Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 730 di venerdì 22 luglio 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9.30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio dello scioglimento della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Repubblica, visto l'articolo 88 della Costituzione, sentiti i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, ha disposto lo scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, con decreto in data 21 luglio 2022, n. 96, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 luglio 2022, n. 169.

Modalità e limiti all'esercizio delle principali funzioni parlamentari in periodo di prorogatio.

PRESIDENTE. L'articolo 61, secondo comma, della Costituzione dispone che, fino a quando non siano riunite le nuove Camere, sono prorogati i poteri delle precedenti. Per prassi consolidata, le Camere, in regime di prorogatio, si limitano a compiere gli atti ritenuti costituzionalmente doverosi ovvero urgenti, mentre sono escluse le attività tipicamente riconducibili alle espressioni di indirizzo politico.

In particolare, la prassi relativa all'attività della Camera dei deputati in periodo di prorogatio - specificata dal Presidente della Camera nelle sedute del 14 marzo 2001, 14 febbraio 2006 e 9 gennaio 2018 - fornisce le seguenti indicazioni per quanto riguarda l'esercizio delle principali funzioni dell'Assemblea, delle Commissioni e degli altri organi della Camera.

Per quanto concerne l'attività legislativa, la prassi consente di procedere, in Assemblea, all'esame dei soli progetti di legge connessi ad adempimenti costituzionalmente dovuti ovvero urgenti e indifferibili. A tale proposito si segnalano, in particolare: i disegni di legge di conversione di decreti-legge (in quanto l'articolo 77, secondo comma, della Costituzione prevede che a tal fine le Camere, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni); i progetti di legge di sanatoria degli effetti di decreti-legge non convertiti, presentati a norma dell'articolo 77, terzo comma, della Costituzione; i progetti di legge di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali, quando rivestano carattere di atto dovuto in quanto la loro approvazione sia necessaria per adempiere tempestivamente ad obblighi internazionali sulla base di dichiarazioni in tal senso rese dal Governo; gli atti dovuti in quanto legati all'attuazione di obblighi o impegni derivanti dall'appartenenza all'Unione europea; i disegni di legge di assestamento e rendiconto; i progetti di legge rinviati dal Presidente della Repubblica ai sensi dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione; gli altri progetti di legge per i quali - in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo - si registri il consenso unanime dei gruppi circa l'esigenza di esaminarli.

Secondo prassi costante, nell'ambito di tali attività sono ammessi (ovviamente nei limiti di cui agli articoli 88, comma 2, e 89 del Regolamento) la presentazione e l'esame di ordini del giorno recanti istruzioni al Governo in relazione alla legge in discussione.

L'attività legislativa delle Commissioni nel periodo di scioglimento delle Camere deve essere informata ai medesimi principi che presiedono allo svolgimento dei lavori dell'Assemblea, attesa anche la funzionalità dell'attività referente e consultiva di tali organi rispetto ad essa. Nell'ambito dell'attività legislativa consentita alle Commissioni in periodo di prorogatio, esse possono attivare, secondo le regole ordinarie, tutti gli strumenti istruttori previsti dall'articolo 79 del Regolamento.

A decorrere dalla data del decreto di scioglimento, i progetti di legge sono considerati irricevibili e dunque non sono annunciati, stampati e assegnati. Fanno eccezione i disegni di legge d'iniziativa del Governo che rivestano quei caratteri di necessità ed urgenza che ne consentano la trattazione, secondo quanto sopra indicato. Dopo lo scioglimento, non si procede all'assegnazione degli eventuali progetti di legge presentati prima del relativo decreto, ma solo al loro annuncio, ove a tale adempimento non si sia già provveduto.

Sono considerati ricevibili gli atti trasmessi dal Governo ai fini dell'acquisizione del parere parlamentare. Tali atti, unitamente alle relazioni e ai documenti trasmessi anche da altri organi, sono assegnati alle Commissioni competenti. Sono, infatti, consentiti alle Commissioni - per prassi costante - l'espressione di pareri, ai sensi degli articoli 96-ter e 143, comma 4, nonché l'esame degli atti e progetti di atti dell'Unione europea, nonché degli atti preordinati alla formazione degli stessi, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento della Camera. Nell'ambito di tali attività esse possono attivare, secondo le regole ordinarie, tutti gli strumenti istruttori richiamati dall'articolo 96-ter, comma 3, del Regolamento e dal parere della Giunta per il Regolamento del 6 ottobre 2009.

I lavori del Comitato per la legislazione si svolgono sulla base dei medesimi criteri sopra indicati, sia in funzione dell'attività legislativa delle Commissioni, sia in relazione all'attività consultiva delle stesse sugli schemi di atti normativi del Governo.

Per prassi costante sono preclusi la presentazione e l'esame di atti di indirizzo. È invece consentito di procedere all'esame della deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, di cui alla legge n. 145 del 2016.

Per quanto riguarda gli atti di sindacato ispettivo, sono da considerarsi ammissibili, e sono dunque pubblicate, le sole interrogazioni aventi ad oggetto attività o comportamenti attuali del Governo, ovvero resi noti nel periodo successivo allo scioglimento delle Camere.

Per gli atti presentati successivamente allo scioglimento e ammissibili secondo i criteri sopra richiamati, nel caso di interrogazioni a risposta scritta, la Presidenza ne solleciterà la risposta da parte del Governo contestualmente alla loro presentazione. Nel caso di interrogazioni a risposta orale, che risultino ammissibili sulla base dei criteri sopra indicati, eventuali tempi e modalità del loro svolgimento in Assemblea potranno essere valutati dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

Non si dà comunque luogo allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e di interpellanze urgenti, nonché di atti di sindacato ispettivo presentati prima del decreto di scioglimento.

Lo svolgimento di eventuali informative urgenti è subordinato al consenso unanime dei presidenti dei gruppi parlamentari.

Sulla base dei precedenti, l'Assemblea può altresì procedere alle seguenti ulteriori attività: esame di proposte della Giunta relative a richieste di deliberazioni di cui agli articolo 68 e 96 della Costituzione; attività connesse alla verifica dei poteri e alle dimissioni di deputati per incompatibilità, in quanto l'articolo 17-bis, comma 4, del Regolamento della Camera, dispone che “per le deliberazioni su proposte formulate dalla Giunta delle elezioni, la Camera può essere convocata anche successivamente al suo scioglimento”; deliberazioni in materia di conflitti di attribuzione; esame del conto consuntivo e del bilancio preventivo della Camera dei deputati.

In relazione a tali attività - in funzione istruttoria rispetto all'Assemblea - possono essere convocate la Giunta per le autorizzazioni e la Giunta delle elezioni.

Resta ovviamente ferma la possibilità di convocazione della Giunta per il Regolamento relativamente alle questioni di interpretazione regolamentare di cui la Presidenza ritenga di investirla. Ove si verifichi l'unanimità dei consensi dei gruppi, possono essere convocate riunioni anche per l'esame di eventuali proposte di modifica al Regolamento, da sottoporre all'Assemblea.

Nel periodo di prorogatio - al di fuori, come detto, dell'ambito dell'istruttoria dei provvedimenti il cui esame è consentito - non è possibile nelle Commissioni dare luogo a comunicazioni del Governo e ad audizioni (formali o informali), se non sulla base del previo assenso della Presidenza della Camera e dell'unanime consenso dei presidenti dei gruppi.

Analogamente, salvo che siano acquisiti il necessario assenso della Presidenza della Camera e l'unanime avviso dei rappresentanti dei gruppi in Commissione, le Commissioni non possono procedere all'esame e all'approvazione dei documenti conclusivi di indagini conoscitive già concluse.

Prosegue infine - come stabilito espressamente dall'articolo 12, comma 8, del Regolamento - la normale attività dell'Ufficio di Presidenza, dei relativi Comitati e del Collegio dei questori, nonché del Comitato consultivo sulla condotta dei deputati. Prosegue, inoltre, l'attività degli organi per la tutela giurisdizionale.

Per quanto riguarda l'attività di inchiesta parlamentare in periodo di prorogatio, secondo la prassi costante non è ammessa la prosecuzione dell'attività di indagine, anche se prevista in programmi già approvati, mentre sono consentite la definizione e l'approvazione di relazioni conclusive (nei termini stabiliti dai rispettivi atti istitutivi) e la definizione dei criteri per la conservazione e la pubblicazione dei documenti acquisiti o formati nel corso dell'inchiesta.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 21 luglio 2022, la deputata Mariastella Gelmini, già iscritta al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritta.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 21 luglio 2022, il deputato Renato Brunetta, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 21 giugno 2022, il deputato Francesco Zicchieri, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Italia Viva.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 21 luglio 2022, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei richiamare l'attenzione del Ministro Brunetta affinché sia approvata, nel decreto-legge Semplificazioni, la proposta emendativa 36.06. È l'ultima possibilità per dare una tutela ai lavoratori fragili. Del resto, come lo stesso Ministro Brunetta sa, quell'emendamento, modellato proprio dal lavoro pregresso da lui svolto, proroga le tutele di cui ai commi 2 e 2-bis dell'articolo 26 del decreto-legge n. 18 del 2020 sino al 3 dicembre 2022 e dà garanzie ai lavoratori fragili per la tutela della loro salute.

Discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021 (Doc. VIII, n. 9); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 (Doc. VIII, n. 10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 7 luglio 2022 (Vedi l'allegato A della seduta del 7 luglio 2022).

Ricordo che il termine per la presentazione degli ordini del giorno riferiti al Progetto di bilancio è fissato per le ore 16 di oggi.

(Discussione congiunta – Doc. VIII, n. 9 e Doc. VIII, n. 10)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta.

Ha facoltà di parlare il Questore, deputato Gregorio Fontana.

GREGORIO FONTANA (FI). Questore. Grazie, Presidente. A nome dell'Ufficio di Presidenza, il Collegio dei deputati Questori sottopone all'esame dell'Assemblea il conto consuntivo per l'anno 2021 e il bilancio di previsione della Camera per l'esercizio 2022, unitamente all'allegato bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. Si tratta dell'ultimo bilancio della Camera presentato all'Assemblea nella presente legislatura. Ritengo pertanto opportuno, in questa sede, richiamare le azioni intraprese e i principali risultati conseguiti nella gestione amministrativa e finanziaria della Camera a partire dal 2018, in modo da dare un quadro dell'attività svolta dal Collegio e dall'Ufficio di Presidenza nell'intera legislatura.

Sotto il profilo finanziario, alcuni dati valgono ad attestare l'impegno che gli organi di direzione politica, insieme all'Amministrazione, hanno dedicato alla gestione attenta e rigorosa delle risorse pubbliche a disposizione della Camera. La dotazione richiesta è stata mantenuta al livello che era stato stabilito per il 2013, a seguito di una riduzione di 50 milioni. Questo livello inizialmente avrebbe dovuto applicarsi soltanto per un triennio; è invece confermato fino al 2024 dal bilancio triennale in esame. Di conseguenza, il peso percentuale della dotazione, rispetto alle spese finali dello Stato, è diminuito, nel periodo 2018-2022, di oltre un quinto, passando dallo 0,17 per cento allo 0,13 per cento.

Anche il totale della spesa della Camera, al netto delle restituzioni al bilancio dello Stato e dell'acquisto di immobili, è rimasto pressoché invariato dal 2018. Si tratta di un risultato in controtendenza rispetto a quanto è avvenuto, nello stesso periodo, per le spese finali del bilancio dello Stato, notevolmente aumentate anche per effetto della pandemia. Al tempo stesso, se si vuole misurare quanto il funzionamento di questo ramo del Parlamento gravi sulla finanza pubblica, occorre considerare che le restituzioni effettuate dalla Camera al bilancio dello Stato, a partire dal 2013, ammontano a 500 milioni di euro, di cui 300 milioni sono stati restituiti in questa legislatura. In aggiunta, con il bilancio per l'anno 2022, si finanzia, per un importo complessivo di circa 18 milioni di euro, l'acquisto di due immobili, che saranno conferiti al demanio dello Stato.

Un elemento molto significativo è che l'importo complessivo delle restituzioni e dell'acquisto degli immobili effettuati in questa legislatura, pari a 318 milioni di euro, è stato finanziato per circa un quinto, cioè 63 milioni, dalla riduzione dell'avanzo di amministrazione, mentre per i restanti quattro quinti, vale a dire per oltre 250 milioni, tale importo proviene dalle economie di gestione che sono state realizzate negli esercizi dal 2018 ad oggi.

Questi risultati sono stati conseguiti in anni caratterizzati da difficoltà del tutto imprevedibili, come quelle causate dalla pandemia. In risposta a queste difficoltà, la Camera ha messo in atto un complesso imponente di misure di prevenzione e di contrasto alla diffusione del virus nelle proprie sedi, che sono state costantemente graduate e adattate all'evoluzione della pandemia e alla normativa nazionale. Tali misure hanno impedito la creazione di cluster di contagio interni e, al contempo, hanno assicurato la continuità dei lavori parlamentari. È questo, signor Presidente, il risultato più importante che possiamo senz'altro rivendicare: i lavori dell'Assemblea e delle Commissioni nelle sedi della Camera non si sono mai interrotti neppure nei mesi difficili di lockdown. Per assicurarne lo svolgimento in condizioni di sicurezza sono state assunte decisioni senza precedenti, come quella di destinare alle sedute dell'Assemblea e delle Commissioni il Transatlantico e le sale di Montecitorio. È stato creato un coordinamento delle attività di carattere sanitario grazie alla collaborazione di qualificati esperti; è stata rafforzata la presenza del personale medico e infermieristico; è stato garantito un servizio costante di esecuzione dei tamponi per la ricerca del virus ed è stato realizzato, anche andando al di là degli ambiti di intervento propri dell'istituzione, un puntuale sistema di tracciamento interno dei contatti delle persone risultate positive, con la conseguente limitazione degli accessi dei soggetti interessati; è stata infine garantita la disponibilità di mascherine, di altri dispositivi e di prodotti sanitari a tutti i frequentatori delle sedi della Camera.

In risposta alla pandemia, sono stati anche effettuati interventi non contingenti ma destinati a produrre effetti positivi in permanenza. Tra questi interventi devono essere sottolineate, per la particolare efficacia ai fini di prevenzione e contenimento del contagio, le attività rivolte ad assicurare più elevati standard di sanificazione, pulizia ed efficienza degli impianti di aerazione. Nell'Aula e nel Transatlantico sono stati attivati circuiti separati tra immissione dell'aria primaria ed estrazione dell'aria senza alcun ricircolo della stessa, in modo da impiegare esclusivamente aria tratta dall'esterno. L'attività di revisione degli impianti di aerazione non si è peraltro esaurita con la fine dello stato di emergenza. Proprio al fine di assicurare la possibilità di utilizzo in sicurezza dei luoghi di riunione, a partire dall'anno in corso è stato approvato un programma straordinario di realizzazione di nuovi impianti di immissione dell'aria primaria che riguarda le aule di sette Commissioni, al quale è stato destinato, nel bilancio 2022, un finanziamento di oltre un milione di euro.

Oltre alle iniziative assunte ai fini di prevenzione e di contrasto della diffusione della pandemia, la legislatura, sotto il profilo della gestione amministrativa, si è caratterizzata per il conseguimento di importanti risultati, i cui effetti potranno essere apprezzati anche in una prospettiva temporale di lunga durata. Questi risultati si misurano innanzitutto nella capacità di assicurare ai deputati le condizioni migliori per poter svolgere i compiti loro attribuiti dalla Costituzione. Non bisogna infatti dimenticare che la finalità ultima di tutta l'attività amministrativa, di cui il Collegio dei Questori è chiamato a curare il buon andamento, è rappresentata dall'offrire il più adeguato supporto all'espletamento delle funzioni che la Carta costituzionale pone in capo agli organi parlamentari. Per questo, il Collegio, pure nella gestione rigorosa delle risorse finanziarie disponibili, ha costantemente mirato a mantenere elevato e, ove possibile, a migliorare il livello dei servizi ai deputati nonché le condizioni e gli stessi spazi in cui si trovano a svolgere il proprio lavoro.

Sotto questo profilo, dev'essere considerata anche l'attenzione costante che il Collegio ha dedicato alla manutenzione e alla valorizzazione degli immobili della Camera e alle misure adottate per rendere ancora più efficiente ed efficace l'attività della struttura amministrativa a sostegno del funzionamento degli organi politici.

Gli interventi relativi agli immobili hanno risposto a esigenze e obiettivi precisi. In aggiunta alla riqualificazione e aggiornamento degli impianti, che hanno interessato anche gli impianti elettrici, ascensori e dotazioni antincendio, si devono richiamare gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di accessibilità ai palazzi.

Sul fronte dell'efficientamento energetico, sono stati compiuti importanti progressi, che hanno consentito una forte riduzione dei consumi. Per citare solo un dato, nel 2021 il consumo elettrico, nel complesso delle sedi della Camera, è diminuito del 14 per cento circa rispetto al 2017 e, più in generale, la sostenibilità ambientale è stata perseguita attraverso una molteplicità di interventi che hanno interessato vari ambiti dell'attività amministrativa, dai capitolati ai contratti per la fornitura di energia, dal rinnovo del parco con autovetture ad alimentazione elettrica o ibrida alla gestione dei rifiuti rivolta alla riduzione della quantità e all'incremento della quota che viene recuperata.

Un altro obiettivo di notevole valenza sociale, che è stato perseguito con molteplici interventi, è quello relativo al superamento delle barriere architettoniche, che hanno riguardato sia Palazzo Montecitorio sia i palazzi esterni. Più in generale, abbiamo prestato una particolare attenzione al tema dell'inclusione sociale, intesa anche come possibilità per tutti di conoscere pienamente i lavori della Camera. Un importante strumento, in questo senso, è rappresentato dalla sottotitolazione automatica e in tempo reale degli interventi svolti in Aula, avviata, in via sperimentale, dal dicembre scorso. Altrettanto significativo è il servizio di interpretariato nella lingua dei segni che si è iniziato a fornire in caso di sedute degli organi parlamentari di particolare rilievo.

Insieme alla cura del patrimonio immobiliare, una particolare attenzione è stata dedicata a tutelare e valorizzare l'importante patrimonio artistico di cui la Camera dispone e a garantire la più ampia fruizione possibile da parte dei cittadini. Sotto questo profilo, le attività rivolte alla cittadinanza e alle scuole hanno costantemente registrato un'ampia partecipazione. Dopo la sospensione imposta dalla pandemia, tali attività sono riprese alla fine dell'anno scorso. Al tempo stesso, il sito Internet costituisce uno strumento essenziale per potenziare la pubblicità dei lavori e la conoscenza presso il pubblico dell'attività parlamentare. L'arricchimento dei suoi contenuti ha rappresentato anche una risposta originale ed efficace alla sospensione delle modalità ordinarie di apertura del Palazzo alla cittadinanza, a causa della pandemia.

Intendo, infine, dedicare qualche breve considerazione agli aspetti che più da vicino attengono la gestione e il funzionamento amministrativo, quali i servizi, il personale, la digitalizzazione e l'informatizzazione. In primo luogo, bisogna sottolineare la cura che è stata dedicata dal Collegio a mantenere sotto controllo la spesa destinata all'acquisto di beni e servizi e, al tempo stesso, assicurando un elevato livello di prestazioni. Ciò vale in particolare - come in precedenza evidenziato - per quelle che più direttamente incidono sullo svolgimento da parte dei deputati dei propri compiti istituzionali.

Per quanto riguarda il personale, dopo un'interruzione di quasi 15 anni, che ha determinato una drastica riduzione dell'organico a meno della metà della consistenza che si registrava nel 2003, in questa legislatura sono riprese le procedure di assunzione dei dipendenti. Si tratta di una scelta essenziale per assicurare, a breve e a lungo termine, le condizioni necessarie al funzionamento stesso dell'Istituzione. Occorre, d'altra parte, sottolineare che l'attuazione dell'impegnativo programma di reclutamento deciso dagli organi di direzione politica non intende soltanto dare una risposta alla contrazione del numero del personale in servizio, ma mira anche a far fronte al nuovo perimetro delle attività affidate all'Amministrazione e alla conseguente esigenza di arricchire l'organico con nuove competenze e nuove professionalità. Si è tenuto conto delle nuove modalità di lavoro, della trasformazione di molti processi funzionali e anche della esternalizzazione di alcune attività. Al termine di questa prima fase di riavvio del processo di reclutamento, quindi, ci si potrà avvalere di nuove risorse, selezionate per rispondere alle esigenze del futuro e per supportare i deputati e l'Istituzione, nel suo complesso.

Nel corso dell'intera legislatura è stato coerentemente perseguito un processo di trasformazione digitale che ha interessato tutti i settori di attività, sia degli organi politici sia dell'Amministrazione. Si tratta di una revisione delle procedure e delle modalità di lavoro non soltanto in risposta alle esigenze poste dalle contingenze della pandemia, ma valida in permanenza. Particolarmente evidenti sono le novità del settore legislativo, segnato dall'introduzione generalizzata del formato elettronico per la presentazione e gestione degli emendamenti e degli altri atti di iniziativa parlamentare. Gli impatti di queste innovazioni sono ben visibili: dal punto di vista del lavoro dei deputati, esse si traducono non soltanto nella dematerializzazione, ma anche nella facilitazione e nella maggiore rapidità dell'attività di predisposizione di emendamenti e degli altri atti.

Nel complesso, si può ritenere che l'attività svolta nel corso della legislatura si è caratterizzata, per un verso, per la capacità di fronteggiare difficoltà enormi e imprevedibili, che hanno costretto ad assumere decisioni senza precedenti, e, per l'altro verso, per aver ottenuto risultati che esplicheranno effetti positivi per un più ampio lasso di tempo. Occorre sottolineare che non sarebbe stato possibile conseguire i risultati qui evidenziati senza la professionalità e la dedizione dell'Amministrazione della Camera, alla quale, a nome del Collegio, intendo rivolgere un sincero ringraziamento (Applausi).

Per quanto concerne l'illustrazione del bilancio di previsione per l'anno 2022 e per il triennio 2022-2024, rinvio all'ampia relazione scritta contenuta nello stampato. Mi limito a osservare che i prospetti contabili sottoposti all'esame dell'Assemblea, in primo luogo, confermano la sostenibilità e l'equilibrio del bilancio della Camera, in secondo luogo, definiscono un quadro finanziario nel quale è stato e sarà possibile, in prospettiva, affrontare alcune complesse questioni da lungo tempo all'esame degli organi di direzione politica, che, in questi anni, sono state portate all'attenzione del Collegio dagli ordini del giorno presentati in occasione dell'esame del bilancio interno.

Al riguardo, per quanto concerne l'attività svolta dal Collegio dei Questori per dare attuazione agli ordini del giorno accolti o approvati nel corso dell'esame da parte dell'Assemblea del bilancio per il 2021, è stata predisposta una dettagliata relazione, di cui chiedo alla Presidenza l'autorizzazione a pubblicare in calce al resoconto stenografico della seduta.

Nel quadro finanziario delineato dal bilancio per il 2022 trovano spazio, come ho accennato in precedenza, anche gli stanziamenti necessari a finanziare l'acquisto di due immobili che la Camera già occupava a titolo oneroso. A fronte dell'esborso una tantum sostenuto dall'esercizio in corso, pari a circa 18 milioni, verranno meno oneri per locazioni che finora hanno gravato sul bilancio della Camera per un importo complessivo di oltre un milione e 600 mila euro annui. L'acquisto in proprietà dell'edificio 5 del centro di Castelnuovo di Porto, inoltre, pone le premesse per la realizzazione di obiettivi ulteriori, in una prospettiva di utilizzo polifunzionale degli spazi, di integrazione con il territorio e di sostenibilità ambientale.

Un secondo elemento che merita di essere evidenziato riguarda gli effetti di contenimento della spesa per i deputati derivanti dalle misure in tema di indennità parlamentare, rimborso delle spese di soggiorno e rimborso delle spese per l'esercizio del mandato. Sono misure che l'Ufficio di Presidenza, su proposta del Collegio, confermando un indirizzo consolidato da parecchi anni, ha prorogato per il 2024. In mancanza di tale proroga, la spesa per il 2024 aumenterebbe di 29,7 milioni.

In generale segnalo, infine, che il bilancio per il 2022 e per il triennio 2022-2024 all'esame dell'Assemblea, approvato dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 13 luglio scorso, è stato preparato - e non poteva essere diversamente - assumendo come presupposto la scadenza naturale della legislatura. Ciò vale, in particolare, per la stima degli effetti finanziari derivanti dall'entrata in vigore, a decorrere dalla XIX legislatura, della legge costituzionale in materia di riduzione del numero dei parlamentari.

Esigenze di certezza e ordine nella gestione finanziaria rendono opportuno sottoporre all'approvazione dell'Assemblea il bilancio di previsione deliberato dall'Ufficio di Presidenza. Eventuali variazioni di bilancio, che si rendessero necessarie prima della fine dell'esercizio, potranno essere adottate secondo le procedure ordinarie.

In conclusione, come mostra il quadro complessivo di quanto è stato realizzato nella legislatura, l'attività del Collegio dei questori si è rivolta in modo costante, non soltanto al rigore della gestione finanziaria, ma anche all'impiego appropriato ed efficace delle risorse pubbliche assegnate alla Camera. A fronte delle profonde trasformazioni che attendono il Parlamento nella prossima legislatura, è auspicio del Collegio che si continui ad operare in questa direzione, al fine di porre i deputati nelle condizioni più idonee per svolgere le funzioni ad essi attribuite dalla Costituzione (Applausi).

PRESIDENTE. Come richiesto dal questore Gregorio Fontana, autorizzo l'allegazione della relazione analitica dello stato di attuazione degli ordini del giorno al bilancio di previsione 2021.

È iscritto a parlare il deputato Luca Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Un breve intervento, perché la ricca relazione del questore Fontana ha rappresentato in maniera molto puntuale e molto dettagliata i contenuti di questo progetto di bilancio, che arriva anche a consuntivo dell'esperienza di questa legislatura.

È, quindi, l'occasione per ringraziare il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza tutto, non solo per il lavoro fatto su questo progetto di bilancio, ma più complessivamente per il lavoro svolto in questi anni.

Come già sottolineato, anche rispetto a questo bilancio, in coerenza e in continuità con quanto avvenuto nel passato, possiamo registrare nella gestione finanziaria della Camera dei deputati un rigore in un tempo che non è mai stato ordinario in questa legislatura. Forse non abbiamo vissuto un solo minuto ordinario per motivi diversi e, sicuramente, per l'impatto straordinario che, come per tutto il Paese, la vicenda pandemica ha avuto anche sui lavori della Camera dei deputati.

In questa situazione straordinaria si è garantito lo stesso uno sforzo per una gestione finanziaria rigorosa, che ha consentito di non dover allargare la dotazione e, anzi, ha permesso di mantenere rigorosamente ferma la dotazione finanziaria per la Camera dei deputati. Anche rispetto a una certa retorica spesso diffusa sui costi di questa istituzione, ricordo che la dotazione alla Camera dei deputati rappresenta lo 0,13 per cento in diminuzione rispetto alla spesa complessiva dello Stato.

Come dicevo, quindi, un rigore nella gestione finanziaria in un tempo non ordinario, e una gestione oggettivamente complessa e - credo si possa dire - a esito positivo della vicenda pandemica, che ha chiesto di assumere decisioni senza precedenti nella storia della Camera, rispetto alle quali non si poteva ricorrere a una prassi o a precedenti già in essere.

Credo che la continuità dei lavori della Camera, il fatto di non essersi mai fermati, sia stato un successo di questa gestione, ma soprattutto, in questi anni, sia stato anche un valore e un messaggio che si è mandato al Paese.

Se devo pensare a tutti i momenti in cui la vicenda pandemica ha impattato sui lavori della Camera e su come si sia riusciti a gestirla, penso ai giorni straordinari dell'elezione del Presidente della Repubblica, come ovviamente questa Camera fosse la sede di un atto straordinariamente importante e come fosse difficile gestirlo in un quadro di complessità quale era la vicenda pandemica in quel momento. Credo che sia giusto sottolinearlo e che sia un'esperienza da cui, anche in tempi - ci auguriamo - di maggiore normalità nel futuro, la Camera dei deputati possa trarre un insegnamento importante.

Tengo a fare solo tre sottolineature ulteriori. La prima, credo importante, è relativa al programma di reclutamento di nuove competenze e di nuove professionalità all'interno della Camera dei deputati.

L'attività della Camera dei deputati non è una cosa immanente, ripetitiva e sempre uguale a se stessa, ma si innova e cambia anche al cambiare del Paese; la capacità di immettere nuove professionalità e competenze, che rispondano quanto più puntualmente a questi cambiamenti, credo che sia giusto e anche indice di una capacità di lettura in prospettiva dei bisogni della Camera.

Il tema delle competenze e delle professionalità necessariamente mi consente di fare una sottolineatura rispetto a un altro aspetto importante, sul quale sicuramente si sono fatti dei passi avanti, ma ancora non siamo arrivati probabilmente alla soluzione definitiva. Si tratta della dignità del lavoro dei collaboratori dei parlamentari, che è sicuramente un tema su cui si è posta l'attenzione ed è stato sempre oggetto anche del nostro dibattito. Credo che si siano fatti dei passi avanti verso il riconoscimento di un ruolo fondamentale e verso la dignità e la piena regolarità di queste collaborazioni; ma credo anche si debba ulteriormente - forse anche in questo ultimo breve periodo che ci separa dalle elezioni politiche - fare ogni sforzo per capire come si possa andare incontro alla richiesta reiterata e giusta di riconoscere, regolarizzare e rendere il lavoro dei collaboratori pienamente dignitoso da tutti i punti di vista, compreso quello contributivo.

La seconda sottolineatura riguarda la digitalizzazione. La dematerializzazione degli atti sicuramente è stato un qualcosa di importante. Credo che su questa strada si possa fare ancora di più nel prossimo futuro, ma certamente ci siamo immessi su una strada necessaria e positiva.

Un ultimo aspetto riguarda la transizione verso le profonde trasformazioni che si realizzeranno nella prossima legislatura. Credo che sia stato giusto e importante porsi il tema, da oggi, ovvero porsi il tema in termini prospettici. Sappiamo che sarà un passaggio non semplice: sarà un passaggio profondo nell'attività della Camera dei deputati. Credo si siano poste alcune premesse importanti, ma sicuramente quella complessità dovrà essere gestita nell'avvio e nel corso della prossima legislatura, per rendere pieno e più facilitato possibile il lavoro dei colleghi deputati.

Concludo semplicemente anch'io, ringraziando sentitamente, anche a nome del gruppo del Partito Democratico, l'amministrazione della Camera per un lavoro sempre di qualità, di grande competenza e di grande generosità, che ha garantito lungo tutti questi anni.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione congiunta.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge costituzionale: S. 865-B - Proposta di legge costituzionale d'iniziativa popolare: Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, dal Senato) (A.C. 3353-B​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, dal Senato, n. 3353-B: Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione generale è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 7 luglio 2022 (Vedi l'allegato A della seduta del 7 luglio 2022).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3353-B​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Roberta Alaimo.

ROBERTA ALAIMO , Relatrice. Grazie, Presidente. Colleghi, l'Assemblea, è chiamata ad avviare la discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 3353-B, di iniziativa popolare, approvata in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata, in seconda deliberazione, dal Senato a maggioranza assoluta dei suoi componenti, recante modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento della peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità. Si ricorda preliminarmente che, trattandosi di seconda deliberazione, ai sensi del comma 3 dell'articolo 99 del Regolamento, non è possibile presentare emendamenti e la proposta di legge costituzionale non può essere modificata.

Ripercorrendo brevemente l'iter del provvedimento, che la Camera è ora chiamata a esaminare in seconda deliberazione, si ricorda che esso è stato approvato in prima deliberazione dal Senato il 3 novembre 2021 e trasmesso alla Camera, che lo ha approvato in prima deliberazione, senza modifiche, il 30 marzo 2022.

Il provvedimento è stato quindi approvato, in seconda deliberazione, dal Senato, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, il 27 aprile 2022. La I Commissione (Affari costituzionali) ha concluso l'esame in sede referente lo scorso 29 giugno.

Quanto al contenuto della proposta di legge in esame, in sintesi essa è diretta a introdurre, dopo il quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, un comma aggiuntivo, ai sensi del quale la Repubblica riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. È opportuno sottolineare ancora una volta il fatto, di rilievo, che la modifica costituzionale al nostro esame nasce da una proposta di iniziativa popolare presentata ai sensi dell'articolo 71, secondo comma, della Costituzione, che affida al popolo l'esercizio di iniziativa legislativa tramite la presentazione di una proposta da parte di almeno 50.000 elettori. La proposta di legge costituzionale è diretta a introdurre un comma aggiuntivo, dopo il quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, ai sensi del quale la Repubblica riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità.

L'articolo 119 della Costituzione reca la disciplina dell'autonomia di entrata e di spesa degli enti territoriali corredata da un duplice sistema perequativo. L'attuale formulazione è il risultato delle modifiche al Titolo V introdotte con la legge costituzionale n. 3 del 2001. Tali modifiche hanno inserito in Costituzione il principio del federalismo fiscale, superando il riferimento alla valorizzazione del Mezzogiorno e delle isole come finalità prioritaria dell'intervento statale. Tuttavia, il processo attuativo dell'articolo 119 è stato problematico e alcune norme di rango primario sono rimaste inattive. Da qui anche l'esigenza di un nuovo intervento di revisione costituzionale.

Particolare attenzione alle isole è posta anche a livello europeo. La norma cardine del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea è l'articolo 174, secondo cui l'UE sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale, al fine di promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme dell'Unione. L'intento delle politiche di coesione è ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite. Il terzo paragrafo, che elenca le regioni interessate da detta politica, menziona anche le regioni insulari, in quanto territori che presentino gravi e permanenti svantaggi naturali e demografici. Sul tema ricordo anche la risoluzione del Parlamento europeo del 4 febbraio 2016 sulla condizione di insularità. Rammento altresì che l'attenzione al tema dell'insularità è stata posta, oltre che dal Parlamento europeo, anche da parte del Comitato europeo delle regioni. Ne approfitto, in questa sede, per complimentarmi con il nuovo presidente del Comitato, Vasco Cordeiro. In particolare, nel corso della CXXIII sessione plenaria, dell'11 e 12 maggio 2017, nel parere “L'imprenditorialità nelle isole: il contributo alla coesione territoriale”, il Comitato richiama l'esigenza di una politica di coesione nei riguardi delle isole, inserendosi nel solco tracciato dal Parlamento europeo nella citata risoluzione. Nell'ordinamento dell'Unione europea, le misure in favore della continuità territoriale trovano fondamento nell'articolo 45 della Carta di Nizza sui diritti fondamentali dell'UE. Infine, a completamento del quadro normativo comunitario mi preme segnalare la recente approvazione della risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2022 “Sulle isole dell'Unione europea e la politica di coesione: situazione attuale e sfide future”, di iniziativa del presidente della Commissione europea per lo sviluppo regionale Omarjee.

Nel nostro Paese sono stati avanzati diversi interventi, con legge ordinaria, recanti misure volte ad assicurare la continuità territoriale, con particolare riferimento ai collegamenti aerei, a dimostrazione che le regioni insulari mostrano peculiarità economiche, geografiche, demografiche e sociali esclusive, che devono essere prese in considerazione. È evidente pertanto che le regioni insulari presentano caratteristiche permanenti che le distinguono dalle altre regioni. Tale evidenza deriva dal fatto, indiscutibile, che l'insularità, intesa come discontinuità territoriale, implica specificità di natura economica, ambientale, trasportistica, sociale e demografica che determinano un oggettivo svantaggio rispetto alle altre zone continentali.

Il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione ha raccolto il consenso della società civile, in ogni sua declinazione. Essere un'isola comporta enormi costi aggiuntivi, che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l'obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Sarebbe, comunque, utile non considerare e porre l'attenzione solo sugli svantaggi connessi all'insularità, ma anche guardare ai vantaggi dell'insularità, per concepirla in termini geopolitici più che in termini rigorosamente geografici e territoriali. Ciò con lo scopo di costruire un ragionamento che abbia il fine di individuare tutte le misure che permetterebbero alle nostre regioni insulari di offrire, non solo all'Italia, ma anche a tutti i Paesi dell'Unione europea e del Mediterraneo, tutti i vantaggi dell'insularità, contribuendo così al percorso di sviluppo nazionale, europeo e internazionale.

Concludendo, signor Presidente, nel ringraziare di nuovo tutti i gruppi, per la disponibilità e la sensibilità dimostrata nel consentire, anche in seconda deliberazione, il sollecito esame di questo provvedimento, rivelatosi quanto mai fondamentale per portare positivamente a termine un lungo iter legislativo proprio al termine di questa legislatura, ribadisco il mio auspicio, in particolare da isolana e da siciliana, affinché l'approvazione definitiva di questo disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare rappresenti solo il primo tassello di un percorso che porti, nei prossimi anni, alla concreta valorizzazione del patrimonio storico, naturale e identitario delle isole e del nostro Paese.

Chiedo, infine, di essere autorizzata a depositare il testo integrale della relazione affinché sia allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

PRESIDENTE. Autorizzo la pubblicazione della relazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente, rinuncio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sarò breve. Prima di tutto, vorrei ringraziare lei e tutti i presidenti di gruppo, perché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo avete accettato di proseguire e completare l'iter di questa importante proposta di legge di iniziativa popolare. Diversamente, si sarebbero verificati uno spreco di tempo e comunque un'offesa agli amministratori e ai cittadini che si sono impegnati per portare all'attenzione di questo Parlamento questa legge sul riconoscimento dell'insularità.

Vorrei solo ricordare che l'Istituto Bruno Leoni ha determinato in 5.700 euro il peso che ogni cittadino della Sardegna sopporta a causa dell'insularità. È una tassa occulta che noi purtroppo paghiamo da sempre per compensare i costi derivanti dalla distanza da quello che noi chiamiamo “continente”.

Rivendicare l'orgoglio di essere isolani non contrasta con lo spirito nazionale, non contrasta con l'unità nazionale ma semplicemente consiste nel riconoscere le difficoltà del vivere in un'isola. Io non cambierei per nulla al mondo la mia residenza, non cambierei per nulla al mondo l'idea di vivere in Sardegna, come penso che ogni siciliano sia orgoglioso della propria terra. Questa legge, oggi, è una scatola vuota e un riconoscimento simbolico, ma ci permetterà, nei prossimi bandi e nelle prossime politiche, di non essere più accomunati al grande territorio del Mezzogiorno. È facile parlare di misure per il Mezzogiorno e poi metterci a confronto con la Puglia, con la Calabria, con il Lazio e con tutte le altre regioni che hanno bisogni e necessità diverse. Basti pensare ai bandi per le ferrovie o per le strade o per le infrastrutture, ma anche alla fiscalità. C'è una battaglia che ci accomuna con i siciliani: riconoscere quali sono le materie della zona franca, ossia la defiscalizzazione e le misure fiscali che servono a compensare lo svantaggio territoriale. È per questo che noi dobbiamo impegnarci, nella prossima legislatura, in una battaglia comune di tutti i gruppi per dare risposte ai nostri amministratori e ai nostri cittadini.

Sono contento che, la prossima settimana, questa legge sarà approvata. Sarà un successo di tutti i gruppi politici che l'hanno portata avanti, del Governo, degli amministratori, dei sottosegretari che l'hanno sostenuta e anche suo, Presidente Fico, e di tutti i capigruppo. Mi permetta di ringraziare il capogruppo Lollobrigida e il nostro Presidente, Giorgia Meloni, che sono amanti della Sardegna. Giorgia Meloni è amante sia della Sicilia sia della Sardegna e ha anche origini e sangue isolano.

Quindi, grazie veramente a tutti: la prossima settimana potremo festeggiare e scrivere una bella pagina.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Billi. Non è presente in Aula.

È iscritta a parlare la deputata Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, la riforma costituzionale in esame prevede che, all'articolo 119 della Costituzione, dopo il quinto comma, sia aggiunta una nuova disposizione in base alla quale la Repubblica riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. La diversità tra il vivere su un'isola o sul continente è evidente. Infatti, le isole si trovano a dover far fronte a un problema legato alla maggiore complessità nelle connessioni con la terraferma, che impone un aggravio di costi al trasporto delle persone, delle merci e dei servizi. Sono spesso caratterizzate da un ecosistema fragile e particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Le ridotte dimensioni e la scarsità delle risorse naturali spingono a una minore diversificazione delle attività economiche e favoriscono una specializzazione in settori economici a limitato valore aggiunto, come la pesca o l'agricoltura, o caratterizzati da una consistente stagionalità, come il turismo. Si tratta di situazioni di svantaggio che, nel complesso, favoriscono ridotti tassi di occupazione e una minore qualificazione professionale delle forze lavoro. Con questa riforma poniamo le basi per superarle, al fine di garantire un'effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuali, anche attraverso la promozione di misure che rimuovano gli svantaggi dell'essere un'isola.

Come ha già sottolineato in occasione della prima lettura qui alla Camera il mio collega, onorevole Pittalis, oggi stiamo scrivendo una bella pagina della politica, perché non solo non vengono deluse le aspettative delle comunità interessate, quella sarda, quella siciliana e di tutte le isole minori, ma la politica rinnova l'interesse per le politiche del Sud e delle isole, e questo è un dato davvero non trascurabile. Una norma di questo tipo ha lo scopo di sensibilizzare il legislatore ad assumere comportamenti e scelte legislative virtuosi e quindi norme proporzionali per lo sviluppo strutturale delle isole; mi riferisco, ad esempio, alle ferrovie. Naturalmente, per realizzare queste politiche, sarà necessario destinare risorse economiche, ma è comunque importante aver sancito, innanzitutto, il principio. Due esempi potranno chiarire questa affermazione.

Il primo esempio riguarda la quota di entrate che devono essere destinate alle isole per finanziare i servizi pubblici. Il calcolo di quanto è necessario per garantirli dovrà necessariamente tener conto degli svantaggi strutturali permanenti che derivano dalla condizione di insularità, la quale determina costi maggiori rispetto a quelli continentali. Si riconosce che vivere in un'isola comporta spese in più rispetto alle altre regioni; così, dunque, in sede di contrattazione delle risorse finanziarie, potranno chiedere maggiori risorse per la continuità territoriale.

Il secondo esempio attiene ai costi dell'energia. Riconoscere gli svantaggi derivanti dall'insularità dovrà portare a calcolare eventuali compensazioni per il costo maggiore derivante dall'assenza di economie di scala che derivano dall'assenza del gas metano sulle isole.

In sintesi, Presidente, si tratta di una riforma che rafforza l'eguaglianza delle persone nella dimensione democratica, perché, nel riconoscere le differenze determinate dalle condizioni geografiche, promuove e utilizza tutti gli strumenti normativi per tenere insieme la Repubblica, la cui approvazione porta con sé una nuova e forte volontà del Parlamento nei confronti delle isole, affinché esse non siano più isolate.

Ritengo necessario, infine, volgere un doveroso ringraziamento ai promotori dell'iniziativa popolare. Senza la mobilitazione di centinaia di militanti e senza le 200 mila firme, tra referendum e legge di iniziativa popolare, oggi non saremmo qui: firme raccolte sia in Sardegna, sia in Sicilia, sia nelle isole minori e persino in molti comuni della Penisola; firme apposte in modo consapevole e informato, grazie alla grande campagna mediatica fatta a livello locale nei vari territori, grazie a tutti i rappresentanti dell'associazionismo, della società civile e delle istituzioni, a partire dai sindaci che, numerosissimi, hanno aderito all'iniziativa del movimento promotore, alle organizzazioni sindacali e datoriali.

Concludo, Presidente. Il concetto di insularità in Costituzione rappresenta una tappa fondamentale, elevando a rango costituzionale l'obbligo dello Stato di predisporre ogni utile misura che crei le condizioni per un'effettiva integrazione con il restante territorio nazionale e rimuovendo le diseguaglianze che sperimenta chi vive in un'isola (Applausi del deputato Deidda).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Perconti. Ne ha facoltà.

FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI (M5S). Grazie, Presidente. L'introduzione del principio di insularità in Costituzione, alla vigilia dell'ultimo passaggio parlamentare, è una questione che riguarda circa 7 milioni di italiani. Nonostante la profonda crisi politica che ha portato il Parlamento verso lo scioglimento delle Camere, per il MoVimento 5 Stelle le priorità saranno sempre le esigenze dei cittadini. Vogliamo fornire una risposta contro i disagi che chi vive su un'isola troppo spesso riscontra. È la prima volta che una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare arriva così avanti nell'iter previsto per le revisioni della Carta costituzionale. Si tratta di un testo fondamentale per le isole del nostro Paese.

La proposta di legge costituzionale prevede, in particolare, la modifica dell'articolo 119 della Costituzione, per inserire il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità. In questo modo, poniamo al centro e riconosciamo le peculiarità delle nostre isole e i problemi e le conseguenze ad esse legati, garantendo così il loro pieno sviluppo. Ad esempio, secondo le stime della regione siciliana, l'insularità costa all'isola circa 6 miliardi di euro l'anno, tra il 7 e il 7,5 per cento del PIL; allo stesso tempo, dicono economisti e giuristi, se ben gestita, potrebbe diventare un'opportunità per il futuro. Questa nuova previsione costituzionale realizza, da un lato, un passo in più verso l'uguaglianza sostanziale e, dall'altro, un impegno da parte dello Stato affinché certe mancanze vengano colmate. Vogliamo aiutare le comunità, affinché possano produrre energie e le intelligenze che alimentano le nostre imprese e le nostre istituzioni. Una distribuzione disomogenea delle opportunità non è sbagliata solo dal punto di vista etico, ma anche da quello economico. Con questo provvedimento abbiamo finalmente l'occasione di riportare al centro del nostro ordinamento il concetto di isola e di insularità, di porre nuovamente attenzione alle differenti realtà del nostro Paese e di contrastare le gravi conseguenze dovute all'insularità, tra cui squilibri occupazionali, rischio povertà, disagi infrastrutturali e ridotta internazionalizzazione. Dobbiamo avere coraggio e rendere ancora più forti e concrete le realtà locali, aiutandoci ad uscire al più presto da questo periodo di crisi per il Mezzogiorno, spesso svantaggiato dalla distanza dai principali mercati europei e adesso ancor più in difficoltà a causa dell'aumento dei costi per i trasporti. L'approvazione di questo provvedimento sarebbe un grande risultato, dopo un percorso che ha visto impegnati migliaia di cittadini e le istituzioni, a cui il MoVimento 5 Stelle ha sempre dato il suo massimo sostegno.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Fico. Con la discussione generale su questo provvedimento di modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità, già approvato in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera, e approvato in seconda deliberazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, dal Senato, siamo alla seconda deliberazione della Camera, in un quarto ed ultimo passaggio che richiede una maggioranza qualificata. Si tratta di un provvedimento che ha suscitato l'interesse, l'attenzione, il sostegno e l'approvazione di questo ramo del Parlamento, ma mi soffermo pochissimo sul merito perché preferisco svolgere una considerazione di carattere più ampio e generale in relazione al numero e alla parzialità degli interventi di natura costituzionale che, nell'ambito di questa legislatura, siamo stati chiamati ad affrontare, alcuni dei quali sono andati avanti e si sono trasformati in norme costituzionali effettive, altri invece sono rimasti fermi, diciamo così.

Penso, per esempio, alla proposta sul referendum propositivo, approvata all'inizio di questa legislatura, in questo ramo del Parlamento, che non ha mai più avuto un seguito, alla quale io sono stato, peraltro, fieramente contrarissimo.

Penso alla riduzione del numero dei parlamentari, che è stata portata a termine, anche a questa ero contrarissimo, e rispetto alla quale probabilmente non abbiamo fatto abbastanza per spiegare gli errori e le conseguenze negative sul sistema, sia in termini di rappresentatività sia di funzionalità del Parlamento.

Penso alla riduzione dell'età per l'elettorato attivo per il Senato a 18 anni e penso all'inserimento dello sport in Costituzione, che, invece, sembra essere destinato a rimanere fermo, anch'esso, perché lo scioglimento anticipato della legislatura non ne farà proseguire l'esame, mentre - per esempio - è stato inserito in Costituzione il riferimento all'ambiente e agli animali.

Sono tutte modifiche parziali, alcune più significative e altre meno, in termini di ordinamento e di funzionalità costituzionale. Penso all'esame della proposta di legge, voluta dal gruppo di opposizione Fratelli d'Italia, sull'elezione diretta del Presidente della Repubblica.

Quante volte quest'Aula è stata chiamata a doversi pronunciare e a dover discutere su modifiche di rango costituzionale nel contesto che, anche oggi, è sotto gli occhi di tutti? Oggi siamo a Camere sciolte, eppure si tratta di un provvedimento, e cambia poco tra la discussione generale e il seguito, in termini di clima di revisione costituzionale.

Quante volte siamo stati chiamati ad affrontare piccole e parziali modifiche della Costituzione, senza tenere in piedi un quadro d'insieme e quanto è mancata, a questo dibattito spezzettato, diversificato, segmentato nel tempo, una riflessione, una sessione di riforme costituzionali in cui questo Parlamento dibattesse davvero di cosa ci fosse bisogno? Magari il superamento del bicameralismo paritario o, per esempio, per alcuni, il passaggio al monocameralismo, la revisione della forma di Governo; mi riferisco a tanti temi, come il superamento delle modifiche introdotte sulla questione dei poteri tra Stato e regioni, che pure resta un capitolo aperto, perché al riguardo ci sono anche visioni differenti e si è misurata, anche nel corso della pandemia, una certa conflittualità tra Stato e regioni, forse con la necessità di un intervento. Sono tanti temi, con una gerarchia delle fonti e un dibattito che non c'è stato, drammaticamente.

Io ho fatto un tentativo sino all'ultimo, ma ormai le condizioni sono date, il Parlamento è sciolto, la data delle elezioni è fissata. Ho cercato fino all'ultimo di dare a questo Parlamento l'occasione non dico di fare le riforme, ma di poter creare un luogo in cui farle nella prossima legislatura, con l'augurio - apro e chiudo una parentesi e mi fa piacere poterlo dire davanti al Presidente Fico - che, almeno in quest'ultimo periodo, ci sia la buona volontà e il concorso di tutti nella realizzazione di un percorso regolamentare che permetta al prossimo Parlamento e al prossimo Presidente della Camera (considerato che al Senato sembra che la prossima settimana questo percorso riesca ad approdare anche in Assemblea, da quello che so) di inserire la chiave nel quadro, accendere la macchina e farla partire degnamente, almeno attraverso ciò che di condiviso possa esserci, in questo percorso.

Chiudo questa parentesi, ma voglio ringraziare - e non voglio farlo retoricamente - i colleghi che hanno voluto sostenere, anche con la loro firma, il percorso, il contenuto e il merito della proposta di Convenzione costituzionale da eleggere con il prossimo Parlamento - non sarà possibile - per riformare la seconda parte della Costituzione. Ciò partendo dal presupposto che, essendosi le stesse persone, nella stessa Aula, scontrate su decreti, ordini del giorno, risoluzioni, mozioni, scostamenti di bilancio, leggi di bilancio, è assai difficile che, mezza giornata dopo, si crei un clima costituente tale da poter realizzare un accordo alto, nobile, serio, magari anche condiviso, sul superamento del bicameralismo paritario e sulla forma di Governo. La storia degli ultimi trent'anni ci insegna che questo non accade. Aver rinunciato, in qualche misura, a quella opportunità, probabilmente, ci consegnerà, nella prossima legislatura, per chi avrà la fortuna di esserci, nella stessa identica situazione. Per questo, oggi, voglio ringraziare i colleghi che hanno voluto sottoscrivere questa proposta, che, per la prima volta, in un Parlamento, è stata avviata con una relazione in Commissione affari costituzionali. Credo sia la prima volta che accade.

Voglio ringraziare i colleghi Iezzi, Tofalo, Bruno Bossio, Battelli, Marco Di Maio, Fassina, Costa, D'Ettore, Colucci, Siragusa, Sgarbi, Carelli, Valentini, Calabria, Sarro, Gentile, Tartaglione, Milanato, Acunzo, Aprea, Bagnasco, Barbuto, Baroni, Bartolozzi, Battilocchio, Bellachioma, Benigni, Berardini, Berti, Biancofiore, Bond, Cannizzaro, Cappellacci, Carrara, Casciello, Casino, Caso, Cassinelli, Cattaneo, Cecconi, Cestari, Colmellere, Conte, Cortelazzo, Cristina, D'Attis, Dall'Osso, De Carlo, De Girolamo, De Lorenzo, Del Basso De Caro, Del Grosso, Dieni, Donina, Fantuz, Ferraioli, Ferrari, Fiorini, Fitzgerald Nissoli, Fontana, Frusone, Furgiuele, Gagliardi, Gerardi, Giacometto, Giacomoni, Giannone, Giulia Grillo, Grimaldi, Invidia, Iorio, Labriola, Librandi, Mandelli, Mariani, Marino, Marrocco, Martino, Mazzetti, Mor, Mugnai, Musella, Nevi, Novelli, Orsini, Palazzotto, Palmieri, Parisse, Pastorino, Paternoster, Pella, Pentangelo, Perego di Cremnago, Pettarin, Picchi, Piccolo, Pittalis, Pizzetti, Polidori, Polverini, Porchietto, Prestigiacomo, Raciti, Ripani, Rixi, Rizzone, Rospi, Rossello, Rosso, Rostan, Rotondi, Ruggieri, Russo, Saccani Jotti, Saltamartini, Savino Elvira, Savino Sandra, Scagliusi, Scanu, Serritella, Sessa, Silli, Siracusano, Sozzani, Spena, Squeri, Tiramani, Tondo, Torromino, Maria Tripodi, Turri, Ungaro, Vacca, Versace, Villarosa, Zanella, Zanettin, Zangrillo e Ziello.

Questi colleghi, in questi giorni, in cui era difficile immaginare cosa sarebbe potuto accadere in questa legislatura, hanno inteso mettere la loro firma. Io ringrazio loro - sono 140 firmatari - e tutti quelli che mi hanno detto avrebbero voluto o potuto sottoscriverla nei giorni prossimi venturi. Ringrazio ovviamente anche i colleghi di Fratelli d'Italia, i quali, avendo una proposta di legge costituzionale ad essa abbinata, dello stesso segno, a prima firma Meloni ed altri, hanno giustamente immaginato di identificarsi nella loro proposta. Quindi, in maniera assolutamente teorica, sommo anche il consenso nei confronti dell'unico gruppo di opposizione su questo tema.

Mi auguro che il lavoro preparatorio, anche, in qualche misura, faticoso di composizione di questa proposta, rimanga come patrimonio e punto di partenza per la prossima legislatura. Se anche nella prossima legislatura, non ci sarà una volontà, al netto dell'iter che mi auguro possa concludersi felicemente per quanto riguarda questa specifica proposta (si tratta dell'ultimo passaggio), credo che sarà faticoso e difficile per il Parlamento, in una fase sperimentale, con una nuova composizione a 400, con tutte le questioni che dovranno essere affrontate e che si dovrà continuare ad affrontare. Non è accaduto in questi ultimi due anni: come un disperato, in questo Parlamento, ho chiesto la parola, in sedute improbabili, del lunedì, del venerdì, quando eravamo solo i diretti interessati agli atti di sindacato ispettivo, per dire: “Facciamo il Regolamento”, “Mettiamo in campo i correttivi sul taglio dei parlamentari”, “Rimettiamo a posto una situazione”, “Dove siete, dove siete finiti voi, promotori dei correttivi, dopo il taglio dei parlamentari?”, perché il taglio è rimasto, ma i correttivi non si sono più visti.

Se dovessi stilare un bilancio di questa legislatura sul piano delle riforme, ahimè, sarei costretto a dire che è un bilancio drammaticamente negativo, con cui noi lasciamo confrontarsi i deputati e la Presidenza della legislatura che verrà, sapendo già che però ci saranno obiettivamente le difficoltà di una fase sperimentale.

Abbiamo ascoltato poc'anzi un dibattito sul bilancio della Camera che ci ha dimostrato che i risparmi si possono fare senza “tagliare” la democrazia; e sono convinto che nel cuore di tanti colleghi ci sia il rammarico o il rimorso. Il rammarico per non essersi alzati per dire che non erano d'accordo, anche quando avrebbero dovuto o potuto farlo, e il rimorso, magari, per avere votato quel provvedimento.

Dopodiché concludo con l'augurio che nella prossima legislatura da questa proposta o da un'altra analoga si possa ripartire nel caso in cui non si creassero, come temo, l'occasione e il clima per avviare un discorso organico di riforme che, nella storia del nostro Paese, una contrapposizione bipolare ha sempre, diciamo cosi, decapitato sull'altare dello scontro politico e della quotidianità. Di lì nasce la proposta di un soggetto terzo, al riparo dalle intemperie del calendario parlamentare, da un lato, e dell'agenda politica-elettorale dall'altro.

Mi auguro che almeno da questo punto di vista il lavoro svolto, il percorso, peraltro non concluso, ma almeno avviato, possa rimanere come lavoro che permetterà a chi ci sarà di riprendere quel filo, di poter riprendere quella discussione e, magari, superato anche il momento elettorale che tutti i partiti vivono in questa fase - anche a causa della riduzione del numero dei parlamentari - con una maggiore angoscia, mi auguro che, superato quel momento e ricostituito il prossimo Parlamento, questo possa diventare il tema delle riforme. Quindi, non un tema secondario, da lasciare nel cassetto e riscoprire carsicamente ogni tanto, nelle pause del confronto sul PNRR o tra un esame del decreto e l'altro, ma possa essere davvero la priorità del Paese, perché, guardate, nessuno risolverà i problemi del Parlamento, della politica, delle istituzioni - ne ho citati tanti: la forma di Governo, il bicameralismo, la gerarchia delle fonti e tanti altri -, se non il Parlamento stesso, che deve ricominciare a darsi dignità e a riprendere in mano il proprio destino nell'ordinamento e anche nel Paese (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Presidente, membro del Governo, la legge che stiamo discutendo oggi ha come obiettivo il riconoscimento costituzionale dello svantaggio legato all'isolamento che scontano le nostre isole. Tale riconoscimento è il presupposto per permettere al legislatore di assicurare le stesse opportunità del resto del Paese, compensando gli svantaggi strutturali dei territori insulari e rimuovendo, o almeno attenuando, le diseguaglianze che penalizzano lo sviluppo.

L'attenzione al territorio, come è noto, è un tema caro alla Lega, che anche per questo si è fin da subito spesa per portare avanti questa proposta e persino per migliorarla. L'impegno della Lega è emerso innanzitutto negli Uffici di Presidenza, sia al Senato sia alla Camera, dove i nostri capigruppo si sono battuti per una spedita calendarizzazione della proposta.

Nel corso dell'esame in sede referente, poi, il testo iniziale è stato oggetto di modificazioni in più parti, anche al fine di tener conto delle indicazioni emerse nell'ambito dell'articolato ciclo di audizioni informali che si sono svolte; ed è stato sempre grazie agli interventi emendativi della Lega nel corso del dibattito che il testo è stato ulteriormente perfezionato, ad esempio mitigando alcune locuzioni più restrittive come l'appellativo di “grave e permanente” riferito allo svantaggio, che rischiava di limitare la platea dei beneficiari, andando contro la ratio del provvedimento, ma anche inserendo il riferimento al riconoscimento delle peculiarità delle isole. Espressione che, se intesa in un'accezione ampia, inclusiva della promozione della specificità, e non come una mera presa d'atto, sottende una valorizzazione delle specificità di carattere sia culturale sia storico sia naturalistico dei territori.

Un ultimo ostacolo è stato superato proprio due giorni fa, in Conferenza dei presidenti di gruppo, quando questa discussione rischiava di saltare perché altri partiti dell'ex maggioranza di Governo avevano avanzato dubbi nel discutere questo provvedimento in questo momento di crisi. Lo avevano giudicato inopportuno, ed è stata, per l'ennesima volta, la Lega a chiederne fortemente la calendarizzazione oggi. Per venire al merito del provvedimento, si tratta di una proposta fondamentale per consentire, in particolare alla Sicilia e alla Sardegna, di godere finalmente delle medesime opportunità di tutto il resto d'Italia e di rimuovere le diseguaglianze che finora ne hanno frenato le potenzialità e la crescita. Certo, le isole nel nostro Paese non sono soltanto la Sicilia e la Sardegna, perché ce ne sono tante altre, l'Elba, le Tremiti e altre ancora, che rientrano anche queste a pieno titolo nella necessità di avere una loro valorizzazione costituzionale.

È fin troppo ovvio, poi, ma vale la pena evidenziarlo, che la salute del nostro Paese è strettamente legata a quella delle isole. Un minore sviluppo di parti così importanti del territorio non può non riverberarsi sull'intero assetto del nostro Paese. Grazie a questa legge lo status di insularità si va ad aggiungere agli altri ostacoli all'uguaglianza sostanziale che il nostro ordinamento nel suo complesso è chiamato a superare, andando oltre l'applicazione dello stretto principio di uguaglianza formale, in funzione autenticamente antidiscriminatoria. Sì, Presidente, perché in un mondo ipercomplesso, in cui le persone sono abituate a spostarsi quotidianamente per una serie di ragioni, la vita insulare può essere oggettivamente invalidante. Per superarlo, il primo passo è riconoscerlo. Ma non si tratta solo di una questione economica: ricordiamo che il riferimento esplicito al Mezzogiorno e alle isole era stato coscientemente voluto nel 1947 dal costituente, il quale intese in questo modo costituzionalizzare il problema di come valorizzare l'assetto civile, economico e sociale di questi territori, che non rappresentano solo un'area geografica del Paese, ma che rappresentano soprattutto una maniera di essere di alcuni milioni di abitanti, e quindi, specialmente per coloro che vivono nelle isole, anche un fatto identitario, molto identitario.

Con questa legge gli ostacoli da rimuovere, ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione, non sono quindi solo più di ordine economico e sociale, ma anche di ordine fisico, territoriale, in modo tale da consentire ai territori separati dal sistema nazionale delle infrastrutture e dei servizi, e per questo oggettivamente svantaggiati, di conservare la propria identità, ma di godere, allo stesso tempo, di maggiori benefici strutturali. Tra i problemi che andranno affrontati, ad esempio, c'è l'assenza di un canale di rifornimento del metano che garantisca continuità quantitativa e territoriale, e da ciò derivano a loro volta ulteriori problemi anche sul fronte della mobilità interna. Questa situazione può essere ovviata anche attraverso delle deroghe.

A questo proposito, infatti, questo riconoscimento, unito al richiamo, compiuto nel testo che si vuole approvare, alla Repubblica, non soltanto allo Stato, come soggetto che si deve far carico dell'intervento pubblico in favore delle isole, dovrebbe portare, tra le altre cose, come è stato sottolineato anche nelle audizioni, a derogare ad alcune restrizioni e ad integrare i poteri delle regioni insulari in un quadro di una nuova specialità preordinata a contrastare gli svantaggi della loro specifica posizione. Presidente, uno sguardo comparato ci mostra come il tema della specialità si nutra della differenziazione e ci induce a riflettere sui processi di decentralizzazione degli Stati unitari vicini a noi.

Il Paese del regionalismo differenziato per eccellenza, che è la Spagna, ha riservato nella sua Costituzione un ruolo, una tutela e una funzione strategica alle isole, che sono codificate esplicitamente in ben quattro articoli della sua Costituzione.

Anche a livello sovranazionale l'attenzione è alta. Già il Trattato di Maastricht nel 1992 si occupava della situazione di notevole ritardo strutturale di talune regioni ultraperiferiche - tra cui menzionava le isole - acconsentendo a un regime di sostegni specifici a loro favore. Successivamente, il trattato sul finanziamento dell'Unione europea, nel voler ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle regioni, rivolge un'attenzione speciale alle regioni insulari specialmente con l'articolo 174 che intende valorizzare i principi delle pari opportunità fra territori regionali e insulari e della compensazione degli svantaggi derivanti proprio dalla loro caratteristica dell'insularità, cosa che dovrebbe consentire anche deroghe al regime degli aiuti di Stato.

A monte di tutte queste cose, sembra arrivato finalmente il momento di farsi carico del problema delle isole anche in Italia, che per la sua importanza merita la sede in cui lo si vuole collocare oggi. È per questi motivi che auspichiamo, caro Presidente, una rapida e finale approvazione delle premesse proposte dal provvedimento da parte dell'Assemblea.

Concludo, Presidente e rappresentanti del Governo, con un ringraziamento particolare all'onorevole Eugenio Zoffili e al nostro capogruppo, l'onorevole Igor Iezzi, per aver seguito e spinto l'approvazione di questo provvedimento durante tutto il suo iter. Grazie ancora e buon lavoro!

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3353-B​)

PRESIDENTE. Prendo atto che la relatrice, deputata Alaimo, e la rappresentante del Governo rinunciano alle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Organizzazione dei tempi di esame di un disegno di legge.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 3634-A, recante legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (Vedi allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. Undici anni fa come oggi, il 22 luglio 2011, Anders Behring Breivik, un neonazista sovranista, suprematista norvegese, con un'autobomba uccise otto persone a Oslo, nel palazzo del Governo, per poi dirigersi nell'isola di Utoya, dove si svolgeva il raduno estivo dei giovani laburisti: lì ammazzò 69 ragazzi. Una strage e, purtroppo, non l'unica di questo segno. Molte, troppe ce ne sono state ad opera di terroristi assassini che si ispiravano apertamente a Breivik, ispirazioni che significavano razzismo e odio contro il diverso e i valori della democrazia e della società aperta. Ricordo l'australiano Tarrant che, nel 2019, a Christchurch in Nuova Zelanda, uccise 51 persone in una moschea e in un centro islamico, mentre sempre nel 2019 l'americano Patrick Crusius assassinò 23 persone in un centro commerciale di El Paso, in Texas. Stragi note ma, purtroppo, dimenticate e poco citate anche dai mezzi di comunicazione e dalle istituzioni.

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER VERINI (PD). A questa cultura, fatta di odio, a queste persone che vorrebbero riportare - concludo, Presidente; non credo vi siano troppi interventi, le chiedo un po' di tolleranza - il nostro mondo indietro di secoli, rispondiamo con il ricordo di quei ragazzi. Dobbiamo farlo, perché questi sono pericoli attuali e diffusi; anche l'Italia avrebbe potuto essere teatro, qualche tempo fa a Macerata, di una strage di questo tipo.

Infine, in un'intervista, una conversazione in un libro importante del giornalista Luca Mariani, Rete nera, Jørgen Watne Frydnes, direttore generale di Utoya, disse: “Mi hanno affidato l'incarico di ricostruire la memoria in quell'isola. L'ho fatto, perché il punto cruciale è che non permetteremo alla violenza e al terrore di definire come debba essere la nostra società, come debbano essere i nostri spazi comuni, come debba essere definita la nostra agenda”.

Presidente, credo che noi - ho finito - abbiamo il dovere di difendere tutto questo, questi valori, e non abbassare mai la guardia davanti a cose che si chiamano ancora razzismo, intolleranza, omofobia e antisemitismo, davanti al pericolo attuale della violenza dei neofascismi e dei neonazismi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie molte, Presidente. Mi permetta di ricordare in quest'Aula il professor Luca Serianni, scomparso per un disgraziatissimo incidente che toglie a noi tutti la sua pulizia, il suo magistero, la sua passione civile e l'amore, Presidente, il sentimento per la lingua italiana che oggi resta muta e attonita. Una lingua viva, ricca e austera, quella di Serianni, parca, insegnata e appresa dai suoi studenti, in uno scambio che è la sua origine, la sua destinazione e la sua missione.

Nella figura fisica di Serianni c'era già tutto il suo profilo essenziale e anche un monito garbato a ognuno di noi a tenere salde le cose che durano, a rispettare - a cominciare dalla parola - gli altri, a guardare alle istituzioni come alla vita che ci sopravvive, a rischiarare ciò che vale e ad avere pazienza con ciò che non vale.

Chiedo perdono, Presidente, concludendo, se ho sottratto con queste parole frettolose il rispetto che quest'Aula, lo Stato e il popolo, che essa rappresenta, devono e testimoniano per questo italiano raro, il professore le cui lezioni universitarie si chiudevano con l'applauso partecipe e grato dei suoi studenti beati (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 25 luglio 2022 - Ore 12:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 2469 - Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (Approvato dal Senato) (C. 3634-A​)

Relatori: BENAMATI e SALTAMARTINI.

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, recante misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali. (C. 3653​)

Relatori: BITONCI, per la V Commissione; FRAGOMELI, per la VI Commissione.

La seduta termina alle 10,55.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GREGORIO FONTANA (DOC. VIII, N. 9 E DOC. VIII, N. 10)

GREGORIO FONTANA, Questore. (Intervento in discussione congiunta – Doc. VIII, n. 9 e Doc. VIII, n. 10). Con riferimento all'attuazione degli ordini del giorno approvati e accolti nel corso dell'esame del bilancio di previsione 2021, desidero in primo luogo premettere come ancora una volta gli organi di direzione politica – l'Ufficio di Presidenza ed i suoi Comitati ed il Collegio dei Deputati Questori – abbiano lavorato in collaborazione stretta con l'Amministrazione della Camera dei Deputati per dare una risposta concreta alle esigenze poste dai deputati tramite gli ordini del giorno accolti o approvati durante la discussione del bilancio interno relativo all'anno 2021. Di seguito si dà conto dello stato di attuazione di ciascun ordine del giorno o gruppo di essi.

Gli ordini del giorno Comaroli nn. 1 e 2 relativi al personale addetto alle segreterie dei titolari di incarico istituzionale nonché a quello dipendente dai Gruppi parlamentari di cui agli elenchi allegati alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012 sono in fase di attuazione relativamente agli aspetti riguardanti la continuità del rapporto di lavoro del personale inserito in particolare nell'elenco di cui alla citata delibera n. 227, con particolare riferimento alla fase di avvio della legislatura.

Hanno trovato piena attuazione gli ordini del giorno Magi n. 3, Tripiedi n. 8, Rizzo Nervo n. 20 e Pastorino n. 33 relativi alla introduzione di una disciplina del lavoro agile per i dipendenti della Camera. L'art. 5 dell'Accordo sottoscritto il 1° e il 5 aprile 2022 tra il Comitato Affari del Personale e le Organizzazioni sindacali, approvato dall'Ufficio di Presidenza con deliberazione del 5 aprile 2022, n. 160. resa esecutiva con Decreto del Presidente della Camera del 5 aprile 2022, n. 1591 stabilisce che le Parti si impegnano a definire entro il 31 dicembre 2022 una disciplina per l'introduzione a regime nell'ordinamento della Camera dell'istituto della prestazione lavorativa a distanza. Lo stesso accordo prevede che, in attesa della adozione della disciplina a regime, con circolare del Segretario generale, tenuto conto dell'esperienza maturata durante la fase dell'emergenza sanitaria, sia definita una regolamentazione transitoria, basata sui seguenti principi: individuazione delle attività che possono essere svolte a distanza; volontarietà; organizzazione delle attività da svolgere a distanza affidata ai Consiglieri responsabili delle strutture, con la fissazione degli obiettivi; individuazione della quota della prestazione lavorativa da svolgere a distanza, tenuto conto delle peculiarità dell'Istituzione parlamentare; previsione di modalità di verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Con circolare del Segretario generale del 2 maggio 2022 è stata adottata la prevista disciplina transitoria sulla base dei principi appena richiamati.

Il riordino della disciplina del rapporto di lavoro tra i deputati ed i loro collaboratori è il tema degli ordini del giorno Siragusa n. 4, Iovino n. 10, Magi n. 18, Pastorino n. 32 mentre l'ordine del giorno Ungaro n. 34 riguarda un aspetto specifico del rapporto in questione e, in particolare, la pubblicazione dei dati riassuntivi relativi alla tipologia e al numero dei contratti di lavoro con i collaboratori dei deputati depositati presso la Camera: la prima tabella con i dati riassuntivi è stata pubblicata nell'estate del 2021 ed è stata aggiornata nel mese di giugno 2022, con riferimento ai contratti attivi al 31 maggio 2022.

Sulla questione più generale, è in corso di definizione la nuova disciplina relativa al rapporto di lavoro tra i deputati ed i loro collaboratori. Sono stati individuati i principi ed i criteri della nuova regolamentazione che prevedono la possibilità di ricorrere a tipologie di contratto prestabilite e la individuazione di risorse aggiuntive a carico della Camera. È bene sottolineare che l'ammontare di tali risorse resterebbe comunque inferiore alla spesa prevista dai Parlamenti dei maggiori Paesi europei e dal Parlamento europeo per la retribuzione delle figure professionali analoghe a quelle dei collaboratori. Per la puntuale definizione della disciplina, si ritiene opportuno, da una parte, individuare una soluzione condivisa con il Senato per evitare disparità di trattamento tra le due Camere.

Anche gli ordini del giorno Bruno Bossio n. 5 e Carabetta n. 17, relativi alla collaborazione della Camera con il mondo dell'università e della ricerca, sono stati attuati. In particolare, sulla base della selezione svolta in relazione a quanto previsto dalla Convenzione stipulata con la Conferenza dei rettori (CRUI), nel mese di aprile dell'anno in corso, sei studenti hanno iniziato il proprio tirocinio curricolare presso i servizi di documentazione della Camera. Il Collegio ha quindi approvato la proposta di concludere un accordo quadro di collaborazione con il CINI (Consorzio interuniversitario nazionale per l'informatica) avente ad oggetto l'implementazione di modelli di apprendimento automatico per migliore la classificazione e la ricercabilità dei documenti.

È stata data attuazione anche agli ordini del giorno Termini n. 6 e Lorefice n. 7, relativi all'adozione di una serie di iniziative volte a rafforzare le misure di inclusione per le persone non udenti.

Essi richiedono due diverse tipologie di iniziative, la prima a favore dei deputati, la seconda relativa alla accessibilità delle forme di pubblicità dei lavori parlamentari.

In particolare, l'ordine del giorno n. 6 richiede di verificare, al fine di garantirne la disponibilità ai deputati, le caratteristiche tecniche dei dispositivi di protezione delle vie aeree adottati per contrastare la diffusione dell'epidemia da COVID 19, dotati di inserto PET. Effettuata la verifica con esito positivo, i dispositivi sono stati acquistati e sono a disposizione dei deputati che ne dovessero fare richiesta.

La seconda tipologia di iniziative riguarda la sottotitolazione degli interventi nell'ambito della trasmissione sulla web tv dei lavori parlamentari. Gli organi di direzione politica, Comitato per la Comunicazione e Collegio dei Questori, hanno definito, per le parti di competenza, sia il perimetro della sperimentazione, sia l'impegno finanziario ad essa connesso. Sono soggetti a sottotitolazione i lavori dell'Assemblea, limitatamente alle parti discorsive (discussioni generali, dichiarazioni di voto finali e attività di indirizzo e del sindacato ispettivo) e quelli delle Commissioni e degli altri organi, sulla base di un palinsesto definito dall'Ufficio Stampa di durata non inferiore alle 5/6 ore settimanali. Per le sedute di particolare rilievo politico istituzionale si prevede che possa essere disposto anche un servizio di interpretariato nel linguaggio italiano dei segni LIS. La sperimentazione prosegue, così come gli approfondimenti necessari per valutare strumenti e soluzioni ulteriori rispetto a quelli adottati finora allo scopo di assicurare la massima tutela al principio costituzionale della pubblicità dei lavori parlamentari.

Ha trovato attuazione anche l'ordine del giorno Crippa n. 9, relativo all'acquisto di energia elettrica certificata rinnovabile. La Camera, a partire dal 2012, per la fornitura dell'energia elettrica, aderisce alle Convenzioni CONSIP esercitando la cosiddetta “opzione verde”. Tale opzione si sostanzia nella comprova, tramite garanzia di origine, della produzione di energia verde, cioè proveniente da fonti rinnovabili, per un ammontare almeno pari al consumo fatturato dall'Amministrazione.

Con riferimento all'ordine del giorno Spadoni n. 11 che richiede, dopo la cessazione dell'efficacia delle misure di prevenzione del contagio da COVID-19, la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione sul tema della sostenibilità ambientale e di comunicazione dei 17 obiettivi dell'Agenda 2030 si fa presente che il protrarsi dello stato di emergenza e della connessa efficacia delle misure di prevenzione dal contagio da COVID-19 ha determinato lo slittamento dell'implementazione delle iniziative richieste dall'ordine del giorno in oggetto, la cui attuazione potrebbe, pertanto, essere rinviata alla ripresa delle attività dopo la sospensione estiva. Considerato che il sito Internet della Camera dispone di un'ampia ed esauriente sezione riguardante i 17 obiettivi dell'Agenda 2030 si ritiene che gli obiettivi dell'ordine del giorno potrebbero essere realizzati anche tramite la diffusione di materiali informativi che, tramite un QRcode, potrebbero rinviare alla citata sezione del sito, che potrebbe essere accessibile anche direttamente dal sito giovani.camera.it.

È in fase di attuazione l'ordine del giorno Spadoni n. 12 relativo alla possibilità che i servizi connessi allo svolgimento dell'attività parlamentare possano essere richiesti a Poste italiane spa con modalità on line. Sono state già individuate le modalità per procedere nel senso indicato.

È da tempo oggetto di attenzione da parte del Collegio dei Questori la questione posta dall' ordine del giorno Spadoni n. 13, che richiede l'adozione di ulteriori iniziative per favorire la condizione delle madri che siano o parlamentari o che svolgano la propria attività lavorativa presso la Camera. Il Collegio ha adottato una serie di misure volte a realizzare gli obiettivi indicati. In primo luogo, sono stati individuati appositi spazi al fine di conciliare lo svolgimento dell'attività parlamentare con quella di cura dei bambini. In aggiunta allo “spazio bimbi” presso palazzo Theodoli Bianchelli, già nella XVII legislatura è stato individuato uno specifico locale destinato all'allattamento, che, a seguito dell'emergenza sanitaria, è stato utilizzato per lo svolgimento delle attività di post triage; il Collegio ha, pertanto, provveduto ad individuare un diverso locale adiacente all'Aula. È stata poi avviata l'istruttoria, tuttora in corso, per modificare la normativa in tema di giustificativi di assenza dai lavori parlamentari, per introdurre anche l'assistenza ai figli malati; è stata rinnovata la convenzione con il Ministero dell'Economia per la fruizione da parte dei figli delle deputate e dei deputati dei servizi resi dall'asilo nido “Super MiniMEF”.

È altresì in corso l'attività volta a realizzare l'obiettivo posto dall'ordine del giorno Amitrano n. 14 relativo alla ripartizione degli oneri derivanti dalla attività delle Commissioni bicamerali tra i due rami del Parlamento, con particolare riguardo a quelli di carattere logistico. Sul punto, il Collegio ha avviato un'istruttoria che riguarda anche le modalità più adeguate per garantire il supporto logistico assicurato ad organi di vigilanza e controllo attualmente ospitati nelle sedi della Camera.

Due ordini del giorno, Amitrano n. 15 e Daga n. 16, riguardano l'adozione di misure volte a promuovere forme di mobilità sostenibile. Sulle questioni poste da tali ordini del giorno sono state adottate numerose iniziative: dall'incremento degli spazi per il parcheggio dei motoveicoli e dei quadricicli elettrici e delle rastrelliere per le biciclette presso le aree di parcheggio di pertinenza della Camera, alla realizzazione di spazi di deposito a disposizione dei ciclisti, alle facilitazioni deliberate per i possessori di motoveicoli elettrici. Si intende, inoltre, realizzare una sezione del Portale specificamente dedicata alla mobilità, nella quale comunicare il complesso delle misure adottate, a partire dalle convenzioni vigenti, tutte non onerose. Il Collegio, in ragione dell'andamento della situazione epidemiologica, ha deciso di rinviare le decisioni in ordine alla promozione di forme di mobilità in sharing, per le quali saranno predisposti appositi questionari da sottoporre sia all'utenza parlamentare sia a coloro che prestano attività lavorativa alla Camera.

Infine, l'ordine del giorno Fornaro n. 22 richiede di valutare la modifica delle disposizioni relative alla ripartizione del contributo unico ai Gruppi parlamentari. Il piano di ripartizione del contributo unico e onnicomprensivo ai Gruppi parlamentari per il 2022 è stato approvato dal Collegio nella riunione del 14 luglio, sulla base di quanto stabilito dalla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012. Si è ritenuto, infatti, che non fosse opportuno modificare le modalità di determinazione dell'entità del contributo spettante a ciascun Gruppo prima di definire una nuova organica disciplina sui requisiti per la costituzione dei Gruppi, attualmente all'esame della Giunta per il Regolamento.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ROBERTA ALAIMO (A.C. 3353-B​)

ROBERTA ALAIMO, Relatrice. (Relazione – A.C. 3353-B​). Onorevoli colleghi! L'Assemblea è chiamata ad avviare la discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale C. 3353-B​, di iniziativa popolare, approvata in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato a maggioranza assoluta dei suoi componenti, recante “Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità”.

Si ricorda preliminarmente che, trattandosi di seconda deliberazione, ai sensi del comma 1 dell'articolo 99 del Regolamento, non è possibile presentare emendamenti e la proposta di legge costituzionale non può essere modificata.

Ripercorrendo brevemente l'iter del provvedimento, che la Camera è ora chiamata a esaminare in seconda deliberazione, si ricorda che esso è stato approvato, in prima deliberazione, dal Senato il 3 novembre 2021 e trasmesso alla Camera, che lo ha approvato, in prima deliberazione, senza modifiche, il 30 marzo 2022. Il provvedimento è stato quindi approvato in seconda deliberazione dal Senato, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, il 27 aprile 2022. La I Commissione Affari costituzionali ha concluso l'esame in sede referente lo scorso 29 giugno.

Quanto al contenuto della proposta di legge in esame, in sintesi, essa è diretta ad introdurre, dopo il quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, un comma aggiuntivo, ai sensi del quale “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità”.

È opportuno sottolineare ancora una volta il fatto di rilievo che la modifica costituzionale al nostro esame nasca da una proposta di iniziativa popolare presentata ai sensi dell'articolo 71, secondo comma, della Costituzione che affida al popolo l'esercizio dell'iniziativa legislativa tramite la presentazione di una proposta di almeno 50.000 elettori.

La proposta di legge costituzionale è diretta ad introdurre un comma aggiuntivo dopo il quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, ai sensi del quale la Repubblica:

- «riconosce le peculiarità delle Isole»;

- «promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità».

La formulazione originaria della proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare prevedeva che lo Stato fosse tenuto a riconoscere «il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità» e a disporre «le misure necessarie a garantire un'effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili».

In prima deliberazione, nel corso dell'esame in sede referente al Senato, il testo iniziale è stato oggetto di modificazioni in più parti anche al fine di tenere conto delle indicazioni emerse nell'ambito dell'articolato ciclo di audizioni informali svolto.

I principali elementi di novità rispetto al testo iniziale della proposta di legge possono essere individuati come segue:

- è la Repubblica, e non soltanto lo Stato, a farsi carico dell'intervento pubblico in favore delle Isole;

- il riconoscimento riguarda le «peculiarità delle Isole» (e non più il "grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità");

- la Repubblica «promuove» (nel precedente testo “lo Stato disponeva”) misure per rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità;

- viene meno il riferimento alla finalità di effettiva parità e di un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili.

L'istruttoria legislativa del Senato ha evidenziato in particolare come le modifiche siano volte ad evitare che il termine insularità in Costituzione sia considerato esclusivamente come fonte di svantaggio e di conseguenti ristori di tipo economico e finanziario. Per tale ragione, è stato inserito il riferimento al riconoscimento delle peculiarità delle isole, espressione che - se intesa in un'accezione ampia, inclusiva della promozione delle specificità, e non ad una mera presa d'atto - sottende una valorizzazione delle specificità di carattere culturale, storico, naturalistico di tali territori.

Come sappiamo, l'art. 119 della Costituzione reca la disciplina dell'autonomia di entrate e di spesa degli enti territoriali, corredata da un duplice sistema perequativo. L'attuale formulazione è il risultato delle modifiche al Titolo V introdotte con la legge costituzionale n. 3 del 2001.

Le modifiche all'art. 119 della Costituzione introdotte nel 2001 hanno inserito in Costituzione il principio del federalismo fiscale, con l'obiettivo di creare uno stretto legame tra decisioni di spesa e di prelievo diretto ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, nel senso di favorire un'allocazione delle risorse pubbliche in termini di beni e servizi più rispondente alle preferenze di coloro che sono chiamati a sostenerne il costo.

Il primo comma estende a tutti gli enti territoriali, e non solo alle Regioni (come previsto nel testo previgente), l'autonomia di entrata e di spesa.

Il secondo comma afferma il principio secondo cui i predetti enti godono di risorse autonome. L'autonomia delle risorse è declinata, innanzitutto, come potestà di fissare e applicare tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e nello specifico con i principi di coordinamento della finanza pubblica, la cui competenza, ai sensi dell'art. 117, terzo comma, è demandata allo Stato.

Il terzo comma demanda alla legge statale l'istituzione di un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Le risorse, nel rispetto dell'autonomia finanziaria degli enti, non possono avere una destinazione vincolata (la destinazione è decisa dagli enti stessi).

La previsione di un fondo perequativo, assente nel testo costituzionale previgente, si inserisce nella logica complessiva del decentramento fiscale in cui i territori sono responsabilizzati nelle scelte di spesa e nelle decisioni relative al loro finanziamento, in modo che ne possano rispondere ai propri elettori.

Il quarto comma stabilisce il principio della necessaria corrispondenza fra funzioni attribuite e risorse.

Il quinto comma dispone in ordine a risorse statali aggiuntive (rispetto a quelle percepite ai sensi dei commi illustrati) nei confronti degli enti territoriali e all'effettuazione da parte dello Stato di interventi speciali in favore di tali enti al fine di perseguire una o più delle seguenti finalità: promuovere sviluppo economico, coesione e solidarietà sociale, rimuovere gli squilibri economici e sociali, favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni.

Nella versione previgente dell'articolo 119, era presente un comma (il terzo) che presentava una formulazione per alcuni aspetti analoga a quella della proposta di legge in esame, prevedendo interventi al fine di favorire talune zone svantaggiate. Al fine di "provvedere a scopi determinati, e particolarmente per valorizzare il Mezzogiorno e le Isole", lo Stato era chiamato ad assegnare, con propria legge, "contributi speciali" "a singole Regioni".

Con la revisione del Titolo V del 2001: i) si è determinata un'estensione dei destinatari delle misure statali anche a comuni, province e città metropolitane (e non più soltanto le regioni); ii) il riferimento ai "contributi statali" è stato sostituito con quello alle "risorse aggiuntive" e agli "interventi speciali"; iii) è stato superato il riferimento alla valorizzazione del Mezzogiorno e delle Isole come finalità prioritaria (ma non esclusiva) dell'intervento statale; iv) sono state definite con maggior dettaglio le finalità e gli ambiti dell'intervento pubblico (sviluppo economico, coesione e solidarietà sociale, rimozione degli squilibri economici e sociali, effettivo esercizio dei diritti della persona, o altri scopi diversi dall'esercizio delle funzioni proprie degli enti) rispetto al testo previgente (in cui i contributi speciali erano diretti a "provvedere per scopi determinati").

Il sesto comma completa i principi sul decentramento fiscale prevedendo che gli enti territoriali siano titolari di un proprio patrimonio, introducendo la cosiddetta regola aurea dell'indebitamento, strumento a cui si può far ricorso esclusivamente al fine di finanziare spese di investimento e chiarendo che non è prevista alcuna garanzia statale sui prestiti contratti dagli enti.

In questa sede è rilevante accennare anche al problematico processo attuativo dell'articolo 119 della Costituzione che ha preso avvio con la legge delega n. 42 del 2009, approvata a distanza di circa otto anni dalla riforma del Titolo V. Sulla base della legge, il Governo ha adottato una serie di decreti legislativi.

In particolare, può essere utile soffermarsi sull'attuazione del quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, che ha condotto all'adozione di norme di rango primario, rimaste in gran parte inattuate.

Il riferimento ai territori insulari, espunto dalla Costituzione nel 2001, viene in parte recuperato in sede di attuazione dell'art. 119 della Costituzione. Infatti, la legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, nell'elencare i principi e criteri direttivi da rispettare nell'adozione dei decreti legislativi delegati, specifica alla lettera c) che occorre tener conto delle "specifiche realtà territoriali, con particolare riguardo alla realtà socio-economica, al deficit infrastrutturale, ai diritti della persona, alla collocazione geografica degli enti, alla loro prossimità al confine con altri Stati o con regioni a statuto speciale, ai territori montani e alle isole minori, all'esigenza di tutela del patrimonio storico e artistico ai fini della promozione dello sviluppo economico e sociale".

La legge delega prevede, inoltre, all'art. 22 disposizioni in materia di perequazione infrastrutturale. Tale disciplina - oggetto di recente novella (si veda l'art.15 del DL n. 121 del 2021) - prevede la ricognizione della dotazione infrastrutturale del Paese, l'individuazione del divario tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale e la conseguente adozione di misure volte ad assorbirlo, attraverso interventi finanziati da un fondo con una dotazione pari a 4,6 miliardi di euro. Al riguardo, si ricorda che il comma 1-bis del citato art. 22 stabilisce che, alla luce degli esiti della richiamata ricognizione, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da adottarsi entro il 31 marzo 2022, sono definiti i criteri di priorità e le azioni da perseguire per il recupero del divario infrastrutturale e di sviluppo risultante dalla ricognizione.

Le criticità nell'attuazione del quinto comma dell'art. 119 circa la perequazione infrastrutturale si aggiungono peraltro alle difficoltà attuative del terzo comma del medesimo articolo, che prevede un fondo di perequazione per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Appare al riguardo problematico giustificare, o quanto meno quantificare, l'intervento pubblico solidaristico nel caso in cui le entrate tributarie non siano in grado di assicurare i servizi essenziali, senza che sia portato a compimento il processo di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali, dei fabbisogni e dei costi standard. Difatti, con riferimento agli enti locali, sono stati compiuti negli ultimi anni passi in avanti, con particolare riguardo alla stima dei fabbisogni standard, che vengono utilizzati nell'ambito dei criteri per il riparto del Fondo di solidarietà comunale. Rimane tuttavia incompiuto il processo di determinazione dei LEP, che presuppongono una scelta in ordine all'ammontare di servizio o della prestazione che deve essere garantito dal settore pubblico in modo uniforme sul territorio.

In questo quadro, una completa attuazione dell'art. 119 avrebbe potuto assicurare interventi mirati a contrastare lo svantaggio naturale dei territori insulari e garantire un'effettiva parità con i cittadini della terraferma nel godimento dei diritti individuali e inalienabili.

Per esigenze di completezza ricordo, poi, che il diritto dell'Unione europea riconosce fondamentalmente tre categorie di isole:

a) le isole periferiche, ovvero quelle che fanno parte del continente europeo;

b) le regioni ultraperiferiche, intese come territori appartenenti agli Stati membri che si trovano a lunga distanza dall'Europa;

c) i paesi e i territori d'oltremare, che sono isole, appartenenti agli Stati membri ma non facenti parte dell'Unione europea (alla quale risultano collegati attraverso accordi di associazione).

La norma cardine del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) è l'art.174, secondo cui l'UE "sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale", al fine di promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme dell'Unione. L'intento della politica di coesione è quello di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite.

Il terzo paragrafo, che elenca le regioni interessate da detta politica, menziona anche le "regioni insulari", in quanto territori "che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici".

Sul tema ricordo anche la Risoluzione del Parlamento europeo del 4 febbraio 2016 sulla condizione di insularità (2015/3014). Il documento sollecita la Commissione dell'UE a fornire una definizione chiara del tipo di svantaggi geografici, naturali e demografici permanenti che le regioni insulari possono presentare con riferimento all'articolo 174 TFUE; a spiegare come intende dare attuazione al disposto dell'articolo 174 TFUE relativamente agli svantaggi permanenti delle regioni insulari; a riconoscere l'importanza di predisporre misure di sostegno per contrastare il significativo trend di spopolamento delle regioni insulari; ad avviare un'analisi sui costi supplementari che la condizione di insularità determina a livello dei sistemi di trasporto di persone e merci e dell'approvvigionamento energetico nonché in termini di accesso al mercato, in particolare per le PMI; a porre in essere un "Quadro strategico dell'Unione per le isole", al fine di collegare gli strumenti suscettibili di produrre un impatto significativo sul territorio; a istituire uno "sportello isole" collegato alla Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione e per coordinare e analizzare le tematiche connesse alle regioni insulari.

Rammento, altresì, che attenzione al tema dell'insularità è stata posta, oltre che dal Parlamento europeo, anche da parte del Comitato europeo delle regioni. In particolare, nel corso della 123esima sessione plenaria dell'11 e 12 maggio 2017, nel parere su "L'imprenditorialità nelle isole: il contributo alla coesione territoriale", il Comitato richiama l'esigenza di una politica di coesione nei riguardi delle isole, inserendosi nel solco tracciato dal Parlamento europeo nella citata Risoluzione. Fra le raccomandazioni politiche contenute nel documento, si fa menzione dell'esigenza di identificare una categoria ad hoc, quella delle isole; della creazione di uno sportello unico in seno alla Commissione; di ampliare la gamma di indicatori, al momento limitata al PIL pro-capite, con cui sia possibile rilevare i fattori che ostacolano lo sviluppo delle isole (quali ad esempio l'indice di competitività regionale e l'indice di accessibilità); di favorire il turismo sostenibile; l'uso delle energie rinnovabili, l'innovazione, la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale.

Nell'ordinamento dell'Unione europea, le misure in favore della continuità territoriale trovano fondamento nell'articolo 45 della Carta di Nizza sui diritti fondamentali dell'UE, nell'articolo 21, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, relativi alla libertà di circolazione e di soggiorno.

Infine, a completamento del quadro normativo comunitario, mi preme segnalare la recente approvazione della “Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2022 sulle isole dell'UE e la politica di coesione: situazione attuale e sfide future (2021/2079(INI))”, d'iniziativa del Presidente della commissione europea per lo sviluppo regionale (REGI) Younous Omarjee.

Al fine di assicurare la continuità territoriale possono essere previsti sia agevolazioni tariffarie in favore di coloro che usufruiscono di servizi di collegamento da e per regioni sfavorite sia oneri di servizio pubblico a carico del vettore di trasporto.

In tale contesto, si registrano nel nostro paese, dunque, diversi interventi con legge ordinaria recanti misure volte ad assicurare la continuità territoriale, con particolare riferimento ai collegamenti aerei, e, più in generale, a compensare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità.

Al riguardo, richiamo alcune misure adottate nel corso della presente legislatura:

- l'articolo 1, commi 688 e 689, della legge di bilancio 2021, che reca disposizioni in materia di collegamenti aerei da e per la Sicilia e interviene al fine di "garantire un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sicilia, che consenta di ridurre i disagi derivanti dalla condizione di insularità e di assicurare il diritto alla mobilità [...] nonché di mitigare gli effetti economici derivanti dall'emergenza epidemiologica da COVID-19";

- l'articolo 16, comma 4, del decreto-legge n. 146 del 2021, recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, che attribuisce alla regione Sardegna per l'anno 2021 l'importo di 66,6 milioni di euro da destinare alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità, in attuazione dell'accordo tra il Ministro dell'economia e delle finanze e la regione Sardegna in materia di finanza pubblica per gli anni 2022 e successivi;

-il comma 546 della legge di bilancio 2022 attribuisce alla regione Siciliana, a decorrere dal 2022, la somma di 100 milioni di euro annui da destinare alla compensazione degli svantaggi strutturali legati alla condizione di insularità.

Quindi, come si evince anche dagli interventi legislativi appena menzionati, le regioni insulari mostrano peculiarità economiche, geografiche, demografiche e sociali esclusive, che devono essere prese in considerazione anche nel quadro dell'applicazione delle politiche europee: tra queste ricordo le dimensioni ridotte con riferimento alla superficie, alla popolazione e all'economia, mercato locale limitato, costi di trasporto elevati, deficit di competenze imprenditoriali, di infrastrutture e di offerta di servizi per le imprese, mancanza di adeguati servizi sociali e formativi ai cittadini.

In particolare, le misure di riequilibrio e perequazione rispondono non solo all'esigenza di limitare gli svantaggi strutturali determinati dalla discontinuità territoriale dovuta alla posizione geografica, ma anche alla necessità di garantire pari opportunità di sviluppo e di accesso al mercato unico europeo rispetto alle altre regioni.

È evidente, pertanto, che le regioni insulari presentano delle caratteristiche permanenti che le distinguono dalle altre regioni. Tale evidenza deriva dal fatto indiscutibile che l'insularità, intesa come discontinuità territoriale, implica delle specificità di natura economica, ambientale, trasportistica, sociale e demografica che determinano un oggettivo svantaggio rispetto alle altre zone continentali.

Ribadisco, infine, che l'insularità costituisce la condizione tipica in cui gli svantaggi ad essa connessi rendono necessarie misure per la continuità territoriale. La continuità territoriale è strettamente connessa al diritto alla libera circolazione e al diritto di uguaglianza dei cittadini, diritti sanciti, rispettivamente, all'articolo 16 e all'articolo 3 della Costituzione italiana.

Il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione ha raccolto il consenso della società civile in ogni sua declinazione. Essere un'isola comporta enormi costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l'obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani.

Sarebbe comunque utile considerare e porre l'attenzione non solo sugli svantaggi connessi all'insularità, ma anche guardare ai vantaggi dell'insularità per concepirla in termini geopolitici più che in termini rigorosamente geografici e territoriali. E ciò con lo scopo di costruire un ragionamento che abbia il fine di individuare tutte quelle misure che permetterebbero alle nostre regioni insulari di offrire, non solo all'Italia ma anche a tutti i paesi dell'Unione Europea e del mediterraneo, tutti i vantaggi dell'insularità, contribuendo così al percorso di sviluppo nazionale, europeo e internazionale.

In conclusione, signor Presidente, ringraziando di nuovo tutti i gruppi per la disponibilità e la sensibilità dimostrate nel consentire, anche in seconda deliberazione, il sollecito esame di questo provvedimento - quanto mai fondamentale per portare positivamente a termine un lungo iter legislativo proprio agli sgoccioli di questa legislatura - ribadisco il mio auspicio, in particolare da isolana e siciliana, affinché l'approvazione definitiva di questo disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare rappresenti solo il primo tassello di un percorso che porti nei prossimi anni alla concreta valorizzazione del patrimonio storico, naturale e identitario delle isole del nostro Paese.