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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 709 di venerdì 17 giugno 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 15 giugno 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Cessazione dell'obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

PRESIDENTE. Come è noto, è venuto meno l'obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie aeree in occasione delle sedute dell'Assemblea, delle Commissioni e degli altri organi collegiali, nonché nel corso dei convegni e delle iniziative aperte al pubblico. Ciò non fa comunque venir meno la facoltà per ciascun deputato di utilizzare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, che continueranno a essere resi disponibili all'ingresso dell'Aula e delle altre sedi parlamentari.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 16 giugno 2022, la deputata Simona Vietina, già iscritta al gruppo parlamentare Coraggio Italia, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritta.

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.  

(Iniziative di competenza per salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale dell'azienda MVM Spa in provincia di Rieti e per assicurare la realizzazione delle opere infrastrutturali ad essa affidate nei settori delle telecomunicazioni e dell'energia - n. 2-01539)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Melilli ed altri n. 2-01539 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Trancassini se intenda illustrare l'interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, rappresentanti di Governo, con questa interpellanza urgente, a firma del presidente Melilli, mia, del collega Gabriele Lorenzoni e del collega Fusacchia vi rappresentiamo una problematica complessa che investe il territorio del reatino. Mi permetta, sottosegretario, di sottolineare anche un aspetto importante dal punto di vista politico, ossia il fatto che quattro parlamentari di differente appartenenza politica, anche rispetto alla maggioranza di Governo, insieme sottoscrivano un'interpellanza per una problematica di territorio che ci vede doverosamente tutti dalla stessa parte. Il problema è abbastanza complesso, ma per la verità anche molto semplice: racconta la storia della crisi di un'azienda che però, per quello che fa e realizza, interessa non solo i lavoratori, ma tutto il territorio.

Tim, Enel e Open Fiber hanno affidato i lavori per la manutenzione della rete e la realizzazione di nuove infrastrutture, utilizzando questa azienda o direttamente o con subappalti, appunto la MVM Spa. Questa azienda comincia ad avere qualche difficoltà, comincia a non pagare, a non retribuire i propri lavoratori. Si apre uno stato di crisi: il 26 maggio è stato organizzato un tavolo dal prefetto che ringrazio per il suo intervento; sono state fornite assicurazioni che poi non sono state onorate. Abbiamo anche fatto un tavolo con i sindacati e li ringrazio per il loro intervento puntuale. Con questa interpellanza, pertanto, si chiede di intervenire nella speranza che il Governo possa darci assicurazioni, perché non vengono pagati i salari e non vengono realizzati lavori importanti: quelli di manutenzione della rete della telefonia, ma pensiamo anche alle infrastrutture e ai lavori da porre in essere nell'ambito del PNRR. Insomma, problematiche nelle quali la differenza la farà il tempo e la tempestività con la quale interverremo.

C'è anche un altro aspetto: i lavoratori di cui si parla sono altamente specializzati. La nostra è una piccola provincia: non possiamo correre il rischio che i lavori vengano arrestati o di non avere le manutenzioni, né possiamo permetterci di perdere questi lavoratori, perché è chiaro che, se la crisi si prolunga, probabilmente, saranno costretti ad andare altrove e, quando poi tutto questo verrà risolto e ripartiranno i lavori, ci troveremo in grande difficoltà anche dal punto di vista del materiale umano. Questa è la vicenda, una vicenda complessa che non investe solo un'impresa - vorrei le fosse chiaro, signor sottosegretario - ma riguarda tutta la comunità del reatino. E allora ci aspettiamo che tutto quello che oggi diciamo sullo sviluppo delle aree interne, sull'attenzione che bisogna avere nei confronti di queste aree diventi, questa volta, attenzione reale, e che il Governo ci dica quali iniziative intende assumere con urgenza, con la massima urgenza, per non mettere a rischio non solo i lavoratori, ma lo sviluppo della intera provincia di Rieti.

PRESIDENTE. Il Vice Ministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente e grazie agli onorevoli interpellanti. Con l'atto in esame gli onorevoli interpellanti hanno lamentato i disservizi relativi all'affidamento dei lavori per la manutenzione della rete e la realizzazione di infrastrutture di connessione nel territorio reatino, che si ripercuotono anche sui lavoratori. Sulla questione denunciata è stata sentita Infratel Italia, società in house del Ministero dello Sviluppo economico, la quale ha riferito quanto segue. Infratel Italia ha tre rapporti contrattuali in essere con la società MVM Spa: due accordi quadro con un raggruppamento temporaneo di imprese - nel quale MVM Spa è impresa mandante - all'esito di procedura aperta ai sensi dell'articolo 60 del codice dei contratti pubblici, per la progettazione esecutiva e l'esecuzione di lavori di realizzazione di infrastrutture costituite da impianti in fibra ottica, comprensiva della fornitura e posa in opera del cavo ottico e della successiva manutenzione dell'infrastruttura, da svolgersi nelle regioni Abruzzo, Puglia, Toscana e Sardegna ed eventuali interventi di dimensione minore in altre regioni italiane; un contratto in essere con MVM Spa, anch'esso all'esito di procedura aperta ai sensi dell'articolo 60 del codice dei contratti pubblici, avente ad oggetto lavori di realizzazione di infrastrutture costituite da impianti in fibra ottica per una rete a banda ultra larga, comprensiva della fornitura e posa in opera del cavo in fibra ottica e della successiva manutenzione, ubicate presso la regione Sardegna-Lotto 1.

Ebbene, Infratel Italia riferisce di avere avuto interlocuzioni con l'impresa mandataria dei raggruppamenti temporanei di imprese affidatari dei due accordi quadro indicati, finalizzate ad individuare soluzioni per fronteggiare le carenze riscontrate nell'operatività di MVM Spa. In queste occasioni è stata comunicata la ripianificazione delle attività precedentemente in carico a MVM Spa, coinvolgendo risorse proprie della società o di altre imprese mandanti. Ancora, Infratel Italia riferisce che il documento unico di regolarità contributiva, il DURC, di MVM Spa, risultato precedentemente non regolare, è risultato regolare alla luce delle verifiche effettuate recentemente.

Situazione analoga a quella denunciata dagli onorevoli interpellanti interessa i lavoratori delle aziende MVM e Effe&C, con sede a San Sperate, in Sardegna, sempre nell'ambito dell'esecuzione del piano banda ultra larga. La questione dei lavoratori di San Sperate è stata posta altresì all'attenzione del competente Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, il quale ha comunicato di avere preso contatti con l'Ispettorato nazionale del lavoro: risulterebbero essere state presentate due richieste di intervento relative alla società MVM Spa all'Ispettorato territoriale del lavoro di Cagliari-Oristano, la prima delle quali, del 2021, riguarda l'omesso pagamento degli straordinari e del TFR e l'omesso versamento dei contributi.

Sono tuttora in corso accertamenti da parte del competente Ispettorato del lavoro a tutela dei diritti dei lavoratori. Il Ministero del Lavoro, competente in materia, come comunicato in occasione di un apposito question time sulla questione, darà aggiornamento sugli esiti dell'attività di vigilanza.

A tal proposito, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ricorda altresì che è in esame al Parlamento il disegno di legge delega per la riforma del codice dei contratti, che contiene novità orientate a principi di massima garanzia per i lavoratori, anche per arginare situazioni come quelle denunciate dagli onorevoli interpellanti. Ricordo, inoltre, che è stata rafforzata anche la normativa in materia di vigilanza e di contrasto al lavoro irregolare ed è stato potenziato l'Ispettorato nazionale del lavoro e il coordinamento tra i soggetti istituzionali preposti al controllo della regolarità dei rapporti di lavoro e della salute e della sicurezza dei lavoratori. Per quanto di competenza, il Ministero dello Sviluppo economico ritiene opportuno che sia adottata ogni iniziativa utile e idonea a risolvere le problematiche descritte dagli onorevoli interpellanti, anche al fine di dotare il territorio delle infrastrutture necessarie per la crescita e lo sviluppo.

PRESIDENTE. Il deputato Melilli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

FABIO MELILLI (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato con attenzione le parole del Vice Ministro. Non ci sfugge la complessità della vicenda da un punto di vista contrattuale e di rapporti che intercorrono tra i committenti e l'azienda, ma ci permetta di sottolineare ancora che la questione riguarda il mancato pagamento dei lavoratori. Sono tre mesi che padri di famiglia e madri di famiglia non ricevono lo stipendio. Come ha ricordato, molto opportunamente, l'onorevole Trancassini, gli impegni che l'azienda, nelle varie riunioni in prefettura, ha assunto non sono stati onorati e, quindi, c'è un problema territoriale, politico e sociale che noi siamo venuti qui a rappresentare.

Quello che chiediamo al Governo - e lo ringraziamo, per i particolari esposti e per gli altri Ministeri interessati - è che, al di là delle norme e dei contratti, con corporate society nazionali che hanno al loro interno partecipazioni pubbliche, azionariato pubblico, è necessario forse suggerire una maggiore cautela nella gestione dei rapporti contrattuali. Io non so se esistano le condizioni per la revoca dei contratti. Sappiamo, però, che in questo momento trenta lavoratori si sono licenziati e stanno cercando lavoro altrove, vanificando lo sforzo che anche la stessa MVM aveva costruito, ossia creare sul luogo un'azienda che assorbisse manodopera, che transita ed è transitata da altre società che, in precedenza, svolgevano quelle funzioni. Adesso questo problema, considerata la carenza di manodopera nel settore, che voi conoscete meglio di me, rischia di portare padri di famiglia lontano, molto lontano dalle proprie abitazioni; immagino quello che potrà succedere anche in Sardegna.

Quindi, l'invito che vi rivolgiamo è ad essere vigili, così come il Vice Ministro ci ha detto, per comprendere fino in fondo quali sono le strade che possano consentire la ripresa dei lavori e il riassorbimento dei lavoratori. Ci sono aziende, come quella in questione, che vincono contratti in alleanza con altre grandi aziende. Adesso, invece, sta accadendo un altro fenomeno, che io ho il dovere di rappresentarvi, cioè che il committente, come è ovvio che sia, quando vede che i lavori non funzionano chiama il capofila e il capofila manda risorse dall'esterno per tappare buchi, se la vogliamo dire in italiano. Ci sarebbe forse bisogno di un'assunzione di responsabilità anche da parte dei capifila perché si possa ricostruire una filiera ordinata e si possano riassumere presto i lavoratori che ancora sono senza stipendio.

(Iniziative di competenza in relazione alle criticità registratesi nelle procedure di accoglienza dei migranti a Lampedusa - n. 2-01540)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Davide Aiello ed altri n. 2-01540 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Davide Aiello se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Questa interpellanza urgente nasce qualche settimana fa, dopo gli sbarchi, avvenuti il 6 giugno nell'isola di Lampedusa, ma questo è stato soltanto l'inizio di una serie di sbarchi che sono avvenuti in questi giorni e nelle ultime settimane. Qualche notte fa sono arrivati a Lampedusa e sono stati accolti nell'hotspot di contrada Imbriacola più di 880 migranti. C'è da considerare che l'hotspot di contrada Imbriacola può contenere al massimo 350 migranti e nelle ultime ore ha raggiunto quasi 1.500 ospiti. Noi, come Stato italiano, abbiamo il dovere dell'accoglienza, ma abbiamo anche il dovere di rendere degna questa accoglienza. Invece, il sovraffollamento dell'hotspot di contrada Imbriacola rende quei luoghi fatiscenti, rende quei luoghi inadatti all'accoglienza, rende quei luoghi praticamente siti in cui i diritti umani vengono calpestati.

La mia interpellanza vuole muoversi nella direzione di garantire le condizioni migliori non soltanto nei confronti dei migranti, ma anche a tutti coloro che operano nell'accoglienza; quindi, mi riferisco alle Forze dell'ordine, alla Polizia, ai Carabinieri, alla Guardia costiera, ai volontari e a tutti coloro che sono impegnati quotidianamente, giorno e notte, nell'accoglienza dei migranti. Sappiamo bene che questo è un fenomeno che non possiamo più dire emergenziale, perché si presenta ogni estate, praticamente da sempre. In passato, tante forze politiche hanno utilizzato questo tema soltanto a fini propagandistici. Questo, ovviamente, non appartiene al MoVimento 5 Stelle, perché noi abbiamo sempre avuto un approccio serio e pragmatico nei confronti del fenomeno migratorio e Lampedusa ha sempre rappresentato non soltanto la porta dell'Italia, ma soprattutto la porta dell'Europa per chi viene da un diverso continente rispetto al nostro. Per questo abbiamo sempre chiesto che l'Italia non fosse lasciata sola nella gestione del fenomeno migratorio. Chiediamo anche qui, oggi, in Aula, che il Governo domandi all'Europa di darci una mano, perché, da sola, l'Italia non può farcela. Quindi, questa è la situazione. Lampedusa va tutelata, i cittadini di Lampedusa vanno tutelati, vanno tutelati i migranti e vanno tutelati anche gli operatori impegnati nella gestione del fenomeno migratorio. Quindi, chiedo al Governo come intenda intervenire, perché l'hotspot di contrada Imbriacola, che può contenere al massimo 350 emigranti e comunque per un periodo di tempo limitato, ossia soltanto per prestare loro le prime cure, fare i primi accertamenti e le prime identificazioni, invece spesso viene non soltanto occupato da più persone, rispetto alla propria capienza naturale, ma anche per lunghi periodi di tempo, e ciò ovviamente non è possibile. Dunque, chiedo quali siano le iniziative del Governo per risolvere tale questione.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno Ivan Scalfarotto, ha facoltà di rispondere.

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, gli onorevoli interpellanti, traendo spunto dagli eventi di sbarco avvenuti lo scorso 6 giugno a Lampedusa e dalla sistemazione dei numerosi migranti arrivati presso il locale hotspot, chiedono iniziative al Governo per assicurare la funzionalità delle procedure di accoglienza ed evitare il congestionamento dell'hotspot.

Nella giornata del 6 giugno scorso si sono registrati a Lampedusa 13 eventi di sbarco, per un totale di 334 persone. Tutti i migranti sbarcati sono stati sottoposti a tampone anti-COVID e al triage sanitario, da parte del personale medico dell'hotspot e del personale medico in servizio presso il poliambulatorio dell'isola di Lampedusa. Gli stessi sono stati, poi, condotti presso la struttura di contrada Imbriacola, per lo svolgimento delle operazioni di pre-identificazione e fotosegnalamento.

La prefettura di Agrigento si è subito attivata per organizzare i trasferimenti necessari ad alleggerire l'hotspot, in modo che nella stessa giornata del 6 giugno sono stati trasferiti 105 migranti per mezzo di un traghetto diretto a Porto Empedocle, mentre altri 271 sono stati trasferiti nelle giornate seguenti, sempre mediante l'imbarco su traghetti di linea. Quanto all'attività svolta dall'ente gestore dell'hotspot, la prefettura svolge una costante attività di monitoraggio, con particolare riguardo all'erogazione dei servizi e allo stato di mantenimento dell'impianto, in stretto raccordo con il personale dell'Agenzia dell'Unione europea sull'asilo e di organizzazioni quali UNHCR, OIM e Save the Children, che sono presenti nel centro. Nella stessa ottica di verifica della qualità dei servizi erogati dal gestore dell'hotspot, il 6 e il 7 giugno scorsi ha avuto luogo un'ispezione ad opera dei funzionari del Ministero dell'Interno.

Alla luce delle risultanze dell'attività ispettiva, tuttora in via di elaborazione, la prefettura invierà all'ente gestore raccomandazioni, con l'invito a realizzare gli interventi migliorativi ritenuti necessari, che saranno a loro volta oggetto di successive verifiche.

Mi preme comunque evidenziare che, a prescindere dall'efficacia e rapidità delle misure di decongestionamento dell'hotspot di volta in volta poste in essere, è evidente che la pressione migratoria legata ai flussi provenienti dalla rotta del Mediterraneo centrale costituisce da tempo un elemento strutturale che, a sua volta, deriva da un insieme di cause, quali la fragilità politico-istituzionale e la debolezza socioeconomica dei Paesi di origine e transito dei flussi. In particolare, per la rotta del Mediterraneo centrale che interessa maggiormente l'Italia, l'andamento dei flussi risente della persistente instabilità in Libia, Paese le cui condizioni interne rendono difficile financo l'interlocuzione con le autorità di Governo. A questo elemento di criticità, si aggiungono gli effetti della crisi alimentare dovuta alla carenza di grano e di sementi conseguente al conflitto russo-ucraino, che indebolisce ulteriormente i sistemi socioeconomici dei principali Paesi di origine dei flussi migratori, creando nuove spinte migratorie verso l'Europa.

Si comprende, quindi, che la risposta all'immigrazione irregolare non può prescindere da una concertata azione dell'Unione europea, come diceva anche l'onorevole interrogante. In questo senso, è urgente che l'Unione europea realizzi partenariati strategici con i Paesi del Nord Africa, a partire, appunto, dalla Libia e dalla Tunisia, i cui contenuti dovrebbero prevedere clausole di condizionalità per vincolare i Governi dei Paesi beneficiari a impegnarsi a fondo in azioni per il contrasto al traffico dei migranti, il controllo delle frontiere, nonché sul versante cruciale della collaborazione in tema di rimpatri. In questa direzione, il nostro Paese si è già fatto promotore di una Team Europe Initiative, dedicata alla rotta migratoria nel Mediterraneo centrale, che ha già ricevuto l'approvazione a livello dell'Unione europea, nel quadro di una rinnovata partnership migratoria con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi. Continua, inoltre, il lavoro dei nostri esperti in materia di immigrazione dislocati nei principali Paesi di origine di tali flussi migratori: Egitto, Tunisia, Libia, Nigeria, Pakistan e Turchia.

Il tema del contrasto all'immigrazione illegale è stato al centro dell'agenda politica europea del Consiglio affari interni dell'Unione europea svoltosi lo scorso 10 giugno. In tale occasione, sono stati fatti importanti passi avanti verso una politica europea di gestione condivisa dei flussi, capace di far coesistere i principi di solidarietà e responsabilità tra gli Stati membri, in tal modo recependo l'orientamento da sempre sostenuto dall'Italia. Al di là dell'ottica europea, stiamo comunque portando avanti con determinazione la nostra azione politica bilaterale con i Paesi chiave in materia di lotta all'immigrazione illegale. In questo senso, ricordo che, a favore dei Paesi terzi di origine e transito dei flussi, l'Italia prosegue i programmi di assistenza tecnica, che si sostanziano nella fornitura di beni e servizi per migliorare le capacità operative delle Forze di polizia. Nella stessa ottica va avanti la collaborazione nell'attività di formazione per le Forze di polizia di Costa d'Avorio, Nigeria, Libia e Tunisia. Rammento, infine, che, attraverso l'impiego dei finanziamenti europei previsti dal Fondo sicurezza interna 2014-2020, è stato realizzato l'ammodernamento della rete radar costiera della Marina militare e della Guardia di finanza, al fine di potenziare la capacità di intercettazione in mare anche delle piccole imbarcazioni, notoriamente utilizzate dai migranti per raggiungere le coste italiane.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Aiello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Più che essere soddisfatto o insoddisfatto della risposta del Governo, prendo atto della stessa e di tutto ciò che il Governo sta mettendo in campo in tema di immigrazione. Certo, la questione basilare è che l'hotspot di Lampedusa, attualmente non è in grado di sostenere il flusso migratorio che quotidianamente - possiamo dire - arriva sulle coste dell'isola. Come dicevo prima, Lampedusa non rappresenta soltanto la porta dell'Italia o della Sicilia, ma rappresenta la porta dell'Europa; quindi, ancora di più rinnovo l'invito al Governo a far sentire la voce dell'Italia ai tavoli europei per sostenere il fatto che l'Europa debba assolutamente farsi carico della questione migratoria. Sicuramente, non possiamo da soli trovare una soluzione; come abbiamo potuto riscontare, anche chi, in passato, pensava di risolvere i problemi, avendo avuto la possibilità di ricoprire il ruolo di Ministro dell'Interno - mi riferisco a Matteo Salvini - si è rivelato estremamente fallimentare nella sua strategia. Ovviamente, quello è un modello che vogliamo assolutamente allontanare, perché non ci appartiene; veramente, quella è soltanto propaganda.

Volevo anche sottolineare un altro aspetto: rispetto alla gestione dell'immigrazione possono esserci anche interessi della criminalità organizzata. Abbiamo dei riscontri: spesso dalle intercettazioni di criminali risultano affermazioni del tipo: si guadagna molto di più con la gestione dei migranti che con i traffici illeciti. Quindi, per questo chiedo uno sforzo maggiore del Governo anche nel contrasto alle criminalità organizzate.

Parliamo di sofferenza, quando parliamo di migranti; parliamo di uomini, donne e bambini che, spesso, arrivano nelle nostre coste da soli, perché spesso si tratta anche di minori non accompagnati, e non dobbiamo permettere che la criminalità organizzata possa lucrare sulla disperazione di questi esseri umani che devono essere tutelati, aiutati e a cui bisogna assolutamente garantire la dignità di godere di ogni tipo di diritto, che spetta loro in quanto esseri umani. Ringrazio, comunque, il sottosegretario Scalfarotto per la risposta, ringrazio il Governo per la risposta e mi auguro, ovviamente, che si mettano in campo tutte le azioni possibili per migliorare la condizione di vita di tutti questi migranti, esseri umani.

(Elementi in merito all'attività svolta dai centri per l'impiego e all'attuazione del relativo piano di potenziamento nel quadro delle politiche attive del lavoro - n. 2-01522)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Invidia ed altri n. 2-01522 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Davide Aiello se intenda illustrare l'interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Al fine di mitigare l'impatto economico e sociale della pandemia, l'Unione europea ha messo in campo uno strumento finanziario senza precedenti, mi riferisco al Next Generation EU. L'obiettivo era quello di rendere le economie e le società europee più sostenibili, resilienti e preparate meglio alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e digitale. Le riforme e gli investimenti finanziati con questo strumento sono stati adottati dai Paesi membri e la Commissione europea ha diramato delle linee guida.

Tra queste linee guida vi è anche la necessità di investimenti molto ambiziosi per quanto riguarda le competenze dei lavoratori. Il PNRR italiano ha, con riferimento ai lavoratori, recepito queste linee guida, soprattutto per quanto riguarda i centri per l'impiego. Qual è il problema? Il problema è che sono scaduti i termini per l'approvazione dei programmi regionali; le regioni non hanno provveduto ad approvare questi programmi sui centri per l'impiego e, quindi, in un terzo delle regioni non sono stati approvati questi piani regionali attuativi del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori, il cosiddetto programma GOL, che è stato finanziato da 4,4 miliardi di euro, e l'adozione di questi programmi non è avvenuta nei termini, nonostante l'adozione del decreto interministeriale tra Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e MEF fosse invece avvenuta nei termini e pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Quindi, chiediamo al Governo quali siano i dati sulle assunzioni dei centri per l'impiego e quale sia lo stato di avanzamento del piano di potenziamento dei centri per l'impiego, che avevamo già previsto anche nella legge istitutiva del reddito di cittadinanza.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Ivan Scalfarotto, ha facoltà di rispondere.

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, onorevoli deputati. Il tema sollevato dagli onorevoli interroganti, relativo alla realizzazione del piano di potenziamento dei centri per l'impiego, rappresenta un presupposto per l'attuazione delle politiche attive secondo quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Come è noto, per le politiche attive del lavoro e il rafforzamento dei centri per l'impiego, il PNRR e il REACT-EU hanno messo a disposizione circa 5 miliardi di euro e, in particolare, sono previsti in favore delle regioni 464 milioni di euro annui per l'assunzione di 11.600 nuovi operatori, con l'obiettivo di arrivare a circa 20.000 addetti. È altrettanto noto che, anche per effetto della pandemia, i piani di rafforzamento delle regioni scontano ritardi, che però stanno, via via, riducendosi. I dati aggiornati al 18 maggio ci parlano di un totale di 3.440 assunzioni. Certamente si tratta di circa un quarto del piano assunzionale complessivo ed è da rilevare che, rispetto ai dati relativi allo stesso periodo dello scorso anno, pari a 1.122 operatori assunti, ci sia stato un notevole incremento delle assunzioni. Oggi vi sono ancora due regioni che non hanno proceduto ad assumere, mentre una regione ha coperto interamente la propria quota assunzionale di personale.

Il Ministero del Lavoro è costantemente impegnato in un monitoraggio quotidiano, sulla base dei rendiconti regionali per monitoraggi trimestrali, relativamente alle assunzioni effettuate e programmate. A questa attività di verifica costante si affianca un'interlocuzione diretta con le regioni, volta a sensibilizzare le stesse al raggiungimento degli output previsti e a superare le eventuali criticità incontrate. Al fine di continuare a supportare le stesse regioni nell'attuazione del Piano di potenziamento dei centri per l'impiego e di garantire la continuità dei servizi essenziali per i cittadini, il Governo nel decreto cosiddetto “Aiuti” ha previsto che, nelle more del completo espletamento delle procedure di selezione e di assunzione, il personale già selezionato mediante procedura selettiva pubblica, al fine di svolgere attività di assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle regioni con l'incarico di collaborazione ancora attivo al 30 aprile 2022 e terminato alla medesima data, è ricontrattualizzato da ANPAL Servizi Spa alle medesime condizioni degli incarichi terminati e per un periodo di due mesi a decorrere dal 1° giugno 2022. Inoltre, è stata prevista la possibilità, per le regioni che intendano avvalersi dell'assistenza tecnica degli operatori, di prorogare gli incarichi di collaborazione per un periodo massimo di tre mesi e, comunque, non oltre l'avvenuto completamento delle procedure di selezione e di assunzione.

È stato, altresì, stabilito che l'aver prestato attività di assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle regioni, costituisca titolo per un punteggio aggiuntivo nel bando delle procedure di selezione. Tale intervento di ricontrattualizzazione dei navigator è volto anche a potenziare le risorse per l'attuazione dei progetti del PNRR e degli obiettivi di Missione ad esso associati. Infatti, oltre che per lo svolgimento delle attività di assistenza tecnica connesse al reddito di cittadinanza, i navigator sono utilizzati anche per quelle connesse all'attuazione del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL), nell'ambito della Missione 5, Componente 1, del PNRR.

Per quanto riguarda il programma GOL, occorre sottolineare che esso, congiuntamente al potenziamento dei centri per l'impiego, al Piano nazionale per le nuove competenze e al rafforzamento del sistema duale, costituisce l'asse strategico per il rafforzamento delle politiche attive. Si sta procedendo nell'attuazione concreta del programma, secondo gli obiettivi programmatici fissati dal Ministero del Lavoro e nel rispetto delle tempistiche del PNRR. Stanno per essere emanati i primi bandi regionali relativi al programma, che permetteranno l'integrale attivazione delle agenzie del lavoro private nell'incrocio tra domanda e offerta e il concorso su un piano di parità con i centri per l'impiego all'attuazione dello stesso. Entro il 31 dicembre 2022 saranno adottati i piani di attuazione regionali, che consentiranno di raggiungere 300.000 mila persone vulnerabili, in primo luogo percettori NASpI e di reddito di cittadinanza. Agli inizi di maggio, ANPAL ha adottato una delibera che aggiorna gli standard di servizio che devono essere garantiti a tutti i beneficiari di GOL sull'intero territorio nazionale, nell'ambito dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di politiche attive del lavoro, precisando anche le unità di costo. Con la documentazione approvata, frutto di intenso lavoro con le regioni e le province autonome, si ridefiniscono interamente le modalità di presa in carico di chi si rivolge ai servizi per il lavoro, al fine di creare le condizioni per una personalizzazione dei servizi. Sono, corrispondentemente, modificati gli standard delle misure e dei servizi di politica attiva del lavoro, anche per favorire la partecipazione del sistema privato a sostegno delle persone più fragili.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Aiello ha facoltà di dichiarare se si ritenga soddisfatto per la risposta all'interpellanza.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Sono pienamente soddisfatto dalla risposta del Governo. Anche su questo punto bisogna fare bene e bisogna fare presto. Bisogna chiedere alle regioni di fare presto, perché mancano i piani di assunzione e soltanto alcune regioni si sono adeguate. Quindi, bisogna sollecitare le regioni ad assumere il personale che serve nei centri per l'impiego. Servono assolutamente i navigator: le loro competenze e la loro esperienza non vanno assolutamente vanificate. Vanno tutelati questi professionisti che - lo voglio ricordare anche in quest'Aula, in questa occasione - hanno superato una selezione, si sono formati e, quindi, la loro formazione non va assolutamente vanificata. Dobbiamo accelerare sul piano delle politiche attive del lavoro, perché è facile attaccare il reddito di cittadinanza, dicendo che non ha creato lavoro, quando, poi, magari le regioni non fanno il loro dovere per il potenziamento dei centri per l'impiego.

Quindi, bisogna fare bene, e presto. Prendo atto della data entro il 31 dicembre, però, a mio avviso, le regioni vanno sollecitate ulteriormente ad approvare al più presto questi piani di assunzione e a proseguire nel programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori). L'Italia non può farsi trovare impreparata rispetto alle sfide che ci attendono nei prossimi mesi e nei prossimi anni, quindi, sul piano dell'occupazione dobbiamo assolutamente mettere in campo tutti gli sforzi affinché si possa finalmente dare una speranza di lavoro non solo a tutti i percettori di cittadinanza, ma anche a tutti coloro che il reddito non lo percepiscono e ancora oggi, purtroppo, non riescono a trovare lavoro.

(Chiarimenti e iniziative in merito alla disponibilità delle risorse finalizzate alla rimozione dei fusti di rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito ex Cemerad del comune di Statte (Taranto) - n. 2-01532)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Vianello e Schullian n. 2-01532 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Vianello se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica: intende illustrare, ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie Presidente. Forse non tutti lo sanno ma, a due passi dall'Ilva di Taranto, c'è un capannone ormai abbandonato da oltre due decenni, contenente rifiuti radioattivi. Autorizzato nel 1984 è diventato saturo negli anni Duemila, all'incirca quando è stato posto sotto sequestro, poiché conteneva più di 16.000 fusti, tra cui molti radioattivi. Stiamo parlando di un capannone fatiscente, con il tetto in lamiera, ed è stato picchettato per evitare il crollo dell'edificio, il che è tutto dire.

Nella prima decade degli anni Duemila, il comune di Statte e la regione Puglia hanno provato ad avanzare alcune proposte per la rimozione dei fusti e la bonifica, fallendo, in quanto non avevano le competenze e non avevano forse il know-how per affrontare questo genere di situazione, per cui il Governo ha commissariato, successivamente, il sito con un Commissario che, sulla base di un primo stanziamento di fondi statali, ha incominciato a liberare il capannone Cemerad - che si trova, tra l'altro, a circa 2,5 chilometri da un ospedale – e, quindi, a portar via questi fusti. La maggior parte di questi fusti sono andati via, tuttavia alcune problematiche, dovute all'aumento dei costi di trasporto, di confezionamento dei colli e al problema del COVID, hanno fatto sì che le risorse a disposizione siano terminate. Il Commissario, durante il “Governo Conte 2”, ha più volte segnalato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell'Ambiente che i fondi a disposizione erano terminati, per cui non si poteva neanche procedere con la sorveglianza armata ventiquattr'ore su ventiquattro. Stiamo parlando - ripeto - di un deposito contenente fusti radioattivi e durante il “Governo Conte 2” non è stato dato seguito, per permetterne una vigilanza armata.

Preso atto di ciò, il sottoscritto, insieme anche ad altri colleghi, ma soprattutto la Commissione ecomafie e anche il Parlamento, ben due volte, con due mozioni approvate qui in Aula, hanno messo in evidenza al Governo questi preoccupanti ritardi che si stavano accumulando a causa della carenza di fondi.

Nei mesi scorsi, a seguito, prima, di un mio emendamento nel “decreto Semplificazioni” dell'anno scorso e, poi, con una norma governativa nell'ultima legge di bilancio si sono finanziati ulteriori fondi per poter liberare completamente il sito dai rifiuti radioattivi, tuttavia questi fondi non dovrebbero essere sufficienti per la rimozione totale, per lasciare il sito senza vincoli radiologici. Ora, c'è un problema. Esattamente un mese fa, il Commissario che gestisce la rimozione dei fusti è venuto a riferire in Commissione ecomafie, nel corso dell'indagine sulle bonifiche a Taranto, e ha rivelato che, nonostante i fondi siano allocati in un capitolo di bilancio del Ministero dell'Economia e delle finanze, tuttavia, per questioni burocratiche - si parla della mancata attivazione di un circuito finanziario da parte del Ministero dell'economia e delle finanze - non si possano utilizzare questi soldi. Sono passati sei mesi da quando sono stati stanziati i fondi, ma non si possono liberare gli ultimi oltre 3.000 fusti rimanenti dentro il capannone Cemerad, a causa appunto di un cavillo burocratico. Per questa ragione sono qui, a chiedere al Governo, considerato che, comunque, lo stesso Commissario aveva sottolineato che il MEF e il Ministero della Transizione ecologica stavano lavorando per arrivare a una soluzione, dopo un mese dalla citata audizione in Commissione ecomafie, se finalmente si è arrivati a risolvere questo cavillo burocratico che impedisce, da oltre 6 mesi la rimozione di questi oltre 3.000 fusti; parliamo di una piccola parte degli oltre 16.500 fusti iniziali, per cui manca veramente poco per liberare il capannone Cemerad, che da oltre 22 anni è sotto sequestro. Manca veramente poco, per cui, ribadisco che sono qui a chiedere al Governo che si dia da fare per poter liberare completamente, il prima possibile questo capannone e restituire alla collettività il sito, senza vincoli radiologici, e, quindi, se siano stati superati i problemi burocratici evidenziati in sede di Commissione ecomafie.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica, Vannia Gava, ha facoltà di rispondere.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie, Presidente, onorevoli deputati. In merito alle questioni poste dagli onorevoli interpellanti, si rappresenta quanto segue.

Innanzitutto, nel 2014, con il DPCM dell'8 luglio, la dottoressa Vera Corbelli è stata nominata Commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, ai sensi del decreto-legge n. 129 del 2012 e, nell'ambito di tale incarico e sulla base di specifiche valutazioni, focalizzava l'attenzione sulla questione del sito ex Cemerad, ponendo all'attenzione la necessità di uno strutturato intervento risolutivo. A questo proposito, nel 2015, con il DPCM del 19 novembre, la dottoressa Vera Corbelli veniva nominata Commissario straordinario per l'attuazione dell'intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito ex Cemerad, nel territorio del comune di Statte, Taranto, ai sensi dell'articolo 13 del decreto-legge n. 67 del 1997, come modificato dalla legge n. 135 del 1997, al fine di coordinare le azioni da intraprendere nei diversi ambiti territoriali considerati e per conseguire una maggiore efficacia ed efficienza dell'attività amministrativa. Le funzioni e i poteri del Commissario sono stati prorogati fino al completamento delle attività previste dall'articolo 3-bis del decreto-legge n. 243 del 2016, con cui era stato autorizzato l'affido del servizio di trasporto, caratterizzazione e smaltimento dei rifiuti presenti, con finale bonifica radiologica, alla Sogin, mediante accordi di collaborazione. Lo stesso Commissario, peraltro, già dai primi mesi del 2020, ha rappresentato a tutte le amministrazioni interessate la necessità di dover disporre di ulteriori risorse finanziarie, al fine di completare le azioni volte alla rimozione dei rifiuti. Pertanto con l'articolo 1, comma 417, della legge n. 234 del 2021, la legge di bilancio per il 2022, è stata autorizzata la spesa di 8.800.000 euro, al fine di consentire il completamento degli interventi di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi siti nell'area ex Cemerad. Tali fondi, così come ricordato nell'interpellanza, sono stati appostati al capitolo 7503, Piani disinquinamento per il recupero ambientale, Piano gestionale 16, somme destinate al completamento degli interventi di messa in sicurezza e gestione rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito dell'area ad elevato rischio di crisi ambientale, del Ministero della Transizione ecologica, per il successivo trasferimento al Commissario, che provvederà alla gestione degli stessi. Attesa la non praticabilità dell'apertura di una contabilità speciale sulla quale trasferire le nuove risorse stanziate di cui sopra, così come inizialmente auspicato dal Commissario stesso, si precisa che sono in corso le necessarie interlocuzioni fra le strutture competenti di questo Ministero e gli uffici di bilancio, per definire le procedure idonee e funzionali al trasferimento al Commissario straordinario delle risorse stanziate dalla richiamata legge di bilancio per il completamento dello smaltimento dei rifiuti pericolosi presenti nel sito di Statte. Per quanto riguarda la richiesta di ulteriori stanziamenti si rappresenta che, su iniziativa del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, è stata disposta una delibera CIPE, la n. 85 del 2021, un finanziamento aggiuntivo pari a 2.200.000 a valere sul Fondo sviluppo e coesione del 2014-2020, destinato al completamento dell'intervento di messa in sicurezza del sito e la realizzazione di ripristino ambientale e la riqualificazione dell'area. Le suddette risorse sono state rese disponibili anche a seguito della rimodulazione delle risorse FSC assegnate al contratto istituzionale di sviluppo di Taranto, il CIS di Taranto, di cui l'Agenzia per la coesione territoriale è responsabile del contratto. In attesa del perfezionamento della procedura di trasferimento delle risorse, così come auspicato anche dagli onorevoli interpellanti, si evidenzia che le attività di messa in sicurezza e bonifica del sito di Statte rientrano fra le priorità dell'azione governativa, attraverso il monitoraggio dell'andamento di suddette attività da parte degli organi preposti.

PRESIDENTE. Il deputato Vianello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Gava, che viene a riferire per conto del Ministero della Transizione ecologica. Purtroppo, non posso dichiararmi soddisfatto, perché sono passati sei mesi da quando sono stati stanziati questi oltre 8 milioni di euro. Quindi, i fondi ci sono. Siamo ancora qui, per capire come burocraticamente si possano rendere disponibili questi oltre 8 milioni di euro che, lo ricordo, sono già stanziati, sono soldi già soldi sul piatto e che non si sa come far utilizzare al Commissario. Mi perdoni, sottosegretario, non è certamente rivolta a lei, però è nei confronti del Governo l'osservazione che non è possibile che, per togliere 150 milioni di euro dalle bonifiche delle aree ex Ilva passi veramente il tempo di uno schiocco di dita - in 5 minuti si tolgono questi fondi -, da una parte, mentre, dall'altra parte, con fondi già attivi, dopo 6 mesi, ancora non si è riusciti a capire come attivare questo circuito finanziario, come poterli mettere nella disponibilità del Commissario per rimuovere questi oltre 3.000 fusti di rifiuti radioattivi.

Sottosegretario, lei ci ha detto che il Governo sta monitorando con la massima attenzione la questione - così come il Parlamento ha impegnato, in diverse mozioni, lo stesso Governo a seguire con la massima attenzione ed essere celere per liberare finalmente il sito -, ma noi siamo ancora qui, mentre il Governo ancora sta cercando di capire come poter mettere a disposizione questi fondi; ripeto ancora, i fondi ci sono, ma ci sono vincoli. Basterebbe una volontà politica seria, vera a sbloccare tali fondi e a permettere al Commissario di liberare questo sito. Sono 22 anni che il sito è sotto sequestro, 22 anni. Sono rifiuti radioattivi. Stiamo parlando sempre della zona di Taranto; non è possibile che il Ministro Cingolani e il Premier Draghi si esprimano su Taranto solo per dire che l'Ilva deve continuare a produrre, mentre tutto il resto va a scatafascio, perché le bonifiche dell'area di crisi ambientale complessa sono bloccate in riprogrammazione e alle bonifiche delle aree escluse, nonostante un lavoro egregio da parte dei Commissari per l'ex Ilva, comunque sottratti 150 milioni di euro, e riguardo alla Cemerad, dove siamo veramente a un passo da liberare il territorio da questo veleno che è lì da tanto tempo, non si riesce ad avanzare.

Questo è davvero vergognoso e irrispettoso nei confronti di una popolazione che è sempre stata vittima delle decisioni prese dal Governo, dai Governi centrali, ma anche, evidentemente, dagli enti locali che al tempo avevano autorizzato a ricevere rifiuti radioattivi in questo capannone. Ora, è inutile andare a fare nuovamente la caccia per scoprire di chi è la colpa o altro… però, sottosegretario, chiedo veramente a lei un impegno personale per far sì che questo circuito venga attivato il prima possibile. Ci sono 3.000 fusti, il commissario è pronto, la SOGIN è pronta e l'ISIN è pronto; sono tutti quanti pronti ma aspettano che il Governo attivi questo circuito finanziario per mettere a disposizione i soldi, che ci sono. Noi saremo ancora qui. Sono mesi e mesi che continuo a pressare il Governo perché si muova. Il Governo si dia una mossa perché non è possibile, altrimenti, parlare di Taranto e dare altre prospettive quando le bonifiche - in particolare, in questo caso, quella che riguarda un sito contenente rifiuti radioattivi - non vengono portate avanti veramente per inerzie che dimostrano che non c'è una vera e propria volontà politica. Smentitemi, fatemi vedere e fate vedere a tutta la popolazione che invece riuscite subito a sbloccare questa situazione per permettere la rimozione di oltre 3.000 fusti radioattivi. Noi continueremo a stare col fiato sul collo fino a quando saremo qui e anche dopo, con la cittadinanza e con i comitati. Questa situazione della Cemerad deve essere sbrogliata il prima possibile perché già con il Governo Conte 2 si è perso tantissimo tempo, si poteva intervenire subito e non si è fatto. Col Governo Draghi ci sono stati finanziamenti, però, ugualmente, da sei mesi non si va avanti. Quindi anche ora, anche con questo Governo c'è una fase di stallo. Dunque, l'auspicio è di darsi da fare il prima possibile. Noi continueremo a stare col fiato sul collo. Se ci sarà bisogno di collaborare, daremo la massima collaborazione ma non per questo verremo meno nel continuare a vigilare e nel pretendere che il sito venga bonificato il prima possibile.

(Elementi ed iniziative per fronteggiare il deficit di risorse idriche, con particolare riguardo al bacino padano - n. 2-01542)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Zolezzi ed altri n. 2-01542 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Zolezzi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio la sottosegretaria Gava, che è qui presente.

Nel bacino padano è in corso una vera e propria desertificazione. Le immagini satellitari mostrano un progressivo cambio anche cromatico: si vede proprio il colore che cambia, che sta diventando il colore del deserto. Penso ai lavori del professor Dino Zardi, meteorologo dell'Università di Trento che, di anno in anno, da 10 anni mostra come stia cambiando il colore della pianura, in particolare tra il 2020 e 2021. Dalla fine del 2021 all'inizio del 2022 ci sono stati infatti oltre 110 giorni consecutivi di senza precipitazioni. In alcune zone, in particolare nel Piemonte, si è conteggiata una riduzione dell'85 per cento delle precipitazioni rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Le portate nel bacino del Po sono state verificate e sono risultate inferiori al 70 per cento ma teniamo conto che questo fenomeno sta interessando pressappoco tutta l'Italia. Il volume idrico, compreso quello delle falde, vede una carenza del 50 per cento in regione Lombardia. La quota totale disponibile per il bacino padano è passata da 4 miliardi di metri cubi, nel 2015, a 1,5 miliardi nel febbraio 2022; una riduzione importante. Questi dati io li avevo già scritti, pressappoco uguali, nel marzo del 2022; adesso siamo al mese di giugno e abbiamo visto che siamo arrivati un po' agli effetti di questa crisi, dato che abbiamo 125 comuni che rischiano il razionamento dell'acqua, in particolare 100 comuni in Piemonte e altri in provincia di Bergamo. È stata posticipata di due settimane la stagione delle irrigazioni e anche adesso che è iniziata è stata poi sospesa in alcune aree del bergamasco e della provincia di Ferrara. Il rischio di razionamento è elevato anche per il Lazio e per altri territori.

Si poteva programmare meglio la situazione? Io oggi cerco semplicemente di portare alcuni spunti. Comprendo la complessità e la difficoltà però parliamo di un tema che è vitale. Io penso che in Lombardia la programmazione non sia stata fatta adeguatamente. Dal mese di marzo le prospettive pluviometriche erano chiare e si vedeva che questo sarebbe stato un anno estremamente siccitoso. Vi voglio ricordare che la scarsa programmazione sanitaria ha contribuito a peggiorare anche la pandemia in Lombardia: gli oltre 40.000 decessi, con una programmazione sanitaria di personale e di prevenzione, avrebbero potuto essere ridotti.

Secondo Greenpeace e il WWF, la zootecnia assorbe circa il 50 per cento delle risorse idriche nazionali. Proprio nel bacino padano abbiamo il 60 per cento dei capi allevati e lì si produce il 60 per cento del totale del cibo nazionale. Questo, non vuol dire che bisogna diventare tutti vegetariani ma vuol dire che bisogna affrontare i dati per quello che sono e pensare alla concorrenza dei vari usi dell'acqua. È stata studiata l'impronta idrica ed è stata studiata anche la cosiddetta acqua virtuale, cioè il volume di acqua richiesto per produrre beni e servizi per una data popolazione. La produzione italiana ha un'impronta idrica di 70 miliardi di metri cubi di acqua ma, in realtà, importiamo altri 62 miliardi di metri cubi di acqua. Questi sono i dati di 5 anni fa del WWF, che sono rimasti pressappoco stabili. Noi ci preoccupiamo molto dei 70 miliardi di metri cubi di gas importati però l'acqua è più vitale più del gas e le quantità importate sono pressappoco sovrapponibili. È “virtuale” quest'acqua perché noi non la vediamo però è stata utilizzata per produrre, in particolare, il cibo. L'agricoltura, chiaramente, è quella che ha l'impronta maggiore, che vale l'85 per cento dell'impronta idrica generale, mentre il restante 8 per cento è dato dall'acqua industriale e solo il 7 per cento è destinato all'utilizzo domestico. Poi c'è un'impronta idrica verde, il volume di acqua piovana, pari a circa il 70 per cento, l'acqua blu, l'acqua di superficie dei laghi e dei fiumi e l'acqua sotterranea, che è quella che può diventare potabile. Poi c'è l'acqua grigia, l'acqua che viene utilizzata per diluire l'acqua che poi in qualche modo esce come inquinata, pari al 22 per cento, e l'acqua blu che, come ho già detto, poi diventerà potabile, che è solo il 9 per cento. Ma i colori si mescolano: se io voglio utilizzare tutta l'acqua piovana, tutta l'acqua verde per l'agricoltura e per la zootecnia, poi riduco il volume dell'acqua di falda oppure riduco il volume dell'acqua che va nel fiume Po e poi vedo quello che sta succedendo. Per cui questo dato, ripeto, è uno spunto; sono cose delicatissime, però è importante sapere che il 50 per cento dell'impronta idrica totale nei consumi italiani è legata alla zootecnia.

Oltre a tutti questi dati di quantità, secondo me devono essere attenzionati anche i dati di qualità. Abbiamo infrazioni per i nitrati in molte zone d'Italia, che stanno peggiorando. Abbiamo gli indici di eutrofizzazione in Lombardia: in particolare, secondo i rapporti ARPA 2012-2015 e 2015-2019 i campionamenti in aree eutrofiche sono raddoppiati. Eutrofizzazione non vuol dire solo inquinamento chimico da nitrati e da fosforo ma anche alterazione della flora batterica del suolo e degli invertebrati e vuol dire anche che, in sostanza, si è dimezzata la fertilità di queste zone. Abbiamo vari campionamenti che rivelano nitrati elevati in Emilia-Romagna, a livello subappenninico, nella zona della bassa bresciana e dell'alto mantovano.

Ci sono, poi, varie soluzioni e proposte. Federparchi suggerisce di far circolare l'acqua nella risorsa idrica anche in inverno sui prati e nelle risaie, cosa che viene in qualche modo stoppata. L'associazione nazionale bonifiche e irrigazione (ANBI) rileva come la falda idrica del Po sarebbe ridotta di oltre il 200 per cento e suggerisce di fare un Piano “dei 10 mila laghetti”, cioè realizzare piccoli bacini per trattenere le precipitazioni; su questo concorda anche Coldiretti. Ciò ha portato già alcune regioni, prima il Veneto e adesso - è notizia, credo, di oggi - anche la Lombardia, a chiedere lo stato di emergenza per la siccità. Notiamo che il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume del Po, Meuccio Berselli, dice che occorre cercare di dare alcune deroghe per consentire il prelievo di acqua dai corsi d'acqua per l'agricoltura e per la produzione di energia. Quindi, abbiamo questa concorrenza. Purtroppo, sono notizie - credo - drammatiche: la centrale a turbogas di Sermide, da oltre 1,1 gigawatt, è ferma completamente e nella centrale di Ostiglia un gruppo su tre è fermo.

Sono centrali importanti, strategiche per la produzione energetica di tutto il Nordest e il Nordovest, che sono ferme perché non c'è abbastanza acqua, come è stato mostrato sui principali canali mainstream. È chiaro che si fa riferimento a dati più strutturali e un po' più feriali, non di emergenza. Addirittura, la centrale di Ostiglia vorrebbe essere raddoppiata nei progetti del PNIEC e la provincia di Mantova passerebbe da 3,5 a 4,4 gigawatt di energia prodotta, in sostanza arriverebbe a produrre cinque volte più dell'energia consumata a livello territoriale. Però il cambiamento climatico non è un'invenzione di un gruppo politico, c'è e probabilmente questi raddoppi in una fase di crisi multipla, senza gas e senza acqua, non hanno neanche senso. Probabilmente gli investimenti vanno fatti su altre finalità: maggiore forestazione, ripristinare le rive che possono attenuare la siccità, boschi sulle rive e anche sostituire alcuni campi con le foreste, gli alberi, alcune zone umide perifluviali che possono diventare spugna per il Po.

Il WWF ricorda che c'è un progetto di rinaturazione del Po, proposto e inserito anche nel PNRR, che deve essere monitorato; il WWF propone un comitato scientifico da coinvolgere nella valutazione delle azioni per rinaturare il fiume Po e un maggiore coinvolgimento dei comuni. C'è un importante tavolo al Ministero della Transizione ecologica, con l'autorità di bacino che ha l'obiettivo di tracciare un percorso condiviso per individuare strumenti opportuni ed efficaci sul tema, che mi risulta stia seguendo la sottosegretaria Ilaria Fontana, che ringrazio. Per cui nell'interpellanza chiediamo se i Ministri intendano fornire elementi in merito al deficit idrico dei diversi distretti interessati a livello nazionale, con riferimento particolare al bacino padano, ma non solo, e alle prospettive attese.

Nel Lazio, tra dieci giorni potrebbe iniziare un razionamento e abbiamo circa il 50 per cento di acqua nei laghi di Nemi e di Bracciano. Tutte cose che riportano anche all'attualità. È inutile pensare a costruire un inceneritore che ha il doppio di emissioni serra rispetto alla produzione energetica nazionale; emissioni serra che, chiaramente, peggiorerebbero ulteriormente il dato climatico.

Chiedo se vi sia un rischio sotto il profilo quantitativo e qualitativo per l'approvvigionamento idropotabile umano e se si intenda a questo punto deliberare uno stato di emergenza più generale, non solo di un territorio regionale; se vi siano dati sull'incidenza delle diverse cause locali e globali della siccità nei vari bacini e se si intendano programmare gli apporti idrici, portando maggiore acqua sul suolo anche d'inverno, mediante rinaturazione riparia, ripristino dei rivi laterali e riforestazione dei bacini siccitosi - bisogna avere il coraggio di sostituire, probabilmente, un po' di monocoltura con foreste - per limitare, cercare di limitare la desertificazione, se si vogliono aumentare e implementare i bacini di accumulo idrico, monitorando e cercando di ridurre il carico eutrofico e di nitrati, che si troverebbe a quel punto distribuito su un volume minore, portando, chiaramente, una qualità dell'acqua minore, ricordando che, nel solo bacino padano, ci sono 120 milioni di animali. Chiaramente, gli effluenti rimangono quelli; se faccio i bacini, poi non so come fare. Chiedo se vi siano dati aggiornati sullo stato chimico e trofico delle falde acquifere e se si voglia impostare un approvvigionamento di acqua potabile per la filiera alimentare, che deve chiaramente vedere in secondo piano quello che non è strettamente necessario per la salute e per la vita umana, che è appunto la carne.

Mia figlia l'ho svezzata in maniera vegana, mio figlio ha iniziato adesso, per dire che è possibile, non deve essere obbligatorio; non è vitale mangiare carne, bisogna rifletterci. E chiedo se si vogliano rivedere gli incentivi all'utilizzo di cereali negli impianti bioenergetici, alla luce della crisi idrica e della difficoltà anche di importazione per la crisi bellica, e se si intenda fornire elementi in merito al tavolo istituito con le autorità di bacino e ai finanziamenti erogati e previsti per i bacini idrici e per i contratti di fiume.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica, Vannia Gava, ha facoltà di rispondere.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Si premette che la situazione idrometeorologica nazionale e il livello di soddisfacimento degli usi idrici sono costantemente monitorati nel nostro Paese dagli osservatori permanenti sugli utilizzi idrici, istituiti presso le autorità di bacino distrettuali mediante protocolli di intesa interistituzionali, sottoscritti da questo Ministero e da altre amministrazioni centrali e locali competenti, oltre a tutti gli operatori a vario titolo coinvolti. Gli osservatori operano anche da cabina di regia per la previsione e gestione degli eventi di carenza idrica e siccità, le cui attività sono definite a seconda dei vari scenari di severità idrica, secondo un criterio di proporzionalità ed efficienza.

Riguardo, in particolare, il distretto idrografico del fiume Po, per quanto riguarda la situazione attuale, l'ultimo periodo è stato caratterizzato da temperature generalmente inferiori o localmente prossime alle medie del periodo, mentre gli accumuli precipitativi sono invece risultati sempre inferiori a quelli tipici del periodo, comportando la propagazione verso valle della riduzione dei deflussi negli alvei fluviali.

Quasi tutte le grandezze monitorate sono, infatti, risultate in costante esaurimento per tutto il periodo, tranne una recente, ma momentanea, ripresa verso valori inferiori a quelli di magra ordinaria e, in più occasioni, anche inferiori ai minimi storici. Analogamente, riduzioni rispetto alla media storica sono registrate sia per quanto riguarda la risorsa accumulata nel distretto sia sotto forma di neve (meno 60 per cento circa), sia sotto forma di accumulo nelle dighe (meno 47 per cento) e nei laghi regolati (circa meno 73 per cento).

Si sottolinea come il tema dell'azione di contrasto ai fenomeni siccitosi e di scarsità idrica sia costantemente all'attenzione dell'azione governativa, che sta operando sul potenziamento degli strumenti conoscitivi e gestionali di bacino idrico a supporto degli osservatori e delle autorità idrauliche distrettuali. Occorre evidenziare la realizzazione sul distretto del fiume Po di un sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione, nell'ambito dell'Investimento 1.1, Missione 2, Componente 4, del PNRR.

Lo scopo della Missione M2C4 è quello di monitorare e prevedere i rischi naturali e indotti sul territorio italiano, sfruttando le conoscenze e le tecnologie esistenti e all'avanguardia, al fine di garantire l'elaborazione e l'attuazione di piani di prevenzione e resilienza adeguati al territorio e le infrastrutture, a difesa e protezione delle risorse nazionali esistenti e future. Inoltre, nell'ambito delle risorse a valere sul Fondo per lo sviluppo della coesione 2014-2020 - Piano Operativo Ambiente, Asse 2, obiettivo “Mantenimento e miglioramento della qualità dei corpi idrici”, è stata individuata una specifica linea di azione, ovvero “Interventi per il miglioramento della qualità dei corpi idrici”, volti a rafforzare le misure individuate dei Piani di gestione delle acque e superare la frammentazione delle conoscenze di base, nonché a fornire una risoluzione sistemica alle disomogeneità territoriali di carattere modellistico-gestionale evidenziatesi nel corso dei primi due cicli di pianificazione distrettuale.

Sul fronte degli investimenti in opere infrastrutturali si segnalano misure sia in ambito PNRR, sia a valere sul Piano nazionale degli interventi del settore idrico - sezione invasi e acquedotti, di cui all'articolo 1, comma 518, della legge n. 205 del 2017, di competenza del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ora inglobato nel PNRR.

Segnatamente, ci si riferisce alla Missione 2, Componente C4, Investimento 4.1, Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, con cui è stato disposto il finanziamento di interventi finalizzati ad incrementare la sicurezza dell'approvvigionamento idrico di importanti aree urbane, la sicurezza e la resilienza delle reti, compreso l'adattamento ai cambiamenti climatici e la capacità di trasporto della risorsa. Sempre nell'ambito del distretto del fiume Po, quello maggiormente colpito in questa annualità dai fenomeni di scarsità idrica, sono stati individuati numerosi interventi a supporto della mitigazione del fenomeno della siccità, finanziati sia con risorse PNRR che aggiuntive. Si tratta di 21 progetti per un totale di 480 milioni di euro, di cui 3 ricadenti nella sezione “Acquedotti” del Piano nazionale settore idrico e 5 ricadenti nella sezione “Invasi”.

Si segnala, inoltre, la disponibilità delle risorse provenienti dalla Missione 2, Componente 4, Investimento 4.3, Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo, in corso di attuazione a cura del MiPAAF, del Ministero dell'Agricoltura, per una migliore gestione delle risorse idriche, che ha ulteriormente rafforzato le misure già adottate e destinate all'efficientamento delle infrastrutture utilizzate per l'accumulo e la distribuzione delle acque ai fini irrigui.

Con riferimento alle azioni da introdurre per il contenimento dell'inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole, si precisa che i dati più aggiornati di cui si dispone fanno riferimento al quadriennio di monitoraggio 2016-2019 trasmessi dalle regioni ai fini della redazione del report nazionale, trasmesso poi alla Commissione europea da ISPRA, ad aprile 2021. Tale report ha messo in evidenza situazioni di non conformità, ovvero casi di superamenti del limite massimo di concentrazione 50 mg per litro per le acque sotterranee, con sporadici punti di superamento anche per le acque superficiali e soprattutto punti di monitoraggio in stato eutrofico al di fuori delle zone vulnerabili ai nitrati attualmente designate. A questo proposito, le strutture preposte del MiTE hanno prontamente richiesto a ISPRA adeguate elaborazioni di dettaglio funzionale ad avere un quadro esaustivo delle criticità esistenti, che sono state trasmesse alle regioni nel giugno 2021, con la richiesta di fornire urgente e circostanziata notifica circa gli ulteriori eventuali impegni. Il MiTE, dunque, ha prontamente attivato, a valle delle trasmissioni del report alla Commissione, una collaborazione con il territorio al fine di colmare quanto più possibile il gap con la corretta attuazione della “direttiva Nitrati”. Si rappresenta che alcune regioni hanno già provveduto a estendere le proprie zone vulnerabili ai nitrati, mentre altre hanno ritenuto più opportuno approfondire lo studio delle aree con hotspot, al fine di chiarire in maniera coerente la causa dell'inquinamento in atto. Si evidenzia, infine, con riguardo alla procedura di infrazione 2249/2018, che, a oggi, ci troviamo in una fase in cui quasi tutte le regioni hanno concluso gli impegni presi, e le regioni non ottemperanti sono state formalmente sollecitate a febbraio scorso, alla conclusione degli impegni.

In aggiunta all'azione svolta dagli osservatori, si rileva che il Governo sta potenziando il monitoraggio sulla questione della scarsità idrica, costituendo un comitato di coordinamento nazionale degli osservatori, deputato a garantire un'azione effettiva ed efficace degli osservatori sull'intero territorio nazionale. Inoltre, è in fase di istituzione un tavolo politico-istituzionale di alto profilo, alla presenza di tutte le autorità di bacino nazionale, per pianificare proposte di intervento a livello nazionale e fare un quadro della situazione a scala dell'intero Paese.

Infine, sul tema della dichiarazione di emergenza per i fabbisogni idropotabili, si conferma la disponibilità del Governo ad attuare ogni misura idonea ad affrontare le ulteriori criticità che dovessero verificarsi, anche alla luce dei dati che sembrerebbero mostrare che, soprattutto in determinate aree del Paese, la situazione sta convergendo verso scenari di severità idrica elevata.

PRESIDENTE. Il deputato Zolezzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Presidente. Io ringrazio davvero la sottosegretaria Gava. Io sono soddisfatto, perché - ripeto - sono pienamente conscio della complessità, come ho detto anche in precedenza, di questo tema, per cui è stato utile avere messo insieme tutti i vari interventi in corso, sia finanziari che tecnici, per affrontare un tema su cui magari esistessero le bacchette magiche. Purtroppo, qualcuno ci crede, ma io personalmente non credo nella danza della pioggia; quindi, il tema va affrontato scientificamente, mettendo insieme davvero tanti, tanti attori (enti locali e agenzie tecniche, sia ambientali che di salute, oltre a tutto il sistema produttivo e agricolo; quindi non è semplice).

Ricordo che Adam Smith, nel 1776, diceva che non tutto ciò che ha una grande utilità ha un valore, come, per esempio, l'acqua, e che non tutto quello che ha un alto valore ha una reale utilità, come, per esempio, una bistecca. Infatti, senz'acqua, dopo tre giorni, si muore e senza carne si può vivere per tre secoli. Questo è un dato che va comunque detto, perché tutte le volte che torno a Mantova mi rendo conto dello stato, sia quantitativo che qualitativo, dei corpi idrici. Per cui va bene che ci sia anche questa attenzione qualitativa e va bene che ci sia questo monitoraggio sull'eutrofizzazione, che non è una parolaccia ma, purtroppo, è un fenomeno grave che riguarda, come ho detto in precedenza, anche la produzione agricola e la produzione del cibo.

Abbiamo, appunto, questo 50 per cento di impronta idrica della zootecnia, che va, comunque, valutato, in quanto non strettamente necessario. Abbiamo l'Italia che è il terzo importatore netto di acqua virtuale al mondo, dopo Giappone e Messico, con 62 miliardi di metri cubi. Questo è un dato, chiaramente, che ci espone a una certa debolezza, anche perché abbiamo una scarsità idrica globale. Si stima che due terzi della popolazione mondiale saranno in condizione di stress idrico da qui al 2025 e 1,8 miliardi avranno una vera e propria scarsità idrica.

Quindi, credo che questa programmazione delle semine, mirate più che altro al cibo, cereali e legumi che sono sufficienti per l'alimentazione umana, poteva già essere impostata, considerate le previsioni, però adesso tutti questi fattori elencati dalla sottosegretaria credo che potranno portare a tamponare la situazione.

Valutare il progressivo calo dei capi animali, invece mantenendo tutta quella che è la filiera lattiero-casearia, probabilmente in un'ottica di transizione proteica, di cui sta parlando Carlo Petrini, credo sia importante. È necessario fare rete fra Ministero della Transizione ecologica e Protezione civile. Non è facile, immagino, creare questa sinergia, però credo sia necessaria, perché gli osservatori ci sono - da 5 anni si stanno provando - e probabilmente devono funzionare un pochino meglio per dare i dati in maniera un po' più puntuale.

Tutti i vari enti, i consorzi e le autorità di bacino dei singoli bacini, devono cercare di lavorare credo in prospettiva sui vari scenari, senza paura, perché se si arriva poi davvero a non avere l'acqua potabile a casa sarebbe un grosso limite, anche perché se si arriva a quello scenario di solito questo si associa anche a una riduzione qualitativa. Ci sono tutti gli scenari energetici: adesso che serve energia, c'è poca acqua nei fiumi e, quindi, non si riesce a utilizzare l'acqua per produrre l'energia per alimentare i condizionatori che, in qualche modo, possono alleviare la sofferenza, e penso alle persone anziane per cui, adesso con questo caldo, quell'energia è decisamente vitale.

Per quanto riguarda la qualità dell'acqua, mi permetto di ricordare che vi è il decreto ministeriale 29 dicembre 2003 che impone, per l'acqua minerale, nitrati al di sotto dei 10 milligrammi per litro, per i bambini e per tutto quello che è l'ambito pediatrico, quindi anche gravidanza e allattamento, ma non c'è alcuna regola per l'acqua del rubinetto, su cui appunto, come diceva la sottosegretaria, il limite è di 50 milligrammi.

Quello che io mi permetto di suggerire è di valutare se iniziare a dire che c'è uno stress idrico. Sia chiaro che non è una frase ambientalista, ma se c'è un problema di stress idrico, magari di pubblicazione del livello dei nitrati ritardata, forse c'è da suggerire, in ambito pediatrico, di usare l'acqua minerale o, comunque, di valutare se farlo, perché davvero ho già visto i dati di Brescia dell'anno scorso, con solo il 40 per cento dei comuni che sono stati al di sotto dei 10 milligrammi di nitrati. Adesso che l'acqua si è ridotta alla metà, pubblicare i dati con questa dilazione temporale, o sui siti o nella bolletta che magari arriverà fra tre mesi se c'è da fare un comunicato - questo chiaramente riguarda più la salute, però è un tema davvero complesso e integrato -, c'è da valutare, appunto, cosa fare o se addirittura cambiare la concentrazione e dare indicazioni, con circolare, sull'acqua a livello pediatrico, perché si parla di rischi di metemoglobinemia per i bambini, di rischi di riduzione del trasporto dell'ossigeno collegato all'acqua.

Penso poi a tutto il tema delle sostanze inquinanti, le sostanze perfluoroalchiliche autorizzate in Piemonte, alla Solvay. Voglio dire che adesso, con il fiume che è ridotto di volume, chissà quali concentrazioni potranno raggiungere queste sostanze, che già erano elevate ancora prima che fossero autorizzate, per una produzione che non si capiva bene se fosse autorizzata o meno. Penso a quello che è successo nel 2018. Nel 2018 il fiume Chiese si è riempito di germi - la legionella - e ci sono state più di mille persone che hanno contratto la polmonite intorno al corso d'acqua. Adesso cosa si fa? Adesso si dice di pescare più acqua da questo fiume, che già è siccitoso. Allora, è chiaro che se pesco l'acqua poi lì intorno c'è uno spandimento di fanghi sicuramente importante e c'è il rischio che di nuovo si ritorni daccapo, con anche una patologia importante.

Vi sono stati casi di legionella l'anno scorso anche in Friuli-Venezia Giulia e secondo me bisogna assolutamente studiare questi fenomeni; lungi dall'avere una risposta, però, vanno studiati per bene. Adesso, oltretutto, nel Chiese si vuole portare la depurazione di tutti i comuni del Garda, di un altro bacino, e ora anche questo: al Chiese già viene sottratta acqua; in più butto solamente dell'acqua, anche se depurata, ma l'acqua depurata si può immettere in un corpo idrico solo se, poi, viene diluita dalle acque del fiume, altrimenti, c'è un rischio infettivologico, un rischio ambientale importante. Bisogna procedere ulteriormente sul risparmio energetico, sul superbonus e sulle comunità energetiche che hanno almeno ristorato con una riduzione di 200 mila tonnellate equivalenti di petrolio.

Un provvedimento, di cui ringrazio il Governo, è l'articolo 27 del decreto-legge n. 36 del 2022 di attuazione del PNRR, che finalmente imposta nella normativa italiana il principio “one-health”, per riuscire a integrare salute e ambiente con questo sistema nazionale che cercherà di prevenire le malattie. Su questo tema abbiamo già presentato interpellanze, c'è la legge n. 29 del 2019 sul referto epidemiologico da attuare, ci sono tante azioni, per cui questo provvedimento del Governo va proprio in quest'ottica di integrare salute e ambiente; e ciò va fatto presto, perché altrimenti ci si trova ad affrontare, una dopo l'altra, sempre nuove emergenze: emergenza siccità, quella sulla qualità dell'acqua, magari emergenza di qualche patologia che emerge, di qualche epidemia o, addirittura, pandemia.

Io, oggi, sono qui in questo posto, non per caso; questo era il luogo dove sedeva la mia collega Iolanda Nanni, la parlamentare di Pavia che, purtroppo, è mancata nel 2018, e io sono qui per parlare di questo; ciclo dell'acqua vuole anche dire ciclo del trattamento della depurazione, trattamento che va fatto bene, perché, come ho detto, se poi si spandono fanghi, gessi in maniera anomala, si rischia, tanto più in periodi di siccità, di avere problemi.

Il tema della legionella, secondo me, non è mai stato affrontato in maniera adeguata. Adesso, sempre nel decreto-legge n. 36 del 2022 c'è un emendamento, per provare a impostare questa tracciabilità dei gessi, che spero sia approvato. Ma non è tanto per me, che ci metto la faccia, e non è nemmeno per la collega Iolanda, che tanto si è spesa - e probabilmente tra i vari fattori aggiuntivi della sua malattia c'è stata anche questa eccessiva pressione ambientale di Pavia -, ma per un territorio che sta subendo una normativa sbagliata - per cui i fanghi possono essere sparsi senza tracciabilità, senza sapere da dove vengono, che tipo di fanghi sono, dove vanno e quando ci vanno -, per il territorio di Pavia, quindi, che sta subendo questa cosa e per una parte del territorio della Lombardia, perché una norma sbagliata può creare lo stesso problema in tutta Italia. Prima lo risolviamo, ponendo una tracciabilità e meglio è.

(Iniziative di competenza per la revisione del regime di tassazione applicabile ai settori dello spettacolo viaggiante e della piccola pesca sportiva, con particolare riferimento ai canoni demaniali - n. 2-01541)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Galizia ed altri n. 2-01541 (Vedi l'allegato A). Chiedo alla deputata Galizia se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente, tra i settori che maggiormente sono stati colpiti dalla pandemia da COVID-19 ci sono alcuni settori che fanno più fatica a riprendersi; tra questi, sicuramente, rientra il settore della cultura e dello spettacolo, la cui attività, ovviamente, è stata interrotta completamente per due anni e che ha costi di riapertura molto alti, alle volte quasi insostenibili. Tra questi sicuramente c'è lo spettacolo viaggiante che ha subito una vera e propria paralisi della propria attività e per il quale vi è anche un elemento ulteriore che va a contrastarne la ripresa, perché i canoni che lo spettacolo viaggiante paga per occupare il suolo sono diventati quindi insostenibili.

A tal proposito, il Governo si è attivato per dare risposte concrete a questo settore. Infatti, con il “decreto Sostegni-bis”, all'articolo 65, si era previsto di concedere un'esenzione dal pagamento del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione della pubblicità fino al 30 giugno 2022; quindi, oggettivamente, c'è stato un interessamento su questa tematica. Tuttavia, queste concessioni stanno terminando; accanto a questa tematica, si pone quella dell'occupazione, invece, del suolo demaniale il cui canone, come tutti sappiamo, fino a poco tempo fa era di soli 500 euro e adesso è stato aumentato a 2.500 euro. Mettetevi nei panni di questi piccoli imprenditori dello spettacolo viaggiante che spesso fanno feste patronali e, quindi, ruotano in diversi territori d'Italia.

L'Italia, come sapete, è una Nazione che ha moltissima costa, quindi, moltissime feste patronali si svolgono in paesi costieri e il lungomare è il luogo in cui avviene solitamente l'installazione di queste attività. Questi giostrai o attori dello spettacolo viaggiante - perché lo spettacolo viaggiante circense tocca tantissime professionalità - si vedono, quindi, costretti a pagare per ogni tappa 2.500 euro. Essendoci così tanti Paesi costieri, magari fanno quattro o cinque tappe durante la stagione estiva, che, moltiplicate per 2.500 euro, diventano una cifra davvero insostenibile.

Accanto a ciò, non dobbiamo però dimenticare tutte quelle attività sportive e ricreative senza scopo di lucro che hanno potuto beneficiare, attraverso il “decreto Sostegni-bis”, di una riduzione di questo canone, da 2.500 euro a 500 euro per tutto il 2021; mi riferisco all'articolo 6-bis dello stesso provvedimento “Sostegni-bis”. Tutte queste attività oggi si trovano in un momento di profonda difficoltà, perché sono prevalentemente attività di associazioni, di piccoli pescatori dilettanti che spesso si collegano alla promozione del territorio, quindi si intrecciano fortemente con l'attività culturale, e sono anche legate ai piccoli ormeggi di privati, di pescatori, alle scuole di vela; anche queste sono attività che hanno una forte valenza sociale.

Sottosegretario, le chiedo se il Governo si stia attivando per continuare a sostenere queste realtà così importanti per il nostro Paese, perché sappiamo bene quanta valenza culturale e sociale queste due attività abbiano nel nostro Paese, e se ritenga di voler lavorare con riferimento alla soglia minima dei canoni demaniali per chi occupa queste aree e pertinenze demaniali, in modo strutturale o eventualmente attraverso esenzioni temporanee per dare risposte concrete in vista della ripresa post COVID.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato, Vannia Gava, ha facoltà di rispondere.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Onorevole Galizia, al riguardo, per quanto riguarda la competenza del Ministero dell'Economia e delle finanze, si rappresenta quanto segue: come evidenziato dall'onorevole interpellante, per fronteggiare gli effetti negativi derivanti da tale situazione, sono state assunte diverse misure volte a sostenere gli operatori del settore. Nell'ambito delle misure urgenti a sostegno del settore cultura il decreto-legge del 25 maggio 2021, n. 73, cosiddetto decreto Sostegni-bis, ha disposto all'articolo 65, comma 6, la proroga dell'esenzione fino al 30 giugno 2022 dal pagamento del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria per i soggetti che esercitano le attività di spettacolo viaggiante e circensi.

Inoltre, l'articolo 6-bis dell'accennato decreto-legge cosiddetto Sostegni-bis, ha altresì previsto che, per l'anno 2021, l'importo annuo del canone dovuto quale corrispettivo dell'utilizzazione di aree e pertinenze demaniali marittime per attività sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro e per finalità di interesse pubblico individuate e deliberate dagli enti locali territorialmente competenti, non può essere inferiore a euro 500.

Tanto premesso, in merito alla richiesta di una revisione del regime dei canoni patrimoniali di concessione, autorizzazione ed esposizione pubblicitaria anche attraverso un'auspicata riquantificazione strutturale della soglia minima di detti canoni, si osserva che detta iniziativa è suscettibile di determinare minori entrate da tributi locali a fronte delle quali è necessario reperire idonee forme di compensazione a carico del bilancio dello Stato.

Allo stesso modo, per l'accoglimento della proposta dell'onorevole interpellante intesa a prorogare o rendere strutturale la disposizione che riduce l'importo annuo del canone dovuto quale corrispettivo dell'utilizzazione di aree e pertinenze demaniali marittime, al fine di sostenere il settore della piccola pesca sportiva, le attività ricreative ad esso legate, nonché la promozione delle tradizioni locali, è necessario individuare idonei mezzi di copertura finanziaria del minor gettito per l'erario che si determinerebbe.

PRESIDENTE. La deputata Galizia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente. Io ringrazio la sottosegretaria Gava, che è venuta qui in Aula a sottoporci la questione che non ci sono le risorse o, perlomeno, bisognerebbe individuarle, per poter dare delle risposte a questi operatori. Credo ci si debba attivare per trovare queste risorse, perché non è possibile che questi operatori rimangano in tale situazione. Io ho provato in diverse occasioni e presentare emendamenti anche al disegno di legge “Concorrenza”, Infatti, immaginate – perché noi abbiamo diversi paesi di mare in cui, magari, il lato destro è demaniale e il lato sinistro è comunale - una stessa strada: si crea una vera e propria iniquità tra operatori dello stesso settore che devono pagare due canoni completamente diversi. Questo crea una grande mancanza di concorrenza tra operatori che si vedono oberati da una tassazione totalmente iniqua. Io credo che sul tema delle tasse bisognerebbe intervenire: non possiamo lasciare assolutamente questa problematica. A tal proposito, mi sono anche impegnata a presentare un ulteriore emendamento nel decreto-legge Aiuti, anche questo dichiarato inammissibile. Temo che, se non interveniamo, purtroppo perderemo la possibilità di avere sui nostri territori questi tipi di attività, che non sono semplicemente qualcosa di ludico, ma rappresentano parte del folclore e della tradizione - sia per quanto riguarda la pesca dei piccoli pescatori, sia per quanto riguarda le scuole di vela, sia ancora per quanto riguarda lo spettacolo viaggiante - che fanno parte integrante della tradizione tipica delle nostre feste patronali. Io, a questo punto, suggerirò a tutti i comuni della mia zona di individuare nuove aree all'interno dell'area comunale, senza doversi poggiare necessariamente sulle aree demaniali, perché il costo diventa insostenibile per le attività che fanno più tappe nelle aree demaniali. Immaginatevi, per queste piccolissime attività, che hanno introiti irrisori, cosa significhi dover pagare un canone così elevato. Pertanto, o ci si attiva o, purtroppo, rischieremo di perdere una ricchezza che fa parte di una tradizione storica consolidata del nostro Paese.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che il presidente della Commissione affari costituzionali, con lettera in data 16 giugno, ha rappresentato l'esigenza, sulla quale ha convenuto l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione medesima, di posticipare al prossimo calendario l'inizio dell'esame in Assemblea della proposta di legge n. 1714 e abbinate, relativa all'esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di assenza per motivi di studio lavoro o cura, e delega al Governo per la sperimentazione di sistemi telematici di votazione, la cui discussione generale è prevista, dal vigente calendario dei lavori, per lunedì 20 giugno.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, pertanto, l'esame della proposta di legge citata non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute dell'Assemblea previste nel mese corrente.

Organizzazione dei tempi di esame di una proposta di legge costituzionale e di una mozione.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per la discussione generale della proposta di legge costituzionale n. 1854 e abbinate, recante modifica all'articolo 114 della Costituzione in materia di ordinamento e poteri della città di Roma capitale della Repubblica, nonché per l'esame della mozione concernente iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura (Vedi l'allegato A).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 20 giugno 2022 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto. (C. 3591-A​)

Relatore: FRANCESCO SILVESTRI.

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Delega al Governo per la riforma fiscale. (C. 3343-A​)

Relatore: MARATTIN.

3. Discussione sulle linee generali della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00671 concernente iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive .

4. Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale:

BARELLI ed altri: Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma, capitale della Repubblica. (C. 1854-A​)

e delle abbinate proposte di legge costituzionali: MORASSUT ed altri; CECCANTI; MELONI ed altri. (C. 2938​-2961​-3118​)

Relatori: CECCANTI e CALABRIA.

La seduta termina alle 11,15.