e quello sul limite massimo di due concessioni per un solo concessionario, noi siamo favorevoli. Però non vogliamo dare alibi, collega Colletti, non vogliamo dare alibi a nessuno per trovare pertugi e scorciatoie per un voto che, invece, deve essere contrario in modo convinto. Certamente è giusta la considerazione sui trabocchi e sul numero delle concessioni, ma non è sufficiente; si potrebbero dare alibi e, in questo senso, noi abbiamo dato un voto di astensione, anche se, come Fratelli d'Italia, siamo, evidentemente, più che favorevoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Passiamo agli articoli aggiuntivi 5.01 e 5.02 Colletti.

Invito la relatrice ad esprimere il parere.

BARBARA SALTAMARTINI , Relatrice. Sugli articoli aggiuntivi 5.01 e 5.02 Colletti, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia voterà contro su questo articolo 6. Il motivo è molto semplice: in Commissione i miei colleghi De Toma, Zucconi e Caiata, che ringrazio, hanno sostenuto un importante emendamento, condiviso anche dai colleghi di Italia Viva, che mirava ad abbassare o controllare il prezzo del gas in Sardegna. Un emendamento che non comportava maggiori costi o maggiori spese, ma nonostante ciò il Governo l'ha bocciato o l'ha fatto ritirare. Spero veramente che la gente capisca la propaganda che si fa su tale materia. Si dice che stiamo andando a prendere il gas in tutte le parti del mondo, ad esempio in Algeria, perché non dobbiamo dipendere dal gas russo, si parla di rigassificatori, si parla di off-shore e quant'altro ma poi, quando si porta in Aula un emendamento che comunque non prevede ulteriori costi viene bocciato, sia quando è presentato dall'opposizione, sia quando è condiviso da una parte della maggioranza; e ciò senza motivi. Vi aspetto in campagna elettorale in Sardegna quando verrete a promettere prezzi giusti sul gas e sull'energia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietina, prego.

SIMONA VIETINA (MISTO-VI-ICT). Grazie, Presidente. Dichiaro il mio voto contrario all'articolo 6 perché ritengo non condivisibile che non vengano riconosciuti gli ammortamenti alle reti di proprietà degli enti pubblici o delle loro società partecipate. Vengono riconosciuti soltanto in caso di trasferimento di proprietà e non di concessione. Per l'ambito di Forlì-Cesena ciò significa 5 milioni di euro per dodici anni di concessione, per complessivi 60 milioni di euro. Mi aspetto la mia stessa presa di posizione almeno da parte di tutti gli onorevoli romagnoli che dicono di essere dalla parte delle amministrazioni comunali e dei sindaci. La società partecipata Unica Reti, che lavora in Emilia Romagna e che è proprietaria delle reti romagnole di Forlì e di Cesena, lavora bene, ha sempre fatto ogni manutenzione necessaria in modo da mantenere in stato ottimale le reti. Trovo assolutamente indicibile che ad essa non vengano riconosciuti gli ammortamenti per operazioni che comunque sono state fatte.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. L'ho ricordato già prima ma voglio tornare su questo argomento, perché il ruolo strategico dell'idroelettrico per il settore energetico, oltre a essere stato evidenziato dal PNIEC, che ne ha sottolineato il contributo centrale per il raggiungimento dei target energetici nel 2030, è stato recentemente confermato dal Copasir. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, infatti, presentando lo scorso mese di gennaio la relazione sulla sicurezza energetica ha definito il settore idroelettrico uno degli ambiti nei quali il nostro Paese presenta un notevole vantaggio competitivo.

La vicenda è nota. Quando ci si riempie la bocca di progetti, di programmi, di obiettivi energetici e di salvaguardia delle energie rinnovabili, credo che inserire questo nel programma del PNRR come uno degli obiettivi da raggiungere per attingere alle sue risorse sia semplicemente un delitto. In Europa non esiste una direttiva che obblighi gli Stati a mettere all'asta le concessioni idroelettriche. C'era una direttiva, ma poi Paesi come la Norvegia, la Francia e l'Austria l'hanno contestata e in nessuna regione, in nessuna Nazione europea vige il principio della messa all'asta delle concessioni idroelettriche. È una cosa ovvia, è evidente, come dice il Copasir, che si tratta di un asset strategico nazionale. In Italia, infatti, non abbiamo grandi giacimenti di energia; le energie rinnovabili sono quelle che sono e, nell'ambito delle energie rinnovabili, il settore dell'energia idroelettrica è importante, vale il 20 per cento e non è poco. Ci sarebbe anche la geotermia, che copre il 5 per cento, e che potrebbe essere implementata. Sono assolutamente energie verdi. Noi che facciamo? Le inseriamo fra le clausole di attivazione PNRR, le portiamo quindi ad approvazione all'interno del DDL Concorrenza, non prevedendo tra l'altro nemmeno i decreti attuativi, per cui nel momento che l'approviamo è finita la questione. Ma siamo pazzi? Io mi chiedo veramente qual è la logica, quali interessi stiamo seguendo e gli interessi di chi stiamo facendo, perché è evidente. Noi come Fratelli d'Italia abbiamo presentato una normativa che riportava intanto allo Stato la gestione delle concessioni idroelettriche e ne impediva in generale l'acquisto da parte di società che avessero sede legale all'estero. Allora, diciamolo: le nostre concessioni idroelettriche, che sono una delle poche fonti di energia che abbiamo, le vogliamo vendere a qualche azienda che abbia la sede chissà dove e che faccia capo, ad esempio, alla Russia, alla Cina; perché oggi è possibile fare questo. Colleghi deputati, lo sapete cosa state votando? A me sorge anche il dubbio che qualcuno sia distratto, non è possibile una cosa così assurda sulle concessioni idroelettriche. La nostra proposta di legge in merito, quella di Fratelli d'Italia, andrà nel dimenticatoio come tante altre ma voi avrete la responsabilità di aver venduto un pezzo d'ambiente che in Italia da sempre è stato un'eccellenza, visto che la prima concessione idroelettrica nel mondo è nata in Italia. Voi mandate al macero una nostra risorsa energetica, per cosa? A favore di chi? Noi ci chiediamo questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull'articolo 7 l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente. Quella di cui stiamo discutendo è certamente una tematica importante sulla quale, in questa fase e in questa sede, si possono fare almeno due profili di riflessioni. Innanzitutto una questione di merito.

Si è discusso a lungo all'interno della maggioranza, in Senato, su quale fosse il punto di caduta - e lo sa bene il Vice Ministro, che ringrazio anche della pazienza che ha esercitato nella circostanza -, in un contesto nel quale, attorno al tema dell'energia, sta cambiando il mondo.

Vorrei ricordare ai colleghi che, in questi giorni - probabilmente in connessione con l'esigenza dell'introduzione di una logica di prezzo amministrato dell'energia -, la Francia ha disposto la nazionalizzazione di EDF. Le preoccupazioni che avevamo espresso, come Partito Democratico, in quel contesto e in quella sede, risiedevano - e risiedono - nell'assenza di reciprocità, sul piano europeo, di un meccanismo di gare, che rischia di creare una condizione di sperequazione. Abbiamo anche noi - lo dico al collega Zucconi - introdotto il tema della sicurezza nazionale, su cui si è lavorato in altre sedi parlamentari e, se c'è un punto importante che è stato raggiunto non in questo provvedimento, ma in un altro provvedimento che è già stato convertito in legge, è quello dell'estensione dello strumento del golden power anche al settore dell'idroelettrico. Questa - lo vorrei dire - è stata in particolare una proposta ed un'iniziativa del Partito Democratico, insieme anche con altre forze della maggioranza che si è appena disciolta, del versante di centrosinistra.

Ma non vi è dubbio che la tematica in questione meriti una capacità di monitoraggio, una capacità di screening molto forte rispetto a quello che sapranno fare le regioni perché, con questa modalità, si concedono due anni ulteriori alle regioni, che sin qui non sono state particolarmente brillanti nella loro capacità di iniziativa. E vorrei dire ai colleghi della Lega, che hanno avuto la bontà di criticarci e di criticarmi in un dibattito pubblico, sabato scorso, che i numeri sono più forti delle chiacchiere e hanno la testa dura e, sin qui, i numeri ci dicono che vi è stata un'inadeguatezza dal punto di vista complessivo, di tenuta del sistema, perché soltanto poche regioni hanno legiferato e altre sono rimaste al palo, con il rischio di lasciare un sistema in una condizione di stallo. Quindi, sotto questo punto di vista, l'introduzione del golden power e la dilazione dei termini con riferimento alle gare regionali sono elementi che meritano una grande attenzione.

Vorrei anche rivendicare il fatto che in questa norma, per iniziativa del Partito Democratico, vi sia, per la prima volta, l'introduzione, fra i criteri di gara, di misure di compensazione ambientale e territoriale anche a carattere finanziario, da destinare ai territori dei comuni interessati dalla presenza di opere. Insomma, è la prima volta che in una legge dello Stato si introduce un diritto soggettivo reale dei territori oggetto di interventi concessori, che debbono essere ristorati dentro la dimensione di servizio ecosistemico. Questo è il frutto di una mediazione, ma soprattutto dell'azione del Partito Democratico, che mette il suo suggello all'interno di questa normativa.

Secondo aspetto, e mi avvio alla conclusione, signor Presidente: non si può non far rilevare, dal punto di vista politico, la stridente contraddizione tra le legittime e, per alcuni versi, anche giuste preoccupazioni che arrivano dai banchi di Fratelli d'Italia e la loro alleanza con la Lega. Vedete, colleghi di Fratelli d'Italia, la spinta in questa direzione, che voi qui ci denunciate, ha un nome e un cognome: Lega, regione Lombardia. Lo stesso vostro leader, Crosetto, in una pubblica dichiarazione nei giorni scorsi, ha detto che questa legge si fa perché c'è un assessore in Lombardia che deve essere messo nelle condizioni di potere fare la campagna elettorale per il proprio partito. Quindi, già qui stiamo vedendo i prodromi di una divisione all'interno della destra, fra una destra che vuole a tutti i costi le gare per le concessioni idroelettriche, senza nessun tipo di vincolo, né di copertura e che poi straparla di sicurezza nazionale – che, se c'è e ci sarà, è solo grazie al Partito Democratico - e una destra che invece semplicemente le gare non le vuole.

Ci penseranno gli italiani a mettervi d'accordo, votando per noi, ma intanto noi voteremo questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie. Signor Presidente e rappresentanti del Governo, questo è un articolo…

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Fregolent, cambi il microfono - ovviamente azzero il tempo - perché non si riesce a sentire.

SILVIA FREGOLENT (IV). Così è meglio?

PRESIDENTE. Sì, questo va bene.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Presidente, rappresentanti del Governo e colleghi, mi fa molto piacere che si apra un dibattito, nonostante questo tema sia stato affrontato lungamente al Senato e anche qui alla Camera, su un argomento molto delicato, quello delle concessioni idroelettriche.

Le norme previste nel PNRR, che sono state tra l'altro ribadite in un precedente decreto, il “decreto Semplificazioni”, nel quale per la prima volta veniva prevista la possibilità per le regioni di fare bandi di gara su questo tema, stridono ovviamente con quello che sta accadendo in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina. Il “decreto Semplificazioni”, che è solo di qualche mese fa, sembra essere stato varato secoli fa. Oggi noi parliamo di “autosufficienza energetica” e abbiamo uno strumento importantissimo, quello delle concessioni idroelettriche. Presidente, c'è troppo rumore. Presidente, anche se il microfono funziona, non è abbastanza.

PRESIDENTE. Se facciamo intervenire l'onorevole Fregolent, ve ne sono grato. Chiedo un po' di silenzio.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie. Come ha detto e ricordato giustamente il collega Borghi, noi abbiamo fatto, assieme al Partito Democratico, una battaglia perché venisse innanzitutto ridimensionata la possibilità di mettere a bando le concessioni idroelettriche, sapendo che, nell'allora maggioranza, una forza politica, la Lega, invece era fortemente convinta della bontà di mettere a gara le concessioni idroelettriche, insoddisfatta di come, in questi anni, sono state gestite alcune concessioni soprattutto nell'assenza di ricadute economiche sui territori montani.

La nostra preoccupazione è che, per cercare di dare più risorse alla montagna - sempre cosa buona e giusta - si apra la strada a contenziosi pericolosi. È vero che è stata introdotta la norma del golden power, una norma voluta e scritta - e ringrazio il collega Borghi perché, sia Italia Viva, che il Partito Democratico, hanno collaborato per mettere nero su bianco questa norma – ma, essendo legata alle concessioni e riguardando un settore nell'ambito del quale non è prevista la reciprocità, è forte il pericolo che si aprano ricorsi da parte dei vincitori e quindi lungaggini in un settore così delicato, che in questa fase di siccità è in sofferenza anche per la produzione energetica, non solo per la qualità dell'acqua.

Noi siamo convinti che, nei 90 giorni previsti da quella norma per scrivere le regole del golden power, il Governo ascolterà le forze politiche più sagge perché è un tema molto delicato e molto complicato e ci vogliono sofisticate menti per evitare che si crei un contenzioso infinito tra il neovincitore e lo Stato, che considera l'energia un suo bene e quindi decide di sottrarne, una volta esperita e vinta la gara, di fatto la gestione al vecchio concessionario (nelle more di un nuovo concessionario), che a quel punto sarà autorizzato a non fare più le opere di manutenzione per la qualità della produzione energetica. Questo è un rischio molto concreto, quindi io mi appello al Governo, a quello che c'è, sperando che faccia in tempo a scrivere le regole del golden power - mi fa un po' paura pensare che le possano scrivere altri, con tutta la schiettezza -, sapendo che si tratta di un tema delicato, anzi delicatissimo.

Quindi, mi auguro che, in questi giorni tra l'approvazione del provvedimento e la fine della legislatura, sia il Governo europeista di Mario Draghi a scrivere le regole del golden power (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Mi cerca sempre da quell'altra parte, Presidente.

PRESIDENTE. Sono abituato a vederla lì...Ormai è un riflesso condizionato. Prego, onorevole.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Come è stato detto dall'onorevole Zucconi, sull'articolo 7 il nostro voto sarà ovviamente contrario. Ma vorrei ricordare a tutti i colleghi di che cosa stiamo parlando.

PRESIDENTE. Lei ha un minuto a titolo personale, perché è già intervenuto l'onorevole Zucconi per Fratelli d'Italia.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). No!

PRESIDENTE. Prego, onorevole De Toma. Poi vediamo.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Stiamo parlando di realtà strategiche per l'Italia. Più che altro vorrei ricordare che stiamo parlando di 4.401 impianti presenti in Italia. Il parco idroelettrico italiano ha prodotto il 18 per cento del fabbisogno nazionale di elettricità e oltre il 40 per cento delle rinnovabili. Quindi, stiamo parlando di una strategia decisamente importante per la produzione e il consumo di energia nel nostro Paese in un momento così difficile. A noi è sembrato strano il fatto che queste concessioni possano essere messe in condizioni di essere aggredite da un mercato estero, soprattutto legato a realtà che potrebbero impoverire sempre di più il nostro territorio.

Ricordo, poi, all'onorevole Borghi (del PD) che i soldi derivanti dalle concessioni, per quanto ci riguarda, rimarranno sempre sui territori. La nostra proposta è antecedente alla vostra, ma è soprattutto ben documentata e documentabile anche attraverso gli ordini del giorno presentati in Aula. Onorevole Enrico Borghi, lei viene a parlare giustamente delle alleanze nel centrodestra ma, forse, farei prima un esame di coscienza su quelle nel centrosinistra, perché ritengo che la cosa migliore sia quella di mettere bene in chiaro…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). …concludo, Presidente, la strategia di questa Nazione, del nostro Paese. Questo è il motivo per cui spingiamo tutti i colleghi a votare contro questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Colleghi, i delegati d'Aula mi fanno giungere la richiesta di una sospensione dei nostri lavori di qualche minuto. Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,15.

La seduta, sospesa alle 14,40, è ripresa alle 15,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo, quindi, il seguito della discussione del disegno di legge 3634-A.

Ricordo che prima della sospensione è stato, da ultimo, approvato l'articolo 7.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Cunial. Ne ha facoltà, per un minuto.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Ho presentato un emendamento all'articolo 8, comma 2, in cui chiedo di sopprimere la lettera n). L'articolo 8 prevede la delega al Governo in materia di servizi pubblici locali e la lettera n) in particolare prevede la revisione delle discipline settoriali in materia di servizi pubblici locali, soprattutto per quanto riguarda il settore rifiuti e gestione del servizio idrico, al fine di assicurarne l'armonizzazione e il coordinamento che, nel vostro linguaggio, come sappiamo bene, significa privatizzazione dei beni comuni pubblici, che con questo decreto volete definitivamente spartire tra la mafia delle concessioni locali e la mafia delle lobby multinazionali, escludendo abilmente tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 8, invito il relatore ad esprimere il parere.

GIANLUCA BENAMATI , Relatore. Presidente, emendamento 8.1 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario. Direi che, proseguendo la cara consuetudine che abbiamo stabilito, sono tutti invito al ritiro e parere contrario, fino, appunto, all'ultima proposta emendativa.

PRESIDENTE. Il Governo?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

È il primo voto e quindi, nonostante abbia ripreso con una certa calma, bisogna fare rientrare i colleghi. Quindi, abbiate un po' di pazienza. Se i colleghi accelerano, non abuseranno della pazienza di chi sta aspettando.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo, ora, all'emendamento 8.2 Vianello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Il tema in oggetto è quello dei servizi pubblici locali, oggetto anche di un referendum nel 2011. Allora, lo rispieghiamo per tutti, per me in primis, ma soprattutto per i cittadini che sono a casa: le forme di affidamento che vengono definite a livello europeo sono di fatto tre, un affidamento completamente a una società a capitali privati, quindi, una privatizzazione totale, un secondo affidamento a una società mista, pubblico privata, e il terzo affidamento è quello generalmente detto in house, in cui viene data a una società a capitale pubblico, oppure a un'azienda consortile o a un'azienda speciale la facoltà di gestire i servizi pubblici locali. Tra i servizi pubblici locali, è ovvio, rientra anche quello del servizio idrico integrato, ossia dell'acqua.

Che cosa prevede questo articolo 8 del disegno di legge “concorrenza”? Prevede la possibilità per il Governo di emanare un decreto legislativo o più decreti legislativi per andare a definire il percorso di affidamento, ma i tre modelli di gestione non vengono trattati sullo stesso piano. Per la gestione in house, cioè la gestione con un'azienda pubblica, che sia SpA o che sia un'azienda speciale o un'azienda consortile, vengono messi ostacoli, viene inserita una motivazione “rinforzata”; quindi, l'ente locale che vuole affidare la gestione a una società pubblica, perseguendo l'acqua pubblica, ad esempio - ma non solo, ricordo i trasporti o i rifiuti - deve in qualche maniera giustificare la scelta. Le tre forme di gestione sono, quindi, trattate in maniera differente. Ricordo che l'Europa non costringe nessuno a privatizzare, ma lascia liberi gli Stati membri di poter decidere qual è l'affidamento migliore.

Noi, con questo primo emendamento, Presidente, andiamo a sottolineare proprio questo punto; noi perseguiamo la finalità giuridica del referendum del 2011 che aveva, di fatto, azzerato le discrepanze di trattamento tra le tre modalità di affidamento. Con questo primo emendamento, quindi, noi riportiamo le tre forme di affidamento sullo stesso livello, lasciando la possibilità agli enti locali di decidere se fare l'acqua pubblica, oppure fare l'acqua privata, senza alcuna differenziazione. Ed è per questo che, in virtù di quell'esito referendario del 2011, che giuridicamente ha stabilito che le tre forme devono essere trattate nella stessa maniera, nello stesso modo, questo articolo 8, voluto dal Governo e che il Parlamento sta discutendo, è palesemente in contrasto con la volontà popolare del referendum del 2011.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Per questo sull'emendamento invito tutti i colleghi a riflettere, perché, poi, è normale che la cittadinanza si allontani se non viene seguita la volontà popolare di un referendum (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Come ha detto, molto meglio di me, l'onorevole Vianello, qui non è solo questione di andare a rispettare la volontà chiaramente espressa dal 95 per cento degli italiani, o giù di lì, in un referendum, nella forma più diretta di espressione della volontà, ma anche che noi, in questo momento, abbiamo sei centrali idroelettriche ferme, abbiamo gli agricoltori che macinano il prodotto sul posto, perché non gli conviene più neppure raccoglierlo, e abbiamo presente cos'è una crisi idrica e la prospettiva di razionamento. Allora, adesso, con questo articolo che spinge ancora di più a privatizzare e che rende ancora più difficile difendere le forme di gestione pubblica del servizio dell'acqua, quello più essenziale, andiamo a chiederlo ai cittadini a cui adesso l'acqua è portata da una multinazionale francese e non più da un consorzio dei loro comuni, gestito dai loro sindaci, chiediamolo a loro se pagano di più o di meno e capiremo perché noi portiamo questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Nessun altro intende intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2 Vianello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'emendamento 8.3 Vianello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Presidente, intervengo per spiegare questo emendamento. Se l'emendamento di prima aveva una motivazione giuridica, quella di riportare le tre forme di affidamento allo stesso livello, in virtù, appunto, del referendum del 2011, questo, invece, coglie la motivazione politica di quel referendum. Con quel referendum, che giuridicamente ha stabilito che le tre forme debbano essere trattate nello stesso modo, in realtà, politicamente, gli italiani si sono espressi chiaramente verso una gestione pubblica dell'acqua: una gestione pubblica dell'acqua e dei servizi pubblici locali. Questo emendamento che sto proponendo, di fatto, pur facendo salve le altre forme di gestione, favorisce la gestione in house, la gestione pubblica, in ossequio, appunto, a quel referendum.

Presidente, mi scusi, ma devo dirlo: è inutile fare appelli al voto, alle elezioni, invitando a votare, se poi la volontà politica, sancita da un referendum popolare, viene disattesa dal Governo e dal Parlamento. Qui stiamo parlando dei nostri servizi pubblici locali e che nessuno dica la solita scusa: però la proprietà rimane al pubblico, perché lo vediamo anche con il petrolio. I giacimenti di petrolio sono di proprietà dello Stato, ma poi è ovvio che la società che li va a estrarre e a distribuire ci fa profitti e diventa il loro petrolio, il loro gas. E la stessa cosa questo Governo la sta facendo con i servizi pubblici locali e con l'acqua. Si va verso la privatizzazione di un bene comune, diritto umano universale, sancito anche dall'ONU. Capisco che le formazioni politiche abbiano diversi punti di vista e posizioni politiche al riguardo, ma chi ha sempre detto di aver lottato per l'acqua pubblica non può esimersi dal votare favorevolmente questo emendamento che vuole l'acqua pubblica per i nostri comuni e i nostri cittadini. Chi lo fa, ovviamente, favorisce solo i privati e va a contrastare il diritto umano universale di avere acqua potabile per tutti, a costi inferiori, senza andare a pagare profitti alle multinazionali (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Avverto che la componente del gruppo Misto-Alternativa ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza ha già concesso a tale componente un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato alla componente medesima dal contingentamento e che, in parte, è stato già utilizzato in occasione dell'ultimo intervento del deputato Vianello.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.3 Vianello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.4 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.5 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.6 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Cunial, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'articolo 8.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cunial. Ne ha facoltà, per un minuto.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Sarò brevissima. Noi possiamo solo chiedere di sopprimere questo articolo, così come tutto il provvedimento, perché è chiarissimo che sia il manifesto del Governo neoliberista, predatorio, dell'emissario della trojka, e perché sappiamo, come per i provvedimenti precedenti, come sia stato progettato con la squadra e il compasso, come da ispirazione colta dai “pizzini” della P2.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9, al quale sono riferiti solo articoli aggiuntivi (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.02 Spessotto, perché l'articolo aggiuntivo 9.01 Magi è stato ritirato prima della seduta.

Invito la relatrice ad esprimere il parere.

BARBARA SALTAMARTINI , Relatrice. Sull'articolo aggiuntivo 9.02 Spessotto, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.02 Spessotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 11- A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

GIANLUCA BENAMATI , Relatore. Sull'emendamento 11.1 Vallascas, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Se nessuno intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative ammissibili.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Carnevali, se non mi aiutano, ho due occhi e due mani sole; è un mio limite personale, me ne rendo conto.

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che gli ordini del giorno n. 9/3634-A/8 Amitrano, n. 9/3634-A/9 Zardini, nonché tutti quelli presentati dai deputati appartenenti al MoVimento 5 Stelle (dal n. 9/3634-A/13 al n. 9/3634-A/21) sono stati ritirati dai presentatori.

Avverto altresì che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto recanti contenuto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento in esame: n. 9/3634-A/6 Forciniti, volto ad autorizzare lo scorrimento delle graduatorie interne all'Agenzia delle entrate; n. 9/3634-A/22 Loss e n. 9/3634-A/23 Belotti, concernenti misure di contrasto alla diffusione del bostrico, contenimento dei rischi di dissesto idrogeologico e interventi di riforestazione.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Presidente, colleghi, siamo in presenza di una seduta con le Camere sciolte, con la dichiarazione di indizione delle elezioni nazionali, e il Governo è impegnato solo nell'ordinaria amministrazione, e quindi per gli adempimenti contrattuali. Pertanto, esprimere un parere rispetto a ordini del giorno politici, molti dei quali - lo dico sinceramente - ritengo personalmente anche condivisibili, non sarebbe corretto perché sarebbe un impegno nei confronti, non dico di questo Governo, ma anche del prossimo Parlamento (Applausi). Ecco perché, a nome dell'attuale Governo, non esprimo parere sugli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Vice Ministro, quindi, di fatto, si rimette all'Aula. Vice Ministro, se ho capito bene, lei si rimette all'Aula e io li metto in votazione a uno a uno, lasciando all'Aula di esprimere il parere.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, premesso che il Governo si può sempre rimettere all'Aula in qualsiasi situazione, cerchiamo almeno di fissare delle coordinate. Noi votiamo un provvedimento di legge che si chiama delega al Governo. Questa è una delega, è una legge delega. Allora, voglio capire: la legge delega ha rilevanza politica minore di un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Dovete spiegarmelo, perché la delega è sicuramente un atto legislativo, sul quale tra l'altro si sono espressi meritoriamente i relatori sui singoli emendamenti, e mi pare l'Aula abbia votato. È vero che l'Aula può decidere di votare gli ordini del giorno come vuole, ma questo può deciderlo sempre e a prescindere anche se il Governo esprimesse parere favorevole o contrario, perché è un potere dell'Aula.

Neppure quando li accoglie il Governo è esentato dal voto dell'Aula, perché basta che il proponente dica che non è interessato alla riformulazione presentata dal Governo e che vuole e si vota comunque. A me pare che sia una strada leggermente impervia stabilire in Aula, così, su due piedi, quali ordini del giorno comunque possono essere votati o non votati. Attenzione, si impegna comunque il Governo, perché non è che gli ordini del giorno impegnino il Governo nel pieno dei suoi poteri e non impegnino il Governo quando le Camere sono sciolte. Il Regolamento prevede che si possano presentare ordini del giorno su disegni di legge e decreti-legge, e addirittura a Camere sciolte si convertono in legge i decreti-legge di legge.

Quindi, mi attengo sicuramente alla decisione del Governo, perché nella sua autonomia può sempre rimettersi all'Aula, ma si rimetta all'Aula non con la motivazione che ci sono le Camere sciolte, perché una tale motivazione non tiene rispetto all'esame di un provvedimento di legge che si chiama legge di delega al Governo. Non accetto che un ordine del giorno, nella scala dei valori, possa superare un disegno di legge delega e, cioè, una legge dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, sullo stesso argomento….

PRESIDENTE. Lo immaginavo.

EMANUELE FIANO (PD). …che deriva dall'intervento del Governo e che è stato toccato anche dal collega Foti, che dice cose che sono oggettivamente inerenti a una questione delicata. L'intervento della volontà delle Camere a Camere sciolte è comunque una fattispecie rara, diciamo pure eccezionale.

Io non sono d'accordo - signor Presidente, per il suo tramite - con l'onorevole Foti nel senso di dire che sia strana la dichiarazione del Governo, perché altre volte abbiamo avuto Governi pienamente in carica che si sono rimessi all'Assemblea sugli ordini del giorno. Invece, mi pare di aver capito che l'onorevole Foti critichi la ragione che il Governo adduce per dire che si rimette all'Aula e, cioè, che le Camere siano sciolte. C'è, pur tuttavia, da capire anche il comportamento del Governo: non ha più una maggioranza che lo sorregge, quindi non ha più una linea politica univoca che informa le decisioni del Governo.

So che la mia posizione, o la nostra posizione, non è sorretta da alcuni precedenti che ci sono, ma non condivido l'opinione che la delega, che ha 6 mesi di tempo, sia identica all'impegno che c'è alla fine degli ordini del giorno. Noi viviamo una fase sicuramente strana; io, personalmente, non mi sarei messo a firmare un ordine del giorno impegnando un Governo che non c'è, perché so che quell'impegno non appartiene alla categoria del disbrigo degli affari correnti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la questione, onorevole Foti, non che il Governo non possa dire che non può prendersi l'impegno di esprimere un parere. La questione è che io non affido l'impegno su una vicenda politica, su una questione politica dirimente, su una scelta di indirizzo politico su questo o quell'argomento a un Governo che non può prenderselo, perché l'impegno su quell'argomento non appartiene al disbrigo degli affari correnti.

Lo dico non perché lei abbia torto a dirci che siamo in una situazione strana, ma devo dirle - lo dico per coloro che appartenevano, fino a qualche giorno fa, ad una maggioranza - che pur non essendoci niente di illegittimo io penso che la fu maggioranza non avrebbe dovuto presentare ordini del giorno, perché gli ordini del giorno che presentavamo quando eravamo insieme e sorreggevamo il Governo, i cui esponenti vengono ancora qui, pur non appartenendo alla maggioranza, esprimono una contraddizione. Questa è un'opinione personale. Però, che il Governo individui nel fatto di non avere più una maggioranza che lo sorregge l'indirizzo di non dare all'Aula un'opinione politica secondo me - mi perdoni, capisco le sue ragioni - è più corretto che indicarla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (MISTO-VI-ICT). Presidente, intervengo con riferimento alla dichiarazione del Vice Ministro - non ordinaria manutenzione, affari correnti, non è un'ordinaria amministrazione o manutenzione - e prendo atto delle dichiarazioni dell'onorevole Fiano, che ha dichiarato essere personali. Tuttavia, il tema è: la legge delega va in attuazione, come affare corrente, con il Governo in carica, quindi non mi si dica che formalmente i pareri non possano essere espressi. Poi, che ci sia un termine ai fini dell'attuazione dell'impegno è un'altra questione, perché il termine può anche essere esaurito dall'attività del Governo. Ci sono infatti norme, nella stessa relazione alla legge, che sono considerate urgenti nella loro attuazione e, quindi, anche per i pareri che i decreti dovranno poi avere dal Parlamento.

Quindi, se la motivazione è politica, in mancanza di una maggioranza, è un tema; altrimenti, ha ragione l'onorevole Foti nel dire che è un'attività ordinaria di affari correnti. Se diciamo che non è tale una delega rimessa a un Governo costituzionalmente in carica, che ha un termine per l'attuazione e questa attuazione deve avvenire anche attraverso la valutazione, successiva o meno, degli impegni che vengono assunti, si esprime un parere; se si dice che, non essendoci una maggioranza, non c'è la capacità politica di esprimere un parere che esprime l'opinione o l'indirizzo politico di una maggioranza, è un'altra cosa.

Allora, è una scelta autonoma del Governo e non ci venga detto in Parlamento che non si può dare l'impegno al Governo, perché si tratta di affari correnti, non di ordinaria amministrazione. Gli affari correnti sono una cosa diversa; l'ordinaria amministrazione è una questione di condominio, non di Aule di Camera e Senato e del Governo. Proprio per questo, convengo con quanto ha affermato il collega Foti; con tutto il rispetto, sarà anche questa un'opinione personale, ma l'opinione regolamentare e costituzionale è questa. Se poi il Governo ribadisce che non è in grado di esprimere il parere in mancanza di un riferimento politico dell'indirizzo in una maggioranza esistente, è un'altra questione e su questo si può convenire, ma, dal punto di vista formale, il Governo può prendere impegni, esprimere pareri, dare attuazione alla legge delega. Lo può fare anche in termini urgenti; anzi, ci è stato detto che alcune norme sono urgenti. Io ho ricevuto il parere negativo in merito ad un emendamento sulle società di professionisti, dicendomi che non si può fare subito, perché ci vuole un altro provvedimento urgente ai fini dell'attuazione. Allora, o vale per una cosa o vale per un'altra, però, francamente, in questa legislatura, è capitato spesso che membri del Governo venissero qui a darci i loro pareri. Io comprendo e capisco il disagio del Vice Ministro; comprendo, con riferimento all'indirizzo politico di maggioranza, che non può esistere, che si rimetta all'Aula - su questo si può convenire - ma sugli affari correnti, sull'attuazione, sui termini e su quanto ha detto il collega Foti, francamente, quello è l'indirizzo regolamentare e costituzionale. Come vede - non mi rivolgo a lei, ovviamente, Vice Ministro -, l'indirizzo costituzionale e politico lo conosciamo anche noi nel centrodestra; sappiamo anche noi come funzionano il sistema costituzionale e quello parlamentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Con il buonsenso e la prudenza, che so ispirare l'operato e l'agire del Vice Ministro Pichetto Fratin, invito il Governo a valutare un supplemento di attenzione su questo tema. È di tutta evidenza che gli ordini del giorno sono stati ammessi dalla Presidenza perché, anche in circostanze in cui il Governo è nel disbrigo degli affari correnti, vi sono precedenti nel senso di poter accettare ordini del giorno, per cui, è forse opportuno un supplemento di approfondimento da parte del Governo. Mi permetto di aggiungere anche l'ipotesi che il Governo possa accogliere come raccomandazione, ad esempio, gli ordini del giorno sui quali si trova maggiormente d'accordo o, magari, introdurre, oltre alla formula: “a valutare l'opportunità di”, una riformulazione che rechi la frase: “compatibilmente con il regime di disbrigo degli affari correnti” o “con l'attuale regime di poteri del Governo”. Credo che questo possa in qualche modo venire incontro alle preoccupazioni e alle prudenze legittime che il Vice Ministro ha messo in campo quando ha poc'anzi dichiarato la sua propensione ad affidarsi alla libertà del voto dell'Aula, a rimettersi all'Assemblea. Pertanto, chiederei al Governo un supplemento di approfondimento su questo e, poi, magari, una decisione il più possibile, se si riesce, condivisa.

PRESIDENTE. Vi sono alcuni colleghi iscritti, ma ha chiesto di parlare il Vice Ministro, quindi do a lui la parola.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Io chiedo al Presidente se sia possibile avere dieci minuti di sospensione, così facciamo il punto proprio sulla parte procedurale, fermo il fatto politico che il Governo ha certamente difficoltà a svolgere alcune valutazioni.

PRESIDENTE. Come abbiamo precisato in Capigruppo e letto nello speech, seguito alla Capigruppo (quello in cui abbiamo annunciato lo scioglimento del Governo), abbiamo chiarito gli ambiti di manovra dell'Aula. Abbiamo alcuni precedenti - per esempio, mi sottopongono quelli della XVI legislatura - di casi analoghi in cui sono stati votati ordini del giorno a seguito di parere del Governo. Questo per ribadire ciò che è già stato detto e per precisare ulteriormente. Il Vice Ministro ha chiesto qualche minuto di sospensione.

Ha chiesto di parlare il presidente Nardi. Ne ha facoltà.

MARTINA NARDI, Presidente della X Commissione. Grazie Presidente, penso anch'io sia giusto arrivare a una discussione di metodo, però credo che qualche minuto non basti, chiederei quindi, alla Presidenza di allungare la sospensione ad almeno una ventina di minuti.

PRESIDENTE. Rimaniamo intesi per i venti minuti, pensate di farcela? Onorevole Baldelli, prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Siccome la prudenza non è mai troppa, a questo punto, Presidente, teniamoci ulteriormente larghi, così poi cominciamo davvero, per cui proporrei le 16,30.

PRESIDENTE. Come sapete, sono contrario a muovere l'Aula per tempi ristretti, perché è un'ipotesi mai realizzata, quindi sospendo la seduta fino alle 16,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,37.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Sgombriamo l'emiciclo e lasciamo libero il Vice Ministro Pichetto Fratin perché avrei bisogno dei suoi pareri sugli ordini del giorno presentati. Vice Ministro, con riferimento agli ordini del giorno, lei mi dice esattamente com'è lo stato dell'arte, siamo d'accordo?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/3634-A/1 Colletti può essere accolto come raccomandazione, altrimenti invito al ritiro o parere contrario. Gli ordini del giorno nn. 9/3634-A/2 Sapia e 9/3634-A/3 Massimo Enrico Baroni possono essere accolti come raccomandazione, altrimenti invito al ritiro. Sugli ordini del giorno n. 9/3634-A/4 Leda Volpi, n. 9/3634-A/5 Spessotto, n. 9/3634-A/7 Vianello e n. 9/3634-A/10 Vallascas vi è invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

Gli ordini del giorno n. 9/3634-A/11 Rotelli e n. 9/3634-A/12 Delmastro Delle Vedove sono accoglibili come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/24 Tateo il parere è favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/3634-A/25 Gastaldi e n. 9/3634-A/26 Cavandoli sono accoglibili come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/27 Rixi il parere è favorevole, mentre è di invito al ritiro, altrimenti parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/28 Suriano.

Gli ordini del giorno n. 9/3634-A/29 Ehm, n. 9/3634-A/30 Sarli, n. 9/3634-A/31 Mollicone, n. 9/3634-A/32 Bubisutti, n. 9/3634-A/33 Caretta, n. 9/3634-A/34 Ciaburro e n. 9/3634-A/35 De Toma sono accoglibili come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/36 Sodano vi è invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3634-A/37 Baldelli, accolto come raccomandazione. Ordini del giorno n. 9/3634-A/38 D'Attis e n. 9/3634-A/39 Polidori, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3634-A/40 Bagnasco, invito al ritiro o parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/3634-A/41 Gemmato è accolto come raccomandazione. Ordini del giorno n. 9/3634-A/42 Benedetti e n. 9/3634-A/43 Zucconi, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Cominciamo dall'ordine del giorno n. 9/3634-A/1 Colletti, accettato come raccomandazione. Onorevole, va bene? No, insiste per la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/1 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

L'ordine del giorno n. 9/3634-A/2 Sapia è accolto come raccomandazione. Onorevole Sapia, insiste per la votazione? Sì.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/2 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

L'ordine del giorno n. 9/3634-A/3 Massimo Enrico Baroni è accolto come raccomandazione. Onorevole Baroni, insiste per la votazione? Sì.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/3 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Sull'ordine del giorno Leda Volpi n. 9/3634-A/4, c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/4 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Ordine del giorno n. 9/3634-A/5 Spessotto, parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intervengo non per far cambiare un parere a un Governo che non sappiamo se esista o meno, ma per far riflettere i colleghi su questo ordine del giorno, che tratta un tema che da anni discutiamo, almeno negli intergruppi che a, ogni legislatura, si costituiscono in difesa degli animali, ovvero quello delle “botticelle”, che non hanno nulla di turistico, né di culturale, ma sono puro maltrattamento degli animali.

È un sistema che andrebbe assolutamente mandato in pensione, cancellato. Anche in Commissione trasporti siamo tornati più volte su questo tema, ma non siamo mai riusciti ad arrivare ad una quadra, per cui, visto che comunque è un tema che ritorna e molti parlamentari, molti colleghi si dicono a favore del pensionamento di questi mezzi di trasporto assolutamente obsoleti, che generano solo violenza sugli animali, invito i colleghi parlamentari, che appunto dicono di essere a favore dell'abolizione di questa violenza, a votare favorevolmente su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/5 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/7 Vianello c'è un parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/7 Vianello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/10 Vallascas c'è un parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/10 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Ordine del giorno n. 9/3634-A/11 Rotelli, accolto come raccomandazione. Va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/3634-A/12 Delmastro Delle Vedove, accolto come raccomandazione. Va bene? Vedo che l'onorevole Zucconi mi fa cenno di “sì”. Ordine del giorno n. 9/3634-A/24 Tateo, parere favorevole, va bene. Ordini del giorno n. 9/3634-A/25 Gastaldi e n. 9/3634-A/26 Cavandoli, accolti come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/27 Rixi il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/28 Suriano c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/28 Suriano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Ordine del giorno n. 9/3634-A/29 Ehm: accolto come raccomandazione. Va bene?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere di porre comunque in votazione l'ordine del giorno gentilmente…

PRESIDENTE. Onorevole Ehm, o accetta la raccomandazione

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Accetto la raccomandazione…

PRESIDENTE…o devo porlo in votazione con il parere contrario del Governo. Mi chiarisce bene cosa vuole? Accetta la raccomandazione, bene, ci siamo chiariti.

Ordine del giorno n. 9/3634-A/30 Sarli, accolto come raccomandazione: va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3634-A/31 Mollicone. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Solo per chiedere al Governo un velocissimo riesame. Ci accontenteremmo anche di un parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sarebbe un segnale importante perché, tra gli impegni, c'è quello trasversale a tutto il Parlamento, per l'approvazione del piano DAB+, che riguarda tutta la radiofonia nazionale per la radio digitale, tutti i gruppi editoriali, per primo Radio Rai, e credo che - come è già successo altre volte - su questo vi sia ampia trasversalità. Quindi, chiedo al Governo di modificare il parere espresso in favorevole.

PRESIDENTE. Vice Ministro Pichetto Fratin, vuole intervenire o mantiene il parere che ha espresso prima?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. È accolto come raccomandazione e, quindi, di fatto, è un parere favorevole; altrimenti potremmo prevedere una riformulazione, ma si riapre - come valutazione complessiva - la necessità che non sono state date riformulazioni sugli ordini del giorno precedenti.

La invito ad accettarla e valga a verbale anche la mia dichiarazione, dove certamente c'è una condivisione, avendolo accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, il Governo non cambia parere. Accetta la raccomandazione o lo vuole votare? In questo caso avrebbe parere contrario.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). A malincuore, accettiamo. Non capiamo, sinceramente, cosa ci voglia a esprimere parere favorevole, lo spiegherete ai gruppi radiofonici della Rai.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3634-A/32 Bubisutti; onorevole Ziello, mi fa un segno per l'onorevole Bubisutti? Accetta. Ordine del giorno n. 9/3634-A/33 Caretta: accetta come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3634-A/34 Ciaburro: accetta come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3634-A/35 De Toma: accetta come raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3634-A/36 Sodano.

A chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Certo, che voglio parlare. Innanzitutto, la notizia è che alle 16,51 del 26 luglio, in piena campagna elettorale, a Camere sciolte, la maggioranza Draghi esiste ancora e sta votando in maniera compatta questo disegno di legge Concorrenza. Si parla di materie molto sensibili e questo mio ordine del giorno interviene proprio sull'articolo 8 che il collega Vianello ha cercato di emendare, perché, oggi, grazie allo strapotere di questi poteri finanziari, rappresentati da Draghi e che tutto questo Parlamento italiano, quasi tutto, ha deciso di accogliere e di sostenere, noi ancora una volta, anzi, voi, permettetemi di dire - perché ognuno qui si prende le proprie responsabilità -, fate in modo che il referendum…Mi faccia parlare, Presidente, la prego, è uno degli ultimi interventi su un tema sensibile (Commenti), grazie…

PRESIDENTE. Ha un minuto, onorevole. Non mi pare di aver fatto nulla, le ho segnalato che stava avvicinandosi al minuto e doveva terminare, né più, né meno, onorevole.

MICHELE SODANO (MISTO). La ringrazio. Non vi scaldate, vi prego. Noi interveniamo sull'esito di un referendum, quello del 2011, in cui i cittadini italiani hanno decretato che vogliono l'acqua pubblica e voi questa cosa ve la siete sempre dimenticata. Adesso, con l'articolo 8 sarà impossibile e sconveniente per i comuni di tutta Italia avere il servizio idrico in house, perché dovranno dimostrarne la convenienza, dovranno giustificare…

PRESIDENTE. Onorevole Sodano, se chiude in un secondo, altrimenti, dopo un minuto e 37 devo interromperla.

MICHELE SODANO (MISTO). Ma nemmeno un minuto per poter dire una cosa come questa?

PRESIDENTE. È oltre di 40 secondi.

MICHELE SODANO (MISTO). D'accordo, allora che ognuno si prenda le proprie responsabilità e, visto che siete in campagna elettorale, almeno mostrate ai vostri cittadini da che parte state sull'acqua pubblica.

PRESIDENTE. Grazie, abbiamo capito il senso del suo intervento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/36 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Ordine del giorno n. 9/3634-A/37 Baldelli; onorevole accetta come raccomandazione il suo ordine del giorno? Sì, bene.

Ordine del giorno n. 9/3634-A/38 D'Attis: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3634-A/39 Polidori: parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/40 Bagnasco il Vice Ministro ha chiesto la parola. Per un cambio di parere, immagino?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Erroneamente ho indicato come contrario il parere sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/40 Bagnasco che, invece, è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Lo accetta, onorevole Bagnasco, come raccomandazione?

ROBERTO BAGNASCO (FI). Sì, accetto, anch'io a malincuore evidentemente, ma ringrazio il Vice Ministro Pichetto Fratin per l'impegno che ha messo ad accoglierlo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3634-A/41 Gemmato: lo accetta come raccomandazione? L'onorevole Zucconi mi dice di sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/42 Benedetti il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/42 Benedetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3634-A/43 Zucconi, su cui c'è il parere contrario. Nessuno chiede di intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3634-A/43 Zucconi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Doriana Sarli. Ne ha facoltà, per tre minuti.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Con il “disegno di legge Concorrenza”, il Governo Draghi dà un duro colpo alla gestione dei servizi pubblici e mette sul mercato settori strategici come l'energia, l'acqua e la sanità. Nonostante le tante esperienze del passato, si continua a far passare il concetto che il pubblico sia recessivo e inefficiente e per esistere debba giustificarsi; tutto in assoluta continuità con le privatizzazioni di stampo liberista degli ultimi decenni.

Il disegno di legge in discussione indebolisce il nostro Servizio sanitario nazionale, aprendo ulteriormente, con l'articolo 16, alle strutture private. Inoltre, se analizziamo l'articolo 8, troviamo un punto sostanziale del provvedimento che vede la privatizzazione dei servizi pubblici locali e la definitiva mutazione del ruolo dei comuni.

È un provvedimento scandaloso che farà pagare di più i servizi ai cittadini, nonostante ciò che enuncia l'articolo 1 del provvedimento, che parla di promozione dello sviluppo della concorrenza, al fine di garantire l'accesso ai mercati di piccole imprese per rafforzare la giustizia sociale, la qualità e l'efficienza dei servizi pubblici, la tutela dell'ambiente e il diritto alla salute dei cittadini. È vero proprio il contrario. L'articolo 8 svuota le funzioni dei comuni e il ruolo di garanzia dei diritti svolto storicamente dai servizi pubblici locali. Mentre per un affidatario privato viene richiesta una relazione annuale sui dati di qualità del servizio e sugli investimenti effettuati, il comune che scelga di gestire un proprio servizio pubblico locale dovrà giustificare il mancato ricorso al mercato, sobbarcandosi di oneri che non avrebbe, rinunciando alla gestione in house.

Noi di Manifesta siamo del parere, in primo luogo, che gli enti di prossimità siano essenziali per i cittadini, perché garantiscono il godimento dei servizi, in armonia con il progetto costituzionale di uguaglianza sostanziale. È questo lo scopo dei servizi pubblici che hanno la finalità di garantire un servizio e non devono tendere al profitto.

Per questo e per molto altro, che con il tempo a mia disposizione non ho il tempo di argomentare, annuncio il voto contrario mio e delle colleghe di Manifesta sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emanuela Rossini. Ne ha facoltà, per tre minuti.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Questo disegno di legge sulla concorrenza è certamente la riforma più rilevante tra quelle da adottare nell'ambito dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Rimane una delle priorità, nonostante la crisi di Governo e lo scioglimento delle Camere, quella di condurre a conclusione l'iter di questa riforma con decreti attuativi da parte del Governo e per questo è stato deciso lo stralcio di ragioni di contenzioso su aspetti, tra l'altro, comunque fondamentali, perché ispirati a principi di interesse pubblico.

Come autonomie speciali del Trentino Alto-Adige attribuiamo particolare valore all'allineamento delle date sui nostri territori delle gare per le concessioni idroelettriche alle date nazionali. Per questa ragione e per l'importanza che la concorrenza assume, anche come fattore di moltiplicatore su tutto il sistema economico, le minoranze linguistiche voteranno a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO-CI). Grazie, Presidente. Noi di Coraggio Italia sappiamo che questo provvedimento è essenziale, poiché legato al PNRR, ed è essenziale la sua approvazione proprio per incassare la successiva rata del PNRR, che serve a finanziare investimenti importanti per l'Italia. Ed è per questo che deve essere approvato e deve andare avanti, anche perché in Europa ci siamo impegnati ad approvare annualmente la legge sulla concorrenza.

Tuttavia, siamo contro una concorrenza che sia distorsiva e cattiva, poiché, dall'altra parte del mondo, ad esempio dalla Cina, potrebbero arrivare multinazionali a danneggiare e fare shopping delle nostre imprese; parlo, ad esempio, del settore balneare.

Siamo, invece, a favore di una concorrenza sana e leale che crei lavoro e nuovi posti di lavoro. Devo registrare, però, che, purtroppo, a causa dello scioglimento delle Camere, questa Camera non ha potuto analizzare tutti i punti di questo disegno di legge. Quindi, molti nodi sono rinviati a decreti delegati, che dovranno essere adottati dal prossimo Governo. Come Coraggio Italia, ci impegniamo sin da subito a tutelare le imprese del nostro territorio, del nostro Paese, coloro che creano lavoro in Italia e che pagano le tasse in Italia. Questo provvedimento, però, deve andare avanti, deve trovare la luce. Ed è per queste motivazioni, Presidente, che annuncio il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Dopo 18 mesi si chiude, finalmente, l'era Draghistan, che sarà ricordata come una delle fasi più grigie della storia recente del nostro Paese, ridotto ad essere svenduto dalle fameliche lobby internazionali alle banche d'affari e alle logiche di mercato. I cittadini, le famiglie, la rete delle piccole e medie imprese, assieme al tessuto industriale del Paese, sono stati cancellati dall'agenda di un Governo che lascia dietro di sé unicamente un cumulo di macerie. Le responsabilità del Governo nella gestione di questa fase critica pesano come macigni, dai ritardi nel riconoscere e gestire il fenomeno del caro materiali, agli interventi tampone sul caro energia, al comportamento sconsiderato nei confronti della guerra. Scelte illogiche e irresponsabili, che hanno peggiorato tutti i parametri economici, consegnando alle future generazioni un sistema Italia indebolito e sull'orlo del default. Adesso, come atto finale, come epilogo di questa stagione drammatica per il Paese, il Governo dei peggiori compie il colpo più ardito, il colpo da maestro, perché, ovviamente, si è posto come obiettivo quello di consegnare le chiavi del Paese alle scorribande dei grandi gruppi privati stranieri. Infatti, in realtà, dietro la legge annuale per il mercato e la concorrenza, si nasconde un'operazione di privatizzazione in grande stile. Così il colpo di coda finale del Governo della Repubblica del Draghistan è la criminale svendita di beni e servizi pubblici, dai trasporti locali, alla sanità, alle risorse idriche, ai rifiuti, alle spiagge. Il tutto orchestrato dall'Europa, che ci impone l'ennesimo sacrificio attraverso un vero e proprio ricatto, vincolando le risorse del PNRR all'approvazione di questo provvedimento. E, in questo caso, possiamo ben dire che l'Europa può contare, non solo su un Governo amico, ma di più, su un Governo complice, pronto ad assecondare qualsiasi desiderio espresso da Bruxelles. Non è stata certamente la tutela degli interessi italiani e dell'Italia ad aver ispirato questo provvedimento. Quale può essere l'interesse del Paese nel consegnare nelle mani dei privati alcuni servizi pubblici fondamentali? Eppure, all'articolo 8, è prevista una delega al Governo sul riordino della materia, che, in realtà, nella logica di questo provvedimento, significa sottrarre al pubblico per dare ai privati. Le amministrazioni locali saranno, infatti, poste praticamente su un piano di concorrenza con il privato, ma si tratta di una concorrenza subdola, di facciata, perché mentre il privato sarà trattato con i guanti di velluto, per le amministrazioni pubbliche si preparano tempi difficili, con veri e propri percorsi a ostacoli nel caso dovessero decidere di continuare a gestire i servizi sia direttamente che attraverso società partecipate e in house. Questo sistema interessa diversi ambiti della pubblica amministrazione, si estende al trasporto pubblico locale e andrà a toccare anche le discipline sui rifiuti e sul servizio idrico, ovviamente sempre con una logica privatistica.

Con una serie di emendamenti, come Alternativa, abbiamo cercato di invertire questo approccio, proprio per ostacolare l'assalto dei grandi gruppi privati stranieri nella gestione dei servizi pubblici.

Il disegno di legge sulla concorrenza dà il via libera anche all'ulteriore assalto da parte dei privati alla sanità, anche attraverso un sistema di accreditamenti più rapidi e con meno controlli.

Sul tema delle concessioni balneari siamo a una delega in bianco, che consente al Governo di fare tutto ciò che non si dovrebbe fare per il bene dell'ambiente, del libero e gratuito accesso alle spiagge e per il cambio generazionale nella gestione privata.

Al di là delle disposizioni sulla concorrenza e sull'attuazione della direttiva Bolkestein, c'è la necessità di una regolamentazione organica della materia. Abbiamo la necessità di garantire uno sviluppo sostenibile, di favorire la concorrenza tra imprese, tutelare il nostro patrimonio costiero e garantire un libero accesso alle spiagge.

Come Alternativa, abbiamo sollecitato con alcuni emendamenti l'introduzione di alcuni correttivi verso un approccio veramente green al settore. Soprattutto, avremmo voluto che venissero posti dei limiti alla concentrazione in poche mani delle concessioni. I danni che causerà il DDL “Concorrenza” sono l'ulteriore e pesante lascito del Governo dei peggiori alle future generazioni.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Quindi, dichiaro il voto contrario di Alternativa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU-ART 1-SI). Grazie, Presidente. Sebbene in una congiuntura molto particolare come la fine della legislatura, affrontiamo un provvedimento importante, che - vorrei segnalarlo soprattutto ai colleghi e alle colleghe intervenuti prima di me - è diverso, significativamente diverso dalla versione approvata in Consiglio dei Ministri e arrivata in Parlamento, prima al Senato e poi alla Camera.

È una versione diversa perché abbiamo cercato di mettere i piedi per terra, di inserire nella realtà concreta gli interventi che venivano previsti, perché i princìpi della concorrenza, nella versione che è entrata in Parlamento, sono stati declinati in modo davvero astratto e senza un preventivo bilancio degli effetti che hanno prodotto in tanti anni di applicazione.

Anche questa legge annuale per il mercato e la concorrenza fa riferimento a un paradigma e a delle aspettative che sono state sistematicamente tradite dall'applicazione concreta di quei princìpi, per una ragione molto semplice. Ora non c'è tempo per elaborare, però un punto di fondo è che quei princìpi della concorrenza, che si alimentano attraverso le quattro sacre libertà - la libertà di movimento di capitali, merci, servizi e persone -, sono intesi in modo significativamente diverso da quelli che sono i princìpi della nostra Costituzione, in particolare gli articoli 41, 42 e 43, dove, ovviamente, vi è una tutela delle quattro libertà. Però, a differenza di come è stata declinata negli anni che abbiamo alle spalle, quella tutela, quella salvaguardia, quella promozione è legata a fini di utilità sociale. Questo è il punto di fondo che abbiamo provato a mettere in evidenza e a introdurre negli importanti emendamenti che sono stati presentati.

Voglio anche ringraziare il Governo, in particolare il Vice Ministro Pichetto Fratin, che ha seguito sin dal Senato il provvedimento con grande attenzione, con grande disponibilità e con grande capacità di ascolto. Vedete, è facile fare la propaganda sui parlamentari succubi delle lobby, poi in realtà, quando si parla di lobby, si fa soltanto riferimento - in modo, a mio avviso, molto discutibile e inappropriato - ai tassisti, ai balneari, agli ambulanti, mentre pare che altri non abbiano poi quell'orientamento e quella vocazione. Invece, nel lavoro parlamentare, abbiamo tentato e in molti casi siamo riusciti a ricondurre a finalità sociali quei princìpi di concorrenza.

Il sottoscritto è convinto dell'utilità della concorrenza, quando la concorrenza, però, è tra pari. Quando la concorrenza non è tra pari, allora diventa complicato e vengono compromessi quei fini di utilità sociale previsti nella nostra Costituzione. Se tu metti a gara delle concessioni e possono partecipare a questa gara delle imprese familiari o delle multinazionali che magari hanno la residenza in un paradiso fiscale, che magari, grazie ad alcune direttive europee, come la Bolkestein o la direttiva sui lavoratori dislocati, possono operare in Italia con le condizioni di lavoro previste nei Paesi di origine, non è proprio una bella concorrenza. Là non vai a premiare l'imprenditore più capace; là vai a privilegiare e a dare vantaggio alle condizioni di sfruttamento di lavoratori e lavoratrici, metti in competizione sistemi di welfare, e questo non va bene, è intimamente contraddittorio con i principi della nostra Costituzione.

Allora, vorrei invitare i colleghi che hanno fatto legittimamente dei rilievi sull'articolo 8 a leggerlo bene, perché quel favore per le gestioni private che era previsto dal testo iniziale oggi non è più tale. Abbiamo ricondotto a condizioni di sostanziale parità i diversi modelli di gestione per una ragione semplice: perché in questi anni abbiamo visto che la cosiddetta concorrenza per il mercato, quella che si fa attraverso le gare per le concessioni dei servizi pubblici locali, non solo dell'acqua, ma di tutti i servizi pubblici locali, in realtà non produce particolari benefici per il consumatore.

In modo plastico e drammatico lo abbiamo constatato sulle autostrade, un monopolio naturale che è stato affidato alla gestione privata in nome della concorrenza per il mercato. In forma drammatica abbiamo visto che quelle concessioni, affidate a gestioni private, quando si tratta di monopoli naturali, come le autostrade, come i servizi pubblici locali, portano sistematicamente, non eccezionalmente, a maggiori tariffe, minori investimenti e peggioramento della qualità del servizio. Quindi, questi fantomatici benefici per il consumatore non si vedono, mentre si vedono rendite stratosferiche e si vede l'impoverimento della qualità del servizio. E l'articolo 8 lo abbiamo cambiato, come abbiamo cambiato l'articolo 9 per quanto riguarda il trasporto pubblico locale.

Così come abbiamo fatto un intervento, a mio avviso sacrosanto, di stralcio dell'articolo 10, che riguarda il trasporto pubblico non di linea, i taxi in particolare, anche perché là vi erano condizioni profondamente asimmetriche, che non promuovevano una concorrenza tra pari, ma davano dei vantaggi ingiustificati a chi ha altre caratteristiche. La nostra discussione è coincisa con il disvelamento dei cosiddetti Uber files, che non ci hanno dato particolari novità, ma hanno documentato come quelle multinazionali delle piattaforme che sfruttano il lavoro generano, per il sistema di rapporti che hanno, delle normative che non vanno a favore del consumatore, vanno a favore di chi ha posizioni più forti.

Allora, a mio avviso, il lavoro parlamentare è stato importante, ci consegna un testo equilibrato; purtroppo è dovuta arrivare la crisi di Governo per avere l'attenzione necessaria su articoli importanti come l'articolo 10, ma l'obiettivo è stato raggiunto.

Ritengo che vi siano ancora delle correzioni importanti da fare. La prossima legislatura, a seconda di chi sarà seduto ai banchi del Governo, potrà valutare gli interventi, ma il punto fondamentale, a mio avviso, rimane: dobbiamo riesaminare quei princìpi che applichiamo in modo schematico e dogmatico, perché quella concorrenza non è concorrenza tra pari. Dobbiamo fare in modo che anche le discipline europee, le direttive europee che hanno promosso questi principi, siano legate, come la nostra Costituzione, a fini di utilità sociale, altrimenti si snatura profondamente l'obiettivo dell'intervento.

Soddisfatti, quindi, in larga misura per il lavoro emendativo svolto prima al Senato e poi alla Camera, consegno il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Presidente, Vice Ministro, onorevoli colleghi, in questi giorni in molti si sono impegnati nell'elencare i danni conseguenti alla caduta del Governo Draghi provocata da MoVimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia; perfino Ministri appartenenti a questi stessi partiti, in una dissociazione che farebbe ridere, se non facesse pena.

Abbiamo assistito qualche giorno fa, proprio in quest'Aula, all'applauso traditore di D'Incà, Giorgetti, Garavaglia, Dadone: applaudivano Draghi, mentre i rispettivi gruppi affossavano il suo, che era anche il loro Governo. Un Governo che ha permesso all'Italia di uscire dalla pandemia, che stava gestendo una difficilissima crisi energetica, che ha tenuto una posizione chiara sul conflitto russo-ucraino, che si preparava a emanare nuove misure di sostegno a famiglie e imprese. La politica è anche contrapposizione di idee, ma non può essere una perenne guerra elettorale sulla testa dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

La valutazione su ciò che è accaduto giovedì scorso va fatta solo ed esclusivamente guardando agli effetti che lo stop a Draghi porterà nelle vite dei cittadini. Le occasioni mancate, le battaglie bloccate, i risultati rinviati, i tempi persi: queste sono le cose che interessano alle persone.

Che ruolo può giocare un'Italia con un Governo dimissionario nei tavoli europei in cui si parla in questi giorni di tetto al prezzo del gas e di altre politiche energetiche? Che efficacia potrà avere un nuovo “decreto Aiuti” nel mezzo di una campagna elettorale già avviata? Che fine faranno le opere e le infrastrutture che stavano per essere avviate? Il PNRR quali ritardi subirà? Non siamo in un momento normale, non valgono ragionamenti normali, non sono ammessi calcoli elettorali. I leader di tre partiti hanno immaginato di giocare alla crisi di Governo come se fossimo in un'isola, scollegata dal resto del mondo e fuori dal tempo che stiamo vivendo. Il prezzo di questo gioco, però, lo pagheranno gli italiani.

Lega, Forza Italia e MoVimento 5 Stelle si sono assunti la responsabilità di scavare un ulteriore solco tra le istituzioni e i cittadini; hanno provocato una ferita che non si rimarginerà e che si è letta nelle reazioni di sdegno e di sconcerto di coloro che assistevano a quanto accaduto.

Non ho sentito in questi giorni, tanto meno nelle dichiarazioni di voto al Senato di giovedì scorso, una comprensibile motivazione per questa crisi; non l'ho sentita perché non c'è. I partiti che hanno provocato le dimissioni del Presidente Draghi non hanno nemmeno avuto il coraggio di partecipare al voto di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), hanno provocato una crisi senza volerci mettere la faccia.

Cosa dire, poi, dei Ministri che non si sono dimessi e sono stati lì, seduti sui banchi del Governo, quasi spettatori di un film che non li riguardava. È stata una pagina triste e indegna, che segnerà il futuro del Paese.

L'agenda di Mario Draghi, che aveva ottenuto piena fiducia dalle istituzioni internazionali ed europee con cospicui finanziamenti, è stata interrotta, anche su questo provvedimento, il disegno di legge per la concorrenza. In molti colleghi, bisogna dirlo, c'è una sorta di allergia alla parola “concorrenza”; lo denota anche il fatto che questo provvedimento, che dovrebbe essere annuale, è il secondo dopo la legge proposta dal Governo Renzi nel 2014. Peccato che la concorrenza porti con sé diversi vantaggi per i consumatori e gli utenti: migliore qualità dei beni e servizi e riduzione dei prezzi le prime conseguenze positive. La concorrenza porta vantaggi anche per gli operatori, quelli che non godono di posizioni di privilegio, ovviamente. L'idea che la concorrenza sia qualcosa di incontrollabile e incompatibile con la tutela delle imprese è totalmente fuorviante. Chi è stato trascinato in una battaglia ideologica contro il mercato è stato toccato nelle paure e nelle preoccupazioni più legittime, quelle di chi fa impresa in un periodo così incerto e difficile, nelle attività balneari su concessioni demaniali come nei trasporti pubblici non di linea.

Mai il nostro atteggiamento è stato di sottovalutazione di tali posizioni; posizioni che in entrambi i comparti non sono state però totalizzanti. L'atteggiamento dei tanti che hanno consentito un dialogo ragionevole per una riforma che tenesse insieme leale concorrenza e tutela del valore del lavoro e degli investimenti va riconosciuto; ha consentito al Senato di giungere a una delega equilibrata sulle concessioni demaniali marittime, e stava per consentire un risultato qui, alla Camera, sul tema dei taxi e degli NCC. Mi consenta in questi pochi minuti di soffermarmi su quest'ultimo tema, anche se sul primo avrei alcune cose da sottolineare.

La colpevole crisi di Governo innescata ha provocato, tra le altre cose, anche lo stralcio dell'articolo che avrebbe definito una delega al Governo per la riforma del quadro normativo sul trasporto pubblico non di linea. Ciò consentirà certamente a chi l'ha provocata, la crisi, di cavalcare ancor di più e meglio la protesta di coloro che, nelle scorse settimane, hanno interrotto un servizio pubblico dichiarandosi indisponibili a qualsiasi riforma.

Italia Viva, in Commissione, ha espresso con chiarezza e fin dall'inizio la propria posizione: non crediamo che la soluzione a un problema possa essere il continuo rinvio. Anche stavolta, dei taxi ce ne occuperemo domani, ignorando le necessità degli utenti e dando uno schiaffo ai tanti operatori che in queste settimane hanno dimostrato senso di responsabilità, lungimiranza e visione al tavolo convocato dalla Vice Ministra Bellanova. In un clima teso e complicato, Teresa Bellanova ha messo in campo l'ascolto e il confronto che fino a quel momento le categorie non avevano avuto; ha portato alla Commissione referente un lavoro di sintesi, che teneva insieme posizioni diverse con uno sguardo di insieme e di coerenza. La ringrazio qui, in quest'Aula, per un lavoro che altri non si sono assunti l'onere di fare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Come affermato dalla collega Paita in Commissione, quando si affrontano questioni spinose e per troppo tempo rinviate, va chiarita prima di tutto la visione politica dalla quale le norme scaturiscono. Per aprire un dialogo con chi teme un cambiamento, si ha il dovere di spiegare quali sono gli obiettivi, dove si vuole andare, quale futuro si vuole disegnare. Solo così è possibile rompere il muro della diffidenza e trovare una direzione comune.

Resta l'amaro del fallimento. Lo stralcio dell'articolo 10 è un fallimento che questa volta ha diversi protagonisti e molte comparse, in un'ambiguità che non può restare sottotraccia, tutti accomunati dalla ricerca di un facile consenso, anche nella contraddizione di se stessi.

Pur nella frenesia di questi giorni, possiamo dirci soddisfatti dell'approvazione di alcuni emendamenti di Italia Viva, tra i quali, ad esempio, quello sull'introduzione del fascicolo elettronico d'impresa o quello che introduce la riduzione dei tempi dei procedimenti amministrativi tra gli obiettivi da perseguire nel rapporto con le imprese.

Resta l'amaro, anche personale, per i diversi emendamenti che non si sono potuti affrontare e sui quali era in corso un'istruttoria da parte dei Ministeri. È sfumata la possibilità di una nuova legge per il settore delle autoriparazioni, così come interventi di semplificazione per le imprese del commercio. Mi rammarica, poi, non aver potuto affrontare le diverse proposte, alcune a mia prima firma, per modificare il sistema del risarcimento diretto dell'RC auto. È ormai chiaro a tutti che è urgente e improrogabile una riforma complessiva delle assicurazioni auto, stavolta rinviata a un tavolo di lavoro che, a detta del Governo, del Vice Ministro Pichetto Fratin, stava per essere costituito al MiSE. È evidente che i tempi non consentiranno di costituire, neanche questa volta, il tavolo. Anche qui, forse, si è persa l'ennesima occasione di dare risposte concrete ai cittadini che pagano premi sempre più alti rispetto agli altri automobilisti europei e, anche questa volta, abbiamo deciso di non occuparcene.

Noi non permetteremo che in questo Paese si innesti un'agenda contrapposta a quella di Mario Draghi, tanto meno se teleguidata da altri Paesi che, purtroppo, in questi giorni, hanno gioito della fine del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

In quest'Aula sentiamo il dovere di parole chiare e nette per rispetto del Governo che ancora per qualche settimana è in carica e per rispetto degli italiani che tutti rappresentiamo. Non accettiamo ambiguità nei rapporti con Putin, non arretriamo di un centimetro sul dovere di restare in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), non rinunciamo alla battaglia di modernità del nostro Paese, di cui anche questo disegno di legge, in parte, si fa carico. Per tutti questi motivi, Presidente, annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Nell'annunciare subito il voto contrario di Fratelli d'Italia a questo disegno di legge dal cammino tortuoso e un po' a macchia di leopardo, con questo iter che prevede la trattazione per comparti fra Camera e Senato, che ha limitato un po' già i lavori della Camera, ma che, poi, limiterà anche quelli del Senato, partiamo dal principio, quello di una concorrenza inserita all'interno di un'Unione europea, con un percorso che dovrebbe rafforzare la collaborazione, la cooperazione, la omogeneizzazione delle varie nazioni che compongono l'Europa, ma che ci pare abbia mancato l'obiettivo per vari motivi. Questo principio UE, poi, si è andato a calare sulla possibilità di attingere alle risorse del PNRR come condizione.

Il problema è che l'Unione europea non ci ha proposto, ma ci ha imposto non soltanto obiettivi, ma anche, in pratica, contenuti, dando, anche attraverso la minaccia di procedure di infrazione, il senso di voler costringere il Parlamento. E, allora, quella che poteva essere una proposta che riguardava tutti i Paesi europei, è diventata, poi, una sorta di ricatto nei confronti di quei Paesi che, più colpiti magari dalla pandemia, avendo economie un po' in difficoltà rispetto ad altre, devono, poi, per forza, soggiacere, sottostare a quelli che sembrano diktat.

Il principio è giusto, però non ci possiamo scordare che l'Europa è immobile sotto tanti altri aspetti. Si ricordava, in precedenza, il fenomeno della delocalizzazione delle aziende italiane, dell'industria, che ha impoverito l'Italia. Questa delocalizzazione sta avvenendo per motivi molto semplici: i costi energetici sicuramente, ma anche i salari, che non sono uguali in tutta Europa, ma anche le tasse, poiché, se molte aziende si sono spostate dall'Italia, è perché vanno a operare in Paesi nei quali la tassazione è più favorevole. Però, allora, se si parla di concorrenza in senso generale, l'Europa si sarebbe dovuta attivare, intanto, su questi problemi, e non andare a calare imposizioni su questioni che, come abbiamo constatato e come è già stato ricordato, sono spesso contraddittorie. Non parliamo, poi, dei paradisi fiscali, che sono ancora consentiti all'interno del terreno dell'Unione europea.

I balneari sono stati il capro espiatorio di questo passaggio, perché molto si è rimandato, giustamente, secondo noi, in alcuni casi come i taxi, qualcosa si è deciso, ma, in questo caso, gli operatori della balneazione sono stati messi in croce più di tutti. È oggettivo e sottostà a un diktat preciso da parte dell'Europa, un diktat a cui il Presidente del Consiglio ha aderito, non sappiamo se per convinzione o per costrizione. Di fatto, questi concessionari balneari sono stati demonizzati a livello comunicativo, perché molti organi di stampa, le televisioni, li hanno dipinti come mostri, come privilegiati. Ricordava il collega Caiata che alcuni privilegi o alcune agevolazioni potevano essere evidentemente sanati o ridotti o eliminati semplicemente intervenendo su questo aspetto. Ma non abbiamo aumentato i canoni - non se ne parla -, non sono stati regolamentati meglio i controlli sugli accessi alle spiagge: cioè, di tutte le problematiche che sono state messe a motivazione di questa misura, poi, non vi è traccia.

E, allora, è chiaro che non è vero che è questo, è altro. Continua semplicemente, senza grandi clamori, la svendita dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la verità e colpiscono un settore - lo ricordava il collega Fassina in precedenza -, come per le guide turistiche. In un regime di vera concorrenza, deve valere anche la reciprocità: nel tuo Paese si pagano le stesse tasse che si pagano negli altri, i salari sono a livelli uniformi rispetto all'Unione europea. E la reciprocità deve valere anche per le concessioni balneari: mettiamo che un cittadino italiano voglia andare a comprare all'asta un'azienda in Spagna, in Croazia, in Portogallo: non lo può fare, perché lì le aste non ci sono, le concessioni sono state prorogate di 75 anni. Ma questo non vale soltanto per le concessioni balneari, vale anche per le concessioni idroelettriche. Anche in tale ambito, provate ad andare in Francia a comprare una centrale idroelettrica o a prenderla in concessione. Non c'è assolutamente possibilità, ti guarderebbero fossi pazzo, così come io, francamente, a volte, ho guardato alcuni esponenti che peroravano la questione della messa all'asta delle concessioni delle centrali idroelettriche.

Vogliamo parlare di vera lotta alla concorrenza, parliamo dei giganti del web. In Italia, questi ancora operano producendo grandi profitti. Io voglio sperare che nessuno si metta a piangere lacrime per Jeff Bezos, che è padrone dell'e-commerce. È un monopolio di fatto e nessuno ha difeso non solo i commercianti che stanno sparendo sempre di più dalle nostre città, ma nemmeno ha mai proposto norme che cercassero di fargli fare gruppo, squadra, a quei piccoli commerci nei centri storici, in maniera tale da poter tentare di competere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) con i giganti. E siccome l'unica proposta di legge, anche questa volta, è di un partito dell'opposizione, veramente me ne stupisco. Fratelli d'Italia ha presentato una norma sulla web tax, ma non è stata presa in considerazione, è stata affossata come tante altre.

Parlavamo delle guide turistiche, anche qui non c'è stata una reciprocità, perché noi siamo in possesso di un patrimonio culturale, architettonico e anche ambientale, unico in Europa; è chiaro che se noi consentiamo che alle nostre guide turistiche si possano sostituire persone che vengono dall'estero, che magari confonderanno il Pantheon con il Colosseo, ma che costano molto meno e che, quindi, fanno una concorrenza sleale ai nostri professionisti, facciamo un errore. Voglio ricordare che i prossimi a essere passati al setaccio saranno gli ambulanti, perché se c'è una logica questa deve andare avanti, non la puoi fermare o applicarla a macchia di leopardo.

Questo DDL, a mio avviso, a nostro avviso, è la fotografia della incapacità di rappresentanza dell'Italia nell'Unione europea; non si tratta di nazionalismo, si tratta di difesa degli interessi nazionali, quello che ogni Governo, in Europa, giustamente fa, e deve fare. A noi manca questo. È sembrata l'immagine di un'Italia assolutamente abbandonata a se stessa; c'è il PNRR, arrivano alcune risorse, ricordiamoci però che parte di quelle risorse andranno ad accrescere la quantità di interessi che poi saremo chiamati a dover pagare in futuro, ma l'Italia è rimasta sola in questo, sola e soggiogata. Secondo noi, la fotografia di questo DDL è questa: incapacità di farci valere, di contrattare, di stare in Europa. E la cosa non è stata sanata dal fatto che un bravissimo tecnocrate come il presidente Draghi sia venuto a fare il Presidente del Consiglio pro tempore in Italia, perché anche lui è stato costretto poi a sfiduciare le forze della sua maggioranza, messo nella impossibilità di fatto di andare avanti. Tutto questo ci porta a dire che si è persa un'altra occasione, si è persa sulle concessioni idroelettriche, sui balneari, si perderà con gli ambulanti, e così via. È solo grazie alle forze del centrodestra, segnatamente di Fratelli d'Italia, che la vicenda dei taxi, altrettanto sbagliata, è stata accantonata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

In tema di telecomunicazioni inseriamo tale settore in un DDL “concorrenza”, sebbene in detto settore la concorrenza non ci sia, perché manca la rete.

Si potrebbe continuare, Presidente. La ringrazio per avermi concesso qualche secondo in più, ma il tempo è quello che, e il problema rimane.

Noi ci auguriamo un'Italia diversa, dalle prossime elezioni in poi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giarrizzo. Ne ha facoltà.

ANDREA GIARRIZZO (IPF). Presidente, colleghe e colleghi, il percorso del disegno di legge “concorrenza” arriva oggi in Assemblea per essere qui nuovamente discusso. Il disegno di legge è stato approvato in Senato lo scorso 30 maggio, ha poi avuto “via libera” venerdì, in Commissione attività produttive, e tornerà a Palazzo Madama per l'ultima e definitiva lettura. Una strada non semplice per un provvedimento che ha già superato diversi ostacoli e che contiene norme importantissime legate a moltissimi aspetti della vita pubblica del nostro Paese.

Dal disegno di legge “concorrenza”, composto da 36 articoli, dipende l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che richiede l'entrata in vigore di tutti gli strumenti attuativi entro la fine dell'anno, il 31 dicembre 2022. Il disegno di legge che discutiamo oggi guarda al punto 2 della Missione 1 del Piano «Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo».

Com'è noto, la legge annuale sulla concorrenza 2021 doveva trattare i seguenti temi: applicazione delle norme antitrust, servizi pubblici locali, energia, trasporti, rifiuti, avvio di un'attività imprenditoriale, vigilanza del mercato.

Tutti temi indiscutibilmente di grande importanza. Su alcuni di questi vorrei soffermarmi per sottolinearne l'importanza. Partiamo dalle concessioni balneari. L'articolo 3 del provvedimento proroga al 31 dicembre 2023 l'efficacia delle concessioni demaniali e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive con estensione a fine 2024, in caso di contenziosi; prevede anche indennizzi per i concessionari uscenti: l'articolo scioglie così uno dei nodi più spinosi, insieme a quello dei taxi, prevedendo una delega al Governo per il riordino della materia delle concessioni demaniali marittime. Il Governo, infatti, costruirà in sei mesi una piattaforma per la mappatura delle concessioni; inoltre, il decreto fisserà i criteri per le nuove gare e indennizzi per chi uscirà; le concessioni sono prorogate a fine 2023.

Un altro punto importante riguarda i porti. L'articolo 5 prevede che i criteri sulle concessioni saranno definiti da un decreto del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili; è previsto che un concessionario possa ottenere solo una concessione per ciascun porto, ma la regola non vale per gli hub di rilevanza internazionale e nazionale. Sui porti il Ministero delle Infrastrutture ha 90 giorni per rendere omogenee le gare sul territorio nazionale.

Sul gas, l'articolo 6 punta a valorizzare con una serie di disposizioni le reti di distribuzione degli enti locali e a rendere più veloci le procedure per le gare; atteso un decreto sui criteri per i bandi della distribuzione del gas, arrivano nuove tutele per gli enti che vogliono allineare le reti pubbliche.

L'articolo 7, sulle concessioni idroelettriche, stabilisce che saranno le regioni a fissare i criteri per effettuare le gare; sulle gare delle regioni per l'idroelettrico il termine slitta a fine 2023, con la proroga triennale possibile per le concessioni in scadenza prima del 2024. Anche in questo caso, sono previsti alcuni indennizzi per i concessionari uscenti.

L'articolo 8 affronta il tema dei servizi pubblici locali e delega ad un testo unico del Governo il riordino della materia entro sei mesi.

L'articolo 9 riguarda specificatamente il trasporto pubblico e prevede un taglio del Fondo nazionale trasporti per gli enti locali che abbiano affidato i servizi senza procedure di evidenza pubblica o tramite gare non conformi. Come da decreto, l'ente locale ha l'obbligo di trasmettere all'Antitrust una motivazione anticipata in caso di rinuncia alle gare.

L'articolo 10, stralciato dallo stesso Governo per una serie di motivazioni che già conosciamo dovute anche alla crisi innescata da diverse forze politiche, sulle auto pubbliche mirava a rivedere la disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea, vale a dire taxi, noleggio con conducente NCC, e prevedeva l'adozione di un decreto delegato entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge.

L'articolo 13 è dedicato alle procedure dei concessionari autostradali per assegnare le colonnine di ricarica, procedure che saranno competitive e trasparenti e non discriminatorie nel rispetto del principio di rotazione. Previsti anche dei premi per le offerte in cui si propone l'utilizzo di tecnologie altamente innovative.

L'articolo 15 tratta del tema importante dei rifiuti ed interviene sulle tariffe per le utenze non domestiche, prevedendo nuovi compiti per ARERA e modifiche al codice dell'ambiente ove si prevede la stipula di un accordo di programma su base nazionale tra CONAI e sistemi autonomi e tutti gli operatori del comparto di riferimento con l'ANCI, con l'UPI e con gli enti di gestione di ambito territoriale ottimale.

Sulla salute, gli articoli vanno dal 16 al 22 e riguardano il servizio farmaceutico, le licenze dei medicinali, l'accesso al servizio sanitario, l'accreditamento delle strutture, le procedure di selezione per la dirigenza sanitaria.

L'articolo 33 riguarda le big tech e piattaforme digitali, e introduce una presunzione relativa di dipendenza economica nelle relazioni commerciali con un'impresa che offre i servizi di intermediazione di una piattaforma digitale dal momento che si deduce che quest'ultima sia determinante per raggiungere utenti finali o fornitori, anche in termini di effetti di rete o di disponibilità dei dati. Il decreto delega al Governo il compito di semplificare le procedure amministrative e stimolare il dinamismo concorrenziale. L'obiettivo del PNRR è di eliminare le autorizzazioni e gli adempimenti non necessari e dimezzare la durata dei procedimenti.

Come si vede, il provvedimento tocca numerosi argomenti, dai trasporti alle semplificazioni delle autorizzazioni per le attività di impresa, alle misure sui porti, sulle telecomunicazioni, sul gas e sui servizi idroelettrici, sui rifiuti, sulle società partecipate e sui rimborsi diretti estesi per l'RC-auto, sulla concorrenza nei servizi e il rafforzamento dei poteri dell'Antitrust. Non solo, il disegno di legge prevede diverse deleghe al Governo che dovrà ricostituirsi dopo le prossime elezioni; l'operazione, dunque, non sarà semplice e il tempo stringe, la scadenza per attuare le misure è a fine anno.

Presidente, colleghi, questo DDL “Concorrenza” giunge faticosamente alla meta, agli sgoccioli di questa legislatura e lo fa con non poche difficoltà; basti pensare al tanto dibattuto articolo 10 su taxi e noleggio con conducente. Un tema che, insieme al nodo delle concessioni demaniali dei balneari, che slitta tutto al 2024, ha diviso partiti e Governo che puntava a blindare la delega per la riforma del settore.

Dopo le dichiarazioni del Presidente Draghi di mercoledì scorso al Senato, fortemente critiche verso i partiti che hanno appoggiato le proteste non autorizzate dei tassisti, anche il Governo dimissionario ha preso atto del cambiamento radicale del contesto e ha dovuto stralciare l'articolo 10, per non allungare i tempi tecnici di approvazione del DDL in Parlamento.

Approvando, quindi, il DDL entro la pausa estiva, Governo e Parlamento dimostrano di aver guardato prima di tutto alle necessità di salvare la tranche del PNRR legata a questa legge, fondi che in caso contrario sarebbero andati persi. Questo Governo ha scelto di proseguire sulla via delle necessità, abbandonando orgogli di parte e battaglie che avrebbero messo a repentaglio parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Nulla vieta, per un migliore allineamento alle prescrizioni comunitarie, di recuperare il tema nella prossima legge annuale. Poi, però, andranno emanati i decreti delegati entro la fine del 2022. Infatti, l'approvazione della legge avrebbe senso solo se per dicembre, salvo proroghe straordinarie da concordare con Bruxelles, si darà corso anche a tutta la parte attuativa.

Oggi il nostro obiettivo è di approvare il disegno di legge “Concorrenza” il prima possibile. Senza il via libera al provvedimento, come accennavo, è a rischio uno dei 55 target necessari per incassare i fondi del PNRR, un rischio che non possiamo permetterci di correre. Lo dico, in particolare, da abitante del Mezzogiorno, da siciliano che, giorno dopo giorno, vede amaramente la progressiva desertificazione della propria terra. Grazie al piano dell'Unione europea il Mezzogiorno e le aree interne del nostro Paese potranno beneficiare dell'importante investimento volto alla ripresa economica e tale investimento è finalizzato a sostenere le potenzialità produttive del Sud e a diminuire il divario con il resto del territorio italiano.

Si tratta di un grande piano di ricostruzione nazionale per la realizzazione del quale abbiamo tutti il dovere di lavorare sinergicamente, collaborando per garantire la crescita e lo sviluppo di tutti i nostri territori. Un'opportunità irripetibile per permettere al Sud di risollevarsi, in particolare dopo la crisi provocata dal lungo periodo di pandemia, oggi acuita dal conflitto russo-ucraino. Un Sud che, più di tutti, ha subito una notevole battuta d'arresto in ambito occupazionale e in termini di risorse produttive. Il PNRR, con i fondi europei, consentirà un rilancio che gli permetterà di tornare a crescere.

Per queste ragioni, Presidente, annunciando il voto favorevole di Insieme per il Futuro sull'approvazione di questo provvedimento, desidero concludere questo mio intervento con un sincero ringraziamento rivolto a tutti i gruppi parlamentari, a tutti voi, colleghi, e ai tanti amici di questo incredibile viaggio per tutto il lavoro fatto insieme fino ad oggi. Quindi, auguro buona fortuna a tutti e vi ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Insieme per il Futuro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. L'approvazione di questo disegno di legge sulla concorrenza è uno degli ultimi appuntamenti di discussione collettiva a cui è chiamata la Camera in questa legislatura. Quella che stiamo per approvare oggi è una riforma determinante per centrare gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Noi di Forza Italia abbiamo sempre con responsabilità lavorato per fare in modo che la legge potesse approdare a Bruxelles nel rispetto delle scadenze del PNRR, in modo da non perdere gli oltre 20 miliardi delle tranche di competenza.

Ricordiamo che nel PNRR il Governo ha assunto l'impegno di realizzare la prevista cadenza annuale di queste leggi. Si tratta di un riconoscimento esplicito dell'operato del Governo Berlusconi che, nel suo collegato sulla internazionalizzazione del 2009, introdusse l'adozione di una legge annuale sulla concorrenza, già allora fortemente richiesta dal mondo delle imprese. È una norma finora disattesa, se si considera che ad oggi l'unica che è stata approvata risale al 2017.

Ma la concorrenza non è solo uno strumento di mercato; serve anche a proteggere interessi non economici delle comunità e delle imprese, che rappresentano le specificità nazionali, e delle persone più vulnerabili. È da qui che nasce lo scontro che si è vissuto su alcuni temi cruciali, e mi riferisco, in particolare, al tema delle questioni su balneari e taxi.

Vedete, su questo tema fatemi utilizzare un episodio - chiamiamolo così - di tanti anni fa (si parla addirittura del millennio scorso), ma di estrema attualità.

Io allora ero - diciamo così - presidente dei benzinai italiani e con il Governo aprimmo un confronto serrato - fatemi dire duro - per quanto riguardava la liberalizzazione del settore. Il Ministro interlocutore era un giovane Ministro, che penso voi conosciate tutti, il cui nome è Enrico Letta.

In quei giorni uscì un articolo su un quotidiano, a caratteri cubitali: “È braccio di ferro tra benzinai e Governo” e Antonio Martino, cofondatore di Forza Italia, filosofo liberale e liberista, già Ministro nei Governi Berlusconi, scrisse questo articolo che sembrerebbe scritto nei giorni in cui abbiamo dovuto affrontare, appunto, i temi sui balneari e sui tassisti. Dunque, mi permetto di leggere l'articolo: “Non sarebbe male che la passione liberalizzatrice del Governo fosse generale e non selettiva, orientandosi verso le tante, altre e troppe incrostazioni corporative che continuano a rendere l'economia italiana scarsamente concorrenziale. Tuttavia, se un provvedimento va a vantaggio di tutti, non mi sembra equo che a sopportare il costo della sua adozione siano in pochi. Se la liberalizzazione del settore avvantaggia la collettività, il costo della transizione non può esser fatto gravare solo sulle categorie direttamente interessate e questo è un problema generale che merita la massima attenzione. La signora Thatcher imparò immediatamente a sue spese l'importanza di questo problema. I suoi primi tentativi di liberalizzazioni, infatti, fallirono per l'opposizione intransigente di quanti ne avrebbero subito un danno. Il Governo inglese, appresa la lezione, corse ai ripari e adottò una serie di tecniche, diverse a seconda dei casi, volte a neutralizzare l'opposizione alle liberalizzazioni provenienti dai vari gruppi di interesse. Queste tecniche avevano come obiettivo di conquistare l'appoggio delle categorie interessate alla liberalizzazione. Quelle tecniche ebbero lo straordinario successo che tutti sappiamo e le privatizzazioni non si tradussero nello scontro fra l'interesse generale della collettività e l'interesse particolare di quanti altrimenti avrebbero finito col sopportare per intero il costo dell'operazione. La morale è semplice: la liberalizzazione va fatta perché è nell'interesse di tutti noi, ma se vogliamo essere certi di farla non dobbiamo farne sopportare il costo solo (…)” all'epoca citava i benzinai. “Quello che vale in questo caso vale in tutti gli altri casi: dal commercio al dettaglio agli ordini professionali e ai tassisti e così via”. Il professor Martino continuava con un'espressione inglese: “If you can't beat them, join them”, cioè “se non puoi batterli, fatteli amici”. “Per liberalizzare senza traumi bisogna evitare di scontrarsi con gli interessi dei difensori dell'esistente. Oltretutto, non è detto che la loro posizione sia irrazionale o antipatriottica, come ritiene D'Alema” (come riteneva D'Alema, allora Presidente del Consiglio).

Questo è lo spirito con cui noi di Forza Italia, da liberali liberisti, abbiamo affrontato questi due nodi cruciali. Non è un caso che il primo nodo relativo ai balneari, che ha avuto modo di un maggiore approfondimento e di un maggiore confronto tra le parti, ha fatto sì che questo argomento potesse essere contenuto in questo provvedimento, anche se - e l'ordine del giorno approvato dal Governo come raccomandazione ne è una prova – certamente, con l'avvento della nuova legislatura e l'auspicato nuovo Governo, noi siamo pronti a far sì che ai balneari vengano riconosciuti, per esempio, definizioni di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo, una previsione che il valore della concessione sia composto dal canone, dal valore dell'avviamento e dal valore complessivo dei manufatti, una previsione, in caso di assegnazione a nuovo concessionario, di una sorta di prelazione, in modo tale che tante piccole e medie imprese siano tutelate nel migliore dei modi. Questo, chiaramente, nell'ambito del perimetro del confronto con l'Europa e, dunque, sapendo che dobbiamo fare i conti con una comunità che ci guarda con attenzione, a cui noi sapremo dare risposte puntuali.

Adesso, tralascio, in questa sede, la disamina di tutto l'articolato, ricco di norme importanti, ma voglio evidenziare come Forza Italia si sia accostata al disegno di legge sulla concorrenza con la massima attenzione e con spirito collaborativo. Lo testimoniano i 17 emendamenti a nostra firma approvati in Commissione attività produttive; purtroppo, altri emendamenti erano in dirittura d'arrivo con riformulazioni assentite o quasi, che si sarebbero votati se non fosse intercorsa la crisi di Governo. Fatemene citare uno tra tutti: l'emendamento della collega Spena che mirava a tutelare gli esercizi di vicinato nei centri storici, per estendere il “modello Venezia” a tutti i comuni italiani e consentire un contrasto alla desertificazione commerciale e allo snaturamento delle nostre città. A tale proposito, prima di concludere, voglio ringraziare i relatori, Saltamartini e Benamati, per la competenza e la pazienza con cui hanno condotto i lavori, oltre che il Vice Ministro qui presente, Pichetto Fratin, e la sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, Caterina Bini, la cui dedizione ha reso possibile dirimere in poche sedute questioni per loro natura complesse.

Concludo osservando come la crisi di Governo e lo sfarinamento della maggioranza ci impongano di stabilire, già in sede di costruzione del “decreto Aiuti-bis”, quali siano gli interventi condivisi, in modo da poter arrivare in Parlamento con un testo condiviso e non soggetto al voto di maggioranze estemporanee. La buona notizia è che, dall'esame di bilancio, risulterebbe un possibile utilizzo di almeno 12 miliardi di euro per far fronte alla crisi. Il decreto, dunque, potrebbe concentrarsi su punti limitati, quali la proroga degli sconti fiscali o di quelli scaduti, come i crediti d'imposta per le imprese energivore e gasivore e per le piccole imprese. È stata avanzata l'ipotesi di abbattere l'IVA sui beni del carrello della spesa delle famiglie; si potrebbero replicare gli interventi per il potere d'acquisto delle famiglie con redditi più bassi o innalzare le soglie del bonus sociale per le bollette. Serve, per questo, un'intesa da costruire. Bisogna ricordare ovviamente lo sconto dovuto alla riduzione di 25 centesimi di accise, che poi, alla pompa, sono 30 centesimi, con l'IVA che viene detratta conseguentemente, misura che scadrà il 21 agosto e dovrà essere prorogata.

Concludo davvero, annunciando dunque il nostro voto favorevole al disegno di legge, richiamando però il Governo anche ad adottare le misure necessarie allo sblocco dei crediti fiscali relativi ai bonus edilizi detenuti dalle imprese. È un'emergenza a cui il Governo deve fare assolutamente attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soverini. Ne ha facoltà.

SERSE SOVERINI (PD). Grazie, Presidente, colleghi e Governo. Stiamo per votare un provvedimento che si inserisce nel solco del PNRR - questo è stato detto - e che ha una grande rilevanza per noi, perché si collega anche a un processo di investimento di alcuni miliardi (circa 22), che sono molto importanti; quindi questa è una scadenza rilevante per poter usufruire della prossima rata del PNRR. Ma quello che più colpisce, se si pone attenzione, è che questa è la legge annuale per la concorrenza 2021, legge la cui approvazione è prevista in Italia dal 2009: c'è una legge che prevede una legge annuale per la concorrenza ma questa, dal 2009 ad oggi, è stata approvata solo nel 2017.

Allora, mettiamo in chiaro una cosa: il problema non è l'Europa che ci costringe in un angolo, a fare cose tremende, ad allinearci o ad omologarci - come è stato detto - alla globalizzazione. Iniziamo a fissare un elemento: in Italia, la concorrenza è un argomento tabù, un argomento complicato, un argomento ideologico addirittura, cioè non lo si affronta o, quando lo si affronta, si alzano muri ideologici. Era esattamente quello che volevamo evitare in questa occasione, di fronte a questo provvedimento, perché, come sempre, partiamo dall'idea, non che siamo paladini della globalizzazione, della omologazione e della volontà di rasare al suolo il nostro tessuto di piccoli e medi imprenditori, che, storicamente, ha caratterizzato il nostro Paese, ma semplicemente abbiamo preso atto, rispetto ad alcune forze in quest'Aula, da un po' di anni, che anche noi partecipiamo al mercato unico europeo, che facciamo parte di un mercato unico europeo che si è dato alcune regole, tra le quali la concorrenza. Poi verremo anche al come interpretiamo la concorrenza, perché ci sono alcune cose, che sono state dette in quest'Aula, alle quali vorrei rispondere.

Abbiamo detto che è un provvedimento importante per la rata del PNRR, ma è importante perché è una legge delega che costruisce un perimetro che ci permette di iniziare ad affrontare temi importanti. Io non ho capito perché abbiamo ristretto il campo di discussione solo e unicamente ai balneari e ai taxi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché? Allora, delle due l'una: o manchiamo di idee, oppure queste sono bandiere ideologiche, usate ad arte per bloccare una riflessione ben più ampia, fermata - lo ripeto - da circa dieci anni. Sappiamo benissimo che un provvedimento sulla concorrenza ha punti di equilibrio complicati: l'hanno dimostrato i lavori in Senato, che sono stati lavori lunghi, di 4 o 5 mesi, che ci hanno portato a dover concludere in Commissione in emergenza questi provvedimenti, ma sappiamo anche benissimo che, come tutte le cose lasciate sotto il tappeto, se non le affrontiamo, questo Paese rimane un Paese bloccato. Ci sono alcuni punti che vorremmo spiegare in relazione agli articoli 9 e 10, giusto per sfatare quanto è stato detto in quest'Aula, che qualcuno di noi avrebbe la paura di affrontare le spiagge nel periodo estivo. Io penso che ci sarà anche qualcun altro che dovrà spiegare come mai sta su quella spiaggia con altri alleati che hanno votato questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voglio dire che non siamo solo noi del PD a votare questo provvedimento. Però, c'è un percorso che noi abbiamo fatto - e lo vogliamo dire - sugli articoli 9 e 10. Riteniamo di aver migliorato profondamente le disposizioni dell'articolo 9, volte a mettere a regime il sistema dell'affidamento, mediante procedure di pubblica evidenza, del trasporto pubblico locale. Questo per noi era molto importante: il problema riguardava gli affidamenti dei trasporti pubblici di linea, che fanno riferimento solo alla concessione per gara, penalizzando, anche riguardo ai fondi UE, chi non svolgeva questo tipo di affidamento pubblico. Con ciò, si andava contraddicendo e superando erratamente la norma europea del regolamento (CE) n. 1370/2007, chiarissima sulle modalità di affidamento. Sui taxi, invece, ci terremmo anche a esplicitare qual è stato il nostro percorso. L'articolo 10, che è stato stralciato, conteneva una delega da esercitare in sei mesi per il riordino del trasporto non di linea, delega che abbiamo invero considerato molto generica nella scrittura. Esponenti del nostro partito avevano presentato un emendamento di stralcio - lo ripeto: di stralcio, perché qui qualcuno rivendica la scelta originale dello stralcio; lo abbiamo pensato anche noi, ve lo dico e, magari, ne parliamo anche dopo – e, oltre allo stralcio, si era anche pensato a un più consistente dettaglio nella delega, cioè non a una delega in bianco. Il Governo, prima, ha aperto un tavolo di lavoro con il Vice Ministro competente e con i tassisti per migliorare la delega e poi, con il Ministro, si era preso una pausa per presentare una proposta, cosa che non ho motivo di ritenere sarebbe stata rifiutata dal Ministro e dalla maggioranza, come nel caso dell'articolo 9. Poi, il dibattito è diventato più serrato, è diventato più confuso, anche a causa di certe rivelazioni della stampa e, poi, la crisi ha fatto precipitare tutto e si è arrivati alle manifestazioni non autorizzate, qui a Roma, e via dicendo, tanto che siamo andati allo stralcio, ma non con un criterio di responsabilità, siamo andati allo stralcio in una logica di sfruttamento ideologico di questo fatto. In realtà, abbiamo lasciato le cose come stanno e non abbiamo affrontato assolutamente niente, mentre per noi mettere mano alle cose significa anche garantire l'esistente rispetto al futuro, non solo penalizzare chi lavora oggi. Questo è un punto.

Ecco, ci teniamo moltissimo a rendere chiaro che non siamo il partito della globalizzazione, siamo magari il partito della concorrenza, che è quella che abbassa i prezzi per i ceti più bassi o che garantisce la qualità, la migliore qualità dei servizi anche per le persone comuni che, magari, usufruiscono di servizi pubblici. È chiaro che la concorrenza è un'opportunità per le piccole e medie imprese, un'opportunità di crescita, un'opportunità di accesso al mercato, ma siamo ben consapevoli che ci sono circostanze diverse. Per quanto riguarda la questione delle spiagge, come la chiamate voi, sappiamo benissimo che ci sono caratteristiche storiche d'insediamento, di stratificazione della piccola e media impresa che nessuno di noi ha voglia di affrontare a raso terra e rasare, concedere il tutto agli operatori stranieri e consegnare il nostro patrimonio. Io ho sentito addirittura qui qualcuno che ha detto: ma, noi avevamo pensato anche di fare una norma per mettere insieme i negozi del centro… Allora, scusate, se sono un piccolo imprenditore, mi metto insieme a un altro imprenditore, perché c'è una norma? Le reti di impresa tra negozi le abbiamo fatte circa quindici anni fa e non hanno dato alcun buon risultato; mi riferisco alle reti di impresa per le imprese, per le piccole e medie imprese sul mercato globale, e queste reti sono fallite. Quindi, non è che si costringe la gente a fare una cosa e si cambia il mercato, cioè non è che l'Italia con una norma presentata un giorno, in Aula, cambia il rapporto che ha con Amazon o le regole del mercato globale, oppure si nasconde dietro a queste cose per lasciare le cose così come stanno. Va bene, abbiamo ridotto questa legge a uno strumento funzionale, semplicemente per andare a chiedere i soldi in Europa, il che mi sembra un atteggiamento veramente poco edificante che pone questo Paese sempre in una condizione di contrasto interno, per poi piegarsi e chiedere l'elemosina quando servono i soldi. Non mi sembra una posizione di alto profilo europeo questa.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SERSE SOVERINI (PD). Ecco, volevo dire queste cose. Quindi, lo ribadisco: non abbiamo alcuna paura a confrontarci sulla tutela del lavoro, del nostro mercato, delle piccole e medie imprese. Io sento, qui, dire cose assurde, specialmente per chi ha fatto l'imprenditore. Gli imprenditori non si chiudono terrorizzati in una cantina e non hanno paura dell'immigrato che bussa alla porta e chiede loro lavoro: questo messaggio è sbagliato da parte vostra. Noi volevamo fare una legge di alto livello, volevamo dare un respiro a questo Paese, volevamo tutelare le nostre imprese. Non siamo riusciti a dare questo profilo, così come non siamo riusciti a dare all'Italia un profilo alto, mandando giù il Governo Draghi. Detto questo, voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carabetta. Ne ha facoltà.

LUCA CARABETTA (M5S). Grazie, Presidente. Il disegno di legge per la concorrenza certamente ha seguito un percorso tortuoso e, quindi, comincio con un doveroso ringraziamento agli uffici, ai relatori Benamati e Saltamartini, ai commissari, al Vice Ministro Pichetto Fratin, alla presidente Nardi e a tutti coloro che hanno seguito il provvedimento in queste settimane così difficili.

Parto sulla linea tracciata dal collega Soverini, rispetto al fatto che parliamo di una legge annuale, ma che annuale non è mai stata e che ci dovrebbero essere disposizioni, al di là delle risorse che ci arrivano dall'Europa, perché sono questioni che fanno di un Paese un Paese moderno.

Partirei parlando dell'attrattività del nostro Paese, vista sia dagli italiani sia dagli stranieri. Sappiamo che fare impresa e investire in Italia, purtroppo, non è facile; paghiamo il prezzo di mancate riforme necessarie a portarci sullo stesso piano degli altri Paesi europei, ma questo non è un problema di oggi, purtroppo, è un problema almeno trentennale.

Parlo principalmente di semplificazione, dematerializzazione, digitalizzazione e concorrenza. Aggiungo la certezza del diritto e non norme che vengono stravolte ogni tre per due, come purtroppo è successo per il superbonus, e ci sono andati di mezzo cittadini ed imprese. Parliamo di una norma, il superbonus, che ha portato oltre 600 mila nuovi posti di lavoro al settore dell'edilizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e tutti la vogliono distruggere. Adesso, sappiamo che in queste ore si sta svolgendo la discussione sul superbonus nel “decreto Semplificazioni”; stiamo a vedere, perché, a parole, come sempre, sono tutti d'accordo, poi, si aprono tavoli, si prende tempo e, alla fine, non si prendono mai decisioni e, purtroppo, ci siamo ritrovati qui, dopo mesi di appelli rimasti inascoltati da parte delle imprese e delle associazioni di categoria.

Torniamo al tema: semplificazione, dematerializzazione, digitalizzazione, concorrenza, certezza del diritto. Dobbiamo investire politicamente in questa agenda; noi l'abbiamo fatto e lo continueremo a fare per diversi motivi: si aprono nuovi mercati, si danno regole chiare che tutti devono rispettare, si combattono le rendite di posizione, si bloccano gli oligopoli a beneficio delle piccole e medie imprese e dei professionisti, si favoriscono investimenti, specie nell'innovazione di processo, di prodotto e del modello di business, si evita un peggioramento delle condizioni di lavoro. Tutto questo, chiaramente, se fatto bene - lo devo dire, il Parlamento ha lavorato alacremente, dal Senato alla Camera, per migliorare il provvedimento -, porta dei vantaggi che vanno direttamente al cittadino che si trova servizi più moderni e più efficienti.

Il disegno di legge per la concorrenza di certo non risolve tutti i problemi e, ovviamente, questo non sarebbe possibile; rimane comunque un buon primo passo nella giusta direzione. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo contribuito attraverso molti emendamenti, sia qui alla Camera sia al Senato.

Parto dalle questioni legate al digitale, che è un nostro tema, un pilastro del MoVimento 5 Stelle da sempre. Anzitutto, abbiamo approvato semplificazioni importanti che riguardano le telecomunicazioni. Al riguardo, voglio spendere una parola in più rispetto a tutto il Parlamento per ringraziare i colleghi dell'Intergruppo per l'innovazione, intergruppo parlamentare, al di là della forza politica; li ringrazio, perché penso davvero che, in questa legislatura, siamo stati in grado di lavorare insieme sia in ottica di ascolto delle realtà produttive e associative del settore sia in ottica propositiva, attraverso emendamenti, come questi, che fanno bene al Paese. Chiaramente, ci avviamo verso la fine della legislatura e io auspico che questo trend a favore dell'innovazione continui anche nella prossima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Oggi, non essere connessi a una rete ad alta velocità, purtroppo, significa essere discriminati: senza infrastrutture adeguate come può una famiglia, specie con più figli, gestire tutte le attività in remoto, dal lavoro alla didattica? Su questo punto siamo stati sempre chiari e rinnoviamo la nostra proposta di inserire l'accesso alla rete veloce tra i diritti costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), altrimenti non si può partecipare appieno alla vita sociale e professionale. Deve essere un diritto garantito dallo Stato.

Un altro punto che ci sta a cuore sul tema dell'innovazione tecnologica riguarda le nuove professioni. Oggi, ci sono professioni che dieci anni fa erano inimmaginabili e, tra dieci anni, molti dei lavori che ci sono oggi saranno obsoleti o, addirittura, non ci saranno più. Chi fa le leggi, come noi, deve essere in grado di anticipare i tempi, favorire le opportunità di sviluppo e proteggere dai rischi. È con questo spirito che abbiamo votato la proposta della collega onorevole Barzotti sul tema dei creatori di contenuti digitali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Parliamo prevalentemente di giovani e di una professione nata solo pochi anni fa, ad oggi, senza un framework regolatorio di riferimento e senza garanzie.

Insieme al capogruppo in Commissione lavoro, il collega Invidia, è stata chiusa un'indagine conoscitiva sul tema, in cui sono state ascoltate tutte le realtà; siamo stati conseguenti in questo disegno di legge, quindi, non è andata persa. Si tratta di un piccolo passo che però fa entrare per la prima volta nel nostro ordinamento davvero una grande novità.

Parlando di professionisti e imprese, penso poi all'articolo 27 che riguarda semplificazioni per i controlli sulle attività economiche e che mira ad eliminare gli adempimenti non necessari, evitare quelle duplicazioni, quelle sovrapposizioni e quei ritardi quotidiani che chi fa impresa conosce bene. Un altro esempio di semplificazione è quella della riduzione dei tempi per la comunicazione unica per la nascita di un'impresa all'articolo 29. Anche in questo caso, è un piccolo passo, ma toccherà la vita di tutti i nostri nuovi imprenditori ed è importantissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Arriviamo, quindi, al tema dei consumatori, che è centrale in questo disegno di legge. Mi preme ricordare l'approvazione di norme contro le pratiche sleali relative all'attivazione dei servizi premium telefonici, misure stringenti che sono state anche migliorate nel dibattito che abbiamo avuto in Commissione in questi giorni. Avevamo una giungla e ogni giorno ci sono finiti di mezzo i nostri cittadini. Ora, grazie a questo provvedimento, possiamo invertire la rotta.

In chiusura, vorrei fare un importante riferimento al tema dell'energia che in questo momento è molto critico per ovvie ragioni. Come sappiamo, al Senato si è discusso molto degli impianti idroelettrici che sono fondamentali per il nostro Paese e, in particolare, per le comunità montane, specie in questo momento di gravissima siccità. Mi permetto di aggiungere che, sul tema del riscaldamento globale - e non uso volutamente il neologismo cambiamento climatico, che è nato solo per alleggerire l'impatto del fenomeno -, c'è ancora molto da fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Abbiamo una grande responsabilità. Dobbiamo favorire le comunità energetiche in tutto il territorio, dare certezza a chi lavora nel settore, come gli operatori edili, come vi dicevo prima, spingere sulla mobilità elettrica e, sì, dobbiamo anche piantare alberi che possono assorbire l'anidride carbonica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E non è una cosa su cui ridere, è fondamentale per il nostro clima. Mi fa piacere che anche Berlusconi se ne sia reso conto, però dico ai colleghi di Forza Italia che avevamo già previsto 6,6 milioni di alberi, nel PNRR, per le città, e chiesto, nel G20, un impegno per piantare altri 1.000 miliardi di alberi entro il 2030, all'interno del G20. Capisco il tentativo di sembrare green, però, finché si parla di trivellazioni, purtroppo, non si va da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Hai voglia a parlare di alberi! Purtroppo, non è una cosa su cui ridere. Oggi i cittadini italiani stanno pagando il prezzo di quella che, probabilmente, sarà ricordata come l'estate più fredda dei prossimi anni. Questo è drammatico e dobbiamo rendercene tutti conto, soprattutto chi avrà questo onere dalla prossima legislatura. Già in questo momento il prezzo dell'energia è alle stelle, le bollette sono fuori controllo, sia per le famiglie, che per le imprese. Vedremo questo prossimo decreto e ci saremo sempre per sostenere quelle misure in grado, quantomeno, di attutire l'impatto dell'aumento dei costi sulle famiglie e sulle imprese. Chiudo, Presidente. Abbiamo lavorato alacremente sul “DdL Concorrenza”, sia al Senato, che qui alla Camera, perché conosciamo la sua importanza. Sappiamo che senza passi in avanti del Paese potremmo perdere tutte quelle risorse che, lo ricordo a quest'Aula, arrivano da un'accesa trattativa con l'Europa, che il precedente Governo e il Presidente Giuseppe Conte hanno portato avanti in un momento così difficile come quello della pandemia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo non l'ho sentito mai ricordare in quest'Aula, se non dal gruppo del MoVimento 5 Stelle.

Quindi, proprio per queste ragioni, per gli importanti contributi del MoVimento 5 Stelle in questo disegno di legge, annuncio il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi approviamo un provvedimento fondamentale per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'erogazione delle risorse europee. Dico questo per tranquillizzare anche quella parte del Partito Democratico e della sinistra che ha detto che non saremmo stati in grado di approvare questi decreti in caso si fossero sciolte anticipatamente le Camere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E' un provvedimento su cui, grazie al contributo della Lega, in prima lettura al Senato, si è svolto un lavoro importante. Molti punti sono stati migliorati: il tema, ad esempio, dell'idroelettrico, cruciale soprattutto in questo periodo, in merito al quale, grazie al nostro intervento, sono state confermate sia la regolarizzazione del settore, sia le procedure per il rinnovo delle concessioni scadute; in questo momento di grave siccità nel Paese, era un elemento assolutamente importante e qualificante di questo provvedimento.

Siamo poi intervenuti sulla parte legata alla gestione in house dei servizi pubblici, per correggere un approccio sbagliato che avrebbe messo in difficoltà i comuni, i quali spesso hanno costituito società perché il mercato non offriva soluzioni utili alla collettività e non era economicamente conveniente. Quindi abbiamo cercato di tutelare questi due aspetti, pur rimanendo all'interno del perimetro della concorrenza, perché secondo noi la concorrenza deve avere delle regole e non può essere la giungla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è la differenza rispetto ad alcuni che continuano a pensare che l'unico modo di gestire le aziende e, soprattutto, i servizi pubblici sia esclusivamente attraverso bandi privati. Siamo riusciti a fare un lavoro molto importante anche in tema di farmaci equivalenti, per renderli prontamente disponibili, rispettando i diritti della proprietà intellettuale. E su un punto dei più controversi, cioè quello relativo alle concessioni balneari, recependo le indicazioni fornite dalle associazioni di categoria, siamo riusciti a inserire - nonostante una fatica immane, purtroppo, rispetto a una parte del vecchio Governo - un criterio per il riconoscimento dell'equo indennizzo al concessionario uscente da parte del subentrante. Nella formulazione dei decreti attuativi si deve, quindi, tener conto degli investimenti, del valore aziendale, dei beni materiali e immateriali, delle professionalità acquisite anche da parte delle imprese titolari di strutture turistico-ricettive che gestiscono le concessioni demaniali.

Essendo una legge delega, dovevamo inserire questi princìpi e ci siamo riusciti. Se il prossimo Governo, come tutti speriamo, sarà di centrodestra, coinvolgeremo di nuovo nella scrittura delle norme del decreto legislativo tutte le associazioni di categoria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e le realtà interessate, per risolvere una volta per tutte questa situazione che non si può tollerare oltre, perché bisogna dare certezza alle imprese e agli operatori. Vede, caro collega del Partito Democratico che parlava di imprese, prima di tutto le imprese vogliono certezze e non vogliono norme che cambiano ogni 15 giorni. Le riforme non si fanno contro qualcuno, ma si fanno insieme a tutti, per qualcuno e per portare sviluppo nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non per regalare gli stabilimenti balneari alle multinazionali.

Vengo alle tematiche affrontate qui alla Camera, in particolare le questioni legate ai trasporti. Come Lega siamo soddisfatti. Anche grazie a un emendamento presentato dal nostro gruppo, è stata approvata una riformulazione del testo dell'articolo 9 in tema di trasporto pubblico locale. Questa riformulazione consente di armonizzare le disposizioni della norma con le forme di affidamento espressamente consentite sia dalla normativa europea, che da quella nazionale. Si tratta di una riformulazione che garantisce alle regioni e agli enti locali la facoltà di scegliere tra le diverse forme di affidamento previste, senza vedersi applicate le decurtazioni delle risorse del Fondo nazionale del TPL, come voleva qualcuno, e senza vedersi applicato l'esercizio del potere sostitutivo da parte del Ministero, che sarebbe un vero affronto nei confronti delle autonomie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e le forme di responsabilità dirigenziali previste dall'articolo 9. Pertanto, si evita di restringere oltremodo le scelte che le regioni e gli enti locali possono adottare nell'esercizio delle loro funzioni, esattamente il contrario di quello che voi avete fatto con l'inceneritore di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che doveva essere messo nel piano dei rifiuti della regione Lazio, ma non avete avuto il coraggio di farlo per non urtare i 5 Stelle, e così avete generato la crisi di un Governo nazionale: unico caso, penso, nel mondo occidentale, in cui un Governo non ha la fiducia su un inceneritore. Su questo punto abbiamo presentato un ordine del giorno e come Lega vigileremo. Se non sarà questo Governo, di sicuro il prossimo Governo del centrodestra dovrà intervenire anche per consentire alle aziende, che hanno fatto investimenti seguendo le leggi nazionali durante il COVID, di poter usufruire delle stesse agevolazioni che hanno le altre aziende. Su questo e sull'articolo 9 abbiamo ancora da apportare una modifica in finanziaria, lo diciamo già oggi. Speriamo che la finanziaria venga fatta dal centrodestra, così i nostri enti locali e le nostre regioni non potranno essere colpevolizzati per avere adottato una legge dello Stato di soli 8 mesi fa e che oggi, invece, non è stata recepita nel presente provvedimento. Siamo molto soddisfatti per lo stralcio dell'articolo 10 in materia di trasporto pubblico non di linea (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), taxi e NCC. Mi spiace che qualche collega abbia citato il fatto che non si vuole o che si cede a 40 mila tassisti, perché di questo stiamo parlando. Non è così, c'è già una legge in vigore dal 2019 che poteva tranquillamente essere attuata con i decreti attuativi che non sono stati fatti da due Governi portati avanti con la presenza del centrosinistra e dei 5 Stelle, il “Conte 2” e l'attuale Governo, che, invece di andare in quella direzione, ha voluto dal 24 di marzo, quando avevamo avvisato Palazzo Chigi, andare ostinatamente contro le categorie professionali italiane, e questo non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Le riforme vengono fatte con le persone, per le persone e vicino alle imprese, non contro le imprese, incontrando magari un amministratore delegato di Uber o di qualche altra multinazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dal nostro punto di vista il lavoro e l'impresa italiana vanno difesi, anche nei confronti dell'Europa; non possiamo essere noi a non difendere le nostre aziende e a pretendere che la gente investa in questo Paese. Su questo non facciamo sconti a nessuno! Non siamo per l'anarchia del settore, noi siamo per mettere delle leggi chiare, di farle in modo trasparente, ma di fare in modo che chi investe in questo Paese sappia che i suoi investimenti daranno frutti. E guardate che le categorie che protestano fuori vanno ascoltate, i palazzi non possono rimanere chiusi quando fanno le riforme (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è un tema che abbiamo portato avanti anche con altri; quindi, quando qualcuno ha detto “ma solo la Lega rivendica questo”, no, mi piacerebbe la rivendicassero tutti. Invece qualcun altro rivendica la paternità di questo Governo, ma non la difesa delle categorie. Noi diciamo che questo Governo, il Governo Draghi, lo abbiamo appoggiato in un momento di unità nazionale difficile per il Paese, ma non abbiamo rinunciato per questo a difendere i nostri concittadini, le nostre imprese e la casa degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché prima viene il diritto delle imprese e dei cittadini, poi viene la poltrona del Ministro o quella dei parlamentari. Credo che, in questo momento, se il Governo ci avesse dato ascolto subito, avremmo evitato le sabbie mobili che hanno tenuto fermo questo decreto per quasi un mese. Oggi andiamo finalmente ad approvare una norma che sblocca i fondi del PNRR; non è la norma perfetta, è una norma di mediazione e sicuramente dovrà essere rivista dal prossimo Governo, come abbiamo detto, ma sicuramente è un passo in avanti per dimostrare che, come Lega, noi siamo concreti, manteniamo gli impegni presi, ma non facciamo un passo indietro rispetto ai nostri principi. È su questo, forse, che qualcuno ha creduto che la Lega potesse accettare tutto solo per tenere, magari per sei mesi in più, il posto in Parlamento. No, noi siamo dalla parte dei cittadini, degli italiani e di quelle imprese che dicono basta, perché sarà vero che l'impresa pensa alla stabilità e non all'immigrato, ma, nel momento in cui tu per le strade hai disagio o tua figlia non può andare alla sera in giro in città, il problema anche dell'immigrazione clandestina in questo Paese deve tornare a essere un tema che si affronta non solo sui tavoli internazionali, ma anche al Ministero dell'Interno, perché siamo stufi di vedere quello che sta succedendo a Ventimiglia o a Lampedusa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale e approvazione - A.C. 3634-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3634-A:

S. 2469 - "Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, la ringrazio della sensibilità. Credo che sia giusto, anche nell'ordine dei lavori, avere l'occasione davanti a quest'Aula di ricordare che trenta anni fa, facendosi cadere da un balcone, ci lasciava Rita Atria. Aveva 17 anni (Applausi), era nata a Partanna da una famiglia mafiosa. In una guerra tra clan, suo padre e suo fratello vennero assassinati. Lei fece una scelta di grande coraggio, come aveva fatto sua cognata, la nostra collega deputata Piera Aiello (Applausi), che vive tuttora sotto scorta e a cui mando un abbraccio. In questo momento è alla messa in ricordo della cognata. Rita, come ha scritto oggi Don Ciotti, in un bellissimo ricordo, vedeva oltre; oltre i condizionamenti del contesto culturale mafioso in cui era cresciuta.

In questo percorso di coraggio aveva conosciuto Paolo Borsellino, procuratore di Marsala, il quale aveva ascoltato le sue confidenze e il contributo per sconfiggere violenza e crudeltà criminali; e non è un caso, forse, che il suo suicidio sia avvenuto pochi giorni dopo la strage di via D'Amelio. Ho finito, Presidente: il giorno dei funerali nessuno della sua famiglia si presentò ai funerali. La bara venne portata da un gruppo di donne.

È morta trent'anni fa Rita, ma il suo ricordo resta ancora vivo; non cercava vendetta, cercava riscatto e speranza. Oggi migliaia di giovani, di associazioni, anche a suo nome e nel suo ricordo, hanno raccolto quell'esempio, che ancora vive oltre Rita, che vedeva oltre (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, gli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno nella seduta odierna sono rinviati alla seduta di domani.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che è convocata per le ore 18,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 18,28, è ripresa alle 19,35.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Riarticolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 27 luglio - 5 agosto 2022.

PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata stabilita la seguente riarticolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 27 luglio-5 agosto:

Mercoledì 27 luglio (ore 10-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3653 - Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, recante misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali (da inviare al Senato – scadenza: 20 agosto 2022)

Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Roberto Occhiuto (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-quater, n. 4)

Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Mulè (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-quater, n. 3)

Seguito dell'esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021 (Doc. VIII, n. 9) e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 (Doc. VIII, n. 10)

Giovedì 28 luglio (ore 9-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 29 luglio)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 3653 - Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, recante misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali (da inviare al Senato – scadenza: 20 agosto 2022)

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 3353-B - Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera)

Esame della Relazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 5) (per l'approvazione della risoluzione ad essa riferita è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti la Camera)

Eventuale seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti all'ordine del giorno della seduta di mercoledì 27 luglio e non conclusi

Lunedì 1° agosto (ore 10 e p.m.)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2646 - Conversione in legge del decreto-legge 16 giugno 2022, n. 68, recante disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilità sostenibile, nonché in materia di grandi eventi e per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 15 agosto 2022)

Discussione generale congiunta dei disegni di legge n. 3675 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2021 e n. 3676 - Disposizioni per l'Assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2022

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3687 - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia, fatti a Bruxelles il 5 luglio 2022 (ove concluso dalla Commissione)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3325 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato strategico tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Giappone, dall'altra, fatto a Tokyo il 17 luglio 2018 (approvato dal Senato)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3208-B - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2021 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Martedì 2 (ore 12-14.30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 3 e giovedì 4 agosto (ore 9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 5 agosto)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2646 - Conversione in legge del decreto-legge 16 giugno 2022, n. 68, recante disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilità sostenibile, nonché in materia di grandi eventi e per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 15 agosto 2022)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 3675 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2021 e n. 3676 - Disposizioni per l'Assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2022

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3687 - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia, fatti a Bruxelles il 5 luglio 2022 (ove concluso dalla Commissione)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3325 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato strategico tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Giappone, dall'altra, fatto a Tokyo il 17 luglio 2018 (approvato dal Senato)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3208-B - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2021 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Nell'ambito di tale articolazione dei lavori, potrà essere inserito, in relazione all'andamento dei lavori della Giunta per il Regolamento, l'esame degli adeguamenti regolamentari conseguenti alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 26 luglio 2022, la deputata Giuseppina Versace, già iscritta al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritta.

Organizzazione dei tempi per l'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 5).

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 5).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Rotelli, che, però, non è presente in Aula; s'intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per mettere in evidenza un problema importante per noi italiani iscritti all'AIRE, in particolare per i pensionati residenti all'estero, cioè l'accesso all'assistenza sanitaria con la possibilità di usufruire del medico di base quando torniamo nei luoghi di origine sul territorio nazionale. Infatti, noi cittadini italiani residenti all'estero in quanto iscritti nell'apposito registro AIRE perdiamo automaticamente l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale e, quindi, perdiamo anche il medico di base. Conseguentemente, quando torniamo nella terra di origine seppure come cittadini italiani abbiamo diritto alle sole cure di urgenza per un massimo di 90 giorni.

Signor Presidente, il fatto che noi iscritti AIRE non possiamo accedere a tutti i servizi del sistema sanitario nazionale rappresenta, in particolar modo per i pensionati, una disparità di trattamento e un disincentivo a tornare in vacanza in Italia. Come Paese dobbiamo garantire agli iscritti AIRE - e soprattutto ai pensionati italiani all'estero che pagano le tasse in Italia - la possibilità di avere il medico di base per il periodo che soggiornano sul territorio nazionale. È una battaglia che sostengo da tempo e sarà la battaglia che continuerò a portare avanti assieme a Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente Spadoni. Io intervengo in Aula per lasciare una considerazione ai colleghi e anche agli atti di questo Parlamento in ordine alle conseguenze del “decreto Concorrenza” che abbiamo approvato e rispetto a una circostanza che è stata sollevata da diversi comuni e in particolare anche dall'ANCI, perché nell'articolo 6 è presente una disposizione che sostanzialmente interviene sulle reti di gas naturale e delle quali i comuni dovranno provvedere - ovviamente quelli che ne sono ancora proprietari - a una liberazione o a rivedere i canoni di concessione.

Questa è una circostanza che è stata sollevata anche durante la discussione in Commissione ed è stata sollevata anche da altri colleghi qui e in sede di interventi in ordine del giorno. Dopodiché, noi i nostri ordini del giorno - questo se lo ricorderà, Presidente - li abbiamo ritirati con lealtà, mentre altre forze politiche no. È anche per questo che ci tenevo a intervenire, perché si prospettano per diversi comuni problemi rispetto alle entrate in spesa corrente - le entrate correnti - che potranno mettere in difficoltà numerosi comuni emiliani e probabilmente non solo. Si parla, per comuni di qualche migliaia di abitanti, di entrate correnti che scenderanno di qualche centinaia di migliaia di euro e che, inevitabilmente, potranno intervenire sull'erogazione dei servizi. Lo Stato, ovviamente col “decreto Concorrenza” e con gli intendimenti anche positivi per favorire la concorrenza nel mercato della distribuzione del gas, è intervenuto in questo senso, ma è chiaro che è necessario anche intervenire nei confronti di quei comuni che vedranno inevitabilmente ridotti i bilanci, perché se le entrate correnti scendono da 300 mila euro a 70 mila euro, come in qualche caso potrà accadere, il rischio è che i servizi erogati da questi comuni, al di là del loro colore, possano essere ridotti.

Io ci tengo che questo Parlamento ne sia consapevole e che il Governo, questo e quello che verrà, possa intervenire per risolvere tali situazioni e, in particolare, andare incontro ai comuni e ai servizi che i comuni gestiscono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, si è spento nei giorni scorsi, nella sua Caraglio, nel cuore della provincia grande di Cuneo, ai piedi di quelle Alpi che tanto aveva amato, Lido Riba, uno dei protagonisti assoluti della politica della montagna italiana, uno dei protagonisti più significativi della sinistra e del centrosinistra piemontese.

Lascia un grande vuoto nella sua famiglia, alla quale vogliamo indirizzare i nostri sentimenti di vicinanza e di partecipazione.

Lascia un grande vuoto nel Partito Democratico di Cuneo, regionale e nazionale, che ha avuto la fortuna di poterne apprezzare le doti, le qualità, la tensione valoriale, la sua capacità di essere un punto di riferimento, nell'ambito delle sue importanti attività istituzionali, che ha saputo svolgere, dapprima nell'impegno nell'Alleanza dei contadini, poi nel consiglio provinciale di Cuneo e, per tre mandati, in consiglio regionale, con importanti riconoscimenti quale capogruppo del PDS; assessore regionale alla montagna e all'agricoltura, vicepresidente del consiglio regionale e poi, per 15 anni, presidente dell'Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani, delegazione piemontese, membro degli organismi nazionali.

Riba è stato uno dei punti di riferimento indiscussi dell'elaborazione di una politica per la montagna e per le terre alte moderna, innovativa e capace di stare al passo ed è stato anche - lo vogliamo ringraziare e riconoscere insieme con la collega Gribaudo - uno straordinario allenatore di tanti giovani. Se noi siamo qui, è anche grazie alla sua capacità di saper intelligere le capacità, le giovani generazioni, lo spirito di rinnovamento, che ha sempre saputo tradurre concretamente. Per questo, riteniamo doveroso ricordarlo in quest'Aula e inviare a lui un caloroso pensiero commosso di ringraziamento (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 27 luglio 2022 - Ore 10:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, recante misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali.

(C. 3653​)

Relatori: BITONCI, per la V Commissione; FRAGOMELI, per la VI Commissione.

2. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Roberto Occhiuto (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-quater, n. 4)

Relatrice: ANNIBALI.

3. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Mulè. (Doc. IV-quater, n. 3)

Relatrice: ANNIBALI.

4. Seguito della discussione congiunta dei documenti:

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021. (Doc. VIII, n. 9)

Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022. (Doc. VIII, n. 10)

La seduta termina alle 19,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 2 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 8 e 15 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 22 e 23 il deputato Vacca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 il deputato Maniero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 74 il deputato Pizzetti ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 76 i deputati Berti e De Luca hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3634-A - articolo 1 368 354 14 178 353 1 86 Appr.
2 Nominale em. 2.500 392 377 15 189 376 1 85 Appr.
3 Nominale articolo 2 404 368 36 185 360 8 84 Appr.
4 Nominale em. 3.1 407 406 1 204 14 392 83 Resp.
5 Nominale em. 3.2 405 401 4 201 12 389 83 Resp.
6 Nominale articolo 3 405 398 7 200 354 44 82 Appr.
7 Nominale em. 4.1 422 420 2 211 15 405 82 Resp.
8 Nominale em. 4.2 414 410 4 206 12 398 82 Resp.
9 Nominale em. 4.3 418 413 5 207 11 402 82 Resp.
10 Nominale em. 4.4 421 389 32 195 12 377 82 Resp.
11 Nominale em. 4.5 426 392 34 197 10 382 82 Resp.
12 Nominale em. 4.6 431 426 5 214 12 414 82 Resp.
13 Nominale em. 4.7 419 414 5 208 12 402 82 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 4.8 426 420 6 211 10 410 82 Resp.
15 Nominale em. 4.9 421 416 5 209 12 404 82 Resp.
16 Nominale em. 4.10 425 421 4 211 12 409 82 Resp.
17 Nominale em. 4.11 426 421 5 211 11 410 82 Resp.
18 Nominale articolo 4 411 404 7 203 362 42 82 Appr.
19 Nominale em. 5.1 427 396 31 199 15 381 81 Resp.
20 Nominale em. 5.2 414 378 36 190 13 365 81 Resp.
21 Nominale articolo 5 418 413 5 207 362 51 81 Appr.
22 Nominale art. agg. 5.01 426 417 9 209 43 374 81 Resp.
23 Nominale art. agg. 5.02 425 415 10 208 39 376 81 Resp.
24 Nominale articolo 6 420 409 11 205 367 42 81 Appr.
25 Nominale articolo 7 406 395 11 198 351 44 81 Appr.
26 Nominale em. 8.1 375 343 32 172 15 328 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 8.2 409 377 32 189 13 364 83 Resp.
28 Nominale em. 8.3 421 420 1 211 14 406 83 Resp.
29 Nominale em. 8.4 421 417 4 209 12 405 83 Resp.
30 Nominale em. 8.5 419 415 4 208 12 403 83 Resp.
31 Nominale em. 8.6 416 412 4 207 12 400 83 Resp.
32 Nominale em. 8.7 417 411 6 206 11 400 83 Resp.
33 Nominale articolo 8 429 426 3 214 379 47 82 Appr.
34 Nominale articolo 9 434 431 3 216 385 46 82 Appr.
35 Nominale art. agg. 9.02 433 430 3 216 14 416 82 Resp.
36 Nominale articolo 10 434 428 6 215 381 47 82 Appr.
37 Nominale em. 11.1 440 439 1 220 17 422 82 Resp.
38 Nominale articolo 11 441 407 34 204 397 10 82 Appr.
39 Nominale articolo 12 439 402 37 202 398 4 82 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 13 434 429 5 215 393 36 82 Appr.
41 Nominale articolo 14 431 428 3 215 384 44 82 Appr.
42 Nominale articolo 15 436 404 32 203 391 13 82 Appr.
43 Nominale articolo 16 436 427 9 214 392 35 82 Appr.
44 Nominale articolo 17 437 398 39 200 391 7 82 Appr.
45 Nominale articolo 18 435 426 9 214 386 40 82 Appr.
46 Nominale articolo 19 438 430 8 216 391 39 82 Appr.
47 Nominale articolo 20 433 426 7 214 388 38 82 Appr.
48 Nominale articolo 21 435 429 6 215 388 41 82 Appr.
49 Nominale articolo 22 435 432 3 217 389 43 82 Appr.
50 Nominale articolo 23 436 427 9 214 420 7 82 Appr.
51 Nominale articolo 24 434 423 11 212 421 2 82 Appr.
52 Nominale articolo 25 438 427 11 214 395 32 82 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale articolo 26 441 437 4 219 394 43 82 Appr.
54 Nominale articolo 27 445 439 6 220 429 10 82 Appr.
55 Nominale articolo 28 435 427 8 214 420 7 82 Appr.
56 Nominale articolo 29 432 425 7 213 389 36 82 Appr.
57 Nominale articolo 30 428 424 4 213 385 39 82 Appr.
58 Nominale articolo 31 436 429 7 215 390 39 82 Appr.
59 Nominale articolo 32 434 429 5 215 390 39 82 Appr.
60 Nominale articolo 33 421 415 6 208 378 37 82 Appr.
61 Nominale articolo 34 437 432 5 217 390 42 82 Appr.
62 Nominale articolo 35 444 439 5 220 396 43 82 Appr.
63 Nominale articolo 36 446 434 12 218 398 36 82 Appr.
64 Nominale odg 9/3634-A/1 413 411 2 206 46 365 81 Resp.
65 Nominale odg 9/3634-A/2 410 379 31 190 11 368 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 75)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale odg 9/3634-A/3 415 384 31 193 14 370 81 Resp.
67 Nominale odg 9/3634-A/4 420 329 91 165 14 315 81 Resp.
68 Nominale odg 9/3634-A/5 420 416 4 209 32 384 81 Resp.
69 Nominale odg 9/3634-A/7 419 416 3 209 11 405 81 Resp.
70 Nominale odg 9/3634-A/10 426 392 34 197 11 381 81 Resp.
71 Nominale odg 9/3634-A/28 432 431 1 216 13 418 81 Resp.
72 Nominale odg 9/3634-A/36 421 420 1 211 19 401 81 Resp.
73 Nominale odg 9/3634-A/42 426 425 1 213 14 411 81 Resp.
74 Nominale odg 9/3634-A/43 424 278 146 140 40 238 81 Resp.
75 Nominale Ddl 3634-A - voto finale 386 386 0 194 345 41 76 Appr.