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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 684 di venerdì 29 aprile 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,30

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 27 aprile 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Baldelli, Bergamini, Bianchi, Brescia, Casa, Cavandoli, Colletti, Comaroli, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Lapia, Liuni, Magi, Marin, Perantoni, Tateo, Termini e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 111, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative volte a potenziare i servizi della rete diplomatico-consolare per gli italiani residenti all'estero, con particolare riferimento al rilascio dei passaporti - n. 2-01499)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli ed altri n. 2-01499 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Fitzgerald Nissoli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Buongiorno, signor sottosegretario, la mia interpellanza pone l'accento sull'attuazione di una risoluzione presentata in Commissione affari esteri, a mia prima firma, approvata all'unanimità a metà dicembre scorso, nella quale si chiedeva di aumentare l'organico del personale dei consolati per migliorare i servizi consolari e accorciarne i tempi di attesa. Si chiedeva anche di aumentare il personale a contratto, ricorrendo a risorse già presenti sul posto.

Al momento, purtroppo, a fronte di un costante aumento del numero dei connazionali, che, sappiamo tutti, continua ad aumentare in tutti i continenti, questa emergenza, legata al funzionamento dell'amministrazione dello Stato all'estero, non è ancora stata risolta. Varie sono le segnalazioni relative a tempi di attesa poco sostenibili per riuscire, ad esempio, ad avere un nuovo passaporto elettronico, mentre per accedere alle prenotazioni online si registrano disagi che, oggi giorno, con un'elevata informatizzazione della pubblica amministrazione, non sono più tollerabili. Un punto, quest'ultimo, anch'esso contenuto nella risoluzione in questione, richiamata nell'interpellanza, che continua ad essere purtroppo ignorato.

Per darle contezza di questa situazione, mi consenta, signor sottosegretario, di leggere alcune e-mail di protesta di connazionali che non riescono ad accedere ai servizi.

Un connazionale mi scrive: “Le scrivo per illustrarle una situazione comune a tutti i cittadini che vivono in quest'area e che ho vissuto di persona. Gli appuntamenti per la cittadinanza sono rimandati sino al 2026, quattro anni dalla domanda. I passaporti non sono rilasciati per tempo. Inoltre, a me, personalmente, è capitato di non riuscire a prenotare per quattro persone perché il sistema del Ministero impedisce di prendere più spazi per appuntamenti. La risposta è stata che la ragione era un contrabbando di spazi per appuntamenti che venivano rivenduti; ragion per cui chi deve prendere un appuntamento per la famiglia allo stesso orario è impossibilitato, a meno che non usi un IP della propria casa e poi vada a cercare tra altri IP differenti o sia in grado di piratare IP.”

Un altro mi scrive: “Nel 2011-2012, con mia moglie e mio figlio abbiamo completato una registrazione AIRE di persona presso il consolato. I nostri passaporti scadono nel marzo di quest'anno e stiamo cercando di fissare un appuntamento per ricevere nuovi passaporti. Il problema è che, quando cerco di entrare nel sistema Fast.it, dice che non sono registrato.

So di essere registrato perché ricevo i plichi per votare, per le elezioni. Quando provo a fare una nuova registrazione il sistema segnala un errore e non posso procedere. Non sono sicuro di come procedere. Non posso registrarmi per un appuntamento senza il sistema Fast.it e non posso inserire i miei dati AIRE”. Un altro mi scrive: “Salve, vorrei sapere com'è possibile che io ho richiesto il passaporto italiano il 28 marzo e siamo al 26 aprile e ancora in ambasciata non mi fanno sapere nulla e neanche si degnano di rispondere alle e-mail. Il passaporto a me serve per questioni lavorative inderogabili e in sua mancanza avrò un notevole danno economico. Vogliate cortesemente provvedere con estrema urgenza. In attesa di un urgente riscontro, distinti saluti”. Un altro cittadino ancora mi scrive: “Le scrivo per segnalare la difficoltà che sto avendo nell'ottenere un appuntamento al consolato italiano per il rinnovo o il rilascio del passaporto attualmente scaduto. Come indicato nel sito del consolato, il servizio telematico ‘Prenota online' offerto dovrebbe dare accesso alle date disponibili per un appuntamento ma purtroppo il suddetto servizio risulta inefficiente dato che da più di quattro mesi giornalmente consulto il sito senza nessun risultato e nessuna alternativa a questo servizio viene offerta”. Ci sono tanti altri messaggi, però mi fermo qui.

L'articolo 2 comma 1, del codice dell'amministrazione digitale, il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, afferma: “Lo Stato, le regioni e le autonomie locali assicurano la disponibilità, la gestione, l'accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell'informazione in modalità digitale e si organizzano ed agiscono a tale fine utilizzando con le modalità più appropriate e nel modo più adeguato al soddisfacimento degli interessi degli utenti le tecnologie dell'informazione e della comunicazione”. Ebbene, signor sottosegretario, assicurare l'accesso, con le modalità più appropriate e nel modo più adeguato al soddisfacimento degli interessi degli utenti: è questo proprio il punto nodale, ovvero mettersi dalla parte del cittadino e fare in modo che l'accesso ai servizi, tramite le nuove tecnologie digitali, sia semplice ed efficiente. È necessario fare in modo che questo avvenga per i connazionali che chiedono di fare un nuovo passaporto, senza stare giorni in attesa per poter fissare un appuntamento.

Converrà con me che si tratta di una questione di buonsenso e praticità, questione strettamente connessa, al contempo, a quelle legate alle risorse umane, che sono scarse e vanno rafforzate. Lo si sta facendo sul territorio nazionale ed è bene che lo si faccia anche all'estero. Noi residenti all'estero rappresentiamo numericamente una grande regione italiana, ragione per cui è indispensabile che il Governo ne prenda atto dedicandoci le risorse necessarie. Chiediamo, quindi, che sia rafforzata anche la rete dei consoli onorari, per essere più capillari su territori vasti come l'Italia e a volte anche di più. Molti di noi sono andati all'estero per trovare un lavoro adeguato, che in patria non avremmo trovato. Comprenderà sicuramente che abbiamo affrontato un disagio, del quale, in altre condizioni strutturali nel nostro amato Paese, avremmo fatto molto volentieri a meno. Credo che sia il minimo chiedere al Paese - e, quindi, a questo Governo - che ci venga incontro fornendoci almeno i servizi adeguati. A volte i tempi di attesa sono incredibili e creano preoccupazioni e incertezze, oltre che dare un'immagine non positiva del nostro Paese all'estero.

Sono problemi che possiamo risolvere e vi chiedo, pertanto, di prestarci un pochino di attenzione, affinché i connazionali non debbano più fare mesi e mesi di fila per avere un nuovo passaporto. Penso che si possa fare: è un nostro diritto e ed è anche un nostro dovere, come istituzione, poterlo fare.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova, ha facoltà di rispondere.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Onorevole interpellante, le criticità evidenziate nell'interpellanza di oggi e in precedenti simili iniziative parlamentari derivano da fattori oggettivi spesso risalenti nel tempo: dalle conseguenze del blocco del turnover all'incremento esponenziale del bacino di utenza. La Farnesina continua a lavorare, con i mezzi a disposizione, con grande impegno e flessibilità per incrementare qualità ed efficienza dei servizi erogati ai connazionali all'estero.

Il blocco delle assunzioni, che ha caratterizzato gli ultimi anni, rappresenta il motivo principale delle gravi carenze di personale giustamente ricordate nell'interpellanza, carenze che riguardano soprattutto il personale di ruolo, alle quali il personale assunto a contratto nei diversi Paesi non può del tutto sopperire. I cosiddetti contrattisti, il cui impegno è unanimemente apprezzato dalla Farnesina e dagli italiani all'estero, non possono, infatti, sostituirsi ma solo coadiuvare i dipendenti di ruolo nell'esercizio delle funzioni consolari in materia di cittadinanza, passaporto, stato civile, visti e attività amministrative e contabili.

Il dato eloquente è questo: nell'ultimo decennio i dipendenti di ruolo non sostituiti dopo il collocamento a riposo sono oltre un terzo del totale. Un fattore oggettivamente debilitante per ogni organizzazione, in particolare per una struttura con uffici in tutto il mondo come la Farnesina.

L'altro elemento da considerare, d'altra parte, è la continua crescita della comunità degli italiani all'estero. Al 31 marzo erano oltre 6,5 milioni, limitandosi a chi è stabilmente residente, con un tasso di incremento superiore al 20 per cento negli ultimi cinque anni. Anche la domanda di servizi ad ambasciate e consolati è conseguentemente in crescita. La pandemia, prima, e il conflitto in Ucraina, poi, non hanno fatto che amplificare le ripercussioni negative di questo quadro generale.

Anche grazie allo stimolo della risoluzione approvata a dicembre in Commissione esteri, a cui faceva riferimento, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha quindi individuato in ogni ambito soluzioni flessibili e innovative per far fronte ai problemi di ogni giorno delle nostre comunità all'estero. Nell'esporle, proseguo con lo stesso ordine: dotazioni di personale e fornitura di servizi consolari.

Per quanto riguarda i dipendenti di ruolo, il concorso per le seconde aree è in fase di svolgimento e dovrebbe concludersi entro la fine dell'anno. Incentiveremo con strumenti mirati i nuovi assunti a partire verso le sedi consolari in maggiore difficoltà. Il concorso in fase di svolgimento segue, peraltro, quello che ha portato all'assunzione, lo scorso anno, di oltre 200 nuove terze aree funzionali, segnando un'importante inversione di tendenza sul fronte del reclutamento all'interno della Farnesina.

Attraverso una serie di misure, abbiamo nel frattempo incentivato il servizio all'estero, concedendo proroghe di permanenza per chi era già in sede e semplificando le regole per candidarsi a una posizione in ambasciata o in consolato. Abbiamo fatto crescente ricorso a liste straordinarie per massimizzare il numero di candidature tramite deroghe sui tempi minimi di permanenza a Roma. Allo stesso fine, abbiamo applicato deroghe alla circolare sui movimenti esteri anche alla lista ordinaria di assegnazione. I dipendenti possono inoltre far domanda su liste permanenti di pubblicità per assegnazioni brevi dai tre ai dodici mesi, per un totale di quasi 200 posti dal 2021. Nei primi quattro mesi di quest'anno, la metà delle assegnazioni brevi ha riguardato funzioni consolari.

In merito al personale a contratto, con il decreto-legge n. 152 del 2021 in ambito di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, abbiamo disposto l'assunzione di 100 unità aggiuntive, portando a 3.100 unità il contingente totale. Inoltre, la legge di bilancio per il 2022 ha autorizzato lo stanziamento di 800.000 euro all'anno per adeguare la retribuzione del personale a contratto, un potenziamento del quale, nel corso del 2021, hanno beneficiato in particolare gli uffici consolari del Nord e del Centro America. Non ci fermeremo qui ovviamente, ben consci delle criticità presenti in tutta la rete.

La Farnesina è costantemente impegnata a migliorare e a rafforzare l'efficacia dei servizi consolari anzitutto tramite un percorso di digitalizzazione dei servizi consolari. In linea con l'agenda digitale della pubblica amministrazione, l'obiettivo è di assicurare risparmi significativi nella spesa pubblica e, al tempo stesso, erogare servizi più efficaci a cittadini e imprese all'estero, anche a distanza, promuovendo strumenti informatici innovativi ed efficienti. L'emergenza sanitaria ha contribuito a dare una spinta ancora più decisiva al processo.

Sin dalle prime drammatiche settimane di marzo 2020 abbiamo imparato molto, in particolare nei settori relativi a pratiche consolari che possono essere trattate anche da remoto. La rete consolare è rimasta sempre operativa anche nelle fasi più acute della pandemia, nel tentativo di assicurare continuità nella prestazione dei servizi senza interruzione delle attività indifferibili e degli interventi prioritari e urgenti.

Ambasciate e consolati hanno da tempo ripreso il lavoro in presenza, nelle modalità consentite dagli accordi con i sindacati e in base al contesto locale. Il livello di operatività è tornato quello pre-pandemico, anche per quanto riguarda l'emissione di passaporti, servizio consolare che necessita della presenza degli operatori in sede. Il numero di passaporti rilasciati l'anno scorso è, di fatti, del 65 per cento superiore a quello del 2019. Le carte di identità - quasi tutte elettroniche - registrano un incremento del 60 per cento rispetto al 2020. Gli atti trasmessi ai comuni italiani nel 2021 sono aumentati del 38 per cento rispetto al 2020. E così per le iscrizioni AIRE: più 12 per cento sul 2020.

Il nostro impegno non si concentra ovviamente solo sui numeri, ma sull'operatività della rete diplomatico-consolare. Monitoriamo con grande attenzione le prestazioni di ambasciate e consolati, fornendo loro massima assistenza per cercare di garantire ovunque una gestione razionale dei servizi e contenere gli arretrati. Lo facciamo anche tramite cicli di videoconferenze mirate e il confronto costante con il personale all'estero per suggerimenti nelle organizzazioni dei servizi consolari. Nei casi più critici vengono predisposti piani personalizzati di gestione dei servizi, ritagliati sul contesto locale.

Nell'ambito di questo impegno, i tempi di attesa sono oggetto di un'attenzione particolare, anzitutto per quanto riguarda i servizi di più recente introduzione, come la carta d'identità elettronica e, in particolar modo, quelli essenziali, quali il rilascio dei passaporti. Il monitoraggio è realizzato regolarmente attraverso l'analisi dei dati statistici sulla produttività delle sedi, con le quali vengono condivise e valorizzate le buone prassi.

Con alcune di esse, quelle che gestiscono platee di connazionali numerose e impegnative per le domande di servizi consolari, sono stati elaborati piani di recupero degli arretrati con lo scopo principale di ridurre i tempi di attesa.

In questa nostra azione, così come anche indicato nella risoluzione approvata a dicembre, il contributo dei consoli onorari si è confermato molto importante per l'acquisizione delle impronte digitali, necessaria al rilascio del passaporto nell'ambito del progetto “Funzionario itinerante Consoli onorari”. Stiamo per questo assegnando nuove postazioni a circa 70 consoli onorari nel mondo. Il piano di dispiegamento, che prevede anche il rinnovo delle postazioni fisse e mobili già in uso, è iniziato ad aprile e si concluderà tra l'estate e l'autunno prossimo. Con la nuova circolare n. 4 del 2021, inoltre, stiamo sostituendo i decreti di limitazione delle funzioni di numerosi titolari di uffici consolari onorari, attribuendo loro la funzione di autentica di firme apposte anche da cittadini extra-UE, con vantaggi per la speditezza delle procedure di rilascio passaporti a minori o a genitori con figli minori.

La Farnesina intrattiene con i consoli onorari un dialogo costante, dal quale emergono indicazioni utili quali il loro coinvolgimento nel rilascio dei cosiddetti ETD, i documenti di emergenza necessari in caso di perdita di passaporto. Proprio a questo scopo portiamo avanti un'attività di formazione da remoto a beneficio dei consoli onorari.

Concludo con il processo di digitalizzazione dei servizi consolari, al quale l'interpellanza di oggi presta giustamente molta attenzione. Il portale per i servizi consolari Fast.it ha superato il milione di utenti registrati e continua ad arricchirsi di nuove funzionalità, divenendo uno strumento di riferimento per la collettività all'estero nella comunicazione con ambasciate e consolati. Circa il 75 per cento delle istanze di iscrizione di residenza all'estero provengono ai nostri uffici tramite il portale, garantendo così sicurezza nella trasmissione delle pratiche e velocità della loro trattazione.

Il soddisfacente livello di utilizzo e familiarità degli utenti con questo strumento conferma l'opportunità di proseguire su questa strada. Il portale, infatti, è in continua evoluzione: oltre alla versione in inglese, spagnolo e portoghese, disponibili già da due anni, da marzo gli utenti potranno usare anche le versioni in francese e tedesco. Molte ambasciate e consolati hanno, inoltre, attivato la nuova funzionalità per la trasmissione online degli atti di stato civile, mentre stiamo lavorando per ampliare il portale anche all'emissione del codice fiscale e alle pratiche in materia di cittadinanza.

Da giugno dell'anno scorso, inoltre, il portale Prenot@mi gestisce la prenotazione di appuntamenti per i servizi consolari. Dotato di lista d'attesa e altre funzionalità volte a migliorare sicurezza e affidabilità del precedente sistema, Prenot@mi mira anche a contrastare il fenomeno degli attacchi informatici, cosiddetti Bot, e ad evitare la concorrenza sleale delle agenzie di servizi nei confronti del singolo utente.

Grazie agli stimoli e alle segnalazioni, come quelle riportate dall'onorevole interpellante, la Farnesina continuerà ad operare per il costante miglioramento del portale, come di tutti gli altri a disposizione dei nostri concittadini all'estero, sotto il profilo della funzionalità e della sicurezza.

Nella piena consapevolezza di tutte le criticità che ci troviamo ad affrontare, i connazionali all'estero possono contare sul nostro incessante impegno a ottimizzare servizi consolari che rappresentano uno strumento importante per la loro vita di tutti i giorni.

PRESIDENTE. La deputata Fitzgerald Nissoli ha facoltà di replicare.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, signor sottosegretario. Intanto la ringrazio per la risposta, dalla quale si evince l'impegno concreto del Governo a rafforzare la rete diplomatico-consolare, in attuazione della risoluzione che ho citato nella mia interpellanza, ma, soprattutto, nell'interesse dei nostri connazionali all'estero e del nostro sistema Paese, anche in considerazione dell'aumento, come ha sottolineato anche lei, degli iscritti AIRE che, ormai, costituiscono una realtà numericamente importante, grande tanto quanto una regione italiana.

Vorrei solo rimarcare che la carta d'identità elettronica non è ancora in vigore nel Nord e nel Centro America. Spero che presto possa entrare in vigore, anche grazie ad una risoluzione, che avevo presentato un paio di anni fa, che è stata approvata. Quindi, mi dichiaro soddisfatta perché vedo che ci stiamo incamminando nella direzione giusta.

Mi preme, comunque, sottolineare che bisogna sempre fare molto di più per velocizzare i processi, perché i connazionali sono stanchi, ovviamente, di aspettare; dico sempre che bisogna utilizzare la virtù della pazienza. Quindi, mi affido all'operosità e alla volontà del Governo; rimango, comunque, vigile per sollecitare azioni migliorative, soprattutto nel Nord e nel Centro America, dove è urgente rafforzare i consolati e dare maggiori strumenti operativi anche ai consoli onorari, come le valigette elettroniche, per avviare anche le pratiche per il rilascio dei passaporti.

(Iniziative di competenza per fronteggiare le criticità del sistema di emergenza sanitaria territoriale 118 - n. 2-01502)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Lapia e Schullian n. 2-01502 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Lapia se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente Rosato. Onorevole sottosegretario, il servizio di emergenza sanitaria territoriale 118, istituito con il DPR del 27 marzo 1992, è uno strumento importantissimo per il nostro Sistema sanitario nazionale, poiché è in grado di garantire, in caso di emergenza sanitaria, un tempestivo intervento nei confronti del cittadino in tutto il territorio del nostro Paese.

Lo stesso decreto che ha introdotto il servizio di emergenza territoriale ha, inoltre, lasciato alle regioni la facoltà di organizzare i suddetti servizi in maniera del tutto autonoma. Ciò, nel tempo, ha provocato una profonda disomogeneità organizzativa esistente tra le diverse regioni italiane, che porta alcuni territori, come, per esempio, la mia isola, la Sardegna, a subire maggiormente il fenomeno della grave carenza dei medici del 118. Un fenomeno, Presidente, che rischia seriamente, dopo due anni della grave emergenza sanitaria che ci ha coinvolto, di mettere a repentaglio la tenuta stessa dell'intero sistema di pronta assistenza.

È, infatti, il caso di sottolineare che i medici del 118 sono inquadrati in maniera diversa nelle varie regioni d'Italia. In alcune regioni, come, appunto, la Sardegna, sono medici in regime di convenzione, al pari dei medici di medicina generale, della continuità assistenziale e dei pediatri di libera scelta; in altre regioni - penso alla Toscana, alla Liguria e alle Marche -, sono passati, su richiesta volontaria, in un inquadramento di dipendenza diretta e a tempo pieno. Per la maggior parte, non parliamo di medici specializzati - una parte di essi certamente lo è -, ma sono figure che svolgono un apposito corso regionale che concede loro la qualifica di medico dell'emergenza territoriale, rendendoli, di fatto, altamente specializzati per il ruolo a cui sono deputati.

Hanno, dunque, una formazione di alto livello, una formazione che permette loro di svolgere il lavoro sul campo ma, soprattutto, una formazione che permette loro anche di supportare i pronto soccorso. Faccio l'esempio, nella mia isola, dell'ospedale San Francesco di Nuoro che, senza il supporto dei medici del 118, chiuderebbe domani mattina stesso. Che cosa intendo dire? Il medico del 118 è capace di intraprendere un soccorso e di supportare il paziente critico al di fuori della sede fisica dell'ospedale. La loro importanza, quindi, è fondamentale nel sistema sanitario nazionale ed è uno dei pochi sistemi che funziona egregiamente in tutta la nostra Nazione: consente di soccorrere il paziente a domicilio, di soccorrere il paziente per la strada, di soccorrere il paziente all'interno di un'ambulanza. Di conseguenza, nei nostri presidi ospedalieri giunge una parte minima dei pazienti che fanno ricorso al 118. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che, arrivando meno pazienti, noi non saturiamo i pronto soccorso che già sono in grave affanno in tutta la nostra Nazione. Nonostante, però, il ruolo di grande importanza che riveste questa figura professionale, oggi il 118 rischia di collassare. Perché? Perché, ancor più mortificante, questa figura oggi non viene inquadrata come dovrebbe essere inquadrata e l'assunzione del personale del 118 non corrisponde al reale fabbisogno nelle aziende, perché non viene assunto in convenzione in maniera diretta. Ciò rischia di far saltare l'intera rete assistenziale territoriale dell'emergenza per quanto riguarda altre regioni, anche se io oggi faccio riferimento alla Sardegna. Certo, dovrebbe farlo la regione, ma anche noi dovremmo essere in grado di legiferare per avere un sistema omogeneo in tutta la nostra Nazione.

A tutto ciò si aggiunge che, come già certificato, molti sindacati e numerose associazioni hanno portato questo problema a livello nazionale. Quindi, che cosa accade? Che questi medici non vogliono più fare questo lavoro. Tempo fa, in Sardegna, al corso dei medici del 118, su 90 unità che hanno finito il corso solamente 3 hanno deciso di restare a lavorare al 118, perché non ne vale la pena sotto il profilo economico, in rapporto al sacrificio. La prima problematica che sta causando questa fuga di medici dall'emergenza territoriale è, infatti, che manca una normativa nazionale che disciplini questa materia e che consenta il passaggio su base volontaria dei medici del 118, operanti in regime di convenzione, a un inquadramento a tempo indeterminato in tutto il Paese. Non lasciamo libertà alle regioni di decidere per i medici del 118! Legiferiamo noi! Il problema - è bene precisarlo - non è strettamente legato propriamente all'assunzione a tempo determinato, che si riuscirebbe ad avere in altri contesti, come ho appena sottolineato, quanto al fatto che questa figura richiede giustamente maggiori tutele, quelle stesse tutele che vengono garantite dall'essere inquadrati nel ruolo di dipendenza. Quando parliamo di fuga dei medici, non fuggono a caso: li lasciamo fuggire noi i medici. Si tratta di tutele di cui il medico convenzionato ha necessità, perché oggi è un libero professionista e non ha le tutele del medico dipendente. Il medico del 118 non ha neanche il ricollocamento in caso di malattia e tutto questo in riferimento all'inquadramento in ruolo, così come previsto in buona parte in tutte le regioni italiane. Queste motivazioni, unitamente a una inadeguata gestione delle assunzioni del personale medico idoneo a operare nell'emergenza territoriale, stanno causando una profonda crisi, in cui oggi versa tutta l'emergenza territoriale.

Sottosegretario, per il suo tramite, va sottolineato e va portato a conoscenza del Ministro Speranza che noi, nel nostro territorio nazionale, non vogliamo ambulanze con infermieri a bordo: noi vogliamo ambulanze con i medici a bordo! Nonostante abbiamo infermieri altamente specializzati, noi vogliamo i medici a bordo delle ambulanze! Sottosegretario Costa, lei alcune settimane fa mi ha onorato della sua visita in Sardegna e ha potuto toccare con mano quanto le racconto in questa interpellanza e avrà potuto notare come la gestione delle assunzioni, soprattutto in questo specifico settore, non rispetti mai il reale fabbisogno delle nostre aziende sanitarie.

Non accade nelle aziende sanitarie territoriali, perché il più delle volte gli enti competenti non procedono alla verifica degli organici in dotazione ai servizi di emergenza territoriale di tutta la regione, procedura che invece risulterebbe utile, al fine di individuare gli incarichi vacanti da ricoprire con assunzioni a tempo indeterminato e stabilizzazioni. È questo che bisogna fare! In quei contesti, dove invece la suddetta verifica interviene, le assegnazioni dei medici del 118 avvengono comunque secondo criteri incomprensibili e senza un preciso schema, che tenga conto di quelle sedi dove il personale risulta fortemente carente. Sembra talvolta che sussistano precisi disegni politici e dirigenziali volti a decretare la chiusura di una sede a favore di un'altra. È un fatto inaccettabile, perché è vero che è competenza delle regioni, ma il decreto ministeriale n. 70 del 2015 parla chiaro: noi dobbiamo vigilare. Infatti, un cittadino è uguale a un altro in qualsiasi territorio nazionale e vigilare spetta a noi e spetta al Ministero della Salute vedere se vi è equità assistenziale e sanitaria in tutto il territorio nazionale. Ci sono territori dove non c'è, dove il cittadino non viene assistito e qui stiamo parlando di emergenza-urgenza.

Per questo motivo, sottosegretario, con la presente interpellanza sono qui a richiederle quali iniziative il Ministero della Salute intenda adottare, al fine di: risolvere le criticità esistenti descritte nelle premesse - lei ha la mia interpellanza - che rischiano di causare il totale collasso dell'intero sistema di emergenza del nostro Paese e, quindi, della nostra Nazione; puntare a una omogeneizzazione della materia in tutto il Paese, riducendo le inique differenze tra regioni italiane e garantendo un equo accesso ai sistemi di emergenza-urgenza per tutti i cittadini della nostra Nazione, di tutte le regioni, comprese le isole; assumere iniziative al fine di adottare norme chiare e precise, che consentano l'inquadramento in un ruolo a tempo indeterminato su base volontaria dei medici del 118, oggi operanti in regioni come la Sardegna in regime di convenzione. Dignità per questi operatori sanitari! Dignità! Si tratta di una risorsa di alto livello, Presidente, oggi purtroppo sprecata e mandata in crisi, tanto che se ne rischia la scomparsa. Non bastano i fondi del PNRR nelle regioni, se noi facciamo scomparire queste figure professionali. A me non interessa avere fondi nella mia isola per 50 case della salute che resteranno vuote! Io voglio la certezza che, se io sto male di notte o se sta male mio figlio o un mio familiare o un mio cittadino, arrivi un'ambulanza con un medico del 118 a bordo, che mi porti in un ospedale, dove c'è un altro medico del 118 nel pronto soccorso che mi sappia curare. Di questo abbiamo necessità, non di case della salute, finanziate dal PNRR, che rimarranno vuote!

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Andrea Costa, ha facoltà di rispondere.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interpellante per aver posto l'attenzione sull'argomento e preliminarmente faccio presente che, nell'attuale ordinamento, l'emergenza sanitaria territoriale rientra nell'ambito della medicina convenzionata, che è disciplinata dall'Accordo collettivo nazionale della medicina generale, di cui all'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 502 del 1992.

Alla relativa convenzione, per gli incarichi a tempo indeterminato, si accede con l'attestato di formazione specifica in materia di medicina generale, unitamente ad uno specifico attestato di idoneità all'esercizio dell'attività di emergenza sanitaria territoriale rilasciato dalle aziende.

Recentemente, più precisamente con l'articolo 1, comma 272, della legge n. 234 del 2021 si è previsto che, al fine di garantire la continuità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, il personale medico in servizio presso le strutture del sistema di emergenza-urgenza territoriale 118 che alla data di entrata in vigore di detta legge abbia maturato una anzianità lavorativa di almeno 36 mesi può accedere alle procedure di assegnazione degli incarichi convenzionali a tempo indeterminato, destinate al servizio di emergenza-urgenza 118, anche senza il possesso del diploma attestante la formazione specifica in medicina generale. A determinare il requisito di anzianità lavorativa, di cui al precedente periodo, concorrono periodi di attività, anche non continuativi, effettuati negli ultimi dieci anni nei servizi di emergenza-urgenza 118 con incarico convenzionale a tempo determinato.

Pertanto, con tali ultime disposizioni normative, si è già consentito, di fatto, ai medici con rapporto convenzionale a tempo determinato, che abbiano maturato un'anzianità lavorativa di almeno 36 mesi, di accedere alle procedure di assegnazione degli incarichi convenzionali a tempo indeterminato, destinate al servizio di emergenza-urgenza 118, anche senza il possesso del diploma attestante la formazione specifica in medicina generale.

Per quanto riguarda un'eventuale ulteriore iniziativa normativa, volta all'inquadramento dei medici convenzionati a tempo indeterminato nel ruolo sanitario della dirigenza medica, faccio presente che quest'ultima presenta alcune criticità che andrebbero puntualmente affrontate e risolte con le regioni, il dipartimento della Funzione pubblica ed il Ministero dell'Economia e delle finanze.

I servizi di emergenza-urgenza sono, infatti, disciplinati dalle regioni - come giustamente e correttamente diceva lei poc'anzi - con modalità del tutto diverse (purtroppo, in molte regioni c'è un modello misto di emergenza territoriale, per cui ai relativi servizi concorrono sia i medici in rapporto di convenzione che dirigenti medici dipendenti dal Servizio sanitario nazionale); pertanto, la possibilità per tutti i medici convenzionati di passare dal rapporto convenzionale al rapporto di lavoro dipendente potrebbe comportare un possibile svuotamento, di fatto, dell'emergenza territoriale convenzionata, con un conseguente impatto sull'organizzazione dei servizi da parte delle regioni. Una tale previsione, inoltre, comporterebbe, da un lato, la possibilità di accesso ai ruoli della dirigenza medica in deroga al possesso del titolo di specializzazione, prescritto quale requisito d'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale; dall'altro, comporterebbe oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato che certamente andrebbero puntualmente quantificati, individuandone la relativa copertura finanziaria.

A questo riguardo, però, vorrei sottolineare che la Conferenza delle regioni e delle province autonome, nell'ambito del Documento programmatico in merito ai fabbisogni di personale sanitario, approvato nella seduta del 2 marzo 202 -, quindi recentemente - ha posto all'attenzione del Governo alcune proposte in materia di personale ed ha espressamente richiesto un intervento normativo volto all'individuazione delle aree di attività dell'emergenza territoriale e della medicina dei servizi che richiedono l'instaurarsi di un rapporto d'impiego, nelle quali “i medici in servizio - addetti alle attività dell'emergenza territoriale e della medicina dei servizi e, al 31 dicembre 2021, risultanti titolari di un incarico a tempo indeterminato da almeno cinque anni, o comunque al compimento del quinto anno di incarico a tempo indeterminato - siano inquadrati a domanda nel ruolo sanitario della dirigenza medica, assegnando i medici dell'emergenza sanitaria territoriale ai servizi della rete di emergenza­urgenza, compresi i pronto soccorso, e i medici della medicina dei servizi ai rispettivi settori della dipendenza, per almeno un quinquennio, in deroga al limite di spesa previsto dall'articolo 2, comma 71, della legge n. 191 del 2009, ferma restando la compatibilità finanziaria, sulla base degli indirizzi regionali in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale, previo giudizio di idoneità secondo le procedure vigenti”.

In particolare, le regioni chiedono “che l'inquadramento nel ruolo sanitario comporti la contestuale accettazione alla permanenza presso i servizi della rete di emergenza-urgenza, compresi i pronto soccorso, per almeno un quinquennio” e “nelle more del passaggio alla dipendenza prevedere che le regioni e le province autonome possano individuare adeguate forme di integrazione dei medici convenzionati addetti all'emergenza sanitaria territoriale con attività dei servizi del sistema di emergenza-urgenza secondo criteri di flessibilità operativa, incluse forme di mobilità interaziendale”.

In merito, inoltre, faccio anche presente che sono attualmente pendenti in Parlamento tre disegni di legge (S. 1715, S. 2153 e S. 2231), che prevedono un generale riordino della medicina di emergenza ed in tale contesto viene affrontato anche il tema del passaggio alla dipendenza, su base volontaria, da parte dei medici del 118 in rapporto convenzionale e in possesso di determinati requisiti.

Concludo, dicendo che, per quanto riguarda la gestione degli incarichi che determinerebbero diseguaglianze tra le diverse regioni italiane, mi preme evidenziare che la gestione degli stessi, nell'attuale ordinamento, è demandata esclusivamente alla programmazione regionale, nel rispetto di quanto previsto dall'Accordo collettivo nazionale di settore.

PRESIDENTE. La collega Lapia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

MARA LAPIA (MISTO-CD). La ringrazio, Presidente. Ringrazio anche lei, sottosegretario, che è sempre molto puntuale nelle risposte. Naturalmente, lei mi porta la risposta del Ministero della Salute. Non mi dichiaro assolutamente soddisfatta - non me ne voglia, sottosegretario - ma per un semplice motivo, non personale verso di lei, che si è sempre dimostrato molto disponibile nei miei confronti e nei confronti della mia terra, però, naturalmente, lei porta la norma ed è giusto che lei lo faccia.

Non mi dichiaro soddisfatta, perché non mi va bene quella norma, né come noi stiamo affrontando e come il Ministero affronta questo problema. Lei dice bene, nella prima parte, ossia le regioni possono e le regioni devono fare. In questo siamo d'accordo, perché vi sono regioni che hanno affrontato e hanno risolto questo problema. Quindi, anche la mia regione lo potrebbe fare. Però dove possiamo intervenire? Possiamo intervenire nel momento in cui questo problema viene affrontato a macchia di leopardo e quando non vi sono regioni che lo affrontano.

Allora, sottosegretario, per suo tramite, il nostro Ministro deve capire che, in questo momento di gravissima carenza di medici in Italia, non possiamo affrontare il discorso dell'emergenza medici, dicendo che possiamo stabilizzarli dopo cinque anni. Noi abbiamo necessità di stabilizzare subito i medici. Nella mia terra, in base alla mia esperienza, di cui porto l'esempio, dove non abbiamo più medici nei pronto soccorso, nelle ambulanze, con territori interi nei quali mancano medici di medicina generale, possiamo aspettare cinque anni? Noi abbiamo necessità di sfornare medici e di metterli a lavorare immediatamente sul campo, perché, mentre aspettiamo cinque anni e “maciniamo” burocrazia, c'è gente che muore o che deve rinunciare alle cure. Ecco perché dobbiamo sburocratizzare tutto questo. Per questo non posso ritenermi soddisfatta. Non abbiamo ancora capito che dobbiamo riuscire a mandare i medici sul campo, perché la gente ne ha bisogno. Finché ragioniamo con questo paradigma, lasceremo i cittadini senza assistenza sanitaria. Parliamo di convenzione, di cinque anni di esperienza, ma dobbiamo capire che, mentre attendiamo che i medici facciano tutto questo, stiamo lasciando i cittadini senza assistenza sanitaria per cinque anni. Qui stiamo parlando di urgenza!

Questi medici, che oggi potrebbero essere inquadrati e inseriti all'interno del Sistema sanitario nazionale, andranno a fare altro nel nostro sistema sanitario; e quando siamo più sfortunati, andranno all'estero! Parliamo di “fuga”, ma siamo noi ad incentivarla! È una questione di volontà politica. Non posso sentir parlare, oggi, dal Ministero, di oneri aggiuntivi e di coperture finanziarie, perché oggi i soldi ci sono, ma li stiamo canalizzando in un modo sbagliato. Ho fatto l'esempio delle Case della salute, ma veramente non abbiamo i soldi per assumere i medici del 118 e dare loro una degna retribuzione? È questo che non riusciamo a fare? Oggi i medici del 118, assunti in Sardegna (sono sicura che, se faccio riferimento ad altre regioni, sono degnamente assunti), risolverebbero i problemi dei pronto soccorso. E vogliamo parlare di coperture finanziarie, quando abbiamo il PNRR? È questo che vogliamo fare in quest'Aula? Dirci questo? Che ci mancano i fondi e li stiamo spendendo in edilizia? In edilizia? Per lasciare cosa? Case della salute chiuse? Stiamo parlando di telemedicina, quando non riusciamo nemmeno a raccogliere per strada le persone che hanno avuto incidenti stradali o a soccorrere chi soffre di patologie tempo-dipendenti? È questo che il Ministro della Salute ci vuole dire oggi? Che non riusciamo a fare questo?

Quindi, ancora oggi, non riusciamo, a livello nazionale, a sistemare e inquadrare il 118 in Italia, dopo l'emergenza COVID, con i fondi del PNRR!

Riproporrò questa interpellanza urgente tra due mesi, chiedendo oggi formalmente - per il suo tramite, sottosegretario Costa - che si apra un tavolo tecnico con le regioni, con gli assessori e i presidenti delle regioni, affinché si capisca la situazione di tutte le regioni e si apra un'interlocuzione con le stesse.

Il Ministro Speranza si deve aprire alle regioni e agli assessori. È necessario capire che cosa sta succedendo per quanto riguarda il 118 in tutte le regioni. Ascolti gli assessorati e ascolti le categorie! Vanno ascoltate le categorie, perché è così che si trovano le soluzioni, è solo in questo modo che si trovano le soluzioni! Non possiamo lanciare i soldi del PNRR e poi lodarci e dire che stiamo mandando soldi, perché sono soldi buttati. Noi dobbiamo assumere i medici e non possiamo aspettare i medici per cinque anni. Sforniamoli dalle università e mandiamoli a lavorare sul campo, altrimenti il cittadino non è assistito. Noi, tra dieci anni, avremo case della salute vuote e fatiscenti.

Questo chiedo al Ministero: aprite un tavolo tecnico e assumete medici del 118, per poi passare alle altre specializzazioni.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 2 maggio 2022 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza. (C. 3533-A​)

Relatrice: RUGGIERO.

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

MELILLI ed altri: Modifiche all'articolo 7 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di termini per la presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e del disegno di legge del bilancio dello Stato alle Camere. (C. 3437-A​)

Relatore: MELILLI.

3. Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021. (C. 3418-A​)

Relatrice: LA MARCA.

S. 2342 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021 (Approvato dal Senato). (C. 3441-A​)

Relatore: BATTILOCCHIO.

S. 2341 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021 (Approvato dal Senato). (C. 3440​)

Relatore: COIN.

S. 1922 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 3324​)

Relatore: BATTILOCCHIO.

S. 1378 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018 (Approvato dal Senato). (C. 3323​)

Relatrice: DI STASIO.

S. 1223 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016 (Approvato dal Senato). (C. 3040​)

Relatrice: ERMELLINO.

La seduta termina alle 10,20.