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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 688 di giovedì 5 maggio 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Casa, Colletti, Comaroli, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Lapia, Lollobrigida, Marin, Molinari, Mura, Perantoni, Romaniello, Scoma, Serracchiani, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 122, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,08).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Walter Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie davvero, Presidente. Voglio partecipare a quest'Aula la scomparsa di Umberto Coldagelli a novant'anni. Tanta parte della sua vita l'ha passata a servire lo Stato e questa Istituzione, dove entrò con un concorso. Insieme a lui, c'erano giovani di allora, come Antonio Maccanico, Andrea Manzella e Beniamino Placido. Qui ricoprì, con preparazione, sobrietà e senso dello Stato, incarichi di grande responsabilità: fu capo segreteria del Presidente Ingrao, Vicesegretario generale con la Presidente Nilde Iotti. Si deve a lui anche la creazione di un moderno ufficio stampa e pubblicazioni, passo fondamentale per la trasparenza degli atti di questa Istituzione. È stato un uomo sempre ispirato a valori profondi e a ideali. Un bellissimo profilo, che la Repubblica gli dedicò nel 1996, era titolato “Un rivoluzionario nel Palazzo” e non fu casuale il fatto che nel 1956 fosse stato tra i firmatari, assieme a cento intellettuali comunisti, del Manifesto di condanna dell'invasione sovietica dell'Ungheria. Si laureò in storia e filosofia con Federico Chabod e partecipò a esperienze della Sinistra altra, penso ai Quaderni rossi, con personalità come Raniero Panzieri, Mario Tronti, Alberto Asor Rosa, e a tante altre esperienze di quegli anni. È giusto ricordare infine come Umberto Coldagelli sia stato studioso, tra i principali, e divulgatore in Italia del pensiero di Alexis de Tocqueville, cui ha dedicato diverse pubblicazioni, pensiero che l'ha sempre accompagnato - disse lui - nella difficoltà di far coincidere gli istituti della democrazia e il processo democratico, gli interessi de l'homo democraticus.

Ha scritto anche diversi libri, l'ultimo due anni fa, sulla figura di Emmanuel Macron, sulla storia politica francese, altra sua grandissima passione. Siamo vicini alla moglie Elena, alla figlia Costanza e al caro amico, figlio, Luigi, giornalista di valore, da tanti anni al servizio della comunicazione di vertici delle istituzioni del Governo. Umberto Coldagelli riposerà per sempre in Umbria, tra i monti di Scheggia, dove era nato, da dove era partito per Roma e dove tornava spesso nella casa di famiglia. Ricordo ancora la bellezza di quella giornata insieme, quando il suo comune e la sua comunità, cinque o sei anni fa, gli conferirono la cittadinanza onoraria che per lui fu davvero un grande regalo da parte di un luogo che amava e da cui era stimato e riamato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio molto, Presidente. Il 5 maggio del 1972, cinquant'anni fa, precipitava, sopra Montagna Longa, all'aeroporto di Palermo, un DC8 con 115 persone a bordo. Morirono tutte in quello schianto. Erano persone che - lo ricordo - pagavano in quel momento 435 mila lire per un viaggio; il biglietto allora costava tanto, c'erano tante persone, tanti palermitani. Io persi un cugino carissimo. Fu colpita tutta la città. Ricordo che non c'era una sola chiesa che non ospitasse salme di quel terribile atterraggio. Nel 2021 una perizia ha dimostrato che si era trattato di una bomba che era esplosa in volo. Prima si ritenne che fosse un errore del pilota; in realtà fu acclarato che era stato un attentato.

Presidente, il nostro Paese ha un serio problema: quello di non comprendere come si possa fare verità, come si possa cercare la verità. Tanti attentati, tante catastrofi ancora cercano una ragione, un motivo, una verità. Concludo come disse Cicerone: quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra? Fino a quando potremo avere la pazienza di non conoscere la verità di questi grandi eventi che hanno colpito la nostra storia e il nostro Paese? Ecco, credo che sia giusto e doveroso oggi ricordare quelle 115 vittime che persero inconsapevolmente la vita e da innocenti. La ringrazio.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Trizzino, per questo ricordo.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (A.C. 3533-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3533-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3533-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sara Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente, e grazie a tutti i colleghi. In questi mesi ho avuto tempo di riflettere e oggi posso dirvi grazie. Grazie per aver pensato veramente al bene del nostro Paese e dei suoi cittadini, per aver messo al primo posto la loro salute e per aver messo a disposizione di tutti cure efficaci e sicure, rimedi testati, protocolli innovativi e, soprattutto, personalizzati. Grazie per aver reso libera e indipendente la ricerca, per la meticolosità e trasparenza nella divulgazione dei dati. Grazie per tutto quello che avete fatto nel solo interesse del popolo italiano o forse di una parte. I risultati sono veramente incredibili e il benessere, oggi, grazie a voi, dilaga. Grazie a nome di tutti i bambini e i ragazzi italiani per averli difesi da depressione, ansia, difficoltà di apprendimento, reazioni avverse, suicidi; i primi che hanno potuto godere della vostra mirabile visione, i primi ad essere incentivati a uno stile di vita sano, a respirare a pieni polmoni, a nutrirsi di cibo vero, relazionarsi, conoscere il mondo con occhi ben aperti e spirito critico. Hanno finalmente imparato quanto un sorriso di un bambino possa essere pericolosamente potente per questa società. Grazie per aver reso la scuola un luogo accogliente e sicuro, per i soldi investiti nelle strutture, nella bellezza, nei docenti.

Grazie a nome dei sanitari e di tutti i lavoratori che, in questi anni, hanno visto crescere sostegno e sussidi: non un posto è stato toccato, non un lavoro e non un lavoratore sono stati ricattati. Giusto? È importantissimo sapere che la nostra Costituzione, nel suo primo e principale articolo, non sia stata minimamente intaccata in questo difficile periodo. Chi dimostra di resistere, anzi, va tassato, multato, sempre, mi raccomando. Grazie per averli sospesi e radiati, così almeno ora sappiamo a chi rivolgerci.

Grazie per aver messo le Forze armate contro i cittadini, umiliando e processando chi addirittura prega in piazza o osa bere con la mascherina. Grazie anche per averci tassati perché non siamo morti, come qualcuno forse sperava.

L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. L'Italia ripudia la guerra, tutte le guerre. L'Italia garantisce il diritto allo studio. Non discrimina, l'Italia. Grazie a questo Parlamento per aver reso tutto ciò che è scritto nella nostra Carta costituzionale tangibile realtà. Vi ringrazio per aver letto e risposto alle mie 160 interrogazioni che, da febbraio 2020, ho depositato, fornendovi tutti gli elementi per fermare le sempre più numerose tragedie legate alla somministrazione di veleni: danni immunologici, cardiologici e neurologici irreversibili; 40 morti improvvise solo nelle ferie pasquali. Ma perché leggere le interrogazioni, se già sapete tutto?

Grazie perché ci avete abituati ai bollettini dei morti, così è più facile passare da una guerra all'altra. Ci avete fatto capire che i nostri lavoratori sanitari possono essere sostituiti dagli ucraini, ma non dai palestinesi, africani o sudamericani. Grazie a questi due anni, oggi è tutto tremendamente chiaro. Ci avete fatto comprendere finalmente che la frase “essere nato in Italia” non è motivo di orgoglio, ma dichiarazione di sottomissione all'economia di guerra che comanda da sempre le nostre istituzioni: Governo, maggioranze, finte opposizioni, vecchie e nuove incluse.

Grazie perché, togliendoci i servizi essenziali, il lavoro, la possibilità di campare, ci state insegnando la dignità di vivere in modo sempre più indipendente e autosufficiente. Grazie perché molti di noi hanno cambiato il lavoro, prima che il ricatto del lavoro ci cambiasse. Non è più tempo di delegare a nessuno, non abbiamo più bisogno di voi. Sottovalutate gli italiani, se pensate di poterci fermare e piegare con le vostre condanne, le vostre multe e le vostre violenze. Grazie per aver utilizzato i soldi degli italiani per comprare dalle partecipate di Stato ciò che davvero è necessario per la nostra sussistenza: salute, cultura e benessere, le benedette armi offensive, identità digitale, 5G, inceneritori, vaccini, insomma tutti beni di prima necessità. E grazie, in particolare, agli ultimi due Governi, Conte e Draghi, che hanno aumentato da 25 a 38 miliardi annui le spese militari, sottraendoli alla sanità e alla scuola.

Vi ringraziamo perché, dalla gestione dell'emergenza COVID, ci siamo risvegliati con un terzo delle aziende chiuse, crisi e povertà dilagante, potere d'acquisto dimezzato, svenduti al miglior oligarca di turno, possibilmente statunitense, purché amico di amici. Finalmente possiamo sostituire il nostro made in Italy, la nostra biodiversità agroalimentare con prodotti contraffatti nei laboratori delle multinazionali della chimica. Grazie. Vi ringrazia anche l'Africa che non vedeva l'ora di risolvere l'annoso problema della mortalità da COVID, che non permette alla sua popolazione di arrivare alla soglia della sopravvivenza, garantita da sempre dall'estrattivismo targato ENI.

Grazie perché, passando dalla guerra per procura a fare degli italiani dei procuratori di guerra, odio e delazione, ci avete fatto capire chiaramente da che parte non vogliamo stare, e che qui dentro - qui dentro! - nessuno di voi ci rappresenta.

A proposito, per averci impedito di essere complici del fitto trasloco istituzionale, grazie. Ma soprattutto grazie perché, emarginandoci e isolandoci, ci avete dato la possibilità di costruire tante arche di salvezza con il solo coraggio della dignità. Dalla soddisfazione di bisogni indotti siamo passati alla creazione della nostra felicità, tanti luoghi di vita e di gioia in cui crescere nel rispetto e nella consapevolezza, celebrando la nostra memoria e il nostro talento. Grazie, perché avete trasformato le nostre più profonde paure in forza ed energia. Fuori dai palazzi, in mezzo alla gente che resiste, si sta molto meglio; si respira forza di volontà, spirito di iniziativa e si celebra la vita, nonostante tutto quello che qui dentro si decide. Siamo sani, siamo vivi, siamo integri, coerenti e, quindi, non ricattabili e questo vi fa paura. A proposito, io mi sono portata un kit di sopravvivenza: vi consiglio di starmi molto lontano, perché ho qui con me acqua santa, aglio e paletti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Michele Sodano. Non c'è, si intende decaduto. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie Presidente. Colleghi, il nostro voto sulla conversione di questo decreto non può essere che contrario. È bene chiarire in quest'Aula che la contrarietà non è legata al concetto di riaperture; dopo due anni e mezzo di pandemia era atteso un segnale di speranza, importante per alleggerire la tensione sociale e restituire libertà e serenità ai cittadini e alle cittadine. Tuttavia, nonostante le promesse di ritornare finalmente ad una vita normale, seppure con precauzioni sicuramente da mantenere, anche questo decreto si è trasformato in uno strumento di discriminazione che introduce differenze di trattamento incomprensibili e intollerabili, mentre questa riapertura, segnale positivo e di speranza, doveva essere un segnale per tutte e per tutti; doveva segnare la fine di un periodo drammatico, come quello che abbiamo affrontato negli ultimi due anni e mezzo.

È chiaro che il virus circola ancora, per fortuna con varianti meno aggressive, quindi, dovremo mantenere le precauzioni sanitarie, ma tutti e tutte in egual misura, seguendo una logica che non veda l'obbligo delle mascherine per i bambini e gli adolescenti a scuola. Anche da un punto di vista sociale e della relazione, credo che continuino a essere molto sottostimate le ricadute psicologiche che tutto questo lascerà nelle loro vite.

Tornando al tema dell'obbligo vaccinale, ritengo di aver sempre dichiarato in quest'Aula che il Governo, con i suoi provvedimenti, abbia generato una confusione tra protezione e diffusione del virus, continuando, purtroppo, ancora oggi, a concedere ai vaccinati una patente di immunità che non corrisponde affatto alla realtà. Infatti, credo e spero sia evidente a tutti che anche i vaccinati fanno circolare il virus, oltre ad ammalarsi. Oggi gli unici strumenti di contenimento efficace, laddove servano, sono mascherine e distanziamento, tampone, misure igienico-sanitarie. Laddove lo si ritenga necessario, sono queste le misure da adottare, ma - ripeto - uguali per tutte e per tutti. Non è assolutamente concepibile che, come indicato dal decreto, alcune categorie siano più vessate di altre, continuando con un obbligo vaccinale che non rappresenta più uno strumento sanitario per la limitazione dei contagi e della circolazione del virus e neanche, in realtà, come abbiamo visto in tanti, per proteggersi dalla malattia.

Proviamo a guardare cosa fanno altri Stati, che non sono nemmeno Stati rivoluzionari. Per esempio, la Danimarca si avvia a sospendere la campagna vaccinale. “(…) chiudiamo il programma di vaccinazione di massa contro il COVID-19” ha affermato Bolette Søborg, direttore del Dipartimento di malattie infettive, aggiungendo che gli inviti per le vaccinazioni non verranno più emessi dopo il 15 maggio, un atteggiamento sensato, perché è ormai evidente - non mi stancherò di ripeterlo - come il vaccino non sia efficace per le nuove varianti, perché concepito per una variante del virus che circolava due anni fa. È stata una strategia che ha verosimilmente in passato limitato i sintomi della malattia, alleggerendo i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari, anche se non ha mai bloccato il contagio, ma questo avveniva, semmai, con la variante Delta e con quelle precedenti, con un vaccino appunto creato per quelle varianti. Oggi le evidenze mostrano che vaccinati e non vaccinati si ammalano in egual misura, per fortuna con una variante del virus meno aggressiva. Questo io lo ripeto, perché sarà letto in futuro dalla storia.

La ratio di questo decreto doveva essere sicuramente quello delle riaperture, una ratio valida per tutte e per tutti, al netto di alcune restrizioni, senza dimenticare di porre l'accento sul fatto che il virus circola ancora, ma richiede una strategia preventiva diversa. Invece, con questo decreto, permane l'obbligo vaccinale per i professionisti sanitari e gli operatori di interesse sanitario fino al 31 dicembre 2022 e con esso l'apparato sanzionatorio; viene esteso l'obbligo vaccinale al 31 dicembre 2022 per i soggetti che svolgono la propria attività lavorativa nelle strutture residenziali socioassistenziali e sociosanitarie, comprese le strutture semiresidenziali e le strutture che ospitano persone in situazioni di fragilità; inoltre, fino al 15 giugno, permane l'obbligo vaccinale per il personale scolastico dei servizi educativi per l'infanzia, per il personale che opera nel settore dell'istruzione, del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico, della polizia locale e per il personale delle università. Quindi, queste categorie di lavoratori risultano di fatto discriminate rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori, potenzialmente sanzionati e sospesi senza stipendio, in violazione del diritto al lavoro sancito dalla nostra Costituzione, così come del diritto costituzionale di eguaglianza tra i cittadini. È inammissibile poi che, dal 1° maggio, nonostante non sia più necessario per nessun lavoratore - neppure per gli over 50 - presentare il green pass sul posto di lavoro, resta tuttavia l'obbligo vaccinale fino al 15 giugno per gli over 50, eludibile con una multa una tantum di 100 euro. Vi sembra un provvedimento sensato e sanitario?

Per la scuola vige poi un altro trattamento, ossia gli insegnanti non vaccinati vengono considerati non idonei all'insegnamento ed impiegati in altre funzioni, con eventuale conseguente penalizzazione economica. Come dire, vi sono comunque discriminati tra i discriminati: neanche tra quelli in cui c'è l'obbligo i trattamenti sono identici. Quindi, il principio di eguaglianza tra i cittadini, in quest'Aula e in questo Parlamento, questo Governo lo ha completamente dimenticato. Noi abbiamo provato a modificare questo decreto e con i nostri emendamenti abbiamo chiesto di eliminare l'obbligo per tutte le categorie. Abbiamo provato a inserire, quale misura di contrasto della diffusione del virus, laddove necessario, lo strumento del test antigenico, quale deterrente più efficace a ridurre i contagi, non rischioso per la salute dei cittadini e più adeguato al contesto attuale, garantendo un più efficace sistema organizzativo per questo strumento di diagnosi e di prevenzione. Abbiamo provato a eliminare l'obbligo delle mascherine almeno fino alla terza media. La Commissione, però, ha bocciato tutto e, in Aula, l'ennesima fiducia posta dal Governo ci ha impedito di ridiscutere le nostre proposte emendative. Ormai è chiaro ed evidente che questo virus non si fermerà con i vaccini. Gli unici strumenti che restano, dove necessari, sono monitoraggio, misure igienico-sanitarie e ambientali.

C'è invece un'ostinazione incomprensibile sulla vaccinazione, ma solo per alcune sventurate categorie. Forse, la priorità di questo Governo è smaltire le dosi acquistate e non la salute dei cittadini? Non è da me pensarlo, ma non riesco assolutamente a trovare un'altra spiegazione logica. È un atteggiamento che, inoltre, procurerà allo Stato solo ricorsi, perché l'insensatezza della norma è ormai sotto gli occhi di tutti. Il tribunale di Padova, con una sentenza dello scorso 28 aprile, ha accolto il ricorso di un'operatrice sanitaria, sospesa per non essersi sottoposta a vaccinazione; il tribunale evidenzia l'irragionevolezza dell'obbligo vaccinale e l'inutilità a prevenire il contagio, definendo la garanzia del vaccino pari a zero. Così pure la recente ordinanza del TAR Lombardia che ha accolto il ricorso di una dottoressa medico veterinario fatto contro la sospensione richiesta dall'ordine; qui si aggiunge che la norma, se si può, è ancora più irragionevole, visto che i medici veterinari - a meno che non facciano uso abusivo della professione - non assistono né curano esseri umani. Ci sono poi pronunce del TAR Lazio e, non ultima, l'ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana, che ha sollevato alla Consulta la questione di illegittimità dell'obbligo vaccinale per il personale sanitario.

In conclusione, Presidente, non è un voto contro le riaperture, che invece ben vengano. È un voto contro l'introduzione di trattamenti differenti per cittadini uguali e che hanno ugualmente patito per questa pandemia. È un voto contro la ratio del Governo, che non comprendiamo, ancor prima di non condividere. Che messaggio trasmettiamo? Quale il senso? Così, mentre proviamo a lasciarci alle spalle una malattia molto grave, che per 2 anni e mezzo ha afflitto tutto il mondo, continuiamo a creare ingiustificate discriminazioni, che alimentano un altrettanto ingiustificato odio sociale. Il decreto doveva prevedere riaperture per tutti e per tutte; il mantenimento di norme igienico-sanitarie e - non mi stancherò mai di dirlo - doveva rispettare il diritto costituzionale di eguaglianza tra i cittadini.

Per tutti questi motivi, annuncio il voto contrario mio e delle colleghe di Manifesta al provvedimento in esame (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Presidente, forse andrò in controtendenza rispetto a una prassi ormai consolidata in quest'Aula secondo la quale un deputato o una deputata svolge prima il proprio intervento in dichiarazione di voto e soltanto al termine di quest'ultimo annuncia il proprio voto e quello della componente o del gruppo parlamentare che rappresenta. Invece, intendo chiarire sin da subito che il voto di Europa Verde su questo decreto sarà un voto contrario, per ragioni sia di metodo che di merito, e parto dal metodo. Presidente, noi di Europa Verde abbiamo più volte chiesto, non soltanto in occasione della conversione in legge di questo provvedimento – e, d'altronde, era quello che ci si aspettava dall'autoproclamatosi Governo dei migliori - che si uscisse dall'emergenza con un vero piano strutturale; che si passasse, quindi, dall'emergenza alla programmazione per migliorare la situazione in tutti quei settori che richiedono da tempo un intervento di riforma, il mondo della sanità, della scuola, del lavoro.

Eppure non c'è traccia di programmazione in questo decreto. E, allora, sottosegretario, noi non vorremmo che prima l'emergenza COVID e adesso l'emergenza dovuta allo scatenarsi del conflitto tra Russia e Ucraina diventino non armi di distruzione, bensì armi di distrazione di massa, perché in effetti, approfittando di questa distrazione, che è più che comprensibile, da parte dei cittadini, che sono ovviamente preoccupati per altro, torna ad affacciarsi all'interno del dibattito pubblico, e anche, purtroppo, all'interno del dibattito di Governo, il tema del ricorso all'energia nucleare. Si parla di centrali a carbone, si interviene su rigassificatori, fonti fossili di energia, si deregolamenta l'uso dei pesticidi in agricoltura. Nel frattempo, si forniscono armi all'Ucraina, con il rischio che l'Italia si ponga in una situazione di cobelligeranza de facto, in spregio alla propria Costituzione e all'insaputa dei cittadini. Perché all'insaputa? Perché è stato posto un vincolo di segretezza sul dettaglio degli armamenti forniti. E, ancora, nel silenzio e nella distrazione generale, mentre i cittadini devono pagare bollette sempre più salate, le compagnie energetiche continuano a maturare decine di miliardi di extraprofitti, sui quali questo Governo sceglie di non intervenire, se non in misura irrisoria. Ancora, sul piano del metodo, anziché attuare una seria programmazione e farlo con il contributo di questo Parlamento, si sceglie di privare il Parlamento delle proprie funzioni, e lo si fa in due modi. Innanzitutto, cosa a cui ormai siamo abituati, ponendo la questione di fiducia, quindi impedendo all'Aula di intervenire con emendamenti al testo del decreto, ma anche prevedendo, ancora una volta, che la gestione della pandemia, sebbene siamo in una fase di uscita dallo stato dichiarato di emergenza, sia affidata a ordinanze della Protezione civile da qui alla fine del 2022, con l'unica gentile concessione, se così la vogliamo considerare, che tali ordinanze, ma soltanto una volta adottate, vengano tempestivamente comunicate alle Camere, che saranno quindi impossibilitate a modificarle. Ma, Presidente, venendo al merito, noi proprio non riusciamo a capire quale sia il problema che questo Governo ha con il lavoro agile. La risposta che mi viene più immediata è che una parte del problema risieda nella considerazione che il Ministro Brunetta ha dei lavoratori agili, tant'è che ha imposto il ritorno in presenza di tutta la pubblica amministrazione. Sono parole sue, le cito testualmente: per lui i lavoratori agili sono lavoratori che sono chiusi a casa con il telefonino sulla bottiglia del latte a far finta di lavorare. Ebbene, è evidente che da questo conseguano le scelte di questo Governo e anche la scelta del ritorno in presenza per tutto il comparto della pubblica amministrazione, che va del tutto in controtendenza rispetto a quanto accade nel resto d'Europa, dove il lavoro agile è ampiamente utilizzato anche nella pubblica amministrazione. È evidente la sfiducia nei confronti di lavoratori che si sono impegnati molto, spesso anche a loro spese, per mantenere attivi alcuni servizi nel periodo più duro dell'emergenza sanitaria. Ma, se non bastassero i dati sulla produttività, sulla migliore possibilità di conciliazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita privata, secondo degli studi che sta conducendo un gruppo di lavoro di Europa Verde vi sono anche notevoli vantaggi in termini ambientali dall'implementazione, dal maggior ricorso al lavoro agile. Innanzitutto, un impatto positivo nel campo dei trasporti per un evidente decongestionamento del traffico, quindi un miglioramento della qualità dell'aria e un minore consumo di risorse del suolo e di energia grazie alla possibilità di ridimensionare le sedi di lavoro. Senza considerare un effetto indiretto del ricorso al lavoro agile, che potrebbe essere il contrasto allo spopolamento delle aree interne, soprattutto, ma non soltanto, nel Centro-Sud dell'Italia, perché tanti lavoratori e lavoratrici non sarebbero più costretti a scegliere se rimanere nel proprio Paese natale o se abbandonarlo, in cerca di migliori opportunità di lavoro.

Abbiamo descritto quello che manca in questo decreto, e un altro grande assente è proprio un intervento in tema di assistenza sociosanitaria sui territori. Manca un intervento di potenziamento del welfare e si continua a commettere l'errore, che ormai permea la politica da molti anni, di subappaltare l'erogazione dei servizi direttamente alle famiglie, ai caregiver, riservando al sistema di sicurezza sociale un ruolo subalterno rispetto ad altre politiche del Paese. Questa tendenza è ancora più evidente se si valutano le numerose misure disorganizzate e varate spesso con l'appellativo di bonus, che ben evidenzia la natura temporanea, quindi non lungimirante e certamente più propagandistica che sociale, di queste misure. Al momento, resta pressoché inattuata la norma che stabilisce livelli minimi essenziali per i servizi sociali. Questo che effetti provoca? Questo si traduce in 20 diversi sistemi di welfare regionale, in migliaia di sistemi locali, ai quali si vanno ad aggiungere gli innumerevoli interventi nazionali, con il risultato di ottenere una quantità enorme di risorse, che però sono difficilmente identificabili, e quindi intercettabili proprio dalla potenziale platea di beneficiari, i quali, in molti casi, non sanno di poter accedere a prestazioni a loro dedicate oppure, in altri casi, fanno richiesta di prestazioni che non sono funzionali rispetto alle loro esigenze.

Il filo conduttore di tutte queste misure è predisporre interventi che si sostanziano in un trasferimento di denaro, ma non rispondere ai bisogni dei cittadini e delle famiglie, che necessiterebbero, invece, di maggiori servizi, di servizi più concreti ed efficienti, e non soltanto di misure economiche. Quindi, bene che, in sede referente, questo Parlamento sia riuscito, inserendo un articolo al testo del decreto, a incrementare il fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico, ma quando il Governo non ha una visione chiara dei bisogni di salute, della necessità di presa in carico dei soggetti più fragili, accade che nel corso dell'esame dello stesso provvedimento si accolga questa giusta misura, ma si respinga un semplice ordine del giorno a prima firma del collega Romaniello che chiedeva l'implementazione della strategia nazionale per la prevenzione dei suicidi, un altro fenomeno che rappresenta una piaga sociale e che ha subito una brusca recrudescenza e un incremento dei casi proprio in ragione del periodo pandemico che abbiamo attraversato.

E, ancora, va fatta una seria riflessione sulle vigenti attribuzioni di competenze in materia sanitaria e sociosanitaria, a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale. In questa fase di ripartenza i comuni avrebbero dovuto assumere, di concerto con tutti gli altri livelli di governo del territorio, un ruolo essenziale per la costruzione delle reti di prossimità; ed era una richiesta forte che veniva anche dall'ANCI, alla quale però non è stata data risposta in questo decreto.

Quali sono allora - perché abbiamo citato quelli assenti - gli interventi presenti di potenziamento della sanità contenuti in questo decreto? Ve ne sono due principali: uno, che riguarda la somministrazione dei vaccini anti-COVID e anti-influenzali da parte dei farmacisti, che da misura sperimentale, introdotta sempre in ragione del sussistente stato di emergenza, è diventata una misura a regime, e la proroga delle USCA, delle unità speciali di continuità assistenziale, ma soltanto per poco meno di 2 mesi, quindi sino al 30 giugno 2022. Queste due distinte scelte, ossia da un lato, quella di demedicalizzare un atto medico, peraltro riversando i costi sui cittadini, perché è scritto nel testo dell'articolo, introdotto in sede di esame in Commissione, che i costi per la somministrazione di vaccini all'interno delle farmacie saranno a carico degli assistiti, e, dall'altro, la scelta di non dare certezze ad un comparto, quello della continuità assistenziale, in merito al proprio futuro; medici, personale impiegato in prima linea nei momenti più bui della pandemia. Si tratta di due scelte che restituiscono l'immagine perfetta di un Governo che non investe nella sanità del territorio. E, allora, è inutile investire miliardi del PNRR in case della comunità, perché, poi, bisognerà che i professionisti sanitari vadano a lavorarci e che siano gratificati e tenuti nella giusta considerazione per la professione che svolgono. Per tutti questi motivi, dunque, sia di metodo che di merito, a nome della componente Europa Verde, ribadisco il voto contrario sulla conversione di questo decreto (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Voglio esordire con un apprezzamento al lavoro del sottosegretario Costa. Il sottosegretario Costa, in questi mesi, in questo ultimo anno di Governo, ha rappresentato - anche per chi, come me, ma credo siano molti di più di quanto si pensi, ha votato senza condividere sempre i provvedimenti del Governo - un punto di equilibrio rispetto alle posizioni intransigenti adottate dal Ministro Speranza, governato, sostanzialmente, dal Comitato tecnico scientifico. Le apparizioni del sottosegretario Costa in televisione sono sempre risultate un elemento di interesse, un elemento di speranza per un'attenzione maggiore rispetto a scelte che sono sembrate eccessivamente draconiane.

Si chiude finalmente un biennio che non resterà indimenticato nelle famiglie italiane; si chiude un biennio difficile e oggi, non prorogando la situazione di emergenza, si tira una linea rispetto al passato. È troppo presto per dare un giudizio sereno sulle scelte fatte dai Governi in questa situazione, non lo farò ovviamente, ma credo che, in questi due anni, alcune situazioni di contraddizioni evidenti siano apparse. Di certo, non dimenticheremo le angosce e le paure; di certo, non dimenticheremo i nostri morti, le bare, il lavoro dei nostri operatori sanitari che ricordiamo con grande responsabilità; non dimenticheremo gli anziani che se ne sono andati senza l'abbraccio dei loro familiari e, per quanto mi riguarda, non dimenticherò le misure contraddittorie e senza senso che, spesso, abbiamo preso; non dimenticheremo il protagonismo televisivo di personaggi, fino ad allora sconosciuti, che si contendevano le apparizioni sui talk show; e non dimenticherò, soprattutto - lo ha ricordato ieri con un bell'intervento il collega Colucci - i giovani, i ragazzi che continuano a fare i disegni dei compagni di scuola con le mascherine. Questo è un segno importante e negativo di come sia stata vissuta questa vicenda: i ragazzi continuano a fare i disegni, le rappresentazioni dei giochi con i loro colleghi con le mascherine. Ci vorrà del tempo per superare questo e credo che anche questo tema vada affrontato subito, sottosegretario, abolendone completamente l'uso nel contesto degli obblighi che sono ancora rimasti.

Credo anche che alla fine sarebbe giusto ragionare con calma; so che non si può fare adesso, però non voglio nemmeno che chi pone alcuni dubbi venga subito messo dalla parte dei cattivi. Oggi viviamo, con riferimento a tante questioni, un momento di pensiero unico sul quale esprimere semplicemente una diversità di opinione rischia di collocarti nella categoria dei cattivi rispetto a quella generale della stragrande maggioranza dei buoni. Mi auguro che, prima o poi, mi vengano forniti, o meglio ci vengano forniti, i dati sulle morti improvvise (Applausi della deputata Cunial) in questi anni, anche con riferimento alle conseguenze dei vaccini per coloro che si sono vaccinati e che ne portano sul proprio fisico e sul proprio corpo i segni. Credo che sia giusto avere anche questo e non solamente le cose positive che ci sono state e che sono state molte. Ma oggi è il momento di guardare avanti. Io credo che il tema principale sia far ripartire l'economia, farla crescere ancora di più, in un momento come questo, in cui il combinato disposto della guerra, da una parte, e del COVID, dall'altra, sostanzialmente ha distrutto un sistema. A proposito del lavoro, mi meraviglia che i sindacati - in particolare, la CGIL, ma anche la CISL e la UIL - non spendano una parola rispetto al fatto che gli over 50 debbano continuare ad esibire il green pass, mi sembra francamente una sciocchezza. E, soprattutto, non dimenticherò - e credo che debba essere fatto qualcosa - quelle piccole e medie imprese che, in questi anni, hanno tirato giù le saracinesche dei propri negozi, delle proprie attività e non le rialzeranno. Sono dei vulnus importanti, significativi, negativi, che resteranno nella nostra storia e feriranno l'economia del nostro Paese.

Io non ho molto da dire perché sono state dette molte cose; non sono uno che utilizza i 10 minuti per il piacere di farlo, dico le cose che mi interessano, che credo vadano segnalate e portate all'attenzione. Credo che questo sia il momento delle scelte di responsabilità, anche delle scelte impopolari. La componente Noi con l'Italia-USEI, in questi giorni, in questi mesi, ha votato anche provvedimenti come quelli sul catasto e sul 110 per cento, che possono sembrare e, di fatto, sono anche impopolari, però questo è il momento di assumersi le responsabilità. Bando alle polemiche, bando alle tensioni, è il momento in cui il Paese ha bisogno di una classe dirigente che sia all'altezza delle sfide che ci rappresentano.

Il nostro piccolo movimento, il nostro piccolo partito, attraverso il presidente Lupi, si è impegnato su temi importanti come il 110 per cento, come il catasto, prendendo una posizione importante che ha significato l'assunzione delle responsabilità che in questo momento ci serve (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. L'Italia, certamente, sta uscendo da una delle peggiori crisi della sua storia, anche se, purtroppo, un'altra si è delineata in questi ultimi mesi e mi riferisco, oltre che alla pandemia, da cui, probabilmente, stiamo venendo fuori, anche alla guerra che sta infiammando il cuore dell'Europa, e l'Italia sta dimostrando di essere all'altezza ed è a fianco del popolo ucraino.

Oggi, dopo due anni di pandemia, quindi, ci apprestiamo, dopo aver compiuto molti errori e aver detto tante cose sbagliate, a convertire un decreto che supera le misure emergenziali e avvia definitivamente il processo di ritorno alla normalità. Voglio chiarire in merito alle cose fatte che, certamente, qualche errore c'è stato, ne abbiamo tutti quanti percepito anche le dimensioni, ma sono state dette tante cose sbagliate in questo Paese; anche qui, all'interno di quest'Aula, tante cialtronerie sono state raccontate.

Il raggiungimento di questo traguardo non sarebbe stato possibile senza la decisiva svolta impressa dal Governo e dal Presidente Draghi alla campagna vaccinale - questo lo voglio dire con molta chiarezza, perché poco si ricorda -, su cui si era arenato il precedente Esecutivo. Per questo, oggi, noi di Azione voteremo convintamente la fiducia sul provvedimento in discussione, così come convintamente abbiamo sempre sostenuto le scelte dell'Esecutivo volte a fronteggiare la pandemia. In questi due anni di lotta, abbiamo approvato misure emergenziali, figlie dello stato di emergenza del momento. Ricordo che sono stati 81 i provvedimenti del Governo e, con riferimento alla metà dei medesimi, abbiamo ormai cessato di averne l'efficacia. Ma con quest'ultimo intervento, timidamente e con grande speranza - voglio ricordarlo, non abbiamo alcuna certezza che sia terminato questo momento, questa pandemia è ancora presente nel mondo -, possiamo dire che il momento difficile è passato, almeno in questa fase, ed è sulla base di quanto visto proprio in questi due anni che dobbiamo iniziare a lavorare per il futuro, lo si è ribadito più volte.

Il superamento delle misure emergenziali ci mette, oggi, nelle condizioni di guardare al futuro con una certa fiducia, ma non possiamo, però, abbassare la guardia; non possiamo abbassare la mascherina, sia chiaro, non dobbiamo abbassarla o, peggio, dimenticare gli insegnamenti che questi terribili anni ci hanno lasciato; tra gli altri, la consapevolezza dello stato di salute del nostro sistema sanitario. Ve lo dico da medico, mi sono accorto che questo sistema, certamente, ha sostenuto l'impatto, ma deve essere modificato profondamente.

E un plauso dovuto ed indispensabile deve andare al personale di tutte le strutture sanitarie - infermieri, medici - che tante volte è stato ricordato anche in quest'Aula; a tutti gli operatori che in questi anni difficili hanno messo a disposizione di tutta la collettività il loro sacrificio, la loro capacità, le loro conoscenze, non sempre molto approfondite (ma le hanno messe a disposizione), e la loro dedizione, svolgendo un servizio prezioso che meriterebbe un serio e concreto riconoscimento.

Un ringraziamento personale lo devo fare al Ministro Speranza, per il coraggio e la tempestività delle decisioni assunte che hanno scongiurato la catastrofe sanitaria nel nostro Paese. Poi, voglio ringraziare anche il sottosegretario Costa, che veramente è stato a fianco a noi parlamentari lungo tutti questi anni. Lui, forse altri no, sottosegretario! Altri hanno preferito solcare soltanto le TV nazionali, private: sono stati presenti sempre, insieme ai virologi. Hanno preferito quel palcoscenico, piuttosto che venire qui in Parlamento.

Le criticità del sistema sanitario nazionale, come è noto, vengono da lontano. Le proposte di riforma e rilancio del nostro sistema sanitario nazionale sono state le prime che il nostro partito di Azione ha presentato, dopo la sua fondazione nel novembre 2019, prima dello scoppio della pandemia. Dieci azioni urgenti e non derogabili per salvare il Servizio sanitario nazionale. Poi abbiamo visto che tutti i partiti si sono accodati. Ora che le criticità sono evidenti a tutti, non porvi rimedio sarebbe perdere un'occasione in modo imperdonabile.

Oggi più che mai è chiaro a tutti come la vulnerabilità di un sistema sanitario possa avere profonde ripercussioni sulla salute di tutta la collettività, anche sulla crescita economica, sulla fiducia e sulla credibilità nelle istituzioni. Noi abbiamo bisogno di configurare una sanità efficiente, equa, maggiormente orientata alla prevenzione, finalmente integrata con le politiche sociali e finanziariamente sostenibile. Sono tutte cose che sappiamo e che abbiamo ripetuto, ma siamo a dieci mesi dalla fine della legislatura (lo ricordo a noi): quando dovremmo farla questa riforma del sistema sanitario nazionale?

C'è bisogno di una sanità che guardi con maggiore attenzione ai più deboli, ai fragili e agli anziani. Alla tutela di queste categorie proprio il mio partito dedica parte rilevante del proprio agire politico. Sul punto esprimiamo soddisfazione per l'approvazione dei nostri emendamenti, come quello del collega Angiola sulla proroga del lavoro agile per i fragili, ma c'è bisogno di rimboccarsi le maniche e fare molto di più. Serve una riforma del rapporto tra lo Stato e le regioni e dei relativi meccanismi di governance e di coordinamento, una revisione del rapporto tra la medicina ospedaliera, l'assistenza primaria e la medicina territoriale. Sono allo sbando: ognuna va per il proprio verso. Serve, poi, una maggiore integrazione tra il sanitario e il sociale; bisogna rivedere il rapporto tra il pubblico e il privato accreditato, sia in termini di finanziamento che di funzionamento; strutturare un adeguato sistema di prevenzione; intervenire sulla formazione e la gestione delle risorse umane; garantire finalmente un finanziamento stabile e adeguato a medio termine.

Azione, come di consueto, ai propositi fa seguire proposte concrete. Per questo non ci limitiamo ad evidenziare i problemi, ma, su questi e su altri punti, a breve sottoporremo al Governo e alle altre forze politiche le nostre proposte. Noi crediamo che la sanità debba essere cambiata radicalmente, debba cambiare radicalmente il paradigma e il punto di vista, perché il finanziamento del sistema sanitario nazionale non è un costo (lo sappiamo); è, invece, un investimento che, come tutti gli investimenti, produce anche un ritorno in termini di qualità e di aspettative. Per esperienza personale, ho visto che più si investe e più ritornano i risultati.

Il Paese non può aspettare altre pandemie per capire che il sistema sanitario dev'essere necessariamente interessato da una profonda riforma, che riporti il cittadino al centro dell'attenzione. Non è un mistero che nell'ultimo ventennio l'approccio che abbiamo avuto nel confrontarci con lo sviluppo del sistema sanitario è stato esclusivamente di natura manageriale, con interventi finalizzati al tornaconto dei bilanci, come del resto la natura dei debiti regionali. In verità, il Paese deve prendere decisioni non soltanto in campo sanitario, decisioni che non sono più procrastinabili e i cui esiti rischiano di essere discriminanti per il futuro della nostra società.

Il nodo centrale è quello dell' implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che porta risorse per investimenti senza precedenti, una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per modificare la traiettoria di crescita del Paese.

Faccio un esempio per tutti, parlando dell'assistenza domiciliare integrata, che lei, sottosegretario, sa starmi particolarmente a cuore. L'assistenza domiciliare ha lo scopo di offrire cure mediche e assistenza a persone che presentano cronicità e fragilità tali da limitarne l'autosufficienza e che costituiscono fattori di rischio per ospedalizzazioni precoci e ricorrenti, nonché ricorso a cure croniche residenziali. Per consentire l'erogazione di un trattamento a domicilio è necessario, comunque, che sussistano determinate condizioni. Bisogna che le regioni recepiscano i provvedimenti sull'accreditamento delle cure domiciliari. Mi risulta che soltanto una regione lo abbia fatto, dopo un anno dall'intesa Stato-regioni.

Allora concludo, Presidente, ribadendo il nostro voto favorevole e il pieno sostegno al Governo, ma con l'auspicio di non rimanere sordi alle richieste che tanti operatori, quanto i cittadini, ci rivolgono. La politica deve avere finalmente il coraggio e l'ardire di mettere in campo una seria, profonda e complessiva riforma del sistema sanitario, che consenta di renderlo davvero accessibile a tutti e, quindi, davvero universale. Se si sceglierà questa strada ci incontrerete sul vostro cammino, pronti a dare il nostro contributo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Dunque, oggi voteremo il disegno di legge di conversione del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, che contiene disposizioni tese al superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, messe in atto attraverso i numerosi - veramente tanti - provvedimenti precedentemente adottati, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza, dichiarato con una deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 e, da ultimo, prorogato fino al 31 marzo 2022.

Non è stato - bisogna riconoscerlo - un iter semplice e va dato atto ai relatori di essersi impegnati per arrivare a questo punto, quindi alla conclusione, ai momenti finali di questo provvedimento.

Questo provvedimento va votato, a mio parere, e avrà anche il voto favorevole del MAIE che qui oggi rappresento.

Noi ci siamo concentrati maggiormente sulle problematiche dei lavoratori cosiddetti fragili. Abbiamo presentato alcuni emendamenti per salvaguardare e prorogare temporalmente le loro tutele. Abbiamo anche accettato la riformulazione dei nostri emendamenti e l'assorbimento in un testo del Governo più generico.

Precisamente, come è noto, l'articolo che si occupa dei lavoratori fragili è l'articolo 10, con i commi che vanno dall'1-bis all'1-quater, e sostanzialmente si registra un fatto importante, cioè la proroga dal 31 marzo al 30 giugno 2022 di alcune norme per il lavoro agile.

Quello che non siamo riusciti a ottenere, però, con i nostri emendamenti - o, comunque, che siamo riusciti a ottenere solamente in parte - abbiamo cercato di segnalarlo con alcuni ordini del giorno, come è accaduto ieri. Abbiamo insistito perché, come ho anche rilevato nella scorsa seduta in sede di presentazione degli ordini del giorno, quando parliamo di lavoratori fragili, ci riferiamo a persone che sono state colpite più volte dalla vita: sono state colpite dalla malattia, sono state colpite, come tutta la popolazione italiana tra l'altro, dalla pandemia e adesso si sentono colpite o non considerate a pieno da quelle istituzioni che dovrebbero essere vicine alle loro esigenze. Anche perché - lo ribadisco - noi rappresentanti istituzionali, quando veniamo interpellati e resi destinatari di richieste di aiuto soprattutto sul web, che, in un'era tecnologicamente sfrenata, diventa l'ambito più consueto per parlare di vari temi, e quindi partecipiamo alle discussioni in vari gruppi, come quello dei lavoratori fragili ed inidonei, apprendiamo tutte le criticità, le difficoltà e le esigenze che queste persone hanno e vanno ad evidenziare, e ci impegniamo, promettiamo il nostro interessamento, promettiamo la nostra attenzione e il nostro aiuto per la risoluzione di tali problematiche.

Poi, però, questo spesso non si traduce, o non si traduce appieno, in un'azione concreta. La nostra azione non si può infatti limitare solamente a qualche intervento di fine seduta o ad alcune dichiarazioni estemporanee, ma è nel momento del voto che dobbiamo dimostrare di voler sostenere un percorso di riconoscimento dei diritti e, in questo caso, dei diritti dei lavoratori fragili. Questo ieri, nei voti sugli ordini del giorno, che - diciamocelo - hanno il valore relativo che sappiamo, ma che sarebbero potuti essere un segnale di attenzione, non è avvenuto, soprattutto quando si è chiesta l'abrogazione del decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, noto col nome di lista dei superfragili che, a mio parere, è restrittiva, lacunosa, contrastante con le evidenze scientifiche dei recenti report che costituiscono l'epicentro dell'Istituto superiore della sanità. Tra tutti, il caso del lavoratore oncologico è l'esempio più lampante di discrasia tra evidenze e report dell'Istituto superiore della sanità e la lista dei superfragili. Secondo i criteri di questa lista, un oncologico che abbia completato la chemioterapia da 6 mesi non rientra nell'elenco perciò, dopo sei mesi e un giorno, sempre secondo i criteri di questa lista dei superfragili, il lavoratore oncologico non sarebbe più a rischio e, di conseguenza, non sarebbe degno di tutela. Questo va in contrasto con i report EpiCentro dell'Istituto superiore della sanità, che sono redatti in base alle cartelle cliniche dei deceduti per COVID, che evidenziano che gli oncologici con cancro attivo entro 5 anni sono a maggior rischio di exitus. La domanda paradossale è la seguente: perché, per le statistiche dei soggetti maggiormente a rischio di morte, è stato valutato il criterio cancro attivo entro gli ultimi cinque anni mentre, per concedere le tutele, si considerano a rischio solo i malati di cancro entro appena 6 mesi dalla fine della chemioterapia? In questa domanda credo si racchiuda tutta la delusione dei lavoratori fragili per la mancata attenzione alla loro situazione e alle loro problematiche.

In ogni caso, come ho detto in apertura del mio intervento, questo è un provvedimento che contiene comunque tanti elementi positivi e quindi va assolutamente votato e il MAIE voterà favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Vorrei iniziare questa dichiarazione di voto richiamandomi a un articolo uscito su il Fatto Quotidiano il 3 maggio, a firma del professor Mariano Bizzarri, ordinario di patologia clinica presso la facoltà di medicina de La Sapienza ed è diventato ordinario con oltre 150 pubblicazioni. Ebbene sì, abbiamo detto proprio patologia clinica. Il professore vanta l'H-index più alto in Italia, anche rispetto a professionisti che vanno continuamente in televisione, come Pregliasco, Burioni e Bassetti, considerati, dal punto di vista scientifico, a livello internazionale – diciamo – di rilevanza di serie B. Perché occorre citare questo articolo? Perché nell'articolo si dice chiaramente che sulla rivista Food and Chemical Toxicology è comparso un articolo, a firma di Stephanie Seneff, direttore di ricerca del MIT, Massachusetts Institute of Technology, che fa il punto sugli effetti collaterali del vaccino. Le conclusioni sono preoccupanti. Secondo l'articolo, infatti, la vaccinazione induce una profonda compromissione nella trasmissione del segnale dell'interferone-1, il che ha diverse conseguenze negative per la salute umana; le modificazioni indotte dal vaccino hanno potenzialmente un nesso causale - ripeto, potenzialmente - con malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi, malattie del fegato, ridotta immunità adattiva, ridotta risposta al danno del DNA e sviluppo di tumori. L'articolo sottolinea, inoltre, come le evidenze relative all'incidenza epidemiologica di queste patologie sono già riscontrabili consultando il VAERS, il programma di sorveglianza americano per il monitoraggio degli effetti avversi. C'erano stati già diversi articoli sui dati epidemiologici divulgati dal VAERS. Non solo, proprio in queste ore, il Nature Scientific Report pubblica un'analisi epidemiologica che mostra come l'incidenza di miocarditi sia cresciuta di oltre il 25 per cento tra i giovani sottoposti a vaccino, con parallelo incremento delle morti cardiache improvvise; cifre che fanno preoccupare. Ripetiamo, questo articolo è del 3 maggio. Del resto, che la preoccupazione per i danni da vaccino stia crescendo è ammesso dalle stesse aziende che producono i vaccini; nel rapporto annuale della Securities and Exchange Commission, ente regolatore della sicurezza del mercato, la BioNTech afferma esplicitamente che i dati di efficacia e sicurezza del vaccino sviluppato insieme a Pfizer potrebbero non essere sufficienti per ottenere l'approvazione definitiva della FDA. A pagina 6, infatti, si afferma che durante le sperimentazioni cliniche - quelle della Pfizer - possono verificarsi eventi avversi significativi che potrebbero ritardare o interrompere le sperimentazioni cliniche, ritardare o impedire l'approvazione normativa o l'accettazione sul mercato di uno dei qualsiasi nostri - sempre della Pfizer - prodotti candidati. Questo nonostante sia abitudine all'interno del sistema americano che i regolatori della FDA in tema di vaccini, successivamente, se sufficientemente adesi o sufficientemente sull'attenti rispetto alle volontà della multinazionale, vengano assunti, con stipendi decuplicati, dalle stesse case farmaceutiche. Negli Stati Uniti, il conflitto di interessi avviene nel senso inverso rispetto a quello che avviene con questo decreto, considerato che, poi, al Ministero della Salute vengono assunte 59 persone; ma questo è un altro discorso.

Il rapporto prosegue affermando candidamente come “le nostre entrate dipendano fortemente dalle vendite del nostro vaccino contro il COVID-19 e come, “secondo il profilo di sicurezza del nostro vaccino, gli effetti collaterali precedentemente sconosciuti o l'aumento dell'incidenza e della gravità degli effetti collaterali noti” – degli effetti collaterali noti – “possano essere un fattore di rischio”. Viva la sincerità, mi pare di dire. È evidente che, qualora le aziende non ottengano l'autorizzazione definitiva, sempre secondo il professore ordinario di patologia clinica, si aprirebbe un contenzioso legale senza fine, con richieste di risarcimento danni che travolgerebbero aziende e Governi e poi ci sarebbero gli inevitabili risvolti politici. Qualcuno dovrà pur spiegare il perché di tanti appelli alimentati dal dubbio. In autunno occorrerà, da subito, mettere mano a una programmazione.

A questo vorremmo aggiungere anche una lettera molto carina, oserei dire una lettera d'amore, da parte del presidente dell'Ordine dei medici di Firenze. Ma lo stesso viene ribadito dallo stesso Bizzarri, che dice che di questo bisognerebbe informare il presidente dell'Ordine dei medici che, sabato 30, ha fatto approvare, senza dibattito in spregio a qualunque regola democratica, il bilancio dell'ordine. Qui interviene il presidente dell'Ordine di Firenze, con una lettera a tutti i presidenti degli Ordini d'Italia e, in particolare, ad Anelli, uno dei vostri migliori alleati rispetto alle politiche in corso e al fatto che 7 milioni di italiani, in questo momento, sono rimasti fuorilegge.

Il presidente candidamente, al quarto paragrafo della lettera, dice: “Affermo questo perché, come probabilmente accade a molti presidenti, mi capita quotidianamente di parlare con molti colleghi nient'affatto contrari ai vaccini, ma sempre più infastiditi del fatto che la categoria sia sottoposta ad un obbligo imperativo, a differenza di tutti gli altri cittadini, e non capiscono il razionale delle tempistiche e degli obblighi vaccinali, come declinati anche recentemente dal Ministero, per i quali anche noi presidenti abbiamo difficoltà a orientarci e a comprenderne le motivazioni scientifiche, il tutto sotto la minaccia della sospensione dall'esercizio professionale, che per un medico significa negazione del diritto al lavoro che - non dimentichiamolo - è un diritto costituzionalmente garantito”. Lo stesso diceva il tribunale di Padova nella propria sentenza - non sappiamo se l'abbia letto due giorni prima, se abbia fatto in tempo a leggerlo – “È compito dell'Ordine esercitare la propria funzione disciplinare, come sempre è stato fatto, nei confronti di chi sostiene tesi antiscientifiche e antivacciniste” - su questo non si discute – “ma ritengo esorbitante e sproporzionato che si continui con questa prassi dell'obbligo tout-court, sotto minaccia di una sanzione sospensiva, di qui alla fine dell'anno, perché temo continuerà ad esacerbare la conflittualità e a mettere in difficoltà gli Ordini, sia sotto il profilo delle spese legali, sia dell'immagine dell'ente. È di tutta evidenza che, se non viene approvato il bilancio” - e ricordiamo che a Torino e a Udine non è stato approvato il bilancio e a Roma è stata fatta una specie di blitz – “l'Ordine non può svolgere nemmeno le iniziative essenziali a favore della categoria. Siamo disposti a mettere a repentaglio la funzionalità stessa degli Ordini per continuare ad eseguire sanzioni la cui logica è sempre più difficile da comprendere?” È bravo il presidente, perché non parla della cosa più importante, il sistema sanitario nazionale. Se lui fosse andato oltre, avrebbe affermato: siamo disposti a mettere a repentaglio la tenuta del nostro sistema sanitario nazionale, con tutte le sospensioni attuate? Assumete 59 medici presso il Ministero della Salute, mentre smantellate i sistemi sanitari che sono a contatto con i pazienti? Queste sono le domande che si pongono gli italiani. “Da questo punto di vista, bisogna responsabilizzare le strutture sanitarie e adottare modelli (…) Credo che la Federazione si debba far carico (…) Cari saluti. Il presidente, Pietro Dattolo”.

Qualcuno sta avendo dei sussulti di indipendenza. Considerato che non esiste un'opposizione in questo Parlamento, se non negli sparuti gruppi, come noi di Alternativa, che provano a ribadire aspetti imprescindibili nel dibattito sulla verità, dobbiamo anche affermare come Enzo Iacopino e quattro legali abbiano provato a cercare di ottenere il rapporto periodico di aggiornamento sulla sicurezza e le relazioni intermedie perché - come pubblicato in Gazzetta Ufficiale - l'Aifa ha stabilito che l'autorizzazione ai vaccini anti-COVID era condizionata alla presentazione dello PSUR, il Rapporto periodico di aggiornamento sulla sicurezza e le relazioni intermedie. Ebbene, hanno opposto – hanno opposto - il segreto militare a una richiesta di trasparenza in merito alle stesse dichiarazioni di efficacia di pubblicazioni scientifiche, che poi non sono state messe a disposizione di alcuno. Ebbene, mi sembra che questo sia sufficiente. Lei, sottosegretario Costa, era presente: è gravissimo…

PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il suo tempo, l'avevo preavvisata.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). È gravissimo - concludo Presidente - che, durante la discussione in Commissione, sugli articoli più importanti di questo decreto, solo 41 deputati abbiano avuto la possibilità di discutere, persino in assenza di un rappresentante del Ministero della Salute, mentre Speranza era dall'ANAOO a dire com'erano belli gli emendamenti approvati in Commissione. Ma lui non c'era, lì con noi, a discutere di questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Grazie della parola, signor Presidente. Questo decreto è un fossile, un vero fossile, un incredibile anacronismo, un qualcosa di unico al mondo. È come i fossili, come quelle conchiglie che troviamo, a 4.000 metri di altezza, nelle rocce sulle Alpi e ci chiediamo come possano essere finite lì - sono storie che vengono da lontano, da milioni di anni fa -; anche questo decreto viene da un passato, che dovrebbe essere davvero passato, ma che viene perpetuato in un'altra forma, e mantiene ancora tutte le conformazioni di quello che è stato. Eppure, nel resto dell'Europa e nel resto del mondo non abbiamo una situazione paragonabile a quella dell'Italia.

Adesso vorrei dirvi una cosa populista, demagogica, ma è per capirci: voi avete buoni stipendi, potete, grazie a questi, viaggiare e vedere altri Paesi. Non dico di andare in Messico o lontano, in certi Paesi asiatici, ma potete andare in Spagna, in Portogallo, in Francia, in Danimarca, in Svezia, in Paesi abbastanza vicini a noi: in nessuno di questi Paesi troverete norme assurde come quelle che stiamo discutendo in questo decreto. Perché? Sono forse pazzi o suicidi? Vogliono mettere a repentaglio la propria popolazione? No, hanno scelto una via razionale, che si è dimostrata più efficace di quella italiana. In Italia, invece, si è voluto perpetuare un sistema, da ultimo basato sul green pass, che ha rafforzato un uso totalitario delle risorse dello Stato e che rende sudditi i cittadini.

Noi vogliamo semplicemente connetterci al buon senso del 99 per cento della popolazione mondiale, che si sta liberando anche di misure assai più blande di quelle imposte dagli squadroni della paura in Italia. Parlate di riaperture, ma la vostra trappola da bracconiere è ancora lungo il nostro cammino e noi siamo gli animali, prede di questa assurdità. Continua questa prospettiva di vessazione a danni di milioni di persone, così come continua il grande regalo all'economia dei Paesi europei. In tutti i Paesi hanno riaperto anche tutto quel poco che era chiuso, mentre qui continuerà un sistema che è pronto a scattare di nuovo, pronto alla demolizione controllata dell'economia e del lavoro, in attesa dei compratori della grande finanza. Che senso ha tenere in piedi misure assurde, che discriminano sul lavoro i non vaccinati, nella sanità e nelle scuole? La condizione in cui lasciate gli insegnanti, costretti a non insegnare, è una forma odiosa - non voglio esagerare - di mobbing di Stato, di cui il Governo e la sua maggioranza portano intera la responsabilità, con Draghi, Speranza, Bianchi, Brunetta e tutti gli altri profeti della paura; di questo siete responsabili, di un ingiustificato mobbing di Stato, senza basi scientifiche; una vergogna unica nel panorama europeo e mondiale, un crudele abuso che vuole imporre una ginnastica di obbedienza a milioni di onesti lavoratori. Assurde le mascherine per studenti e alunni; assurdo il sistema che incentiva le spinte più ipocondriache negli accordi fra le parti sociali, anziché puntare sulla vera sicurezza; assurdo l'apparato digitale, pronto a trasformarsi in un sistema di crediti sociali a punti: “se non obbedisci ai capricci del potere, ti punisco”. Quando noi di Alternativa vi facevamo leggere i lavori di quegli scienziati che dimostravano che vaccinati e non vaccinati contagiavano entrambi, parlavate di “anti-scienza”, anche ai livelli più alti dello Stato. Per voi, la soluzione era il green pass e lo è ancora, perché è ancora in piedi questa misura. Non fingiamo di fare riaperture, quando sappiamo che tutto è lì pronto a scattare di nuovo. Ma i fatti hanno la testa dura; oggi dilagano e dimostrano che avevate - e avete - torto marcio. Dunque, non può esservi giustificazione alcuna per sostenere un sistema che intrinsecamente non funziona, che si pone come una spada di Damocle sul diritto alla mobilità, allo studio, al lavoro, sulla vita di relazione di intere categorie e interi territori, mentre mette in questione turismo, ristorazione, economia di prossimità e rovina il sistema della formazione. Sono scelte autoritarie, che si vestono sempre di venature di vincolo marziale. I dati sui vaccini? Segreto militare. La condotta sull'emergenza? Segreto militare. I big data, però, sono nella disponibilità delle protettissime case farmaceutiche. Una scienza che rifiuta pubblicità e trasparenza semplicemente non è scienza, è business. Voi proteggete un business, con la scusa di proteggere i cittadini; l'abuso del potere funziona così. Avete rifiutato di ammettere che la guarigione protegge di più di un vaccino, nonostante le precedenti conoscenze e osservazioni dimostrino che le persone vaccinate hanno maggiori probabilità di essere infettate rispetto alle persone guarite. Ormai i dati sono questi. Nonostante le osservazioni, avete rifiutato di ammettere che i vaccinati sono contagiosi e, sulla base di ciò, speravate di ottenere l'immunità di gregge mediante la vaccinazione: anche in questo avete fallito. Il meglio che riuscite a fare è insistere nell'errore e vessare i cittadini, come nelle misure assurde che - ripeto - avete adottato nelle scuole e nella sanità. Non avete impostato un sistema efficace per segnalare gli effetti collaterali dei vaccini e le segnalazioni sugli effetti collaterali per voi non esistono.

Avete distrutto l'istruzione dei nostri figli e il loro futuro, avete fatto sentire in colpa i bambini, li avete spaventati, resi dipendenti, abbandonati, divisi, come attestano i presidi scolastici di tutto il Paese. Avete peggiorato gravemente le condizioni di vita, l'economia, i diritti umani, la salute mentale e fisica. Perché non mettere nel conto della salute, come sistema complessivo, anche l'enorme tasso di sofferenza psicologica che è stato inflitto al popolo italiano? Avete calunniato le persone che non si sono arrese, avete messo le persone l'una contro l'altra, diviso la società, polarizzato il discorso. Avete bollato, senza alcuna base scientifica, le persone che hanno scelto di non vaccinarsi, come nemici pubblici, come propagatori di malattie. Ricordiamo quelle parole bugiarde di Draghi su questo.

Promuovete in un modo senza precedenti una politica draconiana di discriminazione, negazione dei diritti, selezione delle persone, compresi i bambini, per le loro scelte terapeutiche, una selezione priva di qualsiasi giustificazione epidemiologica. Quando si confrontano le politiche distruttive perseguite in Italia con le politiche sane di altri Paesi, si può vedere chiaramente che la distruzione che avete causato ha solo aggiunto altre vittime a quelle vulnerabili al virus. L'economia distrutta, i disoccupati che avete causato, i bambini a cui avete negato l'istruzione, sono le vittime in eccesso, risultate dalle vostre stesse azioni. Avete trasformato un sistema sociale in un calendario zootecnico, scandito da dosi su dosi su dosi, senza più riguardo per il principio di precauzione, senza più alcuna attenzione a contemperare i diritti, gli interessi reali di masse di cittadini, trascinati nella “pfizercrazia”.

Come sottolinea Giorgio Agamben, è leso “quel principio fondamentale che è la certezza del diritto. Se lo Stato, invece di dare disciplina normativa ad un fenomeno, interviene grazie all'emergenza, sul quel fenomeno ogni 15 giorni o ogni mese, quel fenomeno non risponde più ad un principio di legalità, poiché il principio di legalità consiste nel fatto che lo Stato dà la legge e i cittadini confidano su quella legge e sulla sua stabilità. Questa cancellazione della certezza del diritto (…) implica una mutazione radicale non solo del nostro rapporto con l'ordine giuridico, ma del nostro stesso modo di vivere, perché si tratta di vivere in uno stato di illegalità normalizzata”. E quindi diventa quasi ridicolo il titolo del provvedimento, che parla di uscita dall'emergenza: l'emergenza è mantenuta artificialmente, in un modo pronto di nuovo a scattare. Aggiunge Agamben: “al paradigma della legge si sostituisce quello di clausole e formule vaghe, come ‘stato di necessità', ‘sicurezza', ‘ordine pubblico', che essendo in sé indeterminate hanno bisogno che qualcuno intervenga a determinarle. Noi non abbiamo più a che fare con una legge o con una Costituzione, ma con una forza-di-legge fluttuante che può essere assunta, come vediamo oggi, da commissioni e individui, medici o esperti del tutto estranei all'ordinamento”. Ecco, ha ragione Agamben, non stiamo discutendo più la legge, ma una forza-di-legge fluttuante. I diritti costituzionali di milioni di persone sono manomessi giorno dopo giorno.

Tutto questo l'avete lasciato in piedi. Non è un caso che questa manomissione profonda della Costituzione si combini con le vostre politiche di guerra, con il fatto che ci avete portati, già di fatto, a una condizione di cobelligeranza. La gestione autoritaria della salute si sposa con la gestione anticostituzionale delle politiche di guerra, con la fornitura d'armi che avviene in totale opacità e con la prospettiva di un enorme impoverimento che sarà pagato a carissimo prezzo da milioni di cittadini. E allora qui sfidiamo chi dice che vorrebbe rimettere in discussione questo aspetto. Conte fa delle dichiarazioni, ogni tanto, sulla questione della fornitura d'armi, sulla loro non trasparenza. Quando si calendarizza questa discussione in Aula? Vi sfidiamo su questo, noi che siamo l'opposizione, e lo diciamo anche al professor Orsini che ripone speranze su Conte e non vede dove c'è opposizione in Parlamento. Siamo noi a sfidarvi su questo punto: quand'è che si discute questo argomento?

PRESIDENTE. Deve concludere. Ha esaurito il suo tempo. Concluda.

PINO CABRAS (MISTO-A). Per chi ha lavorato per sconfiggere la follia di questo sistema di controllo e oppressione, è il momento di organizzarsi con maggiore compattezza per sgretolare una maggioranza non invincibile. Il momento è ora e noi dichiariamo la nostra contrarietà a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Colletti. Ne ha facoltà. Non c'è, lo dichiaro decaduto.

Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Corda. Ne ha facoltà. Non c'è, la dichiaro decaduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Forciniti. Ne ha facoltà. Non c'è, lo dichiaro decaduto.

Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Finalmente! Finalmente siete riusciti un po' a togliere qualche restrizione. Ovviamente l'avete fatto in ritardo…

PRESIDENTE. Deputato Giuliodori, le chiedo scusa, dovrebbe cortesemente cambiare postazione perché c'è un riverbero fastidioso che non fa ascoltare bene le sue argomentazioni.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ora dovrebbe andare…

PRESIDENTE. Perfetto, prosegua.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Dicevo, finalmente siete riusciti a togliere qualche restrizione. Ovviamente non tutte, perché sarebbe stato troppo. Ovviamente l'avete fatto in ritardo rispetto a tutti gli altri Paesi, perché dovevate finire di tenere sotto il giogo governativo milioni di lavoratori, milioni di studenti, milioni di giovani, milioni di over 50. Finalmente, però, ce l'avete fatta, anche perché erano praticamente inaccettabili e non più difendibili tutte le restrizioni folli che ci sono state in Italia, solo in Italia, rispetto a qualsiasi altro Paese occidentale. Voi parlate tanto di valori occidentali e di difendere i valori occidentali, ma in Italia praticamente non sono esistiti nell'ultimo anno.

Presidente, voglio rivolgermi ai cittadini, non voglio parlare di nuovo ai miei colleghi, perché ormai le parole sono finite, dopo un anno che si ripetono sempre le stesse cose. E non voglio parlare al Governo, perché è assolutamente colpevole, di fatto, di quello che ha portato avanti, un colpevole assolutamente cosciente e consapevole di quello che stava facendo, non l'ha fatto certo per inesperienza o per non conoscenza. Mi rivolgo ai cittadini e voglio smontare alcune delle notizie false che sono state dette, soprattutto dai nostri governanti, nell'ultimo anno, notizie che non sono state, purtroppo, smentite da alcun giornalista dei cosiddetti “giornaloni” o delle varie TV, pubbliche e non; giornalisti che, invece, sono molto puntuali nel cercare di smontare tutto quello che va contro il pensiero unico e, quindi, può essere un problema per lo stato delle cose, per il cosiddetto sistema.

Ebbene, queste cosiddette fake news sono varie e sono state pronunciate da figure importanti di questo Paese. Una delle tante è che il green pass abbia abbassato la curva dei contagi: questa è assolutamente una fake news, una notizia sbugiardata da qualsiasi studio scientifico. Basta andare a vedere i dati dei vari Paesi, anche quelli europei, molto simili a noi e vedere la curva dei contagi, confrontando le varie restrizioni, quelle molto dure e molto illogiche attuate in Italia, e quelle molto soft e molto logiche attuate negli altri Paesi. Si vedrà che le curve sono sostanzialmente simili e questo perché semplicemente il virus, la pandemia ha un suo andamento e non gliene importa molto, sinceramente, quindi va per la sua strada.

Un'altra fake news, che è stata pronunciata dal migliore dei migliori, quindi dal nostro Presidente del Consiglio, è quella per cui il green pass avrebbe creato luoghi sicuri, al lavoro, al ristorante o in qualsiasi altro luogo. Questo è assolutamente falso, perché, anche qui, abbiamo tonnellate e tonnellate di studi scientifici che hanno dimostrato chiaramente che chi possiede il green pass, in particolar modo il vaccinato, può contagiare e, quindi, di fatto, cade tutto l'impianto dietro il green pass. Inoltre, non abbiamo potuto nemmeno visionare i dati, perché i dati ministeriali erano totalmente inaffidabili, erano totalmente incompleti, venivano dati in modo discontinuo, non si capiva assolutamente nulla e non si potevano fare analisi. Di conseguenza, tutti i dati che venivano sponsorizzati nelle famose conferenze stampa a Palazzo Chigi, anche dal Ministro Speranza, erano totalmente falsi, totalmente inaffidabili, erano numeri sparati un po' così, come se stessimo giocando al lotto.

E poi vi è un'altra fake news che, purtroppo, è stata pronunciata dal nostro Presidente della Repubblica, che ovviamente rispetto in quanto figura apice dello Stato, ma che non posso non criticare, secondo la quale vaccinarsi è un obbligo morale: cosa assolutamente falsa proprio nel momento in cui questo vaccino è assolutamente imperfetto, anzi, si sta dimostrando anche poco efficace per quanto riguarda il contrasto alla malattia grave contro le nuove varianti, dato che è un vaccino, appunto, studiato praticamente due anni fa.

Quindi, non è un obbligo morale, perché non tutela la collettività, e sta venendo fuori che non tutela neanche il singolo. Anzi, stanno venendo fuori studi - che erano assolutamente ragionevoli, perché ce lo potevamo tranquillamente aspettare – riguardo alle reazioni avverse. Avete totalmente cancellato e non attuata la cosiddetta farmacovigilanza attiva, proprio perché sapevate che questo vaccino avrebbe portato grandi e pericolosi rischi alla salute, soprattutto dei giovani, come sta venendo fuori. La verità, tanto, verrà fuori prima o poi; parlate tanto di scienza, ma non avete nemmeno sfogliato un qualsiasi articolo scientifico, proprio perché vi dava contro e non vi faceva comodo. Si tratta di una serie di aspetti che, purtroppo, non sono stati smentiti da nessuno, né dai virologi cosiddette star, apparse magicamente sulla nostra TV ventiquattro ore su ventiquattro, né dai giornalisti, anche quelli più famosi nello smentire le cosiddette fake news. Siamo andati avanti così, un anno, un anno e mezzo, con falsità dette da tutti.

Per quanto riguarda questo decreto, ci sono tante cose inaccettabili; ne voglio selezionare due in particolar modo. In primo luogo, non vengono aboliti i cosiddetti obblighi vaccinali, mentre, come dicevo in precedenza, il vaccino non ha alcun senso, in termini di collettività e sembra non avere nemmeno senso, in termini di singolo individuo; quindi, a maggior ragione l'obbligo vaccinale non ha senso; non ha senso per i sanitari, non ha senso per le Forze dell'ordine, non ha senso nel mondo della scuola. Tra l'altro, nel mondo della scuola, vi siete anche permessi di umiliare tutti gli insegnanti che hanno fatto una propria libera scelta, ossia non vaccinarsi. Li avete umiliati, perché ora, dato che è decaduto il green pass e il super green pass, sono stati reintegrati, ma non possono insegnare agli studenti, perché rappresenterebbero un esempio negativo, un esempio di disobbedienza al pensiero unico, che i governanti non possono accettare. Si va anche a distruggere tutto quel minimo pensiero critico che era rimasto nei nostri giovani, andando a punire, in modo assolutamente vergognoso e inaccettabile, gli insegnanti.

C'è ancora un altro aspetto. Tutti stanno ripetendo che abbiamo tolto il green pass, mentre, purtroppo, questo decreto mantiene l'impianto del green pass. È vero che non ci sarà più al lavoro e non ci sarà più al ristorante e nei vari luoghi di svago, però rimane attivo tutto l'impianto, che anzi verrà utilizzato in certi specifici ambiti, come, per esempio, quello delle RSA. Questo vuol dire che potrà essere attivato, con uno schiocco di dita, all'occorrenza, con qualsiasi altra scusa. Potrebbe essere di nuovo una scusa sanitaria, come, in autunno magari, un nuovo picco di contagi, una nuova variante che non sarà assolutamente problematica, ma che ovviamente farà il vostro gioco, aumentando i contagi; quindi, dovrete in qualche modo aumentare anche le restrizioni e, ovviamente, saremo solo noi a farlo, solo noi italiani. Ma potrebbe essere anche un motivo non sanitario, in ambiti, ad esempio, energetici. Chi lo sa? Ci state portando dentro una guerra assolutamente folle: l'Italia non ha nulla da guadagnare dentro questa guerra, ma ha tutto da perdere. Sbandierate valori occidentali, che anche all'interno di quest'Aula sono stati traditi, più e più volte. E, quindi, perché no? Perché non avere un green pass in ambito energetico? Perché non mettere una sorta di green pass in ambito fiscale? Vi è tutta una serie di ambiti: ormai è stato sdoganato un metodo che può essere tranquillamente utilizzato. Questo lo voglio dire ai cittadini: non abbiate paura, perché questi non si fermeranno davanti a nulla; quando ne avranno necessità, lo faranno tranquillamente, senza troppi problemi. Dobbiamo ribellarci a questo, è il nostro compito. Noi lo stiamo facendo, come Alternativa, ma ci serve anche il supporto dei cittadini, che non devono aver paura, perché siamo molti, siamo moltissimi. In conclusione, Presidente, voi governanti state professando questa nuova normalità, ma è una nuova normalità fatta di strumenti di controllo, come il green pass, fatta di libertà concesse e non di libertà garantite, una nuova normalità che gli italiani devono rigettare, una nuova normalità che noi di Alternativa rigettiamo totalmente. Per questo voteremo contro questo ennesimo decreto vergogna.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maniero; non c'è, quindi si intende decaduto. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi: non c'è, si intende decaduto.

Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Sottosegretario Costa, il “decreto Riaperture” è caotico e non dà risposte sulle condizioni necessarie alla ripartenza del Paese. Mentre convertiamo il provvedimento, il virus continua a circolare (siamo ad oltre 47 mila casi al giorno, con 152 morti nelle ultime 24 ore). La guerra, però, ha cancellato il problema. Ora l'informazione non martella più sulla galoppata delle infezioni; dallo scorso 24 febbraio i virologi sono scomparsi dai radar. Nel frattempo, nulla si dice sulla disponibilità degli anticorpi monoclonali e degli antivirali efficaci, sulle cure e sui controlli dopo i tamponi negativi dei guariti. Il COVID può provocare danni al cuore e alzare di molto il valore delle piastrine, con conseguenze non lievi. Questo, però, non è noto e non ci sono norme che impongono esami specifici e gratuiti per i guariti. Nulla, poi, si dice a proposito dei sempre più frequenti decessi dei giovani vaccinati, colpiti da infarto o da problemi cardiaci. Nel merito ho già chiesto al Ministero della Salute di disporre adeguati accertamenti, di acquisire le cartelle cliniche e tutti gli elementi relativi al caso.

Ci avevate detto che il vaccino era il rimedio per eccellenza contro il COVID. Ci avevate detto che era testato, sicuro e pressoché privo di rischi. L'esperienza ci indica che non è così. Proprio sul vaccino avevate fatto affidamento per contrastare il COVID, senza prevedere le reinfezioni, che ci dimostrano che più di qualcosa non ha funzionato. Non è dato sapere se la catena del freddo sia saltata. La vostra missione era elevare la percentuale dei vaccinati. Se la catena del freddo non fosse stata rispettata, i vaccinati avrebbero ricevuto un placebo. Bisognerebbe rivedere tutto e cambiare strategia già per l'autunno, anche considerando che il COVID potrebbe essere diventato meno letale, per la sua sopravvivenza. Inoltre, non è ancora nota l'efficacia dei vaccini a mRNA con Omicron e le sue varianti, che più volte hanno varcato la barriera dell'antidoto, ammesso che si fosse mantenuta. In altri termini, le riaperture si stabiliscono soltanto se si è capito che cosa può fare il virus e come lo si può fronteggiare in maniera efficace e sicura. Le riaperture si organizzano, se si è costruito un sistema affidabile di cure specifiche e di tutela della salute individuale. Tutto questo, ad oggi, manca, come dimostra il testo in esame, che prevede, all'articolo 1, la possibilità di emanare ordinanze di Protezione civile fino al 31 dicembre del 2022. L'articolo 2 prevede la costituzione di un'Unità per il completamento della campagna vaccinale, che andrà a sostituirsi al Commissario per l'emergenza, a cui subentrerà al Ministero della Salute, a partire dal 2023. Questo significa che vi sono le basi per ulteriori eccezioni e per una gestione ancora straordinaria della vicenda COVID. Ancora, dal 1° maggio scorso, secondo il provvedimento in esame, vi è un uso limitato delle mascherine, in relazione ai luoghi frequentati. Inoltre, all'articolo 6, comma quinto, è prevista l'eliminazione dell'obbligo di esibire il cosiddetto super green pass sui mezzi di trasporto. I cittadini italiani vi ringrazieranno sempre di questa tessera di regime, con la quale avete massacrato, vessato e ricattato il popolo italiano. Fino al 31 dicembre 2022 è contemplata una serie di ingiustificate discriminazioni tra vaccinati e non vaccinati per l'accesso ad alcune strutture. Inoltre, il testo in esame prevede la mancata ripresa della normalità per le categorie di lavoratori nelle scuole e nella sanità, sottoposte, tramite ricatto, all'obbligo vaccinale. È un'assurdità che i docenti non allineati con l'obbligo vaccinale non possano tornare all'insegnamento e siano confinati in altri uffici! È assurdo che dal lavoro siano pregiudicati sanitari non vaccinati per libera scelta! Forse, un giorno il Ministro della Salute Roberto Speranza ci spiegherà la ratio di queste norme, anche perché noi non l'abbiamo capita. Tutto ciò è inaccettabile, perché siamo uno Stato di diritto e il personale dei servizi pubblici non può essere tenuto sotto il giogo dell'irresponsabilità e della coercizione politica.

Non vediamo affatto progressi in questo provvedimento: è sempre il solito tirare a campare, è il consueto navigare a vista, privo di un programma di lungo respiro per l'effettiva ripartenza e ripresa del Paese. La prospettiva, inoltre, è quella di andare avanti a dosi vaccinali, tra poco la quarta, poi la quinta, la sesta e così via, come se l'esperienza non avesse insegnato alcunché e come se non si dovessero percorrere altre strade sul fronte delle cure, della prevenzione, delle misure di precauzione, del rispetto della sacrosanta libertà di scelta di ogni singolo cittadino. Ancora una volta ci state propinando un decreto sbagliato che nasconde delle insidie. Avete creato le premesse per sospendere di nuovo le libertà professionali o comunque per limitarle. Non avete fornito risposte in fatto di cure e siete ancora fermi al vaccino che peraltro è datato. L'unico augurio che ci si può fare è che possiate andarvene al più presto, perché avete tenuto gli italiani nel ricatto, nella paura, nella miseria, e continuate a farlo con questo provvedimento subdolo, che passerà sotto traccia per causa della disinformazione dominante. Presidente, annuncio voto contrario, in piena coscienza con quanto Alternativa ha fatto finora (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto; non è presente e si intende decaduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Testamento; non è presente e si intende decaduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Trano; non è presente e si intende decaduto.

Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. L'Italia è una Repubblica fondata sul sopruso. C'è da dire che in questo il Governo Draghi è stato più che coerente, non si è mai smentito rispetto alla sua connotazione coercitiva, liberticida e orientata alla soppressione di ogni forma di dissenso, che si avvicina sempre più al modello cinese che a quello occidentale. Trieste ci ricorda qualcosa, gli idranti sono sopiti, il metodo è in piedi, pronto ad essere rilanciato. Appare ormai chiaro che il nostro Paese, l'ultimo in Europa, è uno degli ultimi del mondo civilizzato ad abbandonare le misure più draconiane, repressive e coercitive a contenimento del COVID; la lotta, più che alla pandemia, l'ha fatta ai non vaccinati, e il green pass è ormai una colonna portante della sua missione. Il Governo Draghi vuole cittadini catechizzati e remissivi; mentre il totem era il green pass, adesso è la guerra, e guai a dirsi contro, o si diventa un'altra volta disertori (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

Quando penso a questo decreto del 24 marzo 2022, non posso che ricordare immediatamente i nostri sanitari, a cui questo decreto estende l'obbligo vaccinale sino al 31 dicembre, e i nostri docenti, che hanno l'obbligo sino al 15 giugno, ma anche per altre categorie, come le Forze armate e gli over 50, permane l'assurdo obbligo. Le vostre multe ridicole piovono su un Paese in disastro. Voglio tornare ai sanitari, ai docenti, due categorie fatte di uomini e donne che da inizio pandemia hanno garantito il funzionamento di sanità e scuola anche quando i vaccini non erano disponibili, giusto per ricordarlo. Sì, i docenti, quelli che il presidente nazionale dell'Associazione presidi, tale Giannelli, ha improvvidamente paragonato agli evasori fiscali, stigmatizzandone la scelta, associandoli ai furbetti che usano gli scudi fiscali.

Quelli che il nostro Ministro dell'Istruzione, un altro che avrebbe bisogno di ripetizioni di diritto costituzionale, ha definito diseducativi. Un bersaglio fin troppo facile i cosiddetti docenti no-vax, esclusi dal lavoro e costretti a rientrare grazie a questo vergognoso decreto dal 1° aprile non per tornare in Aula, ma per attività di supporto all'istituzione scolastica. Tradotto: essere chiusi negli sgabuzzini, come si fa con i cattivi maestri. Con quale colpa? Di aver esercitato la loro libertà di scelta? Di non aver accettato il ricatto di Stato? Non ultima per gravità è la circolare dell'USR Marche che, sulla base di una circolare del Ministero della Salute, che non riguarda il personale facente capo al Ministero dell'Istruzione, ma esclusivamente interna e destinata agli ordini e alle professioni sanitarie, in applicazione dell'articolo 4 del decreto-legge n. 44 del 2021, così come poi modificato da questo decreto, vuole impedire ai docenti guariti di lavorare decorsi 90 giorni. Un obbrobrio giuridico, un sopruso, una decisione arbitraria priva di basi giuridiche! I docenti dissidenti vanno puniti perché rappresentano un'avanguardia di libertà, perché sono un esempio di pensiero critico militante; hanno disobbedito, a loro va data una punizione esemplare. In questo potete dare lezioni alla Cina!

Dunque la scuola, il luogo dell'inclusione, è stato trasformato da voi nel luogo dell'esclusione! Nessuna logica sanitaria dietro la scelta di tenerli fuori dalle aule, nessuna nel negare il contatto con gli studenti. Nelle nostre scuole si sono ammalati e contagiati pure i banchi perché nulla è stato fatto in materia di distanziamento e sanificazione degli ambienti.

Personalmente avevo chiesto, con diversi ordini del giorno, a questo Governo interventi volti all'installazione di appositi dispositivi per la sanificazione dell'aria, che avrebbero di certo evitato migliaia di contagi. I soldi, si sa, servono per ingrassare il mercato della guerra, per arricchire l'industria bellica americana. Il 2 per cento del PIL non sarà investito per l'istruzione o per la sanità, ma per accondiscendere alle richieste del datore di lavoro di Mario Draghi, un certo Biden. Mentre lei, caro Ministro diseducativo, sta in silenzio. Con questo decreto l'obbligo dei docenti viene esteso sino al 15 giugno e, sino a quella data, questi lavoratori non potranno fare il loro lavoro, ma saranno di fatto demansionati e costretti, grazie alla nota, firmata dai capi dipartimento del Ministero dell'Istruzione, Stefano Versari e Jacopo Greco, a cui il Ministro della “scuola affettuosa” ha dato seguito, a lavorare il doppio delle ore, sino a 36, parificando l'orario a quello del personale ATA.

I docenti diseducativi sono diventati improvvisamente inidonei! Non c'è un solo Paese che abbia adottato misure prive di ratio come il nostro, loro non hanno Speranza, non hanno Ricciardi, il guappo del COVID zero, propagandista del green pass per sempre e della vaccinazione perpetua. Il modello dei crediti sociali è servito. Eppure, la nostra Costituzione, all'articolo 4, dice chiaramente che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. I sanitari non vaccinati possono essere considerati cittadini? Si può approvare questo decreto senza violare il principio di eguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione? Perché la situazione dei docenti non vaccinati è assurda, ancora di più lo è quella di sanitari, medici, infermieri e OSS, privati del lavoro e con esso del loro stipendio. Una misura di una violenza giuridica inqualificabile! Dallo scorso anno onesti lavoratori e lavoratrici sono privati della loro retribuzione. Secondo quanto sancito da questo decreto, essendo l'obbligo esteso sino al 31 dicembre, mi pare chiaro che questi lavoratori saranno costretti alla quarta dose di un farmaco sperimentale per poter esercitare la loro professione; questo senza che ci sia al momento alcun studio che confermi l'opportunità di questa scelta.

Nulla si è fatto per rafforzare la medicina del territorio, nulla per le cure precoci; solo tagli alla sanità e alla libertà! Con questo decreto si insiste nella follia dell'obbligo, non in Austria, non in Francia, non in Germania, non in Gran Bretagna, solo in Italia, che sussiste senza che ci sia più alcuna emergenza, se non quella delle nostre istituzioni democratiche.

Noi diciamo “no” a questo decreto che di fatto perpetua il sistema green pass all'infinito, legittima il ricatto come fondamento giuridico; vuole piegare i cittadini alla sua potestà malsana, privandoli della libertà di scegliere, della libertà di lavorare, della dignità sociale, sulla base di quel contratto sociale che voi avete stracciato, cacciando questo Paese nelle barbarie e nel bullismo di Stato contro chiunque dissenta e si dissoci dal vostro becero metodo, non da generali, ma da caporali (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vianello, che non c'è; mi correggo, c'è, ma non parla, rinuncia.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Sono presente, ma rinuncio!

PRESIDENTE. Infatti l'ho precisato, non si agiti. Ho precisato che è presente, ma rinuncia.

Ha chiesto di parlare la deputata Leda Volpi, che non c'è: si intende decaduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-A). Ci apprestiamo, ancora una volta, a convertire un decreto-legge che contiene misure, oltre che sbagliate, già superate, i cui danni, purtroppo, sono indelebili e non possiamo più tornare indietro, perché questi danni sono stati fatti sulla vita delle persone. Partiamo inizialmente dal cambio della guardia: siamo partiti con Arcuri, siamo passati dal generale Figliuolo e adesso arriva Petroni, tra l'altro in piena emergenza fornitura degli anticorpi monoclonali, in esaurimento.

Vorrei parlare anche del CTS, quell'organo che veramente ha dettato legge sulle vite di 60 milioni di italiani e, soprattutto, di come è nato il CTS, perché ci sono errori e sbagli che non potremo dimenticare. Ricordo che, all'inizio, fu costituito da componenti che avevano i seguenti titoli di studio, ne cito alcuni: uno era laureato in chimica ed esperto di acustica ambientale, l'altro era un ginecologo. Gli unici due virologi avevano un indice di preparazione degli scienziati, che è l'H-index, bassissimo, pari a 25. Solo per fare un esempio, il professor Remuzzi ha un indice di preparazione pari a 158 e il professor Alberto Mantovani pari a 167. Dunque, non abbiamo capito, e vorremmo avere spiegazioni, non tanto noi, ma milioni di cittadini vorrebbero avere spiegazioni su quali siano stati veramente i criteri, i requisiti per essere componenti di questo famoso e famigerato Comitato tecnico-scientifico, perché non è apparso alcuno che avesse una personalità così qualificata e così competente.

E se citiamo il Comitato tecnico-scientifico, non possiamo non citare il protagonista di tutta questa gestione assurda: il famoso Ministro Speranza, Ministro di una sanità al collasso, che vive una vera e propria contraddizione in termini, perché, da una parte, annuncia la fine dello stato di emergenza, ma, dall'altra, dà il via alla quarta dose e, tra l'altro, si autoincensa, perché dice anche che Parigi e Berlino lo seguono. Noi non abbiamo capito verso dove; ci auguriamo sicuramente fuori dai confini italiani.

D'altra parte, un'altra contraddizione che vediamo riguarda il PanFlu 2021-2023. No, non è un nuovo prodotto dolciario o una nuova medicina, ma è il Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale 2021-2023. L'Associazione dei familiari delle vittime di Bergamo ha presentato un accesso agli atti, un'istanza cui il direttore del Ministero della Sanità Giovanni Rezza ha risposto, dicendo che tutte le misure contenute all'interno di questo Piano per nulla riguardano la questione della gestione del COVID, ma eventuali, prossime, future pandemie influenzali. Quindi, questa è la dimostrazione per eccellenza che, nel momento in cui aumentano i contagi e anche i decessi - e questi giorni, purtroppo, i numeri lo dimostrano, un altro pericolo ci sarà sicuramente in autunno - , sicuramente ci sarà ancora una gestione approssimativa, improvvisata, antiscientifica e “spannometrica”, perché dimostrate di non imparare nemmeno dagli errori madornali che avete fatto, in questi 2 anni e mezzo. Ma, del resto, non possiamo stupirci, perché, comunque sia, il castello si sta sgretolando, ma, soprattutto, quel che è peggio è che i cittadini, 60 milioni di cittadini hanno scoperto che questo castello è fatto di sabbia. L'ultima dimostrazione arriva proprio dalla sentenza del 28 aprile scorso del tribunale di Padova, dal giudice dottor Roberto Beghini. Cito testualmente una parte: “L'obbligo vaccinale imposto ai lavoratori in questione non appare idoneo a raggiungere lo scopo che si prefigge, quello di preservare la salute degli ospiti: e qui risiede l'irragionevolezza della norma, ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione. Può infatti considerarsi notorio il fatto che la persona che si è sottoposta al ciclo vaccinale può comunque contrarre il virus e può, quindi, contagiare gli altri.” Che notizia. Ancora: “Può dunque notoriamente accadere, ed effettivamente accade, come conferma l'esperienza quotidiana, che una persona vaccinata contragga il virus e contagi le altre persone (vaccinate o meno che siano). Come emerge dai dati forniti dal Ministero della Salute, nonostante l'avvio della campagna vaccinale, il numero di contagi più elevato in assoluto dall'inizio della pandemia, pari a 220.532, è stato registrato l'11 gennaio 2022”.

PRESIDENTE. Deputata Costanzo, le chiedo scusa, sono costretto a interromperla, ma farà piacere anche a lei, per rivolgere un saluto, a nome di tutta l'Assemblea, alla Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che è in visita qui, alla Camera dei deputati ed è nella tribuna centrale (Applausi). La ringrazio, può proseguire.

JESSICA COSTANZO (MISTO-A). Sì, Presidente, torno sulle questioni che purtroppo riguardano milioni di cittadini e la loro salute e, in particolare, sulla sentenza del tribunale di Padova, che dice ancora che: “(…) la persona vaccinata, che non si sia sottoposta al tampone, può essere ugualmente infetta e può, quindi, ugualmente infettare gli altri: la garanzia che la persona vaccinata non sia infetta è pari a 0. Invece la persona che, pur non vaccinata, si sia sottoposta al tampone, può ragionevolmente considerarsi non infetta per un limitato periodo di tempo”.

Ma, in particolare, il tribunale di Padova si sofferma soprattutto sull'irragionevolezza e sulla non proporzionalità dell'obbligo vaccinale, perché la normativa italiana che sospende il lavoratore drasticamente dalla sua mansione lavorativa e, quindi, anche dalla retribuzione, poiché non intende vaccinarsi, viola il principio della proporzionalità, sancito, tra l'altro, all'articolo 52, primo comma, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione. E, tra l'altro, anche secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione, il rispetto di proporzionalità presuppone l'adempimento di tre condizioni cumulative: l'attitudine, la necessità e la proporzionalità in senso stretto. Allora, nella specie, la disciplina italiana che sospende drasticamente dal lavoro e dall'intera retribuzione il lavoratore che non intende vaccinarsi, senza dare ulteriori possibilità o soluzioni alternative o intermedie, viola proprio il principio di proporzionalità in tutti questi 3 aspetti.

Presidente, potremmo continuare a elencare le vostre contraddizioni, i cortocircuiti, i paradossi, partendo dal mobbing di Stato che avete istituito, legittimato verso il personale che non si è piegato a questo ricatto: penso a quello scolastico, sanitario, delle Forze dell'ordine; penso alla pillola anti-COVID, di cui sono stati acquistati 600 mila cicli di trattamento, ognuno pagato con soldi pubblici, pari a 600 euro ognuno, ma questi cicli sono stati somministrati solo nel 10 per cento dei casi; penso ai danneggiati da vaccino, gli invisibili, i fantasmi, quelle persone che, dietro i corridoi delle istituzioni, voi dite che non erano previsti, che sono gli incidenti di percorso, gli ipocondriaci. Vi ricordiamo che il fondo dell'indennizzo che avete istituito ancora non ha elargito un euro a queste persone che hanno avuto una vita e una salute sconvolte. È stato veramente un grande danno, causato dallo Stato. E questo decreto, purtroppo, contiene tantissime altre misure irrazionali. Sappiamo che la Consulta dovrà, comunque, esprimersi sull'obbligo vaccinale, considerata l'istanza del Consiglio di giustizia amministrativa posta dalla regione siciliana. E, in tutto questo, vi diciamo che speriamo che giustizia venga fatta presso le sedi più opportune, a questo punto: non lo dice la sottoscritta, ma lo chiedono, a gran voce, milioni e milioni di cittadini in tutta Italia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei ringraziare il sottosegretario, per l'attenzione che ha prestato nel seguire il provvedimento in Commissione, in cui abbiamo fatto un lungo e apprezzato lavoro, come al solito.

Voglio dire con molta franchezza, ho ascoltato quasi tutti gli interventi che mi hanno preceduto, che invidio la certezza con la quale si fanno alcune affermazioni. Non le condivido e, insieme a me, penso non le condivida la stragrande maggioranza degli italiani, se è vero che si è comportata in altro modo. A leggere qualche riga, anche la comunità scientifica dell'intero mondo ha avuto e ha un'idea diametralmente opposta, eppure abbiamo assistito a un numero di interventi in cui sembrava che fin qui tutto ciò che è stato fatto in questi due anni, non negli ultimi due mesi, in Italia e non solo, sia stato completamente sbagliato. C'è qualcuno che aveva in tasca non solo la verità, ma anche le modalità con cui affrontare qualcosa che nessuno osava immaginare, prima che accadesse. In questo breve lasso di tempo, noi siamo passati dall'affrontare un nemico sconosciuto a combatterlo con un vaccino e da quando qualcuno, all'inizio della pandemia, si chiedeva quando ci sarebbero stati i vaccini oggi sembrano passati decenni, mentre sono passati soltanto due anni. In Italia, il 90 per cento dei cittadini si è vaccinato e, grazie all'intelligenza e anche alla fiducia nella scienza, in questo 90 per cento degli italiani, molti come me hanno avuto il COVID, ma lo hanno avuto senza accorgersene, al contrario dei tanti altri che lo hanno avuto quando non c'erano ancora i vaccini e le conseguenze sono state ben diverse. Allora, mi fa specie, se così posso dire, che proprio oggi stiamo approvando un decreto che ci auguriamo dia il via in modo definitivo - ci auguriamo, ma non ho certezze, perché nella vita è sempre meglio alimentare il dubbio piuttosto che sbandierare certezza inutili - a norme di uscita dall'emergenza COVID, a norme che, via via, - come si fa in questi casi, ossia non abbassando la diga immediatamente - ci hanno portato, in questi mesi, a una riduzione delle restrizioni. Abbiamo tolto quello che non doveva essere una cura: il green pass non era una vicenda sanitaria; è una questione tecnica. Era altro, e non serviva a curare, ma è servito ad evitare che ci fossero ulteriori problemi, questo sì. Stiamo togliendo con questo decreto alcune limitazioni e stiamo mantenendo, invece, alcuni aspetti - come quello che io sto, ora, mantenendo - anche se le nostre norme oggi avrebbero consentito a me di parlare senza la mascherina. Eppure, io lo faccio nel rispetto degli altri e di me stesso con la mascherina, perché ho capito, nel corso di questa pandemia, che alcune modalità con le quali abbiamo affrontato questa fase non solo sono state utili nella pandemia, ma diventeranno, senza che vengano vissute come espressioni di dittatura, modalità che ci consentiranno di evitare ulteriori problemi. Insomma, non voglio farla lunga. Credo davvero che in questi due anni di pandemia i Governi che si sono succeduti abbiano mantenuto una linea servita ad evitare il peggio all'Italia e agli italiani. Non è stata una volontà, ma è stata una scelta, dettata dalle giuste informazioni che il mondo scientifico dava al Governo che le trasformava in atti. Queste sono le cose che abbiamo fatto in questi due anni. Questo è ciò che ha fatto la nostra Commissione, che è quella che ha seguito più da vicino, tutti questi atti. Abbiamo provato a tradurli, migliorandone alcuni aspetti, lavorando insieme e cercando di avere un rispetto reciproco, un rispetto politico che mi auguro ci sia anche oggi, tra tutti quelli che hanno votato in Commissione questo provvedimento e che lo rivoteranno in Aula, perché questo è il momento in cui tutti dobbiamo assumerci la responsabilità di quello che stiamo facendo. Soprattutto quando si va verso l'uscita da alcuni problemi, bisogna essere ancora più coesi e forti e fare scelte comuni (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fabiola Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, il decreto n. 24 del 2022, in considerazione dell'evolversi della situazione epidemiologica e della necessità di superare lo stato di emergenza, reca disposizioni finalizzate al progressivo superamento delle misure restrittive, tenendo conto, però, che il virus circola ancora, che abbiamo ancora un importante numero quotidiano di morti e che persistono, comunque, esigenze di contrasto del diffondersi della pandemia, prima fra tutte il proseguimento delle vaccinazioni. Dobbiamo essere responsabili, consapevoli e preparati, per affrontare i prossimi mesi, alla luce dell'esperienza degli ultimi anni.

Il mio lavoro in Commissione ha seguito una traiettoria coerente, con cui Coraggio Italia ha affrontato dall'inizio le norme sulla pandemia, in un'ottica di prudenza e di semplificazione. Dal punto di vista sanitario, siamo consapevoli che la fine dello stato di emergenza non coincide con la fine della pandemia e delle sue conseguenze per la salute dei cittadini, anche a lungo termine. Quindi, abbiamo prorogato l'utilizzo della mascherina FFP2 sui mezzi di trasporto collettivo. Credo che ogni cittadino che frequenta i mezzi di trasporto del Paese si renda conto della necessità di questo dispositivo di sicurezza durante il viaggio. La mascherina FFP2 è necessaria negli ospedali e nelle RSA, per la sicurezza degli operatori e delle persone malate e fragili, che restano quelle più a rischio di ammalarsi gravemente e di non farcela. Questa proroga, a nostro avviso, dovrà essere ulteriormente estesa, come abbiamo annunciato in Commissione.

Per gli eventi al chiuso, nei cinema e nei teatri, chi parla con i cittadini sa che essi si sentono più tranquilli, oggi, a frequentare questi luoghi - luoghi comunque affollati - con un dispositivo di sicurezza. L'utilizzo delle mascherine diventa anche un modo per incrementare il numero di persone che ritornano a partecipare a queste attività culturali in sicurezza. Poi, sono necessarie nelle scuole, per concludere l'anno in tranquillità, anche per i genitori, ed evitare inutili rischi di aumento di contagi. Abbiamo semplificato, inoltre, con un nostro emendamento, l'accesso alla DAD in caso di positività da parte dello studente. Anche in questo caso basta chiedere alle famiglie, per apprendere che le scuole si sono organizzate autonomamente: con la presentazione di un tampone positivo il ragazzo può accedere alla DAD, se le sue condizioni di salute lo permettono, senza ulteriori passaggi burocratici. Non sono mancate controversie in ambito sanitario sul tema delle professioni sanitarie nella discussione in Commissione, dove noi di Coraggio Italia abbiamo voluto ribadire la distinzione tra un servizio sanitario in fase di emergenza e un servizio sanitario in fase di normalità, che deve attenersi alle regole e superare le deroghe, per la sicurezza di tutti i cittadini. Siamo profondamente riconoscenti a tutti i professionisti sanitari, per il loro impegno e per la loro dedizione durante la pandemia, che spesso è costata loro anche la vita. Medici, infermieri, farmacisti, OSS, tecnici radiologi, fisioterapisti, laboratoristi, psicologi, dalle direzioni ai dipendenti, dai sanitari civili a quelli militari, tutti hanno sacrificato tempo, salute e famiglia mettendosi a disposizione nell'emergenza per qualsiasi intervento occorresse, dovendo sacrificare le competenze e la massima sicurezza per salvare le vite. Ma questo, in un Paese civile, si fa in emergenza. Ora, dopo la fine delle emergenze e il ritorno alle attività sanitarie ordinarie, ritengo che i Ministeri competenti, della Salute e dell'Università, si debbano confrontare con le rappresentanze dei professionisti sanitari, per approfondire la questione medica e la questione delle professioni sanitarie. Ci siamo ritrovati, in Commissione, con un semplice emendamento che concede ai farmacisti la somministrazione delle vaccinazioni antinfluenzale e anti-COVID al di fuori dello stato di emergenza. Questa è una decisione che non può essere affrontata senza una valutazione approfondita. Infatti, ha creato divisioni nella maggioranza e io ho espresso su di essa il mio voto contrario, perché il cittadino rischia di pagare due volte per un servizio garantito dal sistema pubblico. Superare questa spiacevole e annosa diatriba tra professioni sanitarie è importante, perché è un tema che può essere chiarito facilmente attenendosi ai percorsi universitari, alla formazione, alle abilitazioni, ai ruoli, alle competenze e alle mansioni. In una sanità che si evolve, bisogna stabilire in anticipo le regole del gioco. Un conto è la farmacia dei servizi, importante e legata a una specifica normativa che circoscrive i servizi e prevede altre figure sanitarie che, per competenza, li esplicano, altro è il concetto, a mio avviso anomalo, di intercambiabilità delle professioni sanitarie o, ancora peggio, di un task shifting al ribasso che si sta insinuando. È fondamentale, quindi, che il Ministero della Salute apra al più presto un confronto permanente tra le professioni sanitarie, insieme al MUR, per concertare le decisioni che attengono all'esercizio delle professioni. Dal 2020 è stata già istituita una Consulta delle professioni sanitarie e sociosanitarie, un organismo operativo comprensivo di tutte le professioni sanitarie, preposto a facilitare il dialogo tra le professioni, nel rispetto del codice deontologico di ciascuna e nelle materie di rispettiva competenza, che deve collaborare con le istituzioni al fine della corretta applicazione delle norme di legge e dei regolamenti vigenti, nel rispetto di tutti i profili professionali, che deve proporre studi e ricerche per l'attività delle diverse categorie professionali, senza sovrapposizione tra le stesse, e che deve formulare proposte in maniera di formazione dei professionisti sanitari in relazione alle rispettive competenze e funzioni. Pensiamo che, ad oggi, l'Istituto superiore di sanità sta ancora elaborando i dati disaggregati delle attività vaccinali nell'emergenza, e su questi dati si potrà fare un ragionamento. È, quindi, sul tavolo della Consulta che bisogna far confluire i vari punti di vista di tutte le professioni sanitarie, supportati da dati certi e confrontabili, allo scopo di definire le specifiche competenze e garantire assistenza, in sicurezza, ai cittadini.

Siamo, poi, consapevoli che sarà importante gestire bene la programmazione e l'organizzazione del personale sanitario in questi anni di transizione tra pensionamenti e attesa dei nuovi specializzati in medicina. L'imbuto formativo si sta superando, ma quella annosa anomalia si porta dietro molte distorsioni, alle quali dovremo porre rimedio. Intanto, abbiamo prorogato la possibilità che gli specializzandi degli ultimi anni possano essere assunti e affiancare i medici strutturati. Vogliamo puntare sulle nuove generazioni, valorizzarle e metterle nelle condizioni di operare nel nostro Paese con garanzie di stabilità lavorativa, economica e di avanzamento di carriera. Sul tema lavoro, oggi più che mai, bisogna essere pragmatici se si vogliono tutelare i lavoratori e avere uno sguardo al futuro, senza voltarsi indietro. Oggi abbiamo bisogno di accompagnare i lavoratori in un percorso che dia sicurezza e formazione specifica, affinché possano essere avviati a un ricollocamento in un mondo del lavoro che cambia, ma che deve garantire nuove opportunità. Molto impegno, con tutta la Commissione, è stato dedicato ai lavoratori fragili per il diritto allo smart working e, per specifiche categorie di fragili, ove non sia possibile svolgere il lavoro in modalità agile, l'equiparazione al ricovero, nonché il diritto allo smart working anche per i genitori di figli con fragilità. Con un ordine del giorno condiviso da tutti abbiamo anche chiesto di chiarire bene la platea dei fragili, che deve essere la più estensiva possibile. Riteniamo, da sempre, che lo smart working, per molte attività che si svolgono in ufficio, su una scrivania e davanti a un PC, sia il futuro che renderà il sistema più sostenibile, che garantirà maggior benessere, tempo e qualità di vita alle persone. Anche qui serve un cambio culturale che indirizzi le dirigenze a lavorare per obiettivi e a valutare per obiettivi. Per questo abbiamo proposto una proroga per lo smart working per tutti i lavoratori del settore privato e sollecitiamo il sistema sia pubblico sia privato, piccolo, medio e grande, a percorrere stabilmente questa strada, che abbiamo sperimentato con successo e, finalmente, anche nel nostro Paese e ci aspettiamo, nel futuro, incentivi per formare i dirigenti a lavorare per obiettivi e per chi utilizzerà questa modalità nelle aziende.

Sulla scia della semplificazione e della digitalizzazione, anche nella formazione abbiamo ottenuto, con un nostro emendamento, che i corsi teorici sulla sicurezza nel lavoro possano tenersi modalità di videoconferenza sincrona. Quindi, la dignità del lavoro, la formazione, la sicurezza, il benessere sul luogo di lavoro e nella vita quotidiana sono i principi fondanti della nostra azione politica. In questi anni di pandemia, abbiamo cercato di tutelare i pilastri della nostra società, il diritto fondamentale alla salute, il diritto al lavoro, il diritto allo studio. Sono convinta che la gradualità e la prudenza dimostrate fino ad oggi da Parlamento e Governo siano da perseguire ancora, con una buona capacità di comunicare in maniera diretta e semplice ai cittadini.

Con questa ulteriore responsabilità, annuncio il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Presidente, le chiedo conferma che posso togliere la mascherina, con la mia assistente vicina a me.

PRESIDENTE. Prego, è confermato.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame riguarda l'uscita dallo stato di emergenza. Sono misure rese possibili dal fatto che è andato a compimento il processo di adattamento e convivenza con il virus, grazie al quale oggi possiamo appunto uscire dall'emergenza, nonostante la pandemia non sia finita. Lo sottolineo perché noi, oggi, non stiamo approvando un “liberi tutti”. Oggi stiamo votando l'ultimo atto, speriamo, di quella strategia del rischio calcolato che il Governo Draghi ha saputo mettere in campo con successo. È una strategia basata su una grande campagna vaccinale e su di un approccio attento all'evoluzione della pandemia e all'esigenza di un progressivo ritorno a una normalità prudente. Noi di Italia Viva abbiamo condiviso e sostenuto questo processo in ogni suo passaggio ma, considerato che ci troviamo in una fase, speriamo, conclusiva di un percorso che è stato lungo, forse è utile guardarsi indietro e capire che lezione possiamo trarre da questi ultimi due anni.

Svolgerò tre osservazioni. La prima riguarda la capacità di risposta del nostro sistema istituzionale all'emergenza straordinaria che abbiamo vissuto. Siamo passati dalla fase dei DPCM a quella dei decreti-legge ed è stato un passaggio importante, perché ha riportato nell'alveo del dibattito parlamentare decisioni che hanno inciso profondamente sulla vita e sulle libertà dei cittadini. Tuttavia, è indubbio che il susseguirsi di decreti-legge e il loro intreccio negli iter di conversione ha reso, di fatto, impossibile la doppia lettura parlamentare e, spesso, ha condotto a discutere norme che, in concreto, erano già superate. In parte, accade anche con questo decreto-legge. La pandemia ha infatti definitivamente certificato l'inadeguatezza del nostro procedimento legislativo rispetto alle esigenze di celerità e tempestività delle sfide contemporanee. Lo dico con il rammarico di chi, nel 2016, si è battuta, con tanti altri, per offrire al nostro Paese un sistema capace di ridare centralità al Parlamento, attraverso un processo legislativo più celere, efficiente e, quindi, efficace. Molti di coloro che oggi denunciano le forzature a cui ci ha costretto l'emergenza sono tra quelli che si sono strenuamente opposti al cambiamento del sistema che oggi criticano. Io spero che un'eredità utile che ci lascerà il COVID sia una consapevolezza condivisa che quel sistema va modificato e che occorre riaprire, nella prossima legislatura, una seria riflessione e un dibattito sulle riforme istituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

La seconda riflessione riguarda la capacità che avremo di salvare le buone pratiche acquisite durante l'emergenza. Il decreto-legge, per esempio, non si preoccupava del tema riguardante i lavoratori fragili.

Una grave lacuna che è stata colmata grazie ad un impegno trasversale di tutti i gruppi parlamentari che hanno lavorato in Commissione - e ringrazio il sottosegretario per averci accompagnato in questo processo -, e che ha consentito di ottenere una proroga delle misure a tutela dei lavoratori fragili, una proroga che riguarda tutti i lavoratori fragili, per quanto concerne lo smart working, e che invece è più limitata rispetto a quei lavoratori che non possono svolgere attività in smart working. Avremmo voluto ottenere ancora di più, ma comunque si è trattato di un risultato importante, raggiunto - bisogna dirlo - grazie al Parlamento che ha saputo colmare una grave lacuna che potevamo evitare, se il Governo ci avesse ascoltato prima di emanare il decreto-legge. Questa stessa dimenticanza riguardava i genitori dei figli con disabilità che, grazie al nostro sforzo, oggi hanno avuto anche loro la possibilità di proroga del diritto allo smart working. Sono modifiche al testo essenziali, anzitutto perché danno una tutela a quei lavoratori che sono più esposti al rischio COVID, ma credo siano importanti anche perché ribadiscono un principio che da straordinario dovrebbe diventare ordinario, dal momento che, per le persone che vivono una complessità quotidiana maggiore, le persone che hanno patologie complesse, con disabilità grave, e i genitori di bambini che vivono situazioni di maggiore vulnerabilità, lo smart working è uno strumento di conciliazione tra questa complessità e il loro diritto a proseguire serenamente l'attività lavorativa. Lo smart working per queste categorie non deve essere la straordinarietà, deve essere l'ordinario.

Infine, un'ultima osservazione: in questi due anni, mai come nel passato della storia repubblicana, abbiamo dovuto misurarci quotidianamente con l'esigenza di trovare il giusto bilanciamento tra le libertà individuali e l'interesse generale della collettività. Io credo che, ogni volta, leggendo con attenzione la Costituzione, abbiamo potuto trovare lì la risposta, perché i nostri padri costituenti, nella loro grandissima lungimiranza, hanno fondato un sistema che è basato sul legame strettissimo tra i diritti individuali inviolabili e i doveri inderogabili che lo stesso individuo ha nei confronti degli altri consociati. In altri termini - ci tengo a dirlo -, diversamente da quanto anche oggi è stato detto in quest'Aula da alcuni, i nostri padri costituenti hanno inteso affermare non l'esistenza di una libertà priva di ogni limite, ma hanno invece inteso delineare un modello di convivenza sociale di natura solidaristica, nel quale il pari riconoscimento della dignità dei diritti altrui è, al contempo, il limite ed il presupposto per l'esercizio dei propri diritti. I grandi sforzi e i sacrifici che in questi due anni ha compiuto la stragrande maggioranza degli italiani in modo consapevole, accettando limitazioni importanti delle proprie libertà fondamentali, aderendo a una grande campagna vaccinale con convinzione e condividendo la scelta di strumenti come il green pass, penso rappresenti una testimonianza mirabile della capacità del nostro Paese di dare corpo a quell'idea di comunità solidale su cui la Costituzione fonda la nostra democrazia repubblicana.

Credo che tutti noi nelle istituzioni dobbiamo sentire il peso della responsabilità di essere all'altezza di quella grande azione collettiva che ha visto i cittadini italiani non soggetti passivi, non vittime, ma protagonisti consapevoli. È una responsabilità che abbiamo nei comportamenti, nell'uso delle parole che adottiamo in quest'Aula e nel rispetto che dobbiamo avere della scienza e delle evidenze scientifiche. Ed è dunque sentendo il peso di tale responsabilità, anche rispetto alle sfide ulteriori e diverse che dovremo affrontare in futuro, che dichiaro il voto favorevole di Italia Viva sul provvedimento in esame, esprimendo, ancora una volta, tutta la nostra immensa gratitudine nei confronti degli italiani per averci consentito oggi di arrivare a votare un provvedimento che riguarda appunto l'uscita dall'emergenza (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente. Posso parlare senza mascherina?

PRESIDENTE. Secondo gli accordi intercorsi, confermando quello che abbiamo dichiarato ieri, va benissimo questa configurazione.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie. Presidente, sottosegretario, prima di entrare nel merito di questo provvedimento, Fratelli d'Italia denuncia ancora una volta l'uso continuo della decretazione d'urgenza da parte di questo Governo. Una consuetudine, ormai consolidata, che dimostra la vostra arroganza nel fare tutto, compresa la volontà di continuare a calpestare le prerogative parlamentari nell'esercizio delle funzioni legislative, garantite, sottosegretario, dalla nostra Costituzione. L'articolo 1 di questo provvedimento è la chiara dimostrazione di tutto ciò. Avete dato alla Protezione civile la possibilità di emanare decreti, scavalcando e umiliando questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che ha il solo compito di prenderne atto. Un decreto che aveva l'obiettivo di prevedere misure idonee che garantissero un ritorno alla normalità, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza: nulla di tutto ciò. Un provvedimento che ricalca i precedenti e dimostra come non siete adeguati a governare questa Nazione e dimostra che, purtroppo, paghiamo un caro prezzo e subiamo le devastanti conseguenze della vostra incapacità. Si tratta di un provvedimento arrivato in Commissione affari sociali quando, purtroppo, già gli effetti negativi delle vostre disposizioni avevano creato, ancora una volta, caos, disparità di trattamento e leso i diritti e le libertà dei cittadini italiani. Si allentano le restrizioni nelle altre Nazioni, mentre in Italia continuate a prevedere, per alcuni settori, l'uso del green pass, uno strumento che si è rivelato del tutto inefficace e che non ha - e lo sappiamo bene - contrastato la pandemia e che, invece, si è rivelato dannoso per la nostra economia italiana, dimenticando, invece, ancora una volta, di puntare su quelle misure di prevenzione necessarie per il contrasto e il contenimento della diffusione del COVID. Mi riferisco a tutti gli emendamenti, presentati da Fratelli d'Italia, che puntavano a test antigenici rapidi o molecolari e prevedevano anche la gratuità, a fronte dell'esibizione della documentazione comprovante un ISEE basso: tutti emendamenti bocciati. Sono inaccettabili - perché non tutelano la salute dei nostri bambini - le misure che avete disposto sull'utilizzo delle mascherine FFP2 per gli alunni delle scuole dell'infanzia, sottosegretario, e delle primarie, disposizione questa che non ha tenuto conto, non solo del parere negativo del CTS, espresso già il 21 aprile 2021, sull'uso di queste mascherine per i nostri bambini, ma anche delle ultime dichiarazioni di diverse organizzazioni di consumatori, come Asso-Consum, o di Assosistema Confindustria che, preoccupati da questa disposizione, hanno scritto al Ministro della Salute, Speranza, e al Ministro dell'Istruzione, Bianchi, per chiedere la modifica di questa misura, visto che, sottosegretario, non abbiamo mascherine FFP2 omologate per i nostri bambini e quelle che sono vendute per i bambini, in realtà, sono mascherine per adulti di taglia small.

Ma capite cosa significa stare in classe per 6 ore con queste mascherine e sottoporre i nostri bambini che hanno una capacità polmonare non paragonabile a quella di un individuo adulto? Ma capite, con questa disposizione, quali danni commettete e quale responsabilità vi assumete per quanto riguarda la tutela dei nostri figli? Ma lo volete capire, o no? E grazie al lavoro fatto in Commissione, anche con gli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia, almeno siamo riusciti a evitare che tale disposizione si applicasse ai bambini di età inferiore a 6 anni. Ma voi pensate veramente che questi sono i provvedimenti giusti per prevenire e contenere il COVID? No, sottosegretario. Continuate ad ignorare volutamente azioni specifiche, quali l'ampliamento degli spazi, il giusto distanziamento, l'eliminazione delle classi pollaio e, prima fra tutti, l'aerazione delle aule: tutti interventi che avrebbero realmente garantito la sicurezza nelle scuole. Ma, in un anno, voi non avete fatto nulla. Addirittura, dopo un mese dalla scadenza prevista, e anche più, si attende ancora l'emanazione di queste famose linee guida, per procedere alla ventilazione meccanica controllata: un esempio virtuoso, un esempio che ha permesso, con dati concreti, al presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, di avere una riduzione dell'82 per cento di contagi nelle scuole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Era un esempio da attuare subito. No, per voi non andava bene e continua a non andare bene. Continuate, invece, in queste disposizioni inefficaci e farlocche, queste sì che vanno bene.

Altra disposizione ambigua e di difficile applicazione per i dirigenti scolastici - e sono buona nel dire questo - è stata quella di far tornare gli insegnanti non vaccinati a scuola senza poter fare lezioni, quindi lontani da qualsiasi contatto con gli studenti, impiegandoli in altre mansioni. Vi siete resi conto che stiamo parlando delle nostre scuole, dove è quasi impossibile trovare spazi totalmente schermati, considerato che gli studenti occupano quasi tutte le aree? Purtroppo, non sono presenti in tutte le scuole luoghi ove questi docenti possono sistemarsi, ossia le biblioteche. Di fatto, ancora una volta, voi avete creato situazioni di emarginazione, situazioni che si potevano risolvere con strumenti democratici. Ma a voi queste parole - democrazia, tutela di diritti - non entrano assolutamente in mente!

E non è finita: per la copertura delle supplenze dei lavoratori non vaccinati, invece di prevedere un fondo specifico per tutto ciò, dove prendiamo le risorse? È facile: si va a trovare la copertura nell'unico fondo, quello della valorizzazione, un fondo che nella manovra 2022 abbiamo cercato di incrementare, per far cosa, sottosegretario? Per dare un minimo aumento, nei contratti, a questi docenti, vaccinati e non vaccinati, che lo aspettano da anni, che hanno stipendi che sono i più bassi in tutta l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E cosa fate? Prendete tranquillamente la copertura da questo fondo.

Concludo. Mi auguro, sottosegretario, che la presentazione del mio ordine del giorno su questo tema, da lei accettato con riformulazione, venga veramente applicato, altrimenti resterà una disposizione illogica, che lederà gli interessi di tutto il personale docente. E concludo, Presidente: questo non è un provvedimento che ha come obiettivo chiudere formalmente lo stato di emergenza.

L'obiettivo non è ripristinare la normalità, ma abituare alla nuova normalità, fatta di continue restrizioni, di soluzioni inefficaci e insensate.

Per questo motivo annuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Non posso non manifestare il piacere di poter parlare in quest'Aula senza mascherina e questo, evidentemente, è grazie al lavoro fatto dal Governo e, soprattutto, devo dire, alla grande responsabilità degli italiani, che, con grandi sacrifici, ci hanno consentito di arrivare in questa situazione.

L'importante provvedimento che stiamo per approvare è l'ultimo decreto-legge emanato nel corso dello stato di emergenza sanitaria ed è il primo decreto che accompagna, dal punto di vista normativo, il Paese verso una nuova attesa normalità, dopo 28 mesi di pandemia da COVID-19, superando parte delle misure di contrasto alla diffusione del virus messe in atto con le decine di provvedimenti d'urgenza finora adottati e approvati dal Governo e, soprattutto in questa ultima fase, devo dire, anche, per fortuna e doverosamente, dal Parlamento.

Questo non significa, ovviamente, che il pericolo del virus sia ormai superato, ma che possiamo lentamente riprenderci quella normalità che il COVID ci ha negato in questi due drammatici anni. Ci dovremo ancora convivere per lungo tempo, senza mai abbassare la guardia, ma è un fatto che oggi siamo, spero definitivamente, usciti fuori dal tunnel. E questo è ora possibile grazie anche al fatto che, in tutti questi mesi, Governo e Parlamento sono riusciti a creare le condizioni perché tutto ciò avvenisse.

In Italia, gli effetti pandemici dovuti al nuovo Coronavirus hanno provocato un'emergenza sanitaria cui è stata data risposta immediata con una serie di misure urgenti, varate fin dalla deliberazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020. È passato tanto tempo, ma sembra, purtroppo, ieri. Con questo Governo - il Governo Draghi, tanto per essere molto chiari - c'è, però, stato sicuramente un cambio di passo nella lotta al COVID. Rammento che in una prima fase si era provveduto ad utilizzare i DPCM - li ricordiamo tutti o, forse ce ne siamo dimenticati? - quale strumento normativo principale per affrontare e gestire la fase di pandemia crescente, e che, come Forza Italia, avevamo criticato, fin da allora, proprio perché si assegnava a uno strumento normativo non di rango primario l'introduzione di divieti e limitazioni delle libertà personali garantite dalla nostra Carta costituzionale, escludendo, di fatto, il pieno coinvolgimento del Parlamento. Fortunatamente, questa prima fase è stata superata e, con questo Governo, si è provveduto correttamente a gestire questa tragica pandemia attraverso l'emanazione di decreti-legge e leggi ordinarie, ossia norme di rango primario che hanno garantito al Parlamento di poter svolgere il proprio ruolo.

La fine dello stato di emergenza, sancita da questo decreto, significa dover proseguire a gestire la pandemia con gli strumenti e la legislazione ordinaria. Questo ha comportato, comunque, la necessità, prevista da questo provvedimento, di garantire fino alla fine di quest'anno tutta la necessaria capacità di intervento del Ministero della Salute e delle nostre strutture sanitarie durante questa fase di progressivo rientro di tutte le attività verso l'ordinarietà.

In questo senso va letta la previsione per la quale, fino a dicembre prossimo, il Ministro della Salute potrà adottare proprie ordinanze che, in base anche all'evoluzione della curva epidemiologica, potranno anche essere derogatorie. Noi siamo sicuri, siamo certi che non ne sarà fatto assolutamente un abuso ma solo un uso intelligente. Questo consentirà di regolare al meglio lo svolgimento in sicurezza dei servizi e delle attività economiche produttive e sociali. Peraltro, il percorso verso una graduale normalizzazione si conferma anche con la previsione, contenuta nel decreto-legge, della sostituzione dei poteri emergenziali del commissario straordinario Figliuolo - che ancora una volta ringraziamo e che ringraziano sicuramente gli italiani - con l'istituzione di un'unità per il completamento della campagna vaccinale, per consentire l'adozione di altre misure di contrasto alla pandemia. Sulla campagna vaccinale, evidentemente, si è collaborato in molti e il Parlamento ha dato un contributo importante. Forza Italia rivendica un ruolo primario nell'aver proposto alcune situazioni che poi, di fatto, hanno consentito di portare avanti una campagna vaccinale vincente per il nostro Paese.

L'esame in Commissione affari sociali, di cui ho l'onore di far parte, ha consentito di apportare ulteriori miglioramenti e di integrare in più punti il testo iniziale del disegno di legge, miglioramenti a cui ha contribuito in maniera importante - lo ripeto - Forza Italia, con l'approvazione di diversi suoi emendamenti importanti e qualificanti. Voglio evidenziare alcune delle modifiche introdotte in Commissione. Si proroga, fino a fine anno, la possibilità di conferire incarichi di lavoro autonomo ai sanitari e agli operatori sanitari e sociosanitari che sono in quiescenza. Analogamente, viene prorogata al 2023 la possibilità di esercitare temporaneamente nel territorio nazionale le professioni sanitarie e quella di operatore sociosanitario in base a qualifiche conseguite all'estero e regolate da specifiche direttive della Unione europea. Tra i fatti importanti, che non vogliamo dimenticare, cui rivendichiamo di aver dato un contributo significativo, vi è anche la possibilità della somministrazione presso le farmacie, da parte di farmacisti opportunamente formati a seguito del superamento di specifico corso abilitante organizzato dall'Istituto superiore della sanità, dei vaccini anti-COVID e dei vaccini antinfluenzali. Questo è un passo importante, decisivo e fondamentale verso quella farmacia dei servizi, di cui tanto abbiamo parlato e di cui tanto parleremo in maniera positiva nei prossimi anni. Ulteriori importante norme sono state introdotte riguardo ai medici specializzandi. Ai fini del ciclo di studi che conduce al conseguimento del diploma di specializzazione, si riconosce l'attività lavorativa prestata dai medici specializzandi anche al di fuori del periodo emergenziale. Questo è un fatto molto importante, ormai acquisito. Viene inoltre prorogata a tutto il 2024 la possibilità per le aziende e gli enti del Sistema sanitario nazionale, nonché per le strutture sanitarie private accreditate, di assumere a tempo determinato medici e sanitari iscritti almeno al terzo anno del corso di formazione specialistica. Sono, quindi, fatti concreti che toccano gli interessi diretti dei cittadini, dei professionisti e anche e soprattutto dei pazienti. Si proroga, sempre fino a dicembre 2024, la possibilità per i laureati iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale di partecipare all'assegnazione degli incarichi convenzionali. Infine, voglio sottolineare le importanti proroghe riguardanti i soggetti e i lavoratori più fragili.

Ne ho sentito parlare più volte in quest'Aula e credo che questo dimostri la sensibilità del Parlamento su problemi così delicati ed importanti. Per questi lavoratori più fragili il Governo ha fatto molto. Ho qui davanti il sottosegretario per la Salute che ha dato un contributo significativo, evidentemente insieme al Governo. Credo, però, che si potesse fare e si dovesse fare qualcosa di più, soprattutto per i pazienti oncologici malati da più di cinque anni, che evidentemente non hanno trovato ancora la risposta che noi ci aspettavamo. Finisco, Presidente, dicendo solamente che ci sentiamo di ringraziare evidentemente il Parlamento ma soprattutto gli italiani, che grazie alla loro responsabilità hanno saputo dare un contributo determinante per l'uscita da questa pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie molte, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, accompagniamo la fine dello stato di emergenza e la predisposizione delle condizioni per il ritorno alla ordinarietà con questo decreto-legge. Quei 28 mesi di emergenza sono un tempo che, però, non può permetterci di operare rimozioni su cosa essa ha significato per la tenuta del Paese, sulla capacità del Servizio sanitario nazionale di resistere all'imponente domanda di salute, che ha reso evidente la capacità di resilienza e le sue fragilità, sulle fatiche e le incertezze anche del mondo imprenditoriale e culturale, dell'istruzione, della formazione, e sulle conseguenze che sono state determinate dalla rarefazione dei rapporti e delle relazioni sociali. Se oggi possiamo chiamare questo decreto “Riaperture” è perché abbiamo tenuto la barra diritta, soprattutto l'hanno tenuta il Governo e, in particolare, il Ministro Speranza, non senza affanni, contrastando disinformazioni e i movimenti antiscientifici di coloro che in questi anni hanno diffuso l'idea che qui c'era una dittatura sanitaria. Martedì è successa una cosa molto grave. La sede dell'ordine dei tecnici sanitari della radiologia di Bergamo è stata fatta oggetto di scempio, con scritte indicibili quali “vivi perché liberi”, “consenso estorto, nazismo risorto”. È stata un'indecenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che avrebbe dovuto vedere i rappresentanti della Repubblica uniti in un'unica condanna, come noi del Partito Democratico facciamo qui, per assicurare loro che la difesa di chi opera per la salute di tutti non verrà mai meno. Abbiamo deciso di investire nella più grande campagna vaccinale che si sia mai vista. Dobbiamo riconoscere che l'Italia è stata tra i Paesi con il più alto tasso di protezione vaccinale, permettendo a chi non poteva permetterselo, per ragioni di salute o per paura o per contrarietà, di essere oggi comunque protetto. Una riconoscenza e la gratitudine vanno dal Partito Democratico al commissario straordinario, generale Figliuolo, e al CTS che, con questo decreto-legge, terminano il loro mandato, ma anche a tutti i medici, gli infermieri e il personale sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), nonché al sistema salute nel suo complesso, perché ancora dovranno impegnarsi sia per reagire all'allentamento delle somministrazioni sia anche per la quarta dose. Quel raggiungimento del 90 per cento di copertura è stato un ottimo successo ma è stato soprattutto dovuto alla fiducia dei cittadini. Anche in queste ore, in cui abbiamo sentito ancora osservazioni che francamente non hanno più ragione di essere ascoltate, riconosciamo che la maggior parte dei cittadini riconosce il beneficio delle vaccinazioni. Un grazie va alla collaborazione delle regioni. Le scelte che abbiamo fatto, comprese le limitazioni e gli obblighi, non sono state un soliloquio tra il Governo e il Parlamento. Abbiamo agito anche con tutte le istituzioni, a partire dalle regioni, regioni di colore diverso, e con il conforto soprattutto della società scientifica. Essere più protetti non significa essere immuni: il virus circola ancora, eccome. Tuttavia, oggi siamo nelle condizioni di avere meno persone che muoiono e meno malati gravi e di riprendere soprattutto a curare quegli altri milioni di persone lasciate in attesa, i cosiddetti sospesi dal diritto della cura.

Ancora oggi a chi biasima le scelte fatte, bollandole come liberticide, dico che è gioco facile farlo adesso, quando abbiamo portato la nave in un porto sicuro, dopo aver garantito la ripresa, la riapertura e, soprattutto, aver consentito - un obiettivo fortemente voluto - alle istituzioni scolastiche di tornare ad essere, grazie alla presenza fisica, istituzioni più vivaci e più creative. Una parte di queste misure hanno già prodotto i loro effetti, a partire, come abbiamo sentito, dall'uso dei dispositivi, tranne nei luoghi chiusi e sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Abbiamo rallentato, vi è stata una graduale limitazione del green pass, sia rafforzato che base, fatto salvo per le strutture sanitarie e sociosanitarie. Rimane l'obbligo vaccinale fino al 15 giugno e, per chi lavora nelle strutture dedicate alla cura, fino alla fine dell'anno. Una scelta che condividiamo e che francamente rimettere in discussione è incomprensibile, se consideriamo prioritario difendere la salute, soprattutto dei più esposti. La direzione di marcia verso una normalità è già una realtà, la viviamo tutti, la viviamo qui.

Entrando nel merito delle modifiche, credo che soprattutto vada riconosciuto il lavoro unanime, decisivo, di tutte le forze politiche per la proroga al 30 giugno per il riconoscimento dell'assenza per motivi di infezione da COVID per i lavoratori pubblici e privati contemplati nel decreto ministeriale del 4 febbraio 2022. Quindi, viene equiparato il ricovero ospedaliero. Badate, non è un privilegio, è una necessità, una tutela doverosa e civile per tutti quei lavoratori e lavoratrici le cui condizioni di salute e prestazioni lavorative non permettano loro lo svolgimento del lavoro agile. Ma l'obiettivo di tutte le forze politiche è andato anche oltre e ha voluto incidere sulla disciplina dell'accesso al lavoro agile per tutti i dipendenti pubblici e privati che va - e deve andare - ben oltre quello che è riconosciuto nel suddetto decreto ministeriale.

Per noi, le garanzie e le certezze di una corretta applicazione di questa misura, con un indirizzo esplicito all'INPS, che abbiamo scritto, peraltro, e approvato con un ordine del giorno, e ringrazio davvero il sottosegretario Costa in merito, sono ineludibili, sostanziali ed essenziali. La sfida che abbiamo intrapreso è riuscire nell'impresa di traghettare il Paese fuori dal susseguirsi della crisi sanitaria, economica e sociale, con l'efficace utilizzo delle risorse del PNRR, un buon carburante per il motore Italia, cui vanno accompagnate le riforme che ci siamo impegnati a fare. Siamo chiamati ad agire sulle conseguenze delle crisi energetiche, come è avvenuto con l'investimento di 14 miliardi di euro approvato pochi giorni fa in Consiglio dei Ministri, fortemente voluto dal Partito Democratico e con il confronto con le parti sociali.

C'è un punto che vorrei non eludere, e riguarda la sanità: con questo decreto proroghiamo al 31 dicembre il conferimento di incarichi temporanei ai laureati di medicina, in tutte le forme, permettiamo di avere anche compatibilità con altre prestazioni lavorative per alcuni operatori, abbiamo fatto in modo di recuperare le disponibilità del personale collocato in quiescenza. Tutte misure necessarie, tutte misure assolutamente doverose.

Cari colleghi e care colleghe, per molti anni non ci siamo fatti carico di quello che viene chiamato l'imbuto formativo. Ricordo qui, nel 2013, quando la disponibilità per le borse di specializzazione era di 3.500 posti. È stata una battaglia del Partito Democratico: gradatamente, perché le ragioni finanziarie non lo permettevano; siamo riusciti a colmare questo imbuto formativo. Abbiamo prorogato, con questo decreto, l'anticipazione dell'assunzione fino al 2023 degli specializzandi fino al terzo anno e abbiamo inserito nelle leggi di bilancio le norme sulle stabilizzazioni. Ricordo a tutti, in questo consesso, che, se l'Italia è cresciuta del 6,5 per cento del PIL nel 2022, un dato straordinario al di fuori di qualsiasi media dei Paesi europei, è stato prima di tutto perché un importante Servizio sanitario nazionale c'era, perché non si somministravano 135 milioni di dosi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) in ogni angolo del Paese senza le donne e senza gli uomini che animano il Servizio sanitario nazionale. Abbiamo bisogno ancora di investire; necessitiamo di infermieri, di personale, e di non vedere appassire l'esperienza delle USCA. Ma per questa necessità, che riteniamo sussistere ancora, il tetto attuale della spesa assunzionale depaupera e assottiglia il sistema sanitario nazionale; un cappio al collo che costringe le aziende ospedaliere e le ASL ad acquisire prestazioni sotto la voce prestazioni e servizi, beni e servizi, in cui paghiamo gli stessi professionisti a costi maggiori. È un non senso, un controsenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e credo che sia ora di superare, e credo che siamo tutti d'accordo, il fatto che noi investiamo risorse pubbliche, per lasciare poi il personale al mercato. Credo che tra le tante note positive del nostro lavoro in questi anni vi sia il rafforzamento anche delle assunzioni in deroga, per il raggiungimento della riforma dell'assistenza territoriale.

C'è un altro punto. Con un emendamento del PD, abbiamo dato la possibilità, fino al 2024, ai medici in formazione…

PRESIDENTE. Concluda.

ELENA CARNEVALI (PD). …di arrivare - ho finito - fino a mille assistiti. Credo che questa sia una risposta a una drammatica emergenza.

Concludo dicendo che, oltre a quella chicca che abbiamo incluso nel provvedimento e che riguarda le prestazioni di telemedicina, soprattutto per la capacità di recuperare la raccolta di sangue e plasma come obiettivo strategico e per l'autosufficienza del nostro Paese, dichiaro il voto favorevole, a nome del Partito Democratico, convinti, come siamo sempre stati, che essere alleati della scienza sia un merito, che promuovere lo sviluppo sia un valore e che difendere il diritto alla salute dei più fragili sia un dovere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolin. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario Costa, colleghi, in questi 2 anni di gestione della pandemia, mi spiace dirlo, ne abbiamo viste di tutti i colori. Abbiamo visto l'Italia divisa, appunto, a colori, in base a parametri decisi dal Ministro Speranza, che si rivelavano sempre sbagliati e che, sistematicamente, toccava agli altri correggere. Abbiamo visto uno stato di emergenza durare 790 giorni, abbiamo comprato i banchi a rotelle e le mascherine di Arcuri; poi è arrivata la stagione delle “primule”, del green pass, del green pass rafforzato, perché un solo tipo di certificato non bastava. L'ultima trovata che ci troviamo a commentare è quella sulle mascherine: il Ministro Speranza ha pensato bene di reintrodurre l'obbligo di indossare le mascherine con semplice ordinanza, dall'oggi al domani, e prima che i due rami del Parlamento si pronunciassero compiutamente su tale punto. Non è una cosa che riteniamo corretta; non lo è dal punto di vista della legittimità, non lo è, soprattutto, dal punto di vista dell'opportunità. Mi chiedo: è normale, a 2 anni dall'inizio della pandemia, con uno stato di emergenza concluso, un Servizio sanitario in ginocchio, la carenza di medici, la carenza di infermieri, che, in questa situazione, il Ministro della Salute non abbia niente di meglio a cui pensare che alle mascherine, agli obblighi da imporre ai cittadini?

Gli italiani hanno dimostrato, in questi due anni, di avere grande senso di responsabilità; hanno capito come funziona il contagio, quando si può creare una situazione di pericolo e quando no. C'è davvero bisogno di continuare a imporre obblighi? Poi, perché il cinema, il teatro, i trasporti? Qual è il razionale scientifico che ha portato all'individuazione di questi luoghi e servizi? Anche qui, mistero; le decisioni vengono calate dall'alto.

La proposta che abbiamo portato in Commissione, come Lega, è profondamente diversa: noi crediamo che gli italiani, dopo 2 anni di convivenza con la pandemia, siano in grado di decidere autonomamente quando e dove indossare la mascherina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi non vogliamo vietare la mascherina, sia chiaro; vogliamo che la questione sia rimessa alla sensibilità dei cittadini. Mi pare una proposta razionale e coerente con la fine dello stato di emergenza.

Mi pare, aggiungo, una proposta coerente, come quello che accade in tutti gli altri Paesi europei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), dove la libertà di scelta continua ad avere un valore e ad essere difesa e non si discute più di questi obblighi ormai da mesi. E, allora, facciamolo anche noi questo passo in avanti politico e culturale, voltiamo pagina, torniamo anche noi a legiferare sui temi importanti, che non sono, in questo momento, certamente, le mascherine.

Detto ciò, vorrei sottolineare alcuni risultati positivi che siamo riusciti, comunque, ad ottenere nell'ambito del provvedimento, risultati che arrivano in ritardo, questo sì, ma meglio tardi che mai. Partirei dall'abrogazione delle norme assurde e incomprensibili sul green pass e sul green pass rafforzato. Finalmente si torna al buonsenso e alla normalità, come è giusto che sia, con la fine dello stato d'emergenza. Abbiamo, poi, delle misure importanti, che consentiranno di sbloccare 77 milioni di euro per le persone con disturbi dello spettro autistico. Potremo, quindi, sostenere lo sviluppo di progetti di ricerca, l'incremento del personale e, ancora, progetti di inclusione scolastica e lavorativa. Un grande risultato che siamo soddisfatti di aver ottenuto grazie all'approvazione, all'unanimità, di un nostro emendamento in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ancora un passaggio va fatto sui medici in formazione, che finalmente potranno aumentare il loro massimale fino a mille assistiti. È un altro emendamento sul quale si è creata una convergenza importante in Commissione, un emendamento che darà respiro ai cittadini, alle regioni, alle ASL, alle prese con carenza di medici senza precedenti. Da sottolineare anche la deroga alle norme sul riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie, per la quale ho presentato un emendamento a mia firma. È una proroga che aiuterà tantissime RSA a fronteggiare un'altra grave carenza, quella degli infermieri.

Ci sarebbe ancora da parlare dei vaccini in farmacia, degli incarichi ai medici in quiescenza e altre misure importanti che danno respiro al nostro Servizio sanitario nazionale, ma il tempo a disposizione stringe e vorrei chiudere con una riflessione sui lavoratori fragili. Forse il Ministro Speranza era troppo impegnato in questi giorni con le mascherine e non se ne è accorto, noi sì, ce ne siamo accorti: ci siamo accorti che, a causa di un suo decreto, il decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, si è creata una divisione incomprensibile tra lavoratori fragili tutelati e lavoratori fragili non tutelati, con questi ultimi che sono costretti a scegliere quotidianamente tra il diritto alla salute e quello alla conservazione del posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi pensiamo che i lavoratori fragili debbano continuare ad essere tutelati: deve essere una priorità, soprattutto in questa fase di rientro nell'ordinario, non possiamo permetterci di abbandonarli e dimenticarli. Quindi, le cose che chiediamo al Ministro Speranza sono due: abroghi il decreto che ha dato origine al problema oppure lo riscriva da capo, coinvolgendo direttamente i lavoratori fragili, perché i soggetti che sono a forte rischio di sviluppare le più gravi forme del COVID-19 vanno tutelati, senza esitazioni, senza distinzioni prive di fondamento scientifico. Non possiamo costringerli a scegliere tra il diritto alla salute e quello al lavoro. Questo, no. Mi avvio alla conclusione, Presidente, per ribadire che la Lega non comprende molte delle decisioni che sono state prese in questo decreto-legge, a partire proprio da quelle sulle mascherine e sui lavoratori fragili. Non di meno, per senso di responsabilità e per consentire soprattutto che gli interventi importanti sulla carenza di medici e infermieri possano entrare immediatamente in vigore, la Lega voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Villani. Ne ha facoltà.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Un attimo solo che, finalmente, ci liberiamo della mascherina, grazie. Grazie, Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, il decreto che ci accingiamo a convertire oggi è un provvedimento diverso dai precedenti: esso segna uno spartiacque, è il decreto della ripartenza, con cui ci lasciamo alle spalle due anni difficili, due anni complicati per le sofferenze, per i decessi che il COVID ha causato, per le chiusure di tante attività economiche, per le tristi lezioni a distanza. Sappiamo bene che non è ancora tutto finito e il bollettino giornaliero è lì a ricordarcelo, ma siamo entrati in una nuova fase, quella della convivenza con il virus e quella di un auspicato ritorno alla normalità. Finalmente viene sancita la fine dello stato di emergenza, prevedendo la possibilità di adottare ordinanze che adeguino all'evoluzione della pandemia le misure di contrasto in ambito organizzativo, operativo e logistico.

Oggi, con un po' di ottimismo, possiamo dire che abbiamo attraversato la tempesta e, anche se non sappiamo se è finita completamente, sappiamo, però, che non siamo gli stessi di quando tutto è iniziato. Abbiamo davanti a noi una nuova normalità, con cui dobbiamo confrontarci e che dobbiamo imparare a governare. Il COVID ha profondamente rivoluzionato professioni, attività, famiglie, la scuola, riorganizzando la scala delle nostre priorità e restituendoci una nuova visione del mondo, tuttavia, grazie all'enorme lavoro fatto in questi mesi, abbiamo adesso gli strumenti, anche giuridici e amministrativi, per gestire quello che ci auguriamo sia l'ultimo tratto di pandemia con le misure ordinarie. Possiamo dire che questo periodo ha rappresentato una delle principali sfide alle democrazie del mondo: abbiamo dovuto bilanciare le libertà individuali con le misure di sicurezza e garantire prosperità in un momento di forte recessione. Oggi possiamo dire che l'Italia sta vincendo questa sfida e di questo dobbiamo essere tutti orgogliosi.

Con il decreto abbandoniamo anche definitivamente il sistema delle regioni a colori. Non verranno più prodotte le ordinanze del Ministero della Salute di variazione delle regioni, ma continuerà il monitoraggio per verificare l'evoluzione epidemiologica. Ci lasciamo alle spalle la certificazione COVID, che è stata, in ogni caso, una misura necessaria per affrontare l'aumento dei contagi dello scorso autunno-inverno. Grazie al green pass abbiamo evitato una nuova stagione di chiusure e restrizioni e abbiamo dato un impulso decisivo alla campagna vaccinale, che oggi vede in Italia un'adesione tra le più alte d'Europa. Due recenti studi hanno evidenziato, infatti, che, nei primi 11 mesi di campagna vaccinale, è stato evitato il 51 per cento delle morti attese tra i soggetti di età maggiore di 60 anni. Una campagna vaccinale capillare, che ha visto un impegno logistico e gestionale imponente, con il lavoro di migliaia di professionisti della sanità, che si sono adoperati per garantire salute alla collettività. I numeri sono lì a ricordarci quanto è stato fatto: oltre 136 milioni di dosi somministrate, quasi 40 milioni di terze dosi, 281 milioni di green pass scaricati. In pochi hanno fatto meglio di noi. In Commissione affari sociali abbiamo condiviso l'impianto del provvedimento e abbiamo lavorato per migliorare il testo, che, in ogni caso, presentava delle oggettive lacune. Grazie al nostro lavoro siamo riusciti a tendere una mano, soprattutto, ai più fragili, ai più vulnerabili, che sono stati colpiti dalla pandemia in maniera tragica.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, chiedo scusa se l'ho interrotta.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Siamo riusciti a prorogare fino al 30 giugno lo smart working per i lavoratori fragili e per i genitori di figli con disabilità. Abbiamo dato una risposta importante a un mondo che chiede più equilibrio tra vita professionale e familiare, più attenzione per i deboli, così come importante è stata l'equiparazione al ricovero ospedaliero dell'assenza per quei lavoratori fragili che non possono svolgere le loro mansioni in modalità agile per gravi patologie. Un altro tema su cui ci siamo impegnati è quello dell'accesso alle strutture ospedaliere e alle RSA, evitando che fosse abrogato il protocollo per le relazioni con i familiari dei pazienti affetti da COVID presso le strutture, protocollo che consente di ricevere informazioni puntuali e periodiche sullo stato di salute del proprio familiare.

In sede referente è stata introdotta, poi, l'ulteriore disposizione, fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle, volta a limitare il potere discrezionale dei direttori sanitari delle strutture per l'accesso dei familiari alle strutture sanitarie o alle RSA.

PRESIDENTE. Deputata Villani, interrompiamo un attimo e aspettiamo che l'Aula si ricomponga, perché non si riesce proprio ad ascoltare il suo intervento.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Sono assolutamente d'accordo con lei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi deputati, se mi date una mano, altrimenti possiamo stare in attesa anche per qualche decina di minuti. Cerchiamo di evitare i capannelli, che attraggono le conversazioni. Se ogni deputato potesse prendere il suo posto, darebbe una mano. Comunque, chi ha bisogno di colloquiare, posto che ancora non siamo al voto, può farlo in Transatlantico o dove ritiene, fuori, comunque, dall'Aula. Deputati!

Prego, deputata Villani, prosegua.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Un tema, invece, su cui abbiamo manifestato la nostra contrarietà è quello dei vaccini anti-influenzali nelle farmacie. Sappiamo che le farmacie hanno svolto un lavoro essenziale per fornire servizi ai cittadini e penso, in primo luogo, ai testi antigenici e al green pass. Sono state tutte misure eccezionali, ma questo modello non deve essere esportato nell'attività ordinaria. Resta essenziale, per noi, la supervisione del medico. La sua attività è importante, per un'anamnesi accurata, una verifica dello stato di salute della persona e l'eventuale intervento in caso di reazioni allergiche o effetti indesiderati. La strada, per noi, cari colleghi, non è quella di delegare ai privati, ma di potenziare gli ambulatori del Dipartimento di prevenzione nell'ambito della riforma dell'assistenza territoriale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vale la pena ricordare anche la norma, voluta dal MoVimento 5 Stelle, per il potenziamento dell'attività della Lega italiana per la lotta contro i tumori, norma che autorizza a bandire procedure concorsuali pubbliche per assumere personale che sarà esclusivamente dedicato alle attività di contrasto delle patologie oncologiche e alla promozione di campagne di prevenzione e di educazione sanitaria rivolte alla popolazione.

Screening, prevenzione, informazione, educazione sanitaria: dobbiamo lavorare a fondo su questi temi nei prossimi mesi, dopo che per due anni il nostro sistema sanitario è stato quasi del tutto assorbito dall'emergenza COVID. Bisogna agire presto e lavorare a un grande piano per abbattere le liste d'attesa, valutando l'immissione di nuove risorse con uno scostamento di bilancio. Presidente, quando è in gioco la salute pubblica e la salute dei nostri cari non c'è risparmio che tenga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo visto quanto sia stata fallimentare, nello scorso decennio, la politica dei tagli alla sanità, che ha depauperato i nostri ospedali, ridotto il nostro personale e complicato l'accesso alle cure. Mi auguro che sia chiaro a tutti: le risorse investite in sanità non sono un costo, ma sono un investimento. È su questa strada che bisogna proseguire.

L'emergenza COVID ci ha costretto a interrogarci sul funzionamento del sistema sanitario italiano e, nonostante lo straordinario impegno del personale sanitario, i cosiddetti nostri eroi, spesso ci siamo trovati di fronte a lacune enormi, inaccettabili in un Paese civile. È necessario stabilizzare i precari e procedere con lo scorrimento delle graduatorie, per sopperire alla grave carenza di organico in ogni reparto; più di tutto, però, è urgente intervenire per migliorare il funzionamento di un sistema che decide della vita e della morte delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In primis, faccio riferimento al settore dell'emergenza-urgenza, quello del 118, per capirci, e quello dei pronto soccorso, settore chiave e strategico, oggi terribilmente trascurato.

Abbiamo bisogno di maggiori risorse ed è necessario riprogrammare, con nuove competenze e modelli organizzativi efficienti, una sanità di prossimità e di territorio, che curi prima e dopo l'arrivo in ospedale. In altre parole, occorre riorientare la sanità verso il reale soddisfacimento dei bisogni della popolazione, abbandonando la visione economicistica basata sulla remunerazione delle prestazioni, senza misurare la reale efficacia dei benefici.

Il MoVimento 5 Stelle, come sempre è avvenuto in questi due anni di pandemia, con un approccio responsabile, non si è mai risparmiato nel cercare di fornire costantemente contributi utili a migliorare i provvedimenti, sempre nell'ottica di venire incontro alle esigenze dei cittadini. Lo abbiamo fatto anche in questa occasione e per questo esprimiamo con convinzione il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Veronica Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Purtroppo, sono costretta a ribadire che anche questo provvedimento, come il resto dei provvedimenti sullo stesso tema decisi da questo Governo, è irragionevole, anacronistico e inopportuno. A partire dal 1° aprile tutto il personale docente no-vax sospeso, così come voi lo definite, è potuto rientrare a scuola, seppure senza poter svolgere alcuna attività didattica, non potendo entrare in contatto con gli alunni. Immaginate voi come sia possibile per un insegnante non entrare in contatto con i propri studenti. Alcuni insegnanti, dunque, vengono ulteriormente umiliati. Hanno già dovuto subire la sospensione dello stipendio per mesi, a causa di una scelta personale sulla propria salute, in modo del tutto ingiustificato. Su questo permettetemi di dire che sono certa che i tribunali accoglieranno i ricorsi, senza alcun dubbio, così come sta già avvenendo, con un'importante perdita, giusta, per le casse dello Stato, meno giusta per chi ancora paga le tasse. Non è eticamente ammissibile che una norma giuridica metta nero su bianco una vera e propria discriminazione…

PRESIDENTE. Concluda.

VERONICA GIANNONE (FI). Scusi, Presidente, anche io ho dieci minuti. È un decreto.

PRESIDENTE. È vero, è vero! Prego, prosegua.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie. Dicevo che non è eticamente ammissibile che una norma giuridica metta nero su bianco una vera e propria discriminazione, perché di questo si tratta. Discriminare e demansionare i docenti che hanno scelto di non vaccinarsi è, dunque, una scelta arbitraria, irragionevole e sproporzionata rispetto alla situazione epidemiologica attuale e alle conoscenze scientifiche a disposizione. Allora, perché si è fatta questa scelta? Sono convinta che sia solo il frutto di un compromesso politico, di una strategia subdola, attuata sulla pelle di parte di cittadini e cittadine. Del resto, lo stesso trattamento è stato riservato ai nostri bambini, ragazze e ragazzi che frequentano le scuole. Il 31 marzo 2022 finalmente è stata decretata la fine dello stato di emergenza, ma per i nostri bambini, i più colpiti dalle restrizioni di questo biennio, nulla o poco è cambiato e la scuola continua ad essere un luogo difficile e faticoso. I nostri figli, a partire dai 6 anni, dovranno continuare a utilizzare le mascherine in classe, sino a fine anno scolastico. Nella maggior parte dei Paesi europei l'uso delle mascherine nelle scuole è stato già superato ma, si sa, noi gli esempi virtuosi non li prendiamo e andiamo dritti per la nostra strada, nonostante tutto e tutti. Cosa c'è di ragionevole in questa decisione? Recenti studi scientifici ipotizzano gravi effetti a livello fisico, psicologico, sociologico, psichiatrico e neurologico che l'uso continuativo di dispositivi di protezione può provocare. Questi studi perché non vengono assolutamente considerati? Un recente studio su decine di migliaia di bambini con la mascherina, realizzato in Germania, ha permesso ai ricercatori di oggettivare le denunce di mal di testa (53 per cento), difficoltà di concentrazione (50 per cento), perdita di allegria (49 per cento), difficoltà di apprendimento (38 per cento) ed esaurimento (37 per cento), su 25.930 bambini valutati. Tra i bambini osservati, il 25 per cento presentava un'ansia di nuova insorgenza e anche incubi. Nei bambini le mascherine contribuiscono a mantenere ulteriormente gli scenari di minaccia generati dall'ambiente, in alcuni casi persino a intensificarli ulteriormente e, in questo modo, si acuisce lo stress esistente. Si chiama presenza di paure subconsce. Questo, a sua volta, può portare a un aumento delle malattie psicosomatiche e di quelle legate allo stress.

Per il principio di precauzione, che sempre sostengo, in ogni campo, sarebbe stato necessario effettuare, contestualmente, studi anche da noi sui possibili rischi, sia fisiologici sia psicologici, dati dall'utilizzo delle mascherine e mi sarei aspettata dal CTS un'indagine in tal senso, cosa che ovviamente non è accaduta e che mai accadrà. Questi bambini e questi ragazzi sono stati chiusi in casa, sono stati allontanati da tutta la loro quotidianità e sono stati poi riammessi a scuola, con mascherine, vaccini e quant'altro. Il COVID, comunque, se lo sono preso tutti o, almeno, la stragrande maggioranza degli alunni e non possiamo negarlo. A un certo punto, abbiamo detto loro che non c'era più la quarantena e che un test per verificare il COVID si poteva fare anche a casa. Insomma, da un allarme esagerato ad una quasi convivenza con il COVID. Allora, questi ragazzi si sarebbero aspettati una piena libertà, giustissima. Un segnale poteva essere quello di restituire loro la libertà negata, offrendo la possibilità almeno di guardare in faccia i propri compagni di classe e i propri insegnanti. Invece no, ancora restrizioni. I nostri figli devono resistere fino alla fine, fino all'ultima campanella.

In questi ultimi due anni abbiamo dovuto subire l'arroganza, nelle parole e negli atteggiamenti, di diversi Ministri, compreso il Presidente del Consiglio, la saccenza e l'egocentrismo convinto di diversi parlamentari, gli insulti di gente sconosciuta che, anziché svolgere la propria professione di medico o ricercatore, ha deciso di diventare influencer e virologo in TV, permettendosi di sindacare addirittura su scelte di persone a loro sconosciute. Tutto questo per attirare like su vari social, credo. Povera medicina, ridotta ad uno scherzo da questi ricercatori di notorietà. Per loro avrei avviato probabilmente dei provvedimenti disciplinari, altro che per gli operatori sanitari che hanno svolto il loro lavoro con l'intento di salvare vite, da sempre, ma che non si sono assolutamente fidati, da scienziati anche loro, di questi fenomeni da programmi TV. Per non parlare poi dei finti allarmismi, della violenza psicologica perpetuata nel tempo. La famosa frase di Draghi: l'appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente; non ti vaccini, ti ammali, muori, oppure fai morire, non ti vaccini, ti ammali, contagi e qualcuno muore. Chi se la dimentica questa frase? Questa sì che resterà nella storia, riportata nei libri di storia ma non certo come bel momento della storia; anzi, per lo più sarà uno sfottò.

Credo che voi siate il Governo più incapace nell'ascoltare, soprattutto, i cittadini. Tirate dritto senza voltarvi indietro, nessun ragionamento, nessun confronto, nessuna discussione e non vi è certo la necessità che porti le prove al riguardo. Basta contare le questioni di fiducia poste in questo Parlamento.

La domanda che vorrei porre, però, a questo Governo e anche ai tanti colleghi e colleghe che non concordano con la gestione del COVID, ma, comunque, votano a favore è: perché lo fate? Io proprio non lo capisco. È una questione di ambizione, voglia di accrescimento del potere, di mantenere la vostra posizione sociale, è la sensazione di tenere tra le mani la vita delle persone? Perché? Veramente non lo capisco e in tanti fuori di qui non lo comprendono. Ammettere i propri errori spesso arreca meno danni che continuare a trascinarseli dietro per paura del fallimento. Noi siamo umani e sbagliamo; quindi, ammettete gli errori e restituite la libertà ai cittadini di questa Nazione (Applausi della deputata Cunial).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3533-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Votazione finale e approvazione – A.C. 3533-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3533-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021 (A.C. 3418-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3418-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021.

Ricordo che, nella seduta del 2 maggio, si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Esame degli articoli - A.C. 3418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole, annuncio anche che consegno il testo del mio intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Volevo soltanto esprimere il voto favorevole del mio gruppo su questo disegno di legge di ratifica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Consegno la dichiarazione di voto e annuncio il voto favorevole di Forza Italia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Sono nata e cresciuta in Canada e sono stata eletta proprio in quella circoscrizione. Quindi, vorrei spendere trenta secondi per la mia dichiarazione di voto. A nome del gruppo Partito Democratico, annuncio con grande soddisfazione questo voto favorevole alla ratifica in esame. Il provvedimento, atteso davvero da molto tempo, contribuirà a rafforzare ulteriormente le già ottime relazioni tra Canada e Italia, consentendo ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro, di ambo le parti, di acquisire una migliore comprensione della cultura, della società e delle lingue dei nostri due Paesi, attraverso un'esperienza di viaggio, di lavoro e di vita all'estero.

La ratifica di questo accordo è anche un messaggio di fiducia per il futuro e speriamo possa restituire a tutti, soprattutto ai giovani in cerca di esperienze di lavoro e di qualificazione professionale, la possibilità di riprendere agevolmente i contatti e di cogliere le opportunità di miglioramento. Questo è particolarmente vero per realtà come il Canada, dove risiede oltre un milione e mezzo di oriundi italiani, con rapporti ancora molto vivi con il Paese di origine. L'Italia, che ha sempre visto nel Canada un approdo di lavoro, è un partner privilegiato per i suoi rapporti internazionali. Mi auguro che anche nella successiva definizione del numero degli ammessi si tenga conto di questo importante retroterra.

L'intesa sostituirà il memorandum firmato ad Ottawa nel 2006, estendendo per la parte italiana il permesso di lavoro a 12 mesi e inserendo due nuove categorie di partecipanti. Le categorie introdotte dal nuovo accordo sono due. La prima è quella degli young professional, ossia coloro i quali, essendo già in possesso di un titolo di studio post-secondario, intendono acquisire un'esperienza lavorativa professionale nel Paese ospite.

La seconda categoria è l'International Co-op, rivolta a studenti che, al fine di completare il proprio corso di studi post-secondario, intendano effettuare un tirocinio curriculare su materie correlate al proprio percorso di studio presso un'azienda operante nel Paese ospite. L'inserimento di Young Professional e International Co-op nell'ambito del nuovo accordo consentirà al nostro Paese di sfruttare tutte le opportunità offerte dal programma International Experience Canada. Nell'ambito dell'Accordo, particolare rilievo assumono le disposizioni che consentono ai giovani, tra i 18 e 35 anni, di svolgere attività lavorativa per un periodo complessivo non superiore a 12 mesi. Raccomandando la rapida approvazione del disegno di legge di ratifica, esprimo ovviamente il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Presidente, come sempre, le ratifiche, che poi hanno un impatto vero sulla vita quotidiana dei nostri cittadini, prendono uno spazio molto limitato in quest'Aula e le conseguenze si vedono solo quando scoppiano le guerre o le pandemie e di questo mi rammarico. Sul tema all'ordine del giorno dico che questo è un accordo fondamentale per costruire una forte alleanza atlantica tra l'Italia e il Canada. La mobilità giovanile è importantissima perché permette gli scambi di giovani canadesi, che vengano qui in Italia per studio o per lavoro e, allo stesso modo, di italiani in Canada. Per cui, non possiamo che approvarne in pieno la ratifica, rallegrandoci anche dei ristretti tempi con cui, dal momento della firma, siamo giunti qui in Aula. Dichiaro il voto favorevole della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Facendo seguito anche alla relazione di questo lunedì, portata in Aula dal presidente Fassino, e ricalcando anche l'importanza di questa ratifica soprattutto per i nostri studenti, per i cittadini italiani e per i nostri giovani italiani, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3418-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Votazione finale e approvazione – A.C. 3418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3418-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2342 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 3441-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3441-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021.

Ricordo che nella seduta del 2 maggio si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 3441-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3441-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole del mio gruppo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Mi associo al collega Fornaro nel dichiarare il voto favorevole. Consegno il testo della mia dichiarazione di voto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Come gruppo di Italia Viva voteremo a favore di questa ratifica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Consegno il testo del mio intervento. Anch'io, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche la Lega-Salvini Premier voterà a favore di questa ratifica che prevede che si stabilisca l'ufficio in Italia dell'Organizzazione Europea di diritto pubblico, EPLO. Quindi, è un motivo di vanto e di orgoglio per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marta Grande. Ne ha facoltà.

MARTA GRANDE (M5S). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3441-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Votazione finale e approvazione – A.C. 3441-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3441-A:

S. 2342 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2341 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 3440​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3440: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021.

Ricordo che nella seduta del 2 maggio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 3440​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3440​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Coraggio Italia e consegnare il testo del mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Come gruppo di Italia Viva, voteremo a favore della ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia, che è situato qui in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Soltanto per annunciare il voto favorevole al provvedimento da parte del gruppo del Partito Democratico. Consegno il testo del mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale e approvazione - A.C. 3440​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3440:

S. 2341 - “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021.”

(Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1922 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato) (A.C. 3324​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3324: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019.

Ricordo che ella seduta del 2 maggio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 3324​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3324​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Anch'io annuncio il voto favorevole di Coraggio Italia a questa ratifica e consegno il testo dell'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, come gruppo di Italia Viva, voteremo a favore dell'Accordo con la Commissione europea in merito al Centro di controllo Galileo in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, signor Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questa ratifica. Consegno il testo del mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Questa ratifica, in realtà, riveste una particolare importanza, anche se, nell'ormai quotidiano disinteresse dell'Aula, è bene menzionare di cosa si stia parlando. A 61 anni dalla fondazione di Telespazio - anch'essa, in sé, un'eccellenza del nostro Paese - noi stiamo per votare perché c'è stato un ampliamento del Centro di controllo del sistema europeo di navigazione satellitare, Galileo, un sistema utilizzato da miliardi di persone nel mondo. È un Accordo tra la Commissione europea, che lo gestisce, e lo Stato italiano. Duecento tecnici lavoreranno in questo centro, ci saranno 30 nuove sale di controllo, 40 sale operative. Quindi, davvero porterà lavoro sul nostro territorio, ma porterà soprattutto know-how e noi speriamo che possa integrarsi ed essere complementare nell'interesse dell'Occidente tutto. Per questo voteremo a favore, come Lega-Salvini Premier, del sistema GPS degli Stati Uniti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Anche a nome del mio gruppo, preannuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale e approvazione - A.C. 3324​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3324:

S. 1922 - “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019.” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1378 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018 (Approvato dal Senato) (A.C. 3323​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3323: Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018.

Ricordo che nella seduta del 2 maggio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 3323​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3323​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Coraggio Italia a questa importantissima ratifica, un provvedimento di grande importanza per l'Italia e per l'Europa. Consegno il mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Italia Viva voterà a favore di questa ratifica, che prevede la costruzione di un impianto laser europeo, nonché l'adesione del Regno Unito all'Accordo. Credo che sia molto importante, anche a seguito della Brexit, e malgrado la Brexit, avere iniziative di questo genere, che rafforzano il legame tra l'Unione europea e il Regno Unito, almeno nei campi di comune interesse, come la ricerca scientifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie Presidente. Consegno la dichiarazione di voto, annunciando il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Anch'io annuncio il voto favorevole del Partito Democratico a questa ratifica, che tra l'altro è già stata approvata al Senato. Consegno il testo del mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie Presidente. Annuncio il voto favorevole della Lega-Salvini Premier a questo importante Accordo di tipo scientifico tra l'Europa, l'Irlanda del Nord e la Gran Bretagna. È un importante Accordo che permette di sviluppare un intervento sui raggi laser, che sicuramente porterà ad un aumento delle competenze scientifiche di tutta l'Europa e anche dalla Gran Bretagna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente. Questa ratifica riguarda la costruzione e l'esercizio di una grande infrastruttura europea di ricerca e pone l'Europa all'avanguardia a livello internazionale. Vorrei solo aggiungere che ogni iniziativa tesa alla collaborazione e alla coesione dell'Unione europea, in ogni ambito, assume in questo momento storico un particolare significato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale e approvazione – A.C. 3323​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3323: S. 1378 - "Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1223 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di Polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 3040​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3040: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di Polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016.

Ricordo che nella seduta del 2 maggio si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 3040​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3040​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole di Coraggio Italia all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di Polizia. Consegno il testo del mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, signor Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia a questa importante ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico su questo Accordo tra Italia ed Ecuador e consegno il testo del mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale e approvazione - A.C. 3040​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3040: S. 1223 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di Polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data odierna, il presidente della Commissione finanze ha comunicato che l'ufficio di presidenza della Commissione, riunitosi nella giornata di ieri, ha preso atto della richiesta avanzata in tale sede dal Governo di disporre di ulteriore tempo, chiedendo a tal fine alla Commissione di farsi carico di una richiesta di rinvio dell'esame del provvedimento in Assemblea, nonché della oggettiva impossibilità di concludere in tempo utile l'iter del provvedimento in sede referente. Il medesimo ufficio di presidenza ha pertanto convenuto all'unanimità di rinviare ad altro calendario l'inizio dell'esame in Assemblea del disegno di legge n. 3343, recante delega al Governo per la riforma fiscale, la cui discussione generale è prevista dal vigente calendario dei lavori per lunedì 9 maggio.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del disegno di legge in oggetto non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Comunico che il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 maggio 2022, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):

“Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto” (3591) – Parere delle Commissioni II, III, V e XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata Scanu. Ne ha facoltà.

LUCIA SCANU (CI). Grazie Presidente. Dopo numerosi interventi in Aula e dopo aver depositato un anno fa la proposta di legge sulla vulvodinia e neuropatia del pudendo, alcuni giorni fa è stato presentato un nuovo testo. Esattamente come la mia proposta di legge, quella più recente dispone, tra gli altri articoli, l'istituzione di un presidio sanitario pubblico specializzato per ogni regione, dedicato alla diagnosi e alla cura del dolore pelvico, per assicurare la presa in carico multidisciplinare dei pazienti; inoltre, riconosce la vulvodinia e la neuropatia del pudendo patologie che danno diritto all'esenzione per le prestazioni sanitarie.

Ringrazio i colleghi per aver ripreso l'argomento, un ulteriore testo fondamentale per migliorare la qualità della vita di tante persone, che vuole aiutare chi soffre a causa di malattie cosiddette invisibili, ma che di invisibile hanno davvero poco, perché sono, di fatto, malattie sociali altamente invalidanti. Ringrazio ancora una volta Giorgia Soleri, per il suo impegno incessante nella divulgazione di queste malattie, e ringrazio tutte le donne e gli uomini che ogni giorno, con grande dedizione, si occupano di questo tema, perché parlarne non è mai abbastanza. Intervengo nuovamente in quest'Aula, con l'intento di portare la voce di tutte queste persone che soffrono da anni, che ci chiedono che questo ulteriore testo non sia fine a se stesso, che non resti chiuso per anni dentro un cassetto, che non sia una mera bandierina, perché chi soffre non ha bisogno di bandierine; chi soffre vuole semplicemente potersi curare, vuole avere la possibilità di guarire senza dover attendere anni, vuole avere una cura efficace senza dover per forza spendere cifre enormi, vuole avere la possibilità di vivere una vita normale. Colleghi, queste persone chiedono che gli venga riconosciuto un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione, il diritto alla salute. Per questo rinnovo il mio appello in quest'Aula affinché la proposta di legge venga finalmente calendarizzata e approvata in tempi brevissimi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Villani. Ne ha facoltà.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, il 5 maggio 1998 una violenta frana devastò la città di Sarno. Era un martedì, alle 16 del pomeriggio una progressione di smottamenti e frane si staccarono dal Pizzo d'Alvano, un monte che sovrasta il paese. Il fango scivolò giù in fretta e distrusse tutto quanto incontrò sulla sua strada, a partire dalla frazione di Episcopio, dove vivevo. Quel giorno ho perso molti amici, tanti miei alunni, la mia casa; 160 furono le vittime di quella sciagura e l'ospedale Villa Malta, dove morirono medici, infermieri e pazienti, divenne il simbolo di quella tragedia. Sebbene siano trascorsi tanti anni, sento forte il dovere di preservare la memoria di quel dolore, il cui ricordo è ancora intatto. Esso emerge prepotente con le immagini, con i volti, con i sorrisi di quanti non ci sono più. Come istituzione, siamo chiamati a tramandare il racconto di una comunità che ha nel 5 maggio 1998 una data impressa nel cuore di tutti.

Alcuni anni dopo, come dirigente scolastica, insieme alla mia comunità, lo abbiamo fatto, con la pubblicazione di Aspettando l'alba, un libro che racchiude, come uno scrigno prezioso, i racconti e le storie di quella terribile notte; momenti che dobbiamo tramandare ai nostri ragazzi, agli alunni delle scuole di Sarno, dell'Agro e di tutta Italia, a cui vogliamo affidare l'impegno di proteggere un territorio che amiamo e che vogliamo tutelare. Da quest'Aula, che rappresenta lo Stato e tutto il popolo italiano, è a loro che mi rivolgo, per non dimenticare chi ha pagato con la propria vita le conseguenze di questo disastro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Viviani. Ne ha facoltà, per due minuti.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo nuovamente per portare in quest'Aula il grido di dolore del settore dei pescatori italiani, massacrati dal caro gasolio. Se, dal punto di vista degli interventi che ci sono stati sulle accise, c'è stato un intervento immediato, e quindi un abbassamento dei prezzi, per il settore agricolo e della pesca il caro gasolio sta raggiungendo cifre folli. Sono positivi gli interventi messi in atto, ma non hanno dato liquidità immediata alle imprese di questo settore, che consumano notevolissime quantità di gasolio. Il gasolio è arrivato, in alcune zone d'Italia - pensiamo a Lampedusa, che paga anche la sua insularità, la sua lontananza dalle coste italiane -, a 1,40 euro, per imbarcazioni che consumano migliaia di litri anche solamente durante la settimana o durante la giornata, perché parliamo, ad esempio, di pesca a strascico, altamente energivora. Sono costi aziendali non più sostenibili per questo settore. Quindi, è bene che vi siano stati provvedimenti, come, ad esempio, il credito d'imposta per il settore agricolo e della pesca, ma non sono risposte immediate e serve calmierare il prezzo del gasolio. Anche perché non si capisce come mai, parametrando il costo del barile agli anni scorsi, il prezzo del carburante sia così elevato. Quindi, chiediamo al Governo anche di controllare realmente sulle speculazioni che avvengono in questo momento.

Concludo dicendo che è ancora ferma la Cassa integrazione per il settore della pesca, la famosa CISOA, che abbiamo portato avanti anche in sede parlamentare, e sulla quale abbiamo fatto delle battaglie. Non è solamente uscita, purtroppo, in legge di bilancio monca, e quindi non parametrata ai livelli in cui era stata ideata dalla Commissione agricoltura e pesca, ma, soprattutto, non è ancora partita, con i decreti attuativi, presso il Ministero del Lavoro. Quindi, chiediamo che il Governo, in questo caso il Ministro Orlando, dia veramente un incipit diverso, perché fino ad ora non abbiamo visto nulla, da questo punto di vista. Servirebbero realmente, in questo momento, ammortizzatori sociali, perché i pescatori si stanno per fermare nuovamente; quindi, servono anche misure che possano sostenere i lavoratori dipendenti. Serve un tavolo di concertazione con i sindacati, cosa che non è ancora partita. Quindi, realmente chiediamo che queste cose vengano portate a compimento, poiché il settore rischia di implodere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ieri abbiamo celebrato il 161° anniversario dell'Esercito Italiano e, nel mio messaggio al signor Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, ho voluto rivolgere un commosso pensiero a quanti, nell'adempimento del proprio dovere di soldato, hanno sacrificato, con abnegazione e coraggio, il bene supremo della vita.

Oggi vorrei indirizzare questo saluto, grato e doveroso, e vorrei che, per suo tramite, signor Presidente, lo indirizzasse tutta quest'Aula, al capitano Manuel Fiorito e al maresciallo Luca Polsinelli, che, 16 anni fa, sono caduti in Afghanistan (Applausi), vittime di un vile attentato terroristico. Con loro, il mio pensiero va alle loro famiglie e ai quattro militari feriti in quella stessa occasione, Salvatore Giarracca, Massimiliano Clementini, Emanuele Rivano e Salvatore Mastromauro. Viva il Corpo degli alpini, viva l'Esercito italiano, viva l'Italia (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gallo. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Presidente. Questo Parlamento conosce bene il tema di cui parlo, quello dei risparmiatori truffati di una vicenda che viene chiamata come “Parmalat del mare” e ha visto risparmiatori truffati per 780 milioni di euro, quasi un miliardo. La cosa più grave è che questa truffa è stata concentrata in un'area molto ristretta, stiamo parlando di pochi comuni dell'area vesuviana, della provincia di Napoli, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata e anche, ahimè, la capitale della cultura, Procida, dove i risparmiatori che hanno investito in una società sono stati truffati, e lo dimostrano alcune condanne. Questo processo, però, dal punto di vista giudiziario, non vede ancora una risoluzione, non vede ancora una restituzione dei risparmi ai truffati. Quindi, l'impegno del MoVimento 5 Stelle, e mio, è portare ogni volta alla luce l'attenzione, accendere i fari su questa vicenda, attraverso interrogazioni, interpellanze urgenti e anche atti e norme che abbiamo più volte sottoposto al Governo e a cui, purtroppo, il Governo non ha voluto dare riscontro, per offrire un risarcimento, anche minimo, a queste vittime.

Allora, sollecito la risposta all'interrogazione presentata in Commissione giustizia, la n. 5-07607, al Ministro Cartabia, rispetto all'impegno che questo Governo vuole mettere nell'ambito giudiziario e dei reati finanziari; impegno che, a mio avviso, avrebbe bisogno di molta più forza, con azioni mirate a un maggiore contrasto a certi comportamenti, anche aumentando le risorse e le competenze in questo settore, per dare una risposta dura a chi vuole utilizzare strumenti, che possono essere leciti per altri motivi, come i trust, ma la cui regolamentazione, purtroppo, era scarsamente efficace all'epoca della loro introduzione, così da provocare gravi problemi a chi dal loro utilizzo, appunto fraudolento, è stato truffato, ossia cittadini in buona fede. Quindi, chiedo al più presto la risposta a questa interrogazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Come già in apertura dei nostri lavori ha ricordato il collega Verini, è scomparso ieri, a Roma, all'età di 90 anni, Umberto Coldagelli. Scrittore, intellettuale raffinato, storico rigoroso, è stato uno dei principali studiosi e biografi di Tocqueville in Italia e ha servito le istituzioni come vicesegretario generale della Camera dei deputati, di questa istituzione, dove ha lavorato per oltre trent'anni, a partire dal concorso con il quale entrò a far parte di questa istituzione nel 1963. Ha avuto occasione di lavorare fianco a fianco con alcuni dei principali protagonisti della storia politica di questo Paese, da Sandro Pertini a Nilde Iotti, da Giorgio Napolitano, di cui è stato buon amico, a, soprattutto, Pietro Ingrao, con il quale ha lavorato fianco a fianco davvero per lunghi anni.

Studioso del sistema istituzionale e politico francese, ha dedicato la sua ultima opera, per i tipi di Donzelli, al Presidente Emmanuel Macron, recentemente rieletto. Il cordoglio, a nome mio e di tutto il gruppo di Italia Viva, per una perdita così grande, alla moglie Elena, alla figlia Costanza e al figlio Luigi, caro amico che, sulle orme paterne, ha raccolto il testimone del servizio alle istituzioni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Oggi prende il via la fase finale delle XIII Olimpiadi della cultura e del talento, una competizione avvincente, che vedrà gli studenti finalisti nazionali, dopo una selezione che ne ha visti 10 mila ai nastri di partenza, sfidarsi all'insegna soprattutto dell'amicizia e della voglia di stare insieme.

Dopo due anni difficili, a Tolfa, oggi si riprende in presenza quella che sarà finalmente una festa dei ragazzi, che hanno particolarmente sofferto in questa fase.

Come accade dal 2018, i vincitori nazionali di questo concorso sprint, che premia e valorizza, oltre alle conoscenze accademiche, le capacità espressive e le doti artistiche, saranno invitati a Montecitorio, nel cuore della nostra Repubblica. Sono loro, con il loro entusiasmo, la loro preparazione, la loro creatività, la loro energia, il futuro e, soprattutto, la speranza vera per il nostro Paese.

Quindi, ringraziando gli audaci membri dello staff organizzazione, che mai hanno mollato in questi anni, rivolgo da quest'Aula un “in bocca al lupo” a questi giovani campioni. Iacta est (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 6 maggio 2022 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 13,10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MICHAELA BIANCOFIORE E ALESSANDRO BATTILOCCHIO (A.C. 3418-A​)

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3418-A​). Illustre Presidente, onorevoli Colleghi, l'intesa tra l'Italia e il Canada che oggi quest'Aula è chiamata a votare sostituirà il vigente Memorandum firmato ad Ottawa il 18 ottobre 2006, estendendo per la parte italiana il permesso di lavoro a dodici mesi ed inserendo due nuove categorie di partecipanti.

Fin dal momento della sua entrata in vigore il Memorandum d'intesa “vacanze-lavoro” si è dimostrato uno strumento efficace per offrire ai giovani cittadini delle due Parti maggiori opportunità di apprezzare la cultura e i costumi dell'altro Paese e di acquisire o perfezionare la conoscenza della lingua del Paese ospitante attraverso un'esperienza di viaggio, di lavoro e di vita all'estero.

Le due categorie di partecipanti introdotte dal nuovo Accordo, rispetto al Memorandum d'intesa in vigore, sono le seguenti:

- Young Professionals: coloro i quali, essendo già in possesso di un titolo di studio post-secondario (equivalente a una nostra laurea triennale), intendano acquisire un'esperienza lavorativa professionale nel Paese ospite;

- International Co-op: coloro che, al fine di completare il proprio corso di studi post-secondario, intendano effettuare un tirocinio curricolare su materie correlate al proprio percorso di studio presso un'azienda operante nel Paese ospite.

All'interno dell'Accordo particolare rilievo assumono le disposizioni di cui all'articolo 5, che consente ai giovani tra i diciotto e i trentacinque anni di svolgere attività lavorativa per un periodo complessivo non superiore a dodici mesi anche presso un unico datore di lavoro.

L'inserimento di Young Professionals e International Co-op nell'ambito del nuovo Accordo consentirà al nostro Paese di sfruttare tutte le opportunità offerte dal programma “International Experience Canada”, quadro di riferimento attraverso il quale il Canada sostiene la mobilità giovanile siglando accordi bilaterali con altri Paesi. In questo modo i giovani canadesi possono viaggiare e lavorare in Italia e i giovani italiani hanno l'opportunità di fare lo stesso in territorio canadese.

La mobilità dei giovani è un importante strumento attraverso il quale promuovere il processo di integrazione. Non solo, l'opportunità di poter trascorrere un periodo di formazione all'estero offre molti vantaggi come apprendere la lingua del Paese ospitante, entrare in contatto con una cultura diversa dalla propria, imparare a conviverci e ad apprezzarla, infine, favorisce l'aspetto relazione che, in questa fase post-pandemica, è molto importante recuperare, soprattutto per le generazioni più giovani. Per tali ragioni, esprimo, a nome del Gruppo Coraggio Italia, voto favorevole ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3418-A​). Grazie Presidente. L'accordo che ci apprestiamo a ratificare apre una nuova via preferenziale per la mobilità dei giovani italiani e canadesi e darà l'opportunità ai giovani italiani di ottenere un visto per lavorare in Canada.

L'Accordo riveste notevole importanza nel quadro dell'ulteriore rafforzamento delle opportunità di formazione professionale per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Sostituirà il vigente “Memorandum d'Intesa” del 2006, estendendo per la parte italiana il permesso di lavoro a 12 mesi e inserendo due nuove categorie di partecipanti. In primo luogo ricordo il “Young Professionals”, dedicato a coloro i quali, già in possesso di un titolo di studio post-secondario (equivalente a una nostra laurea triennale), intendano acquisire una esperienza lavorativa professionale nel Paese ospite. Vi è poi l'“International Co-op” rivolto a studenti che, al fine di completare il proprio corso di studi post-secondario, intendano effettuare un tirocinio curricolare su materie correlate al proprio percorso di studio presso un'azienda operante nel Paese ospite.

Particolare rilievo, poi, assumono le disposizioni che permettono ai giovani tra 18 e 35 anni di svolgere attività lavorativa per un periodo complessivo non superiore a dodici mesi (per non più di due partecipazioni autorizzate), anche presso un unico datore di lavoro.

Per i giovani canadesi e italiani vengono quindi messe a disposizione ulteriori possibilità di vivere, viaggiare e lavorare all'estero. Sarà rafforzato lo scambio d'esperienze e di conoscenze e verranno create nuove possibilità di formazione professionale, venendo incontro ad un bisogno profondamente sentito dai giovani di oggi.

Presidente, con la certezza che quest'accordo aiuterà i nostri giovani a vivere in un mondo sempre più interconnesso e contribuirà a rinforzare ancora di più le relazioni bilaterali già eccellenti tra il nostro Paese e il Canada, preannuncio il voto favorevole di Forza Italia.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MICHAELA BIANCOFIORE E FRANCESCA LA MARCA (A.C. 3441-A​)

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3441-A​). Illustre Presidente, onorevoli Colleghi, l'Organizzazione europea di diritto pubblico è un'organizzazione internazionale intergovernativa che si occupa di istruzione e formazione, di ricerca e di cooperazione tecnica nell'ambito del diritto pubblico europeo, il cui Statuto istitutivo è stato ad oggi ratificato da 13 Paesi.

Fondato nel 2004 con l'intento di divulgare la cultura giuridica e la promozione dei valori europei attraverso il diritto pubblico, l'Ente ha avviato ad Atene un apposito istituto di istruzione superiore paneuropeo per lo sviluppo di una nuova generazione di giuristi e avvocati.

Oltre alla sede principale di Atene, tale Organizzazione dispone di sedi periferiche in vari Paesi europei.

Come evidenzia la relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge di ratifica, di recente l'EPLO ha ottenuto lo status di osservatore permanente all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, all'Organizzazione internazionale del lavoro, all'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale e all'Organizzazione internazionale per le migrazioni e mantiene uffici di osservatori permanenti a New York, Ginevra e Vienna.

L'Accordo, oggetto della presente ratifica, è finalizzato all'apertura di una sede in Italia dell'EPLO. L'Ufficio, in particolare, è stabilito a Roma, presso alcuni locali di Palazzo Altemps dove già la struttura opera sulla base di un Accordo, firmato nel settembre 2019 da parte dell'allora Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT), che ne ha previsto la messa a disposizione sulla base di un contratto di comodato d'uso gratuito.

Le spese a carico di EPLO si prevede siano limitate ai consumi del riscaldamento e raffrescamento dell'aria, dell'acqua, dell'energia elettrica, dei servizi di pulizia, e ai costi della manutenzione ordinaria.

L'Italia, che già ha contribuito negli scorsi anni al bilancio EPLO con contributi volontari per 50.000 euro annui e che eroga, tramite il MAECI, un contributo finanziario per borse di studio a favore di giovani studiosi italiani dei corsi di diritto pubblico europeo organizzati dalla struttura, si obbliga a versare un contributo annuo di 500.000 euro all'Ufficio romano dell'EPLO.

Stante il prestigio che deriva al nostro Paese dalla presenza e dall'attività dell'Organizzazione europea di diritto pubblico esprimo, a nome del Gruppo Coraggio Italia, voto favorevole alla ratifica di suddetto Accordo.

FRANCESCA LA MARCA (PD). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3441-A​). Presidente, Colleghi, il Gruppo del PD voterà a favore della legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico attualmente al nostro esame e già approvato dal Senato.

La European Public Law Organization (EPLO), ricordo, è un organismo internazionale, di natura intergovernativa, munito di personalità giuridica fondata con l'intento di divulgare la cultura giuridica e la promozione dei valori europei attraverso il diritto pubblico.

EPLO si occupa prioritariamente di ricerca, cooperazione tecnico-legale formazione universitaria e post-universitaria: in quest'ultimo ambito promuove la European Law and Governance School (ELGS), un istituto di istruzione superiore paneuropeo dedicato allo sviluppo di una nuova generazione di giuristi.

La Scuola offre studi universitari e post-laurea presso la sede di Atene dove è stata istituita con un accordo internazionale, firmato nel 2004 ed entrato in vigore il 10 settembre 2007 a seguito del deposito della ratifica anche da parte dell'Italia. Oltre alla sede principale ad Atene, l'EPLO dispone di sedi periferiche a Bucarest (Romania), Chania (Creta, Grecia), Chisinau (Moldova), Yerevan (Armenia) e Szeged (Ungaria) nonché uffici regionali in Belgio, Bosnia, Nicaragua, Messico, Ucraina, Slovacchia, Iran, Portogallo e Svizzera.

Ad oggi, tredici Stati tra cui l'Italia hanno già ratificato lo Statuto.

L'accordo oggetto della presente ratifica, ricordo, è finalizzato all'apertura di una sede in Italia dell'EPLO con sede a Roma. Il gruppo PD voterà a favore.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MICHAELA BIANCOFIORE E FRANCESCA LA MARCA (A.C. 3440​)

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3440​). Illustre Presidente, onorevoli Colleghi, il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia è un'organizzazione internazionale intergovernativa che opera nel campo della genetica molecolare e delle biotecnologie.

È stato fondato nel 1987 come progetto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale e dal 1994 opera come centro autonomo nel sistema comune delle Nazioni Unite.

Si tratta, in sostanza, di un'organizzazione internazionale intergovernativa sostenuta da 65 Paesi che sviluppa ricerche innovative in ambito biomedico, farmaceutico e ambientale.

Il Centro possiede tre sedi, localizzate rispettivamente a Trieste (che è la sede centrale dell'organizzazione), Nuova Delhi e Città del Capo, dove vi lavorano in totale circa 500 persone.

La struttura di Trieste, in particolare, è ospitata nell'Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica denominata “Area Science Park di Padriciano”, Ente pubblico nazionale di ricerca vigilato dal Ministero dell'Università e della Ricerca.

Alle strutture principali si sommano più di 40 Centri affiliati operanti fra la Cina, Panama e lo Sri Lanka.

Le attività dell'organizzazione principale, incluse le iniziative istituzionali e i progetti di ricerca scientifica e formazione condotti dalle tre sedi, sono guidate da un Board composto dai rappresentanti nominati dai Governi dei Paesi membri, mentre un Consiglio scientifico internazionale, composto a rotazione da scienziati di grande prestigio, ne ispira le attività scientifiche.

L'Italia finanzia l'organizzazione internazionale con un contributo annuale a carico del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale pari a 10.169.961 euro.

L'Accordo, che oggi quest'Aula è chiamata a votare, individua con esattezza le strutture dove è ospitato il Centro e ne dichiara la disponibilità a titolo gratuito, ripartendo i costi di manutenzione e specificando che quella ordinaria sia a carico del Centro stesso e quella straordinaria a carico dello Stato italiano, attraverso apposito stanziamento per Area Science Park, come previsto all'articolo 3 del disegno di legge di ratifica.

Il testo regola, poi, la personalità giuridica del Centro sul territorio italiano e ne definisce le responsabilità.

Stante il prestigio che deriva al nostro Paese dalla presenza e dall'attività del Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia, esprimo, a nome del Gruppo Coraggio Italia, voto favorevole alla ratifica di suddetto Accordo.

FRANCESCA LA MARCA (PD). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3440​). Presidente, Colleghi, il Gruppo del PD voterà a favore dell'Accordo con il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, già approvato dal Senato.

Il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia è un'organizzazione internazionale intergovernativa (ICGEB), fondato nel 1987 come progetto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO), opera nel campo della genetica molecolare e delle biotecnologie e dal 1994 come centro autonomo nel sistema comune delle Nazioni Unite.

Il Centro, al quale attualmente partecipano sessantasei Paesi membri e che sviluppa ricerche innovative in ambito biomedico, farmaceutico e ambientale, si articola in tre «componenti», localizzate rispettivamente a Trieste che è anche de facto la sede centrale dell'organizzazione, Nuova Delhi e dal 2007 Città del Capo, dove lavorano circa cinquecento persone provenienti da circa quaranta Paesi.

La struttura di Trieste, è ospitata nell'Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica denominata Area Science Park di Padriciano, ente pubblico nazionale di ricerca vigilato dal Ministero dell'Università e della ricerca.

Questo provvedimento, finalizzato ad individuare con esattezza le strutture dove è ospitato l'ICGEB, chiarendone la disponibilità a titolo gratuito e ripartendo altresì i costi di manutenzione in modo che la quota ordinaria sia a carico di ICGEB e quella straordinaria a carico dello Stato italiano, concorre a consolidare quel quadro di iniziative utili a creare un terreno fertile per la ricerca italiana in qualsiasi forma e campo di applicazione e per questa ragione esprimo il voto favorevole del PD.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MICHAELA BIANCOFIORE E FRANCESCA LA MARCA (A.C. 3324​)

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3324​). Illustre Presidente, onorevoli Colleghi, l'Italia e la Commissione europea, con un Accordo firmato a Roma il 9 novembre 2019, hanno inteso regolare la presenza sul territorio nazionale del Centro di controllo Galileo (GCC), ospitato presso il Centro Spaziale Pietro Fanti, nel Fucino, in Abruzzo.

Il Centro di Controllo Galileo italiano, che opera in parallelo con il Centro di Controllo realizzato dalla società dell'Agenzia spaziale tedesca a Monaco di Baviera, è preposto alla trasmissione dei segnali di navigazione e al controllo in orbita dei satelliti che compongono la “galassia” Galileo e che, insieme a una vasta infrastruttura di terra, costituiscono il primo sistema globale di navigazione satellitare per uso civile al mondo.

Esso è situato in una delle più grandi stazioni di comunicazione satellitare ed è utilizzato anche da numerose missioni spaziali ESA.

Questo posto, dalla geografia così particolare, è il risultato di una delle più grandi imprese ingegneristiche del mondo antico: i romani scavarono infatti un tunnel per prosciugare parte di un lago che originariamente occupava il bacino del Fucino. Questo lavoro pionieristico, voluto dall'Imperatore Claudio, fu completato nel 1875, quando il resto del lago fu drenato utilizzando lo stesso tunnel.

I lavori per il Centro di Controllo Galileo sono cominciati nel 2007 ad opera di Telespazio, che gestisce la stazione di terra del Fucino.

La sottoscrizione di tale intesa si pone quale passaggio necessario a consentire la piena partecipazione del nostro Paese al programma Galileo, che rappresenta una priorità strategica per l'Unione europea, in ragione dei fondamentali interessi, pubblici e privati, connessi allo sviluppo di un sistema globale di navigazione satellitare per usi civili. Ed è per tale ragione che esprimo, a nome del Gruppo Coraggio Italia, voto favorevole alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione Europea sulla sede del centro di controllo Galileo in Italia.

FRANCESCA LA MARCA (PD). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3324​). Il Gruppo del PD voterà a favore dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, già approvato dal Senato.

L'Accordo tra la Commissione europea ed il nostro Paese disciplina la presenza sul territorio nazionale del Centro di controllo Galileo (GCC), ospitato presso il Centro Spaziale «Pietro Fanti», nel Fucino, in Abruzzo, gestito da Telespazio s.p.a., preposto alla trasmissione dei segnali di navigazione ed al controllo in orbita dei satelliti che compongono la «galassia» Galileo e che, insieme a una vasta infrastruttura di terra, costituiscono il primo sistema globale di navigazione satellitare (GNSS) per uso civile al mondo.

L'esigenza di concludere un simile Accordo discende dalla necessità di adattare alle specifiche caratteristiche del Centro di controllo abruzzese le previsioni più generali del Protocollo sui privilegi e le immunità dell'Unione europea.

La sottoscrizione di tale intesa si pone, dunque, quale passaggio necessario a consentire la piena partecipazione del nostro Paese al programma Galileo, che costituisce una priorità strategica per l'Unione europea, in ragione dei fondamentali interessi, pubblici e privati, connessi allo sviluppo di un GNSS per usi civili.

La presenza del Centro di controllo Galileo sul territorio italiano – che l'Accordo di sede formalizza definitivamente – rappresenta un esempio di eccellenza ed un motivo di orgoglio per l'Italia.

L'entrata in vigore dell'intesa produrrà senz'altro effetti positivi per il nostro Paese, legati allo sviluppo di tecnologie d'eccellenza nel settore delle telecomunicazioni e dell'ingegneria spaziale, con ricadute in termini occupazionali e sulla riqualificazione professionale del personale addetto. Per questa ragione il voto del PD sarà favorevole.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MICHAELA BIANCOFIORE, ALESSANDRO BATTILOCCHIO E FRANCESCA LA MARCA (A.C. 3323​)

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3323​). Illustre Presidente, onorevoli Colleghi, il disegno di legge che oggi siamo chiamati a votare è stato già approvato dal Senato lo scorso 13 ottobre.

Con tale provvedimento si autorizza la ratifica di un Protocollo del 2018 riguardante l'adesione del Regno Unito alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X.

La Convenzione, che regola la partecipazione e la contribuzione al progetto, risale al 2009 ed è stata ratificata dal nostro Paese con la legge n. 196 del 2017.

È bene ricordare in questa sede che il progetto relativo alla costruzione e all'esercizio dell'impianto laser europeo a raggi X - dal costo complessivo di circa 1,2 miliardi di euro e situato in Germania - fa parte del Progetto internazionale TESLA per lo sviluppo di un grande acceleratore per la fisica delle particelle elementari.

L'obiettivo è quello di realizzare una grande infrastruttura europea di ricerca per la produzione di raggi X e per il loro utilizzo come sorgente di luce per fotografare e filmare, con risoluzione atomica, i processi biologici, chimici e della materia, sia condensata sia nello stato di plasma.

Con tale infrastruttura, avviata nel 2005 e in funzione dal luglio 2017, si aprono nuovi orizzonti di ricerca negli ambiti della fisica dello stato solido, della scienza dei materiali, delle nanotecnologie, della medicina e della microbiologia strutturale.

Parti contraenti del progetto sono, oltre all'Italia, alcuni Paesi dell'Unione europea quali Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria. A questi si aggiunge la Svizzera e la Russia.

Sottoscrivendo la Convenzione, le Parti contraenti si sono impegnate a contribuire ai costi di costruzione. Come Paese ospitante la Germania copre il 57 per cento dei costi, la Federazione Russa il 26 per cento e gli altri partner internazionali tra l'1 e il 3 per cento. Il contributo italiano, stabilito nella misura percentuale di 2,89 per cento del bilancio complessivo, è pari a 33 milioni di euro, poi rivalutati per effetto delle correzioni inflattive sino a 41,6 milioni di euro.

Il Regno Unito, che pure aveva partecipato alla fase preparatoria del progetto, al momento della firma decise di non partecipare alla Convenzione. Alla fine del 2014, tuttavia, approssimandosi la conclusione della fase di costruzione, Londra ha riavviato le procedure negoziali per poter diventare, a tutti gli effetti, socio dell'infrastruttura di ricerca, mettendo a disposizione una cifra pari a 30 milioni di sterline, in linea con quella prevista nella fase programmatica.

Come si legge nella relazione illustrativa, la partecipazione del Regno Unito arricchirà notevolmente il valore e le potenzialità scientifiche dello European XFEL (X-Ray Free-Electron Laser Facility), apportando un innegabile vantaggio al progetto.

Inoltre, il suo ingresso produrrà per il nostro Paese indubbi effetti positivi sul lato economico, posto che l'Italia vedrà ridursi la propria quota di partecipazione fino al 2,83 per cento, con conseguente riduzione del numero di azioni da sottoscrivere e della quota di contribuzione ai costi di esercizio dell'infrastruttura.

In tale prospettiva, la piena partecipazione del Regno Unito non potrà che accrescere il prestigio e le potenzialità scientifiche del progetto, oltre a concorrere con un significativo contributo economico al suo finanziamento.

Per queste ragioni, esprimo, a nome del Gruppo Coraggio Italia, voto favorevole all'approvazione di tale provvedimento che è di massima importanza per l'Italia e per l'Europa.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3323​). Signor Presidente, la ratifica alla nostra attenzione è di estrema importanza. Siamo, infatti, chiamati ad esprimerci sul disegno di legge di ratifica del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X, riguardante l'adesione del Regno unito, fatto nel marzo 2018.

Si tratta di un'iniziativa che fa parte del Progetto internazionale TESLA per lo sviluppo di un grande acceleratore per la fisica delle particelle elementari. Con tale infrastruttura, avviata nel 2005 e in esercizio dal luglio 2017, l'Europa si pone all'avanguardia in ambito internazionale nel campo della ricerca e possiamo essere orgogliosi del fatto che l'Italia con l'Istituto nazionale di fisica nucleare abbia contribuito alla tecnologia cui è riconducibile il progetto XFEL, l'European X-Ray free-electron laser.

Questo progetto rientra a pieno titolo nella strategia europea di dotarsi di un'autonomia nel campo della ricerca e delle nuove tecnologie. Come le vicende di questi ultimi periodi hanno evidenziato, questa è una questione centrale per il futuro dell'Europa unita e dell'Italia.

La Gran Bretagna, pur avendo partecipato alla fase preparatoria dell'European XFEL, al momento della firma decise inizialmente di non partecipare alla Convenzione, reputando di non essere in grado di offrire una partecipazione di alto livello tecnico e scientifico.

Solo alla fine del 2014 il Regno Unito riavviò le procedure negoziali per poter diventare, a tutti gli effetti, socio dell'infrastruttura di ricerca.

Con la ratifica di oggi, consentiamo l'ingresso del Regno Unito nella convenzione, accrescendo così il valore e le potenzialità scientifiche dell'European XFEL, oltre che offrire un importante contributo economico al bilancio del progetto.

Per queste ragioni esprimo il voto favorevole del Gruppo Forza Italia.

FRANCESCA LA MARCA (PD). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3323​). Presidente, Colleghi, il Gruppo del PD voterà a favore della ratifica che autorizza la ratifica di un Protocollo del 2018, riguardante l'adesione del Regno Unito alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X.

Il provvedimento al nostro esame, già approvato al Senato, si riferisce ad un progetto internazionale, al quale il nostro Paese contribuisce in maniera determinante. In tale prospettiva la piena partecipazione del Regno Unito, oggetto del presente Protocollo, non potrà che accrescere il valore e le potenzialità scientifiche del progetto, oltre a concorrere con un significativo contributo economico al suo stesso finanziamento.

Confermo dunque il voto favorevole del PD.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MICHAELA BIANCOFIORE E FRANCESCA LA MARCA (A.C. 3040​)

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3040​). Illustre Presidente,

onorevoli Colleghi, l'Accordo tra l'Italia e l'Ecuador che ci accingiamo a votare sancisce l'impegno dei due Paesi ad intensificare la collaborazione bilaterale per prevenire, contrastare e condurre indagini sulla criminalità e sul crimine nelle sue varie forme, ponendosi quale strumento giuridico per regolamentare la cooperazione di polizia sotto il profilo strategico ed operativo.

L'Accordo individua i settori di cooperazione da effettuare, nell'ambito dei propri mezzi, per prevenire, contrastare ed indagare sui reati relativi al crimine organizzato transnazionale, alla tratta di esseri umani, ai traffici di stupefacenti, di migranti, di armi e di beni culturali, al riciclaggio e alla criminalità informativa.

Le Parti, inoltre, collaborano nella prevenzione e repressione degli atti terroristici in base alle legislazioni nazionali e agli obblighi internazionali assunti.

Il testo definisce, poi, le modalità della cooperazione bilaterale prevedendo lo scambio sistematico di informazioni, anche sui rispettivi strumenti legislativi, l'aggiornamento sulle minacce esercitate dalla criminalità organizzata, l'adozione di misure di coordinamento, l'esecuzione di richieste di assistenza, lo scambio di ufficiali di collegamento.

Un articolo specifico è dedicato ai limiti circa l'uso dei dati personali trasmessi e delle informazioni sensibili scambiate. I documenti o le informazioni medesimi non potranno essere divulgati a Parti terze senza il consenso dell'Autorità competente che li ha forniti, la quale deve altresì prestare il proprio assenso alla loro utilizzazione per finalità diverse da quelle della richiesta.

Lo scopo dell'intesa è, dunque, quello di contrastare in maniera più incisiva il crimine organizzato transnazionale nonché il terrorismo internazionale, conformemente alle previsioni degli ordinamenti giuridici dei due Paesi ed ai rispettivi obblighi internazionali. Ed è per tale ragione che esprimo, a nome del Gruppo Coraggio Italia, voto favorevole alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia.

FRANCESCA LA MARCA (PD). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3040​). Presidente, Colleghi, il Gruppo del PD voterà a favore della ratifica esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, già approvato dal Senato.

Con questo Accordo si realizza una cooperazione fondamentale nel settore delle operazioni di polizia, rispondendo alle esigenze dell'attuale contesto internazionale, che richiede una sempre maggiore collaborazione per il contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, a cominciare dalla prevenzione e dal contrasto dei traffici internazionali di droga.

Confermo dunque il voto favorevole del PD.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta è pervenuta la seguente segnalazione in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 12 la deputata Benedetti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3533-A - voto finale 370 364 6 183 316 48 105 Appr.
2 Nominale Ddl 3418-A - articolo 1 380 378 2 190 378 0 103 Appr.
3 Nominale articolo 2 375 373 2 187 373 0 102 Appr.
4 Nominale articolo 3 365 363 2 182 362 1 102 Appr.
5 Nominale articolo 4 382 380 2 191 380 0 102 Appr.
6 Nominale ddl 3418-A - voto finale 385 383 2 192 383 0 102 Appr.
7 Nominale Ddl 3441-A - articolo 1 379 377 2 189 377 0 102 Appr.
8 Nominale articolo 2 382 380 2 191 380 0 102 Appr.
9 Nominale articolo 3 381 379 2 190 379 0 102 Appr.
10 Nominale articolo 4 381 379 2 190 379 0 102 Appr.
11 Nominale ddl 3441-A - voto finale 383 381 2 191 381 0 102 Appr.
12 Nominale Ddl 3440 - articolo 1 380 379 1 190 379 0 102 Appr.
13 Nominale articolo 2 377 375 2 188 375 0 102 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 3 372 370 2 186 370 0 102 Appr.
15 Nominale articolo 4 378 376 2 189 376 0 102 Appr.
16 Nominale ddl 3440 - voto finale 368 366 2 184 366 0 101 Appr.
17 Nominale Ddl 3324 - articolo 1 376 374 2 188 374 0 101 Appr.
18 Nominale articolo 2 378 376 2 189 376 0 101 Appr.
19 Nominale articolo 3 380 378 2 190 378 0 101 Appr.
20 Nominale articolo 4 368 366 2 184 366 0 101 Appr.
21 Nominale ddl 3324 - voto finale 374 373 1 187 373 0 101 Appr.
22 Nominale Ddl 3323 - articolo 1 365 363 2 182 363 0 101 Appr.
23 Nominale articolo 2 372 370 2 186 370 0 101 Appr.
24 Nominale articolo 3 366 364 2 183 364 0 101 Appr.
25 Nominale articolo 4 365 363 2 182 363 0 101 Appr.
26 Nominale ddl 3323 - voto finale 368 367 1 184 366 1 101 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 31)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ddl 3040 - articolo 1 362 361 1 181 360 1 101 Appr.
28 Nominale articolo 2 362 361 1 181 361 0 101 Appr.
29 Nominale articolo 3 359 358 1 180 358 0 101 Appr.
30 Nominale articolo 4 357 356 1 179 356 0 101 Appr.
31 Nominale ddl 3040 - voto finale 344 343 1 172 343 0 101 Appr.