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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 653 di mercoledì 9 marzo 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bianchi, Enrico Borghi, Brescia, Butti, Casa, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cirielli, Comaroli, D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Di Stasio, Ferri, Frassinetti, Frusone, Galizia, Gebhard, Giachetti, Grande, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Melilli, Mura, Nardi, Occhionero, Palazzotto, Perantoni, Ravetto, Romaniello, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Serracchiani, Spadafora, Suriano, Tasso, Viscomi, Raffaele Volpi e Zanettin sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 113, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 9,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: D'iniziativa popolare; Zan ed altri; Cecconi e Magi; Rostan ed altri; Sarli ed altri; Alessandro Pagano ed altri; Sportiello ed altri; Trizzino: Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita (A.C. 2​-1418​-1586​-1655​-1875​-1888​-2982​-3101-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101-A: Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento 2.6 Bologna.

Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha ritirato la richiesta di scrutinio segreto formulata nella giornata di ieri su tutte le votazioni relative al provvedimento in esame.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Passiamo all'emendamento 2.102 Noja, nel testo riformulato del relatore.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Noja 2.102, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Aula… no, un attimo… ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Solo per specificare che questo emendamento riformulato arriva da una nostra proposta emendativa presentata in Commissione, con la quale abbiamo voluto armonizzare questa legge - era uno dei nostri obiettivi principali - con la legge n. 38 del 2010 sulle cure palliative. Abbiamo voluto ancora una volta specificare i principi ai quali il Servizio sanitario nazionale si deve ispirare: la tutela della dignità e, come abbiamo proposto, dell'autonomia della persona, la tutela della qualità della vita fino al suo termine e un adeguato sostegno sanitario, psicologico e socioassistenziale alla persona e alla famiglia. Quindi, credo che questo aspetto dell'armonizzazione con la legge sulle cure palliative sia stato utile per far capire che questa legge, come ci ha chiesto anche la Corte, prima di tutto deve fare in modo che vengano attuate proprio le cure palliative nel miglior modo possibile per i pazienti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente sull'articolo 2, perché in questo articolo è contenuta proprio la definizione di quello che vogliamo andare a normare. A differenza di quanto si è detto spesso negli interventi che abbiamo ascoltato in questi giorni in Aula, all'interno di questo provvedimento e con il confronto di tutte le forze politiche, perché le modifiche che abbiamo apportato in Commissione…

PRESIDENTE. Mi permetto di fermarla…Stiamo votando l'emendamento dell'onorevole Noja, lei sta facendo la dichiarazione di voto sull'articolo?

GILDA SPORTIELLO (M5S). Arrivo anche all'emendamento dell'onorevole Noja. L'emendamento dell'onorevole Noja, in realtà, va a toccare un aspetto che fa parte delle modifiche che abbiamo inserito in Commissione e di cui parlavo poc'anzi; modifiche che abbiamo apportato grazie al coinvolgimento di tutte le forze parlamentari, perché riteniamo che su un tema come questo ci debba essere un dibattito approfondito.

Ieri, si diceva in quest'Aula che è come se stessimo affrontando con velocità o, peggio ancora, con superficialità un tema del genere. Ebbene, voglio ricordare che sono tre anni che ne discutiamo, perché è dal 2019 che questo provvedimento è incardinato in Commissione affari sociali e in tre anni abbiamo svolto quasi un centinaio di audizioni. Io credo che nessun provvedimento abbia avuto un approfondimento del genere, per cui, se oggi ci troviamo in quest'Aula e possiamo votare un testo che ha visto il coinvolgimento di tutte le forze politiche è proprio grazie all'approfondito dibattito che abbiamo svolto.

Io mi auguro che negli interventi che si susseguiranno in Aula in questi giorni - sinceramente non sempre l'ho riscontrato - vi sia lo stesso approfondimento e che si parli nel merito delle questioni senza lanciarsi in voli pindarici che poco hanno a che fare con questo testo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione dell'emendamento 2.102 Noja, nel testo riformulato, chiederei al relatore, onorevole Bazoli, se può rileggere la formulazione, perché così la raccordiamo con il fascicolo che ha un errore. Non riusciamo in realtà a capire se c'è un errore nella trasmissione del testo. Quindi, per correttezza, il testo che lei rilegge sarà quello che poi andrà a correggere il fascicolo.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente, effettivamente è stata corretta la riformulazione rispetto a quello che avevamo deciso…

PRESIDENTE. Colleghi, possiamo ascoltare il relatore che rilegge la riformulazione dell'emendamento dell'onorevole Noja, per piacere? Grazie.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Dicevo che è stata corretta e la nuova riformulazione è la seguente: al comma 3, lettera a), sostituire le parole “autonomia del malato” con le parole “autonomia della persona”.

PRESIDENTE. Bene. Sul fascicolo era erroneamente riportato “autodeterminazione”, invece vanno sostituite le parole “autonomia del malato” con le parole “autonomia della persona”. Così è la riformulazione proposta dal relatore.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole da parte del gruppo di Forza Italia e lo dico anche agli altri colleghi del centrodestra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche per noi sarà un voto favorevole, perché la formulazione che ci era stata letta ieri dal relatore, per la quale veniva proposto di inserire le parole “autodeterminazione della persona”, per noi aveva un significato diverso.

È evidente che la precisazione di questa mattina - ossia la sostituzione delle parole “autonomia del malato” con le parole “autonomia della persona” - ci porta a cambiare la nostra posizione e, quindi, a votare favorevolmente questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Noja 2.102, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Le tribune sono a posto? Abbiamo qualche problema in tribuna, se i colleghi si affrettano, perché stiamo tenendo bloccata l'Aula, quindi cortesemente un po' di velocità; abbiamo problemi in tribuna, mi dispiace, non riesco a chiudere. Abbiamo un login bloccato in tribuna, mi dispiace, ma l'onorevole mi ha fatto segno che vuole votare e devo giustamente attendere che si sblocchi; appena avrà votato, chiudiamo la votazione. Avete votato tutti?

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Su un lutto del deputato Eugenio Zoffili.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Eugenio Zoffili è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo 2. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie Presidente, per annunciare il voto fermamente contrario da parte di Forza Italia e aggiungere tre rapide considerazioni, rivolgendomi ai colleghi medici che sono in quest'Aula e che stanno per votare a favore di questo articolo. A loro mi sento di dire che con questo voto archiviano, fanno l'eutanasia, sostanzialmente, a 2500 anni di storia della medicina occidentale, da Ippocrate ai giorni nostri. Lo fanno - seconda considerazione - perché con questo articolo si sancisce che la morte diventa un trattamento sanitario. Terzo considerazione, leggo una parte del giuramento di Ippocrate: “(…) mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale (…)”.

Presidente, detto ciò confermo il nostro voto contrario, perché per noi la morte non può essere un trattamento sanitario, né 2500 anni di storia della medicina occidentale, basata sul favor vitae e sull'accudimento delle persone sofferenti, possono essere buttati nel cestino con questa tranquillità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie Presidente. Anch'io intendo rivolgere un appello ai colleghi medici, ma lo vorrei rivolgere un po' a tutti i deputati di quest'Aula. Vorrei chiedere: chi è stato, di queste persone che parlano di favor vitae, all'interno di un ospedale, a guardare queste sofferenze, ad assistere a queste sofferenze atroci? Io ho visto - e credo anche i miei colleghi medici - tanti polmoni sui tavoli respirare: erano soltanto polmoni che respiravano. Ho visto tanti cuori battere ed erano soltanto cuori che battevano. Noi ora stiamo votando un articolo che riguarda la persona nel suo complesso, quella persona sofferente che ha il diritto di libertà di decisione sul proprio corpo. I medici, purtroppo, nel nostro Paese talvolta sono stati coinvolti - e lo sono ancora - in atti che riguardano l'interruzione della vita di queste persone. Non manteniamo questo occulto agire su questi malati. Con questa legge rendiamo possibile, in modo veramente libero, la scelta di tali persone e, soprattutto, che questo possa avvenire con un atto suicidario. Ricordo che l'atto eutanasico non c'entra assolutamente nulla: qui il medico non interviene somministrando il farmaco; è il soggetto che se lo autosomministra (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Anche noi voteremo naturalmente contro, perché sappiamo come la Corte ha chiaramente dichiarato incostituzionale solo la punibilità dell'aiuto al suicidio e ha prestato particolare attenzione al passaggio relativo alle cure palliative e alla necessità di assicurare, prima di ogni cosa, l'assistenza al paziente. Come medici - mi dispiace per l'onorevole Trizzino - noi la pensiamo in maniera opposta: abbiamo visto tanta sofferenza, ma ci siamo sempre prodigati per togliere le sofferenze e mantenere in vita il sofferente, che era poi meno sofferente. Quindi, questi passaggi dell'articolo 2 non ci soddisfano. C'è una terminologia, per esempio il “supporto”, che non ci va bene e, oltretutto, viene meno anche la relazione medico-paziente. Il nostro codice deontologico non solo esclude l'eutanasia - che è quindi esclusa a priori -, ma poi, all'articolo 37, ci spiega molto bene come bisogna assistere il paziente fino alla fine. Vorrei anche specificare che il codice deontologico, non solo è fatto di un articolato molto semplice, un po' come questa legge, ma è articolato con un commentario. È per questo che noi abbiamo insistito molto sul discorso della terminologia, sullo specificare che cosa voglia dire prognosi infausta, perché anche nel codice deontologico medico si specifica in un commentario a parte, proprio perché bisogna essere molto precisi nelle terminologie. Quindi, noi votiamo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia voterà contrario all'articolo 2, perché riteniamo che la norma, così formulata con le modifiche apportate - che hanno parzialmente anticipato disposizioni già contenute nell'articolo 3 - crei i presupposti per un'interpretazione che sicuramente darà adito a pareri divergenti, così come plasticamente hanno dimostrato i colleghi che sono intervenuti prima di me. Già ora vi sono sensibilità diverse nel mondo della medicina e, del resto, non potrebbe che essere così. Noi rifuggiamo il pericolo di passare da un principio di autonomia a un principio di eteronomia. Noi siamo convinti che non possa essere consacrato in un testo di legge il diritto, il dovere di far morire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi riteniamo che la formula “con il supporto”, inserita nell'articolo 2 di questo testo di legge, rappresenti il fallimento, che questo Parlamento vorrebbe consacrare - ma che sono sicura la società rifiuterà -, della nostra medicina, della nostra scienza, del supporto che la ricerca e il progresso possono dare e che soprattutto lo Stato deve finanziare, con strumenti come le cure palliative alle sofferenze. Noi avremmo voluto leggere provvedimenti in materia economica, che coinvolgano il Servizio sanitario nazionale, che ha già per legge l'obbligo di fornire determinata assistenza, ma non lo può fare perché mancano i fondi. Avremmo preferito leggere norme di natura economica, che finanziassero quelle previsioni normative già esistenti e non una norma che introduce la morte come trattamento sanitario. Per noi è inaccettabile un'impostazione del genere. È pericolosa una norma così formulata, perché estremamente confusa, ancor più quando si paventa, con quella espressione “con il supporto”, la partecipazione attiva del medico. Per tutte queste ragioni, anche dando seguito all'attività di ascolto che è stata condotta nei confronti delle più importanti rappresentanze della medicina, noi votiamo contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie Presidente, a titolo meramente personale, per un minuto, per evidenziare che il mio voto sarà contrarissimo. Sottolineo che la morte non è un trattamento sanitario; sottolineo la grandissima sottovalutazione della morte che in quest'Aula si fa. Rabbrividisco nel sentir parlare di atti suicidiari come fossero la normalità.

Non essendo per mia fortuna un medico, ma essendo un legale, faccio un appello ai miei colleghi - e qui sono tanti - di rileggere l'articolo 2, contro il quale io voterò. Pensate allo scarto ermeneutico che stiamo lasciando ai giudici, che saranno chiamati a giudicare questa norma, e ricordatevi quanti danni ha fatto l'ermeneutica barricadera, contro la quale ci siamo battuti negli ultimi cinquant'anni. Dal punto di vista del legale, valutate la inopportunità assoluta di percorrere un passo su una china scivolosa, che ci porterà certamente ad essere come il Belgio di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche il mio gruppo voterà contro l'articolo 2. L'abbiamo già precisato, il supporto del Servizio sanitario nazionale evidentemente apre ad interventi eutanasici. Poco importa, come dice il collega Trizzino, che non sia il medico che somministra, ma sia il medico che prepara e, poi, il paziente invece che prende il farmaco da solo. È evidente che la differenza è sottile e vedremo, nel prosieguo del provvedimento, che si tenderà anche ad aprire a situazioni in cui sarà invece il medico direttamente a somministrare.

Quindi, noi abbiamo tentato con degli emendamenti di modificare il principio di questo articolo e di trasformare il “supporto” del Servizio sanitario nazionale in un'“assistenza” del Servizio sanitario nazionale verso un malato che, ai sensi della legge n. 219 del 2017, rinuncia e rifiuta le cure vitali; e, quindi, il Servizio sanitario, il medico lo assiste, lo accompagna alla morte naturale e non anticipa, quindi, quell'evento che è la morte. Pertanto, voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, sottoscrivendo quanto detto dalla collega Varchi. Ma la cosa che mi infastidisce in questo dibattito è che qualcuno venga a spiegarci cos'è la sofferenza dentro una corsia di ospedale. Io non sono un medico, ma direi, per suo tramite, al collega Trizzino che purtroppo ho visto in una corsia d'ospedale cosa sia la sofferenza e l'ho vissuta. Vedessi una persona cara che si deteriora, perché magari non viene riconosciuto un ictus, lo vedessi dalla vita diventare un vegetale, spererei di non incontrare mai un medico che mi dica che mio padre è solamente un polmone che batte, un cuore che batte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Io spero che un medico mi dia la speranza di vivere, non vorrei mai vedere un medico che mi dice che sono dei cuori che battono; e non si permetta di spiegare agli altri cosa è la sofferenza dentro una corsia di ospedale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Oltre i medici, lì, ci sono i pazienti e i familiari! Continuiamo un dibattito normale, continuiamo un dibattito rispettoso, ma non dateci lezioni, per cortesia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Qualcun altro sull'articolo 2? No, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

Cominciamo con gli identici emendamenti 3.36 Alessandro Pagano e 3.124 Zanettin.

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Presidente, forse, per semplicità, potrei dire che i pareri sono tutti contrari, con alcune eccezioni.

PRESIDENTE. Quindi, il parere è contrario sugli emendamenti all'articolo 3, salvo su quelli che adesso mi dirà.

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Allora, l'emendamento 3.113 Annibali ha un parere favorevole se riformulato come il 3.141 Colletti, sul quale, anche, c'è un parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 3.113 Annibali è riformulato in maniera identica a quella riportata nel testo dell'emendamento 3.141 Colletti…

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Esatto, sul quale, ovviamente, c'è un parere favorevole. Quindi: “Al comma 1, aggiungere, in fine, le parole: o le abbia volontariamente interrotte”.

PRESIDENTE. Benissimo, con questa riformulazione, anche l'emendamento 3.113 Annibali avrebbe parere favorevole.

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Esatto. Poi, c'è un parere favorevole sull'emendamento 3.107 Cecconi. Su tutti gli altri, invece, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Sottosegretario Scalfarotto, mi dà il parere del Governo?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Il Governo si rimette all'Assemblea per tutti gli emendamenti all'articolo 3.

PRESIDENTE. Bene, ora possiamo entrare nel vivo.

Passiamo agli identici emendamenti 3.36 Alessandro Pagano e 3.124 Zanettin.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Le chiedo se il relatore potesse ripetere il numero dell'emendamento Cecconi che è stato riformulato.

PRESIDENTE. Quindi, lei vorrebbe la riformulazione dell'emendamento 3.113?

MARTINA PARISSE (CI). No, dell'emendamento Cecconi.

PRESIDENTE. L'emendamento dell'onorevole Cecconi ha un parere favorevole tout court, onorevole Parisse.

MARTINA PARISSE (CI). Qual è il numero?

PRESIDENTE. Abbiamo l'emendamento 3.113 Annibali che ha un parere favorevole se viene riformulato come il 3.141 Colletti. Quindi, l'emendamento 3.141 Colletti ha parere favorevole; se la presentatrice dell'emendamento 3.113 Annibali accetta la riformulazione con le medesime parole dell'emendamento 3.141 Colletti, avrà parere favorevole anche quello.

MARTINA PARISSE (CI). Mi è sembrato di capire che c'è anche un emendamento Cecconi che è stato riformulato.

PRESIDENTE. L'emendamento 3.107 Cecconi ha parere favorevole e non è stato riformulato, onorevole Parisse. È tutto chiaro? Bene, perfetto.

Allora, chi vuole invece intervenire sugli identici emendamenti 3.36 Alessandro Pagano e 3.124 Zanettin?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Volevo spiegare brevemente che questo articolo 3 è fondamentale per tre motivi: primo, ritorniamo sulle caratteristiche e sulle condizioni per le quali è possibile chiedere e avere il suicidio assistito; secondo punto, andiamo ad aggiungere a queste caratteristiche e a queste possibilità delle ulteriori caratteristiche; terzo punto per noi decisivo, si introduce finalmente e realmente il tema delle cure palliative.

Il tema delle cure palliative è un'altra cartina di tornasole per svelare i reali effetti di questo provvedimento. I pareri positivi dati dal relatore Bazoli confermano che, a differenza di quanto chiediamo noi, con questo articolo, così come è scritto, ancora una volta, non si schierano lo Stato e le istituzioni accanto alla persona che soffre; noi chiediamo che, prima di chiedere il gesto estremo della morte, la persona sia sottoposta a un ciclo di cure palliative, proprio per cercare di eliminare o alleviare il più possibile la sofferenza, a testimonianza del fatto che le istituzioni e lo Stato si mettono accanto alla persona sofferente e non si limitano a indicare la strada senza uscita, la via breve, un vicolo che porta solo da una parte.

Allora, invito nuovamente le colleghe e i colleghi a prendere in considerazione gli emendamenti di Forza Italia, della Lega, di Fratelli d'Italia e di Coraggio Italia che ci invitano a modificare il testo dove parla di cure palliative per renderne certa l'interpretazione e per fare sì - lo dico per l'ultima volta in questo intervento - di porre finalmente lo Stato e le istituzioni accanto a chi soffre e non, alla fine, contro chi soffre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. La Lega ha detto in maniera molto chiara che l'articolo 3 deve essere soppresso, perché scritto così non va bene per niente.

Perché abbiamo chiesto, come stiamo spiegando a quest'Aula, di sopprimere questo articolo?

Ci sono almeno tre o quattro motivazioni. Una di queste mi permetto di offrirla all'attenzione di quest'Aula: all'articolo 3, comma 1, si legge testualmente che “può fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita la persona che al momento della richiesta - ecco che arriva il punto principale - sia stata previamente coinvolta in un percorso di cure palliative, al fine di alleviare il suo stato di sofferenza e le abbia esplicitamente rifiutate”.

Di fatto, però, qui assistiamo alla derubricazione delle cure palliative, nel senso che è un'esperienza che questo Parlamento ha già vissuto; la legge dello Stato ha già realizzato con i consultori nella legge n. 194 del 1978, l'interruzione volontaria della gravidanza, dove i consultori erano stati concepiti come elementi pro vita. Ma di fatto questo è avvenuto? Nell'articolo 1, articolo assolutamente condivisibile in linea di principio e naturalmente, sempre in linea di principio, lo Stato garantisce il diritto - così diceva la legge n. 194 - alla procreazione. Lo Stato promuove e sviluppa i servizi sociosanitari per evitare che l'aborto sia assunto come limitazione delle nascite. È andata così? I consultori familiari hanno svolto questo ruolo? Ovviamente no, i 6 milioni di non nati dimostrano abbondantemente che certamente ce ne sarebbero stati molto meno se i consultori avessero svolto la funzione per cui erano nati come da legge. Qui di fatto siamo esattamente nella stessa situazione, poiché la legge n. 38 del 2010…Presidente, non riesco proprio….

PRESIDENTE. Lei ha ragione.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Le chiedo scusa, ma non riesco proprio a formulare un ragionamento compiuto.

PRESIDENTE. Se permettete all'onorevole Pagano di fare il suo intervento. Si fermi un attimo.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, è un intervento delicato, quindi vorrei avere il massimo della concentrazione. Lo dico per me, non per l'Aula.

PRESIDENTE. Faccio fatica a sentirla anche io.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Quindi, poiché finora la legge n. 38 del 2010, quella che appunto prevedeva le cure palliative, non ha avuto adeguato finanziamento e siamo lontanissimi dall'averlo, di fatto la fruizione omogenea delle cure su tutto il territorio nazionale è semplicemente un'utopia.

Quindi, è ragionevole prevedere che, in applicazione di questa disposizione, la richiesta di morte assistita di fatto coinciderà con la sottoscrizione di un modulo preconfezionato, nel quale l'interessato dichiarerà di essere in possesso dei requisiti di cui all'articolo 3 e di rifiutare le cure palliative, anche perché di fatto le cure non ci sono. Siamo concretamente nella fase della radicale elusione del volere della Corte costituzionale.

Non solo, se facciamo un passo in avanti e andiamo a vedere l'articolo 9, lettera f) della proposta di legge Bazoli, si prevede che entro sei mesi intervenga - si badi bene - un decreto del Ministro della Salute il quale dovrebbe definire la modalità di monitoraggio e di implementazione della rete delle cure palliative che garantisca la copertura efficace e omogenea di tutto il territorio nazionale.

Proviamo ad immaginare: noi per 10 anni non abbiamo visto niente, non è stato messo neanche un euro, però qui, alla lettera f) dell'articolo 9 c'è scritto che praticamente in sei mesi il Ministro della Salute farà tutto questo! Il solo prospettare che questa sia l'ipotesi è prova concreta di una volontà di prendere in giro, prima ancora che il popolo italiano, questo Parlamento!

E allora, siccome questo gap non si potrà mai colmare, perché risulta talmente iperbolico e maldestramente contrapposto, è evidente che si vuol far passare il principio che le cure palliative, anche se sono indispensabili, anche se la Corte costituzionale ne ha fortemente voluto la presenza, di fatto non ci saranno.

La vera alternativa, quindi, alla prospettiva di morte, onorevole Trizzino, che porta con sé questa cultura dello scarto, è prevedere la priorità degli obiettivi indicati, cioè realizzare cure palliative vere in tutto il territorio nazionale. Lo dico a lei, che fa questo di mestiere: questo è il vero modo per ascoltare il monito della Corte. Ecco perché chiediamo che le risorse siano impegnate per sostenere H24 il malato, per far sì che le patologie vengano risolte, che vengano potenziate le assistenze domiciliari, ponendo in positivo la questione dell'aiuto da prestare al paziente, all'anziano, al disabile, e valorizzando il ruolo in cui si affianca la persona vulnerabile oltre i necessari presidi sanitari. Qualsiasi altra discussione è una presa in giro per gli altri e per se stessi, per tacitare la propria coscienza.

Signor Presidente, qui nessuno può dire “io non lo sapevo”, perché noi lo stiamo dicendo, lo stiamo dicendo qui. Perderemo le nostre votazioni, ci sarà poi un secondo round al Senato, vedremo cosa penseranno i nostri colleghi nell'altro ramo del Parlamento, però qui oggi stiamo proprio sollevando soprattutto problemi di coscienza. Siete sicuri che questa è una legge che porta al bene di qualcuno oppure è la valorizzazione della cultura dello scarto, su cui tanto tutti hanno parlato e su cui certamente siamo anche d'accordo?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo articolo, come hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduto, è particolarmente delicato. Vorrei soffermarmi su due questioni in particolare. Una riguarda l'età: non deve essere sottovalutato il fatto che in questa legge si dice che possono accedere alla morte medicalmente assistita le persone di maggiore età; in questo caso, quindi, noi apriamo la possibilità di giungere ad una morte medicalmente assistita a persone di 18, 19, 20, 21 anni, e ovviamente tutte quelle a seguire. Perché voglio richiamare la vostra attenzione? Perché in questo articolo noi sosteniamo che le persone devono essere consapevoli, libere da condizionamenti e scegliere volontariamente. Voi sapete bene che anche la possibilità di votare in un ramo del Parlamento è preclusa a persone di 18 anni.

La discrasia sta nel fatto che si pensa che una persona a 18 anni possa avere quella maturità compiuta tanto da arrivare a possedere tutti quegli elementi cognitivi, emotivi, esperienziali per poter fare effettivamente una scelta piena di autonomia e di autodeterminazione, ma invece quella persona, e questo sostiene la legge italiana, non è nelle condizioni di poter votare nell'altro ramo del Parlamento. E allora qualcosa non va, perché, permettetemi, certamente il misurarsi con il porre fine alla propria esistenza ha un peso, ha una profondità, ha una gravità che penso sia maggiore anche di esprimere il proprio voto rispetto al Senato. Questo lo dico perché mi sono spesso interrogata su questa sottolineatura, su questa previsione che avete inserito. Credo sia particolarmente grave perché, se tutto il vostro costrutto si poggia sulla libera scelta consapevole, per essere totalmente consapevoli bisogna avere la maturità per esserlo, bisogna avere esperito situazioni, evoluzioni, in grado di far sì che quell'essere umano possa avere tutti gli elementi per giungere anche a una decisione così drammatica. E allora è ovvio che tornino alla mente i pericoli di alcune Nazioni, come l'Olanda e il Belgio, che, attraverso una legge, prima hanno depenalizzato e poi successivamente hanno aperto al suicidio medicalmente assistito sotto i 18 anni. È ovvio che viene alimentata questa preoccupazione, perché questi esempi che noi portiamo nell'Aula non sono frutto di fantasie o elucubrazioni; sono la realtà di Nazioni anche vicine alla nostra che, evidentemente, ci devono richiamare al fatto che nessuno è indenne da questo rischio. Allora noi oggi facciamo i conti con questo rischio, il rischio di prevedere, anzi, se venisse approvata la legge, la certezza di prevedere che un ragazzo o una ragazza di appena 18 anni possa scegliere di mettere fine alla propria esistenza attraverso l'assistenza del Sistema sanitario nazionale. Non credo in alcun modo che a quella età si possano avere tutti gli elementi, si possa avere la maturità di poter accedere a questa scelta. È per questo che, in particolare, l'articolo 3 lo trovo particolarmente gravoso nel dover essere approvato, poi in siffatta maniera.

Ovviamente, l'altro aspetto riguarda le cure palliative, ma sono finiti i tempi; certamente i colleghi che mi hanno preceduto hanno affrontato tale aspetto e continueremo in sede di esame degli emendamenti successivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Nel brevissimo tempo a mia disposizione, vorrei concentrarmi su un aspetto di questo articolo che ritengo segni la cifra dell'atteggiamento ipocrita con cui si arriva a questo testo. Avendo contezza di come la Corte costituzionale abbia considerato le cure palliative un prerequisito di carattere cogente, cosa si è fatto in questo testo? In quest'articolo si sono inserite le cure palliative come presupposto, come se esistesse, in realtà, negli ospedali italiani, una situazione di piena efficienza, di piena disponibilità, di piena consapevolezza, da parte del Servizio sanitario nazionale e di chi materialmente, poi, ciò lo realizza, della disponibilità delle cure palliative. È esattamente in contrasto con quello che, in questa legislatura, componenti della Commissione affari sociali hanno scritto in una relazione redatta nel 2018 proprio sulle cure palliative e oggi vengono qui a smentire loro stessi, come gli atti parlamentari raccontano, in seno a quel lavoro di audizioni per quanto riguarda quella relazione. Ecco perché noi voteremo favorevolmente agli emendamenti soppressivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Affrontare il tema delle cure palliative a cuor leggero credo non convenga a nessuno. Io ho presieduto per 5 anni la Società italiana di cure palliative, probabilmente questo non è risaputo, quindi conosco nel dettaglio le dinamiche di evoluzione delle reti di cure palliative; ho diretto per 5 anni un hospice, conosco il tipo di malati che stiamo affrontando e di cui stiamo parlando. E mi rivolgo all'onorevole Pagano e all'onorevole Varchi, ai quali certamente è sfuggito il report di Agenas, di appena un mese fa, che riporta in modo dettagliato lo stato di attuazione delle reti di cure palliative; ricordo loro che è un vincolo che Agenas ha dovuto adempiere, a seguito di una legge che voi, noi abbiamo votato alcuni mesi fa, vincolando Agenas a fare questo report. Bene, è stato fatto il 31 dicembre del 2021; il report è uscito, forse vi è sfuggito di guardarlo. La situazione delle cure palliative in Italia non è così drammatica, ci sono soltanto 4 regioni inadempienti, non sto qui a specificare quali, perché, purtroppo, una mi tocca personalmente e direttamente. Le reti sono esistenti, sono attuate, si tratta soltanto di perfezionarle. Aggiungo che, da 7 anni, il Ministero finanzia progetti e obiettivi per centinaia di milioni sulle reti di cure palliative. Vi siete mai chiesti voi, che oggi parlate di cure palliative, dove sono questi fondi che sono tutti quanti stati distribuiti a livello regionale?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Ciascuno di voi è andato mai negli assessorati a chiedere conto di questi fondi, dove sono andati a finire? Perché le regioni non hanno realizzato le reti, gli hospice? Il Ministero non ha nulla di cui si deve giustificare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penna. Ne ha facoltà.

LEONARDO SALVATORE PENNA (M5S). Grazie, Presidente. Solo per puntualizzare alcune cose. Le colleghe di Fratelli d'Italia hanno elencato una serie di fatti, come, per esempio, la difficoltà di un diciottenne, di un diciannovenne, di un ventenne o di un ventunenne di scegliere in piena consapevolezza cosa fare della propria esistenza. Intanto, ricordo che al Senato possono adesso votare anche i diciottenni, ma non è questo il punto. In questo caso volevo dare un messaggio all'onorevole Deidda che chiede il rispetto per le loro tesi…

PRESIDENTE. Si rivolga a me, onorevole Penna.

LEONARDO SALVATORE PENNA (M5S). …Sì, mi scusi Presidente…Il rispetto deve essere vicendevole, perché, se si pretende il rispetto, si deve anche dare.

Qui sono giorni che sentiamo etichettare i sostenitori della legge come portatori di morte o di non rispetto alla vita, mentre le loro tesi devono essere rispettate e questo, Presidente, è intollerabile.

Volevo aggiungere, con riferimento ai numeri apocalittici sostenuti dall'onorevole Pagano, che addirittura attribuisce il crollo delle nascite alla legge sull'aborto, che si tratta di un meccanismo di pensiero davvero molto capzioso che, in realtà, denuncia il suo intimo pensiero un po' oscurantista - mi perdoni l'espressione -, perché, con questo ragionamento, tra qualche anno, dopo che la legge sarà approvata, dirà che l'incremento delle morti, evidentemente, è frutto di questa legge e qui siamo davvero un po' a scelte davvero apocalittiche e pazzesche.

Concludo, Presidente, dicendo che, in tutta questa rincorsa a difendere la vita, mi sembra che i sostenitori di queste tesi abbiano smarrito un elemento essenziale, ossia la misericordia. La misericordia è entrare in comunione con la sofferenza altrui e mostrare compassione per chi soffre, ma tutto questo in nome di una specie di sacrificio che dobbiamo dare, di sacrificio del dolore. È come se dovessimo portare più dolore possibile a questo Moloc di una difesa, pretesa, della vita e, in questo portare tanto dolore smarriamo, invece, il dolore vero che attraversa le vite delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per evidenziare che il mio voto sarà favorevole alla soppressione e, quindi, a questo emendamento. Ricordo ai miei colleghi una parte del testo dell'articolo 3 che chiedo di sopprimere: “(…) la persona che, al momento della richiesta (…) sia capace di prendere decisioni libere” - cosa sono le decisioni libere, colleghi ermeneuti? -, “attuali” - cosa sono le cose attuali, colleghi legali? -, “e consapevoli” - cosa vuol dire consapevolezza? -, “adeguatamente informata”, e qual è l'adeguatezza dell'informazione? E sto toccando solamente tre punti che hanno caratterizzato la maggior parte della giurisprudenza, terribile, che ha avuto come oggetto la responsabilità dei medici. E noi stiamo proseguendo, facendo finta di niente, portando avanti questa bomba ermeneutica? Spero che i miei colleghi possano veramente mettere la mano sul Codice, perché è l'unica cosa che ci può aiutare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. In realtà, il collega Trizzino conferma sostanzialmente quello che stiamo dicendo. Dice anche lui che molto ci sarebbe da fare ancora, in Italia, sulle cure palliative e che devono essere attuate, che in diverse regioni funzionano bene e in altre meno, però le cure palliative sono fondamentali. Ed è quello che stiamo dicendo noi. Noi diciamo, invece di trattare questa norma, di concentrarci tutti perché le cure palliative, questa legge possano essere attuate appieno; non sono un medico, però abbiamo approfondito, abbiamo letto molte dichiarazioni per cui che è dimostrato che le cure palliative, dove funzionano, fanno passare in secondo piano l'eventuale richiesta di interventi eutanasici. Quindi, su questo dovremmo tutti concentrarci e dare attuazione a questa legge, a queste cure che sono fondamentali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente, ho lo spunto per citare un testo normativo di cui dobbiamo andare orgogliosi, che il collega Turri ha introdotto nella sostanza, quello della legge n. 38 del 2010 che, per la prima volta, credo, in Europa, ha disciplinato un contesto quadro della normativa per garantire chiarezza sui principi e le disposizioni in materia di cure palliative. Per la prima volta in Europa questo testo normativo trova il consenso tra tutti i professionisti, gli operatori, associazioni del no profit, volontari.

E' stato costruito per permettere al dolore di diventare non un problema, ma una dimensione di vita da affrontare in senso propositivo e professionale. Quindi, ben vengano tutti i riferimenti opportuni in questo testo alla legge n. 38 del 2010, come per il successivo emendamento a prima firma dell'onorevole Turri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. A titolo personale, mi riaggancio a quanto detto prima dal collega Pettarin sull'aleatorietà dei termini. Anche la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, nel caso Haas contro Svizzera, afferma che le autorità nazionali devono impedire ad una persona di togliersi la vita qualora la decisione non sia stata presa liberamente.

Allora qui, nel testo che ci apprestiamo a votare oggi, non vi è alcun modo di capire - ne è disciplinato - come la libertà della persona di prendere la decisione possa essere certificata (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.36 Alessandro Pagano e 3.124 Zanettin, con il parere contrario delle Commissioni mentre il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.19 Lupi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, sottoscrivo l'emendamento e completo il ragionamento svolto dalla collega Bellucci. Mi rivolgo alle colleghe e ai colleghi che sono psicologi o psichiatri, perché questo emendamento pone il limite dei 25 anni per poter chiedere e ottenere il suicidio assistito. È un limite, quello dei 25 anni, che ha un fondamento scientifico - per questo mi rivolgo ai colleghi esperti della materia - perché, come loro sanno e come è opportuno che tutti ne siamo consapevoli, gli studi delle neuroscienze in questi ultimi anni ci hanno confermato che la corteccia prefrontale completa il proprio meccanismo di crescita proprio al venticinquesimo anno di età, mentre prima non si sapeva che era così.

La corteccia prefrontale - leggo testualmente per essere preciso - ha un ruolo fondamentale nella vita di noi esseri umani: è ciò che ci distingue dagli animali ed è il luogo dei processi cognitivi e della regolazione del comportamento. Quindi, processi cognitivi e regolazione del comportamento!

Per questo porre il limite a 25 anni non è un modo per mettere i bastoni tra le ruote nella nostra discussione, ma è semplicemente un prendere atto delle ricerche delle neuroscienze e adeguare il testo rispetto al fatto - così come vogliono i promotori - che la scelta sia davvero il più possibile consapevole. Per questo vi invito consapevolmente a prendere atto di questi dati e a votare a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Vorrei confermare il nostro sostegno al voto su questo emendamento. Riteniamo che la possibilità di circoscrivere all'età di 25 anni la facoltà di esprimere il consenso e la richiesta di morte volontaria, come poc'anzi affermato anche dal collega che mi ha preceduto, sia certamente una cautela che non va nel senso di creare condizioni restrittive all'accesso alla morte medicalmente assistita ma possa, invece, tranquillizzare sulle possibili conseguenze derivanti da una non completa e matura presa di conoscenza di quanto invece la persona va ad affrontare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Mi stavo soffermando sulla questione dell'eleggibilità. Noi sappiamo che per essere eletti alla Camera bisogna avere 25 anni e al Senato, invece, 40 anni.

La ratio sicuramente è legata alla maturità, alla capacità di poter rappresentare interessi diffusi e importanti quali quelli del popolo italiano, essendo nella piena condizione da un punto di vista cognitivo, emotivo ed esperienziale.

Quindi, di nuovo, seppure la legge - la prima legge dello scorso anno, la n. 1 del 2021 - abbia effettivamente apportato modifiche rispetto all'elettorato, con la possibilità, per quanto riguarda l'elettorato attivo, di arrivare a 18 anni in entrambi i rami del Parlamento, permane la questione che, per essere eletti in questo ramo del Parlamento e in quello del Senato, bisogna avere, nel primo caso, 25 anni e, nel secondo, 40 anni. Se la ratio è giusta, è indubbiamente necessario che la suddetta sia estesa anche ad altre leggi che poggiano sempre sulla piena consapevolezza e maturità della persona per l'accesso a determinate decisioni così alte e così importanti come quella di mettere fine alla propria esistenza.

È per questo che, prima di tutto, sottoscrivo l'emendamento del collega Lupi e, successivamente, invito tutti a rifletterci, perché si compiono decisioni che sono divergenti rispetto alla stessa tematica ossia la consapevolezza piena, la piena disposizione di tutti quei prerequisiti che sono fondamentali per arrivare ad una scelta libera e autodeterminata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io non finisco di apprendere e vi ringrazio veramente per queste lezioni che per me sono molto importanti e vi assicuro che approfondirò ancora questi vostri suggerimenti sull'età. Dire che un ragazzo a 18 anni non è maturo è una grande dichiarazione, è una cosa importante. Sempre rimanendo all'interno delle cure palliative che a voi sono così care, ricordo che anche i bambini a 5 anni sono coinvolti nel processo decisionale che riguarda le cure palliative e la terapia del dolore. Ci chiediamo come mai non siano in grado di misurare le loro performance e il loro stato di sofferenza? Esistono scale di valutazione e di misurazione della sofferenza che sono valide a tutte le età, anche appena nati, ve lo ricordo! Allora, perché si deve dire che un giovane a 18 anni non è nelle condizioni di maturità per prendere decisioni che riguardano - vi ricordo - sempre il proprio corpo? Non è quello degli altri! Noi stiamo lavorando su decisioni che riguardano noi stessi! Ecco, credo che questo sia veramente incredibile da sentire, rapportandolo a parametri che riguardano la possibilità di eleggere un deputato o un senatore. Ma cosa c'entra qui questo parametro di valutazione e di comparazione?

Qui parliamo soltanto di certezze che queste persone hanno riguardo alle proprie sofferenze. Io vi assicuro che, a 18 anni, si soffre allo stesso modo che a 80 e si è nelle condizioni di decidere…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Ho finito, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. L'onorevole Trizzino parla di scale di valutazione: noi avevamo presentato un emendamento in Commissione e anche qui in Aula per inserire le scale di valutazione, ma l'emendamento è stato respinto, pertanto ad oggi le sofferenze sono valutate esclusivamente dal paziente, perché l'articolo 3 parla di sofferenze fisiche e psicologiche che la persona stessa trova assolutamente intollerabili, quindi le sofferenze saranno valutate dal malato e non dal medico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io avevo rinunciato all'intervento, ma francamente sono terrorizzata dall'intervento dell'onorevole Trizzino, che pensa di ancorare il presupposto di una valutazione del genere non a una scelta consapevole, ma a un dato, quello della sofferenza, che non solo è ancora più soggettivo, ma è estremamente variabile, ovviamente in ragione dell'età, e rende un determinato fatto più o meno sopportabile con il passare degli anni. È evidente che nessuno di noi ha la stessa capacità di resistenza che aveva a 5 anni, ma che la stessa si è rafforzata nel corso del tempo. Credo che forse dovremmo fermarci un attimo e riflettere su qual è la strada che noi intendiamo intraprendere, perché l'avere inserito in maniera quasi incidentale questioni che attengono a bambini in tenera età, con un argomento del genere, francamente mi lascia molto perplessa sull'effettivo punto di caduta, che questa legge dovrebbe rappresentare (Applausi dei deputati del Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.19 Lupi, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.115 Turri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Questo emendamento a prima firma del collega Turri è veramente molto importante perché cerca di scandagliare il percorso delle cure palliative. Ritengo che la vita sia un bene indisponibile e che il suicidio medicalmente assistito, che è disciplinato da questa proposta di legge, non possa assolutamente essere condiviso. Faccio questa riflessione e chiedo a quest'Aula chi siamo noi per accostare, in una similitudine, chi rinuncia alle cure e chi chiede l'aiuto al suicidio. Il primo, chi rinuncia alle cure, non vuole porre intenzionalmente fine alla vita, ma vuole che la malattia faccia il suo corso; nella richiesta di aiuto al suicidio, invece il soggetto desidera unicamente essere lasciato andare, con uno strumento di efficacia letale tempestiva. Da qui il senso di questo emendamento: si chiede che un soggetto, prima di arrivare all'atto del fine vita, con il suicidio medicalmente assistito, venga sottoposto al percorso di cure palliative al fine di alleviare lo stato di sofferenza.

Si chiede in maniera specifica che in questo provvedimento il percorso di cure venga descritto in maniera dettagliata, sia quelle praticate, che quelle in corso, che gli esiti delle stesse. Questo perché ritengo che chi viene adeguatamente accompagnato fino alla fine dei suoi giorni non chiede di essere ucciso, anche perché, in caso di malati terminali, si parla di una condizione clinica che richiede soluzioni in ambito medico e, in relazione alla quale, le cure palliative, la terapia del dolore, l'hospice e i supporti assistenziali a domicilio sono risposte efficaci. Credo che, prima di poter decidere se nel nostro ordinamento possa essere prevista una materia complessa e delicata come quella di cui stiamo discutendo, ossia la cosiddetta eutanasia attiva - perché è a questo che poi si arriverà - si debba quantomeno passare per un percorso di cure palliative dettagliatamente scandito. Con questo emendamento si vuole far sì che, attraverso le cure palliative, ogni persona che si appresta a vivere l'ultimo tratto di strada della propria vita possa farlo nel modo più umano possibile e soprattutto nel rispetto degli articoli 2, 13 e 37 della Costituzione, che debbono essere sempre il nostro faro, che degli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'uomo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Solo per dire che, se si vuole restare nel perimetro dei principi stabiliti dalla Corte costituzionale, questo emendamento ce ne dà la possibilità. In particolare, si presta attenzione al passaggio della sentenza relativo alle cure palliative, laddove la Corte ha affermato che il coinvolgimento in un percorso di cure palliative deve costituire un prerequisito della scelta di qualsiasi percorso alternativo da parte del paziente. Questo è fondamentale e noi lo abbiamo più volte sollecitato anche in Commissione. Inoltre, questo emendamento vuole sottolineare anche l'importanza che nella relazione di invio si specifichino proprio i vari passaggi e gli esiti del percorso delle cure palliative. Le cure palliative, piano piano, stanno prendendo piede nel nostro Paese; ci sono stati miglioramenti, ma ci sono ancora tante carenze e quest'anno prende avvio anche una scuola di specializzazione. È fondamentale, me lo auguro, che queste siano sempre più all'altezza del loro compito. Bisogna essere sempre più specifici, soprattutto in un contesto del genere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Leggo il testo dell'emendamento, che suggerisce di aggiungere questa frase: “essere stata sottoposta ad un percorso di cure palliative al fine di alleviare il suo stato di sofferenza”. Come ha ricordato poco fa l'onorevole Bologna, questo è uno dei requisiti che la Corte nella sua sentenza aveva indicato come punto basilare e, siccome i relatori ci hanno detto - come ricordavo anche ieri - che la Corte è il loro faro, il loro punto di partenza e il loro punto di arrivo, perché rifiutarsi di prevedere con chiarezza questa condizione nel testo? Il perché purtroppo temo sia evidente: perché una parte della maggioranza, che si è coagulata attorno a questo provvedimento, non reggerebbe l'opzione netta, chiara e distinta a favore delle cure palliative. Questo è il punto politico rispetto al quale le colleghe ed i colleghi del Partito Democratico e di Italia Viva debbono fare una seria e approfondita riflessione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. Questo è un articolo importante e decisivo. Nell'annunciare il nostro voto contrario all'emendamento del collega Turri, credo sia anche importante attirare l'attenzione di tutti sul fatto di chiedere che il Servizio sanitario nazionale rispetti l'obbligo di garantire a tutti i cittadini l'accesso ai servizi di cure palliative. Abbiamo ascoltato il collega Trizzino, che ha presieduto per anni la Società italiana di cure palliative, darci un aggiornamento su quanto di importante è stato fatto nel nostro Paese. Quell'obbligo è in capo alle istituzioni. Questo non significa condizionare il cittadino, che deve esprimere - e può esprimere - una scelta sul proprio fine vita, all'obbligo di accedere a quelle cure. Mi spiego: noi non possiamo, colleghi, pensare che vi sia un trattamento sanitario obbligatorio alla base dell'accesso al suicidio medicalmente assistito. Questo denoterebbe non solo un atteggiamento paternalistico del legislatore nei confronti del cittadino, ma anche un atteggiamento incostituzionale. Davvero io invito tutti a rileggerla quella sentenza della Corte, che, va sempre ricordato e ribadito, è una sentenza su un caso specifico e fotografa la condizione specifica di un cittadino, di un malato, in una determinata condizione clinica. Prima di “fotocopiarla” e renderla testo di legge, dovremmo sempre fare attenzione a che quelle previsioni rispettino le caratteristiche che una legge deve avere in termini di generalità e astrattezza della norma. Però, davvero, vi invito a riflettere su questo: le cure palliative vanno implementate, esistono nel nostro Paese, migliaia di malati accedono a queste cure, vanno migliorate, ma non si può vincolare l'accesso al suicidio medicalmente assistito alle cure palliative, altrimenti noi determineremmo un trattamento sanitario obbligatorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Per rispondere al collega Magi; sì, è vero, la sentenza ha analizzato un caso specifico, però, per quanto riguarda l'aspetto delle cure palliative, si riferiva sicuramente a fattispecie in via generale, non era riferita a quel caso specifico. Quindi, è indubbio che la Corte costituzionale abbia previsto che le cure palliative sono un “prerequisito per…”. Noi vi stiamo dicendo che sono fondamentali. Vi diciamo che, prima di arrivare a questa proposta di legge, occorreva concentrarsi sull'attuare maggiormente le cure palliative. E siamo anche convinti che questo emendamento, che rende obbligatorio il percorso delle cure palliative e che poi prevede anche che vengano analizzati i risultati delle cure palliative nel rilasciare l'eventuale autorizzazione ad accedere a questo tipo di intervento, se approvato, sia un prerequisito, e chi vuole accedere a questo strumento deve necessariamente avere fatto questo percorso. Quindi, non siamo così sicuri, come il collega, che ci possa essere una questione di costituzionalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Cosa sono le cure palliative? Sono una forma di assistenza che interviene, a domicilio o in struttura residenziale, su quattro livelli di azione: clinica, sociale, psicologica e spirituale. Ora, io vi chiedo di credermi: ammesso che tutti questi quattro livelli possano essere affrontati e gestiti, vi assicuro che le cure palliative non riescono, per la loro natura, a risolvere tutti i problemi. Magari fosse così, magari noi riuscissimo a gestire tutti i dolori, tutte le sofferenze, tutti i problemi spirituali, di cui qui non si è parlato. E allora esiste un limite, che bisogna comunque lasciare, della libertà della persona, che, non vede attuata… ma non perché manca la rete, ma perché la rete arriva a un certo livello e oltre quello non si può andare. L'ultimo esempio è il dolore: il dolore non sempre può essere gestito e affrontato negli ultimi stadi della sua complessità. Bisogna fare interventi coraggiosi, come la sedazione terminale, voi lo sapete. So di toccare, ora, qui, un altro argomento che può destare nuovamente polemiche, ma la sedazione terminale è un'altra scelta, è una scelta consapevole della persona, che decide in quel senso. Ci sono altre persone che, invece, non vogliono affrontare la sedazione terminale, non vogliono consegnare il proprio corpo a chi lo gestirà dopo, al loro posto, vogliono dire basta in quel momento. Noi stiamo lavorando per loro, colleghi. Noi non stiamo facendo niente di particolarmente cruento, noi stiamo lasciando la libertà, a queste piccolissime categorie di persone, di fare la loro scelta. Siate tranquilli, non succederà nulla di così grave, non si estenderanno i numeri, sono numeri molto limitati, a cui noi ci riferiamo e che la Corte costituzionale ha individuato con grande attenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Il tema delle cure palliative è sicuramente rilevantissimo, anzi direi decisivo. Lo ha detto la Corte costituzionale nella sua sentenza, quando ha ricordato che le cure palliative sono un “prerequisito” per l'accesso al suicidio assistito. E lo ha detto per una ragione molto semplice, che anche noi condividiamo: per una scelta libera, una scelta veramente libera, di chiedere l'aiuto al suicidio, è necessario essere liberati, per quanto possibile, dalla condizione di sofferenza. Perché, se c'è una condizione di sofferenza che in qualche modo rischia di obbligare ad andare nella direzione della richiesta del suicidio assistito, bisogna far di tutto per eliminarla per quanto possibile, perché questo rende più liberi. Questo è molto importante per l'accertamento della volontà di una persona che chiede l'aiuto al suicidio. Rende più liberi. E questa è la condizione fondamentale che noi dobbiamo garantire, cioè la libertà, l'attualità, la consapevolezza, la libertà della scelta. Quindi, le cure palliative, ossia tutte le cure che riescono a limitare la sofferenza di una persona, sono fondamentali, sono un “prerequisito”, come dice la Corte, e noi abbiamo utilizzato nella legge esattamente gli stessi termini che utilizza la Corte. Noi abbiamo detto che deve esserci un previo coinvolgimento - esattamente come dice la sentenza della Corte costituzionale - in un percorso di cure palliative: gli stessi termini che usa la Corte, perché condividiamo il punto e quindi abbiamo usato esattamente gli stessi termini.

Però, vorrei anche dire che forse questo è un tema che deve essere un po' stemperato nella sua rilevanza alla luce di una norma - che io voglio ricordare all'Aula - che c'è, che è in vigore, che non è toccata da questa legge, e che è contenuta nell'articolo 2 della legge n. 219 del 2017, cioè della legge sulle DAT. Io voglio leggere questa norma, perché penso che aiuti anche in qualche modo a capire di cosa stiamo parlando. Questa norma dice che il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze - deve adoperarsi per alleviarne sofferenze - e, aggiunge la norma, a tal fine è sempre garantita un'appropriata terapia del dolore, con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l'erogazione delle cure palliative, di cui alla legge 15 marzo 2010, n. 38. Quindi, è sempre garantita la terapia del dolore, sono sempre garantite le cure palliative, lo dice la legge: è una legge che c'è, che è in vigore e che non viene minimamente toccata da questa norma che stiamo facendo. Stiamo parlando di una cosa che, paradossalmente, noi potevamo anche evitare di scrivere, ossia questa parte sulle cure palliative, perché c'è già una norma, c'è già una legge che dice che le cure palliative devono sempre essere garantite - sempre, sempre - alle persone che soffrono. Noi abbiamo deciso comunque di scriverlo, abbiamo deciso di scrivere che devono essere coinvolte in un percorso di cure palliative, perché ci pareva un punto importante, come è stato giustamente ricordato, ma c'è già una norma che lo dice. Potevamo fare a meno di scriverlo. Abbiamo anche aggiunto che si possono rifiutare le cure palliative, ma è, anche questo, un di più, perché tutti i trattamenti possono essere rifiutati, non c'è nulla di nuovo in quello che abbiamo scritto.

Se noi togliamo questa parte sulle cure palliative, rimangono in piedi le norme che garantiscono a tutti i pazienti che soffrono l'erogazione delle cure palliative. Quindi, penso che, alla luce di ciò, questo dibattito sulle cure palliative debba essere un pochino stemperato, perché nel nostro ordinamento c'è già una norma che garantisce adeguatamente i pazienti che soffrono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie Presidente. Con riguardo al richiamo…

PRESIDENTE. Cambiamo microfono, onorevole, questo non va proprio. Se lo cambia, così la sentiamo.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie.

PRESIDENTE. Questo va bene!

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Con riguardo al richiamo continuo alla sentenza della Corte Costituzionale del 2019, bisogna ricordare che le sentenze interpretative di accoglimento, come in questo caso, hanno natura di sentenze di principio e di monito e non sono indifferenti con riguardo alla applicazione del diritto in via generale conseguente alla pronuncia della sentenza. Va ricordato, perché altrimenti qui si dice che non interessa, che non importa, che non è un dato rilevante. No! Quella sentenza interpretativa di accoglimento è una sentenza monito, è una sentenza di principio. In quanto additiva, ha costruito una norma e un procedimento, riferendo al legislatore la definizione delle pre-condizioni per la libera e consapevole determinazione con riguardo al suicidio assistito. Tra le pre-condizioni, senza le quali non si può procedere al suicidio assistito, c'è il rispetto delle modalità previste per il consenso informato sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua, che deve essere in corso e che deve essere somministrata. Su questo non c'è dubbio! Non si può dire quando conviene, perché qui non c'è un problema di convenienza. Quindi, la sentenza non solo è di monito, ma anche di principio e ha stabilito chiaramente i contorni…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). …del nostro spazio, ovviamente discrezionale, di produzione normativa. Ma non possiamo dire che questo tema delle cure palliative sia estraneo a questo procedimento e a questa produzione normativa che a noi compete (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, andrò in maniera telegrafica, perché, in verità, nel mio intervento lo avevo già anticipato, come se immaginassi quali potessero essere le giustificazioni che potevano venire dal fronte avverso. Mi sorprende, invece, che l'abbia fatto il relatore, che, in linea di principio, dovrebbe fare ragionamenti di ben altro profilo.

L'avere richiamato l'articolo 2 delle DAT, che obbliga alle cure palliative, di fatto, conferma che c'è la volontà del relatore, come anche di una certa corrente di pensiero, di mettersi la coscienza a posto: lo Stato già obbliga a curarsi, perché le DAT già l'avevano previsto e, quindi, di conseguenza, siamo tutti tranquilli e sereni, si può procedere. Non è così. Infatti, abbiamo spiegato in lungo e in largo che la legge n. 38 del 2010 non funziona!

L'onorevole Trizzino, poco fa, lasciandosi andare a tutta una serie di dati, ha detto che addirittura in quattro regioni il servizio è carente. Per cominciare, in due di queste quattro regioni siamo già a 11 milioni di abitanti, quindi non stiamo parlando di bazzecole, ammesso e non concesso che l'elemento statistico sollevato dall'onorevole Trizzino fosse vero. Quindi, ritengo che sia veramente una foglia di fico. Ma non solo io, lo riteniamo tutti: nascondersi dietro il fatto che c'è già una legge precedente che obbliga, perché, di fatto, quella legge non funziona. Il principio della Corte costituzionale è che, invece, bisogna procedere in maniera inequivocabile a un'efficienza completa e compiuta di questo servizio e, poi, eventualmente, a tutto il resto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie. Signor Presidente, a titolo personale, perché anch'io, come tanti altri colleghi, voglio rilevare il fatto che le cure palliative, che la nostra legislazione prevede in maniera molto chiara, purtroppo - dico purtroppo e lo hanno detto anche alcuni colleghi -, se non in tutte le regioni, almeno in molte regioni sono solo sulla carta e non sono assolutamente nella realtà delle cose.

Questo dobbiamo dirlo con grande chiarezza: chi ha avuto la disgrazia di frequentare determinate situazioni lo sa benissimo e, quindi, è molto giusto che il Parlamento ne prenda atto e non si nasconda dietro queste cure palliative obbligatorie, per mancare a un qualcosa che anche la Corte costituzionale ha indicato con estrema chiarezza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.115 Turri, parere contrario delle Commissioni, il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo ora agli identici emendamenti 3.100 Cecconi e 3.101 Trizzino.

Onorevole Trizzino, lei ritira l'emendamento? Allora, l'onorevole Trizzino ritira il suo emendamento 3.101: rimane vivo il 3.100 Cecconi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Cecconi, con il parere contrario delle Commissioni, il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione degli emendamenti identici 3.125 Zanettin e 3.127 Parisse.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Mi ha colpito il convinto applauso di alcuni settori del Partito Democratico, che, improvvisamente, hanno avuto un sussulto di vitalità dopo aver sentito l'intervento dell'onorevole Bazoli. Io vorrei dire, alle colleghe e ai colleghi del Partito Democratico che hanno applaudito questo intervento con tanta forza, che l'intervento del collega Bazoli è un intervento, a dir poco - e lo dico perché ho rispetto -, impreciso. Infatti, punto primo, come ha detto il collega Alessandro Pagano, confonde due leggi. La legge sul biotestamento riguarda uno specifico tipo di situazioni di sofferenza delle persone. Questa legge, come avete votato all'articolo 1, cambia completamente il terreno di gioco. Non mescoliamo le mele con le pere! La questione in gioco è che, avendo inserito nella norma all'articolo 1: “la condizione clinica irreversibile” - lo ripeto: avendo inserito in questa norma all'articolo 1: “la condizione clinica irreversibile” – avete aperto le porte al suicidio assistito per coloro che non sono in pericolo di vita e che hanno una prospettiva di vita che può durare anni, anni e anni. Di conseguenza, quello che è contenuto in quell'altra legge non riguarda queste persone, tant'è che la Corte costituzionale si è inserita proprio in questo punto! Allora, rendetevene conto! Rendetevene conto! Io capisco che sia scomodo, ma è opportuno rendersi conto della realtà per votare con consapevolezza.

Perché altrimenti voi seguite felicemente così, nella vostra distrazione, la scia e il declivio che ci porta a ritenere che la morte sia un trattamento sanitario e che insistere sulle cure palliative per evitare che una persona chieda di morire diventi un trattamento sanitario obbligatorio, mentre, invece, è appunto il tentativo da parte dello Stato e delle istituzioni di dire: io sto con te che stai soffrendo. Questo è il punto e torno sull'emendamento; perché noi chiediamo che sia obbligatorio partecipare a un percorso di cure palliative? Perché chiediamo di sciogliere l'ambiguità del termine “coinvolta”, del verbo “coinvolgere” che non vuol dire nulla? Quando è comodo ci si ripara dietro le parole della sentenza della Corte, quando è scomodo si dice “no” ai nostri emendamenti che le richiamano.

Allora, io richiamo i relatori a un esercizio di onestà intellettuale nei confronti delle colleghe e dei colleghi che non hanno potuto seguire il provvedimento, che non stanno neanche leggendo il testo che stanno votando, che non stanno neanche guardando gli emendamenti, perché altrimenti voterebbero ben diversamente, perché si renderebbero conto delle conseguenze di quello che stanno approvando, che sono conseguenze che, come vi abbiamo già detto e vi ripeteremo allo sfinimento, la storia ci dimostra come vadano inesorabilmente nella direzione dell'eutanasia. Allora, rendetevene conto, prima di applaudire, leggete il testo, aprite le vostre menti e le vostre coscienze e valutate quello che state votando, perché altrimenti facciamo un pessimo servizio, prima di tutto a noi stessi, nella foga, nella voglia di continuare a sprofondare nella trappola emotiva che ci hanno teso, nella voglia e nella foga di dare una risposta a una richiesta che viene dal Paese. Io credo che il Paese ci chieda ben altre cose in questo momento. Pensateci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo l'obbligatorietà di essere inseriti e di fare un percorso di cure palliative. Questo perché il testo unico, per come è formulato, ora menziona le cure palliative non nei termini cogenti di prerequisito come sancito dalla Consulta. Infatti, quanto previsto dall'articolo 3 non è sufficiente a garantire la tutela del malato fragile, perché essere previamente coinvolto in un percorso di cure palliative, così per come è stato scritto, non significa che il paziente abbia iniziato un percorso, quindi, così, non si garantisce che il malato, che la persona fragile sia aiutata. Con questa legge si conduce direttamente il malato alla morte, senza che sia previsto un sicuro percorso di cure e di supporto anche psicologico con una durata minima. In questo modo si abbandonano le persone a loro stesse, senza neppure provare a salvarle, lasciandole precipitare nella sofferenza.

Non ci dobbiamo dimenticare che chi soffre si sente solo e combatte la dura battaglia della malattia. Per questo motivo l'accompagnamento, anche psicologico, della persona è essenziale. Secondo uno studio americano, tutti i pazienti che intraprendono un percorso psichiatrico desistono dal loro intento suicida o, almeno, la quasi totalità di essi e questo perché? Perché hanno smesso di sentirsi soli e hanno potuto conoscere un'alternativa davanti a un gesto drammatico dal quale, invece, non si può più tornare indietro. Come possiamo introdurre nel nostro ordinamento una legge che preveda il diritto di morire, senza però stanziare un centesimo o prevedere una norma che aiuti invece il malato che avanzi questa richiesta? Avremmo potuto stanziare anche in questa legge tante somme oppure inserire degli articoli che tutelassero il malato in questo senso e invece si è preferito non farlo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto chiedo ai colleghi Zanettin e Parisse di poter sottoscrivere l'emendamento che, come è stato già detto, rende obbligatorie appunto le cure palliative. Volevo, però, riportarmi a quanto è stato detto dal relatore. Il relatore ci ha detto benissimo che le cure palliative, quindi, alleviare il dolore al paziente è l'unico modo per avere poi una scelta libera e senza condizionamenti. Poi, ha parlato dell'articolo 2 e della legge n. 219 del 2017 dove è previsto l'obbligo per tutti delle cure palliative, sapendo benissimo però che è scritto, ma di fatto non è così. Quindi, vuol dire che, volendo portare avanti questa legge, si accetta che vi siano delle persone - secondo quel che dice il collega Trizzino, sono pochissime le persone, però, vale ci fosse anche una sola persona -, evidentemente, che aderiscono a questo strumento senza aver fatto una scelta libera e consapevole, perché non hanno potuto o, come vogliono loro, perché possono anche scegliere di non fare le cure palliative. Quindi, evidentemente, si accetta che qualcuno possa prendere questa decisione, che riguarda il procurarsi la morte, senza averlo fatto in maniera libera da condizionamenti o comunque senza che sia una scelta libera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA, Relatore per la XII Commissione. Grazie, Presidente. Volevo intanto ringraziare tutti i colleghi che stanno intervenendo in quest'Aula, a testimonianza, dal mio punto di vista, di un tormento che deve pervadere le nostre coscienze in ogni passaggio di questa norma, in quanto stiamo lavorando su un tema molto sensibile da un punto di vista etico; lo ripeto, etico, perché dentro la parola “etica” c'è innanzitutto la relazione, l'ascolto dell'altro, c'è anche la possibilità di percepire la dimensione dell'altro. Lo scambio e l'interazione hanno fatto parte del lavoro costante che è stato intessuto dai relatori nelle Commissioni congiunte giustizia e affari Sociali. La parola “etica” si differenzia dalla parola “morale” che, invece, è un termine che presuppone che qualcuno si ponga su uno scranno o su un piedistallo e voglia, in qualche modo, impartire una morale. Io penso che nel nostro caso dovremmo non parlare di noi o voi rispetto a singole votazioni o a singoli argomenti, perché se è vero, come molti colleghi hanno sollecitato, che stiamo parlando di un tema che interroga tutti i momenti le nostre coscienze, è chiaro che noi dovremmo porci tanti interrogativi: cosa è vivere, cosa è sopravvivere, cosa è la morte e cosa è morire e, soprattutto, cos'è la dignità della morte!

Allora, come relatori - e chiudo il mio intervento - ci siamo posti un orizzonte, che è quello di approvare possibilmente una norma che sia il più equilibrata possibile e - lo ribadisco - che tenga dentro due aspetti fondamentali: da un lato, la tutela e le garanzie per chi consapevolmente sceglie, lo ripeto, consapevolmente, sceglie di intraprendere un percorso per porre fine a sofferenze intollerabili, con una serie di presupposti e condizioni che stiamo in questa fase discutendo, ma, dall'altra parte, di rendere questo percorso realmente praticabile, con tutte le tutele possibili e immaginabili. È per questo motivo che i relatori nel lavoro in Commissione e, ancora oggi, in questa fase, in ogni momento, senza trappole emotive e senza distrazioni - io penso che dobbiamo calibrare le nostre parole in ogni momento - non stanno provando a mediare.

Stanno provando a fare una sintesi tra tantissime sensibilità diverse su un tema così delicato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo probabilmente più per una necessità di trovare chiarezza che per esprimere un concetto, perché ho ascoltato il relatore onorevole Bazoli che ha enunciato un teorema. Il teorema era più o meno questo: cari colleghi, è inutile soffermarci sull'importanza delle cure palliative. Noi sappiamo che sono importantissime, però state tranquilli perché in Italia sono già abbondantemente offerte, previste, tutelate e disciplinate da una normativa. Sinceramente non credo che la citazione di quella normativa delle disposizioni anticipate colga nel segno, però è un teorema che l'onorevole Bazoli, nella sua qualità di relatore, ha voluto enunciare. Però il necessario corollario di questo teorema sarebbe il parere favorevole a questo emendamento, perché questo emendamento altro non fa, sancendo l'obbligatorietà delle cure palliative, che confermare la sua teoria.

Ma poiché la sua teoria è smentita dai fatti, come ci testimonia la Camera, la Commissione XII, nella famosa relazione del 2018, l'onorevole Bazoli ha concluso l'enunciazione del suo teorema non dicendo che le cure palliative sono già garantite, cosa normale avendo egli menzionato un testo di legge già in vigore, ma ha detto che devono essere garantite, spiegando in maniera abbastanza chiara che ad oggi non ci sono. Quindi quel prerequisito di carattere cogente che la Corte costituzionale inserisce e che si vorrebbe già mascherare tra le parole di questo testo di legge in realtà non è garantito.

E allora approvare questo emendamento in realtà renderebbe il testo della norma più aderente a quella pronuncia della Corte costituzionale che più volte noi abbiamo usato come paravento. Il parere negativo a questo emendamento, che invece Fratelli d'Italia sosterrà, e anzi, chiedo ai colleghi di poterlo sottoscrivere, è esattamente la conferma di quello che noi in quest'Aula sosteniamo da giorni, cioè che la sentenza della Corte costituzionale viene usata come alibi e come paravento per andare molto oltre rispetto al dictum della Corte costituzionale e far vincere quella cultura della morte, quella cultura dello scarto contro la quale noi radicalmente e convintamente ci battiamo. Ecco perché chiedo che questo emendamento sia quantomeno accantonato, e in ogni caso il voto di Fratelli d'Italia sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Abbiamo sentito dai relatori alcuni interventi: uno non tiene conto della precondizione prevista dalla sentenza della Corte sulle cure palliative, che è una precondizione, ricordo anche al collega Magi, che si applica in via generale. Non è il solo caso, è riferito ai principi che ha posto la Corte. Due, abbiamo sentito richiami all'etica. Qui sono scelte giuridiche, poi il substrato etico può essere di vario tipo, e scelte politicamente adeguate di proibire o non proibire, ammettere o non ammettere determinati comportamenti. Siamo in questo campo ora, e in questo campo abbiamo un criterio specificamente dettato dalla Corte costituzionale che deve essere fonte della produzione normativa attuale. Su questo perimetro siamo, altrimenti qui non ne usciamo più. Citiamo norme che non c'entrano niente con il caso, ci riferiamo a opzioni etiche diverse. No, stiamo al dato: è una scelta politicamente adeguata sulla base di un'opzione giuridica e tecnica che noi dobbiamo in questo momento realizzare. Poi ognuno ha i suoi orientamenti, ma certamente non possiamo dire che possiamo fare quello che ci pare rispetto a orientamenti propri di una sentenza della Corte costituzionale e di un'altra sentenza recente sull'inammissibilità del referendum su questo tema che ci danno un quadro assolutamente chiaro e non controvertibile, sulla base almeno delle argomentazioni che ho sentito dai relatori.

Chiedo ai relatori che facciano a questo punto i relatori, tenendo conto del testo, ma anche della scelta e le opzioni che vengono dagli emendamenti e dalle richieste del Parlamento.

Altrimenti qui, invece di fare i relatori, fate una cosa, andatevene nei vostri banchi e fate un altro mestiere. Non state lì a fare i relatori di cose che non hanno alcun riferimento rispetto al dibattito parlamentare che dovete rispettare (Applausi di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Mandi a quel paese qualcun altro. Presidente, io parlo e il relatore mi manda a quel paese!

PRESIDENTE. No, i relatori stanno sentendo.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Fa il gesto! Stanno completando il loro compito in quest'Aula. I relatori non tengono conto del dibattito. Avete parlato di un dibattito ampio in Commissione: rispettate questo dibattito e chi interviene. Sì, certo, perché dite delle cose che sono fuori contesto. Ora ci richiamate anche i principi etici!

PRESIDENTE. Concluda, per piacere, onorevole.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). E chi siete, voi l'etica con il vostro testo e noi invece siamo quelli contro? No, stiamo facendo scelte giuridiche. E soprattutto informatevi, perché parlate della sentenza della Corte dicendo una serie di baggianate!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Credo che, come ha detto il relatore Provenza, la cosa bella che noi abbiamo fatto anche in Commissione tutti insieme è che nessuno si è mai posto su un piedistallo, ma stiamo tutti cercando di interrogarci con serietà, portando il nostro contributo anche come rappresentanti dei cittadini dentro il Parlamento, cittadini che la pensano diversamente, come noi stiamo qui rappresentando. Quindi abbiamo voluto interpretare le diverse visioni della vita e della morte. Chiaramente noi siamo fortemente contro la cultura dello scarto, abbiamo proposto la nostra visione del mondo, quello che i cittadini che ci seguono ci hanno chiesto di fare, e lo facciamo volentieri.

Ma qui, in questo emendamento in particolare, si torna sul concetto della terminologia, dove, a fronte di quello che giustamente i relatori hanno rivendicato, questa terminologia “previamente coinvolta” ancora una volta può essere interpretabile, e quindi, come sempre, come abbiamo detto fin dall'inizio, dobbiamo stare molto attenti alla terminologia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Presidente, grazie. Brucio qualche secondo del mio tempo residuo perché voglio ricordare che quest'Aula con il “Sostegni-bis” del 2021 - ma probabilmente ha una memoria un po' fallace - ha votato all'unanimità un emendamento che obbliga, vincola le regioni ad attuare le reti di cure palliative - quindi un anno fa, colleghi, ricordiamoci le cose che abbiamo votato - e, qualora non lo facciano entro il 2023, verranno penalizzate con una riduzione del fondo aggiuntivo sanitario. Ma, non contenti di questo, nell'emendamento abbiamo aggiunto un altro vincolo: che qualora entro il 2025 le regioni continuino a rimanere inadempienti, scatta il potere sostitutivo dello Stato.

Ma vi siete accorti di quello che stavate votando o no? E allora venire oggi a reiterare nuovamente l'obbligo, giusto, corretto, di attuare le reti di cure palliative mi sembra assolutamente inutile, perché lo abbiamo sancito con un nostro provvedimento, che abbiamo votato noi all'unanimità, colleghi. Ma di cosa stiamo parlando (Applausi)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Allora due questioni, una che riguarda la statistica: in Belgio e in Olanda dal 2006 al 2016 sono aumentati i suicidi medicalmente assistiti del 300 per cento. Quindi, quando facciamo valutazioni rispetto allo stato attuale e al numero di persone che accederanno a questa possibilità, non dobbiamo farlo senza questa normativa, ma prevedendo che questa normativa aprirà una maggiore platea. E allora questa maggiore platea, che inevitabilmente si trova in una situazione di rischio maggiore se non viene garantita la cura adeguata - e in questo le cure palliative - evidentemente vedrà non ledere il diritto ad una libera scelta, perché le cure palliative, onorevole Trizzino, certamente hanno bisogno di leggi, ma hanno bisogno anche di soldi, di economia.

E mi corre l'obbligo di dire che costa molto meno attuare una legge sul suicidio assistito che invece attuare la legge sulle cure palliative, come è dimostrato dai fatti. Cioè costa di più proporre una cura puntuale con anche le cure palliative che proporre, invece, un suicidio assistito. E allora noi vogliamo trovare la soluzione perché lo Stato sia obbligato a proporre le cure palliative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente, sempre a titolo personale. No, nessuno si dimentica, non ci siamo dimenticati, non possiamo dimenticarci di una normativa così importante come quella che abbiamo votato sulle cure palliative, però possiamo anche fare una riflessione ulteriore, e mi riprometto di interrogare il Ministro su questo tema, perché i tempi che abbiamo previso, 2023 e 2025, evidentemente, non sono consoni alla necessità di dare un'implementazione importante alle cure palliative su tutto il territorio nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, io devo manifestare una certa delusione per l'intervento del relatore, perché è evidente che ha fatto una scelta di parte, perché questo emendamento era l'occasione vera per confermare la bontà dell'impianto complessivo, ammesso e non concesso che fosse tale, e invece egli ha sostenuto una tesi diversa.

Siccome io, però, non posso ritenere che queste sue affermazioni - ma lo dico con grande rispetto, perché veramente lo stimo - appartengano a uno spirito tipico di questa Camera, che prevede che il relatore debba essere terzo rispetto all'impostazione di un dibattito, mi permetto di citare brevemente quella che è - non solo secondo me, ma secondo molti, in quest'Aula - la massima autorità etica in Italia e, cioè, il presidente dell'associazione Scienza & Vita, Alberto Gambino, che proprio sull'argomento che stiamo trattando, sulla motivazione che è stata testé offerta dal relatore si è permesso di dire esattamente il contrario.

Cito testualmente: «Marcate criticità del disegno di legge manifestano una certa distanza dalle indicazioni della Corte. Si rileva, innanzitutto, come tra i presupposti all'accesso a un suicidio medicalmente assistito, il DDL manchi di precisare le caratteristiche dei “trattamenti sanitari di sostegno vitale”, il cui sussistere rappresenta, nell'impianto argomentativo della Corte, l'elemento che motiva la praticabilità eccezionale di un'assistenza al suicidio e, altresì, l'unica condizione di rilievo oggettivo che appare concretamente in grado di circoscrivere l'accesso all'assistenza suddetta”. Poi: “(…) in contraddizione anche con l'inquadramento legislativo della medicina palliativa, nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza (…). Il coinvolgimento in un percorso di cure palliative deve costituire, secondo il disposto della Corte, “un prerequisito della scelta, in seguito, di qualsiasi rapporto alternativo da parte del paziente”. Dunque, la Consulta prescrive che, soltanto dopo l'attivazione di un percorso di palliazione e di terapia del dolore, al paziente possa essere consentita una scelta suicidaria assistita». Quindi, se Scienza & Vita conferma l'impianto della Corte e il relatore si permette di dire che non è così, perché richiama, decontestualizzandolo, un articolo di una legge precedente, è evidente che ciò non può funzionare ed è, per quanto ci riguarda, inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Ieri abbiamo detto, in diverse occasioni, che questo non deve diventare un dibattito di bandiera, di posizione; dovrebbe diventare, piuttosto, un dibattito di coscienza. E, allora, credo che questa sia un'occasione persa da parte del relatore, perché sappiamo bene che il nostro Paese è un Paese di burocrazia, di interpretazioni, di confusioni e, allora, se sentiamo dire che condivide che le cure debbano essere obbligatorie, che è già scritto da un'altra parte, quale è il problema di ribadirlo? Perché ne dobbiamo fare una questione di bandiera? Ne faccia una questione di buonsenso, dia un segno di comprensione, dia un segno che c'è la volontà, da parte di tutti, di essere disponibili ad ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché la verità non può essere seduta solo da una parte di quest'Aula, può anche darsi che gli altri colleghi che si alzano hanno la buona voglia di mettere a disposizione il proprio pensiero. Questo sarebbe veramente un segno di buona volontà, per cui invito a rivedere questa posizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Se avevo perplessità - ma non le avevo - a votare questo emendamento, devo dire che l'intervento dell'onorevole Trizzino me le ha tutte tolte e fugate, perché è davvero difficile da sostenere dialetticamente che quello che è stato – secondo il suo dire - già normato, già deciso, all'unanimità, di questo Parlamento, non può essere, in una legge così importante, ribadito. Tra l'altro, il suo intervento denotava anche molto nervosismo. Se, evidentemente, si sceglie la strada di non ribadire l'obbligatorietà delle cure palliative, è la conferma, signor Presidente, che, rispetto alla sofferenza, rispetto ai temi centrati sulla sofferenza, quindi le cure palliative, l'accanimento terapeutico, di cui abbiamo parlato ieri, rispetto a tutti questi temi, si sceglie la scorciatoia dell'eutanasia, perché questo è, e questo, probabilmente, diventa l'argomento che, più di tutti, mi convince anche a chiedere di sottoscrivere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Io ritengo che questo emendamento sia di assoluto buonsenso. Come può una persona che non ha potuto sperimentare gli effetti della cura palliativa sul proprio corpo, sulla sua dimensione esistenziale, chiedere la possibilità del fine vita? Il discorso quale è? Soltanto una persona che ha potuto sperimentare gli effetti positivi che possono esserci stati sul suo corpo, sulla sua sfera della sofferenza può avere una piena coscienza e può decidere, poi, eventualmente, di mettere fine alla propria vita. Per questo io ritengo che questo emendamento sia assolutamente da sostenere e da votare, all'unanimità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento e sono d'accordo con quanto detto dai colleghi; oltre a ciò, ritengo che sarebbe interessante sapere, considerato che, secondo la normativa citata dai relatori, sono già obbligatorie le cure palliative, quanto le stesse siano diffuse in tutta Italia. Anche da una recente ricerca della Università Bocconi, si nota che c'è un dislivello, una differenza da regione a regione e che le persone che, ancora oggi, sono riuscite ad accedere alle cure palliative, in alcune regioni, sono veramente poche. Questo nostro emendamento - è una nostra battaglia – ha il fine di indurre lo Stato a investire di più a livello centrale e parificare il livello, dalla Lombardia alla Sardegna. La Lombardia è la prima in tal senso, e la Sardegna, purtroppo, è in fondo, insieme ad altre regioni; non si tratta di una questione tra Nord e Sud; ci sono regioni del Nord e regioni del Sud. Quindi, cerchiamo di capire quale è la bontà del nostro emendamento e delle nostre proposte e spero che i relatori siano abbastanza onesti intellettualmente da accettare i nostri consigli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Il fatto che ci conferma anche l'onorevole Trizzino, per il quale, su tutto il territorio nazionale, non sia possibile individuare una omogenea possibilità di applicare la cura palliativa e riscontrando anche l'idea e l'opinione del relatore circa il fatto che questo percorso sia, invece, fondamentale per garantire una libera e consapevole scelta del malato, ci convince ancora di più che sia opportuno l'inserimento del termine obbligatorio, anche perché dobbiamo ricordare che l'articolo 1, comma 1, lettera a), della legge n. 38 del 2010 definisce il percorso di cure palliative come l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali che sono rivolti anche ai familiari, non solo alla sfortunata persona del malato.

Quindi, secondo quella che possiamo considerare come una strada propedeutica per avviarsi, avvicinarsi alla difficile decisione, di cui, purtroppo, stiamo discutendo, riteniamo veramente necessario e indispensabile garantire l'applicazione omogenea su tutto il territorio di questo percorso, rendendo ulteriormente obbligatorio il coinvolgimento del malato nel percorso che deve essere tentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per sostenere la bontà di questo emendamento. Vedete, dalle parole di chi si è dichiarato contrario, io non ho percepito che sia sbagliato quello che chiede l'emendamento; c'è un'impuntatura che mi pare assolutamente ingiustificabile. Lo dico anche perché ho sentito, da colui che ci ha raccontato essere stato il presidente dell'associazione cure palliative, che queste sono importanti e determinanti. Allora, credo che questo emendamento possa dare una prospettiva ulteriore anche a coloro - strutture sanitarie, ospedaliere e assistenziali - che dovevano adeguarsi per fornire queste cure palliative ed evidentemente non si sono ancora adeguati. Credo che renderlo obbligatorio in una normativa dia un ulteriore incentivo a cercare di adeguarsi e di fornire un servizio che, come ho capito anche da chi in quest'Aula si è dichiarato contrario, è assolutamente determinante anche in funzione di un possibile proseguimento nel modo più appropriato possibile della propria esistenza. Chiedo di ripensarci e di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Con tutti i dubbi, che immagino tutti i deputati e le deputate possano avere in questa situazione, ricordo che, sulla base della legge n. 38 del 2010, le cure palliative sono l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali rivolti sia alla persona sia al nucleo familiare di questa persona. Non sono cure evidentemente risolutive, ma ritengo, Presidente, che il relatore, anche sulla base di interpretazioni e di idee differenti che possono esserci in pancia e in seno a quest'Aula, possa quantomeno accantonare questa proposta emendativa, ci sembra il minimo sindacale che si possa ottenere rispetto a un testo di legge così delicato.

PRESIDENTE. Il relatore è favorevole alla richiesta di accantonamento o no? Insiste per la votazione, onorevole Rizzetto? Il relatore è contrario all'accantonamento. Dunque, ci dica lei onorevole: andiamo avanti?

WALTER RIZZETTO (FDI). Andiamo avanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Grazie, Presidente. Credo sia importante l'accantonamento di questo emendamento, perché rendere obbligatorie le cure palliative vuol dire già fare chiarezza su questo provvedimento, perché poi bisogna chiarire questo suicidio dove farlo: si fa a domicilio o si fa in ospedale? Quali sono le modalità per farlo? Essere sottoposti obbligatoriamente alla cura palliativa vuol dire già risolvere quasi per la totalità questo problema, perché sappiamo che, per chi fa le cure palliative, a volte basta l'utilizzo di un pochettino in più di morfina o di determinati farmaci che la depressione respiratoria avviene e naturalmente avviene anche la morte. L'accantonamento sarebbe veramente una cosa importante.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, lei è già intervenuto su questo…

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Soltanto per chiedere di aggiungere la mia firma, Presidente.

PRESIDENTE. Quindi, sottoscrive l'emendamento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscriverlo. Non me ne vogliano i colleghi, ma se uno non lo vota è in malafede.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.125 Zanettin e 3.127 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Prendo atto che l'onorevole Magi ha chiesto di ritirare il suo emendamento 3.201. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, diciamo che ci mettiamo un attimo avanti coi lavori, perché, vedendo i tempi residui a disposizione, sono a chiedere di valutare e di procedere all'ampliamento e alla riassegnazione dei tempi fin da ora al gruppo di Fratelli d'Italia, anche per quanto riguarda gli interventi a titolo personale e per i richiami al Regolamento, poiché nel corso dell'esame del provvedimento può verificarsi anche che servano questi. Lo dico ovviamente a livello preventivo, in modo tale che il Presidente poi, quando dovessero essere esauriti i tempi, abbia già provveduto alla riassegnazione e consentirci di programmare i nostri interventi.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, sicuramente quando i tempi saranno esauriti la Presidenza procederà all'ampliamento, come normalmente avviene. Quindi, la rassicuro su questa sua richiesta. Quando saranno esauriti i tempi sicuramente la Presidenza provvederà, come da consuetudine, a dare del tempo aggiuntivo.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.116 Turri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. A supporto dell'emendamento del collega Turri, riprendiamo le argomentazioni poc'anzi esposte relativamente alla centralità della garanzia di un percorso di cure palliative disponibile sul nostro territorio. Ci conferma il relatore che questo purtroppo non è ancora possibile in Italia e ce ne dispiace. Ce ne dispiace soprattutto quando la dizione della legge n. 38 del 2010 è espressamente rivolta alla campagna di comunicazione, che avrebbe dovuto coinvolgere i cittadini per rappresentare l'importanza di un percorso, relativo a quanto disposto dall'articolo 2, comma 1, lettera a) del testo normativo che citavo, cioè la legge n. 38, e le sue finalità; percorso che è volto a coinvolgere anche i familiari, andando in una direzione di assoluto coinvolgimento dell'intero nucleo dei parenti, che sono coloro i quali dovranno patire la sofferenza derivante dallo stato di salute del congiunto e dalla decisione che verrà assunta liberamente e personalmente dalla persona cara.

Ancora una volta noi, con l'introduzione dei termini: “sottoposta a” anziché: “coinvolta in”, vogliamo insistere sulla opportunità e sulla caratura valoriale di questa terapia, che vuole andare a interessare quelle patologie ad inarrestabile prognosi e a evoluzione infausta. Ciò lo riteniamo un punto focale di questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Questa è l'ultima occasione che abbiamo - uso il “noi” così accedo alla richiesta del relatore Provenza - per inserire il tema delle cure palliative, senza alcuna ombra di dubbio, dentro questa norma per sciogliere l'ambiguità del termine “coinvolta”, per dire con chiarezza da che parte stiamo, se stiamo dalla parte della tutela della vita fragile, se vogliamo tutelare la vita fragile o se, viceversa, ci accomodiamo dalla parte della soluzione più semplice.

Questa norma, questo provvedimento, a differenza di quanto mi è stato detto in colloqui privati in questi giorni ed è anche stato ribadito qua in Aula, non riguarda poche persone. Cito alcuni dati perché, così come - torno al “voi” - l'avete scritta e la state votando, questa norma, con il riferimento alla condizione clinica irreversibile, riguarda in realtà 35.000 persone che sono in terapia ventilatoria domiciliare, di tipo life support, e che quindi sono sottoposte ad un trattamento vitale per la loro sopravvivenza. Ci sono poi 100.000 pazienti in ossigenoterapia, 30.000 pazienti in nutrizione artificiale domiciliare e 6.000 pazienti con patologie neuromuscolari e bisogni assistenziali complessi. Se poi andiamo a guardare la platea di 3 milioni di anziani non autosufficienti e di 3 milioni di persone con disabilità, voi capite che non state approvando una norma che riguarda poche persone perché nasce da un singolo caso ben specifico; state in realtà, con il riferimento alla condizione clinica irreversibile, spalancando le porte, perché state dando un messaggio a tutte queste persone e state dicendo: “amico mio, smetti di soffrire, smetti di essere un peso per chi ti sta vicino! Vai sulla strada della tranquillità assoluta”!

Allora, per questo noi insistiamo sul fatto di sciogliere ogni ambiguità relativamente alla necessità di sottoporsi a un percorso di cure palliative; l'hanno già detto in tanti, specie chi ha competenza sul campo, come la collega Bologna: la realtà e l'esperienza ci dicono che la persona, se accolta nel suo bisogno, recede dal suo proponimento; naturalmente, se è abbandonata a se stessa ed al suo dolore, non può far altro che chiedere legittimamente e giustamente di uscire e di terminare quel dolore.

Allora, il punto - ci ritorniamo sempre - è quello. Dove vogliamo schierare le istituzioni? Non venitemi a dire - come ha detto qualche collega - che noi siamo in Italia e non in Belgio o in Olanda e qui non può succedere nulla perché nel nostro Paese, mai e poi mai, si andrà avanti sulla strada dell'eutanasia. Ebbene, come vedremo prossimamente, ci sono già alcuni emendamenti, sui quali è stato espresso parere favorevole o che saranno riformulati, che, a prescindere dalla retta intenzione dei proponenti, in realtà aggiungono un più uno, come dicevo la settimana scorsa al mio amico Giachetti. Ci sarà sempre una condizione clinica irreversibile, più irreversibile della precedente e di conseguenza la via è tracciata, il solco è tracciato, il cammino e la meta sono inesorabilmente scritti dentro questa norma.

Per questo - e chiudo Presidente -, il mio invito è quello di prendere in considerazione questo ultimo emendamento, che riguarda l'inserimento dell'obbligatorietà delle cure palliative per la persona che chiede il suicidio assistito, perché questo è un atto di buon senso, di realismo e veramente compassionevole, nel senso etimologico del termine.

PRESIDENTE. Senza voler aprire un dibattito in Aula, tanti sono i colleghi che si stanno prodigando in queste giornate per portare aiuti e soccorsi alla popolazione ucraina. Volevo ringraziare particolarmente l'onorevole Cappellacci (Applausi) che ha fatto qualcosa in più rispetto a quello che tutti stiamo facendo, con il pensiero rivolto a tanta popolazione e a tanti bambini travolti da questa sciagura, che è la guerra. Quindi, grazie a tutti i colleghi, ma un grazie particolare a lui che ha buttato il cuore oltre l'ostacolo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, siamo di fronte a una questione dirimente, perché creare le condizioni perché vengano rese obbligatorie le cure palliative pone questo Parlamento di fronte a un vero e proprio fatto di coscienza a cui non si può sfuggire.

È stato detto poco fa che ci sono 3 milioni di anziani non autosufficienti in Italia - l'onorevole Palmieri è stato molto dettagliato, io dico le macrocifre - e circa 3 milioni di persone con disabilità varie, che, per forza di cose, devono essere accudite. Quindi, c'è una platea di oltre 6.300.000 persone che sono potenzialmente a rischio con una legge di questo genere.

Voi direte che non è possibile, che i casi pietosi sono pochi e che è stato detto, in lungo e in largo, in Commissione che non era una legge fatta per grandi numeri, ma io, signori, invece vi confermo - e questo è il dato che vi deve oggi mettere di fronte a un fatto di coscienza - che siamo di fronte a oltre 6.300.000 persone a rischio. In Olanda, dopo le varie leggi che si sono susseguite - siamo arrivati alla quarta legge proprio due anni fa -, la popolazione che muore a seguito di eutanasia, diversamente chiamata, in base a quella legislazione - ammonta al 4,4 per cento della popolazione. Provo a ripeterlo, perché magari qualcuno di voi adesso comincia a pensare che i numeri non possano appartenere a noi: in Olanda il 4,4 per cento della popolazione muore perché viene soppresso con questo tipo di leggi. Noi siamo arrivati alla seconda legge - prima c'è stata la legge sulle DAT -, al terzo giro chissà cosa ci si inventerà (l'onorevole Magi oggi ci ha dato anche qualche prova di quello che è il suo pensiero). Di fatto, stiamo creando le condizioni perché il 4,4 per cento della popolazione, che su 60 milioni di abitanti è pari a 2.600.000 persone…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). …sia potenzialmente a rischio. Questa è una legge che apre le porte all'eutanasia, anzi crea le condizioni perché ciò accada. Pertanto, è indispensabile mettere un suggello su tutto questo, dobbiamo far passare per forza di cose, obbligatoriamente, il principio che le cure palliative funzionino. In Italia non funzionano. Questo è l'elemento dirimente (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.116 Turri, con il parere contrario delle Commissioni mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 3.117 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo sempre sulle cure palliative. Abbiamo votato, in precedenza, un emendamento, che abbiamo chiesto di sottoscrivere, affinché le cure palliative possano essere rese obbligatorie. Con questo emendamento, invece, sopprimiamo la possibilità che il paziente le possa esplicitamente rifiutare. Constateremo nel successivo emendamento - che ha ricevuto anche il parere favorevole, se riformulato come il 3.191 Colletti - che chi propone questa legge, fa una modifica, perché oggi l'articolo 3, sulle cure palliative stabilisce che il paziente debba essere previamente coinvolto in un percorso di cure palliative al fine di alleviare il suo stato di sofferenza e le abbia esplicitamente rifiutate. Peraltro, questa “e” era stata frutto di contrattazione in Commissione; oggi scopriamo che viene cambiata l'opinione rispetto a quello che si era dibattuto e da “e” diventa “o”, quindi: “o le abbia volontariamente interrotte”. A mio avviso, questo è un errore, perché se si è coinvolti nelle cure palliative e si decide di interromperle - cosa su cui noi, comunque, non siamo d'accordo - inserire “o le abbia volontariamente interrotte”, secondo me, non ha senso, in quanto la persona è coinvolta. Ciò lascia intendere - e anche a questo riguardo c'è sempre questa modalità poco chiara, a mio avviso - che possa direttamente non partecipare e non essere sottoposta a cure palliative. Noi vogliamo che questa possibilità non ci sia, perché, come già abbiamo detto - e non ci stuferemo mai di ribadirlo -, riteniamo che le cure palliative siano fondamentali. E non lo diciamo solo noi, perché ricordo che in precedenza, in Aula, l'ha detto, anche in maniera molto, molto chiara, il relatore Bazoli. Per questo insistiamo perché le cure palliative possano e debbano essere percorse prima di “arrivare a”, e insistiamo, diciamo e ribadiamo che dovremmo concentrarci per far sì che le cure palliative debbano essere anche una realtà sul territorio nazionale, cosa che, invece, abbiamo visto essere prevista da tante leggi, ma di fatto, poi, concretamente non applicata su tutto il territorio nazionale. Quindi, dovremmo concentrarci su questo aspetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Noi, ancora una volta, sottolineiamo l'importanza dell'obbligatorietà di intraprendere e di percorrere un percorso di cure palliative, perché riteniamo che, prima di arrivare alla scelta di avallare la morte, debba essere previsto un percorso di cure palliative che abbia almeno una durata minima, in un certo arco di tempo. Chiediamo, quindi, un arco di tempo in cui la persona malata possa effettivamente riflettere su come le cure stesse possano ridurre la sofferenza, che, di fatto, l'ha condotta a prendere quella scelta drammatica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente, per la parola. Il tema delle cure palliative è un molto importante all'interno di questo provvedimento. La considero, da parte dei relatori, un'occasione perduta per cercare di trovare una mediazione con chi, come noi, cerca e valorizza la vita umana e il favor vitae. Infatti, come è già stato ricordato da autorevoli oratori che mi hanno preceduto, dove sta il punto di rottura fra chi, come noi, lavora per la vita e chi, invece, della vita ha una concezione parzialmente diversa e la considera oggetto di disposizione? Sta nel fatto che noi diciamo: forse si può anche arrivare a un percorso di fine vita assistito, ma questo deve essere l'extrema ratio, deve essere l'ultima spiaggia.

Per fare questo lo Stato non può rassegnarsi a dare, attraverso il Servizio sanitario, la morte a un soggetto che pur la richiede, ma al soggetto che la richiede deve essere data ogni chance. Le statistiche mediche e gli studi ci dimostrano, in maniera inoppugnabile, che chi ricorre alle cure palliative e alla terapia del dolore, chi ricorre a un'assistenza psicologica, in larghissima parte dei casi poi rinuncia al suicidio assistito. Questi sono dati scientifici, che abbiamo appreso studiando - per chi, come me, non è tecnico della materia - questo provvedimento.

Allora, qual è la nostra proposta? La nostra proposta è quella rendere obbligatorio questo ciclo di cure palliative. In tal senso va l'emendamento 3.117, a prima firma del collega Turri, della Lega, che condivido in pieno, il quale tende a escludere che possa accedere a questa morte medicalmente assistita chi rifiuta esplicitamente le suddette cure palliative. No, egli deve provarle e lo Stato deve metterlo in condizioni di ottenerle: e qui vanno ricordate le gravi carenze, che, soprattutto in alcune regioni, ci sono ancora e sono state ricordate. Noi sappiamo bene, colleghi, che ormai la scienza praticamente può tutto: se indirizziamo energie e risorse su un certo percorso, poi i risultati si ottengono. E quindi, in questo senso, la nostra proposta è indirizzare il massimo di energie, il massimo di impegno, il massimo di risorse economiche nel cercare e mettere a disposizione dei cittadini cure di terapia del dolore e palliative. Quindi, credo sia molto opportuno il riferimento, che fa il collega Turri, ad escludere dal percorso di morte medicalmente assistita chi esplicitamente rifiuta tali cure.

Per questo motivo, voteremo convintamente, come Forza Italia, a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Intervengo per riflettere anche sul bicchiere mezzo pieno dello stato di attuazione delle cure palliative; il 27 luglio 2020 si raggiungeva un accordo in sede di Conferenza Stato-regioni per l'accreditamento della rete delle cure palliative e della terapia del dolore, quindi qualcosa è in corso, si sta facendo. Il 25 marzo 2021 si teneva un altro consesso, nel quale si dava seguito all'accreditamento della rete di terapia del dolore e di cure palliative; il tutto in maniera funzionale a creare una unitarietà di governo del Piano assistenziale sul territorio nazionale. Quindi, mi sembra che il Sistema sanitario voglia qualificare e accreditare il percorso in maniera seria e, laddove non sia possibile trovare concreta attuazione alle volontà dello Stato in quelle regioni che citava in precedenza anche il collega Trizzino, è opportuno intervenire, perché questi servizi servono; e servono anche al legislatore nel momento in cui deve prendere atto dell'importanza del percorso in un testo in corso di esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. A corredo di quanto ha detto brillantemente il collega Zanettin, aggiungiamo che, anche in questo caso, noi favoriamo un'interpretazione autentica del testo, senza che ci possano essere infingimenti o confusione. Infatti, come ho detto poc'anzi, il termine “coinvolta” non vuol dire nulla, non vuol dire assolutamente nulla di preciso e determinato, è una indistinta opzione e sta dentro questa legge che è costruita per essere una legge indistinta e generica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Anche noi sottolineiamo che l'approccio palliativo è un prerequisito chiaro, per questo è prioritario fornire un'assistenza secondo i più elevati standard, evitando che i pazienti e le famiglie arrivino a quella disperazione che induce a scegliere la morte.

Per cui bisogna garantire a questi pazienti un trattamento completo, dal punto di vista clinico, sociale, psicologico e spirituale, attenendoci all'autenticità di quello che ci ha chiesto la Corte. Quindi, siamo favorevoli a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Brucio altri secondi. Ai colleghi, a questo punto, tornando a casa, io chiederei, come disse una persona molto più importante di me: perché non prendiamo tutti quanti un impegno, cari colleghi, di recarci nei rispettivi assessorati per la salute delle nostre regioni a chiedere conto del perché, soprattutto nelle regioni inadempienti, le reti di cure palliative non sono ancora attuate alla perfezione (Applausi)? Torniamo a casa e chiediamo chi c'è dentro gli hospice, chi li fa funzionare e quali sono questi medici esperti in cure palliative! Andiamo a chiedere a che punto sono le reti domiciliari nella loro attuazione! Ecco, io credo che, in questo modo, faremmo veramente un grande servizio per i nostri malati (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.117 Turri, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo ora all'emendamento 3.113 Annibali. Chiedo alla presentatrice se accetti la riformulazione proposta dal relatore: sì, viene accettata.

Essendo stata accolta dalla presentatrice la proposta di riformulazione, l'emendamento 3.113 Annibali verrà votato congiuntamente all'emendamento 3.141 Colletti, risultando ora identico a quest'ultimo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie Presidente. Intanto accolgo l'invito del collega Trizzino. Noi siamo d'accordo - l'abbiamo già detto - di cercare di incentivare il più possibile le cure palliative. Noi, però, chiediamo di rimandare questo provvedimento, quando saremo arrivati concretamente a quel risultato, perché poi è lì che sta il problema. Quindi, siamo d'accordo, però bisognerebbe fare quel passo in più, ossia che questa norma non veda la luce fintanto che non si arrivi a quello, per le motivazioni che abbiamo detto.

Rispetto a questi emendamenti - l'emendamento 3.113 Annibali, poi riformulato, e il 3.141 Colletti -, ho già detto qualcosa prima. Infatti, si riferiscono sempre alla possibilità che il paziente possa interrompere le cure palliative. Nel mio emendamento, chiedevo che venisse soppressa questa parte. Qui, invece, si sostituisce semplicemente: “e le abbia volontariamente interrotte”, inserendo la “o”: “o le abbia volontariamente interrotte”. Ritengo che questa formulazione sia proprio un errore, ma probabilmente mi sbaglio: non è un errore, ma c'è la volontà di mettere quella “o” al posto della “e”, perché, evidentemente, nelle varie interpretazioni che possono essere fatte, può essere utilizzata a favore di chi propone questa norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Annuncio il voto contrario da parte di Forza Italia, perché siamo sempre in quella direzione. Anziché posizionare uno accanto all'altro lo Stato e le istituzioni e dire: “dai, insieme ce la possiamo fare!”, vi affannate a tagliare i ponti e ad abbandonare le persone in una condizione di solitudine, che per noi è insopportabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà. La rassicuro sul fatto che abbiamo aggiunto la firma, come aveva chiesto, sull'emendamento precedente. Prego, può intervenire.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie Presidente, per annunciare il voto contrario del gruppo di Coraggio Italia e per sottolineare che le cure palliative sono disomogenee su tutto il territorio nazionale e che il Servizio sanitario nazionale non offre gli stessi servizi a tutti i cittadini su tutto il territorio.

Appunto, dato che l'accesso al suicidio assistito deve essere preceduto, secondo quanto dice la Consulta, da un percorso di cure palliative, noi siamo obbligati, previamente, come Parlamento, a garantire innanzitutto a tutti i cittadini servizi omogenei su tutto il territorio nazionale e che gli stessi percorsi di cure palliative siano omogenei e garantiti a tutta la cittadinanza. Lo dobbiamo fare prima che venga approvata questa legge: non possiamo approvare questa legge, senza prima avere garantito a tutti i cittadini la parità di accesso e di servizi alle cure palliative (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Per annunciare il voto contrario del nostro gruppo, Presidente, per una serie di motivazioni chiare. Noi non abbiamo fatto altro che spiegare, in questa sessione e in questo lasso di tempo, tutte le negatività che sono in capo a questo articolo 3. Abbiamo spiegato che non ci sono strutture adeguate per numero e per qualità in Italia e che, comunque, sicuramente non ci sono in tutto il territorio. Abbiamo spiegato che non ci sono investimenti di alcun tipo e specie, e quei pochi che ci sono, come è stato spiegato dall'onorevole Trizzino, non vengono utilizzati. Lui stesso chiede: “dove sono finiti?” Appunto: dove sono finiti, dove sono stati dirottati? Abbiamo anche spiegato che c'è una ipocrisia di fondo da parte di larghi strati dei sostenitori di questo provvedimento, che, evidentemente, continuano a insistere, nonostante le motivazioni. Eppure, a fronte di tutto ciò, non soltanto non vengono minimamente prese in esame le nostre proposte di buonsenso, che sono tutte collegate alla sentenza della Corte, ma, addirittura, si rilancia. Presidente, c'è un limite a tutto!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, solo per annunciare il voto contrario da parte del gruppo di Fratelli d'Italia, perché, più che di una riformulazione, si tratta di uno stravolgimento del senso di questo emendamento, che perde di sostanza rispetto alla nostra condivisione e alla stesura iniziale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.113 Annibali e 3.141 Colletti, con il parere favorevole delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 3.131 Parisse.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie Presidente. Con questo emendamento, chiedo di aggiungere che le modalità e i contenuti della informazione al paziente siano stabiliti con un protocollo nazionale, da adottarsi a cura del Ministero della Salute.

Nel testo presentato sono assenti le disposizioni che indicano le modalità e i contenuti dell'adeguata informazione e che il medico di medicina generale o il medico specialista devono dare al paziente che avanza la richiesta di suicidio assistito. Queste informazioni assumono un valore importantissimo, perché potrebbero essere le uniche informazioni che vengono date al paziente che le riceve e queste informazioni il paziente potrebbe riceverle o dal medico specialista, quindi, bene, oppure anche dal medico di medicina generale. Allora, con tutto il mio più profondo rispetto per la categoria dei medici di medicina generale, però, dobbiamo dirci che i medici di medicina generale non sono dei medici specialisti e, quindi, per forza di cose, non hanno conoscenze settoriali in tutte le branche della medicina. Pertanto, un medico di medicina generale che deve dare queste informazioni al paziente non è a conoscenza delle molteplici alternative terapeutiche possibili per ogni singola patologia, non è aggiornato sulle ultime scoperte mediche e sui nuovi farmaci sperimentali, oppure sulla possibilità di combinare nuovi farmaci per curare la malattia. Quindi, io mi chiedo come possa un medico di medicina generale - con tutto il rispetto per i medici di medicina generale che, però, hanno un altro ruolo - informare i pazienti anche su dei percorsi alternativi alla malattia. È chiaro che le adeguate informazioni possono essere date soltanto dal medico specialista.

Inoltre, un'altra domanda che voglio fare all'Aula è se siamo certi che i medici di base si assumeranno la responsabilità di informare adeguatamente il paziente, non avendo a disposizione tutte le informazioni che qui si richiede vengano date?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, leggo, a beneficio dei pochi che non hanno davanti il testo, l'emendamento che dice: “Le modalità e i contenuti dell'informazione al paziente sono stabiliti con un protocollo nazionale da adottarsi a cura del Ministero della Salute”. Chiedo a questo punto ai relatori cosa ci sia di sbagliato in questo emendamento; cosa c'è di sbagliato nel fatto di prevedere una uniformità nazionale nell'informazione data al paziente, alla persona gravemente sofferente? Cos'è che ostacola questo emendamento che non intacca l'impostazione della legge - e c'è poco da fare così con le braccia - perché la questione, torniamo sempre al punto da capo, è se vogliamo garantire una situazione, una norma che sia la più giusta possibile nelle condizioni date oppure no. Per questo chiedo ai relatori di chiarire il perché del loro parere negativo a questo emendamento, che nulla toglie al testo come da loro impostato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, mi tocca sempre fare degli interventi provocatori, perché alla fine qualcosa bisogna stimolarla in quest'Aula, sennò, se nessuno interviene e, soprattutto, se nessuno pensa, vuol dire che il quieto vivere sta bene.

Io invece ho il dovere di pensare che la mancata accettazione di questo emendamento sia frutto soltanto di due ipotesi di lavoro: la prima, o si accetta la schizofrenia come metodologia e come malattia che a questo punto pervade anche il sistema sociale - perché un medico di base la può pensare in una maniera e un altro, magari nella stessa città, nello stesso paesino, si comporta in maniera radicalmente opposta - oppure la vuoi come metodo, in maniera tale che ci possano essere anche dei casi che sono, come dire, eccessivi e che magari vengono portati ad esempio verso l'opinione pubblica per dire: avete visto, questo è il caso? Quindi, le buone prassi, ovviamente, siccome il pensiero unico dominante è di tipo opposto, non vengono prese in considerazione, le cattive prassi, invece, sì. Questo è il sistema che io riesco a immaginare, il motivo per cui non riesco a capire come mai non venga accettato un emendamento di questo genere che, lo ripeto di nuovo, signori relatori, omogenizza e uniforma il comportamento.

Non lo volete fare? Allora, vuol dire che c'è qualcosa che non quadra: o siete per la schizofrenia o siete in malafede, delle due l'una.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Questo è un passaggio molto delicato, perché sappiamo come l'informazione - l'abbiamo vissuto nel periodo della pandemia - al cittadino sia un momento molto complesso, ancora più complesso quando si tratta di una persona malata, della sua famiglia, quindi con un coinvolgimento emotivo non da poco. è chiaro che è fondamentale, secondo noi, condividere un protocollo, anche per fare in modo che i medici, sia quelli di famiglia che quelli specialisti, si possano confrontare all'interno di questo protocollo e avere un'uniforme gestione della comunicazione. Questo è molto importante per la tranquillità dei medici, ma anche e soprattutto per la tranquillità dei pazienti e delle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta abbiamo un emendamento che io chiedo di sottoscrivere e che si inserisce perfettamente nel solco tracciato dai relatori nel corso anche degli interventi resi in questa seduta. Quindi, a questo punto ho un dubbio che mi preoccupa non poco, ossia che i relatori dicano di voler impostare in una determinata maniera questo testo di legge e, poi, all'atto pratico, facciano tutt'altro. Abbiamo, infatti, sentito parlare della necessità di una scelta consapevole, di libertà di autodeterminazione, della volontà della persona, che deve essere liberamente formata senza condizionamenti e, poi, si esprime parere contrario su un emendamento del genere che chiede semplicemente di cristallizzare la questione in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, recependo, quindi, in una certa misura, anche le denunce accorate del collega Trizzino, il quale ha più volte spiegato come da una regione all'altra varino, in questo settore, le pratiche applicazioni.

Ecco, si tratta di un emendamento di buonsenso che recepisce le preoccupazioni di tanti dei promotori di questa proposta di legge, tuttavia, ancora una volta, i relatori danno un parere contrario, smentendo loro stessi. Evidentemente, a questo punto c'è un problema molto, molto chiaro con questo testo di legge ed è la volontà di celare all'opinione pubblica quali sono le derive alle quali inevitabilmente si andrà incontro, quando questo testo sarà approvato. Vi è il tentativo di nasconderle, perché vi è la consapevolezza anche da parte di chi vota per la bocciatura di tutti questi emendamenti che importanti sacche del proprio elettorato voterebbero a favore di emendamenti come questi. Allora, io chiedo che tutta l'Aula si esprima per un emendamento che ha il grande pregio di fare chiarezza. Io voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo, intanto, per chiedere alla collega Parisse di poter sottoscrivere questo emendamento. Come è già stato detto anche da chi mi ha preceduto, non si riesce a capire quale sia il motivo per cui i relatori non abbiano dato una valutazione positiva a questo emendamento. Quindi, mi rivolgo ancora al collega Bazoli perché possa eventualmente ripensarci. Su un tema così delicato, io credo sia importantissimo avere uno standard che si possa seguire in tutto il Paese e non, invece, come diceva prima il collega Pagano, permettere che un medico possa prendere una posizione e un altro medico un'altra. Credo che questo emendamento sia fondamentale e mi auguro che possano rivedere la loro posizione.

PRESIDENTE. L'onorevole Pagano vuole sottoscrivere l'emendamento.

Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.131 Parisse, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo agli identici emendamenti 3.104 Colletti e 3.106 Cecconi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Intervengo su questi identici emendamenti perché trattano un tema che ritroveremo in emendamenti successivi, il 3.7 e il 3.110, su cui poi non interverrò. Il tema è sempre quello dell'essere collegati a trattamenti di sostegno vitale. La sentenza n. 242, come sappiamo, si è espressa sul caso Antoniani e non ha previsto altre situazioni che, sul piano sostanziale, sono del tutto assimilabili a quel caso, anche se è impossibile ravvisare tutti i requisiti, in particolare questo. Veniamo, per esempio, al caso Trentini e alla sentenza della Corte d'assise di Massa. Trentini era un malato di sclerosi multipla dal 1993, una malattia che ha avuto un'evoluzione cronica, progressiva, si è aggravata sempre, fino alla perdita totale di equilibrio, di movimento autonomo nelle attività più basilari della vita.

I farmaci non rallentavano il progredire della malattia, né controllavano più il dolore. Nel 2015 c'era una condizione di paralisi muscolare pressoché totale e per defecare necessitava di uno svuotamento manuale per evitare occlusioni a causa della progressiva paralisi intestinale, ma non era tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale. Quindi, pur mancando questo requisito, è evidente che c'è un'identità sostanziale tra le condizioni drammatiche della vita di Antoniani e della vita di Trentini. La Corte d'assise di Massa ha dovuto necessariamente avere un'interpretazione più estensiva del concetto di trattamento di sostegno vitale e ha dovuto lavorare sull'ampliamento, non mi sto qui a dilungare su come lo abbia fatto. È questo il motivo per cui noi chiediamo con gli emendamenti, in particolare con quello 3.110 a prima firma Termini, di almeno considerare la dipendenza da terzi o da trattamenti farmacologici. Lo so che non cambierà il parere su questi emendamenti, però ci tenevo a sottolineare che questa è una situazione molto grave, che noi lasceremo comunque in mano ai tribunali e alle assise.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casciello: vi rinuncia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi ci siamo spesi sull'articolo 1, e adesso si arriva anche sull'articolo 3, sulle condizioni, quindi patologia irreversibile, prognosi infausta. I colleghi Colletti e Cecconi qui vogliono togliere dal comma 2 la concomitanza delle condizioni, perché è previsto nella lettera a) la patologia irreversibile e la prognosi infausta, e nella lettera b) l'essere tenuto in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale. Chi propone questi emendamenti vorrebbe che queste condizioni potessero esserci l'una o l'altra, non entrambe. Ricordo che questa, in realtà, era la originaria formulazione di questo comma, che ha subìto una modificazione in Commissione con il lavoro che è stato fatto in maggioranza, tra i vari schieramenti che si contrapponevano. È stato deciso che le condizioni fossero concomitanti e ci fossero entrambe, la lettera a) e la lettera b), cioè la patologia irreversibile e prognosi infausta e l'essere tenuto in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale. Tali condizioni devono esserci entrambe per poter accedere a questo suicidio medicalmente assistito. Per noi è evidente che questo emendamento va respinto in maniera assoluta, perché poi diremo più avanti anche che è ancora assolutamente insufficiente, perché termini come patologia irreversibile ci dice poco e prognosi infausta dice ancora meno e, soprattutto, poi c'è la definizione di portatrice di condizione clinica irreversibile. Il tentativo che viene qui fatto con questi identici emendamenti, che sinceramente mi aspettavo sarebbero stati ritirati, noi lo respingiamo, e, quindi, voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. Mi scuso per la voce con i colleghi, ma l'onorevole Turri poco fa ha ripercorso i lavori della Commissione e ha ricordato come il testo base di questo provvedimento, originariamente elaborato e depositato dal collega Trizzino, prevedesse esattamente quello che prevedono questi emendamenti. Noi con l'approvazione di questi emendamenti ritorneremmo al testo base originario. Perché è così importante approvare questi emendamenti? Perché altrimenti noi, come Parlamento, determineremmo di nuovo le condizioni per un intervento successivo della Corte costituzionale, cioè determineremmo una discriminazione con malati che sono in una condizione di prognosi infausta o condizione clinica irreversibile, che è fonte di sofferenze fisiche e psicologiche intollerabili, ma non hanno dei trattamenti sanitari di sostegno vitale. Sostanzialmente discrimineremmo tra qualcuno che ha fatto un grave, un gravissimo incidente, e si trova, a causa delle conseguenze di questo incidente, in una condizione clinica irreversibile grave di paralisi, che necessita il sostegno di un respiratore artificiale, e può accedere, perché entrambe le condizioni concomitanti sussistono, rispetto, ad esempio, ad un malato oncologico, pure grave, con una prognosi di pochi mesi, ma che non ha i trattamenti sanitari di sostegno vitale o non li ha ancora. Quindi, davvero invito tutti a riflettere su questo: inserire la concomitanza di queste condizioni non significa tutelare maggiormente la vita, ma significa discriminare rispetto alla possibilità di scelta di qualcuno che pure è con una prospettiva di vita limitatissima o comunque per lui insopportabile per le sofferenze, e semplicemente si valuta il fatto che vi sia un macchinario, un trattamento di sostegno vitale o meno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Presidente, volevo intervenire per correggere le due affermazioni che hanno fatto i due colleghi che mi hanno preceduto, il collega Turri e il collega Magi, perché in realtà non è vero che il testo base che è arrivato in Commissione e su cui abbiamo discusso prevedesse che le condizioni potessero essere alternative tra di loro. Già quel testo prevedeva che ci dovessero essere tutte le condizioni; semplicemente è stata aggiunta, anche su richiesta del centrodestra, una specificazione, cioè che queste condizioni fossero concomitanti, ma in realtà già si prevedeva che le quattro condizioni dovessero coesistere. E per quale ragione? Perché questa è una delle indicazioni che ha dato la sentenza della Corte costituzionale. La sentenza della Corte ha detto che quelle quattro condizioni devono coesistere: tutte e quattro le condizioni devono coesistere.

Poiché noi abbiamo fatto una scelta - in parte, politica, in parte di convinzione, ossia cercare di stare dentro il perimetro della sentenza della Corte costituzionale -, riteniamo che questo sia un punto qualificante dal quale non possiamo discostarci, perché, evidentemente, il fatto che debbano coesistere queste condizioni per accedere alla richiesta di aiuto al suicidio delimita, in maniera rigorosa, un perimetro di una scelta normativa di questo calibro e di questa delicatezza. Quindi, noi ribadiamo che riteniamo opportuno mantenere l'impianto che ha delineato la Corte costituzionale sul tema delle condizioni, ma sottolineo che questo era, comunque, il testo che era arrivato nelle Commissioni, il testo base che abbiamo discusso nelle Commissioni riunite.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, io ringrazio il collega Magi, perché ha usato la parola magica che aprirà le porte a quello che verrà dopo questa legge: discriminazione. Questo sarà il grimaldello che farà scattare la prossima trappola emotiva, nella quale probabilmente il Parlamento che verrà sarà chiamato a cadere, ampliando i confini previsti da questa norma. Infatti, come ho già detto e non smetterò di ripetere, ci sarà sempre – purtroppo, aggiungo io, con il massimo rispetto delle persone che soffrono - una condizione irreversibile più irreversibile della precedente. È a questo che noi richiamiamo le colleghe e i colleghi che stanno votando questa norma, a tenere conto delle conseguenze, che saranno ineluttabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un argomento particolarmente delicato, perché questa legge tratta il suicidio assistito, ossia tratta il suicidio di quelle persone che non sono nelle condizioni di poter determinare la fine della propria vita, proprio perché non sono nelle condizioni di essere autonome. Questa è la ratio della legge e per questo è assolutamente inaccoglibile il proposito degli emendamenti, perché togliere ed espungere una previsione come quella del trattamento sanitario di sostegno vitale significa affermare che anche le persone che autonomamente possono togliersi la vita rientreranno in questa legge. Ma il suicidio, in Italia, non è penalmente perseguito in alcun modo, quindi, è per questo che la legge è stata voluta da chi l'ha proposta, per aiutare coloro i quali non sono nella condizione autonoma di poterlo fare. E, allora, è ovvio che debbano essere previste entrambe le proposizioni e, quindi, sia la lettera a) che la lettera b) del comma 2.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Ogni emendamento che viene discusso conferma che l'intenzione di un certo raggruppamento vuole essere realizzare una legge eutanasica. Qualche cosa l'avevamo limitata nelle Commissioni, constato che qui si stanno completamente manifestando le vere intenzioni. Questo è l'emendamento che, per esempio, in maniera plastica dimostra ciò. Lo dico per tutti coloro che non sono stati interessati, in generale, però, per poter realizzare il suicidio assistito bisogna avere due condizioni concomitanti: essere affetti da una patologia attestata dal medico curante che sia irreversibile, con prognosi infausta ed essere tenuto in vita da trattamenti vitali, la cui interruzione proverebbe il decesso.

Con questo emendamento una delle due condizioni salta. Allora, questa è la prova provata che, evidentemente, si vuole portare la soglia sempre più in là: altro che piano inclinato, qui siamo proprio a una valanga e già in questa norma, già con questo provvedimento, possiamo immaginare cosa succederà in futuro. Tutto questo, Presidente, lo vorrei legare - quindi, in combinato - all'emendamento precedente, quando è stata negata l'uniformità delle procedure a livello nazionale.

È evidente, a questo punto, che mi viene facile pensare che il medico compiacente o, comunque, disponibile a essere più largo nelle vedute - lo dico, naturalmente, in maniera ironica -, sia pronto a fare di tutto e di più. Questa legge è una legge eutanasica.

PRESIDENTE. Avverto che la componente Azione-+Europa-Radicali Italiani del gruppo Misto ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un terzo del tempo previsto dal contingentamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.104 Colletti e 3.106 Cecconi, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 3.119 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Siamo sollevati dal fatto che l'Aula abbia dimostrato una posizione sicuramente seria e ponderata rispetto al pericolo, poco fa disinnescato, degli emendamenti a firma Cecconi e Colletti, perché avrebbe chiaramente aperto, in maniera molto pericolosa, la potenziale applicazione dei presupposti e delle condizioni abilitanti alla richiesta di accesso alla morte volontaria medicalmente assistita.

Quanto all'emendamento a prima firma dell'onorevole Turri, riteniamo di insistere con l'idea di dare una più precisa e compiuta condizione di avanzato stato della patologia, collocandone la gravità in limine mortis, perché la dizione che vogliamo introdurre, diversamente dall'attuale formulazione, è quella che si diversifica nella terminologia dello stato di avanzata attestazione che la malattia deve, in qualche modo, essere riscontrata da parte del medico curante, del medico specialista; andiamo, quindi, a modificare il punto di irreversibilità, dando a questa qualifica lo stato di decorso mortale irreversibile, quindi spostando molto avanti l'asticella dello stato di salute clinica.

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.119 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'emendamento 3.107 Cecconi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, in realtà è un intervento sull'ordine dei lavori. Volevo essere sicuro di aver capito bene che i relatori avessero dato a questo emendamento parere favorevole.

PRESIDENTE. Le confermo: abbiamo un parere favorevole del relatore e il Governo si rimette sempre all'Assemblea. Non c'è altro?

ANTONIO PALMIERI (FI). Esaurito così l'intervento sull'ordine dei lavori, se lei consente…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Palmieri.

ANTONIO PALMIERI (FI). …e apro quello sull'emendamento.

Il parere positivo su questo emendamento da parte dei relatori è il primo passo in avanti nella direzione pericolosa rispetto alla quale noi stiamo cercando di mettervi in allarme oramai da parecchi giorni. Cioè, il fatto di sciogliere il binomio tra medico curante e medico specialista, come coloro che devono accertare le condizioni della persona in sofferenza che chiede di accedere al suicidio assistito, è un passo in avanti nella direzione di allargare le possibilità delle maglie di questa norma.

Noi riteniamo che debbano rimanere entrambi i consulenti proprio perché, nell'ottica di mettere le istituzioni accanto alla persona sofferente e dare alla stessa persona il maggior numero di informazioni da un lato e di supporto dall'altro, il nostro intendimento è quello che la coppia - per così dire - deve rimanere indissolubile. Cioè, il medico curante e il medico specialista devono essere consultati ed esprimere un parere entrambi.

Per questo siamo stupiti del parere positivo da parte dei relatori da un lato, mentre dall'altro lato abbiamo, purtroppo, la dolorosa conferma del fatto che la rotta, come abbiamo già detto tante volte, è già tracciata e ci porta in una netta direzione, che è quella, purtroppo, dell'eutanasia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto contrario del gruppo di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Mi associo a quello che ha spiegato poco fa l'onorevole Palmieri. Chiaramente, stiamo parlando di una patologia irreversibile a prognosi infausta. Oggi, se vogliamo guardare la realtà sanitaria, intorno al paziente ruota un'équipe multidisciplinare. Per cui, è davvero inconcepibile, per i pazienti a cui ci stiamo riferendo, pensare che l'attestazione di una patologia per una scelta così importante venga lasciata a un solo medico. Quindi, dobbiamo un po' guardare a una visione moderna della medicina, che sarà sempre più multidisciplinare e di équipe. È chiaro che è necessaria una condivisione del percorso e anche l'attestazione stessa deve essere richiesta sia naturalmente al medico curante che al medico specialista, come correttamente avevamo scritto in Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Per annunciare il voto contrario del gruppo Lega e spiegare che avrei compreso in maniera più comprensibile - scusi il gioco di parole - l'espunzione delle parole: “medico curante”, lasciando quindi al medico specialista la possibilità di attestare lo stato clinico. Mettere una parola che crea una disgiunzione, che crea, quindi, l'alternativa tra l'attestazione del medico curante, che sappiamo quale tipo di contatto e legame continuativo possa avere con un paziente che oltretutto presenta delle sintomatologie non certo idonee a farlo permanere, ad esempio, presso il proprio domicilio, rispetto al medico specialista, che invece è colui il quale più compiutamente sarà in condizione di esprimere fattivamente e in maniera oculata e scientifica un'attestazione, ci lascia alquanto indispettiti.

La volontà - è chiaro - di disgiungere opzioni tra di loro oltremodo diverse e diversificate rispetto alle finalità che si vogliono perseguire lascia obiettivamente interdetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Io non rimango interdetto come l'onorevole Potenti. Io sono deluso del parere favorevole che è stato dato su questo emendamento da parte dei relatori. Sono deluso perché è l'ennesima prova che qui non siamo di fronte a una mediazione, che non si sono misurati due pensieri diversi e in un libero dibattito alla fine è venuta fuori una sintesi che ovviamente, come tutte le sintesi, non soddisfa nessuna delle parti e, però, dà senso alla politica e alle scelte che bisogna fare.

Questo emendamento, in maniera plastica, dimostra che invece c'è uno sbilanciamento totale, di cui evidentemente bisogna assolutamente prendere atto a tutti i livelli, da una parte e dall'altra, quindi con denunce che faremo in ogni sede opportuna, per quello che possono valere, per carità! Ci rendiamo conto che i media sono assolutamente sbilanciati su un pensiero completamente diverso, però quel poco che possiamo fare lo faremo.

Presidente, guardi un attimo che cosa significa; lo dico per la stragrande maggioranza che, magari, non immagina lontanamente che cosa sta succedendo.

PRESIDENTE. Brevemente, perché il suo tempo è scaduto.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Significa che per avere la possibilità di procedere al suicidio assistito è necessaria una delle due condizioni, cioè essere affetti da una patologia attestata dal medico curante e dal medico specialista che lo ha in cura. Allora, è noto che il medico specialista che ha in cura questo malato, proprio perché è specialista… Presidente, vale la pena rubare 30 secondi in più rispetto a una comprensione del fenomeno, perché, secondo me, è di una gravità assoluta.

PRESIDENTE. Trenta secondi!

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Il medico specialista per definizione svolge il suo ruolo, perché è specialista. Quindi, è attento, lo segue da ogni punto di vista, facendo anche delle analisi e andando oltre, diciamo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Il medico curante, nel momento stesso in cui il malato è stato preso in cura dallo specialista, ovviamente non dico che lo abbandona - come dire - ma lo segue in maniera, diciamo, più distante.

PRESIDENTE. Concluda onorevole!

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Il fatto che prima erano necessarie entrambe le condizioni mentre ora sono alternative una all'altra è una prova concreta che già questo è un…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà per un minuto.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto non posso non rilevare che il parere favorevole dato dai relatori a questo emendamento è un passo indietro rispetto al lavoro che è stato fatto in Commissione, poiché inizialmente il testo prevedeva, appunto, l'alternativa tra il medico curante e il medico specialista. Poi, durante i lavori in Commissione, abbiamo ottenuto, invece, che fossero entrambi, cioè che il parere doveva essere di entrambi, medico curante e medico specialista.

Quindi, ci spiace anche per questo, ma soprattutto ci dispiace perché, come è già stato detto da chi mi ha preceduto, è fondamentale che il parere sia dato soprattutto dal medico specialista più che dal medico curante. Quindi, è evidente che mettere l'alternativa tra l'uno e l'altro è il tentativo per semplificare maggiormente e il più possibile il provvedimento, perché deve avere meno ostacoli possibili perché più persone possibili possano accedere a questo strumento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che diminuisce le tutele e in questo è incomprensibile. È incomprensibile l'accoglimento, perché lascia ancora più prive le persone e i cittadini rispetto a quello che era stato immaginato. Ma che problema c'è a lasciare che deve esserci un'attestazione del medico curante e del medico specialista? È ovvio che questa persona ha bisogno di un'attestazione che possa essere la più tutelante possibile.

Allora, quando volete costruire un punto di caduta tra le diverse visioni nell'interesse della persona, ricordo che l'interesse della persona si coniuga con una tutela piena. Quindi, è davvero sconcertante il parere favorevole che avete dato su questo emendamento, che tradisce la vostra volontà di non tutelare pienamente gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Solo per sottoscriverlo, se è possibile due volte!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.107 Cecconi, con il parere favorevole delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.121 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Con la preoccupazione collegata alla individuazione di una soglia che qualifichi lo stato certo dell'avanzamento della malattia, proponiamo di sostenere l'emendamento presentato dal collega Turri, che intende introdurre la terminologia “in stato avanzato” rispetto a quella patologia che deve essere attestata dal medico curante o dal medico specialista, così come ha, in qualche modo, ratificato l'Assemblea, poc'anzi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Questo emendamento, insieme con altri, tende appunto a circoscrivere maggiormente le condizioni e rendere più dettagliata la normativa, mentre altri, tipo l'emendamento che abbiamo votato in precedenza - e che, ahimè, è stato approvato - tendono a diminuire le tutele. Noi, al contrario, insistiamo e cerchiamo di prevedere maggiori tutele, affinché chi accede a questo strumento versi in condizioni specifiche, e il ricorso a detto strumento non sia aperto indistintamente a molte categorie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Sulla scia di quanto detto dai colleghi Potenti e Turri e di quanto stiamo continuando a ripetere, noi vogliamo che la norma tuteli al massimo le persone gravemente sofferenti e per questo insistiamo a voler correggere una norma che, anziché essere astratta e generale, diventa, in realtà, generica e, purtroppo, drammaticamente concreta; generica, perché appunto usa termini che aprono potenzialmente le maglie di questa legge a una platea - come abbiamo ricordato in precedenza - di decine di migliaia di persone e diventa, quindi, per questo drammaticamente concreta.

Per questo motivo, noi confermiamo il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento e nuovamente invitiamo le colleghe e i colleghi a prendere atto delle nostre preoccupazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Ancora una volta, per riflettere su quanto sia importante circoscrivere il perimetro della legge e specificare il senso di questa prognosi. Sarebbe stato utile, quindi, accettare questo emendamento con una definizione più specifica, per avere una terminologia meno generica, in modo da non creare confusione nell'interpretazione. Ricordiamoci che questo sarà un grosso problema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.121 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ora dovremmo passare all'emendamento 3.53 Varchi, su cui hanno già chiesto di parlare 14 colleghi. Me li conferma, onorevole Foti? Si. Quindi, a questo punto, essendo in prossimità delle 13,30, interrompiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, proprio perché sta interrompendo l'esame del provvedimento, chiedevo se l'onorevole De Toma - come già richiesto - potesse intervenire sull'ordine del lavori.

PRESIDENTE. Certamente, stavo proprio per dargli la parola, ma lei mi ha preceduto e pensavo volesse intervenire sulla mia decisione.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. La richiesta del gruppo di Fratelli d'Italia è che venga a riferire immediatamente il Governo circa una situazione che si sta verificando ormai in queste ore, ed è drammatica, per quanto riguarda l'approvvigionamento del petrolio, della materia prima del gasolio e della benzina. C'è una situazione complicata, che si sta verificando in questi giorni, come si può notare dall'aumento del prezzo del carburante. Il prezzo del carburante anche domani registrerà un ulteriore aumento - di 10 centesimi per il gasolio e di 3 centesimi per la benzina -, stiamo praticamente rischiando di mettere in ginocchio l'economia. Già è complicato il discorso del post-pandemia, ma oggi, con quello che sta accadendo per il clima di guerra, c'è, di fatto, una speculazione in atto, secondo il nostro punto di vista, sui prezzi del carburante, considerato che comunque si sta parlando di commesse e, soprattutto, di contratti già stipulati nei mesi precedenti.

Quindi, da questo punto di vista, noi avvertiamo il dovere di chiedere - e ci auguriamo che la richiesta venga accolta quanto prima - che il Governo venga qui in Aula, a riferirci esattamente quello che sta avvenendo per quanto riguarda il tema dei carburanti. Oggi questa risposta è essenziale per le nostre aziende e per i nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole De Toma, sarà mia premura riferire al Presidente la sua richiesta. Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei Ministri.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative del Governo, in collaborazione con gli enti territoriali, il Terzo settore e la società civile, volte a coordinare le iniziative di solidarietà e la gestione dell'accoglienza in relazione alla crisi umanitaria conseguente al conflitto in Ucraina - n. 3-02801)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Serracchiani ed altri n. 3-02801 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Luca Rizzo Nervo se intenda illustrare l'interrogazione di cui è cofirmatario o se si riservi di intervenire in sede di replica. Ha un minuto, prego.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente, la illustro. Presidente Draghi, l'Europa è di fronte alla più grande crisi umanitaria dal secondo dopoguerra: più di un milione e mezzo di cittadini ucraini stanno fuggendo dai bombardamenti, dalla distruzione delle loro città, dall'assurdità di questa guerra crudele. Sono, per lo più, donne e un gran numero di bambini, che lasciano in uno strazio senza fine le loro comunità, le famiglie di origine, i loro papà, bambini che sono la metà di tutti i profughi in fuga, profughi che, per la prima volta, avranno un'immediata protezione europea. Oggi questa emergenza straordinaria chiede non di meno una risposta di accoglienza straordinaria, insieme generosa e organizzata. Prefetti e sindaci sono già al lavoro da giorni, come da giorni si esprime la grande empatia e generosità del popolo italiano e del Terzo settore, in tante iniziative spontanee di solidarietà. Vi sono tante accoglienze diffuse familiari, che andranno adeguatamente sostenute e inserite nel sistema di accoglienza. Di fronte a tutto questo le chiediamo, Presidente, quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per garantire e coordinare efficaci soluzioni di accoglienza e integrazione per chi oggi fugge dall'orrore di questa guerra.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, voglio prima di tutto ringraziare, a nome del Governo e mio personale, tutti coloro che, in questi giorni, si sono mobilitati spontaneamente per sostenere la popolazione ucraina: associazioni di volontariato del Terzo settore, amministratori locali, imprese, singoli cittadini e famiglie stanno inviando aiuti e offrendo ospitalità e assistenza ai profughi che arrivano in Italia, con grandissima generosità, con profonda umanità.

Devo ringraziare particolarmente i sindaci e tutti gli esponenti del Terzo settore. A questo proposito, la settimana prossima verrà convocato il Comitato del Terzo settore, per la predisposizione del regolamento, che pende da tempo.

La forza di un Paese e di una democrazia si misura anche con la capacità di difendere i valori della dignità umana, della pacifica convivenza e dell'amicizia tra i popoli. In questo senso, il mio pensiero va anche ai tanti cittadini russi che condividono questi valori e condannano le violenze commesse ai danni del popolo ucraino (Applausi).

La crisi umanitaria, come lei ha detto, è senza precedenti nel dopoguerra in Europa. Per farvi fronte, l'Unione europea ha applicato, per la prima volta dal 2001, la direttiva sulla protezione temporanea in favore dei profughi ucraini. E anche questo testimonia la solidarietà e la compattezza dell'Unione europea; si vede anche in questo. Un'unità di intenti e di azioni che è indispensabile mantenere e che ci vede in prima linea.

Il Governo ha promulgato lo stato di emergenza fino alla fine dell'anno per intervento all'estero. Quindi, anche su questo fronte, il Governo ha reagito. Ha stanziato anche 3 milioni di euro, ha disposto lo stato di emergenza di rilievo nazionale, stanziando ulteriori 10 milioni di euro.; il 4 marzo il Ministro del Lavoro Orlando ha riunito il Consiglio nazionale del terzo settore per affrontare l'emergenza.

All'8 marzo - ho anche i dati odierni e il paragone dei dati dà un'idea non solo della dimensione, ma anche della velocità del fenomeno dell'arrivo - i dati sugli arrivi mostravano 21.095 cittadini ucraini; oggi i dati sono pari a 23.872. Principalmente, la frontiera attraverso cui passano è quella al confine italo-sloveno. Oltre il 90 per cento è costituito da donne e bambini. Di nuovo: all'8 marzo i dati mostravano 10.500 donne, oggi, 12.000; gli uomini erano 2.000, ora sono 2.200; i bambini erano all'8 marzo 8.500, oggi sono 9.700. E il flusso è certamente destinato ad aumentare.

I primi strumenti di assistenza sanitaria sono stati offerti e organizzati dalla Protezione civile, in particolare per la gestione e il contenimento dell'emergenza da COVID-19. Inoltre, è stato previsto un ampliamento della rete d'accoglienza. Abbiamo disposto, tra l'altro, che i cittadini ucraini possano essere ospitati in tutte le strutture di accoglienza per migranti, anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale o dal possesso di altri requisiti previsti. Lo sforzo organizzativo in atto coinvolge tutti i livelli di governo, sia al centro, sia sul territorio. E voglio ringraziare il Dipartimento della Protezione civile, il Ministero dell'Interno, le regioni e i comuni per il loro sforzo, in particolare sul fronte dell'alloggio per i profughi.

In questo scenario di crisi, l'Unione europea ha saputo riallacciarsi alle radici fondanti della costruzione europea: rispetto dei diritti umani e solidarietà, valori che l'Italia ha sempre posto alla base della sua politica di accoglienza.

Voglio ringraziare tutte le forze politiche e, in particolare, l'opposizione, per la grande prova di unità e lo spirito costruttivo dimostrati nella gestione di questa crisi.

Sono certo che l'Italia farà la sua parte fino in fondo. Come sempre nel dramma, nell'emergenza, nel terrore ci scopriamo migliori di come pensiamo di essere, per la grande prova, come dicevo, di unità e lo spirito costruttivo nella gestione di questa crisi. E sono certo che l'Italia farà la sua parte grazie anche alla qualità delle sue istituzioni, alla robustezza della sua società civile (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Delrio.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente, grazie della sua risposta, del suo impegno. Lei ha sottolineato l'importanza della nostra capacità collettiva, come sistema Paese, del nostro volontariato, delle reti di associazioni, del terzo settore, degli enti locali, questa capacità di risposte e di accoglienza che ci rende orgogliosi di vivere in Italia e di essere italiani e che ci dice che questa è la grande risorsa, a cui dobbiamo attingere, per affrontare questa enorme emergenza.

Qui ci permettiamo di suggerire che sia proprio la Protezione civile con il suo protagonismo, con la sua articolazione territoriale fatta di associazioni, di Forze dell'ordine, di enti locali, che sia proprio lei ad affrontare in primis questa emergenza, aiutando anche con strumenti nuovi, come convenzioni con le reti associative, le reti del Terzo settore, convenzioni che possono andare incontro alle esigenze di queste famiglie, che generosamente si mettono a disposizione, perché sono già arrivati - lei lo ha detto - nelle nostre città donne e bambini che hanno negli occhi la paura e il dolore che solo la guerra sa dare.

L'aggressore ha scelto il mezzo peggiore, la guerra, anche se a ognuno appare chiarissimo che questo mezzo è, al contrario, il solo che non risolve e non risolverà mai nulla delle proprie ragioni e che lascerà tutto, non come prima, ma infinitamente peggio di prima, signor Presidente. Ma in questa follia, la follia della guerra, ci sono luci di speranza, come lucciole nel buio, e c'è un'Italia solidale e pronta, fatta di famiglie, di singoli, di associazioni, che si è rimboccata le maniche e ha già cominciato l'accoglienza: va allora aiutata e coordinata con ogni mezzo a disposizione, perché semina frutti di pace duratura. Non combattiamo questa battaglia solo con le armi che ha scelto il nostro aggressore! Dobbiamo combattere questa battaglia anche mettendo in campo la generosità, la solidarietà, la cooperazione tra i popoli, che è la vera via che l'Italia e l'Europa devono continuare a tenere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte a prevedere l‘accesso ai servizi essenziali per i profughi ucraini presenti sul territorio nazionale – n. 3-02802)

PRESIDENTE. Il deputato Mugnai ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02802 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

STEFANO MUGNAI (CI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, sono meno di due settimane che l'Ucraina è stata invasa dalle Forze armate russe. Invito tutti a riflettere su quanto siano state lunghe queste due settimane per il popolo ucraino. Il fenomeno dei rifugiati e dei profughi che stanno lasciando l'Ucraina è un fenomeno che è destinato a crescere in maniera geometrica nei prossimi giorni e, da questo punto di vista - l'ha detto lei nella risposta al precedente question time -, il nostro Paese sta già dando una grande prova di generosità. Se il Presidente Zelensky ha definito l'Ucraina una superpotenza dello spirito, noi dobbiamo essere orgogliosi che la nostra storia ci rappresenta come una superpotenza della solidarietà e della generosità in situazioni emergenziali come queste. Però è necessario che si abbia la visione di giorni, settimane e mesi molto difficili. Io vengo da una regione, la Toscana, dove il volontariato è nato con le Misericordie, oltre 750 anni fa: la Confederazione delle Misericordie ha fatto una missione, così come tantissime altre associazioni, i comuni, le regioni, la Protezione civile, i privati cittadini, che escono dai radar, ma stanno accogliendo persone ucraine che stanno arrivando. È necessario che tutte le istituzioni, in primis il Governo del Paese, mettano in campo tutte le forze necessarie per dare supporto a chi sta dando lustro alla storia e all'immagine del nostro Paese, accogliendo questi nostri fratelli e sorelle, che vivono un momento drammatico della loro esistenza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Signor Presidente, onorevoli deputati, sono completamente d'accordo. Volevo descrivere alcuni degli interventi che vengono fatti. Prima di tutto, sul fronte sanitario, tutti i rifugiati che arrivano o accettano di farsi un tampone ogni 48 ore, oppure accettano di vaccinarsi. Le mascherine sono distribuite sistematicamente nei posti dove queste vaccinazioni avvengono.

La Protezione civile e gli enti territoriali sono impegnati a fornire assistenza sanitaria e ad accogliere i cittadini ucraini, con particolari esigenze sanitarie, presenti in Polonia, Romania, Slovacchia e Moldavia.

Il Dipartimento della Protezione civile ha attivato la Centrale remota operazioni soccorso sanitario che, nell'ambito del meccanismo europeo di Protezione civile, provvederà alla ricognizione dei posti letto disponibili e all'organizzazione del trasferimento dei pazienti. Inoltre, i cittadini ucraini ospitati nei centri di prima accoglienza dispongono di servizi di assistenza sanitaria, sociale, psicologica, orientamento legale, orientamento al territorio e corsi di lingua italiana.

Nei centri della rete del sistema di accoglienza e integrazione sono previsti anche servizi finalizzati all'integrazione, quali la formazione e la riqualificazione professionale, nonché l'accompagnamento all'inserimento lavorativo, abitativo e sociale.

Per quanto riguarda la possibilità per i profughi ucraini accolti di svolgere un'attività lavorativa, abbiamo adottato una prima misura che consente loro, sulla base della sola richiesta del permesso di soggiorno, e in deroga alle quote massime di ingresso stabilite dal cosiddetto “decreto Flussi”, di lavorare sia in forma autonoma che subordinata, e anche stagionale.

Sul piano scolastico, vogliamo garantire ai giovani ucraini il sostegno necessario per proseguire il loro percorso formativo. Sono state diramate direttive per favorire la piena integrazione delle studentesse e degli studenti ucraini, anche in raccordo e con la collaborazione delle comunità di connazionali stabilmente inserite in Italia.

Quindi: accoglienza, fratellanza e solidarietà sono dimostrate da questi fatti. Devo anche aggiungere che secondo me, come diceva anche lei, molto di più sarà necessario, perché la reazione non è una reazione di giorni, non è una reazione forse di mesi, forse è una cosa ben più lunga (Applausi).

PRESIDENTE. Il deputato Mugnai ha facoltà di replicare.

STEFANO MUGNAI (CI). Grazie, signor Presidente del Consiglio. La sua risposta è una risposta che ci conforta rispetto a ciò che ci sta attendendo. È evidente che siamo soltanto alla punta dell'iceberg, sono 2 mila i chilometri che ci separano dai confini ucraini e i 2 milioni di cittadini che dall'inizio della crisi stanno lasciando quel Paese inevitabilmente ci mettono un po' di tempo a fare 2 mila chilometri e ad arrivare anche nel nostro Paese. È importante avere contezza del fatto che la composizione di questa popolazione è una composizione che inevitabilmente comprende soprattutto donne, anziani e bambini; gli uomini restano a combattere, e restano a combattere in difesa del loro Paese, ma anche di valori e di ideali che sono valori e ideali di tutti noi, di tutti coloro che credono nella democrazia occidentale.

E allora, alla luce di tutto questo, credo che nessuno sforzo debba essere lesinato, credo che si debba aver presente, per esempio, che questi bambini, che hanno bisogno di continuare il loro percorso scolastico, sono bambini che inevitabilmente parlano ucraino, molto spesso inglese, e quindi bisogna cercare di organizzare anche le nostre scuole per poterli accogliere e per poterli far integrare. Ci sono degli esempi, poi naturalmente noi sapremmo probabilmente fare anche meglio, ma alcuni Paesi che sono già coinvolti da questa onda di profughi hanno previsto una sorta di codice fiscale provvisorio per permettere ai profughi di avere accesso a tutti i servizi ed una maggiore integrazione.

Nella vita vera sono un burocrate, un dipendente della pubblica amministrazione, e so come la burocrazia a volte possa essere uno strumento per risolvere i problemi, ma a volte anche un ostacolo. E quindi porsi anche questi problemi e trovare una soluzione credo vada nella direzione di fare fino in fondo il nostro dovere (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative di competenza per un aggiornamento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la proroga della sospensione del Patto di stabilità e crescita, in considerazione degli effetti determinati dal conflitto tra Russia e Ucraina – n. 3-02803)

PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02803 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, con questa interrogazione vorremmo chiederle se e come lei intenda farsi promotore in sede europea di una revisione di quelli che sono gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, delle tempistiche, quindi del cronoprogramma per la messa a terra e delle condizionalità a cui l'ottenimento di questi fondi è vincolato. Chiediamo questo perché credo sia evidente a tutti che il quadro economico e geopolitico rispetto a quando queste misure sono state pensate sia profondamente mutato.

Queste misure sono state pensate per accompagnare l'Italia e il resto d'Europa fuori dalla crisi pandemica, ma già nei mesi scorsi abbiamo assistito a un aumento esponenziale dei costi dell'energia, a un aumento esponenziale dei costi delle materie prime, a una difficoltà di reperimento delle materie prime sul mercato, e in questo contesto è arrivata ora anche la crisi internazionale e la guerra russo-ucraina, dove le giuste sanzioni votate da questo Parlamento comporteranno, però, evidentemente un danno economico a molte imprese, e le giuste sanzioni, e soprattutto la sua giusta presa di posizione, che punterà a svincolarci sempre di più dalle forniture di gas dalla Russia, creeranno ulteriori problemi dal punto di vista del rifornimento energetico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, noi ovviamente seguiamo con grande attenzione le conseguenze di questa crisi sull'economia e sulla situazione finanziaria dei cittadini italiani, siamo molto attenti all'incremento del prezzo dell'energia, all'incremento e alla disponibilità delle materie prime. Purtroppo, il Governo non può fermare questi eventi, ma dobbiamo muoverci con rapidità e decisione, come abbiamo già fatto e continueremo a fare, per difendere il potere d'acquisto delle famiglie e la competitività delle nostre imprese, forse è anche il caso di dire la sopravvivenza delle nostre imprese.

Fino ad oggi il Governo ha già varato varie misure specifiche per fronteggiare l'aumento dei prezzi: abbiamo introdotto l'obbligo dell'inserimento di clausole di revisione dei prezzi negli affidamenti dei contratti pubblici, per i lavori pubblici abbiamo previsto un meccanismo di compensazione delle variazioni di prezzo dei singoli materiali di costruzione, per gli interventi finanziati, in tutto o in parte, con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e con il Piano complementare, le compensazioni sono coperte dal Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche.

Ricordo, inoltre, che è stata istituita, presso il Ministero dello Sviluppo economico, una task force, dal Ministro Giorgetti, per far fronte alle difficoltà delle imprese in questa crisi, anche con riferimento alle materie prime.

Per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la normativa europea prevede la possibilità di chiedere alla Commissione europea una revisione dei suoi obiettivi. In particolare, gli Stati membri possono chiedere modifiche dei Piani nazionali in presenza di situazioni oggettive che mettano a rischio il conseguimento dei relativi obiettivi. Si tratta di un'evenienza eccezionale, che richiede un nuovo processo negoziale con le autorità europee, che è ancora prematuro prospettare in questa fase.

Allo stesso tempo, l'analisi sull'effettivo impatto delle criticità connesse al conflitto in corso sulla realizzazione degli interventi del PNRR ci consente di valutare i rischi e di prendere nuovi provvedimenti.

Voglio ribadire che il Governo pone tutta la sua attenzione alla realizzazione del PNRR e all'impatto dei costi dell'energia e delle materie prime sulla nostra economia, quindi noi continueremo a sostenere il nostro sistema produttivo.

È chiaro che molte delle regole che ci hanno accompagnato negli ultimi anni oggi devono essere rilette e una di queste, in particolare, riguarda la guida fiscale per il 2023, tant'è che la Commissione europea, nella sua recente comunicazione, ha proposto di rimandare la decisione relativa al mantenimento o alla disattivazione della clausola generale di salvaguardia a quando saranno disponibili le previsioni di primavera.

Ricordate che si dava per scontato che questa clausola sarebbe stata disattivata all'inizio dell'anno prossimo; ora si comincia ad essere consapevoli che la situazione richiede un esame approfondito, comunque, prima di procedere in questa direzione e, secondo me, mostra la consapevolezza che le cose sono cambiate. Naturalmente noi sosteniamo questa linea di maggiore cautela dimostrata ora dalla Commissione. Ho anche detto, molto tempo prima della crisi in Ucraina, che queste regole di bilancio erano, in generale, inadeguate, quindi questa considerazione vale ancora di più oggi.

Quindi, noi continueremo la nostra discussione su questo. L'Unione europea ha delle priorità strategiche. Voglio aggiungere anche questo: queste regole non tengono conto delle priorità strategiche che si sono venute ad affermare negli ultimi tempi, non soltanto negli ultimi mesi, ma anche negli anni, negli ultimi due anni. In particolare, clima, energia, difesa: queste tre sono chiarissime priorità strategiche per l'Unione europea e per l'Italia. Occorre ripensare un po' allo schema generale. Quindi, è importante che queste regole di bilancio in futuro riflettano questa visione e questo tema sarà anche al centro delle discussioni al Consiglio europeo informale di domani (Applausi).

PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di replicare.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, sicuramente la sua presa di posizione ci rinfranca molto e la ringraziamo per quanto il Governo già ha fatto sul tema dell'aumento dei costi, per quanto farà e per la sua posizione in merito alle regole di bilancio europee, che evidentemente non possono tornare nell'immediato quelle che erano prima.

Quindi, siamo molto soddisfatti della sua risposta, ma ci permettiamo di dare anche qualche ulteriore consiglio su come potremmo migliorare la situazione. È chiaro che un aumento della realizzazione delle opere previste dal PNRR, che, secondo le associazioni di categoria, si avvicina al 30 per cento, dovrà imporre per forza una revisione dei piani, perché non vorremmo mai che i cittadini credessero che alcune opere verranno realizzate quando, per i costi e per i tempi ristretti, si rischia che queste opere non siano realizzate mai.

Oppure noi le diamo anche un altro suggerimento rispetto al funzionamento di alcuni bandi, si tratta dei bandi che hanno il vincolo del 40 per cento di destinazione per le regioni del Sud. Ce ne sono già alcuni che non hanno funzionato come, ad esempio, il bando sugli asili nido e il bando per l'economia circolare. In questi casi, quando c'è una domanda molto più alta nel Centro e nel Nord e, invece, le domande non sono sufficienti per la capienza del Fondo riservato del 40 per cento, riteniamo che, per seguire la missione del PNRR, sia fondamentale spendere quei soldi per quelle missioni nelle regioni in cui la richiesta c'è (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), senza che questo sia visto come un danno per il Mezzogiorno d'Italia.

In ultimo, abbiamo molto apprezzato l'intervento che è stato fatto nel “decreto Energia” sul tema dell'automotive. La scelta di investire un miliardo di euro da qui al 2030 per la riconversione della filiera è un tema che abbiamo sollevato molte volte e che ha visto una risposta pronta e decisa del Governo, soprattutto finalizzata a tutelare l'occupazione. Però, ci permettiamo di dire che, in quelli che sono i piani dell'Unione europea, crediamo che il programma Fit for 55 e l'agenda green fino al 2050 abbiano degli obiettivi non realistici. Cioè, pensare oggi che nel 2035 si possa arrivare ad avere autoveicoli a emissioni zero, nel momento in cui in tutta Europa stiamo riattivando le centrali a carbone per scaldarci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), credo che la questione debba porre una riflessione molto ampia.

Chiudo, Presidente, senza polemica. Per quanto riguarda le condizionalità, la prego di far presente alla Commissione europea che in un momento come questo per affrontare l'emergenza e ottenere i fondi del PNRR riforme come quella del catasto non sono fondamentali per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte a porre in sicurezza gli approvvigionamenti energetici nella prospettiva di una politica energetica organica e differenziata, che tenga in considerazione anche il cosiddetto “nucleare pulito” – n. 3-02804)

PRESIDENTE. La deputata Fregolent ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Boschi ed altri n. 3-02804 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Presidente del Consiglio, la fragilità del nostro mix energetico è già stata sottoposta prima alla ripresa dopo la pandemia da COVID e adesso alla crisi in Ucraina, con il rincaro del gas che sta facendo vanificare quella ripresa economica che tanto attendevamo. Ciò è dovuto a una serie di scelte fatte nel passato e faccio alcuni numeri: ad esempio, nel 2000 noi avevamo 17 miliardi di metri cubi di gas, mentre oggi soltanto 3,4 miliardi. Però, non è che siamo andati verso una produzione più green dell'energia; abbiamo soltanto ricevuto più gas dalla Russia e oggi ne paghiamo le conseguenze.

Nonostante il PNRR e nonostante i decreti di questo Governo, ancora oggi si dicono molti “no” all'attuazione del piano sulle rinnovabili ed è bastato che il Ministro Cingolani pronunciasse le parole “nucleare pulito” per ricevere aprioristicamente delle critiche. Però, oggi il nostro mondo produttivo chiede delle risposte.

Quindi, le domande che noi, come Italia Viva, vogliamo farle sono: quali sono le misure nell'immediato per venire incontro al mondo imprenditoriale, quali saranno le linee guida energetiche del nostro Paese e se queste comprenderanno anche il nucleare pulito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, naturalmente noi diamo massima attenzione alla questione della sicurezza energetica e, in particolare, alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Lo dimostrano i più recenti provvedimenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.

Noi siamo al lavoro per ridurre la dipendenza dal gas russo e in tempi rapidi - in tempi rapidi - che non è ovvia come impresa, come compito, ma è necessario farlo.

Tra l'altro, guardando di nuovo i dati dell'approvvigionamento degli ultimi anni, quello che trovo incredibile è che ovviamente la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10,15 anni. Quello che è veramente straordinario è che è aumentata fortemente anche dopo l'invasione della Crimea; quindi, questo dimostra, non solo ovviamente una sottovalutazione del problema energetico, ma anche una sottovalutazione di politica estera, di politica internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Coraggio Italia). Quindi, noi siamo impegnati per diversificare le forniture, aumentare il contributo delle fonti rinnovabili che - ripeto e continuo a ripetere - resta l'unica strategia fondamentale nel lungo periodo. Tutto quello che noi sperimentiamo ora è transizione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Coraggio Italia).

Dobbiamo investire allo stesso tempo sulla ricerca. Aumentiamo la produzione nazionale di gas, con la prospettiva di raggiungere una quota di produzione interna di 5 miliardi di metri cubi ( non voglio dire numeri, poi sbaglio, ma mi stavo chiedendo a quanto ammonti oggi: dovrebbe essere 2, 2,5).

L'incremento avverrà, sfruttando le concessioni esistenti per il periodo 2022-2031. I nuovi volumi di gas saranno offerti alle industrie, con una riserva di almeno un terzo per le piccole e medie imprese.

Procediamo poi con il riempimento degli stoccaggi per aumentare il grado di sicurezza delle forniture di gas naturale per il prossimo autunno e siamo attivi - continuamente attivi - a livello diplomatico - vorrei ringraziare il Ministro Di Maio per questo - per diversificare le forniture. Puntiamo sia sulla massimizzazione della capacità di rigassificazione già esistente, sia sull'acquisizione di nuovi rigassificatori.

Per avere una vera sicurezza energetica, senza una profonda semplificazione burocratica, soprattutto in merito ai nostri obiettivi di aumento di produzione delle energie rinnovabili, dobbiamo muoverci in fretta. Il grosso ostacolo all'espansione significativa delle energie rinnovabili oggi è rappresentato dai procedimenti autorizzativi e questo è un problema che, se non superiamo, non andiamo da nessuna parte.

Intendiamo rispettare l'obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza di settanta gigawatt di rinnovabili entro il 2026, se si sbloccano le autorizzazioni però.

Siamo impegnati a sbloccare diverse decine di gigawatt di eolico off-shore grazie alle più recenti misure di semplificazione delle autorizzazioni.

Anche l'aumento della produzione e del ricorso al biometano è stato oggetto di recenti interventi, con l'obiettivo di raggiungere le 200 mila tonnellate nel 2023 e un incremento di 50 mila tonnellate annue nel successivo triennio.

La ricerca è fondamentale, in ogni ambito. Per quanto riguarda il nucleare, l'impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l'unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Coraggio Italia). La strategia europea per l'energia da fusione è sviluppata dal Consorzio EUROfusion che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo 2021-2025. Questo consorzio prevede l'entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-2028.

L'Italia è uno dei principali membri del Consorzio ed è presente con università, istituti di ricerca e industrie sotto il coordinamento dell'Enea.

Negli ultimi anni sta prendendo vigore, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, lo studio di reattori, in cui il contenimento del plasma viene ottenuto tramite campi magnetici molto alti.

Noi continuiamo a seguire e a sostenere questi sviluppi sul fronte della ricerca, nell'ambito di una strategia energetica che punta a diversificare le fonti e a garantire la nostra sicurezza energetica (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Maria Elena Boschi. Prego.

MARIA ELENA BOSCHI (IV). Grazie Presidente, grazie Presidente Draghi per gli elementi che ci ha fornito. Sicuramente abbiamo tutti noi impresse le immagini drammatiche di morte e dolore che arrivano dall'Ucraina e tutti noi siamo orgogliosi di come i medici italiani stanno curando i bambini che arrivano dall'Ucraina e di come il popolo italiano sta accogliendo i profughi che arrivano da quel Paese, soprattutto donne e bambini in questa fase (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e MoVimento 5 Stelle). Eppure sappiamo che questa guerra sta comportando anche dei costi. Lo abbiamo detto: l'aumento del costo dell'energia, che già stava salendo prima dello scoppio della crisi in Ucraina. Presidente, dobbiamo essere chiari: la questione energetica o si sblocca ora o non si sblocca più. Quindi, benissimo i rigassificatori, le rinnovabili, insistere sulle tecnologie innovative, però, oltre ad alleggerire la burocrazia, dobbiamo anche insistere per realizzare quegli impianti superando quella che è stata una politica dei “no” a prescindere degli ultimi anni, che ha fermato la realizzazione di molte opere.

Noi oggi assistiamo a una prodigiosa conversione di molti gruppi politici su questi temi e lo apprezziamo; senza far polemica però dobbiamo dire che, se oggi abbiamo il TAP, è stato anche per la determinazione e l'insistenza dei Governi di cui ho fatto parte negli anni passati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Con altrettanta onestà, Presidente, le dice chi, come noi, otto anni fa ha presentato un provvedimento come lo “Sblocca Italia” per cui è stato massacrato mediaticamente ed ha avuto ogni forma di offesa e, addirittura, di minaccia, vada avanti perché non possiamo perdere nemmeno un secondo su questi temi. Sicuramente Italia Viva c'è, sosterrà l'impegno suo e del suo Governo perché dobbiamo passare dalle parole ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative urgenti in relazione all'aumento del costo dell'energia e dei prodotti agroalimentari, nonché per una strategia che assicuri in maniera strutturale l'approvvigionamento delle materie prime – n. 3-02805)

PRESIDENTE. Il deputato Gallinella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Davide Crippa ed altri n. 3-02805 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FILIPPO GALLINELLA (M5S). Grazie Presidente, Presidente del Consiglio, lei sicuramente saprà che molte imprese del nostro Paese sono in difficoltà: prima abbiamo avuto la pandemia, poi la guerra, da un mercato stazionario siamo passati a una ripresa che ha visto i costi dell'energia schizzare alle stelle, per non parlare della difficoltà in molti casi di reperire le materie prime. Il settore agroalimentare, ad esempio, quello che tutti noi abbiamo elogiato perché durante la pandemia non ci ha fatto mai mancare il cibo sugli scaffali, oggi è in difficoltà, per non parlare poi di tutte le altre imprese manifatturiere del nostro Paese alle quali stiamo vicini.

Noi abbiamo bisogno di interventi immediati: va bene la ricerca dell'indipendenza energetica, ma sappiamo che non la possiamo fare in due giorni; benissimo il PNRR ai fini di una resilienza maggiore nel nostro Paese, ma ci vorrà del tempo. Le chiediamo, quindi, cosa intende fare il Governo nell'immediato. Non so, un intervento puntuale sull'IVA, un ristoro, una moratoria sui mutui, una decontribuzione degli oneri previdenziali. Dobbiamo fare qualcosa subito; dobbiamo dare una risposta domani. Sappia che per risolvere anche questo problema, questa situazione, il Movimento 5 Stelle sarà al suo fianco però dobbiamo dare subito una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere. Prego.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, il Governo condivide le vostre preoccupazioni e le preoccupazioni di tutti per l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime. Come ho detto, siamo al lavoro per limitare l'impatto di questi rincari sulle imprese, sulle famiglie, soprattutto su quelle più vulnerabili. Per quanto riguarda l'energia, ho fatto prima la cifra di circa 16 miliardi di euro come intervento di sostegno, che è previsto duri fino al secondo trimestre di quest'anno.

Abbiamo previsto l'azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese e l'abbassamento dell'IVA al 5 per cento per le utenze del gas. Abbiamo potenziato i sussidi energetici per le famiglie più svantaggiate e abbiamo prodotto e introdotto un credito di imposta per i consumatori industriali energivori pari al 20 per cento dell'incremento del costo della fornitura di elettricità nel primo trimestre 2022.

Questo non è sufficiente, però; non è sufficiente; a noi paiono grandi numeri, in un altro contesto sarebbero stati visti come numeri impensabili, ma non è sufficiente; chi ce lo dice? Le imprese, la gente ce lo dicono, che non ce la fanno. Quindi, dobbiamo lavorare anche su altre cose; per esempio, su alcune di quelle che lei ha suggerito un attimo fa.

Le attuali tensioni geopolitiche e la necessità di ridurre la nostra dipendenza dal gas russo rendono ancora più urgente la necessità di investire nella transizione ecologica; lo dobbiamo fare in modo strutturale e su più livelli: occorre diversificare le forniture e le fonti, favorire l'efficienza energetica e ridurre i costi.

Ripeto quanto ho detto prima: sulle rinnovabili vorrei richiamare ancora, con forza, l'importanza di realizzare nuove infrastrutture in tutto il Paese, queste sono una parte essenziale del futuro dell'Italia. Il Governo è al lavoro per snellire le procedure, snellire la burocrazia e accelerare gli investimenti, ma occorre la collaborazione di tutti, soprattutto sul territorio, soprattutto nelle regioni; ma diciamo anche che è cambiato il contesto, evidentemente certe considerazioni di tipo autorizzativo, che magari erano giustificate in un contesto normale, non sono più giustificate in questo momento di emergenza; quindi, non voglio dire che questo resterà per sempre, ma è parte della transizione; la transizione non è soltanto approvvigionarsi di più di gas, ma la transizione è anche riuscire a capire che bisogna sospendere certe norme, in un periodo di guerra.

Dobbiamo anche cogliere, nello stesso tempo, le opportunità connesse alla decarbonizzazione e, come ho detto prima, questa transizione, specialmente in questo periodo naturalmente, deve tener presente la situazione di equità, soprattutto perché spesso, anzi sempre, sono coloro che sono più deboli che vengono più colpiti da queste emergenze generali.

Tra l'altro, tutti questi temi, tra cui anche una revisione proprio di alcuni pilastri fondamentali del mercato energetico, saranno oggetto delle discussioni nel Consiglio europeo informale di domani e dopodomani. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Crippa.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. La ringraziamo per la sua risposta, che ci fa quantomeno chiarezza, un quadro degli interventi che il Governo intende mettere in campo.

Come ha detto lei, sono 15 miliardi già stanziati oggi sulla riduzione delle bollette, che, in altri contesti, avrebbero palesato quasi una finanziaria, o più finanziarie, nel corso degli anni.

Quello che oggi noi constatiamo è che questi 15 miliardi sono totalmente inefficaci, come anche lei ha rilevato, per cui le famiglie e le imprese italiane oggi stanno ricevendo le fatture, anche di conguaglio, del gas e si stanno ovviamente spaventando rispetto agli importi che vengono loro attribuiti.

Noi le chiediamo, sin da subito, un impegno concreto e immediato da parte del Governo italiano a fianco di famiglie e imprese, perché non vorremmo che la vulgata che oggi stiamo sentendo, anche da lato imprenditoriale, cioè quella per cui “chiudiamo domani e lasciamo a casa in Cassa integrazione gli operai” sia una soluzione che per il nostro Paese rappresenti, in prima linea, un costo, perché ovviamente gli ammortizzatori sociali hanno un costo. Per cui io credo sia necessario intervenire, domani, immediatamente con misure immediate di certezza su come le imprese potranno affrontare i pagamenti energetici dei prossimi mesi, perché ovviamente questo contesto, come dice lei, nel secondo trimestre ci azzererà ancora gli oneri, ma non basta, quindi le imprese già oggi, pur con queste misure, dichiarano di voler chiudere. Hanno ragioni ovviamente grandi, grandissime dal punto di vista dei costi, stanno producendo beni con un valore di vendita inferiore al valore di produzione; questa situazione non può andare avanti.

Per cui le chiediamo di proseguire sui tavoli europei, che stanno andando nella direzione giusta, di un approccio comune europeo, di un Energy fund, cioè di una visione sistematica, in cui l'Europa prenda in carico il problema tutta insieme, perché da un lato vi sono sanzioni comuni e, quindi, dall'altro vi devono essere conseguenze comuni.

Dall'altro lato, però, servirebbe una misura urgente nei prossimi mesi da parte del Governo italiano che dia certezza domani di come noi intendiamo far pagare le bollette ai cittadini e alle imprese per garantire loro la continuità. Non vorremmo mai che debbano scegliere tra una cassa integrazione domani oppure una continuità produttiva in perdita. Credo che dovremmo dirottare le risorse che potremmo dover mettere sulla Cassa integrazione, preliminarmente affiancandole a una diminuzione dei costi delle bollette, in questo modo facendo un tentativo di andare ancora di più verso uno stanziamento già enorme, come dicevo all'inizio, di 15 miliardi già stanziati, ancora più grande rispetto a questa emergenza che stiamo vivendo.

Sul lato della semplificazione e della gestione delle energie rinnovabili, concordiamo con lei: è arrivato il momento oggi di fare un booster di iniziative autorizzative. Non possiamo pensare che ci sono imprese ed impianti che attendono di essere collegati alle reti, impianti rinnovabili che stanno attendendo 30, 40, 60 giorni per la connessione fisica. Abbiamo impianti che staccano la produzione perché oggi le linee non riescono a convogliare quella energia, eolica e fotovoltaica, prodotta in certe zone d'Italia e lo paghiamo come penalità verso una mancata produzione degli impianti rinnovabili. Dobbiamo intervenire subito, Presidente, in questo contesto, aiutando famiglie imprese a gestire questa crisi energetica, che sta davvero, davvero spaventando tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative, anche in sede europea, per un'accelerazione della realizzazione del cosiddetto Green Deal europeo e dell'obiettivo della sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili - n. 3-02806)

PRESIDENTE. La deputata Maria Flavia Timbro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fornaro ed altri n. 3-02806 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, il conflitto in Ucraina ha inesorabilmente aggravato la crisi energetica che aveva già colpito imprese e famiglie italiane. Allo scopo di trovare una soluzione il più possibile tempestiva, il Governo ha non solo avviato opportune interlocuzioni con Paesi terzi fornitori, oltre alla Russia, ma ha anche valutato di riavviare alcune centrali a carbone. Questa decisione rischia di apparire, anche solo simbolicamente, un passo indietro nel percorso verso la transizione ecologica e ci preoccupa molto. Nemmeno la guerra in Ucraina, Presidente, fermerà l'orologio climatico. Il pianeta va inesorabilmente verso l'aumento del riscaldamento globale.

Alla luce dei massicci investimenti sulle rinnovabili - solare, eolico, idrogeno - decisi in Europa, serve che il Governo appronti un piano straordinario di sostegno e semplificazioni, accompagnato da un piano emergenziale che si preoccupi del risparmio energetico senza rallentare minimamente il percorso verso la transizione ecologica.

Le chiediamo, dunque, quali iniziative il Governo intenda assumere per una decisa accelerazione verso il Green Deal europeo e verso la piena sostituzione delle fonti fossili con le rinnovabili, senza tralasciare un piano di risparmio energetico di cui, a nostro avviso, oggi più che mai il Paese ha bisogno.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, anche questa interrogazione ritorna sul rapporto tra crisi energetica e transizione ecologica. Essenzialmente, le risposte che bisogna dare ora sono un'efficace rapida diversificazione e una accelerazione degli investimenti nelle rinnovabili. Questo forse può sembrare molto semplicistico, ma è l'essenza di quel che dobbiamo fare.

Noi abbiamo sempre puntato, fin dalla formazione di questo Governo, sulle fonti rinnovabili, anzi direi che, come dicevo all'inizio di questa esperienza di Governo, l'ambiente, la transizione ecologica è un po' l'essenza stessa di questo Governo. È nato su questo programma. Quindi continuiamo su questa strada.

La transizione, come dicevo, richiede, per quanto riguarda le rinnovabili, semplificazioni e anche investimenti nella ricerca. Occorre essere consapevoli, in questo momento, che la ricerca, in una situazione di emergenza come quella del COVID-19, sta producendo innovazioni con un ritmo e con tempi considerati, fino a poco tempo fa, inimmaginabili.

Quindi, dobbiamo osservare attentamente quello che succede nel mondo ed essere partecipi il più possibile di questi processi di ricerca. Abbiamo messo in campo significativi incentivi per la realizzazione e la sostituzione di impianti di produzione di energia termica alimentati da fonti fossili con impianti alimentati da fonti rinnovabili, comprese le pompe di calore, in alcuni casi anche accoppiati con impianti fotovoltaici.

Dobbiamo - e questa è una questione che affronteremo insieme, tra non molto - rafforzare le misure di risparmio energetico. Quindi, cos'è il Green Deal europeo oggi? Il Green Deal europeo oggi è diversificazione, rapidità nella realizzazione delle opere riguardanti le rinnovabili e innovazioni nel campo dell'energia. La sovranità europea deve esprimersi anche in ambito energetico. Ne va della nostra sicurezza, come stiamo constatando oggi, e della nostra libertà. Quindi, non può esserci autonomia strategica, di cui si parla sempre per quel che riguarda l'Europa - e ne parleremo anche domani - senza una strategia ambiziosa sull'energia.

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di replicare. Colleghi, per favore!

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Grazie, Presidente del Consiglio, per la risposta. Come ha notato, c'è grande preoccupazione in quest'Aula, e ovviamente fuori di quest'Aula, per quanto riguarda la politica energetica, che è, in questo momento, innanzitutto, uno strumento di politica internazionale, forse il più importante per quanto riguarda la guerra in Ucraina. Ieri il vicepresidente della Commissione europea ha indicato obiettivi piuttosto ambiziosi di riduzione dell'import di gas dalla Russia e sono, a mio avviso, obiettivi assolutamente condivisibili. Questo però - e a questo proposito scaturisce l'elemento di preoccupazione - non deve portarci a deragliare dalla traiettoria che abbiamo intrapreso in termini di transizioni ecologica, perché la guerra può essere un evento che accelera il movimento lungo quella traiettoria oppure può essere un elemento che porta ad un arretramento. Le confesso che, avendo ascoltato la discussione, non tanto in questa sede, ma fuori, i pericoli di arretramento sono pericoli molto seri, perché è evidente che l'emergenza è grande. Quindi, bisogna assolutamente avere chiaro che, come lei ha sottolineato, la scelta fondamentale è la produzione di energia da fonti rinnovabili, in tale direzione dobbiamo concentrare i nostri sforzi.

Allora, vi sono due possibili indicazioni. La prima riguarda il PNRR. Noi, in questi giorni, stiamo valutando la prima relazione e, nella valutazione, proveremo a dare qualche indicazione su come possibilmente riallocare risorse, nell'ambito del PNRR, per accelerare gli investimenti necessari a potenziare le rinnovabili.

L'altra indicazione, Presidente, riguarda il Documento di economia e finanza, che il Governo presenterà entro poche settimane. Come lei ha riconosciuto, nonostante la dimensione molto rilevante del soccorso finanziario a imprese e famiglie, siamo ancora nella condizione di dover supportare sia imprese che famiglie. Il Governo è stato limitato dagli spazi di bilancio che aveva. Il Documento di economia e finanza può essere lo strumento attraverso il quale programmare gli spazi di bilancio, in rapporto a quelle che saranno le indicazioni europee, al fine di dare il soccorso necessario, perché non possiamo permetterci di perdere pezzi significativi della nostra economia reale e neanche di lasciare in condizioni insostenibili probabilmente centinaia di migliaia di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Intendimenti del Governo in ordine a misure di sostegno a famiglie e imprese in relazione alle conseguenze economiche derivanti dalle sanzioni irrogate alla Federazione russa – n. 3-02807)

PRESIDENTE. Il deputato Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02807 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, nel 2021, l'Italia ha registrato una crescita del PIL del 6,6 per cento. Purtroppo, però, in questi ultimi mesi abbiamo registrato un incremento dell'inflazione e un aumento del costo delle materie prime. Questi fattori hanno iniziato a indebolire la crescita del PIL. A febbraio, l'Unione nazionale consumatori ha previsto che, con l'inflazione al 4,8 per cento, il bilancio delle famiglie medie italiane si aggraverà di 1.389 euro, rispetto al 2021, e purtroppo, con la guerra, il tasso di inflazione è già stimato, per il 2022, al 5,7 per cento. Ad aggravare la situazione economica è l'aumento della benzina, già arrivata a 2 euro al litro, e delle bollette, i cui importi sono cresciuti del 130 per cento, il costo della carta, che è raddoppiato, le sanzioni, giuste e necessarie, che hanno, però, un impatto importante sull'export e sui pagamenti per le nostre aziende. Una cosa che sta succedendo in queste ore è che i mugnai hanno scritto ai panificatori, dicendo che, a causa della crescita del costo del 15 per cento dei cereali, la quotazione delle farine di grano tenero verrà fatta al momento dell'ordine, quindi, a vista, come succede per l'oro.

Allora, concludo, avendo fatto questo quadro molto preoccupante, chiedendo al Presidente Draghi se sia previsto, in collaborazione con l'Unione europea, un decreto compensativo per stanziare risorse a sostegno di famiglie e imprese, costrette ad affrontare un momento difficilissimo, dopo quello, già molto duro, della pandemia, che produce ancora i suoi effetti.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'Unione europea ha reagito in modo unito, compatto, rapido all'invasione dell'Ucraina. Le sanzioni approvate in questa settimana, insieme a quelle degli alleati del G7 e della NATO servono ad applicare la massima pressione possibile sul Governo di Mosca perché cessi le ostilità e riprenda la strada diplomatica. Questa fermezza è essenziale per difendere la sicurezza dei nostri cittadini e dell'Europa. Voglio aggiungere che l'impegno sul fronte sanzionatorio dell'Italia è stato attuato con coraggio e integrità e voglio ringraziare per questo il Parlamento, il Ministero degli Esteri e il Ministero dell'Interno, ma, anche e soprattutto, per gli ultimi provvedimenti, la Guardia di finanza.

Naturalmente, tutto questo impegno sanzionatorio deve essere idealmente uguale all'impegno che noi mettiamo, profondiamo e profonderemo per aiutare famiglie e imprese in questa situazione e, come ho detto anche prima, sostenere soprattutto i più deboli. Tra l'altro, queste sanzioni, come è prevedibile, non dureranno poco, quindi, per poter durare devono essere sostenibili, altrimenti ci si troverà in grande difficoltà. Noi non abbiamo alcuna intenzione di derogare alle nostre politiche di sanzioni, che sono decise e condivise con tutti gli altri alleati, ma, nello stesso tempo, dobbiamo fare di tutto per poterle rendere sostenibili al nostro interno.

Noi siamo al lavoro, c'è molto da fare ancora per analizzare le conseguenze, certamente l'inflazione è aumentata, la crescita – come anche ha detto il Commissario Gentiloni, poco fa - certamente verrà indebolita, come, d'altronde, era prevedibile, da questa situazione e, quindi, vedremo quello che succederà. Il primo punto in cui questo avverrà, naturalmente, con le prime valutazioni, che sono necessariamente molto preliminari, sarà proprio la predisposizione del Documento di economia e finanza.

Quindi, noi siamo tutti impegnati a intervenire con forza, per tutelare il potere d'acquisto delle famiglie e per tutelare le imprese; vogliamo mantenere una politica di bilancio prudente, che non implichi nuove rilevanti misure permanenti di spesa corrente, ma che, nello stesso tempo, permetta tutti gli interventi che sono necessari a sostenere l'economia ora, nell'emergenza.

Sono anche al lavoro in sede europea per chiedere alla Commissione misure che aiutino ad affrontare l'emergenza del prezzo dell'energia. Ho affrontato, tra l'altro, questo tema nel mio incontro con la Presidente von der Leyen lunedì e ne parlerò anche al Consiglio informale di domani.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, condividiamo l'impostazione che lei ha dato nella risposta al nostro question time. Lo ha sottolineato, abbiamo un'altra grande sfida davanti, ancora più grave o altrettanto importante quanto quella che stiamo portando avanti contro il COVID. La guerra inaccettabile e intollerabile nel cuore dell'Europa, come era previsto, grazie anche, come ha detto lei, alla risposta unitaria dell'Europa, dell'Italia e dell'Occidente, ha delle conseguenze. Le conseguenze le ha sottolineate in tutte le risposte che ha dato anche agli altri gruppi parlamentari: l'aumento dei costi delle materie prime, l'aumento dei costi dell'energia, il costo che le sanzioni dure, lo diciamo con chiarezza, per difendere il diritto internazionale, ma ancora di più la libertà, la libertà del popolo ucraino, ma la libertà di tutti noi, ha portato rischi, rischi anche alle aziende che esportano.

Ma, signor Presidente, credo che il pericolo più grande, oltre a quello che lei ha sottolineato, sia il pericolo della paura, della sfiducia, dell'incertezza che si stanno generando. Addirittura si sente parlare di terza guerra mondiale, di guerra atomica; mai si era arrivati a questo punto. Proprio per questo c'è bisogno di unità, di unità delle istituzioni italiane, di unità delle istituzioni europee, di chiarezza e certezza nelle risposte che si danno, anche quelle più immediate, quelle più brevi. Da questo punto di vista è evidente quello che lei ha accennato nelle altre risposte, ma che noi continuiamo a sostenere: come con il COVID si è risposto in maniera puntuale e precisa, altrettanto noi dobbiamo fare nell'aiuto alle famiglie e alle imprese in questa situazione in cui ci troviamo.

Ancora più e ancora prima per le imprese - e concludo, signor Presidente - un sostegno di liquidità, il tema di un sostegno diretto di risorse, il tema della liquidità, il tema del discutere in Europa del Temporary Framework, e cioè della possibilità che ci sia una deroga agli aiuti di Stato per quelle imprese che in questo momento vivono e affronteranno le difficoltà, diventa un elemento importante, la moratoria sui mutui, l'attenzione importante alle difficoltà che si creeranno. Tutto questo ci aiuterà con forza a capire che solo l'unità di una comunità nazionale e di una comunità internazionale può farci non solo vincere la sfida che abbiamo davanti ed arrivare alla pace attraverso il dialogo, ma ancora di più accettare queste sfide come la grande possibilità di un cambiamento del nostro Paese, accelerando tutti quei processi che lei ovviamente ha sottolineato, non solo di riforme, ma anche di capacità di guardare al futuro. Questa è la sfida che abbiamo davanti. Quello che le chiediamo è di rappresentare questa unità nazionale non tranquillizzando, ma dicendo che ci siamo, ci siamo con forza. C'è un'istituzione, una comunità, Parlamento, Governo e Unione europea, a cui si può guardare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

(Iniziative, anche in sede europea, per sostenere famiglie e imprese in relazione agli effetti derivanti dal conflitto in Ucraina e dalle sanzioni irrogate alla Federazione russa – n. 3-02808)

PRESIDENTE. Il deputato Valentini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barelli ed altri n. 3-02808 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

VALENTINO VALENTINI (FI). Signor Presidente, anche noi quest'oggi, in questo question time, che è stato essenzialmente monotematico, vorremmo conoscere i provvedimenti che il nostro Governo intende adottare per far fronte alle conseguenze delle sanzioni necessarie e doverose, i cui contraccolpi però si ripercuotono sui Paesi che le adottano in maniera asimmetrica, ovvero noi siamo tra i più esposti. E più esposte sono le classi più deboli, rese vulnerabili dalla pandemia, che le chiediamo di rassicurare con le sue parole. Il caro energia, delle materie prime e dei prezzi dei generi alimentari fanno schizzare l'inflazione, non più transitoria, e mettono in ginocchio i bilanci di famiglie e imprese. Queste ultime vedono spazzati via i loro margini, quando non sono costrette a fermare la produzione, anche se hanno in pancia già ordini per tutto l'anno. Gli impianti non possono funzionare semplicemente indossando un maglione in più, per cui dall'inflazione alla recessione il passo, ahimè, è breve.

Vorremmo, quindi, che ci illustrasse gli scenari, la natura condivisa degli oneri, nonché gli strumenti che si intendono porre in essere con i partner europei per sostenere i costi condivisi di questo altissimo sacrificio di solidarietà al quale il nostro Paese non può e non intende sottrarsi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole signor Presidente, onorevoli deputate e deputati, come ho detto anche in risposta a un'interrogazione precedente, il Governo è consapevole dell'impatto che la crisi in Ucraina avrà sull'economia italiana e indubbiamente fa, sta facendo e farà di tutto per mitigarne le conseguenze.

Nel Programma di stabilità del 2022 sarà messo a punto il quadro di previsione economica e di finanza pubblica, e saranno considerati tutti i “fattori di rischio” relativi alla guerra in atto. Siamo anche consapevoli dell'impatto inflazionistico che può derivare dall'aumento di prezzi di alcune materie prime. In particolare, vorrei attirare la vostra attenzione su un aspetto: noi abbiamo sempre parlato di energia oggi, ma c'è un aspetto che è altrettanto rilevante, ed è l'agroalimentare. Soprattutto i recenti provvedimenti presi da altri Paesi europei impediscono l'approvvigionamento di grano tenero, di mais e di altre semenze essenziali per la produzione italiana agroalimentare.

Quindi, anche su quel fronte - ne ho parlato anche con il Ministro Patuanelli ieri - occorrerà procedere con una strategia che, per certi aspetti, almeno per le parole che si usano, è simile a quella che si segue nel gas: diversificare rapidamente le fonti di approvvigionamento. Non è facile far questo sulla base degli esistenti regolamenti comunitari, come non è facile aumentare la superficie coltivabile sulla base degli esistenti regolamenti comunitari. Quindi occorrerà, anche in questo caso, riconsiderare.

Allora vedete che ogni aspetto che noi consideriamo dimostra che il contesto regolatorio che ci ha accompagnato va rivisto; va rivisto per questo periodo di emergenza, ma va rivisto.

Quindi, per quanto riguarda il Patto di stabilità, per quanto riguarda gli aiuti di Stato, per quanto riguarda i regolamenti comunitari nell'ambito agricolo, ma anche in altri ambiti, tutto ciò che oggi impedisce una risposta rapida all'emergenza va rapidamente rivisto.

Su questo noi stiamo lavorando, per quel che riguarda l'interno, a Roma, con il Governo, ma anche, come dicevo prima, con gli enti territoriali, perché un significativo sostanziale aumento degli investimenti nelle rinnovabili non si può attuare se non cambiamo l'attuale quadro regolamentare, e poi in sede europea, dove discutiamo e discuteremo sicuramente, ma credo che ci sia fondamentalmente un atteggiamento disponibile per questa emergenza, come è stato anche durante il COVID.

Poi abbiamo l'aspetto finanziario, e qui di nuovo noi faremo di tutto a livello nazionale per poter rispondere alle esigenze, ma chiaramente questo è un problema, è una crisi, è un'emergenza europea e ha bisogno di una risposta europea (Applausi).

Quindi, qui dobbiamo pensare lungo quelle direttive strategiche che vi ho illustrato all'inizio: l'energia, il clima, la difesa. Questi sono enormi, grandissimi investimenti che vanno fatti, e vanno fatti per forza di cose a livello europeo, tutti insieme.

Ci sono queste due questioni, una è il cambio di contesto giuridico-regolamentare, poi l'aspetto finanziario, come affrontare questi grandi cambiamenti, alcuni indotti dall'emergenza e altri strutturali.

Vi è un terzo aspetto, l'energia. Cosa fare sull'energia? Tutti insieme, di nuovo, bisogna saperlo, perché in tale ambito non è che si vada tanto in ordine sparso; anche se certamente occorrerà andare avanti in ordine sparso per andare veloci, però, poi, certe cose bisognerà farle insieme. Quindi, diversificazione, stoccaggi comuni, revisione del sistema del funzionamento del mercato dell'energia: tutte queste cose saranno oggetto di discussione domani, al Consiglio europeo (Applausi).

PRESIDENTE. Il deputato Valentini ha facoltà di replicare, per due minuti.

VALENTINO VALENTINI (FI). Signor Presidente, nella mia replica insisterò su quanto lei ci ha già illustrato, perché il conflitto che si è aperto in Ucraina rappresenta uno shock più grande e più pericoloso della pandemia: è un “1-2”, che rischia di mettere al tappeto le nostre fragili economie, di soffocare sul nascere una ripresa mondiale, sorretta da uno stimolo monetario senza precedenti, rispetto al quale stavamo già aprendo contromisure. Perché questa volta non solo si rischia di disintegrare la coesione economica dell'Unione europea, questa volta si rischia di far saltare il livello più profondo ovvero quel tessuto interconnettivo di valori e principi che ha tenuto insieme le democrazie liberali dell'ultimo dopoguerra.

Presidente, usi tutta la sua credibilità e il suo prestigio per far capire ai nostri partner che è necessario un nuovo fondo di solidarietà, il Next Generation EU non basta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); è necessaria un'ulteriore emissione di debito comune e, quindi, l'allargamento del perimetro di bilancio federale per l'Unione; è necessaria la flessibilità nell'applicazione delle regole della concorrenza e degli aiuti di Stato. Questo per far fronte al primo impatto, ma, poi, dobbiamo pensare a riforme strutturali. È necessario rivedere i parametri del Patto di stabilità e crescita, al fine, tra l'altro, di considerare le spese per la difesa come investimenti, e non spesa corrente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), semmai vogliamo riuscire a darci un esercito e una difesa comuni; occorre un piano di approvvigionamento e stoccaggio energetico a livello nazionale, nel contesto di una vera e propria politica energetica europea, che si affianchi alle grandi politiche strategiche dell'Unione; così come occorre una politica comune, e non uno scaricabarile, rispetto ai profughi e alle immigrazioni.

Dobbiamo far funzionare Trattati, voto a maggioranza, Consiglio di sicurezza europeo, altrimenti questa volta non ne usciremo e falliremo nel compito storico che ci siamo dati, come Unione, e al quale i Paesi limitrofi guardano con rinnovata speranza.

Per tutto questo, mi scusi, ci vuole un colpo da “SuperMario” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Chiarimenti in ordine alle conseguenze sulla tassazione degli immobili e sulla definizione dei valori ISEE derivanti dalla proposta di riforma del catasto dei fabbricati – n. 3-02809)

PRESIDENTE. Il deputato Lollobrigida ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02809 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Il disegno di legge delega per la riforma fiscale, ormai più noto per l'aspetto che riguarda il riordino del catasto, a nostro avviso, prelude a un aumento di tassazione sugli immobili degli italiani. E non riteniamo solo noi che questo provvedimento possa nascondere una patrimoniale nascosta, ma lo ritengono le associazioni di rappresentanza, lo ritiene parte della sua maggioranza, anzi, se non ci fosse stato qualche ripensamento inspiegabile dell'ultima ora, la gran parte della sua maggioranza, che chiede lo stralcio dell'articolo 6.

Dopo due anni di COVID, di pandemia, oggi, durante la più grande crisi internazionale dal dopoguerra, noi pensiamo a stangare gli italiani. Presidente Draghi, è una cosa insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E noi le chiediamo di escluderlo, magari con affermazioni diverse e più credibili da quelle che fece, il 22 luglio, sul green pass, quando presentò quel provvedimento come la garanzia di non trovarsi tra persone contagiate, smentito dai fatti. Allora, le chiediamo di assumersi una responsabilità oggi, davanti agli italiani, in diretta televisiva e affermare che non porterà, questo decreto, un aumento di tassazione e una diminuzione del valore degli immobili, fin da subito.

Lei ci ha ringraziato, Presidente Draghi, per il nostro sostegno all'Italia, ne prendiamo atto e per questo le regaliamo un nuovo consiglio: Presidente, in questo momento, in questa crisi internazionale, pensi ai panificatori, agli agricoltori, ai pescatori fermi nei porti per il caro carburante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), agli italiani terrorizzati davanti alle tabelle delle pompe di benzina. Pensi a questo e a come sanare queste criticità economiche. A questo serviva il suo Governo, e non a tassare nuovamente gli italiani già in ginocchio, colpendoli nella loro ultima certezza: la proprietà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Prima di rispondere nel merito, vorrei fare una considerazione. Il suo punto di vista, in generale, la sua domanda rivela un equivoco profondo. L'equivoco è questo: siccome c'è l'emergenza, bisogna fermarsi, non bisogna far altro, bisogna star fermi, niente riforme, niente cambiamenti, sempre fermi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva). Ecco, questo non è, questo non è; e non è il motivo per cui è nato questo Governo, non è nato per star fermo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva).

Ora veniamo un attimo alla sostanza della sua domanda. Evidentemente voglio, per prima cosa, ribadire come l'intervento della legge delega non porti ad alcun incremento dell'imposizione fiscale sugli immobili regolarmente accatastati (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Nessuno pagherà più tasse per questo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). E, devo dire, un po' di credibilità sul fatto di non far pagare tasse questo Governo se l'è guadagnata, dopo tutto (Applausi - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Eccome.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, andiamo avanti.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. La riforma punta a rafforzare il contrasto alle irregolarità e agli abusi, a modernizzare gli strumenti di individuazione e controllo delle consistenze di terreni e fabbricati. Per inciso, l'impianto del catasto è del 1939, ci sono state tante cose in mezzo, anche una Seconda guerra mondiale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva). Non solo, gli estimi su cui sono basati i gettiti oggi sono del 1988, 1989, sono passati più di 22, 23 anni (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…33 anni…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. …scusate, ormai è diventata una materia così emotiva, che mi sbaglio anch'io (Applausi). Quindi, i decreti delegati dovranno prevedere strumenti da porre a disposizione dei comuni e dell'Agenzia delle entrate per facilitare e accelerare l'individuazione di immobili attualmente non censiti, abusivi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico) o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d'uso, la categoria catastale. I decreti delegati potranno, inoltre, prevedere strumenti e modelli per facilitare la condivisione di dati e di informazioni tra l'Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei comuni, anche attraverso il ricorso a strumenti digitali e a nuove tecnologie. L'intervento punta, inoltre, a realizzare una mappatura aggiornata degli immobili presenti in Italia. Questa mappatura, come ha detto chiaramente il Ministro dell'Economia, Franco nell'audizione sulla legge delega, non ci serve per aumentare le tasse (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma per capire lo stato del patrimonio immobiliare. La mappatura affiancherà, non sostituirà, per ciascuna unità immobiliare, alla rendita catastale determinata secondo la normativa esistente, il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato. Così si esclude in modo esplicito che l'intervento di mappatura possa produrre un aumento di tassazione, un aumento delle imposte dirette, un aumento delle imposte indirette sui trasferimenti immobiliari, un aumento dell'IMU. Per inciso, un'ultima considerazione. Tutte queste considerazioni, in particolare l'introduzione dell'ICI, l'introduzione dell'IMU, l'abolizione dell'ICI, l'introduzione della Tasi, l'abolizione della Tasi, sono state fatte sempre su valori inesistenti, su valori che non hanno senso, su valori di 33 anni fa, come mi avete giustamente puntualizzato un attimo fa.

Allora, questa procedura di applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso, per produrre numeri che non hanno senso, deve finire. Vogliamo trasparenza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva e Coraggio Italia)!

PRESIDENTE. Il deputato Foti ha facoltà di replicare.

TOMMASO FOTI (FDI). Se posso…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Prego, deputato Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente del Consiglio, il catasto sarà del 1939 - lei è del 1947 - ma, salvo Renzi, nessuno lo vorrebbe rottamare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, ci sia consentito di dirle che lei ha dato una risposta al Parlamento, quando in Parlamento esiste un documento, che è la delega all'esame della Commissione, che la smentisce, perché a pagina 15 della relazione tecnica (Commenti del deputato Marattin)

PRESIDENTE. Deputato Marattin! Intanto la mascherina!

TOMMASO FOTI (FDI). …a pagina 15 della relazione tecnica, dicevo, si scrive testualmente che “questa norma è coerente con le linee guida rivolte dalla Commissione europea e il Consiglio dell'Unione europea raccomanda di ridurre la pressione fiscale sul lavoro e di compensare tale riduzione con una revisione delle agevolazioni fiscali e una riforma dei valori catastali non aggiornati” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Quindi, non si dica che è una riforma catastale che è fatta solo per il comma 1 dell'articolo 6, perché lei, signor Presidente, ha letto il comma 1 dell'articolo 6, ma non ha letto il comma 2!

Ma le dirò di più. Lei questa cosa non deve spiegarla ai banchi di Fratelli d'Italia; lei la deve spiegare al suo Governo e alla sua maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché è il suo Governo! A fronte di un provvedimento così innocuo, come lei l'ha presentato, sa cosa ha detto, per il nome del sottosegretario Guerra? Che o si approva così o va a casa il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E lei sa cosa ha detto qualche gruppo della sua attuale maggioranza? Un gruppo ha detto: “I nostriMinistri non l'hanno votato”; un gruppo, oggi sulle agenzie, definisce quella del catasto come la “schiforma” del catasto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Infine, il gruppo della sinistra più estrema dice che è giusto che chi paga di meno debba pagare di più!

Allora, signor Presidente del Consiglio, sul piano politico è esilarante la sua proposta di venire qui a voler fare le pulci a Fratelli d'Italia, che le ha chiesto di smentire ciò che non è riuscito a smentire! Vede, noi avremo molti difetti, ma nella nostra vita politica abbiamo sempre operato perché i proletari potessero diventare proprietari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratito e Italia Viva). Lei oggi ha una maggioranza…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!

TOMMASO FOTI (FDI). …lei oggi ha una maggioranza che si è dimostrata interessata più ai mercati finanziari che ai mercati rionali e questa norma ne è la riprova (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bianchi, Enrico Borghi, Brescia, Butti, Casa, Cavandoli, Comaroli, De Maria, Ferri, Frassinetti, Gebhard, Giachetti, Magi, Marin, Melilli, Mura, Nardi, Parolo, Perantoni, Scalfarotto, Serracchiani, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 109, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, per un richiamo al Regolamento e mi riferisco, in particolare, all'articolo 135, quarto comma, del nostro Regolamento.

Signor Presidente, so che non è gradevole, però non posso fare a meno di specificarlo. Si è appena concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata che, all'articolo 135 del Regolamento, prevede una disciplina assolutamente ferrea; specifica che: “Il presentatore di ciascuna interrogazione ha facoltà di illustrarla per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante del Governo per non più di tre minuti. Successivamente, l'interrogante o altro deputato del medesimo gruppo ha diritto di replicare per non più di due minuti”.

Mi capirà, Presidente, non mi riferisco certo alla persona del Presidente del Consiglio: io sottoscrivo ogni parola espressa dal Presidente del Consiglio, le assicuro che per me è molto piacevole ascoltare il Presidente del Consiglio e vorrei rassicurare che, se c'è qualcuno che tenterà di rottamare Draghi, non è certo chi ha contribuito sostanzialmente a fare in modo che Draghi arrivasse, ma qui c'è un problema di regolamento. Il question time nasce come un valore del Parlamento, prevede e disciplina una parità tra il Parlamento e il Presidente del Consiglio: questa parità sta nei tempi che sono assegnati in diretta televisiva ai gruppi e al Presidente del Consiglio e mi riferisco anche alle modalità in cui sono disciplinati: c'è un'introduzione, una replica del Presidente del Consiglio e la replica finale dei gruppi.

Presidente, è chiaro che, in questo momento, a noi conviene, perché è il Presidente del Consiglio della nostra maggioranza - so che dà fastidio, però è un problema, il Regolamento vale sempre, collega Fiano - e noi siamo lieti che il Presidente del Consiglio possa parlare qui senza mai essere interrotto, ben oltre il tempo che gli è assegnato dal regolamento, con il Presidente della Camera che è stato ben attento a segnalare ai colleghi dei gruppi che intervenivano che il loro tempo era esaurito. Capisco che dia fastidio, ma oggi va bene, perché magari è Draghi; domani magari non va bene perché si tratterà di qualcun altro.

Presidente, la invito almeno a fare in modo che quello che è successo oggi non diventi un precedente, perché, se accettiamo che uno strumento - che è del Parlamento e che ha un rapporto paritario con il Governo - diventi occasione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non certo per responsabilità del Presidente del Consiglio, ma per chi deve applicare il Regolamento, affinché il Presidente del Consiglio intervenga per cinque, dieci, magari un quarto d'ora – perché, se si esce dalla regola, chi ne stabilisce il limite? -, a differenza dei tempi che sono attribuiti ai gruppi parlamentari, a mio avviso, si fa una ferita non solo al Parlamento, ma alle regole che sono disciplinate in modo ferreo proprio perché hanno un obiettivo specifico.

Non mi potrà dare una risposta lei, però il tema si pone; io sono qui da 21 anni e le posso garantire che non ho mai visto un precedente o almeno non credo vi siano precedenti in tal senso rispetto all'unica regola certa che non è stata mai messa in discussione. Oggi - ripeto - a me fa piacere, da un certo punto di vista, perché concordo con tutto quello che ha affermato Draghi, però, in generale, se pensiamo all'interesse della Camera, quelle regole devono essere rispettate, a prescindere da chi sia il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva

e Fratelli d'Italia ).

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, penso che non tanto e non soltanto il sottoscritto, ma tutti i deputati in quanto tali siano d'accordo sul fatto che le regole valgano per tutti e che il nostro Regolamento debba essere rispettato da tutti. Tuttavia, non posso fare altro che trasmettere le sue osservazioni al Presidente della Camera, che ha gestito e presieduto la fase delle interrogazioni a risposta immediata.

Immagino che avrà ritenuto di dover far concludere il ragionamento al Presidente del Consiglio, ma questo non posso dirlo io perché non presiedevo e, quindi, rimettiamo le sue indicazioni e le sue osservazioni al Presidente Fico.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 2-A.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento 3.121 Turri.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.53 Varchi. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto la deputata Carolina Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Su questo emendamento vorrei citare un'affermazione contenuta nel documento della SIAARTI (Società italiana anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) pubblicato il 31 dicembre del 2021 che, come altri colleghi che lo hanno citato nel corso dell'esame di questo provvedimento, ho avuto occasione di leggere e apprezzare soprattutto per la misura delle parole scelte.

In questo documento si legge: “Per quanto le circostanze possano essere difficili e faticose, al rifiuto ripetuto e ostinato del paziente non deve fare seguito il suo abbandono. Deve piuttosto essergli sempre garantito un adeguato livello di cure e, qualora necessario, la loro rimodulazione in chiave palliativa”.

Questo documento si inserisce nel solco delle considerazioni che da questa parte dell'Assemblea pervengono senza sosta dall'inizio di questo provvedimento. Ed è interessante cogliere un atteggiamento differente rispetto ai medici, in prima linea nel nostro Paese, che nei mesi scorsi noi abbiamo indicato correttamente come eroi, anche allorquando, in presenza di pazienti con quadri clinici severi, magari perché volontariamente sottrattisi a vaccini o a misure di prevenzione della diffusione del COVID, hanno molto insistito, hanno lavorato per somministrare tutte le cure necessarie per salvare quei pazienti con quadri clinici severi da una prognosi infausta il cui epilogo era abbondantemente accertato.

Ora, però, si vuole teorizzare in questa stessa Aula che magari quegli stessi medici, a fronte di quadri clinici magari meno severi di quelli che hanno affrontato nei reparti di terapia intensiva per il COVID, debbano arrendersi e favorire questi trattamenti eutanasici. Tutto questo lo trovo francamente un po'…

PRESIDENTE. Chiedo scusa dell'interruzione, deputata Varchi. Colleghi, sono costretto ad intervenire perché il brusio di fondo è insopportabile ed è incompatibile con l'esigenza di partecipazione e ascolto. Ricordo che non si possono dare le spalle alla Presidenza.

Deputata Varchi, prosegua.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Dicevo che il mio emendamento è volto ad elidere dal testo una circostanza che peraltro non è mai nemmeno citata dalla famosa sentenza della Corte costituzionale, quindi è, diciamo, un travalicare quei limiti che la Corte costituzionale aveva indicato come orizzonte al legislatore, pur facendosi scudo di quella stessa pronuncia. Non solo elide una circostanza mai individuata dalla Corte costituzionale, ma rende anche questa norma più aderente a quello che più volte in questa stessa Aula si è detto e si è sostenuto in ordine agli interventi dei medici: per la loro stessa natura, per una questione quasi ontologica dell'essere medico - io non lo sono, ma così mi hanno insegnato i tantissimi medici che nella mia vita ho avuto la fortuna di conoscere - c'è una tensione ideale e materiale volta a dare la vita, a dare la salute, mai a favorire una conclusione anticipata, ancorché volontaria della vita naturale di ciascuno.

Quello in esame è un emendamento che va nel solco di quello che noi abbiamo sostenuto con convinzione in quest'Aula in questi giorni. Chiedo, ovviamente, il voto favorevole di tutta l'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto chiedo alla collega Varchi di poter sottoscrivere l'emendamento a sua prima firma.

Siamo sull'articolo 3, comma 2, lettera a) e questo emendamento, di fatto, come anche il nostro che verrà esaminato più avanti, elimina il riferimento alla condizione clinica irreversibile. Sentiamo spesso i proponenti di questa proposta di legge dirci che questa norma - anche il relatore prima lo ha detto - riporta le condizioni così come stabilite dalla sentenza della Corte costituzionale. Invece, nella sentenza della Corte costituzionale non si cita mai la condizione clinica irreversibile. Peraltro, ritengo che la condizione clinica irreversibile sia già assorbita dalla patologia, che deve essere irreversibile, che però giunge qui anche a prognosi infausta. Quindi, stringe di più il campo di applicazione. In questo caso, nella patologia irreversibile si va a precisare anche che deve essere a prognosi infausta. Siamo favorevoli a questo emendamento che appunto toglie il riferimento alla condizione clinica irreversibile perché così si stringe il campo di applicazione di questa norma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a sottoscrivere l'emendamento della collega Varchi continuiamo a sostenere quello che hanno già detto anche i colleghi Turri e Varchi. Se dobbiamo seguire la sentenza della Corte costituzionale, ci chiediamo perché si inseriscono parole non citate in questa sentenza. Avete detto che dobbiamo seguire questa sentenza, allora perché allargate il campo? Continuate a bocciare gli emendamenti di Fratelli d'Italia che cercano di portare delle migliorie e soprattutto di seguire correttamente quello che la Corte costituzionale ha voluto dire. Negli scorsi giorni ho detto che in altri provvedimenti avete voluto seguire le sentenze della Corte costituzionale e, conseguentemente, avete bocciato gli emendamenti che allargavano il campo, qui, invece, state negando quello che già avete fatto in passato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Anche qui abbiamo cercato di dare puntualità, di dare chiarezza, di offrire un nostro contributo. La collega Varchi ha spiegato puntualmente qual era l'intendimento e ha cercato di mettere a disposizione di tutti i colleghi le motivazioni reali e concrete.

Questo è l'ennesimo emendamento di buonsenso che tutela le persone, che dà chiarezza e restituisce chiarezza e che cerca di fugare qualsiasi pericolo legato a termini che possono essere assolutamente liberi sotto il profilo dell'interpretazione come “condizioni cliniche irreversibili”, che aprono un mare magnum dell'indiscriminabile e un intervento della magistratura che sarebbe obbligata ad interpretare quello che il legislatore, il Parlamento, non è stato in grado di definire e di collocare nel giusto perimetro.

È per questo che ovviamente l'ho sottoscritto e lo sostengo grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Quando Fratelli d'Italia segue il ragionamento, per la verità pessimo, della maggioranza, che fa del mantra “ce lo dice la Corte costituzionale” anche una premessa al proprio ragionamento, non va bene lo stesso. Con questo emendamento la collega Varchi mette a nudo la vostra volontà di contrapporvi comunque a qualunque proposta di Fratelli d'Italia, perché questo emendamento è finalizzato a recepire in maniera precisa un passaggio di questa sentenza. Tutto ciò perché noi cerchiamo in tutti i modi di limitare il campo rispetto a questa scellerata scelta, da parte di questo Governo e della maggioranza, di fare della morte un trattamento sanitario.

Peraltro, Presidente, anche oggi io vorrei rinnovare il fatto che sono insopportabili le lezioni che ad ogni emendamento riceviamo dai colleghi della maggioranza, portatori di non si sa quale verità. Questa, comunque, è una legge di morte perché è la legge che liberalizza l'eutanasia in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto intendo sottoscrivere questo emendamento, a prima firma Varchi, che è stato ampiamente descritto. Un emendamento di buonsenso, che, per quanto riguarda anche la visione di chi si contrappone a qualunque emendamento da noi proposto, dovrebbe almeno vedere la possibilità di una libera scelta. Tuttavia non è sufficiente se è soltanto libera, la scelta deve essere anche giusta: giusta sia dal punto di vista etico, ma giusta anche dal punto di vista legislativo, di chi va a legiferare e che, ancora una volta, può incorrere in quella che è stata una sacrosanta sentenza della Corte rispetto alla dicitura “prognosi infausta, fino a che cagionino”. Noi chiediamo soltanto che venga tolta questa parte e sostituita con la parola “che cagioni”. Mi auguro che da parte della maggioranza vi sia una riflessione, ma anche la possibilità di vedere approvato questo emendamento che riteniamo sacrosanto e giusto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Nonostante i ripetuti tentativi di Fratelli d'Italia di cercare di riportare questa norma al dettato della sentenza della Corte costituzionale, sembra che questo Parlamento spesso si riempia la bocca di sentenze della Corte costituzionale, tanto da spingere le proprie decisioni proprio nel solco fatto da alcune decisioni della Corte. Questa volta noi chiediamo di riportare all'interno della decisione della Corte queste pochissime pagine di norme. E invece sembra che per l'ennesima volta ci venga rifiutata questa possibilità, perché qualcuno all'interno del Governo e della Commissione ha voluto inserire nella norma la “prognosi infausta”, quando la Corte costituzionale di questo nulla dice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento di Fratelli d'Italia è un emendamento che si inserisce, già come ratio, in quelli precedenti presentati dalla collega Carolina Varchi e dalla collega Bellucci in particolare, che si sono dedicate a questo testo.

È un emendamento di buon senso, l'hanno già detto i colleghi, ma è soprattutto un emendamento che, ancora una volta, tende una mano alle altre forze politiche di questo Parlamento per trovare un punto di sintesi in un argomento così delicato come quello che stiamo affrontando. Io mi chiedo dove sia il punto di caduta, il punto di equilibrio, la mediazione con le forze di opposizione e non solo, che si stanno opponendo a questo testo.

Preso atto che è un testo che tocca la sensibilità di ognuno di noi, credo che si dovrebbe rafforzare il dialogo in tal senso, ma la sequela di “no” che sta ottenendo Fratelli d'Italia e che stanno ottenendo gli emendamenti di Fratelli d'Italia e non solo, non va verso questo indirizzo. Ci vorrebbe una concertazione molto più ampia. E allora questo emendamento ancora una volta richiama a questo senso di responsabilità a cui è chiamato il Parlamento nella composizione delle varie forze politiche. Noi ci auguriamo che vi sia un momento in cui, nella discussione di tale testo e dei vari emendamenti, i vari esponenti delle altre forze possano, in qualche modo, arrivare a dialogare con noi e non, invece, intrattenerci in un dibattito d'Aula, in cui ci sono persone che propongono e altre che, invece, sordamente, dicono soltanto “no”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto per chiedere di sottoscrivere l'emendamento a prima firma Varchi e poi per chiedere perché non si voglia dare un solco di legittimità ancora più riconducibile ad una sentenza della Corte costituzionale. È già stato sottolineato più volte come si faccia spesso ricorso ad essa quando dobbiamo approvare o quando si portano altre questioni in Aula e non si capisce e non si comprende perché, soprattutto in un contesto così delicato e così speciale per ogni essere umano di questa nostra Italia, non si debba trovare un contesto di legittimità, tracciato anche dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Come già hanno detto i miei colleghi, la sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019 è importante, perché fissa dei requisiti sostanziali, requisiti che vanno comunque sempre a tutelare il malato. E quindi non si riesce a capire perché, si voglia bocciare la possibilità degli emendamenti di Fratelli d'Italia che riportano, invece, la legge all'interno della sentenza n. 242. Questo mi fa pensare e pensare anche male. Quindi è importante questo emendamento della collega Varchi, perché comunque tende a riportarla all'interno di quella che è, invece, la sentenza della Corte, proprio a tutela del malato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche la collega Varchi per l'elaborazione di questo emendamento. Andiamo un attimo a vedere nel merito qual è la portata di questa nuova formula. Noi vediamo, alla lettera a), che viene richiesta una delle due condizioni, cioè quella della “prognosi infausta” e quella della “irreversibilità”, ossia che sia portatrice di condizione clinica irreversibile. Sono due condizioni che possono anche essere alternative. Noi, invece, chiediamo, attraverso questo emendamento, che vi sia un'unica condizione che vada a racchiudere entrambe le portate dei due elementi. Noi crediamo che questa sia un'azione di assoluto buonsenso. Pertanto io richiedo a tutti i colleghi di votare unanimemente questo emendamento perché, secondo me e secondo il nostro gruppo, è animato dal buon senso e dal giusto spirito della norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto. Non è presente, si intende decaduto.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che, effettivamente, l'intervento proposto da questo emendamento punti, da un lato, a rimuovere degli aspetti di interpretabilità e di discrezionalità, e, dall'altro, a riportare l'alveo della discussione dentro i parametri stretti di interpretazione della sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019. Perché quando si interviene su temi come questi, quello del fine vita, quello della eutanasia, chiamiamola per il suo nome, bisogna farlo con grande attenzione e grande puntualità. E credo che occorra eliminare ed espungere i margini di discrezionalità, ma non togliere, di contro, quelli del buon senso. Questo emendamento va esattamente in questa direzione: riportare l'alveo della discussione nell'ambito dei paletti fissati dalla Corte costituzionale e del buon senso, escludendo e tagliando gli ambiti di discrezionalità.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ORE 17)

PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti i tempi previsti dal contingentamento per interventi a titolo personale. Essendone stata avanzata la richiesta, la Presidenza concederà per gli interventi a tale titolo un tempo aggiuntivo, pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il Collega Maschio, che rinuncia.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.53 Varchi, con il parere contrario delle Commissioni, il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.120 Turri. Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Con questo emendamento, interveniamo nella precisa descrizione dello stato clinico che costituisce uno dei presupposti per azionare il diritto di morte volontaria medicalmente assistita da parte del malato. Lo facciamo con maggior convinzione rispetto a quanto proposto sull'articolo 1, che descriveva le mere finalità. Quanto alle finalità, potevamo anche accettare una descrizione di massima della disciplina e delle facoltà riconosciute alla persona affetta da patologia irreversibile e con prognosi infausta, in maniera molto generica. Ma, quanto all'articolo 3, che descrive i presupposti in presenza dei quali sia possibile azionare da parte del soggetto, ahimè interessato, questo diritto, noi pretendiamo che ci sia una chiara indicazione e una definizione il più precisa possibile della condizione avanzata della patologia, che permetta di individuarne la collocazione cronologica rispetto allo stato di avanzamento della gravità, utilizzando sia i termini “stato avanzato”, sia la dizione di prossima causazione di morte da parte della malattia, in maniera da non confondere ed essere maggiormente precisi, circa lo stato in cui deve trovarsi il soggetto affetto dalla patologia. Quindi, non una qualunque patologia irreversibile con prognosi infausta, ma uno stato avanzato e con prognosi certamente infausta prossima alla morte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie Presidente, in un minuto, per aderire alla tesi del collega Potenti che ha spiegato bene l'emendamento 3.120, ma direi che ci possiamo tranquillamente ricollegare anche agli emendamenti 3.122 e seguenti.

Il collega Turri, primo firmatario di questo articolo, ha introdotto una nozione interessante, ovvero la terminologia “prossima alla morte”. Abbiamo ascoltato il dibattito che si è sviluppato nelle scorse ore e negli scorsi giorni. Ci sono ovviamente anche innovazioni su “prognosi” e “cliniche irreversibili”, ma noi, con questi emendamenti e con questo in particolare, che ci accingiamo a votare, introduciamo il concetto di prossimo alla morte, utilizziamo il suicidio assistito come extrema ratio, in una situazione non più recuperabile con le cure palliative o altri metodi.

PRESIDENTE. Concluda.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Io credo che ci voglia un surplus di riflessione da parte di tanti colleghi che ho visto votare in maniera differente poc'anzi.

PRESIDENTE. Grazie…

FLAVIO DI MURO (LEGA). Si introduce - concludo, Presidente - la terminologia “prossima alla morte” e dobbiamo ricordarci che anche la sentenza della Corte costituzionale va in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Tomasi. Ne ha facoltà.

MAURA TOMASI (LEGA). Grazie Presidente. Questo emendamento un po' rappresenta quello che fino ad ora noi abbiamo cercato di rappresentare a quest'Aula, ovvero la necessità di ricomprendere il suicidio assistito in un ambito ben ristretto. Perché? Perché la nostra Costituzione ci dice che la vita è sacra e il diritto alla vita, in tutte le sue forme, anche nella forma ultima, purtroppo, della morte, deve essere considerata dignitosa e sacra. È per questo che il collega chiede, in buona sostanza, di individuare nello stato avanzato e prossimo alla morte la condizione per potere beneficiare del diritto al suicidio assistito.

In relazione a questo, chiedo al relatore la possibilità di prevedere un accantonamento di questo emendamento, proprio per l'importanza che, secondo me, ha questo nostro emendamento e questa nostra richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie Presidente, per sottolineare, ancora una volta, come questo emendamento, come tanti altri, abbia cercato di circoscrivere il perimetro di questa legge e specificare il senso della prognosi infausta, per connotarlo meglio. Sarebbe stato utile accettare insieme una riformulazione e una definizione più specifiche, meno generiche, per non avere queste terminologie, in modo da non creare confusione e interpretazioni - come abbiamo detto fin dall'inizio - che nel futuro avranno conseguenze inaspettate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie Presidente. Questo emendamento, in merito al quale la collega Tommasi ha chiesto ai relatori l'accantonamento, ritengo che sia fondamentale, perché affronta due problemi. Uno è quello che avevo accennato prima, ovverosia togliere, alla lettera a) del secondo comma dell'articolo 3, le parole “condizione clinica irreversibile”, che, lo abbiamo detto, non è nemmeno tra le condizioni che erano previste nella sentenza; però, oltre a questo, l'emendamento va anche a puntualizzare e definire meglio come deve essere la patologia irreversibile e, quindi, precisa “in stato avanzato e con prognosi infausta prossima alla morte”. Noi riteniamo che queste precisazioni siano fondamentali, per garantire una maggior tutela a chi ritiene di affrontare questa procedura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie Presidente. Con questo emendamento il collega Turri, ancora una volta, cerca di porre rimedio al contenuto dell'articolo 3 di questa proposta di legge, articolo 3 che parla di presupposti e condizioni. Con questo emendamento, si cerca di circoscrivere l'applicazione finale della norma e, come diceva prima il collega Turri, il presupposto necessario e fondamentale per noi è di stabilire che la norma venga applicata solamente nel caso in cui ci sia uno stato avanzato della patologia e una prognosi infausta, però anche “prossima alla morte”.

In tal modo la norma viene circoscritta a fattispecie più stringenti rispetto ad una norma generica come quella che fino ad ora parte di questa Assemblea ha portato avanti.

PRESIDENTE. Non vedo altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.120 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 3.122 Turri.

Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori?

ANTONIO PALMIERI (FI). Per un richiamo al Regolamento, Presidente, perché la collega della Lega prima aveva chiesto di accantonare l'emendamento; non ci è stata data risposta dal relatore ma - lei sa quanta stima e simpatia ho nei suoi confronti - neanche lei ha chiesto al relatore quale fosse la sua opinione rispetto alla richiesta di accantonamento. Ormai, il voto è andato, ma lo dico perché potrà capitare successivamente che su qualche altro emendamento, nel dialogo rispettoso e reciproco, i proponenti chiedano l'accantonamento e, a termini di Regolamento, come ci ricordava anche prima il collega Giachetti, è giusto che questa possibilità sia vagliata. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Prima di illustrare l'emendamento 3.122, a prima firma Turri e sottoscritto da tutti i componenti del gruppo Lega in Commissione giustizia, intervengo anch'io per richiamare quanto detto dal collega di Forza Italia sull'accantonamento precedente. Evidentemente, non c'è stata un'espressione positiva o negativa da parte del relatore e la votazione è stata fatta. Presidente, evidentemente bisognava intervenire sul relatore, ma non importa, chiedo l'accantonamento - se il relatore mi ascolta – dell'emendamento di cui parliamo, lo ripeto, il 3.122 Turri che, e vado all'illustrazione, rispetto al precedente è ancora più chiaro. Non voglio ripetermi, però, in questo caso noi aggiungiamo solamente le parole: “prossima alla morte”. Qui, non ci sono scappatoie, non è interpretabile questo emendamento; qui, andiamo oltre al dibattito che abbiamo assistito poc'anzi rispetto alla riscrittura dell'articolo 3 dove si parlava di rivedere le terminologie “in stato avanzato”, “prognosi infausta”, “cagionino” o “cagioni”… Questo è il più chiaro di tutti e vi invito a riflettere nuovamente su questo emendamento. Noi aggiungiamo le parole: “prossima alla morte”. Ovvero, noi riteniamo che il soggetto che si va ad avvalere di questa nuova procedura che andiamo a introdurre con queste proposte di legge lo possa fare, non dal giorno dopo la prognosi che viene rilasciata evidentemente dal medico competente, ma solo successivamente a un percorso di attenzione da parte delle strutture sanitarie che definiscano la sua condizione come prossima alla morte. Chiaramente, noi tuteliamo la vita umana, come ha detto prima la mia collega, un articolo della Costituzione parla esplicitamente di questo, riconduciamo il nostro lavoro parlamentare pedissequamente a quanto ci chiede di fare la Corte costituzionale, seppure in ritardo, ma ci adeguiamo ai contenuti della sentenza della Corte costituzionale, quindi, questa è una scelta di campo, non è una scelta ideologica, non è che di qua ci sono i conservatori e di là ci sono i progressisti.

Qui, c'è un emendamento di buonsenso che dice: adeguiamo queste nuove disposizioni al soggetto solo qualora arrivi sul punto di morte, ovvero, solo qualora ci abbiamo provato in tutti i modi, anche con le leggi che continuano a esistere successivamente all'eventuale approvazione di queste proposte di legge, quindi, solo sul punto di morte. Non allarghiamo le maglie, cerchiamo di non allargarle per tutelare il senso della vita.

Vedo, successivamente, ulteriori emendamenti che parlano di condizioni cliniche irreversibili, vedo degli emendamenti del collega Colletti che parlano di situazione invalidante; ecco, potremmo fare un dibattito per ore e ore su cosa inserire per migliorare questo testo, però, credo che questo emendamento del collega Turri sia il più puntuale e per questo motivo ne chiedo un accantonamento, affinché si possa riflettere; non solo il Governo che ovviamente si rimetterà all'Aula e non solo evidentemente il relatore che dovrà decidere se accantonarlo o meno, ma penso anche ai tanti colleghi che si sono fatti qualche domanda, chiamiamola, etica rispetto alle votazioni precedenti, perché con questo emendamento noi chiaramente andiamo a circoscrivere la tenuta letteraria dell'articolo e a consentire che il suicidio assistito sia l'ultima soluzione, da adoperarsi solo in casi di grave necessità.

PRESIDENTE. Relatori Provenza e Bazoli, la richiesta di accantonamento viene respinta?

ALFREDO BAZOLI, Relatore per la II Commissione. Sì, Presidente, noi non accoglieremo le domande di accantonamento per la ragione che la questione - che è un po' centrale - delle condizioni per l'accesso al suicidio assistito è una questione che abbiamo già affrontato, discusso e mediato in Commissione. Lo sanno bene i nostri colleghi delle Commissioni che hanno lavorato con noi. È bensì vero che sono un po' cambiate, sono state un po' ritoccate e, come dire, corrette le condizioni che erano state poste dalla Corte per l'accesso al suicidio assistito, però, bisogna dire, e sarebbe il caso che lo riconoscessero anche i colleghi di centrodestra, che in molti casi queste condizioni sono state, in qualche modo, ristrette, proprio perché abbiamo mediato e abbiamo accolto molte osservazioni che venivano anche da sensibilità diverse.

È stato fatto un lavoro in questa direzione e quindi, credo che oggi rimettere in discussione l'assetto che abbiamo trovato non sia utile, perché noi pensiamo che ciò che abbiamo fatto in Commissione oggi rappresenti un punto di equilibrio, un punto di mediazione, esattamente, e che certamente, come tutti i punti di mediazione, non soddisfa né gli uni né gli altri, perché - vorrei che fosse chiaro - c'è chi si lamenta del fatto che abbiamo stretto un po' troppo le condizioni, c'è chi si lamenta del fatto che le abbiamo allargate, però, io penso che il punto di equilibrio sia un punto molto ragionevole, perché abbiamo aggiunto, rispetto alle condizioni poste dalla Corte, che la patologia irreversibile deve essere a prognosi infausta, lo ripeto, abbiamo aggiunto che deve essere a prognosi infausta, quindi, abbiamo leggermente ristretto; abbiamo detto che le sofferenze insopportabili che danno luogo alla possibilità di richiesta del suicidio assistito devono essere fisiche e psicologiche, quindi, abbiamo cambiato perché la Corte diceva fisiche o psicologiche, noi abbiamo acceduto a questa idea che invece debbano esserci entrambe, perché questo dà il senso di una sofferenza effettiva e, quindi, non solo psicologica. Siamo andati incontro a queste esigenze e io penso che abbiamo fatto un buon lavoro di sintesi, anche recependo queste richieste che restringono le maglie rispetto alla sentenza della Corte.

Abbiamo aggiunto, , invece, una cosa che non c'era ossia la condizione clinica irreversibile, perché altrimenti, è già stato spiegato quando esaminavamo l'articolo 1, paradossalmente, senza la condizione clinica irreversibile, il caso di dj Fabo, cioè proprio quello che ha dato luogo poi alla sentenza della Corte, non sarebbe stato ricompreso, perché dj Fabo, il povero Fabiano Antoniani, non era affetto da una patologia. Lui aveva avuto un incidente stradale, un incidente in macchina, che lo aveva immobilizzato, e la sua era una condizione clinica irreversibile, non una patologia irreversibile. Quindi, se non avessimo messo la condizione clinica irreversibile, paradossalmente quel caso da cui ha avuto origine la sentenza della Corte non sarebbe stato ricompreso. Mi rendo conto che ci possano essere ragioni di insoddisfazione, sia da un lato, sia dall'altro, ma questo è frutto della mediazione.

La mediazione chiaramente lascia insoddisfazioni da una parte e dall'altra, ma penso che su una materia così delicata sia giusto tentare una mediazione, sia giusto arrivare a una mediazione, e bisogna cercare di difendere questa mediazione, perché è l'unico modo, secondo noi, di legiferare su una materia così delicata: cercare di tenere insieme punti di vista diversi, sensibilità diverse, arrivando al punto più avanzato possibile. È quello che abbiamo fatto su questa parte della legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). No, in realtà volevo intervenire, a titolo personale, dopo l'intervento del relatore. Poi interverrà un altro collega…

PRESIDENTE. Siamo nella fase di accantonamento, quindi se vuole intervenire a favore dell'accantonamento…Ha chiesto di parlare a favore il collega Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo a favore dell'accantonamento, e non nel merito dell'emendamento, perché evidentemente il relatore non ha capito le ragioni per le quali è stato chiesto l'accantonamento. L'accantonamento è stato richiesto non per avere un'altra riformulazione dell'emendamento; l'accantonamento è volto a dare tempo ai parlamentari che non sono componenti della Commissione giustizia, cioè non hanno avuto la fortuna come noi di discutere e di affrontare, anche grazie all'ausilio delle audizioni, cosa significa morte, cosa significa infausta, che cos'è uno stato avanzato o clinicamente irreversibile. Credo che ci voglia più tempo. Mi metto nei panni di parlamentari che non hanno svolto dibattiti e votazioni in Commissione giustizia e si trovano a votare un emendamento dove c'è scritto morte. Signori, qui stiamo parlando della vita umana; non chiedo l'accantonamento per riformulare l'emendamento; il testo dell'emendamento resterà questo.

Chiedo l'accantonamento per dar modo ai colleghi parlamentari di fare una riflessione, al termine della votazione degli emendamenti, e, quindi, quando arriveremo a votare l'emendamento accantonato, con assoluta tranquillità, con libertà di coscienza ed etica.

PRESIDENTE. Nessuno chiede di parlare contro la richiesta di accantonamento.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.122 Turri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 64 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo intervenire anche dopo l'intervento del relatore e mi spiace questo atteggiamento di chiusura a priori da parte del collega Bazoli, perché ha detto chiaramente non che è contrario a questo accantonamento, ma che sono contrari agli accantonamenti. Quindi, vuol dire che da qui alla fine possiamo già evitare anche di fare questa richiesta. La motivazione che dà è perché non vuole rompere quell'equilibrio che si sarebbe trovato in Commissione su un testo che ha cercato di trovare compromessi da una parte e dall'altra. Però volevo ricordare al relatore che, di fatto, alcune modifiche sono state fatte. Quindi, probabilmente, quando le modifiche sono di un certo tipo o arrivano da una parte è possibile anche rompere quel compromesso che si era trovato, in altri casi invece, poiché vengono proposte da altre persone, da altri gruppi, non se ne parla nemmeno. Volevo fare questa puntualizzazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Solo per apprezzare, per quanto riguarda l'intervento del relatore, la volontà di valorizzare questo lavoro di sintesi che abbiamo voluto esplorare e, in qualche maniera, in parte, abbiamo peraltro raggiunto. Tuttavia, vorrei puntualizzare che, rispetto alle capacità prescrittive della Corte costituzionale che, in base al principio di separazione dei poteri, e, nello specifico, alla possibilità che la Corte intervenga anche a dettare alcuni punti specifici del testo normativo, la Corte stessa incontra alcuni limiti dettati dall'articolo 28 della legge n. 87 del 1953. Il Parlamento, comunque, è libero di potersi determinare per qualificare anche con un aggettivo un certo tipo di condotta che vogliamo venga descritta in quel modo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Tomasi. Ne ha facoltà.

MAURA TOMASI (LEGA). Grazie, Presidente. Devo dire la verità: dispiace che il relatore dica “non intendo rimettere in discussione il provvedimento”, come a dire che quest'Aula, questo Parlamento non può rimettere in discussione qualcosa che è passato in Commissione. È questa l'Aula deputata alla discussione, soprattutto di un provvedimento di questo tenore. Ciò che noi chiediamo semplicemente è chiudere le maglie per non consentire che il suicidio assistito sia qualcosa di troppo blando, troppo facile, perché, l'ho detto anche prima, fondamentalmente, la nostra Costituzione e i nostri princìpi sono quelli del diritto alla vita e alla salute dei nostri cittadini. Per cui chiedo ai colleghi dell'Aula - ho visto che l'accantonamento non è stato accettato - di valutare l'emendamento dell'onorevole Turri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Per ringraziare il relatore Bazoli per avere riassunto i termini della questione e averci anche in parte detto che l'Aula non può servire a niente, anche se, tuttavia, in realtà, i relatori hanno accolto emendamenti che curiosamente non vengono dalla nostra parte, li hanno rielaborati, rispetto a emendamenti nostri che non stravolgono l'impianto del testo, su cui molto c'è da dire, abbiamo detto e continueremo a dirlo, a partire da questo allargamento improvvidamente introdotto dai relatori. Ma, e chiudo, Presidente, la questione rimane questa, cioè il fatto che, rispetto alle nostre aperture sul testo, che non stravolgono l'impianto, dai relatori ci è arrivato il no e il silenzio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.122 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e il Governo che si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo agli identici emendamenti 3.12 Bologna e 3.43 Turri.

Ha chiesto di parlare la collega Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Questo emendamento per noi, come è stato anche per quello sull'articolo 1, è “l'emendamento”, perché chiaramente su questo abbiamo ragionato molto in Commissione per eliminare l'espressione “condizione clinica irreversibile”, perché pensiamo che una legge di questo tipo debba essere particolarmente attenta alla terminologia per non creare interpretazioni e fraintendimenti. Quindi il nostro tentativo è stato quello ed è ancora quello di migliorare questo aspetto con questo emendamento.

La terminologia attualmente utilizzata, per noi, per quanto riguarda la condizione clinica irreversibile, è aleatoria e indefinita e può aprire a scenari imprevedibili, basti pensare che il requisito è proprio solo la richiesta che la persona si trovi in una condizione clinica irreversibile, che, senza altra specificazione, può essere aperta a qualsiasi patologia cronica e oncologica. Infatti, nonostante quello che si continua a dire, la Corte non ha utilizzato l'espressione “condizione clinica irreversibile”, ma ha utilizzato la terminologia di “patologia irreversibile”, che, infatti, è la prima parte dell'articolato. E, nonostante pensasse al caso specifico del dj Fabo, ha utilizzato proprio la terminologia “patologia irreversibile” e non “condizione clinica irreversibile”. Quindi, con questa terminologia non è vero che il dj Fabo non l'avrebbe potuto fare, lo avrebbe potuto fare lo stesso, perché, infatti, la Corte ha parlato di “patologia irreversibile” e non di “condizione clinica irreversibile”.

Quindi è una nostra scelta quella di allargare, stiamo allargando il perimetro in maniera indeterminata e ci dimentichiamo che non dobbiamo legiferare per un singolo caso, ma dobbiamo guardare ad ogni caso che si potrebbe presentare, quindi dobbiamo essere il più chiari e specifici possibile, considerando, poi, che la Corte - non lo dimentichiamo mai - ha specificato prima di ogni cosa l'attuazione delle cure palliative, di cui abbiamo parlato a lungo questa mattina. Quindi, se non togliamo questa terminologia di “condizione clinica irreversibile”, questa legge potrà essere interpretabile a seconda dei casi e renderà difficile il compito a chi dovrà applicarla (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Interveniamo ancora, insistiamo ancora su questo aspetto, siamo ancora sulla condizione clinica irreversibile. Speriamo che, magari, questo emendamento possa far cambiare idea ai relatori, perché, in realtà, prima c'era la condizione clinica irreversibile, ma si aggiungevano anche altre definizioni di patologie irreversibili, prossime alla morte e, quindi, magari, quello poteva ostacolare il parere dei relatori. In questo caso, invece, togliamo solo l'espressione “condizione clinica irreversibile”. Abbiamo già detto che è un'espressione che non c'è, che non troviamo nella sentenza della Corte costituzionale e aggiungo anche un altro dettaglio. Stamattina, il collega Magi faceva presente e ci ricordava che, in realtà, questa famosa sentenza si riferisce a un caso specifico, mentre noi, invece, facciamo una norma che deve regolamentare fattispecie astratte, non quello. Quindi, attenzione.

Prima è stato detto che l'idea di aggiungere la condizione clinica irreversibile serviva perché la situazione in cui si trovava il dj Fabo, che fa riferimento alla stessa sentenza, non si sarebbe applicata. Allora, l'ho detto anche prima, continuiamo a dire che seguiamo in maniera pedissequa la definizione che c'è nella sentenza e, in altri casi, invece, ci discostiamo, ad interesse. Allora io dico: se la sentenza che si riferiva a quel caso specifico non parla di “condizione clinica”, ma di “patologia irreversibile”, questo smentisce il fatto che quel caso non rientrerebbe in questa fattispecie.

Quindi noi riteniamo che la “condizione clinica” allarghi, che la “patologia irreversibile” sia sufficiente, perché la condizione viene inglobata in quella che è la patologia irreversibile e sia pericoloso perché, lo ricordo, che la lettera a) parla di “patologia irreversibile” oppure di “condizione clinica irreversibile”. Sono alternative, quindi è ancora più grave. Quindi, potrebbe esserci anche solo quella condizione, che - abbiamo detto e lo ribadiamo -, è assolutamente astratta e si lascia all'interpretazione di chi la deve applicare e, quindi, potrebbe aprire a qualsiasi cosa. Dico “qualsiasi cosa”, non è corretto, però per dare l'idea di quale sia il pericolo a cui andiamo incontro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Noi interveniamo ancora una volta per insistere e insistiamo per rimuovere dal testo la condizione clinica irreversibile, la quale, come abbiamo già detto, consentirebbe anche a un diabetico o ad una persona affetta da ipertiroidismo oppure anche a chi ha subito delle amputazioni di chiedere e ottenere il sussidio assistito. Per la condizione clinica irreversibile, lo ribadisco, non è richiesta alcuna gravità e lo stato di sofferenza fisica e psicologica non potrà neppure essere valutato dal medico, ma avrà rilevanza soltanto la valutazione dell'intollerabilità delle sofferenze da parte del paziente. E, poi, tra le condizioni cliniche irreversibili, vi rientrano anche le malattie geniche, quindi, anche essere portatori di una malattia genica significa essere portatori di una patologia irreversibile. E, quindi, il piano si fa sempre più inclinato: c'è il rischio attuale e concreto di andare verso pratiche eugenetiche.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARTINA PARISSE (CI). Concludo, Presidente, dicendo che con questa legge stiamo mettendo nero su bianco che alla nascita non siamo tutti uguali e che la vita di colui che ha una malattia genica vale meno di quella di un altro soggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Per annunciare il voto convintamente favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Come nei precedenti emendamenti, anche in quello che stiamo esaminando, a prima firma del collega Turri, non vogliamo andare a condizionare le facoltà di accedere alla morte medicalmente assistita attraverso delle restrizioni, ma, ripetiamolo ancora una volta, vogliamo andare a tranquillizzare anche l'interprete circa le possibili conseguenze di un'interpretazione del momento di malattia in cui precisamente si intenda realizzata la condizione di accesso alla facoltà riconosciuta al malato e, con una precisazione lessicale, a circoscrivere in maniera più precisa quella che è, appunto, una delle condizioni e presupposto dell'azione di questa legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per sottolineare il mio voto convintissimo a favore di questi emendamenti e per sottolineare due aspetti. È evidente che, dal punto di vista sia teorico che pratico, la previsione dell'essere portatori di una condizione clinica irreversibile fa il paio con ciò che troviamo due righe sotto, cioè “che la persona stessa trova assolutamente intollerabili”. Quindi, non situazioni oggettive, non situazioni verificabili, non situazioni controllabili da terzi, ma totalmente personalistiche, cosa questa che si aggancia al presupposto della capacità di intendere e di volere, che ci fa già capire quale sarà lo sviluppo dell'attività giudiziaria rispetto al punto, perché i genitori di ragazzi di più di 18 anni che riterranno intollerabili le sofferenze che stanno vivendo in quel momento, l'unico strumento che avranno sarà di rivolgersi al giudice per far riconoscere l'incapacità di intendere e di volere. Non mi pare che sia questo l'obiettivo e chiedo che veramente si ritorni a ragionare su questo punto e su quello che è il versante che stiamo conducendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, io faccio veramente fatica a capire l'ostinazione con la quale i proponenti rifiutano di addivenire a una definizione più chiara su questa materia, che è delicatissima. Si è detto che l'esempio del diabete come condizione clinica irreversibile è banalizzante, se ne possono fare tanti altri: ci sono i malati in dialisi, ci sono i malati che hanno subito lesioni neurologiche, ci sono i malati di malattie come la psoriasi, che non sembrano gravi, ma che possono suscitare sofferenze elevatissime, c'è chi ha subito un'amputazione. Chi stabilisce se queste cose sono tollerabili o non sono tollerabili? È la persona stessa che lo stabilisce? Se è la persona stessa che lo stabilisce, questo vuol dire che, in realtà, non esiste alcun limite, non esiste alcuna definizione, oppure, se esiste un limite, esiste un limite talmente indefinito da aprire una possibilità infinita di contenzioso. È un pessimo modo di legiferare e significa voler aprire le porte a quello che voi continuate a negare, cioè all'eutanasia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.12 Bologna e 3.43 Turri, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.132 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 3.123 Turri.

Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo sempre sull'articolo 3, al comma 2, lettera a), quando si parla di patologia irreversibile, prognosi infausta, condizione clinica; alla fine della lettera a), si precisa che queste patologie cagionano sofferenze fisiche e psicologiche che la persona trova assolutamente intollerabili. Il mio emendamento sostituisce la parte “che la persona trova assolutamente intollerabili” con la formula “misurate con scale validate per la specifica patologia”. Quindi, siccome esistono procedure per poter valutare, in maniera oggettiva, il grado di sofferenza, si chiede di non lasciarlo alla soggettività di chiunque, ma, invece, di parametrarlo a queste procedure che possono essere oggettive e che possono determinare il grado di sofferenza che porta questa patologia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Tomasi. Ne ha facoltà.

MAURA TOMASI (LEGA). Grazie, Presidente. L'emendamento del collega Turri, in fondo, svolge il lavoro che dovrebbe svolgere il legislatore, ovvero rendere oggettiva una fattispecie giuridica. In questo caso, infatti, non lascia alla persona il compito di determinare quanto possa essere la sofferenza, ma vuole far rientrare questa sofferenza in una misurazione, in una scala - come dice appunto l'emendamento - validante per la specifica patologia.

Quindi, non ritengo che questo emendamento, se accolto, possa snaturare questa norma, ma semplicemente renderla oggettiva, così come il legislatore dovrebbe fare con tutte le norme, affinché possano essere applicate in maniera serena e trasparente dal giudice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Anche noi in Commissione avevamo presentato un emendamento di questo tipo e condividiamo l'emendamento del collega Turri, perché ripartiamo sempre dalla terminologia vaga e dalla volontà di rendere il tutto più oggettivo. Pensiamo, infatti, che le sofferenze fisiche e psicologiche che la persona trova intollerabili siano un dato soggettivo, che, nella legge, non viene supportato da alcuna valutazione oggettiva, proprio oggi che, in sanità, tutto deve essere misurabile. Abbiamo tante scale validate, per quanto riguarda, sia il dolore, sia le sofferenze psicologiche, e con queste scale validate possiamo comprendere meglio quale sia questo dolore e quale sia questo stato di salute mentale, per misurare in maniera oggettiva la condizione del paziente. Questo, a mio avviso, è fondamentale per non lasciare nulla al caso, quando si parla di vita e di morte delle persone, e per realizzare percorsi ancora più personalizzati, sia terapeutici e farmacologici, sia psicologici, per stare vicino al paziente. Quindi io credo che, in una sanità moderna, le scale di valutazione siano il minimo sindacale per fare una valutazione complessiva di un paziente, che, tra l'altro, vuole accedere a una scelta così importante per il suo futuro e quello della sua famiglia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. L'emendamento 3.123 del collega Turri dovrebbe farci riflettere. Infatti, abbiamo assistito a un dibattito tra chi sostiene che la scienza e la medicina, a un certo punto, davanti a certe patologie, davanti a delle situazioni estreme, non riescano a dare risposte e si debbano in qualche modo fermare, mentre, nella formulazione letterale della norma dell'articolo 3, diamo la facoltà alla persona stessa di indicare il suo grado di sofferenza. Io credo che ci siano anche casistiche in cui questo soggetto non sia in grado di esprimersi in tal senso. E allora, il collega Turri interviene proponendo scale validate per la specifica patologia, dando l'opportunità, di nuovo, alla scienza e alla medicina di valutare il grado di sofferenza della persona per applicare questa nuova procedura. Quello che voglio dire è di non fare ragionamenti ipocriti; delle due l'una: o ci affidiamo alla scienza e portiamo avanti riforme come queste, ma allora a questo punto non andiamo a vedere solo ed esclusivamente la volontà di chi, magari, non riesce neanche ad esprimerla, ma ritorniamo a chiedere cosa ne pensa la scienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e confermare la validità delle scale valutative che devono esistere per qualsiasi procedura sanitaria: esistono quando si somministra un farmaco, quando dobbiamo fare una diagnosi e una valutazione di quella patologia, a maggior ragione quando si tratta di interrompere la vita di una persona.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento non modifica l'impianto del testo, anzi lo precisa. Ricordo che ieri il nostro collega Trizzino, in un suo intervento, ha detto, cito testualmente, che la prognosi si misura - si misura! - con scale precise che esitano numeri e in base a queste si stabiliscono le reali condizioni di vita residua del paziente. Quindi, è un emendamento che, anche dal punto di vista della tecnica e della medicina, è assolutamente corretto.

Nuovamente ci troviamo di fronte alla timidezza, per così dire, dei relatori, che appunto, temendo di rompere il fragile vaso di cristallo dell'accordo in questa provvisoria maggioranza su questo provvedimento, non osano fare un passo in più di apertura rispetto a emendamenti che aiutano a concepire un testo ben fatto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.123 Turri….

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Soltanto per dire che le scale misurano l'indice prognostico, non le patologie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.123 Turri, con il parere contrario delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.140 Colletti.

Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia su questo emendamento e per far notare ai relatori che, a differenza loro, noi guardiamo gli emendamenti altrui - tutti li guardiamo! - nel merito. Di conseguenza, questo emendamento del collega Colletti ci consente di riaffermare - e per questo lo votiamo - che noi siamo convintamente contro ogni forma di accanimento terapeutico. Lo ripeto: votiamo questo emendamento perché noi siamo convintamente contro ogni forma di accanimento terapeutico!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche noi annunciamo il voto favorevole su questo emendamento e ha fatto bene il collega a puntualizzare che da parte nostra non c'è una chiusura, ma siamo in grado anche di vedere se alcuni emendamenti possono essere migliorativi.

In questo caso serve anche per ribadire che non siamo spietati, sadici e non ci preoccupiamo delle persone che soffrono, perché molte volte la nostra posizione viene vista così. Questo l'abbiamo dimostrato votando a favore sull'emendamento della collega Bellucci, che, appunto, era sull'accanimento terapeutico. Quindi, anche in questo caso, sulla sofferenza che non può essere alleviata, noi siamo d'accordo che possa essere aggiunto questo aspetto, pur rimanendo fermi che la sofferenza dovrebbe essere valutata in maniera oggettiva e non lasciata al soggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto a favore del gruppo di Fratelli d'Italia e, con questo, anche per testimoniare il nostro modo di fare opposizione, cioè un'opposizione responsabile. Come abbiamo sempre detto, quando arrivano provvedimenti ed emendamenti di buonsenso che aiutano gli italiani noi ci saremo sempre a sostenerli, al di là della nostra ferma convinzione di opporci a questo Governo che in alcun modo, invece, ci vede condividere le modalità di gestione. Invece, quando questi provvedimenti non tutelano la salute degli italiani, il benessere e il loro diritto alla vita, noi saremo fermamente contro. Quindi, in questo caso, dal momento che troviamo che questo emendamento sia estensivo della tutela, noi come Fratelli d'Italia lo sosterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole anche per quanto riguarda noi di Coraggio Italia. Vorrei sottolineare, anche al collega Trizzino, che conoscere l'intensità del dolore con le scale di valutazione consente di avere un valore al baseline comparabile alle valutazioni successive, permette di monitorare l'andamento dei sintomi e guida il professionista nella scelta di una tecnica o di un test che siano più appropriati per il trattamento e per stare vicino alla persona. Quindi, cerchiamo di capire il valore delle cose che diciamo e il motivo per cui le diciamo.

Anche noi voteremo a favore su questo emendamento dell'onorevole Colletti, proprio perché non siamo, chiaramente, per l'accanimento terapeutico ma siamo, invece, per un accompagnamento dei pazienti, evitando naturalmente derive eutanasiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di aggiungere la mia firma a questo emendamento, che mi pare particolarmente importante e significativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Per aggiungere la firma, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.140 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.7 Sarli.

Prendo atto che il collega Colletti sottoscrive l'emendamento così come il collega Trizzino.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Sarli, con il parere contrario delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.110 Termini.

Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Io sono già intervenuta su questo, ma chiedo sempre a quest'Aula di riflettere. Questo emendamento non espunge completamente il punto dei trattamenti di sostegno vitale, ma ne estende il concetto. Parla anche di dipendenza da terzi e di trattamenti farmacologici, che è una condizione che, ovviamente, a volte appartiene a tante situazioni che non possono essere esclusivamente collegate in senso stretto a mezzi di sostegno vitale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.110 Termini, con il parere contrario delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'emendamento 3.15 Bologna.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Questo emendamento a mia prima firma tratta del concetto del “sostegno vitale”. Nell'articolo, cui l'emendamento si riferisce, si prevede che la persona debba essere tenuta in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente ma, rispetto a tale concetto, non è specificato se si tratti di nutrizione o di ventilazione. Come sempre, è un concetto interpretabile e potrebbe essere interpretato come un farmaco che tiene in vita una persona; anche un farmaco, se eliminato, potrebbe portare una persona alla morte; se, ad esempio, viene tolto il farmaco per l'ipotiroidismo, la persona può andare in coma e morire e lo stesso può accadere anche con riferimento all'insulina per un diabetico; se non viene data, il paziente può rimetterci la pelle.

Pensiamo, quindi, a tutti questi pazienti cronici, i cui farmaci sono essenziali per la sopravvivenza e la cui sospensione provocherebbe il decesso.

Per cui abbiamo chiesto in Commissione e continuiamo a chiedere anche oggi di specificare meglio che cosa si intenda per “sostegno vitale”, sempre nell'ottica di stabilire un perimetro specifico naturalmente per evitare interpretazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Bologna, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea. Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.20 Lupi, con il parere contrario delle Commissioni, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'emendamento 3.57 Bellucci.

Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento volevamo mettere al centro dell'attenzione dei colleghi nonché al centro di questo provvedimento l'assistenza psicologica per quelle persone che, evidentemente, si trovano in una fase di estrema criticità e sofferenza, per essere anche accompagnate in una scelta consapevole…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega.

Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi, colleghi.

Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie anche per l'attenzione che sta garantendo rispetto a questo punto. Dicevo che, con questo emendamento, intendiamo restituire importanza, spazio e attenzione al supporto psicologico di queste persone.

Parliamo di persone in uno stato particolarmente critico della propria vita, dilaniata da sofferenze, persone che si trovano davanti ad una scelta che, come abbiamo detto, deve essere consapevole. E per essere consapevole vi è anche la necessità, oltre le tante cose che vi abbiamo proposto in questi giorni, di essere supportati da un professionista che si occupa di accompagnare nelle diverse questioni che riguardano gli aspetti più profondi, le dinamiche più profonde della persona, di carattere relazionale, affettivo, emotivo e psicologico.

Allora, siamo fermamente convinti che, in questa fase particolare, sia necessario e indispensabile inserire questo supporto. Fra l'altro, il collega Trancassini, proprio durante i lavori nella sua Commissione, mi ha detto come il Governo si sia comportato in maniera ambigua, affermando, da una parte, che il supporto psicologico fosse importante, senza poi inserire, dall'altra parte, le giuste risorse economiche, la garanzia di risorse economiche.

Allora, delle due l'una: se qualcosa è importante, deve essere sancito a livello di principio, ma poi deve essere quantificato il supporto economico che fa sì che quella garanzia possa diventare reale.

Ve l'abbiamo detto in più passaggi: conosciamo già la triste storia delle cure palliative. Ci sono per legge, ma non vengono stanziati i giusti fondi; quindi, quando si dice che c'è stato un passaggio anche parlamentare, in cui si è detto che le regioni sono obbligate ad attuare le cure palliative, dobbiamo sempre tenere conto del fatto che le regioni stesse possono operare, laddove vengano stanziati fondi adeguati.

Allora, ciò che ci ha restituito il collega Trancassini in termini di vacatio, di questa mancanza nella Commissione competente ovviamente alimenta, più che le nostre preoccupazioni, la certezza che tutto questo supporto non potrà diventare reale, se non è inserito in questa legge, come abbiamo voluto con questo emendamento, con una specifica lettera all'articolo, che abbiamo ritenuto più confacente. E' per questo che abbiamo presentato questo emendamento e lo difendiamo in maniera sentita. Queste persone hanno bisogno di tutto l'aiuto possibile e quindi anche certamente di un supporto psicologico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento della collega Bellucci, anche perché in Commissione c'è stato un malinteso (io volevo dire una cosa, ma lei ha capito un'altra cosa). Intervengo a sostegno del suo emendamento perché mi pare davvero importante. In che senso? Lo psicologo è colui che approfondisce, che studia le parti inconsce, le parti, a volte non percepite da noi stessi, della nostra personalità.

Ora, in una situazione in cui un soggetto deve decidere se porre fine alla propria vita, è evidente che il supporto di uno specialista che approfondisca eventuali problematiche che vogliono o che potrebbero portare o indurre il soggetto a questa scelta fatale, a mio avviso, non pare per niente peregrino; direi che questo emendamento è di buon senso che, comunque la si pensi, potrebbe avere una sua valenza. Eventualmente, potremmo prevedere che tale intervento sia facoltativo e non obbligatorio. Su questo aspetto si potrà anche discutere, ma potete immaginate le varie situazioni in cui si può trovare un soggetto che decide di porre fine alla propria vita; come avvocato, ad esempio, mi sono trovato di fronte alla situazione di una famiglia, in cui la principale lamentela di un anziano era quella di sentirsi abbandonato, quando, nella realtà dei fatti, questo abbandono non c'era.

Ecco, in quelle situazioni problematiche, il supporto di uno psicologo che accerti la causa reale, a volte inconscia, del malessere del soggetto richiedente, potrebbe avere una valenza proprio per far capire a lui e a coloro che gli stanno attorno che quella richiesta di porre fine alla propria vita non è vera, non è realmente motivata dalla situazione in cui si trova, ma bensì da altre ragioni, di cui magari lo stesso istante non si rende conto.

Quindi, credo che questo emendamento si possa approvare, al di là delle appartenenze politiche, sia da parte di chi non è d'accordo, sia da parte di chi, invece, lo è.

Infatti, se guardiamo bene, l'emendamento stesso nulla toglie e nulla aggiunge alle finalità di chi è contro il fatto di cassare la legge e di chi è favorevole a sostenerla.

Noi aggiungiamo un supporto che è senz'altro utile al reale accertamento della volontà del richiedente. Potremmo tranquillamente votarlo, indipendentemente dal fatto che sia stato proposto da un partito di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Prego.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie Presidente, solo per ricordare che, all'articolo 5, comma 6, è previsto il supporto psicologico al paziente durante tutto l'iter della richiesta e, all'articolo 9, è previsto, nelle disposizioni finali, che, con decreto del Ministro della Salute, si definiscano le procedure necessarie ad assicurare un sostegno psicologico alla persona malata e ai suoi familiari. Inserirlo tra i requisiti significherebbe quasi imporre un TSO, cioè un trattamento sanitario obbligatorio: non si può fare la richiesta, se, in quella fase, cioè tra i requisiti, non è assistiti da uno psicologo, ma poi verrà assistito comunque, perché fa parte della procedura, in tutta la fase che seguirà, lui e la sua famiglia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Prego.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie Presidente, per annunciare il voto convintamente favorevole di Forza Italia su questo emendamento e per chiedere di sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trizzino. Prego.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie Presidente, per aggiungere a quanto detto dalla collega Sarli che la figura dello psicologo - lo ricordo alla collega Bellucci - è presente anche all'interno dell'équipe di cure palliative. Abbiamo, quindi, una tutela costante, continua, dall'ingresso fino al termine della procedura. Non credo si possa fare di più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Varchi. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente, a titolo personale vorrei dire che mi sono veramente stancata di prendere lezioni dai soloni che siedono da quella parte, come se, da quest'altra parte, ci fosse gente incapace di scrivere un emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Vorrei spiegare una cosa: articolo 3, rubricato presupposti. Il presupposto è qualcosa che arriva prima dell'articolo 5, che spiega le modalità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, la collega Bellucci gradirebbe che lo psicologo fosse garantito anche in una fase precedente alla scelta, proprio per corroborare, garantire, migliorare la qualità della volontà che si va a formare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Smettetela di pensare che qua ci siano minus habens e voi siete i portatori della verità! Piantatela! (Commenti del deputato Trizzino)! No, lei si è rivolto alla collega, ed io mi rivolgo a lei! La smetta (Commenti)!

PRESIDENTE. Collega Varchi, lei si deve rivolgere alla Presidenza! Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Prego.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, oltre a sottoscrivere questo emendamento, le chiederei che la stessa solerzia che lei usa verso i membri dell'opposizione nel chiedere di rivolgersi alla Presidenza - l'ho già detto una volta - la usasse anche nei confronti di chi ci sta insultando da tutto il giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il professor Trizzino, se ha proprio voglia di dare lezioni, vada all'università e non si permetta di dare lezioni in quest'Aula, soprattutto su una materia come questa. Come già detto, porti rispetto a questi componenti dell'opposizione…

PRESIDENTE. Collega Deidda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). ...sta rovinando il dibattito in quest'Aula! Lei, non la maggioranza, ma lei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, se fosse davvero vero quello che è stato detto da coloro che sono contrari a questo emendamento non si capisce perché noi in Commissione bilancio abbiamo dovuto discutere di questo emendamento. La verità è che questo emendamento era ritenuto ammissibile, era anche sostenuto dalla maggioranza, il problema è che non c'è la copertura. Un tema come questo su un argomento come questo merita almeno l'accantonamento, perché, se il problema è trovare la copertura finanziaria per avere un'assistenza psicologica che accompagni dall'inizio alla fine ed evitare che si faccia una scelta avventata, disperata, credo ne valga la pena.

Presidente, le chiedo, anche alla luce dei lavori che si sono svolti in Commissione bilancio, di accantonarlo. Faccio, quindi, richiesta formale di accantonamento dell'emendamento.

PRESIDENTE. Il relatore? Contrario (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Collega Trancassini, vuole parlare a favore?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Credo, Presidente, che non sia questo il modo di rivolgersi rispetto a una richiesta fatta da un parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché io non mi faccio dire di “no” con la mano, da seduto, dal primo relatore che passa. Quindi, se, per cortesia, almeno si alza in piedi e motiva, se vuole, il diniego all'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il relatore Bazoli aveva già motivato nel primo intervento; ha reso chiaro il fatto che l'accantonamento non è stato approvato. Ovviamente, se il relatore vuole intervenire, prego.

ALFREDO BAZOLI , Relatore per la II Commissione. Presidente, siamo contrari all'accantonamento per il fatto che, come è stato già precisato dalla collega Sarli prima, la presenza dello psicologo è già prevista in tante altre parti della legge, quindi non c'è bisogno di metterla tra le condizioni per accedere al suicidio assistito.

PRESIDENTE. D'accordo. Chi chiede di parlare a favore dell'accantonamento? La collega Varchi. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente, il relatore è caduto nello stesso errore della collega Sarli, peraltro nominandola nell'intervento. Se le rubriche degli articoli hanno, come mi hanno insegnato all'università, un senso, rubricare un articolo “presupposti” e rubricare un articolo “modalità” significa disciplinare due momenti differenti dell'attuazione di queste norme.

I presupposti in una norma del genere incidono su quella che noi potremmo definire la formazione della volontà dei soggetti ai quali è destinata in astratto questa norma. Nel momento della formazione della volontà, noi riteniamo molto importante che questi soggetti siano sostenuti da uno psicologo. Non perché, astrattamente, nel mondo esistano gli psicologi, negli hospice esistano gli psicologi, negli ospedali esistano gli psicologi, noi possiamo automaticamente ritenere che a tutti i destinatari di questa norma sia dedicato l'affiancamento dello psicologo. Al contrario, proprio perché noi riteniamo che l'assistenza psicologica sia molto importante in questa fase, gradiremmo che essa sia garantita. L'unico modo per garantirla non è dire tanto negli ospedali ci sono, se vogliono, li chiamano e li consultano; no, l'unico modo per garantirla è prevedere che, nel presupposto, ci sia anche l'assistenza psicologica. Il fatto che l'assistenza psicologica sia così astrattamente menzionata nelle modalità non implica che essa sia stata già garantita all'atto della formazione della volontà, che è esattamente il momento sul quale vuole incidere l'emendamento della collega Bellucci. Noi comprendiamo la stanchezza, ma vi chiediamo di fare uno sforzo di attenzione in più, perché non si può genericamente liquidare una richiesta del genere, dicendo che tanto è già previsto, perché sarebbe come dire che nel mondo esistono gli psicologi e, quindi, non serve prevedere l'assistenza in questa specifica fase. Lo considero un grave gesto di disattenzione, non tanto nei nostri confronti, perché ci siamo abituati e, con noi, ci sono abituati i milioni di italiani che noi rappresentiamo che prima o poi potranno votare e si potranno esprimere, ma lo riteniamo molto grave, perché voi, per giorni e giorni, ci avete spiegato che siete i detentori di una sensibilità fuori dal comune, che noi non possediamo e che non siamo in grado di capire qual è il travaglio interiore dei soggetti ai quali voi volete destinare questa norma. E quando noi vi proponiamo di rendere più sopportabile questo travaglio interiore con l'assistenza dello psicologo, voi dite “no”, non serve.

Dovete fare pace con voi stessi perché o c'è un momento di grande, estrema difficoltà al quale noi dobbiamo affiancare necessariamente una persona altamente qualificata e formata per questo, oppure questo momento non c'è e, allora, tutto il dibattito che voi avete svolto è assolutamente fuori contesto. Quindi, proprio la risposta disattenta, svogliata e poco rispettosa del relatore è il motivo principale per cui questo emendamento va accantonato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.57 Bellucci.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, intanto vi ricordo di indossare la mascherina correttamente, coprendo naso e bocca.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 84 voti di differenza.

Proseguiamo con le richieste di intervento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, sinceramente sarebbe stato forse il caso anche di rinunciare, perché anche dopo questa votazione, rispetto ad una richiesta di accantonamento, c'è ben poco da dire, se non che, ancora una volta, attraverso la prova muscolare, ma anche la poca consistenza delle idee che mettete all'interno degli emendamenti, riuscite a non riconoscere delle buone e giuste motivazioni, rispetto a quello che chiede la collega Bellucci. Si tratta di un'assistenza psicologica, in un momento in cui sarebbe necessaria, viste le grande criticità che sicuramente l'ammalato ha e vive dal punto di vista anche psicologico, per poter fare sempre e comunque una scelta consapevole. Il problema è che voi non riuscite a fare la scelta consapevole neanche su quello che mettete nei testi, ma ancor di più rispetto ad un errore fatto - e la chiudo con una battuta - dalla collega Bellucci, laddove, forse, l'emendamento avrebbe dovuto richiedere assistenza psicologica per molti in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo di dare ancora maggiore assistenza a quelle persone, quindi, di non trovarsi con uno psicologo soltanto quando la scelta è stata effettuata, ma prima, perché vi sia un percorso. È veramente brutto che questa discussione avvenga soltanto da questa parte dell'emiciclo e sostanzialmente contro due persone, quando all'interno di quest'Aula di medici ce ne sono anche parecchi - ne cito uno: il dottor Graziano Delrio -, che non ho ancora sentito in questa discussione e che mi piacerebbe sentire, perché la discussione si ampliasse a tutti all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un terzo del tempo previsto dal contingentamento.

Ha chiesto intervenire la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Noi continuiamo a chiedere che queste forze politiche di maggioranza possano venire incontro alle richieste di Fratelli d'Italia, considerata la specificità del testo e la delicatezza della materia trattata. Prima del cambio dei termini di contingentamento, nel precedente emendamento, la collega Bellucci aveva già evidenziato nel merito la necessità di stare a supporto delle persone che richiedano sostanzialmente di poter accedere alle pratiche di fine vita. È evidente che anche in questo caso deve essere coinvolto, se non lo psicologo, almeno la struttura sanitaria.

Quindi, la nostra richiesta è quella, se non di intervenire da un punto di vista individuale, di intervenire invece in maniera più strutturale, come un'azienda sanitaria può fare, a supporto del paziente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Sul supporto o il sostegno psicologico, il consenso informato e il sostegno psicologico, l'assistenza psicologica vi è una dottrina ormai sconfinata in materia ed anche una giurisprudenza. È un principio deontologico e allo stesso tempo è una buona pratica. Principio deontologico e buona pratica! Da tempo, in tutte le norme che riguardano i diritti delle persone (separazione, divorzio, capacità genitoriale, affidamento, cambiamento di sesso), il profilo psicologico è inserito in tutte le disposizioni di legge, in particolare quando bisogna appurare la libera e consapevole volontà, in questo caso con riguardo alla disposizione del proprio corpo, ad atti dispositivi del corpo, in questo caso la cessazione della vita. È uno degli elementi tipici di tutte le discipline di natura pubblicistica e privatistica, che riguardano la manifestazione di volontà, con riguardo al trattamento sanitario e al consenso informato. Questa sarebbe l'unica legge che riguarda diritti della persona e della personalità, nella quale non è previsto un sostegno psicologico. Sarebbe l'unica legge! L'unica! E non basta parlare dei principi del sistema. No! Si tratta del consenso informato, per definizione e per gli studi più recenti. E siccome qualcuno, come prima Trizzino, diceva: “studiate!”, io dico: studia Trizzino pure tu (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché dici sempre di studiare a tutti. Studia pure tu! Studia parecchio, perché non ne sai niente manco tu! E, allora, parli e fai il campione, lo scienziato, ma non sai niente, perché parli da medico. Studiati pure altri aspetti! Ti do un po' di articoli e te li studi e vedrai che cambi idea, visto che sei uno che dice di riflettere.

PRESIDENTE. Collega, anche lei si deve rivolgere alla Presidenza, però.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Mi rivolgo a lei, Presidente, e tramite lei a Trizzino, che si è girato di qua; lo vedo, perché è visibilissimo: non posso fare a meno di rispondere. È evidente, a questo punto, che questa è una relazione perfetta. Ci sono studi, c'è giurisprudenza e la stessa giurisprudenza dice che c'è, purtroppo, un vuoto normativo in tanti casi, perché è una relazione precisa, perfetta, continuativa. Il consenso informato si determina sulla funzione della piena volontà del soggetto e dell'informazione completa e, quindi, del sostegno psicologico, in particolare quando il soggetto addirittura è sottoposto a un sostegno vitale, in questo caso per le sofferenze che sta subendo. Quindi, sarebbe l'unica legge in cui non è previsto un profilo come questo, che è del tutto scontato. È del tutto scontato, è normale! Anche perché, se è previsto per gli atti di disposizione del corpo, tutti gli atti, compreso il cambiamento di sesso, per la capacità genitoriale, per la separazione, per il divorzio, per tutto ciò che è diritto di famiglia e delle persone e, quindi, diritto della personalità, non può non essere previsto in una legge come questa! Da giorni stiamo semplicemente tentando di dare il nostro supporto costruttivo, spiegando il perché ragionevolmente, come hanno fatto in maniera ragionevole gli amici di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non capisco i sorrisetti, i gesti oppure sembra che uno dica chissà che! Tutti questi scienziati: ma di che? Scienziati di che? Ora basta! Noi stiamo tentando di dare un supporto costruttivo: lo ragioniamo, lo argomentiamo e lo facciamo sulla base di quello che conosciamo e che abbiamo approfondito! Se qualcuno dice che non è vero, che in tutto ciò che riguarda diritto di famiglia delle persone, tutela della persona, tutela della vita, diritto della personalità, nel consenso informato non c'è la relazione con il sostegno psicologico, dice una baggianata e dice fesserie! Quindi, gli scienziati sono dei… Non sono scienziati, non voglio dire altro, perché è meglio non dica altro. E basta! Tutte queste lezioni, queste cose, il ditino! E che è! Noi stiamo tentando di dare un supporto ragionevole e lo facciamo sulla base anche di proposte. Sarebbe l'unica legge nella quale si chiede il consenso informato, l'unica legge riguardo ai diritti delle persone, con atti dispositivi del corpo, in questi casi la cessazione della vita, in cui non è previsto un sostegno psicologico, mentre il soggetto è sottoposto a cure palliative, al sostegno vitale, a una sofferenza tale, come dice la Corte costituzionale, che è intollerabile. E non c'è alcun sostegno: deve decidere da sé! Che cosa c'è di così straordinario nell'ammettere che ci può essere un sostegno psicologico?

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Qual è la motivazione tecnico-giuridica che lo impedisce? Perché nel sistema si può. Eh, no, allora voi in testa avete qualcos'altro, voi non avete il suicidio assistito in testa, voi avete l'eutanasia. Questo avete in testa (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Presidente, per il suo tramite vorrei rassicurare la collega Varchi sul fatto che la soglia di attenzione nostra è altissima e lo è tanto da voler sottolineare che c'è una bella differenza tra prevedere ciò che non è previsto in questo emendamento, e cioè la garanzia di accesso all'assistenza psicologica, e prevedere ciò che è previsto in questo emendamento, che è l'obbligo di essere assistiti da uno psicologo per poter accedere al suicidio assistito. Ora, credo che ai colleghi di Forza Italia non sfuggirà la differenza tra avere accesso a un trattamento, il diritto all'accesso al trattamento, ed essere obbligati a quel trattamento, inclusa l'assistenza psicologica, per poter accedere alla morte medicalmente assistita. Non è la stessa cosa dal punto di vista giuridico, e quello che è previsto da questo emendamento è un obbligo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 18,32)

LISA NOJA (IV). Voi state dicendo che una persona deve accettare l'assistenza psicologica per accedere al suicidio medicalmente assistito. E se la persona non vuole? E se si rifiuta? Non può accedere al suicidio medicalmente assistito? È questo che state affermando? Cioè, si tratta di un trattamento sanitario obbligatorio (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che qui stiamo davvero perdendo la misura, anche in termini di rispetto, non tanto e non solo nei confronti di Fratelli d'Italia, ma nei confronti di tutti quei cittadini che si ritroveranno a misurarsi con questa legge che stiamo discutendo in quest'Aula. Sicuramente, ciò non riguarda l'onorevole Noja, che è molto interessata al dibattito, ma, certamente, l'onorevole Noja non può negare che ci siano atteggiamenti irrispettosi e che si mostrino segni di noia assoluta nei nostri confronti, che, però, stiamo rappresentando le possibilità di mettere correttivi e di definire un perimetro su una tematica che è davvero drammatica, perché fa la distinzione tra la vita e la morte dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io credo che dobbiamo metterci tutti una mano sulla coscienza e cercare di capire che, sì, deve essere obbligatorio, perché proprio nella misura in cui queste persone sono già martoriate da una malattia, hanno una fragilità ancora in più, è ovvio che lo psicologo debba essere presente in quel processo di cure, debba farne parte, assolutamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, la collega Noja, poco fa, ha detto una cosa giustissima, contraddicendo quello che ha detto il relatore e quello che hanno detto altri proponenti di questa norma. È evidente che c'è un'enorme differenza fra il contenuto di questo emendamento e ciò che la legge prevede senza questo emendamento. C'è un'enorme differenza fra il fatto che l'intervento dello psicologo e l'assistenza psicologica siano solo nella fase conclusiva, quando la persona malata ha già maturato la decisione di ricorrere al suicidio assistito, e il fatto che, invece, sia stata seguita nel decorso della sua malattia da un adeguato sostegno psicologico, un adeguato sostegno che avrebbe potuto portarla ad affrontare la malattia in altro modo e che avrebbe potuto portarla a compiere un percorso completamente diverso. Sono due fattispecie che non c'entrano niente l'una con l'altra; si può essere favorevoli o contrari, ma non si può fare finta che siano la stessa cosa e il relatore conosce troppo bene questa legge per non esserne consapevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Io ritengo che, proprio per la delicatezza della materia e per il rispetto della materia stessa, bisogna smettere di usare in quest'Aula certi termini e soprattutto l'arroganza di sapere tutto su tutti. Voi siete davvero convinti che, in quel momento che attraversa la persona malata, un momento di angoscia, un momento di smarrimento, la stessa sia veramente convinta delle proprie scelte?

Siete veramente convinti? Invece, non è importante che, in quel momento, la persona sia accompagnata da una figura specializzata, come quella dello psicologo, che la possa accompagnare e, perché no, aiutare a superare questo momento e a trovare altre strade (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. A differenza dei miei colleghi, non soffro particolarmente i tentativi di insegnamento di chicchessia, perché l'autorevolezza di chi insegna va anche riconosciuta e, sinceramente, non mi pare che ci siano particolari titoli qui, da parte di qualcuno, per dimostrare di avere questa autorevolezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Detto questo, anche rispetto ad alcune critiche che ho sentito adesso, io non capisco quale sia il dubbio, la perplessità, rispetto all'obbligo di avere un'assistenza psicologica. Non stiamo parlando di un trattamento sanitario secondario; stiamo andando verso una soluzione che porta a cessare addirittura l'esistenza. Quindi, non credo sia impossibile inserire l'obbligo di un'assistenza psicologica che vada a valutare e ad aiutare a fare valutazioni così definitive.

Lo dico perché mi sembra che, per esempio, ci sia anche la necessità di avere cure palliative, anche quello è un trattamento sanitario. Insomma, non mi pare che ci sia tanto da sorprendersi o da dimostrare di avere tante perplessità su un obbligo nell'ambito di una questione così importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Signor Presidente, ringrazio la collega Bellucci per l'emendamento in oggetto e ringrazio anche per il suo intervento l'onorevole Noja che ha lanciato un altro argomento importante sul quale dibattere. Mi ricollego proprio alle sue parole, per il suo tramite, signor Presidente, perché il ragionamento che facciamo è il seguente: non è un TSO, ma è un percorso di consapevolezza, perché una persona che è così disperata, al punto tale da desiderare la morte, deve avere il più ampio quadro, le più ampie prospettive che soltanto una figura terza, quale può essere uno psicologo, può fornirgli in un momento di estrema disperazione, come quello che stiamo andando a trattare, come è quello del fine vita. C'è di più, perché, semplicemente, nel momento in cui lo psicologo, la figura terza può prospettare un esito diverso dalla decisione che ha preso l'ammalato, il sofferente, magari si può salvare una vita e per noi non è poco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Non lo vedo, si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Non vedo neanche lui.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente, per quanto riguarda le lezioni morali o di conoscenza che provengono da alcuni banchi, credo che, in primis, dovrebbero rivolgerle ad esempio al proprio Ministro degli Esteri e insegnargli cosa non si deve dire in una fase delicata diplomatica: non si può dare dell'animale a un Capo di Stato straniero con il quale ci sono delicatissime questioni diplomatiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Forse anche lì ci vorrebbe l'assistenza dello psicologo o di uno staff che spieghi ai Ministri come non devono parlare durante una guerra.

PRESIDENTE. Stiamo al merito, onorevole Maschio.

CIRO MASCHIO (FDI). Ma, a parte questo, tornando al tema, credo che questa sia una proposta di buonsenso, Presidente. Si poteva forse inserire, nel punto 1, laddove si sottolinea che la persona debba essere adeguatamente informata, invece, è stata previamente coinvolta in un percorso di cure palliative e psicologiche. Poteva essere collocato qui o successivamente al punto c), ma è una proposta che non è banalmente un TSO, ed è una proposta di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.57 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'emendamento 3.58 Bellucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento abbiamo voluto rimettere al centro ciò che fra l'altro ci sembra condiviso da tutti i gruppi parlamentari, nel senso che anche in questa mattinata abbiamo sentito riferire quanto sia importante la garanzia delle cure palliative, quanto sia atto propedeutico e indispensabile. Abbiamo sentito citare la Consulta come elemento che sottolineava l'importanza di questa previsione della legge. Noi abbiamo detto più volte che il legislatore si deve assumere pienamente la propria responsabilità, e quindi, laddove anche la Consulta ha sottolineato una vacatio normativa, poi spetta a noi fare una legge e proporla nella maniera più esatta e puntuale. E allora questo emendamento vuole inserire proprio nell'articolo 3, nei presupposti e nelle condizioni, il fatto che sia garantita al paziente un'appropriata terapia del dolore dalla struttura sanitaria.

Lo abbiamo proposto inserendo proprio un comma, un terzo comma, perché noi lo abbiamo visto presente nel comma 1; riteniamo, però, che non sia previsto in maniera così puntuale ed esatta. D'altronde, nel comma 2 avete voluto mettere e citare le condizioni, enunciandole specificatamente nella lettera a) e nella lettera b). Noi crediamo che le cure palliative, la terapia del dolore, e quindi poi il riferimento alla legge n. 38 del 2010, meritino un comma dedicato proprio in questo articolo, nell'articolo 3, e che quindi vi sia una previsione puntuale, con un comma specifico che ne restituisca importanza, legittimità, e quindi garanzia piena per queste persone.

E quindi è con questa ratio che abbiamo proposto questo emendamento; crediamo che sia assolutamente in linea con quello che avete detto e sostenuto fino adesso. Per questo noi ci auguriamo, invece, che voi possiate cambiare idea anche rispetto al parere contrario che ci è stato proposto dal relatore, perché andare a votare in maniera contraria significherebbe essere contrari alle proprie dichiarazioni. Se la legge sulle cure palliative, come tutti siamo d'accordo, è una legge che deve diventare poi realtà nelle sue previsioni, nella vita delle persone, se effettivamente la garanzia delle cure palliative è atto preliminare, propedeutico e indispensabile per poter poi accedere ad una scelta di suicidio medicalmente assistito, se tutto questo è vero allora questo emendamento può essere facilmente accolto, perché è assolutamente in linea e in coerenza con queste dichiarazioni che avete fatto, che molti di voi hanno fatto, che lo stesso relatore ha sentito la responsabilità di restituire in diversi passaggi. È per questo che lo abbiamo presentato, e quindi è per questo che lo mettiamo ai voti dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, grazie. Solo poche parole, ovviamente, per confermare il mio impegno personale a sostegno di questo emendamento, che ovviamente si inserisce in scia rispetto alle intenzioni dichiarate, alle quali però non corrisponde da parte dei proponenti la tecnica e il contenuto legislativo. Quindi questo emendamento, ovviamente, come tutti i nostri emendamenti, ha il pregio di fare chiarezza e circoscrivere i limiti, cosa che a parole si dice di voler fare, ma finora abbiamo visto non essere nelle reali intenzioni. Quindi lo sostengo e chiedo, a titolo personale, che tutta l'Assemblea lo voti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a sottoscrivere l'emendamento, dico che ha ragione chi dice, e infatti l'ho fatto, di andare a controllare cosa fanno le regioni in questo settore. Mi dispiace che la mia regione risulti tra le ultime, e quindi è una colpa della classe politica di oggi e anche di quelle passate, però questo è un emendamento, appunto, per incentivare e spingere ancora di più questo settore, che è preziosissimo, ormai è considerato da tutti, grazie a Dio, essenziale per qualunque tipo di patologia che purtroppo lo richieda. Ho visto una statistica che solo il 5 per cento riguarda la pediatria, ed è drammatico che ancora adesso veramente non siamo riusciti in ogni regione a seguire i migliori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e per dimostrare, ancora una volta, che non c'è nessuna volontà da parte dei relatori, della maggioranza, di ascoltare questa opposizione. Si fa fatica a seguire il ragionamento del relatore Bazoli, e cioè che, dato che abbiamo trovato un equilibrio, non parliamo più di nulla, perché questi sono temi importanti, così come quello che abbiamo licenziato prima dell'obbligatorietà dell'assistenza dello psicologo. Vorrei dire, per suo tramite, all'onorevole Noja, Presidente, che sono davvero sorpreso che la collega si sia accorta che imporre un trattamento sanitario equivale a un TSO. Noi pensiamo che sia giusto imporre a chi vuole applicare l'eutanasia di essere assistiti da uno psicologo, ma lezioni da chi ha chiuso gli italiani dentro casa e non li ha fatti uscire se non avevano il super green pass (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Quello è un trattamento sanitario obbligatorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che la collega Bellucci abbia ampiamente spiegato, come gli altri colleghi, qual è la filosofia e il contenuto di questo emendamento. Chiede che il paziente possa essere affiancato ovviamente da un'appropriata terapia del dolore a mezzo dell'erogazione delle prestazioni che vengono previste nella legge n. 38 del 2010; abbiamo visto anche tanti colleghi oggi sottolineare quello che è stato fatto anche in precedenza e che dovrebbe vedere, se non altro, un atto di coerenza da parte di questa maggioranza, che ha inserito in modo molto lieve e labile, e soprattutto non specifico, nel comma 1 quanto noi stiamo chiedendo con maggiore chiarezza in questo emendamento di buonsenso, che certamente dovrebbe essere condiviso da una maggioranza, soprattutto anche di quei colleghi che sulla stampa, l'anno scorso, quando si è dibattuto delle cure palliative, hanno fatto grandi proclami, le hanno sostenute e adesso dovrebbero essere consequenziali, votando questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia, convintamente favorevole, per le motivazioni che le colleghe di Fratelli d'Italia hanno espresso, perché il tema delle cure palliative - lo ribadiremo fino alla fine del provvedimento - è un aspetto, o meglio, purtroppo, visto l'esito delle votazioni, sarebbe un aspetto centrale e decisivo per collocare le istituzioni dello Stato accanto a chi soffre. Purtroppo, invece, state andando nella direzione esattamente opposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Mi chiedo, se i colleghi della maggioranza non voteranno questo emendamento, cosa vogliano fare di questa norma e soprattutto dei cittadini italiani. In questo emendamento si chiede unicamente di far svolgere e di coinvolgere l'interessato nel procedimento di fine vita in strutture sanitarie che possano garantire al paziente un'appropriata terapia del dolore a mezzo dell'erogazione delle prestazioni previste dalla legge 15 marzo 2010, n. 38, le cure palliative. Noi chiediamo che questo sia inserito all'interno di una norma, cioè che siano strutture qualificate e che possano anche erogare cure palliative quelle dove verrà svolta questa procedura.

Vi è una normativa che ricordo di sei facciate, quindi assolutamente scarna: se questo Parlamento non intende inserire, all'interno di questa normativa, almeno qualche paletto, non so dove vogliamo arrivare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, noi abbiamo presentato una serie di emendamenti che, ancora una volta, vedono l'impegno e la sensibilità di Fratelli d'Italia verso un argomento così delicato che tocca tutte le nostre coscienze, ma anche tutte le nostre vite. Noi ci poniamo, come legislatori, in una situazione di equidistanza, ovviamente considerando un bilanciamento dei diritti: il diritto del paziente, il diritto del malato, i diritti dei rispettivi familiari, ma il diritto in generale della società e dell'ordinamento interno di vedere tutelati alcuni valori. E questi valori che vanno in bilanciamento sono, da un lato, il valore della vita e, dall'altro, quello di una vita dignitosa. Questo è lo spirito con cui Fratelli d'Italia ha presentato questi emendamenti, che vanno proprio alla ricerca di questo equilibrio. Ci risulta francamente strano che, da parte di questa maggioranza, non ci sia alcuna intenzione di venire incontro alle nostre proposte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto, per chiedere di sottoscrivere l'emendamento e, poi, per dire che, anche qui, per l'ennesima volta, Fratelli d'Italia, con le sue proposte, sta cercando di definire, di integrare, di suggerire e supportare una legge che sarà di accompagnamento rispetto a una procedura sanitaria, di fatto, e a un'assistenza che accompagni nel fine vita gli esseri umani. Io credo che non ci sia - e l'abbiamo visto fino a questo momento - un atteggiamento per cercare di andare incontro a tutte quelle esigenze, a tutte quelle problematiche, a tutte quelle situazioni che un legislatore deve saper immaginare prima, in modo che poi, nell'applicazione di quella legge, di quelle norme, ci sia la corrispondenza più precisa, più puntuale, più definita per l'applicazione di quella legge. E io credo che questa sia e sarà l'ennesima legge che aprirà un divario esagerato rispetto al diritto di vivere e a diritto di morire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento e anche con il prossimo della collega Bellucci, che chiedo di sottoscrivere, si ritorna sull'argomento che noi riteniamo sia l'argomento principe di questa norma o uno degli argomenti su cui insistiamo, perché sono fondamentali, cioè le cure palliative. La collega Bellucci pone le cure palliative come una condizione, il prerequisito senza il quale il soggetto non può accedere al suicidio medicalmente assistito, e lo facciamo anche sulla scorta di quello che è stato scritto nella sentenza che continuiamo a citare, in cui vengono definite come prerequisiti per accedere al suicidio medicamento assistito.

A me, invece, piace riportare le parole del relatore di questa mattina, che le ha esternate in maniera ancora più chiara, perché le cure palliative e, quindi, alleviare il dolore - mi ritrovo completamente in questo - della persona servono a rendere certa la libertà di scelta; una persona che soffre difficilmente può determinarsi in maniera libera. Quindi, riteniamo che questi emendamenti siano fondamentali. Non basta come è stato, invece, inserito nell'articolo 3 del testo unico proposto, perché deve essere una condizione senza la quale non si può accedere al suicidio medicalmente assistito. Quindi, è un po' come prima, quando si diceva, parlando del supporto psicologico, che sarebbe incostituzionale metterlo come condizione perché è un TSO. No, semplicemente, chi vuole accedere a questo strumento, deve sottostare a condizioni necessariamente importanti, come quelle delle cure palliative. Quindi, lo sottoscrivo e voteremo a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo nostro emendamento, abbiamo l'obiettivo di arrivare, intanto, ad una proposta che sia sempre più coerente con i contenuti della sentenza costituzionale, la n. 242, in cui le cure palliative sono, sempre e comunque, un prerequisito per arrivare alla soluzione drastica. E lo Stato - come ha già detto anche il collega Deidda – deve puntare sempre più ad incrementare gli interventi in materia sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Ancora una volta, un emendamento che pone l'attenzione sul prerequisito delle cure palliative sostenuto dalla Corte. Quello che noi sollecitiamo è un forte investimento, affinché la legge n. 38 sulle cure palliative, che è proprio la presa in carico del paziente, della persona e della sua famiglia per soddisfare tutti i bisogni, venga attuata. Sappiamo che, da quest'anno, verrà attivata la Scuola di specializzazione per le cure palliative e, quindi, le cose vanno avanti, ci saranno nuovi modelli organizzativi, i nostri giovani ricercatori svilupperanno ricerche, trattamenti innovativi. Quindi, come Parlamento, la priorità è sempre quella di attuare e garantire un'assistenza innovativa, uniforme sul territorio nazionale, di potenziare i professionisti dedicati al percorso del paziente cronico, oncologico e complesso, affinché nessuno si senta abbandonato, nessuno si senta solo - quante volte sentiamo le famiglie dire che sono abbandonate, nella piena solitudine, con il loro malato cronico -, sempre, naturalmente, contro la cultura dello scarto (Applausi del deputato Deidda).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Mi sembra evidente dagli interventi che mi hanno preceduto che qui non c'è alcuna volontà impositiva di prevaricare alcuno o alcunché, ma soltanto una volontà di offrire, invece, un'alternativa, fino a quanto possibile, a una soluzione definitiva che non può essere l'obiettivo principale di una norma. Come si è già detto, la Corte costituzionale ha anche ripreso alcuni tratti di queste proposte che noi stiamo facendo oggi, proprio perché credo che stia nei compiti anche di uno Stato cercare di offrire fino all'ultimo momento alternative possibili di cura o, comunque, di appropriatezza di trattamento, finché sia possibile dal punto di vista sanitario. Quindi, non vedo perché vi sia accanimento su questo emendamento, che non mi sembra stia prevaricando le libertà di alcuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo intervenire a favore di questo emendamento, perché, anche qui, siamo nel puro buonsenso. Si chiede, sostanzialmente, che la legge preveda modalità di accertamento della bontà e correttezza della messa a disposizione ed effettiva esecuzione delle cure palliative. E prevede - a mio avviso, giustamente - che il mancato rispetto di esse comporti il mancato raggiungimento della condizione di cui al comma 1 del presente articolo, finalizzata non ad ostacolare l'accesso del richiedente alle cure, al trattamento in esame, ma ad accertare che siano effettivamente e in concreto realizzate le condizioni che tale legge, essa stessa, prevede affinché si possa addivenire alla decisione finale.

Ecco, non si capisce davvero. Possiamo semmai obiettare che sia forse una ripetizione inutile. Si può dire che è chiaro che se c'è una legge sulle cure palliative…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). …è sottinteso che detta legge venga correttamente applicata. Ma siccome siamo il Paese dei 1.000 campanili, anzi dei 7.900 campanili, è chiaro che forse prevedere esplicitamente questa cosa sia utile. Quindi, chiedo di votare a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Volendo continuare il dibattito sull'emendamento in oggetto e facendo anche tesoro degli spunti offerti dall'intervento precedente del collega Deidda, che ringrazio, è chiaro che soltanto con una struttura sanitaria idonea e completando l'intero percorso di consapevolezza del malato e del sofferente si può arrivare alla decisione finale di voler accedere o meno alla fase del fine vita.

Pertanto, mi sembra assolutamente di buonsenso che il coinvolgimento dell'interessato possa avvenire soltanto quando la struttura sanitaria può garantire al paziente un'appropriata terapia del dolore e anche quel sostegno psicologico di cui parlavamo precedentemente.

Non votare un emendamento del genere e così importante è, secondo me, assolutamente irrazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Non c'è; s'intende abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco; anche lui non c'è.

Quindi, li cancello da quell'elenco che mi avete fatto avere, presidente Foti? Li cancello entrambi, così non facciamo più confusione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Io posso capire che ci sia un voto contrario da parte di coloro che vogliono ad ogni costo l'eutanasia di fronte ad alcuni emendamenti soppressivi che sono stati trattati in precedenza, ma non c'è alcun motivo per votare contro su questo emendamento che presuppone che una persona che sia già affetta da patologia attestata dal medico curante, che sia già in cura, che sia tenuta in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, come è previsto dalle lettere a) e b), possa essere assistita, nella fase più difficile, con un'appropriata terapia del dolore, con le prestazioni che sono previste dalla legge e che sono raccomandate dalla sentenza della Corte costituzionale.

Quindi, aggiungere umanità e buonsenso nell'applicazione della legge e della Costituzione credo che sia di assoluto buonsenso e non c'è nessun motivo per cui non venga votato anche dalla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.58 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Su che cosa, onorevole Serracchiani?

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Serracchiani.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, vogliamo porre l'attenzione di tutto il Parlamento, che sappiamo non essere assolutamente indifferente, alle immagini che ci hanno raggiunto, le immagini tragiche, drammatiche, direi vergognose che riguardano l'attacco russo che c'è stato poche ore fa all'ospedale pediatrico di Mariupol.

Io credo che sia un fatto da condannare in modo forte da parte di tutti noi, di un Parlamento che non vuole assolutamente essere indifferente. È un Parlamento, il nostro Parlamento italiano, che ha ascoltato da subito la voce del Governo per avere tutte le informazioni necessarie, ma, vede Presidente, le guerre non hanno mai regole, in particolare questa guerra, che le regole le sta mettendo tutte da parte.

Credo che un attacco che ha riguardato bambini e donne partorienti e che ha portato morte e distruzione in un momento così difficile meriti un'attenzione ulteriore da parte di tutti noi e questa attenzione ulteriore debba essere data anche da questo Parlamento con un intervento del Governo che, dopo il voto che riguarderà questo provvedimento importante, consenta al Parlamento di avere tutte quelle ulteriori informazioni rispetto a quelle che abbiamo già tempestivamente ricevuto dal Governo.

Infatti, Presidente, di fronte a delle tregue che non vengono rispettate, a corridoi umanitari che non vengono rispettati, a persone che cercano di salvare le loro vite e che muoiono sotto le bombe nonostante ci siano quegli accordi, chiediamo che ci sia l'informazione totale, completa e il più possibile puntuale da parte del Governo su quello che sta accadendo, perché questo Parlamento sia protagonista e possa sapere, fare e agire in quella che è una democrazia, la nostra democrazia, che difendiamo anche di fronte a questa guerra, che non è una guerra lontana perché è una guerra alle porte dell'Europa, nel cuore dell'Europa, che non può lasciarci indifferenti (Applausi).

PRESIDENTE. Solo per capire il suo intervento sull'ordine dei lavori, presidente Serracchiani: lei chiede, quindi, l'informativa? Giusto per contestualizzare l'intervento sull'ordine dei lavori.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Sì, Presidente, un'informativa del Governo. Ovviamente, sappiamo che c'è un impegno che ci siamo presi al termine di questo provvedimento, che chiuderemo domani.

PRESIDENTE. Era solo per contestualizzare il suo intervento.

Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente. Non posso che accogliere quanto dichiarato dal capogruppo Serracchiani. Aggiungo anche che circa due o tre ore fa ho fatto un'agenzia di stampa in cui chiedevo ai Presidenti Casellati e Fico di promuovere un collegamento con Zelensky, come è avvenuto ieri in Inghilterra con i Comuni, perché sarebbe estremamente importante in un'Aula Camera e Senato poterci confrontare e sentire le sue parole direttamente. Credo che quello sarebbe lo strumento migliore per capire bene ed esattamente com'è la situazione in Ucraina.

È ovvio che mi pare che ci sia qualche movimento diplomatico migliore rispetto al passato, ma quello che sta avvenendo con i bombardamenti, anche nelle zone come l'ospedale pediatrico, è un massacro di esseri umani, specialmente nei confronti dei bambini.

Quindi, io mi auguro che ci sia tutto il Parlamento, che sia unito contro questo tipo di atteggiamento da parte della Russia. Non possiamo che continuare, come dire, la nostra attività per fare in maniera tale che la diplomazia abbia il sopravvento rispetto alla guerra. Io chiedo però, a lei Presidente, di chiedere al Presidente Fico e alla Presidente Casellati di poter fare quell'incontro direttamente in remoto col Presidente dell'Ucraina (Applausi).

PRESIDENTE. Quindi, anche lei, onorevole Napoli, chiede l'informativa urgente? No, solo un incontro con Zelensky lei chiede…

OSVALDO NAPOLI (CI). Anche l'informativa urgente. Su questo non ci sono dubbi!

PRESIDENTE. Anche l'informativa urgente. Avevo capito bene, allora.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Per intervenire sull'emendamento a prima firma della collega…

PRESIDENTE. Allora, potremmo chiudere questa fase. Sarà mia premura, ovviamente, riferire al Presidente Fico quanto rappresentato sia dalla presidente Serracchiani che dall'onorevole Napoli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Crippa. Sull'ordine dei lavori anche lei?

DAVIDE CRIPPA (M5S). Sì, Presidente, sull'ordine dei lavori. Ho cercato di sbracciarmi già prima.

PRESIDENTE. Non l'abbiamo vista.

DAVIDE CRIPPA (M5S). L'ho notato, ovviamente.

Voglio soltanto associarmi alla richiesta presentata dalla collega Serracchiani e alla necessità di dare una risposta tempestiva e celere a questo Parlamento rispetto ad una richiesta che arriva da più parti, ossia quella di consentire che le Commissioni interagiscano con il Presidente Zelensky anche all'interno di questa istituzione; so che il Presidente Fico si sta adoperando in questo senso.

Rispetto all'informativa sui gravi episodi che si sono verificati, credo si sia ormai arrivati ad un punto estremamente delicato di non ritorno; l'attacco durante una guerra di un ospedale pediatrico, con tanti bambini malati, lascia nell'opinione pubblica e in tutti noi un'angoscia terrificante. Che un gesto del genere cessi più in fretta possibile e che tutte le azioni che possiamo intraprendere per via diplomatica per fermare questa guerra pazzesca e senza senso abbiano una risposta tempestiva! Quindi, anche noi ci associamo alla necessità di un'informativa in tal senso per cercare di trovare soluzioni possibili e immediate perché, nel 2022, vedere un ospedale pediatrico bombardato è qualcosa di inaccettabile all'interno di un contesto europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vi sono violenze e invasioni di territori, in un percorso in cui non viene consentita nemmeno l'evacuazione della popolazione, e vengono bombardati gli ospedali: fermiamoci tutti, chiediamo veramente tutti a gran voce uno stop deciso a questi attacchi. Chiediamo al Governo di riferire rispetto al grave episodio, anche rispetto alle modalità con le quali potremmo in realtà cercare di sistemare e dare una mano, in un contesto internazionale, rispetto a una diplomazia che, in questo caso, purtroppo, non sta dando gli esiti auspicati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Anche lei sull'ordine dei lavori? Sullo stesso argomento?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia si associa alla richiesta di un'informativa urgente, che è determinata intanto e soprattutto da questa ulteriore drammatica notizia in ordine ad una guerra che, per quanto condotta con metodi tradizionali, è veramente una delle più sporche fra quelle che abbiamo visto per le modalità con cui viene flagellata una popolazione inerme - ma capace di resistere coraggiosamente -, colpita negli affetti più cari, colpita all'interno di un ospedale pediatrico.

Noi di Fratelli d'Italia abbiamo detto sin da subito, senza se e senza ma, che sentivamo quale fosse la nostra collocazione cioè il blocco delle democrazie occidentali, la difesa della sovranità, dell'indipendenza di ogni Nazione.

Questa informativa diventa tanto più necessaria non già e non solo per quanto è già accaduto, rispetto al quale purtroppo non possiamo più recuperare, ma per comprendere quale sia, in questa fase, l'esatta partita che sta giocando l'Italia per affrontare la crisi.

L'altro giorno - non è un mistero - c'è stato un vertice che ha coinvolto Biden, Scholz, Macron, Johnson: non c'era Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E lo diciamo non già per criticare il Governo. Giusto o sbagliato che sia, questa è la mia Nazione. Direi di più, giusto o sbagliato che sia, questa è la mia civiltà, è una civiltà che riconosce sovranità e indipendenza dei popoli, è una civiltà che dice che non si possono abbattere gli ospedali pediatrici e, quindi, non lo facciamo per critica, ma per comprenderne il motivo. Anche l'informativa può servire per comprendere per quale motivo l'Italia sembra evaporata, a tratti è stato anche evocato il nostro Presidente del Consiglio come possibile interlocutore, ma era inabissato, evaporato.

Noi vorremmo capire, costruire con voi un percorso che consenta all'Italia di giocare la sua parte tanto nella difesa senza se e senza ma dell'indipendenza dell'Ucraina, quanto nella reazione muscolare, unica e unanime delle democrazie occidentali ma anche per sapere se, una volta consegnate le armi - perché nessuno siede al tavolo delle trattative, puntando una pistola alla testa come intendeva fare Putin al suo interlocutore -, coltiviamo ancora una via di accesso di risoluzione diplomatica alla crisi e, se la coltiviamo, qual è il ruolo dell'Italia.

A queste domande non abbiamo risposta. Saremo sempre al fianco di chi difende la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, oggi, come domani di tutte le Nazioni che fuoriescono dalla scomposizione dell'Unione Sovietica. Lo saremo senza se e senza, vorremmo esserlo però con più consapevolezza, sapendo qual è il ruolo che gioca l'Italia, ammesso che ne abbia uno, e sapendo esattamente quale sia l'atteggiamento del nostro Presidente del Consiglio, se non quello di seguire pedissequamente il blocco delle democrazie occidentali, senza avere voce in capitolo. Noi riteniamo che l'Italia abbia carte da giocare per una de-escalation ancorché assunta dopo la debita reazione che non ci può vedere fuori dal blocco delle democrazie occidentali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fontana. Anche lei sull'ordine dei lavori, sullo stesso argomento?

LORENZO FONTANA (LEGA). Sì, grazie Presidente, proprio nella giornata che vede un numero cospicuo di bambini malati oncologici provenienti dall'Ucraina nella mia città, aggiungerei un'altra richiesta: vorrei sapere come si sta muovendo il Governo italiano proprio per accogliere questi bambini e queste mamme. Parte del nostro movimento, a livello di enti locali, si sta adoperando per cercare di dare una sistemazione a queste donne, a questi bambini, a questi anziani che arrivano, però sappiamo che tanti ancora sono a Kiev, donne incinte e bambini, in particolar modo, che non riescono a scappare. Sappiamo che tanti si stanno accalcando sulla frontiera, purtroppo si parla di cifre di più di 100 mila al giorno. Quindi, anche da questo punto di vista, la nostra richiesta è capire come possa il Governo, come possa lo Stato cercare di aiutare queste persone in gravissima difficoltà e anche come si possono aiutare quelle persone che, purtroppo, non riescono a scappare e sono sottoposte a questa grave ingiustizia. Quindi, ringrazio chi ha avuto l'idea e anche noi ci associamo alla richiesta di questa informativa urgente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Sempre sull'ordine dei lavori, immagino sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Sì, Presidente, grazie per questa opportunità. Noi ci associamo alla condanna di questo barbaro attacco che, purtroppo, si va a sommare agli altri crimini di guerra che gli uomini di Putin stanno compiendo in questo momento, in questi giorni, in queste ore drammatiche sul territorio ucraino.

Credo sia dovere dell'Italia far sentire ancora più forte, se è possibile, la propria voce di ferma condanna rispetto a quello che sta avvenendo. Le brutalità, purtroppo, sono all'ordine del giorno quotidiano in quel territorio, quindi credo sia giusto che tutto il Parlamento, il Governo, le nostre massime istituzioni siano mobilitati e debbano essere periodiche le occasioni di confronto con l'Esecutivo su come si sta affrontando l'emergenza, su quello che si sta facendo per raccogliere i rifugiati, su come si sta sviluppando il difficilissimo - sempre più compromesso, a cui non dobbiamo rinunciare - tentativo di negoziato per arrivare al cessate il fuoco e aprire la strada ad una possibile percorso di pace che, per quanto oggi possa sembrare lontano, non deve mai sparire dai radar della nostra iniziativa politica e istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Sempre sull'ordine dei lavori, immagino sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Si, vorrei associarmi alla richiesta della collega Serracchiani, a cui si sono poi, a loro volta, associati i colleghi che mi hanno preceduto. Credo che le immagini che stanno arrivando dell'attacco all'ospedale infantile lascino sgomenti e non possono non far levare anche da quest'Aula la condanna più dura nei confronti di questo episodio che, purtroppo, temo non sarà neppure l'ultimo, perché la guerra ha questi effetti.

Credo sia giusto fare il punto della situazione nella forma dell'informativa, magari allargandone l'oggetto per capire qual è lo stato della situazione, anche con riferimento alle azioni che l'Unione europea deve mettere in campo per cercare una soluzione diplomatica e, soprattutto, avere come obiettivo a breve un cessate il fuoco per evitare di continuare a vedere queste immagini.

Quindi, da questo punto di vista credo sia necessario questo momento di confronto con il Governo e anche la possibilità di esprimere come Parlamento un nostro indirizzo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Romaniello, sullo stesso argomento immagino. Prego.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie Presidente, per sostenere la richiesta della collega Serracchiani per avere questo confronto con il Governo ed associarmi a tutta l'Assemblea che condanna questo attacco incredibile che ci sta lasciando senza fiato, senza parole; un ospedale pediatrico è un obiettivo che non andrebbe mai considerato tale. Sostenendo la richiesta di portare avanti i negoziati e le trattative perché si possa arrivare a un cessate il fuoco e a soluzioni uniche e opportune per una situazione di questo genere, cioè la pace, ribadisco la necessità di questo confronto e portare in Aula la discussione su quello che sta succedendo.

PRESIDENTE. Nessun altro intende intervenire sull'ordine dei lavori. Ovviamente la Presidenza si unisce alla condanna di questo ignobile atto. Sarà mia premura riferire di questa richiesta, approfitto anche della presenza del sottosegretario che invito a farsi parte diligente nei confronti del Presidente Draghi.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del provvedimento. Eravamo rimasti all'emendamento 3.59 Bellucci, che intende intervenire. Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente, continuiamo con l'esame del provvedimento con un clima particolarmente difficile data la notizia che abbiamo appreso che sconvolge i cuori di tutti noi.

Proviamo ad andare avanti anche rispetto al lavoro svolto e alla responsabilità che abbiamo di contribuire all'emanazione di leggi giuste e collazionate nel miglior modo possibile. In questo caso vi abbiamo fatto un'altra proposta; quella precedente, riguardante sempre la legge dedicata al diritto alle cure palliative, è stata rifiutata, ha avuto un voto contrario da parte della maggioranza, allora abbiamo tentato, dandovi delle alternative. Si tratta di una nuova riformulazione in cui noi ribadiamo la necessità di inserire un riferimento chiaro alle cure palliative e alla legge dedicata alle cure palliative, anche in questo caso con un comma dedicato, il comma 3, che viene aggiunto all'articolo 3, in cui facciamo esplicito riferimento alla legge n. 38 del 15 marzo del 2010, cioè la legge che conosciamo tutti come la legge sulle cure palliative. In questa proposta di legge non vi è mai un riferimento con una dicitura della legge che ho poc'anzi citato. Noi siamo convinti che inserirla aiuti a definire quella cogenza, quella piena attuazione, di quel essere alleviati dal dolore ma anche dalla sofferenza psicologica, da quella sofferenza che certamente attanaglia queste persone.

È una nuova proposta, come vi dicevo, nella speranza che questa possa essere per voi articolata in maniera più accoglibile, nella convinzione che stiamo proponendovi soltanto quello che voi a parole dite di condividere, dovete semplicemente passare ai fatti inserendo nella legge questa previsione chiara (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Prego.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, sottoscrivo l'emendamento e ringrazio la collega Bellucci e, come detto prima, prendo anche qui l'impegno, quindi lo faccio pubblicamente, di interessarmi sulla diffusione delle cure palliative. Deve essere un impegno di tutti noi; capirne l'importanza è fondamentale. Dico anche, riflettete su questo emendamento che, come ha detto la collega Bellucci, è stato riformulato, non è polemico, non per fare ostruzionismo ma è fatto semplicemente per migliorare una legge che non ci piace; ma cerchiamo di migliorarla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, con questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, la collega Bellucci chiede che venga inserito il riferimento chiaro alle cure palliative. Questo, credo, dovrebbe essere vostro interesse accoglierlo perché in tal modo cominceremmo a fugare alcuni dubbi rispetto a quello che secondo noi invece in realtà emerge da questa proposta normativa, cioè la morte intesa come trattamento sanitario. Capisco che questo può far arrabbiare alcuni rappresentanti della maggioranza, ma questo è.

Se invece con questo emendamento noi ribadiamo l'importanza e l'obbligatorietà delle cure palliative, allora, forse, qualche dubbio su questa abnormità della morte intesa come trattamento sanitario magari ce lo fate venire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Prego.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, l'argomento trattato nell'emendamento è stato motivato dalla prima firmataria con la necessità di rendere la proposta più coerente anche rispetto alla sentenza della Corte costituzionale, riprendendone un passaggio che diventa fondamentale affinché si possa migliorare il testo e soprattutto non si incorra in nuovi ulteriori insuccessi, come già abbiamo visto. Si fa riferimento a tutta la parte delle cure palliative che viene posta con grande chiarezza, come sottolineato in Commissione dalla collega Bellucci e, se condivisa da tutta la maggioranza, la forma oggi potrebbe trovare sostanza.

Una sostanza che riguarda tutto ciò che fino ad oggi ha comportato il mancato rispetto del raggiungimento di questo tipo di condizione, che possa quindi servire ad alleviare attraverso le cure palliative le sofferenze fisiche e supportare anche quelle psicologiche.

Auspichiamo che da questo punto di vista vi sia un minimo di coerenza ed anche un minimo di coraggio nel rappresentare nei fatti ciò che si dice e che spesso si avanza, come proposte, anche di altri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Prego.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente, con questo emendamento vogliamo sanare una incongruenza veramente grave che avrebbe il nostro ordinamento. Nel senso che per accedere alle cure palliative oggi servono una serie di requisiti più complessi di quelli che serviranno per accedere, se fosse approvata questa norma, al suicidio assistito. Ci ritroveremmo in un ordinamento, se voi boccerete questo emendamento, nel quale sarà più difficile accedere alle cure palliative che richiedere direttamente il suicidio. Capisco che ci possano essere dei problemi ideologici su alcuni punti della norma, ma questo è qualcosa assolutamente da sanare e sarebbe buona cosa sanarlo qui oggi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Prego.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente, prendiamo la parola in questa Assemblea per dare ancora una volta il senso degli emendamenti che abbiamo presentato. Emendamenti che sono volti a sostenere la vita fino in fondo e nella sua completezza; quindi nell'aspetto anche della dignità della vita umana e di come si conduce la vita umana. Il nostro non è un atteggiamento ostruzionistico, ma più che altro è un atteggiamento alla ricerca di un dialogo anche da parte delle forze di maggioranza; un dialogo che voi state negando dicendo “no” a qualsiasi emendamento, addirittura nel rafforzamento delle cure palliative, addirittura nel supporto psicologico al paziente, addirittura nel tentativo di creare un ambiente nel quale il paziente possa trovare tutti i supporti necessari anche laddove voglia fare questa scelta ultima e tragica. Questo atteggiamento di un rigoroso “no” nei nostri confronti smentisce quello che a parole avete sempre detto e cioè che davanti a questi temi delicati si doveva arrivare al dialogo. Finalmente è arrivato il giorno della verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente. Ancora una volta, con questo emendamento, richiamiamo l'importanza della sentenza n. 242 e, soprattutto, il passaggio relativo alle cure palliative. È proprio per questo che la collega richiama in questo emendamento le condizioni e le procedure per l'accesso alle cure palliative e, quindi, richiama la legge n. 38 del 2010, proprio perché ribadisce quanto siano importanti queste cure palliative e quanto la sentenza della Corte costituzionale l'abbia evidenziato e messo come un concreto presupposto all'accesso all'estrema conseguenza del fine vita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Informo che è esaurito anche il tempo aggiuntivo concesso per gli interventi a titolo personale.

La Presidenza, essendone stata fatta richiesta, in via del tutto eccezionale, concederà un ulteriore ampliamento dei tempi per gli interventi a titolo personale, tale che il tempo aggiuntivo risulti complessivamente pari alla metà rispetto a quello originariamente previsto.

Preciso fin d'ora che, una volta esaurito tale ulteriore tempo aggiuntivo, non sarà consentito alcun intervento a titolo personale, ma solo interventi a nome del gruppo, qualora vi siano ancora tempi residui, sulla base di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 14 luglio 1993.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie mille, Presidente. Mi sembra che continuiamo con il muro di gomma, neanche più ideologico, direi quasi caratteriale, da parte della maggioranza su questi emendamenti. Infatti, come è stato ben detto da chi mi ha preceduto, il tentativo è di offrire una possibilità, di conservare una possibilità, di percorso dignitoso per il sofferente, per il malato, cercando di trovare una situazione, non dico più agevole, ma sicuramente meno disagiata per lo stato in cui il sofferente versa. Mi sembra che, invece, come ha detto bene il collega Vinci prima, l'atteggiamento sia quello di offrire in modo più facile un esito sicuramente più drastico. Allora, forse, c'è da chiedersi perché non si vuole approvare questo emendamento, che riprende anche parte della sentenza, ormai famosa, della Corte costituzionale. Mi sembra di tutta evidenza che si voglia ancora una volta puntare una bandierina su un tema che invece meriterebbe maggiore attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Questo emendamento è la naturale conseguenza di quanto detto anche già prima, in quanto, se non vengono rese le condizioni e le procedure per l'accesso nella maniera richiamata dalla legge, se vi è il mancato rispetto, ovviamente non c'è il raggiungimento delle finalità, di cui all'articolo 1 della presente legge; quindi, di conseguenza, non si può attuare l'ultima fase del fine vita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà, anche lei per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Nel caso in cui sul precedente emendamento ci sia stata una distrazione o una volontà di girare la testa dall'altro lato, da parte di chi non lo ha votato favorevolmente, c'è una seconda possibilità. Questa riformulazione salva la sostanza, ma modifica parzialmente la forma, sempre finalizzata, non ad impedire a chi vuole a tutti i costi arrivare al risultato di favorire l'eutanasia di poter continuare in questo iter legislativo, ma quantomeno ad introdurre, in questa fase così delicata e drammatica, sul solco di quanto previsto e raccomandato dalla Costituzione e dalla Corte costituzionale, la precondizione delle cure palliative per alleviare la sofferenza. Non c'è motivo per non votarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun'altro collega ha chiesto la parola, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.59 (Versione corretta) Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Su un lutto della deputata Valentina Aprea.

PRESIDENTE. Purtroppo, un'altra brutta notizia in un pomeriggio complicato.

Comunico che la collega Valentina Aprea è stata colpita da un grave lutto: la perdita della madre. Alla collega, la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome di tutta l'Assemblea.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 2-A​)

PRESIDENTE. Possiamo, a questo punto, passare alla votazione dell'articolo 3.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto contrario di Forza Italia a questo articolo 3 e cercherò di argomentarne i motivi. Io credo che con l'articolo 3, onorevoli relatori, abbiamo perso un'occasione per trovare quella mediazione che abbiamo cercato inutilmente in questo nostro lavoro, prima, in Commissione e, poi, in Aula, e che era una mediazione sulle cure palliative.

Noi abbiamo ribadito in tanti interventi come questa sia la strada da perseguire, da percorrere se vogliamo trovare un punto di mediazione accettabile, moralmente accettabile. Invece, tutti i nostri emendamenti sono stati respinti su questo punto.

Credo che sia stata un'occasione sprecata, perché il risultato che esce da questo lavoro e dalla lettura di questo testo che è stato portato al nostro voto è sicuramente un risultato scadente, perché, quando noi parliamo di soggetto coinvolto in un percorso di cure palliative parliamo di un concetto evanescente, privo di tassatività. E, da questo punto di vista, introduco un tema che ho già cercato di introdurre la settimana scorsa in alcuni interventi che ho fatto circa la natura giuridica di queste norme.

Noi, queste norme, le consideriamo o sono state considerate dai relatori come norme che intervengono in ambito socio-sanitario. In realtà hanno carattere e natura, se vogliamo, penale, perché sono norme che vanno in deroga all'articolo 579 del codice penale che prevede un reato importante e che punisce l'omicidio del consenziente, ce lo ha ricordato bene anche il Presidente Amato quando ha commentato e spiegato il contenuto della sentenza della Corte che non aveva ammesso il referendum; si tratta di omicidio del consenziente e questa sostanzialmente è una scriminante all'omicidio del consenziente. Ora, in materia penale, come certamente voi ricorderete, vige il principio di legalità e tassatività.

Non sono ammesse norme poco chiare; o, meglio, ahimè, purtroppo, nella legislazione che è stata varata anche da questo Parlamento in tanti anni abbiamo trovato norme difettose da questo punto di vista, e noi come giuristi le abbiamo sempre severamente criticate, e poi, qualche volta, è arrivata anche la Corte a cassarle. Tuttavia, chiedo cosa voglia dire “coinvolto in un percorso”. Capisco le vostre difficoltà, sono state le difficoltà di trovare una quadra non facile, però credo che qualsiasi giurista, qualsiasi interprete non potrà che concludere che è un termine ambiguo, quantomeno ambiguo, generico, questo, che non chiarisce esattamente, tant'è che invece i nostri emendamenti, che prevedevano l'obbligatorietà, o, comunque, sancivano che il soggetto che rifiutava queste cure palliative non poteva accedere al percorso di morte medicalmente assistita, avrebbero chiarito, in modo preciso, in quale caso si poteva operare e in quale caso no. Quindi, anche sotto questo profilo, e non è un profilo banale, ritengo, questo articolo 3 non possa essere votato, sarebbe un fuor d'opera.

E il fatto che probabilmente la maggioranza voterà questo articolo inficia tutti quelli successivi, per cui non potrò che intervenire su quelli successivi, dicendo che devono essere soppressi, cassati, perché questa legge non sta in piedi, se non si sancisce, in modo chiaro, qual è il percorso; e questa norma, così come probabilmente verrà votata, non consente di tracciare un percorso chiaro. Quindi, Presidente, le riconfermo il voto contrario di Forza Italia a questo articolo 3.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Vorrei fare con tutti voi una riflessione. Oggi esiste la possibilità, il diritto di rifiutare le cure, e questo lo sappiamo; domani, con ogni probabilità, sarà fatto, ahimè, un primo passo verso l'introduzione del diritto a morire. Eppure, il legislatore deve, o almeno dovrebbe, essere lungimirante e avere la capacità di guardare non a quello che accadrà domani o dopodomani, ma più in là, perché c'è un rischio che stiamo correndo, il rischio di un passaggio pericoloso che ci attende dopo l'altro, ed è quello del passaggio dal diritto di morire al dovere di morire.

Questo passaggio è molto breve, perché la paura di essere considerati un peso per gli altri e per la società può portare il malato a chiedere il suicidio assistito o l'eutanasia, perché questo è quello che lui crede che gli altri si attendano da lui. Ecco che quello che è stato presentato come un diritto di morire diventa un dovere di morire, ed è quello che già sta accadendo nel Nord Europa, dove gli anziani si convincono a chiedere l'eutanasia come ultimo atto di responsabilità per non pesare sui propri familiari. Ed ecco che così il malato si sente un peso per colpa della scarsa generosità degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Noi della Lega voteremo assolutamente contro questo articolo, e voteremo convintamente nel senso che, anche all'interno della libertà di coscienza, che è stata data a tutti i componenti del nostro gruppo, su questo articolo sostanzialmente nessuno la pensa in maniera diversa, perché è talmente chiaro, talmente lapalissiano il confronto con cui si è realizzata la discussione in quest'Aula che anche i più dubbiosi hanno preso atto che effettivamente le ragioni stanno tutte da questa parte.

E non è soltanto perché dall'altra parte di questo emiciclo non è arrivata nessuna - dico nessuna - spiegazione convincente, ma perché gli argomenti che sono stati messi in discussione sono stati talmente chiari nella loro esemplificazione che realmente ci siamo stupiti di come mai nessun emendamento sia stato realmente accettato.

Quando si mette un deputato di fronte a fatti incontrovertibili e, cioè, che la legge n. 38 del 2010 non è stata minimamente realizzata; quando abbiamo spiegato, in lungo e in largo, che non ci sono state realtà che si possano definire tali che abbiano avuto la compiutezza di questa legge, con un'assenza di investimenti che è veramente disarmante (la legge è del 2010, sono passati 11 anni pieni e, sostanzialmente, ci sono la bellezza di 4 regioni che sono ancora al momento zero e l'altro 75 per cento della popolazione che, in verità, non è soddisfatta completamente, e questo lo dice la relazione che è stata fornita dal Ministero e che è depositata presso la Commissione affari sociali); quando si fa presente a questo autorevole consesso che soltanto 9 miliardi di euro sono stati investiti nell'ambito del PNRR e che nessuno ha sollevato un dito per trovare risorse su questo tipo di argomento - sto parlando, ovviamente, dei lavori in Commissione -, è la prova concreta che non gliene frega niente a nessuno e che l'obiettivo non è tanto la soluzione di questo baluardo di civiltà, che appunto sono gli hospice, ma, per un certo tipo di impostazione ideologica, il problema è solo ed esclusivamente poter portare a casa questa legge. Una legge che, come abbiamo detto sin dal primo giorno, è eutanasica, non nel senso più compiuto del termine: è un processo che è già iniziato con le DAT, che si sta realizzando ora e che continuerà inevitabilmente anche in futuro, secondo le esperienze che abbiamo visto esattamente in altri Paesi.

D'altronde, sull'articolo 3, rispetto al quale era logico portare avanti cambiamenti, modifiche, con emendamenti costruttivi, tutti hanno detto di “no”, perché abbiamo visto che si è cristallizzato un fronte di circa 80-90 voti contrari.

Allora, quando si cristallizza questo, significa che, evidentemente, anche la persona di più nobili principi, che è d'accordo e che ci spiega nei corridoi che è d'accordo, poi, però, di fronte a direttive di partito, forse per non fare brutte figure o, forse, per una spinta ideologica, non si rende conto che questa era l'opportunità e l'occasione per cambiare le cose. E ci sorprendiamo ancora di più che tutto questo arrivi dal relatore, che, invece, ha sensibilità, che indubbiamente riconosciamo, ma che non si sono manifestate, a dimostrazione che è più forte il blocco ideologico rispetto alla logica, rispetto, invece, all'obiettivo di una legge che doveva essere condivisa.

Tutti gli emendamenti respinti, ciò è veramente obbrobrioso per alcuni. Come non ricordare in questo momento, per esempio, il fatto di avere respinto l'uniformità dei protocolli nazionali, per cui il medico di Caltanissetta si comporterà in una certa maniera e quello di Monza in un'altra; oppure, ancora peggio, che è stato tentato il colpo di mano per far sì - c'è stato, sostanzialmente, un rigetto che abbiamo visto soltanto in “zona Cesarini” - che il medico di famiglia potesse concedere la possibilità della morte assistita anche con il parere contrario del medico specialista. Sono tutti aspetti che abbiamo vissuto con grande disagio, a dimostrazione di una volontà eutanasica.

Chiudo, Presidente, perché è un articolo importante. Ma quello che realmente ci ha messi KO, a dimostrazione che, certamente, molti in quest'Aula sono in buona fede, tant'è che la distrazione ne è prova, ma molti sono in malafede, è stata la negazione del sostegno psicologico. Ma è evidente che alle persone fragili che stanno chiedendo la morte assistita bisogna fornire questo strumento! È stato detto “ma c'è, c'è lo psicologo”: in un altro contesto, in un altro momento, ma in questa fase specifica, evidentemente, è venuto meno. Perché avete avuto paura che tutto questo accadesse? Perché forse avete pensato che il malato, opportunamente guidato da uno psicologo, potesse fare marcia indietro? Forse avevate questa paura?

Allora, ogni volta che si richiede un consenso informato ci vuole la piena volontà e il fatto stesso che qui non è stata garantita è prova concreta che questo articolo è assolutamente negativo nella sua impostazione complessiva. La Lega, ovviamente, non può altro che dire di no.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Essendo giunti in prossimità delle ore 20, interrompiamo l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, secondo le intese intercorse, a partire dalle ore 9.

Secondo le medesime intese, la votazione finale del provvedimento avrà luogo entro le ore 14, con il successivo rinvio alla prossima settimana di tutti gli ulteriori argomenti previsti per la settimana in corso.

Con riferimento alla richiesta di informativa urgente testé avanzata, la Presidenza si è già attivata e non appena acquisita la disponibilità del Governo la renderà nota ai gruppi parlamentari.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo ora agli interventi di fine seduta. Se i colleghi escono dall'Aula in maniera da consentire a chi ha chiesto di intervenire di poter fare l'intervento…

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Aspetti pure un secondo. Fate intervenire l'onorevole Di Sarno, per cortesia? Proviamo, onorevole Di Sarno. Magari la voce riesce a…

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula in merito all'ultimatum del fisco a 500 mila imprese dovuto al fatto che il 43 per cento dei contribuenti non è riuscito a saldare il proprio debito fiscale. Si tratta, come detto, di circa mezzo milione di imprese e di lavoratori autonomi che ora stanno ricevendo dall'Agenzia delle entrate l'intimazione a versare il dovuto entro 5 giorni, senza alcuna possibilità di ulteriore dilazione, pena l'avvio immediato di azioni esecutive. In ballo c'è la tenuta del nostro sistema economico. Ricordo che il 14 dicembre scorso era il termine ultimo stabilito per versare tutte le rate di “Rottamazione-ter” a saldo e stralcio scadenti nel 2020 e nel 2021, sospese durante la pandemia. Stiamo parlando di crediti spesso risalenti a più di 5 anni, bloccati con le misure anti-COVID e che ora si ripresentano ai debitori, con tutta la loro drammaticità e con l'inatteso pugno duro dell'Agenzia delle entrate, che chiede un pagamento immediato.

In mancanza di una soluzione normativa, gli strumenti disponibili per le aziende in difficoltà non sono molti, anzi si riducono sostanzialmente alla composizione negoziata e al concordato preventivo. Sembra difficile immaginare mezzo milione di imprese che intraprendono un simile percorso. Una soluzione normativa, Presidente, sembra quindi inevitabile. Nei prossimi giorni presenterò un'interrogazione parlamentare sul tema, auspicando una rapida soluzione da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà per due minuti.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Vorrei portare all'attenzione di quest'Aula il ricordo del comandante partigiano Emo Ghirelli, deceduto, purtroppo, nel weekend, all'età di 97 anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Lo voglio fare, citando il ricordo che ne fa il nipote Gildo Dallari, che è già stato sindaco anche del comune di Casina. Lo ricorda così: “Se ne va l'ultimo comandante partigiano che ha dedicato la vita alla difesa della libertà, impegnandosi nella lotta partigiana da ragazzo, e alla rinascita del Paese, nell'affermazione del modello cooperativo da uomo adulto. Dotato di grande personalità di capo partigiano, sono ascrivibili al suo temperamento e alla sua umanità momenti significativi a sostegno della popolazione durante il periodo di occupazione tedesca, ma anche al contenimento di intemperanze che avrebbero messo a rischio i civili di Casina, sede del comando tedesco. “Alcuni anni fa - scrive sempre Gildo - ho assistito ad una conversazione tra Emo e mia figlia, che lo intervistava nell'ambito di un'iniziativa per la Giornata della Memoria organizzata dal liceo Moro di Reggio Emilia. Spero di poterla, in qualche modo, recuperare, potrebbe essere di grande aiuto alla ricerca storica di Casina. Parlare ai giovani Emo la considerava una missione doverosa da parte degli ultimi testimoni di una vicenda tragica, per il timore che la storia si potesse ripetere. Non so se Emo ha visto le immagini televisive di questi giorni, ha però sicuramente sentito il dolore, l'angoscia delle sue badanti ucraine. Questo gli è bastato per non sopravvivere oltre”.

Quindi, Presidente, a nome mio personale e del gruppo del Partito Democratico, esprimo alle figlie Linda e Silvia le nostre più sincere condoglianze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. L'aggressione del regime di Putin contro l'Ucraina non è solo la violenta invasione di uno Stato sovrano, non è solo una minaccia per tutta l'Europa, non è solo l'attacco indiscriminato e violento contro civili inermi e disarmati, come oggi abbiamo avuto conferma dal tragico bombardamento, altro crimine di guerra, contro l'ospedale pediatrico di Mariupol. Si tratta anche dell'aggressione di una dittatura contro una democrazia libera e indipendente, perché, in Ucraina, Presidente, a differenza di quanto è accaduto in Russia, i cittadini hanno potuto votare liberamente ed eleggere liberamente il proprio Presidente, senza alcun condizionamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ecco perché, Presidente, sarebbe molto importante se il Presidente liberamente eletto in Ucraina, Zelensky, potesse parlare direttamente a quest'Aula, a questa Camera dei deputati, a quella che è la casa della democrazia italiana, il luogo dove la nostra democrazia si esprime con il massimo delle libertà e con il massimo delle garanzie. E mi sia consentito, Presidente, ricordare che il Parlamento italiano, proprio perché è la casa della democrazia, non si fa intimidire da chi - come ha fatto, qualche giorno fa, l'ambasciatore di Putin a Roma - ha pensato bene di trasmettere ai nostri senatori e a noi deputati una lettera in cui si minacciavano conseguenze per quei Paesi che avessero adottato sanzioni contro l'aggressione russa in Ucraina. In queste settimane di guerra, Presidente, Zelensky ha parlato al Congresso degli Stati Uniti, ha parlato al Parlamento europeo, ha parlato alla Camera dei deputati del Regno Unito; è il momento che anche il Parlamento italiano gli dia ascolto, per quanto a distanza. Ecco perché noi parlamentari del Partito Democratico ci rivolgiamo al Presidente della Camera dei deputati, affinché raccolga positivamente la proposta che, in questo senso, gli è stata rivolta dall'ambasciatore dell'Ucraina in Italia. Zelensky intervenga liberamente di fronte al nostro Parlamento, perché Zelensky è oggi il difensore di una democrazia aggredita da una dittatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emiliozzi.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Sì, grazie, Presidente. Il devastante conflitto in Ucraina ci colpisce profondamente. Anche le notizie di oggi non fanno che aggiungere orrore a orrore. Il Parlamento italiano ha dato mandato al Governo per agire compattamente, insieme all'Europa, in reazione alla tragedia in corso e a supporto della resistenza che offrono gli ucraini.

Per questo, come già successo ieri alla Camera dei comuni a Londra, chiedo al Presidente Fico, a nome del MoVimento 5 Stelle, di organizzare nel più breve tempo possibile, quando possibile, una seduta straordinaria della Camera, per ascoltare dalla viva voce e in video il racconto dei fatti da parte del Presidente Zelensky, come segnale forte del nostro appoggio e della nostra solidarietà al popolo ucraino (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Emiliozzi, solo per riferire che, come ho già detto prima all'onorevole Napoli, che ha sollevato la medesima questione sollevata da lei, onorevole Emiliozzi e dall'onorevole Romano, ho già provveduto a riferire al Presidente Fico, che quindi darà gli esiti delle sue iniziative.

Ha chiesto di parlare, sempre per interventi di fine seduta, l'onorevole Caon, che però non vedo: s'intende che vi abbia rinunziato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 10 marzo 2022 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

D'INIZIATIVA POPOLARE; ZAN ed altri; CECCONI e MAGI; ROSTAN ed altri; SARLI ed altri; ALESSANDRO PAGANO ed altri; SPORTIELLO ed altri; TRIZZINO: Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita. (C. 2​-1418​-1586​-1655​-1875​-1888​-2982​-3101-A​)

Relatori: BAZOLI, per la II Commissione; PROVENZA, per la XII Commissione.

2. Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021. (C. 3318-A​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001. (C. 2806-A​)

e delle abbinate proposte di legge: MURA; BENEDETTI ed altri. (C. 531​-1360​)

Relatore: OLGIATI.

3. Seguito della discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00485, Fiorini ed altri n. 1-00598, Moretto ed altri n. 1-00599, Orrico ed altri n. 1-00600, Perego di Cremnago ed altri n. 1-00603 e Benamati ed altri n. 1-00604 concernenti iniziative a sostegno del settore della moda .

4. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00572, Porchietto ed altri n. 1-00580, Benamati ed altri n. 1-00582, Chiazzese ed altri n. 1-00583, Lollobrigida ed altri n. 1-00587 e Moretto ed altri n. 1-00595 concernenti misure a sostegno del comparto automobilistico .

5. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BRUNO BOSSIO e MAGI; FERRARESI ed altri; DELMASTRO DELLE VEDOVE ed altri; PAOLINI ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia. (C. 1951​-3106​-3184​-3315-A​)

Relatore: PERANTONI.

6. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

FERRARI ed altri; DEIDDA ed altri; GIOVANNI RUSSO ed altri; DEL MONACO ed altri; DEL MONACO ed altri; FERRARI ed altri: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. (C. 1870​-1934​-2045​-2051​-2802​-2993-A​)

Relatori: ARESTA e FERRARI.

La seduta termina alle 20,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 7, 12 e 26 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 il deputato Ungaro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 15 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 il deputato Casciello ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 24, 25 e 26 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 28 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 la deputata Frassinetti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale T.U. pdl 2 e abb.-A - em. 2.102 rif 367 367 0 184 367 0 96 Appr.
2 Nominale articolo 2 392 391 1 196 223 168 95 Appr.
3 Nominale em. 3.36, 3.124 417 417 0 209 165 252 92 Resp.
4 Nominale em. 3.19 408 404 4 203 168 236 91 Resp.
5 Nominale em. 3.115 418 412 6 207 172 240 91 Resp.
6 Nominale em. 3.100 413 408 5 205 22 386 91 Resp.
7 Nominale em. 3.125, 3.127 415 411 4 206 175 236 91 Resp.
8 Nominale em. 3.116 415 412 3 207 178 234 89 Resp.
9 Nominale em. 3.117 414 412 2 207 168 244 89 Resp.
10 Nominale em. 3.113 rif., 3.141 414 412 2 207 244 168 89 Appr.
11 Nominale em. 3.131 409 400 9 201 179 221 89 Resp.
12 Nominale em. 3.104, 3.106 401 401 0 201 24 377 89 Resp.
13 Nominale em. 3.119 392 391 1 196 164 227 89 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3.107 401 398 3 200 227 171 89 Appr.
15 Nominale em. 3.121 397 396 1 199 169 227 89 Resp.
16 Nominale em. 3.53 407 405 2 203 163 242 92 Resp.
17 Nominale em. 3.120 404 400 4 201 166 234 90 Resp.
18 Nominale em. 3.122 423 417 6 209 173 244 88 Resp.
19 Nominale em. 3.12, 3.43 422 416 6 209 173 243 87 Resp.
20 Nominale em. 3.132 425 416 9 209 23 393 87 Resp.
21 Nominale em. 3.123 420 414 6 208 172 242 86 Resp.
22 Nominale em. 3.140 423 419 4 210 183 236 86 Resp.
23 Nominale em. 3.7 421 420 1 211 26 394 86 Resp.
24 Nominale em. 3.110 423 421 2 211 22 399 86 Resp.
25 Nominale em. 3.15 421 417 4 209 172 245 86 Resp.
26 Nominale em. 3.20 429 420 9 211 174 246 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 30)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 3.57 414 410 4 206 166 244 86 Resp.
28 Nominale em. 3.58 413 410 3 206 164 246 86 Resp.
29 Nominale em. 3.59 392 387 5 194 154 233 86 Resp.
30 Nominale articolo 3 366 364 2 183 221 143 86 Appr.