Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 654 di giovedì 10 marzo 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Brescia, Butti, Cancelleri, Colletti, Comaroli, Corda, De Carlo, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Losacco, Magi, Marin, Mura, Perantoni, Ribolla, Romaniello, Scalfarotto, Serracchiani, Silli e Zanettin sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 106, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,25. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,05, è ripresa alle 9,25.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: D'iniziativa popolare; Zan ed altri; Cecconi e Magi; Rostan ed altri; Sarli ed altri; Alessandro Pagano ed altri; Sportiello ed altri; Trizzino: Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita (A.C. 2​-1418​-1586​-1655​-1875​-1888​-2982​-3101-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101-A: Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'articolo 3.

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito il relatore, deputato Bazoli, ad esprimere il parere.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Sugli identici emendamenti 4.16 Alessandro Pagano e 4.103 Zanettin il parere è contrario.

Sugli emendamenti 4.24 Bellucci e 4.106 Colletti, il parere è favorevole, se l'emendamento viene riformulato come il successivo 4.100 Noja, con la seguente riformulazione: al comma 2, aggiungere, in fine, le parole: “e di un pubblico ufficiale che attesti l'autenticità, la data e il luogo di espressione della volontà dell'interessato”. Quindi, se riformulati in questo modo, sia l'emendamento 4.24 Bellucci, sia l'emendamento 4.106 Colletti hanno parere favorevole.

PRESIDENTE. E anche l'emendamento 4.100 Noja.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Sì, anche il successivo emendamento 4.100 Noja, che deve essere, ovviamente, riformulato in questi termini.

Sugli emendamenti 4.25 Bellucci, 4.6 Parisse, 4.104 e 4.105 Bologna e 4.102 Potenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Il Governo si rimette all'Assemblea su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 4.16 Alessandro Pagano e 4.103 Zanettin. Ha chiesto di parlare la deputata Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Mentre noi, da giorni, denunciamo la vacuità di alcuni requisiti per accedere al suicidio assistito, specie l'impossibilità di avere la certezza che la richiesta di suicidio assistito sia libera e incondizionata, mentre noi, da giorni, avvertiamo il pericolo che i cittadini possono correre nel momento in cui saranno più fragili e provati dalla malattia, con il rischio che qualcuno li istighi al suicidio, le nostre preoccupazioni prendono forma e risultano fondate…

PRESIDENTE. Mi scusi, qual è il richiamo sull'ordine dei lavori?

MARTINA PARISSE (CI). È notizia di ieri che la procura di Catania ha proposto appello contro la sentenza che il 10 novembre scorso ha assolto il presidente dell'associazione Exit Italia, un'associazione operante nell'attività di formazione sul suicidio assistito e sull'eutanasia…

PRESIDENTE. Venga al punto. Dobbiamo capire se il suo intervento sia pertinente per il richiamo all'ordine dei lavori o meno, altrimenti diventa un intervento di fine seduta e avrà la libertà di farlo a fine seduta.

MARTINA PARISSE (CI). Io vorrei dire, Presidente, che le nostre preoccupazioni sono fondate e, quindi, noi chiediamo di poter utilizzare quanto più possibile i tempi a nostra disposizione.

PRESIDENTE. Io ricordo che, nella giornata di ieri - poi siamo qui anche per averne conferma perché, conseguentemente, occorrerà accelerare i lavori dell'Aula - è stato conseguito un accordo per chiudere questo provvedimento entro le ore 14. Quindi, se non ci sono notizie diverse, conseguentemente occorrerà agire.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata D'Arrando. Ne ha facoltà.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente. Rispetto al complesso degli emendamenti che andremo ad esaminare nei prossimi minuti, è opportuno considerare che il parere contrario viene dato proprio per mantenere quel punto di caduta che è la sintesi di questa di questa proposta di legge, che è una proposta di legge importante e che viene richiesta al Paese. È importante anche evitare eventuali strumentalizzazioni anche del contenuto, perché è stato fatto proprio un lavoro affinché si potessero salvaguardare il diritto e il principio di autodeterminazione dell'essere umano, in considerazione anche delle situazioni e delle condizioni che solo chi vive una determinata di malattia può conoscere. Nessuno di noi può sostituirsi a chi soffre e vive certe condizioni di salute, perché non le viviamo sulla nostra pelle. Come si suol dire, solo indossando le scarpe degli altri si può veramente comprendere che cosa viva quella persona. Quindi, nel rispetto ovviamente del diritto alla salute e nel rispetto del principio di autodeterminazione, ecco il motivo per il quale il complesso degli emendamenti ha parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Il mio è un intervento sull'ordine dei lavori, perché vorrei chiedere al relatore di rileggere, per favore, la proposta di riformulazione dell'emendamento 4.24 Bellucci.

PRESIDENTE. Chiedo gentilmente al relatore, deputato Bazoli. A lei la parola.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Sì, rileggo la riformulazione che è la seguente: al comma 2, aggiungere, in fine, le parole: “e di un pubblico ufficiale, che attesti l'autenticità, la data e il luogo di espressione della volontà dell'interessato”. Spiego anche il senso alla collega Varchi. Poiché noi abbiamo inteso accogliere un emendamento che andava nella direzione di garantire meglio l'acquisizione della volontà della persona che si trova in condizioni nelle quali non può esprimere una volontà normale, perché è in condizioni fisiche inadeguate, con questo emendamento riteniamo di garantire che quella espressione di volontà sia meglio formata, accertata e certificata. Poiché abbiamo inteso che quello fosse il senso dell'emendamento a prima firma Bellucci, abbiamo ritenuto di provare a dare un parere favorevole a quell'emendamento, ritenendo di interpretarne la ratio, che era di fornire uno strumento di maggiore garanzia nell'accertamento della volontà di quelle persone che si trovano in quelle condizioni particolari. Quindi, in questo senso, la nostra proposta è quella di accoglierlo con questa riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Buongiorno, la ringrazio, Presidente. Con l'emendamento soppressivo che stiamo esaminando sull'articolo che ha come riferimento i requisiti e la forma della richiesta - faccio un ragionamento che, apparentemente, potrebbe andare contro gli interessi di questa parte politica – si elimina un articolo che attualizza la richiesta di morte volontaria. Faccio un ragionamento proprio nell'interesse anche dell'opportunità normativa di fare bene il lavoro di legislatori. Eliminando l'articolo, renderemo, di fatto, possibile anche disattualizzare la manifestazione di volontà. Voglio dire che, astrattamente, permetteremo ad un cittadino in buona salute di esprimere, ora per allora, la propria volontà circa l'accesso alla morte volontaria medicalmente assistita, qualora disgraziatamente quella persona si trovasse in una condizione futura di non guarigione.

Peraltro, riterrei che la formulazione assai complessa, con la quale questo articolo rimette la richiesta al medico di medicina generale o al medico che ha in cura il paziente, stride anche con la previsione esaminata ieri circa i soggetti alternativamente destinatari della diagnosi specialistica ovvero il medico curante e il medico specialista. Quindi, insistiamo per un voto favorevole dell'Aula su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.16 Alessandro Pagano e 4.103 Zanettin, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo ora all'emendamento 4.24 Bellucci. Su tale proposta emendativa il relatore - abbiamo ascoltato poco fa - ha avanzato una proposta di riformulazione, relativa anche al successivo emendamento 4.106 Colletti e all'emendamento 4.100 Noja, nel senso di rendere le tre proposte emendative in questione identiche tra loro. Chiedo, pertanto, ai deputati Bellucci, Colletti e Noja se intendano accettare la proposta del relatore, così come riformulata. Deputata Bellucci, va bene?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Sì, grazie Presidente, accogliamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Deputato Colletti o qualcuno del gruppo? C'è un cenno affermativo. Deputata Noja?

LISA NOJA (IV). Sì, Presidente, accetto.

PRESIDENTE. Essendo stata accettata dai presentatori la proposta di riformulazione, gli emendamenti 4.24 Bellucci, 4.106 Colletti e 4.100 Noja saranno posti in votazione dopo l'emendamento 4.6 Parisse.

Passiamo, dunque, all'emendamento 4.25 Bellucci. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente. Con questo mio emendamento 4.25, al secondo periodo, dopo le parole: “(…) per iscritto”, volevamo aggiungere le seguenti: “secondo le prescrizioni dell'articolo 5 della legge 22 dicembre 2017, n. 219”. In questa situazione si rende importante questa riformulazione, nella misura in cui la proposta diventa più coerente proprio con la sentenza che abbiamo spesso citato, cioè la sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale. La sentenza inserisce, come sappiamo, la richiesta di morte assistita nel contesto della legge n. 219 del 2017 e anche nel suo spirito, in modo così - per quanto noi riteniamo - da iscrivere anche questa opzione nel quadro della relazione di cura e di fiducia che deve esserci tra paziente e medico e che, quindi, può essere opportunamente valorizzata proprio dall'articolo 1 della legge medesima secondo l'ordinanza n. 207 del 2018.

Io ho cercato di potervi accompagnare nella descrizione di questo emendamento, per illustrarvi la ratio, cioè le motivazioni che ci hanno condotto a presentare l'emendamento in questione. Anche qui abbiamo fatto una valutazione di merito e siamo entrati nelle pieghe della sentenza della Corte costituzionale, che sentiamo spesso citare. Come vi abbiamo detto più volte, riteniamo che la Corte abbia, sì, proposto una preoccupazione rispetto alla vacatio normativa e, quindi, a come il legislatore doveva porre rimedio, ma è il legislatore che poi deve andare a redigere una legge, che sia più puntuale possibile e che interpreti le volontà dei diversi gruppi in Parlamento, che sono poi caratteristiche della sensibilità di ciascuno gruppo e anche della rappresentanza delle parti, che ciascun gruppo si occupa e preoccupa di poter portare all'attenzione in questa assise.

È questa la motivazione che ha sempre condotto le nostre proposte emendative, quella di assumerci la responsabilità che abbiamo, come legislatori, di svolgere il nostro compito in pieno. Quindi, la nostra non può essere di certo una mera copia dei dettati della sentenza della Corte costituzionale. Tradiremmo il nostro mandato, che è quello di assumerci tutte le responsabilità, e delegheremmo, invece, le nostre funzioni alla Corte costituzionale che ha illustrato dei passaggi fondamentali, ha cercato certamente di sollecitare il legislatore, anche prevedendo alcuni principi che devono essere inviolabili e fondamentali nell'inserimento della legge, ma questo non significa che la nostra proposta di legge debba copiare quello che è stato invece scritto nella sentenza della Corte costituzionale. Noi siamo chiamati a riflettere, a confrontarci, come anche abbiamo fatto nei lavori di Commissione, con gli esperti del settore, i giuristi e gli appartenenti alle professioni sanitarie, e a rappresentare, poi, attraverso le proposte emendative, quella sintesi tra le migliori idee, le nostre convinzioni e la chiarezza di una norma che non deve essere libera di ampie interpretazioni. Quindi, in questo caso ci siamo messi a disposizione per tratteggiare e illustrare un emendamento, che potesse anche qui dare una risposta di coerenza e di chiarezza. Per questo noi lo proponiamo all'attenzione dell'Aula, chiedendo di esprimere un parere favorevole.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito anche l'ulteriore tempo aggiuntivo concesso dalla Presidenza. Essendone stata fatta richiesta, in via del tutto eccezionale, la Presidenza concederà un ulteriore ampliamento tale che il tempo aggiuntivo risulti complessivamente pari alla metà di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Riprendo un concetto fondamentale espresso dalla collega Bellucci, che ha la sua radice nella legge n. 87 del 1953 sul funzionamento della Corte costituzionale. Vorrei leggere e condividere con voi il contenuto dell'articolo 28, che ha una chiarezza, una limpidità e un'attualità veramente uniche, una norma che oggi sarebbe impensabile scrivere con altrettanta purezza, lo voglio dire in termini aulici: “Il controllo di legittimità della Corte costituzionale su una legge o un atto avente forza di legge esclude ogni valutazione di natura politica e ogni sindacato sull'uso del potere discrezionale del Parlamento”.

Oggi, sarebbe impensabile scrivere una norma di questo genere, ma onore al legislatore che lo fece nel 1953, evidentemente, in un equilibrio di poteri che ancora tutelava e aveva il coraggio di rappresentare l'esistenza di una separazione di quei poteri che chiaramente collaboravano, chiaramente si toccavano e si incontravano, ma non confondevano le loro radici, pur mescolando le foglie dei loro rami; quindi, qui, oggi, il legislatore è chiamato a una valutazione che è prettamente politica e prettamente rimessa alla libera discrezione di questo Parlamento, pur nel rispetto di quei principi che la Corte costituzionale ci ha voluto rappresentare.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.25 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 4.6 Parisse.

Ha chiesto di parlare la deputata Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. L'obiettivo di questo emendamento è di garantire che la richiesta di suicidio assistito da parte di quelle persone che non possono manifestare per iscritto la propria volontà - potrebbe, quindi, ricomprendere quelle persone che, pur essendo perfettamente coscienti, sono imprigionate in un corpo che non possono muovere - sia espressa con dispositivi che consentano loro di manifestare inequivocabilmente la propria volontà. Infatti, come è scritto nella legge, noi non possiamo, ma dobbiamo garantire che questa volontà sia accertata con mezzi idonei per farlo e, quindi, per questo chiedo che venga sostituita la parola: “può”, con la parola: “deve”. Il fine qual è? È quello di esplicitare la volontà in maniera sicura, cosicché non ci possano essere fraintendimenti sulla volontà, ciò anche al fine di evitare abusi e di tutelare le persone da eventuali condizionamenti.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.24 Bellucci, 4.106 Colletti e 4.100 Noja, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e sui quali il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 4.104 Bologna.

Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. L'obiettivo di questo emendamento è quello di valorizzare il fatto che, in questa richiesta così delicata, debbano essere coinvolti sia il medico di medicina generale sia il medico che ha in cura il paziente, intendendo, per questo, lo specialista, considerando che per patologie così gravi c'è sempre o ci dovrebbe essere sempre un'équipe, quindi, non c'è solo in gioco il medico di medicina generale, ma spesso anche il medico specialista. Basti pensare che per un semplice inserimento in una residenza sanitaria assistenziale, oggi, dobbiamo avere la richiesta del medico di famiglia che, a sua volta, richiede la certificazione di uno specialista per la patologia principale, quindi, capite che, in una situazione così delicata, è molto importante coinvolgere almeno i sanitari principali. Si fa, infatti, riferimento sempre alla relazione di cura e fiducia con i sanitari, per questo ritengo importante coinvolgere tutti i sanitari che, realisticamente, in casi come questi, sono coinvolti ed è per questo che vorremmo mettere la “e” al posto della “o”.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, pertanto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Bologna, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dobbiamo fare tante votazioni, pertanto chiedo gentilmente ai colleghi deputati di rimanere in postazione, altrimenti sono costretto comunque a chiudere le votazioni…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 4.105 Bologna.

Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Anche in questo emendamento, naturalmente, noi vogliamo specificare che, nel linguaggio comune, purtroppo, spesso i termini “psicologo” e “psichiatra” vengono utilizzati erroneamente come interscambiabili, ma, come sapete, lo psicologo non è un medico, non può prescrivere farmaci.

È un laureato che opera per migliorare la capacità dell'individuo di comprendere se stesso e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole e congrua e, solo se è specializzato in psicoterapia, può trattare disturbi psicologici o psichiatrici, mentre lo psichiatra è un medico specializzato in psichiatria; può prescrivere i farmaci, è in grado di porre diagnosi di disturbi psicopatologici e proporre una cura farmacologica o psicoterapeutica.

Capite bene che la nostra richiesta di inserire una valutazione psichiatrica è importante, perché in questo caso è necessario escludere diagnosi di disturbi mentali, che può fare solo lo psichiatra, e quindi avviare il paziente a una valutazione psichiatrica che escluda una patologia mentale, o, nel caso dovesse emergere una patologia di questo tipo, fare in modo che essa possa essere naturalmente curata. Quindi, riteniamo molto importante questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Confesso che ho sperato fino all'ultimo che questo emendamento venisse ritirato dalla collega Bologna, perché è veramente incredibile quello che viene proposto, cioè sottoporre il malato che vuole effettuare una richiesta di morte volontaria assistita a una consulenza psichiatrica. Anzitutto perché il primo livello, ossia quello del medico di riferimento, del medico di medicina generale, non viene considerato neanche idoneo a fare valutazioni basiche che riguardano l'integrità psichiatrica di un soggetto; e poi perché riteniamo che queste persone, in quelle condizioni, debbano essere pure gravate di un'onta di questo tipo? Mi sembra veramente incredibile che questa cosa possa essere stata reiterata e mantenuta ancora vigente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Faccio un intervento a titolo personale. Devo dire che rispetto a questo emendamento e anche all'illustrazione non mi trovo pienamente d'accordo. Stimo molto la collega Bologna e conosco bene la dedizione per poter migliorare questo testo; lo ha fatto con competenza, con passione, con spirito di servizio, e quindi per questo la rispetto e ne riconosco i meriti. Nel contempo, però, in questo emendamento e nell'illustrazione che ne è stata fatta ci sono aspetti che trovo inesatti. Lo psicologo, una volta laureato, è deputato a fare una valutazione di carattere psicologico, quindi a indagare i correlati che sono di carattere relazionale, comportamentale, delle dinamiche anche più profonde, e sono sue prerogative. Lo psichiatra certamente ha altre competenze, che sono alternative, complementari. Tra l'altro, per quanto riguarda l'aspetto della psicoterapia apriremmo comunque uno spaccato che oggi non voglio approfondire, ma per essere uno psicoterapeuta bisogna fare una scuola di specializzazione di altri 5 anni dopo essersi laureato, tra l'altro come psicologo o come psichiatra, e la semplice laurea in psichiatria non sempre riconosce il titolo di psicoterapeuta. Quindi adesso mi taccio, perché non voglio ovviamente tediare troppo i colleghi, però in questo caso voterò contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Per sottoscrivere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Non entro nel merito delle competenze dello psicologo o dello psichiatra, perché non ho le attitudini per farlo, però sinceramente mi sorprendo e non comprendo lo stupore e lo scandalo del collega Trizzino relativamente a un paziente che si appresta a prendere decisioni così importanti, e importanti è riduttivo, perché stiamo parlando di una decisione di arrivare al suicidio assistito. Credo che valga la pena di prestare maggiore attenzione, e quindi non credo che una consulenza psichiatrica possa essere una cosa così negativa; anzi, credo che vada nella direzione, sulla quale abbiamo sempre cercato di spingere, di una maggiore tutela. Quindi noi voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Le valutazioni psichiatriche e psicologiche, ad esempio, sono previste nell'ipotesi di intervento chirurgico nel caso di cambiamento di sesso, se l'intervento naturalmente deve essere compiuto; quando non deve essere compiuto, ci sono altri tipi di valutazione, ed è presupposta l'autorizzazione giudiziale, con valutazione tecnico-psichiatrica. Per l'autorizzazione giudiziale è previsto un procedimento speciale, e questo anche tutte le volte in cui deve essere determinata la definitività della volontà in funzione delle condizioni del soggetto. Non c'è alcuna onta, fa parte della nostra struttura legislativa, del nostro ordinamento tutte le volte in cui si tratta di questioni che riguardano diritti della persona, come ho già detto. Non è un'onta, è uno dei procedimenti previsti dalla legge in altre situazioni, addirittura in tutti gli atti dispositivi del corpo, soprattutto quelli che sono irreversibili.

Nella sentenza che rettifica l'attribuzione di sesso, salvo il caso in cui non ci sia intervento chirurgico, come è stato definito dalla Corte di cassazione e dalla Corte costituzionale, c'è una valutazione tecnico-psichiatrica, anche un'assistenza psicologica per determinare la definitività e la determinatezza, la completezza della libera e consapevole scelta del soggetto. Non vedo…

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). …come si possa parlare di onta quando la scelta riguarda la cessazione della vita…

PRESIDENTE. La ringrazio.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). …in un momento di difficoltà e di sofferenza…

PRESIDENTE. Deve chiudere.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). …del soggetto, anche psichica, come detto dalla Corte costituzionale.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Quindi, ancora una volta parlare di onta…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve chiudere! Deputato Pettarin, a lei la parola.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Premetto che la mia opinione è che questa norma sia nient'altro che il primo passo per l'eutanasia, e naturalmente non sono assolutamente d'accordo. Rispetto agli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, soprattutto quelli che hanno sottolineato quasi come offensiva la richiesta di una valutazione psichiatrica, ricordo il contenuto dell'articolo 3, comma 1, di questa stessa normativa, che circa a metà del comma dice come presupposto “sia capace di intendere e di volere e di prendere decisioni libere”. È evidente che l'accertamento della capacità di intendere e di volere deriva anche, e forse soprattutto, da una valutazione psichiatrica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frate. Ne ha facoltà.

FLORA FRATE (IV). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, penso che questo emendamento sia abbastanza pericoloso e le spiego un attimo la mia opinione. Credo che introdurre l'obbligo di valutazione psichiatrica per chi volesse richiedere la morte medicalmente assistita rischi non soltanto di essere molto poco rispettoso del malato e della sua dignità, ma soprattutto di introdurre una sorta di abilismo e di mettere uno stigma che voglia sottintendere che il malato non ha capacità di intendere e di volere. Quindi, credo che sia veramente molto problematico.

Vorrei anche ricordare che esiste già nel testo la possibilità di fornire assistenza psicologica, inoltre, se ci sono problemi evidenti di questa natura, il medico curante può assolutamente esplicitarli nella relazione che deve compilare per il comitato di valutazione. Però, credo che questo emendamento sia pericoloso perché introdurrebbe una forma di abilismo, che va a ledere in ogni aspetto la dignità del malato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 Bologna, con il parere contrario delle Commissioni mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 4.102 Potenti, sul quale il parere delle Commissioni è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Nell'attuale legislazione italiana, il nucleo familiare assume significati diversi a seconda delle leggi: mentre, ad esempio, la famiglia anagrafica viene definita in modo preciso dall'articolo 4 del DPR n. 223 del 1989 ed è quella per la quale gli uffici comunali rilasciano lo stato di famiglia, il nucleo familiare poi si differenzia con lo stato di famiglia e, per ovvie ragioni, non coincide con la famiglia anagrafica. Quindi, riteniamo che l'introduzione di un comma - il comma successivo al quarto - possa precisare, con un minimo di certezza per l'interprete del futuro testo di legge, i soggetti ai quali rivolgersi nel caso il paziente acconsenta ad informare questi ultimi della richiesta di morte medicalmente assistita. Ritengo sia una precisazione che non vada a snaturare il significato della norma nel suo complesso, ma a dare maggiore precisione rispetto ai destinatari dell'avviso della richiesta fatta dal paziente, loro parente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 Potenti, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Sugli identici emendamenti 5.52 Alessandro Pagano e 5.103 Zanettin e sull'emendamento 5.75 Bellucci, il parere è contrario.

Sull'emendamento 5.201 Annibali, parere favorevole, se così riformulato: al comma 2, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: “e all'interessato”. Conseguentemente, al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: “la sua decisione”, con le seguenti: “per iscritto la sua decisione al richiedente”. Al comma 5, secondo periodo, sostituire le parole: “e può altresì recarsi, anche a mezzo di un suo delegato, al domicilio del paziente”, con le seguenti: “ed è tenuto a sentire il paziente anche telematicamente o a mezzo di un suo delegato”. Al comma 8, sostituire le parole: “del parere”, con le seguenti: “della decisione motivata del medico, di cui al comma 4, o del parere contrario del Comitato”.

Sugli emendamenti 5.66 Bellucci e 5.104 Magi, parere contrario, mentre sull'emendamento 5.108 Magi, parere favorevole.

Sull'emendamento 5.109 Colletti, parere favorevole con la seguente riformulazione: al comma 2, primo periodo, dopo le parole: “lo inoltra”, aggiungere le seguenti: “senza ritardo”.

Sugli emendamenti 5.110 Colletti, 5.67 Bellucci, 5.101 Turri, 5.68 Bellucci, 5.102 Turri, 5.27 e 5.26 Lupi, 5.120 Benedetti, 5.114 Colletti, 5.74 Bellucci, 5.127 Bologna, 5.122 Turri, 5.118 e 5.119 Cecconi, il parere è contrario. Sull'emendamento 5.500 delle Commissioni il parere è favorevole.

Sugli emendamenti 5.128 Parisse, 5.124 Turri, il parere è contrario. Il parere è contrario sugli identici emendamenti 5.125 Alessandro Pagano e 5.132 Zanettin. Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento 5.113 Colletti, sugli identici emendamenti 5.76 Bellucci, 5.123 Turri e 5.131 Parisse, e sull'emendamento 5.130 Parisse.

Il parere è contrario, infine, sugli identici articoli aggiuntivi 5.0100 Zanettin, 5.0101 Turri e 5.0105 Parisse.

PRESIDENTE. Il Governo?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Il Governo si rimette all'Assemblea su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 5.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 5.52 Alessandro Pagano e 5.103 Zanettin.

Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Volevo far presente ai relatori, con riferimento alla riformulazione proposta dell'emendamento 5.201 a firma Annibali e Noja, che il nostro emendamento 5.127 è identico nella parte in cui parla della convocazione “anche telematicamente”. Non so se può essere approvato in questi termini, all'interno della riformulazione dell'emendamento 5.201; “telematicamente”, era un nostro punto in comune con questo altro emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, nella distrazione dell'Aula, porto all'attenzione, soprattutto, delle colleghe e dei colleghi del Partito Democratico questo articolo 5. Il 5 è un articolo pericolosissimo per due motivi più uno. Il “più uno” lo dico subito: il parere favorevole - e ci torneremo quando esamineremo l'emendamento - del relatore all'emendamento Magi 5.108, che sopprime il riferimento alle condizioni sociali e familiari della persona che richiede il suicidio assistito. È un emendamento pesante e l'accoglimento di questo emendamento è una cosa gravissima, perché - e lo ridiremo - riproduce il progetto di società alla quale, a questo punto, aderisce pienamente il Partito Democratico, cioè un progetto di società in cui la persona diventa un individuo, sciolto da alcun tipo di legame sociale e familiare, alla mercé del potere di turno e, in questo caso, alla mercé della grave sofferenza che gli viene inferta.

Gli altri due motivi per cui questo articolo è pericolosissimo stanno, il primo, al comma 7, nella parte finale, che attua quello che ho detto e che stiamo dicendo da settimane, cioè che ci sarà sempre una condizione clinica irreversibile più irreversibile della precedente. Allora, io invito a leggere la parte finale del comma 7, di cui capisco la finalità, ma è la spia, appunto, di quello che diciamo noi, cioè del fatto che questa è l'ennesima tappa verso l'eutanasia e che per evitare - come ha detto ieri sempre il collega Magi - discriminazioni, si allargheranno inesorabilmente le maglie. Leggete le ultime due righe del comma 7. Infine, e concludo, è pericolosissimo, perché, al comma 8, come sempre succede, si ricorre al magistrato, si ricorre al giudice, cioè, nel momento in cui la persona vede rigettata la sua domanda, cosa fa, cosa prevede la legge che state approvando?

Semplicemente questo: che la legge non conta perché si va comunque al magistrato, con buona pace di tutte le cose che ci avete detto, che serviva una legge proprio per evitare che fossero i singoli magistrati a prendere le decisioni dopo la sentenza della Consulta. Allora, con queste semplici due righe, ossia ricorrere al giudice territorialmente competente, voi non solo contraddite voi stessi, ma ribadite, per l'ennesima volta, che in Italia le leggi finiscono sempre in un punto, ossia alla magistratura.

Allora, per questi tre elementi invito finalmente il Partito Democratico a un sussulto di attenzione e di responsabilità. Lo dico anche alle colleghe e ai colleghi di Italia Viva, che stanno votando questa norma in parte, diciamo, con assoluta tranquillità, tranquillità che non è dovuta. È un'ingenuità, perché altrimenti, se così non sarà, noi celebreremo con questa norma la definitiva trasformazione del Partito Democratico in un partito radicale di massa. Io non ho nulla contro la storia del Partito Radicale, né contro le trasformazioni del Partito Democratico, però almeno siatene consapevoli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Signor Presidente, davanti a quest'articolo c'è da scandalizzarsi, perché il titolo è sbagliato: non “Modalità”; “La burocrazia ti colpisce anche in punto di morte”. Questo veramente è un articolo da abrogare! Si tratta di una mancanza di rispetto ed è anche illogico rispetto all'articolo 3, che stabilisce presupposti e condizioni.

Anzitutto, vorrei che aveste chiaro il percorso che deve essere compiuto per concretizzare il rispetto della volontà del paziente. Potrà sembrare, a qualcuno, un controsenso, ma io qui faccio il legislatore, non sono qui a difendere posizioni morali o etiche (qui facciamo i legislatori, appunto).

Anzitutto, la sequela di obblighi burocratici per arrivare in fondo all'iter: la stesura del rapporto; il medico può avvalersi della collaborazione di medici specialisti; poi subentra il comitato per la valutazione clinica, che entro 30 giorni deve dare un parere e può si può recare anche a casa del paziente; poi si passa al medico richiedente, che trasmette il rapporto tempestivamente, con tutta la sua documentazione, alla direzione sanitaria. Questa è follia. È mancanza di rispetto verso il cittadino che è malato e ha, come giustamente la Corte ci impone di fare, il diritto di scegliere come morire. Questo disgraziato avrebbe forse, se ne avesse la possibilità, maggiore facilità a scegliere un altro tipo di decesso rispetto a quello che prevede la norma, attraverso l'affidamento al Servizio sanitario. Questa non è dignità. Ma dirò di più: è anche illogico, perché al comma 3 si dice che il rapporto deve indicare inoltre se la persona è a conoscenza del diritto di accedere alle cure palliative quando, invece, l'articolo 3 stabilisce che la condizione affinché la richiesta di morte volontaria possa essere proposta è che il soggetto abbia fatto un percorso di cure palliative. Chi l'ha scritto, e ci prendiamo la responsabilità di averne condiviso i contenuti? Mi sembra veramente una follia e una mancanza di rispetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.52 Alessandro Pagano e 5.103 Zanettin, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.75 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 5.201 Annibali: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.

Chiedo, pertanto, alla deputata Annibali se intenda accettare tale proposta di riformulazione del Governo. La risposta è affermativa.

Essendo stata accettata dalla presentatrice la proposta di riformulazione, l'emendamento Annibali 5.201 sarà posto in votazione dopo l'emendamento Colletti 5.109, a pagina 11 del fascicolo.

Passiamo, dunque, all'emendamento Bellucci 5.66.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento a cui teniamo in modo particolare, perché in questo esso noi rimettiamo al centro le cure palliative e chiediamo, quindi, che nella relazione redatta dal medico vengano fatti espressamente citazione e riferimento alle cure palliative che sono state proposte al paziente. Perché è importante, per noi? Perché, come abbiamo detto, le cure palliative, per molti, in Italia sono una possibilità negata.

Allora, dire che il paziente deve trovarsi nella condizione di non poter usufruire delle cure palliative e, al contempo, fare una dichiarazione attraverso la quale esprime la sua volontà di non viverle, cioè di non accoglierle nella sua vita e di rifiutarle, è un ossimoro, perché, se non ci sono le cure palliative, se le cure palliative non sono disponibili, come fa una persona a poterle rifiutare e, quindi, a dichiarare di non volerle accogliere nella propria vita?

Noi, con questo emendamento, per l'ennesima volta tentiamo di fare chiarezza e di dare certezza e di farlo attraverso una relazione del medico che non soltanto ripercorra lo stato e la condizione fisica, psicologica, sociale e familiare. Poi certamente siamo contrari all'accoglimento da parte del relatore dell'emendamento il cui primo firmatario è il collega Magi, che vuole espungere, invece, le parole: “sociali e familiari”, perché noi stiamo osservando che, nell'accoglimento delle proposte emendative, voi non fate altro che diminuire i diritti: diminuire le tutele e restringere le garanzie. Sembra che questo passaggio d'Aula non sia volto a migliorare la legge in termini di maggiori tutele per la persona e per il suo sacrosanto diritto alla salute - tra l'altro, costituzionalmente previsto -, quella salute che viene sancita dall'Organizzazione mondiale della sanità come pieno benessere dal punto di vista fisico, psicologico, sociale e relazionale. L'Organizzazione mondiale della sanità ha definito lo stato di salute della persona cinquant'anni fa. Dovrebbe essere assodato per tutti e, invece, noi vediamo che in quest'Aula non soltanto si restringe ma si ritorna ad una concezione della salute che è degli inizi dello scorso secolo.

Io vi invito, in maniera accorata, a riflettere, perché le parole sono macigni, pesano, e il fatto che voi le espungiate così, con l'accoglimento di un emendamento che porta indietro, è assolutamente preoccupante. Il passaggio d'Aula, in quest'Aula, deve essere maggiormente estensivo delle tutele, della capacità di dare chiarezza e difendere ciò che è fondamentale nelle previsioni che sono nella legge, allontanando qualsiasi tipo di preoccupazione che può avere un malato di trovarsi davanti a una legge che è ampia di interpretazione e che non tutela la persona e i suoi familiari.

Allora, l'emendamento che vi stavo illustrando - che ho firmato, insieme ai colleghi Varchi, Gemmato, Maschio e Vinci, e a tutti coloro che hanno partecipato nelle Commissioni giustizia e affari sociali alla stesura di questa legge -, insieme all'accoglimento dell'emendamento del collega Magi, ci preoccupa, perché dimostra la vostra volontà di non migliorare questa legge, ma di chiudervi e arroccarvi su una legge spintamente eutanasica e che, soprattutto, diminuisce le garanzie delle persone. Allora, vi invito a riflettere, vi invito ad accogliere questo emendamento, perché, fra l'altro, è totalmente coerente con quello che avete detto in questi giorni e cioè con il fatto che le cure palliative devono essere proposte, assicurate e garantite. Quindi, accogliere questo emendamento significa essere coerenti con le vostre parole e passare dalle parole ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.66 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 5.104 Magi.

Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Scusi, Presidente, stiamo votando l'emendamento 5.108 Magi?

PRESIDENTE. No, siamo sull'emendamento 5.104 Magi.

ANTONIO PALMIERI (FI). Va bene. Allora, interverrò dopo sull'emendamento 5.108 Magi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.104 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 5.108 Magi, su cui le Commissioni hanno espresso parere favorevole.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, tramite lei, mi rivolgo al segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, e gli chiedo se davvero vuole schierare il PD a votare favorevolmente questo emendamento. Leggo il testo dell'articolo, a beneficio del segretario e di tutte le colleghe ed i colleghi del Partito Democratico. Il testo prevede che il medico rediga un rapporto dettagliato e documentato sulle condizioni cliniche, psicologiche, sociali e familiari del richiedente, ripeto: sulle condizioni cliniche, psicologiche, sociali e familiari.

I relatori, accogliendo l'emendamento 5.108 Magi, espungono le parole “sociali e familiari”. Allora, questo significa escludere che una persona, magari perché vive da sola, magari perché è in una condizione economica che non gli consente di accedere alle cure che richiederebbe, magari perché è in entrambe queste condizioni, possa ricevere un aiuto consapevole per superare queste condizioni. Quindi, nuovamente, accogliendo questo emendamento, i relatori confermano quello che diciamo noi: voi state approvando una legge eutanasica e, votando questo emendamento, state completando la trasformazione del Partito Democratico in un partito radicale di massa. Allora, se è così, come ho già detto, per me non è un problema, ma almeno siatene consapevoli! Siate consapevoli che, con questo emendamento, state disegnando semplicemente il tipo di società che volete, una società composta da individui slegati da ogni solidarietà, da ogni relazione, esattamente l'opposto di quello che la condizione umana è, perché la condizione umana è fatta di relazioni e ciascuno di noi nasce da una relazione tra un uomo e una donna e vive inserito in un tessuto di relazioni, tant'è che, senza relazioni, si muore.

Allora, vi invito veramente ad avere un sussulto di attenzione e di vitalità e a guardare che cosa state approvando. Leggete cosa state togliendo dal testo che i relatori ci hanno sempre detto essere il punto d'arrivo della mediazione, il punto oltre il quale non si poteva andare, ma oltre il quale, evidentemente, si va, ma si va unicamente in una direzione, cioè verso l'eutanasia.

Allora, nuovamente, fate attenzione a quello che state votando! Fate attenzione a questo emendamento, che è totalmente coerente con la visione che propone il collega Magi, ma dovrebbe essere totalmente incoerente con chi dice di stare dalla parte delle persone più deboli e più bisognose. Per questo, noi votiamo convintamente contro questo emendamento e invito a farlo anche le colleghe e i colleghi che, nella loro libertà - ci mancherebbe altro -, all'interno di Forza Italia, sostengono questo provvedimento: invito anche loro a guardare il testo e a guardare quello che stanno votando. Soprattutto - e chiudo, Presidente - questa è una decisione che avrà ricadute pesantissime e ciò avviene nuovamente nell'indifferenza: non si alza una voce, né un fiato. È possibile che, nel Partito Democratico, tutti la pensino allo stesso modo su un tema del genere? Allora, rispetto a questa grande domanda, rispetto al fatto che continueranno, come hanno continuato in queste settimane e in questi mesi, noi non possiamo fare altro che ribadire la nostra ferma contrarietà a una società fatta di individui, di monadi isolate tra loro, di luoghi in cui la relazione non ha motivo di essere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Con buona pace del collega Palmieri, questa non è una legge eutanasica, è una legge che disciplina l'accesso al suicidio medicalmente assistito, peraltro con maglie molto strette, rispetto alle quali il sottoscritto, ad esempio, ha proposto altri emendamenti che sono stati respinti, che tendevano ad ampliare le condizioni per l'accesso a questa procedura. Però qui, con riguardo a questo emendamento, non parliamo di ciò; noi qui, togliendo i termini “sociali e familiari”, andiamo a sgravare il medico di una incombenza che altrimenti renderebbe impossibile alla procedura di andare avanti. Su questo, voglio davvero ringraziare i relatori, perché, aver espresso parere favorevole su questo emendamento, è segno di una grande ponderazione e della ricerca di un equilibrio che è andato anche oltre i lavori nelle Commissioni. Si parla di un rapporto dettagliato e documentato sulle condizioni cliniche e psicologiche (e poi c'era il riferimento anche alle condizioni sociali e familiari), che deve essere fatto dal medico che ha ricevuto dal paziente la richiesta di morte volontaria medicalmente assistita. Di tutta evidenza, una legge dello Stato non può chiedere a un medico di certificare, in maniera dettagliata, le condizioni sociali di un cittadino. Tutto qui: è molto meno di quello che - mi consenta, Presidente, di dirlo - un po' pretestuosamente ha detto il collega Palmieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito dell'emendamento, è necessaria una premessa. Tutti quanti ci ricordiamo di quando ieri il relatore Bazoli ha rifiutato la richiesta di accantonamento che gli abbiamo rivolto più volte.

Le motivazioni che ha addotto erano le seguenti: siccome in Commissione si era raggiunta un'intesa e c'era stata una mediazione su un testo il più condiviso possibile, era inopportuno rivedere quello che era stato fatto, perché bisognava mantenere l'accordo raggiunto. Faccio presente a tutti che, con il parere favorevole sull'emendamento del collega Masi, si va a rompere quell'accordo raggiunto, perché questi due termini, sociali e familiari, sono stati inseriti a fronte di quell'accordo: avevamo chiesto noi che fossero aggiunti ed erano stati aggiunti nel testo che poi è approdato in Aula. E, quindi, quando ieri dicevo che questo accordo blindato vale soltanto per alcuni, ma per altri no, questa è la prova provata.

Entrando nel merito, è già stato detto molto bene dal collega Palmieri, in questo caso c'è chi chiede il suicidio assistito, manda il medico e il medico deve stilare un rapporto dettagliato e documentato sulle condizioni cliniche e psicologiche (c'era, appunto, sociali e familiari), che lo spingono a questa decisione. Siamo tutti d'accordo che la patologia e, quindi, la condizione fisica e psicologica siano fondamentali, però siamo convinti anche che l'aspetto sociale e familiare sia altrettanto importante e, a volte, determinante nel prendere questa decisione. Non lo diciamo noi, perché siamo convinti, è oggettivo, viene riportato dappertutto. E, quindi, riteniamo che togliere questa valutazione su quello che sta attorno al paziente che chiede questo intervento sia grave, vada a ridurre i diritti a tutela dei malati e non sia assolutamente da fare. Il collega Magi sostiene che sarebbe troppo gravoso: ma stiamo parlando di una persona malata e sofferente, che non può alleviare le sue sofferenze, perché non può accedere o difficilmente può accedere alle cure palliative, e, quindi, è già condizionata dalla sofferenza. Adesso evitiamo anche di andare a vedere cosa ci sia attorno; magari è spinto a quella decisione non perché la sofferenza è intollerabile, ma perché non ha nessuno attorno che lo accudisca. Togliendo questo, rendiamo più sole le persone, le isoliamo. Invece, noi vogliamo che soprattutto le persone che soffrono, quindi i vulnerabili e i fragili, sentano di più la vicinanza dei familiari e dello Stato. E, quindi, assolutamente voteremo contro questo emendamento che disattende anche gli accordi che erano stati raggiunti in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Proprio la giustificazione data dal collega Magi dimostra la carenza di questa disciplina, ancor più aggravata nell'ipotesi di soppressione del riferimento alle condizioni sociali e familiari. È evidente, infatti, che in tutti gli altri casi in cui si interviene con riguardo ai diritti di una persona, come sto dicendo più volte, è presupposta l'autorizzazione giudiziale, che tiene conto di tutti i contesti. Qui stiamo parlando di suicidio, che, nella scienza medica e psichiatrica, è considerato atto espressivo di assoluta e gravissima sofferenza psichica, ripeto, atto espressivo di assoluta e gravissima sofferenza psichica, che, secondo la scienza medica e psichiatrica e secondo tutta la disciplina italiana, europea e internazionale, salvo, in parte, la Svizzera, sul tipo di attività che riguarda la disposizione del diritto alla vita, richiede una serie di valutazioni di condizioni, normalmente attraverso l'autorizzazione giudiziale. Qui non c'è autorizzazione giudiziale. E come fanno i medici a capire le condizioni sociali e familiari? È proprio questo il punto. Per quanto riguarda le condizioni sociali e familiari, è già carente il testo. Togliendo le condizioni sociali e familiari, l'insieme delle condizioni da valutare determina l'isolamento del soggetto, nel momento in cui decide un atto espressivo di assoluta e gravissima sofferenza psichica, sulla base di condizioni, anche quelle sociali e familiari, che devono essere valutate. Quindi, noi stiamo togliendo dal testo un supporto fondamentale con riguardo alla tipologia dell'atto, che è il suicidio, ancorché assistito! È la scelta di porre fine alla propria vita e occorre una libera e consapevole volontà e anche la garanzia della revocabilità.

La scelta, la libera volontà consapevole espressa deve essere assistita anche da tutti gli strumenti che consentano la revocabilità! Sì, stanno sullo stesso piano: consenso informato, libera scelta consapevole e revocabilità, fino alla fine, fino alla definizione e alla determinazione della volontà finale. È questo il tema: la revocabilità è insita in una scelta di questo tipo, sempre, fino all'ultimo secondo. Per garantire la possibilità dell'altra opzione, della revocabilità, devono essere valutate tutte le condizioni e, normalmente, si fa attraverso l'autorizzazione giudiziale! Qui, invece, ciò è rimesso a una valutazione di diverso tipo. È questo, il nostro ordinamento! E queste norme che noi stiamo facendo, dovranno essere considerate come costituzionalmente necessarie, se conformi per vincolo interno alla tavola dei valori costituzionali, e non lo sono, togliendo anche questi aspetti! Non lo sono! Perché non è consentita l'altra opzione, che deve essere considerata sullo stesso piano della scelta, ossia la revocabilità! E togliere le condizioni sociali e familiari, o rimetterle, come dice Magi, solo alla valutazione medica, come si fa? Appunto! Perché non c'è la valutazione giudiziale! Proprio per questo deve essere innalzata la soglia della valutazione e della determinazione. Sto riportando quello che è il portato di una giurisprudenza e di una dottrina italiana che è di decenni e che è completamente dimenticato in questo dibattito. Qui stiamo espungendo, sopprimendo dal testo ulteriori condizioni che determinano l'isolamento del soggetto, la possibilità che il suo stato, anche depressivo, sia ulteriormente aggravato per compiere un atto espressivo di assoluta e gravissima sofferenza psichica, e impedendo che si valutino tutte le condizioni di revocabilità, comprese quelle sociali e familiari, che possono impedire al soggetto di essere isolato rispetto alla valutazione di una serie di condizioni e di precondizioni. Questo è il tema. Togliere questo - ha fatto bene l'onorevole Palmieri a ricordarlo - non è possibile, perché è la ragionevolezza della norma che viene meno, è lo stesso fine della norma che viene leso e violato nel momento in cui non si tiene conto di tutto il contesto delle condizioni e precondizioni volte alla libera scelta, che devono garantire, fino all'ultimo secondo, la revocabilità!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Rilevo che il deputato Magi non ha idea del rapporto medico-paziente, ma purtroppo è in grado di condizionare un Parlamento, che, sono sicura, se potesse rifletterci con calma, non la penserebbe così.

Vi prego, riflettete, colleghi, su questo passaggio, che è molto importante. Siate autonomi con le vostre riflessioni, mi rivolgo soprattutto al Partito Democratico, cercate di riflettere su questo punto: il medico di famiglia conosce le situazioni sociali e familiari del paziente, che condizionano o possono condizionare le scelte del paziente e della famiglia, e queste devono essere considerate per evitare di essere discriminatori. Mi meraviglio anche dei relatori, perché, in Commissione, si era arrivati a questo punto di caduta e non capisco perché si stia tornando indietro. Per me, è davvero molto grave che si torni indietro su questo punto, quindi, vi invito a riflettere e vi invito a votare con coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo far osservare che la norma a cui si riferisce l'emendamento, tra le altre cose che hanno detto già i colleghi, è fatta in modo confuso, ma confuso non per caso, ma perché riflette, evidentemente, una enorme disparità di valutazione all'interno dello stesso gruppo politico che la propone; soprattutto prevede cose che la rendono facilmente immobilizzabile da parte di chiunque. Faccio un esempio: nel rapporto, il medico è tenuto a indicare qualsiasi informazione da cui possa emergere che la richiesta di morte medicalmente assistita non sia libera.

Qualsiasi informazione vuol dire che, se la vicina di casa spedisce una lettera e dice “guarda che quel povero malato è condizionato dalla suocera perché vuole portargli via l'eredità”, facciamo un esempio, è evidente che tutta la procedura si può facilmente mettere in crisi. Poi ci sono dei continui rimandi. Ad esempio, non si capisce bene cosa succeda se, all'interno del comitato, qualcuno è d'accordo e qualcuno no. Il comitato giudica sempre all'unanimità ovvero è previsto un dissenso parziale? Quindi, direi che questo emendamento vada proprio…

PRESIDENTE. La ringrazio. Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito anche l'ulteriore tempo aggiuntivo concesso dalla Presidenza. Essendone stata fatta richiesta, in via del tutto eccezionale, la Presidenza consentirà a tale gruppo di svolgere un solo intervento in dichiarazione di voto su ciascun emendamento della durata massima di trenta secondi, da imputare sui tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, con questo parere i relatori confermano la loro inaffidabilità politica, perché fanno una retromarcia rispetto alla mediazione alla quale noi di Fratelli d'Italia non ci siamo sottratti. La morte è derubricata a incombenza di un medico, come ha ben spiegato il proponente di questo emendamento. Purtroppo, con questo Governo vincono le politiche di sinistra. Mi dispiace che il Partito Democratico tradisca anche milioni di suoi elettori, che sono per la vita e per la famiglia, con queste politiche assolutamente volte ad una società individualista, che è un modello che non ci appartiene e che combattiamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento andiamo a escludere i rapporti sociali e familiari del paziente. È un emendamento che va a cozzare con il resto della legge, Mi spiego meglio. Allo stesso articolo 5 si fa espresso riferimento alla rete familiare o amicale e a chi può essere presente all'atto del decesso, ovviamente su richiesta della persona malata. All'articolo 4 - quindi, stiamo parlando dei requisiti e della forma della richiesta - andiamo a citare, al comma 4, i suoi familiari, come soggetti da interessare in questo procedimento. All'articolo 5, comma 3, si legge: “Nel rapporto il medico è tenuto a indicare qualsiasi informazione da cui possa emergere che la richiesta di morte medicalmente assistita non sia libera, consapevole e informata”. Cosa ancora più grave, al successivo comma 4, si legge che: ”Per la stesura del rapporto e la valutazione clinica il medico può avvalersi della collaborazione di medici specialisti”.

PRESIDENTE. La ringrazio…

FLAVIO DI MURO (LEGA). Termino, Presidente. Quindi, se andiamo a escludere questa fattispecie, cioè le parole “sociali e familiari” in un comma, non capisco perché non siano stati presentati emendamenti per eliminarla nel resto della legge.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Coraggio Italia ha esaurito il tempo assegnatogli. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concede a tale gruppo un aumento dei tempi pari a un terzo rispetto a quello originariamente previsto. Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie Presidente. Io immagino la situazione in cui il malato si presenta dal medico che gli chiede di sé, dello stato di famiglia, se è separato e questioni del genere, dimenticando che la decisione - lo ricordo ai colleghi dell'Aula - è esclusivamente del malato. Io ricordo che la morte non avviene, come noi la vediamo nei film: avviene perché ci sono delle sofferenze incredibili, che sono del malato! La famiglia, la società, qui non c'entrano assolutamente nulla. Poi voglio dire al collega D'Ettore, che probabilmente deve rivedere l'articolo 4 - che peraltro abbiamo già votato -, che al comma 1 prevede che la richiesta può essere revocata in qualsiasi momento, senza requisiti di forma e con ogni mezzo idoneo a palesarne la volontà. Abbiamo voluto sottolineare che il malato è nella condizione, in qualsiasi momento, di revocare la sua decisione!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, la ringrazio. È per rimarcare quanto sia veramente subdola e terribile la burocrazia applicata ad una procedura, nella quale dovremmo invece essere, come la Corte costituzionale e il testo che stiamo esaminando ci ha imposto, rispettosi della volontà del paziente. Io mi chiedo come sia possibile - lo diceva anche il collega Trizzino - rispettare la decisione del malato, che è sottoposto a sofferenze incredibili; tuttavia, in quel frangente la burocrazia richiede di verificare adeguatamente se la persona è informata e se la persona è a conoscenza. Mi chiedo come si può affermare di poter discernere una capacità di informazione e di conoscenza, da parte di un soggetto che è purtroppo gravato da atroci sofferenze, e pretendere che lo Stato, attraverso i suoi molteplici tentacoli burocratici, vada oltretutto ad assumere un discernimento di un soggetto che è in quella condizione. Io da legislatore - ripeto - lo continuo a dire: me ne vergogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tateo. Ne ha facoltà.

ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie Presidente. Onestamente quello che ha detto il collega Magi, sul non gravare il lavoro del medico, non lo trovo assolutamente giusto, anche perché in tutta questa procedura il medico si può avvalere, così come indicato nell'articolo 4, di medici specialisti. Per cui ritengo sia fondamentale non sopprimere le parole “sociali e familiari”, perché per un paziente che ha una patologia grave è fondamentale anche capire il modo in cui vive, quali sono i suoi rapporti con i parenti, quali sono i suoi rapporti sociali, quali sono le sue condizioni economiche. Per cui chiedo al relatore se è possibile accantonare questo emendamento in modo da discuterne meglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie Presidente. Sono due semplici parole “sociali e familiari” e potrebbero passare inosservate, ma hanno una gravità immensa; soprattutto vanno a stravolgere quelli che sono gli accordi fatti tra maggioranza e minoranza, anche se in questo caso non si tratta di accordi tra maggioranza e minoranza, ma tra sensibilità estremamente diverse. Si va a stravolgere un accordo sofferto, sofferto per tutti, ma vi assicuro che è stato sofferto particolarmente per coloro i quali credono fortemente nella vita. Qui andiamo a togliere qualsiasi tipo di legame tra il paziente, la persona che ha scelto di togliersi la vita, e i suoi familiari. Questo è un fatto estremamente grave e io spero che coloro i quali - e chiudo Presidente - anche all'interno del nostro schieramento - chiamiamolo così - fino ad oggi, per motivi evidentemente di sensibilità personale, hanno votato in un certo modo, possano fare il contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.108 Magi, con parere favore delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea…

Revoco la votazione. Aveva chiesto di parlare la deputata Tateo, lei è già intervenuta. Prego.

ANNA RITA TATEO (LEGA). Sì, Presidente, ma intervengo sull'ordine dei lavori, perché avevo fatto richiesta di accantonamento di questo emendamento.

PRESIDENTE. Sentiamo il relatore, deputato Bazoli.

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Non siamo a favore dell'accantonamento. Condividiamo le argomentazioni che ha espresso prima il collega Magi. Quelle sono le ragioni per cui abbiamo deciso di dare parere favorevole all'emendamento, che riteniamo non stravolga l'impianto della norma. Voglio anche ricordare che questo accertamento è funzionale a capire se ci sono ragioni di condizionamento nell'espressione della volontà del paziente che chiede di essere assistito nel suicidio. Noi riteniamo, come ha detto il collega Magi, che queste condizioni siano già garantite, dove si dice che nel rapporto il medico è tenuto a indicare qualsiasi informazione, da cui possa essere rilevata la mancanza di libertà.

PRESIDENTE. Deputata Tateo, va bene questa risposta o vuole votarlo? Vuole votare. C'è qualcuno che vuole parlare contro o a favore di questa richiesta di accantonamento. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Turri. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROBERTO TURRI (LEGA). Presidente, noi rimaniamo convinti che la valutazione dell'aspetto sociale e familiare che sta attorno al paziente sia necessaria per scongiurare che non ci siano condizionamenti. Ricordo le considerazioni che sono state fatte sia dal collega Magi che dal collega Trizzino - è stato già accennato da altri due miei colleghi che sono intervenuti – sull'impossibilità di fare questo tipo di valutazione; il collega Trizzino diceva: io mi immagino il medico che chiede al paziente chi abbia in casa o come viva. Allora, facevamo notare che, sempre all'articolo 5, ma al comma 4, si prevede che il medico possa avvalersi della collaborazione di medici specialisti. Quindi, non trovo fuori luogo che ci siano, non il medico curante, ma medici specialisti a fare questo tipo di valutazione, che è fondamentale, perché, l'abbiamo detto prima, non solo le condizioni fisiche o psichiche possono condizionare questa scelta, ma anche e soprattutto quello che sta attorno: le condizioni sociali ed economiche in cui vive il paziente che si appresta a questa decisione. Quindi, insistiamo, perché l'emendamento possa essere accantonato e si possa tornare alla formulazione di questo articolo, com'era quando è arrivato in Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 5.108 Magi, con il parere contrario del relatore.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 81 voti di differenza.

Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 5.108 Magi.

Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Su cosa, deputato Turri?

ROBERTO TURRI (LEGA). Chiedo il voto segreto su questo emendamento.

PRESIDENTE. Questa richiesta deve essere avanzata dal presidente del gruppo o dal delegato d'Aula, deputato Turri.

Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Chiediamo il voto segreto sull'emendamento 5.108 Magi.

PRESIDENTE. La richiesta può essere accolta.

Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, visto che è stato richiesto il voto segreto, vorrei fare una dichiarazione di voto. Come Alternativa, voteremo a favore su questo emendamento, ma vorrei specificare che gli interventi appena svolti dei deputati di Forza Italia e della Lega hanno evidenziato come, ahimè, questo testo di legge, totalmente necessario, non sia però sufficiente a legiferare davvero sulla vita di tutte quelle persone che soffrono in questo Paese e che potrebbero richiedere di aderire alla morte medicalmente assistita. Tuttavia, la cosa ancora peggiore, Presidente, è che questa legge non è sufficiente per un accordo di maggioranza parlamentare, poiché, poco meno della metà di questa maggioranza parlamentare, sta facendo ostruzionismo e, addirittura, voterà contro questa legge.

È, pertanto, incomprensibile come forze quali il Partito Democratico, che si definisce di sinistra, e il MoVimento 5 Stelle, che prima non si definiva sicuramente conservatore, facciano una legge insufficiente rispetto alle richieste del Paese, rispetto addirittura a quelle leggi approvate in Paesi esteri da maggioranze di centrodestra, da maggioranze magari appartenenti alla famiglia del Partito Popolare Europeo. Questo comportamento è incomprensibile, perché non tiene conto della sofferenza dei molti che non ricadranno nella possibilità offerta, purtroppo, davvero a pochi, a causa di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.108 Magi, con il parere favorevole delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea. Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, la ringrazio. Come lei ha ricordato in apertura, ieri, tra tutti i gruppi presenti in quest'Aula è stato stabilito un patto, con l'informazione che abbiamo dato anche alla più importante componente del gruppo Misto, di concludere i nostri lavori alle ore 14 di oggi. Il che, andando a ritroso, considerando una lunga dichiarazione di voto, significa considerare di interrompere tutte le operazioni precedenti alle dichiarazioni di voto verso le 12,15 o 12,20, salvo che non sappiamo quanto durerà il tempo degli ordini del giorno. Il che vorrebbe dire che grosso modo, adesso sono le 11, abbiamo circa 60 minuti per votare circa 60 emendamenti. Allora, io chiedo di verificare se questo patto stia ancora in piedi. Non per ledere la libertà di espressione di nessuno, ma perché i gruppi autonomamente hanno preso insieme un accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), è impossibile che, per ogni emendamento, avendo 60 minuti per 60 voti, si intervenga in tre o quattro. Il Parlamento è libero di decidere quello che vuole, basta saperlo; se è saltato l'accordo che si finisce alle 14, per favore ditecelo, perché cambia tutto il quadro. Volevo, attraverso di lei, verificare se questo patto esista, perché 60 minuti, per 60 voti, non permettono di fare tutti gli interventi che si stanno facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Fiano, questa comunicazione era pervenuta alla Presidenza già nella mattinata, anzi, nella giornata di ieri e io l'ho diligentemente ribaltata sull'Aula, dopodiché questi sono accordi politici; la Presidenza non ha facoltà di far nulla, se non di recepire e verificare.

Nel frattempo, però, chiedo scusa, ma c'era una richiesta sull'ordine dei lavori da parte del collega Zucconi; visto l'intervento del collega Fiano, la introdurrei qui.

Prego, deputato Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, la ringrazio; io intervengo sull'ordine dei lavori, per segnalare che anche stamattina, in piazza, a Roma, ci sono manifestazioni, in questo caso dei concessionari balneari che sono scesi in piazza e sono scesi in piazza a tutela della loro sopravvivenza (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo silenzio, perché l'intervento sull'ordine dei lavori è pertinente, altrimenti non avrei concesso la parola. Prego, concluda e lo faccia capire.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ieri era stato il turno dei pescatori, anche loro costretti a interrompere la loro attività. Il Presidente del Consiglio, ieri, ha detto che non bisogna stare fermi e il fatto che sia ancora in corso una pandemia, che ci siano una crisi dovuta alla guerra e una crisi energetica mai vista, non deve togliere al Parlamento - e anche al Governo, diceva lui - la possibilità di procedere e di guardare in generale al quadro complessivo. Noi siamo ancora subissati da una sequela di decreti-legge, il Parlamento viene sempre più esautorato. Allora dov'è un quadro generale per dare risposte complessive a questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Può venire, il Governo, a riferire su quello che intende fare sulle crisi energetiche, sulle crisi economiche, nel campo dell'edilizia, invece di pensare a bloccare l'economia con riforme improbabili del catasto, oppure a intervenire per la scomparsa di interi settori del nostro turismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ? Questo chiediamo; il Governo ci deve venire ad ascoltare, ad avere input, a dare una sua visione, una sua proposta complessiva per una crisi così…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Fratelli d'Italia è disponibile anche a rimanere altri giorni della settimana a lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché questa è una situazione particolare. Al collega Fiano mi permetto di dire che i lavori oggi finiranno alle ore 14 per motivi non certo attribuibili a Fratelli d'Italia, ma soltanto perché si era prospettata la possibilità di un'informativa, che non ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora non ci date alcun tipo di responsabilità; noi ci siamo e segnaliamo i problemi veri, e questo va fatto anche nel corso di una discussione, seppure importante, come questa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Segnaleremo al Governo la richiesta di informativa urgente, così come delineata dal deputato Zucconi. Mi pare che la seconda parte dell'intervento del deputato Zucconi contenga una risposta alla sollecitazione del deputato Fiano. La Presidenza è in attesa di capire se questo accordo vale o non vale.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

ROBERTO GIACHETTI (IV). Esattamente sul tema dell'ordine dei lavori e su quello che lei ha detto. Non è che, se non c'è l'accordo, si va avanti normalmente; se non c'è l'accordo, considerato che stiamo qui dalle ore 9 e abbiamo le 4 ore di sanificazione, alle 13 interrompiamo e riprendiamo il pomeriggio, chiaro (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. La correggo parzialmente: noi abbiamo iniziato alle ore 9,30 il nostro lavoro, diciamo che è chiaro il principio.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.109 Colletti.

Il deputato Colletti dovrebbe dire se è d'accordo sulla riformulazione del suo emendamento: accoglie la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.109 Colletti, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Torniamo all'emendamento 5.201 Annibali, su cui la discussione si era già risolta. C'era una riformulazione, che era stata accolta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.201 Annibali, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.110 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.67 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.68 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.102 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio) e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.27 Lupi, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.26 Lupi, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.120 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.114 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.74 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.127 Bologna, con il parere contrario delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio) e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.122 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio) e con il Governo che si rimette all'Assemblea

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.118 Cecconi, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.119 Cecconi, con il parere contrario delle Commissioni e con il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'emendamento 5.500 delle Commissioni.

Ha chiesto di parlare la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire su questo emendamento delle Commissioni, perché accoglie e riformula un emendamento presentato da me e dalla collega Lisa Noja, e tocca un profilo che a noi sta molto a cuore, che ci sta molto a cuore in realtà fin da quando ci siamo approcciate a questo testo. E, allora, durante i lavori delle Commissioni, con un nostro emendamento, abbiamo chiesto e ottenuto, a garanzia dei principi di eguaglianza e ragionevolezza sanciti dall'articolo 3 della nostra Costituzione, che la morte volontaria medicalmente assistita sia consentita anche alle persone prive di autonomia fisica. L'obiettivo era, ed è, quello di evitare discriminazioni tra malati di pari gravità che vivono sofferenze allo stesso modo intollerabili.

Allora vale la pena probabilmente ripetere, una volta di più, che questa legge non disciplina l'eutanasia, ma disciplina il suicidio assistito ed è così, perché prevede che l'atto finale dovrà essere compiuto dal soggetto interessato, dal soggetto, cioè, che avanza la richiesta di suicidio medicalmente assistito. E, allora, proprio per questo, proprio partendo da questo, noi dobbiamo avere ben presente - ed è quello che abbiamo fatto io e la collega Noja - che ci sono persone non autosufficienti, cioè del tutto prive di autonomia fisica e che, dunque, non sarebbero in grado di compiere materialmente l'atto finale.

Il nostro emendamento per l'Aula - e, oggi, l'emendamento delle Commissioni - va in questa direzione: raccoglie la nostra riflessione, risponde alla nostra richiesta di rafforzare un elemento già presente nel testo, inserito con un nostro precedente emendamento, ma che, per la sua importanza, meritava di essere esplicitato con maggior chiarezza e, cioè, la necessità di assicurare l'adozione di tutti gli strumenti, anche tecnologici, necessari a consentire il compimento dell'atto autonomo anche da parte di soggetti che abbiano limitazioni funzionali. In caso contrario, si sarebbe arrivati ad un inaccettabile paradosso e, cioè, di far accedere al suicidio medicalmente assistito persone autosufficienti da un punto di vista fisico, negando, invece, assistenza a persone che ne hanno più necessità, perché paralizzate; cioè, noi avremmo discriminato persone consapevoli, ma paralizzate. Un errore che non volevamo commettere, che non ci possiamo permettere, né, tanto meno, possiamo legiferare un paradosso, cioè non fornire necessaria assistenza medica e tecnologica proprio a chi, senza questa assistenza, non potrebbe mai, in alcun modo, dar seguito alla propria scelta di congedarsi dalla vita. Ringraziamo, allora, i relatori per aver convogliato le nostre riflessioni e le nostre richieste in questo emendamento, che riteniamo importante e qualificante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, solo un minuto. Questo emendamento, in realtà, potrebbe trarre in inganno, nel senso che qui si parla di “adozione, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente”, però non è attraverso lo strumento - come, ad esempio, il computer che legge la pupilla - che la persona, che non ha la possibilità di esprimersi in nessun modo, può manifestare il consenso. Qui, in realtà, di fatto, è l'apertura all'eutanasia attiva, perché è sempre stato detto che, in questo caso, non è un intervento eutanasico, ma è un suicidio medicalmente assistito, quindi non c'è l'intervento del medico o della struttura, perché è il paziente che assume il farmaco che lo porta, poi, a morire; in questo caso, invece, è evidente che, se c'è una persona che non ha alcuna capacità motoria, non può prenderselo da sola. Occorre dire che questo apre a un intervento eutanasico vero e proprio, però è scritto in maniera equivoca, a mio avviso, perché, dalla lettura, si ha l'impressione, poiché non si dice in maniera chiara che c'è l'intervento del medico, che vi siano, invece, strumenti e si parla di utilizzo di strumenti: sembrerebbe che teli strumenti servano per capire la volontà di chi non riesce ad esprimersi con parole o con gesti. In realtà, invece, di fatto, chi non può, chi non ha capacità motoria, non lo farà personalmente - quindi, non sarà un suicidio medicalmente assistito -, ma verrà fatto da terzi. Quindi, noi voteremo contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà. Non disturbate il deputato Palmieri. Prego.

ANTONIO PALMIERI (FI). Rapidamente, Presidente, solo per dire che questo emendamento è logico, è comprensibile nella direzione che la legge ha intrapreso, ma, al tempo stesso, conferma quello che stiamo dicendo da settimane, da mesi, cioè che c'è sempre una condizione più irreversibile della precedente e il cammino è inesorabilmente tracciato nella direzione dell'eutanasia. Si può dire quello che si vuole, naturalmente, ed è legittimo, però la nostra preoccupazione rimane e questo emendamento ne è la cartina di tornasole.

PRESIDENTE. Che succede lì? Colleghi deputati, cortesemente, dovreste prendere il vostro posto e smetterla di parlare.

Avverto che la componente del gruppo Misto Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione comunista-Sinistra europea ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un terzo del tempo previsto dal contingentamento.

Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Solo per chiedere alla collega Noja, se sia possibile, da parte della componente, sottoscrivere questo emendamento, che, sebbene non vada assolutamente a colmare quello che, a mio avviso, è un vuoto, cioè l'assenza di un trattamento eutanasico attivo, colma almeno la disparità, dando, attraverso strumentazioni tecnologiche, la possibilità a chi è privo di autonomia fisica di accedere a questo percorso e di iniettare il farmaco. Quindi, non è assolutamente un'apertura verso l'eutanasia, ma è sicuramente un modo di colmare un minimo questa discriminazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.500 delle Commissioni, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.128 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.124 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Gli identici emendamenti 5.125 Alessandro Pagano e 5.132 Zanettin sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento 5.201 Annibali.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.113 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.76 Bellucci, 5.123 Turri e 5.131 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'emendamento 5.130 Parisse.

Ha chiesto di parlare la deputata Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento molto importante e fondamentale, con il quale si prevede che, al momento del decesso, il medico che constata la morte debba indicare, nel certificato di morte, che la stessa sia avvenuta per morte volontaria medicalmente assistita.

Quindi, noi inseriamo questo inciso affinché nel certificato di morte venga specificata la sua modalità, perché il decesso per suicidio assistito non è un decesso per cause naturali. Non vi è nulla di naturale, trattandosi di un procedimento suicidiario. Quindi, come tale, chiediamo che sia indicato e che sia chiamato con il proprio nome.

Questo inciso è fondamentale anche perché ci consente di tenere traccia di tutte le morti avvenute per suicidio assistito, anche al fine di evitare illeciti e abusi. Avere un documento che attesti la reale causa della morte può essere utile anche ai fini delle indagini giudiziarie, dei controlli sull'operato dei medici e sull'evoluzione e il monitoraggio della pratica eutanasica che si sta inserendo. Infatti, in questa legge non è previsto un sistema di monitoraggio e controllo relativo a una pratica così estrema e la sensazione è che si voglia sdoganarla con un “liberi tutti”, un po' come a dire: “Fate quello che volete, che tanto nessuno vi controllerà”.

La necessità di introdurre questo inciso ci viene suggerita direttamente dalla spiacevole esperienza belga, dove tutte le morti per suicidio assistito sono classificate come naturali. Questo elemento è un elemento in più che, in Belgio, non permette di tenere sotto controllo le pratiche eutanasiche (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.130 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 5.0100 Zanettin, 5.0101 Turri e 5.0105 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio). Il Governo si rimette all'Assemblea…

Chiedo scusa: c'era una richiesta di intervento. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Io ringrazio anche i colleghi degli altri gruppi politici, per aver appoggiato questa proposta emendativa, che avevamo anche presentato in Commissione. Anche questa è una proposta emendativa di vitale importanza, alla luce di questo testo, che non contiene disposizioni - lo ripeto - volte a monitorare queste procedure, dalla loro richiesta all'esito. Quindi, introduciamo un articolo aggiuntivo che prevede l'istituzione di un registro nazionale della morte volontaria medicalmente assistita, un registro dove confluiscano tutte le informazioni relative al percorso - dalla richiesta all'esito - e finalizzato alla raccolta dei dati, alla loro valutazione e al monitoraggio. L'obiettivo, quindi, è prevedere un sistema di controlli volti a tutelare i cittadini da eventuali abusi e un sistema per monitorare che queste procedure, che provocano la morte naturale del paziente, siano seguite. Quindi, i dati raccolti consentiranno anche di prevenire illeciti e abusi nell'applicazione della legge, di raccogliere i dati, nonché di monitorarne il funzionamento, per gli organi di controllo, e le possibili derive. Non vedo cosa ci sia di negativo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 5.0100 Zanettin, 5.0101 Turri e 5.0105 Parisse. Il parere delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio), come già detto, è contrario. Il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 6 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore, deputato Bazoli, ad esprimere il parere delle Commissioni.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Emendamento 6.120 Alessandro Pagano, parere contrario. Emendamento 6.105 Annibali, parere favorevole se così riformulato: al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: “il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie” con le seguenti: “l'esercente le professioni sanitarie”. Conseguentemente, al comma 3, sostituire le parole: “il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie” con le seguenti: “l'esercente le professioni sanitarie”. Emendamento 6.102 Ehm, parere contrario. Emendamento 6.106 Annibali, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.120 Alessandro Pagano.

Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, la ringrazio. Siamo al punto relativo all'obiezione di coscienza, che per noi ha una rilevanza estrema sulla problematica che stiamo affrontando. L'emendamento presentato dal collega Alessandro Pagano a onor del vero rende più semplice la comprensione della volontà di svincolarsi dalle procedure per l'assistenza alla morte volontaria, oltretutto superando alcune colleganze, diciamo, che l'attuale formulazione dell'articolo 6 presenta, ad esempio, con la condizione di cui al successivo articolo 7, ovvero l'emanazione del regolamento che entro 180 giorni il Ministero della Salute deve adottare, e alcuni termini di efficacia della dichiarazione dello stesso sanitario.

Riteniamo che la formulazione da noi proposta sia quella più semplice, chiara e indipendente da vincoli e condizionamenti e che, pertanto, possa essere accettata dall'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.120 Alessandro Pagano, con il parere contrario delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Emendamento 6.105 Annibali: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.105 Annibali, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.102 Ehm, con il parere contrario delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio). Il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.106 Annibali, con il parere favorevole delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6.

Ha chiesto di parlare il deputato Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, Presidente. Sarò molto breve, in omaggio agli accordi e nel rispetto di quanto convenuto fra i gruppi. Noi non possiamo non sostenere questo articolo, perché rappresenta almeno una riduzione del danno. Se non altro, si propone di tutelare il diritto dei medici e del personale sanitario a non compiere atti contrari alla propria coscienza e - vorrei aggiungere - al senso stesso delle professioni sanitarie. Ricordo che, ancora oggi, ogni medico è moralmente, anche se non giuridicamente, vincolato al giuramento di Ippocrate, che, da millenni, rappresenta il codice morale di riferimento degli operatori sanitari. Noi siamo sempre per il bene possibile nella condizione data: non lasceremo cadere questo spiraglio di bene, nonostante gli emendamenti peggiorativi che sono stati approvati. Voteremo a favore di un articolo, che, in qualche modo, tutela la dignità e la libertà degli operatori sanitari, fermo restando che noi siamo con Ippocrate, siamo per il favor vitae e non saremo mai per i cattivi compromessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Anche noi, di Coraggio Italia, voteremo questo articolo, proprio perché riguarda l'obiezione di coscienza e, nonostante siamo contrari a questa impostazione della legge così come è scritta, durante il percorso in Commissione abbiamo fortemente voluto che fosse inserito questo aspetto dell'obiezione di coscienza, che chiaramente risponde - almeno questo - un minimo al codice deontologico e all'autonomia dell'attività del medico e, soprattutto, riporta al centro la relazione medico-paziente (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO). Grazie, Presidente. Brevemente, per motivare il mio voto di astensione su questo articolo. Ritengo che sia stato raggiunto l'obiettivo che potremmo definire come il minimo sindacale, ossia quello di assicurare l'obiezione di coscienza a qualsiasi operatore, a qualsiasi professionista sanitario, che prenda parte a tutto il processo di accompagnamento del paziente verso la procedura di morte medicalmente assistita. Tuttavia, questa attuale formulazione dell'articolo non può vedermi del tutto soddisfatta e desidero spiegarne la ragione. Al comma 2, viene precisato che, qualora il professionista sanitario desideri formulare la propria comunicazione di obiezione di coscienza al di fuori dei termini previsti dal comma 1, ovverosia entro tre mesi dall'emanazione del regolamento aziendale, possa farlo…

PRESIDENTE. Concluda.

ROSA MENGA (MISTO). ...ma la validità della sua comunicazione scatti dopo un mese dalla comunicazione stessa. Ecco, io invece ritengo che la comunicazione debba rendere conto della volontà attuale del professionista sanitario e che debba essere tutelato il suo diritto di obiezione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche il mio gruppo, pur essendo contrario totalmente a questo provvedimento, su questo articolo, che riguarda l'obiezione di coscienza, che siamo riusciti a far introdurre, voterà a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto contrario a questo articolo, perché, in realtà, la mediazione che è stata fatta in Commissione - e questo articolo lo dimostra - dai relatori, che hanno fatto, comunque, un gran lavoro - ed io li ringrazio per questo -, mirava ad andare incontro a una visione molto restrittiva di questa legge. L'obiezione di coscienza rientra, ovviamente, tra quegli ostacoli: noi avevamo chiesto almeno una mobilità interregionale, per cercare di evitare che ci siano poi regioni - come avviene per l'aborto - nelle quali la morte volontaria medicalmente assistita non si possa eseguire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 7 – Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario sugli identici emendamenti 7.125 Zanettin e 7.130 Alessandro Pagano. La Commissione esprime parere contrario anche sugli emendamenti 7.108 Bellucci e 7.103 Colletti.

Sull'emendamento 7.114 Varchi, il parere è favorevole, se così riformulato: Al comma 1, dopo le parole: “della presente legge” aggiungere le seguenti: “previo parere della Conferenza Stato-regioni”. Il parere è contrario sugli identici emendamenti 7.115 Bellucci e 7.141 Potenti. Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti 7.131 Turri, 7.116 Varchi, 7.132 Turri, 7.140 Potenti e 7.122 Parisse. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 7.500, 7.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86,comma 4-bis, del Regolamento), mentre esprime parere contrario sugli identici emendamenti 7.133 Turri e 7.117 Bellucci. Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti 7.134 Turri e 7.118 Varchi.

PRESIDENTE. Sottosegretario Scalfarotto, qual è il parere del Governo?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.125 Zanettin e 7.130 Alessandro Pagano, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.108 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.103 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Sull'emendamento 7.114 Varchi c'è una proposta di riformulazione. Deputata Varchi accetta la riformulazione? Relatore, può rileggere cortesemente la riformulazione?

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Sì, la riformulazione è la seguente: Al comma 1, dopo le parole: “della presente legge” aggiungere le seguenti: “previo parere della Conferenza Stato-regioni”.

PRESIDENTE. La riformulazione viene accolta. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.114 Varchi, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.115 Bellucci e 7.141 Potenti, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.131 Turri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie Presidente, intervengo sull'emendamento 7.131, ma anche sull'emendamento successivo. Qui si parla dei comitati. Con riguardo ai comitati che decidono della vita e della morte della persona, non è precisato quale sia il numero dei componenti, né con quale maggioranza decidano. Quindi, con questo emendamento e con quelli che verranno dopo, decidiamo come debbano essere composti. Magari ci verrà detto che queste decisioni verranno poi prese dal Ministero, ma vorremmo poter inserire nel provvedimento il numero dei componenti del Comitato e, soprattutto, anche con quale maggioranza si debba esprimere sulla decisione - lo ribadisco - della vita o della morte delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.131 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.116 Varchi, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'emendamento 7.132 Turri.

Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Per sottolineare anche l'importanza di garantire quel minimo di autonomia, indispensabile anche dal punto di vista finanziario al funzionamento degli organismi che saranno coinvolti in questa procedura, in particolare per quanto riguarda i comitati. Ricordiamo che, ad oggi, la norma in questione non dovrebbe avere conseguenze in punto di ricaduta economica e costi a carico dello Stato. Riteniamo che possa essere importante sostenere la formulazione che è proposta dall'emendamento a prima firma del collega Turri.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.132 Turri, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'emendamento 7.140 Potenti.

Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ingrazio ancora, Presidente. In questo caso, per rispetto anche della formulazione del comma 2, di cui all'articolo 7, nel quale si fa espressa menzione all'autonomia e all'indipendenza degli organismi, pare opportuno considerare la possibilità che i membri dei comitati possano casualmente avere dei rapporti di parentela con il soggetto richiedente la procedura di morte medicalmente assistita. Riterremmo altrettanto di garanzia poter introdurre un sistema di incompatibilità rispetto alla qualifica di membro, qualora si presentasse un rapporto di interesse con uno dei soggetti coinvolti nella procedura, in qualità di paziente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.140 Potenti, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.122 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.133 Turri e 7.117 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.134 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.118 Varchi, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Esame dell'articolo 8 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito il relatore, deputato Bazoli, ad esprimere il parere.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Sugli identici emendamenti 8.115 Zanettin e 8.120 Alessandro Pagano il parere è contrario. Sull'emendamento 8.24 Turri…

PRESIDENTE. Gli emendamenti 8.24 Turri e 8.25 Alessandro Pagano sono stati ritirati.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Sugli emendamenti 8.104 Colletti, 8.42 Varchi, 8.102 Suriano e 8.33 Bellucci il parere è contrario. Sull'emendamento 8.110 Noja il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Proseguiamo anche con i pareri sugli articoli aggiuntivi all'articolo 8.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Sugli identici articoli aggiuntivi 8.0100 Parisse, 8.0101 Zanettin e 8.0102 Turri, così come sugli articoli aggiuntivi 8.0104 Varchi e 8.0103 Turri, il parere è contrario.

Sull'articolo aggiuntivo 8.0500 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 8.115 Zanettin e 8.120 Alessandro Pagano.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.115 Zanettin e 8.120 Alessandro Pagano, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Ricordo che gli emendamenti 8.24 Turri e 8.25 Alessandro Pagano sono stati ritirati.

Passiamo all'emendamento 8.104 Colletti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.104 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.42 Varchi, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.102 Suriano, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.33 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.110 Noja, con il parere favorevole delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 8.0100 Parisse, 8.0101 Zanettin e 8.0102 Turri. Ha chiesto di parlare la deputata Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie Presidente. Questo è l'ennesimo tentativo che facciamo per provare ad introdurre un sistema di verifica e di controllo nazionali. Con questo emendamento si chiede quantomeno l'istituzione di una Commissione parlamentare di vigilanza sull'applicazione della normativa in materia di morte volontaria medicalmente assistita, al fine di analizzare l'applicazione della norma, che ci accingiamo ad approvare, e di monitorare il funzionamento degli organi di controllo e le possibili derive nell'applicazione della presente legge, il tutto sempre al fine di tutelare i cittadini e le persone fragili.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.0100 Parisse, 8.0101 Zanettin e 8.0102 Turri, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.0104 Varchi, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.0103 Turri, parere contrario delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio), il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.0500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

(Esame dell'articolo 9 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Presidente parere contrario sugli identici emendamenti 9.125 Zanettin e 9.140 Alessandro Pagano. Parere contrario sugli emendamenti 9.102 Colletti, 9.18 Varchi, 9.109 Bellucci, 9.120 Bologna, 9.22 Bellucci e 9.104 Colletti. Parere contrario sugli identici emendamenti 9.122 Parisse, 9.126 Zanettin e 9.141 Turri. Sull'articolo aggiuntivo 9.0500, parere favorevole. Parere contrario sugli articoli aggiuntivi 9.0103, 9.0104 e 9.0105 Zanettin.

PRESIDENTE. Il Governo?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.125 Zanettin e 9.140 Alessandro Pagano, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.102 Colletti, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.18 Varchi, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.109 Bellucci, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.120 Bologna, parere contrario delle Commissioni. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie Presidente. Solo per ricordare che sarebbe importante inserire nelle strutture che faranno questo servizio sanitario nazionale, la parola “pubbliche”. È molto importante che le strutture siano pubbliche. Per alcuni magari è scontato, ma sarebbe importante scriverlo nero su bianco.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.120 Bologna, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.22 Bellucci, parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.104 Colletti, parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio), il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.122 Parisse, 9.126 Zanettin e 9.141 Turri, parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio), il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 9.0500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, su cui pende il parere favorevole delle Commissioni.

Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie Presidente. Adesso che abbiamo tranquillizzato i colleghi e siamo a pochi voti dalla fine, vorrei invitarvi a leggere il secondo comma di questo articolo, apparentemente innocuo (entrata in vigore). Al secondo comma, si legge: “nelle more (…) si provvede all'aggiornamento delle prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale”. Così è certificato che la morte diventa un trattamento sanitario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.0500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni, il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 78).

Gli ulteriori articoli aggiuntivi 9.0103, 9.0104 e 9.0105 Zanettin sono preclusi dall'approvazione dell'articolo aggiuntivo 8.0500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione dell'ordine del giorno n. 9/2-A/3 Bellucci. Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. Prego, sottosegretario Scalfarotto.

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, il Governo chiede dieci minuti di pausa prima di dare i pareri.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle ore 12,15.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 12,15.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del provvedimento in esame. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Grazie Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2-A/1 Varchi il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, e con l'espunzione delle premesse nn. 4 e 5. Sull'ordine del giorno n. 9/2-A/2 Ciaburro, il parere è favorevole se riformulato aggiungendo: “compatibilmente con i vincoli di bilancio e nel rispetto delle competenze regionali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2-A/3 Bellucci (Nuova formulazione), il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni; all'impegno b), aggiungere: “nel rispetto delle competenze regionali”; all'impegno e): “valutare l'opportunità di”; all'impegno f), aggiungere: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”; all'impegno g): “valutare l'opportunità di”; all'impegno h), aggiungere: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”. L'ordine del giorno n. 9/2-A/4 Sarli è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2-A/1 Varchi. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, accogliamo la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2-A/2 Ciaburro; anche qui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Accogliamo la riformulazione, Presidente.

PRESIDENTE. Accolta, benissimo, grazie, deputata Caretta.

Ordine del giorno n. 9/2-A/3 Bellucci (Nuova formulazione); c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, ma siccome è ovviamente restrittiva ed è soltanto un ordine del giorno, io chiederei di metterlo in votazione, in maniera tale da avere la forza dei voti di tutta l'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Presidente, soltanto per chiedere alla collega se sia disponibile alla sottoscrizione da parte mia.

PRESIDENTE. La risposta è affermativa, quindi, si dichiara sottoscritto l'ordine del giorno anche dal deputato Trizzino.

Non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2-A/3 Bellucci (Nuova formulazione), così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 79).

Ordine del giorno n. 9/2-A/4 Sarli: accolto come raccomandazione. Va bene. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Presidente, onorevoli colleghi, è un fatto indubbiamente storico che quest'Aula sia arrivata a legiferare sul tema del fine vita e del suicidio medicalmente assistito. Nel corso del dibattito abbiamo sentito riproporre lo scontro della cultura della vita contro la cultura della morte o espressioni come cultura dello scarto o dire che la morte non è mai dignitosa. Rapidamente, con il pochissimo tempo a disposizione, voglio citare solo dei brevi passi della lettera che Piergiorgio Welby indirizzò al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel settembre del 2006, dicendo: “Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso, morire mi fa orrore. Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio, ma sono italiano e qui non c'è pietà”.

Ecco, con questa legge oggi noi facciamo in modo che ci sia pietas nei confronti di chi è in quelle condizioni. Eppure dobbiamo dire, come abbiamo segnalato con diversi emendamenti, che la legge è imperfetta e che auspichiamo che ci siano delle ulteriori modifiche; è imperfetta nelle condizioni di accesso, che sono restrittive, ed è imperfetta perché probabilmente darà luogo a ulteriori interventi della Corte costituzionale. Però, negli ultimi trenta secondi a disposizione, voglio anche sottolineare, ringraziando tutti i colleghi che hanno partecipato a questo dibattito, e in particolare i relatori, che, se oggi il Parlamento legifera, è per la lotta che hanno condotto nel nostro Paese una serie di persone, a partire da Piergiorgio Welby e Mina Welby, Dominique Velati, Trentini, fino a Fabiano Antoniani, e in particolare per la lotta e la pervicacia dell'associazione Luca Coscioni e di Marco Cappato. E un ringraziamento a quel milione e 200 mila cittadini che l'estate scorsa hanno sottoscritto un referendum per la legalizzazione dell'eutanasia. Sappiamo tutti che senza quella mobilitazione quasi sicuramente oggi il Parlamento non avrebbe legiferato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, sono passati tre anni, dal 30 gennaio 2019 al 9 dicembre 2021, sono cambiati tre Governi, “Conte 1”, “Conte 2” e Governo Draghi, ma questo testo è rimasto fermo, immobile in Commissione. Adesso finalmente, dopo tre anni, questa norma di civiltà arriva in Aula. Parliamo di un testo importante, fondamentale, tanto atteso dai cittadini. Come spesso accade, i cittadini, la società civile è spesso più avanti sui temi etici della politica. Tutti noi in questi anni abbiamo potuto vedere, in qualche modo vivere il percorso doloroso di persone come dj Fabo, un percorso fatto di sofferenza. Cito lui perché ho ancora un ricordo forte, molto forte, di quando vidi per la prima volta la sua storia. Ero a Londra, sul letto, e piansi. Piansi non per pena, piansi per empatia, piansi perché condivisi in quel momento quel dolore, quella sofferenza. Continuavo a ripetermi: questo non è giusto, questo non è giusto e questo non è umano. Ma non possiamo neanche dimenticare il nostro Loris Bertocco, ecologista e fondatore dei Verdi, che, dopo anni di sofferenza, paralizzato per quarant'anni, è morto lontano da casa, il suo Veneto, costretto ad andare in una clinica in Svizzera per morire sereno. Non solo gli italiani emigrano per lavorare, per una vita migliore, ma purtroppo devono anche emigrare, a volte, per poter morire. Non possiamo mai dimenticare che l'oggetto di cui stiamo discutendo oggi è la sofferenza, la sofferenza di persone in carne ed ossa, dj Fabo, Loris e tantissime altre, come Piera Franchini, una donna con una grave malattia al fegato, contro la quale non c'era nulla da fare. Davanti a sé solo un unico destino, quello di morire, soffrire ogni giorno fino a morire. Piera si è domandata: a chi serve la mia sofferenza? A chi è utile che io soffra? Chi può arrogarsi il diritto di dire che devo soffrire fino a morire? Ho sentito spesso in quest'Aula parlare del diritto alla vita, ma in realtà quello che voi oggi chiamate diritto alla vita è il dovere alla sofferenza, è l'obbligo di soffrire fino a morire.

Arriva un momento in cui la vita non è vita, ma è solo esistenza; un momento in cui il corpo diventa una prigione, una condanna all'ergastolo per un innocente. Penso che l'Italia abbia un dovere verso chi si trova in questa prigione fatta di sofferenza: il dovere di liberare queste persone, il dovere, certo, di garantire un aiuto psicologico, un aiuto medico, certo il dovere di ridurre al minimo la sofferenza, ma anche il dovere di rispettare alla fine la loro volontà, il dovere di rispettare il loro diritto all'autodeterminazione, il dovere di garantire loro il diritto di scegliere, fino alla fine.

Sono consapevole che i temi etici siano sempre difficili da affrontare, ma, a mio avviso, proprio su questi temi dovremmo essere guidati da una visione liberale, permettendo ai singoli individui la libera autodeterminazione. Dove deve essere il limite della libertà? Il limite della libertà sta nel non limitare la libertà degli altri, ovviamente, e questa proposta di legge, seppur non perfetta, seppur migliorabile, seppur frutto di un compromesso, non toglie niente a nessuno, non toglie diritti, non toglie libertà, ma ne aggiunge.

Ovviamente voglio ringraziare i tanti cittadini che, fuori dalle istituzioni, lavorano incessantemente per smuovere le nostre coscienze. Un grazie a loro e probabilmente noi dovremmo chiedere scusa per una politica sempre in ritardo.

Per concludere, annuncio il voto favorevole della nostra componente, Europa Verde-Verdi Europei. Lo facciamo per tutti i dj Fabo, i Loris, le Piera di tutta Italia, che soffrono ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Dopo ben 9 anni dalla presentazione della proposta di legge d'iniziativa popolare che chiedeva di normare il fine vita, dopo una raccolta firme per il referendum sull'eutanasia, che in pochi mesi ha raggiunto un milione e 200 mila adesioni, dopo anni di lavoro in Commissione, più di 70 audizioni svolte, un'ordinanza e una sentenza della Corte costituzionale, arriviamo oggi al voto, in quest'Aula, sul testo recante disposizioni in materia di morte medicalmente assistita. È stato un percorso difficile, su cui si sono registrate posizioni totalmente contrapposte, per sensibilità personali, per appartenenza politica. È un dibattito in cui vi sono due principi costituzionalmente rilevanti, ma apparentemente contrapposti: la salvaguardia della vita, da una parte e il diritto all'autodeterminazione e la dignità della persona, dall'altra. Nel confronto, si sono ingiustamente contrapposti il favor vitae e il favor mortis tra i detrattori e i sostenitori della proposta, ma l'obiettivo, mio e di chi l'ha sostenuta, è stato sempre e solo rispettare la volontà e la centralità della persona che, gravemente malata, afflitta da sofferenze insostenibili, nella sua piena facoltà di intendere e di volere, chiede di poter porre fine dignitosamente alle proprie sofferenze, nel suo Paese, circondata dall'affetto dei suoi cari e con l'assistenza del sistema sanitario nazionale.

Purtroppo, a mio avviso, la legge che ci accingiamo a votare, scaturita dal perimetro, già restrittivo della sentenza della Corte costituzionale, presenta numerose criticità: discrimina tra chi è sostenuto da mezzi di sostegno vitale e chi questi sostegni non li ha, ma vive totalmente dipendente da terzi o con terapie non più in grado di alleviare le sue sofferenze. E su questo punto, già presente nella sentenza, ma reso ancora più incisivo nella legge, abbiamo presentato numerosi emendamenti. Li ho più volte argomentati a questa Assemblea, ho raccontato di dolorose vicende già accadute, che hanno richiesto da parte dei giudici interpretazioni più estensive per giudicare situazioni con evidenti identità sostanziali, ma non con gli stessi requisiti.

PRESIDENTE. Concluda.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Con questa legge, alla patologia irreversibile è stata legata la prognosi infausta, vincolando al tempo che resta da vivere la possibilità di accedere al percorso di morte…

PRESIDENTE. La ringrazio.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). No, un attimo, me lo conceda, veramente pochissimo tempo.

PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo, concluda la frase.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Almeno in dichiarazione di voto… Ho poco tempo per fare un'analisi. Dico solo che, per non destabilizzare la maggioranza o per non scontentare qualche fantomatico elettorato cattolico, quest'Aula non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo, quando ne ha avuta l'occasione, ma ciò nonostante il nostro voto sarà favorevole, perché sentiamo l'urgenza di definire una norma che renda eseguibile il diritto sancito dalla Corte. Crediamo che preparare un percorso sanitario nel nostro Paese…

PRESIDENTE. La ringrazio.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). …sia un nostro dovere, per non aggiungere pene a pene e sofferenza a chi ha già avuto troppa sofferenza.

Annuncio il voto favorevole, mio e delle colleghe della componente Manifesta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi voteremo contro questo provvedimento, trattandosi di un argomento importante, che chiama in causa direttamente la vita e la morte delle persone e sul quale le Commissioni giustizia e affari sociali sono state protagoniste, anche qui in Aula, di un dialogo importante tra le diverse posizioni. Voglio elencare i motivi per cui la nostra scelta di votare contro ci è parsa ragionevole e, soprattutto, rispettosa della dignità della persona.

Mi sia concessa, in apertura, una premessa, più che mai utile in tema di morte volontaria medicalmente assistita. Dobbiamo stare attenti a non stravolgere la scala dei valori su cui si regge una comunità, perché le conseguenze non sono prevedibili. Il suicidio e la morte, comunque procurata, non sono un valore, ma una sconfitta, nel migliore dei casi qualcosa a cui dobbiamo rassegnarci, ma, attenzione a trasformare una facoltà in un diritto. Considerare la vita e la morte a nostra totale disposizione rischia di alleggerirci dal dovere della solidarietà, dell'assistenza, del sostegno, della ricerca per le terapie del dolore e delle cure palliative. C'è un'idea di onnipotenza che sta alla base sia di questa richiesta sia dell'accanimento terapeutico che spesso è all'origine dei casi limite in base ai quali si parla di vita non dignitosa. La conseguenza triste di questo pensiero è la solitudine in cui ogni uomo sofferente viene lasciato.

Per quanto riguarda le ragioni del nostro impegno nelle Commissioni, insieme a tutti gli altri colleghi, e qui in Aula, voglio dire che noi siamo intervenuti nel fitto dialogo che è venuto a crearsi, soprattutto, in merito a cinque punti per noi fondamentali. Primo: le cure palliative, che per noi devono essere una strada a cui il paziente deve accedere prima di chiedere la morte volontaria. Il testo di legge, tuttora, dà la possibilità al paziente di rifiutare le cure palliative e di accedere alla morte volontaria: una possibilità che, per noi, rimane non condivisibile.

Secondo: l'accompagnamento del paziente. Il testo base non prestava la dovuta attenzione all'accompagnamento e al supporto che devono essere garantiti al paziente durante tutto l'iter che porta alla morte volontaria medicalmente assistita.

Terzo: l'obiezione di coscienza. Il testo base non la prevedeva, lanciando un segnale preoccupante verso quello che rimane un baluardo della nostra coscienza civile. Per questo chiedevamo di garantire esplicitamente la libertà, per il medico, di sollevare obiezione di coscienza e, in questo caso, devo dire, positivamente – in questo caso - la nostra proposta di modifica è stata approvata e condivisa da molti.

Quarto: i tempi della procedura. Esistono termini temporali che rischiano di mettere sotto stress il Comitato per l'etica nella clinica di non dare al paziente il tempo adeguato per affrontare i diversi passaggi.

Quinto: la gravità della patologia, è un altro punto importante per noi. Il testo che è arrivato alla Camera non parla più di “patologia irreversibile o prognosi infausta”, ma di “patologia irreversibile e a prognosi infausta”; invece di “intollerabili sofferenze psichiche o psicologiche”, recita “intollerabili sofferenze psichiche e psicologiche”.

Anche questi sono miglioramenti non indifferenti, tuttavia, altri passaggi rimangono complicati, come quando si parla di “condizione clinica irreversibile”, una definizione a maglie larghe, che non corrisponde per forza a condizioni cliniche di grave entità.

Nel testo che voteremo oggi permangono, nondimeno, posizioni che non sono per noi condivisibili e che ci hanno, quindi, convinto a votare contro questo provvedimento. In particolare, resta, innanzitutto, troppo vaga la definizione della gravità della patologia, motivo per cui abbiamo ripresentato alla Camera alcuni emendamenti che miravano a garantire che l'accesso alla procedura fosse vincolato ad una patologia che conducesse a morte certa. Purtroppo, emendamenti non accolti.

Abbiamo, inoltre, presentato proposte di modifica legate ai tempi della procedura e anche al concedere al Comitato per l'etica un massimo di 30 giorni, un termine che rischia di trasformare una delicatissima valutazione sulla persona in una rapida procedura, quasi amministrativa. Mai e poi mai questa scelta deve essere una procedura amministrativa, per questo chiedevamo di aumentare il tempo.

Cari, colleghi, credo di aver enunciato con serietà e semplicità le ragioni che ci portano a prendere una decisione di cui avvertiamo tutto il peso e l'importanza, come in tutti quei momenti in cui emerge chiaramente la responsabilità del compito che i cittadini ci hanno affidato. Questa responsabilità emerge oggi più chiara che mai, dovendoci esprimere su un tema che tocca da vicino la vita di ognuno di noi: la vita e la sua fine, provocata, appunto, attraverso una procedura medica.

Su questo punto desidero citare le parole pronunciate, a inizio febbraio, da Papa Francesco: “Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati.” La cultura dello scarto può correre il rischio di diventare vittoriosa. Infatti, “La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata”. Per questo motivo, signor Presidente, e per i tanti motivi che ho elencato, dichiaro che Noi con l'Italia voterà contro la morte volontaria medicalmente assistita e speriamo che il passaggio al Senato possa ulteriormente migliorare il testo che oggi viene votato da quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fioramonti. Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole della nostra componente. Oggi è un giorno memorabile per questo Paese. È dal 2018 che ci impegniamo affinché uno degli ultimi Paesi in Europa, l'Italia, abbia una legge sulla dignità della vita. Questo è quello che noi abbiamo deciso di votare oggi.

Questa è una legge sull'accompagnamento assistito alla morte e parlare in questo modo di fine della vita è, in effetti, in realtà, un atto di amore. Noi volevamo una legge molto più progressista, molto più innovativa, questa è il frutto di un compromesso, c'erano molte proposte presentate da vari gruppi parlamentari e poi, anche a fronte della sentenza ultima, del rigetto del referendum da parte della Corte costituzionale, è diventato evidente a tutti che senza questa legge, anche se è frutto di un compromesso, l'Italia avrebbe rinviato nuovamente la questione. È una questione che non può più attendere, perché noi dobbiamo uscire da questa ipocrisia che ci portiamo appresso da decenni. Oggi, nei nostri ospedali, le persone vengono accompagnate alla morte da tanti, tanti medici, che utilizzano strumenti e modalità, ovviamente professionali, per fare quello che la politica non ha avuto mai il coraggio di fare e se ne assumono la responsabilità, in alcuni casi, in modo esplicito, in moltissimi casi, in modo implicito, perché è ovvio che la medicina fa di tutto affinché le persone che non hanno alternative possano il più possibile concludere la loro esperienza di vita in modo dignitoso.

Questa ipocrisia deve finire, deve finire l'ipocrisia secondo cui la politica sembra esclusivamente interessata a decidere quando comincia la vita e quando arriva la morte e, però, quello che accadde tra l'inizio della vita e la morte non interessa a nessuno, perché non ci preoccupiamo della qualità della vita delle persone, non ci interessa se le persone soffrono, non ci interessa il fatto che i suicidi volontari di persone non malate aumentano in fase di acuta crisi economica, politica e sociale. Di quelle cose non ci interessiamo, ma poi, quando abbiamo casi - vivaddio sporadici - di persone che ci chiedono di poter decidere quando farla finita in modo dignitoso, allora, di fronte a quello, noi alziamo tutti i muri possibili e diciamo “la vita è un diritto, la morte deve assolutamente essere evitata”. Ma non è assolutamente così! Aver cura delle persone significa preoccuparsi per la qualità della loro vita, dal momento in cui comincia fino al momento in cui loro decidono che deve terminare, e deve essere fatto in un modo che sia corale, non isolato. Durante il COVID, non ci è importato nulla dei tanti anziani che morivano senza la vicinanza delle famiglie! Non abbiamo sollevato queste questioni quando migliaia e migliaia di persone sono morte nell'assenza totale di cure, di assistenza e di vicinanza familiare.

Ci sono tante persone in Italia, nel nostro Paese, che aspettano da tempo di sapere che, quando arriverà quel momento, saranno libere di decidere, accompagnate da coloro che si prenderanno cura di questa fase difficilissima nella vita di una persona, una fase estremamente complessa, che non può essere derubricata a un atto, come dire, quasi di carattere volontario o esagerato. Durante il dibattito di queste settimane, molti parlamentari hanno discusso di questa proposta, come se noi volessimo sdoganare il bonus alla morte, come se ci fossero, lì fuori, migliaia e migliaia di persone che, come di fronte a un bonus fiscale, non aspettano l'ora di potersi sentir dire “guarda che tu potrai decidere quando morire” e faranno la fila per uccidersi. Così non è, ovviamente. La morte è una scelta complicatissima, è una scelta difficile, non c'è nessuno che vuole morire, ma tutti vogliamo avere la possibilità di decidere quando arriverà il momento, vogliamo chiudere questa fase di presenza su questo Pianeta in modo dignitoso. E oggi noi con questa legge, ancorché imperfetta, diamo uno spiraglio a tante persone.

È una legge di dignità, è una legge che attendevamo da tantissimo tempo, è una legge che risponde a quel principio fondamentale di libertà e di autodeterminazione che avviene nella fase più importante della vita, cioè decidere quando è il momento di andar via e come. E torno a sottolinearlo: con dignità, senza un accanimento terapeutico, senza un allacciamento alle macchine, senza un sistema medico che spesso si dimentica di te quando stai bene, ma poi non vuole lasciarti andare e si accanisce su di te quando perdi addirittura coscienza di chi sei e la famiglia non è neanche in grado di poter interagire con te negli ultimi momenti della vita.

Noi, oggi, facciamo un passo importante. Io mi auguro che questa legge venga approvata oggi alla Camera, che presto venga approvata anche al Senato e che non ci si inventi un ulteriore cavillo per far attendere che questo Paese divenga finalmente, da questo punto di vista, un po' più normale, un Paese in cui ci siano la libertà, la libertà di scelta, l'amore e la cura per le persone, la cura per la qualità della vita. Dobbiamo occuparci di quale vita vogliamo vivere e non di decidere, noi, per chiunque, quando e come arriva la morte.

La morte è un'esperienza fondamentale legata alla nostra esistenza ed è il singolo in condizioni di estrema sofferenza che deve essere messo nelle condizioni di poter decidere, di poter decidere con dignità e sapere che questo percorso sarà accompagnato non da qualcuno che lo fa con un sotterfugio, non da qualcuno che ti aiuta, sapendo che, comunque, da quel punto di vista, le norme non sostengono il percorso - e concludo, Presidente -, ma da qualcuno che lo fa nella totale trasparenza, senza ricorsi a Paesi stranieri, senza viaggi della speranza in altri Paesi europei, umilianti per il nostro Paese, ma attraverso un sistema sanitario che si prenda davvero cura delle persone, dall'inizio alla fine (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Oggi ci apprestiamo a votare una legge necessaria ma, purtroppo, non ancora sufficiente. È una legge che attendavamo dal 2013, quando venne depositata la prima legge di iniziativa popolare. Oggi, qui, vorrei anche ringraziare l'Associazione Luca Coscioni che ha raccolto oltre un milione di firme per sostenere il referendum per la legalizzazione dell'eutanasia, oltre un milione di firme cestinate da una decisione della Corte costituzionale che non ha permesso al popolo italiano di poter decidere e di esprimersi. Oggi, è una legge insufficiente perché quello che viene chiamato centrosinistra, per non indispettire i colleghi di Governo del centrodestra, non ha consentito di allargare i diritti individuali della persona e permettere a chi non può farlo, a causa delle proprie condizioni cliniche, di accedere a un trattamento eutanasico.

Voteremo, comunque, a favore su questa legge come minimo sindacale, ben consci che non tuteliamo la sofferenza di centinaia di persone che, a causa di questa legge, continueranno a non avere voce e continueranno a non essere libere di scegliere. Insomma, un'occasione importante, quella di oggi, ma che, purtroppo, diventa un'occasione persa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, oggi come legislatori siamo chiamati a confrontarci con temi e con sistemi valoriali, ma, al fondo, ci confrontiamo col tema del mistero della vita e della morte, che sono i misteri della nostra esistenza su cui, dalla storia dell'umanità, si sono cimentati filosofi, giuristi e teologi. Quindi, credo sia giusto che questo provvedimento interroghi le coscienze di tutti noi, che ci siano posizioni differenti dentro quest'Aula e anche dentro gli stessi gruppi parlamentari.

Richiama anche un altro tema più di carattere giuridico e politico, ossia il rapporto tra Stato e individuo: dove finisce la delega allo Stato e dove inizia, invece, la possibilità per l'individuo di compiere le scelte in totale autonomia.

Da questo punto di vista, io ho ascoltato tanti interventi in questi giorni. Credo che sia stato giusto rispettare - ripeto - anche opinioni differenti da quelle che esprimerò oggi. C'è un aspetto, però, che va sottolineato, per il reciproco del ragionamento che ho fatto fino adesso: non bisogna macchiettizzare le posizioni altrui, né in un senso né in un altro. Io rifiuto e rigetto il fatto che noi, approvando questa legge, diventiamo sostenitori della cultura della morte, come ho sentito in quest'Aula. Credo, invece, che sia l'esatto contrario. Credo che questa sia una legge di libertà, una legge che sia in fondo un inno alla vita, alla vita dignitosa e al rispetto della sofferenza, che è parte della nostra esistenza.

È una legge di libertà? Sì, ma non è una libertà totale. Avviene all'interno di una cornice e soprattutto, così come è stato per altre leggi su questi temi, aggiunge diritti e non ne toglie. Questo è un aspetto che va assolutamente sottolineato. Avviene, come dicevo, all'interno di una cornice molto definita di condizioni. Da questo punto di vista, la scelta che è stata fatta è quella di fissare dei paletti entro cui vi è la possibilità di richiedere la morte volontariamente assistita. Li leggo, perché ritengo giusto riportarci all'essenza di quello che stiamo discutendo, fuori da logiche - ripeto - di “macchiettizzazione”. La persona richiedente deve ritrovarsi nelle seguenti concomitanti condizioni: aver raggiunto la maggiore età al momento della richiesta; essere capace di intendere e di volere; di prendere decisioni libere, attuali e consapevoli; essere adeguatamente informata; essere stata preventivamente coinvolta in un percorso di cure palliative, al fine di alleviare il suo stato di sofferenza, e averle esplicitamente rifiutate; essere affetta da una patologia attestata dal medico curante - che l'ha in cura - come irreversibile e a prognosi infausta oppure essere portatrice di una condizione clinica irreversibile e che tali condizioni cagionino sofferenze fisiche e psicologiche che il richiedente trova assolutamente intollerabili; essere tenuti in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente. Sempre in una logica di cornice, c'è la procedura, il ruolo del medico di medicina generale e il Comitato di valutazione etica, alla fine interviene sempre un soggetto terzo a giudicare questa richiesta. In questa cornice c'è anche l'obiezione di coscienza - la cui introduzione la ritengo giusta - a condizione, però, che non diventi una via di fuga dalle proprie responsabilità, anche come medico.

Noi colmiamo un vuoto normativo. Ce lo ha detto, con grande chiarezza, la sentenza n. 242 del 2019 della Corte. Avevamo, come Parlamento, iniziato un percorso, con l'approvazione, nel 2017, della legge sul consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento, ma rimaneva questo vuoto normativo che oggi andiamo a colmare. Lo andiamo a colmare con un compromesso: sì, con un compromesso. Io credo che questa parola vada sdoganata. Il compromesso in politica è un atto nobile quando viene fatto nella ricerca di una soluzione più largamente condivisa e, soprattutto, sia un compromesso al rialzo e non al ribasso. E qui ci sta il lavoro paziente del relatore, il collega Bazoli, che credo vada ringraziato, e il lavoro svolto dalle Commissioni, che hanno cercato pazientemente di trovare un punto di caduta ragionevole.

Noi siamo favorevoli a questa legge perché fondamentalmente sono due i perni su cui si muove. Il primo: al centro di tutta la procedura c'è il consenso del paziente, cioè la persona che compie questa scelta e la fa certamente tra mille tormenti psicologici e fisici. Il secondo: è una legge che prova a restituire un valore costituzionale, quello della dignità della persona, portata fino all'estrema conseguenza, quella di una morte dignitosa. E qui c'è il ruolo dello Stato, uno Stato che non abbandona, neanche in un momento come questo, un proprio cittadino; c'è il tema delle cure palliative - e ha fatto bene il collega Trizzino a più riprese a richiedere che gli investimenti destinati al Servizio sanitario nazionale vengano utilizzati nelle regioni - e hanno ragione alcuni colleghi che sono intervenuti dicendo che l'Italia non è tutta uguale, che gli standard sulle cure palliative non sono tutti uguali. E qui richiamo un tema più generale, a cui anche questa problematica ci sottopone: noi non possiamo più permetterci di avere venti servizi sanitari; dobbiamo avere un grande servizio sanitario nazionale, con un ruolo fondamentale delle regioni, ma non è tollerabile che alcune impostazioni e alcuni indirizzi fondamentali come quello, ad esempio, dell'aumento della qualità e della quantità del servizio delle cure palliative, non vengano attuati in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. In definitiva, noi ci accingiamo ad approvare una legge che accompagna il cittadino all'ultimo miglio della sua vita e deve farlo nel massimo rispetto della persona, cercando di non farla soffrire e accettando la sua scelta che, come è già stato detto, non vedrà da domani una coda di persone che faranno questa richiesta. Io credo che non ci sia decisione più complessa e più difficile da prendere, se non proprio quella di risolvere il mistero della vita e della morte scegliendo una morte medicalmente assistita.

Chiudo, signor Presidente - credo di aver esaurito i tempi a mia disposizione - con il dire che è facile affermare che spesso il Paese sia più avanti: un sondaggio di questo autunno ci dice che soltanto il 7 per cento degli intervistati è contrario a una qualsiasi pratica simile a questa. È stato giusto quindi fare questa legge e speriamo che al Senato non si inventino soluzioni e cavilli per fermare questa che è - lo ripeto - una legge di libertà e di civiltà giuridica. Infine, signor Presidente, credo sia giusto rivolgere un pensiero ai tanti che hanno lottato per arrivare fin qui. Penso ai comitati, penso ai familiari, ma soprattutto credo che oggi il pensiero di questo Parlamento debba andare a chi non c'è più, a chi è morto senza questa legge. Occorre lavorare in questa direzione. Per tutte queste ragioni, con grande rispetto per chi ha idee diverse, ma convintamente portati a dire che questa è una legge giusta, una legge umana e una legge di civiltà, le deputate ed i deputati del gruppo Liberi e Uguali voteranno a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fabiola Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Credo che la politica oggi sia vicina alla società, quando si preoccupa della tutela della vita, della salute e della dignità della vita, cercando di scongiurare derive eutanasiche e schierandosi dalla parte della cura dei cittadini più fragili, una cura faticosa, impegnativa, sicuramente poco conveniente economicamente, ma che ottempera all'articolo 32 della nostra Costituzione. La nostra è una visione della società che mette al primo posto l'umanesimo, nella consapevolezza che la vita e la salute sono diritti primari. Questa visione si concretizza nella relazione sociale, dove il bene del singolo è responsabilità della comunità. Vogliamo allontanarci da una visione di società fatta da singoli egoismi, dove le parole autodeterminazione e libertà vengono distorte, per giustificare a noi stessi come comunità le nostre mancanze di assistenza.

Vogliamo guardare al futuro, alla scienza, alle nuove tecnologie, come a strumenti per incrementare il benessere e la qualità di vita anche in condizioni di estrema fragilità. Sostenere il valore della vita è necessario per proteggere chi, versando in una condizione di debolezza fisica, psicologica, sociale o economica, potrebbe convincersi, o essere convinto da terzi, che la sua vita possa perdere valore. In Italia, abbiamo 200.000 pazienti in terapia ventilatoria domiciliare, di cui 35.000 con ventilazione life support, 100.000 pazienti in ossigenoterapia, 30.000 pazienti in nutrizione artificiale domiciliare, 6.000 pazienti con patologie neuromuscolari e bisogni assistenziali complessi, 3.000.000 di anziani non autosufficienti e 3.000.000 di persone con disabilità. Queste sono le persone che noi dobbiamo tutelare, queste sono persone che vogliono vivere dignitosamente, con la loro malattia e fragilità; ci chiedono questo. Non abbiamo ancora fatto abbastanza per loro perché, ancora oggi, non vi è uguaglianza di accesso alle cure in tutti i territori del nostro Paese, non è stata attuata la legge n. 38 del 2010 sulle cure palliative, che non è solo terapia del dolore nella fase terminale, ma è una presa in carico a 360 gradi del paziente e della sua famiglia nel percorso di malattia. Non vi è uguaglianza di trattamento nelle cure domiciliari, che dipendono da personale qualificato e da prestazioni numericamente adeguate; non vi è uguaglianza di trattamento riabilitativo; non vi è uguaglianza di inserimento sociale scolastico e lavorativo; non vi è uguaglianza di supporto alla famiglia che si trova con la persona da accudire, spesso lasciata sola, sia a organizzare che a gestire l'assistenza al proprio caro. È evidente che tutte queste disuguaglianze impediscono ai cittadini fragili scelte libere.

Prima dobbiamo garantire a tutti pari opportunità di cura e assistenza e poi possiamo parlare di scelta libera. Il Governo, di fronte alla tematica del suicidio assistito, si è rimesso al Parlamento e questo investe noi parlamentari di una enorme responsabilità. Questo è un tema etico, ma che cambia anche le prospettive della professione sanitaria, il rapporto medico-paziente-famiglia e che modifica le basi valoriali del nostro Paese. Il Parlamento, come rappresentante di tutti i cittadini, deve poter esprimere e discutere le diverse visioni rispetto ai diritti della persona all'etica, alla morale, al vivere relazionale o personalistico, a una società dell'astrazione o a una società della cura, all'autodeterminazione o all'indisponibilità della vita, alla scienza e alla tecnologia come strumenti tecnocratici o come, invece, speranza di una vita migliore anche per i più fragili. Ci sono visioni diverse in questo Parlamento per il futuro della nostra società e lo abbiamo visto. Noi siamo contrari a questo provvedimento, ma certamente - come tutti i gruppi - lasceremo libertà di voto. Una legge di questo tipo deve essere particolarmente attenta alla terminologia, per non creare interpretazioni e fraintendimenti. Il nostro tentativo di migliorare questo aspetto, con emendamenti specifici, alla Camera dei deputati, non è stato accolto e la terminologia attualmente utilizzata è talmente aleatoria e indefinita che apre a scenari imprevedibili, basti pensare che, come requisito per la richiesta di suicidio assistito, è sufficiente che la persona si trovi “in una condizione clinica irreversibile”, senza altra specificazione. Praticamente tale terminologia potrebbe aprirsi a qualsiasi patologia cronica o oncologica. La Corte, invece, ha utilizzato la terminologia di “patologia irreversibile” e, oltretutto, pensava a un caso specifico, a dj Fabio, mentre noi, con “condizione clinica irreversibile”, non solo allarghiamo il perimetro in maniera indeterminata, ma ci dimentichiamo che dobbiamo legiferare non per un singolo caso, ma guardare a ogni caso che si potrebbe presentare e quindi dobbiamo essere il più chiari e specifici possibili, considerando poi che la Corte ha specificato, prima di ogni cosa, l'attuazione delle cure palliative.

L'impianto della legge è costituito quindi da una terminologia vaga; pensiamo alle sofferenze fisiche e psicologiche che la persona trova intollerabili: è un dato soggettivo, che nella legge non viene supportato da alcuna valutazione oggettiva. Anche la terminologia di “sostegno vitale”, che non è specificato, come, per esempio, nutrizione o ventilazione, potrebbe essere interpretato come farmaco. È una legge, dunque, che potrà essere interpretabile a seconda dei casi e che renderà davvero difficile il compito a chi dovrà applicarla. Non vi è, inoltre, in questa legge alcuna attenzione alla relazione medico-paziente, come se il medico fosse un mero esecutore delle volontà, una specie di notaio della morte e, invece, per chi conosce davvero la professione, il suo significato e il codice deontologico, è evidente che è nella costante relazione medico-paziente con i malati cronici che si condividono le scelte, si dirimono i dubbi, si concordano i percorsi, si comprendono le motivazioni e si trovano le soluzioni per la migliore qualità della vita. Il medico, prima di tutto, deve cercare di salvare le vite e, nel caso di malati cronici, spesso è un'équipe di specialisti coinvolta nel percorso e nella relazione per la ricerca delle strategie sanitarie, sociali e tecnologiche, per la migliore qualità di vita, e tutto questo sembra escluso da questa norma. Inoltre, non è previsto un registro nazionale, né un monitoraggio delle richieste, delle procedure e degli esiti che possano aiutarci a intercettare abusi o devianze. Noi lo avevamo chiesto, con alcuni emendamenti che non sono stati accolti.

Noi vogliamo salvaguardare la tutela della vita perché abbiamo, in Italia, un sistema sanitario universalistico, dove è nella relazione medico-paziente, una relazione di cura e fiducia, che si attua l'informazione scientifica sul singolo caso: la diagnosi, i benefici, i rischi degli accertamenti diagnostici e delle terapie da seguire, le aspettative del paziente, il futuro della ricerca, le alternative, il percorso assistenziale, il percorso palliativo. Questo dobbiamo assicurarlo a tutti i cittadini, ma ancora, purtroppo, non è così. Ricordiamoci, inoltre, sempre, che la scienza va avanti, che nel prossimo futuro avremo terapie e trattamenti innovativi e che già ora abbiamo la possibilità di accedere alla sedazione palliativa, un atto terapeutico di cura, finalizzato ad alleviare ed eliminare la sofferenza, attraverso il controllo dei sintomi refrattari e può essere svolta in diverse modalità: può essere temporanea, intermittente, continua, con varie gradualità di riduzione della coscienza, per eliminare la sofferenza e anche per l'accompagnamento alla morte. E dobbiamo soprattutto avere fiducia nella ricerca, che si evolve e che può cambiare davvero il destino di tanti malati.

Dobbiamo investire affinché la legge n. 38 del 2010 sulle cure palliative, come presa in carico del malato e della sua famiglia per soddisfare tutti i bisogni, venga attuata. Sappiamo che da quest'anno verrà attivata la scuola di specializzazione per le cure palliative, ci saranno nuovi modelli organizzativi, la ricerca andrà avanti, con i nostri giovani medici. Quindi, come Parlamento, la priorità è attuare e garantire un'assistenza uniforme sul territorio nazionale e che vengano potenziati i professionisti dedicati al percorso del paziente cronico oncologico e complesso. Noi - lo abbiamo detto sempre e lo ripetiamo - vogliamo debellare le sofferenze e curare il sofferente, non eliminarlo.

Oggi, ogni singolo parlamentare di quest'Aula ha una grande responsabilità nell'evoluzione della società, soprattutto per tematiche come queste, rispetto alle quali bisogna tenersi lontani dalla cultura dello scarto, da richiami strumentali per finalità elettorali o per seguire opinioni esiziali senza considerare le conseguenze a lungo termine di questo che oggi noi votiamo. Dobbiamo guardare a una società del futuro che sia rispettosa della vita e dei diritti, a partire dai cittadini più fragili, che abbia fiducia nella scienza, nella medicina, nella ricerca, che riscopra il senso della comunità, un nuovo umanesimo nel rispetto dei princìpi fondamentali della nostra Costituzione. Questa legge, per come è scritta, non rispetta per noi questi obiettivi e ha esaurito la prima lettura alla Camera lasciando aperti molti dubbi e prestandosi ancora a diverse interpretazioni. Ad oggi, purtroppo, non è una buona legge.

Per questo motivo, annunciamo il voto contrario di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lisa Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Il gruppo di Italia Viva ha deciso di lasciare libertà di coscienza sul provvedimento in esame. Pertanto qui esprimerò la mia personale posizione. Abbiamo ripetuto come la non punibilità sul suicidio medicalmente assistito, nei limiti e nei termini sanciti dalla Corte costituzionale, sia di fatto entrata nel nostro ordinamento. Quindi, a prescindere dall'approvazione di questa proposta di legge, le persone che si trovano nelle condizioni indicate dalla Consulta possono già oggi chiedere di accedere a tale trattamento, al di fuori, però, di un quadro normativo definito, il che comporta la necessità di adire sempre un giudice per poter esercitare il diritto riconosciuto dalla sentenza della Corte. Questo, forse, basterebbe a motivare l'approvazione della proposta di legge in esame, che si incardina proprio nel perimetro tracciato dalla Corte. Per me, però, non si tratta solo di questo. In realtà, approvare questa proposta di legge per me assolve a un dovere molto più profondo.

La Consulta certamente ha riconosciuto in modo inequivocabile come il diritto alla vita appartenga all'essenza dei valori supremi sui quali si fonda la nostra Costituzione, in quanto concorre a costituire quello che la Corte ha definito come la matrice prima di ogni altro diritto della persona. Tuttavia, proprio nella sentenza che, da ultimo, ha dichiarato l'inammissibilità del quesito referendario, la Corte ha affermato due princìpi: da un lato, non è consentita una disciplina del fine vita fondata su una concezione astratta e illimitata dell'autonomia individuale; dall'altro, però, la Corte ha sottolineato che il cardinale rilievo del valore della vita non può tradursi in un dovere della persona di vivere a tutti i costi. Ed è per questo che a noi spetta, oggi, trovare un bilanciamento tra due esigenze, entrambe di rango costituzionale, ossia evitare derive eutanasiche che metterebbero a rischio le persone più vulnerabili e, al contempo, impedire che un divieto assoluto di aiuto al suicidio comporti una contrazione della libertà di autodeterminazione della persona gravemente malata, al punto da imporle un'unica modalità per congedarsi dalla vita, quasi che la vita, quella vita, fosse proprietà dello Stato.

Su questo, colleghi e colleghe, consentitemi un'osservazione, perché io ho ascoltato con molta attenzione il dibattito. Non solo è legittima, ma io faccio pienamente mia la preoccupazione che una persona gravemente malata possa subire condizionamenti o abusi che la inducano ad assumere una decisione estrema che, in condizioni diverse, non avrebbe preso. È una mia preoccupazione, perché mi riguarda. Tuttavia, facciamo molta attenzione a non confondere questa preoccupazione con la convinzione – che, a volte, mi sembra essere emersa nel nostro dibattito – che da una situazione di debolezza e vulnerabilità dipenda, di per sé, un'incapacità della persona di autodeterminarsi e di decidere ciò che è meglio per se stessa. Attenzione, cioè, a non scambiare l'assoluta necessità di garantire la piena libertà di chi è malato con una concezione paternalistica e, consentitemelo, “abilista” del rapporto tra il cittadino e lo Stato.

Io, in conclusione, vorrei dire che questa legge riguarda la fase più difficile che si può trovare a vivere un essere umano. È una fase in cui le scelte di ciascuno sono imperscrutabili e insindacabili, perché dipendono dalle esperienze, dai convincimenti individuali più intimi e profondi. E credo che nessuno, fuori e dentro quest'Aula, nemmeno chi, come me, si confronta con quella possibilità in modo più concreto, possa prevedere quali saranno le proprie decisioni. E penso, quindi, che nessuno di noi, fuori e dentro quest'Aula, possa arrogarsi il diritto di conoscere meglio dell'interessato quale sia il suo bene, quale sia il suo migliore interesse. Piuttosto, io credo che sia nostro compito dare al Paese un quadro normativo capace di offrire ogni presidio e ogni garanzia, idonei ad assicurare che una decisione come quella di richiedere la morte volontaria medicalmente assistita sia frutto di una scelta libera, dal principio alla fine.

Io, se fossi in una delle situazioni previste da questa proposta di legge, vorrei non trovarmi sola a dover affrontare una battaglia legale per far valere un diritto che la Corte costituzionale mi ha già riconosciuto. Vorrei, invece, avere delle istituzioni che mi siano vicine, mi accompagnino, mi proteggano dagli abusi, ma anche mi consentano di esercitare appieno il mio diritto ad autodeterminarmi nel momento più difficile della mia vita. Questo vorrei per me e questo, da parlamentare, credo di avere il dovere di garantire a tutti i cittadini e le cittadine.

Per tale ragione, io voterò convintamente a favore del provvedimento in esame e spero che diverrà presto legge dello Stato. Lo spero per me e lo spero per tutti i cittadini e le cittadine italiane (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gabriele Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente. La mia dichiarazione di voto contraria al provvedimento rappresenta una parte della sensibilità del gruppo.

Presidente, mi faccia iniziare ringraziando la collega e amica Lisa Noja, che ha appena fatto la dichiarazione di voto per la parte favorevole, quindi, con la sensibilità favorevole al provvedimento. Mi lasci anche ringraziare il mio gruppo, per aver riconosciuto e valorizzato le diverse sensibilità che, inevitabilmente, sono presenti, trattandosi di un tema che incide sulle coscienze e, quindi, sulle singole sensibilità. Basta il titolo per comprendere il peso dei voti che stiamo facendo: morte volontaria. Rispetto a questo peso oggettivo, noto che Italia Viva è stato l'unico gruppo a riconoscere pubblicamente, chiaramente e per tutto il provvedimento questa libertà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). A me questo fa riflettere. Io non ho la verità in tasca; nel dibattito, invece, ho sentito molti che sembra che questa verità la abbiano sotto gli occhi.

La mia più grande perplessità sulla legge è che una norma su questo tema non è e non può essere solo la risposta ad una casistica precisa, definita, delineata, con contorni chiari e netti. Infatti, una legge, in quanto universale, non può limitarsi a singoli e sparuti casi, perché inevitabilmente promuove una cultura e apre una prospettiva, che non ha contorni e confini chiari, un percorso, quindi, che difficilmente possiamo sapere dove e come finirà. Se entra in una norma, come entra, il concetto di dignità della vita, è impossibile prevedere dove questo concetto del tutto soggettivo possa portare. Da sempre, nel rapporto tra paziente, famiglia e medici, senza carte bollate e avvocati, nel rapporto fiduciario, chi soffre viene accompagnato nei suoi ultimi giorni cercando di evitare sofferenze e accanimenti. Pensare che questo rapporto possa essere oggetto di una legge, norme, codici, sentenze, ricorsi e processi, mi fa dire che ciò che è scritto rappresenta solo l'inizio di quello che vedremo presto nei tribunali. Sono certo e convinto che chi ha lavorato in Commissione, chi ha migliorato la legge, abbia voluto e voglia limitare ed arginare i casi di morte volontaria. Mi lasci ancora una volta ringraziare le mie colleghe Lucia Annibali e Lisa Noja (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Gli articoli 1 e 3 dimostrano questa volontà.

Nonostante gli sforzi per costruire un argine, un confine e un limite normativo, penso che tutto è e sarà ampiamente interpretabile: patologia irreversibile, prognosi infausta, condizione clinica irreversibile, ma anche trattamenti sanitari di sostegno vitale, rappresentano mattoni per delimitare quel confine e quell'argine ai casi in cui consentire la morte volontaria ma, paradossalmente, rischiano di essere le stesse pietre che singoli tribunali, con singole sentenze, utilizzeranno per demolire quell'argine. E la buona volontà di chi ha voluto e scritto la legge (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), gli articoli 1 e 3, sarà messa in un angolo. Non difendo affatto chi nel dibattito e da anni continua a pensare che la soluzione sia una forma di accanimento terapeutico, tenendo in vita per forza e con macchine chi soffre; ma continuo anche a credere e sperare che arrivi presto un dibattito che, con la stessa energia e passione di queste lunghe giornate, porti il Parlamento a discutere di misure in aiuto a persone che soffrono e alle loro famiglie. Un mio grande amico, malato di SLA, scomparso alcuni anni fa, nel novembre del 2016, ad un convegno portò la sua testimonianza e morì qualche mese dopo.

Disse allora: “il nostro cuore è desiderio di vita e di felicità e la malattia e la sofferenza non fanno altro che aumentare questo desiderio. In certe malattie non si possono trovare risposte dalla medicina. La nostra umanità, quindi, ha bisogno di qualcosa di fondamentale, per poter affrontare le grandi difficoltà di una malattia come la SLA. È insostituibile, pertanto, l'esperienza di essere amati. Quello che salva dalla disperazione è poter affrontare la malattia con i familiari, gli amici, i medici, che fanno uscire dalla solitudine e mostrano il valore insostituibile e unico della persona. Non può mancare da parte di chi sta intorno ai malati questa attenzione, questa tenerezza. Per non cadere nella disperazione abbiamo bisogno di vincere la solitudine con persone competenti, ma ricche di umanità, perché la malattia molte volte ci provoca la domanda: come vuoi morire? Questa domanda, tuttavia, ne suscita un'altra più importante ancora: come si fa a vivere? E questo riguarda il presente, riguarda ogni giorno, riguarda le scelte inevitabili. Per tutto ciò noi pazienti abbiamo bisogno di incontrare persone che, con la loro competenza e professionalità, ci mostrino un'umanità capace di ascoltare le domande, la sofferenza e i problemi”.

Presidente - e concludo -, non c'è bisogno di una norma che aiuti a vivere, perché è semplicemente una legge naturale. Per questo trovo innaturale che ci sia una legge che aiuta al suo esatto opposto, a morire. Nella nostra cultura c'è infatti il valore della vita, il diritto alla vita, l'aiuto a vivere con dignità, non il diritto a metter fine alla vita (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente. Nel corso di questa legislatura più volte ho preso la parola in quest'Aula, ma le assicuro che, probabilmente, questo è l'intervento più difficile, perché è su un tema del genere, al quale noi di Fratelli d'Italia ci siamo avvicinati senza verità precostituite in tasca, ma con la volontà di migliorare questa norma. Lo abbiamo fatto praticamente con tanti emendamenti, lo abbiamo fatto nel corso del dibattito in Commissione e lo abbiamo fatto anche nel corso del lungo dibattito in quest'Aula. Io mi rendo conto di una sensibilità all'interno della nostra Nazione, stimolata da casi - per fortuna pochissimi, talmente pochi che ce li ricordiamo tutti -, che hanno fortemente scosso l'opinione pubblica. E, però, entrando in quest'Aula, io avverto forte la responsabilità del legislatore che divento nel momento in cui entro da quella porta. Penso che non si debba legiferare sull'onda emotiva di singoli casi concreti, ma si debba legiferare pensando che noi mettiamo dei mattoni sul nostro ordinamento. Noi, con una legge del genere, rischiamo di sovvertire il nostro stesso ordinamento, come ha ricordato la Corte costituzionale nell'ordinanza, che ha preceduto poi la sentenza di cui tutti abbiamo parlato. Cito testualmente: “dall'articolo 2 della Costituzione, non diversamente che dall'articolo 2 della CEDU, discende il dovere dello Stato di tutelare la vita di ogni individuo, non quello diametralmente opposto di riconoscere all'individuo la possibilità di ottenere dallo Stato o da terzi un aiuto a morire”. “Che dal diritto alla vita garantito dall'articolo 2 della CEDU non possa derivare il diritto di rinunciare a vivere e, dunque, un vero e proprio diritto a morire” è stato del resto già da tempo affermato anche dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Questo passaggio dell'ordinanza più volte - secondo me - disatteso nella produzione di questo testo è un passaggio molto delicato, perché segna la cifra di un ordinamento come il nostro che è sempre impegnato nella difesa della vita. Allora, per questo noi abbiamo tanto insistito su una serie di emendamenti che era destinata a rafforzare questa impostazione, perché siamo convinti che la libertà e l'autodeterminazione di una persona esistano quando questa persona ha realmente una possibilità di scelta. Quando lo Stato non è nelle condizioni di garantire questa libertà di scelta, evidentemente, è uno Stato che ha fallito e il suicidio e la morte sono comunque il fallimento dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo insistito perché noi siamo convinti - e, purtroppo, nessuno in quest'Aula, oggi, è in grado di assicurare che ciò non accada – che possa accadere quello che è accaduto in altri ordinamenti, si pensi, ad esempio, al Belgio o all'Olanda, che già da decenni hanno introdotto norme del genere con un progressivo capovolgimento dei loro ordinamenti, che è arrivato, prima, per via giurisprudenziale (ovviamente, condivido la preoccupazione di chi mi ha preceduto sull'intervento dei tribunali in questa materia): il rischio di aprire ancor di più a una deriva eutanasica che, lo ripeto, oggi, nessuno in quest'Aula è in grado di potere escludere.

Allora, qual è il tema di fondo? Il tema di fondo è che noi siamo contrari a un modello utopico di società del benessere in cui la vita vada difesa soltanto quando si sta bene o quando si è sani; noi temiamo, e purtroppo nessuno qui è in grado di rassicurarci che ciò non accada, che provvedimenti come questo aprano la strada alla concezione di una vita da difendere se sei sano e, quindi, che la vita del sano valga più di quella del malato; allora, sentir parlare di vite umane, sentir parlare di morte come trattamento sanitario e di incombenze da parte dei medici mi terrorizza, perché io non vorrei mai che questa legge fosse il primo passo verso l'eutanasia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il primo passo verso una società in cui si decide che a un certo punto una vita non è più degna di essere vissuta o lo Stato debba cedere alla logica fredda dei numeri, dei calcoli, delle statistiche, delle esigenze di bilancio; e, in una società in cui inevitabilmente l'età media si alza sempre di più, non vorrei mai che una legge del genere fosse il primo passo verso una necessità di far quadrare i bilanci e quindi favorire una fine della vita anticipata rispetto a quanto dovrebbe accadere. In questo senso, purtroppo, la mia preoccupazione è rafforzata, perché ho visto come si sono scaldati i difensori di questo testo, quando noi abbiamo proposto di inserire dei termini temporali, quando noi abbiamo proposto di inserire un orizzonte temporale alle condizioni irreversibili o alle prognosi infauste, e questo per me è fonte di paura. Io oggi ho la paura concreta che questa legge apra ad un capovolgimento di quelli che sono i valori fondanti della nostra società e, lo dico a scanso di equivoci, per noi la morte non è un valore, non lo è la concezione che un trattamento sanitario volto a procurare comunque la morte, con i mille distinguo che ho ascoltato e che certamente continuerò ad ascoltare anche in occasione delle dichiarazioni di voto, sia un qualcosa di positivo.

Io non sono convinta che l'approvazione di questa legge, oggi, segni un progresso e il dibattito di questi giorni non mi ha convinto. Non sono sinceramente convinta che fuori da questo palazzo gli italiani siano pronti a sventolare le loro bandiere, plaudendo a questa legge che viene definita una legge di libertà; no, questa è una legge di fallimento, questa è la legge del fallimento di uno Stato che da anni approva una legge sulle cure palliative e, ancora oggi, non ha la forza economica di sostenerle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo è il fallimento di uno Stato che ha trovato modo di sostenere monopattini e altro, ma ancora non mette i fondi adeguati sulle cure palliative. Questa legge rappresenta un fallimento, non rappresenta un successo, non rappresenta un traguardo. Quando si parla di vita umana, quando si parla di morte bisognerebbe stare più attenti ai posizionamenti tattici per poter sbandierare sulle agenzie di stampa l'approvazione di una norma. Oggi il dibattito rassegna una mediazione che non è fra tutte le forze politiche e su un provvedimento del genere, francamente, sarebbe necessaria una convergenza più ampia, perché sono provvedimenti che purtroppo rischiano di diventare epocali per i loro effetti sul nostro ordinamento. Qui, c'è una convergenza e c'è un compromesso tra la parte più estremista della sinistra, tra la parte radicale, tra i promotori del referendum il cui quesito è stato poi bocciato dalla Corte costituzionale, che pure sono presenti in quest'Assemblea, e la parte un po' più moderata della sinistra che abbandona comunque in larga misura la sua vocazione per assecondare questa pulsione e rispondere alla logica dei numeri, delle somme aritmetiche tra gruppi parlamentari. Ovviamente, non parlo del MoVimento 5 Stelle che, per sua stessa definizione, è un movimento privo di valori, quindi, non ha problemi a schierarsi alternativamente a destra o a sinistra, come scrive nel suo stesso statuto.

Concludo, Presidente. Annuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia a una norma che noi abbiamo cercato di migliorare, a una norma che non solo non ci convince, ma ci fa paura, perché temiamo che sia il primo passo verso la deriva eutanasica della nostra società, verso la deriva di una società in cui il sano varrà più del malato e lo Stato, invece di spendere ogni risorsa umana ed economica per alleviare le sofferenze, interverrà per porre fine a quelle sofferenze. E questo per noi è una sconfitta della politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pierantonio Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, Forza Italia voterà contro questa proposta di legge per la morte medicalmente assistita, anche se, per la tradizione che ha il nostro partito, alcuni esponenti del nostro gruppo assumeranno una posizione diversa da quella che io vado ad esprimere, nel rispetto di quelli che sono i loro principi etici.

Noi viviamo, Presidente, io credo, una fase davvero difficile della storia recente dell'umanità, che giudico permeata da continui e angoscianti messaggi di morte: mi riferisco alla pandemia, con il suo costante bagaglio di decessi, di amici e conoscenti, una pandemia che ci ha chiusi fra le mura domestiche e ci ha negato e ci continua a negare la socialità alla quale eravamo abituati; mi riferisco al cambiamento climatico che minaccia la stessa sopravvivenza di molte popolazioni del pianeta; mi riferisco a una guerra brutale alle nostre porte, guerra che speravamo, forse ingenuamente, di aver cancellato dal cuore dell'Europa. Abbiamo ancora negli occhi quelle immagini davvero strazianti dell'ospedale pediatrico di Mariupol colpito ieri dall'aviazione russa per il quale abbiamo avuto anche ieri, nel corso del dibattito, un momento di riflessione. Al pari di tutte queste immagini di morte che ci accompagnano quasi quotidianamente, credo abbia preso piede una cultura della morte a tutti i livelli, che rifiuta e banalizza il valore della vita umana nel nome di una presunta libertà e delle leggi dell'economia. Non so se sia del tutto pertinente, Presidente, ma preparando questo intervento mi è venuta in mente una recente serie televisiva sudcoreana, mi riferisco a Squid Game, il “gioco del calamaro”: uomini in gravi difficoltà economiche accettano di mettere a repentaglio la propria vita e di uccidere altri uomini per ottenere un premio in danaro. Nella narrazione non si coglie nessun anelito morale, non si intravede speranza o possibilità di riscatto dal fallimento economico. Le alternative sono due, il successo o la morte. Questa trama, anziché indignare l'opinione pubblica, ha invece riscosso un successo assolutamente a tutti i livelli, planetario. Il pubblico, evidentemente, ormai accetta l'idea che la vita non vale la pena di essere vissuta quando essa diventa difficile, complicata, portatrice di sofferenza anche solo sotto il profilo economico o esistenziale. Anche questa legge sul suicidio assistito, al di là delle intenzioni dei proponenti, che giudico certamente nobili e meritevoli di rispetto, temo si collochi in questa deriva culturale. Per questo non la voteremo; non la voteremo perché rifiutiamo la cultura dello scarto, tante volte citata da Papa Francesco. Anche ciò che non è perfetto merita di essere vissuto, amato e rispettato. Nel dibattito che ha accompagnato questa legge, sia in Commissione che in Aula, abbiamo cercato di far capire che dobbiamo offrire speranza e sostegno sanitario, psicologico e sociale a chi è sofferente e alla sua famiglia. Lo Stato deve fare tutto il possibile per eliminare la sofferenza, non rifugiarsi nel commodus discessus di eliminare il sofferente, il malato, lo sbagliato. Per questo abbiamo così insistito per le cure palliative e la terapia del dolore. Oggi la scienza può tutto se indirizza risorse ed energie a un obiettivo. I progressi scientifici in materia possono essere prodigiosi, ma di contro il nostro Servizio sanitario è ancora carente per quanto riguarda queste cure, e deve e può essere migliorato.

Non dobbiamo, quindi, cedere alla rassegnazione della morte di Stato; sarebbe una sconfitta per tutti. Lo Stato deve invece fare tutto il possibile per sostenere chi soffre; questo è il suo compito, non quello di propinare la morte. Abbiamo cercato con i relatori un'ultima estrema mediazione, proponendo l'obbligo preventivo del ricorso ad un ciclo di cure palliative e di assistenza psicologica prima di dare il via libera al suicidio assistito, anche perché autorevoli studi dimostrano che chi ha l'effettiva possibilità di accedere a queste cure poi desiste dall'intenzione suicidaria. Questo compromesso è stato rifiutato in questa sede e i nostri emendamenti sono stati respinti, e di questo ci dogliamo profondamente e lo abbiamo sottolineato nei nostri numerosi interventi.

Se però in questo ramo del Parlamento non è stato possibile raggiungere la mediazione, la speranza è che quanto meno al Senato ci sia spazio per dialogare meglio su questo punto, che reputiamo decisivo per la dignità umana. Vogliamo dare atto che il dibattito si è svolto sia in Commissione sia in Aula, e anche questa discussione finale lo dimostra, in un contesto sereno, scevro da forzature ideologiche ed improntato all'ascolto e al rispetto delle opinioni diverse, e di questo voglio ringraziare i relatori e anche il Governo, che si è rimesso all'Assemblea. Il nostro impegno ha consentito di migliorare decisamente il testo, evitando che le sole sofferenze psicologiche, la cosiddetta depressione, potessero da sole giustificare la morte medicalmente assistita, come purtroppo già avviene nelle legislazioni di alcuni Paesi del Nord Europa a cui paiono ispirarsi taluni dei promotori del presente testo di legge.

Su nostra iniziativa ha trovato ingresso anche il diritto all'obiezione di coscienza per i medici e il personale sanitario, ma, nonostante queste aperture, noi non possiamo che confermare il voto negativo al provvedimento. Respingiamo fin d'ora l'accusa di oscurantismo o di acritico collateralismo a precetti religiosi che certamente qualcuno sarà pronto a rivolgerci. La nostra vuole essere una scelta che tende a valorizzare e rispettare la dignità umana, dal concepimento all'ultimo anelito; la riteniamo testimonianza profonda di valori etici e di speranza, da contrapporre al cinismo di soluzioni che tendono di fatto all'eugenetica. I dati che ci giungono dai Paesi, soprattutto quelli del Nord Europa, che già hanno percorso questa strada sono agghiaccianti.

In Olanda i numeri delle eutanasie praticate continuano ad aumentare. Si è passati, progressivamente, da un iniziale 1,5 per cento a oltre il 4 per cento delle morti; un dato enorme, impressionante. In talune occasioni, in quei Paesi l'eutanasia viene praticata senza neppure consultare i figli o gli stretti congiunti. L'esperienza dei Paesi nordici, che tanti colleghi hanno ricordato nel dibattito, ci dimostra che la frontiera si sposta sempre più avanti: dai malati terminali si passa ai malati cronici, ai malati di mente, ai malati di Alzheimer, ai depressi. L'Olanda ora si sta interrogando sul passo successivo, una legge sulla vita completata, che darebbe l'opzione agli over 75 senza problemi fisici particolari di farla finita con l'aiuto di un medico. Per ora, è solo un disegno di legge depositato nel Parlamento olandese, ma domani? Quando si apre uno spiraglio, poi inevitabilmente questo si amplia, e quanto finora è accaduto in quei Paesi lo dimostra. A questa cultura della morte noi vogliamo ribellarci, in nome dell'uomo, unico ed irripetibile, e della vita umana, sacra e inviolabile. E oggi la nostra ribellione, Presidente, la manifestiamo con un “no” secco a questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Cari colleghi, abbiamo una sentenza della Corte che ci ha invitato a intervenire nell'interesse anzitutto delle persone più fragili, più deboli, in difficoltà, che non possono essere lasciate in balia dell'incertezza. Questo è il motivo per cui siamo qui oggi, questo è il motivo per cui c'è stata una lunga gestazione nelle Commissioni congiunte per questa proposta di legge sulla morte volontaria medicalmente assistita. Una legge che tocca un tema delicatissimo, rilevante; che tocca la coscienza di ciascuno di noi, senza distinzioni; che lambisce sensibilità diverse e che sarebbe riduttivo, fuorviante, ridurre a una contrapposizione tra i fautori della vita e i fautori della morte - siamo tutti a favore della vita -, e, ancora peggio, a una contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra.

Al centro di questa discussione, per una volta, cerchiamo di non metterci noi, il nostro punto di vista; al centro di questa discussione sta il dovere – il dovere – di rispondere, con un quadro legislativo certo, a persone in carne e ossa, in condizioni particolari, che non possono essere sottoposte a variabilità di giudizi da parte di giudici diversi. Lo sforzo della legge è, quindi, quello di garantire innanzitutto, come ci ha chiamato a fare la Corte, il bilanciamento tra esigenze costituzionali diverse; esigenze costituzionali che tutti noi, qui, in quest'Aula, condividiamo, ed è stato bello e positivo che, nella discussione, queste esigenze siano state sottolineate da tutti, indifferentemente. Le condividiamo con i critici della legge, sia coloro che la ritengono eccessivamente restrittiva sia coloro che, al contrario, la ritengono l'inizio di una deriva cosiddetta eutanasica o il segno di una cultura dello scarto. In primo luogo, il primo diritto è quello che la Corte stessa ha citato nelle motivazioni di rigetto del referendum sull'eutanasia, e cioè la necessità di preservare la tutela minima necessaria della vita umana in generale, con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.

La nostra democrazia, la nostra società, la nostra comunità civile si fonda sul diritto alla vita come primo dei diritti inviolabili dell'uomo; un diritto che va sempre tutelato, senza distinzioni tra persone, senza classifiche di qualità della vita, anche e soprattutto quando le persone sono in difficoltà, quando soffrono. Non c'è una vita degna di essere vissuta a seconda del luogo dove si abita o a seconda della condizione che si vive. La vita è sempre preziosa e noi sempre scegliamo la vita; e la scelta della vita come bene primario è anche la scelta della vita come bene non disponibile per gli altri. La nostra vita non è mai disponibile alle decisioni di altri, ed è questo anche il motivo per cui siamo così fortemente contrari alla guerra, perché ci toglie il bene più prezioso che abbiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma il diritto alla vita va bilanciato con un altro principio costituzionale, che è quello della libertà e dell'autodeterminazione delle persone. La nostra Costituzione, lo sapete, è fondata sul personalismo comunitario, non riconosce il primato dello Stato e non riconosce il primato dell'individuo, cerca una conciliazione, rifugge da un concetto della libertà individuale senza limiti e riserve, ma esiste, però, la libertà del rifiuto ai trattamenti sanitari, esiste anche la libertà nell'autodeterminazione delle scelte terapeutiche, come abbiamo già sancito con una legge avanzatissima, che io ritengo sia la legge n. 219 del 2017, sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. L'incrocio di questi valori, di primario rilievo costituzionale, richiede scelte immediate - ci ha detto la Corte - che il legislatore è chiamato a compiere e, di nuovo, in assenza della nostra legge, la sentenza n. 242 del 2019 ha riconosciuto illegittimo l'articolo 580 del codice penale nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, in certe condizioni. Quindi, la punibilità dell'aiuto al suicidio non esiste già più, è questo il punto da cui partire, altrimenti non ci capiamo. Dobbiamo partire da qui, perché la Corte ci invita a esprimere un quadro legislativo che sia di garanzia della dignità umana, oltre che dei principi di uguaglianza, in rapporto alle condizioni. E, quindi, dal caso di dj Fabo, prende corpo un nuovo bilanciamento di questi due principi, di libertà e di difesa della vita, e se non teniamo presente quel caso e la condizione di vuoto legislativo in cui siamo messi, nulla diviene più comprensibile. Per questo, la polemica sull'inclusione, nell'articolo 1, della condizione irreversibile è incomprensibile: l'articolo 1 include una condizione irreversibile esattamente perché questa legge nasce dalla sentenza della Corte, che, a sua volta, nasce da quel caso. Quindi, la domanda che ci dobbiamo porre è se la legge risponde in maniera adeguata alle condizioni indicate dalla Corte. Questa è la domanda che dobbiamo porci: la legge poteva escludere la casistica che ha dato origine alla sentenza? La risposta è “no”, non potevamo escludere la condizione irreversibile, altrimenti avremmo creato un doppio binario, di nuovo, avremmo creato di nuovo un'interpretazione di ogni giudice su casistiche di quel tipo e la legge avrebbe disciplinata una casistica totalmente diversa e, quindi, avremmo escluso proprio i casi da cui la sentenza trae origine. Questo apre a un accesso indiscriminato? I disabili, i non autosufficienti, possono tutti accedere alla legge? La risposta è, ovviamente, “no”. C'è una deriva eutanasica? La risposta è, ovviamente, “no”, per chi legge la legge.

Vorrei che leggessimo insieme le condizioni che devono coesistere e che vanno accertate; leggiamole insieme: la patologia irreversibile e a prognosi infausta o la condizione clinica irreversibile, le sofferenze fisiche e psichiche intollerabili, i trattamenti sanitari di sostegno vitale. E leggiamo anche i prerequisiti: la piena capacità, una libera scelta di assumere decisioni libere e consapevoli, il pieno coinvolgimento in un percorso di cure palliative, di terapie del dolore. Dall'insieme di queste condizioni, comprendiamo bene il primato della vita o la difesa della vita. Come alcuni amici hanno ripetutamente richiamato in quest'Aula, lo Stato è dalla parte della vita o della morte? Lo Stato è dalla parte della vita, anche con questa legge, soprattutto con questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

È chiaro che ognuna di queste condizioni può essere criticata, è evidente. La libera scelta non è libera - sono d'accordo -, se non viene garantito il trattamento del dolore adeguato e se non vi è il percorso delle cure palliative: ma questo è il motivo per cui ci siamo così impegnati, anche recentemente, per rafforzare la legge sulle cure palliative. La libera scelta non è libera, se non vi è la vicinanza, la cura, l'amorevole cura dei familiari, il sostegno alle famiglie: ma questo è il motivo per cui, nell'articolo 2, noi diciamo che il sistema sanitario si deve ispirare e deve garantire un adeguato sostegno sanitario, psicologico e socioassistenziale alla persona malata e alla famiglia. Lo scriviamo in questa legge, lo scriviamo, lo rafforziamo. Dobbiamo stare accanto a chi soffre. La nostra discussione - e questo è un fatto positivo - ha unanimemente rafforzato l'idea che il sistema sanitario debba essere più forte, più vicino, che il sistema delle cure palliative sia rinforzato, che il sistema sanitario sia capace di stare vicino alle persone e le distinzioni sono state minori rispetto ai punti di unione.

Cari colleghi, ci avviciniamo a questo argomento, lo dico senza pretese di dare lezioni e, se qualcheduno ha usato dei toni eccessivamente assertivi in un argomento del genere, credo abbia sbagliato.

Conosciamo i limiti delle nostre valutazioni, li conosciamo tutti, conosciamo anche - permettetemi di dirlo da ricercatore e da medico - i limiti della scienza, della scienza medica, che non può e non deve essere delegata a discutere di morte. Il problema della morte non è per i professionisti della medicina, ma è un problema che riguarda tutti noi, che riguarda le nostre vite.

A questa discussione siamo tutti titolati ad intervenire, ma credo che dobbiamo ricordarci che a questa discussione siano, soprattutto, titolate ad intervenire le persone che soffrono, le persone che vivono il dolore, e che non sia possibile giudicare il loro comportamento e le loro libere scelte oltre un certo limite.

Noi siamo convocati da loro a discutere di questi argomenti. La questione riguarda la morte e la libertà di una persona di lasciarsi morire: questa è la questione di cui abbiamo e stiamo discutendo. È chiaro, ogni persona che sceglie di morire è una sconfitta per tutti noi, è una sconfitta per la comunità e dobbiamo fare di tutto perché la disperazione e l'angoscia non prendano il sopravvento sulla speranza. È così, non possiamo arrogarci mai il diritto di far morire delle persone, in nessun caso, ma possiamo scegliere di lasciare morire dignitosamente una persona esattamente come ognuno di noi, in quest'Aula, può decidere di fare. Ognuno di noi ha questa libertà in quest'Aula.

Per questi motivi, per questa capacità di tenere insieme queste due primarie indicazioni costituzionali della libertà di scelta e della difesa della vita, per questa capacità di rispondere a condizioni in carne e ossa di uomini e donne che soffrono, per questi motivi, questa legge è una buona legge, è una legge che rappresenta un passo in avanti. E per questi motivi, io credo che la nostra discussione abbia aiutato oggi anche la dignità del Parlamento a non girarsi dall'altra parte a fronte di sofferenze così gravi e che non hanno, fino ad oggi, trovato risposta legislativa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. La Lega voterà decisamente “no” a questo provvedimento sul suicidio assistito e proverò a spiegarlo nei minuti che sono messi a disposizione.

Dal 2014 assistiamo a una accelerazione da un punto di vista legislativo e la vita, da qualche anno, non ha più un valore per questo Parlamento o, se ce l'ha, ce l'ha con un pensiero prometeico; cioè, la vita vale la pena di viverla, solo se è dignitosa, solo se ognuno ha la capacità di autodeterminarsela.

La vita dell'uomo del XXI secolo vale, quindi, secondo questa cultura dominante, solo se egli è autosufficiente, se l'uomo è superiore, se è pieno di successo. I social sono uno spaccato di questo superman vanitoso, vanesio, che vuole soddisfare solo il proprio ego e che cerca solo il proprio benessere. Se, invece, la persona è malata, depressa diventa, per questa società, uno scarto. Sta passando un messaggio, lentamente, ma inesorabilmente, dell'“uomo minimo”;- lo dico tra virgolette - alla carità cristiana, all'attenzione, all'amore verso il più debole, il sofferente, perché - lo dico virgolettato - “ogni vita vale la pena di essere vissuta, essere rispettata ed essere tutelata”, in quanto portatrice di una specificità, di una sua singolare esperienza valoriale, che serve a tutti, specie a coloro che circondano questa vita.

Ecco, a tutto questo, si sta sostituendo il concetto della “vita che vale fino a un certo punto”. Quando finisce il ciclo produttivo, quando è stato spremuto, quando questa vita ha finito di dare, da quel momento in poi, la società ti dice che non hai più una vita dignitosa.

Il messaggio passa giorno dopo giorno attraverso uno stillicidio culturale impressionante. I rapporti familiari si stanno lacerando - e non mi dite, per favore, che non è così, perché è troppo evidente - ed è ancora più evidente che i rapporti comunitari si stanno lacerando. Si sta anteponendo sempre di più - e anche in quest'Aula ho sentito qua e là qualche ragionamento nel corso di questi lunghi mesi - un ragionamento dove i costi economici sono importanti, quasi - aggiungo io - più del valore della vita.

D'altronde, in molti talk show ormai si comincia a dire che grazie al COVID - non hanno detto “grazie”, ma il senso era questo - l'INPS ha risparmiato un miliardo di euro e che i costi ospedalieri diventano sempre più pesanti e insostenibili.

Tutti i Paesi più avanzati hanno l'eutanasia: è un'altra vulgata che corre attraverso questi nuovi ragionamenti. O, ancora, si dice che i diritti delle persone sono pochi e che devono essere aumentati ancora di più i propri desideri: questi sono i ragionamenti che vanno per la maggiore.

Ma la crisi di questa epoca, quella che i filosofi chiamano modernità, è il frutto della secolarizzazione. Ovvero questa è l'epoca in cui si è passati dal trascendente all'immanente. Dalla fiducia in Dio siamo passati alla fiducia verso il superuomo, che è il vero Dio. Questa è la tesi del transumanesimo, ossia l'uomo è il vero Dio. Ma quando si superano i limiti di ciò che è scritto nel proprio cuore, si arriva alla barbarie dell'utopia rivoluzionaria che distrugge tutto in nome di un'ideologia fallace di tipo antropologico.

La crisi di questo ventunesimo secolo non è crisi economica ma è crisi antropologica e le cause sono da addebitare a quella tecno-scienza di natura finanziaria di alcune élite cosmopolite, che sono nate nelle società consumistiche del Nord America e del mondo anglosassone, che si sta diffondendo in tutto il mondo. Un comunismo 3.0 dove, da una parte, c'è il proletariato di nuova generazione, sempre più povero economicamente perché magari si è anche più dipendenti dall'altro e, dall'altra parte, ci sono le nuove élite che lavorano per la creazione di un mondo nuovo, con un'operazione di ingegneria sociale che sta impoverendo l'umanità non solo da un punto di vista economico ma anche dal punto di vista culturale, del suo patrimonio culturale, sociale e antropologico; in altre parole, del suo patrimonio millenario di cultura cristiana che costringe l'uomo a essere solo, solitario ed emarginato. Un individuo e non più una persona!

Ecco perché assistiamo a questo “scorticamento antropologico” che toglie a ogni passaggio qualcosa all'umanità. Il deserto valoriale, a cui assistiamo giorno dopo giorno, facilita la nascita di questo nuovo mondo barbarico, perché per passare dall'assoluto al superman di oggi, che non ha bisogno, appunto, di nessuno, bisogna distruggere i valori fondanti dell'uomo stesso, quelli che sono iscritti nel cuore di ogni uomo, cioè quelle che sono le istruzioni d'uso per poter correttamente vivere una vita e, a maggior ragione, una vita sociale. Ma se senza le istruzioni d'uso - mi passerete questa iperbole - gli attrezzi non funzionano, così altrettanto l'umanità non può funzionare.

Quando si dice - ed entro nel vivo - che idratazione e alimentazione sono considerate trattamenti sanitari - quindi, a mezzo endovena acqua e nutrimento al paziente sono considerati medicina -, significa che siamo arrivati alla barbarie. Quando all'operatore sanitario non si dà la facoltà di presentare una dichiarazione di obiezione di coscienza compiuta e completa verso ciò che contrasta con la deontologia professionale e con le buone prassi socioassistenziali, vuol dire che siamo alla frutta. Quando si nega l'assistenza psicologica, il sostegno psicologico a chi è fragile - perché chi chiede di morire, in quel momento e in quelle condizioni, è certamente fragile - vuol dire che si ha paura di aiutare quel malato perché magari potrebbe fare marcia indietro rispetto all'ipotesi precedentemente presa, e ciò vuol dire che si vuol dare la morte piuttosto che la vita. Quando non si vogliono uniformare le procedure in un Paese, lasciando che ogni singola ASL si comporti come meglio crede e vuole, vuol dire che si vuole che qualcuno sia sempre un passo avanti rispetto ad altri, in modo tale che si possa creare il caso giornalistico che possa servire allo step successivo. Questa si chiama volontà eutanasica!

Quando non si investe in cure palliative, nonostante la legge abbia 12 anni e nonostante all'85 per cento della popolazione non sia servita, vuol dire che si è cinici, e in sanità il cinismo si paga con la sofferenza e con la morte. Quando la Corte costituzionale afferma che, prima di arrivare al suicidio assistito, bisogna fornire le cure palliative e nella legge stessa si dichiara che, però, entro 6 mesi si passerà a questo - quindi, in 12 anni non è avvenuto, però in 6 mesi, per legge, tutti avranno gli hospice sotto casa -, vuol dire che si è ipocriti verso il Parlamento e verso i parlamentari. Quando non si investe sulla famiglia e sull'assistenza sociosanitaria, vuol dire che si vuole lasciare solo il malato che, a quel punto, siccome non si vorrà sentire un peso, chiederà di farla finita con la sua vita, così come ci ha spiegato bene, poco fa, chi ha parlato per conto di Italia Viva. Vuol dire che questa è cultura della morte. Quando si rompe un rapporto medico-paziente, che, come è noto e ditemi se non è il contrario, è tutto impostato sulla fiducia, con quel medico che salva le vite, che cerca le strategie giuste, che ricerca la qualità della vita, vuol dire che evidentemente si vuole fare altro, e concludo, Presidente.

La verità è che il mondo nuovo che si vuole costruire, in nome del transumanesimo, non regge e sta crollando. Possono chiamarsi leggi civili, diritti civili e Paesi civili quei contesti in cui si avverte il “dovere” di morire, come per i casi dei bambini inglesi Charlie Gard, Alfie Evans, Isaiah Haastrup e Pippa Knight, costretti alla morte, nonostante il parere contrario dei genitori e nonostante altri Paesi, fra cui l'Italia - vi ricordate il caso del Bambino Gesù, per Alfie Evans? -, si fossero offerti di curarli? Lo dimostra, come diceva poco fa l'onorevole Zanettin, il 4,4 per cento di morti per eutanasia in Olanda, con gli anziani che, se possono, fuggono da quel Paese per evitare il peggio. Altro che civiltà, questo è Far West. Quando passa il messaggio che la vita non conta nulla e che i più fragili possono essere soppressi, vuol dire che siamo già all'epilogo di una civiltà e i più ingenui non pensino che in Italia…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, un ultimo minuto, ma ne vale la pena.

PRESIDENTE. No, deve concludere.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). …non pensino che in Italia, dicevo, non avverrà mai, perché in quei Paesi ogni volta si alzava l'asticella e anche in Italia accadrà la stessa cosa. Siamo arrivati alla seconda legge in 5 anni. Si chiama teoria del piano inclinato, convinti che un piccolo diritto oggi possa aprire le porte a grandi opportunità domani. Anche oggi abbiamo assistito a un'opportunità mancata da parte dei relatori che, nonostante le aperture di facciata, hanno detto sempre “no” a tutte le nostre proposte di modifica, a dimostrazione che le spinte ideologiche sono insormontabili, appunto che la “proposta di legge Bazoli” sul suicidio assistito…

PRESIDENTE. Concluda, per cortesia!

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). …va molto oltre quella che era l'ordinanza della Corte costituzionale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

In questo dibattito - e chiudo veramente, Presidente - abbiamo osservato l'assenza di motivazioni di argomenti dalla parte opposta, se non lamentele come sta accadendo adesso. Questa è una PdL ideologica…

PRESIDENTE. La ringrazio…

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). …e noi siamo stati in trincea, non per evitare di finire nelle catacombe, ma per far sì che questa verità venga dichiarata sui tetti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gilda Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Sono tra 700 e 1.000 i suicidi che si registrano ogni anno nel nostro Paese tra persone che sono affette da una patologia. Sono decine e decine, se non un centinaio, le persone che ogni anno vanno all'estero per porre fine alle proprie sofferenze. Più del 70 per cento degli italiani e delle italiane è favorevole a un intervento sul fine vita e un milione 200 mila firme sono state raccolte, in brevissimo tempo, per chiedere un referendum sull'eutanasia nel nostro Paese e, comunque, resta il fatto inoppugnabile - e nessuno, in quest'Aula, può trascurarlo - che il Paese chiede, con forza e con urgenza, una legge sul fine vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In questi giorni in Aula abbiamo sentito tantissime argomentazioni e devo dire che qualcuna era proprio poco attinente al testo. Proprio poco fa, in qualche dichiarazione, ho sentito addirittura che questa legge potrebbe essere lo strumento per far quadrare i conti dello Stato. Presidente, mi aspettavo di sentire di tutto in quest'Aula, ma una cosa del genere davvero non me l'aspettavo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Ho sentito dire, per esempio, che chi decide di lasciarsi morire e di porre fine alle proprie sofferenze lo fa perché è solo, perché pensa di pesare su qualcun altro, perché non ha una rete affettiva che lo sostiene: io queste affermazioni le trovo gravissime, innanzitutto perché sono irrispettose verso le tante famiglie e le tante persone che accudiscono con dedizione e con amore i propri cari e magari li accompagnano anche all'estero. Le trovo gravi perché queste affermazioni dichiarano che si sottovaluta, o si cancella totalmente, la capacità e la consapevolezza di chi decide di intraprendere questo percorso e, del resto, abbiamo constatato oggi, in quest'Aula, che addirittura si voleva inserire tra le condizioni una diagnosi psichiatrica per il richiedente la morte volontaria assistita. Lo trovo grave perché chi lo dice finge di non sapere, o probabilmente non sa, che molto spesso sono proprio i loro cari ad accompagnare le persone a porre fine alle proprie sofferenze e mi sorprende che chi afferma queste cose non senta la potenza della volontà di chi fa questa richiesta e di chi si immagina quel momento in mezzo ai propri cari, possibilmente nel proprio Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ho anche sentito dire che una legge di questo tipo introdurrebbe un diritto alla morte, che aprirebbe scenari apocalittici, non meglio definiti - forse ce ne ha dato un assaggio, in precedenza, il collega Pagano - che, agli occhi di alcuni colleghi, sembrerebbero davvero terribili, temibili e spaventosi.

Presidente, mi creda, posso immaginare davvero poche cose più spaventose e più terribili di minuti, che possono diventare ore, in un corpo che viene definito una prigione, di sofferenze strazianti che non lasciano tregua e del dolore di chi ascolta le implorazioni dei propri cari, ma non può dargli risposta.

Ho anche sentito dire che una legge di questo tipo discriminerebbe tra vite degne e non degne di essere vissute. È proprio il contrario: noi, proprio perché non facciamo questa discriminazione, riteniamo che questa legge tuteli il diritto alla vita e non discrimini tra le vite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questa legge non tutela un diritto alla morte; questa legge tutela il sacrosanto diritto all'autodeterminazione, alla possibilità di ognuno di scegliere sulla propria vita e sul proprio corpo, senza fare danno ad alcuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Oggi, da legislatori, siamo chiamati a decidere proprio su questo, sulla possibilità che una persona, affetta da atroci sofferenze, che ella stessa ritiene insopportabili, decida di chiedere aiuto a un medico. È assurdo che abbiamo discusso anche su questo, ossia sul fatto che sia la persona stessa che prova quelle sofferenze a doverle definire intollerabili. Scusatemi, chi, più di chi prova ogni giorno sulla propria pelle, quelle sofferenze, può dire che sono intollerabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Non è la nostra storia personale che deve indicarci quale strada dobbiamo costruire, non è l'arroganza del nostro stare bene, della nostra libertà, del nostro corpo, della nostra indipendenza che può segnarci qual è la strada che dobbiamo costruire. Dobbiamo farlo ascoltando il grido di aiuto, l'urgenza con cui viene chiesto a questo Parlamento, da decenni, di intervenire, assumendosi la chiara responsabilità di riconoscere a tutti la possibilità di porre fine alle proprie sofferenze nel proprio Paese, perché non tutti sono nelle condizioni di poter raggiungere la Svizzera, non tutti possono permettersi di affrontare anche costi, che non sono assolutamente accessibili e sostenibili per tutti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quanti, invece, scelgono la strada del suicidio perché sono affetti da una patologia? Lo dicevo in precedenza, i numeri sono impressionanti: ci sono tra 700 e 1.000 suicidi ogni anno. Capisco che, davanti alla morte, alla sofferenza e al suicidio, si possa voler scegliere di chiudere gli occhi, si possa non voler ammettere che esiste una condizione di sofferenza tale che una persona non desideri altro che morire; però, colleghi, noi abbiamo il dovere di non chiudere gli occhi. Noi dobbiamo tenerli aperti, dobbiamo guardare i fatti, dobbiamo ascoltare quello che ci chiedono le persone che soffrono, quello che ci chiedono i cittadini che hanno dimostrato di essere un po' più avanti di noi e che ci chiedono anche quei medici che vorrebbero poter dare risposte, che sono veramente tanti.

Ho sentito anche dire che lo Stato con questo provvedimento vorrebbe abdicare al suo dovere di cura e di assistenza. In realtà, è proprio il contrario: con questo provvedimento, lo Stato in realtà vuole proprio assicurare a tutti di non essere lasciati soli, di tutelare la libertà (Commenti). Le cose gravi si possono anche dire una volta, magari uno le dice per errore, ma, se le ripetete, mi fate preoccupare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Con questo provvedimento, lo Stato si assume la precisa e chiara responsabilità di non lasciare solo nessuno fino alla fine e di dare una scelta a chi oggi una scelta non ce l'ha. Prevedere l'introduzione della morte volontaria medicalmente assistita non significa dire che chi è in determinate condizioni da oggi in poi deve necessariamente seguire quella strada, significa dare una possibilità di scelta, tant'è che, nel provvedimento, abbiamo previsto che, al momento della richiesta, il medico debba comunicare al richiedente tutte le possibilità di cura e trattamento a sua disposizione. Però, è la persona che decide a quale trattamento vuole accedere, perché nessun trattamento può essere un trattamento sanitario obbligatorio, nemmeno quello delle cure palliative. Su questo ci voglio perdere qualche minuto, Presidente, perché è importante. Noi abbiamo riflettuto e ci siamo giustamente confrontati a lungo sulle cure palliative: per noi, la rete di cure palliative è una risorsa irrinunciabile, un tesoro inestimabile del nostro Paese e abbiamo voluto infatti, con i relatori, inserire l'obbligo in capo al Ministero della Salute di emanare un decreto, con il quale stabilire le modalità per implementare e rendere efficace il sistema della rete di cure palliative su tutto il territorio nazionale in maniera omogenea, anche in quelle regioni in cui siamo più indietro (e forse qualcuno dovrebbe rendercene conto). Usciamo allora da questo equivoco perché le cure palliative non sono qualcosa di alternativo e in contraddizione con l'introduzione della morte volontaria medicalmente assistita, ma sono volte a garantire la libertà di scelta che ognuno deve poter avere fino alla fine.

Oggi, Presidente, siamo davanti a una svolta, da troppo tempo attesa - per qualcuno questa attesa è stata davvero troppo lunga -, però possiamo fare ancora tanto per chi oggi ci chiede di intervenire e di non fare calcoli elettorali sulla loro pelle e sulla loro sofferenza. La legge che questa Camera finalmente oggi vota, dopo tre anni, dopo un dibattito plurale, attento e approfondito in Commissione affari sociali, che ha coinvolto tutto l'arco parlamentare, è sicuramente perfettibile, però sono sicura di una cosa, che è sicuramente la legge migliore che in questo momento questo Parlamento fosse nelle condizioni di approvare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Mi auguro che, dopo tutta questa attesa, l'approvazione definitiva possa avvenire in tempi brevi: lo dico con la consapevolezza che purtroppo in questo Paese, quando capiremo che riconoscere il diritto a qualcuno non significa togliere a qualcun altro, sarà sempre troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qualcuno diceva prima - e concludo, Presidente - che il MoVimento è senza valori: deve esserci un equivoco di fondo enorme perché il MoVimento mette al centro la persona e riconosce la libertà come un valore irrinunciabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come MoVimento, abbiamo lavorato senza sosta affinché oggi questo provvedimento…

PRESIDENTE. Deve Concludere.

GILDA SPORTIELLO….fosse in Aula. Concludo, un doveroso ringraziamento va ai relatori. Oggi, con grande orgoglio ed emozione, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Giorgio Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. In sessanta secondi è molto difficile raccontare quello che sto provando in questo momento. Voglio dedicare questi secondi però alla lettura di una frase di un grande scrittore, José Saramago, che ha scritto Cecità. Lui dice: “Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che vedono, ciechi che, pur vedendo, non vedono”. Chi soffre, Presidente, alla fine muore ugualmente. E chiudere il cuore e gli occhi al soffrire altrui è da stolti ed è profondamente disumano. Io ho accompagnato, nella mia vita di professionista, tantissimi malati in fase terminale, con quello che avevo, con queste cure palliative che oggi vengono ricordate a tutti noi. Nessuno di noi ha la verità in tasca, soprattutto quando ci si addentra nei temi dell'etica della vita e della morte, lo abbiamo imparato in questi giorni. Concludo, ringraziando tutti coloro che con fatica hanno consentito la conclusione di questo percorso legislativo: prima fra tutti l'Associazione “Luca Coscioni”, ma voglio ricordare anche i relatori e i presidenti delle Commissioni, che ci sono stati accanto.

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Concludo con un augurio. L'augurio è rivolto a chi voterà contro questa legge e l'augurio è che non debba mai pentirsene (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Partito Democratico).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Talebano!

MAURO ROTELLI (FDI). Ma come si fa (Vive proteste dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Colleghi…Ha chiesto di parlare il deputato Elio Vito, a titolo personale. Ne ha facoltà….Colleghi…Deputato Vito, prenda la parola (Vive proteste dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)… Colleghi deputati, in questo Parlamento c'è libertà di parola, oltre che di pensiero…Deputato Elio Vito prenda la parola (Vive proteste dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…

ELIO VITO (FI). Sì, Presidente. Se dice anche ai colleghi del suo gruppo che vorrei intervenire… per parlare del diritto alla vita, nella quale è inclusa la morte, e se a nessuno può essere imposto di morire, a nessuno può essere imposto di vivere. E come deve essere dignitosa la vita, deve essere dignitosa anche la morte. Io lo dirò, Presidente, con le parole di un grande teologo gesuita, Gamberini: “La sacralità della vita non può essere messa a disposizione di un deus ex machina (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi!

ELIO VITO (FI). Affermare che la vita è proprietà di Dio e solo lui - in quanto creatore - può disporre di essa, significherebbe ridurre Dio ad un idolo o al ruolo di “primo” primario del reparto al quale solo spetta la decisione finale.

Se l'uomo è responsabile della sua vita, lo è anche della sua fine, perché inizio e fine sono inscindibilmente uniti. Dio fa sì che il mondo - e quindi l'uomo - si faccia.

La determinazione consapevole e libera di sé è il modo più umano con cui la creatura risponde al dono che Dio ci fa: la vita. Questa è la volontà di Dio per l'uomo: quella di determinare consapevolmente e liberamente se stesso, anche nel momento più difficile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Grazie, Presidente. Credo che questo sia un provvedimento che, da medico, davvero mi lascia perplessa. La persona viene ad essere abbandonata al proprio volere, senza essere accompagnata in modo corretto. Vorrei, in un minuto, dire una cosa che mi ha lasciato riflettere: esiste il medico per l'aspetto biologico, ma c'è anche il medico per l'aspetto psichico, che fa parte dell'aspetto organicistico della persona. È stato bocciato l'emendamento per l'introduzione del medico psichiatra. In questa fase sarebbe stata la figura più importante nel rapporto che si stabilisce tra paziente e visione della morte in tutti i suoi aspetti. Il medico psichiatra conosce i farmaci, li può somministrare, ma conosce anche il vissuto del paziente. Questo è fondamentale. Stiamo parlando di una fase organica e psicologica della persona, che il medico deve distinguere tra tante situazioni esistenziali, per arrivare a una scelta così dolorosa. In queste situazioni cliniche, l'elemento depressivo della persona è ovvio e naturale. La presenza di un medico psichiatra avrebbe evidenziato una partecipazione allo stato emotivo e affettivo della persona, e avrebbe contribuito ad alleviare la sofferenza.

Sono da cambiare gli studi della formazione medica e il suo giuramento: dovranno essere cambiati per una legge del genere, per preparare il medico alla morte, non solo alla vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Signor, Presidente. Voglio anch'io lasciare in quest'Aula il mio “no” a questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e pensare a quei magistrati che, nella solitudine della Camera di consiglio, dovranno decidere - ai sensi dell'articolo 5, comma 8, che state votando - se far prevalere il diritto alla vita o il diritto alla morte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Penso che non sia giusto lasciare questa decisione alla magistratura e penso che la politica non si debba lamentare quando si parla di invasione della magistratura su alcuni temi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia) perché oggi noi lasciamo uno spazio. E tra l'altro, dal punto di vista costituzionale, per quanto riguarda gli articoli 24 e 103 della Costituzione, lasciamo delle lacune sulla tutela, perché diamo - e lo dico a chi dice che i cittadini sono tutti uguali - la possibilità solo ad alcuni cittadini di ricorrere al giudice. Questo dice l'articolo 5, comma 8 (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Concluda.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Alcuni cittadini che non avranno negati i presupposti o non avranno un parere negativo o non faranno istanza, non potranno adire il giudice: questa è disparità, per fare un esempio, e ne potrei citare altri sull'articolo 5, comma 8.

PRESIDENTE. La ringrazio. Deve chiudere.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Ciò dimostra la difficoltà di questa legge e l'impossibilità di legiferare. Non prevale oggi, certamente, il diritto alla vita, ma si accentua una cultura della morte e si lascia al giudice questa decisione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. L'etica, per definizione, è un campo aperto alla riflessione e al confronto fra concezioni diverse. Personalmente non credo che l'approvazione di questa legge, pur con i suoi limiti, apra derive eutanasiche.

Credo fermamente nella vita e nella sua difesa, ma credo anche nell'autodeterminazione di chi, con una libera scelta, quando affetto da una condizione clinica irreversibile, con una prognosi infausta e con sofferenze fisiche e psicologiche che la persona stessa trova assolutamente intollerabili, decida di non continuare e di voler morire. Per questo voterò in difformità dal gruppo di Forza Italia, ringraziandolo per aver garantito il diritto all'espressione libera del voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Anche io ringrazio il gruppo di Forza Italia per averci consentito di esprimere liberamente il nostro voto su un tema così sensibile, un tema etico.

Io ho ascoltato tanti colleghi, medici, psicologi, ricercatori scientifici. Vede, io non sono nessuna di queste figure, non ho competenze mediche e non ho competenze scientifiche, ho soltanto qualche esperienza di vita, che credo possa giustificare ampiamente il mio voto a favore di questo provvedimento.

Penso che ciascuno di noi, purtroppo, abbia vissuto esperienze dirette di persone a noi care. Ecco, quelle persone ci chiedevano non di essere liberate dalla vita, ma di essere liberate da qualcosa che non le assomigliava più. Io credo che questo per me sia sufficiente per votare favorevolmente su questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Io non amo gli applausi a targhe alterne e quindi volevo svolgere su questo tema una brevissima riflessione di natura personale, ringraziando il gruppo che mi dà la possibilità di farlo; un gruppo che, per scelta liberale, lascia spazio alle posizioni liberali in qualsiasi direzione intendano esse andare.

Io credo che si sia fatto un lavoro positivo e propositivo, venendosi incontro partendo da posizioni diverse; un lavoro che hanno portato avanti, in particolare per il nostro gruppo, il collega Zanettin e il collega Palmieri, che hanno argomentato con buonsenso e pacatezza alcune buone ragioni che io condivido. Le condivido a tal punto che alcune, probabilmente, sono state incluse nel testo e credo sia stato fatto un grosso passo avanti. E questo mi impedisce di votare contro un testo che io mi auguro in una successiva lettura possa essere ancora ulteriormente migliorato non solo sulle questioni che abbiamo di recente posto nella dichiarazione di voto, cioè l'obbligo delle cure palliative e dell'assistenza psicologica, ma anche le condizioni che poc'anzi sottolineava il collega Ferri. Mi auguro che una seconda lettura possa dar luogo a un miglioramento del testo e per questo non voterò contro.

Ho, però, un timore, dal quale metto in guardia le forze politiche in questa fase cruda. Col passare del tempo e con l'avvicinarsi della scadenza fisiologica di questa legislatura, ci si avvicinerà anche alla campagna elettorale. Non facciamo l'errore, su un tema come questo, di tirarci addosso poi bandiere e accuse reciproche: gli amici della morte o gli amici della sofferenza. Io credo che, se si lavora con buonsenso, si possa scrivere una bella pagina di politica e di azione legislativa (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie Presidente. Durante questa discussione e durante l'esame di questo provvedimento, ho osservato molte sensibilità diverse, però tante sensibilità sul tema della vita, della morte e del fine vita. Durante questa discussione mi sono reso ancora più conto di quanto ci sia un'altra categoria di persone: sono le persone che decidono di suicidarsi, senza chiedere protocolli, senza chiedere permessi; sono persone che, a differenza di chi si accinge a richiedere la fine della propria esistenza a motivo di indicibili sofferenze, si trovano a soffrire, celando in realtà un'enorme voglia di vivere. Allora, io vi chiedo sinceramente di riflettere su quanto possiamo lasciare ancora questo Paese senza una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio, che esiste in tutti i Paesi avanzati tranne che in Italia e che sarebbe di estremo aiuto per persone che stanno davvero molto male e che hanno tutte le facoltà per poter andare avanti a vivere.

PRESIDENTE. Concluda.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Ho concluso, vi ringrazio semplicemente (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un breve ringraziamento il relatore Provenza...Gli interventi sull'ordine dei lavori li svolgiamo dopo il voto (Commenti).

A titolo personale? C'è ancora il deputato Pettarin? No, Pettarin rinuncia alla dichiarazione di voto.

Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il deputato Palmieri. Prego.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, molto brevemente, articolo 8 e seguenti. Mi era già successo personalmente, due anni fa, che il collega Trizzino in Commissione mi avesse augurato di dovermi trovare nelle condizioni previste da questa norma. Richiamo al Regolamento…

PRESIDENTE. A quale articolo del Regolamento si rivolge, scusi?

ANTONIO PALMIERI (FI). Perché credo sia gravissimo che su questo provvedimento un collega si alzi in Aula e auguri ai colleghi, che non votano come lui, di andare incontro alle sofferenze rispetto alle quali tutti noi abbiamo il massimo rispetto e la massima considerazione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Non è un richiamo al Regolamento.

ANTONIO PALMIERI (FI). Ho finito, Presidente. Io l'ho già dimenticato e l'ho già perdonato per quanto mi riguarda, però questo modo è inconcepibile (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Deputato Trizzino? Colleghi, penso che da parte del collega Trizzino ci sia il desiderio di offrire all'Aula e alle persone che si sono sentite colpite da queste dichiarazioni un chiarimento. Prego.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Assolutamente sì, Presidente. Se è stato inteso in questo senso, mi scuso veramente, perché non era questo il senso che attribuivo a quelle mie parole (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Le parole erano rivolte soltanto al fatto che alcuni di noi soltanto hanno esperienza diretta sulle fasi di terminalità (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, naturalmente, chiedo che ci sia un'apertura più ampia e una conoscenza più specifica di queste condizioni. Allora, in questo senso è che invito…

PRESIDENTE. Va bene, ci accontentiamo delle scuse.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). …i colleghi ad essere presenti all'interno di quel tipo di sofferenze della fase di terminalità. Non c'era alcun intento offensivo o evocativo di chissà quali auguri malefici. Ci mancherebbe altro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore Provenza. Ne ha facoltà, è il suo turno.

NICOLA PROVENZA, Relatore per la XII Commissione. Grazie Presidente. Voglio innanzitutto intervenire anche a nome del collega Bazoli, con il quale abbiamo vissuto un'esperienza davvero unica nell'essere relatori di questa proposta (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico), un'esperienza unica e penso irripetibile.

Voglio ringraziare tutti i colleghi che in questo momento sono in Aula, tutti, indipendentemente dalle vostre casacche e dalle vostre sensibilità, soprattutto perché avete dato un contributo straordinario di discussione, di riflessione e devo dirvi che avete spesso sollecitato le nostre coscienze.

Noi abbiamo provato a sondare dei temi che sono estremamente delicati; abbiamo provato a calibrare i riflessi e anche le possibili distorsioni di ciascuna scelta che andavamo a fare, però eravamo orientati da una necessità assoluta, che era quella di disciplinare una materia in maniera organica e tenendo conto della realtà, delle pratiche non normate e soprattutto di qualunque abuso. Grazie a tutti i colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101-A: "Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 80) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Siamo stati quasi puntuali.

Avverto che, secondo quanto preannunciato nella seduta di ieri, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla prossima settimana, a partire dalla seduta di martedì 15, dove sarà collocato dopo il seguito dell'esame del decreto-legge n. 14 del 2022 relativo al conflitto in Ucraina.

Avverto altresì che, con lettera in data odierna, la presidente della VIII Commissione (Ambiente) ha rappresentato - come convenuto in sede di Ufficio di Presidenza - l'esigenza di non procedere all'esame in Assemblea della proposta di legge n. 1939-C, cosiddetta SalvaMare, previsto a partire dal 14 marzo, in relazione alla già avviata procedura per il trasferimento dell'esame del provvedimento in sede legislativa. Conseguentemente, secondo le intese intercorse, l'esame della proposta di legge non sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta della prossima settimana.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mirella Emiliozzi. Ne ha facoltà. I colleghi sono pregati di uscire senza parlare, per consentire ai colleghi iscritti per gli interventi di fine seduta di svolgere il loro intervento. Colleghi…Ci aspettiamo ovviamente che il Governo dia il buon esempio. Chi deve conversare può farlo accomodandosi fuori dall'Aula.

Prego, deputata Emiliozzi.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie Presidente. In Ucraina stiamo assistendo ad una violenza, che mai avremmo immaginato di dover rivedere alle porte dell'Unione europea. Le donne e i bambini, costretti a fuggire, sono divenuti il volto di questo orrore, che ci impone di non lasciare solo il popolo ucraino e di rispondere a questa aggressione, intervenendo innanzitutto aiutandolo a difendersi.

Ma la mia preoccupazione è rivolta anche alle ricadute sociali ed economiche che questo conflitto sta provocando sulla nostra Nazione, enormi difficoltà che si innestano sulla crisi provocata dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni che hanno imposto ad alcuni settori di fermarsi per molto, troppo tempo.

Finalmente i nostri imprenditori, i nostri artigiani e i nostri lavoratori potevano iniziare a rivedere la luce in fondo al tunnel, stavano ricominciando a prendere fiato. L'Italia e l'Europa intera hanno dimostrato grande unità e compattezza nell'intervenire nella crisi ucraina, seguendo un'unica linea condivisa, quella dell'applicazione di fortissime sanzioni alla Russia. Non si poteva certamente fare altrimenti, ma, Presidente, questa posizione inevitabilmente danneggerà i nostri cittadini e le imprese italiane, lo stiamo già osservando con i rincari di luce e gas che metteranno in ginocchio le aziende.

Infine, il mio pensiero non può che essere rivolto ai calzaturieri marchigiani che sono costretti a fare i conti con l'impossibilità di incassare dalla Russia per il blocco bancario e per una svalutazione che ha modificato radicalmente la possibilità di fare affari, e penso all'intero comparto della moda delle Marche. L'export verso la Russia pesa per 273,8 milioni, di cui 111,9 milioni in calzature, tessile e abbigliamento; l'export delle imprese marchigiane in Ucraina vale 86,4 milioni di euro, di cui 36,7 in prodotti della moda. Le imprese che vantano crediti da incassare da compratori russi o che hanno in giacenza migliaia di paia di scarpe in attesa di essere spedite in Russia non potranno resistere che poche settimane se non interverremo tempestivamente per mitigare l'impatto delle sanzioni.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Emblematico è il titolo de Il Sole 24 Ore di oggi: Distretto di Fermo - che è una città delle Marche - ko.

Il polo marchigiano è il più esposto con vendite verso Mosca, che valgono per oltre il 10 per cento dell'export del settore. Per questo abbiamo bisogno, ora, di superare ogni divisione ideologica, dimostrare compattezza e lavorare tutti nella medesima direzione per sostenere col massimo sforzo e la massima urgenza la nostra economia e i nostri cittadini, anche promuovendo un'azione comune in Unione europea come è avvenuto con il Recovery Fund.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Presidente. Sono qui a sollecitare l'interrogazione in Commissione 5-07410, perché riguarda una vicenda importante e anche significativa, forse simbolica in questo momento: stiamo parlando di un ex spolettificio che prima produceva, appunto, ordigni militari che componevano bombe e missili e che è stato riconvertito; questa è una buona notizia ed è una buona pratica quella di riconvertire - anche in questo caso si tratta di un gesto simbolico, di scelte simboliche - nella produzione di mascherine per il COVID, prima di mascherine semplici, ora di mascherine Ffp2.

Tuttavia, questa buona notizia non è completa, perché bisognerebbe strutturare un piano chiaro di qual è lo sviluppo di quest'area industriale al Sud. Sappiamo che al Sud le aree industriali faticano ad essere operative. Occorre dare una prospettiva, visto che il sito è anche di interesse culturale. Quindi, se rispondiamo a questa interrogazione, diamo un segnale importante in un momento in cui c'è smarrimento da parte dei lavoratori.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 11 marzo 2022 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 14,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Vanessa Cattoi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 3 e 11 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 17 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 26 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39 il deputato Stefani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 la deputata Bilotti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 48 la deputata Bilotti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 59 la deputata Vanessa Cattoi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 62 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 77 il deputato Fragomeli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 80 il deputato Paternoster ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 80 la deputata Spena ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale T.U. pdl 2 e ab-A - em. 4.16, 4.103 331 326 5 164 137 189 92 Resp.
2 Nominale em. 4.25 358 352 6 177 144 208 90 Resp.
3 Nominale em. 4.6 367 366 1 184 151 215 90 Resp.
4 Nominale em. 4.24, 4.106, 4.100 rif. 368 368 0 185 368 0 89 Appr.
5 Nominale em. 4.104 369 366 3 184 154 212 88 Resp.
6 Nominale em. 4.105 379 378 1 190 129 249 88 Resp.
7 Nominale em. 4.102 381 380 1 191 157 223 87 Resp.
8 Nominale articolo 4 380 375 5 188 220 155 87 Appr.
9 Nominale em. 5.52, 5.103 387 379 8 190 157 222 87 Resp.
10 Nominale em. 5.75 379 373 6 187 156 217 86 Resp.
11 Nominale em. 5.66 389 386 3 194 156 230 85 Resp.
12 Nominale em. 5.104 394 392 2 197 20 372 85 Resp.
13 Segreta em. 5.108 408 407 1 204 243 164 85 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 5.109 rif. 411 410 1 206 238 172 85 Appr.
15 Nominale em. 5.201 rif. 408 405 3 203 243 162 85 Appr.
16 Nominale em. 5.110 401 393 8 197 14 379 85 Resp.
17 Nominale em. 5.67 404 397 7 199 164 233 85 Resp.
18 Nominale em. 5.101 402 395 7 198 162 233 85 Resp.
19 Nominale em. 5.68 406 399 7 200 165 234 85 Resp.
20 Nominale em. 5.102 404 399 5 200 172 227 85 Resp.
21 Nominale em. 5.27 400 394 6 198 160 234 85 Resp.
22 Nominale em. 5.26 407 402 5 202 163 239 85 Resp.
23 Nominale em. 5.120 410 406 4 204 21 385 85 Resp.
24 Nominale em. 5.114 406 404 2 203 19 385 85 Resp.
25 Nominale em. 5.74 411 404 7 203 161 243 85 Resp.
26 Nominale em. 5.127 405 400 5 201 166 234 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 5.122 404 398 6 200 162 236 85 Resp.
28 Nominale em. 5.118 410 408 2 205 29 379 85 Resp.
29 Nominale em. 5.119 408 407 1 204 20 387 85 Resp.
30 Nominale em. 5.500 399 232 167 117 229 3 85 Appr.
31 Nominale em. 5.128 405 399 6 200 166 233 85 Resp.
32 Nominale em. 5.124 406 401 5 201 163 238 85 Resp.
33 Nominale em. 5.113 411 410 1 206 18 392 85 Resp.
34 Nominale em. 5.76, 5.123, 5.131 399 393 6 197 156 237 85 Resp.
35 Nominale em. 5.130 408 402 6 202 172 230 85 Resp.
36 Nominale articolo 5 410 408 2 205 240 168 83 Appr.
37 Nominale art. agg. 5.0100, 5.0101, 5.0105 403 397 6 199 175 222 83 Resp.
38 Nominale em. 6.120 402 395 7 198 168 227 83 Resp.
39 Nominale em. 6.105 rif. 399 388 11 195 242 146 83 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 6.102 402 400 2 201 26 374 83 Resp.
41 Nominale em. 6.106 402 399 3 200 231 168 83 Appr.
42 Nominale articolo 6 399 387 12 194 380 7 83 Appr.
43 Nominale em. 7.125, 7.130 399 396 3 199 165 231 83 Resp.
44 Nominale em. 7.108 396 395 1 198 165 230 83 Resp.
45 Nominale em. 7.103 397 396 1 199 17 379 83 Resp.
46 Nominale em. 7.114 rif. 403 401 2 201 395 6 83 Appr.
47 Nominale em. 7.115, 7.141 402 397 5 199 170 227 83 Resp.
48 Nominale em. 7.131 402 397 5 199 164 233 83 Resp.
49 Nominale em. 7.116 402 397 5 199 166 231 83 Resp.
50 Nominale em. 7.132 405 400 5 201 168 232 83 Resp.
51 Nominale em. 7.140 404 400 4 201 165 235 83 Resp.
52 Nominale em. 7.122 398 396 2 199 170 226 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 7.500 402 402 0 202 389 13 83 Appr.
54 Nominale em. 7.133, 7.117 404 400 4 201 170 230 83 Resp.
55 Nominale em. 7.134 397 393 4 197 167 226 83 Resp.
56 Nominale em. 7.118 401 396 5 199 168 228 83 Resp.
57 Nominale articolo 7 407 404 3 203 241 163 83 Appr.
58 Nominale em. 8.115, 8.120 401 399 2 200 162 237 83 Resp.
59 Nominale em. 8.104 401 399 2 200 14 385 83 Resp.
60 Nominale em. 8.42 402 399 3 200 164 235 83 Resp.
61 Nominale em. 8.102 401 398 3 200 25 373 83 Resp.
62 Nominale em. 8.33 406 404 2 203 167 237 83 Resp.
63 Nominale em. 8.110 411 409 2 205 244 165 83 Appr.
64 Nominale articolo 8 408 402 6 202 235 167 83 Appr.
65 Nominale art. agg. 8.0100, 8.0101, 8.0102 401 398 3 200 163 235 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale art. agg. 8.0104 384 382 2 192 157 225 83 Resp.
67 Nominale art. agg. 8.0103 403 401 2 201 166 235 83 Resp.
68 Nominale art. agg. 8.0500 404 401 3 201 234 167 83 Appr.
69 Nominale em. 9.125, 9.140 406 402 4 202 158 244 83 Resp.
70 Nominale em. 9.102 406 403 3 202 20 383 83 Resp.
71 Nominale em. 9.18 404 403 1 202 153 250 83 Resp.
72 Nominale em. 9.109 401 398 3 200 158 240 83 Resp.
73 Nominale em. 9.120 407 403 4 202 164 239 83 Resp.
74 Nominale em. 9.22 396 394 2 198 160 234 83 Resp.
75 Nominale em. 9.104 405 403 2 202 47 356 83 Resp.
76 Nominale em. 9.122, 9.126, 9.141 408 406 2 204 164 242 83 Resp.
77 Nominale articolo 9 403 398 5 200 229 169 83 Appr.
78 Nominale art. agg. 9.0500 404 398 6 200 238 160 83 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 80)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale odg 9/2 e ab-A/3 n.f. rif. 346 345 1 173 345 0 82 Appr.
80 Nominale T.U. pdl 2 e ab-A - voto finale 371 370 1 186 253 117 69 Appr.