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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 643 di martedì 22 febbraio 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, Corda, Covolo, Dieni, Gebhard, Grande, Schullian, Scoma, Silli, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 114, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,54.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (A.C. 3431-A/R​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3431-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di ieri il rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno.

Avverto che gli ordini del giorno n. 9/03431-AR/44 Mariani, n. 9/03431-AR/47 Patelli, n. 9/03431-AR/133 Covolo e n. 9/03431-AR/137 Micheli sono stati ritirati dai presentatori.

È stato, altresì, comunicato per le vie brevi alla Presidenza che si intendono accolte tutte le proposte di riformulazione relative agli altri ordini del giorno di cui è primo firmatario un deputato del gruppo della Lega.

Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, per il gruppo del Partito Democratico, su richieste di riformulazione o richieste di ritiro, il Partito Democratico è d'accordo, non ci sono votazioni da fare.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/1 Baldini, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Chiedo alla presentatrice si accetti tale riformulazione: perfetto.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/2 Lombardo, su cui c'è un invito al ritiro. Deputato Lombardo?

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/3 Enrico Borghi, favorevole: va bene.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/4 Marrocco, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione, deputata Marrocco? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/5 Moretto, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/6 Prestipino, favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/7 Butti, c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Io non accolgo l'invito rivoltoci dal Governo al ritiro di questo ordine del giorno, ma desidero, comunque, ringraziare per la cortesia la sottosegretaria Bergamini, che si è offerta di negoziare una approvazione da parte del Governo in cambio della solita riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Noi riteniamo che, su temi di questa natura, come la proroga per il 2022 dell'ecobonus per incentivare l'acquisto dei veicoli maggiormente sostenibili, quel tipo di riformulazione non possa essere accettata.

Ci è stato detto - e poi l'abbiamo verificato - che con questo ordine del giorno abbiamo teso anticipare la volontà del Governo che, di fatto, ha ricompreso la misura da noi indicata nel decreto-legge n. 5 del 2022 che è in discussione in una delle Commissioni competenti. Del resto, il nostro è solo un ordine del giorno, non potevamo, ovviamente, riportare nell'impegno al Governo tutte le richieste che sono state formulate negli ultimi mesi dal gruppo di Fratelli d'Italia in ordine alla transizione ecologica, alla necessità di investire in ricerca; quindi, abbiamo limitato il nostro impegno alla richiesta di proroga di questo ecobonus.

Sappiamo perfettamente che incentivare gli ecobonus significa, sostanzialmente, aiutare la domanda e, quindi, far contento chi acquista, probabilmente, è contento anche chi vende (stiamo parlando dei concessionari), ma la politica industriale di un Paese come il nostro non può ridursi esclusivamente a questo concetto. Allora, noi abbiamo apprezzato l'intervista che ha rilasciato, ad esempio, il Ministro Giorgetti il giorno 17, cioè cinque giorni fa, parlando di due importanti provvedimenti che, peraltro, noi abbiamo proposto già a suo tempo e, cioè, il fondo pluriennale per l'automotive, che noi sappiamo essere stato distrutto dalla legge di bilancio per il 2022 che la maggioranza ha votato e ha, quindi, proposto questo fondo di 1 miliardo di euro all'anno fino al 2030. Però c'è un piccolo problema che racconta un po' anche l'improvvisazione della politica di Governo e, cioè, che l'anno 2022 ancora non è coperto: del miliardo previsto, siamo arrivati, probabilmente, nemmeno a 800 milioni. Ma il problema - e non siamo ancora riusciti ad evincere la linea del Governo su questo tema - è capire quale sia il perimetro delle auto incentivabili, perché noi siamo nel guado. Sappiamo che entro il 2035 l'Europa pone limiti ben precisi relativamente alla produzione dei motori endotermici e, quindi, siamo a metà del guado e non sappiamo se incentivare esclusivamente motori full electric, se incentivare i plug-in, cioè i motori ibridi, oppure se è incentivare gli endotermici, quelli, però, con emissioni ridotte. Questo è un fatto: noi non riusciamo a comprendere quale sia la linea maestra del Governo e, quindi, della maggioranza.

C'è, poi, un secondo aspetto. Noi riteniamo che l'autonomia e l'indipendenza politica di un Paese dipenda anche dall'indipendenza tecnologica che si riesce ad acquisire. Allora, va molto bene l'investimento - vado a concludere - che sarà approntato per il Molise, dove c'è questo progetto di gigafactory per costruire batterie per le macchine elettriche. È ovvio che è un'operazione infinitesimale, peraltro al servizio di un'azienda, come Stellantis, che ha il 6 per cento dell'azionariato del Governo francese; è una cosa, ripeto, infinitesimale, che sosterremo, che, certamente, non ci porterà all'indipendenza dalla Cina per quanto riguarda la produzione delle batterie, ma è un passo avanti. Quindi, per tutti questi motivi che ho cercato di condensare e di sintetizzare, noi chiediamo che si voti il nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a sostegno di questo ordine del giorno che, come ha ricordato il collega Butti, di fatto, anticipa l'intenzione del Governo di intervenire, più o meno, nel medesimo senso. Forse, occorre anche rinforzare questo tipo di scelta di indirizzo a difesa di un comparto importante, come quello dell'automotive, che rappresenta per l'Italia uno spaccato industriale importante, per un mondo che, in questo momento, è in difficoltà: penso a tutto il mondo delle concessionarie, che sta subendo anche i ritardi delle consegne. È un modo per facilitare la transizione ecologica, andando incontro alla domanda e, quindi, sostenendo i cittadini che fanno una scelta verso veicoli a basso impatto ambientale. Quindi, mi pare un ordine del giorno di assoluto buonsenso, di neutralità rispetto a scelte che il Governo si appresta a fare in altri provvedimenti. Non vedo perché il Parlamento non debba esprimersi con forza a sostegno di questo tipo di politiche, che vanno incontro ai cittadini, alla tutela ambientale e a un comparto - quello dell'automobile -, che rappresenta, comunque, per l'Italia uno spazio industriale e commerciale di fondamentale importanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Butti e chiedo al Governo di rivedere il parere, soprattutto, per l'importanza dell'ordine del giorno presentato dal collega Butti.

Vorrei leggere qualche passaggio della premessa dell'ordine del giorno, che è importante per capire di cosa stiamo parlando, soprattutto poiché, essendo all'inizio dei lavori dell'Aula, Presidente, siamo anche un pochino ancora distratti; quindi, magari, leggere le premesse sarebbe importante per capire, soprattutto i dati.

Infatti, i dati del Ministero delle Infrastrutture ci dicono che, a gennaio, sono state immatricolate 107.814 vetture, a fronte di 134.198 immatricolazioni dello stesso mese dell'anno precedente, con una diminuzione di quasi il 20 per cento. Quindi, noi chiediamo che questa misura, cosiddetta ecobonus, venga prorogata anche per il 2022 per l'importanza che ha per questo settore, come hanno già spiegato i miei colleghi Butti e Prisco, ma soprattutto per evitare che un settore così importante trovi ancora più difficoltà di quelle che si ritrova in questo momento. Quindi, noi chiediamo di votarlo, di assumervi la vostra responsabilità in quest'Aula e di far vedere che il Parlamento è vicino a questo settore per cercare di dargli la possibilità di ripartire nel modo più adeguato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, l'ordine del giorno Butti, seppure in un'Aula evidentemente desiderosa di passare ai voti, affronta uno di quei temi per i quali, nel passato, questo Parlamento si interessava ed occupava per intere giornate. Infatti, vorrei ricordare che il settore della costruzione delle auto, in Italia, non è uno dei tanti settori della politica industriale di questo Paese; per tanti anni, è stato il riferimento della politica industriale di questo Paese. Voglio anche dire che, quando la sinistra faceva la sinistra, il settore dell'auto si è sempre portato dietro una serie di tensioni sociali che avevano in quest'Aula un'occasione di confronto e financo di scontro.

Vorrei ricordare a me stesso che, nel 1980, si segnò una pagina anche nuova e del tutto rivoluzionaria, nata proprio all'interno del settore dell'auto, relativamente ai rapporti sindacali, perché. Infatti, dopo che Enrico Berlinguer, nel settembre 1980, andò davanti ai cancelli di Mirafiori e al Lingotto ad arringare gli operai, perché non cedessero al cosiddetto ricatto aziendale, il mese successivo nacque la famosa “marcia dei 40 mila”, con la presenza dei quadri FIAT che sfilavano per Torino per chiedere la libertà all'interno del mondo del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e da lì nacquero nuovi rapporti sociali! Allora, non è possibile che un tema del genere, scusatemi, che ha segnato anche la storia politica e sindacale dell'Italia, venga affrontato con questa superficialità.

Noi sappiamo bene come la transizione ecologica abbia fissato anche dei miti, ad esempio quello dell'auto elettrica, dove poi sarà anche bene che qualcuno inizi a dire quali materie prime noi abbiamo per poter costruire le batterie di quelle auto elettriche, ma è evidente che vi è un periodo di transizione anche dal passaggio da un modello all'altro che non può essere valutato come se fosse un passaggio naturale. Noi rischiamo concretamente 70 mila posti di lavoro, quali vengono oggi quantificati nel caso di una continua e sistematica disattenzione del settore, così come si sta dimostrando in questo momento, perché il problema non lo si risolve soltanto con contributi a pioggia. Lo si risolve o si contribuisce a risolverlo anche attraverso un progetto che, nei prossimi 15 anni, delinei la politica industriale del settore. Infatti, se lasciamo che questo settore sia abbandonato a se stesso, guardate che il settore dell'auto, attraverso alcune aggregazioni, ha già perso fortemente la caratteristica nazionale che doveva avere.

Allora, vogliamo veramente che tutta l'industria europea vada ad invadere il mercato italiano, così come lo ha invaso negli ultimi anni, e noi non delineiamo una politica industriale per il settore dell'auto nazionale? Stiamo a guardare? Quando il collega Butti ha presentato questo ordine del giorno, la finalità - parliamoci chiaro - è di dire che è un progetto che è fuori dall'agenda di questo Governo, perché ogni volta che vi abbiamo interrogato in quest'Aula sul tema, ci è sempre stato detto “faremo, vedremo, valuteremo”. Ma quando ci si mette mano? Non stiamo parlando soltanto del settore dell'auto: parliamo del settore della ricerca, che è fondamentale, parliamo di un settore dove noi eravamo all'avanguardia, come siamo stati negli anni Ottanta all'avanguardia nel mondo della ricerca del nucleare! Per queste ragioni, al di là del giudizio espresso dal Governo, faccio un appello affinché quest'Aula, con senso di responsabilità, approvi l'ordine del giorno Butti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per intervenire sull'ordine del giorno Butti, per chiedere di sottoscriverlo e per ribadire l'importanza di questo ordine del giorno, che va a toccare uno dei punti dirimenti della transizione ecologica. Faccio parte, come molti colleghi, dell'Intergruppo mobilità elettrica. Da più di dieci anni, giro soltanto in auto elettrica al 100 per cento; poi, però, si scopre che la nostra industria automobilistica è arrivata in ritardo per colpa di una scelta strategica di FCA, che, ormai, definire un'industria italiana, ovviamente, vuol dire prendersi in giro. A questo ritardo, si aggiungono incongruenze rispetto all'ecobonus e anche a quello che fanno le assicurazioni, colleghi.

Qualche giorno fa, ho presentato – e invito tutti i colleghi a sottoscriverlo - un question time, perché, pensate, nel prontuario delle assicurazioni non è riconosciuto il cavo elettrico, perché non è considerato parte sostanziale della vettura. Come se una vettura elettrica potesse essere ricaricata, chissà, con la forza del pensiero! Ebbene, se il sistema Italia non favorisce la transizione ecologica sul serio, con tutto quello che sta succedendo anche nella geopolitica dell'energia, che porta addirittura alle guerre in Europa, sicuramente vuol dire che questo Governo, il Governo dei migliori, non capisce, non ha una visione generale, né del comparto dell'automotive, né della transizione ecologica, tanto meno della geopolitica energetica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Ci tengo ad intervenire su questo ordine del giorno, lo leggo e lo sento molto importante rispetto a quanto ascoltato, sia da colui che l'ha proposto, il collega Alessio Butti, sia dagli interventi che si sono susseguiti. Presidente, il problema fondamentale rispetto a quanto scritto in questa proposta di ordine del giorno – e le premetto che, tendenzialmente, sono un sostenitore della nuova mobilità elettrica - è che, come evidenzia il collega, all'interno di questo ordine del giorno si vanno ad evidenziare fondamentalmente le lacune che questo Governo non riesce a colmare.

Oggi, rispetto alle auto a bassa emissione, come ricordato in precedenza, ci sono 3 o 4 tipi di bassa emissione. C'è il motore termico, che fondamentalmente ha sempre di più una bassa emissione nel tempo; si figuri, una volta, Presidente, c'erano le auto che andavano con la benzina a piombo, oggi fortunatamente non più. Ci sono le auto ibride o plug-in, ci sono le auto solamente a trazione elettrica. La prima cosa che serve chiedere a questo Esecutivo, quindi in termini di infrastruttura, è innanzitutto, se vogliamo, come letto dalle agenzie nelle ultime ore, stanziare circa 800 milioni per quest'anno, 1 miliardo sino al 2030, per favorire questo tipo di transizione, non ci avete detto ancora quale sarà la rete infrastrutturale in termini di ricarica sulle auto elettriche, ad esempio, o sulle plug-in, ad esempio. Non c'è, non c'è questo tipo di visione.

La seconda cosa che vorrei evidenziare - ed è già stata ampiamente segnalata dai colleghi - è che serve accompagnare in modo docile e visionario, quasi, mi sentirei di dire, questo tipo di passaggio, perché se noi dall'oggi al domani andremo, anche giustamente, a riconvertire il parco auto dei nostri concittadini o delle nostre aziende, o di coloro che usano fondamentalmente la mobilità, in primo luogo servirebbe partire immediatamente da tutti i mezzi pubblici, cosa che ancora non si sta facendo, e in secondo luogo servirebbe cercare di capire quello che in Europa andrà ad accadere quando, con la costruzione di un motore elettrico, fondamentalmente si impiega circa il 60-70 per cento in meno della manodopera, e manodopera in meno significa posti di lavoro in meno. Quindi, queste sono le domande che, prima di buttare sulla gogna questo tipo di strumento, servirebbe andare a fare, soprattutto per circoscrivere in termini di visione industriale, il progetto.

La terza contestazione che io mi sento di fare è che oggi, anche se - ed eventualmente - noi andassimo, sottosegretario, in modo molto “spintaneo”, verso questo tipo di mercato, saremmo schiavi non di coloro di cui vorremmo quasi - ironizzo - esserlo, ovvero del mercato italiano o del mercato europeo, ma di altri; Presidente, rispetto alla costruzione di motori ibridi o elettrici, dobbiamo dircelo chiaro: il nostro Paese, come molti Paesi europei, in termini di produzione, sarà schiavo di Paesi e di potenze dell'Est del mondo, che ormai, rispetto al mercato dei chip, dei microchip, o della componentistica, sono leader. Tanto per essere chiari, non vorrei che ci trovassimo, oggi, con una crisi del gas, ad esempio, e domani con una crisi del microchip. Oggi ci sono migliaia, se non milioni, di vetture che sono ferme nei capannoni delle aziende, che fondamentalmente industrializzano questo tipo di processo, perché non arrivano i materiali sufficienti, dopo che l'Europa, e, nello specifico, l'Italia - come ricorderanno i colleghi - si è consegnata, con la firma del Protocollo della nuova via della seta, mani e piedi al mercato cinese, tanto per essere chiari. E, allora, prima di approntare questi passaggi, servirebbe affrancarsi, con una filiera che dovrebbe essere quanto meno italiana, se non nazionale, rispetto ai “mattoni” per la costruzione di questo percorso, cosa che oggi evidentemente non è.

Io sono arrivato con qualche minuto di ritardo e, mi scuserete, non ho seguito ancora l'indicazione del Governo rispetto a questo ordine del giorno, ritengo che, però, qui serva fare una grande e profonda riflessione, perché si parla di posti di lavoro e si parla di un mercato evidentemente molto importante, non per l'Italia, ma per tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo ordine del giorno, ma anche per condividerlo. Pare veramente assurdo che non si voglia provvedere alla proroga, per l'anno 2022, della misura a contributo dell'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale e del cosiddetto ecobonus. Ciò pare ancora più strano, alla luce, dell'intervento del CITE, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica, che ha sostanzialmente previsto, dal 2035, il divieto di vendita delle auto con motore a combustione interna. Il che significa, sostanzialmente, una rivoluzione nel mondo della vendita delle autovetture, ma anche, allo stesso tempo, una rivoluzione all'interno dell'industria delle autovetture. E, in vista di questo termine - che porterà, peraltro, a una carenza dei posti di lavoro rilevante, che già oggi ci preoccupa - è evidente che una decisione di questo tipo non possa non accompagnarsi a un incentivo vero, reale, importante, pregnante, concreto, per sostenere l'acquisto di tutte quelle vetture che, invece, danno una garanzia di sostenibilità ambientale. Allora, è evidente che, da una parte, il Governo mette una prospettiva di divieto che ci preoccupa, dall'altra, però, non fa assolutamente nulla per spingere il consumatore verso vetture che possano essere sostenibili a livello ambientale.

E, allo stesso tempo, questo che cosa comporta? Comporta anche una flessione di quel mercato dell'auto che ha voluto investire, anche in Italia, rispetto a queste tecnologie. Pertanto, io invito veramente il Governo a venire incontro all'onorevole Butti e alle richieste di Fratelli d'Italia, e, quindi, la maggioranza ad approvare, insieme a noi, questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/7 Butti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/8 Bucalo c'è un parere favorevole con riformulazione: l'accetta, deputata Bucalo?

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Io rifiuto la riformulazione. La rifiuto perché l'attuale stato di precariato richiede non una valutazione, ma interventi immediati, seri, decisivi per eliminare questa piaga e per garantire la continuità, quella continuità che questo Governo e questo Ministero vanno sempre a scrivere, anche in norme che sono lesive di alcuni diritti di tanti docenti che sono stati costretti a restare lontano dalle loro case per mancanza di una mobilità straordinaria, e perché? Perché bisognava garantire la continuità didattica, mentre, in questo caso, invece, voi riformulate un ordine del giorno importantissimo, che dà la possibilità di attuare, nell'immediato, una procedura straordinaria per dare una stabilità a questa categoria di docenti, docenti che sono precari storici!

Su questo tema anche la Corte di giustizia europea ha bacchettato l'Italia, per l'abuso dei contratti a termine e anche per un principio di discriminazione nei confronti di questa categoria di docenti. Ma non solo: anche un'altra sentenza del Consiglio di Stato condanna il Ministero sul ricorso da parte degli insegnanti di religione e li condanna sull'illegittima trattenuta del 27 per cento sul riconoscimento del danno per la reiterazione di questi contratti a termine. Ebbene, sottosegretario, io le ribadisco che ci sono da pagare 2 milioni di euro - 2 milioni di euro! - perché continuate sempre a mantenere, per anni e anni, questi docenti in una condizione lavorativa ingiusta e discriminatoria. Ad ogni provvedimento Fratelli d'Italia ha presentato emendamenti e ordini del giorno per dare una soluzione a questo precariato e voi li avete puntualmente bocciati: bocciati!

Pertanto, chiedo un impegno serio, quindi senza riformulazione, del mio ordine del giorno; in caso contrario, chiedo la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Governo rimane con la riformulazione, ho capito bene? Sì. Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/8 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/9 Bignami, accolto come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/9 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/10 Osnato, accolto come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/10 Osnato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 11 Meloni, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Accettiamo la riformulazione, ma vorrei sottolineare che l'ordine del giorno è di particolare importanza, perché in qualche modo vuole valutare la necessità di una ristrutturazione del debito fiscale e contributivo complessivo, che, alla luce del risultato che la pace fiscale ha prodotto e cioè del fatto che il 46 per cento delle persone non ha…

PRESIDENTE. Però, se è accettata la riformulazione…

LUCIA ALBANO (FDI). La accettiamo, però, chiedo che l'ordine del giorno venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/11 Meloni, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/12 Lollobrigida, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, io solleciterei il Governo a riguardare un attimo questo suo parere, perché i temi affrontati e gli impegni che vengono chiesti credo fossero stati addirittura già annunciati dal Governo. Quindi, non capiamo il motivo di andare a proporre formule dubitative, quando si chiede che il Governo si impegni ad adottare le opportune iniziative normative per sostenere la liquidità delle piccole e medie imprese. Pertanto, chiederei, signor Presidente, che il Governo desse un segno in questo senso, quindi con un'accettazione senza riformulazione. In caso diverso, evidentemente, chiediamo comunque di votarlo.

PRESIDENTE. Sottosegretario Bergamini? Quindi, lo pongo in votazione con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, era una subordinata: noi abbiamo chiesto al Governo di accettarlo “pieno”, ma, diversamente, accettiamo la riformulazione e chiediamo che sia posta però in votazione.

PRESIDENTE. Perfetto, mi scusi, avevo capito diversamente. Passiamo, allora, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/12 Lollobrigida, come riformulato dal Governo, con parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/13 Rotelli, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, ma lo poniamo in votazione? No, non accetta la riformulazione.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/13 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ma che succede? Per favore!

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/14 Deidda: c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi! Per favore! Deputato Fiano, per favore.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente non ritiriamo questo ordine del giorno, che chiede semplicemente - e sono stupito del parere contrario - un coinvolgimento del Parlamento e delle Commissioni competenti, quindi della I Commissione e della IV Commissione, Difesa, per esprimere un parere, non vincolante, sulla proroga di un anno alle nomine o al mandato del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza o dei Capi di stato maggiore, introdotta con il “decreto Milleproroghe”. Questo perché? Perché questa riforma – cui siamo favorevoli, per carità - è calata dall'alto, in questo decreto, senza neanche essere preannunciata. Non si è svolto il benché minimo dibattito su questa materia; o, meglio, vi è stato, in parte, nell'esprimere valutazione favorevole, all'unanimità, con il relatore Aresta e con tutta la Commissione difesa, appunto, in questo parere della Commissione difesa, ma preannunciando anche che, per una materia così importante, essendo una Repubblica parlamentare, sarebbe bello che i parlamentari che si occupano di difesa - e degli affari costituzionali, di competenza della I Commissione - possano esprimere una valutazione e che il Governo non debba sempre fare annunci sulla stampa. Considerato che collaborano in maniera proficua con i Capi di Stato maggiore e i Comandanti generali, i parlamentari hanno diritto di svolgere un dibattito e, magari, anche esprimere le loro felicitazioni riguardo queste nomine.

E hanno diritto al fatto che non sia sempre tutto calato dall'alto e che non avvenga sempre nel segreto delle stanze del Governo. Ma possiamo esprimere un parere non vincolante? Possiamo entrare nel merito di scelte dei parlamentari che coinvolgono anche le Commissioni competenti? A me sembra, che, così anche come è formulato - perché, ovviamente, l'ordine del giorno non è vincolante e non impone -, imponga una valutazione, uno studio e, comunque, una riflessione sulla bontà, visto che la norma è calata dall'alto senza alcun dibattito.

Quindi, mi rivolgo soprattutto ai componenti della Commissione difesa, con cui lavoriamo molto spesso in maniera proficua e all'unanimità, affinché non ci siano più prevaricazioni da parte del Governo, anche nell'ambito del nostro lavoro. Quella relativa alla difesa è una materia delicata e quando collaboriamo con i capi di stato maggiore - li chiamiamo in audizione, vengano a relazionare -, noi parliamo con loro dei vari problemi. Allora, perché non possiamo esprimere e non possiamo condividere la gioia di confermare loro un ulteriore anno? Io sarei aperto anche all'eliminazione del requisito dell'età. Agiamo affinché le Commissioni competenti esprimano un parere. Come per altri ruoli, non c'è mai la contrarietà, ma c'è la felicitazione e almeno il dibattito nelle Commissioni competenti sul lavoro che viene fatto nelle Forze armate e nelle varie Forze dell'ordine a carattere militare.

Io invito il Governo a rifletterci e anche a rispettare il lavoro delle Commissioni competenti, a rispettare il lavoro che viene portato avanti soprattutto nella Commissione difesa, dove molto spesso non c'è una divisione fra maggioranza e opposizione, ma lavoriamo nel rispetto dei ruoli con il fine unico di portare benessere al nostro personale militare, alle nostre Forze dell'ordine, all'Arma dei carabinieri e al Corpo della guardia di Finanza.

Allora, riflettete! Io spero che ci sia un voto libero. Non si pregiudica niente, ma ricordate che siamo in una Repubblica parlamentare ed è giusto valorizzare i lavori delle Commissioni permanenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/14 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/15 De Toma, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Non intendo accettare la riformulazione “a valutare di porre in essere”. Questo ordine del giorno rientra nei termini ben conosciuti del perimetro della Bolkestein. La settimana scorsa, noi di Fratelli d'Italia abbiamo cercato di spiegare le motivazioni che ci hanno spinto a prendere posizioni molto decise su un tema così importante ma, nello specifico, l'ordine del giorno tratta il commercio su aree pubbliche.

Vedete, Presidente e sottosegretario, l'impegno che io ho chiesto al Governo è semplicemente di attuare quello che, di fatto, già è stato stabilito, in questa legislatura, nel 2018, con il passaggio della fuoriuscita della Bolkestein dal commercio su aree pubbliche, e, successivamente, nel 2020, con le linee guida diramate dal Ministero dello Sviluppo economico, per di più con l'approvazione di un passaggio importante, per quanto riguarda il commercio su aree pubbliche della regione Toscana, presa ad esempio per i rinnovi delle concessioni stesse.

Ecco, questi passaggi sono stati inseriti per legge, quindi con il decreto n. 34 del 2020, proprio per consentire a tutte le regioni di uniformare il rinnovo delle concessioni condizionate. Infatti, ricordo a tutti - forse non è chiaro - che molti di questi posteggi e molte di queste concessioni comunque vanno a bando a prescindere. Non c'è il problema del bando: c'è il problema del rinnovo e il rinnovo, su questo, laddove è condizionato, garantisce la libertà d'impresa. Ecco perché non comprendo questo passaggio fatto in questa maniera, dove, appunto, non andiamo altro che a chiedere di mettere in atto quello che è già stato stabilito, come, del resto, ha fatto già la regione Lazio, creando, ovviamente, quell'iter necessario per questi rinnovi.

Allora, la mia domanda è: ma perché i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che tanto hanno voluto la fuoriuscita dalla Bolkestein de questo comparto, oggi non vanno ad appoggiare un impegno del genere, che è semplicemente mettere in atto quello che già di fatto è stato stabilito in due passaggi importanti, nel 2018 e nel 2020? C'è una categoria di cui voi siete andati a cercare i voti, ma da oggi questi voti non li troverete più a disposizione, perché non avete garantito e non state garantendo a loro nulla, anche attraverso un semplice ordine del giorno. Mi dispiace: non lo accetto per diversi motivi, soprattutto per la categoria stessa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Il mio è più un intervento sull'ordine dei lavori, per ricordare alle due sottosegretarie, alle relatrici e anche al collega Fassina che, su questo ordine del giorno, noi avevamo l'accordo della sottoscrizione da parte di tutte le forze politiche e per questo io ho ritirato un emendamento in Commissione.

Quindi, io chiedo che venga accantonato, per fare chiarezza su questo aspetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Quindi, c'è una richiesta di accantonamento.

Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Come ha ricordato ora il collega Trancassini, in Commissione bilancio abbiamo condiviso la proposta di presentare un ordine del giorno sottoscritto o sottoscrivibile da tutte le forze politiche contestualmente al ritiro dell'emendamento che il collega Trancassini aveva sottoscritto. L'emendamento è stato ritirato. Quindi, credo sia utile accantonare l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e fare una valutazione, insieme al Governo, sull'orientamento da assumere rispetto a questo tema, che è un tema importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Deputato D'Ettore, è sul contenuto o anche su questo?

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Anche su questo, Presidente, tenuto conto che sul commercio ambulante, appunto come diceva il collega, c'era stato un impegno, ma è un impegno sull'attuazione di una disciplina già vigente, quindi, semplicemente a un profilo attuativo sulla base dei contenuti che abbiamo discusso nelle Commissioni e sui quali c'era un ulteriore impegno dei parlamentari a seguire questo ordine del giorno, sulla base anche delle dichiarazioni relative al ritiro degli emendamenti da parte di più forze politiche.

Ripeto: non c'è da valutare nulla; occorre porre in essere comportamenti attuativi che sono, come dire, l'osservanza obbligatoria della legge. Questo è il contenuto dell'ordine del giorno. Quindi, è opportuno l'accantonamento, ma io direi che è opportuno votare anche subito, se necessario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo, sottosegretaria Sartore.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Resta accantonato.

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/03431-AR/15 De Toma è accantonato.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/16 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/16 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/17 Donzelli, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione, che non è accettata.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/17 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/18 Mollicone, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, perché è un ordine del giorno importante per tutta la filiera culturale e anche per i temi trasversali, trattati spesso in Commissione. Chiedo però che venga messo in votazione per dargli maggiore forza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/18 Mollicone, con il parere favorevole del Governo, nel testo riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Deputato Mollicone?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Solo per segnalare che non ha funzionato il dispositivo di votazione. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/19 Silvestroni, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione, non accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/19 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/20 Trancassini, sul quale c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno da me presentato è in linea con l'emendamento approvato in Commissione, che tanto ha infastidito il Governo e il Presidente Draghi. Questo ordine del giorno prevede l'eliminazione del tetto del contante e, quindi, è volto a ragionare, in prospettiva, sulla eliminazione di questa limitazione che non ci vede in sintonia anche con il resto d'Europa. Il paradosso, in questa storia, è che, mentre l'Europa ci dice come dobbiamo fare il formaggio e la pizza, nulla dice sul tetto del contante e noi ci limitiamo da soli. Questo comporta che nel mercato mondiale del turismo noi ci approcciamo con una doppia limitazione: la prima è quella dell'istituzione del green pass e la seconda è quella della limitazione del contante. Ci è stato spiegato esattamente, anche con riferimenti molto chiari, dalle associazioni di categoria come il limite al tetto del contante, in questo momento, rappresenti una gravissima iattura per il comparto del turismo e soprattutto per il mondo della ricettività alberghiera. Allora, non si capisce perché noi dobbiamo continuare a darci questa misura che, ormai è dimostrato, per nulla incide sulla lotta all'evasione, per nulla incide rispetto alla lotta alla criminalità, perché, ovviamente, sia l'evasore, sia il criminale si muovono con transazioni che non fanno minimamente comparire. Raggiunge un unico obiettivo, quello di favorire le banche. Io mi domando, relativamente a gran parte di questo Parlamento e a tutti coloro che, qualche anno fa, erano molto indignati per una politica che andava sempre a favorire il mondo bancario, come non ci si renda conto che queste limitazioni sono finalizzate solo a favorire il sistema bancario.

Per cui, chiedo che venga cambiato il parere e, comunque, chiedo che venga messo in votazione, sperando che, anche in questa votazione, il centrodestra rimanga compatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Anche in questo caso, mi rivolgo al Governo nella valutazione di questo ordine del giorno che, già nella specifica formulazione dell'impegno, è diretto a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni, cioè a lasciare uno spazio al Governo di valutazione degli effetti applicativi, con riguardo all'utilizzo del contante.

Su questo tema, già nelle Commissioni riunite c'è stato un voto che ha dato un indirizzo, ripristinando il limite al contante a 2.000 euro, per evitare anche di applicare sanzioni, dal 2 gennaio, ad operazioni che erano già in corso e, applicando il principio del favor rei, consentire di superare la comminatoria di sanzioni in casi che erano non diversamente valutabili, anche per la mancata conoscenza della variazione del tetto in 2/3 giorni. Mi pare che questo impegno sia in linea con quanto già espresso dal Parlamento, cioè non ripristinare un tetto diverso, ma valutare quali siano gli effetti applicativi della disciplina esistente nel suo complesso, lasciando, quindi, al Governo un margine di discrezionalità molto ampio. Su questo tema del contante - avendo noi, come gruppo, votato, anche in maniera decisiva, in Commissione - mi sembra complicato che il Parlamento non vada nella scia di ciò che ha già fatto in sede di Commissioni (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia) e che è riportato nel testo sul quale abbiamo dato la fiducia. Quindi, “valutare nel suo complesso gli effetti applicativi” è il compito dell'indirizzo politico del Governo. Sulla base di ciò che ha determinato il Parlamento, vista la centralità del Parlamento, il Governo deve valutare, nel prosieguo dell'applicazione di questa disciplina, quali possano essere gli effetti. Tutto ciò non vuol dire stabilire un nuovo tetto del contante, ma, semplicemente, determinare l'attività politica del Governo sulla base dell'indirizzo che viene dal Parlamento, ed è una cosa alla base di questo impegno. Con tutto il rispetto per i due sottosegretari che sono qui presenti e che, con grande pazienza e sagacia, hanno seguito i lavori delle Commissioni, arrivando sempre a soluzioni ragionevoli, in questo caso non mi pare ci siano impegni particolari, se non quello di individuare anche iniziative normative. Mi pare che anche il Presidente Draghi abbia detto che quello del contante è un tema che va valutato di volta in volta - questo era anche l'atteggiamento del Governo -, sulla base della situazione economico-finanziaria attuale. Mi sembra normale assumere un impegno che lascia al Governo uno spazio discrezionalità molto ampio, fermo restando che c'è un indirizzo che il Parlamento ha già dato in sede di “Milleproroghe”, indirizzo che, forse dispiace a qualcuno, ma che ha avuto un voto nelle Commissioni e, nel testo, è rimasto quel tetto del contante (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, stiamo parlando di un ordine del giorno, quindi di un indirizzo che non va a toccare direttamente l'attività del Governo, ma che dà una linea. Io credo che la linea della libertà, la linea del rifiuto del dirigismo, la linea del rifiuto di essere spiati tutti i giorni vada premiata e voterò a favore su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/20 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/21 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/22 Varchi: parere favorevole con riformulazione, che non viene accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/22 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/23 Giovanni Russo: parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Annuncio di non voler accettare la riformulazione per le seguenti motivazioni. Nel periodo peggiore della pandemia, una volta dato l'ordine, le Forze armate hanno risposto: “presente”.

Non soltanto gli addetti delle Forze armate, già presenti nel corpo sanitario militare, sono stati immediatamente mobilitati e immediatamente operativi, ma vi è stato anche l'arruolamento di tanti giovani che, con uno slancio generoso, con profondissimo senso di solidarietà e di missione medica, sono accorsi ad arruolarsi per andare a curare i loro compatrioti, i loro connazionali che, nel periodo più buio della pandemia, stavano soffrendo e morendo a migliaia.

Ebbene, cosa è successo? E' successo che questi ragazzi, poiché la pandemia doveva e dovrà avere un effetto transitorio, erano stati inquadrati con un contratto a tempo determinato e, da precari, sono andati avanti. Nonostante tutto e mettendo anche a repentaglio la propria sicurezza personale e la loro vita, questi ragazzi hanno pensato a salvare le vite umane piuttosto che al proprio posto di lavoro, senza preoccuparsi del loro futuro.

Pertanto, adesso dobbiamo tutelare questi ragazzi: non è possibile che la scadenza dei loro contratti venga a cadere il 31 marzo, insieme alla fine dello stato d'emergenza. Abbiamo la necessità di prorogare fino al termine del 2022 i contratti di questi ragazzi perché, anche se l'emergenza finirà, come auspichiamo, tuttavia ci saranno strascichi e questi ragazzi dovranno essere impegnati nel curare il colpo di coda dell'emergenza che sicuramente non finirà il 1° aprile.

Pertanto, chiedo a quest'Aula di votare compattamente a favore di questo mio ordine del giorno, perché questi ragazzi, nel momento del bisogno, non hanno lasciato sola l'Italia e adesso tocca a noi non abbandonarli (Applausi dei deputati del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Votiamo in maniera favorevole, facciamolo per questi nostri ragazzi anche come riconoscimento per tutte le nostre Forze armate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, sono profondamente d'accordo con questo ordine del giorno nel senso che il collega Russo dice qualcosa che, fondamentalmente, dovrebbe già essere nelle corde di questo Parlamento o nelle corde di ciò che, rispetto al personale che qui si sta trattando, è fondamentalmente in pancia alla pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Deputato Rizzetto, deve concludere subito, perché ha già svolto l'intervento per 5 minuti.

WALTER RIZZETTO (FDI). Certo, la ringrazio, se mi dà ancora quindici secondi, concludo.

PRESIDENTE. Sì, quindici secondi. Prego.

WALTER RIZZETTO (FDI). Il Parlamento molto spesso ha cercato di porre le basi, ad esempio, rispetto a rinnovi di contratti piuttosto che a rinnovare contratti più in là nel tempo. In questo momento e rispetto a questo tipo di alveo - e concludo ringraziandola - ritengo sia assolutamente necessario fare, in termini di indicazioni, ciò che il collega Russo afferma oggi. Non possiamo parlare bene e innalzare, non solo agli onori della cronaca, alcune persone, quando oggi hanno bisogno del Parlamento che, in questo caso, dovrebbe quanto meno garantire loro il diritto al lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/23 Giovanni Russo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/24 Prisco, sul quale il Governo ha espresso una raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente non accetto la raccomandazione. Segnalo solo per la cronaca che ordini del giorno similari hanno avuto, seppur con riformulazione, parere favorevole. Non la prenderò come un fatto personale; capisco che, quando le cose provengono da Fratelli d'Italia, si cerca di chiudere il più possibile le porte.

Faccio solo una considerazione relativamente alla proroga del bonus 110. Se si proroga il bonus, come si è fatto in legge di bilancio, seppur non convintamente come ha spiegato il Presidente Draghi, e poi non si proroga il personale dei comuni neanche a valere sulle risorse proprie degli enti per poter dare risposte ai professionisti e alle imprese, di fatto, si sterilizza il provvedimento; e a pagarlo saranno i sindaci, che si troveranno a rispondere a nuove pratiche edilizie, i cittadini, che scommettono sulla riqualificazione del proprio patrimonio edilizio, le imprese del settore edilizio, e sappiamo quanto siano importanti e in crisi in questo momento, i professionisti, che spendono il proprio tempo, le proprie professionalità e il proprio lavoro per dar seguito a queste istanze.

Per quanto riguarda, invece, la tutela delle banche, con il provvedimento che avete adottato sulla cessione dei crediti mi pare che la maggioranza si sia ampiamente spesa a difesa dei forti e mai del settore produttivo e di chi lavora.

PRESIDENTE. Quindi, accetta la raccomandazione? Non viene accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/24 Prisco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/25 Ferro: vi è un invito al ritiro, a cui non si accede.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/25 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/26 Lucaselli: parere favorevole con riformulazione.

Accetta la riformulazione? Non viene accettata.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/26 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/27 Caiata: vi è un invito al ritiro. Deputato Foti?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/27 Caiata, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/28 Rachele Silvestri, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, deputata Silvestri?

RACHELE SILVESTRI (FDI). No, Presidente, non accetto la riformulazione, perché sembra un déjà vu: questo è lo stesso ordine del giorno, con un cambio di data, del “Milleproroghe” dell'anno precedente. Stiamo parlando del credito d'imposta per le aree del sisma del Centro Italia. Quindi, dopo un anno, siamo ancora qui, come Fratelli d'Italia, a chiedere nuovamente questa misura che il Governo non accetta. In Europa, i nostri eurodeputati hanno fatto delle interrogazioni tramite l'eurodeputato Nicola Procaccini per chiedere all'Europa perché non sia stata accettata questa misura e l'Europa ha risposto che il Governo italiano non ne ha fatto richiesta, quindi, noi rimaniamo assolutamente sconvolti da questa cosa.

Pertanto, non accetto la riformulazione, ma, soprattutto, voglio che si metta al voto l'ordine del giorno, perché così le aree del Centro Italia capiscano chi, in questo Parlamento, vuole aiutare quei paesi a ripartire, dando le misure giuste alle aziende, e chi, invece, parla solamente per parlare.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/28 Rachele Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/29 Leda Volpi, favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione?

Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Non accettiamo la riformulazione, perché chiediamo al Governo un impegno chiaro e preciso sul tema importantissimo del super ecobonus e delle cessioni del credito. Abbiamo visto che avete fatto enormi pasticci su questa normativa, avete bloccato un intero settore, quello dell'edilizia, che era uno dei pochi ad essere sopravvissuto alla crisi economica dovuta al COVID, proprio perché si erano fatte misure sensate, misure di sostegno concreto alle attività produttive. E voi cosa avete fatto? Avete bloccato le cessioni, quindi avete bloccato ogni tipo di lavoro in questo Paese; adesso, avete cercato di metterci una pezza, mettendoci due cessioni, ma tutto questo non va bene, le cessioni non devono avere limiti, questo è un meccanismo che funzionava!

Quindi, veramente, noi chiediamo al Governo e alla maggioranza di votare in maniera favorevole su questo ordine del giorno, che, tra l'altro, chiede anche di poter prorogare il super ecobonus, perché gli operatori del settore ci chiedono certezze in merito ai tempi, ci chiedono certezze in merito a una misura che deve diventare strutturale. Noi abbiamo un problema gigantesco di aumento dei costi dell'energia e, quindi, dobbiamo venire incontro e permettere alle persone di ristrutturare la casa in maniera tale da diminuire i costi delle bollette. Allora, facciamo qualcosa di concreto, per una volta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/29 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/30 Colletti, accolto come raccomandazione. Accetta? No, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/30 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/31 Spessotto.

Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, chiediamo che questo ordine del giorno venga votato favorevolmente, perché a noi pare assurdo che passi il principio che questa maggioranza faccia approvare un emendamento da 50 mila euro per l'inagibilità di un fabbricato andato a fuoco a Milano. Allora, siccome ci piace essere egualitari e, quindi, non ci piace dare la sensazione che ci siano cittadini più uguali degli altri, è giusto che venga data questa possibilità a tutti gli altri fabbricati che si sono resi inagibili per incendi. Tra l'altro, questo è stato un emendamento che noi abbiamo detto in Commissione come fosse vistosamente inammissibile, perché non c'è alcuna proroga dei termini; siccome, noi l'abbiamo ripresentato e chiediamo a quest'Aula di votare favorevolmente almeno su questo ordine del giorno, chiediamo che ci sia la condivisione massima da parte di tutte le forze.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/31 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/32 Caretta, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? No, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/32 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/33 Ciaburro, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, deputata Ciaburro?

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Io trovo veramente paradossale il fatto di dover valutare ancora qualcosa da fare; in questo ordine del giorno, si tratta di chiedere di mettere in atto, con i decreti attuativi, norme che avete scelto di inseire in finanziaria l'anno scorso e che qualcuno, rispetto a quelle norme, sta costruendo o dovrebbe costruire un'attività amministrativa nei nostri comuni. Io credo che illudere, in questo caso, gli amministratori, ma anche tutti quelli che poi si trovano ad operare rispetto a questa funzione, diventi veramente imbarazzante per voi e non so perché non ve ne possiate rendere conto. Infatti, qui si chiede a noi di accettare una riformulazione dove si deve valutare ancora l'opportunità di…. Chiedetevelo voi, se sia ancora opportuno che stiate lì, continuando a fare queste cose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/33 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/34 Albano, parere favorevole con riformulazione. Deputata Albano, accetta la riformulazione?

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione, perché trattasi di un ordine del giorno riguardante un tema importante, riguardante ancora le popolazioni colpite dal sisma del 2016, ed è legato anche a un tema sentitissimo che è quello del caro energia, del caro bollette. Ebbene, c'è una delibera dell'ARERA che proroga le agevolazioni tariffarie a favore delle popolazioni colpite dal sisma, ma tali agevolazioni sono solo per chi ha abitazioni inagibili nella zona rossa.

Ora, molte case sono dichiarate inagibili, nonostante si trovino in aree non presenti nella zona rossa e si sono viste addebitare bollette ingenti: ebbene, gli immobili sono ancora inagibili. Con questo ordine del giorno, abbiamo chiesto non di “valutare la possibilità di”, ma di prorogare la sospensione delle bollette per tutti gli immobili inagibili nel cratere, anche se non nella zona rossa. Crediamo sia assolutamente importante poter svolgere un'azione in questo senso e chiediamo, quindi, di poter mettere in votazione questo ordine del giorno esattamente com'era stato formulato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/34 Albano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/35 Montaruli, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Fratelli d'Italia non intende accettare la riformulazione, perché qui stiamo discutendo di un tema annoso e di una categoria lasciata completamente sola. Si parla delle discoteche e delle sale da ballo, la categoria forse più vessata da parte di questo Governo, tra l'altro, nell'ultimo periodo, senza neppure la finta dei ristori che, comunque, anche quando c'erano, non erano sufficienti. Cosa fa Fratelli d'Italia? Vi sta chiedendo semplicemente di fornire un supporto, anche tramite il canone d'imposta sulle locazioni, a questa categoria e voi state dicendo “no”, un “no” vergognoso che non ammette appello. Quindi, chiediamo il voto e ci appelliamo a tutti i parlamentari perché, molto spesso, abbiamo sentito da alcuni parlamentari grida d'aiuto nei confronti di questa categoria, ma, evidentemente, il voto contrario contro Fratelli d'Italia oggi è una smentita di tutte le false lacrime di coccodrillo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone, me è già intervenuto, quindi non posso farla parlare.

Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Ricordo che in Commissione…

PRESIDENTE. Onorevole D'Ettore, anche lei ha parlato due volte, quindi non può.

Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Nel tempo rimasto, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno, ricordando come, purtroppo, anche nel periodo in cui, magari, questi locali sono stati autorizzati, c'erano comunque grossi problemi riguardanti tutte le certificazioni. Quindi l'aiuto che la collega Montaruli chiede per il settore mi sembra doveroso, ricordando, poi, che un ordine del giorno non è vincolante, ma è un impegno a valutare il tema e cercare di portare avanti gli studi necessari e anche le interlocuzioni, chiamando anche gli operatori del settore, magari in audizione, per capire e aiutarli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/35 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/36 Navarra, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/37 Mantovani, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Io non accetto la riformulazione proposta dal Governo, poiché l'impegno di questo ordine del giorno era già di per sé non gravoso per le casse dello Stato.

Il mio ordine del giorno, infatti, intende proporre una sorta di compensazione, a fronte di un adempimento in più che il legislatore introdurrà mediante l'obbligo di fattura elettronica anche alle partite IVA forfettarie. La pandemia ha colpito maggiormente le lavoratrici giovani, ma anche e, soprattutto, i liberi professionisti. L'emergenza pandemica ha colpito, in modo severo, i lavoratori autonomi. Secondo i dati pubblicati dalla Fondazione studi-Consulenti del lavoro, nel terzo trimestre 2021, l'occupazione autonoma ha registrato un calo di 350 mila occupati rispetto allo stesso periodo del 2019. Questo biennio ha messo a dura prova il Paese e le sue istituzioni, un test brillantemente superato dai nostri cittadini e dalle nostre imprese, ma che non ha visto altrettanta lucidità all'interno dei Palazzi. E gli Esecutivi, che hanno fatto staffetta dal 2020 ad oggi, sono cambiati nella forma e nella sostanza, ma hanno interagito con la realtà socioeconomica, ignorando completamente le esigenze specifiche di chi crea reddito e occupazione. Parlo delle imprese dei settori del turismo, della ristorazione e alberghiero, ma non possono non menzionare anche il popolo delle partite IVA, una definizione che include una moltitudine di persone che reggono sulle loro spalle l'onere di una fiscalità che, spesso e volentieri, rappresenta davvero una zavorra insostenibile.

L'attuazione del PNRR passa dal raggiungimento di una serie di obiettivi e, tra questi, vi è la persecuzione dell'evasione fiscale: l'estensione della fatturazione elettronica a tutte le tipologie di partita IVA rappresenta per questo Esecutivo la risposta adeguata e anche l'Europa ha avallato questo orientamento. Per questo motivo, a dicembre del 2021, il Consiglio dell'Unione europea ha concesso la possibilità di richiedere la fattura elettronica anche ai piccoli imprenditori sotto il regime forfettario. La riforma fiscale del nostro Paese, quindi, potrebbe essere il sigillo di tale decisione. Sappiamo bene che acquisire la licenza per un gestionale capace di effettuare la compilazione e l'archiviazione delle fatture elettroniche non ha assolutamente un costo esorbitante. Quindi, ritengo che il Governo debba accogliere pienamente questo ordine del giorno, dando un segnale di vicinanza rispetto alle necessità delle piccole partite IVA. E ricordo - ma credo davvero che sia superfluo – che, chi aderisce al regime forfettario, non beneficia di numerose detrazioni. Quindi, credo che il pieno accoglimento del mio ordine del giorno possa rappresentare davvero un segnale incoraggiante per i piccoli imprenditori che hanno aperto una partita IVA nell'ultimo difficilissimo triennio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Purtroppo, in questa legislatura abbiamo assistito e assistiamo a una politica che, troppo spesso, ha cercato di raccontare agli italiani come se fossero un popolo di evasori fiscali. Noi questo non lo crediamo, tant'è che, durante la discussione in Commissione sul “Milleproroghe”, abbiamo presentato l'emendamento che aiuta la circolazione del contante, proprio perché siamo convinti che non sia questo il sistema attraverso il quale si possa effettivamente combattere l'evasione fiscale. Perché è giusto che debba essere combattuta, ma deve essere fatto nel modo corretto rispetto a situazioni che devono essere controllate e che, troppo spesso, invece, vengono ignorate dal Governo, che, invece, tende a vessare i cittadini italiani, tra i quali ci sono i produttori di reddito, per fortuna: abbiamo migliaia di partite IVA che aiutano la nostra economia e lo sviluppo dei consumi. Allora, proprio per questo motivo, attraverso questo ordine del giorno, abbiamo ritenuto di porre all'attenzione di quest'Aula uno dei principi che, secondo noi, andrebbero ribaditi anche attraverso il “Milleproroghe”.

In Italia ci sono tantissimi soggetti con partita IVA che aderiscono al regime forfettario; in questo momento ne sono registrati un milione e 566 mila, circa l'80 per cento in più dell'anno scorso. L'emergenza pandemica ha sicuramente inciso sulla capacità di reddito di queste partite IVA, dietro le quali c'è il tessuto produttivo italiano, ci sono artigiani, ci sono professionisti, ci sono piccole imprese che quotidianamente cercano di andare avanti, nonostante le difficoltà, nonostante i bonus che questo Governo continua a elargire, che, di fatto, poi non riescono mai a raggiungere la base, non riescono effettivamente ad essere utili.

E allora, proprio perché noi abbiamo la convinzione che l'evasione fiscale debba essere combattuta, ma debba essere combattuta con gli strumenti giusti e nei confronti dei soggetti giuridici giusti, riteniamo che sia importante – su questo verte il contenuto dell'ordine del giorno - prevedere che, nell'ambito di questo provvedimento, ci sia l'estensione della fatturazione elettronica alle partite IVA che aderiscono al regime forfettario.

Riteniamo assolutamente indispensabile che l'esenzione mediante la conversione in credito d'imposta degli oneri relativi all'acquisto dei software o dei servizi gestionali dedicati alla produzione e all'archiviazione della fattura elettronica possa essere riconosciuta a tutte le partite IVA relativamente a quanto speso, e quindi ai costi sostenuti nel triennio 2019-2022.

Noi riteniamo che sia importante dare il segnale che anche rispetto ai liberi professionisti, anche rispetto agli artigiani, anche rispetto alle piccole imprese italiane, ci sia attenzione. Non vogliamo continuare a dover ascoltare il racconto di un'Italia, quella della piccola imprenditoria, che invece viene narrata sempre come la causa della grande evasione fiscale italiana. Non è questo che vogliamo, ma soprattutto vogliamo dare finalmente un segnale a quei piccoli produttori di reddito che tanto fanno per la nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/37 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Sugli ordini del giorno n. 9/03431-AR/38 Comaroli e n. 9/03431-AR/39 Pastorino si accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/40 Siragusa vi è parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Quello che è successo con la sperimentazione animale su droghe, alcol e fumo secondo me è molto grave. Accetto la riformulazione di questo ordine del giorno, che è firmato comunque trasversalmente, però mi auguro che l'impegno, che ora è “a valutare l'opportunità di”, in realtà si traduca in un impegno concreto. Noi vigileremo affinché ci sia un passo avanti verso la tutela degli animali; a tale fine abbiamo introdotto, proprio qualche settimana fa, la tutela degli animali in Costituzione. Tutti eravamo contenti, e quindi mi auguro che questo impegno non rimanga semplicemente lettera morta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sandra Savino. Ne ha facoltà.

SANDRA SAVINO (FI). Per sottoscrivere l'emendamento, grazie.

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiedo di parlare…

PRESIDENTE. Deputato Rizzetto, non le posso dare di nuovo la parola. Solo per sottoscrivere, perfetto. Sottoscrivono anche i deputati Bellucci, Prisco, Frassinetti, Trano e Paxia.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/41 Menga si accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/42 Trizzino parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di valutare se è possibile accogliere questo ordine del giorno nella sua interezza, perché l'accreditamento delle cure domiciliari è stato sancito con intesa del 4 agosto del 2021. In realtà, i sistemi domiciliari delle venti regioni sono totalmente difformi, manca una tariffa nazionale. Allora, chiedo veramente che il Governo faccia uno sforzo per valutare se questo ordine del giorno può essere veramente accolto nella sua interezza.

Noi dobbiamo chiedere alle regioni di uniformare al più presto i loro sistemi di cure domiciliari; peraltro, abbiamo degli investimenti molto cospicui, molti importanti su questo settore. Dobbiamo uniformarci e renderlo realmente operativo e funzionante. Così non va bene nel nostro sistema sanitario.

Allora, chiedo al Governo di fare uno sforzo per accogliere interamente quest'ordine del giorno; in subordine, ovviamente, accetterei la riformulazione, però chiedo al Governo di farlo.

PRESIDENTE. Il Governo rimane sulla riformulazione, che quindi viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/43 Sani si accetta la raccomandazione.

Le deputate Faro ed Emiliozzi sottoscrivono. L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/44 Mariani è ritirato. Ordini del giorno n. 9/03431-AR/45 Bordonali e n. 9/03431-AR/46 Fiorini: sono accolte le riformulazioni. L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/47 Patelli è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/48 Rostan si accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/49 Capitanio: è accolta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/50 Zucconi c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Francamente sono rimasto stupito, ma brevemente vorrei sottolineare che la capacità di questo Governo rispetto al Governo francese, per esempio, di rappresentare gli interessi nazionali è di 1 a 10, e il tema delle concessioni idroelettriche è lì a dimostrarlo.

Ieri la Francia ha prolungato la validità delle proprie concessioni sic stantibus al 2041. Noi mandiamo le nostre concessioni all'asta entro il 2024: questo è il panorama. Ci chiediamo a chi giova questa politica governativa.

Nell'ordine del giorno chiedevamo semplicemente che fosse impedito a ditte o a gruppi di imprese estere di adire le aste per le concessioni idroelettriche. In un momento in cui l'Italia vive un momento di assoluta carenza di risorse energetiche, noi abbiamo un settore come quello idroelettrico che, per le caratteristiche orografiche del nostro Paese, è un settore di eccellenza.

Benissimo: benché non esista più neppure una direttiva europea, che è stata archiviata, noi le andiamo a mettere all'asta lo stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Cui prodest? Di chi fate gli interessi? Dell'Italia no! Avete respinto un emendamento, senza neanche compiere un tentativo, come vi eravate impegnati a fare in Commissione, quindi attuando una marcia indietro. Lo respingete totalmente. Questa è un'assunzione di responsabilità contro l'Italia. L'acqua - qualcuno lo diceva - non si tocca; l'energia da fonte rinnovabile va tutelata, non va soltanto enunciata come proclama (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/50 Zucconi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/51 Devis Dori: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/52 Sarli: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/53 Giacomoni: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/54 Zolezzi: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/55 Morrone: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/56 Potenti: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/57 Sorte: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/58 Gastaldi: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/59 Viviani: è accolta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/60 Fitzgerald Nissoli: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/61 Bagnasco, favorevole con riformulazione: la accetta? Perfetto. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/62 Labriola, favorevole con riformulazione: la accetta? Perfetto.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/63 Rizzetto, c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Vorremmo cambiare il parere; siamo disponibili ad accoglierlo con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi, c'è un parere favorevole con questa riformulazione: la accetta, deputato Rizzetto? Non le posso dare la parola, mi deve dire soltanto se…

WALTER RIZZETTO (FDI). No, non l'accetto.

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/63 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/64 Alaimo: favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/65 Tripodi, favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/66 Di Sarno: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/67 Rizzo: raccomandazione. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Anche su questo, Presidente, vorremmo cambiare il parere con un favorevole “secco”.

PRESIDENTE. Perfetto. Quindi, ordine del giorno n. 9/03431-AR/67 Rizzo: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/68 Frusone, favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/69 Licatini: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/70 Cancelleri: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/71 Martinciglio: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/72 Maraia: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/73 Deiana: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/74 Daga: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/75 Terzoni: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/76 Ferraresi: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/77 Barbuto: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/78 Ficara: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/79 Serritella: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/80 Grippa: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/81 Giarrizzo: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/82 Pallini è ritirato. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/83 Amitrano: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/84 Davide Aiello: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/85 Invidia è ritirato. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/86 Barzotti: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/87 Ciprini: favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/88 Nappi: favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/89 Cirielli, raccomandazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/90 Ruggiero, raccomandazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/91 Ianaro, raccomandazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/92 Villani, favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/93 D'Arrando, favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/94 Mammì: favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/95 Cillis: favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/96 Benigni (che è identico all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/119 Rizzo Nervo): favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/97 Corda, favorevole con riformulazione: la accetta? No. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/97 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/98 Sapia, c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Soltanto per chiedere di mettere in votazione questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/98 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/99 Giuliodori, favorevole con riformulazione: la accetta? No.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/99 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/100 Nevi, favorevole con riformulazione: la accetta.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/101 Bond: favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/102 Costanzo, favorevole con riformulazione: la accetta? No.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/102 Costanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/103 Enrico Costa, raccomandazione: è accolta.

L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/104 Angiola è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/105 Patassini: è accolta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/106 Foti, c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno del collega Foti tocca un punto che riteniamo di particolare rilevanza, anche in ordine alla situazione che i proprietari edilizi hanno dovuto affrontare nel biennio trascorso relativamente all'emergenza pandemica. Come è noto, i Governi, sia quello precedente che quello attuale, hanno disposto per lungo tempo il blocco degli sfratti con una misura di recente valutazione anche da parte della Corte costituzionale, che ha riconosciuto - non con pochi dubbi in realtà - la legittimità dell'ampliamento nella discrezionalità di questo tipo di azione, benché limitata nel tempo e fissata in un perimetro temporale di particolare brevità. Si tratta di una lesione - è evidente - del diritto di proprietà, che si è tradotta anche in un aggravio di spesa nei confronti dei proprietari, i quali sono rimasti esposti a eventuali condotte moratorie, non sempre in realtà determinate da esigenze sociali apprezzabili, che però hanno, evidentemente, comportato un nocumento e una chiara lesione della loro integrità patrimoniale.

Perché questa premessa? L'ordine del giorno del collega Foti affronta un tema del tutto peculiare, ma che, evidentemente, proiettato rispetto a quanto appena avvenuto, assume una valenza generale, ossia il fatto che, dal 2012, i proprietari immobiliari che hanno avuto l'avventura di trovare come conduttore la pubblica amministrazione, si sono visti congelati gli incrementi determinati dall'Istat; incrementi che operano, invece, in maniera automatica per qualsiasi rapporto inter-privatistico che sussista tra chi affitta un immobile e chi lo conduce. Questa misura, che venne assunta per la particolare gravità economica che, nel 2012, doveva affliggere teoricamente in maniera momentanea il nostro Stato, è stata poi sempre prorogata - nell'ordine del giorno vengono elencati puntualmente tutti gli anni di proroga della misura con cui viene congelato l'adeguamento del canone Istat -, fissando un trattamento preferenziale nei confronti della pubblica amministrazione, che si potrebbe anche ritenere in qualche maniera fondato, se non fosse che, in questo caso, il contratto viene stipulato in regime strettamente privatistico. In quanto privatistico, non si comprende perché lo Stato è privato, quando c'è da prendere, e diventa pubblico, invece, quando c'è da dare e fissare un superiore interesse presunto, in lesione della posizione giuridica soggettiva del privato, che ha trovato la ventura di affittare l'immobile alla pubblica amministrazione. Questo ha comportato, e comporta oggi, il deperimento del valore del canone, già fortemente esposto all'erosione del potere d'acquisto che in questo decennio si è realizzata. Nel momento in cui la situazione porta a un'esplosione inflattiva, quale quella cui stiamo assistendo negli ultimi giorni e negli ultimi mesi - anche qui con una denuncia del tutto inascoltata di Fratelli d'Italia, che da luglio ha prospettato questo rischio di esplosione inflattiva -, è evidente che il sommarsi, anno per anno, del mancato adeguamento del canone agli indici Istat comporterà un'amplificazione, nel momento in cui, come i tendenziali ci dimostrano, sfioriamo il 5 per cento. Ma, lo dico oggi per allora: credo che i dati di febbraio e quelli successivi dimostreranno un incremento ulteriore dell'inflazione.

Allora, la richiesta che il collega Foti e tutto il gruppo di Fratelli d'Italia sottopone all'attenzione dell'Aula è di voler cessare questa condotta, anche perché è del tutto evidente che, quando il Governo sostiene che questa necessità deriva dall'emergenza dei conti pubblici e, poi, al contempo, afferma davanti agli italiani che i conti pubblici stanno andando in maniera significativamente migliore, c'è un'aporia logica che non trova composizione nella sua premessa.

Da qui, appunto, la richiesta di votare l'ordine del giorno, sorpresi dall'atteggiamento del Governo, ribadendo la necessità di tutelare la piccola e media proprietà edilizia, evidentemente esposta a questi chiari di luna, determinati dall'azione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/106 Foti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Prendo atto che i presentatori accolgono la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno n. 9/03431-AR/107 D'Eramo e n. 9/03431-AR/108 Fogliani. Vi è parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/03431-AR/109 Mandelli, n. 9/03431-AR/110 Giacometto e n. 9/03431-AR/111 Gregorio Fontana.

Prendo atto che il presentatore accoglie la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/03431-AR/112 Paolo Russo.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/113 Marco Di Maio, parere favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/114 Vinci, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione in questi termini, perché la questione sollevata, che si vuole risolvere con questo ordine del giorno, attanaglia e impensierisce molti cittadini italiani. Finalmente si era trovato un provvedimento, il bonus 110 per cento, che aveva in qualche modo fatto ripartire, in Italia, il settore dell'edilizia. Era partito - lo ricordiamo - non senza problemi; poi, via via si sono risolte alcune problematiche di tipo burocratico e, oggi, ci ritroviamo con un bonus 110 per cento, che è quello che oggi ha fatto ripartire tutta l'edilizia nel nostro Paese, con vincoli inseriti in corso d'opera, che i cittadini italiani che hanno deciso di ricorrere al bonus 110 per cento non potevano conoscere, al momento della loro richiesta di accedere a questo bonus.

Ci siamo ritrovati con una normativa che prevede una scadenza al 30 giugno 2022, con un requisito: l'aver completato il 30 per cento dei lavori. Questo requisito, che viene inserito all'interno di una normativa a dir poco caotica, che riguarda soltanto le case di proprietà privata e unifamiliari, non ha alcun motivo di esistere, se non limitare l'accesso a questo beneficio e, quindi, anche la possibilità per il settore e per l'intero comparto di ripartire.

Allora, con questo ordine del giorno noi chiediamo di eliminare questa scadenza al 30 giugno, questa verifica intermedia del 30 per cento dell'esecuzione delle opere, che non ha alcun tipo di significato. Ci sono, nel decreto, scadenze che arrivano al 2023 e al 2025 per altre categorie, ma si pensa di vessare il privato che ha la casa singola. Non ci sono motivazioni precise spiegate nella norma, per limitare in questo modo il cittadino che ha una casa singola, a differenza di colui che ha un appartamento o, addirittura, una casa bifamiliare. Infatti, se qualcuno ha una casa bifamiliare di due, quattro unità abitative, può accedere senza alcun tipo di limitazione a questo bonus 110 per cento; l'italiano medio, che ha un'unica unità immobiliare, singola, invece, deve avere questa scadenza. Non oso neanche immaginare le conseguenze, ma tutti noi sappiamo quello che può comportare una limitazione di questo tipo. Ci sono accertamenti da fare, sottoscrizioni da apporre; si ottiene del denaro pubblico: tutto ciò perché qualcuno ha deciso che entro il 30 giugno c'è da fare una verifica intermedia, soltanto per queste categorie, cioè per un cittadino proprietario di un'unica abitazione. Ciò è totalmente insensato e privo assolutamente di logica. Il bonus 110 per cento andrà avanti in qualche modo, a vari step, fino al 2025 - almeno per quello che è previsto oggi - e non si capisce perché ci debba essere una limitazione nei confronti di soggetti, che magari hanno già iniziato le procedure e fatto investimenti e che, al 30 giugno, proprio per il fatto che l'edilizia è ripartita e, quindi, le imprese sono già occupate, non riusciranno a terminare il 30 per cento dei lavori entro quella data, a rischio di perdere l'intero beneficio. Questo non trova un significato in nessuna parte della norma e anche noi, sinceramente, non lo ravvediamo.

Quindi, chiediamo al Governo di rivedere il parere, o un voto favorevole, a questa Camera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/114 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/115 Gusmeroli, il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/116 Bellachioma: è accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/117 Anna Lisa Baroni, vi è parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/118 Tombolato: è accolta la riformulazione.

Vi è parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/03431-AR/119 Rizzo Nervo, n. 9/03431-AR/120 Ribolla, n. 9/03431-AR/121 Belotti, n. 9/03431-AR/122 Vanessa Cattoi e n. 9/03431-AR/123 Carnevali.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/124 Pezzopane: è accolta riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/125 Rampelli, parere favorevole con riformulazione

Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno cerchiamo di riportare all'interno del dibattito di quest'Aula un tema che abbiamo trattato in quasi tutti i provvedimenti che si sono succeduti in questi ultimi mesi: il sostegno reale e concreto alle imprese italiane. Imprese che, evidentemente, vivono in questo momento una situazione economica particolarmente difficile, una situazione nella quale la liquidità effettivamente viene a mancare e ovviamente di conseguenza tutta l'attività, soprattutto quella imprenditoriale, diventa particolarmente difficile.

Per questo motivo noi abbiamo chiesto - il collega Rampelli ha chiesto attraverso quest'ordine del giorno - che vi possa essere la possibilità di prorogare per tutto il 2022 le disposizioni dell'articolo 56 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/125 Rampelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/126 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Già ieri, nell'illustrazione di questo ordine del giorno, ho cercato di spiegare l'importanza delle richiesta di proroga di una sessione d'esame straordinaria per i laureandi. L'ho anche motivato col fatto che con l'autonomia universitaria si creerebbero delle disparità, per chi è in attesa di questo esame di laurea, tra le università che hanno prorogato e hanno dato questa opportunità in più e quelle che, invece, non l'hanno data. Quindi, secondo me, è una misura di equità, che non comporta nessun esborso ulteriore e che va incontro agli studenti. Infatti, in questa pandemia si è parlato molto di scuola e di studenti medi, ma non dimentichiamoci che anche gli studenti universitari, che devono naturalmente regolamentare i propri tempi e le proprie procedure di intervento, hanno avuto tantissime difficoltà. Penso anche a quelli fuori sede ovviamente, che non hanno potuto spostarsi, che hanno dovuto collegarsi da remoto e spesso e volentieri anche ridisegnare la loro vita per cercare nuovi alloggi a nuove condizioni vista la crisi pandemica.

Quindi, un segnale in questo campo, che è sempre molto trascurato purtroppo in Italia, come dimostra poi la fuga dei cervelli e tutto ciò che a cascata ne consegue, direi che è molto importante. Quindi, occorre togliere la riformulazione ed approvarlo così come è stato presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno, con l'autorizzazione della collega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo è, come sempre, un ordine del giorno di Fratelli d'Italia di buonsenso.

È un ordine del giorno che, considerato questo periodo di pandemia, che ha influito in modo negativo sulla vita degli studenti universitari, prevede la possibilità, tenuto conto che ogni università può prevedere sessioni di esame straordinarie, di svolgere proprio una sessione - e prevedere, quindi, una proroga dell'anno accademico - per tutti i laureandi e anche per i non laureandi, visto che questa situazione, come ho già detto, è stata negativa nella vita degli studenti. Teniamo conto, come già ha detto la collega Frassinetti, che molti studenti sono fuori sede e, quindi, hanno dovuto superare grandi difficoltà per prepararsi e per affrontare le sessioni di esame.

Per cui, io chiedo che venga preso, anche in questo ordine del giorno, un impegno pieno e non una riformulazione, prevedendo e predisponendo la proroga delle scadenze didattiche e amministrative per tutti gli studenti, ossia non solo per i laureandi, ma anche per i non laureandi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Credo che questo ordine del giorno sia naturalmente di buonsenso. Abbiamo messo in difficoltà gli studenti italiani con norme spesso incomprensibili. Ricordo quando alcuni atenei hanno preteso il green pass per sostenere esami a distanza, quando c'era la necessità di essere più o meno vaccinati per poter sostenere un esame a distanza di computer, quando non credo che nessuna dimostrazione scientifica possa accertare che il virus si può trasmettere tramite lo schermo di un computer. Abbiamo messo in difficoltà i nostri ragazzi quando abbiamo continuato sostanzialmente a far pagare loro le tasse universitarie come se niente fosse, quando in realtà i servizi erano più che dimezzati: praticamente non c'era accesso ai locali, stavano a casa e continuavano a pagare le tasse come se l'università funzionasse regolarmente e stesse erogando gli stessi servizi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 12,02)

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Adesso che sono stati penalizzati così, dare loro la possibilità di recuperare con una sessione d'esame ulteriore credo che sia di buonsenso. Negarlo è un accanimento inutile che non ha nessuna spiegazione e nessuna possibilità di trovare razionalità in un voto negativo su questo ordine del giorno. A meno che non sia la preoccupazione della fatica di qualche docente che, dopo aver fatto la didattica a distanza e non fatto il ricevimento agli studenti, debba fare lo sforzo di aggiungere una sessione d'esame, non vedo per quale motivo si debba negare questa possibilità.

È di buonsenso, è una cosa utile e permette, tra l'altro, ai nostri ragazzi, recuperando il tempo perso, di potersi laureare il prima possibile e, quindi, il prima possibile riuscire a entrare nel mondo del lavoro, in competizione anche con gli altri Paesi europei e con le altre Nazioni dove in realtà si arriva nel mondo del lavoro molto prima che in Italia.

Quindi, questo gap, questo ritardo con cui i nostri ragazzi rischiano di arrivare alla laurea per colpa di decisioni inadeguate del Governo, poi si paga anche come competitività del sistema Italia rispetto alle altre Nazioni.

Non è, quindi, solo un gesto di gentilezza verso i nostri studenti, un gesto di correttezza, ma è anche un intervento a difesa del sistema Italia rispetto alle altre Nazioni dove, se i ragazzi si laureano prima, si riesce a portare un contributo ulteriore allo sviluppo tecnologico e scientifico di quelle Nazioni. Sarebbe folle non prendere in considerazione questo ordine del giorno. Quindi, chiedo seriamente alla maggioranza un voto a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere questo ordine del giorno a prima firma Frassinetti, che credo, come hanno già anticipato i miei colleghi, sia un ordine del giorno di buonsenso che riguarda, ovviamente, anche il mondo dei giovani, che, come vediamo, attraverso i vari lockdown e attraverso tutto ciò che è stato tolto in termini di socialità, di studio, di scuola e di università, attraversano un momento di grande difficoltà.

È una difficoltà che dobbiamo comprendere e dobbiamo fornir un aiuto, soprattutto per poter raggiungere i traguardi tanto aspettati, traguardi che vedono nella parte della scuola, purtroppo, dati allarmanti di abbandono.

Per quanto riguarda la parte delle università è una sfida importante, una sfida che ha sempre visto l'aggiunta di sessioni straordinarie, anche rispetto allo spostamento dal 31 marzo al 15 giugno del 2022: dobbiamo prevedere anche la possibilità di inserire sessioni che possano consentire, per quanto riguarda sia le scadenze didattiche sia le scadenze amministrative, a tutti gli studenti laureandi e non laureandi di poter finire e raggiungere quel traguardo.

Credo che questo è un impegno che la politica tutta dovrebbe mettere in campo, una politica che dovrebbe avere un allarme rispetto alla debolezza che i ragazzi, in questi ultimi tempi, stanno provando perché hanno vissuto una vita filtrata da uno schermo di computer. Oggi noi dobbiamo dare la possibilità, incentivare, mettere in campo tutte le azioni affinché i nostri giovani non abbiano a rimproverarci quello che in qualche modo è stato, io credo, uno dei danni più importanti fatti alla nostra Nazione. Troppe volte parliamo del futuro di questi giovani, con traguardi che chissà quando arriveranno. Oggi siamo qui a chiedere a tutti quanti la possibilità di far raggiungere questi traguardi, non nel futuro, ma nell'immediato presente. Credo che questo ordine del giorno dovrebbe trovare l'accoglimento da parte del Governo, che troppo spesso guarda ai giovani con interesse, ma poche volte questo interesse lo dimostra con i fatti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/126 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/127 Lupi è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/03431-A/R/128 Plangger il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/129 Gemmato, sul quale c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione. Mi sarei aspettato un diverso approccio da parte del Governo rispetto a questo ordine del giorno. Questo mi convince e ci convince sempre più che la lettura che purtroppo si dà del momento sanitario che l'Italia sta vivendo è monodirezionale, rivolta unicamente al coronavirus, rivolta unicamente alla gestione della pandemia che - io voglio ricordare a tutti – ormai è derubricata in endemia. Non che quest'ultima non sia grave, ma è un approccio diverso quello che dobbiamo avere.

Per tale motivo, Fratelli d'Italia presenta questo ordine del giorno che vuole aprire alla possibilità di far riflettere la maggioranza su tutto ciò che non è stato fatto fino a oggi rispetto alla gestione sanitaria ordinaria. Noi vogliamo ricordare che, purtroppo, durante il periodo COVID le patologie ordinarie - penso alle patologie tumorali, cardiovascolari e metaboliche, che sono la prima, la seconda e la terza, in ordine, per mortalità - hanno continuato a correre, nonostante ci fosse il COVID. Il fatto è che in una fase calante, in una fase in cui i contagi stanno - vivaddio – diminuendo, l'occupazione delle terapie intensive sta diminuendo, l'occupazione dei posti ordinari sta diminuendo, la strategia sanitaria che dovrebbe avere il Governo dovrebbe essere volta alla prevenzione. Io voglio ricordare il grido di dolore dell'associazione dei malati di tumore che ci dice che il 99 per cento delle operazioni è stato rimandato, non si sono fatte. Tutto lo screening oncologico - penso al tumore al seno, penso allo screening del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon-retto - oggi non c'è. Questo ci porterà, nel medio, nel breve e nel lungo periodo, a un innalzamento enorme del tasso di mortalità per le patologie che vi ho citato.

Per questo, Presidente, io chiedevo con questo ordine del giorno di aprire in maniera forte allo screening del tumore polmonare che oggi, purtroppo, ha una mortalità elevatissima. Soltanto il 15 per cento delle persone che hanno la sventura di ammalarsi di questa particolare patologia riesce a sopravvivere. Questo 15 per cento lo voglio parametrare a un altro tumore, che è quello del seno, che invece ha l'83 per cento di possibilità di risoluzione, se diagnosticato per tempo. Ebbene, la parola chiave è la diagnosi precoce. Se noi non pensiamo che oggi la medicina territoriale, la medicina di prossimità debba ritornare a fare prevenzione, quindi screening di massa, quindi emersione in fase precoce di tutti i tumori, ci ritroveremo di fronte a una mortalità elevata, danno primario, che ha come danno secondario - visto che molti si appassionano anche ai temi di bilancio - un enorme buco per le casse dello Stato.

Per questo, Presidente, noi chiedevamo, e ci saremmo aspettati, un impegno al Governo, diciamo, non sconvolgente. Noi chiedevamo soltanto l'incremento di centri che costituiscono la rete italiana dello screening polmonare, per sottoporre a TAC polmonare le persone che hanno la possibilità di farlo e quindi consentire loro di avere in fase precoce una diagnosi di tumore al polmone, per poi renderli eleggibili all'operazione di resezione del tumore stesso. Rispetto a questo, avere una riformulazione e non avere un “sì” pieno, un “sì” convinto, un “sì” rispetto a un impegno al Governo - perché voglio ricordare che si tratta di un impegno al Governo - ci racconta di una forte distrazione che, almeno per noi di Fratelli d'Italia, è il tratto distintivo di questo Governo e che porterà a sfaceli anche in termini sanitari per la nostra Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo ordine del giorno e per cercare di richiamare l'Aula su questo delicato delicatissimo tema posto dal collega Gemmato, anche se si fa veramente difficile, Presidente, intervenire in questa confusione. Proprio perché lo screening polmonare è un tema molto, molto sentito, è un tema delicatissimo, chiederei al rappresentante del Governo di accantonare questo ordine del giorno per valutarne, insieme al collega Gemmato, il totale e definitivo accoglimento. La mia, Presidente, è una richiesta formale di accantonamento di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Lasciate libero il sottosegretario e il Vice Ministro, perché l'onorevole Trancassini ha rivolto una domanda al Governo.

Vice Ministro Castelli, o sottosegretario Bergamini, l'onorevole Trancassini ha rivolto una domanda cioè se il Governo può rivedere il parere sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/129 Gemmato. Si chiede un accantonamento.

Prendo atto che il Governo non è d'accordo.

Prego, onorevole Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo che sia messa ai voti la nostra richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Si tratta di un ordine del giorno, quindi lo poniamo direttamente in votazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto, vorrei esercitare una forma di rammarico rispetto alla risposta che il Governo dà sulla proposta del collega Trancassini di accantonare questo ordine del giorno n. 9/03431-AR/129 Gemmato, che intendo sottoscrivere.

Questo ordine del giorno riguarda un tema fondamentale che è la prevenzione che, purtroppo, è stata negata in questi due lunghi anni di emergenza COVID per cui le patologie oncologiche, ma non solo, sono state messe in secondo ordine.

Si chiede, inoltre, di implementare una parte delle risorse per aumentare il numero dei volontari ma anche i centri della rete di screening polmonare. Si tratta di un tumore che colpisce soprattutto alcune aree del Sud: io provengo dalla Calabria dove, in particolare, risulta essere, in termini di graduatoria, il primo tumore a colpire la popolazione; certamente, gli screening ne consentirebbero un abbattimento, su base nazionale, del 40-50 per cento e mi riferisco sia alla prevenzione sia alle cure, se viene preso in tempo.

Credo che la peggior cura sia di chi applaude da mezz'ora ma, probabilmente, non gliene frega niente né degli universitari, né di tutto ciò di cui stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, magari, utilizza l'Aula per poter fare un selfie e postarlo sui propri social.

Per quanto ci riguarda, ovviamente rimaniamo allibiti rispetto a un tema di tale delicatezza, affrontato all'interno di questo ordine del giorno, con numeri molto precisi; basta ricordare che, nell'ultimo anno, secondo i dati dell'AIOM, parliamo di 34 mila decessi. Forse, a qualcuno questi decessi non sembrano sufficienti per motivare l'accoglimento o, almeno, l'accantonamento di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Prisco, ho visto che voleva intervenire, ma è intervenuto due volte e ha terminato il suo tempo, quindi non posso darle la parola. C'è qualcun altro che intende intervenire? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/129 Gemmato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/130 Saccani Jotti. Onorevole, accetta la riformulazione? Sì, viene accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/131 Bellucci. Accetta la riformulazione? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, con questo ordine del giorno chiedevamo semplicemente che venisse prorogato il Fondo straordinario per il sostegno agli enti del Terzo settore. Avete chiesto un grande aiuto agli enti del Terzo settore, alle associazioni di volontariato e di promozione sociale, al mondo della cooperazione sociale, che si sono messi a disposizione, intervenendo, proteggendo la salute dal Coronavirus, garantendo, quindi, il superamento di questa pandemia, dal punto di vista sanitario, economico e sociale. Attualmente, gli sforzi che stanno compiendo sono incredibili; voi vi siete appoggiati in maniera determinante su questo variegato mondo del volontariato, della donazione di se stessi agli altri. Avete scaricato - permettetemi di dire - innumerevoli responsabilità su questi operatori del mondo del volontariato, della promozione sociale e della cooperazione. A questo punto, diventerebbe ineludibile la proroga del Fondo straordinario, per sostenere questi enti.

Comunque, voi state risparmiando in maniera determinante, perché già questo mondo dà assistenza a 30 milioni di italiani e lo hanno dimostrato, negli anni.

Allora, non possiamo accogliere questa riformulazione in base alla quale voi dovete “valutare”. Non c'è nulla da valutare, c'è da prendere atto di ciò che hanno fatto fino a oggi, anche nel corso di quest'anno di difficile pandemia, come sin dall'inizio, garantire e assicurare ciò che gli è dovuto in termini di riconoscimento dello Stato per un atto che, più volte, avete definito eroico, ma che dovete anche quantificare con adeguate risorse economiche.

Quindi, chiediamo di mettere ai voti questo ordine del giorno e non accettiamo la vostra riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/131 Bellucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/132 Casu: parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/133 Covolo è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/134 Grimaldi: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/135 Zanettin: parere favorevole con riformulazione. Va bene. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/136 Vallascas: parere favorevole con riformulazione. Non viene accettata.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/136 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/137 Micheli è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/138 Tonelli: parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/139 Cavandoli: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/140 D'Attis: parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/141 Raduzzi è inammissibile.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché trovo incredibile che questo ordine del giorno - che chiedeva una cosa molto semplice, ossia di prorogare, in un decreto che si chiama “Milleproroghe”, la ratifica del Trattato del MES - non venga accolto.

Voi avete un problema su questo tema, perché la maggioranza è tenuta insieme da uno sputo e, probabilmente, vi sareste divisi. Quindi, considerato che anche in Commissione sono stati resi ammissibili emendamenti che non c'entravano un fico secco con questo decreto - e lei, Presidente, lo sa bene che, in questo decreto, sono state ammesse cose veramente inammissibili, anche ex post - chiedo che questo ordine del giorno venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Con riferimento alle obiezioni sollevate in merito alla declaratoria di inammissibilità dell'ordine del giorno, faccio presente, innanzitutto, che la Presidenza si è pronunciata al riguardo nella seduta di ieri e che, conseguentemente, tale obiezioni sarebbero dovute essere sollevate contestualmente a tale declaratoria.

Faccio presente altresì che l'ordine del giorno - volto a impegnare il Governo a non emanare alcun disegno di legge di ratifica del nuovo Trattato internazionale sul Meccanismo europeo di stabilità - interviene su materia che risulta del tutto estranea a quelle oggetto del provvedimento, né interviene in materia di proroga di termini previsti da provvedimenti di rango legislativo. La Presidenza non può pertanto che confermare l'inammissibilità dell'ordine del giorno.

Andiamo avanti…

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole, l'ordine del giorno è inammissibile. Su cosa intende intervenire?

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Ai sensi degli articoli 8, 41 e 42 del Regolamento.

PRESIDENTE. Se è sulla stessa questione, onorevole, io ho già risposto in maniera chiara.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). No, Presidente, è una questione di gestione dell'Aula e ovviamente è una questione generale che fa riferimento a questa, ma anche ad altre situazioni che sono accadute con riferimento a questo provvedimento.

Considerato che non è stato mai dichiarato inammissibile un emendamento, riformulato dal Governo, che è una “marchetta” a British American Tobacco, molto voluta, ad esempio, da Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)

PRESIDENTE. Onorevole, se può evitare di usare una terminologia non adeguata all'Aula, esprimendo lo stesso concetto, è meglio per tutti.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). …vorrei capire perché la Presidenza utilizzi due pesi e due misure, da una parte dichiarando ammissibile o non facendo nulla per dichiarare inammissibile un emendamento “marchetta” che favorisce una multinazionale del tabacco; dall'altra, invece, volendo dichiarare inammissibile un ordine del giorno che chiede, anzi impone, impegna il Governo a non presentare un disegno di legge sul Meccanismo europeo di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Onorevole, credo di averle dato una risposta esaustiva, sia nei termini che nei tempi in cui questa obiezione doveva essere sollevata.

Quindi, passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/142 Trano: accetta la riformulazione?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, questa è l'ennesima opportunità persa dal Governo dei peggiori, perché si lascia indietro un intero settore senza certezze. Si potevano stabilizzare tante imprese italiane che restano abbandonate dallo Stato e parliamo, appunto, della filiera della canapa che ha una grande fetta di mercato. Però, poi, le marchette commissionate dalle lobby e appunto parliamo della British American Tobacco…

PRESIDENTE. Se potesse evitare di usare “marchette”, esprimendo lo stesso concetto, le saremmo tutti grati; l'ho detto anche al suo collega.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, l'emendamento in questione, di sedici commi, che è una vera riforma - roba che noi parlamentari ce la sogniamo - è stato un vero emendamento “Mandrake”, perché al primo comma si sterilizza l'accisa per 8 mesi e nei successivi, dal 2 al 16, si inserisce un nuovo prodotto (i sacchetti di nicotina), di cui sono sconosciuti gli effetti sulla salute. Allora, a questo punto, mi chiedo come mai alle multinazionali stendete il tappeto rosso, mentre i nostri emendamenti li avete dichiarati non soltanto inammissibili, ma li avete bocciati o li avete lasciati accantonati. Allora, vale la pena, a questo punto, ricordare anche il discorso del Presidente Mattarella di due settimane fa, quando è venuto qui a incassare l'applausometro di tutte le forze di maggioranza. Il Presidente Mattarella aveva detto: “Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e imporsi, aggirando il processo democratico”. È esattamente quello che è avvenuto pochi giorni fa in Commissione bilancio, perché è stato aggirato il potere democratico. Avete favorito una multinazionale, la British American Tobacco, nell'esultanza di alcuni gruppi di maggioranza e questa, Presidente, è una vera vergogna, se si pensa che c'è un intero settore della canapa che genera un grandissimo indotto, produce PIL e, in questo momento, viene accantonato, viene lasciato lì, nella deregolamentazione.

Allora, Presidente, quali possono essere le conclusioni? Che questo Governo è contro le imprese, questo Governo è a favore delle lobby, questo Governo è a favore delle organizzazioni criminali, perché è stata persa un'ottima occasione per dare regolamentazione a questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Presidente, mi permetta una riflessione un po' amara, perché il culto della sicurezza, della tutela della salute a ogni costo, al punto da paralizzare o segregare un Paese, che questo Governo sta mettendo in piedi con questo ricatto del green pass e dell'obbligo vaccinale, stride poi con questa semplificazione enorme e con questa facilità attraverso cui si permette alle multinazionali del tabacco di vendere i loro prodotti indiscriminatamente. Infatti, c'è questa ossessione per la salute, evidentemente finta e ipocrita, che ha questo Governo, al punto da costringere le persone a fare un vaccino, tra l'altro, vecchio, parametrato su un virus che è cambiato dieci volte nel frattempo, ma poi, però, non c'è la minima attenzione rispetto a sostanze che sono quelle ovviamente a base di nicotina e di tabacco che creano dipendenza, che creano problemi alla salute e ammazzano le persone. Sapete quanti morti ci sono per fumo e per tabacco in questo Paese? Molti più di quelli che fa il COVID.

Allora, perché questa leggerezza rispetto al tema del tabacco, delle sigarette e del fumo, con addirittura il Governo da sotto che foraggia queste produzioni e le incentiva? Poi, dall'altra parte, c'è quest'ipocrita ossessione verso la salute pubblica e vorreste far credere alle persone che volete proteggere la loro salute? Voi non volete proteggere la salute di nessuno! Volete solo, evidentemente, aiutare, sovvenzionare e foraggiare le multinazionali che hanno interessi economici, che siano le multinazionali del farmaco o che siano quelle del tabacco. Allora, almeno, che ci sia un filo di coerenza nelle vostre azioni, perché non è possibile far credere alle persone che tenete alla loro salute, al punto da ricattarle e da costringerle a prendere un vaccino altrimenti non lavorano e poi, però, liberalizzate indiscriminatamente sigarette, fumo, tabacco e tutto quello che c'è intorno a questo mondo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Qualcuno mi può dire dov'è la coerenza in questo? Potrei cercare di capirci qualcosa?

Ormai, il Governo ha perso il senno e lo sappiamo. Sappiamo che nel Governo ci sono manager di multinazionali - chi viene da Vodafone, chi viene dalle banche d'affari - ed è chiaro che loro fanno gli interessi di quel mondo lì, ma noi parlamentari, che dovremmo avere un legame diretto con il popolo e con i cittadini, ci possiamo porre la domanda e dire, forse, che stiamo andando in una direzione che non è quella che va nell'interesse dei cittadini e della salute pubblica? Abbiamo, ancora, un briciolo di dignità per fare questa riflessione? Secondo me, dovremmo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Prendo la parola e dichiaro il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia a questo ordine del giorno, perché è l'ennesimo tentativo attraverso il quale si vuole legalizzare la cannabis per uso ricreativo. Allora, siccome vengono fatti numerosi tentativi ad ogni piè sospinto, ad ogni legge di bilancio - oggi li vediamo anche nel “Milleproroghe” - noi convintamente dichiariamo il voto contrario e smascheriamo questa modalità. Certamente la cannabis a uso ricreativo fa male alla salute e, rispetto all'obiezione che ho sentito poc'anzi, vorrei sottolineare che se uno è malato di cancro al pancreas, non è che se poi si ammala anche di cancro ai polmoni questo è comunque da proporre, perché c'è già una malattia al pancreas! Non è così. Certamente il tabacco fa male, nuoce gravemente alla salute, ma certamente promuovere la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo e, quindi, la vendita, volendo poi guadagnarci sopra, è oltretutto e oltremodo grave.

Poi, se si parla di lobby, inevitabilmente verrebbe da pensare a come mai ci sia questo così accanimento a voler legalizzare la cannabis in Italia; ciò fa quasi pensare che ci siano degli interessi particolari, che ci siano altre lobby, quelle della cannabis, a spingere, a sospingere, a proporre in ogni dove, perché ne sentiamo davvero tanto parlare. Allora, rispetto a questo, vogliamo smascherare l'ennesimo tentativo impacchettato bene nell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/142 Trano, impacchettato invece molto meno bene nell'ultimo ordine del giorno, il n. 9/03431-AR/154 Sodano, che lo dice chiaramente, e diciamo convintamente “no”! Noi proteggeremo sempre la salute degli italiani, sempre e comunque, perché questa deve essere difesa come baluardo di diritto fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/142 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/143 Bologna: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/144 Vietina: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/145 Mugnai: il presentatore accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/146 Rizzone: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/147 D'Ettore: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/148 Baratto: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/149 Gagliardi: c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Presidente, chiedo al Governo se il parere è rimasto lo stesso annunciato ieri.

PRESIDENTE. Sottosegretario Bergamini, prego.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. No, è stato veloce, ma in realtà questo ordine del giorno viene accolto.

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole: colpo di scena. Va bene, andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/150 Ruffino: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/03431-AR/151 Aprile: parere favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/03431-AR/152 Iezzi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente, velocemente, solo per spiegarle che con quest'ordine del giorno chiediamo che i referendum sulla giustizia e le elezioni amministrative si svolgano nella stessa tornata elettorale. Questo per due motivi abbastanza semplici: primo, perché verrebbero risparmiati circa 200 milioni di spese organizzative; secondo, perché si ridurrebbero i giorni di chiusura delle scuole che negli anni passati, negli ultimi due anni, hanno già sofferto abbastanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Nessun altro intende intervenire?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Vorrei sottoscrivere anche questo ordine del giorno, se il collega è d'accordo.

PRESIDENTE. Lo sottoscrive, benissimo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/152 Iezzi, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44) (Applausi).

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/153 Liuzzi: onorevole Liuzzi, accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano.

Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano, il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano, il Governo cambia il parere da favorevole con riformulazione a contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Il fatto che il parere del Governo sia cambiato da una riformulazione nel senso di “valutare l'opportunità di” a contrario ci deve fare veramente riflettere. Noi tutti sappiamo che questi ordini del giorno non servono a nulla, però, quanto meno, ci permettono di rendere pubblici scandali di questo Paese, di cui questo Parlamento si rende protagonista. Allora, facciamo una premessa. Il “Milleproroghe” è quel provvedimento con cui si possono posticipare le scadenze, l'entrata in vigore di certe norme.

Cosa succede alle 4 di notte, in un blitz, durante l'ultimo giorno del “Milleproroghe” in Commissione bilancio? Entra un emendamento riformulato che fa una cosa, volendo, anche giusta, cioè, nella materia proprio del “Milleproroghe”, posticipa l'entrata in vigore dell'accisa che era introdotta nella legge di bilancio sulle sigarette elettroniche - gli svapo -, che dal 10 per cento era passata al 15 per cento, di 8 mesi. Ci può stare ed è nella norma del “Milleproroghe”.

Cosa succede, però? Che ci sono altri 15 commi in questo articolo che fanno un regalo immenso alla British American Tobacco. Con la scusa di prendere i 7 milioni di euro che sarebbero mancati rispetto all'entrata in vigore ritardata dell'aumento dell'accisa della sigaretta elettronica, cosa si fa? Si introduce un nuovo fantastico prodotto del tabacco. Posso dire tossico? Posso dire che contiene nicotina e crea dipendenza? E lo snus, un sacchettino che si mette sotto la gengiva e che è molto popolare in Svezia, in Danimarca e in Norvegia. Tutto ciò passa senza i controlli della sanità, senza alcuna informazione che arriva dai Ministeri competenti, in una notte. Queste sono le lobby, per cui si è fatta qualche “legge spot” qualche mese fa, che entrano in questo Parlamento e decidono come normare il nostro Paese.

Allora, io faccio un ragionamento da libero cittadino. Prima, la deputata Bellucci diceva che, dietro alla cannabis, ci sono lobby: no, sono contadini, sono piccoli contadini che sono nel nostro territorio italiano (Applausi di deputati del gruppo Misto), che vorrebbero lavorare in maniera onesta, fra l'altro, per sottrarre il terreno delle mafie. Allora cosa propongo? Se, in una notte, per prendere 7 milioni di euro, avete dato il via allo snus, io vi dico che c'è un mercato, che si chiama cannabis che, se lo regolamentiamo e quindi lo togliamo alle mafie - perché già i 9 milioni di consumatori ci sono, cosa criticabile o meno, ma ci sono -, se oggi regolamentiamo la cannabis, come hanno fatto in America, prendiamo 10 miliardi di euro all'anno. E, oggi, in un periodo di crisi economica, in cui la ricchezza va redistribuita, in cui bisogna veramente trovare i soldi per fare investimenti e per gli ultimi, sputare su questi 10 miliardi di euro, che per adesso sono nelle mani delle mafie, è assurdo. Perché non riusciamo a fare sentire questa voce? Perché non riusciamo a portare avanti provvedimenti utili a questo Paese? Quello che io vi chiedo è di impegnarvi, soprattutto dal fronte progressista: spero che il Partito Democratico non se ne lavi le mani, spero che Italia Viva non se ne lavi le mani, spero che Bersani non se ne lavi le mani. Cerchiamo di creare un impegno per cominciare a regolamentare questa sostanza e sottrarla alle mafie, che è il punto più importante. I consumatori ci sono e rimarranno, capiamolo, ma, se noi la normiamo, riusciamo a creare veramente valore economico, così come hanno fatto in America, così come stanno facendo ovunque, adesso in Europa anche il Lussemburgo e Malta. Sapete veramente chi aiutiamo, se non facciamo passare una regolamentazione seria sulla cannabis, come è stato fatto sull'alcol 200 anni fa? Aiutiamo le mafie. Questo è un Parlamento che aiuta le mafie, se non vuole regolamentare il mercato della cannabis e metterlo nelle mani della gente onesta. (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno, se l'onorevole Sodano è d'accordo (Applausi del deputato Sodano).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare e motivare il voto di astensione da parte del MoVimento 5 Stelle in ordine a questo ordine del giorno. Il voto di astensione non è dovuto ad una scarsa attenzione per questa tematica, tutt'altro: il voto di astensione è dovuto al fatto che il MoVimento 5 Stelle ritiene che non sia questo - un ordine del giorno - lo strumento per portare finalmente a casa un risultato in merito. Ricordo a me stessa che la posizione del MoVimento 5 Stelle riguardo a questo tema è stata già espressa nella proposta di legge Saitta-Perantoni, nella proposta di legge Licatini e, oggi, è stata consacrata in Commissione giustizia, dove vi è all'esame il testo base a firma del relatore, il nostro presidente Perantoni. Questa è la posizione del MoVimento 5 Stelle in merito a questo tema e questo riteniamo sia l'unico percorso possibile per portare ad un risultato, quel risultato voluto dai cittadini.

Allora, cogliamo l'occasione per invitare davvero tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento affinché si dia un'accelerazione all'iter di approvazione della proposta di legge a firma Perantoni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e, finalmente, si dica davvero cosa vogliamo ai cittadini, si risponda alle istanze che i cittadini, in modo prorompente, hanno manifestato con la promozione del referendum. Però noi non vogliamo prendere in giro i cittadini: non è un ordine del giorno al “Milleproroghe” la sede opportuna per trattare il tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente. Io non solo sono favorevole, ovviamente, alla legalizzazione delle droghe leggere, sono modestamente il primo firmatario di una proposta di legge che, purtroppo, nella scorsa legislatura, è stata respinta con un voto di quest'Aula; sono tra coloro che ha firmato il referendum per la legalizzazione, mi sono battuto perché si potessero raccogliere le firme su quel referendum, mi dolgo del fatto che la Corte costituzionale abbia deciso di non ammettere quel referendum, però non prendo in giro nessuno. Noi non possiamo pensare che una battaglia, alla quale io credo e che penso meriti di nuovo, in quest'Aula, un dibattito serio, sia risolta con una finzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), ossia con un ordine del giorno ad un provvedimento nel quale non c'è alcuna normativa che riguardi la legalizzazione, del quale, francamente, non capisco neanche l'ammissibilità, ma lasciamo perdere.

Se si vuole affrontare, come io penso sia doveroso e sia doveroso per questo Parlamento su questo, come su altre materie, questioni spinose, delicate, sulle quali abbiamo sentito posizioni molto dure anche da parte di altri rappresentanti di questa Camera o, eventualmente, del Senato, lo si faccia, ma non con finzioni, non con un ordine del giorno, che è una ipocrisia che non rappresenta nulla, se non alzare una bandierina che non solo non porta da nessuna parte, ma porta a oscurare ancora di più la validità di certe battaglie. Io non parteciperò al voto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, innanzitutto chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno e, poi, vorrei dire anche al collega Giachetti, che mi ha preceduto, che, purtroppo, in quest'Aula, noi possiamo discutere solo di ordini del giorno, perché non ci è concesso discutere gli emendamenti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa e Fratelli d'Italia). Infatti, Giachetti, il Governo che lei appoggia mette la fiducia su ogni provvedimento. Quindi, è importante che quest'Aula abbia il coraggio di dire la propria almeno con l'ordine del giorno perché è un impegno verso il Governo, diamo una visione politica all'esterno di quest'Aula ed è importante che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di metterci la faccia su qualsiasi battaglia. Adesso parliamo della legalizzazione della cannabis: visto che la Corte costituzionale, con una decisione del tutto politica, ha deciso di non autorizzare il referendum proposto dai comitati, noi ci troviamo qui solo a poter discutere di questo ordine del giorno. Ma, in realtà, possiamo verificare quanto in quest'Aula nessun reale partito, men che meno quelli della maggioranza, sia coerente con quanto affermava in precedenza e sia conseguente anche con le proprie politiche che dice a voce, che dice in TV e che, in realtà, non porta avanti, neanche in quest'Aula. Ed è per questo che chiedo di apporre la mia firma a questo ordine del giorno, perché legalizzare la cannabis pone un serio problema politico a una forza, una forza oscura, che è la mafia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), ed è per questo che noi dobbiamo andare avanti su questo progetto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e anche ringraziando gli uffici, che sono così gentili nel fornire spiegazioni alle nostre questioni in ordine ai procedimenti che qui vengono intrapresi.

Lei ha, poco fa, letto uno speech a proposito dell'ammissibilità o inammissibilità dell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/141, a prima firma Raduzzi, sul MES. In quello speech lei ha citato due elementi, che valgono dunque, secondo me, come prassi e precedente, riguardo all'ammissibilità degli ordini del giorno, e cioè - lo ha detto in precedenza il collega Giachetti en passant circa l'ammissibilità dell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 - l'inerenza di materia e, ovviamente, anche il dispositivo di proroga di alcunché, giacché noi siamo nel mezzo di un provvedimento che riguarda la proroga di norme esistenti. Altrimenti non ci sarebbe origine nel nome di questo provvedimento. L'ordine del giorno n. 9/03431-AR/142, a firma Trano, che la Presidenza ha ammesso, in effetti pone una similitudine tra una norma che è quella richiamata di un emendamento approvato, ossia quello che riguarda i tabacchi, e, in analogia, propone un certo atteggiamento, anche di natura fiscale, rispetto ai prodotti della cannabis. L'ordine del giorno che abbiamo in esame in questo momento, Presidente, contraddice il suo speech, giacché nell'impegno - e direi che è abbastanza lapalissiano il fatto che ciò che esercita l'indirizzo del Parlamento sul Governo è la parte impegnativa degli ordini del giorno, poiché propone al Governo di prorogare delle norme rispetto a quanto già esistente - dell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano si tratta di un argomento non citato nel provvedimento in discussione e non si propone alcuna proroga.

Allora, mi chiedo, ma se qui le avessi proposto un ordine del giorno che riguarda l'assunzione di personale nei circhi, sarebbe stato ammissibile? Non chiedo la proroga di alcunché, non tratto di un argomento trattato nel provvedimento, non oggetto di emendamento nel corso della discussione in Commissione. E se le proponessi un ordine del giorno sul colore delle fusoliere degli aerei di linea, perché non dovrebbe essere ammissibile? Qual è l'argomento dirimente? E soprattutto non sarei intervenuto se lei non avesse letto lo speech che ha letto. Lo speech che lei ha letto, Presidente, fa prassi in quest'Aula, e lei ha citato i due elementi, l'attinenza di materia e la proroga della norma.

Nell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano non c'è né attinenza di materia né proroga di alcuna norma. Credo che qui dentro le norme siano a tutela di tutti, a tutela del collega Sodano, a tutela del suo diritto di esprimere in quest'Aula un'opinione sulla materia, in qualsiasi momento si possa, secondo le norme, però, uguali per tutti, Presidente; altrimenti, se non c'è chiarezza sulle norme in quest'Aula, non si può legiferare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono, quindi, state sollevate obiezioni in merito al fatto che l'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano, volto ad impegnare il Governo a dotare il nostro Paese di un quadro normativo per la produzione e la vendita della cannabis, come già previsto negli Stati Uniti d'America, per generare un indotto stimato in 10 miliardi di euro all'anno, sia stato considerato ammissibile dalla Presidenza.

Al riguardo, desidero precisare che l'ordine del giorno, nel prevedere l'introduzione di un quadro normativo in materia di cannabis al fine di generare un indotto, è chiaramente volto ad impegnare il Governo a intervenire in materia sotto il profilo della tassazione di tale prodotto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il provvedimento in esame prevede, oltre a proroghe di termini, norme eterogenee, alcune specificatamente vertenti sulle materie della tassazione. Mi riferisco, in particolare, alle norma, introdotta in sede referente, volta a ridurre l'imposta di consumo sui liquidi da inalazione. Ne consegue, pertanto, che l'ordine del giorno risulta pienamente attinente alla materia della tassazione, che è oggetto del provvedimento in esame. Richiamo, altresì, il fatto che tale ordine del giorno deve leggersi anche con riferimento all'omologo ordine del giorno n. 9/03431-AR/142 Trano che, nel prevedere l'impegno di regolamentare il settore della filiera della canapa non drogante, è volto ad impegnare il Governo a introdurre forme di tassazione di prodotti derivati al fine di regolamentare fiscalmente il mercato di tale prodotto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se fate un attimo silenzio… Ricordo, con riguardo agli ordini del giorno presentati in occasione dei decreti di proroga termini che sono, in base a una prassi costante, ritenuti ammissibili sia quelli concernenti strettamente le proroghe sia quelli vertenti su materie oggetto di proroga, nonché quelli che riguardano, o sono attinenti a materie ulteriori rispetto alle proroghe che comunque sono oggetto dei provvedimenti come, in tal caso, la materia della tassazione dei liquidi da inalazione. Alla luce di tali considerazioni, la Presidenza ha ritenuto di considerare ammissibile e di ammettere pertanto al voto l'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Sto assistendo a una discussione a dir poco lunare. Ci sono stati due interventi che mi hanno veramente lasciato sconvolto. Nel primo, addirittura, ci siamo dovuti sorbire la paternale del MoVimento 5 Stelle, che ci ha detto che non è questo il momento, perché gli ordini del giorno non sono idonei a trattare una materia così delicata. Ma benissimo, allora fateci discutere gli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), visto che il vostro Ministro è da un anno che ci fa fare solo ordini del giorno perché viene a mettere 40 fiducie, una dopo l'altra! E poi ci venite anche a dire che non possiamo presentare gli ordini del giorno per discutere di questi temi! Tra l'altro, poi, voi siete i primi che, quando fate approvare quegli ordini del giorno fasulli e farlocchi, fate i vostri bei post su Facebook e vi vantate di avere risolto la fame nel mondo con gli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Poi, quando non vi volete assumere la responsabilità di fare un voto in quest'Aula, ci dite “no, ci asteniamo, perché non si può fare con l'ordine del giorno”. Benissimo, fateci lavorare; smettetela di mettere queste fiducie una ogni settimana, anzi, due ogni settimana, e discutiamo dei temi di cui vogliamo discutere. Questo è il primo intervento che ho ascoltato, perché, tra l'altro, mi sembra veramente folle che qui addirittura quasi ci si dispiaccia che ci permettono ogni tanto di parlare di qualcosa. E mi collego a quello che ha detto il collega Fiano, che addirittura si è lamentato, quasi, per il fatto che questo ordine del giorno sia stato ammesso. Ossia, siamo arrivati al punto in cui, pur di non assumerci la responsabilità di fare un voto, chiediamo quasi alla Presidenza che ci limiti, che ci castri, che ci censuri in partenza, così ci risparmiano il prezzo di assumerci una responsabilità politica. Guardate che noi qui facciamo politica. Capisco che ormai è il trionfo della tecnocrazia, che ha azzerato la politica, ma ogni tanto, su qualche tema, vogliamo lanciare un segnale politico? E quale occasione migliore di questa per dire, per esempio, che noi potremmo voler desiderare che il Governo avvii delle politiche anche sulla cannabis, su come vogliamo regolamentare questo settore?

Se non è questo il momento, almeno di lanciare un minimo segnale politico, quando capiterà, considerato che ormai facciamo solo decreti-legge sulla cui conversione viene posta la questione fiducia, e quindi non riusciamo nemmeno a presentare uno straccio di emendamento? Allora, dico: per favore, siamo politici, facciamo politica; siamo parlamentari, facciamoci un esame di coscienza e prendiamoci qualche responsabilità, ogni tanto, perché astenerci oggi a cosa serve? Per rimandare la discussione a quando?

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). A cosa serve astenervi? Così come a cosa serve lamentarsi se l'ordine del giorno viene ammesso? Ognuno voti e assumiamoci le nostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Immagino sull'ordine dei lavori, perché ha finito il tempo, giusto? Prego, onorevole Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, Presidente, normalmente, quando un collega interviene sull'ordine dei lavori, si dà anche spazio agli altri, perché è vero che sono intervenuti due professori come il professor Giachetti e il professor Fiano, però anche a noi deve essere data la possibilità di argomentare, senza entrare nel merito dell'ordine del giorno Sodano, perché vorrei ricordare ai due colleghi che in Commissione, in questo provvedimento, sono stati vergognosamente - vergognosamente - approvati emendamenti che non prorogano termini, e lo sapete benissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa).

Avete approvato emendamenti che hanno istituito fondi, avete approvato emendamenti per dare 50.000 euro di IMU al comune di Milano, che non è in condizioni di risolversi una bega interna. Queste cose io ve le ho dette in Commissione - e tu, collega Fiano, eri anche presente - e ho chiesto di stigmatizzarlo come precedente, l'ho chiesto più volte, affinché non diventi prassi parlamentare questa barbarie. Adesso venite qui e ci venite anche a fare la morale da professori; anche no, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti, per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Intervento per un richiamo al Regolamento e soprattutto per chiarire le idee all'onorevole Trancassini che, forse, era distratto ma io sono intervenuto nel merito dell'emendamento e ho detto come avrei voluto; dopodiché, ho fatto delle considerazioni - se l'onorevole Trancassini mi consente - che sono nell'ambito della mia lecita possibilità di stabilire che cosa voglio dire, e non quello che pretende lui.

Io, però, vorrei intervenire, signor Presidente, siccome sono stato seduto su quella sedia, in base agli articoli 8, 88 e 89 del Regolamento, per dire che io mi rendo conto che lei, in quella posizione, deve leggere uno speech e dare una risposta. Però, ora mi rivolgo al Presidente di turno perché penso che lo speech che lei ha letto sia imbarazzante ed anche pericoloso, perché apre dei varchi - a mio avviso, ovviamente, è la mia personale opinione - rispetto ai quali il Presidente che, in base all'articolo 8, deve garantire il rispetto del Regolamento, dovrebbe provare un certo imbarazzo. Fare una connessione logica, non prevista da nessuna parte, tra due ordini del giorno e stabilire che, siccome sull'ordine del giorno n. 142 si è fatto in un determinato modo, per non si sa bene quale analogia, non prevista in nessuna riga di quell'ordine del giorno, il secondo ordine del giorno, il n. 154, risponde agli stessi criteri del n. 142 è già un'articolazione fantasiosa di come si applica l'ammissibilità sugli ordini del giorno. Quanto poi al presupposto - lasci perdere se c'è una proroga o non c'è una proroga - lei, per motivare l'ammissibilità del dispositivo dell'ordine del giorno, ha riscritto con un'interpretazione il dispositivo dell'ordine del giorno, che non recava nulla di tutto quello che lei ha detto nello speech. Mi rivolgo al Presidente di turno della Camera, pregandola di portare nella Giunta per il Regolamento questa vicenda, magari dichiarando che non costituisce precedente; lo faremo, semmai, se la Giunta per il Regolamento la vaglierà, perché io ritengo che questa interpretazione sia imbarazzante. Ci sono dei momenti in cui la Presidenza, intesa nel suo complesso, fa più bella figura a dire ‘mi sono sbagliata', piuttosto che cercare di mettere una pezza, che è peggiore del male (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. No, mi hanno informato male, si tratta dell'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega e per dire a quest'Aula che, se un ordine del giorno arriva in quest'Aula, l'argomento è in discussione. A questo punto poi la scelta se votare a favore o contro è una scelta politica, è inutile iniziare a entrare in tecnicismi che servono solo a coprire le proprie mancanze (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Onorevole Sodano, lei ha già parlato, quindi non può intervenire.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per suo tramite riguardo ad alcune affermazioni che ho sentito adesso dall'onorevole Colletti, il quale ha dichiarato che legalizzare la droga pone un problema alla mafia. Noi, come Lega, pensiamo che legalizzare la droga per uso ricreativo ponga un problema a tutti quei padri e a quelle madri che in questo momento cercano di salvare i propri figli dalle maglie della droga (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La Lega è e sarà sempre contro ogni tipo di legalizzazione della droga per uso ricreativo, e chiunque e qualunque tentativo per legalizzare la droga in Parlamento o con qualsiasi altro strumento troverà sulla sua strada un grande ostacolo, che sarà la seria e convinta opposizione alla droga: la droga è morte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Io penso che siano legittime le argomentazioni sollevate dai colleghi Fiano e Giachetti, perché il metodo è importante in un consesso democratico, affinché si arrivi a prendere delle decisioni, fare delle votazioni e, quindi, compiere delle scelte nel rispetto della prassi democratica. Tuttavia, se si crede realmente a questo concetto, bisognerebbe battersi in ogni contesto, perché in questo “decreto Milleproroghe” noi abbiamo visto, sia nel testo del decreto sia negli emendamenti approvati, disposizioni che non hanno nulla a che vedere con le proroghe (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Per cui questo concetto doveva esser formulato prima e ripetutamente, sia in ambito di Consiglio dei Ministri, sia in ambito di Commissione.

Ora, queste argomentazioni vengono fuori su un ordine del giorno che, come è stato detto, non cambierà certo la situazione ma è comunque un atto ed è una prerogativa parlamentare e, fino a quando ci sono, noi dobbiamo utilizzarli. A qualche giorno dalla decisione della Corte Costituzionale, che ha tagliato la richiesta che veniva da oltre 500.000 cittadini di indire un referendum sulla cannabis, il Parlamento ha l'obbligo morale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) di prendere una posizione e di discutere questo argomento e non di rifugiarsi su possibili disapplicazioni del Regolamento o discutere se sia stata depositata una proposta di legge o meno. Sta passando il tempo, la legislatura sta finendo e anche in questa legislatura, nonostante le dichiarazioni dei vari leader politici - mi riferisco anche a Letta e a Conte che si sono detti favorevoli a parlare di questo argomento - non è stato approvato nulla, e mi riferisco al Conte 2! E ora prendetevi la responsabilità e votiamo tutti insieme per vedere in che direzione dobbiamo portare questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Io vorrei un attimo replicare. Ho sentito il collega della Lega dire che essi sono contro ogni droga, tutte le droghe, ma io vorrei ricordare che in questo provvedimento abbiamo prorogato di tre anni la sperimentazione delle droghe sugli animali. Allora, siete contro le droghe però proroghiamo!

Al di là di questo tema, siamo da quattro ore, da quasi quattro ore a discutere di ordini del giorno e sentiamo persone che si dichiarano d'accordo sul tema ma non votano a favore, perché pensano che non si risolvono i problemi con gli ordini del giorno. Ma perché il Parlamento è qui, da quasi quattro ore, a discutere di ordini del giorno, se poi crediamo che in realtà non siano importanti e non abbiano valenza? Allora aboliamoli, con la rivisitazione del Regolamento della Camera, e basta!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/154 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Abbiamo ancora, in quanto accantonato, l'ordine del giorno n. 9/03431-AR/15 De Toma.

Chiedo al Vice Ministro Castelli se possa darci lumi rispetto al parere su questo ordine del giorno.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Sì, Presidente. Per ribadire che il Governo propone al presentatore la formula “a valutare la l'opportunità di”, spiegando e comprendendo perché in questi anni si è voluta fare una norma con una grande maggioranza che ha scelto una strada che, purtroppo, in questo momento, un TAR in particolare ha messo in discussione e che sta creando anche, come lo stesso collega sa, problemi sul territorio. Quindi, il motivo per cui non può essere un accoglimento secco - pur comprendendo le motivazioni, perché l'ordine del giorno è in linea con quello che il Governo ha approvato - è la necessità di trovare una via d'uscita anche normativa, che possa in qualche modo superare la situazione attuale. Per questo motivo siamo al lavoro su questo fronte e le ribadiamo che per solo per questo motivo la riformulazione è “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, ho bisogno di sapere se accetta la riformulazione, perché il suo tempo è scaduto…

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, sull'ordine del giorno precedente…

PRESIDENTE. Mi dica.

TOMMASO FOTI (FDI). Nel nostro gruppo si è registrato un errore nella votazione, da parte dell'onorevole Mantovani, che deve intendersi espressa in senso negativo.

PRESIDENTE. Ne prendiamo nota sicuramente. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, non intendo accettare la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Prima era: “a valutare di porre in essere”. “A valutare”: continuiamo a valutare.

Io continuo a ribadire un principio che era inserito nelle premesse e che rileggo: nonostante la Commissione europea non abbia avviato alcuna procedura di infrazione al diritto comunitario in relazione alle disposizioni nazionali di rinnovo per le concessioni di posteggio per l'esercizio del commercio su aree pubbliche. Allora, da una parte, l'Europa ci dice che non c'è nessun problema e che possiamo andare avanti. Dall'altra parte, abbiamo due Governi, il Governo “Conte 1” e il Governo “Conte 2”, che ci indicano esattamente la strada e il percorso con riferimento al commercio su aree pubbliche. Poi, a un certo punto, cosa succede? Un comune, il comune di Roma, stabilisce di sentire un parere; un parere! Questo parere non può condizionare il lavoro dell'Aula, perché, se noi siamo qua dentro e ci stiamo per lavorare, penso sia per dare un servizio, nello specifico, a una categoria che chiedeva semplicemente di potere rinnovare le concessioni con delle condizioni. Quindi, ciò è stato permesso nel 2018 e nel 2020. Ora dobbiamo appellarci semplicemente all'interpretazione del TAR. Ma stiamo scherzando? Ma qua come lavoriamo? Ma che atteggiamento è? “A valutare l'opportunità di” cosa? Non è possibile accettare una situazione del genere! Lo dico ovviamente come referente, come persona parte in causa di quel percorso che è stato fatto, ma soprattutto come partito di Fratelli d'Italia, che non accetta di porre una categoria in condizioni di essere presa in giro per l'ennesima volta. Quindi, dico “no” a questa riformulazione, per quanto riguarda l'impegno. Presidente, io pretendo che l'ordine del giorno sia messo al voto.

PRESIDENTE. Certo, non c'è dubbio. L'onorevole De Toma, quindi, non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/03431-AR/15.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/03431-AR/15 De Toma, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto sul provvedimento in esame. Tuttavia, poiché la sospensione della parte antimeridiana della seduta è prevista per le 13,30 e le iscrizioni in dichiarazioni di voto sono tali da superare in modo significativo tale limite temporale, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intendo esplicitare la posizione che terremo nella riunione dei presidenti di gruppo, da qui a poco, con riguardo alla voce che sta circolando. A fronte della richiesta fatta una settimana fa alla Presidenza della Camera e al Governo, di spiegare che cosa stava accadendo e quale fosse il ruolo del Governo nella vicenda della crisi tra Ucraina e Russia, circola la voce che il Presidente Draghi non interverrà.

Allora, io credo sia utile richiamare un fatto che deve essere acclarato. Noi abbiamo un Governo che si regge sulla presunta autorevolezza internazionale del Presidente Draghi. L'Italia in questi giorni, a fronte di una crisi internazionale che ha visto la Gran Bretagna, la Francia e la Germania avere un ruolo, è scomparsa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, il Presidente Draghi dovrebbe venire a spiegare, in quest'Aula, a questo Parlamento, qual è la ragione per la quale non ha inteso spendere la sua presunta autorevolezza. Perché delle due l'una: o la presunta autorevolezza è presunta, oppure non la sta spendendo e il Parlamento credo ne debba conoscere le ragioni.

Non metto in discussione l'autorevolezza - forse discussa e discutibile - del Ministro degli Affari esteri Di Maio, ma, certamente, in una vicenda di questa portata e di questa natura, il Parlamento italiano ha il diritto di conoscere il pensiero di colui che sintetizza l'azione del Governo tutto e, quindi, del Presidente Draghi.

Lo riporteremo nella riunione dei presidenti di gruppo, ma preferivo dirlo in anticipo, in modo tale da coinvolgere anche le altre forze politiche in una riflessione che non sia umiliante verso le Camere, tentando di escludere la possibilità che chi davvero può incidere su questa vicenda fugga al dibattito parlamentare e, soprattutto, per accogliere gli indirizzi eventualmente espressi dalle forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Butti, Casa, Cavandoli, Colletti, Covolo, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Magi, Marattin, Marin, Mura, Paita, Perantoni, Serracchiani, Raffaele Volpi e Zanettin sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 114, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario.

PRESIDENTE. Comunico che in data odierna il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario il deputato Antonio Zennaro, in sostituzione del deputato Massimo Bitonci, dimissionario.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3431-A/R.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3431-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la deputata Elisa Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Io vorrei chiederle cosa ci stiamo a fare ormai qui, cosa stiamo facendo qui noi parlamentari considerato che si è chiesta l'ennesima fiducia su un provvedimento così importante e, ancora una volta, viene, quindi, ridotto e svilito il ruolo del Parlamento. Forse si pensa che siamo qui solo a dire “si” o “no”, a ratificare, senza poter confutare, senza poter dare il nostro contributo, senza poter svolgere quel ruolo per cui siamo stati eletti. “È cruciale il ruolo del Parlamento, come luogo della partecipazione, il luogo dove si costruisce il consenso attorno alle decisioni che si assumono”. Forse vi ricorderete di queste parole, perché proprio qui, in quest'Aula, il Presidente Mattarella, con queste stesse parole, sollecitava un maggior coinvolgimento del Parlamento nelle scelte legislative, come, tra l'altro, previsto anche dalla nostra Costituzione. Ma come fa un Governo che praticamente è sostenuto da quasi tutti, da una maggioranza enorme, a chiedere così tante fiducie?

Mi lasci anche evidenziare la discutibile gestione, da parte della maggioranza e del Governo, della conversione di questo provvedimento. È già stato detto, però è una gestione davvero poco trasparente dal punto di vista metodologico, con un iter travagliato, fatto di aggiunte last minute, di Commissioni convocate a notte fonda, di un Governo che “va sotto” quattro volte in Commissione, di decisioni prese in modo poco limpido, di emendamenti dichiarati inammissibili e poi diventati ammissibili e approvati così, senza alcuna spiegazione, ma anche di emendamenti che non si sono potuti discutere. Infatti, sapevamo che sarebbe stata posta la questione di fiducia e che, quindi, la discussione sarebbe stata compressa. Dunque, non solo non si sono potuti discutere tutti gli emendamenti, si va ormai, per prassi, per segnalati, ma neanche tutti gli emendamenti segnalati si sono potuti discutere. Io ero in Commissione quando ho chiesto espressamente di poter votare l'emendamento 4.9, sul finanziamento dei metodi per la ricerca alternativa senza uso di animali e, nonostante fosse un emendamento segnalato e nonostante fossi in Commissione e avessi chiesto di metterlo in votazione, non si è potuto metterlo in votazione. Sparito, così, dalla discussione, senza un confronto e senza una ragione!

Entriamo nel merito del provvedimento. Ci sono motivi seri per i quali abbiamo scelto, noi di Europa Verde, di votare contro questo decreto e vi diamo conto di alcuni di questi motivi. Ovviamente, troviamo assurda e vergognosa la proroga di 3 anni, un'ulteriore proroga, che va avanti dal 2014, dell'entrata in vigore del divieto di sperimentazione sugli animali per droghe, alcol e fumo e degli xenotrapianti. Un continuo rinvio di oltre 11 anni praticamente. È una vera presa in giro delle istituzioni verso se stesse, che continuano ad autorizzare queste pratiche tanto crudeli quanto anche inutili. Esistono, infatti, ormai alternative e lo sappiamo e inoltre, come dicevo in precedenza, non mettendo neanche in votazione quell'emendamento che avevo chiesto non si sono neanche rifinanziati con un euro i fondi per una ricerca senza uso di animali (la ricerca alternativa).

Un altro tema su cui si torna indietro è quello dell'utilizzo dell'olio di palma nel diesel. La promessa dello stop del 2023 viene meno. Tuttavia, ogni due secondi nel mondo una foresta grande quanto un campo di calcio viene rasa al suolo. L'80 per cento della distruzione delle foreste è causata dalla produzione intensiva di olio di palma e di altre materie prime. Quindi, non stiamo importando materie prime; stiamo importando deforestazione, ma ci mettiamo in bocca parole come transizione ecologica e altre locuzioni pop, che non si curano della distruzione delle foreste per l'olio di palma ma ci fanno sembrare sensibili al tema. Questo si chiama greenwashing.

Poi, puntuali come ogni anno, ritroviamo sempre una marea di provvedimenti che nulla c'entrano con il “Milleproroghe” (l'abbiamo già detto). Ovviamente, tra questi non poteva mancare un grande favore alla lobby del colosso del tabacco. Ebbene, alla British American Tobacco, la multinazionale del fumo che sta impiantando un suo presidio industriale in provincia di Trieste, viene autorizzata la vendita di un nuovo prodotto a base di nicotina, in sacchetti da mettere direttamente sotto le labbra. Una novità su cui il Parlamento non ha potuto discutere. Il Parlamento dovrebbe essere informato, se non altro, almeno sugli aspetti sanitari, ma sapienti manovre hanno evitato qualunque ostacolo, includendo la pratica in questo “decreto Milleproroghe”. Senza discussione pubblica e senza dibattito parlamentare, si apre e si regolamenta un intero settore, quello delle bustine di nicotina.

Nel decreto troviamo anche misure condivisibili come il tanto sollecitato bonus psicologo, sparito dalla legge di bilancio e ora reintrodotto anche se come un intervento, appunto, di risposta estemporanea e di carattere emergenziale piuttosto che come un intervento strutturale in grado di potenziare veramente l'assistenza a tutela della salute mentale. Ma il problema, purtroppo, resterà se non ci sarà seguito, perché il crescente disagio registrato nel nostro Paese a causa della pandemia e dei fenomeni collegati non si esaurirà con un bonus.

Ma tra quello che c'è di positivo e quello che c'è di negativo, fortunatamente c'è anche qualcosa che non c'è. Infatti, non è stato approvato l'articolo che prevedeva una rivisitazione della norma sull'utilizzo di una parte dei fondi sequestrati per l'ex Ilva, la cui destinazione rimane da destinare per le bonifiche. Fa rabbrividire - fa davvero rabbrividire - che vi siete trovati a un passo dall'accettare che le risorse destinate alle bonifiche delle aree contaminate dello stabilimento ex Ilva di Taranto venissero dirottate a scopi diversi dagli interventi necessari.

In questo delicato momento i cittadini hanno bisogno di risposte e di azioni concrete da parte delle istituzioni e questo provvedimento a nostro avviso, nonostante alcune misure decenti e alcune proroghe utili, per i motivi precedentemente esposti è un'altra occasione sprecata per fare gli interessi dei cittadini e delle cittadine, dell'ambiente e degli animali, così come dell'idea stessa di equità e di buona politica. Per questi motivi noi di Europa Verde - Verdi Europei voteremo contro questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Doriana Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Colleghi, ci risiamo. Ancora una volta, come ogni anno, arriva il “Milleproroghe”. Il “Milleproroghe” è un'anomalia tutta italiana, perché in nessuno dei principali Paesi europei sono emanate leggi e poi puntualmente, a fine anno, viene varato un decreto per prorogarne l'entrata in vigore. Negli anni Novanta avveniva sì, ma occasionalmente, mentre dal 2001 questa prassi si è consolidata ed è divenuta un appuntamento fisso. Nel 2001 il decreto conteneva solo nove articoli; successivamente, gli articoli sono divenuti talvolta 40 o addirittura 82, come nel 2020. Una deriva, a mio avviso, evidente.

Sebbene sia comprensibile che tra l'emanazione di una norma e la sua entrata in vigore debba esserci un tempo, una gradualità, mi chiedo perché il legislatore italiano, che avrebbe la facoltà di prevederla negli stessi articoli della legge in questione, commetta troppo spesso l'errore di fissare termini irrealistici o non applicabili e debba ricorrere, quindi, non sempre, a mio avviso, necessariamente, a proroghe successive. Potrebbe essere condivisibile, in un momento di emergenza come questo, varare un decreto nel quale vengano rinviate alcune scadenze, come avvenne con il decreto del 2021 con la proroga per gli adempimenti di natura tributaria o per l'accesso alla cassa integrazione in deroga. Altro, invece, è usare questo strumento come una consuetudine per rispondere alle necessità dei vari partiti o dei portatori di interesse. Ci troviamo di fronte a testi oltremodo eterogenei che, spesso, non rispondono al criterio di necessità e urgenza che sarebbe un principio fondante, almeno teoricamente, di tutti i decreti-legge.

Quindi, come da prassi arriva il “Milleproroghe”, ennesimo decreto-legge omnibus nel quale, oltre a inserire inspiegabili elargizioni, viene rinviata, non di 6 mesi o di 1 anno ma, spesso, anche di 10 anni, l'entrata in vigore di una norma. Questo riguarda, ad esempio, un tema che mi sta molto a cuore, ossia la ulteriore proroga della norma che stabilisce il divieto, nell'ambito della sperimentazione animale, dell'uso degli animali nella ricerca sulle sostanze d'abuso e negli xenotrapianti. Si tratta di un divieto introdotto nella legge di delegazione europea del 2013 che ha stabilito i criteri di delega tradotti successivamente nel decreto legislativo n. 26 del 2014 sulla protezione degli animali utilizzati a scopo scientifico. Il legislatore aveva già differito di un triennio, ossia al 1° gennaio 2017, l'entrata in vigore del divieto. Poi, grazie al “Milleproroghe”, il primo rinvio al 2020, poi al 2021 e, ancora, con la legge europea 2019-2020, a giugno 2022. Ora, nuovamente grazie a un “Milleproroghe”, andiamo al luglio 2025, ossia 11 anni, come ha detto anche la collega, dopo il decreto legislativo del 2014. La decisione di quest'ultimo rinvio è stata presa in Parlamento, nel passaggio presso le Commissioni referenti, con il parere contrario del Governo. Come parlamentare, non contesto questo aspetto che richiama la centralità dell'attività legislativa delle Camere, sin troppo poco espressa durante questa legislatura. La mia è una posizione molto critica sulla proroga in questione e sulle motivazioni che ha addotto chi l'ha sostenuta.

In sede di discussione generale, ho sentito parlare della necessità di rinviare per non tenere fuori i ricercatori dall'importante ricerca nell'ambito degli xenotrapianti, una ricerca così importante per la quale già la relazione illustrativa del decreto-legge di 2 anni fa segnalava come, in tutta Italia, non ci fosse alcuna ricerca in corso, né alcuna richiesta di attuarla. Non sono i divieti che bloccano questo tipo di sperimentazione, bensì le difficoltà legate alla trasmissione di malattie infettive, magari con virus a noi sconosciuti, e le evidenti problematiche di rigetto, nonostante l'uso di animali geneticamente modificati. Inoltre, oltre alle donazioni, esistono altri fronti alternativi della ricerca per incrementare le risorse di organi per il trapianto, come, ad esempio, il bioprinting, la stampa in 3D degli organi, che ha già dato risultati interessanti nel riprodurre strutture vascolari, come vene o arterie. Nessuno, quindi, sottovaluta la grande importanza e la necessità di trapianti che, ogni anno, in Italia, salvano la vita a migliaia di persone, ma gli xenotrapianti non sono la strada giusta in cui investire risorse. In realtà, in Italia – Presidente, lo dico per suo tramite i colleghi -, non sarebbero solo i problemi etici o i divieti a non far decollare questo tipo di ricerca, ma gli ingenti costi che il nostro Paese non sosterrebbe e che, in realtà, non sostiene in nessun campo della ricerca. Altra assurda motivazione addotta, Presidente, è la solita strumentale confusione tra la ricerca di base sulle sostanze di abuso – alcol, nicotina, droghe - e la ricerca per l'immissione in commercio di farmaci e vaccini che non sarebbe affatto limitata dall'entrata in vigore dei divieti in questione, in quanto norme nazionali e internazionali impongono – purtroppo, a mio avviso - l'uso degli animali nella fase 1 della sperimentazione, obbligatoriamente; e l'Italia non è da meno.

Ritornando al “decreto Milleproroghe”, con l'esempio appena fatto, che riporta un caso specifico, ma potrebbe essere esteso a decine di casi, si comprende che non è più uno strumento atto a rinviare di pochi mesi o, al massimo, di 1 anno, qualche errore tecnico di programmazione fatto dal legislatore o qualche necessità o urgenza sopravvenuta per particolari criticità impreviste.

È divenuto, invece, lo strumento attraverso il quale i portatori di interesse riescono a coagulare maggioranze parlamentari per cambiare le leggi vigenti, evitando una discussione approfondita e più chiara agli occhi dei cittadini e delle cittadine.

Per tutte le considerazioni di merito e di metodo sin qui esposte, annuncio il voto contrario a nome mio e delle colleghe della componente Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Noi votiamo a favore di questo “decreto Milleproroghe” che, oltre a essere un prezioso strumento per intervenire sulle carenze e sui ritardi normativi, come tradizionalmente viene utilizzato, in questa occasione è fortemente contraddistinto dall'emergenza sanitaria, a causa di questa maledetta pandemia che ci ha travolto, ed è condizionato anche - come dicevamo in occasione della dichiarazione di voto sulla fiducia, nella giornata di ieri - dal PNRR, perché si tratta della più importante quantità di risorse che abbiamo a disposizione per riuscire a dare una mano, un sostegno all'economia, con 222 miliardi. Inevitabilmente, il decreto-legge si dedica a questo aspetto, dando risposte certamente molto importanti. Ne elenco alcune, le più significative per quanto ci riguarda.

Nella pubblica amministrazione è prevista la proroga per le procedure di assunzione nell'ambito universitario, scolastico, delle Forze armate, delle Forze di Polizia e dei Vigili del fuoco. Nell'ambito della giustizia, viene prorogata la possibilità delle udienze da remoto e della trattazione scritta nelle udienze dei processi. In sanità, strumento importantissimo, vi era stata la possibilità di svolgere incarichi professionali da parte del personale sanitario in pensione o dei laureati in medicina, ma ancora in fase di specializzazione. È stato uno strumento importante, che ha dato una grande mano in occasione dell'emergenza sanitaria e ancora oggi risulta prezioso. Poi, per il lavoro e le imprese - ambiti ai quali siamo particolarmente sensibili - vengono previste la proroga della possibilità di utilizzare la cassa integrazione per aziende di interesse strategico con meno di 1.000 dipendenti e la proroga per gli aiuti di Stato europei. È confermata la garanzia sui prestiti alle imprese. Inoltre, vengono prorogate la rateizzazione riferita alle cartelle esattoriali e la possibilità per i comuni di utilizzare le risorse inutilizzate nel 2021 a fini della diminuzione della TaRi. Sono strumenti che, nell'ambito del lavoro e delle imprese, ci sono stati indicati come molto importanti e siamo soddisfatti che siano entrati nel “Milleproroghe”. Nell'ambito del sociale, vengono previsti 100 milioni di euro per il fondo di assistenza per alunni disabili. Inoltre, siamo stati particolarmente decisivi e determinanti nella proroga del limite di 2.000 euro per l'uso del contante, dialogando con colleghi e facendo convergere molti deputati. È vero, il Governo si era espresso con parere contrario, ma noi, che siamo assolutamente fieri sostenitori del Governo, non rinunciamo a quello in cui crediamo e, in questo caso, ci crediamo particolarmente, perché, a costo zero, lo Stato ha la possibilità di aiutare uno dei comparti economici che maggiormente ha subito le conseguenze della pandemia, ovvero il mondo del commercio. Crediamo, tra l'altro, che il Governo su questa misura avesse una un'affezione molto meno importante, rispetto ad altri giudizi, perché il tema del limite al contante era stato voluto dal Governo precedente al Governo Draghi e credo che non sia uno degli strumenti più strategici di questo Esecutivo. Invece, consideriamo un errore e non abbiamo condiviso la votazione dell'emendamento in Commissione che, contro il parere del Governo, ha tolto risorse previste per il lavoro di adeguamento sanitario ed ambientale dell'Ilva.

Qui, sì, che c'era stato un lavoro importante del Governo da parte del Ministro Giorgetti ed erano stati previsti 575 milioni di euro per questo tipo di attività.

Sempre per quanto riguarda il nostro lavoro, siamo particolarmente orgogliosi di aver sostenuto, in modo decisivo, l'emendamento Lapia sull'oncologia pediatrica; è veramente un gesto importante di vicinanza ai piccoli colpiti da malattie oncologiche.

Quello che ho raccontato fino adesso dimostra che l'iter del decreto in Commissione è stato particolarmente travagliato; non ci siamo neanche fatti mancare sedute notturne che sono terminate alle quattro di mattina. Per questo, ringrazio il Governo, qui rappresentato dal viceministro Castelli, il sottosegretario Bergamini, punti di riferimento prezioso durante i giorni di lavoro, come i relatori, la collega Torto e la collega Simona Bordonali, sicuramente indispensabili presenze in Commissione.

Ovviamente in questa attività parlamentare è emerso il fondamentale contributo dell'attività di tutti i colleghi in Commissione; l'approvazione di 312 emendamenti, di cui solo 3 del relatore e 46 dell'opposizione, dimostra che l'evocata centralità, da parte del Presidente Mattarella e del Presidente Draghi, della Camera e del Senato, in questo caso, è stata assolutamente affermata nei fatti e nell'operatività e il confronto parlamentare è determinante per la democrazia e per migliorare i provvedimenti.

In queste ultime ore, abbiamo avuto però l'occasione di fare un appello al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, nel suo ruolo fondamentale di ascolto e di sintesi, ovvero di rafforzare il più possibile il dialogo con le forze politiche rappresentate in Parlamento perché, solo con questo metodo, si evitano gli incidenti di percorso che possono esserci stati con riferimento ai pareri del Governo e, soprattutto, si può raccogliere il punto positivo e propositivo che il Parlamento propone.

Comunque, alla fine, la maggioranza si è compattata intorno ad un comune obiettivo che credo sia veramente ben sintetizzato nel decreto “Milleproroghe”, ovvero dare risposta agli italiani in difficoltà e ai molti settori in crisi che meritano, dopo tanti sacrifici e fatiche, uno Stato all'altezza del momento difficile che stanno e stiamo vivendo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi quest'Aula è riunita per approvare un provvedimento qualificante per questa legislatura non solo a livello di contenuti ma anche sotto il profilo del lavoro parlamentare, ravvivatosi sulla scia della responsabilità che tutti, nonostante i retroscena, abbiamo dimostrato nei confronti dei nostri territori e delle nostre comunità. Un prolungamento della legge di bilancio che non prevede unicamente proroghe di termini legislativi, come, ad esempio, quelle che riguardano le assunzioni e i concorsi, ma numerose norme sostanziali sul fronte sociale ed economico. Risultati - aggiungerei - raggiunti grazie alla volontà del Governo e in forza del lavoro nelle Commissioni. In prima istanza, rilanciando il messaggio della collega Lapia nella giornata di venerdì, voglio sottolineare ancora una volta il grande obiettivo centrato sul fronte dell'oncologia pediatrica, il compimento di un percorso di sensibilizzazione, portato avanti per anni, con il fine di aiutare le associazioni del Terzo settore, impegnate a supportare le famiglie e i pazienti, colpiti da una terribile malattia. E poi le proroghe riconosciute in campo agricolo, come la possibilità per le aziende del settore di accedere fino alla fine dello stato di emergenza ad aiuti, benefici e contributi finanziari, insieme all'allungamento dei tempi per presentare le domande di intervento a favore delle imprese agricole, danneggiate dall'infezione di Xylella.

E ancora le norme sulla mobilità, utili a potenziare le politiche di sostegno per i porti, sul trasporto pubblico locale e il trasporto marittimo, la proroga dei contratti per il personale sanitario militare, la protrazione degli incentivi a favore del biogas agricolo, lo strumento del bonus psicologo per iniziare ad affrontare il disagio post pandemia che ha colpito soprattutto le giovani generazioni. Per chiudere questa breve carrellata di alcune delle misure contenute nel “Milleproroghe”, è utile fare riferimento alle attività economiche che potranno beneficiare dei regimi di aiuti adottati dagli enti territoriali.

In sede di discussione del “decreto Milleproroghe”, ho presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 21; la disposizione normativa, prima della sua abrogazione nelle commissioni congiunte affari costituzionali e bilancio, prevedeva una serie di modifiche a disposizioni che riguardano la destinazione delle risorse finanziarie, derivanti dai fondi sequestrati e acquisiti dalla società Ilva Spa, destinando le stesse anche all'ulteriore finalità di decarbonizzazione ed elettrificazione del ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico di Taranto.

Il punto di partenza della norma soppressiva da me proposta è relativo anche alla presenza - passatemi il termine - poco armonica di tale articolo all'interno del decreto. Una norma così impattante e decisiva sul fronte delle bonifiche non avrebbe dovuto essere inserita in un atto che, per quanto eterogeneo, non costituiva la cornice ideale per una trattazione serena e compiuta del tema, il quale merita maggiore approfondimento e confronto. Infatti, anche in sede di riformulazione, la mia linea è sempre stata cautelativa e mai ideologica. La medesima posizione però non è possibile estenderla alle altre forze politiche di maggioranza che, a mio parere, al di là della soddisfazione sull'esito, non hanno dimostrato di lavorare per gli interessi di Taranto e dei cittadini. Non ho mai parlato di scippo a scapito delle bonifiche ma solo di rischio, ossia il pericolo che le stesse avrebbero potuto arrestarsi senza centrare l'obiettivo di tutela ambientale e della salute dei cittadini. Per me il percorso parlamentare sull'articolo 21 si è rivelato una vera e propria questione morale, perché non accogliere la nostra corale richiesta avrebbe significato assestare un duro colpo alla città, soprattutto tenuto conto di come la vicenda ex Ilva è stata gestita fino ad ora.

Come ho già avuto modo di dire, mi auguro che, d'ora in avanti, il Governo tenga in conto che Taranto è una bomba pronta ad esplodere, dove i cittadini, le varie componenti attive a livello sociale e i rappresentanti locali non intendono più trattare o, peggio, accettare ribassi e rallentamenti sulla tutela della salute e dell'ambiente.

Voglio evidenziarlo: la mia non è una posizione strumentale, ma si basa sui fatti, dato che, come anche i commissari straordinari hanno avuto modo di ribadire nel corso delle audizioni svolte sul “Milleproroghe”, le operazioni di bonifica all'interno del siderurgico del capoluogo ionico sono talmente complesse e non prive di sorprese in fase operativa che il Governo non avrebbe potuto fare affidamento sulle risorse, non ancora allocate, per destinarle alla decarbonizzazione. In conclusione, permettetemi un inciso politico: con la medesima integrità che ho utilizzato nell'incipit dell'intervento, quando ho riconosciuto lo sforzo parlamentare, sento il dovere di sottolineare come l'iter del “Milleproroghe” sia stato a tratti caratterizzato da alcune battaglie simboliche, capaci di creare tensioni fra i partiti di maggioranza e tra questi e l'Esecutivo. Qualcuno fuori da quest'Aula si è anche chiesto se, d'ora in avanti, le dinamiche che abbiamo vissuto e subito nelle Commissioni affari costituzionali e bilancio si ripeteranno ogni qualvolta ce ne sarà occasione. Dal canto mio, mi auguro che, in particolare, le forze politiche che compongono la maggioranza non disattendano il mantenimento dell'unità nazionale, che poi è lo scopo principale del nuovo corso quirinalizio, insieme al dovere di cogliere e rilanciare la progettualità che fonda il PNRR.

Comprendo e riconosco, anche se non condivido, l'istinto elettorale di alcuni ma stiamo attenti a non trasformare la dialettica politica e il sano confronto fra Governo e Parlamento in contestazioni fini a se stesse, solo per nascondere contraddizioni di gruppo e mire elettorali. Fatta questa doverosa chiusura, a nome della componente Centro Democratico esprimo convintamente il voto favorevole al provvedimento, con la consapevolezza di esserci orientati, anche questa volta, dalla parte della serietà istituzionale e del rispetto nei confronti del Paese e dell'Esecutivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito del provvedimento in esame, mi permetto di aprire questo mio intervento con due off-topic.

Esattamente un anno fa in Congo, per un tentativo di rapimento a scopo estorsivo finito male, perdevano la vita il nostro ambasciatore Luca Attanasio e la sua guardia del corpo, il carabiniere Vittorio Iacovacci (Applausi). Colleghi, io ritenevo doveroso ricordare in occasione dell'anniversario della scomparsa la figura di questi due fedeli servitori del nostro Paese.

Il secondo off topic, invece, riguarda un accadimento lieto, devo dire; dopo sette mesi di chiusura, il 19 febbraio scorso è tornato in edicola un quotidiano storico per il Sud, ovvero La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha sede a Bari e che dopo 133 anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il 1° agosto del 2021, aveva cessato le pubblicazioni, a causa naturalmente del fallimento delle due società editrici proprietarie della testata. Naturalmente, con molta gioia, io auguro al direttore Oscar Iarussi e a tutti i suoi collaboratori un proficuo e libero lavoro di informazione ed opinione.

Ma veniamo al merito della questione. Io preannuncio il mio voto favorevole al provvedimento “Milleproroghe” che, storicamente, com'è nella natura stessa di questo articolato, contiene misure che danno risposte alle domande urgenti provenienti da tanti settori della nostra economia provata da questa durissima emergenza pandemica. Il sottoscritto ha presentato alcuni emendamenti su diverse questioni nelle Commissioni preposte, qualcuno accolto, qualcuno respinto, qualcuno assorbito. Io devo dichiararmi molto soddisfatto per un mio emendamento accolto, precisamente il 5.01, il cui dispositivo adesso è parte integrante del testo del provvedimento. Era un emendamento che riguardava il nostro futuro, cioè la scuola. L'articolo 1, comma 960, della legge di bilancio approvata il 30 dicembre 2020 prevedeva 25 mila nuove cattedre di sostegno, suddivise in un triennio: 5 mila per l'anno scolastico 2021-2022, 11 mila per il 2022-2023 e 9 mila per il 2023-2024, ma, parafrasando Massimo D'Azeglio, fatte le cattedre bisogna fare gli insegnanti o, la dico meglio, istituite le cattedre, bisogna nominare gli insegnanti.

Io, a dir la verità, da due anni, interloquisco con coloro che vivono quotidianamente le problematiche della scuola, soprattutto relative al sostegno didattico, con le maestre e i professori che sono riuniti nel Movimento Nazionale Docenti di Sostegno, MoNDoS. È stata mia cura, senza sosta - non ci siamo mai fermati -, procedere al tentativo di presentare emendamenti dedicati al sostegno in ogni provvedimento teso alla ripartenza e alla crescita del nostro Paese e, tra l'altro, non nascondo che ho chiesto spesso ai colleghi del Senato di presentare proposte emendative in tal senso, quando l'esame dei provvedimenti prendeva l'avvio da quel ramo del Parlamento, ed è per questo che mi preme ringraziare per la preziosa condivisione del percorso di civiltà il senatore Ricardo Merlo, il senatore Francesco Verducci e il deputato Lorenzo Fioramonti, perché – di questo io sono sempre fortemente convinto -, al di là del simbolo partitico e dell'orientamento politico, quello che è davvero importante è il conseguimento di un obiettivo che vada verso il bene della collettività, di questo sono assolutamente persuaso.

Ora, per andare nello specifico, l'approvazione da parte delle Commissioni riunite affari costituzionali e bilancio dell'emendamento a mia firma rappresenta la prima pietra, costituisce il primo passo di un cammino virtuoso che mira alla risoluzione dell'emergenza sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado. Io ritengo - ed è provato dai fatti - che questo provvedimento sia stato atteso da troppo tempo dalle studentesse e dagli studenti con disabilità, titolari di diritti costituzionali non negoziabili e, soprattutto, sia stato atteso per troppo tempo dalle loro famiglie che sono custodi del progetto di vita dei loro figli e sia stato atteso per troppo tempo dalle maestre e dai professori specializzati sul sostegno.

Ora, naturalmente, è tempo di lavorare per l'aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze, per ottimizzare l'efficacia del provvedimento. I docenti di sostegno hanno il diritto di essere messi in cattedra con modalità che risolvano il problema della sperequazione territoriale degli organici di diritto. Induce a una profonda e operativa riflessione il dato delle 65 mila cattedre di sostegno in deroga rilevate nel settembre 2021, peraltro cresciute di numero negli ultimi mesi. Io auspico il sostegno di tutti, affinché nel più breve tempo possibile l'emergenza sostegno venga ridimensionata fino alla sua completa soluzione. Ho ribadito altre volte in quest'Aula che la nostra stella polare in questo ambito deve essere la stessa che ci ha guidato in questi anni e cioè che nessuno rimanga indietro, nessuno deve rimanere indietro.

Avevo anche presentato emendamenti per la proroga dei termini di assunzione dei lavoratori socialmente utili che sono stati assorbiti da un emendamento simile, proposto da altri colleghi, ma come sostengo sempre e ho affermato poco fa l'importante è il risultato finale. Quindi, ne sono lieto; evidentemente la presentazione di così tanti emendamenti su un tema specifico come quello dei lavoratori socialmente utili ha dato la misura di quanto la questione fosse sentita e percepita nel Paese. Pertanto, sono stati prorogati sia i termini sia per le stabilizzazioni che quelli per le convenzioni tra il Ministero del Lavoro e le regioni per l'utilizzazione dei cosiddetti LSU. Adesso tocca alle amministrazioni che li utilizzano.

Avviandomi alla conclusione, vorrei segnalare il grandissimo disagio, lo segnalo perché veniamo sollecitati in questo senso -, disagio che è diventata emergenza, degli autotrasportatori che vivono un momento di enorme difficoltà a causa del caro carburante e del lievitare dei costi. In Italia, è noto, l'80 per cento delle merci viaggia su gomma e il costo del trasporto è in perdita e i costi aggiuntivi dovuti all'aumento del prezzo del carburante non vengono riconosciuti ovviamente dalla committenza. Si è arrivati al paradosso che diverse imprese stanno rimettendo in strada vecchi automezzi, vecchi veicoli a gasolio, per poter in qualche modo contrastare il vertiginoso aumento del gas naturale liquefatto. Ora, le proteste degli operatori del settore stanno portando al blocco del lavoro, come dire: meglio fermare tutto che lavorare in perdita, dicono questi soggetti, a ragione, ma stanno portando anche ad azioni più eclatanti, come il blocco della circolazione su alcune strade. Per esempio, mi giunge notizia della Puglia, del mio territorio, ma tali notizie arrivano ormai da tutta Italia e, tra l'altro, pare che lunedì prossimo questi lavoratori, questi operatori riusciranno a realizzare un presidio di protesta fuori da questo palazzo, in piazza Montecitorio, a meno che non si raggiunga un accordo; comunque devo dare atto che la sottosegretario Bellanova è molto attiva in questo senso.

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Mi avvio a concludere; io comprendo che le criticità prodotte in gran parte dell'emergenza pandemica siano innumerevoli e di certo non manca la volontà da parte del Governo e delle istituzioni di portarle a soluzione, per questo motivo, come membro della Commissione trasporti, sono a disposizione delle rappresentanze di categoria per evidenziare le loro istanze nelle sedi istituzionali, nel comune impegno di trovare soluzioni in tempi rapidi.

In conclusione, il “Milleproroghe” contiene molte iniziative che danno risposte a richieste specifiche della collettività e per questo motivo avrà il voto favorevole della componente che rappresento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raphael Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Purtroppo, per l'ennesima volta da quando vi siete insediati al Governo ci tocca intervenire su un decreto su cui è stata posta la questione di fiducia. Ormai, avete demolito ogni record in negativo, ovviamente.

La scorsa settimana siete riusciti a mettere addirittura due fiducie, questo è veramente un record. Veramente, colleghi, ogni tanto penso che qualcuno di voi abbia problemi di personalità, perché non è possibile che questa sia la stessa Aula che, solo il mese scorso, si sperticava le mani ad applaudire il Presidente Mattarella, quando parlava di centralità del Parlamento e, poi, vi comportate così, senza permettere il dibattito, senza permettere gli emendamenti in Aula, senza avere un processo totalmente democratico. E, allora, per l'ennesima volta, di nuovo, parliamo di un decreto che è stato discusso poco, male e di notte, perché gli unici spazi di discussione sono andati avanti fino alle 4 di notte. Non è una cosa che si fa in una democrazia, non va bene.

Questo è l'ennesimo decreto-legge che avete infarcito di marchette e regali ai vostri amici; ci sono anche cose da poco, per carità, tipo 50 mila euro al comune di Milano. Io voglio capire perché un comune, che ha un bilancio di miliardi, debba avere un finanziamento di questo tipo da parte dello Stato e del bilancio nazionale. È una cosa inaudita. E non parliamo della marchetta per eccellenza fatta alla lobby del tabacco, a cui è stato congelato l'aumento delle accise, ne ha parlato prima il mio collega Raffaele Trano, in maniera molto estesa e puntuale. Questa cosa denota solo che voi siete il Governo delle lobby, siete sempre dalla parte dei poteri forti, i cittadini sono per voi dimenticati. Sul caro bollette, non avete praticamente fatto nulla; le vostre priorità sono quelle di svendere le spiagge, aumentare le tasse sulla casa, ingabbiare e togliere il lavoro a chi non si è vaccinato.

Ebbene, tutte queste scelte stanno avendo ripercussioni economiche incredibili, infatti state rivedendo al ribasso tutte le stime di crescita per quest'anno, probabilmente, siamo di nuovo fanalino di coda nella crescita europea e, forse, stenteremo ad arrivare ai livelli di PIL del 2019, che erano ancora più bassi dei livelli del 2009, quindi veramente 20 anni buttati via. Poi, questo decreto contiene altre norme e modifiche veramente pericolose sulla possibilità di prorogare i vertici dei servizi segreti. Il collega Forciniti ha ribattezzato questa norma il Jobs Act dei servizi e penso che questa definizione sia davvero precisa e puntuale. Questa è una cosa inammissibile per un Paese occidentale e che si dice veramente democratico.

Dall'altra parte, noi di proposte ne abbiamo fatte, ve ne abbiamo fatte anche con gli ordini del giorno, quindi con impegni un attimino più blandi: penso alle proroghe delle garanzie e delle moratorie bancarie, penso alla proroga del super ecobonus, una cosa che voi state smontando pezzo per pezzo, decreto per decreto. Avete fatto un caos e un pasticcio incredibile con le cessioni dei crediti di imposta, uno dei meccanismi virtuosi che stava iniziando a funzionare, che stava iniziando a dare un po' di linfa, un po' di aria a un settore importantissimo, come quello dell'edilizia, che fa da traino per tanti professionisti ed è un settore che, tra l'altro, andava verso quell'efficientamento energetico che ci serve come il pane per diminuire i consumi e per alleviare le sofferenze che i cittadini italiani stanno vedendo nelle loro bollette dell'energia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Voi ci avete detto di “no” a tutte queste cose, però c'è un dato positivo di questo decreto, che, grazie al nostro voto decisivo, come Alternativa, voi siete riusciti ad andare sotto 4 volte, in 4 votazioni diverse, in 4 votazioni veramente importanti. Vi faccio un esempio: sui soldi che dovevano essere destinati alla bonifica dell'Ilva di Taranto; conoscete tutti meglio di me le problematiche che ci sono in quella città, voi volevate prendere 500 milioni, mezzo miliardo, e scipparli per le bonifiche! Ebbene, noi, grazie a un emendamento del nostro collega Giovanni Vianello, vi abbiamo mandato sotto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! E, allora, capiamo che per questo Paese è importantissimo avere un'opposizione! E mi rivolgo agli ex colleghi dei 5 Stelle, ma anche a quelli della Lega: qui serve un'opposizione, l'opposizione serve a far cadere le vostre marchette e le vostre porcate. Quindi, noi saremo come una goccia che scava la roccia e, con insistenza, anche se siamo in pochi, vi manderemo a casa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Puntuale, anche quest'anno, è arrivato il cosiddetto decreto Milleproroghe, che - vorrei sottolinearlo per tutti, anche per chi, adesso, sta all'opposizione - non è la prima volta che contiene provvedimenti che hanno poco a che fare con le proroghe.

Il Comitato per la legislazione sistematicamente rileva un contenuto che va oltre quello che è chiaramente espresso nella denominazione dell'intervento legislativo. Anche quest'anno è stato così, ma non lo dico per giustificare contenuti che hanno poco a che vedere con le proroghe; lo dico perché dovremmo tutti riflettere su come affrontare, attraverso strumenti legislativi propri, interventi che, comunque, vengono ripetuti dai vari Governi che si succedono come interventi necessari. E dovremmo pure assumerci la responsabilità politica di scegliere in modo esplicito su quei temi, su quei contenuti che, invece, affrontiamo indirettamente attraverso le proroghe. Questa è una riflessione di carattere generale che dovremmo fare tutti, care colleghe e cari colleghi, e, certamente, non solo in riferimento al “Milleproroghe” di quest'anno, che, come è stato ricordato, conteneva interventi estranei alla mera proroga, di cui abbiamo anche discusso in Commissione.

Voglio innanzitutto sottolineare il fatto che, nonostante i problemi, che ovviamente ci sono stati, ritengo che, in Commissione bilancio e in Commissione affari costituzionali, abbiamo fatto, insieme al Governo, un buon lavoro. Voglio ringraziare la sottosegretaria Castelli, il Ministro D'Incà, la sottosegretaria Bergamini, perché, in un quadro difficile, nel quale, come sapete, abbiamo anche dovuto affrontare una settimana complicata per l'elezione del Presidente della Repubblica, anche con il contributo delle opposizioni, siamo riusciti a fare un lavoro, a mio avviso, serio e per questo non ho condiviso la drammatizzazione che vi è stata rispetto a voti in Commissione che non sono stati allineati con i pareri del Governo. Ricordo i numeri. Abbiamo votato 469 emendamenti: 315 sono stati approvati, la differenza, ovviamente, è stata respinta, e, in 4 voti, la Commissione si è espressa in modo difforme rispetto al parere del Governo, e l'ha fatto sempre con maggioranze diverse, non allineate con la maggioranza che sostiene il Governo. Ad esempio, per quanto riguarda l'emendamento che è passato nonostante il parere contrario del Governo e che riguarda la sperimentazione animale, il sottoscritto si è trovato a votare con i colleghi di Fratelli d'Italia, quindi, si sono composti abbinamenti assolutamente relativi al merito e non alla maggioranza del Governo.

Dico questo, perché ritengo che vada preservata l'autonomia di ciascuno di noi in quest'Aula, che non vuol dire che facciamo come ci pare, che non vuol dire che ignoriamo le decisioni prese in Consiglio dei Ministri; vuol dire che, però, quando la maggioranza insieme discute e individua punti che necessitano una correzione, il Governo dovrebbe prenderne atto. E, con la stessa nettezza con la quale ho ringraziato il Governo che è stato presente in Commissione, voglio sottolineare, invece, che Ministri di settore sarebbero stati utili nell'interlocuzione con la Commissione per motivare una serie di interventi che non abbiamo capito. Uno di questi è quello che ha riguardato l'Ilva di Taranto, che è uno dei contenuti impropri del “decreto Milleproroghe”, perché non era una proroga. Lì abbiamo discusso e avremmo beneficiato della presenza dei Ministri competenti per spiegare le ragioni di quell'emendamento e per ascoltare le ragioni di chi, in rapporto con quelle comunità, spiegava perché quell'intervento non poteva essere sostenuto.

Ecco, ritengo che, piuttosto che drammatizzazioni, sia necessario migliorare il confronto tra il Governo e il Parlamento, tra il Governo e le Commissioni competenti, soprattutto quando, anche qui, per una sorta di condizione di necessità, ci troviamo ripetutamente a poter gestire i provvedimenti in modo alternato, tra una Camera e l'altra (quindi, in qualche modo, la Camera coinvolta deve farsi carico delle domande e delle richieste che vengono dai colleghi e dalle colleghe della Camera che, invece, è esclusa dall'intervento). Nel merito, abbiamo fatto tante scelte importanti e vorrei davvero che, nonostante il rispetto che ho per chi ha una collocazione diversa dalla mia in relazione al Governo, riflettessimo con un po' più di attenzione e anche con un'analisi differenziata, perché è comprensibile che non si condividano misure che sono state introdotte, però dovremmo riconoscere anche gli aspetti legittimi e utili. Uno di questi è stato, ad esempio, la proroga per la presentazione dei bilanci da parte dei comuni. È un questione importante: i comuni quest'anno - ne parleremo probabilmente domani con il Ministro Cingolani, quando vi sarà l'informativa sul tema energia - fanno fatica a fare i bilanci preventivi, soprattutto prima di conoscere le disponibilità che possono arrivare da interventi del Governo, come quello che è stato fatto nei giorni scorsi, ma che purtroppo ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ovvero il decreto-legge relativo alle bollette, ai costi dell'energia.

I comuni sono nella condizione di non poter definire i bilanci preventivi, quindi sarà importante quella proroga, come sono stati importanti altri interventi. Qui sono stati richiamati tanti punti, ma uno in particolare mi sta a cuore e riguarda i lavoratori e le lavoratrici del trasporto aereo. Con un emendamento, sul quale abbiamo avuto il parere favorevole del Governo, siamo intervenuti a dare almeno una prospettiva di speranza - non dico una risposta concreta e immediata, ma una prospettiva di speranza - a 1.700 lavoratrici e lavoratori di Air Italy, i quali, in NASpI, cioè dopo il licenziamento, vengono comunque affidati a dei percorsi di formazione, di rinnovo di varie autorizzazioni per volare e vengono a costituire un bacino al quale il trasporto aereo attinge in via prioritaria.

Ci sono stati emendamenti che, invece, non siamo riusciti a portare avanti (anche qui, riconoscendo dei problemi). Uno lo abbiamo affrontato stamattina con un ordine del giorno; mi riferisco alle concessioni per il commercio ambulante, un punto sul quale dobbiamo ritornare, Vice Ministra. Ho ascoltato il suo intervento in Aula e segnalo che a maggio scorso ho posto la medesima questione al Ministro Giorgetti; allora il Ministro Giorgetti prese l'impegno a trovare una soluzione, ma è passato quasi un anno e la soluzione non è in vista.

Ritengo che vada motivata la ragione per la quale i lavoratori del commercio ambulante non sono ricompresi nella direttiva Bolkestein e che l'intervento legislativo fatto dal Parlamento, fatto dal Ministero, fatto dalle regioni, sia un intervento legislativo legittimo e che va attuato in tutti i comuni d'Italia. Chiudo, Presidente, dicendo che, nonostante punti contraddittori e punti che non abbiamo condiviso, ritengo che la conversione in legge del “decreto Milleproroghe” faccia compiere passi avanti importanti in tanti settori e quindi sia un provvedimento complessivamente positivo e che merita il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Il “decreto Milleproroghe”, come è stato già accennato, è un provvedimento che tutti gli anni si presenta con la sua caratteristica di non omogeneità. Ho ascoltato alcuni commenti, come sempre del tutto slegati dalla realtà della produzione normativa, anche con parole forti, accenni forti, che si possono giustamente usare anche da parte delle minoranze, ma che provengono da parte di persone che evidentemente non sanno di cosa parlano (non mi riferisco agli amici di Fratelli d'Italia, ovviamente ma ad altri che è notorio che non sanno di cosa parlano). La Corte costituzionale ha più volte ribadito che, per quanto riguarda i cosiddetti decreti Milleproroghe, sebbene attengano ad ambiti materiali diversi ed eterogenei, devono obbedire alla ratio unitaria ed intervenire con urgenza sulla scadenza di termini, il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti dal Governo e dal Parlamento: e dal Parlamento! Siccome sono intervenuto più volte in questi giorni in sede di Commissioni riunite, affari costituzionali e bilancio, e c'è stato già un intervento in discussione generale anche del collega Pettarin, molto puntuale, preciso, tecnico, io vorrei fare alcuni accenni all'importanza del Parlamento e poi andare nel merito.

È importante o non è importante che il Parlamento, in Commissione, su oltre 400 pareri dati sugli emendamenti, in quattro situazioni decida di muoversi diversamente? Può ritenere il Parlamento che delle proroghe siano coessenziali agli interessi del Paese e della Nazione? Penso di sì; lo dice la Corte costituzionale. C'è stato in questi giorni un dibattito surreale, anche televisivo. Ho visto delle trasmissioni in cui - mi dispiace - c'erano dei colleghi che non hanno saputo replicare. Io sono poco televisivo e poco social, però qualcosa me la studio e la conosco (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Lo dico anche a coloro che sono in maggioranza: andate in televisione e studiatevi qualcosa pure voi! Cosa succede se il Parlamento ritiene coessenziale agli interessi del Paese ed urgente una proroga su un tema, e la vota durante le Commissioni? Non solo è il tema della centralità del Parlamento, ma è una prerogativa propria del Parlamento proprio per il “Milleproroghe”, come la Corte costituzionale ha più volte ricordato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

E se l'emendamento viene dalle opposizioni - da Fratelli d'Italia - io lo approvo se ha un senso e dico che va bene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ciò non vuol dire tradire la maggioranza, ma semplicemente avere il buonsenso di fare qualcosa che è utile. Faccio un esempio? È il discorso del contante: erano stati in molti a ritirare gli emendamenti in maggioranza, i colleghi Lupi e Colucci lo hanno mantenuto; io lo avevo sottoscritto e così anche i colleghi di Fratelli d'Italia, ma non è che io seguo quello che dicono i colleghi di Fratelli d'Italia solo per una comunanza di centrodestra (ma sarebbe sufficiente), bensì perché ragiono, anche nella maggioranza, su un tema, cioè il tema del contante. Cosa - ed ecco l'interesse del Paese che il Parlamento può fare emergere - era successo? Che il tetto dei 2 mila euro, che era già previsto - già vigente - è portato a mille euro; dal 2-3 gennaio partono delle sanzioni per coloro i quali, soprattutto nel commercio al minuto, si erano trovati a non rispettare questa regola, non da tutti conosciuta. Quindi, l'emendamento - poi votato per pochissimo - porta anche a sanare rispetto a una situazione già presente la possibilità di applicare sanzioni per il principio del favor rei, perché quella norma che entrerà ora in vigore, per il principio del favor rei, ha natura retroattiva e quindi non permetterà di applicare delle sanzioni a chi ha anche sbagliato in buona fede o a chi si è trovato nelle riaperture finalmente a vendere qualcosa, e quindi a prendere il contante, ha prodotto una cosa disastrosa! Cosa si è fatto? Allora aboliamo il contante! Aboliamolo: aboliamo il corso legale della moneta e usiamo carte di credito, bancomat e tutte le cartuscelle possibili e immaginabili! Esiste il contante, ha corso legale, va bene e nel commercio si utilizza! E se è fino a 2 mila euro, non c'è tutto questo pericolo di chissà cosa. C'è chi truffa, c'è chi si comporta male, ma per favore basta: basta! Per favore basta (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia)!

Non si possono demonizzare intere categorie, come succede ora per il bonus 110, il credito circola, il presupposto di un credito che circola, che è la cessione del credito, è la circolazione! E che si fa una sola cessione? Se ne fanno almeno tre! Che senso ha? È un presupposto giuridico-tecnico: io bocciavo gli studenti su queste cose! È chiaro? Che gli dico ora? No no, si può cedere solo una volta perché lo dice lo Stato. E che vuol dire? I crediti circolano, perché i crediti che si assumono durante il terremoto, i crediti vengono ceduti per rifare le case, e poi avere l'alloggio popolare e avere l'abbattimento del 30 per cento, e utilizzare la cessione a scomputo! Lo conosciamo da sempre nella pubblica amministrazione, questo meccanismo. E qui no, perché qui ci sono le truffe, è tutto truffa. Poi si va a guardare i dati e non è così, anche per il superbonus, perché c'è gente che si comporta onestamente, imprenditori che si comportano onestamente: si chiamano imprenditori, non “prenditori”, imprenditori (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia)!

E questo atteggiamento continuo di sfiducia, io, da questo Governo, non lo accetto, perché io do la fiducia a questo Governo, e rivendico alcune posizioni che non sono di centrodestra, sono di buonsenso, in un momento come questo di pandemia, di buonsenso, di necessità di tutelare cittadini e imprese su temi fondamentali. Che senso ha ora prevedere - si dice in questo decreto nuovo, correttivo del “decreto Sostegni-ter” - che coloro che asseverano le opere per il superbonus edilizia, ma guarda un po', rischiano da 5 a 10 anni, multe da 50 a 100 mila euro: e chi assevera più? Allora si va dalla padella alla brace; qualora eventualmente vi fossero, come dire, valutazioni non precise sui tempi della realizzazione dell'opera: e che è Mandrake, un tecnico che fa la relazione e assevera? Fa quello che può e individua quello che può. E una norma penale deve essere tassativa, precisa, deve essere chiara, non tale da far sì che un tecnico dica: che faccio, che firmo qui? Allora, prima era la sola cessione, ora deve asseverare per forza sennò rischia fino a 50-100 mila euro, fino a 5 anni, e che è? Mandiamolo pure al 41-bis, il tecnico che deve fare le opere sul bonus edilizia!

Noi partecipiamo a questa maggioranza in maniera costruttiva. Se è necessario, diciamo che sono cose che non tornano e che non ci piacciono. Tante cose in questo provvedimento sono valide, ma quello che abbiamo fatto lo rivendichiamo nelle Aule del Parlamento. Gli emendamenti che abbiamo approvato, anche con piccolo scarto, sono fondamentali nell'interesse di imprese e cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia) e li rivendichiamo. Sennò cade il Governo? E allora ce ne andiamo a casa! Voglio dire, c'è chi ha da lavorare e da fare, mica sono come quelli che parlano e raccontano un sacco di fesserie, e non sanno neanche di che parlano, che me ne importa? È quello il problema? Però, finché siamo in Parlamento diciamo cose reali - cose reali! - che non piacciono, ma si può stare anche in maggioranza dicendo cose che non piacciono, che sono costruttive però, perché non è stato fatto male, in alcuni degli emendamenti che abbiamo approvato, quello che abbiamo fatto su questi temi, credo di no! C'è stato il plauso anche da parte delle categorie, abbiamo fatto bene, tutte le categorie e le associazioni di categoria hanno detto ‘bravi, grazie', indistintamente.

Quindi anche questo è il compito di chi sta in maggioranza ed è compito del Parlamento.

Poi ci sono molte cose importanti che stanno in questo provvedimento, grazie al Governo, grazie all'opera del Governo. Io ringrazio - e qui lo voglio dire - i sottosegretari Bergamini e Sartore, il Vice Ministro Castelli, che hanno, in queste giornate difficili e complesse, tenuto questa interlocuzione non facile fra Parlamento e Governo, però questa interlocuzione deve ripartire, deve essere preliminare, preventiva, tale da portare risultati ottimi.

Questo è un provvedimento che ha moltissime cose positive, che sono state elencate in questi giorni; alcune no, ci sono delle mancanze, per esempio, le moratorie per i mutui e i finanziamenti previsti dal “Cura Italia”, la liquidità per le PMI attraverso garanzie pubbliche, i finanziamenti SACE. Sono termini che scadono, che fanno queste imprese? È un problema? Sì, di copertura. E li dobbiamo coprire! Perché quelle imprese hanno preso garanzie - si parla di centinaia di miliardi, di persone che sopravvivono grazie a quello - e devono essere aiutate!

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Oggi sono stati approvati due ordini del giorno - e ringrazio il Governo - due impegni, con i colleghi Maraia e Ruffino e spero che a breve ci saranno anche sulle moratorie…

PRESIDENTE. Deve concludere.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Chiudo, Presidente… per assicurare la liquidità alle imprese, che ci siano provvedimenti immediati, perché le imprese ne hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Nei giorni scorsi, già il mio collega Marco Di Maio e la collega Giuseppina Occhionero hanno espresso lungamente perché Italia Viva voterà convintamente a favore di questo decreto. A me resta soltanto, in pochi minuti, elencare tre emendamenti, passati attraverso la nostra azione, che a me stanno molto a cuore.

Il primo riguarda l'abrogazione della parte dell'articolo 21 che destinava parte delle risorse della bonifica all'Ilva di Taranto per la decarbonizzazione. Preme a chi, come me, ha avuto l'onore di vivere i mille giorni del Governo Renzi nel 2015 e di votare convintamente un decreto che prevedeva, appunto, la bonifica dell'Ilva di Taranto, e in questi anni di combattere contro una narrazione che, per esempio, prevedeva la costruzione di un'Aquafan all'interno dell'Ilva di Taranto, e invece andare nel territorio e dire ‘noi vogliamo che l'acciaieria continui a esistere', ma vogliamo che esista ovviamente bonificando quello che è successo in tutti questi anni e continuando a dare garanzia alla tutela e alla salute dei cittadini di Taranto; ecco, sarebbe stato uno scippo, un tarlo inenarrabile vedere parte di quelle risorse date ad altra destinazione.

E allora, se c'è un problema di tempi di bonifica, di persone che stanno realizzando la bonifica, di pareri di Arpa che arrivano troppo lentamente per la bonifica, si acceleri tutto ciò che riguarda la bonifica di Taranto, ma non un euro deve essere tolto alla salute e alla tutela dell'ambiente di Taranto, per darla anche a elementi importanti come la decarbonizzazione. Italia Viva sarà sempre contraria a qualsiasi norma e provvedimento che vada in questa direzione.

Il secondo elemento, invece, riguarda gli autotrasportatori, che sono stati ricordati anche in alcuni interventi precedenti. Grazie all'intervento della presidente Paita e della Vice Ministra Bellanova, sono stati previsti dei bonus per incentivare le patenti delle persone dai 18 ai 35 anni, affinché vi sia un ricambio generazionale per un settore che vede carenza di numeri e un'usura lavorativa. E quindi questa norma a noi sta particolarmente a cuore. Era già stato previsto un emendamento simile nel “decreto Trasporti”, noi l'abbiamo arricchito di ulteriori risorse per dare un contributo a un settore molto importante, che ha patito le carenze e le mancanze durante la pandemia, che è ancora sotto crisi, soprattutto quella energetica di questi giorni che tutti stanno vedendo, e che quindi ha bisogno di un sostegno particolare.

Da ultimo, mi spiace sentire che l'aiuto per 80 famiglie che hanno perso tutto in un incendio avvenuto a Milano la scorsa estate venga considerato una marchetta (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Coraggio Italia). Non si capisce perché delle famiglie… non si dice “prima le famiglie, prima gli italiani”? Quando ci si concentra sulle famiglie e sugli italiani, si viene accusati di aver fatto un ‘marchettificio'. Queste persone hanno perso tutto e avrebbero pagato le tasse su case che non hanno più e non sono più a loro disposizione. Significa aiutare delle persone che sono in estrema difficoltà a vedere la luce per quello che sta accadendo alle loro vite, grazie a un emendamento di Lisa Noja e grazie a sostegno del sottosegretario Scalfarotto: noi ne andiamo fieri. Se questo vuol dire fare marchette, allora molti dovrebbero fare più marchette, perché siamo orgogliosi di aiutare persone che avrebbero avuto una difficoltà ulteriore rispetto al disagio che stanno già vivendo. Fare politica vuol dire fare scelte e noi non ci vergogniamo, come è sempre nel nostro stile, di aver fatto delle scelte e di stare dalla parte di chi ha delle vere e reali necessità.

Per tutti questi motivi e per molto altro contenuto nel “decreto Milleproroghe”, ringrazio in particolare i colleghi Di Maio e Del Barba, che si sono immolati in ore ore di Commissione e annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, con il “Mattarella-bis” avete prorogato voi stessi e, mantenendo questa logica, avete continuato a occuparvi di proroghe, come nel “Milleproroghe”, con l'intenzione di prorogare questa maggioranza, prorogare questa strana alleanza e prorogare la vita del Governo Draghi. Insomma, la proroga è intesa come stella polare, come punto di riferimento, in questa che è davvero una lotta per la sopravvivenza di darwiniana memoria. E, come diceva Darwin, la sopravvivenza la vince la specie non più forte, non più intelligente, ma semplicemente quella che si adatta di più al cambiamento. E noi, di cambiamenti, ne assistiamo a tantissimi e scopriamo ogni giorno novità rispetto ad impegni che erano stati presi in precedenza. Allora, una forza politica, come Fratelli d'Italia, che, invece, ha fatto e fa della coerenza la propria stella polare, non può far altro che approcciare a un provvedimento come questo nel solito modo, ascoltando la gente, contestualizzando la situazione politica e la grave crisi economica. Fratelli d'Italia ha depositato una serie importante di emendamenti, per poi concentrarsi sostanzialmente su cento proposte. Su questo, permettetemi di ringraziare tutto il gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché tutti i nostri deputati hanno presentato proposte. Poi, nelle successive dichiarazioni di voto, interverranno in maniera più specifica sulle nostre proposte.

Noi abbiamo semplicemente cercato di portare dentro il “Milleproroghe” tutto quello che in questo momento necessita alla Nazione. Abbiamo pensato che commercianti, artigiani, famiglie, disoccupati, giovani e anziani avrebbero fatto esattamente quello che abbiamo fatto noi. Allora, abbiamo cercato di proporvi la proroga della cassa integrazione, del credito di imposta sull'affitto delle aziende. Abbiamo cercato di convincervi che uno Stato che proroga lo stato di emergenza, deve avere la decenza di prorogare tutto quello che segue lo stato di emergenza. Non è normale dire a se stessi: “io per altri 3 mesi voglio continuare a chiudere gli italiani, a comprimere i loro diritti, a obbligarli a vaccinarsi, a dargli l'accesso con il green pass” e, poi, contemporaneamente, non assumersi la responsabilità di tutto quello che questo comporta, come la grave crisi che colpisce le nostre aziende (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo pensato che il problema del bonus 110 per cento, della sua proroga, del fatto che, in qualche modo, sia stato sospeso, fosse un tema centrale su cui ragionare. Ve lo abbiamo detto, eppure anche questo è stato messo da parte nel modo che poi dirò. Vi abbiamo chiesto di prorogare il personale sanitario delle Forze armate e la proroga del personale per il PNRR, un tema di attualità che ci chiedono e hanno chiesto i comuni e anche i Ministeri. Vi abbiamo chiesto di prorogare il fondo prima casa, come momento di scelta intelligente, per cercare di favorire l'acquisto per tutti quei giovani che, contrariamente ad altri, comunque, la mattina lavorano, hanno uno stipendio, ma non hanno abbastanza risorse per potersi permettere una casa. Abbiamo chiesto di prorogare il credito d'imposta per la sanificazione, la moratoria sui mutui e sul leasing. Vi abbiamo chiesto di intervenire sul mondo della cultura e sul comparto dell'agricoltura. Vi abbiamo chiesto di equiparare la quarantena alla malattia. Vi abbiamo chiesto di intervenire in maniera importante sul trasporto pubblico non di linea, privato, così come vi abbiamo chiesto di intervenire sul comparto dell'automotive. Vi abbiamo anche chiesto di intervenire, ancora una volta, con una serie di norme del cosiddetto pacchetto terremoto, sui mutui, sull'IMU, sul credito d'imposta e, invece, tutti gli emendamenti presentati su questo tema sono stati accantonati e successivamente umiliati, perché non sono stati discussi. Vi abbiamo parlato anche del tema delle cartelle e del tema centrale dell'energia e del suolo pubblico per le aziende, la Bolkestein. Insomma, abbiamo cercato, in tutti i modi, di risvegliare in voi l'attenzione su quello che, basta uscire da questo Palazzo, si sente dappertutto. La cosa grave è che, spesso, siamo stati insieme; infatti, basta andare a controllare i lavori parlamentari - Presidente, io credo che sia molto grave e che sia un passaggio importante -, in alcuni emendamenti eravamo in tanti. Io tre volte sono intervenuto e ho sottolineato che alcuni temi li avevamo proposti in 30, in 40! Siamo arrivati, a un certo punto, su un emendamento, addirittura ad essere in 50! Peccato, che poi, nel momento in cui si materializzava il Governo, dava la linea: tutti zitti, tutti cancellavano i propri emendamenti e rimaneva l'emendamento di Fratelli d'Italia. E vivaddio che c'è Fratelli d'Italia, perché almeno in Commissione questi temi li abbiamo affrontati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E siamo rimasti da soli.

Questo credo che sia molto grave per il nostro sistema democratico, anche alla luce di quello che ha detto il Presidente Mattarella. È veramente superficiale. Io sono molto colpito dalla superficialità con la quale si riesce a sostenere tutto e il contrario di tutto nello spazio di poche ore: battere le mani, spellarsi le mani, alzarsi in piedi, standing ovation nei confronti del Presidente Mattarella, e, poi, il Parlamento viene umiliato con 2 richieste di fiducia in una settimana, si va in Commissione, si fanno riunioni a porte chiuse di maggioranza per intere giornate, vengono messi da parte centinaia di emendamenti che interessano la Nazione e tutto questo viene salutato, da parte di esponenti della maggioranza, come un momento molto, molto importante della crescita politica del nostro Parlamento. Al contrario, siete rimasti compatti su emendamenti che fanno da collante. Sì, perché la verità è anche questa: contemporaneamente ad emendamenti che uscivano di scena, ne rimanevano altri, a volte anche insignificanti, che servivano per chiudere la quadra, che servivano per andare avanti e superare l'ennesimo ostacolo proposto da Fratelli d'Italia. Così, Presidente, abbiamo assistito a testacoda imbarazzanti. Vi chiedevamo di non chiudere le scuole delle comunità colpite dal sisma, perché le stiamo ricostruendo e, contemporaneamente, gli applichiamo la spending review e, quindi, è come dire al sindaco: “sbrigati a ricostruirla, ma poi tanto la deve chiudere perché non hai bambini a sufficienza”. Mentre noi vi ponevamo questo tema, che non è stato votato, che non è stato discusso, voi avete proposto e approvato le licenze premio per i detenuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Adesso, io vorrei sapere se, su questi due temi messi in relazione, voi abbiate il coraggio di affacciarvi qui in piazza, di sostenerli, di dire che, di queste due misure, una ha la priorità sull'altra, e non viceversa. Così come - mi dispiace dover contraddire la collega Fregolent - quando noi vi proponiamo la proroga della cassa integrazione e la proroga del credito d'imposta, voi approvate un emendamento per dare 50.000 euro alle famiglie per il pagamento dell'IMU. Punto numero 1: è totalmente inammissibile. Punto numero 2: ma non c'è un ente intermedio? È grave che lo abbia proposto un consigliere comunale di Milano, perché il consigliere comunale di Milano dovrebbe dire al suo sindaco di risolvere questo problema, non al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché di problemi, in Italia, ne abbiamo tantissimi.

Vede, Presidente, è insopportabile, poi, venire qui, la mattina, e sentirsi fare lezioni, come è successo oggi, sull'ammissibilità e sull'inammissibilità, dopo quello che è andato vergognosamente in scena sotto gli occhi di tutti in Commissione. Infatti, quando viene presentato, all'ultimo minuto, questo emendamento, insieme vengono presentati altri due emendamenti che costituiscono fondi: non prorogano nulla, prorogano il Governo e, per prorogare il Governo, una forza politica ha chiesto di approvare due emendamenti che costituivano dei fondi. Nel momento in cui vengono presentati quei tre emendamenti, io pongo l'eccezione di inammissibilità e il presidente Brescia - è agli atti - li dichiara tutti e tre inammissibili. Sa cosa succede? Nel momento - e concludo - in cui il presidente Brescia chiude il microfono, c'è l'assalto al banco del presidente, viene insultato sotto gli occhi di tutti e, per questi insulti, lui revoca l'inammissibilità. Una sorta di novità nel panorama giurisprudenziale, collega D'Ettore, veramente molto suggestiva.

Presidente, anche grazie al lavoro di Fratelli d'Italia, abbiamo approvato la proroga relativa all'obbligo dell'associazione dei piccoli comuni, la proroga ai docenti AFAM, l'esonero dal canone unico e abbiamo approvato la proroga del tetto al contante. Noi non abbiamo alcun problema a condividere questo successo con le altre forze politiche, però noi siamo un po' contrari ai rapporti occasionali.

Quindi, se dobbiamo condividere, dobbiamo condividere un po' tutto. È gravissimo che questa mattina al mio ordine del giorno non è seguito un voto compatto di Fratelli d'Italia. Certo è, Presidente, che andare sotto quattro volte per il Governo io non credo che sia un caso e su questo, voglio dire, rivendico pienamente il merito di Fratelli d'Italia.

Allora, per concludere, Presidente, grazie a Fratelli d'Italia, che non è una forza silenziosa, grazie a noi e grazie anche a quello che stamattina abbiamo fatto con gli ordini del giorno, abbiamo cercato di porre quei temi che altrimenti in quest'Aula non sarebbero entrati. Io credo che questo sia colpa di tutti, cioè procedere con l'istituto della fiducia ed evitare in tutti i modi il confronto in un momento gravissimo come quello che sta vivendo la Nazione, l'Europa e anche il mondo. Allora, Presidente, Fratelli d'Italia voterà contro, perché questo Governo, autodefinitosi il Governo dei migliori, somiglia sempre di più al Governo degli spettatori davanti a quello che sta andando in scena nel nostro Paese. Allora, concludo davvero: l'auspicio - e anche per questo ci esprimiamo con voto contrario - è che al Governo degli spettatori faccia seguito il Governo degli elettori. Almeno, prima o poi, questo arriverà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà la dichiarazione di voto del collega Trancassini ha in lunga parte espresso le posizioni che il nostro gruppo ha evidentemente assunto a riferimento nella condotta, non solo all'interno dei lavori della Commissione, ma anche di tutta la discussione riguardante il provvedimento in esame. Abbiamo cercato, evidentemente nei limiti che una forza di opposizione può svolgere, di qualificare e di introdurre, all'interno di un tessuto legislativo che si è presentato evidentemente connotato da indicazioni impartite da un Governo molto attento a evitare che la maggioranza potesse interferire rispetto a quello che era prestabilito e all'ordine in una qualche maniera impartito, abbiamo cercato, dicevo, di introdurre temi che si vivono e si intercettano nella vita quotidiana di tutti i giorni e nei problemi degli italiani.

In questo senso riteniamo anche importante riaffermare quella centralità del Parlamento che - è bene ricordarlo - nasce non solo per previsione costituzionale ma come indicazione politica e base fondante dell'azione dell'Esecutivo già nel discorso, che tutti noi ricordiamo, che il Presidente Mattarella a febbraio dello scorso anno individuò come tracciante fondamentale su cui poi andava a incardinarsi l'azione del Governo Draghi. Perché diciamo questo? Perché ci ha sorpreso il fatto che, nell'ambito del dibattito e della discussione relativi alla vicenda che è conseguita all'approvazione di alcuni emendamenti (su cui tornerò tra poco), lo stesso Presidente del Consiglio abbia richiamato la maggioranza, in maniera anche abbastanza rigida per non dire ruvida, a doversi attenere ai testi predisposti dal Governo e solo esclusivamente a quelli, non contemplando l'ipotesi che il Parlamento possa intervenire e come se qualsiasi intervento che il Parlamento dovesse sviluppare si dovesse necessariamente tradurre in un peggioramento del tessuto legislativo.

Noi non crediamo che questo sia vero. Lo riteniamo anche perché troppe volte abbiamo visto questo Governo prigioniero di logiche burocratiche e “funzionariali” che non rispondono alle esigenze della vita reale. Nei giorni scorsi e anche in queste ore c'è, ad esempio, quello che si sta caratterizzando come un dibattito sulla direttiva Bolkestein, una direttiva la cui applicazione in Italia è frutto - ci dispiace dirlo - di una visione miope e di stampo burocratico che non considera e non contempla le esigenze degli operatori e delle aziende che evidentemente hanno a che fare con questo problema. Ma anche semplicemente, per tornare ai testi degli emendamenti che hanno visto Fratelli d'Italia protagonista, la possibilità di non applicare fin da quest'anno il limite del tetto del contante e così altri temi che il Governo in una qualche maniera ha riecheggiato - uno per tutti nel prossimo provvedimento - come necessari per dare attuazione a quel PNRR che, lo ricordiamo bene, venne presentato in pochi minuti e letto in ancor meno minuti nell'aprile scorso. L'esempio, appunto, di cui parlavo è l'abolizione dell'articolo 6 della legge delega sulla riforma fiscale, su cui siamo convinti che riusciremo, se almeno ci sarà ancora la disponibilità delle altre forze che compongono una visione comune di Nazione, a fermare quell'introduzione di riforma catastale che evidentemente non rispetterebbe gli impegni assunti con gli elettori nel momento in cui ci hanno conferito fiducia. Perché, appunto, per noi diventa essenziale e importante riaffermare la centralità del Parlamento, anche con le iniziative che il collega Trancassini poc'anzi richiamava? Perché diversamente si tratterebbe di abdicare al ruolo di rappresentanza che è funzionale, esattamente come la nostra Costituzione disegna, nell'individuare e nel portare dentro questa sede battaglie che riteniamo giuste quali, appunto, anche quelle che sono state richiamate e citate, come l'estensione del periodo della vigenza della graduatoria e altre battaglie che noi abbiamo cercato di portare. Non tutte evidentemente sono state condivise, ma lo abbiamo fatto perché fin dall'inizio, fin dalla nascita di questo Governo, Fratelli d'Italia si è qualificata per essere e per divenire quella opposizione patriottica che non si pone in maniera pregiudiziale rispetto ai provvedimenti che il Governo assume ma, al contrario, cerca di modificarne l'azione anche evidentemente in un'interlocuzione - laddove il Governo non ritenga di potervi accedere - con le altre forze parlamentari.

In questo contesto certo il decreto Milleproroghe si è caratterizzato per una visione eccessivamente omnibus. Alcuni colleghi, che sono intervenuti prima, hanno ricordato correttamente come in realtà questo decreto fosse funzionale a individuare in maniera parcellare e puntuale quei provvedimenti che necessitavano di una estensione temporale per piccoli accorgimenti di natura burocratica che evidentemente richiedevano una risposta istantanea. Così non è più e questo è divenuto un decreto omnibus. Basta ricordare il caso citato sempre dal collega Trancassini, cioè la funzione quasi da consiglieri comunali che è stata voluta assegnare ai componenti della Commissione nel risolvere le controversie del comune di Milano, ma anche altri provvedimenti che sono - in maniera eccessivamente di dettaglio - utili a dare una risposta non su proroghe o prorogatio ma esclusivamente su problemi che evidentemente attengono agli equilibri di qualche settore della maggioranza, per non dire di qualche singolo parlamentare. Così evidentemente è stato svilito il ruolo del Parlamento, così come è stato svilito con la decisione repentina - salvo poi riaprirli poco dopo - del presidente Brescia di concludere rapidamente i lavori non consentendo il prosieguo di un'operazione di miglioramento che probabilmente era vista con preoccupazione, perché si stava modificando un impianto che invece qualcuno avrebbe voluto mantenere integro (quale, appunto, il Governo aveva presentato). In questo senso, pertanto, noi abbiamo cercato di portare un contributo migliorativo e continueremo a farlo anche nei prossimi provvedimenti, perché se vi è una proroga che più di ogni altra in una qualche maniera riteniamo segni l'esperienza di questo Governo è proprio quella proroga dello stato di emergenza che avrebbe giustificato la proroga di ogni altro tipo di istanze e di richieste che gli italiani avanzavano in questa sede. Infatti, non si può pretendere che lo stato d'emergenza valga per il Governo, laddove egli deve, dopo due anni ininterrotti - unica Nazione al mondo - continuare a prorogare questo stato di emergenza che non è più necessario nei fatti, e non si riconosce agli italiani la possibilità di avvalersi di questa situazione di presunta emergenza quando ci sono da prorogare i termini per il pagamento delle rottamazioni delle cartelle, il termine di validità delle graduatorie, inutilmente trascorso in questi anni di emergenza sanitaria, e molte altre proroghe, di cui evidentemente, a nostro modo di vedere, era necessario garantire il prosieguo per consentire, al contempo, un rientro nella normalità che evidentemente qualcuno vuole che effettivamente non si realizzi.

In questo rimane da parte nostra il legittimo sospetto che in realtà vi sia chi non vuole superare questo stato di cose, perché governare a colpi di decretazione di urgenza o anche di DPCM probabilmente sottrae a quel confronto parlamentare nei confronti del quale è evidente che vi è un'insofferenza da parte dell'Esecutivo.

Lo dimostra, purtroppo, anche la storia delle decine e decine di fiducie - credo che ormai siamo quasi a 40 - che sono state richieste, con un ritmo addirittura di quasi due volte alla settimana, anzi è ormai di due volte a settimana, ma anche su quell'atto più importante che è il PNRR, rispetto al quale viene in qualche maniera sempre revocata l'esigenza di procedere celermente. Su questo ricordiamo che l'impossibilità in cui è stato posto il Parlamento - segnatamente l'opposizione, nel suo ruolo di controllo - di leggere nel dettaglio quel documento costituisce un vulnus estremamente rilevante che necessita, per essere sanato, di un controllo attento, puntuale e specifico delle disposizioni che arrivano in questa sede. Da questo discende anche il richiamo a quella legge di delega fiscale su cui credo sarà necessario condurre una verifica attenta giacché, quando venne inserito nel PNRR il richiamo all'esigenza di procedere alla riforma del catasto, in pochi se ne accorsero proprio per la celerità con cui la discussione si svolse. Pertanto, ritengo che questi siano i motivi principali, oltre quelli che evidentemente il collega Trancassini ha ritenuto di esplicitare nel dettaglio, per i quali non sarà possibile per Fratelli d'Italia votare favorevolmente su questo provvedimento, rimanendo chiaramente nella nostra disponibilità il prosieguo di un miglioramento dell'attività legislativa, perché è questo il ruolo dell'opposizione ed è questo che qualifica l'opposizione patriottica con cui Fratelli d'Italia sta conducendo la sua battaglia politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Anche dall'intervento che abbiamo sentito prima da parte del collega di Coraggio Italia, credo che ci sarebbe tanto da dire su questo “decreto Milleproroghe”. Tra l'altro, non ritengo credibile e serio continuare a fare il conto delle fiducie poste da questo Governo né approfondire quali siano i record che abbia battuto. È anche inutile ormai fare paragoni con altri Governi perché, dopo le dichiarazioni, qui in Aula, del Presidente Mattarella, più volte applauditissimo da quest'Aula, sembra ormai solo retorica ribadire che siamo in una Repubblica parlamentare e che il ruolo delle Commissioni parlamentari è proprio quello di controllare il lavoro dell'Esecutivo. Se questo Governo ritiene che esistono altri metodi per coordinare i lavori, allora diteci quali sono. Fratelli d'Italia ha sempre rispettato quanto previsto dai Regolamenti e, rispettando i Regolamenti, ha ottenuto importanti vittorie, come quella, per esempio, del tetto al contante che voglio sperare non sia oggetto di imminenti provvedimenti urgenti del Governo per piegare il volere del Parlamento alla tenuta delle poltrone della maggioranza. Se Palazzo Chigi vuole riproporre i suoi contenuti bocciati dal Parlamento in qualche provvedimento successivo, allora il Governo certificherà il suo fallimento.

Presidente, sottosegretario Bergamini, noi rispettiamo le regole e, rispettando le regole, siamo riusciti a ottenere un risultato sul tetto del contante, che favorisce l'economia reale. Questa è la dimostrazione che un'alternativa alla deriva tecno-finanziaria dell'ultimo decennio è possibile e abbiamo anche la determinazione e la coerenza per continuare a lavorare per dare una nuova speranza all'Italia, in questo momento in cui l'economia nazionale rischia di entrare in una profonda crisi causata, oltre che dalle limitazioni e costrizioni dei provvedimenti legati alla pandemia, anche dai rincari dei prezzi, che vanno dalla benzina ai beni alimentari alle bollette dell'energia. La combinazione di questi fattori potrebbe provocare la contrazione della possibilità di spesa degli italiani nonostante le rosee previsioni di crescita enunciate più volte da questo Governo. Se, ad esempio, ci fosse stato modo di discutere gli emendamenti, si sarebbe affrontato anche, in questo caso, il mio emendamento che chiedeva di portare da 180 a 365 giorni il pagamento delle cartelle esattoriali che, inevitabilmente, arriveranno a tanti cittadini nel 2022. Questo emendamento, insieme ai tanti emendamenti presentati da Fratelli d'Italia, avrebbe dato modo al Parlamento di affrontare seriamente molte tematiche che, invece, resteranno in sospeso.

Su questo provvedimento vale però la pena di ricordare che il Governo è stato battuto quattro volte ma, cosa più rilevante, è che questo provvedimento era importante per famiglie e imprese. Se solo ci fosse stato il modo di discutere e migliorare il testo, la maggioranza, come al solito, non avrebbe avuto visione unitaria e neanche lo stesso ordine di priorità. Vale però anche la pena ricordare che in quest'Aula nel 2022 l'Italia dovrà raggiungere 100 obiettivi, il doppio dei 51 in agenda lo scorso anno. Entro giugno, il target è quello di incassare i primi 19 miliardi, sui 45 previsti, entro dicembre 2022 e non ci sembra che il Governo sia proprio sulla strada giusta. Questo, Presidente, non è il giudizio di Fratelli d'Italia, unica forza all'opposizione, non è il giudizio di una forza complottista, strumentale o fine a se stesso, è il giudizio di una opposizione che è sempre stata accompagnata da proposte, un'opposizione costruttiva sui temi e sui contenuti. Se questo modo di lavorare manda il Governo in confusione, fa irritare il Presidente del Consiglio e fa chiedere a qualche partito di maggioranza di cambiare metodo, noi continueremo a difendere il ruolo del Parlamento anche senza applausi.

È per questo motivo che dichiaro il voto contrario sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, saluto lei e la sottosegretaria Bergamini. Il mio intervento non avrà sicuramente lo scopo di dilatare i tempi, o di farli perdere a qualcuno in maniera particolare, ma quello soltanto di sottolineare una serie di passaggi, come hanno fatto in alcuni casi già alcuni dei colleghi del gruppo Fratelli d'Italia.

Questa del “Milleproroghe” è una scadenza che ormai, per quanto riguarda i tempi parlamentari e i passaggi parlamentari che facciamo ogni anno, siamo abituati ad avere, puntualmente, durante questo periodo di inizio anno. È una scadenza che si ripete, sottosegretario, signor Presidente, con, all'interno, anche alcuni o molti provvedimenti che non hanno nulla di proroga. Già da alcuni interventi che mi hanno preceduto questo aspetto è stato affrontato. Questo vuol dire che, molto probabilmente, il Parlamento deve dotarsi di un altro tipo di organizzazione e di altri strumenti per poter affrontare questi interventi che non sono di proroga, queste tematiche che devono essere affrontate attraverso altri strumenti legislativi e non con il “Milleproroghe”. Molto probabilmente, il primo aspetto di carattere organizzativo e procedurale, che prevede anche un approfondimento di carattere politico, è quello di prendere una parte dei contenuti che, in maniera indistinta, vengono inseriti in questo calderone, toglierli dal “Milleproroghe” e gestirli e approfondirli in maniera completamente diversa, con altri strumenti legislativi. L'abbiamo detto in Commissione, l'abbiamo ripetuto in Aula, ma è importante ripeterlo ancora proprio per non far diventare normalità quello che normale assolutamente non è.

Abbiamo seguito tutti i lavori all'interno della Commissione e i numeri sono da una parte impietosi e da un'altra parte decisamente interessanti. Questo è stato un provvedimento che ha visto poco meno di 500 emendamenti, votati all'interno della Commissione. Non ho il dato esatto di quanti siano stati realmente approvati, però 500 votazioni sono un numero comunque importante.

Di questi poco meno di 500 emendamenti, come sappiamo anche dalle cronache nazionali e politiche, quattro vengono approvati senza l'ok da parte del Governo.

Quindi, come si dice in termine tecnico, il Governo “va sotto” quattro volte su quattro su tematiche con riferimento alle quali i componenti della Commissione trovano una quadra, una modalità di voto differente rispetto alle proposte del Governo. Cosa succede, allora, sottosegretario? Subito dopo, o poco dopo, il Presidente del Consiglio reputa opportuno intervenire e interviene - utilizzando i termini giornalistici che sono stati usati dai quotidiani per raccontare l'intervento del Presidente del Consiglio, Draghi - per strigliare le forze di maggioranza. Vengono votati 500 emendamenti: qualche centinaio, forse 100/150 sono approvati; quattro sono contro il parere del Governo e il Presidente del Consiglio striglia la maggioranza.

Il collega Trancassini, nel corso del suo intervento, ha già sottolineato come il “Milleproroghe”, questa volta, vada di pari passo, quasi in parallelo - e anche un po' sinistramente - con il rinnovo del secondo mandato del Presidente della Repubblica. Anche questa è un'evidente proroga. Il “Milleproroghe” fa proprio coppia con questo secondo mandato del Presidente, non soltanto perché esso stesso è una proroga, ma anche perché ci ricordiamo - e ve lo abbiamo ricordato - di come, durante il periodo della settimana delle votazioni e, successivamente, durante l'investitura del Presidente della Repubblica, il Presidente abbia accolto, recuperato all'interno di quest'Aula decine di applausi scroscianti da parte della maggioranza - dobbiamo dire, su alcuni passaggi, anche da parte nostra, da parte dell'opposizione -, soprattutto con riferimento alla centralità dei lavori parlamentari, delle forze parlamentari stesse e del lavoro del Parlamento. Quindi, ci spelliamo le mani in Aula, con una trentina di standing ovation durante il discorso del Presidente della Repubblica e poi, però, il Presidente del Consiglio, che è assolutamente il migliore tra i migliori, con riferimento a quattro emendamenti assolutamente di buonsenso, sottolineati e raccontati anche da altri colleghi che mi hanno preceduto, come quello del ritorno del tetto del contante a 2.000 euro, per esempio - ma non è soltanto questo -, interviene e chiama a raccolta i capi delegazione, dicendo loro che, se si continua con questo andazzo, quello di non avere i voti all'interno della Commissione, forse all'interno dell'Aula, la cosa non può andare avanti, non può procedere, quindi fondamentalmente minacciando. Da parte nostra, Presidente, da parte di Fratelli d'Italia, da parte dell'opposizione parlamentare, questo modo di fare non può che essere accolto con espressioni del tipo: “ve l'avevamo detto o lo sapevamo già”.

Sapevamo che una maggioranza, retta non da un comune sentire, ma da una serie di emergenze, che continuano ad essere prorogate, l'una dopo l'altra, a questo punto anche senza senso e senza attinenza rispetto alla realtà della società e della Nazione, inevitabilmente poi sarebbe andata a cortocircuitare. Così è, ma, sinceramente, non ci sembra che questo cortocircuito possa essere individuato in quattro miseri emendamenti, importanti, molto probabilmente, per il Paese, per alcune categorie, ma stiamo parlando di quattro passaggi. È questa la vera mortificazione del lavoro parlamentare e di Commissione, e non è assolutamente accettabile. È questo l'atteggiamento del Presidente del Consiglio che non può essere assolutamente sopportato e supportato, né da parte vostra, che avete inteso formare questo Governo e dare l'incarico al Presidente Draghi, tanto meno da parte nostra, che abbiamo la necessità, come opposizione parlamentare, di portare la voce del Paese, della Nazione all'interno dell'Aula, delle Commissioni, di tutti i contesti nei quali puntualmente si possa far sentire la voce popolare e nazionale all'interno di queste Aule che, altrimenti, verrebbero strigliate e redarguite solo perché, due, tre o quattro emendamenti sfuggono al controllo, non in questo caso del mainstream, della carta stampata, dei giornali, delle grandi TV, ma del Presidente del Consiglio che, quindi, striglia parlamentari e capi delegazione.

Fratelli d'Italia, come raccontato dal collega Trancassini e da coloro che hanno animato l'attività in Commissione, ha presentato esclusivamente proposte di buonsenso e, spesso e volentieri, come abbiamo detto, erano largamente condivise, perché presentate non soltanto dal nostro gruppo, ma da altri parlamentari, quasi di tutti i gruppi, che siedono all'interno dell'Aula e della Commissione. Erano necessità vere, reali del Paese che ci chiedeva di intervenire su determinate situazioni, in un momento particolare come questo, che però è particolare soltanto per alcune vicende e non è particolare, invece, per altre.

Ebbene, molte di queste proposte, condivise e condivisibili, venivano matematicamente ed automaticamente cassate dai rappresentanti del Governo che si trovavano poi a doverle affrontare in Commissione. Alcuni di questi emendamenti, però, magicamente, rimanevano, perché dovevano servire come collante rispetto alle varie forze della maggioranza; è stato anche spiegato nei nostri interventi, in maniera puntuale, con alcuni esempi di questi emendamenti che devono servire a dare un senso all'alleanza della maggioranza.

Concludo, Presidente. Il fatto che questo provvedimento - che è un omnibus, presentando all'interno un po' di tutto e, in alcuni casi, anche il contrario di tutto - non abbia raggiunto l'obiettivo che la maggioranza e il Governo si prefiggevano è anche dato dal fatto che, dal punto di vista comunicativo, non c'è traccia esatta e concreta di un'iniziativa, di un provvedimento, di un qualche cosa che la maggioranza e il Governo volevano fare attraverso questo provvedimento e che avrebbero dovuto fare. Non si riesce a trovare traccia di un'anima, di un senso, di un qualcosa che possa definire questa operazione del “Milleproroghe” - che di proroga, in alcuni casi, ha tanto, come il fatto di mantenere in vita questa maggioranza e questo Governo, mentre ha poco in termini di risultati ottenuti per quanto riguarda la soluzione dei problemi della popolazione -, portata in Aula, fino alla chiusura con l'ennesima fiducia che il Governo ha posto su questo provvedimento e al quale ci siamo opposti e ci opporremo ancora di più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo così come hanno fatto gli altri colleghi e, dato il brevissimo tempo a disposizione per queste dichiarazioni, ciascuno di noi, ovviamente, si concentrerà sugli aspetti propri della Commissione di appartenenza. Per questa ragione, vorrei condividere alcune considerazioni di metodo e di merito con l'Assemblea. Quanto alle considerazioni di metodo, vorrei dire che questo “decreto “Milleproroghe” ormai sembra tristemente essere diventato una discarica: tutto ciò che non trova posto negli altri provvedimenti finisce nel “Milleproroghe”. Invece di rispettare l'originaria natura di questo provvedimento, lo si è completamente snaturato per inseguire le esigenze del momento e questo, francamente, lo troviamo inaccettabile. Le proposte che Fratelli d'Italia ha avanzato hanno tutte il pregio di essere il frutto dell'ascolto dei nostri concittadini, dei comitati, delle associazioni, delle istituzioni con le quali abbiamo la fortuna di poterci confrontare ogni giorno, al di fuori da questo Palazzo che, forse, sta un po' ottenebrando alcuni. Allora, rispetto alle nostre proposte, assolutamente condivisibili e condivise, ne cito una su tutte; racconto quello che è accaduto oggi in Aula di cui forse non ci si è resi conto. E' stato bocciato un mio ordine del giorno sullo scorrimento delle graduatorie in Polizia penitenziaria e approvato un analogo ordine del giorno di altro partito solo perché in maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, questo che significa? Che la maggioranza ha a cuore lo scorrimento delle graduatorie della Polizia penitenziaria, che consentirebbe di alleggerire un Corpo fortemente vessato da un turnover ormai rallentato dagli scellerati tagli della legge Madia e di garantire efficienza alle nostre strutture carcerarie? No, perché altrimenti la maggioranza avrebbe votato i nostri emendamenti, quelli sì che avrebbero un'efficacia immediata. Invece, questa maggioranza che fa? Boccia gli emendamenti di Fratelli d'Italia e poi approva un suo ordine del giorno che, come sappiamo, non ha natura cogente per alimentare l'illusione nei destinatari del provvedimento che, in realtà, si stia facendo qualcosa. Ecco, questo è francamente intollerabile e rappresenta un po' la cifra di questa maggioranza e del Governo che essa sostiene.

Volendo restare nell'ambito della giustizia, non si capisce per quale motivo noi abbiamo una emergenza che finalmente, pare, sarà dichiarata cessata il 31 marzo, ma non tutta una serie di provvedimenti che costituiscono il corollario di questo grande teorema che ha consentito a questo Governo, e a quello che lo ha preceduto, di rimanere in piedi in questi anni, quindi, il teorema della paura; ecco, rispetto a questo teorema c'era il corollario di alcune norme definite emergenziali che hanno regolato o, per meglio dire, sregolato, deregolato la vita all'interno dei nostri tribunali. Allora, io non comprendo francamente come mai - e per questo avevo proposto alcuni emendamenti e insieme al collega Maschio ho proposto un ordine del giorno -, a fronte di un'emergenza che cesserà il 31 marzo, queste norme resteranno in vigore fino al 31 dicembre; forse non ci si rende conto - ma ben presto, con i referendum, sulla giustizia che anche Fratelli d'Italia sostiene gli italiani potranno dire la loro - che gli italiani hanno bisogno di un sistema giustizia che funzioni, che sia efficiente, hanno bisogno di processi che abbiano una durata ragionevole e che abbiano, soprattutto, tempi certi. Allora, prorogare addirittura fino a dicembre queste norme, nate con l'emergenza e che con l'emergenza dovevano cessare, noi lo troviamo intollerabile. Questo è soltanto uno dei motivi per cui il gruppo di Fratelli d'Italia voterà contro questo provvedimento, perché siamo convinti che un provvedimento del genere abbia il demerito di rassegnare agli italiani tutti i limiti di questo Governo e siccome noi rispettiamo le istituzioni indipendentemente dagli uomini che le rappresentano, crediamo che in un momento in cui agli italiani debbano essere restituite la fiducia e la speranza, al netto ovviamente del Ministro della Salute, che sarebbe meglio andasse a casa il prima possibile, questo provvedimento fa l'esatto contrario e, secondo noi, è molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Secondo noi, è molto grave rifugiarsi dietro una compattezza ritrovata, costringendo il presidente Brescia a chiudere frettolosamente il provvedimento dopo che, nottetempo, la maggioranza è “andata sotto” per ben quattro volte. Riteniamo molto grave leggere, dai giornali, che il Presidente Draghi avrebbe strigliato le forze di maggioranza, colpevoli di aver espresso un voto di segno contrario alle indicazioni del Governo, perché o ci si rassegna al fatto che questo Parlamento non è un inutile orpello della vita democratica o, allora, evidentemente, è necessario fare qualche considerazione in più e magari andare direttamente al voto e restituire la parola agli italiani per eleggere una maggioranza omogenea, una maggioranza accomunata da una visione univoca sulle tante sfide che attendono l'Italia e in grado, quindi, di sorreggere un Governo che non debba temere attentati notturni, con voti in Commissione di segno contrario ai propri pareri.

Tutti questi sono i motivi per cui noi voteremo contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessio Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Io desidero introdurre questa dichiarazione di voto sul “decreto Milleproroghe” con una brevissima analisi numerica, di natura economica: nel 2020, sono state costrette a chiudere 390 mila imprese, i dati sono dell'ufficio studi di Confcommercio; è vero che nel 2021 si manifestano segnali di ripresa economica, con la nascita di 323 mila nuove imprese, ma non è possibile avere un quadro completo, anche perché non sappiamo quante e quali siano le chiusure; infatti, il mercato è, come dicono gli analisti, drogato soprattutto dall'effetto delle moratorie sui mutui che tengono in vita anche delle aziende che sono decotte e, in quanto tali, ovviamente, destinate al fallimento. In più, si registra, come ricordava anche la collega Varchi, un'enorme rallentamento dell'attività dei tribunali, che non sono affatto in pari con le procedure dei fallimenti. Il resto, ovviamente, parla da sé, nel senso che c'è la chiusura definitiva di 22 mila - lo ripeto, 22 mila - ristoranti, la chiusura di una discoteca su cinque e ricavi dimezzati anche per le imprese rimaste in vita.

Ora, in questa situazione economica tutt'altro che esaltante, Governo e maggioranza si sono dedicati ai pannicelli caldi di qualche proroga.

Innanzitutto, desidero dire ciò che ripeto già da qualche lustro e cioè che uno strumento come il “Milleproroghe” in uno Stato normale non dovrebbe diventare una prassi istituzionalizzata e calendarizzata per tempo, ma semplicemente un'eccezione. In Italia, addirittura, si legifera con la certezza di poter sbagliare qualche analisi, qualche dato o qualche dettaglio perché tanto poi, a fine anno, c'è il “decreto Milleproroghe” che aggiusta tutto quanto e questa è una anomalia di lunga data della politica italiana che, dal nostro punto di vista e dal mio punto di vista in particolare, deve essere rimossa. Ci sono proroghe che arrivano al decennio e che vengono vendute come straordinarie conquiste politiche. Quindi, nulla di strutturale e di definitivo, semplicemente qualche proroga per accontentare qualche appetito.

Allora, ci guardiamo attorno, lo facciamo spesso, siamo abituati a farlo confrontandoci con gli altri Paesi europei, ebbene, siamo gli unici in Europa ad adottare simili misure, quindi, vuol dire che in Europa tutti programmano e gestiscono le transizioni e le situazioni economico-finanziarie in modo molto più oculato e in modo più efficace rispetto a noi, rispetto a quello che sta facendo il Governo dei migliori. Alcune norme, addirittura, vengono prorogate all'infinito; a me viene in mente la definizione che diede un collega, qualche anno fa, delle “Milleproroghe affannose” intendendo richiamarsi all'affanno, alla proroga affannosa del matrimonio tra Renzo e Lucia del povero Don Abbondio e, in effetti, Don Abbondio ha lo stesso tratto distintivo di questo Governo dei migliori, un po' pavido, un po' timoroso.

Torniamo all'eterogeneità delle materie che sono state ricomprese in questo “Milleproroghe” che non consente - lo hanno ricordato i colleghi di Fratelli d'Italia che mi hanno preceduto - un lavoro sereno al Parlamento se, poi, come ormai prassi e abitudine anche questa, viene posta la fiducia, strozzando ulteriormente il dibattito e si capisce bene che a soffrirne è certamente la democrazia, ma è altrettanto certo che a soffrirne siano la qualità, la chiarezza e l'efficacia dei nostri testi legislativi, che sono tra i più astrusi e difficili da interpretare al mondo. Occorre un esegeta, spesso, per collegare i commi, gli articoli, i richiami che abbiamo nelle nostre leggi.

Del resto, in questo “Milleproroghe” non sono passate inosservate le sconfitte notturne patite dal Governo, in particolare su quattro questioni estremamente importanti. Almeno una di quelle quattro sconfitte notturne rimediate dal Governo porta la firma anche del gruppo di Fratelli d'Italia e mi riferisco al tetto dell'uso del contante fino a 2.000 euro. Questa è una battaglia storica di Fratelli d'Italia, che abbiamo condotto al fianco non solo delle famiglie ma anche delle imprese. Qualcuno sostiene che sia un aiuto all'evasione fiscale, però dobbiamo essere anche seri: l'evasione di decine di miliardi - siamo intorno ai 100 miliardi all'anno, cioè quello che realmente affossa la nostra economia - si combatte in ben altro modo; del resto, in Germania non c'è un limite all'uso del contante e l'evasione è stimata in percentuali molto, ma molto più basse di quella italiana. Anche sui fondi per le bonifiche dell'ex Ilva di Taranto abbiamo contribuito affinché quei fondi - 575 milioni di euro - rimanessero a disposizione, così come avevamo chiesto e determinato anche, in sede di Commissione ambiente, per interventi di bonifica, per interventi di ripristino della salubrità di quei luoghi inquinati dalla produzione dell'acciaio.

Insomma, il Governo, la sua maggioranza, ha dato evidenti segni di cedimento e di scricchiolio, tanto da indurre anche il Presidente Draghi a formulare un richiamo direi sferzante, insolito per un Governo che è il Governo del Presidente, che non è un Governo politico, dicendo ai capi delegazione: “così non si va avanti”. Però Draghi se ne farà presto una ragione, perché tenere insieme una maggioranza così eterogenea anche per i prossimi 12 mesi - settimana più, settimana meno - comporta degli sforzi quasi impossibili e avete già dimostrato che il clima torna sempre immancabilmente sereno quando ci sono delle nomine da distribuire o quando ci sono delle prebende per i famelici partiti che sostengono questa maggioranza.

Del resto, su tutti i temi strategici, noi siamo costretti a registrare sempre la fuga in avanti di qualche partito della maggioranza e la piccata risposta di altri, oppure le furberie di altri ancora, per cui ci dovremo abituare a quelle geometrie variabili che - guardate un po', colleghi, corsi e ricorsi della storia - ci riportano alla Prima Repubblica, cioè indietro di circa 30 anni, che non è una splendida performance per chi entrò in Parlamento con l'ambizione di volerlo aprire come se fosse una scatoletta di tonno.

In questo “Milleproroghe” c'erano e ci sono diversi temi strategici, che in qualche caso sono stati oggetto di mediazioni litigiose, diciamo così, rispettando un dibattito dialetticamente serrato; mediazioni litigiose, appunto, che hanno portato ad una mediazione all'eccesso. Il risultato è sempre, in questo caso, un compromesso al ribasso. È ovvio che siamo tutti d'accordo sulla proroga del pagamento delle cartelle esattoriali - mi avvio alla conclusione - e per il rinvio dei cosiddetti prestiti COVID, ma il rinvio delle rateazioni fiscali scadute per le imprese in difficoltà non era una misura da “Milleproroghe”, non era una misura da tenere con il fiato in sospeso tutto il mondo economico, ma era una misura da adottare immediatamente, non nel mese di febbraio del 2022.

Però, attenzione, e concludo davvero, Presidente: la crisi non è finita; ci sono ancora restrizioni che stanno sfasciando le previsioni già difficili per tutto il comparto turistico alle porte delle vacanze pasquali; soprattutto, se Grecia, Spagna e Svizzera - cito tre Nazioni a caso - continuassero ad aprire, così come stanno facendo, tutto il nostro comparto turistico soffrirebbe terribilmente anche nella stagione estiva. Per questo e per altri motivi, non possiamo votare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per questa ragione: il gruppo di Fratelli d'Italia, come al solito, sta entrando nel tema parlando e dando centralità a questo Parlamento. Noi abbiamo attivato un'azione che, in questo caso, era un'azione ostruzionistica, però motivata da un fatto molto rilevante. Noi riteniamo che il Parlamento debba essere centrale, debba essere sempre centrale, ma debba essere centrale anche e soprattutto nei momenti di grande emergenza. Agli italiani tremano i polsi in questi giorni accendendo la televisione, guardando le immagini della crisi più grave dalla fine della Guerra fredda, che, a pochi chilometri, in Europa, sta minacciando la pace nel mondo. Ebbene, questo Parlamento non è stato adeguatamente coinvolto. Noi di Fratelli d'Italia, per primi, una settimana fa, avevamo chiesto la presenza del Presidente Draghi in quest'Aula per conoscere quali fossero le azioni di carattere contingente e di carattere strategico, su due temi: sulle politiche energetiche e sulla vicenda della crisi in Ucraina. Sulle politiche energetiche non c'è solamente una vicenda di transizione ecologica (che il Ministro Cingolani interpreterà e saranno i cittadini, poi, a giudicarne l'azione), ma c'è una vicenda ben altra, che riguarda anche gli errori che sono stati compiuti nel passato, quelli che non dovremmo compiere nel futuro e una visione che, evidentemente, tocca anche la finanza dei cittadini e gli interventi dello Stato.

Abbiamo chiesto che il Presidente Draghi venisse a parlarci di questo, ma il Presidente Draghi non ha nemmeno risposto attraverso il Governo. Avevamo chiesto che il Presidente Draghi venisse d'urgenza a raccontare al Parlamento italiano che cosa sta facendo, perché lui è lì non perché lo hanno votato i cittadini - è noto -, ma è lì per un'autorevolezza, una presunta autorevolezza, anche di carattere internazionale, che lo dovrebbe rendere un uomo centrale nelle dinamiche e rendere l'Italia orgogliosa della sua azione; magari lo sta facendo, come lo sta facendo Boris Johnson, come lo sta facendo Macron, come lo sta facendo la Germania attraverso il suo Governo, entrando nella crisi e cercando di dare un ruolo di carattere internazionale. Bene: noi quello che fa Draghi non lo sappiamo; magari per prudenza non lo ha raccontato attraverso i social, magari per prudenza non lo ha fatto attraverso i mass media. Questo è un bene, ma al Parlamento noi pretendevamo che lo venisse a raccontare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); noi chiedevamo che lo venisse a raccontare. Ebbene, questa mattina abbiamo saputo che, invece - non ne discutiamo l'autorevolezza e, anche in questo caso, i cittadini hanno avuto ampio modo per giudicarla -, ha mandato Di Maio: domani verrà Di Maio, il Ministro degli Affari esteri, che, anche in questo caso, tocca una parte del problema, cioè la politica estera (perché una guerra riguarda la difesa, il rischio di una guerra riguarda gli approvvigionamenti energetici che abbiamo già citato); avevamo chiesto, anche oggi, nella riunione dei presidenti di gruppo, che questo avvenisse.

Ringrazio il collega Marin, che ha avuto la stessa sensibilità, e anche le altre forze politiche che, certo, con meno veemenza di quanto ha fatto Fratelli d'Italia, hanno chiesto che il Presidente Draghi venisse. Noi l'abbiamo chiesto, preteso e oggi possiamo dichiarare che, con l'annuncio della presenza del Presidente Draghi la prossima settimana, il popolo italiano saprà che cosa sta combinando il nostro Governo, con il suo massimo rappresentante, in una vicenda con queste caratteristiche, che riguarda, ovviamente, la nostra Nazione. Abbiamo letto delle agenzie, ma avevamo avuto per le vie brevi la comunicazione che il Presidente Draghi sarà qui: sarà qui - diciamolo - grazie anche al ruolo e al compito che Fratelli d'Italia si è assunto di ricordare ai colleghi, ma soprattutto agli italiani, che questa è la sede della democrazia; qui siedono i rappresentanti del popolo ed è attraverso quello che viene detto qui dentro e deciso qui dentro che un Governo agisce e non il contrario, laddove vi è invece un Governo che agisce ma poi tratta come passacarte quelli che siedono in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Torniamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, il “decreto Milleproroghe”, per prima natura, costituisce un provvedimento estremamente particolare; reca, infatti, una serie di disposizioni di prosecuzione o differimento di tempi temporali in molteplici settori, risultando da sempre complesso e articolato. Si potrebbe dire che, quando non ve ne sarà più bisogno, questo Paese sarà diventato più semplice, più sburocratizzato, più competitivo.

Considerata la situazione contingente, che da un lato esprime l'esigenza di perpetuare forme di supporto all'attuale emergenza e dall'altro lato impone di ripartire con i migliori presupposti, è inevitabile che in sede di esame parlamentare sia stato presentato un elevato numero di proposte emendative. Nel suo complesso Forza Italia ritiene che il lavoro fatto nelle Commissioni I e V sia stato di estremo valore, con un gran numero di integrazioni apportate al testo iniziale. E in questo lavoro Forza Italia ha svolto un ruolo da protagonista, portando al centro della riflessione politica temi di fondamentale importanza, di cui darò rapida illustrazione, e, come sempre, la voce delle istanze provenienti dai territori insieme alle voci di regioni ed enti locali. Voglio ringraziare il collega capogruppo della I Commissione, onorevole Sarro, insieme alla vicepresidente Prestigiacomo e tutti i colleghi di Forza Italia che hanno contribuito a questo importante lavoro, insieme al lavoro svolto con tutte le forze della sottosegretaria Bergamini.

In primo luogo vorrei citare la proroga IRAP al 30 giugno 2022; una tassa che Forza Italia è impegnata ad eliminare, ma che per il momento siamo riusciti almeno a far slittare, sostenendo migliaia di imprese italiane. È stato anche approvato un emendamento dell'onorevole D'Attis che ha riaperto i termini per la rateazione del pagamento dei carichi contenuto nei piani di dilazione; grazie alla modifica introdotta da Forza Italia sarà possibile chiederne di nuovi per quei piani non rispettati a causa delle difficoltà prodotte dalla prima ondata di COVID. Certamente in materia di carichi fiscali avremmo voluto fare di più, rappresentando Forza Italia la forza politica che da sempre sottolinea il peso sproporzionato del sistema di tassazione vigente e lavora per diminuirne la pressione sui contribuenti. Tuttavia è evidente che, in un provvedimento nel quale le risorse sono assai limitate, questo è stato il massimo che si potesse ottenere; ne siamo contenti e siamo orgogliosi di aver portato a questo risultato. La battaglia per un fisco più leggero e più equo è un valore fondante per il presidente Berlusconi e per Forza Italia tutta. Un altro importante risultato è stato quello che ha visto rinviare di un anno l'ulteriore abbassamento della soglia del contante utilizzabile, ottenuto grazie all'impegno corale del centrodestra, che ne ha ribadito l'essenziale necessità. Sui contanti, infatti, la posizione di Forza Italia è sempre stata molto chiara e netta. Se questa misura non produce gli effetti attesi e se al tempo stesso c'è una forte richiesta da parte di chi opera nell'economia reale di sospenderla, non c'è alcun motivo per non battersi, come abbiamo fatto in Commissione, proprio per andare in questa direzione. Per quanto riguarda la carta stampata, è stato approvato un importante emendamento della collega Siracusano che ha specificato che del rinvio del taglio ai contributi previsto per legge, ulteriormente differito in Commissione, si possano valere anche le cooperative giornalistiche e le imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto da cooperative, fondazioni o enti senza fine di lucro.

Sui trasporti siamo riusciti da un lato a prorogare al 2026 la disposizione del decreto-legge Semplificazioni che intende favorire l'attuazione della sinergia all'interno del gruppo Ferrovie dello Stato con ANAS, dall'altro lato a sanare una lacuna dell'ultimo “decreto Trasporti” che, per una svista, aveva consentito ai monopattini elettrici di circolare liberamente sulle strade extraurbane. Grazie a un nostro emendamento dell'onorevole Rosso non sarà più così, la circolazione di questi mezzi sarà consentita solo dove esiste una pista ciclabile. Per gli esami di guida, in forte arretrato a causa del COVID, siamo riusciti a prorogare la norma che consente ai dipendenti della motorizzazione civile già in pensione di poter svolgere il ruolo di esaminatori, intervento fortemente richiesto dalle scuole guida.

Sul sisma, oltre ad avere condiviso le misure che in questo provvedimento è stato possibile apportare, anche se si sarebbe potuto accogliere di più da parte del Governo in materia di proroga sui mutui, abbiamo esteso anche alla ricostruzione del terremoto di Ischia le disposizioni già previste per l'attuale struttura commissariale grazie all'onorevole Pentangelo. In materia di energia abbiamo prorogato a tutto l'anno 2022 gli incentivi previsti per gli impianti alimentati a biogas grazie all'impegno del collega Squeri, che molto si è speso anche in materia di bioliquidi e di regolamentazione confidi, andando a incontrare richieste forti e rilevanti provenienti dal comparto interessato. In materia di imballaggi, grazie al collega Nevi, è stata sospesa fino al 31 dicembre 2022 l'applicazione degli obblighi in materia di etichettatura degli imballaggi, prevedendo che i prodotti privi dei requisiti di etichettatura possano continuare ad essere commercializzati fino al loro esaurimento.

Proprio ieri abbiamo celebrato anche in quest'Aula i due anni dal primo caso accertato di COVID in Italia. Ebbene, in materia sanitaria, grazie ad un emendamento di Forza Italia del collega Bagnasco, si proroga fino al 31 dicembre 2022 la possibilità di esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e sociosanitarie nell'ambito delle strutture del Servizio sanitario nazionale, al fine di sopperire alle carenze del personale sanitario. Un risultato che rivendichiamo grazie anche al costante impegno dell'onorevole Mandelli quale responsabile sanità per Forza Italia.

Inoltre, sempre con un nostro emendamento dell'onorevole Tripodi, è stata prorogata la ferma del personale medico e infermieristico militare, il bonus cuochi grazie all'attenzione dell'onorevole Spena, così come quello dei controlli radiometrici dell'onorevole Mazzetti o la proroga della normativa antincendi negli edifici universitari introdotta dall'onorevole Saccani Jotti. Ancora fondamentale è l'emendamento accolto della collega Prestigiacomo per l'organizzazione delle camere di commercio. Da ultimo, in quanto a significatività, il contributo pari a oltre 30 milioni per lo stanziamento di cure pediatriche oncologiche della collega Calabria. Un grande impegno quello del nostro partito Forza Italia. Un tema che è stato anche al centro dell'esame di questo provvedimento è inoltre quello degli enti locali, sul quale mi sono molto speso, dimostrando la sensibilità del nostro gruppo e del nostro partito e la capacità di portare la voce dei territori in questo Parlamento all'interno di ogni discussione.

La questione degli enti locali è cruciale in questa fase storica, come dimostra il livello di attenzione che questo Governo sta attribuendovi. All'interno di questo “decreto Milleproroghe” sono state approvate numerose misure di grande importanza. Quando un comune, una città metropolitana, una provincia, una regione non sono messi nelle condizioni di operare al meglio, le conseguenze si ripercuotono in maniera diretta sui cittadini sotto forma di maggiori imposte, carenze di servizi alle persone, alle famiglie e alle imprese. Ecco perché Forza Italia, con grande convinzione, è la prima promotrice di una serie di proposte che hanno consentito di ottenere dei risultati importanti, a partire dall'emendamento richiesto da Forza Italia e Lega, da parte mia e del collega Bitonci in particolare, poi sottoscritto da tutti i capigruppo, sulla proroga al 31 maggio dell'approvazione dei bilanci, fortemente sotto pressione a causa degli aumenti delle bollette.

Un segno concreto di attenzione agli enti che si ritrovano oggi a fare i conti con aumenti enormi cui far fronte e che rischiano di minare la continuità dei servizi, dall'illuminazione pubblica al riscaldamento nelle scuole, dagli impianti sportivi ai centri culturali. Inoltre la cancellazione dell'obbligo di verifica delle condizioni dei mutui accollati allo Stato, un processo di semplificazione necessario ed essenziale, e per questo un grazie va anche al Ministero dell'Economia e al Vice Ministro Castelli. Vi è stato poi un rilevantissimo intervento in tema di riduzione del debito pubblico e dell'onere per interessi che lo Stato, attraverso l'accollo dei mutui, è in grado di ottenere grazie al maggior potere negoziale. Presso il Ministero dell'Interno sarà istituito un apposito fondo che andrà ripartito in favore di enti che abbiano approvato la ristrutturazione del debito e che finalmente godranno di tassi di interesse attuali. Nel complesso, il vantaggio per gli enti locali sarà rapportabile al più che dimezzamento dei tassi di interesse applicati, arrivando a circa il 2-2,5 per cento rispetto all'attuale 4,5 per cento. Altre norme introdotte da Forza Italia hanno riguardato l'ampliamento dei tempi per rimodulare o riformulare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, garantendo così una migliore distribuzione delle risorse a venire, evitando agli enti oggetto della norma, proprio in questa fase storica, di rimanere ingessati.

In materia di personale continua l'impegno, grazie al collega Cannizzaro, per la stabilizzazione e l'assunzione di personale presso la regione Calabria. Inoltre, grazie a tre emendamenti, si prevede che ai contratti a tempo determinato stipulati dalle società in house della PA non si applichino le disposizioni introdotte dal “decreto Dignità” per l'attuazione di progetti del PNRR, che la spesa per il personale dei servizi scolastici per i contratti non a tempo indeterminato non rientri nelle limitazioni previste per i bilanci e, terzo, che le scuole paritarie possano affidare incarichi temporanei per le supplenze, attingendo alle graduatorie dei servizi educativi. Infine una norma rimarchevole per le regioni, introdotta da Forza Italia, sostenuta anche dai governatori azzurri di Basilicata, Calabria, Molise e Piemonte: anche per il 2022 potranno utilizzare la quota libera dell'avanzo di amministrazione dell'anno precedente dopo l'approvazione da parte della giunta.

Nel corso di questo passaggio parlamentare questo provvedimento è stato oggettivamente migliorato, ribadendo il ruolo che una Repubblica parlamentare deve svolgere e richiamandoci al massimo impegno nel darvi la rilevanza richiamata anche dal Presidente Mattarella durante il proprio discorso di insediamento, tenutosi proprio in quest'Aula. La stabilità del Governo non è in discussione, come ha voluto ribadire in questi giorni il presidente Berlusconi nei propri interventi e durante il confronto con il Presidente del Consiglio; la dialettica parlamentare è, anzi, un processo che lo rafforza e ne consolida l'operato. Un Governo nel quale Forza Italia intende continuare a credere fermamente, la cui nascita è stata decretata proprio dal presidente Berlusconi, consapevole della condizione in cui il Paese versava e pienamente convinto della necessità di dotarci di una cultura di governo, pur nelle difficoltà.

Per queste ragioni continueremo a sostenerlo nella sua azione, nel perseguimento degli importanti traguardi e obiettivi che questa fase storica impone.

Forza Italia, dunque, dichiara convintamente il proprio voto favorevole alla conversione in legge del decreto in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carla Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Il “Milleproroghe” è sempre stato un provvedimento complesso, l'abbiamo detto in molti, perché raggruppa in sé materie, problemi e risoluzioni talmente diverse fra di loro che si verificano spesso contraddizioni. Ma proprio per questo l'attenzione, prima del Governo, e, successivamente delle Commissioni e poi dell'Aula, è estremamente importante. Possono sorgere, come è avvenuto, complicazioni e divisioni, ma l'importante è saperle governare e superare, e definire al meglio ciò che serve al Paese. Avere il senso politico della responsabilità dei ruoli è fondamentale: è l'esercizio del ruolo, come prevede la nostra Costituzione, che ci deve guidare nelle scelte di merito per affrontare i problemi del Paese, le sofferenze delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori, di chi pretende sicurezza ambientale fuori e dentro i posti di lavoro, di chi è anziano e necessita di sostegno e di assistenza, delle donne e dei giovani, che sono stati colpiti dalla crisi, sia nel lavoro che per il loro futuro, in particolare i ragazzi e le ragazze. Per questo sono importanti sia il ruolo del Parlamento e delle Commissioni che le difficili scelte del Governo.

Noi vogliamo sostenere con convinzione i contenuti del provvedimento “Milleproroghe”, perché pensiamo che i contenuti dei vari articoli siano tutti importanti: sono proroghe che consentono al Paese di produrre e di intervenire per governare e gestire le situazioni più esposte e più in crisi; sono proroghe per assunzioni e concorsi, in particolare per il lavoro a tempo indeterminato; sono proroghe importanti, perché il nostro obiettivo dev'essere superare la precarietà, privilegiare la stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); la proroga per la validità delle graduatorie dei Vigili del fuoco, un Corpo molto importante, che interviene sempre nei momenti cruciali del nostro territorio; le proroghe per i lavori socialmente utili; le proroghe per i lavoratori dei trasporti aeroportuali, lavoratori che hanno subito molti momenti di crisi e per i quali ora giustamente si interviene, per non lasciarli, come si userebbe dire, a piedi; proroghe e interventi che riguardano la cultura, la scuola, la sanità e il personale sanitario e ospedaliero, un punto, questo, fondamentale, perché, a due anni dalla pandemia, dobbiamo intensificare gli interventi a favore di tutto il comparto sanitario e dei suoi operatori, medici e infermieri, che hanno e avranno sempre la nostra totale e immensa gratitudine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

La messa in sicurezza del territorio è un'altra importante decisione: l'Italia è un Paese sottoposto sempre più spesso a calamità naturali e disastri ambientali, che provocano vittime e degrado per mancanza di interventi preventivi e continui. Ogni volta diciamo: bisogna intervenire e prendere decisioni, ma poi si aspetta sempre il prossimo evento, e questo non va bene.

Vi è, poi, la riconferma di sgravi alle imprese sull'impegno della salvaguardia ambientale per le necessarie bonifiche, in particolare – lo sottolineo - nelle aree che hanno subito danni immensi, Taranto, e non solo. È questione di civiltà e del vivere in libertà e sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). So che queste decisioni hanno provocato discussioni e fibrillazioni, anche incomprensioni, superate però dal senso di grande responsabilità del Governo e di noi del Parlamento. Nessun braccio di ferro, nessuna disobbedienza, ma il prevalere, almeno per Taranto, della volontà di sanare un territorio martoriato e disastrato.

Infine, vorrei citare le proroghe a favore di temi fondamentali per i diritti delle persone, quali il lavoro e la previdenza. Penso a tutto il lavoro che abbiamo fatto nella Commissione lavoro, le richieste di proseguire nel dare continuità. Penso alle politiche sociali, alla formazione e ricerca, anche in questo caso, con il lavoro fatto nelle Commissioni.

Potrei continuare, ma mi basta dire che il nostro giudizio è su tutta la complessità del provvedimento: è l'insieme che determina il nostro giudizio. Ringrazio, a nome del Partito Democratico, il prezioso, paziente e competente lavoro delle Commissioni bilancio e affari costituzionali per la tenacia dimostrata, di giorno e di notte.

Noi diamo un giudizio positivo e riconfermiamo un leale e fermo sostegno al Governo, assumendoci la responsabilità che ci deve impegnare tutti. So che con questo provvedimento non si risolvono tutti i problemi, che tanto c'è ancora da fare e tanto si sta definendo nel Consiglio dei Ministri, negli ultimi giorni, e si continua, sia per il lavoro che per lo sviluppo. Avremo settimane molto impegnative, ma noi, responsabilmente, continueremo a sostenere tutto ciò che servirà ad uscire da questa pesante e negativa situazione in cui versano il nostro Paese, i cittadini, le famiglie, i lavoratori e i giovani.

Intanto, questo provvedimento è un passo avanti ed è giusto valorizzarlo, senza demagogia, né populismo senza senso, ce n'è fin troppo anche in quest'Aula, e sarebbe forse il momento di smetterla e guardare al merito, con competenza e serietà.

È con questa consapevolezza che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Flavio Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghi, discutiamo del “Milleproroghe”, un provvedimento importante. È stato fatto un grande lavoro in Commissione, ne devo dare merito a tutti i gruppi parlamentari. Il Governo è stato attento agli emendamenti che, a vario titolo, sono pervenuti, sia da forze di maggioranza che da forze di opposizione. Voglio ringraziare i relatori, in particolare la nostra relatrice Simona Bordonali, per il lavoro svolto. Il “Milleproroghe” non è solo una proroga di termini, come si può evincere dal nome, ma è anche un'occasione - e direi che l'abbiamo sfruttata al meglio - per discutere, tra noi e con il Governo, di vari temi di attualità. Partiamo da quello più importante: la sanità. Prima di intervenire e di entrare nel merito, non posso che soffermarmi nel ricordare che celebriamo, in qualche modo, un triste anniversario: in questi giorni celebriamo i due anni dall'inizio della pandemia e quindi vogliamo ricordare, come gruppo della Lega, le migliaia di italiani che hanno perso la vita in questa tragedia (Applausi). Allo stesso tempo, vogliamo applaudire e ringraziare i medici, gli infermieri, il personale sanitario, anche quelli richiamati dalla pensione e anche quelli che, a titolo volontario, hanno scelto di scendere in campo, soprattutto nella prima fase di pandemia, quando ancora non conoscevamo qual era il mostro da combattere: a loro va il nostro grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per quanto riguarda la sanità, ci siamo occupati di assunzioni, di graduatorie; abbiamo potenziato l'assistenza per la salute mentale anche dei più giovani, ma la domanda che ci dobbiamo porre è cosa fare nel prossimo futuro. Quando i reparti COVID - speriamo il prima possibile - cesseranno di esistere, noi dovremo affrontare un tema insieme alle regioni, che è quello di riorganizzare la macchina sanitaria, soprattutto nelle province più lontane, nei territori montani: dobbiamo restituire quei servizi sanitari e socio-sanitari di vicinato per i territori più difficili. Questa è la sfida che affidiamo al Governo e su cui siamo pronti a fare la nostra parte.

Per quanto concerne il tema del fisco, abbiamo prorogato un'importante agevolazione sull'acquisto della prima casa. Abbiamo discusso e - ammettiamolo - ci siamo aspramente confrontati, perché non vogliamo rinunciare a battaglie che per noi sono di principio, sul tema del limite del contante. Mi spiace che qualcuno volesse continuare a portare avanti questa misura voluta dal precedente Governo giallo-rosso, che è solamente una misura di stampo sovietico, una visione ideologica dell'economia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che non fa bene, né al tessuto imprenditoriale, né ai nostri cittadini. Siamo tornati a 2.000 euro; si può fare di più, certamente, ma non si poteva continuare a limitare l'uso del circolante contante a 1.000 euro. Ve lo dice uno che arriva da un territorio di confine: l'economia transfrontaliera vive anche di turismo di prossimità, di clienti che vogliono spendere, magari per gioielli e capi di abbigliamento di un certo valore, cifre importanti. Non rinunciamo a questi valori in questo momento di crisi economica, per una visione comunista d'antan!

Per le imprese, abbiamo prorogato l'IRAP - è una nostra storica battaglia - e abbiamo portato avanti qualche semplificazione burocratica, anche per quanto riguarda il suolo pubblico, con la concessione dei dehors, l'allargamento degli spazi aggiuntivi. Su questo, serviva più coraggio da parte del Governo. Come Lega, abbiamo presentato emendamenti, alcuni proposti dal sottoscritto, per continuare a favorire l'esenzione del pagamento del canone unico per chi utilizza il suolo pubblico per lavorare. Penso agli ambulanti, alle fiere, ma anche ai bar, ai ristoranti e agli alberghi che utilizzano il suolo pubblico. La scadenza è imminente e io spero che, anche con questo intervento, il Governo possa, quanto prima, fare chiarezza e prorogare questa misura così necessaria. Infatti, finita la crisi pandemica - spero a breve -, la crisi economica, di fatto, continuerà e gente, lavoratori e imprese, che non hanno incassato 1 euro negli scorsi mesi, non si possono ritrovare a pagare tutto e subito. Per alcune aziende, in particolare quelle dell'agricoltura, abbiamo fatto interventi importanti. In particolare, voglio citare la proroga dei termini per il versamento dell'IVA, delle ritenute e delle addizionali per quelle aziende di allevamento che si trovano impegnate nella lotta alla peste suina. È una questione che riguarda principalmente le regioni Piemonte e Liguria, su cui chiedo un impegno maggiore, rispetto a quello già svolto da parte del Governo, per aiutare le regioni che combattono questa nuova pandemia, che, in questo caso, riguarda gli animali e che rischia di diffondersi in tutto il Nord Italia, anche verso l'Europa, e in tutta la penisola italiana. Ecco, serve un intervento immediato in supporto delle regioni.

Per gli enti locali, abbiamo previsto nuove assunzioni, soprattutto per sviluppare le spese e gli investimenti legati al PNRR. Abbiamo innovato le norme che sono state introdotte con il nostro “decreto Sicurezza”, per la messa in sicurezza di edifici e territori, una norma voluta dall'ex Ministro Salvini, che ha visto, in questi anni, uno sviluppo importante negli enti locali di tutta Italia. Abbiamo approvato anche un mio emendamento, che tratta la vulnerabilità sismica, una semplificazione che interessa soprattutto le zone che hanno affrontato l'emergenza sismica e che devono ricostruire post-emergenza.

Abbiamo anche proposto agli altri gruppi parlamentari di approvare all'unanimità un emendamento che proroga i termini per l'approvazione del bilancio di previsione triennale dei comuni. Questo perché - e mi collego all'ultimo tema di cui voglio parlare - il problema energia riguarda anche i comuni.

Quindi, dobbiamo dare una boccata d'ossigeno, per riuscire a far chiudere i bilanci a questi comuni. Non è una questione che interessa solo i sindaci o, come qualcuno può definirla, una marchetta elettorale, perché non riuscire a pagare la luce all'ufficio anagrafe, per rilasciare le carte d'identità ai nostri anziani, credo sia un problema che riguarda tutti e non solo una parte politica o determinati sindaci.

Su questo - devo dirlo con chiarezza - Matteo Salvini è stato il primo leader nazionale a parlare del problema bollette. È stato lasciato in isolamento, come dire, in letargo per mesi, finché non sono comparsi, anche su tanti profili social, sui social network e in televisione, i confronti tra le bollette di un ristorante, di una società sportiva, di un'associazione senza scopo di lucro dell'anno scorso, e le esose bollette di quest'anno. È diventato un tema di carattere nazionale. Grazie a Matteo Salvini, grazie alla Lega, c'è un “decreto Energia”, che speriamo possa quantomeno calmierare gli effetti devastanti dell'aumento dei consumi. E, poi, c'è da affrontare il tema del fabbisogno energetico nel nostro Paese.

Spero di aver fatto un rapido excursus, per i minuti a mia disposizione, dei punti principali del “decreto Milleproroghe” o quantomeno dei punti che la Lega ha portato avanti e ottenuto, nel modificare, nell'innovare e nel migliorare questo “decreto Milleproroghe”. Spero che, quindi, si sia colta la ragione per la quale la Lega ha deciso di partecipare a questo Governo, perché, vedete, è facile esserci nei momenti facili, ma noi abbiamo deciso di partecipare all'azione dei Governi nel momento peggiore che l'Italia ricordi negli ultimi decenni. Quando il Paese chiama, la Lega è abituata a esserci. Noi parlamentari ci siamo candidati alle elezioni politiche non per andare a fare opposizione, ma per cercare di partecipare al Governo del Paese e, con questo “Milleproroghe”, abbiamo dimostrato che, partecipando, riusciamo a incidere sui provvedimenti e a cambiare in bene il nostro Paese. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buompane. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, prima di iniziare la mia dichiarazione di voto, signor Presidente, mi permetta, a nome del MoVimento 5 Stelle, di rivolgere un commosso e riconoscente pensiero all'ambasciatore Luca Attanasio (Applausil'Assemblea si leva in piedi), a un anno dal suo brutale assassinio in Congo, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all'autista Mustapha Milambo.

Venendo al provvedimento, signor Presidente, il “decreto Milleproroghe” è la dimostrazione che non ci siamo mai fermati e che stiamo continuando a lavorare per dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini italiani. Gli effetti della pandemia da COVID-19, come sappiamo, si sono riflessi fortemente sull'economia globale. Questa è la fase in cui è necessario impartire la spinta più decisa all'economia e sostenere con più vigore le fasce maggiormente colpite della popolazione, per far sì che tutte le energie del Paese siano destinate alla ripartenza e alla valorizzazione degli investimenti, della ricerca e della formazione, che saranno finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il rischio di danni permanenti al tessuto produttivo, così come lo sforzo richiesto ad alcune categorie sociali e produttive, dovranno essere ulteriormente limitati, al fine di scongiurare la minaccia di non recuperare i livelli di prodotto precedente alla crisi. Per questo, il provvedimento contiene decine di misure utili a cittadini e imprese.

Voglio ricordare rapidamente solo alcune delle norme necessarie in questo momento delicato: bonus psicologo, sostegno ai lavoratori portuali, fondi per le cure oncologiche, assunzione nelle pubbliche amministrazioni, proroga dei termini per i “Ristori”, golden power rafforzato per tutto il 2022, garanzie su prestiti e aiuti a imprese fino a metà 2022.

Tra le tante misure, però, ve ne sono alcune sulle quali vorrei soffermarmi di più, perché le ritengo particolarmente significative. Penso, ad esempio, al nostro intervento per prolungare fino al 2024 il termine entro cui i comuni potranno destinare liberamente le somme legate al risparmio proveniente dalla rinegoziazione dei mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi. Siamo soddisfatti, signor Presidente, di aver dato più tempo ai comuni per definire liberamente come spendere queste somme - e, dunque, anche per le spese correnti - senza vincolarle necessariamente al finanziamento della spesa in conto capitale o all'estensione dei mutui.

Siamo in una fase delicata e molto difficile in cui peraltro anche su comuni, province, città metropolitane e regioni si aggiunge, agli effetti della crisi pandemica, anche il peso del caro bollette. Con l'emendamento approvato in Commissione diamo loro un po' di respiro. Inoltre, diamo più tempo ai comuni per programmare servizio rifiuti e Tari. Con un emendamento a mia prima firma spostiamo al 30 aprile il termine entro cui i comuni devono approvare il piano economico finanziario del servizio rifiuti, insieme alle tariffe e ai regolamenti riguardanti la Tari. Un aiuto in più ai nostri sindaci nell'ottica di una più efficace erogazione dei servizi pubblici sul territorio.

Penso poi al nostro lavoro per tutelare le risorse per le bonifiche di Taranto. Il nostro unico interesse è la giusta riqualificazione di un territorio martoriato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Il MoVimento 5 Stelle ha avviato un processo di conversione dell'area e continuerà nelle sedi opportune a difendere le bonifiche dell'area più inquinata d'Europa - ricordiamolo -, salvaguardando la possibilità di riqualificare e reimpiegare gli oltre mille lavoratori di Ilva da anni in attesa di una seria e concreta prospettiva di reinserimento lavorativo.

È giunto il momento di realizzare e accelerare le bonifiche pianificate e finanziate da tempo. Taranto non può più aspettare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È il momento anche di dare risposte ad un territorio che ha nutrito la speranza di un processo di riconversione economica, sociale e culturale avviato dal Governo “Conte 2”.

Proseguendo, vorrei poi ricordare il nostro intervento normativo che consentirà agli enti di ricerca pubblici di proseguire con le stabilizzazioni del personale anche nel 2022 e di scorrere le graduatorie per le progressioni di carriera a primo ricercatore. Il CNR, in particolare, potrà utilizzare i 10 milioni stanziati nella legge di bilancio 2022 per assumere i ricercatori anche quest'anno. Continua così il nostro impegno a favore dei ricercatori precari e per una sempre maggiore valorizzazione di queste figure professionali.

Come anticipavo, in questo provvedimento è contenuto il cosiddetto bonus psicologo per garantire percorsi di sostegno psicologico, che è un primo passo avanti fondamentale verso tutte le persone che si trovano a vivere un disagio soprattutto dovuto a questi due anni di pandemia che hanno messo a dura prova le nostre sicurezze. I disagi psicologici sono ancora vissuti come uno scomodo tabù e l'idea di farsi aiutare in momenti difficili spesso non è un passaggio scontato. Invece, è importante chiedere aiuto, se serve. Abbiamo lavorato per potenziare l'ascolto all'interno delle scuole ed è importante fare un passo avanti per ampliare questa possibilità.

Abbiamo pensato alle imprese. Come anticipavo, proroghiamo di sei mesi - fino al 31 dicembre 2022 - le aliquote agevolative riferite al 2021 per gli investimenti in beni ordinari rientranti nel programma Transizione 4.0, a patto che gli stessi beni siano stati ordinati entro il 31 dicembre scorso e che sia stato saldato un acconto pari ad almeno il 20 per cento del costo totale. Senza questa proroga molte imprese avrebbero potuto scontare una quota inferiore dell'investimento realizzato, dato che le agevolazioni per il 2022 sono state ridotte nell'ultima legge di bilancio. Con la modifica diamo respiro a migliaia di imprenditori coraggiosi che stanno investendo nello sviluppo della loro attività.

Il MoVimento 5 Stelle, signor Presidente, è al Governo e nelle istituzioni per fare le cose, per restituire diritti e per difendere le nostre conquiste. L'agenda del Governo deve essere rappresentata da azioni concrete per il Paese, per dare continuità ai buoni risultati che abbiamo raggiunto fino ad oggi, con la stessa determinazione che abbiamo espresso per valorizzare al meglio questo provvedimento.

Ogni giorno siamo al lavoro, come MoVimento 5 Stelle, per sostenere le imprese, le partite IVA, le famiglie colpite dal caro bollette. Lavoriamo per introdurre un salario minimo che garantisca dignità soprattutto ai nostri giovani, che vogliono mettere su famiglia e che hanno diritto di avere certezze concrete per il loro futuro. Ci aspettiamo condivisione su questo tema dirimente, signor Presidente, da parte di tutte le forze politiche di maggioranza. Vediamo quotidianamente servizi in TV e reportage che evidenziano come migliaia di giovani siano sottopagati e vivano in condizioni di disagio, pur avendo un posto di lavoro. Un intervento legislativo per mettere fine a questa vergogna non è più rinviabile, perché, signor Presidente, il fronte progressista sarà definito da temi sfidanti e caratterizzanti, come il salario minimo, e non da interviste o congressi di partito (su questo voglio essere chiaro).

Per tutti questi motivi, signor Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Membri del Governo e colleghi, se devo fare un bilancio tra le cose positive e negative che questo provvedimento ha portato per il Paese, sicuramente il bilancio è positivo. Ma, Presidente, questa è l'ultima volta che io personalmente esprimo un parere favorevole su un decreto quando interviene in materia di giustizia e lo fa utilizzando uno strumento sbagliato. Mi riferisco a un istituto che avete per l'ennesima volta prorogato, cioè le licenze premio per i semiliberi, diciamo così. Tale istituto, che era nato con il “Cura Italia”, poi prorogato con i “Ristori bis” e i “Ristori ter” (quindi, per due anni) e che era nato sulla spinta dell'esigenza di evitare in qualche modo il sovraffollamento carcerario in epoca di COVID, come un autorevole esponente del Partito Democratico ha detto durante i lavori in Commissioni riunite, è diventato uno strumento per verificare la bontà della misura.

Io a questo ragionamento mi oppongo. Chiedo che il Parlamento ritorni ad essere centrale nel dibattito che riguarda soprattutto la materia della giustizia. Presidente, ogni giorno di più, e qui concludo, mi interrogo - il sottosegretario Giorgis allarga le braccia, perché ha capito a chi mi riferisco - se questo Governo dei migliori sia veramente tale. Mi sento, ogni giorno di più, vicina e affine alle posizioni che il gruppo di Fratelli d'Italia sta esprimendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) rispetto all'azione di un Governo che svilisce e mortifica l'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3431-A/R:

"Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

A questo punto, effettuiamo una pausa di dieci minuti. Quindi, la seduta riprenderà alle ore 18,05. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18,05.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. (A.C. 3434-A​)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3434-A: Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore.

Ricordo che nella seduta del 20 gennaio è stata respinta la questione pregiudiziale Sapia e altri n. 1.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3434-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

I presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia ne hanno chiesto l'ampliamento.

La Commissione XII (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Elena Carnevali.

ELENA CARNEVALI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sottosegretaria Bini, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, chiederò di avere un po' di pazienza perché qui farò una relazione che cercherà, nel possibile, di essere sintetica ma stiamo parlando, di fatto, della discussione di due decreti-legge in contemporanea.

L'Assemblea avvia oggi l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, che è stato esaminato in sede referente presso la Commissione XII e reca misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. Nel corso dell'esame in Commissione, è confluito in tale provvedimento il decreto-legge 4 febbraio 2022, n. 5, recante misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo, attraverso un emendamento di rifusione che è stato presentato dal Governo. Provvedimenti, questi, di recente emanazione. L'iter del provvedimento in Commissione si è intersecato con il procedimento di conversione di altri provvedimenti d'urgenza adottati dal Governo in considerazione della continua evoluzione della situazione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. In qualità di relatrice posso però dire che, nel corso della sede di esame, sono state discusse ampiamente le proposte emendative presentate, senza compressione di tempi, e, laddove ce ne sono state le condizioni, sono stati accolti emendamenti dei quali alcuni condivisi anche con le opposizioni.

Entrando nel merito del contenuto faccio presente che l'articolo 1 estende l'obbligo di vaccinazione per la prevenzione del COVID e, a tal fine, esso aggiunge tre nuovi articoli di legge al decreto-legge n. 44 del 2021. Il primo di essi è l'articolo 4-quater che stabilisce che, dall'entrata in vigore di questa legge e fino al 15 giugno 2022, l'obbligo vaccinale è esteso a tutti coloro che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età o abbiano compiuto cinquant'anni entro il prossimo 15 giugno. La relazione illustrativa del disegno di legge di conversione del presente decreto-legge afferma che la necessità di prevedere l'obbligo specifico della vaccinazione di questi soggetti è dovuta ad evidenze scientifiche nazionali ed internazionali, ferme restando quindi le norme specifiche che stabiliscono l'obbligo di vaccinazione contro il COVID per alcune categorie, anche di lavoratori, a prescindere dall'età del soggetto. Dall'ambito di applicazione dell'obbligo sono esclusi i soggetti per i quali sussista una controindicazione clinica, che deve essere attestata dal medico di medicina generale dell'assistito o dal medico vaccinatore, nel rispetto delle circolari del Ministero della Salute. Per tutti i soggetti che abbiano invece contratto il COVID, l'obbligo di vaccinazione è differito fino alla prima data utile nell'ambito dei termini temporali che sono individuati con le circolari del Ministero della Salute.

Il successivo articolo 4-quinquies introduce, con decorrenza dal 15 febbraio e fino al 15 giugno 2022, l'obbligo di possesso e di esibizione del certificato verde COVID cosiddetto rafforzato, cioè generato esclusivamente da vaccinazioni o da guarigione, con l'esclusione di quello dovuto ai test molecolari o di un test antigienico rapido, per l'accesso ai luoghi di lavoro pubblico e privato da parte di soggetti che hanno un'età superiore ai cinquant'anni. Sono inoltre stabilite specifiche disposizioni relative all'obbligo di verifica del possesso delle certificazioni da parte dei datori di lavoro. I lavoratori privi di certificazione sono considerati assenti ingiustificati senza conseguenze disciplinari con il diritto alla conservazione dei posti di lavoro, fino alla presentazione di questa certificazione e, comunque, non oltre il 15 giugno. Per i giorni di assenze ingiustificate non sono dovuti la retribuzione né ogni altro compenso ed emolumento; è vietato, inoltre, l'accesso ai luoghi di lavoro e, in caso di violazione di questo divieto, la sanzione amministrativa arriva da 600 a 1.500 euro.

Si prevede, altresì, che il datore di lavoro adibisca i lavoratori ultracinquantenni, che hanno avuto una controindicazione temporanea e permanente, a mansioni diverse da quelle precedenti e senza decurtazione della retribuzione.

Con il nuovo articolo 4-sexies si introduce la sanzione amministrativa di 100 euro per i soggetti che, sempre di età superiore ai cinquant'anni, dalla data del 1° febbraio, non abbiano iniziato il ciclo vaccinale primario o non abbiano effettuato la dose di completamento del ciclo vaccinale primario, nel rispetto delle circolari del Ministero della Salute, o non abbiano effettuato la cosiddetta dose di richiamo. La sanzione si applica anche ai lavoratori appartenenti alle categorie specifiche, in quanto sono assoggettati all'obbligo, a prescindere dal minimo anagrafico. Ai sensi del comma 3 di tale articolo, l'irrogazione della sanzione è di competenza del Ministero della Salute tramite l'Agenzia delle entrate e si provvede sulla base di elenchi dei soggetti inadempienti all'obbligo vaccinale, periodicamente predisposti e trasmessi dal medesimo Ministero, utilizzando i dati della tessera sanitaria.

Il successivo comma 4 prevede che il Ministero della Salute si avvalga dell'Agenzia delle entrate, comunichi ai soggetti inadempienti l'avvio del procedimento sanzionatorio e indichi ai destinatari il termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione per comunicare l'eventuale certificazione relativa al differimento o all'esenzione dall'obbligo vaccinale.

L'articolo 2 del decreto-legge integra il contenuto dell'articolo 4-ter sopra richiamato, al fine di estendere l'obbligo vaccinale per la prevenzione al personale delle Università, delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e degli istituti tecnici superiori. E qui, con un emendamento approvato in Commissione, è stato anche inserito il Corpo forestale delle regioni a Statuto speciale.

L'articolo 2-bis, inserito in Commissione sempre attraverso un emendamento di rifusione, introduce una novità importante perché sopprime il limite temporale della validità del certificato verde COVID-19 per i casi in cui sia generato in relazione all'assunzione della dose di richiamo del vaccino contro il COVID-19, successiva al completamento del ciclo primario, ovvero in relazione ad una guarigione, successiva al completamento del ciclo primario del vaccino o successiva all'assunzione della dose di richiamo. Per gli altri casi di certificato generato da guarigione e per i certificati generati dal completamento del ciclo primario, resta fermo il vigente limite di sei mesi.

L'articolo 2-ter - anch'esso inserito in sede referente - estende il regime di auto sorveglianza ai casi in cui il contatto stretto con un soggetto positivo al virus SARS-CoV-2 riguardi un soggetto guarito dal COVID-19 dopo il completamento del ciclo primario di vaccinazione contro la medesima malattia oppure dopo l'assunzione della successiva dose di richiamo.

L'articolo 2-quater, reintrodotto anch'esso sempre in seguito all'emendamento di rifusione del DL n. 5 del 2022, è diretto a consentire un'applicazione coordinata, con le regole adottate anche da altri paesi, di misure destinate a favorire la circolazione in sicurezza degli stranieri in Italia. Lascio poi il testo, così si può leggere il dettaglio di questa previsione.

Sempre in base al nuovo comma 9-ter, i titolari o i gestori dei servizi e delle attività, per i quali sul territorio nazionale sussiste l'obbligo di possedere una certificazione verde COVID-19, sono tenuti a verificare che l'accesso a questi servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni che sono state illustrate.

L'articolo 3, invece, reca in esame alcune modifiche sempre al decreto n. 52 del 2021; in particolare, con vari termini di decorrenza e fino al 31 marzo 2022, ci si riferisce a fattispecie di ambiti e di attività, il cui accesso è riservato ai soggetti in possesso del certificato verde COVID-19, generato da vaccinazione contro il COVID-19, da guarigione o da un test molecolare o un testo antigenico.

Si prevede, tuttavia, che siano individuati ed esclusi dalla condizione del possesso di certificazione in esame i servizi e le attività necessarie per il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona. E' stato fatto ed emanato il 21 di gennaio scorso il decreto del Presidente del consiglio dei Ministri che dettaglia le condizioni e le persone e le attività alle quali si rivolge.

L'articolo 3, di cui rimando sempre la relazione, presenta diverse lettere: a), b) e c). La lettera b) riguarda l'ambito dei soggetti che accedono agli uffici giudiziari; la lettera c) invece estende alle imprese private con più di 14 dipendenti la norma, ma c'è un emendamento, in particolare, approvato in Commissione, che prevede che, comunque, in ogni caso, è consentito il rientro immediato nel luogo di lavoro, non appena il lavoratore entri in possesso della certificazione necessaria, purché il datore di lavoro non abbia già stipulato un contratto di lavoro per la sua sostituzione.

Il comma 2 dell'articolo 3 estende l'ambito delle fattispecie alle quali si applica una disciplina transitoria di esenzione dalle norme che richiedono, per determinati fini, il possesso di un certificato verde; l'esenzione è relativa ai soggetti in possesso di un certificato di vaccinazione contro il COVID-19, rilasciato dalle autorità sanitarie, in particolare, della Repubblica di San Marino. Il successivo comma 2-bis, che è stato inserito in sede referente, specifica che la procedura di emissione e trasmissione di certificato di guarigione da infezione COVID-19 da parte del medico curante, ai fini del rilascio della certificazione, non comporta alcun onere da parte del paziente.

L'articolo 3-bis, inserito in sede referente, in questo caso in seguito alla rifusione del decreto n. 5, stabilisce che, fino al 31 marzo, l'accesso e l'utilizzo dei mezzi di trasporto per gli spostamenti da e per le isole lagunari e lacustri è consentito anche con il possesso del green pass cosiddetto base. Ciò solo in presenza di documentati motivi di salute e, per gli studenti di età pari o superiore a 12 anni, per la frequenza dei corsi di scuola primaria, secondaria di primo grado e secondo grado. Nell'arco dello stesso periodo, agli studenti di scuola primaria, secondaria di primo grado e secondo grado è consentito altresì l'accesso ai mezzi di trasporto scolastico e il loro utilizzo con green pass base, fermo restando l'obbligo di indossare le mascherine FFP2.

L'articolo 3-ter, approvato in sede referente con l'accordo di tutti i gruppi parlamentari, con un emendamento della relatrice, introduce un'altra importante novità, consentendo, a decorrere dal 10 marzo 2022, il consumo di cibi e bevande nelle sale teatrali, da concerto e cinematografiche, nei locali di intrattenimento e musica dal vivo e assimilati, nonché nei luoghi in cui si svolgono eventi e competizioni sportive.

L'articolo 3-quater, anche questo inserito in corso dell'esame in sede referente, introduce un principio importante, quello della continuità delle visite nelle strutture residenziali, socio assistenziali, sociosanitarie ed hospice da parte dei familiari, muniti di certificazione verde COVID. L'intervento legislativo è attuato attraverso l'intervento dell'articolo 1-bis del decreto legge 44 del 2021.

L'articolo 3-quinquies, anche questo introdotto durante l'esame in sede referente con il consenso unanime dei gruppi, integra le previsioni che riguardano la parte relativa all'accompagnamento dei pazienti con disabilità grave nonché dei soggetti affetti da Alzheimer o altre demenze o deficit cognitivi, con sintomi anche lievi e moderati, certificati, ed è sempre consentito prestare assistenza anche nei reparti di degenza e di pronto soccorso, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura, purché in possesso del green pass base.

L'articolo 3-sexies, che è stato inserito in sede referente sempre attraverso l'approvazione di un emendamento di refusione del decreto n. 5, reca una disciplina che era stata già introdotta con l'articolo 4 del presente decreto, che viene quindi abrogato, in materia di gestione dei casi di positività delle scuole.

Lascio agli atti il dettaglio della disciplina; al riguardo, possiamo comunque dire che la condizione attuale nelle scuole, rispetto ai casi di positività, per cui si prevede prima la sospensione e poi l'introduzione di nuovo della continuità didattica, attraverso la didattica a distanza, è stata facilitata perché sono aumentati i casi per cui si prevede la presenza: quindi, con quattro casi di positività o altre situazioni, con cinque o più casi accertati, si facilita la continuità della didattica in presenza.

Vado, quindi, verso il comma 2, che è stato aggiunto durante l'esame sempre con un emendamento in sede referente, che prevede che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado siano in ogni caso tenute a garantire e a rendere effettivo il principio di inclusione degli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali, anche nelle ipotesi di sospensione e di riorganizzazione delle attività. In tali casi, su richiesta delle famiglie al dirigente scolastico, è comunque garantita ai predetti studenti la possibilità di svolgere l'attività didattica in presenza, coinvolgendo un numero ristretto di compagni, sempre previa richiesta e con l'accordo delle rispettive famiglie. Il comma 3 del presente articolo prevede poi l'applicazione del regime sanitario di autosorveglianza nell'ambito del sistema scolastico; ricordo che anche nel sistema scolastico, oltre all'autotamponamento, è stata inserita anche l'autocertificazione. Comunque, sempre il comma 3 stabilisce, quindi, l'applicazione del regime sanitario di autosorveglianza con l'esclusione dell'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie fino a sei anni di età e resta naturalmente in ogni caso il divieto di accedere sempre se la temperatura corporea supera i 37,5 gradi.

In conclusione, in base all'articolo 5, nell'ambito delle attività connesse al tracciamento dei contagi, si dispone fino al 28 febbraio del 2022 l'esecuzione gratuita di test antigenici rapidi presso le farmacie o presso strutture sanitarie aderenti al protocollo d'intesa, previsto dal decreto-legge n. 105 del 2021, alla popolazione scolastica che frequenta la scuola secondaria di primo e di secondo grado, sulla base di idonea prescrizione medica, rilasciata dal pediatra o dal medico. A tal fine è stata autorizzata una spesa di 92.505.000 euro. Un'altra disposizione rilevante che è stata introdotta in sede referente è quella dell'articolo 5-bis che istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'Istruzione, il Fondo per i ristori educativi, da destinare alla promozione di iniziative di recupero e di consolidamento degli apprendimenti relativi alle ore di scuola in presenza perse da parte degli studenti che sono stati soggetti a misure di isolamento dovute all'infezione, attraverso attività gratuite extra scolastiche, quali attività culturali, attività sportive, soggiorni estivi, sostegno allo studio e sostegno psicologico. La dotazione del Fondo è di 667 mila euro per l'anno 2022 e di 1.333.000 euro per il 2023.

Sempre l'articolo 5-ter, anche questo inserito in sede referente con ampio consenso, riconosce che, fino alla cessazione dello stato di emergenza, i genitori lavoratori dipendenti privati che hanno almeno un figlio in condizioni di disabilità grave con bisogni educativi speciali, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia un altro genitore non lavoratore e che l'attività lavorativa non richieda necessariamente la presenza fisica, hanno il diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, anche in assenza di accordi individuali. Rimane ferma l'applicazione della disciplina già stabilita nei contratti collettivi nazionali per i genitori dipendenti pubblici; le suddette condizioni costituiscono quindi un titolo prioritario per l'accesso al lavoro agile.

L'articolo 5-quater, inserito nel corso dell'esame in sede referente, in questo caso sempre per rifusione del decreto legge n. 5 del 2022, per le esigenze di coordinamento, prevede l'abrogazione del comma 1 dell'articolo 30 del disegno legge n. 4 del 2022, in materia di gestione dei casi di positività nelle scuole. L'ultimo articolo che è stato inserito, sempre nel corso dell'esame, è l'articolo 5-quinquies che prevede la clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano, mentre l'articolo 6 prevede l'entrata in vigore del decreto-legge in oggetto.

PRESIDENTE. La rappresentante del Governo si riserva di intervenire.

È iscritto a parlare il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, da Wuhan non è arrivato solo quel virus tremendo e misterioso che ha stremato le nostre vite, ma un'ondata di autoritarismo di stampo cinese, di sorveglianza digitale e di credito sociale. Per le conseguenze di questo provvedimento, colleghi, da martedì 15 febbraio, nonostante la serenità con cui la relatrice lo annunciava, come se fosse la cosa più normale del mondo, mezzo milione di lavoratori - tutti dai cinquant'anni in su, un'età in cui è difficile trovare altre occasioni di lavoro - perderà lo stipendio. È stato detto con una formula asettica, burocratica: la sospensione della retribuzione. In Italia, non siamo in Cina; in Italia, succede e succederà questo. Saranno prima considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro: quanta bontà, lor signori! In teoria, ma solo in teoria, per il periodo in cui la vaccinazione è omessa o differita, il lavoratore può essere adibito a mansioni anche diverse, senza decurtazione della retribuzione, ma questo può valere per le grandi aziende con numerosi comparti, non certo, colleghi, per le piccole e medie imprese che costituiscono l'ossatura centrale delle attività imprenditoriali.

Secondo l'Istat, al 31 dicembre 2021, il tasso dei disoccupati è del 9 per cento; una ricerca del Il Sole 24 Ore, ancora, del 7 aprile 2021, ci dice che su 2.518.000 persone in condizioni di disagio lavorativo, prive di reddito, 552 mila, cioè più di mezzo milione, sono di e oltre i cinquant'anni di età. Sappiamo, sempre da Istat e da Caritas, che le persone che vivono al di sotto della soglia di povertà si aggirano, colleghi, intorno ai 6 milioni, il 10 per cento dell'intera popolazione, con tendenza ad aumentare a causa della crisi da COVID. Se, però, nel calcolo si includono tutti quelli che sono stati occupati almeno un mese e che reputano il lavoro come il loro status prevalente, il dato, colleghi, cresce al 13,2 per cento. La fascia degli over 50 in povertà è intorno al 30 per cento del totale. In poche parole, per dirla con Orwell, per l'obbligo vaccinale siamo tutti uguali, solo che alcuni, rappresentante del Governo, sono più uguali di altri.

Vedete, l'Italia è governata dagli unici che non hanno ancora annunciato una data di uscita da restrizioni e obblighi - persino in Cina diedero una data per questo -, insomma una data per il completo ritorno alla normalità pre-COVID, né sono stati ancora indicati gli obiettivi, in termini di dati come contagi, ricoveri, terapie intensive, decessi, vaccinati, raggiunti i quali si tornerà come si viveva prima. Ciò, nonostante la percentuale di popolazione italiana immunizzata sia ormai vicinissima al 100 per cento e non ci sia alcuna ragione scientifica per dover vaccinare i guariti; sono ragioni che poi illustreremo, collega relatrice. Evidenze scientifiche, quali evidenze scientifiche? Ha richiamato soltanto decreti d'urgenza precedenti quando la situazione era ben diversa.

Si governa così, a caso, come se fosse un problema burocratico. Ma, colleghi, Fratelli d'Italia non si preoccupa della burocrazia, per quella basta l'ostruzionismo che faremo oggi, domani, nei prossimi giorni; no, si preoccupa della vita quotidiana delle persone su cui, per colpa di questa burocrazia micidiale, state andando ad intervenire.

Molti altri sono già tornati alla completa normalità, altri Paesi, altre Nazioni; in altri Paesi almeno il Governo ha reso nota una data, un percorso; qui, in “Draghistan”, colleghi, non si può.

Intanto, Confesercenti rende noto che hanno chiuso 4 mila imprese del turismo; mentre qui entra in vigore il discriminatorio green pass per gli over 50, in altre Nazioni del mondo si riapre: penso alla Danimarca socialdemocratica, allo Stato di New York, alla Gran Bretagna e alla Spagna che iniziano ad abbandonare gli inutili green pass che stanno lasciando indietro tutti e dividono fra vaccinati e non vaccinati in maniera assolutamente discriminatoria. E ci chiediamo, colleghi liberali, dove sia la liberalità in questo.

Nel frattempo, il Governo dimentica altri serissimi problemi degli italiani, come l'inflazione galoppante, il rincaro delle bollette, l'aumento degli sbarchi, la povertà dilagante che abbiamo dimostrato, ma continua a raccontare le sue post verità orwelliane che abbiamo elencato tutte nel precedente provvedimento. Peggio, in Italia non solo non è noto il quando, bisogna innanzitutto chiedersi se mai accadrà. Ma alle categorie della cultura, del turismo, dello sport, bisogna dare certezze, colleghi della VII Commissione.

Mi fa piacere in questo senso citare il presidente Spera di Assomusica, non un esponente di Fratelli d'Italia: la situazione dello spettacolo dal vivo è da tempo nota, oltre 250 mila famiglie rischiano di non avere uno stipendio; tutte le maestranze si sono convertite in altri settori, come l'edilizia, con il pericolo di non avere più tecnici luci e audio o facchini con la ripartenza; infine, l'indotto turistico sui territori è praticamente azzerato. Lo dice Assomusica, non lo dice Fratelli d'Italia.

Citando Sandro Ruotolo, che non è un esponente di Fratelli d'Italia, dello stesso partito del Ministro Speranza, “non è questo il momento di cedere alla voglia di libertà”, colleghi. Ce lo dice Ruotolo, non dobbiamo cedere alla voglia di libertà. Gli apostoli del comunismo pandemico che citano e parafrasano Lenin sul razionamento delle libertà fondamentali: è questa l'aporia, la contraddizione dei liberali di centrodestra in questo Governo dei migliori. È l'essenza degli ultimi due anni, colleghi, del sostanziale teorema con cui i cittadini sono stati trasformati in sudditi obbedienti: la libertà è nemica della salute, il perno della nuova normalità è vivere con la mascherina.

In conferenza stampa, Draghi ha detto di voler uscire il prima possibile dall'emergenza e di voler eliminare le restrizioni il più presto possibile, ma ha ammesso: “non abbiamo ancora una road map specifica”. Il problema è che questa non sembra puntare, sia pure progressivamente, alla normalità pre-COVID, ma, al contrario, si punta dritti allo stato d'eccezione per rendere permanenti le misure emergenziali, come nei regimi autoritari, pur senza l'emergenza. Ditemi voi, in tutto il mondo, dov'è l'emergenza, se non qui, in questa bolla italiana.

Dopo la fine dello stato di emergenza - cito sempre Speranza su la Repubblica - resteranno ancora l'obbligo di mascherina al chiuso e il green pass, mentre addirittura è un'ipotesi la quarta dose per tutti, mentre Omicron ha endemizzato la pandemia. Bill Gates alla Conferenza di Monaco, non Fratelli d'Italia: “Omicron è un tipo di vaccino e sta facendo un lavoro migliore di quello che stiamo facendo noi con i vaccini”, colleghi.

Avremo, quindi, le misure di emergenza, pesanti obblighi, restrizioni delle libertà personali e violazioni della privacy anche senza emergenza sanitaria, dunque incostituzionali, a maggior ragione perché non più necessarie.

È ammirabile il coraggio di alcuni colleghi della Lega che hanno votato contro; peccato, poi, qualche astensione di troppo rispetto alla fine del super green pass con la data del 31 marzo.

Il certificato verde, il green pass, è qui per restare come strumento di controllo sociale, è un vero e proprio interruttore delle nostre libertà personali. È saltato qualsiasi perimetro costituzionale sia nella gerarchia delle fonti, che nel merito dei provvedimenti. E, certo, qui è facile superare le pregiudiziali, è una questione matematica: siamo soltanto Fratelli d'Italia contro tutta l'Aula.

Il settimanale conservatore inglese The Spectator, in un editoriale dal titolo “La tirannia senza senso del Covid pass italiano” - quindi, non Fratelli d'Italia - recita: “Mentre la maggior parte dei Paesi europei, in particolare la Gran Bretagna, sta allentando le restrizioni COVID, l'Italia, che ha le più dure, questa settimana le ha rese ancora più dure, anche se i dati mostrano che sono inutili”. Lo dicono gli inglesi, non Fratelli d'Italia. “Forse è perché l'Italia è un Paese in cui cartomanti e guaritori hanno un giro d'affari multimiliardario, che ha il regime di pass vaccinale più draconiano d'Europa”. Il green caos, colleghi. “Ad ogni modo, la psicosi di massa acceca i suoi politici e le persone di fronte alla verità”, sempre The Spectator. E, ancora: “Salutato come un enorme successo con fervore religioso dal Governo di unità nazionale italiano” - tutti voi - “guidato dal Premier non eletto ed ex banchiere centrale dell'UE, Mario Draghi, il green pass non è stato in realtà altro che un esercizio di inutile tirannia”. Non lo dice Fratelli d'Italia, colleghi, state facendo ridere il mondo. “Eppure, nonostante ciò, a dicembre, il Governo Draghi ha introdotto il super green pass, che ha reso il regime ancora più tirannico e che non dà nessuna garanzia scientifica di immunità, con la vaccinazione ormai obbligatoria per tutti sui mezzi pubblici, e in molti spazi pubblici, come ristoranti e bar” - per prendere un caffè, colleghi, in piedi, ci vuole il super green pass: ma siete ridicoli - “parrucchieri, stadi, centri sportivi (…)”.

“E questa settimana, con il tasso di contagi in caduta libera” - e queste sono evidenze scientifiche, collega relatrice - “la vaccinazione obbligatoria è stata estesa ai luoghi di lavoro per gli over 50”. Continuo, sempre citando. Naturalmente, né il non eletto Draghi né nessun altro della sua coalizione transpartitica “ammetterà mai che quello che strombazzano come il loro più fiero traguardo è un fallimento. Né lo faranno i media italiani che hanno seguito così supinamente la linea del Governo, anche perché, forse, alcuni di questi sono stati ben finanziati, né gli stessi italiani, tre quarti dei quali sostengono il green pass secondo i sondaggi. Hanno tutti troppa faccia da perdere adesso”, per cui bisogna andare avanti. Ma che la loro ossessiva - sempre citando - convinzione sulle meraviglie del green pass sia una completa sciocchezza è chiaro da un confronto fra i dati dell'Italia e della Gran Bretagna, che, in realtà, non ha avuto alcuna forma di pass vaccinale. Ma per aggiungere la beffa al danno - continua ancora l'autorevole periodico britannico -, da dicembre, l'Italia ha avuto anche molti più decessi per COVID rispetto alla Gran Bretagna - 18 mila contro 15 mila -, con una popolazione leggermente inferiore a quella britannica. Secondo la Johns Hopkins University, l'Italia ha avuto 252 morti per 100 mila abitanti, contro i 240 del Regno Unito senza green pass. La lezione è chiara - sempre secondo la citazione - e “come mostra il Regno Unito, la stragrande maggioranza delle persone ha scelto di vaccinarsi di propria spontanea volontà e non ha bisogno di essere costretta dallo Stato a farlo. In effetti costringere le persone a farlo - come mostra l'Italia - non funziona”. E questo è un autorevole periodico inglese, non è Fratelli d'Italia.

Intanto, ci dicono che non toglieremo mai la mascherina, perché è parte di noi, perché è diventata quasi un accessorio glamour. Ma come si fa, colleghi, ad ascoltare virologi che sono diventati agenti dello spettacolo? Dovremo fare un piano di ristori anche per loro, terminata questa pandemia.

Viviamo in una nuova normalità, dove i diritti vengono sacrificati, la salute non è garantita e la libertà viene definitivamente mortificata in nome del dettato del Ministro Speranza. Siete, siamo tutti qui a seguire i diktat del Ministro Speranza. Colleghi, abbiamo escluso dei colleghi dal voto - penso a Cabras, a Paragone, a tanti altri -, ma durante l'elezione del Presidente della Repubblica abbiamo permesso a dei positivi di votare, perché ovviamente l'elezione del Presidente andava garantita. Ai malati di COVID fu consentito di votare facendo eccezione alla regola della quarantena, mentre ai sani privi di super green pass non è consentito il voto da remoto: per una scelta politica? Per cosa?

Sui guariti, colleghi, su questo stiamo conducendo una battaglia quasi in piena solitudine, tranne i comitati spontanei in tutta Italia. È scientificamente provata la superiorità dell'immunità naturale o ibrida e vaccinare i guariti è una politica irresponsabile: non lo dice Fratelli d'Italia, lo dicono i virologi, anche le “viro-star”, talvolta. Tutti coloro che sono guariti dal COVID-19 hanno un'immunità e una protezione naturale dalle nuove infezioni e dagli esiti più gravi; ora queste persone in Italia sono davvero molte grazie alla variante Omicron, circa - pensate un po' - 10 milioni. Combinando la vaccinazione con l'immunità naturale si ottiene un'immunità ibrida, che fornisce una protezione ancora maggiore rispetto alla sola vaccinazione, ma invia i livelli di anticorpi a livelli astronomici, con tutti i rischi del caso.

Secondo Mantovani, un esperto di immunologia, i vaccini, non solo quegli anti-COVID, dovrebbero essere usati per salvare vite umane, non per vaccinare persone già immuni (e questa è la banalità della virologia, colleghi, non lo dice Fratelli d'Italia). Abbiamo presentato, già sul “DL proroga emergenza”, uno specifico ordine del giorno per garantire che i soggetti che dimostrino l'avvenuta guarigione da SARS-CoV-2 siano esentati dalla somministrazione dei vaccini e dal possesso delle certificazioni verdi, anche nel caso in cui venga dimostrata l'immunità di memoria - che è la vera immunità che copre anche le varianti - per il SARS, tramite test sui linfociti B, a carico dello Stato. Questo è un certificato, colleghi, che il ticket non copre, che costa quasi 300 euro e che dimostrerebbe non gli anticorpi - che sappiamo possono decadere - ma l'immunità di memoria, cioè quella che si attiva e attiva gli anticorpi quando viene in contatto con i virus. Questo semplice certificato basterebbe a garantire a 10 milioni di guariti la libertà assoluta da qualsiasi vincolo burocratico: inutile! Un ampio studio del Regno Unito prodotto da Menni e un altro pubblicato su Life a livello internazionale hanno rilevato che le persone con una storia di infezione da SARS-CoV-2 hanno sperimentato dei tassi maggiori di effetti collaterali dopo la vaccinazione. Tra le duemila persone che hanno completato un sondaggio online dopo la vaccinazione, quelle in precedenza infettate dal virus avevano ben il 56 per cento in più di probabilità di sperimentare un grave effetto collaterale, che richiedeva cure ospedaliere; e questo per tacere sugli effetti avversi a medio e lungo termine, di cui nulla sappiamo, e su cui la stessa EMA sta indagando maggiormente, il cosiddetto long-COVID.

Colleghi, per Fratelli d'Italia il green pass non va riformato: va abolito, e così il super green pass; lede ogni diritto costituzionale, ogni regolamento, ogni legge. Con questo decreto avete introdotto le autorità di sorveglianza dei non vaccinati, nel nome di un credo sanitario religioso, facendo strage dei dati personali dei cittadini. Oltretutto, non avete regolamentato neanche il controllo. Neanche le Forze dell'ordine sono titolate, se non hanno seguito un corso e se non hanno depositato tutta la prassi al Garante della privacy, a controllare, non essendo autorizzate, e così i gestori dei bar, dei centri sportivi e di tutte le strutture che sono gestite da poveri cristi che fanno il proprio lavoro e che non sono titolati a gestire i dati della privacy delle persone.

Però l'Agenzia delle entrate sarà l'ente che comminerà la sanzione da parte del Ministero della Salute: siamo oltre Orwell, colleghi, siamo alla polizia fiscale! Leggo dalla memoria del Garante della privacy Stanzione: “Sarebbe opportuno escludere espressamente che l'attestazione dell'ASL all'Agenzia delle entrate contenga informazioni idonee a rilevare lo stato di salute dell'interessato e, in senso più ampio, dati ulteriori rispetto alla sola insussistenza dell'obbligo vaccinale o all'impossibilità di adempiervi”.

E ancora: “Il ruolo dell'Agenzia delle entrate come agente della riscossione è comprensibile rispetto alla fase successiva all'avviso di addebito, che ha per espressa previsione valore di titolo esecutivo. Meno giustificabile appare rispetto alla fase antecedente della mera contestazione”; cioè, non potete intercettare prima chi non si è fatto il vaccino e sanzionarlo. “Essa è infatti suscettibile di svilupparsi in un contraddittorio tra ASL e cittadino rispetto al quale ADER è estranea per funzione istituzionale e previsione normativa, e, nonostante tale estraneità quest'ente è comunque coinvolto in un trattamento di dati sensibili, che in ragione di ciò rischia di risultare eccedente”.

Colleghi, noi abbiamo dato una risposta precisa e di governo, con il governatore dell'Abruzzo Marsilio e delle Marche Acquaroli alla crisi pandemica. Abbiamo una visione di governo; siamo stati a fianco e siamo a fianco dei medici, degli operatori sanitari, di tutti i familiari delle vittime di COVID; lo abbiamo sempre detto e lo confermiamo anche oggi. Ad esempio, fummo derisi, colleghi, quando parlavamo della ventilazione meccanica nelle scuole e negli uffici; uno strumento efficace su cui ora il Governo fa a gara con l'OMS per lavorare e recuperare il tempo perso. In Italia - ricorda la Repubblica, non Fratelli d'Italia - la ventilazione meccanica è stata finanziata in modo massivo solo dalla regione Marche. Si contano, poi, 15 scuole primarie del comune di Milano, un liceo di Roma, due di Salerno, un comprensivo di Bari e un istituto in provincia di Padova. Nelle Marche - fa sapere il quotidiano - sono stati messi a bilancio 12 milioni di euro per far avere la ventilazione a 170 scuole, per un totale di 1.500 aule e 24 mila studenti da proteggere. Vi cito la testimonianza del preside Alfonso D'Ambrosio, il quale ha raccontato a la Repubblica: “Tre giorni fa una classe seconda insediata all'interno di un istituto con ventilazione meccanica ha fatto il tampone T5, dopo avere convissuto per tre giorni con un compagno positivo. Sono tutti risultati negativi”. È accaduto sette volte su sette: un contagiato nell'aula ventilata e tutti i compagni negativi. Questi, colleghi, sono fatti scientifici e matematici. Era una proposta lungimirante, che aveva fatto Fratelli d'Italia dall'opposizione e dal governo delle regioni e che è stata derisa dai banchi della maggioranza.

Colleghi, quaranta fiducie qui in “Draghistan”, e oggi un'altra. Ormai il Ministro D'Inca', la cui apparizione qui vuole dire fiducia, come un noto slogan pubblicitario ci ricorda, rappresenta la tagliola dell'attività emendativa e della libertà del Parlamento, persino fuori da ogni prassi e legalità. Sarà posta la fiducia sulla legge delega fiscale, che determina la delega del Governo e il perimetro sulle norme, fuori da ogni parvenza di rapporto fra potere legislativo e potere esecutivo. Nel “Milleproroghe”, in ogni caso, grazie all'azione emendativa di Fratelli d'Italia, e ci fa piacere ricordarlo per dimostrare che abbiamo una visione di governo, con le altre forze politiche, come con il collega Sensi, vengono tutelate, grazie alla nostra azione emendativa, presidi di informazioni cruciali, che hanno avuto un ruolo importante nell'informazione pandemica, come le agenzie di stampa, come Radio Radicale, che ringrazio e che sta trasmettendo anche questo intervento, condividendo una battaglia di libertà.

Vengono ulteriormente prorogati di dodici mesi gli effetti della moratoria del taglio dei contributi all'editoria, agli stessi giornali cartacei che hanno dato notizie importanti e sono stati punti di riferimento durante la pandemia, a tutela anche delle cooperative editoriali. Fratelli d'Italia è a fianco dell'editoria nazionale e del pluralismo dei posti di lavoro. Ringraziamo per questo anche il sottosegretario Moles per il parere favorevole agli emendamenti, ma ci chiediamo di contro, ed è il tema anche di questo decreto, quanti soldi siano stati spesi, lo abbiamo fatto con un question time, dal Dipartimento editoria e a quali media, perché a noi risulta che ai giornali cartacei non sia arrivato un euro di queste campagne istituzionali.

Quindi anche su questo dovremo sicuramente avere informazione e trasparenza.

Colleghi, tutti si scagliano contro il green pass, ormai non siamo più in solitudine, Bassetti, Gismondo, persino alcune forze della maggioranza, e ben venga, grazie ad alcuni rappresentanti della Lega. Intanto il Ministro Speranza vuole renderlo eterno, vuole una nazione stanca, sottomessa e ipocondriaca. E, per dirla con il filosofo coreano Han, nell'incipit di Psicopolitica, “la libertà sarà stata un episodio”. In questo state trasformando la libertà in Italia, soltanto in un episodio.

Visto che siamo in una narrazione che sembra una sceneggiatura, colleghi, chiuderemo con un meraviglioso epilogo, tratto da un film meraviglioso, che sicuramente tutti qua avrete visto, che cita le gesta di un noto eroe scozzese, tratto da Braveheart, che recitava più o meno così: “Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l'occasione, solo un'altra occasione, di tornare qui, sul campo, a urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà?”. Ecco, Governo dei migliori, la libertà, quella che state conculcando anche oggi al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, colleghe e colleghi, mi riferisco alla parte terminale dell'intervento del collega Mollicone, che ho ascoltato, come tutti i suoi interventi, con grande interesse, anche perché tutto gli si può negare, ma sicuramente non la brillantezza di eloquio e le capacità in qualche modo di interessare, nel bene e nel male, se mi consente, l'uditorio. Quindi chiaramente si fa ascoltare ed è giusto ascoltarlo con straordinario interesse. L'unica cosa che mi permetto molto sommessamente, ma con grande convinzione, è che, prima di dire che in Italia manca la libertà, credo che bisogna pensarci tante e tante volte. Forse in qualche periodo, qualche anno fa, è mancata la libertà, e di questo fatto noi dobbiamo avere un ricordo imperituro.

Quindi tutto possiamo dire, in Italia gli errori si fanno, probabilmente in questa fase se ne sono fatti insieme a molte cose positive, ma quello che non accetto di sentirmi dire è che in Italia manca la libertà. Qualche volta, mi permetto invece sommessamente sempre di dire, forse, ma mai sbaglio dicendo questo, c'è troppa libertà in Italia, ma evidentemente la troppa libertà non è mai troppa. Quindi è giusto anche che tutti possano esprimere le loro opinioni, anche quando le loro opinioni - e non sto parlando, evidentemente, di quelle del collega Mollicone - sono assolutamente insostenibili.

Per quanto riguarda la problematica del COVID e del green pass, se mi consente, ne abbiamo ascoltate di tutte e di più, e dal punto di vista scientifico, sicuramente, non avevano assolutamente nulla, questo lo dico con grande sicurezza, perché quello che dico io evidentemente non è la mia opinione, ma è l'opinione della scienza mondiale generale. Da qualche parte, ancora oggi, si dice che il COVID ora non è più che un'influenza un pochino rafforzata, come il green pass rafforzato, che ormai il COVID è diventato un'influenza rafforzata. Signori, non scherziamo: di questa influenza - come qualcheduno la chiama - rafforzata, muoiono ancora ogni giorno 200, 250 persone in Italia. E quindi, prima di dire queste cose, dobbiamo pensarci una, due, tre volte, e poi ancora ripensare quello che abbiamo detto.

Questa è una premessa che mi deriva dall'intervento del collega Mollicone, il quale con entusiasmo, naturalmente, ha sostenuto una situazione che è assolutamente, però, molto lontana dalla realtà nella quale ci troviamo, a cominciare evidentemente dall'Italia, come gli altri Paesi, nel bene e nel male, e tutto indipendentemente dal fatto che questo Governo abbia fatto il green pass, il super green pass e tutte le altre iniziative. Bene, non diciamo queste cose, perché, ad esempio, solamente per quanto riguarda le vaccinazioni, l'Italia è uno dei Paesi al mondo che ha fatto più vaccinazioni. Possiamo dire, lo diciamo, siamo convinti della buona volontà degli italiani? Sì, ne siamo convinti, gli italiani hanno capito le cose. Ma, con altrettanta convinzione, io mi sento anche di dire che il Governo, forse con metodi un pochino forti, ha convinto molti di coloro i quali, forse, convinti, almeno all'inizio, non lo erano. Ora siamo arrivati al 91 per cento, più o meno, di vaccinazioni, e a questo punto io credo, noi crediamo - come Forza Italia lo abbiamo anche detto in Commissione, mantenendo però evidentemente la nostra piena lealtà al Governo nel quale abbiamo creduto e crediamo fortemente - che ora si debba, pian pianino chiaramente, arrivare a situazioni diverse, perché niente è immutabile; soprattutto, per fortuna, la situazione pandemica è assolutamente e totalmente diversa rispetto alla situazione pandemica che abbiamo affrontato - in questi giorni c'era il nefasto anniversario - due anni fa.

Il decreto-legge n. 1, di cui stiamo discutendo il disegno di legge di conversione, è stato approvato il 5 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri, ossia in una fase nella quale era in decisa crescita la curva epidemica, quindi, evidentemente, lo diciamo e bisogna dirlo con molta chiarezza perché sarebbe veramente sciocco nasconderlo, alcune situazioni di questo decreto-legge derivano ancora da una curva epidemica che non era certo quella di oggi, e quindi ci sarà un altro decreto con cambiamenti sostanziali e importanti, che mi auguro si possano fare nel più breve tempo possibile.

Questo decreto-legge, infatti, proprio in risposta alla forte impennata di contagi e di ospedalizzazioni che avevano caratterizzato soprattutto i mesi di dicembre e gennaio scorsi a causa della sempre maggiore diffusione della variante Omicron, ha introdotto norme più stringenti in materia di super green pass e di obblighi vaccinali per tutti gli over 50 residenti in Italia, finalizzate al contenimento dell'epidemia da SARS-COV-2. Circa un mese dopo questo provvedimento d'urgenza, a febbraio, il Governo ha quindi approvato un nuovo decreto-legge, il n. 5, necessario per aggiornare e ritarare le vigenti disposizioni di legge in funzione dei nuovi cambiamenti intervenuti nel frattempo, relativi ai dati epidemiologici; un decreto che introduce nuove misure in materia di certificazioni verdi, ma soprattutto riscrive le regole per lo svolgimento delle attività nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo, per cominciare ad allentare le misure restrittive di quarantena per il settore scolastico e ridurre il più possibile il ricorso alla DAD.

È proprio di questi minuti, non ho elementi maggiori perché l'ho ascoltato, ma non ho capito fino in fondo perché non avevo la possibilità, ma credo che ci siano ulteriori novità che ha annunciato il Ministro Speranza e di questo ovviamente non posso che essere assolutamente contento.

Per consentire il più lineare e omogeneo esame in sede referente, in Commissione affari sociali abbiamo, quindi, approvato l'emendamento per far confluire nel testo del decreto-legge n. 1 le norme introdotte dal successivo decreto-legge n. 5. È chiaro, è facile fare ironia: decreto n. 1, decreto n. 5, ma è l'epidemia che ha portato a questa situazione, che in qualche caso può sembrare anche paradossale, è giusto.

Le principali norme di legge contenute nel disegno di legge che stiamo discutendo e che uniscono le disposizioni dei decreti, prevedono l'obbligo vaccinale fino al 15 giugno – quindi, le date non è che non ci siano, ci sono e, in molti casi, sono anche molto precise - per le persone di età superiore ai 50 anni. Si prevede il green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Si sopprime il limite temporale di validità del super green pass, che diventa quindi illimitato, e questo penso che sia un fatto molto positivo. Vengano eliminate le restrizioni previste nelle zone rosse per coloro che sono in possesso del green pass rafforzato. Si interviene sulla disciplina che regolamenta, in quali circostanze, in presenza di casi di positività nelle classi, si sospende l'attività nell'ambito della scuola dell'infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo e secondo grado, e quando si ricorre alla didattica digitale integrata.

Le norme introdotte hanno l'obiettivo di limitare la quarantena e il ricorso alla didattica a distanza, e a favorire, invece, il più possibile la presenza degli studenti a scuola, nonché il potenziamento dell'attività di screening nelle scuole, per consentire alla popolazione scolastica in autosorveglianza di effettuare i test gratuitamente in farmacia e nelle strutture convenzionate. Viene regolamentato l'accesso e l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico per gli spostamenti da e per le isole, consentendolo anche con il possesso del green pass base per gli studenti.

Per quanto riguarda l'esame in Commissione, ci tengo ovviamente a valorizzare il lavoro fatto dai miei colleghi in Commissione, che hanno dato contributi credo importanti e sicuramente appassionati a questa discussione. Ne voglio evidenziare alcuni: intanto, mi fa piacere sottolineare come, grazie all'approvazione di un nostro emendamento, a prima firma Maria Spena, si è introdotto un articolo aggiuntivo che stabilisce che agli accompagnatori di soggetti affetti da Alzheimer o altre demenze o deficit cognitivi, con sintomi anche lievi o moderati, certificati naturalmente, è sempre consentito prestare assistenza anche nel reparto di degenza o di pronto soccorso, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura, purché in possesso della certificazione verde.

Sempre in tema di misure a favore delle persone più fragili, viene ora previsto che le diverse istituzioni scolastiche devono garantire l'inclusione degli studenti con disabilità o, comunque, con bisogni educativi speciali, anche nelle ipotesi di sospensione o riorganizzazione delle attività scolastiche-educative.

Inoltre, con riguardo alle norme che regolamentano l'accesso dei visitatori a strutture residenziali, socioassistenziali, sociosanitarie e hospice, viene garantita la continuità delle visite. Questo credo che sia un fatto veramente importante. Purtroppo il Paese ha sofferto una situazione drammatica nel non poter stare vicino ai propri cari. Il COVID è una malattia terribile, straordinariamente brutta direi, ma una delle sue conseguenze peggiori è proprio quella di allontanare in maniera importante e decisiva i pazienti dai propri cari, e questo quindi è un problema che finalmente viene, in qualche modo, risolto.

Allo stesso modo è stato approvato un importante emendamento che consente, fino al termine dello stato di emergenza, fissato al 31 marzo prossimo - anche su questo, è chiaro, non c'è niente di ufficiale, ma ormai tutti lo sanno, i dati ci sono: il 31 marzo il Governo decreterà sicuramente, e non credo di dire cose che stupiscano qualcheduno, il termine dello stato di emergenza -, ai genitori, lavoratori dipendenti, che abbiano almeno un figlio in condizioni di disabilità grave o figli con bisogni educativi speciali, di poter svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile. Nel caso di lavoratori dipendenti pubblici le suddette condizioni costituiscono titolo prioritario per l'accesso al lavoro agile.

Sempre in tema di scuola, voglio segnalare la disposizione approvata in Commissione che istituisce un fondo per i ristori educativi, anche questo è significativo; questo fondo consente di finanziare per gli anni 2022-2023 le iniziative di recupero degli apprendimenti relativi alle ore di scuola in presenza perse da quegli studenti che sono stati soggetti a misure di isolamento dovute all'infezione; parliamo di attività di recupero gratuite come, per esempio, attività culturali e attività sportive, fino al sostegno allo studio e al sostegno psicologico.

Quindi, questo decreto è andato un pochino oltre, se mi consentite, la superficialità di molti discorsi, perché ha cercato di andare in aiuto alle persone che ne hanno più bisogno, e questo penso sia un fatto importante; forse è meno spettacolare, ma tocca le persone le persone più deboli, che come sempre, nelle situazioni problematiche si trovano in maggiore difficoltà, proprio come nel caso del COVID; alcuni dicono che il COVID è uguale per tutti, no, non è uguale per tutti, il COVID, come tutto il resto, purtroppo, non sarà mai uguale per tutti. Certamente, la malattia base è uguale per tutti, ma le conseguenze per gli uni o per gli altri, secondo le loro condizioni, sono sicuramente diverse.

Abbiamo cercato, facendo ancora errori e dimenticanze, che magari verranno rivisti in un prossimo decreto, di affrontare il tema con grande sensibilità, se mi consentite. Quindi, come Forza Italia, consideriamo questo decreto un ulteriore, importante tassello normativo, che sta contribuendo, insieme agli altri provvedimenti d'urgenza varati in questi mesi dal Governo e approvati dal Parlamento, a mettere in sicurezza il Paese e gli italiani; esso pone le condizioni - non ho alcun timore a dirlo, a urlarlo, se volete, nel modo più convinto – a porre le condizioni per le auspicate, importanti misure di allentamento della stretta imposta da questa pandemia. Sì, noi vogliamo le misure di allentamento, ma vogliamo che siano adottate con la serenità, la tranquillità e, se me lo consentite, anche con le capacità che ha dimostrato il Governo in questi due anni di in cui ha affrontato questa terribile situazione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Jessica Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Siamo giunti alla discussione generale del decreto-legge, di questo ennesimo decreto rubricato, tra l'altro, sempre al contrasto all'emergenza COVID, anche se sappiamo benissimo che di emergenza ormai resta ben poco. Prima di addentrarmi nell'esame, vi riporto, tra l'altro, una lettera indirizzata al Consiglio dei Ministri da parte dell'ULF, l'Unione per le libertà fondamentali, si tratta di un coordinamento di cittadini e associazioni promosso anche da avvocati. È stata scritta e mandata al Governo lo scorso 19 febbraio, proprio circa la pericolosità della posizione dell'ennesima fiducia da parte del Governo. L'eventuale posizione della questione di fiducia sull'approvazione del decreto-legge impedirebbe - e cito testualmente – “il pieno dibattito parlamentare, il ricorso al voto segreto ”, che, tra l'altro, è espressamente previsto dal Regolamento della Camera in caso di votazioni che riguardino libertà fondamentali e l'articolo 32 della Costituzione, come appunto nel caso di specie – “La posizione della questione di fiducia a questo decreto risulterebbe palesemente inappropriata e dunque un'evidente forzatura in quanto legherebbe il destino della durata di questo Governo ad una votazione inerente le libertà fondamentali, da demandare alla libertà di coscienza e all'indipendenza dei parlamentari. Questioni attinenti la dignità della persona umana e i diritti fondamentali dei cittadini non possono essere oggetto di contesa politica, né ricondotte alla dicotomia maggioranza-opposizione; si tratta di principi fondanti della società civile, delle regole di base della comunità”. Lo dico solo perché siamo in discussione generale, ma già si sente odore di fiducia; in questo caso, sarebbe la quarantesima fiducia, quindi il quarantesimo bavaglio. Nel frattempo, proprio sul green pass e sulla logica, incomprensibile, che sottende alle vaccinazioni la maggioranza dei migliori, lo sappiamo benissimo, ieri, in Commissione affari sociali, è andata un po' in frantumi, e questo è sintomatico di una frattura sempre più evidente.

È curioso, peraltro, che questo sussulto di coscienza non sia arrivato dai miei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che, invece, sul fronte della libertà vaccinale, avevano sempre dato battaglia, nella scorsa legislatura; però, del resto, lo sappiamo: è soltanto la minaccia della caduta del Governo e delle elezioni anticipate a tenere a freno la voglia di ribellarsi ai diktat del fronte governativo, guidato dal Ministro Speranza. Quel che è certo è che mettere da parte la propria coscienza e la propria dignità, per far quadrato intorno al Parlamento e al prolungamento della legislatura, è una condotta che sicuramente non passerà inosservata ai cittadini e agli elettori, ma si sa che, finché c'è vita, c'è speranza.

Il fulcro di questo decreto, lo sappiamo, è proprio l'introduzione dell'obbligo vaccinale per i soggetti con più di 50 anni. Presidente, innanzitutto non comprendiamo il motivo per il quale la vigenza di questo obbligo debba andare oltre il termine del 31 marzo, che è fissato con la dichiarazione appunto dello stato di emergenza e che, peraltro già più volte sappiamo essere stato prorogato, sempre a colpi di fiducia. Precisamente, si è previsto che questo obbligo arrivi fino al 15 giugno, ma perché questa data? Secondo quali basi scientifiche si è appurato, quindi, che dal 16 giugno quest'obbligo non è più dirimente, ma, allo stesso tempo, alle 23,59 del 15 giugno è ancora necessario? Quindi, evidentemente o succederà qualcosa che noi non sappiamo, e non ci dite tutto, o semplicemente è una data stabilita a caso, senza alcun criterio e, tra l'altro, senza alcuna base scientifica. Ma avete fatto caso, in questi giorni, a cosa sta succedendo? Oggi si cambia un po' registro, parlando di venti di guerra tra Russia e Ucraina, inflazione e caro bollette; niente bollettini, niente numero di contagi nella homepage dei quotidiani, niente più COVID, insomma, che sembra sostanzialmente non esserci stato, non sembra essere più un problema; probabilmente ai media è arrivato l'ordine di scuderia di far posto alla crisi bellica sulle prime pagine, e questa è l'ennesima dimostrazione di come la stampa stia subendo e stia vivendo un arretramento sul fronte COVID. Molti Paesi, quelli in cabina di regia, sono arrivati preparati, perché le restrizioni le avevano già tolte, mentre l'Italia si è trovata ancora una volta impreparata, perché senza una propaganda preconfezionata e si trova oggi ad improvvisare. Il COVID sembra sparito; bene direte; invece, no, Presidente, perché questa è l'ennesima prova, un ulteriore sintomo di un preciso piano politico-strategico, quello di premiare i cittadini che hanno obbedito, vendendo loro l'illusione di un ritorno alla normalità che, invece, non esiste, perché, come dimostra il contenuto di questo - come di altri decreti - la situazione, dal punto di vista giuridico, non è per nulla mutata; anzi, si va avanti a colpi di ricatti, di divieti, di dimostrazioni di forza nei riguardi di chi non piega la testa. Permane quello stato di eccezione che, tra l'altro, alcuni tribunali e alcuni giudici coraggiosi iniziano, piano piano, a picconare, con coraggio; mi riferisco, in particolare, alla sentenza dell'altro giorno, del tribunale di Pisa. In particolare, il giudice Lina Manuali, ha assolto un cittadino dopo l'accusa di aver violato un DPCM che vietava di uscire di casa durante la pandemia, e cito testualmente: “Con il susseguirsi - spesso in contrapposizione tra loro - di decreti-legge e DPCM, si è assistito all'introduzione di sempre più stringenti restrizioni e limitazioni nell'esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali, fino ad arrivare a incidere sul diritto al lavoro e a un'equa retribuzione, con violazione dell'articolo 36 della Costituzione”. Queste sono le motivazioni che si leggono proprio nella sentenza; non è la prima, certo, che stabilisce l'illegittimità dei DPCM, però è una delle più articolate e si spinge fino ad alludere alle limitazioni sul lavoro per chi non è in possesso del green pass; poi, è centrale, nel ragionamento, proprio il concetto di stato di emergenza, e cito di nuovo testualmente: “L'ordinamento costituzionale italiano non contempla né lo stato di eccezione né lo stato di emergenza, al di fuori dello stato di guerra”. E ancora: “La tutela di questi diritti non può ingigantirsi a tal punto da tiranneggiare la protezione di altri diritti di pari natura costituzionale”. In ogni caso, se si stabilisce una gerarchia, ossia tra i diritti costituzionali quale sia il più importante in quel momento, si deve far rispettare il principio di legalità, di necessità, di proporzionalità, di bilanciamento e di temporaneità.

Allora, come dimostrato anche da un team di avvocati, con un esposto al Garante per la protezione dei dati personali, intitolato, appunto, segnalazione ex articolo 144 del decreto legislativo n. 196 del 2003, manca il nesso causale: tutti contagiano, vaccinati e non, e lo fanno massicciamente, perché tutti diffondono e diffondiamo il virus. L'assunto che il vaccino non contagi è semplicemente falso e smentito dai bollettini dell'Istituto superiore della sanità, dalla cronaca e dalla scienza.

Manca la necessità. Nella maggior parte dei contesti - pensiamo per esempio in un negozio - per prevenire la diffusione del virus è sufficiente già indossare una mascherina ad alto potere filtrante e, comunque, l'unico strumento idoneo a comprendere se una persona sia contagiosa o meno resta l'accertamento tramite il tampone. Semmai, perciò, solo il green pass generato da tampone, e non quello generato da vaccinazione, è coerente con la finalità dichiarata. Il green pass da vaccinazione è stato, anzi, finora un formidabile veicolo di diffusione del virus, permettendo l'accesso a qualsiasi luogo di interazione sociale - penso ai ristoranti, ai bar, ai cinema e a quant'altro - con tanto di illusione di sicurezza. Ma, allora, come si può davvero credere che un green pass così abbia un potere schermante del virus? Addirittura, fino a tempi recentissimi - abbiamo anche delle prove qui, all'interno del Parlamento, alla Camera e al Senato -, il green pass da vaccinazione o da guarigione non è stato revocato a chi era certamente positivo.

Manca poi la proporzionalità. Non c'è alcuna gradazione tra rischio e restrizione. In realtà, la finalità, del certificato, del resto apertamente dichiarata, è di ampliare a tutti i costi la percentuale di vaccinati e aumentare il numero di dosi somministrate. Abbiamo constatato in questi mesi che durata ed effetti giuridici del pass sono stati definiti - e continuamente ridefiniti - in maniera piuttosto discrezionale, a seconda delle esigenze politiche e dei comportamenti anche della popolazione, con il meccanismo punitivo o premiale. Lo strumento è diventato così distorsivo, che ci si vaccina oggi, Presidente, non più per ragioni sanitarie, ma per avere il green pass. Il green pass è diventato il fine, la chiave che apre la prigione in cui è stata rinchiusa un'intera popolazione. Addirittura, ci si infetta deliberatamente per avere il green pass, l'opposto dunque delle ragioni sanitarie. Ma, come si evince da queste parole, Presidente, inizia a crollare il castello, anche se i media ovviamente non ne danno testimonianza. Così come ne è stato dato riscontro, all'articolo che è apparso sullo storico settimanale britannico The Spectator, che ha pubblicato un articolo critico nei confronti delle politiche sanitarie italiane, definendole, senza mezzi termini, inutili e tiranniche, con un'impietosa analisi lucida di quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni nel nostro Paese.

E, ancora, lo scorso 2 febbraio il Garante dei diritti dei minori per la provincia autonoma di Trento, il dottor Fabio Biasi, scriveva in una comunicazione istituzionale al commissario del Governo e alle istituzioni locali - cito testualmente -: è semplicemente inammissibile, per un Garante dei diritti dei minori, non dare voce a quelle che sono le espressioni di grave disagio e di legittima protesta a causa delle ulteriori e gravi limitazioni dei diritti fondamentali della persona: non posso, quindi, che comunicare quello che viene dettato dalla mia coscienza, nella consapevolezza che l'omesso intervento renderebbe il sottoscritto complice di questa evidente, enorme e ingiusta discriminazione. Io mi congratulo con il dottor Biasi e, appena ho visto la sua lettera indirizzata all'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza di Roma, ho scritto anche alla sua collega, l'omonima del Piemonte, però, purtroppo, non ho ricevuto riscontro. Spero ancora che ci sia un sussulto.

La verità è che sono saltate tutte le regole, quelle degli articoli del GDPR, degli articoli 8 e 52 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, del divieto di discriminazione, previsto tra l'altro nel regolamento (UE) 2021/953.

Basterebbe la contrarietà anche solo di una di queste norme per dichiarare immediatamente illecito il trattamento. Vi renderemo la vita difficile, come stiamo facendo, dichiarava il 25 gennaio il sottosegretario alla Salute, dottor Sileri, ossia una carica istituzionale, confermando che la finalità del trattamento green pass è punitiva. E, difatti, Alternativa ha provveduto a depositare una denuncia nei suoi riguardi, ma quel che è peggio è che, in tutto l'arco parlamentare e governativo di maggioranza, nessuno ha osato prenderne le distanze: non è avvenuta alcuna smentita, alcun distanziamento.

Anche sui vaccini, Presidente, le notizie continuano a correre e a dimostrare ogni giorno di più come l'approccio del Governo, oltre che pericoloso e incostituzionale, fa acqua da tutte le parti. Le cito il caso del professor Broccolo, professore di microbiologia, docente presso l'università Milano Bicocca, che, ad esempio, fa notare da tempo una significativa anomalia che emerge dall'incrocio dei numeri. Già nei dati relativi ai mesi di dicembre e gennaio, su 100.000 soggetti con terza dose, ne finivano in ospedale 27-28, mentre di quelli con due dosi da oltre quattro mesi, solo 24-26 erano stati ospedalizzati. La novità delle ultime ore è che anche il report dell'Istituto superiore di sanità, il quarto consecutivo, conferma questo trend. Perfino sui decessi il dato è pari: 0,3 in entrambi i casi. Insomma, c'è un dubbio che pesa come un macigno sull'opportunità di proseguire con un booster indiscriminato e generalizzato. E questo è l'esito in termini di ospedalizzazioni, di terapie intensive e di decessi; ma, se sulle terapie intensive e sui decessi si tratta di numeri di piccola entità e, quindi, potrebbe essere una casualità, per le ospedalizzazioni, in generale i numeri sono decisamente più consistenti e, quindi, non può essere sicuramente una coincidenza. Con questi numeri abbiamo, poi, i casi concreti come quello del giovane ricoverato dopo la seconda dose perché ha sviluppato una miocardite, e, nonostante il parere contrario di due cardiologi, è obbligato a ricevere la terza. In altre parole, è evidente che la terza dose non sembra produrre un beneficio per i più giovani. Una prima interpretazione, fornita sempre dal professor Broccolo, è che i ragazzi sono quelli che hanno fatto vaccinazioni più ravvicinate nel tempo, rispetto ai sessantenni o ai settantenni, e la letteratura ci dice che il booster non ha un'efficacia nella protezione dell'infezione. Il professor Broccolo ha spiegato come, in sostanza, il sistema immunitario, continuando ad essere stimolato, inizia a non rispondere più. Tre dosi ravvicinate non si erano mai fatte nella storia della vaccinazione. Non si tratta in questo caso di fare una polemica generica o ideologica, su vaccinazione o non vaccinazione, ma di guardare laicamente, in maniera obiettiva, i dati, suddivisi per fasce di età, e di non negare a priori ciò che le cifre suggeriscono. Allora, io mi chiedo: ha avuto senso una campagna indiscriminata per la terza dose per tutte le età e anche per i più giovani? Ha avuto senso il fatto che la stretta sul green pass abbia indotto anche le persone di fascia di età non elevata a correre a fare il booster?

E, allora, che cosa si sarebbe dovuto fare? Ebbene, non lo dico io, non lo dice Alternativa, ma fior fior di specialisti, sia nazionali sia internazionali, a cui voi avete posto il bavaglio. Bisognava essere cauti, adottare il principio di precauzione, anziché correre in modo generalizzato verso gli obblighi surrettizi, tramite il green pass, differenziare le risposte. Con che coraggio alcuni iniziano a parlare con leggerezza della quarta dose, se almeno per una significativa fascia anagrafica la terza non ha prodotto beneficio? Perché non se ne discute? Le autorità politiche e sanitarie, il Governo, avrebbero il dovere di rispondere, ma ovviamente tacciono.

Entrando nel dettaglio della norma, ci si scontra con alcuni paradossi, perché il pass rafforzato è stato introdotto per gli over 50, nonostante poche ore dopo siano arrivate due decisioni, che accolgono le motivazioni di lavoratori non vaccinati, che hanno fatto ricorso contro la sospensione dello stipendio. Sono arrivate queste motivazioni sotto forma di due decreti monocratici d'urgenza del TAR del Lazio, per confermare la tesi secondo la quale, in tema di mancata esibizione della documentazione attestante la vaccinazione, debba essere comunque pagato lo stipendio. Nel primo caso, il ricorso era stato presentato da un agente di polizia penitenziaria; nel secondo da alcuni appartenenti delle Forze armate e delle Forze dell'ordine. Ebbene, il TAR ha considerato che nel caso dell'agente della penitenziaria il ricorso prospetta profili di illegittimità costituzionale della normativa concernente l'obbligo per determinate categorie di persone. Vorrei che ci soffermassimo sulle parole utilizzate dal TAR, il TAR non è il gruppo parlamentare di Alternativa. Ha rivelato “profili di illegittimità costituzionale sulla normativa concernente l'obbligo e in merito al fatto che si sospenda lo stipendio”. Oggi, però, non si parla più solo di tensione sociale. Sono intervenuti anche questi giudici del TAR a ribadire che privare il lavoratore e la sua famiglia della fonte di reddito, spesso l'unica, non è accettabile, né sul piano politico né su quello della convivenza civile.

Ma parliamo delle sanzioni previste per chi non si sottoporrà al vaccino. Allora, sappiamo che la sanzione, ad oggi, è una tantum, di 100 euro. Peccato che, presi dalla furia di intervenire con misure sanzionatorie e punitive, ci si è perfino scordati di rispettare l'ABC del diritto di riservatezza, finendo di fatto imbottigliati in un cortocircuito burocratico da cui ora non si sa come uscire. E sì, perché non vi saranno sfuggiti gli articoli di giornale che riportano la notizia clamorosa: le multe, per chi non si piega a questo ricatto, non sono ancora partite. Perché? Perché l'Agenzia delle entrate non ha ricevuto dal Ministero della Salute la lista dei cittadini che non si sono sottoposti al siero e oggi scopriamo che probabilmente le multe rimarranno ferme per molto tempo, per mesi addirittura, perché, anche se la norma risale all'8 gennaio e l'obbligo vaccinale per gli over 50 è scattato dal 1° febbraio, il Garante della privacy deve ancora valutare se sia o meno legittimo che gli elenchi dei non vaccinati siano comunicati ad altri soggetti. La norma, quindi, è stata approvata e comunicata, prima, però, che venisse valutata la sua applicabilità. Ad oggi, il Ministero della Salute, Sogei e Garante della privacy sono ancora in discussione e quindi l'iter, che comunque è soggetto ad ulteriori rallentamenti anche per i ricorsi (questo comporterebbe anche rallentamenti di 260 giorni), deve ancora ufficialmente partire, mentre tra poco meno di 4 mesi scade l'obbligo disposto per legge; è paradossale.

Ma le criticità non si esauriscono certo qui. La necessità dell'utilizzo di uno strumento d'urgenza si scontra con la realtà emersa anche da un altro studio, quello della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, la FIASO, e dalle stesse evidenze scientifiche. Nel primo caso la Federazione ha constatato, con dati fattuali, che il 34 per cento dei pazienti positivi ricoverati non è malato di COVID, non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia, ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie. Poi nel momento del pre-ricovero si sottopone al tampone, come da procedura, e scopre di essere positivo. In questo caso se ci fosse un decesso, questo viene conteggiato come decesso per COVID e viene registrata, a tutti gli effetti, come causale predominante il COVID. Altro elemento da tenere in considerazione è che il 40 per cento dei tamponi antigenici rapidi dà un dato falsato sia per i positivi sia per i negativi e, pertanto, l'unico vero tampone attendibile risulta essere il molecolare, che certifica con precisione il contagio. Nel secondo caso a sbugiardare l'obbligo vaccinale per la prevenzione dell'infezione è anche lo stesso bugiardino, ad esempio quello della Pfizer, che informa proprio l'utilizzatore che il prodotto è finalizzato a prevenire la malattia e non a prevenire l'infezione, condizione, quest'ultima, che risulta irrealizzabile.

Il Comitato internazionale per l'etica della biomedicina, CIEB, presieduto, tra l'altro, dal professor Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza, ha redatto un parere, che è stato pubblicato anche sul sito ecsel.org, ed è un primo centro di indipendenza di ricerca, divulgazione, formazione e consulenza scientifica. Ecco, la preoccupazione di questo comitato e del professore è che il green pass stia diventando lo strumento con cui abituarci ad una nuova normalità e a una nuova socialità; in realtà, è anche la nostra preoccupazione, non solo nostra, ma di milioni di italiani.

Praticamente si dà una valenza premiale, cioè una ricompensa. In questo senso risuonano, infatti, anche come un oscuro presagio proprio le parole del professor Locatelli, che dice testualmente a la Repubblica lo scorso 6 febbraio: “L'obbligo vaccinale lo manterrei per la fascia oltre i 50 anni anche dopo il 30 giugno. Non vedo la ratio di toglierlo. Allo stesso modo, manterrei la premialità associata al green pass. La premialità associata ha senso che resti anche oltre quella data”. Lo stesso coordinatore di questo Comitato tecnico-scientifico ha lanciato poi una serie di profezie in cui si è auto-smentito, perché: prima ha assicurato che il virus per i più piccoli non era grave e poi è improvvisamente diventato un tifoso della vaccinazione per i minori; prima annunciava il raggiungimento dell'immunità di gregge e poi ha sostenuto che era praticamente impossibile raggiungerla.

Ebbene, in risposta a queste affermazioni il Comitato sottolinea il rischio di “(…) legittimare irragionevoli meccanismi di competizione sociale e pratiche discriminatorie lesive di diritti e di libertà fondamentali, perché è possibile che una parte dei cittadini percepisca l'adempimento dell'obbligo vaccinale come condizione necessaria per mantenere la titolarità e l'esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali, dinamiche”, continua sempre il Comitato, “che potrebbero portare all'introduzione di un sistema di credito sociale analogo a quello già sperimentato in altri Paesi, nonché all'affermazione di un ordinamento giuridico basato sulla discriminazione”.

Poi abbiamo la Corte costituzionale con la sentenza n. 258 del 1994, che aveva stabilito che le leggi che prevedono obblighi vaccinali sono compatibili con l'articolo 32 della Costituzione solo se contemplano la tutela della salute collettiva e il diritto individuale alla salute. Ma il diritto dell'individuo alla salute non è più, insomma, da considerarsi meno importante del dovere dello Stato di assumere provvedimenti a tutela dell'interesse della collettività. Anche con riguardo agli obblighi vaccinali occorrerebbe, quindi, bilanciare la tutela della salute collettiva con l'autodeterminazione individuale.

Ma volgiamo lo sguardo anche oltre i confini. Il Consiglio d'Europa lo scorso 28 gennaio ha approvato un rapporto in cui si dice, a chiare lettere, che gli Stati devono informare i cittadini che la vaccinazione non è obbligatoria e bisogna garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato. I parlamentari, tra l'altro, hanno anche votato, quasi in blocco, un emendamento con cui si dicono contrari all'uso dei certificati di vaccinazione come passaporti. Secondo l'Assemblea, infatti, utilizzarli come passaporti sarebbe contrario alla scienza, in assenza di dati sulla loro efficacia nel ridurre la contagiosità e la durata dell'immunità acquisita. Il Consiglio d'Europa sappiamo che è un'organizzazione internazionale che promuove la democrazia e i diritti umani e di sicuro non è un covo di no-vax, perché è composto da 324 parlamentari di delegazione differenti delle varie forze politiche di 47 Paesi membri.

La verità è che da due anni ci avete costretto in uno stato di emergenza perenne. Lo stress dei lockdown, le misure restrittive e i distanziamenti sociali ci hanno indotto a un clima continuo di tensione e paura. Mi lasci dire, Presidente, che proprio domenica scorsa, due giorni fa, avete ricordato in pompa magna, incluso anche il Presidente Mattarella, per la seconda volta la Giornata nazionale del personale sanitario morto per COVID. Ebbene, non basta celebrare una giornata dedicata per alleviare i cuori delle famiglie che hanno perso i loro cari a causa proprio del virus; soprattutto non basta ed è anche ipocrita quando non viene riconosciuto loro neanche un risarcimento.

Presidente, a fronte di tutti questi elementi, che - lo ripeto - sono oggettivi, credo che l'unico atto davvero criminale sia quello di non porsi delle domande, di non avere dei dubbi. Non mi risulta che il diritto al lavoro o l'accesso ai posti di lavoro sia un diritto cessato, ma di fatto voi l'avete soppresso. Penso che a questo proposito ci siano veramente gli estremi per dei crimini contro l'umanità, di cui spero al più presto voi tutti dobbiate risponderne nelle sedi più opportune (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Mi chiedo sempre se quando interveniamo in quest'Aula siamo consapevoli che le parole che usiamo pesano come macigni, perché a volte si sentono davvero parole fuori da ogni aderenza alla realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Presidente, oggi siamo in quest'Aula per esaminare l'ultimo dei decreti-legge che si sono susseguiti, in ordine di tempo, per fronteggiare l'emergenza COVID. Lo spirito con cui il MoVimento 5 Stelle ha affrontato l'esame anche di questo provvedimento è quello che ha caratterizzato il nostro atteggiamento nell'esame di ogni provvedimento, cioè senso di responsabilità basato sulle evidenze scientifiche.

Al centro di ogni misura adottata e di ogni iniziativa assunta c'è sempre stato un unico e solo obiettivo, quello di tutelare la salute pubblica e di far ripartire economicamente il Paese, nella consapevolezza profonda che non può esserci alcuna ripartenza economica se prima non c'è la sicurezza che la salute pubblica è tutelata. Noi pensiamo e ci auguriamo che l'esistenza di questo binomio indissolubile tra salute ed economia sia qualcosa che ci portiamo dietro e che questa pandemia, purtroppo, ci ha lasciato in maniera drammatica. Abbiamo la consapevolezza che non può esserci ripresa economica senza tutela della salute pubblica. Ci auguriamo che questo lascito dell'esperienza si accompagni ad un'altra importante convinzione che, per noi del MoVimento 5 Stelle, era già salda prima e, se possibile, oggi è ancora più forte, vale a dire che il servizio sanitario nazionale pubblico è un pilastro fondamentale del nostro Paese che va tutelato e, soprattutto, che va rafforzato.

Il MoVimento, come dicevo poco fa, ha adottato e ha sostenuto in Commissione affari sociali le norme e le misure che sono previste dal presente provvedimento, perché siamo ben consapevoli che ogni misura che è stata adottata non è discrezionale né avulsa dal contesto in cui si inserisce. Al contrario, siamo consapevoli che ogni misura che è stata adottata, ogni provvedimento si inserisce in un contesto di norme ben più ampie, in un sistema di norme in cui ogni misura è collegata con le altre e ogni misura è adottata soprattutto prevedendo uno scenario di rischio che deriva dall'assunzione o dalla cancellazione di uno dei provvedimenti adottati.

Che significa questo? Significa che, ormai da due anni a questa parte, nel nostro Paese la situazione epidemiologica relativa al COVID è costantemente monitorata per intervenire proprio con misure adeguate e proporzionali ai contesti che si configurano e soprattutto per intervenire con misure mirate per frenare il contagio. Penso, ad esempio, all'obbligo vaccinale esteso soltanto agli over 50 oppure, in passato, al sistema dei colori delle regioni, adottato durante il Governo Conte 2, che non solo ci ha permesso di tutelare la salute pubblica ma ha permesso anche la ripartenza economica e, soprattutto, ci tengo a ricordarlo con forza, ci ha permesso di essere uno dei pochissimi Paesi in Europa che, in quel momento storico, non ha dovuto sottoporsi a ulteriori lockdown. Su questo vorrei soffermarmi perché, Presidente, ho il timore che, a due anni dall'inizio di questa pandemia, ci si sia tristemente un po' abituati ai numeri dei contagi, ai numeri delle vittime, quasi ci fosse una sorta di assuefazione, quasi come se non ricordassimo che dietro quei numeri ci sono, in realtà, delle vite. Allora, quando i contagi aumentano - vale la pena di ricordarlo - il rischio enorme che corriamo non è soltanto quello, temibile, che le terapie intensive possano riempirsi, che possano aumentare i posti occupati nelle terapie intensive, e non è nemmeno, peggio ancora, quello relativo alle vittime. C'è infatti un altro dato che è importante e che deve preoccupare, quello delle ospedalizzazioni, che non solo ci dice qual è il rischio collegato al COVID ma ci dice anche che, per rispondere al numero più elevato dei contagi, gli ospedali devono aumentare il numero di posti letto utili ad accogliere i pazienti affetti da COVID, proprio per essere pronti a rispondere all'emergenza.

Questo significa - e purtroppo sono certa che mentre racconto questo, lo ricordo, c'è qualcuno che sa bene di cosa sto parlando - che i reparti di fondamentale importanza purtroppo sono stati chiusi per essere convertiti. Parlo di reparti di oncologia, di infettivologia e di altri reparti di importanza cruciale per chi è affetto da alcune patologie. Proprio partendo dalla considerazione che il COVID è un'emergenza che investe tutto il servizio sanitario nazionale e non colpisce soltanto chi è affetto dal virus, ma chiunque abbia una patologia per cui necessiti di cure ospedaliere, voglio ribadire con forza anche in questa sede che per noi del MoVimento 5 Stelle c'è un'emergenza che non può più essere rinviata e che va affrontata subito: nel nostro Paese ci sono ben 20 milioni di esami diagnostici accantonati e un milione di operazioni e di interventi, vitali per i cittadini, che sono stati accantonati. Questa emergenza è sicuramente più silente del COVID ma resta comunque gravissima e ha bisogno di risorse economiche, di interventi urgenti e di investimenti.

Bisogna recuperare quanto prima tutte queste prestazioni non erogate, non si può più aspettare, ce n'è bisogno ora perché, in alcuni casi, ora potrebbe essere già troppo tardi. Da dove dobbiamo iniziare? Se servono risorse, allora noi abbiamo già proposto uno scostamento di bilancio che possa dare risorse mirate per risolvere queste emergenze e che possa garantire gli straordinari, ad esempio, al personale che deve assicurare le prestazioni; quello stesso personale sanitario che qui, in quest'Aula, e fuori da quest'Aula tutto il Paese giustamente ha celebrato come eroi ma che, ieri come oggi, è ancora tra i meno pagati d'Europa. Se ieri questo era insopportabile, oggi, dopo tutto questo, è davvero intollerabile.

Ci dispiace che, sempre per mancanza di risorse, questo decreto-legge non possa essere stato l'occasione per approvare alcune proposte che il MoVimento 5 Stelle aveva portato in Commissione. Penso, per esempio, all'equiparazione della quarantena alla malattia per tutti quei lavoratori costretti a stare in quarantena oppure all'emendamento che proponeva di estendere la gratuità dei tamponi per la popolazione scolastica, almeno fino alla fine dello stato d'emergenza. Purtroppo, non ci sono stati fondi per approvare queste misure. Però, si tratta di priorità e, davanti a questo, le risorse devono essere trovate, non ci può essere mancanza che tenga.

Purtroppo, anche rispetto a questo provvedimento, in Commissione affari sociali è stato bocciato un altro degli emendamenti che il MoVimento 5 Stelle ha fortemente sostenuto ma che, così come è successo al Senato, anche qui alla Camera non è passato. È stato, infatti, bocciato dalla Commissione l'emendamento che prevedeva la possibilità di effettuare i tamponi anche nelle parafarmacie.

Signor Presidente, tornando alla pandemia, lo scenario che ci ritroviamo ad affrontare oggi è sicuramente migliore di quello che ci lasciamo alle spalle, ma questo non è frutto né del caso né del destino. Se oggi possiamo parlare di un allentamento delle misure è perché tutti gli strumenti utilizzati finora hanno funzionato. Questo è indubbio e fuori da ogni discussione.

A tal proposito, voglio ricordare i dati di uno studio presentato poche settimane fa, di respiro europeo, redatto da alcuni matematici e da alcuni economisti che hanno voluto stimare quale sia stata, all'interno di tutti i Paesi europei, la portata dell'introduzione del green pass e delle certificazioni verdi. Mi soffermo su quelli del nostro Paese, perché sono dati molto importanti. Secondo questo studio, a conferma dell'efficacia dello strumento, come se non fosse già evidente e sotto gli occhi di tutti, l'introduzione della norma avrebbe permesso al nostro Paese di evitare 1.331 vittime; e 1.331 non è un numero, sono 1.331 persone, 1.331 storie, 1.331 vite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo studio ci dice ancora che, senza certificato, solo nell'ultima settimana del 2021 si sarebbe registrato il 26 per cento in più delle vittime nel nostro Paese. Ripeto che questi dati riguardano solo e soltanto il caso più grave, quello delle vittime. Immaginate cosa sarebbe successo in termini di ospedalizzazioni e di contagi.

Presidente, ho voluto riportare alcuni dati, perché voglio ribadire un concetto con forza: ossia che tutte le misure sono adottate non sulla base di percezioni, di ipotesi personali, di convinzioni o di calcoli politici. Ogni provvedimento viene adottato solo e soltanto sulla base di evidenze scientifiche, di dati e di scenari di rischio ben precisi. Le misure adottate finora hanno quindi funzionato e questo è fuori dubbio; se avessimo ascoltato chi chiedeva di aprire irragionevolmente, quando stavamo appena avviando la campagna vaccinale, se avessimo ascoltato chi chiedeva di eliminare il coprifuoco o di allentare le misure, quando ancora eravamo in una situazione molto critica - come, purtroppo, hanno dimostrato i fatti che tutti abbiamo visto e vissuto - sicuramente oggi non ci troveremmo in questa situazione, e non voglio neanche immaginare in quale scenario ci troveremmo.

Allo stesso modo, se oggi avessimo seguito chi ha chiesto in Commissione di abolire con un emendamento il green pass senza alcuna gradualità e senza intervenire sul sistema di norme che regolano il contenimento del contagio, avremmo rischiato di vanificare gli sforzi fatti finora; sforzi fatti dai commercianti, dai ragazzi, dal personale dei nostri ospedali, da tutti i cittadini. Invece di seguire la strada della facile propaganda - che altre forze, pur essendo al Governo, hanno deciso di percorrere sin dal primo momento, perseverando su questa strada - abbiamo seguito quella della responsabilità.

Oggi ci troviamo in una condizione migliore - questo è indubbio - anche rispetto all'emanazione del decreto che approviamo e, proprio per questo e con lo stesso senso di responsabilità, come Movimento 5 Stelle, chiediamo a gran voce che si apra una discussione sulle prossime aperture, sull'allentamento delle misure e sulla rimodulazione del green pass.

Oggi, grazie alle misure adottate, possiamo finalmente pensare di entrare anche in una nuova fase che ci permetta di lasciarci alle spalle quanto abbiamo vissuto negli ultimi due anni. E' importante che Governo e Parlamento, sempre rispettando la tutela della salute pubblica, prima di tutto, le evidenze scientifiche e i principi di adeguatezza e proporzionalità, disegnino insieme la strada per ritornare a quella normalità che conoscevamo prima della pandemia, magari - mi auguro - tenendo conto di tutti gli insegnamenti che tristemente questa pandemia ci ha lasciato.

Ripeto, non è certamente un emendamento, depositato oggi, a febbraio, in Commissione, a segnare la strada per abolire le misure di contenimento del contagio, però una discussione va avviata; deve essere aperta per rimodulare nel tempo le misure che abbiamo approvato sinora.

Sono fiera del comportamento responsabile che il Movimento 5 Stelle ha assunto sui provvedimenti che abbiamo finora approvato per affrontare la pandemia e sono certa che siamo sulla strada giusta per superare gradualmente tutte le misure del contenimento del contagio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lattanzio. Ne ha facoltà.

PAOLO LATTANZIO (PD). Presidente, colleghe, colleghi, sono frastornato dal “polpettone” che tante volte viene fatto su questi decreti, estremizzando le posizioni e radicalizzandole volutamente, cercando di ridurre tutto allo scontro: “sì-no”; ma cerchiamo di andare avanti. Per fortuna, gli interventi della relatrice Carnevali e della collega Sportiello, che mi ha preceduto, hanno dato un quadro sugli aspetti sociosanitari molto chiari. Quindi, provo a smarcarmi da questa dicotomia, anche se il decreto ha presentato anche in Commissione tratti di conflittualità che non vanno taciuti, anche perché - lo voglio guardare in maniera positiva - hanno messo in luce i diversi modi dei partiti di stare in maggioranza, una diversa postura, istituzionale e politica, rispetto alla maggioranza, della quale quasi tutti i partiti fanno parte, mostrando anche un concetto molto diverso di responsabilità e di lealtà politica.

All'interno di questo contesto movimentato e in alcuni casi, come abbiamo visto anche sui giornali, sul quale si è raccontato tanto, per fortuna questo decreto ha previsto una serie di interventi specifici che non riguardano categorie astratte sul green pass in generale, sugli interventi in generale.

Ha previsto anche interventi per chi, alla luce degli effetti della pandemia, ha subito in maniera molto grave e molto forte gli effetti che questa ha portato e ha scaricato a terra. È il motivo per cui, in questo breve intervento, voglio sottolineare un aspetto propositivo, un accordo e una proposta parlamentare ricevuta dal Governo, con il quale abbiamo lavorato, in particolare con il Ministero dell'Istruzione. Mi riferisco a una misura che è stata inserita e che abbiamo chiamato volutamente “ristori educativi”, ossia l'istituzione di un fondo che ha l'obiettivo di portare a compimento un percorso di compensazione delle mancanze che si sono accumulate negli studenti e delle studentesse che hanno dovuto rinunciare ad ore di scuola in presenza a causa della pandemia e a causa della DAD, affinché questi possano tornare a godere e usufruire di offerta culturale, informativa, formativa, sportiva, sociale e aggregativa. Ciò al fine di andare a creare, anche nel caso dei giovani e delle giovani, una forma di ristoro, che vada a compensare queste perdite, che non sono state soltanto di natura quantitativa, ovvero numero di ore o di giorni di scuola persi, ma che ha riguardato anche la socialità, come abbiamo ascoltato negli ultimi giorni nelle audizioni che abbiamo portato avanti in Commissione cultura, qui, alla Camera. La volontà di illustrare questo aspetto e di averlo portato all'attenzione della Commissione è legata anche all'attenzione che, come Partito Democratico, da due anni a questa parte abbiamo messo - stressando quotidianamente le Commissioni competenti, il Governo e il nostro stesso partito - sul tema dell'infanzia e dell'adolescenza, che crediamo debba essere il parametro attraverso il quale valutare il grado di maturità di una classe politica che cerca di uscire con una visione di futuro da una pandemia. Questo intervento rappresenta un approccio e una proposta costruttiva - sono contento che sia stata sottoscritta da tanti colleghi e da tante colleghe - e va ad insistere su una situazione di carenze e di mancanze molto forti, che erano ovviamente preesistenti alla pandemia. Infatti, in alcuni casi si sente ancora parlare di normalità, ma in realtà è abbastanza evidente che sarebbe ben poco ambizioso puntare ad un ritorno ad una normalità che conoscevamo prima della pandemia, perché questa era già piena di disuguaglianze locali, territoriali nelle possibilità di accesso alla cultura e all'istruzione. In particolare, era una realtà caratterizzata da due elementi. Il primo dato, numerico, riguarda la povertà minorile, che era già in crescita prima dello scoppio della pandemia e che adesso ha toccato, per quanto riguarda i soli minori, il numero di 13,5 per cento, ossia un milione 337 mila bambini e bambine che si trovano in una situazione di povertà materiale, con un tasso di crescita che è addirittura maggiore di quello relativo alla povertà di tutto il resto della popolazione, con una differenza di circa il 4 per cento. Vi è, poi, un altro dato, per cui gli effetti negativi causati dalla pandemia sulla popolazione (e in questo caso specifico dalla DAD ) sono andati ad incidere in particolare su chi già viveva una situazione di difficoltà - dal punto di vista dei bambini e degli adolescenti - legata ad un qualcosa che è incontrollabile, ossia il luogo di nascita e la famiglia di appartenenza. I “ristori educativi” hanno proprio l'obiettivo di istituire un fondo con due milioni di euro, inizialmente stanziati sull'anno scolastico 2022-2023, rivolto a studenti e studentesse che, in questo modo, hanno la possibilità di vedere nei propri territori un'offerta di iniziative, di possibilità di partecipazione, di momenti culturali e di momenti di aggregazione, costruiti sulla base di due variabili. Il primo è il numero di giorni di scuola persi, che ci fornirà il Ministero dell'Istruzione e che verrà “sporcato” con la situazione di disagio di partenza; ovviamente, l'Italia è fatta da mille differenze territoriali e, quindi, cercheremo di andare a ponderare il peso specifico dei giorni di scuola che sono stati persi.

Il valore aggiunto di questo intervento, di questo Fondo, che caratterizza anche lo spirito propositivo che abbiamo voluto inserire all'interno di questo decreto, si caratterizza perché andiamo a ristorare, come era stato fatto per i liberi professionisti e per le imprese che hanno dei gruppi di tutela e di sana lobby, che ne hanno curato gli interessi e che ne curano legittimamente gli interessi, a dare delle risposte a una delle fasce della nostra popolazione. Ci sono 10 milioni di cittadini under 18 che non ha nessuna forma di rappresentanza, salvo il lavoro eccellente delle organizzazioni del terzo settore e di chi lavora sul campo per il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza e con cui abbiamo costruito questo emendamento. Quindi, questo è un tentativo anche di porre l'attenzione su come determinate categorie sociali senza rappresentanza necessitino di questo tipo di intervento.

Ancora, gli interventi che saranno previsti dal Ministero dell'Istruzione, attraverso questo Fondo, riguarderanno sostanzialmente gli aspetti culturali, ma anche gli aspetti pedagogici e psicologici. Nelle audizioni che abbiamo fatto nei giorni scorsi, ma in qualunque momento di ascolto dei giovani e delle giovani, si ricava una situazione di gigantesco malessere che non richiede soltanto empatia o presenza caritatevole e paternalistica nei loro confronti, ma che necessita di richieste precise, fra le quali il supporto psicologico per la cura dell'emotività, la cura delle relazioni, per il contrasto allo stress e all'ansia, che anche la scuola produce nelle loro vite. Ciò rappresenta un elemento prioritario rispetto al quale, in questo modo, abbiamo iniziato a dare delle risposte. È anche un tentativo di rispondere a quei problemi che la didattica a distanza, che piaccia o meno, ha creato. Vi è una serie di problemi che ha riguardato, anche in questo caso, disuguaglianze e difficoltà presenti ben prima dello scoppio di questa sciagurata pandemia; problemi che riguardavano la difficoltà nell'accesso, gli spazi piccoli e angusti nei quali molti studenti e studentesse si sono trovati a dover studiare, non sempre con famiglie pronte a fare da supplenti o da tutori, nonché la scarsa disponibilità di dispositivi per una famiglia e così via. Su questo abbiamo dei dati molto consolidati, che si aggiungono ai dati anche dell'Invalsi, che ha certificato come ci sia un crollo degli apprendimenti.

Quindi, per concludere, alla luce di quanto brevemente illustrato, ritengo che la centralità di un provvedimento che istituisce il Fondo per i ristori educativi per i ragazzi e le ragazze maggiormente colpiti dalla pandemia e dalla DAD, ovviamente non risolva tutti i problemi, ma rappresenti una linea di indirizzo molto chiara. Sono quindi contento che il Governo l'abbia recepita, dimostrando una grande volontà di dialogo con la Commissione e con il Parlamento, perché è la direzione giusta verso cui procedere per raggiungere ciò che ambiziosamente dobbiamo immaginare, con un ritorno dell'infanzia e dell'adolescenza al centro della politica, all'interno di una innovazione e riforma di sistema, di ciò che offriamo ai ragazzi e alle ragazze e che loro stessi ci chiedono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carmela Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, oggi, dopo pochissimi giorni, siamo nuovamente a discutere di un decreto che prevede nuovi protocolli in materia di certificazione verde COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nei luoghi di lavoro e nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo. Nello specifico, il testo, all'articolo 1, al comma 1, prevede l'obbligo di vaccinazione contro il COVID per i soggetti di età superiore a cinquant'anni, con applicazione di sanzioni che saranno erogate dall'Agenzia delle entrate, attraverso l'incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali. Incuranti, quindi, del principio previsto nel Regolamento europeo del 14 giugno del 2021 introduttivo del green pass che ha stabilito espressamente che le limitazioni per motivi di sanità pubblica e le restrizioni alla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione devono necessariamente essere informate ai principi di proporzionalità e non di discriminazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo Governo, invece, emana una norma che viola in un colpo solo il combinato disposto fra codice in materia di protezione dei dati personali e le regole del Garante sul trattamento di categorie particolari di dati. Quando si procede al trattamento dei dati personali è fondamentale indicare le finalità e il criterio strutturale da cui dipende tutta una serie di altre norme dal momento che si tratta di un'azione che ha delle conseguenze spaventose sulla vita delle persone. Siamo di fronte all'ennesimo esercizio di un Governo che può tutto, anche omettere di consultare il Garante della privacy su temi di sua competenza. Da mesi continuate a fronteggiare questa emergenza sanitaria, violando diritti e libertà fondamentali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), minimizzando il più possibile il trattamento dei dati personali. Siamo tutti controllati, una cosa che non era mai successa in questo Paese. Siamo una Repubblica fondata sul lavoro, diritto che state comprimendo in modo totalmente irragionevole. Tutto ciò non è solo una questione formale di congruenza fra norme, è una questione di democrazia. Comprendete che questo è un grave rischio democratico per il nostro Paese?

Entro nel merito dell'articolo 4, che prevede in quali circostanze in presenza di casi di positività nelle classi si sospende l'attività e si ricorre alla didattica a distanza o alla didattica digitale integrata. Ancora peggio è l'articolo aggiuntivo 2.100 che fa confluire nel provvedimento il contenuto del decreto-legge n. 5 del 2022 che introduce misure differenziate a seconda dello stato vaccinale degli alunni. Entrambi gli articoli sono il più grande fallimento di questa gestione pandemica nel mondo della scuola. Avete violato il luogo che da sempre è inclusivo per eccellenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), avete creato nelle aule le basi per una vera caccia al diverso o, peggio, all'untore, creando, di fatto, solo un'atmosfera di paura e angoscia, il cui assorbimento avrà sempre più evidenti manifestazioni negative sulla salute fisica e psicologica dei nostri figli, bambini, bambine, ragazze e ragazzi che vivono in questo momento una condizione di maggiore fragilità, che non può essere sottovalutata. Invece di penalizzare e discriminare i nostri figli, non sarebbe stato più idoneo e sensato adottare diverse e più equilibrate misure organizzative per la gestione e il contenimento dell'emergenza sanitaria, invece di puntare tutto e solo sul vaccino, come se fosse la panacea di tutti i mali? E questo, lo sapete benissimo, non è vero. Allora, noi avevamo chiesto, e continuiamo a chiederli, come Fratelli d'Italia, interventi importanti, screening periodici da effettuarsi con tamponi rapidi sulla popolazione scolastica, areazione meccanica controllata, potenziamento del trasporto pubblico, aumento degli spazi, sanificazione costante, implementazione degli organici, nulla di fatto. Ci troviamo, oggi, davanti a uno Stato che comincia ad abituarsi troppo al suo potere, un potere non più autorevole, ma autoritario, basato sul controllo della vita e delle attività dei cittadini, con un rischio altissimo per i principi democratici.

Concludo; per tutte le ragioni che ho già detto, è necessario porre fine a questo groviglio di disposizioni illogiche e discriminatorie. In caso contrario, con questo decreto, veramente, il Governo riporta la nostra Nazione indietro di quasi un secolo in tema di civiltà e di garanzie dei diritti costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Francesco Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. L'obbligo vaccinale per gli over 50 non ha più senso; primo, i contagi e lo stress negli ospedali sono diminuiti in maniera importante; secondo, la variante Omicron è molto meno pericolosa; terzo, oltre l'80 per cento della popolazione vaccinabile ha già fatto la seconda dose; quarto, in totale, ci sono quasi 11 milioni di guariti, che non mantengono una risposta immunitaria superiore a quella dei vaccinati; quinto, le misure coercitive non hanno avuto grande impatto sulla campagna vaccinale, così come dimostrano i dati. E, ancora, Presidente, sesto: i vaccini disponibili sono ormai stravecchi e ne è più che dubbia l'attuale utilità, specie con riguardo alla dose booster per i giovani con meno di 40 anni, per cui essa rappresenterebbe perfino un rischio, stando all'Istituto superiore di sanità; settimo, ci avviciniamo alla primavera, quindi il virus tenderà a scomparire, così come è avvenuto finora nei cicli precedenti; ottavo, continuare con le costrizioni significherebbe danneggiare ancora il lavoro, i redditi, le aziende, le famiglie e l'economia; nono, è già stato superato il livello generale di sopportazione rispetto alle forzature del Governo, che hanno prodotto gravi effetti psicologici in molti cittadini, spaventato i turisti per quanto denunciato dagli operatori, determinato discriminazioni spaventose, diseguaglianze incolmabili nella scuola e grossi problemi nelle relazioni sociali e nei rapporti economici.

Presidente, questo Governo di banchieri e camerieri ha voluto esagerare, introducendo l'obbligo vaccinale da 50 anni in su, addirittura prevedendo multe per chi lo rifiuta. Tale atto da mentalità nazista si è aggiunto all'imposizione del green pass, disciplinato in aperta violazione dell'apposito regolamento europeo, tra l'altro senza elementi scientifici a sostegno della tessera da regina.

Per capire le contraddizioni del Governo bisogna fare un passo indietro. Fino all'inizio della pandemia nell'anno 2020, la mancanza di un piano pandemico nazionale era stata nascosta: non avevano procedure di approvvigionamento e distribuzione di guanti e mascherine né protocolli per gestire l'emergenza. Il Ministro Speranza aveva negato ogni responsabilità politica, salvo, poi, essere smentito da Report e anche dal sottoscritto. Sapeva bene il Ministro ciò che ha cercato di scaricare sulle spalle altrui, senonché con il passare del tempo, forse, per far dimenticare i suoi errori imperdonabili, Speranza ha iniziato a innamorarsi della linea dura, insistendo sul green pass, sull'obbligo vaccinale mascherato e sull'obbligo vaccinale diretto e sanzionato.

Presidente, il Ministro Speranza ha avuto nel Presidente Draghi un alleato di ferro. L'ex Governatore della Banca d'Italia e della BCE ha avallato questi strumenti liberticidi, con lo scopo di portare avanti il suo piano di smantellamento del sistema pubblico, di distruzione del risparmio e della ricchezza dei cittadini semplici, di aiuti miliardari ai grandi potentati finanziari, a partire da Exor, il tesoro della famiglia Agnelli, come dei veri ispiratori delle politiche energetiche. Ormai è chiaro che, in questo modo, il “Governo ursulo” - passatemi il neologismo - vuole schiavizzare i cittadini e tenerli con l'acqua alla gola.

Nel frattempo servirebbero tante cose: una nuova legge elettorale, la ridefinizione dei limiti all'indebitamento pubblico, l'abolizione del fondo salva-Stati, una riforma sana della giustizia, una riduzione delle tasse e della burocrazia micidiale all'italiana, una legge sui partiti, una potente sul conflitto di interesse e una più concreta contro la corruzione e l'utilizzo del potere pubblico come fabbrica di voti. Servirebbero, ancora: una ripartizione del fondo sanitario che non penalizzi più le regioni meridionali, una lotta vera alle mafie e alla corruzione, più investimenti per la sanità e i trasporti del Sud, il controllo diretto delle banche da parte dello Stato e il ritorno in mano pubblica della Banca d'Italia, più soldi per la ricerca, l'istruzione e l'università.

Guardi, Presidente, tra l'altro, manca spesso un percorso separato per i pazienti fragili circa le cure precoci anti-COVID. Nello specifico, come suggerito dal dottor Andrea Bruni, un medico in trincea che fa parte della task force sulla sanità calabrese, gli immunocompromessi andrebbero centralizzati, poiché necessitano della doppia terapia con antivirale e anticorpo monoclonale, nonché di un follow-up più stretto da parte dei medici; bisognerebbe investire sui centri per le cure precoci avanzate, dove è possibile seguire a 360 gradi questi pazienti.

Ma gli italiani sanno benissimo che a Draghi e ai suoi soci interessano soltanto due cose: spaventare il popolo e confinare la libertà degli individui, in modo da aumentare l'astensionismo alle elezioni e da indirizzare la ricchezza nazionale verso le grandi banche, l'industria inquinante e i finanziatori dei partiti di Governo. In sintesi, il clima di tensioni, ricatti e paure creato dal Governo serve per mantenere il potere, seppellire la democrazia e costringere il popolo all'obbedienza incondizionata. Noi, di Alternativa, non ci stiamo, consapevoli, peraltro, che si annunciano tempi ancora più duri, che l'Italia sarà ancora più divisa e piena di ingiustizie, disparità e distanza, a causa anche della definizione e della gestione del PNRR. Il Sud sarà ancora più staccato dal resto del Paese e i servizi sanitari delle regioni meridionali risentiranno della riforma “pacco” dell'assistenza territoriale che il Ministro Speranza si accinge a varare a completamento delle misure del PNRR destinate alle reti territoriali e alla telemedicina.

Questo perché, ancora una volta, saranno esclusi gli indici di deprivazione sanitaria e sociale dalla definizione degli standard delle strutture sanitarie, come se l'Italia fosse tutta uguale e non avesse differenze enormi sul piano geografico, dei collegamenti viari, dell'offerta e dell'organizzazione sanitaria. Anziché confinare il Parlamento nella conversione dei decreti sull'emergenza, che è già decisa dal sultano Draghi, bisognerebbe pensare a quanto qui ho riassunto con la forza della verità. Ci resta soltanto la speranza che l'orgoglio mostrato in Commissione affari sociali dalla Lega si mantenga in Parlamento; ci resta la speranza che il Governo vada sotto sull'abominio dell'obbligo vaccinale fino a giugno, come pure sulla proroga del green pass oltre la fine dell'emergenza, che sarà il prossimo 31 marzo.

Noi crediamo che soltanto con un atto di coraggio e con un “no” di coscienza al Governo, diabolico nel perseverare, si possa restituire fiducia e tranquillità al popolo italiano. Dire “no” adesso significa gettare le basi per finire la legislatura corrente in maniera dignitosa, per puntare lo sguardo sulle priorità che ho qui elencato, per dedicarsi soprattutto ai più deboli e alle nuove generazioni, che non possono pagare per colpe altrui, che hanno il diritto di sognare e di avere opportunità, spazi e credito. Terminando, Presidente, se poi il Presidente Draghi se ne vuole andare per lesa maestà, faccia pure; sarà una vittoria dei cittadini, sarà una vittoria dei parlamentari che credono ancora nella democrazia e nel bene comune, e che, dunque, non temono di tornare a nuove elezioni.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3434-A​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Carnevali, che rinuncia.

Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo, che rinuncia.

Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Annunzio di un'informativa urgente del Governo.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani, a partire dalle ore 16, lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulla crisi tra Russia e Ucraina.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle; non è in Aula, si intende vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per denunciare lo stato di crisi in cui versa il comparto florovivaistico pugliese, e, in generale italiano, per l'aumento del costo del carburante. L'aumento del costo del riscaldamento, insieme a quello della luce, della benzina e degli imballaggi, determina spese enormi, che vanno a colpire un comparto che già durante il COVID ha subito un'enorme crisi. Una crisi quantificata dalla Coldiretti in 200 milioni di euro, che sta piegando un comparto fondamentale dell'economia meridionale e pugliese. Presidente, chiediamo al Governo impegni concreti, impegni che avvengano nell'immediato e che possano dare legittimità, dignità e soprattutto un'iniezione di economia ad uno dei comparti importanti per la Puglia e per il Meridione, se non vogliamo far morire la Puglia e il Meridione, e sostenerli soltanto con il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 23 febbraio 2022 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e al termine del punto 9)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. (C. 3434-A​)

Relatrice: CARNEVALI.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

D'INIZIATIVA POPOLARE; ZAN ed altri; CECCONI e MAGI; ROSTAN ed altri; SARLI ed altri; ALESSANDRO PAGANO ed altri; SPORTIELLO ed altri; TRIZZINO: Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita. (C. 2​-1418​-1586​-1655​-1875​-1888​-2982​-3101-A​)

Relatori: BAZOLI, per la II Commissione; PROVENZA, per la XII Commissione.

3. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00572, Porchietto ed altri n. 1-00580, Benamati ed altri n. 1-00582, Chiazzese ed altri n. 1-00583 e Lollobrigida ed altri n. 1-00587 concernenti misure a sostegno del comparto automobilistico .

4. Seguito della discussione delle mozioni Villani ed altri n. 1-00543, Siani ed altri n. 1-00584, Noja ed altri n. 1-00585, Panizzut ed altri n. 1-00589 e Versace ed altri n. 1-00593 concernenti iniziative per la diagnosi e la cura dei disturbi dello spettro autistico .

5. Discussione della proposta di legge:

ORLANDO e FRANCESCHINI: Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 893-B​)

Relatrice: PALMISANO.

6. Seguito della discussione delle mozioni Bologna, Carnevali, Boldi ed altri n. 1-00211 e Mandelli ed altri n. 1-00559 concernenti iniziative per la prevenzione e la cura delle malattie reumatiche .

(ore 12)

7. Informativa urgente del Governo sull'incremento dei costi dell'energia e sulle misure adottate per contrastarne gli effetti.

(ore 15)

8. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

9. Informativa urgente del Governo sulla crisi tra Russia e Ucraina.

La seduta termina alle 20,15.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ELENA CARNEVALI (A.C. 3434-A​)

ELENA CARNEVALI, Relatrice. (Relazione – A.C. 3434-A​). Onorevoli colleghi! L'Assemblea avvia oggi l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, esaminato in sede referente presso la XII Commissione, che reca misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. Nel corso dell'esame in Commissione è confluito in tale provvedimento il decreto-legge 4 febbraio 2022, n. 5, recante misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo, attraverso un emendamento di rifusione presentato dal Governo. Provvedimenti di recente emanazione, un iter del provvedimento in Commissione che si è intersecato con il procedimento di conversione di altri provvedimenti d'urgenza adottati dal Governo, in considerazione della continua evoluzione della situazione di emergenza epidemiologica da COVID-19.

In qualità di relatrice, posso dire che nel corso dell'esame in sede referente sono state discusse ampiamente tutte le proposte emendative presentate, senza compressione di tempi e, laddove ve ne sono state le condizioni, sono stati accolti emendamenti, alcuni dei quali condivisi con l'opposizione.

Entrando nel merito del contenuto, faccio presente che l'articolo 1 estende l'obbligo di vaccinazione per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2. A tal fine, esso aggiunge tre nuovi articoli al decreto-legge n. 44 del 2021.

Il primo di essi, l'articolo 4-quater, stabilisce che, dall'entrata in vigore della disposizione e fino al 15 giugno 2022, l'obbligo vaccinale per la prevenzione dell'infezione da SARS-Co V-2 è esteso a tutti coloro che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età o che compiano cinquant'anni entro il prossimo 15 giugno.

La relazione illustrativa del disegno di legge di conversione del presente decreto afferma che la necessità di prevedere un obbligo specifico di vaccinazione per i soggetti di età superiore a cinquant'anni si basa su evidenze scientifiche nazionali e internazionali relative al virus in oggetto, le quali indicano una frequenza maggiore di infezioni gravi e di esiti peggiori per i soggetti di quella fascia di età, con conseguente maggiore impegno e assorbimento di mezzi e di attività per il Servizio sanitario nazionale. Restano ferme le norme specifiche che stabiliscono l'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 per alcune categorie di lavoratori a prescindere dall'età del soggetto.

Dall'ambito di applicazione dell'obbligo sono esclusi i soggetti per i quali sussista una controindicazione clinica che deve essere attestata dal medico di medicina generale dell'assistito o dal medico vaccinatore, nel rispetto delle circolari del Ministero della Salute.

Per i soggetti che abbiano contratto il COVID-19, l'obbligo di vaccinazione è differito fino alla prima data utile nell'ambito dei termini temporali individuati con circolari del Ministero della Salute.

Il successivo articolo 4-quinquies introduce, con decorrenza dal 15 febbraio 2022 e fino al 15 giugno 2022, l'obbligo di possesso e di esibizione di un certificato verde COVID-19 "rafforzato" - generato, cioè, esclusivamente da vaccinazione o da guarigione, con esclusione di quello generato da un test molecolare o un test antigenico rapido - per l'accesso ai luoghi di lavoro, pubblico e privato, da parte dei soggetti di età superiore a cinquant'anni.

Sono stabilite specifiche disposizioni in relazione all'obbligo di verifica del possesso delle certificazioni da parte del datore di lavoro. I lavoratori privi della certificazione sono considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro, fino alla presentazione della predetta certificazione e comunque non oltre il 15 giugno 2022.

Per i giorni di assenza ingiustificata non sono dovuti la retribuzione né ogni altro compenso o emolumento ed è vietato l'accesso ai luoghi di lavoro. In caso di violazione di tale divieto si applica la sanzione amministrativa pecuniaria tra 600 e 1.500 euro.

Si prevede altresì che il datore di lavoro adibisca i lavoratori ultracinquantenni aventi una controindicazione, temporanea o permanente, alla vaccinazione contro il COVID-19 a mansioni - anche diverse dalle precedenti e senza decurtazione della retribuzione - che evitino il rischio di diffusione del contagio.

Con il nuovo articolo 4-sexies si introduce la sanzione amministrativa pecuniaria di cento euro per i soggetti di età superiore a cinquant'anni che alla data del 1° febbraio non abbiano iniziato il ciclo vaccinale primario o non abbiano effettuato la dose di completamento del ciclo vaccinale primario nel rispetto dei termini previsti con circolare del Ministero della Salute o non abbiano effettuato la dose di richiamo (booster) successiva al ciclo vaccinale primario entro i termini di validità delle certificazioni verdi COVID-19.

La sanzione si applica anche ai lavoratori appartenenti a categorie specifiche e in quanto tali assoggettati all'obbligo a prescindere dal limite minimo anagrafico. Ai sensi del comma 3 di tale articolo, l'irrogazione della sanzione è di competenza del Ministero della Salute per il tramite dell'Agenzia delle entrate, che vi provvede, sulla base degli elenchi dei soggetti inadempienti all'obbligo vaccinale periodicamente predisposti e trasmessi dal medesimo Ministero, utilizzando i dati di cui dispone il Sistema Tessera Sanitaria.

Il successivo comma 4 prevede che il Ministero della Salute, avvalendosi dell'Agenzia delle entrate, comunichi ai soggetti inadempienti l'avvio del procedimento sanzionatorio e indichi ai destinatari il termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione per comunicare l'eventuale certificazione relativa al differimento o all'esenzione dall'obbligo vaccinale ovvero ad altra ragione di assoluta e oggettiva impossibilità.

L'articolo 2 del decreto-legge integra il contenuto dell'articolo 4-ter del sopra richiamato decreto-legge n. 44 del 202 I, al fine di estendere l'obbligo di vaccinazione per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 al personale delle università, delle istituzioni di alta formazione

artistica, musicale e coreutica e degli istituti tecnici superiori e, a seguito di un emendamento approvato in Commissione, al personale dei Corpi forestali delle regioni a statuto speciale.

L'articolo 2-bis, inserito in Commissione attraverso l'approvazione dell'emendamento di rifusione del decreto-legge n. 5, introduce una novità importante, in quanto sopprime il limite temporale di validità del certificato verde COVID-19 per i casi in cui esso sia generato in relazione all'assunzione della dose di richiamo del vaccino contro il COVID-19 successiva al completamento del ciclo primario ovvero in relazione ad una guarigione successiva al completamento del ciclo primario del vaccino o successiva all'assunzione della dose di richiamo.

Per gli altri casi di certificato generato da guarigione dal COVID-19 e per i certificati generati dal completamento del ciclo primario, resta fermo il vigente limite di sei mesi (decorrenti, rispettivamente, dalla guarigione o dal completamento del ciclo).

L'articolo 2-ter - inserito anch'esso in sede referente – estende l'applicazione del regime di autosorveglianza (FFP2 per 10 giorni e se con sintomi tampone) ai casi in cui il contatto stretto con un soggetto positivo al virus SARS-CoV-2 riguardi un soggetto guarito dal COVID- 19 dopo il completamento del ciclo primario di vaccinazione contro la medesima malattia oppure dopo l'assunzione della successiva dose di richiamo.

L'articolo 2-quater, introdotto anch'esso attraverso l'approvazione dell'emendamento di rifusione del decreto-legge n. 5, è diretto a consentire l'applicazione coordinata, con le regole adottate da altri Paesi, di misure dirette a favorire la circolazione in sicurezza degli stranieri in Italia. L'intervento legislativo è attuato inserendo i commi 9-bis e 9-ter nel corpo dell'articolo 9 del decreto-legge n. 52 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 87 del 2021.

Più nel dettaglio, a coloro che provengono da uno Stato estero e sono in possesso di un certificato di avvenuta guarigione o avvenuta vaccinazione con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale o dalla guarigione, è consentito l'accesso ai servizi e alle attività per i quali è previsto il green pass rafforzato (ossia la Certificazione verde COVID-19 rilasciata per vaccinazione o guarigione) previa effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS­ CoV-2.

L'effettuazione del test non è obbligatoria nel caso di avvenuta guarigione successiva al completamento del ciclo vaccinale primario.

Nel caso di vaccinazioni effettuate con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, l'accesso ai servizi e alle attività è consentito previa effettuazione di un test antigenico rapido (validità 48 ore) o molecolare (validità 72 ore) con esito negativo al virus SARS-CoV-2 (nuovo comma 9-bis).

In base al nuovo comma 9-ter, i titolari o i gestori dei servizi e delle attività per i quali sul territorio nazionale sussiste l'obbligo di possedere una certificazione verde COVID-19 da vaccinazione o guarigione, c.d. green pass rafforzato, sono tenuti a verificare che l'accesso ai predetti servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni introdotte dal comma 9-bis sopra illustrato.

L'articolo 3 del provvedimento in esame reca alcune modifiche al decreto-legge n. 52 del 2021.

In particolare, la lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 reca, con vari termini di decorrenza e fino al 31 marzo 2022, la previsione delle fattispecie di ambiti e attività il cui accesso è riservato ai soggetti in possesso di un certificato verde COVID-19, generato da vaccinazione contro il COVID-19, da guarigione o da un test molecolare o un test antigenico rapido.

Si prevede, tuttavia, che siano individuati ed esclusi dalla condizione del possesso del certificato in esame i servizi e le attività necessari per il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona, mediante decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della Salute, d'intesa con i Ministri dell'Economia e delle finanze, della Giustizia, dello Sviluppo economico e per la Pubblica amministrazione, da adottarsi entro 15 giorni dall'entrata in vigore del decreto, ed effettivamente emanato il 21 gennaio scorso.

La lettera b) del comma 1 estende l'ambito dei soggetti che, ai fini dell'accesso agli uffici giudiziari, sono tenuti, in via transitoria, al possesso di un certificato verde COVID-19 ovvero, se di età pari o superiore a cinquant'anni e con decorrenza dal 15 febbraio 2022, al possesso di un omologo certificato "rafforzato"; resta ferma l'esenzione per i soggetti per i quali sussista una controindicazione clinica alla vaccinazione suddetta.

La lettera e) del comma 1 estende alle imprese private con più di quattordici dipendenti la norma che consente, nel rispetto di determinati limiti e condizioni, di sostituire il lavoratore privo del certificato verde COVID-19 senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore sospeso. Con un emendamento approvato in Commissione, si prevede che è in ogni caso consentito il rientro immediato nel luogo di lavoro non appena il lavoratore entri in possesso della certificazione necessaria, purché il datore di lavoro non abbia già stipulato un contratto di lavoro per la sua sostituzione.

Il comma 2 dell'articolo 3 estende l'ambito delle fattispecie alle quali si applica una disciplina transitoria di esenzione soggettiva dalle norme che richiedono, per determinati fini, il possesso di un certificato verde COVID- 19; l'esenzione è relativa ai soggetti in possesso di un certificato di vaccinazione contro il COVID-19 rilasciato dalle autorità sanitarie della Repubblica di San Marino.

Il successivo comma 2-bis - inserito in sede referente - specifica che la procedura di emissione e trasmissione del certificato di guarigione dall'infezione da SARS-CoV-2 da parte del medico curante ai fini del rilascio della certificazione verde COVID-19 non comporta alcun onere a carico del paziente.

L'articolo 3-bis, inserito in sede referente attraverso l'approvazione dell'emendamento di rifusione del decreto-legge n. 5, stabilisce che fino al 31 marzo 2022 l'accesso e l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico per gli spostamenti da e per le isole lagunari e lacustri è consentito anche con il possesso del green pass cosiddetto base. Ciò solo in presenza di documentati motivi di salute e, per gli studenti di età pari o superiore ai 12 anni, per la frequenza dei corsi di scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado. Nell'arco dello stesso periodo, agli studenti di scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado è consentito, altresì, l'accesso ai mezzi di trasporto scolastico dedicato e il loro utilizzo con il green pass base, fermo restando l'obbligo di indossare le mascherine FFP2 e il rispetto delle linee guida per il trasporto scolastico.

L'articolo 3-ter, approvato in sede referente con l'accordo di tutti i gruppi parlamentari, con emendamento della relatrice, si introduce un'altra importante novità consentendo, a decorrere dal 10 marzo 2022, il consumo di cibi e bevande nelle sale teatrali, da concerto e cinematografiche, nei locali di intrattenimento e di musica dal vivo e in quelli assimilati, nonché nei luoghi in cui si svolgono eventi e competizioni sportive.

L'articolo 3-quater, inserito nel corso dell'esame referente, introduce l'importante principio della continuità delle visite nelle strutture residenziali, socio assistenziali, sociosanitarie e hospice, da parte di familiari muniti delle certificazioni verdi COVID-19.

L'intervento legislativo è attuato intervenendo sull'articolo 1-bis del decreto legge n. 44 del 2021.

L'articolo 3-quinquies, introdotto durante l'esame in sede referente, anch'esso con il consenso unanime dei gruppi, integra le previsioni dell'articolo 2-bis, comma 2, del decreto-legge n. 52 del 2021, stabilendo che agli accompagnatori dei pazienti con disabilità grave, nonché di soggetti affetti da Alzheimer o altre demenze o deficit cognitivi con sintomi anche lievi o moderati, certificati, è sempre consentito prestare assistenza, anche nei reparti di degenza e di pronto soccorso, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura, purché in possesso del green pass base.

L'articolo 3-sexies, inserito in sede referente attraverso l'approvazione dell'emendamento di rifusione del decreto-legge n. 5, modifica la disciplina che era stata introdotta con l'articolo 4 del presente decreto, che è stato contestualmente abrogato dallo stesso decreto-legge n. 5, in materia di gestione dei casi di positività nelle scuole.

Il comma 1 prevede che nella gestione dei contatti stretti tra gli alunni a seguito della positività all'infezione da SARS-CoV-2 nel sistema educativo, scolastico e formativo, ivi compresi le scuole paritarie e quelle non paritarie, nonché i centri provinciali per l'istruzione degli adulti, si applicano determinate misure. In particolare, nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia, fino a 4 casi di positività accertati tra i bambini e gli alunni presenti nella sezione o gruppo classe, l'attività educativa e didattica prosegue per tutti in presenza, con l'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli educatori fino al decimo giorno successivo alla data dell'ultimo contatto con l'ultimo soggetto confermato positivo al COVID- 19.

In tali casi, è fatto comunque obbligo di effettuare un test antigenico rapido o molecolare o un test antigenico autosomministrato per la rilevazione dell'antigene SARS-Co V-2 alla prima comparsa dei sintomi. Con 5 o più casi di positività accertati nella stessa sezione o gruppo classe, si applica alla medesima sezione o al medesimo gruppo classe una sospensione delle relative attività per una durata di 5 giorni. Per quanto riguarda le scuole primarie: fino a 4 casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, l'attività didattica prosegue per tutti in presenza con l'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni che abbiano superato i sei anni di età. In tali casi, è fatto comunque obbligo di effettuare un test antigenico rapido o molecolare o un test antigenico autosomministrato per la rilevazione dell'antigene SARS-CoV-2 alla prima comparsa dei sintomi. In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato, l'esito negativo è attestato tramite autocertificazione.

Con 5 o più casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, per coloro che diano dimostrazione di avere concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guariti da meno di 120 giorni o dopo aver completato il ciclo vaccinale primario, oppure di avere effettuato la dose di richiamo ove prevista, l'attività didattica prosegue in presenza con l'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni di età superiore ai sei anni. La stessa norma si applica a coloro che posseggano un'idonea certificazione di esenzione dalla vaccinazione. Per gli altri alunni si applica la didattica digitale integrata per la durata di 5 giorni.

Nelle scuole secondarie di primo grado, nonché nelle scuole secondarie di secondo grado e nel sistema di istruzione e formazione professionale: con un caso di positività accertato tra gli alunni presenti in classe, l'attività didattica prosegue per tutti in presenza con l'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2; con 2 o più casi di positività, per coloro che diano dimostrazione di avere concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guariti da meno di 120 giorni o dopo aver completato il ciclo vaccinale primario, oppure di avere effettuato la dose di richiamo, l'attività didattica prosegue in presenza con l'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2. La stessa norma si applica a coloro che posseggano un'idonea certificazione di esenzione dalla vaccinazione. Per gli altri alunni si applica la didattica digitale integrata per la durata di 5 giorni.

Il comma 2, aggiunto durante l'esame in sede referente, prevede che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado sono, in ogni caso, tenute a garantire e rendere effettivo il principio di inclusione degli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali, anche nelle ipotesi di sospensione o di riorganizzazione delle attività. In tali casi, su richiesta delle famiglie al dirigente scolastico, è comunque garantita ai predetti studenti la possibilità di svolgere attività didattica in presenza, coinvolgendo un ristretto numero di compagni, sempre previa richiesta e con l'accordo delle rispettive famiglie.

Il comma 3 del presente articolo, prevede poi l'applicazione del regime sanitario di autosorveglianza nell'ambito del sistema scolastico, con esclusione dell'obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie fino a sei anni di età. Resta fermo, in ogni caso, il divieto di accedere o permanere nei locali scolastici con sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37,5 gradi.

In base all'articolo 5, nell'ambito delle attività connesse al tracciamento dei contagi, si dispone, fino al 28 febbraio 2022, l'esecuzione gratuita di test antigenici rapidi presso le farmacie o presso le strutture sanitarie aderenti al protocollo d'intesa di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge n. 105 del 2021, alla popolazione scolastica frequentante la scuola secondaria di primo e secondo grado, sulla base di idonea prescrizione medica rilasciata dal pediatra di libera scelta o dal medico di medicina generale. A tal fine è autorizzata una spesa di 92.505.000 euro.

Un'altra disposizione rilevante, introdotta in sede referente, è quella di cui all'articolo 5-bis, che prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, del Fondo per i ristori educativi, da destinare alla promozione di iniziative di recupero e di consolidamento degli apprendimenti relativi alle ore di scuola in presenza perse da parte degli studenti che sono stati soggetti a misure di isolamento dovute all'infezione da SARS-CoV-2, attraverso attività gratuite extra scolastiche, quali attività culturali, attività sportive, soggiorni estivi, sostegno allo studio e sostegno psicologico. La dotazione del Fondo è di 667.000 euro per l'anno 2022 e di 1.333.000 euro per l'anno 2023.

L'articolo 5-ter, inserito anch'esso in sede referente con un ampio consenso, riconosce, fino alla cessazione dello stato di emergenza, ai genitori lavoratori dipendenti privati che hanno almeno un figlio in condizioni di disabilità grave o con bisogni educativi speciali, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore non lavoratore e che l'attività lavorativa non richieda necessariamente la presenza fisica, il diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile anche in assenza degli accordi individuali.

Ferma restando l'applicazione della disciplina già stabilita dai contratti collettivi nazionali per i genitori lavoratori dipendenti pubblici le suddette condizioni costituiscono titolo prioritario per l'accesso al lavoro agile.

L'articolo 5-quater, inserito nel corso dell'esame referente attraverso l'approvazione dell'emendamento di rifusione del decreto-legge n. 5, dispone, per esigenze di coordinamento, l'abrogazione del comma 1 dell'articolo 30 del decreto legge n. 4 del 2022 in materia di gestione dei casi di positività nelle scuole.

L'articolo 5-quinquies, inserito nel corso dell'esame, prevede la clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano, mentre l'articolo 6 concerne l'entrata in vigore del decreto-legge in oggetto.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 21 e nelle votazioni nn. 40 e 41 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 il deputato Rixi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 37 e 38 la deputata Pini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 44 il deputato Tiramani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 la deputata Mantovani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3431-A/R - odg 9/7 392 381 11 191 35 346 97 Resp.
2 Nominale odg 9/3431-A/R/8 391 390 1 196 30 360 96 Resp.
3 Nominale odg 9/3431-A/R/9 392 388 4 195 39 349 96 Resp.
4 Nominale odg 9/3431-A/R/10 386 381 5 191 41 340 96 Resp.
5 Nominale odg 9/3431-A/R/11 rif. 396 387 9 194 382 5 96 Appr.
6 Nominale odg 9/3431-A/R/12 rif. 397 393 4 197 386 7 96 Appr.
7 Nominale odg 9/3431-A/R/13 404 395 9 198 43 352 96 Resp.
8 Nominale odg 9/3431-A/R/14 399 393 6 197 44 349 96 Resp.
9 Nominale odg 9/3431-A/R/16 408 396 12 199 32 364 96 Resp.
10 Nominale odg 9/3431-A/R/17 406 383 23 192 34 349 96 Resp.
11 Nominale odg 9/3431-A/R/18 rif. 404 401 3 201 382 19 96 Appr.
12 Nominale odg 9/3431-A/R/19 407 394 13 198 43 351 96 Resp.
13 Nominale odg 9/3431-A/R/20 409 397 12 199 49 348 96 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3431-A/R/21 402 392 10 197 37 355 96 Resp.
15 Nominale odg 9/3431-A/R/22 412 398 14 200 44 354 96 Resp.
16 Nominale odg 9/3431-A/R/23 413 409 4 205 45 364 96 Resp.
17 Nominale odg 9/3431-A/R/24 413 403 10 202 43 360 96 Resp.
18 Nominale odg 9/3431-A/R/25 414 398 16 200 32 366 96 Resp.
19 Nominale odg 9/3431-A/R/26 406 393 13 197 31 362 96 Resp.
20 Nominale odg 9/3431-A/R/27 410 400 10 201 32 368 95 Resp.
21 Nominale odg 9/3431-A/R/28 413 412 1 207 52 360 95 Resp.
22 Nominale odg 9/3431-A/R/29 418 413 5 207 45 368 94 Resp.
23 Nominale odg 9/3431-A/R/30 409 404 5 203 40 364 94 Resp.
24 Nominale odg 9/3431-A/R/31 416 414 2 208 43 371 94 Resp.
25 Nominale odg 9/3431-A/R/32 422 416 6 209 41 375 94 Resp.
26 Nominale odg 9/3431-A/R/33 410 408 2 205 50 358 94 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/3431-A/R/34 410 401 9 201 42 359 94 Resp.
28 Nominale odg 9/3431-A/R/35 402 390 12 196 42 348 94 Resp.
29 Nominale odg 9/3431-A/R/37 405 390 15 196 34 356 94 Resp.
30 Nominale odg 9/3431-A/R/50 398 382 16 192 34 348 94 Resp.
31 Nominale odg 9/3431-A/R/63 401 396 5 199 49 347 94 Resp.
32 Nominale odg 9/3431-A/R/97 405 399 6 200 45 354 94 Resp.
33 Nominale odg 9/3431-A/R/98 395 364 31 183 20 344 94 Resp.
34 Nominale odg 9/3431-A/R/99 390 384 6 193 43 341 94 Resp.
35 Nominale odg 9/3431-A/R/102 404 396 8 199 41 355 94 Resp.
36 Nominale odg 9/3431-A/R/106 393 391 2 196 40 351 94 Resp.
37 Nominale odg 9/3431-A/R/114 396 394 2 198 45 349 94 Resp.
38 Nominale odg 9/3431-A/R/125 397 392 5 197 40 352 94 Resp.
39 Nominale odg 9/3431-A/R/126 390 387 3 194 49 338 93 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 47)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/3431-A/R/129 394 390 4 196 48 342 93 Resp.
41 Nominale odg 9/3431-A/R/131 379 375 4 188 47 328 93 Resp.
42 Nominale odg 9/3431-A/R/136 388 385 3 193 47 338 93 Resp.
43 Nominale odg 9/3431-A/R/142 380 374 6 188 114 260 93 Resp.
44 Nominale odg 9/3431-A/R/152 380 379 1 190 372 7 93 Appr.
45 Nominale odg 9/3431-A/R/154 342 245 97 123 23 222 92 Resp.
46 Nominale odg 9/3431-A/R/15 334 236 98 119 41 195 92 Resp.
47 Nominale Ddl 3431-A/R - voto finale 363 362 1 182 320 42 97 Appr.