Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 720 di mercoledì 6 luglio 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 128, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Matteo Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Oggi è il giorno numero 6 da quando i lavoratori fragili sono stati lasciati soli. Mi rivolgo ai Ministri Brunetta e Orlando: come i Ministri sanno, sono venute a mancare le tutele per i lavoratori fragili. Per ripristinarle, sarebbe sufficiente dare continuità alle previsioni dell'articolo 26, commi 2 e 2-bis, del decreto-legge n. 18 del 2020, come prorogate, con il richiamo al DM 4 febbraio 2022, dall'articolo 10, commi 1-bis e 1-ter del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, convertito con modificazioni dalla legge n. 52 del 2022.

I contagi COVID, nelle sue varianti, hanno superato il milione - parliamo di quelli registrati - mentre si stima che quelli non registrati siano oltre 3 milioni. Secondo il microbiologo accademico e divulgatore scientifico Andrea Crisanti, ai fragili che sono in età da lavoro bisognerebbe dare la possibilità di lavorare da casa o creare ambienti protetti in ambito di lavoro, cosa che non è stata fatta; errore gravissimo.

I lavoratori fragili non possono scegliere di tutelarsi da soli, voi invece potete farlo. Potete prorogare per legge le tutele a loro destinate, come avevate già fatto fino al 30 giugno scorso. Presidente - come sa - questo discorso lo faccio tutti i giorni: lo facevo prima della scadenza e ho continuato a farlo dopo la scadenza. Come sempre, consegno questo discorso, come alcuni nel passato, al Ministro per i rapporti con il Parlamento, D'Inca', affinché possano seguire le istruzioni e applicare ciò che è già stato approvato da questa Camera. Grazie mille anche al deputato Massimiliano De Toma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per proporre al Parlamento di lavorare. Noi ci troviamo, anche questa mattina, in attesa di capire quale sarà il destino di quest'Aula rispetto a preannunciati vertici tra due leader politici mai eletti dal popolo italiano. Sembra che il Parlamento italiano eletto debba aspettare che il teatrino si compia, che ci sia una scena, come al solito, utile più ai giornali di gossip che alle imprese e alle famiglie italiane, che vorrebbero sapere come sostenere la loro attività e la loro stessa sopravvivenza, in un momento in cui l'inflazione è alle stelle e c'è una crisi energetica che attanaglia l'intero mondo e sulla quale, purtroppo, l'Italia arriva in grave ritardo, per responsabilità imputabili al malgoverno degli ultimi dieci anni.

Ora io propongo di lavorare, nel senso che siamo qui in attesa che il Ministro D'Inca', anche questa mattina, si proponga a quest'Aula come rappresentante di questo ormai disallineato Governo, e chieda un nuovo rinvio, senza motivarlo ovviamente e senza spiegarne le ragioni. Insomma, vediamo se questa mattina avrà almeno il senso del pudore di spiegare al Parlamento italiano perché il Governo impedisce di trattare, nella maniera più normale possibile, un decreto come quello che è all'ordine del giorno.

Allora, io propongo ai colleghi e al Parlamento di lavorare. Come? Visto che il Governo e questa maggioranza non sono in grado di proseguire serenamente, alla luce del sole, un dibattito sui temi, invertiamo l'ordine del giorno e cominciamo a ragionare su argomenti che interessano agli italiani. Per quello che ci riguarda, per esempio, Fratelli d'Italia ha calendarizzato le mozioni - si è già svolta la discussione generale e, quindi, adesso si tratterebbe di procedere, per due ore, al seguito della relativa discussione e ad una migliore definizione del testo - e si potrebbe votare sugli interventi in favore delle imprese turistiche e del mondo agricolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che attendono di sapere se c'è, da parte di questa maggioranza e di questo Governo, qualche soluzione alla perenne mancanza - da quando c'è il reddito di cittadinanza - di personale, di persone che lavorino, che producano e che rendano l'economia italiana un'economia che riesce a dare risposte e a far crescere la Nazione. Allora, la nostra proposta oggi è: lavoriamo! Queste ore, che si preannunciano di vagabondaggio nei corridoi del Parlamento, siano sostituite in quest'Aula da discussioni su temi che interessano gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Se non andasse bene la mozione di Fratelli d'Italia, proponete voi un tema da discutere ma non vi sfilate, perché c'è un Governo che non governa, ma c'è un Parlamento che si deve guadagnare lo stipendio qui dentro, discutendo di temi che interessano gli italiani! Proponete, colleghi, eventualmente altri temi, ma non passiamo questa mattinata inutilmente, come abbiamo fatto già nelle giornate che hanno preceduto quella di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinvio…

Collega Trano, se vuole intervenire contro o a favore, finisco di leggere lo speech e poi le do la parola. Siamo in fase di votazione.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, io vorrei aggiungere soltanto una breve riflessione su questo tema. Siamo rimasti bloccati da ieri ed è inaccettabile che quest'Aula non prosegua i propri lavori perché siamo in attesa di eventuali incontri tra il Premier e Conte. Restiamo qui, di fatto, con continui rinvii. Si consideri che anche questa mattina avevamo una riunione del Comitato dei nove, che è stata sostanzialmente disdetta dieci minuti prima dell'orario fissato per la sua convocazione.

Allora, questo è un modo di fare inaccettabile, che noi delle opposizioni stigmatizziamo, ma soprattutto chiediamo quantomeno di lavorare e di non porre in essere ulteriori rinvii, che sono ingiustificabili, anche agli occhi degli italiani. Quindi, Presidente, davvero cerchiamo di essere fattivi e di non stare ad attendere altri incontri, che poco o nulla interessano a quest'Aula.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto n. 3 dell'ordine del giorno della seduta odierna, che reca il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive, potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro e uno a favore, per non più di 5 minuti ciascuno.

Chi chiede di parlare contro la richiesta d'inversione dell'ordine del giorno? Non vedo mani alzate.

Ha chiesto di parlare il collega Zucconi, immagino che voglia intervenire a favore della richiesta di inversione dell'ordine del giorno. Prego, collega Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. A parte i richiami di ordine generale che il presidente Lollobrigida ha fatto all'Aula per evitare che il periodo di nullafacenza prosegua anche in questa giornata, oltre ad avere occupato quella di ieri, il presidente Lollobrigida ha anche proposto un tema, e quindi la trattazione del problema - che pare essere ignorato dai più -, che non si trovano i lavoratori, soprattutto in certi ambiti, in quello turistico, ma anche in quello dell'agricoltura. È un tema, sicuramente, che ci piacerebbe affrontare, anche per sapere, poi, quali indicazioni il Parlamento darà al Governo per uscire da questo corto circuito. È un tema essenziale e io credo che il Governo e le forze politiche dovrebbero aderire a questa richiesta anche volentieri, anche di fronte a un Parlamento che verso l'esterno si dimostra immobile, inerte e immobilizzato dalle diatribe e dagli scontri feroci che ci sono all'interno dei partiti della maggioranza e che all'interno degli stessi partiti, tra l'altro, si riverberano ancora, immobilizzando appunto il Parlamento. Credo che approfittare di questa proposta che viene da un partito dell'opposizione, tra l'altro, per cui non credo che possa essere… Governo… Governo, grazie… è proprio questa ritrosia al lavoro…

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Governo! Governo!

PRESIDENTE. Collega, prosegua.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ritrosia non è un termine… però è questo. Dobbiamo lavorare, sicuramente, non possiamo buttare via del tempo. Questa mozione è importante, perché, al di là dello strumento che abbiamo dovuto utilizzare in mancanza di qualsiasi iniziativa da parte del Governo - non ci sono stati disegni di legge, non ci sono stati decreti-legge per risolvere questo problema - è chiaro che il Parlamento un input al Governo lo deve dare, qualunque sia la posizione in merito a questo problema. C'è chi, come noi, sostiene che, in gran parte, anche le misure assistenziali concorrono nel disincentivare le persone alla ricerca di lavoro; c'è chi afferma che è un problema di formazione; c'è chi evidenzia che gli stipendi in Italia disincentivano il lavoro, perché sono troppo bassi. Ebbene, di fronte a una situazione che comunque è veramente grave, perché le aziende veramente devono chiudere, a volte, per alcuni periodi del giorno perché non hanno lavoratori, a fronte di tutto questo, approfittiamo e trattiamo questa mozione, parliamo di questo tema e poi affrontiamo, all'interno di questo tema, il vero problema, ossia che gli stipendi vanno aumentati. Per aumentare gli stipendi c'è solo un modo, ossia ridurre le tasse sulle buste paga. Anche questo può essere fatto e, naturalmente, noi proponiamo che le risorse per tali interventi vengano prese da quelle misure assistenziali che oggi costituiscono spesso uno spreco e un privilegio.

Di fronte a questa proposta dell'opposizione, sarebbe un segnale di una minima responsabilità - da parte di chi la responsabilità, invece, la dovrebbe avere a tutto tondo - aderire alla richiesta.

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che, essendo un voto procedurale, possiamo procedere al voto stesso, essendo trascorsi i 5 minuti previsti all'articolo 49 del Regolamento.

Passiamo, dunque, ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente all'esame del punto n. 3 dell'ordine del giorno della seduta odierna.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 158 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare il collega Lollobrigida, sempre sull'ordine dei lavori suppongo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sì, Presidente. All'esito del voto, avendo appreso che la maggioranza di questo Parlamento non è intenzionata a lavorare e predilige, evidentemente, le passeggiate nei corridoi e le iniziative di dialogo all'interno delle segrete stanze su come poter sopravvivere su questi banchi ancora qualche mese, faccio un'ulteriore proposta a lei, Presidente, perché se ne faccia portatrice al Presidente Fico.

Questa situazione, per noi, è insostenibile, è ridicola, le abbiamo provate tutte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo chiesto di discutere tra forze politiche in Parlamento, non c'è stato un solo motivo formale per rinviare la discussione. Abbiamo provato a portare all'attenzione di quest'Aula un'inversione dell'ordine dei lavori, trattando di un tema che ci dovrebbe accomunare tutti (magari, dividerci sulle soluzioni, ma il problema dell'assenza di lavoratori in agricoltura e nel turismo è un problema che esiste) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Come fate a non volerne discutere? È irresponsabile! Lo dico a tutti quelli che circolano nelle nostre strade, nelle piazze e sui social raccontando che sono interessati al destino di questi mondi.

Allora, Presidente, io chiedo la convocazione immediata - immediata - della Conferenza dei capigruppo, per provare, anche in tale sede, a ragionare di come questo Parlamento possa lavorare. E chiedo al Presidente Fico di presentarsi in quest'Aula, magari non in favore di telecamere, ma anche oggi che le telecamere non sono presenti, per permetterci di rivolgere direttamente anche a lui questa proposta, qualora non potesse riceverla, tramite lei, rapidamente. Facciamo un incontro tra le forze politiche, trasparente, verbalizzato, nel quale ognuno si assuma la responsabilità di quello che sta avvenendo, che non sta rasentando il ridicolo, è ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Collega, sulla richiesta della convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, ne parlerò sicuramente con il Presidente Fico, che poi farà le sue opportune valutazioni.

Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,54.

La seduta, sospesa alle 9,49, è ripresa alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Chiedo al Ministro D'Inca' di raggiungere la postazione del Governo. Il Ministro ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, gentili colleghi, a nome del Governo, chiedo il rinvio di tutti gli argomenti all'ordine del giorno alle ore 14 (Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – I deputati del gruppo Fratelli d'Italia lanciano fascicoli di seduta verso i banchi del Governo).

PRESIDENTE. Sulla richiesta… Colleghi, colleghi, colleghi! Ordine, colleghi (Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Sulla richiesta di rinviare alle ore 14 tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta di oggi darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro ed uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Richiamo all'ordine i colleghi Frassinetti, Ciaburro, Zucconi e Trancassini.

Ha chiesto di parlare contro il deputato Trancassini. Ne ha facoltà. Collega, le ricordo che è stato richiamato all'ordine (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi, ho richiamato all'ordine i colleghi, sono stati tutti richiamati all'ordine. Collega Trancassini, prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Non capiamo esattamente quale sia il nervosismo che anima il Partito Democratico. Io mi auguro che, dopo questo mio intervento, finalmente, magari, qualcuno intervenga a favore del rinvio e ci spieghi perché rinviamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sono giorni che cerchiamo almeno di avere questa piccola risposta che credo sia il minimo sindacale: sapere perché siamo chiusi fuori dalla porta, sapere perché non si discute in quest'Aula, sapere, magari, anche che cosa vi state spartendo, che cosa divide oggi la maggioranza, quali sono gli interessi che state brigando all'interno delle segrete stanze. Non se lo chiede solo Fratelli d'Italia, e ovviamente il sottoscritto: credo che una risposta agli italiani andrebbe data. Li vedo abbastanza effervescenti e non credo sia soltanto perché l'onorevole Fiano tema che noi battiamo il suo precedente record di lancio del fascicolo, che detiene dalla finanziaria di 3 anni fa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quando andò clamorosamente a segno nei confronti del Presidente della Camera. Noi non abbiamo le lunghe leve del collega Fiano e, come ha visto, non siamo arrivati a bersaglio. Tuttavia, Presidente, mi permetta di sottolineare che noi stiamo, anzi, voi state scrivendo una pagina orribile della storia di questo Parlamento, perché non basta tutto quello che va in scena con le ripetute richieste di fiducia, non basta la contrazione dei tempi nelle Commissioni, non basta che avete inaugurato la stagione dei segnalati e dei super segnalati per cercare di comprimere al massimo il dibattito nelle Commissioni. Adesso arriviamo anche a queste vicende delle ultime ore, per cui, per questioni che sfuggono agli italiani, sequestrate un Parlamento e non accettate di discutere ed entrare nel merito di questioni anche importanti.

Ricordo al Ministro D'Inca' che il tema all'ordine del giorno si chiama “aiuti”, un decreto che voi avete chiamato “aiuti” e che, in questi giorni, state mettendo da parte perché avete bisogno voi di aiuti, di aiuti per continuare a mantenere questo ruolo, a mantenere la vostra poltrona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tutto questo, signor Ministro D'Inca', è semplicemente vergognoso e vi dovreste vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). No, Presidente, non ho chiesto di parlare a favore, parlerò a favore soltanto dopo - lo farà qualcun altro - che qualcuno del gruppo di Fratelli d'Italia abbia chiesto scusa al Ministro per il lancio di oggetti (Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), altrimenti non c'è bisogno di parlare a favore e si può anche votare, per quanto mi riguarda.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Collega Trancassini! Collega Trancassini, la richiamo all'ordine per la seconda volta. Colleghi, colleghi!

Se nessuno chiede di intervenire a favore, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare alle ore 14 tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta di oggi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 190 voti di differenza.

Informo di aver riferito al Presidente della Camera la richiesta, prima formulata, di convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Il Presidente mi ha comunicato che procederà alla convocazione della Conferenza prima della ripresa della seduta.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 14,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 132, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (A.C. 3614-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3614-A: Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3614-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare il relatore per la Commissione bilancio, il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, desidero fare una segnalazione di carattere tecnico. Nell'emendamento 6.51 Nardi (Nuova formulazione), approvato dalle Commissioni e confluito nel testo A, nel comma 2-quater dell'articolo 6 si fa impropriamente riferimento - per un mero errore materiale - a kilowatt termici (kWt) di energia elettrica prodotta. La corretta unità di misura dell'energia prodotta, invece, è quella dei kilowattora (kWh) e, in tal senso, occorre che il riferimento presente nel testo A sia corretto e, quindi, inteso.

PRESIDENTE. Benissimo, onorevole Pagano. Di questo, si prende atto nel testo su cui interviene.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3614-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, deputato Federico D'Inca'. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia (Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa – Dai banchi del gruppo Misto-Alternativa si grida: “Vergogna!”, “Ridicoli”, “Andate a casa”!) sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 3614-A: Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina, nel testo approvato dalle Commissioni riunite.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 3614-A, di conversione del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (da inviare al Senato – scadenza: 16 luglio 2022), la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, giovedì 7 luglio, a partire dalle ore 14,25, con dichiarazioni di voto a partire dalle ore 12,40. Dopo il voto di fiducia, si passerà alla fase degli ordini del giorno, da concludere entro le ore 24 di domani.

Nella giornata di lunedì, a partire dalle ore 12,30, si svolgeranno le dichiarazioni di voto finale e il voto finale, che avrà luogo alle ore 14. Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 17 di oggi, mercoledì 6 luglio.

Procedo, quindi, con l'estrazione del nominativo dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dalla deputata Ianaro.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Lollobrigida. Ne ha facoltà. Poi leggeremo il resto dell'esito della Capigruppo.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Come vuole, Presidente, grazie di avermi concesso la parola. Non faremo, come le altre volte, una protesta formale rispetto a questa fiducia, perché credo che dobbiamo rispettare alcuni milioni di cittadini italiani. Sono 10.574.000 i cittadini italiani che hanno votato il MoVimento 5 Stelle, un movimento che si è ridotto a piatire per giorni un incontro con il Capo del Governo, con un penultimatum perentorio, rispetto a posizioni chiarissime, nettissime, su grandi temi e grandi battaglie, che avevano presentato, in queste ore, come l'ultima trincea, e, poi, due pacche sulle spalle e si torna in Aula ad annunciare l'ennesima fiducia.

Un risultato c'è di questa ennesima fiducia: ci teniamo il Ministro D'Inca', ancora, nella sua posizione di Ministro del MoVimento 5 Stelle, perché le minacce terribili del MoVimento 5 Stelle di uscire dalla maggioranza, se non si fosse proceduto al rispetto dei lavoratori che avevano creduto nel 110 e delle imprese sul termovalorizzatore di Roma, sono risultate un'altra grande presa in giro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, per rispetto dei 10.574.000 elettori che vi hanno premiato con un consenso che state tradendo, terremo i toni bassi, perché queste persone non si meritano il trattamento che gli avete concesso.

Ancora, tra loro, qualcuno spera in un colpo di reni, in un fatto, in tutta la legislatura, che possa far dire: va bene, abbiamo sbagliato, ma, vedete, ancora un po' di dignità questi ce l'hanno. Anche oggi, il MoVimento 5 Stelle, Conte, in particolare, si è dimostrato quel soggetto che noi avevamo intravisto già al momento della sua nomina, e per quello non entrammo nel Conte 1; abbiamo avuto conferma nel Conte 2 di quello che valeva e, adesso, lo vediamo anche in azione come riferimento a quello che fu il più grande partito italiano dal 2018.

Quindi, prendiamo atto, ancora una volta, dell'assenza di serietà e di capacità di questo Governo di dare al Parlamento la sua centralità con discussioni approfondite. Eravamo disponibili a ritirare gran parte dei nostri emendamenti per poter discutere in quest'Aula; evidentemente, questa maggioranza è terrorizzata da qualsiasi provvedimento, perché i partiti che la compongono non hanno granché in comune, se non la voglia di portare avanti questa legislatura il più possibile e tenersi inchiodati a poltrone che, probabilmente, e io dico, per fortuna delle istituzioni, molti di loro non potranno rioccupare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, siamo alla cinquantaquattresima fiducia del Governo Draghi qui, alla Camera dei Deputati; è un record che non è mai avvenuto in tutta la storia della Repubblica: 54 fiducie in quindici mesi di Governo Draghi.

C'è un Parlamento che è totalmente inutile, se non a fare da spettatore a questa pantomima tra Conte e Draghi. Bisognava aspettare che Draghi tornasse, insieme ai suoi Ministri, dal dittatore che ci serve Erdoğan (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), a cui, insieme a tutta l'Europa, abbiamo svenduto il popolo curdo; il popolo curdo, oltretutto, era già stato svenduto, dopo che era servito a contrastare il Daesh, direttamente dagli americani, ma, ovviamente, non dico che “al cuor non si comanda”, ma al portafoglio non si comanda! Quindi, oggi è emerso che quello che doveva essere davvero un ultimatum del MoVimento 5 Stelle - e diceva bene Lollobrigida - è un ennesimo penultimatum, una ennesima resa, perché dobbiamo, anzi, dovete conservare le poltrone,. Infatti, fa troppa paura la minaccia, il bluff, anzi, del Partito Democratico, che vi aveva minacciato sulla necessità di tornare al voto. Ve lo dico: purtroppo, non si tornerà al voto, anche se voi doveste uscire da questa maggioranza - ve lo dico chiaramente -, perché la prossima primavera ci saranno tutte le nomine delle partecipate e a questo Governo non importa niente dell'inflazione che ha superato i massimi degli ultimi decenni. non importa niente di famiglie e imprese allo sbando, interessa solo occupare posti pubblici o para pubblici, perché, in questo modo, i partiti, che sono espressione di questa maggioranza, riusciranno ad occupare le istituzioni di questo Paese, così come sta avvenendo.

E non lo dico solo da deputato espulso dal MoVimento 5 Stelle per non aver votato la fiducia a questo vergognoso Governo Draghi; lo dico anche da votante e cittadino. Faccio parte di quegli 11 milioni di persone che avevano dato la fiducia, mal riposta, al MoVimento 5 Stelle e mi onoro, insieme a pochi altri miei compagni di gruppo, qui di Alternativa, di essere fra i pochi che si sono opposti a questo Governo Draghi e dalla nostra ridotta, dalla ridotta di questo inutile Parlamento, continueremo a fare un'opposizione senza scrupoli a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il collega Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Presidente, intervengo per censurare questa pratica del Governo. Io voglio proprio sperare che adesso qualcuno srotoli lo striscione e ci avvisi di essere su Scherzi a parte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché non è possibile avere perso 4 giorni di lavoro in attesa di questi pareri, che ci avrebbero permesso, per una volta, di rendere il Parlamento centrale. Alla fine, arriviamo a mercoledì pomeriggio, si pone la fiducia e ci saranno, quindi, altre 24 ore di stop ai lavori, per osservare il “silenzio” prima della votazione della questione fiducia. È una resa clamorosa del MoVimento 5 Stelle che, per una volta, ci aveva fatto sognare. Noi, in buona fede, avevamo sperato: vuoi vedere che, per una volta, riescono a imporsi, ci fanno discutere qualche straccio di emendamento? Invece, si ritorna nei ranghi. Arriva proprio il MoVimento 5 Stelle, attraverso il Ministro D'Inca' che, fino a prova contraria, fa parte del MoVimento 5 Stelle e che veste ancora i panni del boia della democrazia, e viene ancora una volta a uccidere quel poco che rimane di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Onorevole Forciniti, può esprimere gli stessi concetti senza drammatizzare il Parlamento.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Non ci fate discutere gli emendamenti; almeno la prego di farci dire qualcosina.

PRESIDENTE. Sì, sì, la ascolto volentieri.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). È l'unica cosa che ci rimane da fare, in questo Parlamento, altrimenti ce ne possiamo andare. Ognuno ha i propri modi di esprimersi ma non penso di avere insultato nessuno. Penso di avere fatto una critica politica e sono stato anche buono, perché così facendo questo Governo sta rendendo ridicola l'Italia nel mondo intero (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Lo dico per voi: staccate la spina (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Considerato che si parla di suicidio assistito, ormai questa agonia e questa sofferenza - perché si vede che voi stessi soffrite - non servono a voi e non servono al Paese. A chi giovano? State morendo dentro. Oggi aspettavamo questo incontro chiarificatore fra Draghi e Conte, tutti pendevano dalle labbra di questi due extraparlamentari che avrebbero dovuto decidere di che morte noi saremmo dovuti morire. Invece, scopriamo che la fiducia comunque viene posta. A questo punto, tanto valeva porla lunedì, ci saremmo risparmiati tre giorni di suspence, di agonia, di speranza, nell'attesa magari di potere, per una volta, discutere gli emendamenti.

È un consiglio spassionato che vi do, proprio per la vostra salute psicofisica: andate a casa, perché non state bene, ve lo si legge in viso che non state bene; andate a casa, se ne avete il coraggio. Questa legislatura è iniziata all'insegna della democrazia diretta. Io vedo l'ex ministro Fraccaro, ma ve lo ricordate? Che presa in giro colossale! Abbiamo iniziato questa legislatura parlando di democrazia diretta e siamo finiti alla macellazione anche di quella rappresentativa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Vi rendete conto della presa in giro colossale che avete fatto a questi cittadini? Si rende conto, Ministro D'Inca', che lei è andato sui palchi, nel 2018, promettendo la democrazia diretta ai suoi elettori e oggi sta macellando anche quella rappresentativa, senza la minima vergogna?

Se avete una reazione di orgoglio, se ancora l'avete un po' di orgoglio, cari colleghi - io vi voglio ancora bene, perché si vede che alcuni di voi credono in alcune battaglie - sfiduciate il vostro stesso Ministro, uscite da questa schifezza di Governo! Fatelo per il vostro bene, innanzitutto, e per il bene di questo Paese. Veramente vi prego, vi prego (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Vorrei comunicare all'Aula una notizia terribile. Poche ore fa, in Somalia, una bomba ha ucciso Hashi Omar Hassan. Questo ragazzo è stato per quasi 17 anni ingiustamente in carcere perché, per via di depistaggi, venne condannato - e non si sottrasse mai al giudizio, rimanendo in Italia - per l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il 20 marzo del 1994, a Mogadiscio.

Senza prendere troppo tempo, voglio solo ricordare che Ilaria e Miran vennero ammazzati perché avevano scoperto e resocontato, nel telegiornale, traffici di rifiuti illeciti e armi all'ombra di parti della cooperazione internazionale; appunto per questo furono ammazzati. Ci fu un depistaggio, a cui non furono estranee, come noto, anche parti dello Stato e ci fu anche una falsa accusa. Hassan si fece, ingiustamente, 16 anni e mezzo di carcere, fino a quando la corte d'appello di Perugia riaprì il processo in seguito alle risultanze delle indagini di una giornalista d'inchiesta, Chiara Cazzaniga, di Chi l'ha visto?, che scoprì colui che aveva fatto il depistaggio, lo andò a intervistare, vicino Londra. Questi ammise: “È vero, dissi una bugia”. Si riaprì il processo e la corte d'appello di Perugia assolse Hassan.

Stavamo lì, quel giorno, assieme a Luciana Alpi, e ricordo con commozione l'abbraccio di Luciana ad Hassan, dopo la sentenza. Giorgio, papà di Ilaria, e Luciana erano andati sempre a trovarlo in carcere, perché sapevano che non era lui il responsabile di quell'omicidio vergognoso. Ebbene, oggi è stato ammazzato in Somalia, con una bomba. Stava lì - mi è stato riferito - a girare un documentario su questa storia, per contribuire ancora a una verità che manca.

Concludo, esprimendo un vero dolore per lui e per i suoi familiari, perché abbiamo conosciuto questo ragazzo. Tuttavia, intendo anche riaffermare un impegno. Presidente, io le chiedo di farsi interprete immediatamente, con il nostro Ministero degli Affari esteri, affinché si cominci a capire cosa è successo. Lo Stato è in debito nei confronti di questo ragazzo, per la sua ingiusta detenzione (Applausi) ma anche per il contributo che ha dato alla verità. In secondo luogo, le chiedo che venga prestata la massima assistenza, oltre che il massimo interesse a capire quello che è successo. Le chiedo, Presidente, di farsi interprete anche lei di un appello, affinché si faccia nostro quello slogan che abbiamo ripetuto più volte a piazzale Clodio, fino a che c'è stata Luciana. Insieme a Luciana e insieme a tante associazioni del giornalismo di inchiesta, come Libera ed altri, abbiamo fatto nostro questo appello alla procura di Roma: “Noi non archiviamo”. Non ci sono più Giorgio e Luciana, ma finché non si saprà la piena verità su quell'omicidio, sui depistaggi e su quello che c'era dietro, ci sarà una ferita aperta per il Paese. Anche nel nome del povero Hassan, questo impegno, da qui, lo vogliamo riaffermare (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Verini, per questo opportuno richiamo, che senz'altro il Ministro D'Inca' trasmetterà al Governo, anche per gli opportuni adempimenti.

Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Intervengo molto brevemente, Presidente. Questa ennesima fiducia è l'ennesimo fallimento di questo Parlamento, perché vi sono questioni veramente importantissime. Forse non ci stiamo rendendo conto che lì fuori ci sono aziende che stanno per fallire, con milioni di euro di crediti di imposta, ossia un nuovo modo che abbiamo trovato, come Paese, per far fallire alcune aziende. Ci sono cittadini che non riescono più a pagare il mutuo, nonostante migliaia di euro di crediti d'imposta. Com'è possibile che, in settimane e settimane di lavori nelle Commissioni, ci si sia ridotti a discutere del super ecobonus, in pratica, dalle 3,30 alle 4,30 di notte? Com'è possibile che non vi sia stata alcuna proroga? Com'è possibile che non vi sia stata la cedibilità totale dei crediti di imposta, com'era inizialmente previsto dal super ecobonus? Com'è che non si è sistemata quell'assurda circolare dell'Agenzia delle entrate che sostanzialmente prevede la responsabilità in solido per i cessionari e per le banche che acquistano i crediti di imposta? Io penso che il tempo delle parole sia finito; ormai queste persone non hanno neanche più l'illusione e la speranza di vedere sistemato il proprio futuro. Io non voglio urlare, perché già l'abbiamo fatto, abbiamo occupato la Commissione bilancio per sollevare il caso. Però, cari colleghi, rendiamoci conto che ci sono imprese che dovranno licenziare i dipendenti, lavori che si bloccheranno a metà e persone che non sapranno più come mettere il pane in tavola. L'ora delle promesse è finita, basta! Dobbiamo veramente fare uno sforzo, tutti quanti, e cercare di risolvere i veri problemi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Napoli.

OSVALDO NAPOLI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Ministro D'Inca'. Certamente per chi, come me, è ormai alla Seconda o alla Terza Repubblica, nel caso si vogliano contare, quelle di ieri e di oggi sono state giornate allucinanti che, non vi sono dubbi, non fanno onore alla politica. In tutti i miei anni di politica, una situazione di questo genere - lo dico con profondo rispetto - non l'ho mai vista. Però, ho ascoltato anche adesso, in questo intervento e in quello precedente l'invito ad andare a votare.

Lo dico in maniera molto franca: quando si dice andare a votare significa non vedere i problemi delle fasce più deboli, significa non vedere che gli stipendi non bastano più, significa non vedere che il costo della vita continua ad aumentare, e la parte debole del Paese continua a soffrirne, e non vedere cosa succederà ad ottobre. Leggo sui giornali che i parlamentari vogliono rimanere qui, d'accordo, perché in maniera tale prendono il vitalizio a ottobre o quant'altro. Voglio dire, a difesa dei parlamentari, che noi vogliamo rimanere qua perché altrimenti perdiamo la rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza e questo significa non prendere a giugno quella rata indispensabile per fare quegli investimenti di miliardi di cui il Paese ha bisogno e che automaticamente portano occupazione. La politica deve avere il coraggio di dire queste cose. Abbiamo bisogno che siano risolti in maniera definitiva tutti quei problemi energetici su cui per molti anni alcune forze politiche hanno continuato a dire di «no». Dobbiamo aumentare il livello della politica, avere il coraggio di dirlo e non passare più giornate come ieri e oggi, che sono l'antipolitica per eccellenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sullo stesso tema, l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Volevo lasciare a verbale lo scoramento che c'è in questi giorni di attesa, di stop, di rinvii sul “decreto Aiuti”. Noi pensavamo che quello potesse essere lo strumento per sistemare uno dei tanti problemi - ho appena ascoltato il collega Napoli - oggi presenti in Italia. Presidente, noi in questi giorni abbiamo incontrato molte associazioni di categoria che hanno fatto presente le loro preoccupazioni, ma soprattutto i loro problemi reali, veri. Ci sono aziende che hanno creduto in una norma che è stata predisposta da un altro Governo. Tuttavia, il Governo Draghi è sostenuto anche da una forza - mi riferisco al MoVimento 5 Stelle - che ha messo in piedi questo meccanismo. Le aziende hanno creduto in questa norma, hanno investito, hanno avuto esposizioni bancarie per poter acquistare il materiale, che, nel frattempo, è stato colpito dall'inflazione e quindi è aumentato, si sono esposte, cercando di acquisire più personale, più operai, più personale amministrativo, hanno creduto in una possibilità di guadagno che poi si trasformasse in una possibilità di rilancio del Paese e hanno fatto tutto ciò che necessitava per poter ammodernare gli immobili in Italia e renderli più efficienti, anche alla luce di questa crisi energetica che attualmente persiste. Sembrava che andasse tutto bene. Poi, quando è arrivato il Governo Draghi hanno iniziato a mettere una serie di restrizioni, una serie di cavilli burocratici per ammazzare, sostanzialmente, la stessa norma. Noi ci troviamo agli inizi di luglio con migliaia di imprese lasciate nella totale incertezza. Anzi, forse un'unica certezza c'è e cioè che stanno fallendo, stanno morendo, stanno chiudendo i battenti, con crediti fiscali per milioni di euro all'interno dei loro cassetti fiscali. C'è qualcosa che non funziona! Sento che bisogna elevare la politica, bisogna aumentare il suo livello. Che cosa dobbiamo aumentare, se questi imprenditori vengono qui, a Montecitorio, a parlarci, a dire che stanno per morire, penso, purtroppo, anche fisicamente! Molti ci dicono che stanno già facendo progetti per andare all'estero. Un imprenditore, ieri, mi ha fatto vedere un progetto per andare in Africa, per andare ad investire in Paesi emergenti. Questo è il totale fallimento della politica, il totale e pieno fallimento della politica! Il Premier Draghi è andato alla Commissione europea a dire che questa misura non ci piace perché sta facendo aumentare i costi delle materie prime e tutta una serie di altre illazioni. Ora, a parte la figuraccia che ci ha fatto fare come italiani andando in un consesso internazionale a dire che una misura non funziona, ma ora lo stesso Premier si sta prendendo responsabilità enormi. Se queste famiglie - speriamo di «no» - dovessero chiudere le loro attività, andranno a mangiare a casa di Draghi? Andranno a mangiare a casa dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle? Il problema è questo, il problema si palesa in maniera concreta, vivida, e nessuno dice niente. Noi ci aspettavamo di ritornare in Commissione per votare un emendamento che era stato già preparato da questi pavidi del MoVimento 5 Stelle per poter mettere una pezza sulla responsabilità solidale delle banche e per poter aumentare la cedibilità di questi crediti. Ci abbiamo sperato e ci hanno sperato anche tutte queste associazioni, tutti gli italiani che credono ancora in questo Paese. Noi cosa diciamo loro, oggi? Che a seguito dell'incontro tra Draghi e Conte, che hanno spicciato casa con le loro cosettine, si mandano al macero migliaia di imprese. Presidente, oggi è una giornata in cui possiamo dire che c'è un lutto, c'è un lutto nazionale perché stanno morendo le microimprese italiane (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto di procedere allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, previsto per le ore 15, in pendenza delle 24 ore.

Riarticolazione dell'organizzazione dei lavori dell'Assemblea per la settimana 11-15 luglio 2022.

PRESIDENTE. Sempre a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata altresì convenuta, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, la seguente riarticolazione dell'organizzazione dei lavori dell'Assemblea per la prossima settimana:

Lunedì 11 luglio (ore 12.30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3614-A - Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (da inviare al Senato – scadenza: 16 luglio 2022) (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e il voto finale, alle ore 14)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 544-2387-2692-2868-2946-3014-B - Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore (approvata in un testo unificato dalla Camera e modificata dal Senato)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2098-2247-2392-2478-2540 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche

Discussione sulle linee generali del Doc XXII, n. 63 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'uso dell'amianto e sulla bonifica dei siti contaminati

Discussione sulle linee generali della mozione Comaroli ed altri n. 1-00681 concernente iniziative a sostegno delle residenze sanitarie assistenziali e delle case di riposo, con particolare riferimento all'aumento dei costi dell'energia e alla carenza di personale infermieristico

Discussione sulle linee generali delle mozioni Daga ed altri n. 1-00675, Federico ed altri n. 1-00679 e Nevi ed altri n. 1-00680 concernenti iniziative volte al contrasto della siccità e ad un efficiente utilizzo delle risorse idriche

Discussione generale del disegno di legge n. 3625 e abbinate - Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo (approvato dal Senato) (collegato alla manovra di finanza pubblica 2021-2023)

Martedì 12 luglio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 12 (ore 12-14.30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 13 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 14 luglio (ore 9.30-13.30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 15 luglio)

Seguito dell'esame delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00671, Manzo ed altri n. 1-00672, Andreuzza ed altri n. 1-00673 e Bonomo ed altri n. 1-00677 concernenti iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3625 e abbinate - Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo (approvato dal Senato) (collegato alla manovra di finanza pubblica 2021-2023)

Seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2098-2247-2392-2478-2540 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche

Seguito dell'esame del Doc XXII, n. 63 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'uso dell'amianto e sulla bonifica dei siti contaminati

Seguito dell'esame della mozione Comaroli ed altri n.1-00681 concernente iniziative a sostegno delle residenze sanitarie assistenziali e delle case di riposo, con particolare riferimento all'aumento dei costi dell'energia e alla carenza di personale infermieristico

Seguito dell'esame delle mozioni Daga ed altri n. 1-00675, Federico ed altri n. 1-00679 e Nevi ed altri n. 1-00680 concernenti iniziative volte al contrasto della siccità e ad un efficiente utilizzo delle risorse idriche

Nella seduta di mercoledì 13 luglio, alle ore 13, avrà luogo la commemorazione dell'ex deputato Francesco Nucara

Nella seduta di mercoledì 13 luglio, alle ore 16, avrà luogo la votazione sulle dimissioni del deputato Elio Vito

Mercoledì 13 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 15 luglio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 14,50, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Interno, il Ministro dello Sviluppo economico, il Ministro della Salute e la Ministra per le pari opportunità e la famiglia.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a favorire il sistema di accoglienza diffusa dei profughi ucraini, con particolare riferimento allo snellimento degli adempimenti burocratici e all'erogazione delle risorse economiche a favore delle famiglie ospitanti e degli enti del Terzo settore – n. 3-03062)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Enrico Borghi ed altri n. 3-03062 (Vedi l'allegato A).

La deputata Lia Quartapelle Procopio ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmataria.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo parlato spesso, anche in quest'Aula, della straordinaria generosità di tutte le famiglie italiane e del Terzo settore italiano per l'accoglienza dei 140.000 profughi ucraini arrivati dal 24 febbraio nel nostro Paese. Ne abbiamo parlato, ma - come sempre in Italia - tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Il Governo aveva detto che si sarebbe fatto di tutto per favorire un'accoglienza diffusa, ma la realtà è stata diversa. La piattaforma per dare i contributi diretti ai profughi è stata attivata in ritardo; nessuno dei 27.000 posti banditi dalla Protezione civile, ad oggi, è stato attivato, anche se il bando scadeva il 22 aprile - parliamo di persone che dovevano essere accolte dal 24 febbraio - e non è stata ancora stanziata alcuna risorsa per aiutare le famiglie accoglienti e i soggetti del Terzo settore che le sostengono.

Abbiamo imparato dall'esperienza che, se si vogliono l'accoglienza e l'integrazione, servono risorse e un accompagnamento. La domanda è molto semplice: cosa intende fare il Governo per mantenere la parola data sulla qualità dell'accoglienza dei profughi ucraini?

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Grazie, Presidente e onorevoli deputati. Gli onorevoli interroganti, con riferimento all'accoglienza dei profughi ucraini giunti in Italia, chiedono iniziative urgenti per accelerare i procedimenti e snellire gli adempimenti burocratici che ne rallentano l'accoglienza.

Fin dall'insorgenza della crisi umanitaria, il Governo è intervenuto con una serie di interventi normativi, intesi a garantire l'accoglienza dei profughi ucraini. È bene premettere che, in base al vigente quadro normativo, la regia delle specifiche modalità di accoglienza dei profughi, oggetto del presente atto di sindacato ispettivo parlamentare, è ascritta al Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Per chiarire meglio i termini della questione, è opportuno ricordare che il sistema di accoglienza delineato dal Governo si articola in tre grandi filoni: il primo è rappresentato dall'autonoma sistemazione dei profughi presso la propria comunità in Italia; il secondo è costituito dal modello di accoglienza diffusa, da attuare mediante i comuni, gli enti del Terzo settore, i centri di servizio per il volontariato, associazioni ed enti religiosi; il terzo, infine, è offerto dal tradizionale circuito di accoglienza, gestito dal Ministero dell'Interno e dagli enti locali ed è incentrato sui Centri di accoglienza straordinaria (CAS) e sul Sistema di accoglienza e integrazione (SAI). Mentre per i primi due modelli organizzativi il Dipartimento della Protezione civile è l'amministrazione capofila, solo il terzo modulo afferisce a competenze del Ministero dell'Interno.

Per restare nell'ambito delle modalità di accoglienza di competenza del Ministero dell'Interno, informo che, alla data di ieri, risultano accolti nei CAS 12.550 profughi provenienti dall'Ucraina. Preciso che, dall'inizio dell'emergenza, il numero dei CAS attivi sul territorio nazionale è aumentato di 986 strutture, per un totale di 7.905 posti in più rispetto a quelli già esistenti.

Per quanto riguarda, invece, l'accoglienza nella rete SAI, alla data del 1° luglio, risultano accolti 1.095 profughi provenienti dall'Ucraina. Anche per questo tipo di sistemazione, è stata aumentata la capacità di accoglienza attraverso il finanziamento e la realizzazione di 7.000 nuovi posti.

Infine, il Dipartimento della Protezione civile che, a tal riguardo, ho sentito, ha comunicato che il lasso di tempo trascorso per le iniziative relative all'accoglienza, è dovuto al coinvolgimento di notevoli soggetti istituzionali, nonché all'esigenza di espletare - atteso che trattasi di cospicue risorse pubbliche - una pluralità di controlli preliminari.

PRESIDENTE. Il collega Enrico Borghi ha facoltà di replicare.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Ministra. Abbiamo ritenuto di investire il Parlamento in questa forma così importante, perché riteniamo che si stia discutendo, all'interno della nostra interrogazione a risposta immediata, di una questione di valore, una delle più importanti del nostro popolo, che riguarda il tema della solidarietà.

A fronte del dramma umanitario della crisi ucraina, abbiamo assistito ad una risposta pronta, spontanea e solidale da parte di numerose famiglie del nostro Paese. Davanti all'esigenza di far fronte a questa difficoltà, non ci possono essere ritardi, letture burocratiche, né interpretazioni forzate. Non si può scaricare sulle famiglie e sul Terzo settore il costo dell'integrazione, ma dobbiamo fare in modo che le istituzioni agiscano in maniera sinergica e accelerata, proprio perché l'elemento prioritario di questa vicenda è la portata politica in sé.

Dobbiamo sempre ricordarci che la crisi ucraina ha spezzato il modello di Visegrád, che era alla base di una difficoltà di integrazione all'interno dell'Europa. Dobbiamo essere credibili e coerenti, nel momento in cui, giustamente, poniamo un tema a livello europeo, ed essere conseguenti rispetto alla capacità di venire incontro, a livello interno, a sforzi e attività che - come ho detto -, meritoriamente, le famiglie ed il Terzo settore stanno compiendo e hanno compiuto, per i quali, quindi, devono attendersi una risposta pronta da parte delle nostre istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per garantire un adeguato sistema di accoglienza e tutele a favore dei lavoratori immigrati, con particolare riferimento al comparto agricolo – n. 3-03063)

PRESIDENTE. Il collega Dori ha facoltà di illustrare l'interrogazione Menga ed altri n. 3-03063 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DEVIS DORI (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Come è noto, lunedì scorso, Aboubakar Soumahoro si è incatenato qui fuori da Montecitorio per denunciare la continua tragedia di lavoratori e di braccianti che muoiono carbonizzati tra le lamiere roventi delle baracche, come è successo, qualche giorno fa, a Yusupha Joof, bracciante di 35 anni, morto intrappolato nell'incendio della baraccopoli di San Severo, a Foggia. Non è accettabile che, nel 2022, in un Paese come l'Italia, si verifichi una così impressionante negazione dei diritti umani e che venga palesemente calpestata la dignità umana. La politica eviti le parole vuote e metta subito in campo azioni risolutive!

Per questo motivo, chiedo alla Ministra Lamorgese quali interventi intenda porre in essere per garantire ai tanti lavoratori stranieri, immigrati in Italia, un sistema di accoglienza e di tutele in grado di superare il diniego sistematico dei diritti umani e di contrastare il fenomeno del caporalato.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Presidente, preliminarmente, informo che, per superare gli insediamenti dei braccianti agricoli e favorire il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per gli stessi, con decreto n. 55 del 2022 del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, sono state ripartiti a favore delle amministrazioni locali 200 milioni di euro nell'ambito del PNRR.

Quanto all'insediamento spontaneo di Borgo Mezzanone, ad oggi la regione Puglia ha provveduto all'installazione di cento moduli abitativi prefabbricati nell'area adiacente al CARA, che saranno destinati all'accoglienza di circa 400 migranti. La stessa provincia di Foggia è impegnata in un progetto che prevede anche lo smantellamento delle strutture poste all'esterno del compendio di Borgo Mezzanone, proprio per la bonifica e la valorizzazione dell'area interessata. Questi interventi saranno realizzati in attuazione di un progetto finanziato nell'ambito del contratto istituzionale di sviluppo per la Capitanata, per un importo di circa 3,5 milioni di euro, a cui contribuisce anche il Ministero dell'Interno.

Per fronteggiare i rischi connessi alle condizioni di degrado del sito, la prefettura di Foggia ha provveduto a far attivare un presidio fisso dei Vigili del fuoco e un apposito hub sanitario.

Non vi è dubbio che le iniziative volte al definitivo superamento degli insediamenti spontanei di migranti nel territorio della provincia e al miglioramento delle loro condizioni di vita costituiscano uno dei principali strumenti di contrasto al fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del caporalato, visto che i predetti insediamenti fungono da principale bacino di utenza per le organizzazioni criminali che lucrano sul lavoro illegale.

Quindi, all'opera c'è un'intensa e coordinata attività di sinergia interistituzionale che ha trovato un avanzato punto di sintesi nel protocollo d'intesa, sottoscritto dal Ministero dell'Interno, unitamente al Ministro del Lavoro e al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e al presidente del consiglio nazionale dell'ANCI. Sulla base di tale strumento sono state assunte iniziative urgenti nelle aree più critiche del Paese, nonché interventi di sistema rivolti non solo ai profili di prevenzione del fenomeno, ma anche all'assistenza delle vittime e alla loro regolarizzazione socio-lavorativa. Nel solco di tale protocollo si è affermato quindi un “modello Foggia”, basato su progetti investigativi congiunti tra Carabinieri, Ispettorato territoriale del lavoro di Foggia e procura della Repubblica. L'attività di prevenzione e contrasto, pianificata in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ha consentito di conseguire importanti risultati in termini di emersione delle irregolarità che caratterizzano il lavoro agricolo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la collega Menga.

ROSA MENGA (MISTO-EV-VE). Ministra, potrei definire la sua risposta soddisfacente, se soltanto non giungesse irrimediabilmente tardiva, perché, nel testo dell'interrogazione a risposta immediata presentato oggi abbiamo voluto riportare il nome e onorare la memoria di Yusupha Joof, il bracciante gambiano morto nell'ultimo incendio divampato nel ghetto di Torretta Antonacci: si sta parlando del ghetto di Torretta Antonacci e non del ghetto di Borgo Mezzano, due realtà ben distinte, sebbene si sviluppino nello stesso territorio della provincia di Foggia. E abbiamo voluto citare anche il nome di Aboubakar Soumahoro, l'attivista leader della Lega braccianti, che lotta da anni per tutti i ragazzi come Yusupha e che non più tardi di ieri era ammanettato fuori da questo palazzo in sciopero della fame e della sete.

Ma, a fronte di questi due nomi, ce ne sono tanti, troppi, di invisibili che lavorano nei campi e che vivono nei ghetti, ancora oggi in condizioni disumane. E pare che di loro ci si accorga soltanto quando alcuni, come Yusupha, purtroppo, muoiono in circostanze tragiche, negli incendi che da anni divampano all'interno di questi ghetti, oppure negli incidenti stradali, perché in Capitanata si muore, questi lavoratori sfruttati muoiono anche negli incidenti stradali, come è accaduto nell'agosto del 2018, quando, a pochi giorni di distanza, ci sono stati due incidenti, sempre nel territorio di Capitanata, ma 16 - ben 16! - sono state le vittime, alcune senza nome. Perché così tante? Perché viaggiavano stipate in furgoncini, dopo una giornata massacrante sui campi, a 2,50 euro l'ora, per tornare a casa loro, e quella casa era ancora una volta il ghetto. Quindi, purtroppo, ci sono tanti che perdono la vita, ma tanti altri, tanti invisibili senza nome, che muoiono un po' ogni giorno, nel silenzio e nell'indifferenza, cadendo preda dei caporali e della criminalità organizzata, oppure insultati e presi a sassate mentre vanno al lavoro in bicicletta, perché è successo anche questo, oppure quando la politica non offre loro soluzioni tempestive.

Lei ha parlato dei fondi stanziati dal PNRR, di cui si è a conoscenza da mesi; ha parlato del CIS, il contratto interistituzionale di sviluppo, siglato in Capitanata nell'agosto del 2019, pochi giorni prima che cadesse il Governo gialloverde. Da allora ad oggi…

PRESIDENTE. Grazie…

ROSA MENGA (MISTO-EV-VE). Concludo, ancora qualche secondo, Presidente, parliamo di vite umane. Da allora ad oggi niente è cambiato, si sono alternati i Governi e gli slogan. Si è passati a parlare di ruspe e container, ma ci auguriamo che si faccia finalmente qualcosa.

(Iniziative volte a contrastare il fenomeno delle cosiddette baby gang - n. 3-03064)

PRESIDENTE. Il deputato Tonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03064 (Vedi l'allegato A).

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le cronache riportano ormai quotidianamente una situazione molto allarmante dovuta all'aumento esponenziale del tasso di criminalità fra le fasce dei più giovani: i gravissimi e già noti fatti accaduti a Peschiera del Garda lo scorso 2 giugno non rappresentano, purtroppo, un caso isolato, ma oramai un preoccupante fenomeno di grave allarme sociale, che sta interessando grandi città come piccoli centri del nostro Paese. Stando ai dati, nel biennio 2020-2021, le segnalazioni riferite ai minori denunciati e arrestati in Italia sono cresciute del 14 per cento, e del 45 per cento i minori denunciati o arrestati di origine straniera, immigrati di seconda generazione, un dato che in Lombardia sale addirittura al 53 per cento.

I numeri sopra riportati devono far sicuramente riflettere. Le baby gang sono diventate un fenomeno molto diffuso, che oramai sta dilagando senza freni nelle nostre città, nonostante il grande impegno e la professionalità delle Forze dell'ordine, e sta creando una grave preoccupazione nelle nostre comunità. Un fenomeno frutto di una serie di politiche che ad oggi sono state sicuramente sbagliate.

Penso che l'ultimo provvedimento, lo ius scholae, che si sta discutendo, non faccia altro che peggiorare questa situazione.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Gli onorevoli interroganti chiedono interventi per combattere il fenomeno delle baby gang, in relazione al quale mi preme ribadire in questa sede che lo stesso non può essere circoscritto esclusivamente a un problema di integrazione degli stranieri, per la semplice ragione che non di rado queste bande giovanili sono formate da soggetti autoctoni.

Vorrei, in primo luogo, sottolineare che tale fenomeno rientra nella più ampia casistica della devianza giovanile, e come quest'ultimo è un problema complesso e comune a tante società avanzate e avente molteplici cause che vanno dal contesto familiare, alla dispersione scolastica e finanche all'uso non appropriato delle tecnologie informatiche.

Per tali ragioni dobbiamo essere consapevoli che la risposta delle istituzioni non può limitarsi ad un intervento puramente repressivo, pure indispensabile, ma deve orientarsi anche verso la prevenzione, con adeguate politiche di riduzione del disagio sociale e, soprattutto, attraverso la promozione di una cultura del rispetto e la contestuale affermazione dello sviluppo di rapporti costruttivi e positivi in tutti gli ambienti, ivi compresi quelli virtuali, entro i quali oggigiorno si esplica fortemente la personalità dei giovani.

In questo senso il Ministero dell'Interno ha messo a punto un'apposita strategia, basata non soltanto su appropriati dispositivi di controllo del territorio, ma anche su collaudate iniziative di carattere educativo e informativo. La Polizia di Stato già da tempo è impegnata nella realizzazione di campagne di sensibilizzazione sul corretto uso delle tecnologie, insieme a consolidate iniziative di educazione alla legalità nelle scuole, per diffondere tra i più giovani i valori del rispetto di se stessi e degli altri e per combattere l'esaltazione della violenza e di ideali distorti. Inoltre, sul territorio nazionale la rete delle prefetture ha attivato varie iniziative mirate al contrasto della dispersione scolastica e del disagio giovanile. Si tratta di azioni focalizzate sul miglioramento della capacità di ascolto, di interazione con i giovani e improntate ad una sinergica logica di rete.

In conclusione, assicuro che il Ministero dell'Interno continuerà a mantenere elevata l'attenzione sulle problematiche rappresentate dagli interroganti e non mancherà di adottare tempestivamente ogni efficace iniziativa per il contrasto del fenomeno, in stretta collaborazione con i diversi soggetti istituzionali competenti.

PRESIDENTE. Il deputato Tonelli ha facoltà di replicare.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, se mi dichiarassi soddisfatto, mentirei a me stesso. Lei è il Ministro dell'Interno e autorità nazionale di pubblica sicurezza: se non vuole abdicare alle sue responsabilità, lei deve al Parlamento risposte differenti. Il problema non riguarda, in maggioranza, la gioventù autoctona. Lei sa perfettamente che il problema delle baby gang è legato al fenomeno dell'immigrazione.

Questi che ho in mano sono tre giornali di questa mattina della riviera romagnola, della mia terra, ma gliene potrei portare di tutta Italia, dove chiaramente viene messo in luce quello che sta accadendo e l'allarme sociale generale. Il fenomeno delle baby gang mette incontrovertibilmente in evidenza che le politiche migratorie dei porti aperti, come una falsa e ideologica integrazione, sono un fallimento, o no? I baby gangster di seconda generazione, per nulla integrati, dimostrano che il fenomeno migratorio va approcciato con maggiore pragmatismo, mettendo comunque al primo posto l'interesse della nostra comunità italiana e non il fine ideologico. Mi dica! Lo spaccato di realtà che ci fornisce il fenomeno di massa delle baby gang dimostra che gli obiettivi del disegno di legge in discussione in questa Camera, meglio conosciuto come ius scholae, è irresponsabile e contro gli interessi nazionali.

Come Ministro dell'Interno e autorità nazionale di pubblica sicurezza, le faccio una domanda: ha chiesto un parere sulle infauste ricadute dello ius scholae in termini di ordine e di sicurezza pubblica al dipartimento della pubblica sicurezza e ai vertici delle altre Forze dell'ordine? No? E perché? Eppure, i pareri del Governo, tramite il sottosegretario Scalfarotto, su tutti gli emendamenti della Lega, posti a porre limiti a quelle che sono le indennità, anche criminali, da parte delle persone candidate alla cittadinanza, sono stati bocciati.

Loro sanno, le Forze dell'ordine avrebbero saputo che, se si entra a dodici anni, a quattordici anni, si acquisisce la parziale imputabilità. Se si taglia la testa a qualcuno, se si stupra, se si uccide, se si finisce in un istituto di correzione o in un istituto di detenzione, non si può in tre anni ottenere la cittadinanza, trasferendo poi il beneficio alle seconde generazioni, magari anch'esse in clandestinità o sono sodali della mafia nigeriana o di altre. Io penso che vada affrontato in maniera differente e mi aspettavo tutta un'altra risposta dal Ministero dell'Interno, perché questa sua ambiguità è veramente assordante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative urgenti in materia di gestione dei flussi migratori, anche alla luce degli effetti del perdurare del conflitto russo-ucraino – n. 3-03065)

PRESIDENTE. L'onorevole Vinci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-03065 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente. Buongiorno, signor Ministro, da quando le condizioni del mare lo hanno consentito, l'ondata degli sbarchi irregolari verso l'Italia è diventata inarrestabile. Dal 21 giugno, in una sola settimana, sono approdati sulle coste italiane oltre 2 mila migranti, che fanno salire a quota 27 mila il numero complessivo degli arrivi dall'inizio dell'anno. Erano 19 mila o poco più nel 2021, quindi, si tratta di 8 mila in più. Questi numeri sono destinati ad aumentare ancora; le crisi economica e alimentare derivanti dal conflitto in Ucraina non faranno altro che peggiorare le condizioni già precarie di molti Paesi, soprattutto africani, spingendo nuove ondate migratorie verso l'Italia. Oggi viviamo in un sistema altamente compromesso per quello che riguarda la difesa dei confini, ma lei, Ministro, tace e permette che nella nostra Nazione imperversi un fenomeno fuori controllo che compromette la sicurezza pubblica e la stabilità politica e sociale della Nazione. Allora, noi ci chiediamo quali iniziative lei intenda assumere, sia a livello nazionale che europeo, per intervenire concretamente e tempestivamente per bloccare questo fenomeno e difendere i nostri confini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. La scorsa settimana, al Senato, in risposta ad analogo quesito posto dal medesimo gruppo parlamentare, ho avuto modo di soffermarmi sulle cause strutturali della crescita dei flussi e sugli sviluppi delle politiche migratorie a livello dell'Unione europea, posto che dovrebbe essere ormai chiaro che nessun Paese da solo può gestire le migrazioni contemporanee. In quell'occasione ho evidenziato che lo scorso 10 giugno, in seno al Consiglio Affari interni dell'Unione europea in Lussemburgo, è stato approvato un pacchetto attuativo della prima fase dell'approccio graduale in materia di immigrazione e asilo, che prevede un meccanismo di solidarietà volto ad aiutare gli Stati membri di primo ingresso e due regolamenti finalizzati a rafforzare la protezione delle frontiere esterne dell'Unione europea. Esso favorisce principalmente i Paesi di approdo degli sbarchi, a seguito di operazioni di ricerca e soccorso, ai quali viene assicurata l'offerta di adeguate quote di ricollocazione. A questo proposito informo che sono state già avviate le piattaforme operative per la più rapida attuazione delle ricollocazioni. Oltre all'Italia, vi hanno aderito 18 Stati membri dell'Unione europea e 3 Stati associati. L'intesa raggiunta costituisce un avanzamento concreto verso una politica europea di gestione condivisa dei flussi migratori, ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, da sempre portati avanti dall'Italia in materia di governance migratoria a livello europeo. Questi progressi sono stati anche il frutto del confronto e del coordinamento tra i Paesi dell'Unione europea mediterranei di primo ingresso, che, grazie all'impulso dell'Italia e al suo intenso lavoro di tessitura e interlocuzione, è culminato nel vertice che si è svolto a Venezia con i Paesi del Mediterraneo Med-5, negli scorsi 3 e 4 giugno. Aggiungo che proprio ieri, ad Ankara, ho avuto un bilaterale con il collega turco, nell'ambito del quale sono state approfondite le tematiche migratorie riguardanti i flussi provenienti dal Mediterraneo orientale e centrale, per impostare su basi ancora più strutturate ed efficaci la collaborazione in tema di contrasto al traffico illegale dei migranti e al terrorismo. Anche questo ulteriore tassello, che si inserisce nel contesto più ampio delle politiche italiane di governance migratoria, dimostra che la strategia internazionale di gestione delle immigrazioni, dispiegata dal nostro Paese a livello bilaterale, è coerente e complementare con la linea perseguita in ambito europeo. Per quanto riguarda le politiche nazionali di accoglienza, anche in questa sede evidenzio l'assoluta necessità di fare rete, di superare la logica emergenziale, di mettere a sistema un modello di accoglienza e integrazione, che garantisca condizioni di vita dignitose e, al tempo stesso, l'adesione ai valori fondamentali della nostra società.

PRESIDENTE. La collega Ferro, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Rosato. Signor Ministro, siamo oltremodo insoddisfatti della risposta, che, ancora una volta, sottolinea quello che si potrà fare e che non si è fatto, quello che si farà rispetto anche alla seduta che c'è stata al Senato. Voglio ricordare che sulle nostre coste sono approdati ben 27 mila migranti, 2 mila in una settimana, un'ondata di sbarchi che sottolinea quanto il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero ha già registrato come incremento esponenziale: 2.144 immigrati clandestini nel 2019, saliti a 6 mila nel 2020, a 20 mila nel 2021, fino ad arrivare ad oggi a 27 mila. I numeri dimostrano con grande chiarezza che si tratta dell'effetto di uno smantellamento dei “decreti Sicurezza”, che rende molto più facile la vita agli scafisti e che consente di arrivare illegalmente nel nostro Paese e di poterci rimanere, spesso diventando anche manovalanza per la criminalità organizzata. Soprattutto, Ministro, lasciare aperti questi corridoi mette a repentaglio la vita di tanti migranti. Più partenze di barconi corrispondono inevitabilmente più morti in mare, mentre le navi delle ONG puntano sempre dritto verso le coste italiane, rafforzando la loro funzione di taxi del mare, agevolando il traffico degli esseri umani. Come ha detto il collega Vinci, i numeri sono destinati ad aumentare tenuto conto della situazione internazionale, della guerra in Ucraina e dell'emergenza, soprattutto dei Paesi nordafricani. Ricordiamo che i migranti del Nordafrica sono quasi tutti uomini e giovani, per fortuna, che potrebbero rimanere ed essere aiutati nel loro Paese, al contrario dei profughi che arrivano dalla guerra, come gli ucraini, che sono giovani e soprattutto donne, che sperano di potere tornare un giorno nel proprio Paese. La risposta tiepida, inefficace e inefficiente di questo Governo si è ancora una volta limitata a scaricare sull'Unione europea tutto ciò che si dovrebbe fare e che non si fa sull'immigrazione clandestina.

C'è poi anche il tema del costo dell'accoglienza. Lei la scorsa settimana è stata in Calabria, dove ci sono stati 27 sbarchi fino ad oggi e dove comuni come Roccella hanno costi da sopportare, per quanto riguarda la possibilità di mantenere questi immigrati, spesso anche con una qualità di vita molto ristretta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Chiudo, dicendo, signor Ministro, che è arrivato il momento - è più volte che Fratelli d'Italia lo chiede e lo sottolinea con una denuncia molto forte - di non segnare quei “più” di questo Governo dei migliori - più sbarchi, più degrado, più criminalità - e di dare un segno tangibile, nel ruolo che lei ricopre, rispetto alle risposte chiare da dare al nostro Paese in termini di sicurezza e di clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative per adeguate politiche industriali a favore del settore della chimica, con particolare riferimento agli stabilimenti di Siracusa e Porto Marghera – n. 3-03066)

PRESIDENTE. La deputata Timbro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03066 (Vedi l'allegato A).

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie Presidente. Signor Ministro, lo stabilimento ISAB di Siracusa, dove il colosso Lukoil raffina il 100 per cento del greggio che arriva dalla Russia, anche a causa dell'embargo russo, oggi rischia di chiudere, mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza dell'intero polo petrolchimico siciliano e migliaia di posti di lavoro. Lo stesso dicasi per l'area di Porto Marghera, dove ENI ha annunciato la chiusura dello stabilimento di cracking gestito da Versalis. Il settore della chimica, che fino ad oggi è stato un asset strategico per il nostro Paese, è gravemente in crisi. Le chiediamo, quindi, quali misure urgenti intenda assumere il suo Dicastero per supportare un settore industriale che produce il 6 per cento del fatturato nazionale, e, soprattutto, Ministro, le chiediamo in che modo il suo Dicastero intenda accompagnare i predetti stabilimenti di Priolo Gargallo e di Porto Marghera in questa fase così delicata, che rischia di mettere in discussione non solo il processo di transizione ecologica, ma anche la stabilità economica di interi territori e di centinaia di famiglie

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, grazie onorevole Timbro. Come ho già avuto modo di sottolineare in occasione di un precedente question time, il settore della chimica riveste un carattere strategico per il sistema Paese. Tengo a precisare di avere istituito un apposito tavolo, presso il Ministero dello Sviluppo economico, volto a fare il punto sulle principali questioni legate alla chimica nazionale e a creare un confronto con gli attori della filiera, per pianificare una strategia industriale ed ambientale, adeguata a uno scenario europeo e nazionale radicalmente mutato negli ultimi mesi.

Per quanto riguarda, in particolare, il polo di Porto Marghera, va sottolineato che esso svolge un ruolo nevralgico per l'intera petrolchimica italiana, come è correttamente sottolineato nell'interrogazione. Marghera, con il suo cracking, ha storicamente assunto un ruolo nevralgico, anche in virtù del ruolo di approvvigionamento di svariati siti della filiera e, attualmente, è oggetto di un rilevante piano di investimenti.

In particolare, l'ENI ha annunciato che il piano di trasformazione di tale sito prevede una serie di investimenti, per un totale di 500 milioni di euro, che hanno l'obiettivo di accelerare la transizione energetica e lo sviluppo della chimica da economia circolare e che permetterà di assicurare la produzione, ma tagliando oltre 600 mila tonnellate all'anno di emissioni di CO2, puntando fortemente sul riciclo e sulle nuove prospettive green, fra le quali, sottolineo, potrà rientrare anche la produzione di biocarburanti, che rappresenta un obiettivo strategico per il settore e per il Paese. Confermo, pertanto, che il MiSE continua a dedicare grande attenzione alla situazione e alle prospettive di Porto Marghera e dei siti ad esso collegati.

Nel corso dell'ultimo anno, si sono succeduti incontri e riunioni che, presieduti dal Vice Ministro Pichetto e partecipati da regioni, imprese e sindacati, sono stati diretti ad individuare la strada da percorrere per salvaguardare la petrolchimica e garantire prospettive di consolidamento e di sviluppo dell'intero comparto nazionale.

Quanto a Lukoil, tengo a precisare che l'embargo al petrolio russo via mare deciso dal Consiglio europeo ha aggravato le preoccupazioni riguardanti le prospettive della raffineria di proprietà della società localizzata nel polo industriale di Priolo. Come è stato ricordato, infatti, l'azienda ha risentito del prossimo blocco alla possibilità di importazione di materie prime dalla Russia, con necessità di un mutamento della catena di approvvigionamento e l'individuazione di diverse realtà da cui acquistare il petrolio. Situazione, peraltro, aggravata dall'incertezza generale sulla prospettiva delle future sanzioni, che stanno incidendo e condizionando il sistema creditizio nell'operare con estrema prudenza nei confronti di soggetti, come quelli in considerazione, che hanno un azionariato riconducibile sostanzialmente alla Russia.

In proposito, informo che il “decreto Aiuti”, attualmente in fase di conversione, al fine di individuare possibili soluzioni volte a favorire la prosecuzione dell'attività dell'azienda, ha previsto l'istituzione di un tavolo di coordinamento, al quale parteciperanno il MiSE, il MiTE e al MEF, oltre che i rappresentanti dell'azienda.

È inutile dire che la questione è connessa a rilevanti questioni di ordine, di strategia e di sicurezza nazionale e, quindi, evidentemente, coinvolge il Governo anche al suo apice.

Proseguendo l'analisi dei quesiti posti dall'interrogante, in riferimento al polo di Siracusa, voglio sottolineare che, a seguito della richiesta all'Assessorato regionale alle attività produttive della regione siciliana circa il riconoscimento dell'area di crisi industriale complessa per il polo industriale in parola, è emersa l'importanza strategica dell'area industriale, ma, in base alla vigente disciplina sul riconoscimento delle aree di crisi industriale complessa - legge n. 181 -, finora non si sono verificate le condizioni per detto riconoscimento.

Ovviamente, per quanto di competenza, vigilerò affinché, nell'evolversi della situazione e del mutamento delle condizioni, il riconoscimento possa essere rivalutato, anche in ragione degli effetti del conflitto bellico in atto, prospettiva che andrà valutata in aggiunta al possibile utilizzo di strumenti già pienamente attivi a sostegno della ricerca e dello sviluppo, quali, ad esempio, lo specifico credito d'imposta, i contratti di sviluppo, gli accordi di innovazione, tutti consultabili sul sito incentivi.gov.it.

PRESIDENTE. La collega Timbro ha facoltà di replicare.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). La ringrazio, signor Ministro, intanto, per la sua risposta, ma la ringrazio anche per l'impegno che avete profuso e che dite di voler profondere ancora adesso come Ministero da qui ai prossimi mesi per provare a salvare o, quanto meno, a sostenere gli stabilimenti di Siracusa e Porto Marghera e, soprattutto, per provare a supportare il settore della chimica in Italia.

Bene i tavoli che lei ci ha detto sono stati istituiti e che, chiaramente, dovrete monitorare nel corso del tempo, perché il vostro è un impegno che deve essere costante, che è doveroso, ma che dobbiamo augurarci che non sia oggi tardivo.

L'industria della chimica - lo ha detto anche lei - è certamente una delle protagoniste dell'economia del nostro Paese: 2.800 aziende che impiegano oltre 110 mila persone, altamente qualificate, peraltro. Quindi, è un settore che può e deve continuare a rivestire un ruolo di primo piano nella transizione dell'intera industria verso nuovi modelli di produzione che possano essere più sostenibili, meno inquinanti e, certamente, più efficienti.

È partendo dalla chimica che si deve anche avviare un percorso di riconversione industriale, che serve a questo Paese e che sarà determinante per garantire la sopravvivenza delle nostre industrie negli anni a venire, perché, guardi, Ministro, certamente non devo dirglielo io, ma tutto in questo settore si tiene: è dalla chimica industriale che passano moltissime filiere produttive del nostro Paese, quella dell'edilizia, dell'automotive, del biomedicale e del tessile. Quindi, il futuro e la salute industriale devono assolutamente tenere in considerazione la salute della chimica industriale.

Per tornare alle due questioni che le abbiamo chiesto di attenzionare, dico che l'intero Paese oggi va in una condizione di grave deficit energetico ed industriale. Per quanto riguarda l'area di Priolo Gargallo - quindi, quella in cui insiste il petrolchimico -, è un'area che sappiamo oggi devastata; la chiusura dell'impianto produrrebbe conseguenze gravissime, alcune su tutte: la desertificazione industriale, la perdita di un punto di PIL siciliano, ma, soprattutto, l'inefficienza e il fermo del porto di Augusta, che è uno dei porti strategici che abbiamo oggi a disposizione. Le chiedo, dunque, di valutare ulteriormente l'istituzione dell'area complessa che le ha chiesto anche la regione siciliana non da poco; lo stesso vale per Porto Marghera.

Concludo, Presidente. Ringraziandola ancora una volta per l'impegno, credo sia bene dimostrare che valutare la chimica industriale non è soltanto un'opportunità per consentire il percorso verso la transizione ecologica, ma significa anche salvaguardare la vita di tanti lavoratori.

(Tempi e modalità di erogazione delle risorse previste a favore dei familiari dei medici di medicina generale deceduti a causa del COVID-19 – n. 3-03067)

PRESIDENTE. La deputata Villani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sportiello ed altri n. 3-03067 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ad oggi, sono 374 i medici deceduti a causa del COVID-19; molti sono medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, che, non essendo lavoratori subordinati, non rientrano nelle tutele INAIL previste per gli ospedalieri.

Il decreto-legge n. 18 del 2020, all'articolo 22-bis, istituisce un fondo con una dotazione di 10 milioni di euro, destinato ad iniziative di solidarietà a favore dei familiari di medici e operatori sanitari deceduti a causa del COVID. Tale fondo è stato successivamente incrementato di ulteriori 15 milioni a favore dei coniugi e dei figli, senza distinzioni. Tuttavia, tali risarcimenti, ad oggi, non solo non sono stati ancora erogati, ma è di tutta evidenza che essi siano insufficienti per un congruo indennizzo delle famiglie coinvolte.

Chiediamo, dunque, quali siano i tempi e le modalità di erogazione di tali risorse a favore delle famiglie, in particolare, dei medici di medicina generale, che contano il numero più alto di decessi e che attendono una risposta da oltre 2 anni.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio, in modo particolare, gli interroganti, che mi consentono di tornare su un tema che mi è particolarmente caro. Infatti, la legge 27 aprile 2022, n. 34, ha incrementato, da 10 a 15 milioni di euro, le risorse del fondo, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, destinato proprio a speciali elargizioni a favore dei coniugi e dei figli o, in mancanza, dei genitori degli esercenti le professioni sanitarie e degli operatori sociosanitari impegnati nelle azioni di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica COVID-19, che, in conseguenza dell'attività del servizio prestato, abbiano contratto una patologia alla quale sia conseguita la morte per effetto diretto o come concausa dal contagio COVID.

La disposizione prevede che, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o dell'autorità delegata alla famiglia, di concerto con il Ministro della Salute, siano individuate le modalità attuative relative alla corresponsione delle risorse.

Nel mese di giugno, al fine di esaminare la modalità di predisposizione del provvedimento attuativo, il Dipartimento per le politiche della famiglia ha convocato una riunione di coordinamento con il Ministero della Salute. Nel corso della riunione, sono stati analizzati alcuni punti essenziali: la natura dell'elargizione da corrispondere; l'individuazione degli eredi destinatari dell'elargizione, secondo l'accezione del codice civile; le modalità concrete di corresponsione delle quote, da definire a seguito dell'individuazione esatta della platea dei beneficiari previsti dalla legge; l'individuazione di un soggetto con ruolo di supporto tecnico per la procedura anche di erogazione del beneficio. A tale ultimo riguardo, si è ipotizzato di proporre all'INAIL di svolgere tale ruolo.

In data 4 luglio 2022, si è tenuta una prima riunione di coordinamento tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e l'INAIL per verificare i dati sulla platea dei destinatari.

Voglio rassicurare gli onorevoli interroganti che è ferma intenzione del Governo procedere con ogni possibile sollecitudine per garantire, in tempi rapidi, l'erogazione delle speciali elargizioni riconosciute dalla disposizione in esame in favore dei familiari di tutto il personale sanitario, naturalmente compresi i medici di medicina generale che, per noi, rappresentano un punto essenziale del Servizio sanitario nazionale.

Tutti questi sanitari, con spirito di servizio e con grande generosità, hanno sacrificato la loro vita nel corso della pandemia e, personalmente, sono sicuro che il Governo e il Parlamento potranno ancora lavorare, insieme, sulla possibilità anche di integrare ulteriori risorse.

In conclusione, voglio ricordare che, oltre a queste risorse stabilite dallo Stato, ci sono somme, pari a oltre 12 milioni di euro, gestite dalla Protezione civile; sono risorse di un fondo, chiamato “Sempre con Voi”, istituito sin dal 5 aprile 2020, che, sino a oggi, ha consentito a 298 nuclei familiari, quindi, a una parte molto rilevante di quelle cifre a cui lei ha fatto riferimento, di beneficiare di questa speciale elargizione.

PRESIDENTE. La deputata Sportiello ha facoltà di replicare.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, per la risposta; noi, oggi, abbiamo voluto interrogarlo, perché per noi questo è un tema molto sentito, come so, tra l'altro, essere sentitissimo da tutti.

Più volte, in quest'Aula, abbiamo celebrato e sinceramente e sentitamente ringraziato tutto il personale sanitario e sociosanitario, che durante l'emergenza del COVID, dai primi momenti, ha lavorato, e ha fatto molto di più. Non si è limitato a svolgere il proprio lavoro, ma è andato oltre ogni dedizione possibile, sacrificando, a volte, anche la propria stessa vita per tutelare una comunità intera. Lo ricordava, in precedenza, la mia collega: 374 è un numero enorme; dietro questo numero ci sono storie, ci sono vite, ci sono familiari, figli, mogli, genitori che hanno perso un loro caro e che aspettano anche un gesto, una presenza, dallo Stato e da tutta la comunità.

Noi, quindi, ci auguriamo che queste interlocuzioni e che l'emanazione del decreto avvengano in tempi rapidissimi, perché l'attesa è già stata lunghissima. Ci auguriamo che tutte le risorse possano essere incrementate, per andare incontro alle esigenze dei familiari e di tutte le persone che stanno aspettando questo decreto, ma, davvero, Ministro, noi la invitiamo a fare in fretta. Conosciamo la sua sensibilità, però, davvero, non c'è più tempo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per la ripartizione e l'erogazione delle risorse del Fondo per il contrasto dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione – n. 3-03068)

PRESIDENTE. La collega Grande ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03068 (Vedi l'allegato A).

MARTA GRANDE (IPF). Grazie, Presidente. Ministro, questa interrogazione verte proprio su questo, per capire quali siano le azioni intraprese dal Ministero per allocare e utilizzare le somme stanziate dalla legge di bilancio nel Fondo per il contrasto dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, presso il suo Ministero. Si parla di 15 milioni di euro, solamente per quest'anno, sono stati stanziati altri 10 milioni di euro per il prossimo anno, per il 2023, ed è importante avere un aggiornamento sull'utilizzo di questo Fondo, perché l'emergenza è in atto.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio molto gli interroganti, perché mi consentono di chiarire il percorso che abbiamo messo in campo su un tema che ritengo di assoluta attualità e che deve essere centrale, sicuramente, nella nostra azione di Governo.

La legge 30 dicembre 2021, n. 234, la legge di bilancio, ha istituito, presso il Ministero della Salute, il Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, con una dotazione di 15 milioni di euro per il 2022 e di 10 milioni di euro per il 2023 e ha previsto che alla ripartizione dello stesso si provveda mediante intesa Stato-regioni.

Per garantire la compiuta e tempestiva attuazione della norma in esame e ripartire in tempi rapidi il Fondo, presso il Ministero della Salute è stato istituito un apposito gruppo di lavoro tecnico-scientifico, con qualificati referenti in tema di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione individuati dalle regioni, dalle province autonome, dalle associazioni dei familiari e dalle società scientifiche di settore. Al menzionato gruppo di lavoro è stata affidata la predisposizione del provvedimento finalizzato a definire i criteri, le modalità e le linee di intervento per l'utilizzo del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, nonché l'individuazione delle procedure per la presentazione, da parte delle regioni e delle province autonome, dei piani delle attività biennali volti al miglioramento dell'assistenza alle persone con disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Proprio il 21 giugno scorso, è stata sancita, in sede di Conferenza Stato-regioni, l'intesa sul provvedimento in questione.

Aggiungo che, in considerazione della delicatezza della materia in esame, nell'ambito della citata intesa, è stato disciplinato anche il percorso di identificazione e di presa in carico assistenziale dei pazienti, minori e adulti. Proprio ai fini della prevenzione, l'intesa individua anche gli strumenti e le procedure per la valutazione precoce dei bisogni terapeutici e assistenziali dei pazienti che soffrono di tali disturbi e, nel contempo, sollecita le regioni e le province autonome ad adeguare la propria offerta assistenziale alla reale domanda di cura posta dalle persone.

Quanto alla procedura avviata, ora le regioni e le province autonome, entro 60 giorni dalla data in cui è stata sancita l'intesa, ossia il 21 giugno 2022, dovranno presentare al Ministero della Salute i propri piani biennali di attività. Il Ministero della Salute, acquisiti i suddetti piani, dopo apposita verifica della coerenza con le linee di intervento, procede all'erogazione della prima quota, pari al 60 per cento del finanziamento totale, con le modalità previste dall'intesa; entro il 5 dicembre 2023, il Ministero eroga la seconda quota del finanziamento complessivo, pari al 40 per cento del Fondo; a fine ottobre del 2023 sono previsti, poi, un report sulle attività svolte e una rendicontazione sull'utilizzo della prima tranche di finanziamento, che deve essere risultata impegnata per almeno l'80 per cento.

Concludo, comunicando che l'intesa prevede, inoltre, che le regioni e le province autonome, nell'ambito del territorio di competenza, provvedano alla costituzione di un tavolo tecnico di confronto con le aziende sanitarie, con esperti del settore, con referenti tecnici regionali individuati per la tematica e con le associazioni e la comunità scientifica di riferimento, affinché sia garantito un monitoraggio attento sull'adeguatezza degli investimenti avviati relativi al Fondo.

Garantisco, da parte del Governo, il massimo impegno affinché tutto possa essere svolto nel più breve tempo possibile e la massima attenzione del Governo e, in modo particolare, del Ministero della Salute su una tematica che riteniamo davvero essenziale per il nostro Paese.

PRESIDENTE. La collega Grande ha facoltà di replicare.

MARTA GRANDE (IPF). Grazie, Ministro. Questo è esattamente il tipo di risposta che le persone si stavano aspettando; è la risposta che la politica deve dare a tutte quelle persone che, durante la pandemia, hanno iniziato a soffrire - o che già soffrivano - di questo tipo di patologia. La pandemia ha aumentato all'incirca del 40 per cento il numero di persone che, nel nostro Paese - soprattutto giovani, ma non solo -, soffrono di disturbi del comportamento alimentare. È la prima causa di morte, dopo gli incidenti stradali, tra i giovani, quindi, è assolutamente fondamentale per il Governo e per la politica dare risposte a persone che sono in sofferenza, per una serie di motivi - i più vari - e per le quali è necessario dare una risposta che sia gestita in maniera integrata.

Quindi, grazie per questa risposta, grazie per il lavoro svolto; continueremo a seguire il tema, continueremo a interrogare il Ministero della Salute, perché riuscire a dare una risposta concreta, a risolvere e a curare queste persone è veramente rispondere all'emergenza dei prossimi decenni.

(Elementi circa tempi e modalità di assegnazione ai comuni delle risorse per lo svolgimento di attività ludico-ricreative dei bambini e degli adolescenti e intendimenti del Governo in merito alla stabilizzazione di tali fondi – n. 3-03069)

PRESIDENTE. Il deputato Colaninno ha facoltà di illustrare l'interrogazione Marco Di Maio ed altri n. 3-03069 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MATTEO COLANINNO (IV). Grazie, signor Presidente. Gentilissima Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, le misure restrittive causate dalla pandemia hanno penalizzato - lo ricordiamo tutti, lo abbiamo vissuto nelle nostre famiglie - in maniera particolare bambini e adolescenti, causando loro stress prolungato, incertezza e isolamento sociale, che possono poi influenzarne negativamente lo sviluppo psicofisico. A partire dal 2020, sono state assunte lodevoli iniziative per consentire lo svolgimento, in sicurezza, delle attività ludico-ricreative, oltre allo stanziare risorse per garantire il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa

Per il 2022 è stato istituito un Fondo, con una dotazione di 58 milioni di euro, per finanziare le iniziative dei comuni tra il 1° giugno e il 31 dicembre. Poiché i comuni hanno già avviato le attività dei centri estivi, utilizzando risorse proprie, ci rivolgiamo a lei, signora Ministra, per chiedere quali siano le modalità e le tempistiche per l'assegnazione delle risorse ai comuni e le possibilità per il loro impiego e, inoltre, se il Governo intenda pervenire a una stabilizzazione di questi fondi. Grazie, signora Ministra, per tutto quello che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti di darmi l'opportunità di fornire chiarimenti in merito al sostegno che da sempre riservo alle iniziative educative da attuare in sinergia con il Terzo settore.

Ho fortemente voluto proseguire l'esperienza che abbiamo introdotto nell'estate 2020. Ci trovavamo allora in piena pandemia ma, con tenacia, abbiamo lavorato perché fossero riaperte, in sicurezza, le opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini e adolescenti. Per supportare i comuni nella difficoltà organizzativa abbiamo stanziato allora un finanziamento straordinario di 135 milioni di euro, che rappresentava un invito estremamente forte ad avere il coraggio di ripartire dai bambini.

Anche nel 2021 abbiamo dedicato altre risorse straordinarie, pari sempre a 135 milioni di euro, per aiutare i comuni nell'organizzazione delle attività educative, ludiche e ricreative.

Quest'anno, superate le esigenze eccezionali determinate dalle misure di contenimento del virus, abbiamo comunque voluto sostenere questo tipo di attività. Con il decreto-legge n. 73 di quest'anno, abbiamo istituito un fondo con una dotazione di 58 milioni di euro destinato al finanziamento di iniziative dei comuni da attuare nel periodo, come richiamato, 1° giugno-31 dicembre, anche in collaborazione con enti del Terzo settore. Abbiamo finalizzato le risorse del fondo al potenziamento delle attività presso i centri estivi, i servizi socio-educativi territoriali e i centri con funzioni educative e ricreative per i minori che abbiano lo scopo di contrastare gli effetti dello stress pandemico, promuovere il benessere psicofisico e percorsi di sviluppo e crescita, nonché di sostenere lo studio delle materie STEM, in particolare per bambini e ragazzi, come previsto, ricordo, dalla Strategia della parità di genere.

Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, quindi entro il 21 agosto, procederò ad adottare un decreto, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, con cui sarà approvato l'elenco dei comuni beneficiari delle risorse finanziarie spettanti, sulla base dei dati Istat relativi alla popolazione minorenne; l'elenco comprenderà automaticamente tutti i comuni, ad esclusione di quelli che, entro il 21 luglio, dichiarino al Dipartimento per le politiche della famiglia di non voler aderire all'iniziativa.

La pandemia ci ha lasciato una pesante eredità, in termini di disagio giovanile e povertà educative, ed è nostro compito accompagnare la crescita delle nuove generazioni con generosità, promuovendone il protagonismo. È per questo che procederemo celermente al pagamento, tramite la Banca d'Italia, di questi fondi e proseguiremo nel lavoro dell'attuazione del Family Act, la legge n. 32 del 2022, che prevede, all'articolo 1 e all'articolo 2, un investimento significativo, anche nella strutturalità, di risorse destinate ai comuni e alle famiglie per l'educazione non formale e i servizi educativi territoriali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Marco Di Maio.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente Rosato. Illustre Ministra, noi apprezziamo molto questo impegno. Lo apprezzano soprattutto le famiglie, lo apprezzeranno i comuni quando riceveranno queste risorse, che sono particolarmente attese perché, se è vero che siamo fuori, per il momento, dalla fase più acuta della pandemia, è anche vero però che i bisogni dei nostri figli e dei nostri nipoti rimangono intatti. Si tratta del bisogno di superare un sostegno all'educazione che non sia solo quello classico, dell'educazione formale, incentrato sulla scuola, ma che crei, che generi occasioni di crescita, di educazione e di formazione anche nella informalità, quindi promuovendo le attività dei centri estivi che si basano sull'aspetto più di carattere sociale, più di carattere ludico, ma comunque di apprendimento.

Questo è un intervento molto importante che si rende possibile - è bene chiarirlo anche a chi ci sta ascoltando - unicamente grazie alla tenacia che lei, Ministra, ha messo per avere queste risorse in questo decreto che lei citava, perché, senza la sua tenacia, oggi non ci sarebbe stato questo tipo di sostegno, da parte del Governo, alle amministrazioni locali che, assieme anche a enti privati, e non solo pubblici, mettono in campo occasioni di crescita, di formazione e di educazione non formale. Quindi, noi auspichiamo che questo suo impegno possa trovare al più presto un più ampio consenso nel Governo, affinché questo tipo di interventi diventino strutturali, ossia permanenti, e affinché ogni anno, il 1° gennaio, le amministrazioni sappiano che comunque arriveranno sostegni importanti da parte del Governo centrale ad attività educative informali. Questo, infatti, è un elemento essenziale: la certezza dei finanziamenti è essenziale per consentire di programmare adeguate politiche educative, per consentire alle amministrazioni di aiutare concretamente le famiglie e per dare soprattutto ai nostri figli e ai nostri nipoti sempre più occasioni di crescita, di formazione e di educazione di qualità. Grazie per questo impegno. Noi, come Italia Viva, continueremo a sostenerla in questo sforzo.

(Iniziative volte al contrasto del divario di genere, con particolare riguardo alle politiche sociali e occupazionali – n. 3-03070)

PRESIDENTE. La deputata Polidori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03070 (Vedi l'allegato A).

CATIA POLIDORI (FI). Grazie, Presidente. Signora Ministro, nel 2021, in Italia, sono state uccise, come lei ben sa, 118 donne, di cui 102 assassinate in ambito familiare. Da gennaio al 25 giugno sono già 58. Malgrado le numerose iniziative del Governo, il nostro Paese è ancora attraversato da gravi divari di genere. Le donne sperimentano forti svantaggi, anzitutto, in ambito lavorativo e il livello di occupazione femminile in Italia si attesta intorno solo al 50 per cento. Ci siamo detti, più volte, che la debolezza economica delle donne è alla base delle diverse forme di violenza che le stesse subiscono. Il tutto è ancora più evidente se consideriamo che, in presenza di almeno un figlio, il divario tra occupazione maschile e femminile è del 28,3 per cento. Il carico di lavoro familiare continua a gravare in misura preponderante sulle donne, per l'assenza di un welfare adeguato.

Considerato che l'azzeramento del divario di genere è indicato come una priorità strategica e trasversale del PNRR, le risorse destinate a tali aspetti possono di certo ritenersi ancora oggi non sufficienti.

Chiedo al Governo cosa intenda intraprendere per fronteggiare questa gravosa situazione.

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, professoressa Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante perché solleva una questione che ritengo centrale: la necessità che la violenza maschile contro le donne sia affrontata, oltre che con misure specifiche di prevenzione e repressione, attraverso un profondo cambiamento culturale e socioeconomico nella direzione di una compiuta a parità di genere.

Riguardo al contrasto della violenza maschile contro le donne, il Piano strategico 2021-2023 si fonda su 4 assi: prevenzione, protezione e sostegno delle vittime, punizione dei colpevoli e assistenza e promozione. Include inoltre misure per l'empowerment delle donne, soprattutto in ambito di indipendenza economica. Il finanziamento di 30 milioni di euro per i centri antiviolenza finalmente è stato reso strutturale.

Abbiamo, poi, ritenuto necessario rinforzare gli strumenti normativi che permettono un intervento immediato per evitare l'escalation della violenza e per proteggere al massimo le donne. Il disegno di legge firmato da me e dalle Ministre Cartabia e Lamorgese mira ad arricchire l'impianto delle misure di prevenzione contro tali forme di violenza contro le donne. Il disegno di legge è ora all'esame del Senato e ho fiducia che si possa procedere alla sua approvazione nel tempo più celere possibile, perché si tratta veramente di un'urgenza davanti a cui non possiamo non dare una risposta.

Certamente, il tema centrale deve essere quello, più generale, di un cambio di paradigma culturale e sociale, che elimini qualunque subcultura di prevaricazione del maschile sul femminile. Solo con il pieno raggiungimento delle pari opportunità possiamo creare le precondizioni perché la violenza contro le donne venga rimossa. Si tratta di un cambiamento profondo, per attuare il quale occorre intervenire su moltissimi aspetti. Per questo il Governo ha voluto promuovere la prima Strategia nazionale per la parità di genere, adottata lo scorso anno, che mette a sistema un approccio trasversale integrato, da perseguire nel periodo dei prossimi 4 anni e con l'obiettivo di guadagnare almeno 5 punti nella classifica del gender equality index a livello europeo.

Sono misure che sostengono in particolare, come ha richiamato, l'occupazione femminile, con un'attenzione all'inclusione dei genitori donna e all'attività di imprenditoria femminile, per creare pari opportunità di carriera e per promuovere un'equa divisione di diritti e doveri tra i genitori.

Sentiamo fortemente la responsabilità di questo compito. Il Governo sta procedendo in questa direzione attraverso gli interventi previsti dal PNRR: asili nido, impresa femminile, certificazione della parità di genere, clausole di condizionalità e di premialità per l'intero Piano. Il Family Act, anch'esso riforma di accompagnamento del PNRR, promuove strutturalmente la parità nelle famiglie, investe su di esse, sull'educazione, sul lavoro femminile, sul protagonismo e sull'autonomia dei giovani e credo, quindi, possa ben rappresentare la declinazione di questo impegno.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la collega Polidori.

CATIA POLIDORI (FI). Grazie, signora Ministro, la ringrazio per la risposta puntuale e non avevo dubbi in merito. Grazie anche per la sua sensibilità e per il lavoro fatto fin qui. Riconosco il grande lavoro fatto dal Governo, di cui peraltro Forza Italia è pilastro e parte motore, parte integrante, e lei sa bene, come lo sappiamo tutti, quanto impegno qui abbiamo messo per seguirla nelle sue iniziative e quante sono ancora le misure che lei, magari, in questo breve tempo non ha potuto raccontare ma che sono in Commissione e speriamo possano vedere luce a breve in quest'Aula.

Mi permetta di lasciarci e interrogarci con una domanda: questo è davvero tutto ciò che l'Italia può fare per una donna che voglia rendersi economicamente indipendente, quindi anche psicologicamente, per potersi salvare, per poter salvare la propria vita e, spesso, anche la vita dei propri figli? Sappiamo che il problema del welfare dovrà essere affrontato in maniera strutturale, non solo con iniziative come i bonus o con iniziative una tantum. Mi riferisco ad un welfare che possa veramente aiutare la donna anche negli orari di lavoro flessibili, perché molte donne fanno i turni; mi vengono in mente l'infermiera, ad esempio, o la cameriera: queste donne, spesso, non possono abbandonare la famiglia, proprio perché non sanno dove lasciare i propri figli. Se non affronteremo un discorso globale noi non saremo in grado di aiutare queste donne, non solo ad andarsene da casa, ma veramente a salvarsi. Sappiamo che, se non arriviamo prima dell'inizio della violenza, quella prima violenza potrebbe anche essere l'ultima violenza. Ce lo siamo dette molte volte. Abbiamo avuto l'onore di prendere una staffetta dalle donne che tanto hanno lottato per la propria indipendenza, per portarla avanti e consegnarla alle donne che verranno. Noi vorremmo di certo lasciare il nostro impegno alla storia e sono certa che continueremo a lavorare e a fare in modo che queste tante proposte, prima della fine della legislatura, vedano la luce in quest'Aula.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Organizzazione dei tempi di esame di un disegno di legge.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge A.C. 3625​, recante delega e altre disposizioni in materia di spettacolo (Vedi l'allegato A).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 7 luglio 2022 - Ore 12,40:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina. (C. 3614-A​)

Relatori: UBALDO PAGANO, per la V Commissione; CATTANEO, per la VI Commissione.

La seduta termina alle 16.