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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 711 di martedì 21 giugno 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

GIORGIO SILLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 115, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Rinvio dell'interrogazione De Luca n. 3-02769)

PRESIDENTE. La prima interrogazione all'ordine del giorno è la n. 3-02769 presentata dal deputato De Luca.

Avverto che, su richiesta del presentatore e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interrogazione è rinviato ad altra seduta.

(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, a tutela dei consumatori in relazione alle condizioni di erogazione del servizio da parte del gruppo Dazn – nn. 3-03031, 3-03032 e 3-03033)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Casu ed altri n. 3-03031, Lacarra e Casu n. 3-03032 e Belotti ed altri n. 3-03033, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico, Anna Ascani, ha facoltà di rispondere.

ANNA ASCANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente e grazie onorevoli interroganti. Preliminarmente, si rammenta che lo sfruttamento dei diritti televisivi è stato assegnato a Dazn in seguito a procedura realizzata dalla Lega Serie A, in osservanza di quanto previsto dal decreto legislativo n. 9 del 2008. Ai sensi del citato decreto legislativo, l'Agcom e l'AGCM verificano la conformità delle linee guida predisposte dall'organizzatore della competizione.

Orbene, con il provvedimento dell'AGCM n. 28097 del 2020 e con la delibera dell'Agcom n. 26 del 2020 sono state approvate le linee guida della Lega Serie A, aventi ad oggetto la commercializzazione dei diritti audiovisivi sportivi relativi alle competizioni nazionali di calcio, organizzate dalla Lega Serie A per le stagioni 2021-2022, 2022-2023 e 2023-2024.

La questione sollevata dagli onorevoli interroganti è stata oggetto di attenzione da parte di alcune associazioni di consumatori. In particolare, nel novembre 2021, il Codacons ha presentato un esposto, sia ad Agcom, sia ad AGCM. Un recente esposto all'AGCM è stato annunciato anche dall'associazione Unione nazionale consumatori. Rispetto all'esposto del 2021 del Codacons, l'AGCM riferisce che non risulta alcuna modifica delle condizioni contrattuali di utilizzo dei servizi della piattaforma Dazn. In considerazione di ciò, non sarebbero emersi allo stato, in base a quanto riferito, possibili profili di scorrettezza in violazione del codice del consumo. Il Codacons riferisce che, nella sua risposta, l'AGCM avrebbe assicurato, in ogni caso, di continuare a controllare l'operato di Dazn.

Tuttavia, al fine di trovare soluzioni per bilanciare le necessità dell'azienda di contrastare la diffusione di comportamenti non corretti nell'utilizzo dei servizi con la necessità di fornire garanzie ai consumatori, in data 17 novembre 2021, i vertici della società Dazn sono stati convocati al Ministero dello Sviluppo economico per discutere della tutela dei consumatori e, al contempo, dei problemi connessi con la lotta alla pirateria. Il Ministero dello Sviluppo economico ha sottolineato la massima attenzione e vigilanza sulle criticità emerse in questi mesi; in particolare, è stata confermata la necessità di non cambiare le regole nel corso dell'attuale stagione calcistica, di rafforzare il customer service, con l'obiettivo di garantire maggiore attenzione alle necessità della clientela che ha minore dimestichezza con gli strumenti tecnologici e, al contempo, assicurare la prosecuzione degli investimenti in rete e tecnologia per evitare disservizi agli utenti. A Dazn sono state chieste anche maggiore attenzione sulla trasparenza delle condizioni contrattuali e chiarezza nelle informazioni ai consumatori. In occasione dell'incontro, la società ha ribadito il suo impegno ad investire per migliorare l'assistenza ai clienti e la qualità del servizio, potenziando le infrastrutture presenti sul territorio, attraverso Dazn Edge, oltre a continuare a vigilare sulle criticità emerse nei primi mesi. A tal riguardo, si rappresenta che è stato avviato un approfondimento sul modello di distribuzione del segnale, che ha portato la società Dazn ad adottare una soluzione differente, ovvero un “modello distribuito” attraverso CDN (Content delivery network), che prevede la consegna del segnale ad un numero maggiore di nodi più vicini all'utente. Il confronto intende estendersi anche a tutti i fornitori ed agli altri media player. L'impegno è quello di assicurare un'infrastruttura in grado di ottimizzare e decongestionare il traffico Internet attraverso adeguati investimenti infrastrutturali, garantendo un'adeguata qualità del servizio e tutela degli utenti. Sul punto si segnala che, a partire dall'estate 2021, l'Agcom ha adottato provvedimenti volti ad assicurare un miglioramento della qualità del servizio offerto da Dazn, sia in relazione alla fornitura della rete di distribuzione di Dazn Edge, sia in relazione alla definizione di parametri di qualità per la fruizione del servizio di diffusione in live streaming delle partite e per una migliore assistenza ai clienti. Contestualmente, l'AGCM ha condotto accertamenti su possibili pratiche restrittive della concorrenza e-o lesive dei diritti dei consumatori. Per quanto riguarda il ruolo del MiSE su tali tematiche, va rilevato che - in quanto amministrazione capofila per l'adozione del decreto legislativo n. 208 del 2021 (TUSMA), che sostituisce e riforma la disciplina dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (il cosiddetto TUSMAR) - un primo intervento di carattere normativo ha riguardato l'adozione di disposizioni rilevanti per un regolamento dei servizi di trasmissione in live streaming delle partite del campionato di serie A di calcio. In particolare, è stato firmato ed è al vaglio della Corte dei conti il decreto ministeriale previsto al comma 3 del nuovo articolo 33 del TUSMA, che individua gli eventi di interesse sociale o di grande interesse pubblico, tra cui gli eventi sportivi, per i quali deve essere garantita ai cittadini la qualità della trasmissione sui palinsesti dei media audiovisivi, sia in diretta che in differita, sia in chiaro che a pagamento, con adeguati standard di regolarità, continuità del servizio e la migliore visualizzazione delle immagini.

Il decreto ha comportato una revisione e aggiornamento della lista degli eventi di particolare rilevanza per la società della delibera Agcom n. 302/10/CONS, che si è resa necessaria soprattutto alla luce dell'importanza assunta nei palinsesti degli eventi in streaming, messi a disposizione dell'utenza da parte delle piattaforme over the top (OTT). L'Agcom, d'intesa con il Ministero, determinerà le condizioni e i parametri di regolarità del servizio e qualità delle immagini, che dovranno essere assicurati ai cittadini dalle emittenti radiotelevisive e piattaforme OTT, anche per la trasmissione via Internet, nel rispetto della disciplina introdotta con il nuovo TUSMA.

Inoltre, per ciò che attiene più specificamente alla tutela dei consumatori da eventuali modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali, il nuovo TUSMA prevede meccanismi di risoluzione extragiudiziale delle controversie, anche a garanzia dell'indennizzabilità di eventuali disservizi. Infine, si rappresenta che, a seguito dei confronti intercorsi con il Ministero dello Sviluppo economico, nel corso della stagione, Dazn ha potenziato l'infrastruttura ed ha apportato migliorie tecniche che, ad oggi, hanno contribuito ad evitare la congestione della rete.

PRESIDENTE. Il deputato Casu ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle sue interrogazioni.

ANDREA CASU (PD). Grazie Presidente. Voglio ringraziare il Governo e la sottosegretaria Ascani per la risposta. Sono sicuramente soddisfatto. È una soddisfazione che, come firmatari dell'interrogazione e come Partito Democratico, avevamo già espresso il 12 novembre, all'indomani del chiarimento sul mantenimento del doppio accesso che ha tutelato i cittadini, giustamente preoccupati da un cambiamento delle regole in corso. Pensiamo che l'azione del Governo, l'incontro che c'è stato e le comunicazioni che abbiamo ricevuto oggi in Aula dalla sottosegretaria Ascani testimonino un impegno nell'interesse della tutela della passione di milioni e milioni di tifosi. Quindi, massima attenzione e vigilanza, per non cambiare le regole in corsa rispetto agli impegni che sono assunti, rafforzamento degli investimenti, per evitare quei disservizi tremendi, registrati in questi anni, a causa dei quali per alcune persone seguire il campionato è stato, in determinate situazioni, come una partita ad ostacoli, e miglioramento del customer service e dei servizi per gli utenti, soprattutto per quelli che hanno più difficoltà dal punto di vista tecnologico. L'obiettivo del miglioramento della qualità del servizio deve essere assolutamente da mantenere. È necessario tenere alta la guardia e garantire il massimo impegno anche nelle scelte future. È stato ben ricordato dalla sottosegretaria Ascani come i diritti a Dazn siano partiti da quest'anno, ma varranno anche per l'anno prossimo e per l'anno seguente e dovranno essere al primo posto con la passione dei tifosi e con i diritti dei cittadini e degli abbonati. È fondamentale l'azione del Governo che ha garantito, anche grazie all'impegno dei vertici di Dazn - in questo senso voglio veramente ringraziarli - il mantenimento del doppio accesso, evitando un'ingiustizia: così sarebbe stata sentita da tantissimi tifosi. Ecco, manteniamolo per le scelte future e per i passaggi che abbiamo di fronte, perché dobbiamo garantire massima attenzione su questo tema da parte delle istituzioni.

PRESIDENTE. Il deputato Belotti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Grazie sottosegretario…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe cambiare microfono.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Sì, sono soddisfatto per quanto riguarda la risposta all'interrogazione, ma sono più incazzato di prima, perché, collega, non so come fai a ringraziare i vertici di Dazn, i quali, oltre ad averci fatto subire l'incubo della “rotellina”, magari durante un rigore o un'azione d'attacco importante, hanno cercato di cambiare le regole tra il primo e il secondo tempo. È stato fatto il vertice al Ministero - e ringrazio veramente sia il Ministro Giorgetti che la sottosegretaria Ascani - perché volevano cambiare le regole, vietando l'uso di due devices in contemporanea, e lì è stato stoppato; adesso, però, arrivano a raddoppiare il costo, dopo un solo anno, da 20 a 40 euro al mese per un servizio, peraltro, scadente.

È vero che lo possono fare, però c'è un obbligo morale e non possiamo accettare che qualcuno, per di più straniero, venga a speculare sulla passione dei tifosi. Se Dazn offre 840 milioni l'anno per un contratto triennale fino al 2024, offrendo un abbonamento a 20 euro, non può l'anno dopo raddoppiarlo, perché questa si chiama truffa. È una truffa nei confronti dei tifosi che non possiamo accettare.

Invito, pertanto, il Governo, come aveva fatto a novembre, a promuovere nuovamente un'azione contro Dazn: per una famiglia vedersi raddoppiato il canone, in un momento in cui ha difficoltà con le bollette e con la benzina che supera i due euro, per una passione o una fede (per qualcuno è una passione, per qualcun altro una fede) che porta a seguire la propria squadra in televisione, è semplicemente inaccettabile. Noi abbiamo chiesto un'audizione urgente in Commissione VII e in Commissione IX sia dei vertici Dazn sia dei vertici della Lega Calcio. Speriamo vengano a chiarirci questa situazione che assolutamente non accettiamo.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 12.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,01).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine lavori la deputata Yana Chiara Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Con questo intervento vorrei chiedere al Ministro Di Maio di venire a riferire in Aula, su quanto sta accadendo a proposito della questione della prima Conferenza mondiale sull'abolizione delle armi nucleari. Proprio in questo momento questa prima importante Conferenza è in corso, a Vienna, e il Governo italiano ha deciso di disertarla.

L'Italia si conferma così l'unico dei quattro Paesi dell'Unione europea che ospitano testate nucleari americane che non partecipa né come firmatario né come Paese osservatore. Arrivano notizie preoccupanti proprio dalle basi di Ghedi, dove l'Aeronautica si sarebbe dotata, lo scorso 16 giugno, di un caccia F35 capace di trasportare le nuove bombe nucleari B61-12. Il rifiuto dell'invito, Presidente, ma anche le notizie del continuo riarmo sono pessimi segnali da parte dall'Italia. Si tratta di un'occasione importante sprecata ma anche di un messaggio sbagliato, specialmente in questo momento in cui il tema del disarmo nucleare è ancor più importante e ancor più urgente, a causa del conflitto in Ucraina. Parliamo di un tavolo con rappresentanti di oltre 100 Paesi e della società civile provenienti da tutto il mondo. È confermata, altresì, la presenza di Paesi come Germania, Norvegia, Olanda, Belgio ma anche Svezia, Finlandia, Svizzera e Australia. Proprio la Commissione affari esteri di questo Paese, dell'Italia, lo scorso 19 maggio aveva approvato una risoluzione che impegnava il Governo a valutare la partecipazione, vista anche la sua rilevanza.

Quindi, chiedo oggi al Ministro Di Maio che venga a riferire e a spiegare queste scellerate scelte, perché qui, se non fosse ancora chiaro, gli italiani hanno chiesto più volte e hanno detto in modo molto chiaro: no alle armi, no al riarmo, no all'aumento della spesa militare, sì alla pace.

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 12,21.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 12,21.

Inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo per una richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto n. 7 del nostro ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto n. 7, che reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3343-A, recante delega al Governo per la riforma fiscale, potranno intervenire, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro e uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

Il deputato Osnato ha chiesto di intervenire contro. Prego, ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. A noi sorprende questa richiesta, e ci sorprende perché è assolutamente dicotomica rispetto a quanto hanno dimostrato la maggioranza e il Governo fino a oggi; questa riforma del fisco ha avuto una lunghissima gestazione, è iniziata più di un anno fa, direi, ha avuto una serie di attività di contorno, di attività di supporto, di attività di analisi, di approfondimento, ha avuto moltissime sedute della Commissione, con tantissime audizioni, ha avuto contributi scritti importanti, ha avuto la discussione degli emendamenti, ha avuto crisi politiche all'interno della maggioranza, con risvolti quasi drammatici e tutto ciò - anche ascoltando le parole del Premier Draghi e del Ministro Franco - anche perché si ritiene che questo sia un elemento - uso parole del Governo – “dirimente” nel prosieguo della discussione e della vita di questo Governo.

A noi sorprende che, invece, oggi, arriviamo qui a Montecitorio e, d'emblée, viene inserita una richiesta di discussione della legge delega fiscale nel tardo pomeriggio, probabilmente con un seguito serale e altrettanto probabilmente con un'approvazione notturna di questa che il Governo, invece, ci dice essere una riforma essenziale per il prosieguo, non solo, come ribadisco, della vita di questo stesso Governo, ma della plausibilità dell'operato dell'Italia verso l'Europa, anche in funzione del PNRR.

Allora, io credo che un Governo considerato da qualcuno, a nostro avviso con errore, come quello dei migliori e una maggioranza così forte - una maggioranza che rivendica, l'abbiamo constatato anche quando è riuscita a ricucire un accordo sull'articolo riguardante il catasto, una capacità di sintesi così importante, una capacità così importante di rilancio della Nazione - non possono permettersi di chiedere un anticipo di un punto così fondamentale all'ordine del giorno, senza neanche, poi, una motivazione valida, se non il dover gestire altri provvedimenti che magari sono in attesa al Senato, che poi arrivano qui, che necessiteranno della fiducia; poi, non c'è magari l'accordo sulla mozione sul nucleare o che su quella… Cioè, voglio dire, stiamo parlando di un elemento che è stato posto anche alla base del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dichiarato, dal Premier Draghi, come assolutamente importante, decisivo, sul quale si è anche sfiorata la crisi di maggioranza e, oggi, si alza, con tutto il rispetto, l'onorevole Fiano, e ci dice: ma, incominciamo da quello, così vediamo che cosa succede.

Noi, sinceramente, siamo stupiti, perché mi pare che qui si considerino le esigenze di tutti, meno quelle per cui siamo stati eletti, ovvero le esigenze dell'Italia e degli italiani. Ancora una volta ci state prendendo in giro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Chi chiede di parlare a favore dell'inversione dell'ordine del giorno? Immagino che il collega Forciniti non voglia parlare a favore dell'inversione dell'ordine del giorno? No, d'accordo.

Se nessuno chiede di intervenire a favore dell'inversione dell'ordine del giorno, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente all'esame del punto n. 7 recante il seguito della discussione del disegno di legge n. 3343-A, recante delega al Governo per la riforma fiscale.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 117 voti di differenza.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la riforma fiscale (A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3343-A: Delega al Governo per la riforma fiscale.

Ricordo che nella seduta del 20 giugno 2022 si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che, per un mero errore tipografico, non compaiono nel fascicolo le votazioni riferite agli articoli 1, 2 e 3, da intendersi collocate rispettivamente alle pagine 3, 7 e 8.

Ricordo, inoltre, che non sono pubblicati, in quanto non ricevibili, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi già presentati presso la Commissione, ma in quella sede dichiarati inammissibili, nonché quelli ritirati o decaduti in sede referente per assenza del presentatore.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per princìpi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, il gruppo Fratelli d'Italia è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi! Prego, relatore.

LUIGI MARATTIN , Relatore. Grazie, Presidente. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1.

PRESIDENTE. D'accordo. Anche sugli articoli aggiuntivi, relatore?

LUIGI MARATTIN , Relatore. Anche sugli articoli aggiuntivi.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Anche il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1, inclusi gli articoli aggiuntivi.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sollevare una questione che crediamo della massima importanza. Già ci sono state delle problematiche per affrontare questo argomento, che è stato anticipato rispetto all'ordine del giorno di oggi con la richiesta di inversione dell'ordine del giorno stesso. Ma a fronte di questo, per una forma di rispetto assolutamente dovuta nei confronti di tutti i parlamentari, non si può neppure prospettare che, rispetto all'ordine del giorno, si faccia l'inversione ma si dica anche che, per problemi relativi alla Commissione interessata, l'esame del provvedimento sarebbe iniziato dalle ore 16 di oggi. Nel momento in cui dal Governo arriva questo tipo di indicazione ai gruppi parlamentari, ogni gruppo si atteggia e si organizza in maniera tale da assicurare una presenza per i voti per l'ora indicata.

Io credo che sia veramente grave procedere differentemente da quanto era stato comunicato, certo per le vie informali, ma noi diamo adito e credito a quello che dicono e che ci fanno pervenire gli esponenti del Governo.

Almeno per consentire ai parlamentari e a tutti i colleghi di essere in Aula, visto che questo rinvio alle ore 16 non c'è, io direi di posticipare il tutto per lo meno di un'ora, per consentire ai colleghi, a questo punto, di essere presenti. Altrimenti non si può, questo è un modo assolutamente sciatto e incredibile di procedere. Noi abbiamo dato fiducia a quanto ci veniva riferito dai gruppi di maggioranza…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega Zucconi, la sua richiesta quindi è quella di rinviare di un'ora o fino alle 16?

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Direi che correttezza vorrebbe che, a questo punto, si vada alle 16 o alle 15 per lo meno, perché questo non è un modo corretto di comportarsi.

PRESIDENTE. Collega, se lei formalizza la richiesta, ovviamente la mettiamo in votazione.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Formalizzo la richiesta di un rinvio per lo meno di un'ora per consentire a tutti di essere presenti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. D'accordo. Colleghi, intanto chiedo chi vuole intervenire a favore della richiesta della sospensione di un'ora. Collega Forciniti, lei vuole intervenire a favore? Prego.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Se questo Parlamento ha ancora un senso, non è possibile prendere l'ultimo punto all'ordine del giorno e sbatterlo al primo posto, senza un minuto di preavviso, senza darci due minuti per prendere appunti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), consultare i fascicoli, andare giù a ritirare i fascicoli.

Ha ancora un senso parlare di centralità del Parlamento oppure vogliamo solo ridurci, noi stessi, a meri “pigia bottoni”? Possiamo fare quello che vogliamo, ma veramente non ha senso che questa maggioranza, la più ipocrita e vergognosa della storia, pieghi le istituzioni a suo uso e consumo, magari perché è arrivato l'ordine dal sultano Draghi di spicciarci con la delega fiscale.

Tra l'altro, è una cosa incredibile e inedita: dopo due anni che ci massacrate con i decreti-legge, dicendoci che bisogna fare in fretta per convertirli, è la prima volta che un decreto-legge viene spostato alla fine dell'ordine del giorno per fare una delega fiscale che non ha alcuna scadenza.

Ma che modo di comportarsi è? Che razza di rispetto c'è per quest'Aula? Quanto meno un'ora di sospensione è il minimo! È il minimo se vogliamo che questa discussione sia seria (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), compiuta e con un minimo di consapevolezza! Se poi vogliamo, noi stessi, trasformarci in “pigia bottoni”, fatelo voi, ma non con il nostro assenso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Chi chiede di intervenire contro la richiesta di sospensione? Collega Fornaro?

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Io credo che le osservazioni svolte dal collega Zucconi e, al di là dell'enfasi, anche dal collega Forciniti siano fondate. Stiamo parlando di un provvedimento molto importante e credo che sia necessario avere il tempo per poterlo affrontare. Quindi, io credo che la cosa più lineare sia di rinviare i lavori dell'Aula alle ore 16. Questa è la mia proposta.

PRESIDENTE. Se l'intenzione dell'Aula è di rinviare fino alle 16, a questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 113, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane” (A.C. 3628​).

Alla luce del parere espresso nella seduta odierna dalla V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.

A norma degli articoli 72, comma 1, e 123-bis, comma 1, del Regolamento, il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio), con il parere delle Commissioni I, IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3343-A.

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Osnato 1.1.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Albano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.3 Trano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo emendamento è molto chiaro, non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Non lascia spazio ad equivoci ed ambiguità, anzi. Questo emendamento smaschera le intenzioni di questo vergognoso Governo e di questa frastagliata maggioranza oggi in ebollizione, perché chiede di ridurre progressivamente la pressione tributaria e contributiva - quindi, parliamo del cuneo fiscale -, con l'obiettivo di riallinearla alla media europea.

In modo molto certo, chiaro, lampante, evidente e inoppugnabile si vogliono aumentare le tasse in questo Paese, perché altrimenti non avreste espresso parere contrario, anzi, in senso opposto, avreste votato tutti in modo compatto a favore di questo emendamento.

Vorrei dare qualche dato almeno per chiarire la portata dell'emendamento che vi apprestate a bocciare, perché basta pensare che, se ci allineassimo alla media europea, le famiglie italiane risparmierebbero circa 1.500 euro di tasse l'anno. Questo dato, oltre ad essere segnalato dalla CGIA, serve anche per capire che ci troviamo in una situazione drammatica dovuta al caro energia e all'inflazione che sta erodendo i salari; quindi, questi 1.500 euro sarebbero una sorta di compensazione che le famiglie italiane potrebbero avere a seguito di questi rincari.

Ma, addirittura, se ci trovassimo in Spagna o nel Regno Unito, una famiglia italiana potrebbe risparmiare anche 5 mila euro all'anno. Quindi, capite la portata di questo emendamento e io davvero ho difficoltà a capire come i sedicenti migliori di questo Governo vogliano bocciare l'unico emendamento che avrebbe dato senso a questa delega, che forse chiamarla legge delega è anche offensivo nei confronti degli operatori del fisco, offensivo per i contribuenti e per le imprese.

Anzi, la situazione è di tutt'altro segno, perché questa pressione fiscale è destinata a salire. È per questo che è necessario un intervento shock, come, tra l'altro, auspicano le associazioni di categoria. Infatti, la pressione fiscale è arrivata addirittura al 43,5 per cento sul PIL del 2021. È un'escalation che, da diversi anni, non fa altro che aumentare. Chiediamo un abbattimento di questi 3 o 4 punti percentuali che potrebbero dare ossigeno alle imprese italiane. In realtà, anche rispetto a tutti gli europeisti che siedono qui dentro, che si ammantano sempre di slogan del tipo “ce lo chiede l'Europa” o “facciamo come i Paesi del Nord Europa”, io mi chiedo se, in maniera molto diretta, vogliamo allineare la nostra pressione fiscale nel tempo alla media del fisco europeo. È tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). Grazie, Presidente. Intanto, se me lo permette il collega Trano, vorrei sottoscrivere anch'io l'emendamento e vorrei capire… un po' di silenzio sarebbe utile al dibattito.

Presidente, non voglio credere che la maggioranza e chiunque voterà contro questo emendamento siano contrari a ciò che prevede in maniera molto semplice, ovvero - mettendolo come principio di una delega, quindi insieme agli altri principi - la possibile riduzione progressiva della pressione tributaria. Presidente, non posso credere che la maggioranza, che voterà contro questo emendamento, sia contraria alla riduzione della pressione contributiva sui cittadini italiani.

Quindi, chiederei a qualcuno dell'Aula, a chiunque in quest'Aula voterà “no” - purtroppo, credo che saranno in tanti -, di spiegarci quale sia la motivazione tecnica, perché io sono convinto di non aver capito quale sia il problema tecnico e di ciò mi scuso. Probabilmente, c'è un motivo per cui viene bocciato un emendamento del genere. Quindi, Presidente, tramite lei, se riesce a vedere qualcuno che può essere interessato a spiegarci la motivazione tecnica, altrimenti rimane il dubbio che in quest'Aula i parlamentari di questa legislatura siano contrari a ridurre le tasse ai cittadini. Non chiedo nient'altro: in primo luogo, di firmare; in secondo luogo, di ricevere, da chi voterà contro, una spiegazione tecnica della bocciatura di questo emendamento lodevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Noi avevamo a più riprese sostenuto che questa riforma fiscale, di cui oggi abbiamo l'opportunità di discutere, dovesse incidere particolarmente sulla riduzione della tassazione sia contributiva sia tributaria rispetto al lavoro. È una questione che come Partito Democratico solleviamo da tempo, ma è innegabile che, molto spesso, nella discussione non è stato possibile entrare nel merito di questo punto. Lo dico perché spesso, quando abbiamo affrontato il tema di come riallineare la pressione tributaria, di come rivedere le diverse tassazioni che riguardano altri cespiti o che riguardano altri elementi, la parola d'ordine era: invarianza fiscale, invarianza di gettito fiscale. È chiaro che non si può fare una riforma fiscale in deficit. Questo lo sappiamo e sapevamo fin dall'inizio che questa è una riforma fiscale che ha delle grandi ambizioni ma che non può essere fatta in deficit. Quindi, noi raccogliamo questo emendamento, l'importanza di questo emendamento, che sicuramente riprende direttive europee e raccomandazioni europee, fin dal 2019, che noi condividiamo, però è chiaro che deve interessare una rimodulazione complessiva della pressione fiscale e tributaria e non può essere mai calato esclusivamente qui pensando che possa essere coperto con ulteriore indebitamento. Quindi, siamo perfettamente d'accordo su questo tema. Avremmo voluto, piuttosto che perdere molti mesi di discussioni, magari su presunti aumenti della pressione tributaria, che non ci sono, o su altre questioni su cui oggi non mi soffermo, magari concentrarci su questo aspetto, perché è un aspetto fondamentale che anche noi rinviamo a quando arriveranno i decreti attuativi in Commissione, perché questo è un tema vero che pongono i colleghi del gruppo Misto e sul quale noi siamo disponibili al confronto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Guardi, Presidente, credo che questo emendamento, oltre a essere un emendamento intelligente, sia un emendamento anche politicamente molto significativo. Nonostante anche in Commissione abbiamo cercato di far comprendere il senso di questa importanza politica, vedo che ancora oggi - anche nell'intervento che mi ha preceduto - si cerca sempre di aggirare questo tema. Infatti, qui si presenta l'Europa sempre come un'opportunità o come una necessità proficua o, comunque, come una situazione in cui l'Italia deve esserci e deve stare, tra virgolette, agli ordini di questa istituzione, ma oggi il collega Trano scrive semplicemente che noi vogliamo la riduzione progressiva della nostra pressione fiscale e tributaria al livello di quelli che sono i parametri europei. Cioè, cerchiamo di dire: va bene, noi abbiamo in mente che l'Europa può essere un'opportunità, sebbene riteniamo, appunto, che non lo sia sempre, però vogliamo che lo sia in tutto e non solo sulle cose che poi ricadono negativamente sui cittadini italiani. Cioè, da una parte ci si chiede di omologare il catasto alle volontà della Commissione europea e, dall'altra, invece, ci ritroviamo con una pressione tributaria che da noi è alle stelle, ma va bene così e non dobbiamo guardare all'Europa. No: noi a questo gioco non ci stiamo! Noi riteniamo che se dobbiamo stare in Europa ci dobbiamo stare con la dignità degli altri Paesi nel bene e nel male e, quindi, crediamo che anche la pressione tributaria debba essere quella (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Albano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Mollicone. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Cari colleghi, questo è un articolo aggiuntivo di grande importanza, non fosse altro perché, su questa richiesta della detrazione del consumo culturale individuale, tutte le forze politiche si sono espresse a favore. Addirittura ci sono tre o quattro ordini del giorno, di cui due a mia firma e uno a firma del Partito Democratico e della maggioranza, che va a sostenere un assunto, un assioma elementare, ovvero che, come avviene con le medicine, ogni cittadino, secondo le sue capacità e possibilità fiscali, possa detrarsi il consumo culturale per lo spettacolo dal vivo, per uno spettacolo di teatro, di cinema, di danza, di arti performative, per un film, per un concerto. Proprio oggi, colleghi, che è il 21 giugno, che è anche la Festa della Musica, penso che sia significativo porre in votazione una proposta emendativa come questa. Il mio è un appello che rivolgo ai colleghi che trasversalmente l'hanno sostenuto, anche sostenendo la rivendicazione delle associazioni di categoria. Mentre parliamo è in corso una dei tanti stati generali ad opera di alcune associazioni che chiedono sostanzialmente, tra le altre iniziative, questa detrazione. E invece cosa accade? Cosa accadrà fra breve? Che a parole siete tutti d'accordo, ma poi per un mistero, che è quello dei famosi uffici di bilancio dei vari Ministeri, non si riesce mai a quantificarne l'entità.

Con la scusa del “costa tanto, pesa tanto!” non si è mai riuscito a realizzarlo durante questa legislatura. Noi coerentemente, come Fratelli d'Italia, a sostegno della ripartenza, ma anche a sostegno del diritto inalienabile e costituzionale dell'accesso alla cultura, come prevede appunto la nostra Costituzione, siamo qui a rappresentare la cattiva coscienza del Ministro Franceschini che a parole si è sempre dimostrato favorevole ma, poi, concretamente non ha mai messo i propri uffici a lavorare su questo tema e su quelli successivi che vedremo tra poco. Noi lanciamo un ultimo appello, sappiamo che purtroppo cadrà nel vuoto, ma lo faremo fino a fine legislatura, chiedendo la detrazione per il consumo culturale anche nella sua versione opzionale: laddove io, grazie a Dio, non ho bisogno di medicine, potrò però detrarmi la spesa dello spettacolo dal vivo e del consumo culturale individuale per quella cifra. Questa sarebbe oltretutto una conferma della campagna nazionale che alcune associazioni stanno facendo proprio su “La Cultura è la cura”, perché è dimostrato anche da una ricerca nordeuropea che, soprattutto nelle periferie, laddove apre un teatro, laddove apre un cinema, una scuola di danza, uno spazio culturale, questa fruizione culturale fa diminuire automaticamente il consumo di antidepressivi. Quindi, la cultura cura, colleghi, e ancora una volta siamo qui coerentemente, solo noi, a sostenere la detrazione del consumo culturale in materia fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie Presidente. Ringrazio anche il collega Mollicone, perché ci dà un'occasione importante di approfondire un tema, come quello culturale. È chiaro che stiamo parlando di una legge delega, quindi di uno strumento che non entra nello specifico delle singole detrazioni o delle singole tipologie di detrazioni, ma nella delega c'è spazio per una riforma di tutto quello che viene comunemente chiamata la tax expenditure, quindi, lo sconto fiscale, una riforma complessiva delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Da questo punto di vista, in Commissione, nel momento in cui arriveranno i decreti delegati, che sono uno strumento fondamentale, ci sarà spazio per approfondire anche questo tema. La risposta di oggi, il voto contrario di oggi, non è certamente legato alla questione che pone il collega di Fratelli d'Italia, ma principalmente è collegato invece al fatto che stiamo parlando di una legge delega e, come avrete potuto notare nell'articolato, non si entra mai nello specifico di singole puntuali misure di detrazione e di deduzione. Quindi, ci sarà spazio nel prosieguo della delega fiscale, che oggi noi concluderemo in modo importante, ma la cui parte attuativa è evidente che verrà poi demandata ad altri strumenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Saluto gli studenti e i docenti del Seminario di studi e ricerche parlamentari “Silvano Tosi”, impegnati in una giornata di studi presso di noi (Applausi). Li ringrazio per la loro presenza e l'applauso dei colleghi testimonia che il sentimento è diffuso.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Mollicone. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, intendo illustrarlo. Infatti, ringrazio il collega per la precisazione comprensibile, però c'è sempre un motivo per cui non si può votare a favore. Magari, poteva essere un bel gesto chiederne la trasformazione in un ordine del giorno, ma intanto procediamo con l'attività emendativa di Fratelli d'Italia che dimostra, anche proprio in merito ai temi culturali, con l'incentivo alla domanda di cultura, di essere in prima fila. Il Governo con questo nostro emendamento è delegato ad adottare, entro dodici mesi, la riduzione al minimo dell'impatto dell'IVA, al pari di quanto già avviene per l'editoria, in tutti i comparti, compresi quelli che, invece, oggi, sono esenti. Ciò è assolutamente importante per quanto riguarda anche la materia dell'Art-bonus, del credito d'imposta del 65 per cento per le contribuzioni private, al fine proprio, colleghi, di incentivare la filiera culturale e di estendere la detraibilità prevista per le spese mediche e farmaceutiche alle spese per l'acquisto di biglietti di ingresso o tessere d'abbonamento a musei, concerti, spettacoli teatrali, sale cinematografiche, acquisto di libri e di opere audio o video, attività formative e di divulgazione, workshop e laboratori, visite guidate e quant'altro. Noi pensiamo che su queste politiche fiscali si possa lavorare insieme e, quindi, anche questa proposta emendativa, che verrà ovviamente respinto, come il precedente, però, deve essere un pungolo; deve essere l'ennesima volta che Fratelli d'Italia rappresenta tutta la filiera culturale, le associazioni, le organizzazioni delle mostre e quant'altro e anche i grandi privati che attraverso l'art-bonus si esprimono e producono cultura, proprio per avere un sostegno concreto. Anche qui, pensiamo che sia ormai fuori tempo massimo la possibilità di intervenire in questa materia. In sostanza, colleghi, non è possibile valutare sempre come prioritaria la ripartenza del mondo culturale, della filiera del mondo della cultura e, poi, non attuare politiche fiscali che possano davvero consentire a chi è stato fermo due anni, a chi non ha avuto la possibilità di vedere una propria mostra organizzata, un proprio spettacolo messo in scena o, semplicemente, i film nelle sale cinematografiche, di avere la possibilità, concretamente, di ricevere degli aiuti, anche attraverso la detrazione fiscale. Noi riteniamo che questa sia la via maestra per sostenere con concretezza e immediatezza tutta la filiera culturale. Lanciamo un appello ai colleghi perché, almeno su questo, diano un segnale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Anche su questo tema, prima, ci siamo occupati delle detrazioni e delle deduzioni; l'articolo 4 della delega fiscale si occupa proprio della razionalizzazione e della rimodulazione dell'IVA; quindi, la delega si occupa principalmente anche della tassazione indiretta. È chiaro che non è questo il momento in cui andremo a definire eventuali rimodulazioni delle aliquote IVA, l'eventuale riduzione del numero di aliquote, le basi imponibili che potranno essere modificate; anche questo è un tema importante, però, sicuramente, non è in fase di legge delega che andrà approfondito; sicuramente nei decreti attuativi potrà trovare spazio anche una riarticolazione che, oggi, può non soddisfare molti settori. È chiaro che quello dell'IVA è un tema che conosciamo tutti, è un tema di livello europeo; l'IVA è una tassazione armonizzata a livello europeo, non possiamo scegliere liberamente come Paese, ma ci dobbiamo confrontare all'interno del nostro sistema fiscale europeo ed è altrettanto vero che sull'IVA questo processo, che è importante, sia per l'incentivazione che per lo sviluppo di alcune attività, è altrettanto importante per contrastare quello che oggi è il tax gap IVA. Noi sappiamo che in Italia questo è ancora uno degli elementi più critici: abbiamo una grande evasione dell'IVA, nonostante - dobbiamo dirlo - negli ultimi tre anni e mezzo, con l'introduzione della fatturazione elettronica in modo esteso che completeremo quest'anno anche con i forfettari, in qualche modo, abbiamo avuto un'ulteriore modalità di contrasto all'evasione dell'IVA e questo ci potrà consentire di avere maggiori risorse dall'IVA stessa e, quindi, conseguentemente anche di rimodulare le aliquote, abbassandole per particolari settori. Il contrasto all'evasione dell'IVA può essere anche una chance nuova per abbassare l'IVA ad alcuni settori.

Per questo crediamo sia un tema importante che andrà affrontato anche in sede europea, come a livello di decreti attuativi della legge delega, e confidiamo di poterci occupare a breve di questo e, come abbiamo già ribadito, del tema delle detrazioni e delle deduzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.03 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Io ringrazio il collega Fragomeli, anche per la cortesia, e lo consideriamo un importante segnale di attenzione, se l'opposizione fa proposte concrete, anche in delega fiscale, come questa per la filiera culturale e per aiutare la ripartenza e anche l'estensione del consumo culturale e la riduzione dell'IVA per tutta la filiera; il fatto che, comunque, ci sia una risposta indiretta su ogni emendamento, significa quantomeno che si è aperto un dialogo. Ora, però, colleghi e collega Fragomeli, spero che questo dialogo, come giustamente è stato ricordato, trovi un suo iter concreto per quanto riguarda i decreti attuativi. Spero che ci siano, veramente, la volontà e la determinazione per rendere concrete queste applicazioni. Con questo articolo aggiuntivo, andiamo a ribadire, anche se in maniera estesa e generale, quello che era stato già esplicitato dal precedente e, quindi, ancora una volta, siamo per estendere la detrazione fiscale e, ovviamente, per ridurre l'impatto dell'IVA. In particolare, facciamo l'esempio dell'editoria, fermo restando che anche lì servono interventi urgenti, con la crisi energetica, per sostenere la filiera, però almeno, per quanto riguarda l'IVA, storicamente l'editoria ne ha beneficiato. Pensiamo che la cultura sia ovviamente un ambito consimile, per cui non ci si possa esimere, in un momento drammatico come questo - e presto vedremo un autunno veramente difficile per tutto questo comparto - dal prevenire una volta tanto, piuttosto che arrivare, come stiamo facendo anche in questi giorni, a tamponare il caro energia con la del bonus a pioggia.

Noi pensiamo che l'esistenza di un Governo e di un Parlamento consapevoli di quello che sta accadendo nella Nazione sia ciò che riesce a prevenire queste dinamiche, ad andare a lavorare almeno sulla delega fiscale, laddove questa si traduce in riduzioni e detrazioni. Per cui, colleghi, ribadisco il senso della nostra proposta e chiedo il sostegno anche su questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.04 Mollicone.

Ha chiesto di parlare il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Al riguardo, non so se anche il collega intenda interagire. Qui siamo veramente al paradosso: una volta che l'art-bonus è entrato in vigore, è stato esteso, inizialmente, ad alcune categorie veramente ristrette, per cui si trattava di una sorta di premio per una sorta di circolo della caccia o del tè, per le grandi fondazioni bancarie, per i grandi privati; poi, piano piano, è stato ulteriormente esteso. Ora, noi che crediamo nella politica dell'art-bonus e lo abbiamo sempre sostenuto, dall'opposizione, anche nella precedente legislatura, pensiamo che, se questa politica fiscale dell'art-bonus funziona, si possa estendere. E non siamo d'accordo con la filosofia fiscale dei tecnici degli uffici, che continuano a dire che questa leva dell'art-bonus, in realtà, non produca un indotto che permette di assorbire i soldi che vengono impegnati e che vengono sottratti all'erario. Per cui noi, invece, e non lo diciamo solo noi, ma lo dicono le ricerche economiche, siamo convinti che, laddove c'è una detrazione, come l'art-bonus, c'è un volano, si alimenta un indotto di organizzazione culturale, di spettacolo, di mostre, che producono reddito, che producono fiscalità e che, quindi, vanno a bilanciare, a creare e a rimettere in moto in maniera dinamica, come una dinamo, l'economia, sicuramente quella culturale, ma, in generale, di tutto l'indotto. E ci sorprende, colleghi, di fronte a una trasversalità come quella sull'art-bonus, che anche qui ci sia una chiusura, quando poi, purtroppo, nei convegni, come quello che citavo prima, autorevoli ex Ministri della sinistra vadano a lasciare pensanti interviste dove dicono e chiedono l'estensione del bonus. Non si può procedere così, non si possono illudere le categorie e tutta la filiera dei grandi mecenati, che in più si impegnano su questo, perché siamo convinti che, invece, non fare più questa distinzione tra grandi mecenati, medi e piccoli, ma estendere la filosofia dell'art-bonus trasversalmente e ampliare trasversalmente le categorie detrattive possa sicuramente contribuire a valorizzare, in ogni piccolo borgo, in ogni città d'arte, in ogni grande città, tutta la filiera culturale e artistica. E per questo, anche in maniera determinata e reiterata, vi chiediamo il sostegno e vi mettiamo alla prova con questo voto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, dunque passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.04 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUIGI MARATTIN , Relatore. Grazie, Presidente. Su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 2, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.2 Maniero.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. A noi è concesso poco tempo, quindi condenso qui l'intervento anche per il successivo e riservo tempo per dopo. La nostra contrarietà a questa parte del dispositivo è dovuta al fatto che la caccia agli immobili fantasma, agli abusi, è sacrosanta, va fatta. Ma la questione - e questo è emerso dalle audizioni - è: non è che gli immobili fantasma noi non sappiamo dove siano, quali siano, quanti siano, e mi immagino questi Ghostbusters che vanno in giro per il Paese in cerca degli immobili fantasma. Gli immobili fantasma ce li abbiamo sulle mappature aeree dell'Agenzia del demanio e l'Agenzia delle entrate li conosce tutti: nome, cognome e codice fiscale.

Quello che non ci va bene è che questa misura serva a coprire due cose. La prima: si sapeva dove fossero gli immobili fantasma, si è permesso che fossero costruiti, guardandosi bene dall'intervenire in fase di costruzione e, in alcune parti del Paese, abbiamo più patrimonio abusivo che patrimonio immobiliare regolare. E questa responsabilità è dei sindaci e dei partiti che li hanno supportati nei loro territori. La seconda: questo serve a coprire l'articolo successivo, ai sensi del quale vi è un aumento della tassa della casa degli italiani, dicendo che lo si fa per lottare contro gli immobili abusivi: cosa che è completamente falsa perché si poteva fare già prima. Il problema delle gride manzoniane non è quando la si rafforza; è che non è stata eseguita prima e non le si darà seguito dopo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio sinceramente il collega Maniero, perché abbiamo cercato di spiegare, forse invano, nel ritardo di questi mesi, che si poteva ottenere di non aumentare le cedolari, andando verso un sistema duale, che era uno degli obiettivi che ci eravamo dati, sia come Commissione finanze durante il percorso delle audizioni, sia nel documento che abbiamo approvato come Commissione finanze Camera e Senato. L'obiettivo era proprio quello: cercare di ottenere un sistema duale, semplificare il sistema con poche aliquote rispetto alle cedolari. Molti ci hanno detto che questo era uno strumento per aumentare la tassazione. L'onorevole Maniero in poche righe ci spiega che questo si può tranquillamente fare, senza aumentare la tassazione, come ci insegnerebbero professori o comunque addetti della materia, i quali sanno benissimo che ci si può lavorare, si può agire sulle aliquote, così come si può agire sulle basi imponibili; e, quindi, rimodulando le basi imponibili delle diverse modalità di cedolari o di sistemi comunque alternativi di tassazione, si può ottenere lo stesso risultato che non aumentare le tasse. Noi abbiamo cercato di dirlo, ma credo che vada dato atto al collega Maniero che in queste due righe è stato più bravo di noi. Quindi, in qualche modo, il risultato lo abbiamo ottenuto in un modo diverso, con un accordo di maggioranza che prevede, invece, di cristallizzare e mantenere le attuali aliquote. L'abbiamo accettato e, quindi, questo è un accordo politico che - ci mancherebbe altro - verrà rispettato da tutti, ma questa secondo noi poteva essere un'altra interessante e ottima alternativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Maniero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

RICCARDO FRACCARO (M5S). Presidente!

Cosa succede? Mi scusi, non l'ho vista, onorevole Fraccaro, recupereremo alla prossima.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 2.1 Fratoianni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Ho presentato - a nome di Sinistra Italiana, lo dico in premessa a questo e gli altri emendamenti, sono pochi, che seguiranno, non impegnano il gruppo di Liberi e Uguali - alcuni emendamenti con l'obiettivo di provare almeno a smuovere una discussione che francamente mi pare assai piatta. Discutiamo della delega fiscale, non di una cosetta così, marginale. Ma questo dibattito sembra del tutto separato da una qualsiasi lettura del Paese. A che serve il fisco, colleghi e colleghe? È la soluzione di ogni problema? Naturalmente no, lo sappiamo. Ma qual è l'obiettivo di un intervento di riforma del fisco? Credo sia quello di utilizzare la leva fiscale - almeno dovrebbe essere così dal mio punto di vista - per provare a correggere alcuni dei problemi che attraversano la nostra società. E qual è la malattia più grave di cui soffre il nostro Paese? Credo che la malattia più grave di cui soffre il nostro Paese si chiami diseguaglianza. Questo Paese è ammalato di diseguaglianza. La distribuzione della ricchezza fotografa questa malattia in modo plastico, ce lo dice Banca d'Italia, non lo dice Nicola Fratoianni, né Sinistra Italiana, né qualche pericoloso estremista. L'1 per cento degli italiani, 600 mila persone, detiene il 25 per cento di tutta la ricchezza netta del Paese; parliamo di qualcosa intorno a 2.500 miliardi di euro; la stragrande maggioranza dei cittadini vive una condizione che progressivamente peggiora e la crisi, badate, prima quella dei subprime, poi quella del COVID, oggi quella legata alla guerra, aggrava drammaticamente questa condizione; lo vediamo sulla ricchezza, lo vediamo sui salari, lo vediamo sulla qualità della vita, sul rapporto tra salari e costo della vita. Allora, penso che una riforma del fisco che voglia essere efficace su questo aspetto dovrebbe avere l'obiettivo di intervenire su quella forbice. Per questo pensiamo, siamo convinti che si debba andare in una direzione esattamente opposta a quella scelta, la direzione che continua a subire la subalternità di un discorso sul tema delle tasse. La destra di questo Paese ha un'idea sul tema, e io sono per confrontarmi; l'onorevole Meloni, in un emendamento che esamineremo dopo, propone una cosa semplice: di ristrutturare l'IRPEF con un'aliquota unica per tutti; si chiama flat tax; è un'idea, è quella di chi dice che non dobbiamo mai aumentare le tasse, che non bisogna toccare la casa degli italiani, come se gli italiani - o le italiane, qualche volta - fossero tutti uguali. Ma cari colleghi e care colleghe, non è vero; gli italiani e le italiane non sono tutti uguali; le case degli italiani e delle italiane non sono tutte uguali, non hanno lo stesso valore. Per questo, quando si discute di riforma del catasto e sento il Presidente del Consiglio dire che si farà la riforma del catasto, fatevene una ragione, ma tranquilli, perché non cambierà nulla, non ci sarà alcuna modifica nell'imposizione fiscale. Mi domando: ma, allora, che riforma è?

Con questo emendamento, nei limiti della delega, naturalmente, di quello che consente, indichiamo un'altra strada: diciamo che, di fronte a questa indecente diseguaglianza che cresce e a questa indecente distribuzione ineguale della ricchezza, occorre cambiare strada e riformare complessivamente il sistema di imposizione, anche dell'imposizione patrimoniale; occorre individuare una franchigia assoluta, sotto una certa cifra, nulla, magari risparmiando pure qualcosa rispetto a quello che si produce oggi, con un sistema assai confuso e frammentato, e introdurre, in forma radicalmente progressiva, un meccanismo di prelievo che faccia conto di quanto si ha complessivamente, finisco subito, Presidente, costruire appunto un modello di radicale progressività. Lo dice la Costituzione della Repubblica, dovrebbe essere questo l'orientamento: progressività. In questi anni, che ci crediate o no, che vi misuriate o no con questo problema, siamo andati contro la Costituzione: la progressività si è ridotta, si è “raggrinzita” e il sistema fiscale ha perso la sua capacità di intervenire come elemento di correzione, non di soluzione, di correzione. Io credo che, in particolare di fronte a questa crisi, che, badate, crescerà, dinanzi a ciò che dovremo affrontare - l'inflazione, la crisi della guerra dopo il COVID, ci prepariamo a mesi che saranno terribili; l'autunno sarà terribile sul piano sociale. Di fronte a questa condizione occorrerebbe un salto di qualità, uno scatto, la capacità di indicare una strada. C'è chi la indica ed è la strada che considero sbagliata, opposta alla mia: la flat tax, ne discuteremo tra poco. Penso che chi oggi ha un approccio alternativo a quella idea della destra di società debba indicare con coraggio un'altra strada; si può fare, confrontiamoci nel merito ed è questo l'auspicio degli emendamenti che ho presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, a nome mio e di tutte le colleghe di Manifesta, l'emendamento del collega Fratoianni, che condividiamo nel merito, perché noi tutti vogliamo un mondo che sia a favore della sanità pubblica, della scuola pubblica, di servizi essenziali pubblici, dell'acqua pubblica, ma queste cose hanno un costo che lo Stato deve sostenere. Secondo noi, questo costo, in un Paese dove non vogliamo vivere appunto di diseguaglianze, dovrebbe essere basato su un meccanismo di solidarietà: chi ha di più dà qualcosa in più. Quello che si chiede con questo emendamento è veramente molto poco rispetto a quello che dovrebbe essere.

LUIGI MARATTIN , Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN , Relatore. Accolgo volentieri l'invito a confrontarci nel merito, ovviamente molto brevemente, rispetto a quanto sostenevano adesso i colleghi. La collega che mi ha preceduto diceva che è una cosa da poco. Non è affatto una cosa da poco, perché questo emendamento dell'onorevole Fratoianni, sostanzialmente, vuole introdurre un'imposta patrimoniale di tipo personale. Le imposte patrimoniali di tipo personale, negli ultimi vent'anni, in Europa qualcuno ha provato a introdurle; quasi tutti le hanno ritirate. Personale vuol dire che fa riferimento alla ricchezza accumulata dalla persona, non è un'imposta di tipo reale come, ad esempio, l'IMU; sono due cose diverse. Le imposte patrimoniali personali sono state provate e abbandonate quasi dappertutto, in Europa.

Secondo punto: questo Paese ha bisogno di incrementare il gettito delle imposte patrimoniali? Se noi consideriamo i dati, siamo leggermente - questo è vero, leggermente - sopra la media europea, abbiamo due decimali in più rispetto alla media europea come imposizione patrimoniale. Non riguardo a tutte le tasse siamo in tale posizione, mi permetto di fare il suggeritore. Io sono convinto che, in questo Paese, non debba aumentare alcuna tassa ma a chi è convinto che qualche tassa debba aumentare consiglio di guardare la classifica dell'IVA. Sull'IVA noi siamo molto al di sotto della media europea come gettito, anche considerando l'evasione che abbiamo, e preciso che non sono a favore di un aumento dell'IVA. Però, mettendomi nei panni di chi vuol fare un dibattito costruttivo, se volete aumentare le tasse - cosa che, ripeto né io né la mia forza politica vorremmo mai fare - andate a considerare come siamo rispetto al resto d'Europa su quelle tasse che volete aumentare. L'imposizione patrimoniale da noi è già superiore di 2 punti decimali rispetto alla media europea.

Terzo punto: attenzione sulla progressività. Questo, infatti, è un articolo che parla dell'IRPEF e tutte le analisi fatte - come sapete, questa delega fiscale origina da 6 mesi di approfondimento nelle Commissioni finanze di Camera e Senato - ci dimostrano che, considerando la struttura dell'IRPEF, dal 1974 a oggi essa è diventata più progressiva, non meno progressiva, fra l'altro concentrando la progressività laddove - questa è una mia opinione - è più sbagliato concentrarla, ossia sui redditi medio-bassi dove, invece, bisognerebbe incentivare l'offerta di lavoro.

Ultimo punto: attenzione con questa voglia di patrimoniale, perché la base imponibile mobile scappa. Quando, nel 2012, al grido di “anche i ricchi devono piangere”, si volle introdurre prima la Tobin-tax e poi la tassa sugli yacht si dimenticò che, quando si tassa qualcosa che se ne può andare, si hanno due problemi se quella base imponibile se ne va: non vi è più il gettito che si era messo in bilancio e si perde quella base imponibile. Sugli yacht successe questo: i proprietari degli yacht se ne andarono in Costa Azzurra, portandosi dietro anche i lavoratori, e l'Italia non ebbe il gettito che aveva messo in bilancio, cosa che accadde anche sulla cosiddetta Tobin-tax; parliamo di 10 anni fa. Quindi, stiamo attenti quando affrontiamo questi argomenti, consideriamo bene i dati, perché possiamo parlare di recupero di evasione fiscale - poi ne parleremo - ma quando mettiamo avanti parole d'ordine del genere, onorevole Fratoianni, non siamo molto diversi da chi utilizza parole d'ordine simili - penso alla flat tax - cercando di fare un dibattito che è più ideologico che non basato sui dati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà, per un minuto.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo solo per un minuto, per sottolineare un punto. L'imposta personale che qui viene proposta è un'imposta che se fosse applicata - deve essere chiaro questo - comporterebbe per qualche milione di famiglie italiane un risparmio di imposta, determinerebbe un risparmio d'imposta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Certo, pagherebbero di più quelli che hanno milioni e milioni di euro di patrimonio. La progressività a cui fa riferimento il testo vuol dire che una famiglia che ha una casa di proprietà e una seconda casa piccola, magari nel paese dal quale è emigrata, risparmierebbe sull'IMU, non pagherebbe di più. Quindi, attenzione davvero: chi vuole difendere gli interessi più forti lo faccia esplicitamente, è legittimo, ma c'è anche chi continua a preoccuparsi degli interessi di chi sta meno bene (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, devo dire che non mi ha convinto il ragionamento che è alla base di quanto proposto dall'onorevole Fratoianni. Che l'accumulo di capitale sia necessario per l'economia è noto fin dai tempi di Marx, non è una scoperta di oggi. Solamente, ci si è accorti, nel corso della storia, che l'accumulo di capitale, quando lo fanno i ricchi, è prima di tutto molto più efficiente di quando lo fa lo Stato e, in secondo luogo, garantisce maggiormente la libertà. Quello che voglio dirvi è questo: le differenze di censo sono come le differenze di pressione dell'atmosfera, sono quelle che determinano il movimento. Se noi oggi guadagnassimo tutti in modo uguale e fossimo tutti ricchi in modo uguale, moriremmo di fame il giorno dopo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Intervengo a sostegno di questo emendamento del collega Fratoianni, per ricordare che quando parliamo di solidarietà in un momento così complesso, un momento così difficile per il nostro Paese, con un aumento vertiginoso dei nuovi poveri - parliamo di oltre 5 milioni, ora andiamo verso i 5,7 milioni - di fatto stiamo chiedendo semplicemente una misura affinché vi sia un sostegno, un gesto di solidarietà da parte di cittadini che hanno di più e che possono dare di più. Sembra come se ci vergognassimo di fare in modo che vi sia una solidarietà tra cittadini, tra coloro che possono in questo momento dare di più e persone che, invece, non possono e ne hanno necessità. Quindi, di fatto, è solo una questione di buonsenso, è solo una misura di concretezza ed è quello che noi chiediamo sempre: fare dei passi in avanti in termini di solidarietà tra cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'emendamento 2.3 Lucaselli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, intervengo per sostenere l'emendamento a prima firma della collega Lucaselli che chiede di elevare la soglia dei ricavi conseguiti per avere accesso alla misura del regime forfettario a 150.000 euro annui. Un ragionamento per poter sostenere questo emendamento: la legge delega fiscale, nei suoi principi, ha la crescita dell'economia, la razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario, la riduzione dell'evasione e dell'elusione fiscale. Ebbene, chiediamo che l'esperimento della mini flat tax, quindi il regime forfettario, venga aumentato fino a 150.000 euro. In un emendamento precedente a mia prima firma, che è stato già bocciato, chiedevo potesse essere portato al limite di 100.000 euro il regime agevolato con riferimento al conseguimento di ricavi, quindi con riferimento al fatturato e non ai redditi, attenzione. Il successo che ha avuto questo regime di tassazione è importante e ha consentito a molti, soprattutto giovani, professionisti e lavoratori autonomi che vivono nelle zone più disagiate del Paese, di avere proprio una spinta alla crescita, di creare lavoro, di avere l'elemento della semplificazione, perché una tassazione semplificata è certa e, sicuramente, ha consentito la riduzione dell'elusione fiscale.

Con la legge delega è stata inserita una soluzione al tema dell'aumento, piuttosto che della riduzione, del forfettario, con quella che è stata definita dal MoVimento 5 Stelle la easy tax e dalla Lega la mini flat tax, che prevede anche uno scivolo di 2 anni per l'uscita dal regime forfettario e l'ingresso nel regime ordinario, scivolo di cui ancora non abbiamo gli elementi perché dovranno essere, ovviamente, decisi con i decreti successivi.

Si avrà più tempo per essere catapultati in un regime ordinario di tassazione, ma qui si sceglie per non scegliere, cioè si sceglie la strada di un compromesso attraverso il quale si sostiene una norma transitoria per sostenere un compromesso al ribasso, che era tutto nella discussione relativa all'emendamento precedente, tra una tassazione proporzionale, che possa spingere alla crescita, e una tassazione, in qualche modo, che torni al regime ordinario.

Quindi, sostengo la possibilità di un cambiamento di parere - ma la vedo difficile - su questo emendamento e, comunque, ne chiedo la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 2.4 Meloni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Parto dall'intervento del collega Fratoianni, che dice che la destra ha un'idea. In verità ne ha anche di più, ma sul fisco sicuramente una delle idee più determinanti, anche nel programma con il quale ci siamo presentati agli elettori, era proprio quella che lui riconosceva, ossia la flat tax. La flat tax è un'innovazione importante, sarebbe un'innovazione importante, un'innovazione sicuramente non facile dal punto di vista dell'applicazione, ma, proprio con riferimento a ciò che diceva il collega Fratoianni, siccome dobbiamo ispirarci alla nostra Costituzione e la nostra Costituzione dice che bisogna dare una progressività, lui stesso riconosce che la progressività adesso non c'è. Non è che bisogna impiccarsi ai principi; quando si fa politica, bisogna valutare i risultati. Noi sappiamo che questo sistema, dal punto di vista della progressività, dell'equità sociale, della serenità per i meno abbienti - usiamo questo termine - ha fallito, ha miseramente fallito! Non può essere un aggiustamento di qualche punto percentuale di un'aliquota dello status quo a riuscire a liberare dalla povertà e dalla difficoltà tante famiglie!

Allora, torniamo a quello che abbiamo proposto, anche per coerenza, ai nostri elettori, perché è vero che sono passati quasi 5 anni, ma non ce lo siamo dimenticato: riteniamo che la flat tax sia lo shock fiscale di cui questo Paese necessita, crediamo che la flat tax, certo con i correttivi, lavorando sulle deduzioni, sulle altre opportunità che il sistema fiscale offre, sia il modo in cui riusciamo a ridare un volano, anche di liquidità, ai consumi della nostra Nazione.

È su questo che noi vogliamo far ragionare sicuramente i colleghi, ma anche il Governo: non è una riforma fiscale quella che cambia di poco qualche aliquota. Una riforma fiscale, nel 2022, è una riforma che cambia lo status quo in modo importante, in modo efficace, in modo sociale, in un modo per cui le famiglie che oggi sono in difficoltà, che sono quelle che per gran parte pagano il montante Irpef, finalmente possano avere anche loro soluzioni che le riguardano.

Quindi, oggi chiediamo, particolarmente a coloro che con noi hanno creduto a questa soluzione, di votare finalmente un emendamento che ci riporta alla flat tax, chiediamo al Governo di fare un atto di coraggio, chiediamo a questa Camera, finalmente, di dare un indirizzo preciso, anche in tema fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico… Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buratti. Ne ha facoltà.

UMBERTO BURATTI (PD). Grazie, Presidente. Sentivo il collega su questo emendamento. A nostro modo di vedere, forse è necessario ripassare un po' i nostri principi costituzionali, a partire dall'articolo 53 della Costituzione, che è noto a tutti, ma che forse occorre ricordare: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Capacità contributiva e criteri di progressività: sono queste le due direttrici che ci fanno dire “no” a questo emendamento. È necessario il concorso di tutti alle spese pubbliche. È questo un principio di solidarietà e direi anche - la funzione che ha questa norma - di garanzia, perché dice, comunque, di concorrere in base alla capacità contributiva.

Allora, nel richiamo alla nostra Carta costituzionale, c'è il dovere di solidarietà politica, che corrisponde, inoltre, al principio affermato dall'articolo 2 della Costituzione, cioè l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Pertanto, Presidente, non possiamo accogliere questo emendamento. È fondamentale che si tenga conto della differenza che può esserci fra un cittadino e un altro rispetto al reddito; allora, più alto è il reddito e più si deve pagare d'imposta. Questo credo che sia uno dei principi base, del resto, su cui si fondano le democrazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Anch'io faccio mie le parole del collega Buratti, che ha parlato prima. Però, volevo far riflettere proprio anche sulle parole che ha detto il simpatico collega Osnato, col quale condividiamo riflessioni di vario genere e anche di questo tipo. Lui ha detto che lo shock che serve in questa fase qui è quello di far pagare tutti ugualmente. Questa è la ricetta di Fratelli d'Italia, senza distinzione tra persone né alcun riferimento a principi di natura solidaristica sui quali si fonda la nostra Costituzione, su differenze, appunto, di trattamento tra una persona e l'altra.

La cosa che voglio sottolineare, perché è anche molto bizzarra, è che, nel corso dell'esame del provvedimento in Commissione, in una lettera dell'articolo 1, in un comma, è stato inserito il principio della salvaguardia della tutela orizzontale, ed era un emendamento presentato dal mio gruppo e dal gruppo di Fratelli d'Italia del simpatico collega Osnato. La differenza di significato che viene attribuita a questo elemento introdotto all'interno del testo viene esplicitata esattamente in questo emendamento, ma anche in quello precedente, descritto dalla collega, quando si alza la soglia dei forfettari a 150 mila euro, senza distinguere tra montanti diversi e soluzioni fiscali diverse. Cioè, da una parte c'è equità orizzontale, che per Fratelli d'Italia vuol dire che tutti pagano ugualmente, mentre il concetto sancito anche dalla nostra Costituzione di equità verticale e orizzontale vuol dire - equità orizzontale - che i cittadini nelle stesse condizioni pagano la stessa cifra e in condizioni diverse - equità verticale - pagano cifre diverse.

Quindi, invito a riflettere sul significato anche di questo intervento e di un'operazione di questo tipo, che mal si concilia anche con le cose che si dicono in quest'Aula, quando l'attenzione deve essere rivolta a chi sta peggio. Quante volte abbiamo sentito questa parola in questo momento così drammatico che abbiamo vissuto con il COVID, con la gente in difficoltà, con i redditi bassi? Dare coerenza e seguito alle parole che si dicono, vuol dire riflettere sugli emendamenti che si fanno e sulle operazioni di politica fiscale che si mettono in atto e si portano avanti, con equilibrio e con la ragionevolezza di voler dar senso delle parole per il significato che hanno.

Tutelare chi sta peggio e avere attenzione verso chi è in difficoltà significa affrontare questi temi. Emendamenti come questi, come quello sulla flat tax ma anche quello di prima che innalza il regime forfettario a 150 mila euro, vanno proprio nella direzione opposta, che nulla c'entra con l'accumulo di capitali e principi che abbiamo inserito qui dentro ma deve essere consequenziale a ciò che tutti noi diciamo in quest'Aula. Lo diciamo tutti che bisogna intervenire, facendo presto per cercare di abbracciare quei settori dell'economia o del lavoro in difficoltà. Così non si fa! Così, secondo me e secondo noi, è il modo esattamente opposto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Non me ne vorranno i colleghi che sono intervenuti prima e di cui abbiamo ascoltato con interesse gli interventi, ma, se vi fosse stata una qualche lesione dell'articolo 53 della Costituzione, siamo certi che la Corte costituzionale, sempre molto attenta giustamente a preservare il rispetto dei perimetri della nostra Carta, avrebbe già fatto sentire la sua autorevole voce negli interventi trascorsi.

La logica sottostante a questo emendamento, che è il medesimo rispetto al quale Fratelli d'Italia propone un taglio del cuneo fiscale ad esempio, è lasciare più soldi in tasca a chi produce quella ricchezza e non far sì che lo Stato possa avvantaggiarsene, prendendola. Il richiamo a una proporzionalità lo troviamo del tutto incongruo proprio perché, in ragione della capacità di prelievo che lo Stato attua, vi è la possibilità di prelevare in maniera congrua anche rispetto alle effettive possibilità di sostentamento delle famiglie italiane. Questa è la logica con cui intendiamo la cosiddetta equità orizzontale che forse era ben opportuno precisare rispetto agli interventi appena svolti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Vuole intervenire successivamente? Va bene.

LUCIA ALBANO (FDI). Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Albano, vuole intervenire adesso? Prego.

LUCIA ALBANO (FDI). Chiedo scusa; avevo capito male, Presidente.

PRESIDENTE. No, non avevo capito io. Prego.

LUCIA ALBANO (FDI). Vorrei intervenire per chiarire il tema di cui si è trattato, quello dell'equità orizzontale. Vorrei chiarire: equità orizzontale non significa che tutti paghiamo allo stesso modo, e un sistema fiscale che, a parità di reddito, distingue tra le persone per la loro fonte di reddito, quindi se siano lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti, pensionati, titolari di patrimoni, è ingiusto, perché non è solo contrario al buon senso, ma è contrario ai precetti costituzionali di eguaglianza e di capacità contributiva di cui prima abbiamo ascoltato. Colgo anche l'occasione per fare un esempio al riguardo, sarò rapidissima: proprio oggi ho presentato un'interrogazione alla sottosegretaria, qui presente, per ricordare questa cosa, per comprendere cosa sia il rispetto dell'equità orizzontale.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Albano.

LUCIA ALBANO (FDI). Sappiamo che l'articolo 33 del “decreto Aiuti” ha definito un fondo una tantum di 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Albano. La prossima volta…

LUCIA ALBANO (FDI). …e mentre per i dipendenti è chiaro, per i lavoratori autonomi e i professionisti ancora non è stato fatto il decreto attuativo. Questa è l'equità orizzontale…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN, Relatore. Presidente, abbia pazienza ma un buon terzopolista reagisce all'estremismo sia di una parte sia dell'altra. Ci sono solo due cose che vorrei dire. Quando si dice: “mi piace l'equità orizzontale”, quindi devo trattare due persone che hanno lo stesso livello di reddito ma da fonte diversa, non si può presentare poi un emendamento che porta a 150 mila euro la mini flat tax perché si sta facendo una cosa contraria all'equità orizzontale. Infatti, in quel caso un dipendente, che guadagna 150 mila euro, ha un'aliquota marginale del 43 per cento e un autonomo, che guadagna 150 mila euro, ha un'aliquota marginale del 15 o del 20 per cento, che non è equità orizzontale.

Secondo e ultimo punto. Questo emendamento dice di prendere un'aliquota Irpef per tutti. Allora, l'aliquota media effettiva oggi è pari al 18 per cento. Se azzerassimo tutto e facessimo un'unica aliquota del 18 per cento per tutti, lo Stato non ci perderebbe un euro. Qual è il problema? Che ci perdono tutti quelli che ora pagano meno del 18 per cento, che sono quelli sotto i 30 o i 35 mila euro - non ricordo -, e ci guadagnano molto tutti quelli che percepiscono dai 30 o dai 35 mila euro in su. Quindi, una persona che guadagna 300 mila euro, che ora ha una un'aliquota marginale oltre il 40 per cento, secondo questo emendamento deve risparmiare una differenza fra 40 e 18, che è di 22 punti. Allora, il punto è questo: quando si dice equità, accanto a emendamenti come questi, si è riflettuto a sufficienza sulle conseguenze che avrebbero praticamente nella gestione quotidiana? Tanto dovevo, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 2.8 Albano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per precisare che questo emendamento, così come il precedente della collega Ferro, riguarda l'esenzione, il fatto di poter avere un'esenzione a seconda del quoziente familiare, quindi della composizione del nucleo familiare. Noi riteniamo che, all'interno della delega fiscale, la grande assente sia proprio la famiglia. Al riguardo, la posizione che abbiamo sempre portato avanti è quella della tassazione della famiglia a seconda del quoziente familiare. L'aumento del numero dei componenti della famiglia deve prevedere sicuramente una no tax area per poter agevolare ed incentivare il tema dello sviluppo demografico. Sappiamo bene che il nostro Paese vive un problema di incremento demografico molto grave. L'Europa ci chiede di considerare l'individuo come unità impositiva mentre noi proponiamo come unità impositiva la famiglia. L'Europa chiede di non farlo per non disincentivare il secondo percettore di reddito, però è vero che ci sono Paesi, come per esempio la Francia, che hanno sicuramente un'altra imposizione, ossia la tassazione sul quoziente familiare. E vediamo che, mentre in Italia ci sono circa 6 nuovi nati su 100 mila abitanti e la media europea è 8, la Francia, che ha questa diversa tassazione, ne ha 10. Occorre lavorare anche perché ci possa essere una no tax area su chi ha una composizione del nucleo familiare più ampia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Questo tema per il Partito Democratico è molto importante, adesso la collega Albano lo ha toccato incidentalmente, la questione della tassazione familiare. Noi lo abbiamo detto più volte, è scritto, è stato ribadito da sentenze della Corte costituzionale ormai datate 1976, e cioè la tassazione in Italia è personale, non può essere una tassazione familiare, perché viola importanti articoli della nostra Costituzione, come l'articolo 3, che è quello sul principio di uguaglianza, o l'articolo 53, sulla capacità contributiva. Quindi, è molto importante. Paesi europei, che in passato avevano fatto della tassazione familiare una linea da seguire, stanno tornando indietro; anche l'Europa sta tornando indietro. Per noi del Partito Democratico questo non vuol dire non aiutare la famiglia.

Lo abbiamo dimostrato, promuovendo, ad esempio, l'assegno unico, perché per noi ci sono altri strumenti che possono essere utilizzati per aiutare la famiglia che non sono sul lato del prelievo - quindi non sono sul lato della riduzione del prelievo fiscale -, ma sono sul lato delle prestazioni, delle erogazioni finanziarie per le famiglie.

Ci sono modi diversi per aiutare le famiglie. Per noi c'è un altro elemento fondamentale, che ribadiamo e su cui insistiamo, ossia l'agevolazione fiscale per il secondo percettore del reddito che, in Italia, per il 95 per cento dei casi è la donna. In Italia, abbiamo il tasso di occupazione femminile tra i più bassi d'Europa, e, quindi, non vogliamo, in alcun modo, che riformulazioni della tassazione familiare ancorino il mantenimento e lo sviluppo della donna all'interno di un contesto di un monoreddito, perché per noi la donna deve avere le chance e le agevolazioni fiscali per inserirsi nel mondo lavorativo, e non deve chiedere nulla, deve avere la sua autonomia. Per questo, siamo contrari a questa impostazione e pensiamo, come abbiamo ottenuto in questa delega fiscale, che le agevolazioni debbano essere date ai singoli percettori di reddito, in questo caso le donne, che fanno più fatica a inserirsi a livello occupazionale, e non ragionare su questo elemento che segue i vecchi criteri del capofamiglia, di chi è il titolare di una scheda famiglia, e tutti seguono all'interno del gruppo familiare. Da questo punto di vista, siamo contrari e crediamo, invece, che si debba andare avanti per aumentare l'occupazione delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Albano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 2.10 Meloni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. A chi con toni professorali, che magari gli competono, non voglio discutere, ci indica che tra un estremismo e l'altro si dichiara terzopolista, dico che sicuramente è, a mio modo di vedere, più pericoloso un estremismo dello status quo che chi cerca di cambiare le cose che non stanno andando (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, è ora di finirla di ergersi a maestri e arbitri della politica, quando oggettivamente non mi sembra che in questa Nazione stiamo vivendo periodi felici, soprattutto dal punto di vista economico, sociale, fiscale e quant'altro, e spiegarci che così come diciamo noi non si può fare, perché la situazione adesso non lo consente.

Noi proviamo a dare risposte, ma vedo che, purtroppo, a qualcuno piace troppo lo status quo per apprezzare queste risposte. Non discuto che le nostre teorie possano essere migliorate, possano essere rischiose anche, se vogliamo, però non è che fino adesso abbia visto proposte che in effetti abbiano portato soluzioni di grande vivibilità, di grande socialità, di grande serenità alle nostre famiglie. Se la risposta migliore che questa maggioranza è riuscita a dare fino adesso è il permanere, con 23 miliardi di euro, del reddito di cittadinanza, ma ben venga la flat tax (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ben venga! Ben venga l'estremismo, Presidente! Ben venga tutto quello che conduce lontano dalle nostre leggi, dalle nostre consuetudini, da quello che hanno fatto questa maggioranza e le maggioranze precedenti! E allora anche questo è un emendamento che chiede di provare a dare un po' di libertà, un volano di liquidità, una certa possibilità di spesa alle famiglie italiane, a quelle che sono riuscite in quest'anno a trovare qualche soldo in più. Ed è una flat tax incrementale del 50 per cento, quello che c'è stato in più nell'ultimo anno venga detassato del 50 per cento. Lo dico perché anche questo, per esempio, è un modo per fare emergere tanto nero, che talvolta viene definito di necessità, talvolta di gente che se ne approfitta, ma che comunque sempre nero rimane, sempre nero che, se emerge, è positivo. Evidentemente, sono modalità non punitive, che cerchiamo di dare affinché gli italiani, che hanno voglia di lavorare e di produrre in più, possano trovare giovamento dal produrre in più e dal dichiarare quello che in più hanno prodotto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Meloni, parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Osnato, parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.11 Fratoianni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie Presidente. Intervengo, in realtà, molto brevemente, ma solo per interloquire su alcuni degli argomenti emersi nella discussione. In primo luogo, mi rivolgo, per suo tramite, all'onorevole Marattin, che mi ricorda la dimensione complessiva dell'imposta patrimoniale nel nostro Paese. Vorrei ricordare non a lui, che credo lo sappia, ma all'Aula, che, come spesso viene detto quando il tema della possibilità di una riforma dell'imposta patrimoniale entra nel dibattito (per la verità raramente), è vero che in Italia esistono forme di imposizione patrimoniale. Non è vero che non esistono, ce ne sono: c'è l'IMU sulla seconda casa, che è un'imposta patrimoniale; c'è l'imposta di bollo sui titoli e risparmi, che è un'imposizione patrimoniale. Peccato - e qui torniamo al punto di partenza - che queste forme di imposizione patrimoniale difettano gravemente sul piano della progressività. Peccato che la composizione di quella cifra - l'onorevole Martini diceva che siamo perfino un poco sopra la dimensione europea - al suo interno, invece che ridurre, continua ad alimentare la distorsione della diseguaglianza. Lo volete capire che questo è il problema che abbiamo? Lo volete capire che in campo non c'è alcuna iniziativa sufficientemente determinata per contrastare questa dinamica? Ora, la destra - ci torno - dice che, siccome la progressività non funziona, così come oggi è organizzata, allora, va cancellata. Non c'è dubbio che non funzioni, ma intendiamoci: non funziona perché non è abbastanza progressiva, non perché non può funzionare! È un'idea di Paese - ci saranno molte altre idee su questo punto, ma mi risparmio la lunga lista per varie ragioni -, un'idea precisa. Io la trovo terribile, perché si dice: “non va abbastanza bene, cancelliamola proprio; e chi s'è visto s'è visto”. Questa è l'idea della destra di fronte alla diseguaglianza. Ma l'obiezione che avanza il terzopolista Marattin è un'obiezione che, nascosta sotto la patina del tecnicismo, continua a non misurarsi con la natura del problema. È come quando discutiamo del fatto che occorre attenzione, perché c'è il rischio che qualcuno se ne vada via. Ve la ricordate la discussione sulle Olimpiadi in Italia “sì” o “no”? Io avevo dubbi di fondo su quella possibile scelta e c'era chi, in questo Parlamento, diceva: “non si possono fare perché senno ci sarà un sacco di gente che ruba”.

Ricordo l'onorevole Marattin intervenire con grande enfasi per dire: “Non è che, siccome c'è qualcuno che può rubare, non dobbiamo fare una cosa giusta?”. Io consideravo quella scelta sbagliata per altre ragioni, ma l'argomento dell'onorevole Marattin era assai fondato di per sé. Lo stesso vale di fronte a questo problema: non è che, siccome c'è qualcuno che si frega le risorse, che si porta gli yacht da un'altra parte, che ha la residenza fiscale da un'altra parte, e ce ne sono un sacco in questo Paese, allora va bene così? Non è che, siccome c'è qualcuno che tenta di evadere anche i pochi tentativi di ricostruire un punto di giustizia fiscale, allora ci arrendiamo? Non è che, siccome in questo Paese abbiamo una condizione di ingiustizia sociale diffusa, allora, pazienza? La verità è che, come l'onorevole Fassina ha ricordato poco fa, bisogna scegliere da che parte stare. È un po' come la discussione sui salari: c'è chi ci spiega che, quando c'è difficoltà a trovare un lavoratore, la colpa è del reddito di cittadinanza e che cancellare quello strumento di protezione della marginalità e della povertà sarebbe una fantastica soluzione. Io trovo questo approccio terribile, perché ancora una volta non fa i conti con la realtà. Se abbiamo un problema in questo Paese sul fronte del lavoro e della sua qualità, è che il lavoro troppo spesso è pagato troppo poco, esattamente come, sul fronte della ricchezza, il problema che abbiamo è che l'enorme maggioranza dei cittadini di questo Paese, milioni e milioni di persone, vive in una condizione di difficoltà, mentre pochissimi hanno una condizione di indecente privilegio. Si tratta di ricostruire meccanismi di solidarietà. Altro che invidia sociale! Solidarietà: il più bello dei sentimenti e delle pratiche possibili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie Presidente, solo per sottoscrivere, a nome della componente, anche questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Fratoianni, parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Sì, brevemente, Presidente, siamo un gruppo piccolo, siamo su multi-posizione.

Intervengo ringraziando il capogruppo per avermi dato questa possibilità e per dichiarare il voto contrario del mio gruppo a questo articolo e ho già espresso, qualche giorno fa, in sede di esame del provvedimento in Commissione, le motivazioni: la scelta mia personale, concordata evidentemente con il gruppo, è stata quella di non partecipare alla votazione di questo articolo, perché diversamente sarebbe stato un voto contrario anche in quella sede. Quindi, nel rispetto del difficile lavoro che è stato fatto da parte di tutti, presidente e tutti i commissari che vedo lì schierati nel Comitato dei nove, non ho partecipato a quella votazione.

Le ragioni di un voto contrario sono molto evidenti nella discussione che abbiamo avuto, non soltanto adesso, ma anche nel corso dell'indagine conoscitiva che abbiamo svolto nei primi sei mesi del 2021. Su questi temi abbiamo palesato tutte le nostre criticità, ribadite anche nel corso di questo dibattito. Il voto contrario si giustifica anche per ragioni legate al fatto che, in ogni caso, non avevamo presentato emendamenti specifici al testo base, se non alcune considerazioni sulla questione del cashback, perché comunque noi, da un certo punto di vista, condividevamo la delega che il Governo aveva predisposto, con il raggiungimento progressivo di un sistema duale e altre questioni. Oggi, al netto degli emendamenti di cui abbiamo parlato prima, il regime forfettario viene certificato e inserito nel testo, creando quelle disparità di trattamento e quella mancanza di equità orizzontale, che oggettivamente esiste in questo testo di delega, e che bene ha descritto il presidente Marattin, laddove andava a commentare la differenza tra i 150.000 euro di chi è sottoposto ad un ipotetico regime forfettario, di un lavoratore autonomo, e lo stesso tipo di reddito prodotto da un lavoratore dipendente. Quindi, una situazione di questo tipo è certificata, troviamo un sistema che, oggettivamente, al di là della formula un po' bizantina che è stata creata al comma 2, mantiene esattamente per tanti aspetti lo status quo dal punto di vista dell'espressione delle cedolari e quant'altro. Quindi, sostanzialmente è una non riforma che ha i piedi, comunque, su quanto è meno praticabile e pensabile dal punto di vista del raggiungimento dell'obiettivo vero - secondo me, secondo noi - di una riforma fiscale: un fisco equo dal punto di vista orizzontale e verticale. Se poi è vero che sui redditi medio-bassi, dove le aliquote marginali sono molto ravvicinate e, quindi, c'è poca progressività, occorreva andare ad agire in quella direzione e non in altre. Noi avevamo proposto una funzione continua sul modello tedesco, in modo tale da individuare tante aliquote, perché noi siamo contrari alla definizione di poche aliquote che nei fatti vanno non tanto a privilegiare i redditi medio-bassi, ma i redditi leggermente più alti e questo lo si è visto anche attraverso l'intervento fatto in sede di legge di bilancio, dove ne hanno beneficiato non quelli che stanno peggio, ma altri.

Si tratta, pertanto, di una serie di considerazioni che ci fa esprimere con rammarico un voto contrario, nel contesto, comunque, di un lavoro dove abbiamo fatto le nostre proposte cercando sempre di orientarci su criteri di ragionevolezza, che non sono mai stati presi in considerazione. Tra le varie questioni ne cito una, perché è giusto che sia così, nella parte relativa al cashback: la questione della salvaguardia e dell'attenzione per le spese socio-sanitarie fa parte di un nostro emendamento, così come il generico riferimento ai redditi medio-bassi in un'interlocuzione avuta nelle scorse settimane. Dopodiché, nella nostra discussione, io posso certificare il fatto che il riferimento ai redditi da pensione o ai redditi da lavoro dipendente nella nostra discussione non c'è mai stato, segno di una volontà prevalente - lo dico con rammarico - di andare in una direzione molto chiara e di creare diversità tra tipologie di redditi, ovvero differenze tra redditi da lavoro autonomo che vanno salvaguardati - anche noi lo sosteniamo - e redditi da lavoro dipendente o da pensione. Poi, la parola “pensione” credo di averla pronunciata solo io e, qualche volta, Fragomeli in tutta la discussione e pochi altri.

Questi sono i motivi per cui - lo ripeto, anche con dispiacere e, comunque, nel riconoscimento del lavoro fatto nel contesto di una maggioranza davvero complicata - il nostro voto sull'articolo 2 rimane contrario (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Io capisco il rammarico del collega Pastorino e in parte lo condivido, perché, oggettivamente, le modifiche che abbiamo apportato a questo articolo 2, a seguito di un accordo, sicuramente sviliscono in parte l'obiettivo di tendere a un sistema duale. Non è un tecnicismo dire “sistema duale”. Sistema duale vuol dire andare verso un trattamento fiscale di un certo tipo, importante, di tassazione proporzionale per determinati redditi e, al contempo, però, mantenere un sistema di tassazione IRPEF che sia equilibrato. Tuttavia, noi, come Partito Democratico, su questo articolo 2, che voteremo invece, dobbiamo rivendicare un importante risultato. Come diceva poco fa il collega Pastorino, una battaglia che il Partito Democratico ha fatto in Commissione era finalizzata ad occuparci, in questo articolo 2, di circa 40 milioni di italiani che sono i lavoratori dipendenti e i pensionati di cui sembrava che non ci si dovesse occupare, in questo articolo. Invece, abbiamo ottenuto, con degli emendamenti, che l'abbassamento delle aliquote fiscali IRPEF andasse prioritariamente per i redditi medio-bassi, così come abbiamo ottenuto che nel caso di rivisitazione delle deduzioni e delle detrazioni fiscali queste andassero principalmente a chi è in un regime IRPEF di redditi medio-bassi.

Quindi, abbiamo fatto un'operazione di equità. Non è una parolaccia in Italia fare equità fiscale e come Partito Democratico è una battaglia che rivendichiamo, perché l'ho sentita poco, purtroppo, nella discussione che abbiamo affrontato in questi mesi. Giustamente erano altre le priorità, per alcune forze politiche. Invece, noi questo articolo 2 lo rivendichiamo, perché vi è scritto in modo puntuale e ben definito che le possibili riduzioni della tassazione IRPEF devono andare ai redditi medio-bassi. Per questo voteremo a favore sull'articolo 2.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Onorevole Presidente, colleghi, vogliamo invece rivendicare questa grande modifica rispetto al dato di partenza del regime duale, in base al quale, sostanzialmente, chi paga adesso affitti convenzionati al 10 per cento, avrebbe pagato il 23 per cento; chi paga la cedolare sui titoli di Stato del 12,50 per cento, avrebbe pagato il 23 per cento; chi paga oggi l'aliquota del 21 per cento sugli affitti abitativi, avrebbe pagato il 23 per cento e stiamo parlando della prima aliquota Irpef. Questo sarebbe stato un grimaldello per aumentare le tasse a tutti, poveri, ceti medi e, in generale, a tutto il parterre di contribuenti italiani.

Inoltre, vorrei ricordare a chi invoca la patrimoniale, come è già stato detto, che la media delle patrimoniali italiane è superiore a quella europea, che si paga una patrimoniale di quasi 50 miliardi in Italia, sommate tutte, e che, per molti studiosi, in situazioni di difficoltà, la patrimoniale ha un enorme effetto depressivo, mentre ha un effetto respingente rispetto agli investimenti esteri. Abbiamo bisogno che cresca il prodotto interno lordo e abbiamo bisogno di investimenti esteri; non dobbiamo essere respingenti e questa normativa attuale lo è ogni anno sempre di più, perché ha il dono della complicazione che, purtroppo, in questa delega non risolviamo, tant'è vero che è in arrivo un “decreto Semplificazioni” che vedremo quanto sarà incidente sulla complicazione fiscale italiana; ma è lì che siamo respingenti, con un sistema troppo complicato. Io lo ricordo spesso: la Banca mondiale e PricewaterhouseCoopers hanno dichiarato che, in termini di sistema semplice fiscale, siamo il centoventottesimo Paese al mondo. Lo ripeto: il centoventottesimo, uno dei più complicati. Allora, non abbiamo bisogno di aumentare la tassazione con il regime duale, lo dico ai colleghi del PD e anche di LeU, non abbiamo bisogno di aumentare le imposte sugli affitti, sulla casa, sui risparmi; abbiamo un grande bisogno di semplificazione, perché le complicazioni fiscali sono quelle che frenano il PIL, frenano le aziende, frenano la crescita delle aziende. Allora, è lì che dobbiamo puntare. Quindi, il fatto che non venga approvata una riforma fiscale con regime duale è un'enorme vittoria della Lega che ha chiesto ripetutamente di bloccare l'iter della riforma fiscale, se non si fosse superato quello scoglio. Basta guardare i due provvedimenti, quello che è andato in Consiglio dei Ministri senza il voto dei Ministri della Lega e l'attuale testo, per vedere le enormi differenze di impostazione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

LUIGI MARATTIN, Relatore. Grazie, Presidente. Il parere è contrario sugli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'emendamento 3.3 Trano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento molto semplice e siccome prima è stato bocciato l'emendamento che allineava la pressione tributaria alla media europea, questo riguarda il carryback. Lo spiego brevemente. In sostanza si introduce una misura che aiuta le imprese sane, le imprese virtuose che sono state colpite dalla pandemia con l'utilizzazione delle perdite fiscali, che si trasformano in crediti fiscali, quindi certi e liquidi, per compensare tasse, imposte e contributi. E quindi questo meccanismo - che tra l'altro è già utilizzato in Paesi con una fiscalità simile alla nostra, quindi parliamo della Germania, della Francia - serve a premiare chi? Le aziende che sono state profittevoli nel passato e che hanno pagato, hanno versato le tasse, e oggi, per ragioni legate alla pandemia e al conflitto in Ucraina, purtroppo, chiudono in perdita. Tra l'altro - e mi rivolgo nuovamente a chi fa dell'Europa un mantra, agli europeisti qui presenti in Aula - è la Commissione europea che, con la raccomandazione (UE) 2021/801, ha previsto di attuare questa indicazione per dare più respiro, un po' di fiato a queste imprese, colpite da questi shock esogeni. Allora davvero ho difficoltà a comprendere come la maggioranza e come, soprattutto, gli europeisti qui presenti non vogliano dare il loro voto a una misura che serve, che è necessaria, che è importante per tenere in vita queste imprese. Davvero resto basito, perché, in un momento così difficile, cercare di salvare queste aziende, traghettarle in momenti più felici, se ci saranno, è un atto dovuto che tutti, qui, in Parlamento, dovremmo avere a cuore. E invece “no”, si continua a spremere le imprese, a dare aiuti ridicoli, delle mance. I ristori sono stati insufficienti e il segnale della bocciatura di questo emendamento vuol dire che qui volete ammazzare le imprese, volete schiantarle (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUIGI MARATTIN , Relatore. Sugli emendamenti presentati il parere è contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1 Osnato.

Non essendoci richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Caiata, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.8 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.9 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Non essendoci richieste di intervento, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUIGI MARATTIN , Relatore. Presidente, è un articolo che ci ha impegnato. Tutti gli emendamenti hanno parere contrario…

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, onorevole Fiano! Onorevole Fiano, onorevole Fiano (Commenti del deputato Marattin)… Onorevole Marattin, ci penso io, a ognuno il suo. Onorevole Marattin, voleva darci i pareri?

LUIGI MARATTIN , Relatore. Glieli ho già dati, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.1 Maniero. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà. Avevamo apprezzato che si era iscritto...

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Questo articolo riguarda il tema del catasto, o meglio la mappatura degli immobili: è una questione che ha provocato il lungo rinvio di questa delega fiscale e, ancora oggi, troviamo un emendamento soppressivo, fatto chiaramente da forze di opposizione, ma che noi contestiamo alla radice.

È evidente che si tratta di questo benedetto comma 2, perché sul comma 1 penso che nessuno potesse mai sollevare obiezioni, poiché si tratta dei cosiddetti immobili fantasma e, quindi, un tema che chiaramente ci vede tutti uniti nel contrastare l'evasione fiscale legata alla mancata denuncia di immobili cosiddetti fantasma.

Oggi parliamo, invece, in particolare, di questo comma 2, e cioè del fatto di implementare una reale mappatura sugli immobili. Qui, poche settimane fa, il Presidente Draghi ci aveva richiamato a una data molto importante: 1939. Questa è la data del catasto italiano. Ai colleghi che in precedenza dicevano che gli investitori esteri non vengono in Italia perché c'è un sistema fiscale di un certo tipo, io replico dicendo che non è un problema fiscale, quello di avere un catasto del 1939, ma è un problema di credibilità internazionale. Infatti, un investitore straniero che viene in Italia, si affaccia a investire in Italia sapendo che gli immobili che acquisterà per la sua attività sono stati censiti nel 1939 e adeguati con moltiplicatori veramente assurdi, che non tengono conto della realtà dell'immobile o del valore del reddito dello stesso immobile.

Quindi, capite che su questo articolo è stata sollevata una questione che noi abbiamo rigettato da subito. Ciò, in primo luogo, perché era garantito in modo evidente che questa mappatura non avesse alcuna finalità di aumento del prelievo fiscale, ma è una fotografia che verrà consegnata a chi governerà questo Paese dopo il 2026. Quindi, si tratta di armonizzare e rendere aggiornata la situazione degli immobili in Italia.

Inoltre, c'è stato l'accordo per cui, al posto di una verifica, di un aggiornamento complessivo, dovremmo utilizzare un decreto del 1998, il n. 138, e questo non capisco cosa dovrebbe tutelare, perché, alla fine, il decreto applica gli stessi criteri scritti nella norma originaria, e cioè si rifà ai valori di mercato. Applicare i valori di mercato per aggiornare gli immobili non è una cattiveria, perché i colleghi mi devono spiegare quale altro sistema c'è per aggiornare gli immobili, se non attraverso i valori di mercato. Non è che l'aggiornamento deve essere fatto su un indice ad hoc perché la proprietà Fiano o la proprietà Fragomeli meritano un moltiplicatore diverso; ci deve essere un contesto abitativo, geografico, residenziale, di finiture, di classi che accerta appunto un valore il più prossimo a quello reale. Sarebbe inutile fare un aggiornamento svincolandolo da un tema di mercato, tant'è che anche la riformulazione che oggi votiamo, signori, non ha eliminato l'attualizzazione della rendita; ha tolto il valore patrimoniale, ma ha mantenuto l'esigenza di elaborare una rendita catastale aggiornata, perché altrimenti di cosa stiamo parlando?

Davanti agli investitori internazionali cosa andiamo a dire? Che gli immobili che acquisteranno sono valorizzati al 1939? È così che diciamo agli altri di venire in Italia a investire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

Quindi, noi l'abbiamo detto più volte e lo faremo a più riprese: per noi è importante che, come è stato ribadito da altri colleghi, il valore sia aggiornato e che gli italiani paghino per quanto devono pagare sugli immobili.

Riguardo al fatto di confondere altri immobili con la prima casa, lo ribadiamo ancora oggi: questo aggiornamento non interessa e non avrebbe comunque mai interessato la prima casa degli italiani. Abbiamo tolto anche noi, durante i nostri Governi, più volte e a più riprese, l'IMU sulla prima casa; quindi, questa strumentalizzazione è veramente sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Concludo dicendo chiaramente che per il Partito Democratico questo aggiornamento è importante perché fa bene al Paese e fa bene agli investitori; certo, fa un po' meno bene alla propaganda politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, l'Aula credo che sia il luogo corretto per fare anche un po' di chiarezza e depurare dall'inevitabile superfetazione della propaganda questioni di merito importanti come questa della riforma del catasto che - bisogna sottolinearlo - non è un tema nuovo, ma è un tema ricorrente.

Già nella scorsa legislatura, nella XVII, il Governo ebbe una delega per la riforma del catasto ma non fu in grado di portarla a termine. La Commissione finanze del Senato, nella XVII legislatura, realizzò una indagine conoscitiva sul sistema di tassazione e sul catasto in una logica europea. Credo che lo sforzo che dobbiamo provare a mettere in campo sia proprio questo, uscire da una visione molto ristretta, al di là della propaganda, rispetto al tema della tassazione sulla casa e provare a inquadrarla in un ambito più ampio, fermo restando un dato incontestabile, ossia che il livello di proprietà della prima casa in Italia è nettamente superiore a quello degli altri Paesi europei. Avere la proprietà della casa ha un valore, percepito e reale, per gli italiani molto differente rispetto all'estero e questo è un dato incontrovertibile. La questione è che è veramente difficile trovarsi d'accordo con le posizioni che vedono nella riforma del catasto, nell'attualizzazione dei valori catastali e nella revisione dei parametri - ad esempio, il passaggio da vani a metri quadrati - immediatamente un aumento della tassazione sulla casa. Credo che questo sia proprio un errore in radice. Fare la riforma del catasto significa, per il legislatore, mettere a disposizione degli amministratori una fotografia corretta del valore degli immobili. Sfido chiunque, in quest'Aula, ad alzarsi e dire che le attuali rendite catastali fotografano il reale valore degli immobili. Credo che, in tutta onestà, nessuno potrebbe farlo, perché sappiamo benissimo che abbiamo distorsioni figlie di successive superfetazioni immobiliari ma, soprattutto, sono figlie - come ha ricordato in precedenza il collega Fragomeli - di mancati aggiornamenti negli anni, a partire dal 1939, di mancate revisioni profonde anche dei parametri e delle modalità di calcolo. Il risultato a cui si è arrivati nel testo è un punto di compromesso che noi giudichiamo molto al ribasso. Meglio di niente si direbbe, con grande onestà. Però, rimane il dubbio sul perché ci sia questa ritrosia così forte, con alcune associazioni molto impegnate in difesa dell'esistente, mentre ci sarebbe bisogno di una fotografia. Fatta la fotografia, si decidono le politiche, si decidono le agevolazioni, si va nella direzione di avere un fisco equo. Senza questa fotografia, qualsiasi intervento finisce per essere, in partenza, con una dose di ingiustizia e di mancata corrispondenza con la realtà e che distorce tutto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Come Fratelli d'Italia, noi voteremo a favore su questo emendamento ma non è su questo che vorrei soffermarmi. Vorrei soffermarmi su questa intensa, vigorosa, sebbene un po' recondita, volontà del collega Fragomeli di intervenire su questo emendamento. Era talmente recondita che è dovuto intervenire il collega Fiano per ricordargli che aveva questa spinta, questa volontà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anche gli applausi goliardici dei colleghi di Fragomeli alla fine del suo intervento - non sarò certo io a sottrarmi da atteggiamenti goliardici e dal voler, ogni tanto, stare in allegria in quest'Aula - non fanno altro che confermare quanto abbiamo sostenuto dall'inizio. Questa riforma del fisco non è l'elemento centrale che sta alla base dell'azione di questo Governo, serve soltanto per portare avanti questo articolo e vorrei che ci spiegassero perché la maggioranza sta facendo ostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Io rimango di stucco perché è un provvedimento che, dopo mesi di lavoro in Commissione, in cui è stato esaminato, se non ricordo male, nell'ottobre del 2021, finalmente discutiamo in Aula con pochi ma significativi emendamenti su cui nessuno fa ostruzionismo. Lo fanno, invece, il collega Fragomeli e il collega Fornaro. Ci dicano qual è il problema, che riguarda evidentemente altri provvedimenti, e politicamente si affrontano anche questi problemi. Noi siamo convinti che, ancora una volta, quest'Aula prende in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e finirà per far pagare anche più IMU agli italiani e per prenderli in giro anche su questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Vorrei mettere a verbale, signor Presidente, che non c'era nulla di goliardico nell'applauso che noi abbiamo fatto al nostro capogruppo in Commissione finanze Fragomeli (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi!

EMANUELE FIANO (PD). …semplicemente perché condividiamo esattamente le cose che ha detto sull'emendamento che riguarda l'articolo 6 del catasto.

Se posso parlare senza dilungarmi…

SALVATORE DEIDDA (FDI). Che ordine dei lavori è?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Che ordine dei lavori è?

PRESIDENTE. Colleghi, Colleghi! Onorevole, sono in grado di discernere un intervento sull'ordine dei lavori. Adesso il collega Fiano finirà il suo intervento, lei non lo interrompa che alimenta il tempo a sua disposizione, null'altro.

EMANUELE FIANO (PD). Vorrei anche ricordare ai colleghi di Fratelli d'Italia, le cui opinioni rispetto, ma non condivido…

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sta commentando un intervento nostro!

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, è sull'ordine dei lavori; qual è l'ordine dei lavori?

EMANUELE FIANO (PD). L'ordine dei lavori è che io penso che non si debba definire goliardico l'applauso di un partito al proprio capogruppo in commissione Finanze (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Va bene, grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei ribadire la nostra posizione, che è contraria sia a una patrimoniale sia a un'ulteriore tassazione sulla casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo dico agli amici che temporaneamente sono al Governo con noi. Mi riferisco al PD e, in parte, al MoVimento 5 Stelle: è evidente che abbiamo tantissimi operai e lavoratori che, con il sudore del loro lavoro, hanno comprato la casa e bisogna garantirgliela (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Credo che non bisogna tornare al 1939 ma, semmai, in una democrazia come la nostra, bisogna difendere la proprietà privata, che è riconosciuta dall'articolo 42 della Costituzione, e bisogna far capire che, se gli italiani sono proprietari di case, vanno difesi e non tassati. Se volete uscire dal Governo, uscite dal Governo ma questo Governo la patrimoniale non la metterà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Io vorrei replicare un attimo all'onorevole Fornaro che si chiede come mai il Governo Renzi non riuscì a fare la riforma del catasto. Per forza, quando ha visto le simulazioni, ha visto che erano più tasse per tutti; ecco il perché. A Fragomeli, sul valore di mercato dico che tale valore è dato da uno studio di la Repubblica che dice: a Roma, più 52 per cento in centro e più 17 per cento in periferia; a Bari, più 32 per cento in centro e più 23 per cento in periferia; a Napoli, più 119 per cento in centro e più 60 per cento in periferia; a Genova, più 27 per cento in centro e più 12 per cento in periferia. Cioè, più tasse per tutti! La Lega, con una lotta impari, durata mesi, è riuscita anche a inserire un articolo che dice che si tutela la casa a prescindere da tutto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché questo deve essere il tema in un Paese che ha il bene casa come crescita e sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. I colleghi del centrodestra sono particolarmente abili, e non è da oggi, a mettere tutti insieme, a far apparire tutti come se fossero piccoli proprietari, operai e vecchiette che hanno risparmiato. Le proposte che abbiamo fatto - prima quella del collega Fratoianni e poi quella sul catasto - hanno una finalità redistributiva: l'operaio che sta a cuore al collega Rixi pagherebbe di meno, non di più.

Certo, quei signori che alla fine votano sempre a destra, perché li protegge, avranno qualche spesa in più, ma si redistribuisce (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I valori catastali vanno messi insieme alle aliquote!

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Raffaele Volpi! Collega Volpi! Collega Volpi!

STEFANO FASSINA (LEU). Mi rendo conto che esplicitare gli interessi di classe in gioco rende qualcuno nervoso, ma è così, perché, oltre al valore, c'è l'aliquota e l'aliquota si sarebbe abbassata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffaele Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Presidente, era solo per ringraziare il collega Fassina, perché ha appena ammesso che aumentano le tasse sulle case (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Finalmente, c'è una voce di verità! Grazie. È vero, l'hai detto tu, quindi io ne prendo atto, sapendo la tua autorevolezza: hai ammesso l'aumento delle tasse sulla casa.

PRESIDENTE. Parlate tutti alla Presidenza, così risulta più semplice.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente. In questa difficile discussione, abbiamo trovato la ragione del nostro impegno: Forza Italia ha difeso la casa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier), tutto quello che è stato fatto è testimoniato dal nervosismo dei nostri alleati temporali di Governo e abbiamo fatto bene a battagliare, ad andare a Palazzo Chigi, a portare a casa la difesa della nostra dignità e della nostra storia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Francamente, quegli interventi iniziali sono serviti per chiarire le posizioni: se non c'è la maggioranza su questo tema, penso che sia un tema nobile per chi nel centrodestra ritiene che non possa fare maggioranza con chi fa quelle affermazioni sul catasto. Non è aggiornamento statistico, perché qualsiasi intervento sul catasto in un senso come quello che è stato espresso dalla sinistra significa mutare la base imponibile dei tributi.

La UIL - non io - ha fatto un esame, soprattutto per la Toscana, l'Umbria e altre regioni, facendo calcoli: secondo il sistema di aggiornamento che si vorrebbe proporre, a Firenze l'aumento delle imposte e dei valori sarebbe dell'81 per cento, a Perugia dell'87 per cento, il valore medio di mercato in euro, al metro quadro, a Firenze sarebbe di oltre 2.200 euro. Se si dice che questo è un aggiornamento statistico - ed è una scelta semplicemente di passaggio, perché altrimenti dall'estero chissà cosa pensano del nostro patrimonio immobiliare, non comprano, perché non sanno cosa avviene -, non sa di cosa parla, perché una cosa è calcolare i valori e stabilire le rendite in funzione degli atti di trasferimento, altro è procedere con aggiornamenti di cui non si ha consapevolezza della natura giuridica e delle modalità con le quali si vogliono fare.

Se il tema è: chi sta dalla parte della tutela del patrimonio immobiliare italiano e della tutela della prima casa e dei valori catastali, con riguardo a diritti acquisiti dal popolo italiano e da coloro che hanno acquistato beni e che questi beni scambiano sul mercato liberamente, sta da una parte; chi sta dall'altra parte e racconta quello che ha raccontato, però lo racconti senza fare ragionamenti tecnici, perché sono ragionamenti che non stanno né in cielo né in terra. Tra parentesi: sindacati e organizzazioni non solo dei proprietari, ma anche degli inquilini hanno fatto i calcoli. Vi faccio presente che qualsiasi ragionamento cade anche sui soggetti che sono conduttori degli immobili, per una serie di altre questioni, sì, certo, che riguardano tutti i calcoli relativi ai tributi comunali, anche quelli a carico dei conduttori.

Quindi, attenzione quando parlate di temi che sono collegati alla proprietà immobiliare. C'è chi ha citato l'articolo 42 della Costituzione: la proprietà privata nel nostro ordinamento è sancita in un principio costituzionale. L'utilità sociale, la funzione sociale non riguarda la valutazione degli immobili, riguarda altri temi, quindi, francamente, prima di parlare e di fare lezioni, come sempre dalla sinistra, cominciate a studiare pure voi, che non sapete un tubo, né di catasto né di immobili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perego di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, faccio fatica a capire il ragionamento dell'onorevole Fragomeli, quando parla della difficoltà degli investitori stranieri di investire nel nostro Paese sulla base di un catasto del 1939. Mi chiedo come, invece, si possa essere attratti dal principio che, se dovessimo rivedere le rendite catastali basandole sui valori di mercato, come accade nella mia città, a Milano, i valori di mercato sarebbero nove volte superiori. Quindi, in un contesto in cui si dice che fino al 2026 non ci sarà una revisione delle imposte sulla casa, mi chiedo quale possa essere il criterio, perché questi investitori siano più attratti. Mi sembra, anzi, che siano assolutamente più allontanati dalla possibilità di investire nel nostro Paese. Questo lo ricordo e collego questo discorso anche all'aumento delle materie prime e al fatto che non ci sia una norma che tuteli i proprietari di case rispetto alle condizioni degli affitti, in cui un inquilino moroso può rimanere anni. Quindi, credo che, come sempre, la sinistra si dimostra molto più interessata a togliere i soldi dalle tasche degli italiani, piuttosto che a metterceli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Presidente, è davvero una discussione un po' curiosa, perché qui c'è poco da fare: non è che ci siano tante strade. L'attuale forma del catasto è razionale, ragionevole, equa? No, punto! Non solo perché è del 1939 - e questo già dovrebbe darci qualche indicazione -, ma perché basta andare in giro a guardare come funziona. Oggi, in questo Paese, ci sono case che hanno un enorme valore commerciale, che si è accumulato nel tempo per effetto di una serie di fattori che, all'epoca della definizione del catasto attuale, non erano prevedibili in questa forma, e che hanno rendite catastali che non hanno alcuna relazione con quel valore commerciale. Il punto non è che se si modifica il catasto, aumenta tutto in modo indistinto; il punto, anche lì, è il rapporto che esiste tra differenti condizioni, perché oggi in questo Paese ci sono rendite catastali che talvolta sono più alte rispetto ad altre rendite in presenza di valori di mercato enormemente più bassi. È lo squilibrio il problema! È la necessità di riequilibrare dentro a una nuova fotografia del sistema e della condizione del Paese.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fratoianni.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Viceversa, si mantiene lo squilibrio e l'ineguaglianza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intanto a me fa piacere che una cosa l'abbiamo determinata, cioè che circa la metà di questo Parlamento riconosce che questa norma è funzionale ad alzare le tasse sulle case degli italiani e questo mi pare che l'abbiamo capito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Non è che avviene adesso: prepara tutto per farlo. Quindi, si prende un bel candelotto di dinamite, ci si infila una bella miccia fiscale, si prepara tutto, si mette a fianco un accendino e lo si consegna al Governo, raccomandando in apertura della norma: “Mi raccomando: non sia usato a fini fiscali”. Questo è ciò che fa questa norma (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Qualche mese fa in Commissione finanze è venuto su un bailamme e si è impiantato il lavoro - è stato sospeso per settimane e per mesi - proprio sul nostro emendamento su questa parte, la quale dice sostanzialmente di aggiungere alla rendita attuale quella dei valori di mercato, cioè, come ha detto prima qualche collega, di aumentare le tasse sostanzialmente a tutti e non solo al riccone che ha una mega-villa che è sottostimata dal punto di vista catastale (tranne poche eccezioni, tutti pagheranno di più: questo è l'esito). Questo avviene in un contesto che non è casuale. Non è un contesto di perequazione, in cui ciascuno paga secondo le proprie capacità; avviene in un contesto in cui i compiti ci vengono dettati dalla Commissione europea, nero su bianco, in modo specifico. Le raccomandazioni specifiche per paese 2019 (Country specific recommandations 2019), per quanto riguarda l'Italia lo dicono chiaramente nella sezione 11: sugli immobili degli italiani si possono - ed è auspicabile - applicare più tasse, più pressione fiscale.

Il Governo, con grande eleganza devo dire, si è presentato in Commissione dicendo: “O il Parlamento questa roba l'approva subito così com'è e a partire dall'articolo 6, che fa questa cosa, oppure cade il Governo”.

Questo è il Governo dei migliori responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), che con due crisi contemporanee voleva cadere, perché l'Italia non riforma subito il catasto (non so se mi spiego).

Dopo aver fatto questo, cosa succede? Si pianta tutto perché noi facciamo presente l'assurdità della cosa. C'è una relazione del Governo - viene dal Ministro questa relazione - che certifica che la norma è coerente con le richieste della Commissione europea, perché sappiamo che tutta questo è nel pacchetto dei condizionamenti del PNRR, quindi sono le condizioni capestro per avere i quattro prestiti che ci hanno dato e che dovremo restituire. Dunque, si impianta tutto e una parte di questo Parlamento decide di trattare col Governo e di cercare di migliorare questa cosa.

L'esito è che, rispetto al testo precedente, che prevedeva di aumentare sostanzialmente la possibilità impositiva, aggiungendo i valori di mercato, si nascondono i valori di mercato dentro un rimando che è quello al decreto del Presidente della Repubblica n. 138 del 1998 che, guarda caso, dice esattamente questo, ossia di andare a determinare la redditività delle unità immobiliari facendo riferimento al mercato. Questo è un gioco delle tre scatole e la cosa peggiore, a cui sto assistendo, non è che si stanno tassando di più le case degli italiani in un momento nero - nero! - ma li si tassa di più e li si tratta da imbecilli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Certo che discutere oggi di un emendamento soppressivo mi fa credere che questo articolo non lo si sia per niente analizzato. Credo che questo argomento non sia stato per niente approfondito, perché ci ritroviamo oggi, nel 2022, a discutere della prima parte dell'articolo 6, che pone questioni che gridano vendetta rispetto ai cittadini, come la necessità di prevedere strumenti - udite udite: probabilmente quelli che propongono l'emendamento soppressivo nemmeno hanno letto l'articolo - per facilitare e accelerare procedure per individuare ed eventualmente effettuare il corretto classamento di queste fattispecie, cioè gli immobili attualmente non censiti. È un emendamento soppressivo con riferimento al quale chiunque farebbe difficoltà a spiegarlo anche al meno disinformato degli italiani. Dunque, terreni edificabili accatastati come agricoli, immobili abusivi, e si individuano a tal fine specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni. Gli immobili abusivi! Noi stiamo perdendo il nostro tempo a discutere su un emendamento soppressivo che sarebbe difficile da giustificare agli italiani, anche quelli meno disinformati.

Ma poi abbiamo perso ore e ore, giornate e settimane a discutere di un ipotetico aumento delle tasse, quando è stato chiaro a tutti, dall'inizio, che c'era un articolo 10 che specificava che dagli articoli 1 e 9 non doveva derivare alcun incremento di pressione tributaria rispetto a quella risultante dalla legislazione vigente. Ancora di più, l'articolo 6, comma 2, punto a), specificava che non sarebbero derivate conseguenze dal punto di vista della tassazione della base imponibile. Tanto rumore per nulla; solamente per fare campagna elettorale e strappare qualche voto in più, dimenticandoci che la razionalizzazione di questo strumento offre una grande opportunità ai cittadini, al Paese e al sistema Paese nel suo complesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Claudio Borghi. Ne ha facoltà per un minuto.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Forse da questo dibattito chi ci sta seguendo non sta capendo una cosa: questo articolo è frutto di una grande vittoria del centrodestra che ha evitato una tassazione evidente con il catasto patrimoniale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Stiamo parlando di un nuovo testo che il Governo non voleva inserire: con la determinazione del centrodestra, unito (quando è unito porta a risultati), ha riscritto questo articolo e ora la tassazione patrimoniale non c'è. Questo dovrebbe essere chiaro a tutti! E al collega Fassina, che parla di ridistribuzione, ricordo che la proprietà non è reddito. Se non ho un reddito, ma ho una casa, non devo essere obbligato a pagare nulla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Cosa faccio? Pago con un abbaino? Le tasse si pagano sul reddito e non sulla proprietà e le tasse sulla proprietà, che ancora ci sono, ci impegneremo, come Governo di centrodestra, a toglierle…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghi.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). …perché le tasse sulla casa non devono esserci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (CI). Grazie, Presidente. È evidente la necessità di un adeguamento dei valori catastali e di altre strutture del catasto. La riforma però non deve essere strumentalizzata e, soprattutto, non può portare ad una patrimoniale mascherata, né ad un aumento della pressione fiscale. Vanno, cioè, rispettati i principi cardine della delega. I comuni, peraltro, già possiedono alcuni strumenti importanti per apportare revisioni al sistema vigente; tuttavia, la riforma non potrà che avere una fase di gestazione più ampia e un coinvolgimento corale del Parlamento. Credo che davvero sia stato fatto un lavoro importante da parte del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intervengo perché ho sentito qualcuno parlare di vittoria del centrodestra e mi veniva troppo da ridere. Leggiamo un pochino il testo, anzi partiamo dal contesto: come diceva benissimo il mio collega Maniero, ai sensi degli articoli 18 e 19 del regolamento istitutivo del Recovery Fund dobbiamo rispettare le raccomandazioni europee, perché, altrimenti, ogni sei mesi non ci arriva il “prestitino”. Le raccomandazioni del 2019 ci dicevano di spostare la tassazione dal lavoro agli immobili e di rivedere il catasto. Allora, vediamo la grande riforma del centrodestra: l'articolo 6 ci diceva, secondo la formulazione originaria, quella che Salvini non avrebbe mai votato, di attribuire a ciascuna unità immobiliare una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato. La nuova riformulazione…

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Raduzzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente. A conforto dell'onorevole Raduzzi e anche in supporto a quello che diceva l'onorevole Borghi, vorrei sottolineare a quest'Aula che, tra le questioni poste dal centrodestra che hanno trovato accoglimento in questa riformulazione, vi è anche il fatto che vengano in qualche modo acclarati 1,7 milioni di immobili fantasma, che potenzialmente potranno generare circa 5 miliardi di gettito aggiuntivo a fronte - guarda la combinazione - della riduzione dell'IMU per i proprietari di quei comuni in cui sono localizzati. Quindi, credo sia un altro elemento che il centrodestra al Governo può rivendicare e noi, come Forza Italia, intendiamo farlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Maniero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'emendamento 6.2 Maniero. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Presidente, come stavo dicendo prima, quando ho sentito i colleghi del centrodestra parlare di vittoria, mi è venuto da ridere. Basta guardare il testo e leggere che cosa è avvenuto in Commissione per capire che, sostanzialmente, stiamo votando la stessa identica cosa, quella che Salvini definiva una patrimoniale. Esattamente al comma 2, lettera b), dell'articolo 6, la prima formulazione citava: attribuire a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale, una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato. Dopo mesi e mesi di lotta, sono riusciti ad arrivare a una formulazione che dice: prevedere che sia indicata per ciascuna unità immobiliare anche un'ulteriore rendita suscettibile di periodico aggiornamento, determinato utilizzando i criteri previsti dal regolamento, di cui al decreto del Presidente della Repubblica.

Uno va a leggersi questo decreto e, all'articolo 5, trova di nuovo i valori espressi con riferimento al mercato. Allora, abbiamo fatto il gioco delle tre carte, cari colleghi del centrodestra, cari colleghi della Lega; e voi dovete dire che vi siete piegati al Governo Draghi per l'ennesima volta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), come avete fatto sul green pass, sulle armi all'Ucraina e, adesso, sulla patrimoniale per le case. Voi siete i servetti scemi di Draghi (Commenti)!

PRESIDENTE. Onorevole Raduzzi! Capisco che il suo obiettivo è farsi richiamare: ci sta riuscendo.

Avverto che la componente del gruppo Misto-Alternativa ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari a un terzo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Maniero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Avverto che sono stati ritirati dai presentatori tutti gli emendamenti a prima firma dei deputati appartenenti al gruppo Fratelli d'Italia, ad eccezione dell'emendamento 6.5 Osnato.

Passiamo agli identici emendamenti 6.4 Maniero e 6.5 Osnato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Preavviso che non darò dello scemo a nessuno, però ci tengo…

PRESIDENTE. Onorevole Maniero, non pensi di giocare con me (Applausi)!

ALVISE MANIERO (MISTO-A). No, le ribadisco, manterrò il vocabolario più corretto in assoluto, ma non voglio che questo venga scambiato come morbidezza nei confronti, secondo me, della gravità politica di quello che sta succedendo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Quindi, con parole garbate esprimerò quanto trovo ributtante quello che sta succedendo, perché prima il bravo collega Raduzzi ha fatto delle osservazioni (Commenti del deputato D'Ettore)

PRESIDENTE. Onorevole D'Ettore…

ALVISE MANIERO (MISTO-A). …riguardo a quella che, secondo noi, non è una conquista del centrodestra. Farò altrettante osservazioni riguardo al fatto che anche nel centrosinistra, secondo me, c'è da restare basiti.

Sono rimasto colpito perché ho trovato un'interrogazione al Ministro dell'Economia e delle finanze di qualche mese fa di un collega di Italia Viva, giustamente preoccupato perché, dopo la Brexit, l'Agenzia delle entrate ha segnalato che l'imposta sugli immobili per gli italiani che hanno immobili all'estero, in particolare nel Regno Unito, sarà valutata sui valori di mercato. Giustamente, il collega si preoccupa e descrive questo ipotizzato aumento come un aumento improvviso ed esponenziale dell'imposta per migliaia di contribuenti risparmiatori italiani. Lui ha ragione! Sa, però, cosa? Noi siamo preoccupati anche per i milioni di italiani che la casa non ce l'hanno nel Regno Unito, ma ce l'hanno in Italia, e avranno più tasse per colpa di questa riforma (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Credo sia opportuno precisare che non per tutto il centrodestra questa sarebbe una clamorosa vittoria; al contrario, Fratelli d'Italia ritiene, se possibile, l'approdo del comma 2 peggiorativo rispetto a quella che era la formulazione iniziale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), già pesantemente criticata da Fratelli d'Italia.

Nella ricostruzione che si sta offrendo è bene precisare alcune cose: esistono raccomandazioni specifiche contenute all'interno del regolamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza con cui si affidano ai singoli Governi dei compiti cui si subordina l'erogazione di prestiti, perché è bene ricordare che questi sono soldi italiani che, o tramite prestiti o tramite finanziamenti diretti, dovremo comunque restituire; si subordina l'erogazione di questi denari all'adozione di alcuni provvedimenti.

Tra questi - è possibile leggerlo nel documento del Piano nazionale, a pagina 28 - per quanto riguarda le raccomandazioni 2019 con riferimento alla politica fiscale nella CSR 1, vale a dire la raccomandazione specifica di cui sopra, il Consiglio raccomanda di ridurre la pressione sul lavoro e di compensare tale riduzione con una revisione delle agevolazioni fiscali e una riforma dei valori catastali non aggiornati. Cosa che ha votato tutto questo Parlamento, al di fuori di Fratelli d'Italia, che, benché quel documento fosse stato fornito all'ultimo minuto, si posizionò su un voto non favorevole.

Perché questa premessa? Il comma 2, di cui con questo emendamento chiediamo la soppressione, mutua quelle parole che prima venivano individuate, ovvero articolo 6, comma 2, lettera b), in cui si prevedeva di attribuire a ciascun unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale. Oggi quel richiamo a una rendita con un ulteriore valore patrimoniale diviene banalmente un'ulteriore rendita, ma sempre rendita è! Ed è un'ulteriore rendita, con cui, cambiando la parola ma non il contenuto, si dà la possibilità al Governo di adottare un “ulteriore” - lo dice la disposizione - parametro che servirà poi ad aumentare, così come dice il PNRR stesso, la rendita catastale e, sotto questo punto di vista, il prelievo fiscale.

In questo diamo atto al collega Fassina e ad altri colleghi di sinistra di avere detto chiaramente che la funzione è redistributiva.

Quindi, nulla cambia, anzi se possibile peggiora, perché, mentre prima si sterilizzavano espressamente gli effetti fiscali, quando Fratelli d'Italia ha chiesto con un emendamento che si ribadisse la sterilizzazione degli effetti fiscali, quell'emendamento è stato respinto.

Non solo: Fratelli d'Italia aveva anche chiesto che venissero immunizzati gli effetti non fiscali di una revisione della rendita, vale a dire quei parametri ISEE - ben lo sanno i colleghi della Commissione - che verranno toccati e immediatamente interferiti.

Allora, la domanda è: dove è finita la sinistra che difendeva le persone che avevano realmente bisogno di supporto? Dove è finita quella sinistra che aiutava le fasce deboli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Dove è finita quella sinistra, che con questo provvedimento va a colpire, mediante la rimodulazione dei parametri ISEE, il valore del patrimonio?

In conclusione, signor Presidente, è bene precisare che per Fratelli d'Italia l'acquisto di un immobile è fatto col frutto del danaro, delle risorse e dei risparmi delle famiglie, che già per questo sono residuate da una tassazione che deve necessariamente essere poi tutelata nella sua dimensione residuale. Se una famiglia decide di comprare una casa per darla ai propri figli, se un'azienda decide di comprare un capannone per svolgere la propria attività, dovrebbe esserci una tutela da parte dello Stato!

Rileviamo che la maggioranza, purtroppo indistintamente tutta, invece, applica un ulteriore parametro, con la finalità di dare al Governo la possibilità di incrementare una rendita catastale che riverbererà i propri effetti nei prossimi Governi. Cercheremo di immunizzare gli effetti negativi di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei che si facesse un po' di chiarezza. A ottobre la delega fiscale è approdata in Consiglio dei Ministri e, da subito, la Lega ha visto la riforma del catasto a valore di mercato, cioè una riforma del catasto che patrimonializzava il catasto. Si passava da un calcolo reddituale a un calcolo patrimoniale, quindi, più tasse per tutti.

I Ministri della Lega, a ottobre, non hanno votato la delega fiscale per il catasto, per l'aumento delle tasse sui risparmi, sugli affitti e per tutte le cedolari, perché non c'era la mini flat tax; quindi, non hanno votato tutta la delega fiscale. A questo punto, dopo mesi e mesi di lavoro, il testo è totalmente diverso!

Totalmente diverso! Non c'è più riferimento al valore di mercato. C'è il riferimento non più a nuove norme di legge di tassazione sulla casa, ma a una legge del 1998 in vigore oggi. Non c'è nessun riferimento al valore di mercato, nessuno! Ma da adesso, dopo un lavoro enorme della Lega, del centrodestra di Governo, che ha voluto a tutti i costi che il prezzo di mercato scomparisse perché sarebbe stato respingente degli investimenti. Infatti, questo Paese dopo la Seconda guerra mondiale ha basato le sue fortune sull'edilizia, ha basato la crescita di questo Paese sul mercato e sull'attività edilizia. Non a caso le associazioni di categoria hanno applaudito al lavoro della Lega e del centrodestra di Governo, perché si è passati dal valore di mercato all'attuale sistema fiscale. Certo dobbiamo controllare, da qui ai prossimi anni, che le forze che hanno voluto l'aumento delle tasse a prezzo di mercato non governino da sole questo Paese. Ecco perché saranno importanti anche le elezioni politiche da questo punto di vista, perché qui si è capito chi tutela la casa degli italiani, Lega e centrodestra, e chi non la tutela, chi la vuole tassare e chi vuole la patrimoniale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buratti. Ne ha facoltà.

UMBERTO BURATTI (PD). Grazie Presidente. Io uscirei un po' da questo “buoni e cattivi”, che mi sembra venga così male descritto in questo momento dai colleghi. La prima riflessione è su come si calcola la rendita catastale. Attualmente la rendita catastale si applica sui vani. Questo riferimento ai vani dovrebbe far riflettere, perché, se io ho una casa di 100 metri quadrati con 4 stanze, sono 4 vani; se io vado a frazionare uno di quei vani, mi diventano 5 vani e mi aumenta la rendita, ma la superficie della casa è la solita. Ora io l'ho fatta così, per cercare di rappresentare qual è la situazione. Vorrei far riflettere tutti sulla necessità, come è scritto nella rubrica dell'articolo 6 “Principi e criteri direttivi per la modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e la revisione del catasto dei fabbricati”. Come diceva il collega prima di me, si fa riferimento a una norma esistente, il decreto del Presidente della Repubblica n. 138 del 1998. Ad esempio, il richiamo all'articolazione del territorio comunale in ambiti territoriali omogenei di riferimento è fondamentale, perché in un comune non si può pensare che sono tutti uguali i fabbricati a seconda dove stanno. L'altro aspetto importante riguarda la rideterminazione delle destinazioni d'uso catastali, distinguendole fra ordinarie e speciali. Infine - e mi ricollego alla parte iniziale del mio intervento - l'adozione di unità di consistenza per gli immobili di tipo ordinario. Allora, tutto questo per dire cosa? A me sembra che nel voler vendere tutto questo come una vittoria del centrodestra, che difende la casa degli italiani, mentre le altre forze politiche la vogliono affossare, si racconta una favola lontana dalla realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Viene avanti - ma non è una novità - una larga schiera di difensori della “casa degli italiani”, che naturalmente è un ottimo intento, se non fosse innanzitutto che abbiamo ascoltato alcuni argomenti un po' curiosi. L'onorevole Borghi, per esempio, ci ha spiegato che l'intervento sul patrimonio sarebbe perfino immorale, perché se uno ha solo una casa, ma non ha alcun reddito, come fa a campare? Ora, intanto, vorrei segnalare, a proposito di questo argomento, ma più complessivamente nei confronti dei difensori e delle difensore della casa degli italiani, che in questo Paese - e su questo io, forse, avrei avuto qualcosa da obiettare, nella misura e nella modalità con cui quella scelta è stata realizzata, non nel principio di fondo - la prima casa degli italiani non è soggetta ad alcuna imposta. Ciò tanto per chiarire, perché sono diverse ore che discutiamo di questo e pare che siamo davanti alla rapina della casa degli italiani, costruita con il sudore della propria fatica. Vorrei ricordare che, qualche tempo fa, è stata cancellata l'imposta sulla prima casa. Io all'epoca ebbi qualcosa da ridire, segnalando, su quel passaggio, che anche in quel caso le case non sono proprio tutte uguali; la mia posizione non è stata maggioritaria, ma tant'è, la prima casa degli italiani non ha imposte. Quindi, tanto per cominciare, questa tiritera un po' retorica della rapina agli italiani cerchiamo di metterla di lato.

Arriviamo al secondo punto; tolta di mezzo un po' di paccottiglia propagandistica andiamo un po' più in profondità. Cominciamo dalla seconda casa; ora, come è noto, questo Paese è pieno così, pullula di operai e di operaie, quelli che si alzano la mattina alle 5 per andare a lavorare, quelli di cui però, quando si lamentano dei salari troppo bassi, ai difensori della casa degli italiani non frega nulla eh, perché quando i lavoratori e le lavoratrici italiane scioperano, chiedono salari dignitosi, chiedono di non essere pagati con salari da fame, chiedono più diritti, i difensori della casa degli italiani scompaiono, si sciolgono come neve al sole, non ne ho mai visto uno, di questi difensori, in piazza con i lavoratori e le lavoratrici di questo Paese a difendere le lotte per il salario, per la dignità e contro la precarietà. Ma ciò detto, pazienza, quello, anche qui, sta all'empatia di ciascuno col lavoro, in questo Paese, e con la sua dignità. Ma, come dicevo, questo Paese è pieno di operai e di operaie che con la loro fatica si sono comprati la seconda, la terza, la quarta casa, magari, nel centro di Roma, di Milano o di Firenze, laddove il criterio attuale di definizione della rendita catastale mostra tutte le sue storture; è proprio pieno, sono tutti lì, sono loro quelli che hanno la seconda e la terza casa nel centro di Roma, nel palazzo magari un po' d'epoca, dove le storture del catasto pesano di più, sono tutti lì, non li vedete, non li conoscete? Io li conosco, sono tutti operai, tutti, quelli che, con un povero stipendio da 1.200 euro, o 1.300 euro, perché questi sono gli stipendi, quando va bene, dei lavoratori e delle lavoratrici di questo Paese, si sono fatti la seconda, la terza e la quarta casa, quelli a cui verrebbe applicata una rapina. La verità, colleghe e colleghi, non è questa, la verità è che voi - contro l'ipotesi di una riforma del catasto, una riforma che, peraltro, non è sufficiente, non c'è, questo articolo non va sufficientemente nella direzione in cui dovrebbe andare - quello che difendete non è il frutto del lavoro e della fatica di una vita, ma è la rendita, la grande proprietà, è la condizione di chi in questo Paese continua a costruire una posizione di costante privilegio. Questa è la verità, dirlo non farebbe male, in modo che tutti abbiano chiaro quali sono gli interessi che si difendono o che si cercano di mettere, anche modestamente, è vero, in modo assai moderato, altro che estremismo, in discussione in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Claudio Borghi. Ne ha facoltà, per un minuto.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Presidente, comunichi per favore al collega Fratoianni che, forse, lui è abituato a frequentare gente che le case le occupa, perché chi le case le compra, per la prima casa deve pagare l'imposta di registro, l'imposta catastale, l'imposta ipotecaria fissa, cioè tutte quelle cose che vanno sulla prima casa; forse qualcuno se ne dimentica, ma i redditi con cui io compro una casa sono già tassati, con questi redditi già tassati compro una casa su cui mi fanno pagare delle tasse nel momento stesso in cui l'acquisto e, dopo, dovrei essere lasciato in pace; invece, voi volete prendere e tassarmi anche dopo che mi sono preso una casa. Per il resto, però, ragazzi, questa è propaganda, da destra e da sinistra, le chiacchiere stanno a zero, qui, c'è scritto, nel testo originale: oltre alla rendita catastale il relativo valore patrimoniale, ai valori normali espressi dal mercato. Queste parole non ci sono più, tutto il resto è propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.4 Maniero e 6.5 Osnato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo 6. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Presidente, solo per una nota di colore, perché siamo stati un'ora ad assistere a due parti di questa stessa maggioranza che si prendevano a sganassoni, praticamente, su questi emendamenti, per poi vederli votare uguale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Allora, le cose sono due: o una delle due parti non ha capito cosa c'è in questa delega o, forse, questa delega è scritta in maniera così tanto generica che poi Draghi ne potrà fare quello che vorrà. Perché altrimenti le due cose non stanno insieme (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Vi siete massacrati per mezz'ora e, poi, avete votato uguale. Questa è proprio lo slogan, lo spot, la cartina di tornasole dell'irrilevanza alla quale ormai Draghi ha ridotto questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore a esprimere il parere.

LUIGI MARATTIN, Relatore. Presidente, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Tranne che sull'emendamento 7.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), forse, che è della Commissione bilancio, giusto?

LUIGI MARATTIN, Relatore. Sì, chiedo scusa, su quello il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Anche per il Governo il parere contrario ad eccezione dell'emendamento 7.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

PRESIDENTE. Bene, passiamo alla votazione dell'emendamento 7.1 Fratoianni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Signor Presidente, qui, siamo su un altro fronte, discutiamo dei principi di revisione delle addizionali locali, quelle di competenza degli enti locali, che pure pesano non poco dal punto di vista fiscale sugli italiani e le italiane, sulle famiglie, sui lavoratori e le lavoratrici. Anche qui, poniamo una questione, perché siamo di fronte a una condizione nella quale il nostro sistema fiscale in questi anni è stato caratterizzato da alcune tendenze, una è quella che ha determinato una progressiva contrazione della progressività. Lo ha ricordato il collega Pastorino nella sua dichiarazione di voto, a proposito dell'articolo 2, quando ha detto che, per esempio, esiste una differenza radicale tra chi sostiene che la via per semplificare e rendere più efficace il fisco o anche più giusto sia quella di ridurre, ridurre e ridurre il numero di aliquote e chi pensa, per esempio, a un modello improntato al sistema tedesco, a un modello, cioè, che immagina un'aliquota flessibile che si adatta alla progressiva e diversa condizione di ciascuno e di ciascuna. In quel caso, le aliquote si moltiplicano, diventano quasi puntuali: ad ogni scatto tu paghi qualcosa di diverso, perché quella moltiplicazione fa sì che si riducano i margini di ingiustizia. Quali sono i margini di ingiustizia? È facile, pur essendo di fronte a delle aliquote marginali, sono legati al fatto che dentro la contrazione delle aliquote a un certo punto ti accorgi che chi ha redditi molto alti finisce per pagare, in proporzione, meno di chi ne ha di più bassi. Ora, sugli interventi legati all'imposizione fiscale degli enti locali, questo fattore è ulteriormente accentuato perché spesso e volentieri si determina una condizione in cui quelle imposte hanno una condizione di progressività zero, cioè determinano, anche quando non dichiarata, una sorta di mini flat tax, naturalmente mini perché si applica soltanto ad alcuni aspetti specifici.

Quello che proponiamo con questo emendamento è, né più né meno, chiedere che anche nei criteri di revisione di quelle imposte si applichino criteri di progressività. Qui non c'è neanche una proposta quantitativa, perché si può discutere, no? Noi avanziamo una proposta di revisione dell'imposta patrimoniale che ha delle regole, delle franchigie, dei criteri di progressività e qualcuno mi può dire: guarda, onorevole Fratoianni, hai sbagliato perché la franchigia deve essere più alta, perché l'aliquota deve essere diversa, e, se la discussione va nel merito, ci si confronta. In questo caso proponiamo una cosa semplice semplice: che quei criteri di revisione siano comunque ispirati e regolati da criteri di progressività, cioè che non facciano il contrario di ciò che è previsto dalla nostra Costituzione.

Ancora una volta, si tratta non solo di discutere tecnicamente del fisco, della sua efficacia e funzionalità, ma di immaginare il fisco come uno degli strumenti in grado di intervenire sulla realtà. E dunque si tratta, ancora una volta, di fare i conti col fatto che la realtà non è, come dire, uno spazio piatto, indistinto. Si tratta di fare i conti col fatto che, per esempio, non esistono - avete voglia a richiamarli ogni volta in termini retorici - gli italiani o le italiane. Esistono gli italiani e le italiane che stanno meglio e quelli che stanno peggio, e questo vale sempre. Dunque, applicare criteri di progressività significa non solo rispettare la Costituzione, ma cercare di utilizzare il fisco come strumento anche di efficace redistribuzione dei pesi e delle possibilità. Mi pare una cosa, ripeto, di buonsenso, anche qui, altro che estremista, assai moderata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Fratoianni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'articolo 7. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. L'articolo 7 potremmo anche definirlo l'articolo del federalismo fiscale, perché è l'articolo che si occupa della rivisitazione delle addizionali IRPEF in capo ai comuni e in capo alle regioni, e della loro nuova trasformazione in sovraimposta. Come Partito Democratico, abbiamo detto in modo molto chiaro che devono essere garantiti tutti da questa trasformazione e che non ci deve essere un maggior peso fiscale su alcuni soggetti rispetto ad altri. E abbiamo ottenuto, in particolare, che tutti gli italiani contribuiscano alle entrate delle regioni e dei comuni, perché oggi non era così. Oggi noi sappiamo che ci sono dei lavoratori, dei dipendenti non dipendenti, dei lavoratori autonomi, che non contribuivano, perché in un sistema forfettario, neanche per un euro al sistema regionale, a pagare la sanità regionale, così come non contribuivano per 1 euro a pagare i servizi locali. Oggi, grazie al nostro emendamento che è stato inserito all'articolo 7, tutti comparteciperanno, invece, alle risorse regionali e comunali, e quindi si fa un passo in avanti perché pensiamo che il bene sanità, così come i servizi comunali, debbano essere pagati da tutti e non solo da alcuni, specialmente dopo quello che è avvenuto con la pandemia.

Un altro tema importante che abbiamo sollevato e abbiamo condiviso con altre forze politiche è quello per cui, in caso di disavanzo sanitario, non è pensabile che il maxi aumento delle addizionali possa essere fatto solo su coloro che sono nel regime IRPEF, sui lavoratori e i pensionati, ma deve essere equamente distribuito su tutti i soggetti, ossia i nuovi oneri per contribuire al pagamento di disavanzi sanitari, perché anche questo è un elemento importante. Quindi pensiamo che questo sia un inizio, quello della compartecipazione di tutti gli italiani - anche coloro che sono in sistemi sostitutivi - al federalismo fiscale. Pensiamo che bisognerà fare ancora molto per il federalismo fiscale, ma questo sicuramente è un grande passo in avanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Avverto che il gruppo Liberi e Uguali ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Ne hanno fatto richiesta e la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto a quello precedentemente assegnato.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferite proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferite proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUIGI MARATTIN , Relatore. Parere contrario sull'emendamento 10.1 Fratoianni e parere favorevole sull'emendamento 10.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere contrario sull'emendamento 10.1 Fratoianni e, ovviamente, parere favorevole sull'emendamento 10.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 10.1 Fratoianni.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'emendamento 10.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, mi perdoni, ma nel fascicolo non c'è l'emendamento 10.300.

PRESIDENTE. C'è il fascicolo nuovo, che è a disposizione di tutti i colleghi, e lì c'è l'emendamento della Commissione bilancio, a cui probabilmente avete anche contribuito nel parere.

Non essendoci richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3343-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per gli illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3343-A/1 Gusmeroli, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3343-A/2 Snider, favorevole con riformulazione, che leggo “a dare seguito, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, agli impegni” e poi segue la formulazione originaria; ordine del giorno n. 9/3343-A/3 Durigon, leggo la formulazione rivista: “impegna il Governo ad adoperarsi per superare le incertezze interpretative in merito a quanto in premessa, valutando le condizioni per confermare che i terreni destinati ad attività agricola” e poi segue la formulazione; ordine del giorno n. 9/3343-A/4 Di Muro, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/3343-A/5 Cavandoli, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3343-A/6 Covolo, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di… compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”; ordine del giorno n. 9/3343-A/7 Baratto, favorevole; ordine del giorno n. 9/3343-A/8 Cancelleri, favorevole; ordine del giorno n. 9/3343-A/9 Schullian, favorevole con riformulazione “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”; ordine del giorno n. 9/3343-A/10 Lucaselli, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di” per entrambi gli impegni; ordine del giorno n. 9/3343-A/11 Ferro, contrario; ordine del giorno n. 9/3343-A/12 Russo, favorevole con riformulazione “ a valutare l'opportunità di… compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”; ordine del giorno n. 9/3343-A/13 Caiata, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di… compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” ordine del giorno n. 9/3343-A/14 Rotelli, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3343-A/15 Zanichelli, favorevole; ordine del giorno n. 9/3343-A/16 Paolin, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3343-A/17 Ciaburro “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3343-A/18 Caretta, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di” ordine del giorno n. 9/3343-A/219 Giacomoni, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di” ordine del giorno n. 9/3343-A/20 Squeri, accolto con la seguente riformulazione, che leggo testuale: “impegna il Governo a tener conto dell'opportunità di evitare effetti regressivi per le persone fisiche e penalizzanti per le imprese al fine di evitare fenomeni di povertà energetica e di desertificazione industriale”; ordine del giorno n. 9/3343-A/21 Giacometto, accolto con riformulazione premettendo “a valutare l'opportunità di” ed eliminando da “nell'ambito” sino a “lettera (c”¸ ordine del giorno n. 9/3343-A/22 Martino, accolto con riformulazione “a valutare l'opportunità di” ed eliminando, nell'ultimo periodo, da “ivi compresi” sino a “tributario”; ordine del giorno n. 9/3343-A/23 Benigni, accolto; ordine del giorno n. 9/3343-A/24 Porchietto, accolto con riformulazione, sostituendo “ulteriori” con “adeguati”; ordine del giorno n. 9/3343-A/25 Bellucci, contrario; ordine del giorno n. 9/3343-A/26 Maschio, contrario; ordine del giorno n. 9/3343-A/27 Varchi, contrario. Ordine del giorno n. 9/3343-A/28 Bartolozzi, accolto con riformulazione “a valutare l'opportunità di… compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” ordine del giorno n. 9/3343-A/29 Cattaneo, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3343-A/30 Mollicone, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3343-A/31 Deidda - è arrivato in questo momento -, favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di… compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Perfetto. Onorevole Gusmeroli, accetta la riformulazione? Sì. Snider, accetta la riformulazione? Durigon, accetta la riformulazione? Grazie. Di Muro, accetta la riformulazione? Sì. Cavandoli, accetta la riformulazione? Sì. Covolo, accetta la riformulazione? Sì. Baratto, favorevole. Cancelleri, favorevole. Schullian, accetta la riformulazione? Sì. Lucaselli, accetta la riformulazione? Sì. Ferro, contrario si mette ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/11 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Ordine del giorno n. 9/3343-A/12 Giovanni Russo. Onorevole Russo, accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3343-A/13 Caiata. Onorevole Caiata, accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3343-A/14 Rotelli. Onorevole Rotelli, accetta la riformulazione? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/15 Zanichelli c'è parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3343-A/16 Paolin. Onorevole Paolin, accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3343-A/17 Ciaburro. Onorevole Ciaburro, accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3343-A/18 Caretta. Onorevole Caretta, accetta la riformulazione? Sì. Onorevole Giacomoni accetta la riformulazione? Sì. Onorevole Squeri, accetta la riformulazione? Sì. Onorevole Giacometto, accetta la riformulazione? Ok. Onorevole Martino, accetta la riformulazione? Bene. Onorevole Porchietto, accetta la riformulazione? Bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/25 Bellucci il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Rimaniamo davvero basiti e anche rammaricati del non accoglimento di questo ordine del giorno; trattava un tema conosciuto ai più, cioè quello dell'ISEE e di come viene calcolato. Sappiamo quanto l'ISEE sia fondamentale per il riconoscimento di servizi sociali, ma anche per servizi come il servizio mensa, quindi sappiamo benissimo quanto sia importante per le famiglie avere un conteggio dell'ISEE che sia veramente commisurato ai bisogni della famiglia. E, allora, in più occasioni, nelle audizioni che si sono svolte in questa Camera è stato sottolineato, dalle parti sociali, dai sindacati, dalle associazioni di rappresentanza delle famiglie come l'ISEE sia uno strumento ingiusto, iniquo non capace di sostenere le famiglie e di sostenere, nella perfetta esigibilità di servizi sociali e di servizi fondamentali per gli italiani. Allora, con questo ordine del giorno vi chiedevamo di potervi impegnare a revisionare la quantificazione dell'ISEE; la prima casa, come bene fondamentale per gli italiani, non può essere utilizzata per poi andare a quantificare l'ISEE conteggiandone il valore. Tra l'altro, la parte di franchigia che viene prevista è talmente ridotta, 50 mila euro, che evidentemente lascia fuori non persone diciamo ricche, benestanti, ma la moltitudine di italiani che, con sacrificio, hanno acquistato una casa e l'hanno fatto per dare solidità alla propria famiglia, per lasciare un'eredità ai propri figli e in questo, quindi, andare a costruire la stabilità dell'Italia stessa; infatti, sappiamo perfettamente che il debito pubblico da una parte, è caratterizzato da una grande stabilità dell'Italia, caratterizzata dal risparmio degli italiani e da quel risparmio che si è concretizzato anche con l'acquisto di una prima casa, acquistata appunto con i sacrifici degli italiani. Allora, andare a quantificare l'ISEE conteggiando il valore della prima casa è errato, è un ennesimo attacco che viene fatto alla prima casa, alla proprietà privata e a quel bene che è fondamentale per dare la stabilità.

A questo si aggiunge il fatto che non vengono ancora eliminate quelle detrazioni fiscali che invece vengono conteggiate nell'ISEE e quindi, inevitabilmente, si conteggia anche tutto ciò che la famiglia spende per sostenere la famiglia stessa.

Allora, basta con questa quantificazione dell'ISEE siffatta; è sbagliata, errata. Vi viene detto, in più occasioni, che non può essere definito ricchezza ciò che è indispensabile per portare avanti il bilancio familiare. Se siamo l'ultima nazione per natalità (1,24 figli per donna) è perché la nostra fiscalità non è a misura di famiglia, non è a misura di bambini, non è a misura di diritto delle coppie di poter continuare a procreare.

Oggi l'Istat ci dice che far nascere un bambino significa aumentare la povertà di una famiglia: è anche a causa di un ISEE come questo, è anche a causa dell'ISEE come strumento di accesso ai servizi sociali, educativi, ai servizi mensa. Ve l'abbiamo detto, ve l'hanno detto in tutti i modi, Fratelli d'Italia continua a dirlo in quest'Aula, a dirlo a grande voce, a richiamare la vostra attenzione: quest'Italia potrà rialzarsi e dare il diritto alle coppie di poter continuare a fare famiglia e a procreare se cambierà strumenti come questi e, quindi, se cambierà l'ISEE, se anche lo metterà da parte e sostituirà con altri strumenti il diritto d'accesso ai servizi sociali, educativi e alle mense. Se non lo farete, sarete inevitabilmente strumento e artefici della denatalità e di una fiscalità che non aiuta e non protegge le famiglie.

Quindi sono assolutamente contrariata da questo parere, almeno potevate accoglierlo, riformulando. Anche in questa occasione avete dimostrato distrazione, miopia oppure pregiudizio nei confronti della famiglia e del diritto degli italiani di continuare ad esistere e continuare a moltiplicarsi. Quindi, ovviamente, chiedo sia messo ai voti dell'Aula, nella speranza che almeno una parte della maggioranza possa sostenere questo ordine del giorno e, quindi, possa riconoscere una fiscalità a misura di famiglia e a misura d'infanzia.

PRESIDENTE. Credo che abbia colpito il sottosegretario, che ha chiesto di parlare.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. In realtà, il Governo voleva intervenire sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/9. Re melius perpensa, il parere era un accolto con riformulazione, ma era sfuggita una frase nella riformulazione…

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, facciamo questa votazione, siamo in fase di votazione, se ha una comunicazione, la facciamo dopo.

Passiamo, dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/25 Bellucci, con il parere contrario del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3343-A/26 Maschio, sul quale c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/26 Maschio, con il parere contrario del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3343-A/27 Varchi, sul quale c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/27 Varchi, con il parere contrario del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3343-A/28 Bartolozzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Su questo ordine del giorno chiederei al Governo un'ulteriore riflessione, perché, mentre sono d'accordo sulla riformulazione “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”, non posso accettare la prima parte della riformulazione, che è la formula di stile “a valutare l'opportunità di”. Perché? Perché quello che tento di fare con questo ordine del giorno è impegnare il Governo alla creazione di una magistratura tributaria terza, imparziale e professionale. Questo obiettivo non solo rientra tra quelli indicati, che il Governo italiano ha indicato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovremmo licenziare entro settembre - quindi abbiamo anche urgenza -, ma rientra nella scrittura di un disegno di legge che pende all'esame del Senato, che va in questa direzione, e, sottosegretario, soprattutto pende in questa direzione anche il contenuto di quattro proposte di legge che sono state presentate alla Camera, trasversalmente, dalla Lega, da Fratelli d'Italia, da Forza Italia, con me, dal MoVimento 5 Stelle e anche dal PD al Senato.

Quindi, come vede, tutto l'asse parlamentare vuole la creazione di una magistratura tributaria. Quindi, se mi elide l'inciso - chiudo -, per me va bene.

PRESIDENTE. Sottosegretario Freni, prego.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Possiamo modificare la riformulazione, tenendo conto della pendenza in Senato, della pendenza di questi disegni di legge e, quindi: “valutare, in sede di esame dei disegni di legge attualmente all'esame del Senato, l'opportunità di”. Questa è la riformulazione che possiamo introdurre; diversamente, dobbiamo confermare il “valutare l'opportunità di”.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. No, onorevole Bartolozzi, lei è già intervenuta, non accetta la riformulazione, lo mettiamo ai voti come riformulato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3343-A/28 Bartolozzi, con il parere contrario del Governo. Ricordo che l'onorevole Bartolozzi non accetta la riformulazione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3343-A/29 Cattaneo, sul quale c'è un parere favorevole con una riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3343-A/30 Mollicone: c'è una riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3343-A/31 Deidda: c'è una riformulazione, che viene accolta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per una precisazione il sottosegretario Freni. Ne ha facoltà. Naturalmente, l'ordine del giorno resta con la riformulazione che abbiamo già dato, ma il sottosegretario Freni fa una sua precisazione, che resta a verbale. Prego.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. La precisazione è che, per un mero errore materiale delle carte del sottosegretario Freni, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3343-A/9 Schullian prevedeva anche l'introduzione delle seguenti parole: “valutare l'opportunità di, in un'ottica di cooperazione tra livelli di governo volta all'efficiente fornitura dei servizi pubblici”, e poi segue il periodo. Questa era la riformulazione che, se non avessi perso le carte, avrei letto correttamente, me ne scuso.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, essendo l'ordine del giorno un documento che impegna il Governo, voi senz'altro darete seguito all'impegno così come da lei riformulato. Quest'Aula è esperta di ordini del giorno del Governo che vengono immediatamente resi attivi (Applausi).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. In analogia con il comportamento che abbiamo adottato in altre occasioni, arrivando a quest'ora, essendo prevista la chiusura dei lavori alle 20 e, quindi, non riuscendo a completare le dichiarazioni di voto entro la fine, chiedo di interrompere l'esame del provvedimento e di rinviare alla parte pomeridiana della seduta di domani il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ci sono obiezioni? Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà. Colleghi, ci sarà sicuramente un voto se ci sono obiezioni, lo dico per chi sta andando via. Prego.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Come ho detto prima, io non mi sottraggo all'ironia e alla goliardia, però che la Presidenza sottolinei quasi con arrendevolezza che gli ordini del giorno vengano disattesi dal Governo mi lascia un po' stupito, conoscendo anche la sua attenzione al ruolo istituzionale che tutti noi svolgiamo (Applausi).

Detto questo, allo stesso modo, apprezzo lo sforzo del collega Fornaro di trovare delle analogie che io faccio fatica a trovare, perché, vede, sono le 19,25, secondo il mio orologio: abbiamo una dichiarazione di voto che durerebbe un'ora e mezza e qui era prevista la notturna, se non ricordo male. Abbiamo la delega fiscale che era il centro della politica economica del nostro Governo e, invece, viene trattata come una mozione del luna park (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) da mettere qui o lì, da parte della maggioranza, a seconda di quando serve giostrarsi su altri decreti, su altri provvedimenti. Io direi che si possono tranquillamente fare adesso le dichiarazioni di voto. Abbiamo lavorato anche fino a ore tarde in passato, anche per questo provvedimento in Commissione, e credo che per le 21, facendola proprio lunga, avremmo finito tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Darò la parola a un deputato contro e a uno a favore. Onorevole Trano, lei è a favore?

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, io credo che abbiamo fatto le corse oggi…

PRESIDENTE. Onorevole Trano, mi scusi, lei è a favore dell'interruzione dei lavori?

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). No, sono contro.

PRESIDENTE. Allora ha già parlato il collega Osnato, così è previsto.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Volevo parlare sull'ordine dei lavori, però Presidente.

PRESIDENTE. Allora, dopo la votazione le darò senz'altro la parola sull'ordine dei lavori.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di sospensione della seduta.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 239 voti di differenza.

Dunque, procederemo al rinvio a domani del seguito dell'esame del provvedimento, così come richiesto. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, io non capisco per quale motivo noi oggi abbiamo dovuto fare le corse per approvare questa legge delega. Non abbiamo avuto neanche il tempo di leggere con calma i fascicoli e poi, invece di andare a fare subito le dichiarazioni di voto, addirittura si è dovuto fare un rinvio. Questo è anomalo. La gestione dell'Aula non dovrebbe essere così, anche perché questa mattina è stato sovvertito l'ordine del giorno con cui erano stati elencati i provvedimenti. Questo modo di fare ci lascia basiti, perplessi e soprattutto credo che sia disdicevole, anche per l'urgenza con cui questa maggioranza ha voluto portare in Aula il provvedimento relativo alla legge delega, e noi dell'opposizione lamentiamo e contestiamo questo modo di fare.

Nuova organizzazione dei tempi di esame delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata una nuova organizzazione dei tempi per lo svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e del 24 giugno (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Oggi su un importante quotidiano nazionale c'è un titolo che credo debba riportare all'attenzione un argomento di cui non si parla mai. Il titolo è: i numeri aggiornati di uno scandalo ignorato. In Italia ci sono circa 90 mila donne con i genitali mutilati; 7 mila sono minorenni e la maggior parte sono nigeriane ed egiziane.

I dati sono chiaramente sottostimati, perché dove si praticano, nel nostro Paese, le mutilazioni genitali femminili ne parlano soltanto le ultime generazioni e sono solo le ultime generazioni che timidamente chiedono aiuto. Sul tema dell'infibulazione la SICPRE, la società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva - rigenerativa ed estetica, ha organizzato per venerdì prossimo a Padova un summit che vuole essere un momento di incontro politico, sociale e divulgativo - così lo ha definito - dove è annunciata anche la partecipazione della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. L'infibulazione è una pratica barbara - abbiamo visto i numeri che sono, lo ripeto, sottostimati - che ancora esiste e resiste in alcune etnie immigrate nel nostro Paese, che sono legate ad antiche tradizioni tribali e su cui abbiamo tutti la responsabilità di accendere un faro. Diventa importante, a partire dalle istituzioni, discutere, informare e impegnarsi affinché questa usanza barbara e tribale finisca una volta per sempre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alemanno. Ne ha facoltà. Colleghi, se possiamo fare un maggior silenzio in Aula. Prego.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. Piove pochissimo, le temperature aumentano, i letti dei fiumi si svuotano e in buona parte d'Italia manca l'acqua per irrigare i campi. È la crisi idrica che ci preoccupa per il futuro del pianeta e nell'immediato per i danni alle nostre attività economiche, agricoltura in primis.

In Puglia conosciamo bene il dramma della siccità e alcuni studenti del liceo “Vallone” di Galatina hanno condotto un'indagine sul sistema idrico salentino, rivolgendo alle istituzioni una domanda di cui io mi sono fatta portavoce: perché l'invaso del Pappadai, nei pressi di Monteparano, a Taranto, la più grande opera idraulica mai realizzata dal dopoguerra in Italia, costata allo Stato ben 262 milioni di euro, costruita per sopperire al fabbisogno idrico dei campi salentini, non è mai entrata in funzione e giace dimenticata da decenni? I salentini hanno diritto ad avere delle risposte.

Perciò, ho depositato un'interrogazione parlamentare ai ministri competenti, aspettandomi che ci vengano fornite delle ragioni valide e si proceda alla conclusione dell'opera con immediatezza. La nostra terra chiede acqua e noi abbiamo il dovere di usare ogni mezzo a disposizione. Non farlo ci renderebbe complici di un danno irreparabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.

CECILIA D'ELIA (PD). Grazie, Presidente. Vita meravigliosa sempre mi meravigli, che pure senza figli mi resti ancora sposa. È morta nel giorno più lungo Patrizia Cavalli, 75 anni, poeta straordinaria, conosciuta anche dal grande pubblico. In queste ore qualcuno ha parlato di poeta pop. Come ha ricordato il Ministro Franceschini, i suoi versi hanno saputo parlare a migliaia di persone. Nata a Todi nel 1947, arriva a Roma nel 1968; qui conosce Elsa Morante, e racconterà che proprio a lei deve l'essere diventata poeta. Studia filosofia, la sua prima raccolta si intitola Le mie poesie non cambieranno il mondo; eppure la ricordo con noi sul palco il 13 febbraio 2011. Con noi di Se non ora quando, i suoi versi La patria aprono l'immensa manifestazione. Ha riempito teatri come pochi poeti hanno saputo fare. Ci ha messo più volte, noi tutti, davanti ai misteri dell'amore, dell'ossessione amorosa, dove l'amore si situa, dove riposa fisicamente, nel corpo, proprio in quel punto dove mi fa male, dietro la quarta vertebra dorsale. Come ha scritto Sara De Simone, recensendo l'ultima sua raccolta, Vita meravigliosa, meravigliosa perché la si può nominare, vita detta e significata attraverso le parole che la rappresentano nel suo essere e nel suo svolgersi, elementare eppure così difficile da fermare. Di questa vita fa parte anche il mistero; il mistero che abita le cose, che le tiene insieme. E proprio al mistero lei ha scritto: ma prima di morire forse potrò capire la mia incerta e oscura condizione; forse per non morire continuo a non capire, sicura in questa chiara confusione. Grazie poeta, grazie Patrizia Cavalli, che la terra ti sia lieve (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

FELICE MARIANI (LEGA). Presidente, colleghi, sono particolarmente lieto nell'annunciare che oggi la Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, la Fijlkam, compie 120 anni; un traguardo che si è voluto giustamente solennizzare con l'emissione di un francobollo valido per la posta ordinaria. L'immagine, del valore postale di 1,10 euro, raffigura il Centro olimpico federale intitolato a Matteo Pellicone, che sorge a Ostia Lido, e tre coppie di atleti che simboleggiano i principali sport della Fijlkam, la lotta, il judo e il karate, rappresentati ognuno con i colori convenzionalmente attribuiti dalla Federazione a ciascuna disciplina. Matteo Pellicone è stato un grande uomo di sport, un dirigente stimato a livello nazionale ed internazionale. È stato guida e punto di riferimento della Federazione per oltre trent'anni. Nel bollettino illustrativo che accompagna il francobollo commemorativo viene ricordato il lungo viaggio della Fijlkam, il cui inizio si deve al marchese Luigi Monticelli Obizzi, che il 18 gennaio fondò a Milano, nel 1902, la Federazione atletica italiana, di cui fu anche presidente sino al marzo 1911. La Federazione, che nel tempo ha saputo valorizzare al meglio le eccellenze sportive italiane, gestisce oggi, assieme alle discipline di lotta, judo e karate, numerose altre specialità di combattimento non olimpiche, il jujitsu, l'aikido e la MGA, collezionando negli anni più di 1.300 medaglie nelle più importanti competizioni internazionali, con ben 56 medaglie olimpiche. Risultati che fanno ben sperare anche per il futuro. Concludendo, ho trovato con piacere che qui, in Parlamento, molti colleghi hanno praticato judo fin da bambini e altri si sono avvicinati solo ora, con molto entusiasmo. Per queste discipline non è mai troppo tardi.

PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 22 giugno 2022 - Ore 9:

1. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e del 24 giugno 2022.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

3. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto. (C. 3591-A​)

Relatore: FRANCESCO SILVESTRI.

4. Seguito della discussione delle mozioni Lupi, Squeri e Schullian n. 1-00540, Vianello ed altri n. 1-00545, Masi ed altri n. 1-00614, Binelli ed altri n. 1-00628, Foti ed altri n. 1-00641, Dori ed altri n. 1-00649 e Ruffino ed altri 1-00664 concernenti iniziative in materia di energia nucleare di nuova generazione .

5. Seguito della discussione delle mozioni Scerra ed altri n. 1-00586, Valentini ed altri n. 1-00610, Raduzzi ed altri n. 1-00620 e Lollobrigida ed altri n. 1-00632 concernenti iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea .

6. Seguito della discussione della proposta di legge:

FOTI ed altri: Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività. (C. 1059-A/R​)

Relatori: DEIANA, per la maggioranza; FOTI, di minoranza.

7. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BENDINELLI ed altri; MASCHIO ed altri: Disciplina del volo da diporto o sportivo. (C. 2493​-2804-A​)

Relatore: BENDINELLI.

8. Seguito della discussione del disegno di legge:

Delega al Governo per la riforma fiscale. (C. 3343-A​)

Relatore: MARATTIN.

9. Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00671, Manzo ed altri n. 1-00672 e Andreuzza ed altri n. 1-00673 concernenti iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive .

10. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

BARELLI ed altri: Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma, capitale della Repubblica. (C. 1854-A​)

e delle abbinate proposte di legge costituzionali: MORASSUT ed altri; CECCANTI; MELONI ed altri. (C. 2938​-2961​-3118​)

Relatori: CECCANTI e CALABRIA.

La seduta termina alle 19,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 la deputata Aprile ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 i deputati Perantoni e Sensi hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 15 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 22 la deputata Siragusa ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 24 il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 26 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 la deputata Ravetto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 41 la deputata Bordonali ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 la deputata Gadda ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 51 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3343-A - em. 1.1 280 279 1 140 28 251 103 Resp.
2 Nominale em. 1.2 338 333 5 167 35 298 102 Resp.
3 Nominale em. 1.3 383 383 0 192 53 330 98 Resp.
4 Nominale em. 1.5 392 373 19 187 30 343 98 Resp.
5 Nominale em. 1.6 387 373 14 187 31 342 98 Resp.
6 Nominale em. 1.7 390 378 12 190 29 349 98 Resp.
7 Nominale articolo 1 394 390 4 196 326 64 97 Appr.
8 Nominale art. agg. 1.01 395 381 14 191 37 344 96 Resp.
9 Nominale art. agg. 1.02 412 403 9 202 45 358 96 Resp.
10 Nominale art. agg. 1.03 406 386 20 194 32 354 95 Resp.
11 Nominale art. agg. 1.04 411 393 18 197 38 355 95 Resp.
12 Nominale em. 2.2 401 395 6 198 46 349 95 Resp.
13 Nominale em. 2.1 415 400 15 201 18 382 95 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.3 417 404 13 203 32 372 95 Resp.
15 Nominale em. 2.4 408 393 15 197 30 363 95 Resp.
16 Nominale em. 2.6 410 408 2 205 45 363 95 Resp.
17 Nominale em. 2.7 409 393 16 197 32 361 95 Resp.
18 Nominale em. 2.8 410 410 0 206 44 366 95 Resp.
19 Nominale em. 2.9 398 388 10 195 32 356 95 Resp.
20 Nominale em. 2.10 409 395 14 198 31 364 95 Resp.
21 Nominale em. 2.12 412 396 16 199 30 366 95 Resp.
22 Nominale em. 2.11 412 396 16 199 16 380 95 Resp.
23 Nominale articolo 2 399 398 1 200 340 58 95 Appr.
24 Nominale em. 3.1 395 393 2 197 54 339 95 Resp.
25 Nominale em. 3.3 387 383 4 192 44 339 95 Resp.
26 Nominale articolo 3 394 394 0 198 335 59 95 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 4.1 400 387 13 194 32 355 95 Resp.
28 Nominale em. 4.2 401 387 14 194 29 358 95 Resp.
29 Nominale em. 4.3 399 396 3 199 43 353 95 Resp.
30 Nominale em. 4.4 400 387 13 194 30 357 95 Resp.
31 Nominale em. 4.5 391 376 15 189 29 347 95 Resp.
32 Nominale em. 4.8 394 378 16 190 28 350 95 Resp.
33 Nominale em. 4.9 394 382 12 192 28 354 95 Resp.
34 Nominale articolo 4 411 409 2 205 354 55 95 Appr.
35 Nominale articolo 5 415 415 0 208 361 54 95 Appr.
36 Nominale em. 6.1 379 378 1 190 46 332 95 Resp.
37 Nominale em. 6.2 374 371 3 186 46 325 95 Resp.
38 Nominale em. 6.4, 6.5 364 362 2 182 43 319 95 Resp.
39 Nominale articolo 6 370 361 9 181 321 40 95 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 7.1 365 363 2 182 14 349 95 Resp.
41 Nominale em. 7.300 369 337 32 169 323 14 94 Appr.
42 Nominale articolo 7 366 365 1 183 318 47 94 Appr.
43 Nominale articolo 8 372 371 1 186 323 48 94 Appr.
44 Nominale articolo 9 376 376 0 189 327 49 94 Appr.
45 Nominale em. 10.1 374 372 2 187 22 350 94 Resp.
46 Nominale em. 10.300 369 360 9 181 320 40 94 Appr.
47 Nominale articolo 10 370 370 0 186 319 51 94 Appr.
48 Nominale odg 9/3343-A/11 355 346 9 174 31 315 94 Resp.
49 Nominale odg 9/3343-A/25 349 348 1 175 38 310 94 Resp.
50 Nominale odg 9/3343-A/26 336 335 1 168 31 304 94 Resp.
51 Nominale odg 9/3343-A/27 345 335 10 168 28 307 94 Resp.
52 Nominale odg 9/3343-A/28 349 340 9 171 57 283 94 Resp.