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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 680 di giovedì 21 aprile 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Battelli, Brescia, Butti, Casa, Cavandoli, Comaroli, Corda, Davide Crippa, D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Frusone, Gebhard, Gelmini, Invernizzi, Liuni, Losacco, Maggioni, Magi, Marin, Mura, Nardi, Occhionero, Pastorino, Rizzo, Romaniello, Serracchiani, Silli, Tateo e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 112, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Approfitto della disponibilità per accennare a un problema che si è verificato ieri e che, come al solito, ci ha costretto a svolgere i nostri lavori in Commissione in maniera convulsa. Dopo due anni dal disegno di legge - lo ricordo a me stessa -un anno per attendere il “maxi Cartabia”, lavori svolti in Commissione, Presidente, nell'arco di cinque ore e non di più (abbiamo forse lavorato due o tre giorni), ieri è arrivato un emendamento a firma della Commissione, ma in realtà, evidentemente, non si tratta di un testo della Commissione. Seppure il Presidente ieri, con un voto alquanto anomalo, abbia detto che l'emendamento è stato votato, comunque il tema è che quell'emendamento non è all'evidenza della Commissione, ma è un emendamento governativo. Aggiungo che, in realtà, non è nemmeno un emendamento governativo, ma è un emendamento scritto dagli apparati che supportano in questo caso il Guardasigilli. Presidente, lei comprende la mortificazione dei parlamentari. Io personalmente non ho potuto presentare subemendamenti perché a latere della nota fatta dal gruppo si richiedeva che l'eventuale presentazione di subemendamenti dovesse essere assistita da 29 firme o dalla firma del capogruppo.

La richiesta, Presidente, è che, per il suo cortese tramite, possa arrivare un appello a coloro i quali stanno esaminando e stanno provvedendo a revisionare e modificare il Regolamento della Camera.

Presidente, io oggi avrò 13 minuti per intervenire su un provvedimento di questa portata, un minuto per ogni emendamento; credo, volendo dividere il tempo, mezzo minuto per ogni emendamento e una discussione di un minuto; non ho avuto la possibilità di subemendare. Tutto questo non garantisce, non solo le minoranze, ma neanche, Presidente, gli indipendenti e chi, come me, è transitato al gruppo Misto per avere la forza di esprimere delle idee, anche quando è in dissonanza con il proprio gruppo, fedele alle proprie idee e fedele alla propria matrice culturale.

Le chiedo di essere clemente oggi nella conduzione dei lavori per garantire, non solo alle opposizioni, ma anche a chi come me rappresenta gli indipendenti di quest'Aula, di poter avere una voce di qualche contenuto nell'esame del provvedimento.

Quindi, a lei la cortesia di farsi portavoce con coloro i quali provvederanno alla modifica del Regolamento e a lei la cortesia di lasciarmi un poco di tolleranza, Presidente, perché altrimenti non possiamo fare nulla e non possiamo espletare il nostro mandato nel nome dei tanti elettori che ci hanno portato qui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Sullo stesso argomento, sull'ordine dei lavori. Sono costretto a ricordare l'impegno solenne che lei ha assunto, quando lei è stato eletto Presidente di questa Assemblea, a far rispettare la centralità del Parlamento, addirittura a esaltarla, non ammettendo forzature e strozzature del dibattito e non ammettendo modalità totalmente confusionarie e illogiche di portare avanti i lavori. Ora, dopo un anno, lo ha detto bene la collega Bartolozzi - perché il Governo si è preso un anno per presentare alcuni emendamenti a una legge delega, che già di per sé è uno strumento che dovrebbe esaltare il Parlamento, perché è il Parlamento che dà le linee guida al Governo su come poi sviluppare la delega -, ebbene, dopo un anno di tempo per fare questi emendamenti e dopo aver lasciato alla Commissione mezza giornata per votarli e per discuterli in fretta e furia - e non è la prima volta che ciò accade in Commissione giustizia -, se ne escono, mezz'ora prima della votazione degli emendamenti in Aula, con un altro emendamento che smentisce quello che loro stessi hanno fatto in Commissione! Quindi, da bianco passiamo a nero. Non è che tu fai un emendamento per sfumare un po' i dettagli e l'impianto rimane uguale, no, passiamo da bianco a nero: togli il sorteggio, metti il sorteggio, passa la cera, togli la cera. Adesso cosa farete? Domani rimetterete il sorteggio dei collegi? È una follia! È una follia! È un Governo ridicolo, che non ha una linea, non ha una visione, cambia la linea dall'oggi al domani, e domani cambierà di nuovo. A questo punto, chi ci può garantire che questo emendamento rimanga tale? Potrebbero presentarne un altro domani. E poi si lascia mezz'ora, un'ora, due ore, quello che è, ai parlamentari per presentare dei subemendamenti. Presidente Fico, ma questo le sembra un modo di lavorare in questo Parlamento, quando si affronta un tema così importante come la riforma della giustizia e del CSM? Noi dovremmo veramente capire cosa stiamo facendo e lavorarci con cognizione di causa. Invece qui arrivano dei cambi di linea, dall'oggi al domani, non si sa imbucati da chi, e noi siamo all'oscuro di tutto! Il Governo si è preso un anno, ha lasciato mezz'ora alle Commissioni e ora si prenderà un altro anno per sviluppare questa delega, che sta scrivendo a sua immagine e somiglianza, mentre il Parlamento annaspa. Io le chiedo, Presidente Fico, di far rispettare questo Parlamento al cospetto del Governo, perché, altrimenti, non ha più senso lavorare, veramente non ha più senso, chiudiamola e facciamo prima (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, non essendo ancora decorso il termine di preavviso di 20 minuti previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,42, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: “Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura” (A.C. 2681-A​) e delle abbinate proposte di legge: Ceccanti ed altri; Ceccanti ed altri; Zanettin ed altri; Rossello; Bartolozzi e Prestigiacomo; Dadone; Colletti ed altri; Dadone; Pollastrini ed altri; Sisto e Mule'; Zanettin e Costa; Costa; Costa (A.C. 226​-227​-489​-976​-989​-1156​-1919​-1977​-2233​-2517​-2536​-2691​-3017​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2681-A: “Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura” e delle abbinate proposte di legge nn. 226-227-489-976-989-1156-1919-1977-2233-2517-2536-2691-3017.

Ricordo che nella seduta del 19 aprile si è conclusa la discussione generale e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative ad essi presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per princìpi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine la deputata Giusi Bartolozzi è stata invitata a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Al riguardo faccio presente che, sulla base della costante prassi applicativa, ai deputati appartenenti al gruppo Misto non iscritti ad alcuna componente politica è consentita la segnalazione di un solo emendamento, prescindendo dal numero di articoli di cui si compone il provvedimento.

Nel caso di specie, tuttavia, a seguito di specifica richiesta avanzata dalla deputata Bartolozzi, con lettera in data 14 aprile scorso, la Presidenza, in considerazione del rilevante numero di articoli (quarantatré) e degli emendamenti presentati dalla stessa deputata (oltre centoquaranta), tenendo anche conto di quanto disposto dal comma 3 dell'articolo 85-bis del Regolamento, consente a tale deputata di segnalare tre emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, gli articoli aggiuntivi 6.06, 8.02, 11.01, 11.02 e 11.03 Delmastro Delle Vedove, già dichiarati inammissibili in Commissione.

Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, i seguenti articoli aggiuntivi, non previamente presentati in Commissione: 6.0200 Turri, volto a modificare i presupposti delle misure cautelari personali di cui all'articolo 274 del codice di procedura penale; 20.0200 Turri, che abroga integralmente il decreto legislativo n. 235 del 2012 recante il testo unico in materia di incandidabilità e divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna. Al riguardo, faccio presente che già in sede referente è stato dichiarato inammissibile un emendamento (28.3 Costa) nella parte in cui recava limitate soppressioni di disposizioni del medesimo decreto legislativo n. 235 del 2012.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile l'emendamento 1.4 Colletti che, nel sostituire integralmente la disciplina recata dal provvedimento, ricomprende l'intero testo in un unico articolo.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda l'articolo 1, i pareri sono tutti invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Intervengo sull'emendamento 1.4 Colletti, Presidente? Perché lei non ha detto qual è il primo emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.4 Colletti è inammissibile.

Siamo all'emendamento 1.6 Colletti, a pagina 7 del fascicolo.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). A questo punto, chiedo di intervenire sull'emendamento 1.6 Colletti.

PRESIDENTE. Prego.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Intanto devo dire che non sono minimamente d'accordo sulla scelta di non rendere ammissibile l'emendamento 1.4 Colletti, perché era perfettamente pertinente con il tema che stiamo discutendo oggi; anzi, l'emendamento 1.4 era veramente un'offerta a titolo gratuito a quest'Aula di una vera riforma del CSM.

Qui vedo veramente un festival dell'ipocrisia: pensare di contrastare il correntismo, scegliendo a sorte la composizione dei collegi, sarebbe stato un po' come - non lo so - voler combattere il diabete mangiando gelati e zucchero tutto il giorno, perché è chiaro che, quando tu componi i collegi a casaccio, magari mettendo insieme anche distretti del Nord e del Sud, ammazzi il voto di opinione e premi il voto organizzato.

Ora vi siete resi conto che questa cosa era una follia, una stupidaggine colossale e l'avete cancellata ieri, magari la rimetterete domani: passa la cera, togli la cera, togli il sorteggio, metti il sorteggio. Voi stessi vi siete resi conto che era una follia assurda prevedere questo sorteggio dei collegi. Noi, però, vi offrivamo la vera possibilità di fare una riforma del CSM che contrastasse le correnti attraverso il sorteggio temperato dei candidati, che era anche la linea che seguiva il MoVimento 5 Stelle prima di cambiare direzione; strano che il MoVimento 5 Stelle abbia cambiato linea perché di solito non lo fa mai, quindi veramente strano.

Noi veramente avevamo la possibilità di votare questo emendamento e non capisco perché non lo si possa fare, perché la Presidenza, dopo aver accettato e tollerato violazioni clamorose del dibattito parlamentare in Commissione, adesso ci impedisce anche di discutere qui, in Aula, questo emendamento.

L'emendamento 1.6 Colletti - quello che siamo costretti, nostro malgrado, a discutere adesso, perché l'emendamento 1.4 viene dichiarato inammissibile - prevede almeno di limitare il tempo per il Governo per svolgere questa delega, perché è veramente assurdo che il Governo ci abbia messo un anno. Il Governo è un organo collegiale, ma la Ministra Cartabia, ovviamente, ha un'elasticità di azione migliore rispetto al Parlamento, essendo una Ministra rispetto a 600 parlamentari, eppure ci ha messo un anno a presentare gli emendamenti. Poi, dopo averci messo un anno lei a presentare gli emendamenti, in Commissione è stata strozzata la dialettica parlamentare: si sono votati in mezza giornata tutti gli emendamenti e, ora, chiedono di avere un anno per sviluppare la delega, che, di per sé, dovrebbe essere uno strumento di competenza stretta del Parlamento, perché è il Parlamento che dà le linee guida al Governo.

Quindi, loro ci hanno messo un anno a fare gli emendamenti, hanno dato a noi mezza giornata per votarli, poi, si prendono un altro anno per sviluppare la delega e porteranno qui un decreto legislativo blindato, magari dandoci un'altra mezza giornata, poi, per valutarlo. Almeno, una cosa di buonsenso potrebbe essere che noi, per una volta, diamo un tempo limite al Governo e dicendogli “quattro mesi vanno più che bene per fare quello che dovete fare”. Tra l'altro, tra un anno questo Governo non ci sarà e voglio sperare che sia così. Sarebbe finalmente un bene per gli italiani che questo Governo fra un anno fosse un lontano ricordo. Quindi, quattro mesi bastano e avanzano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà. Deputato, non la trovavo, perché vedo che è in un altro posto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Cercavo di confonderla, Presidente.

PRESIDENTE. Si nasconde.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Cercavo di confonderla, d'altro canto è quello che il Governo tenta di fare con le opposizioni: confonderle. È evidente che, come Fratelli d'Italia, non ci possiamo che associare alla lamentela di chi ci ha preceduto. Come è possibile che, di fronte alla vastità, alla profondità, all'estensione, alla magnitudine della scossa tellurica determinata dalle propalazioni di Palamara, di fronte ad un progetto di riforma del funzionamento del Consiglio superiore della magistratura, sia dichiarato inammissibile un emendamento, che è l'unico emendamento che avrebbe affrontato il cuore del problema, cioè quel correntismo all'interno del Consiglio superiore della magistratura che ha depresso e mortificato il merito e che ha promosso, per affiliazioni, per baci dell'anello, per prostrazioni, eterodirigendo, poi, successivamente gli incarichi direttivi e semidirettivi, con una logica di patrimonializzazione personale della giustizia italiana?

Siamo, ormai, abituati ad una maggioranza che riesce a rimanere unita solo per il tramite della posizione del voto di fiducia; oggi troviamo una nuova versione del voto di fiducia che, però, è una versione che non può stare bene alla minoranza. Se voi, per rimanere in piedi, avete necessità di porre la fiducia su qualsivoglia provvedimento, fatelo, assumendovene la responsabilità, ma non è possibile introdurre la versione che viola, stupra, violenta i diritti delle minoranze, perché, se non mettete la fiducia, voi dichiarate tout court inammissibili gli emendamenti delle minoranze, rispetto ai quali, all'interno della vostra maggioranza, vi sono evidentemente delle difficoltà. Noi siamo assolutamente e intimamente convinti che, nell'ambito del cosiddetto centrodestra di Governo, qualcheduno che ricordi l'antica battaglia contro il correntismo del CSM ancora c'è e, quindi, siamo assolutamente convinti che questo emendamento avrebbe potuto trovare il favore anche di altre forze che compongono questa maggioranza, anche perché consapevoli, probabilmente, che il tema del Consiglio superiore della magistratura, della formazione delle liste per il Consiglio superiore della magistratura, dell'elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura non può essere affrontato, dopo quel vaso di Pandora pieno di miasmi correntizi e partitocratici che è stato scoperchiato da Palamara, con quella “tachipirina e vigile attesa” che proponete voi oggi per il tramite di un intervento legislativo che non sposta minimamente il problema.

Abbiamo atteso questo provvedimento come se fosse la panacea di tutti i mali nel campo della giustizia e, oggi, riceviamo un provvedimento debole, claudicante, assolutamente inadeguato alla vastità del problema, incapace di intervenire per eradicare il correntismo all'interno della magistratura, che tanto male ha fatto non solo alla giustizia italiana, non solo alla onorabilità sociale della magistratura, ma all'Italia in genere, inquinando la vita politica italiana. A fronte di questo provvedimento tanto atteso, la montagna ha partorito un topolino, le opposizioni tentano lo stesso di suggerire un percorso riformatore alto, serio, nobile, capace di intervenire con chirurgica precisione sui mali della giustizia; la maggioranza, che ha deciso - bontà sua - una carta ottriata, per la quale, evidentemente, non sentiamo la necessità di ringraziarvi, che finalmente in quest'Aula si può discutere senza porre la fiducia, cosa si inventa? È inammissibile il provvedimento! È di una gravità inaudita, volete ancora una volta mettere delle mascherine politiche e ideologiche sulla bocca, in questo caso non solo della maggioranza, ma anche dell'opposizione. Riteniamo che un atteggiamento diverso avrebbe consentito a quest'Aula di intervenire seriamente per risolvere o tentare di risolvere o dare il contributo per tentare di risolvere gli annosi problemi che ha la giustizia italiana e che rimarranno tali dal giorno dopo l'approvazione di questo provvedimento, che è assolutamente inadeguato alla gravità e alla serietà del momento storico che vive la giustizia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Prendo la parola perché non si può sottacere rispetto alla decisione della Presidenza di rendere inammissibili due emendamenti. Sicuramente è una decisione tecnicamente corretta, perché gli emendamenti vanno in qualche modo ad allargare il perimetro della riforma. Peccato che gli unici emendamenti resi inammissibili siano quelli presentati dal gruppo della Lega. Sono emendamenti che vertono sui temi già oggetto dei referendum, già depositati, vagliati, che saranno chiamati a essere votati il prossimo 12 giugno. Come dicevo, si allargava il perimetro della riforma, quindi sono stati resi inammissibili, però contestiamo che questa riforma è un'occasione persa perché potevano invece essere già oggetto della prima stesura di questo testo di legge. È un'occasione mancata di occuparci di questi temi, parliamo della custodia cautelare e della riforma della “legge Severino”; è uno schiaffo ai milioni di italiani che hanno raccolto le firme nei comuni, nei gazebo proposti dal mio partito per arrivare a votare ai referendum, un esercizio di democrazia diretta che mi aspettavo fosse preso maggiormente in considerazione dall'Aula di Montecitorio. Segue la decisione opinabile di escludere tra gli oggetti del referendum quello della responsabilità diretta dei magistrati. Quindi oggi registriamo, ancora una volta, una non volontà di trattare questi temi di buonsenso, per una giustizia più giusta, più vicina ai cittadini e alle imprese, ma non ci arrendiamo. Finiti l'esito di questo dibattito, la votazione di questi emendamenti e il voto di questa riforma, torneremo nelle piazze, tra la gente, per convincere gli elettori a recarsi alle urne il 12 giugno, dove lì non ci potranno essere giudizi di inammissibilità e finalmente saremo liberi di votare per i nostri referendum per una giustizia più giusta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Colletti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. No, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà. Le chiedo solo se parla come relatrice di minoranza o come deputata di Fratelli d'Italia.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, intervengo come deputato di Fratelli d'Italia. Guadagnerò il mio posto giù, sono sicura che qualche collega me lo cederà.

PRESIDENTE. C'è, c'è!

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Dal prossimo articolo interverrò come relatrice di minoranza. Intanto intervengo in dichiarazione di voto sull'emendamento 1.8 del collega Prisco, che introduce un principio, secondo noi, meritevole di maggiore attenzione, che però, in questa sede, non ha trovato ancora accoglimento.

Cosa dice l'emendamento del collega Prisco? L'emendamento prevede, per i primi 3 anni dall'ingresso in magistratura, l'esercizio delle sole funzioni giudicanti, perché - sono pure firmataria di questo emendamento - riteniamo che quello di giudicante sia un ruolo che, all'inizio della carriera, possa comportare quella formazione, quell'approccio ai temi concreti del ruolo, per questo credo che reso obbligatorio.

Questa è una nostra opinione, che tiene conto di un principio che, secondo noi, è meritevole di ulteriore approfondimento con una riforma di natura ordinamentale, ossia una separazione ontologica tra la funzione di requirente e la funzione di giudicante.

Per questo motivo, chiedo il voto favorevole dell'Aula su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Presidente, trenta secondi, perché mi spiace e mi spiacerà registrare il voto contrario dei partiti del centrodestra che appoggiano la separazione delle funzioni. Questo è un emendamento sacro, giusto, perché, non potendo fare la separazione delle funzioni, almeno prevede che, prima di assumere funzioni requirenti, si esercitino funzioni giudicanti. Quindi, è il primo anello della separazione delle funzioni. Invito i colleghi del centrodestra a votarlo favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Il nostro gruppo non ha presentato emendamenti, ma, sul piano personale, su molte questioni che riguardano questa delega, sono assolutamente contrario, non le condivido e ritengo siano un passo indietro rispetto all'attuale situazione dei rapporti tra magistratura, politica e ordinamento giudiziario.

L'oggetto di questo emendamento è stato uno degli elementi della mia stessa formazione politica, la separazione delle carriere, sulla quale sono stato in dibattiti anche fuori dal contesto parlamentare, ma anche in quello universitario e in altri contesti. Su questo provvedimento ho presentato emendamenti, che sono stati accolti, ma le mie perplessità rimangono intere. Questo emendamento, in particolare, non posso che condividerlo a titolo personale e lo sottoscrivo. Così sarà per molti altri emendamenti, perché ritengo che questa sia una riforma sbagliata e che la mia stessa formazione e identità culturale e personale non consentono di poter approvare. Questo lo dico chiaramente. Sono stato disciplinato in Commissione e sono stato disciplinato con gli emendamenti. Non abbiamo nemmeno presentato gli emendamenti (tanto per poi ritirarli). Si fa parte della maggioranza, però ci sono profili, elementi e questioni che sono invalicabili rispetto alla propria identità personale, intellettuale e culturale, limiti che non possono essere superati solo per un voto o solo per un'esigenza politica. Sicuramente lo sottoscrivo - così come tanti altri emendamenti - e condivido le parole della collega Bartolozzi in merito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.104 Delmastro Delle Vedove.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per insistere su questo emendamento di Fratelli d'Italia. Uno dei problemi che il Governo avrebbe dovuto affrontare è quello delle porte girevoli fra politica e magistratura, un problema che oggettivamente ha inquinato la vita politica italiana, ha leso l'onorabilità sociale di buona parte di quella magistratura che mai ha pensato di avventurarsi in carriere politiche, salvo poter continuare, nel contempo, a svolgere funzioni giudicanti o requirenti, e ha eroso l'affidabilità della stessa magistratura presso il sentiment del popolo italiano.

Chiedo come sia possibile immaginare che un giudice possa giudicare serenamente, dopo essere stato sconfitto elettoralmente nel medesimo collegio da uno dei deputati in quest'Aula, qualora quel deputato dovesse incorrere in un procedimento penale, per fare uno dei più banali e, nel contempo, più violenti esempi.

Allora, di fronte al grande tema delle porte girevoli fra politica e magistratura, tema che questo Governo dei sedicenti migliori avrebbe dovuto affrontare, secondo le sue stesse promesse, con la durezza, l'asprezza e la capacità chirurgica che la situazione imponeva, pretendeva e richiedeva, ebbene a fronte di tutto ciò nulla abbiamo di definitivo in ordine allo stop delle porte girevoli fra magistratura e politica.

Con questo emendamento, Fratelli d'Italia prevede il divieto di esercitare incarichi direttivi o semidirettivi per i cinque anni successivi al collocamento fuori ruolo. Tradotto: se io colloco fuori ruolo un magistrato, perché legittimamente decide di avventurarsi nella carriera politica, nei cinque anni successivi al suo collocamento fuori ruolo non potrà esercitare un incarico direttivo in una procura, perché è evidente che vi sono più che legittimi dubbi in ordine alla sua serenità, al suo equilibrio, alla sua equidistanza rispetto alle parti politiche che giocano una partita in quel territorio.

Allora, noi vi chiediamo, ancora una volta, di ripensarci. Lo chiediamo, in particolar modo, al cosiddetto centrodestra di Governo. Era una battaglia che ha caratterizzato anni di attività politica.

Abbiamo imparato, forte, dai colleghi di Forza Italia quanto male abbia fatto questa magistratura che interviene in politica. Abbiamo imparato proprio da voi quanto abbia inquinato il dibattito pubblico italiano. Abbiamo compreso certe parole di garantismo, che a volte ci sembravano eccessive, da voi. Come potete licenziare un provvedimento che aveva l'ambizione, finalmente, di intervenire? Dopo trent'anni di guerra civile strisciante fra magistratura e politica, c'era finalmente un provvedimento all'orizzonte che avrebbe dovuto intervenire per sciogliere quella zona grigia di rapporti e intrecci opachi fra magistratura e politica, ma oggi voi siete disposti a licenziare un provvedimento che è muto sotto il profilo del rapporto fra politica e magistratura, sulle porte girevoli, sul necessario stop, senza se e senza ma, delle porte girevoli fra magistratura e politica. Allora, chiediamo a quest'Aula di fare un ragionamento complessivo. Lo chiediamo anche a coloro che evidentemente, militando su altri fronti, hanno una minore sensibilità su questi temi. Ma noi riteniamo che questa battaglia sia una battaglia anche e soprattutto a favore di una magistratura liberata da talune figure che ne hanno infangato l'onorabilità che deve assisterla quotidianamente.

Allora, insistiamo sottoponendo all'Aula questo emendamento, con il quale Fratelli d'Italia, in quattro semplici righe, pone fine, definitivamente, al rapporto fra magistratura e politica, a quelle porte girevoli che hanno inquinato il dibattito pubblico italiano, a quelle porte girevoli che hanno eroso l'onorabilità sociale che deve assistere la magistratura italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Intervengo molto brevemente anche su questo punto. Farò un esempio, così sarò più diretta. Sto parlando di magistrati bravissimi. Ma a voi pare possibile, colleghi, che, da Capo di gabinetto del Ministro Orlando, un magistrato possa passare a Capo di una delle più importanti procure? Vi pare possibile che dall'apparato amministrativo si passi a essere a capo, quindi a ricoprire il posto direttivo di una procura?

Presidente, a me non sorprende che una norma simile la voti favorevolmente la sinistra, perché dentro gli apparati sono solo magistrati di Area e di MD. Mi spiace e mi sorprende - anzi, non mi sorprende - che la voti il MoVimento 5 Stelle, perché ha rinnegato se stesso. Mi sorprende, però, che questo emendamento non sia votato ancora una volta - e spero di essere contraddetta - da Forza Italia e dai colleghi del centrodestra, perché non è consentito che chi sta negli apparati amministrativi con ruoli apicali vada a fare poi il semi-direttivo, vada a fare il procuratore della Repubblica o a ricoprire un incarico semi-direttivo nei posti più importanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Vorrei, intanto, subito replicare alla collega Bartolozzi. Lei cita il caso di un procuratore della Repubblica che è transitato, qualche anno fa, dopo un breve periodo di rientro nel ruolo della magistratura, a procuratore, dopo essere stato Capo di gabinetto del Ministro. Il testo che noi andiamo a varare eviterà questo, perché? Perché noi prevediamo un breve periodo di collocamento fuori ruolo e tre anni – ripeto, tre anni - di impossibilità di assumere le funzioni direttive o semi-direttive. Questo è il testo che viene portato all'esame dell'Aula ed è quello che noi voteremo poco più avanti. È frutto di un impegno del centrodestra, perché su questi temi, come noi sappiamo, colleghi, non la pensiamo tutti nello stesso modo, lo ripeto, non la pensiamo tutti nello stesso modo. È frutto di un compromesso? Certamente, ma sappiamo tutti che questo non è un Governo di centrodestra; è un Governo di unità nazionale, all'interno del quale ciascuno porta la propria sensibilità. Noi siamo orgogliosi di aver trovato una mediazione che, sul tema delle separazioni delle funzioni, risolve molti problemi. Non li risolve tutti - è chiaro -, appunto perché è un compromesso, ma era il migliore accettabile, nelle condizioni date.

Per questo voteremo secondo l'indicazione del Governo e per la reiezione dell'emendamento presentato poc'anzi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Delmastro delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.114 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 1.200 Bartolozzi. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Presidente, qui intervengo per un minuto. A parte il fatto che mi sarei aspettata il Governo si rimettesse all'Aula, considerata la sensibilità del sottosegretario Sisto su questo tema, vi chiedo: volete velocizzare i processi? Come si velocizzano i processi? Mantenendo le unità di personale di magistratura dentro la magistratura. Eh no. Gli concediamo di andare nei Ministeri. E perché vanno nei Ministeri, fuori ruolo? Perché la gran parte dei magistrati - tranne gli ordinari, mi riferisco agli amministrativi e ai contabili - prendono doppia indennità, ossia arrivano a 260 mila euro, 240 mila più 20 mila, e cumulano le funzioni, ossia le svolgono contemporaneamente, ovvero un giorno fanno l'atto con il Ministro e il giorno dopo sindacano di quell'atto perché, magari, sono in sede consultiva e, quindi, esprimono un parere sull'atto che il pubblico amministratore impugna.

Cosa fa l'emendamento in esame? Allinea le giurisdizioni. Per tutti rimane il tetto delle indennità dei magistrati – quindi, quei 10-12 mila euro che i magistrati ordinari prendono -, non si possono svolgere le funzioni cumulative e non si possono “trascinare” 260 mila euro ai fini della pensione.

Non votare a favore di questo emendamento vuol dire non capire che fermare le correnti, imporre le sliding doors e frenare il collocamento fuori ruolo lo si può fare, ma lo si fa con misure appropriate, come questa. Se respingerete questo emendamento, darete un'ulteriore dimostrazione che, in realtà, la riforma non vuol fare nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Sono contento che sia lei a presiedere, oggi, durante la discussione di questo emendamento, perché ci ha sempre invitato a tagliare le spese, ci ha sempre invitato a dare l'esempio. Oggi abbiamo l'occasione, come politica, di parlare ai cittadini e di dare una risposta in tal senso. Non capisco, dunque, la posizione del Governo sul conservare un privilegio, pari a 267 mila euro annui, perché tale è l'indennità che ricoprono i magistrati nei posti apicali dei Ministeri. Penso che ci voglia anche buon senso nell'andare a operare e non capisco perché la Ministra Cartabia non voglia dare questo segnale al Paese e ai cittadini. A chi vuole ricoprire questi incarichi si dice: “vai pure” perché, chiaramente, nei ministeri serve anche la professionalità di tanti magistrati “ma ti porti dietro il tuo stipendio”. Magari si può aggiungere un'indennità di trasferta per le spese vive, ma sembra assurdo garantire e conservare una doppia indennità (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia)! Parliamo di 267 mila euro annui, che sono il doppio dell'ammontare degli stipendi anche dei parlamentari. Non capisco perché la politica, che, giustamente, con la riduzione del numero dei parlamentari, cerca di risparmiare e dare un esempio, dia, invece, segnali, secondo me, di spreco di risorse e non dia un segnale forte su questi temi. Allora, lo si dica e lo si spieghi ai cittadini. Questo è uno dei punti a cui Italia Viva tiene, perché, in questo momento, non si è credibili quando si parla di tagli ai costi delle bollette, del gas, dell'energia, di risparmi, di problemi delle famiglie, e poi si consente di votare contro un emendamento che permette ai Magistrati appartenenti a determinati ruoli di guadagnare comunque 130 mila euro annui, anziché 267 mila.

Non mi si dica più, votando contro questo emendamento, che dobbiamo risparmiare, fare tagli e dare l'esempio! Questa è l'occasione per la politica di dare un segnale forte e non capisco perché, invece, si voglia salvaguardare una nicchia di potere, non solo potere nell'esercizio dei Ministeri (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia), ma anche nella fruizione delle indennità. Allora, diamo questi segnali! Diamo questi segnali, che magari riguarderanno una cinquantina di posizioni di magistrati. Non si capisce perché, in una riforma che voglia incidere e quasi dire “voglio cambiare!”, poi, sul primo privilegio, ci si giri dall'altra parte e si mantenga tutto così. Non riesco davvero a capirlo. Ieri, in Commissione bilancio ho fatto lo stesso intervento, invitando a recuperare risorse e a dare questo segnale forte. Voterò e firmerò questo emendamento, identico ad uno di Italia Viva. Aggiungo la mia firma anche a questo e penso che non votarlo sia un errore della politica nei confronti, non della magistratura - perché riguarda solo cinquanta magistrati -, ma dei cittadini e di chi è in difficoltà. Questo vuol dire discontinuità, non solo a parole, ma con i fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie Presidente. Come avevo già preannunciato, c'è una serie di emendamenti, che è in linea con un portato culturale e intellettuale e con una conformazione e posizione politica del tutto chiara. Anch'io sottoscrivo questo emendamento. Ricordo che sono stati due magistrati, ora parlamentari, a intervenire in questo momento, per descrivere una situazione che, oggettivamente, già era stata ben chiarita in Commissione. Ero intervenuto anch'io e, dopo quell'intervento, ho ritenuto di non andare più in Commissione, perché mi sembrava proprio inutile. È evidente che l'irrigidimento del Governo su questo tema, il cumulo di indennità - penso chiarito in maniera limpida, sia dalla collega Bartolozzi, sia dal collega Ferri - sia privo di fondamento. Si tratta di 267 mila euro per 45-50 persone al momento. È evidente che si tratta di un privilegio che noi consentiamo che si mantenga. Non c'è niente di particolare: si può scegliere. È un'opzione politica, ovvero si può dire “no” e consentire che questo privilegio si mantenga oppure si può dire “sì” all'emendamento e decidere che questo privilegio non prosegua (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). È una scelta politica, il punto in riferimento al quale ciascuno di noi - indipendentemente dall'atteggiamento assunto anche in Commissione e tenuto sul complesso del provvedimento per disciplina di maggioranza - non può non ricordarsi da dove venga, che cosa abbia fatto, che cosa abbia detto e quale sia la sua opzione politica. Con tutto il rispetto, l'opzione politica può anche essere non condivisa da altri, però, diciamolo chiaramente: è una scelta politica, o da una parte o dall'altra (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)! Che sia chiaro finalmente! Ciò non rompe l'unità nazionale, ma, secondo me, la rafforza. Il Ministro avrebbe dovuto comprendere che un emendamento di questo tipo, una scelta di questo tipo, avrebbe rafforzato l'unità nazionale, perché questo emendamento e questa posizione politica, che il collega Ferri e la collega Bartolozzi hanno ben chiarito, hanno un senso profondo, ovvero il senso della risposta in questo momento contro un privilegio di pochi. Se qualcuno dice che non è così, non dice la verità! Dopodiché, se uno replica che è una personale posizione politica consentire la prosecuzione di questo privilegio per 45-50 persone, nulla quaestio, va benissimo. Io ritengo che non debba proseguire e, quindi, voto l'emendamento e lo sottoscrivo. Chi ritiene che debba proseguire, voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Per suo tramite, chiedo alla collega Bartolozzi la possibilità di sottoscrivere questa proposta emendativa. Presidente, questo della giustizia non è esattamente il mio campo d'azione, ma anche i colleghi della Commissione lavoro hanno trattato il tema pensionistico. Mi pare paradossale che, oggi, ad esempio, una fetta di maggioranza importante, la maggioranza relativa di questa maggioranza rappresentata dal MoVimento 5 Stelle non voti a favore di una decapitazione di un privilegio odioso.

Mi sono anche confrontato con i colleghi Delmastro Delle Vedove e Varchi e, al riguardo, penso che, addirittura, anche i 50 magistrati citati prima dal collega Ferri, probabilmente, siano d'accordo nel cancellare questo odioso privilegio, che, oggi, buona parte del Governo, invece, continua a portare avanti. Le leggi ad personam, sulle quali il MoVimento 5 Stelle si è battuto, le state facendo voi, oggi, qui alla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Presidente, sottosegretario, se posso, oggi in Italia abbiamo posizioni in termini di previdenza, di trattamenti pensionistici che parlano di persone che, dopo 42 anni di lavoro e di contributi, non possono andare in pensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Che parlano di professionisti che devono pagare due casse - due casse! - e qui si fa esattamente il contrario! Presidente e colleghi, non si tratta di una questione in punta di diritto, ma di giustizia sociale che riguarda ed abbraccia anche fosse un solo magistrato, ma che, comunque, deve andare ad abbracciare tutto quello che, sino ad oggi, non è stato fatto nei confronti della maggior parte dei nostri concittadini…

PRESIDENTE. Deputato Topo, la mascherina! Prego.

WALTER RIZZETTO (FDI). Quindi, Presidente, ringraziandola per il tempo che mi ha concesso, sottoscrivo questa proposta emendativa e chiedo al sottosegretario, oggi, qui presente - mi permetto di farlo io al posto della collega Bartolozzi -, quantomeno di accantonare una delle proposte emendative che, così, di prima lettura, per quanto mi riguarda, potrebbe sembrare - anzi sicuramente lo è - una tra le più ragionevoli. Qui non si cambia nulla in termini di numeri, piuttosto che di tecniche che riguardano la magistratura o il CSM, ma si cambia un diritto, anzi, in questo caso, permettetemi, un privilegio nei confronti di alcuni contro altri.

Chiedo, pertanto, di accantonare tale proposta emendativa e lo chiedo al sottosegretario, se ha la cortesia di ascoltarci, e ovviamente al Presidente della Commissione giustizia che, guarda caso, se non erro, fa parte di un movimento che, sino a qualche tempo fa, era contro questi odiosi privilegi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mentre oggi, evidentemente, ha cambiato idea. Non è più così: chissà, a questo punto, che cosa ci sia sotto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'emendamento della collega Bartolozzi. Abbiamo scoperto prima che il gruppo di Forza Italia ha ceduto con fermezza in ordine allo stop alle porte girevoli. Vorremmo comprendere quali siano le motivazioni che inducono il MoVimento 5 Stelle, entrato con freschezza giovanile rivoluzionaria in quest'Aula, al grido che avrebbe abbattuto ogni privilegio, a mantenere l'odiosissimo privilegio di una casta che ha il doppio trattamento di indennità e pensionistico fino ad arrivare a 260 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, Presidente, convinto di interpretare anche le sue istanze rivoluzionarie, nell'intima convinzione che di quelle sia rimasta solo la barba, mi chiedo come sia possibile che chi affermava che bisognasse entrare in quest'Aula per aprirla come una scatoletta di tonno, oggi, faccia, invece, il pesce in barile di fronte all'odioso privilegio di chi somma due stipendi fino a 260 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiedere di sottoscrivere l'emendamento 1.200 Bartolozzi.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, è stata avanzata una richiesta di accantonamento.

EUGENIO SAITTA, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Posso chiederle cinque minuti di sospensione per fare una riflessione al riguardo (Applausi del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Va bene. Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 10,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, per favore liberiamo l'emiciclo, grazie. Liberiamo l'emiciclo e torniamo ai posti. Colleghi, per favore, ho chiesto di liberare l'emiciclo. Eravamo su una richiesta di accantonamento dell'emendamento Bartolozzi 1.200. Relatore, come risponde alla richiesta di accantonamento?

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, no. A seguito di un confronto anche con il Governo, non accantoniamo. Lo votiamo.

PRESIDENTE. Sottosegretario Sisto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, condividendo il parere espresso dal relatore sulla non necessità dell'accantonamento, mi accingo a chiarire che quella che l'emendamento Bartolozzi 1.200 intende regolamentare è una materia complessa, una materia articolata che riguarda tutta la pubblica amministrazione. Vi è ovviamente la necessità, con un respiro più ampio e con la possibilità di entrare nelle singole situazioni e nelle singole fattispecie, di offrire a questi criteri una gestione più attenta e più specifica che possa non essere un punto, nell'ambito del sistema della pubblica amministrazione, addirittura di turbamento rispetto alla gestione di tutti gli altri rapporti. Pertanto, è ovvio che, essendoci il problema, merita una trattazione più ampia. Il Governo si è fatto carico di questa necessità, non potendo per i soli magistrati intervenire in questo modo non sensibile all'esigenza di una complessiva riformulazione del sistema. Aggiungo a questo parere di carattere squisitamente tecnico, ordinamentale e sistematico - voglio ricordare che le norme possono avere addirittura un'eterogenesi dei fini patologica, se non sono collocate in un sistema più ampio di rilettura dell'intero fenomeno nel sistema -, il dato che l'accantonamento di questo emendamento comporterebbe il blocco dei voti dall'articolo 1 all'articolo 6, dall'articolo 40 all'articolo 43. Anche per queste ragioni di carattere procedurale il Governo condivide il parere del relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Signor Presidente, lo dico senza mezzi termini: è una vergogna la risposta del Governo, perché non dice che è una legge delega e quindi avrebbe avuto tutto il tempo per consultarsi con il Consiglio dei Ministri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e gli altri Ministeri interessati. E' una vergogna la sua risposta, onorevole Sisto, perché non è una norma precettiva e lei da costituzionalista lo sa bene! E una norma delega che voi avreste potuto riempire di contenuti ma passava il principio, il principio di operare oggi per eliminare una distinzione di trattamento che è evidentemente un privilegio per pochi. Quindi, la risposta è veramente indecorosa e proprio da lei non me la sarei aspettata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Mi dica anche se insiste sull'accantonamento. Prego.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, noi insistiamo per una votazione sull'accantonamento della proposta emendativa della collega Bartolozzi, ricordando in quest'Aula, sia al sottosegretario Sisto, sia in questo caso al relatore…

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo. Lei sta parlando, in questo caso, a favore dell'accantonamento, va bene.

WALTER RIZZETTO (FDI). Certo. Ricordo al sottosegretario Sisto - e anche al relatore che, se non erro, è un esponente del MoVimento 5 Stelle, e al presidente della Commissione giustizia che è un illustre esponente del MoVimento 5 Stelle -, quando dice che questa è una materia complessa, di andare a dirlo agli esodati, agli agenti di commercio, agli operai, a coloro che sono assunti a tempo determinato, ai “quota 41”, alle Forze dell'ordine e a coloro che oggi, se non versano per oltre vent'anni su ben due casse, non vedono un euro di pensione. Allora, lei oggi, sottosegretario, si prende assieme al relatore una grande responsabilità, quella di mantenere un privilegio per una manciata di persone, a scapito di molti altri milioni di persone che non riescono, ad esempio, a cumulare delle indennità per andare in pensione, non con 1.200 euro al mese, ma molto probabilmente con 10 mila o 12 mila euro al mese. Quindi, noi rinnoviamo in questa sede la volontà di far votare l'accantonamento perché lei, qui ed ora, non avrebbe dovuto decidere nulla; avrebbe dovuto in questo caso accantonare questa proposta emendativa, sentire il Ministero di riferimento, piuttosto che, in questo caso, anche coloro che gestiscono le casse, nell'arco della mattinata, e poi, in coda al provvedimento, cercare di dare una risposta seria e virtuosa rispetto all'indegna opportunità che viene data ad alcuni, ma non alla maggioranza dei cittadini italiani. Mettiamo al voto, Presidente, la proposta di accantonamento e ricordo a chi, dentro quest'Aula - e non soltanto dentro quest'Aula -, si batteva il petto nelle piazze per oscurare privilegi, che evidentemente sono completamente antistorici, che oggi si prende una responsabilità importante nei confronti dei cittadini italiani, ma soprattutto nei confronti di quelle categorie che voi avete portato nelle piazze e avete illuso, semplicemente per un mero scambio elettorale su cose che dicevate, che ma oggi qui in Aula, alla prova dei fatti, non siete in grado di mantenere. Questa, Presidente - lo rinnovo - è una vergogna. Mettiamo al voto la proposta di accantonamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Chi vuole parlare contro l'accantonamento? Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.200 Bartolozzi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 176 voti di differenza.

Proseguiamo con l'emendamento 1.200 Bartolozzi. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. La risposta del Governo, del sottosegretario Sisto, mi ha lasciato davvero perplesso, perché non si può rispondere in politichese e con un tecnicismo a un problema reale, che si era posto anche la “riforma Bonafede” - e lo dico al gruppo MoVimento 5 Stelle -, che non aveva avuto il coraggio di abolire il privilegio della doppia indennità, come abbiamo fatto con questo emendamento, ma comunque aveva posto un tetto. E ricordo al Partito Democratico il Governo Letta, quando tolse la doppia indennità. Questo emendamento ripropone un po' l'emendamento del Governo Letta, che tolse la doppia indennità a chi aveva la doppia carica di sottosegretario e parlamentare, tanto che oggi, grazie a quella norma che nessuno poi ha modificato, è rimasto stabilito che i sottosegretari tecnici, non parlamentari, non possano beneficiare di una doppia indennità. Quindi, la proposta emendativa ripercorre questa linea, ripercorre anche la misura, così come il testo della riforma Bonafede, del tetto posto dal Governo Renzi, perché non dimentichiamoci che il limite massimo si è avuto grazie al Governo Renzi, che ebbe il coraggio di mettere appunto un tetto. Non capisco come mai, oggi, la politica, che ha avuto il coraggio di ridurre il numero dei parlamentari - anche se qualcuno, fuori dal Palazzo, sosteneva che il risparmio derivante da tale riduzione è paragonabile al costo di un caffè al giorno, eppure, con quel taglio abbiamo comunque dato un esempio -, debba avere paura di approvare una norma di giustizia, che non offende la dignità professionale di quei magistrati, perché conservano il loro stipendio, garantisce la parità di trattamento, non incentiva al carrierismo e, soprattutto, lancia un segnale ai cittadini: “no” a una doppia indennità pari a 267 mila euro. E la risposta del sottosegretario, che mi ha consentito di intervenire nuovamente, è davvero deludente. Mi auguro che l'abbiano ascoltata i cittadini, che oggi non riescono a pagare le bollette. Ricorderò questo voto a tutte quelle forze politiche che vorranno dire in quest'Aula che sono a favore delle famiglie e dei cittadini.

Iniziamo ad accantonare queste doppie indennità. Propongo di riservare - e lo dico al Ministro Franco e agli organi competenti del Tesoro – le somme derivanti dal taglio di queste doppie indennità al pagamento delle bollette per le famiglie. Quindi, noi prendiamo l'impegno di approvare questo emendamento e di destinare subito i soldi - pochi o tanti - di quelle 50 o 60 persone che ricoprono ruoli apicali alle famiglie che hanno problemi a pagare le bollette. Non domani, con la risposta in politichese, che ha dato il sottosegretario Sisto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Questo vuol dire fare politica, questo vuol dire dare risposte concrete al Paese. Quindi, propongo all'Aula di votare l'emendamento e devolvere queste doppie indennità al pagamento delle bollette, ma non da domani, da subito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). La risposta del sottosegretario Sisto è ridicola ma, del resto, è perfettamente coerente con quella di un Governo che pretende di fare la pace spegnendo i condizionatori (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), di un Governo ridicolo che pretende di fare la pace mandando le armi, di un Governo ridicolo, che, a suo tempo, ha preteso di combattere il COVID con il green pass, di un Governo ridicolo, perché ci viene detto che, siccome la materia è troppo complessa questo povero Parlamento, plebeo, non se ne può occupare, praticamente! Capisce che questa è una legge delega? Sa cos'è una legge delega, sottosegretario Sisto? Significa che il Governo ha un anno di tempo per sviluppare la materia come meglio crede e quindi può sviscerarne la complessità come meglio crede. Allora, abbia almeno il pudore e la dignità di dire che voi volete difendere la casta dei privilegiati con il doppio incarico, che devono continuare a guadagnare 260 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Se dice così, io almeno le riconosco l'onore della dignità della sincerità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Ma se lei mi dice che questa materia è troppo complessa e, quindi, non si può trattare adesso, lei è un falsario, come tutto il Governo di questi sedicenti migliori (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa - Commenti), che è forte con i deboli, che ha lasciato milioni di persone senza lavoro, solo perché non vaccinate, e poi ha paura di toccare questa supercasta! Siete vergognosi! Siete ridicoli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Almeno ditelo che siete ridicoli! Non vi nascondete dietro una finta complessità, che non esiste! Vergogna! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Deputato Forciniti… parole consone. Ha chiesto di parlare il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Con questo intervento, voglio parlare ai deputati del centrodestra, per cercare di spiegare cosa abbiamo fatto in questo lungo percorso, faticoso, in Commissione su questo tema, così delicato. Quello che portiamo in questo provvedimento è un compromesso, lo ripeto ancora una volta. Ci saranno molti, possibili incidenti d'Aula, ma io voglio richiamare gli obiettivi che abbiamo conseguito, obiettivi storici, che fanno parte del nostro patrimonio culturale. Le chiedo, però, collega Bartolozzi, di non interrompermi, perché se mi parla sotto e mi commenta, è difficile poi intervenire.

Sulla separazione delle funzioni, noi siamo riusciti a ottenere che il magistrato possa, in questo contesto, mutare una sola volta, nei primi anni di carriera, la funzione tra giudicante e requirente. Fa parte del patrimonio storico, non è condiviso da tutti, colleghi, non è condiviso da tutti, e vedrete che su quell'emendamento, a mia prima firma, recepito nel testo della Commissione e che viene portato all'esame dell'Aula, non tutti saranno d'accordo, ma noi abbiamo ottenuto quel risultato.

Sulle porte girevoli, è dalla legislatura 2001-2006 che presento, in tutte le legislature, una proposta di legge per arrivare allo stop delle porte girevoli fra i magistrati e politica. Lo otteniamo nella formula più rigorosa. Il voto degli avvocati nei consigli giudiziari, per esprimere le valutazioni di professionalità dei magistrati: ne parlavamo da sempre nell'Avvocatura, lo otteniamo, finalmente. Il fascicolo del magistrato, in cui vengono messi i provvedimenti, quello che fa il magistrato, perché questo può essere valutato: non potrà più succedere, almeno nella nostra intenzione, quello che è successo ai magistrati che hanno incarcerato Enzo Tortora, che hanno avuto una progressione di carriera perfetta, nonostante il gravissimo errore giudiziario che hanno commesso.

Di fronte a queste nostre proposte, non al taglio dell'indennità dei magistrati che sono nei Ministeri, la magistratura si è ribellata, minaccia lo sciopero. Sarebbe il secondo sciopero dopo quello fatto nei confronti del Governo Berlusconi. L'unico sciopero della magistratura è stato fatto contro il provvedimento del Governo Berlusconi, forse ne fanno un altro, sono in stato di agitazione. L'altro giorno, hanno indetto una conferenza stampa per dire che questo provvedimento è il peggio che poteva esserci per loro.

Di fronte a questo, io credo che le mediazioni si possano accettare e si può accettare anche il fatto che qualche magistrato - siamo tutti d'accordo che non è il top, non è il massimo - che svolge funzioni apicali presso il Ministero della Giustizia conservi quelle indennità, molto elevate. Ma, di fronte alla tenuta dell'accordo complessivo, al quale abbiamo molto lavorato, io credo che sia un prezzo da pagare, senza difficoltà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Presidente, mi scusi, io non avrei preso la parola, ma l'ultimo intervento non mi è proprio andato giù, nel senso che io mi auguro che quest'Aula non si faccia ricattare da alcuno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Lo dico in maniera molto chiara: se si fa una riforma, la si fa per l'interesse del Paese e per il rapporto tra potere legislativo e potere giudiziario (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), non perché, se si fa una riforma, bisogna mediare perché altrimenti qualcuno minaccia di scendere in piazza. Lo dico molto chiaramente, poi ognuno, nel senso del proprio mandato individuale, ha la responsabilità di come votare su temi come questi, però non riportiamo in Aula il fatto che l'Aula sia sotto ricatto da parte di qualcuno, perché per me che nei Ministeri lavorino i magistrati, è ottimo se queste persone producono, per il bene della collettività, leggi che funzionano, ma non in quanto e perché devono essere solo dei magistrati, ci sono tantissimi altri professionisti che sanno scrivere leggi altrettanto bene e a cui è giusto dare spazio. Quindi, che ci sia un'eguaglianza dei diritti e dei doveri, in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che qui si stia perdendo la bussola perché sono molto preoccupata nell'ascoltare le parole di chi ritiene che quest'Aula dovrebbe legiferare perché, altrimenti, i magistrati scendono in piazza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Stiamo attenti, fermiamoci e riflettiamo.

Come ho detto in discussione generale, quest'Aula è composta da parlamentari liberi, che votano secondo coscienza, che esercitano il loro mandato nel rispetto del patto con gli elettori e solo con essi. Almeno, per Fratelli d'Italia funziona così. Allora, Presidente, io credo che soprattutto i toni degli interventi immediatamente precedenti al mio giustifichino la sussistenza dei requisiti per procedere al voto segreto su questo emendamento, che io richiedo formalmente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, solo per sottoscrivere, a nome del gruppo di Italia Viva, l'emendamento 1.200 Bartolozzi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8) (Applausi polemici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.201 Colletti.

Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Allora, errare è umano, perseverare è diabolico. Qui c'è un'altra possibilità di mettere un argine alla pratica, sicuramente incresciosa e non degna di una democrazia compiuta, di questa Commissione, di interesse a questo doppio incarico che spesso si verifica. Lo dice una persona che certamente non può essere definita garantista, anzi molto più spesso vengo definito giustizialista. Però questa è una pratica incresciosa: magistrati che si ritrovano contemporaneamente a fare i consulenti per il Governo e poi a decidere su impugnazioni che riguardano proprio quei provvedimenti che, magari, loro stessi hanno scritto nei Ministeri e negli uffici.

Ci rendiamo conto che, al di là di quello che si pensi, della visione, dell'impostazione, della distinzione fra garantisti e giustizialisti - io non credo in queste classificazioni manichee - questa pratica non rende onore, non rende giustizia e non rende merito a una democrazia compiuta e contribuisce anche a creare quel clima di sfiducia verso la magistratura, che il Governo finge, a questo punto, di voler arginare attraverso questo provvedimento.

Se noi vogliamo restituire credibilità al sistema della magistratura, dobbiamo fare anche cose come queste, dobbiamo avere anche il coraggio di colpire, magari, quella “casta”, se vogliamo così definirla, di professionisti, di manager, di tecnici amministrativi che prendono la doppia indennità, che prendono il doppio incarico e continuano a fare le stesse cose contemporaneamente, da una parte e dall'altra.

Io vorrei anche capire per quale motivo c'è stato quel primo timido tentativo del relatore Saitta - quasi un po' una reminiscenza del passato, forse si è ricordato di essere stato nel MoVimento 5 Stelle - che ha chiesto la sospensione dei lavori, poi però è stato rimesso subito in riga dal Governo, dal sottosegretario Sisto. Vorrei capire anche cosa ne pensi l'altro sottosegretario qui presente in Aula, la mia collega Anna Macina, e perché sia silente rispetto a una cosa che dovrebbe essere semplicemente nelle corde del vecchio MoVimento 5 Stelle, quello che ormai, evidentemente, non esiste più. È infatti evidente che un doppio incarico di questo tipo, che permette di cumulare 130 mila più 130 mila euro, non è una cosa che può essere tollerabile e accettabile. Il MoVimento aveva proprio nel suo DNA la lotta a questo tipo di malcostumi. Adesso, però, sono silenti e certificano la loro irrilevanza in questo Governo dei migliori, che difende i forti e potenti, come al solito, e poi si accanisce, invece, con i piccoli e con i deboli, come ha fatto durante tutta la stagione del green pass, che è stato vergognoso, una pagina nera solo di questo Paese. Con il green pass potevamo tenere le persone senza lavoro, persone che, magari, guadagnavano 500, 600, 700 euro al mese e non potevano lavorare. In questo caso, addirittura, difendiamo il diritto di questa élite, evidentemente, che forse viene a cena con voi, di guadagnare 260 mila euro all'anno e cumulare due funzioni, che, tra l'altro, dovrebbero anche essere incompatibili perché, spesso, palesano conflitti di interessi. Io vorrei sentire almeno una voce dal MoVimento 5 Stelle, magari, per dire perché questo emendamento deve essere bocciato. Una sola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.201 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15 Butti, sul quale c'è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento del collega Butti recepisce una osservazione del Comitato per la legislazione di questa Camera. In questa osservazione si prevedeva, si osservava, si consigliava - e l'emendamento ha voluto recepirlo - di prevedere, all'articolo 1, comma 2, che qualora il termine per l'espressione del parere parlamentare sugli schemi di decreto legislativo scada nei 30 giorni che precedono la scadenza del termine di delega, o successivamente, questo sia prorogato per un periodo di 60 giorni. È la cosiddetta tecnica dello scorrimento, quindi è una norma procedurale.

Questo testo presenta una struttura lessicale che è oggettivamente complessa e, quindi, il Comitato per la legislazione, di cui il collega Butti fa parte, ha fatto queste osservazioni, che hanno una natura tecnica, non politica, ma evidentemente, in questo marasma che accompagna l'approvazione di questo procedimento, anche le questioni meramente tecniche vengono colpite dal pregiudizio politico. Ciò nonostante, noi lo poniamo in votazione e chiediamo il voto favorevole all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Butti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.203 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.0200 Annibali. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Ho definito più volte questa riforma “la riforma delle etichette”, perché la separazione delle funzioni che è stata anche poc'anzi richiamata, in realtà non soddisfa le necessità di una categoria, perché, attenzione, qui non c'è uno scontro fra avvocatura e magistratura, perché non è questo il senso della separazione delle funzioni, anzi, meglio, delle carriere, ma è il processo penale, ispirato al principio accusatorio, al modello accusatorio, in cui le parti devono essere identicamente trattate da un giudice; e quella interconnessione fra requirente e giudicante non viene eliminata con questa riforma, con questa separazione delle funzioni. Invece, occorre necessariamente verificare quale è il limite di questa riforma e andare a porvi rimedio, e l'unica possibilità è una separazione delle carriere. Abbiamo provato a scriverlo in questo emendamento, senza toccare la Costituzione, con un sotterfugio tecnico-giuridico per inserire all'interno del Consiglio superiore della magistratura due sezioni, però ci sarebbe voluta, ci vorrebbe una riforma costituzionale dell'articolo 104, così come era stato chiesto anche nella proposta di legge a iniziativa popolare che ho sottoscritto, ormai illo tempore, sull'avvocatura. Attenzione, quello che si sta facendo qui è soltanto un modo per dire di avere ottenuto qualcosa. Il compromesso al quale si è fatto riferimento può andare anche bene, anche su una riforma organica come questa: il problema è comprendere chi siede al tavolo delle trattative. Oggi, in questa situazione, ci siamo resi conto e ci rendiamo conto che non cambia assolutamente nulla rispetto alle esigenze che vengono, dal punto di vista tecnico, dal modello processuale a cui facciamo riferimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0200 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Anche per gli emendamenti riferiti all'articolo 2 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente, Presidente.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. I pareri sono favorevoli, eccezion fatta per gli emendamenti 2.105 Colletti, 2.200 Bartolozzi, 2.220 Vitiello, 2.212 Annibali e 2.301 Colletti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.221 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.156 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 2.213 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Intervengo su questo emendamento per sottolineare un po' lo spirito di questa riforma e i punti sui quali non siamo d'accordo. Questo punto della riforma fissa un principio giusto: quello del criterio cronologico nella copertura dei posti direttivi e semidirettivi. Quindi, per evitare le norme a pacchetto, la “riforma Cartabia”, giustamente, tenendo tra l'altro come punto di riferimento una parte del messaggio del Presidente della Repubblica, invita il legislatore e ancor prima il CSM a dire “adotta un criterio cronologico, quando si libera un ufficio direttivo o semidirettivo quello va coperto prima degli altri che si liberano dopo, ed evita di farli tutti insieme per evitare accordi”. Quindi principio giustissimo, che anche Italia Viva condivide, che viene inserito nella “riforma Cartabia”. Però, come spesso fa questa riforma, prevede dei principi giusti e poi inserisce, oltre il principio, la deroga, l'eccezione. Allora dico, se si crede in un principio, perché devi fissare il principio e l'eccezione e lasciare al Consiglio superiore della magistratura un'ampia discrezionalità nell'intervenire? Tra l'altro - lo dico anche per far capire a chi ci ascolta la posizione di Italia Viva - in Commissione inizialmente ho sostenuto su questo punto un emendamento a firma del collega Bordo.

Quindi, il collega Bordo si era posto, con quell'emendamento in Commissione, lo stesso problema, tanto che l'emendamento proponeva di fissare l'eccezione, almeno limitandone la possibilità. Dunque, egli aveva inserito “salva la possibilità di deroghe limitate”. Almeno la deroga deve essere limitata. Al Governo non è andata bene, in quell'occasione, nemmeno la parola “limitata”, come a dire: la deroga lasciala, creando il concetto dei giustificati gravi motivi. Chiaramente, nei giustificati gravi motivi ci può stare tutto.

Noi, con questo emendamento, diciamo che è giustissimo il principio “no alle nomine a pacchetto”, che introduce la “riforma Cartabia”; principio appunto giusto, in cui crediamo, coraggioso, ma punto e basta. Non bisogna aggiungere “salva la possibilità di deroghe per gravi e giustificati motivi”, anche perché poi il CSM lo riempirà; una volta, magari correttamente, dirà che alla procura di Gela manca il Capo, e quindi ci sono giovani sostituti di prima nomina: è urgente che vada il Capo, quindi è giustissimo mandarlo; in altri casi, potrà usare criteri discrezionali. Dunque, è un modo per dire: fissiamo il principio, comunque, e consentiamo anche al CSM di accelerare nelle nomine, perché anche nel caso della procura di Gela o di un'altra procura il concetto dei gravi motivi si può risolvere semplificando, con trasparenza, e riducendo i tempi di copertura, che è un altro dei problemi. Allora, in Commissione ho sostenuto l'emendamento del collega Bordo, dicendo: almeno inseriamo “deroghe limitate”; ma in tale sede, mi dispiace dirlo, ho constatato che vi era il “muro” del Governo anche su una proposta ovvia, che non era di Italia Viva, ma del Partito Democratico. Allora, poi ci si arrende, nonostante si parli di confronto, di collaborazione per migliorare il testo.

All'Aula, ora, propongo di togliere l'eccezione e di mantenere quel principio, rafforzandolo e prendendo come punto di riferimento il messaggio del Presidente Mattarella. Quando ha lanciato questo messaggio, autorevolmente, egli non ha parlato di deroghe; ha lanciato il messaggio, punto. Invece, oggi - mi rivolgo a chi conosce l'attività consiliare - si lascia comunque al CSM la facoltà di decidere come riempire questa deroga, dei gravi motivi. Invito gli attenti lettori, che sono i colleghi e anche chi ci ascolta fuori da quest'Aula, ad andare a vedere quante volte, in questa riforma, il Governo utilizzi, nei propri emendamenti, l'espressione “salvo che”, per inserire eccezioni.

PRESIDENTE. Deputato Ferri, concluda.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Quindi “no” alle eccezioni, “sì” ai principi, coerenza, determinazione, per un cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.213 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.105 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 2.211 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Intervengo brevemente. Con questo emendamento, offro all'Aula la possibilità di valutare - è un tema aperto - se dare una priorità a quei magistrati che lavorano nelle sedi disagiate. Sapete che ci sono sedi disagiate, stabilite tra Ministero e CSM. La permanenza in quelle sedi, per 4 anni, può dare un diritto di priorità nel conferimento degli incarichi direttivi e semi-direttivi? Questa è una proposta per valorizzare chi, per 4 anni, va a coprire tali sedi.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.211 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.200 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Colleghi, vedrete sotto l'emendamento il nome Bartolozzi ma, in realtà, leggasi Turri, ossia Lega, perché io ho preso il buon emendamento che il collega aveva presentato, con il quale cosa si introduce? Il principio che chi esce dal Consiglio superiore della magistratura non può andare direttamente a ricoprire, nei 5 anni successivi, incarichi direttivi e semi-direttivi, e c'è un componente del CSM attuale che, pur essendo nel sistema Palamara incrociato, vorrà andare sicuramente a fare il procuratore o qualcosa del genere.

Presidente, io non vorrei che anche in questo caso parte del centrodestra sacrificasse a quegli obiettivi storici di cui parlava il collega Zanettin un giusto emendamento. Perché (lo dico adesso per non dirlo dopo)? Il collega Zanettin parlava di obiettivi storici, riferendosi alla separazione delle funzioni. Il risultato sarebbe che c'è un passaggio di funzioni: signori, non è mai accaduto, nella storia della magistratura italiana, il doppio passaggio. Il collega Zanettin dice che è un risultato parlare delle porte girevoli, l'aver raggiunto le sliding doors in magistratura. Siamo tre in Parlamento: due qui e uno al Parlamento europeo. Ma non tocca, collega Zanettin, i tanti magistrati che stanno negli apparati amministrativi e che rispondono alla sinistra (quelle non sono porte girevoli).

Andiamo avanti: il voto nei consigli giudiziari. Il grande risultato sarebbe che si è data voce agli avvocati nei consigli giudiziari. Presidente, parliamo del voto temperato. Ossia, mentre in precedenza dicevamo agli avvocati: “Scusate, accomodatevi fuori”, quando si parlava di valutazioni di professionalità dei magistrati, adesso gli diciamo: “Entrate, rimanete nei consigli giudiziari, ma non esercitate il voto singolo, ma il voto che tutta la consiliatura ha espresso”. È un affronto all'avvocatura, consigliere Zanettin.

Il terzo punto è il fascicolo del magistrato, e concludo. Su questo punto mi viene veramente da sorridere, perché l'emendamento del collega Costa era buono, salvo che il Governo l'ha svuotato, poiché nel fascicolo saranno riportati semplicemente i dati gravemente significativi. Quindi, il caso Tortora, che era uno, non ci finirà, collega Zanettin, perché il dato statisticamente grave ci finirà. Cioè, se il pubblico ministero sbaglierà 30 indagini questo finirà nel fascicolo, mentre il caso Tortora, isolato, non ci finirà. Ora, se questi sono obiettivi storici, Presidente, io non so che dire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.202 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.201 Colletti, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo e con il parere favorevole da parte del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

L'emendamento 2.214 Ferri è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.103 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole da parte del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.51 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole da parte del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.203 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole da parte del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.159 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole da parte del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.155 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole da parte del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.158 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole da parte del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.215 Ferri.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, questo emendamento è proprio a firma del gruppo Italia Viva e ripropone il tema delle doppie indennità. È formulato in modo diverso, ma nella sostanza è simile all'emendamento che il gruppo ha già firmato. Non si tratta di populismo ma è un tema, secondo me, reale. Non voglio ripetere le argomentazioni che abbiamo già svolto, però voglio offrire all'Aula un'altra possibilità di cambiare idea e di dare questo segnale, perché so che chi ci ha ascoltato nel dibattito, devo dire, ha capito che stiamo guardando ai cittadini e vogliamo togliere un privilegio. Vi rioffriamo questa possibilità, anche perché riconosciamo in quest'Aula la grande onestà intellettuale di poter dire che abbiamo sbagliato nel votare, prima. Questa è l'occasione per dare questo segnale e porre fine al tema delle doppie indennità, che garantisce a ciascun magistrato professionalità, perché mantiene il proprio stipendio che, tra l'altro, è equiparato a quello dei parlamentari, ed evita un'indennità aggiuntiva, che è consistente, nelle cifre che abbiamo detto prima. Mi auguro che l'Aula riveda la posizione di prima e possa votare a favore di questo emendamento. Ne farebbe bella figura, non Italia Viva, ma tutta la politica, dimostrando anche di non aver paura di togliere i privilegi a chi li ha, come ha dimostrato con tante leggi che sono state approvate (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, grazie. Sulla scorta anche di quanto ricordato prima con il precedente emendamento Bartolozzi, chiedo, se è possibile, di sottoscrivere questa proposta emendativa del collega Ferri. Mi rivolgo, per suo tramite, Presidente, al collega Ferri: speriamo di avere ora più fortuna. Prima c'era un sottosegretario diverso rispetto a quello che siede in questo momento in Aula. Essendo cambiato il sottosegretario ed essendo un'illustre esponente del MoVimento 5 Stelle, io ritengo che si possa anche chiedere uno spazio ulteriore di riflessione su una proposta emendativa formulata in modo diverso ma che, di fatto, ha lo stesso fondo di verità. Oggi, Presidente, in Italia probabilmente - anche se io non ho la contabilità di tutti i professionisti del nostro Paese - non esiste una posizione simile rispetto a questa manciata di magistrati che - lo ricordo sulla scorta di quanto diceva prima il collega Ferri e come ricordato prima, anche qui per le vie brevi, con il collega Delmastro Delle Vedove - se votassero oggi qui in Aula, probabilmente, sarebbero più “grillini” di molti “grillini” che siedono qui oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento e mi permetto di leggerlo, perché - capita - non tutti leggono i testi, ma può essere utile: “prevedere per i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari collocati in posizione di fuori ruolo il divieto di cumulo dello stipendio da lavoro o dell'indennità percepita con altri stipendi o indennità a qualunque titolo riconosciuti, ferma restando la possibilità di scegliere tra una di essi e, ove dovuto, il riconoscimento dell'indennità di trasferta”. C'è, quindi, la possibilità di scelta. Nel divieto di cumulo, uno può scegliere, secondo il cosiddetto diritto ordinario. Il comune ordine del diritto è la parità di condizioni per tutti rispetto a un privilegio insensato. Si parla di spending review ma, se non votiamo questo emendamento, è “spanding” review, ovvero spandiamo, come diceva un maestro. Riconosciamo che la scelta politica - perché questo è il tema - di votare questo emendamento ha un contenuto di significato chiaro: divieto di cumulo per un numero limitato di persone che hanno benefici che altre categorie non hanno. Ad esempio, ricordo che i magistrati, quando ci fu il blocco delle progressioni economiche stipendiali per tutto il pubblico impiego, furono gli unici - e vi furono anche sentenze in merito della Corte - che non ebbero il blocco. Per esempio, i professori universitari, dal 2007-2008 fino al 2013, 2014, 2015, 2016 ebbero il blocco, senza alcuna progressione economica, come gli insegnanti e i pubblici impiegati. Invece, i magistrati non ebbero questo blocco e continuarono le progressioni automatiche, anche economiche. Ci mancherebbe, si tratta di privilegi, però il nome è chiaro, la definizione è indubitabile. È una scelta politica volta a mantenere privilegi, secondo me, irragionevoli e insensati, diversa dalla scelta politica che vuole eliminare questo beneficio-privilegio personale. Sono norme ad personam, in alcuni casi. Vi erano anche altre norme in questa delega, che avevano consentito privilegi ad alcuni magistrati che gravitano sempre tra Ministeri e Presidenza del Consiglio. Lo dico perché sono un uomo libero: me ne torno a casa e vado a insegnare all'università, quella non me la tolgono, non penso che fanno un decreto per questo. Quindi, da uomo libero, dico che questi soggetti vivono nel più totale privilegio e sono la parte peggiore della amministrazione dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Su questo non c'è ombra di dubbio!

Ci sono persone molto più competenti e capaci di loro, ma loro sono bravi nel saltare, nel “saltellum”, di qua, di là, Ministero qui, Ministero lì, poi torno, faccio un'altra cosa, il Consiglio di Stato, il magistrato. Eh no! Io conosco centinaia, decine di magistrati, che hanno idee completamente diverse, che tutti i giorni svolgono un ruolo diverso nelle aule, che fanno i giudici civili, che fanno, ad esempio, i giudici tutelari e si occupano di tutt'altre questioni rispetto a questi altissimi magistrati, competentissimi del diritto. Per alcuni basta vedere i loro curriculum durante l'università; qualcuno lo conosco pure, qualcuno era pure tra i peggiori di quelli che frequentavo e, poi, sono diventati grandissimi burocrati. Hanno pure cognomi per cui di padre in figlio, nipote e zio, sono sempre gli stessi. Mi spiace dirlo, ma io pure ho qualche parente che fa questo lavoro, quindi so quello che fanno, capita: questi grandissimi personaggi di primissimo piano fanno quello che cavolo vogliono! Lo sappiamo tutti qui dentro, tutti! Lo sappiamo tutti, perché, se non passi da qualcuno di loro, qualcosa non la fai. Io sicuramente qualsiasi cosa faccia, ormai sono bruciato con quello che ho detto. Se non passi da loro non lo fai; se non passi dai loro giretti non puoi chiedere quello che è legittimo. Lo sappiamo tutti! Io non mi presto a questa roba, ma tanti colleghi dicono: “io lo conosco questo, se vuoi”. Vacci tu, se vuoi! Così funziona! Ma è chiara anche la loro forza economica, la loro capacità di stare nello Stato ovunque, in maniera pervasiva! Molti vengono tutti dalla stessa parte politica, oppure erano dall'altra parte quando ero all'università e all'improvviso sono diventati tutti di sinistra! Ne conosco tanti; prima o poi non mi tengo più e faccio pure nomi e cognomi. Dopodiché spero che il Presidente mi consenta e che mi lascino l'immunità. Se poi mi tolgono pure quella, almeno da parlamentare…

PRESIDENTE. Intanto le dico che ha finito il tempo, in modo che…

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Bene, ho finito, Presidente, dicendo che molti di questi personaggi li conosciamo tutti e, quindi, la scelta politica è chiara. Si tratta - mi prendo dieci o trenta secondi – di consentire un privilegio per pochi (45, 50 o forse 52,53) o non consentirlo. Questo è il tema. Io sicuramente me ne tornerò all'università. A me incarichi non me li darà più nessuno, se continuo in questo modo, ma sono contento, perché quando andrò in pensione, me ne andrò al mare, il mio mare, e li vedrò passeggiare circondati da codazzi di persone che non fanno altro che questue quotidiane. Votiamo per le questue e per gli stipendi di questi soggetti: io non li voto e dico di no!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente. Solo ad imperitura memoria di quello che sta accadendo in quest'Aula, con questo emendamento - che Fratelli d'Italia voterà convintamente - si chiede che cessi quel privilegio per un'odiosissima super casta di magistrati, che cumula lo stipendio con le indennità di ulteriori ed altre funzioni, sino a raggiungere l'esorbitante somma di circa 260 mila euro all'anno! Sempre a imperitura memoria di quello che sta accadendo in quest'Aula, è giusto che i cittadini sappiano che, mentre Fratelli d'Italia vota convintamente questo emendamento, il MoVimento 5 Stelle è silenzioso. Forse perché doveva aprire questo Parlamento come una scatoletta di tonno, mentre oggi fa il pesce in barile, rispetto ad uno dei più odiosi privilegi che riguarda una micro-casta, che viene difesa a spada tratta dal silenzio scodinzolante del MoVimento 5 Stelle in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.215 Ferri, con parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'emendamento 2.220 Vitiello. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Vorrei fare un appello di trenta secondi agli amici e colleghi penalisti che siedono in quest'Aula. In questa legislatura abbiamo modificato più volte la prescrizione dei reati, pensando all'effetto e non alla causa. Con questo anonimo emendamento - è un emendamento anonimo che non scombussola i piani di un Governo, di una legislatura - si dà voce al vero problema, alla causa dell'irragionevole durata dei processi, intervenendo sull'organizzazione tabellare, all'interno dei tribunali, dando finalmente vita e perentorietà ad un principio che, nel codice, sempre ispirato al modello accusatorio, già esiste. Basta votarlo. Vi chiedo di fare attenzione a questo emendamento, perché qui si risolve il problema dell'irragionevole durata dei processi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.220 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.54 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.173 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.212 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.301 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.48 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.55 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'emendamento 2.210 Annibali.

Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Vorrei soltanto rappresentare all'Aula che questo emendamento fa il paio con il quesito referendario sulla separazione delle funzioni: zero cambi. Dopo il concorso in magistratura, dopo il periodo di uditorato, si sceglie la strada e quella sarà per sempre. Se proprio deve essere separazione soltanto delle funzioni, che sia in questo senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.210 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.302 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.01 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Ha chiesto di parlare il deputato

Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei tentare di convincere l'Aula della bontà di questo articolo aggiuntivo di Fratelli d'Italia, che riguarda la giustizia tributaria. È fatto notorio che la giustizia tributaria in Italia sia sotto l'egida del Ministro dell'Economia e delle finanze; è fatto notorio che vi sia l'inversione dell'onere della prova; è fatto notorio, o dovrebbe esserlo, che il contribuente, le partite IVA, le imprese, che si trovano a confrontarsi con la giustizia tributaria, riescano ad avere un giudice terzo ed imparziale solo in terzo grado, in Cassazione; è fatto notorio che la Cassazione ribalti, in maniera significativa, i giudizi di primo grado della giustizia tributaria, a significare evidentemente, poiché li ribalta in termini statisticamente molto più significativi rispetto a qualsivoglia altra forma di giustizia, che quel vulnus alla terzietà dell'organo giudicante produce sentenze che vengono ribaltate dalla Cassazione.

Allora, in un'ottica per la quale i cittadini, le partita IVA, le imprese non sono sudditi nei confronti di uno Stato, che è controparte, come Ministero dell'Economia e delle finanze, e, peraltro, concorre all'elezione e alla composizione del collegio giudicante, chiediamo che la giustizia tributaria vada sotto l'egida del Ministero della Giustizia, e non più del Ministero dell'Economia e delle finanze.

Impegniamo anche il Governo a cessare quell'inversione dell'onere della prova che esiste solo nella giustizia tributaria in Italia, dove è il contribuente che deve dare la prova sostanzialmente di non aver evaso, e non lo Stato che deve dare la prova, a me, di essere un evasore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Chiediamo semplicemente che, in uno Stato di diritto, sia lo Stato a presentarsi, bussare, inopportunamente, alla porta di casa mia - partita IVA o piccola impresa, che sono consapevole di essere l'ossatura economica e occupazionale di questo Stato – e, prima di accusarmi, mi fornisca le prove, e non che mi accusi e diabolicamente mi dica: adesso sta a te provare di non essere un evasore. Questo non è un rapporto fisiologico fra cittadino e autorità, è un rapporto fra suddito e autorità e noi vogliamo regalare alle nostre imprese, alle nostre partite IVA, ai cittadini italiani un rapporto di cittadinanza piena, anche di fronte al fisco! Pertanto vi chiediamo come sia possibile, ad esempio, che le sentenze non siano sospese fino a che non diventino esecutive. In Italia accade anche questo: il fisco si presenta, ti dice che sei un evasore, ti dice che sei tu che devi provare di non essere un evasore e quando arriva la sentenza è immediatamente esecutiva e il giudice che deciderà è un giudice nominato dal Ministero dell' Economia e delle finanze!

Noi vogliamo che il giudice sia autonomo, libero, terzo, imparziale, sotto l'egida del Ministero della Giustizia. Noi vogliamo che lo Stato, se ritiene che un cittadino abbia evaso, fornisca le prove e che il cittadino si debba difendere di fronte ad eventuali prove che lo Stato fornisce, non che debba, il cittadino, mettere in campo la diabolica prova della sua innocenza, contro uno Stato cui basta puntare il dito. Vogliamo che, eventualmente, la sentenza diventi esecutiva, in un periodo in cui le nostre imprese, le nostre partite IVA già escono inginocchiate, prima dalla pandemia e, dopo, dalla guerra, dopo tre gradi di giudizio. Semplicemente, noi vogliamo consegnare ai nostri figli una Nazione nella quale se fai impresa, se apri una partita IVA, non diventi un suddito che deve strisciare di fronte a una giustizia violenta, che vìola ogni principio dell'equo e del giusto processo, financo della imparzialità del giudice. Noi crediamo in giudici liberi e autonomi. Noi chiediamo che imprese e partite IVA siano cittadini, e non sudditi. Noi vogliamo difenderle, noi chiediamo a quest'Aula di avere una classe di magistrati tributari anch'essa libera, autonoma e indipendente, e non sotto l'egida della controparte delle partite IVA e delle imprese, ossia il Ministero dell'Economia e delle finanze. A voi, in quest'Aula, la scelta di approdare, finalmente, a una giustizia giusta anche per imprese e partite IVA oppure di far prolungare questa indecenza e violenza istituzionale nei confronti delle partite IVA e delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Delmastro Delle Vedove 2.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sulle proposte emendative presentate all'articolo 3 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Signor Presidente, i pareri sono tutti favorevoli, fatta eccezione per gli emendamenti Ferri 3.208 e 3.206.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia.   Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Delmastro Delle Vedove 3.107. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Signor Presidente, con questo emendamento Fratelli d'Italia tenta di riparare a una ignobile mortificazione che questo Governo mette in campo nei confronti di tutto il mondo della avvocatura. Finalmente si è aperta una crepa nell'autoreferenzialità di quella magistratura che, per farvi capire, se la suona e se la canta. Non permette agli avvocati di entrare con un voto, per il tramite del Consiglio giudiziario, non permette di entrare e discutere anche della professionalità del magistrato, come se l'avvocato fosse di per sé un fastidioso ammennicolo nel corso della giustizia italiana, un nemico da abbattere perché bisogna abbattere il suo assistito, che è l'imputato. Noi riteniamo che, invece, la classe degli avvocati italiani abbia titolo per giudicare e valutare la professionalità, la serietà e la competenza della magistratura italiana, pro quota certamente, ma vi abbia titolo.

Finalmente si era aperta una breccia, si era aperta una crepa in questo sistema monolitico, il Governo aveva lanciato segnali di fumo non ostili al mondo dell'avvocatura, mentre oggi assistiamo a una sorta di carta ottriata in base alla quale gli avvocati dovrebbero anche ringraziarvi, perché possono partecipare, più o meno silenti, ed esprimere, complessivamente, un voto unitario. Noi crediamo che sia giunto il momento di dire che la giustizia non è appannaggio di solo una delle categorie che la amministra, ma che gli avvocati, a pieno titolo, possono entrare, con una enorme tensione morale, nella valutazione della professionalità, della competenza e della serietà di un giudice. Per quale motivo esiste una sola categoria, in Italia, che deve rivendicare il privilegio addirittura non solo di giudicare il resto del mondo, ma di giudicare, in termini autoreferenziali, se stessa? Chi ha paura del voto di coloro che, a pieno titolo, partecipano alla giustizia italiana, ovverosia gli avvocati? Allora, da quella che sembrava una promessa dirompente, è stato partorito un topolino che io ritengo addirittura mortificante per la categoria degli avvocati italiani, ai quali è stato dato un osso. Bene, vi voglio dire che gli avvocati italiani non hanno bisogno di briciole, non scodinzolano al desco del potente, in attesa che caschi qualche briciola per sfamare la propria famelicità. Il mondo degli avvocati vuole contribuire alla valutazione della giustizia e vuole contribuirci da pari, da persone, uomini, professionisti a schiena dritta e non come coloro che hanno, forse, il diritto di intervenire (all'inizio anche questo era stato messo in discussione) e poi, tutti assieme, forse, possono dare un voto unitario. Gli avvocati hanno il diritto di esprimere le loro valutazioni, hanno il dovere di esprimere le loro valutazioni e noi crediamo che una riforma della giustizia parta prima di tutto dal far finire quell'autoreferenzialità che un segmento piccolissimo della magistratura italiana invoca e che tanto male ha fatto alla magistratura italiana che, per la gran parte, è composta da giudici che non hanno certo paura delle valutazioni, non hanno certo paura del confronto con il mondo degli avvocati e che, anzi, lo ricercano. Non lasciate ostaggio la totalità della magistratura italiana di quel segmento piccolissimo autoreferenziale, non mortificate, ancora una volta, gli avvocati, integrate a pieno titolo gli avvocati nelle valutazioni dei magistrati perché l'avvocato - ve lo posso garantire - non va a punire un magistrato che gli ha dato una sentenza avversa, l'avvocato è un uomo che ha la capacità e la tensione morale per fare valutazioni scevre da personalismi e da acrimonie personali, nell'interesse superiore di una magistratura che deve finalmente riconciliare tutte le parti, e non essere sempre uno strumento di una perpetuata, e ormai ultratrentennale, guerra civile strisciante. Vogliamo abbandonare quella stagione, anche per il tramite del concorso degli avvocati.

Fate questo sforzo perché la giustizia del domani è una giustizia amministrata con gli avvocati, non contro gli avvocati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Questo è uno degli obiettivi storici di cui parlava il collega Zanettin, che io, invece, ritengo un assoluto compromesso al ribasso e uno schiaffo all'avvocatura. Lo capisco perché, Presidente, ho ascoltato un autorevole collega del MoVimento 5 Stelle, in Commissione giustizia etichettare gli avvocati che partecipano ai consigli giudiziari come persone che avrebbero intenti non nobilissimi.

Allora, a fronte di una opinione pregiudiziale di questo genere rispetto all'avvocatura, palesata dal MoVimento 5 Stelle e dal centrodestra, che, invece, dovrebbe volere il pieno diritto di voto per gli avvocati, il compromesso al ribasso è il voto temperato. Presidente, io che, prima di essere magistrato, sono stata avvocato e che ho fatto parte di un consiglio giudiziario, sono sempre stata onorata dal confronto con l'avvocatura, che mi faceva crescere. Non ci saranno pagelline di sorta per i magistrati, se gli avvocati non avranno diritto di voce piena all'interno dei consigli giudiziari. Quindi, non votare a favore di un emendamento che riconosce loro un sacrosanto diritto e assecondare, ancora una volta, l'ANM, ossia la magistratura di corrente, colleghi, che voi volete spazzare via, vuol dire non aver capito nulla di come funziona la giustizia, nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, nel solco di quanto avevo annunciato nel primo intervento, non si può non tenere conto di una partecipazione piena nei consigli giudiziari dei soggetti che svolgono la professione forense e che hanno pieno titolo a farvi parte e di partecipare alle relative decisioni. Su questo campo, in questo settore, tutti gli avvocati e tutti coloro che svolgono questa professione, in queste ore, hanno potuto parlare con colleghi, i quali non si lamentano, ma pongono questo tema, che è stato ben spiegato anche dal collega Delmastro Delle Vedove.

È evidente che c'è la necessità, nell'ambito della riforma, di dare questo ruolo anche agli avvocati nei consigli giudiziari. Era una delle ipotesi iniziali, quando si discuteva della delega per la riforma e per il funzionamento del CSM. Non c'è niente di particolare, nell'ambito dell'ordinamento giudiziario, nel riconoscere questa piccola novità normativa, ma dalla grandissima rilevanza, proprio per la tutela del diritto alla difesa e per la tutela dei soggetti che esercitano quella nobile funzione di avvocato, che garantisce, nel nostro ordinamento, il diritto alla difesa. Questa partecipazione quindi, nell'ambito della nuova strutturazione dell'ordinamento giudiziario, sembrava del tutto scontata e naturale; naturaliter, si direbbe in questi casi, era la scelta. Eppure, in queste ore, tutti coloro che siedono in queste Aule e svolgono la professione forense sanno che c'è questa richiesta, rinnovata e non si comprende perché non si possa - o sia stato così difficile - dare questa pienezza di ruolo. Francamente, io non l'ho capito. Sicuramente ci saranno ragioni, anche tecniche, di primissima rilevanza, ma io vi intravedo solo un elemento, ulteriore, di poca fiducia e di poca considerazione, ma - ripeto - anche questa è una scelta politica e ognuno fa le scelte politiche che vuole. Però, dopo non si vada in giro, né sui social, a raccontare quale magnificenza è stata fatta, che è tutto a posto e che siamo coerenti con quello che abbiamo sempre fatto.

Io sto votando il provvedimento, per disciplina, ma, in virtù del mio senso della chiarezza e della mia coscienza, dico a tutti che questo non è sicuramente il massimo; anzi, per alcuni aspetti, è il minimo del minimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Vorrei richiamare l'Aula a quello che è effettivamente il tema di questo emendamento, 3.107 Delmastro Delle Vedove. La vera differenza fra il testo che noi proponiamo all'Aula e l'emendamento in questione non è il diritto di voto per gli avvocati, che è presente in entrambi, ma è l'inserimento del diritto di voto anche per i professori universitari. Questo, in effetti non è previsto, e perché non è stato previsto? Perché, in generale, si ritiene che il giudizio nei confronti del magistrato possa essere più pertinente, se espresso da un avvocato, su suggerimento del consiglio dell'ordine, piuttosto che da un professore universitario, che non può svolgere, da solo, la professione forense.

Ecco il motivo per cui noi voteremo contro questo emendamento e difendiamo comunque il testo che abbiamo portato all'esame dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.107 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.18 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.208 Ferri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Presento questo emendamento su un tema di cui si è già parlato, quello dei consigli giudiziari. Conosciamo tutti l'organo dei consigli giudiziari, che è un organo intermedio tra gli uffici giudiziari e il Consiglio superiore della magistratura. Questa riforma fa un passo in avanti - tanti avvocati parlamentari l'hanno sottolineato nel mondo dell'avvocatura - perché riconosce all'avvocato che è nel consiglio giudiziario il voto, e non solo il diritto di tribuna, che poi è stato veicolato e rafforzato dal sostegno del Consiglio dell'Ordine degli avvocati. Io non capisco come mai non si inserisca, a questo punto, anche il diritto di voto per i professori universitari.

Nei consigli giudiziari, oltre all'Avvocatura, è presente il professore universitario; quindi, mi aspettavo - per il fatto che la Ministra proviene dal mondo dell'università, per il legame che c'è tra l'accademia e la giurisdizione, anche sotto il profilo del dibattito e della collaborazione, pensiamo alle scuole di specializzazione delle professioni legali e a tanti temi che riguardano il mondo dell'università - da un Governo che comunque ha spacchettato - era già stato fatto prima - il Ministero dell'Università da quello dell'Istruzione, che i professori universitari non venissero considerati di serie B e si riconoscesse invece il diritto di voto anche al professore. Mi è stato obiettato che, siccome per l'Avvocatura è stato inserito il voto non del singolo, ma come espressione del Consiglio dell'Ordine, con riguardo all'università era difficile individuare questo meccanismo. Mi sembra una giustificazione non lineare e mi sembra una disparità per il mondo dell'università, quando in questo momento il Paese, ma anche la magistratura, ha bisogno di aprirsi e di confrontarsi con l'università e con il mondo universitario. Sono contento che ci sia in Aula anche il presidente Letta, che nominò la Ministra Carrozza, che veniva dal mondo dell'università e che ha un'esperienza importante. Insomma, un segnale. Oggi abbiamo nel Governo Draghi la Ministra Cartabia. E invece vogliamo creare un nuovo meccanismo all'interno dei consigli giudiziari e lasciare indietro l'esperienza, l'apporto e il voto del mondo dell'accademia e del rappresentante. Tra l'altro, ricordo a me stesso, al Consiglio superiore della magistratura, la nostra Costituzione, nei membri laici, prevede sia esponenti dell'Avvocatura, che del mondo universitario. Lo dice la nostra Carta costituzionale. Nel momento in cui andiamo a modificare il tema del consiglio giudiziario, non capisco perché si voglia dare questo segnale negativo al mondo universitario, è un errore e penso che l'Aula debba rifletterci o, comunque, volevo sollevare questo problema, che mi sembra lineare e coerente con Governi che, comunque, hanno sempre creduto nell'università. Penso che anche oggi si debba credere nella formazione e nell'università ed è fondamentale per un magistrato confrontarsi sia con l'Avvocatura, che è attore principale nel processo, ma anche con chi viene dalla dottrina e che porta, a volte, un contributo nel dibattito giurisprudenziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, intervengo su questo tema perché quella della presenza degli avvocati nei consigli giudiziari con diritto di voto è stata anche una questione posta dal Partito Democratico e quindi noi rivendichiamo questa novità, che riteniamo significativa nel funzionamento dell'ordinamento giudiziario. Siamo convinti che la soluzione che abbiamo trovato come maggioranza e sulla quale anche il Governo ha lavorato, sia una soluzione corretta ed equilibrata, che, tra l'altro, tiene conto anche di un emendamento del nostro collega Vazio, che prevede di attribuire agli avvocati nei consigli giudiziari un diritto di voto come Avvocatura e, quindi, come voto espresso dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati, per evitare i rischi, ovviamente, di conflitti di interesse tra singoli avvocati e magistrati. È una buona soluzione e ritengo francamente incomprensibile la ragione per la quale si vorrebbe estendere il diritto di voto anche ai professori universitari, che nei consigli giudiziari ci sono ed è bene che ci siano, perché possono esprimere una valutazione sul complessivo andamento della giustizia nel distretto, ma che, non esercitando la professione, non conoscono nel dettaglio come lavorano i singoli magistrati. Attribuire loro un diritto di voto sulla valutazione dell'operato dei singoli magistrati è francamente incomprensibile. Quindi, io difendo la soluzione che ha adottato e ha trovato il Governo, sulla quale anche noi abbiamo collaborato e che, secondo noi, è un'ottima soluzione per introdurre un principio innovativo molto importante nel funzionamento dell'ordinamento giudiziario italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è nella scia di quello precedente del collega Delmastro, che era stato già evidenziato. Gli interventi di Delmastro e di Ferri si combinano nel determinare le ragioni per la partecipazione alla discussione e alle votazioni dei professori universitari nell'ambito dei consigli giudiziari. Francamente, consentitemi di dirlo, affermare che, siccome il professore può non essere avvocato è meglio che non partecipi, è risibile, non dico altro. Infatti, i professori universitari ordinari sono del CSM. Io, da professore universitario, ho fatto il presidente di commissione per l'abilitazione all'Ordine degli avvocati, e quando non ero nell'ordine era perché ero a tempo pieno direttore di dipartimento e, quindi, non potevo svolgere la professione. Cosa significa svolgere la professione? Gli esami per diventare avvocato li fanno i professori nelle commissioni, sono i presidenti, così come quelli per diventare magistrato. La professoressa Cartabia non so se ha mai fatto l'avvocato, non credo, e allora? È stata Presidente della Corte costituzionale, non può stare in un consiglio giudiziario?

Ora, francamente, non facciamo affermazioni che non stanno, come dire, non “né in cielo, né in terra”, ma non hanno senso dal punto di vista tecnico-giuridico e della realtà dell'ordinamento italiano. I professori partecipano alle commissioni per la valutazione degli avvocati, per le abilitazioni dei magistrati, fanno parte del CSM: è normale che ci sia, come diceva il collega Ferri, una loro partecipazione. Il contributo che possono dare è anche valutativo, di determinazione e decisione del funzionamento dell'ordinamento. Questo è il senso e francamente non si comprende perché, dappertutto e in ogni situazione, possono diventare rilevanti i Governi dei professori! C'è il “professor x”, capo di Gabinetto, che è pure magistrato e quindi prende 13.800 cumuli di indennità: lì va bene, lì va bene! Vi ricordo che molti sono anche professori universitari, mai fatto l'avvocato però, ma lì vanno bene! Però, nel consiglio giudiziario no, perché non sono avvocati! Ma che ragionamento sarebbe? Francamente, questi ragionamenti mi lasciano proprio esterrefatto.

Diciamo la verità, è un'opzione politica: non vogliamo la pienezza del voto per gli avvocati, non vogliamo la partecipazione nei consigli dei professori, punto. Abbiamo fatto una scelta: questi non li vogliamo lì, li vogliamo da altre parti. Non lo giustificate, però, con argomenti che sono, non privi di fondamento, ma privi di logica, di logica proprio elementare, perché nell'ordinamento è tutt'altra la composizione della partecipazione della componente universitaria. Dire che questo non è vero vuol dire negare la realtà.

Ecco un'altra delle ragioni, rispetto al mio primo intervento, che mi portano a non votare come la maggioranza, sulla base di valutazioni di merito, politiche, che sono parte di una coerenza di ragionamento di ciò che in questi anni molti di noi hanno detto e dichiarato, e che ora non possono certamente all'improvviso rimangiarsi, pensando che sia sufficiente fare un ragionamento come quello per cui la partecipazione della componente universitaria non può essere possibile perché non fanno gli avvocati. Allora, leviamoli dalle commissioni di abilitazione per gli avvocati, leviamoli dalle commissioni dei concorsi in magistratura e notarile, che ci stanno a fare? Francamente, è la prima volta che lo sento. Siccome noi siamo nelle Aule parlamentari, evitiamo di ribadire questioni inesistenti.

Lo dico ai colleghi: oggi abbiamo deciso di far parlare gli emendamenti su questa delega e si perde un po' di tempo, scusate, ma non si può fare a meno di intervenire; poi se qualcuno se ne vuole andare a casa, se ne va, è libero, i treni sono sempre in corso, prenota e se ne va.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Solo per cambiare il parere in favorevole.

PRESIDENTE. Vuole cambiare il parere in favorevole?

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Sì, Presidente, intervengo come relatrice di minoranza.

PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.208 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.130 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.19 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'emendamento 3.205 Ferri, sul quale c'è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, questo emendamento affronta il tema dei giudizi. Affronta il tema giusto - è un po' quel discorso che facevo all'inizio sui principi giusti della riforma Cartabia, però, poi, il problema sono l'applicazione e le deroghe -, e introduce il tema del giudizi per quanto riguarda la valutazione di professionalità dei magistrati. Sul punto, la critica che si fa oggi è corretta nel dire che si tratta di valutazioni automatiche e, quindi, il 99 per cento progredisce in carriera con una valutazione sempre positiva.

Si introduce il meccanismo dei giudizi, che può essere positivo, ma bisogna chiarire chi darà questi giudizi, perché, se manteniamo, come si manterrà con la “riforma Cartabia”, il sistema delle correnti, è chiaro che questi giudizi verranno dati da chi sarà eletto nei consigli giudiziari e nel Consiglio superiore della magistratura. Capite bene che, allora, dare “buono” o “ottimo” - tra l'altro, la norma prevede che, per esempio, in Cassazione si possa accedere solo con “ottimo” e non con “buono” - significa dare un messaggio a quei magistrati silenziosi, fuori dalle correnti, che lavorano negli uffici giudiziari e che non partecipano all'attività associativa e al sistema di potere delle correnti e isolarli, perché faticheranno certamente di più ad avere “ottimo” rispetto a un giudizio che, magari, meritano tranquillamente, e si vedranno attribuire “buono”.

Io lo dico perché il principio della valutazione è un tema giusto da affrontare e la riforma cerca di farlo. Introduciamo dei criteri, dei voti, ed è giusto, però, poi, lasciamo questo strumento e questo potere a un sistema elettorale che non cambia niente e, quindi, andrà a penalizzare tutti quei magistrati silenziosi, che lavorano nella loro quotidianità e che investono la loro professionalità nella sola attività giudiziaria e non nell'attività associativa e nell'attività correntizia. Questo è il messaggio che dà la “riforma Cartabia”. Sfido chiunque, all'interno della magistratura, che conosce i meccanismi, a sostenere il contrario, perché questo è il messaggio. Quindi, il difetto di questa riforma è proprio quello di affrontare il tema, dettare questo principio - che anch'io condivido, perché cerca di fare chiarezza - e, poi, lasciarlo nelle mani delle correnti oppure trovare delle deroghe, lasciando la possibilità al CSM di decidere.

Con la “riforma Cartabia” sarà vita dura per tutti quei magistrati silenziosi, a cui guardano i cittadini con grande rispetto e grande professionalità; essa incentiverà il carrierismo e ci sarà una competizione per avere “ottimo”. E “ottimo” chi te lo dà? Chi hai eletto e chi hai mandato negli organi dei consigli giudiziari del CSM; ti ho eletto e, quindi, rivendico una valutazione che nella mia pagella mi porti al massimo.

Questo succederà, questo sta scrivendo la “riforma Cartabia”: per questo ho presentato questo emendamento, per porre un tema; e sono sicuro che, tra qualche anno, chi avrà la pazienza di risentirci o di rileggersi questo intervento coglierà il senso di questa posizione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, noi, al contrario di quanto ha detto il collega Ferri, siamo convinti che questa sia una grande e positiva innovazione: finalmente, si introducono criteri di valutazione sulla capacità organizzativa dei magistrati.

Come possiamo immaginare che un magistrato vada a reggere un ufficio delicato, importante, che possa diventare capo di un ufficio senza che sia mai stata valutata la sua capacità organizzativa? Noi introduciamo criteri che, finalmente, consentono di valutare questa capacità ed è l'esatto contrario, dal nostro punto di vista, rispetto a quello che dice il collega Ferri, perché è proprio quando non c'è alcuna valutazione che imperversano le correnti, è quando non c'è alcuna valutazione oggettiva e obiettiva che tutte le decisioni vengono asservite al condizionamento delle correnti. Questa è una delle innovazioni più importanti, secondo noi, della “riforma Cartabia” e, quindi, la difendiamo con grande convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Un ulteriore emendamento che descrive quello che ho detto all'inizio rispetto alle perplessità sul testo. In Commissione avevamo proposto, noi come gruppo, una norma che si riferiva alla predeterminazione dei criteri in base alla legge, così come è previsto in tutte le valutazioni fatte sulla base di criteri che consentono, poi, una valutazione ex post di conformità. Ovunque accade questo e avevamo anche richiamato ipotesi concrete per poterlo fare degli ordinamenti che, su questo tema, anche in altri settori dell'amministrazione pubblica, sono già avanzati.

Ci è stato detto che mettere per legge irrigidiva i criteri. Era proprio questo lo scopo, renderli rigorosi, chiari, rispetto a questa norma, che, invece, parla di predeterminazione dei criteri, ma si riferisce a valutazioni come “discreto”, “buono”, “ottimo”. Allora, può capitare “discreto”, “buono”, “ottimo” e determinare la griglia, ma, rispetto a una predeterminazione per legge - io ho fatto un po' di valutazioni nella mia vita -, “discreto”, “buono” o “ottimo” non significa assolutamente nulla, perché, all'interno del “buono”, “discreto”, “ottimo”, bisogna individuare quali sono gli elementi specifici. Quando si fanno le valutazioni in altri settori, anche della pubblica amministrazione, non basta il “discreto”, bisogna che il “discreto” richiami esattamente una griglia di misure e di presupposti. Non è possibile.

Poi, mi è stato replicato che si poteva determinare direttamente con legge: no, la legge poteva, poi, richiamare un provvedimento ministeriale o altro provvedimento, anche del CSM, ma non le solite circolari che vengono fatte e, poi, di volta in volta, derogate in materia, sugli incarichi, in particolare, direttivi.

Io penso che questo giudizio - come è stato richiamato dal collega Ferri -, così come è posto, non sia efficace e non consenta un'effettiva valutazione: semplicemente, nella stringatezza del giudizio, sulla base di una motivazione che deve essere adeguata - dice la giurisprudenza amministrativa, ma spesso non è adeguata -, consente una totale discrezionalità, che è rimessa all'appartenenza correntizia o ad altri elementi di rapporti che sono quelli che dovremmo evitare.

Non mi dite che questa è una grandissima novità, perché, in qualsiasi settore della pubblica amministrazione in cui ci sono criteri predeterminati di valutazione, le griglie sono stabilite per legge e rimesse, specificamente, nei singoli casi, ad atti regolamentari; questo avviene nelle università, avviene ovunque. E ci sono valutazioni che prevedono anche le cosiddette soglie minime di valutazione, cioè puoi accedere alla valutazione, se hai questa soglia minima di valutazione. Non c'è il “buono, “discreto”, “ottimo”: c'è una prevalutazione della soglia, per cui devi avere titoli e una serie di criteri valutativi e, allora, puoi accedere o meno. Si chiamano mediane: quelle mediane vengono individuate e, a quel punto, sei ammesso alla valutazione. Qui non c'è alcuna mediana preventiva, non c'è una mediana, ecco perché il criterio per legge. Semplicemente, si dice “discreto”, “ ottimo”; ci sono le mediane, che, quindi, si stabiliscono per legge e con provvedimento, poi, regolamentare o dell'organo che lo fa. Su questo criterio “buono” o “ottimo”, sentirò, sicuramente, grandissime cose, ma vedremo nella pratica, come diceva il collega Ferri, cosa avverrà, e vedremo quanto saranno confacenti e conferenti questi criteri nell'applicazione pratica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, per precisare all'Aula che le critiche che vengono rivolte dall'onorevole Ferri con questo emendamento tendono a escludere, a togliere il riferimento al giudizio di discreto, buono e ottimo. Si vuole lasciare tutto come è oggi; invece, noi non siamo dell'idea di lasciare tutto come è oggi. Il fatto di introdurre la possibilità di graduare il giudizio positivo in funzione delle specifiche caratteristiche del magistrato tende ad evitare quel fenomeno, che abbiamo tutti deprecato nelle diverse articolazioni dei nostri interventi, per il quale oggi il 99 per cento delle valutazioni di professionalità è positivo, senza differenziazioni. Invece, con questo intervento all'articolo 3, lettera c), viene introdotto un elemento di novità, che permette di graduare il giudizio. Credo che sia un passo avanti, e per questo non voteremo l'emendamento dell'onorevole Ferri.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.205 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.131 Maschio, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'emendamento 3.215 Vitiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Questo è il primo di una manciata di emendamenti che abbiamo presentato recuperandoli da quelli presentati dal collega Costa. Il collega Costa, suo tramite, si è accontentato di una riforma assolutamente poco organica; aveva presentato emendamenti che, invece, andavano dritti al punto e modificavano certamente in meglio sia l'ordinamento giudiziario che le modalità di gestione del Consiglio superiore della magistratura. Riproponiamo questo, perché è uno di quelli in cui crediamo fortemente rispetto all'esame delle statistiche dei singoli magistrati per la loro corretta valutazione all'esito dei loro giudizi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.215 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.301 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.207 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Anche per gli emendamenti riferiti all'articolo 4 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Deputata Varchi, relatore di minoranza…Procediamo. Passiamo all'emendamento 4.201 Annibali. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. I principali oppositori della separazione delle funzioni e delle carriere ritengono che sia giusto avere un magistrato, giudicante o requirente che sia, con medesima cultura della giurisdizione. Ebbene, voglio dire in quest'Aula che giurisdizione con il nostro modello processuale significa anche sapere cosa significa fare l'avvocato, cosa significa tutelare gli ultimi all'interno delle aule di giustizia. Vorrei un magistrato che sia giudicante o requirente, ma che abbia fatto almeno 5 anni di professione vera, piena, e non soltanto una pratica forense fittizia; che abbia svolto la professione nelle aule di giustizia e che capisca cosa significa difendere gli imputati. Questa è cultura della giurisdizione, ispirata a quella triade di giudicanti che diceva Carnelutti, quando ancora non esisteva il modello accusatorio, ancora più attuale oggi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Solo per chiedere di poter sottoscrivere l'emendamento del collega Vitiello ed esprimere il voto favorevole di Fratelli d'Italia, condividendo intimamente l'intervento del collega Vitiello. Rispetto a quello cui abbiamo assistito, quello che temevamo fosse vero, quello che non osavamo pensare fosse vero in questa sua estensione, quello che abbiamo percepito nella sua drammatica realtà solo dopo le propalazioni di Palamara in un libro che contiene più notizie di reato che pagine, che pare nessun magistrato d'Italia abbia letto, perché vi sono una serie di reati procedibili d'ufficio, 4, 5, 6, 7 per pagina, di fronte ad un fatto del genere si pone ancor più con urgenza quello che indicava il collega Catello Vitiello. Noi siamo assolutamente d'accordo con questo emendamento, che chiedo, come detto, di poter sottoscrivere, anticipando il voto favorevole di Fratelli d'Italia, nella convinzione che sia giunto il tempo di ragionare insieme, superando steccati e divisioni che hanno prodotto oltre 30 anni di guerra civile strisciante e che hanno la loro radice anche in questo tema sollevato dal collega Vitiello. Quindi, noi vorremmo consegnare ai nostri figli banalmente una giustizia più giusta - né più garantista né più giustizialista; più giusta -, dove vi è veramente parità processuale fra le parti, dove il giudice è terzo fino in fondo e per davvero, dove la verità processuale - non quella storica, che solo Dio può ricostruire - emerge per il tramite del confronto serrato delle parti, per il tramite della cross-examination, condotta in punta di fioretto, ma con intensità e passione sino alla fine, da due parti processuali che rimangono distinte e distanti rispetto a chi deve giudicare, perché quello è il modello del contrasto di interesse in udienza che fa emergere, per il tramite del fuoco incrociato della cross-examination, l'unica verità che noi possiamo accertare, che è quella processuale e non certo quella storica. Quel modello lo vorremmo consegnare ai nostri figli, perché siamo intimamente convinti che probabilmente non è un modello ottimo ma è il migliore dei modelli che oggi le democrazie avanzate conoscono e che prevede fatalmente la separazione: non una piccola impercettibile separazione delle funzioni, ma la radicale separazione delle carriere. Quindi, per questo ordine di motivi, intimamente convinti dall'intervento dell'onorevole Catello Vitiello, preannuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia, nel tentativo di costruire sulla giustizia italiana delle maggioranze o delle minoranze trasversali e, in ogni caso, di costruire un percorso di ragionamento che non sia influenzato da quel garantismo o giustizialismo a corrente alternata, a seconda che flagelli o colpisca, l'eventuale avviso di garanzia, un esponente del centrodestra o un esponente del centrosinistra. Infatti, non ci siamo ancora resi conto che qui dentro litighiamo come i capponi di manzoniana memoria e nel frattempo ci sottoponiamo a una lenta ma inesorabile mitridatizzazione dell'onore di chi fa politica, per il tramite di una magistratura che non ha ancora trovato un equilibrio nella parità processuale fra le parti. È questo il motivo che ci induce, convintamente e intimamente, a votare a favore sull'emendamento dell'onorevole Catello Vitiello (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Francamente questo emendamento mi ha lasciato sorpreso, perché conosco la qualità professionale e culturale dei colleghi che lo firmano, vale a dire Annibali, Vitiello e il collega di Fratelli d'Italia. Fermo restando che noi siamo per la separazione delle carriere eccetera, mi chiedo anche che senso avrebbe, a parte che lo ritengo palesemente incostituzionale. Infatti, ragioniamo solo in termini di anni: uno deve prima laurearsi in legge e diciamo che finisce a 24-25 anni; poi deve fare due anni di pratica per accedere all'esame da procuratore e ne ha 26; poi ne deve fare cinque da avvocato e arriva a 29; poi, ancora, un anno o due per diventare magistrato e avremo una categoria di magistrati che inizia attorno ai 30-31 anni la carriera. Ma aggiungo un altro dettaglio, che mi pare manifesti l'irragionevolezza di questo emendamento. Se uno fa la pratica da avvocato e si occupa solo, per esempio, di societario oppure solo di civile, poi quale titolo avrebbe in più rispetto a un altro che entra subito a fare il magistrato, che, invece, per definizione si occupa a 360 gradi delle materie del diritto? Infine escluderemmo, ad esempio, un ragazzo che inizia provvisoriamente, per guadagnare qualcosa, a fare - che so - l'insegnante di materie giuridiche, come ho fatto anch'io, oppure il professore universitario o l'assistente; quello sarebbe escluso a prescindere solo perché sta percorrendo, come tanti, varie strade in attesa di fare altro, oppure partecipa a vari concorsi in Polizia, al Ministero dell'Economia e delle finanze, eccetera. Perché dovremmo escluderli? Solo perché hanno fatto una scelta professionale diversa? Perché questi signori non sarebbero degli ottimi magistrati? Mi pare veramente fuori di ogni logica. Quindi, la Lega sarà decisamente e motivatamente contro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.201 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.7 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.05 Delmastro Delle Vedove.

Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. La proposta emendativa in questione fa parte del bagaglio culturale e programmatico di Fratelli d'Italia e, quindi, ne approfitteremo per cercare di esprimerlo compiutamente in quest'Aula. Si tratta del grande convitato di pietra di qualsivoglia riforma della magistratura italiana, ovverosia i magistrati onorari, 5 mila nobili servitori di Stato che si fanno carico del 90 per cento delle udienze penali monocratiche italiane, che si fanno carico di quasi il 100 per cento delle pratiche per tutela, che rappresentano quella giustizia più vicina al cittadino, che perseguono reati come i furti, le violenze, le minacce e le lesioni, ossia tutto ciò che, quotidianamente, rende insicura e incerta la vita del cittadino. Ebbene, questi 5 mila nobili servitori dello Stato, pur essendo indispensabili e indefettibili per la giustizia italiana, vengono trattati da servi di Stato, senza un equo trattamento economico e previdenziale, precarizzati a vita, senza indennità di malattia, senza pensione, senza ferie, senza indennità di maternità, pagati a cottimo, come fossero lavoratori di un'impresa edile nel campo dei lavori pubblici, e ancora oggi non trovano soddisfazione per quelli che sono naturali diritti che ogni lavoratore ha, a partire da quello della malattia, delle ferie e dell'indennità di maternità.

Stiamo parlando, secondo 121 procuratori d'Italia, di una classe di magistrati senza la quale, banalmente, la giustizia italiana affonderebbe. I magistrati onorari, dai Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni, vengono solo ricordati quando è necessario spedire a Bruxelles le statistiche sullo smaltimento degli arretrati della giustizia penale italiana. Allora, lì ci ricordiamo che esistono. Ma, quando i magistrati onorari hanno un infortunio sul lavoro, ce ne dimentichiamo. Quando i magistrati onorari pretendono il diritto al trattamento economico e previdenziale, ce ne dimentichiamo. Quando pretendono le ferie, ce ne dimentichiamo. Quando pretendono la malattia, ce ne dimentichiamo. Uno di essi è financo andato in un centro di prima accoglienza a emettere una sentenza, ha contratto la tubercolosi e gli è stato negato il diritto al risarcimento, perché una sentenza ha sancito che era lì come volontario, quasi che quel magistrato onorario, che era andato in un centro di prima accoglienza, fosse andato lì come una ONLUS. Era andato lì ad amministrare giustizia, in nome del popolo italiano, e si è visto negare i più elementari diritti di giustizia di un lavoratore.

Allora, è una battaglia che ha intrapreso con orgoglio e con entusiasmo, per prima, Giorgia Meloni e, poi, l'intera classe dirigente di Fratelli d'Italia, quella di conferire a questi 5 mila nobili servitori di Stato dei diritti! Diritti, che solo a questa categoria voi, pervicacemente, negate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo facciamo ricordando che era già successo in passato con la stabilizzazione dei pretori. Lo facciamo ricordandovi quell'Europa, che voi ogni due per tre invocate, perché è il refrain - lo abbiamo visto anche adesso, con la riforma del catasto –, cui ricorrete ogni qualvolta bisogna mettere una nuova tassa: “ce lo chiede l'Europa!”. E, però, non capiamo perché quest'Europa debba essere scomodata a corrente alternata. Infatti, ve lo chiede anche l'Europa di mettere a posto la vicenda dei magistrati onorari! Anzi, l'Europa ha già posto l'Italia sotto procedura di infrazione, perché l'Europa, per quanto non prodiga di diritti, ha detto che in Italia esiste una situazione da terzo mondo per una categoria, quella dei magistrati onorari, e che si deve sanare quella posizione da terzo mondo, e voi, pervicacemente, non lo fate!

Allora, nell'ambito della riforma della magistratura, quando, in quest'Aula - e mi avvio a terminare -, abbiamo dovuto assistere all'ignominia del MoVimento 5 Stelle che non ha votato un emendamento per impedire a una supercasta di avere 260 mila euro all'anno, sommando le indennità…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …voi non volete dare 70 mila euro all'anno a questi nobili servitori di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Nel prosieguo di ciò che avevo indicato come una serie di emendamenti, che non solo potevano essere condivisi, ma che sicuramente centravano alcuni argomenti fondamentali per una riforma dell'ordinamento giudiziario reale, anche in questo caso sottoscrivo l'emendamento a prima firma del collega Delmastro Delle Vedove, sottoscritto anche dai colleghi Varchi e, poi, Prisco, Maschio e Lucaselli, per la semplice ragione che quanto ha appena esposto, in maniera molto chiara, il collega Delmastro Delle Vedove è una realtà incontrovertibile, che non possiamo negare.

Ricordo - tutti coloro che hanno frequentato le aule giudiziarie lo sanno - che questa vicenda dei giudici onorari si trascina da tempo, con varie promesse fatte nel corso di più Governi, e ricordo anche ordini del giorno approvati in merito. La procedura di infrazione a cui si riferisce il collega Delmastro Delle Vedove è già in fase avanzata, già è stata notificata al Ministero della Giustizia, in una situazione di grandissima difficoltà nello svolgimento di attività fondamentali per il funzionamento della giustizia. Tutti sanno quanto sia importante il ruolo, anche da un punto di vista processuale, del giudice di pace e dei giudici onorari. Il giudice di pace ha competenze specifiche fondamentali in materia processual-civilistica, senza le quali una parte della soddisfazione dei diritti e della tutela satisfattoria dei diritti non viene realizzata. Quindi, questi soggetti svolgono una funzione, sulla base di incarichi riconosciuti dall'ordinamento giudiziario, e non hanno né stabilizzazione, né prospettive di medio-lungo periodo. Nell'emendamento – che, più che un emendamento, è proprio la costruzione di uno specifico ordinamento ad hoc, ovvero uno statuto per i soggetti che svolgono la funzione di giudice onorario -, con grande oculatezza, si fanno alcuni passaggi.

Si tratta della determinazione del rapporto di lavoro, della qualificazione del rapporto, delle previsioni con riguardo alle imposte sui redditi - e, quindi, al profilo fiscale-tributario -, delle previsioni con riguardo all'assegnazione degli organici e con riguardo all'attività dell'ufficio del giudice di pace. Ricordo che, anche nella delega che abbiamo dato in materia di giustizia civile e giustizia penale, ci sono alcuni riferimenti importanti, ad esempio al ruolo dato all'ufficio del processo per la attività dei giudici onorari, anche con la predeterminazione di schemi e di formule ai fini della emanazione dei provvedimenti. Addirittura, in risposta a una mia interrogazione a risposta immediata, in un question time sull'intelligenza artificiale, mi è stato riferito di recente dal Ministro dello Sviluppo economico circa l'applicazione di nuovi algoritmi sulla giustizia, anche ai fini della determinazione di alcune decisioni. Anche in campo europeo la bozza del regolamento prevede questo. E si parte da dove? Dalla sperimentazione sui giudici onorari. Sono utili per lo svolgimento di funzioni giudiziarie, sono utili anche per sperimentazioni di questo tipo, innovative, anche dettate dall'Unione europea, ma non sono buoni per essere riconosciuti, ad alcun titolo. Chiunque di noi abbia frequentato le aule dei tribunali, con riferimento ai giudici di pace e ai giudici onorari, sa quanto è importante, in questo momento, determinare uno statuto di questi soggetti. In questa norma, così proposta, c'è almeno l'avvio di una procedimentalizzazione del rapporto e una determinazione anche delle funzioni e dell'incardinamento del ruolo nell'ordinamento giudiziario. Credo che sia il momento di farlo. Si aspettava, da questa delega di riforma, un intervento e anch'io ritengo, quindi, di concordare con quanto esposto, sul piano dei contenuti, dal collega Delmastro Delle Vedove, perché è una proposta di contenuto. C'è un contenuto di significato chiaro, sul quale è difficile non arrivare o, quantomeno, cominciare un percorso, per giungere a una definitiva determinazione dell'ordinamento che riguarda i giudici onorari, che onorari non sono ormai più, perché devono essere stabilizzati, con un percorso che dobbiamo condividere. Spesso, di recente, abbiamo stabilizzato di tutto in legge di bilancio, e potrei fare molti esempi. Ora dimentichiamo un'intera categoria, che svolge una funzione importante per l'ordinamento giudiziario.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.05 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.06 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 4.04 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, Fratelli d'Italia chiede al Governo di iniziare a lavorare per bandire due distinti concorsi per l'accesso alla magistratura, per la funzione requirente e per la funzione giudicante.

Orbene, ciò per quello a cui abbiamo assistito con riguardo alle propalazioni di Palamara, quel vaso di Pandora, maleodorante di miasmi correntizi, l'idea che, purtroppo, buona parte della magistratura italiana doveva accettare di avere scatti di progressione per affiliazione e non per merito, l'idea che venisse quotidianamente, scientificamente, capillarmente colpito e mortificato il merito dei magistrati per premiare l'appartenenza, per premiare chi avesse baciato più intensamente l'anello, l'idea che la magistratura non riesca a separare le funzioni, l'idea che non vi sia una terzietà nei nostri processi fra organo dell'accusa e organo della difesa, l'idea che il magistrato, il giudicante non riesca ad essere terzo per davvero, rispetto alle parti processuali.

Ebbene, di fronte alla gravità, all'urgenza di porre rimedio alla malagiustizia italiana, il Governo propone, in ordine alla separazione delle carriere e, quindi, fatalmente, delle funzioni, la possibilità di un solo passaggio di funzioni; medesime carriere, medesimo organo di autogoverno: possibilità di un solo passaggio di funzioni fra magistratura requirente e magistratura giudicante. Ci pare poco, troppo poco! Ci pare poco, troppo poco per addivenire a quella giustizia giusta, pretesa da tantissimi magistrati, dall'intera classe degli avvocati, da buona parte del centrodestra, almeno fino all'altro ieri, non so oggi in quest'Aula. Certo, c'è una parte del centrodestra che, sulla giustizia, non ritiene, come diceva il collega Zanettin, si possa scendere a compromessi, aggiungiamo noi, a compromessi al ribasso.

La possibilità di un solo passaggio di funzioni ci racconta che quello che voi oggi mettete in campo non è nemmeno la separazione delle funzioni! Allora, l'urgenza, la necessità di arrivare alla separazione delle carriere viene barattata da taluni per un simulacro di separazione delle funzioni che tale non è e si ha anche la spudoratezza di dire, in quest'Aula, che si trattava di un compromesso necessario. Ma necessario per chi? Necessario per cosa? Necessario perché? Non si tradiscono trent'anni di battaglie per una giustizia giusta, per addivenire a un compromesso al ribasso, che continuerà a mantenere inalterata l'unicità delle carriere, l'unicità dell'organo di autogoverno e che, forse, impedirà troppi passaggi di funzione. È poco, troppo poco, anche per chi è dedito alla cultura del compromesso estenuante. È poco, troppo poco.

Diciamo così: se noi, come gruppo di Fratelli d'Italia, fossimo adusi alla cultura del compromesso estenuante, cercheremmo di trattare in maniera più onorevole e migliore, cercheremmo di portare a casa qualche cosa in più che la briciola che si dà a chiunque piatisca, querulamente, qualche cosa. Non c'è da piatire, signori del centrodestra, sulla giustizia; c'è da convincere delle nostre ragioni, perché voglio consegnare ai miei figli, un domani, una giustizia dove il giudice sia terzo, dove vi sia veramente parità processuale e dove chiunque venga giudicato colpevole sappia intimamente di aver avuto, prima di essere stato giudicato colpevole, tutte le possibilità di stare davanti ad un giudice, a schiena dritta, in un rapporto di parità processuale, a mostrare le proprie ragioni. Questa è la giustizia che sogno per i miei figli. Non racconterò mai loro che abbiamo raggiunto un disonorevole compromesso, in virtù del quale abbiamo tradito tutto il nostro bagaglio ideale, culturale, storico e politico sulla giustizia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.04 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro di tutte le proposte emendative presentate all'articolo 5 o esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Non vedo il relatore di minoranza. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.103 Colletti. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Svolgerò un intervento cumulativo, cercando di rappresentare quello che succede. Parliamo del collocamento fuori ruolo dei magistrati. Non me ne voglia il Governo, ma è un grande bluff del Governo stesso. Perché? Si dice che dobbiamo ridurre il numero e il tempo dei magistrati collocati fuori ruolo, e che fa il Governo?

Dice che da dieci si passa a sette anni, salvo poi prevedere, grazie ad un emendamento del collega Zanettin, una deroga per i magistrati collocati fuori ruolo negli organi costituzionali o di rilevanza costituzionale, quindi in quegli organismi nei quali vai perché sei amico del giudice costituzionale o perché sei amico della politica o perché sei appartenente alle correnti, altrimenti non ci vai. La cosa che dispiace di più è che, nottetempo, la manina del Ministro ha infilato nel testo - non c'era prima - la previsione che tale disposizione si applichi, salvo che per gli incarichi presso gli organi del Governo. C'è stata una grandissima discussione in Commissione, perché nemmeno la maggioranza sapeva di questo nuovo inserimento del collocamento dei magistrati fuori ruolo presso gli organi del Governo, che vi permangono e vi potranno permanere ancora per dieci anni. Quindi, Presidente un bluff assoluto, non abbiamo fatto niente e fuori vendiamo che abbiamo ridotto il numero dei magistrati collocati fuori ruolo. Complimenti!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.103 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.142 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.104 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.215 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.105 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.106 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.216 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo all'emendamento 5.102 Colletti. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente, prima volevo intervenire sempre sul tema delle doppie indennità e precisare quanto avevo affermato. Volevo citare come operò sulle doppie indennità il Governo Letta, di cui ho avuto l'onore di far parte. Uno dei primi atti del Governo Letta fu il tema delle doppie indennità tra Ministri e onorevoli. E disse: se tu parlamentare vuoi fare il sottosegretario o il Ministro e vieni chiamato a farlo, devi smettere di percepire le doppie indennità e quindi devi optare. Tutto consentì un risparmio, la cifra esatta la dirò a breve. Fu una goccia nel mare, ma fu un segnale. Pertanto, io rispondo al sottosegretario Sisto - che prima ci ha dato una risposta che i cittadini non hanno capito, perché era in politichese - con quello che fece il Governo Letta, perché per togliere quella doppia indennità che oggi noi chiediamo di togliere ai magistrati che vanno a ricoprire incarichi apicali inserì questa norma in un decreto-legge che riguardava la cassa integrazione e l'IMU. Dunque nel momento in cui andava a toccare un tema delicato come quello dell'IMU e della cassa integrazione, inserì questa norma. Queste sono le risposte immediate, non c'è bisogno di dire rimandiamo, rimandiamo, rimandiamo, tanto che queste risorse - che non erano molte perché poi non erano tanti i posti nel Governo di chi beneficiava della doppia indennità - andarono ai comuni come mancato incasso IMU. Noi oggi abbiamo proposto di tagliare le doppie indennità, stimolare il Governo a destinarle al fondo “caro bollette”…

PRESIDENTE. Deputato Ferri, lei sta parlando sul precedente…

COSIMO MARIA FERRI (IV). Signor Presidente, lo so che dà noia questo tema, però lo volevo lasciare agli atti e dire tecnicamente come abbiamo operato e cosa proponiamo, come schema di quello che c'è già stato. Questa è la risposta della politica, non parole che poi non vengono attuate (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 5.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Secondo le intese intercorse, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 14.30.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 14,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Boldrini, Brescia, Butti, Casa, Comaroli, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Frassinetti, Gebhard, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Molinari, Mura, Nardi, Perantoni, Polidori, Romaniello, Serracchiani, Sisto, Stumpo, Tateo, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 116, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2681-A. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 30.500, che è in distribuzione, in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato, da ultimo, respinto l'emendamento Colletti 5.102.

(Ripresa esame dell'articolo 5 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.202 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.107 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.108 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.209 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.217 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.210 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.201 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Passiamo agli identici emendamenti 5.200 Colletti e 5.205 Vitiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Velocemente, soltanto per rappresentare quel compromesso al ribasso che si è fatto. Noi avevamo chiesto per i fuori ruolo di ridurre la durata di questo fuori ruolo, ed è stata una soluzione che ha trovato il parere favorevole nel Governo.

Solo che poi che cosa ha fatto? Ha ridotto il limite da 10 a 7 anni - noi avevamo proposto 5 anni - e poi ha fatto alcune esclusioni, sterilizzando i 7 anni, perché nelle esclusioni ci sono tutti. In pratica, che cosa succede? Io sono intervenuto anche per spiegare i nostri emendamenti; leggete questo emendamento, il 5.205, sembra nettamente in contrasto con il successivo emendamento 5.206, ma questo perché se si escludono gli organi di Governo, allora ha un senso, altrimenti perché lasciare fuori coloro che lavorano negli organismi internazionali e fanno capo alla Farnesina? Davvero non ha senso, perché resterebbero fuori. Allora, ecco spiegata la natura dei due emendamenti: o si ha una riduzione effettiva che valga per gli organi di Governo - perché altrimenti non ha senso avere questa riduzione - oppure tanto vale lasciare il limite temporale a dieci anni per tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, questo emendamento è importante perché va a toccare anche il tema del metodo con cui ha operato questo Governo; infatti questo inserimento degli organi di Governo, come esclusione sui fuori ruolo, è stato inserito dalla Commissione e dai relatori riformulando un emendamento a notte inoltrata, quindi strozzando il dibattito. Il tema è quello dei magistrati fuori ruolo. Noi dobbiamo chiederci se preferiamo un magistrato che lavori negli uffici giudiziari, che stia a scrivere le sentenze e valorizzare quel tipo di magistrato, o se vogliamo, invece, valorizzare il magistrato fuori dall'attività giudiziaria, con gli incarichi fuori ruolo. La riforma Cartabia sembra prendere una strada condivisibile, come ho detto già altre volte quando fissa princìpi giusti, ossia quella di valorizzare il lavoro giudiziario. Poi però, ancora una volta, nel fissare il principio, cede alle pressioni, non ha il coraggio di affrontarlo fino in fondo e prevede una serie di deroghe.

PRESIDENTE. Concluda.

COSIMO MARIA FERRI (IV). In questo caso esclude - da queste regole, che fissa, del limite temporale dei 5 e 7 sette anni - tutti i magistrati presso gli organi di Governo. Quindi la norma vale, come al solito, per i magistrati più deboli, che non hanno incarichi apicali, che si trovano più in difficoltà, invece quelli che ricoprono incarichi particolari di potere beneficeranno della deroga, e questo è un messaggio sbagliato che si dà ai magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.200 Colletti e 5.205 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Passiamo all'emendamento 5.206 Vitiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Qui c'è l'ennesima disparità di trattamento. In questo emendamento diciamo al Ministero e al Governo: almeno sulla lettera i), equipara i tipi di incarico, a livello internazionale. E quindi, anche in questo caso, non distinguere magistrati di serie A e di serie B. Se fai la deroga per una categoria, estendila a tutti. Non si capisce come mai tu escluda una serie di magistrati. È tutta una riforma a favore di alcuni e contro la maggior parte della categoria. Almeno su questo, coerenza vorrebbe che si accettasse questo emendamento e si mettessero sullo stesso piano coloro che svolgono incarichi internazionali, se si crede nell'importanza, come può essere condivisibile, del magistrato che ricopre questi incarichi internazionali. Vediamo ora, anche con i crimini di guerra, quello che sta succedendo. Avere magistrati italiani negli organi internazionali dà prestigio e porta quel concetto di terzietà e imparzialità negli organi internazionali. Allora, si estenda la salvaguardia per tali professionalità per tutti. Con questo emendamento proponiamo di mettere sullo stesso piano coloro che hanno un incarico a livello internazionale e di evitare disparità di trattamento, lasciandoli in quella deroga, che poi il Governo, tra l'altro, estende a tutti coloro che sono negli organi di Governo, quindi, da una parte, allarga l'eccezione e, dall'altra, la restringe punendo, magari, quattro o cinque magistrati che non rientrano in un incarico internazionale.

Mi sembra un emendamento di buon senso, non capisco come mai il Governo e il relatore abbiano espresso un parere negativo. Va nell'ottica della loro impostazione, perché, come ha spiegato bene il collega Vitiello, la nostra impostazione era sull'altro emendamento e contestiamo questa eccezione che diventa regola e che, quindi, vanifica il principio, giusto, inserito nella “riforma Cartabia”. Siamo noi che difendiamo i principi giusti della “riforma Cartabia”, mentre la stessa riforma fissa i principi e torna indietro. Ma almeno su questo, che è linea con l'impostazione del Governo, evitate questa disparità di trattamento, in un settore nevralgico e importante, come quello degli incarichi internazionali. Chiediamo po' di coerenza, almeno su questo: mi auguro che ci sia un cambio di parere e che si possa votare a favore dell'emendamento, perché è pacifico ed è una correzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.206 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.109 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Avverto che il gruppo Italia Viva ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.

Passiamo all'emendamento 5.110 Colletti.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.110 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.111 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.208 Ferri, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 87).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Poiché gli articoli aggiuntivi sono stati dichiarati inammissibili, passiamo alla votazione dell'articolo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Su tutti gli emendamenti, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Relatrice Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. È un solo emendamento, Presidente. Sull'emendamento 7.106 Varchi, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.106 Varchi. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che riguarda una questione che ha tenuto banco in Commissione per diverse ore, anche nel corso di sedute notturne, cioè il Massimario della Corte di cassazione. Capisco, ovviamente, che un argomento così tecnico possa non essere di grande interesse, ma ci troviamo ad affrontare oggi questa riforma, sebbene le priorità della Nazione siano altre, quindi tanto vale provare a farlo nel migliore dei modi possibili. Noi riteniamo che l'accesso allo svolgimento delle funzioni del Massimario della Corte di cassazione debba essere riservato a magistrati che abbiano conseguito almeno la terza valutazione di professionalità. Lo riteniamo un limite minimo, abbiamo fatto tesoro anche delle indicazioni che sono state date dagli auditi su questo specifico punto e riteniamo che andrebbe a beneficio di questa riforma, sulla quale, nel complesso, c'è un giudizio negativo di Fratelli d'Italia. Su questo aspetto - che, ripeto, è una questione tecnica, non politica - abbiamo posto un tema che, secondo noi, va a beneficio del corretto andamento, del migliore svolgimento di quelle funzioni e, quindi, su questo, chiedo il voto favorevole dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Si arriva al Massimario con che cosa? Con valutazione e anni di esercizio effettivo. Aver cambiato il testo precedente della “ riforma Cartabia”, diminuendo gli anni di esercizio effettivo a 8 anni e lasciando la terza valutazione di professionalità a 12 vuol dire favorire l'accesso al Massimario a chi, colleghi? Ai magistrati collocati fuori ruolo, che hanno 8 anni di esercizio e, magari, 12 anni di terza valutazione di professionalità. Quindi, non questo emendamento, ma l'impianto della “riforma Cartabia” sull'articolo 7 è un bluff, perché avvantaggia i magistrati collocati fuori ruolo, che avranno 8 anni di servizio e terza valutazione di professionalità. Io, Presidente, sarò curiosa, dopo che questa delega andrà in porto, verificare i colleghi che andranno al Massimario e così avremo la prova provata che tutto questo di cui parlate è un grande bluff.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.106 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 90).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Sull'emendamento 8.2 Delmastro Delle Vedove, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 92).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sull'emendamento 9.200 Ferri.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.200 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 94).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Su tutti invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.202 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Passiamo all'emendamento 10.130 Maschio. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, questo emendamento riprende un emendamento del MoVimento 5 Stelle. Il tema che introduceva l'emendamento D'Orso in Commissione giustizia era quello di capire che modello vogliamo dare all'interno delle procure della Repubblica. Vogliamo valorizzare la “riforma Castelli-Mastella” che ha previsto e introdotto la figura di un procuratore capo e quindi una gerarchizzazione all'interno della procura della Repubblica, o vogliamo ridare un ruolo di coordinamento, ma meno gerarchico, e dare spazio all'autonomia dei pubblici ministeri all'interno della procura? Quindi era un interrogarsi sul cambio di passo rispetto a quel punto della “riforma Castelli-Mastella” che molti avevano criticato proprio per evitare la troppa gerarchizzazione, creare dei super procuratori e, di fatto, nelle procure far perdere ai sostituti un po' di autonomia. Si erano creati dei procuratori con pieni poteri. Questo riequilibra un po' ed era un'idea - il dibattito era già noto sia all'interno della magistratura che fuori, ma anche nei rapporti tra politica e magistratura - che in Commissione aveva lanciato il MoVimento 5 Stelle.

Lo ripropongo all'Aula, perché dispiace vedere, come sulle doppie indennità, che partiti di maggioranza cambino il DNA della loro impostazione, e su questo chiedo all'Aula di pronunciarsi. Se vogliamo mantenere il modello della “Castelli-Mastella”, del super procuratore, allora bisogna votare contro questo emendamento; se, invece, vogliamo rimettere in discussione il principio sotteso si può pensare a un attenuazione, chiaramente lasciando al procuratore l'uniformità dell'esercizio dell'azione penale e la responsabilità del fatto di essere Capo della procura; è uno dei temi che, anche all'interno magistratura, molti, da tempo, mettono in discussione, perché si è accentuata troppo la figura del procuratore capo, e per favorire anche un dibattito e una dialettica interna maggiori. Su questo vedo che molti che lo sostenevano hanno fatto retromarcia. Siccome era un tema condivisibile, ho voluto riproporlo all'Aula e ne chiedo la votazione. Chiaramente, il gruppo di Italia Viva voterà a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.130 Maschio, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.108 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 98).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.0200 Ferri.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Vale l'intervento di prima.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.0200 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza, deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere analogo a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.32 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.218 Annibali.

Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Presidente, intervengo soltanto per segnalare all'Aula che questo è uno di quegli emendamenti che fa riferimento alle responsabilità dei magistrati. Mai come nel caso che ci occupa per l'ordinamento giudiziario va cristallizzato che chi sbaglia paga, e, quando l'errore viene fatto a discapito di un imputato che poi si rivela assolutamente innocente, secondo me, è doverosa un'attenzione da parte dell'Aula, perché è un tema che appartiene molto ai cittadini che stanno fuori, perché gli stessi si aspettano che chi sbaglia paghi e che valga per tutti questo principio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.218 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.31 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.34 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.102 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.202 Ferri, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.204 Ferri, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.203 Ferri, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.33 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 109).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 11.0202 Annibali.

Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. È in linea con quanto già detto poc'anzi sulla responsabilità. Quando abbiamo avuto il provvedimento della Consulta sui quesiti referendari, l'unico quesito referendario su cui noi avevamo raccolto le firme - quello sul quale abbiamo avuto l'inammissibilità da parte della Consulta - era quello sulla responsabilità civile diretta dei magistrati. Però, attenzione, questo non significa che sarebbe incostituzionale una norma che prenda in esame la possibilità di inserire una responsabilità diretta. Semplicemente, la Consulta ci ha detto che quel taglio avrebbe consentito di avere una norma con una lacuna forte in contrasto con l'ordinamento, ma questo non significa che invece non si possa provvedere in tal senso.

Qui dobbiamo enunciare fortemente un principio: chi sbaglia paga e quando l'errore ha un riverbero forte nei confronti della collettività - e ne abbiamo tantissimi, a iosa, di esempi che possiamo citare in quest'Aula - occorre che ci sia un responsabile, per il quale si possa accertare la responsabilità ovviamente, che paghi direttamente alla persona alla quale abbia causato un danno irreparabile per la propria vita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0202 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 11.0200 Morrone.

Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Chi sbaglia paga o almeno così dovrebbe fare. È quello che la Lega chiede con il voto favorevole su questo emendamento. La legge n. 117 del 1988, conosciuta con il nome del suo autore, Vassalli, mantiene il carattere indiretto della responsabilità del magistrato. Il cittadino che abbia subito un fatto ingiusto si vede infatti riconoscere la sola azione risarcitoria verso lo Stato, così come in alcuni altri Paesi europei come il Portogallo, la Francia e il Belgio. Chi sostiene che questo sistema possa andare bene e che, diversamente, ci sarebbe un'aggressione anche alla figura, all'autonomia e all'indipendenza del magistrato dimentica un fatto molto particolare. Infatti, l'azione di rivalsa che lo Stato può successivamente esercitare nei confronti del magistrato è spesso esercitata al buio, vale a dire senza aver avuto conferma della positiva verifica dell'elemento soggettivo della negligenza inescusabile del magistrato. Tale è la previsione dell'articolo 7, ovverosia il Presidente del Consiglio dei Ministri ha l'obbligo di agire sempre in rivalsa. Questa situazione è del tutto anomala e sarebbe completamente diversa se il cittadino avesse la possibilità di un'azione diretta, perché potrebbe valutare se valga la pena o meno attivare un contenzioso, che comunque lo Stato in questo momento è obbligato ad attivare verso il magistrato, anche quando non esiste una convenienza, magari anche per importi bagatellari, sempre con il dubbio di poter arrivare in fondo con esito favorevole all'erario. Infatti, se per gli altri pubblici ufficiali questa azione non è obbligatoria e, anzi, nel giudizio che lo Stato instaura vi è la possibilità di provare l'elemento soggettivo del dolo o della colpa grave, non è così nel caso dell'azione di rivalsa che lo Stato esercita contro il magistrato.

Per dimostrare l'assurdità di un sistema che ha necessità di essere cambiato, vorrei portare, in conclusione, solo un esempio. Negli ultimi quattro anni lo Stato ha pagato 180 milioni per ingiusta detenzione, a titolo di equa riparazione di errori giudiziari e detenzioni ingiuste. Sapete, in base ai dati resi noti dalla Corte dei conti, sezione centrale di controllo sulla gestione dello Stato, quanto è stato recuperato dallo Stato con le azioni di rivalsa? Risulta che, negli ultimi quattro anni, sia stata pendente una sola azione giudiziaria di rivalsa, e non era neppure obbligatorio procedere, perché mancava un collegamento rispetto al testo della “legge Vassalli” per i casi di ingiusta detenzione. Si è trattato di un caso in cui un giudice è stato condannato a risarcire, neppure tutto, ma solo una parte di quanto lo Stato aveva invece pagato al cittadino ingiustamente detenuto. Questo per dire che la materia ha necessariamente bisogno di essere disciplinata, non perché ce l'abbiamo con un magistrato o con la categoria dei magistrati, ma perché attualmente già la “legge Vassalli” ha delle criticità che comportano l'obbligo dello Stato di agire sempre e comunque in rivalsa, anche quando non vi siano magari condizioni di merito tali da giustificare l'azione. Spero che l'Aula voglia apprezzare il nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0200 Morrone, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0201 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.05 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro per tutti gli emendamenti o parere contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza, Varchi.

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Presidente, parere favorevole.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.310 Vitiello. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Solo per segnalare, Presidente, che, se si vuole una separazione delle funzioni, lo si deve fare in maniera speculare al referendum, al quesito referendario, che questo emendamento recupera in maniera integrale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.310 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo e parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Passiamo all'emendamento 12.220 Morrone. Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie Presidente. Questo emendamento apre finalmente le porte ad una riforma da tempo attesa ed ormai non più differibile. Oggi nel sistema processuale non esiste la garanzia per tutti di essere giudicati da un giudice veramente terzo, come prevede la Costituzione, né i ruoli della magistratura requirente e giudicante sono effettivamente trasparenti. Oggi i magistrati della pubblica accusa e quelli chiamati a giudicare sono inseriti in un'unica categoria professionale. Nel corso della loro carriera i magistrati passano più volte da una funzione all'altra e viceversa. Questa contiguità tra il pubblico ministero e il giudice rischia di creare uno spirito corporativo tra le due figure e di compromettere un sano e fisiologico antagonismo tra poteri, vero presidio di equilibrio del sistema democratico. Questo modello costituisce un'anomalia che ci distingue da tutti gli altri Paesi europei, dove c'è una distinzione chiara fra le funzioni giudicanti e quelle requirenti. Una riforma del sistema giustizia non può prescindere dall'assicurare, non solo la separazione chiara e netta tra le due funzioni, ma soprattutto dall'assicurare il principio del giusto processo, che non può che passare attraverso una chiara terzietà della funzione giudicante. Se fra i nostri obiettivi c'è anche quello di ristabilire quel rapporto di fiducia tra cittadino e magistratura - un rapporto che, è inutile negare, si è progressivamente deteriorato - non possiamo che ribadire con forza la necessità della separazione delle funzioni giudicanti da quelle requirenti. Una volta che il magistrato ha scelto di svolgere la funzione di giudice non può più passare a quella di pubblico ministero e viceversa.

La necessità di una separazione netta tra le due funzioni trova riferimenti profondi anche nella cultura giuridica di questo Paese. Voglio qui citare il giudice Giovanni Falcone, che già nel 1989 parlava in questi termini: “Comincia a farsi strada faticosamente la consapevolezza che la regolamentazione delle funzioni e della stessa carriera dei magistrati del pubblico ministero non può essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e, quindi, le attitudini, l'habitus mentale, le capacità professionali richieste per l'espletamento di compiti così diversi: investigatore a tutti gli effetti il pubblico ministero, arbitro della controversia il giudice”.

Sono queste le direttive su cui si muove l'emendamento in esame. La separazione delle funzioni non è solo indispensabile e ineludibile per consentire un legittimo profilo di terzietà nell'azione giudiziale, ma sarebbe funzionale ad una maggiore specializzazione delle funzioni, migliorando così la qualità del giudizio finale. Riteniamo che la dialettica democratica esprima al massimo le proprie capacità, quando è caratterizzata da un insieme di poteri distinti e capaci di controllarsi vicendevolmente. La separazione delle funzioni origina da questa visione e rappresenterebbe un indispensabile tassello di quel processo riformatore del sistema giustizia, già troppo atteso da tempo. Per le ragioni sopraesposte auspichiamo un voto favorevole dell'Aula su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.220 Morrone, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

Passiamo all'emendamento 12.210 Vitiello. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Purtroppo, penso di avere una numerazione degli emendamenti diversa rispetto alla sua. L'intervento che ho svolto prima era sull'emendamento 12.210, collocato, nel fascicolo, prima di quello dei colleghi della Lega.

PRESIDENTE. Lei deve avere il fascicolo degli emendamenti n. 2.

CATELLO VITIELLO (IV). Lo so, mi rendo conto, ha ragione, volevo solo fare una segnalazione sulla numerazione e specificare che quello che ho detto prima vale per questo emendamento, senza per questo fare un altro intervento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.210 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).

Passiamo all'emendamento 12.225 Colletti. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei annunciare il voto di astensione sull'emendamento 12.225 Colletti in esame e preannunciare fin d'ora il voto di astensione sull'articolo 12 da parte del Movimento 5 Stelle. Abbiamo già evidenziato che non possiamo avallare in alcun modo la norma che prevede la riduzione ad un unico passaggio, peraltro imponendo un limite stretto temporale, tra le funzioni giudicanti e le funzioni requirenti, perché riteniamo - e lo ribadiamo anche in questa sede - che si mettano in serio pericolo ben due principi costituzionali: il principio di unità della giurisdizione e il principio di indipendenza della magistratura. Sono due principi costituzionali a presidio anche dei cittadini, soprattutto, dei cittadini, perché rappresentano una garanzia della buona amministrazione della giustizia. Riteniamo che questo sia il primo tentativo, il primo passo verso lo svuotamento di questi principi costituzionali. Tra l'altro, non posso non rilevare una questione: anche oggi, in questa sede, ho ascoltato vari interventi che in qualche modo richiamavano l'importanza di una cultura giuridica completa. Sono stati addirittura presentati emendamenti secondo i quali, prima di diventare pubblico ministero, bisogna passare da un'esperienza di magistrato giudicante. Bene e, allora, non colgo come possa conciliarsi tutto ciò con una normativa di questo genere che si sta andando ad introdurre. Mi pare sia una contraddizione in termini, ma magari sarà un mio limite.

Il MoVimento 5 Stelle in questo senso invece rimane coerente. Non può avallare la separazione delle carriere, non può avallare la separazione delle funzioni e, quindi, ribadisco l'astensione su questo emendamento 12.225 Colletti e, successivamente, sull'articolo 12.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Come si fa a dire di rimanere coerenti e poi astenersi rispetto a qualcosa che si condivide? Se la condividi, voti a favore. Se condividi l'obiettivo, voti a favore (Commenti)! Non ti astieni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Se ti astieni, non sei coerente, sei inutile, irrilevante, insignificante ed è quello che il MoVimento 5 Stelle è in questo Governo Draghi da un anno a questa parte e lo autocertifica con l'astensione (Applausi dei deputati del gruppo Misto- Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il tema della separazione delle funzioni, vorrei premettere una considerazione: ritengo, e lo affermo a titolo personale, che sia meglio tenere il pubblico ministero dentro la giurisdizione e che separare le funzioni potrebbe accentuare il rischio di un pubblico ministero ancora più sbilanciato e più forte. Secondo me, si potrebbe fare una riforma costituzionale con il doppio CSM, e allora la politica tiene una linea che è quella della separazione, altrimenti, in questo modo, si rischia di creare un pubblico ministero ancora più forte.

Il tema è quello della coerenza e dell'inutilità di questa riforma. Si vuole andare a disciplinare la materia ma la coerenza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier la vedo molto fragile su questo tema della separazione, perché si dice tutto e il contrario di tutto, si crede in una politica referendaria e si vota poi la riforma, il MoVimento 5 Stelle va avanti poi torna indietro. La coerenza non emerge da questi interventi. Però voglio dire che questa riforma, ancora una volta, è inutile. Andiamo a vedere: quanti magistrati cambiano le funzioni? In realtà, riscontreremo che chi inizia come pubblico ministero difficilmente passa poi alla funzione giudicante e, se lo fa, lo fa al massimo una volta.

Allora, le misure che state introducendo - ed è un altro argomento per dire quanto tutto ciò sia inutile - non serviranno a niente, sono solo medaglie, principi buttati lì, e bisogna davvero dirle queste cose. Andiamo a vedere le statistiche: troverete che su 9.000 magistrati solo lo 0,5 per cento, pochissimi, ha cambiato funzioni due volte e pochi lo hanno fatto una volta.

Oggi la tendenza è quella di iniziare un percorso e in pochi casi cambiarlo. Quindi, questa norma inserita nella riforma Cartabia non modifica lo stato delle cose, perché comunque i magistrati più di una volta non cambiano per loro scelta. La riforma consente loro di cambiare quattro volte, ma ci sono già dei paletti che la riforma “Castelli-Mastella” ha introdotto. Di fatto, ci possono essere scambi per motivi familiari o ci si può riservare al massimo di cambiare una volta, ma lo fanno in pochi. A parte questo, tale possibilità non viene mai utilizzata.

Si sente dire che questa riforma fissa un principio e che si introduce, a seconda delle versioni dei gruppi parlamentari, una grande novità. In realtà, questa norma non cambia niente. Chi vuole cambiare una volta, come è sempre stato, lo potrà fare ed è tutto come prima. Questa è la verità delle cose e questa è la riforma Cartabia!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.225, Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 118).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, ad eccezione dell'emendamento 13.600 della Commissione bilancio, sul quale è favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, il parere è conforme a quello del relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.106 Del Mastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Varchi 13.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.600 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 121).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maschio 13.112, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 122).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 123).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti,

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Varchi 14.108, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 124).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 125).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Signor Presidente, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delmastro Delle Vedove 15.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 126).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delmastro Delle Vedove 15.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 127).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delmastro Delle Vedove 15.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 128).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO-A-+E-RI). Signor Presidente, io intendo sottoporre alla riflessione dell'Aula, prima della votazione, alcuni rilevanti aspetti di costituzionalità di questo articolo, che prevede che siano ineleggibili i magistrati che prestano servizio, o lo hanno prestato nei tre anni precedenti la data di accettazione della candidatura, presso sedi di uffici giudiziari, eccetera. Allora, la prima questione riguarda le elezioni regionali, in quanto il testo si pone in aperto contrasto con l'articolo 122 della Costituzione che attribuisce alla competenza regionale legislativa concorrente nei casi appunto limiti dei princìpi fondamentali dello Stato la determinazione dei casi di ineleggibilità e di incompatibilità per l'accesso alle cariche regionali. Allora, in questo senso, questa legge che noi ci apprestiamo a votare, certamente apprezzabile nei principi, rischia di venire vanificata negli effetti, perché è passibile di impugnativa davanti alla Corte costituzionale, in quanto lesiva dell'autonomia riconosciuta alle regioni. Lo Stato, infatti, può dettare esclusivamente norme di principio, che le regioni devono successivamente recepire con norme ad hoc, nell'esercizio della loro potestà legislativa. Ricordo l'esempio di quanto è avvenuto a Milano, un caso analogo, quando la corte d'appello di Milano ha reso legittimo il quarto mandato del Presidente della regione Lombardia Formigoni, a dispetto della legge nazionale, che prevedeva il divieto del terzo mandato. Ebbene, fu consentito. La materia della ineleggibilità ed incompatibilità appartiene, dunque, alla competenza concorrente delle regioni, che devono determinare i casi nell'ambito dei principi fondamentali posti dalla legge dello Stato. Ma c'è una seconda questione, che ritengo ancora più rilevante, se non addirittura una violazione palese del diritto di elettorato passivo del magistrato. La norma, infatti, stabilendo che sono ineleggibili i magistrati, come appunto è scritto nel comma, incide sul diritto dell'individuo a candidarsi che è un diritto fondamentale della persona, costituzionalmente garantito e inviolabile, come consacrato dall'articolo 51 della Costituzione. Anche qui, allora, una norma assolutamente giusta, sacrosanta nello spirito e nel principio, nasce, però, con un'ombra di incostituzionalità se, come sembra, è immediatamente applicabile. E, allora, l'unica possibilità potrebbe essere quella di immaginare una disposizione transitoria che espliciti che questa norma è applicabile a decorrere dalle elezioni che si terranno nei tre anni successivi alla sua entrata in vigore; questo per consentire al magistrato che intenda esercitare il proprio diritto di essere eletto nelle successive elezioni, di fare le opportune valutazioni anche in merito a eventuali richieste di trasferimento in altra sede, nel tempo previsto dei tre anni.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO-A-+E-RI). Ho terminato. È un presupposto indicato dalla norma, non potendo, in altro modo, subire una compromissione del suo diritto costituzionale, con una limitazione in via retroattiva. Allora, io chiedo al Governo…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO-A-+E-RI). …di valutare l'opportunità, in questo momento, di accantonare questo articolo e di rivalutare se è costituzionale.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di accantonamento, deputato Verini?

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza. No, Presidente, votiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Sarò velocissima, è un appello al professore Ceccanti: un problema di conflitto si pone e si porrà perché, come ha appena detto il collega Trizzino, l'articolo 9, comma 3, dello statuto della regione siciliana, come lei sa, collega Ceccanti, e come sanno i costituzionalisti, compreso il collega Sisto, un problema di compatibilità lo porrà. La regione siciliana, una regione a statuto speciale, ha il potere di normare sul sistema elettorale nell'ambito dei princìpi della cornice della Costituzione, quindi, si porrà un problema di recepimento. Io, il tema, l'ho avanzato in Commissione, è stato “bypassato” ma, quantomeno per le regioni a statuto speciale, un problema di costituzionalità delle norme che andiamo a varare credo si porrà presto.

PRESIDENTE. Deputato Trizzino, lei insiste per l'accantonamento? Se insiste, devo far votare la richiesta. Quindi, diciamo che lei ha parlato a favore dell'accantonamento. Chi è contrario all'accantonamento e vuole parlare? Se nessuno vuole parlare contro, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 314 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 129).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza, deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere analogo a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16.3 Delmastro Delle Vedove.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.3 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 130).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 131).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.4 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 132).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.2 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 133).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 134).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza, deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 17.101 Colletti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 135).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 136).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza, deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Su entrambi, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 18.5 Annibali.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.5 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 137).

Passiamo all'emendamento 18.6 Delmastro Delle Vedove.

Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione, di Fratelli d'Italia, interviene indirettamente sul tema delle porte girevoli fra magistratura e politica. Sembra una questione di dettaglio, quella introdotta con questo emendamento, ma accettata, ahimè, l'idea che la montagna del Governo dei migliori ha partorito un topolino cacofonico, stridulo e gracchiante, anche sul tema delle porte girevoli tentiamo quantomeno di correre in soccorso a questa maggioranza, e non comprendiamo il motivo per cui, una volta ceduto finalmente all'idea che il magistrato che si candidi non possa poi più svolgere determinate funzioni nella medesima area in cui si è candidato, questi divieti debbano avere un arco temporale limitato a soli tre anni. Cosa sfugga a questo Governo del fatto che, viceversa, l'arco temporale a cui ci si riferisce alla candidatura sia quello di una legislatura, comunque la si voglia prendere, dal consiglio regionale, al deputato, al consiglio comunale, di un quinquennio, è cosa a noi ignota. Allora, se noi riteniamo che vi debba essere uno stop temperato alle porte girevoli, perché, come sempre, avete il coraggio di coloro che si fermano 500 metri prima del punto d'arrivo, almeno cercate di non fermarvi 750 metri prima del punto d'arrivo, perché proprio non si comprende la limitazione del divieto di ricoprire la carica precedentemente svolta solo a un arco temporale di tre anni. Se il magistrato è candidato a fare il consigliere regionale o il deputato per un quinquennio, il suo avversario che lo ha sconfitto è in carica per un quinquennio? Potrà, lui, avere un divieto di ritornare a svolgere le medesime funzioni per un quinquennio? Cosa c'è di illogico in questa richiesta? Anzi, spiegatemi cosa vi è di logico nel limitare a tre anni, se non l'ennesimo cadeau a quella tecnostruttura che, in particolar modo all'interno del Ministero della Giustizia, vi tiene in ostaggio giorno e notte sino a cambiarvi financo il lemma e la grammatica, sino a riprogrammare, anche culturalmente, il sottosegretario Sisto che, da uomo che sventolava la Costituzione ogni due per tre in quest'Aula, urlando le parole del garantismo, oggi arriva e ci spiega che tecnicamente nulla si può fare, nemmanco per evitare che taluni magistrati, sommando indennità e pensioni, arrivino a 260 mila euro. Vi ha riprogrammati proprio culturalmente, all'interno del Ministero, quella tecnostruttura di magistrati che vi tiene evidentemente in ostaggio, perché non c'è nulla di anomalo nell'agganciare il divieto di ricoprire certe cariche al quinquennio. È illogico limitarlo a tre anni, è evidentemente il prezzo che si deve pagare per fare il sottosegretario in ostaggio della tecnostruttura ministeriale di quelle centinaia di magistrati fuori ruolo, che esercitano - e questo lo dimostra - molto più potere politico di quanto potrebbero esercitare facendo gli onorevoli all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.6 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 138).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 139).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti, tranne sull'emendamento 19.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), sul quale la Commissione esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Relatrice Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Presidente, un parere speculare rispetto a quello del relatore per la maggioranza, quindi. tutti pareri favorevoli, eccezion fatta per l'emendamento 19.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere analogo a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 19.201 Vitiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Dopo il tema sulle indennità, l'altro gravissimo, secondo noi, vulnus di questa riforma riguarda le “porte girevoli”, perché abbiamo assistito ad una ulteriore disparità di trattamento.

Già esistevano magistrati di serie “A” e magistrati di serie “B” ed è il motivo per cui siamo arrivati con questa arrembante iniziativa parlamentare governativa, più governativa che parlamentare, a risolvere i problemi delle correnti, senza, poi, risolvere alcunché. Poi, con le “porte girevoli” si è deciso, Presidente, che non soltanto esistono magistrati di serie “A” e magistrati di serie “B”, ma, all'interno della magistratura di serie “A”, c'è chi si trova nell'empireo e non va toccato.

Allora, bisogna cercare di immaginare che per i fuori ruolo, prescindendo dalle funzioni che possono avere fuori ruolo, occorre fare un discorso unanime, senza divaricazioni, perché, quando si svolgono funzioni che non sono giudiziarie - e sono tali, in qualche misura, vuoi per incarichi elettivi, vuoi perché c'è un incarico fiduciario e, quindi, un rapporto con la politica – esse fanno a cazzotti con le funzioni giudiziarie che si espletavano prima.

Allora, quello che tu dici debba valere per il magistrato eletto o per il magistrato ministro o per il magistrato sottosegretario non è giusto che non si verifichi anche per tutte le altre figure apicali all'interno dei Ministeri.

Noi abbiamo chiesto un'equiparazione, di evitare disparità di trattamento, anche perché, Presidente, l'articolo 51 della Costituzione, al terzo comma, ci dice che chi dalla pubblica amministrazione si dona all'attività politica deve preservare il proprio incarico, deve preservare il proprio posto di lavoro. In questo caso, il Governo ha fatto una scelta cerchiobottista: io ti dico che non rientri più nelle funzioni giudiziarie e, poi, resterai in eterno fuori ruolo, senza ruoli apicali, perché così abbiamo giustificato questa nostra scelta. La verità è che, se si voleva usare non il fioretto, ma il machete, occorreva quell'emendamento che Fratelli d'Italia aveva proposto e che io non ho votato semplicemente perché era una scure nei confronti della magistratura, che ritengo, comunque, utile alla funzione politica, cioè quella delle dimissioni. Era quella la scelta se si voleva utilizzare la forza nei confronti di questo potere all'interno delle stanze delle istituzioni.

Invece noi abbiamo proposto, anche in più formulazioni, quello che nella precedente legislatura si era proposto attraverso un emendamento, che, guarda caso, presentò il collega Ermini: bisogna decidere all'unanimità, per tutte le funzioni - per i capi di gabinetto, per gli eletti, per i sottosegretari, per i Ministri, per i capi di legislativo -, per tutti, allo stesso modo, quanto tempo di raffreddamento devono fare e quando e dove ritorneranno alle funzioni giudiziarie; oppure per tutti mai più alle funzioni giudiziarie. Ma questa disparità noi non l'accettiamo e cercheremo, comunque, fino in fondo di portare avanti le nostre idee (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.201 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 140).

Passiamo all'emendamento 19.103 Delmastro Delle Vedove.

Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Semplicemente per sottolineare, nella selva di norme, normette, sottonorme, sub-norme o norme da subnormali che avete messo in campo per evitare il grande tema delle “porte girevoli”, che, in questo caso, la cessazione dall'incarico deve essere di due anni. Cioè, il magistrato fuori ruolo che abbia svolto incarichi di capo o vice capo di un ufficio di diretta collaborazione, di segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri o quant'altro, non potrà fare domanda per incarichi direttivi o semidirettivi per un periodo di due anni. Prima vi era un emendamento di Fratelli d'Italia che parlava di 5 anni e vi chiedeva conto del perché lo riduceste a 3; in questo caso, si riduce addirittura a 2.

Quindi, c'è un semi-stop alle porte girevoli, che si contraddistingue per essere una sorta di vestito arlecchino della giustizia italiana, per cui, con un mal di testa terrificante, un magistrato si alza la mattina e dice: dunque, se voglio fare questo avrò uno stop di 3 anni, se faccio quello di 2, se faccio altro di 4 anni e mezzo; non avete indicato i mesi per grazia ricevuta. Non si comprende, quindi, la ratio per la quale un incarico prevede uno stop di 2 anni, uno di 3 anni, uno di un quinquennio, ma evidentemente, in una logica che, in questo caso, non ha tenuto unita la vostra maggioranza, ma vi ha portati al compromesso con la tecnostruttura all'interno del Ministero della Giustizia, avete trattato come si fa al mercato, nei suk, il periodo di congelamento.

Questo per dire che tutto ciò avviene in quanto non avete avuto il coraggio, la forza e la determinazione di percorrere la strada maestra indicata da Fratelli d'Italia, che era quella dello stop, senza se e senza ma, delle porte girevoli fra magistratura e politica, che tanto ha inquinato la vita pubblica italiana.

E, nonostante le propalazioni di Palamara, nonostante quanto abbiamo appreso tutti, atterriti per lo stato della giustizia italiana proprio perché contaminata da un rapporto costituito da intrecci opachi con la politica, nonostante tutto ciò, non siete riusciti a porre quell'argine al rapporto fra politica e magistratura che ha inquinato la vita politica italiana, che ha leso l'onorabilità sociale che deve assistere sempre la magistratura italiana, che rende il cittadino diffidente nei confronti dell'esercizio della giustizia in Italia.

La via maestra era evidentemente quella dello stop, senza se e senza ma, alle porte girevoli fra politica e magistratura. Avete scelto una tortuosa e disonorevole via secondaria, stretta, molto stretta, ed oggi vi coprite anche di ridicolo perché in quella via secondaria, stretta e troppo stretta, che non risolve alcuni dei problemi della giustizia, vi è una serie di subordinate, di stop, di congelamenti a geografia variabile incomprensibili, immotivati, illogici, contraddittori, che rendono la dimensione tragicomica del provvedimento che avete messo in campo.

Con il nostro emendamento, evidentemente, insistiamo per equiparare il congelamento del fuori ruolo previsto dall'articolo 19 all'aspettativa prevista dall'articolo 18 e dall'articolo 17. Siate almeno coerenti temporalmente con voi stessi. Qui abbiamo un articolo che dice una cosa e quello successivo che dice l'esatto opposto, e questo è il grande tema di un provvedimento senza capo né coda, contraddittorio, illogico, immotivato, che nasce semplicemente nel clima culturale di chi tratta, con un compromesso al ribasso, con la tecnostruttura di cui siete ostaggi al Ministero della Giustizia su un tema fondamentale come quello delle porte girevoli fra magistratura e politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.103 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 141).

Avverto che il gruppo Italia Viva ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Essendone stata fatta richiesta, in via del tutto eccezionale la Presidenza concederà un ulteriore ampliamento tale che il tempo aggiuntivo risulti complessivamente pari alla metà rispetto a quello originariamente previsto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.200 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 142).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.123 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 143).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.121 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 144).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.600 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 145).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.202 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 146).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 147).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, su tutti invito al ritiro, altrimenti parere contrario, tranne per il 20.600 della Commissione bilancio, su cui il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Presidente, il mio parere è favorevole, tranne che sugli emendamenti 20.600 della Commissione bilancio, 20.103 Colletti e 20.123 Annibali, sui quali il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Identici ai pareri del relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 20.203 Annibali.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente, sarò velocissima. Questo è l'ennesimo bluff, l'ennesima manina di parte della magistratura, quella degli apparati, (e il Ministero della Giustizia è di sinistra), che sospinge il Governo. Che cosa fanno? Creano, danno l'illusione che i magistrati collocati fuori ruolo, ordinari, amministrativi e contabili, rimangano fuori, per poi rientrare e, per un anno, stare parcheggiati, senza poter prendere dopo, per 3 anni, incarichi semidirettivi o direttivi. Ma, signori miei, non è che ce la beviamo così facilmente, perché la norma dice: “i magistrati ordinari, amministrativi e contabili collocati fuori ruolo per (…)” Cosa vuol dire? Che gli ordinari non vanno mai fuori ruolo, gli amministrativi e i contabili ci vanno solo per quelli apicali, cioè il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e qualcun altro.

Chi rimane fuori, sottosegretario Sisto? Tutti quei magistrati che hanno incarichi di staff, quindi 180 dei 200 ordinari e la gran parte degli altri, e che non vengono assolutamente sfiorati dalla vostra disposizione normativa. Quindi, Presidente, a leggere tra le righe non si fa male. Quello che vendete è fumo, sottosegretario Sisto, fumo e nient'altro!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.203 Annibali, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 148).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.202 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 149).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.201 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 150).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.600 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 151).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.200 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 152).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.106 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 153).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.204 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 154).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.103 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 155).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.123 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 156).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 157).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Emendamento 21.1 Colletti, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 158).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 159).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 22.2 Colletti. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Presidente, anche qui telegrafica. Mi costa dirlo, perché fare un encomio all'ex Ministro Bonafede mi viene male, ma il testo dell'ex Ministro Bonafede prevedeva una cosa giusta: che per la composizione dei componenti delle commissioni del Consiglio superiore della magistratura si provvedesse con sorteggio. Cioè, una volta che le correnti ci mandano i migliori poi tra i migliori si sorteggia, cosicché, Presidente, nelle commissioni non ci va qualcuno, come è adesso, inquisito col caso Palamara - connesso al caso Palamara - e sta ancora in I commissione a fare le nomine. Il sorteggio avrebbe garantito perlomeno una cernita dei componenti delle commissioni diversa da quella che mandano le correnti, ma il sorteggio è sparito, Presidente, è sparito pure da lì. Adesso le commissioni saranno regolate, quanto a composizione, da numeri e da procedure diverse. Questo è un altro merito che la “riforma Cartabia” si attribuirà nella storia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.2 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo mentre la relatrice di minoranza è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 160).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.102 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo. La relatrice di minoranza è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 161).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo. La relatrice di minoranza è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 162).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.106 Colletti, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole la relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 163).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 164).

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza, deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Presidente, parere contrario sull'emendamento 23.1 Colletti, parere favorevole sugli emendamenti 23.3 Delmastro Delle Vedove e 23.107 Maschio, parere contrario sugli emendamenti Colletti 23.102 e 23.101.

PRESIDENTE. Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.1 Colletti, con il parere contrario di Commissione, Governo e relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 165).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.3 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario di Commissione e Governo, parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 166).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.107 Maschio, con il parere contrario di Commissione e Governo, parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 167).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.102 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 168).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 169).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 170).

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, relatore Saitta.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza, deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 171).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 24.01 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 172).

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 173).

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 26.200 Ferri. Prego, relatore Saitta.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza, deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Sull'emendamento 26.200, parere favorevole.

PRESIDENTE. Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.200 Ferri.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Ennesima saga! Che facciamo adesso? Introduciamo portaborse del Consiglio superiore della magistratura, li aumentiamo di numero e gli diamo più soldi. In un'epoca di spending review, con il Paese a terra, con soldi che non arrivano, con la gente che non ha di che mangiare, noi, Presidente, aumentiamo a 32 il numero dei portaborse del Consiglio e - guardate bene - li sganciamo dal singolo consigliere e li agganciano al Consiglio superiore, cosicché, nell'ottica della trasparenza, nessuno saprà niente! Ecco un altro grande risultato della riforma Cartabia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Purtroppo, è la riforma dei privilegi. In un momento in cui la politica taglia i costi, noi aumentiamo gli organici del Consiglio superiore del magistratura. Noi riduciamo il numero dei parlamentari, mentre aumentiamo il numero dei componenti del CSM, da 16 a 20 i componenti togati e da 8 a 10 i membri eletti dal Parlamento. Quindi, aumentiamo le poltrone e, in più, creiamo una struttura. Pensate che la segreteria del vicepresidente, grazie a questa riforma, potrà avere 18 collaboratori; inoltre, 32 possono essere i contratti di collaborazione e 12 le persone in più all'ufficio studi. Quindi, aumentiamo di oltre 60 unità l'organico. Invito chiunque a farsi una visita al CSM, a vedere se trova le stanze, perché son tutte occupate: c'è un problema di spazi. Qui, giustamente, noi dobbiamo giustificare i collaboratori e certificare. Lì ci sarà, invece, ampia discrezionalità e nemmeno li terranno lì, perché non c'è il posto. Non capisco perché si debba aumentare l'organico della struttura amministrativa in questo modo e consentire - con tutto il rispetto per un posto seppure autorevole come la vicepresidenza del CSM e della Segreteria generale - 18 persone da prendere dall'esterno, oltre i suddetti ulteriori 32 e 12 posti. Non penso che sia un bel segnale. Abbiamo presentato, come Italia Viva, un emendamento per ridurre questa possibilità, perché ci sembra proprio una cosa spropositata, per di più con l'aumento dell'organico. Vedo che nei Ministeri bisogna giustificare le collaborazioni esterne, c'è un numero limitato, e un sottosegretario può aver diritto a 2 collaborazioni esterne. Qui parliamo di 18 collaborazioni esterne e di 32 contratti di collaborazione continuativa. Mi sembra davvero uno spreco, una cosa esagerata e passerà alla storia per essere la riforma dei privilegi. Nessuno era mai riuscito a ottenere questo risultato. Questo Governo, a firma Cartabia, riesce a portare al CSM questa super struttura e poi non mi si dica che vogliamo abolire e risparmiare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per aderire convintamente a questo emendamento e voglio fare semplicemente memoria a me stesso: all'indomani del caso Palamara, le forze politiche hanno deciso di reagire, di dare una sterzata rispetto a quello che era accaduto, di operare una forte cesura con il passato.

Il Ministro Cartabia entrava in campo con la prosopopea della sua straordinaria capacità, il suo standing, coadiuvata dal sottosegretario Sisto, perché mai più avremmo dovuto assistere allo strapotere del CSM. Così oggi arriviamo al dunque: siamo passati dai 24 membri del CSM, a cui abbiamo detto che lo avremmo messo a dieta, a 30. Poi abbiamo notato che, aumentandoli da 20 a 30 per punirli, per quelle orride pagine che abbiamo visto, non era sufficiente, e li abbiamo voluti ancora mettere in crisi ulteriormente: 32 contratti, 18 collaborazioni esterne, perché sia ben chiaro che questo è il momento della svolta, caro CSM. È la politica che si riprende i suoi spazi, è la politica che dice: basta allo strapotere, basta alla casta! Quindi, vi mettiamo in campo una di quelle rivoluzioni che verranno ricordate nella storia. Eravate 24 e, in epoca pentastellata, diventerete 30; avevate uno sterminio di collaboratori, ma non bastano, ve li raddoppiamo, perché questo è il nuovo corso. Vi mettiamo a dieta, fine dei privilegi, vi tagliamo le ali, vi tagliamo le unghie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Siete ridicoli, perché questo discorso parossistico, in verità, sta raccontando quello che ha proclamato Cartabia, con il fido sottosegretario Sisto, e ciò che è atterrato in questo Parlamento: l'aumento dei membri del CSM, l'aumento dei contratti a favore del CSM, l'aumento delle collaborazioni esterne a favore del CSM.

Speriamo che, nella prossima estate, non ci tocchi un “Hotel Champagne 2”, perché i membri del CSM, con i soggetti come la Cartabia, diventeranno 60 e le collaborazioni 150 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.200 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 174).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 175).

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. La Commissione formula un invito al ritiro delle proposte emendative presentate all'articolo 27, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.111 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 176).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.6 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 177).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 178).

Passiamo ai pareri sugli articoli aggiuntivi 27.03 Colletti e 27.02 Delmastro Delle Vedove. Prego, relatore per la maggioranza.

EUGENIO SAITTA, Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 27.03 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 179).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 27.02 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 180).

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 181).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 182).

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A), tra le quali è ricompreso l'emendamento 30.500 della Commissione.

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, il parere è favorevole sull'emendamento 30.500 della Commissione, mentre sugli altri invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento 30.200 Bartolozzi e contrario sull'emendamento 30.102 Colletti e sull'emendamento 30.500 della Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 183).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 30.500 della Commissione, risultano preclusi gli emendamenti 30.200 Bartolozzi e 30.102 Colletti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 184).

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA, Relatore per la maggioranza. Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutte le proposte emendative presentate all'articolo 31, tranne che per l'emendamento 31.500 della Commissione, su cui il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Si rimette all'Aula su tutti gli emendamenti?

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Anche sugli altri, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo esprime il parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Devo rettificare il parere sull'emendamento 31.205 Ferri, che è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 31.10.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Presidente, mi ha tratto in inganno prima, perché poi li assorbe quelli successivi, quindi intervengo su questo.

Allora, qui, collega, il sorteggio: è scomparso il sorteggio temperato, è scomparso il sorteggio dei collegi e siamo tornati alla vecchia disciplina - stiamo parlando delle elezioni del CSM - che accorperà le circoscrizioni territoriali in quattro macro aree e, quindi, le correnti faranno quello che hanno fatto sino adesso.

Allora, abbiamo detto che questa riforma nasceva dal PNRR, dal monito del Presidente della Repubblica per contrastare le correnti, e che facciamo? Lasciamo tale e quale il sistema elettorale, perché, con il decreto fatto un mese prima dal Governo e CSM, ossia dalle correnti della magistratura, le correnti, con il sistema della cooptazione, sceglieranno i loro candidati. Non avete risolto nulla, nemmeno con questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente, intervengo per riprendere alcuni concetti che ho avuto modo di esternare in sede di discussione generale.

Una delle spinte a fare questa riforma è stato sicuramente il PNRR, quindi, l'esigenza di dimostrare all'Europa che noi siamo in grado di amministrare una giustizia che sia veloce, che abbia tempi certi e ragionevoli. L'altra e forse più importante spinta, è inutile negarlo, è stata la necessità di restituire alla magistratura, e dunque alla nostra Nazione, la credibilità che le vicende giudiziarie degli ultimi anni hanno inesorabilmente scalfito.

Allora il sorteggio, nella sua versione del sorteggio temperato, e questi argomenti che hanno impegnato tutte le forze politiche presenti in Parlamento nel dibattito sulla giustizia nell'ultimo anno si sono infranti sul testo che poi effettivamente approda all'esame dell'Aula. Anche quella forma strana di sorteggio, applicato, però, non ai candidati ma ai collegi, che, come ho avuto modo di dire, al tempo stesso ingannava i cittadini, perché faceva credere che un sorteggio fosse stato introdotto, in realtà precostituiva il modo più semplice per garantire l'eliminazione delle candidature indipendenti, ossia affidare al caso la composizione dei collegi.

Questo nuovo emendamento, con questa formulazione, di fatto non risolve il problema del correntismo, sfociato poi in un esasperato carrierismo in magistratura, perché è chiaro che con il meccanismo di collegi accorpati le candidature indipendenti sono agganciate inevitabilmente a un dato di territorialità. Infatti, il magistrato autorevole è riconosciuto tale nel suo territorio. Peraltro, se è un magistrato che abitualmente non cerca la scena mediatica, non sarà neanche conosciuto nel resto d'Italia ma godrà dell'autorevolezza che è propria di chi trascorre tutta la giornata in ufficio a lavorare e sarà apprezzato e stimato dai colleghi del proprio tribunale, della propria procura, del proprio distretto. Invece, creare l'agglomerato di collegi, in realtà, finisce per favorire chi è in una struttura articolata su tutto il territorio nazionale e quella struttura, volgarmente detta corrente della magistratura, potrà garantire a tutti i suoi candidati, indipendentemente dall'estensione effettiva del collegio, la copertura elettorale, il consenso elettorale.

Quindi, a mio avviso, non solo questo meccanismo non scardina il fenomeno del correntismo ma è ancora peggiore, perché elimina la possibilità per le candidature indipendenti di realtà associative o di singoli magistrati che godono della stima e dell'apprezzamento dei propri colleghi di farsi strada all'interno del CSM. Quindi, è davvero l'apoteosi del correntismo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.10 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con la relatrice di minoranza che si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 185).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Varchi 31.8.

Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. In limine mortis del provvedimento, arriviamo alla sua parte, credo, più bassa. Come già diceva la collega Varchi, prima ancora che per le presunte sollecitazioni provenienti dall'Europa, in ordine al PNRR, erano gli italiani che attendevano un provvedimento di riforma del Consiglio superiore della magistratura.

Quelle pagine che abbiamo letto sull'Hotel Champagne, in merito a quanto accadeva e su come venivano promossi i magistrati - per affiliazione, prima che per merito, anzi, molto spesso mortificando il merito e premiando l'affiliazione - ebbene, quelle pagine orribili noi volevamo consegnarle al passato.

La politica intera, se solo si vanno a prendere le pagine dei giornali dell'epoca, raccontava che avremmo messo in campo una profonda riforma del Consiglio superiore della magistratura, in particolar modo del metodo di elezione, al fine di scongiurare che altri affaire Palamara potessero, anche solo per ipotesi, ancora incrociare l'orizzonte della vita politica e pubblica italiana.

Orbene, le attese degli italiani erano tante; lo abbiamo letto, nell'immediatezza dei fatti - perché di fatti criminali si può parlare, quindi è giusto usare questo lemma, questo lessico - tutti i partiti vagheggiavano posizioni radicali, sfioravano tutti, bellicavano tutti l'idea del sorteggio.

Poi abbiamo sentito, come ipotesi, quella dei voti con preferenze multiple e con valore decrescente, e iniziavamo a comprendere che il Governo dei sedicenti migliori iniziava a porsi su un piano inclinato, che conduceva ben lungi da quell'intervento di riforma, necessario per l'onorabilità sociale della magistratura italiana, necessario per riequilibrare i rapporti fra politica e magistratura, necessario perché gli italiani ce lo chiedevano per aver nuovamente fiducia nella classe dei magistrati italiani.

Poi abbiamo sentito che il sorteggio c'era, ma era sui collegi, come se stessimo giocando a chi la spara più grossa. Poi siamo arrivati al fatto che neanche più il sorteggio dei collegi c'è, ma sappiamo che i collegi, contrariamente a quello che ci è stato detto fino all'altro ieri, non sono più collegi corti, dove può prevalere il merito, la professionalità, la stima di cui gode un magistrato, ma diventano nuovamente collegi ampi, amplissimi, troppo ampi, dove, evidentemente, qualsivoglia magistrato ritenga di poter competere in quel collegio, deve affiliarsi, deve baciare l'anello di una corrente, deve appartenere a una corrente.

Voi avete introdotto, così, un meccanismo per il quale vi è la sublimazione del correntismo. Voi avete introdotto un meccanismo per il quale, oggi più di ieri, il magistrato deve inginocchiarsi, prostrarsi, baciare l'anello delle correnti, perché con questi collegi, o baci l'anello delle correnti, o per definizione nel CSM non entri.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). La ringrazio, Presidente. E allora, per eterogenesi dei fini, dovevate sconfiggere la cancrena del correntismo in magistratura: l'avete sublimata, siete la più grossa stampella di quel sistema.

Da oggi - e ho terminato - o ti iscrivi in una corrente o il CSM lo vedi con il cannocchiale. Per questo noi oggi proponiamo il sorteggio come metodo radicale per eradicare il correntismo e il carrierismo all'interno della magistratura italiana che concorre per il Consiglio superiore della magistratura.

PRESIDENTE. Passiamo al voto dell'emendamento 31.8 Varchi, su cui ricordo il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la relatrice di minoranza si rimette all'Aula… Deputata Varchi, va bene? Perché è il suo emendamento…

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Parere favorevole, va bene.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.8 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 186).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.201 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 187).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.103 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 188).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e su cui la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 189).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.119 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 190).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.109 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 191).

Passiamo all'emendamento 31.205 Ferri.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Su questo tema del sistema elettorale volevo spiegare la posizione del gruppo di Italia Viva. Abbiamo presentato due emendamenti. Il primo è questo e riprende il testo della Commissione Luciani. La nostra posizione qual è, sul sistema elettorale? Noi riteniamo che si debba dare discontinuità e che la soluzione principale sia quella del sorteggio temperato. Quindi diciamo: sorteggiamo i candidati e mandiamo, poi, il corpo elettorale dei magistrati a votare. Questo perché, e gli addetti ai lavori lo sanno bene, tenendo questo sistema elettorale - e quello della Cartabia modifica di poco quello attuale, per quello non cambierà niente - se volete io sfido chiunque, potrò dirvi già chi sarà eletto, perché comunque la campagna elettorale è già iniziata, il sistema elettorale è quello e di fatto i candidati sono già a cercare nei tribunali, con i loro contatti, i voti. Quindi non cambierà niente, tanto che al Governo - è talmente vera questa cosa - anche quell'idea del sorteggio dei collegi, che disorientava i piani delle correnti, ha dato noia, e il Governo ha fatto subito retromarcia con l'emendamento che ha tolto il sorteggio dei collegi. Questo per spiegare come l'attuale sistema - e quello Cartabia è identico a quello attuale - cambi poco e renda prevedibili anche i futuri eletti. Quindi non cambierà niente, le correnti hanno deciso chi candidare, si sono già, in parte, riunite e sono già pronti per partire. Questo è il tema, è un po' quello che viviamo noi all'interno del Parlamento, che siamo in attesa di capire quale sarà il sistema elettorale, con quale legge andremo a votare. Nella magistratura, quella di potere, chi decide e, magari, parla con i piani alti, sono 20 o 30 magistrati, non i 9 mila che sono negli uffici giudiziari a lavorare e, quindi, noi abbiamo proposto il sorteggio temperato per creare discontinuità. La Ministra ci ha sempre detto che è incostituzionale, che non si può fare, non se ne parla. Noi abbiamo sempre ribattuto: ma è possibile che una norma sia incostituzionale, se la stessa ANM ha indetto un referendum tra i magistrati e ha inserito come quesito il sorteggio temperato e, quindi, lo ha veicolato come quesito? Ebbene non uno, ma 2 mila magistrati, su 6 mila - perché sono andati a votare non i 9 mila, ma 6 mila, pur essendoci il voto telematico, e questo denota anche la poca capacità di rappresentatività in questo periodo dell'ANM, perché solo in 6 mila sono andati a votare, su 9 mila, con il voto telematico, che è anche semplice e comodo -, hanno detto “sì” al sorteggio temperato. 2 mila su 6 mila: non mi sembra poco e non mi sembra che si possa dire che sia incostituzionale.

Però - arrivo e chiudo sull'emendamento che andiamo a votare -, proprio per venire incontro al Governo, perché ci riteniamo forza di maggioranza e lavoriamo per far fare bella figura al Governo, stiamo facendo anche un passo indietro e diciamo: non volete il sorteggio temperato? Allora introduciamo un sistema elettorale proporzionale puro, che garantisca la massima rappresentatività, che consenta anche a quella base di magistrati battitori liberi, fuori dalle correnti, magistrati silenziosi, di organizzarsi in un sistema proporzionale che possa dare loro la rappresentatività, senza rientrare in quel sistema di potere che è gestito da 20 magistrati e da alcune correnti.

Questo era rompere gli schemi e siamo andati a prendere - questo stiamo votando, lo dico al Governo, in particolare, tramite la sua autorevolezza, Presidente, e al sottosegretario Sisto, perché, poi, a tutto c'è un limite nel dibattito, però bisogna anche riconoscere - la Commissione Luciani, che non è una Commissione di Italia Viva, è la Commissione ministeriale che ha istituito la Ministra Cartabia. Voleva il cambiamento, ha detto all'opinione pubblica discontinuità e cosa ha fatto? Correttamente ha nominato il professor Luciani e altri autorevoli magistrati, professori della Commissione e l'ha istituita presso via Arenula. Questa Commissione Luciani ha lavorato nell'interesse dello Stato, del Ministero e ha fatto una proposta. Noi abbiamo preso la proposta della Commissione Luciani e l'abbiamo inserita in un emendamento. Quindi, ora votiamo l'emendamento che prevede il sorteggio della Commissione Luciani, quindi lo proponiamo, e, poi, ci sarà un altro emendamento; intanto votiamo questo. Questo per sottolineare l'impegno costruttivo di Italia Viva su questa tematica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.205 Ferri, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della relatrice di minoranza e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 192).

Avverto che il gruppo Italia Viva ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà ad un solo deputato appartenente al gruppo lo svolgimento di un breve intervento della durata di 30 secondi su ciascuna proposta emendativa per illustrare le posizioni del gruppo medesimo, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

Passiamo all'emendamento 31.500 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.500 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 193).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 194).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 31.01 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 195).

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.

WALTER VERINI, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Non vedo la relatrice Varchi.

Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 32.103 Cirielli.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.103 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 196).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 197).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.2 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 198).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.3 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 199).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.4 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 200).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.106 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 201).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.5 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e la relatrice di minoranza che si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 202).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.104 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 203).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.119 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e la relatrice di minoranza che si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 204).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 205).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, su tutti invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 206).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.104 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 207).

Passiamo all'emendamento 33.115 Ferri.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà, per trenta secondi.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Trenta secondi. È il nostro emendamento sul sorteggio temperato, la vera occasione per la discontinuità e dare voce a tutti i 9 mila magistrati in una competizione libera e tranquilla, questo è il messaggio. L'incostituzionalità l'ha invece la norma della “riforma Cartabia”, che consente al Ministro di decidere i collegi in violazione dell'articolo 110 della Costituzione, perché è il potere esecutivo che decide quali saranno i collegi. Come se per noi decidesse i collegi la magistratura. Questo state votando con la “riforma Cartabia” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Baldini e Frate sottoscrivono l'emendamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.115 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 208).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.200 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 209).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 210).

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 211).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo 35.01 Colletti, favorevole sull'articolo aggiuntivo 35.04 Delmastro Delle Vedove e contrario sugli articoli aggiuntivi 35.02 e 35.03 Colletti.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 212).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 35.01 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 213).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 35.04 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 214).

Raduzzi, per favore, la mascherina. Deputato Raduzzi, grazie, anche sul naso. Ce l'abbiamo tutti, la deve avere anche lei.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 35.02 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 215).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 35.03 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 216).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, relatore Saitta.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che la relatrice di minoranza Varchi esprime parere favorevole su entrambi gli emendamenti. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 36.101 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 217).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 36.102 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 218).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 219).

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, relatore Saitta.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Emendamento 37.1 Colletti, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo. La relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 220).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 221).

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza? Emendamenti 38.2 Delmastro Delle Vedove e 38.1 Maschio.

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38.2 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 222).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38.1 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 223).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 224).

(Esame dell'articolo 39 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Ovviamente per dichiarare il voto favorevole della componente Noi con l'Italia-USEI su questo provvedimento. Ne approfitto, non avendo fatto il nostro gruppo interventi in Aula, ma avendo contribuito a trovare una soluzione, per fare qualche breve considerazione.

La giustizia è un tema che va trattato con le pinze. L'abbiamo detto più volte e apprezziamo molto il fatto che il Governo abbia voluto condurre una mediazione per portare a casa una legge importante come questa, anche se è una legge che lascia ovviamente dei conti in sospeso. Voglio citare - ed è per questo motivo che ho chiesto la parola - una notizia, sottosegretario, che appare sui giornali di oggi. L'ex presidente del Molise Michele Iorio, già parlamentare di questa Repubblica, dopo otto anni - dopo otto anni! - di processi andati tutti a conclusione, finalmente è stato prosciolto per 23 processi. È stato otto anni ad aspettare la giustizia, è stato otto anni ad attendere che ci fosse una risposta alle accuse infami di corruzione a cui era stato sottoposto ed è rimasto otto anni sospendendo la sua attività politica, che noi immaginiamo - e vogliamo - che possa riprendere.

Io voglio testimoniare questo elemento come fatto che conferma la necessità che alcuni elementi che sono stati ancora sospesi rispetto al provvedimento di legge, come la separazione delle carriere e la responsabilità dei magistrati, possano essere finalmente affrontati con determinazione, perché il caso del collega, già presidente del Molise, Michele Iorio è un'evidente ingiustizia commessa che ha ferito fortemente una persona e tutta la politica. Mi auguro che ci sia in futuro la possibilità di tornare su questo tema, perché è giusto ridare la dignità alle persone che ne sono state ingiustamente private (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 225).

(Esame dell'articolo 40 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, relatore Saitta.

EUGENIO SAITTA , Relatore per la maggioranza. Presidente, invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza?

MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice di minoranza. Favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.6 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo. La relatrice di minoranza esprime parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 226).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.9 Butti, con il parere contrario della Commissione e del Governo. La relatrice di minoranza esprime parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.7 Ferro, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.8 Ferro, con parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio) e parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 229).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.10 Butti, con parere contrario di Commissione e Governo e parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 230).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.11 Butti, con parere contrario di Commissione e Governo e parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.13 Butti, con parere contrario di Commissione, Governo e relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.12 Butti, con parere contrario di Commissione e Governo e parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 233).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 234).

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 235)

(Esame dell'articolo 42 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 236)

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2681-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 237) (Applausi).

Deputato D'Ettore, la mascherina.

Si è così concluso l'esame degli articoli e delle proposte emendative ad essi riferite.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del provvedimento dovrebbe interrompersi alle ore 18,30. Tuttavia, essendo testé pervenuto alla Presidenza un elevato numero di ordini del giorno, il rappresentante del Governo ha comunicato, per le vie brevi, alla Presidenza di riservarsi di esprimere il parere di competenza nella giornata di martedì.

Interrompiamo, quindi, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta di martedì 26 aprile, a partire dalle ore 16.

L'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è, pertanto, rinviato alla prossima settimana.

Avverto che, con distinte lettere, rispettivamente in data 20 e 21 aprile, i presidenti della XII Commissione (Affari sociali) e della II Commissione (Giustizia) hanno rappresentato l'esigenza, condivisa all'unanimità dai rappresentanti dei gruppi delle Commissioni medesime, di posticipare al prossimo calendario l'inizio dell'esame in Assemblea dei seguenti progetti di legge, la cui discussione generale è prevista dal vigente calendario dei lavori per martedì 26 aprile:

- proposta di legge n. 1972 e abbinate, recante interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza;

- proposte di legge n. 306 e 2599 di modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, pertanto, l'esame dei provvedimenti sopra citati non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute dell'Assemblea previste per la prossima settimana.

Avverto altresì che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame delle seguenti proposte di legge:

- n. 2805, recante disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere (approvata dal Senato);

- n 183-B, recante norme per la valorizzazione e la promozione di prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti dalla filiera corta (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di intervenire il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. È con grande partecipazione che ricordo, per il suo tramite, che siamo nel pieno delle celebrazioni del giubileo dossettiano. Per me è un grande onore e con grande rispetto, lo stesso rispetto degli onorevoli colleghi, voglio ricordare la figura di Giuseppe Dossetti, a 25 anni dal suo ultimo saluto terreno.

Giuseppe Dossetti, don Giuseppe Dossetti, è stato tra le figure che più hanno reso onorevole questo Parlamento. Sì, perché don Giuseppe Dossetti ha rappresentato anche il coraggio di chi, durante la propria vocazione e non solo attraverso la propria vocazione, dona alla politica italiana. È stato tra i più illuminati padri costituenti e il più alto esempio, da questo punto di vista, lo affermava e lo evidenziava, quando gli si chiedeva - e soprattutto i giovani gli chiedevano - dove trovare le risposte. Rispondeva: “Ovviamente nella Bibbia, ma in maniera continuativa le troverai all'interno della Costituzione; dove finisce la Bibbia, è lì che inizia la Costituzione italiana”.

Affinché possa essere il suo esempio sempre maggiormente evidenziato, ringrazio questa onorevole Aula, che sta prestando attenzione alla figura di don Giuseppe Dossetti a 25 anni dalla sua scomparsa. Non saranno mai abbastanza le occasioni per ricordarlo, tant'è che siamo in itinere e approfitto della sua presenza, Presidente, per evidenziare quanto potrebbe essere importante anche la sua presenza, così come lo è già stata, a dieci anni dalla scomparsa, la presenza dell'ex Presidente della Camera e anche del Presidente della Repubblica, in un bellissimo incontro-studio su don Giuseppe Dossetti, organizzato anche dal democratico Pier Ferdinando Casini. Infatti, Giuseppe Dossetti, vicesegretario della Democrazia Cristiana, è stato tra i migliori esempi, non solo della democrazia, ma anche della moderazione innovativa.

Un uomo che è riuscito anche a dare il senso profondo del coraggio che, forse, la politica, in alcuni momenti e in questo particolare, tutti quanti potremmo e dovremmo avere. Per cui, grazie e spero che questo tipo di messaggi possano essere sempre maggiormente diffusi tra i giovani (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Villani. Ne ha facoltà.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo questa sera per denunciare un grave episodio criminoso accaduto questa notte nella città di Nocera, una città del mio territorio. Ancora una volta, per l'ennesima volta, la città di Nocera si è svegliata a causa dell'esplosione di un ordigno molto forte, lanciato contro un esercizio commerciale nel centro cittadino. E' il settimo episodio criminoso che si verifica nel giro di pochi mesi. Ebbene, con questo mio intervento, innanzitutto voglio annunciare la presentazione di un'interrogazione parlamentare urgente per fare chiarezza sull'accaduto e per esprimere tutta la mia solidarietà al primo cittadino, il sindaco di Nocera, ai commercianti e a tutta la comunità nocerina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Era il 21 aprile di 30 anni fa e, a Lucca Sicula, in provincia di Agrigento, veniva assassinato Paolo Borsellino, omonimo del giudice ucciso in via D'Amelio. Paolo Borsellino, in questo caso, era un imprenditore edile, ucciso dalla mafia, ucciso da Cosa Nostra, perché non si voleva piegare alle richieste dei mafiosi, non voleva sottostare alle loro richieste. Poi, a distanza di otto mesi, uccisero anche il padre di Borsellino, quindi, nel 1992, vennero uccisi tre Borsellino. Non bisogna mai dimenticare queste vittime, anche perché, a distanza di trent'anni, su questi fatti, c'è ancora molto da fare per raggiungere la piena verità e la piena giustizia. Quindi, è nostro dovere ricordarli anche in quest'Aula, soprattutto quest'anno dal quale decorrono trent'anni rispetto a fatti di mafia, come le stragi di Capaci, di via D'Amelio, ma vi sono tante altre vittime che, a volte, non vengono ricordate. Quindi, mi corre l'obbligo oggi ricordare anche Paolo Borsellino, vittima di mafia, ucciso a Lucca Sicula, in provincia di Agrigento, imprenditore edile che, purtroppo, ha avuto questo triste destino, perché in Sicilia non si è piegato alle richieste mafiose.

Quindi, ancora una volta, in quest'Aula, voglio gridare verità e giustizia per tutte le vittime di mafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 22 aprile 2022 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 17,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 19 la deputata Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 22 e 141, 142, 174 e 175 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 22 la deputata Giordano ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 31 e 131 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 37 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 60 il deputato Maschio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 62 la deputata Bellucci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 74 alla n. 82 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni nn. 79 e 80 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 88 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 92 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 98 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 90 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 111 la deputata Ferro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 116 il deputato Tonelli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 121 il deputato Acunzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 124 il deputato Bonafede ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 125 il deputato Gariglio ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 144 il deputato Deidda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 146 la deputata Mantovani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 148 il deputato De Maria ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 172 il deputato Viviani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 171 la deputata Bilotti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 210 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2681-A e abb. - em. 1.6 373 372 1 187 44 328 90 Resp.
2 Nominale em. 1.5 379 379 0 190 45 334 90 Resp.
3 Nominale em. 1.11 378 378 0 190 31 347 90 Resp.
4 Nominale em. 1.8 385 384 1 193 133 251 90 Resp.
5 Nominale em. 1.10 386 384 2 193 127 257 90 Resp.
6 Nominale em. 1.104 396 395 1 198 52 343 90 Resp.
7 Nominale em. 1.114 398 397 1 199 47 350 90 Resp.
8 Nominale em. 1.200 361 351 10 176 77 274 89 Resp.
9 Nominale em. 1.201 401 395 6 198 66 329 89 Resp.
10 Nominale em. 1.101 408 406 2 204 60 346 89 Resp.
11 Nominale em. 1.15 406 400 6 201 42 358 89 Resp.
12 Nominale em. 1.12 410 398 12 200 34 364 89 Resp.
13 Nominale em. 1.14 406 400 6 201 40 360 89 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.13 407 403 4 202 43 360 89 Resp.
15 Nominale em. 1.203 412 412 0 207 50 362 88 Resp.
16 Nominale em. 1.102 407 401 6 201 39 362 88 Resp.
17 Nominale articolo 1 411 392 19 197 346 46 88 Appr.
18 Nominale art. agg. 1.0200 416 415 1 208 150 265 88 Resp.
19 Nominale em. 2.221 414 414 0 208 47 367 88 Resp.
20 Nominale em. 2.156 413 413 0 207 32 381 88 Resp.
21 Nominale em. 2.213 410 410 0 206 49 361 88 Resp.
22 Nominale em. 2.102 407 406 1 204 37 369 88 Resp.
23 Nominale em. 2.105 401 399 2 200 15 384 88 Resp.
24 Nominale em. 2.211 410 408 2 205 29 379 88 Resp.
25 Nominale em. 2.200 405 404 1 203 63 341 88 Resp.
26 Nominale em. 2.202 407 407 0 204 44 363 88 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2.201 405 405 0 203 47 358 88 Resp.
28 Nominale em. 2.103 407 407 0 204 46 361 88 Resp.
29 Nominale em. 2.51 406 405 1 203 63 342 88 Resp.
30 Nominale em. 2.203 408 405 3 203 57 348 88 Resp.
31 Nominale em. 2.159 407 407 0 204 35 372 88 Resp.
32 Nominale em. 2.155 405 401 4 201 57 344 88 Resp.
33 Nominale em. 2.158 408 407 1 204 35 372 88 Resp.
34 Nominale em. 2.215 384 383 1 192 70 313 88 Resp.
35 Nominale em. 2.220 398 396 2 199 16 380 88 Resp.
36 Nominale em. 2.54 397 397 0 199 32 365 88 Resp.
37 Nominale em. 2.173 400 395 5 198 44 351 88 Resp.
38 Nominale em. 2.212 405 404 1 203 18 386 88 Resp.
39 Nominale em. 2.301 405 401 4 201 10 391 88 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 2.48 400 400 0 201 36 364 88 Resp.
41 Nominale em. 2.55 410 409 1 205 33 376 88 Resp.
42 Nominale em. 2.210 404 404 0 203 150 254 88 Resp.
43 Nominale em. 2.302 405 405 0 203 150 255 88 Resp.
44 Nominale articolo 2 408 392 16 197 340 52 88 Appr.
45 Nominale art. agg. 2.01 403 402 1 202 54 348 86 Resp.
46 Nominale em. 3.107 402 401 1 201 65 336 86 Resp.
47 Nominale em. 3.18 396 396 0 199 43 353 86 Resp.
48 Nominale em. 3.101 402 402 0 202 48 354 86 Resp.
49 Nominale em. 3.208 402 401 1 201 64 337 86 Resp.
50 Nominale em. 3.200 403 402 1 202 46 356 86 Resp.
51 Nominale em. 3.130 405 397 8 199 38 359 86 Resp.
52 Nominale em. 3.19 405 402 3 202 45 357 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 3.205 402 401 1 201 62 339 86 Resp.
54 Nominale em. 3.131 394 393 1 197 33 360 86 Resp.
55 Nominale em. 3.215 408 405 3 203 59 346 86 Resp.
56 Nominale em. 3.301 406 403 3 202 59 344 86 Resp.
57 Nominale em. 3.207 406 403 3 202 55 348 86 Resp.
58 Nominale articolo 3 410 393 17 197 343 50 86 Appr.
59 Nominale em. 4.201 410 410 0 206 52 358 86 Resp.
60 Nominale em. 4.6 401 401 0 201 30 371 86 Resp.
61 Nominale em. 4.7 413 413 0 207 33 380 86 Resp.
62 Nominale articolo 4 414 399 15 200 349 50 86 Appr.
63 Nominale art. agg. 4.05 400 388 12 195 41 347 85 Resp.
64 Nominale art. agg. 4.06 397 387 10 194 35 352 85 Resp.
65 Nominale art. agg. 4.04 380 380 0 191 45 335 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale em. 5.103 368 368 0 185 46 322 85 Resp.
67 Nominale em. 5.142 364 363 1 182 42 321 85 Resp.
68 Nominale em. 5.104 362 360 2 181 41 319 85 Resp.
69 Nominale em. 5.215 374 371 3 186 53 318 85 Resp.
70 Nominale em. 5.105 366 362 4 182 39 323 85 Resp.
71 Nominale em. 5.106 373 370 3 186 39 331 85 Resp.
72 Nominale em. 5.216 376 371 5 186 53 318 85 Resp.
73 Nominale em. 5.102 364 361 3 181 39 322 85 Resp.
74 Nominale em. 5.202 309 307 2 154 27 280 102 Resp.
75 Nominale em. 5.107 304 304 0 153 29 275 101 Resp.
76 Nominale em. 5.108 314 314 0 158 30 284 101 Resp.
77 Nominale em. 5.209 321 317 4 159 36 281 101 Resp.
78 Nominale em. 5.217 321 319 2 160 36 283 101 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 5.210 328 325 3 163 37 288 101 Resp.
80 Nominale em. 5.201 324 322 2 162 31 291 101 Resp.
81 Nominale em. 5.200, 5.205 335 335 0 168 40 295 99 Resp.
82 Nominale em. 5.206 349 345 4 173 44 301 99 Resp.
83 Nominale em. 5.109 350 350 0 176 31 319 99 Resp.
84 Nominale em. 5.110 351 351 0 176 31 320 99 Resp.
85 Nominale em. 5.111 355 355 0 178 31 324 98 Resp.
86 Nominale em. 5.208 360 357 3 179 40 317 98 Resp.
87 Nominale articolo 5 365 348 17 175 313 35 98 Appr.
88 Nominale articolo 6 363 347 16 174 314 33 98 Appr.
89 Nominale em. 7.106 367 366 1 184 38 328 96 Resp.
90 Nominale articolo 7 369 354 15 178 312 42 96 Appr.
91 Nominale em. 8.2 373 372 1 187 32 340 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale articolo 8 376 363 13 182 317 46 96 Appr.
93 Nominale em. 9.200 378 376 2 189 47 329 96 Resp.
94 Nominale articolo 9 379 366 13 184 317 49 96 Appr.
95 Nominale em. 10.202 381 381 0 191 45 336 96 Resp.
96 Nominale em. 10.130 382 382 0 192 30 352 96 Resp.
97 Nominale em. 10.108 385 385 0 193 29 356 96 Resp.
98 Nominale articolo 10 382 368 14 185 317 51 96 Appr.
99 Nominale art. agg. 10.0200 382 381 1 191 50 331 96 Resp.
100 Nominale em. 11.32 390 390 0 196 29 361 95 Resp.
101 Nominale em. 11.218 380 378 2 190 44 334 95 Resp.
102 Nominale em. 11.31 384 384 0 193 29 355 95 Resp.
103 Nominale em. 11.34 391 391 0 196 29 362 95 Resp.
104 Nominale em. 11.102 386 386 0 194 28 358 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale em. 11.202 388 387 1 194 41 346 95 Resp.
106 Nominale em. 11.204 381 379 2 190 42 337 95 Resp.
107 Nominale em. 11.203 379 378 1 190 39 339 95 Resp.
108 Nominale em. 11.33 382 382 0 192 29 353 95 Resp.
109 Nominale articolo 11 379 366 13 184 315 51 95 Appr.
110 Nominale art. agg. 11.0202 377 375 2 188 129 246 95 Resp.
111 Nominale art. agg. 11.0200 381 380 1 191 126 254 95 Resp.
112 Nominale art. agg. 11.0201 370 369 1 185 42 327 95 Resp.
113 Nominale art. agg. 11.05 378 377 1 189 40 337 95 Resp.
114 Nominale em. 12.310 381 379 2 190 48 331 95 Resp.
115 Nominale em. 12.220 376 371 5 186 125 246 95 Resp.
116 Nominale em. 12.210 374 371 3 186 122 249 95 Resp.
117 Nominale em. 12.225 367 297 70 149 50 247 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 10 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale articolo 12 365 273 92 137 220 53 95 Appr.
119 Nominale em. 13.106 366 360 6 181 36 324 95 Resp.
120 Nominale em. 13.111 375 375 0 188 33 342 95 Resp.
121 Nominale em. 13.600 374 374 0 188 366 8 95 Appr.
122 Nominale em. 13.112 372 369 3 185 35 334 95 Resp.
123 Nominale articolo 13 375 362 13 182 315 47 95 Appr.
124 Nominale em. 14.108 372 372 0 187 34 338 95 Resp.
125 Nominale articolo 14 372 357 15 179 312 45 95 Appr.
126 Nominale em. 15.3 367 366 1 184 37 329 95 Resp.
127 Nominale em. 15.101 371 370 1 186 26 344 95 Resp.
128 Nominale em. 15.102 373 373 0 187 40 333 95 Resp.
129 Nominale articolo 15 370 354 16 178 300 54 95 Appr.
130 Nominale em. 16.3 377 377 0 189 33 344 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nominale em. 16.1 372 372 0 187 29 343 95 Resp.
132 Nominale em. 16.4 378 378 0 190 28 350 95 Resp.
133 Nominale em. 16.2 373 373 0 187 27 346 95 Resp.
134 Nominale articolo 16 373 357 16 179 305 52 95 Appr.
135 Nominale em. 17.101 374 370 4 186 43 327 95 Resp.
136 Nominale articolo 17 377 364 13 183 315 49 95 Appr.
137 Nominale em. 18.5 377 376 1 189 44 332 95 Resp.
138 Nominale em. 18.6 369 369 0 185 43 326 95 Resp.
139 Nominale articolo 18 365 351 14 176 301 50 95 Appr.
140 Nominale em. 19.201 368 365 3 183 49 316 95 Resp.
141 Nominale em. 19.103 362 362 0 182 37 325 94 Resp.
142 Nominale em. 19.200 368 368 0 185 40 328 94 Resp.
143 Nominale em. 19.123 366 366 0 184 41 325 94 Resp.


INDICE ELENCO N. 12 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 156)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nominale em. 19.121 370 370 0 186 40 330 94 Resp.
145 Nominale em. 19.600 367 366 1 184 318 48 94 Appr.
146 Nominale em. 19.202 370 369 1 185 39 330 94 Resp.
147 Nominale articolo 19 375 362 13 182 312 50 94 Appr.
148 Nominale em. 20.203 363 362 1 182 41 321 94 Resp.
149 Nominale em. 20.202 353 352 1 177 39 313 94 Resp.
150 Nominale em. 20.201 365 365 0 183 39 326 94 Resp.
151 Nominale em. 20.600 369 368 1 185 327 41 94 Appr.
152 Nominale em. 20.200 367 366 1 184 41 325 94 Resp.
153 Nominale em. 20.106 370 370 0 186 42 328 94 Resp.
154 Nominale em. 20.204 358 358 0 180 41 317 94 Resp.
155 Nominale em. 20.103 368 367 1 184 7 360 94 Resp.
156 Nominale em. 20.123 363 362 1 182 19 343 94 Resp.


INDICE ELENCO N. 13 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 157 AL N. 169)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
157 Nominale articolo 20 367 351 16 176 305 46 94 Appr.
158 Nominale em. 21.1 359 358 1 180 35 323 93 Resp.
159 Nominale articolo 21 362 348 14 175 299 49 93 Appr.
160 Nominale em. 22.2 347 345 2 173 47 298 93 Resp.
161 Nominale em. 22.102 355 353 2 177 40 313 93 Resp.
162 Nominale em. 22.101 359 358 1 180 40 318 93 Resp.
163 Nominale em. 22.106 356 354 2 178 28 326 93 Resp.
164 Nominale articolo 22 356 344 12 173 293 51 93 Appr.
165 Nominale em. 23.1 361 358 3 180 12 346 93 Resp.
166 Nominale em. 23.3 358 358 0 180 28 330 93 Resp.
167 Nominale em. 23.107 362 362 0 182 26 336 93 Resp.
168 Nominale em. 23.102 355 351 4 176 7 344 93 Resp.
169 Nominale em. 23.101 354 351 3 176 11 340 93 Resp.


INDICE ELENCO N. 14 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 170 AL N. 182)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
170 Nominale articolo 23 358 343 15 172 300 43 93 Appr.
171 Nominale articolo 24 353 352 1 177 297 55 93 Appr.
172 Nominale art. agg. 24.01 349 346 3 174 37 309 93 Resp.
173 Nominale articolo 25 358 342 16 172 298 44 93 Appr.
174 Nominale em. 26.200 342 339 3 170 60 279 93 Resp.
175 Nominale articolo 26 341 327 14 164 286 41 93 Appr.
176 Nominale em. 27.111 347 346 1 174 39 307 93 Resp.
177 Nominale em. 27.6 344 344 0 173 32 312 93 Resp.
178 Nominale articolo 27 349 335 14 168 293 42 93 Appr.
179 Nominale art. agg. 27.03 350 348 2 175 41 307 93 Resp.
180 Nominale art. agg. 27.02 351 349 2 175 28 321 93 Resp.
181 Nominale articolo 28 350 347 3 174 292 55 93 Appr.
182 Nominale articolo 29 349 348 1 175 309 39 93 Appr.


INDICE ELENCO N. 15 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 183 AL N. 195)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
183 Nominale em. 30.500 353 352 1 177 311 41 93 Appr.
184 Nominale articolo 30 352 352 0 177 313 39 93 Appr.
185 Nominale em. 31.10 321 321 0 161 36 285 93 Resp.
186 Nominale em. 31.8 321 320 1 161 37 283 93 Resp.
187 Nominale em. 31.201 327 326 1 164 25 301 93 Resp.
188 Nominale em. 31.103 322 257 65 129 35 222 93 Resp.
189 Nominale em. 31.101 328 327 1 164 50 277 93 Resp.
190 Nominale em. 31.119 332 332 0 167 39 293 92 Resp.
191 Nominale em. 31.109 335 265 70 133 42 223 92 Resp.
192 Nominale em. 31.205 331 331 0 166 43 288 92 Resp.
193 Nominale em. 31.500 327 326 1 164 278 48 92 Appr.
194 Nominale articolo 31 332 319 13 160 280 39 92 Appr.
195 Nominale art. agg. 31.01 328 328 0 165 46 282 92 Resp.


INDICE ELENCO N. 16 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 196 AL N. 208)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
196 Nominale em. 32.103 329 329 0 165 24 305 92 Resp.
197 Nominale em. 32.1 327 327 0 164 33 294 92 Resp.
198 Nominale em. 32.2 328 327 1 164 34 293 92 Resp.
199 Nominale em. 32.3 336 335 1 168 36 299 92 Resp.
200 Nominale em. 32.4 326 326 0 164 37 289 92 Resp.
201 Nominale em. 32.106 332 331 1 166 34 297 92 Resp.
202 Nominale em. 32.5 334 334 0 168 34 300 92 Resp.
203 Nominale em. 32.104 327 325 2 163 29 296 92 Resp.
204 Nominale em. 32.119 331 331 0 166 39 292 92 Resp.
205 Nominale articolo 32 330 314 16 158 263 51 92 Appr.
206 Nominale em. 33.1 334 333 1 167 45 288 92 Resp.
207 Nominale em. 33.104 327 318 9 160 39 279 92 Resp.
208 Nominale em. 33.115 323 259 64 130 48 211 92 Resp.


INDICE ELENCO N. 17 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 209 AL N. 221)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
209 Nominale em. 33.200 319 311 8 156 36 275 92 Resp.
210 Nominale articolo 33 329 316 13 159 274 42 92 Appr.
211 Nominale articolo 34 317 303 14 152 269 34 92 Appr.
212 Nominale articolo 35 324 310 14 156 272 38 92 Appr.
213 Nominale art. agg. 35.01 321 321 0 161 13 308 92 Resp.
214 Nominale art. agg. 35.04 325 325 0 163 32 293 91 Resp.
215 Nominale art. agg. 35.02 325 325 0 163 6 319 91 Resp.
216 Nominale art. agg. 35.03 322 322 0 162 10 312 91 Resp.
217 Nominale em. 36.101 315 305 10 153 23 282 91 Resp.
218 Nominale em. 36.102 321 313 8 157 24 289 91 Resp.
219 Nominale articolo 36 320 307 13 154 267 40 91 Appr.
220 Nominale em. 37.1 319 318 1 160 36 282 91 Resp.
221 Nominale articolo 37 322 308 14 155 269 39 91 Appr.


INDICE ELENCO N. 18 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 222 AL N. 234)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
222 Nominale em. 38.2 320 320 0 161 36 284 91 Resp.
223 Nominale em. 38.1 318 316 2 159 30 286 91 Resp.
224 Nominale articolo 38 322 308 14 155 272 36 91 Appr.
225 Nominale articolo 39 306 293 13 147 259 34 91 Appr.
226 Nominale em. 40.6 307 306 1 154 17 289 91 Resp.
227 Nominale em. 40.9 304 304 0 153 21 283 91 Resp.
228 Nominale em. 40.7 310 310 0 156 21 289 91 Resp.
229 Nominale em. 40.8 294 294 0 148 20 274 91 Resp.
230 Nominale em. 40.10 308 308 0 155 24 284 91 Resp.
231 Nominale em. 40.11 299 299 0 150 28 271 91 Resp.
232 Nominale em. 40.13 306 305 1 153 22 283 91 Resp.
233 Nominale em. 40.12 312 312 0 157 43 269 91 Resp.
234 Nominale articolo 40 308 294 14 148 254 40 91 Appr.


INDICE ELENCO N. 19 DI 19 (VOTAZIONI DAL N. 235 AL N. 237)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
235 Nominale articolo 41 307 293 14 147 259 34 91 Appr.
236 Nominale articolo 42 305 288 17 145 258 30 91 Appr.
237 Nominale articolo 43 306 292 14 147 262 30 91 Appr.