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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 641 di venerdì 18 febbraio 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Boschi, Brescia, Butti, Casa, Colletti, Comaroli, Davide Crippa, D'inca', D'Uva, Dadone, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Garavaglia, Gava, Gebhard, Giachetti, Grande, Invernizzi, Iovino, Lollobrigida, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Marattin, Marin, Melilli, Molinari, Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Perantoni, Rizzo, Romaniello, Ruocco, Serracchiani, Carlo Sibilia, Vignaroli, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge:

Mariella Cappai, da Monserrato (Cagliari), chiede il sollecito esame e l'approvazione della proposta di legge d'iniziativa del consiglio regionale dell'Abruzzo, concernente modifica all'articolo 2 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, recante disposizioni per la razionalizzazione e la semplificazione dell'attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale (atto Camera n. 3204) (887) - alla XI Commissione (Lavoro);

il sollecito esame e l'approvazione della proposta di legge S. 2086, dei Senatori Pillon ed altri, recante modifiche al codice penale in materia di istigazione alla violenza, all'autolesionismo e al suicidio (atto Camera n. 3409) (888) - alla II Commissione (Giustizia);

Enrico Andreoni, da Pesaro, chiede iniziative per modificare il modulo e la nota informativa dei vaccini contro il COVID-19 (889) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Giovannina Iervolino, da Ottaviano (Napoli), chiede iniziative per garantire la libertà di recensire i prodotti acquistati sulla piattaforma di commercio online Amazon (890) - alla X Commissione (Attività produttive);

Chiara Luisa Chies, da Conegliano (Treviso), chiede nuove disposizioni in materia di insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado (891) - alla VII Commissione (Cultura);

Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede l'abolizione di ogni forma di finanziamento pubblico ai giornali (892) - alla VII Commissione (Cultura);

Francesco Romano, da Saviano (Napoli), chiede:

la concessione di congedi retribuiti e contributi figurativi ai lavoratori che donano il sangue (893) - alla XI Commissione (Lavoro);

di consentire l'acquisto online dei farmaci di fascia C (894) - alla XII Commissione (Affari sociali);

iniziative per assicurare la gratuità del servizio di visualizzazione del numero chiamante per le linee telefoniche fisse (895) - alla IX Commissione (Trasporti);

una riduzione del 50 per cento della tassa sui rifiuti in favore degli invalidi civili e dei disabili (896) - alla VI Commissione (Finanze);

la possibilità di riscattare gli anni di frequenza universitaria anche in caso di mancato conseguimento del diploma di laurea (897) - alla XI Commissione (Lavoro);

la detrazione fiscale al 100 per cento per le spese sostenute per i tamponi antigenici e molecolari per la diagnosi del COVID-19 e la gratuità dei relativi test sierologici (898) – alla XII Commissione (Affari sociali);

Aniello Traino, da Neirone (Genova), chiede:

la videoregistrazione dei pazienti affetti da COVID-19 per il periodo in cui sono sottoposti ad anestesia (899) – XII Commissione (Affari sociali);

l'introduzione dell'obbligo di indossare all'aperto e al chiuso le mascherine FFP2 o FFP3 per i cittadini non vaccinati, per gli anziani e le persone fragili con patologie (900) – alla XII Commissione (Affari sociali);

Raffaele Mancuso, da Porto Empedocle (Agrigento), chiede di estendere agli avvocati le disposizioni in materia di competenza territoriale per i reati in cui sono coinvolti magistrati previste dall'articolo 11 del codice di procedura penale (901) - alla II Commissione (Giustizia);

che le funzioni di pubblico ministero non siano svolte da un magistrato, ma da un avvocato dell'accusa scelto tra un elenco di avvocati specializzati (902) - alla II Commissione (Giustizia);

Moreno Sgarallino, da Roma, chiede:

iniziative per l'eliminazione di qualsiasi costo per i prelievi dagli sportelli bancomat (903) - alla VI Commissione (Finanze);

chiede iniziative per verificare se il fumo passivo possa essere veicolo di trasmissione di virus, per estendere i vigenti divieti di fumo e per innalzare le sanzioni nei confronti di chi getta i mozziconi per strada (904) - alla XII Commissione (Affari sociali);

che nell'ambito del processo penale sia ripristinata la formula di assoluzione per insufficienza di prove (905) - alla II Commissione (Giustizia);

Eugenio Bernardi, da Sissa Trecasali (Parma), chiede iniziative per la revisione delle determinazioni dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli che hanno introdotto l'obbligo di sottoporre a certificazione i giochi di puro intrattenimento, equiparandoli ai giochi d'azzardo (906) - alla VI Commissione (Finanze);

Omar Plinio Falvo, da Camigliatello Silano (Cosenza), chiede:

la concessione di un sostegno economico per le spese di trasporto sostenute dai malati oncologici che si curano fuori dalla regione di residenza (907) - alla XII Commissione (Affari sociali);

l'istituzione di una riserva naturale di interesse nazionale nel territorio della Valle del Savuto, in provincia di Cosenza (908) - alla VIII Commissione (Ambiente);

l'istituzione di un fondo speciale a sostegno delle attività ricettive e di ristorazione della Sila e di tutti i territori di montagna (909) - alla X Commissione (Attività produttive);

Giuseppe Battiato, da Augusta (Siracusa), chiede interventi in favore dei cittadini che hanno difficoltà a onorare i debiti contratti con le banche (910) - alla VI Commissione (Finanze);

Francesco de Ghantuz Cubbe, da Roma, chiede:

l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta su eventuali legami tra l'immigrazione e la pandemia di COVID-19 (911) - alla XII Commissione (Affari sociali);

l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta su eventuali legami tra il trasporto a domicilio di cibo già cotto e la diffusione di malattie infettive (912) - alla XII Commissione (Affari sociali);

la sostituzione dell'imposta municipale propria con un tributo commisurato al reddito derivante dall'immobile di proprietà del contribuente (913) - alla VI Commissione (Finanze);

Francesco Paradiso, da Rivalta (Torino), iniziative affinché negli studi televisivi dove si affrontano temi politici sia esposta una fotografia di David Sassoli (914) - alla VII Commissione (Cultura);

Michele Vecchione, da Alatri (Frosinone), chiede che i titolari di cariche di governo a livello nazionale, regionale o locale siano tenuti alle dimissioni dai partiti politici di appartenenza (915) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Simone Geti, da Gallarano (Reggio Emilia), chiede iniziative per una ferma condanna delle denunciate violazioni dei diritti umani della minoranza uigura nella regione dello Xinjiang (916) - alla III Commissione (Affari esteri);

Tommaso Badano, da Sassello (Savona), chiede che non sia convertito in legge il decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore (atto Camera n. 3434) (917) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Eros Corradetti, da Osimo (Ancona), e altri cittadini chiedono una legge elettorale proporzionale che favorisca la democrazia dell'alternanza e la stabilità di governo (918) - alla I Commissione (Affari costituzionali).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (A.C. 3431-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3431-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3431-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

I presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia ne hanno chiesto l'ampliamento.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione affari costituzionali, deputata Simona Bordonali.

SIMONA BORDONALI , Relatrice per la I Commissione. Grazie, Presidente. Il decreto-legge n. 228 del 2021, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, è stato esaminato in sede referente dalle Commissioni I e V. Pur essendo già un decreto molto corposo, ha ricevuto numerose modifiche in sede emendativa e si è concluso l'esame, nella giornata di ieri. Io mi appresterò a elencare una serie di modifiche, che sono state apportate, anche di articoli che erano già presenti. Ovviamente, essendo un testo molto corposo, chiedo di consegnare la relazione, soffermandomi solo su alcune materie e solo su alcuni articoli.

Partendo dalla materia che riguarda assunzioni, concorsi e incarichi individuali, si interviene in numerosi ambiti delle pubbliche amministrazioni, però, vorrei sottolineare e soffermarmi solo su alcuni di essi. Ad esempio, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2022 l'assunzione per il comparto sicurezza e difesa per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in deroga alle limitazioni previste per le pubbliche amministrazioni dalla vigente normativa. È stato prorogato altresì - questo attraverso un emendamento -, dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, il termine entro il quale le pubbliche amministrazioni possono assumere a tempo indeterminato i soggetti già titolari di contratto di lavoro a termine. Viene prorogato al 31 marzo 2022 il termine ultimo per l'applicazione delle disposizioni concernenti lo svolgimento in forma semplificata dei concorsi dalle Forze armate, delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del personale dell'amministrazione penitenziaria e dell'esecuzione penale minorile ed esterna. Viene prorogata, altresì, al 31 dicembre 2022 la possibilità di disporre le assunzioni, puntualmente indicate, relative al personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Viene prorogato all'anno 2022 il termine entro il quale il MEF è autorizzato a bandire procedure concorsuali per l'assunzione a tempo indeterminato, preposto - e questo in vista dell'attuazione del PNRR - al rafforzamento della capacità organizzativa delle pubbliche amministrazioni. Viene prorogata fino al 31 dicembre 2022 la validità della graduatoria della procedura speciale per il reclutamento nella qualifica di vigile del fuoco, riservato al personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Vengono, altresì, prorogate al 31 dicembre 2022 alcune convenzioni relative ai lavoratori socialmente utili. Viene prorogato, altresì, al 31 dicembre 2022 il termine per l'applicazione della disciplina transitoria, che consente l'assegnazione degli incarichi di medicina generale ai medici iscritti al relativo corso di formazione specialistica.

Sempre al 31 dicembre 2022 viene prorogato il termine di applicazione della disciplina transitoria, che consente ai medici iscritti ai corsi di formazione specialistica o ai corsi di formazione in medicina generale lo svolgimento di specifici incarichi. Vengono, inoltre, differiti al 31 marzo 2022 i termini relativi alla possibilità di conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, a dirigenti medici, veterinari e sanitari, al personale del ruolo sanitario, nonché agli operatori sociosanitari collocati in quiescenza.

In materia di agricoltura, tutte le norme prorogate lo sono state attraverso emendamenti votati in Commissione; quindi, ritengo che su questo comparto ci sia la necessità di avere un focus generale, appunto, per l'attenzione che gli è stata dedicata dalla Commissione.

Quindi, sono stati prorogati i termini dei versamenti relativi alla ritenuta alla fonte sui redditi da lavoro dipendente, alle addizionali regionali e comunali, nonché all'IVA, per i soggetti che svolgono attività di allevamento avicunicolo e suinicolo colpiti dalla recente diffusione di virus contagiosi per gli animali allevati.

Ci sono nuovi termini per la revisione generale periodica delle macchine agricole immatricolate.

L'ulteriore proroga dal 2021 al 2022 degli incentivi previsti dalla legge n. 145 del 2018 per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas.

Disposizioni riguardanti l'immissione in natura di specie non autoctone, al fine di consentire un'adeguata politica di gestione delle specie ittiche.

Modifiche inerenti la disciplina del monitoraggio delle produzioni cerealicole e la proroga di relativi termini; la proroga a tutta la durata del periodo di emergenza della pandemia da COVID-19, attualmente fissato al 31 marzo 2022, della possibilità riconosciuta alle aziende agricole di accedere ad aiuti, benefici e contributi finanziari; la proroga al 30 aprile 2022 del termine per la presentazione alle autorità regionali competenti delle domande di intervento in favore delle imprese agricole danneggiate dalle infezioni di Xylella fastidiosa.

Anche per quanto riguarda le norme in materia di ambiente e territorio si è intervenuto in numerosi ambiti, ad esempio, prevedendo che, a decorrere dal 2022, i comuni, in deroga alla disciplina vigente, possano approvare i piani finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani, le tariffe e i regolamenti della TARI e della tariffa corrispettiva entro il termine del 30 aprile di ciascun anno.

Viene differito, inoltre, dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2022, il termine per la verifica di vulnerabilità sismica sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità, durante gli eventi sismici, assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

Viene sospesa, fino al 31 dicembre 2022, l'applicazione degli obblighi in materia di etichettatura degli imballaggi.

Vengono incrementate di un ulteriore milione di euro le risorse del fondo, istituito dalla legge di bilancio 2022, finalizzato ad adottare misure per far fronte alle conseguenze degli eventi atmosferici calamitosi e degli eventi meteorologici verificatisi nel territorio della provincia di Mantova dal 3 luglio all'8 agosto 2021, anche questo è stato inserito attraverso un emendamento della Commissione.

Ancora, abbiamo numerose norme in materia di cultura e spettacolo e norme anche per quanto concerne il comparto della difesa, ad esempio, è stata introdotta la proroga al 31 marzo 2022 delle modalità di svolgimento dei corsi di formazione del personale delle Forze armate.

Però, mi vorrei soffermare su alcune norme in materia fiscale e finanziaria, perché, lo ribadisco, attraverso emendamenti della Commissione sono stati introdotti, lo ribadisco, numerosi interventi importanti sia per quanto riguarda la fiscalità degli enti locali sia per quanto riguarda i cittadini.

Quindi, vengono riaperti i termini per la rateazione del pagamento dei carichi contenuti nei piani di dilazione per i quali, prima dell'8 marzo 2020 o del 21 febbraio 2020, sia intervenuta la decadenza dal beneficio, consentendo di presentare la relativa richiesta di dilazione dal 1° gennaio 2022 e fino al 30 aprile 2022. Viene ampliata alle perdite emerse nell'esercizio in corso al 31 dicembre 2021 la disciplina di sterilizzazione prevista in origine dal decreto-legge n. 23 del 2020; viene prorogato al 30 giugno 2024 il termine valevole per i soggetti iscritti all'albo per l'accertamento e la riscossione delle entrate degli enti locali per adeguare il proprio capitale sociale alle condizioni e alle misure richieste dalla disciplina vigente; viene prorogata al 31 marzo 2022 la sospensione dei termini che condizionano l'applicazione di alcune agevolazioni fiscali relative all'acquisto o al riacquisto della prima casa; viene estesa la platea dei soggetti che possono beneficiare della facoltà di non effettuare una percentuale dell'ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni; vengono prorogati i termini relativi alla ritenuta alla fonte sui redditi da lavoro dipendente, alle addizionali regionali e comunali, nonché all'IVA, per i soggetti che svolgono attività di allevamento avicunicolo e suinicolo colpiti dalla recente diffusione di virus contagiosi per gli animali allevati.

Viene stabilito il valore soglia oltre il quale si applica il divieto al trasferimento del contante fra soggetti diversi che, quindi, ritorna ad essere stabilito nella misura di 2.000 euro fino al 31 dicembre 2022, per ridursi a 1.000 euro a decorrere solo dal 1° gennaio 2023.

Altre due importanti modifiche, arrivate attraverso degli emendamenti, sono la proroga al 31 maggio 2022 del termine per la presentazione della domanda per l'accesso al Fondo indennizzo risparmiatori nel caso di domanda incompleta, ovvero senza finalizzarla, e viene abbassata la misura dell'imposta di consumo per i prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide, contenenti o meno nicotina, nel periodo che va da aprile a dicembre 2022, ed istituendo un'imposta di consumo sui prodotti contenenti nicotina, con contestuale disciplina del regime di circolazione e vendita di tali prodotti.

Con un altro emendamento importante viene ridotta la portata e l'operatività temporale della tassazione dei redditi da lavoro dipendente derivanti da emolumenti corrisposti dal Comitato organizzatore dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026; viene, altresì, disposta per le associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro, colpite dall'emergenza COVID-19, la proroga fino al 31 dicembre 2025 delle concessioni demaniali e comunali relative ad impianti sportivi.

Viene posticipato al 30 giugno 2022 il termine per il versamento, senza sanzioni e interessi, dell'IRAP non versata e sospesa ai sensi del cosiddetto decreto Rilancio 2020, in caso di errata applicazione delle disposizioni relative alla determinazione dei limiti e delle condizioni previsti dalla Comunicazione della Commissione europea sul Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19.

Ci sono ulteriori proroghe per quanto riguarda l'ambito delle elezioni e l'ambito dell'energia, di cui si discute molto in questi giorni, anche oggi in modo particolare. Per quanto riguarda questo provvedimento sono state inserite importanti norme che fissano al 30 giugno 2022 il termine per l'erogazione delle risorse del Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, con riferimento ai costi sostenuti tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020, per sostenere i settori esposti a un rischio elevato di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio a causa dei costi connessi alle emissioni di gas a effetto serra trasferiti sui prezzi dell'energia elettrica; viene disposta, inoltre, un'ulteriore proroga, dal 2021 al 2022, degli incentivi previsti dalla legge n. 145 del 2018, per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas con potenza non superiore a 300 chilowatt, realizzati da imprenditori agricoli a servizio dei processi aziendali e con specifici requisiti.

Viene, inoltre, disposto che la rideterminazione delle modalità di riscossione degli oneri generali di sistema, prevista dall'articolo 33-ter del decreto-legge n. 77 del 2021, sia effettuata entro il 30 giugno 2022. Tale previsione è stata introdotta nel corso dell'esame in sede referente.

Per quanto riguarda anche gli enti territoriali, gli enti locali, si interviene con varie misure, ma, soprattutto, con emendamenti apportati in Commissione ,che erano molto attesi dai nostri enti locali. Ad esempio, viene differito al 31 maggio il termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2022-2024 da parte degli enti locali. Sappiamo che l'aumento dei costi dell'energia ha causato numerosi disagi ai nostri sindaci e ai nostri amministratori nella redazione di tali bilanci e, quindi, con questa proroga diamo la possibilità non solo di trovare le necessarie coperture, ma di dare tempo anche ai decreti che possono arrivare da parte del Governo e agli interventi del Parlamento di trovare le risorse che possano aiutare i nostri amministratori locali.

Viene, inoltre, estesa al 2022 la possibilità per le regioni e le province autonome di anticipare l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione. Anche questa era una norma molto attesa dai nostri territori.

Viene prorogato dal 30 marzo al 31 maggio 2022 il termine entro il quale le regioni devono comunicare alla Ragioneria generale dello Stato la certificazione dell'avvenuta realizzazione degli investimenti effettuati nell'anno 2021 ai fini del ripiano dei disavanzi regionali per gli anni 2014 e 2015.

Ci sono, inoltre, numerose norme che intervengono in materia di giustizia, in materia di informazione e, anche per quanto riguarda il lavoro e la previdenza, numerose norme già presenti ed altre che sono state introdotte attraverso emendamenti delle Commissioni. Ma vorrei sottolineare la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, dell'applicazione delle sanzioni civili previste per le violazioni di determinati obblighi di contribuzione previdenziale ed assistenziale e l'eliminazione della soglia dei 15 dipendenti, che obbligava i fondi bilaterali alla determinazione di una aliquota contributiva non inferiore a quella del FIS.

Anche in ambito di politiche sociali, il decreto-legge interviene su numerose norme. Ad esempio, viene prorogata al 31 dicembre 2022 la facoltà di utilizzare, entro il limite di 15 milioni di euro, le risorse iscritte al capitolo del bilancio della Presidenza del Consiglio per i potenziamenti dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa degli infrasedicenni.

Per l'anno 2022, ha autorizzato, inoltre, una spesa da destinare all'università di Tor Vergata. Viene autorizzata, inoltre, una spesa, nel limite dei 400 mila euro, per ciascuno degli anni 2023 e 2024, in favore degli enti gestori aventi finalità non lucrative delle scuole di servizio sociale.

Numerosi interventi anche per quanto riguarda il tema della sanità, l'abbiamo visto sulle assunzioni per quanto riguarda il comparto sanitario, ma anche ulteriori norme, ad esempio, che impegnano le regioni e le province autonome ad adottare, entro il 31 maggio 2022, un programma di interventi volto al potenziamento dell'assistenza distrettuale, domiciliare e territoriale, con particolare riferimento all'ambito semiresidenziale, rivolto a minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo, nonché alle persone con disturbi mentali. Inoltre, per facilitare l'assistenza indirizzata al benessere psicologico, individuale e collettivo e per fronteggiare situazioni di disagio psicologico, depressione, ansia, trauma da stress, la norma consente che l'accesso ai servizi di psicologia e psicoterapia possa avvenire anche in assenza di una diagnosi di disturbi mentali. Per l'intervento sono finalizzate risorse pari a 10 milioni di euro. Viene anche riconosciuta l'erogazione, da parte delle regioni e delle province autonome, di un contributo per sostenere le spese per sessioni di psicoterapia fruibili presso specialisti privati regolarmente iscritti all'albo degli psicoterapeuti.

Vengono, inoltre, prorogate al 31 dicembre 2022 le disposizioni che prevedono una deroga alla normativa vigente in tema di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie conseguite all'estero per determinati incarichi in ambito sanitario a carattere temporaneo, per consentire a regioni e province autonome di attingere ad ulteriori risorse umane dirette a far fronte alle carenze del personale sanitario.

Viene disposta, inoltre, una proroga, dal 1° gennaio 2022 al 1° luglio 2025, della sospensione dell'applicazione delle disposizioni vigenti in materia di divieto in Italia di alcune procedure di sperimentazione sugli animali.

Presidente, ci sono ulteriori norme, ulteriori emendamenti che hanno modificato norme già presenti, sono numerose e riguardano numerosi ulteriori ambiti: la scuola, lo sport, lo sviluppo economico, il turismo, i trasporti. Ovviamente il tempo a disposizione è limitato e, quindi, io concludo il mio intervento, dando anche la possibilità alla mia collega correlatrice, che ha seguito con me il provvedimento in questi giorni e che ringrazio per la collaborazione di questi giorni, di continuare nell'enumerazione dei numerosi interventi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione bilancio, deputata Torto.

DANIELA TORTO , Relatrice per la V Commissione. Grazie, Presidente. Saluto la sottosegretaria Bergamini, con la quale abbiamo portato a conclusione l'esame di questo provvedimento e che ringrazio, come anche la relatrice Bordonali, collega della Lega.

Come sottolineato già, questo “decreto Proroga termini” ha dato spazio all'esame e all'intervento di più temi e di più ambiti. Ovviamente, però, proprio per questo, l'apporto del contributo parlamentare in questa Camera ha restituito numerose modifiche al testo base. Si è lavorato all'esame del provvedimento, concluso nella giornata di ieri; si è conclusa la fase emendativa, che è stata portata avanti nelle Commissioni referenti I (Affari costituzionali) e V (Bilancio). Di seguito illustrerò, riporterò una sintesi delle principali disposizioni contenute nel provvedimento, procedendo nella relazione ed evidenziando gli interventi raggruppati per tematica.

Partirei con l'esame della materia relativa alle assunzioni, ai concorsi e agli incarichi individuali, su cui si è intervenuto, affrontando l'esame su più articoli e anche su più commi, partendo, ad esempio, dalla proroga al 31 dicembre 2022 per le assunzioni per il comparto Sicurezza e Difesa e per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ricordo anche la proroga, dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, per il termine entro il quale le pubbliche amministrazioni possono assumere a tempo indeterminato i soggetti già titolari di contratti di lavoro a termine, così come anche la proroga al 31 dicembre 2022 per il termine entro il quale le amministrazioni dello Stato possono procedere ad assunzioni finanziate con il fondo a ciò destinato, disposte in aggiunta alle facoltà assunzionali, di cui alla vigente legislazione.

Si è prorogato anche al 31 dicembre 2022 il termine per la conclusione delle procedure concorsuali indette dal Ministero dell'Istruzione e dal Ministero dell'Università e della ricerca, a valere sulle facoltà assunzionali pregresse dal soppresso Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca.

Si è prorogata, per l'anno 2022, la facoltà del Ministero dell'Economia e delle finanze di bandire concorsi per l'assunzione a tempo indeterminato di 550 unità di personale non dirigenziale da destinare alle ragionerie territoriali dello Stato e alle commissioni tributarie.

E, ancora, sempre in materia di MEF, si è prorogato all'anno 2022 il termine entro il quale il Ministero è autorizzato a bandire procedure concorsuali per le assunzioni a tempo indeterminato preposte al rafforzamento della capacità organizzativa delle pubbliche amministrazioni, anche in vista dell'attuazione del PNRR, che deve aiutare i nostri territori, e quindi anche gli enti locali che devono metterlo in campo. Si è prorogata fino al 31 dicembre 2022 la validità della graduatoria della procedura speciale per il reclutamento nella qualifica di vigile del fuoco riservata al personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si è prorogato al 31 marzo 2022 anche il termine per procedere alla stabilizzazione con contratto di lavoro a tempo indeterminato di tutti quei soggetti, già impegnati in lavori socialmente utili o di pubblica utilità, titolari di contratti a tempo determinato con amministrazioni pubbliche ubicate nella regione Calabria.

Vi è, inoltre, la proroga, fino al 31 dicembre 2022, della disciplina transitoria per lo svolgimento dei concorsi pubblici; è prorogata anche la durata degli incarichi di collaborazione presso il Ministero della Cultura; è, ancora, prorogato al 31 dicembre il termine per l'applicazione della disciplina transitoria che consente l'assegnazione di incarichi di medicina generale ai medici iscritti al relativo corso di formazione specialistica.

Anche nell'ambito del settore agricolo siamo intervenuti, e segnalerò, ad esempio, la proroga dei termini dei versamenti relativi alla ritenuta alla fonte sui redditi da lavoro dipendente, alle addizionali regionali e comunali, nonché all'IVA per i soggetti che svolgono attività di allevamento avicunicolo e suinicolo colpiti dalla recente diffusione del virus contagioso per gli animali allevati. Vi sono, poi, i nuovi termini per la revisione generale periodica delle macchine agricole immatricolate in diversi periodi, al fine di sostenere la continuità dell'esercizio delle attività imprenditoriali agricole e l'ulteriore proroga degli incentivi previsti dalla legge n. 145 del 2018 per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas. Anche su questo siamo intervenuti, con diversi emendamenti.

Ancora, vi è la proroga a tutta la durata del periodo di emergenza della pandemia da COVID-19, che attualmente è fissata al 31 marzo 2022, per la possibilità riconosciuta alle aziende agricole di accedere ad aiuti, benefici e contributi finanziari, posticipando alla fase della corresponsione del saldo l'adempimento di alcune verifiche relative alla concessione degli stessi benefici. In più, vi è la proroga al 30 aprile 2022 del termine per la presentazione alle autorità regionali delle domande di intervento in favore delle imprese agricole danneggiate dalle infezioni di Xylella fastidiosa. E, sempre per restare nell'ambito dell'ambiente e anche del territorio, ricordo le proroghe di tre mesi per i termini per l'affidamento dei lavori da parte dei comuni assegnatari dei contributi per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio previsti nella legge di bilancio 2019 limitatamente alle opere oggetto di contributi assegnati entro il 31 dicembre 2021. Si prevede anche, a decorrere dal 2022, che i comuni, in deroga alla disciplina vigente, possano approvare i piani finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani, e quindi anche le tariffe e i regolamenti della Tari e della tariffa corrispettiva entro il termine del 30 aprile di ciascun anno, e si estende il termine entro il quale le città metropolitane dovranno individuare i progetti per la realizzazione dei piani urbani integrati del PNRR.

Si differisce, inoltre, al 31 dicembre 2022 il termine per la verifica di vulnerabilità sismica sia degli edifici di interesse strategico che delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume un rilievo fondamentale. Si sospende fino al 31 dicembre 2022 anche l'applicazione degli obblighi in materia di etichettatura degli imballaggi, demandando a un decreto ministeriale la definizione di apposite linee guida tecniche per questo settore.

Si prevede un rifinanziamento di 300 mila euro, per il triennio 2022-2024, della realizzazione della Piattaforma italiana del fosforo e si recano disposizioni in materia di gestione commissariale per il sisma di Ischia del 2017, prevedendo l'applicazione delle misure per la ricostruzione e per la redazione del piano di ricostruzione già stabilite per il sisma 2016-2017. Si segnala che, in sede referente, è stato soppresso l'articolo 21, che - sappiamo e ricordiamo - recava una serie di modifiche a disposizioni che riguardano la destinazione delle risorse finanziarie derivanti dai fondi sequestrati e acquisiti dalla società Ilva Spa, in amministrazione straordinaria, a titolo di prezzo di sottoscrizione di prestiti obbligazionari, al fine di consentire l'utilizzo delle maggiori risorse a disposizione, destinando le stesse anche ad una ulteriore finalità, nonché di coordinare le disposizioni citate.

Poi passo, Presidente, ad affrontare altre tematiche, come quelle riguardanti il mondo della cultura, dello spettacolo. Si è intervenuti, ad esempio, con una proposta emendativa, alla proroga della durata degli incarichi di collaborazione presso il Ministero della Cultura e si è estesa a 7 anni la durata della segreteria tecnica di progettazione, che, unitamente al Segretariato generale del Ministero della Cultura, si occupa di realizzazione degli interventi di tutela del patrimonio culturale, soprattutto nei territori colpiti da eventi sismici. E, poi, vi è il comparto della Difesa, che ha visto un intervento, con la proroga al 31 marzo 2022 per le modalità di svolgimento dei corsi di formazione del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si è precisata anche la modalità di ammissione dei medici della Polizia di Stato e del Corpo dei vigili del fuoco e degli ufficiali medici delle Forze Armate e del Corpo della guardia di finanza ai corsi di formazione di medicina generale.

Poi c'è l'ambito che riguarda l'economia e la finanza. Ci sono stati numerosi interventi, voglio ricordarne soltanto alcuni, quelli principali, come, ad esempio, la proroga al 31 dicembre del 2022 del termine entro il quale i gestori di fondi immobiliari quotati possono prorogare, in via straordinaria, il termine di durata del fondo, oppure l'ampliamento alle perdite emerse nell'esercizio in corso al 31 dicembre 2021 della disciplina di sterilizzazione prevista in origine dal decreto-legge n. 23 del 2020. E poi l'estensione al 2022 per l'assegnazione di un importante fondo di solidarietà comunale, nel limite massimo di 25 milioni di euro, ai comuni che, a causa dell'applicazione dei criteri perequativi, presentano una variazione negativa della dotazione del citato fondo, nonché posponendo al 2023 l'incremento per un pari importo del contributo in favore dei comuni interessati da fusioni. E si è anche prorogata al 31 marzo 2022 la sospensione dei termini che condizionano l'applicazione di alcune agevolazioni fiscali relative all'acquisto, o al riacquisto, della prima casa. Si è estesa la platea dei soggetti che possono beneficiare della facoltà di non effettuare una percentuale dell'ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni e ci sono stati ulteriori interventi. Si è prorogato, ad esempio, al 1° gennaio 2023 il termine entro il quale Roma Capitale è tenuta a presentare le istanze di liquidazione dei crediti derivanti dalle obbligazioni contratte dal comune di Roma in data anteriore al 28 aprile 2008.

In più, si è disposta, per le associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro, la proroga fino al 31 dicembre 2025 delle concessioni demaniali e comunali relative agli impianti sportivi. Dopodiché, si sono affrontati altri temi, come ad esempio quello dell'energia, al quale accennavo poco fa parlando di ambiente e di intervento in questioni di territorio. Ricordo la disposizione dell'ulteriore proroga dal 2021 al 2022 degli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas, con potenza, ovviamente, non superiore ai 300 chilowatt.

Si è disposto che la rideterminazione delle modalità di riscossione degli oneri generali di sistema venga effettuata entro il 30 giugno 2022 e questa previsione è stata introdotta nel corso dell'esame proprio in sede referente. Si è intervenuti anche sulla norma che attualmente prevede che dal 2023 non sia conteggiata la quota di biocarburanti e bioliquidi, nonché i combustibili da biomassa prodotti a partire da olio di palma. La modifica è stata introdotta ancora in sede referente e prevede che tale esclusione operi non prima di un anno dalla data di entrata in vigore del regolamento della Commissione (Direttiva RED 2014/53/UE). Poi, per tornare agli enti locali, si ricorda la proroga al 28 febbraio 2022, ovvero il termine entro il quale i comuni che hanno deliberato la procedura di riequilibrio finanziario nel secondo semestre del 2021, possono deliberare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Si è esteso fino al 31 dicembre 2026 ai comuni capoluogo di provincia con popolazione inferiore a 250 mila abitanti, che hanno deliberato il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, la possibilità, già prevista a regime per i comuni con popolazione superiore ai 250 mila abitanti, di assumere collaboratori con contratto a tempo determinato nell'ambito degli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici, con oneri a carico dei propri bilanci e nel rispetto di alcuni limiti di spesa. Si è estesa al 2022 la possibilità per le regioni e per le province autonome di anticipare l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione e si è prorogato, dal 30 marzo al 31 maggio 2022, il termine entro il quale le regioni devono comunicare alla Ragioneria generale dello Stato la certificazione dell'avvenuta realizzazione degli investimenti. Tutto questo a sostegno dei nostri enti locali, che soffrono in questo periodo particolare.

Poi, ci sono gli interventi sulla giustizia e, su questo, ricordo il differimento al primo gennaio 2024 dell'entrata in vigore delle modifiche relative alle circoscrizioni giudiziarie per L'Aquila e Chieti, e, di fatto, quindi, la possibilità di lasciare per un anno aperti autonomi i quattro tribunali minori di Vasto, Lanciano, Sulmona e Avezzano. Si ricorda anche la proroga, al 31 dicembre 2022, dell'efficacia di alcune disposizioni relative allo svolgimento dei processi civili e penali; in più, la proroga al 31 dicembre 2022 per le disposizioni speciali dettate nel contesto dell'emergenza sanitaria in materia di ordinamento penitenziario.

Per passare poi al settore del lavoro e della previdenza, non possiamo non citare l'estensione fino al 31 dicembre 2022 della possibilità per le pubbliche amministrazioni di adempiere agli obblighi relativi al versamento dei contributi alla gestione separata e alla denuncia dei compensi effettivamente erogati per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. In più, mediante la stipula di contratti collettivi di secondo livello, si potrà, anche per il 2022, rimodulare l'orario di lavoro, finalizzandole una parte a percorsi di formazione e di ricollocazione dei lavoratori.

Ovviamente, questi oneri sono posti a carico del Fondo nuove competenze, istituite presso l'ANPAL.

Ancora, con riguardo alle politiche sociali si prevede la proroga, sempre a tutto il 2022, per il termine perentorio per la trasformazione delle società di Mutuo Soccorso in associazioni di promozione sociale. Si autorizza anche una spesa, nel limite di 400 mila euro, per ciascuno degli anni 2023-24, in favore degli enti gestori nelle scuole di servizio sociale, individuati ai sensi della disciplina nazionale e regionale vigente.

Sulla pubblica amministrazione si hanno, poi, nuovi interventi così come anche sulla sanità. Si impegnano le regioni e le province autonome ad adottare entro il 31 maggio 2022 un programma di interventi, che riguarda il potenziamento dell'assistenza distrettuale, domiciliare e territoriale, con particolare riferimento all'ambito semi residenziale, rivolta ai minori con disturbo in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo, nonché alle persone con disturbi mentali.

Inoltre, per facilitare l'assistenza indirizzata al benessere psicologico individuale collettivo e per fronteggiare queste situazioni di disagio psicologico, di depressione, di ansia, di trauma da stress, questa norma consente che l'accesso ai servizi di psicologia e psicoterapia possa avvenire anche in assenza di una diagnosi di disturbi mentali. Per questo intervento sono stati finalizzati 10 milioni di euro e viene anche riconosciuta l'erogazione di un contributo per sostenere le spese per sessioni di psicoterapia, fruibili presso specialisti privati regolarmente iscritti all'albo degli psicoterapeuti. Si è prorogata, inoltre, al 31 dicembre 2023, la disposizione che prevede una deroga alla normativa vigente in tema di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie conseguite all'estero per determinati incarichi in ambito sanitario a carattere temporaneo e per consentire, quindi, a regioni e province autonome di attingere ad ulteriori risorse umane dirette a far fronte alle carenze di personale sanitario.

Poi ci sono altri interventi, sulla scuola, sull'università, ma anche sull'alta formazione musicale e coreutica, sulla sicurezza, sullo sport e sullo sviluppo economico e del turismo. Questo è l'esame portato avanti, Presidente. Io ringrazio la collega con la quale abbiamo fatto il percorso insieme.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, sottosegretaria Bergamini. Prego.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie Presidente. Reputo anch'io necessario rivolgere un ringraziamento alle relatrici di questo complesso provvedimento, l'onorevole Bordonali, l'onorevole Torto, nonché a tutti gli uffici che, nel convertire questo decreto - un decreto molto articolato, che tocca molti aspetti - hanno lavorato con grande solerzia; il ringraziamento da parte del Governo è sincero senz'altro.

D'altra parte, come è già stato ricordato da entrambe le relatrici, si tratta di un testo articolato, che consta di 24 articoli e che tocca tantissime materie, che ricapitolo: pubbliche amministrazioni, competenze del Ministero dell'Interno, personale del comparto sicurezza e difesa e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; poi, Finanze, Tributi, tutto il comparto economico; il comparto della salute (abbiamo toccato alcuni aspetti anche relativi alle certificazioni COVID, in particolare per la Repubblica di San Marino e dirigenti medici); istruzione, università, cultura, turismo, editoria, contrasto alla povertà educativa; vari differenti aspetti relativi al comparto della giustizia, penale, amministrativa, contabile, tributaria, militare; competenze del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; infrastrutture, mobilità sostenibile, transizione ecologica; poteri speciali in settori di rilevanza strategica, monitoraggio delle produzioni cerealicole; modalità operative e precauzionali e di sicurezza per lo svolgimento delle operazioni elettorali per le elezioni suppletive della Camera dei deputati e disciplina degli aiuti; insomma, sono stati tanti gli aspetti.

In particolare, voglio esprimere a nome del Governo una grande soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento che riconosce - per semplificare - il “bonus psicologo”, fortemente voluto dal Governo, fortemente voluto dal Parlamento, e dunque frutto di un lavoro di sintesi che credo abbia determinato un risultato importante per i cittadini italiani, all'esito in particolare di questi ultimi anni drammatici e difficilissimi a causa della pandemia.

Dunque, il lavoro è stato complesso, lungo, ma ancora una volta il ringraziamento è dovuto perché usciamo comunque con un testo “Milleproroghe” che da moltissime risposte. Quindi credo che abbiamo davvero svolto un buon lavoro.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Mara Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie Presidente. Ringrazio anch'io la sottosegretaria Bergamini e le relatrici per il lavoro svolto.

Onorevoli colleghe e colleghi, dopo lunghi e intensi giorni di lavoro, finalmente ci apprestiamo ad approvare questo provvedimento, che ci ha visti tutti protagonisti per giorni e anche notti, per introdurre in quest'Aula importanti modifiche al testo in esame, modifiche che non solo hanno migliorato notevolmente il provvedimento, ma hanno anche tradotto in aiuti e impegni concreti lo stesso provvedimento, dando, nel nostro Paese, concretamente e sostanzialmente aiuti ad intere famiglie. Posso, dunque, affermare con grande orgoglio, non lo nascondo, di aver ottenuto un grande risultato politico in questo provvedimento, con l'approvazione di un emendamento a mia prima firma che permette il sostegno all'oncologia pediatrica; ciò mi riempie veramente di orgoglio, ma anche - non lo nego - di grande commozione, perché rende giustizia ai bambini e alle famiglie colpiti dalla malattia oncologica, dal cancro, fin dalla tenera età, a quei piccoli guerrieri che si apprestano a combattere questa terribile malattia. È un lavoro che porto avanti da 3 anni, dall'inizio della legislatura, al fine di aiutare le associazioni del Terzo settore che, con il loro encomiabile lavoro, supportano le famiglie e i pazienti affetti da questa patologia. Grazie al rifinanziamento di questo fondo, ci sarà una presenza costante di queste associazioni per il supporto a queste famiglie. Si tratta di un emendamento, colleghi, che garantirà, infatti, una ulteriore dotazione, di ben 2 milioni di euro, a sostegno dell'oncologia pediatrica e che prevede l'aiuto alle famiglie fin dal 2017. Non è stato facile, devo dire, farlo quest'anno; è un lavoro che si è svolto un po' in salita; si tratta - lo ripeto - di emendamenti che ho presentato fin dal 2018; il fondo è stato rifinanziato nel 2018, con cifre anche più importanti, poi nel 2019, nel 2020 e nel 2021.

Questa iniziativa, lo ripeto a gran voce, vede le associazioni del Terzo settore aiutare le famiglie. Perché ci appoggiamo alle associazioni? Ci appoggiamo alle associazioni, al Terzo settore, perché abbiamo constatato che la sanità territoriale è stata completamente smantellata. Si tratta di fondi che vengono stanziati per il supporto, da parte delle associazioni, alle famiglie in tutto il percorso, con le attività di assistenza psicologica, psicosociologica e sanitaria, al fine di alleviare il dolore a seguito della presa di coscienza di una malattia devastante, e per cercare di restituire alle famiglie momenti di normalità in un momento in cui si vive una grande tragedia, il calvario di una malattia. E, infatti, è questo ciò che manca, nella maggior parte dei casi: la normalità. Si cerca, quindi, di aiutare le famiglie nel condurre una vita normale. Quando il cancro colpisce una famiglia e un bambino, cosa succede? Colpisce un'intera famiglia, devasta una madre, devasta un padre e le ripercussioni psicologiche sono tante, perché il genitore viene pervaso da un senso di colpa, dalla devastazione del suo essere madre, del suo essere padre, dalla disperazione, dal senso di impotenza, dalla confusione, che poi si ripercuote sul bambino, sulla sua psicologia, per il fatto di non capire che cosa succede. Quindi, bisogna adattarsi alla malattia. Noi dobbiamo fornire strumenti alle famiglie per l'adattamento a questa nuova situazione. E questo, oggi, in Italia, Presidente, non succede. Purtroppo, in Italia non succede. Noi, nel “Milleproroghe”, ci troviamo a dover finanziare un fondo per aiutare il Terzo settore a sostenere le famiglie. Prendiamone atto. Per me, questo è un risultato politico importante, ma è il risultato di tutto il Parlamento e voglio ringraziare tutte le forze politiche che hanno sostenuto il mio emendamento, che mi hanno aiutato. È un risultato trasversale, che mi ha aiutato a portare avanti questo progetto. Perché, Presidente, spiegare a un bambino cosa sta accadendo, non è facile e non è cosa che si deve demandare alla famiglia, lasciandola sola, ma neanche ai medici; è una operazione che deve essere svolta dalle persone competenti in materia. Quindi, il personale competente deve farsi carico di una comunicazione adeguata, per il bambino e per il genitore. Noi, oggi, dobbiamo mettere a conoscenza il bambino di cosa sia la patologia; erano altri i tempi in cui si nascondeva la patologia, i tempi del non dire nulla al bambino; oggi, i bambini non solo hanno lo strumento per capire, ma quando non vogliamo dire niente al bambino, non capiamo che il bambino ha già capito e lo stiamo lasciando solo a elaborare, con i suoi strumenti - a volte adeguati, a volte no -, cosa stia accadendo e, quindi, lo stiamo lasciando solo, nella sua sofferenza. La comunicazione è alla base della comprensione della malattia del minore. È questo il passo avanti che oggi stiamo facendo, con questo emendamento, ma noi dobbiamo fare altri passi in avanti contro il cancro infantile. Questo emendamento, finalmente, rappresenta una risposta concreta nell'aiuto alle famiglie. Proprio in questa settimana, dell'approvazione di questo emendamento, ricorre la Giornata mondiale contro il cancro infantile; è una cosa bella, questa, è una cosa bella aver aiutato le famiglie proprio in questa Giornata, perché noi non siamo la politica dei like sui social; noi, qui, siamo diventati la politica del fare, con l'aiuto concreto alle famiglie. La nostra non è stata la politica solamente delle belle parole. Questa non è una modifica normativa che, da domani, cancellerà tutte le disuguaglianze. Vogliamo fare in modo che questa sia la politica di inizio, cioè quella politica che cerca di fare in modo che non ci sia più un divario: serie A e serie B. Presidente, dall'inizio del mandato sostengo che dobbiamo fare in modo che in questa Nazione non ci sia più una politica sanitaria del Nord e del Sud. Non lo dico solamente a livello nazionale, a livello geografico; è il discorso che ho fatto, due sere fa, con il ministro Speranza. La politica del Nord e del Sud la vediamo all'interno della nostra Nazione, altrimenti, come si suole dire, ce la raccontiamo (c'è un divario importante all'interno della nostra Nazione); ma anche all'interno delle nostre regioni constatiamo che c'è un importante divario geografico sui nostri territori, con determinate zone in cui vi è una sanità avanzata e ci si può curare, con livelli essenziali di assistenza, all'avanguardia, e altre zone in cui non ci si può curare per niente e dove non si possono fare gli screening tumorali, basti pensare alla mia Sardegna. Io parlo sempre, in quest'Aula, della mia terra, ma non è egoismo politico, non è campanilismo politico; io parlo della mia terra, ma potrei parlare anche della Calabria, della Basilicata e di altri territori del Sud, perché è chiaro, Presidente, che la Sardegna non è il Veneto e non è la Lombardia. L'altra sera, il Ministro Speranza ci ha presentato i progetti del PNRR che hanno a che fare con la sanità territoriale. Da qui partiamo a parlare dell'oncologia, perché, poi, qualsiasi patologia affrontiamo in quest'Aula, arriviamo sempre a parlare dei territori, perché ognuno di noi, qui, alla fine, Presidente, rappresenta il proprio territorio.

Riguardo a quella che viene chiamata migrazione sanitaria, noi ancora facciamo questo: noi parliamo di riforme ambiziose ma poi se andiamo a vedere quello che succede nei territori - mi ricollego al tema dell'oncologia pediatrica - c'è sempre un grande vuoto riguardo alle cure. Basti vedere, per quanto riguarda l'oncologia pediatrica, se i bambini sardi o i bambini calabresi affetti da neoplasie si possano o meno curare nel loro territorio: questo non accade. Un bambino sardo si dovrebbe recare a Milano, al Bambino Gesù a Roma o al Gaslini di Genova, con grandi ripercussioni economiche e psicologiche, con ripercussioni per le famiglie, con una spesa importante per la famiglia e la rinuncia anche al lavoro. Un emendamento che porta 2 milioni di euro è tanto, è una boccata d'aria, ma non è abbastanza. Lo dico io che mi porto con orgoglio questo risultato a casa, ma non è abbastanza, Presidente, perché noi dobbiamo iniziare a lavorare seriamente per la lotta contro il cancro.

Abbiamo territori che, per morfologia, per carenze strutturali, per mancanza di medici non permettono ai propri cittadini di curarsi. Questa situazione, ripeto, si verifica in tanti territori della nostra Nazione. Ci stiamo apprestando ad affrontare una ristrutturazione sanitaria in tutta la nostra Nazione con i fondi del PNRR, ma quello che ho chiesto con grande forza al Ministro Speranza è vigilare sui fondi, vigilare affinché le regioni non usino i fondi a loro piacimento creando poltronifici e finanziando strutture private. Sono necessarie equità nelle cure e pari dignità per tutti i cittadini italiani. Dobbiamo fare in modo che non vi sia più un Nord e un Sud all'interno della nostra Nazione per quanto riguarda la sanità. Colleghi, questa probabilmente è l'ultima occasione che ci viene data, poi non avremo più giustificazioni. Nel 2026 non potremo più dire che quella regione ha avuto maggiori o minori possibilità, questo noi non lo potremo più dire; finiti i soldi del PNRR, noi non potremo più dire che una regione ha avuto meno possibilità di un'altra, perché stiamo ripartendo le risorse. Non possiamo trasformare questa occasione in un ennesimo fallimento.

Approfitto di questo mio intervento per fare nuovamente un accorato appello a tutti i gruppi parlamentari, che nuovamente ringrazio per aver sostenuto questo mio emendamento. Ripeto, è solo un primo passo, dobbiamo farne tanti di passi in avanti nella lotta contro il cancro. Giace in questo Parlamento dallo scorso marzo 2021 - siamo già alle porte del marzo 2022 - una mozione a mia firma che impegnerebbe il nostro Paese a farsi promotore e capofila del nuovo Piano europeo di lotta contro il cancro, che sembra però oggi un tema che fa fatica ad attirare l'attenzione di quest'Aula, non entra nella nostra agenda politica. Questo non va bene. Ho l'onore di sedere ai tavoli europei per la lotta contro il cancro - una tematica urgente che non deve essere più rinviata - ed ho chiesto, col plauso al tavolo europeo, la modifica dei Trattati. Dobbiamo, a livello nazionale, regione per regione, iniziare a guardare all'Europa, a quello che stanno facendo le altre Nazioni europee, così possiamo imparare e adeguarci a livello nazionale. Ecco cosa bisogna fare. Noi non dobbiamo guardare all'Europa solo per quanto riguarda l'economia perché noi stiamo diventando una Nazione che guarda all'Europa solamente sul piano economico. Iniziamo a guardare all'Europa anche sotto il profilo sanitario. Ho sempre detto una cosa: si vede se una Nazione è civile guardando determinati parametri: la sanità, le scuole, le carceri. Sotto questi aspetto, noi lasciamo molto a desiderare. Questa è una tematica urgente e non più rinviabile. Il Coronavirus ha bloccato tutto ciò che ha a che fare con l'oncologia in Italia, ha fermato gli screening, ha fermato le terapie, ha azzerato la prevenzione di queste patologie e non possiamo più temporeggiare. Noi avremo una nuova pandemia, quella dei tumori, in molte regioni. Parlando della mia, a Nuoro, ad esempio, non si fanno più screening, non si opera più il tumore alla mammella. Le proposte prevedono di mandare le donne della provincia di Nuoro a farsi operare altrove per il tumore alla mammella, come se fosse così semplice andare a operarsi negli altri poli ospedalieri. Dov'è il problema? Una donna può tranquillamente andare a operarsi fuori regione, non ci sono le spese, non ci sono i problemi familiari, l'assistenza familiare? Non è così che funziona la lotta contro il cancro; la mancanza di screening significa tumore irrecuperabile domani, e noi su questo dobbiamo lavorare, dobbiamo lavorare seriamente. Presidente, la difesa dei malati oncologici, piccoli e grandi, non deve vedere solamente un parlamentare impegnato. Io ne ho fatto la mia battaglia politica ma ci deve vedere impegnati tutti perché è nel momento in cui è impegnato un intero Parlamento che si raggiunge l'obiettivo, si raggiunge quando un'intera politica nazionale si impegna per raggiungere un determinato traguardo. Deve essere un tema centrale, noi dobbiamo raggiungere un obiettivo, quello di adeguarci agli standard europei perché gli standard nazionali non sono allineati da regione e regione.

Concludo il mio discorso, Presidente, dicendo ai colleghi che oggi, uscendo da quest'Aula, abbiamo il cuore un pochino più sereno perché nuovamente abbiamo fatto un passo in avanti. Ogni anno, nel nostro Paese, 1.400 bambini di età compresa tra 0 e 15 anni ricevono una diagnosi di cancro. Sono convinta che, oggi, a questi bambini e alle loro famiglie abbiamo dato una maggiore fiducia nelle istituzioni, abbiamo fatto capire che le istituzioni ci sono, che essi possono avere una speranza di aiuto in più e che c'è una volontà di tutela e di protezione per accompagnarli in un cammino che deve essere di guarigione, che deve essere un percorso di cura dignitosa.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, oggi questo provvedimento è su tutti i giornali e su tutti i mass media. Come mai? Per l'oggetto degli emendamenti e per il lavoro del Parlamento? Sì, anche, ma soprattutto perché il Premier Draghi ammonisce e rilancia i suoi strali contro quello che è stato il lavoro di questo Parlamento. Il Premier Draghi dice che il Governo fa e il Parlamento deve eseguire, dice che la maggioranza deve garantire i numeri.

Noi di ciò non ci stupiamo perché tutte le divisioni che la maggioranza ha mostrato durante l'esame del “Milleproroghe” erano latenti. Cosa si doveva aspettare, cosa ci si aspettava da una maggioranza che va dall'estrema sinistra, comprendendo il MoVimento 5 Stelle, i centristi e arriva fino alla Lega? Unire tutto e il contrario di tutto non porta mai bene. Qui si spiega la bontà della scelta di Fratelli d'Italia di restarne fuori, tenuto conto di ciò che abbiamo visto durante i lavori parlamentari. A volte, come sul tetto del contante, il centrodestra ha dato segni di vita su una battaglia importante e fondamentale.

Però, non possiamo non constatare che tutto quello che è accaduto durante questi lavori fa sorgere più di un dubbio su quello che è veramente l'istituto parlamentare: chi è che controlla quello che accade durante le sedute delle Commissioni e che fa l'arbitro? Dovrebbero essere i presidenti delle Commissioni. Tutto si è svolto regolarmente? No, a partire da ieri dal conferimento del mandato al relatore. Questo provvedimento ha al proprio interno quella che dovrebbe essere una proroga dei termini? No, sono stati approvati degli emendamenti che erano stati prima giudicati inammissibili e poi sono stati riammessi. Non entro nell'oggetto degli emendamenti, perché magari sono giustissimi, ma dov'è la proroga dei termini quando si dà un milione di euro a un comune e viene approvato un emendamento che modifica i milioni, da uno a due? Dov'è la proroga dei termini quando si danno 50.000 euro per ristorare chi abitava in un edificio privato, che purtroppo ha subìto un incendio? Questa è una proroga di termini? Tutto questo viene giustificato con la varietà delle forze che compongono la maggioranza. Il presidente di Commissione prima dichiara inammissibili questi emendamenti, poi interrompe la seduta per valutarli; poi, senza dichiarare nulla a tal riguardo, la riapre, li giudica ammissibili, li pone in votazione senza controllare l'esito del voto e poi, tra le proteste dell'opposizione, conclude anche la seduta senza controllare l'esito del voto.

Nella notte che tutti i quotidiani citano, nella quale il Governo per ben quattro volte è andato sotto, bisognerebbe ricordare com'è andata anche la votazione in tema di contante: il presidente aveva dichiarato che l'emendamento era stato respinto, ma poi, a seguito di una nostra verifica, si è visto che i numeri erano invece a favore dell'emendamento. Prima c'era stata negata questa verifica. Chi è che controlla quindi il regolare svolgimento delle sedute di Commissione e quello che accade in questo Parlamento? È giusto che la maggioranza faccia il proprio lavoro e approvi i provvedimenti che ritiene utili, ma questo non vuol dire che tutto ciò che la maggioranza fa è lecito. Non si possono travalicare le regole o fare regole a proprio piacimento usando la forza: è una questione di rispetto per questa Istituzione, perché poi noi ci dobbiamo sorbire - come spesso avviene, anche oggi, su Il Foglio - un esponente del Partito Democratico che insulta il 20 per cento, o quelli che siano, di elettori di Fratelli d'Italia, dichiarandoci una forza illiberale, che va contrastata con ogni mezzo. E questa la vostra forza di maggioranza? Cosa ne pensano i nostri alleati di un proprio alleato di Governo che ci vuole mettere fuorilegge e ci definisce illiberali? Noi domandiamo al Presidente della Camera e all'istituzione parlamentare di chiedere rispetto per una forza democratica che è stata votata ed i suoi parlamentari eletti dai cittadini, soprattutto alla luce di quello che accade in quest'Aula. Il Governo Draghi ha posto 29 questioni di fiducia in un anno e anche su questo provvedimento, fra qualche ora, verrà posta la fiducia. La settimana prossima verrà posta un'altra questione di fiducia sull'obbligo vaccinale e si va avanti con questo metodo, con il Premier Draghi che, alla prima volta in cui le forze parlamentari fanno andare sotto il Governo più volte, ammonisce che così si va tutti a casa. Questo è il ritornello che risuona quest'anno. L'elezione del Presidente della Repubblica doveva avvenire, perché altrimenti saremmo andati tutti a casa; i provvedimenti devono passare perché altrimenti si va a casa e l'unica grande motivazione per tenere unita questa maggioranza è: o votate quello che il Governo impone o si va tutti a casa. Non neghiamo che ci siano nel provvedimento buone proposte - come ha elencato anche la collega che mi ha preceduto, Mara Lapia - ma perché allora non si è permesso un lavoro o un dibattito in Aula per cercare di migliorare questo provvedimento? Parliamo di quello che è accaduto nell'organizzazione dei lavori; sono stati presentati emendamenti similari, sullo stesso tema, da Fratelli d'Italia e da altre forze politiche: quelli di Fratelli d'Italia sono stati bocciati (Applausi della deputata Mara Lapia), mentre poi quelli della maggioranza, sempre sullo stesso tema, sono stati approvati.

Peccato che il Regolamento di questa Camera preveda che, se un emendamento precedente su quel determinato tema, venga bocciato, tutti gli altri decadano. Quindi, Presidente, chiedo anche a lei di trasmettere al Presidente Fico questa domanda: chi fa rispettare le regole nei lavori di quest'Aula? Chi deve controllare il regolare svolgimento dei lavori di questa Camera? Sono successi dei fatti gravissimi, perché - ripeto - la maggioranza non si può arrogare, per dirimere le proprie divisioni, il diritto di fare il bello ed il cattivo tempo. Quando si decide un calendario dei lavori, non può avvenire che la Commissione venga convocata alle 8 e poi, siccome ci sono dei problemi nella maggioranza, i lavori si sospendano fino a mezzogiorno, poi da mezzogiorno alle 20, si lavori fino alle 21, poi la seduta venga riconvocata a mezzanotte, poi sospesa e riconvocata all'una; arriviamo puntuali all'una e i lavori non possono iniziare perché c'è una riunione della maggioranza. Non ci viene comunicato niente, ma la scusa è stata che mancavano il toner e la carta per le fotocopie. Siamo stati fino alle 2 nell'aula dei gruppi parlamentari aspettando che la maggioranza arrivasse. Tutto questo è avvenuto nel silenzio della Presidenza della Camera dei deputati, come se tutto fosse normale. Non è normale che un parlamentare, di maggioranza o di opposizione, sia convocato e costretto a stare nell'aula dei parlamentari, aspettando i comodi della maggioranza. Questa non è democrazia, non si chiama democrazia, questa si chiama arroganza, questa è non libertà. Questa è una mancanza di rispetto anche fra di noi, perché io non mi permetterei mai di convocare il Governo o dei colleghi parlamentari e lasciarli due ore senza fare niente, mentre faccio i miei comodi. Questa non è democrazia, stiamo svilendo questa Istituzione! Tutto questo per resistere fino a marzo, per non perdere il posto da parlamentare. Se guardate i sondaggi - guardateli - vedrete che i vostri partiti hanno tutti il segno meno, perché quello che accade qui dentro viene raccontato - siamo osservati – e, ripeto, su quegli emendamenti sono curioso di vedere cosa dirà la Ragioneria, se sono ammissibili e dove sono le coperture. C'è un emendamento che prevede 20 milioni per la regione Calabria per assumere, firmato da un unico deputato. Ma un emendamento del genere doveva essere firmato da tutti i deputati calabresi - saremmo stati forse tutti d'accordo -, ma nella legge di bilancio. Perché usate la forza che avete per cercare di giustificare la vostra appartenenza a questa maggioranza variopinta? Questa non è democrazia, non è libertà, è uso spregiudicato della forza dei numeri! Qualcuno della maggioranza e anche del Governo mi ha detto che, quando saremo noi maggioranza, useremo gli stessi metodi: “no”, questo lo posso garantire, perché quello che facciamo lo vedete qui, quando rinunciamo, davanti a temi importanti, a mettere la nostra firma. Allo stesso modo, non abbiamo impugnato quegli emendamenti che - come ho già detto - a noi sono stati bocciati e poi sono stati riproposti dalla maggioranza subito dopo; abbiamo rinunciato ad impugnarli perché i tempi erano importanti e non dovevamo sicuramente bloccare i lavori.

Tutto questo avviene - e ritorno a quello che ho detto all'inizio del mio intervento - con il Premier Draghi che oggi va sui giornali stizzito. Perché non viene in Aula a spiegarci quello che accade in Ucraina? Perché non controlla quello che noi denunciamo, cioè che il Governo si rifiuta di rispettare il Regolamento di questa Camera, non rispondendo alle interrogazioni e agli atti ispettivi che i parlamentari presentano? Il Regolamento su questo è chiaro: ci sono 14 giorni per rispondere alle interrogazioni; poi il Governo deve fornire una giustificazione sul perché non risponde o, magari, si rifiuta di rispondere. Ma deve rispondere! Tutto questo è contenuto nel Regolamento di questa Camera, negli articoli 130 e seguenti, e io rinnovo l'appello al Presidente Fico di far rispettare il Regolamento di questa Camera.

Prima c'era il sottosegretario Bergamini, che qualche mese fa, rispondendo in Aula a questo mio appello, mi disse di stare tranquillo, perché su questo tema che ponevo con interrogazione, mi avrebbe risposto presto il Ministro Franceschini. Non ha mai risposto, non hanno mai risposto!

Quali sono gli strumenti che l'opposizione, ma anche forze di maggioranza, devono avere per ricevere risposte dal Governo? I lavori di Commissione vengono tramutati in una baraonda e nessuno rispetta gli accordi, la parola data e quello che prevede il Regolamento. Viene dato il mandato al relatore su questo provvedimento con nessuna verifica sui numeri, se c'è maggioranza, se c'è opposizione. No! Metto in votazione il mandato al relatore e dichiaro: approvato. Dov'è la controprova? L'avete approvato voi? Allora, alzate le mani. Chi è che deve controllare? Io lo ripropongo sempre: chi è che controlla? Chi è l'arbitro qui dentro, che controlla che tutto viene svolto secondo le regole? Quindi, basta la forza dei numeri! Ritornerò su questo: chi è quindi la forza illiberale? Fratelli d'Italia, che chiede il rispetto delle regole, chiede un arbitro, chiede che venga rispettato il Regolamento, o chi usa la forza dei numeri per annullare l'opposizione e il dibattito parlamentare? Chi è illiberale in questo caso? Chi è illiberale, che usa e abusa della fiducia? Chi è illiberale?

Io spero che le forze di centrodestra - e lo dico senza nessuna polemica - si rendano conto che stare con la sinistra le porta a un irreversibile declino, perché chi sta con la sinistra, con questa sinistra, non rispetta le differenze, non rispetta il dibattito, non rispetta la pluralità, non rispetta le legittime aspettative programmatiche delle forze di centrodestra. No! Ci considerano diversi, ci considerano illiberali, ci considerano ed etichettano come pericolo per la democrazia! E voi permettete tutto questo? Cerchiamo di ragionare su quello che veramente è il futuro prossimo. Cerchiamo di ragionare su quello che ci aspetta. Guardate fuori: la gente è soddisfatta? No. La gente è contenta di questo Governo? No. Ci sono delle emergenze che non vengono toccate minimamente. Ha ragione la collega Lapia: dovremmo occuparci della sanità. Ma come è stata gestita la sanità durante la pandemia? C'è stato un aiuto per le regioni oppure ogni regione è andata per conto proprio? Certo che hanno responsabilità, perché ognuno ha la propria responsabilità. Ma perché, allora, non si decide di fare una riforma della sanità e si discute? Infatti, la sinistra, come la collega si ricorderà, aveva deciso che, per esempio, la nostra regione si doveva auto-pagare tutti i costi, in nome di un'autonomia e indipendenza demagogica, che poi ci ha rovinato, perché la sanità è una di quelle materie centrali, dove tutti - è giusto - devono avere gli stessi diritti, tutti le stesse occasioni. Ci deve essere la mobilità tra i medici, gli infermieri, dove c'è più carenza. Allora, cerchiamo di lavorare, sì, insieme, ma cerchiamo anche - ripeto - di usare quella forma di rispetto che molto spesso nei lavori c'è tra noi.

Poi, però, tutto viene annullato da quella forza e da quell'arroganza che viene data dai numeri e dalla paura o dal ricatto che oggi Draghi manifesta: o fate quello che vi dico o andate tutti a casa. Vi fate ricattare così, dalla paura? Infatti, quello che poi appare fuori e quello che viene trasmesso fuori, è che Draghi è l'illuminato Presidente, ma voi siete quelli che ovviamente obbedite ai suoi ordini, perché avete paura di perdere il posto: i poltronari. Non mi hanno fatto piacere accuse sui giornali…

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di rivolgersi alla Presidenza.

SALVATORE DEIDDA (FDI). No, guardi, non sto parlando con nessun altro collega. Sto parlando all'Aula.

PRESIDENTE. Sì, sì, le chiedo, però, di rivolgersi alla Presidenza. Prego.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Quindi, devo guardare lei?

PRESIDENTE. Collega, deve rivolgersi alla Presidenza da Regolamento. Glielo chiedo: prosegua pure con il suo intervento.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sì, io proseguo, ma non sto parlando con nessun deputato in particolare, né ho fatto nomi, ma sto parlando all'Aula dei parlamentari, a tutti indistintamente. Lei ha ragione nel richiamo, per esempio, se io dico Simona Bordonali, i deputati della Lega, Forza Italia, cioè indico qualcuno. Ma, Presidente, il suo richiamo, mi dispiace, è ingiustificato, perché non sto accusando, non sto parlando con nessuno in particolare, né sto offendendo, almeno così mi pare. Presidente, anche in queste cose, lei sa benissimo che ho massima stima per lei, però, non faccia queste uscite, per cortesia, perché conosco bene il Regolamento e non ho fatto niente e non mi sognerei di offendere o di mancare di rispetto ai miei colleghi parlamentari. In questo io mi sto solo appellando, dicendo di fare attenzione, perché quello che è apparso nei giornali, anche dopo l'elezione del parlamentari, non mi ha fatto contento; quando avvengono scene fantozziane non sono orgoglioso, perché io tengo a tutto il rispetto di questo Parlamento. È per questo che dico ai miei amici, con cui porto avanti molte iniziative, di fare attenzione, perché l'immagine che si dà del Parlamento e della maggioranza qua fuori è che c'è un Premier che oggi sui giornali usa tutta quella che lui ritiene la sua autorevolezza per richiamare agli ordini del Governo. Secondo noi, non è positivo, non è salutare!

Presidente, allora, poi le ricordo sempre - rifaccio il riassunto - che io gradirei un vostro intervento come Ufficio di Presidenza: a) per il rispetto del Regolamento, articoli 130 e seguenti, chiedendo al Governo di rispondere agli atti ispettivi; b), chiederei che per regolamento nelle Commissioni - si sta parlando della riforma dei Regolamenti - un presidente non possa arrogarsi il diritto di togliere la parola a un deputato dell'opposizione e imporre delle votazioni, senza la verifica del numero dei votanti e di quello che è accaduto; chiederei che, fissato un termine di un orario, di inizio seduta di una Commissione o dell'Aula, venga rispettato; se un presidente decide di cambiare l'orario, chiederei di convocare necessariamente un Ufficio di Presidenza e chiedere a tutti i gruppi se va bene o non va bene; chiederei cortesemente - può controllare i verbali delle Commissioni - che, se in quell'orario il Governo non è presente o i relatori non son presenti, il presidente debba comunque aprire la seduta, constatare che il Governo non c'è e, quindi, quella seduta debba essere rinviata.

Tutto questo non è accaduto, tutto questo Fratello d'Italia l'ha denunciato nelle Commissioni ed è a verbale. Quindi, chiederei, Presidente, che lei e per suo tramite, il Presidente Fico, si facesse carico di controllare tutti i verbali e prendere i successivi provvedimenti per garantire il rispetto. D'altronde, siamo una democrazia, siamo una forza parlamentare; abbiamo gli stessi diritti dei parlamentari della maggioranza, quindi abbiamo il diritto di giocare con le stesse regole, con delle regole che tutelino tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi, il 2022 non inizia benissimo per questo Governo e non inizia benissimo per una considerazione, perché mi perplime molto il fatto che, dopo aver ascoltato discorsi da più parti sulla centralità del Parlamento, sull'importanza della funzione dei parlamentari, si gridi, poi, allo scandalo quando in votazione al “Milleproroghe” i parlamentari esprimono liberamente il proprio convincimento e lo fanno anche esprimendo un voto contrario alla proposta del Governo. Questo, invece, riporta a un tema fondamentale che è proprio quello della centralità del ruolo del Parlamento su questioni che sono determinanti e fondamentali per gli italiani. Tra l'altro, è inevitabile che parlamentari di centrodestra, che hanno un'idea comune, una comune visione dell'Italia e dell'economia, su alcuni temi debbano essere uniti, ed è giusto che sia così, ed è questo il motivo per il quale siamo contenti che, ad esempio parlando del tetto all'uso del contante, sia passata la linea di Fratelli d'Italia, grazie anche al supporto e all'appoggio dei colleghi della Lega e di Forza Italia.

Si tratta di un momento importante, perché questo “Milleproroghe” rappresenta tantissime aspettative; sappiamo, ogni anno, che è uno di quei provvedimenti importanti e che si occupa, non soltanto della proroga dei termini di alcuni provvedimenti, ma anche della necessità di portare avanti alcune politiche, in alcuni casi, positive, in altri no, che servono poi all'economia funzionale della democrazia.

Anche quest'anno il “Milleproroghe” è stato costellato da una serie infinite di proroghe che dimostrano come sia comunque sempre più facile rimandare i problemi piuttosto che cercare di risolverli. Siamo passati da un Parlamento esautorato a un Parlamento commissariato e Fratelli d'Italia, da questo punto di vista, ha fatto una scelta molto chiara, inequivocabile; non intendiamo, ovviamente, in alcun modo, tradire il mandato elettorale che il popolo ci ha dato, anche se farlo ogni tanto sembra una pratica alquanto comune. Ciò che ci preoccupa, anche in questo provvedimento, è la mancanza di visione programmatica che emerge da questo provvedimento, la malsana abitudine, purtroppo oramai consolidata, di navigare a vista, che non farà altro che rinviare nuovamente i problemi, problemi che, invece, necessitano di un approccio deciso, forte, risoluto, un po' con l'idea di quella frase che dice: aspettate il momento giusto per fare le cose e l'unico momento giusto per farle, in realtà, è adesso.

Prima di entrare nel merito del provvedimento, credo sia importante sollevare una questione, perché in questa legislatura stiamo assistendo a una pratica elusiva, da un punto di vista formale e sostanziale, e molto poco corretta, che mi riporta alla mente il gioco delle tre carte, per cui proposte emendative presentate in Commissione e puntualmente bocciate rispuntano, nella migliore delle ipotesi in altri provvedimenti, ma spesso negli stessi decreti in discussione, come emendamenti dei relatori o del Governo che vengono poi magicamente approvati. Siamo contenti che Fratelli d'Italia riesca a dare il suo contributo, anche se semplicemente in questo modo. Gli emendamenti che abbiamo presentato al “Milleproroghe” raccontano la nostra visione d'Italia, raccontano dove vorremmo che questo Governo portasse l'Italia e gli italiani. Abbiamo presentato numerosissimi emendamenti migliorativi, purtroppo molti di questi, ovviamente, non sono stati accolti e sono stati, invece, prontamente bocciati.

Abbiamo provato a intervenire sulla giustizia, ad esempio, proponendo l'assunzione di personale all'interno dell'amministrazione penitenziaria e giudiziaria, attraverso lo scorrimento delle graduatorie vigenti, con un unico obiettivo, cioè quello di permettere a questa farraginosa macchina di contenere in qualche modo l'emorragia giudiziaria che da anni affligge il nostro Paese e per assicurare la piena efficacia delle attività di prevenzione e repressione dei reati. Anche in questo caso, il Governo ha agito con una mossa a sorpresa e ha esteso ben oltre la fine dello stato di emergenza, fissata per il 31 marzo prossimo, il ricorso alle camere di consiglio da remoto nel processo penale; noi non condividiamo questa posizione e questo modo di agire e di operare all'interno di un sistema che, invece, dovrebbe, innanzitutto, garantire la presenza delle parti e la ritualità di un processo che troppo spesso viene dimenticato e messo da parte.

C'è, poi, un tema che a noi sta molto a cuore, che è quello delle piccole e medie imprese. Anche su questi temi, Fratelli d'Italia ha presentato tanti, tanti emendamenti e lo abbiamo fatto anche nella consapevolezza dei residui che sono rimasti dal “Cura Italia”, ad esempio, una delle misure che non è stata mai completamente utilizzata nella propria dotazione economica, e abbiamo provato senza successo a prorogare la rateizzazione delle cartelle esattoriali, così come il Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese, perché, augurandoci di essere davvero in una fase di ripresa, anche se una ripresa molto lenta e che stenta, vogliamo comunque credere che sia così e a maggior ragione, se così fosse, è necessario garantire alle imprese condizioni di liquidità idonee a supportare tale ripresa, ripresa che le aziende vogliono, ripresa che però stenta a decollare per il sopraggiungere della crisi energetica, per il sopraggiungere di un rialzo dei prezzi a catena, mentre ancora non sono stati superati gli esiti della crisi sanitaria e dei conseguenti provvedimenti restrittivi.

Noi abbiamo la necessità di intervenire con tempestività al fine di prevenire; non possiamo sempre continuamente e costantemente rincorrere i problemi, il rischio di una ulteriore crisi è tanto più forte quanto meno il Governo e lo Stato riescono a dare delle risposte concrete ai cittadini. In tutto questo, ovviamente, continuare ad esempio a parlare di green pass per poter accedere al lavoro, quando lo stato di emergenza per fortuna è ormai agli sgoccioli, diventa una ossessione giuridica per la quale si vuole imporre, in un regime ordinario, una misura che invece ha semplicemente il carattere della straordinarietà. Per noi questo non è più accettabile.

Siamo riusciti a portare a termine una battaglia storica di Fratelli d'Italia, facendo prorogare il bonus psicologico; è una vittoria, questa, trasversale, alla quale siamo particolarmente grati, così come siamo soddisfatti dei correttivi apportati alla cessione del credito alle società infragruppo o, comunque, alle società vigilate da Bankitalia, però, colleghi, se il buongiorno si vede dal mattino, in realtà, pare che qui si sia ancora in profonda notte.

Abbiamo la necessità di rivedere le priorità e di farlo con coerenza, ma soprattutto con costanza e abbiamo la necessità che il Parlamento torni, veramente, sede principale, decisoria e di visione e fino a quando questo non accadrà, tutte le parole profuse a favore della centralità del Parlamento, dell'importanza del ruolo dei parlamentari, saranno semplicemente parole al vento che, invece, dovremmo trasformare in realtà, in diritto, in costanza e nel rispetto dei principi costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendiamo brevemente la seduta per una decina di minuti.

La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 11,35.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. È iscritto a parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Presidente, mi permetta prima di tutto di ringraziare tutti coloro che hanno messo la loro attività, la loro opera, il loro tempo e il loro sudore nell'iter che ci ha portato oggi a essere qui, in questo momento. In maniera particolare, mi permetta di ringraziare le colleghe relatrici: credo che solamente loro e chi con loro ha passato ore e ore, nottate e giornate al seguito di questo provvedimento sappia quanta costanza ci vuole e quanta fatica ci sia dietro tutto questo. E permettetemi di ringraziare le sottosegretarie, la sottosegretaria Bergamini e la sottosegretaria Sartore, che ci hanno accompagnato in tutto questo iter.

Mi sento di partire da lontano. Quando io ero ragazzo, c'era un detto che era particolarmente in voga soprattutto negli ambienti scout, che diceva “nessun uomo è un'isola”. Se io posso partire da questo e cercare di trarre paralleli, mi permetto, prima di tutto, di arrivare all'entità statale, all'istituzione. Nessuno Stato è un'isola e, in questo contesto, in maniera particolare, la nostra Nazione non è un'isola: nell'ambito dell'Unione europea, noi siamo una parte integrante di un organismo estremamente più vasto di noi, di cui, però, siamo parte assolutamente determinante e siamo in grado di incidere su quelli che sono gli equilibri di riferimento. Quindi, parlare di “Milleproroghe”, oggi, nel febbraio del 2022, non significa parlare di un “Milleproroghe” tradizionale, non è semplicemente un rinnovo o una richiesta di termini, è qualcosa di molto di più. È un “Milleproroghe” pandemico quello di cui stiamo trattando? Sì. È un “Milleproroghe” comunitario? Sì. Possiamo dimenticare il periodo storico in cui ci troviamo - il 2021, 2025, 2026, 2058 -, nel cui orizzonte ci muoviamo? No, di certo. Detto questo, quindi, forse, prima di parlare di “Milleproroghe” in senso stretto, cerchiamo di classificare e di definire il momento in cui ci troviamo.

Non possiamo non essere preoccupati per le vicende di carattere internazionale. La crisi a cui stiamo assistendo, nei rapporti tra Ucraina e Russia, e, di conseguenza, tutto ciò che coinvolge la NATO e il mondo occidentale, non può essere lasciato solamente sullo sfondo. Rispetto a questo tipo di contesto, non può essere un tema di sfondo ricordare che abbiamo bisogno, come Unione europea, di crescere e che, anche nella crisi internazionale in cui ora ci troviamo, è evidente che, se l'Unione europea fosse capace di contare un po' di più, questo aiuterebbe moltissimo sia il ruolo degli Stati Uniti che della NATO. E, in questo contesto, non possiamo anche dimenticare che, come Italia, grazie al Presidente Draghi e alla compattezza del nostro sistema, stiamo dicendo la nostra e stiamo cercando di far ragionare tutti sulla assoluta necessità che qualunque tipo di tema venga meditato, mediato, trattato con gli strumenti della diplomazia, tanto più quando - e vengo a bomba - temi come questo incidono direttamente sull'interesse economico-finanziario del nostro Paese, della nostra popolazione, delle nostre famiglie, con le vicende del rincaro delle fonti energetiche e ciò che a questo fa riferimento.

Sempre in questo contesto, permettetemi anche di ricordare una data che mi interessa moltissimo sottolineare. Ieri era il 17 febbraio: il 17 febbraio di quattordici anni fa veniva proclamata l'indipendenza della Repubblica del Kosovo. Perché è importante? Perché noi, in questo momento, viviamo accanto - ci separa solamente un braccio di mare - a quella che è la Repubblica più giovane d'Europa, che non è stata ancora riconosciuta da tutti, nemmeno da tutti i componenti dell'Unione europea, in un quadro che si collega, evidentemente, a quella che è anche la crisi tra Ucraina e Russia, in cui i Balcani occidentali sono un elemento essenziale e in riferimento al quale mai ci stancheremo e mai mi stancherò di dire che non sarà mai troppo presto quando riusciremo a esaurire l'iter che ci porterà, come Unione europea, ad allargare l'Unione europea ai Balcani occidentali. Questo in un contesto in cui tutto ciò che noi abbiamo fatto e stiamo facendo con il “Milleproroghe” c'entra, perché il “Milleproroghe” ha la caratteristica di essere un “mille risposte”, forse no, un “10 mila risposte”, a cosa? A problemi veri, materiali, che in ogni minuto ci troviamo ad affrontare e che con noi, anzi, prima di noi affrontano le famiglie e la nostra popolazione.

Quando ero uno studente di giurisprudenza, probabilmente il primo giorno, mi venne inculcato un principio, che non è solamente quello che la legge è uguale per tutti, ma è anche quello che la legge, per essere tale, è generale e astratta. Credo che di fronte al “Milleproroghe” questo brocardo mostri il limite, perché essere, soprattutto oggi, in questo momento, solo generali e astratti non basta, perché si rischierebbe di essere anche scollati dalla realtà. Quindi, mi sento di dire, e lo dico tanto più a fronte di fonti di legge come quella del “Milleproroghe”, che oggi generalità e astrattezza vanno sempre accompagnate e coniugate a pragmaticità. Non basta che la legge sia generale ed astratta; oggi la legge deve essere generale, astratta e pragmatica, e il “Milleproroghe” lo è. Lo avevo accennato, in precedenza, la sottosegretaria Bergamini: diamo mille risposte. Sì, non riusciamo a dare tutte le risposte, ma mille le diamo a queste esigenze.

La fonte di legge a cui ci dedichiamo tratta moltissimi argomenti, tratta di assunzioni e concorsi, le relatrici lo hanno ricordato, con puntualità, tratta di agricoltura, di ambiente e territorio, di cultura e di spettacolo, di difesa, di economia e finanza, di fasi elettorali ed elezioni, di energia, di enti territoriali, di comuni, di quei più di 8 mila comuni che sono la spina dorsale del nostro sistema, di giustizia, di informazioni e comunicazioni, di lavoro e previdenza, di politiche sociali, di pubblica amministrazione, declinata nelle sue vesti, di sanità, di scuola, di università, di formazione, di sicurezza, di sport, di sviluppo economico, di turismo, di trasporti e di mille, mille e mille altri argomenti che devono trovare risposta, questo è il punto. Noi siamo capaci a sufficienza di dare risposte? Credo che non lo saremo mai a sufficienza, ma certamente stiamo cercando di dare risposte alla maggior parte possibile di queste tematiche, rendendoci conto che farlo il giorno 18 febbraio del 2022 non è uguale agli altri anni. È un momento diverso, sotto due aspetti: la pandemia, che stiamo continuando, purtroppo, a vivere, e la prospettiva dell'adempimento del PNRR, ossia di quell'elemento che ci porterà a poter dire che saremo entrati nel futuro secolo dell'Unione europea e del nostro Paese. Non è, quindi, un momento normale, non è un momento normale e non possiamo essere un'isola normale; dobbiamo essere un combinato disposto di tutte queste situazioni. Viviamo la pandemia? Sì. La viviamo ancora, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista economico? Sì. Ma stiamo vedendo la fine del tunnel? Credo di sì. Mi sento di dire, ma è una mia convinzione personale, che non so se la guerra è finita, ma che la guerra stia finendo, sì. Mi piacerebbe che questa convinzione potesse essere resa nota a tutti e che un po' tutti cominciassero anche a evidenziare che gli sforzi che il nostro popolo ha fatto, che sta facendo, sono stati giganteschi, e che grazie a questi sforzi stiamo arrivando al momento in cui potremo dire che la guerra è finita, e dobbiamo riuscire a fare in modo di farlo vedere.

Credo che i provvedimenti che stiamo assumendo dal punto di vista sanitario servano a questo e credo che moltissime delle risposte che il “Milleproroghe” offre alle esigenze della nostra economia, dei nostri imprenditori, delle forze del lavoro, siano tese in questa direzione.

La guerra è finita? Cerchiamo di vivere un dopoguerra che ci permetta di essere capaci, nel tempo più rapido possibile e nel rispetto dei limiti ferrei - grazie a Dio esistono le condizionalità - del 31 dicembre 2025 per la rendicontazione del 2026, di arrivare a quel punto. Sui temi che vengono trattati mi soffermo su due in maniera particolare: i comuni e lo sport.

Parlo di comuni più che di enti locali e territoriali perché, l'ho detto prima, gli 8 mila e più comuni sono la spina dorsale della nostra struttura. I sindaci sono coloro che giorno per giorno vivono in trincea tutte le diverse problematiche e sono anche coloro che ci dovranno portare all'adempimento di quelle che sono le esigenze del PNRR, e facendolo mattino per mattino, confrontandosi con il singolo cittadino e non potendo dire “mi telefoni più tardi”, ma parlando per strada e dimostrando a tutti che la più grande delle problematiche che abbiamo è di mettere a terra l'enorme somma di denaro che ci porterà il PNRR.

Arrivo alla fine del mio intervento, Presidente, soffermandomi da ultimo, come dicevo prima, sull'ambito solo dello sport. Per lo sport il provvedimento ha fatto un intervento estremamente importante, un intervento di carattere dinamico, che permette delle aperture per quanto riguarda il futuro. È stato prorogato al 30 aprile 2022 il termine di cessazione delle funzioni da commissario per quanto riguarda lo sci alpino, perché tiene conto di quelle che sono le esigenze che ci saranno in un momento importantissimo come quello delle Olimpiadi di Cortina del 2026. Ha ridotto la portata e l'operatività nel tempo e la temporanea e parziale detassazione dei redditi di lavoro dipendente proprio finalizzandosi a questo elemento. Ha incrementato il Fondo per il potenziamento dell'attività sportiva di base, perché ci siamo anche accorti, se ce ne fosse stato bisogno, che solamente l'attività sportiva di base porta poi il movimento ad esprimere l'attività sportiva di vertice. Non finirò mai di ricordare a tutti qual è stata l'emozione grandissima che abbiamo provato quando un nostro atleta ha vinto i 100 metri all'Olimpiade dello scorso anno. Come Marcell Jacobs ha vinto le Olimpiadi, credo che il nostro Paese potrà vincere la sfida contro la pandemia e che questo “Milleproroghe” sia il testimone che ci viene consegnato per poter procedere con grandissima velocità su quella via.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Andrea Gentile. Ne ha facoltà.

ANDREA GENTILE (FI). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, stiamo per giungere alla fine di un percorso, a tratti travagliato, di conversione del decreto-legge cosiddetto “Milleproroghe”. Si tratta di un provvedimento che nel tempo è divenuto parte integrante, a torto o a ragione, del modo di fare leggi in Italia e delle correlate modalità di produzione delle fonti normative. In particolare, il “Milleproroghe” rappresenta il tassello di quella triade di atti legislativi che compongono la manovra di bilancio: disegno di legge di bilancio, decreto-legge fiscale e, infine, il cosiddetto decreto-legge Milleproroghe. Si tratta di un provvedimento che mira a risolvere una serie di questioni aperte, che proroga termini che stanno per scadere, che si occupa di questioni amministrative e burocratiche che però impattano fortemente sulla vita dei nostri concittadini, poiché sviluppano legittime situazioni giuridiche che generano altrettante significative aspettative.

È un decreto-legge per certi versi caratterizzato da un impianto normativo omnicomprensivo ed eterogeneo, accomunato dal fatto di contenere al suo interno, per l'appunto, svariate proroghe. Ovviamente sarebbe opportuno riconsiderare l'opportunità di tale modalità legislativa, nonché le connesse procedure concernenti la manovra di bilancio, che anche quest'anno hanno visto tempi strettissimi per l'esame parlamentare, con un vero e proprio ingorgo legislativo negli ultimi mesi dell'anno che si è concluso con la presentazione di questo decreto-legge. È un dibattito certamente rilevante che deve essere affrontato però nella sede opportuna, al fine di porre ordine su quella specifica attività parlamentare che ogni anno diviene rappresentativa di una fase cruciale della vita della nostra Nazione. Tuttavia, allo stato attuale delle cose, il “Milleproroghe” si connota come un provvedimento ineludibile e necessario. Volgiamo, dunque, alla fine di un iter legislativo che poco fa ho definito travagliato, perché alcuni incidenti di percorso in sede di Commissione - dunque in sede legislativa - ne hanno caratterizzato l'epilogo; eppure, nonostante tali momenti di frizione, la maggioranza ha trovato sintesi e ricomposizione politica attorno al comune obiettivo per cui è nato, che è quello di ridare slancio economico all'Italia in un momento ancora difficile. I citati incidenti hanno, comunque, in ogni caso, evidenziato il primato di una dialettica parlamentare tra maggioranza e opposizione, espressiva delle esigenze di centralità che competono alla massima assise democratica del nostro Paese. Al conseguimento di tali obiettivi, noi di Forza Italia, abbiamo come sempre contribuito con le nostre idee, i nostri valori e le nostre proposte. Difatti, grazie all'approvazione di un nostro emendamento è stato posticipato il versamento dell'Irap dal 31 gennaio 2022 al 30 giugno 2022; un primo importante risultato, soprattutto in un momento così delicato e particolare come l'attuale fase pandemica, caratterizzata peraltro dai noti rincari sulle bollette. Inoltre, con un ulteriore emendamento abbiamo fatto sì che fosse prevista la proroga dei termini di consegna dei beni relativi a Transizione 4.0, ordinati entro il 31 dicembre 2021. È un'ottima notizia per il nostro tessuto imprenditoriale, visto che, come è noto, la legge di bilancio 2021 prevedeva che le aliquote agevolate per gli investimenti effettuati nel 2021 fossero applicate anche ai beni prenotati entro la fine dello scorso anno, a condizione di una avvenuta consegna entro il 30 giugno 2022. In questo senso, le sopravvenute variabili legate alla pandemia e alle criticità nel reperimento delle materie prime e delle componenti, che hanno reso questo termine molto difficile da mantenere, non potevano in alcun modo riverberarsi sulle aziende. Con la proroga del termine di consegna, Forza Italia ha quindi accolto le istanze provenienti dal mondo economico produttivo in un momento di perdurante difficoltà. Vorrei, poi, ringraziare anche i colleghi della Commissione agricoltura e in particolare l'onorevole Spena, perché grazie al suo impegno, con il concorso dei colleghi della maggioranza, abbiamo ottenuto un altro importante risultato: la semplificazione del registro telematico dei cereali, con la riduzione degli adempimenti a carico delle imprese del settore, già afflitte dal rincaro delle materie prime e dal rincaro dei costi energetici. È stato ancora sbloccato anche l'emendamento “bonus cuochi”, con cui si prevede un sostegno per l'ammodernamento degli attrezzi di lavoro e per l'aggiornamento professionale, con un credito d'imposta previsto fino al 31 dicembre 2023. Rileviamo con favore l'orientamento favorevole del Ministero della Transizione ecologica sugli emendamenti riguardanti il biogas e i bioliquidi, molto attesi dalle imprese dei settori, che si inquadrano nello sviluppo delle energie rinnovabili di cui alla normativa prevista dal decreto legislativo n. 199 del 2001. In questo quadro di contesto va ricordato ancora che presto partiranno i bandi per il biometano, gestiti dal medesimo Ministero, tramite i quali le imprese agricole da consumatrici diventeranno produttrici di energia. Ad ogni modo, oltre che al mondo imprenditoriale, con questo decreto Forza Italia dedicato grande attenzione anche agli enti locali. A dimostrazione di ciò, rilevo il fatto che, nell'ambito della discussione in Commissione bilancio del “decreto Milleproroghe”, siano stati approvati due emendamenti al fine di concedere agli stessi maggior tempo per approvare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, o rimodularlo secondo la rilevazione dei debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2020.

Viste le difficoltà connesse al perdurare dello stato di emergenza, al fine di agevolare in particolare gli enti di minori dimensioni in crisi finanziaria, è risultato essenziale ampliare ulteriormente i termini già prorogati dalla legge di bilancio per il 2022. Sempre in tema di enti locali, il comma 6 dell'articolo 1 del presente decreto prevede un'importante disposizione per la regione Calabria, poiché consente fino al 31 marzo 2022 il completamento delle procedure di assunzione a tempo indeterminato nei confronti dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, titolari di contratto di lavoro a tempo determinato con la medesima regione. A questo inciso normativo abbiamo voluto aggiungere due nostri emendamenti, sottoscritti dall'intera deputazione parlamentare calabrese, che hanno visto il particolare impegno dell'onorevole Francesco Cannizzaro, quale componente della Commissione bilancio, e degli altri colleghi calabresi, onorevole Tripodi e onorevole Torromino.

Attualmente, difatti, la regione Calabria, a causa di specifici vincoli dovuti alla vigente normativa in materia di turnover, non riesce a disporre pienamente tutte le risorse risparmiate a seguito della cessazione di attività del personale in pensione. Le disposizioni approvate rappresentano dunque un primo rilevante passo per superare tali vincoli e far sì che la macchina burocratica regionale possa recuperare la propria capacità assunzionale. Ciò è in linea con gli sforzi profusi dall'attuale Governo regionale, presieduto dall'onorevole Occhiuto, che ha deciso di porre in atto ogni possibile azione diretta a fronteggiare una carenza di personale evidente, che rischia di mettere in pericolo la capacità amministrativa regionale, il processo attuativo del PNRR e il superamento dell'emergenza sanitaria. Conclusivamente, consentitemi dimensionare il nostro impegno per rafforzare la lotta al cancro infantile. Sono stati infatti previsti 32,5 milioni di euro del Fondo sanitario nazionale; un segnale importante di sostegno ai bambini che soffrono di questa gravissima malattia e ai genitori che con loro vivono il percorso difficile verso la guarigione.

In Commissione è stato infatti approvato un nostro emendamento, in particolare grazie all'impegno della collega Calabria, che sancisce la destinazione di tali fondi proprio al Fondo sanitario nazionale per l'erogazione di prestazioni pediatriche oncologiche. Queste risorse saranno destinate agli istituti italiani, anche privati accreditati, ai centri di eccellenza per i trapianti, all'adroterapia e ai trattamenti di specifiche neoplasie maligne attraverso l'irradiazione con ioni carbonio. È un risultato importante, per essere al fianco di chi lotta ogni giorno per sconfiggere questo male terribile. Poi cito ancora le numerose norme previste da tale normativa, che vogliono sostenere gli italiani in questo particolare e delicato frangente dato dell'emergenza epidemiologica nel nostro Paese: le norme che dispongono facoltà assunzionali nella pubblica amministrazione, le norme che concernono procedure concorsuali e validità delle graduatorie, le norme che attengono ai fondi di solidarietà sociale, le norme in tema di giustizia, le norme afferenti all'ex Ilva di Taranto, le norme concernenti l'editoria, le norme riguardanti i termini e agevolazioni alla prima casa. Sono tutte norme importanti, che Forza Italia sente fortemente come facenti parte del proprio asset valoriale e liberale, e che devono essere determinanti a disciplinare tale momento storico così importante per le sorti di questo Paese.

Infine, mi sia consentito, signor Presidente, ringraziare la sottosegretaria Bergamini, il presidente del nostro gruppo parlamentare, l'onorevole Barelli, i vicepresidenti delle Commissioni affari costituzionali e bilancio, onorevole Calabria e onorevole Prestigiacomo, i capigruppo delle rispettive Commissioni, onorevole Sarro e onorevole Pella, così come sento di dover ringraziare tutti i colleghi di Forza Italia per il fattivo contributo e lo sforzo profuso nella elaborazione di tale provvedimento. Forza Italia, quale movimento politico autenticamente liberale, sosterrà convintamente l'approvazione di tali norme, in linea con il percorso di concordia nazionale sancito tra le forze politiche alle quali Forza Italia non intende sottrarsi. Forza Italia ci sarà e darà ancora una volta il contributo determinante per far uscire il Paese definitivamente fuori dall'emergenza pandemica e per rilanciare con forza il tracciato delle riforme economiche e istituzionali di cui l'Italia ha urgente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie Presidente, ancora una volta, in quest'Aula, ci troviamo a discutere, esaminare e a confrontarci su un decreto che, giornalisticamente, viene definito “Milleproroghe” e che, effettivamente, è ormai un classico dell'attività parlamentare. Si tratta di un provvedimento che, in una un ordinamento maturo e completo, non dovrebbe aver ragione di esistere, ma che, evidentemente, è figlio anche della incertezza e della instabilità normativa tipica del nostro ordinamento. In questo ambito, non possiamo non partire da una considerazione di carattere generale che riguarda la necessità, che non poteva essere affrontata e non si può affrontare con questo decreto, di mettere mano agli iter legislativi delle diverse fonti del diritto, delle diverse fonti che producono legislazione, di introdurre maggiore chiarezza e completezza, anche con riferimento alla capacità del Parlamento e del Governo di esprimere una funzione legislativa meno intermittente e, in particolare, di dare stabilità a norme che, per quanto importanti e attese, spesso vivono nell'incertezza dell'essere prorogate, confermate o meno, un anno dopo l'altro. Parlo, altresì, della necessità di intervenire, in sede di revisione costituzionale, anche sul tema del procedimento legislativo. È assai difficile ed improbabile che questo avvenga nella fase finale di questa legislatura, tuttavia, resta una priorità che la nostra Repubblica deve affrontare, cioè quella di mettere mano al funzionamento del Parlamento e del procedimento legislativo. In questo ambito, credo che, nel contesto che conosciamo, quello che ci accingiamo a convertire in legge sia un decreto che contiene risposte positive e importanti, non a tutti i problemi che dovrebbero essere affrontati, ma certamente a un ampio spettro di criticità e di questioni che ci sono state sottoposte e che sono al vaglio del Governo e delle istituzioni, e lo fa, essendo un decreto, che, in partenza, non aveva alcuna disponibilità finanziaria; questa non è la legge di bilancio. Se volessimo fare un paragone calcistico, questa è la serie B della legge di bilancio, cioè è una legge di bilancio senza soldi; è una legge che interviene in tutti gli aspetti possibili dell'attività legislativa senza avere risorse da investire e, quindi, spesso produce attese e aspettative superiori alle reali possibilità di dare risposte concrete. Purtuttavia, siamo riusciti a dare diverse risposte positive. Ovviamente, non le citerò tutte, perché sono moltissime, del resto il titolo del provvedimento “Milleproroghe”, di per sé, è già indicativo della quantità di interventi che sono contenuti in un decreto come questo.

Il gruppo parlamentare di Italia viva ha lavorato con grande intensità, lealtà e, mi permetto di dire, con correttezza, sia politica nei confronti della maggioranza, sia istituzionale all'interno delle due Commissioni affari costituzionali e bilancio, che hanno esaminato il provvedimento in maniera congiunta, portando avanti le proprie battaglie politiche e le proprie tematiche di maggior interesse, ma facendolo sempre nel rispetto, nella condivisione e nella chiarezza delle proprie posizioni, anche quando queste erano contrarie alle posizioni di altri gruppi parlamentari. Poi tornerò su questo tema, perché non si può eludere l'attualità, anche politica, di quello che è successo la scorsa notte in sede di esame di alcuni articoli e di alcuni emendamenti e anche nella trasposizione mediatica che ne è stata fatta.

Ma partiamo con una rapida analisi delle questioni principali su cui Italia Viva si è impegnata, ovviamente in stretta relazione e collaborazione con le relatrici, che ringrazio per la disponibilità, e con i diversi membri del Governo, che hanno seguito questo provvedimento e, su alcuni aspetti, hanno svolto una funzione veramente decisiva nel trovare una mediazione positiva.

Abbiamo portato avanti un emendamento all'articolo 3, che è stato approvato e che interviene sulle disposizioni concernenti l'imposta di registro, ai fini del riconoscimento del credito di imposta per il riacquisto della prima casa. Con questo emendamento, si interviene, sospendendo i termini fino alla data di cessazione dello stato di emergenza. La nuova formulazione che abbiamo inserito estende di 3 mesi la sospensione del termine da cui decorrono i 12 mesi entro cui un soggetto che abbia acquistato col bonus prima casa e rivenduto prima dei 5 anni, è tenuto a riacquistare un nuovo immobile. Una norma tecnica che, però, dà una risposta a molte famiglie e a molte persone del nostro Paese.

Con un ulteriore emendamento presentato da noi del gruppo di Italia Viva, che è stato approvato, si interviene sulla materia dei confidi e si prevede che i provvedimenti di revoca dell'autorizzazione all'iscrizione dei confidi nell'albo degli intermediari finanziari conseguenti al raggiungimento o al mantenimento di un volume di attività pari o superiore a 150 milioni di euro vengano sospesi fino al 31 dicembre 2022, per dar modo di ammortizzare gli effetti che inevitabilmente ci sono stati anche su tutto il comparto dei confidi, che, come ben sa anche il presidente della Commissione finanze, Marattin, che segue più da vicino questi queste tematiche, sono un polmone importante nell'attività a supporto delle imprese e delle famiglie, nell'incentivare e sostenere gli investimenti, gli accessi ai mutui e ai finanziamenti e, quindi, anche la ripresa economica nel nostro Paese.

Si proroga con un ulteriore emendamento, sempre sostenuto e presentato sempre da noi di Italia Viva, l'applicazione delle disposizioni di semplificazione in materia di occupazione del suolo pubblico, del commercio su aree pubbliche e dei pubblici esercizi. La sospensione di tutto questo viene prorogata al 30 giugno 2022. Anche in questo caso, parliamo di un settore che, dal punto di vista economico, e non solo, ha pagato gli effetti del COVID ed era necessario dare una risposta che desse ulteriore respiro a questa realtà. Con un emendamento che abbiamo fortemente voluto, si interviene su un aspetto molto rilevante per le imprese: il cosiddetto “decreto Agosto”, approvato nell'agosto 2020, ha dato la possibilità, per l'esercizio finanziario 2020, di non effettuare fino al 100 per cento dell'ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali, mantenendo, quindi, il loro valore di iscrizione. Con la legge di bilancio del 2022, si è estesa questa possibilità - che non è un artifizio finanziario, ma qualcosa di concreto, che tocca da vicino l'attività delle nostre imprese - anche per il l'esercizio di bilancio 2021, ma solo per i soggetti che ne avevano già usufruito nell'anno precedente. L'emendamento che abbiamo presentato e che è stato approvato - e ringrazio il Governo per aver sostenuto questa richiesta -, toglie la limitazione, e, quindi, tale misura può essere tranquillamente utilizzata anche da chi non aveva beneficiato di questa possibilità nell'esercizio 2020. In questo modo, consentiamo l'estensione della possibilità di sospendere gli ammortamenti del costo delle immobilizzazioni materiali anche appunto a chi non aveva usufruito nel 2021 e, al fine di contenere le ripercussioni finanziarie della pandemia sulle aziende, diamo un aiuto concreto a questi soggetti economici, che sono fondamentali non solo per sostenere la ripartenza, ma anche per dare occupazione, e buona occupazione, alle nostre famiglie, ai nostri ragazzi, ai nostri lavoratori.

Cambiamo completamente tematica. Abbiamo condotto, assieme ad altre forze politiche, una battaglia più di carattere territoriale che riguarda la nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, in particolare nella regione Abruzzo. È stato ottenuto un importante risultato, mantenendo le sedi distaccate dei tribunali. Non si è riusciti, purtroppo, a ottenere analogo risultato per i tribunali delle isole cosiddette minori. Però, credo che sia importante il segnale che arriva per quanto riguarda la regione Abruzzo e ci auguriamo che in altri provvedimenti si possano dare risposte anche ad altri territori.

Abbiamo ottenuto anche il parere positivo – e, poi, l'approvazione - su di un emendamento che proroga al 31 dicembre 2022 il termine entro il quale è consentito agli ispettori autorizzati di effettuare accertamenti periodici relativi alla revisione dei veicoli a motore. Anche in questo caso si tratta di qualcosa che può sembrare marginale, ma che, in realtà, a chi ha a che fare con queste tematiche dà una risposta concreta e importante, peraltro fortemente richiesta dagli operatori del settore.

Un diverso emendamento, sempre in materia di trasporti, modifica le agevolazioni introdotte con il “decreto Trasporti” che prevedono che, nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2022, ai giovani fino al trentacinquesimo anno di età e ai soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza o altri ammortizzatori sociali è concesso un contributo, a titolo di rimborso delle spese sostenute per il conseguimento della patente e delle abilitazioni professionali per la guida di veicoli destinati all'attività di autotrasporto di merci per conto terzi. La modifica prevede l'istituzione presso il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili di un fondo denominato Programma patenti giovani autisti per l'autotrasporto, destinato alla concessione, in favore dei soggetti che ho elencato – quindi, i cittadini compresi tra i 18 e i 35 anni - di un voucher patente per autotrasporto pari all'80 per cento della spesa sostenuta e, comunque, non superiore a 2.500 euro, dal 1° luglio 2022 fino al 31 dicembre 2026. La norma sembra, anche in questo caso, molto tecnica, e in parte lo è, però dà una risposta al settore dell'autotrasporto, che aveva bisogno di coprire una carenza di autisti e di operatori che minacciava la funzionalità, le necessità e l'operatività delle aziende di autotrasporto. Non dimentichiamo, inoltre, che l'autotrasporto è un comparto fondamentale per la logistica del nostro Paese e, dunque, anche per tutte le aziende che hanno bisogno della logistica per far circolare i le merci e le persone. Dunque, è fondamentale che si dia un incentivo per ampliare la platea degli operatori dell'autotrasporto. Questo intervento, rivolto soprattutto ai più giovani, guarda al futuro di questa categoria e di questo comparto.

Un ulteriore emendamento che abbiamo presentato e che è stato approvato dalla Commissione - anche in questo caso, ringraziamo il Governo per il supporto ma anche, in particolare, la Vice Ministra Teresa Bellanova che, al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, segue queste tematiche - ci consentirà di erogare in favore del fornitore di lavoro portuale un contributo fino a 90 euro per lavoratore, anche per il periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2022, con una copertura specifica di 2 milioni di euro. Quindi, è un intervento importante per questa categoria di lavoratori che, peraltro, erano anche in stato di agitazione, in attesa che ci fosse questo tipo di intervento. Dunque, una risposta, anche in questo caso, concreta a una categoria di lavoratori precisa e fondamentale, perché sapete bene che se si fermano i porti si ferma uno dei polmoni che alimentano e danno respiro alla nostra economia. Si stabilisce poi - sempre nello stesso emendamento - che le autorità portuali possono destinare l'1 per cento delle proprie entrate derivanti dalle tasse di imbarco e sbarco per l'incentivazione del pensionamento anticipato dei lavoratori portuali. Sono due provvedimenti che danno una risposta importante alle necessità dei porti italiani. Noi l'abbiamo ampiamente auspicato ed è un intervento che garantirà un tassello fondamentale del sistema logistico italiano e consentirà anche di contenere i contraccolpi della pandemia e di farsi trovare in una condizione più efficiente e più efficace di fronte a una situazione di ripartenza economica, sicuramente, ma che presenta anche difficoltà organizzative.

Ci fa piacere che il lavoro del Ministero e del Governo abbia portato a dare anche questa risposta. Un ulteriore emendamento, sempre nell'ambito dei trasporti, prevede che, fino al 31 dicembre 2022, le prove di verifica delle capacità e dei comportamenti per il conseguimento delle abilitazioni per la guida di veicoli a motore possano essere svolte anche da personale degli uffici della Motorizzazione civile collocato in quiescenza.

Cambiando completamente settore, sono molti gli interventi su cui abbiamo agito e su cui ci siamo impegnati. Ci teniamo a segnalare due interventi che hanno carattere territoriale e che qualcuno, non troppo elegantemente, ha definito “marchette”. Io credo che quando si dà risposta a persone in difficoltà all'interno di una comunità e di un territorio non si faccia una “marchetta”, ma si compia semplicemente il dovere, che la politica ha, di dare risposte alle persone che si trovano ad affrontare situazioni di crisi. Si interviene, tra l'altro, per rispettare un impegno che ci si era assunti in legge di bilancio. Ringrazio, in particolare, la sottosegretaria Sartore, per la sensibilità che ha dimostrato nel sostenere l'emendamento che concede un milione di euro in più alla provincia di Mantova per dare una mano alle famiglie e alle imprese che hanno subito danni in conseguenza di eventi atmosferici, così come la ringrazio, insieme alla sottosegretaria Bergamini e alla Vice Ministra Castelli, per aver dato una risposta positiva alle famiglie di quella palazzina, la torre di via Antonini a Milano, che hanno perso tutto in conseguenza di un incendio e che, per i paradossi della burocrazia e di un ordinamento legislativo non sempre troppo chiari e non sempre rispondenti alle esigenze, rischiavano addirittura di pagare l'IMU, laddove prima non la pagavano, perché quell'immobile, essendo inagibile, veniva considerato sostanzialmente quasi come una seconda casa. Non era esattamente una situazione sostenibile e c'era bisogno di un intervento normativo. Il nostro emendamento prorogava, in attesa di una soluzione, questo adempimento fiscale. La riformulazione ha portato alla creazione di un fondo che consentirà di contribuire alle spese di queste famiglie. Non si tratta, anche in questo caso, di una agevolazione a qualche riccone, come ho sentito dire in Commissione da qualcuno che, forse, non ha ben capito che quando si fa politica ci si deve occupare sia dei macrotemi sia delle questioni più vicine alle persone e anche più vicine ai territori. Si tratta semplicemente - o meglio, non così semplicemente visto che è stato anche oggetto di polemica politica - di dare una risposta concreta a decine di famiglie che hanno perso tutto in conseguenza di un incendio che non dipende certamente dalle loro mancanze. Pensiamo che questo sia un intervento importante, significativo, che era giusto portare avanti. È stato uno degli elementi di polemica in chiusura del provvedimento in Commissione. Ci è molto dispiaciuto che, in una prima fase, ci sia stato un atteggiamento, in particolare, da parte della presidenza della Commissione affari costituzionali eccessivamente restrittivo, allorché aveva dichiarato inizialmente inammissibile questo testo; in realtà, inammissibile non era. Però, alla fine quel che conta è che si sia arrivati a dare un risultato positivo, non a Italia Viva, ma alle famiglie interessate e questo – ripeto - è quello che ci sta più a cuore ed è quello che più conta.

Infine, voglio segnalare l'approvazione dell'emendamento che ha sostanzialmente soppresso un articolo del “decreto Milleproroghe”, in particolare l'articolo 21, che consentiva la destinazione diversa delle risorse derivanti dai fondi sequestrati e acquisiti dalla società ex Ilva ai fini della bonifica ambientale del sito. Questa non era una battaglia politica contro qualcuno o contro qualche cosa, ma era semplicemente una battaglia di civiltà. Non si poteva pensare di realizzare i progetti futuri relativi a impianti di decarbonizzazione attraverso l'uso di fondi destinati alla bonifica dei siti per chi ha subito danni ambientali e sanitari. Anche qui, non è una questione, diciamo, di favoritismi o di agevolazioni per una determinata comunità, è una battaglia di giustizia e di civiltà verso quelle popolazioni. Noi non possiamo distrarre fondi destinati alle bonifiche che, è vero, finora non sono stati spesi, ma il fatto che non siano stati spesi non ne fa venir meno la necessità. Questo intervento consentirà di mantenere quelle risorse; ora bisognerà battersi affinché quelle risorse vengano spese per quel motivo e per quell'obiettivo specifico, non semplicemente fermarsi qui perché abbiamo vinto una battaglia. Ora, il lavoro che deve essere fatto è dare esecutività a questa decisione, presa dal Parlamento nella sua sovranità e legittimità. La bocciatura di questo articolo non è in alcun modo - lo voglio dire chiaramente - uno stratagemma politico per indebolire il Governo, una parte del Governo o qualche esponente - anche quelli più autorevoli - del Governo; è, al contrario, un modo per rivendicare quella centralità del Parlamento - che abbiamo sentito evocare tante volte in quest'Aula anche dalla più alta carica dello Stato, il Presidente Mattarella, nel suo discorso di insediamento per il secondo mandato - che ha tutto il diritto di svolgere la propria funzione, senza che questa venga individuata, tutte le volte, come volta ad indebolire qualcuno. Si è data una risposta positiva a una necessità e non c'è alcun disegno politico oscuro, anche perché l'emendamento era stato presentato da quasi tutte le forze che sostengono la maggioranza di Governo e, dunque, respingiamo al mittente tutte le letture retrosceniste, che ci vedono in qualche modo protagonisti di un'operazione che vuole indebolire qualcuno. Non vogliamo indebolire nessuno, tanto meno il Presidente Draghi, che proprio in quest'Aula, poco più di un anno fa, abbiamo voluto fortemente come guida del nostro Paese e che pensiamo essere oggi davvero una garanzia per l'Italia, per gli italiani e per il futuro della nostra comunità nazionale.

Analogo contesto politico, ossia l'approvazione di un emendamento che aveva parere contrario del Governo, è avvenuto sulla sperimentazione animale. In quest'Aula, un paio di settimane fa, abbiamo fatto un lungo, approfondito e accorato dibattito e confronto sulla necessità di sostenere la ricerca scientifica, in tutte le sue applicazioni - lo abbiamo fatto a proposito della legge sul biologico -: ci sono stati accorati appelli, a partire dal Presidente della Repubblica, fino a tutti i ricercatori del nostro Paese, che ci richiamavano alla necessità di dare dignità, riconoscimento e ruolo alla ricerca scientifica. Noi, con questo emendamento, prevediamo tre anni di sperimentazione aggiuntiva e non pensiamo che questo sia un danno per il nostro Paese, una mancanza di rispetto verso il Governo o una bocciatura di qualche Ministro. Si tratta, anche qui, di una scelta di merito, che la gran parte delle forze politiche di maggioranza ha fatto, tra queste Italia Viva, di dare un lasso di tempo ragionevole affinché la ricerca possa produrre risultati. Se noi, tutti gli anni, facciamo vivere i nostri ricercatori nell'incertezza che questa possibilità venga confermata o meno, è evidente che non si produrranno risultati così evidenti ed efficaci, come, invece, potremmo produrre dando loro un lasso di tempo più ampio per svolgere le proprie sperimentazioni.

Ovviamente anche noi esprimiamo grande soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento che va a potenziare le strutture e a mettere in campo ristori per chi decide di sottoporsi a sedute con psicologi, soprattutto per gli effetti legati a questa pandemia, perché ci sono effetti economici misurabili, ci sono effetti sanitari, purtroppo, quotidianamente misurati, ma ci sono effetti intangibili, che sono quelli che la pandemia ha prodotto, e sta producendo, su milioni di persone, in particolare sulle persone più fragili, che non sono identificabili con una categoria specifica: ciascuno di noi può doversi misurare con le fragilità dell'animo umano di fronte a uno sconvolgimento come quello che la pandemia ha portato. Grazie a una battaglia trasversale, condotta in prima linea dal collega Filippo Sensi del PD, ma sostenuta ampiamente anche da noi di Italia Viva e da altre forze politiche, siamo riusciti finalmente ad arrivare all'approvazione di questa norma, che riconosce un problema, che riconosce una possibilità, che dà una mano concreta a chi ha necessità di rivolgersi ad un'assistenza di carattere psicologico e che appunto segna una buona pagina - credo - della vita parlamentare e della nostra legislatura.

La stessa cosa vale per l'approvazione dell'emendamento citato poco fa dalla collega Lapia, che rinnova il contributo per l'assistenza ai bambini malati di cancro.

Un'ultima considerazione la voglio fare sulle letture date relativamente all'approvazione di alcuni emendamenti, in particolare dei quattro emendamenti che sono stati approvati nella seduta notturna, che si è svolta tra mercoledì e giovedì qui alla Camera. Ribadisco che io non ho ravvisato in alcuna di quelle votazioni un'operazione di carattere politico, né il tentativo di indebolire il Governo, né il preparare scenari di chissà quale tipo, anche perché sono quattro votazioni che hanno portato a risultati differenti, con una composizione delle forze politiche che non è mai stata la stessa in nessuna delle quattro. Si è trattato di valutazioni di merito, di questioni su cui legittimamente i gruppi parlamentari avevano posizioni non sempre conformi e questi emendamenti sono stati votati con la libertà di valutare il merito del provvedimento e non per creare ripercussioni di carattere politico. Quindi, io credo che sia giusto circoscrivere quello che è avvenuto all'interno di una normale, giusta, sana e sacrosanta dialettica parlamentare. Questo ovviamente non fa venir meno la necessità di migliorare la capacità di relazione del Parlamento con il Governo e del Governo con il Parlamento, perché questo - è evidente - è avvenuto anche per una mancata o, forse non corretta, filiera di preparazione di questi emendamenti e soprattutto dell'atteggiamento da tenere in Commissione. Probabilmente, su alcuni temi, un maggiore approfondimento politico avrebbe evitato spaccature, ma probabilmente su alcuni temi - penso ad esempio all'Ilva - sarebbe stato quasi impossibile arrivare a una mediazione, quantomeno in tempi così ravvicinati. Quindi, io credo che non vadano enfatizzati aspetti che sono la normalità della vita parlamentare, soprattutto in un Parlamento che vive grazie all'impegno di una maggioranza molto eterogenea e al contributo di una forza di opposizione che è, di fatto, l'unico partito politico strutturato al di fuori del Parlamento ad essere in questo momento all'opposizione. È evidente che, in una maggioranza così eterogenea, possa capitare che ci siano provvedimenti, emendamenti o singole norme su cui non c'è una compattezza, che ovviamente sarebbe auspicabile da tutti, ma che non sempre può verificarsi. Quindi, quello che è avvenuto deve essere - credo - ridimensionato e circoscritto, non enfatizzato come la bocciatura di una maggioranza, perché - ripeto - nessuna di queste quattro votazioni ha presentato lo stesso schieramento di forze, cioè si è trattato di partiti e gruppi parlamentari che si confrontati sul merito di quei provvedimenti, sulla base dei propri convincimenti e penso che questa non sia - diciamo così - una mancanza di rispetto o uno sgarro di carattere politico, ma sia invece l'esempio di come una Repubblica parlamentare possa funzionare. È chiaro che questa non deve diventare la norma, è chiaro che questo non significa che chiunque può fare quello che vuole, ma, di fronte a singoli emendamenti, può capitare. Ovviamente, siamo di fronte a una fase delicata della vita del nostro Paese, ma anche della dinamica politica del nostro Paese: tra un anno ci saranno le elezioni, ma nel frattempo ci sono importanti appuntamenti internazionali e soprattutto importanti provvedimenti che devono essere assunti. È fondamentale che questi provvedimenti godano, fin dall'inizio, quantomeno della solidità del patto di maggioranza che sostiene questo Governo. Quando si riesce ad arrivare all'approvazione di provvedimenti che hanno avuto un'adeguata istruttoria e un approfondito confronto politico sul merito delle singole questioni, quando si arriva all'approvazione di questi provvedimenti con questo percorso, l'accordo che si raggiunge vincola tutte le forze di maggioranza, non semplicemente all'interno del Consiglio dei Ministri, ma anche nei comportamenti parlamentari. Questo singolo caso, avvenuto nell'ambito dei lavori sul “decreto Milleproroghe”, credo, invece, si inquadri nella normale dialettica parlamentare. Non confondiamo la necessità - che rivendichiamo e ribadiamo e che, peraltro, ci sentiamo di aver sempre mantenuto - di rispettare gli accordi politici presi sulla base di un'approfondita analisi dei provvedimenti e dei temi con le normali dinamiche del Parlamento, che da sempre si verificano, non solo nel nostro Parlamento, ma in tutte le repubbliche parlamentari, su singole norme e singoli emendamenti, che certamente non vanno a intaccare l'azione del Governo, a comprometterla e, tantomeno, a metterla in discussione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Grazie, signora Presidente. Io vorrei iniziare dal ringraziare brevemente, non solo i colleghi che ci hanno accompagnato nel corso di queste settimane nella discussione del “Milleproroghe”, di questo provvedimento dalla natura così particolare - poi ci arriverò brevemente -, ma vorrei ringraziare i presidenti di Commissione, le relatrici, il Governo e gli uffici, che ci hanno seguito nella discussione di un provvedimento che credo non abbia uguali nella legislazione europea, che, purtroppo, è caratteristico ormai del nostro modello legislativo e che è, per sua natura, estremamente complesso. Ci troviamo di fronte ad un provvedimento chiaramente multisettoriale, che praticamente e sostanzialmente attraversa l'intero delle deleghe su cui sono impegnati i membri del Governo e le Commissioni parlamentari, inevitabilmente privo di una ratio unitaria, che aiuti a costruire momenti di sintesi risolutiva e che aiuti a rendere semplice, comprensibile e accessibile il significato unitario dello stesso provvedimento, che inevitabilmente raccoglie tutto il materiale di risulta - senza che questo termine debba suonare necessariamente dispregiativo - ovvero tutti gli argomenti e le questioni irrisolte, sia per quello che riguarda la normale attività legislativa del Parlamento e di carattere ordinamentale, sia per quello che riguarda le leggi di bilancio i provvedimenti simili alle leggi di bilancio. Questa enorme massa di argomenti inevasi confluisce e forma il provvedimento in oggetto alla nostra discussione generale di quest'oggi.

È proprio questa natura del provvedimento che ha reso la nostra discussione così faticosa, così lunga e anche così approfondita, per molti versi, che ci porta oggi, in questa discussione generale, a un confronto nel quale nessuna forza politica, nemmeno quelle di opposizione, può dire di essere stata esclusa. Infatti, il metodo con cui si è formato il provvedimento, che oggi arriva in quest'Aula, è stato inevitabilmente di dialogo parlamentare, di composizione lenta, attenta, faticosa, di merito, soprattutto. Se vogliamo dirla tutta, è l'altra faccia della medaglia della complessità e della ricchezza di questo provvedimento, ovvero il terreno del confronto, dentro la maggioranza e tra la maggioranza e le forze di opposizione, è stato sempre rigidamente e rigorosamente un criterio di merito, di natura scarsamente ideologica, ma attenta al provvedimento, alla sua trasformazione e alle conseguenze che questo potrà avere sulla vita di coloro sui quali questo provvedimento o le eventuali scelte, che in questo provvedimento non sono rientrate, sarebbero andate a impattare.

Per quanto riguarda l'attività del nostro gruppo parlamentare e della nostra forza politica - che, come è noto, è impegnata con convinzione e senza riserve a sostegno del Governo nella ricerca dei punti di sintesi migliori all'interno della maggioranza - noi oggi siamo contenti di potere rivendicare in questa sede alcuni risultati importanti, che non erano previsti nella formulazione originaria del testo, arrivato in discussione in Commissione, e che sono frutto di un nostro lavoro emendativo, che non si è risolto nel solipsismo dell'attività del nostro gruppo parlamentare, ma che ci ha visto intrecciare rapporti, lavoro e priorità con le altre forze politiche della maggioranza.

Grazie a noi e grazie a coloro i quali hanno sostenuto questa battaglia, sia all'interno della maggioranza che anche - va riconosciuto - all'interno del Governo, oggi questo provvedimento si arricchisce del cosiddetto bonus psicologo. È una battaglia che è stata condotta in primis dal nostro collega Filippo Sensi, che fino a pochi minuti fa era qui presente con noi in discussione generale. Tale misura ci consente di ipotizzare una prima risposta, certamente non esaustiva, ma certamente altrettanto importante e significativa, proprio perché figlia di una maturazione avvenuta dentro il Parlamento e di una consapevolezza maturata in queste Aule, della necessità di offrire un segnale di attenzione e una risposta ad un Paese che ha vissuto due degli anni più difficili della propria storia repubblicana.

È un Paese nel quale per molto tempo i ragazzi sono stati privati della ordinarietà della loro vita scolastica, in cui le famiglie per un tempo significativo hanno visto stravolgere le loro abitudini, sia sui luoghi di lavoro, sia nel difficile periodo del lockdown, quando molti di noi sono dovuti rimanere chiusi in casa. Ciò ha cambiato i modi di relazionarsi, i comportamenti e ha esposto chi era più solo e chi era più fragile al rischio di trovarsi ancora più solo e ancora più fragile, al momento dell'uscita dalla drammatica crisi determinata dall'esplosione della pandemia da COVID-19.

Noi sappiamo benissimo che si tratta, appunto, di un bonus, quindi, di una misura che per definizione non è strutturale, non risolve strutturalmente un problema e si inserisce spesso in sistemi sanitari che non sono sempre dei più solidi, dei più ricchi e dei più pronti a dare risposta a questo tipo di bisogni, che in molte regioni d'Italia sono ancora percepiti come bisogni nuovi, mentre in altre fanno parte ormai del bagaglio acquisito nella definizione di salute.

Noi, attraverso questo provvedimento, offriamo un segnale, un messaggio, ai giovani e ai meno giovani di questo Paese, perché pensiamo che la loro salute psicologica e mentale faccia parte della definizione più generale della loro salute.

Quello che è avvenuto nel corso di questi anni ha un segno ben più profondo delle norme emergenziali, che ci hanno visto imporre l'uso delle mascherine piuttosto che insistere a spron battuto sulla campagna di vaccinazione. Da questo punto di vista, i 20 milioni elargiti con questa norma, con questo emendamento, segnano anche un riconoscimento da parte del Governo del fatto che non ponevamo una questione sbagliata e che la salute mentale dei nostri concittadini merita un'attenzione concreta.

Sempre grazie al nostro impegno, al nostro lavoro, e sempre intrecciando il nostro lavoro con quello delle altre forze politiche di maggioranza, questa legge oggi arriva in discussione ricca di una novità, rispetto al testo base, che riguarda i fondi all'editoria, i fondi alle testate, alle agenzie di stampa e a Radio Radicale. Anche questa è una misura che porta il segno dell'impegno del nostro partito, in particolare del collega Lattanzio che, oggi, partecipa qui con noi a questa discussione generale. Si tratta di un intervento all'insegna della difesa del pluralismo della nostra informazione, in difesa della necessità, che tutti noi avvertiamo, di garantire al Paese la più ampia ricchezza, non solo in termini di pluralismo della stampa, ma anche in termini di qualità dell'informazione che viene trasmessa attraverso la stampa e che in qualche modo è garante del rapporto positivo e della comprensibilità delle attività che le nostre istituzioni democratiche svolgono.

Da questo punto di vista, il provvedimento oggi in discussione esce arricchito. Ne esce più forte il pluralismo dell'informazione italiana, ne esce più forte, persino, questo Parlamento che trova nell'informazione, nell'attività, ad esempio, di Radio Radicale, un momento fondamentale di attenzione e di diffusione delle proprie attività e della propria attività legislativa, in particolare.

Nel corso di questi giorni, in particolare di quest'ultimo, quello che ci porta qui, la discussione attorno al “Milleproroghe” si è arricchita e si è trovata caricata di una serie di significati politici da cui penso andrebbe definitivamente spogliata e vorrei brevemente approfittare del tempo che quest'oggi ho a disposizione per dare il mio contributo in questo senso.

È all'evidenza della stampa come, per quattro volte, nel corso della discussione del provvedimento in Commissione, il Governo sia stato messo in minoranza dai commissari che discutevano il merito degli emendamenti. Questo è un dato di fatto certamente vero, mi si consenta di dire, non del tutto nuovo, soprattutto vista la natura del provvedimento che stiamo trattando, ma di certo privo - almeno per quello che riguarda il lavoro e l'impegno della nostra forza politica - di qualsiasi significato politico di carattere più generale.

Credo che questo si capisca meglio, però, provando a entrare nel merito di questi provvedimenti e cercando di capirli uno a uno. Vorrei partire da uno di quelli che hanno fatto discutere di più: quello che riguarda la destinazione dei 575 milioni di euro che vengono dal sequestro Riva.

Nel testo originario di questo provvedimento era previsto che venissero destinati alle attività di ArcelorMittal; la maggioranza, in maniera estremamente trasversale ed estremamente larga, ha sin dall'inizio, seppure non in maniera unitaria, evidenziato con un emendamento come non fosse d'accordo su questo tipo di destinazione e su come ritenesse più utile destinare queste risorse al completamento di parte delle bonifiche e, in conseguenza di questo, ha votato - vorrei aggiungere, non a sorpresa - difformemente rispetto all'indicazione che era venuta dal Governo e rispetto alla quale oggi mi viene da dire che forse era necessario provare ad accompagnare con più insistenza e più elasticità da parte del Governo una mediazione che era possibile, che era nelle corde almeno dell'attività del nostro gruppo parlamentare.

Diversa da questa è la vicenda che ha riguardato la proroga dei limiti del contante a 2 mila euro; questa è una vicenda che ha diviso più profondamente la maggioranza nelle sue - mi si lasci dire - polarizzazioni tradizionali, e cioè quella tra il centrodestra e le forze che, a vario titolo e con varie forme, stanno dall'altra parte del campo politico nazionale e su cui ha prevalso per un'incollatura un'impostazione favorevole alla proroga del tetto ai 2 mila euro per il contante. Anche qui, si tratta certamente di una cosa che non vede in questo caso il nostro partito d'accordo; si tratta certamente di un episodio spiacevole, si tratta di una misura che noi riteniamo essere sbagliata nel merito, ma non si tratta di un fatto di tale profondità da determinare un sommovimento degli equilibri della maggioranza del Parlamento, dei rapporti tra maggioranza e Governo; si tratta di un fatto di normale dialettica politica e parlamentare che ha trovato questo esito. Sarebbe stato forse bello, forse meglio, evitarlo, forse giusto trovare anche lì un altro punto di mediazione, ma questo è; rappresentare questo fatto come il segnale di una montante sfiducia del Parlamento, di parte della maggioranza nei confronti del Governo è voler forzare, in maniera sbagliata, una normale vicenda di dialettica politica e parlamentare.

La terza questione, che ha visto il Governo soccombere in Aula rispetto alla sua maggioranza, è addirittura ancora più tecnica delle due di cui ho avuto modo di parlare fino a questo momento e riguarda i criteri di scorrimento delle graduatorie dei precari della scuola. Ora, detto con tutta la franchezza di questo mondo, c'è stato un dibattito su un'ipotesi di riformulazione fatta dal Governo, l'ipotesi di riformulazione è stata bocciata dalla Commissione e ha prevalso un emendamento, se non ricordo male, di una collega di Forza Italia, della collega Aprea, mi pare, per l'ennesima volta, peraltro, con una composizione di maggioranza diversa da quella dei due episodi precedenti, già diversa tra i due episodi. Ora, pensare o voler accreditare l'idea che questo possa essere frutto di una “malmostosità” o espressione di una crisi che sta maturando nel cuore della maggioranza, è assolutamente, non solo fuori dalle corde dello spirito con cui i colleghi hanno partecipato alla discussione di merito del “Milleproroghe”, ma proprio fuori dalla realtà rispetto alla dimensione non solo finanziaria, ma anche politica delle decisioni che ha preso fino a questo momento il Parlamento della Repubblica.

L'ultima questione è quella di cui più direttamente mi sono occupato e riguarda la proroga all'ingresso in vigore di alcune tipologie specifiche di sperimentazione sugli animali. Vorrei, anche qui, riassumere brevemente la vicenda, perché anche su questa si è formata una maggioranza diversa dalle tre precedenti, a testimoniare ulteriormente il fatto che si è trattato di un confronto di merito. Poteva essere gestito meglio senza dubbio, ora spiegherò nel merito, anche in questa occasione, perché poteva essere gestito meglio nel merito, ma tutto questo non ha a che fare con la tenuta politica della maggioranza e con la sua disponibilità a continuare il percorso che è iniziato con il Governo Draghi ormai più di un anno fa.

Nel 2014, la direttiva europea sul benessere animale è stata recepita dal Senato della Repubblica, in Commissione affari europei, implicandovi il divieto di sperimentazione animale per le sostanze d'abuso e gli xenotrapianti. Di che cosa parliamo nello specifico? Nel caso degli xenotrapianti, parliamo dell'applicazione di una tecnologia premiata con il Premio Nobel l'anno scorso, nel 2020, che consente di spegnere nei maiali alcuni geni che comportano l'incompatibilità dell'organo del maiale con quello di colui il quale lo deve ricevere. In altre parole, stiamo parlando della ricerca sulla possibilità di fare crescere, dentro i maiali editati - quindi, con alcune modifiche al loro DNA -, organi da trapianto per gli esseri umani; già due tentativi di questi trapianti si sono svolti negli Stati Uniti, un rene e un cuore. È una filiera di ricerca estremamente promettente che, fino a poco tempo fa, sembrava avere del miracoloso - la tecnologia che la rende possibile si chiama CRISPR - ed è del tutto immotivato, dal punto di vista scientifico, che i ricercatori italiani e i centri di ricerca italiani non possano partecipare alle ricerche su una delle filiere più promettenti nel campo della ricerca internazionale. Quindi stiamo parlando di maiali, non di cani, non di gatti, non di animali domestici, stiamo parlando di quello che, in altre sedi, consumiamo sotto forma di prosciutto, tanto per non girarci attorno rispetto al merito della vicenda.

La seconda questione, cioè quella delle sostanze d'abuso, necessita di un chiarimento preventivo, perché per “sostanze d'abuso” non si intende esclusivamente l'alcol, piuttosto che il tabacco - francamente, sui danni del tabacco e dell'alcol sappiamo già a sufficienza da non avere bisogno di ulteriori ricerche sugli animali -, ma si intendono tutte quelle sostanze che hanno un effetto psicotropo. Stiamo parlando degli oppiacei che, spesso, i malati di cancro sono costretti ad utilizzare per lenire il dolore che attraversa la loro quotidianità; stiamo parlando di tutte quelle sostanze che, in maniera diretta o indiretta, hanno un effetto sul cervello. Stiamo parlando dei vaccini, perché - che si sappia - i vaccini, prima di essere immessi sul mercato e prima delle autorizzazioni FDA o EMA, hanno bisogno di essere sperimentati sugli animali. Detto in parole povere, stiamo parlando, nella stragrande maggioranza dei casi, di topi di laboratorio. Non si vede perché, in tutti gli altri casi, si possano utilizzare questi benedetti topi di laboratorio, ma, nel caso della ricerca su sostanze d'abuso, questo non possa avvenire.

Su questo, in considerazione del fatto che la maggioranza era attraversata trasversalmente da posizioni diverse, perché molti colleghi hanno, in maniera del tutto legittima e degna di rispetto, una posizione di obiezione di coscienza rispetto all'utilizzo di questi metodi, perché ritengono gli animali esseri senzienti, perché hanno una posizione di cultura, di impostazione che li sente più vicini agli esseri umani e che, quindi, proietta su di essi diritti che noi consideriamo propri ed esclusivi della nostra specie, la richiesta che era stata fatta al Governo - e c'erano anche alcuni gruppi parlamentari che non erano d'accordo - era di rimettersi alle decisioni dell'Aula, impegno che era stato solennemente assunto finché non è stato disdetto nel momento in cui si è proceduto alla votazione.

Anche in questo caso è una scelta talmente tecnica e di dettaglio, se mi consentite, persino di nicchia, che attribuire a questo fatto un significato politico di carattere generale - soprattutto in presenza del fatto che il Governo ha, sostanzialmente, scelto di andare in minoranza, sapendo quello che faceva - rischia non solo di dare al Paese una rappresentazione sbagliata della nostra discussione, come se avessimo passato una settimana a tessere oscure trame per cercare di modificare gli equilibri politici del Paese, ma anche di sacrificare quel po' di buono che il Parlamento ha fatto con grande dispiacere, anche contraddicendo il Governo, che pure, coerentemente, quotidianamente e, soprattutto, solennemente abbiamo deciso di sostenere.

Da questo punto di vista - svolgo solo alcune considerazioni conclusive -, noi siamo assolutamente convinti della qualità del lavoro che questo Parlamento, insieme al Governo, ha svolto nel corso dell'ultimo anno di legislatura. Crediamo molto profondamente nella funzione di questa istituzione e nella necessità che la decisione politica legislativa sia frutto di una composizione, di una mediazione tra l'indicazione del Parlamento e l'indicazione del Governo, che non può avere un tratto univoco e indiscutibile, soprattutto quando si tratta di questioni di merito, molto spesso estremamente tecniche, estremamente condizionate da un tratto di merito.

Noi rivendichiamo il diritto di partecipare, con laicità e con serenità, a questo tipo di discussione, riconfermando fino in fondo il nostro sostegno a questa esperienza di Governo, ma ritagliandoci fino in fondo il nostro ruolo di legislatori, che è quello per cui - come dicono volgarmente fuori da quest'Aula - siamo pagati. Ma permettetemi di dire che la funzione nella quale crediamo e la ragione per cui noi siamo qui, non solo per cui siamo pagati, è la ragione che ha portato ciascuno di noi a decidere di scommettere la proprio tempo, le proprie energie, la propria faccia nell'attività politica e, in particolare, nella tanto disprezzata attività di carattere parlamentare. Noi di questo ruolo del Parlamento stiamo profondamente convinti e questo ruolo del Parlamento cerchiamo di esplicare ogni giorno, con dignità e con disciplina, nella nostra attività quotidiana, senza bisogno di rimbrotti, strigliate, richiami all'ordine, non essendo noi una scuola ed avendo tutti abbondantemente superato la maggiore età, come requisito fondamentale per sedere in quest'Aula. Per cui, da questo punto di vista, da parte nostra, diamo un segnale di grande serenità, di grande disponibilità al lavoro, a proseguire un lavoro insieme, consapevoli che l'altezza delle sfide che aspettano questo Parlamento e questo Governo è decisamente importante, da fare tremare i polsi e che ci sarà bisogno del contributo di tutti, dell'intelligenza di tutti, ma anche, mi si consenta di dire, della pazienza di tutti nei confronti di un luogo che questa pazienza ha dimostrato abbondantemente di meritare, nel corso di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, partirei dalle cronache politiche, perché si racconta di un Premier infuriato per il fatto che è “andato sotto” per ben quattro volte in Commissione, su emendamenti a un provvedimento che lui immaginava arrivasse al voto blindato, come era stato approvato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri. Agita lo spettro delle urne anticipate per spaventare le forze di maggioranza e ricondurle tutte all'ovile, della serie “o si fa come dico io o il Parlamento si trova un altro Governo”. E quindi, sempre secondo Super Mario, i decreti licenziati dal Consiglio dei Ministri non possono vivere di distingui e affossamenti quando approdano in Parlamento. Già su questo vorrei segnalare che esiste la centralità del Parlamento, tanto decantata dal Presidente Fico, che si è materializzata qualche notte fa, finalmente. E vorrei anche citarvi quanto è stato detto dal Presidente della Repubblica, due settimane fa, all'inizio del suo secondo mandato, perché di quello che ha detto il Presidente forse al Premier Draghi non è entrato nulla in testa.

E, allora, siamo qui a ribadirglielo, in quanto il Presidente Mattarella, in quest'Aula, ha sottolineato la necessità che, nell'indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento, quest'ultimo, particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese, sia posto in condizione, sempre, di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. Ripeto, che sia posto in condizione di poterli sempre esaminare e valutare con tempi adeguati. E, allora, dobbiamo riavvolgere un po' il nastro, dobbiamo ritornare nell'auletta dei gruppi parlamentari, dove si è svolta la serata della notte dei lunghi coltelli, delle geometrie variabili, delle convergenze parallele, come tanti giornali hanno descritto, per capire cosa, in realtà, è successo lì, quella notte. Partiamo dalla gestione di quella Commissione, perché, a mio avviso, sono avvenuti fatti gravi, fatti molto gravi, che segnaleremo alla Presidenza dell'onorevole Fico, perché? Perché inizialmente, oltre ai continui capannelli, ai continui stop and go, con queste riunioni di maggioranza che si facevano sostanzialmente in base ai provvedimenti, abbiamo assistito al fatto che le relatrici davano pareri divergenti; una era favorevole e l'altra contraria, e poi il Governo, a seconda un po' dell'orientamento, era favorevole o contrario, logicamente.

Quindi, in quella serata, anzi in quella mattinata cosa è avvenuto? Che ci sono stati emendamenti molto divisivi, su cui la maggioranza ovviamente non reggeva, non restava unita, si è rotta più volte. Noi abbiamo chiesto, su alcune norme, in particolare ricordo la norma che dava licenze premio ai detenuti in regime di semilibertà, il riconteggio dei voti. Il presidente Brescia si è opposto, con forza, dicendo: non è possibile, questa cosa non l'abbiamo mai fatta; e quindi, con la sua insistenza, abbiamo proseguito. Tempo di votare qualche altro emendamento, siamo arrivati alla votazione della proroga sull'uso del denaro contante. Anche in quel caso le relatrici hanno espresso due pareri contrastanti e abbiamo messo in votazione la disposizione per alzata di mano, come si usa fare nelle Commissioni.

Quella norma, all'inizio è stata bocciata. Siccome, a occhio, ci sembrava un po' anomalo questo esito, abbiamo chiesto, questa volta con tanta insistenza, al presidente di turno Brescia di fare una verifica nominale, chiamando tutti i componenti delle Commissioni bilancio e affari costituzionali, con le relative sostituzioni. Abbiamo fatto il riconteggio per chiamata nominale e quella norma è passata, quella norma è stata approvata, contro le indicazioni, contro il verdetto che aveva espresso, 5 minuti prima, il presidente Brescia. Questi sono i fatti.

Allora, qui, oltre a esserci un problema politico, c'è anche un problema di metodo, c'è anche un problema di gestione, perché, Presidente, esprimo qualche perplessità anche sulla precedente norma su cui non è stata fatta la votazione nominale. Questo, a mio avviso, è un fatto molto grave che è avvenuto, perché poi, su tutte le votazioni di tutti gli emendamenti su cui c'era massima divisione e potevano passare anche per un voto, noi abbiamo applicato questo metodo, di richiamare uno ad uno i commissari, e quindi chiedergli come hanno votato, se erano favorevoli, contrari o astenuti.

Quindi, Presidente, questo fatto che voglio raccontare qui, in Aula, e che voglio che resti agli atti, è, a mio avviso, molto grave, su cui si deve intervenire. Noi ci chiediamo: ma chi deve intervenire su questa cosa? Perché un presidente di Commissione è un presidente di garanzia, che deve tutelare la maggioranza come le minoranze. E questo è un fatto.

Il giorno successivo, siccome abbiamo chiuso i lavori alle ore 4,30 del mattino, siamo stati riconvocati in Commissione alle ore 8,30. Torniamo in Commissione, questa volta nella Sala del Mappamondo, che, a mio avviso, non poteva reggere la capienza delle persone presenti, perché quello che è successo nella Sala del Mappamondo non avviene in alcun altro posto d'Italia, per la concentrazione di numero di persone che erano lì dentro, tant'è che il sottoscritto aveva chiesto al presidente di fare una verifica e di fare allontanare le persone in eccesso, gli spettatori che sono deputati, ma spettatori, di farli uscire al di fuori di quella Commissione, perché abbiamo lavorato malissimo, nel frastuono, nel chiacchiericcio, in questi continui assembramenti che si svolgevano per fare queste microriunioni di maggioranza, perché, diciamocelo, la maggioranza - adesso lo abbiamo verificato con quei quattro voti in cui è “andata sotto” - è molto divisa, è molto spaccata, è molto frammentata. Ecco perché il Premier Draghi ha battuto i pugni sul tavolo, dicendo: o si fa come dico io oppure me ne vado. E allora, nel continuo, in quella giornata si sono verificate anomalie, se così possiamo chiamarle. Soprassiedo sulla richiesta sui nostri emendamenti accantonati; li potevamo mettere in votazione, li potevamo quantomeno discutere - sono stati “bocciati” emendamenti che rispondono a problemi che vengono dal Paese reale, dal Paese che ormai molti qui dentro non conoscono più; non è stato assolutamente fatto. Ma il caso gravissimo che si è verificato solo poche ore dopo, ovviamente con la stanchezza che ci portavamo addosso, è che sono stati dichiarati inammissibili due emendamenti. Tra l'altro, il sottoscritto, come potete verificare anche dai resoconti, aveva chiesto sull'emendamento 14.5, a prima firma Noja, gentilmente, delucidazioni, perché si parla di erogare un contributo ai proprietari di unità immobiliare - c'è anche la strada - site nella torre di via Antonini di Milano, in ragione dell'incendio del 29 agosto 2021 e della conseguente dichiarazione di inagibilità del fabbricato. Presso lo stato di previsione del Ministero dell'Interno è istituita una dotazione, per l'anno 2022, di euro 50 mila.

Ora, io non conosco le dinamiche, anzi ho chiesto al Presidente e ho chiesto anche al proponente se ci poteva spiegare qual era la ratio di un emendamento con 50 mila euro, cosa che un comune come Milano potrebbe tranquillamente pagare. L'amministrazione comunale potrebbe chiedere - non so - alla provincia di Milano o alla regione Lombardia di tirare fuori 50 mila euro. Io avevo semplicemente chiesto informazioni e avevo anche rilevato al presidente di turno Brescia che probabilmente non c'era nessuna attinenza con il testo del “Milleproroghe”, con riguardo all'urgenza e alla proroga; tant'è che anche per il successivo emendamento 15.1 Pella, c'era un altro emendamento molto anomalo, che vi voglio leggere così resta agli atti, perché fa veramente ridere questo emendamento: “Al fine di sostenere e incentivare misure volte a favorire opportunità educative per il contrasto alla povertà educativa” - ma ci mancherebbe, chi può essere mai contro – “e per promuovere e sviluppare gli studi delle discipline di social science humanities per l'anno 2022” - e qui già si complicano le cose – “è autorizzata la spesa di 300 mila euro da destinare all'Università di Tor Vergata” - qui iniziano le supercazzole – “per potenziare la capacità del sistema nazionale degli studi riguardanti la letteratura e la lingua italiana in prospettiva interdisciplinare ed europea, mediante una ricerca con indirizzo letterario sul tema del romanzo di formazione italiano”. Allora, mi dovete spiegare come è possibile che un emendamento del genere, con una dotazione di 300 mila euro, sia stato reso dapprima inammissibile – inammissibile -, perché quando il presidente Brescia ha dichiarato che questi due emendamenti erano inammissibili, ci sono state rimostranze da parte dei proponenti, di questa maggioranza. Io ho sentito prima il collega che ha detto tante belle parole: “tranquillità”, “serenità”. Si sono quindi “incazzati” perché sono stati resi inammissibili e hanno detto: ma come, adesso i nostri due emendamenti ce li bocciate, quando avete fatto passare l'universo mondo di emendamenti che erano estranei per materia, e questi, invece, ce li bocciate? Fermi tutti: sospensione della Commissione per 10 minuti, con altri capannelli, altri assembramenti e altre norme violate sulla sicurezza COVID. Alla ripresa dei lavori, il presidente Brescia dichiara che questi emendamenti, magicamente, sono tornati ammissibili – ammissibili! – e li ha posti in votazione, senza dare la parola al sottoscritto e al collega Trancassini, quando, alzando la mano, abbiamo chiesto di spiegare come fosse stato possibile, in pochi minuti, un cambiamento di stato da inammissibile per estraneità di materia ad ammissibile. Il presidente ha quindi proceduto con la votazione; il presidente Brescia non ci ha dato la parola. Non ci ha dato la parola, tant'è che qualcuno si è avvicinato alla presidenza e gli ha strappato il microfono, perché aveva messo in votazione questi emendamenti. Non si capiva nulla, vi era frastuono, con urla e grida. Non c'è stata la possibilità neanche di poter contare le mani alzate su questi emendamenti per verificare se i numeri fossero favorevoli. Veramente, c'è stato il caos più totale, il caos più totale. Dopodiché, il presidente ha dato il mandato al relatore, in un clima infernale di confusione. Tra i presenti c'erano anche circa 70-80 deputati, che, voglio ricordarlo, sono tutti pubblici ufficiali, i quali hanno assistito a questa scena d'inferno. Il presidente Brescia ha azzittito le minoranze, che chiedevano semplicemente spiegazioni, ha dato il mandato al relatore, senza aver fatto un preventivo ufficio di presidenza in cui concordare quale fosse il termine da dare per il mandato al relatore e, nel caos più totale, tra i tafferugli - c'era anche il Ministro D'Inca' che, a un certo punto, è diventato il buttafuori che divideva le persone - si è chiusa la Commissione.

Allora, riprendendo le parole del Presidente della Repubblica, che ha giurato lì, proprio dove c'è la Presidenza - dove siede lei - vorrei chiedere che il Parlamento sia messo sempre in condizione di esaminare e valutare con tempi adeguati gli atti fondamentali di Governo del Paese. A questo punto, scriveremo anche al Presidente Mattarella e gli diremo: Presidente, la maggioranza e il Governo, che lei ha battezzato, ha qualche problemino, qualche difetto di democrazia! Non è possibile, in un Paese dell'Occidente, un Paese che fa parte del G7, che avvengano cose del genere: ma stiamo scherzando? Ma stiamo scherzando? È una cosa inenarrabile, non si può raccontare; ciò sarebbe possibile in un Paese del Centro Africa, del Sud America, non nella civilizzata Italia! Questa è una cosa gravissima: gravissima!

Tra l'altro, ieri, il mio collega Colletti è venuto qui, ha denunciato le “marchette”; si è poi alzato Fiano, del Partito Democratico, e gli ha detto: lei sta dicendo cose che sono rilevanti penalmente, quindi la porteremo in giudizio. Ci ha minacciato! Ma cosa dovete minacciare? Avete distrutto la democrazia in questo Paese e ci volete anche minacciare che noi portiamo alla luce queste “marchette” ignobili, che sono estranee per materia…

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di rivolgersi alla Presidenza.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Tanto non c'è Fiano, comunque mi rivolgo a lei, Presidente, ci mancherebbe…

PRESIDENTE. È il Regolamento, collega. Prego.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Volendo proseguire, questi due emendamenti sono stati il casus belli su cui è scoppiato l'inferno in quella Commissione, ma ce n'è pure un altro, approvato nel caos, che vorrei sottoporre a lei, Presidente, e a tutti gli italiani che leggeranno i resoconti o vedranno il video. E' stata approvata una norma concernente la proroga in materia di tabacchi lavorati e prodotti succedanei dei prodotti da fumo, composta da 16 commi: è una riforma, non è un emendamento normale.

Con riferimento al primo comma, posso essere d'accordo, laddove c'è un rinvio delle percentuali sulle accise, ma, dal comma 2 fino al 16, praticamente si parla di tutt'altro, e anche questo è estraneo per materia al “Proroga termini”. Parlando con qualche collega più informato, semplicemente emerge che è un'altra “marchetta” che si fa a British American Tobacco, con la complicità di forze politiche che, tempo fa, erano contro questo genere di approvazione e contro questo genere di fatti. E mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, ormai completamente appiattiti, annullati, ormai parte di questo sistema, delle lobby e della casta che loro hanno voluto combattere!

Presidente, lo devo per forza denunciare all'opinione pubblica e lasciare nei resoconti parlamentari, perché bisogna fare un po' di luce e di chiarezza. Poiché, ormai, noi delle opposizioni non abbiamo più tempo - magari oggi in quest'Aula vuota dove siedono in questo momento otto parlamentari -, dobbiamo dire queste cose. Questo perché, poi, quando vi sono momenti importanti - mi viene in mente, ad esempio, la legge di bilancio, nell'ambito della quale avevamo quattro minuti a testa sul complesso degli emendamenti, sul complesso degli ordini del giorno - non abbiamo la possibilità di dire nulla al riguardo: non abbiamo veramente la possibilità di dire nulla!

Continuando ed entrando nel merito del provvedimento, siamo riusciti, ad esempio, a bloccare i fondi che dall'Ilva dovevano essere destinati alle bonifiche e non per continuare la gestione; anche qui c'è stata una maggioranza non consuetudinaria, non ordinaria. Noi abbiamo difeso questo emendamento e assistito, purtroppo, all'ulteriore proroga sulla sperimentazione animale, anche con riferimento agli xenotrapianti e alle sostanze d'abuso come alcol e nicotina. Un decreto legislativo del 2014 doveva interrompere questa sperimentazione nel 2017; nel testo originario si prevedeva il 2022, poi addirittura, con gli emendamenti, è stato allungato al 2025: una misura davvero censurabile.

Presidente, vado verso la conclusione, anche perché sono molto provato dalla gestione, ma soprattutto da questo decreto, con la speranza che vi possano essere una maggiore attenzione e un maggiore coinvolgimento delle forze di opposizione, che vi sia quel rispetto che è mancato tanto nei confronti di questo provvedimento, e, soprattutto, che si eviti di trasformare ogni decreto in un provvedimento omnibus. Infatti, per mantenere in piedi una maggioranza così eterogenea, litigiosa e divisiva e tenerla unita il Premier Draghi fa concessioni imbarazzanti e lo abbiamo visto nei provvedimenti precedenti, con riferimento ai quali si creano migliaia di nuovi posti di lavoro, posti di dirigente, posti di personale non dirigente; oltre a questo, si fanno concessioni anche all'interno degli stessi partiti, purché ognuno venga accontentato e soddisfatto, così può vigere questa pax.

E, allora, ritornando alle parole del Capo dello Stato, credo che queste fossero soltanto di facciata e l'unico che pare averlo capito qui è proprio il Presidente del Consiglio che, non a caso, al rientro da Bruxelles, è prima salito al Quirinale per incontrare Mattarella, poi ha convocato i capi delegazione a Palazzo Chigi per dare il suo ultimatum. Allora, visto che i partiti, l'altra notte, hanno dimostrato coraggio, andando contro le indicazioni del Governo, credo sia arrivato il momento di staccare la spina prima che lo faccia lui, perché non è possibile che un Parlamento sia ridotto a un “pigia bottone”: stare zitti ed eseguire gli ordini. Credo che, dopo la lavata di testa che vi è stata fatta in questi giorni, che vi sarà fatta in questi giorni, se già non ve l'ha fatta qualcuno, dobbiamo tornare ad avere quel peso, quella capacità di interpretare i bisogni dell'esterno e trasformarli in legge, perché questo è il ruolo del legislatore, questa è una scelta che sta a voi. Tante volte i cittadini ci chiedono cosa si può fare per mandare a casa questo Governo. Lo devono fare le forze che attualmente lo compongono e lo sostengono: staccate la spina a questo Governo, mandate a casa il banchiere Draghi e, soprattutto, cerchiamo di dare ruolo e utilità al parlamentare, perché, altrimenti, se continuiamo con questo andazzo, ci attenderanno tempi difficili e non saremo di certo utili al Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Maurizio Cattoi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO CATTOI (M5S). Grazie Presidente, colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, come già dicevano i miei colleghi precedentemente, siamo arrivati alla fine di questa fase ormai rituale e storicizzata della vita parlamentare e del Paese. Vorrei subito cominciare, ringraziando, per l'attività, i colleghi che hanno profuso il loro impegno in queste serate, in queste nottate, il Governo, i relatori. Certamente, è stato un provvedimento che ha vissuto momenti di tensione e di difficoltà; ma, come sempre, caratterizzanti questa fase, vengono poi bilanciate dalle sensibilità delle forze politiche.

Sta, infatti, alla sensibilità dei singoli esponenti di Governo e dei parlamentari riportare la discussione al merito dei problemi. Il merito dei problemi, in questo momento, è il focus su che stiamo vivendo, in quella che sembra una eterna pandemia, che si riproduce per ondate successive; sembra quasi non avere un orizzonte, mentre dobbiamo sforzarci tutti, nell'ambito dei propri ruoli di competenza, di fare il possibile per uscirne nel modo più fine, sensibile e preciso possibile; certo, non tutte le ciambelle escono con il buco, ma è stato fatto tesoro di quanto anche il Presidente Mattarella ha suggerito nel suo discorso di insediamento, per il corretto rapporto tra Governo e Parlamento. Quindi, questa rimane comunque sempre una testimonianza importante di collaborazione tra organi e istituzioni dello Stato, per il bene dei cittadini.

Per venire al merito delle questioni, gran parte del focus del provvedimento riguarda la necessità di far rifunzionare le organizzazioni dello Stato, le amministrazioni pubbliche, dando un respiro alla propria capacità riorganizzativa e di resilienza rispetto alle criticità che stiamo vivendo, prorogando tutta una serie di misure per il funzionamento, per consentire l'aggiustamento di tanti aspetti in quasi in tutti i settori in cui il Parlamento ha la delega. Quindi, da questo punto di vista, mi soffermerei su ciò che è avvenuto sulle problematiche riguardanti il sistema delle proroghe delle assunzioni attraverso i concorsi nella pubblica amministrazione; questo perché è necessario non solo affrontare un problema ormai pesante, cronico del nostro profilo civile e sociale, che è quello di dare una chance di sbocco occupazionale a tante giovani risorse del Paese, ma anche e soprattutto venire incontro alle necessità delle amministrazioni, di superare un gap determinato da una lunghissima fase di blocco del turnover nei concorsi, che ha avuto, come effetto, un pauroso invecchiamento della forza lavoro e della forza lavoro specializzata nella pubblica amministrazione. Questo gap probabilmente lo vivremo ancora per qualche anno, con rischi molto importanti, soprattutto sul piano della sicurezza del territorio. Ecco perché, proprio nel settore delle pubbliche amministrazioni e, in particolare, dell'interno, mi piace sottolineare come una serie di proroghe sia intervenuta, dando la possibilità, fino a dicembre 2022, per le pubbliche amministrazioni di assumere a tempo indeterminato personale già cessato dall'impiego negli anni dal 2009 al 2020. È stata prorogata anche la possibilità, al 31 dicembre 2022, per le assunzioni del comparto sicurezza e difesa e per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche in deroga alle limitazioni previste per le pubbliche amministrazioni dalla normativa vigente. Il Governo ha prorogato – e siamo felici che sia stata assecondata questa iniziativa -, al 31 dicembre 2022, il termine entro il quale le amministrazioni dello Stato possono procedere ad assunzioni finalizzate, con il fondo destinato a questa finalizzazione, disposte in aggiunta anche alle facoltà assunzionali.

Inoltre, è prorogato il termine per l'ultimazione delle procedure per l'assunzione di personale della carriera prefettizia e di personale di livello dirigenziale e non dirigenziale dell'amministrazione civile dell'Interno, così come al 31 dicembre 2023 è prorogato il termine entro il quale le pubbliche amministrazioni possono assumere a tempo indeterminato i soggetti già titolari di contratti di lavoro a termine.

È stata estesa anche al triennio 2022-2024 l'autorizzazione all'assunzione di personale di livello dirigenziale e non dirigenziale destinato all'Avvocatura dello Stato. È stata, inoltre, prorogata al 31 dicembre 2022 la possibilità di disporre le assunzioni, già puntualmente indicate, relative al personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Altre proroghe sono intervenute relativamente al termine per la conclusione delle procedure concorsuali indette dal Ministero dell'Istruzione e dal Ministero dell'Università e della ricerca. Ancora, è prorogata all'anno 2022 la facoltà del Ministero dell'Economia e delle finanze di bandire concorsi per l'assunzione a tempo indeterminato di 550 unità di personale non dirigenziale da destinare alle ragionerie territoriali dello Stato e alle commissioni tributarie.

È stato anche rinviato al 2022 il termine entro il quale il Mise è autorizzato all'indizione di un pubblico concorso volto all'assunzione a tempo indeterminato, nei limiti dei posti disponibili nella relativa dotazione organica, di 30 unità da inquadrare nell'area terza per lo svolgimento degli adempimenti derivanti dall'attuazione della direttiva (UE) 2015/2436, in tema di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa.

È anche fissato all'anno 2022 il termine entro il quale il MEF è autorizzato a bandire procedure concorsuali per l'assunzione a tempo indeterminato di personale preposto al rafforzamento delle capacità organizzative delle pubbliche amministrazioni, in vista dell'attuazione del PNRR.

È stato, altresì, esteso al 31 dicembre 2022 il termine per l'espletamento delle procedure concorsuali già autorizzate per l'assunzione di personale appartenente alla carriera prefettizia dirigenziale e non dirigenziale del Ministero dell'Interno ed è stata prorogata al 31 dicembre 2022 la validità della graduatoria della procedura speciale di reclutamento nella qualifica di Vigile del fuoco riservato al personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Sappiamo quanto questo gap di risorse, derivante dalle mancate procedure di assorbimento del turnover, possa causare, nei prossimi tempi, proprio la totale scopertura di alcuni settori territoriali, specialmente per quanto riguarda i Vigili del fuoco e i commissariati di Polizia.

In tema di assunzioni, parlando di un particolare settore che ci è stato a cuore, ovvero della possibilità che la regione Calabria possa procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato limitatamente alla durata del piano di rientro dai disavanzi sanitari, voglio solo ricordare come la situazione calabrese sia stata oggetto di un approfondito esame da parte di quest'Aula. E, sempre in tema di assunzioni, limitatamente alla durata del piano di rientro, voglio soltanto evidenziare come questo intervento arrivi a valle di una triste vicenda, nota per la cattiva gestione della sanità calabrese, che ha destato una composta e dignitosa reazione dei cittadini per il diritto alla salute. La sanità calabrese si trova in uno stato di disavanzo, ormai quasi senza speranza, che ha portato, dal 2010, anno in cui è cominciato il commissariamento della sanità, ad avere un disavanzo di 187 milioni di euro che, fino al 2013 è gradualmente migliorato, passando da 110 milioni a 33 milioni appunto nel 2013. Dal 2014, poi, la tendenza è nuovamente peggiorata, fino a raggiungere il picco di 213 milioni di deficit nel 2018.

Secondo le prime stime della Banca d'Italia, il disavanzo sanitario per il 2020 ammonterebbe a 113 milioni di euro. Questo significa che ai cittadini calabresi non sono garantiti le prestazioni e i servizi minimi essenziali che il servizio sanitario sarebbe tenuto a fornire.

Questo tipo di intervento, certamente non risolutivo di questa complessa situazione, rappresenta un primo ma significativo slancio verso una regione del Sud troppo spesso vessata da una gestione politica malata: debiti milionari accumulati per decenni, bilanci economico-finanziari che non sono mai stati redatti, ospedali chiusi, cittadini che, per arrivare al primo pronto soccorso, devono percorrere centinaia di chilometri e livelli di assistenza sotto la soglia minima.

Presidente, questo è uno degli esempi di capacità di questa assise, di questo consesso, di intervenire anche in maniera fine e puntuale, cercando di portare questo Paese ad essere in grado di affrontare la rinascita che ci aspettiamo da questa situazione di crisi ormai perdurante da troppo tempo.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Essendo giunti alle ore 13,30 sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3431-A. Ricordo che prima della sospensione si è conclusa la discussione generale.

(Repliche - A.C. 3431-A​)

PRESIDENTE. Hanno facoltà di replicare la relatrice per la I Commissione (Affari costituzionali) e la relatrice per la V Commissione (Bilancio): prendo atto che vi rinunziano. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo: prendo altresì atto che vi rinunzia.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3431-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A). Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la Vice Ministra Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Presidente, chiedo, a nome del Governo, una sospensione di un'ora e mezza per consentire la definizione di alcuni rilievi della Ragioneria sul testo approvato in Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, visto che c'è stata questa comunicazione del Governo, vorremmo che fosse chiaro qui in Aula quali siano questi rilievi della Ragioneria, per dare un po' più di trasparenza dei lavori dell'Aula, se il Governo già ne è in possesso. Non vorremmo che questi rilievi facessero riferimento, ad esempio, all'emendamento Cannizzaro, all'emendamento Pella o all'emendamento Noja oppure, addirittura, a quell'emendamento, che è stato denunciato oggi in discussione generale dal mio collega Trano, in riferimento ai tabacchi, che dovrebbe potere favorire British American Tobacco, una multinazionale molto conosciuta, conosciuta anche per un'inchiesta della procura di Firenze per i finanziamenti alla fondazione “Open” di Matteo Renzi. Sembra che questo emendamento, ficcato all'ultimo, favorisca la British American Tobacco, che sembrerebbe aver trovato un nuovo canale privilegiato per farsi approvare emendamenti in Commissione bilancio o attraverso il Governo. Quindi, vorremmo avere un chiarimento, se questi rilievi riguardano anche questo emendamento “marchetta” sui tabacchi.

PRESIDENTE. Una volta che arriveranno, immagino pure che vi saranno le riflessioni.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Sì, però, sto intervenendo sull'ordine dei lavori, Presidente, quindi, le chiedo la cortesia di potermi far concludere. Vorremmo capire meglio questo intervento della Ragioneria e che venga dichiarato qui in Aula quali sono questi rilievi della Ragioneria, anche considerato il fatto che le Commissioni riunite, affari costituzionali e bilancio, per far approvare questo decreto, hanno lavorato fino alle 4 di notte di mercoledì e, oltretutto, hanno lavorato – malissimo, ovviamente - ieri senza permettere alle opposizioni di poter esprimere un voto e neanche di poter discutere degli emendamenti, poi dichiarati magicamente ammissibili dal Presidente Brescia. Quindi, vorremmo semplicemente una maggiore trasparenza da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, preliminarmente vorrei stigmatizzare il fatto che abbiamo appreso di questo rinvio dalle agenzie. Credo che ci vorrebbe almeno un minimo di educazione, di costruzione di rapporti reciproci e, quindi, magari, qualche informazione per le cosiddette vie brevi. Nello specifico, sulla richiesta di rinvio, faccio notare che Fratelli d'Italia ha convocato una direzione nazionale, che non terminerà prima delle 17,30. Quindi, come prassi, chiedo che il rinvio venga posticipato. Nel contempo, visto che probabilmente si riandrà in Commissione, vorrei chiedere se è possibile - lo dico alle relatrici - far correggere anche il resoconto di ieri. Infatti, nel resoconto, nella parte finale, non si dà contezza di come le inammissibilità dichiarate siano diventate ammissibili nello spazio di una interruzione di cinque minuti. È vero che nel frattempo, in quei cinque minuti, c'è stata una violenta discussione con la Vice Ministra Castelli, da parte di esponenti della maggioranza, che l'hanno costretta ad abbandonare l'aula. Ma che questo sia diventato un motivo di ammissibilità degli emendamenti lo trovo un paradosso! Quindi, se è possibile, quando riprenderemo, nel resoconto vorrei venisse data spiegazione di come, a partire da una dichiarazione di inammissibilità, dopo cinque minuti dalla ripresa dei lavori, quella inammissibilità sia diventata ammissibilità.

PRESIDENTE. Va bene. Non ci sono obiezioni alla richiesta di sospensione, considerando che l'orario di seduta era già previsto dalle 15 alle 20. A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,40.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16,42.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3431-A. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la relatrice, deputata Daniela Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO, Relatrice per la V Commissione. Grazie, Presidente. Chiedo all'Assemblea di rinviare il provvedimento nelle Commissioni per un riesame del testo, per un tempo di un'ora e trenta, che tenga conto anche dei tempi per la predisposizione del testo A/R, al fine di modificare o sopprimere dal provvedimento medesimo alcune disposizioni che presentano profili problematici dal punto di vista della copertura finanziaria, quali risultanti dalla nota della Ragioneria generale dello Stato pervenuta nella giornata di oggi.

Le norme oggetto di rinvio sono, in particolare, le seguenti: i commi 11-ter e 11-quater dell'articolo 1; i commi 27-bis e 27-ter, sempre dell'articolo 1; l'articolo 1-quater e l'articolo 18-quater.

PRESIDENTE. Credo che ci siano obiezioni sul rinvio… No, non ci sono obiezioni sul rinvio... Se sulla proposta testé avanzata di rinvio del provvedimento nelle Commissioni, nei termini precisati dalla relatrice, non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…Ci sono, quindi, obiezioni. Collega Lollobrigida, perfetto, chiedete…

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,44).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti, previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Sulla proposta di rinvio del provvedimento nelle Commissioni, nei termini precisati dalla relatrice, darò ora la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e ad uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno. Chi chiede di parlare contro? Nessuno chiede di parlare contro. Chi chiede di parlare a favore? Nessuno chiede di parlare a favore.

Sospendo, a questo punto (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)... Colleghi l'ho chiesto. Qualcuno chiede di parlare contro la richiesta… ?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, lei ha dato i cinque minuti, posso parlare sull'ordine dei lavori, così intanto approfitto dei cinque minuti, ribadendo una nostra richiesta, che abbiamo già avanzato nelle riunioni dei capigruppo e su cui si è registrata anche la condivisione di alcune forze della maggioranza, come esigenza, credo, di tutto il Parlamento, che è quella di avere il Presidente Draghi e una relazione su quanto sta avvenendo in Ucraina, rispetto alla vicenda del rischio della guerra, che si sta aggravando di ora in ora. Siccome nella riunione dei capigruppo avevamo riscontrato una sensibilità in merito, credo, anche condivisa da più forze politiche, ci aspettavamo che questa risposta ci arrivasse, o per le vie brevi o, in maniera formale, anche nella seduta di oggi. Questo non è avvenuto, riteniamo molto grave che il Parlamento italiano non venga coinvolto, come è stato nel passato, in qualsiasi occasione simile a questa e, quindi, essendo uno degli argomenti principali, chiedo a lei di riportare al Presidente che abbiamo ribadito questa nostra richiesta, lo ripeto, credo, ampiamente condivisa come sensibilità da tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. D'accordo. A questo punto sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 16,49.

La seduta, sospesa alle 16,45, è ripresa alle 16,52.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire la relatrice, per una precisazione sulla proposta di rinvio. Prego, relatrice Torto.

DANIELA TORTO, Relatrice per la V Commissione. Presidente, possiamo accogliere la richiesta del gruppo di Fratelli d'Italia e, quindi, iniziare con il rinvio nelle Commissioni alle 17,30 e, poi, tornare in Aula per le 19, dando il tempo, poi, agli uffici di rielaborare il tutto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio nelle Commissioni del provvedimento, nei termini precisati dalla relatrice.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 19 voti di differenza.

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 19. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 19.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3431-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi.

Avverto che, a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, le Commissioni hanno predisposto un nuovo testo, che è pubblicato online sul sito Internet della Camera ed è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Resta inteso che, come da prassi, si intendono ripresentati gli emendamenti già presentati in Assemblea, ove ancora riferibili al nuovo testo approvato dalle Commissioni.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3431-A/R​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, deputato Federico D'Inca'. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 3431-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, nel testo approvato dalle Commissioni riunite a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Insomma, ci voleva l'elezione del Presidente Mattarella per stabilire un nuovo record e polverizzare tutti i record precedenti, perché siamo alla trentanovesima fiducia e siamo alla seconda fiducia in una settimana. Eppure in quest'Aula ancora si sentono gli echi degli applausi al Presidente Mattarella, la standing ovation che avete riservato al passaggio in cui Mattarella ha detto che non si può umiliare il Parlamento, che bisogna rispettare il confronto politico, che questo è il posto dove si costruisce la democrazia e dove si indicano le strategie per il futuro, dove si cerca di trovare la quadra rispetto a questo momento così difficile. Bene, lo avete talmente ascoltato che avete posto la seconda fiducia in una settimana, ma avete fatto anche di più, perché, Presidente, come abbiamo denunciato ieri in quest'Aula, adesso c'è la nuova frontiera della compressione della democrazia. Adesso non si discute più non solo in Aula, ma anche in Commissione.

In Commissione, adesso, quando il presidente decide che è ora di finirla, prende e azzera la discussione, così come è avvenuto nelle ore passate, e l'opposizione non ha la possibilità nemmeno di discutere, non dico di approvare, i propri emendamenti. E allora la fiducia in realtà è una scelta strategica: innanzitutto è la scelta della fuga, perché attraverso la fiducia noi scappiamo dal confronto politico; evitiamo di ascoltare l'opposizione, che non è, come la si vuole descrivere, urlatrice e becera, ma in realtà costruttiva e paziente. E allora noi dobbiamo trovare il modo di scappare da questo confronto perché a questo confronto noi non siamo attrezzati. Ma, in realtà, la fiducia è posta e richiesta come silenziatore per la maggioranza, perché questo è il vero dato politico, Presidente.

Il Governo è costretto a mettere una serie interminabile di fiducie per evitare che in quest'Aula emerga la divisione della compagine di Governo, l'impossibilità di governare con questa maggioranza. Soprattutto, gli italiani scoprirebbero quanto è divisa, perché la divisione, per leggerla, bisogna essere un po' addetti ai lavori, e cioè tutte quelle volte che tra bianco e nero diventa grigio, o tutte le volte in cui su decisioni importanti per la nazione scegliamo di non scegliere, è perché la maggioranza non ha trovato la quadra, magari nonostante tante ore di discussioni. Allora queste discussioni teniamole lontane. Un concetto, Presidente, molto lontano da quello che il MoVimento 5 Stelle auspicava, e cioè il palazzo di cristallo, il palazzo dove gli italiani possono vedere tutto quello che succede. Siamo arrivati oltre: non si vede quello che succede qua dentro, ma, in realtà, non facciamo proprio succedere niente qua dentro; lo facciamo succedere altrove, in modo che gli italiani è sicuro che non lo vengano a sapere.

E la dimostrazione che la fiducia è fuga e anche silenziatore per la maggioranza sono le 4 volte che il Governo è andato sotto nella scorsa notte. Per quattro volte, la maggioranza è stata battuta su emendamenti presentati con il parere contrario del Governo.

Ecco, sono questi i veri motivi per i quali chiedete la trentanovesima fiducia e che ci rendono amareggiati, signor Presidente. Siamo amareggiati, perché non possiamo fare bene il nostro lavoro, perché non abbiamo la possibilità di presentare le nostre proposte e penso anche che dobbiamo essere amareggiati per la fine che ha fatto questo gloriosissimo Parlamento. Siamo amareggiati - e concludo, signor Presidente -, ma siamo anche ottimisti, perché la democrazia, prima o poi, vi verrà a prendere e, prima o poi, anzi, molto presto ci sarà finalmente un Governo degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trano, sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Sì Presidente, perché questa fiducia è quanto mai inopportuna, alla luce delle 4 votazioni su cui il Governo è andato sotto in Commissione, ma anche per le presunte gravi violazioni che sono avvenute in ordine alle modalità di voto nelle Commissioni bilancio e affari costituzionali. Negare a questo consesso, a questa istituzione la possibilità di mettere in discussione alcuni emendamenti, a mio avviso, è davvero inopportuno. Infatti, bisogna spiegare al Premier Draghi, a cui piacerebbe tanto avere una dittatura, il cosiddetto Draghistan, che, in realtà, lo sta già esercitando, con la complicità di tutte le forze di maggioranza, poiché i provvedimenti che vengono varati in Consiglio dei Ministri rimangono puliti, senza alcuna modifica, senza alcuna emendamento approvato da queste Camere, perché questo è il suo modo di ragionare, questo è il suo modo di pensare. Allora, teniamo presente quanto ci ha detto il Presidente Mattarella pochi giorni fa, proprio qui, in quest'Aula, ossia che, su particolari atti fondamentali, il Parlamento deve essere sempre posto nelle condizioni di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. Cosa che non è successa in Commissione, dove la discussione si è interrotta in modo brusco e violento e non abbiamo avuto alcuna possibilità di chiedere, quanto meno, delucidazioni su alcuni emendamenti che, a nostro avviso, sono vergognosi, inammissibili ed estranei per materia. E, allora, come si fa ad andare avanti con questo clima? Come si fa ad andare avanti a colpi di fiducia? Noi vorremmo non soltanto stigmatizzare, ma anche diffidare il Governo e il Premier Mario Draghi a continuare con questo andamento, di porre sui provvedimenti sempre la questione di fiducia, perché, se lui vuole la dittatura in questo paese, allora, provveda, non so, a fare qualcos'altro; ma noi, siccome siamo i rappresentanti dei cittadini e abbiamo un mandato chiaro, vogliamo discutere su tutti i provvedimenti, altrimenti faccia scendere l'esercito in strada e, quindi, possiamo aprire al “Draghistan”.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nella riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo dello scorso 15 febbraio, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 3431, di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (da inviare al Senato e da convertire entro il 28 febbraio 2022), la votazione per appello nominale sulla questione di fiducia - che si svolgerà con accesso in Aula dei deputati programmato secondo specifiche fasce orarie predisposte in base all'iniziale del cognome - avrà luogo nella seduta di lunedì 21 febbraio, a partire dalle ore 14, con dichiarazioni di voto a partire dalle ore 12.15.

Seguiranno, a partire dalle ore 19 di lunedì 21 e nella giornata di martedì 22 febbraio, le ulteriori fasi dell'esame (esame degli ordini del giorno, dichiarazioni di voto finale e votazione finale del disegno di legge).

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 11 di lunedì 21 febbraio.

Estraggo, quindi, a sorte il nominativo del deputato dal quale inizierà la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dal deputato Rospi.

Avverto inoltre che, con lettera in data 17 febbraio, il presidente della Commissione Affari costituzionali, ha rappresentato l'esigenza, condivisa all'unanimità dai rappresentanti dei Gruppi, di rinviare alla seduta di lunedì 28 febbraio la discussione generale della proposta di legge costituzionale recante modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica, prevista dal vigente calendario dei lavori per mercoledì 23 febbraio.

Secondo le intese tra i gruppi l'esame del provvedimento sopra citato non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute dell'Assemblea previste per la prossima settimana.

Avverto infine che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per la discussione generale della proposta di legge recante disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 21 febbraio 2022 - Ore 12,15:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. (C. 3431-A/R​)

Relatrici: BORDONALI, per la I Commissione; TORTO, per la V Commissione.

La seduta termina alle 19,10.