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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 683 di mercoledì 27 aprile 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Battelli, Brescia, Butti, Casa, Cavandoli, Colletti, Comaroli, Corda, Davide Crippa, D'Inca', De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Lapia, Losacco, Lupi, Macina, Magi, Marin, Montaruli, Mura, Perantoni, Romaniello, Andrea Romano, Serracchiani, Sisto e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 124, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,37).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi è arrivata una bella, anzi una bellissima notizia per i cittadini di Caserta. Infatti, l'amministrazione comunale di Caserta, con il suo sindaco Carlo Marino, dopo aver sperperato migliaia di euro in inutili progetti di fattibilità per l'installazione di un biodigestore a poche centinaia di metri dalla Reggia di Caserta, al confine tra San Nicola la Strada e Recale, non ha adempiuto agli oneri richiesti dalla regione ed ha perso i 27 milioni di euro di finanziamento; quindi, il biodigestore non si farà più.

La miopia politica di Carlo Marino ha voluto il biodigestore vicino ad un monumento che è anche sito dell'UNESCO, ma la sua incapacità politica l'ha fatto saltare. Fratelli d'Italia è stato il primo partito a battersi contro questo biodigestore - un ecomostro - e desidero ringraziare tutto il partito casertano, con Marco Cerreto, il suo coordinatore, e tutti i consiglieri comunali, Paolo Santonastaso e Pasquale Napoletano, del comune di Caserta, che hanno portato avanti questa battaglia.

Il progetto del biodigestore, tuttavia, è ancora operativo e bisogna vigilare attentamente affinché questo ecomostro non venga costruito accanto alla Reggia di Caserta. Ricordiamoci che la Reggia di Caserta è un sito UNESCO e lo status di sito UNESCO potrebbe esserle tolto a seguito della costruzione di questo biodigestore. Per questa ragione, dobbiamo batterci ancora di più per la tutela della nostra terra, che parte dalla tutela dell'ecologia e dalla salvaguardia dei suoi monumenti più importanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 10. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Ferrari ed altri; Deidda ed altri; Giovanni Russo ed altri; Del Monaco ed altri; Del Monaco ed altri; Ferrari ed altri: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale (A.C. 1870​-1934​-2045​-2051​-2802​-2993-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1870-1934-2045-2051-2802-2993-A: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.

Ricordo che nella seduta del 10 gennaio si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, la V Commissione ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sul testo del provvedimento alla approvazione dell'emendamento 1.500 (versione corretta) della Commissione.

(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, a cui è riferito soltanto il suddetto emendamento 1.500 (versione corretta) della Commissione (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

ROBERTO PAOLO FERRARI, Relatore. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Se non ci sono interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 (versione corretta) della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

GIOVANNI LUCA ARESTA , Relatore. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 3.100, 3.101 Vietina e 3.102 Cirielli, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 3.500 della Commissione, parere favorevole. Sull'emendamento 3.103 Cirielli, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 3.501 della Commissione, parere favorevole. Sugli emendamenti 3.104 e 3.105 Cirielli, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.100 Vietina.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Vietina, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Vietina, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… Annullo la votazione. Ha chiesto di parlare la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Intervengo per ritirare l'emendamento 3.101 a mia firma.

PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo all'emendamento 3.102 Cirielli. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Colleghi, Presidente, esponenti del Governo. Io mi rendo perfettamente conto delle esigenze delle Forze armate e del motivo per cui, quando è stata varata la legge sulla professionalizzazione, era stato previsto, dopo un certo numero di anni l'abbassamento delle quote a quelle attuali, senonché ricordo che in questi dieci anni, a partire già dal Governo Berlusconi, nel 2010, e, a seguire, con tutti gli altri Governi, si è avuto un lungo periodo del blocco del turnover, quindi sostanzialmente, l'impegno che lo Stato si era preso nei confronti di questi giovani - di avere la possibilità di essere riassorbiti nelle Forze di polizia - è stato disatteso perché il Governo ha bloccato le assunzioni. Questo ha provocato chiaramente un'enorme sacca di precariato, non per colpa della scarsa qualità o dell'impegno dei militari in questione, per cui credo che qualche altro anno con percentuali più alte sarebbe necessario per rimettere in regola lo Stato nei confronti degli impegni presi nei confronti di questi cittadini che hanno vestito la divisa e vestono ancora l'uniforme delle Forze armate.

PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 3.103 Cirielli. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, sinceramente, mentre aveva un senso il parere contrario sull'emendamento precedente, non comprendo cosa farebbe di male l'approvazione di questa proposta emendativa che ho presentato. Sostanzialmente, chiedo che le graduatorie dei concorsi relativi agli appartenenti alle Forze armate rimangano in validità per tre anni, per altre pubbliche amministrazioni che ne vogliano fare uso. Mi sembra una cosa di buonsenso, poiché non solo sono persone che sono state tre anni a servire la Patria, ma sono risultate idonee e magari non entrano solo perché vi sono le limitazioni dei posti che avete introdotto, ch introdotte, quindi non per demerito; sono persone che magari hanno rischiato la vita su vari scenari, oltre che per mantenere la sicurezza, e non hanno forme di tutela ampie come quelle previste dallo Statuto dei lavoratori e quant'altro; quindi non capisco perché non possa essere data la possibilità, anche per i militari, ad altre amministrazioni dello Stato di usare queste graduatorie per tre anni, così come avviene per tutte le altre graduatorie dei concorsi pubblici. Almeno vorrei capire la ratio, ossia il motivo del parere contrario. Non può essere una questione finanziaria, perché, anzi, si risparmia, considerando che non si fanno altri concorsi e il comune di “vattelapesca” può utilizzare gratuitamente il lavoro fatto dallo Stato per un determinato concorso e impiegare la persona risultata idonea, peraltro una persona che ha servito magari per tre o sei anni le Forze armate; se non fosse stata un militare, questa persona, avrebbe diritto, per le leggi dello Stato, lo Statuto dei lavoratori, il “decreto Dignità”, a essere stabilizzata; noi manterremmo solo in essere, per tre anni, la graduatoria e daremmo l'opportunità a un giovane che ha vinto un concorso pubblico di poter lavorare per la pubblica amministrazione, e alle pubbliche amministrazioni che non hanno le energie e i tempi per fare concorsi di utilizzarlo. Tutto qui.

PRESIDENTE. Prego, relatore.

GIOVANNI LUCA ARESTA , Relatore. Grazie, Presidente. Ringrazio anche io il presentatore dell'emendamento, ma voglio evidenziare che sull'emendamento 3.103 Cirielli vi è parere contrario della V Commissione, bilancio, in quanto suscettibile di determinare nuovi oneri o maggiori spese per la finanza pubblica, privi di idonea quantificazione e copertura.

PRESIDENTE. Non essendovi altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Cirielli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.501 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento n. 3.104 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Anche qui non capisco perché la Commissione bilancio avrebbe espresso parere contrario. Da un punto di vista tecnico, per i concorsi della Polizia municipale, proprio grazie a una battaglia che abbiamo fatto anni fa, è stata introdotta una riserva dei posti per gli appartenenti alle Forze armate; elevarla dal 20 al 30 per cento andrebbe sempre nella direzione di contrastare il precariato delle Forze armate e non capisco quale spesa aggiuntiva possa provocare. Cosa cambia per lo Stato, dal punto di vista della spesa, se si assume un precario in più delle Forze armate rispetto a un giovane che non lavorava? Mi sembra un emendamento del tutto a invarianza di spesa. Davvero mi sembra - non voglio usare parole pesanti - una semplificazione, una superficialità nella valutazione di una cosa tutto sommato così di buon senso quasi da essere banale. A meno che non si sia contro politicamente, dicendo: “io sono contrario al fatto che questi giovani che hanno servito la patria in Iraq e in Afghanistan abbiano un vantaggio rispetto ad altri giovani”. Se è così, allora capisco la contrarietà, ed è giusto che esprimiamo un voto su questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Non essendovi altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.104 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.105 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 4 – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 5 – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere sull'emendamento 5.500 della Commissione.

ROBERTO PAOLO FERRARI, Relatore. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è conforme a quello espresso dalla Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 6 – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere sull'emendamento 6.500 della Commissione.

ROBERTO PAOLO FERRARI, Relatore. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è conforme a quello espresso dalla Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 7 – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere sull'emendamento 7.500 della Commissione.

ROBERTO PAOLO FERRARI, Relatore. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è conforme a quello espresso dalla Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 8 – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 9 – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame degli ordini del giorno – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/1 Ferrari il parere è contrario. Anche sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/2 Murelli il parere è contrario. Al riguardo, ci tengo a precisare, Presidente, che, pur condividendo che in situazioni ordinarie oggi la celiachia non rappresenta un problema invalidante, bisogna considerare che le Forze armate devono comunque poter esprimere la massima operatività anche quando sono chiamate ad agire in contesti e condizioni di impiego eccezionali. Quindi, risulterebbe impossibile apprestare le cautele volte a tutelare la salute e l'integrità del personale; solo per questo il parere è contrario.

Sugli ordini del giorno n. 9/1870-A/3 Caon e n. 9/1870-A/4 Deidda il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/5 Galantino il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/6 Gregorio Fontana il parere è contrario. Anche sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/7 Caretta il parere è contrario perché si interviene su un tema molto delicato, riducendo l'età media del personale.

Sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/8 Ciaburro il parere è favorevole, con la seguente riformulazione nell'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere”; e poi procede con: “anche nell'ambito”, e via dicendo. Sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/9 Cirielli il parere è contrario poiché la materia coinvolge anche il Ministero del Lavoro e non è di pertinenza esclusiva della Difesa. Sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/10 Giovanni Russo il parere è contrario. Anche sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/11 Ricciardi il parere è contrario perché, in occasione dell'atto di sindacato ispettivo che è stato discusso qui, qualche giorno fa, è stato comunicato che è prevista una serie di incontri, anche a livello locale, sul tema. Quindi, c'è già un procedimento che sarebbe ulteriormente inutile caricare con l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1870-A/1 Ferrari.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo solamente per chiedere la riconsiderazione del parere espresso dal sottosegretario. L'ordine del giorno tende ad andare nella direzione di considerare, nell'esercizio della delega che dà la facoltà di rimodulare il dimensionamento dello strumento militare da 150 mila (quello attuale) ai futuri 160 mila uomini, di non ledere per nessuna Forza armata - che sia Esercito, Marina o Aeronautica - l'attuale consistenza numerica prevista dalla normativa, incrementando nella loro composizione quelle Forze armate che sono state particolarmente penalizzate in passato dalla dotazione organica complessiva.

Tutto qui, non va a danneggiare nessuna Forza armata, ma dice solamente che, se si dovrà attuare la delega nella rimodulazione della composizione, ciò andrà fatto in aumento per coloro che hanno questa carenza di organico.

Pensiamo possa essere un ordine del giorno - un indirizzo, quindi - al Governo nell'attuazione della delega di assoluto buonsenso e, per questo, mi sono permesso di chiedere la rivalutazione da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. È per dire all'Assemblea e all'onorevole Ferrari che il testo a cui si è addivenuti è il frutto di un delicato, anzi - mi lasci dire -, delicatissimo equilibrio raggiunto tra i Capi di stato maggiore delle varie Forze armate. Quindi, intervenire ulteriormente, rivedendo il testo, in questo momento non andrebbe incontro alle esigenze che hanno manifestato e sulle quali si sono ritrovati i Capi di Forze armate.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Solamente, allora, per ritirare l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1870-A/1 Ferrari è ritirato. Anche l'ordine del giorno n. 9/1870-A/2 Murelli è ritirato.

Ordine del giorno n. 9/1870-A/3 Caon, parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/3 Caon, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/4 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/1870-A/5 Galantino, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1870-A/6 Gregorio Fontana, ritirato.

Ordine del giorno n. 9/1870-A/7 Caretta, parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/7 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1870-A/8 Ciaburro. Prendo atto che la deputata Ciaburro accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1870-A/8.

Ordine del giorno n. 9/1870-A/9 Cirielli, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi e Governo, oggettivamente, dispiace constatare che c'è una chiusura pregiudiziale nei confronti di cittadini che svolgono un'attività lavorativa per lo Stato estremamente rischiosa. Sicuramente, sono volontari - ci mancherebbe -, ma tutti accettano un lavoro in maniera volontaria e se uno lo fa per lo Stato, rischiando la vita, credo debba avere un riconoscimento.

Ma se non vogliamo dare un riconoscimento, diventa incomprensibile il fatto che li si voglia trattare peggio di qualunque altro lavoratore. Per quale motivo, con riferimento ai militari senza demerito – perché, normalmente, si presuppone che, se un precario, al termine della sua attività lavorativa, non ha avuto demeriti, rimane a lavorare –, noi, a priori, decidiamo qui che, al di là dei meriti, un certo numero di queste persone, al termine di tre, a volte quattro, cinque o sei anni, se ne vanno a casa? Per quale motivo non si applica un istituto importante, un ammortizzatore sociale importante, che consente a una persona che perde il lavoro, in questo caso, senza colpa, di avere la possibilità di essere accompagnato nel trovare un'altra attività? Per questo, è prevista l'indennità di disoccupazione, che è un istituto importante, così come altri istituti. Perché non si vuol far valere tale istituto per i volontari delle Forze armate, per i precari delle Forze armate che smettono di lavorare, dato che noi, per legge, decidiamo che ne prendiamo una certa quantità?

Peraltro, è un ordine del giorno che dà anche una direzione politica al Governo: si impegna a trovare un'organizzazione giuridico-normativa per prevedere che una norma, che vale per tutti i cittadini lavoratori, valga anche per i lavoratori militari. Mi sembra una cosa così semplice e così chiara! Veramente, è incomprensibile e spero che non sia il frutto di un antimilitarismo di maniera, che, peraltro, oggettivamente, in ogni caso, i giovani militari non possono pagare neanche sul piano ideologico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Comprendendo che la questione riguarda altri Ministeri, vorrei proporre al sottosegretario una riformulazione che impegni il Governo a valutare, concordemente con gli altri Dicasteri, una soluzione. È vero quello che dice il collega Cirielli: uno dei problemi delle Forze armate è il precariato, in quanto molti giovani, dopo tanti anni di precariato, vengono congedati - e lei lo sa bene - a causa dei numeri ristretti dell'organico imposti dalla legge n. 244 del 2012. Quindi, almeno gli si dia un riconoscimento, quando finiranno questo servizio, perché c'è l'idea teorica che dovrebbero trovare lavoro immediatamente, ma, purtroppo, questo non accade e, dopo tanti anni di onorato servizio, si ritrovano alle prese con un mondo del lavoro che non li vuole più, in quanto troppo vecchi.

Quindi, chiedo se sia possibile riformulare in questo senso l'ordine del giorno. Comunque, dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Il Governo? Andiamo avanti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/9 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1870-A/10 Giovanni Russo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1870-A/11 Ricciardi.

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Rivedremo il parere, in considerazione, comunque, del fatto che - ripeto - c'è già un'interlocuzione. Essendo stato sollecitato vivamente da varie parti della maggioranza, il parere diventa favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Ricciardi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1870-A/11.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Voglio intervenire qui stamattina per ricordare e dedicare questa dichiarazione di voto alla decisione, attualmente ancora in corso, non ancora smentita e che ha ricevuto anche il parere contrario sull'ordine del giorno, per quanto pessimo e non risolutivo, del MoVimento 5 Stelle, in ordine a quella che dovrebbe essere la nuova base militare di Coltano, in provincia di Pisa. È una base militare che vedrebbe un'area di 729 mila metri quadri e una cementificazione armata di 445 mila metri cubi in un momento drammatico per l'Italia, un momento che vede l'assoluta necessità di fare attenzione e dare attenzione alle reali esigenze dei cittadini.

Ovviamente, parliamo non soltanto di questo faraonico progetto, ma anche di dove sorgerà e con quali mezzi sorgerà. Parliamo di un progetto che sorgerà in mezzo a un parco naturale - con tutti i vincoli paesaggistici e ambientali che presenta -, che ovviamente comporta anche, per tutte le persone normali e comuni, l'inedificabilità di tale zona. Parliamo di risorse ingenti, parliamo, attualmente, di 190 milioni di euro che verrebbero destinati dal Fondo del PNRR, Fondo che servirebbe per l'Italia a riprendersi, a diventare resiliente. Mentre il Governo decide di tagliare fondi a istruzione e sanità, si decide di aumentare i fondi per la base militare e per il riarmo. In un momento così drammatico per l'Italia, in cui i bisogni sono assolutamente altri, in un momento così drammatico, in cui l'Italia dovrebbe investire sulla propria cittadinanza, sul proprio ambiente, sulla parte ambientale e paesaggistica, sull'istruzione, sulla sanità e sul lavoro, si ritiene assolutamente vergognoso e folle che il Governo decida di investire altri soldi, ancora altri soldi su di una base militare, in un ambiente tutelato, per il riarmo, in mezzo a una guerra in corso.

Trovo, altresì, vergognoso che, in questa mattinata, non vi sia alcuna risposta in merito, c'è un silenzio assordante su questa cosa. Chiedo di rivedere anche questo parere e di fare in modo che i fondi si possano investire in qualsiasi altra priorità per il popolo italiano, per i cittadini, affinché vi possa essere una ripresa vera, e non un riarmo, con queste armi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Quando sono state presentate queste proposte di legge, da diversi colleghi, eravamo in un altro scenario internazionale e, ovviamente, oggi, l'approvazione di questo provvedimento, inevitabilmente, si incrocia con le preoccupazioni, profonde, di tutti noi - credo condivise da tutta l'Aula - rispetto all'evoluzione del conflitto tra la Federazione russa e l'Ucraina. E mi si lasci dire, in questo contesto, che queste preoccupazioni, che abbiamo già espresso in questa sede, in numerose occasioni, stanno aumentando, perché sta prevalendo, in Europa e sull'asse tra Londra e Washington, una logica che va verso un'escalation militare del conflitto, un'escalation militare di cui non si vede la fine e, soprattutto, che potrebbe portarci molto vicino al baratro. Quindi, da questo punto di vista, credo che, ancora una volta, da quest'Aula debba salire con forza la richiesta verso una de-escalation. Occorre lavorare affinché, ovviamente, l'Ucraina possa difendersi; ha chiesto di essere sostenuta, ha deciso liberamente di resistere, ed è evidente che questo è un suo diritto ed è un diritto della comunità internazionale libera e democratica di sostenerlo. Cosa diversa, invece, è ragionare in una logica di guerra, in cui alla fine, sul campo, debba rimanere un vincitore e un vinto.

Quindi, cogliamo questa occasione per rinnovare la richiesta al nostro Governo, signor sottosegretario, affinché si promuovano tutte le iniziative diplomatiche e si innesti un'azione parallela a quella della deterrenza militare, per provare a trovare le condizioni, innanzitutto, di un cessate il fuoco e, poi, della ricerca di nuovi equilibri per la sicurezza in Europa.

Dicevo che, ovviamente, questa proposta si inserisce in questo contesto, dà il senso, a nostro giudizio - e, quindi, preannuncio il nostro voto favorevole - di un Esercito professionale. È una scelta compiuta molti anni fa, il passaggio dall'Esercito di leva con professionisti a quello interamente professionale.

Queste proposte di legge, nel testo unificato, sono un passaggio, una razionalizzazione, un miglioramento di quella impostazione, rimettono a posto e danno un senso anche al ruolo dei volontari in ferma ordinaria e in ferma prolungata.

C'è, poi, una scelta che, in particolare all'articolo 9, dà una delega al Governo per ridefinire lo strumento militare nazionale, inserendo alcune previsioni che, lette con gli occhi del 2019, avevano un significato, lette con gli occhi di oggi, ovviamente, ne hanno un altro, perché si individua l'istituzione di una riserva ausiliare dello Stato non superiore a 10 mila unità.

C'è, in realtà, una risposta anche a una problematica che abbiamo vissuto negli anni scorsi. La pandemia ha visto - e credo che sia giusto ricordarlo, non l'abbiamo fatto tutte le volte, forse, con la giusta rilevanza - un ruolo importante della medicina dell'Esercito, dei medici, del personale delle professioni sanitarie e dei tecnici di laboratorio dell'Esercito, militari messi a disposizione delle strutture del Servizio sanitario nazionale. Collaborando insieme al Servizio sanitario nazionale, in una fase di grandissima carenza, come è stata la fase più acuta della pandemia, il loro ruolo è stato molto importante, e credo sia giusto ricordarlo in questa sede. Da questo punto di vista, il provvedimento cerca di dare un carattere di maggiore organicità anche a questo rapporto con il Servizio sanitario nazionale. In particolare, il comma 1, lettera l), punto 3, dell'articolo 9, vede anche la possibilità, per i medici militari e il personale militare delle professioni sanitarie, di esercitare l'attività libero professionale intramuraria sulla base di convenzioni stipulate tra il Ministero della Difesa, il Ministero della Salute, il MEF e le regioni. Questo è un passaggio importante, sappiamo tutti che avremo di fronte 3 anni molto difficili sul piano proprio della disponibilità di medici, per un combinato disposto di pensionamenti, di età e di difficoltà di sostituzione e anche questo può essere, appunto, un contributo importante.

In sostanza è un provvedimento, ripeto, che condividiamo, che non modifica - questo vorrei sottolinearlo - la logica e l'impostazione che abbiamo dato, in questi anni, al nostro Esercito, un Esercito professionale, un Esercito che deve svolgere - ed è protagonista, in tal senso, in molte aree di conflitti internazionali - compiti di pace. È un Esercito, quindi, pensato per essere pienamente rispondente all'articolo 11 della nostra Costituzione, che ci ricorda sempre che l'Italia ripudia la guerra come strumento per la risoluzione dei conflitti tra gli Stati.

Quindi, è con questa impostazione, l'impostazione di uno Stato che ha questa visione, che non condivide gli atteggiamenti di aggressione, al di là di logiche, retoriche militariste e belliciste che, in questi giorni, vediamo circolare con troppa frequenza e, mi sia consentito, anche con assenza di conoscenza della nostra storia. Si parla, con troppa libertà, di elementi di carattere militare e non è un caso - lo sottolineo in questa sede - che, spesso, alcune critiche rispetto alla possibile escalation, ai pericoli derivanti dall'escalation siano arrivate proprio da militari, siano arrivate proprio da ex militari, perché la cultura con cui il nostro Esercito è stato educato in questi anni, dopo la Seconda guerra mondiale, è quella di essere l'Esercito di un Paese di pace, non l'Esercito di un Paese che pensa che la guerra sia uno strumento da utilizzare; è esattamente il contrario: per prevenire le guerre, per frapporsi tra eserciti o fazioni in lotta, come stiamo facendo in molti scenari internazionali, sempre riconosciuti - lo abbiamo detto molte volte quando abbiamo discusso delle missioni - con un ruolo estremamente positivo, proprio di strumento di pace, e non di guerra.

Quindi, è con questa prospettiva e con questa impostazione che annuncio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali al provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (CI). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, sottosegretario, arriva finalmente questa proposta di legge sul modello di revisione delle Forze armate. È un atto dovuto per tutto quello che le Forze armate fanno nel nostro Paese. Certamente, c'erano più proposte e credo che vada dato il merito alla Commissione difesa e al Governo che hanno saputo metterle insieme e arrivare con un testo concluso e definitivo che lavora sulle Forze armate, lavora insieme alle Forze armate.

Mi piace ricordare oggi quello che fanno le Forze armate nel nostro Paese e all'estero. Mai come oggi vediamo l'importanza delle missioni di pace che hanno saputo condurre all'estero, l'importanza delle missioni con la NATO e con i nostri alleati storici, e mai come oggi ci sentiamo all'interno di questo meccanismo occidentale. Mi piace sottolineare quello che le Forze armate fanno nelle nostre città; penso, in particolare, all'operazione “Strade sicure”, grazie alla quale vediamo tutti i giorni le Forze armate, nelle nostre città, nei nostri comuni, svolgere un ruolo fondamentale.

Noi e quelli come noi che saranno sempre dalla parte delle Forze armate, con riconoscenza per questi uomini, questi servitori dello Stato che dedicano la loro vita al nostro Paese e agli altri per il bene delle nostre comunità, appoggiamo convintamente questa proposta di legge che, come dicevo prima, è la sintesi di varie proposte.

Quindi, un merito - lo ripeto - alla Commissione. I nostri commissari hanno lavorato all'interno del Parlamento, delle Commissioni e dell'Aula, per migliorare il provvedimento; un provvedimento che ci soddisfa, che tocca vari punti, dal reclutamento e dai volontari per le Forze armate fino ai concorsi, senza mai togliere qualcosa alle Forze armate. Anzi, si vuole aggiungere qualcosa perché - lo ripeto - mai come oggi le Forze armate rappresentano anche la pace ma rappresentano la necessità di poter intervenire, in Italia e all'estero, sempre a difesa dei valori e della pace.

Ricordiamoci, anche in questi giorni drammatici in cui un Paese straniero, la Russia, ha invaso proditoriamente uno Stato sovrano come l'Ucraina, il lavoro che svolgono le Forze armate in Italia e la loro competenza, che offrono anche ai nostri alleati. Basta leggere e sentire cosa dicono delle nostre Forze armate, quando operano all'estero, i nostri alleati e cosa dice la NATO: vengono sempre ricoperte di complimenti. E noi ricopriamo di complimenti e ringraziamo sempre la professionalità di questi uomini che dedicano la loro vita al nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia).

Per questo motivo, Presidente, noi che - lo ripeto - abbiamo migliorato il provvedimento in Commissione siamo qua a dare il nostro voto favorevole, rendendo merito al Parlamento che ha saputo trovare un punto d'incontro per dire con una voce sola che le Forze armate rappresentano tutti noi e sono l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghe e colleghi, innanzitutto mi preme ringraziare per l'impegno e il lavoro certosino – direi - di cucitura che è stato fatto dai proponenti di queste proposte di legge, dai relatori e dalla Commissione difesa.

Siamo arrivati, attraverso un lungo dibattito articolato e complesso, ad accompagnare in Aula l'approvazione di questa proposta di legge. Come abbiamo già avuto modo di spiegare ampiamente in discussione generale, tocca temi di grandissima importanza per il nostro Paese e va a snellire il sistema di reclutamento nell'ambito delle Forze armate, oltre che a rivedere le norme in materia di avanzamento degli ufficiali e a prevedere una delega al Governo - come è stato già detto - per una compiuta e ampia revisione dello strumento militare nazionale.

D'altra parte, i tempi attuali ci impongono di affrontare sfide complesse e l'attuale modello di reclutamento del personale volontario di truppa era ormai insufficiente e quasi un collo di bottiglia per gli aspiranti operatori delle nostre Forze armate.

Ecco perché anche la “legge Di Paola”, la famosa legge n. 244 del 2012, non era più adeguata. Era indispensabile intervenire subito, mettendo mano a tutte quelle criticità che si sono evidenziate nel corso del lavoro, impegnativo e proficuo, portato avanti nella nostra Commissione difesa per semplificare quel processo di reclutamento, sempre però garantendo la stabilità a quelle figure che si trovano all'interno di esse.

Infine, era importante rivedere il complesso processo organizzativo dell'Esercito italiano, proprio per garantirne sempre l'efficienza. Noi vogliamo, infatti, un sistema giovane ma che sia in grado comunque di assicurare prontezza operativa, soprattutto perché oggi l'attualità ce lo chiede strenuamente. D'altra parte, il processo di integrazione politica e militare della difesa comunitaria è anche un po' l'anima dello Strategic Compass di cui oggi si parla tanto.

Con questi interventi normativi abbiamo cercato di porre rimedio ad un grave problema che si era creato nell'ambito delle Forze armate. Mi sta a cuore evidenziare che, proprio perché oggi i tempi sono cambiati rispetto a quando è iniziato il percorso legislativo nella nostra Commissione, tale lavoro diventa sicuramente più importante e l'attualità dello stesso diventa più chiara, e sono proprio gli sviluppi attuali che ce lo fanno capire: il deterioramento dello scenario di sicurezza, il mondo che è in continua trasformazione. Lo abbiamo visto anche con la pandemia - voglio dirlo - che ha trasformato un po' il Ministero della Salute da dicastero di prestazione di servizi a un asset strategico di sicurezza del nostro Paese.

Oggi, il conflitto in Ucraina. Ovviamente, ci sono anche vecchie tensioni che tendono nel Mediterraneo a riacuirsi. Ecco perché dobbiamo riflettere, colleghe e colleghi, su quanto pace, prosperità e democrazia richiedano sempre maggiori strumenti e sempre più moderni, posto che il new normal sarà sempre più competitivo e complesso.

Voglio dirlo e non lo dimentichiamo mai: la democrazia non è un destino ma una scelta che va rinnovata e difesa tutti i giorni. Ecco perché oggi diventa ancora più importante agire da parte del Governo e del Parlamento in questa direzione. Basta con la retorica dei carri armati e delle bombe a condire il comparto della difesa: difesa e sicurezza sono il presidio della pace, dei nostri confini nazionali ma anche internazionali.

Dunque, le Forze armate devono essere all'altezza di queste grandi sfide anche riuscendo a pianificare l'impiego delle risorse in una prospettiva di continuità e di visione a lungo termine, sempre garantendo l'efficacia anche nel breve e medio termine. È in questo contesto e in questa cornice che mi sento di dover inserire l'attuale proposta di legge, che stiamo licenziando nella consapevolezza che ci sono sempre nuovi compiti e domini operativi. Penso, ad esempio, alla cyber, allo spazio, nonché agli shock esogeni come quello che abbiamo vissuto da Covid-19. È evidente che abbiamo un'esigenza forte, quella di garantire uno strumento di difesa utile al sistema Paese che agisca a tutela non solo degli interessi nazionali ma anche di quelli internazionali e globali e che sia sempre più un moltiplicatore di ricadute positive.

Allora, senza dilungarsi troppo su quanto abbiamo già fatto, analizzando i singoli articoli della legge, è bene però precisare che, effettivamente, come è stato già detto, i volontari in ferma prefissata rappresentano davvero una risorsa non solo per le Forze armate ma anche per tutto il nostro Paese e devono quindi essere valorizzati e tutelati al meglio, attraverso formule di reclutamento adeguate e idonee a garantire le legittime aspettative di carriera e gli eventuali sbocchi professionali nel mondo del lavoro.

D'altra parte, non deve essere solo un mantra ma davvero un nostro obiettivo: i giovani servitori della patria non possono e non devono sentirsi abbandonati al loro destino. Vi è infatti in gioco non solo l'alimentazione corretta dell'intero modello di reclutamento ma la stessa credibilità dello strumento militare.

L'esercito, le Forze armate rappresentano - come è stato già detto ma voglio ripeterlo - una preziosa risorsa per il nostro Paese e uno strumento fondamentale per garantire pace e sicurezza internazionale, sempre nell'ottica di operare all'interno dei confini della Costituzione. Sono proprio queste sfide e questi grandi impegni, che distinguono e contraddistinguono gli attuali scenari operativi, a richiedere il nostro supporto, il supporto politico e il supporto istituzionale, e tutti i mezzi e le risorse necessarie affinché possiamo porre in essere gli ammodernamenti le innovazioni funzionali alla piena operatività del nostro strumento militare.

Quindi, consegno il voto favorevole del gruppo di Italia Viva su questo testo unificato di proposte di legge, ringraziando sempre le Forze armate per il lavoro, l'impegno e la dedizione che dedicano al nostro Paese e che attiene alla loro caratteristica di status militare, per cui appunto li ringraziamo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, sottosegretario e colleghi. Con grande felicità, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia su questo provvedimento. Mi faccia nei primi due minuti del mio intervento ringraziare anzitutto il mio presidente, Giorgia Meloni capogruppo, e tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, perché ha dato a noi del gruppo in Commissione difesa una grande fiducia e carta bianca nell'azione che abbiamo portato avanti da inizio legislatura. Abbiamo così potuto svolgere, con questa grande fiducia, questo lavoro e arrivare a questa proposta di legge che nasce originariamente dalla testardaggine del nostro gruppo nel richiedere la modifica alla legge n. 244 del 2012, la calendarizzazione di tale proposta di modifica e l'apertura di un dibattito in Commissione difesa - e arrivo anche gli altri ringraziamenti –, nell'ambito della quale abbiamo potuto lavorare benissimo, con i colleghi Galantino, Russo, Ferro, insieme al presidente Rizzo e a tutti i colleghi del gruppo, ai due relatori, Aresta e Ferrari, alla collega Tripodi e veramente a tutti i colleghi, in un clima costruttivo, di confronto. Abbiamo visto, con grande soddisfazione, che il tema del benessere dei militari delle nostre Forze armate era l'obiettivo di tutte le forze politiche – ovviamente, ognuno con le proprie posizioni e con le proprie sensibilità –, da perseguire in un clima costruttivo, trovando poi anche soluzioni ed eliminando le differenze, nel corso del dibattito: tutti noi abbiamo rinunciato a qualcosa, a qualcuna delle nostre battaglie, proprio per arrivare a un risultato che permettesse di riformare quello che era considerato un tabù. Effettivamente, riguardo alla legge n. 244 del 2012, che ha attuato la riduzione degli organici, per risparmiare – come si diceva - e creare un Esercito professionale, è bastato andare in giro - come abbiamo fatto con i colleghi di Fratelli d'Italia o, anche con la Commissione, con le missioni nelle varie caserme e nelle varie basi - per vedere cosa tale legge stesse comportando: non un risparmio, ma un invecchiamento di quei militari che tutti voi apprezzate, un invecchiamento degli organici e anche la messa in pericolo della loro operatività, anche se in tutti i teatri in cui sono chiamati ad operare ricevono ringraziamenti e grandi apprezzamenti. Le nostre sono Forze di pace, questo vorrei sempre rimarcarlo: in ogni missione in cui i nostri militari sono chiamati a operare, anche se costretti a volte a combattere, lo fanno per difendere i cittadini più sfortunati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per difendere la libertà e il benessere, ma non la libertà intesa - come qualcuno, demagogicamente, sostiene - come esportazione di democrazia; non parliamo di imporre un sistema al posto di un altro, ma semplicemente di garantire la possibilità di studiare, di vivere, di sfamarsi e di lavorare. E noi ci ricordiamo di loro solo quando, purtroppo, accadono le tragedie. È per questo che noi ci siamo prefissati l'obiettivo di considerarli come cittadini che hanno bisogno di attenzione e di interventi. Uno fra tutti è volto ad impedire di tagliare ancora gli organici, perché ditemi quale settore può sopportare, negli anni, la riduzione di 40 mila persone, rimanendo sempre disponibile ad effettuare ogni servizio.

Le nostre Forze armate sono disponibili per quanto riguarda l'operazione “Strade sicure”, le missioni internazionali, la pandemia, le alluvioni: sono disponibili a tutto ogniqualvolta una comunità, locale o nazionale, chiami. Allora, è nostro dovere interessarci e documentarci - abbiamo fatto tantissime audizioni, gruppi di studio, indagini e abbiamo ascoltato tutti quelli che erano interessati a fornirci una spiegazione - per capire le soluzioni migliori da perseguire. Tutti ci hanno detto che era necessario riformare la legge n. 244 del 2012, prorogando il termine per effettuare i tagli; da 190 mila, gli effettivi dovevano arrivare a 150 mila, era un cappio al collo che stava facendo morire le nostre Forze armate. È indubbio che questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza perché dobbiamo continuare a occuparci di Forze armate. A cinquant'anni, nonostante l'efficienza fisica, è ingiusto costringere un nostro militare a imbarcarsi per mesi o a partire in missione, per fare quello che faceva a vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); è ingiusto pensare che tutto rimanga così, nonostante l'efficienza. I militari non possono scioperare, non è nel loro DNA, non possono dire nulla, svolgono il loro servizio e basta; allora noi dobbiamo farci portavoce di questo loro bisogno. Nonostante l'efficienza fisica, infatti, a cinquant'anni, quando si va in un teatro operativo, che differenza c'è rispetto a un diciottenne? C'è la preoccupazione della famiglia, dei figli, non di quello che potrebbe accadere alla propria persona, ma di quello che potrebbe accadere alla propria famiglia: è umano e dobbiamo pensare che, dopo l'intervento che stiamo facendo, dovremo continuare a lavorare per distinguere il piano di chi è operativo da coloro che, a causa dei limiti di età, dovranno, per forza di cose, non essere più operativi e andare a occuparsi della vita amministrativa. A questo proposito, ringrazio il collega Cirielli, che ha portato l'attenzione su temi interessanti, che non si sono potuti recepire, anche perché, quando si parla di difesa, tutti dicono che si tratta di spese eccessive e non necessarie. Abbiamo dovuto confrontarci, purtroppo, con tanti temi riguardo ai quali, sui giornali, di fronte alla crisi economica, si affermava esservi altre urgenze. Ma avete visto a cosa serve la Marina militare al largo dell'Africa? Serve a tutelare il commercio italiano e l'economia italiana da chi vuole magari deviare i traffici commerciali verso altri lidi, a salvare l'economia dei nostri porti, a far arrivare quello che voi ordinate a casa con la giusta puntualità, senza che sia intercettato da pirati o da terroristi. Ci sono degli aspetti della Difesa che andrebbero raccontati e discussi senza alcun velo, per metterli alla luce e informare i cittadini dell'utilità delle Forze armate e dell'utilità di investire nella Difesa.

Per questo testo unificato di proposte di legge ringrazio anche il sottosegretario, perché abbiamo dovuto combattere per far quadrare i conti e confrontarci anche con il Ministero dell'Economia e delle finanze, che puntualmente ha fatto anche troppe osservazioni per chiarire che non ci debba essere alcun aumento di spesa e alcuna deviazione dai capitoli di bilancio in essere. Questo è il grande merito del lavoro fatto insieme, che è durato mesi. Le Forze armate sono un nostro patrimonio, sono un'istituzione che va tutelata, sono la garanzia che questo Paese, l'Italia, continuerà a operare nel mondo, continuerà a garantire la pace e la sicurezza dei nostri cittadini. Infatti, se noi viviamo in pace, in un periodo di relativa tranquillità, è dovuto soprattutto alle tante operazioni che i nostri militari compiono ogni giorno, lontano dalle telecamere, lontano dalla cronaca. Ancora oggi sono in Libia, dove c'è una situazione destabilizzata, dove non arriva puntualmente, dopo sei mesi, un cambio o una sostituzione, come in una normale fabbrica. Loro devono aspettare ancora, in teatri di guerra, con la preoccupazione delle loro famiglie. Per questo, dobbiamo dire sempre un grande “grazie” alle nostre Forze armate e a tutti i militari e continuare a garantire loro che, d'ora in poi, la politica saprà rispondere ogni giorno, puntualmente, ai loro bisogni. Sono cittadini come gli altri, sono lavoratori come gli altri. Chi deciderebbe di andare in luoghi di lavoro poco sicuri? Le caserme hanno bisogno di interventi? Sì. Ma, quando si parla di investimenti nella Difesa, ricordiamoci che non guadagna solo la Difesa, ma tutto l'indotto perché, quando si parla di “caserme verdi”, vuol dire che lavoreranno le imprese italiane, gli operai, l'indotto delle costruzioni e ci guadagneranno anche l'urbanistica e l'aspetto architettonico delle città. Sono caserme dei primi del Novecento e hanno bisogno di interventi.

Voi mandereste vostro figlio a lavorare in un luogo poco sicuro? I militari hanno il diritto di lavorare in un luogo sicuro e confortevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Con questo provvedimento - e vado alla conclusione - interveniamo anche sul reclutamento. Ci siamo resi conto che c'era troppo precariato: nove anni, dieci anni, per poi essere rimandato. Ebbene, noi dovremmo intervenire anche per dire una cosa: chi fa il militare dovrebbe avere la porta privilegiata, poi, per continuare la propria vita nella pubblica amministrazione, non è un alieno, non è un superuomo, ha diritto di poter lavorare e trovare un impiego dopo aver servito lealmente il proprio Paese. Ricordiamocelo! Ricordiamocelo quando parliamo della funzione pubblica e a volte sentiamo dire: no, i militari no. Sono cittadini come gli altri, preparati, e sono reduci da missioni dove ci hanno salvato la vita e hanno salvato la pace (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ringraziamoli sempre e con orgoglio dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Gentili colleghi, parliamo oggi di revisione dello strumento militare. Lo facciamo con una guerra nel cuore del nostro continente, che ha messo in dubbio tutte le nostre certezze rispetto alle conquiste di pace, sicurezza e benessere, che le generazioni che ci hanno preceduto hanno ottenuto con enormi sacrifici. È giusto, quindi, aprire oggi una riflessione su quali siano, proprio oggi, le funzioni e i compiti del nostro sistema della Difesa. Compito principale delle Forze armate è quello di difendere lo Stato e, alla luce del quadro geopolitico e della politica estera nazionale, di operare dove ritenuto necessario per garantire pace e sicurezza, in conformità alle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali, delle quali l'Italia fa parte. Concorrono alla salvaguardia delle libere istituzioni, svolgendo compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità. Le Forze armate, inoltre, in concorso con gli organismi internazionali competenti, vigilano sull'osservanza delle norme di diritto internazionale umanitario. Ogni giorno, per il mantenimento della pace e la salvaguardia dei diritti, nell'ambito delle organizzazioni come l'ONU, la NATO e l'Unione europea, le Forze armate operano in missioni internazionali e quelle missioni internazionali sono, a pieno titolo, parte integrante della nostra politica estera.

Quattro sono le missioni fondamentali delle Forze armate. La prima: difendere gli interessi vitali del Paese, la vita e i diritti fondamentali della popolazione. La seconda: la protezione degli interessi strategici della nostra Nazione, ma anche dell'Unione europea e dei suoi cittadini, la stabilità delle aree nell'interesse strategico nazionale ed europeo. La terza: prevenire e gestire crisi internazionali; le finalità sono quelle di garantire la pace, la sicurezza, la stabilità, la legalità internazionale, nonché l'affermazione dei diritti fondamentali dell'uomo, nel pieno rispetto della Carta delle Nazioni Unite. E poi la quarta missione: concorso alla salvaguardia della libera istituzione e assistenza alla pubblica emergenza. Ma semplificando, cos'è? Aiuto e soccorso in caso di calamità, dai terremoti all'emergenza Covid. Questo oggi sono le nostre Forze armate: donne e uomini altamente specializzati, che lavorano giorno dopo giorno per garantire e costruire la pace. A queste donne e a questi uomini va, innanzitutto, il grazie di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il testo su cui oggi siamo chiamati a deliberare è frutto di un'ampia collaborazione di tutte le forze politiche: un lungo percorso che ci porta oggi a votare questo testo con la convinzione di aggiungere merito e modernità al modello Difesa attualmente in vigore nel nostro sistema. Si parte quindi dal 2000, con la scelta di sospendere la leva obbligatoria e di passare ad uno strumento militare composto interamente da professionisti. È utile ricordare che, dal gennaio 2005, le Forze armate sono dotate di personale interamente professionale, in parte composto da personale permanente e in parte composto da personale assunto a tempo determinato. Si è così determinata una profonda trasformazione delle procedure di reclutamento del personale di truppa, che ha visto il punto nevralgico nella figura dei volontari in ferma prefissata di 1 o 4 anni. Il modello della Difesa, nel corso degli ultimi anni, ha subito, inoltre, varie misure di revisione dello strumento militare, comprese quelle in senso riduttivo del personale militare, frutto di un più ampio disegno di revisione della spesa pubblica. Questi tagli hanno generato un impatto negativo sugli armamenti, accelerando un progressivo invecchiamento del personale, sia militare che civile. Si è, pertanto, reso necessario intervenire per ottenere una rapida riduzione dell'età media del personale, in ragione non solo dell'evidente collegamento tra requisiti fisici e impegno operativo, ma anche per le maggiori difficoltà nell'impiego e nella mobilità del personale. La proposta di oggi, di conseguenza, prevede, all'articolo 1, una proroga del termine per la riduzione delle dotazioni organiche dal 2024 al 2033. A metà del percorso della legge di revisione dello strumento militare, emergono poi alcune criticità, già rilevate anche da chi mi ha preceduto, sul reclutamento dei volontari impegnati in ferma prefissata. Ciò è dovuto anche in parte all'assenza di uno sbocco professionale, in considerazione del fatto che è venuto meno l'istituto della riserva assoluta. Resta importante garantire opportunità occupazionali ai volontari congedati senza demerito, che per qualsiasi motivo non proseguano l'esperienza di servizio presso le Forze armate. Proprio per questo il progetto di legge alla nostra attenzione istituisce due ferme: una triennale, definita iniziale, e la seconda ferma prefissata, anche questa triennale. Viene prevista, però, e questa credo che sia una delle novità più importanti, l'iniziativa per disciplinare la formazione di questi volontari, associando all'addestramento militare di base specialistico, incluso quello relativo alle operazioni cibernetiche, attività di studio e di qualificazione professionali, volte all'acquisizione di competenze polifunzionali, utilizzabili anche sul mercato del lavoro. Le competenze, anche di carattere trasversale, acquisite negli anni consentiranno - noi crediamo, infatti - ai volontari di essere proficuamente impiegati anche al di fuori delle stesse Forze armate. Si stabilisce, poi, l'implementazione delle misure di agevolazione per l'inserimento dei volontari delle Forze armate, sempre congedati senza demerito, nel mondo del lavoro, prevedendo misure agevolative che ne favoriscano l'assunzione anche da parte delle imprese private. Vengono confermate le possibilità di accesso alle carriere iniziali di diversi Corpi: si tratta di posti ai quali si accederà per concorso, a condizione di non aver superato i 25 anni. Quindi, criteri di merito e criteri basati sull'età. Con questo provvedimento interveniamo sulla modalità del reclutamento di questi giovani, adottando nuove soluzioni. In questo periodo sono state reclutate decine di migliaia di uomini e donne nei ruoli di truppa e soltanto una piccola parte di esse è riuscito a transitare nel servizio effettivo. Si tratta di giovani ragazze e ragazzi, che, arruolati a 18-19 anni con precise ambizioni per il proprio futuro, sono stati congedati senza demerito o costretti al congedo per assenza di posti. È proprio su questi che vogliamo intervenire, dando maggior dignità a tutti questi nostri ragazzi e ragazze. L'articolo 9, poi, conferisce al Governo la delega per la revisione dello strumento militare, altro elemento importante di novità in questo testo. I punti principali che voglio sottolineare sono quelli alla lettera a), in cui si ridefinisce la ripartizione delle dotazioni organiche del personale militare fra Esercito, Marina e Aeronautica; ovviamente, questa definizione, in mano alle competenze del nostro sistema della Difesa. La lettera c) prevede, poi, alla luce di quello che è successo anche e soprattutto durante il Covid, un contingente aggiuntivo, in sovrannumero e non superiore a 5 mila unità, di alta specializzazione. Di cosa parliamo? Di medici, sanitari, tecnici di laboratorio, ingegneri, esperti di logistica, informatici, tutti in servizio permanente. Personale da impiegare anche con compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in situazione di straordinaria necessità e urgenza, cioè la famosa quarta missione delle nostre Forze armate. Alla lettera d) voglio sottolineare la costruzione di una riserva ausiliaria di Stato, non superiore alle 10 mila unità, di personale volontario, ripartito in nuclei operativi di livello regionale, posta sempre alla dipendenza dell'Autorità militare individuata dal Ministero della Difesa e richiamabili in tempo di guerra o in caso di gravi crisi internazionali, ovvero anche in attività in campo logistico di operazioni civili e militari. Questa costruzione di una vera riserva operativa, come dimostra l'esperienza di tanti Paesi che l'hanno adottata, può costituire un elemento di flessibilità importante nell'ambito delle Forze armate, uno strumento che renda ancora più efficace l'impiego delle Forze armate nei compiti legati alla quarta missione. Una riserva operativa, aggiungo io, che può servire, inoltre, a stimolare un giusto ricambio generazionale anche dentro le tante associazioni d'Arma: volontari straordinari, sempre pronti ad aiutare il nostro Paese nei momenti di difficoltà, a cui va la nostra riconoscenza e il nostro grazie. In conclusione, Presidente, abbiamo cercato di apportare con piccoli passi dei correttivi che mirano al completamento del percorso già avviato dalla legge n. 244 del 2012, cercando di ridurre il precariato tra i soldati, di semplificare il processo di reclutamento, di migliorare il processo organizzativo dell'Esercito italiano, per garantire un sistema efficace e giovane, ma anche in grado di garantire professionalità e carriera.

Il tutto, tenendo bene a mente il mutato scenario, internazionale e nazionale, e le sfide che ci si pongono davanti, con gli occhi verso l'Ucraina, la NATO, la Difesa europea. Queste tre parole più che mai devono ricordarci di quanto le Forze armate, sulle gambe delle donne e degli uomini che ne fanno parte e che ringrazio, siano uno strumento imprescindibile del nostro Stato e dovremmo sempre considerarli come investimento necessario e sostenibile nella nostra sicurezza. Oggi discutiamo in maniera approfondita sul tema della revisione dello strumento militare nazionale, consapevoli che la vera sfida è costruire dentro l'Unione europea uno strumento di difesa comune che appare oggi, come non mai, ancora più necessario ed urgente: una difesa europea che deve essere impostata in senso cooperativo e non competitivo rispetto alle altre istituzioni multilaterali come la NATO. Spetta oggi alla politica europea avere la volontà di costruire strategie comuni con determinazione.

Attenzione, colleghi, la crisi in Ucraina, con l'invasione russa in uno Stato liberamente costituito, obbliga l'Europa a una riflessione profonda sia in termini di politica estera che in termini di difesa comune.

Credo che questo sia un nostro obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e su questo punto non posso far altro che ringraziare il nostro Ministro Lorenzo Guerini che si sta impegnando in maniera forte su questo campo, anche con riferimento al dibattito che si sta svolgendo al riguardo in campo europeo. Ed è proprio con l'intento di consegnare alle nuove generazioni uno strumento militare moderno e sempre più in grado di contribuire alla pacifica convivenza tra i popoli che il Partito Democratico esprimerà con determinazione voro favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Perego di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente Fico. Sottosegretario Mule', colleghi, il 25 febbraio 2022 ci siamo svegliati in un nuovo mondo. Mai avremmo pensato che un conflitto della portata di quello che sta colpendo l'Ucraina ci avrebbe colpito alle porte dell'Europa, del nostro continente. Credo che l'Italia stia contribuendo per costruire un percorso di pace, ma stia anche cogliendo questo dramma come uno spunto a riflettere sull'architettura della difesa italiana. Va da sé, i nostri militari sono impegnati in 40 missioni internazionali come portatori di pace, come ambasciatori dell'Italia, un Paese che costruisce con la diplomazia la propria politica estera e la diplomazia la fanno anche le Forze armate.

Oggi vorrei ringraziare, a nome del gruppo di Forza Italia, tutte le donne e gli uomini in divisa che lavorano 365 giorni all'anno (Applausi), lontani dai riflettori della stampa, dei media, nei Paesi più pericolosi al mondo, nel continente africano, in Asia, nel nord dell'Europa. In tutto il mondo siamo impegnati con migliaia, con 10 mila soldati a contribuire alla pace e credo che mai come oggi sia importante riflettere sulla ridefinizione dell'architettura della difesa, volta ad ammodernare lo strumento militare, renderlo adeguato alle esigenze di questo tempo, proiettandoci verso quella dimensione europea a cui sicuramente guardiamo, quell'integrazione tra industria e Forze armate in ambito europeo; se quest'ultima fosse stata fatta come aveva sostenuto il Presidente Berlusconi almeno dieci anni fa, oggi ci ritroveremmo con un'Europa capace di esercitare una forza geopolitica capace di influenzare e di stabilizzare le regioni confinanti con l'Europa.

Ringrazio tutte le forze politiche che hanno fornito nel corso dell'iter del provvedimento un significativo contributo, in una dialettica - ha sempre accompagnato i lavori della Commissione difesa - che ha portato tutti i partiti a sostenere fermamente le nostre Forze armate; c'è sempre stata unione di intenti al riguardo e credo che questo sia un motivo di orgoglio per la politica. Oggi interveniamo su alcuni aspetti normativi; mi riferisco, in particolare, alla legge n. 244, la cosiddetta riforma Di Paola, voluta in un momento storico fortemente diverso da quello attuale, in cui si immaginava di voler ridurre l'ampiezza, in termini di personale, delle Forze armate in favore dell'efficienza. E viene da dire che, in realtà, c'è stata un'eterogenesi dei fini, perché abbiamo avviato un percorso di riduzione del numero delle Forze armate che, però, non ha portato maggiore efficienza; anzi, spesso ci troviamo di fronte, purtroppo, a problematiche in termini di mancanza di organico. Ciò è avvenuto in un'epoca in cui si dovevano fare tagli e la difesa, purtroppo, li ha subiti. Forse, anche per una certa miopia, non si è immaginato di costruire un percorso finanziario e politico per sostenere la difesa, oggi in sofferenza, per certi versi, rispetto al numero di personale.

Questo provvedimento che viene votato oggi vuole proprio traslare le scadenze della legge n. 244 e far sì che si possa lavorare su alcuni principi fondamentali. Intanto quello del reclutamento. L'età anagrafica del personale delle Forze armate è abbastanza alta, quindi dovremmo cercare di incentivare un ricambio generazionale e favorire anche un percorso di crescita in questo senso.

Bene la riforma della ferma prefissata: si passa da un modello annuale, che ricorda, se vogliamo, il modello della leva, a quello triennale, con riferimento al quale si può fare più formazione e garantire un percorso di crescita all'interno delle Forze armate; in questo modo, infatti, si professionalizzano di più le nostre Forze armate e si tende a quell'equilibrio che, in termini finanziari, dovrebbe rappresentare la virtù nell'ambito delle Forze armate, con il 50 per cento delle risorse finanziarie impiegate per il settore del personale, il 25 per cento per l'esercizio e il 25 per cento per investimenti. Oggi, la realtà è ben diversa, perché il costo del personale è significativamente più alto del 50 per cento.

Credo sia importante disporre di uno strumento militare efficace, di uno strumento militare interforze, e in questo senso sono stati compiuti diversi sforzi per favorire una maggiore integrazione.

Colleghi, investiamo circa 25, 26 miliardi nel comparto della difesa rispetto ad altri partner europei. Il cancelliere Scholz, qualche settimana fa, ha detto di voler portare gli investimenti tedeschi a 100 miliardi di euro; la Francia ne investe 60, gli Stati Uniti una cifra esorbitante, 780 miliardi. Noi che abbiamo un portafoglio, diciamo, ridotto, rispetto a quello dei partner europei e internazionali, dobbiamo integrare di più le nostre Forze armate per poter essere più efficienti dal punto di vista operativo. Non dimentichiamoci (lo dico in questa sede, se ne riparlerà probabilmente) che, quando parliamo della necessità di elevare al 2 per cento le spese della difesa - e Forza Italia, con il sottosegretario Mule' e tutto il partito lo sostiene fermamente - è per un concetto che, forse, sfugge all'opinione pubblica e ai più: mi riferisco al fatto che, nell'ambito delle spese della difesa, vi sono investimenti sotto il profilo della cybersicurezza e dello spazio che hanno una ricaduta ben più ampia di quella delle singole Forze armate. Quindi, sono inaccettabili quelle polemiche sterili secondo le quali, investendo di più nella difesa, si comprano più armi. Investendo di più nella difesa, si garantiscono investimenti in due settori strategici. Abbiamo visto con il conflitto in Ucraina quanto anche la cybersicurezza sia un tema rilevante, così come lo spazio per quanto riguarda l'osservazione della terra.

Quindi, da una parte, gli investimenti e, dall'altra, una riforma dell'articolazione della difesa, volta a garantire ricambio generazionale, abbassamento dell'età media, maggiore capacità di reclutamento nelle Forze armate, costituzione di una forza ausiliaria altamente specializzata di 5 mila uomini da impiegare nelle calamità naturali.

Abbiamo visto - e ringrazio ancora tutti i militari che si sono impegnati durante la pandemia ad alleviare le sofferenze di questo Paese, a dare un contributo significativo nella lotta al virus -, come un contingente di 5 mila uomini, altamente specializzati nella medicina e nella logistica, possa concorrere ed essere impiegato durante le calamità. Così come è importante, e questo provvedimento lo prevede, l'istituzione di una forza di riserva fino a 10 mila militari da poter essere impiegata ove i contesti di conflitto lo richiedessero. Credo che questo sia sintomatico di una nuova maturità - e ringrazio al riguardo l'azione del sottosegretario Mule' e del Ministro Guerini - rispetto alla visione strategica che la difesa ha per questo Paese.

Non ci stancheremo mai di dire quanto la difesa - e non parlo soltanto delle Forze armate, ma dell'industria, di questa integrazione fra industria, Forze armate e sistema Paese - sia una colonna portante del nostro Paese e garantisca la tutela dei nostri interessi, che è una parola che si usa molto poco e che, invece, dovremmo cominciare a impiegare di più. Abbiamo visto quanto significhi tutelare i nostri interessi anche nell'ambito energetico e avere autonomia strategica. Se ne parla a livello europeo, ma incominciamo a ragionare anche a livello italiano, perché troppo spesso sulla difesa si sente ingiustamente un vociare di polemiche, come se non fosse veramente inteso lo scopo ultimo delle nostre Forze armate che difendono la democrazia e la libertà nel mondo, che difendono i diritti.

E, allora, a tutte quelle donne e uomini in divisa, con profondo senso di riconoscimento, dico: siete il miglior biglietto da visita del nostro Paese nel mondo. Quando vanno nei teatri internazionali, infatti, le nostre Forze armate sono elogiate non soltanto per le capacità professionali, indubbie, che hanno, per cui la reputazione in ambito internazionale è di altissimo valore con gli alleati, ma anche per la capacità di generare empatia con le popolazioni con cui entrano in contatto. Quindi, signor Presidente, in questo senso credo che sia nostro compito anche incentivare il reclutamento, favorire l'ingresso di giovani che possono cogliere nelle Forze armate un'opportunità non soltanto per servire con onore e dignità il proprio Paese, ma anche per concorrere a un percorso professionale, e questo vale sia per le Forze armate convenzionali che anche per le forze speciali delle nostre Forze armate, che sono la punta di diamante, che sono riconosciute in tutto il mondo come di altissimo valore, eredi di una storia militare italiana di cui noi dobbiamo essere orgogliosi e di cui loro tramandano la tradizione.

Per questo il nostro partito, Forza Italia, da sempre sostiene le Forze armate e le sosterrà con tutta la propria forza politica; sosterrà i sacrifici che le famiglie, le donne e gli uomini fanno in divisa. Nell'ambito delle attività della Commissione ci siamo sempre profusi per atti di indirizzo volti a sostenere anche la figura del veterano, la figura dell'appartenente alle Forze armate come una figura a cui l'opinione pubblica credo debba tanto, in termini di gratitudine e riconoscenza.

Con queste parole, Presidente, voglio ribadire la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alle Forze armate e l'impegno di Forza Italia per garantire sempre tutte le risorse finanziarie e le politiche per poterle sostenere nell'attività che svolgono, in Italia e nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Mule', con questo voto che questo ramo del Parlamento si accinge a esprimere, che per la Lega-Salvini Premier sarà convintamente favorevole, e che mi auguro otterrà il più largo consenso delle forze politiche qui rappresentate, la Camera dei deputati si riappropria compiutamente della sua piena e autonoma funzione legislativa, a cui da troppo tempo, ahimè, abbiamo quasi completamente abdicato. Lo abbiamo fatto, noi parlamentari di Commissione difesa, caparbiamente, anche quando questa estenuante interlocuzione - definiamola così - con il Dicastero dell'Economia ci ha procurato cocenti arrabbiature. Lo abbiamo fatto rivendicando e riscattando, per noi e per quest'Aula, il ruolo di chi è stato eletto per legiferare, secondo le esigenze preminenti del Paese e non sotto la tutela di qualsivoglia burocrazia. Dicevo, quindi, che ci siamo riappropriati del nostro ruolo di legislatori, e lo abbiamo fatto al termine di un compiuto ed approfondito esame parlamentare, facendo sintesi di una pluralità di testi normativi nati dall'ascolto delle esigenze manifestate dalle massime cariche delle nostre Forze armate, dalle rappresentanze delle varie categorie di militari che le compongono, ma, soprattutto, dalla ferma volontà della Commissione difesa di affrontare e risolvere queste tematiche. Si trattava di problemi manifestati con l'applicazione del modello di difesa professionale e che, se non affrontati, da una parte, potevano tendenzialmente indebolire il livello qualitativo del personale che accede alle carriere militari iniziali, nonché non risolvere il fenomeno del progressivo invecchiamento dell'età media del personale militare; dall'altra, non rispondere ad una condizione di disagio e precarietà che gli uomini e le donne che scelgono i sacrifici della vita militare devono subire per un lungo tempo, prima di conoscere il loro destino.

Credo davvero che dopo la scelta della professionalizzazione delle Forze armate questo testo sia la modifica normativa più importante, che attua la necessaria revisione del modello di difesa allora adottato. Dal lavoro di sintesi di un'altra importante iniziativa legislativa della Commissione in questo testo trova, poi, spazio la traslazione al 2033 del termine per la revisione dimensionale dello strumento militare previsto dalla legge n. 244 del 2012, la cosiddetta legge Di Paola, inizialmente fissato al 2024, garantendo un più graduale e gestibile processo di diminuzione del personale militare complessivo, in attesa della nuova previsione dimensionale stabilita dalla delega. Un lavoro, quello di ascolto e di sintesi, che ha dimostrato come il Parlamento abbia ancora la capacità di saper fare il proprio mestiere e di saperlo fare anche bene. Dico questo perché tutte le forze politiche hanno concorso alla predisposizione di un testo che vuole affrontare e risolvere problematiche di cui abbiamo raccolto i segnali. Riconoscendo, quindi, che si tratta di un lavoro corale, non posso, però, celare l'orgoglio che, prima fra tutte, la Lega si è dimostrata forza politica attenta e capace di cogliere queste necessità e lanciare la proposta di analizzarle attraverso l'indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento delle nostre Forze armate, deliberata dalla Commissione difesa fin dal novembre 2018.

Devo anche sottolineare con piacere e riconoscere che, nonostante questa particolare e travagliata legislatura abbia visto l'avvicendarsi di tre Governi, con tre maggioranze eterogenee, il fattivo clima politico che si è sempre mantenuto in Commissione difesa, grazie al ruolo della presidenza, ci permette oggi di giungere al coronamento di questo importante lavoro, e lo facciamo superando anche qualche fibrillazione o pugno battuto sul tavolo arrivati in zona Cesarini.

Come hanno sottolineato altri colleghi intervenuti durante il dibattito, una colonna portante di questa revisione si basa sulla modifica del sistema di svolgimento delle carriere iniziali. Un tema, questo, su cui il lavoro del gruppo della Lega in Commissione difesa ha scommesso, prima attraverso la richiesta della citata indagine conoscitiva e, successivamente, partendo dai contenuti della relazione finale, predisponendo la prima proposta di legge su questo tema. Questo testo unificato ha quindi delineato un nuovo sistema delle ferme dei volontari in ferma prefissata, con una selezione riservata ad aspiranti di età non superiore ai 24 anni. Durante il servizio iniziale di 3 anni si potrà accedere attraverso concorso alla successiva ferma prefissata triennale, con il transito in servizio permanente, salvo rinuncia, dal giorno successivo al termine di questo periodo. È evidente che il modello riformato voglia raggiungere l'obiettivo di ridurre il cosiddetto precariato, contraendo il periodo massimo entro cui i volontari più meritevoli sapranno se avranno accesso al servizio permanente dagli attuali 11 anni complessivi ai 3 del prossimo futuro. Parallelamente, per rendere complessivamente più appetibile la professione militare nelle carriere iniziali, si è agito attraverso il miglioramento del trattamento economico e dello stato giuridico di coloro che per la prima volta vestono la divisa, così da ottenere una maggiore spinta motivazionale. Con la rimodulazione degli organici nei ruoli superiori si consentiranno, poi, maggiori opportunità di progressione di carriera all'interno delle Forze armate.

Per rispondere, invece, alle esigenze delle Forze armate e migliorare le qualità fisico-attitudinali del personale nelle ferme iniziali, nonché per contrastare il fenomeno dell'invecchiamento, si è di poco ridotto il limite di età per l'accesso dei volontari e il fabbisogno annuale di ingressi, con l'obiettivo di individuare i migliori candidati a svolgere questo importante, quanto impegnativo, lavoro, nonché servizio a favore del Paese. Credo che nessuno di noi possa ignorare il contributo fondamentale che le Forze armate concorrono a dare alla sicurezza interna, e lo abbiamo ancora più apprezzato in questi ultimi 2 anni, con l'esercizio di compiti straordinari, che hanno manifestato la preziosa vicinanza dei nostri militari alla popolazione sofferente, senza scordarci mai di quanto quotidianamente viene svolto, in maniera certamente meno appariscente, per la sicurezza esterna, la tutela dei nostri interessi e la stabilità dei contesti internazionali.

La risposta che questa Camera ha voluto dare all'esigenza del Paese di avere un modello di difesa efficiente, al passo con le sfide che il mondo attuale ci pone innanzi, ma in continuo divenire, non si esaurisce con le riforme immediatamente attuabili, ma si completa attraverso una delega al Governo, ben delineata da indirizzi specifici, di cui voglio sottolineare alcuni temi che ci paiono particolarmente qualificanti. In primis, un incremento organico fino a 10 mila unità di personale militare nelle carriere iniziali, nonché soggetti di alta specializzazione, in particolare i medici e il personale delle professioni sanitarie.

Il Governo potrà poi intervenire con l'innovativa istituzione di una riserva operativa dello Stato, anche qui non superiore a 10 mila unità di personale volontario, richiamabile in situazioni di grave emergenza per il Paese, indirizzi, questi, maturati anche a causa della dolorosa esperienza vissuta in questi anni. Siamo certi che il Governo raccoglierà l'opportunità che il Parlamento gli consegna, ma in caso contrario oggi stiamo dimostrando che questa istituzione non si sottrarrebbe a questo ulteriore compito. Sono convinto, per tutto quanto argomentato, che una volta che questa riforma verrà approvata anche dal Senato, per cui auspichiamo un rapido esame, daremo al Paese uno strumento militare formato da giovani che accedono alla professione di soldato con maggiori tutele e certezze, ma soprattutto con ancora maggiori stimoli motivazionali, il che significa un miglior strumento a disposizione delle istituzioni per la tutela in primis dell'interesse dell'Italia e in grado di continuare a contribuire alla stabilità e alla tutela della pace nel mutevole contesto internazionale. Con questo provvedimento certamente il Parlamento ha svolto appieno il proprio compito e la Lega è orgogliosa di essere stata promotrice e attrice di questo miglioramento, a vantaggio del Paese e dei giovani che scelgono di servirlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Oggi siamo in quest'Aula e stiamo per votare una legge importante, il cui testo è il frutto dell'ascolto delle Forze armate, di tutte le sue componenti. Un ascolto che è avvenuto in Commissione difesa, Commissione di cui sono componente. Abbiamo fatto un'indagine conoscitiva che ci ha portato a rilevare come l'attuale modello militare non sia in linea con il ruolo che svolgono oggi le Forze armate. Vedete, oggi le Forze armate si occupano di diverse cose: ovviamente della nostra sicurezza, è banale; delle tante operazioni mi piace ricordare quella di “Mare Sicuro”; un'operazione che si è resa necessaria con l'aggravarsi della minaccia terroristica. Parliamo di 750 militari, di sei mezzi navali e di otto mezzi aeroportuali che si occupano, proprio in questo momento, della nostra difesa e dei nostri mari. Un Paese, che per sette decimi ha un confine marittimo, ha sicuramente necessità di maggiore attenzione da questo punto di vista. Parlo, poi, dei 9 mila uomini nelle 36 missioni internazionali in 21 Paesi al mondo, ma voglio parlare anche del supporto che danno le Forze armate al Paese in caso di calamità e di pandemia. Io sono messinese e non posso dimenticare quell'immagine di Giampilieri, quando nel 2009 ci fu l'alluvione, quando l'esercito si occupava dei feriti. Penso a tutto quello che hanno fatto, che per me è un'immagine indelebile e credo lo sia per tutti perché, purtroppo, il nostro Paese questi eventi calamitosi li conosce fin troppo bene. Ma senza andare troppo indietro nel tempo penso alla pandemia, a quello che hanno fatto le Forze armate per il supporto alla popolazione civile, a tutti quanti. Di fatto, dei primi ospedali da campo e dei primi ventilatori sono stati loro a occuparsene. Si sono occupati anche del trasporto degli italiani che erano all'estero e che dovevano rientrare in Italia anche quando erano contagiati dal Covid, quando il Covid aveva delle varianti tali che uccidevano. Quindi, di questo dobbiamo ricordarci. Possiamo dire che la Difesa per certi versi ha una funzione dual use. Questo termine di solito si usa per gli equipaggiamenti, ma possiamo usarlo anche per la Difesa, perché da un lato c'è l'obiettivo strategico difensivo a tutela dei nostri confini e interessi e dall'altro c'è anche quello civile. Da ciò, Presidente, nasce la proposta di revisione del modello delle Forze armate, una proposta che è frutto della sintesi di diverse proposte di legge - parliamo di cinque proposte di legge diverse - portate avanti dai diversi gruppi parlamentari. Una sintesi - diciamolo - non facile, per la quale voglio ringraziare tutti i componenti della Commissione difesa, il presidente Gianluca Rizzo, e i relatori, in particolare il relatore Aresta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Fatemi dire con orgoglio che il MoVimento 5 Stelle si occupa di questo problema da diverso tempo, perché il fatto che oggi ci sia un problema all'interno delle Forze armate è noto. È noto il fatto che oggi ci sono dei mezzi navali, ad esempio, che devono essere riempiti, perché le navi della Marina militare devono essere riempite, diciamolo. Quando finisce il turno o quando finisce la missione e devono rientrare spesso può capitare che non c'è qualcun altro che prende il posto di chi dovrebbe sbarcare e passare un po' di tempo con i propri cari. Queste sembrano sciocchezze per chi non le vive ma non sono sciocchezze, e ciò è anche il frutto di un modello che oggi è sbagliato. Oggi, quindi, siamo giunti a ottenere degli obiettivi importanti, che potranno comunque essere ulteriormente migliorati sia con la seconda lettura al Senato, perché chiaramente oggi siamo in prima lettura, sia con i decreti legislativi che dovrà emanare il Governo.

Voglio elencare alcuni punti significativi che abbiamo raggiunto: è stata condotta una più ragionata valutazione sulle consistenze del personale militare sulla base dell'accresciuto impegno nella Difesa; abbiamo sancito principi e direttive di una delega al Governo per una riorganizzazione interna dei gradi, per nuove procedure di reclutamento e per l'eventuale entrata di personale tecnico specializzato, che, come stiamo vedendo, è sempre più importante e necessario per il buon funzionamento delle Forze armate; poi, lo slittamento dal 2024 al 2033 per quanto riguarda la riduzione del personale. Per questo punto va detto che se bisogna fare questo taglio, per motivi di spesa pubblica, facciamolo; però, questo va fatto considerando, ovviamente, un tempo maggiore che ci permetta di avere dei criteri chiari al riguardo e non criteri che si definiscono sulla base di una situazione ormai obsoleta. Ovviamente, parallelamente aumentiamo il numero di sottufficiali, che sono una componente essenziale per il funzionamento delle Forze armate.

Presidente, in questa legge che stiamo portando avanti diamo risalto alla figura dei volontari in ferma prefissata. Ci siamo occupati lungamente di questo aspetto, perché questi cittadini - questi ragazzi, perché sono giovani - dopo che hanno prestato servizio per il proprio Paese hanno difficoltà a trovare occupazione e di questo, quindi, ci siamo occupati lungamente, per valorizzare proprio questa figura. Come? Intanto per la ferma prefissata di tre anni facciamo sì che possano acquisire conoscenze professionali che poi possono essere appetibili anche sul mercato del lavoro, ma anche una maggiore percentuale riservata nei concorsi di reclutamento: oggi già c'è, però noi vogliamo alzarla.

Un altro aspetto da sottolineare è la valorizzazione delle professionalità dei reparti operativi, che sarà la base con cui il Governo dovrà ridefinire la consistenza del personale. Cioè, le dotazioni organiche di ciascuna Forza armata dovranno essere determinate in base alle necessità del nostro Paese, ai nostri obiettivi e asset strategici che vogliamo perseguire sul piano interno e su quello di politica estera. Io non mi voglio dilungare, però voglio concludere ricordando che, se dobbiamo parlare di un nuovo modello delle Forze armate, non possiamo non pensare alle prossime sfide che l'Italia e gli altri Stati membri dell'Unione europea sono chiamati ad affrontare. Penso ad obiettivi a lungo termine e ad obiettivi a breve termine. Un obiettivo a lungo termine è sicuramente la difesa comune. Sulla difesa comune è chiaro che, nel momento in cui dobbiamo affrontare quel tema e nel momento in cui noi parliamo di rifare un modello al nostro interno, si dovrà tener conto della direzione in cui stiamo andando a livello sovranazionale. Ma ci sono anche obiettivi di breve termine, perché il contingente di 5 mila persone, necessario e di cui si sta parlando tanto, è qualcosa che sicuramente si dovrà prendere in considerazione, anche osservando lo scenario di guerra che ormai è alle porte d'Europa e che, purtroppo, ci fa preoccupare tanto. Io voglio concludere dicendo che oggi è una giornata importante per la Difesa del nostro Paese, perché stiamo creando il primo mattone per potenziare e valorizzare il lavoro di donne e uomini delle Forze armate, orgoglio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per un ringraziamento il deputato Aresta. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LUCA ARESTA , Relatore. Grazie, Presidente. Come relatori, anche a nome del collega Ferrari, un sentito e doveroso sincero ringraziamento al Ministero della Difesa, allo stato maggiore della Difesa e agli stati maggiori di singola Forza armata, a tutti i gruppi parlamentari rappresentati in Commissione difesa, al suo presidente, agli uffici di Commissione nell'importantissimo supporto reso in queste giornate molto, molto, impegnative. Un sentito ringraziamento alle donne e agli uomini delle nostre Forze armate, impegnati in patria e all'estero in importantissime missioni (Applausi).

Oggi, consegniamo al Senato un importante testo, una rivisitazione che facciamo con razionalità, avendo ben chiara l'esigenza di contenimento della spesa pubblica, ma, soprattutto, l'irrinunciabilità di avere un sistema di difesa adeguato ai tempi. Grazie a tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI, Relatore. Rapidamente, un ringraziamento corale e personale a tutti coloro che hanno contribuito a questo grande risultato - li ha elencati il collega Aresta - in questa Camera, nelle Commissioni, nel Dicastero della difesa, ma, soprattutto, come tutta quest'Aula riconoscerà, agli uomini e alle donne della Difesa (Applausi).

(Coordinamento formale – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – Testo unificato - A.C. 1870-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 1870-1934-2045-2051-2802-2993-A: "Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26) (Applausi).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Faccio una richiesta di inversione dell'ordine dei lavori, nel senso di passare direttamente al punto n. 5 dell'ordine del giorno, che reca il seguito della discussione delle mozioni in materia di Servizio civile universale e, dopo lo svolgimento del question time nel pomeriggio, di passare al punto n. 11, che reca il seguito della discussione della proposta di legge in materia di statistiche in tema di violenza di genere. Di conseguenza, chiedo di rinviare gli ulteriori argomenti ad altra data.

PRESIDENTE. Se sulla richiesta formulata dal deputato Fiano, nel senso di passare direttamente al punto n. 5 dell'ordine del giorno, che reca il seguito della discussione delle mozioni in materia di Servizio civile universale e, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, al punto n. 11, che reca il seguito della discussione della proposta di legge in materia di statistiche in tema di violenza di genere, nonché di rinviare gli ulteriori argomenti ad altra data non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea.

Non ci sono obiezioni, quindi è accolta dall'Assemblea.

Seguito della discussione delle mozioni Gadda ed altri n. 1-00573, Baldino ed altri n. 1-00611, Bonomo ed altri n. 1-00612, Bellucci ed altri n. 1-00619 e Gentile ed altri n. 1-00625 concernenti iniziative in materia di Servizio civile universale (ore 11,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Gadda ed altri n. 1-00573, Baldino ed altri n. 1-00611, Bonomo ed altri n. 1-00612, Bellucci ed altri n. 1-00619 e Gentile ed altri n. 1-00625, concernenti iniziative in materia di Servizio civile universale (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 21 marzo 2022, sono state presentate le mozioni Bonomo ed altri n. 1-00612, Bellucci ed altri n. 1-00619 e Gentile ed altri n. 1-00625, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Avverto, inoltre, che è stata presentata in data odierna una nuova formulazione della mozione Gadda ed altri n. 1-00573, che è stata sottoscritta dai deputati Baldino, Bonomo, Gentile, Toccalini, Fornaro, Schullian, Lupi, Lapia, Magi e Tasso, che ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, il settimo, l'ottavo, il nono, il decimo e l'undicesimo firmatario (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

Contestualmente alla presentazione della nuova formulazione della mozione n. 1-00573, le mozioni Baldino ed altri n. 1-00611, Bonomi ed altri n. 1-00612 e Gentile ed altri n. 1-00625 sono state ritirate dai rispettivi presentatori.

Avverto, infine, che è stata testé presentata la mozione Dori ed altri n. 1-00636 (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

FABIANA DADONE, Ministra per le Politiche giovanili. Grazie, Presidente. Prima di intervenire con i pareri, ci tengo a ringraziare, in particolare, i gruppi di maggioranza per aver posto all'attenzione dell'Aula una mozione così importante su una tematica tanto nodale.

C'è stato un confronto ed un lavoro intenso con il Governo, aperto, franco e molto costruttivo sul tema del ruolo del Servizio civile universale, del ruolo che deve svolgere. Un confronto che è stato utile anche a chiarire, ove necessario, la portata e l'opportunità che il Servizio civile offre ai giovani in termini di crescita, di valorizzazione della persona, con riferimento alla promozione della cittadinanza attiva, ai temi della solidarietà, della coesione socio-economica, della crescita culturale e professionale, ma anche di acquisizione di esperienze, di conoscenze, di un bagaglio utile alla vita personale e lavorativa.

Gli indirizzi che il Parlamento oggi offre al Governo sono significativi e ci impegnano ad andare avanti negli sforzi, già notevoli, che questo Governo ha fatto rispetto al Servizio civile. Ascoltando le istanze pervenute dai gruppi e dagli enti, ci impegneremo per migliorare, all'interno del contesto delineato dal decreto legislativo n. 40, interventi specifici, puntuali e, naturalmente, condivisi per evitare e superare quelli che sono ancora delle macchinosità e dei ritardi legati a questo tipo di importante strumento. In questo mi sento di esprimere l'auspicio di una collaborazione fattiva con tutti i gruppi per raggiungere l'obiettivo.

Per quanto riguarda i pareri, sulla mozione Gadda, Baldino, Bonomo, Gentile, Toccalini, Fornaro, Schullian, Lupi, Lapia, Magi e Tasso n. 1-00573 (Nuova formulazione), esprimo parere favorevole su premessa ed impegni.

Sulla mozione Bellucci ed altri 1-00619, parto dalle premesse e chiedo di espungere i capoversi sesto, settimo, nono, decimo, ventunesimo e ventiduesimo, sui quali il parere è contrario. Rispetto, invece, agli impegni, il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni. Per quanto riguarda il primo impegno: “a proseguire l'efficace interlocuzione con le regioni e gli enti del terzo settore secondo quanto stabilito, tra gli altri, dagli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 40, in relazione ad ogni questione che concerne la predisposizione dell'attuazione dei programmi di intervento”.

Rispetto al secondo impegno, parere favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative per addivenire ad una efficace ed ottimale attuazione della riforma introdotta dal decreto legislativo n. 40 del 2017”.

Sul terzo impegno, parere favorevole, condizionato all'espunzione dall'impegno delle seguenti parole: “e a ripristinare anche la programmazione annuale”.

Sul quarto impegno, parere favorevole. Sul quinto impegno, parere favorevole, condizionato all'espunzione dall'impegno delle seguenti parole: “nonché, nel rispetto delle condizioni di tutela della sicurezza degli operatori volontari in zone a rischio, l'attuazione dei progetti all'estero del bando 2021”.

Sul sesto impegno, parere favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative, sentita la Consulta nazionale, al fine di prevedere tempistiche congrue per la presentazione di programmi e per esperire le procedure di selezione dei volontari da parte degli enti”.

Sul settimo impegno, parere favorevole con la seguente riformulazione: “ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a favorire un potenziamento del numero di operatori volontari da impiegare annualmente nel Servizio civile universale”.

Con riferimento alla mozione Dori ed altri 1-00636, sul primo impegno, il parere è favorevole, condizionato alla seguente riformulazione: “ad adottare, per quanto di competenza, iniziative volte a dare sistematicità all'attività dei Corpi civili di pace, riconoscendone il valore nell'educazione e nell'esercizio della difesa non armata e non violenta e nella prevenzione dei conflitti”.

Sul secondo impegno, il parere è favorevole, condizionato all'espunzione delle parole: “ai nuovi settori e ai nuovi interventi”. L'impegno, quindi, risulterebbe il seguente: “ad adottare iniziative per estendere i progetti offerti dal servizio civile ambientale, andando oltre la fase sperimentale ed incrementando, già dal prossimo piano triennale, i posti per gli operatori volontari che decidano di impegnarsi in tale ambito di intervento”.

PRESIDENTE. Sulle premesse dell'ultima mozione? Manca il parere sulle premesse.

FABIANA DADONE, Ministra per le Politiche giovanili. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Esistono strumenti di guerra ed esistono strumenti di pace. Il dibattito di queste settimane è stato incentrato, purtroppo, tutto sugli strumenti di guerra. Le armi sono una falsa scorciatoia che porta soltanto al baratro. Con la mozione che abbiamo depositato come Europa Verde, sottoscritta anche da altri colleghi, diamo invece un contributo per individuare due strumenti di pace. Anzitutto, chiediamo di puntare sui corpi civili di pace, un progetto interno al servizio civile universale limitato, per ora, soltanto a 500 giovani volontarie e volontari da impegnare in azioni di pace nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto. Sappiamo, infatti, che le armi chiamano altre armi, dobbiamo invece investire in strumenti che riducano le conflittualità. Considerato inoltre che pace e ambiente sono strettamente connessi, in questa mozione chiediamo non solo di puntare sui corpi civili di pace, che vanno allargati, rinforzati e messi a sistema, ma anche di estendere a nuovi settori di intervento e a nuovi ambiti i progetti offerti dal servizio civile ambientale, andando oltre la fase sperimentale, per incrementarli già dal prossimo piano triennale, aumentando i posti per gli operatori che decidono di impegnarsi in tale ambito di intervento. Queste iniziative, i corpi civili di pace e il servizio civile ambientale, hanno però bisogno di coraggio e di maggiori risorse per rinforzare una pace positiva, intesa come cessazione della violenza e come affermazione dei diritti umani e del benessere sociale, anche in vista di una ripartenza davvero green per il futuro delle prossime generazioni. Quindi, accogliamo positivamente il fatto che il Governo abbia dato parere favorevole ai due impegni contenuti nella nostra mozione. La pace, infatti, non può essere improvvisata, va costruita nel tempo. Per questo motivo noi pensiamo che un Paese come l'Italia debba aumentare i suoi investimenti su strumenti costruttivi e non distruttivi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Timbro. Ne ha facoltà.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie, Presidente. La mozione oggi in esame si occupa e si preoccupa di un istituto che ha radici profonde nella coscienza sociale e nel patrimonio culturale del nostro Paese. Il servizio civile universale si può considerare certo uno strumento, un'opportunità, se vogliamo, messa a disposizione delle giovani e dei giovani del nostro Paese tra i 18 e i 28 anni, un'opportunità che li fa affacciare alla difesa non armata e non violenta del nostro Paese, come è stato detto, e che consente loro di esercitarsi nell'educazione e nella pace tra i popoli, che li fa guardare alla promozione dei valori fondativi della nostra Repubblica con attenzione ai valori della solidarietà, della coesione sociale e della tutela dell'ambiente. È anche un'opportunità che viene offerta per consentire loro di scoprire ed alimentare le loro propensioni, le loro attitudini, è un'opportunità di crescita e arricchimento della loro personalità attraverso quello che si rivela sempre un vero e proprio percorso formativo, umano e professionale. In questo senso è andata la riforma voluta e portata a termine nel corso della scorsa legislatura, che deve essere considerata un punto di svolta. La riforma del servizio civile, infatti, lo ha reso universale, rivolgendo questa esperienza a tutte le giovani generazioni del nostro Paese. È stata fondamentale anche perché è stata pensata ed è stata immaginata di pari passo con la riforma del terzo settore, quel terzo settore per troppo tempo e troppo spesso considerato marginale nel nostro Paese e che, invece, occupa un ruolo strategico nel nostro sistema, chiamato com'è a sopperire nella vita dei cittadini e delle comunità alle carenze e alle lacune degli enti pubblici locali.

Di fronte ad una società come quella nella quale viviamo, che ancora arranca per le conseguenze della pandemia, sfiorata dal conflitto russo-ucraino, una società destinata ad assumere anche un ruolo centrale, probabilmente, nelle politiche di accoglienza di quello che forse sarà il più alto numero di profughi europei mai visto, meritano l'attenzione di questo Parlamento i numerosissimi giovani che ogni anno - come ha detto il Presidente Mattarella - spinti da un forte spirito civico partecipano ai progetti del servizio civile messi in campo, mettendosi alla prova molto spesso anche in contesti emergenziali. A quei ragazzi dobbiamo un impegno, un impegno cui questa mozione prova a dare una risposta. Per cui, va bene l'impegno previsto dalla mozione a promuovere una maggiore mobilità dei volontari, rafforzando l'opportunità di compiere il servizio civile all'estero; va bene l'impegno ad adottare iniziative per garantire la partecipazione di tutti i giovani, agevolando in particolare quelli con minori opportunità nonché quanti hanno abbandonato il percorso scolastico e non riescono o hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, affinché il servizio civile diventi per loro una leva di inclusione sociale effettiva e concreta e risponda lì dove non riescono a farlo le misure già messe in campo. Va bene anche l'idea di mettere in atto iniziative tese a definire lo status giuridico dell'innovazione, competitività e cultura che fa riferimento alla missione inclusione e coesione. Inevitabile, in questo caso, è la necessità che il Governo adotti iniziative anche per prevedere, sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, un ulteriore stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il servizio civile universale tale da assicurare l'accesso al servizio di tutti i volontari richiedenti e prevederne un incremento progressivo. Oggi - ce lo dice questa mozione - il bando che abbiamo esaminato fa riferimento al fatto che ancora ci sia una disponibilità inferiore di circa 20.000 unità rispetto alla cifra che il Dipartimento per le Politiche giovanili e per il servizio civile universale aveva stimato come finanziabili. Vanno bene, quindi, tutte le iniziative volte a promuovere la maggiore mobilità dei volontari, rafforzando l'opportunità di compiere il servizio civile anche all'estero, e ad adottare tutte le iniziative per garantire la partecipazione dei giovani, soprattutto - questo è davvero importante - di quelli che ne hanno più bisogno. Oltre all'educazione e alla formazione civica personale, infatti, merita di essere ricordato uno studio presentato dall'INAPP, in collaborazione con il Forum nazionale del terzo settore e con l'ARCI Servizio civile, che ci dice che lo strumento del servizio civile contribuisce a innalzare i livelli di occupazione e occupabilità, riducendo il tasso di inattività, e che a due anni dall'esperienza del servizio civile 6 giovani volontari su 10 risultano già occupati. Si tratta quindi di un istituto necessario che deve essere valorizzato e incrementato. È per questa ragione, riconoscendo la necessità che il Governo assuma un impegno chiaro, netto e definito per il futuro in questa direzione, che dichiaro il voto favorevole alla mozione di maggioranza da parte del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per parlare oggi di un tema così importante che, tra l'altro, è un tema che in questi giorni, in queste settimane purtroppo viene sempre meno, cioè il tema della pace e dei giovani, che possono contribuire a costruire la pace e a coinvolgere nell'ambito della costruzione della pace, della promozione della pace tra i popoli ma anche della non violenza e della difesa non armata. Quindi, oggi parliamo della messa a sistema delle attività dei corpi civili di pace, un tema che ci vede sempre molto coinvolti, anche in prima linea, come Italia. In questo momento, da una parte, dobbiamo lodare per la sua importanza l'invio di un messaggio forte di pace anche verso i giovani, anche verso l'educazione, anche verso la promozione della pace e della non violenza; dall'altra parte, stridono fortemente gli strumenti attualmente messi in campo dal Governo, cioè l'invio non soltanto di armi ma addirittura di armamenti pesanti verso un conflitto in corso. Dovremmo avere a maggior ragione - ringrazio il Governo per aver preso una posizione ben chiara a favore di questa decisione sui corpi civili di pace - molta più promozione della pace, molta più promozione del dialogo, della non violenza, della pace tra i popoli, del dialogo, dei negoziati e della difesa non armata. Va bene questo primo messaggio, va bene questo primo passaggio ma ricordiamoci che in questo momento, purtroppo, l'Italia e il Governo stanno prendendo decisioni scellerate sul fronte, perché l'Italia sta partecipando con l'invio di armi e di armi pesanti a un conflitto in cui, invece, dovremmo essere i primi nel fare promozione per il dialogo, per i negoziati e per la pace ed essere i primi anche nel ricordare che il nostro dettato costituzionale è per la pace e contro la guerra e ripudia ogni attività in guerra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente e signora Ministra. La pandemia, prima, e la guerra e la crisi economica e sociale, poi, che stanno sconvolgendo i nostri equilibri, le nostre certezze e, soprattutto, il nostro sistema economico e sociale hanno mostrato in modo molto chiaro le fragilità del nostro sistema, le tante scelte strategiche non fatte, ma, soprattutto, hanno messo in luce finalmente, con grande nitidezza, quali sono le leve sulle quali operare per un cambio di passo. Queste leve stanno nelle nostre comunità, sono il Terzo settore, sono gli enti locali, sono gli enti territoriali e, soprattutto, sono i nostri giovani, che non ci sono domani, ma che ci sono oggi, con le loro aspettative e con i loro bisogni e che possono, e vogliono ,portare il loro cambiamento, con la consapevolezza di sé, delle proprie capacità, del proprio ruolo e con la possibilità di essere motore di cambiamento.

Il Servizio civile universale ha determinato, nella scorsa legislatura, un cambio di passo, oltre che normativo, anche culturale. Servizio civile è difesa non armata della Patria e questo nuovo vocabolario oggi vale più che mai per quanto sta succedendo nel nostro pianeta, anche vicino a noi. La difesa non armata e non violenta della Patria nasce per lo sviluppo della cittadinanza attiva, della solidarietà, dell'inclusione sociale e della salvaguardia del patrimonio della Nazione, a partire da quel patrimonio ambientale che i giovani vogliono e che chiamano a gran voce e con grande forza. Questo motore di cambiamento deve essere, però, affidato a una nuova consapevolezza. La ringrazio per essere intervenuta all'inizio di questa discussione, dicendo, in modo molto chiaro, che il decreto legislativo n. 40 del 2017, la riforma del Servizio civile universale, non necessita di un cambiamento strutturale, ma che dobbiamo concordare insieme - dobbiamo farlo con gli operatori, con gli enti e con tutti i soggetti interessati da questo percorso di cambiamento –, eventualmente, misure puntuali per migliorare l'efficacia e l'efficienza di un sistema che può davvero determinare un cambio di passo nel nostro Paese.

I giovani sono portatori, non soltanto di aspettative e bisogni, ma anche di sogni e di un vocabolario nuovo, quello stesso vocabolario che, in modo molto lungimirante, nella scorsa legislatura, durante il Governo Renzi, ha visto intercettare e incontrare, in modo complesso, ma concreto, diverse riforme. Il Servizio civile universale nasce nella stessa stagione della riforma del Terzo settore, che ha come perno proprio la sussidiarietà, quindi la partecipazione attiva del Terzo settore, dei volontari e anche degli enti territoriali, in un'ottica di co-progettazione e di c-programmazione delle politiche, della risposta ai bisogni, ma, soprattutto, della crescita culturale, politica ed economica del nostro Paese. La sussidiarietà, peraltro, non è stata una scoperta del codice del Terzo settore. Noi siamo a un punto di snodo dove le politiche, le riforme e le normative devono trovare attuazione. La sussidiarietà era già stata scritta all'interno della nostra Costituzione, proprio perché allora le nostre madri e i nostri padri costituenti vedevano nella partecipazione attiva all'interno della comunità il motore di crescita, anche personale, anche della consapevolezza di sé. Questo lo dico perché, giustamente, le riforme, per essere attuate, necessitano di impegni, di un'assunzione di impegni da parte di tutti e la ringrazio per averlo detto, in modo chiaro, finalmente, questa mattina. Questi impegni devono essere anche di tipo economico, perché il Servizio civile, per essere davvero universale, deve poter dare una risposta a tutte le migliaia di ragazzi che presentano ogni anno la domanda - che viene poi accettata dal Dipartimento - ma che, purtroppo, per carenza di risorse, non possono poi effettuare quel Servizio che, per i giovani tra i 18 e 28 anni di età, è fondamentale, non soltanto per prestare un servizio all'interno della comunità, ma anche per capire quali sono i propri desideri e le proprie consapevolezze, in modo anche propedeutico all'ingresso nel mondo del lavoro. Questo è anche un altro dato importante: il Servizio civile universale afferma anche, dando maggiore consapevolezza ai ragazzi delle loro capacità e delle loro competenze, una qualità di servizio e di rapporto con la comunità, anche con il mondo del lavoro.

Quindi, il primo punto che questa mozione tocca, la necessità di rendere davvero il Servizio civile universale, significa: impegniamoci tutti, davvero e finalmente, affinché nella legge di bilancio ci siano le risorse per accettare tutte le domande e, se possibile, continuiamo anche sul percorso di informazione e di comunicazione per raggiungere tutti i ragazzi, che ancora oggi non sanno che il Servizio civile è un'opportunità per se stessi e per la propria comunità, in un'ottica di percorso di crescita. Questo impegno deve essere, prima di tutto, indirizzato a quei ragazzi - lo voglio sottolineare - che oggi non accedono al Servizio civile universale perché hanno minori opportunità, perché vengono da aree del Paese dove non è detto che ci siano le stesse possibilità di accesso che in altre regioni d'Italia, ai ragazzi con disabilità, o a tutti quei ragazzi che abbandonano la scuola e che non vedono nella comunità e nelle politiche che il nostro sistema ha messo in campo, un'opportunità di reinserimento, prima di tutto, nella comunità e, poi, anche nel mondo del lavoro. Quindi, queste risorse devono essere trovate soprattutto per loro.

Poi, questo cambio di passo, questo nuovo vocabolario deve essere davvero coerente con la riforma del Terzo Settore, perché co-progettare, co-programmare con il Terzo settore e con gli enti locali vuol dire osservare i bisogni, guardare quello che c'è nelle nostre comunità ed essere, come pubblica amministrazione, reattivi, flessibili. Il Terzo settore lo è per natura flessibile, perché si adatta ai bisogni; abbiamo visto durante la pandemia quanto anche i progetti, le missioni di servizio civile, si siano adattate al nuovo modello organizzativo che la pandemia e le restrizioni della pandemia imponevano. Questa stessa efficienza deve essere elemento distintivo anche della pubblica amministrazione. Proviamo ad apportare - come lei ha detto questa mattina - quelle modifiche, puntuali, che possano rendere il Servizio civile più accessibile agli enti del Terzo settore e più efficace nei tempi e nelle modalità di organizzazione. Questo, però, non significa ridurre i tempi per i colloqui dei ragazzi: il colloquio è, infatti, una fase fondamentale proprio per andare nella direzione di un Servizio civile di qualità, ma soprattutto per capire quali sono le attività che più sono legate alle competenze e alle caratteristiche del singolo ragazzo. Il Servizio civile universale, oltre alla caratteristica di universalità, ne ha un'altra, quella di essere un servizio profondamente legato a un percorso di tipo individuale all'interno della comunità, in questa dicotomia tra comunità e individuo che lavorano insieme. Quindi, la consulta, che è nata insieme alla riforma del Servizio civile, non è un orpello, non è un peso: tutte le occasioni di dialogo e di confronto nascono e servono proprio per essere reattivi e coerenti con le sfide del nostro tempo. Quindi, la consulta deve essere davvero un organo di consultazione ex ante, non ex post, proprio per costruire insieme questi percorsi. Semplifichiamo le procedure, ampliamo le opportunità di accesso, ma soprattutto proviamo anche a trovare un vocabolario nuovo, perché quello che sta succedendo a pochi chilometri da noi, in Ucraina, ci dice anche che il Servizio civile e la mobilità dei ragazzi, non soltanto nel nostro Paese, ma anche all'interno dell'Unione europea e in tutti quei progetti che guardano anche oltreoceano, in tutti quei Paesi extraeuropei, servono per costruire una comunità diversa, una comunità fatta da giovani che vedono nell'Europa un'occasione di speranza, di fiducia e di prospettiva. Quindi, se vogliamo risolvere, anche in prospettiva, i tanti mali che affliggono il nostro tempo, facciamolo partendo dai giovani, che non ci sono domani, ma che ci sono oggi e che, attraverso anche i corpi civili di pace, attraverso progetti di Servizio civile e di Erasmus, possano davvero aiutare anche noi, anche questo Parlamento, a trovare una nuova declinazione più efficiente e più efficace delle politiche. Questa mozione ha raggiunto l'obiettivo, che è quello di aprire un dibattito, di fare cultura, ma anche di fare alcune scelte.

Oggi il nostro tempo è sicuramente quello delle riforme, delle scelte strategiche, ma, prima di tutto, dell'attuazione delle politiche. Dobbiamo far calare quello che è scritto su un foglio di carta nella realtà quotidiana, perché questo è quello che si aspettano i cittadini, è quello che si aspettano i nostri giovani. E con questo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. La mozione di Fratelli d'Italia nasce da un confronto attento e diretto con gli enti rappresentativi del terzo settore; confronto che il dipartimento del terzo settore, guidato dalla nostra collega Bellucci, ha condotto nel corso di questo periodo per portare un contributo costruttivo al dibattito, alla riforma, alla necessità di rendere protagonisti coloro i quali sono in prima linea sul fronte del volontariato e del terzo settore.

Abbiamo, però, alcune perplessità, che abbiamo raccolto e riscontrato, signor Ministro, in particolar modo sulla necessità di dare un quadro stabile normativo e di organizzazione al settore. È impensabile che ci approcciamo su un tema, come su molti altri in realtà, cambiando le regole del gioco ogni tre per due. Come è noto, non vediamo che con favore l'impegno nel servizio civile e nella difesa non armata della patria, come atto e come esperienza formativa fondamentale per i giovani; un'esperienza sicuramente dal grande valore umano, di crescita, ma che consente anche di vivere i valori costituzionali della solidarietà, della cooperazione, della difesa del patrimonio sociale, culturale, storico ed ambientale della nostra Nazione. Nasce il servizio civile, parallelamente alla cancellazione nel 2001 del servizio di leva obbligatorio, ma non lo intendiamo ovviamente, come è per qualcuno nella cultura del disarmo, come un'alternativa antagonista rispetto all'impegno professionale - lo abbiamo dimostrato in quest'Aula con un voto unanime, pochi minuti fa, in favore delle nostre Forze armate, che sono invece professionisti e sono orgoglio della nostra Nazione - ma nella piena condivisione di quelli che sono i disposti dell'articolo 52 della Carta costituzionale. Poi ragioniamo se bisogna fare un salto in più, in avanti, magari ragionando sull'ipotesi di obbligatorietà di un periodo di tempo da mettere al servizio della patria, un impegno che possa essere civile, ma che possa rappresentare un momento necessario di costruzione di una comunità nazionale coesa, di vita e dei valori che dalla nostra Carta costituzionale discendono. Poi, certo, Ministro, dal Governo dei migliori ormai siamo abituati ad aspettarci di tutto, ma nei tentativi di semplificazione ci sembra che si vada un po' creando ulteriore confusione rispetto al quadro normativo di riferimento; si è vista anche nell'impegno delle risorse, che su questo tema si sono si sono messe: se su un progetto ci si crede, ci si investe. E chiaramente va in questo senso la richiesta, che le è arrivata unanime da quest'Aula, di potenziamento del Fondo per il servizio civile. Le ricordo che su 76.639 domande con esito positivo che il suo Dicastero ha esaminato, ne sono state in realtà poi finanziate appena 54 mila. C'è qualche scricchiolio nella collaborazione tra pubblico e privato e con gli enti del terzo settore; in questo senso, mi auguro che vorrà, anche nello spirito dell'intervento con cui ha introdotto questa discussione, colmare ciò al più presto. Noi continueremo per par nostro - e mi auguro che possa farlo anche lei, perché ne ha la responsabilità e ne ha l'obbligo - in un percorso di ascolto e di confronto con gli enti del terzo settore, con i protagonisti, con la Consulta, per portare i migliori contributi in questo senso. Credo, che, però, occorra chiarire ed arrivare ad un quadro, come dicevo in premessa, chiaro e non si può pensare che questa sia semplicemente una misura di politica attiva del lavoro. Il fine può essere quello di far crescere e di valorizzare le competenze, ma deve essere anche quello di contribuire alla difesa della patria, mettendo a disposizione un pezzo della propria vita. Ed ecco quindi gli impegni, che chiediamo al Governo, di maggiore sinergia con gli enti pubblici e gli enti privati, con un quadro chiaro di riferimento che eviti confusione, con un potenziamento del Fondo nazionale che renda concretamente accessibile alla maggior parte dei progetti, con uno status con cui ridisegnare il ruolo degli operatori soprattutto all'estero e con una visione costruttiva che forse merita anche una riflessione sul ruolo dell'impegno civile per la patria.

Con questo spirito assolutamente costruttivo, che prova a raccogliere l'impegno di Fratelli d'Italia, che è quello di un'opposizione repubblicana e patriottica, oltre a votare favorevolmente, ovviamente, alla mozione proposta dal nostro gruppo, voteremo in modo favorevole anche a quella di maggioranza, ma mi auguro veramente impegni chiari, ascolto e uno sforzo del Governo - che dovrebbe essere dei migliori, ma che ogni giorno dimostra le lacune che incontra sulla strada - affinché possa dimostrare, anche su questo impegno, quello del servizio civile, una svolta che dia rappresentazione, valore e impegno, all'impegno dei giovani, ma anche degli enti e delle associazioni che in questo senso operano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gentile. Ne ha facoltà.

ANDREA GENTILE (FI). Signor Presidente, signora Ministra, colleghi e colleghe, il servizio civile universale, finalizzato alla difesa non armata e non violenta della patria, contribuisce, attraverso progetti di interesse generale promossi e realizzati da enti pubblici e del terzo settore, all'educazione civica e sociale delle giovani generazioni; ciò nel solco e nella promozione di valori costituzionali fondamentali, quali la difesa non armata e non violenta della patria, la pace tra i popoli, la promulgazione dei diritti inviolabili e dei doveri di solidarietà sociale, di progresso sociale, di educazione e di promozione dei valori fondativi della nostra Repubblica. È proprio per questo che i settori di intervento nei quali si realizzano le finalità del servizio civile universale sono numerosi e molteplici: si va dall'assistenza alla Protezione civile, al patrimonio ambientale e alla riqualificazione urbana, alla promozione della pace tra i popoli, allo sport, all'agricoltura, alla protezione dei diritti umani, alla promozione della cultura italiana all'estero e al sostegno delle comunità di italiani all'estero. Si tratta, dunque, di un'opportunità davvero importante, che garantisce migliore formazione per i giovani, aumento del capitale umano, aumento dell'occupazione per i giovani stessi e incremento del numero dei servizi di pubblica utilità, ma al contempo ha anche una fortissima valenza educativa e formativa. È un'occasione di crescita personale, un'opportunità di educazione alla cittadinanza attiva e un'esperienza qualificante e spendibile nel corso della vita lavorativa.

Queste sono le premesse con le quali Forza Italia si è affacciata a questo tema, fortemente sensibile e fortemente sentito in questo momento storico così delicato per il Paese. Proprio perché il nostro movimento politico segue da sempre e ha da sempre dimostrato una diffusa sensibilità su questa tematica, a dimostrazione proprio di questi impegni, ha richiesto, in maniera chiara, di raccogliere, in questa mozione che votiamo oggi, impegni concreti.

Forza Italia ha analizzato e valorizzato la prima applicazione di questa normativa e, di fronte ad alcune incongruenze ed alcune criticità, ha ritenuto opportuno dare il proprio contributo in termini di valori, di idee, di proposte, volte proprio a correggere le criticità derivanti dall'applicazione dell'ultima riforma, chiedendo al Governo di assumere impegni concreti, anzitutto quello di adottare iniziative per prevedere lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale del servizio civile universale, secondariamente per assicurare un'efficace attuazione alla riforma introdotta dal decreto legislativo n. 40 del 2017, che ha operato, lo ricordiamo, una revisione complessiva in materia di Servizio civile nazionale; un ulteriore impegno volto a rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla consulta nazionale, consapevole che l'istituzione di tale consulta richiede la valorizzazione del ruolo della collaborazione quale elemento imprescindibile in seno a tale organismo; e poi, più in particolare, ad adottare una serie di impegni su ogni aspetto che possa incidere sull'organizzazione e sull'efficacia dell'adozione degli enti destinatari del Servizio civile, prevedendo, nel rispetto della garanzia della riduzione dei tempi previsti dalla normativa, tempistiche congrue volte alla presentazione di programmi e volte a esperire procedure di selezione dei volontari da parte degli enti stessi.

Conclusivamente, Presidente, Forza Italia è fiera di aver dato il suo contributo in termini di idee, di valori di solidarietà e di libertà, da sempre propugnati dal nostro movimento politico, poiché siamo convinti che, per particolari categorie di soggetti, il Servizio civile rappresenti davvero un indispensabile strumento di tutela dei diritti umani, uno strumento di tutela della salute, un indispensabile strumento di tutela della libertà. Ed è in quest'ottica che mi sento in dovere di ringraziare tutti i gruppi politici di maggioranza, e anche Fratelli d'Italia, per la collaborazione e l'attenzione che hanno mostrato, e che stanno mostrando in quest'Aula, oggi, alle esigenze di tutti e alle diverse sensibilità profuse sul tema; allo stesso modo, ringrazio il Governo, per la profonda sensibilità che ha mostrato sul tema e per l'attenzione che ha voluto dedicare a questo istituto, che oggi, in questo tempo, è assolutamente centrale, anche nelle ultime riforme volute dalla stagione del Recovery Plan e dalla digitalizzazione, innovazione e competitività, che devono risultare coordinate fondanti della stagione delle nuove riforme imposte da quest'arco parlamentare e politico del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

È dunque con grande convinzione che esprimo il voto favorevole di Forza Italia su questo provvedimento, nella convinzione che, davvero, oggi tutti insieme abbiamo contribuito a scrivere una bella pagina di storia italiana, a memoria nostra e delle future generazioni del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonomo. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BONOMO (PD). Grazie, Presidente. Il Servizio civile universale è finalizzato alla difesa non armata e non violenta della Patria, all'educazione alla pace tra i popoli, nonché alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana - l'articolo 52 della Costituzione, infatti, è il fondamento del Servizio civile -, valori che, come ci dimostra l'attuale scenario di guerra in Ucraina, purtroppo non si possono mai dare per scontati, ma vanno di giorno in giorno costruiti, soprattutto con le nuove generazioni, non solo a livello nazionale, ma anche nel contesto europeo. Infatti, nella scorsa legislatura, durante la Presidenza italiana è proprio a livello europeo che noi proponemmo di inserire il Servizio civile europeo e se, ad oggi, abbiamo l'European Solidarity Corps, appunto a livello europeo è proprio grazie al Governo del Partito Democratico della legislatura precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Non è un'utopia costruire un sistema internazionale di difesa non armata, serve però, quantomeno, che gli Stati sovrani decidano di riformare profondamente l'ONU, di porre le basi affinché la diplomazia, il dialogo, il confronto siano gli unici strumenti per risolvere le controversie fra loro. Per avere la pace, infatti, bisogna costruire la cultura di pace, bisogna partire dalle giovani generazioni, attraverso l'educazione e la formazione alla pace. Tuttavia, desidero essere chiara e ribadire che, a fronte di un'aggressione di uno Stato sovrano, ma soprattutto del grido di aiuto di una popolazione per potersi difendere da un invasore, così come ha ricordato, a Torino, Bruno Segre, alla fiaccolata ANPI del 25 aprile, come anche il presidente onorario della stessa ANPI, Carlo Smuraglia, non si può che rispondere aiutando quel popolo a resistere, nonostante tutta la fatica che ognuno di noi, anche nel Partito Democratico, ha fatto nel prendere questa scelta, così come noi resistemmo al fascismo.

D'altro canto, però, dobbiamo mettere i semi di speranza laddove c'è la distruzione. Ad esempio, abbiamo appoggiato con molto favore la decisione del Ministro Franceschini di finanziare la ricostruzione del teatro di Mariupol. Alla distruzione noi rispondiamo con la ricostruzione di cultura dal basso. L'investimento nella cultura, così come quello nella formazione dello spirito civico e della promozione dell'impegno nei confronti della comunità, per il PD sono il presupposto per una vigorosa società civile e, più precisamente, per un ricco e multiforme tessuto associativo. Quest'ultimo, infatti, rappresenta l'antidoto nei confronti del ripiegamento privatistico e rappresenta una risorsa per lo sviluppo del capitale sociale, quale requisito ineludibile per una sana democrazia.

Dovete sapere che sono almeno una sessantina i Paesi nel mondo che attribuiscono una qualche forma di riconoscimento istituzionale al Servizio civile, però il primo a parlare di Servizio civile fu proprio il nostro Paese e, nel mondo, fu il filosofo della non violenza Aldo Capitini, indicandolo quale forma alternativa al Servizio militare e come addestramento della popolazione alle tecniche della non violenza. Lo fece appunto per far uscire definitivamente dall'ideologia totalitaria l'Italia e, allo stesso tempo, come strumento di democratizzazione della società. È per questo che in quest'Aula io tengo a richiedere formalmente al Presidente Fico di ripristinare una buona usanza che avevamo inserito nella legislatura precedente, grazie alla Presidente Boldrini. Il Servizio civile universale, come la Ministra qui presente sa - e che ringrazio, per il lavoro che ha fatto con questo Governo, per rilanciare il Servizio civile universale -, è presente nella parata del 2 giugno e dopo il 2 giugno, ogni anno, nella scorsa legislatura noi abbiamo invitato qui i giovani, le istituzioni a parlare dell'esperienza di Servizio civile. Ecco, dovremmo riprendere da lì, dovremmo parlarne qui, all'interno delle istituzioni; negli anni, sono stati tanti i giovani, 700 mila, a partire dal 2001, che hanno scelto di fare questa esperienza, che gli ha cambiato la vita, che ha cambiato la vita a loro personalmente, ma ha cambiato la visione del nostro Paese. E di questi giovani dobbiamo sapere che il 65 per cento sono ragazze. Mi verrebbe da dire, con una battuta, che in questo caso forse dovremmo inserire le “quote blu” per gli uomini al Servizio civile, per capire anche che il Servizio civile è importante proprio se uomini e donne lo fanno per costruire un Paese diverso. Nel 2013, però, ci fu l'anno nero delle risorse, il bando uscì, non si trovarono i fondi necessari per finanziarlo. Per questo noi crediamo, come Partito Democratico, che sia necessario stabilizzare i fondi per il Servizio civile e siamo contenti che questo punto sia centrale nella mozione unitaria che oggi andremo a votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Almeno a 100 mila giovani all'anno dovremmo aspirare, ma fino forse a 500 mila. Dobbiamo sapere che i ragazzi di 18 anni ogni anno sono circa 500 mila, ma tutti coloro che vogliono fare il servizio civile devono poterlo fare, e ripeto, vogliono, perché noi non siamo per l'obbligo. Non lo eravamo neanche nell'altra legislatura, e infatti discutemmo anche su questo, per esempio, con Renzi o con altre persone che erano in questo caso convinte che l'obbligo fosse una cosa necessaria. No, per noi è l'universalità, la volontarietà. Forse di obbligo si potrebbe parlare se volessimo discutere per inserirlo all'interno del percorso di obbligo scolastico. Infatti, il Partito Democratico ha depositato in questa legislatura una proposta, a mia prima firma, proprio di alternanza scuola-servizio civile, che credo possa essere una nuova gamba di costruzione di una nuova cittadinanza. Abbiamo reinserito lo studio dell'educazione civica nella scuola; forse potremmo anche investire, proporre ai ragazzi di fare un'esperienza civica all'interno delle associazioni del Terzo settore proprio all'interno di un percorso scolastico, perché solo così si può educare alla cittadinanza attiva e fare un'esperienza di cittadinanza attiva. Nel 2014, quindi, si arrivò alla riforma; si arrivò in maniera concordata, co-programmando, co-progettando con tutti gli enti, con i volontari, con le regioni, con i mondi del servizio civile nel suo complesso. Se un limite vediamo ad oggi - ma speriamo venga superato dopo le parole della Ministra dette in precedenza, che ringrazio veramente anche per la sua presenza qui, in Aula, perché è importante che sia qui a dialogare sulla costruzione di questo istituto nel quale tutti noi crediamo - è che serve una forte collaborazione tra Stato, regioni, province e gli enti del terzo settore che sono rappresentati attraverso la consulta.

La consulta non è un orpello, la consulta è uno strumento attraverso il quale proprio questo istituto può essere più efficace. Si possono trovare le tempistiche giuste, si deve co-progettare, co-programmare e si deve concertare per sapere quali sono gli obiettivi dello Stato anche di anno in anno. Per questo abbiamo accolto con favore le due missioni aggiuntive, per esempio, che nel piano del Next Generation EU sono state inserite, la missione sulla digitalizzazione e la missione ambientale. Next Generation EU vuol dire che dobbiamo costruire un'Europa diversa, un'Italia diversa, un mondo diverso attraverso il rispetto dell'ambiente, le nuove tecnologie. E chi più dei nostri giovani può aiutarci a costruire questo nuovo percorso. Però ancora oggi, come dicevo prima, i giovani sono pochi rispetto a quelli che sono interessati a fare il servizio civile. Quindi, stabilizzazione, consultazione ex ante della consulta - scusatemi la ripetizione - quando si fanno le riforme e le concertazioni, semplificazione nelle procedure e anche certificazione delle competenze. Questi sono i punti centrali che il Partito Democratico aveva richiesto nella sua mozione e che sono stati anche valorizzati nel confronto comune di questa mozione di maggioranza. Però sul tema della certificazione delle competenze ci terrei anche a fare una specificazione: è importante per i giovani, però bisogna farlo in maniera costruttiva, bisogna farlo in maniera seria, in un confronto tra le regioni, il Ministero del Lavoro e il Ministero dell'Istruzione, perché quelle competenze che i nostri giovani acquisiscono all'interno dell'anno di servizio civile possano poi realmente essere spese in un percorso successivo.

Chiudo su un altro aspetto importante: quello dei corpi civili di pace e dello status di “servizio civilista” all'estero, che è stato inserito tra i punti programmatici di questa mozione unitaria. È importante riconoscere lo status se vogliono andare all'estero; è importante e necessario, e lo vediamo, come abbiamo detto prima, in questo periodo, costruire la cultura della pace. Quindi vedo anche con favore - so che questa mattina la Ministra ha risposto a un'interrogazione della collega Gribaudo - la ripartenza del bando sui corpi civili di pace nell'ultima sua fase. Il Partito Democratico voterà favorevolmente questa mozione e soprattutto ci tiene veramente a ringraziare la Ministra per quello che ha detto qui, in Aula. È sicuramente necessario fare delle modifiche puntuali alla riforma del 2014, ma non è necessario riprendere e rifare tout court quella norma, perché quello di cui noi abbiamo bisogno adesso è di dare attuazione, ma soprattutto abbiamo bisogno di dare risorse. Dare strumenti per rendere effettivo il servizio civile vuol dire porre un tassello fondamentale per renderlo concreto e per consentire ai nostri giovani che si realizzi l'invito, il monito pronunciato da John Fitzgerald Kennedy nel suo discorso di insediamento: non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese. E questo è quello che vogliono fare i giovani attraverso un servizio civile realmente universale, che gli riconosca le competenze e che gli dia gli strumenti per costruire la pace in Italia, in Europa e nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toccalini. Ne ha facoltà.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Colleghi e colleghe, la mozione che ci apprestiamo a votare tratta un tema fondamentale per il nostro Paese, ma soprattutto per i nostri giovani: il servizio civile universale. Per i pochi che ancora non ne siano a conoscenza, riguarda la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa non armata e non violenta della patria, all'educazione alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana. Il tutto attraverso azioni per la comunità ed il territorio. L'incarico può essere svolto sia a livello nazionale o regionale, ma anche all'estero, in un ente pubblico che emana un apposito bando. L'ente, ovviamente, deve essere accreditato presso un albo nazionale. Il giovane che vi partecipa deve avere tra i 18 e i 28 anni; è previsto un rimborso spese pari a 444 euro per un servizio minimo di 30 ore settimanali. Ragazze e ragazzi, grazie a questa opportunità, hanno potuto svolgere negli anni attività di volontariato che hanno permesso loro di conoscere, approfondire, aiutare e crescere, sia dal punto di vista professionale, ma soprattutto umano. Nel corso degli ultimi anni l'adesione al servizio civile universale è andata via via crescendo, così come i progetti riportati. Purtroppo, ad oggi, non tutti i ragazzi possono parteciparvi. L'esempio del 2021 è palese: per 55.793 posti a disposizione hanno presentato la domanda di partecipazione più di 125 mila giovani. E affinché, come è stato detto anche dai colleghi negli interventi precedenti, sia davvero universale, come richiesto dalla mozione, sarà importante adottare iniziative per prevedere sin dalla prossima legge di bilancio lo stanziamento di risorse strutturali tali da assicurare l'accesso al servizio da parte di tutti i volontari richiedenti, e prevederne, ovviamente, negli anni successivi un incremento progressivo, in raccordo con la programmazione triennale. Dopo la pandemia - è inutile negarlo - il disagio giovanile è fortemente in crescita: baby gang, abbiamo visto di tutto, purtroppo, in queste settimane e in questi mesi. Lo strumento del servizio civile universale diventa ancora più importante per uscire al più presto da questa piaga sociale; può e deve essere, inoltre, uno strumento che possa garantire un'inclusione sociale effettiva, oltre a poter coinvolgere coloro che abbandonano un percorso scolastico, e non riescono quindi, di conseguenza, ad inserirsi anche nel mondo del lavoro. Ogni progetto svolto permette ai partecipanti di apprendere determinate competenze, che devono essere assolutamente certificate, ovviamente quando possibile. Questa esperienza, infatti, deve poter essere considerata da un futuro datore di lavoro. Penso, per esempio, ai tantissimi giovani che hanno svolto attività di primo soccorso presso la Croce Rossa, la Protezione civile o altri enti, che ci tengo a ringraziare particolarmente per quanto hanno visto, vissuto e fatto durante i mesi peggiori del Covid, soprattutto nella nostra Lombardia, avendo vissuto una situazione davvero molto delicata. Un'esperienza così importante deve assolutamente essere valorizzata e riconosciuta anche a livello professionale all'interno delle aziende. Precedentemente ho definito il servizio civile universale come esperienza, e su questo ci tengo a spendere qualche parola in più. Purtroppo ad oggi, Presidente, c'è ancora qualcuno, anche a livello politico, che vede il servizio civile universale come una valida alternativa o come complementare rispetto al reddito di cittadinanza. Sia chiaro che il servizio civile universale è una cosa totalmente diversa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e questo deve essere ben chiaro. È un'esperienza che ovviamente, come dicevamo, può essere anche svolta all'estero, e noi nella mozione chiediamo di adottare delle iniziative al fine di definire lo status giuridico dell'operatore volontario di fronte a questo servizio.

Poi c'è un dato molto importante che abbiamo accolto con molto piacere, ossia gli stanziamenti del PNRR. È inutile negare che sono stati stanziamenti importanti, ben destinati su questo provvedimento, ma non risolvono del tutto alcuni problemi che sono ancora evidenti e su cui non possiamo assolutamente far finta di nulla. Come dicevo all'inizio dell'intervento, uno di questi è sicuramente l'impossibilità per tutti i ragazzi che fanno domanda di partecipare attivamente a questi progetti e nella mozione ribadiamo la necessità di risolvere questo problema.

È innegabile, inoltre, che, purtroppo, a volte, ci sono tempi troppo lunghi tra la selezione del candidato e l'inizio dell'attività, dove possono passare anche innumerevoli mesi. È evidente che il candidato, in questo frangente di tempo, può trovarsi anche davanti a una proposta di lavoro ed è chiaro che, in un momento storico molto complicato da questo punto di vista, è difficile che ci rinunci. Quindi, di conseguenza si andrebbe a perdere il posto all'interno del Servizio civile universale, togliendolo a qualche altro partecipante.

È necessario, poi, anche adottare iniziative finalizzate alla razionalizzazione e alla semplificazione dei bandi per i progetti degli enti e dei processi amministrativi del sistema di Servizio civile, rafforzando, al contempo, i meccanismi di verifica. Visto anche il drammatico momento che stiamo vivendo a livello internazionale, con una guerra in corso sotto gli occhi di tutti, è ancora di più necessario valorizzare percorsi di pace attraverso la sperimentazione prevista per i corpi civili di pace con la pubblicazione dell'avviso per i progetti della terza annualità.

Tutti questi punti possono essere risolti, però ci vogliono la massima collaborazione e il coinvolgimento tra enti, volontari, Parlamento e tutte le istituzioni coinvolte nel percorso del Servizio civile universale. Non è sicuramente una strada per risolvere i problemi intraprendere un'ipotetica fuga in avanti singolare da parte del Governo, senza comunicare le decisioni e le trattative con i soggetti sopra citati, ma comunicare le cose una volta fatte (questo ci teniamo a specificarlo).

Ci tengo, infine, Presidente, a ringraziare tutte quelle regioni che hanno istituito a livello locale la leva civica. Una di questa è la regione Lombardia, che ha dato la possibilità a tantissimi ragazzi - anche prendendo qualche rimborso in più rispetto alla norma nazionale, perché si arriva fino a 500 euro - di vivere questa bellissima esperienza.

Chiudo ringraziando anche la collega Gadda e i colleghi di maggioranza per aver presentato questa mozione unitaria, perché se arriverà il voto favorevole, come annunciato anche dall'opposizione, vuol dire che è stato fatto un gran lavoro. Di questo ne sono orgoglioso e annuncio con convinzione il voto favorevole della Lega sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tuzi. Ne ha facoltà.

MANUEL TUZI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, la mozione sul Servizio civile universale, che oggi poniamo al centro del dibattito di quest'Aula, in realtà è frutto di una tendenza che negli anni si è accentuata sempre di più. Da quando è nato il Servizio civile universale, i giovani italiani hanno mostrato un'attenzione sempre crescente verso questa esperienza, fino ad arrivare, con il bando del 2021, ad avere 64.331 posti disponibili, grazie al lavoro della nostra Ministra Fabiana Dadone e al già Ministro Vincenzo Spadafora del MoVimento 5 Stelle. Questo, Presidente, è il più alto numero previsto da un bando nella storia del Servizio civile universale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Molti ragazzi chiedono di mettersi al servizio della propria comunità, svolgendo attività di difesa non armata e non violenta della patria e nella promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, assicurando lo sviluppo della cittadinanza attiva, della solidarietà e dell'ambiente, valori che, come ci dimostra l'attuale scenario di guerra in Ucraina, non possono mai essere dati per scontati, ma vanno di giorno in giorno costruiti, soprattutto con le nuove generazioni, non solo a livello nazionale, ma anche nel contesto europeo.

Vede, Presidente, è fondamentale ricordarsi e menzionare, soprattutto in queste sedi, quanto i nostri giovani abbiano valori e un senso di comunità e di altruismo incredibili, che dimostrano anche tramite il numero di domande al Servizio civile universale. Ma è fondamentale ricordarselo per un altro motivo, ossia per non far passare sempre la solita retorica di una certa classe politica che dice che i giovani non sono interessati a nulla, che i giovani non hanno voglia di fare nulla e preferiscono starsene a casa, sul divano, piuttosto che passare il tempo sui social.

Vede, probabilmente, a questa classe politica fa anche comodo dire questo, vedere i giovani sotto questa luce, ed è la giustificazione che si danno per non dare le giuste opportunità alle nuove generazioni. E invece no, perché i giovani hanno dimostrato un'altra volta che ci sono, che sono presenti, che sono interessati, che vogliono partecipare e dire la loro. Vede, io mi sento di fare i complimenti a tutti i giovani di oggi, perché, nonostante un mondo del lavoro incerto, un futuro precario, una pandemia che li ha chiusi in casa e i problemi ambientali incombenti, loro ci sono e si fanno sentire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Purtroppo, tanti dei problemi che oggi hanno le nuove generazioni derivano da una classe politica del passato che non ha fatto i loro interessi e che forse se ne è fregata, in virtù di altro, probabilmente. Oggi, però, abbiamo questa mozione, in qualche modo unitaria di tutte le forze politiche, che va incontro alle necessità dei giovani, perché a loro è necessario assicurare l'accesso al Servizio civile universale, per tutti i volontari che ne fanno richiesta. Serve più attenzione, soprattutto verso quelli che hanno meno opportunità, verso quelli che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro, perché il Servizio civile deve essere anche un mezzo di inclusione sociale. Il Servizio civile è dedicato ai giovani e deve stare al passo con loro. Questo vuol dire parlare la loro lingua, vuol dire essere smart, essere semplici; serve semplificarne l'accesso.

Il Governo deve definire lo status giuridico del giovane volontario durante il Servizio civile all'estero, anche per tutelarlo e per assicurare una mobilità intra ed extra europea; deve valorizzare i percorsi di pace attraverso la sperimentazione prevista per i corpi civili di pace, che è un tema fondamentale in questo periodo storico che stiamo vivendo e che non deve essere comunque mai dato per scontato; deve favorire la formazione online per i giovani, per gli enti accreditati, per garantire anche un aggiornamento continuo; deve rafforzare la consultazione e la partecipazione, il ruolo dei giovani all'interno della consulta nell'ambito decisionale. Inoltre, il Governo deve anche definire un sistema di attestazione e di certificazione, ove possibile, delle competenze acquisite, perché il Servizio civile, secondo studi INAPP, innalza i livelli di occupazione e di occupabilità, riduce il tasso di inattività, aiuta a riorientare le scelte professionali dei giovani che vi partecipano. Per questo, è necessario che i giovani oggi abbiano un riconoscimento formale di questa esperienza. Tutte queste competenze saranno racchiuse in un altro progetto per noi molto importante che è stato approvato al Senato qualche settimana fa, il provvedimento sulla doppia laurea, quello del curriculum digitale dei giovani, che probabilmente sostituirà il futuro curriculum autodichiarato.

Presidente, da quando è entrato in Parlamento, il MoVimento 5 Stelle ha cercato di dare una voce diversa ai giovani in queste istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ha lavorato al servizio dei giovani per dare nuove speranze. Lo ha fatto con la decontribuzione al 100 per cento per i datori di lavoro che assumono under 35 anni a tempo indeterminato o che convertono il loro contratto a termine in stabile; lo ha fatto con la decontribuzione per i giovani al Sud, estesa fino a quattro anni; lo ha fatto grazie all'intervento sui mutui garantiti dallo Stato; lo ha fatto con i bonus per gli affitti dei giovani, per garantire loro il diritto di potersi emancipare dalla propria famiglia; lo ha fatto con la Carta giovani nazionale, con cui ha creato, per la prima volta, una casa digitale dei giovani, raggiungendo, in quasi due mesi, due milioni di utenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), due milioni di ragazzi che hanno attivato questa carta. Questa carta abbassa il costo della vita, impatta sulla vita dei ragazzi e anche delle famiglie in cui loro sono a carico, dà opportunità di formazione e di lavoro, che è quello che manca, cioè il cosiddetto ponte giovani-lavoro.

Oggi, il MoVimento 5 Stelle lo sta continuando a fare con proposte di legge che sono in discussione contro lo sfruttamento dei giovani con i tirocini gratuiti, che è ancora una vergogna di Stato legalizzata su cui si deve intervenire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con il bonus psicologo e con il salario minimo.

Voglio solo dire una cosa a quest'Aula: serve approvare il salario minimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché è inutile che ci fregiamo di dare opportunità ai giovani, se, poi, non li aiutiamo a vivere, ad essere sereni nelle loro vite e ad emanciparsi dalle loro famiglie. E' necessario, e anche questa mozione va esattamente in questo senso, ossia nell'ottica di dare opportunità ai giovani italiani, per dare loro le motivazioni giuste per rimanere in questo Paese. Si chiama scelta, si chiama diritto a restare in questo Paese, Presidente.

Per tutte queste ragioni, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo per una precisazione sui pareri formulati. Ne ha facoltà. Prego, Ministra Dadone.

FABIANA DADONE, Ministra per le Politiche giovanili. Grazie, Presidente. Sulla mozione Bellucci ed altri n. 1-00619, all'impegno n. 3, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative per prevedere lo stanziamento triennale di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il Servizio civile universale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, coerenti con la durata del documento di Piano triennale, tenendo conto anche delle progettazioni annuali, e tali da assicurare l'effettiva universalità di accessi al servizio”.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gadda, Baldino, Bonomo, Gentile, Toccalini, Fornaro, Schullian, Lupi, Lapia, Magi e Tasso n. 1-00573 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Passiamo alla votazione della mozione Bellucci ed altri n. 1-00619.

Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative al dispositivo, mentre non hanno accettato le riformulazioni relative alla premessa. Contestualmente, i medesimi presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, congiuntamente ai capoversi della premessa su cui il Governo ha espresso parere favorevole; a seguire, i capoversi sesto, settimo, nono, decimo, ventunesimo e ventiduesimo della premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bellucci ed altri n. 1-00619, limitatamente al dispositivo, come riformulato dai presentatori su richiesta del Governo, e ai capoversi della premessa, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bellucci ed altri n. 1-00619, limitatamente ai capoversi sesto, settimo, nono, decimo, ventunesimo e ventiduesimo della premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00636, come riformulata dai presentatori su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30)

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Economia e delle finanze e il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in merito alla previsione tendenziale delle entrate tributarie relativamente all'esercizio 2022 e all'operatività del Fondo destinato a interventi di riforma fiscale di cui alla legge di bilancio 2021 - n. 3-02911)

PRESIDENTE. Il deputato Luigi Marattin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02911 (Vedi l'allegato A).

LUIGI MARATTIN (IV). Grazie, Presidente. Buongiorno, signor Ministro. Pagare tutti, pagare meno: ne siamo convinti tutti, lo abbiamo detto tutti, lo abbiamo persino scritto in legge nel 2020. Ogni euro recuperato dalla lotta all'evasione, se strutturale, deve andare a ridurre le tasse. Ma lo abbiamo scritto e fatto nel modo migliore possibile? Oggi, se emerge un euro dal contrasto all'evasione e se ci accorgiamo, giustamente, che è strutturale, non va automaticamente a ridurre le tasse, perché, se viene registrato nei conti dello Stato a marzo invece che a settembre, è molto meno probabile che si verifichi una delle condizioni che abbiamo scritto, cioè che a settembre i tendenziali devono essere superiori a quelli di marzo. Quindi, le chiedo, signor Ministro, innanzitutto, nel DEF, quest'anno, a marzo, abbiamo aumentato le previsioni tendenziali di entrate tributarie, così facendo mettendoci nella condizione di rischiare di perdere quell'automatismo? E, in secondo luogo, crede sia questo il modo migliore per assicurarci che, automaticamente, ogni euro recuperato dalla lotta all'evasione vada a ridurre le tasse dei cittadini onesti che le pagano?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco, ha facoltà di rispondere.

DANIELE FRANCO, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie. Ricordo che le norme vigenti prevedono due diverse condizioni per definire le risorse da destinare alla riduzione della pressione fiscale. La prima condizione individua le metodologie utili per considerare che le maggiori entrate da tax compliance abbiano natura strutturale o permanente. La seconda condizione prevede che, nel rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, la Nota di aggiornamento al DEF indichi la quota delle maggiori entrate strutturali rispetto alle previsioni tendenziali formulate per il DEF.

Le maggiori entrate strutturali per l'anno 2018 sono state valutate dalla commissione incaricata di redigere la Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, in oltre 4,3 miliardi per l'anno d'imposta 2018. Le maggiori entrate da tax compliance hanno, quindi, contribuito a migliorare le previsioni tendenziali delle entrate anche negli anni successivi e questi andamenti sono stati incorporati nella NADEF. In quell'occasione, il Governo ha confermato l'intenzione di utilizzarle per ridurre la pressione fiscale nell'ambito della legge di bilancio. In tale ambito, infatti, è possibile tenere conto adeguatamente, in un quadro organico e completo, degli obiettivi programmatici e dei diversi interventi da finanziare. Alcune valutazioni preliminari sembrano confermare una tendenza al miglioramento della tax compliance anche negli anni di imposta successivi al 2018.

Queste valutazioni potranno essere confermate soltanto in occasione della predisposizione della NADEF 2022. Sarà, infatti, necessario attendere gli aggiornamenti delle stime pubblicate dalla Commissione incaricata di redigere la relativa relazione per l'anno d'imposta 2019. Anche le previsioni delle entrate tributarie della PA, riportate nel DEF 2022, segnalano un incremento di quasi 9 miliardi rispetto alle entrate stimate nella NADEF 2021. Se saranno rispettati gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, le variazioni positive permanenti della tax compliance potranno essere ancora destinate a ridurre la pressione fiscale. Pur escludendo meccanismi automatici di attribuzione delle risorse al Fondo, il meccanismo vigente non preclude affatto la possibilità che, una volta che sia stato accertato il carattere strutturale del recupero di gettito, esso sia utilizzato per ridurre la pressione fiscale.

PRESIDENTE. Il deputato Luigi Marattin ha facoltà di replicare.

LUIGI MARATTIN (IV). Vede, signor Ministro, è rilevante perché, dal 2019 in poi, si cominciano a vedere gli effetti di tutte le manovre fatte nello scorso decennio (fatturazione elettronica, eccetera), quindi, mi consola sapere che la compliance sta aumentando. Il problema però è questo: se abbiamo registrato 9 miliardi adesso, a marzo, la seconda condizione a cui lei fa riferimento si raggiunge molto più difficilmente, perché occorre che, a settembre di quest'anno, ci siano più di 9 miliardi di entrate da marzo a settembre, che è difficile da fare. Questo era il senso della mia domanda. Se avessimo aspettato a registrare quei 9 miliardi fino a settembre, a settembre, in legge di bilancio, avremmo potuto destinare 9 miliardi per ridurre le tasse. Avendolo fatto a marzo, ci mettiamo nelle condizioni per cui, se hai fatto salire il primo punto di riferimento, il secondo fa più fatica a superarlo. Quindi, la mia preoccupazione è proprio questa: occorre che, a settembre, registriamo un incremento rispetto a marzo superiore ai 9 miliardi, e non è poco da fare in sei mesi. Se, invece, avessimo aspettato a registrare quelle entrate a settembre, avremmo potuto andare di fronte agli italiani, a ottobre, a dire: abbiamo recuperato 9 miliardi dalla lotta all'evasione, questi 9 miliardi vi tornano in tasca, riducendo le tasse. E in tempi in cui stiamo discutendo la delega fiscale, come certamente sa bene, signor Ministro, quei soldi ci avrebbero fatto, o io dico, ci farebbero ancora molto comodo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative volte a sostenere famiglie e imprese, alla luce delle difficoltà determinate dalla crisi energetica e dall'aumento dei prezzi - n. 3-02912)

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02912 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo seriamente preoccupati per le famiglie e le imprese italiane, perché sono aumentati e aumentano i prezzi delle materie prime, l'inflazione nel 2022 è stimata al 5,8 per cento e la revisione dell'aumento del PIL dal 4,7 per cento, previsto nel Documento di economia e finanze, al 2,3 per cento, così è stato stimato dal Fondo monetario internazionale, creano veramente una preoccupazione. Sappiamo le ragioni: ciò è dovuto certamente alle conseguenze economiche della pandemia in negativo, alla crisi energetica e alle sanzioni necessarie e dovute per il conflitto Russia-Ucraina. Ma di fronte a questo quadro, l'Unione italiana consumatori ci dice che, nel prossimo anno, una coppia con due figli avrà un incremento di spesa di 2.300 euro all'anno e associazioni di categoria e sindacati ci dicono che, nel settore dell'automotive, del turismo e della produzione di macchinari industriali, ci sarà una diminuzione della capacità produttiva e dei volumi di attività. Allora, fatta eccezione per ciò che il Governo ha fatto sul carburante, sull'elettricità e sul gas, soprattutto a favore delle aziende energivore, chiediamo al Governo quali siano le intenzioni su questo tema.

Concludo ricordando che le nostre proposte sono sul bonus bollette, per cercare di ampliare la platea delle famiglie, utilizzando un ISEE da 12 mila a 30 mila euro, il taglio dell'IVA…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). …dal 10 al 5 per cento per alcuni prodotti alimentari e intervenire, da un punto di vista fiscale, sulle aziende.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco, ha facoltà di rispondere.

DANIELE FRANCO, Ministro dell'Economia e delle finanze. Per far fronte agli eccezionali aumenti dell'energia per famiglie e imprese, il Governo è intervenuto ripetutamente negli ultimi mesi. Le misure, nel complesso, hanno assorbito risorse per 5,3 miliardi nel 2021 e 14,7 nel 2022, nel complesso circa 20 miliardi. Si tratta di un insieme articolato di interventi, che mirano principalmente a proteggere il potere d'acquisto delle famiglie più vulnerabili, mitigare l'impatto dei rincari dell'energia di entità eccezionale sulle restanti famiglie e limitare i costi per il sistema produttivo, in particolare per le imprese più colpite.

Il rafforzamento dei bonus sociali per il gas e l'elettricità è già stato significativo ed è mirato alla parte economicamente più fragile della popolazione. Con l'innalzamento della soglia ISEE per l'accesso alla prestazione a 12 mila euro, 20 mila per le famiglie numerose, le famiglie beneficiarie sono diventate oltre 3 milioni per il bonus elettrico e oltre 2 per il bonus gas. Un aumento dei limiti fino a un ISEE di 30 mila euro implicherebbe che, al sostegno pubblico, avrebbero accesso quasi i due terzi delle famiglie, allargando la platea oltre le fasce più vulnerabili. Ciò implicherebbe un onere per il bilancio pubblico molto elevato e di non facile copertura. Si ricorda, comunque, che l'abbattimento degli oneri di sistema riguarda tutti i nuclei. Per il sostegno alle famiglie, misure di rimodulazione delle aliquote IVA su alcuni specifici prodotti, come suggerito nell'interrogazione, porrebbero problemi per la coerenza della struttura del prelievo e andrebbero a vantaggio di tutti i consumatori. Un impiego più efficiente ed equo delle risorse pubbliche può essere conseguito con interventi mirati in favore delle famiglie più vulnerabili.

Infine, con riferimento al sostegno dei settori più fortemente colpiti dalla crisi, va ricordato che, contro i decreti varati dall'inizio dell'anno, il Governo ha approvato, oltre agli interventi sull'energia, altri interventi a sostegno dell'economia, pari, nel complesso, a oltre 4,5 miliardi. Ricordo gli interventi per la sanità, la scuola, gli enti locali, il turismo, il settore dell'automotive e le risorse per far fronte ai rincari dei prezzi e dei contratti pubblici.

Il Governo continuerà a monitorare l'evoluzione della situazione economica e si riserva di intervenire per sostenere ulteriormente le famiglie, in particolare quelle più vulnerabili, e il sistema produttivo.

PRESIDENTE. Il deputato Maurizio Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Ha fatto bene, Ministro, a ricordare l'intervento con cui il Governo ha stanziato, nel 2022, 14,7 miliardi di euro ma, Ministro, credo concordi con noi sul fatto che lo scenario che abbiamo davanti oggi potrebbe rischiare - uso il condizionale ma ormai i segnali sono preoccupanti - di trasformarsi in una crisi ancora più strutturale e più radicale di quella che abbiamo affrontato durante il Covid, perché il cuore della crisi sta esattamente nel cuore del nostro sistema industriale e imprenditoriale e nel cuore del nostro sistema sociale. Un'inflazione che corre al 5,8, al 6 o al 7 per cento intacca il potere d'acquisto di tutte le famiglie. Si tratta poi di vedere come coprirlo e abbiamo avanzato anche delle proposte al riguardo.

La questione che abbiamo posto è molto semplice. Non vi è solo il problema di proteggere, giustamente, le famiglie con redditi più bassi: 12 mila euro di ISEE cosa vogliono dire concretamente? Chi sono le famiglie che andiamo ad aiutare? Quanto prendono al mese? Una coppia di giovani sposi, che lavorano in due e che hanno due figli, guadagna mediamente 1.300 o 1.400 euro al mese nette: loro sono esclusi da questi provvedimenti. Il tema della coesione sociale non è una battaglia tra chi guadagna di più e chi guadagna di meno, ma è un tema complessivo, che deve vedere la responsabilità di tutti. Allora, è evidente che siamo di fronte ad una sfida eccezionale che - come abbiamo fatto per il Covid - va affrontata in maniera eccezionale, con un'unica condizione (per quello abbiamo posto il tema del sistema industriale): non sprecare risorse nell'assistenzialismo; dare risorse per la coesione sociale, cioè alle famiglie, a tutte le famiglie, quelle medie e quelle medio-basse, e sostenere con forza e con coraggio il sistema industriale. Si abbia coraggio, Ministro, si elimini il superbonus 110 per cento! Sono 19, 20 o 30 i miliardi di euro che spendiamo per quello. Si sostengano con queste risorse il sistema industriale o le famiglie! Abbiamo questo coraggio! Noi siamo per il libero mercato, ma anche per l'equità sociale: si chiama “economia sociale di mercato”. Si raddoppino, per esempio, le tasse sugli eccessi di guadagno o sugli extraprofitti dell'energia! Troviamo la modalità, come abbiamo sempre fatto - il Governo sta dimostrando questa sensibilità - per dare un segnale importante! Le imprese – piccole, medie e grandi - sono lo scheletro fondamentale che dà attività produttiva e produce lavoro. E poi occorre coesione sociale, non solo per i più deboli. I più deboli - signor Ministro, li conosce bene anche lei - sono esattamente quei giovani che lavorano e che reggono oggi, ma che hanno due redditi e due figli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

(Iniziative di competenza nei confronti della compagnia aerea Ita Airways per salvaguardare i livelli occupazionali del personale già adibito ai servizi di call center di Alitalia nel quadro di un corretto sistema di relazioni industriali – n. 3-02913)

PRESIDENTE. La deputata Vincenza Bruno Bossio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Mura ed altri n. 3-02913 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Ministro, lei saprà certamente che, lo scorso 20 aprile, i vertici di ITA Airways non si sono presentati al tavolo convocato presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con le parti sociali proprio sulla vertenza del call center di ITA. In verità, questa vicenda - come tanti comportamenti di ITA- ha dell'incredibile.

Una brevissima cronistoria: nel passaggio da Alitalia a ITA, il management di ITA decide di revocare il contratto di customer care ad AlmavivA e di affidarlo ad altro fornitore. Dopo soli sei mesi, l'attività di customer care viene interrotta e i lavoratori messi in procedura di licenziamento. Il Ministro, quindi, convoca le parti al tavolo per affrontare la situazione. Vorrei ricordare che ITA è un'azienda il cui capitale sociale è totalmente dello Stato e quindi, non solo non si presenta al tavolo, quasi quasi lanciando un sospetto di non terzietà del Ministero nei confronti della stessa ITA, ma mette in discussione la possibilità occupazionale dei 543 lavoratori dei call center perché contemporaneamente ha avviato un'altra procedura di assunzione interna. Io credo che per il rischio di questo licenziamento, fissato per il 30 aprile, il Governo debba intervenire immediatamente e riportare ITA alle sue responsabilità di azienda di Stato.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco, ha facoltà di rispondere.

DANIELE FRANCO, Ministro dell'Economia e delle finanze. Il tavolo convocato dal Ministro Orlando con le parti sociali e le autorità locali siciliane è volto ad avviare un confronto finalizzato alla ricerca di possibili soluzioni occupazionali per i lavoratori interessati.

E' quindi doveroso, in ragione delle ricadute sociali della questione, che tutti i soggetti coinvolti partecipino a tale confronto. Avere corrette relazioni istituzionali industriali è parte integrante e sostanziale della missione sociale delle società partecipate dallo Stato. A tale proposito, appare opportuno ricostruire, sulla base delle informazioni fornite da ITA, i passaggi più rilevanti.

La società Covisian è stata selezionata quale fornitore del servizio di gestione dell'assistenza clienti ITA. Il 17 ottobre 2021, Covisian ha sottoscritto con ITA un accordo preliminare che prevedeva un servizio iniziale di sei mesi e, a seguire, la stipula di un contratto triennale. Il 21 ottobre, AlmavivA e Covisian hanno sottoscritto un accordo presso il Ministero del Lavoro, obbligandosi a ottemperare alla clausola sociale prevista dal contratto collettivo del settore telecomunicazioni, al fine di consentire a Covisian l'assunzione dei 543 dipendenti di AlmavivA, che avrebbero operato su diverse commesse, tra cui quella di ITA. Il 17 febbraio scorso, Covisian ha comunicato verbalmente, nel corso di una riunione, l'intenzione di non voler procedere alla firma dell'accordo definitivo con ITA e di non poter dar seguito agli impegni assunti presso il Ministero del Lavoro il 21 ottobre 2021. Il 21 marzo scorso, Covisian ha inviato ad ITA una nuova proposta commerciale, che è stata ritenuta non accettabile, in quanto si discostava in maniera rilevante dai termini dell'accordo preliminare, prevedendo tra l'altro un incremento dell'onere per ITA del 64 per cento. Il 31 marzo, Covisian ha comunicato ai sindacati la decisione di non poter finalizzare l'accordo definitivo con ITA, pur rimanendo obbligata ad erogare il servizio fino al 30 aprile. Per far fronte all'emergenza causata dalla decisione di Covisian e limitare il più possibile i disagi per i passeggeri, ITA si è trovata costretta a creare un call center interno, che conta oggi circa 150 assunti, di cui oltre il 50 per cento provenienti da Alitalia in amministrazione straordinaria, con ciò confermando l'importanza di tale bacino di lavoratori da cui attingere, per individuare risorse con elevata professionalità e con l'auspicio di poter trovare disponibilità all'assunzione di un numero cospicuo di lavoratori siciliani. Il 2 aprile scorso, ITA ha informato il Ministero del Lavoro della repentina decisione di Covisian di non dare seguito agli impegni assunti, anticipando la propria intenzione di non prendere parte al tavolo con i sindacati, in quanto del tutto estranea all'accordo del 21 ottobre e ritenendo peraltro di essere parte lesa nella vicenda.

In altre e più opportune sedi verranno esaminati gli aspetti legali di responsabilità. Agli interroganti, che chiedono il ripristino di corrette relazioni industriali, posso assicurare che intendiamo sostenere in ogni modo possibile lo sforzo del Ministro Orlando e il tavolo che ha costituito, al fine di trovare soluzioni per i lavoratori interessati e che ITA sarà parte integrante di questo impegno comune.

PRESIDENTE. Il deputato Carmelo Miceli ha facoltà di replicare.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Ministro, senza infingimenti, le dico che mi ritengo molto insoddisfatto della sua risposta. Lo dico perché, dinanzi a una vertenza che vede coinvolta direttamente una società a totale partecipazione statale, io non mi sarei aspettato da lei solo ed esclusivamente il punto di vista della società. Io mi sarei aspettato da lei il punto di vista di tutti gli interessi coinvolti nella vicenda e soprattutto quello dei lavoratori, degli italiani, perché quella è la compagnia di bandiera degli italiani.

Non le nascondo, Ministro, che sentire la cronistoria che già ITA ci ha raccontato fuori da queste Aule è per me assolutamente insoddisfacente, perché ITA avrebbe dovuto raccontarle il perché, all'indomani della sottoscrizione dell'accordo, quando avrebbero dovuto - tanto ITA, quanto Covisian - immediatamente pubblicare l'elenco e la graduatoria dei lavoratori, propedeutico a dare corso ai quattro successivi step per le riassunzioni, nessuno ha dato corso a quell'elenco. Le avrebbe dovuto spiegare il perché, nonostante fosse prevista, precisamente nell'accordo dinanzi al Governo, la necessità dell'istituzione di un tavolo di monitoraggio delle condizioni dell'accordo, nessuno mai abbia istituito quel tavolo e all'improvviso si sia anzi consentito che si arrivasse a quel licenziamento.

Noi non abbiamo l'interesse a entrare tra le questioni giuridiche, giuslavoristiche che possano riguardare ITA e Covisian; noi abbiamo l'interesse in questa sede a tutelare anche e soprattutto i lavoratori. Ci saremmo aspettati in questa sede, Ministro, di conoscere il perché ancora oggi non sia garantita la partecipazione di ITA al tavolo, né al tavolo delle Commissioni, né al tavolo del Ministero. Ci saremmo aspettati da parte sua, Ministro, una garanzia circa il congelamento delle posizioni contrattuali tra ITA e Covisian e ci saremmo aspettati anche soluzioni certe sulla riassunzione dei lavoratori.

Vorrei fosse chiaro un dato: il fallimento di questa vertenza rappresenterebbe il fallimento dello Stato. Dinanzi ad una azienda statale che viene meno agli impegni assunti in sede ministeriale, chi ci perde la faccia è lo Stato. Lasciarlo fare ad un'azienda statale, significa privare lo Stato della sua totale credibilità.

PRESIDENTE. Deve concludere.

CARMELO MICELI (PD). A lei, Ministro, nella qualità di rappresentante della proprietà, un avvertimento da trasferire alla governance: non lasceremo, in alcun modo, che si possa fare profitto con i soldi dei contribuenti e sulla pelle dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative in relazione alla tassazione degli extra-profitti registrati in alcuni settori produttivi, al fine di finanziare misure di sostegno ai redditi da lavoro e alle imprese in crisi – n. 3-02914)

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02914 (Vedi l'allegato A).

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, dopo l'invasione russa dell'Ucraina i prezzi dell'energia e di tanti prodotti alimentari, in particolare, hanno subito incrementi ancora maggiori rispetto a quelli dei mesi precedenti. È vero - come lei ha ricordato anche prima - che il Governo è intervenuto con decreti e ha stanziato 20 miliardi per soccorrere famiglie e imprese. Il punto è che, nonostante siano risorse ingenti, sono drammaticamente insufficienti per alleviare l'impatto sociale degli aumenti. Contestualmente, in questi mesi c'è stata un'impennata di extraprofitti, cioè di profitti fatti oltre a quelli ordinari, in particolare nel settore energetico. Il Governo è intervenuto con un prelievo straordinario del 10 per cento, soltanto 4 miliardi. Chiediamo al Governo di intervenire in misura più significativa e di utilizzare le risorse per soccorrere le famiglie più in difficoltà.

DANIELE FRANCO, Ministro dell'Economia e delle finanze. Per far fronte all'aumento del costo dell'energia iniziato lo scorso anno, il Governo è intervenuto, più volte, a partire dall'estate, per sostenere famiglie e imprese con interventi che ammontano complessivamente a 20 miliardi. Per le famiglie, le misure hanno interessato l'azzeramento degli oneri generali di sistema applicati all'utenza elettrica, il rafforzamento e l'estensione del bonus sociale elettrico e gas, la riduzione dell'aliquota IVA e degli oneri generali sul gas naturale; per le imprese, oltre alle misure di azzeramento degli oneri di sistema per le forniture di elettricità e gas, si è previsto un credito d'imposta a parziale compensazione dell'eccezionale innalzamento dei costi per l'energia elettrica e gas naturale. Altre misure hanno riguardato i prezzi dei carburanti e l'autotrasporto. A questi interventi, volti a mitigare l'impatto dei rincari, si sono aggiunti, con tre decreti-legge dall'inizio di quest'anno, ulteriori interventi per oltre 4,5 miliardi. Sono stati stanziati fondi a favore dei settori dell'automotive; ricordo poi il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e interventi per la revisione dei prezzi dei materiali sui contratti pubblici, per assistere i profughi ucraini, per la scuola, la sanità, gli enti locali, il turismo e il commercio.

Per il finanziamento di questi interventi, il Governo ha introdotto, tra l'altro, per l'anno 2022, un contributo straordinario di natura solidaristica a carico dei produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi. La base imponibile del contributo straordinario è costituita dall'incremento del saldo tra le operazioni attive e le operazioni passive riferito al periodo dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022 rispetto al saldo del periodo dal 1° ottobre 2020 al 31 marzo 2021. Il contributo è dovuto solo se l'incremento del saldo è superiore al 10 per cento e a 5 milioni di euro ed è pari al 10 per cento della base imponibile. Le maggiori entrate sono stimate in 3,9 miliardi. Utilizzando questo meccanismo di prelievo straordinario, il Governo ha potuto finanziare tempestivamente gli interventi urgenti adottati per mitigare gli effetti dei rincari energetici su famiglie e imprese, senza attendere la chiusura dei bilanci delle imprese nella primavera del 2023. Il criterio individuato per la determinazione della base imponibile è basato su dati oggettivi ad alta frequenza e immediatamente disponibili per le imprese e per l'amministrazione finanziaria. Il Governo continuerà a monitorare l'evoluzione della situazione economica e valuterà attentamente la necessità di introdurre ulteriori misure di reperimento delle risorse.

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di replicare.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Ministro. Il problema è che la situazione già ora è insostenibile per troppe famiglie e troppe imprese. Il Governo continuerà a monitorare e, tuttavia, arriveremo in grandissimo ritardo. A me non è chiaro, perché, di fronte - come lei ha ricordato -, a dati certi di extraprofitti fatti da grandi imprese, che, secondo la relazione tecnica, hanno accumulato, in 6 mesi, oltre 40 miliardi di euro in aggiunta ai profitti ordinari, noi dobbiamo limitarci a utilizzarne soltanto 4. È noto a tutti e, prima di tutti, a lei, Ministro, che l'impatto sulle famiglie non è uguale. Lei ha ricordato i bonus energetici e il bonus gas che riguarda circa 3 milioni di famiglie; ma i dati pubblicati dalla Banca centrale europea e da altri istituti di credito, anche italiani, indicano in 10 milioni il numero delle famiglie che non riescono a far fronte all'aumento dei costi, cioè che hanno un risparmio annuo insufficiente a coprire l'aumento dei costi. Di fronte a questa situazione, non possiamo aspettare, dobbiamo intervenire, per mettere un tetto al prezzo dell'energia. Ieri, Spagna e Portogallo hanno avuto l'assenso della Commissione europea per mettere il tetto al prezzo del gas a 40 euro per megawatt/ora; perché l'Italia non lo può fare? Lo scostamento si rinvia, perché ci sono difficoltà di finanza pubblica e i contratti, secondo il DEF, vanno rinnovati in base all'indice dei prezzi al consumo, al netto dei costi dell'energia. Allora, vogliamo scaricare i costi di questi aumenti sulle famiglie e sui lavoratori più in difficoltà, e questo è inaccettabile.

(Iniziative per lo scostamento dagli obiettivi programmatici di finanza pubblica, in relazione all'esigenza di fronteggiare le conseguenze economiche derivanti dalla crisi energetica e internazionale – n. 3-02915)

PRESIDENTE. La deputata Daniela Torto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02915 (Vedi l'allegato A).

DANIELA TORTO (M5S). Ministro, nel Documento di economia e finanza il peggioramento del quadro economico è legato agli effetti del Covid, è legato alla guerra in Ucraina, ma, soprattutto, al rincaro dell'energia e delle materie. Sopra ogni cosa, questo peggioramento è vissuto e avvertito sulle spalle di milioni di famiglie e di imprese. Nonostante gli sforzi fatti, è ora necessario dare una risposta concreta, immediata e certa al futuro della nostra gente che merita di poter programmare le proprie attività e di poter programmare i propri investimenti. Ministro, l'attesa adesso è una cattiva consigliera, per cui bisognerà dar seguito a un intervento immediato. Sono qui per chiederle, dunque, se il Governo non ravvisi la necessità di incrementare le risorse disponibili, anche con uno scostamento di bilancio.

DANIELE FRANCO, Ministro dell'Economia e delle finanze. Nel corso dei primi mesi del 2022, il Governo ha disposto una serie articolata di interventi per contrastare l'aumento dei prezzi nel settore energetico, fronteggiare l'emergenza dovuta al conflitto bellico in Ucraina e garantire importanti misure in favore di famiglie e imprese e dei settori della sanità e degli enti territoriali. Nel complesso, gli effetti finanziari delle varie misure sull'indebitamento netto dell'anno in corso ammontano a circa 15,5 miliardi. Gli interventi comprendono misure per il contenimento degli effetti dei rincari dell'elettricità e del gas per 8,9 miliardi, misure per il contenimento dei prezzi del carburante per l'autotrasporto per 2 miliardi, misure in favore delle imprese per 2,6 miliardi, per la sanità per 1,1 miliardi, per le regioni ed enti locali per 500 milioni, per la scuola per 200 milioni e per l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina per 400 milioni.

In linea con questa impostazione, in considerazione di quanto indicato nelle recenti risoluzioni parlamentari di approvazione del DEF e dell'annessa relazione al Parlamento, il Governo intende inoltre utilizzare, con un provvedimento di prossima adozione, gli spazi finanziari disponibili derivanti da un andamento tendenziale del saldo delle amministrazioni pubbliche più favorevole di quanto previsto lo scorso settembre.

Le risorse verranno destinate a ulteriori misure per contenere l'aumento dei prezzi dell'energia e dei carburanti, ad assicurare la necessaria liquidità alle imprese, a rafforzare la le politiche di accoglienza nei confronti dei profughi ucraini, ad adeguare i fondi destinati alla realizzazione di investimenti pubblici e alla dinamica dei costi dell'energia e delle materie prime, a continuare a sostenere la risposta del sistema sanitario ai settori maggiormente colpiti dalle attuali emergenze.

Con il nuovo provvedimento l'ammontare di risorse complessivamente attivate dal Governo per sostenere l'economia dall'inizio del 2022 salirà a 21,5 miliardi. È un ammontare consistente, mobilitato in tempi brevi. Si tratta di un'azione di sostegno significativa che rafforza l'intonazione espansiva della politica di bilancio per l'anno in corso. Il Governo continuerà a monitorare attentamente l'andamento della situazione economica e l'evoluzione dello scenario geopolitico allo scopo di intervenire rapidamente nel caso in cui gli sviluppi futuri rendano necessari ulteriori interventi di sostegno all'economia.

PRESIDENTE. Il deputato Lovecchio ha facoltà di replicare.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ho ascoltato la risposta. Lei ha parlato di interventi futuri ma, in realtà, noi stiamo vivendo in questo momento la problematica del costo dell'energia e di quello che ne consegue. È importante, come lei sa benissimo, la tempistica da dare ai cittadini italiani, a tutte quelle imprese che si aspettano una risposta concreta da parte del Governo. In realtà, noi chiediamo uno scostamento di bilancio, come è stato fatto in periodo di pandemia, in piena pandemia; ci sono stati diversi scostamenti di bilancio per far fronte a tutte quelle emergenze che si venivano a creare. Ora siamo in piena emergenza energetica e tra un po' finirà, ad esempio, l'aiuto sulle accise che è stato dato per gli autotrasportatori e per il caro carburanti. Adesso finirà, dovremo dare un aiuto, dovremo pensare anche alle imprese. Vengo da una zona in cui alcune imprese hanno dovuto sospendere l'attività perché il costo dell'energia era troppo alto e hanno dovuto mettere in cassa integrazione molte famiglie. Quindi, dobbiamo dare adesso una risposta certa a quelle famiglie e a quelle imprese che chiedono un aiuto, perché vanno bene i bonus ma dobbiamo dare delle risposte concrete a tutto quel settore produttivo che ha visto decuplicarsi il costo dell'energia elettrica, da qualche mese a questa parte. Nel momento in cui andremo a fare quegli interventi di cui lei diceva, che il Governo prevede di fare non si sa quando, arriveranno troppo tardi o saranno inadeguati allo scenario in cui l'Italia si verrà a trovare. Quello che noi chiediamo è uno scostamento immediato, con una risposta immediata da dare alle imprese e a tutto il settore produttivo, perché in questo momento sia il settore produttivo sia le famiglie soffrono a causa di questo problema energetico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative, anche in sede europea, per contrastare l'inflazione e restituire potere d'acquisto alle famiglie – n. 3-02916)

PRESIDENTE. La deputata Mantovani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02916 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il tasso di inflazione nel nostro Paese ha raggiunto il 6,7 per cento su base annua, un livello record. Le cause non derivano solo dalla guerra tra Russia e Ucraina ma affondano le radici nell'aumento dei costi delle materie prime, le cui quotazioni sono cresciute in modo esponenziale dal 2021. Ciò comporterà maggiori spese pari a 2.300 euro per una famiglia di quattro persone. Inoltre, il numero di individui che vivono sotto la soglia di povertà è destinato a raggiungere quota 6 milioni. Di fronte a questa emergenza, noi chiediamo al Governo quali iniziative intenda assumere, anche in ambito europeo e mediante l'utilizzo del maggiore introito fiscale, per contrastare l'aumento dell'inflazione e sostenere le famiglie e le imprese che versano oggi in pesanti difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco, ha facoltà di rispondere.

DANIELE FRANCO, Ministro dell'Economia e delle finanze. Il forte aumento dell'inflazione in Italia, come in altre economie europee, è principalmente dovuto all'impennata dei prezzi dell'energia, a cui recentemente si sono aggiunti aumenti dei prezzi delle materie prime alimentari. A marzo, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) in Italia ha registrato un tasso di crescita tendenziale del 6,8 per cento, trainato dalle componenti abitazione, acqua, elettricità, combustibili, trasporti e prodotti alimentari e bevande, su cui hanno inciso i rincari di energia e alimentari. Al netto dell'energia e dei cibi freschi, il tasso di inflazione di fondo è rimasto pari al 2,1 per cento. Il Governo è ripetutamente intervenuto per alleviare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia su consumatori e imprese.

Nel complesso, gli interventi attuati dal Governo in favore di imprese e famiglie, nei due anni, sono stati pari a circa 20 miliardi. L'Istat ha calcolato che, in assenza di interventi di calmierazione, il tasso di inflazione IPCA, a tassazione costante, in marzo sarebbe stato pari al 7,5 per cento, anziché al 6,8 per cento. Oltre alla mitigazione dei rincari per il complesso degli utenti, a sostegno delle fasce più vulnerabili stanno operando gli interventi per le famiglie a rischio di povertà energetica; dal quarto trimestre dell'anno scorso tali nuclei sono stati protetti rispetto all'aumento del costo di energia e gas. Il limite ISEE per l'accesso al bonus sociale per le forniture di elettricità e gas è stato innalzato a 12 mila euro, 20 mila per le famiglie numerose. Per il trimestre in corso l'ARERA ha già comunicato che il costo per i consumatori con contratti di tutela scenderà in aprile di circa il 10 per cento per la bolletta dell'elettricità e altrettanto per la bolletta del gas.

Il Governo sta predisponendo nuovi interventi per estendere la riduzione dell'accisa sui carburanti oltre l'inizio di maggio. A livello europeo, il Governo sostiene l'iniziativa REPower EU della Commissione europea e ha proposto di fissare un tetto europeo al prezzo del gas naturale; su tale proposta sono in corso verifiche tecniche e negoziati. Il Governo intende sostenere il potere d'acquisto delle famiglie. Come affermato nel DEF, si interverrà nuovamente se si osserveranno segnali di una maggiore persistenza del caro energia rispetto a quanto ipotizzato nella previsione ufficiale che si basa sulle aspettative di mercato osservate nel mese di marzo e rispetto alle quali nel mese di aprile si è osservata una diminuzione. Nel frattempo, è in corso un intenso lavoro volto a diversificare le fonti di approvvigionamento di gas naturale e petrolio, a ridurre la dipendenza del nostro Paese dalla Russia e, soprattutto, ad accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, così da accrescere il grado di autonomia energetica del nostro Paese.

PRESIDENTE. La deputata Lucaselli ha facoltà di replicare.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. No, Ministro, non siamo soddisfatti della sua risposta, perché Fratelli d'Italia ha cominciato a chiederle cosa sarebbe successo mesi fa, eravamo a gennaio, e lei ancora oggi continua a non rispondere, continua a non spiegarci perché all'interno del Documento di economia e finanza ci sono dei dati che non sono realistici. Noi oggi ne abbiamo la certezza, non solo perché lo ha detto Fratelli d'Italia - e non abbiamo mai ricevuto una risposta - ma perché lo dice anche il Fondo monetario internazionale. I dati di crescita sono stati rivisti completamente e, contro l'ottimistico 3,8 per cento che lei ha indicato nel Documento di economia e finanza soltanto dieci giorni fa, il Fondo monetario internazionale oggi porta una crescita nel 2022 al 2,3 per cento e all'1,7 per cento nel 2023. Vuol dire crescita zero, perché noi abbiamo gli effetti nel 2022 del trascinamento del 2021. Tutto questo succede mentre le banche centrali continuano ad allungare i tempi per i rialzi dei tassi per far rientrare il debito.

Ma tutto questo costa inflazione e l'inflazione viene scaricata sui nostri cittadini. Ministro, non possiamo essere soddisfatti quando ci sono 180 mila aziende a rischio e 1,4 milioni di posti di lavoro che stanno andando in fumo; e tutto questo quando proprio nel Documento di economia e finanza lei ha indicato un sovraprofitto di 39 miliardi. Ministro, quelli sono soldi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e agli italiani devono tornare. Noi non possiamo permettere di chiedere ai nostri cittadini di scegliere fra il pane e il gas, noi non possiamo permetterci di lasciare le famiglie, che hanno difficoltà economiche già oggi, sul lastrico. Questa è l'Italia, quei cittadini e quei bambini sono il nostro futuro. Ministro, restituisca i soldi agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

(Iniziative in materia di cessione dei crediti relativi ai bonus fiscali – n. 3-02917)

PRESIDENTE. Il deputato Cattaneo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02917 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le presentiamo questa interrogazione su un tema molto sentito dall'economia reale del Paese, da tante imprese, quello della cessione dei crediti che, da opportunità qual era, tanto che si è creato un mercato di quasi 40 miliardi, si sta trasformando in problema.

E' un problema mortale, perché, dall'inizio dell'anno, vi è stata una stretta del Governo sulla cessione dei crediti, ma per colpire qualche furbo, in realtà, stiamo colpendo le aziende sane; quindi, di fatto, oggi, a causa di questa stretta, vi sono piattaforme bancarie e postali che stanno bloccando la cessione dei crediti. Dunque, la situazione è realmente drammatica. Rispetto a questa, Forza Italia le chiede, in primo luogo, quali siano le iniziative che nel complesso il Governo ritiene di adottare con particolare riferimento, in secondo luogo, alla possibilità di consentire sempre la cessione banca-correntista e non solo al quarto passaggio. Infine, le chiediamo come depotenziare il divieto di cessione frazionata che rischia di essere un pesante fardello per la cessione dei crediti di tante aziende.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco, ha facoltà di rispondere.

DANIELE FRANCO, Ministro dell'Economia e delle finanze. I recenti interventi riguardanti la cessione dei crediti fiscali rispondono all'esigenza di attuare un efficace presidio antifrode in un contesto in cui si sono riscontrati fenomeni di frode particolarmente rilevanti. L'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza hanno individuato nel 2021 crediti rivelatisi inesistenti per oltre 4 miliardi. Il Governo è intervenuto prontamente, al fine di salvaguardare gli interessi dell'erario e dei contribuenti. Allo stesso tempo, è importante garantire il corretto esercizio delle facoltà riconosciute ai contribuenti beneficiari delle agevolazioni fiscali e l'interesse degli operatori al funzionamento del mercato dei crediti, evitando di pregiudicarne la circolazione. Non è in alcun modo intenzione del Governo bloccare tale circolazione, che alla lunga potrà, invece, essere favorita proprio dalle misure antifrode. Vengo ora più in dettaglio rispetto ai quesiti sollevati. Per quanto riguarda la possibilità di consentire sempre la cessione banca-correntista e non solo al quarto passaggio, tale ulteriore previsione verrà introdotta dal Governo in un prossimo intervento normativo. Le nuove disposizioni dovrebbero prevedere che il correntista che acquista il credito in banca non possa, però, a sua volta effettuare ulteriori cessioni. Con riferimento alla possibilità di depotenziare il divieto di cessione frazionata, si osserva che la normativa vigente già consente, dopo la prima comunicazione di esercizio dell'opzione, di cedere o di compensare le singole annualità di cui il credito si compone anche riferite al singolo beneficiario, purché la singola annualità non venga ulteriormente frazionata in un momento successivo. La reintroduzione della possibilità di cedere parzialmente il credito senza alcun limite di frazionamento è invece incompatibile con l'attribuzione di un codice identificativo univoco al credito ceduto, prevista dall'attuale normativa. Infine, si ritiene che l'impegno per il Governo a prorogare oltre il 30 giugno 2022 i termini per il raggiungimento del 30 per cento dei lavori per le case unifamiliari e le villette per accedere al superbonus 110 per cento non presenti particolari criticità e che, pertanto, non vi siano impedimenti alla sua approvazione in un prossimo veicolo legislativo.

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Cattaneo ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, signor Ministro. Siamo molto contenti dell'annuncio che presto il Governo porrà ulteriormente mano a una semplificazione rispetto alla cessione del credito. Forza Italia sarà lì a vigilare, perché noi crediamo che la leva fiscale a servizio delle imprese - ma a servizio davvero delle imprese! - sia un utilizzo straordinariamente efficace. Lei ha citato quattro miliardi di frodi, che sicuramente vanno condannate; ma se il mercato è di 40 miliardi di euro, noi non possiamo fermare il 90 per cento delle imprese perché il 10 per cento ha frodato. Noi crediamo, invece, che uno Stato che sia serio debba tutelare le aziende oneste e, quindi, noi dobbiamo continuare iniziative come questa. Non possiamo fare come in quegli esercizi commerciali della provincia in cui si diceva: “Per colpa di qualcuno non si fa più credito a nessuno”. Noi siamo lo Stato italiano e dobbiamo stare dalla parte di chi opera in maniera positiva e virtuosa, che è la maggioranza del Paese. Infine, mi permetta, come vede, il Parlamento, che a volte viene dipinto come una stratificazione di interessi di parte, in realtà lavora a migliorare i provvedimenti, insieme al Governo, e questo ne è un esempio, perché quell'iniziativa di gennaio aveva posto molte complicazioni alla vita reale e all'economia reale di tante imprese edili e non solo. Invece, l'abbiamo migliorata con un lavoro in stretta sintonia, come anche stiamo facendo con il superbonus 110 per cento. Lei ha ricordato che nel DEF abbiamo dato questo indirizzo, per cui ci sarà la proroga del superbonus 110 per cento. Questa è un'altra buona notizia, frutto del lavoro positivo e virtuoso del Parlamento insieme al Governo. Noi come forza liberale saremo sempre lì a vigilare perché l'economia reale del Paese possa crescere grazie al lavoro delle aziende oneste che sono la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative in relazione alle prestazioni erogate dal Fondo integrativo di previdenza per i giornalisti professionisti “ex Fissa” – n. 3-02918)

PRESIDENTE. Il deputato Emilio Carelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02918 (Vedi l'allegato A).

EMILIO CARELLI (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, al fine di garantire la tutela delle prestazioni previdenziali in favore dei giornalisti, dal 1° luglio 2022 la funzione previdenziale, che era svolta prima dall'INPGI, è trasferita all'INPS. C'è un Fondo integrativo di previdenza per i giornalisti professionisti, gestione speciale presso l'INPGI, dove gli editori versano il contributo obbligatorio con le stesse modalità previste per le assicurazioni sociali obbligatorie e questo Fondo eroga la cosiddetta “ex Fissa”, prestazione previdenziale integrativa di natura contrattuale. Ebbene, si stima che ci siano oltre 2.000 giornalisti in attesa di ricevere questa prestazione, che, tra l'altro, comporta un importo lordo di 140 milioni per l'istituto, di cui 50 milioni sarebbero poi recuperati dallo Stato in imposte. Il Fondo “ex Fissa” è stato considerato previdenza e non retribuzione dalla Corte dei conti e dalla Corte di cassazione. Pertanto, chiedo al Ministro del Lavoro quali iniziative intenda assumere per salvaguardare il risparmio dei giornalisti beneficiari del Fondo integrativo “ex Fissa” che sono in attesa di riceverla.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Rispondo al quesito posto affermando che con la legge di bilancio il Governo ha affrontato i nodi della crisi finanziaria dell'INPGI, cercando di tutelare il sistema di welfare dei giornalisti italiani che da tempo subisce le trasformazioni strutturali dell'intero settore dell'informazione. INPGI e INPS da mesi sono al lavoro per consentire in tempi rapidi il trasferimento dei sistemi dei processi e delle banche dati, al fine di garantire la necessaria continuità delle prestazioni e delle altre funzioni previdenziali nei confronti della platea interessata. Il Ministero del Lavoro ha già predisposto il decreto che dovrà disciplinare la procedura di trasferimento del contingente di personale dall'INPGI nei ruoli dell'INPS e confido che, acquisito il concerto delle altre amministrazioni competenti, possa concludersi a breve il suo procedimento di adozione. La questione specifica, sollevata dall'onorevole interrogante, riguarda la situazione dell'attuale Fondo integrativo contrattuale, cosiddetto ex Fissa. Come è noto, è un Fondo di origine contrattuale finanziato esclusivamente con i contributi versati dai datori di lavoro del settore dell'editoria al fine di erogare una prestazione aggiuntiva a quelle previdenziali corrisposte dall'INPGI e la cui solvibilità nei confronti dei giornalisti aventi titolo a percepire l'indennità dipende dai versamenti effettuati dalle aziende che hanno aderito all'accordo. L'INPGI ha solo gestito il Fondo per conto delle parti e pertanto, quale mero gestore amministrativo, è totalmente estraneo alla responsabilità rispetto alle obbligazioni scaturenti dall'adesione al Fondo stesso, quindi rispetto alla solvibilità del Fondo nei confronti dei giornalisti destinatari dell'indennità, così come è totalmente estraneo, stante la natura contrattuale del Fondo, alle decisioni di merito che attengono agli aspetti riferiti sia alle fonti di finanziamento sia all'entità delle prestazioni. In merito agli aspetti richiamati nel quesito, ciò che assume rilievo per la vigilanza statale e per il controllo esercitato dalla Covip in materia di investimento delle risorse finanziarie e della composizione del patrimonio degli enti privati di previdenza obbligatoria è soltanto il finanziamento concesso dall'INPGI al Fondo “ex Fissa”. Tale iniziativa, in quanto attività di investimento, è stata, infatti, sottoposta alle amministrazioni vigilanti con la delibera del CdA n. 76 del 10 dicembre 2014, avendo ad oggetto la proposta di concessione di un prestito al Fondo integrativo contrattuale per un importo massimo di 35 milioni di euro, con un periodo di ammortamento ventennale. È stato altresì previsto che i datori di lavoro che aderivano al Fondo “ex Fissa” integrassero la contribuzione con un'ulteriore aliquota dello 0,35 per le retribuzioni imponibili. Al fine di avere un quadro aggiornato della suddetta iniziativa di finanziamento, è stato richiesto all'istituto vigilato di fornire aggiornamenti al riguardo. L'INPGI ha riferito che, in deroga al piano di ammortamento originariamente ottenuto, la FIEG ha manifestato la volontà di procedere all'estinzione anticipata in un'unica soluzione del prestito concesso dall'ente al Fondo “ex Fissa”. Alla data del 31 marzo 2022 il debito residuo ammontava a più di 9 milioni di euro. Pertanto, l'INPGI si è vista restituire la somma oggetto di finanziamento, comprensiva degli interessi maturati, ed è conseguentemente venuto a cessare l'obbligo di versamento da parte delle aziende interessate dell'aliquota aggiuntiva.

Nel condividere le sollecitazioni dell'onorevole interrogante, assicuro che il Ministero del Lavoro, per quanto di propria competenza, continuerà a prestare la massima attenzione alla questione, e sono disponibile a sostenere tutte le iniziative di confronto tra editori e giornalisti finalizzate a salvaguardare il risparmio dei lavoratori beneficiari del Fondo.

PRESIDENTE. Il deputato Emilio Carelli ha facoltà di replicare.

EMILIO CARELLI (CI). Grazie, signor Ministro. Purtroppo, mi ritengo solo parzialmente soddisfatto. Devo riconoscere la buona volontà, la buona intenzione da lei espressa nel tentare di contribuire a risolvere questo problema, ma devo anche ricordare che il Fondo (ex Fissa) è stato citato ufficialmente dallo Stato con la finanziaria del 1998, in cui è denominato Fondo integrativo di previdenza per i giornalisti professionisti, articolo 59, comma 28 della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Penso che questo dato contribuisca a imporre il Ministero del Lavoro a trovare, in ogni caso, una soluzione e rispondere al grido di allarme di tutti i 2.000 giornalisti che sono ancora in attesa di ricevere questo tipo di previdenza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Chiarimenti in merito all'efficacia del reddito di cittadinanza quale misura di politica attiva del lavoro – n. 3-02919)

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Giaccone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02919 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, torniamo, con questa interrogazione, sul tema del reddito di cittadinanza che, da un lato, è una misura troppo spesso affetta da truffe e abusi che emergono grazie al grande lavoro delle Forze dell'ordine - che ringraziamo - ma, dall'altro lato, appare carente dal punto di vista dell'efficacia come misura di politica attiva. La nostra impressione, anzi, è che il reddito tenda addirittura a disincentivare e creare problemi in alcuni settori, come quello turistico-ricettivo.

Per cui desideriamo conoscere, signor Ministro, quale sia, ad oggi, il numero dei percettori ricollocati e quanti di essi siano i giovani fino ai 26 anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con la legge di bilancio per l'anno 2022, anche alla luce dell'approfondito lavoro svolto dal Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza, da me istituito lo scorso anno, il Governo ha introdotto alcune modifiche sostanziali dell'istituto, che mirano alla sua razionalizzazione, innanzitutto al fine di sostenere più attivamente il beneficiario nella ricerca del lavoro, ma anche con l'obiettivo di arginare gli abusi e i comportamenti fraudolenti.

Sul piano dei controlli, si è certamente rilevata proficua la collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti; grazie a questo, in base ai dati INPS, risulta che nel 2022 su 1.413.241 nuclei percettori di reddito, il beneficio è stato revocato a 11.017 nuclei, mentre risultano decaduti dal diritto 115.854 nuclei, che avevano cessato di possederne i requisiti per la percezione. Inoltre, sono state iniziate le attività propedeutiche in materia di scambio dei dati tra il Ministero della Giustizia e INPS, per la verifica del requisito di assenza di condanna con sentenza passata in giudicato da almeno 10 anni, per i reati indicati nella legge come incompatibili con l'accesso al beneficio. Nelle more della stipula della convenzione tra Ministero della Giustizia, Ministero del Lavoro e INPS, sono già iniziate le attività di collaudo tecnico dei dati disponibili del casellario giudiziario.

Proprio con riferimento all'aspetto segnalato dagli onorevoli interroganti, ricordo che sono stati rafforzati gli incentivi ai datori di lavoro che assumono percettori del reddito di cittadinanza, anche con contratto a tempo determinato. Sono stati, inoltre, introdotti meccanismi di semplificazione delle procedure, rendendole, però, anche più stringenti per l'applicazione del décalage e della decadenza dal beneficio.

Secondo i dati ANPAL, alla data 31 dicembre 2021 i beneficiari indirizzati ai servizi per il lavoro, non esonerati o rinviati ai servizi sociali comunali, ammontano a 1.055.623 individui. Di questi ultimi, alla stessa data, risultano essere occupati 212.221 individui, pari al 20,1 per cento del numero complessivo. Nello specifico, il 54,7 per cento risulta essere occupato con contratto a tempo indeterminato di apprendistato, il 34 per cento con rapporti di lavoro a tempo determinato, l'11,2 per cento con altre tipologie contrattuali, dati che ci fanno anche un po' riflettere sul tema del lavoro povero.

Limitatamente ai beneficiari di età inferiore ai 27 anni, pari a 274.055 individui, al 31 dicembre 2021 risultano essere occupati 50.274 individui, pari al 18,3 per cento. Al riguardo, desidero sottolineare che un'analisi più approfondita dei dati suggerisce che la criticità all'inserimento lavorativo dei percettori del reddito non è solo connessa a meccanismi deboli di collegamento con le politiche attive o a procedure che non incentivano l'attivazione del lavoro, ma anche a una complessa situazione di partenza dei soggetti che accedono al reddito, caratterizzata da fragilità formativa e strutturale lontananza dal mondo del lavoro; sono impressionanti le percentuali, che ora non ho sottomano, di persone prive anche di un titolo di studio elementare. Infatti, le misure introdotte potranno esplicare i propri effetti con maggiore efficacia in combinazione con il programma, già varato, Garanzie di occupabilità dei lavoratori, che prevede anche per i percettori di reddito percorsi di formazione e di qualificazione professionale specifici. A tale proposito, si riferisce che a breve, presumibilmente nel mese di maggio, saranno emanati i primi bandi regionali relativi al programma, che permetteranno l'integrale attivazione delle agenzie del lavoro private nell'incrocio tra domanda e offerta e il concorso, su un piano di parità, con i centri per l'impiego all'attuazione dello stesso.

Infine, sul fronte delle politiche attive, saranno adottati, entro il 31 dicembre 2022, i piani di attuazione regionali, che consentiranno di raggiungere 300 mila persone vulnerabili, in primo luogo percettori di NASpI e, appunto, di reddito di cittadinanza.

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Giaccone ha facoltà di replicare.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, per la risposta. Sicuramente la legge di bilancio e le misure prese nella stessa legge di bilancio per l'anno 2022 hanno dato un impulso nuovo al sistema dei controlli e della gestione delle problematiche legate alle truffe, però è chiaro che ancora oggi, se, da un lato, siamo rassicurati dal fatto che molte truffe vengono scoperte, dall'altro, apprendiamo con preoccupazione quante situazioni di irregolarità si sono venute a creare in prima battuta nella percezione del reddito di cittadinanza.

La ringrazio per i numeri che ha fornito; concordo con lei quando dice che, spesso, tra i percettori di reddito di cittadinanza ci troviamo di fronte a persone con scarsa o quasi nulla formazione, sicuramente è un tema su cui intervenire; è chiaro, però, che dal punto di vista numerico, anche se ci sono stati miglioramenti, l'impatto di questa misura è ancora limitato. Allo stesso tempo, siamo seriamente preoccupati dell'impatto negativo che può avere su alcuni settori come quello turistico-ricettivo, cui abbiamo fatto riferimento, a cui risulta che mancherebbero 250 mila addetti; certo, non è solo una questione legata al reddito, bisogna anche considerare il livello di retribuzione, il cuneo fiscale, le condizioni offerte, però sicuramente non ci possiamo permettere di avere persone che non accettano offerte di lavoro, perché magari percepiscono il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Crediamo, quindi, che il Governo debba continuare a monitorare la situazione, intervenire per correggere situazioni che creano problematiche a livello del mercato del lavoro e avviare una seria riflessione su questa misura e sui risultati che ha portato, dopo tre anni dall'applicazione.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,05.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Butti, Casa, Cavandoli, Cirielli, Comaroli, Davide Crippa, D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Frusone, Galizia, Giachetti, Lapia, Marin, Montaruli, Mule', Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rizzo e Schullian sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 124, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1762 - D'iniziativa dei senatori: Valente ed altri: Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere (Approvata dal Senato) (A.C. 2805​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 2805: Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere.

Ricordo che nella seduta del 26 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice per la Commissione affari sociali, deputata Mara Lapia, e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.

Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti....Ha chiesto di parlare il collega Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, chiedo di parlare per richiamo al Regolamento, perché mi risulta che ci siano ancora alcune Commissioni convocate o in ufficio di presidenza o, addirittura, in piena seduta.

PRESIDENTE. Quali Commissioni, collega? Così verifichiamo.

Colleghi, ribadisco che, una volta che vengono calendarizzati i lavori dell'Aula, i colleghi presidenti di Commissione dovrebbero sconvocare le Commissioni per permettere a tutti i colleghi di arrivare in Aula. Ora possiamo fare le opportune verifiche, è chiaro che, se già conosciamo le Commissioni, agevoliamo anche gli uffici. Se, però, non ci sono altri interventi, io devo proseguire, ponendo in votazione l'articolo 1, a meno che non vi siano richieste di intervento sull'articolo.

Ha chiesto di parlare il collega Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, io credo che il provvedimento che ci accingiamo ad esaminare sia qualcosa di molto importante, perché sappiamo bene che, nel mondo, la violenza contro le donne interessa una donna su tre. In Italia, infatti, i dati dell'Istat mostrano che, nel 2019, ben il 31,5 per cento delle donne ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale; il 5 per cento ha subito tentativi di stupro o stupri (si parla di un milione di donne in tutto) e la polizia di Stato ha registrato, in media, ogni 15 minuti, una vittima di violenza di genere di sesso femminile: maltrattamenti, stalking, abusi sessuali, fino alla forma più estrema di violenza, il femminicidio che è commesso, nella maggior parte dei casi, in ambito familiare.

PRESIDENTE. Collega, mi scusi. Colleghi, vi chiedo silenzio, non riesco a sentire il collega Ungaro. Prego.

MASSIMO UNGARO (IV). Soprattutto, l'Istat ci mostra che, nel triennio tra il 2017 e il 2019 - secondo le risultanze dell'analisi condotta dal Ministro della Salute e dell'Istat -, le donne che hanno avuto almeno un accesso in pronto soccorso con l'indicazione di una diagnosi di violenza sono state 16.140. Ripeto: 16.140. È, quindi, una vera e propria piaga, contro la quale il nostro Paese deve rispondere con forza ed è per questo motivo che, come Italia, nel 2013, abbiamo ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. È la cosiddetta Convenzione di Istanbul, la quale precisa che, con l'espressione “violenza nei confronti delle donne”, si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica, economica, comprese le minacce di compiere tali atti.

Quindi, per questo motivo, Presidente, volevo richiamare l'importanza del provvedimento che ci accingiamo adesso ad esaminare e ad approvare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo sull'articolo 1. Questa proposta di legge è l'ennesimo provvedimento che questo Parlamento, in realtà, a partire dalla scorsa legislatura, sta facendo per aggiornare, per rendere attuale la legislazione italiana in merito alla violenza di genere, che è un tema attualissimo, che vede, purtroppo, il nostro Paese sempre più protagonista delle classifiche in senso negativo, ma che vede anche un aumento dei numeri di casi denunciati proprio perché c'è più consapevolezza della violenza.

In passato le violenze sicuramente esistevano, purtroppo la violenza maschile sulle donne c'è sempre stata, ma non era sempre facile denunciare; spesso non si denunciava, altrettanto spesso queste denunce venivano perse nei meandri dei cassetti. Lo strumento di questa legge serve proprio a questo, perché, se non abbiamo una normativa chiara che determina quali siano i reati da attenzionare, quali siano le specifiche da osservare, non riusciremo neanche ad avere un quadro chiaro e oggettivo che consenta al Parlamento che verrà, e al Governo, di fare delle leggi che, poi, siano utili. È lo stesso principio che, per esempio, era alla base anche di un articolo della “legge Zan”. Cioè, se non abbiamo la specifica del reato e non riusciamo a gestire bene, a collezionare - tra virgolette -, a catalogare i reati in modo corretto, facciamo anche più fatica a capire le vere dimensioni e, quindi, ad avere gli strumenti per contrastare la violenza.

È esattamente per questo motivo che al Senato e, poi, alla Camera, anche grazie al lavoro che è stato fatto dalla Commissione contro il femminicidio, è stata portata avanti questa proposta di legge, che è importante perché è un ulteriore tassello per il nostro Paese per avere norme più stringenti.

Un'ultima cosa. La prima cosa che facemmo nel 2013, appena fu possibile per le Camere lavorare, quindi appena ci fu un Governo, fu approvare la Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne, e fu approvata all'unanimità. Dal 2013 ad oggi sono state fatte tantissime norme, dall'introduzione del reato di femminicidio ad altre, e questo è un ulteriore tassello. Occorre, però, che sia chi è deputato a far rispettare le norme, quindi le forze dell'ordine che devono essere formate adeguatamente (e questa formazione deve essere finanziata) ad accogliere e ad elaborare queste denunce, sia chi deve giudicare, quindi i magistrati, sia chi ha il dovere di dare risposte concrete a queste denunce sia adeguatamente formato e a questo fine è necessario che si aumentino considerevolmente i fondi su questo tema. Perché possiamo fare tutte le leggi del mondo, farle tutte bellissime, avere la legislazione più avanzata dell'universo ma, se non formiamo chi deve applicarle e non diamo strumenti, già dalle scuole, per una formazione verso il rispetto di genere e della diversità, sarà molto difficile, poi, che queste leggi possano essere rispettate da tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Qual è il parere del Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sull'ordine del giorno n. 9/2805/1 Versace, il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2805/2 Giannone è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2805/3 Noja, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Viene accolta la raccomandazione sull'ordine del giorno n. 9/2805/2 Giannone? Sì, viene accolta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). La ringrazio Presidente. La proposta di legge S. 1762, recante disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere, arriva alla Camera dopo l'approvazione del testo all'unanimità nell'altro ramo del Parlamento…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, per cortesia. Prego.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie. E' un provvedimento che si riconnette all'attività svolta dalla Commissione monocamerale d'inchiesta sul femminicidio e che amplia il ventaglio degli interventi legislativi volti a contrastare il fenomeno della violenza di genere. E' un provvedimento inoltre che, unitamente a tutti gli altri adottati nel corso di questa legislatura, sottolinea il costante impegno del Parlamento rispetto al tema del femminicidio.

La proposta di legge è volta a disciplinare la raccolta di dati e di informazioni sulla violenza di genere, al fine di monitorare il fenomeno ed elaborare politiche che consentano di prevenirlo e di contrastarlo. In particolare, il provvedimento introduce l'obbligo per gli uffici, gli enti, gli organismi e i soggetti pubblici e privati, che partecipano all'informazione statistica ufficiale, di fornire i dati e le notizie per le rilevazioni previste dal Programma statistico nazionale, nonché di rilevare, elaborare e diffondere i dati relativi alle persone, disaggregati per genere, uomini e donne. Introduce, inoltre, l'obbligo per tutte le strutture sanitarie pubbliche e, nello specifico, per le unità operative di Pronto Soccorso, di fornire dati e notizie relativi alla violenza contro le donne. Il provvedimento istituisce un sistema integrato tra il Ministero dell'Interno e quello della Giustizia per la rilevazione dei dati riguardanti la commissione di reati ascrivibili al fenomeno della violenza contro le donne, con particolare riguardo a quei dati che consentano di ricostruire la relazione esistente tra l'autore del reato e la vittima dello stesso.

Il provvedimento prevede, inoltre, che alle rilevazioni concernenti specifici reati siano apportate le opportune modifiche, affinché vengano registrati i dati riguardanti la relazione che intercorre tra l'autore della violenza e la vittima, la loro età, il genere e le circostanze del reato attraverso l'emanazione di due appositi decreti del Ministero della Giustizia.

Sarà in questo modo possibile acquisire un flusso informativo sulla violenza di genere per un'analisi del fenomeno in grado di consentire l'adozione di tutti gli strumenti indispensabili per la repressione delle condotte violente.

Il provvedimento prevede anche che le disposizioni contenenti tali informazioni siano inserite in un puntuale questionario che ha lo scopo di consentire una omogenea rilevazione dei dati sulla violenza fisica, sulla violenza sessuale, cioè sui vari tipi di violenza che le donne subiscono.

Il tema della violenza sulle donne, dicevo, è un tema più volte affrontato da questo Parlamento e il fenomeno può essere contrastato solo se emergono nitidamente i suoi contorni attraverso la puntuale misurazione di un fenomeno che, purtroppo, rimane in parte sommerso per ragioni da ricercare sia nella prossimità della vittima con l'autore dei crimini - pensiamo ai casi in cui l'autore della violenza sia il partner o un familiare della donna - sia nelle complesse e contrastanti reazioni psico-emotive che la violenza, che può avere carattere episodico ma anche reiterato nel tempo, innesca nelle vittime.

Spesso accade che in ambiente familiare si sviluppi il fenomeno della violenza subita e non denunciata, fenomeno nel quale la donna può trovarsi ad affrontare una condizione di solitudine, che la vede opposta addirittura ai parenti e alle persone che compongono il suo nucleo familiare.

La fotografia, dunque, che emerge dai dati sulla violenza di genere è sconfortante. Il servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale sui cosiddetti reati spia - quei reati che sono indicatori di violenza di genere diretta contro le donne - relativi al primo semestre del 2021 dello scorso anno, segnala che in Italia sono stati commessi oltre 7 mila atti persecutori, quasi 10 mila maltrattamenti contro familiari e conviventi e più di 1900 violenze sessuali.

La pandemia ha acuito il fenomeno della violenza di genere. L'Istat in questi due anni di pandemia ha predisposto una pagina web dedicata, ove rendere progressivamente disponibili gli indicatori utili alla valutazione dell'impatto del fenomeno, e l'analisi dei dati ha evidenziato come l'emergenza da Coronavirus abbia accresciuto il rischio di violenza sulle donne in quanto spesso la violenza avviene all'interno del nucleo familiare. E il lockdown e le prescrizioni in materia di distanziamento sociale introdotte per contenere il contagio hanno generato un'esplosione di questo fenomeno con dati numerici estremamente preoccupanti; dati numerici che, però, nascondono i volti e i nomi di centinaia di donne vittime di violenza per le quali ogni elemento ricostruttivo del contesto nel quale si sviluppa la violenza va indagato, al fine di impedire che la lunga scia di sangue si faccia interminabile.

Rispetto al reato considerato, una chiave di lettura in termini di violenza di genere è certamente fornita dall'esame della relazione che intercorre tra l'autore della violenza e la vittima della stessa. Rapporti di parentela, dunque, tra la vittima e l'autore del reato, l'ambiente domestico o lavorativo in cui il fenomeno della violenza si consuma, la frequentazione più o meno durevole tra le parti e, ancora, l'area geografica del nostro Paese in cui è più evidente il fenomeno e i casi registrati sono numericamente più elevati; ancora, il livello di scolarità e l'età dell'autore della violenza e della vittima sono tutti dati diagnostici ma anche prognostici, requisiti indispensabili per la prevenzione e la repressione di un fenomeno complesso e doloroso.

Con questo provvedimento si colma un vuoto importantissimo per assicurare un ulteriore flusso informativo costante di notizie in tema di raccolta dei dati e di analisi statistica sul complesso della violenza di genere. Un provvedimento invocato anche dalla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne, la Convenzione di Istanbul, ma anche dal gruppo di esperti sull'azione contro la violenza sulle donne, in particolare.

Il fenomeno della violenza contro le donne - mi avvio a concludere, signora Presidente - la sua eliminazione e prevenzione rappresenta una sfida straordinaria per l'impatto che ha sul livello di qualità della vita delle donne, dei loro figli, della società nel suo complesso. Rappresenta una sfida straordinaria anche sul piano della misurazione statistica. È questa la ragione per la quale esprimo convintamente il voto favorevole al provvedimento del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, con l'espressione “violenza di genere” si indica un fenomeno che comprende una pluralità di condotte prevaricatorie di diversa natura esercitate nei confronti delle donne.

Nella legislazione italiana manca una vera e propria definizione di violenza di genere, si fa quindi riferimento a quella contenuta nell'articolo 3 della Convenzione di Istanbul, che designa la violenza nei confronti delle donne come violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata.

Il tragico fenomeno della violenza sulle donne continua a dilagare anche nel nostro Paese e desta particolare allarme sociale. La questione viene “attenzionata” a più riprese dall'opinione pubblica e dalle istituzioni nazionali e sovranazionali al fine di trovare soluzioni per garantire il principio di uguaglianza sostanziale, il diritto alla vita, all'integrità psicofisica, il principio di libertà personali e morali, la sicurezza, l'ordine pubblico e anche la pace.

La presente proposta di legge offre una risposta alle esigenze e alle istanze appena richiamate e arricchisce di un supporto informativo il sistema di prevenzione e contrasto alla violenza di genere di cui il nostro ordinamento si è dotato. In particolare, è volta a disciplinare la raccolta di dati e informazioni sulla violenza di genere esercitata contro le donne, al fine di monitorare il fenomeno ed elaborare politiche che consentano di prevenirlo e contrastarlo. A tal fine, il testo introduce l'obbligo per gli uffici, gli enti, gli organismi e i soggetti pubblici e privati che partecipano all'informazione statistica ufficiale di fornire dati e notizie per le rilevazioni previste dal programma statistico nazionale, nonché di rilevare, elaborare e diffondere i dati relativi alle persone disaggregati per uomini e donne. Introduce l'obbligo per tutte le strutture sanitarie pubbliche e, in particolare, le unità operative di pronto soccorso di fornire dati e notizie relativi alla violenza contro le donne; istituisce un sistema integrato tra i Ministeri dell'Interno e della Giustizia per la rilevazione dei dati riguardanti la commissione di reati ascrivibili al fenomeno della violenza contro le donne, con particolare riguardo a quei dati che consentono di ricostruire la relazione esistente tra l'autore e la vittima del reato.

Perfeziona, inoltra, arricchendole di ulteriori dati informativi, le rilevazioni annuali condotte da Istat sulle prestazioni e i servizi offerti, rispettivamente, dai centri antiviolenza e dalle Case rifugio. La proposta di legge in oggetto si inserisce nel novero di interventi di questa legislatura volti a superare le suddette concessioni, al pari della “legge Codice rosso”, al pari dell'istituzione, al Senato, della Commissione d'inchiesta monocamerale sul femminicidio e, da ultimo, della mozione approvata all'unanimità a novembre 2021. Ribadiamo ancora una volta che la violenza sulle donne si combatte soprattutto attraverso un cambiamento culturale che educhi all'uguaglianza, alla tolleranza, al reciproco rispetto, già dall'infanzia, nelle formazioni sociali quali la famiglia e la scuola. Quindi, da una parte, appare necessario e doveroso un intervento a finalità preventiva che, alle prime avvisaglie e segnalazioni di violenza, protegga concretamente la donna e il suo nucleo familiare, oltre a pene severe e certe; dall'altra, è fondamentale individuare percorsi idonei per trasmettere un'educazione alla parità di genere alle generazioni presenti e future, a partire dall'età infantile, poi adolescenziale e adulta, per tutto il corso della vita, nell'ambito familiare, scolastico, universitario, lavorativo e sociale, al fine di garantire una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e l'educazione ai principi del diritto alla vita, all'integrità psicofisica, alla libertà personale e morale e alla sicurezza. Bisogna quindi porre attenzione anche agli uomini maltrattanti, coinvolgendoli e avviandoli a percorsi di cambiamento e di assunzione di responsabilità del loro agire, sia se il maltrattamento è fisico sia se è psicologico, economico, sessuale, in forma di stalking verso le donne e i figli. Bisogna anche sostenere economicamente progetti e protocolli delle prefetture, delle questure e delle associazioni dedicate agli uomini maltrattanti e rendere questi progetti strutturali.

Sono davvero orgogliosa di aver potuto oggi accogliere, qui in Parlamento, i rappresentanti di un liceo della mia regione, la Lombardia, il liceo San Francesco di Lodi, che, nell'ambito di un incontro con le istituzioni, ci hanno presentato una proposta di legge sulla introduzione all'educazione di genere nel sistema di istruzione, rilevando la grande sensibilità dei giovani al tema e la volontà di superare queste discriminazioni con una grande consapevolezza storica e sociale, in una prospettiva di prevenzione che parta dalla scuola e dalle famiglie.

Concludo, dicendo che la rilevazione dei dati è fondamentale, insieme alla capacità di avere indicatori adeguati agli obiettivi che ci poniamo. Avere quindi statistiche accurate e comparabili è importante per comprendere un fenomeno complesso come quello della violenza di genere, sia per portare avanti politiche adeguate sia per misurarne l'efficacia. Per questo annuncio il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. La proposta di legge che ci accingiamo ad approvare nasce dal lavoro della Commissione d'inchiesta sul femminicidio al Senato ed è volta a disciplinare la raccolta di dati e informazioni sulla violenza di genere esercitata contro le donne, al fine di monitorare il fenomeno ed elaborare politiche che consentano di prevenirlo e contrastarlo. È un testo largamente condiviso - come abbiamo visto poco fa - in Aula che rappresenta un importante tassello nella lotta contro la violenza sulle donne, andando a colmare le lacune esistenti nel nostro ordinamento in tema di raccolta di dati e di analisi statistica. Esso si inserisce nel percorso avviato dal nostro Paese per dare piena applicazione alla Convenzione di Istanbul ed è in continuità con gli obiettivi dei Piani d'azione straordinari contro la violenza sessuale di genere che si sono succeduti negli anni, da ultimo quello del 2021-2023 voluto fortemente dalla Ministra Bonetti, che ringraziamo per il prezioso lavoro svolto anche su questa legge. Le disposizioni contenute nel provvedimento ci consentiranno di conoscere e riconoscere la violenza contro le donne in tutte le sue forme e in tutti gli ambiti in cui viene esercitata. Infatti, anche in questo campo, per poter attuare…

Scusi, Presidente, ma non riesco proprio a parlare.

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi! Prego.

MASSIMO UNGARO (IV). Per poter attuare politiche adeguate è necessario leggere in maniera corretta il fenomeno e far sì che l'azione di Parlamento e Governo possa essere realmente efficace poiché basata su dati certi, completi e diffusi.

La violenza basata sul genere - lo sappiamo - è un fenomeno di carattere strutturale che esiste in tutte le società, attraversa tutte le classi sociali, le diverse culture e rinviene le sue radici profonde nel sistema patriarcale in una disparità di potere che ancora oggi qualifica le relazioni tra i generi. Un fenomeno molto complesso da combattere e anche da misurare che oggi resta in gran parte opaco e sommerso, negato e nascosto per paura o vergogna e che, spesso, si consuma all'interno delle pareti domestiche. Oggi, gli strumenti di analisi di cui disponiamo sono ancora insufficienti e le fonti risultano ancora inadeguate. Proprio avere statistiche comparabili e accurate, regolari e tempestive è una esigenza già da tempo avvertita, sia a livello istituzionale sia fra gli operatori del settore. Le statistiche sono necessarie anche per fare emergere la parte sommersa e i diversi tipi di violenza. Ci sono infatti forme di violenza più sottili da definire e più difficili da stanare, come, ad esempio, la violenza economica, di cui non conosciamo la dimensione e la pervasività. Ci sarebbe anche un altro tema di violenza, quello contro le donne con disabilità. Questo è anche oggetto dell'ordine del giorno, che è stato accolto dal Governo, della collega Noja che chiede anche al Governo - sono sicuro che lo farà quando metterà in azione questa proposta di legge - di raccogliere i dati disaggregati sui casi di violenza contro le donne con disabilità. Una condizione - lo sappiamo - peggiorata anche per le conseguenze socioeconomiche della pandemia e la perdita di lavoro e autonomia economica che ha riguardato molte donne.

L'importanza della connessione tra dati statistici sulla violenza di genere e politiche per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne è sancita, come dicevo, dalla Convenzione di Istanbul che, all'articolo 11, ritiene fondamentale che ogni Stato aderente si doti di strumenti in grado di effettuare un'analisi dei complessi fenomeni sociali che stanno a monte dello scatenarsi della violenza. È appunto con questa proposta di legge che noi attuiamo esattamente quello che prevede la Convenzione di Istanbul. Il testo prevede di realizzare ogni tre anni un'indagine campionaria riguardo alla violenza contro le donne. L'indagine deve essere organizzata dall'Istat e dal Sistema statistico nazionale (Sistan). L'indagine dovrà produrre stime anche sulla parte sommersa dei diversi tipi di violenza, anche sulla presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime e su atti persecutori in riferimento a comportamenti che contribuiscono a costituire reato, fino al livello regionale. Tale indagine dovrà essere composta dagli stessi quesiti previsti dall'indagine sulla sicurezza delle donne, una ricerca che l'Istat conduce dal 2006 a cadenza, però, non regolare nel tempo. Sarà compito del Ministro per le Pari opportunità integrarla con altri quesiti a seconda delle esigenze di rilevazione. La proposta di legge introduce inoltre un obbligo per gli uffici, gli enti, gli organismi e i soggetti pubblici e privati che partecipano all'informazione statistica di fornire i dati e le notizie per le rilevazioni previste dal programma statistico nazionale nonché di rilevare, elaborare e diffondere i dati relativi alle persone disaggregati per uomini e donne. Una disposizione importante è quella che introduce l'obbligo per tutte le strutture sanitarie pubbliche e, in particolare, per le unità operative di Pronto soccorso di fornire i dati e le notizie relative alla violenza contro le donne. Importante è poi anche l'istituzione di un sistema integrato tra i Ministeri dell'Interno e della Giustizia per la rilevazione dei dati riguardanti la commissione di reati ascrivibili al fenomeno della violenza contro le donne, con particolare riguardo a quei dati che consentono di ricostruire la relazione esistente tra l'autore e la vittima del reato. Si prevede anche che alle rilevazioni concernenti specifici reati siano apportate le opportune modifiche affinché vengano registrati i dati riguardanti la relazione tra l'autore e la vittima del reato, la loro età e genere e la circostanza del reato, attraverso l'emanazione di due appositi decreti del Ministero della Giustizia. Infine, si perfezionano le rilevazioni annuali condotte dall'Istat sulle prestazioni e i servizi offerti, rispettivamente, dai centri antiviolenza e dalle case rifugio, tra l'altro due tipi di enti che sono stati rifinanziati nell'ultima legge di bilancio.

Concludendo, in questi anni abbiamo messo in campo tante misure importanti di prevenzione, protezione e perseguimento dei colpevoli ma le notizie di violenze contro le donne continuano ad occupare le nostre cronache, restituendoci l'immagine terribile di una società in cui le donne subiscono violenza in casa, sul lavoro e in tutti i luoghi e contesti in cui intendono realizzarsi. La strada affinché le donne possano essere e sentirsi finalmente libere dalla violenza è ancora lunga e, fino a quando le donne continueranno a subire violenza, noi non avremo finito di compiere il nostro lavoro di legislatori, perché un Paese che non sconfiggere la violenza sulle donne è un Paese che non ha futuro. Oggi, con questo provvedimento, aggiungiamo un altro pezzo importante al nostro ordinamento e per questo motivo che annuncio il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paola Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo provvedimento, non a caso, inizia il suo iter al Senato due anni fa, il 25 novembre, giorno contro la violenza sulle donne. Quindi, esplica un significato valoriale totale nell'iter, nella predisposizione dei commissari della Commissione di inchiesta sul femminicidio, nella condivisione che, per fortuna, riesce ad affermarsi attorno a questo provvedimento, lo abbiamo visto, anche poco fa, nella votazione degli articoli.

Si tratta di un ulteriore strumento per raccordare e connettere tutte le iniziative legislative fatte in questo campo. Questo riguarda il flusso informativo, che è molto importante, perché chi opera in questo settore possa, in maniera precisa e puntuale, accumulare dati e, naturalmente, cercare risolvere i problemi e le situazioni. L'obiettivo di questo provvedimento è di colmare un vuoto, una criticità per l'assenza di dati e di banche dati che possano connettersi tra loro con facilità, sia in Italia che in Europa.

È molto importante selezionare questi dati, elaborarli e metterli a sistema, migliorando proprio la struttura che deve rendere operativi gli organi preposti al contrasto della violenza sulle donne. Quindi, vanno elaborati criteri di rilevazione che devono essere omogenei e vincolanti, tra i quali la cadenza triennale delle ricariche di campionatura dell'Istat e la cadenza biennale delle indagini dei centri antiviolenza e delle case rifugio. Esiste, e si sa, una violenza domestica molte volte poco percepibile. Questa violenza domestica, molte volte, ha tanto sommerso, ha tante situazioni che non si possono verificare con facilità; ed è qui che i dati sono importanti, ed è qui che le informazioni diventano fondamentali.

Atti di violenza che scivolano e si nascondono in lesioni, percosse, titoli di reato che, se non approfonditi, possono appartenere alla classificazione delle violenze in generale. Ma, attenzione, se si va ad approfondire, queste sono non violenze in generale, ma violenze di genere, violenze contro la donna. È come cercare di analizzare la punta dell'iceberg, e, per fare questo, ci vogliono dati di natura sanitaria e giudiziaria da esaminare a livello interministeriale. Vediamo coinvolti il Ministero dell'Interno, il Ministero della Giustizia e il Dipartimento delle pari opportunità. È giusto e logico che questi Dicasteri si connettano tra loro per cercare di elaborare questi dati, ognuno per la propria competenza.

Abbiamo le politiche di prevenzione e contrasto: prevenzione e contrasto sono le due parole, i due pilastri che sostengono questo provvedimento. La prevenzione è importantissima; tutti sanno che, molte volte, salvare una donna è una lotta contro il tempo, perché si manifestano minacce, si manifestano situazioni pericolose nei giorni precedenti, e poi, purtroppo, quando l'assassino agisce, quando l'aguzzino interviene, è troppo tardi. Non possiamo più permettere sulla nostra coscienza di dire che è stato troppo tardi, ed è per questo che il flusso informativo è veramente molto importante. Prevenire e contrastare, cercare di capire anche gli scenari in cui avvengono queste violenze, a tutela dei minori. I minori spesso assistono impotenti a scene violente e ne portano le conseguenze per tutta la loro vita. Questa situazione si è aggravata ancora di più durante la pandemia da COVID, durante il lockdown, quando le donne sono state costrette a rimanere in casa con i loro persecutori. Infatti, in questo periodo, sono diminuite le denunce, sono diminuiti i ricorsi e gli appelli di aiuto alle case rifugio. Questa situazione, sicuramente, deve essere normalizzata, bisogna riportarla alla normalità.

L'articolo 1 - lo abbiamo visto - delinea gli obiettivi di questa legge contro la violenza di genere. Abbiamo poi, naturalmente, tanti tipi di violenza che si possono contenere e contrastare con l'afflusso e l'elaborazione dei dati: la violenza fisica, ma anche la violenza psicologica ed economica. Non dimentichiamoci che spesso la donna viene isolata dal contesto sociale, la donna viene messa in una condizione di inferiorità economica per poterla poi sradicare dalla propria comunità e colpire. Questo è molto evidente. La violenza economica e la violenza psicologica possono essere frenate, se si studiano i dati, se si studiano questi flussi. Ecco l'obiettivo di questo provvedimento, ecco perché è importante intervenire per risolvere questa questione, che è meno visibile, ma è devastante nel processo di demolizione mentale della vittima. È un predominio economico che dobbiamo assolutamente cercare di risolvere.

Così come è importante l'articolo 4, che parla delle strutture sanitarie e dei pronto soccorso; luoghi di vitale importanza, da cui devono essere sempre più circostanziati i dati che arrivano; luoghi dove spesso la vittima arriva frastornata e spaventata. È qui che bisogna fare in modo che si abbiano maggiori dettagli sulle tipologie di violenze e sulle circostanze in cui queste violenze si sono verificate.

Abbiamo poi tutta la problematica relativa alla fase iniziale della denuncia della vittima. Quello è un momento cruciale: la decisione di denunciare, di aprirsi, deve essere accompagnata da personale formato che aiuti la donna a denunciare, a querelare, assolutamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è un momento molto importante. Alla fine, è proprio lì che inizia l'iter di liberazione della persona oppressa. Mettiamo, quindi, le persone, le donne a proprio agio, e cerchiamo di farlo, facendo sì che siano sempre meno traumatizzante. Alla fine, ci sono i centri antiviolenza e le case di rifugio: pur mantenendo l'anonimato dei dati, devono saper fornire dati e informazioni alle persone in difficoltà che arrivano, spesso anche straniere, persone che hanno con sé minori e che non sanno dove collocare. Questi centri antiviolenza hanno una funzione molto importante, che, come dicevo prima, purtroppo, in pandemia, ha fatto dei passi indietro. Quindi, questi dati vanno analizzati, differenziati e messi a sistema, per poter avere un sistema ancora più efficace, snello e immediato. Come dicevo prima, è importante l'immediatezza, la velocità. Questo dipende anche dal lavoro dei magistrati, dal lavoro delle Forze di Polizia, ma, se si hanno informazioni e dati selezionati, è molto più facile cercare di contrastare questi atti violenti.

In conclusione, credo che questa sia una questione molto complessa, che coinvolge tutti, va affrontata con puntualità e precisione. Rimane un'emergenza sociale, collettiva e condivisa, e non è sicuramente un fatto privato, da scaricare sulle spalle delle vittime.

Per questo Fratelli d'Italia, come ha già fatto in Senato, si impegna a votare a favore di un provvedimento che potrebbe essere, e speriamo lo sia, un tassello importante per contrastare la violenza di genere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Il testo che stiamo per votare è volto a disciplinare la raccolta di dati e informazioni sulla violenza di genere, al fine di monitorare il fenomeno ed elaborare politiche che consentano di prevenirlo e contrastarlo. Si tratta di un provvedimento strategico e fondamentale per la prevenzione della violenza contro le donne, la protezione delle vittime e la punizione degli autori, in linea, finalmente, con le disposizioni contenute nella Convenzione di Istanbul del 2011, che l'Italia ha ratificato con la legge n. 77 del 2013. Possiamo definire questo testo come un primo necessario passo per poter mettere in campo politiche serie ed efficaci, volte a contrastare questo fenomeno, e, certamente, non si può procedere senza la raccolta di dati scientifici.

Finalmente, saremo in grado di avere indicatori per descrivere la violenza di genere e raccogliere i relativi dati statistici.

Questo è certamente un chiaro segnale volto a colmare il grave ritardo italiano riguardo alla mancanza di maggiori e più complete informazioni statistiche ufficiali sul fenomeno della violenza subita dalle donne, che è stato più volte sottolineato dalle istituzioni europee. Sono anni e anni che le richieste della Corte di Strasburgo e del Comitato dei Ministri vengono ignorate, nonostante le raccomandazioni sia della Convenzione di Istanbul sia del rapporto del Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica del Consiglio d'Europa, pubblicato all'inizio del 2020, nonché dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere.

Nella legislazione italiana manca ancora una vera e propria definizione di violenza di genere, ma i princìpi volti a contrastarla sono comunque previsti nella nostra Costituzione. Può venirci in aiuto proprio la Convenzione di Istanbul che, all'articolo 3, designa la violenza nei confronti delle donne come violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione “comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata”. La Convenzione ci indica anche le strategie per raggiungere l'obiettivo di eliminare ogni forma di violenza nelle relazioni di genere. Tra queste, troviamo la protezione delle vittime che, purtroppo, in Italia ancora non è sempre garantita perché, vuoi per retaggi culturali, vuoi per carenze organizzative, risulta più facile credere all'uomo violento che non alla donna che subisce violenza, tanto che le stesse non vengono credute e le denunce di violenza domestica spesso vengono archiviate. I risultati li possiamo leggere nei dati allarmanti che riguardano i femminicidi nel nostro Paese. Il 2021 è stato un anno nero per quanto riguarda la violenza sulle donne: 76 gli uomini che hanno ucciso 76 donne, ex compagne, ex mogli, donne che li hanno rifiutati. Descriviamo la situazione per quella che è. Dichiariamo non solo quante sono le vittime, ma soprattutto chi sono i responsabili. Se nel 2021 è stato registrato un aumento del 10 per cento dei femminicidi, nel periodo compreso tra gennaio e ottobre le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e dei divieti di avvicinamento e i casi di revenge porn registrano un aumento del più 45 per cento. Insomma, nonostante l'entrata in vigore nel 2019 del Codice rosso, la piaga non accenna ad arginarsi in alcun modo e il 2022 non promette bene. Infatti, ad oggi, dobbiamo già registrare 17 femminicidi.

Per punire i responsabili ed eradicare il più possibile questo fenomeno servono interventi e investimenti su tutti gli attori che si trovano a dover prevenire e gestire la violenza: servizi di polizia, giudiziari, sociali, agenzie per la protezione dell'infanzia e operatori sanitari. Insomma, grazie a questo testo si potrà fornire una prima risposta unitaria alla violenza e potremo finalmente sapere le reali dimensioni di questo odioso fenomeno. Questa proposta di legge si colloca, dunque, proprio in tale direzione, in quanto si propone di garantire la raccolta dei dati e la predisposizione di statistiche che soddisfino criteri di elevata qualità, correlati agli obiettivi specifici perseguiti.

Come anticipato, fra le diverse disposizioni contenute nel provvedimento che ci stiamo accingendo a licenziare ritengo di particolare rilievo quella contenuta nell'articolo 2, che dispone circa l'informazione statistica ufficiale sulla violenza di genere, prevedendo alcuni obblighi generali di rilevazione e raccolta delle informazioni statistiche. Ad oggi, i dati non rappresentano adeguatamente la violenza di genere contro le donne, sebbene stalking, violenza sessuale e maltrattamenti possano certamente essere considerati reati spia. Questo è il principale obiettivo perseguito, per cui voteremo convintamente. Abbiamo sempre lamentato la carenza di sistemi informativi che dialogassero tra loro, anche per tutelare i figli delle vittime. In tal senso, questa proposta di legge impone al Ministro dell'Interno e al Ministro della Giustizia di introdurre nei rispettivi sistemi, tra le altre, informazioni sulle relazioni tra vittima e autore del reato per misurare adeguatamente questo tipo di violenza. È un passo avanti per una maggiore tutela delle donne e dei loro figli. Tuttavia, è necessario fare di più, al fine di rendere più efficace l'attività di contrasto e prevenzione di questa piaga, che, nonostante i reiterati interventi del legislatore, continua a dilaniare, quasi endemicamente, il nostro Paese. Approfitto di questa occasione per sollecitare altri temi che dovranno essere affrontati, in una positiva sinergia tra le istituzioni che renda la tutela delle donne vittime di violenza di genere sempre più concreta e immediata e, dunque, efficace. Consideriamo questo provvedimento un ottimo punto di partenza, ma continuiamo a impegnarci senza indugi perché gli indugi sono vite perse, famiglie distrutte e perché ce lo chiedono migliaia di donne, di minori, di cittadini di oggi e di domani. Pensiamo, ad esempio, all'implementazione delle risorse per l'intero sistema di prevenzione e semplificazione. Pensiamo, ancora, che è necessario avere una mappatura nazionale dei centri e delle case rifugio per ottenere un efficiente governance, a livello territoriale, dei sistemi di finanziamento, con particolare riguardo alla distribuzione delle risorse nazionali e regionali.

Gli oltre 20 milioni di euro di dote aggiuntiva introdotta dal Parlamento, volta a rafforzare il “pacchetto donna” della manovra di bilancio per l'anno 2022 e con novità che riguardano sia il fronte della parità nel lavoro sia il contrasto alla violenza, sono un'ulteriore goccia nel mare della problematica della violenza contro le donne. È in tal senso che mi sono battuta, proprio durante l'esame di questa legge di bilancio, per attivare altri strumenti concreti, per fornire percorsi di assistenza legale gratuita alle donne vittime di violenza e maltrattamenti su tutto il territorio nazionale tramite l'istituzione di un Fondo di assistenza legale per le donne vittime di violenza e maltrattamenti, finalizzato a sostenere le azioni in sede giudiziaria e nella fase preliminare dell'avvio delle stesse, ivi compreso l'eventuale ricorso a consulenza in ambito civilistico e/o consulenza di parte. È uno strumento che si dovrebbe affiancare, completandolo, al gratuito patrocinio, ciò perché difendersi in questa tipologia di procedimenti costa molto e i bassi livelli reddituali che consentono l'accesso al gratuito patrocinio non garantiscono tutte le donne vittime di violenza e, con esse - non dimentichiamolo mai -, i loro figli.

Ancora penso che sia necessario implementare i punti più deboli del Codice rosso, che pure è stato un altro passo avanti. Sono giusti i tre giorni come tempo della denuncia perché arrivi sul tavolo del pubblico ministero ma non è giusta la lentezza del procedimento, perché è il momento in cui la donna è più esposta alle violenze e alle ritorsioni. Pensiamo a intervenire per evitare i processi di vittimizzazione secondaria, riducendo la drammatica persistenza di pregiudizi culturali o stereotipi sessisti nelle aule dei tribunali, nella rappresentazione dei media e nel più ampio contesto sociale, che conduce a vittimizzazione, nuovamente, le donne che hanno già subìto violenza, esponendole a un ulteriore trauma e ostacolando la giustizia. Molto potremmo dire ancora, ma il messaggio vuole essere questo: non ci fermiamo, colleghi e colleghe.

Quello della violenza contro le donne non è un fenomeno da ricordare nell'occasione del 25 novembre o dell'8 marzo oppure in concomitanza dei troppi fatti che ci restituisce quasi quotidianamente la cronaca nera. L'ONU ha definito quello della violenza contro le donne un flagello mondiale, in ragione della sua diffusione in tutti i Paesi, Italia inclusa, un fenomeno barbarico che ha raggiunto dimensioni preoccupanti, perché non comprende solo l'aggressione fisica ma include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze e persecuzioni di vario genere, fino a sfociare nella forma estrema e drammatica del femminicidio. Noi abbiamo il dovere di non essere timidi nelle azioni di contrasto perché “ciò che spaventa di più non è la violenza dei cattivi quanto l'indifferenza dei buoni”, per citare Martin Luther King. Noi dobbiamo essere i buoni e a noi spetta il dovere di non spaventare. Agiamo e continuiamo ad agire. Annuncio, quindi, il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cecilia D'Elia. Ne ha facoltà.

CECILIA D'ELIA (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, questo testo, che oggi andiamo ad approvare, è frutto di un lavoro unitario fatto al Senato (prima firmataria Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio). È un lavoro importante e per questo abbiamo voluto approvarlo senza modifiche. È un testo importante, perché interviene su due aspetti su cui siamo indietro: da un lato, la definizione di che cos'è violenza, che cosa intendiamo per questo fenomeno; dall'altro, la dignità da dare alle statistiche di genere, su cui questo Paese ha ancora passi avanti da fare.

Di cosa parliamo quando parliamo di violenza di genere? In parte lo sappiamo perché la Convenzione di Istanbul - anche quella è stata ratificata, in modo unitario, da questo Parlamento nel 2013 - ci dice che è una violazione dei diritti umani, una forma di discriminazione contro le donne, manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi. Quindi, sottolinea la Convenzione, ha una natura strutturale la violenza nella nostra società. Di questo dato strutturale noi conosciamo pochissimo, cioè solo ciò che emerge, e troppo spesso ci accontentiamo di gridare all'emergenza e non di guardare, invece, alle radici. Sappiamo davvero ben poco.

Nel 2007 la Ministra Barbara Pollastrini commissionò la prima indagine dell'Istat - era il Governo de L'Ulivo - sulla violenza, per andare oltre i dati offerti solo dalle denunce, che, come sappiamo, sono solo una piccola parte, purtroppo, di questo fenomeno, o dalle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.

Ebbene, si scoprì - e fu uno shock - che 6.743.000 donne, tra i 16 e i 70 anni, avevano subito una qualche forma di violenza nella loro vita. Fu uno shock scoprire quanto è diffusa la violenza. Proprio per questo la Convenzione ci chiede di mettere in campo politiche integrate e globali, per affrontarla da più aspetti. Anche nel dibattito generale su questa legge, abbiamo parlato di quanto siano importanti le quattro “P”. Abbiamo fatto molto dal punto di vista penale, abbiamo cambiato, insieme, le norme. Con questa legge ci diamo uno strumento importante per conoscerla, introduciamo innovazioni, come l'obbligo per gli uffici e per gli enti di fornire dati disaggregati per uomini e donne, l'obbligo per la sanità di fornire i dati sulle violenze che arrivano nei pronto soccorso, costringiamo - e dico costringiamo, perché spesso per gli uffici è così difficile fare un lavoro integrato - a un sistema integrato Interno e Giustizia, nella rilevazione dei dati dei reati, anche per capire quella relazione così delicata che ci può essere fra autore e vittima, anche in reati che non immediatamente risultano violenza di genere, e questo è molto importante, come è importante che questo testo rafforzi il lavoro fatto dall'Istat con i centri antiviolenza. Da domani, il Piano antiviolenza avrà uno strumento in più, anticipiamo anche una norma che sarebbe necessario avere a livello europeo, sulle statistiche di genere sulla violenza e facciamo come Paese, complessivamente - e abbiamo constatato quanto questo sia importante quando abbiamo discusso di PNRR, di disoccupazione delle donne e di come intervenire su questo aspetto -, un passo in avanti sulle statistiche di genere, che devono avere pari dignità rispetto alle statistiche economiche; i dati danno forma e misura alla realtà, è molto importante capire la natura e il modo in cui sono prodotti e pensati, per questo chiediamo di indagare su quei dati; passiamo dal racconto basato sulla percezione alla misura della realtà; i dati, solo i dati ci hanno mostrato quanto sia vero quello che era uno slogan delle donne, ossia che il violento ha le chiavi di casa, che la violenza, purtroppo, è spesso messa in atto da uomini di cui le donne si fidano, con cui vivono, l'abbiamo visto anche nel lockdown. Conoscere per contrastare, per combattere gli stereotipi nella cultura, stereotipi che spesso colpiscono anche le donne che hanno coraggio, che si fanno forza e che denunciano, che trovano un muro, che vengono giudicate troppo spesso, loro - e non chi ha agito violenza - e che vengono giudicate anche dalla stampa troppo spesso, loro (e non chi ha agito violenza).

Io penso che noi, qui, dobbiamo sapere che attorno alla violenza dobbiamo sempre più mettere al centro del discorso chi la compie, l'uomo, l'autore e chiedere un grande cambiamento culturale; il genere non riguarda le donne, non c'è un grande insieme neutro e, poi, un sottoinsieme genere fatto dalle donne, il genere riguarda uomini e donne, il genere riguarda tutti e la violenza è una ferita nella nostra convivenza, vi è bisogno di una rivolta culturale e le ragazze e i ragazzi questo l'hanno capito, se penso a quello che sta succedendo nelle nostre scuole, ad esempio, a quello che sta succedendo in questi giorni a Siena, ma anche a quanto avvenuto a Castrolibero; i ragazzi e le ragazze la trovano ormai intollerabile, è intollerabile convivere con la violenza, e questo convincimento è una grande risorsa, lo ha ricordato il Presidente Mattarella, il giorno del suo insediamento, declinando la parola dignità; dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga, che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell'educazione e dell'esempio.

Il Partito Democratico voterà a favore di questo testo, perché oggi facciamo un passo in più per prevenire e contrastare questa piaga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. La prima cosa che vogliamo dire è che abbiamo attraversato una pandemia, ora attraversando una crisi internazionale una guerra e sempre il prezzo più alto lo hanno pagato, e lo stanno pagando le donne, insieme ai loro figli. Sempre, quando c'è una crisi, gli effetti più drammatici si riversano sulle donne, questo è probabilmente un effetto praticamente inevitabile delle grandi crisi, ma ciò che, invece, è evitabile – anzi, diciamolo, è inaccettabile - è che, nel nostro Paese, nel 2022, siano comunque ancora e sempre le donne a pagare il prezzo più alto, e ciò indipendentemente dalle crisi o non crisi sistemiche, perché ormai la violenza di genere non è più un'emergenza, è una costante, una terribile, tragica costante, che ha portato, nel solo 2021, a 102 femminicidi, di cui 86 operati in ambito affettivo e 59 per mano del partner o dell'ex partner. Alcuni, ogni tanto, sollevano il tema: perché parlate di femminicidio? È omicidio, punto; è omicidio di una donna, perché tipicizzate? Anche io non sono una fan delle tipicizzazioni, ma lo chiamiamo femminicidio perché è un fenomeno tristemente tipico – scusate, colleghi di Forza Italia –, è un fenomeno tristemente tipico.

Dai dati Istat del 2018 risulta che 8 donne su 10 conoscevano il proprio assassino e in più della metà dei casi questo era il partner o l'ex partner, mentre solo il 2,4 per cento degli uomini risulta ucciso dal partner e non si registrano casi di uomini uccisi dalla ex; l'omicidio di un uomo avviene per lo più in un contesto pubblico, aperto in luoghi esterni, mentre la donna è, per lo più, uccisa in ambito domestico, intra-familiare; questo significa che il femminicidio è anticipato da atti di violenza occulti, al chiuso, sconosciuti. E, allora, lo scopo di questo provvedimento - che, ricordiamocelo, è frutto del lavoro di una Commissione d'inchiesta, è stato votato all'unanimità al Senato, e noi auspichiamo che succeda anche qui -, è appunto quello di far emergere il dato della violenza, far emergere i numeri, i dati la qualità, le tipicità della violenza, attraverso i pronto soccorso, le Forze dell'ordine, le questure, i centri antiviolenza, a far confluire questo dato in un'unica banca dati e riversarlo sugli operatori che devono agire sulla prevenzione, in primis i Ministeri competenti. Quindi, non sono solo dati, non sono solo numeri, è un approccio scientifico. Poi, certo, noi della Lega non consideriamo questo un provvedimento risolutivo, non consideriamo la raccolta dei dati come un elemento risolutivo; è importante, ma non risolutivo; noi siamo stati i primi artefici del Codice rosso, che ha introdotto un principio rivoluzionario e cioè che la donna, a tre giorni dalla denuncia, venga presa in carico dal magistrato, e crediamo, in questo senso, che l'obiettivo semmai, oltre a questo, dovrebbe essere rafforzare questo principio, per esempio accelerando i processi relativi alla violenza di genere, perché è durante l'arco temporale del processo che la donna è più vulnerabile e che spesso ci sono atti più gravi compiuti dal partner dall'ex partner.

Crediamo in un potenziamento per le Forze dell'ordine, perché le Forze dell'ordine, con i loro protocolli - ne cito uno per tutti; a Milano c'è un protocollo che ormai è di eccellenza –, sono impegnate, anzi impegnatissime su questo tema, ma hanno anche altri reati da perseguire e da valutare, hanno la difesa della sicurezza interna, in generale e, quindi, devono essere sostenute in questa battaglia. E, poi, c'è l'approccio culturale; per mano della Lega, grazie alla Lega è stata introdotta nelle scuole l'ora obbligatoria di educazione civica; perché non pensare, ad esempio, a un'ora obbligatoria in cui si insegni la parità di genere, nella quale si insegni ai bambini il rispetto, in cui si insegni ai bambini che le donne non sono un oggetto e in cui si insegni alle bambine la cultura della non rinuncia, del non fare un passo indietro, del non rinunciare a nulla, del fatto che non sono in niente meno di un uomo.

Concludo, Presidente, dicendo che voteremo convintamente a favore di questo provvedimento, ma siamo, purtroppo, consapevoli del fatto che anche oggi, in quest'Aula, dopo questo voto, dopo tutti i passi importanti che abbiamo fatto ed i provvedimenti importanti che abbiamo varato, se ancora, in questi tempi, c'è una vittima ogni tre giorni, noi tutti non abbiamo centrato l'obiettivo. Dobbiamo centrarlo, dobbiamo porre fine a questo dramma sociale e ritrovarci il prossimo anno, in occasione del 25 novembre, a dibattere di parità salariale, di donne nelle posizioni dirigenziali, di sostegno alle madri lavoratrici, ma non, per favore, di femminicidi, perché finalmente ci saremo impegnati per eliminarli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Palmisano. Ne ha facoltà.

VALENTINA PALMISANO (M5S). Grazie, Presidente. Gentili colleghi, ci apprestiamo oggi a votare la proposta di legge, già approvata dal Senato, che disciplina e razionalizza le statistiche in materia di violenza di genere. Un tema, devo dire, molto caro al MoVimento 5 Stelle, perché si supporta con dati scientifici la lotta alla violenza sulle donne. È una lotta portata avanti con forza dal nostro Ministro Bonafede fin dall'approvazione del “Codice rosso”, nel quale sono state inserite misure fondamentali quali, ad esempio, quella relativa alla corsia preferenziale da assicurare alle donne vittime di violenza per dare loro una risposta celere e concreta, al fine di scongiurare un'eventuale aggravarsi della situazione, o quella relativa alla formazione degli operatori che entrano in contatto con la donna vittima di violenza, soprattutto nelle prime ore dal verificarsi della condotta criminosa.

Quello oggi al nostro esame è, infatti, un provvedimento strategico, che si inserisce esattamente in questo contesto e che ha la finalità di prevenire fenomeni di violenza e di proteggere le vittime. Sappiamo, infatti, quanto siano importanti i dati statistici nella comprensione di qualsiasi fenomeno, a maggior ragione in un ambito così delicato e complesso quale quello della violenza sulle donne. Quindi, avere questi dati, monitorarli, studiarli è importante per poter attuare politiche adeguate ed efficaci.

La collega Stefania Ascari ha portato avanti questa battaglia, dal “Codice rosso” all'approvazione della “legge Saman Abbas”, fino ad arrivare ad oggi, all'approvazione di questo importante provvedimento. La proposta che stiamo per votare, infatti, si pone il duplice obiettivo di conoscere per capire e di apprendere per prevenire. Quando parliamo di violenza di genere ci riferiamo, infatti, a una pluralità di condotte prevaricatorie di diversa natura, esercitate nei confronti di una persona per il solo fatto dell'appartenenza a un genere, per l'essere donna, appunto. Rispetto alle statistiche normali attualmente utilizzate, che ci forniscono dati relativi, ad esempio, solo al numero delle donne uccise, questa proposta di legge prevede un nuovo meccanismo, un nuovo tipo di monitoraggio, più dettagliato, più complesso, in cui si raccolgono dati relativi, ad esempio, all'età, al contesto sociale nel quale vive la donna, al grado di istruzione dell'autore del reato, all'arma utilizzata e al momento in cui si verifica l'uccisione, ad esempio se si verifica in fase di separazione della coppia o di riavvicinamento della coppia. Tutti questi dati forniranno un quadro completo, che include anche, se vogliamo, l'aspetto motivazionale del femminicidio, il suo contesto sociale e personale, in modo da consentire allo Stato di porre in essere tutte quelle tutele, quelle difese necessarie a proteggere la donna e a cercare di prevenire queste tragedie.

Questo nuovo meccanismo, unito, quindi, al percorso già iniziato con il “Codice rosso”, consentirà di fornire maggiore protezione alle donne, soprattutto dal punto di vista preventivo, come hanno detto anche i colleghi prima di me. Ad esempio - entrando più nel merito del provvedimento - disporremo di una raccolta dati dal pronto soccorso e dalle Forze dell'ordine fino al coinvolgimento dei Ministeri, sia dell'Interno sia della Giustizia. Inoltre, l'Istat stilerà, ogni 3 anni, relazioni dedicate alla violenza contro le donne, che produrranno stime relative ai diversi tipi di violenza, anche rispetto, ad esempio, alla presenza sul luogo del reato dei figli dell'autore o delle vittime.

Le strutture sanitarie pubbliche, in particolare le unità operative di pronto soccorso, avranno l'obbligo di fornire dati e notizie relativi, appunto, alla violenza contro le donne. Questo che cosa significherà? Significherà poter intervenire prima che sia troppo tardi, significherà far emergere con evidenza tutti quegli accadimenti che, spesso, vengono giustificati dalle vittime con i più disparati racconti.

Con il provvedimento in esame riusciremo così a garantire un flusso informativo cadenzato per riuscire ad assicurare un effettivo monitoraggio del fenomeno, con una finalità preventiva e, aggiungerei, anche di evoluzione culturale all'approccio del fenomeno della violenza di genere. Sappiamo, infatti, quanto sia fondamentale agire principalmente sulla coscienza comune, sull'educazione alla parità di genere. Le relazioni che spesso ci vengono fornite dalle aule dei tribunali, come dai mass media, sono lo specchio di una società che stenta a fare quel passo in più a livello culturale, che continua a trovare attenuanti sull'uomo e a colpevolizzare la donna. Per questo dobbiamo incidere sull'educazione nelle scuole, sulla formazione degli operatori che hanno a che fare con le donne che subiscono violenze. Ecco, avere dati scientifici e statistici completi e integrati tra loro servirà anche ad implementare questo aspetto. Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2805​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2805: S. 1762 - "Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 27 aprile 2022, il deputato Massimo Enrico Baroni, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire alla componente politica “Alternativa” del gruppo parlamentare Misto.

Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Io capisco il momento, però tenderei a volere un po' di attenzione su questo caso. Presidente, era il 23 dicembre 2020 quando l'allora Ministro Di Maio dichiarò che Chico Forti entro qualche mese sarebbe rientrato nel nostro Paese. Chico Forti sono 22 anni che urla la sua innocenza da un carcere americano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dopo un processo lacunoso, pieno di fraintendimenti. Il trasferimento in Italia, Presidente, era cosa quasi già fatta, sulla base della Convenzione di Strasburgo del 1983. L'estradizione…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega Rizzetto, lei è iscritto a parlare negli interventi di fine seduta proprio su questo tema.

WALTER RIZZETTO (FDI). Vista l'attualità del tema, Presidente, in realtà faccio un intervento sull'ordine dei lavori e rinuncio all'intervento di fine seduta, se mi concede ancora veramente un minuto e mezzo.

Come dicevo, l'estradizione era cosa fatta e noi di Fratelli d'Italia, ma spero tutto il Parlamento, vogliamo capire quale intralcio diplomatico, quale cavillo impedisca a un nostro connazionale di rientrare nel nostro Paese, al pari, ad esempio, Presidente, di un altro italiano, Andrea Costantino, carcerato a Dubai senza accusa formale né alcun interrogatorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Presidente, noi non siamo giudici, non siamo avvocati, non siamo magistrati ma non siamo neanche scemi! A questo punto, Presidente, noi vogliamo capire perché il nostro connazionale Chico Forti non possa rientrare in Italia, dopo tanto di annunci di un Ministro; so che anche, soprattutto, il Ministro Cartabia negli ultimi tempi se ne è interessato.

Presidente, le chiedo, affinché lei si faccia tramite, con il Presidente Fico, di chiedere al Ministro Cartabia di venire qui, in Aula, per spiegarci il perché, con riferimento al nostro connazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), Chico Forti, da anni, si promette, attraverso via diplomatica, il suo rientro nel nostro Paese: non si parla di revisione del processo, si parla semplicemente di una persona che, sulla base della Convenzione di Strasburgo, deve venire in Italia perché è un suo diritto. Fratelli d'Italia - e chiudo ringraziandola - non mollerà questa battaglia, sperando che lo facciano anche tutti gli altri partiti che oggi compongono l'arco parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di maggio 2022.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di maggio 2022:

Lunedì 2 maggio (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3533 - Conversione del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, relativo al superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (da inviare al Senato – scadenza: 23 maggio 2022)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3437 - Modifiche all'articolo 7 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di termini per la presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e del disegno di legge del bilancio dello Stato alle Camere

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:

n. 3418 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021

n. 3441 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021 (Approvato dal Senato)

n. 3440 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021 (Approvato dal Senato)

n. 3324 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato)

n. 3323 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018 (Approvato dal Senato)

n. 3040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016 (Approvato dal Senato)

Martedì 3 (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 3 (ore 12.30)

Informativa urgente del Governo sulle ulteriori iniziative per contrastare l'aumento dei costi dell'energia

Martedì 3 (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 4 (ore 9.30-13.30 e 17.30-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 5 maggio (ore 9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 6 maggio)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3533 - Conversione del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, relativo al superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (da inviare al Senato – scadenza: 23 maggio 2022

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3437 - Modifiche all'articolo 7 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di termini per la presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e del disegno di legge del bilancio dello Stato alle Camere

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 3418 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021

n. 3441 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021 (Approvato dal Senato)

n. 3440 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021 (Approvato dal Senato)

n. 3324 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato)

n. 3323 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018 (Approvato dal Senato)

n. 3040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016 (Approvato dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 716-A – Modifiche alla parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica

Seguito della proposta di legge costituzionale n. 2238-A - Modifica dell'articolo 57 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica

Seguito dell'esame delle mozioni Cillis ed altri n. 1-00609, Incerti ed altri n. 1-00627, Meloni ed altri n. 1-00629, Viviani ed altri n. 1-00630, Spena ed altri n. 1-00631 e Ripani ed altri n. 1-00634 concernenti iniziative a sostegno del settore agroalimentare in relazione alla crisi ucraina

Seguito dell'esame delle mozioni Lupi e Schullian n. 1-00540, Vianello ed altri n. 1-00545, Masi ed altri n. 1-00614 e Binelli ed altri n. 1-00628 concernenti iniziative in materia di energia nucleare di nuova generazione

Mercoledì 4 maggio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 4 maggio (ore 16)

Informativa urgente del Governo sull'aumento dei pedaggi e sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25

Venerdì 6 maggio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 9 maggio (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3343 - Delega al Governo per la riforma fiscale (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2298 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Discussione sulle linee generali della mozione Nappi ed altri n. 1-00618 concernente iniziative per la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale

Discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative per destinare ulteriori risorse al contrasto della diffusione della peste suina africana (in corso di presentazione)

Martedì 10 maggio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 10 (ore 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 11 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 12 maggio (ore 9.30-13.30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3343 - Delega al Governo per la riforma fiscale (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2298 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Seguito dell'esame della mozione Nappi ed altri n. 1-00618 concernente iniziative per la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale

Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative per destinare ulteriori risorse al contrasto della diffusione della peste suina africana (in corso di presentazione)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 243-3357-A - Misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 183-B - Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato)

Seguito dell'esame delle mozioni Scerra ed altri n. 1-00586, Valentini ed altri n. 1-00610, Raduzzi ed altri n. 1-00620 e Lollobrigida ed altri n. 1-00632 concernenti iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea

Seguito dell'esame delle mozioni Biancofiore ed altri n. 1-00557, Maria Tripodi ed altri n. 1-00626 e Lollobrigida ed altri n. 1-00635 concernenti iniziative normative volte al ripristino della festività nazionale del 4 novembre per la celebrazione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1059-A/R - Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività

Mercoledì 11 maggio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 13 maggio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 16 (ore 10 e pomeridiana, con votazioni non prima delle ore 14 e con prosecuzione notturna), martedì 17 (ore 9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 18 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 19 maggio (ore 9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 20 maggio)

Esame del disegno di legge S. 2564 - Conversione in legge del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 20 maggio 2022)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Esame della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Ruggieri (Doc. IV-ter, n. 22-A)

Esame della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Donzelli (Doc. IV-quater, n. 2)

Mercoledì 18 maggio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 19 maggio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 23 maggio (antimeridiana e pomeridiana)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3475 - Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288 (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 306 e abbinata - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2098-2247-2392-2478-2540 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche

Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 1854, 3118 e abbinate - Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3423 - Ratifica ed esecuzione del Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese per una cooperazione bilaterale rafforzata, fatto a Roma il 26 novembre 2021

Martedì 24 maggio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 24 (ore 14)

Informativa urgente del Governo in vista del G7 dei Ministri dell'energia e dell'ambiente del 25-27 maggio 2022

Martedì 24 (ore 15.30-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) mercoledì 25 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 26 maggio (9.30-13.30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 27 maggio)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3475 - Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288 (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 306 e abbinata - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2098-2247-2392-2478-2540 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1854, 3118 e abbinate - Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3423 - Ratifica ed esecuzione del Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese per una cooperazione bilaterale rafforzata, fatto a Roma il 26 novembre 2021

Mercoledì 25 maggio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 27 maggio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 30 maggio (antimeridiana e pomeridiana)

Discussioni sulle linee generali del disegno di legge n. 3514 - Delega al Governo in materia di contratti pubblici (Approvato dal Senato)

Discussioni sulle linee generali della proposta di legge n. 1972 e abbinate- Interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza

Discussioni sulle linee generali della proposta di legge n. 2493-2804 – Disciplina del volo da diporto o sportivo

Martedì 31 maggio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 31 maggio (ore 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e mercoledì 1° giugno (ore 9.30-13.30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3514 - Delega al Governo in materia di contratti pubblici (Approvato dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1972 e abbinate- Interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2493-2804 – Disciplina del volo da diporto o sportivo

Mercoledì 1° giugno (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 3343, n. 2298 e abb., n. 3475, n. 306 e abb., n. 2098-2247-2392-2478-2540, n. 1854, 3118 e abb., n. 3423, n. 3514, n. 1972 e abb. e n. 2493-2804 sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente iniziative per destinare ulteriori risorse al contrasto della diffusione della peste suina africana sarà definita dopo la sua presentazione.

Il programma si considera conseguentemente aggiornato.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di intervenire il deputato Massimiliano De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. La scorsa settimana, in sede di audizione presso la Commissione parlamentare per la semplificazione, il Ministro Renato Brunetta, rispondendo ad una mia domanda, ha chiarito il motivo per il quale nel decreto-legge n. 24 del 2022, all'articolo 10, era stata prevista la proroga delle tutele per i lavoratori fragili che, grazie ad un emendamento di Fratelli d'Italia, era stata prorogata fino al 31 marzo 2022. Tuttavia, tale proroga, fondamentale per la tutela della salute dei lavoratori fragili e con disabilità, in sede di pubblicazione del decreto è stata eliminata. Il Ministro Brunetta aveva chiarito che il Governo correrà ai ripari con un emendamento.

Oggi, noi di Fratelli d'Italia, che abbiamo per primi sollevato il problema, possiamo sicuramente dirci parzialmente soddisfatti, dopo aver visionato la bozza della proposta avanzata dal Ministro, che proroga al 30 giugno 2022 le tutele per questi lavoratori. Tuttavia, l'errore commesso dal Governo si ripercuote sui più fragili anche se il Ministro ha precisato che l'errore è avvenuto per colpa della Ragioneria generale dello Stato che aveva chiesto di eliminare le tutele ai fragili in quanto richiedevano una copertura, non prevista, di 60 milioni di euro.

Il Ministro, che sappiamo essere molto sensibile ai temi in oggetto, ha precisato che quelle coperture richieste dalla Ragioneria generale dello Stato non erano invero necessarie. Dunque, dobbiamo ritenere che, per la seconda volta, sul tema dei lavoratori fragili la Ragioneria generale dello Stato abbia dato i numeri a casaccio e il MEF, fidandosi della Ragioneria stessa, ha chiesto l'eliminazione della tutela senza verificare la correttezza della sua pretesa, che si è così rivelata un danno e una beffa per tutti quei lavoratori fragili o con disabilità che sono rimasti senza tutela e sono obbligati a rientrare al lavoro in presenza, con tutti i rischi COVID connessi. Ma vi è di più. Dalla recente relazione della Corte dei conti sulla gestione dei fondi per la disabilità, riferiti al periodo pandemico del COVID, emerge ancora una volta come le coperture delle norme siano approssimative in quanto, poi, le regioni destinatarie delle somme non le hanno effettivamente assegnate a potenziali beneficiari.

Per questo motivo noi di Fratelli d'Italia chiediamo quindi al Ministro dell'Economia e delle finanze di venire in quest'Aula a spiegarci come sia possibile che la Ragioneria generale dello Stato abbia potuto commettere un errore tanto grave (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché il 30 aprile non ci sarà seduta - è un sabato - e, quindi, ho pensato fosse oggi l'occasione giusta per ricordare che ci sarà il quarantesimo anniversario dell'omicidio Pio La Torre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Parliamo dell'unico parlamentare in carica che è stato ucciso dalla mafia. È un anno particolare perché, nello stesso anno, a settembre, dopo l'omicidio di Carlo Alberto dalla Chiesa, fu approvata la legge Rognoni-La Torre che, di fatto, è l'architrave della legislazione antimafia nel nostro Paese; è quella che, di fatto, ha creato il 416-bis e la confisca dei beni mafiosi. È un anno di anniversari importanti perché ricorreranno anche i trent'anni delle stragi che ci hanno portato via Falcone, Borsellino e gli uomini della scorta ed è anche il sessantesimo anniversario della prima istituzione della Commissione antimafia di cui, voglio ricordarlo, Pio La Torre era un attivo componente. In una relazione di minoranza molto nota riuscì anche ad anticipare quello che poi sarebbe stato l'operato della magistratura. Non è l'unico caso in cui avviene qualcosa del genere nella Commissione antimafia, in cui il Parlamento anticipa poi l'attività giudiziaria. Questo credo sia molto importante perché la storia dell'antimafia è soprattutto parlamentare, prima che giudiziaria.

Con questo intervento adempio ad un obbligo morale come cittadino e come deputato perché, come testimonia la targa marmorea all'ingresso di Montecitorio che proprio ricorda l'omicidio di Pio La Torre, essa ci esorta a mantenere l'impegno a sostenere l'azione del Parlamento contro ogni forma di criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 29 aprile 2022 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 17,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 29 il deputato Capitanio ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 31 la deputata Biancofiore ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 38 la deputata Fregolent ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale T.U. pdl 1870 e abb.-A - em. 1.500 329 329 0 165 328 1 106 Appr.
2 Nominale articolo 1 336 335 1 168 335 0 106 Appr.
3 Nominale articolo 2 328 327 1 164 327 0 106 Appr.
4 Nominale em. 3.100 339 338 1 170 4 334 105 Resp.
5 Nominale em. 3.102 341 341 0 171 24 317 105 Resp.
6 Nominale em. 3.500 340 340 0 171 338 2 105 Appr.
7 Nominale em. 3.103 350 350 0 176 30 320 105 Resp.
8 Nominale em. 3.501 349 349 0 175 347 2 105 Appr.
9 Nominale em. 3.104 345 345 0 173 29 316 105 Resp.
10 Nominale em. 3.105 350 350 0 176 28 322 105 Resp.
11 Nominale articolo 3 350 349 1 175 343 6 104 Appr.
12 Nominale articolo 4 353 353 0 177 352 1 104 Appr.
13 Nominale em. 5.500 355 355 0 178 355 0 104 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 5 348 348 0 175 347 1 104 Appr.
15 Nominale em. 6.500 356 356 0 179 356 0 104 Appr.
16 Nominale articolo 6 358 358 0 180 358 0 104 Appr.
17 Nominale em. 7.500 359 359 0 180 359 0 104 Appr.
18 Nominale articolo 7 357 357 0 179 357 0 104 Appr.
19 Nominale articolo 8 360 360 0 181 360 0 104 Appr.
20 Nominale articolo 9 356 350 6 176 350 0 104 Appr.
21 Nominale odg 9/1870 e abb.-A/3 356 329 27 165 6 323 104 Resp.
22 Nominale odg 9/1870 e abb.-A/4 355 344 11 173 25 319 104 Resp.
23 Nominale odg 9/1870 e abb.-A/7 360 353 7 177 25 328 104 Resp.
24 Nominale odg 9/1870 e abb.-A/9 368 357 11 179 28 329 104 Resp.
25 Nominale odg 9/1870 e abb.-A/10 368 358 10 180 27 331 104 Resp.
26 Nominale T.U. pdl 1870 e abb-A - voto finale 387 384 3 193 384 0 100 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 38)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Moz. Gadda e a. n. 1-573 n.f. 372 372 0 187 372 0 99 Appr.
28 Nominale Moz. Bellucci e a. n. 1-619 rif. 376 376 0 189 376 0 99 Appr.
29 Nominale Moz. Bellucci e a. n. 1-619 p.II 366 362 4 182 32 330 99 Resp.
30 Nominale Moz. Dori e a. n. 1-636 rif. 370 370 0 186 368 2 99 Appr.
31 Nominale Pdl 2805 - articolo 1 308 308 0 155 308 0 113 Appr.
32 Nominale articolo 2 320 320 0 161 320 0 112 Appr.
33 Nominale articolo 3 320 320 0 161 320 0 112 Appr.
34 Nominale articolo 4 325 325 0 163 325 0 111 Appr.
35 Nominale articolo 5 323 323 0 162 323 0 111 Appr.
36 Nominale articolo 6 334 334 0 168 334 0 111 Appr.
37 Nominale articolo 7 333 333 0 167 333 0 111 Appr.
38 Nominale pdl 2805 - voto finale 309 309 0 155 309 0 107 Appr.