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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 687 di mercoledì 4 maggio 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 11,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Corda, Occhionero, Ripani, Andrea Romano e Tateo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 123, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (A.C. 3533-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3533-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo della Commissione.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,37).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3533-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Avverto che, come comunicato nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, già a partire dalla seduta odierna, gli oratori potranno svolgere i propri interventi senza indossare la mascherina protettiva, purché tra lo scranno dell'oratore e gli scranni in cui siedono gli altri deputati intercorrano almeno due metri in ogni direzione, ovvero, qualora le circostanze non lo consentano o gli oratori lo preferiscano, utilizzando uno dei due leggii collocati nell'emiciclo.

Analogamente, i rappresentanti del Governo potranno svolgere i loro interventi dai banchi loro riservati, senza indossare la mascherina protettiva, purché tra lo scranno dell'oratore e gli scranni in cui siedono gli altri membri dell'Esecutivo intercorrano almeno due metri in ogni direzione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. I deputati delle Minoranze linguistiche Südtiroler Volkspartei non voteranno la questione di fiducia posta dal Governo. È una scelta consapevole e responsabile, che va intesa come protesta contro la decisione di non far cadere l'obbligo dell'uso delle mascherine a scuola, disposizione che, a nostro giudizio, non ha motivazioni accettabili. Abbiamo sostenuto ogni provvedimento del Governo per combattere la pandemia, ma, in questo caso, siamo profondamente delusi per una posizione, a nostro giudizio, incomprensibile e che riteniamo errata. Nessuno può, e deve, contrapporre una categoria economico-sociale a un'altra, non è mai stata la nostra posizione. Il problema è un altro: la scuola è rimasta in fondo alla graduatoria delle aperture, del ritorno alla normalità. Ci chiediamo: come potete giustificare che in altro settore si possano abolire green pass e mascherine e si possa, quindi, accedere a negozi e ristoranti senza tampone, senza vaccino e senza mascherina, mentre in classe si debba ancora essere soggetti a vincoli restrittivi, addirittura anche per coloro che sono vaccinati? Siamo indulgenti con tutti, per esempio con gli over 50, per quanto riguarda l'obbligo vaccinale, ma severissimi con i più piccoli, e non si dica che sia per la loro tutela: o la linea rigorosa vale per tutti, o per nessuno. Se si procede con le aperture, non possono esservi discriminazioni, altrimenti l'unica conclusione è che i nostri figli non abbiano una lobby al Governo. Ci auguriamo che non sia così.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Vorrei vedere dinnanzi a me un Governo impegnato seriamente sul fronte della transizione ecologica, perché non basta dare il nome al Ministero, mentre si punta sul carbone e si trascurano le rinnovabili, facendo una finzione ecologica. Vorrei vedere un Governo impegnato a conseguire la pace in Ucraina, perché non basta dirlo mentre si inviano armi che non ci consentite di conoscere, mentre non si mette in campo un vero percorso verso il cessate il fuoco. Vorrei vedere un Governo che miri all'equità, che restituisca alle famiglie e alle imprese sul lastrico i soldi sottratti sulla truffa colossale degli extraprofitti, con un prelievo al 100 per cento, non trattando il 25 per cento del maltolto con chi ha sottratto potere d'acquisto e sicurezza verso il futuro nei confronti dei cittadini. Vorrei vedere un Governo che non sacrifichi sanità e istruzione. Invece vedo un Governo che vuole uscire dalla dipendenza dal gas col carbone; un Governo che offre un bonus di 200 euro ai cittadini schiacciati dal peso delle bollette, prelevando i soldi delle tasse degli stessi cittadini, cioè ognuno si paga il proprio aumento; un Governo che con i piccoli è fortissimo, ma che con le grandi compagnie dei servizi energetici e con coloro che non devono fare gli interessi dei cittadini, è debole e remissivo. Vedo un Governo che, solo a parole e solo dopo una chiara manifestazione da parte della cittadinanza, dice di volere la pace, ma nel frattempo invia armamenti in Ucraina, coprendo le forniture con un segreto intollerabile, perché, se le armi che inviamo possono essere utilizzate per attaccare il suolo russo, lo dobbiamo sapere tutti, perché dobbiamo valutare se vogliamo essere considerati cobelligeranti, cioè parte in causa del conflitto.

I cittadini e il Parlamento in loro rappresentanza devono sapere, perché solo, avendo gli elementi utili per valutare la situazione, si può decidere se far cadere il Governo di un proconsole che può portarci in guerra a nostra insaputa. Ma di quale fiducia stiamo parlando? La fiducia si merita e voi non la meritate. Per queste ragioni, a nome di Europa Verde, dichiaro voto contrario alla fiducia (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Voteremo la fiducia al Governo e, in particolare su questo decreto dedicato al superamento delle misure di contrasto al COVID; crediamo sia necessario fare ancora di più. Ne condividiamo i contenuti, ma crediamo sia necessario fare un passo in avanti, perché siamo sempre stati convinti dell'importanza di queste misure restrittive, necessarie per reagire alla pandemia, ma ora che abbiamo ottenuto risultati importanti nel contrasto al virus, siamo convinti che sia necessario superare tutte le restrizioni.

Dobbiamo sempre ricordarci - e ringraziare - della serietà e della responsabilità degli italiani, ma anche di chi, più di tutti, ha pagato le conseguenze delle necessarie restrizioni. I giovani, i nostri ragazzi, dopo la DAD e le restrizioni, hanno cambiato comportamento. Basta guardare all'interno delle scuole: sono meno attivi, fermi, fanno merenda al banco, crediamo che ci sia un vero problema di socialità. Poi non dobbiamo dimenticarci dei bambini: alcuni di loro, nella fase scolastica in cui avrebbero dovuto imparare a parlare, hanno fatto fatica e fanno fatica, perché, se non si riesce a guardare il labiale della persona che ti insegna a parlare, è molto più complicato imparare quell'esercizio; per non trascurare, poi, le carenze dovute alla parziale vista dell'espressività che, dal punto di vista psicologico, sta creando conseguenze.

Allora concludo, Presidente, confermando la fiducia al Governo nel lavoro fatto, ma chiediamo e sollecitiamo anche il superamento delle restrizioni rimanenti. Come? Ad esempio, il tema delle mascherine a scuola, perché crediamo che dobbiamo tenere in grande attenzione il tema della formazione, ma anche la questione della salute psichica dei nostri ragazzi, Infatti, dal punto di vista del loro futuro, non vorremmo che il prolungarsi di queste misure, rispetto a tanti altri Paesi, possa determinare complicazioni da un punto di vista veramente psicologico e sociale, e da questo punto di vista ce ne dobbiamo far carico. Questa è la sollecitazione che facciamo al Governo, pur confermando la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questa è l'ennesima fiducia che il Governo pone in sede di conversione di un decreto-legge. È intollerabile! Il Parlamento è delegittimato e si limita a ratificare decisioni assunte dal Consiglio dei Ministri, presieduto da una persona non eletta, né voluta dal popolo.

Nel suo discorso di reinsediamento, il Capo dello Stato aveva sottolineato l'esigenza di recuperare il ruolo del Parlamento nell'assunzione delle decisioni. La maggioranza aveva applaudito, fingendo di non capire il significato di quel richiamo del Presidente Mattarella. Da allora, invece, c'è stata una nuova escalation di ripudio della funzione parlamentare da parte del Presidente Draghi e della sua maggioranza timorosa, obbediente, rinunciataria e supina. Abbiamo assistito ad una censura costante delle due Camere. Addirittura, il Governo è arrivato a mandare armi all'estero in virtù di una risoluzione approvata dal Parlamento, senza più precisare e riferire alcunché in merito alla guerra in Ucraina, alle scelte compiute e alla linea stabilita. Oggi dovevamo parlare di riaperture, di come uscire dall'emergenza sanitaria per non ritornarci, di come consentire al Paese di ripartire, di ripresa dell'economia e dei servizi essenziali, dopo due anni di paure, limitazioni, ricatti, tessere di regime, bugie, oscurantismo e teatro di Palazzo. Ancora una volta, invece, il confronto di merito è cancellato, le minoranze sono calpestate e il Governo aspetta soltanto il rituale del voto di maggioranza, assicurato da un diffuso desiderio di poltrone e di conferme che serpeggia in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Avete posto ancora una volta la fiducia e l'avete fatto per evitare i contrasti di maggioranza che sono chiari e in crescita. Fiducia equivale, allora, a sordina; anzi, è il vostro anestetico preferito per narcotizzare il dibattito e nascondere i problemi.

Questo “decreto Riaperture” è caotico, è contraddittorio quanto lo è stata finora la gestione del COVID, è lo specchio del disordine mentale e morale che domina nella stanza dei bottoni, è la conferma che in Italia non esiste la democrazia, ma c'è un'autarchia mascherata dalla convenienza e schermata da una terribile ruffianeria e mancanza di libertà personale. Alternativa vota contro questa fiducia, per coscienza, coerenza e in nome del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, credo che ancora una volta siano risuonate affermazioni da parte di chi mi ha preceduto lontane da una realtà che, invece, il nostro Paese ha affrontato giustamente anche in questa sede, nella sede del cosiddetto decreto Ripartenze, provando anche a fare un bilancio di questi lunghi anni che abbiamo patito per l'arrivo inaspettato della pandemia da COVID-19; parole distanti dalla realtà, rispetto ai sacrifici, all'impegno e alla fiducia della larghissima maggioranza degli italiani, testimoniata da un livello di vaccinazione superiore a quello di altri Paesi a noi vicini e omologhi per dimensione: è, infatti, ampiamente superata la quota del 90 per cento di vaccinazione. Quindi, si è continuato ad emettere giudizi, ad alimentare odio, dicendo che quello che molti hanno fatto in questi mesi è stato sbagliato e ingiusto.

Questo decreto stabilisce che cosa bisogna fare dopo la fine dello stato di emergenza, che, lo ricordo, è prevista per il 31 marzo 2022. È, quindi, una sorta di “decreto ponte” che aiuta a passare da una situazione di emergenza ad una situazione ordinaria, non dimenticando però - ed è quello che molti, troppi critici dell'ultima ora o critici di più lunga data fanno - che il virus circola ancora ed anche in maniera molto significativa (l'indice di trasmissione è ancora a doppia cifra) e quindi occorre continuare a mantenere un livello di attenzione. Sarebbe sbagliato non farlo, come invece fanno in molti, continuando ad accusare il Governo di troppa rigidità, di troppa prudenza, di essere schiavi delle mascherine e del green pass.

Bisogna continuare, invece, ad avere un livello di attenzione che deriva proprio dal carattere di questo virus, dai rischi, che ci sono - e che è giusto tenere in considerazione -, di possibili nuove varianti, anche se gli ultimi dati ci dicono che l'attuale variante dominante, la Omicron 2, è una variante che sostanzialmente è molto più diffusiva. Stiamo continuando ad avere numeri di contagiati molto alti, ma, per fortuna, un minore livello di aggressività o - e questo bisogna dirlo - effetti minori sull'ospedalizzazione e sulle terapie intensive per il fatto che gli italiani non hanno seguito le cose che, ad esempio, hanno sostenuto gruppi, come quello che mi ha preceduto, cioè che non bisognasse vaccinarsi, che il vaccino, sostanzialmente, uno strumento di cui diffidare e spesso, sebbene non abbiano avuto il coraggio - come hanno fatto alcuni, come la collega Cunial - di arrivare a sostenere l'inutilità del vaccino, tuttavia hanno continuato ad alimentare un clima di dubbi e di riserve.

Se siamo qui a discutere del “decreto Ripartenze” è perché oltre il 90 per cento degli italiani si è vaccinato e non ha creduto a molte teorie, a molti esperti o presunti tali, che, invece, avevano indicato altri modelli. Ma noi la memoria ce l'abbiamo ancora e ci ricordiamo quando, nella prima fase, si indicava la Svezia come un modello virtuoso, ma sono stati gli stessi svedesi, nelle ultime ricerche, a dimostrare che, invece, quel modello non era virtuoso. Questo è il punto! Siamo qui perché il Governo e il Ministro della Salute hanno avuto il coraggio, in una serie di fasi delicate e difficili, di prendere quelle che una volta erano chiamate misure non popolari o antipopolari, cioè difendere le tesi che gli scienziati gli fornivano. Mettere la scienza davanti alla propaganda: questo è quello che ha fatto questo Governo e se siamo qui a discutere sulle ripartenze e ci permettiamo ancora di fare ulteriori critiche, perché non si è aperto ancora a sufficienza, lo dobbiamo solo al fatto che, in questi anni, i Governi che si sono succeduti hanno tenuto la barra dritta. La scienza davanti a tutto!

È chiaro che poi ci possono essere valutazioni differenti. Credo che, venendo da una persona molto seria e da un gruppo altrettanto serio, come l'SVP, la critica rispetto alla scuola vada ascoltata. Io ho un'opinione differente dalla collega Gebhard che mi ha preceduto e credo che la scelta di mantenere i DPI e il green pass nella scuola non derivi dal fatto che i bambini non hanno una lobby presso il Governo, ma è l'esatto contrario, cioè si è cercato di proteggere i soggetti più indifesi, quelli che proprio non hanno una lobby, e soprattutto perché - lo sappiamo -, in questo momento, è in quell'ambito che si è sviluppato e si sviluppa, in maniera significativa, la diffusione del virus. Quindi, credo sia stata fatta una scelta giusta, una scelta di progressività, di riaperture progressive, perché nessuno - vorrei ribadirlo: nessuno! -, in nessun momento, ha preso a cuor leggero le decisioni, dal lockdown in giù, relative alle restrizioni. Nessuno godeva nel dover restringere la libertà personale delle italiane, degli italiani e dei ragazzi. Sappiamo benissimo quanto è costato fare la DAD, quanto sono costati, in termini di socialità, una serie di divieti, e, su questo, bisognerà avere grande attenzione, ma il risultato finale è proprio questo decreto, cioè poter ripartire e, progressivamente, andando verso l'estate, annullare tutti gli strumenti restrittivi.

Questa è la strada che, ovviamente, deve vederci sempre attenti, soprattutto rispetto alle categorie dei fragili. È stata importante l'approvazione di un emendamento per proseguire questa attenzione nei confronti di questi soggetti, nella dimensione anche lavorativa. È giusto aver dato una progressività anche rispetto alla fine della stagione delle mascherine e, quindi, alcuni settori, come i trasporti, lo spettacolo e lo sport, continuano ad averle. Questo strumento, che - devo dire - alcuni hanno disegnato, in maniera neanche troppo sarcastica, come una sorta di gabbia, come una sorta di museruola, è uno strumento che abbiamo portato tutti, che, certamente, non è piacevole, ma non è neanche quel mostro o quell'obbrobrio di restrizione che qualcuno ha voluto far passare; così come sul green pass credo che la strada indicata sia quella giusta. Insomma, noi votiamo a favore di questa fiducia, che è una fiducia al Governo su questo provvedimento, e credo che, da questo punto di vista, sia una fiducia, per quel che ci riguarda, convinta. È convinta per le scelte che sono state fatte in questi anni e convinta per la scelta di moderazione e di prudenza che, ancora una volta, si riconfermano in questo decreto: proseguire, avere grande attenzione e, ovviamente, accompagnare il Paese verso la normalità. Credo che nessuno possa pensare di avere ritorni, anche in termini di consenso, nel continuare a proseguire una linea di rigore, quando non ce ne sia la necessità, né i dati che la supportano. I dati ci dicono, invece, che occorre avere prudenza. Questo è un decreto che ci dice che la strada è quella giusta, che prudentemente possiamo arrivare all'obiettivo finale di poter considerare chiusa questa pandemia e considerare il virus COVID-19 in una fase endemica, così come altri virus con cui coabitiamo e conviviamo normalmente in alcune stagioni dell'anno.

Per queste ragioni, esprimo il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali sul voto di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carelli. Ne ha facoltà.

EMILIO CARELLI (CI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, per più di due anni questo Parlamento è stato chiamato ad approvare norme molto severe che contenevano limitazioni alla libertà personale e prescrizioni sanitarie al fine di combattere efficacemente la pandemia da COVID-19. Ebbene, oggi tiriamo un sospiro di sollievo e, finalmente, siamo chiamati ad esprimere il nostro voto di fiducia al Governo su un provvedimento che, finalmente e gradualmente, quelle norme attenua o cancella o, come meglio dice il testo del provvedimento, le supera e trasferisce i doveri e i poteri del commissario straordinario al Ministero della Salute, anche allo scopo di riportare il Paese alla normalità dopo la fine dello stato di emergenza del 31 marzo scorso. Ebbene, Coraggio Italia voterà la fiducia. Forte della campagna vaccinale che ha coperto circa il 92 per cento della popolazione, il Governo ha previsto un allentamento delle misure precauzionali di contrasto alla pandemia ispirato al principio della prudenza. Infatti, la direzione generale della prevenzione sanitaria, con una nota del 26 aprile, ha fatto un quadro della situazione epidemiologica in alcuni Paesi dell'Unione europea, compresa l'Italia: i tassi di notifica si mantengono alti e, nonostante la cessazione dello stato di emergenza, persistono ancora esigenze di contrasto al diffondersi della pandemia da COVID-19. Ebbene, questi dati, pubblicati di recente sul sito del Ministero della Salute e relativi al monitoraggio settimanale dal 18 al 22 aprile, evidenziano una trasmissibilità del virus ancora intorno alla soglia epidemica e una sostanziale stabilizzazione del tasso di occupazione dei posti letto, sia in area medica, sia in terapia intensiva.

Su questa scia, il provvedimento, su cui ci confrontiamo oggi, prevede una serie di allentamenti delle misure restrittive legate al periodo di emergenza sanitaria e mantiene alcuni obblighi che si rendono necessari, al fine di continuare a garantire la tutela della salute di tutti i cittadini, tutela che - sottolineo - rappresenta un diritto costituzionalmente garantito.

Nel corso dell'esame in sede referente, ricordo che ci sono stati momenti di confronto, soprattutto in riferimento alle disposizioni relative all'ambito sanitario, ma anche un clima di condivisione tra le varie forze politiche.

Su 14 emendamenti presentati da Coraggio Italia, ben 8 sono stati approvati e recepiti, in particolare hanno riguardato: la proroga dell'obbligo delle mascherine FFP2 sui mezzi di trasporto, la formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza sul lavoro, da erogare in presenza o anche a distanza, salvo per attività formative per cui è previsto addestramento prova pratica; la proroga delle agevolazioni previste per i lavoratori fragili e per i genitori con i figli fragili (“decreto Cura Italia”); e poi, ancora, la proroga del lavoro agile per i soggetti fragili e per i lavoratori riconosciuti disabili gravi, nel pubblico e nel privato; la proroga delle unità speciali di continuità assistenziale e dei contratti in favore dei medici specializzandi.

Ritengo, infine, che questo - lo pensiamo noi, di Coraggio Italia – sia un provvedimento attento alla salute dei cittadini, ma anche alle esigenze del tessuto economico e produttivo, gravemente penalizzato in questi due anni di chiusure.

Per tutte queste ragioni confermo il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Grazie, Presidente. È un decreto molto importante, ma sicuramente fatto tanto in urgenza, un decreto che vuole dare un segnale di ripresa, la ripresa che vuole l'Italia per ripartire, per le persone che hanno avuto - e che hanno ancora - paura, una paura generata da questa pandemia.

Oggi dobbiamo rifavorire un'economia delle categorie che, in modo diverso, ma tutte quante, sono state colpite. Il decreto sicuramente aiuta e dà questo messaggio con queste misure per aiutare la ripartenza. Credo, tuttavia, che dovranno essere rivalutati tra pochissimo. Bisognerà valutare cosa accadrà con questi contagi e con queste problematiche, che sicuramente saranno inevitabili e dettate proprio dal fatto che il virus è ancora un punto interrogativo; l'evoluzione del virus ha fatto sperare tanti momenti di fine della pandemia e poi, invece, abbiamo dovuto pensare il contrario. Quindi, credo che la prudenza sia fondamentale, come anche avere un dialogo aperto e limpido tra tutte le professioni e gli operatori sanitari, tra medici, farmacisti, infermieri - solo per fare alcuni esempi -, ma anche veterinari e tecnici della prevenzione. Dobbiamo valutare queste professioni, occorre parlare di numeri e di risultati, dobbiamo considerare quello che è stato fatto e quello che non è stato fatto, perché troppe volte si parla di dati scientifici solo perché pubblicati su una rivista scientifica, ma i dati complessivi devono essere analizzati, studiati e, soprattutto, confrontati. È questo che si chiede agli scienziati e ai medici, che hanno lavorato in emergenza continua. Ne abbiamo bisogno, ma ancora mancano questi dati, che dovranno essere valutati da regione a regione - e dovranno essere messe insieme le regioni -, e confrontati con le vaccinazioni. Oggi le vaccinazioni si effettuano anche in farmacia, ma quali risultati, positivi o negativi, hanno avuto nel periodo in cui in farmacia si facevano queste vaccinazioni? Oggi si dà la possibilità ai farmacisti di fare vaccinazioni sia per COVID sia per virus influenzali, a spese - questo vorrei sottolinearlo - del contribuente. È un provvedimento che credo davvero abbia bisogno di contributi più ampi, per considerare le competenze dei farmacisti, che hanno avuto - e stanno avendo sempre - un ruolo fondamentale. Ricordiamo che i farmacisti non sono operatori sanitari, ma sono professionisti sanitari. Bisogna mettere davanti la scienza, ma a ciascuno vanno le proprie competenze, perché si parla di un problema che riguarda una formazione e anche un'abilitazione per svolgere determinate procedure. Bisogna chiarirci se la vaccinazione è un atto medico o non è un atto sanitario, questo è il punto fondamentale.

Esiste ancora il problema mascherine. Si tratta di una ripartenza graduale: agire su alcune categorie è stato importante, ma credo che bisognerà uniformare tutto questo. È un problema che si è presentato dall'inizio, anche per l'uso delle mascherine sui treni regionali. Non ho mai capito perché sul treno regionale si poteva non mettere le mascherine, e ancora adesso si dice che si può non mettere le mascherine. Io credo che non ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B. Purtroppo, di questa partenza sbagliata su tale tema si sono pagate le conseguenze nel convincere le persone a rimettere la mascherina e a tenerla. Per fortuna, comunque, le persone, da sole, hanno imparato il significato della mascherina.

Da medico, seguo la deontologia della mia professione, fatta di formazione e abilitazione a svolgerla. Posso dire, a nome di tutti i medici - perlomeno della maggior parte di essi, che occorrerà presto sedersi a un tavolo, quando il COVID sarà un ricordo, per capire da dove dobbiamo ripartire. Dalla base, dal medico di base, o, meglio, dal medico di medicina generale e dai dipartimenti di prevenzione dobbiamo ripartire, se vogliamo davvero che la salute del cittadino venga tutelata con appropriatezza e, soprattutto, con sicurezza. La paura e la confusione, determinate da questa pandemia, hanno generato e permesso di fare errori importanti sulle competenze e sui ruoli. Oggi dobbiamo dare voce al problema e capire fino in fondo che è un errore di competenza. Altrimenti, sbagliare su questo tema comporterà delle conseguenze importanti, perché, se oggi finisce il COVID, potranno comunque tornare situazioni sanitarie emergenziali e, come sempre, bisognerà vedere chi se ne assumerà la responsabilità.

Confermo la fiducia al Governo, a nome del gruppo di Italia Viva, sempre nell'interesse della salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, sono qui a esprimere la posizione del gruppo di Fratelli d'Italia rispetto alla fiducia al Governo. Esprimo, per l'ennesima volta, il “no” convinto del gruppo di Fratelli d'Italia a questo Governo. Ricordo che non abbiamo mai votato la fiducia al Governo Draghi, come non abbiamo mai votato la fiducia ai Governi che non esprimessero la volontà del popolo italiano uscita dalle urne (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché noi siamo convinti ancora che votare non è un accidente, ma un esercizio democratico libero, di scelta dei cittadini italiani, che ci indicano la strada. Noi questa strada l'abbiamo smarrita e sostanzialmente in Italia, da anni ormai, si assiste all'ignominia per cui le elezioni le vincono alcuni, ma a governare sono altri. Noi a questo gioco non ci prestiamo e, quindi, evidentemente votiamo, per l'ennesima volta, “no” a questo Governo, per un motivo di sostanza politica. Poi ci sono le motivazioni di sostanza tecnica relative a questo provvedimento, e lo dico in forza di un ragionamento. Presidente; ricordo quando lei, all'atto dell'insediamento, ci ha detto che si sarebbe opposto all'ignominia delle posizioni delle questioni di fiducia, perché coartavano la libertà e la discussione parlamentare, perché non rendevano la possibilità ai parlamentari, espressione del popolo, di volere - e potere - intervenire su un provvedimento. Poi lei è diventato Presidente di questa importante assise, la seconda più importante assise democratica della nostra Nazione, e assistiamo forse alla quarantesima - abbiamo perso il conto - posizione della questione di fiducia. Inoltre, il Presidente della Repubblica, in quest'Aula, all'atto dell'insediamento, ci diceva che la posizione delle questione di fiducia era sostanzialmente un'ignominia e che non bisognava ricorrervi. Ricordo che noi applaudivamo, e applaudiva tutta l'Aula; tutti in piedi ad applaudire, tutti plaudivano al fatto che non si dovessero porre questioni di fiducia, mentre ci ritroviamo, stancamente e ulteriormente, a dover esprimere un giudizio rispetto a un provvedimento, sul quale sostanzialmente i partiti politici e l'espressione politica parlamentare non hanno messo mano. Fratelli d'Italia ha cercato di migliorare il provvedimento in Commissione ma, in sostanza, ci ritroviamo alla coartazione della libertà individuale.

Perché siamo contrari a questo provvedimento? Lo siamo per i motivi che vi ho detto, sicuramente, perché difendere la democrazia è, anche e soprattutto, difendere il ruolo del parlamentare.

Aggiungo un approfondimento del tema, e mi dispiace che i colleghi che mi hanno preceduto non abbiano analizzato quello di cui discutiamo. Mi riferisco al fatto che, nell'articolo 1 di questo decreto in conversione, si dice che possono essere adottate ordinanze di Protezione civile, su richiesta motivata delle amministrazioni.

Sostanzialmente, cosa abbiamo detto? Abbiamo detto, con un passato decreto, che veniva abolito lo stato di emergenza. Quindi, lo stato di emergenza non c'era più e noi pensavamo che tutto ciò che era correlato allo stato di emergenza, cioè anche la decretazione d'urgenza, venisse stralciato. Bene, noi ci troviamo di nuovo, con l'articolo 1, al proseguimento, di fatto, dello stato di emergenza, perché si dà alla Protezione civile la possibilità di emanare decreti che vanno al di sopra di questo Parlamento. Tant'è che, nello stesso articolo, viene scritto che vengono emanati i decreti, che devono essere comunicati a quest'Aula. Quindi, il ruolo del parlamentare, sostanzialmente, è sminuito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Nel dibattito che ho seguito nessuno chiaramente ha fatto menzione di questo da parlamentare della Repubblica che crede nel proprio ruolo, crede nel ruolo del rappresentante del popolo, quali noi siamo. Ovviamente, basterebbe già questo per non votare questo decreto, cosa che noi convintamente facciamo. Ma, ulteriormente, altri provvedimenti contenuti in questo decreto non ci fanno e non ci portano a votare a favore. Uno su tutti, questo citato in precedenza, il fatto che si liberano o si inizia a liberare, come se fosse una grande concessione resa al popolo italiano, gli italiani dall'obbligo di indossare la mascherina, però i nostri figli, i bambini che vanno a scuola li obblighiamo a tenere la mascherina per 2, 3, 4, 5 o 6 ore nella stessa aula. Questo perché c'è stata un'incapacità gestionale di questa maggioranza di Governo nell'andare oltre i provvedimenti restrittivi. Da sempre, dall'inizio della pandemia diciamo che, per esempio, i sistemi di areazione meccanica avrebbero potuto aiutare i nostri bambini, rendendoli liberi dalla mascherina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Invece, c'è questa concezione un po' liberticida, perché in quest'Aula nel dibattito sentivo “stiamo liberando gli italiani”, come se la condizione di libertà fosse legata a un atto parlamentare. La libertà è tanto altro e non ve lo sto a raccontare in quest'Aula. Bene, se voi aveste voluto rendere quella libertà, avreste dovuto, per esempio, attrezzare i sistemi di areazione meccanica, così come un bravo e giovane presidente di regione, penso a Francesco Acquaroli, al nostro Francesco Acquaroli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ha fatto. I dati ci confortano rispetto al fatto che l'85 per cento dell'aria - questi sono dati pubblicati - si purifica con questi sistemi di areazione meccanica, che costano molto meno rispetto ad altri provvedimenti che sono stati presi. Non lo dico per ripeterlo per l'ennesima volta, ma penso ai benedetti banchi a rotelle, che evidentemente, erano soltanto una misura di carattere pubblicitario, piuttosto che sostanziale. Anche questo è importante, come è importante, anche nel raccontare ciò che è successo durante questa pandemia, tenere presente alcuni parametri. Ogni mattina, come abitudine - lo consiglio a tutti quanti -, vado a vedere i dati Agenas di occupazione delle terapie intensive e di ricovero ordinario.

Questa mattina noi avevamo il 4 per cento di occupazione di terapie intensive, il 15 per cento di ricoveri ordinari (sono dati che, grazie a Dio, da giorni calano e si ripetono), ciò significa banalmente che stiamo uscendo dalla pandemia - ma ne stiamo uscendo già da parecchio -, che la pandemia è diventata endemia e che, quindi, dobbiamo avere un approccio diverso rispetto a quello che abbiamo avuto fino ad oggi e non dobbiamo più parlare di pandemia, non dobbiamo più utilizzare termini come “rendere la libertà”, perché, grazie a Dio, siamo liberi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), oltre a considerazioni generali, rispetto al fatto che anche i dati ci danno ragione.

Ciò che invece - e vi invito a vedere i dati - continua ad essere alto è il numero di morti: dati di ieri, 151 morti per COVID, mentre gli altri dati sono bassi. Quindi, abbiamo una parametrazione verso il basso di occupazione di terapie intensive, una parametrazione verso il basso di occupazione di posti di ricovero ordinario e una parametrazione verso l'alto dei morti. Ma vi siete chiesti il perché? Vi siete chiesti il perché noi, durante la fase pandemica, avevamo dati altissimi rispetto alla morbilità, quindi il numero dei malati rispetto alla popolazione, e alla letalità, i morti rispetto ai malati di quella determinata patologia? Noi siamo stati primi e terzi al mondo per mesi. Ci siamo chiesti il perché? Il perché è presto detto: perché non esiste una sanità territoriale attrezzata, perché, purtroppo, chi si è ammalato e chi si continua ad ammalare di pandemia e chiama i servizi sanitari pubblici non viene accolto, ancora oggi non ha risposte. E questo non per mancanza dei nostri operatori sanitari, ai quali va il nostro ringraziamento per ciò che hanno fatto e continuano a fare, ma per un deficit strutturale della nostra assistenza territoriale. Allora, rispetto a questo, non vi è nulla nei provvedimenti che noi andiamo ad analizzare; ancor peggio, ci troviamo a reiterare errori, perché, se il numero dei malati, se questa costante continua ad essere ripetuta, significa che c'è un problema che non viene affrontato. La genesi storica di questa situazione, in un'Aula come questa, in una dichiarazione di fiducia al Governo, noi non possiamo metterla, perché è un atto di carattere politico; e noi, politicamente, dobbiamo dire che oggi, se non esiste la sanità territoriale, 2 o 3 sono i motivi. Il primo: negli ultimi 10 anni antecedenti al 2019 - fonte Gimbe, quindi una fondazione lontana dalle posizioni del centrodestra, lontana dalle posizioni di Fratelli d'Italia -, sono stati sottratti 37 miliardi alla sanità pubblica.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Questo anche è stato causa di queste morti. Concludo dicendo, Presidente, e mi scuso per essere andato lungo, che Fratelli d'Italia su ogni provvedimento ci mette la testa e ci mette, soprattutto, il cuore, per riuscire a rendere al popolo italiano libertà e salute. Lo facciamo e abbiamo cercato di farlo anche in questo provvedimento; purtroppo, la posizione della questione di fiducia non ci consente di svolgere il nostro ruolo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, signor sottosegretario, colleghe e colleghi, oggi votiamo un provvedimento importante, un provvedimento d'urgenza, che ha sancito, dal 1° aprile, la fine dello stato di emergenza sanitaria, che è stato deliberato, la prima volta 27 mesi fa per fronteggiare questa terribile pandemia che, ricordiamolo, ha provocato oltre 163 mila morti. Un numero impressionante, che, purtroppo, sembra, a volte, essere dimenticato da qualcuno che continua a sottovalutare quello che è accaduto.

Se dopo 2 anni possiamo dire che il peggio, molto probabilmente, è alle nostre spalle, lo dobbiamo a diversi fattori. Intanto, lo dobbiamo ai risultati ottenuti dalla campagna vaccinale, che ha consentito di avere un tasso di vaccinazione tra i più alti a livello internazionale e di piegare la curva dei contagi nel nostro Paese. Finora, sono state somministrate oltre 135 milioni di dosi di vaccino anti-COVID. In secondo luogo, se stiamo uscendo dalla pandemia è anche merito dell'efficacia dei tanti provvedimenti di legge emanati dal Governo e dal Parlamento, che, senza soluzione di continuità, in tutto questo lungo periodo hanno consentito di rispondere e adattare di volta in volta la normativa al variare dell'andamento del contagio COVID.

In effetti, l'attività legislativa si è dovuta piegare e adattare a un andamento che non era prevedibile e nemmeno conosciuto. Infine, ma certo non per ultimo, lo si deve al senso di responsabilità praticamente della totalità degli italiani. Questo è giusto dirlo, perché c'è una parte rumorosa, che comunica molto, una piccola parte rumorosa di italiani che comunica molto, utilizzando molto spesso, come ha fatto, fake news, e la stragrande maggioranza degli italiani che, invece, responsabilmente, ha capito che il problema era serio e che era giusto andare nella direzione indicata dalla medicina e dalla scienza ufficiale.

Parafrasando una celebre frase, nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma che ne sarebbe valsa la pena. In effetti, facile non è stato proprio per nessuno, ma, di fronte alla perdita di così tante persone, di fronte al dolore dei cari che hanno assistito impotenti e lontani alla dipartita del loro congiunto, probabilmente non c'erano alternative.

Infatti, senza distinzioni tra sì-vax e no-vax, tutti abbiamo rinunciato a spazi di libertà che davamo per scontati e questo, mi sia permesso di dirlo, ci deve servire da lezione. Non è stato facile soprattutto per chi ha subito le restrizioni imposte per contenere la pandemia: penso - e parto dai temi che, per competenza e per sensibilità personale, mi stanno di più a cuore - alle persone con disabilità, ai malati che hanno dovuto interrompere o ritardare le terapie o percorsi sanitari; penso agli anziani che, per un doveroso surplus di cautela, hanno dovuto rinunciare alla vicinanza dei propri cari; penso a chi ha perso il lavoro e a chi ha visto tracollare il fatturato della propria azienda, alle tante famiglie che hanno dovuto fare i conti con impegni assunti prima che il COVID imperversasse nella nostra vita. Ma quel che è stato deciso è stato non senza errori. Ecco, una cosa importante è rimarcare il fatto che questo lungo e difficile percorso che il Governo e Parlamento hanno fatto è stato anche costellato da errori, ma era praticamente inevitabile non farli. È stato fatto - ammettiamo -, quello che è stato deciso non a cuor leggero, nell'interesse pubblico e non per altre risibili motivazioni che qualche delirante complottista ha sostenuto e continua a sostenere. Certo, anche se oggi la situazione epidemiologica è sostanzialmente sotto controllo, la diffusione del COVID è ancora elevata, il virus circola ancora; sappiamo che, fortunatamente, si è depotenziato rispetto a qualche tempo fa, ma l'attenzione deve essere ancora alta. Insomma, un po' di responsabilità per il bene e la tutela della salute di tutti quanti noi. Proprio per questo, con il provvedimento al nostro esame si è ritenuto correttamente, da una parte, di superare e mettere in archivio la gran parte delle limitazioni che hanno caratterizzato questi due anni di COVID e, dall'altra, di continuare però a mantenere, seppur solamente in alcuni ambiti residui, alcune precauzioni, come, ad esempio, l'obbligo delle mascherine - visto che la scuola è stata menzionata più volte - all'interno della scuola. Qualcuno ha detto che è un provvedimento politico e non sanitario: ma se anche fosse così? L'obiettivo – questo, sì - solo ed esclusivamente sanitario era far sì che gran parte della popolazione aderisse alla campagna vaccinale, perché, se è vero che il vaccino non è immunizzante, è indiscutibile e comprovato dai dati che è in grado di limitare gli effetti del virus. L'ho detto, ne è valsa la pena, si poteva fare meglio? Sì, ad esempio, essendo più chiari e coerenti nella comunicazione. Ma chi critica ciecamente e irresponsabilmente si rende conto della sfida enorme che ci si è parata davanti? Questo, forse, fra qualche tempo, sarà uno degli elementi che verrà valutato in termini positivi: la sfida che si poneva davanti alle istituzioni, alla scienza e alla medicina era enorme e misconosciuta e questo Governo, da quando si è insediato, di errori nella gestione della campagna vaccinale nell'emergenza ne ha commessi pochi e da quei pochi che ha commesso ha tratto spunto per correggere la rotta. Questo decreto certifica l'inizio di una nuova fase, dovuta certamente alle caratteristiche meno letali della variante Omicron, come già detto, ma anche e, soprattutto, ripeto, conseguenza dell'altissima percentuale di italiani che hanno concluso il ciclo vaccinale, vincendo comprensibili paure e timori. Concludo, dicendo una cosa. Se c'è una cosa - mi scuso per la ripetizione - positiva - consentitemi l'apparente paradosso - che questa pandemia ci lascia in eredità, è la presa di coscienza di alcuni problemi che attanagliano il sistema salute: dal personale alle difficoltà con cui devono convivere i cittadini che abitano lontano dai grandi centri. Questo è un argomento importante che il Governo e il Parlamento dovranno affrontare per cercare di dare delle soluzioni: non possiamo avere cittadini che hanno diritti diversi semplicemente perché abitano a longitudini o latitudini differenti rispetto ad altri. Quindi, come dicevo, dal personale alle difficoltà con cui devono convivere i cittadini lontani dai grandi centri, ai mutamenti demografici, che ci impongono scelte diverse rispetto al passato. Circa la metà di questa anomala legislatura è stata segnata dall'emergenza causata dal COVID, resta poco meno di un anno: non è molto, ma abbastanza perché si cominci a costruire il futuro, con basi solide questa volta, che possano, poi, svilupparsi, indipendentemente da chi ci sarà o non ci sarà nella prossima entrante legislatura. Solo così anche quella minoranza rumorosa e fastidiosa che, in questi due anni, ha sfogato gli istinti e le malsane convinzioni nelle piazze reali e virtuali si ricrederà. Per tutte queste considerazioni, il gruppo di Forza Italia voterà la fiducia a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (PD). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, sono trascorsi oltre due anni: esattamente l'11 marzo del 2020, il COVID-19 è stato dichiarato, dall'Organizzazione mondiale della sanità, pandemico. Da allora, mentre il virus ha provocato la morte di oltre 6 milioni di persone in tutto il mondo, abbiamo compiuto scelte importanti e consapevoli, basate sulle evidenze scientifiche che abbiamo, man mano, avuto a disposizione, spinti da un unico e prioritario fine ultimo: la tutela della salute nostra e di chi ci circonda. In questo lasso di tempo, sono emerse le numerose fragilità dei nostri sistemi sanitario, economico, sociale e, di pari passo, è emersa la necessità di rispondere rapidamente all'evento eccezionale che stavamo vivendo. Il SARS-CoV-2 ha spazzato via molte delle nostre certezze, ma ci ha consentito, altresì, di rafforzare la fiducia nella scienza, di ripensare ai nostri modelli sanitari, spingendo verso l'adozione di un modello di sanità territoriale, più vicino al cittadino e meno “ospedalocentrico”.

La circolazione virale è ancora rilevante e ci induce a raccomandare prudenza e attenzione nei comportamenti individuali, che sappiamo, poi, avere ricadute comunitarie. “Endemic doesn't mean harmless”: “Endemico non significa innocuo”, titolava il 27 gennaio scorso la prestigiosa rivista Nature. Una malattia può essere endemica e, al contempo, ampiamente diffusa e mortale, come la malaria, come la tubercolosi. L'esperienza vissuta fino ad oggi ci insegna che la tempestività d'azione ha giocato un ruolo indispensabile in questa battaglia e, mentre la persistenza e la pervasività della pandemia si manifestavano con tutta la loro forza, il Governo ha agito nell'esclusivo interesse della salute dei cittadini. Abbiamo imparato che, con enormi sacrifici e la drammatica perdita di vite umane, è necessario agire attraverso azioni rapide e mirate. Con lo stato di emergenza siamo stati in grado di porre in essere azioni fondamentali: sostegno e assistenza ai cittadini, rafforzamento del sistema sanitario, potenziamento delle strutture ospedaliere e superamento delle fasi più acute della crisi. È doveroso ricordare come, grazie al lavoro inestimabile della struttura commissariale e al generale Figliuolo, cui va tutto il nostro ringraziamento, l'Italia, con il 90 per cento di popolazione vaccinata, ha raggiunto uno dei tassi più alti al mondo in quanto ad immunizzazione. Un lavoro eccezionale, sicuramente frutto di azioni sinergiche, che ci ha permesso di superare brillantemente quell'iniziale periodo di intensa ricerca dei vaccini - che credo nessuno di noi, oggi, in quest'Aula, abbia dimenticato -, allora poco disponibili. Il provvedimento in esame, in sostituzione del commissario straordinario, prevede la costituzione di un'unità per il completamento della campagna vaccinale. Resta, infatti, ancora un'elevata percentuale di cittadini non vaccinati: parlo dell'11 per cento degli italiani over 12 e del 46 per cento dei bimbi dai 5 ai 12 anni di età. Una riluttanza che potremmo, molto spesso, ritenere legata alla disinformazione, sebbene, in un'esperienza inedita come quella pandemica, la comunicazione ad opera della scienza abbia rappresentato per i cittadini e per le istituzioni un indispensabile primo passo per comprendere la reale minaccia el virus e i rischi per la salute individuale e collettiva che esso ha comportato.

È importante che la politica continui a fidarsi della scienza e prenda decisioni basate sulle evidenze scientifiche. L'esperienza maturata dal nostro Paese negli ultimi due anni ci testimonia quanto le decisioni assunte siano state sempre mosse da principi di massima precauzione, guardando alla dinamica del virus con attenzione e responsabilità, condizione questa che io ritengo non dovremmo mai abbandonare.

La fine dello stato di emergenza è stata resa possibile grazie a ciò, dandoci pertanto la possibilità di guardare al futuro con rinnovata fiducia ed ottimismo e di inaugurare una nuova fase, pur sempre informata e basata sul principio della prudenza e della responsabilità di ciascuno.

Alcune proposte su come gestire l'attuale fase della pandemia da COVID-19 ci giungono dalla Commissione europea: vigilanza, coordinamento della preparazione e della risposta sanitaria, rafforzamento dei sistemi sanitari e dei sistemi di sorveglianza integrati, esecuzioni di test e sequenziamenti mirati per stimare accuratamente la circolazione delle varianti (e sono stata una delle prime a porre questo problema all'attenzione del nostro Parlamento). Sono tutte azioni che gli Stati membri sono chiamati ad attuare a fronte degli attuali livelli, oggettivamente più bassi, di circolazione dell'infezione. Il coordinamento a livello europeo nella risposta alla pandemia, rivelatosi di fondamentale importanza e straordinarietà, dovrà essere garantito, al fine di ricomprendere l'ulteriore rafforzamento nella nostra preparazione alle crisi future e alla definizione di una “Unione della salute” a protezione della salute pubblica e dei sistemi sociali ed economici che io credo sia ormai irrinunciabile.

Mi avvio alle conclusioni, Presidente. Siamo chiamati a lavorare insieme e in sinergia con un grande senso di responsabilità, senza perdere di vista gli obiettivi che ci siamo prefissati e con la assoluta consapevolezza che la futura rinascita del Paese dipende dalle azioni che oggi siamo chiamati a compiere. Se l'elevato numero di soggetti contagiati non trova riscontro nel corrispettivo dei ricoveri, specie in terapia intensiva, e nei decessi, il merito è dei vaccini. È un dato incontrovertibile testimoniato, da ultimo, dal rapporto dell'Istituto superiore di sanità, come ho ricordato anche in discussione generale, che ha evidenziato come, dall'inizio della campagna di immunizzazione al 31 dicembre 2021, il vaccino ha evitato circa 3 milioni di contagi, 290 mila ospedalizzazioni, 38 mila ricoveri in terapia intensiva e 78 mila decessi: vite risparmiate grazie ai vaccini, numeri che non possono che confermarci quanto questi siano fondamentali per la nostra salute e per il nostro sistema sanitario. La pandemia, sin dal suo arrivo, ha fatto da catalizzatore di nuove tendenze e da opportunità per ripensare i nostri modelli sanitari, economici e sociali. Investire nella preparazione delle prossime crisi sarà in futuro un punto nodale su cui concentrarsi. Per farci trovare preparati rispetto alle prossime emergenze non possiamo prescindere dal sapere biomedico e ricordarci che la politica deve guidare gli sforzi di innovazione laddove questi siano più che necessari.

La scienza e la ricerca rappresentano un assunto irrinunciabile per tutta la società e proprio questa esperienza pandemica ci insegna che la collaborazione tra scienza e politica nella gestione di sfide, quali quella attuale, non deve limitarsi e ridursi ai contesti emergenziali, ma deve instaurarsi un confronto strutturale e duraturo per una diffusione della cultura scientifica che giunga a tutti i livelli.

Dobbiamo, pertanto, rendere più sicure, resistenti e adattabili le nostre organizzazioni, dobbiamo migliorare la condivisione dei dati, i sistemi di allerta, la formazione del personale sanitario, la produzione e la distribuzione di attrezzature mediche, di strumenti e dispositivi di sanità pubblica, di medicinali e vaccini. Per far ciò, come la pandemia ha messo in evidenza, dovremo continuare a percorrere la strada del coordinamento a livello europeo.

Aggiungo che, mai come oggi, sentiamo la necessità di ribadire l'importanza di affrontare insieme, uniti, le sfide che si pongono, siano esse di natura sanitaria, siano esse di natura economica o di difesa dei diritti dei popoli quando sono in gioco la libertà e la democrazia. Ed è per questo che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Panizzut. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Presidente. Mi permetta, con tutto rispetto, di evidenziare alcune criticità in merito ai lavori. Siamo a circa 25-30 “decreti COVID” in Commissione affari sociali, ormai abbiamo perso il conto. Sono più di due anni che facciamo praticamente solo quello, tralasciando i temi sanitari che proprio in pandemia si sono aggravati ed accentuati. Ogni tanto riusciamo a riprendere le proposte ferme dal 2019, ma dobbiamo subito accantonarle nuovamente. Mi chiedo e chiedo anche a lei per l'ennesima volta: dato che siamo sempre in emergenza, perché ad ogni fiducia bisogna fermare i lavori per 24 ore? Come dire che in una fabbrica, quando c'è da prendere una decisione, si ferma la produzione. Lo ripeto, mi permetta: soprattutto in stato di emergenza, bisognerebbe pedalare di più e, visto che nell'altra Camera i tempi sono molto più corti, volendo, si può velocizzare la modifica del Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Al riguardo, poi, personalmente, non si è capito se lo stop sia dovuto al fatto che l'araldo a cavallo deve portare il messaggio a tutti i deputati o se bisogna aspettare il telegramma o se bisogna dar modo ai deputati di pensare o ragionare sulla fiducia. Io credo che i deputati sappiano bene se dare la fiducia o meno, ancora prima che questa sia posta ufficialmente. Inoltre, mi permetta di evidenziare un altro aspetto, lo faccio notare qualora dovesse accadere ancora. Quando il Governo ha in mano il fascicolo degli emendamenti dei gruppi da settimane, se non da quasi un mese, sarebbe pregato di arrivare puntuale con i pareri e non al giovedì sera, per rispetto della materia e anche degli uffici che poi devono lavorare al testo, visto che poi il lunedì il Governo pretende di arrivare in Aula.

Venendo al provvedimento in questione, come detto, la Lega è stata sempre fedele nel portare avanti questo Governo, nato dall'emergenza, nato per il PNRR e per affrontare le problematiche degli aumenti e della guerra, consci e pronti in ogni momento, però, a dare finalmente la parola ai cittadini elettori, come accade nel resto dei Paesi d'Europa. Fedeli ma non servi, abbiamo sempre avanzato proposte concrete e non per partito preso o per voler rompere la maggioranza. Gli italiani hanno ubbidito e si sono attenuti alle regole e alle norme, anche quando queste talvolta erano prive di senso logico, come - mi si permetta - l'obbligo del vaccino per lasciare il proprio figlio all'atrio della scuola o cose simili. Gli italiani hanno dato tanto in termini di restrizione delle libertà, capendo che ciò era finalizzato alla sicurezza sanitaria, pur dovendo affrontare cali di lavoro e, purtroppo, chiusure di attività aziendali.

Con il COVID bisogna ormai convivere, consci del fatto che il vaccino è servito ed ha attenuato l'azione del virus, ma il virus non è sparito. Bisognerà conviverci con la consapevolezza che esiste, però questo benedetto buon senso, di cui tutti parlano e che tutti inseriscono dappertutto, deve essere messo in pratica. Gli italiani hanno capito gli eventuali ambiti “pericolosi”, tra virgolette. Personalmente, come Lega, non ci vanno bene alcuni obblighi; ad esempio, è evidente che uno, per entrare nelle RSA, ha tutto l'interesse, anche per tutelare l'eventuale familiare, di non essere infetto e ciò è misurabile anche solo dal tampone. Riteniamo, invece, assurdo mantenere ancora le mascherine a scuola.

Ringraziamo il Governo e il Ministro Stefani per lo sblocco dei fondi sullo spettro autistico perché ci sono persone che la pandemia l'hanno pagata molto più di altre. E ci rammarica il fatto che, nonostante il miglioramento, si voglia ancora distinguere i fragili, in fragili di serie A e di serie B, mentre per noi si deve fare uno sforzo per allargare le tutele a tutti.

Nella speranza che questo sia davvero l'ultimo decreto che contiene ancora restrizioni e che la linea da tenere sia quella della fiducia nei cittadini ad autoregolarsi, la Lega voterà la fiducia al Governo nell'interesse del Paese e non del partito Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nappi. Ne ha facoltà.

SILVANA NAPPI (M5S). Grazie, Presidente. Siamo qui per votare la fiducia al Governo su questo decreto che, come auspico, segna effettivamente il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19 in conseguenza proprio della cessazione dello stato di emergenza.

Forse, in questo provvedimento, più che in altri, la questione di fiducia acquisisce un significato fondamentale che ben può essere traslato in un atto di fiducia più generale che riguarda l'intero Paese. Mi riferisco alla fiducia che tutti noi poniamo nel prossimo futuro sull'effettivo superamento della più grande pandemia che ha caratterizzato, non solo il nostro Paese, ma l'intero pianeta.

La questione di fiducia su questo provvedimento e in generale sull'emergenza che abbiamo vissuto non può discostarsi dai numeri e dalla scienza. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo sempre sottolineato e sostenuto responsabilmente l'aderenza alle valutazioni degli organi scientifici, senza, tuttavia, disconoscere l'importanza della politica nelle scelte conclusive. Siamo ad un punto di svolta, in quanto sono incoraggianti gli ultimi dati del report dell'Istituto superiore di sanità, con un numero di casi segnalati stabili e la netta diminuzione delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva. Per questo motivo, le misure del provvedimento sono adeguate alla mutata evoluzione epidemiologica e finalizzate a favorire il rientro alla normalità, all'ordinarietà. Ciò non significa che siamo alla fine del COVID-19, ma che è possibile una migliore gestione dell'evento.

La situazione attuale giustifica l'esigenza di preservare la necessaria capacità operativa e di pronta reazione delle amministrazioni, nel doveroso rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità. Cautela e precauzione sono e rimangono le parole d'ordine sottese a questo provvedimento e dovranno guidare anche le strutture operative che andranno a sostituire gli organismi più propriamente emergenziali, come era, per l'appunto, il commissariamento straordinario per l'emergenza. Parole d'ordine che dovranno guidare anche il comportamento di ciascun cittadino, al quale è, comunque, rivolta la raccomandazione di assumere un approccio responsabile e di autosorveglianza, qualora lo richieda il contesto di maggiore rischio.

Bisognerà indossare i dispositivi di protezione delle vie aeree respiratorie per l'accesso ai mezzi di trasporto e per il loro utilizzo, per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, in sale da concerto e cinematografiche, in locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati e per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso. Dovranno indossare i dispositivi di protezione delle vie aeree anche i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali. Sull'impiego delle mascherine nelle scuole sarebbe stato forse opportuno allentare le misure e consentire agli alunni più piccoli di vivere quest'ultimo mese di socialità con maggiore armonia e libertà. È un ultimo sacrificio che ai più piccoli poteva essere sicuramente risparmiato, come d'altronde è avvenuto per gli adulti nei loro ambienti di lavoro.

È positiva l'eliminazione dell'uso delle mascherine per i bambini di sei anni che frequentano le scuole dell'infanzia. Permane, inoltre, la necessità di esecuzione dei test antigenici rapidi per accertare l'eventuale positività al virus in presenza di sintomi. Al riguardo, il MoVimento 5 Stelle ha lavorato incessantemente affinché continuasse ad essere garantita la gratuità dei tamponi per i soggetti che, sulla base di un'idonea certificazione medica, non possono ricevere o completare la vaccinazione anti SARS-CoV-2 e, ugualmente, anche per prorogare le disposizioni sulla calmierazione dei prezzi dei tamponi nelle farmacie e nelle strutture sanitarie, almeno fino al 30 giugno 2022 o fino a quando sussistano le misure obbligatorie dell'autosorveglianza e dell'isolamento.

Rientrare nell'ordinarietà è, dunque, doveroso, ma con la giusta cautela e precauzione, che valgono soprattutto per i soggetti più fragili e deboli, che il MoVimento 5 Stelle ha sostenuto anche grazie alla sinergia di tutte le altre forze politiche e all'accoglimento, da parte del Governo, delle proposte emendative espresse e finalizzate a garantire il lavoro agile ai soggetti più fragili e le giuste tutele a chi non può svolgere il lavoro in modalità agile.

Sul lavoro agile, il Governo dovrebbe avere più coraggio, osare di più e non essere cieco dinanzi a quello che la pandemia ha, comunque, rilevato che il lavoro può essere svolto anche lontano dalla sede del datore di lavoro, con pieno soddisfacimento e miglioramento della produttività, della qualità della vita, della vivibilità dei territori e della sostenibilità ambientale. Saper discernere ciò che può essere ancora utile e prezioso, anche dopo l'emergenza sanitaria, è un approccio senz'altro responsabile e auspicabile. Ben vengano dunque tutte quelle misure che richiedono una loro proroga oppure una loro stabilizzazione. Attenzione però: questo non può neanche significare rendere ordinario ciò che non può esserlo. Mi riferisco, ad esempio, alla possibilità delle vaccinazioni da parte dei farmacisti che, nostro malgrado, è stata inserita nel provvedimento in esame. L'emergenza COVID e la campagna vaccinale hanno giustamente imposto la necessità di ricorrere a misure eccezionali e di ampliare il numero dei soggetti vaccinatori, consentendo anche all'interno delle farmacie l'inoculazione dei vaccini, ma alla presenza del medico vaccinatore: un modello però che non può essere esportato nell'attività ordinaria perché la somministrazione dei vaccini rimane un compito del medico che non si esaurisce con la mera inoculazione, ma richiede un'anamnesi accurata, una verifica dello stato di salute della persona e l'eventuale intervento in caso di manifestazioni avverse. Dunque, auspichiamo, su questo punto, che il Governo faccia una riflessione e che la somministrazione di questi vaccini sia limitata esclusivamente alla fine della pandemia.

Altra disposizione da noi fortemente voluta è stata quella di delineare il potere del direttore sanitario delle strutture sanitarie, il quale potrà adottare misure precauzionali più restrittive in relazione allo specifico contesto epidemiologico solo previa comunicazione al Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria. Esprimiamo ulteriore apprezzamento in relazione al ripristino del protocollo per il mantenimento delle relazioni con i familiari dei pazienti affetti da COVID presso le strutture sanitarie. L'impossibilità per i familiari di comunicare con i pazienti, soprattutto per coloro le cui condizioni patologiche e la cui fragilità non hanno permesso di utilizzare neanche la telefonia mobile, è stato uno degli aspetti più dolorosi che ha caratterizzato questa pandemia, un'esperienza devastante che non dovrà mai più accadere. Su questo punto, la fiducia sull'operato del Governo è e sarà vigile.

Vi sono poi altre misure che oggi ci inducono a confermare la fiducia ben riposta: il potenziamento delle attività della Lega italiana per la lotta contro i tumori, la formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza sul lavoro, la proroga delle deroghe alle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie e la rinnovata possibilità per i corsisti ed i medici di medicina generale di partecipare all'assegnazione degli incarichi convenzionali. Mi avvio alla conclusione, partendo dal concetto espresso all'inizio: la fiducia su questo provvedimento ben può coincidere con la fiducia e la speranza che il Paese intero nutre sul prossimo futuro.

Dobbiamo lavorare e impegnarci affinché il futuro del nostro Paese sia in grado di farsi trovare pronto di fronte a emergenze di questo tipo, affinché nessun paziente muoia più in solitudine e lontano dai propri cari, affinché i medici e i sanitari non siano più lasciati soli a mani nude a combattere contro un virus e all'inefficienza, affinché le risorse per la salute siano sempre tali da garantire a tutti il diritto alle cure, affinché la salute dei cittadini sia sempre al primo posto nell'agenda di questo Governo.

Con questi auspici e con questa speranza, il MoVimento 5 Stelle voterà la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13,15, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 13,15.

La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 13,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3533-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Cantini.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quello dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti: ………. 441

Maggioranza: ……………. 221

Hanno risposto : ……….. 395

Hanno risposto no: ………. 46

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Campana Micaela

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Care' Nicola

Carelli Emilio

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Chiazzese Giuseppe

Ciaga' Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Comaroli Silvana Andreina

Cominardi Claudio

Conte Federico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Curro' Giovanni

Daga Federica

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

D'Elia Cecilia

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

Di Giorgi Rosa Maria

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Inca' Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grippa Carmela

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolo'

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Maccanti Elena

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Manzato Franco

Maraia Generoso

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minardo Antonino

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Morgoni Mario

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mule' Giorgio

Mura Romina

Muroni Rossella

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Papiro Antonella

Parisse Martina

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Rosso Roberto

Rostan Michela

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Sarro Carlo

Savino Elvira

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schiro' Angela

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sessa Rosella

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Snider Silvana

Sorte Alessandro

Spadafora Vincenzo

Spena Maria

Sportiello Gilda

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Tiramani Paolo

Tofalo Angelo

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Trizzino Giorgio

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Albano Lucia

Baroni Massimo Enrico

Benedetti Silvia

Bucalo Carmela

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Costanzo Jessica

Cunial Sara

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ehm Yana Chiara

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giannone Veronica

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Maniero Alvise

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Prisco Emanuele

Rizzetto Walter

Romaniello Cristian

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Vianello Giovanni

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Aiello Davide

Aiello Piera

Andreuzza Giorgia

Ascani Anna

Azzolina Lucia

Bellucci Maria Teresa

Bianchi Matteo Luigi

Borghi Enrico

Butti Alessio

Cantalamessa Gianluca

Carfagna Maria Rosaria

Castelli Laura

Cattoi Maurizio

Cavandoli Laura

Cimino Rosalba

Colletti Andrea

Colucci Alessandro

Corda Emanuela

Dadone Fabiana

Del Grosso Daniele

D'Ettore Felice Maurizio

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

Fassino Piero

Fontana Ilaria

Franceschini Dario

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Garavaglia Massimo

Gava Vannia

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Iovino Luigi

Lorefice Marialucia

Lupi Maurizio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Manzo Teresa

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Occhionero Giuseppina

Orlando Andrea

Paita Raffaella

Paolini Luca Rodolfo

Pastorino Luca

Rampelli Fabio

Ripani Elisabetta

Romano Andrea

Rotta Alessia

Saitta Eugenio

Sarti Giulia

Sasso Rossano

Schullian Manfred

Scutella' Elisa

Sibilia Carlo

Siragusa Elisa

Sisto Francesco Paolo

Spadoni Maria Edera

Speranza Roberto

Suriano Simona

Tasso Antonio

Termini Guia

Viscomi Antonio

Vito Elio

Volpi Leda

Volpi Raffaele

PRESIDENTE. Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 17,30, dopo lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sull'aumento dei pedaggi e sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, per l'esame degli ordini del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Università e della ricerca, la Ministra per le Disabilità e il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.

Invito agli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative in materia di accesso ai concorsi per ricercatore a tempo determinato e al ruolo di professore associato - n. 3-02927)

PRESIDENTE. La deputata Graziella Leyla Ciaga' ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Giorgi ed altri n. 3-02927 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GRAZIELLA LEYLA CIAGA' (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, per essere qui in Aula. Il question time di oggi riguarda le progressioni in carriera degli assegnisti e dei ricercatori a tempo determinato di tipo B), che hanno alle spalle oltre dodici anni di comprovata attività nei settori della didattica e della ricerca scientifica. La normativa vigente, nel combinato disposto degli articoli 22 e 24 della legge n. 240 del 2010, impedisce loro di accedere ai concorsi per ricercatori a tempo determinato di tipo B).

Chiediamo, quindi, alla Ministra cosa intenda fare per ovviare a questa situazione, che nei loro confronti è discriminante, tenuto conto del fatto che il concorso per ricercatore a tempo determinato di tipo B) è la strada maestra per accedere, successivamente, alla progressione in ruolo a professore associato e, quindi, alla stabilizzazione della propria carriera professionale.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha facoltà di rispondere.

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, come lei ha detto, la legge prevede che la durata complessiva dei rapporti instaurati con i titolari di assegni di ricerca e di contratti di ricercatore A) e di ricercatore B) non possa, in ogni caso, superare i 12 anni, anche non continuativi.

La norma, ovviamente, è stata pensata in maniera positiva, cioè per rispondere alla finalità di evitare che possano verificarsi ingiustificate e reiterate forme di abuso del ricorso alla stipula dei contratti a tempo determinato. Va letta, quindi, in combinazione con la volontà di porre, senza eccezioni, al centro del sistema del reclutamento dei professori ordinari e associati, la procedura concorsuale dell'articolo 18 della legge n. 240 del 2010, che prevede lo svolgimento di una procedura comparativa aperta a tutti gli studiosi, esterni o interni all'ateneo, che non ha questo problema di limite temporale dei dodici anni. Però c'è da dire che la norma dei dodici anni mette al centro il ruolo di un ricercatore che non può esser considerato sine die rinnovabile di volta in volta, perché è un momento di passaggio delimitato al tempo di formazione, durante il quale il ricercatore ha la possibilità di perfezionare le conoscenze, valorizzare e accrescere le competenze scientifiche, maturare la capacità di analisi e sviluppare capacità didattiche e di servizio agli studenti, secondo un percorso che è scandito da progressive valutazioni nel corso della carriera.

Tanto premesso, faccio presente che un eventuale intervento normativo che sia finalizzato, per esempio, ad aumentare questo limite dei dodici anni, rischierebbe di estendere irragionevolmente il numero di studiosi in attesa di poter entrare nei ruoli universitari, e anche e soprattutto di aumentare il tempo di attesa per ciascuno di essi, vanificando, quindi, la tutela offerta dai limiti stabiliti dalla legge n. 240 del 2010.

Quindi, alla luce di quanto rappresentato e ringraziandola per aver posto la questione, vorrei far presente che, proprio in questa Camera, è stata votata la riforma del pre-ruolo, che, adesso, è al Senato, la quale intende andare proprio nella direzione di una completa rivisitazione dei meccanismi di accesso alla docenza universitaria con un accorciamento deciso del periodo del pre-ruolo e con la riduzione della possibilità di ricorso a contratti a tempo determinato continuativi.

Concludo, precisando che, nell'ambito di questa riforma - che, peraltro, è uno specifico obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza -, non mancheranno misure specifiche volte proprio a tutelare la posizione dei soggetti che abbiano esaurito il periodo complessivo di pre-ruolo, ai fini della loro transizione nel nuovo regime.

PRESIDENTE. Il deputato Giorgis ha facoltà di replicare.

ANDREA GIORGIS (PD). La ringrazio, signora Ministra, della risposta e condivido la volontà politica che lei ha manifestato in ordine alla necessità di superare irragionevolezza e contraddizioni dell'attuale legislazione, che rischiano di penalizzare studiosi con una lunga e comprovata esperienza scientifica, studiosi che, senza dubbio, meritano di poter partecipare a concorsi in grado di assicurare loro continuità di lavoro e stabilità.

Le chiedo, tuttavia, di prestare la massima attenzione, affinché ogni nuova disciplina del reclutamento universitario tenga conto, anche attraverso apposite disposizioni transitorie, della particolare condizione in cui si trovano coloro che hanno in essere o hanno avuto contratti a tempo determinato di assegnista o di ricercatore di tipo A) e hanno maturato o stanno per maturare, nelle more dell'approvazione della nuova disciplina, il limite dei dodici anni, di cui al vigente articolo 22 della legge n. 240 del 2010.

(Iniziative di competenza volte a scorporare dal calcolo ISEE le somme derivanti dai trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti in ragione della condizione di disabilità - n. 3-02928)

PRESIDENTE. La deputata Villani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02928 (Vedi l'allegato A).

VIRGINIA VILLANI (M5S). Grazie, Presidente. Ministra, colleghi, in questi mesi molte famiglie denunciano la mancata erogazione del reddito di cittadinanza a seguito del nuovo calcolo ISEE. La sentenza n. 152 del 2020 della Corte costituzionale ha stabilito un aumento delle pensioni di invalidità da 280 a 651 euro. Tale incremento riverbera i suoi effetti sul reddito di cittadinanza, poiché rileva ai fini del reddito familiare, per cui chi è beneficiario del reddito di cittadinanza e di un'indennità di disabilità sfora i limiti e perde il sussidio.

Tuttavia, il Consiglio di Stato ha stabilito che le indennità percepite dalle persone con disabilità non si considerano ai fini dell'ISEE. L'INPS, invece, ribadisce che per l'ISEE occorre inserire ogni sussidio finanziario intestato al nucleo familiare, compresi quelli dei disabili. Ciò è in contraddizione, sia con le pronunce, che con le norme citate. Chiediamo, quindi, che sia valutata una modifica normativa, affinché tali indennità non siano rilevanti ai fini del calcolo del reddito familiare e non azzerino il reddito di cittadinanza.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente. Con il quesito che è stato posto - e per il quale ringrazio -, si può fare anche chiarezza, magari, su una questione che è stata attenzionata, quale la determinazione della rata mensile del reddito di cittadinanza, in relazione anche all'esistenza di pensione di invalidità. Mi occorre precisare, in premessa, che la materia del reddito di cittadinanza riguarda l'ambito del Ministero del Lavoro, pertanto risponderò sulla base degli elementi acquisiti dal detto Ministero.

Come correttamente esposto dall'interrogante, con la sentenza n. 152 del 2020 della Corte costituzionale si è disposto il cosiddetto incremento “al milione” per le pensioni di invalidità, che ha portato un aumento, variabile, degli importi percepiti da persone con invalidità civile totale, i ciechi civili assoluti e i sordi. Tale aumento incide sul reddito familiare, che viene inserito tra le voci per calcolare l'importo del reddito di cittadinanza, ma non nel calcolo dell'ISEE. Infatti, la disciplina ISEE, di cui al DPCM n. 159 del 2013, nel tener conto di particolari situazioni di bisogno, prevede, in ogni caso, specifici trattamenti di favore per i nuclei familiari in cui sono presenti persone con disabilità e/o non autosufficienza.

In relazione alla componente reddituale rilevante ai fini dell'indicatore, la normativa vigente esclude dal reddito disponibile i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità e, quindi, le somme percepite in conseguenza dello stato di invalidità, e le relative maggiorazioni non vengono considerate. Il reddito familiare, invece, che è la base per la determinazione del rateo del reddito di cittadinanza, non sempre coincide con quanto è presente in ISEE, perché l'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 4 del 2019 ha stabilito: “Ai soli fini del reddito di cittadinanza, il reddito familiare è determinato (…) al netto dei trattamenti assistenziali eventualmente inclusi nell'ISEE ed inclusivo del valore annuo dei trattamenti assistenziali in corso di godimento da parte dei componenti il nucleo familiare, fatta eccezione per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi”, come, ad esempio, l'indennità di accompagnamento.

Dunque, è stata la legge istitutiva del reddito di cittadinanza a stabilire, in considerazione delle finalità delle prestazioni, il divieto di cumulo con le tipologie dei trattamenti assistenziali, tra cui le maggiorazioni sociali. Quindi, occorre avere anche riferimento alla natura stessa del trattamento. Tutto ciò, ovviamente, non toglie – questo, in senso generale - che resta un'esigenza primaria quella di garantire alle persone con disabilità delle prestazioni adeguate. Ricordo che anche nella recente Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza è stato previsto un disegno di legge, rivolto all'adeguamento delle pensioni di invalidità, tenendo conto anche della sentenza.

PRESIDENTE. La deputata Villani ha facoltà di replicare.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Grazie, Ministra, per la puntuale risposta. Sicuramente dobbiamo rimediare quanto prima a questa grave ingiustizia, che per taluni aspetti appare quasi beffarda laddove toglie da una tasca quello che è stato inserito nell'altra, poiché, di fatto, annulla gli effetti positivi della sentenza della Consulta, che rappresenta per noi una vittoria epocale e che tutti abbiamo salutato con soddisfazione. La sentenza sancisce il diritto dei cittadini inabili, privi dei mezzi necessari per vivere e della minima capacità di guadagno, di conseguire dallo Stato il necessario per soddisfare le esigenze primarie della vita, secondo i principi dell'articolo 38 della nostra Costituzione. Essa ci pone, dunque, di fronte alla necessità di adeguare anche gli altri strumenti normativi.

Alla luce del difficile contesto economico attuale, dobbiamo sostenere i redditi di persone particolarmente vulnerabili, che meritano, comunque, una vita dignitosa. Per questi motivi il reddito di cittadinanza, fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle e già ribattezzato “reddito di dignità”, si è rivelato un'efficace misura di contrasto alla povertà, perché ha ridato dignità alle persone e alle famiglie indigenti, ha assicurato un sostegno economico e ha garantito l'effettività di un diritto alla presa in carico di tipo sociale o lavorativo. Di contro, le indennità e le misure compensative, riconosciute per superare lo svantaggio dovuto alla disabilità, non sono mai una ricchezza disponibile e il loro impatto, per le famiglie con disabili nel proprio nucleo, è rilevante.

È una questione di giustizia sociale, è una questione di dignità. Auspichiamo, quindi, come preannunciato dalla Ministra e di concerto con il Ministro del Lavoro, un intervento legislativo urgente, teso a scorporare, ai fini della percezione del reddito di cittadinanza, le somme che derivano da pensioni di invalidità o indennità percepite in ragione della condizione di disabilità, per consentire alle famiglie con componenti più fragili di continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza senza subire decurtazioni.

(Iniziative volte ad assicurare il pieno rispetto dei diritti all'inclusione, all'accessibilità e alla progettazione universale, con particolare riferimento agli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02929)

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Nobili ha facoltà di illustrare l'interrogazione Noja n. 3-02929 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Signora Ministro, come saprà, lo scorso 18 aprile, a 27 persone con disabilità, in possesso di regolare biglietto per il treno Genova-Milano, veniva impedito, da alcuni passeggeri, di occupare i propri posti, perché erano stati, appunto, abusivamente occupati, e sono state costrette a percorrere quel tragitto con un servizio di navetta sostitutivo.

L'episodio è increscioso e ingiustificabile e costituisce una grave violazione del diritto costituzionale alla libera circolazione dei cittadini con disabilità, sulla base dei principi di uguaglianza e di non discriminazione, e testimonia come nel nostro Paese ci siano ancora gravi carenze infrastrutturali a livello sistemico e non ci sia un'adeguata consapevolezza rispetto al diritto all'accessibilità, nonostante, negli ultimi mesi, ci sia stata dapprima la mozione del 6 maggio 2021 che impegnava il Governo ad assicurare il pieno diritto all'accessibilità, poi l'adozione della direttiva del 9 febbraio 2022 che concerne riforme e misure in materia di accessibilità, e ancora la scorsa settimana sono stato personalmente relatore in Commissione trasporti dell'adozione della direttiva (UE) 2019/882 del Parlamento europeo e del Consiglio sui requisiti di accessibilità di prodotti e servizi. Nonostante questo, di fronte a gravi episodi come quello che ho ricordato tutto ciò sembra non bastare.

Per questo motivo chiedo quali iniziative il Governo intenda assumere per dare effettiva attuazione a quella mozione parlamentare e alla direttiva, in particolare per quello che riguarda le opere e gli interventi del PNRR, che devono essere, anche per indicazione esplicita, progettati nel pieno rispetto del diritto all'accessibilità.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente, e grazie veramente agli onorevoli interroganti, per il quesito posto. Intanto, teniamo anche a comunicare che, con riguardo al grave episodio accaduto a Genova il 18 aprile, citato da voi, abbiamo acquisito informazioni, anche da parte del Ministro competente, che ringrazio perché è qui; il Ministro Giovannini ci ha sempre dato grande disponibilità.

È stato rappresentato che sono stati avviati anche incontri con le strutture competenti di Trenitalia e di RFI per individuare soluzioni di tipo organizzativo atte anche a prevenire, in futuro, il ripetersi di accadimenti simili, che magari con l'educazione, con il rispetto e con la sensibilità forse si potevano evitare anche da parte delle stesse persone che non hanno concesso il loro posto. Per giunta, si ricorda - ma è anche nelle notizie dei giornali - che l'autorità giudiziaria ha avviato un'attività di indagine sulla vicenda.

Per quanto riguarda le iniziative messe in campo per garantire che, nell'ambito dell'attuazione del PNRR, sia rispettato il diritto all'accessibilità delle persone con disabilità, è importante illustrare la direttiva del 9 febbraio 2022 che, come Ministro per le Disabilità, ho voluto indirizzare alle amministrazioni titolari di riforme. Lo scopo della direttiva è fornire alle amministrazioni centrali il quadro delle disposizioni rilevanti di cui tenere conto nella progettazione e realizzazione degli interventi e delle misure del Piano, nonché di delineare i princìpi guida da assumere a base delle decisioni operative.

In particolare, la direttiva indica quattro principi chiave e un metodo di progettazione inclusiva che sono: l'accessibilità, la progettazione universale, la promozione della vita indipendente e il sostegno all'autodeterminazione e il principio di non discriminazione. Il metodo di lavoro si fonda sul principio della consultazione pubblica delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità, nella definizione delle singole azioni e dei progetti. Il ruolo di monitoraggio e verifica del grado di inclusività sociale delle riforme e degli investimenti è attribuito all'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.

Si prevede che le amministrazioni titolari degli interventi elaborino due distinte relazioni, entrambe da inviarsi all'Osservatorio: in primo luogo, una relazione previsionale, volta a prefigurare l'impatto della singola riforma sulle persone con disabilità e che fornisca elementi utili a comprendere le azioni e le modalità previste per assicurare il rispetto dei princìpi di accessibilità; in secondo luogo, una relazione conclusiva che, al termine delle attività, fornisca una descrizione dei risultati effettivamente conseguiti in materia di inclusione, rendendo altresì conto delle corrispondenze, o difformità, rispetto alle previsioni contenute nella relazione iniziale. Per facilitare la redazione, l'Osservatorio ha predisposto e pubblicato sul proprio sito web alcune linee guida. L'analisi delle relazioni potrà condurre all'adozione anche di raccomandazioni e indicazioni alle amministrazioni, per una migliore focalizzazione delle loro attività rispetto agli obiettivi della direttiva.

Oltre a ciò, l'Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità prevede di organizzare momenti di confronto diretto anche con le amministrazioni interessate, attraverso incontri bilaterali e preliminari, al fine di verificare le fattibilità e il lavoro da farsi.

PRESIDENTE. La deputata Noja ha facoltà di replicare.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Noi ringraziamo la Ministra, per le risposte che ci ha fornito, che ci danno, comunque, il quadro di un'attenzione del Governo. Ci teniamo, a questo riguardo, a sottolineare alcuni aspetti da attenzionare. Il primo riguarda la questione, che lei ha già sollevato, del monitoraggio.

Questo è molto importante, perché è chiaro che, una volta che l'investimento è stato realizzato, tornare indietro diventa molto complicato e, quindi, bisogna che, fin dall'inizio, i progetti siano adeguati e che la fase esecutiva sia coerente con i principi della progettazione universale.

L'altro elemento che sottolineiamo è quello relativo all'importanza della formazione del personale tecnico delle amministrazioni su questo tema. Infatti, Ministro, purtroppo, spesso la non competenza specifica sul tema della progettazione universale fa sì che il tema dell'accessibilità venga vissuto semplicemente come un adempimento burocratico rispetto a un dettato normativo. Ciò non è esaustivo, perché la soluzione progettuale conforme allo universal design è qualcosa che va oltre la norma. Da questo punto di vista, ci permettiamo di suggerire che vi sia attenzione ai momenti non solo di confronto, ma anche di formazione del personale tecnico e anche un richiamo molto preciso alle pubbliche amministrazioni, perché negli stessi capitolati delle gare d'appalto che verranno realizzate si abbia sempre attenzione che vi siano le competenze specifiche in materia di accessibilità. Ci sono alcuni buoni esempi nel nostro territorio in occasione di eventi importanti, come per esempio Expo, che si tenne a Milano, dove venne istituita una task force dell'amministrazione che monitorava come, man mano, la realizzazione del sito Expo fosse conforme ai principi di progettazione universale. Forse, chiedere alle amministrazioni - quantomeno a quelle più grandi, di maggiori dimensioni - di avere task force, che, nell'ambito del PNRR, si focalizzino proprio sul tema dell'accessibilità, aiuterebbe a non compiere errori progettuali. Infatti, fare un progetto e rendersi poi conto che non è adeguato e correggerlo, vuol dire sempre realizzare un'opera non adeguata; fare un progetto che, fin dall'origine, si ispira ai principi della progettazione universale, significa fare un'opera utile dal punto di vista economico, sociale e inclusivo. Mi permetto di dire che questo servirebbe anche alla crescita economica del nostro Paese, perché il turismo accessibile, la capacità del nostro Paese di attrarre molte persone di altri Paesi, che hanno bisogno di accessibilità, è una delle chiavi di volta per il futuro economico del nostro Paese.

(Iniziative per garantire condizioni di sicurezza sull'autostrada A4, nel tratto tra San Donà di Piave e Alvisopoli, in provincia di Venezia – n. 3-02930)

PRESIDENTE. Il deputato De Girolamo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02930 (Vedi l'allegato A).

CARLO UGO DE GIROLAMO (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, immaginiamo di trovarci, proprio in questo preciso istante, lungo l'autostrada A4 Venezia-Trieste, sul tratto tra San Stino e Portogruaro: nella migliore delle ipotesi, ci sono rallentamenti e diversi chilometri di coda, mentre, nella peggiore, a breve, potrebbero esserci incidenti, anche mortali. Ministro, come lei purtroppo saprà, è una lunga scia di sangue. Solo ieri, quattro incidenti: due autotrasportatori, purtroppo, sono deceduti e, questa mattina, un'altra vittima, ben nove da inizio anno. Mentre noi siamo qui a discutere, su questa arteria, fondamentale per il nostro Paese da Est a Ovest, si continua a morire ogni giorno e, da vent'anni. Le uniche due corsie sono quotidianamente occupate da interminabili colonne di camion e la realizzazione della terza corsia è diventata una vera emergenza. Quei 33 chilometri tra San Donà di Piave e Alvisopoli, oggi, sono un vero imbuto per la circolazione e teatro dell'incidentalità mortale.

Ministro, gli imprenditori sono sicuramente esausti per quanto sta accadendo e noi, di Coraggio Italia, lo siamo con loro. Siamo molto preoccupati in primis per quei lavoratori, che proprio sulla A4 rischiano ogni giorno la vita, ma anche perché questi disagi e questi ritardi stanno creando un danno economico al territorio e ci fanno perdere competitività turistica. Occorre subito mettere in sicurezza l'area, non è possibile attendere altro tempo. Per questo, signor Ministro, siamo qui a chiederle quali iniziative di competenza intenda assumere, anche sul piano finanziario, per velocizzare il completamento della terza corsia e dare, quindi, sicurezza a chi è costretto a percorrere ogni giorno questa strada, diventata maledetta, perché ogni giorno che passa, purtroppo, continua a scorrere sangue.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie Presidente. In merito ai lavori in corso per la realizzazione della terza corsia dell'autostrada A4, opera inserita nel piano economico finanziario della società concessionaria Autovie Venete e, a tratte, della competenza del commissario delegato per l'emergenza dell'autostrada A4, rappresento che, ad oggi, sono state realizzate opere per circa un miliardo di euro.

In particolare, negli ultimi due anni, sono stati conclusi i lavori di realizzazione della terza corsia del primo sub-lotto del quarto lotto Gonars-Nodo di Palmanova di circa 5 chilometri, comprensivo dell'intersezione tra l'autostrada A4 e A23, nonché i lavori di realizzazione della terza corsia del terzo lotto Alvisopoli-Gonars di circa 26 chilometri.

Inoltre, sono stati avviati i lavori di realizzazione della terza corsia del primo sub-lotto del secondo lotto Portogruaro-Alvisopoli di circa 9 chilometri, di cui è prevista la conclusione entro il 1° semestre 2023, che consentiranno una percorrenza a tre corsie, lungo il tratto autostradale compreso tra il Nodo di Portogruaro, con la A28, e il Nodo di Palmanova, con la A23, per complessivi 40 chilometri.

Quanto alla sicurezza della circolazione nel tratto compreso tra San Donà di Piave e Portogruaro, il concessionario ci ha comunicato di avere effettuato specifici interventi - che però, come lei ha ricordato, hanno effetti solo parziali -, riducendo i limiti massimi di velocità per i veicoli leggeri e per quelli pesanti e posizionando una specifica segnaletica relativa all'obbligo di mantenere la distanza di sicurezza e di porre attenzione alla possibile formazione di code improvvise.

In stretto coordinamento con gli enti preposti alla gestione dei servizi di soccorso e con le autorità prefettizie, è stato anche potenziato il servizio di vigilanza, raddoppiando le squadre degli ausiliari della viabilità nei tratti interessati da possibili criticità derivanti dalla presenza di sole due corsie di marcia.

Per quanto concerne le ulteriori opere ricadenti nel territorio della regione Veneto e, in particolare, il rifacimento dei cavalcavia dei sub-lotti 2 e 3, nel secondo lotto San Donà-Portogruaro, la cui realizzazione è propedeutica alla realizzazione della terza corsia dell'autostrada A4, rappresento che il relativo progetto esecutivo, già approvato, è attualmente sottoposto a un'attività di aggiornamento, al fine di verificare, nell'attuale contesto di eccezionale incremento dei prezzi dei materiali e dei prodotti energetici, la congruità della base di gara. Ricordo che il Governo è intervenuto questa settimana con un decreto-legge proprio per fronteggiare l'eccezionale aumento dei prezzi dei materiali.

Infine, in data 2 aprile 2022, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la delibera CIPE n. 76 del 2021, relativa all'accordo di cooperazione con il nuovo concessionario in house, Società Autostrade Alto Adriatico Spa, la cui sottoscrizione è prevista entro la fine del prossimo mese di giugno.

In ogni caso, ho segnalato l'interrogazione alle autorità competenti e anche all'Agenzia nazionale ANSFISA.

PRESIDENTE. Il deputato Baratto ha facoltà di replicare.

RAFFAELE BARATTO (CI). Grazie Presidente. Grazie, signor Ministro, capisco tutto e capisco che la società che gestisce garantisca più sicurezza e più attenzione. Però, signor Ministro, come ben diceva il mio collega, quella strada è l'unica che collega l'Est e l'Ovest del nostro territorio. Tra l'altro, è un territorio che - come lei sa benissimo -, a livello produttivo, industriale ed economico, è assolutamente fondamentale non solo per il nostro Paese, ma anche per tutto l'asse europeo. Per cui, le chiedo che quell'opera venga realizzata con urgenza, in maniera concreta, perché ce n'è assolutamente bisogno. Infatti, al di là della questione economica, assolutamente importante, purtroppo c'è il problema relativo alle vittime di incidenti stradali, come spiegava molto bene il collega. Noi, in Veneto, ci ricordiamo - ma anche lei lo ricorderà benissimo, Ministro - la famosa tangenziale di Mestre, che fu davvero un blocco per tutto quel territorio, che veniva prima del collegamento di cui oggi noi stiamo parlando. Quante vittime e quanto ingorgo ha determinato anche quella strada? Dal 2009, dopo anni che se ne parlava, il passante di Mestre, fortunatamente, è stato aperto e, oggi, quella strada è diventata qualcosa che nessuno neanche più sperava, un collegamento che va bene per chi va per lavoro e per chi si muove per turismo: per tutti quanti.

Però, purtroppo, pochi chilometri più avanti, ci troviamo con quel blocco, che lei ha ben evidenziato poc'anzi. Mi auguro davvero, Ministro - anzi, ne sono convinto, perché lei è una persona molto sensibile - che davvero metta mano a questo problema, perché riguarda non solo il Nord-Est, ma tutto il nostro Paese, l'Italia. Grazie ancora, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative di competenza in ordine alle criticità derivanti dal progetto di alta velocità ferroviaria relativo al lotto 1A Battipaglia-Romagnano, lungo la direttrice Salerno-Reggio Calabria – n. 3-02931)

PRESIDENTE. Il deputato Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02931 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Buonasera, Ministro. Come certamente sa, Rete ferroviaria italiana ha avviato la consultazione pubblica sui territori interessati dalla realizzazione del lotto dell'alta velocità detto 1A, che va da Battipaglia a Romagnano al Monte. I comuni sono Eboli, Battipaglia, Serre, Campagna, Sicignano degli Alburni, Contursi e Buccino. Tutti, tramite il comune capofila, Eboli, hanno fatto pervenire a RFI 34 osservazioni su 5 questioni molto significative, che sostanzialmente riguardano la linea del tracciato, che spacca letteralmente in due centri abitati, aree protette e zone industriali.

La mia domanda è semplice, ma significativa: che iniziative intende assumere lei, per quanto di competenza, per farsi carico di queste criticità, così significativamente segnalate.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. La nuova linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria costituisce un'opera estremamente complessa, che, una volta completata, ridefinirà l'assetto infrastrutturale del Sud Italia, allineandolo a quello esistente in altre parti del territorio italiano. Essa produrrà rilevanti benefici in termini sociali, ambientali ed economici attraverso la velocizzazione degli spostamenti e dei collegamenti, la riduzione delle emissioni inquinanti, la progressiva decarbonizzazione della mobilità, ma, soprattutto, una maggiore attrattività dei territori attraversati, anche dal punto di vista turistico. Sono particolarmente lieto che questo Governo abbia deciso di stanziare risorse straordinarie, al di fuori del PNRR, proprio per realizzare quest'opera, di cui si parlava da molto, molto tempo. In linea con i target e gli obiettivi previsti per la realizzazione della nuova linea, Rete ferroviaria italiana, RFI, ha avviato l'iter autorizzativo del lotto 1A, relativo a una tratta funzionale di 33 chilometri compresa tra la località di Battipaglia, sulla esistente linea ferroviaria tirrenica, e la località di Romagnano, dove, segnalo, è previsto un bivio per garantire l'interconnessione con l'esistente linea che da Battipaglia va verso Potenza e Metaponto, che verrà ulteriormente potenziata.

Il progetto di fattibilità tecnico-economica predisposto da RFI secondo criteri orientati a garantire la sostenibilità economica - e non solo economica - dell'intervento, riducendo al minimo le interferenze sul territorio, prevede la realizzazione della linea in parallelo con la linea ferroviaria dismessa Sicignano-Lagonegro, impegnando il sedime abbandonato per un tratto di circa 6 chilometri.

Come evidenziato dagli onorevoli interroganti, è stato indetto sul progetto di fattibilità tecnico-economica predisposto un dibattito pubblico. Vorrei sottolineare, da questo punto di vista, che ho voluto proprio un cambiamento normativo, per assicurare il dibattito pubblico su queste opere, contrariamente a quanto era stato fatto dai Governi precedenti. L'esito di questo dibattito pubblico ha evidenziato problematicità, in relazione alle quali RFI ha comunicato di avere avviato specifici approfondimenti, finalizzati a individuare una soluzione condivisa, che consenta un inserimento armonico delle opere nei territori.

Quanto alle integrazioni progettuali inerenti lo studio di impatto ambientale, richieste dal Ministero della Transizione ecologica, RFI, in data 28 aprile 2022, ha provveduto a trasmettere quanto richiesto. Tutta questa documentazione è, dunque, allo studio del Ministero, per confrontarsi con i territori e trovare appunto una soluzione condivisa.

PRESIDENTE. Il deputato Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). La ringrazio, Ministro, per la precisazione. Ovviamente, è una premessa che davo per scontata la considerazione della straordinaria e strategica importanza della realizzazione dell'alta velocità da Napoli verso Reggio Calabria. Ricorderà una mia interrogazione a risposta immediata a lei rivolta, svolta durante question time, sulla questione, importantissima e nodale, del Lotto zero. Mi faccio carico, però, in questa sede, di trasferire una preoccupazione significativa che viene dalle comunità territoriali, ed è una preoccupazione qualificata se anche il Ministero della Transizione ecologica ha ritenuto di segnalare problematicità che riguardano l'impatto e la sostenibilità ambientale, in termini di biodiversità, siamo in una zona con un alto patrimonio naturalistico, che riguarda la filiera agroalimentare. In particolare, ad esempio per la città di Eboli, ci sono intere comunità che vedono l'avvento di questa opera con grande preoccupazione. Se ci sono 200 ditte catastali e 50 di esse sono abitazioni che dovrebbero essere sacrificate, secondo il tracciato esistente, è chiaro che c'è un pezzo di umanità, di storie individuali, di famiglie, di sacrifici, che si vede esposto a rischio dal punto di vista del primo patrimonio, del patrimonio più importante per noi italiani, che è appunto la casa. Per non parlare, poi, di alcuni opifici che sarebbero attraversati da questa linea e di alcune zone protette che pure verrebbero condizionate da questo percorso. Di qui colgo con grande favore la sua indicazione di un'attenta riflessione in corso presso RFI, perché è importante gestire questo progetto in maniera concertata e coordinata con gli enti territoriali e le comunità, ed evitare il rischio - questo voglio dirlo - che si traduca tutto in una burocratica e fredda valorizzazione in termini di prezzo, di una sorta di esproprio, perché di questo non si deve trattare. Quelle sono aree vive, sono comunità; c'è lì una parte di popolazione che va coinvolta, rispettata e tutelata (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative di competenza volte alla urgente realizzazione della «Gronda di Genova» – n. 3-02932)

PRESIDENTE. Il deputato Rixi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02932 (Vedi l'allegato A).

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Il Nodo stradale e autostradale di Genova-adeguamento del sistema A7-A10-A12, noto come Gronda di Genova, è un progetto di rilevanza strategica per la Liguria e per l'intero Paese, e consentirebbe di decongestionare il traffico del principale porto del Paese. L'iter approvativo dell'opera si era formalmente completato nell'agosto del 2018, con l'invio, da parte di Autostrade per l'Italia, del progetto esecutivo al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ma, nonostante siano già stati effettuati numerosi espropri di aree e terreni attraverso i quali la nuova autostrada dovrà transitare e nonostante siano state bandite gare di pre-qualifica, per un valore complessivo di 490 milioni, il progetto esecutivo della Gronda non risulta ancora essere stato approvato dal Ministero. Da uno studio effettuato nel 2020 dall'autorità del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale è emerso che nel solo bacino di Sampierdarena gravitano 3.500 mezzi pesanti al giorno, e, secondo le previsioni, diventeranno 4.100 entro il prossimo triennio e 4.800 nel prossimo quinquennio, sulla base delle stime di maggiore capacità dei terminal portuali genovesi.

A questi numeri vanno aggiunti altri 2.500 TIR che giornalmente gravitano sul porto di Pra', oltre tutti i TIR in transito sulla dorsale ligure. Pertanto la realizzazione tempestiva della Gronda di Genova è una priorità e si dovrebbe provvedere attraverso procedure celeri ed efficaci come quelle rappresentate dal cosiddetto “modello Genova”, che ha consentito la ricostruzione del Ponte Morandi in tempi molto brevi.

Noi chiediamo che il Governo si faccia carico di garantire che l'opera verrà realizzata entro questa legislatura, almeno l'apertura dei cantieri, al fine di dare una prospettiva anche tranquillizzante non solo alle imprese e al settore della logistica, ma anche a tutti i cittadini liguri che, in questi anni e nei prossimi anni, subiranno numerose problematiche legate soprattutto ai cantieri, che sappiamo che sono sulle autostrade a seguito delle vicissitudini che hanno coinvolto Autostrade per l'Italia.

Quindi, da questo punto di vista, chiediamo tempi certi al Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Con specifico riguardo alla realizzazione della Gronda di Genova, come è stato ricordato, il progetto definitivo sviluppato dal concessionario è stato approvato dalla Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali con decreto del 7 settembre 2017, e nel corso del 2018 il concessionario ha predisposto la progettazione esecutiva, sulla quale la struttura tecnica di missione del Ministero ha effettuato uno specifico approfondimento mediante la metodologia dell'analisi costi-benefici.

Come è noto, l'opera è stata inserita nella proposta di definizione consensuale della procedura di contestazione avviata nei confronti della società Autostrade per l'Italia (AspI), a seguito del crollo del viadotto sul fiume Polcevera. I tempi di avvio e di realizzazione dei lavori sono stati, pertanto, condizionati da quelli di definizione del citato provvedimento, nonché da quelli di approvazione del piano economico finanziario di AspI.

A tale riguardo, ricordo che, in data 14 ottobre 2021, è stato sottoscritto il testo di accordo negoziale tra il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e la società AspI per la definizione consensuale della procedura di contestazione. La proposta di terzo atto aggiuntivo, unitamente al piano economico e finanziario, è stata esaminata dal CIPESS, che si è espresso favorevolmente, con prescrizioni e raccomandazioni, con delibera n. 75 del 22 dicembre 2021. In data 17 febbraio 2022, è stato adottato il decreto interministeriale di approvazione dell'atto negoziale MIMS-AspI del 14 ottobre 2021. Con la nota del 17 marzo 2022, la Sezione centrale di controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti ha comunicato l'intervenuta registrazione della sopra menzionata delibera CIPESS di approvazione dell'atto aggiuntivo e dell'annesso piano economico finanziario, nonché del decreto interministeriale n. 37 del 2022 di approvazione dell'accordo transattivo tra il MIMS e AspI del 14 ottobre 2021. In data 21 marzo 2022, è stato sottoscritto il terzo atto aggiuntivo, registrato, poi, dalla Corte dei conti.

In coerenza con il contenuto dei sopra menzionati atti - che, come ho detto, hanno avuto una gestazione lunga proprio a causa del processo che ho appena ricordato - e con il cronoprogramma definito dal piano economico finanziario, AspI sta provvedendo a porre in essere tutte le attività necessarie per ridurre i tempi di approvazione dei progetti e di affidamento dei lavori.

In relazione alla “Gronda di Genova”, la competente Direzione generale del Ministero ha chiesto alla società di verificare la conformità della progettazione esecutiva, sviluppata sulla base del progetto definitivo approvato nel 2017 - quindi, 5 anni fa - alle norme tecniche vigenti. All'esito di detta verifica, la cui conclusione è prevista entro il prossimo mese di luglio 2022, il Ministero potrà procedere all'approvazione del progetto esecutivo. Nelle more di detta verifica, abbiamo chiesto, e la società ha confermato, di aver avviato tutte le procedure preordinate all'affidamento dei lavori per essere coerenti con le scadenze di cui l'onorevole parlava.

PRESIDENTE. Il deputato Rixi ha facoltà di replicare, per due minuti.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare il signor Ministro e, soprattutto, chiedo di porre attenzione ad un progetto non solo importante, ma che il territorio aspetta da almeno 20 anni. Confidiamo che i cantieri si possano aprire entro la fine di questa legislatura, al fine di fare in modo che quest'opera non sia più irreversibile ed evitare di avere nuove situazioni di stasi, magari in momenti successivi. Per noi è fondamentale, tutte le aziende della Liguria la stanno aspettando e anche ultimamente l'Associazione industriali di Genova ha fatto un incontro, chiedendo a tutti i parlamentari liguri di farsi portavoce presso il Governo di questa esigenza, ad oggi assolutamente indifferibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Elementi e iniziative di competenza in ordine all'attuazione del cosiddetto decreto BIM, volto a favorire l'efficiente gestione e controllo da parte delle pubbliche amministrazioni dei progetti edilizi e infrastrutturali finanziati con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02933)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02933 (Vedi l'allegato A).

DANIELA RUFFINO (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il settore degli appalti pubblici è essenziale per la messa a terra degli interventi finanziati con il PNRR. La digitalizzazione del comparto è imprescindibile proprio per ripianare lo storico gap che, purtroppo, grava sugli enti locali. Troppe amministrazioni sono sprovviste di competenze per gestire questi nuovi strumenti digitali. Per questo, chiediamo di sapere a che punto sia l'attuazione del “decreto BIM” e quali iniziative si intendano adottare per assicurare a tutte le amministrazioni adeguata formazione per riuscire veramente a gestire al meglio questa importante opportunità, che è essenziale per migliorare la realizzazione e il controllo dei progetti finanziati con le risorse del PNRR.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. L'articolo 23, comma 13, del codice dei contratti prevede che le stazioni appaltanti possono richiedere per le nuove opere, nonché per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l'uso di metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture, rimettendo a un apposito decreto ministeriale la disciplina delle modalità e dei tempi di progressiva introduzione dell'obbligatorietà dei suddetti metodi presso le stazioni appaltanti, le amministrazioni concedenti e gli operatori economici in relazione alla tipologia delle opere da affidare e della strategia di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e del settore delle costruzioni.

In attuazione di detta disposizione, il 1° dicembre 2017 è stato adottato il decreto ministeriale n. 560, il cosiddetto decreto BIM, successivamente integrato dal decreto ministeriale 2 agosto 2021, n. 312.

Una recente analisi condotta dagli operatori del settore dei servizi di ingegneria ha evidenziato i seguenti trend: nel 2018, i bandi che hanno utilizzato il BIM sono stati 302, nel 2019, 478 (quindi, con un incremento del 58,3 per cento), nel 2020, 560 (incremento del 17,2 per cento rispetto all'anno precedente), cui si sono aggiunte 56 procedure di appalto integrato e 3 procedure di project financing. Nel 2021, si era registrata una leggera flessione, con 534 “bandi BIM”, cui si aggiungono 46 appalti integrati e 3 procedure di project financing.

La maggior parte dei “bandi BIM” per servizi di ingegneria e architettura posti a base di gara nel 2021 si colloca nel mercato delle gare sopra la soglia comunitaria, in coerenza con le previsioni del decreto attuativo, che prevede l'applicazione del BIM per gli appalti sotto soglia soltanto a partire dall'anno 2023.

Nel 2021, segnalo che la maggior parte dei bandi sono stati pubblicati da stazioni appaltanti ubicate nelle regioni del Mezzogiorno, con una netta prevalenza dei bandi dei comuni rispetto ad altre amministrazioni aggiudicatrici.

In questo contesto, si inseriscono le previsioni del PNRR relative alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle procedure di public procurement, all'attuazione di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, nonché di una strategia professionalizzante del personale delle stazioni appaltanti, che prevede una formazione specialistica relativa all'utilizzo del BIM. Si tratta di previsioni che sono già in fase attuativa, in considerazione dei target previsti dal PNRR e che, per quanto concerne il settore degli appalti pubblici, riceveranno un ulteriore impulso per effetto dell'esercizio della delega in materia di contratti pubblici attualmente all'esame di questa Camera, progetto che reca uno specifico criterio di delega sul punto.

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.

DANIELA RUFFINO (MISTO-A-+E-RI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, sono numeri importanti quelli che lei ha citato - dai 302 del 2018 ai 534 “bandi BIM” del 2021 - e rincuora, rassicura anche il fatto che sia proprio il Sud a lavorare in modo così importante.

Devo, però, fare alcune considerazioni. Sicuramente, sono soddisfatta per quanto ha detto, ma, certamente, sono preoccupata da un altro aspetto, che è questo: sono i 5.498 comuni con dimensioni al di sotto dei 5 mila abitanti che ad oggi sono poco attrezzati per l'utilizzo del BIM.

È fondamentale immaginare quanto siano importanti i tempi per gli enti locali che, purtroppo, sono spesso sotto organico e anche con personale poco qualificato. Questo è il frutto di anni di blocco di assunzioni. Abbiamo, dall'altro lato, anche le unioni di comuni che stentano ad andare nella giusta direzione in questo senso. Però, se pensiamo, signor Ministro, alle grandi sfide per i nostri comuni, che sono quelle di mettere in rete le idee - cosa non semplice -, fare squadra tra sindaci, creare le condizioni per progetti in grado di riequilibrare il Nord e il Sud, piuttosto che le grandi dimensioni e le piccoli dimensioni territoriali, ci rendiamo conto che deve essere fatto uno sforzo ulteriore, che è quello della formazione dei dipendenti, piuttosto che nuove assunzioni che ci possano permettere di giocare questa grande partita. Avere dei progetti che possano migliorare la qualità della vita dei territori e degli italiani è il grande obiettivo del PNRR. Bisogna riuscire a fare uno sforzo perché ci sarà una costruzione materiale, di nuovi edifici e di servizi, ed immateriale. Ci sono territori che aspettano da tempo queste risorse, quindi la richiesta da parte del Ministero è davvero di intervenire nei confronti del personale dei nostri comuni, non soltanto per rispettare i tempi, ma anche per spendere bene queste risorse.

(Elementi e iniziative in ordine al mancato rispetto degli adempimenti previsti a carico delle amministrazioni locali con riguardo alla relazione annuale concernente l'irrogazione delle sanzioni per infrazioni stradali e l'utilizzo dei relativi proventi – n. 3-02934)

PRESIDENTE. Il deputato Baldelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02934 (Vedi l'allegato A).

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Fico. Signor Ministro, non tutti sanno che il 50 per cento del ricavato dei proventi delle multe stradali deve essere destinato dalle amministrazioni locali alla sicurezza e alla manutenzione stradale. Non tutti sanno che, entro il 31 maggio di ogni anno, le amministrazioni locali sono obbligate a rendicontare al Governo quanto incassano nell'anno precedente dalle multe e come spendono questi soldi. Non tutti sanno che un comune su cinque non consegna questa relazione; non tutti sanno che il Parlamento non sa come vengano spesi questi soldi dai quattro comuni su cinque che consegnano queste relazioni e quanto questi comuni incassino; non tutti sanno che la sanzione per i comuni inadempienti, per quelli che consegnano le relazioni non conformi ai criteri o addirittura mendaci, è la decurtazione del 90 per cento di questi introiti. Queste sono norme del codice della strada e, siccome quando i cittadini violano il codice della strada vengono sanzionati e lo Stato gli dorme sullo zerbino o gli manda le cartelle esattoriali, forse è il caso che le stesse regole siano rispettate anche dalle amministrazioni locali. Che cosa sta facendo a questo riguardo il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Con riferimento alla modalità di applicazione delle sanzioni, di cui all'articolo 142, comma 12-quater del codice della strada, nei confronti degli enti inadempienti, ricordo che detta disposizione prevede - come è stato ricordato - l'obbligo in capo agli enti locali di trasmettere, entro il 31 maggio di ogni anno, in via telematica, tramite l'apposito portale del Ministero dell'Interno, una relazione in cui sono indicati, con riferimento all'anno precedente, l'ammontare complessivo dei proventi di propria spettanza derivanti dall'accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità, attraverso l'impiego di apparecchi o di sistemi di rilevamento della velocità, ovvero mediante l'utilizzazione di dispositivi o di mezzi tecnici di controllo a distanza, nonché gli interventi realizzati a valere su tali risorse. Entro 30 giorni dalla trasmissione ai Ministeri dell'Interno e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ciascun ente locale deve provvedere alla pubblicazione della relazione inviata in un'apposita sezione del proprio sito Internet istituzionale. Gli uffici del MIMS, in applicazione dell'articolo 4 del decreto ministeriale 30 dicembre 2019, svolgono l'attività di monitoraggio delle relazioni relative ai proventi incassati nell'anno 2019, con controlli a campione per verificare che l'utilizzo di detti proventi sia conforme alle finalità previste dal codice della strada. A seguito delle istruttorie condotte, sono state inviate lettere di richiesta di chiarimenti agli enti controllati.

A tutt'oggi sono risultati - ricordo che sono dei controlli a campione - regolari 17 relazioni, mentre sulle restanti 22 sono in corso approfondimenti istruttori. Quanto alla pubblicità dei dati, ricordo che, a seguito delle modifiche introdotte dal decreto-legge n. 121 del 2021, è stato previsto l'obbligo di ciascun ente locale di pubblicare la relazione inviata sui proventi delle multe in un'apposita sezione del proprio sito Internet istituzionale. Ebbene, a decorrere dal 1° luglio 2022, il Ministero dell'Interno provvederà a pubblicare in apposita sezione del proprio sito Internet istituzionale tutte le relazioni pervenute entro 60 giorni dalla loro relazione. A partire dallo scorso mese di aprile, è già possibile visualizzare attraverso l'indirizzo web del Ministero dell'Interno finanzalocale.interno.gov.it, accedendo alla voce “consulta le banche dati/Rendiconto proventi violazioni codice della Strada”, le rendicontazioni dei proventi 2021 già trasmesse dai comuni. Con specifico riguardo alle problematicità applicative del meccanismo sanzionatorio attualmente previsto, sono in corso specifici approfondimenti da parte degli uffici dei Ministeri dell'Interno e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili finalizzate a individuare tutte le soluzioni che, già sul piano amministrativo-gestionale, possano contribuire a rendere più rapida, più semplice e automatica l'irrogazione delle sanzioni.

PRESIDENTE. Il deputato Baldelli ha facoltà di replicare.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Io ho davvero poco da replicare, nel senso che è bello il riassunto delle norme che conosciamo. Il Ministro ci ha detto che entro 30 giorni dalla consegna gli enti locali dovranno pubblicare su una sezione del proprio sito i rendiconti. Lo so bene: ho fatto inserire io questa norma. Ci dice che dal 1° luglio 2022 il Ministero dell'Interno dovrà pubblicare i dati relativi all'anno precedente: lo so bene, ho fatto inserire io questa norma. Ho fatto inserire io entrambe queste disposizioni nel decreto proprio perché non si riuscivano ad avere i dati. Una cosa vi ho chiesto: se ci fate avere i dati. Ve l'ha chiesto la presidente della Commissione trasporti e ve l'ha chiesto la Commissione trasporti: i dati! Chiedeteli al Ministero dell'Interno se non ve li danno ma, se state facendo i controlli a campione, evidentemente questi dati ce li avete. Stiamo parlando di meno di 40 controlli a campione (17 più 22) su 8.000 comuni. Diciamo che togliamo un quinto di quelli che non hanno consegnato la relazione - che dovrebbero essere sanzionati solo per quello, ma magari sono piccoli comuni, che neanche fanno multe, non lo so -, ma insomma io trovo questa situazione surreale. Sono 12 anni che esiste questa norma nel codice della strada, ma non c'è stato un comune che sia stato sanzionato per non aver consegnato la relazione o per aver consegnato relazioni che non corrispondono alle finalità previste dal codice. Sempre da 12 anni ci aspettiamo una regolamentazione degli autovelox che sono - guarda caso - nascosti agli angoli delle strade e fanno più cassa che sicurezza stradale; da 12 anni non si riesce a fare una regolamentazione perché magari i comuni non vogliono, perché fanno cassa e allora la bloccano nell'ambito della Conferenza Stato-autonomie locali. Insomma, i cittadini se sbagliano, se violano il codice della strada, vengono multati e allora lo stesso trattamento deve riguardare anche le amministrazioni locali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io non me la prendo con lei, Ministro. Questa seduta di question time testimonia che il Ministero che lei dirige è un Ministero complesso che si occupa di centinaia di temi importantissimi, però questo tema non è secondario: in un momento in cui aumenta il prezzo dei carburanti e di tutto il resto, noi non possiamo permetterci di buttare un solo euro delle tasche dei cittadini italiani. Se la legge dice che la metà degli introiti delle multe stradali normali e il 100 per cento di quelli derivanti dalle multe fatte con gli autovelox devono essere spesi per la sicurezza e la manutenzione stradale, voi avete il dovere di controllare, perché poi ci si ritrova magari con il paradosso di comuni piccoli che fanno centinaia di migliaia di euro con l'autovelox e hanno pure le strade piene di buche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa cosa è intollerabile! Allora, io le faccio un appello. E' da settembre che chiediamo questi dati. Ci avete dato l'indirizzo della piattaforma del Ministero dell'Interno cui devono essere consegnate le relazioni entro il 31 maggio di quest'anno, ma a quell'indirizzo non c'è niente.

Io non me la prendo con lei, perché lei viene qui a fare il frontman di un disagio. Io sono anni che mi batto su questo fronte. Io questa materia la conosco come le mie tasche e non mi accontento di questa risposta. Fateci il piacere: lavoriamoci insieme! Siamo in maggioranza e stiamo al Governo insieme? Lavoriamo su questo tema. È intollerabile che i cittadini quando violano il codice della strada vengano puniti e quando lo fanno le amministrazioni si chiuda un occhio. Sono anni che questo andazzo va avanti; è ora di dire basta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

(Iniziative di competenza volte alla realizzazione di un progetto di alta velocità ferroviaria lungo la dorsale adriatica della regione Marche compatibile sotto il profilo ambientale e turistico – n. 3-02935)

PRESIDENTE. Il deputato Prisco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02935 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Con la stipula del protocollo d'intesa per lo sviluppo del Corridoio adriatico del 24 ottobre 2020 tra il suo Ministero e le regioni adriatiche, l'amministrazione regionale marchigiana, in particolare, guidata dal presidente Francesco Acquaroli di Fratelli d'Italia, le ha chiesto di superare il ritardo infrastrutturale della dorsale adriatica con la realizzazione di un'alta velocità ferroviaria che possa valorizzare quei territori ad alta vocazione turistica. La risposta del suo Ministero è stato un progetto di incremento del trasporto merci: 176 treni al giorno, un treno ogni 8 minuti.

Vede Ministro, Fratelli d'Italia è favorevole alle opere che servono all'Italia, ma in questo caso si pretende di utilizzare una ferrovia dell'Ottocento, nata per i passeggeri, a ridosso dei centri abitati, delle spiagge e delle strutture turistiche per il trasporto merci.

Siamo, quindi, a chiederle se non ritenga di voler condividere con il territorio una progettazione alternativa e compatibile con la vocazione turistica di quelle aree, senza passare sopra la testa dei cittadini, delle imprese e delle amministrazioni locali, che per lo più si sono già espresse contrariamente a questo suo progetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Intanto mi fa piacere che ci sia questo tipo di dibattito - lo abbiamo sentito prima anche dagli onorevoli di LEU - perché vuol dire che si stanno facendo le infrastrutture che da decenni erano ferme. Con la legge di bilancio del 2022, infatti, sono stati stanziati 5 miliardi di euro per interventi: di miglioramento trasportistico e urbano - non solo trasportistico - sulla linea ferroviaria adriatica, con l'obiettivo di ridurre i tempi di percorrenza dei passeggeri, favorendo una più efficace accessibilità dei territori e una migliore connettività. L'effettuazione dei lavori previsti, infatti, ridurrà i tempi di percorrenza da Bari a Bologna di circa un'ora; per garantire - secondo punto - e rafforzare il trasporto ferroviario delle merci in sinergia con i porti del Corridoio adriatico, cioè Pesaro, Ancona, Ortona, Vasto, Termoli, Manfredonia, Barletta, Bari, Brindisi e Taranto, su cui, tra l'altro, ci sono cospicui investimenti decisi da questo Governo attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza e altri fondi, mediante interventi che a regime consentiranno di incrementare l'attuale capacità della linea; terzo punto, ammodernare i sistemi tecnologici e di sicurezza della linea; quarto punto, innovare sotto il profilo funzionale e urbanistico le principali stazioni della linea a beneficio dell'utenza, dei turisti e della popolazione residente, anche attraverso interventi di rigenerazione urbana.

Oltre al miglioramento del sistema trasportistico nazionale, l'intervento produrrà una riduzione dell'impatto della rete ferroviaria sui territori attraverso la realizzazione di bypass che consentano, ove possibile, il passaggio dei treni veloci e dei treni merci su un nuovo tracciato interno, prevedendo l'utilizzo della linea ferroviaria costiera per il solo trasporto pubblico locale, ovvero un suo arretramento con impiego del sedime ferroviario per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana a tutela della costa. A tale proposito, ricordo che la richiesta di potenziamento e ammodernamento della linea adriatica era stata avanzata proprio dai presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, con una lettera congiunta pervenuta in data 12 agosto 2021. Da allora si sono svolte numerose interazioni con gli stessi presidenti e con i loro staff tecnici, così da individuare le migliori soluzioni per realizzare l'ammodernamento e il potenziamento della linea.

All'esito di tali interlocuzioni, ho incontrato i presidenti delle cinque regioni in data 23 marzo 2022. In tale occasione i presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise e Puglia hanno espresso la loro soddisfazione per le proposte di tracciato avanzato da Rete ferroviaria italiana, pur segnalando possibili miglioramenti da realizzare a valere su futuri finanziamenti che si dovessero rendere disponibili nonché avanzando richieste di intervento per ridurre l'impatto sul territorio del potenziamento della linea ferroviaria.

Per ciò che concerne le osservazioni formulate dalla regione Marche, Rete ferroviaria italiana ha lavorato, nelle scorse settimane, esattamente per valutare i miglioramenti progettuali che, in coerenza con gli obiettivi sopra ricordati, superino, attraverso una soluzione condivisa, le problematicità evidenziate dagli onorevoli interroganti. Il Ministero organizzerà prossimamente incontri con i tecnici della regione Marche per esaminare tali proposte, nello spirito di collaborazione istituzionale che ha caratterizzato l'intera vicenda.

PRESIDENTE. La deputata Albano ha facoltà di replicare.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, Fratelli d'Italia non è soddisfatta della sua risposta e non poteva essere altrimenti, perché in realtà noi stiamo parlando di un progetto per il nostro territorio assolutamente irricevibile. Stiamo parlando del potenziamento di treni, ma non di treni passeggeri, come correttamente e giustamente la regione Marche aveva chiesto all'inizio dell'insediamento della giunta, ma stiamo parlando di treni merci e lo ha detto il collega Prisco: sono 176 treni al giorno - un treno ogni 8 minuti su una ferrovia ottocentesca - che passano a 200 chilometri all'ora. Questi dati sono stati forniti da RFI al suo Ministero e, quindi, presumiamo che siano dati anche plausibili, perché c'è il passaggio del trasporto da gomma a ferrovia. Ebbene, questi treni passano sulla costa adriatica, attraversando case, paesi, città, spiagge, dune, pinete e stabilimenti balneari, rendendo impossibile la vita degli abitanti - io sono un'abitante di quella zona e so bene cosa significa vivere vicino al treno merci che passa a 200 chilometri all'ora - e soprattutto un danno enorme per l'economia di una regione a vocazione turistica, che vede nel comparto balneare la punta di diamante di tutta la sua economia, con un importante indotto di migliaia di imprese alberghiere e della ristorazione che si vedono a rischio. Ebbene, tutto questo per una presunta transizione ecologica, che, però, va a danneggiare l'ambiente utilizzando vecchia infrastruttura, un'infrastruttura ottocentesca a due binari sui quali passano ancora i treni a vapore, se vogliamo farli passare.

Questa scelta, signor Ministro, è totalmente incompatibile con il territorio. È vero che c'è un investimento in infrastrutture, ma questo investimento in infrastrutture, con un arretramento e con dei bypass, riguarda solo una piccola parte della regione e una sola città. Noi, invece, chiediamo che tutto questo venga fatto per l'intera regione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché sono 400 mila abitanti sulla costa e sono più di venti comuni sulla costa che hanno bisogno di questa infrastruttura, che poi sia dedicata soprattutto al trasporto passeggeri proprio per la vocazione turistica. In questo siamo sostenuti anche da tutti i sindaci, che in questo momento sono contrari, profondamente contrari.

Una cosa in questa sede - e concludo, signor Presidente - sia chiara: su questo tema, che è così determinante e così decisivo per la nostra regione, per la regione Marche, che è la mia regione, per l'Italia, per l'Europa, perché è fondamentale anche per questa, Fratelli d'Italia non accetterà delle imposizioni da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e meno ancora dai suoi tecnici. Non accetterà neppure che da parte del suo Ministero - quindi, si informi - vengano ventilate ipotetiche ripercussioni per questa posizione…

PRESIDENTE. Deve concludere.

LUCIA ALBANO (FDI). …su una regione che ha come unico scopo quello di difendere i propri cittadini e il proprio territorio. Non costringeteci, quindi, a rendere tali sconvenienti azioni oggetto di prossime interrogazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

La seduta, sospesa alle 16,10 è ripresa alle 16,20.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Baldelli, Barelli, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Cancelleri, Casa, Cirielli, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Giachetti, Giacomoni, Grande, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Maggioni, Marin, Migliore, Molinari, Mule', Mura, Nardi, Nesci, Parolo, Perantoni, Rizzo, Romaniello, Ruocco, Scalfarotto, Serracchiani, Silli, Tabacci, Tateo, Vignaroli, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 122, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo sull'aumento dei pedaggi e sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una informativa urgente del Governo sull'aumento dei pedaggi e sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.

Come già comunicato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la Presidenza ha attribuito tempi aggiuntivi al gruppo Fratelli d'Italia, nonché alle componenti politiche di opposizione del gruppo Misto. A seguito di richiesta, e considerati i tempi aggiuntivi attribuitigli, la Presidenza ha valutato di consentire altresì - al gruppo Fratelli d'Italia ed in via eccezionale - di utilizzare il tempo disponibile per lo svolgimento di due interventi.

(Intervento del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Colleghi, per favore, vi chiedo un po' di silenzio!

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Illustre Presidente, gentili onorevoli, le problematiche che riguardano il collegamento autostradale A24 Roma-L'Aquila-Teramo e il tronco A25 Torano-Pescara sono molto complesse, anche perché la loro origine risale a più di dieci anni fa. Pertanto, al fine di rappresentare a codesta Assemblea un quadro esaustivo dello stato dell'arte, da cui derivano anche i processi decisionali dell'amministrazione competente e del Governo nel suo complesso, ritengo necessario ripercorrere in senso cronologico l'evoluzione dei rapporti riguardante la concessione autostradale in oggetto, soffermandomi, in particolare, sui profili di natura tariffaria e quelli legati agli interventi di messa in sicurezza dell'infrastruttura.

La tratta autostradale assentita in concessione si sviluppa per 281 chilometri in un territorio dalla morfologia complessa, con elevati dislivelli e rigide condizioni climatiche. La tratta autostradale si caratterizza per la presenza di molteplici opere d'arte, 26 gallerie, 133 ponti e viadotti. Sulla tratta insiste, inoltre, il traforo del Gran Sasso costituito da due canne per una lunghezza di 10 chilometri circa che attraversa l'Appennino abruzzese, passando appunto sotto il massiccio del Gran Sasso. L'elevata presenza di viadotti e gallerie incide significativamente sugli oneri di gestione a causa dei maggiori interventi richiesti per assicurarne la funzionalità.

Le rigide condizioni climatiche e l'elevata escursione termica che si manifesta nel territorio rappresentano un altro elemento tipico di questa autostrada, che impone di intervenire periodicamente per il ripristino dei fenomeni di erosione, indotti dalle ridotte temperature e dal maggiore impiego di sale e cloruri nel periodo invernale. Rispetto ad altre tratte autostradali assentite in concessione, l'autostrada in questione si caratterizza anche per una limitata domanda di traffico, composta in misura prevalente dall'utenza ricompresa nella fascia urbana di Roma e da quella connessa ai flussi turistici. La limitata domanda di traffico determina una ridotta capacità di autofinanziamento, che trova preminente impiego nella copertura delle spese operative. Peraltro, l'unicità di questa autostrada riguarda anche i livelli tariffari applicati sulla base delle previsioni definite nella convenzione, superiori a quelli medi del settore autostradale. Tale condizione rappresenta un limite all'impiego della leva tariffaria per il finanziamento di nuove opere.

Inizio dal tema del rapporto concessorio, cominciando dal periodo del 2011-2012. La società Strada dei Parchi (nel seguito indicata anche come la “Società”) è attualmente concessionaria del citato collegamento autostradale, a seguito della procedura di gara esperita dal concedente pro tempore ANAS Spa, in data 1° ottobre 2001. Infatti, la società di progetto Strada dei Parchi è subentrata il 2 settembre 2002 nel rapporto concessorio, originariamente stipulato il 20 dicembre 2001 tra ANAS Spa e l'associazione temporanea di impresa aggiudicataria, costituita da Autostrade Spa e Toto Spa, diventato efficace con decreto interministeriale del 24 aprile 2002. La convenzione di concessione definita a dicembre 2001 è basata sulle seguenti condizioni: primo, gestione delle tratte autostradali sino al 31 dicembre 2030; secondo, realizzazione a cura del concessionario di un piano di investimenti per una spesa stimata di 131 milioni di euro; terzo, realizzazione a cura del concessionario di un piano di investimenti in manutenzione straordinaria per 179 milioni di euro; quarto, realizzazione di un programma di manutenzione ordinaria a cura del concessionario per 768 milioni di euro. Gli impegni del concessionario includono anche la corresponsione del corrispettivo al concedente, corrispondente al valore attuale di 749 milioni di euro, scontati al tasso del 6 per cento, da erogare con rate fisse sino alla scadenza della concessione, pari a 54,4 milioni di euro all'anno. La convenzione disciplina gli obblighi del concessionario, che includono, tra l'altro, la gestione tecnica delle infrastrutture, il mantenimento della funzionalità delle tratte autostradali attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse, l'affidamento di lavori, servizi e forniture a terzi nel rispetto della normativa vigente. È previsto, inoltre, che il piano economico finanziario (PEF) sia aggiornato, al termine di ciascun quinquennio, in conformità a quanto previsto dall'articolo 2, commi 82 e seguenti, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, nonché dalla delibera CIPE n. 39 del 15 giugno 2007. Inoltre, in presenza di un nuovo programma di investimenti ovvero di eventi straordinari che determinano un'alterazione dell'equilibrio economico-finanziario, è contemplata la possibilità da parte del concedente e del concessionario di richiedere la revisione della convenzione.

Ai sensi della normativa vigente (in particolare, l'articolo 14 del decreto legislativo n. 285 del 1992) è attribuito al concessionario l'esercizio dei poteri e dei compiti dell'ente proprietario della strada, consistenti tra l'altro: nella manutenzione, gestione e pulizia della strada, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi; nel controllo tecnico dell'efficienza delle strade e relative pertinenze; nella apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta. In data 18 novembre 2009, il rapporto concessorio è stato integrato con la sottoscrizione della convenzione unica, prevista dalla legge n. 296 del 2006 e integrata con l'atto di recepimento della delibera CIPE n. 20 del 13 maggio 2010, sottoscritto il 29 novembre 2010. A seguito degli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo nel 2009, il legislatore ha previsto (articolo 1, comma 173, della legge n. 228 del 2012) la possibilità da parte del Governo di procedere alla revisione della convenzione, onde consentire l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza sismica e le ulteriori opere rese obbligatorie dalla normativa tecnica intervenuta. La stessa norma ha annoverato le autostrade A24 e A25 tra le infrastrutture strategiche ai fini di protezione civile.

Veniamo ora al periodo 2013-2018. Alla scadenza del primo periodo regolatorio (31 dicembre 2013), la Società ha presentato al concedente una proposta di aggiornamento del PEF, riformulata più volte a seguito delle interlocuzioni con il Ministero, che assumeva costantemente parametri divergenti rispetto a quelli definiti in sede di gara. Infatti, tale proposta si caratterizzava per la previsione di un programma di riqualificazione dell'intero tracciato autostradale con modifiche delle geometrie, anche attraverso l'esecuzione di tratte in variante. L'intero piano di investimenti proposto assumeva una spesa stimata di 6,9 miliardi di euro. Stante l'entità della spesa e la limitata capacità di autofinanziamento della Società, ascrivibile prevalentemente ai già citati limitati volumi di traffico, le condizioni di equilibrio del PEF 2013 risultavano assicurate esclusivamente mediante un'estensione della scadenza della concessione di dieci anni e il ricorso alla contribuzione pubblica e ad altre misure compensative. L'istruttoria, eseguita sul PEF 2013 dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (d'ora in poi MIT) congiuntamente ad altre amministrazioni competenti, non ha consentito di valutare favorevolmente tale proposta, in considerazione delle significative criticità di natura tecnica, economica e giuridica. Conseguentemente lo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha più volte richiesto alla Società di procedere alla riformulazione della proposta di piano, assumendo ipotesi maggiormente realistiche e circoscritte all'esecuzione degli investimenti riconducibili alla legge n. 228 del 2012, anche mediante una programmazione suddivisa in fasi.

Nell'ambito di tale prolungato confronto, nel mese di novembre 2013 - quindi quasi tre anni dopo l'invio del PEF - la Società ha sviluppato un'ulteriore proposta, articolata in due fasi operative all'interno di un programma di adeguamento da svolgere interamente sul tracciato esistente, per una spesa stimata di 2,971 miliardi di euro, poi aggiornati a 3,15 miliardi di euro in occasione della riformulazione della proposta, formalizzata in data 13 giugno 2018, quindi, un anno e mezzo dopo la precedente. In adesione alla citata legge n. 228 del 2012, il MIT ha avviato un primo confronto con gli uffici della Commissione europea, per accertare la compatibilità di tale nuova proposta con le norme comunitarie. Nell'ambito di tale interlocuzione informale è stato anche convenuto di avanzare una richiesta di parere al Consiglio superiore dei lavori pubblici sulla proposta di PEF. Il Consiglio, in data 22 settembre 2017, ha evidenziato che, cito, “il tipo e la natura degli interventi previsti non possono che essere attuati secondo un programma improntato a gradualità. In merito alla congruità dei costi, data anche la segnalata carenza e incoerenza della documentazione trasmessa, non si esprimono considerazioni di dettaglio, salvo riconoscere una stima prudenziale connessa alle soluzioni tecniche proposte e alle ipotesi conservative assunte nel progetto preliminare, che dovranno essere giustificate, sviluppate, approfondite”, fine della citazione.

Il 5 gennaio 2018, il MIT, in concorde avviso con le amministrazioni concertanti, peraltro richiamate nell'informativa al CIPE del 22 dicembre 2017, ha formalmente rappresentato alla Società l'inammissibilità della proposta di PEF di novembre 2016, anticipando che si sarebbe proceduto a un ulteriore confronto, rivolto a verificare ipotesi operative alternative. A tal fine, in pari data, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti pro tempore ha istituito un tavolo di lavoro, per superare le criticità rilevate nelle proposte del concessionario, con il coinvolgimento delle amministrazioni concertanti, della Società e dei rappresentanti degli enti territoriali.

La presenza degli enti territoriali rispondeva alla necessità di tener conto di quanto rappresentato più volte dagli stessi enti, cioè quella di escludere ulteriori incrementi tariffari ritenuti non sostenibili per l'utenza in considerazione del già elevato livello tariffario prevalente. Gli esiti di tale confronto hanno confermato la permanenza di valutazioni differenti tra le amministrazioni e la società. Con il decreto-legge n. 109 del 2018, il cosiddetto “decreto Genova”, il quadro di riferimento è ulteriormente mutato. Infatti, è stata demandata all'Autorità di regolazione dei trasporti la competenza per l'adozione di un nuovo regime tariffario anche per le società in vigenza di contratto, tra cui Strada dei Parchi Spa. E veniamo ora al biennio 2019-2020. Sulla base della nuova cornice regolatoria, a giugno 2019 la società ha presentato una proposta aggiornata di revisione del rapporto concessorio dalla quale emergono le seguenti condizioni: un programma di investimenti pari a 3,14 miliardi di euro, contributi pubblici per 2 miliardi di euro, un autofinanziamento pari a 1,14 miliardi di euro, un indennizzo da subentro pari a 1,007 miliardi di euro al valore nominale, proroga della concessione di dieci anni dal 2030 al 2040, estinzione del credito verso il concedente, cioè ANAS, per 650 milioni di euro e apporto di capitale proprio per 257 milioni di euro; infine, incremento tariffario annuo pari al 2,5 per cento per il periodo 2020-2022 e al 3,7 per cento a decorrere dal 2023 fino alla fine della concessione. Anche su tale nuovo piano la direzione generale competente del MIT, nell'espletamento dell'attività istruttoria preordinata all'esame dell'argomento al CIPE, ha evidenziato, con nota del 22 luglio 2019, le seguenti criticità: primo, la modalità di quantificazione del credito da poste figurative, che determina un credito non riconosciuto formalmente all'amministrazione; secondo, la non accettabilità delle misure compensative, in particolare il proposto annullamento del prezzo di concessione, in quanto incompatibili con il quadro normativo di riferimento, tenuto anche conto della sentenza n. 181 del 2019 della Corte costituzionale; terzo, le variazioni tariffarie annue previste a decorrere dall'anno 2023, 3,27 per cento, non sostenibili sotto il profilo sociale, tenuto conto in particolare del livello tariffario iniziale già elevato e delle istanze avanzate dai rappresentanti degli enti territoriali; quarto, il rischio connesso al trasferimento del traffico su viabilità alternative per effetto del rilevante livello tariffario; quinto, la compatibilità della modifica contrattuale con i limiti imposti dal diritto comunitario, segnatamente l'articolo 43 della direttiva 2014/23/UE in materia di modifica dei contratti.

Il 1° agosto 2019 il CIPE ha preso atto della proposta di PEF e ha disposto di rimettere tutta la documentazione alla Commissione europea per la preventiva verifica di tutti i profili di compatibilità con le norme comunitarie. Il 27 settembre 2019 il MIT ha inoltrato agli uffici della Commissione europea la documentazione di riferimento, corredata dalla proposta di piano economico-finanziario, dalla proposta di primo piano finanziario di convalida, dal parere dell'Autorità di regolazione dei trasporti e dalle valutazioni di merito della direzione generale competente del Ministero. Il 28 ottobre 2019 gli uffici della Commissione europea hanno rilevato che: primo, la proroga di 10 anni della commissione appare essere una misura in grado di incidere negativamente sulla concorrenza per l'accesso alla gestione dell'infrastruttura, nonché una modifica sostanziale al contratto di concessione; secondo, l'esborso di una somma pari a 2 miliardi di euro da parte delle autorità italiane, pur nella forma stralciata, configura a una prima analisi un aiuto di Stato, la cui compatibilità con il mercato interno andrebbe valutata alla luce della normativa europea, nonché una modifica sostanziale al contratto di concessione; terzo, relativamente all'impatto dei lavori aggiuntivi sul valore della concessione non si ritiene possibile tenere in considerazione lo “studio predisposto per conto della società perché - citazione - le autorità italiane non ne hanno mai fatte proprie le risultanze”.

Allo stesso tempo, lo studio risulta inconciliabile con i dati forniti dalle autorità italiane. Dunque anche la proposta di PEF del 2019 presentava elementi di criticità rilevati sia dal Ministero concedente che dalle autorità europee relativi principalmente alla sostenibilità delle variazioni tariffarie e all'incompatibilità con le norme in materia di aiuti di Stato. A seguito del progressivo allungamento dei tempi per il perfezionamento della procedura di aggiornamento del piano economico-finanziario, la società ha presentato ricorso contro l'amministrazione, richiedendo l'accertamento dell'inerzia del MIT e l'emissione del provvedimento di chiusura del procedimento in questione. Con sentenza n. 3537 del 2018 il TAR Lazio ha ritenuto che la disposizione della competente direzione generale del 5 gennaio 2018, con la quale si rigettava definitivamente la proposta della società formulata nel novembre 2016, risultasse idonea alla chiusura del procedimento.

A seguito dell'appello presentato dalla società, il Consiglio di Stato, con sentenza del 17 luglio 2019, n. 5022, in discontinuità con le precedenti pronunce, ha affermato “l'obbligo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di adottare un provvedimento espresso che compiutamente concluda il procedimento di aggiornamento e revisione del PEF entro il termine fissato nella data del 30 ottobre 2019”. Per conformarsi alla suindicata ordinanza, la Direzione generale del MIT, con nota del 19 febbraio 2020, ha comunicato alla società che anche la proposta di piano economico-finanziario datata luglio 2019 “presenta allo stato attuale elementi di criticità rilevati dalle autorità italiane ed europee tali da precluderne la favorevole valutazione” e che “il rigetto della proposta di PEF determina la conclusione del relativo procedimento amministrativo”.

La suddetta determinazione è stata considerata non idonea alla conclusione della procedura da parte del Consiglio di Stato che, con ordinanza 2413 del 2020, ha nominato un commissario ad acta nella persona del Capo Dipartimento per il coordinamento amministrativo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al commissario ad acta è stato assegnato l'incarico di portare a compimento il processo di approvazione di un nuovo piano economico-finanziario. Veniamo, infine, all'ultimo biennio: il 5 maggio 2021 è stata elaborata dalla società una nuova proposta di PEF, che è stata sottoposta dal commissario ad acta per le valutazioni tecniche al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, MIMS, al Ministero dell'Economia e delle finanze e al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La nuova proposta prevede, in deroga ai vincoli introdotti dall'articolo 206 del decreto-legge n. 34 del 2020, l'esecuzione di interventi da parte della stessa società per complessivi 2,8 miliardi di euro, considerati quota parte del piano generale predisposto dal commissario straordinario, contemplato dallo stesso articolo 206 del citato decreto-legge come soggetto titolare per la messa in sicurezza dell'autostrada.

Tenuto conto delle valutazioni formulate dalle suddette amministrazioni, il commissario ad acta, in occasione dell'incontro tenutosi il 19 ottobre 2021, ha rappresentato alla società l'assenza dei presupposti per l'ammissibilità della proposta del 5 maggio 2021 e ha evidenziato le condizioni entro cui poter procedere alla valutazione di una nuova proposta di piano economico-finanziario, esplicitando la necessità di assumere parametri coerenti con il quadro regolatorio e normativo di riferimento. In data 16 dicembre 2021 la società ha inoltrato al commissario ad acta una nuova proposta di piano economico-finanziario che non prevede a carico del concessionario investimenti per la messa in sicurezza antisismica, ma contempla la sola gestione ordinaria dell'autostrada sino all'attuale termine del contratto, cioè il 2030.

Anche tale proposta ha incontrato le perplessità da parte della direzione generale competente del MIMS, che, con nota del 29 dicembre 2021, per gli ambiti di competenza ha rappresentato al commissario ad acta la sussistenza di evidenti limiti di sostenibilità economica del piano. Infatti, vista la ridotta capacità di autofinanziamento del concessionario, le condizioni di equilibrio economico della sola gestione possono essere assicurate, in assenza di ulteriori misure compensative, solo attraverso un incremento tariffario del 15,81 per cento, da qui al 2030, rispetto alle tariffe attuali.

Come emerge chiaramente dalle analisi svolte nel corso del tempo, i diversi piani economico finanziari proposti dal concessionario negli anni 2013, 2016, 2019 e due nel 2021 prevedevano, oltre che le criticità sopra illustrate, incrementi tariffari non sostenibili socialmente, tenuto conto sia del livello tariffario attuale, già molto elevato, sia delle istanze del territorio.

Di conseguenza, il 13 aprile 2022, il MIMS ha segnalato al commissario ad acta l'esigenza di pervenire alla definizione della procedura in questione in tempi celeri, previa la pronuncia del CIPESS. La formale pronuncia del CIPESS sull'ultima proposta dei PEF presentata dalla società è stata posta all'ordine del giorno della riunione che si terrà domani, 5 maggio 2022. Essa consentirà l'espletamento del mandato da parte del commissario ad acta e l'ottemperanza alla sentenza del Consiglio di Stato in ordine al perfezionamento del procedimento.

Infine si segnala che, nell'esercizio delle funzioni di concedente e in esito alle attività di vigilanza previste dalla convenzione e intensificatesi dal 2018 anche con verifiche di natura straordinaria, il Ministero ha rilevato molteplici profili di criticità nella gestione del rapporto concessorio. Peraltro, si segnala che la condotta della società con riferimento alla manutenzione delle infrastrutture è oggetto anche di indagini giudiziarie.

Al fine di procedere a una valutazione d'insieme sull'operato del concessionario e sulla sussistenza dei presupposti di inadempimento, con decreto ministeriale n. 65 del 5 febbraio 2021, è stata istituita un'apposita commissione di verifica, successivamente aggiornata con decreto ministeriale del 10 agosto 2021, n. 321.

Con la relazione preliminare resa il 6 dicembre 2021 e la relazione definitiva del 20 gennaio 2022, la commissione di verifica ha confermato la sussistenza di profili di criticità, principalmente incentrati su ritardi nelle attività manutentive. Sulla base degli elementi informativi assunti, questo Ministero, in data 28 dicembre 2021, ha formalizzato alla società una contestazione di grave inadempimento agli obblighi concessori, assegnandole congruo termine per le controdeduzioni. Sono attualmente in corso le verifiche sulle controdeduzioni presentate.

In conclusione, in ragione di quanto fin qui ricordato e nelle more della definizione dei procedimenti avviati, il Governo ritiene opportuno operare per far sì che l'attuale blocco delle tariffe delle tratte autostradali in questione, previsto fino al 30 giugno 2022, venga prorogato al 31 dicembre 2022. Infine, per ciò che riguarda i lavori per la messa in sicurezza, si segnala che, già nel corso del 2019, nelle more della definizione del rapporto concessorio, il MIT ha pianificato delle verifiche di natura straordinaria che hanno riguardato anche lo stato di funzionalità dei viadotti. In ottemperanza alle indicazioni espresse dagli ispettori ministeriali, il concessionario, con specifiche ordinanze, ha apposto delle limitazioni volte a ripristinare gli indicatori di transitabilità contemplati dalla normativa tecnica di riferimento. Le misure di sicurezza, che variano in considerazione della specificità dei manufatti, risultano attualmente vigenti e sono attive anche in corrispondenza del traforo del Gran Sasso.

In considerazione dell'allungamento dei tempi per l'aggiornamento del piano economico finanziario, il MIT ha anche disposto l'esecuzione di programmi stralcio, finalizzati all'esecuzione di interventi non procrastinabili e, in particolare, in data 8 agosto 2017, è stato approvato, con decreto ministeriale, un piano economico finanziario di convalida (primo piano stralcio), che disciplina interventi attualmente e interamente completati per la prevenzione dello scalinamento dei viadotti, per una spesa complessiva di 162 milioni di euro.

In data 23 gennaio 2019, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il MIT e la società, avente ad oggetto l'esecuzione di un programma di messa in sicurezza urgente, per una spesa stimata di 192 milioni di euro (secondo piano stralcio). Tale programma risulta attualmente in corso di esecuzione ed è finanziato integralmente con fondi pubblici, previsti dalla legge n. 123 del 2017.

A decorrere dal 2019, il Ministero, attraverso atti di propria emanazione, ha dato notevole impulso all'espletamento delle attività di monitoraggio, verifica e ispezione delle infrastrutture stradali e autostradali; allo stesso tempo, sono stati fissati nuovi standard per le attività di manutenzione e la programmazione delle opere di ripristino. A tale proposito, si ricorda che i profili di sicurezza della rete autostradale sono sottoposti a verifica anche da parte dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA). Le competenze dell'Agenzia contemplano anche ispezioni in loco e il potere di inibizione al transito nei casi estremi.

Stante l'inammissibilità della proposta di revisione convenzionale presentata a più riprese dalla società e dalla contestuale esigenza di assicurare l'attuazione di un programma di riqualificazione dell'autostrada, il legislatore, con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito in legge 17 luglio 2020, n. 77, all'articolo 206, ha disposto la realizzazione degli interventi direttamente a carico dello Stato attraverso la nomina di un commissario straordinario avente funzione di stazione appaltante e poteri derogatori ai sensi del decreto-legge cosiddetto Sblocca cantieri. La stessa norma ha stabilito che il concessionario autostradale è tenuto a proseguire esclusivamente nella gestione ordinaria dell'intera infrastruttura, riscuotendo i relativi pedaggi.

Le attività assentite al commissario straordinario per la sicurezza antisismica, istituito con decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, prevedono, rispettivamente, la messa in sicurezza antisismica, il ripristino della funzionalità delle autostrade e il coordinamento dei lavori per l'adeguamento alla normativa tecnica nazionale ed europea. Tale programma consiste in una riqualificazione dell'intero corridoio autostradale secondo una pianificazione di lungo termine. Le scelte del legislatore con la richiamata norma configurano un nuovo scenario per il quale tutti gli interventi di adeguamento dell'autostrada sono realizzati direttamente dallo Stato mediante ricorso a gare pubbliche, rimanendo in tal modo definitivamente superata l'ipotesi recepita nei piani economici finanziari del luglio 2019 e del maggio 2021 che configuravano l'esecuzione dei lavori in forma diretta da parte della società Strada dei Parchi, mediante la società Toto Costruzioni Generali, anch'essa facente parte del medesimo gruppo, al cui vertice si trova la Toto holding.

In ossequio al mandato ricevuto, il commissario straordinario ha predisposto il programma di adeguamento dell'autostrada, che prevede un impegno di spesa complessivo pari a 6,5 miliardi di euro distinto in due fasi: una prima, per una spesa pari a 5,2 miliardi, da completarsi entro il 2025, una seconda, per una spesa pari a 1,3 miliardi di euro, da realizzare dopo il 2025.

Per consentire l'attuazione del programma di lavori di riqualificazione autostradale e prevenzione del rischio sismico, con separate misure normative, sono state stanziate risorse pubbliche, attualmente quantificabili in 3,1 miliardi di euro, di cui 2,1 a valere sul Fondo infrastrutture e un miliardo sul Fondo complementare al PNRR. Ovviamente, il programma sviluppato dal commissario straordinario tiene conto dei vincoli temporali di spesa previsti con le risorse assicurate attraverso il Fondo complementare al PNRR.

In attuazione delle disposizioni contemplate dal richiamato articolo 206 del decreto-legge n. 34 del 2020, il commissario straordinario ha anticipato la possibilità di assentire al concessionario una quota parte degli interventi aventi caratteristiche residuali e indifferibili. Gli interventi affidabili al concessionario da parte del commissario straordinario sono stati individuati sulla base di una specifica metodologia, che considera un indicatore di priorità.

Le tratte considerate a maggiore criticità sono concentrate nel ramo Roma-Torano della A24, sul quale pesano il maggior traffico e il maggior grado di ammaloramento delle strutture, quasi tutte realizzate alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, e nel ramo Torano-Pescara della A25, dove la criticità sismica, oltre a quella geometrica del tracciato è preponderante.

La suddivisione in tratte dei rami principali dell'infrastruttura segue il criterio di funzionalità della singola tratta, per cui è possibile attivare progressivamente il loro esercizio in maniera indipendente l'una dall'altra, senza ripercussioni per il traffico. Gli interventi considerati prioritari includono anche la sostituzione e il potenziamento delle reti antiintrusione, che si è resa necessaria in conseguenza del significativo incremento della fauna selvatica e di frequenti invasioni sulla carreggiata da parte di animali.

La pianificazione dei succitati interventi speditivi è stata in parte condizionata dall'avvicendamento nella figura del commissario straordinario, infatti il commissario straordinario, ingegner Maurizio Gentile, nominato con DPCM del 24 settembre 2020, ha rassegnato le proprie dimissioni con effetto dal 31 gennaio 2021. Il nuovo commissario è stato individuato nella persona del vice avvocato generale dello Stato, Marco Corsini. La sua nomina, condivisa con il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, acquisito il concerto del Ministro dell'Economia e delle finanze, è divenuta efficace l'8 aprile 2022, con la registrazione da parte della Corte dei conti. Il Ministero, nelle scorse settimane, ha richiesto al nuovo commissario di procedere a verificare congiuntamente le lavorazioni non procrastinabili, per le quali, nell'ambito dei poteri contemplati dalla norma di riferimento, potranno essere definite modalità rapide di affidamento ed esecuzione dei lavori.

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare la deputata Grippa. Ne ha facoltà.

CARMELA GRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, sapere da lei, signor Ministro, che il Governo è pronto a congelare l'aumento del 34 per cento delle tariffe ci fa dire che stiamo facendo davvero l'interesse dei cittadini. Una stangata stava per abbattersi su pendolari e lavoratori che quotidianamente usano la Strada dei Parchi. Sono felice, prima come cittadina abruzzese, poi da parlamentare, che si sia evitata un'ingiustizia, che sarebbe inevitabilmente ricaduta sull'economia dei comuni in una zona che ha sofferto già molto.

Ora però dobbiamo guardare avanti, al futuro di queste comunità e alla sicurezza di un'arteria fondamentale per il Paese. Il quadro che si sta delineando sulla più importante infrastruttura stradale per la regione Abruzzo continua a preoccuparci, sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per la corretta applicazione delle tariffe. Nel tempo vi è stata tutta una serie di contatti - scambio di lettere di intenti e contestazioni, rimpalli di responsabilità - tra la direzione del Ministero, di cui lei, signor Ministro, è titolare, e il concessionario Strada dei Parchi, eppure oggi siamo ancora ad interrogarci su come e cosa sia necessario scegliere per uscire da questo impasse. Abbiamo davanti a noi una situazione complessa e delicata, che non può essere affrontata con superficialità, a cominciare proprio dalla mancata approvazione del Piano economico finanziario, scaduto nel 2014 e mai più rinnovato. Una soluzione sembrava vicina nel 2019, con la presentazione di un Piano da parte dell'allora Ministro Toninelli che, seppur con alcune criticità, avrebbe potuto essere la base di un quadro di gestione dal quale partire.

Ad oggi, quel Piano rappresenta il punto di sintesi più avanzato di un percorso che è stato condiviso con la società concessionaria. Da allora, poco si è fatto: si è puntato soltanto al contenimento dei pedaggi, in attesa di un piano definitivo. La mancata approvazione del PEF, signor Ministro, può avere ripercussioni non solo sulle tariffe, ma soprattutto sulla sicurezza, in entrambi i casi con conseguenze importanti sull'economia del turismo dei territori attraversati da Strada dei Parchi. Malgrado i continui rinvii e le promesse non mantenute, Strada dei Parchi ha avviato la messa in sicurezza dei viadotti del tratto più vicino al cratere sismico dell'Aquila, riuscendo a reperire i fondi necessari a questo primo intervento, ma senza garanzie per il futuro sulla possibilità di estenderle a tutto il tracciato.

Non procede invece la parte riguardante la manutenzione per il concessionario che, nonostante abbia affermato la settimana scorsa in Commissione ambiente che solo negli ultimi due anni ci sarebbero stati investimenti pari a circa 100 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, il tratto pescarese della A25, è coinvolto in un processo per inadempimento contrattuale e attentato alla sicurezza stradale e dei trasporti. È un quadro a tinte fosche, su cui aspettiamo che si faccia chiarezza.

Ministro, colleghi, crediamo che sia giunto il tempo di avere risposte certe in tema di investimenti per la manutenzione e di tariffe per il pedaggio, che, supportate dai numeri, diano finalmente un po' di serenità a tutti: ai pendolari, agli utenti e alle comunità, dove questi argomenti hanno enormi riflessi sociali. Con particolare riferimento ai pendolari, rammento, Presidente, che il MoVimento 5 Stelle ha proposto numerosi interventi sia normativi, qui in Parlamento, sia di raccordo tra concessionario e comune di Roma volti all'abbattimento dei costi del pedaggio per coloro che devono utilizzare giornalmente l'autostrada per lavoro, per studio oppure per le diverse necessità della vita. È un fatto che parte della A24 sia ormai parte integrante della mobilità urbana di alcuni municipi romani. Per cui, è anacronistico pensare che queste categorie debbano vivere questa infrastruttura come un utente che la utilizza una tantum. Auspichiamo, quindi, che sia risolta una volta per tutte anche questa problematica.

Abbiamo bisogno tutti di una cornice di programmazione certa che ponga fine a una grande situazione di disagio e apprensione per i cittadini abruzzesi e per tutti coloro che per lavoro devono utilizzare la strada. Certezze, signor Ministro, che non siamo riusciti ad avere nemmeno dopo aver seguito l'ultima audizione, della settimana scorsa in Commissione ambiente, della direzione generale per le strade e le autostrade e dei vicepresidenti e dell'amministratore delegato di Strada dei Parchi. Non sono emersi elementi chiari su come il Governo intenda agire.

Come gruppo MoVimento 5 Stelle siamo molto preoccupati del futuro di questa infrastruttura. Personalmente avevo presentato anche un'interrogazione, per chiedere quali iniziative si intendessero assumere in futuro sulla concessione affidata a Strada dei Parchi. Il nostro scopo è rendere più sostenibile la gestione dell'infrastruttura, con effetti positivi anche per gli utenti in termini di tariffe. Purtroppo, sono ancora in attesa di risposte. Proprio in merito alle tariffe, si è appreso, inoltre, che il commissario straordinario di Strada dei Parchi, il dottor Fiorentino, ha proposto al MIMS e alla società concessionaria un PEF che prevede aumenti dei pedaggi, come lei ha ribadito durante l'illustrazione della sua informativa, pari a quasi il 16 per cento l'anno, per arrivare nel 2030 a una crescita che porterebbe il costo del pedaggio al 375 per cento in più rispetto a quello vigente oggi. Riteniamo che tale proposta di PEF, formulata in questi termini, sia assolutamente irricevibile per gli effetti negativi sia sull'economia regionale abruzzese sia sulle famiglie.

La Strada dei Parchi è collocata in un'area ad alta sismicità ed essendo l'unica rete autostradale in grado di collegare le aree del cratere sismico con il Paese è stata dichiarata, come lei ha ben ribadito, infrastruttura di valore strategico dalla Protezione civile. Un'arteria fondamentale che è ancora in attesa dell'avvio dei lavori di manutenzione straordinaria e di adeguamento sismico, con investimenti stimati in 6,5 miliardi.

Ora le chiediamo, Ministro, quali iniziative intenda assumere il Governo su questa importante infrastruttura. C'è bisogno sicuramente di una soluzione anche coraggiosa. Si potrebbe valutare la nazionalizzazione di quest'arteria e a tal proposito le ricordo che nel “decreto Infrastrutture”, approvato recentemente in Commissione trasporti, è stata istituita …

PRESIDENTE. Concluda.

CARMELA GRIPPA (M5S). …una società in house controllata dal MEF, una newco. A questo punto le chiedo se è già operativa e a che punto è la costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per l'intervento, con il quale sostanzialmente si certifica la complessità di una tematica che arriva da lontano, che è quella della gestione delle autostrade A24 e A25. È una situazione molto complessa che parte da lontano. Chi conosce bene la tematica, sa benissimo che è un tema che si ripropone di anno in anno e di mese in mese. È stato trattato più volte in questa legislatura e, quindi, non è un tema nuovo.

Una spada di Damocle che, ahimè, arriva di volta in volta e mette una fortissima tensione sul territorio abruzzese che, lo ricordiamo, è stato colpito per ben due volte dai terremoti, nonché dall'emergenza della neve in provincia di Teramo. Inoltre, l'autostrada non viene utilizzata solo per finalità di carattere commerciale e di trasporto, ma è un'infrastruttura strategica fondamentale per il territorio. È stata l'unica infrastruttura, ad esempio, che durante il sisma dell'Aquila ha permesso ai soccorsi di arrivare in loco, nella città, nelle città distrutte dal terremoto, e se non ci fosse stata quella infrastruttura strategica, inserita anche nei piani della Protezione civile, con molta probabilità non si sarebbe fatto quello che poi è stato fatto dai soccorsi.

Quindi, un'infrastruttura strategica che di volta in volta è sotto la spada di Damocle, ahimè forse per scelte sbagliate o per un'impostazione sbagliata sul tema delle concessioni (questo non lo so). Sicuramente quello concessioni autostradali in Italia mi sembra un tema ampiamente dibattuto ex post, un tema complesso, un tema che riguarda, in tutti i Paesi occidentali europei, il rapporto tra Stato e concessionario privato. Quindi, questo è sicuramente un tema che non è risolvibile con la bacchetta magica.

Siamo contenti che oggi il Ministro abbia detto che sostanzialmente ci sarà il blocco dell'aumento delle tariffe. Bene perché, in un momento in cui abbiamo un'inflazione che cresce quasi a doppia cifra, dove abbiamo un aumento dei carburanti, un aumento del costo delle materie prime e un aumento delle bollette di gas, luce e metano, per tanti pendolari, che tutti i giorni in regione Abruzzo utilizzano A24 e A25 per lavorare, sarebbe stato oggettivamente insostenibile, nell'autostrada più cara d'Italia (lo ricordiamo).

Insieme al tema della sicurezza e al tema dei continui cantieri, forse perché in passato, ahimè, non si sono fatte le idonee manutenzioni (ci sono dei tavoli aperti, anche di contestazione, tra Ministero e concessionario), va detto che oggi sostanzialmente fare quel tratto comporta tutta una serie di restringimenti di carreggiata che fanno aumentare i tempi e che sono un costo oggettivo per le imprese abruzzesi. Quindi, in termini di competitività e in termini anche di competizione tra territori questo lo Stato lo deve considerare.

Quindi, chiediamo, così come abbiamo fatto, come Lega, a tutti i livelli, che ci sia la massima attenzione su questa tematica. Va bene il blocco delle tariffe. Si lavori per accelerare gli investimenti, per rendere sempre di più quell'infrastruttura, che è strategica, in linea con quelli che sono i normali standard europei in termini di infrastrutture e in termini di autostrade. Inoltre, il massimo impegno perché - magari non subito, ma in prospettiva - si arrivi anche a una diminuzione dei pedaggi e del costo dell'autostrada (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe, signor Ministro, è un momento importante, un confronto importante. Non è il primo, perché abbiamo già avuto, in Commissione ambiente e in Commissione trasporti, più occasioni per confrontarci. L'ultima è stata proprio l'audizione, richiesta dal gruppo del Partito Democratico, del Ministero e della società Strada dei Parchi. Quindi, non ci sono mancati i momenti di confronto parlamentare; ci manca, però, una prospettiva. Ci manca un piano definito e so che lei, Ministro, ci sta lavorando. Ma il Partito Democratico è estremamente preoccupato e vorremmo che, nel prosieguo di questo confronto, si riuscisse a puntualizzare qualche aspetto.

Certamente, lei ci ha dato una buona notizia, di questo le siamo grati. La proroga del blocco delle tariffe a fine anno ha centrato un obiettivo che ci eravamo proposti più e più volte in questi anni, ottenendolo nel corso del tempo anche con sforzi emendativi. Le ultime due proroghe del blocco degli aumenti sono emendamenti, a mia prima firma, presentati con riferimento sia al “decreto Sisma” sia al “decreto Infrastrutture” dello scorso settembre.

Ora però, signor Ministro, questa proroga di cui le siamo grati ha senso se ci permette, nelle more, di costruire un percorso chiaro e definito, che dia garanzie ai cittadini, agli amministratori, agli utenti e anche ai settori economici. Infatti, oggi le autostrade per come sono messe, per le incertezze sui tempi di percorrenza, per le minacciate e continue possibilità di aumenti stratosferici, non costituiscono un punto di sicurezza.

Noi proponiamo, innanzitutto, che il blocco degli aumenti delle tariffe duri il meno possibile e che, entro questi sei mesi, si definisca un percorso. Proponiamo che si semplifichino ulteriormente le procedure per la messa in sicurezza e che si istituisca un tavolo di concertazione permanente presso il Ministero delle Infrastrutture tra le diverse parti per trovare in tempi rapidi una soluzione definitiva.

Tutti noi che percorriamo quotidianamente quelle autostrade, in particolare io che vengo da L'Aquila posso testimoniare quotidianamente le difficoltà, ma anche la mancanza di alternative. Da L'Aquila non si viene in altro modo se non con le autostrade; quindi, se non si affronta questo tema, per alcune aree del territorio abruzzese c'è veramente il rischio dell'isolamento, non essendovi alternative.

La ringrazio, Ministro - l'ho già fatto in un'altra occasione - perché, con uno studio di fattibilità, si stanno finalmente definendo eventuali possibilità di linea ferroviaria tra L'Aquila e Roma. Ma adesso non ce l'abbiamo, si viene solo in autostrada e i lavori di messa in sicurezza producono rallentamenti che in alcuni tratti arrivano a 30 chilometri orari.

Pertanto, il fatto di procedere con maggiore celerità rispetto a questi lavori è una necessità quotidiana, definitiva, forte e importante. Seguiamo da anni questa vicenda. Oggi abbiamo incontrato i sindaci dell'Abruzzo e del Lazio: sono oltre 150 che si organizzano da anni e che da anni pongono il problema insieme a noi parlamentari che da anni sosteniamo (non tutti, perché alcuni scoprono il problema solo ora, ma va bene lo stesso) che questo tema vada risolto ad alto livello.

Ministro, lei ci ha detto che domani il CIPESS probabilmente esaminerà il PEF prodotto dal commissario. Io le dico che il PEF istruito dal commissario, se è quello che abbiamo letto sulla stampa, è per noi irricevibile.

Non è possibile nemmeno ipotizzare che ci sia un carico di tariffa del 35 per cento annuo; per un percorso di anni notevole si va a moltiplicare il costo in maniera talmente elevata da non consentire più l'uso di quella arteria, così importante, che peraltro, come lei ricordava, è stata considerata, nel decreto del 2012, una infrastruttura strategica ai fini di protezione civile. Anche in quel decreto, infatti, si riconosce che quella infrastruttura è fondamentale e collega aree strategiche.

Allora, signor Ministro, io le chiedo, oltre che il suo ammirevole impegno per la proroga del blocco dell'aumento della tariffa, un impegno sul PEF e un impegno di chiarezza sul destino di questa infrastruttura. La si vuole riportare allo Stato: diteci come volete fare, ma non fate ricadere gli oneri su cittadine e cittadini che vedono tutto questo dibattito come totalmente distante dalla loro quotidianità e dalle loro esigenze che in questo momento certamente non possono affrontare un aumento come quello paventato dal commissario fiorentino del 35 per cento; è una cosa che non accade in nessun altro territorio, per nessun'altra autostrada e non può accadere nemmeno con riferimento alla A24 e alla A25 che sono le arterie che collegano queste regioni e le nostre vie di comunicazione principali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente e grazie, Ministro. Il problema della situazione della A24 e A25 si trascina ormai da troppo tempo. Io non voglio dilungarmi su discorsi demagogici, ne abbiamo fatti troppi in questi anni, ma voglio fissare alcuni punti importanti per capire quali sono i temi da affrontare e dirci la verità in ordine a quello che vogliamo fare.

Il primo punto è capire se la concessione deve essere tolta al gestore, in quali tempi, con quali rischi di contenzioso, perché a causa di un contenzioso, Ministro, si potrebbero bloccare gli investimenti per anni.

Un altro punto fondamentale è il piano di investimenti. Con riguardo alla riunione di domani, sono poco fiducioso che questo piano di investimenti vedrà la luce e sono altrettanto preoccupato perché qualche settimana fa, nel tratto della A24 e A25, una frana per miracolo non ha coinvolto persone in maniera importante. Spero che non si debba affidare al nostro Signore, per chi crede, o al fato la nostra vita, la vita dei nostri concittadini, la vita delle nostre aziende e tutto ciò che accade anche rispetto ai dipendenti all'interno di questa infrastruttura.

Se il Governo ha intenzione di prorogare lo sconto sulle tariffe del 34 per cento - e ne apprendo la volontà - io penso che già la cifra attuale scontata non sia più coerente con l'economia di questo territorio. La difficoltà del combinato disposto dell'aumento dei costi della benzina, dell'aumento dei costi della manutenzione dei mezzi, dell'aumento delle tariffe fa diventare impossibile pianificare la propria vita personale, la propria vita aziendale, la vita di un Paese e di territori come l'Abruzzo e il Lazio che collegano due aree geografiche determinanti per il Paese. L'Adriatico e il Tirreno sono collegati da questa strada. Al netto della nostra passione sul territorio, ci sono aziende che utilizzano queste autostrade per spostare le merci con i loro TIR in maniera molto importante, visto che purtroppo non siamo dotati di infrastrutture ferroviarie in grado di ovviare a questo problema.

Io sono preoccupato. Queste domande sono importanti, ma le risposte a queste domande devono arrivare in un tempo breve perché la programmazione del futuro di un territorio passa anche per le sue infrastrutture. Queste infrastrutture sono bloccate da anni e oggi tanti come me e i miei colleghi abruzzesi, ma anche gli altri che vengono nel mio bell'Abruzzo, vivono anche una difficoltà determinata dalla confusione dei cantieri.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,15)

ANTONIO MARTINO (FI). Spero che la notizia dei 100 dipendenti dell'autostrada dei Parchi da mettere in cassa integrazione o da licenziare sia una notizia giornalistica non reale perché questa è un'altra ricaduta importante; infatti, oltre la beffa, rischiamo di mandare a casa 100 persone in un momento in cui di quelle 100 persone ce n'è più bisogno.

Io sono vicino ai nostri sindaci, alle manifestazioni che vengono fatte dai cittadini. Vedete, c'è anche una cultura particolare del nostro territorio: noi manifestiamo in maniera gentile perché l'Abruzzo ha un territorio forte e gentile, ma non confondiamo la gentilezza per incapacità o per stupidità.

Monitoreremo, come Forza Italia e come forza di Governo, fedele e vicina allo stesso, ma capace di capire e interpretare i problemi e tutto ciò che accade e saremo vicini ai cittadini. Questa è una battaglia che, a mio avviso, non deve finire in tribunale ma con ragionevolezza rispetto all'interesse comune (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, Fratelli d'Italia è abbastanza sconcertata per la relazione da lei resa, perché è notarile; era già largamente documentata nei nostri atti di sindacato ispettivo che, dal 2018, abbiamo presentato in quest'Aula; così come è abbastanza disarmante che vi sia un gruppo parlamentare, quello del Partito Democratico, che, volendo attribuirsi il merito di essersi interessato per primo della situazione, dimentica di aver avuto Ministri delle Infrastrutture e dei trasporti, da Delrio alla De Micheli, che non hanno risolto il problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quello che è stato rappresentato qui non è solo il grande ingarbuglio della Strada dei Parchi, ma è anche un'assenza totale di una qualche riflessione da parte del Ministero rispetto al suo modo di agire: non c'è stato un minimo di autocritica. Signor Ministro, lei si è reso conto che ha letto almeno quattro giudizi sfavorevoli al Ministero in contenziosi con Strada dei Parchi S.p.A. Dalla Corte Costituzionale, alla Corte di Cassazione, al Consiglio di Stato avete perso su tutti i fronti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, delle due l'una: o non si sanno imbastire gli atti amministrativi o, evidentemente, vi è una superficialità di fondo che deve essere messa a nudo, perché questa è la prima concessione che è andata a gara nel nostro Paese. Oggi, siamo in una situazione con riferimento alla quale le sue parole, signor Ministro, ci fanno venire un fondato dubbio che lei, peraltro, non ha chiarito: se la vostra strada sia quella di andare al contenzioso e alla risoluzione contrattuale o di scegliere qualche altra strada. Voglio solo ricordare a me stesso - non certo a lei - che, quando qualche anno fa, a morti caldi, qualcuno si avventurò, dicendo che avrebbe firmato, di lì a pochi giorni, la revoca della concessione autostradale, quella revoca è finita con il subentro, per la modesta cifra di 8 miliardi, ad Autostrade per l'Italia SpA di Cassa Depositi e Prestiti e di due fondi internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non vorremmo che la strada seguita fosse un'altra volta quella di far pagare ai contribuenti l'incapacità di gestire le concessioni da parte di fior fiore di funzionari, rispetto alle quali, non io, non Fratelli d'Italia, ma qualcuno ha consentito che si potessero svolgere i lavori in house perché questo è scritto nella concessione, non altro!

In conclusione, riteniamo che la situazione di pericolo, che anche poc'anzi è stato evocato, per il transito di poco più di 300 chilometri di autostrada (non stiamo parlando della rete di poco più di 2 mila 800 chilometri di Autostrade per l'Italia), debba necessariamente avere una risposta chiara da parte del Governo, che oggi non c'è stata. Non potete continuare a nascondervi dietro un dito e a pensare che la soluzione del problema sia il blocco delle tariffe ogni semestre, perché lei sa meglio di me che quel blocco un giorno dovrà essere pagato e lo pagherà lo Stato italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Non aggiungo nulla di tecnico alle affermazioni del collega Foti, ma solo alcune considerazioni di natura politica su quanto vivono 113 comunità locali, i sindaci che rappresentano e che abbiamo incontrato oggi in un lunghissimo incontro, che non è il primo, ma uno dei tanti che abbiamo svolto per conoscere e condividere insieme a loro non solo le criticità sulla A24 e la A25, ma anche quelle dei loro territori. Esiste una Nazione, come questa, in cui tutti i cittadini non sono eguali; vi sono luoghi nei quali si viaggia gratuitamente sulle reti autostradali, altri nei quali c'è una condizione socioeconomica fiorente. Ha provato ad arrivare in Abruzzo con l'Alta velocità, Ministro? Non credo ci sia riuscito, perché non c'è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non ci sono aeroporti, non ci sono infrastrutture adeguate. E' necessario dare la possibilità ai cittadini dell'Abruzzo e di parte del Lazio delle stesse condizioni o ripagarli. Allora, come ripagarli nell'immediato? Non ci aspettiamo aumenti tariffari, non ci aspettiamo che venga mantenuta la stessa tariffa presente attualmente; ci aspettiamo le stesse condizioni ottenute, ad esempio, grazie al “decreto Lupi”, anche se attuato solo in parte, per i pendolari sulla Pedemontana Veneta, e mi riferisco anche a quelle persone che, da questa mattina, grazie a Fratelli d'Italia, nel tratto autostradale, a Bolzano, potranno usufruire della A22 per il tratto urbano, viaggiando gratuitamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Queste comunità locali devono averne la possibilità ed è facile in termini economici, perché quelle autostrade, A24 e A25, oggi introitano, da bigliettazione, circa 180 milioni di euro.

Se si agevolano i pendolari e si permette loro di viaggiare gratuitamente, vi sarebbe un esborso di pochi milioni di euro che metterà quelle comunità in condizione di veder ripagata l'assenza di infrastrutture che permettano di abitare degnamente in quei luoghi e, magari, di veder invertito il decremento demografico che rende sempre più povere quelle zone. Poiché tali zone sono povere, le strade di accesso sono poco frequentate e poiché sono poco frequentate gli utenti pagano di più. E' un serpente che si morde la coda e che va interrotto. Allora, noi di Fratelli d'Italia, che siamo abituati, quando siamo all'opposizione, quando siamo in piazza o davanti ai caselli, insieme ai nostri amministratori locali, ai nostri cittadini, a dire delle cose - che quando poi saremo al Governo faremo -, invitiamo a dar seguito a questa nostra richiesta.

Lavoriamo anche adesso in termini finanziari per mettere i cittadini di quei 113 comuni, come già avvenuto, in condizione di viaggiare in condizioni di gratuità per ripagarli delle sofferenze che, fino ad oggi, hanno avuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Abbiamo consegnato ai sindaci questa nostra cartellina anche per evitare situazioni per cui, in piazza, si dice una cosa mentre poi, in Parlamento, si votano Governi che, come spiegava il collega Foti, hanno poi messo in condizione di richiedere, oggi, interventi tampone e interventi strategici che mancano. Abbiamo raccolto tutti i nostri interventi, dal 2018 oggi, anche quelli precedenti, alla Camera e al Senato, per dare la possibilità ai sindaci di conoscere quanto Fratelli d'Italia ha proposto e quanto Fratelli d'Italia farà al Governo per ripagare i territori di quelle sofferenze che hanno subito fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Camillo D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, ho ascoltato con attenzione la sua comunicazione e, francamente, speravo in un definitivo punto fermo sulla vicenda che stiamo affrontando, ma non è così. Ministro, ho chiare le sue non responsabilità, ma ho altrettanto chiare le responsabilità del Ministero che, nel tempo, si è evoluto. In premessa, vorrei dire al collega Lollobrigida che, in Abruzzo, c'è l'aeroporto, forse non lo sa, ma ha anche un Presidente della regione del suo partito che glielo può dire.

Signor Ministro, le dicevo, sarò particolarmente severo, più che altro fermo, perché la mia regione, l'Abruzzo, non è più terra di Fontamara, dove ritenere di poter praticare ogni prepotenza e il tempo che passa, gli interventi che non si fanno rappresentano una forma di prepotenza. Dobbiamo aspettare ancora qualche disgrazia? Ci dica cosa dobbiamo fare. Se i massi recentemente caduti sulla A24, al chilometro 40, a Roviano, avessero raggiunto un autobus, un camion, un'auto, sarebbe stata una strage. E' una forma di prepotenza anche non far accadere ciò che deve accadere, ciò che è nella disponibilità piena dello Stato, che diventa rinvio strutturato, con conseguenze gravissime innanzitutto sulla sicurezza: la grande assente nel dibattito. Il PEF di Strada dei Parchi - come lei ha ricordato - è scaduto nel 2013. Nove anni dopo siamo ancora senza PEF, nonostante due anni fa il Consiglio di Stato sia dovuto intervenire per nominare un commissario che operasse per superare “la colpevole inerzia del MIMS nell'approvazione del nuovo PEF”. Così è scritto. L'ultimo commissario, l'avvocato Fiorentino - Ministro, questo lei non l'ha detto - ha imposto un PEF a zero investimenti al concessionario, con l'ovvia conseguenza che gli interventi necessari dovrebbero essere garantiti dalla parte pubblica, interventi che sono stati quantificati dal commissario Gentile in 6,5 miliardi, di cui 5 miliardi dovrebbero essere messi in cantiere subito e 800 milioni dovevano essere già appaltati o in corso di esecuzione. Dove stanno questi investimenti, nonostante la copertura del PNRR e nonostante la copertura dei fondi in bilancio che ammontano a 4 miliardi? Insisto sul PEF perché quello è lo strumento verità per rendere certezza e risolvere la distorsione originaria di questa concessione. Fanno bene i colleghi di Fratelli d'Italia a raccogliere i loro interventi, ma eravate voi nel Governo Berlusconi, nel 2001, quando venne concepita una concessione che si basava su un aumento automatico della tariffa, il cui gettito dovrebbe far fronte ad un fabbisogno di investimento così elevato, con flusso del traffico e tariffe insostenibili, che non consente l'esercizio. Tant'è vero che il legislatore e i Governi sono intervenuti più volte a bloccare la tariffa; il Ministro ne ha annunciato un ultimo blocco. Intanto, la concessionaria ha maturato crediti a fronte dei quali lo Stato - Ministro, anche questo non l'ha detto - ha dovuto subire un pronunciamento del tribunale di Roma che chiama il MIMS per compensare crediti e debiti. Ora, cosa faccia il concessionario e chi sarà il concessionario a noi non interessa. A me interessa la colpevole gestione di chi al Ministero, fin dall'origine, fin dal 2001 - i Ministri cambiano ma il Ministero sta lì, quindi non lei ma qualcuno, nel tempo - ci ha messo in questa situazione. Lo dico perché, leggendo il parere dell'Autorità di regolazione dei trasporti, si evince che l'ultimo PEF, quello proposto dal commissario alla Società dei Parchi che prevedeva, appunto, zero investimenti, determina ancora una volta il mostro, similmente al 2001, dell'aumento automatico delle tariffe - lo ripeto, 2001 con il Governo Berlusconi - fino ad arrivare al 375 per cento di aumento, nel 2030, dell'attuale tariffa. Ministro, lei ha evocato nel suo intervento la revoca della concessione come se fosse una notizia risolutoria. Fatelo! A noi interessa che cosa accade oggi e cosa accadrà dopo e non chi sia il concessionario. Però, se torniamo al fantasma del PEF - indipendentemente da chi sarà il nuovo concessionario, probabilmente la newco di ANAS che dovrebbe comunque preventivamente dimostrare di esserne in grado - le chiedo come si regga la manutenzione straordinaria e ordinaria - quella straordinaria subito, con una esigenza di 6,5 miliardi - senza intervenire sulla tariffa in modo anomalo e insostenibile. Questo è il punto.

Lei ha anche evocato, Ministro, l'intervento della magistratura che farà sicuramente bene il proprio lavoro. Premetto che l'azione di revoca in danno da parte del Ministero, che lei ha citato, purtroppo è banalmente successiva alla medesima anticipata risoluzione in danno da parte del concessionario. Una guerra difensiva legale tra le due parti che ci porta allo stallo attuale. Credo che, prima o poi, Ministro, ci sarà l'intervento della magistratura anche nel leggere e rileggere le revoche che danno vita poi a vie pattizie, come nel caso di ASPI.

Le voglio ricordare, Ministro, che abbiamo regalato ad ASPI oltre 8,8 miliardi. ASPI ci è costata 21,3 miliardi di euro, dei quali 9,1 miliardi per l'acquisto del pacchetto azionario, 8,8 miliardi, appunto, per l'accollo del debito di ASPI, 3,4 miliardi per l'accollo degli indennizzi derivanti dal crollo del ponte Morandi. Addirittura, siamo intervenuti rinunciando alla procedura di risoluzione per inadempimento di ASPI. Il Ministero è intervenuto rinunciando all'azione di decadenza del concessionario, arrivando ad un'operazione finanziaria per cui, alla fine, Cassa depositi e prestiti è anche minoranza all'interno della società ed in maggioranza sono i fondi collegati a Cassa depositi e prestiti. Ministro, con quelle risorse ci avremmo fatto l'autostrada nuova in Abruzzo. Che cosa ci si aspettava da quest'Aula? L'ovvio era - e lo abbiamo guadagnato grazie a lei - la proroga dell'aumento delle tariffe; ma, entro questi sei mesi, riusciamo a chiudere la partita del nuovo PEF? Riusciamo a dare certezza degli investimenti, riusciamo a garantire che quelle linee di intervento si facciano? Purtroppo non è così, Ministro, e c'è un grande, gigantesco problema all'interno della struttura ministeriale.

Per questo, noi continueremo il lavoro di attenzione, Ministro, sapendo che quello di oggi è solo un primo passo scontato rispetto a quello che merita e che deve accadere in Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Ministro per questa informativa. Ministro, io le parlo da deputato abruzzese che percorre questa autostrada ogni settimana. Quindi, sappiamo intanto una cosa molto chiara, cioè che questa è l'autostrada più cara d'Europa. Anche su questo noi ci dobbiamo fare una domanda: perché i cittadini abruzzesi, ma tutti gli automobilisti che percorrono queste autostrade, devono pagare di più rispetto ad altri tratti dell'autostrada appenninica? Questa è una domanda a cui noi dobbiamo dare una risposta. Poi c'è un'altra questione, che abbiamo ritenuto folle, quella della proposta, che è andata sui giornali, di un Piano economico e finanziario, che prevedrebbe aumenti fino al 375 per cento, arrivando al 2030. Ma parliamo anche un po' di numeri, perché un aumento del 375 per cento significa, Ministro, che per andare da Roma a Pescara ci vorrebbero circa 95 euro! Questo vuol dire che se io, cittadino abruzzese, devo venire a Roma per una necessità mi sono già giocato in una volta il bonus che il Governo sta dando sul rincaro dell'energia, pari a 200 euro. Chiaramente, questo non è più sostenibile da parte dei cittadini abruzzesi e da parte di tutti gli automobilisti e di tutte le imprese che usufruiscono di queste autostrade. Veniamo, quindi, alla domanda e all'auspicio di Coraggio Italia, ossia che governare significa decidere. Siamo tutti d'accordo sul fatto che, evidentemente, questa concessione è stata scritta malissimo perché, se noi abbiamo dieci anni di contenzioso tra il concessionario e il Ministero, evidentemente ci sono regole che sono state scritte male. Ma c'è un'altra questione, cioè che, evidentemente, è stato sbagliato formulare una concessione per un'opera che non garantisce un flusso di cassa di autosostentamento. L'ha detto lei, Ministro: la domanda di traffico è molto bassa e, quindi, come facciamo a dare un'opera che si possa autosostenere con un flusso di traffico così basso? È chiaro che il concessionario cercherà di remunerare la concessione con le manutenzioni. Tuttavia, se non è più possibile andare avanti nella gestione di quest'opera in questo momento, a questo punto lei, Ministro, e tutto il Governo dovete prendere una decisione. Una prima decisione è stata presa, e la ringrazio Ministro di questo blocco delle tariffe che sarebbero altrimenti insostenibili fino a fine anno.

Tuttavia, dobbiamo parlare “pane al pane e vino al vino”. Noi abbiamo due scelte davanti a noi. Possiamo bloccare questi aumenti fino al 2030, perché non possiamo stare qui ogni anno con il rischio di aumenti del 30, del 16 o del 15 per cento, non ce lo possiamo permettere. Quindi, o blocchiamo definitivamente fino al 2030 - ovvero fino alla scadenza di questa concessione - oppure andiamo per la strada della revoca. Qui mi riallaccio a quello che lei ha detto sulle contestazioni di inadempimenti, che il Ministero ha fatto alla Società Strada dei Parchi. Infatti, o revochiamo o blocchiamo fino al 2030: non abbiamo altre scelte. Altri aumenti, come è stato ampiamente detto, non sono assolutamente sostenibili e neanche i cittadini abruzzesi possono pagare il 300 per cento di remunerazione a un privato. Questo penso sia chiaro. Oltre al suo racconto di blocchi di dieci anni, noi per 200 chilometri di strada abbiamo avuto tre commissari e oltre quindici proposte di PEF. La situazione è assurda e va risolta in maniera chiara. Noi vogliamo chiarezza e concretezza da parte sua, Ministro, che è stato scelto dal Presidente del Consiglio. Ci aspettiamo una risposta chiara a brevissimo, per non ritrovarci nel 2023, un'altra volta, con questo spettro di nuovi aumenti. Le chiediamo, Ministro, a brevissimo una risposta chiara su questa posizione, perché l'unico modo che hanno gli abruzzesi per raggiungere Roma, di fatto, sono queste due autostrade, perché non esiste, come è stato ricordato, l'alta velocità e il treno per raggiungere Pescara da Roma ci mette oltre tre ore e mezza per fare 200 chilometri, quando con un'auto impieghiamo 2 ore. Quindi, altre soluzioni non ci sono e questo è un grido di aiuto e di allarme che viene dal popolo abruzzese, che è anche pronto a manifestare, nel caso in cui non si risolva in maniera definitiva questa annosa questione. La colpa va ascritta a tutti coloro che hanno governato e che hanno espresso il proprio Ministro, ma ora basta cercare le colpe da uno schieramento o da quell'altro! È il momento di agire con concretezza e questo le chiediamo, Ministro, a nome di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente. Signor Ministro, colleghi. Io la ringrazio, Ministro, per la sua relazione e per quanto ha detto, innanzitutto, per averci detto che bloccherà gli aumenti dei pedaggi fino al 31 dicembre. Penso, però, che nessuno se la possa cavare in questa nostra discussione guardando soltanto in avanti, perché è del tutto evidente che il problema di questa nostra infrastruttura viene dal passato. Infatti, lei ci ha detto tre cose. In primo luogo è un'autostrada di interesse strategico nazionale, come è stata definita dopo il terremoto, proprio per quella ragione. Due cose, però, erano chiare da prima: non c'era traffico, né prima né dopo, ed è diventata una strada di interesse urbano della città di Roma, con un flusso in entrata e in uscita. Un'autostrada con queste caratteristiche è stata messa in concessione con un'ipotesi di aumenti sproporzionati, creando di fatto qualcosa di non sostenibile. In questa vicenda - perché quando si parla le cose bisogna ricordarle tutte - c'è anche il 2008. Ci fu, con la stessa società, anche qualcos'altro, che riguardava altre infrastrutture, e altre questioni dei trasporti italiani, come l'allora confluenza Alitalia e AirOne. Io penso che, nel punto di partenza 2001, nel trattare le concessioni con troppa leggerezza, c'è molto, molto dei problemi che oggi stiamo affrontando.

Noi dobbiamo avere chiaro il passato, per evitare i problemi nel futuro. Quell'autostrada è ormai una strada d'interesse strategico, per le ragioni di cui abbiamo parlato, e non può essere una gallina dalle uova d'oro per i privati a scapito dell'interesse pubblico. Le infrastrutture si fanno per interesse nazionale. Quando in Italia si è fatta la prima autostrada, non si è pensato ai pedaggi, ma a costruire una strada che collegasse il Paese da Nord a Sud. Questa infrastruttura è una delle poche che collega da Est a Ovest - o da Ovest a Est, a seconda da dove la si voglia guardare - con delle ricadute oggettive rispetto al passaggio dall'Adriatico verso il Terreno, e noi dobbiamo dare delle risposte.

Io credo - e non la voglio fare troppo lunga - che il compito che avremo davanti, essendoci stato dato tempo fino al 31 dicembre, quindi traguardando il problema immediato di giugno, è di lavorare nei prossimi mesi, perché, con la legge di stabilità e quanto bisognerà fare, si possa arrivare ad una conclusione - non a continui rinvii, ma una conclusione nell'interesse pubblico della strada dei cittadini -, non facendo la propaganda ai cittadini per questioni elettorali, ma guardando alla prospettiva di sviluppo dell'intero territorio abruzzese, del Lazio e dell'Italia tutta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, Ministro, oggi abbiamo sentito le parole di un burocrate e non di un Ministro. È questo il vero problema della sua esposizione, perché per capire le problematiche di oggi dovremmo anche conoscere quello che è successo nel passato. Parliamo di un'autostrada come le altre autostrade, che erano dello Stato, che, per far guadagnare i privati (Benetton, i Toto, Gavio ed altri) sono state privatizzate e data in gestione agli amici della politica del tempo. Era il periodo d'oro delle privatizzazioni. Ovviamente per “periodo d'oro” non intendo quello d'oro dello Stato e dei cittadini, ma dei pochi che ci hanno davvero guadagnato con l'avallo della politica grazie alle privatizzazioni. D'altro canto, anche i concessionari, in un modo o nell'altro, hanno sempre finanziato la politica. Ora, dopo due anni dall'ultimo, arriva questo PEF sul tavolo, trasmesso all'ART dal commissario ad acta, in cui qualche folle vorrebbe addirittura aumentare del 375 per cento, al 2030, le tariffe autostradali. Oggi abbiamo sentito tutti, non solo dall'opposizione ma anche dalla maggioranza, dire come questo PEF sia del tutto irricevibile. Però, Ministro, quello che manca nella sua esposizione non è quello che è successo in questi ultimi mesi e in questi ultimi due-tre anni, ma è la politica, ovvero quello che vuole fare questo Governo. Infatti, noi stiamo andando avanti ogni sei mesi procrastinando il problema, parlando sempre dello stesso problema senza trovare una soluzione. Noi di Alternativa, siamo contro la privatizzazione dei monopoli naturali, perché i monopoli naturali per definizione devono essere pubblici e lo Stato ha dimostrato che non può e non riesce a controllarli, quando, invece, deve gestire i monopoli naturali. Però, allo stesso momento non possiamo fare il bis di questa vicenda vergognosa, che è avvenuta con Atlantia e con i Benetton, ovvero rifinanziando i Benetton con oltre 8 miliardi di euro dopo quello che è successo a Genova. Ora dovremmo, forse - ed è questa la sua opinione e quella del Governo o quella di alcuni questo Governo e della maggioranza -, rifinanziare Toto per una concessione, anzi per un'autostrada che era dello Stato? Forse sarebbe ora - anche perché questa autostrada non si ripagherà mai in questo momento - che tornasse parte dello Stato, che fosse onere dello Stato manutenerla dal punto di vista straordinario e ordinario e che tornasse un bene finalmente pubblico e non più un bene privatizzato. Noi di Alternativa vogliamo che tutti i monopoli naturali, tutte le autostrade ritornino pubbliche, perché devono appartenere ai cittadini e non a pochi privilegiati dalla politica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Oggi, Ministro, lei è venuto a illustrarci come contrastare gli aumenti di alcuni pedaggi autostradali; si è però concentrato soltanto sulla punta del grande iceberg della fallimentare pianificazione autostradale in Italia. Ieri avete avuto il coraggio di autodefinirvi Governo ecologico, ma non siete voi quelli che non più di tre settimane fa avete consentito una deroga per l'utilizzo di rifiuti come combustibile nei forni dei produttori di cemento? Ve lo siete dimenticati? Questo regalo ai cementifici è frutto della vostra cultura “cementocentrica”, che non ha nulla a che fare con l'ecologia. L'amore per il cemento è molto diffuso anche tra le regioni. Pensiamo alla regione Lombardia, dove l'esperienza disastrosa dell'autostrada BreBeMi non solo non ha insegnato nulla, ma ha addirittura creato il desiderio di emulazione.

Come a dire, se abbiamo già fatto un bel disastro, perché non se ne può fare un altro? Si mettono soldi in opere inutili, con il solo scopo di accontentare qualche colosso delle costruzioni, e poco importa se saranno dei fallimenti finanziari annunciati. Non c'è più nemmeno la decenza di bloccare i progetti sbagliati, magari nati con certe finalità, ma poi portati avanti nonostante una situazione di fatto mutata, come per la cosiddetta autostrada Treviglio-Bergamo, che già nel nome è un inganno perché a Bergamo non arriverà, in cui si vorrebbero investire decine di milioni di euro pubblici, cioè dei cittadini, giustificati come abbassamento dei futuri costi, dei futuri pedaggi di una futura opera che non esiste. Insomma, un sistema che serve solo a incentivare il business della logistica, riempiendo il territorio di capannoni. Ma ovunque il territorio nazionale è costellato di opere simili: la politica dà il via a infrastrutture inutili e dannose non per creare un servizio al cittadino, ma per consentire poi di spillargli soldi sotto forma di pedaggi, pedaggi stellari proprio come quelli di BreBeMi, sui quali invito il Ministro a tenere alta l'attenzione.

Oggi stiamo parlando di contenimento delle tariffe autostradali di A24 e A25 perché lì la politica è intervenuta, e questo è positivo, ma monitorate cosa avviene da altre parti, dove invece la politica tace o è compiacente, e ha a cuore l'interesse dei privati e non quello pubblico. Questa è la strada che si sta percorrendo, tanto cemento per consumare altro suolo; potrà anche piacervi, ma almeno non chiamatela ecologia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Prima di esprimere un giudizio positivo sulla relazione del Ministro, non fosse altro perché è improntata al realismo, desidero rivolgere un saluto alla collega Cunial, che torna in Aula dopo tre mesi. Considero un vulnus alla democrazia il fatto che un parlamentare non abbia potuto partecipare ai lavori d'Aula e credo di poter personalmente censurare l'atteggiamento del Presidente che non ha fatto nulla affinché questo vulnus potesse essere evitato. Detto questo, entro nel merito, nei due minuti che ho a disposizione, della relazione del Ministro, che apprezzo, non fosse altro perché è stata realista e non ha fatto promesse che non è in grado poi di mantenere.

Noi ci troviamo davanti a un problema, la A24 e la A25, che è strategico per lo sviluppo dei rapporti all'interno del nostro Paese. Siamo di fronte a una struttura che ha bisogno di interventi di manutenzione e di sicurezza nei cavalcavia, nei collegamenti, in tutte le sue parti più diverse.

Siamo nella necessità di produrre un progetto e un percorso che finora è stato solo annunciato e mai realizzato. Credo che il fatto di aver voluto inserire all'interno del PNRR un progetto espressamente dedicato, una linea di finanziamento dedicata a questo sia sicuramente un fatto che va riconosciuto al Governo e che merita sicuramente il nostro plauso. La speranza, signor Ministro, e lo dice uno che ha fatto il presidente di regione, quindi sa cosa vuol dire amministrare rispetto al rappresentare i problemi, è che lei sia nelle condizioni di poter aprire un percorso fattivo perché ci ritroviamo fra un po' di tempo, non molto lontano, a considerare aperture di cantieri, lavori da fare, sicurezze della messa in opera, perché questo è ciò che ci aspettiamo e questo è ciò che la nostra comunità ci chiede.

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 18 con il seguito dell'esame del disegno di legge n. 3533-A. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18,05.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3533-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 3533-A.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3533-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3533-A/51 Mammi' è stato ritirato dalla presentatrice.

La deputata Foscolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3533-A/67.

SARA FOSCOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa, l'articolo 10 del decreto-legge che stiamo per convertire in legge prevede disposizioni per la tutela dei lavoratori fragili. In sede referente è stato, infatti, inserito un comma che ha prorogato al 30 giugno 2022 quello che era già previsto dal cosiddetto “decreto Cura Italia” e, cioè, l'equiparazione del periodo di assenza dal lavoro al ricovero ospedaliero per - cito - i “lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso di certificazione (…) attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità”. Tuttavia, questa proroga non risulta riferita a tutta la platea dei lavoratori fragili, come era previsto nel “decreto Cura Italia”, bensì ai soli lavoratori fragili affetti dalle patologie e dalle condizioni individuate dal decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022. Le condizioni e le patologie individuate dal suddetto decreto ministeriale hanno determinato una divisione tra lavoratori fragili tutelati e non tutelati, che si ritiene eccessivamente stringente e, in alcuni casi, priva di un adeguato fondamento scientifico. I lavoratori fragili che non sono ricompresi nel decreto del Ministero della Salute e che non possono svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile vengono costretti a scegliere tra il diritto alla salute e il diritto alla conservazione del posto di lavoro, con gravi ripercussioni sul piano sociale, della loro sicurezza e del sostentamento dei relativi nuclei familiari.

Il superamento delle misure di contenimento è sacrosanto, da un lato, e giustificato e doveroso, considerato l'attuale quadro epidemiologico, però, dall'altro lato, ci impone di continuare a tutelare i soggetti fragili.

Pertanto, con questo ordine del giorno si chiede al Governo di ripristinare le tutele previste nel “decreto Cura Italia” nei riguardi di tutti i lavoratori fragili, o abrogando il decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022 o, comunque, se non possibile, ampliando la platea di patologie e condizioni da questo individuate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, gentile sottosegretario Costa, nei mesi di emergenza sanitaria la libertà vaccinale non ha riguardato tutti i lavoratori. Alcuni dipendenti pubblici sono stati, infatti, costretti alla sospensione dal lavoro in caso di inadempimento dell'obbligo vaccinale che è stato loro imposto dall'Esecutivo. Sebbene la normativa vigente permetta ai lavoratori di recuperare il periodo di sospensione ai fini previdenziali attraverso il riscatto, ovvero attraverso il versamento volontario di contributi al fondo pensionistico di appartenenza, allo stato attuale, i dipendenti colpiti dalla sospensione, ivi compresi quelli del settore sanitario, si vedono inibita questa possibilità, per alcuni problemi burocratici che riguardano il rapporto tra l'amministrazione di appartenenza e l'INPS. Questo vuoto contributivo è fonte di particolare disagio per i lavoratori ormai prossimi alla pensione, per cui il recupero dei mesi mancanti ai fini contributivi diventa di primaria importanza e non può essere procrastinato nel tempo.

Per questo motivo, con il mio ordine del giorno invito il Governo a disciplinare, con la massima sollecitudine, di concerto con l'INPS, le modalità da seguire per il riscatto a fini previdenziali dei periodi di sospensione, ovvero per il versamento dei contributi volontari, nel rispetto dei principi fondamentali dell'azione amministrativa.

L'emergenza sanitaria è finita: occorre garantire anche la cessazione di tutte le conseguenze pregiudizievoli che essa ha comportato, specialmente per alcuni lavoratori particolarmente esposti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. In tutto quest'anno e più di norme irrazionali che sono state partorite dal Governo dei migliori, anche nel momento dell'allentamento di un decreto, che, quindi, dovrebbe un po' dare la libertà a tutti, si ritrovano norme assurde e del tutto irrazionali, ma direi assolutamente vergognose. In particolare, in questo decreto permane l'obbligo vaccinale all'interno della scuola, per il personale scolastico, fino al 15 giugno. Quindi, da un lato, viene tolto il super green pass, ma rimane questo obbligo vaccinale, che è totalmente una follia e, nonostante questo, chi non è vaccinato all'interno della scuola, se è un non docente o se è un personale ATA, continua a fare il proprio lavoro, se, invece, è un insegnante, viene ghettizzato, viene isolato, gli viene impedito di fare il proprio lavoro perché non può stare a contatto con gli alunni. Questa è una vera vergogna. Si dice che il motivo è di evitare di mandare un messaggio diseducativo allo studente, quindi l'insegnante che non si vaccina darebbe un cattivo esempio, ma la cosa è totalmente opposta a questo, è totalmente opposta perché la scienza, tonnellate di articoli scientifici ci hanno detto chiaramente che, in primo luogo, la scuola è un ambiente super sicuro - la professoressa Gandini ha fatto vari studi su questo e l'ha dimostrato in più modi - e, in secondo luogo, c'è semplicemente il fatto che il vaccino non protegge la collettività ma, al limite, protegge il singolo e, quindi, l'irrazionalità è data anche da questo. Stiamo ghettizzando, isolando, umiliando, di fatto, alcuni insegnanti che hanno esercitato una loro libera scelta per punirli, per educare anche studenti e alunni, nel senso che è sbagliato disobbedire, è sbagliato pensare con la propria testa. Questo viene fatto, da decenni, all'interno delle scuole: le scuole sono state praticamente distrutte negli ultimi decenni proprio per creare una classe di giovani, di nuove generazioni totalmente asserviti a quello che è il pensiero unico. I nostri giovani, non so se ve ne siete accorti - magari sì, magari vi fa anche comodo, molto comodo -, non riescono più ad avere un pensiero critico, ma seguono un po' la moda, seguono quello che gli viene detto dall'autorità di turno e non riescono, quindi, ad opporsi alle follie che anche voi avete portato avanti. Quindi, qual è il vero obiettivo? Il vero obiettivo è piegare chi si oppone, in questo caso nel mondo della scuola, ma possiamo pensare anche agli over 50. Lo ribadisco, la scienza ci ha detto chiaramente che il vaccino non tutela l'altro, al limite, il vaccino tutela noi stessi. Abbiamo obbligato intere generazioni, anche le più giovani, a vaccinarsi e adesso stanno venendo fuori, in modo neanche troppo sorprendente, studi che dicono chiaramente che il vaccino comporta reazioni avverse gravissime, soprattutto nelle fasce più giovani. Quindi, noi abbiamo obbligato le fasce più giovani, che sono quelle a rischio praticamente zero per quanto riguarda il COVID, le abbiamo vaccinate con la scusa del prossimo, di tutelare i nonni - quando si è scoperto, dopo un paio di mesi, già un anno fa, che non era assolutamente vero, perché potevano essere contagiosi loro stessi e, quindi, essere veramente un pericolo per i loro nonni - e adesso si beccano anche i rischi, le reazioni avverse che noi abbiamo sempre, in qualche modo, evidenziato; anche se non ne eravamo certi, adesso ne abbiamo la certezza. Quindi, tutta quella questione relativa alla precauzione e all'essere prudenti, soprattutto per le nuove generazioni, è volata via, non esiste e non è mai esistita e di questo ne siete responsabili. Siete responsabili di tutti i danni provocati alle nuove generazioni sia in termini emotivi, quindi di pensiero critico, sia in termini fisici e sanitari (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Approfitto per chiedere ai colleghi maggiore silenzio, che si può conquistare anche semplicemente tornando ciascuno alle proprie postazioni. Sicuramente può essere un metodo efficace.

Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Luigi Gusmeroli. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia! Prego, a lei la parola.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, il sistema fiscale italiano è tra i più complicati al mondo ma non a detta del cittadino, che già lo vive in maniera giustamente insofferente perché parliamo di decine e decine di scadenze ogni mese, ma a detta della Banca mondiale e di PricewaterhouseCoopers, quindi due enti assolutamente importanti che classificano l'Italia tra gli ultimi Paesi in quanto a semplicità fiscale.

E cosa succede? Succede che l'Agenzia delle entrate decide di emanare un provvedimento, con istruzioni e modelli da compilare entro il 30 giugno, in un momento già difficile perché si stanno chiudendo i bilanci, perché si stanno calcolando le imposte, saldi e acconti, in un momento che è difficile per tutti, e questo modello riguarda gli aiuti COVID ricevuti dalle attività economiche negli anni precedenti.

Ora io vorrei ricordare cosa dice l'articolo 6 dello statuto del contribuente, che è una legge tra le più calpestate in Italia. Dice sostanzialmente che l'amministrazione pubblica non può chiedere al cittadino cose di cui l'amministrazione è già in possesso. Allora, siccome gli aiuti COVID sono stati erogati dallo Stato, sono dati di cui è già in possesso. Dunque, non è possibile determinare un ulteriore adempimento burocratico a carico dei cittadini. Si vuole fare qualcosa di questo tipo? Benissimo! Si mandi al cittadino una precompilata con tutti gli aiuti di Stato che sono già stati erogati e di cui l'amministrazione pubblica è a conoscenza. Il cittadino li controlla, li integra, come avviene per il 730, e poi li invia. Non è possibile che sia sempre il cittadino a pagare e lo statuto del contribuente a essere calpestato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Non a caso la Lega ha chiesto che lo statuto del contribuente, con un apposito progetto di legge, diventi di rango costituzionale, perché almeno se lo statuto del contribuente diventa di rango costituzionale non può essere più calpestato, cosa che avviene tutt'oggi con leggi fiscali retroattive e con norme che vengono cambiate, esattamente come con il bonus del 110 per cento che viene cambiato ogni momento a danno di chi ha scelto di ristrutturare villette in pendenza di una legge esistente. Invece, in pendenza di una legge, si è cambiata la cessione del credito e si è cambiato lo sconto in fattura, sempre violando le norme dello statuto del contribuente.

Con questo ordine del giorno noi chiediamo che questo adempimento del 30 giugno venga almeno prorogato a ottobre e che non si applichino sanzioni se erroneamente il contribuente commette errori, perché nella quantità dei bonus possono assolutamente capitare. Poi chiediamo che tutti i dati già in possesso dell'amministrazione finanziaria vengano evitati di essere reinseriti per l'ennesima volta.

Io credo che sia un ordine del giorno e una richiesta di buonsenso. Mettiamoci tutti insieme perché al cittadino bisogna migliorare la vita e non peggiorarla con nuova burocrazia, nuovi pesi fiscali e nuovi adempimenti in un momento già difficile dell'economia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà. Il deputato Tasso c'è in Aula? Non lo vedo; quindi, s'intende decaduto.

Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io desidero sottoscrivere questo ordine del giorno del collega Gusmeroli a nome della componente Azione-+Europa. Noi stessi abbiamo depositato un'interrogazione in Commissione finanze con la quale chiediamo al Governo come si possa rimediare a questo inconveniente in cui è incorsa l'Agenzia delle entrate. Chiedere, infatti, ai contribuenti di dichiarare i contributi, i sussidi e i ristori ricevuti in relazione alla pandemia viola il principio “once only” su cui si basa lo statuto del contribuente, che sicuramente è la legge meno rispettata tra tutte le leggi italiane, ma è pur sempre una legge dello Stato che deve essere rispettata. Quindi, abbiamo depositato un'interrogazione, già calendarizzata per la prossima settimana, in cui chiediamo al Governo come intenda rimediare a questo inconveniente.

Non è veramente più a lungo ipotizzabile di chiedere ai contribuenti di dichiarare e di rendicontare informazioni che dovrebbero già essere nella disponibilità del Ministero. Non vorrei poi anche parlare di quanto esoso sia questo adempimento rispetto a coloro che devono predisporlo, che sono i cittadini e i consulenti dei cittadini. Quindi, concordo sul fatto che, se proprio non se ne può fare a meno, ci sia un rinvio di questo adempimento rispetto alla scadenza del 30 giugno e la scadenza venga portata al 30 settembre.

Infine, anche noi concordiamo sul fatto che buona parte delle norme dello statuto del contribuente devono essere portate in quella fonte primaria che è costituita dalla Carta costituzionale.

Quindi, Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma all'ordine del giorno del collega Gusmeroli.

PRESIDENTE. Recuperiamo, anche se avevamo dichiarato la sua decadenza, l'intervento del deputato Antonio Tasso. Prego, deputato Tasso.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. La ringrazio molto per la cortesia e la comprensione.

Io intervengo per illustrare e supportare l'ordine del giorno n. 9/3533-A/74 a mia prima firma e poi, riguardando l'ambito relativo ai lavoratori fragili, naturalmente sono firmatario anche degli ordini del giorno nn. 9/3533-A/75 Longo e 9/3533-A/76 Borghese.

Ora è innegabile che l'emergenza epidemiologica tra gli altri ha colpito duramente i lavoratori cosiddetti fragili, i quali, in ragione di particolari patologie o malattie croniche di cui soffrono, oltre a temere per la propria salute, quando non addirittura per la propria vita, sono maggiormente esposti al rischio di contagio di virus nei luoghi di lavoro e quindi esposti anche e soprattutto al COVID-19. Ora, nel caso in cui lo contraessero, vi è l'altissimo rischio che il decorso della malattia abbia un esito grave e potenzialmente infausto, perciò parliamo di persone che debbono avere tutta la nostra attenzione.

Quindi, con l'ordine del giorno n. 9/3533-A/74 si chiede di estendere fino al 30 settembre 2022 la tutela prevista dal comma 2 dell'articolo 26 del decreto-legge “Cura Italia”, inserendo anche coloro che sono stati giudicati temporaneamente inidonei dal medico competente.

Per l'estensione delle tutele fino al 30 settembre del 2022, vorrei sottolineare anche di prendere in considerazione la situazione dei caregiver, così come definiti dall'articolo 1, comma 255, della legge del 27 dicembre 2017, n. 205, quella dei genitori che hanno almeno un figlio senza limiti d'età in condizione di disabilità grave, riconosciuta ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della famosa e citatissima legge n. 104, o che abbiano almeno un figlio con bisogni educativi speciali, naturalmente a condizione che l'attività lavorativa sia compatibile con la modalità agile.

In linea con questo ragionamento e questa esortazione all'attenzione per i lavoratori fragili, un altro ordine del giorno che porta la mia firma, come seconda firma, chiede di abrogare il decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, noto come “lista dei superfragili”; lista che è restrittiva, lacunosa e contrastante con le evidenze scientifiche dei recenti report EpiCentro dell'Istituto superiore di sanità. Magari ritornerò in seguito, in dichiarazione di voto, sull'ordine del giorno, entrando in maniera più specifica nel merito. Intanto la ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3533-A/53 Zolezzi è stato ritirato dal presentatore. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/1 Ianaro il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/2 Sarli il parere è contrario; mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/3 Benedetti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “tenendo in considerazione l'andamento della curva epidemiologica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/4 Serritella il parere è favorevole, a condizione che sia inserita la parola “eventuali” prima della parola “ulteriori”.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole con riformulazione.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/5 De Filippo il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/6 Carnevali vi è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/7 Pini il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/8 Ehm vi è un parere favorevole con la seguente riformulazione: inserire nell'impegno “nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/9 De Toma il parere è favorevole con riformulazione: dopo le parole “impegna il Governo”, inserire la frase “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/10 Giovanni Russo il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/11 Caiata il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/12 Ferro vi è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/13 Prisco vi è un parere favorevole con riformulazione, a condizione che, dopo le parole “impegna il Governo”, venga inserita la frase iniziale “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/14 Lucaselli il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/15 Varchi vi è parere favorevole con la formula “a valutare l'opportunità di e tenendo in considerazione l'andamento della curva epidemiologica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/16 Maschio, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/17 De Angelis il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A18 Suriano vi è un parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/19 Romaniello il parere è favorevole con la seguente riformulazione “a valutare la possibilità di, nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/20 Prestipino vi è un parere favorevole con riformulazione, affinché venga inserito nell'impegno “nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/21 Di Giorgi parere favorevole, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/22 Mollicone parere favorevole con la seguente riformulazione: “valutando l'andamento della curva epidemiologica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/23 Montaruli il parere è contrario, mentre sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/24 Trizzino e n. 9/3533-A/25 Bologna il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/26 Sodano il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/27 Noja il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”. Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/28 Baldini, n. 9/3533-A/29 Raduzzi e n. 9/3533-A/30 Colletti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/31 Trano il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/32 Sapia il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/33 Massimo Enrico Baroni e n. 9/3533-A/34 Leda Volpi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/35 Costanzo parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/36 Corda, n. 9/3533-A/37 Cabras e n. 9/3533-A/38 Giuliodori il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/39 Forciniti vi è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/40 Maniero, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di (…) e compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/41 Spessotto parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di (…) e nei limiti dei vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/42 Testamento, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/43 Vallascas, parere favorevole con la seguente riformulazione: a condizione che dopo la parola “adottare” sia inserita la parola “eventuali”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/44 Vianello il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/45 Lorefice il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/46 Nappi parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/47 Sportiello parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di (…) e nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/48 Provenza parere favorevole con riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/49 Villani il parere è favorevole mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/50 D'Arrando vi è un parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/52 Papiro, parere favorevole con riformulazione: “nel rispetto delle superiori determinazioni che saranno assunte a livello comunitario”.

L'ordine del giorno n. 9/3533-A/53 Zolezzi è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/54 Maraia parere favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/55 Tuzi parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/56 Grillo parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/57 Grippa parere favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/58 Penna, parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/59 Barzotti parere favorevole con la seguente riformulazione: inserire, dopo la parola “a valutare”, “l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/60 Silvestroni parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/61 Vinci, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/62 Rampelli parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/63 Bellucci, parere favorevole con la riformulazione “nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/64 Gemmato e n. 9/3533-A/65 Panizzut il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/66 Ziello parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/67 Foscolo vi è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/68 Covolo, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/69 Tiramani, parere favorevole sul primo impegno; sul secondo impegno parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/70 Osnato parere favorevole, con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/71 Anna Lisa Baroni, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/72 Bagnasco, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/73 Lattanzio il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Anche sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/74 Tasso e n. 9/3533-A/75 Longo il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/76 Borghese il parere è favorevole con la riformulazione: “ a valutare la possibilità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/77 Cirielli il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/78 Mantovani il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) e “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/79 Ciaburro e n. 9/3533-A/80 Caretta il parere è contrario, mentre sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/81 Frassinetti, n. 9/3533-A/82 Bucalo, n. 9/3533-A/83 Gusmeroli il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”, e “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Infine, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/84 Belotti il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) e “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione degli ordini del giorno.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/1 Ianaro: il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3533-A/2 Sarli: il parere è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie Presidente. Con riferimento a questo ordine del giorno, che porto all'attenzione dell'Aula, al di là del fatto che siamo contrari al fatto che si perseveri nell'obbligo vaccinale, considerando che, ormai, è chiaro a tutti che il vaccino non blocca il contagio, non si sa perché continuare a vessare alcune categorie. In particolare, in questo ordine del giorno ho fatto riferimento ai medici veterinari che non hanno un rapporto di cura con il paziente, né con i pazienti fragili. A meno che non facciano uso abusivo della professione, essi hanno un rapporto di cura con gli animali, quindi non si riesce a comprendere. Penso che vedano un numero di esseri umani inferiore rispetto a quello che vede il commesso di un negozio.

Chiudo, segnalando all'Aula che c'è stata una prima decisione del TAR della Lombardia che ha accolto il ricorso di un medico veterinario presentato dallo stesso contro la decisione dell'ordine di sospensione dell'attività lavorativa. Nelle motivazioni riporta ciò che ho appena affermato in quest'Aula; quindi ho presentato questo ordine del giorno anche per evitare che si continui nella presentazione di ricorsi perché non c'è alcun discorso attinente alla prevenzione, alla salute o alla limitazione dei contagi con riferimento all'obbligo in generale e, in particolare, dei veterinari (Applausi Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/2 Sarli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Si tratta della prima votazione, quindi aspettiamo un tempo congruo. Prego però i deputati di affrettarsi a tornare nelle proprie postazioni.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/3 Benedetti: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/4 Serritella: vi è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Serritella. Ne ha facoltà.

DAVIDE SERRITELLA (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario per il parere favorevole espresso, perché è importante dare la possibilità anche a chi non è vaccinato, tramite un tampone antigenico molecolare, di effettuare la visita presso le strutture ospedaliere….

PRESIDENTE. Deputato Serritella, chiedo scusa, la interrompo…

DAVIDE SERRITELLA (M5S). Accetto la riformulazione e chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Se accetta la riformulazione, non può parlare.

DAVIDE SERRITELLA (M5S). Va bene, accetto e chiedo che sia posto ai voti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Correva il lontano settembre 2021, l'ultima volta che questo Parlamento ha potuto votare gli emendamenti sui decreti COVID. All'epoca - il sottosegretario se lo ricorda - furono presentati alcuni ordini del giorno, uno anche a mia firma per esempio, sulle persone guarite. Da allora, è arrivata un'evidenza scientifica enorme a favore di quell'ordine del giorno, ma ancora stiamo aspettando, per cui, scusate, come altre volte, non ritenendo serio il comportamento del Governo sugli ordini del giorno e sugli impegni che assume in questa sede, mi asterrò su tutti gli ordini del giorno presentati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/4 Serritella, con il parere favorevole del Governo, nel testo riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/5 De Filippo: il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/6 Carnevali: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/7 Pini: c'è una proposta di riformulazione. Viene accolta? C'è qualche delegato del gruppo che ci può dare indicazioni? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/8 Ehm: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/9 De Toma: c'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie Presidente. Non accolgo la riformulazione e ne spiego brevemente i motivi. Cerchiamo di capire. Subito dopo questo ordine del giorno in esame, vi sono altri ordini del giorno - n. 9/3533-A/12 Ferro, n. 9/3533-A/27 Noja, n. 9/3533-A/50 D'Arrando, n. 9/3533-A/67 Foscolo e n. 9/3533-A/75 Longo - che sono tutti legati allo stesso tema. Stiamo parlando delle norme di tutela dei lavoratori fragili.

Presidente, farei subito un passo indietro: nella discussione in Commissione, 23 emendamenti, complessivamente, sono stati riformulati, perché il Ministro Brunetta aveva effettivamente notato la problematica riguardante questa tutela, che veniva posticipata fino al 30 giugno, ma ha commesso un errore, anzi un doppio errore: il primo, di non considerare la formula retroattiva, quindi, di fatto, dal momento che verrà terminato l'iter, sarà intorno al 15 o 20 maggio, o giù di lì, questo decreto entrerà in vigore e tutti coloro che, dal primo aprile, si troveranno scoperti ovviamente in questo caso non so come faranno a gestire quelle che saranno considerate, non so, forse ferie, forse magari malattia. Ma la cosa che oltretutto mi ha lasciato perplesso è il tema delle coperture, evidenziato dallo stesso Ministro. Le coperture c'erano per poter garantire tutto questo.

Ecco il motivo. Riguardando gli ordini del giorno anche successivi, che impegnano il Governo “a valutare l'opportunità di”, ordini del giorno di altre forze politiche, che convergono sulla stessa materia, sulla stessa criticità, in maniera differente, penso che come Fratelli d'Italia non siamo assolutamente d'accordo sull'impegno “a valutare l'opportunità di” riguardo alle tutele dei lavoratori fragili. Noi chiediamo che i lavoratori fragili vengano messi in condizioni di avere le tutele esattamente come deve essere a partire dal primo aprile 2022. Questo per mettere in sicurezza soprattutto anche quei caregiver che, ricordo a tutti, sono caregiver familiari, affinché vengano tutelati. È una questione importante per quest'Aula, per questo Parlamento che non venga lasciato nessuno indietro. Con questo ordine del giorno si chiede di correre ai ripari dinanzi a un errore della Ragioneria dello Stato, a un errore commesso dal Ministro Brunetta che, con il decreto del Ministro della Salute del 4 febbraio 2022, adottato di concerto il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e il Ministro per la Pubblica amministrazione, ha anche ristretto la platea di chi lo può richiedere. Come si fa a distinguere il lavoratore fragile facendo una restrizione della stessa platea? È inaccettabile ed è per questo motivo che questo ordine del giorno - invito a riflettere, visto che anche altre forze politiche l'hanno presentato in maniera differente, ma similare, sulla questione che sto cercando di far capire a tutta l'Aula - sottolinea la necessità di correre ai ripari. Tale necessità quest'Aula deve evidenziare nei confronti del Governo. Il Governo ha sbagliato, il Governo in questo sta commettendo un grave errore, un doppio errore e quest'Aula non lo deve permettere. Mi auguro che il voto da parte di quest'Aula per una volta dimostri effettivamente la sensibilità che si ha verso la tutela dei lavoratori fragili e delle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Mi dichiaro assolutamente d'accordo con il collega De Toma, a cui chiedo il piacere e l'onore di sottoscrivere questo ordine del giorno che è molto simile e va nel senso desiderato dagli ordini del giorno che ho presentato anch'io e per i quali mi comporterò esattamente allo stesso modo del collega. Quindi, chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, io non devo sottoscrivere questo ordine del giorno perché l'ho già sottoscritto convintamente con il collega De Toma. È una battaglia che Fratelli d'Italia sta portando avanti da molto tempo, sottosegretario. Ritengo che non si possa scherzare rispetto a quello che i cosiddetti fragili oggi possono subire. Sottosegretario, come lei sa, avevamo una grande occasione che era quella di sfruttare, fondamentalmente, il cosiddetto lavoro agile, o smart working, chiamiamolo come vogliamo, per cercare di proteggerli un po' di più. Ne abbiamo parlato, abbiamo fatto convegni e abbiamo fatto sedute anche con illustri membri della maggioranza, che erano d'accordo con noi. Ci troviamo in Aula con una riformulazione che dice: “a rivalutare”. Sono chiaro, sottosegretario: noi sui fragili non andiamo a rivalutare un bel niente, i fragili hanno bisogno di diritti e hanno bisogno di protezione. Questo è semplicemente un ordine del giorno che cerca di andare in quel solco. Quindi io le chiedo, sottosegretario, quantomeno di pensare all'accantonamento di questo e degli altri ordini del giorno che trattano dello stesso tema, per poter capire se ci possa dare, almeno su un ordine del giorno, un parere non riformulato e, chiaramente, una valutazione positiva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. il Governo mi pare che non sia d'accordo sull'accantonamento.

Dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/9 De Toma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/10 Giovanni Russo.

Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Per il suo tramite, faccio una domanda al rappresentante del Governo. Avete espresso parere contrario a questo mio ordine del giorno che impegna il Governo ad emanare linee guida nazionali per il celebre ripristino della piena funzionalità di tutti gli uffici giudiziari. La mia domanda è: allora volete il caos? Qual è la ratio per cui esprimete un parere negativo su questo ordine del giorno? Chiedo che venga accantonato. Qual è la ratio che ha ispirato questo mio ordine del giorno? È da rinvenirsi nel fatto che, con la cessazione dello stato di emergenza, si rischia che ogni tribunale possa intervenire in maniera autonoma e autoregolarsi in maniera difforme nelle varie parti d'Italia. Quindi, avremo il tribunale di Milano che si regolerà in un modo, quello di Napoli in un altro modo, quello di Trapani in un altro modo ancora. Questo significa il caos! Non vedo alcun problema nell'approvazione di un impegno con cui si chiede una linea guida nazionale che sia conforme per tutto il territorio nazionale. Mi rimetto al giudizio - so che sarà molto prudente - dei colleghi dell'Aula. Per cui chiedo l'accantonamento o il vostro voto favorevole, colleghi.

Il rappresentante del Governo mi dice ancora di no e non capisco ancora il perché. Per cui, cari colleghi, mi rimetto al vostro giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. il Governo non è d'accordo sulla sua richiesta di accantonamento.

Pertanto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/10 Giovanni Russo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/11 Caiata, su cui il parere è favorevole, quindi lo diamo per approvato.

Passiamo agli ordini del giorno n. 9/3533-A/12 Ferro e n. 9/3533-A/13 Prisco, sui quali ci sono proposte di riformulazione da parte del Governo, che vengono accettate.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/14 Lucaselli.

Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Credo che si debba essere onesti, soprattutto in quest'Aula, rispetto alle questioni che riguardano i lavoratori, perché quando si parla degli insegnanti si sta parlando di lavoratori. Signor sottosegretario, dal 1° aprile - questo lei ovviamente lo sa molto bene - sono tornati a scuola tutti i dirigenti scolastici, i docenti e il personale ATA che erano stati sospesi dal servizio per non aver ottemperato all'obbligo vaccinale. Ovviamente, per i docenti si è trattato di un ritorno a metà: il provvedimento lo abbiamo letto tutti quanti e sappiamo che sono stati adibiti ad attività di supporto all'istituzione scolastica. Sostanzialmente, noi facciamo rientrare a scuola questi insegnanti precludendo loro però la possibilità di svolgere attività didattiche a contatto con gli alunni. È ovviamente molto complesso capire qual è la ratio di questa decisione perché sono docenti che tornano a scuola, sono docenti che possono svolgere attività collegiali e l'unica attività che non potranno svolgere è quella dell'insegnamento all'interno delle classi, con il risultato, tra l'altro, davvero sbalorditivo, che per ogni insegnante non vaccinato ci sarà uno stipendio che verrà pagato due volte.Infatti, quell'insegnante dovrà essere sostituito all'interno delle classi. Allora, signor sottosegretario, far tornare gli insegnanti a scuola, senza potergli dare la possibilità di svolgere la lezione, è una misura che a noi sembra paradossale e di difficile applicazione. Per tale motivo siamo addivenuti alla presentazione di questo ordine del giorno, che chiede semplicemente di dare la possibilità a questi insegnanti di tornare nelle classi facendo un tampone, come sostanzialmente già accadeva prima. Abbiamo davvero difficoltà a comprendere perché ancora una volta il legittimo diritto di lavoratori, di dipendenti pubblici che vogliono tornare a lavorare, debba essere compresso senza una motivazione sostanziale e reale. Con questo ordine del giorno noi chiediamo il rientro nelle classi con un tampone, quindi, non stiamo chiedendo che rientrino nelle classi d'emblée, ma chiedendo la tutela degli alunni e degli insegnanti. C'è la possibilità ancora di fare il tampone, che può essere messo a disposizione; con questo sistema possiamo reinserire gli insegnanti nelle proprie classi e non si crea il problema, che - vorrei sottolineare - diventa anche un problema di tipo economico-gestionale. Infatti, come lei sa meglio di me, non soltanto non è semplice trovare dei nuovi docenti che sostituiscano docenti che hanno già fatto un percorso all'interno delle classi, ma c'è soprattutto una necessità economica. In questo momento sappiamo tutti come sono messi i conti dello Stato e non ha senso caricare ancora di più i conti dello Stato con la ricerca di nuovi docenti e pagando sostanzialmente due stipendi per lo stesso incarico. Io credo che su questo ordine del giorno, sul principio del diritto al lavoro, ma soprattutto sul principio di equità, si debba fare un'ulteriore riflessione e, quindi, ne chiedo l'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Governo non è d'accordo. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/14 Lucaselli, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/15 Varchi. C'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Se non ho capito male, la proposta di riformulazione consisteva solo nell'aggiungere all'impegno: “a valutare l'opportunità di”, se il sottosegretario mi dà conferma.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. “a valutare l'opportunità di” e “in considerazione dell'andamento della curva epidemiologica”.

PRESIDENTE. Prego, deputata Varchi.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io non accetto questa riformulazione per almeno due ragioni. La prima è che questo ordine del giorno è stato scritto sulla scorta di valutazioni condivise in primis dal sottosegretario, che infatti io menzionato proprio nella premessa di questo ordine del giorno. Il secondo motivo è che l'ordine del giorno, probabilmente per una svista dei nostri uffici, contiene già i termini “a valutare”, quindi, non comprendo come si possa impegnare il Governo “a valutare l'opportunità di valutare”, una formula veramente ridondante, che nasconde semplicemente la volontà di non affrontare la questione. Allora, qual è il problema che io pongo con il mio ordine del giorno? È la questione delle mascherine ai bambini in fascia d'età davvero bassa, che è probabilmente più di tutti hanno sofferto. Non sono io a dirlo, ma sono illustri studi scientifici di ogni Nazione ad aver affermato che la difficoltà nella decodifica delle espressioni - e quindi delle sensazioni degli umori delle reazioni alle proprie azioni - ha causato dei ritardi dei disturbi nello sviluppo e nella capacità di interagire in società di tantissimi bambini, che probabilmente più degli adulti hanno pagato in questa stagione, durata più di due anni di pandemia. Francamente, ad oggi, abbiamo ormai dati conclamati, che le mascherine forse diminuiscono, ma certamente non bloccano il contagio, e che sarebbero stati opportuni degli investimenti nelle scuole, ad esempio per la ventilazione meccanica controllata, come Fratelli d'Italia ha proposto fin dall'inizio e come, ad esempio, il presidente Acquaroli della regione Marche ha fatto, consentendo una riduzione dell'82 per cento dei contagi nelle scuole. Invece di andare alla radice del problema e affrontarlo - dopo due anni, del resto, credo che tutto lo scibile sul COVID sia stato reso noto -, ancora stiamo a disquisire di un ordine del giorno sulle mascherine, se accoglierlo o inserire formule, davvero patetiche giunti a questo punto. Mi sembra un voler fuggire dai problemi e ciò conferma agli italiani quello che noi sosteniamo da tempo, cioè che questo Governo non ha capito nulla né del COVID né tantomeno della gestione degli effetti che il COVID ha su tutti i segmenti della vita sociale. Ad oltre due anni dalla prima declaratoria dello stato di emergenza, credo che questo sia il più alto indice di fallimento per il Governo dei migliori. Io chiedo che l'ordine del giorno venga messo al voto nella sua formulazione originaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/15 Varchi, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/16 Maschio. C'è una proposta di riformulazione: viene accolta? Affermativo. Ordine del giorno n. 9/3533-A/17 De Angelis, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/18 Suriano, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Qui noi cerchiamo sempre di capire questo provvedimento, che doveva essere un provvedimento della liberazione per tutti, dopo due anni e mezzo di quello che abbiamo passato tutti e tutte. Ci troviamo di fronte a questi obblighi in tutte le categorie, pur consapevoli - perché io so che il sottosegretario Costa e il Ministro Speranza lo sanno benissimo - che questo vaccino non blocca il contagio. Per quale motivo tutte queste categorie professionali devono sottostarvi? Capisco il tampone e il distanziamento e nessuno nega che il virus ancora circoli, ma, per fortuna, in una forma meno grave e, comunque, non è il vaccino che lo blocca. Allora, perché continuare questa diseguaglianza tra i cittadini? Perché continuare a dire ad alcuni di non poter andare a lavorare? Ma voi pensate che persone che sono state esitanti vaccinali per due anni si vaccinino oggi che sanno che il virus non li protegge né dalla malattia né dal contagio? Non lo hanno fatto per due anni e mezzo e lo fanno oggi? Questa, secondo me, è proprio cattiveria (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Chiediamo la votazione per parti separate.

PRESIDENTE. Dovrebbe specificare quali sono le parti separate, perché altrimenti è difficile.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Presidente, per parti separate degli impegni.

PRESIDENTE. Cioè gli impegni distinti dalla premessa oppure ci sono più impegni e vuole che vengano posti in votazione uno per uno?

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Gli impegni, chiediamo una votazione per parti separate dei quattro impegni.

PRESIDENTE. Dunque, abbiamo due problemi. Il primo è ascoltare i pareri sui quattro impegni e il secondo è che la deputata Suriano…Sottosegretario, ci conferma sui quattro impegni il parere contrario, su tutti e quattro?

Va bene. Allora vengono posti in votazione per parti separate.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/18 Suriano, limitatamente al primo impegno del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/18 Suriano, limitatamente al secondo impegno del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/18 Suriano, limitatamente al terzo impegno del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/18 Suriano, limitatamente al quarto impegno del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Presidente! Presidente!

PRESIDENTE. Deputato Romaniello, c'è la votazione in corso, può votare. Deputato Romaniello, non insista! Si deve prenotare anticipatamente, la votazione è in corso, la stiamo chiudendo. Parli all'ordine del giorno successivo.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Essendo stati respinti tutti e quattro gli impegni, non vengono messe in votazione le premesse.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Presidente, mi perdoni, sull'ordine dei lavori. Vedo tre impegni, perché il primo periodo è “a valutare l'opportunità di”, eccetera, e poi elenca i tre impegni. Quindi, lei ha fatto votare anche un ipotetico ordine del giorno che finisce con i due punti e che poi rimanda agli altri tre impegni, che sono davvero degli impegni. Che cosa abbiamo votato (Applausi di deputati del gruppo Misto)?

PRESIDENTE. Anche il primo impegno ha una valenza normativa.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/19 Romaniello, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. La accetta? Prego, a lei la parola.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). A parte, Presidente, che veramente poi vorrei capire cosa abbiamo votato prima, ma gliela faccio come richiesta fuori dall'ordine del giorno.

Arrivando all'ordine del giorno n. 9/3533-A/19, a mia prima firma, riporto in Aula il tema della prevenzione del suicidio. Non so chi ha avuto la bontà di leggerlo, però riporto alcuni dati che secondo me sono particolarmente importanti anche quando si parla della salute mentale dei nostri giovani, del benessere psicologico dei nostri giovani. Faccio presente che il suicidio è la seconda causa di morte per i giovani adulti e riporto alcune cose che riguardano anche gli organi di stampa. Ci informano e ci dicono - è evidente - che c'è un aumento dei suicidi in età giovanile, ma non solo; c'è, in generale, un aumento dei suicidi, dell'incidenza dei suicidi. Inoltre, il nostro Paese è l'unico tra i Paesi avanzati che non possiede una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio, non è la prima volta che lo ricordo all'Aula. Ora, il Governo ad un ordine del giorno che sostanzialmente chiede di adottare iniziative normative relative alla strategia nazionale di prevenzione del suicidio mi dice che lo riformulerebbe con la formula “a valutare l'opportunità di, nei limiti della finanza pubblica”. A parte che “a valutare l'opportunità di” significa che si può mettere in un cassetto, è sufficiente prenderlo in mano, lo si guarda e poi basta dire “va bene, abbiamo valutato l'opportunità, non siamo arrivati in conclusione, ormai l'abbiamo valutata, la mettiamo nel cassetto” ed è chiusa la discussione, sui limiti della finanza pubblica ho una critica. Quando fu presentato il famosissimo ordine del giorno che impegnava il Governo ad aumentare le spese militari al 2 per cento, quindi si parla di miliardi, non c'è stata una riformulazione; lì non si valuta l'opportunità di, non si dice che bisogna stare entro i limiti della finanza pubblica, si prende e basta. Quando, invece, stiamo parlando di persone che soffrono così tanto, nel loro contesto sociale, da arrivare ad ammazzarsi, lì è bene che però la spesa sia oculata, bisogna prima di tutto vedere se ci sono i soldi, se da qualche parte si possono reperire, e questa mi sembra un'anomalia.

C'era un sociologo e filosofo francese, si chiama Durkheim, che diceva che ogni società è predisposta a offrire un contingente determinato di morti volontarie. Questo significa che una parte importante del processo, della società - è lo Stato - e in qualche modo lo Stato può essere l'elemento che aumenta o diminuisce questo contingente. E, allora, dobbiamo arrivare a valutare l'opportunità di adottare delle strategie che possano essere utili a ridurre il numero dei suicidi. Valutiamo l'opportunità di, quindi non le realizziamo, e con questo diventiamo una società che aumenta quel contingente. Voglio informare anche l'Aula che noi non abbiamo un buon sistema di rilevamento dei dati: noi non sappiamo esattamente quanti suicidi ci sono ogni anno, lo sappiamo con molti anni di ritardo, e questo ci porta a non assumere alcuna iniziativa per cercare di contrastare un fenomeno che personalmente mi preoccupa.

Allora, visto che in questo Paese manca tutto sul settore e visto che dopo ogni crisi c'è un aumento dei fenomeni suicidari, qualsiasi crisi, di qualsiasi natura, questo lo insegna la storia, mi chiedo se dobbiamo ancora perdere tempo a valutare l'opportunità di, se dobbiamo ancora perdere tempo a parlare di vincoli di finanza pubblica, se vale la pena, e se invece non valga la pena pensare una volta per tutte di istituire una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio, che è l'unica cosa che si può fare per mettere in sicurezza i nostri giovani che stanno soffrendo da morire. Noi, che siamo qui per legiferare per cercare di dargli una mano, non siamo in grado, una volta per tutte, di prenderci cura di questo disagio. Il Governo ha dato parere negativo; ha detto che, fosse per lui, questo ordine del giorno dovrebbe essere respinto.

Faccio un appello al Parlamento: considerato che nei provvedimenti che sono stati presentati in materia ci sono le firme, sostanzialmente, di tutti i partiti, chiedo all'intero Parlamento di disobbedire una volta, perché questo Governo si deve prendere la responsabilità di rispondere a una vera emergenza, un'emergenza prima di tutto legislativa.

Allora vi chiedo di votare a favore e, nel frattempo, dico al Governo che rifiuto categoricamente la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Chiedo, a nome della componente Manifesta, di sottoscrivere questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Avevo chiamato il deputato Baroni, quindi almeno per i resoconti facciamo… va bene. Deputato Baroni, prego.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Non si era sentito il nome, chiaramente. Prenderò solo un minuto per provare a far cambiare il parere da “valutare l'opportunità di”, in quanto io credo che già prima, durante i 2 anni di COVID, il tema del suicidio sia stato un tema a tutti caro in quest'Aula. Abbiamo visto, come il MoVimento 5 Stelle, prima, e, poi, il MoVimento 5 Stelle e, successivamente, l'opposizione che si è creata con la formazione del Governo Draghi, quanto abbiano penato per cercare di inserire delle risorse nel supporto psicologico. E con riferimento a questo tema, in particolare in questo momento, un momento di venti di guerra - e sappiamo benissimo quanto aumentino le situazioni suicidarie all'interno di contesti gravati da venti di guerra -, si chiede semplicemente di leggere meglio l'impegno, sottosegretario Costa, perché dice: “ad adottare quanto prima”, non nel primo provvedimento utile, ma quanto prima, cioè a considerare, in realtà, a livello contingente - e chiudo - che questa sia una delle necessità di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Ancora una volta, a nome della componente Manifesta, vorremmo sottoscrivere questo ordine del giorno e ringraziare il collega Romaniello per portare nuovamente, ancora, questo tema qui, in Aula, e ricordare all'Aula, ma anche al Governo che stiamo parlando di un tema estremamente importante, estremamente sensibile, cioè quello che vuole essere una strategia per la prevenzione al suicidio. Onestamente, sentire che l'unica soluzione che riesce a proporre il Governo è “valutare l'opportunità di” o “nei limiti della finanza pubblica” è semplicemente vergognoso, perché parliamo di un tema estremamente gravoso che ha fatto, tra l'altro, vittime anche in questo periodo così difficile. Quindi, onestamente, chiederei un maggiore sforzo da parte del Governo per dare finalmente una risposta a un tema così importante. Vedere un'altra volta riformulare nel senso che dovete “valutare l'opportunità di” non ha senso né mostra l'importanza di questo tema. Quindi, paradossalmente, una volta potreste anche accogliere un ordine del giorno così importante su un tema così importante (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, presidente. Intervengo per sottoscrivere a titolo personale questo ordine del giorno e per evidenziare, per quanto non sia attinente nello specifico e non sia quantomeno strutturato, quello che è il condivisibile pensiero e l'azione legislativa dell'onorevole Romaniello, del quale condivido questa missione che sta facendo da lungo tempo, evidenziando, però, la costituzionale, democratica e giusta riflessione che attiene al Governo, che ha la legittimità nel “valutare l'opportunità di”. Per cui, lo sottoscrivo e, nel contempo, evidenzio quanto è nelle funzioni del Governo valutare delle opportunità di accettare o meno delle azioni legislative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. A me sembra, in realtà, di vivere un triste déjà-vu, perché, purtroppo non è affatto la prima volta che leggo, a prima firma del collega Romaniello ma, in realtà, per onestà intellettuale anche a firma di altri parlamentari, un ordine del giorno così importante su provvedimenti legati all'emergenza COVID. Questo è soltanto l'ultimo che come Parlamento ci troviamo ad esaminare, ahimè, ancora una volta, con la posizione della fiducia e, quindi, senza possibilità di presentare emendamenti.

Ma, su questo ordine del giorno, ogni volta che insieme al collega Romaniello ci siamo permessi il lusso di sollecitare il Governo, abbiamo ricevuto puntualmente, come risposta, un sostanziale diniego da parte del Governo stesso, celato malamente dietro la riformulazione della valutazione di opportunità. Ora, poiché dall'inizio della pandemia sono trascorsi già due anni e mezzo senza che il Governo attuasse alcuna iniziativa normativa sul contrasto al fenomeno dei suicidi, che è una vera e propria emergenza nell'emergenza, chiedo, domando al sottosegretario qui, in Aula, quanto ancora si riserverà di valutare l'opportunità di intervenire per scongiurare il rischio che vi siano altri suicidi nel nostro Paese legati all'emergenza e non solo. Non crede, forse, sottosegretario, che questa sia solo una scusa che il Governo continua a riproporre a questo Parlamento?

Allora, colleghi, come anche ha fatto il collega Romaniello poc'anzi, io esorto tutti voi ad uscire da questa ambivalenza, a prendere una posizione chiara, perché il Parlamento ha ancora la possibilità di farlo, sostenendo questo ordine del giorno, perché penso che non ci saranno altre occasioni. Probabilmente, assisteremo ancora a questa scena e, ancora una volta, questo Governo non si impegnerà ad attuare una seria azione di contrasto al fenomeno dei suicidi nel nostro Paese. Quindi vi chiedo davvero di sostenere questo ordine del giorno, perché, altrimenti, non ci sarà alibi che tenga, né per il Governo né per le forze politiche, perché ne ho sentito parlare da parte di tutto l'emiciclo: ogni volta pongono l'accento su un tema così sensibile e rilevante e, poi, quando hanno l'opportunità di prendere impegni concreti, non lo fanno e non rispondono alle esigenze degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Non mi dilungherò molto, ma il tema è delicato, sensibile e di particolare importanza, per cui chiedo al collega Romaniello di poter sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Segneri. Ne ha facoltà.

ENRICA SEGNERI (M5S). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Romaniello, ovviamente se è d'accordo. Spero che la sensibilità che ci dovrebbe essere su questa tematica sia anche per altri colleghi in quest'Aula, perché è importante accendere un faro su una tematica così rilevante come quella dei suicidi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, con il permesso del collega Romaniello, anch'io vorrei sottoscrivere, a titolo personale, questo ordine del giorno e richiamare il Governo, perché inadempiente su altri due ordini del giorno, sulla salute mentale e sui numeri dei suicidi, approvati all'unanimità da quest'Aula e nei confronti dei quali il Governo non ha dato seguito. Ritengo che avere dei dati certi e avere una strategia nazionale definita sia l'unico modo per contrastare questa piaga che, ormai, è diventata veramente allarmante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro: rinuncia.

Ha chiesto di parlare il deputato Baroni, che ha già parlato: chiede di sottoscrivere. Perfetto, abbiamo preso nota.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/19 Romaniello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Intanto, nell'attesa di concludere la votazione, prego i colleghi deputati di essere un po' più tempestivi nella prenotazione, per evitare che ci possano essere incomprensioni sgradevoli. Inoltre, chiedo, comunque, che si presti maggiore attenzione all'uso della mascherina che va posizionata non come, per esempio, la porta il deputato Dall'Osso, a cui chiedo di coprirsi il naso e la bocca. Siamo in seduta plenaria e, quindi, c'è assembramento oggettivo, pertanto cerchiamo di rispettare tutti le regole.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/20 Prestipino, sul quale c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/21 Di Giorgi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/22 Mollicone; c'è una proposta di riformulazione che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/23 Montaruli: il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Io intervengo - e qualcuno dirà, successivamente a questa votazione, che un ordine del giorno non si nega a nessuno e comunque vale poco - perché, per quanto valga poco, in questo ordine del giorno il Governo, dando parere contrario, sta rifiutando di “valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte all'abolizione del green pass”. Cioè, voi ci state dicendo che non volete valutare, né oggi né domani, l'abolizione del green pass e questo è un fatto gravissimo. Si va verso l'istituzionalizzazione e la normalizzazione di un provvedimento che doveva essere straordinario e che, invece, adesso sta diventando ordinario.

Io chiedo a tutte le forze responsabili di ribellarsi a questo atteggiamento da parte del Governo, perché sono d'accordo che non abbiate voluto metterlo in questo provvedimento ma che voi vi rifiutiate di valutare anche per il futuro l'abolizione del green pass è un fatto grave, un fatto grave che determina la compromissione dei diritti dei cittadini che potranno in futuro, in qualsiasi momento, essere sottoposti alla lettura di un codice a barre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti).

PRESIDENTE. State calmi!

Leggo: “Per gli eventuali interventi senza mascherina ricordo che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri e come già comunicato dalla Presidenza all'inizio dell'odierna seduta dell'Assemblea, lo svolgimento degli interventi senza la mascherina protettiva è consentito esclusivamente nel caso in cui tra lo scranno dell'oratore e quelli in cui siedono gli altri deputati intercorrano…” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti) - non capisco questa agitazione improvvisa - “…almeno due metri da ogni direzione ovvero, qualora le circostanze non consentano di rispettare tali distanze o gli oratori lo preferiscano, attraverso l'utilizzo di uno dei due leggii collocati nell'emiciclo”.

La norma che abbiamo fin qui osservato è quella di avere la postazione frontale, la postazione retrostante, la postazione di destra e quella di sinistra libere per poter accedere a questo diritto ed è esattamente quello che è accaduto per la collega Montaruli perché l'abbiamo, sotto questo aspetto, monitorata (Commenti).

I colleghi che sono adesso seduti nelle postazioni affianco, sopra e dietro la collega Montaruli mi pare ovvio ed evidente che si siano ora posizionati lì dove sono (Commenti).

Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Credo che quanto da lei affermato in conclusione dell'intervento non corrisponda al vero. La distanza deve essere, almeno per quanto è stato riportato in Conferenza dei capigruppo - e credo che i colleghi di Fratelli d'Italia, che erano presenti, abbiano compreso la differenza tra una distanza di due metri o quanto può essere, quindi la difficoltà perché non basta quello di fianco ma i due metri sono ben oltre la fila antecedente -, tale per cui l'unico punto di intervento deve essere o con due metri di diametro di vuoto totale o altrimenti scendere nell'emiciclo per fare l'intervento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non mi sembra affatto che lei in nessun modo abbia chiesto alla collega di cessare l'intervento o quanto meno di mettersi la mascherina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), nonostante ciò le fosse stato segnalato in maniera composta dai colleghi di altri gruppi. Quindi, non sto portando un'espressione del mio gruppo ma quella di rispettare le regole all'interno e lei ha il dovere, nonostante appartenga allo stesso gruppo politico, di interrompere l'intervento (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ripristinare quanto meno il rispetto delle norme, che non devono seguire l'appartenenza del gruppo politico ma essere espressione di un Regolamento generale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Io la ringrazio per questo suo contributo, deputato Crippa, però la informo, sempre se i colleghi lo consentono, perché se vogliamo poi discutere di questo per tutta la giornata io sono qui in posizione neutra ad ascoltarvi, che la modalità che è stata applicata per la deputata Montaruli è la medesima che è stata applicata nel corso della giornata, quindi proprio precisa e puntuale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dunque, questa è la prima informazione che le do. Poi, le do anche una seconda informazione: se il raggio è un metro, e uno ha a sinistra e a destra un metro, il diametro per l'appunto, come lei precisava, è di due metri e questa è la seconda precisazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/23 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Deputato Forciniti, dovrebbe indossare la mascherina.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/24 Trizzino, su cui il parere è favorevole.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Presidente, io vorrei capire la logica secondo la quale se io sono seduto e non sto parlando, quindi non faccio goccioline, devo tenere la maschera e poi, però, se mi alzo posso parlare. Cioè, ma che logica c'è dietro queste cose che state facendo? Che logica c'è (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa - Commenti)? È folle! È demenziale che io fuori nel corridoio mi posso togliere la mascherina e poi entro qui e la devo mettere.

PRESIDENTE. La ringrazio…

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Togli la cera e metti la cera, togli la mascherina e metti la mascherina! Ma stiamo scherzando? E vedo anche dei colleghi che si affannano a difendere la mascherina, che se avessero messo la metà…

PRESIDENTE. La ringrazio. La sua è altrettanto una rispettabilissima opinione, però io vorrei rammentare a me stesso che noi abbiamo, comunque, degli organismi collegiali che sono rappresentativi e che si riuniscono per assumere delle decisioni anche in merito all'organizzazione dei nostri lavori. Questi organismi collegiali nella fattispecie sono il Collegio dei questori e la Conferenza dei presidenti di gruppo e io non faccio altro che applicare quello che viene deciso da questi due organismi e, quindi, siamo perfettamente nel perimetro che era stato sancito dal Collegio dei questori e dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Baroni, lei è intervenuto già due volte. A che titolo vuole parlare?

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Io sono stato impedito, nonostante abbia alzato la mano dopo l'intervento della collega Montaruli, per chiedere la sottoscrizione da parte di tutto il gruppo di Alternativa dell'ordine del giorno precedente. Siccome si è infervorato nel suo intervento…

PRESIDENTE. Va bene, va bene così. È approvato: sottoscrizione ex post.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). …e lei ha richiamato all'ordine, ha riletto e successivamente c'è stato l'intervento del collega Crippa, in realtà lei ha completamente bloccato la discussione sull'ordine del giorno della collega Montaruli, perché diciamo che ha presupposto che tutti gli interventi erano collegati all'intervento del collega Crippa.

Io il collega Crippa, relativamente a quello che ha detto, non l'ho nemmeno capito e invece volevo parlare sull'ordine del giorno della collega Montaruli.

PRESIDENTE. Va bene, il messaggio è chiaro.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Presidente, oltre che a stigmatizzare l'Aula e i deputati che stanno cercando di fare il loro lavoro, la prego quindi di porgere più attenzione a quanti stanno seguendo i lavori.

PRESIDENTE. L'attenzione è stata massima, tant'è che ho pregato i colleghi deputati di prenotarsi in tempo, perché è impossibile tenere sotto controllo 630 persone che volessero parlare su ogni ordine del giorno (Applausi). Quindi, se mi usate la cortesia di mostrarvi con maggiore evidenza e di prenotarvi con più anticipo, agevolate il lavoro di tutti. Il nostro obiettivo è ascoltare tutti, non è che qui qualcuno voglia togliere la parola o conculcare il diritto di parola a qualcun altro (Applausi).

Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/24 Trizzino il parere è favorevole, così come sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/25 Bologna. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/26 Sodano c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Mi sorprende che abbiate espresso un parere secco e contrario su questo ordine del giorno che impegnava il Governo a non riproporre mai più l'inutile, ascientifico, discriminatorio, divisivo e italianissimo green pass e super green pass. Occorre dire “italianissimo” perché solo in Italia, tra i Paesi europei, c'è stata l'introduzione con una violenza inaudita di questa misura illogica, bocciata dalla storia, che ha impedito a milioni di italiani di accedere ai diritti costituzionali fondamentali, come il lavoro e l'istruzione e che ha causato ansia, frustrazione, danni economici incalcolabili, che ha perfino impedito ai nostri bambini di fare sport. Ma a voi, di questo, non ve ne è mai fregato nulla.

Allora, questo è solo un ordine del giorno. Ricordiamo, infatti, che in questo Parlamento c'è un altro ferito che è la democrazia, perché non ci permettete da mesi di intervenire come parlamentari sul merito di questi provvedimenti.

Questo ordine del giorno comunque ci servirà per capire quanti di voi in effetti vogliono reintrodurre ad un certo punto l'impalcatura del green pass e del super green pass nei prossimi mesi. Mario Draghi ha già detto che vuole mantenere attiva la struttura del QR code, sebbene ormai già i virologi protagonisti delle ultime stagioni TV abbiano detto pubblicamente che questi strumenti non hanno protetto dal contagio e non hanno limitato la circolazione del virus. Aggiungo che cambiare continuamente le date - prima durava sei mesi, poi un anno - ha creato una sfiducia incredibile dei cittadini nei confronti delle misure poste dal Governo.

Concludo. Voglio vedere singolarmente, parlamentare per parlamentare, partito per partito - Lega, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e PD - chi voterà contrariamente a questo ordine del giorno; il che, quindi, già sottintende che il green pass e il super green pass verrà riproposto nel futuro, sebbene la storia lo abbia già bocciato (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. La componente Alternativa del gruppo Misto chiede di sottoscrivere questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Ci rendiamo conto che quest'Aula è totalmente fuori dal tempo, fuori dalla storia, fuori dalle vere priorità che questo Paese dovrebbe avere, in un momento in cui ci sono venti di guerra e l'inflazione galoppante? E noi siamo qui a pensare alla mascherina e a quanti metri di distanza ci devono essere per poter parlare con o senza mascherina. Ci mettiamo addirittura con questa foga a discutere di questa cosa…

PRESIDENTE. Dovrebbe fare un intervento sul merito dell'ordine del giorno, cortesemente.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). …ed entro anche nel merito di questo ordine del giorno che è sintomatico proprio dell'incapacità di questo Governo di ammettere un fallimento; il fallimento di questo green pass che non ha salvato una vita umana e non ha fermato un contagio.

Del resto, lo dimostra il fatto che quando noi, anzi, quando voi avete introdotto il green pass c'erano 50 morti al giorno e sembrava che ci fosse la catastrofe in questo Paese; oggi, con 150 morti al giorno di media, vengono tolte tutte le restrizioni come se niente fosse.

Ammettete il vostro fallimento. Nella Camera dei Lord britannica sono in 700 come le sardine e da quattro mesi non esistono più mascherine, non sono mai esistite, e qui sentiamo queste discussioni lunari: addirittura, se io sono seduto mi devo mettere la mascherina, poi mi alzo e me la posso togliere.

Se il MoVimento 5 Stelle avesse difeso con tanta foga i suoi provvedimenti, oggi forse non ci sarebbe la riforma Cartabia, non sarebbe stato smantellato il superbonus, non ci sarebbe Draghi a fare strame di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Invece li vediamo totalmente lontani dalla realtà e addirittura oggi difendono, insieme a questo Governo osceno, l'infrastruttura del green pass che rimane chiaramente in vigore. Gli altri Paesi lo hanno cancellato, hanno tirato una riga, hanno detto: ora basta, cancelliamo tutto. Invece voi l'avete solo congelato, sospeso, ma rimane lì, pronto a essere rispolverato a settembre.

Allora, contro questa visione distruttiva che avete del Paese noi ci opponiamo. Chiediamo, però, alle forze politiche in questo Parlamento di farsi almeno un esame di coscienza. Il Governo chiaramente vuole costringere i cittadini a vivere per sempre col green pass e con un codice a barre. Noi almeno ribelliamoci rispetto a questa prospettiva che è inquietante, per non dire altro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiano ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/26 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Anche per stemperare do una notizia. Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Riccardo Augusto Marchetti è diventato papà della piccola Sveva Sofia. Esprimo al collega, alla neonata e alla mamma gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula (Applausi).

Torniamo agli ordini del giorno. Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/27 Noja vi è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare la prima firmataria, deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Presidente, accetto la riformulazione. Poiché questo ordine del giorno è stato sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza in Commissione ed è volto a dare un'interpretazione autentica dell'emendamento sulla proroga delle tutele per i lavoratori fragili, a cui abbiamo lavorato tutti insieme in Commissione - è un tema a cui teniamo molto e l'abbiamo votato tutti all'unanimità in Commissione, maggioranza e opposizione -, chiedo di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. L'avevamo intuito, infatti l'abbiamo ascoltata volentieri.

Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Chiediamo di sottoscrivere l'ordine del giorno come componente Alternativa, se la deputata Noja lo consente.

PRESIDENTE. Passiano ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/27 Noja, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/28 Baldini. C'è il parere contrario da parte del Governo: è ritirato.

Passiamo, dunque, al successivo ordine del giorno n. 9/3533-A/29 Raduzzi, con il parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. In questo ordine del giorno facciamo riferimento ai dati pubblicati dall'Istituto superiore di sanità che riportano l'età media dei morti, lo stato effettivo di pericolosità dell'emergenza COVID e come sia stata superata, come effettivamente il rischio sia estremamente alto per le fasce più anziane o per chi ovviamente ha un certo tipo di complicazioni di carattere sanitario assolutamente soggettive, ma non generalizzato; ed evidentemente, visto che lo stato di emergenza è formalmente terminato a marzo, non vediamo la ragione di proseguire con tutta una serie di imposizioni tra cui, per esempio, l'obbligo vaccinale generalizzato per alcune categorie come gli insegnanti.

Non riusciamo a capire quale sia il fondamento scientifico di norme come queste, le quali non si basano sulla sanità della persona, sulla sua condizione individuale; non si capisce perché un insegnante di trent'anni dovrebbe avere un rischio personale tale da portarlo obbligatoriamente a vaccinarsi, quando, dati alla mano, abbiamo visto che il vaccino è eccellente nell'abbattere il rischio di sintomi gravi, ma è inutile ai fini del contenimento epidemico. Lo abbiamo riscontrato sulla nostra pelle, con due anni di esperienza.

Ricordo anche che, nei primi tre mesi di quest'anno, siamo entrati in recessione tecnica, con una perdita di 0,2 punti di PIL anche a causa delle restrizioni che abbiamo - non scientificamente - continuato ad imporre in questo Paese. Quindi, con questo ordine del giorno noi di nuovo richiamiamo l'attenzione di questo Governo: per favore, revocate queste imposizioni che non hanno fondamento scientifico e hanno un enorme costo economico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/29 Raduzzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/20 Colletti: il parere è contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno è molto importante, perché coinvolge una delle istituzioni più importanti per il futuro del nostro Paese: la scuola. Ebbene, Presidente, con questo decreto si attua una doppia discriminazione a danno degli insegnanti; se, prima, a un gran numero di insegnanti era vietato entrare in classe, se non vaccinati, adesso che cadono molte di quelle restrizioni vi è una seconda discriminazione, ovvero quegli stessi insegnanti possono entrare a scuola, ma non possono insegnare, non hanno gli stessi diritti di tutti gli altri insegnanti. Questa previsione dimostra come questo Governo e questa maggioranza stiano utilizzando la scuola per insegnare ai più giovani, ai più piccoli la discriminazione tra persone su dati sanitari, a parte quelli sociali o di razza, con riferimento ai quali la Costituzione prevede che non ci debbano essere discriminazioni; quindi, che ci sia una differenza tra lavoratori su dati esclusivamente sanitari, sulla sottoposizione o meno ad una vaccinazione.

Per non parlare dell'ingresso a scuola: gli insegnanti non vaccinati adesso possono entrare a scuola, ma non possono insegnare e ci sembra che questo sia un monito che questa maggioranza e questo Governo vogliono dare ai più piccoli, a coloro cui dovrebbe essere insegnata la non discriminazione, il fatto che siamo tutti uguali in questo Paese, in questo mondo. Ai più piccoli viene insegnato come discriminare meglio il prossimo; ai più piccoli viene insegnato da questo Governo e dalle istituzioni più importanti di questo Paese che non si deve andare contro le politiche discriminatorie, poste in essere dal potente, dal potere di turno.

Ebbene, Presidente, abbiamo presentato questo ordine del giorno, perché per noi è importante far presente a tutta l'Aula come certe politiche discriminatorie non avevano senso di esistere nel recente passato e non dovranno più esistere nel prossimo futuro (Applausi del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Segneri. Ne ha facoltà.

ENRICA SEGNERI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Colletti, se me lo permette. Credo che la problematica sollevata dal collega sia estremamente importante, perché tratta la questione del demansionamento degli insegnanti e questo è assolutamente grave. Penso che tutti dovrebbero avere la sensibilità di sottoscrivere questo ordine del giorno. Questa norma non dovrebbe esserci in un provvedimento che si rispetti, quindi spero che vi saranno altri colleghi in quest'Aula che sottoscriveranno questo ordine del giorno e spero che non si attuerà mai più un discrimine del genere per quanto riguarda il corpo degli insegnanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Serritella. Ne ha facoltà.

DAVIDE SERRITELLA (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo anch'io di sottoscrivere l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/30 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/31 Trano: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta? Onorevole Colletti, ci può dare una risposta? Viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/32 Sapia…

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, mi faccia intervenire.

PRESIDENTE. Prego, deputato Colletti.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, se la riformulazione è nel senso di valutare l'opportunità di (…), sicuramente non la accettiamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/31 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/32 Sapia: c'è una proposta di riformulazione del Governo. Onorevole Sapia, a lei la parola.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Presidente, mi perdoni, nella fase emendativa e dibattimentale degli emendamenti, relativamente all'articolo 13, il Governo ci ha fatto ritirare un emendamento, precisamente il 13.1, chiedendo di presentare al riguardo un ordine del giorno.

Presidente, mi scusi, già l'ordine del giorno non vale un fico secco; se poi aggiungiamo la formula “a valutare l'opportunità di”, sottosegretario Costa, mi sento preso in giro. Per questo ho scritto che la piattaforma dovrà gestire i dati sensibili riguardanti i vaccinati e quindi l'andamento delle infezioni da COVID. Non considerare l'Istituto superiore di sanità una struttura strategica e sensibile rispetto al perimetro cibernetico mi sembra una posizione miope politicamente, sottosegretario. Se poi lei dice apertamente all'Aula che l'Istituto superiore di sanità non è pronto, perché non ha il personale, ciò significa che il Governo, ancora una volta, è inadeguato a gestire l'andamento della pandemia e anche l'Istituto.

Quindi, sottosegretario, mi aspetto che lei inserisca l'Istituto superiore di sanità tra i soggetti inseriti nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, altrimenti mi vedrò costretto a non accettarla, perché in questo modo si prendono in giro i deputati, sottosegretario.

PRESIDENTE. Non mi pare che vi siano ripensamenti da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/32 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/33 Massimo Enrico Baroni.

Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Presidente, quanto tempo mi rimane?

PRESIDENTE. Tre minuti e 45 secondi.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Voglio porre l'attenzione su questo ordine del giorno che richiama la sentenza del 28 aprile del tribunale ordinario di Padova, sezione lavoro, che ha reintegrato nel lavoro una operatrice socio-sanitaria esitante vaccinale che non si è costretta, nonostante il decreto, a sottoporsi al vaccino. Bene, la sentenza la reintegra tout court e riporta i dati dell'Istituto superiore di sanità, affermando chiaramente che “la garanzia fornita dal tampone (…) è senz'altro relativa; ma quella data dal vaccino è pari a zero. Quanto allo ‘stress' delle strutture sanitarie, è notorio che il tampone viene effettuato anche dalle farmacie e che il costo è sostenuto dal privato”. Cosa dice questa sentenza? Prevede l'obbligo, all'interno della struttura residenziale assistita, per il lavoratore sanitario di sottoporsi a tamponi per accedere e lavorare, perché ritiene molto più sicuro, in termini di contagio, che il lavoratore sia tamponato piuttosto che sia vaccinato. Inoltre, riporta proprio gli ultimi dati dell'Istituto superiore di sanità che ci dicono che la prevenzione da malattia grave - su questo con la maggioranza non credo che ci sia discussione - è effettivamente superiore, parliamo di oltre il 76 per cento e fino al 90 per cento. In situazione non controllata – attenzione, quindi, una sperimentazione non controllata - l'efficacia del vaccino in termini di contagio riportata dall'ISS è inferiore al 50 per cento. Cosa vuol dire che è inferiore al 50 per cento? Il 50 per cento in situazione non controllata significa che l'efficacia è pari alla stessa probabilità di tirare una moneta. Se in una situazione che non è di gold standard, ovvero di doppio cieco, in cui tenete tutte le variabili sotto controllo, affermate che l'efficacia è del 50 per cento, avete la stessa probabilità di fare testa o croce ed è per questo che la sentenza afferma, in maniera inequivocabile, che la vaccinazione in termini di prevenzione e contrasto alla diffusione del COVID è pari a zero. Richiama, ovviamente, il discorso della proporzionalità e richiama, ovviamente, l'articolo 52 della Carta dei diritti fondamentali dell'uomo, secondo cui alcune limitazioni all'esercizio dei diritti e delle libertà riconosciute dalla medesima Carta, tra cui quelle dell'articolo 15, devono essere previste dalla legge e rispettare il contenuto essenziale di detti diritti e libertà. Secondo la giurisprudenza costante della Corte di giustizia dell'Unione, il rispetto del principio di proporzionalità presuppone l'adempimento di tre condizioni cumulative: attitudine, necessità e proporzionalità in senso stretto. Per attitudine si intende l'idoneità della misura a perseguire la finalità prefissata, che è quella della prevenzione dal contagio che, ripetiamo, la sentenza, riportando i dati dell'ISS, dice che è pari a zero. La sentenza connette una maggiore prevenzione all'obbligatorietà del tampone. Caso strano, tutto quello che ha fatto il resto dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/33 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/34 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/35 Costanzo per il Governo è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/36 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/37 Cabras, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/38 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/39 Forciniti sul quale c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti, che ha due minuti e mezzo a disposizione Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Mi sembra di capire che la riformulazione trasforma l'ordine del giorno così: “si impegna il Governo a valutare la possibilità di valutare gli effetti applicativi delle scuole richiamate in premessa” Le dico, sottosegretario Costa: non è che si sta sbilanciando un po' troppo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Io sarei un po' più prudente, metterei, magari, prima un'altra valutazione, cioè valutare di considerare se per caso qualche volta, nei ritagli di tempo, si può valutare di fare qualcos'altro. Ma che serietà è questa? Già gli ordini del giorno non servono a nulla, se poi stiamo anche a perdere tempo con queste cose, c'è veramente da far cadere le braccia! Tiriamo una riga su quello che è stato per il passato. Ci sono stati, magari, piccole imprese e ristoratori che hanno aperto per disperazione, per fame e hanno preso pure 1.000 euro di multa. Ormai l'emergenza è passata e per fortuna è alle spalle. In questo Paese sono stati condonati miliardi agli evasori fiscali, sono state fatte misure per depenalizzare reati gravi come il falso in bilancio, sono stati regalati miliardi di buonuscita ai Benetton, che hanno fatto crollare un ponte, e poi non riusciamo a dire a questi poveracci, che, magari, hanno aperto per disperazione durante le vostre folli restrizioni, che ormai quello che è stato è stato e possiamo abrogare queste multe ridicole. Tra l'altro, se non le abrogate voi, le dichiara illegittime il tribunale. Quindi tanto vale che lo facciate voi, risparmiamo forse anche le spese legali che dobbiamo pagare a chi le impugna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Quindi, per favore, trasformiamo questa riformulazione e accogliamo questo ordine di un ordine del giorno; altrimenti, è veramente ridicolo valutare di valutare di considerare e di valutare. Per favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/39 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/40 Maniero, sul quale c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Maniero, che ha tre minuti a disposizione. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Rifiuto la riformulazione del Governo, perché dal Governo dei migliori mi aspetto qualcosa di un po' più audace di “valutare l'opportunità di… nel rispetto di… eccetera”. Stiamo parlando di qualcosa di molto semplice. In Italia abbiamo un problema, una mancanza nella capacità di andare a individuare gli effetti collaterali di una serie di farmaci e abbiamo un sistema di farmacovigilanza passivo, che ha dei limiti intrinseci e che, quindi, espone i cittadini ad un rischio concreto. Noi abbiamo un dispositivo medico, chiamiamolo così, il vaccino anti-COVID, che è stato somministrato a 50 milioni di italiani, tra cui anche bambini, su cui non abbiamo una farmacovigilanza attiva.

Auspicare una farmacovigilanza attiva vuol dire passare da un sistema in cui, quando uno sta male, grida e viene ad avvisarmi, ad un sistema sanitario che si interessa di monitorare, almeno a campione, nei mezzi che ritiene, l'effettiva capacità di un farmaco di curare ed eventualmente ne registra, per quanto residuali, gli effetti collaterali. Ciò per noi è ancora più necessario e più importante proprio per un dispositivo come il vaccino COVID che abbiamo utilizzato ovunque in modo orizzontale e che, evidentemente, non è ancora monitorato. Io prendo tutte le distanze possibili da quelli che dicono che il vaccino ha fatto strage e cose del genere: non abbiamo nessuna evidenza che dica questo. Abbiamo evidenza, però, che abbiamo un sistema di monitoraggio che va adeguato. Dico ciò, in particolare, per chi si differenzia da noi che crediamo che chi vuole vaccinarsi debba poterlo fare, ma che, se non si vuole, non si debba essere costretti a farlo. Questo discorso vale ancora di più per chi crede, invece, nell'obbligo vaccinale generalizzato. Se volete obbligare il cittadino a vaccinarsi, allora dovete garantirgli il massimo controllo su ciò che obbligate ad assumere. Ahimè, so di ricordare ciò ad un Governo che nel DEF ha appena confermato che intende tagliare su pensioni, educazione e sanità. Quindi, non ho grandi aspettative, ma il mio dovere lo faccio e vi propongo comunque questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/40 Maniero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/41 Spessotto. C'è una proposta di riformulazione: viene accolta? Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/41 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/42 Testamento. C'è una proposta di riformulazione: viene accolta?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/42 Testamento, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/43 Vallascas. C'è una proposta di riformulazione: viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/44 Vianello: c'è il parere contrario da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/44 Vianello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Il parere del Governo è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/45 Lorefice.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/46 Nappi. C'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare la deputata Alemanno. Ne ha facoltà.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. Soltanto per annunciare che il MoVimento 5 Stelle accoglie tutte le riformulazioni degli ordini del giorno proposte dal Governo (Applausi).

PRESIDENTE. Quindi, sono accolte le riformulazioni degli ordini del giorno n. 9/3533-A/46 Nappi, n. 9/3533-A/47 Sportiello e n. 9/3533-A/48 Provenza. Ordine del giorno n. 9/3533-A/49 Villani, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3533-A/50 D'Arrando, riformulazione accolta. Ordine del giorno n. 9/3533-A/51 Mammi' è ritirato. Ordine del giorno n. 9/3533-A/52 Papiro, riformulazione accolta. Ordine del giorno n. 9/3533-A/53 Zolezzi è ritirato. Ordine del giorno n. 9/3533-A/54 Maraia, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3533-A/55 Tuzi, riformulazione accolta. Sono accolte le riformulazioni degli ordini del giorno n. 9/3533-A/56 Grillo, n. 9/3533-A/57 Grippa, n. 9/3533-A/58 Penna, n. 9/3533-A/59 Barzotti... La deputata Grillo ha chiesto di parlare? Non la vedo. Allora, deputata Grillo, mi pare di capire che lei non accoglie invece la riformulazione del Governo. A lei la parola.

Siamo all'ordine del giorno n. 9/3533-A/56 Grillo.

GIULIA GRILLO (M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, mi rendo conto che avete fatto una grande fatica per chiudere il provvedimento, però, purtroppo, per me questo tema è troppo importante e questa riformulazione, per quanto mi riguarda, equivale ad una bocciatura. So bene che il Ministero della Salute e il Ministero dell'Istruzione avevano dato parere contrario agli emendamenti che sottintendevano questo ordine del giorno, quindi, mi consenta almeno di farlo bocciare da quest'Aula, in quanto rientra ancora nel nostro diritto di parlamentari esprimere un parere sugli argomenti.

Tre appunti velocissimi sull'argomento di cui stiamo parlando. I medici specializzandi, sottosegretario, già oggi possono fare altre attività oltre alla specializzazione, ma questa norma, che è vecchia di vent'anni, pretende di elencare ancora cosa “sì” e cosa “no”, creando un caos ingestibile. Possono, per esempio, sostituire un medico di famiglia o fare fino a 24 ore di continuità assistenziale a settimana oltre alla formazione, però, se vanno a fare un turno di pronto soccorso nelle stesse fasce orarie, ma in libera professione, rischiano di essere espulsi dalla scuola di specializzazione. Bisogna avere il coraggio di aggiornare una legge ai tempi che stiamo vivendo. Stiamo parlando di una legge di vent'anni fa. Dire che un medico, una volta che ha fatto il suo orario di formazione, può fare quello che desidera, pur nel rispetto degli impegni formativi, non significa essere indietro, ma essere avanti e superare disservizi di un servizio sanitario, paralizzato da norme desuete che dicono questo “sì” e quello “no”.

Faccio, inoltre, presente che tutte le migliaia di medici, che sono stati costretti all'imbuto formativo, che per 15 anni hanno lavorato nel sistema sanitario privi dei titoli e che oggi quei titoli potrebbero prenderli, grazie ai posti che sono stati finanziati, non lo faranno, sottosegretario. Non possono farlo, perché ormai non sono più ragazzini: sono adulti, hanno famiglia, devono mantenere le proprie famiglie. Pretendere che lascino il lavoro per fare la specializzazione, perché in Italia ancora c'è questa incompatibilità che abbiamo solo noi, sembra veramente quasi fatto contro di loro, se non pensassi che ci sono altre motivazioni.

Concludo, dicendo che in tutta Europa ormai, come ben sapete, e in tutto il mondo il medico si forma lavorando, maturando lo stipendio e vedendo certificate le sue skill, le sue abilità, quello che sa fare e così via. Invece, ci ostiniamo ad avere un sistema rigido che va cambiato, introducendo anche la possibilità, per esempio, di studiare per una seconda specializzazione part time mentre si lavora. Infatti, sottosegretario - e lei lo sa meglio di me - , il nostro sistema ne ha bisogno. Non stiamo facendo un favore a questi medici, se affrontiamo questo argomento in maniera seria: stiamo facendo un favore al Servizio sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni, che ha però esaurito il suo tempo. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Chiediamo, come componente Alternativa, di sottoscrivere l'ordine del giorno, se la firmataria lo permette.

PRESIDENTE. D'Accordo. Deputata Papiro?

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Vorrei sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'Accordo. Gli ordini del giorno si possono anche sottoscrivere al banco della Presidenza. I deputati Menga, Romaniello, Trizzino e Dall'Osso sottoscrivono l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/56 Grillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Sono accolte le riformulazioni del Governo degli ordini del giorno n. 9/3533-A/57 Grippa, n. 9/3533-A/58 Penna e n. 9/3533-A/59 Barzotti.

Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/60 Silvestroni, n. 9/3533-A/61 Vinci, n. 9/3533-A/62 Rampelli e n. 9/3533-A/63 Bellucci ci sono proposte di riformulazione che vengono accettate.

Sul n. 9/3533-A/64 Gemmato vi è parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/64 Gemmato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/65 Panizzut, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Sul n. 9/3533-A/66 Ziello c'è una proposta di riformulazione che viene accolta. Sul n. 9/3533-A/67 Foscolo c'è una proposta di riformulazione che non viene accolta.

Ha chiesto di parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Grazie, Presidente. No, non posso accettare la riformulazione perché qua, come ho già detto anche nell'illustrazione di questo ordine del giorno, si parla di lavoratori fragili e purtroppo in questa proroga c'è una distinzione tra lavoratori fragili tutelati e lavoratori fragili non tutelati. Noi con questo ordine del giorno chiedevamo di tutelare tutta la platea dei lavoratori fragili e avevamo previsto due opportunità, quella di abolire la lista del decreto del Ministro della Salute del 4 febbraio 2002 o quella di ampliare la platea delle patologie e delle condizioni da esso individuate. Secondo noi, quando si parla di lavoratori fragili non c'è da valutare; quindi chiedo al Governo, se è possibile, di dare un parere favorevole, altrimenti chiediamo di metterlo in votazione così com'è (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Rizzetto sottoscrive questo ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/67 Foscolo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/68 Covolo e n. 9/3533-A/69 Tiramani ci sono proposte di riformulazione che vengono accettate.

Sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/70 Osnato c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo in questa conformazione di poter parlare senza la mascherina; vorrei una conferma prima di attirare le ire dei vari geometri che sono presenti in giro.

PRESIDENTE. Per analogia è confermato.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie. Il motivo per cui intervengo è per spiegare, per quanto mi è possibile, al Governo che non posso accettare una riformulazione. Perché non la posso accettare? Perché questo ordine del giorno tratta della cosiddetta pace fiscale. In Commissione bicamerale sul federalismo fiscale noi abbiamo sentito il direttore dell'Agenzia delle entrate che ci ha parlato di un magazzino fiscale - chiamiamolo così - di 1.100 miliardi, una cifra considerevole. Ci ha parlato di 16 milioni di italiani che sarebbero soggetti a cartelle esattoriali; di queste cartelle esattoriali, l'80 per cento sono di importi inferiori ai 10.000 euro. Non sarà certo la scoperta dell'acqua calda spiegare che, in questo momento, la crisi economica che deriva, prima, dalla pandemia e, poi, dalla crisi energetica e, purtroppo, dalla guerra in Ucraina ha prostrato imprese, aziende e famiglie e che, quindi, a nostro modo di vedere è difficile chiedere l'esecuzione di queste cartelle esattoriali.

Particolarmente, anzi esclusivamente, è difficile chiederlo a coloro che non si rappresentano come evasori fiscali ma che in qualche modo hanno dovuto pensare, proprio per la difficoltà che citavo prima, ad adempiere altri tipi di pagamenti piuttosto che quelli tipicamente fiscali o previdenziali. Quindi ora cosa succede? Chiediamo che si possa andare verso una cosiddetta rottamazione-quater per le annualità del 2018 e del 2019 e andare incontro ad un saldo e stralcio per le cartelle di importo meno elevato. Qualcuno mi dirà: ma il Governo ha detto che vorrà valutare tutto ciò. Se fossimo in un'altra condizione, avrei acconsentito a dare una fiducia al Governo perché potesse valutare. Tuttavia, in quest'Aula, il 9 settembre 2021, lo stesso Governo fece approvare un ordine del giorno, peraltro immodestamente a mia prima firma ma sottoscritto da tutte le forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a esclusione di LeU, che venne approvato alla quasi unanimità, in cui si chiedeva proprio di andare incontro a una rottamazione-quater anche attraverso meccanismi deflattivi del contenzioso tributario, definizione delle liti pendenti, valutando proroghe e quant'altro. Evidentemente, proprio quello che oggi chiediamo. Allora, se dal 9 settembre a oggi il Governo non ha valutato, o è un Governo incapace di valutare - e mi preoccupo di questo - o è un Governo che non vuole valutare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non vuole affrontare l'ennesima incongruenza e dicotomia interna alla maggioranza.

Se oggi apro qualsiasi profilo Facebook di un leader della maggioranza, trovo che si chiede la pace fiscale, trovo che si chiede di andare incontro alle difficoltà delle aziende, trovo che si chiede di definire il contenzioso fiscale. Allora, se oggi siamo qui a discutere di questo e il Governo ci dice che vuole valutare, devo pensare che la buona fede da parte di questi leader della maggioranza di Governo, che chiedono la pace fiscale, non ci sia. Credo che non ci sia voglia di dare una risposta concreta alle esigenze di questa Nazione. Quindi chiedo di votarlo e chiedo a chi ha giustamente proposto ciò che si comporti con coerenza e voti a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/70 Osnato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Sugli ordini del giorno n. 9/3533-A/71 Anna Lisa Baroni e n. 9/3533-A/73 Lattanzio ci sono proposte di riformulazione che vengono accolte.

Sul n. 9/3533-A/74 Tasso c'è una proposta di riformulazione che non viene accolta.

Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Quando parliamo di lavoratori fragili, ed è stato fatto più volte in quest'Aula, noi ci riferiamo a persone che sono state colpite più volte dalla vita, sicuramente dalla malattia, sicuramente, come tanti di noi, dalla pandemia. Allora la domanda è: vogliamo che siano colpiti ancora una volta, non voglio dire dall'insensibilità, non voglio utilizzare questo sostantivo, ma dalla poca attenzione da parte delle istituzioni, che dovrebbero far sentire la loro vicinanza con misure che allevino la sofferenza di queste persone, la difficoltà di vivere una vita lineare, una vita normale, e che non li faccia sentire discriminati? Dico che, quando ci si occupa di un tema, allora si cerca di comprenderne il perimetro e tutte le criticità.

Noi viviamo l'era della tecnologia sfrenata, si trova di tutto sul web, e quindi anche gruppi social, gruppi di discussione sui vari temi, dove tanti di noi, rappresentanti istituzionali, vengono interpellati, vengono coinvolti per avere un aiuto a portare avanti queste istanze, in questo caso dei lavoratori fragili. E noi in questi consessi - ve lo posso assicurare e ci sono tanti in questa Assemblea che sanno che dico la verità - promettiamo il nostro aiuto, ci dichiariamo d'accordo con le loro istanze, aderenti alle loro difficoltà, alle loro richieste e alle loro proposte. E allora non possiamo risolvere tutto con una dichiarazione di fine seduta oppure con un intervento estemporaneo, dichiarandoci a favore dei lavoratori fragili.

Dobbiamo dimostrarlo con il nostro voto, ed è per questo che non posso aderire a una riformulazione che mi dice “a valutare l'opportunità di”, perché, finché noi “valutiamo l'opportunità di”, ci sarà qualcuno che non avrà l'opportunità di vivere. Pertanto chiedo la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/74 Tasso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/75 Longo: c'è una proposta di riformulazione, che non viene accolta.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/75 Longo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/76 Borghese: c'è una proposta di riformulazione, che non viene accolta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso: onorevole Tasso, lei ha esaurito il suo tempo, è già intervenuto due volte, quindi non è possibile.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/76 Borghese, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/77 Cirielli: c'è un parere contrario da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/77 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/78 Mantovani: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/79 Ciaburro: c'è un parere contrario da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/79 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Un tecnico alla postazione della deputata Serracchiani. La votazione, purtroppo, era chiusa.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/80 Caretta: c'è un parere contrario da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3533-A/80 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Un tecnico che vada…mi pare che funzioni.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Ordine del giorno n. 9/3533-A/81 Frassinetti: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/82 Bucalo: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/83 Gusmeroli: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3533-A/84 Belotti: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Organizzazione dei tempi di esame di una mozione.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente iniziative volte a incrementare le misure per il contrasto della peste suina africana e per il sostegno della filiera suinicola (Vedi l'allegato A).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 4 maggio 2022, il deputato Bernardo Marino, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Italia Viva.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Gerardi. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GERARDI (LEGA). Grazie, Presidente. Romina De Cesare è la diciottesima vittima di violenza dall'inizio del 2022, uccisa per mano di un uomo che diceva di amarla e che, invece, non ha accettato la fine di una storia d'amore - una storia d'amore che comunque era molto complicata - e che ha continuato a perseguitarla fino a quando le ha dato l'ultimo appuntamento, quello che viene considerato come una trappola, purtroppo, per molte vittime.

Sui suoi profili social Romina aveva pubblicato tanti post in cui si parlava di violenza sulle donne e, soprattutto, dove si invitava a denunciare, perché la denuncia è l'unica arma che noi abbiamo. Purtroppo, pensate che beffa ha avuto nel momento in cui si è resa conto che stava per perdere la vita proprio per mano di un uomo.

Noi in quest'Aula, nel 2019, abbiamo approvato il Codice rosso, ma da lì tutto si è fermato e abbiamo continuato, purtroppo, a ricordare delle morti e mai a celebrare delle vite. Noi continueremo, comunque, a combattere per chi non c'è più e per chi continua invece ancora, con tanto coraggio, a denunciare.

A Romina va un grosso abbraccio e soprattutto il saluto di tutta quest'Aula e delle tante donne che ancora oggi continuano a combattere, purtroppo, contro la violenza inaudita di chi dice di amarle, mentre invece non le ama (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cecilia D'Elia. Ne ha facoltà.

CECILIA D'ELIA (PD). Grazie, Presidente. Lunedì è venuta a mancare Biancamaria Frabotta, scrittrice, poeta, giornalista e docente. Biancamaria Frabotta era nata a Roma nel 1946. Aveva militato, giovanissima, nel movimento degli studenti, durante e dopo il Sessantotto e soprattutto nel movimento delle donne e proprio dal movimento delle donne le era venuta la passione per i versi delle donne in poesia. Nel 1976 ha pubblicato Donne in poesia, che dava rilievo alla poesia di Amelia Rosselli e, per la prima volta in un'antologia, troviamo anche i versi di una giovanissima Patrizia Cavalli. A questo volume segue Letteratura al femminile, che indaga le tracce del femminile anche nella letteratura maschile. Scrisse diversi testi. “Divenni femmina nel linguaggio prima che nel corpo”, afferma. “Affeminata, appunto, sfrontata distorsione di senso, provocazione, proterva venuta alla luce”. Biancamaria Frabotta ha scritto anche un romanzo, Velocità di fuga, nel 1989, vincitore del Premio Tropea e da poco ripubblicato.

È diventata poi ordinaria di letteratura italiana moderna e contemporanea alla Sapienza. Ha saputo creare una vera comunità di allieve e allievi, a loro volta poeti e scrittori. Era molto generosa e interessata ai percorsi dei giovani. Nel 2018 Mondadori ha pubblicato tutte le sue poesie. “Una raccolta ragionata”, come scrisse Alessandro Giammei, all'epoca uno dei suoi allievi, che va dalla passione dei primi componimenti, fino alle ultime sillogi. L'autrice ha sempre insegnato la poesia contemporanea come se fosse antichissima, con lo stesso rigore che impongono i frammenti dei greci e gli immortali apologhi divini dei latini.

PRESIDENTE. Concluda.

CECILIA D'ELIA (PD). Se c'è una cifra di contemporaneità stringente nei 46 anni di ricerca è proprio quella di essere andata oltre il soggetto maschio, di aver cercato la parabola della differenza di genere e di sessualità del post-umano.

Lunedì abbiamo perso una grande artista a cui noi donne, e non solo, dobbiamo molto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cristina Patelli. Ne ha facoltà.

CRISTINA PATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il 4 maggio 1949, alcuni minuti dopo le 17, il trimotore FIAT G.212, delle Avio Linee Italiane, con a bordo l'intera squadra del Torino, all'epoca la più forte e conosciuta, si schiantò a piena velocità contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga che domina, appunto, il colle da cui prende il nome.

Quel pomeriggio di 73 anni fa le colline e i quartieri limitrofi della città erano flagellati da una violentissima tempesta di pioggia e vento e le nuvole basse e la nebbia erano squassate da lampi paurosi. All'improvviso si avvertì un tremendo boato; sarà il parroco, spaventato, ad accorrere sul luogo della tragedia e, poi, rientrato in basilica, a dare l'allarme per telefono: “Sono tutti morti”.

Nella tragedia di Superga persero la vita 31 persone, fra atleti, dirigenti, allenatori, giornalisti e membri dell'equipaggio. Due giorni dopo, l'intera città di Torino si strinse attorno al sodalizio granata: una lunga, ininterrotta processione rese omaggio alle bare allineate a Palazzo Madama e oltre mezzo milione di persone partecipò ai funerali del 6 maggio del 1949. Erano presenti alle esequie rappresentanze di tutte le squadre italiane e di molte squadre straniere; proprio i campioni della Juventus, con indosso le loro maglie bianconere, guidavano, rispettosamente, il corteo, con il loro stemma sociale listato a lutto, accanto a quello del Torino. Un giovanissimo Giulio Andreotti, in assenza del Presidente del Consiglio, che si trovava all'estero, rappresentava il Governo italiano e il Presidente della FIGC, Ottorino Barassi, fece l'appello della squadra come dovesse scendere in campo, mentre Indro Montanelli scriveva: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede” e tutta l'Italia si fermava nelle piazze più importanti delle varie città dove era trasmessa la cerimonia funebre.

In quel tragico incidente il fato vinse una squadra sino allora imbattibile, rendendola tuttavia immortale; infatti, oltre all'amore dei propri tifosi, il Toro, che il capitano Mazzola chiamava alla carica rimboccandosi le maniche della casacca, quel Toro capace di travolgere chiunque durante il famoso e temuto “quarto d'ora granata” – concludo, Presidente - aveva guadagnato il rispetto di tutti gli avversari, anche i più irriducibili e l'ammirazione di ogni sportivo, ovunque, perché nessuna squadra ha mai rappresentato, e nessuna mai rappresenterà, per il calcio quello che ha significato, e significa, il Grande Toro. Onore al Grande Torino (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 5 maggio 2022 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza. (C. 3533-A​)

Relatrice: RUGGIERO.

2. Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021. (C. 3418-A​)

Relatrice: LA MARCA.

S. 2342 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021 (Approvato dal Senato). (C. 3441-A​)

Relatore: BATTILOCCHIO.

S. 2341 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021 (Approvato dal Senato). (C. 3440​)

Relatore: COIN.

S. 1922 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 3324​)

Relatore: BATTILOCCHIO.

S. 1378 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018 (Approvato dal Senato). (C. 3323​)

Relatrice: DI STASIO.

S. 1223 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016 (Approvato dal Senato). (C. 3040​)

Relatrice: ERMELLINO.

La seduta termina alle 20,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato Bellachioma ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 la deputata Giannone ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 la deputata Muroni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 34 e 38 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 la deputata Giannone ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3533-A - odg n. 2 417 405 12 203 46 359 101 Resp.
2 Nominale odg 9/3533-A/4 rif. 418 412 6 207 380 32 101 Appr.
3 Nominale odg 9/3533-A/9 418 409 9 205 51 358 101 Resp.
4 Nominale odg 9/3533-A/10 422 414 8 208 47 367 101 Resp.
5 Nominale odg 9/3533-A/14 418 410 8 206 44 366 101 Resp.
6 Nominale odg 9/3533-A/15 421 416 5 209 46 370 101 Resp.
7 Nominale odg 9/3533-A/18 - I p. 427 422 5 212 53 369 101 Resp.
8 Nominale odg 9/3533-A/18 - II p. 416 410 6 206 50 360 101 Resp.
9 Nominale odg 9/3533-A/18 - III p. 419 407 12 204 42 365 101 Resp.
10 Nominale odg 9/3533-A/18 - IV p. 425 402 23 202 30 372 101 Resp.
11 Nominale odg 9/3533-A/19 418 413 5 207 64 349 101 Resp.
12 Nominale odg 9/3533-A/23 412 406 6 204 45 361 100 Resp.
13 Nominale odg 9/3533-A/26 404 401 3 201 46 355 100 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3533-A/27 rif. 411 384 27 193 382 2 100 Appr.
15 Nominale odg 9/3533-A/29 405 400 5 201 46 354 100 Resp.
16 Nominale odg 9/3533-A/30 394 392 2 197 47 345 100 Resp.
17 Nominale odg 9/3533-A/31 390 388 2 195 38 350 100 Resp.
18 Nominale odg 9/3533-A/32 385 380 5 191 41 339 100 Resp.
19 Nominale odg 9/3533-A/33 395 392 3 197 43 349 100 Resp.
20 Nominale odg 9/3533-A/34 388 387 1 194 47 340 100 Resp.
21 Nominale odg 9/3533-A/36 389 386 3 194 43 343 100 Resp.
22 Nominale odg 9/3533-A/37 390 387 3 194 41 346 100 Resp.
23 Nominale odg 9/3533-A/38 386 383 3 192 43 340 100 Resp.
24 Nominale odg 9/3533-A/39 395 392 3 197 42 350 100 Resp.
25 Nominale odg 9/3533-A/40 388 383 5 192 47 336 100 Resp.
26 Nominale odg 9/3533-A/41 384 380 4 191 45 335 100 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/3533-A/42 380 378 2 190 41 337 100 Resp.
28 Nominale odg 9/3533-A/44 372 369 3 185 39 330 100 Resp.
29 Nominale odg 9/3533-A/56 375 368 7 185 77 291 100 Resp.
30 Nominale odg 9/3533-A/64 382 379 3 190 44 335 99 Resp.
31 Nominale odg 9/3533-A/65 384 382 2 192 133 249 99 Resp.
32 Nominale odg 9/3533-A/67 377 374 3 188 138 236 99 Resp.
33 Nominale odg 9/3533-A/70 358 353 5 177 57 296 99 Resp.
34 Nominale odg 9/3533-A/74 351 348 3 175 40 308 99 Resp.
35 Nominale odg 9/3533-A/75 352 351 1 176 40 311 99 Resp.
36 Nominale odg 9/3533-A/76 355 351 4 176 36 315 99 Resp.
37 Nominale odg 9/3533-A/77 345 335 10 168 27 308 99 Resp.
38 Nominale odg 9/3533-A/79 353 342 11 172 30 312 99 Resp.
39 Nominale odg 9/3533-A/80 349 344 5 173 36 308 99 Resp.