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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 719 di martedì 5 luglio 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 118, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Elementi e iniziative in ordine a un progetto di riassetto della rete elettrica in località Santa Lucia, in provincia di Roma - n. 3-03059)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Casu n. 3-03059 (Vedi l'allegato A). La sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica, Ilaria Fontana, ha facoltà di rispondere.

ILARIA FONTANA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole interrogante per la questione, che ci permette di fare luce su questa vicenda. Come noto, Terna Spa è il gestore del sistema elettrico di trasmissione nazionale in virtù della concessione del Ministero dello Sviluppo economico, di cui al D. 20 aprile 2005 e, in tale ruolo, gestisce la Rete elettrica di trasmissione nazionale, RTN, su tutto il territorio nazionale, nonché sviluppa gli interventi elettrici infrastrutturali da compiere anche in risposta alle criticità e alle congestioni sulla rete stessa.

Per quanto riguarda l'opera richiamata dall'interrogante, si specifica che la stessa costituisce la variante alla linea 220 kV, denominata “Santa Lucia”, che si estende fino al chilometro 5 della strada provinciale Sacrofanese, ed è stata inserita in un più vasto intervento denominato “Riassetto e potenziamento della rete di trasmissione nazionale ad alta tensione nel quadrante Nord-Ovest dell'area metropolitana di Roma”, nonché, sin dal 2008, nel Piano di sviluppo della Rete elettrica nazionale. L'opera è stata ideata nell'ottica di migliorare la continuità e la qualità del servizio dell'area di Roma e per poter far fronte all'aumento di domanda di energia elettrica conseguente ad uno sviluppo sia commerciale, che residenziale. L'insieme delle opere di sviluppo suddette sono oggetto di uno specifico protocollo d'intesa tra il comune di Roma, la regione Lazio, Terna e ACEA, siglato nel 2010, con il quale veniva definito anche un ampio piano di demolizioni delle linee esistenti sul territorio comunale, pari a oltre 100 chilometri. All'interno di tale piano di riassetto era già prevista la demolizione dell'intera porzione di linea 220 kV “Roma Nord-Santa Lucia” ricadente nel territorio comunale. Il procedimento era stato avviato a seguito di specifica istanza presentata da Terna Spa all'allora Ministero dell'Ambiente (oggi della Transizione ecologica) nel 2010. La portata e la caratteristica dell'intervento hanno reso necessaria l'attivazione del procedimento di valutazione di impatto ambientale. Il suddetto procedimento è stato archiviato con provvedimento direttoriale del 23 febbraio 2018 a seguito del ritiro dell'istanza da parte del proponente Terna Rete Italia Spa. Nello specifico, la scelta della società di ritirare l'istanza per condurre ulteriori approfondimenti è scaturita dalla richiesta, effettuata dalla Commissione tecnica VIA-VAS nel corso della valutazione, di considerare anche ipotesi di varianti di progetto per diversi tratti dei tracciati proposti, sulle quali acquisire i nulla osta regionali per l'attraversamento del Parco di Veio. Nel ritirare l'istanza, la società aveva anche comunicato l'impegno, una volta individuati i tracciati ottimali, a presentare nuova istanza di VIA per il riassetto del quadrante Nord-Ovest, completa delle nuove elaborazioni da produrre. Da recenti interlocuzioni con il gestore, risulta che lo stesso ha avviato un aggiornamento dello scenario energetico e territoriale di riferimento per verificarne l'attualità, al fine di proporre un progetto che, assicurando l'obiettivo di migliorare la continuità e la fruibilità del servizio elettrico, ottimizzasse anche i benefici territoriali. A tal fine, nel luglio 2021, è stato istituito il tavolo di concertazione previsto nel protocollo d'intesa sottoscritto nel 2010, coordinato dal comune di Roma, con la presenza di rappresentanti della regione Lazio, di RomaNatura e del Parco regionale di Veio, nell'ambito del quale Terna ha presentato gli esiti delle analisi condotte, le proposte localizzative relative al progetto, ovvero un nuovo assetto che conferma tutte le demolizioni previste in quello originario, riducendo le nuove realizzazioni. I lavori del Tavolo hanno visto due fasi di confronto e condivisione successive. La prima, conclusasi a febbraio 2022, ha visto la condivisione del tracciato della nuova dorsale 150 kV Flaminia-La Storta-Primavalle-Roma Ovest, urgente per garantire la connessione alla rete della cabina primaria di La Storta della società di distribuzione. La nuova realizzazione consentirà di demolire poi l'intera linea 150 kV Roma Ovest-Fiano. In considerazione dell'urgenza rivestita dall'opera per la connessione della configurazione progettuale in linea con quella originaria, si rappresenta che le attività di progettazione sono concluse ed è in avvio in questi giorni l'iter autorizzativo. La seconda fase, conclusasi recentemente, ha visto la condivisione della localizzazione di una nuova stazione elettrica 380/150 kV nel quadrante Nord-Ovest della città, da collegare alla linea 380 Roma Nord-Santa Lucia e alla stazione 150 kV di Flaminia con brevi raccordi. La nuova stazione elettrica, in termini di sviluppo della rete, sostituisce l'originario elettrodotto Roma Nord-Flaminia-Roma Ovest (di circa 35 km). Infine, si specifica che il gestore ha informato il Ministero della Transizione ecologica che tale configurazione è stata presentata ai cittadini del XV municipio del comune, interessati all'opera di sviluppo e alle numerose demolizioni, in un evento, nell'ambito di “Terna Incontra”, tenutosi proprio alla fine del giugno scorso. Da ultimo, si informa che, in considerazione dell'assetto progettuale nuovo e della necessità di svolgere indagini di dettaglio per la progettazione, l'avvio dell'iter autorizzativo per queste opere è previsto nel 2023. Ritengo, dunque, che l'obiettivo comune sia di soddisfare la crescente domanda di energia elettrica, nel rispetto dell'ecosistema e delle comunità territoriali coinvolte.

PRESIDENTE. Il deputato Casu ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ANDREA CASU (PD). Grazie, Presidente. Grazie alla sottosegretaria, al Governo, alle colleghe e ai colleghi presenti. Sono soddisfatto della risposta, ho alcune cose da dire in merito, ma prima fatemi rivolgere un doveroso pensiero a quello che è successo nella nostra città e, in particolare, nel quadrante nord-ovest, il territorio di cui stiamo parlando stamattina in queste ore: un incendio che ha trasformato il parco del Pineto in un inferno, che si è sviluppato lungo tre direttrici, verso Pineta Sacchetti, verso via di Valle Aurelia e verso Balduina.

Forte, giunga, da quest'Aula, un sentito ringraziamento a tutti i soccorritori, ai Vigili del fuoco, alla Protezione civile, alla Polizia di Stato, ai volontari, alle istituzioni della città, al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al presidente del municipio, Marco Della Porta, che hanno partecipato attivamente alle evacuazioni e che sono stati in prima linea in un momento molto difficile per la nostra comunità cittadina. A mezzanotte le fiamme sono state messe sotto controllo, le persone evacuate sono rientrate nelle loro case, nelle case di riposo, nelle case famiglia, nei luoghi che erano stati evacuati in queste ore difficili. Ma alta deve restare la guardia delle istituzioni, per accertare tutte le responsabilità e mettere in campo le azioni di contrasto, dotare risorse e mezzi per i Vigili del fuoco, per la Polizia di Stato, per la Protezione civile, per quelle persone che sono ogni volta in prima linea insieme alle nostre istituzioni locali.

Per quanto riguarda l'interrogazione, a lungo attesa, è stato uno dei primi atti che ho presentato, una volta eletto parlamentare, proprio nel collegio dove insiste questo problema, sentitissimo della cittadinanza. È atteso da tanto questo riassetto del quadrante nord-ovest per quanto riguarda la rete elettrica, una rete elettrica che passa dentro le case, attraversa la vita delle persone, la condiziona, la rende spesso molto difficile e complicata, alimentando una serie di preoccupazioni fortissime delle comunità territoriali.

È fondamentale, grazie alla risposta che abbiamo ottenuto oggi, scoprire finalmente e avere anche squadernate le ragioni per cui il progetto non era presente e non era visionabile sui siti istituzionali: perché c'è stata una sospensione, un'archiviazione, la ricerca di costruire un progetto di minore impatto. Ora, però, c'è una nuova ripartenza. È una nuova ripartenza che sta avvenendo con il piede giusto, lo diceva in conclusione: c'è stata - e io voglio ringraziare Terna per aver costruito questa occasione nel XV Municipio, con l'amministrazione locale, con il presidente Torquati, con il municipio interessato - la possibilità di avere un primo incontro con i cittadini. È fondamentale che questo metodo sia portato avanti anche per tutto il tracciato, in tutti i municipi interessati, in tutti i territori interessati, con la partecipazione, il coinvolgimento e la collaborazione attiva dei cittadini, di fronte a un'opera così importante e di così grande impatto per il presente, per il futuro, ma anche per la sua durata, perché ci sarà un periodo in cui bisognerà costruire questo nuovo riassetto - e noi avremo un ulteriore peso nei confronti di questa cittadinanza - che dovrà essere messo in campo con la collaborazione dei cittadini.

Ma fatemi rivolgere un'ultima preoccupazione sui tempi: si è parlato del nuovo avvio dell'iter nel 2023. Questa è un'opera attesa da anni e anni da questo territorio, dal quadrante nord-ovest. Bisogna accelerare al massimo sulla semplificazione amministrativa delle procedure. Devono essere chiari i responsabili e i terminali, e devono essere sperimentate le procedure più rapide possibili. Stiamo, proprio in quest'Aula, portando avanti tutta una serie di azioni che servono a favorire la massima sperimentazione delle norme, che stiamo mettendo in campo per la velocità della realizzazione delle opere del PNRR e anche per il Giubileo di Roma, che può sperimentare positivamente quello che stiamo sperimentando con il PNRR. Quando si parla di riassetti, di quadranti, di rete elettrica, quella stessa velocità che stiamo mettendo in campo per il PNRR deve essere messa in campo, nell'interesse delle comunità territoriali, nell'interesse dei cittadini, nell'interesse del futuro della città e del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative urgenti per risolvere le gravi carenze nell'organico dei magistrati e del personale amministrativo presso la procura della Repubblica del tribunale di Massa - n. 3-03056 e n. 3-03057)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Nardi n. 3-03056 e Ferri n. 3-03057, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per la Giustizia, Anna Macina, ha facoltà di rispondere.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con gli atti di sindacato ispettivo innanzi indicati, gli interroganti, lamentando la scopertura nell'organico del personale amministrativo e del personale di magistratura del tribunale di Massa e della procura della Repubblica presso il tribunale di Massa (uffici giudiziari ricompresi nel distretto di Corte d'appello di Genova), chiedono alla Ministra della Giustizia di conoscere le iniziative intraprese per sopperire a tale situazione.

Al riguardo, per quanto concerne il personale amministrativo, deve essere innanzitutto ricordato che per il tribunale di Massa (che ha beneficiato, a partire dall'anno 2020, dell'assunzione di 4 unità) è prevista una dotazione organica di 69 unità, a fronte delle quali prestano servizio 46 risorse umane, con una scopertura del 33,33 per cento. Le scoperture interessano i profili professionali di direttore amministrativo (2 vacanze su 5 posti in organico), di funzionario giudiziario (13 su 16, di cui 10 posti già accantonati e resi indisponibili per interpello nazionale), di assistente giudiziario (1 su 18), di operatore giudiziario (3 su 10), di conducente di automezzi (3 su 4) e di ausiliario (1 su 7). Di contro, il profilo professionale di cancelliere è integralmente soddisfatto e vi è 1 centralinista telefonico, non previsto nella pianta organica.

Invece, per la procura della Repubblica presso il tribunale di Massa (che ha beneficiato, a partire dall'anno 2020, dell'assunzione di 4 unità), è prevista una dotazione organica di 29 unità, a fronte delle quali, prestano servizio 18 risorse umane, con una scopertura del 39,93 per cento.

Le scoperture interessano i profili professionali di funzionario giudiziario (l vacanza su 4 posti in organico), di assistente giudiziario (3 su 5), di operatore giudiziario (2 su 8) e di ausiliario (1 su 3). Di contro, il profilo professionale di cancelliere è integralmente soddisfatto e vi è 1 centralinista telefonico non previsto nella pianta organica. Si rileva la scopertura dei profili professionali di direttore amministrativo e di conducente di automezzi.

A ciò si aggiunga, nella prospettiva di un ulteriore rafforzamento dell'organico, che, in data 14 giugno 2022, si è concluso, con la pubblicazione della graduatoria, il concorso Ripam per la copertura di 2.242 posti di funzionario giudiziario. Con riferimento a tale concorso, sono stati resi indisponibili 12 posti al tribunale di Massa e 2 posti alla procura della Repubblica presso il tribunale di Massa.

Merita, poi, di essere segnalato che, nell'ambito delle attività dirette all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), è previsto un progetto straordinario di reclutamento di personale amministrativo con contratto di lavoro a tempo determinato (cristallizzato nel decreto-legge del 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2021, n. 113, recante “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'efficienza della giustizia”) diretto a migliorare le prestazioni degli uffici giudiziari e ad accompagnare e completare il processo di transizione digitale del sistema giudiziario nello sforzo di abbattimento dell'arretrato e di riduzione della durata dei procedimenti.

Per tale obiettivo, al pari degli altri contenuti del PNRR, la linea di progetto non prevede l'assunzione di personale a tempo indeterminato (in quanto preclusa dalla Commissione europea), bensì investe sul potenziamento dell'ufficio per il processo e sul rafforzamento del capitale umano giovane, attraverso la costituzione di veri e propri team di supporto al magistrato. In quest'ambito è prevista l'assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato di 16.500 addetti all'ufficio per il processo, laureati in scienze giuridiche ed economiche, così ripartiti: sino a 16.100 unità per gli uffici giudicanti di primo e secondo grado, in due cicli da 8.050 unità ciascuno (un primo ciclo per una durata massima di 2 anni e 7 mesi, un secondo ciclo per una durata massima di 2 anni); sino a 400 unità per la Corte di cassazione, in due cicli da 200 unità ciascuno (un primo ciclo per una durata massima di 2 anni e 7 mesi, un secondo ciclo per una durata massima di 2 anni).

La consistenza numerica complessiva delle risorse assegnate al distretto di corte d'appello di Genova è pari a 125 unità. Al tribunale di Massa sono state attribuite dapprima 8 e poi altre 15 unità di addetti all'ufficio per il processo.

L'immissione in possesso negli uffici giudicanti di merito dei vincitori del concorso diretto alla assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato del primo contingente di 8.171 unità è avvenuta tra il mese di febbraio e il mese di giugno dell'anno 2022.

Inoltre, è stata avviata la procedura per l'assunzione di altre 5.410 unità a tempo determinato di personale tecnico (informatico, contabile, edile, gestionale e statistico) e giuridico amministrativo, con prove scritte fissate per il 21, 22, 24, 27 e 28 giugno 2022.

Nel corso dell'anno 2024 sarà poi assunto un altro contingente di 8.250 addetti all'ufficio per il processo, che in totale saranno 16.500.

Ovviamente, tutto quanto sinora illustrato non preclude la possibilità medio tempore di garantire una migliore funzionalità dei servizi attraverso provvedimenti di natura transitoria, quali ad esempio i comandi da altre pubbliche amministrazioni, le applicazioni temporanee in ambito distrettuale e gli scambi di sedi, tutti strumenti previsti dall'accordo sulla mobilità del personale amministrativo del 15 luglio 2020.

Per quanto riguarda il personale di magistratura, attualmente il tribunale di Massa non presenta scoperture nel ruolo del presidente di tribunale, del presidente di sezione di tribunale e di giudice e presenta, invece, due scoperture nel ruolo di giudice onorario di tribunale (10 giudici presenti sui 12 della pianta organica), mentre la procura della Repubblica presso il tribunale di Massa non presenta alcuna scopertura.

Effetti positivi per gli uffici giudiziari in generale - e quindi anche per il tribunale di Massa e per la procura della Repubblica presso il tribunale di Massa - potranno derivare in seguito all'attuazione delle disposizioni approvate nel mese di dicembre dell'anno 2019 (articolo 1, comma 432, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”) che, modificando la legge 13 febbraio 2001, n. 48, prevedono l'istituzione delle piante organiche flessibili distrettuali, da destinare alla sostituzione dei magistrati assenti ovvero all'assegnazione agli uffici giudiziari del distretto che presentino condizioni critiche di rendimento. La proposta di determinazione delle piante organiche flessibili distrettuali è stata trasmessa in data 30 ottobre 2020 al Consiglio superiore della magistratura per il prescritto parere. Tale proposta prevede, in conformità al quadro normativo di riferimento, la determinazione sia del contingente complessivo nazionale, individuato in 179 unità, di cui 125 con funzioni giudicanti e 54 con funzioni requirenti, sia dei contingenti destinati ai singoli distretti. Al distretto di corte d'appello di Genova è stata proposta l'attribuzione di un contingente di 5 unità, di cui 3 destinate alle funzioni giudicanti e 2 a quelle requirenti.

Il Consiglio superiore della magistratura, nel parere deliberato nella seduta dell'8 settembre 2021, ha pressoché integralmente condiviso il progetto ministeriale sia in punto di unità complessive dedicate (179) sia quanto alla loro distribuzione funzionale (tra giudicanti e requirenti) e distrettuale. Nello specifico, nel suddetto parere il Consiglio superiore della magistratura ha ritenuto di accogliere pienamente la proposta elaborata con riferimento al distretto di corte d'appello di Genova per quanto concerne sia i posti previsti per le funzioni giudicanti sia quelli previsti per le funzioni requirenti. In data 27 dicembre 2021 è stato emesso il decreto che individua le condizioni critiche di rendimento degli uffici giudiziari (relative anche alla magistratura di sorveglianza) che danno luogo all'assegnazione delle nuove risorse dell'organico flessibile distrettuale e fissa la durata minima dell'assegnazione (pari a un anno) nonché stabilisce i criteri di priorità per destinare i magistrati della pianta organica flessibile distrettuale alla sostituzione nei casi di assenza dal servizio ovvero per l'assegnazione agli uffici giudiziari che versino in condizioni critiche di rendimento.

In data 23 marzo 2022 è stato adottato il decreto relativo alla dotazione nazionale delle piante organiche flessibili distrettuali, con il quale sono stati assegnati al distretto di corte d'appello di Genova 3 magistrati giudicanti e 2 magistrati requirenti.

In merito, poi, alla possibilità di apportare modificazioni in aumento alla dotazione organica del personale amministrativo e del personale di magistratura, al fine di ampliare la pianta organica del tribunale di Massa e della procura della Repubblica presso il tribunale di Massa, si osserva che, essendo la materia oggetto di riserva di legge, ciò è realizzabile solo tramite un'iniziativa legislativa specificatamente rivolta alla complessiva razionalizzazione della distribuzione del suddetto personale negli uffici giudiziari di primo grado presenti sull'intero territorio nazionale. Al riguardo appare opportuno ricordare, con specifico riferimento al tribunale di Massa, che la richiesta di aumento di una unità dell'organico del personale di magistratura formulata dal Consiglio superiore della magistratura in occasione della procedura di rideterminazione delle piante organiche del personale di magistratura di merito - procedura conclusasi con l'emanazione del decreto ministeriale del 14 settembre 2020, pubblicato nel Bollettino ufficiale del Ministero della Giustizia n. 20 del 31 ottobre 2020 - è stata ritenuta non suscettibile di accoglimento atteso che, sebbene il numero delle iscrizioni pro capite fosse lievemente superiore alla media nazionale, il dato delle pendenze (709 pro capite a fronte di una media nazionale di 745) delineasse una situazione che non poteva definirsi critica.

Medesima indicazione si rinviene con riferimento all'indice utilizzato a livello europeo per misurare i tempi di definizione dei procedimenti, il cosiddetto disposition time, che fornisce una stima prospettica della durata media dei procedimenti, mettendo a confronto il numero di procedimenti pendenti alla fine del periodo e quello dei procedimenti definiti nel periodo. In dettaglio, nella procedura in questione tale indicatore è stato calcolato come rapporto tra il numero dei procedimenti pendenti al 31 dicembre 2018 e la media dei procedimenti definiti nel triennio 2016-2018. Dall'esame delle schede distrettuali allegate alla relazione tecnica, trasmessa in data 16 dicembre 2019 al Consiglio superiore della magistratura, emerge che il tribunale di Massa presenta valori inferiori alla media nazionale, sia per il disposition time civile (305 giorni a fronte di una media nazionale di 369) sia per il disposition time penale (323 giorni a fronte di una media nazionale di 367), confermando per questo ufficio l'insussistenza di una situazione critica. Anche il dato dell'arretrato civile è in linea con la media nazionale (21 per cento) e, in genere, tutti gli indicatori considerati si pongono al di sotto della media nazionale, ad eccezione del dato delle iscrizioni pro capite il cui lieve scostamento dalla media nazionale (748 a fronte di 662), soprattutto ove si consideri il dato delle pendenze pro capite inferiori alla media, induce a ritenere adeguata la pianta organica di questo ufficio giudiziario rispetto alla domanda di giustizia proveniente dal territorio. Tali elementi e criteri orientativi, sinteticamente descritti ma analiticamente riportati nelle due relazioni tecniche richiamate nel suddetto decreto ministeriale del 14 settembre 2020, rendono ragione della coerenza dell'impianto metodologico di fondo che ha presieduto l'intervento di rideterminazione delle piante organiche del personale di magistratura di merito, in generale, e degli uffici del distretto di corte d'appello di Genova, in particolare.

PRESIDENTE. La deputata Nardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

MARTINA NARDI (PD). Grazie, Presidente e grazie, sottosegretaria. Se non si risolve il problema alla radice - abbiamo fatto tanto nel corso di questi anni ma occorre mettere più seriamente mano alla tempistica rispetto ai processi - io penso che il nostro Paese perderà l'occasione di chiamarsi, a buon titolo, un Paese europeo. Il tema della difficoltà e della deficienza dei nostri tribunali è preponderante, imprescindibile, su cui bisogna costantemente continuare ad intervenire. Lo ha dimostrato anche la lettura della sua risposta, che indica tempistiche che oggettivamente non possiamo definire europee. Vale per tutti, non vale solo per il tribunale di Massa: c'è una difficoltà oggettiva e questa difficoltà deve vedere quest'Aula più protagonista e più impegnata nei confronti delle già tante misure intraprese, implementandole sia in termini di nuovi concorsi sia in termini di snellimento e di digitalizzazione. Come si fa a parlare, ad esempio, di digitalizzazione e di snellimento se poi arriviamo in tribunali come quello in questione, come quello della mia città?

Successivamente, interverrà in replica anche l'onorevole Ferri, perché questo è un tema sentito dalla città ed è quindi del tutto evidente che i parlamentari del territorio se ne interessino, anche alla luce della protesta che si è verificata. Non è consueto, infatti, nelle aule dei tribunali, vedere avvocati, magistrati e addetti che, soffrendo di questa situazione, la esemplificano e chiedono anche ai parlamentari del territorio di farsene carico.

Però, come dicevo, come si fa a parlare di digitalizzazione quando non c'è un esperto informatico? L'unico esperto informatico per tutte le pratiche, che lei ha ben citato, in qualche modo è in prestito e non è neanche in pianta stabile, in organico. Come possiamo pensare di portare anche quel tribunale in Europa? Come possiamo pensare di portare anche quel tribunale nel futuro rispetto a quanto qui proviamo a costruire, cioè la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, quando poi non abbiamo nessuno che materialmente operi in quel settore e faccia effettivamente le cose di cui ci sarebbe bisogno? Quando si parla di giustizia, si dice sempre: la legge è uguale per tutti. Ebbene, la legge è uguale per tutti solo per chi arriva a vedere dibattuto il proprio caso. Per chi non ci arriva la legge non è uguale ma è disuguale, profondamente disuguale, perché fa sì che i casi, che magari sono di minore entità, ingombrino la vita delle persone, facendo loro spendere molti più soldi. Magari riguardano anche quelle persone che hanno meno soldi da spendere e l'attesa produce un dispendio economico maggiore, come tutti sappiamo.

Allora, questa disuguaglianza, oggettivamente, è intollerabile e la si può colmare; abbiamo il potere di colmarla, implementando ulteriormente il settore di cui lei si occupa e di cui si occupa il suo Ministero, perché in questo modo potremo dirci soddisfatti anche rispetto all'interrogazione, ossia al fatto di dire che effettivamente le cose potranno subire un cambiamento. Lei ha letto una fotografia che, però, non tiene conto di un aspetto: lei ha citato la percentuale del meno 33 o 37 per cento ma, in realtà, è un meno 55 per cento, perché dal 1° novembre andrà in pensione altro personale. Ciò comporterà l'ulteriore deperimento di quella struttura, con un aggravio e, quindi, con un ampliamento della diseguaglianza dei cittadini del mio territorio, che già vivono un'anomalia incredibile: è, infatti, l'unico tribunale in Italia che si trova in una regione, la Toscana, ma ha come riferimento la regione Liguria. Questo comporta difficoltà anche in termini di spostamenti. Lei parlava prima degli autisti: a che cosa servono gli autisti? Servono, perché il tribunale di riferimento è a Genova; ci sono più di cento chilometri, quindi è del tutto evidente che anche figure che, magari, potrebbero entrare meno nella compagine delle necessità, in realtà, diventino fondamentali proprio per snellire i processi e per far sì che, poi, vi sia effettivamente la diminuzione delle diseguaglianze.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARTINA NARDI (PD). Mi avvio a concludere. La mia soddisfazione sta nel fatto che oggi si è potuto parlare e accendere un faro su questo tema che riguarda un piccolo territorio della nostra Italia, ma identifica abbastanza la situazione e lo stato dell'arte dei tribunali in Italia. Mi auguro si possa fare di più rispetto a quanto lei oggi ci ha raccontato.

PRESIDENTE. Il deputato Ferri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. No, non sono soddisfatto, perché la relazione della sottosegretaria non risponde al quesito che avevo posto. Oggi, pongo all'attenzione del Ministero la situazione del tribunale di Massa che riguarda i piccoli e medi tribunali che soffrono la carenza di organico sia sotto il profilo del personale amministrativo (al riguardo c'è un piano, con riferimento al PNRR, che però deve tener conto non solo del personale amministrativo, a cui dobbiamo davvero rivolgere la nostra gratitudine per il suo lavoro), sia sotto il profilo del personale togato e non togato, perché per smaltire l'arretrato, soprattutto nel civile, ma anche nel penale, occorrono risorse di personale amministrativo e di magistrati.

Io ho lavorato in quel tribunale, conosco bene la situazione e mi dispiace che, durante le campagne elettorali, il Presidente Conte e il Ministro Bonafede siano venuti nel nostro territorio ma, quando hanno avuto la possibilità di risolvere il problema, non l'abbiano risolto.

Ho posto all'attenzione questo tema, perché proprio il Ministro Bonafede, giustamente, si era posto il problema di aumentare le piante organiche dei magistrati negli uffici giudiziari e aveva presentato una relazione di accompagnamento, alla quale uno crede; se, infatti, il Ministro prepara l'aumento delle piante organiche con una relazione di accompagnamento che pone dei criteri, gli addetti ai lavori, come me, e tutti quelli che lavorano in prima linea hanno fiducia nei criteri indicati. Invece, tali criteri sono stati disattesi. Non solo, nel caso del tribunale di Massa, quell'aumento di organico di due magistrati - poi non gliene è stato assegnato nemmeno uno - aveva il parere favorevole della Commissione flussi. Quindi, il presidente del tribunale di Massa, che ha seguito tutto l'iter previsto dalla legge, oggi, cosa ha fatto? Dico oggi, ma è un fatto di alcuni mesi fa, perché le risposte alle interrogazioni sono sempre tardive, ma il problema è ancora attuale. Tale presidente, che, tra l'altro, andrà in pensione a dicembre, mentre a settembre andrà in pensione anche un altro magistrato, si è rivolto agli organismi previsti per legge, quindi, ha chiesto alla Commissione flussi presso la Corte d'appello di monitorare la situazione e i dati sono risultati diversi rispetto a quelli che oggi ha elencato la sottosegretaria, perché, è vero che ha riconosciuto tra le pendenze pro capite un aumento, un numero maggiore al tribunale di Massa - e già questo basterebbe - ma anche lo smaltimento delle sopravvenienze.

Il tribunale di Massa aveva diritto all'aumento di organico ma non gli è stato dato, e non lo hanno detto solo il presidente del tribunale di Massa o Cosimo Ferri nella sua interrogazione, ma anche la Commissione flussi presso la Corte d'appello di Genova; l'ha detto il consiglio giudiziario di Genova non totalmente, ma in parte e ha dato ragione al presidente del tribunale di Massa. Tra l'altro, nella riforma Cartabia abbiamo ampliato i poteri del consiglio giudiziario, abbiamo valorizzato questo organismo, ma se poi non teniamo conto di quello che segnala al Ministero, è inutile fare riforme. Quindi, il consiglio giudiziario di Genova ha dato torto, in parte, alla proposta del Ministro della Giustizia, il CSM ha tenuto conto del parere del consiglio giudiziario di Genova - quindi, abbiamo un parere conforme del CSM e del consiglio giudiziario -, la Commissione flussi ha dato ancora di più ragione al presidente. Accontentiamoci anche del parere del CSM e del consiglio giudiziario, ma il Ministro, invece, è andato avanti sulla sua strada. Il Ministro Bonafede se n'è disinteressato, ha seguito i suoi criteri, che poi non erano quelli indicati nella relazione di accompagnamento, e ha lasciato un tribunale con una grave carenza di organico. Il tribunale aveva i numeri per l'aumento di organico, era un diritto del tribunale di Massa, quindi, il tribunale ha subito un'ingiustizia da parte del Ministro Bonafede. Questa è la verità, lo dicono i dati e non è un messaggio positivo che un Ministro della Giustizia, l'allora Ministro Bonafede, lo voglio precisare, dà ai magistrati che sono nei piccoli tribunali e che lavorano. L'esempio di Massa è uno, ma ce ne sono tanti di tribunali medio-piccoli che subiscono questa ingiustizia.

Allora, se le regole ci sono, se i dati vanno in quella direzione, devono essere rispettati; dovevano essere rispettati i pareri della Commissione flussi, del consiglio giudiziario e del CSM. Sono stati disattesi tutti e tre.

Invito la Ministra Cartabia a porre rimedio a questa grave ingiustizia che ha creato il Ministro Bonafede e ad aumentare l'organico del tribunale di Massa, che avrà due pensionamenti, ma che ha bisogno di più risorse, non solo di personale amministrativo, ma anche di personale della magistratura. Solo così si renderà il servizio giustizia efficiente, all'altezza del cittadino, di qualità e in linea con gli indicatori del PNRR che prevedono lo smaltimento dell'arretrato. Questa è giustizia.

(Iniziative normative in relazione all'istituto dell'adozione del maggiorenne, nel caso di sopravvenienza di figli minori dell'adottante - n. 3-03058)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato, Anna Macina, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Galantino n. 3-03058 (Vedi l'allegato A).

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione in oggetto si chiede di sapere quali siano gli orientamenti del Ministro della Giustizia in merito alla problematica rappresentata dall'ipotesi in cui, una volta che si sia proceduto all'adozione di persona maggiorenne, sopravvengano figli minori dell'adottante e se intenda assumere iniziative normative al riguardo.

In proposito, si evidenzia quanto segue: l'articolo 291 del codice civile prevede che può procedere all'adozione di persone maggiorenni chi non ha discendenti. La norma è stata tuttavia dichiarata incostituzionale, dapprima “nella parte in cui non consente l'adozione a persone che abbiano discendenti legittimi o legittimati maggiorenni e consenzienti” (Corte costituzionale, sentenza n. 557 del 1988), e successivamente “nella parte in cui non prevede che l'adozione di maggiorenni non possa essere pronunciata in presenza di figli naturali, riconosciuti dall'adottante, minorenni o, se maggiorenni, non consenzienti” (Corte costituzionale, sentenza n. 245 del 2004).

La stessa Corte costituzionale ha, poi, dichiarato manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 291 del codice civile, sollevata in riferimento agli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione, nella parte in cui non prevede che possa aversi adozione di maggiorenne da parte di soggetto che abbia discendenti legittimi o legittimati di età minore, ribadendo che “l'adozione di persone maggiori di età è caratterizzata, diversamente dall'adozione dei minorenni, dall'originaria finalità di procurare un figlio a chi non lo ha avuto da natura mediante il matrimonio”. Il sistema della disciplina dell'adozione di persone maggiori di età, presupponendo fra l'altro la necessità che i membri della famiglia legittima dell'adottante, coniuge e figli, siano adeguatamente posti in condizione di valutare le relative conseguenze sul piano morale e su quello patrimoniale e di esprimere perciò il loro assenso, “non è stato infatti modificato dalla sentenza n. 557 del 1988 e dalla sentenza n. 345 del 1992 e l'invocata relativa ratio decidendi non è applicabile al caso in esame, nel quale si chiede un intervento di revisione diretto ad escludere l'assenso dei figli minori, anziché a far fronte alla relativa incapacità di esprimere la loro volontà” (Corte costituzionale, ordinanza n. 170 del 2003).

In sostanza, quindi, l'adozione di persone maggiorenni è consentita non solo quando l'adottante non abbia discendenti, ma anche in presenza di discendenti maggiorenni, a condizione che questi prestino il loro consenso, e la presenza di figli minori dell'adottante costituisce, di norma, un impedimento alla richiesta di adozione.

Una pronuncia della Corte di cassazione, tuttavia, ha affermato che, qualora l'adozione di un maggiorenne “riguardi un soggetto, il figlio del coniuge, che già appartenga, insieme al proprio genitore naturale e ai fratelli minorenni, ex uno latere, al contesto affettivo della famiglia di accoglienza dell'adottante, la detta presenza di figli minori nell'adottante non preclude, in assoluto, l'adozione, fermo restando il potere-dovere del giudice del merito di procedere alla audizione personale di costoro, se aventi capacità di discernimento, e del loro curatore speciale, ai fini della formulazione del complessivo giudizio di convenienza dell'interesse dell'adottante, richiesto dall'articolo 312, primo comma, numero 2), del codice civile (Cassazione, n. 2426 del 3 febbraio 2006).

Secondo tale orientamento sarebbe, quindi, possibile procedere all'adozione del maggiorenne in alcune limitate ipotesi e nonostante il dettato dell'articolo 291, pur in presenza di figli minori dell'adottante, venendo, in questo caso, in rilievo il diritto al riconoscimento giuridico di legami familiari e personali ormai di fatto consolidatisi.

Secondo la dottrina, l'adozione dei maggiori di età costituisce un legame di filiazione civile, nel senso che l'adottato acquista lo stato di figlio adottivo che, tuttavia, si aggiunge al precedente è stato familiare, senza modificarlo. L'articolo 300 del codice civile, infatti, prevede espressamente che “l'adottato conserva tutti i diritti e doveri verso la sua famiglia d'origine, salve le eccezioni stabilite dalla legge” e che “l'adozione non induce alcun rapporto civile tra l'adottante e la famiglia dell'adottato, né tra l'adottato e i parenti dell'adottante, salve le eccezioni stabilite dalla legge”. L'articolo 304 prevede, poi, che l'adozione non attribuisce all'adottante alcun diritto di successione, mentre l'adottato è erede legittimo dell'adottante (articolo 567) ed è titolare della quota di riserva (articolo 536).

La legge non prevede alcuna conseguenza per l'ipotesi in cui, una volta pronunciata l'adozione del maggiorenne, sopravvengano figli dell'adottante; prevede, tuttavia, che l'adozione possa essere revocata soltanto in caso di indegnità dell'adottato o dell'adottante (articoli 305, 306 e 307 del codice civile).

Nella giurisprudenza di merito, di conseguenza, si è affermato che, data la natura pubblicistica dell'adozione di maggiorenne, il provvedimento che pronuncia l'adozione ha efficacia costitutiva, producendo effetti direttamente incidenti sullo status, cioè che garantisce stabilità al nuovo rapporto, stabilità comprovata dalla circostanza della previsione della sua revocabilità soltanto nei casi tassativamente previsti dalla legge (articoli da 305 a 309 del codice civile), in conseguenza di fatti sopravvenuti.

La valida costituzione del vincolo adottivo, pertanto, non può essere inficiata dal successivo venir meno di un requisito di validità, quale appunto la sopravvenienza di figli minori.

PRESIDENTE. Il deputato Galantino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Macina, buongiorno. Presidente, ovviamente, condivido le parole precedenti del collega Casu in merito al maxi incendio al parco del Pineto; siamo sicuri che gli inquirenti, come sempre, faranno un ottimo lavoro per rintracciare i responsabili.

Ringrazio, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, il Ministro della Giustizia Cartabia, che, per tramite del sottosegretario Macina, oggi ha chiarito questo dubbio in Aula. Posso ritenermi parzialmente soddisfatto di questa risposta, anche perché la questione dell'adozione di persona maggiorenne crea un vincolo, ma non si sostituisce, come, invece, accade in adozione del minorenne; si aggiunge, anzi, a quello derivante dalla filiazione di sangue, in cui l'adottato conserva i diritti e i doveri verso la famiglia di origine, tra i quali anche i diritti successori.

Era una questione che andava affrontata e si dovrà continuare ad affrontare, anche alla luce della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 2015, in cui si è ritenuto che il venir meno del vincolo dell'adozione sia ammissibile, purché sussistano ragioni sufficienti per sancire il diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Consideriamo anche che l'istituto dell'adozione del maggiorenne, già previsto dal codice del 1865 – quindi, una norma abbastanza datata - nasce con una finalità essenzialmente patrimoniale, nello spirito di difendere le esigenze dell'adottante di dare continuità al proprio nome e al proprio patrimonio. Il fondamento del divieto di adottare persona maggiorenne in presenza di figli minori si ravvisa nella tutela di questi ultimi, i quali non sono in grado di esprimere il consenso in merito a una decisione che incide direttamente sulla loro sfera giuridica personale e patrimoniale. Ma, pur essendo un argomento molto dibattuto in ambito dottrinario, non è ancora stata affrontata, da questo Parlamento, l'ipotesi della sopravvenienza dei figli minori, di chi adotta un maggiorenne. Infatti, è in tale quadro che la Corte ha ritenuto che, ai fini del venir meno del vincolo sull'adozione, sia necessario un interesse prevalente rispetto all'interesse e alla stabilità creatasi con l'adozione.

Ringrazio anche il sottosegretario per la risposta riportata: questo era l'intento di Fratelli d'Italia, di affrontare finalmente questo argomento, quando abbiamo annunciato l'interrogazione in Commissione giustizia.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 12. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 12,05.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Oggi è il giorno numero 5 da quando i lavoratori fragili sono stati lasciati soli. Come sanno i Ministri Brunetta e Orlando, ai lavoratori fragili sono venute a mancare le tutele. Per ripristinarle sarebbe sufficiente dare continuità alle previsioni dell'articolo 26, commi 2 e 2-bis, del decreto-legge n. 18 del 2020, come prorogate, con il richiamo del DM del 4 febbraio 2022, e dell'articolo 10, commi 1-bis e 1-ter, del decreto-legge n. 24 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 52 del 2022. Queste le istruzioni. I contagi da COVID, nelle sue varianti, hanno superato il milione. Parliamo di quelli registrati, mentre si stima che quelli non registrati siano 3 milioni. Secondo il microbiologo accademico e divulgatore scientifico, Andrea Crisanti, ai fragili che sono in età da lavoro bisognerebbe dare la possibilità di lavorare a casa o creare ambienti protetti in ambito di lavoro, cosa che non è stata fatta: errore gravissimo. I lavoratori fragili non possono scegliere di tutelarsi da soli, voi invece potete farlo, potete prorogare per legge le tutele a loro destinate come già avevate fatto; basta semplicemente prorogare quello che già avevate fatto. Grazie Presidente, grazie Ministri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie Presidente, mi associo alle parole dell'onorevole Dall'Osso. Ricordo che il 28 giugno scorso è stato votato un ordine del giorno, a mia prima firma, che andava proprio nella direzione di prorogare le tutele per i lavoratori fragili al 31 dicembre 2022, ordine del giorno accolto favorevolmente e votato da tutto il Parlamento. I giorni passano, ma purtroppo continuo a non vedere risposte per i lavoratori fragili. Ricordo a tutti che c'è anche un tema, che mi sono permesso di riportare per coscienza a tutti i presenti, che è quello dei militari fragili. Dico ciò perché forse qualcuno dimentica che il Corpo delle Forze armate ha oggettive difficoltà per quanto riguarda questa particolarità.

L'invito che rivolgo è di dare risposte concrete nell'immediato, anche perché i giorni passano e, soprattutto, chi è rientrato al lavoro, purtroppo, è in pessime condizioni per poter lavorare in ambienti difficili, anche con riferimento a quanto sta avvenendo in questi giorni con le varianti Omicron e con il conseguente aumento dei contagi. Le risposte non devono essere semplicemente “a valutare l'opportunità di” ma occorre, per civiltà e coscienza, dare risposte immediate ai lavoratori fragili che chiedono semplicemente di continuare a lavorare in condizioni che permettano loro di svolgere la loro attività. Ricordo a tutti che non stiamo parlando dei cosiddetti «furbetti della 104», no, stiamo parlando di persone con difficoltà oggettive, con malattie critiche, anche di un certo livello. La risposta del Governo, nello specifico, dovrebbe essere immediata. Per questo chiedo, per l'ennesima volta, la proroga fino al 31 dicembre 2022, e continuerò a chiederla anche nei prossimi giorni fino a quando il Governo non prenderà una decisione netta nei loro confronti.

PRESIDENTE. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle 12, 25. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 12,25.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. In considerazione del fatto che non sono ancora arrivati i pareri del MEF sugli emendamenti al “decreto Aiuti”, chiediamo che vengano rinviati tutti gli argomenti all'ordine del giorno almeno fino alle 18,30.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinviare alle ore 18,30 tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta di oggi darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e ad uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

Ha chiesto di parlare contro il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà, questa richiesta, abbastanza particolare, merita una serie di considerazioni di carattere politico. Trovo che sia un paradosso, dopo che siamo stati in Commissione fino alle 5 del mattino, che non ci siano i pareri. Questa è veramente una notizia e credo che sia anche imbarazzante, perché noi abbiamo discusso sulla scorta di pareri o, quanto meno, abbiamo discusso sulla scorta di quello che i relatori e la maggioranza dicevano essere pareri. Forse questo vuol dire che molti emendamenti non sono stati presi in considerazione, per scelte politiche? Può significare che vi siete nascosti dietro pareri che non c'erano? Presidente, i pareri ci devono essere in Commissione, non in Aula. La verità è che sta andando in scena uno psicodramma della maggioranza; la verità è che, a fronte dell'ennesima richiesta di fiducia, avete problemi seri all'interno della maggioranza. Peraltro, ce ne eravamo accorti in Commissione, dove gli assistenti parlamentari hanno faticato a stabilire confini fra i vari gruppi della maggioranza, considerate le risse, non solo verbali, alle quali abbiamo assistito. Questo psicodramma ha portato, all'ultimo momento, alla necessità di discutere gli emendamenti.

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di non fare capannelli.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). La verità, Presidente, è che la maggioranza non ha bisogno di un rinvio fino alle 17 per avere i pareri, ha bisogno di un rinvio fino alle 17 per cercare di trovare il modo migliore di affrontare quest'Aula e di affrontare un dibattito che si prevede molto, molto complicato per la maggioranza ma, soprattutto, per affrontare gli italiani perché, quando si parla qui dentro, finalmente qualcosa alla Nazione arriva.

Noi siamo contrari a questo rinvio perché siamo pronti, ieri come oggi, perché ci è abbastanza chiaro qual è la linea della maggioranza ma, soprattutto, ci è molto chiara qual è la linea di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Chi chiede di intervenire a favore? Non vedo mani alzate, quindi passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare alle ore 18,30 tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta di oggi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 169 voti di differenza.

La seduta, a questo punto, è sospesa e riprenderà alle ore 18,30.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 121, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Il Governo?

PRESIDENTE. La lettura dei deputati in missione si può fare anche senza Governo, dopodiché, nelle fasi successive, verificheremo la presenza del Governo.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (A.C. 3614-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3614-A: Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina.

Ricordo che nella seduta del 4 luglio si è conclusa la discussione generale e i relatori ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3614-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge.

La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

CATERINA BINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Intervengo per richiedere un'ora di sospensione dei lavori di Aula. Abbiamo necessità di un tempo ulteriore per risolvere i problemi attuali (Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Benissimo. Colleghi, non ammetto che ci siano manifestazioni non adatte all'Aula. Ci sono richieste di intervento e faremo parlare tutti quelli che ritengono di intervenire.

Ha chiesto di parlare il presidente Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente Rosato, non so quanto tempo l'Italia dovrà perdere dietro questa maggioranza che sta dimostrando i suoi limiti, come denunciato da Fratelli d'Italia fin dall'inizio. Forze politiche, che non hanno niente in comune tra loro, non possono dare vita a un Governo che abbia ragionevolmente speranza di condurre questa Nazione fuori dalle secche nelle quali, in genere, ci si trova, ma in questo momento in cui l'inflazione è alle stelle, la crisi economica attanaglia le famiglie italiane e c'è una guerra in corso, è inaccettabile l'atteggiamento che stiamo vivendo. Devo dire con soddisfazione che ho sentito adesso protestare dai banchi della maggioranza rispetto a quanto ha appena annunciato la sottosegretaria Bini, ossia la richiesta di rinvio di un'ora, ma può avere almeno la dignità di dirci perché (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa)? Quali sono questi problemi fantomatici a cui fa riferimento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa)? Noi parlamentari possiamo sapere se si tratta di problemi di famiglia, di questioni inerenti a un argomento specifico, oppure di divaricazioni di questa maggioranza, dovute a una conflittualità perenne che ormai è sotto gli occhi di tutti? Può usarci, sottosegretaria, la cortesia, venendo in quest'Aula, di rispettare il Parlamento italiano che rappresenta questo popolo e spiegarci le ragioni per le quali i lavori del Parlamento italiano sono sospesi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa)? Glielo dico con tutta la cortesia del caso: ci spieghi quali sono le ragioni! Adesso anche il Ministro dei cattivi rapporti con il Parlamento, D'Inca', è qui. Ministro D'Inca', ci usi la cortesia di non disturbare la Presidenza, mentre noi proviamo a relazionarci con un Governo che mostra i suoi limiti e con una Presidenza, invece, attenta alle regole di quest'Aula. Mi rivolgo alla Presidenza: possiamo chiedere, tramite lei, al Governo di conoscere quali sono i problemi per cui il Parlamento italiano deve concedere un'altra ora, dopo giorni di attesa, dopo tempi dilatati, quale sarà il destino della discussione di un decreto, che si chiama “Aiuti”, rimpinzato di “marchette” che, comunque, ha lo scopo di affrontare alcune questioni che vengono considerate emergenziali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ce lo spieghi in maniera tale che anche noi saremo in grado di esprimerci nel merito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro D'Inca'. Ne ha facoltà. Dopo interverranno tutti i colleghi. Credo sia utile l'intervento del Ministro. Prego, Ministro.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi scuso per questo ritardo dei lavori dell'Aula nei confronti di tutti i gruppi parlamentari. Presidente, noi chiederemmo, a nome del Governo, un rinvio a domani mattina per poter avere ulteriori elementi per questo importante provvedimento che riguarda significativi strumenti di aiuto nei confronti delle famiglie (Commenti dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. La richiesta del Governo è semplicemente vergognosa ed è sintomatica di una maggioranza che è al totale sbando e non sa più che pesci pigliare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Abbiamo chiuso questo decreto nelle Commissioni bilancio e finanze alle 4 di notte, abbiamo relegato i temi più importanti - penso in particolare al super ecobonus - ad una discussione di mezz'ora, dalle 3,30 alle 4 di notte e non abbiamo sistemato nulla per le imprese che stanno per fallire con miliardi di crediti di imposta in pancia. Questo è il vero volto della maggioranza. Poi ci avete convocato alle 12, poi alle 17, poi alle 18 e alle 18,30 ancora non c'era il Governo. Poi arrivate qui in Aula e ci dite che dobbiamo aspettare un'ora; poi, dopo 5 minuti, arriva D'Inca' e chiede di rinviare a domani. Ma dove volete andare? Andatevene a casa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Villarosa. Ne ha facoltà.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). Presidente, è stato risolto il problema con il rinvio a domani mattina, ma volevo precisare che, in sede di Comitato dei nove e di Commissione finanze, avremmo dovuto valutare gli emendamenti e, quindi, un'ora non sarebbe stata sufficiente. Intervenendo, avrei voluto chiedere almeno di mantenere l'ora e mezza in Commissione e poi l'ora eventuale del Governo per l'Aula, però, visto che si è deciso di rinviare a domani mattina, il mio intervento non serve più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Noi abbiamo appena assistito a una situazione tragicomica. Il sottosegretario Bini arriva in Aula.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, presidente Lollobrigida. Chiederei ai colleghi di consentire almeno all'opposizione di esprimersi.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie ancora, Presidente, per la sua puntualizzazione. Abbiamo ascoltato il sottosegretario Bini chiedere un'ora di tempo e abbiamo chiesto le motivazioni per le quali quest'ora di tempo dovesse essere concessa dal nostro Parlamento. Poi è intervenuto il collega, Ministro D'Inca' che, dopo pochi secondi, ha contraddetto la sottosegretaria sottolineando che, invece, avevano bisogno di un'intera notte, ma anche lui si è dimenticato di spiegare le ragioni per le quali si dovesse arrivare a questo rinvio. Allora, facciamo un gioco: prevediamo quello che accade. Proviamo a farlo noi dell'opposizione. Vuoi vedere che le ragioni per le quali si sta dividendo questa maggioranza hanno bisogno di accontentare sempre e comunque tutti?

Allora, lo dico al collega Villarosa che ha detto che non facciamo in tempo a lavorare in un'ora e mezza in Commissione: non sarà che volete riaprire i termini degli emendamenti per accontentare quelle forze politiche che sono state incapaci, in questi giorni, di riflettere, sostenere un dibattito, far presentare proposte utili a rappresentare i bisogni degli italiani? Forse fuori tempo massimo c'è bisogno di accontentare un pezzo dei 5 Stelle, l'altro pezzo che se ne è andato dei 5 Stelle, magari altre forze di maggioranza che hanno bisogno di vedere approvato qualche emendamento e, non avendolo presentato, hanno bisogno di tempo? Io credo che sarebbe grave forzare un dibattito di questa natura in un momento storico così rilevante qual è quello che attraversiamo, dilatando il tempo di lavoro di questo Parlamento, senza dare ragioni altre che provare a tenere unito un gruppo di maggioranza che vede emergere le contraddizioni.

Noi stiamo assistendo, in assenza di una data stabilita per il voto, a una campagna elettorale iniziata sulla pelle degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo sta avvenendo! C'è Conte che fa la guerra con Di Maio, utilizzando il Parlamento italiano come strumento di ritorsione. C'è un campo largo della sinistra, io non credo così largo dal punto di vista elettorale, che ancora non ha deciso con chi allearsi. Io spero che a questo gioco non si prestino gli amici del centrodestra. So bene che parte rilevante di loro non condivide più questo percorso. Ed è ora di farla finita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È ora che questo Governo tolga il disturbo e permetta agli italiani di avere su quei banchi gente che rappresenta la volontà popolare e che permetta all'Italia di cambiare rotta, di tornare a essere una Nazione davvero centrale e sostanzialmente rappresentativa della volontà popolare, perché è quello l'unico strumento per avere Governi credibili e autorevoli. Siete da barzelletta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e il comportamento di queste ore sta dimostrando agli italiani quanto valete, non solo come Governo, ma anche come forze politiche che lo sostengono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Raccolgo la richiesta del Ministro D'Inca' di rinviare alla seduta di domani tutti i punti iscritti all'ordine del giorno di oggi. Chiedo se siamo tutti d'accordo, ma immagino, ascoltati gli interventi precedenti, che non siamo tutti d'accordo.

Quindi, passerei ai voti. Do per scontato che gli interventi contro siano stati fatti. Non so se la maggioranza ritiene di farne a favore, non mi sembra. Quindi passerei alla votazione… Vedo il collega Trano che ha alzato la mano. Collega Trano, interviene contro o a favore?

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Contro, Presidente. ovviamente contro.

PRESIDENTE. Prego, ha facoltà di parlare.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Io mi riallaccio alle parole del collega Raduzzi, in quanto abbiamo concluso l'esame del provvedimento nelle Commissioni alle 5 di mattina di venerdì. Sono stati utilizzati pochissimi minuti per discutere, invece, sulle questioni dirimenti, come il superbonus, come il termovalorizzatore per Roma e tutto questo cosa ha cagionato? Che siamo dovuti ritornare qui, in Aula, dove anche oggi molti giornali riportavano la notizia che si doveva votare una parte del provvedimento con la successiva posizione della questione di fiducia da parte del Governo. Vi è stata tutta una serie di smentite, dopodiché siamo stati convocati in Commissione a mezzogiorno, alle 5, adesso alle ore 18, e il Governo non ha avuto neanche la bontà di presentarsi nelle Commissioni riunite finanze e bilancio. Siamo rimasti tutti - tutti, anche la maggioranza - in attesa del Governo, che non è venuto, che non ha neanche avvertito che non sarebbe tornato in Commissione per dirci questi famosi pareri. Ora, siccome la questione pareri sembra più una bugia artatamente detta per dilatare i tempi della discussione, noi siamo qui, con un Governo che, 5 minuti fa – vi abbiamo assistito - si è contraddetto: un sottosegretario voleva un'ora di sospensione, mentre il Ministro D'Inca' vuole 12 ore. Allora, la questione è una sola: ma questo Governo esiste ancora (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? C'è ancora un Governo, in questo Paese? Perché a me sembra, purtroppo, da questa sceneggiata cui abbiamo assistito, che qui non ci sia un Governo. Agli imprenditori che noi abbiamo incontrato questa mattina, che hanno miliardi di euro in ballo e stanno per fallire, bisogna dare una risposta: ma non domani, subito! E allora, se voi non siete in grado di dare risposte, immediate, concrete, per salvaguardare la piccola e media impresa italiana, c'è un unico atto doveroso che dovete fare: andare a casa, subito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. A me non è chiara la procedura adottata. Mi spiego meglio. È vero che nelle ore precedenti noi abbiamo assistito, in Commissione ad alcune innovazioni, per la verità anche molto pericolose e dettate molto spesso solo e soltanto dall'aggressione al banco della presidenza ma, al netto di questo, abbiamo iniziato la giornata con una convocazione alle ore 17 del Comitato dei diciotto e, a seguire, con un congruo termine, alle ore 18,30, dell'Aula. Adesso tutto questo è sparito e siamo entrati all'interno di una procedura completamente diversa, ossia non si parla della convocazione del Comitato dei diciotto. Io vorrei che almeno questo ci venisse spiegato perché, altrimenti, credo che andrebbe convocato per domani mattina il Comitato dei diciotto, in un orario congruo, che permetta poi in un orario successivamente adatto, quindi dopo un'ora, un'ora e mezza, la convocazione dell'Aula. Se così non è, Presidente, vuol dire che quella che è andata in scena oggi pomeriggio è semplicemente una pantomima. E credo che questo sia brutto per quello che noi rappresentiamo, per il ruolo che abbiamo e per quello che, soprattutto, la gente si aspetta da noi, perché noi non siamo qui a recitare a soggetto, a seconda di quello che cerca e vuole il Governo; noi siamo qui per cercare di portare, ognuno con i propri limiti, noi che non siamo i migliori, probabilmente non in maniera esagerata, ma cerchiamo di arricchire il dibattito con le nostre proposte. Se invece, semplicemente, siamo strumento della melina che deve fare il Governo, io credo che questo sia irrispettoso. Quindi, delle due l'una: o viene convocato domani mattina il Comitato dei diciotto, e allora vuol dire che oggi pomeriggio non abbiamo recitato, oppure, se non viene convocato il Comitato dei diciotto, vuol dire che oggi pomeriggio siamo stati presi in giro. Ma non sono state prese in giro le persone, è stata presa in giro un'istituzione che si chiama Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Trancassini, la voglio rassicurare su questo e colgo l'occasione anche per rispondere a una sollecitazione particolare che faceva il presidente Lollobrigida. Il termine degli emendamenti, naturalmente, non è riaperto, è scaduto.

Per quanto riguarda le sue preoccupazioni, sono certo che i presidenti di Commissione provvederanno alla convocazione del Comitato dei diciotto, mi auguro in orario che garantisca che domani mattina alle 9,30, orario previsto per la nostra seduta, il Governo arrivi preparato per consentire l'approvazione o, comunque, il prosieguo dell'esame di questo decreto, affinché i lavori del Parlamento, che sono prerogativa e interesse della Presidenza della Camera, possano svolgersi in maniera ordinata e andare avanti.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare alla seduta di domani tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta di oggi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 191 voti di differenza.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la collega Mura. Ne ha facoltà. Pregherei di avere silenzio in Aula.

ROMINA MURA (PD). Grazie, signor Presidente. Con questo breve intervento vorrei portare all'attenzione del Governo un'autentica discriminazione nei confronti delle aziende energivore sarde, colpite in particolare, oltre che dalla crisi e dai rincari, dal fatto di non poter accedere alle stesse agevolazioni giustamente previste dal Governo per l'utilizzo del gas naturale. Infatti, come ormai credo sappiano tutti gli italiani e sicuramente sanno tutti i colleghi qui presenti, in Sardegna il metano non è mai arrivato, per cui non si può accedere al credito d'imposta previsto, giustamente e opportunamente, dal Governo per le aziende che usano il gas naturale.

Chiediamo - e io voglio portare questa considerazione all'attenzione del Governo - che questo credito d'imposta sia esteso anche per l'utilizzo di fonti energetiche sostitutive del gas naturale. Altrimenti – lo dico in buona fede – senza aver valutato abbastanza, stiamo di fatto determinando una delocalizzazione interna, perché in Sardegna, a Portovesme, si rischia di perdere altri 1.500 posti di lavoro e Portovesme, ormai, dal punto di vista industriale, è una delle poche oasi felici della Sardegna. Mi aspetto dal Governo un'attenzione nel prossimo provvedimento, anzi ho presentato anche un ordine del giorno per dar modo al Governo di dare certezze e di tranquillizzare i lavoratori, le organizzazioni sindacali e la Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. È accaduto di nuovo, lo scorso 29 giugno, a Casalmaiocco, in esecuzione di un provvedimento di allontanamento disposto dal tribunale di Lodi: un altro bambino è stato prelevato con violenza da cinque agenti in borghese, mentre la madre viene convocata con un tranello nell'ufficio del sindaco e lì trattenuta contro la propria volontà. Parliamo di una mamma, Deborah, che è stata vittima di violenza domestica e accusata di essere una madre alienante. Che cosa vuol dire? Vuol dire che si parla di alienazione parentale, già giudicata ascientifica da una recente sentenza della Cassazione. Significa che si attribuisce alle mamme la colpa di ...

PRESIDENTE. Onorevole Ascari, mi scusi, lei sta intervenendo su una questione importante, anche se è un intervento di fine seduta. Pregherei i colleghi, cortesemente, che hanno finito di lavorare in Aula, di continuare le conversazioni fuori, cortesemente, per rispetto di chi deve intervenire. Prego, onorevole Ascari.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Si parla di alienazione parentale, dicevo, già giudicata ascientifica da una recente sentenza della Cassazione, con la quale si attribuisce la colpa alle madri del rifiuto dei bambini nel vedere i padri violenti. Quello di Deborah non è un caso isolato, perché dal 2018 ad oggi sono centinaia le segnalazioni che sono arrivate e hanno messo in evidenza un sistema di tutela dei minori che fa purtroppo acqua da tutte le parti, tanto che oggi esiste una Commissione d'inchiesta che indaga sugli allontanamenti dei minori e c'è un presidio permanente di madri, davanti a Montecitorio, che denuncia l'illegittimo allontanamento dei propri bambini. Per una lettura distorta del principio di bigenitorialità, i figli diventano armi di vendetta da parte di questi padri, che, ottenendo l'allontanamento dei piccoli dalle madri, mettono in atto l'estremo atto di violenza, una violenza che sempre più spesso viene derubricata a conflitto tra i coniugi. Per evitare tutto questo serve formazione da parte di tutti gli operatori, dalla magistratura alle Forze dell'ordine, e bisogna rivedere completamente le procedure degli affidi. Oggi, in Commissione giustizia, abbiamo depositato un testo unitario. Se non si interviene, si creeranno dei danni irreparabili e io mi chiedo chi mai potrà risarcire tutto questo dolore e sofferenza. Le istituzioni non possono di certo esserne complici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente in quest'Aula, perché è notizia di oggi che alcuni turisti giapponesi si siano dati appuntamento per pulire un ponte di Roma. In effetti questa cosa è abbastanza ridicola, se ci pensiamo. Noi girando per Roma, girando per le strade da diverso tempo, ormai vediamo cumuli di immondizia ovunque e vediamo veramente molta difficoltà e molti problemi e i cittadini giustamente denunciano. Però, quello che non sta succedendo - cosa che invece è accaduta nei cinque anni precedenti - è la denuncia da parte dei giornali e dei media, che, soprattutto per quanto riguarda i giornali locali, sembra si siano completamente silenziati. Allora, noi ci chiediamo: dove sono tutti quei moti di indignazione che per i cinque anni precedenti hanno messo veramente in croce la giunta del MoVimento 5 Stelle con la sindaca Virginia Raggi e che invece, adesso, non danno più le notizie di ciò che sta accadendo nel comune di Roma per quel che riguarda i rifiuti? Se ci si vuole informare c'è la rete, certo, ma questa ovviamente non è sufficiente. Poi ci sono i giornali esteri, che chiaramente hanno un pubblico diverso. Semplicemente vorrei chiedere una maggiore equità di trattamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare una risposta a una mia interrogazione al Ministero dell'Economia e finanze. Come lei e tanti colleghi sapranno, al momento siamo impegnati nella dichiarazione dei redditi. Dall'anno finanziario del 1990, nella dichiarazione dei redditi, è possibile destinare una parte del gettito Irpef all'8 per mille. In questo 8 per mille, su 41 milioni di dichiarazioni, solo 17 presentano un'opzione, mentre il resto delle dichiarazioni costituiscono il cosiddetto inoptato, che viene distribuito in parti uguali tra quanti nelle dichiarazioni hanno già avuto una scelta. Dal 2019 - non so se tutti lo sanno - è possibile destinare il gettito dell'8 per mille allo Stato, in particolare agli interventi di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico, incremento dell'efficienza energetica degli immobili di proprietà dello Stato e adibiti a scuole. Le scuole sono in condizioni purtroppo non ottimali nel nostro Paese ed è possibile dare questi soldi. Il Governo aveva fatto una campagna informativa, avviata nel 2020 per rendere nota questa opzione. Tuttavia, al momento non mi risulta che questa campagna informativa sia ancora in atto. Eppure, lo Stato, dal cosiddetto inoptato, in questa ripartizione sfavorevole, perde circa un miliardo, un miliardo di soldi pubblici che potrebbero essere destinati alle nostre scuole. Volevo farle presente questo e la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Intendo questo mio intervento di fine seduta a titolo del tutto personale e le parlo dalla mia fallibile condizione di essere umano, considerato il fatto - e gradirei sotto questo punto di vista un minimo di silenzio, se mi posso permettere di chiederlo, Presidente Rosato - che Niccolò Ciatti è stato ucciso, massacrato di botte, il 12 agosto 2017. Presidente, vado a leggere molto brevemente quanto dichiarato da un amico di Niccolò Ciatti: erano come animali, l'hanno aggredito subito, si vedeva dalle facce che erano delle brutte persone che volevano solo fare casino. Nicco perdeva sangue dalla bocca. Quei due che l'avevano picchiato sono scappati, nessuno li ha fermati, abbiamo cercato di soccorrerlo, nessuno ci dava aiuto, anzi erano tutti lì a riprendere la scena con i telefonini.

Oggi, Presidente, il ceceno, che ha brutalmente ucciso con un calcio in faccia Niccolò Ciatti, un italiano che era in vacanza in Spagna, è stato condannato per la legge spagnola al minimo della pena, a soli 15 anni. Trattasi di omicidio volontario. Presidente, al netto del fatto che le sentenze si rispettano - e mi prendo tutte le responsabilità del caso dicendo che io, personalmente, questa sentenza non la rispetto! -, vorrei chiedere in quest'Aula che il Ministro Cartabia si metta immediatamente - se non l'ha già fatto - in contatto con i suoi colleghi spagnoli per cercare di capire come questa barbarie sia potuta perpetrare nei confronti di un assassino volontario che ha preso il minimo della pena, dopo aver ammazzato a calci in faccia un ragazzo italiano in vacanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Presidente, il papà di Niccolò ha dichiarato e io personalmente mi unisco alle parole del padre di Niccolò Ciatti: “Siete la vergogna di un mondo civile”. Presidente, noi qualche ora fa abbiamo appreso con soddisfazione la notizia dell'ergastolo agli assassini di Willy Monteiro, che sono stati giustamente condannati all'ergastolo.

Ritengo che la pena minima per un delitto di questa portata non rappresenti assolutamente una giustizia equa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, Presidente. Chiedo la parola perché vorrei stigmatizzare quella che sta diventando una modalità odiosa adottata da alcuni esponenti istituzionali locali nei confronti delle loro colleghe; colleghe che sono insultate con espressioni sessiste e intimate a tacere, a stare zitte. Si permettono di fare questo, Presidente, e non è accaduto solo una volta. Chiaramente, ci troviamo di fronte a uomini incapaci di motivare le proprie posizioni e di argomentare; uomini che, a mio avviso, non sono in grado di rappresentare degnamente le istituzioni.

È avvenuto recentemente, pochi giorni fa, a una consigliera di opposizione in un comune in provincia di Caserta, Orta di Atella; è stata aggredita verbalmente, dicendole di stare muta: devi stare muta. È avvenuto in Basilicata, dove un consigliere regionale si è rivolto a un'assessora con una frase irripetibile, Presidente; avrebbe dovuto solo dimettersi e, invece, è ancora lì. In provincia di Como, durante una seduta del consiglio comunale online, un consigliere di minoranza, che cosa ha fatto? Ha digitato in una chat pubblica orribili e irripetibili commenti sessisti contro la capogruppo di maggioranza che in quel momento stava parlando. In provincia di Lecce, una consigliera comunale si è decisa a sporgere finalmente denuncia, dopo aver ricevuto delle offese a sangue; solo per citare alcune cose: se non stai zitta ti violento, e questo un collega! O ancora: te ne sei andata a Roma a cercare i negretti? In provincia di Salerno, una consigliera comunale è stata interrotta da un suo collega consigliere che le gridava: zitta, devi stare zitta, zitta! Ecco, potrei andare avanti così per molto tempo; allora, lei mi deve dire se è accettabile o no una tale deriva. Non è goliardia, Presidente, è sessismo, è misoginia ed è intimidazione ai danni delle donne per espellerle dalla sfera pubblica e politica. Quindi, in questa sede, chiedo che ci sia la condanna di tutti i gruppi politici e che gli stessi prendano seriamente provvedimenti nei confronti di questa deriva (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Se ne è andato, Presidente, a Roma, Donato Di Veroli, l'ultimo sopravvissuto degli ultimi duemila ebrei romani rastrellati e poi deportati nei campi di sterminio.

Donato Di Veroli non era stato deportato nel sabato nero della deportazione, il 16 ottobre del 1943, come altri mille circa fra i romani che abitavano nel ghetto; era stato arrestato nel marzo del 1944, nello stesso periodo della mia famiglia. Donato aveva 98 anni; fu arrestato nel marzo del 1944, deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, e aveva una caratteristica: non aveva mai voluto raccontare.

Con lui si spegne una delle ultime fiammelle del ricordo diretto della Shoah, ma questo deve essere per noi uno sprone, deve rafforzare in coloro che oggi sono vivi, nei loro figli, nipoti o in coloro che comunque li hanno conosciuti e ascoltati, la volontà di esprimere, di trarre, di tradurre dal loro racconto, dalla loro memoria, la lezione per il futuro. Tra poco scompariranno gli ultimi testimoni viventi della Shoah, questa sia per noi una lezione; non un'ora di meno della memoria, dovrà esserci, ma un'ora di più, per insegnare alle nuove generazioni che ciò che è accaduto potrebbe avvenire di nuovo, se noi lo dimenticassimo. Sia lieve a lui la terra (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fiano, anche per questo ricordo fatto a nome di tutta l'Aula e di tutti i colleghi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 6 luglio 2022 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina. (C. 3614-A​)

Relatori: UBALDO PAGANO, per la V Commissione; CATTANEO, per la VI Commissione.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

GELMINI, APREA; INVIDIA; BUCALO, FRASSINETTI; TOCCAFONDI; COLMELLERE, TOCCALINI, CAPARVI; SOVERINI, DI GIORGI, PICCOLI NARDELLI, ROSSI, PRESTIPINO, LATTANZIO, NITTI, ORFINI, CIAMPI, CARNEVALI: Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 544​-2387​-2692​-2868​-2946​-3014-B​)

Relatrice: CASA.

3. Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00671, Manzo ed altri n. 1-00672, Andreuzza ed altri n. 1-00673 e Bonomo ed altri n. 1-00677 concernenti iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive .

4. Seguito della discussione delle mozioni Lupi, Squeri e Schullian n. 1-00540, Vianello ed altri n. 1-00545, Masi ed altri n. 1-00614, Binelli ed altri n. 1-00628, Foti ed altri n. 1-00641, Dori ed altri n. 1-00649 e Ruffino ed altri 1-00664 concernenti iniziative in materia di energia nucleare di nuova generazione .

5. Seguito della discussione delle mozioni Scerra ed altri n. 1-00586, Valentini ed altri n. 1-00610, Raduzzi ed altri n. 1-00620 e Lollobrigida ed altri n. 1-00632 concernenti iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea .

6. Seguito della discussione della proposta di legge:

FOTI ed altri: Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività. (C. 1059-A/R​)

Relatori: DEIANA, per la maggioranza; FOTI, di minoranza.

7. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BENDINELLI ed altri; MASCHIO ed altri: Disciplina del volo da diporto o sportivo. (C. 2493​-2804-A​)

Relatore: BENDINELLI.

8. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

BARELLI ed altri: Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma, capitale della Repubblica. (C. 1854-A​)

e delle abbinate proposte di legge costituzionali: MORASSUT ed altri; CECCANTI; MELONI ed altri. (C. 2938​-2961​-3118​)

Relatori: CECCANTI e CALABRIA.

9. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

MAGI ed altri; LICATINI ed altri: Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati. (C. 2307​-2965-A​)

Relatore: PERANTONI.

10. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BOLDRINI ed altri; FITZGERALD NISSOLI; LA MARCA; LA MARCA; POLVERINI e VITO; ORFINI e SCHIRO'; SIRAGUSA ed altri; SANGREGORIO ed altri; UNGARO e MIGLIORE: Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza. (C. 105​-194​-221​-222​-717​-920​-2269​-2981​-3511-A​)

Relatori: BRESCIA, per la maggioranza; IEZZI, di minoranza.

(ore 15)

11. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,05.