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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 721 di giovedì 7 luglio 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 12,40.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUIGI IOVINO , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 121, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della formazione di una componente politica nell'ambito del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della richiesta pervenuta in data 6 luglio 2022, è stata autorizzata, in pari data, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento, la formazione della componente politica denominata “Coraggio Italia” nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, cui aderiscono i deputati: Fabio Berardini, Martina Parisse, Marco Rizzone, Carlo Ugo De Girolamo, Lucia Scanu, Raffaele Baratto, Michaela Biancofiore, già iscritti al gruppo Misto, Mario Alejandro Borghese e Antonio Tasso, già iscritti alla componente “MAIE-PSI-Facciamoeco” del medesimo gruppo Misto, e Tiziana Piccolo, già iscritta al gruppo Lega-Salvini Premier.

Il deputato Fabio Berardini ne è stato designato rappresentante. Buon lavoro.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,47).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Oggi è il giorno nnmero 7 da quando i lavoratori fragili sono stati lasciati soli. Mi rivolgo ai Ministri Brunetta e Orlando: come i Ministri sanno, sono venute a mancare le tutele per i lavoratori fragili. Per ripristinarle, sarebbe sufficiente dare continuità alle previsioni dell'articolo 26, commi 2 e 2-bis del decreto-legge n. 18 del 2020, come prorogate, con il richiamo al DM 4 febbraio 2022, dall'articolo 10, commi 1-bis e 1-ter, del decreto-legge n. 24, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 52 del 2022.

I contagi COVID, con le sue varianti, hanno superato il milione (e parliamo di quelli registrati), mentre si stima che quelli non registrati siano oltre 3 milioni. Secondo il microbiologo, accademico e divulgatore scientifico, Andrea Crisanti, ai fragili, che sono in età da lavoro, bisognerebbe dare la possibilità di lavorare da casa o creare ambienti protetti in ambito di lavoro, cosa che non è stata fatta. Errore gravissimo.

Ogni giorno si contagiano mediamente 100 mila persone: i lavoratori fragili non possono scegliere di tutelarsi da soli, voi, invece, sì. Potreste prorogare per legge le tutele a loro destinate, come avevate già fatto al 30 giugno scorso.

Presidente, vorrei dire solo questo: quando vi ricapiterà di passare per eroi? Ci sono centinaia di migliaia di persone che stanno annegando nell'oceano più disperso del mondo e voi, semplicemente applicando ciò che avete già fatto, non li salvate? Al Ministro del Lavoro Orlando, del Partito Democratico, quando ricapiterà un'occasione così o, ad esempio, al Ministro per la Pubblica amministrazione, Brunetta, che fa parte del mio stesso partito? Quando mai ricapiterà a un Ministro che un deputato del suo partito lo faccia sentire un eroe per centinaia di migliaia di persone?

Sentitevi eroi, andatene fieri, prorogate quello che avete già fatto, è semplicissimo e, poi, tra parentesi, risparmiando anche dei soldi. Non ha senso che non lo facciate, lo dico davvero. Grazie mille, Presidente, grazie ai Ministri Orlando e Brunetta: confido in voi, veramente. Pensate a voi stessi, siate egoisti, siate degli eroi.

PRESIDENTE. Grazie a lei per questo richiamo sull'ordine dei lavori, che recuperiamo in un sollecito al Governo a prendere atto della sua ripetuta richiesta.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (A.C. 3614-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3614-A: Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3614-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare il collega Plangger. Ne ha facoltà.

ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Noi deputati della Südtiroler Volkspartei non chiediamo discontinuità al Governo, anzi, sosteniamo la continuità dell'azione del Governo. Questo provvedimento è parte della strategia posta in essere affinché le misure di aiuto non fossero marginali ma strategiche. Tale è stata la posizione del Governo in Europa in materia di energia e in relazione all'aumento dei costi e dei prezzi indotti dalla spinta inflattiva.

Gli obiettivi indicati dal Presidente del Consiglio erano e restano sostenere il potere d'acquisto delle famiglie e aiutare la capacità produttiva delle imprese, ad esempio, davanti ai rincari energetici. È l'insieme delle misure adottate che delinea l'efficacia dell'azione di Governo: 14 miliardi fin qui destinati, 30 miliardi in relazione ai rincari delle bollette, con la prospettiva, ribadita dal Presidente del Consiglio, di ulteriori provvedimenti a breve termine.

Bene anche la considerazione del Governo per il territorio delle province autonome di Trento e Bolzano. Il “decreto Aiuti” ha, infatti, svincolato l'utilizzo del Fondo per lo sviluppo e la coesione di ulteriori 10 milioni per interventi in conto capitale, collegati al PNRR. Auspichiamo, inoltre, che il Governo valuti l'opportunità di escludere, in un prossimo provvedimento, sia la comunità energetica sia le cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica dall'applicazione del meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell'energia in riferimento all'energia elettrica immessa in rete da impianti fotovoltaici che beneficiano di premi fissi derivanti dal meccanismo del caro energia. Con questo auspicio, i deputati della Südtiroler Volkspartei voteranno la questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-minoranze linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Il “decreto Aiuti” avrà il voto favorevole dei deputati della componente Noi con l'Italia-USEI, un voto favorevole che sarà determinato non solo dagli interventi messi in atto dal Governo ma anche dal fatto che alcuni emendamenti da noi proposti hanno avuto un esito favorevole. Mi riferisco, in particolare, all'emendamento Lupi, che riconosce pari dignità alle offerte di lavoro nel settore privato rivolte ai percettori del reddito di cittadinanza. Con questo emendamento, in caso di rifiuto, il datore di lavoro invia una comunicazione al centro per l'impiego ai fini della decadenza del beneficio. Un emendamento che tende a limitare le storture del reddito di cittadinanza.

Ma, al netto dei contenuti del provvedimento, ciò che appare davvero fuori dalle coordinate del buonsenso è quanto avvenuto in questi giorni rispetto all'azione di Governo, in conseguenza della crisi interna di quello che era il gruppo parlamentare più numeroso di questa legislatura. Non è nel mio interesse capire le ragioni endogene di ciò che accade; del resto, faccio ancora fatica a rendermi conto delle motivazioni per cui gli italiani, 4 anni fa, abbiamo votato così numerosi il progetto illusorio di chi voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno e che oggi, invece, in quella scatola si trova pienamente a suo agio.

Quando Conte evoca la discontinuità, mi viene da sorridere, pensando alle analogie con la vicenda della Prima Repubblica, quando Marco Follini evocava la discontinuità del Governo Berlusconi. Le stesse stantie liturgie. A nostro avviso, tenere sulla graticola il Governo in un momento come quello che stiamo attraversando appare altamente irresponsabile, a maggior ragione se minacce e “penultimatum” arrivano da chi ha avuto l'onere e l'onore di fare, per ben tre anni, il Presidente del Consiglio.

Ciascuno di noi deputati, credo, nel profondo dei propri convincimenti, trova sicuramente decisioni di cui non è convinto, scelte che vorrebbe cambiare, indicazioni che vorrebbe fossero diverse. Ma possiamo permetterci oggi una crisi di Governo? Io penso proprio di no. Proviamo a spiegarlo a chi riceve le bollette che non riesce a pagare. È il momento della responsabilità, signor Presidente. Noi con l'Italia ha già dimostrato, ad esempio con il voto decisivo del nostro parlamentare Alessandro Colucci sul catasto in Commissione, che, quando si tratta di scegliere, sappiamo da che parte stare. La strada più impegnativa è sempre quella che dà i risultati più importanti, la strada più difficile ci impone l'etica della responsabilità ed è per questo che confermo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO-CI). Grazie, Presidente. Noi di Coraggio Italia pensiamo che, in questo momento, la parola chiave sia unità. Non ci possiamo permettere, infatti, litigi e divisioni che, sicuramente, danneggerebbero l'Italia, le famiglie e le imprese. Il “decreto Aiuti” è un decreto importante che va, invece, nella direzione di tutelare chi lavora e, soprattutto, chi crea lavoro. Abbiamo anche un importante aiuto per quanto riguarda i problemi legati agli aumenti dell'energia e delle forniture ed era importante intervenire in questo momento. Abbiamo bisogno, quindi, di un Governo forte, abbiamo bisogno di agire con celerità e rapidità, come spesso anche ripetuto e consigliato dal nostro leader, dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. È proprio per questo che noi vogliamo andare avanti e sosterremo il Governo Draghi. Sicuramente, si può fare di più e si può fare meglio. Noi continueremo a chiederlo con costanza e determinazione e, in ogni caso, voteremo la fiducia a questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ora il Governo chiede la fiducia sul “decreto Aiuti”. Sono in difficoltà perché, prima di tutto, vedo che il Governo, per primo, non ha molta fiducia in se stesso dal momento che oggi leggiamo sui giornali che il MiSE implora il MEF di correggere uno dei tanti strafalcioni che ci sono in questo decreto-legge, in particolare quello proprio relativo agli aiuti alle imprese. Come abbiamo detto prima, questo è il “decreto Aiuti” che, nel momento di crisi nera, dovrebbe aiutare il sistema economico e che, invece, parte già con questa bella cosa: sottopone gli aiuti al regime europeo degli aiuti di Stato, del de minimis, quello che era stato sospeso per l'emergenza. Se non siamo in emergenza ora, non so quando mai potremmo esserlo. Il risultato è che adesso le aziende avranno un limite agli aiuti in crediti d'imposta di 200.000 euro nel triennio. Il risultato operativo di questo è che avremo aziende con aiuti zero e altre che - non è escluso - si troveranno pure a doverli restituire gli aiuti, neanche a riceverne per quello che serve loro. Per capire l'ordine di grandezza, le associazioni e le aziende del bresciano stimano un aumento di costi per i consumi di 450 milioni di euro. Noi stiamo parlando di questo genere di aiuti.

È un decreto in cui non ha trovato spazio una serie di nostri emendamenti che dicevano: per lo meno, lo Stato non faccia cassa sul caro della spesa, abbassiamo l'IVA sui generi alimentari di base, almeno quella, perché ora costano di più ed è assurdo che lo Stato, mantenendo fissa l'aliquota IVA, faccia anche pagare ai cittadini più tasse di prima sui beni di consumo. Invece no, sono stati bocciati.

Si continua poi con la demolizione del superbonus 110 per cento. Le forze che l'hanno creato insistono nel votare ogni decreto che lo demolisce pezzo per pezzo. Qui, peraltro, era stato messo un coriandolo per cercare di aiutare un pochino la circolazione dei crediti. Nell'articolo 57 è rimasto uno di quegli errori che riguarda, appunto, la cedibilità dei crediti. Infatti, non si estende più questo coriandolo di aiuto a tutte le cessioni ma solo alla prima. Errore che si era cercato di correggere in Commissione ma la stessa Commissione ha chiuso i lavori alle 4 di mattina e si è lavorato di notte, come i ladri, a telecamere spente. Questa maggioranza aveva talmente fiducia in se stessa che, quando abbiamo inscenato una protesta e occupato l'aula, chiedendo che almeno venissero accese le telecamere della Camera e che le persone potessero vedere chi votava cosa, Governo e maggioranza sono fisicamente scappati, sono andati in un altro palazzo a continuare la Commissione a telecamere spente, pur di non farsi vedere. Va bene.

Io registro, peraltro, qualcos'altro. Un settore si stava riprendendo in Italia ed era il turismo. In precedenza, è stato citato il sindaco di Venezia, Brugnaro. Di fronte a una timida ripresa del turismo, in questo meraviglioso decreto-legge con un emendamento si disincentiva l'affitto turistico a Venezia - ma con una lista nazionale - perché così si favorirebbe la residenzialità, quella permanente. Una follia totale che crea zero residenzialità e che castiga chi ha una proprietà, nel rispetto della legge, e la affitta pagando le tasse perché questa misura penalizza chi paga le tasse. Chi affitta in nero, infatti, continuerà ad affittare in nero, se la riderà e anzi - possiamo dircelo – aumenterà i prezzi. Del resto, quando, al centoventunesimo giorno, mi si dice che dovrei cambiare destinazione d'uso a casa mia, per affittarla, cosa succede? Che la affitto ancora in nero.

Presidente, io spero di avere dato qualche elemento per capire perché noi non voteremo la fiducia a questo Governo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 13)

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Mi ha fatto sorridere una cosa, cioè che, nonostante i tanti aiuti negati in questo “decreto Aiuti”, spunti il finanziamento della costruzione di 800 metri di strada lungo un ramo del lago di Como: io non so se, non riuscendo a fare la spesa e la benzina, gli italiani andranno a passeggiare su quei meravigliosi 800 metri lungo il lago di Como, ma credo che ci manderanno a passeggiare questo Governo e noi ci uniamo a loro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Siamo oggi chiamati a dare la fiducia e a convertire in legge questo decreto, che non ha avuto un percorso semplicissimo, ma travagliato in questi giorni sia in Commissione sia già da prima. La forza della politica è anche guardare la realtà in faccia, non nascondersi dietro problemi, dicendo che non esistono. Dobbiamo essere onesti con noi stessi e dire che sicuramente questo decreto ha necessità di essere approvato.

È un decreto che nel nome si sostanzia: ho sentito prima, sentirò sicuramente dopo, che si poteva fare di più e meglio, dare qualche altra risposta, ma - ricordo a me stesso e a tutti noi - questo nostro Paese non è nelle condizioni economiche di varare leggi di stabilità con ogni decreto che facciamo. La coperta, con la quale ci si muove, è sempre quella e questi 16,5 miliardi messi in campo sono destinati direttamente alle famiglie e alle imprese, sono aiuti che servono a dare un po' di sollievo a una situazione drammatica, resa ancora più drammatica dalle vicende internazionali. Penso al caro energia, che non è solo una diretta conseguenza della drammatica vicenda internazionale, ma ha un peso oggettivo, ce l'ha in queste ore e lo avrà nei prossimi mesi. Provare a dare un po' di sollievo è la risposta minima; poi, infatti, ci dovremo attrezzare per modificare il sistema del nostro Paese rispetto ai consumi, rispetto al tipo di energie che produciamo e a come le consumiamo.

È chiaro che se non immettiamo, insieme alla liquidità per i cittadini, anche un cambio culturale, un modello di società più moderna e più green - se così posso semplificarlo - diventa complicato andare avanti. Lo stiamo vedendo un po' dappertutto. I Paesi che sono stati, non soltanto la locomotiva, ma anche la forza politica trainante in Europa, hanno per la prima volta la bilancia commerciale in disavanzo, con un dato negativo; altri Paesi a noi vicini hanno situazioni di difficoltà economiche, altri politiche, come potremmo averne noi - spero che il pericolo sia stato scongiurato in queste ore - e tutto può servire in questo momento, tranne che ai problemi enormi che ci sono in Europa e in ognuno dei nostri Paesi se ne aggiungano altri, che invece ci autoinfliggiamo.

Non voglio farla molto lunga ed entro nel merito. In questi giorni si è discusso molto dei vari provvedimenti, come dei 200 euro una tantum per i redditi fino a 35.000 euro, e di rediti d'imposta inseriti per agevolare alcune categorie, a partire dagli autotrasportatori e ad altre figure di categorie economiche, ma il tema in questo momento penso sia la credibilità, che tutti noi insieme dobbiamo provare a dare al nostro Paese.

La credibilità non significa certamente accettare qualsiasi cosa. Io penso che, nei prossimi mesi, dovremo dare grandi risposte sulle questioni sociali che riguardano il nostro Paese perché, da qui a pochi mesi, il rischio è che diverse famiglie e cittadini italiani siano in seria difficoltà. Dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale, c'è bisogno di provare a dare più risposte, sapendo che quelle risposte in più non possiamo darle a debito - perché non si può provare sempre a tirare la coperta - e che quindi, nella difficoltà delle differenze di quest'Aula, bisogna però avere la capacità di dare una risposta di giustizia sociale.

Questo è l'impegno e questo credo che sia il senso, con il quale le forze di opposizione e di maggioranza e il Governo debbano provare a dare risposte a questo nostro Paese, all'interno di un quadro internazionale - non è questo oggi il tema - che non aiuterà, se non ci sarà una modalità per la quale si riuscirà a normalizzare la vicenda che abbiamo alle porte.

Queste sono le problematicità, ma anche le ragioni per le quali, anche se con punti di vista diversi, il gruppo di Liberi e Uguali voterà la fiducia al Governo per questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi e sottosegretaria. Solo qualche giorno fa, in quest'Aula, ho dichiarato la fiducia del gruppo di Italia Viva al Governo. A differenza di altri, che cambiano idea e posizione dalla sera alla mattina, quando vedono il sondaggio del giorno dopo, noi siamo solidamente orientati ai bisogni del Paese e confermiamo il nostro pieno appoggio al Governo guidato da Mario Draghi.

Non mi ripeto - perché restano per noi valide tutte le considerazioni fatte - sul ruolo delle Camere e sui rischi di un eccessivo ricorso alle questioni di fiducia, che mina alle radici l'equilibrio del processo democratico parlamentare. L'appello che ho rivolto qualche giorno fa al Governo e alla Presidenza della Camera per superare il monocameralismo di fatto, che sta caratterizzando questi mesi di emergenza, prima sanitaria e poi economica, è per noi un appello serio, del quale deve farsi carico, in primis - mi permetta -, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Mi soffermo quindi oggi su come siamo arrivati a questo voto di fiducia, in quali tempi e con quali teatrini. Le Commissioni referenti hanno lavorato con serietà e impegno sul decreto in esame, anche per rispettare i tempi richiesti dal Governo ai fini della conversione in legge. Non senza fatica, i lavori si sono conclusi entro i termini, per giungere in Aula all'inizio di questa settimana, lunedì. Ci tengo a ringraziare i presidenti delle due Commissioni e i due relatori per il lavoro faticoso che è stato svolto. Nel mezzo però, tra la serietà dei colleghi commissari e il voto di oggi, abbiamo assistito - tutti gli italiani hanno assistito - a un teatrino indecoroso. Un partito di maggioranza, attraverso il suo leader fuori dal Parlamento, ha giocato con i bisogni del Paese per uno sprazzo di visibilità. Alla mancanza di leadership e di linea politica si è provato a rispondere con un tentato atto di forza che, annunciato come il ruggito di un leone, ha finito per essere le fusa di un gattino (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). La Camera dei deputati - e qui ribadisco che non possiamo non rivolgerci in primis al Ministro per i Rapporti con il Parlamento - ha perso giornate di lavoro utile, per attendere i capricci del MoVimento 5 Stelle, capricci che strumentalmente potrebbe cercare qualsiasi forza politica di maggioranza, ma che oggi non possono giustificare rallentamenti o instabilità di Governo. Lo affermo con forza in quest'Aula: il giochino del piede dentro e del piede fuori dal Governo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Lo è in particolare ora, nel pieno di una crisi energetica, con un conflitto alle porte dell'Europa e con un'inflazione che rende più difficile il percorso delineato dal PNRR. Con questo non intendo dire che le emergenze debbano soffocare la politica, anzi; è in queste situazioni che la politica deve essere più forte e più autorevole. Non possiamo negarlo di certo noi, che, quando abbiamo avuto certezza che il Paese avrebbe pagato cara la mancanza di una guida autorevole in un momento di emergenza, abbiamo messo in campo la politica fino alla fine, non minacciando capricci, ma restituendo gli incarichi di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Le nostre Ministre e il nostro sottosegretario hanno fatto una scelta di campo vera e coerente, aprendo la strada, per fortuna, alla fase di ripresa e autorevolezza che stiamo vivendo oggi con il Governo Draghi. Non auspichiamo certo, in questo momento, una crisi di Governo e anche con il nostro voto di oggi confermiamo la necessità di proseguire nel percorso delineato dal Presidente Draghi al momento del suo insediamento. La rotta per noi rimane chiara e, dentro quegli argini, intendiamo portare avanti le nostre idee e le nostre proposte, senza bisogno di bandierine, accrescere l'autorevolezza dell'Italia nei contesti internazionali, condurre in quelle sedi le battaglie che servono a tutelare famiglie ed imprese in un mondo aperto e dialogante, portare a termine quelle riforme necessarie ad un vero ammodernamento del Paese contenute nel PNRR e per troppo tempo rinviate. Sosteniamo questo Governo con una maggioranza anomala, non per accomodarci su posizioni di retroguardia e conservatrici, ma per cambiare e per farlo insieme. Il fallimento del reddito di cittadinanza e la necessità di efficaci strumenti di tutela sociale, affiancati da serie politiche attive del lavoro, sono sotto gli occhi di tutti. Non sarà una narrazione artificiale, che si chiede di concordare a tavolino, a nascondere i fatti. Non prendiamo in giro gli italiani! Assumiamoci una responsabilità vera, aprendo un cantiere serio sul tema del lavoro, ma scevri da antichi o recenti ideologie, per decidere sulla base di numeri e dati, fornendo ai lavoratori - quelli giovani che devono iniziare, ma anche quelli più maturi - e alle imprese - ripeto: alle imprese - un contesto favorevole alla crescita, contesto che si costruisce con riforme strutturali a lungo termine, ma che si delinea anche con interventi d'urgenza, come il decreto n. 50 che stiamo esaminando e sul quale è stata posta la questione di fiducia, un decreto complesso e variegato, che stanzia oltre 16 miliardi per contrastare gli effetti del caro energia e della crisi ucraina, un decreto che, anche grazie alle modifiche introdotte in Commissione, necessita di una rapida conversione definitiva e non può essere in balia degli umori di un partito.

Nel merito, il decreto proroga e potenzia, anche attraverso alcune novità, le misure rivolte a famiglie e imprese per la riduzione delle bollette; interviene per semplificare l'installazione di energie rinnovabili; mette in campo ulteriori garanzie per la liquidità delle imprese; stanzia nuovi contributi a fondo perduto per le piccole imprese danneggiate dalla crisi ucraina; rafforza i crediti d'imposta e prevede nuovi fondi per sostenere la competitività anche internazionale delle nostre aziende; prevede poi infine misure anche di carattere sociale, tra le quali il bonus di 200 euro. Introduce poi - argomento che ha fatto molto discutere - la necessaria norma che conferisce al sindaco di Roma poteri straordinari per realizzare un termovalorizzatore funzionale alla soluzione dei problemi relativi alla gestione dei rifiuti nella Capitale. È stato valutato, studiato e analizzato, ma è ancora purtroppo evidente, ai romani e a chi visita questa affascinante città - imbattendosi, come stamane purtroppo, in cumuli di immondizia lungo le strade -, quanto sia urgente.

Nel corso dell'esame degli emendamenti, le Commissioni hanno approvato alcune modifiche su temi attuali e spinosi, dal reddito di cittadinanza - almeno in un piccolo dettaglio, correggendolo - fino al Superbonus. La nostra posizione su quest'ultimo è stata chiara e realistica fin da subito, convinti ormai da tempo che non possa essere questo uno strumento di propaganda politica in balia di continue promesse e illusioni. In troppi hanno giocato con una misura che è servita a stimolare il comparto dell'edilizia, ma che non può essere modificata a ogni decreto, creando quell'incertezza che oggi rischia di mettere in crisi i cittadini e le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Il blocco delle cessioni dei crediti fiscali, generatosi in questi mesi, è stato un danno, che può determinare la chiusura di imprese serie e oneste, che nulla hanno a che vedere con i delinquenti che hanno usato la norma per truffare lo Stato. Il decreto conteneva già alcuni aggiustamenti attesi, come la proroga del 30 per cento dei lavori eseguiti sulle case singole e una prima apertura sulle cessioni del credito, ma la modifica concordata e votata in Commissione può rappresentare un ulteriore stimolo alla riapertura dei flussi dei crediti. Per noi rimane lo sblocco delle cessioni il problema da risolvere in vista del graduale superamento della misura. Non ci troverete a illudere i cittadini, non ci troverete a fare promesse irrealizzabili. Siamo e saremo al lavoro per sistemi di incentivazioni semplici, chiari, sostenibili e ordinati. Il fuoco d'artificio, sparato da qualche forza politica, abbaglierà gli occhi per qualche minuto, ma poi ritornerà il buio.

Uso questi ultimi minuti per due sole sottolineature, Presidente. Una sul fisco: un emendamento a firma del collega Marattin, nato a seguito di un seminario organizzato da Italia Viva, ha introdotto una modifica strutturale del sistema di rateazione dei debiti fiscali, con meccanismi più semplici, tempi più lunghi e procedure più chiare. È così che noi intendiamo approcciare al fisco: con serietà e con lo sguardo sempre rivolto al contribuente onesto, che deve essere messo nelle condizioni di pagare, anche se in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Chiudo sul tema delle locazioni brevi: abbiamo già avuto modo di esprimere in Commissione le nostre perplessità su un testo che ci appare affronti un tema complesso in maniera parziale e frettolosa, che riguarda, sì, Venezia, ma anche altre città d'arte d'Italia. La città lagunare, Venezia, ha visto negli anni diminuire la sua residenzialità e ha dovuto fare i conti con un turismo che ha cambiato forme e volumi e che richiede, quindi, una gestione innovativa. Per questo, avremmo preferito affrontare un tema così centrale, che intreccia turismo e residenza, con maggiore efficacia. La pianificazione urbanistica è fondamentale per disegnare l'uso degli spazi della città, ma affidare solo ad essa la risoluzione dei problemi ci sembra illusorio. Ai comuni, come al Governo, sono affidate sfide vecchie, da affrontare con strumenti nuovi, che poco possono avere a che fare con rivendicazioni di bandiera. Anche in questo caso avremmo potuto essere più efficaci, ragionando su una misura complessiva che tenesse insieme i problemi che la città sta affrontando, ma anche le necessità delle famiglie residenti. Torno, quindi, in chiusura, Presidente, sulle vicende di queste ore: Presidente Draghi, non perda troppo tempo! Il Paese ha bisogno che lei pensi agli italiani e non al destino di un singolo partito! Con questa chiusura, confermo il voto favorevole di Italia Viva sulla questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi e signor sottosegretario. Abbiamo dovuto attendere la fine dello sciopero del Ministro D'Inca' per veder riaperto il Parlamento, perché improvvisamente il Ministro ha deciso di scioperare dalle sue funzioni e siamo stati chiusi fuori dalla porta per circa una settimana e non abbiamo, di fatto, svolto il nostro lavoro. Tutto questo con la finalità di tentare di rianimare il MoVimento 5 Stelle; tutto questo poi è stato affidato alla prima lettera di Giuseppe Conte ai “Draghi”, che animano le notti insonni da quando è uscito da Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Insomma, ci sarebbe molto da dire su questa bruttissima pagina del Parlamento, caratterizzata dall'assenza di confronto, con l'aggravante che poi, quando D'Inca' ha deciso di riaprire il Parlamento, l'ha di fatto chiuso e tacitato con l'ennesima posizione della questione di fiducia. Vede, Presidente, la fiducia è una cosa molto seria, la fiducia è stima, concretezza e sicurezza. C'è una bellissima canzone di Vasco Rossi che dice: “se non mi guardi quando mi parli, non sei sicura”; allora io, per sgombrare un po' il campo dall'ipocrisia che ho sentito anche negli interventi precedenti, faccio una domanda ai colleghi assenti - perché i presenti sono veramente pochi - e cioè: chi, tra tutti quelli che voteranno la fiducia, avrebbe oggi il coraggio di uscire da qui e guardare i propri elettori negli occhi e non dover abbassare lo sguardo per doversi giustificare sul perché vota la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? La verità è che qui non è convinto nessuno di questa fiducia; la verità è che c'è un'ipocrisia latente perché si giocano tante altre partite, principalmente la propria sopravvivenza e poi, in secondo luogo, le strategie di palazzo e i giochi di potere, che sono andati in scena anche recentemente. Allora, tutto questo poi viene certificato perché, se si fa attenzione agli interventi - anche a quello che mi ha preceduto -, si noterà che tutti i gruppi politici, soprattutto quelli che votano la fiducia, fanno uno slalom speciale, degno del miglior Tomba, per cercare di dire che, sì, sono favorevoli alla fiducia, ma tracciano un “distinguo”, dicendo che sono contrari - come abbiamo sentito prima - al reddito di cittadinanza, però continuiamo a spendere 9 miliardi; o che avrebbero voluto la riforma del 110 per cento, come inizialmente approntata, lo dicono, ma non l'hanno approvata. Fanno tutta una serie di esercizi dialettici, che sono, Presidente, una grande presa in giro nei confronti degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E' vero che ci sono dei soldi in questo decreto, ma - riprendo l'intervento del collega Stumpo, che dice che la coperta è corta - è quando la coperta è corta che ci si rannicchia e si cerca di coprirsi completamente, è quando la coperta è corta che non si lascia solo un braccio sotto la coperta.

E' quella la sfida vera, tra chi ha una capacità di visione della Nazione e sa mettere a frutto quelle poche risorse, rispetto a chi - e uso le parole del collega Stumpo - pensa di dare un sollievo agli italiani. Gli italiani non hanno bisogno di sollievo. Gli italiani hanno bisogno di prospettive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), gli italiani hanno bisogno di vedere un Governo forte, eletto dal popolo, che indichi la rotta e sappia esattamente dove andare. Questa è la grande differenza che c'è tra noi e questa maggioranza ed è quello che abbiamo cercato di mettere in campo anche in questo provvedimento. Mentre noi parlavamo di abbattimento del cuneo fiscale, abbattimento serio del cuneo fiscale, dall'altra parte si continuava a parlare di assistenzialismo. Mentre noi facevamo queste proposte, voi approvate l'ennesimo emendamento del Ministro Franceschini, che - devo dire - è un fenomeno, perché è il Paolini dei decreti: sta dappertutto e si infila in ogni decreto per avere anche qui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) 10 milioni per le sue consulenze. È un fenomeno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ditemi voi se, nella coperta corta, ci doveva essere spazio per 10 milioni di consulenze, tanto per dirvene una. Così pure le nostre battaglie e la nostra visione, che abbiamo cercato di portare all'interno di questo decreto. Abbiamo cercato, ancora una volta, di tracciare un distinguo tra chi può lavorare e chi non può lavorare, perché questa filastrocca che chi è contrario al reddito di cittadinanza lo fa danneggiando i poveri è una cosa che deve finire. Basta semplicemente vedere dove viene promosso il reddito cittadinanza: il reddito cittadinanza sta sul portale del Ministero del Lavoro, perché voi la considerate una politica attiva. Ma chi ci crede più che il reddito di cittadinanza è una politica attiva del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Chi ci crede più! E vi voltate dall'altra parte nei confronti di tutti quegli italiani che vivono con pensioni da fame (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sugli inabili al lavoro non avete minimamente speso una parola, perché il vostro tema, il tema del MoVimento 5 Stelle, è quello di farci una perenne campagna elettorale a spese degli italiani, con 9 miliardi l'anno. Su questo abbiamo cercato di richiamare la vostra attenzione e, a proposito di ipocrisia, Presidente, lei ricorderà - e lo ricorderanno anche i colleghi - che nell'ultimo decreto c'è stato un momento molto alto di dibattito politico, quando si è approvato un ordine del giorno sull'intervento in tema di siccità. Vi ricorderete che è stato quasi insultato il sottosegretario Sasso, perché aveva riformulato questo ordine del giorno sulla siccità con i termini: “a valutare l'opportunità di (…)”. Siete intervenuti tutti (ipocriti), perché tutti avete detto al sottosegretario Sasso che non si poteva fare su un tema come questo, che su un tema come questo si agisce subito, immediatamente. Peccato, però, che in questo “decreto Aiuti” c'è un unico emendamento, a firma della collega Ciaburro, per fare un fondo sulla siccità e voi avete votato contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Bravissimi nella teoria, pessimi nella pratica. Quanto deve durare questo teatrino della politica? Mi fa ridere, quando ci dicono che è troppo comodo stare all'opposizione. Venite, la porta è aperta. Venite anche voi a sostenere quelle che magari sono oggi le vostre battaglie, non lo erano ieri oppure lo erano ieri e non lo sono più nel presente.

Presidente, sono successi tanti fatti in questo decreto, che si fa fatica a stare nei tempi. Ce ne è uno molto grave, che io vorrei segnalare. Mentre questa forza di opposizione, primo partito della Nazione, veniva chiuso fuori dalla porta in attesa che si trovasse la quadra di questo mosaico gigantesco che sono gli interessi di tutti i partiti - e, quindi, non avevamo notizie, non sapevamo se i nostri emendamenti avevano il parere favorevole, eravamo in attesa dei cosiddetti pareri del Governo - , mentre noi eravamo chiusi fuori dalla porta, peccato, Presidente, che a noi, e anche a voi, arrivavano le mail dei lobbisti e degli studi legali, che ci segnalavano le riformulazioni che avremmo dovuto fare in virtù dei pareri del Governo, che loro avevano e noi non avevamo. Infatti, in tutta questa storia c'è un passaggio che non viene sufficientemente ricordato: l'uomo solo al comando risponde a se stesso e a chi dice lui. Io vorrei capire quando suonerà la sveglia per questa maggioranza, perché, nella migliore delle ipotesi, voi avevate i pareri e noi dell'opposizione non li avevamo, mentre, nella peggiore delle ipotesi, ce l'aveva soltanto il Governo Draghi e chi diceva il Governo Draghi, e cioè le lobby alle quali risponde questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è un fatto di una gravità assoluta, Presidente.

C'è poi un altro aspetto che va denunciato, perché, non solo noi non possiamo intervenire in Aula, per queste continue richieste di fiducia, ma in Commissione, con questo sistema dei segnalati e dei super-segnalati, si introduce sempre di più il concetto che bisogna parlare poco e decidere ancora meno. Quest'ultimo decreto ha introdotto una tecnica di guerriglia nei confronti delle opposizioni che va denunciata, va smascherata e va messa da parte. La tecnica è la seguente: quando c'è un tema che non vuoi fare approntare all'opposizione, perché sai che è divisivo, perché sai che non puoi dire nulla, perché sai che il padrone ha detto di tacere e tu non ce la fai a tacere, sa che si fa, Presidente? Si accantona. Si mette da parte, si mettono tutti da parte i temi divisivi e, poi, alla fine non si discutono, perché non c'è tempo, perché sono le quattro di mattina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è una barbarie, questa è una vergogna! Avremmo voluto discutere del rinnovo dei navigator, perché siamo certi che quell'emendamento sarebbe passato e non ce l'avete fatto fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Volevamo discutere del 110 per cento, per dire che un Governo serio mantiene quello che ha promesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Se fai un patto con gli italiani, se fai un patto con le imprese, se fai un patto con i condomini, se fai un patto con le famiglie, lo devi mantenere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E non ci avete fatto discutere quell'emendamento: questa è una barbarie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Sa come si chiama questa, Presidente? Si chiama dittatura e la peggior dittatura è quella delle democrazie mascherate, come ha detto qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io mi rendo conto che ho sforato il tempo, perché vedo e sento la campanella. Allora, per questi e per tanti altri motivi, per l'ipocrisia che c'è, ma che per fortuna non ci appartiene - noi siamo uomini liberi -, votiamo contro questa ennesima fiducia. Ma sono anche convinto che, se ognuno di voi prima della chiama si fa questa domanda, pensando agli amici, a chi vi sostiene, a quelli che magari vi hanno mandato un messaggio la sera prima e cioè agli italiani, io sono convinto che, se per una volta rispondete agli italiani, voi la fiducia non la votate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cassese. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO CASSESE (IPF). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, membri del Governo, con il voto di oggi sul “decreto Aiuti” mettiamo in campo una molteplicità di misure per andare incontro a famiglie, imprese, pensionati, lavoratori, con l'obiettivo di contrastare il drammatico problema del caro prezzi, specie dei costi per l'energia. Compiamo, dunque, un ulteriore passo in avanti nella direzione che abbiamo intrapreso, per rendere meno pesanti gli effetti della situazione internazionale di grande emergenza che stiamo vivendo, effetti che ricadono sui cittadini, in particolare sui più fragili e sul nostro sistema produttivo. Lo facciamo attraverso un provvedimento assai corposo, con disposizioni riferibili a più materie e ambiti di competenza: dalle misure di contenimento dei prezzi dell'energia per i consumatori finali, attraverso varie agevolazioni, agli incentivi per la produzione di energia, dalle linee di sostegno alle imprese, alle misure di politica fiscale e finanziaria, come il credito d'imposta, sino a misure che intervengono in materia sociale e di lavoro, tra cui il noto bonus una tantum di 200 euro, nonché a misure che riguardano il mondo della cultura e dell'istruzione e di sostegno agli enti locali. Non mi dilungherò nel merito dei singoli interventi normativi, già richiamati dai colleghi, interventi che non sono certamente risolutivi, ma sono quanto mai necessari a fronteggiare una congiuntura internazionale, che abbiamo giustamente definito drammatica per le conseguenze che sta provocando. L'invasione russa dell'Ucraina è una guerra con conseguenze economiche e geopolitiche planetarie, che nessun altro conflitto negli ultimi 75 anni ha provocato. La guerra è nel cuore dell'Europa e ci sta mettendo da mesi di fronte ad uno scenario di morte e distruzione, con un popolo inerme, quello ucraino, costretto a fuggire o a pagare con la vita la difesa del proprio territorio, della propria democrazia e delle proprie città, sempre più ridotte in macerie dal fuoco dell'esercito russo. Un orrore, provocato dalla scellerata scelta di Putin, che noi condanniamo con tutte le nostre forze. Senza ambiguità stiamo contro l'aggressore e dalla parte dell'Ucraina e degli alleati (Applausi dei deputati del gruppo Insieme per il Futuro)! Un'aggressione che sta sconvolgendo il quadro e gli equilibri nel mondo, creando insicurezza. Un'aggressione che ha gravemente acuito i problemi connessi all'approvvigionamento del gas, dell'energia e delle materie prime con conseguenze molto negative per le famiglie e per le imprese.

Si tratta di un vero e proprio shock sui mercati, che spezza in punti nevralgici la catena globale del valore, attraverso cui i Paesi si scambiano beni e servizi. Le conseguenze di questo shock negativo dell'offerta sono sotto gli occhi di tutti: innalzamento dell'inflazione, contrazione della produzione e, inevitabilmente, dell'occupazione. L'inflazione - lo sappiamo -, erodendo il potere d'acquisto di salari, pensioni e risparmi, colpisce la stragrande maggioranza della popolazione e, alimentando l'incertezza, danneggia l'intera economia. È questa la realtà che abbiamo di fronte, in cui è a rischio il progetto stesso di ripartenza, nonostante le ingenti risorse messe in campo dal PNRR. Da questo drammatico contesto che ci circonda non possiamo prescindere, sia per quanto riguarda il confronto tra noi, sia per le priorità che diamo alla nostra agenda politica, sia - vorrei aggiungere - in merito alla tempistica con cui emaniamo le norme indispensabili al Paese. In tal senso ricordo l'elemento dell'urgenza che accompagna l'approvazione di questo importante decreto, affinché i 23 miliardi di aiuti stanziati raggiungano il prima possibile i tanti destinatari che attendono le risorse.

Ho accennato alle priorità. La prima, per quanto ci riguarda, è la responsabilità, una parola importante che ci sentirete ripetere spesso. Mai come oggi, in una congiuntura in cui si sovrappongono gli effetti della pandemia e della guerra, il Parlamento deve sapere esprimere il massimo della responsabilità istituzionale. Insieme per il Futuro nasce esattamente con questa vocazione (Applausi dei deputati del gruppo Insieme per il Futuro). Vogliamo contribuire con lealtà, non solo a fronteggiare la crisi attraverso misure di sostegno per i cittadini, come quelle contenute nel decreto che ci accingiamo a votare oggi, ma vogliamo potenziare il nostro impegno per costruire tutte le condizioni per la ripresa economica del nostro Paese e per la transizione energetica, su cui non siamo disposti a fare un passo indietro e che deve restare un obiettivo imprescindibile per costruire un modello di sviluppo differente per le nuove generazioni. Abbiamo l'ambizione di disegnare una nuova idea di Paese, di tornare al ruolo principale della politica, che è quello di saper immaginare e costruire un futuro più giusto, equo, libero ed inclusivo per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Insieme per il Futuro). Per realizzare tutto ciò e per attraversare questo mare in tempesta, per dare risposte concrete alle necessità impellenti dei cittadini e delle imprese, per vincere le sfide che abbiamo di fronte a livello nazionale ed internazionale, sul piano economico, sociale e della costruzione della pace, crediamo che il nostro Governo vada sostenuto con decisione, a partire dalla proposta di individuare una soluzione europea per fissare un tetto al prezzo del gas. Crediamo che questa proposta del Governo vada supportata e che l'azione del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Affari esteri sia oggi decisiva per allargare il consenso degli altri Paesi, non solo dell'UE, attorno a questa iniziativa. Inoltre, solo un Governo che si presenti forte e unito agli occhi del mondo potrà giocare un ruolo importante nel difficile percorso per una soluzione di pace, ed è ciò di cui abbiamo bisogno. Presidente, noi vogliamo trovare risposte che siano all'altezza delle enormi difficoltà che questa fase, così repentinamente mutata, ci impone, in un momento delicatissimo, in cui si giocano i destini dell'Italia e dell'Europa e che quanto più ci allarma, tanto più ci chiede - lo sottolineo - senso di responsabilità. Un senso di responsabilità perfino al di sopra della capacità di ognuno di noi, ma da cui non possiamo sottrarci. Da questa responsabilità il gruppo parlamentare di Insieme per il Futuro non ha voluto sottrarsi e non ci sottrarremo finché siederemo su questi banchi. A nome del mio gruppo, dichiaro il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Insieme per il Futuro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Attis, che non c'è. Non abbiamo segnalazioni? C'è qualcun altro che vuole intervenire al posto dell'onorevole D'Attis? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, ho ascoltato gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e mi sento innanzitutto con grande tranquillità di dire all'onorevole collega Trancassini, passando per lei, che io mi sentirei in grande imbarazzo e in grande difficoltà, se uscisse da quest'Aula senza votare la fiducia a un provvedimento che si chiama “decreto Aiuti” e che stanzia circa 19 miliardi, per venire incontro ai bisogni e alle necessità dei nostri cittadini, in un momento difficilissimo. Non è una questione di ipocrisia. L'ipocrisia è di chi fa questo genere di ragionamenti. Ipocrisia cosa significa? Significa fare una cosa e pensarne un'altra, dire una cosa e farne un'altra. Qui siamo ormai da mesi e mesi, Presidente, che in questo Parlamento affrontiamo delle crisi mai viste prima. Mai viste prima nella storia repubblicana! Infatti, sembra sempre che viviamo il contingente, che stiamo affrontando le questioni, come se ci trovassimo qui, come se non fosse successo nulla fino a un mese fa. La memoria è diventata corta, cortissima, quasi evanescente. In realtà, stiamo ormai impegnati da più di due anni in una serie di temi che hanno sconvolto il mondo, l'assetto geopolitico e le economie hanno redistribuito in modo negativo le diseguaglianze, aumentandole sempre di più nel nostro Paese e nel mondo, con la pandemia prima e la guerra adesso. Non ci troviamo sicuramente di fronte a una situazione normale. Se fossimo stati in una situazione normale, non avremmo avuto un Governo di unità nazionale, in cui parti politiche e gruppi politici, che poco hanno in comune se non quasi nulla, se non quegli elementi fondanti rappresentati nella nostra Costituzione, si sono trovati insieme e sono insieme con grande fatica, Presidente, per cercare di traghettare l'Italia attraverso una fase così complicata e difficile. Abbiamo visto i dati di oggi. Noi siamo qui su “un decreto Aiuti”, che tratta le questioni derivante dal caro bolletta, dalla crisi energetica e dall'inflazione, mentre, purtroppo, i dati del COVID ci dicono che l'emergenza pandemia non è ancora finita. Non è che perché smettiamo di parlarne, non c'è più. Magari fosse così: noi smettiamo di parlare di un argomento o di un tema e questo scompare dalla realtà. Invece la realtà bussa alla porta, bussa alle nostre finestre, anche quando le vogliamo tenere chiuse, e, purtroppo, ci porta il conto. È con grande senso di responsabilità che il Partito Democratico ha affrontato e sta affrontando questi mesi, sostenendo in modo convinto Draghi e il Governo, soprattutto cercando di dare un contributo costruttivo ad ogni ad ogni provvedimento, sia a quelli di natura legislativa - ci rendiamo conto che troppo pochi, sono di iniziativa parlamentare ma questa è anche una legislatura particolare per le questioni che ci siamo detti - sia ai provvedimenti di natura governativa, che spesso rincorrono le emergenze. Noi ci troviamo di fronte a due livelli dell'azione di Governo: quella dell'emergenza, come questa, e quella della programmazione. Sulla programmazione dobbiamo lavorare e siamo tutti impegnati, per far sì di non essere travolti in questi cinque anni solo dalle urgenze che stiamo affrontando, prima quella pandemica e poi quella energetica e climatica - possiamo metterle insieme - per far sì di attrezzare il Paese per una nuova prospettiva, per attraversare questo mondo che è cambiato e che sta cambiando ad una velocità che è difficile anche sapere analizzare e decriptare fino in fondo, per i cittadini di domani, per i ragazzi e i giovani, per le imprese e per le famiglie. Il nostro dovere è, quindi, essere uniti e forti, rafforzare il Governo per fare il PNRR, per rispettare le scadenze che ci vengono imposte dall'Europa, per non perderci l'occasione di 200 miliardi, per agire sulle leve di sviluppo di questo Paese e riuscire a fare quel salto di cui l'Italia ha bisogno, di cui l'Italia ha una necessità impellente, sempre di più, proprio perché la realtà ci bussa alla porta, ricordandoci il nostro debito, ricordandoci le tante riforme non realizzate e i tanti nodi irrisolti in questo Paese nei decenni che sono passati. Una crisi sul capitale umano che non ha precedenti e che ha necessità di un investimento in prospettive. Allora, Presidente, io trovo veramente poco lungimirante chi tifa per lo sfascio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), chi tifa perché il proprio avversario di domani sia in qualche modo esca o sia sconfitto oggi.

Noi stiamo insieme con grande responsabilità e con fatica perché non è semplice questa maggioranza; è complicata, per tutte le ragioni che abbiamo detto. Invece, il Partito Democratico si è fatto carico di un onere di responsabilità, che non è una parolina messa lì; accanto ai diritti ci sono i doveri e c'è la responsabilità, quella responsabilità qualcuno se la deve prendere, e noi ce la siamo caricata fino in fondo, una responsabilità di mediazione, di ascolto, anche di riconoscimento di posizioni che possono essere poste e che hanno comunque la legittimità di essere ascoltate; noi pensiamo sia importante fare uno sforzo ulteriore. Stiamo vedendo la fine di questa legislatura, ma lo sforzo di questi momenti è fondamentale, ripeto, fondamentale. Questo decreto va ad agire, non fa tutto, ma sono 20 miliardi, 20 miliardi; noi ormai ci siamo abituati, sotto il COVID, a trattare i miliardi come in precedenza trattavamo le centinaia di migliaia di euro nelle leggi di bilancio; io me lo ricordo bene cosa significa governare senza risorse e quando per trovare 3 milioni di euro in una legge di bilancio bisognava fare le barricate. Qui parliamo di 20 miliardi, come se fosse qualcosa che ci sfugge, così ci siamo abituati, ma, colleghi, mettiamoli tutti in riga; noi stiamo facendo uno sforzo enorme, abbiamo fatto un grande lavoro in Commissione bilancio, di cui io faccio parte, fino alle 5 del mattino per trovare tutte le soluzioni possibili, sapendo che quelle che sono rimaste fuori dal provvedimento non è che non hanno legittimità o non sono una priorità, sono qualcosa che noi dobbiamo affrontare non fra un anno, ma subito dopo e, quindi, siamo qui a cercare di aiutare il Governo a trovare soluzioni possibili, plausibili e sostenibili. Oltre a ciò, non ci dimentichiamo le difficoltà per quello che avverrà in questo autunno, perché quando noi parlavamo del cuneo fiscale e della questione dei salari e ponevamo questi argomenti come priorità - fate fare anche a me una rivendicazione - l'abbiamo fatto dal primo giorno di questa legislatura, e anche nei giorni precedenti; il tema dei salari è fondamentale per l'eliminazione delle diseguaglianze e per riattivare l'ascensore sociale, in un Paese in cui l'ascensore sociale è bloccato. Queste sono questioni che oggi stanno venendo al pettine, ma certo non le possiamo risolvere nel “decreto Aiuti”; dovremo lavorare in legge di bilancio su questo aspetto, dobbiamo lavorare sull'inflazione e sulle sue cause, che non sono interne al nostro Paese, ma esterne, dobbiamo appoggiare Draghi in una battaglia sacrosanta, quella del price cap (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per poterla fare in Europa il Premier Draghi deve avere un Paese che lo sostiene; in questo momento sono queste le questioni che gli italiani ci chiedono di risolvere; le imprese ci chiedono di non essere costrette a chiudere, sia quelle energivore sia quelle meno energivore; la crisi delle imprese sarebbe una crisi di tutto il mondo del lavoro. È altresì necessario tenere alti gli elementi di leva dello sviluppo attraverso gli investimenti in ricerca e infrastrutture; sono riforme che dobbiamo fare anche in questo breve periodo, per accompagnare il PNRR, perché gli investimenti hanno bisogno di una nuova visione di assetto del nostro Paese, una visione profonda, dalla riforma della pubblica amministrazione sino ad arrivare alle misure che riguardano i ragazzi, i giovani, l'educazione e la salute. Per quanto riguarda appunto la salute, usciamo da questa pandemia - lo chiedo a quest'Aula - con un Servizio sanitario nazionale più forte di quello con cui vi siamo entrati, non più fragile; è una sfida enorme. Dopo avremo modo di dividerci e di confrontarci sui temi che ci distinguono - vivaddio che siamo differenti e diversi, vivaddio! -, ma adesso cerchiamo invece di ricordarci i motivi che ci uniscono, per cui siamo qui e che ci pongono un dovere, quello della fiducia; noi, ovviamente, esprimeremo una fiducia politica oggi, ma abbiamo il dovere di dare agli italiani fuori da quest'Aula la fiducia verso il futuro, perché senza un sentimento in cui si comprende che c'è un futuro possibile, per questa e le prossime generazioni, si va poco lontano, e questo è un dovere nostro, di cui noi sentiamo tutto il peso, lo sentiamo sulle nostre spalle, lo sentiamo nei nostri cuori e lo sentiamo nel nostro agire politico, ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quando ho dato la parola a lei, onorevole Lorenzin, si è affacciato in Aula l'onorevole D'Attis, in colpevole ritardo; se l'Assemblea non ha alcun problema, recuperiamo l'intervento dell'onorevole D'Attis; se, invece, c'è qualche problema, lo salto. Oggettivamente si è proprio affacciato nel momento detto, con la faccia anche un po' stravolta. Però, ciò non toglie, onorevole D'Attis, che la richiamo alla puntualità, perché la forma è sostanza. Prego, onorevole D'Attis, ha facoltà di parlare.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, Presidente. Ognuno decide come rimanere a verbale, io, oggi, vi rimango per questo. La ringrazio per questa concessione, Presidente; gli imprevisti capitano anche noi che siamo qui, e ringrazio anche i colleghi, compresa la collega Lorenzin, che ha subìto il disagio di questo mio ritardo.

Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi deputati, siamo arrivati, come abbiamo visto e come stiamo vedendo, alle dichiarazioni di voto sulla fiducia che il Governo ha posto sul «decreto Aiuti». Si tratta della fiducia al Governo, quindi cercherò di parlare il meno possibile del merito del decreto. Forza Italia a questo Governo ha dato più volte la sua fiducia. Forza Italia questo Governo lo ha promosso, lo ha fatto con il suo presidente, Silvio Berlusconi, quando proprio lui si accorse, prima di tutti, che il Governo PD-5 Stelle, il Governo Conte sarebbe andato a sbattere e avrebbe portato il Paese a sbattere; lo fa oggi, con le dichiarazioni del suo coordinatore nazionale, Antonio Tajani, che invita pubblicamente Mario Draghi a non cedere ai ricatti; lo fa in Aula e nelle Commissioni, con i suoi gruppi parlamentari, con le sue proposte e la sua responsabilità, la sua concretezza, quella concretezza che gli italiani ci chiedono. Conferma, Forza Italia, la sua fiducia al Governo e vota gli atti di questa maggioranza che, però, non possiamo negare, a volte ci crea qualche difficoltà.

Questo Governo ha la nostra fiducia, signor Presidente, perché il Governo è nato per affrontare le emergenze, quelle su cui non vi può essere distinzione ideologica, distinzione partitica, che chiedono una soluzione immediata, quelle emergenze che chiedono serietà e rispetto delle istituzioni, a prescindere dal colore politico o dai problemi interni al proprio partito o movimento. Forza Italia è in questa maggioranza, quindi, per superare le emergenze, ma è - e lo voglio dire proprio perché siamo in dichiarazione di voto sulla fiducia - distante anni luce dal pessimo spettacolo al quale il MoVimento 5 Stelle ha sottoposto noi e gli italiani, con la evidente complicità di chi ha vedute talmente larghe che farebbe ormai concorrenza al miglior esperto di pesca a strascico, della serie cercando di prendere tutto e il contrario di tutto. C'è imbarazzo, sì, care colleghe e cari colleghi, nello svolgere questo intervento, perché solo in un mondo che funziona al contrario si possono dedicare giorni al nulla prima di approvare un decreto che stanzia 20 miliardi complessivi in aiuti ad imprese e famiglie e per impedire il rincaro delle bollette del gas e della luce. Invece di approvare immediatamente questo provvedimento e di far entrare in vigore le molte misure previste, noi siamo stati costretti ad aspettare. Su una cosa riflettevo, nelle scorse ore, signor Presidente: il lupo perde il pelo, ma non perde il vizio; per l'ennesima volta, giornalisti, Governo, gruppi parlamentari e anche gli italiani si sono trovati ad attendere l'ora «X», quella dell'incontro che avrebbe cambiato i destini del Paese, esattamente come quando - vi ricordate? - un intero Paese era costretto ad aspettare la diretta Facebook organizzata dal Casalino di turno, con la quale quello stesso Presidente Conte avrebbe poi raccontato l'ennesimo DPCM e confuso ancora di più le idee a tutti gli italiani, oltre che a non avere, spesso, risolto nulla. C'è, però, rispetto a quel periodo, qualcosa di nuovo in tutto questo che sta accadendo: gli italiani si sono stancati di questa costante demagogia, di questa voglia di usare gli slogan pensando di coprire l'assenza di proposte e, magari, anche pensando di coprire i propri fallimenti. Per la verità, se ne sono accorti, in questo periodo, anche un bel po' di parlamentari che hanno letteralmente decimato la gloriosa corazzata 5 Stelle e hanno, di fatto, ammesso che la strada giusta era quella di Forza Italia e che sempre Forza Italia aveva percorso: quella della responsabilità, della competenza e della concretezza.

Questo Governo non ha una maggioranza politica, perché appunto è un Governo di unità nazionale, è nato per fronteggiare le emergenze. Un Presidente del Consiglio di un Governo come questo, che non è politico, non può che rimandare al mittente - come ha fatto - le richieste di discontinuità politica, perché, in realtà, questa richiesta non ha semplicemente alcun senso.

Il rincaro dei costi dell'energia prodotto dalla guerra in Ucraina è l'emergenza principale che dobbiamo affrontare ed è per questo che riteniamo sia stato un errore grave aspettare fino ad oggi per votare la fiducia e, addirittura, lunedì per licenziare il provvedimento.

C'è stato chi ha dichiarato di sentirsi a disagio politico in una maggioranza così. Capita di essere a disagio politico, anche noi siamo stati a disagio politico; ad esempio, il reddito di cittadinanza è uno dei temi politici di grande rilevanza che ci mette a disagio politico, però, per fortuna, grazie all'approvazione dell'emendamento presentato da Forza Italia e da molti altri gruppi parlamentari, anche dell'opposizione, è stato introdotto un miglioramento importante; poiché tutto il sistema dei centri per l'impiego, di fatto, non funziona, da oggi si prevede che siano i datori di lavoro - anche i privati - a poter avanzare un'offerta diretta ai beneficiari del reddito di cittadinanza, che stavolta, se rifiutano per due volte le offerte, perdono quel beneficio. È una soluzione tanto semplice quanto efficace, che risponde alle richieste di Forza Italia, e l'abbiamo battezzata “spazzadivani” - complimenti al collega Zangrillo, che ha inventato questo termine -, consentendo quindi di distinguere tra chi cerca veramente un lavoro e chi, invece, vuole solo un comodo sussidio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ossia stare sul divano.

C'è chi ha detto che il reddito di cittadinanza deve essere messo in discussione; a metterlo in discussione, però, non è solo Forza Italia; vi leggo questa dichiarazione: “Il lavoro non passa attraverso il reddito di cittadinanza, serve per le forme di povertà, ma l'incentivazione al lavoro deve passare da strumenti adeguati”. Chi l'ha detto? L'onorevole Enrico Letta, il 5 luglio 2022, nel corso di una trasmissione televisiva. Benvenuto tra noi, signor segretario nazionale del Partito Democratico, e benvenuto anche al presidente Conte, che finalmente viene sulla posizione che da sempre è di Forza Italia; si è accorto che in Italia occorre tagliare il cuneo fiscale; è una bellissima scoperta, quella del presidente Conte; ci ha tenuti bloccati qui per tre giorni perché doveva andare a dire al Presidente Draghi, cari colleghi di Forza Italia, che bisogna tagliare il cuneo fiscale. Sarebbe bastato sostenere le nostre proposte, le proposte di Forza Italia, in Parlamento, oggi e ieri e si sarebbe risparmiato, lui dei giorni di agonia e, forse, li avrebbe fatti risparmiare anche a noi e agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Forza Italia voterà convintamente la fiducia, perché in questo provvedimento ci sono proposte di tutti e proposte specifiche di Forza Italia. Le proposte di tutti sono i 23 milioni destinati alle imprese della pesca, il sostegno al settore del trasporto passeggeri, la modifica della cessione del del Superbonus.

Poi ci sono le misure, come dicevo, di Forza Italia, introdotte con specifici emendamenti. Due in particolare riguardano l'economia dei territori; il primo di questi riguarda la situazione di crisi della Lukoil e del polo petrolchimico di Priolo Gargallo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), una crisi strettamente legata all'attuale situazione internazionale poiché la Lukoil raffina praticamente il 100 per cento di greggio proveniente dalla Russia, sottoposto, come sapete, a sanzioni ed embargo. È evidente che si tratta di una crisi di rilevanza nazionale l'ho detto anche il ministro Giorgetti, e per questo, grazie a un emendamento della collega Prestigiacomo - e, permettetemi, alla ostinata tenacia con cui la collega ha lavorato in Commissione - siamo riusciti a far capire la rilevanza della questione e a ottenere la creazione di un tavolo istituzionale ai massimi livelli, signor Presidente, con i Ministri competenti del Governo ,per individuare tutte le soluzioni necessarie al fine di garantire continuità all'attività del polo petrolchimico e il lavoro ai dipendenti dell'azienda.

Sempre in tema di territorio, c'è stata l'approvazione di un altro importante emendamento di Forza Italia ,questa volta a firma del sottoscritto e del collega Battilocchio. Esso riguarda la riconversione di due centrali importanti, Brindisi e Civitavecchia, che tanto hanno dato al Paese, in termini energetici, a favore dell'ambiente e della salute. In entrambi i casi sono state raccolte le istanze degli operatori economici, dei sindacati, dei sindaci e così via, e si è istituito finalmente un luogo fisico dove verrà trattata la transizione ecologica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sempre grazie a un emendamento di Forza Italia, è stata disposta un'ulteriore proroga per i versamenti da parte di federazioni sportive, enti di promozione associazioni e società sportive.

Potrei continuare ancora l'elenco, signor Presidente, ma vado alle conclusioni.

Con il “decreto Aiuti” è stato svolto un grande lavoro; l'ha svolto il Governo, con il testo originario e con lo stanziamento di 20 miliardi di euro; lo ha svolto il Parlamento, con un grande e proficuo lavoro in Commissione. Forza Italia apprezza questo lavoro, apprezza i risultati ottenuti fino a oggi da questo Governo, ed è convinta che ci sia ancora molto da fare. Anche noi, come ha detto, proprio oggi, Antonio Tajani, abbiamo lottato per modificare la riforma del catasto ed evitare le tasse sulla prima casa, ma, amici 5 Stelle, noi non abbiamo mai minacciato crisi o inscenato commedie che indeboliscono il Governo, anche perché continuando di questo passo si può alimentare solo una cosa: la sfiducia degli italiani.

Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia alla fiducia sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO (M5S). Signor Presidente, non so se lei è consapevole - se ne è consapevole la Vice Ministra, se ne sono consapevoli i parlamentari in questo emiciclo - che i cittadini, in questo momento, sono in ginocchio. Il fornaio della mia città sostiene un costo medio dell'energia che va dai 13 ai 14 mila euro al mese e rischia di chiudere. È accettabile questo? È accettabile che il costo della vita sia diventato impossibile? È accettabile che le bollette da pagare siano un lusso per pochi? Il grido di dolore degli italiani noi lo stiamo ascoltando ed è forte; ci scrivono e ci dicono che, con tutti i rincari, con le attuali pensioni si vive in stato di povertà; ci scrivono e ci dicono che sono costretti a rivolgersi alla Caritas per i beni di prima necessità, oppure chi percepisce il reddito di cittadinanza oggi deve decidere se mangiare o accendere il gas, se pagare l'affitto o accendere la luce. Eppure, Presidente, qui ci sono forze politiche che spazzerebbero via, senza la minima esitazione, l'ultimo salvagente per le persone in difficoltà, se in quest'Aula non ci fosse il MoVimento 5 Stelle.

Se gli italiani devono fare i conti con l'inflazione, che è salita all'8 per cento, su base annua, nel mese di giugno, è chiaro che servono risposte da parte di questo Governo, e servono, oggi, risposte sui salari e sui redditi, risposte al pubblico, al privato, risposte alle piccole e medie imprese.

Se qualcuno al Governo non ha ancora deciso con chi stare, Presidente, noi siamo sicuri; noi vogliamo stare dalla parte dei cittadini in difficoltà.

Presidente, non so se è chiaro il quadro che stiamo vivendo. Siamo gli unici ad avere, in questo momento, la volontà politica di approvare subito una legge sul salario minimo e vorremmo capire quando dobbiamo intervenire sugli aumenti degli stipendi pubblici e delle pensioni, quando dobbiamo intervenire sul cuneo fiscale. E, per piacere, non ci dite che il problema, il motivo del dramma che vive questo Paese è che, come qualcuno dice, il reddito di cittadinanza può fare concorrenza a uno stipendio, perché ciò significa che si cercano schiavi, non si cercano lavoratori. Ci rendiamo conto che, in questo Paese, sono stanziati fondi governativi per assumere 12.000 persone per i centri dell'impiego, centri che dipendono dalle regioni e quelle stesse regioni ne hanno assunto poche migliaia? Ci rendiamo conto che il MoVimento 5 Stelle viene attaccato tutti giorni sulle politiche del lavoro che non funzionano e, poi i responsabili di queste politiche, chi gestisce i fondi per la formazione, sono le regioni governate dalle stesse forze politiche che ci attaccano? Queste forze politiche stanno boicottando i centri per l'impiego, stanno boicottando un servizio pubblico che aiuta le imprese a trovare i lavoratori e i lavoratori a trovare occupazione, e questo, Presidente, non è un modo per danneggiare il MoVimento 5 Stelle, è un modo per danneggiare i cittadini, è un modo per danneggiare l'Italia.

Signor Presidente, il Governo deve ascoltare il grido d'allarme degli imprenditori.

In questo momento, gli imprenditori italiani devono decidere se produrre in perdita oppure chiudere i battenti, perché non possono produrre pagando costi così alti per l'energia. Può un Governo tentennare di fronte a tanta disperazione? Il MoVimento 5 Stelle non può farlo. Il MoVimento 5 Stelle ha chiesto, dall'inizio dell'anno, un intervento a sostegno dei cittadini e delle imprese e sempre il MoVimento 5 Stelle ha chiesto un intervento sugli extraprofitti, che ha ottenuto, in questo decreto.

Ed oggi la nostra fiducia al Governo è su una misura da 17 miliardi, integrati con circa 9 miliardi aggiuntivi, con il “decreto Bollette”. Senza di noi i fondi sarebbero stati sottratti a misure come il reddito di cittadinanza, come volevano fare la Lega o Italia Viva e, senza di noi, se guardiamo ai Governi del centrodestra, i soldi sarebbero arrivati dai tagli alla scuola, alla sanità e all'istruzione.

Il problema sa qual è, Presidente? È riuscire a fare misure che non sono semplicemente tampone, emergenziali: la crisi va affrontata con misure strutturali. Da tempo diciamo che la composizione delle bollette è un tema che va affrontato una volta per tutte; lo diciamo da mesi, il prezzo del gas e dell'energia va sganciato dalle speculazioni, dal prezzo di riferimento al mercato olandese TTF, lontano dai prezzi di acquisto. E da un Presidente del Consiglio esperto di finanza ci aspettiamo ben di più. A chi vuole tagliare i servizi pubblici, a chi vuole tagliare il reddito di cittadinanza chiediamo perché non si dice nulla contro una logica di provvedimenti emergenziali che bruciano miliardi per misure tampone?

E la transizione ecologica, Presidente, è una parola o è qualcosa di concreto? Per il MoVimento 5 Stelle il superbonus è la giusta transizione ecologica, perché è una misura che ha creato occupazione, ha fatto nascere imprese, a partire dal 2020, nel “decreto Rilancio” con il “Conte 2”, quando è stato varato dal Governo e ha ridotto gli impatti ambientali, riducendo l'esposizione energetica del Paese e producendo la transizione verso le energie rinnovabili. Ora anche il superbonus è in crisi, perché qualcuno ha deciso di attaccare questa misura, mettendo a rischio migliaia di imprese e bloccando i cantieri. Il MoVimento 5 Stelle, però, non si è fermato e ha fatto approvare in Commissione bilancio una soluzione che amplierà la cessione del credito. Puntavate il dito contro di noi per accusarci di bloccare i cantieri ed oggi i cantieri li blocca il Governo per le imprese impegnate nella vera transizione ecologica. E il rischio non è ancora scongiurato, perché rimane la responsabilità in capo a chi cede il credito fiscale e questo potrebbe, ancora una volta, bloccare il mercato dei crediti, producendo effetti negativi su imprese e cittadini.

Se la transizione ecologica non è una semplice parola, qualcuno ci può spiegare perché a Roma si parla di un mega inceneritore che può essere rischioso per la salute e inquinante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perché non usare i poteri del commissario per realizzare gli impianti davvero utili, come quelli per il trattamento della frazione organica e il riciclo delle diverse frazioni, fino all'ossicombustione per la frazione residua, che è una pratica innovativa considerata BAT, cioè la migliore tecnologia disponibile in questo momento e che ci indica l'Unione europea? Abbiamo proposto queste misure in Parlamento, ma gli altri partiti le hanno bocciate, questo va detto molto chiaramente ai cittadini romani, a quelli di Pomezia e delle zone limitrofe, come Pavona, i Castelli, Ardea, Laurentina, Trigoria e Divino Amore. Allora, siamo ancora qui a chiedervi: la vogliamo la vera transizione ecologica o siamo tornati indietro di 30 anni o questo è un remake della Prima Repubblica?

Eppure ci sono risultati importanti per i cittadini italiani in difficoltà e potevate non sporcare il decreto con misure incomprensibili. C'è il buono per gli abbonamenti al trasporto nazionale e locale fino a 60 euro, che riduce anche l'impatto ambientale dei nostri spostamenti, oltre che l'impatto economico per le tasche dei cittadini; c'è il bonus sociale, che è stato allargato al terzo trimestre per imprese e cittadini; c'è il sostegno agli enti locali, perché da tempo abbiamo cancellato la politica di austerity che stringeva le maglie dei bilanci. Oggi non solo c'è il reddito di cittadinanza, ma gli enti locali hanno più risorse da utilizzare per il contrasto alla povertà e hanno personale aggiuntivo per farlo, e in questo decreto ci sono 170 milioni in più per gli enti locali e 45 milioni in più per le province.

Ci sono risultati per la cultura, perché il MoVimento 5 Stelle ha fatto approvare una proposta in Parlamento che prevede il credito d'imposta di 2 anni per la ristrutturazione e l'adeguamento di sale cinematografiche, con 10 milioni per rafforzare l'offerta del cinema italiano.

E in questo decreto aiutiamo i lavoratori dello spettacolo, con un'indennità di 200 euro per chi ha 50 giorni lavorativi e un reddito inferiore a 35 mila; aiutiamo i lavoratori di Gela e Termini, con la mobilità in deroga. C'è il nostro lavoro in questo decreto, c'è il lavoro per i cittadini, ci sono risultati che abbiamo fortemente voluto e di cui andiamo fieri.

Noi diamo la fiducia oggi, ma cerchiamo delle risposte, attendiamo delle risposte, ci aspettiamo misure a lungo termine che aiutino i cittadini a superare un momento così duro: ci aspettiamo un contrasto alle misure speculative che stanno alzando i prezzi delle materie prime e dell'energia; ci aspettiamo conferma del reddito di cittadinanza senza se e senza; ci aspettiamo salario minimo, aiuti a famiglie e imprese, transizione ecologica vera, superbonus 110 per cento e intervento su riscossioni e cashback fiscale. Sono punti per noi fondamentali per costruire il proseguimento di questa esperienza di Governo. Per noi e per i cittadini italiani sono condizioni imprescindibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, Vice Ministro Castelli, io ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che si sono susseguiti oggi in quest'Aula, però, Presidente, secondo me, una premessa è doveroso farla. Vede, qui c'è un grande problema, è successa una cosa gravissima in questi giorni: una forza politica di maggioranza ha tenuto in ostaggio un intero Parlamento, per intere giornate, su un decreto, Presidente, importantissimo per dare risposte a cittadini, imprese e famiglie. Stiamo parlando di un decreto di 17 miliardi di euro e l'atteggiamento che ha avuto il MoVimento 5 Stelle, il modus operandi in cui si sono tenuti i lavori in quest'Aula - questo decreto scade il 16 luglio prossimo e deve ancora passare al Senato - non è il modo di fare che contraddistingue il modus operandi che ha la Lega, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), voglio essere molto chiara in questo, perché è inaccettabile.

Entrando ora nel merito di questo importante provvedimento, come dicevo poc'anzi, è un provvedimento atteso da parte delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori, dei nostri cittadini italiani. Siamo soddisfatti per le modifiche apportate in sede di Commissioni riunite bilancio e finanze, ma siamo anche soddisfatti del fatto che ci siano stati 3 miliardi per la proroga del taglio degli oneri sulle bollette di luce e gas anche per il terzo trimestre.

Vede, Presidente, questo è importante sottolinearlo, perché, come disse il Premier Draghi, nei prossimi giorni sarebbe successo un disastro, perché ci sarebbero stati aumenti fino al 45 per cento per il gas e al 15 per cento per l'elettricità. Siamo soddisfatti anche per altre modifiche in questo ambito; ad esempio, sul biometano è stato approvato un nostro emendamento che aumenta le aree idonee sulle quali possono essere realizzati gli impianti che lo producono. Novità importanti anche sul fronte del fotovoltaico, con un altro emendamento della Lega: viene previsto che, per un periodo di 2 anni, si potranno realizzare nuovi impianti fotovoltaici, con moduli collocati a terra, di potenza non superiore a 1.000 chilowatt picco, dentro le aree delle strutture turistiche termali, purché siano situate fuori dai centri storici. L'energia green prodotta sarà data prioritariamente per i fabbisogni delle strutture ricettive stesse.

Un altro emendamento importante che è stato approvato, a nostro avviso, che semplifica la vita delle imprese per ottenere il credito d'imposta messo a disposizione per le utenze elettriche e gas non energivore: adesso sarà il fornitore stesso di gas ed energia a comunicare gratuitamente i dati utili a determinare il calcolo dell'incremento di costo della componente energetica e l'ammontare della detrazione spettante alle aziende. Questo è molto importante perché agevolerà le imprese nell'utilizzo del credito d'imposta.

Poi, Presidente, un passaggio doveroso sul tema della dipendenza energetica che ha il nostro Paese, perché è notizia di ieri che, finalmente, è stato inserito il nucleare nella tassonomia UE degli investimenti sostenibili. Questo è un grande risultato, perché la Lega si è sempre battuta, anche in Europa, per far capire che è necessario tornare a parlare di questo tema molto importante, soprattutto, Presidente, perché il nucleare è fondamentale a lungo termine, se vogliamo decarbonizzare, perché è una fonte che ci permette di produrre energia in modo continuo e non altalenante, come fotovoltaico ed eolico.

Un altro passaggio, Presidente, che riteniamo doveroso fare è anche sul tema delle cartelle esattoriali, perché, vede, Presidente, stanno arrivando, sono già partite 140 milioni di cartelle esattoriali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

È una vergogna, Presidente, che ad oggi non si sia ancora ragionato - come chiesto dalla Lega - su una proposta che, per quanto ci riguarda, è importante, cioè quella della pace fiscale e della rottamazione delle cartelle esattoriali di importo ridotto: stiamo parlando del 90 per cento delle cartelle esattoriali che hanno importo inferiore a 1.000 euro. In questo modo, ci si concentrerebbe solo su quelle dei grandi evasori e lo Stato incasserebbe miliardi che altrimenti non incasserebbe e questi miliardi li potremmo usare per ridurre ovviamente i rincari, concentrandoci anche sull'aumento degli stipendi, sulle pensioni, sui temi importanti e sulle risposte che dobbiamo dare ai cittadini italiani.

Poi, Presidente, riteniamo doveroso anche un altro passaggio importante: sono tante le categorie alle quali abbiamo cercato di dare un conforto e un sostegno in questo decreto. Ovviamente, per ragioni di tempo, non potrò citarle tutte, però un passaggio, dal nostro punto di vista, è fondamentale su uno dei settori cardine del nostro made in Italy. Sto pensando al settore della pesca: dopo il blocco in tutti i porti delle marinerie per il caro gasolio, arriva finalmente, grazie ad un emendamento della Lega approvato in Commissione bilancio, un fondo di 23 milioni per un credito d'imposta fino al 31 dicembre. Questo è importante, Presidente, perché era cronaca - lo sanno tutti - che si trattava veramente di un problema importantissimo ed era necessario intervenire con grande tempestività (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, noi siamo veramente orgogliosi che questa modifica sia stata fatta e ringrazio - è qui in Aula insieme a noi - il collega Viviani, che si è battuto tanto per questo.

Poi, Presidente, un altro settore, dal nostro punto di vista, importante e su cui la Lega ha sempre fatto delle grandi battaglie, è quello delle fiere. Ricordo, ad esempio, nel “decreto Sostegni-bis” lo stanziamento di 50 milioni di euro in più per il Fondo per le fiere.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 14,10)

REBECCA FRASSINI (LEGA). Le fiere sono il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo, quindi era necessario dare comunque un sollievo a un settore che ha davvero tanto sofferto, uno di quelli che più ha sofferto durante l'emergenza pandemica. Ebbene, grazie a un emendamento della Lega, abbiamo stanziato un fondo di 50 milioni per le fiere. In questo provvedimento, infatti, sarà previsto anche un bonus di 10.000 euro per le fiere che parteciperanno alle manifestazioni fieristiche internazionali sul suolo del nostro Paese, per andare incontro agli investimenti necessari affinché le nostre imprese partecipino a queste manifestazioni fieristiche internazionali.

È doveroso fare anche un altro passaggio, Presidente, sugli enti locali: durante le audizioni per questo provvedimento c'è giunto il grido dei sindaci, allarmati, sul tema dei loro comuni, ma anche delle province. Ebbene, noi siamo riusciti ad apportare delle modifiche, dal nostro punto di vista, soddisfacenti in questo provvedimento, che andranno appunto ad aiutare le amministrazioni a chiudere i bilanci di previsione 2022. Tra i vari emendamenti approvati, c'è la possibilità di utilizzare gli avanzi COVID per prevedere agevolazioni sulla Tari. C'è anche un altro emendamento che riteniamo molto importante, in virtù del quale le province, le città metropolitane e le unioni di comuni, per il solo anno 2022 - lo sottolineiamo: è una misura “extra-ordinaria”, in un periodo di straordinarietà -, potranno destinare i proventi incassati dalle multe per la copertura delle spese per le utenze di energia elettrica e di gas. Dico “straordinariamente”, per quest'anno, perché - lo sappiamo benissimo tutti - siamo convinti che comunque questo gettito debba essere reinvestito, in un periodo di ordinarietà, per la sicurezza stradale, però, vista l'emergenza straordinaria, ci sembrava assolutamente di buon senso far sì che questo gettito fosse garantito agli enti locali in modo che potessero avere un supporto straordinario.

Poi, Presidente, arriviamo a un emendamento della Lega che è stato approvato e che comincia finalmente a dare una prima stretta al reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Presidente, ho sentito che i colleghi del MoVimento 5 stelle si sono accaniti contro questa grande modifica che è stata apportata; fanno bene ad accanirsi in questo modo perché forse sono gli unici che non hanno capito che il reddito di cittadinanza, così com'è, non funziona (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Eh sì, cari colleghi e caro collega Gallo, non solo non funziona, ma i centri per l'impiego, che voi tanto difendete insieme ai navigator, sono stati un fallimento.

Quindi, questo emendamento comincia a dare una prima stretta - e siamo molto orgogliosi che sia passato - in questi termini: un percettore di reddito di cittadinanza riceve direttamente due offerte anche dai datori di lavoro privati, quindi senza passare per i centri per l'impiego e per i navigator - e, se le rifiuta, perde il reddito di cittadinanza. Così, Presidente, risolviamo due ordini di problematiche molto semplicemente: in primo luogo, risolviamo la carenza di manodopera nel settore turistico ricettivo; in secondo luogo, finalmente, staniamo - dobbiamo dircelo - chi vuole il sussidio e non ha voglia di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ora mi avvio alla conclusione, Presidente, con una considerazione che è altrettanto dovuta: vede, noi abbiamo accettato di entrare in questo Governo di emergenza, perché abbiamo detto “sì” all'appello accorato del Presidente della Repubblica ma, siccome è un Governo di emergenza, non accettiamo e non accetteremo la politicizzazione da parte della sinistra di alcuni temi che sono divisivi, che settimana prossima saranno calendarizzati in quest'Aula, che non hanno nulla a che fare con l'emergenza e troveranno la Lega fortemente contraria. Useremo tutti i metodi a nostra disposizione, tutti gli strumenti parlamentari perché, per quanto ci riguarda, noi abbiamo accettato di stare in un Governo di unità nazionale e di emergenza per risolvere i problemi dei cittadini italiani, non di certo per approvare lo “ius scholae”, che è uno ius soli mascherato e la PDL sulla cannabis.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 14,25, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 14,25.

La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,25.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 121, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3614-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte dal nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Ianaro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti:.………………… 460

Votanti:………………….. 459

Astenuti:…………………. 1

Maggioranza:…………….. 230

Hanno risposto :……….. 410

Hanno risposto no:………. 49

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Campana Micaela

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Caon Roberto

Cappellacci Ugo

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Care' Nicola

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Curro' Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Sesto Margherita

D'Elia Cecilia

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Inca' Federico

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ermellino Alessandra

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gebhard Renate

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Iorio Marianna

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Letta Enrico

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lombardo Antonio

Longo Fausto

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Macina Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzato Franco

Manzo Teresa

Marattin Luigi

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Masi Angela

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Morassut Roberto

Morelli Alessandro

Moretto Sara

Morgoni Mario

Moschioni Daniele

Mule' Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Muroni Rossella

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Pretto Erik Umberto

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano' Marina

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Ruggieri Andrea

Russo Paolo

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schiro' Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Scutella' Elisa

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Sisto Francesco Paolo

Snider Silvana

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tomasi Maura

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Ziello Edoardo

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Corda Emanuela

Costanzo Jessica

Cunial Sara

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Donzelli Giovanni

Dori Devis

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Frassinetti Paola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Maniero Alvise

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Menga Rosa

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Prisco Emanuele

Raduzzi Raphael

Rampelli Fabio

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Termini Guia

Testamento Rosa Alba

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Vianello Giovanni

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Sgarbi Vittorio

Sono in missione:

Albano Lucia

Amitrano Alessandro

Bazzaro Alex

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carfagna Maria Rosaria

Castelli Laura

Cattoi Maurizio

Cecconi Andrea

Cimino Rosalba

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Cristina Mirella

Dadone Fabiana

De Menech Roger

Del Barba Mauro

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

D'Ippolito Giuseppe

Emiliozzi Mirella

Fantinati Mattia

Ficara Paolo

Fontana Ilaria

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Gelmini Mariastella

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Grande Marta

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Licatini Caterina

Lorefice Marialucia

Marzana Maria

Melilli Fabio

Orlando Andrea

Pagano Alessandro

Papiro Antonella

Pastorino Luca

Pini Giuditta

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Romaniello Cristian

Rospi Gianluca

Rotta Alessia

Ruocco Carla

Sasso Rossano

Sibilia Carlo

Sodano Michele

Sorte Alessandro

Speranza Roberto

Suriano Simona

Torto Daniela

Vignaroli Stefano

Vito Elio

Volpi Raffaele

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3614-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto recanti contenuto estraneo rispetto alle materie oggetto del provvedimento: Piccoli Nardelli n. 9/3614-A/18, Furgiuele n. 9/3614-A/70 e Ferri n. 9/3614-A/94.

Ha chiesto di intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3614-A/6 la deputata Silvana Andreina Comaroli. Ne ha facoltà, prego collega.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Grazie Presidente, con questo ordine del giorno vorrei portare all'attenzione dell'Assemblea e del Governo un tema molto importante che riguarda indirettamente anche tutti noi. Si tratta della questione delle case di riposo che, durante l'anno 2020, sono state, purtroppo, colpite dall'emergenza COVID. Oltre alla perdita dei nonni, le case di riposo hanno avuto un aumento notevole dei costi di gestione; nonostante ciò e anche se il Governo non ha predisposto nulla in termini di ristori, sono riuscite comunque ad andare avanti. Poi c'è stato il COVID, che è proseguito per una parte dell'anno 2021, dopodiché l'aumento delle bollette del gas e dell'energia elettrica, cui si è aggiunto l'aumento del costo del personale, perché la carenza dei medici, degli infermieri, delle ASL e degli OSS ha portato anche in questo caso all'aumento dei costi, affinché fosse garantita l'assistenza dovuta. Ora, per farvi un esempio, per quanto riguarda le bollette di energia e gas, in alcuni mesi vi sono stati addirittura aumenti pari al 300 per cento. Quindi, capite che una fondazione, che si trova ad affrontare questi aumenti, è costretta ad aumentare le rette di questi poveri nonni. Considerato che, mediamente, una retta in una casa di riposo va dai 1.800 ai 2.200 euro, come fanno questi nonni a subire, oltre alla retta, anche l'aumento dei costi energetici che le fondazioni sono costrette, per non fallire, a riversare sulla stessa? Il Governo giustamente, già con il decreto n. 4 di gennaio ha provveduto a tutelare le famiglie e le aziende; poi ha posto in essere il decreto n. 50, sempre per tutelare e famiglie e imprese, ma tutte le volte ci si dimentica delle case di riposo, questi enti del Terzo settore. Voi capite che diventa problematico dimenticarsi di questa categoria? I nonni, che si trovano nelle case di riposo, sono persone che hanno lavorato una vita e ora si trovano costrette addirittura a dover subire questo danno. Dico danno, perché, nonostante tutto, nel 2009 c'era un provvedimento che si proponeva di aiutare proprio le persone disagiate, le persone anziane, le persone con problematiche fisiche; era stata fatta una norma, nel 2009, che garantiva sconti in bolletta alle persone anziane o con problemi fisici e quant'altro. Ora dispiace vedere che, per una volta che avevamo proposto un emendamento all'ultimo “decreto Bollette” per far sì che gli sconti, per gli anziani che non avevano il contratto di fornitura, fossero dati agli enti del Terzo settore, quindi evitare che queste fondazioni riversassero poi i costi su questi nonni, una volta tanto che anche la famosa Ragioneria aveva espresso parere favorevole, perché non costava, nonostante ciò, tale emendamento non sia passato. Ora, supplico il Governo affinché veramente, con questo ordine del giorno che mi auguro venga approvato, ponga attenzione al tema e nel prossimo provvedimento si faccia qualcosa per i nonni. Mi auguro che la sensibilità che il Governo ha dimostrato nei confronti di famiglie e imprese la dimostri anche con i nonni, perché è un problema che, di riflesso, riguarda tutti noi e potrebbe diventare un serio problema sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Mi scusi, noi siamo qui in Aula, stiamo facendo l'illustrazione degli ordini del giorno. Io tra poco interverrò, così come altri colleghi faranno tra poco. Mi chiedo come sia possibile che le Commissioni vengano convocate adesso per votare, tra l'altro, sul “DdL Concorrenza” che è un provvedimento molto corposo.

Allora, chiedo alla Presidenza, per cortesia, di mettere un po' di ordine, perché il dono dell'ubiquità non ce l'abbiamo: o stiamo qui in Aula o siamo nelle Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Collega, quando l'Assemblea non è impegnata in votazioni, le Commissioni si possono convocare; quindi, i presidenti delle Commissioni possono convocarle. Vuole intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3614-A/59, collega? Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Sì, grazie, Presidente. Quindi, se esercito il mio diritto a illustrare l'ordine del giorno, non posso esercitare il mio diritto a votare in Commissione.

Detto questo, l'ordine del giorno che ho proposto è quello riguardante l'articolo 5 del decreto-legge n. 50 sui rigassificatori, sull'energia in generale, su questo provvedimento oggettivamente senza senso, nefasto, da parte del Governo Draghi e, quindi, di tutta la maggioranza che lo ha approvato. Stiamo parlando di rigassificatori; allora, innanzitutto, il Governo Draghi ha deciso di installare una serie di rigassificatori galleggianti in Italia senza alcuna pianificazione nazionale; non c'è una pianificazione nazionale, non c'è alcun raccordo, quindi, ci dovete spiegare, nella nostra politica energetica, a cosa servano questi rigassificatori. Lo vorremmo sapere nel dettaglio, non con il terrorismo mediatico che il Governo e i diversi media stanno continuando a diffondere, facendo cattiva informazione.

Vediamo cosa prevede l'articolo 5; l'articolo 5 prevede che, innanzitutto, questi rigassificatori siano di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. Praticamente, gli si danno le stesse caratteristiche delle fonti energetiche rinnovabili. Quindi, stiamo andando verso la transizione ecologica a parole, ma, nei fatti, torniamo indietro, perché diamo lo stesso status delle fonti rinnovabili anche ai rigassificatori, fonti fossili.

Inoltre, il Governo vuole chiedere alla Commissione europea di non fare la valutazione di impatto ambientale, che è una cosa davvero disgraziata per un Paese che ha in Costituzione la tutela dell'ambiente; si chiede di non fare la valutazione di impatto ambientale. Presidente, per quanto riguarda il rigassificatore e la procedura di VIA, che è stata fatta a Taranto nel 2007, è stata proprio la commissione tecnica del Governo, del Ministero dell'Ambiente a ritenere quell'opera pericolosa, da non installare, e, quindi, l'ha rigettata. Voi, invece, state permettendo che s'installino questi rigassificatori che, lo ripeto, sono stabilimenti soggetti a rischio di incidente rilevante (direttiva Seveso). Ebbene, nonostante questo, voi cercate di aggirare la valutazione di impatto ambientale. Inoltre, non prevedete nemmeno di fare la valutazione di impatto sanitario, che è una cosa davvero incredibile, e la VAS, perché si mettono rigassificatori, ma non c'è alcun tipo di raccordo rispetto ad una pianificazione nazionale. Ecco, questo è il Governo dei peggiori, direi. Poi viene evitato e cancellato il dibattito pubblico.

Ci sono norme previste per ogni tipo di impianto, ma non per i rigassificatori di Draghi e Cingolani: vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Ancora, Piombino è una delle località scelte per istallare uno di questi rigassificatori e, fortunatamente, la cittadinanza vi ha già detto di “no”! Non lo vuole, perché è insensato e sciocco. Ma come si fa a mettere un rigassificatore vicino ad altri quattro impianti, soggetti a rischio di incidente rilevante (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Ma siete incoscienti? Siete pericolosi! Lì, proprio nel cuore del santuario dei cetacei, di fronte all'arcipelago toscano, parco nazionale, un gioiello strategico per il nostro Paese, che voi state mettendo a rischio!

E, ancora, siccome non era sufficiente, in questo periodo di crisi, nel quale gli italiani si trovano di fronte all'inflazione, con l'aumento dei prezzi, voi garantite alla multinazionale che andrà a gestire il rigassificatore, da qui fino al 2043, zero rischio d'impresa, 600 milioni di euro per ritornare sugli utili dell'investimento. E questo mentre state facendo fallire oltre 35 mila aziende che hanno crediti d'imposta e non possono cederli alle banche, perché il Governo Draghi e la maggioranza hanno smantellato il superbonus 110 per cento: di nuovo vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

Ancora, 4 miliardi di euro, così, con un emendamento volante, 4 miliardi di euro per comprare il gas, per poi fare cosa? Per rivenderlo, ma a chi? È questa la domanda a cui daremo subito la risposta, perché vogliamo anche dire che tutta questa mistificazione sui gasdotti e rigassificatori è semplicemente per un unico motivo: terrorizzare la gente, dire di “sì” e far passare queste porcate, nonostante l'Italia abbia esportato quest'anno già un miliardo e 400 milioni di metri cubi di gas, esportati all'estero; ma, se ci serve il gas, com'è che lo stiamo esportando?

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Se ci serve il gas dei rigassificatori, com'è che i servizi segreti, nella relazione annuale al Parlamento, ci dicono che non ci servono nuove infrastrutture, anche per sopperire al gas della Russia? E, voi, invece, per fare i favori alle multinazionali del fossile e azzerare la transizione ecologica, state facendo questa porcata. Avrete noi di Alternativa sempre contro e a fianco della cittadinanza: vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Il deputato Massimiliano De Toma ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3614-A/33.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei prendere la veemenza dell'onorevole Vianello e produrre energia con il tanto calore che mette nei suoi interventi. Mi permetto, più che altro, di evidenziare, sottosegretario, questo ordine del giorno che è frutto di un precedente ordine del giorno, votato il 28 giugno ultimo scorso, con l'espressione: “valutare l'opportunità di”. Le tutele per quanto riguarda i lavoratori fragili sono scadute il 30 giugno. Ora, ringrazio l'onorevole Dall'Osso per i suoi interventi quotidiani per richiamare l'attenzione di quest'Aula e anche del Governo, affinché vengano messe in atto le tutele nei confronti dei lavoratori fragili. In questi giorni, mi sono permesso di mandare una lettera di cui le leggo solo il testo iniziale: desidero richiamare la vostra attenzione sulla questione dei lavoratori fragili considerati tali ai sensi del DM 4 febbraio 2022. Ebbene, queste lettere sono state inviate al Ministro della Difesa, Guerini, al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Orlando, e al Ministro per la Pubblica amministrazione, Brunetta, e le spiego perché; perché ritengo che i tre Ministri debbano assolutamente sollecitare affinché le tutele vengano messe in atto per questa categoria che riguarda - lo ricordo all'Aula, l'ho già detto il 28 giugno, appunto, ultimo scorso - il tema dei militari, i quali anche loro hanno un problema di fragilità, per quanto riguarda il tema specifico.

Quindi, sottosegretario, mi auguro che, da parte sua, da parte del Governo, vi siano quella sensibilità e quella umanità nei confronti di queste persone che chiedono semplicemente di continuare a offrire il loro lavoro da casa, ovviamente con le tutele dovute; purtroppo, in questi giorni, sono richiamate sul posto di lavoro e, ahimè, si trovano in grave disagio, visto che, con i contagi in aumento, rischiano di essere contagiate quotidianamente, con una difficoltà oggettiva che riguarda la loro malattia; si tratta, ovviamente, di diverse tipologie di malattia. Al riguardo, penso che dobbiamo necessariamente dare un segnale in questa direzione che permetta queste tutele, affinché vengano prorogate appunto fino a fine anno. In ogni caso, come ho già detto, si tratta di dignità umana, di persone che non scendono in piazza per protestare, come hanno fatto in questi ultimi giorni i tassisti, come abbiamo visto; se dovessero scendere in piazza loro, mi preoccuperei, perché sono milioni le persone in difficoltà e le loro famiglie. Quindi, penso che da parte di questo Governo e soprattutto di quest'Aula, da parte di tutti i partiti, trasversalmente, vi sia la necessità di mettere in campo queste tutele.

Pertanto, l'auspicio di questo ordine del giorno è quello di un accoglimento. Anticipo che altrettanto ho fatto con il prossimo “decreto Semplificazioni”: ho presentato un emendamento nella stessa direzione, perché, noi di Fratelli d'Italia riteniamo di portare avanti questo importante tema che riguarda - lo ricordo - persone fragili che, quotidianamente, tutti i giorni, riscontrano difficoltà oggettive ad affrontare quella vita che tutti noi cerchiamo di migliorare in tutte le maniere possibili. Diamo un segnale: questo segnale potrebbe partire oggi con l'accoglimento di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Alvise Maniero ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3614-A/1.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno credo l'abbiano già presentato benissimo Il Sole 24 Ore e altre riviste specializzate che, loro, sì, si sono accorti del pasticciaccio brutto fatto da questo Governo, nella notte del 30 giugno, in una meravigliosa sessione delle Commissioni riunite, Finanze e Bilancio, che noi avevamo, peraltro, occupato, protestando perché si svolgeva a telecamere chiuse; il risultato è che maggioranza e Governo sono scappati in un altro palazzo.

Insomma, il pasticcio sta nel fatto che, in una riformulazione genialmente congegnata e portata in piena notte, è stato modificato il testo del decreto, col risultato che adesso le imprese - sintetizzo - energivore nel “decreto Aiuti” vedono un taglio radicale ai loro aiuti. In altri termini, vengono sottoposte al regime europeo degli aiuti, il cosiddetto regime de minimis che prevede, sostanzialmente, un tetto di 200.000 euro triennale. Per dare un'idea dell'ordine di grandezza, solo nell'area attorno a Brescia il comparto industriale vede un rincaro di costi intorno al mezzo miliardo di euro. Noi stiamo dicendo alle imprese energivore di tutta Italia, che misurano i costi in decine di milioni di euro, che avranno un tetto di aiuti di 200.000 euro suddiviso in tre anni. Questo è completamente demenziale ed è stato segnalato, prima che da noi, da Il Sole 24 Ore da altri giornali. Ho visto che questa mattina il MiSE stava contattando il MEF, il Ministero dell'Economia e delle finanze, pregandolo di trovare una soluzione. A noi, invece, è stato impedito di intervenire sul decreto-legge con emendamenti sensati e, non potendo fare altro, presentiamo questo ordine del giorno, sottolineando che tutto il sistema produttivo del Paese vi sta a guardare. Questo “decreto Aiuti”, così per come è scritto, è una mannaia sulla testa di queste imprese. Vedete un po' voi.

PRESIDENTE. Il deputato Raduzzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3614-A/56.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Avete chiamato questo provvedimento “decreto Aiuti” ma avreste potuto chiamarlo “decreto Ostacoli” perché, nella sintesi, è questo che fa il decreto-legge in esame. Pone, infatti, un sacco di ostacoli, ad esempio, alle imprese che voi avreste dovuto aiutare, prevedendo questo tetto a regime de minimis che, praticamente, annulla tutti i crediti d'imposta che abbiamo dato fino adesso, con una norma scritta di notte e che, a quanto pare, nessuno della maggioranza rivendica più e già vuole cambiare. Non date aiuti, non sistemate la questione del super ecobonus, della cedibilità multipla e della assurda circolare dell'Agenzia delle entrate, che si è sostituita al Parlamento italiano. Oltretutto, avete detto di no a una serie di proposte che noi di Alternativa abbiamo fatto. Una di esse riguarda il caro vita. Abbiamo visto, in quest'ultimo anno, l'inflazione arrivare a oltrepassare l'8 per cento, cifre inaudite che non vedevamo da decenni. Noi vi abbiamo detto una cosa semplicissima: visto che i prezzi aumentano e che l'introito derivante dall'IVA per lo Stato aumenta di conseguenza, riduciamo l'IVA, ad esempio, sui generi alimentari. Vi leggerò solo alcune cifre per capire l'ordine di grandezza: abbiamo visto la frutta aumentare del 10,9 per cento in un anno, il pane dell'11,3 per cento, la verdura dell'11,8 per cento, le uova del 13,6 per cento, il pollame del 15,1 per cento, la farina del 20,5 per cento, il burro del 27,7 per cento e gli olii alimentari del 68,6 per cento. I cittadini italiani non ce la fanno più a fare la spesa. Se i salari non crescono - i salari italiani sono gli unici, in tutta l'eurozona, ad essere diminuiti negli ultimi vent'anni - e i costi aumentano, l'inflazione diventa una delle tasse più inique che noi stiamo facendo pagare ai cittadini italiani. Le fasce reddituali più povere, che consumano la larga parte del loro stipendio e non riescono a risparmiare e a investire in prodotti assicurativi o in strumenti finanziari, vedono eroso totalmente il loro potere d'acquisto. Voi ci avete detto di no a una proposta del genere e noi la ripresentiamo, chiedendo un impegno fermo al Governo a fare finalmente qualcosa per le famiglie e i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. La deputata Corda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3614-A/58.

EMANUELA CORDA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo è un argomento molto delicato, che abbiamo trattato più volte in questa Assemblea e che, devo dire, in questo momento sta diventando anche imbarazzante. Parliamo nuovamente dell'invio di armi in teatro di guerra in Ucraina.

A me dispiace dover ancora trattare l'argomento perché qualcuno in maggioranza - non voglio fare nomi ma si tratta di qualcuno che ha una certa cassa di risonanza, una certa importanza nell'arco parlamentare - aveva promesso, appena un mese fa, popolando tutti i talk show televisivi possibili e immaginabili, che avrebbe detto di no ad altri invii di armi in Ucraina. Invece, ci troviamo ancora una volta ad approvare questo tipo di attività. È stato tra l'altro approvato recentemente un atto di indirizzo di maggioranza nel quale si dà di nuovo l'okay a questo invio. Al contempo, sono state bocciate tutte le altre proposte contrarie all'invio di armi. È chiaro che noi, quando abbiamo assistito al teatrino ridicolo tra il presidente di quello che era il primo partito di maggioranza e il Presidente Draghi, siamo rimasti esterrefatti. È stato un teatrino che non ha avuto alcun esito positivo rispetto a quanto veniva millantato e questo è vergognoso. Faccio allora una domanda, senza neanche rivolgermi dalla parte dei colleghi che sono rappresentati da questo leader: nel faldone delle richieste che sono state rappresentate al Presidente Draghi, c'era anche il “no” all'invio di armi in teatro di guerra in Ucraina? Lo vogliamo sapere perché altrimenti state raccontando solo balle, era la solita lista della spesa, la solita presa per i fondelli dei cittadini tanto per giustificare il fatto di restare ancora in sella e in maggioranza a dare la fiducia ad un Governo veramente vergognoso, che non ne sta azzeccando una. Attenzione, non lo dico io ma lo dicono i numeri. Anche l'invio di armi non sta producendo assolutamente nulla. Sono infatti passati ben oltre 100 giorni e la guerra continua, le persone continuano a morire e, anzi, abbiamo anche agenzie che ci danno dati allarmanti sul fatto che queste armi entrano in possesso di organizzazioni terroristiche. Noi stiamo contribuendo al caos in una zona critica, nella quale la gente, ahimè, muore, e non stiamo facendo assolutamente nulla. Lo abbiamo detto anche nell'ordine del giorno: noi siamo felici quando sono inviati aiuti umanitari e quando viene intavolato un discorso che porti ad una trattativa, ai famosi tavoli diplomatici, ma questa strategia fallimentare sposata dall'Italia non sta portando a nulla di tutto questo. Lo ripeto, la gente continua a morire, i palazzi continuano a essere distrutti, la civiltà viene ferita e nessuno fa assolutamente nulla di concreto per fermare tutto ciò. Anzi, si agisce danneggiando anche gli altri cittadini europei con le sanzioni che hanno rivelato un clamoroso effetto boomerang. Non lo dico io, il collega Vianello prima ha parlato di energia e ha sbugiardato tutte le dichiarazioni del Governo. Riguardo alle forniture di armi, vi dico che, se volete continuare ad inviarle, dovete avere almeno il coraggio di dirci a quanto ammontano i costi e qual è l'entità di questi invii. State agendo come i ladri, da questo punto di vista, continuando a sottoscrivere decreti interministeriali che vanno a coprire quella delega in bianco che è stata data al Governo qualche mese fa. Ancora adesso si continua a votare la fiducia con questo pacchetto di cose scandalose che non producono nulla, se non danni agli ucraini, ai cittadini europei e all'Italia. Vi dovreste soltanto vergognare. Lo ripeto, non ho fatto nomi, perché, altrimenti, si sarebbe sollevata la claque con i soliti commenti di disapprovazione, ma sapete benissimo di chi sto parlando. A questa compagine politica, della quale ho fatto parte anch'io tempo fa, chiedo un atto di onestà intellettuale: o state dentro, o state fuori da questo benedetto Governo e la piantate di raccontare balle ai cittadini, perché vi state comportando male proprio sulla pelle delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3614-A/130.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per portare all'attenzione dell'Aula, attraverso questo ordine del giorno di Fratelli d'Italia, l'ennesima sperequazione ai danni delle aree interne e delle aree montane e delle aree rurali. L'ultimo switch-off del 29 giugno, purtroppo, in queste aree già molto meno servite in termini di servizi essenziali indispensabili di cui oggi tanto parliamo a proposito di transizione digitale e di efficientamento, che potrebbero e dovrebbero portare a essere più vicini tutti a tutto, ha portato, invece, a un'assenza totale del segnale.

Tutto ciò per rappresentare quanto determinati cittadini, in un “decreto Aiuti”, dovrebbero pretendere delle risposte, rispetto a situazioni di sperequazione che si trovano a combattere tutti i giorni e a servizi di cui devono fare a meno, nonostante siano servizi sempre più indispensabili per la vita di tutti i giorni. Non sto qua a raccontarvi come quelle persone vivano e resistano in determinati territori, quanto molte di loro siano anziane e l'unico collegamento e contatto con il mondo esterno sia rappresentato anche dal classico TG, al quale noi oggi facciamo riferimento come una cosa assolutamente normale.

Con questo ordine del giorno, a mia prima firma, ma del gruppo di Fratelli d'Italia, voglio rappresentare questa realtà. Riusciamo a dare soldi, 10 milioni, al Ministro Franceschini per consulenze aggiuntive, ma stiamo abbandonando, non solo questi cittadini, ma anche gli enti locali, che stanno combattendo tutti i giorni per poter accedere a quei bandi, che potrebbero dare loro una forza economica per dare risposte ai loro cittadini, cosa che questo Stato e il Governo dei migliori non riescono a fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3614-A/132, il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno, sottoscritto insieme ai colleghi, lancia un tema di visione molto importante. In premessa si cita il decreto-legge n. 17 del 2022, che dispone la semplificazione delle regole sull'installazione di impianti eolici off-shore; In una ottica di sfruttamento su larga scala dell'energia dei venti, installare aerogeneratori in siti marini presenta, come sappiamo, enormi vantaggi. Innanzitutto, c'è una migliore quantità e qualità del vento, più continuo e più intenso, ma ci sono costi di costruzione lievemente maggiori, a favore ovviamente del paesaggio. Infatti, altro è essere a favore dell'energia rinnovabile e Fratelli d'Italia c'è, anche senza lasciarsi condizionare dalla filiera di produzione e fornitura cinese, che però è un altro tema. In quest'ordine del giorno stiamo affrontando il tema della semplificazione e della preferenza sugli impianti eolici off-shore, quindi impianti eolici marini che hanno un basso impatto, come è stato dimostrato da alcuni studi scientifici che cito in questo ordine del giorno, e che vengono realizzati in Nord Europa e in Italia. Purtroppo, l'Italia si contraddistingue con grandissimi ritardi. Pensate che quello davanti al porto di Taranto ha impiegato 14 anni per essere installato, mentre per il 2028 sono previsti in Sicilia e Sardegna dei parchi eolici off-shore, parchi marini di ENI, e in Calabria con il progetto “Fortevento” di Engie. Quindi, si sta andando verso questa strada ma troppo lentamente. Con questo ordine del giorno - sensibilizzo la sottosegretaria Bergamini - chiediamo semplicemente che vengano avviate, a passi veloci, una serie di iniziative di carattere normativo volte proprio al sostegno dell'eolico off-shore laddove è possibile anche andare in compensazione su progetti magari tradizionali già approvati. Anche noi, infatti, condividiamo la preoccupazione e la denuncia del collega Sgarbi sul fatto che l'eolico tradizionale danneggi il paesaggio italiano. Così pure, per il fotovoltaico, con questo ordine del giorno, abbiamo chiesto che venga installato nelle aree di rigenerazione industriale e in maniera lineare sulle bande antirumore delle autostrade per lo stesso motivo, perché, purtroppo, il fotovoltaico, che è sicuramente una energia rinnovabile positiva, in realtà ha un impatto devastante sull'agricoltura, perché molti agricoltori stanno rinunciando alla vocazione agricola dei propri terreni per incassare il l'affitto degli impianti fotovoltaici da parte dei grandi gruppi. Noi pensiamo che questo sia strategicamente un gravissimo errore, perché c'è anche una sovranità agricola per quanto riguarda l'Italia, visto anche quello che sta succedendo con il grano ucraino. Noi, come Fratelli d'Italia, manteniamo e affermiamo la nostra vocazione ambientalista, ma una vocazione ambientalista che deve rispettare il paesaggio nella produzione di energie rinnovabili. Con questo ordine del giorno ci schieriamo, quindi, ancora una volta, a favore dell'eolico e del fotovoltaico, ma con il più basso impatto possibile per il paesaggio italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo, sottosegretaria Bergamini, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Vorrei cortesemente chiedere una breve sospensione di venti minuti.

PRESIDENTE. Va bene. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,45.

La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,45.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Sugli ordini del giorno n. 9/ 3614-A/1 Maniero e n. 9/3614-A/2 Amitrano, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/3 Berlinghieri, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/4 Frassini, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/5 Paternoster, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/6 Comaroli, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/7 Mura, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/8 Longo, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/9 Rizzo Nervo, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/10 Benamati, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/11 Deidda, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/12 Donzelli, c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/13 Delmastro Delle Vedove, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di considerare, nello svolgimento dei compiti di supporto al Comitato interministeriale per l'attuazione degli investimenti esteri assegnati alla segreteria tecnica, criteri di valutazione dei Paesi esteri con riguardo ad obiettivi di sviluppo strategico e commerciale, al fine di promuovere la cooperazione internazionale nel rispetto reciproco dei valori comuni”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/14 Carnevali, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/15 De Filippo, n. 9/3614-A/16 Gusmeroli, n. 9/3614-A/17 Di Giorgi, n. 9/3614-A/19 Aprile, n. 9/3614-A/20 Plangger il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/21 Fiorini, il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/22 Benedetti, il parere è contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/23 Suriano e n. 9/3614-A/24 Di Sarno, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/25 Prisco, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/26 Lucaselli, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di”, “compatibilmente con la disciplina comunitaria di riferimento”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/27 Ferro, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/28 Caiata è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/29 Cirielli è accolto come raccomandazione, a condizione che sia formulato mediante l'aggiunta delle parole: “nel rispetto della disciplina unionale” e “purché in possesso dei requisiti previsti a legislazione vigente”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/30 Giovanni Russo, il parere è favorevole, a condizione che ciascun impegno sia riformulato, premettendo: “a valutare l'opportunità di” ed espungendo, al primo capoverso, la parola: “urgentemente”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/31 Varchi, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di”, “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/32 Maschio, è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/33 De Toma, il parere è favorevole, a condizione che nell'impegno vi siano le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/34 Rotelli, il parere è favorevole, a condizione che nell'impegno vi siano le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/35 Bellucci, il parere è favorevole, a condizione che nell'impegno vi siano le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/36 Cavandoli, il parere è favorevole, limitatamente al primo impegno, a condizione che sia riformulato, premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/37 Rachele Silvestri, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/38 Sarli, il parere è favorevole a condizione che siano espunti gli ultimi tre capoversi delle premesse.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/39 Butti, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato con le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/40 Osnato, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/41 Terzoni, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato con le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/42 Spena, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/43 Foti, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/44 Vinci, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/45 Frassinetti, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/46 Bucalo, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “impegna il Governo a prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, nel decreto attuativo, la parificazione del bonus partite IVA a quello dei lavoratori dipendenti”. Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/47 Pagani, n. 9/3614-A/48 Belotti e n. 9/3614-A/49 Rossi, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/50 Claudio Borghi, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di rendere permanente il tavolo per la circolazione delle opere d'arte, di cui al decreto del Ministero della Cultura del 2 dicembre 2021, n. 431”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/51 Mariani, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/52 Testamento, il parere è favorevole, a condizione che sia espunto l'ultimo capoverso delle premesse e che l'impegno sia riformulato, premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/53 Trizzino, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità di” e sostituendo le parole “finalizzate all'adozione” con “finalizzate a supportare l'adozione” Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/54 Rizzetto, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/55 Rampelli, il parere è favorevole, a condizione che siano espunti il terzo, il quarto, il sesto, il settimo, l'ottavo, il nono e il decimo capoverso delle premesse. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/56 Raduzzi, vi è un invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/57 Trano, il parere è favorevole, limitatamente al primo capoverso degli impegni, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di non applicare la sanzione a coloro i quali hanno comunque adempiuto l'obbligo vaccinale entro il 15 giugno 2022”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/58 Corda, il parere è favorevole, limitatamente al terzo capoverso degli impegni. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/59 Vianello, vi è un invito al ritiro o il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/60 Colletti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/61 Leda Volpi, il parere è favorevole, limitatamente al primo, concernente, quindi, l'obbligo per il Commissario, e al sesto capoverso degli impegni e contrario alle premesse. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/62 Giuliodori, il parere è favorevole, a condizione che le parole “entro il mese di luglio 2022”, siano sostituite con: “quanto prima”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/63 Spessotto, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato con: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/64 Vallascas, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/65 Forciniti, vi è un invito al ritiro o il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/66 Sapia, il parere è favorevole, a condizione che ciascun impegno sia riformulato, premettendo: “a valutare l'opportunità di”, “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/67 Massimo Enrico Baroni, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/68 Zanella, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/69 Albano, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/71 Gavino Manca, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e fermo restando che dalla disciplina non deve derivare la socializzazione dei costi in bolletta, incentivi per impianti di biogas di piccola taglia nel decreto incentivi di prossima adozione, ai sensi del decreto legislativo n. 199 del 2021”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/72 Sandra Savino, vi è un invito al ritiro o il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/73 Pella, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/74 Zangrillo e n. 9/3614-A/75 Dattis, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/76 Battilocchio, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/77 Fassina, il parere è favorevole, a condizione che ciascun impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di”, “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/78 Faro, vi è un invito al ritiro o il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/79 Mazzetti è accolto come raccomandazione, a condizione che sia espunto il primo capoverso degli impegni. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/80 Squeri, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato, premettendo: “valutare l'opportunità di”, “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/81 Del Sesto, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/82 Tarantino, il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato, premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/83 Potenti, il parere è favorevole, a condizione che sia espunto l'ultimo capoverso delle premesse e che, nell'impegno, le parole “e precisamente” siano sostituite con le seguenti: “eventualmente anche”.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/84 Loss, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/85 Viviani, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/86 Gastaldi, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/87 Golinelli, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/88 Cadeddu e n. 9/3614-A/89 Marco Di Maio, invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/90 Toccafondi, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/91 Anzaldi, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato con: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/92 Vitiello, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/93 Fregolent, parere favorevole, a condizione che il primo capoverso dell'impegno sia così riformulato: “introdurre, compatibilmente con la disciplina europea in materia, disposizioni che (…)” e che, al secondo capoverso dell'impegno, siano premesse le seguenti parole: “a valutare di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/95 Frate, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/96 Fragomeli, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/97 Buratti, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/98 Cancelleri, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/99 Zanichelli, parere favorevole, a condizione che, nel secondo, terzo e quarto capoverso dell'impegno, ci sia la premessa: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/100 Martinciglio, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/101 Sut è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/102 Pignatone, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/103 Bilotti, invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/104 Galizia, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: dopo le parole: “nelle opportune sedi istituzionali, nazionali ed europee” aggiungere le seguenti: “nel contesto della sua strategia volta ad assicurare un'adeguata presenza degli organismi europei sul territorio nazionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/105 Papiro, invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/106 Orrico, parere favorevole, a condizione che nell'impegno vengano soppresse le parole “a 180 giorni per un periodo transitorio pari ad almeno 36 mesi”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/107 Mammi', parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/108 Barzotti, parere favorevole alle lettere a) e c); espungere la lettera b) e sostituire le altre con le seguenti: “d) porre in essere ogni utile iniziativa per accelerare la definizione delle procedure concorsuali per il rafforzamento dei centri per l'impiego; e) “promuovere interventi per la garanzia di salari minimi adeguati e dignitosi in conformità con quanto previsto dall'articolo 36 della Costituzione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/109 Corneli, parere favorevole, a condizione che, dopo le parole, “l'opportunità di”, siano aggiunte le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”; alla lettera a) siano espunte le parole: “in attesa dell'istituzione del cosiddetto salario minimo”; e la lettera d) sia riformulata come segue “continuare l'opera di contrasto alla speculazione finanziaria con gli strumenti ritenuti più idonei”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/110 De Lorenzis, parere favorevole, a condizione che sia riformulato ciascun impegno con le parole “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/111 Federico, parere favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/112 Zolezzi e n. 9/3614-A/113 Flati, invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/114 Businarolo, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/115 D'Arrando è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/116 Baldino è accolto come raccomandazione, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/3614-A/115 D'Arrando.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/117 Chiazzese, il Governo si rimette all'Assemblea.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/118 Davide Crippa, parere favorevole premettendo: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/119 Masi, parere favorevole, a condizione che sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/120 Penna, parere favorevole, a condizione che nell'impegno siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di” e che le parole da: “mediante la sospensione”, fino alla fine del periodo, siano espunte.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/121 Calabria, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/122 Prestipino, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/123 Patassini, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/124 Meloni, parere favorevole, a condizione che siano espunti il quarto e il quinto capoverso delle premesse e che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte ad adeguare le nuove assunzioni attraverso il riconoscimento di una superdeduzione, anche attraverso interventi sul cuneo fiscale, del costo del lavoro, sostenuto dalle imprese che generano nuova occupazione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/125 Barelli, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/126 L'Abbate, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/127 Gallinella, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/128 Bignami, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare la possibilità di dare corso alla ripresa delle attività estrattive del gas naturale mediante sfruttamento delle risorse nazionali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/129 Caretta, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/130 Ciaburro, parere favorevole, a condizione che siano premesse le parole: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di predisporre” e che sia espunta la lettera b).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/131 Mantovani, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/132 Mollicone, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/133 Zucconi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/134 Gemmato, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato premettendo: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/135 Lollobrigida, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di” e che la parola “concertazione” sia sostituita con la parola “confronto”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/136 Lucchini e n. 9/3614-A/137 Porchietto, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/138 Rizzo, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di”.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/139 Costanzo è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/140 Galantino, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/141 Trancassini, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di assumere iniziative, anche attraverso interventi sul cuneo fiscale per la riduzione del costo del lavoro, per datori di lavoro e lavoratori”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/142 Villarosa e n. 9/3614-A/143 Montaruli invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/144 Dal Moro, parere favorevole, a condizione che al secondo impegno sia premesse le parole: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/145 Romaniello, parere favorevole, a condizione che sia espunto l'ultimo capoverso delle premesse e che siano espunte le parole da: “nonché” fino alla fine dell'impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/146 Menga, invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/147 Dori, parere favorevole, limitatamente al primo impegno, a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/148 Silvestroni, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia così riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/149 Bitonci, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/150 Ehm è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3614-A/89 Marco Di Maio è stato ritirato dal presentatore.

Partiamo dall'ordine del giorno n. 9/3614-A/1 Maniero, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/2 Amitrano, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/3 Berlinghieri, parere favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/4 Frassini, parere favorevole con riformulazione: viene accettata?

Il collega Ziello chiede di intervenire? Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Per comunicare, Presidente, che accettiamo tutte le riformulazioni formulate dal Governo (Applausi).

PRESIDENTE. D'accordo.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Sì, Presidente. Ovviamente trovo apprezzabile il parere favorevole; ci terrei però, comunque, che l'Aula si esprimesse con un voto, perché questo è un impegno essenziale verso le imprese del Paese.

PRESIDENTE. Collega, ormai abbiamo superato quella fase, siamo andati avanti, quindi andiamo avanti con gli ordini del giorno. Dobbiamo andare avanti.

Ha chiesto di parlare la collega Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Anche Italia Viva accetta tutte le riformulazione del Governo (Applausi).

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/7 Mura, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare la collega Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Accettiamo anche noi tutte le riformulazioni (Applausi).

PRESIDENTE. D'accordo. Collega Raduzzi?

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento. Lei non ha visto che c'era più di un collega della componente Alternativa che alzava la mano per richiedere il voto sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/1 a firma Maniero! Lei semplicemente ci ha ignorato, nonostante le palesi mani alzate. Questo non è un modo di fare e sinceramente chiediamo di mettere in votazione quell'ordine del giorno su un tema che riteniamo molto importante, dato che voi stessi avete combinato un casino (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa – Commenti)

PRESIDENTE. Collega!

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). …e che oggi sui giornali dite che dovete sistemare il casino che avete fatto la settimana scorsa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per rilevare che, quando lei ha chiamato l'ordine del giorno n. 9/3614-A/1 Maniero, il collega Maniero aveva già alzato la mano - ho proprio prestato attenzione -; gradiremmo maggiore attenzione da parte degli uffici, perché è diritto di un parlamentare vedere votato il proprio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. È chiaro. Andiamo avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/8 Longo c'è un parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3614-A/9 Rizzo Nervo, parere favorevole con riformulazione: va bene (Proteste del deputato Trano). Colleghi!

Ordine del giorno n. 9/3614-A/10 Benamati, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/3614-A/11 Deidda, parere favorevole con riformulazione: i presentatori accettano la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3614-A/12 Donzelli: c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Collega Donzelli, chiede di metterlo in votazione?

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Sì.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/12 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/13 Delmastro Delle Vedove c'è un parere favorevole con riformulazione. La riformulazione viene accettata? Colleghi di Fratelli d'Italia? Sì, viene accettata. Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/14 Carnevali, n. 9/3614-A/15 De Filippo, n. 9/3614-A/16 Gusmeroli, n. 9/3614-A/17 Di Giorgi, n. 9/3614-A/19 Aprile e n. 9/3614-A/20 Plangger c'è un parere favorevole del Governo. Ordine del giorno n. 9/3614-A/21 Fiorini, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/22 Benedetti c'è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la collega Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-M-PP-RCSE). Colgo l'occasione di questo ordine del giorno per ricordare a quest'Aula e ai colleghi che continuano a usare il termine “termovalorizzatore” che è profondamente sbagliato, intanto perché nella normativa di riferimento, cioè le direttive e i piani europei su cui si basa la strategia di gestione dei rifiuti, questo termine non esiste (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Trovate “incineration”, trovate “co-incineration”, ma la parola “termovalorizzazione” non esiste ed è pericolosa perché sottende l'idea che si dia valore al rifiuto.

È una follia perché non c'è niente da valorizzare, se ogni cittadino in Italia produce 800 chili di rifiuti all'anno, di cui 500 di rifiuto urbano che va bruciato. È una follia propinare ai cittadini che bruciare i rifiuti sia una buona idea, lasciando che si continui a produrne quantità allucinanti. Ricordo che la prima “R” per la strategia intelligente dei rifiuti è ridurre, non produrre 800 chili all'anno pro capite e bruciarli. Vorrei inoltre ricordare alla maggioranza che gli inceneritori per il loro funzionamento hanno consumi idrici che vanno dalle centinaia di migliaia a oltre il milione di metri cubi all'anno di acqua, che può essere quella potabile, di falda o da depurazione. Sono centinaia di migliaia di metri cubi di acqua che potrebbero essere utilizzati per uso umano oppure agricolo. Con la siccità, che purtroppo diventerà la normalità nel nostro Paese, il fatto che non vi poniate il problema dei consumi idrici degli inceneritori è stupido o criminale. A voi la scelta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Brevissimamente, per sottoscrivere questo ordine del giorno della collega Benedetti e per dire anch'io che non valgono gli eufemismi in quest'Aula. Io avevo presentato un emendamento per sopprimere quella parte che prevedeva poteri straordinari al sindaco di Roma per realizzare un inceneritore a Roma da 600.000 tonnellate. Penso che sia un Paese curioso quello in cui si riesce a fare dei commissariamenti verticali su una singola questione e non su strategie generali di visione, come lo sviluppo delle rinnovabili e credo che questa vicenda sia assolutamente pericolosa da tanti punti di vista. Io credo che la Capitale non debba rinunciare a una politica virtuosa del ciclo dei rifiuti, ma che se non si debba partire da un inceneritore di 600.000 tonnellate. Dobbiamo prima decidere come ridurre, come riutilizzare e come riciclare i rifiuti e, solo alla fine, decidere come chiudere il ciclo. Tutto questo non c'è e io credo e spero che il sindaco Gualtieri userà questi poteri straordinari per spiegare finalmente alla città di Roma come intende realizzare - non solo chiudere, ma proprio disegnare - il ciclo dei rifiuti perché a tutt'oggi non ne abbiamo notizie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Se la collega Benedetti è favorevole, io sottoscriverei questo ordine del giorno, a nome di tutta la componente di Alternativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (MISTO-EV-VE). Presidente, anche a nome di tutti i membri della componente di Europa Verde, chiedo di poter sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/22 Benedetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/23 Suriano e n. 9/3614-A/24 Di Sarno, c'è un parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/25 Prisco, n. 9/3614-A/26 Lucaselli e n. 9/3614-A/27 Ferro, il parere è favorevole con riformulazione e le riformulazioni vengono accettate dai presentatori. Ordine del giorno n. 9/3614-A/28 Caiata, accolto come raccomandazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/29 Cirielli c'è un parere favorevole come raccomandazione, nel testo riformulato: viene accettato.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/30 Giovanni Russo, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/31 Varchi, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/32 Maschio, c'è una raccomandazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/33 De Toma, il parere è favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo cortesemente di poterlo mettere al voto di tutta l'Aula.

PRESIDENTE. Quindi accoglie la riformulazione?

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Sì, ovviamente, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/33 De Toma, con il parere favorevole del Governo, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/34 Rotelli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/35 Bellucci, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/36 Cavandoli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/37 Rachele Silvestri, c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Lo mettiamo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/37 Rachele Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/38 Sarli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/39 Butti, parere favorevole con riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/40 Osnato, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/41 Terzoni, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/42 Spena, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/43 Foti, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/44 Vinci, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e chiedo che sia votato.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/44 Vinci, con il parere favorevole del Governo, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/45 Frassinetti, parere favorevole con riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/46 Bucalo, parere favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/47 Pagani, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/48 Belotti, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/49 Rossi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/50 Claudio Borghi, parere favorevole con riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/51 Mariani, parere favorevole con riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/52 Testamento, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e chiedo che sia messo al voto, perché dalla riformulazione noto che il Governo non si preoccupa della sicurezza dei conducenti dei veicoli. Quindi, vorrei che fosse messo al voto.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/52 Testamento, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/53 Trizzino, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/54 Rizzetto, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/55 Rampelli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/56 Raduzzi, c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare il collega Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Io devo ringraziare il Governo perché su 150 ordini del giorno, sostanzialmente, l'unico ad avere una richiesta di ritiro secca è stato il mio. Allora, magari, uno qui fuori che ci segue si chiederà: ma cosa hanno proposto questi cattivoni di Alternativa di così assurdo? Avranno chiesto di rendere obbligatoria la lettura del libro di Di Maio? Non lo so. In realtà abbiamo chiesto una cosa molto semplice, cioè di abbassare l'IVA sui generi alimentari all'1 per cento. Perché questa cosa? Perché stiamo tornando ai massimi di inflazione degli ultimi vent'anni, siamo a circa l'8 per cento. Sui generi alimentari abbiamo una lista della spesa che va dalla frutta al più 10,9 per cento, più 11,3 per cento il pane, più 11,8 per cento la verdura, più 13,6 per cento le uova, più 20 per cento la farina, più 27 per cento il burro, più 68 per cento gli oli alimentari. Gli italiani, letteralmente, non riescono più a fare la spesa a causa vostra. E quando aumentano i prezzi, aumenta anche l'introito IVA, quindi una parte delle coperture già le avremmo. Questa non è una cosa che costa 200 mila miliardi, costa circa 8 miliardi, che sono molto meno di quello che voi avete previsto con un ordine del giorno - votato da tutti qui, ad aprile, da tutti, eccetto Alternativa e pochi altri colleghi del gruppo Misto - che impegna il Governo ad aumentare le spese militari di circa 13 miliardi all'anno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Allora la vostra priorità è spendere più in armamenti, bombe e armi, piuttosto che aiutare le famiglie italiane, che in questo momento sono in estrema difficoltà. In estrema difficoltà! Se noi guardiamo i dati, l'Italia è l'unico Paese dove, negli ultimi vent'anni, i redditi sono diminuiti: diminuiti! Nel resto d'Europa sono aumentati ovunque. E noi abbiamo il carrello della spesa che è diventato insostenibile! Tra l'altro, l'inflazione, lo sappiamo bene tutti, è la tassa più iniqua che c'è, perché le fasce di reddito più basse pagano tutto, cioè consumano tutta la parte del loro reddito, non possono risparmiare e andare su strumenti finanziari che garantiscono un minimo di introito.

Quindi, sinceramente, che il Governo su tutto questo fascicolo dica che l'unico ordine del giorno che deve essere totalmente rigettato è questo, è francamente ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Non vedo altre richieste di intervento, passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/56 Raduzzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/57 Trano c'è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno vogliamo impegnare il Governo ad abolire le sanzioni per chi non intende vaccinarsi, ovviamente parliamo della platea degli over 50. Questo provvedimento, che è un abominio, è nato sotto i peggiori auspici, perché ci sono state delle cartelle pazze che sono pervenute e sono state inviate anche a persone tridosate, persone che avevano l'esenzione, persone che non c'entravano nulla con questo provvedimento. L'Agenzia delle entrate ha sparato nel mucchio, ha creato disagi e caos. Alla fine si è ritrovato questo emendamento, approvato da tutto l'arco parlamentare, minoranza e maggioranza comprese, ovviamente con il voto contrario di Alternativa.

Poiché questo è un tema molto delicato in quanto attiene alla sfera privata, attiene alle libertà costituzionalmente garantite dei cittadini, che senso ha porre una sanzione di 100 euro agli over 50 che non intendono vaccinarsi? Tra l'altro, vorrei segnalare a tutti che anche il professor Crisanti recentemente ha smentito questa faccenda dei vaccini, dicendo, anzi, tutto il contrario, cioè dicendo che questi vaccini stanno creando ulteriori varianti. Quindi ha smentito categoricamente anche sull'efficacia e sull'utilità.

Ma non voglio arrivare a parlare di temi scientifici, che non mi appartengono; voglio arrivare semplicemente a discutere di procedimenti amministrativi che non servono a nulla, perché sono stati comminati anche nei confronti di lavoratori sospesi, a cui è stato congelato lo stipendio, e lo Stato cosa fa? Li beffa e gli fa 100 euro di multa. Questa è veramente una cosa indescrivibile e inqualificabile, da dittatura mascherata da democrazia. Allora, Presidente, chiediamo che su questo ordine del giorno cambi parere, che si riportino sulla buona strada - quella della Costituzione - i diritti delle persone umane che non devono essere vergognosamente ricattate anche con una sanzione miserevole come questa, perché davvero ci facciamo una figura pessima, anzi, l'abbiamo già fatta! Abbiamo Ministri vergognosi, Ministri indecenti, segnalo quello della Salute, il Ministro Speranza, il peggior Ministro della storia repubblicana (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Allora, rimettiamo a posto le cose, date parere favorevole a questo ordine del giorno, perché è una cosa schifosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Presidente, mi voglio associare a questo ordine del giorno e voglio sottoscriverlo, perché mi sembra una misura che ristabilisce un po' di giustizia da commisurare rispetto al modo in cui in tutto il mondo è stata trattata la questione COVID. Sarebbe il modo di superare un'anomalia che ha fatto soffrire troppa gente inutilmente, senza risultati, senza ratio scientifica, se non quella di voler rafforzare un potere impositivo del Governo semplicemente per vessare i cittadini. Quale altra ragione ci può essere in queste condizioni per perpetuare una misura come questa, quando sono venute meno totalmente tutte le ragioni pratiche materiali, nel momento in cui tutti si infettano, si reinfettano, senza alcun riguardo alle condizioni della propria vaccinazione? Questo sarebbe un modo per il Governo di riavvicinarsi ai cittadini e per il Parlamento di sanare una situazione che è stata a lungo molto dura per troppe persone che hanno sofferto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intendo sottoscrivere l'ordine del giorno. Dopo un anno e mezzo dobbiamo capire esattamente qual è la situazione vaccinale nel Paese, ossia quante scorte abbiamo, perché ne abbiamo comprate così tante, quali sono i dati di efficacia che non ci vengono dati, non ci vengono forniti, anzi, vengono totalmente nascosti o mistificati, perché, ovviamente, la verità non deve venire a galla. Ci devono spiegare perché c'è un obbligo over 50 diffuso, perché sono state messe addirittura le sanzioni, qual è il senso scientifico di tutto ciò? Non c'è mai stato un senso scientifico, c'è stato semplicemente un senso politico o un senso economico, perché magari delle case farmaceutiche americane dovevano arricchirsi e anche per questo motivo è stato affossato il progetto del vaccino dell'azienda italiana, tra l'altro.

Quindi, ci sono tante domande che non hanno avuto risposta e con l'ordine del giorno mi sembra sacrosanto richiedere l'eliminazione di una delle vergogne più grandi di quest'ultimo anno e mezzo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO). Grazie, Presidente. Per tutte le ragioni esposte in precedenza dai colleghi, chiedo di sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo, non vedo altre mani alzate, pertanto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/57 Trano. L'onorevole Trano non ha accettato la riformulazione, quindi il parere del Governo si intende contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/3614-A/58 Corda: c'è un parere favorevole con riformulazione. Collega Corda, le chiedo se accetta o meno la riformulazione.

EMANUELA CORDA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Sono costretta ad intervenire, perché avete approvato soltanto il terzo capoverso degli impegni, nel quale si forniscono aiuti umanitari all'Ucraina. Quindi, c'è una grandissima contraddizione, perché, da una parte, state rincarando la dose, continuando ad inviare armi pesanti in teatro di guerra, dall'altra, però, gli date il contentino con gli aiuti umanitari; tutto questo è vergognoso, potrei definirla una vera e propria pagliacciata, così come ha definito il presidente Conte un certo tipo di politica, in questi giorni. Definisco anche una pagliacciata il fatto che abbiate tappato la bocca al collega Maniero, quando abbiamo passato 5 anni, come MoVimento 5 Stelle, ad intervenire sull'ordine dei lavori per farci dare la parola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Quindi, vi dovreste vergognare, perché mi sarei aspettata degli interventi da parte dei colleghi. Scusate la digressione sul tema, ma ci avete negato un minuto per fare una votazione su un ordine del giorno, quando c'era anche la testimonianza di Fratelli d'Italia sul fatto che avessimo sollevato la mano per tempo: lo trovo scandaloso e ipocrita. Abbiamo passato 5 anni facendo la battaglia per dare la parola al Parlamento e alle opposizioni e, oggi, tutto è stato buttato nel wc. Ragazzi, questo state facendo; da voi non me lo sarei mai aspettata; abbiate pazienza, però, purtroppo, è veramente una vergogna.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, anche questo riflette la pagliacciata che state portando avanti, la pagliacciata che probabilmente si trasferisce anche in quella specie di documento mastodontico che il presidente Conte avrebbe consegnato a Draghi, facendo perdere giorni e giorni al Parlamento per discutere i provvedimenti. Cosa ci sarà in quel documento, in quel faldone? Immagino il “no” alle armi. Allora, se c'è il “no” alle armi, che avete detto che avreste portato avanti e lo avete detto e ridetto, immagino che voterete a favore di questo ordine del giorno, perché, se voterete contro, sappiate che lo grideremo urbi et orbi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa); vi dovreste vergognare! E non è una questione di essere pacifisti, idealisti, è una questione di onestà; non si può dire una cosa un giorno e il giorno dopo fare esattamente il contrario e dire: no, perché Draghi ci ascolterà. Avete detto che non avreste più votato la fiducia e l'avete votata; adesso, se voterete di nuovo contro lo stop dell'invio alle armi, per quanto mi riguarda, veramente sarà l'ultimo capitolo di una saga ridicola. Forse, temete di dividervi in altri due segmenti, di fare il terzo partito? È questo ciò che sta accadendo? Io temo proprio che sia così. Allora, invito almeno quelli che hanno ancora un briciolo di amor proprio e che sono convinta siano anche in buona fede a votare a favore di questo ordine del giorno, a dire “no” all'invio di armi in teatro di guerra, perché stanno finendo nelle mani delle associazioni terroristiche e i dati non li stiamo dando noi, ma sono ufficiali, lo sanno anche i muri. Queste armi non stanno producendo un effetto positivo, perché la guerra, purtroppo, si sta protraendo e ogni giorno che passa, ogni minuto che passa, ci sono morti in più e chi invia armi contribuisce a questo sfacelo. L'Ucraina sta diventando una polveriera; dove finiranno queste armi quando sarà terminato il conflitto? Vogliamo sapere quanto ci costano economicamente, qual è l'entità di queste forniture e chiediamo trasparenza: il MoVimento 5 Stelle lo ha gridato per cinque anni all'opposizione. Mi sto vergognando, io mi sento ancora di quel MoVimento 5 Stelle; voi non lo siete più (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Presidente, è finito il tempo delle allusioni; molti si accontentano di alludere alla pace, perché sanno che la maggior parte del popolo italiano non vuole le armi; lo sappiamo tutti, perciò i partiti sono in fibrillazione, sono preoccupati, vogliono trascinare l'opinione pubblica verso una nuova immagine di qualcuno che vorrebbe la pace. Poi, al momento del voto, non sanno decidersi nemmeno su un ordine del giorno per votare in direzione di atti concreti, in direzione della pace. Così, siamo bloccati eternamente in questa condizione. Io credo sia opportuno fare una prima inversione di tendenza e mandare un segnale vero, autentico, con un voto, un voto parlamentare. Siete qui per questo, siete parlamentari, no? Cercate di rappresentare il vostro popolo di riferimento, date un primo segnale, dite che queste armi non devono essere più inviate in quel calderone che ci porta verso una catastrofe (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Chiedo scusa, ma vorrei che anche il Governo magari…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di liberare i banchi del Governo. Colleghi…

ALVISE MANIERO (MISTO-A). La ringrazio molto, Presidente. Allora, c'è un altro elemento. Questa non è solo - come dire - un'occasione d'oro per chi ha passato settimane o mesi a dire che era ora di finire di inviare le armi e, poi, votava contro tutti gli emendamenti che avrebbero bloccato gli ulteriori invii di armi, tipo il MoVimento 5 Stelle o Insieme per il Futuro di Di Maio, e via dicendo.

Ci sono anche altri contenuti che per me sono cari e che vorrei sottolineare; c'è, per esempio, il fatto di rendere pubblico quello che stiamo inviando in Ucraina, e lo chiedo da italiano, ma lo chiedo da italiano e da rappresentante degli italiani in Parlamento, perché ormai sono 20 giorni che un cittadino tedesco può aprire il web, andare sul sito del suo Ministero della Difesa e vedere, colpo per colpo, mina per mina, lanciarazzi per lanciarazzi, tutto quello che è stato inviato, che sta per essere inviato e il relativo valore economico. In Italia questi dati sono secretati e non capisco se lo sono perché riteniamo il cittadino italiano sia mediamente più stupido o meno in grado di comprendere il significato di questi invii, oppure non lo so. Ho visto che la Repubblica federale tedesca ha pubblicato queste armi, accompagnandole con questo comunicato: ci rifacciamo, in questa pubblicazione alla prassi di trasparenza e democraticità dei nostri più vicini alleati, come gli Stati Uniti. Noi a chi ci siamo rifatti? Alla Corea del Nord? A me non è chiaro; vi invito a riflettere su questo e a votare favorevolmente su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Allora, capisco che il leader Conte o, meglio, l'avvocato dei penultimatum (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), quello che andava dicendo che non sarebbe mai più andato in RAI e, dopo una settimana, ha cambiato idea, quello che diceva “basta armi” e poi ha cambiato idea, quello che “bisogna sistemare il superbonus” e poi vota la fiducia, ebbene questo è ciò che è rimasto del MoVimento 5 Stelle, però oggi abbiamo l'opportunità di votare un impegno. E' una testimonianza, perché noi poi sappiamo che questi ordini del giorno hanno una valenza politica ma non cambiano direttamente subito le cose. Quantomeno votate questo ordine del giorno, cari colleghi, che chiede di fare trasparenza su cosa stiamo inviando, a che costo, a chi lo inviamo, un atto di indirizzo che dice “basta con le armi”, dopo 5 mesi di conflitto in cui abbiamo constatato che, purtroppo, c'è stata comunque un'escalation e la guerra sta continuando. E noi ne paghiamo le drammatiche conseguenze in termini economici, con l'inflazione che sta schizzando a livelli altissimi, aziende che rischiano di chiudere, l'export che va a strapiombo e le bilance commerciali - non solo in Italia, ma anche in Germania - che tornano a zero.

PRESIDENTE. Colleghi…

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Allora, in questo contesto, dobbiamo prenderci una pausa di riflessione e cercare di capire se quella che è stata la nostra strategia come Italia, come Occidente, sia servita a qualcosa.

Tra l'altro, lo diceva bene il nostro collega Maniero, siamo praticamente l'unico Paese che non ci dice nulla riguardo alla tipologia di armi che stiamo mandando. Quindi, vi invito sinceramente a fare un supplemento di riflessione e votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-M-PP-RCSE). Per sottoscrivere, come componente Manifesta, l'ordine del giorno n. 9/3614-A/58 Corda e anche il n. 9/3614-A/59 Vianello.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/58 Corda. La collega Corda non ha accettato la riformulazione, quindi il parere del Governo si intende contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno il n. 9/3614-A/59 Vianello, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il collega Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Sempre sull'articolo 5: rigassificatori. Nell'illustrazione abbiamo già spiegato le criticità di questa norma. Ora voglio semplicemente evidenziare che il Governo ha detto “no” a questo ordine del giorno e voglio leggere un passaggio della relazione annuale sulla Politica dell'informazione per la sicurezza che l'intelligence fa al Parlamento e al Paese.

A pagina 38, il box 4 è riferito esclusivamente alla questione del gas. L'intelligence dice (leggo, non sto inventando nulla): “L'importazione del gas rappresenta, dunque, un elemento di significativa criticità per la sicurezza dell'approvvigionamento nazionale, la cui affidabilità risulta garantita, tuttavia, da un'ampia e diversificata capacità di importazione e da una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto e di un terminale di rigassificazione”. “In particolare”- scrivono i servizi segreti ai parlamentari e al resto del Paese - “la ridondanza delle nostre infrastrutture di gas permette di soddisfare livelli di domanda molto elevati anche in caso di interruzione della principale infrastruttura di importazione, ossia del gasdotto che trasporta i flussi in arrivo dalla Russia fino al punto d'ingresso di servizio che nel 2021 ha veicolato il 38 per cento del fabbisogno nazionale”. Per cui, che non servano ulteriori infrastrutture lo stanno dicendo anche i servizi segreti, e non certo le associazioni ambientaliste. Pertanto mi chiedo come mai il Governo non ascolti neanche i servizi segreti e stia andando avanti dicendo “no”, in maniera ideologica - ideologica - ai nostri impegni. Che cosa vi chiediamo di così tragico? Vi chiediamo che sia promossa, in modo determinato e duraturo, l'efficienza energetica che voi state sabotando! Stanno qui gli imprenditori, sono qui sopra! Ora voterete davanti a loro. Questo vi chiediamo sull'efficienza energetica, in ossequio al pacchetto Fit for 55. Il Governo dice “no” a questo impegno! Incredibile, il Governo dice “no”. L'Italia fino a maggio, in cinque mesi, ha esportato un miliardo e 400 milioni di metri cubi, se siamo in emergenza, azzeriamo l'esportazione di gas all'estero; e voi dite “no”, perché altrimenti le multinazionali non fanno profitto.

Noi vi diciamo anche che, perlomeno, se dovete fare i rigassificatori, almeno fate la valutazione di impatto ambientale, la VIS, l'incidenza sulla salute, la valutazione ambientale strategica, come in ogni opera, e il Governo dice “no”, “no”; altro che transizione ecologica! Ma la cosa più eclatante è il rifiuto da parte del Governo a questo impegno che vi proponiamo, come alternativa al rigassificatore, di un grande dibattito pubblico, in cui al centro vengano messi l'efficientamento energetico, la mobilità elettrica, lo stoccaggio di energia, la stabilizzazione della rete, pronta a conseguire la neutralità climatica entro il 2050 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e il Governo dice “no” a queste cose! Voi state condannando gli italiani a essere schiavi delle fonti fossili per altri vent'anni, vergognatevi, Governo fossile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Mi unisco alla richiesta del collega Vianello. Vorrei ricordare, in merito ai rigassificatori, lo continuo a segnalare, che l'Italia - così come l'Unione europea - non ha un piano industriale, quindi, vorrei capire come si fa a sapere quanto gas ci servirà nei prossimi anni, considerando anche le scelte che arrivano a livello globale, come la decarbonizzazione; ci siamo dati obiettivi chiari e precisi in merito a quest'ultima. Questi impianti di rigassificazione non verranno realizzati in tempi brevi, ci vorranno anni. Non solo, con la loro realizzazione non verrà garantita una diminuzione dei prezzi dell'energia e, nel frattempo, sappiamo benissimo che, purtroppo, oggi l'inflazione è salita, siamo addirittura all'8 per cento; non solo, la realizzazione di questi rigassificatori ci legherà, purtroppo, al loro uso, perché saremo costretti ad ammortizzarne i costi per i prossimi anni.

Quindi, ritengo che il Governo debba puntare in maniera più convinta sulla realizzazione delle infrastrutture per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, perché questo ci permetterà di mantenere i costi energetici livellati e non soggetti, come, purtroppo, sta accadendo ora, alle speculazioni(Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per ringraziare il presentatore di questo ordine del giorno e per chiarire la posizione di Fratelli d'Italia sul tema dei rigassificatori. Ci sono state alcune strumentali polemiche da parte di qualche uomo del territorio, come il sindaco di Firenze, Nardella, e colgo quindi l'occasione per chiarire alcuni aspetti. Noi non abbiamo alcun pregiudizio ideologico sul tema dei rigassificatori, non c'è un “no” ideologico ai rigassificatori e non c'è nemmeno la logica del “non nel mio giardino”, la logica NIMBY del “va bene ma facciamolo da un'altra parte”. Il tema serio è che il Governo ha sbagliato completamente fino ad oggi - speriamo che possa cambiare presto atteggiamento - l'approccio su questo tema. Prima di tutto, non ha coinvolto minimamente questa Camera nelle Commissioni competenti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,45)

GIOVANNI DONZELLI (FDI). In secondo luogo, non ha coinvolto i territori, non ha parlato con i sindaci. Se si vuole creare una struttura di questo genere su un territorio, il primo colloquio si deve avere col sindaco, con chi rappresenta la comunità locale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non si può pensare di scavalcare completamente i territori e poi chiedere ai territori sacrifici per l'interesse nazionale. Allo stesso modo, non si può pensare di non considerare le peculiarità di ciascun territorio. Mi permetto di dire, nel caso specifico di Piombino, che se qualcuno vuole occuparsi di questa città deve iniziare a valorizzare e a riflettere su tutte le bonifiche promesse dai Governi negli ultimi decenni e mai realizzate; si inizi a parlare di tutte le carenze su quel territorio da parte del vostro non-Governo nazionale. Successivamente, quando si saranno pareggiati i conti si potrà ipotizzare di chiedere altri sforzi per il futuro. Tutto questo lo sapete benissimo e lo sa anche il Partito Democratico, ma sfugge al sindaco di Firenze, Nardella, che fa polemiche e dice che Fratelli d'Italia ha una posizione diversificata in quanto in Sicilia è a favore dei rigassificatori mentre a Piombino ha una posizione contraria; a livello nazionale si dice patriota ma a Piombino, sul proprio territorio, non li vuole. In realtà Fratelli d'Italia è molto chiaro su questo ma chiedo al sindaco di Firenze, Nardella, di parlare col Partito Democratico di Piombino che è in prima linea contro il rigassificatore a Piombino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prima di dire che la posizione di Fratelli d'Italia non è chiara, il sindaco di Firenze si occupi un po' di Firenze, invece di avere queste smanie da secondo mandato e di cercare di parlare di tutto, tranne che della città. Se si vuole occupare di Piombino, parli col suo partito a Piombino e scoprirà che non ci sono pregiudizi ideologici, non ci sono logiche chiuse da parte di alcuno ma c'è la volontà di rispettare i singoli territori e chi li rappresenta, a partire dai sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Riprendo le parole dell'onorevole Donzelli poiché, in effetti, su questo, la nostra posizione è chiara e non ci sono ombre. La stessa cosa la vediamo anche con un ordine del giorno accolto con riformulazione che riguarda i rigassificatori esistenti. Non stiamo parlando di nuove strutture ma stiamo parlando dei tre rigassificatori che oggi esistono. Su questo c'è stata una volontà di una semplificazione proprio perché andiamo incontro all'esigenza di approvvigionamento nazionale di energia che, al momento, almeno in quello di Rovigo, è sottostimato per quasi 2 miliardi. Con gli eventuali lavori successivi, potrà eventualmente raggiungere ulteriori 2 miliardi. Il punto è proprio questo: il tema dei rigassificatori. C'è un sistema che deve essere efficientato nel migliore dei modi. Ricordo a tutti che questi impianti comunque avranno durata fino al 2050 e poi verranno smantellati. Quindi, noi dobbiamo attivarci affinché l'energia, in Italia, sia mantenuta costante attraverso l'approvvigionamento ed è un tema essenziale da seguire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/59 Vianello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/60 Colletti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, signor Presidente. Con questo ordine del giorno vogliamo sottoporre all'Aula l'annoso tema dei bonus edilizi, con particolare riguardo al superbonus 110 per cento. È incredibile che una misura nata con le migliori intenzioni, per migliorare la resa energetica degli immobili nel nostro Paese e nel contempo rilanciare il settore dell'edilizia, soprattutto con riguardo alle piccole e medie imprese, sia invece diventata una vera e propria mannaia verso questo settore e stia condannando alla morte economica, giuridica, sociale e, in qualche caso, forse anche fisica - perché è quasi un'istigazione al suicidio - centinaia di migliaia di imprenditori, di piccole e medie imprese che hanno avuto l'unica colpa di fidarsi dello Stato. Queste imprese hanno fatto investimenti, hanno avviato lavori, hanno preso commesse e hanno fatto anche assunzioni, magari, di personale dipendente, facendo affidamento su norme dello Stato che davano un certo valore a dei crediti. Dopo che li hanno presi nella loro pancia, a un certo punto lo Stato arriva a dire loro, da un giorno all'altro, che quegli stessi crediti potranno al massimo essere usati come carta igienica. In quale Paese civile può succedere che gli imprenditori che fanno affidamento sullo Stato si debbano trovare a un passo dalla riduzione sul lastrico, dalla morte e dal fallimento? È un Paese civile quello che cambia le carte in tavola e che truffa i propri piccoli imprenditori? Secondo me non può essere un Paese civile quello che tratta così i piccoli e medi imprenditori. Se vi fa così tanto schifo questo superbonus - sappiamo che il Governo Draghi è il Governo dell'austerità e della macelleria sociale, è il Governo del taglio alla spesa pubblica - chiudetelo dall'anno prossimo, fra sei mesi o per il futuro ma, almeno, salviamo la vita a quelle imprese che hanno acquisito crediti facendo affidamento su leggi dello Stato e poi si sono ritrovate con le carte in tavola totalmente scombinate. Non è possibile sfruttare ogni cosa in questo Paese per massacrare la piccola e media impresa. C'è un piano e un disegno economico. Io vedo anche una coerenza in quello che sta facendo Draghi in questo Paese. Già da governatore della BCE lo diceva, nel 2015. Se andate a prendere le dichiarazioni di Draghi del 2015, vi accorgerete che diceva che questo Paese non va bene ci sono troppe piccole e medie imprese. Tutto allora diventa una scusa per massacrare e macellare la piccola e media impresa: che siano il COVID, il green pass e le restrizioni, che hanno ammazzato la piccola e media impresa e il turismo italiano, o che sia la guerra, con l'inflazione e i prossimi razionalmente energetici. In questo modo, massacriamo i piccoli imprenditori. Anche il superbonus viene utilizzato, paradossalmente, per eterogenesi dei fini, per ottenere l'effetto opposto, non per risollevare un settore della piccola e media impresa edilizia, non per efficientare i nostri immobili ma, addirittura, per uccidere tante piccole e medie imprese, magari lasciando campo libero alle grandi. Il Governo fa ridere nel momento in cui ci dice che accoglie come raccomandazione l'impegno a sbloccare la cessione dei crediti. Ma quale raccomandazione! Voi dovreste sentirlo come impegno sacro e solenne quello di salvare gli imprenditori che state uccidendo, con la confusione che state creando. Avete ucciso il superbonus, con la confusione che avete creato e con questi cambi di norma ogni due mesi ma, almeno, salviamo quelli che hanno i crediti in pancia e che li hanno acquisiti pensando che quei crediti avessero un valore. Non è un Paese civile quello che cambia così le carte in tavola ai propri piccoli imprenditori. Lo dico anche a chi di questo superbonus ha fatto una battaglia, una bandiera identitaria, cioè il Movimento 5 Stelle che ci ha tenuti tre giorni appesi qui in Aula, sospesi nel vuoto, in attesa di questo incontro fra Draghi e Conte. Dopo tre giorni di nulla, arriva la fiducia e si tirano i remi in barca e ci si arrende rispetto a ogni richiesta iniziale. State voltando le spalle a tutti gli imprenditori edilizi del superbonus ai quali avete promesso che vi sareste impegnati. A un certo punto, vi siete arresi, vi state arrendendo per amore non so di cosa. A questo punto, tenere in piedi questo carrozzone di Governo dell'impoverimento non fa bene né a voi, né al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e neanche al Governo stesso, perché si stanno ammalando. Lo si vede nel loro viso che si stanno ammalando. Questo stillicidio ormai non serve più a nessuno, non giova più a nessuno. Stacchiamo questa spina, staccate questa spina e lasciamo libero questo Paese di autodeterminarsi. Via i banchieri, andassero a fare i banchieri! Riappropriamoci del nostro ruolo di politici, la politica deve tornare a decidere la linea in questo Paese! Mandiamoli a casa, mandateli a casa voi che avete i numeri per metterli almeno in difficoltà. Altrimenti, vi prego, se non volete farlo, tacete e risparmiateci i vostri ipocriti piagnistei, quando poi gli votate qualsiasi cosa qui in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Freni. Ne ha facoltà.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo chiede di accantonare gli ordini del giorno n. 9/3614-A/60 Colletti, n. 9/3614-A/79 Mazzetti, n. 9/3614-A/101 Sut, n. 9/3614-A/142 Villarosa e n. 9/3614-A/143 Montaruli.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, li accantoniamo e passiamo avanti. Pregherei il Governo, comunque, di prepararsi in maniera - lo dico perché immagino di interpretare anche il pensiero dei colleghi - da non interrompere la seduta per dover trovare soluzioni (Applausi); quindi, nelle more del nostro tempo, lavoriamo su una soluzione.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3614-A/61 Leda Volpi.

Ha chiesto di parlare il collega Vianello. Ne ha facoltà, per un minuto e mezzo.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Presidente, sarò velocissimo, perché, purtroppo, i tempi che mi sono concessi sono questi. Parliamo dell'articolo 13 sui rifiuti di Roma. Chiariamo, Presidente, che nell'articolo non è previsto un inceneritore; nonostante la propaganda fatta, non è espressamente previsto. Tuttavia, per come è conformata la norma, potrebbe creare numerosi problemi, perché, di fatto, manca un'intesa con la regione Lazio e con il Piano regionale, che è in contrasto, ma soprattutto perché il commissario scelto, Gualtieri, di rifiuti non capisce nulla. Già che chiama “termovalorizzatore” un inceneritore, quando la parola “termovalorizzatori” non c'è nella direttiva sull'incenerimento, nella direttiva AIA, nella direttiva IED, nella direttiva quadro rifiuti… Non è scritta da nessuna parte, perché è inventata. Nella fattispecie, state dicendo “no” a cosa? Noi diciamo, se c'è un commissario, bene: mettiamo obiettivi misurabili, almeno che raggiunga, a giugno 2023, il 65 per cento di raccolta differenziata, e si applichi una tariffa puntuale per far diminuire i costi ai cittadini. Il Governo dice “no”! Perché dice “no” a un impegno del genere? Perché dice “no” alla gerarchia quadro dei rifiuti, al trattamento della gerarchia? Come devono essere trattati, è già tutto scritto! Perché bisogna derogare? Io non riesco a comprendere, Presidente, è inqualificabile! Il trattamento meccanico-biologico andrebbe modificato. Come fa Gualtieri a dire che vuole un inceneritore, se ancora non ha fatto il piano comunale dei rifiuti? Dopo aver rovinato l'ILVA, adesso rovinerà Roma (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Colleghi, vi invito al voto!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/61 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3614-A/62 Giuliodori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà, per quattro minuti.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Io non so come interpretare questa riformulazione. Praticamente, se non ho capito male, si toglierebbe: “entro il mese di luglio 2022” e si inserirebbe: “quanto prima”, una riformulazione, per così dire, generica. Non so il Governo dei migliori quanto sia diventato migliore, ma, forse, oltre a cancellare tutte le piccole e medie imprese italiane, vuole anche cancellare il calendario gregoriano. Spiegatemi qual è il senso temporale del “quanto prima”: che vuol dire “quanto prima”, visto che non è neanche la prima volta che riformulate un ordine del giorno che - lo ripetiamo sempre, ma una volta di più non guasta -, vale pochissimo ? Nella riformulazione, “quanto prima” che vuol dire? La percezione del tempo è assolutamente personale: ogni essere vivente percepisce il tempo in modo diverso. Che vuol dire “quanto prima”? Per la Terra “quanto prima” potrebbe essere un'era geologica o non so. Chiederei al Governo, se può riferire su cosa intenda con “quanto prima”, perché altrimenti non è possibile accettare una riformulazione di questo tipo.

Chiedo, quindi, al Governo - se magari mi dà ascolto -, se può spiegare che cosa voglia dire “quanto prima”, secondo la propria visione, altrimenti devo rifiutare la riformulazione.

PRESIDENTE. Il Governo non chiede di intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/62 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3614-A/63 Spessotto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà, per due minuti e mezzo.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, qui siamo al paradosso, al completo paradosso. Questo è un ordine del giorno per togliere questa follia della limitazione degli affitti di breve periodo nella città di Venezia. Iniziamo a dire che, grazie a Dio, quest'anno c'è un flusso turistico che sta scegliendo il nostro Paese come destinazione. Allora, noi che facciamo? Arrivano i turisti e, invece di far crescere l'economia, cercando di far campare questo settore che è stato strangolato negli ultimi due anni dalla pandemia, poniamo paletti e cerchiamo di limitare la crescita del Paese! Questa è una norma palesemente incostituzionale, perché si vuole limitare l'uso della proprietà privata secondo quello che dirà il sindaco, secondo quello che emanerà il sindaco di quella città. La cosa ancora più pericolosa è che si sta creando un precedente che ha fatto crescere l'interesse anche da parte di altri sindaci.

Allora, io mi chiedo: questo si chiama “decreto Aiuti” o “decreto Impoverimento”? Infatti, voi non state aiutando le piccole o le micro imprese o chi ha una abitazione adibita a bed and breakfast o ad affittacamere. Questo è un modo per creare maggiore povertà e lo si fa con un uso discriminatorio della legge, che - ripeto - è fortemente incostituzionale.

In conclusione, Presidente, sempre nel “decreto Aiuti” - che sarebbe nella forma e nel titolo - è stato applicato anche il regime de minimis al credito d'imposta per le società gasivore e di altre tipologie. Mi spiegate che razza di “decreto Aiuti” è questo, visto che state cercando di impoverire la piccola e media impresa? Allora, ha ragione qualche mio collega, che dice che Draghi è venuto a fare il macellaio, è venuto ad ammazzare la piccola e media impresa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), non è venuto qua ad aiutare il Paese! Quando lo capite voi, quando lo capirete? Fin quando vi mangiate i soldi del PNRR va bene, poi, nel momento in cui non ci sarà più un centesimo da dividere, vi voglio vedere! Andatelo a spiegare ai vostri elettori, un giorno, il casino che state creando (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Anch'io tengo a intervenire su questo punto. È una proposta di norma, per noi, veramente incomprensibile. Avrebbe come finalità dichiarata quella di favorire la residenzialità stabile in un territorio. Quindi, come fa a incentivarla? Dà qualche incentivo fiscale? No! Va, magari, a riattare le case popolari e di proprietà pubblica, visto che nel territorio in questione è il pubblico a essere il primo proprietario relativo di case invendute e sfitte? No, non fa neanche questo. Allora, magari, va a ragionare sui flussi di turismo, che sono enormi, fatti di grandi navi che scaricano 5.000 persone alla volta, con propensione alla spesa zero, che arrivano nella città come le cavallette, rimontano in nave e vanno via? No. Si va a disincentivare gli affitti turistici. Questa misura crea zero residenzialità, ha elementi di ingiustizia. In questo conto, nei 120 giorni di limite - non si capisce stabiliti come -, vanno contate anche le residenze brevi, magari per motivi di lavoro o di salute. E effetto ulteriore che avrà non è la residenzialità, ma l'incentivazione del nero. Infatti, sappiamo benissimo che, se a Venezia, ma come in qualunque città d'arte d'Italia, io vado a dire “tu puoi affittare 120 giorni, dopodiché hai un disincentivo e tutta una serie di problemi”, il 121° giorno parte il nero, di certo non il cambio di destinazione d'uso che si sogna qui. In sintesi, pensare che la causa dello spopolamento di un centro siano gli affitti turistici è, come minimo, riduttivo, ma sicuramente del tutto fuorviante. Allora, in tutti i centri che abbiamo, in tutti i borghi stupendi lungo l'Appennino, che son praticamente deserti, il problema qual è? Il costo eccessivo degli affitti? Vogliamo veramente raccontarci questa? Quindi, o la norma è completamente fuori strada oppure ha altri scopi, magari non dichiarati, magari quello di favorire i grandi alberghi. Peraltro, non fa nulla per intervenire sui mega-gruppi, che si accaparrano centinaia e centinaia di alberghi in tutti i centri d'Italia, e va a spaccare le gambe orizzontalmente ai proprietari: se hai 2 case, è come se ne avessi 200!

Veramente trovo assurda questa misura. La trovo assurda perché va a distruggere l'economia per norma, a favorire l'immersione e a ridurre il gettito. Vi invitiamo a ragionare, invece, su un sistema più sensato, non so come altro dirlo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/63 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ha chiesto di parlare il collega Vallascas sul suo ordine del giorno 9/3614-A/64. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Purtroppo, c'era un po' di rumore in Aula e non sono riuscito a sentire bene la riformulazione. Quindi, intervengo per avere conferma: se si tratta soltanto dell'aggiunta delle parole “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, se è così, accetterei la riformulazione.

PRESIDENTE. Il Governo non fa obiezioni, quindi, è così. Bene, la riformulazione è accolta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/65 Forciniti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/65 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/66 Sapia, c'è una riformulazione: viene accolta? Non viene accolta, quindi, si mette in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/66 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/67 Massimo Enrico Baroni c'è una riformulazione, che non viene accolta. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/67 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/68 Zanella il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/69 Albano, il parere è favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/71 Manca Gavino, il parere è favorevole con riformulazione; va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/72 Savino Sandra, c'è il parere contrario: è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/73 Pella, il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/74 Zangrillo e n. 9/3614-A/75 D'Attis, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/76 Battilocchio, il parere è favorevole con riformulazione che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/77 Fassina, il parere è favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Chiederei al Governo di rileggere la riformulazione, se possibile.

PRESIDENTE. Prego la rappresentante del Governo di rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3614-A/77 Fassina.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. La riformulazione è la seguente: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Onorevole Fassina?

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, non accetto la riformulazione e chiederei al Governo di accantonare l'ordine del giorno che interviene sul bonus di 200 euro, previsto negli articoli del disegno di legge di conversione del decreto.

Sottolineo che questo bonus lascia fuori i soggetti sociali più in difficoltà. Vi dico rapidamente quali sono: tutti i lavoratori precari. Gli agricoltori, i lavoratori dello spettacolo, che hanno meno di cinquanta giornate di lavoro, non prendono il bonus di 200 euro; i lavoratori licenziati a giugno e non rioccupati a luglio non prendono il bonus dei 200 euro, e non è una categoria limitata e particolarmente strana. Sono tantissimi lavoratori precari della scuola che, come sapete, lavorano da settembre a giugno. Ci sono tutti coloro che hanno contratti che non prevedono la contribuzione previdenziale, come gli stagisti o i tirocinanti; ci sono i dottorandi e gli assegnisti di ricerca. Tutti, in quest'Aula, stiamo chiedendo al Governo maggiori risorse per contrastare la caduta di potere d'acquisto sui redditi da lavoro. Il decreto interviene con una misura insufficiente ma significativa; ma lascia fuori i soggetti più in difficoltà.

Avevamo proposto un emendamento: con meno dell'1 per cento di incremento del contributo straordinario sugli extra profitti, avremmo incluso queste categorie di lavoratrici e lavoratori, che, ripeto, sono i più svantaggiati, nell'ambito del bonus di 200 euro. Quindi, di fronte a una riformulazione che “valuta l'opportunità di”, per quanto mi riguarda, non è possibile un accoglimento. Chiedo al Governo di accantonarlo e di tornarci su, perché è una priorità, che mi pare larghissimamente condivisa.

PRESIDENTE. Prego, Vice Ministra Castelli.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Sì, Presidente, se possiamo cambiare il parere, togliendo “a valutare l'opportunità di” e lasciando, ovviamente, “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Fassina? Allora, viene accolto, così come riformulato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente, per comunicare che tutti noi della Lega sottoscriviamo l'ordine del giorno dell'onorevole Fassina.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto e procediamo.

Passiamo all'ordine del giorno dell'onorevole Faro n. 9/3614-A/78, su cui c'è il parere contrario: è ritirato.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/79 Mazzetti è accantonato. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/80 Squeri, c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/81 Del Sesto, c'è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/82 Tarantino, c'è una riformulazione, che viene accolta…Tutte accolte, onorevole Ziello? Benissimo, la ringrazio molto. Quindi, le riformulazioni degli ordini del giorno n. 9/3614-A/82 Tarantino, n. 9/3614-A/83 Potenti, n. 9/3614-A/84 Loss, n. 9/3614-A/85 Viviani, n. 9/3614-A/86 Gastaldi e n. 9/3614-A/87 Golinelli sono accolte.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/88 Cadeddu, c'è un parere contrario: viene ritirato, benissimo. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/90 Toccafondi, c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/91 Anzaldi, c'è il parere favorevole, con riformulazione che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/92 Vitiello, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/93 Fregolent, il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/82 95 Frati, il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/96 Fragomeli, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/97 Buratti, il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/98 Cancelleri, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/99 Zanichelli, il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/100 Martinciglio, il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/101 Sut è accantonato. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/102 Pignatone, il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/103 Bilotti è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/104 Galizia, il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/3614-A/105 Papiro è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/106 Orrico, il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/107 Mammì il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/108 Barzotti, il parere è favorevole con riformulazione, che non viene accolta.

Ha chiesto di parlare la collega Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo un accantonamento in attesa di una nuova riformulazione.

PRESIDENTE. L'accantonamento lo deve chiedere il Governo; vediamo se la collega Castelli è d'accordo.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Allora, se posso, Presidente, leggo la nuova formulazione appena arrivata. Sulla lettera b), parere favorevole con la seguente riformulazione: “monitorare l'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 34-bis del provvedimento in esame, anche in vista di eventuali modificazioni”. Sulla lettera c), parere favorevole.

Sulla lettera d), il parere favorevole con la seguente riformulazione: “porre in essere ogni utile iniziativa per accelerare la definizione delle procedure concorsuali per il rafforzamento dei centri per l'impiego”. Sulla lettera e), parere favorevole con la seguente riformulazione: “promuovere interventi per la garanzia di un salario minimo adeguato e dignitoso in conformità a quanto previsto dall'articolo 36 della Costituzione”.

PRESIDENTE. Onorevole Barzotti, accetta la riformulazione?

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Sì, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Perfetto, mettiamo a verbale. Ordine del giorno n. 9/3614-A/109 Corneli, parere favorevole con riformulazione: va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/3614-A/110 De Lorenzis, parere favorevole con riformulazione. Va bene? No? Ha chiesto di parlare l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

DIEGO DE LORENZIS (M5S). Grazie, Presidente. Volevo chiedere la possibilità di accantonare questo ordine del giorno e chiedere al Governo una riformulazione almeno sul primo dei due impegni. Questo ordine del giorno - ne approfitto, Presidente, per illustrarlo ai colleghi e, quindi, motivare la mia richiesta di accantonamento - riguarda la possibilità per gli enti locali di usare i proventi delle sanzioni delle infrazioni al codice della strada, anche quelle destinate alla sicurezza stradale, per il pagamento delle forniture energetiche, quindi bollette di energia elettrica e gas da parte proprio degli enti locali. Presidente, il paradosso è che, da una parte, il Governo stanzia un miliardo in 10 anni per il Piano nazionale della sicurezza stradale e, dall'altra parte, dà la possibilità agli enti locali di distrarre le risorse destinate alla sicurezza stradale per queste finalità eccezionali. Chiedo, quindi, al Governo la possibilità di accantonare questo ordine del giorno o, almeno, di riformulare o accettare il primo impegno senza la riformulazione. Presidente, nel 2019, sulle strade italiane sono morte 3.173 persone e ne sono state ferite gravemente oltre 241 mila. A fronte di questi numeri, che creano anche un problema economico allo Stato italiano, perché il Ministero delle Infrastrutture ha valutato in 19 miliardi il costo sociale di questa incidentalità dell'insicurezza sulle nostre strade, io credo che il Governo possa quantomeno impegnarsi a non prorogare ulteriormente questa norma.

PRESIDENTE. Non so se il Governo ritiene di intervenire. No.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/110 De Lorenzis, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/3614-A/111 Federico, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3614-A/112 Zolezzi: è ritirato? No, prego, onorevole Zolezzi.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Presidente. Visto che si parla di installazione di pannelli solari e fotovoltaici anche nei centri storici, visti i recenti pronunciamenti della giustizia amministrativa e visto che, in sostanza, il regolamento comunale può impedire di collocare i pannelli solari e fotovoltaici in qualsiasi centro storico, anche senza vincoli monumentali o altro, chiedo davvero al Governo se possono almeno prevedere una forma come “valutare l'opportunità”, anche perché il prezzo dell'energia e salito e quant'altro e dobbiamo favorire questo tipo di installazione di energia rinnovabile e sostenibile. Chiedo, quindi, se possono rivalutare il parere.

PRESIDENTE. Il Governo non chiede di intervenire, quindi il parere resta contrario. Ha chiesto di parlare il collega Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Presidente, tengo a sottolineare il tema che pone il collega Zolezzi, che è stato un argomento di discussione in Commissione e su cui tutti i gruppi convenivano nella necessità di trovare una soluzione per l'installazione dei pannelli fotovoltaici e componenti rinnovabili all'interno dei centri storici. È un tema che si pone oggi, per cui, da un lato, abbiamo i vincoli della sovrintendenza e, dall'altro, abbiamo le norme nazionali, europee di efficientamento, di produzione da fonti rinnovabili e la necessità oggi di dare risposte a chi vuole installare rinnovabili e abita e ha quella abitazione all'interno di quei contesti. Noi non diciamo di derogare a tutto: si chiede in questo caso di valutare una norma che possa andar bene ed erano emendamenti espressi da più forze politiche, da destra a sinistra. Il tema che noi poniamo credo che sia doveroso almeno prenderlo in considerazione. Il collega Zolezzi ha chiesto almeno di aprirsi a una valutazione di opportunità sul tema. Io invito di nuovo il Governo a dire, su questo tema, che, probabilmente, è meglio chiedere e mettere una valutazione di opportunità, piuttosto che rischiare su un tema del genere che tutti i gruppi politici hanno posto con forza all'interno della Commissione e sul quale, poi, oggettivamente non si è trovato un punto di equilibrio. Ma il problema è stato posto. Per cui, chiedo ancora un approfondimento ulteriore da parte del Governo almeno per inserire una clausola generica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Caro Presidente, la questione del paesaggio per ciò che riguarda l'eolico, la devastazione mafiosa di gran parte del Meridione, con interessi dimostrati e dichiarati di cosche proprio in quello che Totò Riina, intercettato, ha chiamato “i pali eolici di Matteo Messina Denaro”, e la distribuzione, recentemente a Ragusa, in campi di coltivazione agricola: agricoltura e ambiente sono la stessa cosa. Soprattutto fotovoltaico, pannelli solari e torri eoliche sono interessi economici che coinvolgono la Cina e i potentati di aziende che hanno interessi personali con incentivi di Stato. Difendere i centri storici è il minimo che possiamo fare. Abbiamo una devastazione edilizia che riguarda le periferie: si abbia il buonsenso di applicare i pannelli fotovoltaici su edifici industriali che sono, in Italia, rispetto a 25 milioni di edifici in alzato, 12 milioni fino al 1959, 13 milioni di edifici in alzato sono stati fatti dal 1960 in avanti. C'è campo per distribuire pannelli fotovoltaici su quegli orrori che hanno distrutto le periferie italiane. E, quindi, occorre immaginare, anche lungo i percorsi delle autostrade, che i pannelli fotovoltaici non possano in alcun modo contaminare il volto di centri storici che, anche sui tetti e nelle prospettive lontane, ha significato, che è la bellezza dell'Italia, che non è in alcun modo possibile stendere o negoziare in nome di una falsità criminale che riguarda la falsa energia pulita. Difendiamo l'Italia, difendiamo la bellezza, difendiamo la civiltà, non parliamone soltanto. Basta (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Era solo per restituire un attimino il valore e il merito dell'ordine del giorno di cui stiamo parlando, in cui non c'è nessun riferimento a impianti eolici o a pannelli fotovoltaici messi a terra su campi agricoli o quant'altro, ma semplicemente stiamo parlando di integrazioni su tetti in abitazioni all'interno dei centri storici, che non sono centri storici monumentali o che, magari, non hanno dei vincoli particolarmente stringenti e per i quali c'è bisogno che ci sia un indirizzo da parte del Governo, anche a seguito di una serie di pronunce dei tribunali amministrativi che ha citato il collega Zolezzi prima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se il Governo non intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/112 Zolezzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/113 Flati. Ha chiesto di parlare l'onorevole Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente non ritiriamo l'ordine del giorno perché abbiamo già tentato con un emendamento di fare la nostra parte e di essere molto collaborativi nei confronti del Governo. Trovo davvero imbarazzante che ci sia questa chiusura su un tema così importante come quello dell'incenerimento dei rifiuti. Peraltro, questa norma - come abbiamo già detto - non c'entra assolutamente nulla con il provvedimento che stiamo analizzando, che invece ha, al suo interno, aiuti per imprese e famiglie e non certo la costruzione di inceneritori. Si tratta di un'opera anacronistica - l'abbiamo ampiamente detto - che non risolve oggi il problema dei rifiuti, come qualcuno vuole far credere, ma semplicemente creerà ulteriori problemi, come abbiamo ben spiegato proprio nella discussione generale sul provvedimento. Peraltro, c'è un piano regionale dei rifiuti che mette, nero su bianco, il fatto che non servano nuovi inceneritori nella regione Lazio, quindi non si capisce per quale motivo il Governo continui con tanta tenacia a voler mantenere questa norma e a non accettare neanche un ordine del giorno che chiede semplicemente il rispetto della normativa che già esiste, sia a livello europeo che nazionale. Oltretutto, proprio in queste ore, Presidente, sta arrivando ai cittadini che pagano la Tari una lettera da parte del sindaco Gualtieri, in cui è spiegato il piano per la risoluzione dei rifiuti. Questo piano prevede di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, di migliorare la raccolta differenziata e di sistemare impianti in maniera diffusa all'interno del territorio. È proprio il piano che era stato lasciato dalla giunta Raggi e, una volta che questo piano sarà andato a regime, di certo non servirà un inceneritore, considerando inoltre che lo stesso inceneritore ha bisogno di 6 o 7 anni per essere operativo e quindi ovviamente non risolve il problema oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un'ultima cosa voglio dire: la paventata riduzione della tariffa Tari proprio in questa lettera è merito esclusivo della giunta Raggi e del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà, per due minuti e quaranta secondi.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie mille. Sarò anche più breve. Volevo semplicemente e politicamente evidenziare che noi ci asterremo su questo ordine del giorno, semplicemente perché avremmo voluto discutere seriamente di questo senza il bavaglio della fiducia. Vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle due piccole cose. La prima: non pensate di fare la rivoluzione con un ordine del giorno, dopo aver votato la fiducia al Governo perché, mentre parlate contro il Governo in questo modo, i vostri Ministri stanno comodamente seduti sulle poltrone di Governo e ci restano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, la rivoluzione con un ordine del giorno, che sapete non passerà, è un po' limitata. Altra cosa: credo che ci vorrebbe un po' di coerenza, quindi mi auguro che, quando si parla del Governo - dicendo che il Governo sbaglia, che il Governo non va bene, come se si fosse all'esterno del Governo - si prenda atto di questo e conseguentemente si esca dal Governo e si portino le proprie comode posizioni dall'opposizione, perché c'è qualcuno che l'opposizione l'ha fatta sempre - anche quando era scomodo - per coerenza con il proprio elettorato, le proprie idee e le proprie posizioni. Si può fare, non fa male (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/113 Flati, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine n. 9/3614-A/114 Businarolo c'è un parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/115 D'Arrando è stato accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Arrando. Ne ha facoltà. Colleghi, facciamo maggior silenzio! Prego onorevole.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente, accetto la raccomandazione, ma volevo dire due parole riguardo all'argomento di cui tratta l'ordine del giorno, perché credo…

PRESIDENTE. Onorevole D'Arrando!

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Molto brevemente. Come ho ascoltato tutti i colleghi, credo che anch'io possa intervenire…

PRESIDENTE. Onorevole D'Arrando, però le regole prevedono che, se lei accetta la raccomandazione, non possa intervenire.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Posso intervenire in dichiarazione di voto, perché vorrei che il mio ordine del giorno fosse posto in votazione.

PRESIDENTE. Allora, se vuole che venga posto in votazione, lo dica e non c'è problema.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Mi scuso. Semplicemente volevo dire che è importante quello che il Governo ha fatto accettando l'ordine del giorno come raccomandazione, perché conferma, in linea con quanto il MoVimento 5 Stelle e l'intero Parlamento in più provvedimenti hanno sottolineato, la necessità di dare risposte concrete a quanti - come i lavoratori fragili sia pubblici che privati - abbiano bisogno di essere supportati perché il diritto alla salute e il diritto al lavoro non possono essere compromessi. Quindi, sono due diritti che vanno tutelati e salvaguardati e chiedo il voto in Aula perché questo deve essere una conferma del fatto che il Parlamento rappresenti la richiesta che arriva da fuori, dai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Non so se il parere del Governo sia ugualmente favorevole, se viene votato…Il Governo dà segno di assenso.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/115 D'Arrando. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/116 Baldino: è accettato dal Governo purché riformulato. Viene accolta la riformulazione? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/117 Chiazzese.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sut. Ne ha facoltà.

LUCA SUT (M5S). Su questo ordine del giorno il Governo si rimette all'Aula. Vorrei spiegare velocemente questo ordine del giorno che prevede di innalzare la soglia per cui è richiesta la SOA, per le imprese che effettuano i lavori con i bonus edilizi, introdotta in un precedente decreto per lavori sopra i 516.000 euro. Noi chiediamo un incremento a 1.033.000 euro, quindi alla soglia successiva, perché riteniamo che sia un onere troppo alto per le imprese, soprattutto per le piccole imprese che non eseguono normalmente, in edilizia, i lavori pubblici e quindi non hanno questa certificazione. Chiediamo appunto di innalzare la soglia. Sottolineo che la discussione su questo emendamento l'avremmo voluta fare in Commissione ma non è stato possibile. Addirittura avevamo presentato un emendamento, a prima firma della collega Terzoni, che prevedeva l'abrogazione della normativa esistente, per sottolineare che questo ordine del giorno realizza una sorta di mediazione. Quindi, chiediamo un impegno, in un prossimo provvedimento, ad alzare la soglia a 1.033.000 euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io su questo ordine del giorno per motivare il voto contrario del Partito Democratico. Vorrei precisare di cosa stiamo parlando. Si tratta di una norma, approvata nel “decreto Ucraina” con un parere favorevole e una mediazione svolta dal Governo e con l'accordo delle forze di maggioranza, che prevedeva l'obbligo di attestazione SOA per le imprese che svolgono lavori edili, collegati agli incentivi fiscali, per importi superiori ai 516.000 euro. Voglio ricordare che questa norma vale già, ad esempio, per i lavori nelle ricostruzioni dei territori colpiti dal sisma, prevedendo l'obbligo di attestazione SOA per importi più bassi, sui 258.000 euro. La soglia dei 516.000 euro è stata un punto di mediazione, che noi abbiamo condiviso, di cui ci riteniamo convinti, perché si sta parlando dell'attestazione che riguarda la qualificazione delle imprese che eseguono lavori in edilizia e soprattutto lavori finanziati attraverso l'accesso agli incentivi. L'attestazione SOA riguarda la qualità e la qualificazione delle imprese, soprattutto con riferimento all'organizzazione del lavoro, alla sicurezza sul lavoro, al contrasto alla piaga delle morti e degli incidenti sul lavoro e naturalmente anche alla garanzia che, a svolgere queste attività, accedendo a incentivi fiscali, siano imprese qualificate che possano cioè garantire una certa qualità delle prestazioni anche ai committenti. L'obbligo della qualificazione, con la tempistica prevista dal “decreto Ucraina”, consentirà anche alle imprese, che oggi non hanno l'attestazione SOA, di acquisirla e vorrei ricordare a tutti noi che stiamo parlando di imprese che hanno importi di lavori di 516.000 euro. Oggi il quadro delle piccole e medie imprese che lavorano nel settore edile evidenzia che esse hanno un fatturato annuo inferiore ai 500.000 mila euro, quindi non c'è alcuna chiusura né opposizione; c'è un obiettivo sacrosanto di garantire sicurezza e qualità nei lavori dell'edilizia. Noi ci sentiamo di confermare e chiedere l'applicazione di questa norma, così come è stata approvata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Per annunciare che anche il nostro gruppo voterà in maniera contraria su questo ordine del giorno. Le motivazioni che ha espresso la collega Braga le condividiamo e aggiungo un elemento veramente di perplessità.

Più volte e in più occasioni in quest'Aula abbiamo discusso sulle problematiche relative alla sicurezza sul lavoro, individuando proprio nel settore edile uno dei settori più a rischio, uno dei settori più delicati. Francamente, si dà un segnale esattamente al contrario, anche se è vero che la SOA, di per sé, non è garanzia attorno ai temi della sicurezza, però è un tema di qualificazione. Nell'ultimo anno, vi è stata una crescita molto forte di aziende sostanzialmente inventate dal nulla, questo pone problemi e, da questo punto di vista, i 516 mila euro per l'attestazione SOA era e rimane un ottimo compromesso. E lo dico in assoluta serenità, non abbiamo compreso le ragioni del Governo, che, su un punto come questo, ha deciso di rimettersi all'Aula: unico ordine del giorno dei 150 in discussione oggi. Quindi, da questo punto di vista, ribadisco il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. (Commenti del deputato Lollobrigida). Ringrazio il presidente Lollobrigida per il richiamo all'accordo che è stato raggiunto in sede di capigruppo, che, senz'altro, è nell'interesse di tutti i gruppi rispettare.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Crippa… in realtà ha già parlato su quello precedente…

DAVIDE CRIPPA (M5S). Posso, Presidente? Brevissimamente, anche perché il tempo a disposizione è ridotto. Ci tengo a precisare due aspetti: non confondiamo l'attestazione SOA con le attestazioni sulla sicurezza del lavoro. All'interno degli scenari, le attestazioni SOA sono sempre state caratterizzate per la capacità di eseguire opere complesse di qualità edilizia. Noi stiamo dicendo che, invece, le associamo solo ai bonus. Quindi, se tu fai un cappotto e prendi il bonus, devi avere l'attestazione SOA; se tu fai il cappotto, ma non prendi il bonus, l'attestazione SOA non serve. Allora, o serve per fare il lavoro edilizio, e, quindi, cambiamo le qualità delle SOA e le modalità di applicazione all'interno del panorama delle costruzioni, altrimenti non possiamo differenziare a seconda se prendi il bonus o non prendi il bonus, perché sono certificazioni che spesso valgono anche per complessità molto più alte, ad esempio, quelle delle attestazioni dei ponti. È la capacità attestata di un'impresa di realizzare opere complesse. Non confondiamo, piuttosto mettiamo parametri diversi: la ISO 45000, che riguarda la sicurezza sul lavoro, la vecchia OHSAS americana, che riguardava sempre le modalità di gestione della sicurezza sul lavoro di un'impresa, ma non complichiamo la faccenda, dove, per realizzare la stessa opera, se fai le detrazioni fiscali, allora devi avere la SOA, se, invece, fai la stessa opera senza detrazioni fiscali, non serve. Non è comprensibile, né alle imprese, né agli artigiani, né al tessuto produttivo nazionale, questa diversità. Se vogliamo andare a migliorare la sicurezza sul lavoro, ci sono altri strumenti. Non andiamo a mettere balzelli all'interno di un'impresa, perché, Presidente - e concludo -, arriviamo al paradosso che andremo incontro a un attestato di compravendita delle SOA, perché le SOA, in qualche modo, vengono cedute, in qualche caso uno va, l'impresa prende il lavoro e poi subappalta a un'altra impresa. O mettiamo il divieto di subappalto o, altrimenti, dovremmo andare a pagare un intermediario, in questo caso legato alla SOA, per poter far fare lo stesso lavoro alla stessa impresa, che, magari, a quel punto, lo prende e lo subappalta. A me sembra un po' una follia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/117 Chiazzese, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/118 Crippa, c'è una riformulazione: viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/119 Masi, c'è una riformulazione: viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/120 Penna, c'è una riformulazione: viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/121 Calabria, c'è una riformulazione: viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/122 Prestipino, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/123 Patassini, c'è una riformulazione: viene accolta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/124 Meloni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Vorrei richiedere la riformulazione, per cortesia.

PRESIDENTE. Certo, l'onorevole Gava o l'onorevole Freni possono darci una mano? Siamo sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/124 Meloni.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Sì, Presidente: “a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte ad agevolare le nuove assunzioni attraverso il riconoscimento di una super deduzione, anche attraverso interventi sul cuneo fiscale, del costo del lavoro sostenuto dalle imprese che generano nuova occupazione”.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Io non sono favorevole, evidentemente, perché non si tratta di quello: i sottosegretari sanno che la nostra proposta non è quella sul cuneo fiscale, che è in un altro ordine del giorno. Questa è una proposta che, peraltro, i sottosegretari ricorderanno essere presente anche negli emendamenti al “decreto Aiuti”, che noi riassumiamo con la formula “più assumi, meno paghi”, che non ha attinenza con il cuneo fiscale, che è un problema, sicuramente, ma che, invece, è una opportunità che si dà per generare nuova occupazione, aumentando la deducibilità delle nuove assunzioni, con una percentuale, rispetto al costo del lavoro che c'è all'interno di un'azienda: tutto quello che eccede quella percentuale, viene dedotto al 200 per cento:, c'è una super deduzione. Quindi, non c'entra col cuneo fiscale, questo nostro ordine del giorno, mentre, invece, è presente in un altro, mi pare, a firma del collega Trancassini. Credo che la riformulazione sia una novazione dell'ordine del giorno, che ritengo non sia possibile o almeno non sia accettabile, sicuramente, politicamente. Chiediamo di accantonarlo e di ragionare un attimo sulla proposta puntuale che l'onorevole Meloni faceva in questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Governo? Il Governo non è favorevole all'accantonamento, quindi, il parere resta contrario, se non viene accolta la raccomandazione.

MARCO OSNATO (FDI). No, noi chiediamo di metterlo al voto, perché riteniamo che, a fronte del problema del cuneo fiscale, che, peraltro, questi ultimi Governi non hanno affrontato con l'intensità e la determinazione dovute, c'è un problema anche rispetto al costo del lavoro, a prescindere dalla volontà delle aziende di dare nuova occupazione, ma ottenendo incentivi importanti anche dal punto di vista fiscale e non solo dal punto di vista contributivo.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Gava?

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Allora, lo teniamo accantonato per approfondimenti.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/125 Barelli, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/126 L'Abbate c'è una riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/127 Gallinella c'è una riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/128 Bignami c'è una riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà, la nostra richiesta è di riprendere le estrazioni in Adriatico, senza valutazioni di opportunità o quant'altro, e anche negli altri mari italiani. Per spiegare le ragioni per le quali, con questa contrarietà, il Governo dei migliori si conferma essere il peggiore dei Governi, proveremo a citare alcuni numeri: l'Italia ha un consumo di gas pari a circa 70 miliardi di metri cubi, di cui 27-28 provenienti dalla Russia, con una produzione di gas naturale stimata intorno ai 4 miliardi di metri cubi. A metà degli anni Novanta, l'Italia aveva una produzione di gas nazionale intorno ai 20 miliardi di metri cubi. E non è che se ne estrae meno perché ce n'è di meno, se ne estrae meno perché, a causa del radicalismo, del furore eco-chic, che ha voluto limitare le estrazioni, si è andati a una riduzione delle estrazioni e ad un incremento della dipendenza straniera. Tralascerò, in questa sede, il fatto che un metro cubo di gas oggi costa, se preso all'estero, 50 centesimi, mentre se è estratto in territorio nazionale ha un costo di 5 centesimi. Tralascerò il fatto dell'ipocrisia della sinistra, che non vuole che venga preso il gas sul territorio nazionale, ma si può prenderlo dalla Russia, dall'Azerbaijan, dall'Egitto, senza controllare i processi produttivi, le emissioni, i costi di inquinamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Mi concentrerò sul fatto che tutto ciò è stato reso possibile dal fatto che si sia votato, tramite un documento, che si chiama Pitesai, che è il piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, la decisione di bloccare le estrazioni, tramite il Governo giallo-verde, confermata dal Governo rosso-giallo e cristallizzata dal Governo rosso-giallo-verde-blu, eccetera, eccetera. E questo nonostante, bene o male, tutti i leader abbiano sempre detto che, invece, bisognava riprendere le estrazioni, come autorevoli esponenti del Partito Democratico, come Stefano Bonaccini che ha voluto e sostiene che vadano riprese le estrazioni; Italia Viva lo dice in continuazione, tramite il suo leader; e potrei proseguire a lungo. Che cosa dice questo Pitesai? Introduce limiti che sono di una ragionevolezza esemplare, lo dico con tutta l'ironia del caso; ad esempio, abbiamo la piattaforma Giulia, al largo delle coste dell'Adriatico, che è già pronta per le estrazioni, ma non può partire, perché manca un tubo che colleghi la piattaforma con la terraferma, perché altrimenti il pesce azzurro - le sardine, verso cui evidentemente qualcuno vuole pagare un tributo di riconoscenza - ne verrebbe turbato; o, altrimenti, un'altra piattaforma al largo del Mediterraneo, oggi, ha determinato la creazione di una colonia di pesci che non c'era prima, si è creata dopo la realizzazione della piattaforma, che non si può attivare sennò i pesci ne sarebbero turbati e, poi, ci chiediamo perché non si vuole fare industria, in Italia.

Mentre noi pensiamo a tutto ciò, l'INA, che è la società croata per l'estrazione del gas, ha deciso, da settembre, di raddoppiare le estrazioni di gas, che erano già abbastanza ingenti. Cercherò di spiegare con un esempio cosa significhi questo: immaginate un bicchiere, una bacinella con due cannucce, una succhia, l'altra no, è evidente che tutto il contenuto di quella bacinella, che sono i nostri giacimenti, verrà preso da chi quella cannuccia la usa, cioè la Croazia, mentre noi rimarremo fermi. È un esempio semplice che anche illustri economisti e luminari come Romano Prodi sono arrivati a capire, quindi credo che sia accessibile sostanzialmente a tutti. Ci viene detto: eh, ma con queste… i terremoti, le disgrazie e quant'altro, come se un terremoto avesse la gentilezza di fermarsi sul confine, dicendo: no, dobbiamo terremotare solo la Croazia, perché l'Italia non ha voluto accedere alle estrazioni. Ciò per renderci conto dell'ipocrisia radical chic della sinistra.

Allora, con questo ordine del giorno, semplicemente noi attendiamo che si accendano, sul tabellone delle votazioni, i pallini rossi di chi dirà “no” all'estrazione e che si accendano i pallini verdi di chi dirà “sì” alla ripresa delle estrazioni, in maniera tale che gli italiani sappiano chi è responsabile di cosa e chi è complice di chi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/128 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/3614-A/129 Caretta: c'è una riformulazione. Onorevole Caretta, va bene? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/130 Ciaburro; onorevole Ciaburro?

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, chiedo di metterlo ai voti, in modo che questo tema venga condiviso con tutta l'Aula.

PRESIDENTE. Bene, vuole far votare l'ordine del giorno così come riformulato. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/130 Ciaburro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/3614-A/131 Mantovani; Onorevole Mantovani, accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/132 Mollicone; onorevole Mollicone, accetta la riformulazione?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Accetto, ma chiedo il voto, per favore.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/132 Mollicone, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/3614-A/133 Zucconi: accolto come raccomandazione. Bene.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/134 Gemmato; accoglie la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/135 Lollobrigida. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Io voglio invitare il Governo a rivedere, possibilmente e cortesemente, la posizione su una valutazione che io credo non stia nelle cose; nel senso che noi chiediamo un tavolo di concertazione, ma può essere anche un tavolo di confronto, utile a mettere in condizione di confrontarsi tutti i protagonisti di una vicenda, sulla quale non entriamo nel merito, noi non entriamo adesso nel merito della vicenda del posizionamento dei rigassificatori, ma crediamo opportuno che tutti i soggetti coinvolti, almeno, vengano messi intorno a un tavolo, per ragionare dell'argomento nella maniera più civile possibile, cosa che sarebbe scontato fare, ma che, purtroppo, non è accaduta fino adesso.

Quindi, chiediamo questa revisione del parere, intendendo questa richiesta come sollecitazione ad attuare una cosa che crediamo lineare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria, onorevole Gava. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie, Presidente.

Allora, va bene, togliamo: “a valutare l'opportunità di” e accogliamo l'ordine del giorno, mantenendo sempre il cambio delle parole: “tavolo di confronto” al posto di: “tavolo di concertazione”.

PRESIDENTE. Benissimo. Quindi, con questa riformulazione, viene chiesto il voto dal presidente Lollobrigida. Dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/135 Lollobrigida, nel testo testé riformulato dal Governo, con il parere favorevole dello stesso Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/3614-A/136 Lucchini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3614-A/137 Porchietto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3614-A/138 Rizzo, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzo. Ne ha facoltà.

GIANLUCA RIZZO (IPF). Grazie, Presidente. Ci risulterebbe un ripensamento del Governo circa il contenuto dell'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Il sottosegretario ha già chiesto di intervenire. Quindi, rapidamente, gli diamo la parola.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo dà un parere favorevole secco su questo emendamento .

PRESIDENTE. Perfetto, quindi, immagino vada bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/139 Costanzo, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/140 Galantino: favorevole con riformulazione. Accetta? Bene.

Ordine del giorno n. 9/3614-A/141 Trancassini: c'è una riformulazione, che non viene accolta. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/141 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/142 Villarosa, che è stato accantonato, insieme agli ordini del giorno nn. 9/3614-A/60 Colletti, 9/3614-A/79 Mazzetti, 9/3614-A/101 Sut e 9/3614-A/143 Montaruli.

Chiederei al Governo se i sottosegretari sono pronti per esprimere il parere su tutti questi cinque ordini del giorno, così li votiamo.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente.

Sugli ordini del giorno nn. 9/3614-A/60 Colletti, 9/3614-A/79 Mazzetti, 9/3614-A/101 Sut, 9/3614-A/142 Villarosa e 9/3614-A/143 Montaruli, il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Perfetto. Allora, per dare maggior ordine al nostro lavoro, tornerei sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/60 Colletti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras, ma il collega non può più intervenire, perché ha fatto già due interventi, le regole dicono che è così.

Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/60 Colletti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27) (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/79 Mazzetti. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/79 Mazzetti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28)

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/101 Sut, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sut. Onorevole Sut, lei ha già parlato una volta, ma ha ancora tre minuti. Prego.

LUCA SUT (M5S). Sì, chiaramente chiediamo che sia messo al voto l'ordine del giorno. Ringrazio il Governo per aver cambiato il parere. Chiaramente siamo arrivati a questo punto, a impegnare il Governo con questo ordine del giorno, per quanto possa valere questo ordine del giorno, perché la discussione in Commissione, purtroppo, non si è potuta verificare anche per il blocco della discussione che il presidente Marattin ha voluto portare nella stessa Commissione. In questi giorni abbiamo cercato di lavorare, assieme all'Agenzia delle entrate e all'ABI, per trovare una formulazione più corretta; abbiamo avuto anche alcune interlocuzioni con lo stesso MEF per trovare una soluzione che si potesse approvare il prima possibile, nel testo del decreto; con una riformulazione abbiamo fatto un piccolo passo in avanti, ma non era completamente necessario per cercare di sbloccare questa situazione. Ripeto va bene che il Governo si rimetta all'Aula; vedremo chi voterà a favore di questa soluzione, che sbloccherà sicuramente la circolazione dei crediti, soluzione che viene chiesta da tutte le imprese che si trovano in difficoltà, che rischiano il fallimento - lo voglio ripetere, rischiano il fallimento - non perché non hanno lavoro, ma perché hanno i cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a monetizzare e famiglie che si trovano le case con gli interventi iniziati, ma non riescono a portarli a termine e, quindi, molte si trovano senza la propria casa. Chiediamo pertanto che, in un prossimo provvedimento utile, il Governo approvi questa formulazione che, ripeto, trova d'accordo anche Agenzia delle entrate e ABI. Spero, e lo ripeto, che lo faccia il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Per comunicare che sottoscriviamo, come gruppo Lega, l'ordine del giorno in questione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Anche noi intendiamo sottoscriverlo, come Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO-CI). Anche come Coraggio Italia, lo sottoscriviamo.

PRESIDENTE. L'onorevole Lorenzin dice che lo sottoscrive anche tutto il gruppo del Partito Democratico e l'onorevole Stumpo mi dice la stessa cosa per il gruppo di Liberi e Uguali. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/101 Sut. Il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/142 Villarosa. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/142 Villarosa, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Colleghi, abbiamo ancora dei voti da fare, quindi chiederei un maggior silenzio per consentire di completare il nostro lavoro.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/143 Montaruli. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/143, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/144 Dal Moro, su cui c'è una richiesta di riformulazione, viene accolta? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/145 Romaniello. Ha chiesto di parlare il collega Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (MISTO-EV-VE). Sì, grazie, Presidente. No, noi non possiamo accettare la riformulazione che ci è stata proposta con riferimento ai poteri del Commissario per il Giubileo 2025 in materia di rifiuti; anzitutto perché ci viene chiesto di togliere dall'impegno il riferimento al quadro programmatico regionale del Lazio in materia di rifiuti; inoltre, ci viene chiesto di eliminare l'ultima premessa che, al suo interno, ha anche il riferimento al quadro normativo vigente di livello europeo, quindi al pacchetto economia circolare e ai suoi obiettivi vincolanti, giuridicamente vincolanti anche sul riciclo dei rifiuti. Quindi, sostanzialmente, chiedendoci questa riformulazione è chiaro che avete in mente di attribuire poteri al Commissario che siano sostanzialmente in deroga anche ai vincoli europei anche a quei vincoli e a quegli obiettivi percentuali di raccolta differenziata; dunque, a nostro parere, è un colossale passo indietro rispetto a quello che deve essere l'obiettivo finale. Pertanto, non possiamo accettare la riformulazione e, quindi, chiediamo che questo ordine del giorno venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/145 Romaniello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'ordine del giorno n. n. 9/3614-A/146 Menga. Ha chiesto di parlare l'onorevole Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO-EV-VE). Sì, Presidente, grazie. Io intervengo perché, a nome della componente Europa Verde, dichiaro l'indisponibilità al ritiro di questo ordine del giorno, ma intervengo in realtà anche per richiamare l'attenzione dell'Aula…

PRESIDENTE. Onorevole Menga, mi scusi. Chiederei maggior silenzio in Aula, per consentire di concludere i lavori.

ROSA MENGA (MISTO-EV-VE). Mi unisco alla sua richiesta e la ringrazio, Presidente. Infatti, intendevo appunto richiamare l'Aula e, in particolare, il gruppo del MoVimento 5 Stelle a maggiore attenzione, perché credo sia sfuggito anche che nel voto sul precedente ordine del giorno di fatto chiedevamo di limitare i poteri speciali del Commissario straordinario e, quindi, far sì che il termovalorizzatore - o, per meglio dire, l'inceneritore - a Roma non diventasse realtà. Però, la disattenzione ha fatto sì che il MoVimento 5 Stelle bocciasse l'ordine del giorno precedente. Mi auguro che la stessa disattenzione non si verifichi su questo ordine del giorno, di cui leggo l'impegno: impegna il Governo ad assumere tutte le iniziative per elevare il contributo straordinario a carico dei soggetti operanti nel settore energetico nella misura del 100 per cento e disporre gli opportuni correttivi volti a garantire che tale prelievo serva a risarcire i consumatori dall'aumento dei prezzi al consumo del settore energetico e del gas. Quindi, affinché sia ancora più chiaro il messaggio e fruibile il significato dell'ordine del giorno e dell'impegno che chiediamo al Governo, noi chiediamo che venga applicato il 100 per cento di tassazione sugli extraprofitti delle multinazionali energetiche, che hanno moltiplicato i proventi derivanti dai prezzi al consumo per il gas e che traggono beneficio dalla crisi bellica in atto e dalla conseguente crisi economica, energetica e alimentare che bussa alle porte del nostro Paese e chiediamo che questi soldi vengano recuperati, a beneficio dei cittadini e dei consumatori italiani. Quindi, al giudizio degli italiani rimettiamo qualsiasi considerazione sul voto contrario a questo ordine del giorno, per il quale noi, invece, come Europa Verde, ci battiamo convintamente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/146 Menga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Sugli ordini del giorno n. 9/3614-A/147 Dori e n. 9/3614-A/148 Silvestroni ci sono riformulazioni che sono state accolte.

Sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/149 Bitonci il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3614-A/150 Ehm è accolto come raccomandazione

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Chiediamo che sia posto in votazione, visto che non è stato accantonato insieme a quelli nei quali si parlava della cessione del credito e del superbonus. Quindi, pur essendo accolto come raccomandazione, vorremmo che fosse messo ai voti.

PRESIDENTE. Il Governo ha obiezioni rispetto a questa procedura? Va bene lo stesso? Il parere resta favorevole? Il Governo si rimette all'Aula, così diamo più omogeneità.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/150 Ehm, con il Governo che si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Torniamo all'ordine del giorno n. 9/3614-A/124 Meloni. Qual è il parere del Governo?

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Abbiamo fatto gli approfondimenti ed effettivamente gli impegni, nella riformulazione, comunque prevedono anche interventi attraverso il cuneo fiscale. Quindi, la riformulazione rimane invariata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, io apprezzo la volontà del Governo…

PRESIDENTE. Onorevole Osnato, mi scusi, lei è già intervenuto due volte ma per completezza di ragionamento…

MARCO OSNATO (FDI). Impiegherò meno di trenta secondi; la ringrazio per la sua sensibilità.

Sono contento che il Governo voglia intervenire finalmente sul cuneo fiscale ma questo ordine del giorno parla di altro. Per cui, non posso accettare quella riformulazione, mi dispiace.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3614-A/124 Meloni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di lunedì 11 luglio, a partire dalle ore 12,30, con le dichiarazioni di voto finale. La votazione finale avrà luogo alle ore 14.

Sui lavori dell'Assemblea e nuova organizzazione dei tempi per l'esame degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori per il periodo 11-29 luglio 2022.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di mercoledì 13 luglio, alle ore 16,15, avrà luogo l'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, sulle iniziative in relazione all'emergenza siccità, con particolare riferimento al settore dell'agricoltura.

Conseguentemente, la votazione sulle dimissioni del deputato Elio Vito, già iscritta all'ordine del giorno della medesima seduta dell'Assemblea di mercoledì 13 luglio alle ore 16, avrà luogo alle ore 12,30.

Avverto altresì che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di mercoledì 20 luglio, alle ore 9, avrà luogo l'informativa urgente del Governo, con la partecipazione della Ministra della Giustizia, in ordine agli esiti delle procedure di estradizione, da parte della Francia, di dieci cittadini italiani condannati in Italia per reati legati al terrorismo.

Avverto infine che, a seguito della modifica nella composizione dei gruppi parlamentari intervenuta nella giornata di oggi, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà nuovamente pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori per il periodo 11-29 luglio (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bilotti. Ne ha facoltà.

ANNA BILOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Lo scorso 29 giugno, la mia comunità, Giffoni Valle Piana, perdeva una persona che ne ha fatto la storia, Carlo Andria. Per tre volte sindaco, consigliere provinciale, presidente del Giffoni film festival, professore: questi sono solo alcuni incarichi attraverso cui una personalità eccelsa ha dato lustro alla sua città. La sua dipartita è stata accompagnata da un cordoglio che è andato ben oltre il dovuto rispetto e che si è espresso nel dolore di chi sente di aver perso qualcuno che ha dato tanto alla città e ai cittadini. Nei molteplici pensieri con cui i miei concittadini, in questi giorni, hanno voluto esprimere il loro ricordo è pressoché onnipresente una parola: gentilezza. È stato evidentemente questo il tratto distintivo della sua azione che, cionondimeno, è stata incisiva e coerente.

Presidente, mi sento di poter affermare in quest'Aula che la più grande eredità che Carlo Andria ci ha lasciato e mi ha lasciato - perché è stato sempre per me un esempio di rettitudine da seguire - è la certezza che l'arroganza del potere è quanto di più lontano possa esistere dallo spirito di servizio degli altri, connaturato alla nobiltà dell'animo che, come il coraggio di manzoniana memoria, se non la si ha non ce se la può dare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Questo mio intervento è solo per un sollecito rispetto alle inefficienze del sistema giudiziario. Riferisce il Corriere Fiorentino che proprio ieri si è svolta l'udienza, in Corte di cassazione, per la morte di Duccio Dini, un giovane fiorentino che si trovava a bordo di uno scooter rimasto coinvolto e ucciso durante un inseguimento tra bande rivali di rom. I genitori, ieri, si sono recati, con i rispettivi avvocati, presso la Corte di cassazione. È stata una giornata particolare sia per le temperature sia perché i tassisti avevano, di fatto, bloccato la città con un'astensione dal lavoro. Davanti alla Corte di cassazione si sono sentiti comunicare che l'udienza non si sarebbe tenuta e che sarebbe stato necessario un rinvio per eccessivo carico di lavoro. Questa notizia, che è stata interpretata anche dalla stampa come una mancanza di rispetto nei confronti delle sofferenze dei familiari di questo giovane, fa riflettere e ha stimolato questo intervento per sollecitare nuovamente un comportamento, anzitutto, più rispettoso verso questi casi particolari. Con un'interrogazione che proporrò al Ministero della Giustizia, chiederò di conoscere i motivi per i quali nessun avviso, né attraverso posta certificata né attraverso fax, sia stato recato ai legali difensori della famiglia, per avvisare di questo rinvio ad nutum dell'udienza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei portare all'attenzione dell'Aula una storia che pare uscita da un film sull'Unione Sovietica degli anni Settanta, ma, purtroppo, si tratta di realtà attuale. L'atleta russo, nato in Finlandia, Igor Fedotov, venticinquenne portiere di hockey su ghiaccio, è stato arrestato a San Pietroburgo, con l'accusa di avere eluso il servizio militare e, quindi, di essere un disertore. Sarebbe stata effettuata una vera e propria caccia all'uomo, per rintracciare Fedotov prima che partisse per gli Stati Uniti, dove aveva in essere un contratto firmato con i Philadelphia Flyers della National hockey league, il più importante campionato di hockey al mondo. Fedotov giocava nel Cska, che è un club dell'esercito russo. Il suo contratto era scaduto lo scorso aprile. Tuttavia, secondo le autorità russe, il trasferimento negli Stati Uniti sarebbe da considerarsi illegale, in quanto elusivo dell'obbligo di leva militare. A questo punto, la sua vita è diventata un incubo. Tra l'altro, aveva fatto parte della squadra russa alle Olimpiadi invernali di Pechino, poco prima che iniziasse la guerra in Ucraina, vincendo la medaglia d'argento. Secondo il suo avvocato, il venticinquenne, dopo l'arresto, avrebbe accusato un malore e, dopo il ricovero in ospedale, sarebbe stato mandato in una base segreta militare nell'Artico per essere arruolato forzatamente, anche per contribuire al recente sforzo militare russo. Rischia, inoltre, di essere processato e nessuno dei familiari avrebbe più notizie sul suo stato di salute. Allo stato attuale, sono una cinquantina gli atleti russi che giocano nel massimo campionato di hockey americano e la lega ha sconsigliato agli stessi di recarsi in patria, proprio per evitare i rischi di non poter più tornare. Solo qualche mese fa, al mondo viveva lo spirito della pace olimpica, che ha trovato il suo culmine proprio nella finale del torneo di hockey su ghiaccio, dove vinse la Finlandia, proprio in una partita in cui Fedotov giocò titolare a difesa della porta russa. Era il 20 febbraio: quattro giorni dopo il regime di Putin decise di invadere l'Ucraina. Il Parlamento italiano esprima vicinanza e solidarietà a questo ragazzo, nella speranza che possa tornare il prima possibile sul ghiaccio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, mi appello anche alla sua sensibilità di Presidente, con la grande esperienza che ha. Questa sera ricordo le vittime della Marmolada, perché appartengo a quella provincia e a quel territorio, però le chiedo, Presidente, con molta franchezza e precisione, di ricordare al Presidente Fico che sarebbe utile che in quest'Aula venissero ricordate ufficialmente le vittime di questo tragico evento, che si è verificato, purtroppo, domenica, una domenica di bel tempo, piena di gente. Una fatalità: 13,45, una frana, un blocco di ghiaccio di 90 metri di larghezza e di 40 metri di altezza, che si trascina giù 300.000 metri cubi alla velocità di 290 chilometri all'ora. Un disastro: nove vittime, sei riconosciute, cinque dispersi, otto feriti, tutti alpinisti di grande struttura e di grande conoscenza e anche con ottime attrezzature. Muore una coppia, marito e moglie, e lascia due figli. La struttura italiana, sia le Forze di polizia, sia l'Esercito, sia il soccorso alpino sono intervenuti con grande forza, con grande capacità, con grande velocità e, tuttora, stanno lavorando, anche di notte, per recuperare i resti di queste povere salme.

Faccio, però, una considerazione: la montagna è lo specchio vero dell'ambiente. L'ambiente è in una situazione che si sta lentamente sgretolando. Se pensiamo che per il 2030 abbiamo una previsione di aumento della temperatura di un grado e mezzo e, in molti casi, molti grandi esperti e scienziati parlano di due gradi e mezzo, l'equazione è un disastro ambientale di grandi proporzioni.

Finisco l'intervento, dicendo che la montagna non deve essere un luogo di parchi di divertimento e di grandi investimenti; deve essere un luogo di riflessione, di cura dell'ambiente, di umiltà e anche di civiltà. Su questo, le chiedo la massima attenzione (Applausi).

PRESIDENTE. Senz'altro, onorevole Bond. La sua richiesta di commemorazione, che è condivisa da tutti i colleghi parlamentari, sicuramente, è già all'attenzione della Presidenza della Camera.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI (M5S). Grazie, Presidente. Qualche mese fa, avevamo espresso le nostre preoccupazioni, in riferimento alla nomina del dottor Carlo Renoldi a capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per le sue dichiarazioni pubbliche, in cui aveva definito certa antimafia come arroccata nel culto dei martiri e per le sue dichiarazioni contro il 41-bis. La Ministra Cartabia, anche in sede di Consiglio dei Ministri, aveva assicurato massima attenzione e nessun allentamento delle misure riguardanti il 41-bis. Oggi, veniamo a sapere che, a maggio, sarebbero state autorizzate visite ad una delegazione dell'associazione “Nessuno tocchi Caino”, nelle carceri di Sassari e Nuoro, e questa delegazione avrebbe fatto visita anche ai detenuti in regime di 41-bis, colloquiando amabilmente con persone del calibro di Leoluca Bagarella o di Michele Zagaria. Allora, Presidente, abbiamo fatto già richiesta di audizione del dottor Renoldi in Commissione giustizia e abbiamo depositato un'interrogazione parlamentare, però, siamo qui a denunciare l'accaduto, perché qui non si tratta di presunto garantismo o di invocare garantismo: qui si tratta di rispetto delle norme, di rispetto della legalità, di rispetto soprattutto delle vittime di mafia e di persone che hanno dato la vita per questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che vengono prese in giro, nel momento in cui vengono consentite visite e colloqui di questo tipo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei tornare sulla misura del superbonus e del meccanismo di cessione del credito d'imposta, dopo che c'è stato un blocco in seguito allo stop da parte di Poste Italiane, di Cassa depositi e prestiti e da parte di altre banche, che sono uscite dalla piattaforma attiva proprio sulla cessione dei crediti per il superbonus.

Come sappiamo, tutto ciò ha bloccato qualunque pratica e soprattutto l'apertura di nuove. Abbiamo migliaia di imprese e di professionisti che sono impossibilitati a usufruire del credito presente nei propri cassetti fiscali, senza la possibilità, tra l'altro, di scambiare o generare liquidità. In questi due anni, i liberi professionisti hanno cercato di rispondere a tutte le domande e a tutti i dubbi dei cittadini, nonostante le continue modifiche, deroghe e proroghe, che hanno causato, in due anni, ben 17 provvedimenti di modifica. È normale, perché era un sistema molto complesso, a cui loro hanno dedicato molto impegno. C'era un bug nel sistema - era evidente - ma si pensava, tutta la filiera pensava, che questa misura potesse diventare strutturale, sia per togliere il sommerso, sia per aumentare anche lo stesso gettito fiscale. Pensiamo ai contributi INPS, Inail, Irap, Irpef e così via. Quanto inserito adesso nella misura “decreto Aiuti”, che, purtroppo, non abbiamo potuto discutere per via della fiducia, è sicuramente insufficiente. Anche allentare il vincolo di selezione, di fatto, non è la soluzione e, quindi, chiediamo la nomina di un commissario straordinario per i bonus edilizi e, soprattutto, di porre di nuovo l'attenzione su questa misura, che potrebbe portare veramente al tracollo ulteriore dell'economia italiana, in seguito al fallimento o al rischio di fallimento di centinaia e centinaia di piccole imprese con appalti e subappalti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Oggi, un giudice della corte d'appello di Torino ha ribaltato una sentenza di condanna a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni, per una violenza sessuale operata nel 2019. La sentenza è stata fortunatamente impugnata, in Cassazione, dal sostituto procuratore generale Nicoletta Quaglino, sulle basi delle dichiarazioni della ragazza, la quale ha dichiarato (tratto da la Repubblica): “Gli dissi chiaramente: non voglio”. I ragazzi si conoscevano da tempo, ma il giovane avrebbe abusato dell'amica. La cosa incredibile - non conosciamo i fatti, ovviamente, Presidente – sono però le motivazioni di questa sentenza. La corte d'appello ha deciso che la ragazza “alterata per un uso smodato di alcol (…) provocò l'avvicinamento del giovane che la stava attendendo dietro la porta”. Non solo, i giudici aggiungono: “Si trattenne in bagno. senza chiudere la porta, così da far insorgere nell'uomo l'idea che questa fosse l'occasione propizia che la giovane gli stesse offrendo”. Ancora: “l'uomo non ha negato di aver abbassato i pantaloni della giovane”. I giudici della corte d'appello, tuttavia: “nulla può escludere che, sull'esaltazione del momento, la cerniera, di modesta qualità, si stata deteriorata sotto forzatura”.

Presidente, come responsabile delle pari opportunità del mio partito - ma credo di parlare a nome di tutte le colleghe di quest'Aula - ritengo sia inaccettabile e aberrante che si possano ancora prendere decisioni di questo tipo; l'essere eventualmente alterata dall'alcol dovrebbe essere un'aggravante per il soggetto che opera la violenza, non un'esimente. Quindi, chiedo al Ministro Cartabia di valutare se non sia il caso di pensare a una formazione specifica sulla violenza di genere per i giudici, esattamente, come ci sono specifiche formazioni sul diritto societario o altro, perché sentenze di questo tipo ci trovano incredule (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 8 luglio 2022 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 19,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1, 7 e 33 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 10 il deputato Sani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere astenersi dal voto;

nella votazione n. 11 il deputato Bignami ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 11 la deputata Corneli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 la deputata Ferro ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 12 la deputata Corneli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 17 il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 18 i deputati Ciaburro e Traversi hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 il deputato De Filippo ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 il deputato Perantoni ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 i deputati Baldini, Colaninno, D'Alessandro, Marco Di Maio, Ferri, Frate, Fregolent, Giachetti, Marino, Migliore, Moretto, Nobili, Occhionero, Paita, Ungaro e Vitiello hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 la deputata Gadda ha segnalato che si è erroneamente astenuta, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 29 il deputato Andrea Crippa ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 le deputate D'Orso e Terzoni hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbero voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 33 la deputata Ferro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3614-A - odg n. 12 366 352 14 177 27 325 62 Resp.
2 Nominale odg 9/3614-A/22 368 313 55 157 82 231 62 Resp.
3 Nominale odg 9/3614-A/33 rif. 375 371 4 186 363 8 62 Appr.
4 Nominale odg 9/3614-A/37 373 364 9 183 37 327 62 Resp.
5 Nominale odg 9/3614-A/44 rif. 378 376 2 189 353 23 62 Appr.
6 Nominale odg 9/3614-A/52 377 372 5 187 48 324 62 Resp.
7 Nominale odg 9/3614-A/56 380 379 1 190 19 360 62 Resp.
8 Nominale odg 9/3614-A/57 371 369 2 185 41 328 62 Resp.
9 Nominale odg 9/3614-A/58 371 370 1 186 20 350 62 Resp.
10 Nominale odg 9/3614-A/59 372 346 26 174 23 323 62 Resp.
11 Nominale odg 9/3614-A/61 383 325 58 163 81 244 62 Resp.
12 Nominale odg 9/3614-A/62 380 316 64 159 50 266 62 Resp.
13 Nominale odg 9/3614-A/63 381 377 4 189 47 330 62 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3614-A/65 381 375 6 188 43 332 62 Resp.
15 Nominale odg 9/3614-A/66 367 361 6 181 44 317 62 Resp.
16 Nominale odg 9/3614-A/67 377 374 3 188 46 328 62 Resp.
17 Nominale odg 9/3614-A/110 366 363 3 182 101 262 62 Resp.
18 Nominale odg 9/3614-A/112 366 355 11 178 100 255 62 Resp.
19 Nominale odg 9/3614-A/113 368 316 52 159 83 233 62 Resp.
20 Nominale odg 9/3614-A/115 365 361 4 181 343 18 62 Appr.
21 Nominale odg 9/3614-A/117 363 201 162 101 77 124 62 Resp.
22 Nominale odg 9/3614-A/128 351 332 19 167 26 306 62 Resp.
23 Nominale odg 9/3614-A/130 rif. 344 337 7 169 329 8 62 Appr.
24 Nominale odg 9/3614-A/132 rif. 345 336 9 169 331 5 62 Appr.
25 Nominale odg 9/3614-A/135 rif. 341 336 5 169 332 4 62 Appr.
26 Nominale odg 9/3614-A/141 349 339 10 170 31 308 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 35)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/3614-A/60 346 344 2 173 216 128 62 Appr.
28 Nominale odg 9/3614-A/79 338 334 4 168 320 14 62 Appr.
29 Nominale odg 9/3614-A/101 339 338 1 170 335 3 62 Appr.
30 Nominale odg 9/3614-A/142 344 278 66 140 277 1 62 Appr.
31 Nominale odg 9/3614-A/143 339 336 3 169 336 0 62 Appr.
32 Nominale odg 9/3614-A/145 332 278 54 140 18 260 62 Resp.
33 Nominale odg 9/3614-A/146 323 262 61 132 16 246 62 Resp.
34 Nominale odg 9/3614-A/150 332 330 2 166 325 5 62 Appr.
35 Nominale odg 9/3614-A/124 329 324 5 163 104 220 62 Resp.