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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 642 di lunedì 21 febbraio 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI.

La seduta comincia alle 12,15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 febbraio 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Baldelli, Barelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Comaroli, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Dadone, Dal Moro, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Sarno, Di Stefano, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Formentini, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gariglio, Gava, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lotti, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Marattin, Marin, Melilli, Micheli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mule', Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Orsini, Pagani, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Picchi, Rizzo, Romaniello, Andrea Romano, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Speranza, Suriano, Tabacci, Tasso, Tateo, Vignaroli, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine del lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi è una giornata particolare; una giornata, in realtà, dove non c'è nulla da festeggiare - il mio non è certamente un intervento celebrativo - ma è forse un momento di riflessione e anche di memoria. Sono due anni dall'inizio della pandemia, cioè dall'inizio di un fattore che ha sconvolto le nostre vite, le vite degli italiani, le vite del mondo, e ha ribaltato alcuni dei paradigmi che guidavano le nostre vite, ma anche l'ordinamento stesso dei nostri sistemi; penso al capovolgimento che c'è stato nel rapporto dei debiti sovrani, nel rapporto anche economico, nelle nostre società. È una giornata, Presidente, in cui credo dovremmo tutti avere un momento di raccoglimento, pensando ai milioni di persone che sono morte nel mondo per COVID, centinaia di migliaia nel nostro Paese, e ai medici che quel 21 febbraio stavano in trincea e sono stati in una situazione drammatica per mesi e mesi.

In questo brevissimo intervento vorrei rinnovare la memoria di quello che è accaduto, proprio ora che stiamo uscendo alla pandemia, perché possiamo dire che non ci troviamo più in quelle condizioni di gestire un virus che non conoscevamo, in un contesto completamente nuovo. La scienza ci ha regalato uno strumento - vaccinazioni e terapie - straordinario per combattere in modo inusitato, rispetto alla storia, un virus così importante, ma proprio per questo non dobbiamo dimenticarcelo. Il timore più grande che ho, nella mia esperienza, è che spesso noi viviamo momenti fortissimi di lacerazione e poi ce li dimentichiamo; tendiamo a scordare quello che ci è accaduto, quasi a rimuoverlo dalla nostra storia. Invece, proprio un fatto così grande ci deve aiutare, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, a fare in modo di riorganizzare e riadattare il nostro sistema sanitario rispetto ai virus.

I virus non sono un qualcosa di estemporaneo. Quello che è accaduto e che probabilmente potrà riaccadere in forme diverse, Presidente, è dovuto a tanti fattori: in primis, che cento anni fa eravamo un miliardo e mezzo di persone e oggi siamo 8 miliardi; inoltre, i cambiamenti climatici, le trasformazioni urbane, i movimenti delle popolazioni. Tutto questo ci porta ad una nuova frontiera, accanto a quella delle malattie croniche, che consiste nel riadattare i nostri sistemi sanitari a questi rischi e a questi pericoli. Dobbiamo, quindi, fare memoria della nostra esperienza, di questa tragedia collettiva che abbiamo avuto e capire che rafforzare il Sistema sanitario nazionale, rafforzare il Fondo sanitario nazionale, fare le riforme adeguate, significherà investire sul nostro futuro, sulla sicurezza del nostro Paese e sulla tenuta sociale ed economica di tutti quanti noi.

Quindi, questa è una giornata che spero ci permetta di riflettere su questi fatti, ricordarli, raccoglierci, pensare ai tanti che non hanno potuto salutare i propri cari nell'ultimo momento della loro vita e fare in modo che non sia una giornata retorica, ma una giornata di lavoro e di azioni per rendere più sicuro il nostro futuro (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lorenzin. Ovviamente, il ricordo e il ringraziamento, innanzitutto, a tutti gli operatori sanitari che hanno svolto un grandissimo lavoro in questi due anni, soprattutto nei primi momenti in cui davvero sono andati a mani nude contro questo mostro che è il COVID. Ovviamente, mi associo anche al ricordo di tutte le vittime, le tante vittime, che purtroppo non ce l'hanno fatta e che sono sicuramente nei cuori di tutti gli italiani.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (A.C. 3431-A/R​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito la discussione del disegno di legge n. 3431-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi.

Ricordo che nella seduta del 18 febbraio il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Votiamo la fiducia al Governo sul “decreto Milleproroghe”. Per i termini che proroga e le questioni che affronta, certamente possiamo considerarlo un “Milleproroghe” condizionato dalla pandemia e dal PNRR. Siamo, infatti, riusciti a dare una serie di risposte importanti, in particolare al lavoro e alle imprese, per incidere sulla crisi economica, e siamo anche intervenuti da un punto di vista sociale.

Per quanto riguarda il nostro lavoro, siamo stati determinanti e decisivi nel prorogare il limite di 2 mila euro nell'uso del contante. Il Governo aveva dato parere contrario; noi siamo fieri sostenitori del Governo, ma non rinunciamo a quello in cui crediamo, soprattutto se si tratta di aiutare un comparto economico come quello del commercio, che è uno di quelli più pesantemente colpito dalla pandemia. Crediamo che il Governo non fosse in fondo così tanto affezionato a una norma prevista dal Governo Conte.

Mentre crediamo che non sia stato corretto intervenire in Commissione sulle risorse stanziate per l'adeguamento sanitario ed ambientale dell'Ilva, sul quale aveva lavorato con grande intensità il Ministro Giorgetti.

Siamo inoltre orgogliosi di aver sostenuto in modo decisivo l'emendamento Lapia sull'oncologia pediatrica, un gesto di vicinanza a piccoli colpiti da malattie oncologiche. L'iter del decreto in Commissione è certamente stato travagliato, intenso e non sono mancate sedute terminate alle quattro di mattina. Per questo io ringrazio certamente il Governo, le relatrici Daniela Torto e, in particolare, Simona Bordonali.

È stato fatto un lavoro da parte del Parlamento importante: 312 emendamenti che hanno certamente migliorato il decreto, di cui 46 dell'opposizione. Quindi, la centralità del Parlamento, tanto evocata da Mattarella e Draghi, devo dire che si è affermata - concludo, Presidente - ma, soprattutto, la maggioranza si è compattata su un obiettivo ben preciso: dare risposte agli italiani e ai molti settori in crisi e in difficoltà, che meritano uno Stato all'altezza del momento complicato che stiamo vivendo. Quindi, votiamo convintamente e ringraziamo per il lavoro che abbiamo svolto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, siamo arrivati a 38 o 39 questioni di fiducia: ormai abbiamo perso il conto per tutte le volte che è venuto qui il Ministro D'Incà a porre le fiducie su provvedimenti. Più in particolare, ci ricorderemo di questo “Milleproroghe” per tre aspetti. Il primo, perché il Governo è andato sotto per ben quattro volte e, poi, abbiamo dovuto assistere pietosamente al dittatore Draghi, andato dai capi di partito a dire: “o si fa come dico io, oppure do le dimissioni”. Forse, magari, questa è la volta buona che se ne va (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Secondo aspetto, la rissa che c'è stata, prima, tra le forze di maggioranza e, poi, tra maggioranza e opposizione, per la gestione vergognosa e indegna che è stata fatta durante la conversione di questo provvedimento, che ha azzittito le opposizioni che chiedevano legittimamente alcuni chiarimenti su emendamenti, che prima erano stati resi inammissibili e poi ammissibili.

Terzo aspetto: le marchette. Innanzitutto dobbiamo ringraziare, ad esempio, la Ragioneria generale dello Stato, che ha bocciato l'emendamento Cannizzaro, che prevedeva continue assunzioni in Calabria, questa povera terra che viene sempre ricattata da questi di Forza Italia. Seconda marchetta: romanzo italiano. Ma a voi pare mai possibile dare 300 mila euro a Tor Vergata, per lo studio sul romanzo italiano, quando abbiamo centinaia di ricercatori, di giovani ricercatori, i cervelli cosiddetti in fuga che se ne vanno? È anche grazie a voi, grazie a questo modo di operare!

Altra marchetta: incendio a Milano. Avevamo chiesto sommessamente spiegazioni, l'emendamento è stato posto in votazione in modo brutale, salvo poi non ricevere alcuna spiegazione, se non quella: “Qui è andato un fabbricato a fuoco! Che fate? Siete contro questa povera gente che ha perso la casa?”. Allora, potevate avvertirci prima di metterlo in votazione, era quello che chiedevamo.

L'ultima marchetta, di quelle che vi segnalo, quella più brutta, è quella della British American Tobacco, che ha presentato una grande riforma. Infatti, intelligentemente, al primo comma, hanno congelato l'accisa, per otto mesi, mentre le coperture le hanno trovate, dal secondo comma fino al sedicesimo, introducendo un nuovo prodotto da tabacchi, la nicotine pouch, che è un prodotto che sarà autorizzato senza alcuna verifica, senza parere del Ministero della Salute, senza l'Agenzia delle dogane, quando si sta facendo una battaglia qui in Parlamento, da anni, sulla legalizzazione della cannabis con efficacia non drogante. Quindi, si tratta di uno schiaffo in faccia alle imprese italiane, che in questo momento sono senza regolamentazione; alle lobby, invece, voi gli stendete un tappeto rosso, le fate entrare e gli fate fare quello che volete. Di questo dovreste vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Noi di Alternativa votiamo convintamente “no” alla fiducia richiesta da questo Governo e posta su questo condensato di marchette, utilizzate come merce di scambio, per tenere in vita una maggioranza inesistente e un Esecutivo clinicamente morto. Infatti, la vera ragione per cui viene posta questa ennesima fiducia - diciamolo chiaramente in quest'Aula - è quella di silenziare la maggioranza divisa con la quale non è possibile governare, se non utilizzando il pugno di ferro, quello di cui vi ha minacciato Draghi. Siccome a noi questo genere di cose non piacciono e a noi gli uomini soli al comando fanno ribrezzo, diciamo “no” all'ennesimo tentativo di esautorare il Parlamento e ribadiamo il nostro “no” alla fiducia a questo Governo abusivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, ci accingiamo a una nuova fiducia su un provvedimento che è da sempre corollario della legge di bilancio, da sempre approvato con la fiducia. Quindi, da questo punto di vista, credo che non ci discostiamo da una prassi parlamentare, anche se discutibile, perché ovviamente quello dell'eccesso di ricorso alla fiducia è un tema che esiste e che è da affrontare.

Al tempo stesso, forse, anche una riflessione su questo contenitore, cioè sul cosiddetto Milleproroghe, sarebbe utile farla; però, non vedo con questo provvedimento l'acuirsi di ulteriori elementi di frizione o di alterazione dei rapporti tra Esecutivo e Parlamento.

Credo anche che i numeri possano aiutare a far capire, anche a chi ci segue, quali sono le dimensioni del fenomeno emendativo e del lavoro parlamentare che viene fatto, che non può essere ridotto sempre all'espressione volgare della marchetta. I parlamentari rappresentano i territori, i territori inviano spesso messaggi di aiuto e i parlamentari provano a sollecitare l'Esecutivo in vari modi, compreso quello di interventi emendativi.

Oltre 300 emendamenti significa che è stato fatto un lavoro importante in Commissione e ringrazio i componenti della I e della V, in particolare, le due relatrici. È un lavoro importante che dimostra un'altra leggenda metropolitana, che sta molto riempiendo i commenti dei media; ovvero il fatto che ci sia un Governo che impone al Parlamento il suo verbo è sostanzialmente smentito proprio dai numeri. Per essere molto chiari, c'è una questione - l'abbiamo detto più volte in quest'Aula - e va affrontata. È quella del cosiddetto bicameralismo alternato: chi ha in mano il provvedimento in prima lettura, di fatto, portando i tempi fino all'ultimo, impedisce all'altra Camera di svolgere compiutamente il suo lavoro e, quindi, sostanzialmente, di poter intervenire in via emendativa. Quello c'è ed è un problema che va affrontato.

Credo che, in prospettiva, si potrebbe trovare una soluzione attraverso un'innovazione, ovvero che alcuni provvedimenti possano essere in futuro approvati in seduta comune, quindi realizzando il bicameralismo all'interno di un'unica seduta comune, compreso ovviamente l'iter in Commissione.

Questa è una questione, ma i numeri, come dicevo prima, ci dicono che l'attività emendativa e il ruolo del Parlamento non sono assolutamente finiti, come qualcuno vuol far apparire. Quindi, 300 emendamenti, di cui - credo - più di 40 provenienti dall'opposizione, dimostrano anche una capacità d'ascolto da parte dell'Esecutivo. Poi l'attenzione mediatica si è concentrata su quattro emendamenti che sono stati approvati in Commissione, nonostante il parere contrario del Governo e su questo si è molto scritto. È evidente che ciò ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica e del dibattito pubblico un aspetto di oggettiva criticità che ha questo Esecutivo. Bisogna onestamente ammettere che questo non è un Esecutivo politico, né è nato sulla base di un programma concordato a priori. È nato - lo ricordo - su sollecitazione del Presidente della Repubblica come Governo senza formula politica ed è evidente che nel corso dell'attività parlamentare, quando si entra nel merito, le posizioni di partenza tra i partiti possono essere, su alcuni temi, divaricanti e molto distanti. Quindi, c'è un lavoro di mediazione e c'è un lavoro, io credo, di ascolto.

Detto questo, c'è un altro elemento che, però, deve indurre a riflessione. Non può funzionare un meccanismo per cui, di fatto, attraverso il voto contro il parere del Governo, si apre una stagione del “liberi tutti” e delle maggioranze a quel punto trasversali, addirittura non solo all'interno dei partiti - mi si perdoni il bisticcio di parole - della stessa maggioranza ma facendo sponda con le opposizioni. Per cui, abbiamo letto che, secondo il segretario della Lega, si riescono a ottenere determinati risultati se il centrodestra è unito. È evidente, però, che il centrodestra per una parte è in maggioranza e per una parte è all'opposizione. Questo è oggettivamente un cortocircuito che va ripreso, cioè, c'è una lealtà di maggioranza, c'è una lealtà nei rapporti tra Governo e opposizione e c'è uno spazio emendativo del Parlamento.

Quindi, credo che da questo punto di vista non ci possa essere scandalo se, alla fine, su oltre 300 emendamenti se ne sono avuti solo quattro. È chiaro che tra quei quattro c'era per noi, ad esempio, un emendamento bandiera - passatemi il termine -, un emendamento bandiera in questo caso in negativo, nel senso che noi siamo sempre stati contrari all'innalzamento del tetto dei contanti. Noi siamo per una strategia di lotta all'evasione che passa anche attraverso la diminuzione del contante e lo diciamo da anni. Questo era stato un punto di caduta anche della discussione in Consiglio dei Ministri; vederlo ribaltato in una logica in cui un pezzo di maggioranza si mette d'accordo con l'opposizione, oggettivamente è un cortocircuito e, a furia di cortocircuiti, poi scoppiano gli incendi. Siamo ancora in tempo per evitare gli incendi, di cui il Paese non avrebbe assolutamente bisogno. Occorre, però, che ognuno per la sua parte ragioni in maniera - ripeto - leale, corretta e costruttiva.

Dunque, è anche con questa lettura degli avvenimenti, di queste notti più che di questi giorni, che annuncio il voto favorevole sulla fiducia da parte delle deputate e dei deputati di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie, Presidente. Mi sembra di poter dire che la situazione non sia proprio rosea: le bollette sono alle stelle per il caro dell'energia, c'è una guerra ai confini dell'Europa che sembra imminente e la pandemia ancora non è finita. Insomma, la situazione è tale per cui non possiamo permetterci di bloccare il Paese. Per questo motivo, responsabilmente, il gruppo di Coraggio Italia voterà la fiducia posta dal Governo sul “decreto Milleproroghe”. Ciò non toglie, tuttavia, che possiamo mostrare qualche perplessità - per essere eufemistici - sia in merito ad alcune aggiunte last minute non condivise, citate anche dai colleghi dell'opposizione, sia sul metodo. Ormai abbiamo perso il conto di quelle che sono state le questioni di fiducia che ci siamo trovati a votare in quest'Aula nella XVIII legislatura. Diciamo che non è proprio un bel segnale, tanto meno a distanza di pochi giorni, cioè da quando ci siamo ritrovati, sempre in quest'Aula, tutti a spellarci le mani di fronte al Presidente della Repubblica Mattarella che sollecitava un maggior coinvolgimento del Parlamento nelle scelte legislative, come peraltro - lo dico sommessamente - sarebbe previsto dalla Costituzione: “Eh ma non c'è tempo; il decreto scade, deve andare in Senato”. Questa è la solita solfa che il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, D'Inca' ci ripropone ogni volta e, sinceramente, ci siamo anche un po' stufati.

Certo, è vero che i decreti scadono, ma ci sono anche 60 giorni per approvarli, per cui il Governo e i Presidenti delle Camere si organizzino per portare i provvedimenti in Aula nei tempi congrui, nei tempi giusti, onde evitare che si arrivi sempre all'ultimo minuto con l'acqua alla gola e, quindi, poi ci si trovi costretti, anche nell'interesse del Paese, ad accettare anche il voto di fiducia.

Tante volte noi non condividiamo gli emendamenti che i colleghi Trancassini o Lucaselli ci presentano in Commissione, ma non possiamo comprimere il confronto democratico; non possiamo zittire le opposizioni con il presidente di Commissione che alle 4 di notte dà il mandato al relatore lasciando accantonati metà degli emendamenti presentati. Questo non è, purtroppo, un caso fortuito in una situazione di emergenza, ma una prassi oramai; è un modo di fare che toglie dignità all'istituzione che rappresentiamo. Vi dico ciò con molta tristezza nel cuore, perché non si può continuare a svilire il Parlamento e il ruolo dei parlamentari in questo modo. Qualcuno mi spieghi il senso di andare avanti in Commissione fino alle 4 di notte di giovedì, per poi chiudere il dibattito in maniera forzata venerdì, porre la fiducia e andare a votarla dopo due giorni di pausa, il lunedì pomeriggio: ma c'era fretta o volevate solamente andare a casa nel week-end? Oggi, dopo la fiducia, anziché chiudere il provvedimento subito, perché c'è urgenza, aspetteremo le 19 a causa di una riunione dei colleghi del PD: ma facciamo con comodo, tanto che fretta c'è? Io mi chiedo quale immagine diamo ai cittadini. Prima diciamo che c'è fretta, che c'è urgenza, che non si possono discutere gli emendamenti, poi però ce la prendiamo comoda. Noi di Coraggio Italia siamo qui per lavorare e, visto anche lo stipendio che prendiamo, siamo pronti a venire la notte, se necessario, ma non accettiamo le prese in giro. Gli emendamenti vanno discussi e votati tutti, non la metà, e non si può utilizzare una presunta mancanza di tempo per annichilire il dibattito parlamentare.

A tal proposito - e concludo - ci dicono che qualcuno si è irritato perché, come si dice in gergo, il Governo è andato sotto quattro volte: signori, qui non è il Governo ad essere andato sotto quattro volte; piuttosto è il Parlamento che, per un attimo e in un impeto di dignità, è andato sopra e si è timidamente riappropriato delle proprie prerogative, e in tale occasione faccio notare come i voti di Coraggio Italia siano stati determinanti. Bastava - e faccio un esempio che mi riguarda - che la mia astensione sulla proroga dei limiti al contante diventasse voto contrario e già l'emendamento non sarebbe passato, né il Governo sarebbe andato sotto. Non avendo Ministri al Governo non abbiamo diritto di parola né di ascolto nel Consiglio dei Ministri, dove il 90 per cento di ciò che approviamo ormai viene deciso. Allora, se il Governo non ci coinvolge preventivamente nelle decisioni, dandoci il peso politico che meritiamo, poi non vi lamentate se in Parlamento, alle 3 di notte, mentre alcuni colleghi di maggioranza rimangono tranquillamente a casa a dormire, noi veniamo a far valere il nostro ruolo parlamentare - e qualche volta ci riusciamo - perché, fortunatamente, nonostante tutto, siamo ancora in una democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Governo, colleghe e colleghi, il “decreto Milleproroghe”, che siamo chiamati a convertire oggi, è ormai un atto ricorrente nell'ambito delle consuete attività del Parlamento. Senza entrare, diciamo, nel merito della certezza dell'omogeneità del sistema legislativo nel suo complesso, tema ampiamente trattato dal collega Marco Di Maio, ieri in discussione generale, credo che comunque sia bene soffermarsi un attimo a riflettere su quanto questo provvedimento in realtà sia frutto di un ordinamento certamente caratterizzato da instabilità normativa e da incertezza.

Da qui l'evidenza di dare ordine, chiarezza e completezza agli iter legislativi delle varie fonti di diritto, anche con riferimento alla capacità del Parlamento e del Governo di esprimere una funzione legislativa - direi - meno intermittente.

Al di là di queste riflessioni preliminari, credo, comunque, che il decreto in esame contenga risposte molto positive e importanti nei confronti di un ampio ventaglio di criticità e di questioni che il Governo ha affrontato e che il Parlamento ha integrato e migliorato, nell'ottica e nel solco dei compiti che la Costituzione gli affida.

Pur nella carenza di risorse - perché, lo ribadiamo, il provvedimento “Milleproroghe” non è una legge di bilancio e, quindi, non prevede risorse da investire - i colleghi del nostro gruppo, Italia Viva, hanno lavorato nelle sedi referenti con intensità, lealtà e correttezza, portando avanti tematiche e battaglie per noi di grande interesse, anche ottenendo importanti risultati dei quali siamo soddisfatti e che brevemente proverò a ripercorrere.

Ad esempio, il giusto e opportuno confronto con il Governo ci ha consentito di inserire nel decreto molte norme sentite e richieste anche fuori da questi palazzi, come ad esempio la proroga dell'imposta di registro agevolata per il riacquisto della prima casa o come l'emendamento che prevede che i provvedimenti di revoca dell'autorizzazione all'iscrizione dei Confidi nell'albo degli intermediari finanziari, conseguiti al raggiungimento o al mantenimento del previsto volume di attività, possano essere sospesi fino al 31 dicembre del 2022, e sappiamo quanto i Confidi siano un polmone importante nelle attività a supporto delle imprese e delle famiglie.

Poi, ricordo la proroga dell'applicazione delle disposizioni di semplificazione in materia di occupazione del suolo pubblico sulle aree pubbliche dei pubblici esercizi, fino al 30 giugno del 2022, altra norma importante, che ha consentito, insieme alla campagna vaccinale e al green pass, di mantenere aperti esercizi e attività.

Ancora, l'ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali: lo ricordo, perché anche questa è una norma inserita nel provvedimento grazie al nostro impegno. Con la legge di bilancio del 2022 si è estesa questa possibilità anche per l'esercizio di bilancio del 2021, ma solo per i soggetti che ne avevano già usufruito nell'anno precedente. Con il nostro emendamento ora si toglie la limitazione e, quindi, tale misura può essere tranquillamente utilizzata anche da chi non ne aveva beneficiato nell'esercizio 2020.

Poi, c'è un'altra norma che riguarda i tanti giovani in cerca di occupazione per il settore dell'autotrasporto: è stata prorogata la norma che prevede il mantenimento della misura che consente ai giovani fino al trentacinquesimo anno di età e ai soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza o altri ammortizzatori sociali di fruire di un contributo per il conseguimento della patente e delle abilitazioni professionali per la guida dei veicoli destinati all'autotrasporto delle merci.

Quindi, voglio ringraziare i colleghi delle Commissioni di merito che hanno operato anche in stretto contatto con la Vice Ministra Teresa Bellanova; voglio anche citare il lavoro, nell'ambito della materia dei trasporti, che ha portato all'approvazione di un testo che consentirà, da un lato, l'erogazione in favore del fornitore di lavoro portuale di un contributo fino a 90 euro per lavoratore, anche per il periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2022 e, dall'altro, alle autorità portuali di destinare l'1 per cento delle proprie entrate derivanti dalle tasse di imbarco e sbarco proprio all'incentivazione del pensionamento anticipato dei lavoratori portuali.

Dunque, sono tanti i contributi che Italia Viva ha voluto dare come gruppo parlamentare alla conversione di questo decreto che oggi esaminiamo; l'azione legislativa, che spetta al Parlamento e che la esercita pienamente anche nella fase di conversione di un decreto emesso per necessità e urgenza dall'Esecutivo, non può non essere sottolineata in questa sede. Questo lo dico anche perché non trovo affatto scandaloso che su un articolo che prevedeva di dedicare parte dei fondi della bonifica per l'area industriale facente capo all'ex Ilva di Taranto ai processi di decarbonizzazione dell'acciaieria, il Parlamento abbia approvato un emendamento soppressivo, presentato e sottoscritto anche dal gruppo di Italia Viva. Pur essendo coscienti dell'importanza che riveste la decarbonizzazione degli stabilimenti industriali e di quello di Taranto in particolare, la materia era molto delicata, tanto in tema di reperimento delle risorse che, a nostro avviso, non dovevano essere reperite a detrimento dei fondi per la bonifica, quanto in termini di opere da realizzare.

Per quanto riguarda gli emendamenti sui quali i voti dei commissari hanno disatteso il parere del Governo, di cui si è già parlato e ha già ampiamente parlato il collega che mi ha preceduto, Federico Fornaro, mi preme sottolineare come in realtà in essi non si ravvisi alcuna manovra politica né il tentativo di indebolire il Governo, anche perché quelle stesse votazioni hanno portato a risultati differenti su materie differenti e con una composizione delle forze politiche che non è stata mai la stessa in nessuna delle quattro.

Infine, anche in relazione ai temi sui quali il Governo - come si è detto - è andato sotto nelle Commissioni, mi preme sottolineare che si tratta di temi importanti, ma che certamente non possono e non vogliono mettere in discussione la linea politica di questo Esecutivo che noi sosteniamo fortemente e al quale, appunto, vogliamo confermare e ribadire la piena fiducia - io a nome dei colleghi di Italia Viva - annunciando il nostro convinto voto favorevole. Per questo ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, quando il Presidente Mattarella, nel suo discorso di insediamento, ebbe a richiamare la centralità del Parlamento, lo ricorderete tutti, fu interrotto da un applauso (più di uno, per la verità) e per un momento, proprio ascoltando quegli applausi, ho avuto l'ottimismo - che oggi ovviamente considero ingiustificato - di pensare che, forse, da quell'applauso poteva rinascere la possibilità per questa Camera di ritornare al ruolo istituzionale che le compete; e, invece, ovviamente, mi sbagliavo; è stata un'illusione, la mia, che è durata giusto il tempo necessario a tornare in Commissione sul “Milleproroghe” e constatare, ancora una volta, l'insipienza di questo Governo. Perché dall'insediamento del Governo Draghi sono state poste 35 questioni di fiducia; negli ultimi due mesi del 2021, i voti di fiducia sono stati 12, 6 al mese, per intenderci. In pratica, non c'è stata una legge approvata da questo Parlamento, se non attraverso il sistema del voto di fiducia e questo dovrebbe far riflettere il Governo, dovrebbe far riflettere soprattutto i colleghi parlamentari, perché dovremmo, a questo punto, chiederci che cosa hanno applaudito i colleghi e a che cosa è servito il richiamo di Mattarella.

Sappiamo tutti sin troppo bene che i decreti-legge nascono per affrontare situazioni straordinarie e urgenti e, invece, oggi, sono utilizzati esclusivamente per imporre la volontà del Governo, superando il dibattito parlamentare, proprio come è accaduto per il “Milleproroghe” o come è accaduto per la legge di bilancio. E la cosa che nessuno dice, ma che vale la pena sottolineare, è che, attraverso l'utilizzo distorto della decretazione d'urgenza, avete prodotto un accavallamento normativo dal quale siete stati inghiottiti. In meno di un anno ci sono già otto decreti emanati dall'Esecutivo e non convertiti in legge dal Parlamento; avete sostanzialmente creato i decreti “Minotauro”, abrogate quelli che le Camere non riescono a convertire nei sessanta giorni, ne recuperate i contenuti e li inserite in altri decreti successivi; una pratica che con l'attuale Esecutivo si è già verificata in 7 occasioni; un sovraccarico di decreti-legge da convertire che ha esautorato la Camera e anche il Senato dalle proprie funzioni, anche per l'impossibilità oggettiva di entrare nel merito delle questioni.

Allora, viene da chiedersi: se questo è il Governo di unità nazionale, che motivo c'è di apporre costantemente, ogni volta, la fiducia, che motivo c'è di impedire il dibattito all'interno del Parlamento? Per fortuna, questo dibattito viene stimolato da Fratelli d'Italia; attraverso i nostri emendamenti, attraverso i nostri ordini del giorno, attraverso le nostre mozioni cerchiamo di parlare di quelli che sono i problemi veri degli italiani; però, non abbiamo mai un interlocutore e questo è deprimente per la democrazia ed è deprimente per tutti coloro i quali sono entrati in quest'Aula con la convinzione di poter aiutare l'Italia e gli italiani.

In qualcosa, però, siete stati bravi, lo devo ammettere: avete raggiunto un primato, perché 35 voti di fiducia in 12 mesi è un risultato che non era riuscito a raggiungere neanche il Governo Monti, che ne metteva 3 al mese. Questi sono numeri senza precedenti e il Parlamento applaude, sì, applaude alla propria incapacità di reagire, forse, ed è scandaloso rendersi conto di come non appena i parlamentari, su sollecitazione di Fratelli d'Italia e degli emendamenti di Fratelli d'Italia, decidono di esprimere liberamente il proprio voto, debbano essere immediatamente bacchettati il giorno successivo, quasi fossero marionette. Non lo sono; sono rappresentanti del popolo.

Ed è veramente paradossale pensare che, come è accaduto nel caso del “Milleproroghe”, si arrivi in Commissione con un contrasto che nasce non nei confronti dell'opposizione e degli emendamenti dell'opposizione, ma nasce, all'origine, fra gli stessi Ministeri che devono emettere i pareri. Ci siamo ritrovati, all'interno della Commissione bilancio, con emendamenti presentati, poi ritirati, poi riformulati, nuovamente ripresentati, con parere favorevole da parte di un Ministero e parere contrario da parte dell'altro Ministero di competenza. Un caos. Un caos che ci fa capire, su tutto, un'altra cosa qui: non c'è soltanto l'incapacità politica di gestire i fenomeni, c'è anche l'incapacità di gestire il procedimento amministrativo. Non siete in grado di imporre la capacità di analizzare, di leggere e di studiare neanche ai vostri uffici. Pareri del Governo sbagliati, poi corretti, poi ripresentati: non è questo il modo in cui si può andare avanti all'interno di una istituzione così importante, come quella della Camera, in una Commissione che si preoccupa di dare risposte ai cittadini italiani.

La buona volontà di Fratelli d'Italia, per fortuna, ha apportato migliorie all'interno di questo provvedimento. Quella del tetto al contante è una delle battaglie che abbiamo fatto da subito, perché ci rendiamo conto che, in un momento di depressione economica come quello che stiamo vivendo, un'ulteriore limitazione rappresenterebbe non la battaglia, come tutti spesso cercano di dire, all'evasione fiscale; quella è una battaglia che si può fare, che si deve fare, ma che si deve fare in altri modi, che si può affrontare in altri modi. Limitare l'utilizzo del contante, in questo momento, vuol dire deprimere ancora di più la nostra economia, deprimere ancora di più i consumi, che sono già ridotti all'osso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Di queste battaglie, Fratelli d'Italia ne ha fatte tante all'interno del “Milleproroghe”. Sì, abbiamo presentato tanti emendamenti, ma i nostri emendamenti hanno un unico obiettivo, che è quello di dare risposte. Invece, ancora una volta, attraverso l'utilizzo del “Milleproroghe”, si continua a non avere una visione complessiva di dove si vuole portare l'Italia. Si continua, ancora una volta, a determinare semplicemente il proprio punto di vista, quello del Governo, cercando di imporlo anche quando parlamentari liberi, nell'esercizio delle proprie funzioni, esprimono una volontà differente.

E, allora, vede, Presidente, rappresentante del Governo, noi abbiamo sempre avuto un auspicio: il nostro auspicio è che, accanto al dibattito di quello che occupa l'Italia e che dovrebbe occupare quest'Aula, ci sia, poi, sempre anche la capacità di una visione complessiva che dia risposte concrete. Ed è questo il motivo per il quale Fratelli d'Italia, quando inizia una discussione in Commissione e in Aula, anche attraverso semplicemente gli ordini del giorno, lo fa criticando la posizione che non condivide, ma, contemporaneamente, dando anche soluzioni.

E noi vorremmo che le nostre soluzioni venissero non trafugate, come spesso accade e come spesso è accaduto anche all'interno del “Milleproroghe”, con nostre idee che vengono recepite, ma, poi, vengono messe in altri decreti proprio per evitare che ci sia il nome di Fratelli d'Italia. Voi avete il dovere di ascoltare le nostre proposte e, eventualmente, spiegare perché le nostre proposte non vi piacciono. Noi siamo qui per rappresentare al nostro meglio gli italiani, siamo qui per rappresentare quegli italiani che, se dovessero votare la fiducia oggi a questo Governo, non la voterebbero; se fossero gli italiani, oggi, a votare questa fiducia, questo Governo non arriverebbe a domani. E noi continueremo a rappresentare quegli italiani, perché siamo qui per dirvi che, no, noi non ci fidiamo, non ci fidiamo di questo Governo, perché gli italiani non si fidano di questo Governo e, quando chiederete scusa, per noi sarà sempre troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento sul quale oggi votiamo la fiducia posta dal Governo è un provvedimento che, nell'ambito degli atti legislativi sottoposti all'esame di questa Assemblea, si caratterizza, in particolar modo, per la varietà dei settori nei quali le singole misure sono destinate ad incidere. E, dunque, anche questa tipicità specifica comporta, nel corso del procedimento di approvazione, una intensa attività, proprio perché noi passiamo da materie che vanno dalla difesa, all'interno, alla salute, all'istruzione, all'università, al lavoro, alle infrastrutture, ai trasporti, alla transizione ecologica, alle gestioni commissariali, all'organizzazione e al funzionamento della pubblica amministrazione. Tanti settori e tante materie che impattano, con le singole misure, sulla vita quotidiana delle nostre comunità, dei nostri concittadini. Quindi, il Parlamento, inevitabilmente, è destinatario di una serie significativa di sollecitazioni, di segnalazioni, di indicazioni che vengono dai territori e che noi abbiamo il compito e la funzione istituzionale di rappresentare all'interno di questa Assemblea. Ecco perché la mole di emendamenti ben si spiega - del resto, questa è un'esperienza che, sistematicamente, si verifica ogni anno - ed anche la particolare attenzione che ogni forza politica riserva alle proposte emendative, integrative e migliorative che avanza sui singoli articoli.

Allora, tutto questo dibattere sul fatto che ci sia stato un forte impegno del Parlamento nella lettura, nella valutazione ed anche nella modifica del testo originario non deve suscitare particolare sorpresa, particolare stupore, anzi sarebbe davvero singolare l'inverso, se ciò non accadesse. E credo che, nell'ambito di questo compito, ciascuna forza politica, a partire anche dal mio movimento, che ho l'onore di rappresentare questa mattina, di Forza Italia, ci sia stato l'impegno a variare quelle misure che si riteneva necessario cambiare. Ben 50 sono gli emendamenti a firma di colleghi parlamentari di Forza Italia, che hanno, poi, trovato ingresso nel testo definitivo licenziato dal lavoro delle Commissioni riunite I e V, cioè affari costituzionali e bilancio e anch'essi, naturalmente, intervengono nei settori più disparati e meritano tutti di essere segnalati, proprio perché cercano di raccogliere le esigenze primarie e fondamentali.

Un primo gruppo di emendamenti a firma dei colleghi di Forza Italia ha riguardato il tema degli enti locali. Noi abbiamo voluto riservare un'attenzione particolare alle istituzioni territoriali che sono in prima linea, che fronteggiano, cioè, i bisogni primari delle nostre comunità, dei nostri territori e che, dopo un quindicennio di decurtazioni finanziarie, di limitazioni degli ambiti di spesa, hanno sempre maggiori difficoltà ad assicurare risposte incisive, adeguate e coerenti con le aspettative delle singole comunità.

Quindi, pur nel rispetto di una valutazione complessiva di equilibrio della finanza locale, attraverso i nostri emendamenti abbiamo cercato di apportare quei correttivi e quelle variazioni per rendere quantomeno possibile una programmazione finanziaria a livello di enti locali.

Ciò, anche per consentire, soprattutto attraverso il differimento di alcuni termini per taluni adempimenti e l'ampliamento di parti di alcune platee finanziarie relativamente ad altre attività e ad altro tipo di servizi, che i nostri comuni, i nostri enti territoriali, quindi anche le province e le regioni potessero - e possano - svolgere con maggiore incisività la loro azione, anche perché noi non dimentichiamo che gli amministratori locali sono davvero in prima linea, soprattutto in un periodo così difficile quale quello che sta attraversando il nostro Paese, in cui a una pesantissima crisi economica si sono aggiunti anche gli effetti della pandemia che da due anni ha attanagliato il nostro Paese.

Accanto a questo tema, area enti locali, gli emendamenti di Forza Italia hanno portato la loro attenzione anche nel campo economico, in particolare come misure di sostegno a taluni settori produttivi e anche di semplificazione, per così dire un incentivo indiretto allo svolgimento di attività economiche, e un altro campo di intervento è stato quello relativo alla regolazione delle posizioni che i cittadini hanno nei confronti dell'erario, introducendo proroghe significative per quanto riguarda gli adempimenti relativi all'IRAP o ancora per quanto riguarda la possibilità, per i contribuenti che sono decaduti dai piani di rateizzazione del loro programma di rientro, di poter riproporre nuovamente il piano, e quindi di potere accedere nuovamente al beneficio della rateizzazione, senza dover però sopportare il pagamento immediato di tutti gli importi arretrati, che spesso ha posto tanti contribuenti nella impossibilità di proseguire nel piano di rientro e soprattutto di estinguere questa obbligazione tributaria, che costituisce sovente anche una forte limitazione alla possibilità di accedere al credito e di poter svolgere talune attività lavorative.

Quindi, abbiamo affrontato problemi che sono vicini ai cittadini, problemi che spesso rappresentano difficoltà vissute con grande disagio e con grande sofferenza, e a tali problemi, pur nell'ambito del contenimento delle risorse che questo provvedimento aveva – sostanzialmente, con nessuna risorsa aggiuntiva, ma soltanto con la possibilità di accedere a risorse dei singoli ministeri competenti - abbiamo cercato di dare soluzione.

C'è stata anche un'azione relativa all'attività ordinamentale. Così, per esempio, in materia di assunzioni abbiamo introdotto una serie di misure generali per l'intero territorio nazionale, riservando anche un'attenzione specifica alle realtà del Mezzogiorno d'Italia, in particolar modo alla regione Calabria, e abbiamo anche voluto che i meccanismi selettivi di accesso alla pubblica amministrazione, attraverso concorsi semplificati, potessero avere prosecuzione soprattutto perché questo è l'anno in cui le misure del PNRR devono trovare, negli enti locali e territoriali, con le loro attività, i soggetti istituzionali deputati a elaborare e a definire una serie di adempimenti e di attività prodromiche, collaterali, comunque sempre determinanti per il buon esito delle azioni contenute nel Piano nazionale. Si tratta, dunque, di un insieme di misure dettate da una logica di sostegno e di rafforzamento della capacità di risposta dei livelli di governo.

Sulle polemiche che ci sono state e che sono state richiamate in tutti gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, inviterei davvero il Parlamento - e, se mi è consentito, anche il Governo - a ridurre il tutto alla sua reale consistenza. L'accaduto, il fatto che per quattro emendamenti ci sia stato un discostamento del Parlamento rispetto ai pareri resi dal Governo, non deve essere rappresentato come un fatto particolarmente grave, o particolarmente straordinario. Innanzitutto, già la Costituzione prevede e assicura una dialettica forte tra Governo e Parlamento, e, quindi, tra Governo e sua maggioranza, al punto, e lo voglio ricordare a tutti, che l'articolo 94, nel caso di voto contrario di una delle Camere su un provvedimento legislativo, quindi non sul singolo emendamento, ma sull'insieme del provvedimento legislativo, non assegna a questa manifestazione di volontà della Camera il diniego di fiducia, e quindi l'alterazione del rapporto fiduciario. Gli emendamenti in questione rispondevano, così come ho ricordato in precedenza, a logiche note e a posizioni politiche ampiamente manifestate e discusse. Quindi, avere letto sulla stampa di agguati, di imboscate, cioè tutte attività che prevedono e si caratterizzano per l'elemento sorpresa, francamente mi ha lasciato di stucco, perché, avendo partecipato a tutti i lavori delle Commissioni, le posizioni su alcuni temi, dall'Ilva di Taranto all'innalzamento del limite dell'utilizzo del contante e alle altre due questioni, sulle graduatorie scolastiche e sulla sperimentazione animale, so che erano ampiamente rappresentate, ampiamente indicate. Dunque, e concludo, non c'è stato sicuramente alcun intento di mettere in difficoltà il Governo. Se mi è consentita un'ultima, telegrafica, annotazione, vorrei dire che è opportuno che ci sia una riflessione seria sui rapporti tra provvedimenti del Governo, sottoposti poi all'esame del Parlamento, e anche attività elaborativa dei testi normativi. Spesso siamo costretti a votare testi di decreti-legge nei quali già si anticipa, nel corso del procedimento di approvazione, una successiva correzione attraverso un altro decreto-legge. Forse - questa è un'esortazione che mi sento di rivolgere - una maggiore attenzione non solo garantirebbe un'assoluta qualità del risultato finale del testo, ma potrebbe seriamente prevenire una serie di incomprensioni e di difficoltà che si sono registrate.

In ogni caso, resta ferma la fiducia all'azione del Governo, che sarà ribadita, per Forza Italia, anche nella votazione di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, prima di iniziare il mio intervento vorrei ricordare al collega Rizzone, che non vedo presente e che è intervenuto precedentemente, che è prassi consolidata che ci siano sospensioni dei lavori in occasione delle direzioni politiche; quindi, niente di eccezionale, ma una prassi che si ripete anche oggi.

Ora do inizio al mio intervento sul “decreto Proroga termini”. È inutile negare che la discussione del “decreto Milleproroghe” sia stata lunga e, in particolari passaggi, faticosa e complessa. Dalla sua assegnazione alla Camera dei deputati, agli inizi di gennaio, all'approvazione finale, ormai alla fine di febbraio, l'esame del provvedimento è stato infatti sospeso a causa di un appuntamento politico-istituzionale rilevantissimo, come l'elezione del Presidente della Repubblica. Le ripercussioni sull'iter sono state evidenti. Prima di addentrarmi sui contenuti e sugli aspetti politici, vorrei, però, ringraziare gli uffici della Camera e i presidenti delle Commissioni bilancio, Fabio Melilli, e affari costituzionali, Giuseppe Brescia.

Vorrei, inoltre, ringraziare tutti i deputati, per il lavoro svolto e per il confronto, franco e schietto.

Il cosiddetto “Milleproroghe” è, come è già stato, peraltro, ricordato in quest'Aula, un provvedimento anomalo e che solo nel nostro Paese assume un ruolo fondamentale in molteplici settori economici, produttivi e della vita dei cittadini; oggi lo è ancora di più, alla luce dell'emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che ha creato oggettivamente complicazioni e ritardi rispetto alla corretta applicazione delle norme vigenti in molti comparti. Sono state, per questo motivo, inserite nel decreto, sia dal Governo che in fase di dibattito, molte norme su numerosi argomenti. Il provvedimento reca, infatti, disposizioni di proroga di termini legislativi in scadenza e alcune altre disposizioni, quali la semplificazione del collegamento digitale di scuole e ospedali, il recepimento nell'ordinamento interno del nuovo sistema di finanziamento del bilancio dell'Unione europea, nonché misure in materia finanziaria collegate alla Brexit.

Inoltre, il decreto-legge reca, in allegato, un elenco di misure adottate in conseguenza dell'epidemia in corso, che vengono prorogate a causa della perdurante emergenza sanitaria; misure specifiche, che riguardano l'agricoltura, l'ambiente, il governo del territorio, la cultura, lo spettacolo, la difesa, le politiche energetiche, gli enti territoriali, la modalità di svolgimento delle elezioni, la giustizia, l'informazione e la comunicazione, le infrastrutture e i trasporti pubblici, il lavoro e la previdenza, le politiche sociali, la pubblica amministrazione, la salute, l'università, la scuola, l'alta formazione e la ricerca, la sicurezza, lo sport, le attività produttive, i trasporti.

La Camera è intervenuta in sede di conversione, modificando e migliorando il decreto, questo è un dato certo e, nella maggior parte dei casi, lo ha fatto con il sostegno di quasi tutte le forze politiche; si è trattato di interventi, quindi, necessari e che hanno ribadito la fondamentale funzione legislativa del Parlamento, capace spesso di raccogliere, interpretare e concretizzare le richieste del Paese, cercando di non farsi coinvolgere dalle sirene elettorali, dalle opportunità personali o dai sondaggi; gli esempi di questa azione sono molteplici e già evidenziati da chi mi ha preceduto: mi riferisco innanzitutto al cosiddetto bonus psicologico; qualche giornale in cerca di titoli ad effetto ha parlato, con disfattismo e disprezzo, di una mancetta ad una casta, quella degli psicologi; niente di più sbagliato; sono perfettamente consapevole, come lo è il mio Partito, che i fondi stanziati, pari a 20 milioni di euro, che verranno ripartiti tra il rafforzamento della rete sanitaria territoriale e un bonus di 600 euro l'anno da utilizzare per iniziare un percorso terapeutico, sono una cifra non risolutiva, nelle gravi problematiche causate dal COVID in questi lunghi anni, ma il Fondo è stato istituito e potrà essere rifinanziato e, soprattutto, il Parlamento ha accolto una richiesta concreta dei giovani, di quei giovani che oggi scendono nelle piazze, e - lo dico da insegnante in pensione -, forse, con qualche ingenuità e troppa irruenza, ma, finalmente, consapevoli di una causa comune, convinti che l'esperienza del COVID accompagnerà sempre le loro esistenze. Il Parlamento deve essere fiero di aver riconosciuto, per legge, che la pandemia, oltre alla tragedia delle vite spezzate e alle ferite fisiche procurate, alla crisi economica e occupazionale determinata, ha già causato e causerà conseguenze rilevanti sul benessere psicologico della popolazione, in particolar modo nei bambini e nei ragazzi; questa conseguenza, a lungo termine, impatta sul futuro di una generazione intera, e non possiamo permetterci sottovalutazioni ed errori al riguardo.

Questo provvedimento reca anche altre norme significative; purtroppo, non ho il tempo di elencarle tutte; per citarne solo alcune, tra quelle approvate in Commissione, ma non troppo pubblicizzate in questi giorni, senza fare torto – spero – ad alcuno, ricordo, ad esempio, le disposizioni per l'attuazione degli interventi finanziari dal Fondo complementare al PNRR nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2009 in Abruzzo e del 2016-2017 in Centro Italia, perché anche nella pandemia c'è sicuramente chi sta peggio di altri; o, anche, la norma sui ristori e il Fondo di accompagnamento all'esodo per i lavoratori portuali, un risultato anche questo cercato e ottenuto, dopo alcuni stop, dal Partito democratico; o, ancora, l'emendamento, anche questo del Partito Democratico, che salva gli incentivi stanziati per la cosiddetta transizione 4.0, previsti dalla legge di bilancio 2021, e dedicati ai beni strumentali acquistati entro il 31 dicembre 2021.

Permettetemi, ora, una riflessione sulle polemiche - e mi avvio a concludere - sorte in questi giorni sulle cosiddette maggioranze trasversali, che avrebbero votato contro il Governo. Anche su questo punto, i distinguo sono necessari. Farò due brevi, ma esplicativi esempi. Il primo riguarda l'abrogazione dell'articolo 21. Fin dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, quasi tutte le forze politiche, in primis il Partito Democratico, hanno, da subito, segnalato l'inopportunità di una norma approvata nella scorsa legislatura da un Governo a guida PD, che, quindi, andava modificata in Parlamento; non avremmo mai potuto accettare che le risorse destinate alle bonifiche delle aree contaminate dello stabilimento ex Ilva di Taranto venissero dirottate verso altri fini, ha giustamente ricordato il collega Ubaldo Pagano; così è stato fatto e i 575 milioni di euro per gli interventi di ambientalizzazione previsti sono stati restituiti a Taranto. Nessuno discute l'indispensabile necessità di decarbonizzare gli impianti produttivi dell'ex Ilva, ma non possiamo accettare, come già detto in molte occasioni, che ciò avvenga a discapito degli inderogabili interventi di bonifica delle aree inquinate, dentro e fuori lo stabilimento. La transizione ecologica, quella vera, quella necessaria, quella equa è questa. La Camera ha votato secondo coscienza e con queste finalità.

Altra cosa è, invece, la soppressione della norma che prevedeva la possibilità, dal 1° luglio 2022, di effettuare pagamenti in contanti soltanto fino a 1.000 euro, una norma inserita, in un décalage temporale, dal precedente Governo e sostenuta dall'attuale; il motivo? Per contrastare l'evasione fiscale. Un recente documento di Banca d'Italia ha messo in luce un aspetto, già comunque appurato: l'aumento della soglia dei contanti accresce la quota di economia irregolare. In generale, a parità di altre condizioni, un aumento dell'1 per cento nell'uso del cash si traduce in un aumento compreso tra lo 0,8 e l'1,8 per cento del valore aggiunto sommerso. Per un'economia, quella italiana, prima in Europa per evasione fiscale, evasione che costa allo Stato e, quindi, a tutti noi, oltre 30 miliardi di euro, questa norma avrebbe fatto sicuramente comodo. I cittadini e le famiglie hanno bisogno di servizi e di welfare, che queste risorse aggiuntive possono sicuramente garantire.

Per concludere, se con l'emendamento a sostegno di Taranto alcune forze politiche, guidate dal PD e dal centrosinistra, hanno sostenuto una posizione annunciata pubblicamente, da settimane, a favore delle bonifiche e a sostegno di un territorio ferito, l'emendamento pro evasione fiscale, nato da un blitz in Commissione, ha ricompattato magicamente la coalizione di centrodestra, pronta a rivendicare una norma che penalizza gli onesti, proprio come i numerosi condoni che tutti ricordiamo. Il Premier Draghi ha fatto bene a chiedere lealtà. Essere leali significa fare quello che si dice e non ondeggiare, per paura della perdita dei consensi, tra maggioranza e opposizione, sperando che il tuo elettorato ti segua a giorni alterni.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCIA CIAMPI (PD). Concludo, Presidente. Il “Proroga termini”, pur con alcune marginalità e criticità, è un provvedimento necessario per il Paese e questo Governo, in un momento drammatico per la pace dell'Europa e del mondo, deve avere tutta la legittimazione possibile per progredire nel suo lavoro.

Per questi motivi, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Sì, grazie Presidente. Presidente, Governo, onorevoli colleghi, ci troviamo qui, oggi, a votare la fiducia su un provvedimento che, da sempre, approda in Aula con una richiesta di fiducia; sarebbe straordinario che ciò non accadesse, non perché siamo favorevoli alla posizione della questione di fiducia, ma ci sono, ovviamente, provvedimenti come questo, molto eterogenei, che solitamente vengono portati in Parlamento con, appunto, una richiesta di fiducia.

Vorrei concentrarmi, in questa fase dell'esame del provvedimento, soprattutto su alcuni aspetti e attenzioni che la Lega porta sempre all'interno degli emendamenti che propone nelle Aule parlamentari e, in particolare, anche in questo decreto. Sono emendamenti volti a rafforzare la nostra azione parlamentare a sostegno dei territori e, quindi, a sostegno delle regioni.

Si tratta di emendamenti che vogliono favorire e sostenere soprattutto gli enti territoriali, dunque i nostri comuni e tutti gli amministratori comunali che, da sempre, soprattutto in questi due anni, sono in prima linea per la lotta contro il COVID. Tutti noi parlamentari dobbiamo cercare di intervenire in tutti i modi per fornire loro i giusti strumenti(Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), in modo che possano mettere in atto quelle politiche che vadano veramente a favore dei nostri cittadini.

Gli enti comunali sono il braccio più vicino al nostro territorio, che può prontamente rispondere alle esigenze dei nostri cittadini, ed è per questo che noi, come Lega, non smetteremo mai di portare avanti questa azione politica all'interno del Parlamento, come abbiamo fatto anche per questo provvedimento.

Oltre a questo, cercheremo di portare avanti gli emendamenti finalizzati a sostenere soprattutto le attività economiche e produttive del nostro tessuto e del nostro Paese.

Vorrei andare per ordine: partiamo dalle regioni. È stato approvato un emendamento del gruppo Lega, a mia prima firma, ma sostenuto da tutti i colleghi, che è volto proprio al sostegno delle regioni e delle province autonome, mettendo a disposizione l'utilizzo della quota libera dell'avanzo di amministrazione, dopo l'approvazione ovviamente del rendiconto e soprattutto prima del giudizio di parifica: una misura concreta, questa, che va ad inserirsi all'interno del solco di un'azione politico-parlamentare, iniziata nell'azione della legge di bilancio. Come gruppo Lega, abbiamo presentato un ordine del giorno puntuale, in cui si chiedeva che lo stesso fosse fatto anche per gli enti territoriali, quindi i comuni; ossia, la possibilità di mettere a loro disposizione l'avanzo libero, il cosiddetto “fondone”, e tutte le risorse che potevano essere avanzate nel 2020 e 2021, per poterle rendere disponibili sul 2022. Anche questo ordine del giorno, che avevamo consegnato ed era stato approvato in legge di bilancio, è stato inserito in modo puntuale all'articolo 13 del “decreto Sostegni-ter”, ora all'esame del Senato. Di questi emendamenti noi andiamo orgogliosi, perché sono aiuti diretti e concreti che sostengono l'operato di chi, tutti i giorni, in prima linea, risponde alle esigenze e ai problemi dei nostri cittadini.

Andiamo avanti, poi, con gli emendamenti, che vorrei solo citare a titolo esemplificativo, che siamo riusciti ad ottenere durante questa fase interlocutoria e di lavoro all'interno della Commissione, emendamenti che aiutano, come dicevo, anche i comuni. Tra i tanti, abbiamo approvato un emendamento, a prima firma del collega Bitonci, che vuole prorogare dal 31 marzo a fine giugno il termine per l'approvazione dei bilanci di previsione da parte degli enti locali. Questo emendamento è molto importante perché ci permette anche di dare la possibilità ai nostri comuni di predisporre il piano operativo della messa a terra di tutte le opere necessarie per i bandi del PNRR.

Altro importante aiuto che abbiamo portato ai nostri comuni sono tutte quelle azioni rivolte al potenziamento e al sostegno del personale all'interno dei servizi scolastici gestiti direttamente dalle regioni e dai comuni. Infatti, grazie ad un emendamento, abbiamo dato la possibilità a tutti gli istituti di fare delle assunzioni a tempo determinato che permettano di avere una continuità di servizio, sia da parte del personale docente, sia da parte del personale ausiliario, in modo che ai nostri figli venga garantita continuità di servizio.

Un altro importante emendamento portato a buon fine con i lavori di Commissione è stato quello che ha di fatto raddoppiato il fondo, messo a disposizione dal nostro Ministro Erika Stefani, a favore degli assistenti degli alunni con disabilità: un emendamento che, di fatto, ha portato al raddoppio - da 100 milioni a 200 milioni - di questo fondo molto importante, per cercare di fornire servizi a favore degli alunni che hanno maggiori difficoltà e che, quindi, necessitano di avere un maggior sostegno soprattutto in un periodo di difficoltà come questo.

Vi sono altri importanti obiettivi che abbiamo raggiunto: con un altro emendamento, a prima firma Iezzi, abbiamo dato la possibilità agli enti locali di computare, ai fini delle capacità assunzionali e soprattutto per ciascuna annualità, sia le cessazioni dal servizio del personale, sia quelle programmate nella stessa annualità. Ciò cosa vuol dire? Fintanto che non veniva approvato questo emendamento, di fatto, gli enti locali non potevano procedere alla sostituzione, se non nell'esercizio finanziario successivo. Questo non è possibile perché, ovviamente, capite benissimo che avremmo messo in discussione e avremmo potuto rendere inefficienti le strutture comunali, oltre ad apportare dei disservizi nei confronti dei nostri cittadini. Ebbene, grazie a questo emendamento, anche qui, abbiamo cercato di supportare l'azione diretta degli enti locali, cercando di garantire una continuità anche all'interno degli apparati delle amministrazioni comunali.

Tra gli altri provvedimenti che vorrei citare solo a titolo esemplificativo, che abbiamo portato a casa grazie al nostro impegno e a sostegno delle imprese, vi è la riduzione del capitale sociale per le perdite dell'esercizio 2021 per le società socioassistenziali, l'emendamento Lega a prima firma del collega Bitonci, il differimento del termine di entrata in vigore di alcune sanzioni soprattutto per le imprese, in particolare quelle per il mancato adeguamento degli obblighi di trasparenza, per passare poi alla richiesta di proroga dei versamenti IVA, anche questa molto richiesta da parte delle associazioni di categoria.

Oltre a questo, abbiamo ottenuto anche degli importanti risultati a favore delle imprese avicole e suinicole: interventi che erano ritenuti urgenti soprattutto per fronteggiare l'emergenza aviaria e la peste suina africana, che hanno messo in difficoltà questo importante settore del nostro Paese.

Un'altra proroga molto importante che è stata approvata è quella straordinaria per i gestori dei fondi immobiliari, soprattutto nel settore dell'edilizia privata sociale. Questo emendamento è molto importante per la sua finalità di incrementare gli alloggi sociali, soprattutto per la locazione a canone calmierato, e ovviamente va, anch'esso, ad inserirsi nel solco di quelle politiche che danno un aiuto concreto e diretto soprattutto a favore delle persone maggiormente colpite e maggiormente in difficoltà.

Un altro emendamento molto importante, che ha portato di fatto un aiuto e un sostegno alle attività economiche del nostro Paese, è l'emendamento Milano-Cortina, che di fatto ha messo in grado la società di operare, soprattutto in vista di questo importante appuntamento delle Olimpiadi 2026, che ci deve vedere tutti direttamente coinvolti e che, soprattutto, sarà un biglietto da visita per tutto il nostro sistema Paese.

Oltre a questo, però, dobbiamo anche dire che non siamo rimasti soddisfatti sotto alcuni aspetti, perché purtroppo alcuni emendamenti che avevamo presentato, o non sono andati a buon fine, o di fatto sono stati riformulati edulcorando così quello che doveva essere il nostro intento primario. Mi riferisco in particolar modo all'emendamento sulla riduzione della Tari: attraverso la riformulazione di questo, infatti, la nostra proposta di fatto è stata edulcorata e completamente trasformata in una mera proroga per l'approvazione dei piani finanziari della Tari e della corrispettiva tariffa e, di fatto, quindi, non permette ai nostri sindaci di avere quegli strumenti che avrebbero permesso loro di intervenire in modo puntuale per alleggerire l'aggravio di questa tariffa. Ebbene, come Lega, abbiamo presentato un ordine del giorno, che speriamo venga accolto: infatti, a nostro avviso, urge veramente, così come l'intervento nei confronti del caro bollette, anche un intervento puntuale per fare in modo che ai nostri sindaci venga dato uno strumento che permetta loro di intervenire riducendo le tariffe della Tari, le quali ovviamente colpiranno i bilanci delle nostre famiglie italiane. Oltre a questo, ci aspettavamo qualcosa in più anche sul tema del sisma bonus.

Ma veniamo poi agli altri risultati che siamo riusciti ad ottenere grazie al confronto e grazie soprattutto alle prerogative del Parlamento, che abbiamo voluto insistentemente raggiungere e portare a casa all'interno della dialettica della nostra Commissione referente, soprattutto nella notte tra mercoledì e giovedì, quando abbiamo approvato, come si diceva prima, quell'emendamento che di fatto proroga il blocco al 2023 dell'utilizzo dei contanti.

Ho sentito alcuni colleghi dire che questo emendamento era, di fatto, di facciata: non è vero assolutamente, perché, anzi, non vi è alcuno studio che comprova la correlazione diretta tra i vincoli e l'utilizzo del contante e l'evasione fiscale. Abbiamo dei Paesi in tutta Europa dove questi vincoli e questi obblighi non ci sono e dove non vi è presenza di tasso di evasione.

Quindi, cerchiamo di liberarci soprattutto da quegli approcci ideologici e cerchiamo di affrontare le questioni in modo maggiormente pragmatico. Se vogliamo affossare il turismo italiano, continuiamo in questa direzione; ma l'approvazione dell'emendamento che ha portato di fatto al blocco della riduzione dell'utilizzo del contante, lasciandolo a 2 mila euro anziché portarlo a 1000 euro, la riteniamo fondamentale per sostenere la nostra economia, soprattutto nei territori di confine. Mi riferisco soprattutto ai territori come il mio, quello del Trentino-Alto Adige, e a tutte le regioni di confine, dove sapete benissimo che la presenza del turismo è fortemente determinata anche da questi vincoli e questi obblighi, che di fatto vanno a determinare la minor presenza anche di turisti sul territorio stesso.

Mi avvio a conclusione, Presidente. La nostra azione politica, come gruppo Lega, è volta a raggiungere queste finalità, che cercano soprattutto di non farci perdere di vista quello che deve essere il nostro obiettivo. La politica dev'essere fatta di scelte giuste e coraggiose soprattutto per mettere in atto ciò che realmente serve all'Italia e non ciò che è elettoralmente conveniente per il singolo partito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Concluda.

VANESSA CATTOI (LEGA). Questo, Presidente, e concludo, è essere veramente patriottici, questo significa anteporre gli interessi del Paese agli interessi del partito, questo significa essere responsabili. Infatti, visto che qualcuno ha paragonato questa crisi COVID a una guerra, Presidente, la Lega ha deciso di non disertare. È per questo motivo che il gruppo Lega, che qui rappresento, esprimerà la propria fiducia a questo Governo su questo provvedimento “Milleproroghe” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Grazie, Presidente. Questo decreto, cosiddetto “Milleproroghe”, testimonia la continuità di azione da parte del Governo e del Parlamento in questa fase complicata per il Paese. Non abbiamo mai smesso di lavorare nell'interesse pubblico, non abbiamo mai abbassato la soglia di attenzione rispetto alle grandi urgenze del nostro Paese, alle richieste delle famiglie, dei lavoratori e dei settori produttivi, e alla realizzazione di nuovi interventi per favorire la ripartenza dopo questo duro periodo di recrudescenza della pandemia.

Tra le tante norme approvate, voglio innanzitutto porre l'accento su un intervento indispensabile, che riguarda l'importanza di destinare cifre significative del bilancio statale alla ricerca, all'assistenza e alla cura. Per questo, grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle al “decreto “Milleproroghe”, è stato disposto l'accantonamento, per l'anno 2022, di 32,5 milioni di euro a questi scopi. I fondi saranno destinati a strutture accreditate, di rilievo nazionale e internazionale, per riconosciute specificità e innovatività nell'erogazione di prestazioni pediatriche. Destinare fondi alla ricerca oncologica significa prevenire i tumori, diagnosticarli precocemente, prevedere come si evolveranno e curarli più efficacemente, salvando così vite umane. È stato, inoltre, previsto un incremento da 5 a 7 milioni di euro, per il 2022, della dotazione del Fondo per l'assistenza ai bambini affetti da malattia oncologica. Questo periodo di emergenza ci ha insegnato che sostenere la ricerca rappresenta un punto dirimente, sul quale tutte le forze politiche devono esprimere la massima condivisione. Su questa traccia abbiamo convintamente approvato anche il bonus psicologo, che è stato frutto di un lavoro trasversale, iniziato in Senato durante la legge di bilancio. Si tratta di una garanzia di percorsi di sostegno psicologico, un primo passo fondamentale verso tutte le persone che si trovano a vivere disagi, soprattutto dopo questi due anni di pandemia, che hanno messo a dura prova le nostre sicurezze. Abbiamo gettato le basi per potenziare l'ascolto all'interno delle scuole, con l'obiettivo di arrivare a un intervento più strutturale.

Quanto al tema delle imprese, abbiamo lavorato con determinazione per sostenere i settori imprenditoriali che hanno oggettivamente bisogno di maggiore ossigeno. Andiamo, ad esempio, a dare risposte concrete ai tanti lavoratori del settore ferroviario e di quello portuale, colpiti dagli effetti negativi della pandemia. Con la riduzione dei traffici commerciali, infatti, le imprese e i lavoratori portuali sono tra le categorie produttive che, pur tra enormi difficoltà, hanno garantito la circolazione dei beni di prima necessità in una fase storica davvero complessa. Nel “Milleproroghe” abbiamo previsto che venissero prorogate le misure a sostegno previste dal “decreto Rilancio”, che avevano stanziato 4 milioni di euro per il 2021, con un ulteriore stanziamento di 2 milioni di euro per i primi sei mesi del 2022. Abbiamo ottenuto l'ulteriore proroga, fino al 30 giugno 2022, delle disposizioni a favore delle imprese di ristorazione e di somministrazione di alimenti e bevande, che consentono la presentazione semplificata, per via telematica e senza pagamento dell'imposta di bollo, delle domande per l'occupazione di suolo pubblico. Inoltre, sempre per questo settore, voglio ricordare, Presidente, l'approvazione del bonus cuochi.

Abbiamo lavorato anche a norme più generalizzate, legate alla transizione energetica nel settore industriale, intervenendo con un fondo specifico e fissando al 31 marzo 2022 il termine per l'erogazione delle risorse per i costi sostenuti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020. Si tratta di un fondo finalizzato a sostenere la transizione energetica di settore o di sottosettori considerati esposti a un rischio elevato di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.

Poi, non posso non citare il grande lavoro di tutto il MoVimento 5 Stelle per garantire le risorse per le bonifiche di Taranto. È chiaro che c'è ancora tanto da fare per Taranto, ma il segnale che intendiamo dare alla città è che il cantiere è aperto e che quel cantiere, avviato dal Governo “Conte 2”, non può essere fermato. I processi di decontaminazione e di decarbonizzazione devono avere entrambi la massima attenzione da parte del Governo, anche con ulteriori interventi normativi, che dovessero rendersi utili nei prossimi mesi.

Infine, Presidente, mi consenta di sottolineare l'attenzione che, come MoVimento 5 Stelle, tra le varie categorie, stiamo da tempo dedicando e riservando al mondo dell'alta formazione artistico-musicale. Sebbene il contenuto di un emendamento a mia prima firma sia stato solo parzialmente approvato - perché si è deciso di rimandare in seconda istanza la costituzione di un fondo perequativo per colmare le differenze retributive fra i docenti universitari e i docenti AFAM -, diventa finalmente legge la possibilità di permanere in servizio fino ai 70 anni, analogamente a quanto accade per i docenti universitari, ciò anche grazie all'impegno assunto dal Governo, attraverso l'approvazione di un mio ordine del giorno, nella recente legge di bilancio, proprio su questo tema. Devo, quindi, personalmente ringraziare, per la disponibilità e per l'apertura, i Ministeri competenti e anche i colleghi di Commissione, che sono molto sensibili a queste tematiche. Non posso non sottolineare l'impegno mio personale, del Governo e di tutto il MoVimento 5 Stelle, a portare a termine nei prossimi provvedimenti quanto con questo decreto abbiamo iniziato.

Concludo, Presidente, ricordando che con il “Milleproroghe” e con i prossimi provvedimenti interventi normativi che questa maggioranza ha il dovere di portare a termine nei mesi che verranno, diamo continuità, responsabilmente, al lavoro di questo Parlamento e del Governo stesso, a cui il MoVimento 5 Stelle oggi, convintamente, dà la propria fiducia.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 14, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 14.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione, comprensivo dell'errata corrige volto a correggere un errore puramente materiale nella composizione del testo A/R.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dall'onorevole Rospi.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti ............ 410

Maggioranza ..…………. 206

Hanno risposto sì ……… 369

Hanno risposto no ………. 41

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprile Nadia

Ascari Stefania

Avossa Eva

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Enrico

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantone Carla

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellani Santi

Care' Nicola

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Castelli Laura

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaga' Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Curro' Giovanni

Daga Federica

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

D'Arrando Celeste

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Sesto Margherita

D'Elia Cecilia

Delrio Graziano

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Inca' Federico

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferrari Roberto Paolo

Fiano Emanuele

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fragomeli Gian Mario

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gentile Andrea

Germana' Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolo'

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Legnaioli Donatella

Letta Enrico

Licatini Caterina

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Longo Fausto

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Maccanti Elena

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Gavino

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Morani Alessia

Morassut Roberto

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mura Romina

Murelli Elena

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pedrazzini Claudio

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pizzetti Luciano

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzone Marco

Rosato Ettore

Rossello Cristina

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rotta Alessia

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schiro' Angela

Scoma Francesco

Scutella' Elisa

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sessa Rosella

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Soverini Serse

Spadafora Vincenzo

Spena Maria

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Terzoni Patrizia

Toccafondi Gabriele

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Ciaburro Monica

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Dori Devis

Forciniti Francesco

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Meloni Giorgia

Menga Rosa

Mollicone Federico

Osnato Marco

Paxia Maria Laura

Raduzzi Raphael

Rizzetto Walter

Romano Paolo Nicolo'

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siragusa Elisa

Sodano Michele

Termini Guia

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Varchi Maria Carolina

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Ascani Anna

Barelli Paolo

Boschi Maria Elena

Butti Alessio

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cavandoli Laura

Cecconi Andrea

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Comaroli Silvana Andreina

Dadone Fabiana

Dal Moro Gian Pietro

Del Grosso Daniele

Di Maio Luigi

Di Sarno Gianfranco

Di Stefano Manlio

Fontana Ilaria

Formentini Paolo

Fraccaro Riccardo

Frusone Luca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gariglio Davide

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Grimoldi Paolo

Iovino Luigi

Lapia Mara

Liuni Marzio

Lorefice Marialucia

Lotti Luca

Lupi Maurizio

Macina Anna

Melilli Fabio

Micheli Matteo

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Mule' Giorgio

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Picchi Guglielmo

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Sasso Rossano

Sibilia Carlo

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Spessotto Arianna

Suriano Simona

Tasso Antonio

Tateo Anna Rita

Volpi Leda

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Secondo quanto stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 19.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 19.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Bergamini, Brescia, Brunetta, Carfagna, Casa, Castelli, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Franceschini, Garavaglia, Giachetti, Giacomoni, Guerini, Invernizzi, Lollobrigida, Losacco, Maggioni, Magi, Marattin, Marin, Migliore, Molinari, Mura, Nardi, Nesci, Novelli, Orlando, Paita, Perantoni, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Serracchiani, Stumpo, Tabacci, Vignaroli e Zanettin sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 105, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori perché pare che, a breve, Putin farà un discorso alla Nazione, all'interno del quale non è escluso che vorrà riconoscere le repubbliche separatiste. L'America, da parte sua, ha già dichiarato che sarebbe un'incredibile e inaccettabile violazione della sovranità nazionale dell'Ucraina. D'altro canto, in queste ore, in Europa, i Ministri degli esteri si stanno confrontando per una lista di sanzioni con riferimento alle quali Josep Borrell ha detto: “sono già preconfezionate e pronte a scattare”.

Allora, Fratelli d'Italia è da giorni, segnatamente dal 15 febbraio che, tramite il capogruppo Lollobrigida, chiede al Presidente Draghi di venire a riferire in Aula, a quel medesimo Presidente che oggi ha mandato una delegazione italiana in Europa evidentemente a decidere le sanzioni: noi vogliamo sapere quali sanzioni verranno poste, quando verranno poste e subordinatamente a quali condizioni verranno poste! Non è possibile che il Presidente Draghi non si confronti con il Parlamento su un tema così fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ed è un tema fondamentale, Presidente - la prego di riferirlo - perché riguarda l'approvvigionamento energetico di una Nazione che è già in shock energetico. Noi dipendiamo dalla Russia per il 40 per cento del nostro approvvigionamento energetico. Abbiamo sentito qualcuno vagheggiare che avremmo alternative: una è il Qatar, e Dio ce ne scampi e liberi, l'altra è l'America con il gas liquido naturale ma costa tre volte tanto estrarlo, tre volte tanto trasportarlo e ha bisogno di impianti di rigassificazione.

Non sappiamo quali siano le sanzioni per le quali l'Italia, in questo momento, sta trattando in Europa ed è drammatico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sappiamo, però, che il Presidente Draghi ha riferito agli organi di stampa che, in questi giorni, Putin gli avrebbe chiesto un colloquio. Abbiamo la certezza - perché lo ha riferito il Presidente ucraino - che il Presidente ucraino ha chiesto a Draghi di intervenire ed interloquire. Ma sappiamo se Draghi intenda intervenire e interloquire? Sappiamo se abbia la concreta ambizione di vestire i panni di Pratica di Mare e cercare di far giocare all'Italia un ruolo nei grandi player di questa crisi internazionale? Sappiamo qual è la road map? Sappiamo se per noi l'inviolabilità, la sicurezza e l'indipendenza dell'Ucraina, così come di tutte le Nazioni che provengono dalla scomposizione dell'ex Unione Sovietica, rappresentano un fatto senza se e senza? Sappiamo se vogliamo recuperare la Russia al gioco delle grandi potenze occidentali e sottrarla all'abbraccio cinese? Sappiamo se vogliamo recuperare la Russia ad una pace secolare con le Nazioni occidentali, raccontando che con l'Occidente è un win-win, con la Cina è un lose-lose? Sappiamo qual è la nostra posizione in ordine ad un'ipotetica crisi umanitaria che investirà anche l'Italia e, non solo, Presidente, da est? Se tutto in Russia e in Ucraina degenera, se cioè fra coloro che producono un terzo del grano mondiale tutto degenera, la fame arriva in Africa e dall'Africa non mi pare che vadano direttamente in Germania e in Scandinavia. Transitano dall'Italia, quindi, all'orizzonte vi sono una catastrofe umanitaria e uno shock energetico rispetto ai quali ciò che sta succedendo oggi è una “tachipirina e vigile attesa” e l'Italia non se lo può consentire.

È una settimana che chiediamo al Presidente Draghi, che viene peraltro tirato per la giacchetta da tutti i contendenti in campo, di venire a riferire in Aula; sappiamo che oggi siamo andati in Europa con una posizione sulle sanzioni - almeno si spera - ma non sappiamo quale sia. Ecco, riteniamo che questo sia inaccettabile per un Parlamento democraticamente eletto, perché è qui che il Presidente Draghi deve decidere il futuro della Nazione, non in altri consessi, ma, soprattutto, non prescindendo completamente dal Parlamento che avrà, sì, certo, le mascherine, ma ancora un po' di voce ce l'ha e vuole discutere con il Presidente Draghi del futuro dell'Italia, di quale sia il ruolo internazionale dell'Italia, dei problemi dell'approvvigionamento energetico e delle catastrofi umanitarie che si potrebbero scaricare nuovamente sull'Italia in termini di immigrazione ormai insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito il seguito della discussione del disegno di legge 3431-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta odierna si svolgeranno gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e, eventualmente, l'espressione del parere da parte del rappresentante del Governo.

Nella seduta di domani, a partire dalle 9,30, avranno luogo l'espressione del parere del Governo - qualora non sia stato reso nella seduta odierna - e le votazioni sugli ordini del giorno. Seguiranno le ulteriori fasi dell'esame del provvedimento.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto recanti contenuto estraneo rispetto alle materie oggetto del provvedimento: n. 9/3431-AR/104 Angiola, in materia di incompatibilità tra l'assunzione presso l'Ufficio del processo e la professione forense; n. 9/3431-AR/141 Raduzzi, volto a prevedere che non sia emanato alcun disegno di legge di ratifica del nuovo trattato internazionale sul Meccanismo europeo di stabilità.

L'onorevole Fitzgerald Nissoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/60.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signora sottosegretario, con quest'ordine del giorno chiedo di prorogare la cessazione di attività dei consoli onorari, per chi ne faccia richiesta, di 5 anni oltre il limite dei 70, posto dall'attuale normativa. Sottolineo che si tratta di una proroga che non comporta alcun onere aggiuntivo per lo Stato.

L'attuale norma risale a ben 55 anni fa e, quindi, non tiene conto dell'attuale aspettativa di vita e delle aumentate necessità di supporto che i connazionali hanno sul territorio, anche tenendo conto della scarsità di risorse attualmente disponibili nei consolati. Si tratta di un fatto sollecitato anche dalle comunità italiane all'estero che avrebbero a loro disposizione per un tempo più lungo funzionari onorari che hanno maturato nel settore consolare notevoli esperienze e che, frequentemente, godono di una preziosa rete di contatti in loco.

Signor Presidente, signora sottosegretario, considerato che l'esperienza maturata negli anni nella gestione della rete consolare onoraria suggerisce questa possibilità di deroga ai limiti di età, chiedo che il Governo accolga l'ordine del giorno e preveda un'opzione di deroga al termine di cessazione per un ulteriore quinquennio in favore delle sedi di dipendenza dell'ufficio onorario, da richiedere all'amministrazione, una volta acquisito il consenso del funzionario onorario interessato. Sarebbe un provvedimento di buonsenso, utile al nostro sistema Paese e che viene incontro all'aumentata realtà degli italiani che hanno stabilito la loro residenza all'estero, spesso anche lontana dalle sedi dei consolati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Gusmeroli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/115.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, sottosegretario, è un momento molto difficile per l'economia: è un momento in cui abbiamo un'inflazione del 4,8 nel mese di gennaio che non ricordavamo dal 1995; è il momento della difficoltà energetica, con il caro delle bollette - la Lega ha iniziato, già a metà dell'anno scorso, ad avvisare sulle criticità che avrebbe comportato il caro delle bollette per famiglie e imprese -, ma, poi, abbiamo l'incredibile aumento delle materie prime e anche la penuria delle materie prime.

Con questo ordine del giorno noi proponiamo la riapertura della rottamazione, ma invitiamo anche il Governo a valutare la proroga del bonus del 110 per cento per le villette, che è stato bloccato, praticamente, per 2 mesi e, almeno per onestà intellettuale e buonsenso, bisognerebbe prorogare per i mesi di luglio e agosto per recuperare il tempo perduto, perché, altrimenti, tanti italiani non riusciranno a rimanere nella normativa di legge che obbliga a realizzare almeno il 30 per cento il 30 giugno.

Quindi, il contesto generale economico non è dei migliori. A maggior ragione bisogna aiutare le attività economiche e ci dispiace che in questo “decreto Milleproroghe” non sia stata inserita la proroga della moratoria sui prestiti; allo stesso modo, come Lega, abbiamo presentato emendamenti per rateizzare tutto ciò che non è stato possibile pagare nei 2 anni di pandemia, 2020 e 2021.

Con questo ordine del giorno, noi chiediamo al Governo, sostanzialmente, di riaprire la “rottamazione-ter”, di riaprirla anche al 2018, 2019 e 2020, in modo che tutte le attività economiche che già soffrono per la crisi economica possano affrontare con un minimo di serenità, guardando al futuro, con un passato che, in qualche modo, possa essere superato. Per questo, è assolutamente importante che si tenga in considerazione che, quando si parla di rottamazione, non si parla di condono. Spesso si sente parlare impropriamente di condono, ma in realtà sono tutte le imposte che si sono dichiarate regolarmente, che non si è riusciti a pagare; nel 2020 e nel 2021 ci sono state tutte le motivazioni atte ad impedire il regolare adempimento per moltissime attività.

Quindi, invito veramente il Governo a riaffrontare il tema della rottamazione, che non riguarda solo le attività economiche ma milioni di cittadini italiani, che sono angosciati per milioni di cartelle che hanno ripreso ad arrivare e che gli italiani non sono in grado di sostenere. Dato il momento e il peso che dobbiamo affrontare, malgrado gli interventi significativi del Governo - che, per onestà intellettuale, non esauriscono il tema del caro bollette - noi dobbiamo aiutare gli italiani e le attività economiche. Non possiamo perderci nessuna attività economica e la rottamazione è uno di quegli strumenti. Ricordiamoci: non è una colpa e non deve diventare una colpa il fatto di non riuscire a pagare le imposte regolarmente dichiarate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Butti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/7.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, noi chiediamo di prorogare a tutto l'anno 2022 il cosiddetto ecobonus per incentivare l'acquisto dei veicoli maggiormente sostenibili e, quindi, meno inquinanti. Da quanto emerge dai dati statistici che vengono riportati sulla stampa nazionale - e sono, ovviamente, estrapolati dai siti ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili - a gennaio sono state immatricolate 107.814 autovetture, a fronte di 134.198 immatricolazioni dello stesso mese dell'anno precedente; quindi, c'è una riduzione, a occhio e croce, di circa il 20 per cento. Ora, stante il fatto che la legge di bilancio 2022, nonostante le reiterate richieste e gli emendamenti presentati dal gruppo di Fratelli d'Italia per sensibilizzare la maggioranza e il Governo su questo tema, non ha previsto nulla per quel settore, cioè per la filiera dell'automotive, noi siamo convinti che dovremo aggiornare i dati forniti dai siti dei Ministeri competenti, perché i tecnici parlano di una ulteriore riduzione di 160 mila immatricolazioni. Del resto, l'industria automobilistica è un settore che, indubbiamente, dà lavoro, tra diretti e indotto, a circa un milione di persone, ma allo stato attuale, come è stato evidenziato, attraversa una crisi strutturale pesantissima. L'industria tradizionale dell'automobile, di fatto, in Italia non è più italiana; questo lo abbiamo capito con quanto è accaduto relativamente prima alla fusione FIAT-Chrysler e poi all'assorbimento in Stellantis; vogliamo ricordare che in Stellantis più del 6 per cento di quella società è direttamente controllato dal Governo francese. Allora, il tema della transizione, di tutto il processo collegato all'auto - ovviamente con il cambio dei motori, con la digitalizzazione, con la connettività - rappresenta per noi una rivoluzione nei processi che, necessariamente, nel giro di qualche anno - noi riteniamo addirittura di qualche mese - dovrà riorganizzare sotto tutti i punti di vista i vari processi.

In altri termini, l'industria tradizionale dell'auto tra qualche anno non esisterà più, colleghi (colleghi soprattutto del Governo, sottosegretario); non esisterà più per il semplice fatto che avremo l'auto elettrica, avremo una trilogia data da energia, telecomunicazioni e automotive avanzato, che sostituiranno la produzione delle automobili tradizionalmente intesa. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che, tra 4 o 5 anni, i produttori di automobili saranno Samsung, Apple e tutti i marchi che già da oggi producono il software e l'elettronica in generale. Ma ciò vuol dire molto di più, perché più volte si cita l'obiettivo del 2035 per la cessione della produzione dei motori a benzina e diesel in tutta Europa; ebbene, questa transizione, se non sarà disciplinata e governata in modo intelligente, costerà un milione di posti di lavoro in Europa. Contrariamente, se questa transizione dovesse essere invece gestita in modo disciplinato, così come Fratelli d'Italia chiede - vado alla conclusione - da tempo, cioè mettendo insieme il mercato nazionale, quello europeo e quello globale, potremmo in qualche anno produrre 15 milioni di posti di lavoro. Quindi, concludo, dicendo che, certamente, quello che proponiamo non è la panacea per tutti i mali, ma ci dobbiamo rendere conto che non si può impostare la politica industriale di un Paese semplicemente sull'incentivo all'acquisto: bisogna investire sulla ricerca, bisogna investire sulle nuove industrie, bisogna indubbiamente investire anche sull'innovazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/50.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Noi vogliamo parlare con questo ordine del giorno delle concessioni idroelettriche, rilevando che le fonti di energia provenienti dallo sfruttamento delle acque rappresentano una fetta importantissima della produzione da fonti rinnovabili e rappresentano una caratteristica orografica del nostro comune, per cui noi abbiamo questa risorsa. A fronte di questa nostra risorsa, l'atteggiamento che stiamo avendo negli anni e ancora in questo momento è assolutamente assurdo. C'era stata una direttiva europea che prevedeva che anche questo tipo di concessioni venissero messe a gara e non ne prevedeva, quindi, la proroga in termini temporali ad libitum. Bene, questa direttiva europea è stata contrastata, impugnata da molti Stati europei - la Norvegia, la Svezia, la Francia - e alla fine l'Europa l'ha archiviata. Quindi, in tutti i Paesi europei le concessioni idroelettriche non hanno praticamente una scadenza o, se hanno delle scadenze, sono molto in là nel tempo.

È notizia di oggi che la Francia le ha prorogate in blocco fino al 2041; le nostre, invece, si trovano nella condizione o di essere scadute o di scadere nel 2024 o di scadere nel 2029. Una situazione assurda, tenendo in considerazione anche la relazione del Copasir, che ha definito questo settore un asset strategico per l'Italia.

Quindi, da una parte, noi abbiamo una fonte di energia rinnovabile della quale noi ci andiamo a privare, in qualche modo mettendola all'asta, abbiamo il Copasir che ci dice che questo è un nostro asset strategico, e l'Italia, rispetto a questo, fa quello che normalmente i Governi italiani da dieci anni a questa parte hanno sempre fatto: niente, assolutamente niente! La Francia, poi, l'ho citata perché noi abbiamo una sudditanza psicologica nei confronti di questo Paese veramente poco encomiabile, perché quando noi vogliamo andare a rilevare delle aziende francesi scatta immediatamente la formula del golden power; quando invece avviene il contrario, noi apriamo, Italia on sale, vendendo a tutti sempre e comunque (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo è un fatto inaccettabile e il fatto che le concessioni idroelettriche in Francia siano state prorogate fino al 2041, mentre le nostre siano in scadenza e che noi soli non ci siamo accorti che quella direttiva europea è stata archiviata, è lì a dimostrarlo. Con questo ordine del giorno noi vogliamo anche cercare di aprire un dibattito sul fatto che se questo è un asset strategico, se è una risorsa di cui noi siamo in possesso, allora dobbiamo cercare: uno, di impedire che venga acquisito da ditte estere, per esempio; e due, che questa normativa, a questo punto, deve essere ricompresa nel governo della nazione, non lasciando alla parcellizzazione che abbiamo avuto fino ad oggi il compito di gestire temi come questi. Quindi, certamente in accordo con le regioni, ma allo Stato italiano, al Parlamento sta di stabilire delle regole generali che possano essere applicate in tutta Italia. Allora, più precisamente, con questo ordine del giorno impegniamo il Governo a garantire l'esclusione dalla partecipazione delle imprese e dei gruppi che abbiano le loro sedi in Paesi che non prevedono analogo regime di gara per l'assegnazione di concessioni sui propri impianti idroelettrici, o che possono utilizzare al fine della partecipazione alla gara proventi di aiuti di Stato comunque percepiti.

Impegniamo ancora a riconoscere alle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, anche nel caso in cui la concessione sia attualmente scaduta, il diritto ad una rideterminazione in aumento della durata della concessione per un numero di anni proporzionato quantomeno all'entità degli investimenti previsti, qualora tali concessionari diano vita, con oneri a proprio carico, a un rilevante piano di investimenti.

Quindi, aggiungiamo, con questo ordine del giorno, anche un incentivo, segnalando che nello stesso PNRR le risorse destinate al settore idroelettrico sono assolutamente insufficienti. Possiamo, poi, bearci come vogliamo dei termini di transizione ecologica, di green e di fonti rinnovabili, ma poi, se non facciamo nulla, se il Governo rimane fermo, come sempre, senza ovviare a livello normativo, la responsabilità ancora una volta ricadrà sulle spalle di chi niente sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/106.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, alla base del contratto di locazione vi è indubbiamente un accordo delle parti in ordine alle clausole che si vanno a sottoscrivere. Ora, come lei ricorderà, l'anno 2012 non è stato un anno per così dire fortunato. Vi era una situazione economica particolare; sono state assunte, tra il 2011 e il 2012, delle misure di carattere eccezionale che, proprio per la loro eccezionalità derogatoria, avrebbero dovuto trovare un'applicazione limitata nell'ordinamento. In realtà, i contratti stipulati da privati con la pubblica amministrazione, dal 2012 non possono trovare la rivalutazione dell'indice Istat prevista dalla legge perché una legge del 2012 e una serie di decreti-legge che si sono susseguiti hanno, di fatto, spazzato via questa possibilità anno per anno.

Ora, voi converrete che se lo Stato contrae con il privato ed è il primo che disattende le regole che si è dato, e che si è dato in un rapporto che - torno a ripetere - è il punto di incontro di due volontà, può essere che in termini derogatori si proceda per un anno, due anni o tre anni, ma qui siamo a un decennio! Di fatto, chi ha locato alla pubblica amministrazione, da dieci anni è impedito nell'avere quella rivalutazione, che se invece fosse stato un contratto tra privati sarebbe stata rispettata.

Signor rappresentante del Governo, io penso che il principio del legittimo affidamento sia un principio che non può essere sottoposto a violenza continua. Anche nel decreto-legge oggi in esame, l'articolo 3, comma 3, ripropone la stessa norma volta alla non applicazione dell'indice Istat. Bene, quest'ordine del giorno non vi chiede di voler modificare per quest'anno la norma, perché, evidentemente, essendo già stato esaminato l'emendamento soppressivo, sarebbe un repetita non iuvant, ma almeno dal prossimo anno questo Governo si può impegnare a ristabilire il regime ordinario della locazione, anziché far prevalere nei confronti del privato la prepotenza dello Stato? Perché uno Stato liberale, se tale vuole essere, non altera le regole del gioco. Le regole del gioco possono avere un momento di sospensione dovuta a cause di forza maggiore, ma che la causa di forza maggiore diventi dieci anni di crisi economica del Paese, allora forse il problema non va scaricato sul privato ma sullo Stato che non riesce a fare quello che uno Stato dovrebbe fare, cioè una politica di bilancio corretta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Trancassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/20.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Con l'approvazione del nostro emendamento, che differisce l'abbassamento del tetto al contante, oltre ad aver differito l'introduzione di una norma che certamente non è vista positivamente, non solo da noi ma da molti nella nostra Nazione, abbiamo raggiunto altri tre obiettivi: primo, abbiamo ricordato a Draghi che la nostra è una democrazia parlamentare e che, quindi, il Parlamento è sovrano per davvero, e, a giudicare da come si è infastidito, probabilmente questo concetto lo aveva probabilmente rimosso; l'altro è che il centrodestra, quando è unito, riesce ad essere determinante e anche a condizionare il Governo in modo molto preponderante; e poi, il terzo, è che si può parlare del contante senza essere tacciati di essere criminali o evasori, insomma un po' una sorta di dogma che abbiamo dovuto sopportare per tanto tempo e che, invece, grazie all'approvazione di questo emendamento, finalmente viene rimosso. Eh sì, perché la storia del contante dimostra che, dopo tanti anni di sali e scendi, non c'è ancora qualcuno che riesce a dimostrare - perché ovviamente non è così - che il denaro contante sia per forza legato all'evasione fiscale e per forza legato alla criminalità. È esattamente l'opposto, perché per combattere la criminalità e per combattere l'evasione fiscale servono una serie di norme e di attenzioni che nulla hanno a che vedere con il contante stesso.

Però, nel contempo, in questo periodo di pandemia - anche perché ce lo hanno riferito le associazioni di categoria - abbiamo registrato che questa limitazione penalizza pesantemente il nostro commercio in generale, ma soprattutto il comparto del turismo. Infatti, oggi noi facciamo, come sempre, turismo a livello mondiale, ma lo facciamo con due penalità che ci rendono non competitivi: la prima è che applichiamo il green pass, e siamo l'unica Nazione; la seconda è che la limitazione del contante scoraggia tutti quei popoli che, invece, ne fanno uso - largo uso - e che sono abituati a viaggiare e a portare contanti nei luoghi di villeggiatura.

Allora, credo sia giunto il momento - e per questo ho presentato questo ordine del giorno - di cominciare a ragionare seriamente su questa problematica e mettere in preventivo l'eliminazione del tetto del contante. Anche su questo argomento, sarebbe auspicabile che, magari, vi fosse un'unica politica a livello europeo, perché è veramente strano che ci facciamo dire dall'Europa come dobbiamo fare la pizza, ma non riusciamo a concordare con l'Europa il limite del contante o l'utilizzo o meno del green pass. È veramente un paradosso di questo nostro sistema. E allora non si capisce perché “sopportiamo”, lo dico tra virgolette, che la Germania non abbia alcun limite, mentre a noi stessi imponiamo un limite così ristretto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per una volta che non ce lo dice l'Europa, credo non sia il caso di farci del male da soli.

E allora la domanda sorge spontanea, Presidente: ma perché allora in Italia dibattiamo da anni di questo tema? Perché ci incaponiamo a voler mettere, sempre di più, restrizione all'utilizzo del contante? Basta fare una piccola, semplice, ma esaustiva considerazione: utilizzando gli strumenti elettronici, ovviamente noi favoriamo quel sistema bancario da cui la politica, non certo quella di Fratelli d'Italia, rimane sempre molto affascinata, perché 100 euro che girano in contanti, dopo cento giri, sono 100 euro, mentre 100 euro che girano sulla moneta elettronica, dopo cento giri, non sono più 100 euro.

E allora, a dimostrazione di tutto questo - e concludo, Presidente - è stato bocciato un emendamento di Fratelli d'Italia, volto a rinviare le sanzioni per chi effettua o pretende di pagare piccoli pagamenti con la carta di credito; un esempio su tutti, e concludo davvero, è quello dei tabaccai che, secondo noi, possono rifiutare il pagamento su beni del monopolio, perché pagando con la carta di credito, ci rimetterebbero addirittura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Giovanni Russo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/23.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, come è noto, stiamo vivendo uno dei momenti peggiori della nostra storia repubblicana: la pandemia da COVID-19 ha sconvolto le nostre vite, ha sconvolto l'intera società italiana, ha sconvolto la nostra economia. Anche in un momento difficile come questo, una volta dato l'ordine, le Forze armate italiane hanno risposto: presente! E questo ‘presente' si è visto soprattutto con la sanità militare che si è impegnata immediatamente, si è mobilitata, è scesa nei reparti, è scesa tra la gente e ha cominciato a lavorare in maniera indefessa e, ancora una volta, mettendo a rischio gli stessi operatori sanitari dei militari. A questo punto, lo Stato ha chiesto ancora più aiuto, ha chiesto aiuto ai ragazzi, anche ai neolaureati, a legioni, si potrebbe dire: migliaia di essi hanno risposto all'appello, si sono arruolati nel corpo sanitario nazionale e sono scesi anche loro in campo.

Purtroppo, la natura transitoria di quella che doveva essere la crisi pandemica ha fatto sì che questi ragazzi non venissero subito regolarizzati a tempo indeterminato; si voleva aspettare la fine della pandemia o almeno vedere quanto potesse durare. Noi abbiamo visto che forse - speriamo non si vada oltre - il 31 marzo dovrebbe finire lo stato d'emergenza; tuttavia, non possiamo lasciare questi ragazzi che generosamente hanno dato il loro contributo; non li possiamo lasciare a piedi proprio adesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi dobbiamo assolutamente continuare per tutto il 2022, fino al 31 dicembre almeno, a mantenerli nei ranghi delle Forze armate, in particolare per quanto riguarda la sanità militare, perché questi ragazzi, queste persone meritano innanzitutto la riconferma per l'impegno che hanno profuso fino ad oggi, e poi, soprattutto, non è detto che la pandemia finisca veramente. Noi speriamo che la pandemia finisca quanto prima, soprattutto perché dobbiamo eliminare tutte queste restrizioni che stanno uccidendo l'economia pubblica, che stanno uccidendo anche la dimensione esistenziale delle stesse persone che ormai non hanno più punti di riferimento certi; sono completamente confuse in questo continuo stop and go, in cui continuiamo a “fermare e riaprire”, “fermare e riaprire”. Le persone non ne possono più. E come punto di riferimento, nel momento del dolore, nel momento in cui queste persone, gli ammalati, avevano bisogno di cure, di una presenza di angeli custodi, che magari potessero accompagnare fino alla fine il percorso di vita degli ammalati più gravi, ci sono stati proprio questi ragazzi che, vestendo una divisa, sono scesi in campo per curare gli altri.

Per questo signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, con il mio ordine del giorno, impegno il Governo a prorogare sino al 2022 i contratti del personale militare assunto ai sensi degli articoli 7 e 8 del decreto-legge e degli articoli 19 e 21 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, al fine di garantire e sostenere la prosecuzione da parte delle Forze armate dei maggiori compiti connessi al contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 e, in generale, al fine di supportare il Sistema sanitario nazionale. Questi ragazzi non hanno lasciato a piedi l'Italia e, adesso, tocca a noi non abbandonarli in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/126.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, questo è un ordine del giorno che riguarda l'università. Abbiamo parlato tanto di scuola, ma ricordiamoci che le università italiane hanno patito durante questa pandemia tanto quanto le scuole. La didattica a distanza è stata molte volte anche molto più complessa da gestire in questi atenei, rispetto all'impatto più immediato che avevano le scuole. Parliamo di tantissimi studenti che, spesso e volentieri, devono lasciare le loro città per andare a frequentare atenei lontani. Quindi, non possiamo trascurare questa particolarità, questa specificità degli studenti universitari, i quali, in molte occasioni, hanno dovuto abbandonare gli alloggi che avevano preso con sacrifici anche dei genitori. È per questo che Fratelli d'Italia si è sempre battuta per il diritto allo studio, per i più deboli, per i più fragili, per le persone che hanno bisogno di continuare a studiare. Così è stato e questi sono stati i nostri interventi. Adesso, però, è evidente che, nel contesto di questo “decreto “Milleproroghe”, ci siamo soffermati sull'importanza di dare ulteriori opportunità a questi studenti e l'opportunità più importante, oltre alla proroga dell'anno accademico, è prevedere una sessione d'esame straordinaria per i laureandi. È importante questa possibilità, anche perché tutti conosciamo la sussistenza dell'autonomia nelle università e, quindi, l'omogeneità di opportunità - per chi frequenta questi atenei, è arrivato alla fine di un percorso e, quindi, si avvicina alla laurea - è molto importante. È molto importante vigilare che ci sia una giusta omogeneità, che tutti gli studenti possano frequentare atenei che danno l'opportunità di prorogare questa sessione e questo esame finale di laurea. È evidente che tutto questo è agganciato ad uno stato di disagio: tutti noi conosciamo l'importanza che rivestono gli studenti universitari, tutti sappiamo che sofferenza c'è stata e quanto sia importante la ricerca che, spesso e volentieri, viene svolta da bravissimi ricercatori italiani che, senza mezzi e in solitudine, grazie al loro genio, riescono a portare avanti la bandiera dell'Italia nel mondo. La fuga di cervelli è sicuramente una delle piaghe da contrastare. Tutti lo dicono a parole; vediamo se, nei fatti, questa volta riusciremo a dare un supporto e un aiuto agli studenti universitari che sono il futuro della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Albano ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3431-AR/11 Meloni.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, sono qui a illustrare l'ordine del giorno n. 9/3431-AR/11, a prima firma dell'onorevole Meloni e sottoscritto da tutto il gruppo di Fratelli d'Italia.

È un ordine del giorno relativo a quella che Fratelli d'Italia vuole chiamare la ristrutturazione del debito fiscale e contributivo complessivo. Vado a illustrarla, proprio per chiarezza.

All'inizio della pandemia 1milione 200 mila contribuenti avevano aderito alla rottamazione-ter, saldo e stralcio, dei carichi pendenti, per sanare le cartelle esattoriali; tutto doveva essere sanato entro il 30 novembre 2021. Come si ricorderà, con il “decreto Fiscale” n. 146 del 2021, il Governo, per venire incontro alle esigenze e alle difficoltà dei contribuenti, aveva spostato il termine - tra l'altro, aveva prorogato in extremis il termine in Commissione finanze del Senato - di ben nove giorni, prorogato al 9 dicembre. Fratelli d'Italia aveva denunciato già questa situazione - che, con l'estrema difficoltà dei contribuenti italiani, diventava assolutamente eclatante -, anche presentando un ordine del giorno, a settembre, sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari, riguardante in sostanza la riapertura della rottamazione-ter e -quater. La risposta l'abbiamo vista - anzi, non l'abbiamo vista - nei nove giorni di proroga. Così, si può prendere ulteriormente atto, una volta di più, che, se il Governo si può permettere di non dare seguito a un'indicazione così chiara e unanime di tutta l'Aula, il Parlamento non ha più alcun ruolo.

Ora non è elegante forse sottolineare che noi di Fratelli d'Italia lo avevamo previsto – corrisponde, però, a verità - ma emerge un dato preoccupante: nella cosiddetta pace fiscale c'è un buco da 2,5 miliardi. Sì, perché, del milione .200 mila contribuenti, sono rimasti in regola, versando il dovuto, solo 718 mila contribuenti, mentre 532 mila contribuenti sono decaduti dal beneficio, decaduti dalle sanatorie e dovranno versare il debito residuo in maniera integrale, più sanzioni e interessi. Il 43 per cento dei contribuenti ha mancato questo appuntamento con il fisco; praticamente, su 10 debitori morosi, 4 non hanno staccato l'assegno dovuto all'Agenzia delle entrate, esponendosi quindi a conseguenze molto pesanti.

Per l'amministrazione finanziaria, consentire la rateizzazione del debito, in una collaborazione tra fisco e contribuente, permette di considerare queste cifre rateizzate, solitamente, quasi certamente incassate. Invece, a fronte di questa pace fiscale, ci si ritrova con un ammanco di 2 miliardi e mezzo, che dovrà essere coperto. E non solo: ciò che lo Stato non ha riscosso mediante i rateizzi dovrà essere recuperato con la riscossione ordinaria e coattiva, con aggravio ulteriore di costi e con esiti, come sappiamo, del tutto incerti, con il rischio di aumentare il famoso magazzino fiscale delle cartelle esattoriali, e il tutto, a rischio che si inneschi un'ulteriore emergenza sociale. Quindi, come avevamo previsto, i nove giorni di mini-proroga sono stati veramente una beffa.

Perché è accaduto tutto questo? La legittima domanda, signor Presidente, che ciascuno può porsi è questa: per quale motivo un contribuente, un professionista o un lavoratore autonomo che abbia aderito a questo processo di rottamazione e alla pace fiscale, non termina il processo e causando la decadenza? Perché non c'è liquidità, signor Presidente. Perché non ci sono più soldi! Perché le aziende sono veramente in difficoltà, tra crisi pre-pandemia, post-pandemia, misure di contenimento della pandemia di questo Governo, chiusure, perdita di fatturato, bonus edilizi mal gestiti, termine della moratoria ai mutui, valanghe delle nuove cartelle, aumento dei costi energetici delle materie prime (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), rischio della riforma del catasto.

Quello che Fratelli d'Italia propone è una nuova dilazione. Si propone, con questo ordine del giorno, di consentire ai cittadini e alle imprese di non trovarsi in difficoltà, di percorrere le forme di riscossione conciliative per la finanza pubblica e, quindi, ristrutturazione del debito fiscale e contributivo complessivo in essere al 31 dicembre 2021, accordando la possibilità di effettuare ex novo i versamenti a partire dal mese di giugno 2022, in non meno di 72 rate mensili e senza applicazione di sanzioni, interessi e ulteriori oneri accessori. Non possiamo permetterci di perdere ulteriormente le aziende proprio ora che il sistema sta ripartendo.

Chiediamo, quindi, che il Governo accolga il nostro ordine del giorno e a tutta l'Aula di votarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Prisco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/24.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Come è noto a quest'Aula, la legge di bilancio ha prorogato fino al 2023 i diversi bonus edilizi del 110 per cento. Non lo ha fatto, però, con il personale che i comuni avevano assunto a potenziamento dei propri uffici e dei propri organici per rispondere alla mole di pratiche che stavano arrivando e che arrivano negli uffici comunali e ciò lascia di fatto i sindaci, nonché le imprese e i professionisti, di fronte all'impossibilità di rispondere con efficienza a questo strumento di sviluppo economico. È quello che Fratelli d'Italia ha chiesto in Commissione, che è stato oggetto di numerosi ripensamenti per poi finire nella impossibilità di approvare gli emendamenti che sul punto avevamo presentato.

Quindi, riproponiamo questo tema, con questo ordine del giorno, augurandoci che, in un prossimo provvedimento, vi sia presto l'occasione per dare una risposta ai comuni, non solo ai sindaci, ma anche ai tanti professionisti che lavorano nel settore, alle tantissime imprese che vi sono impegnate e soprattutto ai cittadini che hanno deciso di scommettere sulla riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale. Infatti, non sfugge ad alcuno - non devo ricordarlo io - quanto il mondo dell'edilizia rappresenti, in termini di prodotto interno lordo, per la nostra Nazione.

C'è, però, un fatto su questo punto, cioè che nel frattempo, ovviamente anche grazie alla mole importante di lavori pervenuti negli uffici comunali, i comuni hanno formato queste professionalità ed è veramente un peccato lasciarle uscire, dovendo magari ricominciare da capo, oggi che il Governo ha deciso di modificare nuovamente le norme che regolano il bonus 110 per cento, creando nuove e imprevedibili incertezze, in uno scenario economico che cambia costantemente per le imprese, per le famiglie, per i professionisti e per le amministrazioni comunali e, in questa incertezza, diventa complicato fare per chi vuole fare onestamente.

Questo è il punto, al di là del giudizio sulle nuove regole. Come è noto, Fratelli d'Italia non ha condiviso l'ennesimo cambiamento prodotto su questo tema, perché, come sappiamo bene, il Presidente Draghi non crede a questa misura, ma ha dovuto accontentare il partito di maggioranza relativa, che di questa misura aveva fatto una propria bandiera per confermare la propria adesione a questo Governo. Lo ha fatto neutralizzandola di fatto e mettendo al sicuro il sistema bancario, ma scaricando queste scelte sulle pubbliche amministrazioni - e, quindi, sui comuni -, scaricandole sulle imprese, scaricandole sul lavoro dei professionisti e scaricandole sulle famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ancora una volta per difendere i forti. Se si vogliono fermare le truffe - e mi consentirete questo inciso, considerato che le associazioni di categoria delle imprese lo hanno ricordato in più circostanze, e noi lo condividiamo - basta rivedere i prezzari, basta far lavorare le imprese certificate, basta far funzionare, anche prorogando questo personale, le pubbliche amministrazioni, che possono dare risposte chiare e rapide. Questo è l'uovo di Colombo, cioè cose che in quest'Aula si ripetono costantemente, ma non si capisce per quale strana ragione in quest'Aula poi si adottano provvedimenti che vanno esattamente all'opposto.

Quindi, mi auguro che possa trovare accoglimento questa nostra istanza al più presto per dare una risposta a parte del sistema produttivo italiano del mondo edilizio, alla qualità e all'impegno dei professionisti, alle tante famiglie che hanno scelto di difendere e riqualificare il proprio patrimonio edilizio, che poi è una ricchezza per tutta la Nazione e, soprattutto, alle pubbliche amministrazioni su cui si sta scaricando nuovamente l'inefficienza di scelte che cambiano di giorno in giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/33.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno porta di nuovo l'attenzione a questo tema del superbonus, cercando di aprire una considerazione, una finestra per tutti quei piccoli comuni della montagna e delle aree interne che chiaramente a livello di gestione sono molto penalizzati perché spesso, anche se attivano convenzioni con le unioni montane per associarsi nei servizi, non funziona la macchina relativamente alle risorse umane affinché si possano dare risposte ai loro cittadini. Si tratta di risposte variegate, perché si va dal certificato di anagrafe alla carta d'identità. Vedete, spesso non ci si rende conto che chi opera in questi piccoli comuni - magari in solitaria, perché ce n'è solo uno quando c'è - deve saper fare un po' tutto e, quindi, deve avere competenze rispetto a tutto lo scenario di modulistica e di incombenze per far sì che ogni cittadino che si affaccia trovi una persona qualificata, preparata e competente che possa dargli delle risposte. Vedete, anche per i sindaci che operano in questi comuni la prima priorità è essere al servizio di quei cittadini e dare delle risposte in tempi brevi, spesso, però, senza armi o con pochissime armi spuntate.

Questo ordine del giorno vuole proprio portare l'attenzione anche a quell'illusione che il Governo riesce a creare in questi territori, quella speranza che si accende con una legge di bilancio - non stiamo parlando dell'ultima, ma stiamo parlando di quella dell'anno scorso - che ha acceso un riflettore, la speranza e quella luce negli occhi di questi sindaci, con la possibilità e la facoltà di andare in deroga per prendere personale a tempo determinato che possa aiutarli nella gestione di questo superbonus, con tutte quelle pratiche e con tutte quelle situazioni che si vanno a determinare perché per fortuna ci sono ancora dei cittadini che si rivolgono a dei professionisti che, a loro volta, si rivolgono a un comune e aspettano delle risposte. Queste risposte se non ci sono o non arrivano in tempo utile - già nel marasma di tutti questi provvedimenti, di milioni di atti che devono essere fatti, certificati e asseverati -, rischiano di far perdere il treno che porta alla stazione della realizzazione del superbonus e, quindi, all'efficientamento della loro casa. Oltre a questo - quindi, ancora oggi dalla legge di bilancio non di quest'anno ma dell'anno scorso -, siamo in attesa del decreto attuativo. Di conseguenza, un comune, un sindaco e un'amministrazione come fanno a predisporre un bilancio se non sanno quali sono le possibili entrate e non riescono a fare i conti con le possibili risorse che si potrebbero affiancare per trovare del personale che possa compiere questi ruoli che sono assolutamente indispensabili? Ecco l'incertezza, anche qui, degli enti locali, dei segretari e di chi, in qualche modo, cerca di portare avanti la macchina amministrativa con dignità e con onore, ma senza quella sicurezza che un Governo serio e uno Stato serio dovrebbero saper trasmettere a questi territori e a questi enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) con leggi chiare e semplici, che non devono essere interpretate, ma devono essere scritte molto bene, cosa che, come abbiamo visto, non si è rivelata tale. Ahimè, quando le cose non sono scritte bene non diventano uno strumento difficile per i cittadini onesti - che lo diventano ancora di più - ma diventano uno strumento facilissimo per chi vuole delinquere e per chi vuole frodare e lo abbiamo visto. Però, non possiamo dare la colpa a quelli che frodano perché riescono, nei meandri della confusione e del caos normativo e legislativo, a frodare e poi non si riesce neanche a capire dove sono andati quei soldi, perché spesso e volentieri è un piccolo vigile, magari di un piccolo comune, che osservando riesce a scovare determinate truffe.

Ecco io credo che un'altra attenzione che non è stata posta sul superbonus è una proroga che andrebbe fatta, perché, se nelle grandi città - Roma, Torino, Napoli, Genova - riusciamo ad operare con i cantieri per dodici mesi, in certi comuni d'Italia purtroppo il clima e le temperature consentono soltanto di lavorare per un certo periodo. E io credo che se si vuole operare…

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO (FDI). …in modo equilibrato e inclusivo su tutto il territorio, senza fare discriminazioni, questo sarebbe davvero un tema da prendere in considerazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/16.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno interveniamo su di un tema particolarmente urgente, quello relativo al caro energia e a quanto potrà flagellate le nostre imprese. È, ahimè, fatto notorio, notizia che si coglie da qualsivoglia quotidiano, ogni giorno, che molte imprese rischiano di chiudere i battenti, mentre altre stanno drammaticamente pensando di dar vita a una sorta di seconda ondata di delocalizzazioni e lo stanno facendo nel momento in cui l'intero Occidente, a partire dagli Stati Uniti d'America - l'intero Occidente, al netto dell'Italia - sta discutendo del grande tema post pandemico, ossia il reshoring, il tentativo, titanico, di rilocalizzare attività produttive in Patria.

Abbiamo perso nel 2020, secondo i dati di Bankitalia, 7.400 imprese, ma non era solo uno shock pandemico, determinato dalla mancata domanda interna; di queste 7.400 imprese, molte hanno chiuso i battenti nel 2020 perché lo shock pandemico ha creato l'arresto della produzione, poiché abbiamo scoperto che eravamo nudi, eravamo deboli di fronte ad una globalizzazione che parlava di catene globali del valore della produzione e, invece, ne scoprivamo la vulnerabilità, nel momento in cui non ci arrivava l'approvvigionamento dei semilavorati, delle materie prime, di tutto ciò di quei segmenti di produzione che abbiamo delocalizzato. E il mondo intero discute di questo! Tutte le democrazie occidentali, nel momento in cui predispongono i loro PNRR, si stanno chiedendo quale sia la partita del reshoring, della possibilità di riportare lavoro e produzione in Patria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); noi no! Sono reduce dalla riunione della Commissione esteri di oggi, dove abbiamo fatto un'ampia, sofisticata, dotta discussione su quanto spenderemo per la internazionalizzazione delle nostre imprese - perdio, ci mancherebbe! - l'internazionalizzazione è un segmento importante della nostra capacità di stare sul mercato, ma non è tutto e non può essere più il solo, dopo quello che abbiamo visto dallo shock pandemico che ha cambiato il paradigma dell'economia globale. L'America ha già investito, ha già rilocalizzato imprese e occupazione per 350 mila unità, l'Italia non ha aperto il dibattito in merito.

Con questo ordine del giorno ricordiamo al Governo che rimaniamo, comunque, nonostante il Governo, la settima potenza industriale del mondo, la seconda potenza manifatturiera d'Europa, che siamo riusciti a superare la pandemia, ma anche che oggi quelle imprese devono avere strumenti per tornare alla produzione totale in Italia, per difendere il lavoro in Italia, per riaccompagnare i processi produttivi in Italia. La grande sfida non è avere catene di approvvigionamento lunghe, sfruttando il basso costo della manodopera da altre parti, perché quando arriva la pandemia i semilavorati non ci arrivano più. La grande sfida è riportare il lavoro in Italia! È essere orgogliosi di rappresentare la seconda potenza manifatturiera, ed è dai banchi della destra che ve lo diciamo, perché vi vediamo troppo distratti a governare con il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e troppo pochi attenti al fatto che questa Nazione può ancora competere a livello globale. Certo – certo -, bisogna investire, bisogna difendere la produzione nazionale con i dazi di civiltà, bisogna difendere e coccolare, curare, abbracciare il manifatturiero, il cuore economico e sociale della nostra economia sociale di mercato, perché il manifatturiero è, banalmente, quella cosa che, per produrre un reddito di miliardi, deve avere fatalmente un tot di occupati; e Fratelli d'Italia la proposta ve l'ha già generosamente regalata, quando chiede di rivedere l'intera tassazione e immaginare una tassazione che sia inversamente proporzionale al numero di occupati che si devono assumere per generare reddito.

Tradotto: meno Amazon e più tessile, meno Amazon, che sfrutta e porta i soldi, nottetempo, in America e più tessile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che produce ricchezza sul territorio, che crea famiglie, che comprano case, che fanno figli; insomma, crea quel modello virtuoso di economia sociale di mercato che dà ancora un futuro alle nostre famiglie, alla nostra produzione nazionale e che fa ancora sperare una famiglia di mettere al mondo un figlio che avrà la possibilità di rimanere in Italia, non di andare a fare il lavapiatti a Londra, e nemmeno di poltrire con il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Serracchiani. Prego, ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Considerata la gravità della situazione, che proprio in questi momenti sta avvenendo in Ucraina, con la decisione irresponsabile, gravissima, della Russia di Putin di riconoscere le autoproclamate repubbliche del Donbass, a nome del Partito Democratico, le chiedo, Presidente, ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento, la convocazione straordinaria di una seduta della Camera affinché la Camera possa esprimersi e discutere su quanto sta avvenendo e, quindi, che lo faccia immediatamente, anche tenendo conto del fatto che si tratta appunto di una situazione straordinaria. Per cui le chiediamo, Presidente, l'immediata convocazione di una seduta straordinaria del Parlamento; ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento, riteniamo infatti che la Camera si debba esprimere quanto prima su quanto sta accadendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Serracchiani, lei sa perfettamente che l'articolo 29 ha una disciplina particolare. Io riferirò al Presidente Fico la sua richiesta e ovviamente vedremo se si ottemperano le condizioni poste dall'articolo.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. L'onorevole Bond ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/101.

DARIO BOND (FI). Presidente, di fronte a questi argomenti bisogna ascoltare e approvare: sono perfettamente d'accordo con chi mi ha preceduto, nonché con l'intervento precedente del collega Delmastro Delle Vedove.

Questo è un argomento leggero che riguarda soprattutto il Governo - ringrazio il rappresentante del Governo per l'ascolto -, e in particolar modo le Olimpiadi di Milano-Cortina e la delega alla bandiera che ieri è arrivata e che porta un impegno molto forte per i prossimi quattro anni dal punto di vista organizzativo e anche dal punto di vista sportivo.

Questo brevissimo intervento lo voglio dividere in due parti: la parte sportiva e la parte organizzativa. Ieri, il presidente Giovanni Malagò, che ha tutta la mia stima, perché è il più grande ambasciatore dello sport in questi ultimi anni, ha voluto rimarcare il fatto che siamo indietro: siamo in ritardo fondamentalmente perché avremmo tutte le discipline rappresentate, come Italia, come Nazione organizzatrice, ma non abbiamo messo in piedi i finanziamenti alle federazioni per preparare i ragazzi di 15, 16, 17, 18, 19 anni che gareggeranno nelle discipline più disparate, più “strane” del mondo, degli sport invernali, che possono produrre medaglie. Egli ha voluto rimarcare che il Governo deve mettere mano al portafoglio e finanziare queste federazioni che, ripeto, sono anche piccole, ma hanno numeri tali da poter sviluppare potenzialità. Questo è il primo aspetto.

Il secondo aspetto è dal punto di vista organizzativo delle infrastrutture e delle strutture economiche che ospiteranno le Olimpiadi; anche qui, con tutta la fiducia che posso dare al sottosegretario, al Ministro dello Sport Vezzali, perché sta operando bene, bisogna che il Governo dia un segnale forte e il segnale è dare la massima delega di operatività nella realizzazione delle opere. Faccio solo un esempio; siamo ancora agli inizi dei progetti per la realizzazione delle opere viarie; non so tutta quella gente da dove arriverà - parlo di Cortina - se arriverà con i missili, con gli aerei, con gli elicotteri, perché non so dove potrà transitare. Quindi, faccio questo l'appello, che inizia oggi, ma ogni settimana, come ha fatto qualcuno qui dentro, ricorderò questo problema (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), perché rischiamo di trovarci di fronte ad una situazione rispetto alla quale ci riderebbe sopra tutto il mondo.

L'Olimpiade l'abbiamo voluta noi, l'abbiamo ottenuta; adesso, sottosegretario Bergamini, so che lei è un sottosegretario potente, che parla anche con i bottoni del potere; cerchi di sensibilizzare questa struttura governativa a prendere, il prima possibile, decisioni giuste (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Patassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/105.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, siamo ancora una volta a ribadire con forza in quest'Aula l'esigenza di continuare a sostenere le popolazioni terremotate del Centro Italia, delle quattro regioni che sono state colpite dal sisma del 2016. Riconosciamo che il Governo recentemente è riuscito con grande capacità a sospendere i mutui per i privati e le attività produttive per i beni lesionati dal terremoto, perché sarebbe stato assurdo che i cittadini continuassero a pagare per un'abitazione che non avevano più e questo è assolutamente comprensibile; questo sforzo da parte del Governo - noi siamo qui proprio a chiederlo ancora con grande vigore - deve continuare anche per un altro comparto particolarmente importante, il comparto degli enti locali, dei nostri comuni che, in questi anni, sono stati il primo supporto di ogni cittadino, il primo terminale, il primo punto d'aiuto.

Dobbiamo fare in modo che i 130 e oltre comuni di queste quattro regioni possano continuare ad essere vicini ai propri cittadini e, nello specifico, è importante, per il triennio 2022-2024, continuare a sospendere le rate dei mutui che gli stessi comuni hanno con Cassa depositi e prestiti; sarebbe un gravame non sostenibile, vista anche la pandemia in corso da cui stiamo positivamente uscendo. È un impegno che deve essere fatto il prima possibile, prima ancora che i bilanci di previsione si chiudano, prima ancora che qualunque sindaco debba tagliare servizi essenziali a favore dei propri cittadini. A questo va collegato anche il rimborso della Tari, perché i comuni hanno visto un contraccolpo negativo a seguito ovviamente delle tante case e delle tante attività terremotate.

Noi siamo certi che il Governo con decisione interverrà nei prossimi giorni su questo argomento e su questo c'è tutto il sollecito, lo stimolo e la collaborazione del gruppo Lega. Con questo, continuiamo anche a sostenere la ripartenza economica di questi territori, perché per la ripartenza economica dei territori montani, che già in passato hanno sofferto crisi di spopolamento, è indispensabile un sostegno reale e concreto. Quindi, aiutiamo il sistema economico attraverso la proroga del credito d'imposta per l'acquisto dei beni strumentali alle imprese, aiutiamo gli imprenditori a creare nuove opportunità, acquistare macchinari, a creare opportunità di lavoro per i tanti che ci sono, che strenuamente hanno resistito, e i tanti, invece, che potranno tornare.

Da ultimo - e su questo chiedo che ci sia una grande attenzione da parte del Governo - occorre iniziare a pensare anche a gestire alcuni aspetti particolari della ricostruzione, tra cui la questione dell'IVA; evidentemente, l'IVA come tributo non è compreso all'interno del contributo alla ricostruzione, ma dobbiamo aiutare quelle imprese, quegli imprenditori, in particolare, del settore turistico, che non possono anticipare l'IVA per effettuare lavori; pensate agli alberghi o a strutture ricettive chiuse ormai da 5 o 6 anni; come è possibile sostenere il pagamento di centinaia, di migliaia di euro d'IVA?

Quindi, nel rispetto delle normative nazionali, nel rispetto del giusto sistema nazionale, la soluzione potrebbe essere quella che già abbiamo proposto di utilizzare i fondi della contabilità speciale del commissario per la ricostruzione per fare delle anticipazioni di IVA, quindi, permettere la ricostruzione, permettere la ripartenza delle attività ricettive, turistiche e industriali fino a che il flusso di reddito che deriva dall'attività possa essere tale da rimborsare tali somme. Questi sono aspetti fondamentali su cui crediamo che il Governo, come sta facendo, interverrà tempestivamente nei prossimi provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/49.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno serve a portare in quest'Aula la voce di molti comuni, della quasi totalità dei comuni italiani, che, per un cortocircuito o, forse, per un fraintendimento, si sono visti privare con il “decreto Semplificazioni” - vogliamo dar credito alla buona fede che qualcosa non abbia funzionato evidentemente nei Ministeri -, di milioni di euro dai propri bilanci per la riduzione del canone di concessione comunale per i tralicci e per le infrastrutture di telecomunicazioni.

Con il “decreto Semplificazioni” è stata tolta ai comuni la possibilità di trattare direttamente il canone con gli operatori e, in maniera un po' ambigua, si è introdotto un canone unico, miserrimo, di 800 euro; nonostante i ripetuti appelli di ANCI e della Fondazione di ANCI, non si è posto rimedio a questa situazione. Durante il dibattito in Commissione avremmo anche potuto, con un'ampia maggioranza, con un colpo di forza, imporre la rideterminazione del canone e con questo provvedimento sospendere quella norma fino al 2023.

Abbiamo deciso ancora una volta di cercare di coniugare le esigenze dei comuni con l'esigenza di sviluppo del Paese, che sulla digitalizzazione e sullo sviluppo delle reti di telecomunicazioni punta molto, a partire dal PNRR. Con questo ordine del giorno chiediamo semplicemente che in tempi molto brevi venga istituito un tavolo presso il MEF o presso il MISE, che coinvolga le associazioni di categoria, a partire da ASSTEL, i comuni e il Governo, per definire una norma equa che non faccia ricadere, ancora una volta, sulle casse dei comuni già martoriate lo sviluppo infrastrutturale del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/14.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, sottosegretario, componenti del Governo, questo ordine del giorno tratta quanto previsto nel “decreto Milleproroghe” e cioè la proroga di un anno per quanto riguarda i comandanti generali dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, ma anche delle altre Forze armate, perché è giunta in Commissione la norma - ne abbiamo discusso in Commissione difesa, noi non abbiamo ovviamente niente in contrario a questa norma, può anzi essere una norma giustissima - che prevede ovviamente che chi arriva a quegli incarichi anzitempo e non raggiunge il limite d'età, possa essere prorogato di un anno fino a raggiungere il limite di età.

Per noi potrebbe andare benissimo anche non mettere il vincolo di età; se uno lavora bene può essere anche prorogato di un anno. Ciò che chiediamo, comunque d'intesa anche con gli altri componenti della Commissione difesa, e di questo sono molto contento, è prevedere che queste nomine passino attraverso un parere, magari anche non vincolante, delle Commissioni parlamentari. Perché non coinvolgere il Parlamento e le Commissioni competenti in queste che sono delle nomine fondamentali ed importanti?

Sarebbe giusto che il Governo le portasse all'attenzione del Parlamento e non scoprirle sul giornale, non scoprirle attraverso i comunicati stampa, ma attraverso comunque un coinvolgimento del Parlamento, dove noi possiamo giudicare, visto che siamo degli organi parlamentari, siamo in una Repubblica parlamentare, visto che noi collaboriamo in maniera molto stretta, con i comandanti generali ed i Capi di stato maggiore. Una proposta potrebbe arrivare in Commissione, come avviene per tante altre nomine, e noi potremmo esprimere un nostro parere sulla proroga o, magari, ne potremmo discutere.

Noi chiediamo che venga portata all'attenzione del Parlamento una proposta dove magari, anche all'inizio, quando si nominano per la prima volta, il Parlamento e le Commissioni possano entrare nel merito. Ci sembra una proposta di buonsenso, spero che questo ordine del giorno, vista anche la sua formulazione - cioè “al fine di garantire il necessario coinvolgimento del Parlamento” - venga approvato così come è stato scritto.

Coinvolgiamo quindi il Parlamento, cerchiamo di far lavorare il Parlamento e le Commissioni competenti in una materia così importante, visto che i capi di Stato maggiore e i comandanti con noi collaborano.

PRESIDENTE. L'onorevole Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/18. Vuole scendere a parlare dall'emiciclo? Come è più comodo, onorevole.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). No, grazie, questo è un ordine del giorno, domani, sicuramente in discussione generale sì, ne approfitterò.

PRESIDENTE. Era solo per trovare la maniera che riteneva più opportuna.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per il suo tramite ringrazio, anche, ovviamente, il Presidente Fico, l'Ufficio di Presidenza e le autorità mediche.

Onorevoli colleghi, questo ordine del giorno rappresenta il grido d'allarme delle categorie della cultura, del teatro e del cinema. Vedete, l'indagine dell'Osservatorio di impresa cultura Italia-Confcommercio, sui consumi culturali degli italiani del 2020 ha rilevato come, con il COVID-19, essi si siano dimezzati (meno 47 per cento), passando da 113 euro di spesa media mensile per famiglia di dicembre 2019 a circa 60 euro a dicembre 2020. Sono stati persi oltre 53 euro al mese di spesa. Meno 90 per cento di spettatori nei cinema, nei concerti, nel teatro e nello spettacolo dal vivo.

Vanno per noi prorogate, quindi, le misure di sostegno alle categorie culturali, come il credito d'imposta sugli affitti e sulle locazioni delle sale, che è quello che chiediamo in questo ordine del giorno, colleghi e rappresentanti del Governo.

Vedete, durante il “Milleproroghe”, negli ambiti della VII Commissione, la nostra azione emendativa è stata ampia e proficua, devo dire anche grazie a una pagina di trasversalità parlamentare condivisa con i colleghi della Lega, e con il collega del PD Sensi, con cui abbiamo tutelato i presidi di informazione cruciali, come le agenzie di stampa e Radio Radicale. Inoltre, vengono ulteriormente prorogati di 12 mesi gli effetti della moratoria del taglio dei contributi all'editoria, a tutela anche delle cooperative editoriali, e pensiamo che questa sia una bella battaglia parlamentare in cui la trasversalità ha avuto un senso, in cui Fratelli d'Italia è stata in prima linea, come sempre, a difesa del pluralismo e a difesa dell'editoria nazionale; così come Fratelli d'Italia è a fianco della filiera culturale che, purtroppo, invece, vede una grave situazione di crisi.

Il Ministro Franceschini - è questo l'appello che facciamo con questo ordine del giorno - introduca questa proroga nel primo provvedimento utile, insieme alla nostra storica proposta della detrazione del consumo culturale per sostenere l'offerta e rilanciare la domanda culturale. Una proposta, colleghi, che è diventata un po' come l'unicorno, per cui ogni tanto si avvista in Aula, alcuni partiti della maggioranza la sostengono, ma sempre a livello di indirizzo, perché, vedete, purtroppo questo Parlamento ha votato oggi la quarantesima fiducia: se questo, colleghi, è il Governo dei migliori, vi domando quale sarà quello dei peggiori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Covolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/133.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, esponenti del Governo, onorevoli colleghi, credo che il Governo, esprimendo parere favorevole all'ordine del giorno n. 9/3431-AR/133, potrebbe compiere un gesto oltremodo significativo, se pensiamo che esattamente 2 anni fa è iniziata l'emergenza sanitaria legata al COVID-19, dato che il 21 febbraio 2020 si è registrato il primo decesso legato al Coronavirus, quello del signor Adriano Trevisan, di Vo', in provincia di Padova. Colgo l'occasione per ricordare non soltanto lui, ma anche tutte le altre vittime del COVID, manifestando solidarietà e vicinanza alle loro famiglie.

L'emergenza pandemica è costata davvero troppo, non soltanto in termini di vite umane, ma anche in termini di sacrifici lavorativi per il personale sanitario, di cui proprio ieri si è celebrata la seconda Giornata nazionale. Non dovremmo mai smettere di ringraziare quanti si sono spesi negli ospedali, nelle case di riposo, nelle strutture deputate ad accogliere le persone più fragili incessantemente, fino a sacrificare la propria vita per salvare il prossimo nell'adempimento del dovere; si contano, infatti, circa 500 vittime del COVID anche tra i sanitari. Medici, infermieri, operatori hanno vissuto 2 anni in prima linea, con turni massacranti, trascurando gli affetti e vivendo con l'ansia di contrarre il virus nel luogo di lavoro e di trasmetterlo ai propri cari. Purtroppo, tanti lavoratori del settore talvolta mi rinfacciano che la politica fa soltanto retorica e si dimentica di riconoscere loro le giuste spettanze.

In particolare, gli infermieri sono stanchi di essere definiti eroi, quando sono costretti a sopperire a carenze di organico per le sospensioni del personale non vaccinato e, conseguentemente, a turni massacranti, senza percepire alcuna indennità di specificità, a differenza di quanto avviene per altri dipendenti che lavorano fianco a fianco e che hanno visto incrementare le loro entrate.

Con questo ordine del giorno faccio seguito ad un appello lanciato dalla regione Veneto con la mozione n. 204 del 24 novembre 2021, a prima firma della consigliera Silvia Maino, per chiedere che il decreto-legge “Milleproroghe” diventi occasione per erogare al più presto una indennità di specificità per gli infermieri, ormai bloccata da un anno, perché legata, dalla normativa emergenziale, al rinnovo del contratto collettivo nazionale comparto sanità, i cui tempi di chiusura sono ancora troppo lunghi.

Non possiamo permettere che per tutto il 2021 gli infermieri rimangano privi del meritato riconoscimento in termini economici per il loro incommensurabile impegno lavorativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Potenti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3431-AR/56.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Con l'ordine del giorno n. 9/3431-AR/56 ci rivolgiamo al Governo per un atto di sensibilità verso piccole comunità di cittadini che risiedono in tre isole minori nelle quali sono ancora operative, per fortuna, le sezioni distaccate dei tribunali di Barcellona Pozzo di Gotto, Napoli e Livorno. Stiamo parlando delle isole di Lipari, di Ischia e dell'isola d'Elba. Al 31 dicembre di questo anno, questi uffici, questi presidi della giustizia in queste isole chiuderanno.

Con questo ordine del giorno, che segue azioni che alcuni colleghi insieme a me hanno portato avanti anche durante i lavori del “decreto Milleproroghe” e non solo, noi vogliamo portare la voce di tanti cittadini, in una giornata tipo come quella di oggi, per spiegare che cosa significa vivere in un'isola, non solo per il servizio della giustizia evidentemente; per spiegarlo, è sufficiente prendere in mano le condizioni meteo di oggi. Il meteo di Lipari: il vento è a 23-26 nodi, con onde di 241 centimetri, mare molto mosso; Ischia, il mare è agitato stasera: i nodi sono 18 e le onde sono alte 271 centimetri, quasi 3 metri, per capirci, è quasi quanto l'altezza dello scranno del signor Presidente, e la navigazione con onde di 3 metri è particolarmente difficoltosa, se non impossibile, soprattutto all'attracco dei traghetti; all'Isola d'Elba, il mare è molto mosso: nodi 28, massimo 36, e, anche qui, le onde sono attorno a 2 metri e mezzo.

Che cosa vogliamo dire? Vogliamo dire che, in giornate tipo simili a questa in cui stamani io sono partito dalla provincia di Livorno e il mare era presso a poco mosso, ma non da impedire la navigazione, alla sera, e già a metà giornata, impediva il rientro presso l'isola. Quindi, fruire di un servizio giudiziario su un'isola minore significa garantire ad alcuni cittadini la possibilità di accesso a un servizio che, per alcuni, è veramente indispensabile o, comunque, è legato a necessità afferenti a varie problematiche, penali e civili.

Noi vorremmo che il Governo prendesse atto che non è opportuno arrivare alla scadenza di questo anno e all'ultimo tuffo, magari, in legge di bilancio, rimediare, perché stabilizzare questi uffici significa anche dare la possibilità ai presidenti dei tribunali di fare programmazione, per l'acquisto dei materiali, per quelle che sono le esigenze di un qualunque ufficio, compreso, appunto, il dislocare del personale. Ad oggi, le sedi in queste tre isole che ricordavo - Ischia, Lipari e Isola d'Elba - sono, addirittura, per il Ministero della Giustizia, ad uso gratuito, sono in comodato, da parte degli enti locali che, molto sensibilmente, hanno dato disponibilità al Ministero di alcuni locali di loro proprietà.

Vorremmo che ci fosse da parte del Governo un moto proprio di orgoglio per riconoscere ai cittadini di queste isole minori la possibilità di vedere garantito un servizio che noi riteniamo anche un presidio che, a livello istituzionale, cioè sapere che in un'isola comunque c'è un giudice, c'è un ufficiale giudiziario, ci sono servizi afferenti alla possibile soluzione di controversie, sia qualcosa che, prima che un semplice calcolo numerico di quante cause pendenti ci sono, di quale possa essere la futura programmazione di quell'ufficio, è anzitutto la presenza del presidio dello Stato in un luogo difficilmente accessibile.

Quindi, concludo, sperando veramente che questo impegno, che pur sempre rimane un impegno, possa in qualche modo scuotere la sensibilità soprattutto del Ministro della Giustizia, la Ministra Cartabia. Vorremmo che queste comunità potessero festeggiare il 31 dicembre non solo e tanto il Capodanno, ma anche la loro sezione distaccata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Sono settimane, giorni in cui il mondo assiste con apprensione a ciò che sta avvenendo ai confini tra Russia e Ucraina; nelle ultime ore la situazione sembra precipitare, le ultime notizie che arrivano dal Donbass ci fanno presagire il peggio.

Forza Italia segue la situazione con i suoi massimi vertici; il presidente Berlusconi oggi ha riunito i vertici del partito, cercando di lavorare per una de-escalation, per utilizzare tutti i canali per evitare ciò che in queste ore sembra inevitabile, ovvero una guerra. L'Europa non può ricadere in questo incubo e, come Forza Italia, il gruppo parlamentare chiede un'informativa urgente del Presidente del Consiglio. Auspichiamo, Presidente, che ciò possa avvenire in tempi rapidi, perché l'Italia è un grande Paese che può e deve mettere in campo tutte le iniziative per scongiurare questo conflitto, che avrebbe ripercussioni drammatiche, ovviamente non solo in sé per ciò che comporta una guerra, ma anche per tutto ciò che, dal punto di vista geopolitico, energetico e quant'altro, comporterebbe per l'Europa, per il nostro Paese, per il mondo intero.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cattaneo. Ovviamente riferirò anche la sua istanza al Presidente Fico.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha già chiesto all'inizio della seduta…

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, proprio perché l'onorevole Delmastro Delle Vedove aveva chiesto all'inizio di seduta quanto poi ha ribadito, anche se con altra motivazione e altra citazione degli articoli del Regolamento, l'onorevole Serracchiani e soprattutto, in conclusione, l'onorevole Cattaneo, mi corre l'obbligo di chiedere una cosa. Il Presidente Fico una cosa la può iniziare a fare: convocare la Conferenza dei capigruppo, perché è evidente che se vi è una richiesta che penso di poter dire trasversale, per riuscire ad avere il Presidente del Consiglio, il Ministro degli Affari esteri, è necessaria una comunicazione ufficiale perché il Parlamento possa prendere ufficialmente posizione. Anche se siamo nel corso dell'esame di un decreto-legge, non si vede per quale ragione non si inizi a programmare quello che mi sembra un atto dovuto nei confronti del Parlamento, ma soprattutto delle richieste che promanano dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Foti, le assicuro che sarà mia premura riferire al Presidente Fico l'istanza dell'onorevole Delmastro delle Vedove, della presidente Serracchiani, dell'onorevole Cattaneo e, per ultimo, anche questa sua richiesta. Sarà mia premura, come le ho detto all'inizio dell'intervento, riferirle immediatamente al Presidente Fico.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere i pareri.

Mi ha detto, sottosegretario, che dà lei i numeri e la risposta, quindi la lascio completamente nella sua funzione di lettore e di chi dà il parere. Prego.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Per dare i numeri.

PRESIDENTE. Speriamo di no!

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/1 Baldini è accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità di implementare l'organico (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/2 Lombardo: invito al ritiro.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/3 Enrico Borghi è accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/4 Marrocco è accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità, nel rispetto dei profili di competenza della regione e dei vincoli di bilancio (…)”.

Gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/5 Moretto e n. 9/3431-AR/6 Prestipino sono accolti.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/7 Butti: invito al ritiro, in quanto peraltro assorbito nella proposta contenuta dal DL “Energia”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/8 Bucalo è accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/9 Bisignami…

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/9 è dell'onorevole Bignami…

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Me l'hanno scritto male, chiedo scusa. L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/9 Bignami è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/10 Osnato è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/11 Meloni è accolto con riformulazione: “a valutare di individuare modalità (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/12 Lollobrigida è accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)” e a seguire tutti gli impegni.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/13 Rotelli è accolto con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare un nuovo termine per l'adeguamento da parte degli operatori ai requisiti previsti dal decreto del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili 15 novembre 2021, recante: “Aggiornamento della disciplina relativa alla revisione dei veicoli pesanti”.”

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/14 Deidda: invito al ritiro.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/15 De Toma è accolto con riformulazione: “a valutare di porre in essere (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/16 Delmastro Delle Vedove è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni opportuna iniziativa diretta a creare le condizioni politiche ed economiche per agevolare la ricollocazione in Italia delle imprese che hanno delocalizzato tutta o in parte la produzione in uno Stato estero”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/17 Donzelli è accolto con riformulazione: “a valutare di adottare appositi (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/18 Mollicone è accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare il credito (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/19 Silvestroni è accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di fissare (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/20 Trancassini: invito al ritiro.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/21 Maschio è accolto con riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di valutare l'opportunità di (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/22 Varchi è accolto con la seguente riformulazione: quanto al primo impegno, dopo la parola “graduatoria”, inserire la parola “vigenti”; quanto al secondo impegno, “a valutare di fissare (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/23 Giovanni Russo è accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare i contratti (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/24 Prisco è accolto come raccomandazione, a condizione che sia premesso all'impegno: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/25 Ferro: invito al ritiro.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/26 Lucaselli è accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/27 Caiata: invito al ritiro.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/28 Rachele Silvestri è accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/29 Leda Volpi è accolto con la seguente riformulazione: primo impegno, invito al ritiro; secondo impegno, “a valutare di prevedere (…)”; terzo impegno, invito al ritiro; quarto impegno, “a valutare di prevedere (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/30 Colletti è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/31 Spessotto è accolto con riformulazione: “a valutare di prevedere (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/32 Caretta è accolto con riformulazione: “a valutare di potenziare nel quadro comunitario di riferimento (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/33 Ciaburro è accolto con la seguente riformulazione: quanto al primo impegno, “a valutare di prorogare (…)”; quanto al secondo impegno, “a emanare disposizioni attuative (…)”; quanto al terzo impegno, “a valutare di emanare (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/34 Albano è accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare la sospensione delle bollette (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/35 Montaruli è accolto con riformulazione: “a valutare di fornire (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/36 Navarra è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/37 Mantovani è accolto con la seguente riformulazione: “nell'ambito del provvedimento di estensione della fatturazione elettronica alle partite IVA che aderiscono al regime forfettario, a valutare di prevedere l'esenzione (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/38 Comaroli è accolto con riformulazione: “a valutare di intervenire (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/39 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di confermare il canone dovuto quale corrispettivo dell'utilizzazione di aree pertinenziali e demaniali marittime per attività sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali ai sensi dell'articolo 100 del decreto-legge n. 104 del 2020, come modificato dal decreto-legge n. 73 del 2021”.

L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/40 Siragusa è accolto con la seguente riformulazione, premettendo agli impegni: “valutare la possibilità di, nel rispetto dei vincoli di bilancio (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/41 Menga, accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità e nel rispetto dei profili di competenza delle regioni di intraprendere (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/42 Trizzino, accolto con riformulazione: “a valutare, nel rispetto delle competenze regionali in materia, di assumere (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/43 Sani, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/44 Mariani, invito al ritiro.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/45 Bordonali, accolto con riformulazione: “a valutare di estendere (…).

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/46 Fiorini, accolto con riformulazione: “a valutare di provvedere (…)”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/47 Patelli, invito al ritiro.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/48 Rostan, accolto con la seguente riformulazione: quanto al primo impegno: “a valutare di prorogare (…)”. Quanto al secondo impegno: “a valutare di ampliare (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/49 Capitanio, accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità di istituire presso il Ministero dello Sviluppo economico (…)”, espungendo, quindi, la parte relativa al Ministero dell'Economia.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/50 Zucconi, invito al ritiro.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/51 Dori, accolto con riformulazione, inserendo, dopo la parola: “graduatorie”, la parola: “vigenti”.

Sono accolti gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/52 Sarli, n. 9/3431-AR/53 Giacomoni, n. 9/3431-AR/54 Zolezzi, n. 9/3431-AR/55 Morrone, n. 9/3431-AR/56 Potenti e n. 9/3431-AR/57 Sorte.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/58 Gastaldi, accolto con riformulazione: quanto al primo impegno. “a valutare di prevedere (…)”; quanto al secondo impegno: “a valutare di definire e concordare una soluzione (…)”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/59 Viviani, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di rimodulare i canoni demaniali dovuti quali corrispettivi per l'utilizzazione delle aree e pertinenze demaniali marittime per attività sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associeta senza scopo di lucro, nonché per le attività di pesca e acquacoltura”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/60 Fitzgerald Nissoli, accolto.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/61 Bagnasco, accolto con riformulazione: quanto al primo impegno: “a valutare di adottare (…)”; quanto al secondo impegno: “a valutare di ricomprendere i costi (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/62 Labriola, accolto con riformulazione: quanto al primo impegno, premettendo: “a valutare di adottare (…); quanto al secondo impegno premettendo: “a valutare di avviare fin da subito (…); quanto al terzo impegno, c'è un invito al ritiro.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/63 Rizzetto, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/64 Alaimo, accolto. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/65 Elisa Tripodi, accolto con riformulazione, premettendo: “a valutare di adottare (…)”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/66 Di Sarno, accolto. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/67 Rizzo, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/68 Frusone, accolto con riformulazione: “a valutare di presentare (…)”.

Sono accolti gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/69 Licatini, n. 9/3431-AR/70 Cancelleri e n. 9/3431-AR/71 Martinciglio.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/72 Maraia, accolto con riformulazione: “a valutare di adottare (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/73 Deiana, accolto con la seguente riformulazione: nelle premesse, al terzo capoverso, dopo le parole: “prevede misure”, sopprimere le parole: “al momento inattuate”; quanto al primo impegno, è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare, in sede di attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 6-ter del decreto-legge n. 25 maggio 2021, n. 73, che nella definizione dei criteri e delle modalità di gestione delle risorse del fondo siano considerati anche gli impianti che utilizzano la tecnologia Eddy Current Separators (ECS)”; quanto al secondo impegno, è accolto.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/74 Daga, accolto con la seguente riformulazione: “a riferire alle competenti Commissioni di Camera e Senato in merito allo stato di avanzamento delle procedure previste dall'articolo 147, comma 2-ter, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, entro il termine di cui al primo periodo del medesimo comma 2-ter”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/75 Terzoni, accolto con riformulazione: “a valutare di adottare (…)”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/76 Ferraresi, accolto con riformulazione, “a valutare di adottare (..)”.

Sono accolti gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/77 Barbuto, n. 9/3431-AR/78 Ficara, n. 9/3431-AR/79 Serritella, n. 9/3431-AR/80 Grippa e n. 9/3431-AR/81 Giarrizzo.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/82 Pallini, invito al ritiro.

Sono accolti gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/83 Amitrano e n. 9/3431-AR/84 Davide Aiello.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/85 Invidia, invito al ritiro.

Sono accolti gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/86 Barzotti e n. 9/3431-AR/87 Ciprini.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/88 Nappi, accolto con riformulazione: “a valutare di porre in essere (…)”.

Sono accolti come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/89 Cirielli, n. 9/3431-AR/90 Ruggiero e n. 9/3431-AR/91 Ianaro.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/92 Villani, accolto con riformulazione: quanto al primo impegno, “a valutare di adottare (…); quanto al secondo impegno, è accolto senza modifiche. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/93 D'Arrando, accolto con riformulazione: quanto al primo impegno, “a valutare di potenziare (…)”; quanto al secondo impegno, “a valutare di prevedere che per accedere (…)”.

Sono accolti gli ordini del giorno n. 9/3431-AR/94 Mammì, n. 9/3431-AR/95 Cillis e n. 9/3431-AR/96 Benigni.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/97 Corda, accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare (…)”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/98 Sapia, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/99 Giuliodori, accolto con riformulazione: “a valutare di estendere (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/100 Nevi, accolto con riformulazione: “a valutare di emanare (…)”; n. 9/3431-AR/101 Bond, accolto; n. 9/3431-AR/102 Costanzo, accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare in un quadro di compatibilità comunitaria (…)”; n. 9/3431-AR/103 Costa, accolto come raccomandazione; n. 9/3431-AR/104 Angiola, accolto con riformulazione: “a valutare di effettuare…

PRESIDENTE. Sottosegretario, a me risulta che l'ordine del giorno n. 9/3431-AR/104 Angiola è inammissibile. Quindi, secondo me, non dovremmo procedere al parere del Governo.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. È inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/105 Patassini, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare (…)”; n. 9/3431-AR/106 Foti, invito al ritiro; n. 9/3431-AR/107 D'Eramo, accolto con riformulazione: “a valutare di adottare (…); n. 9/3431-AR/108 Fogliani, accolto con riformulazione: “a valutare di adottare (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3431-AR/109 Mandelli, n. 9/3431-AR/110 Giacometto e n. 9/3431-AR/111 Gregorio Fontana, accolti; ordine del giorno n. 9/3431-AR/112 Paolo Russo, accolto con riformulazione: quanto al primo impegno, accolto; quanto al secondo impegno: “a valutare di prorogare (…)”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/113 Marco Di Maio, accolto; n. 9/3431-AR/114 Vinci, accolto con riformulazione: “a valutare di rimuovere (…)”; n. 9/3431-AR/115 Gusmeroli, accolto; n. 9/3431-AR/116 Bellachioma, accolto con riformulazione: “a valutare di prevedere un rimborso ovvero anticipazioni (…)”; n. 9/3431-AR/117 Anna Lisa Baroni, accolto; n. 9/3431-AR/118 Tombolato, accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3431-AR/119 Rizzo Nervo, n. 9/3431-AR/120 Ribolla, n. 9/3431-AR/121 Belotti, n. 9/3431-AR/122 Vanessa Cattoi e n. 9/3431-AR/123 Carnevali, accolti. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/124 Pezzopane, accolto con le seguenti riformulazioni: quanto al primo impegno: “a valutare di rinnovare (…)”; quanto al secondo impegno: “a valutare di far fronte anche per il 2022 (…)”; quanto al terzo impegno: “a valutare di estendere (…)”; quanto al quarto impegno: “a valutare di prevedere (…)”; quanto al quinto impegno: “a valutare di prevedere (…)”; quanto al sesto impegno: “a valutare di prevedere (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3431-AR/125 Rampelli, accolto con riformulazione: quanto al primo impegno: “a valutare di prorogare (…)”; quanto al secondo impegno: “a valutare di escludere (…)”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/126 Frassinetti, accolto con riformulazione: “a valutare di disporre (…)”; n. 9/3431-AR/127 Lupi, il Governo si rimette all'Aula; n. 9/3431-AR/128 Plangger, accolto; n. 9/3431-AR/129 Gemmato, accolto con riformulazione: “a valutare di stanziare (…)”; n. 9/3431-AR/130 Saccani Jotti, accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità di e nel rispetto di una recente iniziativa normativa volta ad aggiornare il regime degli IRCCS”. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/131 Bellucci, accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare per il 2022 (…)”; n. 9/3431-AR/132 Casu, accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare (…)”; n. 9/3431-AR/133 Covolo, invito al ritiro; n. 9/3431-AR/134 Grimaldi, accolto; n. 9/3431-AR/135 Zanettin, accolto con riformulazione: “a valutare di adottare (…)”; n. 9/3431-AR/136 Vallascas, accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare (…)”; n. 9/3431-AR/137 Micheli, invito al ritiro; n. 9/3431-AR/138 Tonelli, accolto a condizione che sia riformulato come il n. 9/3431-AR/3 Enrico Borghi (perciò, nella stessa formulazione). Ordine del giorno n. 9/3431-AR/139 Cavandoli, accolto; n. 9/3431-AR/140 D'Attis, accolto con riformulazione: “a valutare di prorogare (…)”.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3431-AR/141 Raduzzi è inammissibile.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/142 Trano, accolto con riformulazione: “a valutare di porre in essere (…) e, conseguentemente, a valutare di prevedere (…)”. Ordini del giorno n. 9/3431-AR/143 Bologna e n. 9/3431-AR/144 Vietina, accolti; ordine del giorno n. 9/3431-AR/145 Mugnai, accolto con riformulazione, a condizione che dopo le parole “buono viaggio” siano introdotte le seguenti: “di cui all'articolo 200-bis, comma 1, del DL n. 34/2020”, e che siano soppresse le parole: “per l'utilizzo di taxi” fino alla fine dell'impegno.

Ordini del giorno n. 9/3431-AR/146 Rizzone, n. 9/3431-AR/147 D'Ettore e n. 9/3431-AR/148 Baratto, accolti. Ordine del giorno n. 9/3431-AR/149 Gagliardi, invito al ritiro; ordini del giorno n. 9/3431-AR/150 Ruffino e n. 9/3431-AR/151 Aprile, accolti; n. 9/3431-AR/152 Iezzi, il Governo si rimette all'Aula; n. 9/3431-AR/153 Liuzzi, accolto con riformulazione, a condizione che, dopo la parola “assorbimento”, siano inserite le seguenti: “mediante procedura selettiva”; n. 9/3431-AR/154 Sodano, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di dotare (…)”.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente Mandelli. Intervengo per ribadire, anche da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle, una richiesta di informativa urgente al Parlamento in merito proprio alle ultime vicende che riguardano il conflitto ucraino-russo.

PRESIDENTE. Onorevole Provenza, anche nel suo caso sarà mia premura riferire al Presidente Fico le istanze che, via via, l'Aula ha rappresentato alla Presidenza.

Come già preannunciato, interrompiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 22 febbraio 2022 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. (C. 3431-A/R​)

Relatrici: BORDONALI, per la I Commissione; TORTO, per la V Commissione.

(al termine delle votazioni)

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. (C. 3434-A​)

Relatrice: CARNEVALI.

La seduta termina alle 20,45.