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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 676 di martedì 12 aprile 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 16,25.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUIGI IOVINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 febbraio 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, De Maria, Dieni, Lorenzin, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 112, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali (A.C. 3495-A/R​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3495-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

Non essendo presente il rappresentante del Governo, sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 16,35. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 16,35.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3495-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Albrecht Plangger. Ne ha facoltà.

ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Il contenimento dei costi dell'energia opera intervenendo su due aspetti rilevanti: la riduzione o l'azzeramento degli oneri generali di sistema, che incidono sulle bollette a carico di imprese e famiglie, e misure di intervento a sostegno della diversificazione delle fonti energetiche destinate ad incidere strutturalmente sulla composizione della spesa energetica e sulla nostra dipendenza energetica. Non tutto è stato fatto, non tutto è oggi possibile, ma le misure adottate fino ad oggi dal Governo sono le basi affinché ulteriori interventi positivi e di contenimento dei costi siano possibili.

Siamo di fronte a 19 miliardi di interventi, adottati con diversi provvedimenti, incidendo su accise, crediti d'imposta, rateizzazione degli importi per consumi di energia, accesso al bonus energia, fondi a sostegno delle imprese.

Quanto al sostegno degli enti locali, evidenziamo con l'occasione che il Governo ha accettato la nostra richiesta di far salva la competenza legislativa delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano in materia di finanza locale, nonché la nostra richiesta di allineare il termine per le gare per le grandi derivazioni idroelettriche, scadute o in scadenza, nelle due province autonome, a quello individuato dallo Stato per analoghe concessioni sul territorio nazionale. Evidenziamo pure positivamente le misure del Governo, integrate con buone proposte dalle Commissioni, per le misure strutturali e di semplificazione degli impianti di varie fonti rinnovabili. Per queste ragioni, voteremo la questione di fiducia ed esprimeremo voto favorevole sulla conversione in legge di questo provvedimento in sede di voto finale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, la fiducia si merita, è sempre il risultato di un percorso, e lei non merita la fiducia del Parlamento. Questo non significa che non le verrà data. Dovremo concedere la fiducia sulla questione bollette, ma il suo Governo non riesce a far rispettare i diritti dei cittadini in difficoltà. Quelli che non arrivano a fine mese si sono ritrovati a pagare l'energia il doppio, se non il triplo, anche a causa di ciò che Cingolani chiama truffa colossale: gli extra profitti delle aziende e dei servizi energetici, che nemmeno si scomoda a scalfire.

Questo provvedimento si dimostra tardivo e debole nel contrastare gli effetti dell'esorbitante aumento dei costi energetici sul tessuto sociale ed economico del Paese. Infatti, mentre noi votiamo la conversione in legge di questo decreto, le Commissioni del Senato sono impegnate in audizione sul nuovo “decreto Energia” del Governo, quello del 21 marzo: segno che si continua a correre dietro l'emergenza con risposte largamente insufficienti e senza una programmazione adeguata. Queste misure, indirizzate alle imprese energivore attraverso un credito d'imposta sulle spese sostenute per la componente energetica, produrranno effetti non prima dell'estate. E sono deboli e ad effetto parziale anche le risposte rispetto al dramma che milioni di cittadini stanno vivendo: famiglie che non devono rinunciare al condizionatore, Presidente Draghi, ma a cucinare. Questo è il quarantaquattresimo voto di fiducia del suo Governo, un oltraggio a tutte le raccomandazioni dei giuristi, nonché a quella più importante del Presidente della Repubblica, che si è raccomandato di quanto fosse indispensabile non comprimere i tempi del Parlamento, aggiungendo che appare anche necessario un ricorso ordinato alle diverse fonti normative, rispettoso dei limiti posti dalla Costituzione. Per tutte queste ragioni, a nome di Europa Verde, dichiaro il nostro voto contrario sulla questione di fiducia posta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi permetto di suggerirle, dato che oggi parliamo di contenimento dell'energia e del consumo dell'energia elettrica, di suggerire a sua volta ai deputati Questori di fare un giro per gli uffici della Camera: abbiamo molti uffici con il riscaldamento acceso, tanto che i caloriferi non si possono toccare, e le finestre aperte. Cominciamo a dare l'esempio, mi pare importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La componente Noi con l'Italia-USEI esprimerà oggi un voto favorevole sulla questione di fiducia posta dal Governo: si tratta infatti di un provvedimento tampone che ha l'obiettivo di dare una prima, ancorché parziale, risposta alla grave situazione determinatasi, non solo a causa della guerra, dall'aumento dei prezzi dell'energia, settore in cui il nostro Paese è da sempre carente. Se all'aumento dei prezzi dell'energia aggiungiamo la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, di approvvigionamento dell'energia e le difficoltà di mercato, vediamo subito che il binomio inflazione e diminuzione del PIL si profila all'orizzonte.

Questo decreto stanzia importanti risorse per far fronte a questa emergenza da diverse angolature: da un lato, il rilancio della produzione del gas nazionale e, dall'altro, la valorizzazione delle energie rinnovabili. Ma è il percorso di fondo che va ripensato. Nel dibattito generale qualche collega ha citato Kissinger che diceva che chi controlla l'energia controlla il pianeta. Ebbene, l'Europa non controlla l'energia, l'Italia la controlla ancor meno. Già essere dipendenti da altri è un grande problema, esserlo dalla Russia in questo momento è una tragedia. Abbiamo detto “no” al nucleare, ma ce l'hanno i nostri vicini: io vivo a Trieste e abbiamo Krško a 120 chilometri di distanza. Abbiamo detto di “no” alle trivelle e la Croazia trivella sullo stesso mare. Del carbone non se ne parla neanche. Siamo arrivati al paradosso che perfino l'eolico diventa un problema perché ci sono sempre la sovrintendenza o una regione che dicono di no.

PRESIDENTE. Concluda.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Concludo, signor Presidente. Ciò che mi fa davvero più specie è pensare che usiamo i pesticidi per produrre il mais, il petrolio per bruciarlo e così si produce energia dal mais che dovrebbe invece servire come cibo. Mi sembra davvero immorale, è venuta l'ora del realismo e della responsabilità. Basta con le letture ideologiche e strumentali. Assumiamoci il compito che ci sta di fronte, che è quello di avere il coraggio di prendere decisioni importanti e significative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. La componente Azione esprime voto favorevole sulla questione di fiducia posta dal Governo sul “decreto Energia”. Si tratta di un provvedimento importante per consentire a famiglie e imprese di fronteggiare le conseguenze di una crisi energetica, la cui profondità ed estensione, però, è superiore, molto superiore alle misure fin qui predisposte dall'Esecutivo. E' un provvedimento importante, dunque, ma nello stesso tempo insufficiente. La componente Azione ha immediatamente suggerito, onde evitare nuovi intollerabili aggravi per le casse pubbliche, di aumentare la tassazione degli extraprofitti delle aziende energetiche dal 10 per cento, proposto dal Governo, al 50 per cento. Come primo beneficio della nostra misura si avrebbe il mantenimento di 26 mila posti di lavoro, altrimenti a rischio secondo le stime della FIM-CISL. Il gettito stimato, da ottobre 2021 a marzo 2022, con questo aumento di aliquota, è di circa 16 miliardi, da aggiungere agli altri circa 4 miliardi di euro già previsti con la misura originale del Governo. Penso all'azzeramento degli oneri generali di sistema per le famiglie e imprese, sia per luce, sia per gas, attualmente previsto solamente per il secondo trimestre 2022, e alla riduzione dell'IVA al 5 per cento sempre per le bollette del gas.

Le misure che la componente Azione propone - che per i tempi dell'intervento non posso elencare tutte - consentiranno alle imprese di ridurre per i prossimi sei mesi il costo complessivo delle bollette per l'elettricità di circa il 30 per cento per le imprese energivore e il 16 per cento per le imprese non energivore.

Un ultimo punto - mi permetta il Ministro - per chi ha fatto il sindaco come me per lunghi anni: il Governo dovrebbe destinare ai comuni risorse idonee a far fronte all'aumento dei costi dell'energia, consentendo, altresì, a tale scopo l'utilizzo degli avanzi di bilancio. Senza questa misura molti comuni saranno costretti ad alcuni robusti tagli che non consentiranno di produrre servizi adeguati.

PRESIDENTE. Concluda.

OSVALDO NAPOLI (MISTO-A-+E-RI). Su questo punto so bene che persistono anche altri problemi e alcune problematiche nei confronti di partner della maggioranza nostalgici di leggi di bilancio integrate con qualche “zero virgola”, mentre, nella realtà, si scassavano i conti pubblici. Oggi siamo entrati in uno scenario completamente nuovo e drammatico: le risposte, da parte del Governo, devono essere all'altezza di questo momento, eliminando la demagogia che molti partiti hanno solo ed esclusivamente per scopi elettorali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Siamo al quarantattresimo voto di fiducia dell'era Draghi che, in fatto di rispetto delle prerogative del Parlamento, ha dimostrato di essere il peggiore degli ultimi otto Governi. Praticamente, il migliore dei migliori ha posto la fiducia ogni 9,7 giorni del suo incarico. Oggi il Governo sta spingendo il Paese verso l'orlo di un baratro nel quale rischia di compiersi la più grande tragedia sociale della storia repubblicana. I dati della situazione attuale e delle stime dell'aggravarsi della crisi sono agghiaccianti: il 16 per cento delle imprese italiane ha già ridotto o sospeso la produzione e un altro 30 per cento rischia di doverlo fare nei prossimi mesi, se la situazione dovesse degenerare. Secondo Censis e Confcooperative, sono 184 mila le imprese a rischio nell'immediato, per un totale di un milione e 400 mila lavoratori. Di fronte a questo dramma, che famiglie e imprese stanno già pagando sulla propria pelle, l'opposizione viene imbavagliata, assieme all'intero Parlamento.

Le associazioni di categoria hanno ribadito, in audizione, che gli stanziamenti per fronteggiare il caro energia non sono sufficienti ad arginare una crisi che, in caso di ulteriori ritardi, provocherà danni irreversibili al tessuto produttivo nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Mentre le imprese riducono le produzioni e le famiglie devono fare i conti con l'aumento generalizzato dei prezzi, non passa giorno che il Governo dei migliori non evochi la guerra, assicurando a Biden e compagni che gli italiani sono pronti a nuovi sacrifici. E così il Governo si gonfia il petto e dichiara di poter rinunciare alle forniture di gas dalla Russia, a differenza della Germania che, con maggior senso di responsabilità, sa di non poter fare questa rinuncia senza compromettere gravemente l'industria nazionale.

Draghi l'africano vuole che l'Algeria diventi il nostro primo fornitore, lo fa con un Paese che è dentro un'area di grande instabilità, in piena crisi sociale e istituzionale. E dobbiamo essere chiari: servirà a rimpiazzare solo un terzo del gas russo, passiamo da 21 a 30 miliardi di metri cubi. Non dovete mentire agli italiani. Non possiamo dimenticare, inoltre, che l'Algeria dipende dal grano russo, perché la Russia li sfama. Siamo, poi, sicuri che Congo, Mozambico e Angola siano lo specchio di Paesi democratici?

Il “decreto Bollette”, l'ennesimo adottato dal Governo negli ultimi 7 mesi, non solo è lontano da ristorare famiglie e imprese di fronte a una crisi senza precedenti, ma cancella con un colpo di spugna una serie di regole e principi della transizione energetica. Ancora una volta, si sospendono le misure che consentono una pianificazione preventiva degli interventi, ad esempio delle rinnovabili; questo nell'assurda convinzione che, in breve, si possa fare l'evoluzione green, eliminando le regole che devono governare un suo sviluppo armonico e rispettoso dell'ambiente. Noi non possiamo essere complici di chi sta compromettendo territorio e ambiente e, soprattutto, sta riservando agli italiani una delle peggiori crisi economiche e sociali degli ultimi decenni. Per questi motivi, noi voteremo “no” alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). La ringrazio, Presidente. Signor Ministro, colleghe e colleghi, siamo di fronte a una fiducia su un provvedimento importante, a suo tempo atteso - ricordo che qui siamo in sede di conversione -, perché sui bilanci delle famiglie e sui bilanci delle imprese, in particolare delle imprese che utilizzano molto l'energia, è arrivato un autentico tsunami, con un aumento di costi assolutamente non previsto e, per molti versi, imprevedibile soltanto qualche mese fa. L'origine è conosciuta, è legata, ovviamente, alla guerra in Ucraina, ma non solo. È del tutto evidente - lo abbiamo già rilevato e sottolineato, in più occasioni - che in questi aumenti, della benzina in particolare, ma non solo, è ancora operante, troppo operante, la speculazione, una logica di mercato che finisce per far pagare ai soggetti più deboli, ossia ai consumatori e alle piccole imprese, i costi di scorribande finanziarie e logiche che nulla hanno a che vedere con l'economia reale. Credo che su questo una riflessione sia d'obbligo, oltre che una sollecitazione al Governo affinché ci sia maggiore attenzione rispetto a queste questioni.

La guerra, in realtà, ha portato alla ribalta vecchi nodi strutturali di questo Paese, bisogna avere l'onestà intellettuale di riconoscerlo: da un lato, una dipendenza dall'estero che arriva da lontano, arriva dall'assenza o, comunque, dalla limitatezza delle risorse e delle materie prime energetiche del nostro sottosuolo. È una battaglia che questo Paese ha iniziato negli anni Cinquanta, quella di riuscire ad avere una maggiore capacità anche di produzione nazionale che, però, mai ha potuto, e mai potrà colmare l'intera domanda. E, poi, c'è un altro nodo strutturale più recente, che, però, credo vada sottolineato: abbiamo avuto in questi anni, dopo una vampata, troppa timidezza sulle rinnovabili, non è partita una vera e propria industria delle rinnovabili e, in particolare, del solare. Avremmo potuto, per esempio, fare, in questi anni, quello che è stato fatto, con coraggio e anche con risultati molto positivi, con il superbonus 110 per cento, che, ovviamente, riguarda anche il contenimento energetico. Se lo avessimo fatto 10 anni fa, con l'obiettivo di mettere pannelli solari su tutti i tetti disponibili, per esempio, probabilmente oggi avremmo una quota del fabbisogno energetico coperto anche dal solare, pur sapendo che questo tipo di rinnovabili hanno problematicità; pongono problemi, poi, nella gestione, nella distribuzione, non potendosi, con questo tipo di approvvigionamento energetico, gestire al meglio le punte di richiesta del sistema.

Deve essere chiaro, a nostro giudizio, anche un altro passaggio che, nel dibattito, sembra andare sfumando, ossia non bisogna dimenticare che questi effetti di una guerra guerreggiata, di una guerra antica, come quella prodotta dall'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa, avvengono all'interno di un'altra “guerra”: mi riferisco al tema dei cambiamenti climatici. Non possiamo, infatti, dimenticare che tutte le iniziative che dobbiamo mettere in campo per riuscire a raggiungere l'obiettivo di ridurre significativamente la nostra dipendenza dall'estero e, in particolare dal gas russo, vanno inserite all'interno del tema dei cambiamenti climatici. E, quindi, dobbiamo avere chiaro che può essere inserito un elemento di gradualità, ma non può essere abbandonato l'obiettivo - mi si scusi il bisticcio di parole - proprio dell'abbandono delle fonti fossili. Questo deve essere l'obiettivo di medio e lungo periodo e su questo, ripeto, possiamo avere gradualità: sarà necessaria, evidentemente, perché è avvenuto un fatto nuovo, imprevisto; però, questo non vuol dire, lo dico con chiarezza - come, invece, si sta muovendo e trova anche audience sui giornali -, fare una battaglia contro chi ha denunciato le situazioni legate ai cambiamenti climatici, da parte di chi, oggi, ci vuole imporre una sorta di restaurazione fossile. Questo è importante, lo segnalo al Governo, perché nel dibattito questo è un elemento che va assolutamente sottolineato; lo ha fatto il Presidente Draghi, l'ultima volta che è venuto in quest'Aula: non si torna indietro. Occorre ripeterlo, perché le tensioni, i tentativi di riportarci indietro verso una restaurazione fossile sono, come sempre, molto forti e hanno lobby altrettanto forti a sostenere questa tesi.

C'è, poi, una questione legata al ruolo dell'Europa: mai come in questo momento, si evidenzia la debolezza strutturale di un'Europa gigante da un punto di vista economico, ma poi debole, un nano, sul tema delle relazioni internazionali e necessariamente anche sulla politica energetica. Bisogna pensare ad avere una dimensione continentale per gli acquisti e per la politica energetica comune. Questo vuol dire rafforzare l'Unione, rafforzare l'unione politica ancor prima di quella economica. Occorre anche stare un po' attenti - tenuto conto di quanto appare sui giornali di questi giorni rispetto al tema dell'approvvigionamento di gas russo - a non fare - lo dico con una battuta - i primi della classe. Se una risposta va data, e deve essere data, in termini di sanzioni per cercare di arrivare il prima possibile a un cessate il fuoco, a una soluzione di pace sul teatro ucraino, se questo è l'obiettivo, esso deve vedere tutti impegnati, non qualcuno “sì” e qualcuno “no”, tenendo presente che Germania e Italia sono fondamentalmente i Paesi più esposti, più a rischio, qualora le sanzioni vadano a colpire in maniera molto netta, arrivando all'embargo del gas e del petrolio russo. In definitiva, noi condividiamo l'impostazione - lo abbiamo anche sollecitato - di questo decreto, che va nella direzione giusta, quella di proteggere famiglie e imprese. Questo è l'obiettivo fondamentale, sia in termini sociali sia di ripresa economica, che rischia di essere ammazzata nella culla - dopo un anno, il 2021, molto buono - proprio dall'aumento dei costi.

Segnalo un problema: c'è stato uno sforzo, anche economicamente importante, sul bonus sociale energia. Credo che il Governo debba impostare una campagna di comunicazione su di esso; lo dico anche alla sottosegretaria: occorre far conoscere l'esistenza di questo strumento. Come molti di noi che lavorano sul territorio, ho incontrato persone ai limiti della disperazione, ho ricevuto molte proteste; persone che non conoscevano l'esistenza di questo strumento che, ovviamente, non stravolge i loro bilanci, ma rappresenta un segnale che lo Stato è vicino, che anche poche decine di euro possono essere significative. Insomma, c'è una necessità di protezione. Come sappiamo la riduzione delle accise sulla benzina scadrà il 30 aprile, ma occorre continuare, bisogna trovare risorse per prorogare questa misura. I prezzi sono scesi, ma - lo segnalo - credo vada avviata una seria indagine perché non è possibile continuare ad avere, a distanza di poche decine di chilometri, tra un distributore e l'altro, prezzi così diversi. Venti centesimi di differenza a distanza di poche decine di chilometri non sono giustificabili. Un conto è la competizione tra produttori, il mercato, con una logica, che in teoria dovrebbe favorire il consumatore, altro conto è quello che sta invece accadendo.

C'è poi un tema a cui noi teniamo molto: quello dell'automotive. In gioco ci sono risorse importanti; dobbiamo accompagnare la transizione ecologica e il passaggio verso l'elettrico non dimenticando però anche i biocarburanti. Da questo punto di vista c'è stata un'apertura importante anche in Commissione e c'è un tema riguardo ai comuni. Segnalo, infine, un nostro ordine del giorno, a cui teniamo molto, in materia di tassazione degli extraprofitti: in questa vicenda c'è chi ci ha guadagnato molto e noi chiediamo che paghi molto. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Presidente, onorevoli colleghi, oggi esaminiamo un provvedimento per far fronte alla gravissima crisi economica che ha colpito anche il nostro Paese in conseguenza della guerra in Ucraina. Si prevedono misure che ammontano in totale a 8 miliardi di euro, di cui 5,5 miliardi sono impiegati per far fronte al caro bollette e alla cancellazione degli oneri di sistema, nonché al taglio dell'IVA. Lotta al caro energia, quindi, che va avanti. Noi riconosciamo che il Governo su questo fronte si sta impegnando; basti ricordare anche gli ultimi provvedimenti che sono stati approvati da questo Parlamento. Faccio riferimento, ad esempio, alla legge di bilancio 2022 e a tutti i decreti-legge che si sono susseguiti in questi ultimi mesi. Vi è stato un intervento complessivo di circa 15,3 miliardi di euro, una mole di denaro sicuramente considerevole. Tra i vari interventi, cito la previsione di 540 milioni di euro destinati al credito di imposta per le imprese energivore, di cui conosciamo le difficoltà che stanno affrontando in questo momento.

In tema di crescita e di imprese, in un'intervista rilasciata proprio oggi il presidente di Confindustria, Bonomi, mette in guardia sul fatto che la velocità della ripresa ha rallentato ben prima della guerra in Ucraina. È necessario, quindi, come maggioranza e come Governo, predisporre subito strumenti che vadano a stimolare la crescita, come hanno fatto il patent box e gli incentivi di Industria 4.0. L'unico modo per risollevarci in questo momento di crisi è quello di fare investimenti ad alto moltiplicatore, aumentando la produzione e aiutando chi crea lavoro in questo Paese. Il grande problema di oggi è rappresentato dal costo dell'energia - lo abbiamo ribadito - e noi di Coraggio Italia siamo assolutamente concordi con il presidente Bonomi quando dice che se l'Europa non vuole mettere un tetto al prezzo del gas dobbiamo agire da soli; un tetto che valga in Italia sul prezzo del gas comprato all'ingrosso sotto i livelli attuali. L'ARERA può farlo, può convocare gli importatori di gas naturale e chiedere trasparenza. Dobbiamo conoscere prezzi e durata dei contratti; dobbiamo scongiurare che le speculazioni rischino seriamente di affossare il nostro Paese, e dobbiamo farlo subito. Bisogna intervenire a monte sul prezzo del gas all'importazione. Il tetto del gas a livello europeo sarà molto difficile, ne siamo consapevoli, poiché gli Stati del Nord, come Svezia e Norvegia, si sono schierati contro questa decisione, ma noi confidiamo nell'autorevolezza dei Ministri e del Presidente Draghi nel portare a casa questo importante risultato per le nostre imprese. Per sostenere le nostre imprese e le nostre famiglie bisogna fare anche interventi mirati di efficientamento della macchina pubblica. I 900 miliardi circa di spesa pubblica che sosteniamo ogni anno possono e devono essere razionalizzati per liberare nuove risorse. Le entrate tributarie, infatti, indicate nel DEF sono previste in aumento da 527 miliardi nel 2021 a 548 miliardi nel 2022, i contributi sociali da 246 a 263. Gli spazi finanziari, quindi, ci sono.

Torniamo alla questione del gas. Noi di Coraggio Italia riteniamo che la soluzione migliore in questo momento sia la cautela nelle azioni e nelle dichiarazioni. L'Italia oggettivamente non può cessare immediatamente le importazioni di gas dalla Russia perché questo comporterebbe delle gravissime conseguenze, e questo lo dicono i dati. Dobbiamo farlo sicuramente, ma in maniera graduale. Secondo il bollettino di Bankitalia, infatti, con l'interruzione dei flussi del gas russo, compensata solo in parte da fonti alternative, l'inflazione si avvicinerebbe all'8 per cento nel 2022. Non solo, in questo scenario, secondo gli esperti, il PIL diminuirebbe di quasi mezzo punto percentuale nel 2022 e nel 2023. L'eventuale interruzione del flusso di gas potrebbe essere compensata, per circa due quinti entro la fine del 2022 e senza intaccare le riserve nazionali di metano, attraverso l'incremento dell'importazione di gas naturale liquefatto - e sappiamo i problemi dei rigassificatori -, il maggiore ricorso ad altri fornitori e l'aumento dell'estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali. Questo scenario, però, è assolutamente da scongiurare perché rappresenta una seria minaccia per la tenuta del nostro tessuto imprenditoriale. Auspichiamo, quindi, che il Governo rifletta seriamente sulle azioni da intraprendere a breve periodo. Per quanto riguarda i carburanti, il Governo è intervenuto con una riduzione per un mese delle accise pari - lo sappiamo tutti - a circa 25 centesimi al litro. Come Coraggio Italia chiediamo con forza che il Governo proroghi questa misura perché è essenziale per tutti i cittadini e per le nostre imprese.

In conclusione, Presidente, la nostra vuole essere una posizione di stimolo e di proposta positiva, perché la fiducia non può, in alcun caso, essere a prescindere. Abbiamo fatto numerose proposte e alcune di esse sono state accolte. Ricordo, in questa sede, l'emendamento della collega Scanu proprio per quanto riguarda le semplificazioni in materia di impianti solari e di impianti termici. Sono queste le cose che servono al Paese, in questo momento.

Abbiamo anche posto l'attenzione sul tema del biogas elettrico. Ricordo che ci sono circa 1.100 imprese, che hanno installato un piccolo impianto di biogas, che vedranno gli incentivi decadere dal 1° gennaio 2023. Sono piccole aziende agricole, che non possono essere lasciate morire in solitudine, ma che devono essere sicuramente aiutate. Su questo abbiamo chiesto, e continueremo a chiedere, una risposta urgente da parte del Governo. Come gruppo, chiaramente continueremo a seguire attentamente l'operato del Governo, affinché, in questo momento di difficoltà, tutti gli sforzi siano orientati per aiutare chi lavora e chi crea lavoro.

Per tutte le ragioni esposte, Presidente, annuncio il voto favorevole di Coraggio Italia alla fiducia sul “decreto Energia” (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mattia Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (IV). Grazie, Presidente. Oggi non è semplice parlare in quest'Aula senza pensare che in un altro luogo, non distante da noi, si combatte una guerra assurda e folle, che è figlia di un retaggio culturale che affonda le sue radici in un passato che è stato segnato così tanto da tanta atrocità. Faccio questa premessa perché le misure che andremo ad approvare sono la naturale conseguenza della posizione, netta e senza ambiguità, che l'Italia ha preso di fronte alla tragedia ucraina. Vale la pena ricordare, ovviamente, che esiste una Nazione aggredita e una Nazione che ha invaso un territorio sovrano, la Russia, non contemplando minimamente le più basilari norme del diritto internazionale. In questo contesto geopolitico, non solo l'Italia si è posta a difesa del diritto, della democrazia e dei valori occidentali, ma anche gli altri Paesi europei non si sono tirati indietro. Per la seconda volta in meno di 5 anni l'Europa si è mostrata unita, solida, pronta a rispondere con i fatti concreti a difficoltà gigantesche che hanno sconvolto il nostro continente. Con il COVID l'Europa ha mostrato il suo volto solidale, ha avviato un percorso che porterà a modernizzare le nostre infrastrutture, ad investire di più in tecnologia, ad immaginare le nostre città in un'ottica più sostenibile. La guerra in Ucraina, se vogliamo, è un banco di prova ancora più arduo. Dall'inizio della guerra abbiamo speso quasi un miliardo al giorno, come Unione europea, per l'acquisto di gas e petrolio. L'aumento delle materie prime, inoltre, ha portato a un innalzamento dei prezzi preoccupante. Secondo l'Istat, l'inflazione, a marzo, ha raggiunto il 6,7 per cento e a pagarne le conseguenze sono in primis famiglie e imprese italiane. Si sta affacciando all'orizzonte l'incubo della stagflazione, ovvero di un aumento combinato dei prezzi e di una stagnazione dell'economia, un processo degenerativo che dobbiamo assolutamente evitare, a tutti i costi.

Intanto il Centro studi di Confindustria ci fornisce altri dati preoccupanti, partendo proprio dalla produzione industriale, che a marzo si è contratta dell'1,5 per cento e il primo trimestre si archiviato con un meno 2,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, con ripercussioni ovviamente negative sulle dinamiche del PIL. Queste stime sono la conseguenza dell'aumento del gas del più 1.217 per cento rispetto al periodo pre-COVID e del petrolio del più 104 per cento.

Dalla fine di febbraio, la guerra, oltre al conseguente aumento dei costi dell'energia, ha accentuato l'impatto di fattori che già da prima ostacolavano l'attività economica e produttiva del nostro Paese: rincari delle materie prime e scarsità dei materiali. Secondo dati pubblicati da Confindustria, 8 imprese su 10 lamentano difficoltà di approvvigionamento e, al momento, il 16,4 per cento delle imprese del campione ha ridotto sensibilmente la produzione, per mancanza di materie prime. Rottami, argilla, ghisa, nichel, grano e mais: questi sono i prodotti particolarmente colpiti. Particolarmente rilevante poi è la carenza di semiconduttori e componenti elettronici, indispensabili per molti settori, in particolare quelli tecnologicamente più avanzati. Le grandi aziende italiane ed europee stanno applicando aumenti che impattano poi sugli approvvigionamenti delle piccole e medie imprese, che non riescono a fare fronte a un così rilevante aumento dei costi di produzione.

Ma, nonostante tutte le difficoltà, è nostro dovere non fare finta che in Ucraina non sia accaduto nulla, pensando che, prima o poi, il conflitto finisca e tutto torni come prima. Soprattutto le cose che non possono tornare come prima sono quelle in merito alla politica energetica del nostro Paese, che è stata eccessivamente sbilanciata verso la Russia in questi anni, rendendoci troppo dipendenti da un unico fornitore e con i rischi geopolitici ed economici che pensavamo terminati, ma che adesso viviamo nel nostro quotidiano. Dopo la Germania, siamo i più esposti nei confronti dei russi e siamo tra i più fragili. Negli anni, ci siamo adagiati sul gas russo; mentre la Francia, con le sue centrali nucleari, ambiva a una relativa autonomia energetica, noi, con una burocrazia asfissiante e un ambientalismo mal concepito, non abbiamo mai immaginato una politica energetica lungimirante. Il Governo Renzi, con lo “Sblocca Italia”, aveva imboccato la strada giusta, cercando di snellire procedure e meccanismi farraginosi di una pubblica amministrazione elefantiaca. Aveva dato il “la” all'esplorazione di nuovi giacimenti, alla soluzione dei problemi esistenti, con investimenti in termovalorizzatori, ma i “no” degli ambientalisti e del MoVimento 5 Stelle, che ora forse ha capito quanto sia difficile governare, hanno bloccato tutto. Quel percorso, che avrebbe trovato il suo sbocco naturale nella riforma della Costituzione, è stato poi sbarrato dalla sconfitta al referendum del 2016 e oggi anche su questo troviamo tanti penitenti, purtroppo. È inutile piangere sul latte versato; possiamo, però, prendere decisioni di politica energetica che ci permettono di pensare all'Italia dei prossimi anni, senza ideologie oltranziste e senza posizioni integraliste.

Dobbiamo renderci conto dove abbiamo sbagliato e quando abbiamo sbagliato. Gli errori sono stati tanti, a cominciare dalle politiche del “no”. Sul TAP addirittura si è arrivati oltre l'ideologia; si è arrivati alla paranoia totale. Sembrava che la natura si dovesse rivoltare contro chiunque avesse osato oltraggiare le bellissime coste pugliesi, ma il tempo ci ha dato ragione; il TAP sarà uno dei gasdotti che permetterà di approvvigionarci con maggiore sicurezza e in maggiore quantità, senza passare per le forche caudine, ulteriori, del Governo Putin, perché adesso è questo il tema che trattiamo.

Con il Governo Draghi si è compreso quale ruolo l'Italia possa avere nel mondo e, nonostante alcune continue discrasie, dovute principalmente al vento populista che ha spirato, purtroppo, in questi anni e che, negli ultimi tempi, è sembrato affievolirsi, ci siamo posti, per fortuna, dalla parte giusta della storia. Proprio oggi è il momento di agire ulteriormente, facendolo subito e senza remore. Dobbiamo intervenire con decisione: aiutare famiglie e imprese in difficoltà dinanzi a bollette energetiche sempre più onerose, ai trasporti sull'orlo di una crisi di nervi per i prezzi dei carburanti, al mondo dell'agricoltura e della pesca in preda a una crisi accentuata anche dal blocco delle importazioni di materie prime e di fertilizzanti. Poi dobbiamo continuare a incentivare sempre di più la produzione di energia da fonti rinnovabili, velocizzando le procedure per l'installazione di impianti fotovoltaici ed eolici, nei quali - dobbiamo ricordarlo - siamo già tra i Paesi leader in Europa, per i quali, però, ci sono ancora troppi blocchi di carattere burocratico che regioni e comuni mantengono, per lucrare consenso locale, in una continua guerra campanilistica che non tiene conto di quello che è il bene del Paese nel suo insieme.

Oggi è il momento di immaginare un'Italia più efficiente energeticamente e proiettata il più possibile verso un'autonomia energetica. Il “decreto Energia”, sulla cui conversione oggi votiamo la fiducia, è un provvedimento di buonsenso, semplicemente perché interviene sulle esigenze primarie degli italiani e si aggiunge ad altri provvedimenti che, nel corso di questi anni, hanno evitato chiusure di imprese e crollo dei consumi. È un decreto da 8 miliardi, che ci permetterà di intervenire innanzitutto sulle contingenze, per poi favorire una politica di investimenti che abbia un impatto maggiore sul lungo periodo; 3 miliardi sono stanziati per bloccare le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e pubbliche nel secondo trimestre del 2022; sulle fatture di consumo di gas di aprile, maggio e giugno sarà applicata l'IVA al 5 per cento; il bonus sociale per la fornitura di energia elettrica sarà riconosciuto alle famiglie disagiate e a chi versa in gravi condizioni di salute; per le grandi industrie energivore, che hanno avuto un incremento dei costi dell'energia elettrica del 30 per cento rispetto al 2019, è riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d'imposta, pari al 20 per cento delle spese sostenute per il consumo di energia nel 2022; alle imprese che hanno subito un incremento del 30 per cento dei costi del gas sarà riconosciuto un contributo per compensare i maggiori costi, attraverso la formula del credito d'imposta pari al 15 per cento della spesa sostenuta per il gas consumato nel primo trimestre del 2022; sulle rinnovabili il decreto prevede semplificazioni procedurali, a cominciare proprio dagli impianti da installare nelle aziende agricole e da quelle attività che ambiscono ad autonomia energetica.

Italia Viva, con i suoi emendamenti, ha portato avanti la battaglia della semplificazione delle procedure proprio per quegli impianti che hanno già avviato la procedura per l'autorizzazione. Nel comparto dell'agricoltura, uno dei settori più segnati dalla crisi, Italia Viva ha portato a casa un altro risultato: la semplificazione della normativa per l'utilizzo del digestato, prospettando una riduzione dei costi delle materie prime e dell'energia.

Solo chi conosce le esigenze delle aziende agricole può comprendere quanto sia importante la semplificazione di queste procedure, soprattutto quando si deve affrontare una crisi dovuta alla mancanza di approvvigionamento dei fertilizzanti e un aumento dei costi dell'energia.

Come Italia Viva, inoltre, abbiamo ritenuto fondamentale che si incidesse, attraverso il credito d'imposta, sull'acquisto degli accumulatori di energia.

Sul fronte delle esportazioni, secondo l'ICE, la crisi ucraina, oggi, colpisce direttamente più di 300 aziende italiane. Nel 2021, lo scambio commerciale con Kiev si aggirava attorno ai 4 miliardi e dalla Russia l'import valeva circa 12,5 miliardi, ma da quando abbiamo imposto sanzioni, nel 2014, dopo la crisi in Crimea, le nostre esportazioni hanno avuto uno stop del 29,3 per cento. Il settore della moda ha avuto un calo del 43 per cento e, ad oggi, le parole d'ordine rimangono sempre le stesse per contrastare una crisi che colpisce il made in Italy in momenti come questi: agevolazioni fiscali, semplificazione delle procedure, sostenibilità e autonomia energetica delle nostre imprese.

Riflettiamo, dunque, sugli errori del passato e sulla stupidità di certe posizioni populiste, non lasciamoci immobilizzare dal sondaggio della settimana, dalla priorità degli hashtag, dalle prossime elezioni. Le grandi riforme hanno bisogno di tempo, di sacrifici, anche elettorali, perché, al momento, non vengono digerite dai cittadini, ma un domani saranno riconosciute da tutti come un altro momento di crescita sociale ed economica del Paese.

Il voto di Italia Viva in merito alla conversione in legge di questo decreto è favorevole ed è un voto che auspica una stagione politica di maggiore unità, quell'unità che serve ad un Paese per affrontare una crisi internazionale così tragica e così foriera di insidie per il nostro Paese, per le nostre famiglie e per le nostre imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente Colleghi deputati, sottosegretaria, voteremo “no” - lo dico in anticipo, in modo tale che le idee siano chiare per tutti - alla fiducia, intanto perché non facciamo parte della maggioranza di Governo e, quindi, non ci sarebbe una ragione al mondo per la quale offrire il nostro contributo a un Governo di cui non condividiamo granché (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma anche per ragioni di merito. Questo “decreto Energia” è, infatti, un decreto surreale che non modifica, cosa tutt'altro che irrilevante, di una virgola il PiTESAI, un acronimo pazzesco che evoca il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, definizione che proviene dal “Conte 2”, quindi, la responsabilità diretta di questo provvedimento ce l'hanno il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico e Italia viva, e lo voglio dire forte e chiaro, perché il blocco masochistico delle attività estrattive e di ricerca degli idrocarburi è causato esattamente dal PiTESAI, alla faccia della comprensione e della trasparenza.

Sono state ristrette al minimo tutte le possibilità; la responsabilità è quella, non c'è molto da giocarci sopra. Per quanto riguarda le esplorazioni, tanto per ricordare, sperando che ciò possa rimanere anche nella memoria dei soggetti protagonisti di queste scelte, sono stati revocati 42 titoli su 45, praticamente un azzeramento delle attività future a terra e in mare; delle 123 concessioni minerarie in essere, 108 riguardano il gas, il 70 per cento ricade in aree non idonee; su 171 titoli di concessione, solo 38 sono in aree idonee, 133 in aree non idonee. Secondo Assorisorse, aderente a Confindustria, potremmo estrarre 112 miliardi di metri cubi di gas, con un ulteriore potenziale, con pochi investimenti di 50 miliardi aggiuntivi di metri cubi, cifra che è superiore ai nostri consumi: nel 2021 abbiamo consumato 76 miliardi di metri cubi, potremmo persino esportarlo il gas. Quindi, siamo in perfetta contrapposizione rispetto a quanto dichiarato un mese fa da Draghi, perché le sue previsioni sono fallaci.

Con un piano di azione mirato, si può rilanciare la produzione nazionale di gas, andando ben oltre i 5 miliardi prefissati, più o meno, direttamente o indirettamente, in questo decreto.

Perché si va a pietire gas a destra e a manca invece di perseguire la via della sovranità energetica? Algeria, Qatar, Azerbaijan: sono oltretutto sistemi diversi dal nostro, diciamo così, non voglio certamente cagionare rotture diplomatiche, ma non possiamo certo definire questi Paesi appartenenti alla rete delle democrazie liberali. Perché non si tagliano gli sprechi e non si efficientano le reti? È un altro quesito che ci viene in prestito da una riflessione aggiuntiva rispetto alla battuta di cattivo gusto fatta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, quando se l'è presa con quelli che accendono i condizionatori d'aria, perché il primo sprecone è lo Stato italiano, grazie al Governo che, da questo punto di vista, non interviene. Intervenendo e sostituendo soltanto i cavi, migliorando cioè il mero trasporto dell'energia, noi otterremmo un risparmio tra il 20 e il 25 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), al netto di altri interventi legislativi che si possono fare per diminuire ulteriormente gli sprechi; avremmo a disposizione praticamente un'altra fonte d'energia gratuitamente, soltanto facendo questa operazione che potrebbe fare anche l'Unione Europea, se ci fosse un Governo italiano capace di stimolare le adeguate riflessioni e poi le conseguenti decisioni.

Interconnettendo le reti continentali e stabilizzando i costi, otterremmo un altro abbattimento economico. Vi risulta che il PNRR, tanto celebrato, ne faccia menzione? La transizione ecologica: tutti scioglilingua, non c'è nulla in questo decreto! Non si toccano gli extra profitti realizzati dai gestori dei carburanti e dell'energia. Lo sa il Primo Ministro Draghi che il costo a kwh del fotovoltaico ha lo stesso valore del gas, secondo l'Unione europea? E lo sa che questo significa aver prodotto una crescita smisurata di extra profitti da parte dei produttori di questo genere di energia, grazie all'aumento del prezzo del gas? In questo decreto, non c'è una riga per tassare questi guadagni speculativi.

Per non parlare del carburante: non è presente né menzionato nel testo. I gestori hanno fatto cartello, hanno aumentato i prezzi alla pompa, senza motivo, lo hanno fatto vendendo a un prezzo esorbitante il carburante che avevano acquistato e stoccato precedentemente rispetto all'invasione da parte della Russia di Putin della povera Nazione libera dell'Ucraina. Al riguardo, abbiamo presentato anche un esposto al Garante della concorrenza e del mercato, nella speranza che possa essere sufficientemente attento, come lo fu quando sanzionò Amazon per sanzionare anche le grandi compagnie petrolifere che hanno fatto questa indegna speculazione sulla pelle degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E poi c'è il capitolo delle fonti rinnovabili. Guardate che non è che le fonti rinnovabili siano soltanto i pannelli fotovoltaici, di cui si parla in lungo e in largo e che, comunque, piaccia o meno, producono risorse aggiuntive, sia per i produttori di silicio, sia per le tecnologie non italiane che alimentano questo genere di tecnologia, su cui non abbiamo assolutamente alcuna critica da fare. Dico, però, che c'è la rete idroelettrica che è tipicamente italiana; poche altre Nazioni europee hanno la fortuna di avere due catene montuose e di poter utilizzare questa fonte di energia. Si può aumentare la produzione del 40 per cento - oggi, parliamo del 20 per cento del fabbisogno energetico nazionale - con le condotte forzate, ricaptando l'acqua caduta e riportandola alla quota originaria con il pompaggio e, quindi, con nuove turbine, sfruttarla in maniera adeguata. Nemmeno su questo nel decreto vi è un cenno, mentre addirittura l'Europa vorrebbe mettessimo a gara la loro gestione, la gestione delle centrali idroelettriche. Abbiamo giusto polemizzato nell'interrogazione a risposta immediata di mercoledì scorso al riguardo. Si tratta di un valore per noi strategico, l'energia, e penso che dovremmo far valere questa specificità, questa specialità a ogni rischio, all'applicazione della golden power e alla nazionalizzazione; non possiamo certo permettere che l'unica cosa che abbiamo possa essere gestita da imprese straniere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma di che cosa stiamo parlando?

Per quanto riguarda il fotovoltaico, noi siamo favorevoli, lo dicevo prima, ci mancherebbe altro, siamo assolutamente convinti che si debba lavorare su questo e va applicato su tutte le superfici possibili e immaginabili. Tornavo da Trento, ho fatto l'autostrada del Brennero e ho visto con curiosità e soddisfazione che i pannelli fonoassorbenti, le barriere acustiche erano state sostituite dai pannelli fotovoltaici. Se si mettesse a rete tutta la nostra struttura autostradale, non avremmo bisogno di consumare un solo centimetro quadrato di aree agricole pregiate e, invece, pensate che si possa utilizzare fino al 10 per cento di aree agricole per metterci i cosiddetti parchi fotovoltaici, ignorando anche l'articolo 9 della Costituzione, che non è un dettaglio, perché non è un fatto di principio, non è un'astrazione.

Noi, con il paesaggio, con i beni naturalistici, con il turismo, con l'enogastronomia, con l'agroalimentare facciamo PIL, produciamo ricchezza e quindi sarebbe utile e opportuno essere un po' più contenuti, perché esiste un'emergenza energetica, ma esiste, ahimè, anche una più importante emergenza alimentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, il Governo dovrebbe scendere in campo e incentivare gli agricoltori a produrre di più. Non bastano le dichiarazioni fatte da Mario Draghi prima del Consiglio europeo del 24 e del 25 marzo proprio qui in Aula, con le quali auspicava che si potessero coltivare tutte le aree possibili e immaginabili anche con specifica licenza europea (perché abbiamo bisogno del permesso dell'Europa per coltivare tutte le nostre aree agricole). Vanno incentivati, fiancheggiati e sostenuti i nostri agricoltori.

E poi le aree compromesse dal punto di vista urbanistico, le aree industriali, i capannoni industriali e le aree periferiche delle grandi città, sono tutti luoghi che detengono superfici inestimabili da un punto di vista quali-quantitativo per poter incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Poi c'è - e concludo, con l'ultimo esempio - la nota vicenda del petrolio lucano: noi abbiamo un giacimento di petrolio - non si fa menzione neanche di questo nel vostro “decreto Energia” - e non si sa bene la ragione per la quale lo dobbiamo condividere con la Total francese, cioè non è appannaggio dell'Italia e dell'ENI, ma noi dobbiamo prendere la metà di una risorsa del sottosuolo italiano e cederla ai francesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un'altra questione anomala. La conclusione, caro sottosegretario e caro Governo italiano, è che voi dovete - visto che siete un Governo tecnico: chi più di Mario Draghi è un tecnico? - metterci tecnicamente nelle condizioni di affrontare una stagione di nuova produzione industriale. Noi dobbiamo produrre ricchezza, non dobbiamo più commercializzare, non dobbiamo andare a prendere roba per conto terzi per poi utilizzarla a casa nostra. Dobbiamo prendere le risorse che abbiamo, metterle a frutto, valorizzarle e - se è possibile - commercializzare noi ciò che abbiamo e non fare il contrario, perché “il supremo frutto dell'autosufficienza” - diceva Epicuro - “è la libertà” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Erica Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Grazie alle colleghe e ai colleghi qui presenti in Aula. A differenza del collega che mi ha preceduto, credo che tutti coloro che hanno partecipato alla stesura di questo provvedimento, dal Governo, qui rappresentato dai sottosegretari, ai presidenti di Commissione, ai nostri relatori, a tutti i componenti delle Commissioni, abbiano fatto il possibile per rendere migliore e più agevole questo testo, che certo per Forza Italia non è il massimo, ma siamo in un Governo a maggioranza plurima, costituito cioè da tante forze politiche con diversi valori e diverse posizioni che, alla fine, hanno trovato un buon compromesso. È proprio per questo che Forza Italia ha dato la fiducia a Draghi e continuerà a darla, anche su questo provvedimento.

Il disegno di legge che stiamo per votare è solo l'ultimo provvedimento urgente prodotto dal Governo al fine di limitare il costante aumento del costo dell'energia per famiglie ed imprese. Ai provvedimenti già approvati si aggiunge questo decreto e quello del 18 marzo, adesso in discussione al Senato, che riguarda più gli aspetti economici e umanitari della crisi prodotta dalla guerra in Ucraina. A marzo, i dati Istat sulle bollette per le utenze domestiche e delle imprese hanno certificato quello di cui ciascuno di noi, famiglie ed imprese, registriamo, cioè un aumento del 94 per cento del costo delle bollette rispetto allo scorso anno e un aumento del costo dei carburanti di circa il 39 per cento. Sono aumenti conseguenti alla crisi pandemica, ma l'aumento del costo delle materie prime è certamente aggravato da questa guerra alle porte, le cui conseguenze economiche sicuramente non finiranno qui, anche perché non abbiamo ancora visto gli effetti negativi conseguenti alle necessarie contromisure e sanzioni decise in ambito europeo nei confronti della Russia. Mentre si programmava un immediato boom economico registrato nel 2021, adesso lo stesso DEF non può che registrare previsioni al ribasso del nostro PIL a causa delle condizioni geopolitiche seguite alla guerra, con tutte le conseguenze economiche e umanitarie che sappiamo.

Tornando nello specifico, in questo provvedimento d'urgenza - perché ormai sono oltre due anni che stiamo in emergenza in questo Paese - vengono introdotte numerose disposizioni. Ne voglio rammentare alcune fondamentali per Forza Italia: vengono nuovamente annullate le aliquote relative agli oneri generali di sistema per le utenze sia domestiche che aziendali, con riduzione al 5 per cento dell'IVA anche nel secondo trimestre; vi è l'introduzione di un contributo straordinario, sotto forma di credito d'imposta, per tutte le imprese ad alto consumo di energia e gas; sono state destinate risorse al settore dell'autotrasporto e alle associazioni sportive dilettantistiche, che necessitavano di queste misure; sono state riconosciute anche ulteriori agevolazioni agli utenti domestici più svantaggiati, passando da un ISEE minimo di 8.000 a 12.000 euro. La previsione di uno stanziamento per uno specifico Fondo per la decarbonizzazione e riconversione delle raffinerie esistenti in siti di bonifica di interesse nazionale, che fa seguito agli impegni presi dal Governo con la mozione Prestigiacomo dello scorso mese. Si sono adottate misure per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale a prezzi contenuti, ottimizzando il ciclo di iniezione di gas negli stoccaggi nazionali, aumentando il livello di estrazione nei siti già attivi, ma fermati da scellerate scelte politiche fatte negli ultimi dieci anni. Se oggi in Italia non siamo indipendenti dal punto di vista energetico, è anche e soprattutto a causa di partiti politici che hanno negli anni bloccato e detto “no” a tutti gli impianti di qualsiasi tipo, cosa che non ha fatto certamente Forza Italia, che ne ha sempre rilevato l'importanza. Ciò è stato rivisto, anche in questo provvedimento, da Forza Italia, migliorando e in alcuni casi - per fortuna - superando le scellerate indicazioni di buona parte del PiTESAI. Importante è poi l'ulteriore semplificazione prevista in materia di sviluppo di energie rinnovabili, anche della energia geotermica, presente unicamente nella mia Toscana, che non impatta e rende molto attive le fonti. Si è poi previsto lo snellimento delle procedure per l'installazione degli impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici grazie all'approvazione di emendamenti, di cui uno a mia prima firma, facendoli rientrare tra gli interventi di manutenzione ordinaria, non più subordinati a pareri di altri enti, cosa fondamentale per la semplificazione, che famiglie e imprese ci chiedevano da tempo. Sempre grazie a Forza Italia, in questa disposizione, si sono fatti rientrare anche i comprensori sciistici, che ultimamente erano soggetti a contenziosi e, grazie a questo emendamento, non lo saranno più.

Anche per il settore delle imprese di costruzioni, Forza Italia, con emendamenti a mia prima firma, ha approvato una momentanea deroga alle norme vigenti per i cementifici; al fine di far fronte a costi energetici insostenibili, si mira ad ottenere l'obiettivo di agevolare le operazioni di recupero dei rifiuti e del loro utilizzo come combustione per la produzione di energia, come dovrebbe essere anche per tutte quelle frazioni residue di rifiuti che non troveranno altra collocazione che in discarica. Si sottolinea poi l'importanza della semplificazione delle procedure - che sono regionali ma dovrebbero diventare nazionali - per la realizzazione di termovalorizzatori in tutto il Paese.

A questo proposito, come Forza Italia, poiché dobbiamo trovare sempre dei compromessi, abbiamo presentato un ordine del giorno a mia prima firma, che spero venga accolto dal Governo, che prevede un impegno formale in questo senso. Questo è, a mio avviso, un altro modo per produrre energia e per risolvere il problema dei rifiuti, che finirebbero in discarica; in tal modo si chiuderebbe il ciclo dei rifiuti per quanto riguarda l'economia circolare.

Infine, c'è il tema che maggiormente ha impegnato le Commissioni, quello del superbonus 110 per cento, fondamentale sia per l'economia nazionale, sia per la transizione energetica; una tematica, questa, condivisa da tutti i gruppi di maggioranza. Se - come ha detto il Presidente - il Parlamento deve tornare centrale in questa azione, questo è il momento giusto, perché tutti i partiti di maggioranza - e non ho visto opposizione da parte dei partiti di minoranza - hanno presentato emendamenti con richiesta unanime di proroga dei termini e della modifica della cessione del credito. Troppe problematiche si sono registrate negli ultimi quattro mesi, tanto da fermare anche i cantieri; come sappiamo, oltre alla confusione normativa, che si è verificata proprio in questa direzione, negli ultimi mesi, si sono avuti problemi connessi alla reperibilità e all'elevato costo dei materiali.

Anche su questo il Governo ha cercato di trovare un compromesso, e di ciò prendiamo atto. Non è il massimo di quello che Forza Italia avrebbe fatto, se fosse stata in maggioranza assoluta, ma certamente siamo soddisfatti, anche se dobbiamo sicuramente trovare un miglioramento. Ed è per questo che abbiamo - tutti i gruppi di maggioranza, insieme - presentato un ordine del giorno, perché le imprese hanno bisogno di certezze e appunto, in accordo con tutti, abbiamo presentato un ordine del giorno al fine di prorogare, dal 30 giugno al 30 dicembre, il 30 per cento dei lavori sulle unifamiliari, che sono ferme da tempo e che credo non debbano essere minoritarie rispetto agli immobili in condominio. Contestualmente, dobbiamo liberare la cessione del credito. Queste sono alcune, non tutte, le rammento, le azioni fatte in questo provvedimento. Fondamentale, come abbiamo detto più volte, è una diversificazione dell'approvvigionamento del gas, così come l'accordo, a cui plaudo, siglato ieri dal Premier con l'Algeria, come più volte richiesto anche da tutti noi, indispensabile, come abbiamo detto più volte e come ripetuto anche dal nostro Presidente Berlusconi e dal coordinatore Tajani, un tetto europeo sul prezzo del gas, questo sarà fondamentale. Ma anche fondamentale sarà, in Italia, mettere da parte tutte le ideologie, che per troppi anni hanno bloccato questo mercato e che hanno prodotto problematiche, forti, alle aziende e, di conseguenza, alle famiglie, e andare nella direzione in cui il Governo Draghi, con il Ministro Cingolani, con tutti i parlamentari di maggioranza, stanno andando, ossia verso un mix energetico, lasciando da parte l'ideologia, esaltando la scienza e la ricerca, e trovando i modi migliori, perché ciò che Forza Italia vuole - ed è il motivo per cui è entrato in un Governo di larga maggioranza, trasversale, con Draghi Premier - è risolvere i problemi ai cittadini e alle imprese. Finché si farà questo, Forza Italia sarà in prima linea e anche in questa occasione, come ho detto all'inizio, esprimerà la fiducia su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel vivo dell'esame della discussione sul testo e della dichiarazione di voto, mi permetta di esprimere, a nome mio personale e del gruppo del Partito Democratico, cordoglio e vicinanza ai parenti e ai familiari delle vittime del feroce attentato di New York (Applausi), che, pur così distante da noi, ci colpisce così profondamente.

Detto questo, Presidente, credo che sia importante rimarcare come questo passaggio non sia retorico, nel senso che la fiducia è sempre un momento importante, ma questo momento lo è, secondo noi, di più, per la natura del provvedimento che abbiamo in esame.

Questa è la tessera di un mosaico che va a comporre un insieme di strumenti per superare la grave crisi energetica che mina il Paese dalle fondamenta. Il decreto-legge che stiamo per convertire, con le modificazioni in Commissione, è importante, per ciò che conteneva e per ciò che abbiamo aggiunto. Ho già sentito molto al proposito nelle dichiarazioni di voto e molto è stato detto nella discussione generale. In questo decreto ci sono misure importanti, come la proroga della riduzione degli oneri generali sul gas e sull'energia elettrica anche per il secondo trimestre energetico, il credito d'imposta per gli energivori, un'attenzione alla modifica del bonus sociale per le fasce più deboli, misure per l'autotrasporto, ma anche una misura come il gas release, che noi abbiamo chiesto più volte, ossia l'utilizzo della nuova produzione nazionale rafforzata, i 2 miliardi di metri cubi che, attraverso il GSE, saranno estratti e saranno messi sul mercato a prezzi congruenti con quelli di acquisto, in modo da rispondere alle esigenze del tessuto produttivo. Ci sono misure, è stato richiamato, importanti per i bioliquidi, per la riconversione della filiera chimica, così in sofferenza. E ci sono misure importanti per la semplificazione delle procedure di installazione delle fonti rinnovabili. Ma anche politica industriale: fra gli altri interventi, l'articolo 22 sull'automotive, l'articolo, successivo, sulle tecnologie innovative e i microprocessori. A questo la Commissione, in un lavoro importante, ha aggiunto, con molti emendamenti parlamentari accettati, molti miglioramenti: sulle semplificazioni, con le procedure di revamping; sull'autoproduzione, con le connessioni e con le semplificazioni per le procedure di connessione e molto altro; con il miglioramento delle procedure per l'estrazione di gas, che, mi dispiace dirlo, funzionerà e darà un aiuto al Paese. Siamo intervenuti sull'agrivoltaico, coprendo un punto di incertezza che poteva essere delicato. Sui bioliquidi abbiamo stabilito una maggiore produzione, a fronte dell'uso migliore delle risorse disponibili. Abbiamo introdotto, similmente al gas, la possibilità di un electricy release, ossia la possibilità per il Governo di acquisire, tramite GSE, energia elettrica dai produttori, per cederla a prezzi, anche qui, congruenti alle aziende e a chi lavora; ma abbiamo anche stabilito il principio per cui l'energia elettrica pubblica in proprietà al GSE, può essere ceduta, per calmierare i prezzi, al sistema delle imprese. Abbiamo lavorato sul credito d'imposta per il superbonus e su questo abbiamo discusso, non siamo ancora arrivati alla conclusione, ma abbiamo discusso sul tema della percentuale di lavori da eseguire nelle unifamiliari al 30 giugno. Dicevo - e mi limito a questo, signora Presidente, signore rappresentanti del Governo -, sono misure che hanno fatto uscire questo provvedimento più ricco e, a nostro giudizio, più efficace rispetto a come era entrato in Commissione.

Noi abbiamo seguito alcuni princìpi, però; non sono un'accozzaglia di emendamenti gettati alla rinfusa, secondo l'interesse di alcuni, ma abbiamo seguito appunto alcuni princìpi. Sugli extraprofitti, è importante, come veniva detto, perseguirli e tassarli, ma è anche importante evitare che si formino, perché, se non rimuoviamo le strutture che permettono di formare questi extraprofitti, non risolviamo il problema del sistema, e siamo andati in quella direzione.

Noi naturalmente vogliamo dare un aiuto al Paese a raggiungere la propria autonomia, come dicevo in precedenza, con alcuni emendamenti in questo settore. Noi abbiamo un Paese che si basa, come sistema energetico, sul gas e sulle rinnovabili. Abbiamo migliorato il sistema di produzione nazionale, sapendo che il nostro Paese, per fortuna geografica, conta tre grandi linee verso l'Africa e il lontano Oriente, la TAP. Vediamo che il Presidente del Consiglio, in Algeria, ha dato un contributo importante, ha siglato un Accordo che darà un contributo importante all'autonomia del Paese sul gas. E questo provvedimento migliora sia le procedure di estrazione, sia le procedure di rilascio verso il mondo delle imprese.

Sulle FER, che sono la vera scommessa del Paese, noi abbiamo semplificato ulteriormente un decreto che andava in questa direzione. Ma non basta, signora Presidente e signori membri del Governo, parlare di penetrazione delle rinnovabili, se non parliamo della penetrazione dei vantaggi economici di quella tecnologia verso cittadini e imprese. E questo noi lo abbiamo fatto muovendoci su un sistema di emendamenti che, per la prima volta, come dicevo poc'anzi, introducono nell'ordinamento italiano la possibilità per il Governo - che ha fatto una scelta, ha scelto come scrivere, con una riformulazione, questi metodi -, tramite il GSE, di recepire energia elettrica e cederla al mondo delle imprese a prezzi congruenti con il prezzo d'acquisto e con il prezzo delle tecnologie di produzione. Questo era quello che il Ministro Cingolani chiamava il disaccoppiamento fra i costi della tecnologia e i costi del prezzo marginal price. Ma non posso non ricordare anch'io, come il collega Fornaro, l'articolo sull'automotive, perché è una battaglia di questo gruppo parlamentare.

Noi ci siamo sempre spesi per questa filiera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Oggi abbiamo un patrimonio di 12-13 miliardi fra quelli stanziati in questo decreto e il PNRR. Noi chiediamo, ancora una volta, per una volta ulteriore e sperando di fare cosa che avrà ascolto, un piano nazionale per la spesa di questi fondi nei prossimi 10 anni, incentivi, come sono quelli del nuovo decreto appena varato, ma anche politica industriale.

Noi, quindi, signora Presidente, leggiamo questo decreto in maniera positiva e, siccome c'è stato un proficuo lavoro nelle Commissioni che ha coinvolto tutte le forze politiche, lo facciamo ringraziando - lo voglio dire non formalmente, ma in maniera sentita - tutti i rappresentanti del Governo - la sottosegretaria Bergamini, la sottosegretaria Gava, la sottosegretaria Castelli, la sottosegretaria Sartore, oltre che il Ministro Cingolani - che si sono alternati nelle Commissioni in quella che è stata una maratona. Lo dico perché nulla oggi è scontato per il futuro: il Paese, in questa crisi energetica, sta mettendo in gioco se stesso. Intere filiere - ma dobbiamo smettere di parlare di filiere, dobbiamo parlare di lavoro e di benessere -, che significano lavoro e benessere, rischiano di chiudere. E, quindi, è chiaro che noi dobbiamo muoverci in maniera coerente, dobbiamo muoverci assieme, Parlamento e Governo, perché siamo sulla stessa barca, una barca che, peraltro, ha una navigazione resa più difficile da questa guerra.

Concludo, Presidente. Questa non è una fiducia passiva che è stata posta per troncare, per sopire un dibattito: questa è una fiducia attiva, che noi votiamo convintamente, su un testo che è stato migliorato, anzi, direi, se è possibile, al Governo che in questa Camera è sempre benvenuto su questi testi. Pertanto, come dicevo, poiché si tratta di una fiducia attiva, diamo la fiducia non solo al Governo, ma anche al lavoro che è stato svolto su questo singolo provvedimento importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, il decreto-legge in discussione oggi, il “decreto Energia”, continua ad intervenire sul sostegno al sistema economico e sociale del nostro Paese, un provvedimento importante che, in sede parlamentare, è stato integrato e migliorato dal dibattito, con l'intervento significativo del gruppo della Lega. È un provvedimento che immette nel sistema economico oltre 8 miliardi di euro, di cui 6 per contrastare il caro energia, facendo arrivare, complessivamente, a circa 20 miliardi l'impegno del Governo e della maggioranza sul tema bollente e carburanti.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…prego.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. È una manovra importante quanto una legge finanziaria, nella consapevolezza - come abbiamo detto più volte -, che non è abbastanza, ma semplicemente un aiuto concreto e tangibile.

Questo provvedimento parla di interventi immediati per rispondere al caro energia e interventi di medio-lungo periodo, perché servono a questo Paese misure strutturali che l'attuale situazione geopolitica internazionale ci ha posto di fronte. Noi abbiamo bisogno di avere in questo Paese un processo di decarbonizzazione equilibrato che sia sostenibile dal punto di vista economico e sociale e, in particolare, diversificazione delle fonti energetiche, del mix energetico, comprendendo biogas, biomasse, bioliquidi, eolico, fotovoltaico e anche energia da rifiuti.

Questo è il momento del coraggio, è il momento di dire “sì” alle produzioni nazionali e non di essere titubanti o preoccupati, addirittura bloccati da vincoli ideologici o di bandiera che sono superati dall'evidenza dei fatti. Noi non siamo per la decrescita felice, ma per lo sviluppo di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Con questo provvedimento abbiamo azzerato gli oneri di sistema per il secondo trimestre 2022, quello che i cittadini vedono in bolletta come spese fisse, sono circa 3 miliardi di euro; la stessa cosa abbiamo fatto per il gas e, addirittura, abbiamo ridotto l'IVA al 5 per cento sul gas per gli usi civili e industriali. Ci siamo preoccupati delle fasce più povere e più precarie di questa popolazione, incrementando il bonus sociale elettrico e avendo a cuore chi utilizza energia elettrica per i provvedimenti salvavita. Questo, su forte impulso del gruppo Lega, anche in sede di dibattito parlamentare, non ci ha impedito di avviare un focus strategico e importante sul nostro sistema economico e produttivo, quindi con il credito d'imposta a favore delle imprese energivore, con il credito d'imposta a favore di tutto il mondo industriale e con interventi significativi in favore dell'autotrasporto.

Un semplice passaggio lo vorrei dedicare al mondo sportivo che in questo provvedimento abbiamo sostenuto, aiutando a superare questo momento, soprattutto, il mondo delle piscine e chi ha un alto utilizzo di energia, addirittura prorogando al 31 luglio i versamenti tributari e contributivi dovuti dalle Federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva e dalle associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche. Quindi, un aiuto alla vita sportiva e sociale di questo Paese.

Questo provvedimento, come qualcuno ha già evidenziato, ha anche una visione di lungo periodo. Noi abbiamo bisogno di semplificare il nostro sistema amministrativo e burocratico. Ricordo che mancano circa 60 gigawatt all'appello e non possiamo procedere alla realizzazione di impianti fotovoltaici e di energie rinnovabili a un ritmo così lento. Dobbiamo riconoscere che con il “decreto Semplificazioni”, lo scorso anno, qualcosa si è mosso, ma dobbiamo fare qualche passo avanti.

Quindi, innanzitutto, questo provvedimento prevede la semplificazione amministrativa in base alla dimensione degli impianti: questo per evitare che un grande impianto fotovoltaico richieda lo stesso impegno, a livello di carte, a livello amministrativo, di un piccolo impianto ad uso domestico. Abbiamo previsto la possibilità, finalmente, di installare impianti nei centri storici, purché non siano impattanti da un punto di vista di visuale - quindi, già questa è un'altra grande innovazione - e, addirittura, abbiamo previsto la possibilità di installare impianti fotovoltaici flottanti sugli specchi d'acqua, sugli invasi, sui bacini idrici, quindi luoghi dove è possibile anche una loro installazione. Una semplificazione generale, dividendo il sistema Italia tra aree idonee e aree non idonee e, sulle aree idonee, andiamo veloci per realizzare finalmente quei 60 gigawatt che servono al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Addirittura, abbiamo previsto, in alcuni luoghi che sono già utilizzati per usi industriali, procedure semplificate e l'autorizzazione, la concessione, la semplificazione, l'inserimento tra le aree idonee delle aree autostradali e ferroviarie; magari possiamo migliorare così anche l'impatto visivo delle nostre strade e autostrade nazionali.

Addirittura, per quanto riguarda il mix energetico, parliamo di interventi importanti per la bonifica dei SIN, dei siti di interesse nazionale, avviando una riconversione dalle attività fossili ai biocarburanti in purezza; quindi ulteriori interventi importanti verso la decarbonizzazione di questo Paese. Abbiamo previsto di allargare ancora di più alle attività alimentari e agroindustriali la possibilità di introdurre negli impianti di biogas o biometano questi materiali. Certo, nel lavoro sulle biomasse abbiamo ancora un percorso da fare, ma già questa è una via avviata con successo.

Addirittura ripartiamo finalmente con la politica nazionale di estrazione del gas nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): al di là delle varie visioni ideologiche al riguardo, abbiamo un patrimonio, sotto il nostro mare e sotto il nostro terreno, che deve essere adeguatamente utilizzato e sviluppato, addirittura dando priorità al nostro sistema economico ed industriale, perché, estraendo gas a 5 centesimi, sfido chiunque, in qualunque mondo internazionale, a trovare una fonte di approvvigionamento così importante. Quindi, superiamo finalmente anche questi steccati ideologici, ma diamo permessi fino a 10 anni, prevediamo tale possibilità e facciamo la stessa cosa con il mercato elettrico, autorizzando il GSE a redistribuire energia derivante dal primo e secondo conto incentivi al nostro sistema industriale, attività produttive, PMI, energivore, con particolare attenzione alla Sicilia e alla Sardegna che soffrono di un gap energetico.

Questo provvedimento parla di politiche industriali. Finalmente, parliamo della riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive, cosa mai successa in Italia.

Io qui vorrei riportare quanto ha espresso il Ministro Giorgetti, perché bisogna guardare al futuro con pragmatismo e attenzione, riconvertire il nostro sistema con attenzione: “Scegliere l'elettrico senza se e senza ma sarebbe fare lo stesso errore che si è fatto qualche anno fa scegliendo il gas russo. Noi difendiamo il principio della neutralità tecnologica. Magari in futuro l'auto andrà a idrogeno, magari a biocarburanti; legarsi al solo elettrico significherebbe affidarsi, senza se e senza ma, a una tecnologia totalmente in mano ai cinesi, che controllano l'80 per cento delle materie prime necessarie a produrre l'auto elettrica” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Parliamo di sviluppo innovativo, diamo una visione per quanto riguarda gli incentivi alla ricerca, un orizzonte temporale di 10 anni, perché nessun imprenditore investe nel breve periodo su archi temporali brevi. Favoriamo processi di reshoring, investiamo nel nostro aerospaziale. Questa è la vera scommessa che questo provvedimento ha apportato, sta apportando grazie all'intervento determinante del gruppo della Lega.

Per quanto riguarda gli eventi sismici che hanno colpito tante zone del nostro territorio nazionale, abbiamo previsto finalmente la sospensione dei mutui per gli enti locali, di modo che i comuni che hanno sofferto l'emergenza COVID, che soffrono l'emergenza sanitaria, possano utilizzare le risorse rinvenienti dalla sospensione dei mutui a favore dei cittadini, in particolare quelli delle fasce più deboli. Questo è un processo che è appena iniziato, di cui abbiamo dibattuto in Commissione. Abbiamo previsto un apposito ordine del giorno, dobbiamo prevederlo anche per i comuni campani di Ischia e addirittura per i comuni che hanno sofferto il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna e Lombardia. Dobbiamo intervenire sulle scuole, permettendo anche alle piccole scuole di sopravvivere, derogando al numero di classi, e dobbiamo prevedere anche di rinnovare il credito d'imposta per le imprese.

Da ultimo, e concludo l'intervento, vorrei riparlare ancora una volta del fatto che l'energia è una questione politica e non meramente industriale, a cui sono legate le sorti di ogni Paese, e merita la massima attenzione e pragmatismo. Enrico Mattei nel 1961 aveva detto: “Io vi dico questo per far risaltare l'importanza che ha per voi lo studio di questi problemi, perché la cosa più importante per un Paese, e cioè l'indipendenza politica, non ha valore, non ha peso, se non c'è l'indipendenza economica. Avere l'indipendenza economica significa avere il controllo delle proprie risorse, significa per voi, che vi addestrate per lavorare in uno dei maggiori settori dell'industria mondiale, avere la possibilità di scambiare direttamente le proprie fonti di energia”.

Viviamo un momento difficile, la Lega ha deciso di stare al Governo, sta portando provvedimenti importanti per il bene dell'Italia. Per questo annuncio il voto favorevole alla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, stiamo affrontando un periodo oscuro perché l'orizzonte non è visibile né nel breve né nel lungo periodo. Non farò un preambolo sulla fine della pandemia e l'inizio di una guerra che nessuno sembra volere, ma questo decreto è una misura che si è resa necessaria proprio a causa di tutto questo. E, come tutti i provvedimenti eseguiti in una fase emergenziale, ha lati positivi e lati negativi; lati negativi ai quali, a volte, è davvero difficile trovare una motivazione. Proverò a soffermarmi principalmente sui lati positivi, ma dovete permettermi anche alcune riflessioni sugli aspetti problematici. Dopo tutto siamo qui per migliorarci e migliorare il Paese, e se non individuiamo le criticità non possiamo superarle. Partiamo da una premessa, un chiarimento che dobbiamo a noi stessi e a chi ci ascolta: la lotta al caro bollette non è finita e nei prossimi mesi dovremo continuare a sostenere l'economia italiana con nuovi aiuti.

L'eccezionalità della situazione impone l'utilizzo di un sistema di sostegni efficiente e che sia in grado di non sprecare neppure un euro. Sostegni accompagnati anche da cospicui incentivi per l'autoconsumo sia per le famiglie che per le imprese; incentivi, quindi, che possono risolvere il problema anche in un'ottica di lungo periodo. Ma siamo tutti consapevoli che le pur necessarie azioni che metteremo in campo in casa nostra non basteranno; i problemi che stiamo fronteggiando non si fermano ai nostri confini, bisogna agire confrontandosi e coordinandosi con gli altri Paesi a livello europeo.

Come MoVimento 5 Stelle abbiamo da subito sollecitato alcuni provvedimenti: la necessità di un tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento del costo dell'elettricità da quello del gas. Se ora il Presidente del Consiglio Draghi ha fatto sue queste proposte ben venga, ma bisogna accelerare e far sentire la propria voce in Europa per tutelare il potere d'acquisto delle famiglie e garantire la continuità produttiva. In Parlamento continueremo a batterci per dare al Paese misure di sostegno realmente efficaci e adeguate alle emergenze che stiamo affrontando, a partire dalla tassazione degli extraprofitti. Serve, però, un contributo maggiore rispetto al 10 per cento già fissato, è evidente. Sono guadagni eccezionali, incamerati in un contesto emergenziale; è necessario che almeno un quarto di quelle somme sia redistribuito alle fasce più deboli della popolazione e per aiutare le imprese che, nonostante gli ordinativi non manchino, sono espulse dal mercato a causa del caro energia. Un'assurdità davanti alla quale non possiamo accontentarci di un esiguo 10 per cento. È importante evidenziare quello che resta da fare, Presidente; ci aiuta a comprendere e contestualizzare anche il grande lavoro che abbiamo fatto in Commissione per potenziare al massimo la portata del “decreto Energia”, perché, se da un lato dobbiamo tamponare l'emergenza, evitando di lasciare indietro chi ha maggiore difficoltà, dall'altro dobbiamo guardare avanti e continuare a spingere al massimo per ridurre la dipendenza del Paese dalle energie fossili e per ridurre strutturalmente i costi dell'energia con l'efficienza e le rinnovabili, le sole a poterci rendere indipendenti sul piano energetico, diventando risparmiatori e produttori dell'energia che consumiamo.

Favorire questo percorso significa stabilire che ogni area dove installare pannelli non danneggia paesaggio, ecosistemi, colture e suolo è un'area idonea; è questa la filosofia dei nostri tanti emendamenti, volti da un lato ad estendere la possibilità di installare impianti di energia pulita e dall'altro a semplificare al massimo gli iter e i passaggi burocratici collegati. Con un nostro emendamento abbiamo esteso la classificazione come area idonea anche alle superfici nella disponibilità delle società titolari di concessione autostradale e degli spazi adiacenti alla rete ferroviaria. Abbiamo rimosso il vincolo troppo restrittivo del 10 per cento massimo di superficie per installare impianti agrovoltaici al fine dell'accesso agli incentivi previsti dal PNRR. Questa tecnologia consente di produrre energia pulita e, al tempo stesso, non compromette le colture che sono sotto gli impianti. Perché allora limitarla?

Dicevamo delle semplificazioni: le procedure di autorizzazione per impianti fino a 10 megawatt ormai si sostanziano in un'autocertificazione; l'installazione sui tetti delle case è ora edilizia libera; l'autoproduzione è possibile anche con impianti situati a 10 chilometri dal luogo del consumo energetico; si dà il via libera al fotovoltaico flottante sugli specchi d'acqua; si consente di potenziare gli impianti senza aggiungere pesanti procedure autorizzative quando i lavori non impattano maggiormente. Insomma, nel rispetto delle aree più pregiate dal punto di vista ambientale e paesaggistico, riconosciamo che chi produce energia dal sole e dal vento fa un favore al Paese e non gli mettiamo i bastoni tra le ruote. Abbiamo posto attenzione anche sulle isole minori non interconnesse con la rete elettrica nazionale, le quali dovranno coprire il loro fabbisogno energetico soltanto con fonti rinnovabili, convertendo entro il 2026 gli impianti di produzione energetica alimentati con combustibili fossili.

Un limite temporale che sappiamo essere molto ambizioso, che coincide con quello imposto dal PNRR, ma al tempo stesso sfidante. Poi ci siamo concentrati sulla tutela dei consumatori, e in particolare delle fasce più deboli. Diamo vita alla Strategia nazionale contro la povertà energetica: grazie all'approvazione di un nostro emendamento, affiancheremo all'Osservatorio nazionale della povertà energetica un'apposita Strategia nazionale, con misure strutturali e di lungo periodo che integrino le diverse politiche pubbliche per non lasciare indietro nessuno, anche nel diritto all'energia. Siamo orgogliosi di avere dato questo importante contributo al raggiungimento dell'obiettivo di ridurre la dipendenza dalle energie fossili e di puntare con decisione sull'unica fonte energetica di pace che conosciamo, l'efficienza e le rinnovabili.

Restano, però, alcune criticità, che sento il dovere di analizzare in quest'Aula per trasparenza nei confronti dei cittadini e per richiamare su di esse l'attenzione di quest'Aula, ma soprattutto del Governo, che ne è artefice. Parto dall'indisponibilità ad adottare misure riguardanti le aree colpite dagli eventi sismici, dal sisma del 2016 dell'Italia centrale al sisma dell'Emilia-Romagna, fino a quelli di Catania e Ischia. Misure necessarie per garantire la continuità della ricostruzione e della ripresa economica, come la proroga del credito d'imposta per gli investimenti da parte delle imprese, o misure per garantire il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani; prevedere una disciplina nazionale unitaria per le sanatorie edilizie riferite a lievi difformità nell'ambito della ricostruzione, o provvedimenti volti a garantire il sereno svolgimento dell'attività didattica o la proroga della sospensione dei mutui per i comuni.

Tutte misure bocciate per indisponibilità di fondi, ma che, in realtà, potevano essere coperte dalla contabilità speciale dei vari commissari, meccanismo già utilizzato e consolidato.

È evidente, allora, che si tratta di una mancanza di volontà politica da parte del Governo, ma non comprendiamo le ragioni di un'omissione così grave, né comprendiamo perché non si voglia ascoltare il grido d'aiuto che arriva da chi, oltre al caro bolletta e all'impennata dei prezzi delle materie prime, patisce anche le pesanti conseguenze di un sisma. Ricordo a tutti noi che la delega alla ricostruzione è in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, qualora il Presidente Draghi se ne fosse, per caso, dimenticato.

Un altro tasto dolente riguarda una misura alla quale ci siamo opposti, fino all'ultimo. Mi riferisco alla norma che deroga ai limiti quantitativi dei rifiuti che è possibile bruciare nei cementifici. Lo abbiamo detto, e lo ribadiamo: è un passo indietro rispetto alla direzione della transizione ecologica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sul tema della combustione dei rifiuti la nostra linea è univoca e coerente e, soprattutto, è la stessa dell'Europa: siamo per l'economia circolare e per l'applicazione del principio europeo di non arrecare danni significativi all'ambiente e alla salute, e l'incenerimento dei rifiuti non è compatibile…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce? Colleghi! Prego.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Dicevo che siamo per l'economia circolare e per l'applicazione del principio europeo di non arrecare danni significativi all'ambiente e alla salute, e l'incenerimento dei rifiuti non è compatibile con questo principio.

Infine, un ultimo focus sento di doverlo dedicare a un tema a me e a noi molto caro, il superbonus 110 per cento. Nella notte di giovedì 7 aprile in Commissione è stato approvato il nostro emendamento, riformulato dal Governo, che proroga al 15 ottobre 2022 i termini per le comunicazioni della cessione dei crediti relativi ai lavori effettuati nel 2021, dando così più tempo a imprese e a istituti finanziari per completare le procedure. Benissimo che il Governo ci abbia ascoltato e bene anche che finalmente si sia reso conto di alcuni errori che ha perpetrato negli ultimi tempi. Infatti, con la riformulazione del nostro emendamento si introduceva anche la possibilità per le banche di effettuare una quarta cessione dei crediti, ma con una previsione che rendeva del tutto inutile l'applicazione: l'introduzione della responsabilità in solido delle banche. Fortunatamente, le nostre preoccupazioni hanno portato a più miti consigli il Governo e ieri, con il ritorno in Commissione del provvedimento, questa parte è stata stralciata. Di fatto, la riformulazione prevede, però, che la quarta cessione da parte della banca sia possibile soltanto se diretta a un suo correntista, ma solo dopo aver esaurito le precedenti possibilità di cessione verso altri istituti bancari, innescando così una triangolazione tra istituti bancari non necessaria, non logica e non proficua. Serve una correzione immediata e bisogna prevedere la possibilità di cessione ai correntisti anche prima della quarta. Ci lavoreremo già con il prossimo provvedimento. A questo proposito, è necessario che nel provvedimento annunciato per la prossima settimana il Governo, come ha promesso, preveda una proroga congrua per le unifamiliari, superando il vincolo del 30 per cento dei lavori realizzati al 30 giugno, diventato per molti un ostacolo insormontabile dopo il tempo perso, per le incertezze causate dallo stesso Governo, con i continui cambi in corsa delle regole.

PRESIDENTE. Concluda.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Queste promesse, fatte davanti al Parlamento e davanti ai cittadini italiani, devono essere mantenute. Noi ci crediamo, vi crediamo, vi aspettiamo alla prova dei fatti e continueremo a batterci per migliorare le parti di questo decreto che riteniamo dannose per le italiane e gli italiani.

Concludo dicendo che, grazie al contributo che abbiamo dato al “decreto Energia”, i progressi verso la transizione ecologica, la semplificazione, la diffusione delle ecoenergie e il sostegno a famiglie e imprese contro il caro energia ci confortano nel dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su questa fiducia. Ma una cosa è certa: non è una fiducia ad occhi chiusi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3495​ A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione.

Ricordo che l'estrazione a sorte dal nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Cataldi.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce e di liberare l'emiciclo. Colleghi, colleghi!

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti:.………………..477

Votanti:…………………..476

Astenuti:………………….1

Maggioranza:…………….239

Hanno risposto sì:………..422

Hanno risposto no:……….54

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bonafede Alfonso

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Campana Micaela

Cannizzaro Francesco

Cantone Carla

Cantone Luciano

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciaga' Graziella Leyla

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Cubeddu Sebastiano

Curro' Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Sesto Margherita

D'Elia Cecilia

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Muro Flavio

Di San Martino Lorenzato Luis Roberto

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Inca' Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gentile Andrea

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Iorio Marianna

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Longo Fausto

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Gavino

Mandelli Andrea

Manzato Franco

Manzo Teresa

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Mor Mattia

Morani Alessia

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mule' Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Muroni Rossella

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parisse Martina

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Scutella' Elisa

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sessa Rosella

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Sorte Alessandro

Soverini Serse

Spadafora Vincenzo

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bucalo Carmela

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Costanzo Jessica

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Dori Devis

Ehm Yana Chiara

Ferro Wanda

Fioramonti Lorenzo

Forciniti Francesco

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Maniero Alvise

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Paxia Maria Laura

Prisco Emanuele

Raduzzi Raphael

Rampelli Fabio

Rizzetto Walter

Romaniello Cristian

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siragusa Elisa

Spessotto Arianna

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Giannone Veronica

Sono in missione:

Amitrano Alessandro

Ascani Anna

Bordonali Simona

Butti Alessio

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Castelli Laura

Dadone Fabiana

De Maria Andrea

Di Maio Luigi

Durigon Claudio

Fassino Piero

Fiorini Benedetta

Fontana Ilaria

Franceschini Dario

Frusone Luca

Garavaglia Massimo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Guerini Lorenzo

Invidia Niccolo'

Lapia Mara

Liuni Marzio

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Macina Anna

Maggioni Marco

Mancini Claudio

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Misiti Carmelo Massimo

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Nesci Dalila

Orlando Andrea

Pastorino Luca

Rosato Ettore

Sasso Rossano

Sibilia Carlo

Silli Giorgio

Speranza Roberto

Suriano Simona

Tasso Antonio

Tofalo Angelo

Valente Simone

Volpi Leda

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3495-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo agli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Secondo quanto stabilito nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, nella seduta odierna avranno luogo esclusivamente gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e, ove possibile, l'espressione del parere da parte del rappresentante del Governo.

Le successive fasi dell'esame del provvedimento avranno luogo nella seduta di domani, mercoledì 13 aprile, a partire dalle ore 9,30.

Avverto che gli ordini del giorno n. 9/3495-AR/27 Benamati e n. 9/3495-AR/118 Murelli sono stati ritirati dai presentatori.

La deputata Silvia Covolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3495-AR/84, ma non è presente.

Il deputato Manfredi Potenti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3495-AR/7.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio intervento vuole sollecitare le istituzioni che in questi giorni - soprattutto il ministro Giorgetti - sono alacremente al lavoro per risolvere una vicenda che il territorio di Piombino, in provincia di Livorno, vive ormai da anni, quella della sorte della sua acciaieria, oggi di proprietà della società JSW. La dirigenza della società è impegnata nel garantire investimenti su questo impianto che, da anni, ha un altoforno ormai dismesso e ha in efficienza soltanto un treno rotaie. Si tratta, tra l'altro, di una produzione strategica per il Paese in quanto, prossimamente, dovrebbe essere definita la commessa, presso gli stabilimenti di Piombino, di una grande produzione di rotaie.

Ebbene, venerdì scorso, davanti ai cancelli della fabbrica, dell'acciaieria, conosciuta come ex Lucchini, oggi JSW, i rappresentanti sindacali delle RSU si sono riuniti per denunciare lo stallo dell'attuale situazione industriale della fabbrica e la grave e ormai da anni compromessa pendenza di una cassa integrazione senza fine.

Soprattutto, vi è la grave preoccupazione che i mancati investimenti non si tradurranno in una continuità produttiva, ma potrebbero portare il sito a una inevitabile chiusura. Questo non lo vogliamo, non lo permetteremo e saremo vicini al Governo per garantire ogni possibilità di sviluppo del sito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Zennaro che illustrerà l'ordine del giorno n. 9/3495-AR/81. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno ha come tema la categoria degli agenti di commercio. Parliamo di una categoria importante - sono più di 230.000 gli agenti di commercio -, che intermedia circa il 70 per cento del PIL italiano. È stata una delle categorie più colpite, soprattutto durante la pandemia, nella prima fase dell'emergenza sanitaria, con i lockdown e le restrizioni. Gli agenti di commercio devono viaggiare tutti i giorni per lavorare: la media è di circa 40.000 chilometri l'anno; ebbene; sono stati colpiti dalla pandemia, dalle restrizioni e da una concorrenza molto spesso sleale dai grandi giganti del web, che, ahimè, durante la pandemia, hanno potuto lavorare, mentre i nostri agenti di commercio sono stati costretti a non fatturare. Ebbene, capite bene che questi aumenti del costo del carburante, di circa il 30 per cento, colpiscono in maniera diretta una categoria che deve girare per poter fatturare, per poter lavorare e per portare a casa il pane. Quindi, con questo ordine del giorno, chiediamo al Presidente Draghi l'impegno ad assumere specifiche misure per questa categoria, un sostegno che oramai diventa sempre più importante con l'aumento dei costi delle materie prime. Sostanzialmente non è altro che un impegno, un aiuto fondamentale, un aiuto diretto all'occupazione e alla ripresa economica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Cavandoli che illustrerà l'ordine del giorno n. 9/3495-AR/85. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno chiede un impegno del Governo su una misura molto importante per le famiglie italiane, ossia la riduzione dell'IVA dal 10 al 5 per cento per gli utenti che utilizzano la rete di teleriscaldamento. Ricordiamo che, nella legge di bilancio relativamente all'ultimo trimestre del 2021, questa riduzione dell'IVA dal 10 al 5 per cento è stata prevista a beneficio di chi utilizzava il gas metano per il riscaldamento. In questo provvedimento, nel “decreto Energia”, l'articolo 2 prevede ancora questa riduzione dell'IVA per le famiglie che usano vettori energetici alternativi, quindi il gas o l'energia elettrica. Sono rimaste fuori le famiglie che utilizzano il teleriscaldamento. Ci tengo a dire una cosa: se adesso molte famiglie non se ne sono accorte, è perché il teleriscaldamento viene suddiviso su base condominiale; vedranno, pertanto, questo incredibile incremento delle spese - che vanno ovviamente ad influire sulla gestione familiare - solamente a consuntivo; quindi, se ne accorgeranno presto. Ci tengo, inoltre, a dire che a Parma, la mia città, la rete di riscaldamento riscalda circa 60.000 persone: si tratta di un terzo della città, quindi capite che questa mancata riduzione dell'IVA, questa mancata agevolazione - che è riconosciuta agli altri abitanti che si scaldano utilizzando il gas - verrà quindi a colpire un terzo della città. Peraltro - ricordiamolo - lo sviluppo del teleriscaldamento è, per le più recenti normative europee, uno degli strumenti principali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Quindi, chiedo l'attenzione del Governo affinché ci sia questa estensione dell'agevolazione IVA, con l'IVA ridotta al 5 per cento, anche per i consumi del teleriscaldamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Zanichelli che illustrerà l'ordine del giorno n. 9/3495-AR/103. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine del giorno in esame, presentato a questo decreto che tocca il tema dell'energia. In effetti, numerosi articoli della prima parte sono sostanzialmente legati a cose sacrosante, come l'incentivazione e la semplificazione per l'installazione di fonti di energia rinnovabile, specialmente per le piccole comunità, per le comunità energetiche di piccole dimensioni, ma anche la riduzione giustissima degli oneri di sistema e dell'IVA associata ai consumi, che danno una mano, specialmente in questo momento, alle fasce economiche più in difficoltà. Poi c'è ovviamente anche tanto altro. Ci tenevo, però, a sottolineare l'aspetto del risparmio energetico, lasciato solamente ad un unico articolo e poi fortunatamente ampliato in sede di discussione parlamentare. Mi riferisco all'articolo 19, per quanto riguarda l'aspetto dell'efficientamento energetico degli edifici pubblici, poi appunto esteso anche ad altri edifici. L'aspetto del risparmio energetico è fondamentale, perché, altrimenti, impegnarsi per aumentare le fonti di approvvigionamento e diversificarle non è altro che aggiungere semplicemente acqua ad un secchio bucato. Specialmente in questi mesi vi sono state diverse iniziative volte al risparmio, però purtroppo, almeno personalmente, ho visto troppo spesso, specialmente quest'inverno, nei comuni e nei luoghi turistici, i negozi con le porte aperte ed il riscaldamento acceso che fuoriusciva. Oppure mi ha colpito il fatto che una catena di centri commerciali nella mia zona, di notte, abbia finalmente deciso di spegnere le insegne luminose perché giudicate eccessivamente energivore. Se poi a questo aggiungiamo anche quanto emerso dalla puntata di Report della settimana scorsa sulle perdite nella distribuzione del gas, ci rendiamo conto che, forse, sull'aspetto del risparmio energetico nel nostro Paese si può fare ancora molto ed è su questo che vorrei impegnare il Governo, specialmente per i prossimi provvedimenti, quindi a studiare e a predisporre strumenti e incentivi per promuovere la prima fonte di approvvigionamento energetico del nostro Paese che dovrebbe essere il risparmio. Ne beneficerebbero non solamente le nostre tasche, ma anche l'aria che respiriamo e l'ambiente in cui viviamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Luigi Gusmeroli, ma rinuncia al suo intervento.

Vi sono altri colleghi che intendono intervenire? Prego, collega Foti, ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, il decreto-legge Energia si compone sostanzialmente di quattro titoli, uno dei quali attiene anche alle problematiche delle imprese. Nella fattispecie, l'articolo 25 tratta di un argomento che indubbiamente ha avuto in questo periodo grande audience nei media e anche nelle Aule parlamentari, ma non ha mai trovato una soluzione definitiva da parte del Governo. La speciale disciplina compensativa per i contratti in corso di esecuzione, che viene qui rappresentata all'articolo 25, è largamente insufficiente e sicuramente ricalca, si rifà ad una norma del passato, l'articolo 133 del codice degli appalti, che tutti pensano sia stato meritoriamente superato, ma in realtà - diciamolo francamente, signor rappresentante del Governo - il problema è che nessuna impresa riesce ad andare avanti con le attuali norme a seguito dell'aumento dei prezzi delle materie prime; lo sappiamo benissimo tutti.

E quel sistema delle imprese, che dovrebbe dare un contributo fortissimo al raggiungimento degli obiettivi del PNRR, è alla canna del gas, perché gli aumenti delle materie prime, con i contratti in corso d'opera, impediscono di fatto di poter realizzare quelle opere, se le imprese non intendono fallire. I casi sono due: o uno va avanti nei lavori e alla fine di quei lavori porta i registri in tribunale, oppure è costretto a fermarsi prima, nonostante tutte le penali che gli possono essere applicate.

Ora, io penso che questo ragionamento valga anche per il futuro, perché è vero che abbiamo uno stock di opere già appaltate, con lavori consegnati e in fase di esecuzione, ma a maggior ragione vi è il tema delle future opere che oggi vengono appaltate ai prezzi vecchi, quando in realtà già in partenza sappiamo che chi partecipa, ha un'offerta che va contro i suoi interessi. E non si è mai visto un imprenditore, che non sia un bandito, che partecipa a una gara sapendo che da quella gara non ricaverà un utile, ma soltanto una gigantesca perdita.

Allora, io penso che non di belle parole è fatto un Governo, non di belle parole sono fatti un Esecutivo o un Parlamento, ma di fatti concreti. Ricorderà la sottosegretaria Bergamini che, quando abbiamo discusso in Commissione di questo tema, verso l'una e mezza della notte dello scorso giovedì, la sua collega ebbe a dire che accettava, fin da quel momento, un ordine del giorno vincolante per il Governo, perché quest'ultimo si doveva fare carico del tema. Bene, noi abbiamo presentato, come Fratelli d'Italia, un ordine del giorno che ricalca puntualmente le osservazioni e le proposte dell'emendamento - che non a caso abbiamo ritirato - e attendiamo di vedere se il Governo, dopo le parole della notte, farà seguire almeno la coerenza del giorno. E, quindi, attendiamo il parere espresso su questo ordine del giorno, perché ci è stato detto che sarebbe stato vincolante per il Governo.

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). Non ho ragione di dubitare - e ho concluso, signora Presidente - che la parola data sia mantenuta, perché diversamente dovremmo dubitare di chi, certe parole, le pronuncia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega Covolo, io l'avevo già chiamata, quindi era già decaduta. In via eccezionale, le posso dare due minuti per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3495-AR/84.

SILVIA COVOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, con questo ordine del giorno chiedo al Governo di dare concreta attuazione alla direttiva europea RED II, che intende favorire l'autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili, ovvero realizzare le comunità energetiche rinnovabili.

L'articolo 42-bis del decreto-legge n. 162 del 2019 e il decreto legislativo n. 199 del 2021 hanno segnato un primo passo, ma molto rimane ancora da fare e auspico che sia una fonte primaria a disciplinare compiutamente l'istituto, evitando il continuo ricorso a fonti secondarie o a delibere ARERA, con il rischio di aggravare le procedure e di costringere i partecipanti a sostenere inutili costi di consulenze.

Invero, le comunità energetiche, collocate dal legislatore in un perimetro no profit, devono fungere da strumenti che consentano di risparmiare significativamente per il consumo di energia e di tagliare la bolletta, producendo, consumando, immagazzinando e vendendo, ovvero scambiando l'energia prodotta all'interno dello stesso sito. Urge, pertanto, creare le condizioni normative per rendere effettivo il funzionamento di tali istituti, riducendo al massimo la burocrazia.

In particolare, affinché possano vedere la luce le grandi comunità energetiche, è necessario un decreto del Ministero della Transizione ecologica, che consenta l'allaccio alle cabine primarie.

Anche i comuni possono contribuire in modo significativo alla promozione e alla nascita di queste comunità, quali possibili strumenti di social housing per consentire l'accesso all'energia ai soggetti più indigenti. Le stesse possono costituire il volano per il rilancio dei distretti di commercio e delle aree artigianali, oppure incentivo alla riqualificazione anche urbanistica di determinate zone.

PRESIDENTE. Concluda.

SILVIA COVOLO (LEGA). Mi preme evidenziare che il PNRR, nell'ambito della Missione 2, promuove le comunità energetiche e l'autoconsumo, destinando risorse ai comuni con meno di 5 mila abitanti, per prevenire fenomeni di abbandono e di spopolamento.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

SILVIA COVOLO (LEGA). A mio avviso, le risorse andrebbero distribuite anche ai comuni di maggiore estensione, perché tutti i cittadini e le imprese possano rendersi protagonisti della rivoluzione energetica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

La rappresentante del Governo ha già comunicato per le vie brevi alla Presidenza di avere bisogno di trenta minuti per completare i pareri sugli ordini del giorno presentati.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 20,10.

La seduta, sospesa alle 19,40, è ripresa alle 20,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/1 Paxia è accoglibile come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/2 Casu è accoglibile con la seguente riformulazione: “a sensibilizzare l'autoriduzione dei consumi energetici da parte dei cittadini e utenti al fine di contribuire all'azzeramento di import del gas naturale proveniente dalla Russia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/3 Fiorini, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/4 Pellicani, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, ad adottare…”.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/5 Aprile è accoglibile come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/6 Morassut, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative finalizzate a…”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/7 Potenti, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/8 Plangger, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/9 Pezzopane è accoglibile con la seguente riformulazione: premettere agli impegni: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/10 Muroni, il primo impegno è accoglibile con la seguente riformulazione: “a perseguire con la progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, nel solco di quanto già previsto dall'articolo 18 del DL n. 4 del 2022”. Il secondo impegno, invece, è accoglibile solo come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/11 Rizzetto è accoglibile come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/12 Bignami, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/13 Trancassini, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere la proroga della durata della possibilità di usufruire delle occupazioni di suolo pubblico emergenziale fino al dicembre 2022”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/14 Caparvi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/15 Braga è accoglibile con riformulazione, eliminando le parole: “senza indugi, e comunque perentoriamente”.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/16 Silvestroni è accoglibile come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/3495-AR/17 Paolo Nicolò Romano, n. 9/3495-AR/18 Soverini e n. 9/3495-AR/19 Rotelli, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/20 Gavino Manca, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/21 Gribaudo, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/22 Siragusa, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/23 Prisco, parere favorevole, premettendo agli impegni primo e secondo: “a valutare l'opportunità di”. Il terzo impegno è accoglibile senza riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/24 Caiata, quanto al primo impegno, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sul secondo impegno, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/25 Ferro, quanto al primo impegno, parere contrario. Sul secondo impegno, parere favorevole con riformulazione, eliminando le parole da: “anche in forma aggregata” fino alla fine del secondo impegno. Sul terzo e quarto impegno, parere contrario.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/26 Menga deve essere riformulato negli stessi termini dell'ordine del giorno n. 9/3495-AR/123 Rotta e, in questo caso, il parere è favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3495-AR/123 Rotta, che, poi, magari, ci dirà.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/27 Benamati è stato ritirato.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/28 Rossi, quanto al primo impegno, parere favorevole. Sul secondo impegno, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/29 Sapia, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/30 Cenni, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/31 Sani è accoglibile come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/32 Romaniello, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/33 Colletti è accoglibile come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/34 Bonomo, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/35 Galli, quanto al primo e al secondo impegno, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/3495-AR/36 Andreuzza favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica”, n. 9/3495-AR/37 Zucconi favorevole con riformulazione, quanto al primo impegno: “valutare ogni iniziativa utile per aprire tavoli di lavoro”, quanto al secondo impegno accoglibile senza riformulazioni, n. 9/3495-AR/38 Albano e n. 9/3495-AR/39 Butti favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/3495-AR/40 De Toma favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”, n. 9/3495-AR/41 Galantino accoglibile come raccomandazione, n. 9/3495-AR/42 Mantovani, n. 9/3495-AR/43 Osnato e n. 9/3495-AR/44 Rachele Silvestri favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/3495-AR/45 Sodano contrario, n. 9/3495-AR/46 Benigni favorevole come raccomandazione, n. 9/3495-AR/47 Leda Volpi contrario quanto al primo impegno, favorevole quanto al secondo impegno.

PRESIDENTE. La somma quindi è favorevole, a patto che il primo impegno venga espunto. Benissimo, grazie.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3495-AR/48 Costanzo favorevole come raccomandazione, n. 9/3495-AR/49 Vallascas favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/3495-AR/50 Vianello e n. 9/3495-AR/51 Spessotto favorevole, n. 9/3495-AR/52 Raduzzi favorevole a condizione che venga riformulato con lo stesso tenore dell'ordine del giorno n. 9/3495-AR/123.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/53 Cabras favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di intervenire, anche con un provvedimento normativo, per chiarire” e poi segue il testo, n. 9/3495-AR/54 Maniero accoglibile con la riformulazione: “salvo il parere del MIPAAF”, n. 9/3495-AR/55 Testamento contrario, n. 9/3495-AR/56 Giuliodori e n. 9/3495-AR/57 Trano favorevole con riformulazione, eliminando le parole: “entro il corrente mese di aprile”, n. 9/3495-AR/58 Forciniti e n. 9/3495-AR/59 Corda contrario, n. 9/3495-AR/60 Pagano contrario quanto al primo impegno, quanto al secondo impegno favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/61 Lucchini favorevole, n. 9/3495-AR/62 Boniardi favorevole a condizione che venga riformulato con lo stesso tenore testuale dell'ordine del giorno n. 9/3495-AR/123, n. 9/3495-AR/63 Fassina contrario, n. 9/3495-AR/64 Timbro, n. 9/3495-AR/65 Pastorino e n. 9/3495-AR/66 Torromino favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/3495-AR/ 67 Giacomoni e n. 9/3495-AR/68 Cortelazzo favorevole, n. 9/3495-AR/69 Sessa, n. 9/3495-AR/70 Spena e n. 9/3495-AR/71 Anna Lisa Baroni favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/3495-AR/72 D'Attis favorevole come raccomandazione, n. 9/3495-AR/73 Giovanni Russo favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/74 Caretta favorevole con le seguenti riformulazioni. Quanto al primo impegno, eliminando le parole: “anche rivedendo lo strumento del PiTESAI”, quanto al secondo impegno: “valutare l'opportunità di” e quanto al terzo impegno. “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/75 Ciaburro accoglibile come raccomandazione, n. 9/3495-AR/76 Maschio contrario, n. 9/3495-AR/77 Varchi favorevole, n. 9/3495-AR/78 Rampelli favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare ogni iniziativa utile al fine di salvaguardare e potenziare l'attività di estrazione del gas domestico”.

Ordini del giorno n. 9/3495-AR/79 Donzelli e n. 9/3495-AR/80 Delmastro Delle Vedove, accoglibili solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/81 Zennaro, contrario.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/82 Badole, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/83 Maccanti, accoglibile solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/84 Covolo, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/85 Cavandoli, accoglibile solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/86 Aresta, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/87 Micillo, accoglibile con riformulazione: eliminando le premesse nn. 7, 8, 9 e 10 e sostituendo la parola: “autorizzazioni” con la parola: “comunicazioni”; poi eliminando dalle parole: “anche considerando il ricorso al registro” sino alla fine.

Ordini del giorno n. 9/3495-AR/88 Masi e n. 9/3495-AR/89 Davide Aiello, accoglibili solo come raccomandazione.

Ordini del giorno n. 9/3495-AR/90 Davide Crippa, n. 9/3495-AR/91 Amitrano e n. 9/3495-AR/92 Maraia, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/93 Gabriele Lorenzoni, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”

Ordini del giorno n. 9/3495-AR/94 D'Orso e n. 9/3495-AR/95 Grippa, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/96 Zolezzi, favorevole limitatamente al terzo impegno. Sugli altri due, il primo e il secondo impegno, contrario.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/97 Terzoni, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/98 Dieni, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/99 Papiro, favorevole a condizione che venga riformulato con lo stesso tenore testuale dell'ordine del giorno n. 9/3495-AR/123 Rotta.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/100 Galizia, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/101 Sut, accoglibile con la seguente riformulazione: “garantire che il livello di riempimento di ogni singolo stoccaggio presente nel territorio nazionale avvenga senza pericoli per la sicurezza, anche per quanto attiene agli aspetti sismici, con particolare riferimento al caso di superamento della soglia del 100 per cento della relativa capacità di stoccaggio nazionale disponibile”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/102 Cancelleri, contrario.

Ordini del giorno n. 9/3495-AR/103 Zanichelli e n. 9/3495-AR/104 Rizzo, accoglibili solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/105 Ascari, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/106 Gallinella, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/107 Dori, favorevole a condizione che sia riformulato nelle premesse e nell'impegno con lo stesso tenore testuale dell'ordine del giorno n. 9/3495-AR/87 Micillo, come riformulato.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/108 Montaruli, accoglibile solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/109 Deidda, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/110 Villarosa, accoglibile solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/111 Fragomeli, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/112 Berlinghieri, accoglibile solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/113 Sarli, contrario.

Ordini del giorno n. 9/3495-AR/114 Valbusa e n. 9/3495-AR/115 D'Eramo, accoglibili solo come raccomandazione.

Ordini del giorno n. 9/3495-AR/116 Ziello e n. 9/3495-AR/117 Zanella, favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/118 Murelli è stato ritirato.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3495-AR/119 Gastaldi, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/120 Furgiuele, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/121 Gebhard, accoglibile solo come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/122 Magi, contrario.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/123 Rotta, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/124 Ruffino, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/125 Bellucci, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3495-AR/126 Mollicone, favorevole con le seguenti riformulazioni: quanto al primo impegno eliminando le parole “con necessità e urgenza”; quanto al secondo impegno, senza alcuna riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/127 Vinci, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/128 Porchietto, il parere è favorevole solo come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/129 29 Gagliardi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di introdurre misure normative straordinarie, anche mediante la nomina di commissari, volte alla progettazione e alla realizzazione di” e poi segue il testo.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/130 Scanu è accoglibile solo come raccomandazione. Sugli ordini del giorno nn. 9/3495-AR/131 Mazzetti e 9/3495-AR/132 Giannone il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/133 Labriola, il parere è favorevole a condizione che venga riformulato con l'impegno: “a valutare l'opportunità di”. L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/134 Foti è accoglibile limitatamente al primo e al quarto impegno; contrario sugli altri. L'ordine del giorno n. 9/ 3495-AR/135 Battilocchio è accoglibile solo con la seguente riformulazione: “valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di riconoscere la speciale peculiarità” e poi segue. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/136 Fregolent, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/137 Del Barba, il parere è favorevole a condizione che venga riformulato con lo stesso tenore testuale dell'ordine del giorno n. 9/3495-AR/123.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/138 Vitiello, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/139 Novelli, quanto al primo impegno, è accoglibile con la seguente riformulazione: eliminando le parole “e rendere possibile la ripresa”, sino alla fine dell'impegno; quanto al secondo impegno, il parere è contrario; quanto al terzo impegno, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/140 Lollobrigida, è accoglibile con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di attivarsi in sede europea al fine di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3495-AR/141 Patassini, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “ compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/ 3495-AR/142 Marin è accoglibile con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, di estendere il credito d'imposta a favore delle società sportive professionistiche, associazioni sportive dilettantistiche e società sportive dilettantistiche” L'ordine del giorno n. 9/3495-AR/143 Napoli è accoglibile con la seguente riformulazione: “a destinare ai comuni, nei vincoli di finanza pubblica, risorse idonee a far fronte all'aumento dei costi dell'energia”.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Come già preannunciato, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, mercoledì 13 aprile, a partire dalle ore 9,30.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, prima che lei dia corso alla lettura dell'ordine del giorno di domani, mi consta che vi dovesse essere una precisazione in ordine allo sviluppo dei lavori di domani, nel senso che la maggioranza avrebbe deciso che, finito l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge, non si passi agli altri punti all'ordine del giorno. Poiché questo è un vuoto procedurale che dovrà essere definito domani, vorrei sapere dalla maggioranza se questa sia ancora la sua opinione o meno, perché, in relazione a questa autorevole opinione, è evidente che si organizzeranno i lavori d'Aula e anche gli interventi.

PRESIDENTE. Dunque, mi consta che, nella capigruppo, ci sia stato un rinvio alla decisione in corso d'opera, ma non c'è stata nessuna determinazione in quel senso. Ovviamente, la Presidenza non è che è a conoscenza delle dinamiche della maggioranza; in questo momento, a noi non risulta una segnalazione di questo tipo. Se ne è parlato in Conferenza, ma non si è presa nessuna decisione, questo è quello che consta a me, altro, oggettivamente, sugli accordi della maggioranza non le saprei proprio dire nulla.

TOMMASO FOTI (FDI). Mi permetta, Presidente, di dire che io non ho fatto riferimento alla Conferenza dei capigruppo, avendo il pregio di saper leggere anche scrivere o scrivere e anche leggere.

Ho detto testualmente che mi consta, perché mi è stato detto dalla maggioranza, che l'intenzione della maggioranza domani, dopo la conclusione dell'esame del provvedimento, è di chiedere con il voto il rinvio degli argomenti alla prossima settimana. Mi sono permesso di far presente che, nel caso non vi fosse questa richiesta, vi sono dei punti all'ordine del giorno da esaminare, perché così è; pertanto, anche per una questione di correttezza nei confronti dei colleghi, questo tema, a mio avviso, andava affrontato questa sera non dalla Presidenza, ma dalla maggioranza dicendo se era intenzione della stessa o meno chiudere i lavori domani dopo la conclusione di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori, sullo stesso argomento proprio per andare incontro al collega Foti e agli altri gruppi in modo da fare chiarezza sui lavori. Questa è stata una discussione che ha preso forma nella Conferenza dei presidenti di gruppo; l'intesa di massima, che non è stata formalizzata nella Conferenza dei presidenti di gruppo, è la seguente: quella di rinviare tutti gli altri provvedimenti iscritti all'ordine del giorno immediatamente dopo al decreto, attraverso un accordo unanime tra i gruppi oppure attraverso un voto procedurale che verrà richiesto, nel caso in cui non ci fosse l'unanimità dei gruppi, immediatamente dopo il voto finale al “decreto Energia”.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, per questo facevo riferimento alla Conferenza dei presidenti di gruppo, non perché lei non sapesse leggere o scrivere, ma perché l'unico dato ufficiale era riferito a quel passaggio. Quello che è certo è che la Presidenza - in questo momento c'è stato il cambio tra il Vicepresidente Spadoni e me - non ha avuto nessuna evidenza di un'intesa in corso d'opera. La Presidenza è ovviamente all'oscuro di ogni decisione eventualmente in procinto di essere annunciata. Però è evidente che questa può essere una facoltà che domani i gruppi discutendo potranno esercitare. In questo momento, io le dico che l'unico accenno che so è che c'è stato questo piccolo passaggio con cui si è deciso di posporre la decisione eventualmente a domani, per ora io non ho nessuna evidenza. Io leggo questo ordine del giorno e domani mattina vengo alle nove e mezza e parto con questo ordine del giorno. Se i gruppi si metteranno d'accordo per altra via, è chiaro che la Presidenza prenderà atto della via che sarà decisa dall'Assemblea. Questa è la situazione, spero di essere stato esaustivo. Qualche altro intervento?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alemanno. Ne ha facoltà.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente, semplicemente per avallare quanto ha appena esposto il collega Ziello. Si era deciso così in capigruppo, chiaramente domani potremo sempre fare una piccola interlocuzione fra gruppi e decidere, poi di seguito proseguire. Semplicemente questo.

PRESIDENTE. Bene, penso siano esauriti gli interventi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 13 aprile 2022 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. (C. 3495-A/R​)

Relatori: FEDERICO, per la VIII Commissione; SQUERI, per la X Commissione.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

FERRARI ed altri; DEIDDA ed altri; GIOVANNI RUSSO ed altri; DEL MONACO ed altri; DEL MONACO ed altri; FERRARI ed altri: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. (C. 1870​-1934​-2045​-2051​-2802​-2993-A​)

Relatori: ARESTA e FERRARI.

3. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

FIANO ed altri; PEREGO DI CREMNAGO ed altri: Misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista. (C. 243​-3357-A​)

Relatore: FIANO.

4. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

MELONI ed altri: Modifiche alla parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. (C. 716-A​)

Relatori: BRESCIA, per la maggioranza; PRISCO, di minoranza.

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

CORDA ed altri: Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 875-B​)

Relatore: ARESTA.

6. Seguito della discussione delle mozioni Scerra ed altri n. 1-00586, Valentini ed altri n. 1-00610 e Raduzzi ed altri n. 1-00620 concernenti iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea .

7. Seguito della discussione delle mozioni Gadda ed altri n. 1-00573, Baldino ed altri n. 1-00611, Bonomo ed altri n. 1-00612, Bellucci ed altri n. 1-00619 e Gentile ed altri n. 1-00625 concernenti iniziative in materia di Servizio civile universale .

8. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

FORNARO ed altri: Modifica all'articolo 57 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica. (C. 2238-A​)

Relatore: FORNARO.

9. Seguito della discussione delle mozioni Lupi e Schullian n. 1-00540, Vianello ed altri n. 1-00545 e Masi ed altri 1-00614 concernenti iniziative in materia di energia nucleare di nuova generazione .

(ore 15)

10. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 20,35.