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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 639 di mercoledì 16 febbraio 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 febbraio 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della Giustizia, la Ministra dell'Università e della ricerca, il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative normative volte al rapido recepimento della direttiva europea riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto europeo – n. 3-02758)

PRESIDENTE. Il deputato Ferraresi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Businarolo ed altri n. 3-02758 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

VITTORIO FERRARESI (M5S). Grazie, Presidente. Ministra Cartabia, con l'ex Ministro Bonafede abbiamo lavorato per far recuperare punti all'immagine dell'Italia in tema di trasparenza e lotta alla corruzione, prendendo il plauso della stessa in riferimento alla “legge Spazzacorrotti”. Rimane da attuare la direttiva sul whistleblowing, ovvero la tutela di chi denuncia fatti illeciti nel settore pubblico e privato, in modo che possa essere individuata, prevenuta e contrastata la corruzione, oltre che valorizzate la meritocrazia e la trasparenza.

Purtroppo, per un'inspiegabile mancata azione del Governo, tale delega è stata fatta cadere, premesso che, in ogni caso, non servirebbe delega al Governo per intervenire, in quanto lo stesso ha autonoma iniziativa normativa, come abbiamo visto per il recepimento di alcuni istituti in occasione delle leggi “Codice rosso” e “Spazzacorrotti”, rispetto alle richieste europee e che, se attendessimo la legge di delegazione, potrebbe essere troppo tardi. Le chiediamo, quindi, se intenda adottare provvedimenti urgenti per recepire la direttiva whistleblowing ed evitare l'ennesima procedura di infrazione al nostro Paese.

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Ferraresi, e a tutti gli altri che hanno posto questa interrogazione, che mi consente di chiarire lo stato di attuazione della normativa italiana in materia di whistleblowing e, in generale, le norme e la legislazione in vigore, anche indipendentemente dall'attuazione della direttiva.

Lei ha ragione: la direttiva (UE) 2019/1937 prevedeva un recepimento entro il 17 dicembre 2021 e la delega è scaduta. Nel corso delle riunioni che ci sono state tra gli Stati membri e la Commissione europea, di cui l'ultima è del 10 novembre 2021, è emerso che numerosi Stati non avrebbero recepito la direttiva nel tempo previsto e, tra questi, è accaduto anche per l'Italia. Così la Commissione europea ha comunicato, il 27 gennaio 2022, di aver avviato nei confronti della Repubblica italiana una procedura di infrazione per mancato recepimento della direttiva.

Ora, una nuova delega per attuare la direttiva è già contenuta nel disegno di legge Atto Senato n. 2481, legge di delegazione europea 2021, che già è stato approvato da questa Camera il 16 dicembre 2021; quindi, manca l'approvazione dell'altro ramo del Parlamento.

Peraltro, è opportuno evidenziare che, quando la delega prevede l'attuazione di una direttiva il cui termine è già scaduto, il Governo ha solo tre mesi per dare attuazione e seguito a quella delega. In ogni caso, benché l'attuazione non sia stata perfezionata, come già dicevamo ieri, nel corso dell'audizione, l'attività di lavoro per il recepimento di quella direttiva è già stata avviata ed è già in una fase piuttosto avanzata, cosicché il Governo potrà presentare il decreto legislativo di recepimento non appena entrerà in vigore la legge di delegazione europea 2021.

Peraltro, è bene osservare che il nostro ordinamento non è del tutto privo di strumenti in materia di whistleblowing, non siamo all'anno zero, da questo punto di vista. C'è il decreto legislativo n. 165 del 2001 per il settore pubblico, con l'articolo 54-bis, che riconosce una serie di tutele per il dipendente pubblico che segnali, internamente, o esternamente all'ANAC, le condotte illecite, così come, nel settore privato, c'è il decreto legislativo n. 231 del 2001, modificato poi nel 2017, che prescrive la predisposizione di canali, all'interno delle aziende e delle imprese, che consentano la segnalazione circostanziata di condotte illecite. Entrambe le normative, sia quella del settore pubblico sia quella del settore privato, prevedono, poi, la tutela della riservatezza e, ovviamente, strumenti di protezione contro le ritorsioni.

In ogni caso, quella direttiva, va attuata. Non appena la legge di delegazione entrerà in vigore, vi assicuro che il Governo si farà trovare pronto a dare pronta e piena attuazione, per uno strumento che riteniamo di primaria importanza per il contrasto alla corruzione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Francesca Businarolo.

FRANCESCA BUSINAROLO (M5S). Grazie, Presidente. Signora Ministra, la ringrazio per le sue parole che, come quelle di ieri, in Commissione giustizia, significano un impegno fermo e inderogabile nel voler recepire la direttiva, che è importante e che amplia la tutela dei whistleblower. Come ha detto anche lei, la figura del whistleblower svolge un ruolo essenziale nel fare emergere i casi e i comportamenti alla base di illeciti che possono minacciare l'interesse pubblico e privato, permettendo di tutelare interessi comuni fondamentali, recuperando anche ingenti somme di denaro.

Però, a prescindere dalla direttiva, lei potrebbe davvero intervenire subito: non serve per forza una delega al Governo. Per rafforzare in lei questo proposito, le cito uno studio del 2017, commissionato dall'Europa, secondo il quale, applicando il whistleblowing in tutti gli Stati dell'Unione europea, solo nel settore pubblico il risparmio sarebbe di 120 miliardi annui, che è l'1 per cento del PIL europeo. Ritengo fondamentale che si faccia il miglior lavoro possibile, anche interpellando quei soggetti - mi riferisco a Transparency International e The Good Lobby - che sono stati promotori dell'istituto e che portano un'esperienza diretta sul tema, ma che finora sono stati esclusi da un iter governativo a porte chiuse. Quindi, l'Europa ha già aperto la procedura di infrazione - ce l'ha appena comunicato - e l'ha aperta nei confronti del nostro Paese. Non possiamo dimenticare che - secondo i dati del Dipartimento delle politiche europee aggiornati al 3 febbraio, quindi molto recenti - le procedure di infrazione a carico dell'Italia sono già 110 e, dal 2012 ad oggi, abbiamo versato al bilancio dell'Unione 759 milioni di euro. Concludo, auspicando davvero che il Governo adotti un processo più inclusivo per produrre il miglior provvedimento possibile, ovviamente in tempi consoni, sia per evitare le sanzioni sia per cogliere al meglio un'occasione importante per migliorare l'integrità del mercato interno e transfrontaliero attraverso una protezione più efficace dei whistleblower (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a far fronte alle gravi carenze di organico degli uffici giudiziari, con particolare riferimento al personale amministrativo del distretto di Prato – n. 3-02757)

PRESIDENTE. Il deputato Silli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02757 (Vedi l'allegato A).

GIORGIO SILLI (CI). Grazie, Presidente. Buongiorno, signor Ministro e benvenuta. È la prima volta che ci vediamo, ma il problema inerente all'amministrazione della giustizia e soprattutto al personale negli uffici giudiziari è un problema piuttosto annoso, con particolare riferimento ad alcuni tribunali e ad alcuni distretti. In sede di replica alla sua risposta, le spiegherò un pochino l'iter e elencherò le numerosissime interrogazioni, le mozioni, gli ordini del giorno, gli incontri con Ministri precedenti e le visite di sottosegretari che purtroppo hanno portato veramente a ben pochi risultati. La città di Prato è la terza città del Centro Italia ed è un distretto industriale tra i più importanti d'Europa e un distretto tessile tra i più importanti del mondo. Da 15 anni il nostro tribunale chiede aiuto, da destra, da sinistra, dal centro, sindaci, deputati, senatori e membri del Governo. Allo stato attuale, signor Ministro, la volontà politica c'è sempre stata però - non si sa come mai - arriva in un collo di bottiglia all'interno del suo Ministero e non si riesce a risolvere questo problema.

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie per questa interrogazione che mi dà l'occasione di riferire quanto è in corso d'opera per venire incontro ai problemi di carenza d'organico del personale, con specifico riferimento sia alla situazione di Prato sia, più in generale, all'impegno dell'amministrazione in questo delicatissimo settore. Qualche dato: nel distretto di Firenze, si registra effettivamente una percentuale di scopertura importante, pari al 24,70 per cento; nel tribunale di Prato questa percentuale di scopertura è anche più alta, del 27,78 per cento. Però, le assunzioni realizzate in questo distretto e nel distretto di Firenze tra il 2014 e il 2022 - tornerò sul motivo della sottolineatura di quella data di inizio - risultano pari a 588, di cui 48 negli uffici di Prato. Per altri versi, bisogna anche sottolineare che in alcune occasioni, quando vengono proposti, aperti e messi a disposizione dei posti, talora non vengono occupati, non ci sono prese di possesso. Così è capitato, per esempio, per il profilo di cancelliere esperto: 5 posti e non c'è stata alcuna presa di possesso. Ora sono anche altre le procedure in corso: quelle per la Procura della Repubblica, per l'ufficio UNEP di Prato, per l'ufficio del giudice di pace ed altre. Tra l'altro, non dimentichiamoci che anche a Prato, come in tutti gli uffici giudiziari, a brevissimo, tra il 21 ed il 25 febbraio, entreranno in servizio gli addetti dell'ufficio del processo, così come a brevissimo ci saranno anche 5.140 assunzioni di personale amministrativo e avremo i concorsi, sempre a brevissimo.

Questi interventi si inquadrano in una politica di investimenti e di scelte normative del Ministero della Giustizia che, già dal 2014, ha invertito una tendenza, per orientarsi a uno sblocco delle assunzioni e ad assumere personale con vari strumenti e procedure di scorrimento, mobilità e, ovviamente, concorsi pubblici. Questi concorsi non si sono fermati nemmeno durante la pandemia: 1.187 unità di personale amministrativo nel 2020 e 4.760 nel 2021. È anche ripreso il concorso Ripam e poi - come dicevo - ci sono le risorse straordinarie date dal PNRR.

Insomma, questo è un settore fortemente all'attenzione del Ministero della Giustizia e stiamo affrontando il problema perché è vero che la carenza del personale - qui ci siamo concentrati sul personale amministrativo, ma vale anche per i magistrati - è un problema di tutti gli uffici giudiziari. Lo stiamo facendo con due canali paralleli: uno è quello della ripresa della regolarità delle assunzioni ordinarie e l'altro è il grande supporto che arriva dal PNRR. Ci auguriamo che a breve tutti gli uffici giudiziari, in primis quello di Prato che è in grave sofferenza, possano avere tutto il personale necessario per portare a termine il loro lavoro.

PRESIDENTE. Il deputato Silli ha facoltà di replicare.

GIORGIO SILLI (CI). Grazie, Presidente e grazie, signor Ministro. Signor Ministro, io la stimo molto come donna e come persona e peraltro è uno dei Ministri che preferisco del Governo che sostengo convintamente. Sono soddisfatto della risposta, ovviamente dal punto di vista della messa a disposizione, da parte del Ministro, del proprio Ministero. Le dirò che sono piacevolmente sorpreso perché, rispetto alle tabelle che gli uffici amministrativi del Ministero preparavano ai suoi sottosegretari o a sottosegretari precedenti, quella sua è un po' più veritiera. Lo scoperto del tribunale di Prato si avvicina addirittura al 35 per cento perché, a fronte di chi arriva e chiaramente rimane nelle memorie del Ministero, molti da lì a poco se ne vanno perché la mole di lavoro è enorme; è un po' un gatto che si morde la coda. Le dico che il presidente del mio tribunale, che io ho portato al Ministero nel mese di maggio 2021, ha dovuto chiudere i decreti ingiuntivi del giudice di pace - le ripeto: in uno dei distretti industriali più importanti d'Europa - per mancanza di personale. Questa è un po' la situazione. Io percepisco dal suo intervento effettivamente una volontà di risolvere la questione e davvero la prego di sensibilizzare gli uffici preposti e anche il suo Capo di Gabinetto affinché seguano tale questione. L'ho accompagnato io personalmente al Ministero. Ho scritto al suo Capo di Gabinetto, che mi ha risposto garbatamente, e ho mandato due lettere al Capo Dipartimento, che neppure mi ha risposto, alla faccia dell'articolo 68 della Costituzione, per il quale un parlamentare rappresenterebbe la Nazione. Poi, ci sono almeno 10 o 12 interrogazioni a Ministri o sottosegretari da parte di senatori e deputati di destra, di centro e di sinistra, da 10 anni a questa parte.

Questo semplicemente per sottolineare che il problema non ha colore, è un problema reale della città e spero che un Governo con una maggioranza così ampia lo possa risolvere.

(Chiarimenti in merito al bando relativo ai progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale per l'anno 2022, con particolare riferimento alla quota di risorse destinata al Mezzogiorno – n. 3-02759)

PRESIDENTE. Il deputato Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02759 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Signora Ministra, apprendiamo, da una campagna giornalistica condotta da Marco Esposito su Il Mattino che, nell'ambito dei bandi per la ricerca del PNRR, nel Programma PRIN, nei progetti di rilevante interesse nazionale, sarebbero stati scritti per ben tre volte i bandi. Nella terza versione di questo bando, secondo l'impostazione di questa fonte, dei 741 milioni di euro destinati a questo progetto solo una minima parte sarebbe destinata al Sud, cioè una quota pari al 29 per cento, quindi di gran lunga inferiore alla soglia del 40 per cento riservata al Mezzogiorno nei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le chiedo se questa notizia corrisponda al vero; se è così, quali provvedimenti siano stati adottati o che provvedimenti intenda adottare.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha facoltà di rispondere.

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Conte perché pone un quesito che richiede decisamente dei chiarimenti e abbiamo così l'occasione di farli. Dunque, innanzitutto va detto che il bando PRIN del 2022, a cui si riferisce, ha un totale di risorse - come ha detto lei - di 741,8 milioni di euro. È un intervento quindi di proporzioni mai viste per il nostro Ministero e per la ricerca pubblica italiana, che segue fra l'altro a breve distanza temporale quello appena assegnato del 2021 e quindi dà una certa continuità nella ricerca, anche questa raramente vista.

Questo ammontare, chiaramente, deriva da più fonti di finanziamento, diverse per natura, per provenienza e per caratteristiche, ma che sono tutte finalizzate a promuovere la ricerca di base. In primo luogo, è opportuno precisare che a nessuna di queste fonti di finanziamento risulta applicabile il vincolo di destinazione territoriale delle regioni del Sud, quello previsto dal 2016, del 34 per cento, perché questo è un provvedimento di risorse ordinarie in conto capitale e queste procedure, nel PRIN, non possono essere ritenute assimilabili ai requisiti previsti dalla normativa di riferimento, che prescrive il vincolo di destinazione a esempi di programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita e a sostegno degli investimenti da assegnare sull'intero territorio nazionale.

Veniamo, invece, all'attenzione alle regioni del Mezzogiorno, dove deve essere assicurata la quota parte delle risorse del bando PRIN rivenienti dal PNRR, pari a 550 milioni; quindi, dei 741 milioni, 550 provengono dalle risorse PNRR. Per esse, il vincolo di destinazione non è fissato dalla quota demografica delle regioni interessate, ma è stabilito direttamente nel 40 per cento del totale. In ragione di tale vincolo, quindi, 220 milioni di questo bando PRIN, a differenza del passato, saranno riservati al finanziamento dei progetti localizzati nelle regioni del Mezzogiorno.

C'è da aggiungere che deve essere chiaro che la restante quota messa a disposizione del bando - quindi, 521 milioni - non ha allocazione territoriale predefinita e non sussistono vincoli territoriali a beneficio delle regioni del Nord. La loro assegnazione, quindi, è ordinariamente rimessa alla valutazione della qualità dei progetti, come è proprio di un sistema della ricerca di eccellenza. È plausibile, quindi, che ulteriori progetti presentati da istituzioni delle regioni del Mezzogiorno, o in partenariato con le regioni del Mezzogiorno, possano aggiudicarsi uno di questi finanziamenti e superare, quindi, la quota cosiddetta dei 220 milioni.

Infine, va detto che l'esperienza maturata dal Ministero nel finanziamento dei progetti PRIN mostra come le partnership interregionali sono molto frequenti, partono dalla base, partono dai nostri ricercatori e, in buona parte, sono largamente riconosciute e hanno conseguenti finanziamenti anche ai progetti nelle regioni del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Il deputato Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Ministra, la ringrazio per la risposta, per il garbo e la completezza della risposta; non posso, però, esimermi dallo svolgere qualche riflessione politica, fosse anche per il futuro, cioè per quello che abbiamo davanti rispetto a questo bando. Le quote, sia quella del 34 per cento - la cosiddetta “clausola Ciampi” resa strutturale grazie al lavoro del Ministro Provenzano nel “Piano Sud 2030” -, sia quella del 40 per cento esprimono un segno politico, che, nel caso di specie e, in generale, per tutto quello che riguarda il Mezzogiorno, era rendere irreversibile una controtendenza rispetto agli ultimi 15 anni.

Quale è stata la tendenza negli ultimi 15 anni? Il definanziamento verso il Sud per le infrastrutture materiali e anche per quelle immateriali, come il sapere e la ricerca. Oggi Draghi - credo che lei fosse con lui - ha ricordato, presso i laboratori del Gran Sasso, che negli ultimi 10 anni si è ridotto del 40 per cento il numero dei nostri ricercatori, tant'è che c'è un investimento straordinario in questa direzione del Governo. Bene, questo definanziamento, che è descritto in maniera puntuale in una ricerca della Fondazione ReS curata dal professor Viesti, ha significato una riduzione dei ricercatori prevalentemente del Sud - c'è un divario numerico enorme tra il Sud e il Nord -, un indebolimento degli atenei del Sud, che sono stati meno capaci di supplire al definanziamento con la tassazione studentesca, l'emigrazione dei ricercatori del Sud al Nord e una condizione precaria per quelli che sono rimasti.

Ora, se questo è lo stato delle cose, il PNRR, che non è un insieme di misure di finanziamento, ma è un programma politico, laddove la scelta politica sta nell'allocazione delle risorse, deve essere il viatico al di là della ripartizione burocratica, pure corretta, che lei sicuramente ha riferito come tale, deve essere l'occasione per rimuovere questo divario: è lo spirito stesso del Recovery Plan. Allora, l'orientamento delle risorse verso il Sud, verso gli atenei del Sud, verso il circuito della ricerca del Sud, che non è stato difeso, come quello del Nord, durante questi 15 anni di definanziamento, ha un valore che va oltre le cifre; serve per recuperare quel divario, quegli standard, quei livelli di prestazione, che hanno soprattutto nella ricerca la leva principale. Quindi, al di là di quello che pure capisco essere rilevante in termini di ripartizione statistica dei dati, affidare una quota significativa dei finanziamenti alle collaborazioni interregionali, alla bontà dei progetti significa, di fatto, favorire il sistema che c'è, e il sistema che è più forte e che c'è è quello del Centro-Nord.

Per questo, rispetto al sistema al Centro-Sud, ci vuole uno sforzo suppletivo, che è, appunto, quello che dovrebbe garantire la clausola del 40 per cento, che è - capiamoci - un po' come il salario minimo nel nostro dibattito lavoristico: è una quota al di sotto della quale non si deve andare, ma al di sopra della quale si può andare se serve per raggiungere l'obiettivo.

(Iniziative di competenza, anche nel quadro degli investimenti del PNRR, volte al potenziamento delle attività di orientamento universitario – n. 3-02760)

PRESIDENTE. Il deputato Fusacchia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02760 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Saluto i Ministri e, in particolare, la Ministra Messa. Ministra, nel quadro del PNRR - tra l'altro, io vengo da un'audizione in corso con il Ministro Bianchi, sempre sul PNRR, in cui stavamo parlando dello stesso tema -, rispetto all'orientamento dei ragazzi e delle ragazze nelle scuole, c'è una grande questione, per cui c'è un disagio psicologico crescente che, ormai, è palese e sotto gli occhi di tutti. Le attività strettamente extracurricolari - quindi, a partire anche da quelle di orientamento - hanno subito inevitabilmente un contraccolpo in questi 2 anni, perché si sta riuscendo a fare con fatica la scuola nell'accezione più classica il termine, figuriamoci il resto. Nel frattempo, Ministro, ci sono tante misure in campo che la riguardano direttamente - dalla doppia laurea, alla riforma delle classi di laurea -, quindi sta cambiando anche l'offerta universitaria.

Volevo chiederle, anche alla luce degli investimenti del PNRR, quali iniziative di competenza lei stia pensando di adottare, o voglia adottare, in termini di tipologia di attività e progetti, anche per rafforzare le politiche di orientamento universitario, l'incentivo e il controllo della loro qualità, in modo da innalzare anche complessivamente lo status di queste politiche rispetto ad altri servizi universitari, partendo dall'assunto, Ministro, che l'orientamento non può essere semplicemente fare informazione agli studenti delle scuole in maniera migliore rispetto al passato su quale sia l'università da scegliere, ma deve passare da informazione a esperienza.

Le chiedo che cosa possiamo fare insieme e che cosa vuole fare lei, Ministro, su questo.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha facoltà di rispondere.

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Fusacchia, per aver toccato un tema che abbiamo discusso più volte, che è assolutamente importante, cioè quello dell'orientamento e del tutorato degli studenti universitari. Innanzitutto, voglio dire che, prima ancora del PNRR, il Ministero era già intervenuto con il decreto ministeriale n. 752 del 2021, con il quale sono stati assegnati 50 milioni di euro a tutte le università, statali e non statali, e a tutti gli istituti AFAM - perché abbiamo anche questi -, statali e non statali, per finanziare l'attività di orientamento e tutorato a beneficio degli studenti che necessitano di azioni specifiche per promuovere l'accesso ai corsi della formazione superiore, con particolare attenzione alle azioni di recupero e di inclusione, visto che in epoca di DAD dobbiamo aumentare queste risorse.

In questo decreto, per valorizzare anche l'autonomia universitaria e la differenza dei contesti territoriali, non c'è un elenco di interventi finanziabili, ma è ammissibile una pluralità di iniziative purché finalizzate al conseguimento di risultati concreti e misurabili, come la riduzione del tasso di abbandono, il miglioramento dei tempi necessari per il conseguimento del titolo di studio, il grado di soddisfazione degli studenti, dei laureandi, appartenenti alle categorie oggetto di intervento, e, soprattutto, al miglioramento qualitativo e quantitativo dei loro sbocchi occupazionali. Inoltre, c'è una specifica linea di azione riservata alle azioni di supporto psicologico - quindi, lo avevamo già fatto prima ancora del PNRR -, perché sono considerate eleggibili, a condizione che prevedano un numero minimo di incontri, a riprova della necessità che queste iniziative consistano in un sostegno concreto agli studenti che lo richiedono.

Nel PNRR è presente un investimento aggiuntivo molto importante di 250 milioni di euro per l'orientamento e questa misura mira a facilitare e incoraggiare il passaggio dalla scuola secondaria superiore all'università, nonché a ridurre il numero di abbandoni, come già avevamo detto prima. L'iniziativa prevede l'offerta di corsi a beneficio di tutti gli studenti, a partire dal terzo anno di scuola superiore, per sostenerli nella scelta dell'istruzione terziaria e facilitare una corrispondenza tra preparazione e percorso professionale, aiutandoli anche ad orientarsi nella transizione scuola-università.

Con questa misura si intende, quindi, definire il collegamento tra scuola e università, somministrando corsi di orientamento agli studenti del terzo, quarto e quinto anno delle superiori da parte di docenti universitari, ma anche, contemporaneamente, facendo una formazione ai docenti delle scuole superiori perché essi stessi possano diventare somministratori di queste attività e continuare il percorso successivamente, quando scadrà anche il PNRR. L'obiettivo finale è raggiungere almeno un milione di studenti con le azioni di orientamento e soprattutto, in coerenza con la filosofia del PNRR, aumentare gli indicatori di successo di queste iniziative. Tali indicatori sono: la diminuzione degli abbandoni scolastici, il miglioramento dei livelli di apprendimento, l'aumento del numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, la mitigazione dei divari di genere, territoriali e di occupazione e un miglioramento, in definitiva, dei tassi di occupazione dei laureati.

PRESIDENTE. Il deputato Fusacchia ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra per la dovizia delle informazioni e riprendo solo un paio di punti che ha citato. Concordo, Ministra, sul fatto che ovviamente non serva, e sia forse controproducente, essere troppo specifici nella richiesta di interventi che possono essere fatti sui finanziamenti, e quindi, come lei richiamava, sia nel primo decreto sia, immagino, in coerenza, adesso, con gli investimenti sul PNRR, c'è una pluralità di iniziative che si possono fare e che riflettono non solo l'autonomia universitaria, ma la differenza dei casi che ci sono nel Paese. Detto ciò, questo impone - lei lo ha detto, Ministro, però la incoraggio e la invito a prestare ancora più attenzione su tale aspetto - che in itinere e a valle ci sia un monitoraggio molto rigoroso, e una valutazione e una presa d'atto poi anche sul piano del rifinanziamento degli interventi, per capire effettivamente che tipo di benefici possono portare queste misure. A tal proposito, credo potrebbe essere interessante - mi permetto di dire, Ministro -, anche un pieno coinvolgimento non solo degli atenei nella loro individualità, nella loro autonomia e ateneo per ateneo, ma anche un raccordo diretto sia con il CNSU che con la CRUI, per farne una misura strutturale, dove, su una politica per certi aspetti molto sperimentale, perché stiamo cercando comunque di fare un salto di qualità, la trasmissione di esperienze fra i singoli atenei, tra tante scuole con cui gli atenei interagiscono, può essere un fattore di accelerazione di quelle misure o iniziative che, all'interno di una pluralità di iniziative, dove ognuno poi va a sviluppare quello che ritiene di fare, può facilitare molto la qualità, e una qualità che si sviluppa in un arco temporale breve, perché qui abbiamo bisogno anche di interventi che producano impatto appunto in tempi brevi.

L'ultimo punto, Ministra, ha ovviamente a che fare con il tema che lei ha toccato, della formazione dei docenti delle scuole. Qui c'è uno problema storico, per cui c'è una questione aperta rispetto anche, come lei sa benissimo - e chiudo, Presidente -, al fare formazione alla didattica. Quando si dice non di reinsegnare matematica, ma di insegnare a insegnare matematica e così via, lo stesso vale, specularmente, sull'orientamento. Credo che questo sia un aspetto importante, in cui il raccordo con il Ministero dell'Istruzione sia ancora più fondamentale, e quindi tutto quello che si può fare in questa direzione penso sia fondamentale per gli anni a venire.

(Iniziative di competenza, anche in sede di Unione europea, a sostegno della suinicoltura italiana, a fronte dei danni connessi alla diffusione della peste suina africana – n. 3-02761)

PRESIDENTE. Il deputato Viviani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02761 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Ministro, grazie Presidente. Signor Ministro, il tema della peste suina, che ha colpito la regione Liguria, ma, a parte la regione Liguria, il Basso Piemonte, sta mettendo in seria crisi, veramente, le nostre aziende agricole, dell'agroalimentare, ma anche tutto l'indotto che si crea intorno a queste aziende. Ma mi faccia dire, nella zona rossa è proprio in crisi anche la socialità delle persone. Stiamo uscendo, malgrado tutto, dalla pandemia da COVID, ma in quelle zone ci sono restrizioni per i nostri concittadini, e quindi sta diventando realmente qualcosa che non si riesce più a sopportare.

Al contempo, è fondamentale riuscire a preservare e a non far uscire dai confini della zona rossa il morbo della peste suina, e bisogna eradicarla in maniera assoluta, per evitare l'azzeramento di un importantissimo settore del nostro agroalimentare. È un fatto positivo che ci sia stata la nomina, finalmente, del commissario interregionale, che deve avere, però, un portafoglio e deve avere gli strumenti legislativi per intervenire sui territori. È altrettanto positivo che le regioni si stiano muovendo, che stiano dando il massimo, tutti i giorni, per combattere questo problema, però chiediamo a lei, realmente, un intervento per quanto riguarda i ristori alle aziende e, mi faccia dire, per dare massima trasparenza a un mercato ed evitare le speculazioni, che rischierebbero di mettere in dura crisi un settore strategico per il nostro Paese. Ricordiamoci che c'è in gioco territorio, aziende e il futuro del nostro agroalimentare, di una grandissima fetta del nostro agroalimentare italiano.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Anche io non mi soffermo sull'importanza del settore suinicolo per il nostro Paese, basti pensare al San Daniele, al Parma, a tutte le numerose eccellenze che rappresentano nel mondo il nostro Paese legate a questa filiera, che è toccata oggi ancora marginalmente – e, ovviamente, va protetta, dalla PSA -, ma che ha comunque problemi oggettivi anche rispetto ai prezzi con cui si stanno scambiando le merci suinicole, e su questo tornerò alla fine del mio intervento.

Rispetto al tema della PSA, credo che il Governo si sia attivato immediatamente per arginare la diffusione di questa terribile malattia, attraverso, ovviamente, le strutture del Ministero della Salute, che è competente in materia. Abbiamo, nella scorsa settimana, approvato il decreto che istituisce la figura del commissario, ma che fa anche di più, perché impone alle regioni, come è giusto che sia, di avere un piano di attuazione per l'emergenza, entro 30 giorni. Il commissario sarà nominato con DPCM, su proposta del Ministero della Salute, cosa che avverrà nelle prossime ore, dove ci sarà la formalizzazione della figura del commissario. Devo ringraziare veramente di cuore i presidenti di regione e gli assessori delle regioni coinvolte per il grande contributo che hanno dato e la grande collaborazione che c'è. Anche questa mattina ho visto l'assessore Protopapa, ma ci sentiamo con tutti gli assessori, quotidianamente, su questo tema.

Per quanto riguarda il contenimento, esso è fondamentale e stiamo lavorando per questo. Il Ministero darà attuazione a ciò che è previsto nel “decreto Sostegni-ter”, con 50 milioni di euro, 15 dei quali sono per interventi di tutela della biosicurezza, banalmente per la separazione fisica, quindi la realizzazione delle recinzioni, strumento fondamentale perché non si trasferisca la peste suina all'interno degli allevamenti domestici, evitando che vada ad intaccare il patrimonio incredibile rappresentato da questa filiera.

Credo che, oltre ad aver allocato immediatamente 50 milioni, 15, come dicevo, sulla biosicurezza e 35 per gli interventi per i danni diretti alle aziende eventualmente coinvolte, non soltanto della filiera suinicola, ma anche dell'indotto e di tutte le attività che sono intaccate dalle disposizioni della zona rossa che hanno a che fare con il turismo, con il modo in cui ci si sposta in quelle aree, stiamo valutando - e ritengo che la valutazione sarà positiva - di richiedere a Bruxelles i sostegni di mercato di cui all'articolo 220 del regolamento 1308 del 2013 sulla OCM unica, che riguardano i danni indiretti rispetto al tema della PSA. Credo che sia una pratica non facilissima nelle modalità esecutive, ma che sia necessaria, perché bisogna identificare i criteri di individuazione delle aziende che possono accedere a quei ristori per danni indiretti e una chiara valutazione del metodo di individuazione dei valori di riferimento. Anche su questo siamo ottimisti, sia nel percorso che stiamo facendo con l'Europa sia per avere questa possibilità. Il settore suinicolo non ha, però, soltanto il problema della PSA, anzi, direi che in questo momento la PSA sta ancora al di fuori, grazie a Dio, del settore suinicolo. Credo sia necessario intervenire in modo strutturale, con la riduzione dei costi di produzione, penso al tema dell'energia, penso alla mangimistica, che stanno incidendo profondamente.

Abbiamo uno strumento nuovo. Oggi, nelle quattro domande del question time di fatto si toccano filiere che hanno sostanzialmente la stessa tipologia di problemi e devono avere risposte concrete e reali. Il Parlamento ha recepito la direttiva sulle pratiche sleali. Ricordo che ogni contratto commerciale che viene chiuso con un prezzo inferiore ai costi di produzione è pratica sleale. Credo che bisogna trasmettere fortemente questo messaggio ai nostri produttori e ai nostri allevatori.

È uno strumento fondamentale: penso che solo fra dieci anni ci renderemo conto di quanto importante sia stato aver approvato il decreto legislativo sulle pratiche sleali e quanto sia stato positivo il lavoro che il Parlamento ha fatto.

PRESIDENTE. Il deputato Golinelli ha facoltà di replicare.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Buonasera, Ministro. Una premessa necessaria è che la peste suina non comporta rischi per la salute umana, ma i rischi sono pesanti per i suidi e, soprattutto, le conseguenze sono pesanti a livello economico per il comparto agroalimentare connesso alla suinicoltura. Gli interventi da lei elencati, ahimè, Ministro, non sono sufficienti; è stato fatto un grande lavoro da parte delle regioni, si è cercato di intavolare la questione quanto prima, ma, ad oggi, a livello pratico, non è ancora stato fatto nulla per bloccare la peste suina e, soprattutto, le risorse sono poche. Per darle un ordine di grandezza, il calo dei prezzi che ha subito il mercato dei suini da macello in questo mese di peste suina è di 20 milioni di euro di fatturato mancanti alle aziende di ingrassatori, ai produttori di suini da macello. Se dovesse comparire un caso nella provincia di Cuneo, che è composta da 950 mila suini, avremmo un costo, in regime di fermo stalla, di un milione di euro al giorno solo per l'alimentazione dei maiali, senza considerare poi i danni causati dal blocco delle esportazioni verso Paesi terzi, come Cina, Taiwan e Giappone, i danni alla silvicoltura, i danni al turismo e alle attività ludiche della zona compresa nel focolaio. Questo per dirle che 50 milioni di euro sono pochi e che un problema come la peste suina non lo si risolve con un “decreto PSA” ad invarianza finanziaria e senza modificare la legge n. 157 del 1992 sugli abbattimenti.

Da umile addetto ai lavori, mi avvio alla conclusione dandole qualche suggerimento: sicuramente coinvolgere il genio militare per la realizzazione della recinzione della zona focolaio e correre su questa ipotesi; aumentare, inoltre, le risorse stanziate. Al riguardo, come le ho detto, 50 milioni di euro sono pochi; il commissario deve avere a disposizione ingenti risorse, poiché occorre comprare test sierologici e antigenici per il monitoraggio dei suini nel Centro-Nord Italia, nonché gabbie per la cattura degli animali; inoltre, bisogna pagare le munizioni e le prestazioni dei cacciatori che saranno chiamati a fare il controllo faunistico, lavorando giorno e notte per diversi mesi.

Poi, se posso, le do un suggerimento di natura etica: la questione è talmente grande e talmente pesante che non possiamo permetterci di lisciare il pelo agli animalisti e, soprattutto, di fare distinguo tra aree protette e non protette a livello di gestione faunistica, ma bisogna intervenire con tutta la forza e con tutti i mezzi disponibili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte a garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende agricole e zootecniche in relazione all'aumento dei costi delle materie prime e delle fonti energetiche – n. 3-02762)

PRESIDENTE. La deputata Antonella Incerti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02762 (Vedi l'allegato A).

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'aumento esponenziale dei costi delle materie prime si è trasferito anche sui bilanci della filiera agroalimentare, quindi, segnaliamo non solo il prezzo dell'energia, ma un aumento dei prezzi in generale dei fertilizzanti, dei mangimi, dei macchinari, delle sementi, riducendo così fortemente il profitto degli agricoltori oltre livelli accettabili. In più, data l'incertezza della pandemia e dei cambiamenti climatici, molti degli Stati hanno rafforzato la corsa ai beni per garantire l'alimentazione della popolazione, dando luogo a fenomeni di accaparramento e anche di speculazione. Ci sono molti settori che soffrono, vorremmo rimarcare in particolare il settore zootecnico, in particolare, il comparto lattiero-caseario. I risultati raggiunti dal tavolo convocato dal Ministero sulla filiera del latte sono di fatto stati azzerati dall'aumento del costo dei mangimi e dell'energia elettrica. Nell'ultimo anno i costi per produrre latte sono aumentati di 8 o 10 centesimi, mentre l'accordo prevedeva un massimo di 4 centesimi.

Chiediamo, allora, signor Ministro, quali iniziative intenda adottare per garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle, affinché i prezzi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non scendano sotto i costi di produzione, in forte aumento, appunto, per effetto dei rincari delle materie prime, anche di quelle alla base dell'alimentazione degli animali.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti: posso trasporre una parte della risposta alla precedente domanda anche a questa filiera, la filiera lattiero-casearia, altra filiera fondamentale dei nostri sistemi produttivi primari che sconta, anche in questo caso, una situazione macroeconomica relativa ad un aumento dei costi di produzione, direi, fuori controllo.

Questa mattina è stato comunicato da Ismea il valore medio del costo di produzione del litro a 46 centesimi, un valore medio che ha grandi differenze su base regionale, ma che dimostra che, ad esempio, l'accordo sottoscritto per l'aumento di 3 centesimi, a 41 centesimi, è sicuramente un accordo ormai superato dai fatti e che, peraltro, deve avere ancora piena attuazione per una serie di resistenze che sono comprensibili, ma che vorrei venissero tolte dal tavolo il prima possibile e sarà mia cura convocare rapidamente e nuovamente il tavolo della filiera, proprio per sollecitare tutti gli operatori a dare attuazione reale e concreta a quell'accordo.

Credo sia evidente che alcuni strumenti che abbiamo confermato e che sono in campo sono utili alla filiera; penso agli aiuti accoppiati che sono rafforzati anche nella nuova PAC, nel Piano strategico nazionale; penso all'eco-schema che va ad incentivare, con un pagamento a capo, in particolar modo quelle aziende che hanno gli allevamenti al pascolo, ma che contribuisce anche per le stalle. È evidente che sul tema del costo dell'energia va implementata rapidamente - tornerò anche successivamente, nelle prossime risposte, sul punto - la messa in campo di tutte quelle misure previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che consentono un abbattimento dei costi energetici: penso all'agrisolare, al tema del biogas e del biometano. Bisogna fare un ragionamento sul tema del digestato e il Parlamento su questo sta lavorando, perché anche quello può essere uno strumento per abbattere i costi dei fertilizzanti, i costi di fertilizzazione dei terreni.

Il momento è, da un lato, positivo, perché l'economia del nostro Paese non sta andando male, dall'altro, certamente, è preoccupante il tema dei costi di produzione, molto spesso non determinati da dinamiche interne, ma da dinamiche che vedono anche un'incisione forte di questioni esterne al nostro Paese. Noi non smetteremo di mettere attenzione e risorse rispetto alle filiere produttive più importanti del nostro Paese.

PRESIDENTE. La deputata Susanna Cenni ha facoltà di replicare.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente, e grazie, Ministro, per la sua risposta. Il Partito Democratico è ovviamente molto preoccupato, come credo tutti gli altri gruppi parlamentari. Come lei ha ricordato, questa mattina, Ismea ha certificato questo dato e cioè che, oramai da molti mesi, alcune filiere, in modo particolare quella della zootecnia da latte, hanno costi di produzione ampiamente superiori ai prezzi praticati al consumatore. Ecco, io credo che su questo tema ci sia da fare un lavoro importante. Lei, ovviamente, ha richiamato tutte le iniziative che il Ministero sta facendo; io credo che il raggiungimento nei mesi scorsi di un prezzo al tavolo sia stato un importante risultato, ma è chiaro che il raggiungimento di un costo di 46 centesimi rende davvero vano quello sforzo. Noi dobbiamo, innanzitutto, parlarne e dobbiamo dire con chiarezza a questo Paese che il tema dei costi riguarda certo l'industria, riguarda certo il manifatturiero, ma riguarda certo in maniera pesantissima l'agricoltura, con una ricaduta che, come sappiamo, poi, ha a che fare con il consumatore finale e con i beni di prima necessità. Quindi, non ci possiamo permettere di arrivare ad una situazione non più gestibile e, quindi, è sicuramente utile che venga riconvocato in tempi brevi il tavolo di filiera, ma è anche urgente, Ministro, e su questo noi le chiediamo un impegno, che si lavori per una più equa redistribuzione dei costi lungo la filiera. Non è pensabile che il costo di quello che sta accadendo ricada solo sull'agricoltura e sul consumatore finale.

Quindi, c'è qualcosa che dobbiamo provare ad aggiustare. Lavoriamoci!

Noi la ringraziamo per l'impegno. Concludo con un'ultima preoccupazione che la prego veramente di raccogliere. Noi avremo molte risorse a disposizione, ce lo diciamo continuamente da mesi; avremo il PNRR, avremo la PAC e dovremo utilizzare entrambi questi strumenti per l'ammodernamento, per una maggiore sostenibilità, per una migliore organizzazione e per una maggiore trasparenza in questo comparto. Ecco, dobbiamo aver presente che, se noi non interveniamo prontamente su questo tema dei costi di produzione, noi rischiamo che un pezzo della nostra agricoltura non arrivi mai ad utilizzare queste risorse a disposizione.

(Iniziative volte al sostegno delle imprese del settore agricolo e agroalimentare, nel quadro del processo di transizione energetica e in raccordo con il PNRR – n. 3-02763)

PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-02763 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il caro energia è un'emergenza che sta mettendo in difficoltà imprese e famiglie. Sappiamo quanto il Ministro Cingolani e il Governo intero stiano facendo, per cercare di compensare questi aumenti che arrivano a raddoppiare il costo delle bollette di energia e di gas.

Oggi a lei, Ministro, però, chiediamo un focus sul comparto agricolo e agroalimentare, che sta cercando di resistere, ma la cui crisi rischia di riflettersi sull'aumento dei prezzi al consumo di prodotti primari, ovvero del cibo che acquistiamo ogni giorno. L'impossibilità di scaricare i maggiori costi sui prezzi di vendita può, in alcuni casi, portare allo stop produttivo e il rischio che corriamo tra qualche settimana è di un'indisponibilità dei prodotti a scaffale.

Le chiediamo, quindi, quali siano le misure che intende adottare con urgenza in questo momento, nell'immediato, e quali, invece, siano le misure che intende adottare nel lungo periodo, per accompagnare le imprese nella transizione energetica, anche quelle agricole, verso maggiore indipendenza ed efficienza, anche utilizzando i fondi messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. È evidente che tutte le filiere produttive di qualsiasi comparto, sia del settore primario che della trasformazione, scontano questo momento complicato dell'aumento dei costi di produzione, legato prevalentemente a temi energetici. Ed è tanto vero che va affrontato il tema in particolare per il settore primario, perché, come diceva la collega Cenni poco fa, è il settore che più di ogni altro non riesce nemmeno ad avere un vantaggio da un eventuale aumento del prezzo al consumo. Al di là del fatto che, poi, il prezzo al consumo che aumenta può portare a una contrazione del consumo stesso e, quindi, a un effetto nullo sulle varie filiere produttive, c'è anche il problema che quell'aumento di costo non arriva quasi mai al produttore iniziale, cioè a quello primario e, quindi, ai sistemi agricoli.

Lei ha detto una cosa perfetta: bisogna agire con urgenza, con provvedimenti emergenziali, ma anche con elementi strutturali e di lungo periodo. E io aggiungo anche di medio periodo e descrivo queste tre fattispecie.

Nel primo caso, io capisco che fare nuovo debito sia sempre difficile, ma penso che sia maggiore il rischio, per la nostra economia, di vedere fallire migliaia e migliaia di imprese, piuttosto che il rischio di un nuovo scostamento che consenta di avere risorse, per sostenere l'aumento dei costi di produzione, in particolare del settore primario. Quindi, per prima cosa, credo che sia necessario che il Governo prenda in considerazione, in seria considerazione, l'idea di uno scostamento e di un sostegno ulteriore per imprese e famiglie rispetto ai costi dell'energia.

Per quanto riguarda interventi a medio termine, noi stiamo accelerando su tutte quelle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza che vanno a incidere proprio su questo argomento. Primo citavo il Parco agrisolare, ma c'è anche la progettualità mista, tra noi e il MIT, sul biogas e biometano; poi vi è l'agrivoltaico, altra misura mista. Per quanto di nostra stretta competenza, come Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, stiamo accelerando per arrivare ad anticipare le scadenze che avevamo rispetto al bando per l'agrisolare e, quindi, per l'installazione in copertura degli impianti fotovoltaici. Va stimolata l'autoproduzione e l'autoconsumo delle piccole aziende. Altro tema importante sono i contratti di filiera. Anche su questo, ci sono 1 miliardo e 200 milioni, che vogliamo anticipare rispetto alle scadenze, proprio per garantire che ci sia un monitoraggio su come il valore aggiunto si trasferisca nella filiera.

Rispetto ai temi invece strutturali e di più lungo periodo, credo vada rivisto completamente il sistema di bollettazione degli oneri di sistema, che dovrebbero incidere sulla fiscalità generale e non sulle bollette.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Gadda.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Grazie signor Ministro per la sua risposta. Noi dobbiamo evitare che la dipendenza energetica dall'estero - che tutti i cittadini e le imprese stanno vivendo, in questo momento, sulla loro pelle attraverso i rincari dell'energia e delle bollette - si trasformi anche in una dipendenza di tipo alimentare. Non ce lo possiamo permettere e non può permetterselo l'intera filiera agroalimentare. Il mondo agricolo da anni ormai è sottoposto agli effetti drammatici dei cambiamenti climatici, con alluvioni e siccità sempre più frequenti. Ma, per la prima volta, in questo momento, è l'intera filiera del made in Italy ad essere messa in grandissima difficoltà, anche quella della trasformazione e dei prodotti di eccellenza. Abbiamo un tema, quello dei costi dell'energia ormai difficilmente sostenibili, ma ne abbiamo anche un altro, ovvero l'indisponibilità di materie prime, di semilavorati, di prodotti trasformati, di imballaggi addirittura, e sappiamo quanto questo sia fondamentale anche per conservare e potere distribuire il cibo. Quindi, io la ringrazio per le prime risposte che ha dato, perché abbiamo bisogno di risposte speciali e straordinarie di fronte a una crisi straordinaria, perché il 2022 sarà un anno molto difficile per il nostro made in Italy, che significa anche indisponibilità di materie prime, di generi alimentari, ma anche perdita di quote di mercato, nel mercato interno, ma soprattutto nella competizione internazionale. Da questo punto di vista, servono misure straordinarie, per intervenire sulle bollette e sui costi dell'energia. La ringrazio per il suo impegno a sbloccare in tempi rapidi i bandi e le risorse ingenti, i miliardi che sono contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, rispetto alle fonti di energia e a un'autonomia che le nostre imprese vogliono, stanno realizzando e che deve essere incentivata. Ormai credo che tutti noi abbiamo compreso quanto il nostro Paese abbia bisogno di un mix di fonti energetiche. Non possono più esserci veti, contro veti e burocrazie, perché questo poi finisce sul prezzo del pane, sul potere d'acquisto delle famiglie e sulla sostenibilità del nostro sistema. Quindi, occorre un mix energetico in modo davvero sistematico e, poi, dobbiamo agire sul potere d'acquisto delle famiglie, soprattutto sui generi alimentari, e sostenere le imprese anche su altri fronti, per esempio, su quello della decontribuzione, che ha consentito in questi mesi di sostenere l'occupazione, in particolare femminile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza volte al sostegno del comparto produttivo dei beni di prima necessità e del potere d'acquisto delle famiglie, alla luce dell'aumento dei costi delle produzioni cerealicole – n. 3-02764)

PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02764 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il rincaro delle materie prime e l'inflazione stanno letteralmente distruggendo la nostra economia e il nostro comparto agroalimentare. La dimostrazione pratica né il caro-grano, cioè il rincaro che ha colpito le produzioni cerealicole, con rincari che si ripercuotono sui consumatori per l'acquisto di quei generi alimentari di prima necessità, come pane, pasta e biscotti per bambini. I rincari hanno colpito l'intera filiera; il gasolio per le lavorazioni dei terreni è aumentato del 50 per cento; il costo dei fertilizzanti è triplicato; e, a tutto ciò, vanno sommati drammaticamente gli aumenti dei costi dell'energia, degli imballaggi e dei trasporti. L'intera filiera è molto più costosa, seguendo un pericoloso trend, che Fratelli d'Italia ha già evidenziato l'anno scorso. L'inflazione non accenna ad arrestarsi e, con essa, i danni verso i cittadini e le imprese.

Per questo motivo, signor Ministro, vorremmo sapere quali iniziative urgenti intenda intraprendere per salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie e dei comparti produttivi colpiti, anche vista la necessità di contrastare le pratiche di commercio sleali, come l'acquisto sotto i costi di produzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Le cause che stanno mettendo sotto pressione il mercato dell'intero comparto cerealicolo sono molteplici e affrontano le loro radici in situazioni pregresse, anche aggravate oggi dalla crisi conseguente la pandemia.

Occorre tener presente che il mercato del frumento dipende da variabili estremamente incerte, influenzate dall'andamento internazionale. La filiera del grano duro, in particolare, è caratterizzata da una produzione nazionale strutturalmente deficitaria che, a fronte di una crescita delle esportazioni, non è in grado di coprire la domanda proveniente dalle industrie della prima e della seconda trasformazione, con variazioni di prezzo attribuibili soprattutto al disequilibrio tra offerta e domanda mondiale, di conseguenza alla consistenza delle scorte. Per tali motivi, abbiamo messo a punto una serie di iniziative a sostegno del comparto cerealicolo, atte a favorire relazioni commerciali corrette in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari. In quest'ottica ricordo che, di concerto con il MiSE, nell'ambito delle filiere più rappresentative del comparto agroalimentare italiano, abbiamo individuato come strumento di sviluppo e di trasparenza delle contrattazioni, le commissioni uniche nazionali. A tal proposito, ritengo che sia inaccettabile che parti che dovrebbero compartecipare all'interno delle CUN, le abbandonino in questo momento. Credo che tutta la filiera debba prendere atto della situazione e partecipare invece alle CUN, proprio per risolvere i problemi, non soltanto per evidenziarli. In attuazione degli indirizzi strategici e delle azioni indicate nei piani di settore, è stata costituita ed è operativa la Commissione sperimentale nazionale per il grano duro. Quanto agli interventi di sostegno diretti, ai sensi del decreto-legge n. 113 del 2016, è stato istituito il Fondo volto a favorire la qualità e la competitività delle produzioni delle imprese agricole cerealicole e all'interno comparto cerealicolo, anche attraverso il sostegno ai contratti e agli accordi di filiera alla ricerca e al trasferimento tecnologico e agli interventi infrastrutturali. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, da qualche giorno è possibile l'utilizzo di 900 milioni per lo scorrimento delle graduatorie del quarto bando e l'inizio del quinto bando sui contratti di filiera. Con successivi decreti interministeriali sono stati stabiliti i criteri e le modalità di ripartizione del Fondo. Il Fondo grano duro, il cui gestore è Agea, è una misura diretta a garantire un aiuto di reddito agli agricoltori attraverso l'aggregazione dei produttori di grano duro e la sottoscrizione di contratti tra i soggetti della filiera cerealicola. Per affrontare le criticità che investono il settore, nei giorni scorsi è stato convocato al Ministero il tavolo del grano duro, cui è seguita la convocazione sul grano tenero, nell'ottica di lavorare insieme per individuare possibili soluzioni alle problematiche emerse. In tale contesto, particolare attenzione è stata riservata alla rilevante riduzione della produzione mondiale, con le scorte ai minimi, a causa dei cali produttivi di Paesi come Canada, Stati Uniti o Russia, nonché al generale aumento dei prezzi, non soltanto di grano duro ma di tutte le materie prime, dalle sementi, ai fertilizzanti, all'energia, come ricordato dagli interroganti. Mi preme inoltre rilevare - in questo caso mi ripeto -, tenendo presente il diverso potere contrattuale tra gli operatori della filiera alimentare, di cui l'anello più debole è rappresentato dai produttori agricoli, che il nostro Paese si è battuto fortemente, anche in sede europea, per l'approvazione della direttiva UE 2019/633, in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola alimentare, che è stata recepita lo scorso novembre con lo schema di decreto legislativo n. 198 del 2021, che vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare. Abbiamo introdotto un livello minimo di tutela comune a tutta l'Unione europea, prevedendo un elenco di pratiche commerciali sleali vietate ed un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell'accordo di fornitura. Non sarà più possibile, pertanto, imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come, ad esempio, la vendita dei prodotti agricoli alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione e, in questo momento, come ho ripetuto più volte oggi, ciò è particolarmente importante. In tale contesto, il Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, l'ICQRF, è designato quale autorità nazionale di contrasto ed è deputato a vigilare su eventuali violazioni della normativa appena richiamata.

PRESIDENTE. Il deputato Augusta Montaruli ha facoltà di replicare.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Patuanelli, con tutto il rispetto, non so se lei parla così velocemente perché vuole che gli italiani non la comprendano, perché sarebbe bastato semplicemente dire quali sono le misure che nell'immediato voi avete in mente per risolvere un'emergenza che c'è oggi e non quando i fondi del PNRR saranno destinati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo solo capito che, nell'immediato, lei vuole convocare dei tavoli, ma sulle tavole degli italiani non ci saranno molto presto degli alimenti essenziali e questo perché lei, che fa parte del MoVimento 5 Stelle, dopo aver promesso che avreste abolito la povertà, questa non l'avete abolita ma, in compenso, il popolo ha sempre più fame. Ha fame, non soltanto di diritti che voi gli state negando, ma ha fame di pane, pasta e di tutto quello che deriva dalla produzione del grano. Davanti a questo popolo, che ha fame, voi non ve la potrete cavare come dei novelli Rousseau, dicendogli: “dategli il reddito di cittadinanza”, perché non c'è reddito di cittadinanza che reggerà a tutto questo. Servono investimenti, reali e concreti, subito, adesso, a sostegno del mondo produttivo e in particolare della filiera del grano. Serve credere nell'innovazione subito, immediatamente, non aspettando i progetti del PNRR; serve sostenere la filiera nell'utilizzare il grano italiano e, nel fare questo, bisogna sostenerla anche affinché il grano italiano abbia le proprietà organolettiche necessarie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché ci sia un prodotto di altissima qualità e si possa garantire la produzione di quel prodotto. Servono, per quanto riguarda l'energia - su cui lei si è tanto dilungato nelle risposte precedenti -, provvedimenti immediati ma che diano stabilità, al contempo, al settore produttivo e non interventi tampone, di 2 mesi dopo 2 mesi, come ha immaginato il Governo Draghi, con un disavanzo che non sappiamo per cosa dovrà essere utilizzato; servono provvedimenti, certamente, di risoluzione dell'emergenza attuale, ma che diano stabilità. C'è una proposta di Fratelli d'Italia, al Senato, che prevede il credito d'imposta sul differenziale dell'aumento dell'energia dal 2021 al 2022 e ci auguriamo che, almeno su questo, ci diate ragione e diate una mano alla filiera e a tutti gli italiani per sopravvivere, perché di questo noi oggi stiamo parlando: di costi che non sono più sostenibili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Chiarimenti ed iniziative di competenza in merito alla proposta di nomina del presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale – n. 3-02756)

PRESIDENTE. Il deputato Pentangelo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Prestigiacomo ed altri n. 3-02756 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANTONIO PENTANGELO (FI). Signor Ministro, nei giorni scorsi il gruppo di Forza Italia ha appreso, solo a mezzo stampa, della sua decisione di proporre la nomina a presidente dell'Autorità portuale della Sicilia sudorientale del dottor Francesco Di Sarcina. La stampa ha altresì riportato specifiche dichiarazioni del suo sottosegretario Cancelleri, in cui si afferma che il nome del nuovo presidente sarebbe stato condiviso con i gruppi parlamentari e che, pertanto, tale scelta sarebbe il frutto di un accordo tra lei, signor Ministro, e le forze di maggioranza. I presidenti dei gruppi parlamentari di Forza Italia delle due Camere - Camera e Senato - non sono mai stati coinvolti in tavoli o incontri di tal genere, né riguardanti tale nomina. È inaccettabile, quindi, il metodo adottato di escludere Forza Italia dalla condivisione di scelte che hanno conseguenze dirette importanti sui territori. Le chiediamo, quindi, con spirito costruttivo, di ritirare la proposta di nomina del dottor Di Sarcina e coinvolgere in tale decisione tutta la sua maggioranza, per giungere quindi ad una scelta condivisa - come è necessario che sia - sempre nell'esclusivo interesse del territorio e del leale rapporto di fiducia con le forze di Governo che la sostengono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. La procedura di nomina dei presidenti delle Autorità di sistema portuale, definita all'articolo 8 della legge n. 84 del 1994, prevede che gli stessi siano scelti tra cittadini dei Paesi membri dell'Unione europea, aventi comprovata esperienza e qualificazione professionale, nei settori dell'economia dei trasporti e portuale e siano nominati dal Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, d'intesa con il presidente o i presidenti della regione interessata. Al fine di avviare la procedura di nomina dei presidenti delle Autorità di sistema portuale, ivi comprese quelle relative alle autorità di sistema portuale del mare Adriatico e del mare di Sicilia orientale, è stato pubblicato, in data 27 agosto 2020, sul sito istituzionale del Ministero, un avviso finalizzato all'acquisizione delle manifestazioni di interesse. Con specifico riguardo alla presidenza dell'Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale, a seguito della mancata intesa del presidente della regione siciliana sul nome da me proposto, all'esito della procedura di selezione, in data 25 agosto 2021 è stato pubblicato un nuovo avviso per l'acquisizione delle manifestazioni di interesse. Allo scadenza del termine previsto per la presentazione di tali manifestazioni, come per le altre Autorità di sistema portuale, è stata nominata un'apposita commissione, con il compito di verificare l'esistenza dei requisiti richiesti dal citato articolo 8.

All'esito dell'attività della Commissione, sono stati individuati i candidati ritenuti idonei ad assumere l'incarico di presidenti delle due Autorità di sistema portuale sopra richiamate. Sulla base di un'ulteriore valutazione dei candidati idonei, come è previsto dalla normativa, si è proceduto a proporre ai presidenti delle regioni Marche e Abruzzo il nominativo dell'ingegnere Vincenzo Garofalo quale presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale e al presidente della regione siciliana il nominativo dell'ingegnere Francesco Di Sarcina quale presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale.

Come previsto dalla normativa, ottenute le richieste intese, il Ministero ha trasmesso, in data 10 febbraio 2022, le proposte di nomine alla Camera che, nella giornata di ieri, a seguito dell'assegnazione alle competenti Commissioni, hanno avviato l'attività necessaria ai fini dell'espressione del prescritto parere.

Quanto all'ingegnere Di Sarcina, ricordo che lo stesso ha ricoperto negli anni il ruolo di segretario generale dell'Autorità portuale di Messina, di segretario generale dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale, di commissario straordinario del medesimo ente e attualmente ricopre, per la seconda volta, l'incarico di segretario generale della predetta Autorità di sistema portuale.

Segnalo anche che, nell'esprimere l'intesa alla nomina, il presidente della regione siciliana ha sottolineato la sua soddisfazione per la proposta ricevuta - cito testualmente -, “attesa la specifica competenza maturata dal dottor Francesco Di Sarcina nei diversi ruoli rivestiti presso le Autorità portuali e le Autorità di sistema portuale, nonché la qualificazione professionale nel settore dell'economia dei trasporti e portuale”. Concludo la citazione.

Nell'ambito dell'istruttoria parlamentare propedeutica all'espressione del previsto parere, sono certo che potrà essere pienamente valutata dalle forze politiche la professionalità e la competenza dei candidati selezionati.

PRESIDENTE. La deputata Prestigiacomo ha facoltà di replicare.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente. Ministro, non le chiederò le dimissioni in questa occasione perché faccio parte di questa maggioranza, ma, mi creda, dovrei, perché la sua risposta è veramente insoddisfacente e, soprattutto, ciò che è accaduto è molto grave e inaccettabile. Le posso assicurare che conosciamo molto bene la procedura per la nomina dei presidenti delle Autorità portuali, ma la prassi vuole, poiché sono scelte che passano dalle Commissioni parlamentari, che i Ministri pro tempore discutano e condividano tali scelte, che condizionano i territori di riferimento per ben 4 anni e, quindi, ne condizionano nel bene e nel male il futuro, con le forze parlamentari.

Ministro, lei ha fatto finta di non leggere nemmeno l'interrogazione, perché nell'interrogazione noi le chiedevamo, con delle premesse, di spiegare anche dei fatti che sono stati dichiarati a mezzo stampa da rappresentanti del suo Ministero e da esponenti di questo Parlamento. Allora, Ministro, lei è un Ministro di un Governo politico, lei non può fingere di ignorare le prassi politiche. Ministro, lei non ha vinto un concorso e non può pensare di governare contro un gruppo della sua maggioranza. Per questo, Ministro, siccome lei ha ritenuto di condividere queste scelte - quella di Augusta, Catania e quella di Ancona - solo con pezzi della maggioranza, noi le chiediamo di ritirare questa nomina - che, sì, è stata incardinata, ma può tranquillamente essere ritirata -, perché oggi lei, se deciderà di non ritirare questa nomina, incrinerà in modo serio il rapporto tra il Governo, tra il suo Dicastero e un gruppo della maggioranza. Forza Italia non può essere considerata da lei il parente povero, lei ha il dovere di discutere con tutte le forze politiche.

Per cui, l'invito che le rivolgo, come ha fatto già il mio collega capogruppo in commissione Trasporti alla Camera mai consultato da lei su questa scelta, è di ripensare a questa scelta con uno spirito costruttivo, perché affossare i porti di Augusta e Catania con una scelta di ripiego - perché quella che lei ha compiuto è una scelta manageriale di ripiego -, promuovendo una persona che ricopre, appunto, il ruolo di segretario generale, pur di liberare un posto nei porti del Nord, affossa le prospettive di sviluppo di un pezzo significativo del Mezzogiorno. Quindi, l'invito che le rivolgo per l'ennesima volta - lei che ha negato recitandoci la norma che, mi scusi, la conosciamo, siamo parlamentari da un po' di tempo - è di ritirare questa nomina e non creare questo vulnus tra il suo Dicastero e questo gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,35. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,15 è ripresa alle 16,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Barelli, Biancofiore, Brescia, Comaroli, Davide Crippa, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Gebhard, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Lapia, Lollobrigida, Marin, Mura, Paita, Perantoni, Romaniello, Schullian, Serracchiani e Spessotto sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 108, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2488 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 3467​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3467: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3467​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare la collega Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Ecco, dunque, che ci troviamo a votare l'ennesima fiducia imposta da un Governo che ha esautorato totalmente le funzioni di Camera e Senato senza alcun dibattito, con la massima arroganza.

Ho smesso di contare le fiducie, Presidente; ormai, settimana dopo settimana, è prassi consolidata. Entrando brevemente nel merito, voglio citare proprio il Premier dei migliori: il green pass è una misura che dà serenità, dà la garanzia di trovarci tra persone non contagiose. Ecco, così prometteva il Premier Draghi durante la conferenza stampa dello scorso 26 ottobre. Oggi, a poco più di tre mesi di distanza da tali dichiarazioni, è chiaro che la realtà è esattamente il contrario. Non negando gli effetti mitiganti dei vaccini, essi non impediscono né di contagiarsi, né di contagiare.

È ormai evidente a tutti che il green pass è, e rimane, uno strumento puramente politico, senza alcun fondamento scientifico. Avevamo chiesto, per mesi, un sistema efficace di tracciamento tramite tamponi, avevamo chiesto tutele per i nostri giovani, avevamo chiesto di garantire i diritti fondamentali: tutto sempre prontamente bocciato e mai preso seriamente in considerazione dal Governo dei migliori. Nonostante le evidenze, il Governo si ostina, quindi, a imporre misure totalmente liberticide e, soprattutto, senza alcun fondamento scientifico, creando situazioni di disperazione sociale e incrementando le discriminazioni.

Siete veramente sicuri, ancora, che sia la misura che dà serenità? Con che coraggio venite ancora qui a chiederci la fiducia? E soprattutto voi, colleghi, con che coraggio votate questa fiducia?

Il nostro, potete starne certi, oggi sarà un chiaro no (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e di deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. L'ennesima fiducia del Governo della melassa sulla proroga dello stato di emergenza. Si tratta di una fiducia che tradisce le raccomandazioni del Presidente Mattarella, che, nel suo discorso iniziale, ha sottolineato la necessità del confronto parlamentare. Ciò va detto con chiarezza, in quest'Aula, da troppo tempo costretta a subire le decisioni autoritarie di un Governo che ha abusato dell'emergenza al fine di evitare la gestione ordinaria della pandemia, di svilire il ruolo delle Assemblee legislative, di agire in deroga a tutto e di incatenare la democrazia, la libertà e la funzione di controllo del Parlamento. La scienza dice che la pandemia sta diventando endemia, quindi con il virus dovremo conviverci nei prossimi anni. Il Governo ha imposto l'obbligo vaccinale, sia in forma diretta che con lo squallido ricatto della tessera verde.

Dal 1° gennaio abbiamo viaggiato tra i 200 mila e gli 800 mila, con moltissime guarigioni, e dunque immunizzazioni reali. Il Governo ha voluto vaccinare pure i bambini e per poco non ha preteso di iniettare il siero magico anche ai cani, ai gatti, ai criceti e agli orsacchiotti di peluche. Ora basta, delle due l'una: o abbiamo raggiunto l'immunità di gregge oppure il Governo vuole un gregge immune al ragionamento, alla verità e ai bisogni delle vite umane. Il Governo ha spaventato il popolo, con lo scopo di ottenere obbedienza assoluta, ansia e paura, con l'obiettivo di alimentare l'inquietudine nelle case, nelle famiglie e nei luoghi di lavoro. Il Governo ha lavorato sul terrore e sulla propaganda, che sono le basi del totalitarismo.

La diffusione della paura ha bloccato il pensiero critico, mentre la crisi economica ha fermato il dissenso civile, insieme alle misure repressive e punitive del Governo. L'Esecutivo Draghi ha creato una guerra insensata tra vax e no-vax, tra pass e no-pass, utile a distrarre l'attenzione dal caro bollette, dai mancati ristori, dalla negazione del diritto alla salute e dalle maggiori risorse del PNRR, su cui il Nord, come sempre, farà da padrone.

Con la scusa dell'emergenza il Governo se ne è fregato del diritto all'istruzione, della necessità di riformare la giustizia in maniera sana, della crisi del settore auto, della tutela dell'ambiente, chiesta dagli adolescenti, delle istanze dei sindacati e delle esigenze dei più deboli. L'emergenza è servita a Draghi a ultimare quel piano di austerità che la trojka e la Germania della Merkel avevano imposto ai Paesi del Mediterraneo, massacrando la Grecia.

È giunto il momento di fare i conti con la coscienza, i migliori non possono più chiudere gli occhi davanti alla sofferenza di italiani lasciati allo sbando, multati e perseguitati dall'Agenzia delle entrate. Siamo davanti alla tempesta perfetta, ma ancora dobbiamo discutere di COVID, green pass ed emergenza nazionale.

Stati come il Regno Unito dimostrano che si può lottare contro il COVID senza imprigionare le persone, senza spappolare l'economia, senza limitare la vita umana. Ritengo quindi che sia urgente passare alla gestione ordinaria del COVID, va ristabilito lo Stato di diritto, poiché dobbiamo affrontare il problema delle imprese del Paese. Basta con la mannaia delle fiducie parlamentari.

Pertanto, come ho già fatto in occasioni analoghe, annuncio il mio voto contrario all'ennesima fiducia. Non sono complice di questo Governo, di sepolcri imbiancati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa e di deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, colleghi, c'è un evidente aspetto di problematicità, che è collegato allo strumento del decreto-legge, perché oggi noi stiamo sostanzialmente finendo l'iter di conversione in legge di un decreto che è stato approvato circa due mesi fa; e, pensando alla pandemia, stiamo parlando di un tempo molto, ma molto lontano, a una fase assai critica della cosiddetta quarta ondata. Quando questo decreto è stato emanato, la situazione era assai più critica; fortunatamente oggi possiamo commentare dati in significativo miglioramento su tutti i parametri e si può parlare, come ha fatto il Ministro ancora qualche giorno fa, del raggiungimento dell'obiettivo, sostanzialmente, di essere riusciti ad appiattire la curva, e quindi di passare ad una fase di progressivo décalage della quarta ondata. Vorrei sottolinearlo, non è il problema di essere pessimisti o di dare sempre una versione terrorizzante, anche se la prudenza, e questo virus, la storia di questo virus ce lo insegna, come dice il proverbio, non è mai troppa. Quindi, occorre avere un atteggiamento assolutamente prudente. Dicevo di questa discrasia, perché oggettivamente alcuni di questi provvedimenti, ovviamente, sono figli, sono la conseguenza, sono la risposta ad una fase della pandemia differente da quella in cui stiamo vivendo.

Va anche detto che fu una richiesta del Parlamento, una richiesta unanime, che il Governo usasse lo strumento del decreto e non, per esempio, lo strumento del DPCM, proprio perché ci fosse un passaggio parlamentare, che è stato molto esteso al Senato e più ridotto sostanzialmente, non senza la possibilità di intervenire, in questo ramo del Parlamento, riproponendo una questione, che è quella che più volte abbiamo sottolineato, di un bicameralismo alternato che provoca problemi seri. Ma, per tornare al merito, noi abbiamo trovato un po' fuori luogo negli scorsi giorni diverse dichiarazioni, anche fatte da autorevoli esponenti della maggioranza, che in sostanza dicevano: basta con il green pass, da marzo liberi tutti. Ovviamente estremizzo il concetto, ma credo che il senso fosse quello.

Allora credo che su questo occorra riflettere. È chiaro che dobbiamo prepararci alla “fase 2” della gestione di questa pandemia, riuscendo a contenere e a convivere con questo virus, cercando di capire se siamo realmente entrati - come è stato detto anche da chi mi ha preceduto - nella fase endemica, e non più nella fase pandemica; è giusto ragionare su questo ed è giusto ragionare su come progressivamente ridurre e annullare (dove questo sia possibile) le restrizioni, però ciò va fatto all'interno di un quadro che per noi deve continuare a essere di ascolto delle ragioni della scienza.

Alcune sparate, come quelle a cui facevo riferimento, danno l'idea di un approccio ascientifico e gli approcci ascientifici sono pericolosi, come dimostra anche la storia - ormai siamo in grado di dirlo -, non più solo la cronaca, di questo virus. Quindi, va bene pensare e lavorare per una “fase 2”, ma occorre farlo, come dicevo, sempre in una logica di ascolto della scienza e in una logica di riaperture progressive.

Da questo punto di vista, il decreto in esame prevede l'ulteriore proroga al 31 marzo dello stato di emergenza nazionale. Quando saremo vicini a questa data, ritengo che dovremmo affrontare il tema della necessità di una ulteriore proroga o che - come credo chiunque di noi non può non auspicare - si possa in qualche modo sancire, con lo stop al 31 marzo dello stato d'emergenza nazionale, in maniera plastica e facilmente comprensibile da tutti, proprio il passaggio alla “fase 2”.

Oggi, però, è ancora presto. Dobbiamo lavorare perché questo accada e per fare ciò ovviamente bisogna continuare ad avere un approccio improntato, come dicevo prima, alla prudenza. Ed è un approccio per cui - se anche alziamo lo sguardo e iniziamo a fare una sorta di bilancio della gestione della quarta fase in Paesi delle dimensioni territoriali e di popolazione dell'Italia - possiamo dire che, alla fine, l'Italia è riuscita a superare o è in fase di superamento della quarta ondata sostanzialmente senza chiusure generalizzate, senza lockdown generalizzati, e gestendo per esempio, con i tanto criticati colori delle regioni, le diverse fasi, differenziate da regione a regione. Sì, ha proseguito una campagna molto severa di promozione delle vaccinazioni e se possiamo pensare, ragionare e ricercare riscontri scientifici del passaggio del COVID-19 alla fase endemica - lo dico a chi mi ha preceduto per il suo tramite, Presidente - lo dobbiamo proprio al fatto che vi è stata una testarda convinzione che solo la campagna vaccinale e solo la scienza ci potessero aiutare. Questo è il punto vero. Mentre anche in quest'Aula, da molti mesi, ci sono campagne che, se non sono dichiaratamente no-vax, sono no-green pass e, in diverse fasi della nostra vicenda di convivenza con il COVID-19, hanno in realtà nascosto una sfiducia di fondo nella scienza e, quindi, una sfiducia nei vaccini. E, invece, è il vaccino, sono le percentuali straordinarie di vaccinazione raggiunte dalla popolazione (per la popolazione oltre i 12 anni siamo ad oltre il 91 per cento) che ci hanno consentito di gestire questa quarta ondata e, come dicevo all'inizio, di provare a pensare seriamente alla “fase 2”.

Quindi, da questo punto di vista, il provvedimento continua a essere coerente; una coerenza che credo vada difesa. È la coerenza di chi ha affrontato, fin dall'inizio, questa novità, l'arrivo di questo virus assolutamente imprevisto, seguendo la scienza e il principio di precauzione.

Da ultimo, signor Presidente, mi lasci ringraziare tutti gli operatori del mondo della sanità, a tutti i livelli, anche gli operatori delle pulizie, i volontari. Ci sono in campo, ogni giorno, decine e decine di migliaia di persone che stanno lavorando con grande professionalità, con grande umanità, senza le quali oggi non saremmo in grado di commentare e di fare le riflessioni che abbiamo fatto e che, in qualche modo, sono contenute anche in questo decreto. Occorre ricordarsene e occorrerà anche trovare gli strumenti per riconoscere questo che è stato uno straordinario servizio al Paese, fatto in una situazione di profondo stress; uno stress che è dovuto proprio a queste continue fasi di rialzo dei contagi che abbiamo avuto.

Credo che, da questo punto di vista, da questo Parlamento e da quest'Aula si debba rivolgere veramente un grazie a tutti questi uomini e a tutte queste donne che hanno servito il Paese in maniera assolutamente straordinaria. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole delle deputate e dei deputati di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (CI). Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretario, nuovamente torna all'esame di quest'Aula un provvedimento i cui termini e finalità sono ormai noti. La proroga dello stato di emergenza, resasi necessaria negli ultimi anni, non appariva, tuttavia, così scontata, alla luce dei grandi passi in avanti fatti in questi mesi e di cui credo tutti in quest'Aula non possiamo che prendere atto.

L'opera incessante dei sanitari, della struttura di emergenza guidata dal generale Figliuolo hanno ragguardevolmente messo il nostro Paese in sicurezza, pur avendo comunque ancora una considerevole, minoritaria, parte di popolazione reticente alle vaccinazioni. La cultura della consapevolezza e del rispetto dell'altro, tuttavia, hanno prevalso e lo si può apprezzare dall'alto tasso di vaccinazioni presente nel nostro Paese.

L'atteggiamento prudente e responsabile del Presidente del Consiglio e del Governo ha consentito al Paese di non subire misure più drastiche, come quelle sperimentate in diversi Paesi europei nel corso dell'autunno e dell'inverno 2021: l'Austria ne è un plastico esempio. Abbiamo tutelato il mercato, le imprese e gran parte dei settori strategici del Paese e credo che questa sia stata davvero la cosa più importante.

Credo che a nessuno faccia piacere dover comunicare nuovamente al Paese che l'emergenza purtroppo continua. Tuttavia, c'è una differenza tra una politica responsabile e la non consapevolezza delle conseguenze che le scelte che siamo chiamati a fare oggi avranno sulla vita dei cittadini e per vita intendo esattamente sopravvivenza.

Non è accettabile che vi sia alcuna leggerezza su questo e non è accettabile che si rischi anche una sola vita, a fronte di speculazioni magari elettorali.

Voglio dirlo con chiarezza a quanti, anche in questo Parlamento e fuori, hanno avuto un atteggiamento ondivago, reticente o esplicitamente contrario ai provvedimenti di garanzia che abbiamo approvato finora. Se di emergenza stiamo ancora parlando, in parte, è anche responsabilità di chi ha sobillato un clima di dubbio, sospetto e contrasto, quando, invece, questo Parlamento avrebbe dovuto mostrarsi unitario di fronte al supremo valore della vita di tutti i cittadini.

In conclusione, anche il nostro gruppo vuole ringraziare chi, ogni giorno, è in prima linea rispetto a questa pandemia, in questo momento della storia che nessuno avrebbe voluto vivere. Un grande ringraziamento va a tutti loro, perché davvero, con grande consapevolezza, con grande forza di spirito, con grande volontà hanno sempre accompagnato tutti i nostri cittadini, purtroppo a volte rimettendoci anche la propria vita e magari qualcun altro anche quella dei propri cari.

Per questo motivo, nella speranza si tratti di un provvedimento destinato a cessare la propria efficacia prima del tempo, anche il nostro gruppo voterà a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Governo, colleghe e colleghi, il provvedimento che conclude il suo iter e che andiamo oggi a convertire in legge, in un momento certamente diverso rispetto a quello della sua emanazione - è stato anche già detto: alcune delle disposizioni contenute nel decreto-legge presentato dal Governo sono già state superate - si pone in scia rispetto ad altri provvedimenti che - mi consenta di dire, Presidente - fino ad ora ci hanno consentito di uscire fuori dal periodo peggiore che nemmeno potevamo immaginare per la nostra salute, per la salute dei nostri cari e per l'economia del nostro Paese. Quindi, lo dico sin da ora, deve essere sostenuto e anche tutelato dal nostro gruppo, Italia Viva.

È vero, il numero dei soggetti positivi sembra essere sostanzialmente in decrescita: nell'ultima settimana sono stati registrati 438.000 casi, con una riduzione all'incirca del 32,2 per cento rispetto alla precedente. Però, il livello dei contagi resta comunque di tre volte superiore rispetto a quello precedente l'inizio della nuova ondata perché, come è stato già detto, la variante Omicron, seppure meno pericolosa, è sicuramente più contagiosa. Quindi, le disposizioni contenute in questo provvedimento sono assolutamente necessarie e hanno contribuito in maniera significativa a rendere meno drammatico il numero di contagiati, di ricoverati in terapia intensiva e, ovviamente, di morti.

Stiamo per prorogare lo stato di emergenza. Però, in realtà apriamo già le porte alla “fase 2”, alla fase più morbida, perché di fatto il provvedimento riduce il termine di durata di validità del certificato verde generato da vaccinazione da 9 a 6 mesi ed elimina l'obbligo di quarantena precauzionale per i soggetti vaccinati con dose booster o con seconda dose da meno di 120 giorni, prevedendo quindi, in sostituzione, sempre che permanga la negatività, un regime di auto sorveglianza che consentirà maggiore movimento e maggiore libertà ai vaccinati e ai guariti che, anche nel caso di contagio, potranno superare la malattia da asintomatici o contraendo sintomi lievi senza aggravare le strutture sanitarie ordinarie d'urgenza.

Dunque - come è stato già detto, ma lo voglio ribadire - il faro è la scienza ma la regola è sempre la prudenza. Questo provvedimento, che, come dicevo, si pone già nell'ottica di immaginare una fase successiva più morbida, non può non tener conto comunque di quel senso di responsabilità a cui tutti noi siamo costantemente e quotidianamente richiamati. Proprio a seguito di questi nuovi obblighi, di queste previsioni mi piace ricordare a me stessa e a chi ci ascolta che è stato previsto il contenimento dei prezzi dei dispositivi di protezione per le vie respiratorie ed è stata prorogata la somministrazione a prezzi calmierati dei test antigenici da parte sia delle farmacie sia di tutte le strutture sanitarie autorizzate.

Dunque, la decisione è stata quella di rafforzare le misure per contrastare i possibili contagi virali e, al contempo, di porre le condizioni per una riapertura graduale, quindi di appressarsi a alla fase più soft, anche attraverso l'utilizzo e il rafforzamento di uno strumento di libertà e non punitivo - come è stato purtroppo detto in quest'Aula - o, addirittura, repressivo ma attraverso uno strumento assolutamente utile.

Si tratta di una scelta giusta e di buonsenso, che ha consentito ad oggi di piegare la curva dei contagi e di assicurare a tutto il nostro Paese il ritorno progressivo ad una vita quasi normale. Che sia stata una scelta giusta lo dimostra anche quello che sta succedendo nel Regno Unito, dove la scelta di abbandonare la mascherina e l'opposizione a qualunque certificazione per uso interno sta portando ad una grave recrudescenza della pandemia.

Un contributo fondamentale, da due anni e mezzo a questa parte, nel contrasto alla diffusione del virus è stato sicuramente fornito da quel senso di prudenza, da quel senso di responsabilità mostrato da tutti i nostri concittadini al rispetto delle regole, alle quali dobbiamo sempre richiamarci. In modo particolare, è stato fornito da quei 47 milioni di italiani che hanno concluso il ciclo di vaccinazione per proteggere se stessi e tutti gli altri.

È evidente, le condizioni fortunatamente sono cambiate e ci apprestiamo ad affrontare un'altra fase. Però, non possiamo non pensare di prorogare lo stato di emergenza e di utilizzare sempre quel senso di responsabilità che ci consentirà anche per il futuro di tutelare la salute di noi tutti, degli altri, dei nostri cari, e anche il sistema economico del nostro Paese, attraverso la ripresa di una normalità di cui tutti sentiamo il bisogno.

Per tutti questi motivi, con convinzione, a nome del gruppo Italia Viva, annuncio il voto favorevole alla fiducia posta ieri dal Governo su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, intervengo in fase di dichiarazione di voto sulla questione di fiducia posta sull'ennesimo decreto-legge in conversione. Non posso non esprimere il rammarico, lo sdegno, l'indignazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) del gruppo Fratelli d'Italia rispetto all'ennesima posizione della questione di fiducia, non fosse altro perché non è passata che qualche ora da quando il Presidente della Repubblica, in quest'Aula, rilanciava, giustamente, a nostro avviso, la centralità del Parlamento, il fatto che il Parlamento debba essere autonomo, la sua denuncia contro la sovrapproduzione di decreti. Ebbene, io ricordo che tutta quest'Aula si alzava in piedi, applaudiva, con un primo, un secondo, un terzo, un quarto e un quinto applauso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dov'è quella verve partecipativa del centrosinistra, della maggioranza variopinta? La possiamo chiamare maggioranza arcobaleno, di fatto, perché solo Fratelli d'Italia non ha ceduto alle lusinghe e al Governo ed è qui coerentemente a fare opposizione.

Oggi non possiamo non denunciare il fatto che si è perso il numero ed il conto delle questioni di fiducia. Per chi non dovesse essere esperto di politica parlamentare - lo dico ai tanti che ci seguono sui social fuori da quest'Aula - significa azzerare il dibattito parlamentare, significa azzerare la possibilità che noi, che rappresentiamo il popolo, si possa presentare emendamenti migliorativi al provvedimento, significa azzerare la possibilità di discutere, di entrare nel merito di ciò che nel provvedimento viene detto. Per esempio, con questo decreto-legge in conversione si dà la possibilità di estendere fino al 31 marzo lo stato d'emergenza. Quale emergenza, io vi chiedo, quale emergenza c'è in Italia, se non un'emergenza determinata dall'incapacità di questo Governo di gestire il momento pandemico?

Rispetto agli strumenti ordinari di gestione della pandemia da coronavirus, un illustre costituzionalista quale Sabino Cassese diceva, già dall'inizio, quando la pandemia mordeva, quando era sconosciuta, quando i contagi erano tanti, quando le ospedalizzazioni erano tantissime, quando purtroppo i morti erano tantissimi, che non c'è strumento ordinario nella nostra democrazia che non possa sopperire e che non c'era bisogno degli strumenti straordinari legati allo stato d'emergenza.

Questo lo dico perché anche rispetto allo stato di emergenza si è determinata una serie di storture. Parto dalla mia regione, la Puglia, dove, non più tardi di qualche giorno fa, hanno arrestato il capo della Protezione civile pugliese, uomo di fiducia di Michele Emiliano, che è stato trovato con una tangente. Peraltro, nella rappresentazione si è fatto riferimento a una “manzetta”, che io non sapevo neanche cosa fosse: si tratta di un pezzo di manzo tagliato, all'interno del quale c'è una bustarella. Una rappresentazione in stile anni ottanta, esecrabile in quegli anni, ma altrettanto e maggiormente esecrabile in questi anni, perché sono anni di pandemia, è pensare che un servitore dello Stato possa servirsi anche dello stato di emergenza perché gli dà strumenti straordinari per intervenire, bypassando una serie di legittimi contorni, di legittimi legacci che le gare d'appalto danno normalmente. Ebbene, dello stato d'emergenza, evidentemente, c'è qualcuno che ha approfittato. Nelle nostre menti, nei nostri occhi ci sono ancora le indagini legate, per esempio, alle famose mascherine di Arcuri, che costavano 5, 6 o 10 volte il prezzo, alle ferramenta che si improvvisavano commercianti di dispositivi di protezione individuale.

Questa rappresentazione un po' farsesca viene anche avallata dallo stato di emergenza. Per questo noi non lo possiamo votare.

Non votiamo oggi la fiducia a questo Governo in generale, ma anche per aspetti particolari. Non possiamo accettare la proroga dello stato di emergenza quando i contagi calano, quando l'occupazione dei posti ordinari negli ospedali cala, quando l'occupazione delle terapie intensive cala. I morti, purtroppo, ci sono ancora; e questo è il segno dell'incapacità di questo Governo nell'aver attrezzato nel territorio la sanità di prossimità. E tutto ciò avviene in un momento storico in cui da ieri - e se ci pensate questo è raccapricciante - gli ultracinquantenni non vaccinati non possono più lavorare in un Paese la cui Costituzione recita, all'articolo 1, che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Noi diciamo a lavoratori, ad operai, che non sono convinti o che per altri motivi non si sono potuti vaccinare, che non possono più lavorare. Da qui, il segno distintivo di questa maggioranza di Governo; il segno distintivo di una certa sinistra che non sta più con gli operai, con chi ha bisogno, con quegli strati sociali che fino al millennio scorso vedevano nella sinistra una possibile area politica di riscatto, ma stanno, invece, con le lobby e non si confrontano più col popolo.

Fratelli d'Italia ha il popolo come unico interlocutore e proprio per questo ritiene che in questo momento storico lo stato di emergenza debba essere cassato; lo abbiamo proposto con un emendamento che ci è stato bocciato in Commissione, con il quale chiedevamo la cessazione immediata dello stato di emergenza perché non più giustificato dai parametri sanitari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Purtroppo, ripeto, ce lo avete bocciato.

A me non è cara la rappresentazione di questo Parlamento come una casta. A mio avviso, noi abbiamo l'onere e l'onore di rappresentare il popolo italiano. Noi diciamo, lo ripeto, ad un operaio che non può andare a lavorare perché non ha fatto il vaccino e, quindi, non ha questo famoso green pass, peraltro rafforzato; diciamo a quell'operaio che non può più tornare a casa e guardare negli occhi i propri figli e avere la dignità di chi porta il pane a casa dopo otto ore di lavoro, magari in una fabbrica; gli diciamo, non essendo convinto di fare il vaccino, che non lo può più fare come aveva fatto fino a ieri facendo un tampone. Apro una parentesi: la mancata convinzione dei cittadini rispetto alle vaccinazioni l'avete determinata voi, l'ha determinata una comunità scientifica spesso politicizzata, che guarda con simpatia a questo o a quell'altro partito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Avete lanciato messaggi discordanti di ogni genere: AstraZeneca prima alle donne, poi, no alle donne, giovani, anziani e così via. Ovviamente, chi non ha le capacità per discernere ha detto: ma se non sono d'accordo loro, devo essere d'accordo io? Fino a ieri a queste persone avevamo dato la possibilità di accedere nei luoghi di lavoro effettuando un tampone, dimostrando, se negativi, che non potevano contagiare. Poi, scopriamo parallelamente, ma Fratelli d'Italia questo l'aveva detto già da tempo, mutuando le parole di Anthony Fauci, che il vaccinato può contagiare e può contagiarsi, così come appuriamo che per entrare in quest'Aula per il giuramento del Presidente della Repubblica era prevista, come condizione esclusiva di accesso, non il fatto di avere il green pass, ma l'effettuazione di un tampone antigenico di terza generazione ad immunofluorescenza. Evidentemente, quello è lo strumento per essere sicuri di non avere contratto il virus. Noi, quindi, abbiamo detto all'operaio che non poteva e non può andare a lavorare perché non è vaccinato, però, qui, in quest'Aula, per essere sicuri, ci siamo dovuti fare il tampone. In questo momento noi stiamo dando al popolo italiano una rappresentazione farsesca. Ed è anche per questo motivo che noi votiamo convintamente “no” alla fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Votiamo “no” all'approccio che questo Governo ha nei confronti della pandemia da Coronavirus, votiamo “no” alla gestione sanitaria che questo Governo ha e che ci ha portato purtroppo ad essere ai primissimi posti per mortalità. Guardiamo all'orizzonte, guardiamo alla possibilità che il nostro popolo vada a votare e ridia fiducia a chi rappresenta il popolo. Modestamente, Fratelli d'Italia pensa di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Il contesto sanitario che la sera della vigilia di Natale ha accompagnato l'approvazione in Consiglio dei Ministri di questo decreto che ci apprestiamo a convertire, con cui si proroga lo stato d'emergenza al prossimo 31 marzo, era certamente diverso e ben più preoccupante di quello in cui ci troviamo oggi. Sono trascorsi due anni dalla prima dichiarazione dello stato d'emergenza e speriamo davvero che, a prescindere dai vincoli di legge, il prossimo 31 marzo si possa scrivere la parola “fine” ad una lunga stagione che ha generato sofferenza nel Paese a tutti i livelli e non solo in termini sanitari, ma anche economici e sociali.

Oggi, grazie allo straordinario lavoro svolto nell'ultimo anno da decine di migliaia di operatori e volontari impegnati nella campagna vaccinale, all'efficienza della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo e al lavoro corale delle regioni che hanno potuto contare su un prezioso coordinamento da parte del Ministro Gelmini, possiamo contare su un tasso di vaccinazione tra i più alti in Europa e nel mondo. Sono oltre 50 milioni, pari al 94 per cento, gli italiani con almeno una dose o guariti da almeno 6 mesi, anche senza alcuna somministrazione. Questi sono numeri che parlano da soli e che ci confortano perché sono la principale garanzia del fatto che oggi questo virus, anche nelle sue più recenti varianti, non può più arrestare la ripresa del Paese, a partire dalle numerose attività che, fino a pochi giorni fa e forse ancora oggi, hanno subito e subiscono le restrizioni e le chiusure più severe e durature.

Per riconquistare la tanto desiderata normalità, dobbiamo continuare a lavorare uniti per infondere ancora più fiducia e per questo è necessario proseguire su una strada di prudente ottimismo, avendo a cuore soprattutto le sorti dei soggetti più fragili, più vulnerabili e, comunque, più esposti ai rischi di un contagio proprio in questa fase. Non entrerò nel dettaglio dei vari articoli di cui è composto questo disegno di legge, ma voglio soffermarmi soltanto su due aspetti a cui tengo particolarmente e che sono davvero felice che abbiano trovato opportuno spazio.

All'articolo 7, modificato nel corso dell'esame al Senato, si garantisce finalmente senza ulteriori condizioni l'accesso dei visitatori provvisti di green pass rafforzato, cioè con tre dosi di vaccino, alle strutture residenziali, socioassistenziali, sociosanitarie e hospice fino al 31 marzo di quest'anno. Inoltre, si ripristina anche l'accesso ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere a partire dal 10 marzo. Per ottenere questo risultato va detto che sono serviti lunghi mesi di battaglie da parte dei comitati dei familiari a cui, nonostante le norme precedentemente approvate e le circolari ministeriali lo prevedessero già, veniva purtroppo spesso negato l'accesso e ogni forma di contatto diretto con i propri congiunti ospiti di tali strutture, persone anziane e persone con disabilità gravi a cui è stato per due anni negato il diritto di un abbraccio con un affetto caro, pur essendoci già tutte le condizioni di massima sicurezza. Su questo tema, il sottosegretario se lo ricorderà, mi ero interessata anche personalmente in Commissione già nei mesi scorsi e, dunque, sono felice che questa triste pagina, oggi si possa, seppur tardivamente, chiudere e ringrazio anche i colleghi senatori per il loro impegno su questo.

Un altro aspetto su cui vorrei soffermarmi, anche per fare chiarezza rispetto ad alcune polemiche dei giorni scorsi, è quello riguardante le tutele dei lavoratori fragili. L'articolo 17, modificato in Senato, proroga fino al 31 marzo la possibilità per i lavoratori fragili di svolgere le proprie mansioni in modalità agile, il cosiddetto smart working, a copertura di tutti i mesi in cui è in vigore lo stato d'emergenza, ma così come le altre tutele, l'equiparazione dell'assenza al ricovero ospedaliero o i congedi straordinari per i genitori con figli minori o con disabilità. Su questo argomento c'è stato un fraintendimento su cui è necessario, secondo me, un chiarimento. C'è stato chi ha polemicamente accusato il Governo, nella fattispecie il Ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, di aver ostacolato la proroga di queste misure e di essere contrario allo smart working e alle tutele per i lavoratori fragili. Mi sento di dire che non c'è niente di più inesatto; l'obiettivo del Governo Draghi è stato fin da subito quello di definire anche per il post emergenza una modalità di prestazione lavorativa nella pubblica amministrazione che garantisse per i lavoratori e per gli utenti dei servizi pubblici diritti e tutele, favorendo la produttività insieme ad ampia flessibilità organizzativa delle singole amministrazioni. Questo non vuol dire essere contrari allo smart working, bensì consentire maggiore equilibrio tra vita professionale e vita privata, garantendo anche i servizi pubblici.

Si è quindi arrivati - è opportuno ricordarlo per i più distratti - alla preintesa del Contratto collettivo nazionale di lavoro, siglato lo scorso 21 dicembre, e all'emanazione delle linee guida in materia di lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche, concordate con i sindacati e sulle quali è stata acquisita l'intesa in Conferenza unificata proprio lo scorso 16 dicembre. Il Contratto collettivo nazionale di lavoro, dunque, già consente questa flessibilità, a prescindere dallo stato di emergenza e da questo decreto. Nella speranza di aver chiarito ogni dubbio in merito, colgo l'occasione per ringraziare il Ministro Brunetta per la sensibilità mostrata e per il non semplice lavoro di questi mesi, che garantirà al lavoro agile di diventare una modalità ordinaria ed efficace, garantendo produttività e trasparenza, soprattutto a beneficio dei lavoratori fragili e con disabilità.

Concludendo, Presidente, a un anno dalla nascita del Governo Draghi, credo che oggi tutti possano affermare anche l'importanza del contributo che il mio gruppo di Forza Italia ha dato, con la sua delegazione al Governo e con i suoi parlamentari, fin dal primo momento, per la ripartenza del Paese e per l'uscita da questa emergenza e, speriamo presto, anche dalla pandemia. Va ringraziato tutto il mondo scientifico, per la celerità con cui sono stati messi a disposizione i vaccini e i farmaci, che oggi ci consentono di guardare con fiducia al futuro. Vanno, inoltre, ricordati e ringraziati, ancora una volta, tutti i medici e il personale sanitario, che hanno combattuto e ancora combattono nelle nuove trincee dei reparti COVID, sottoposti a condizioni di stress ben oltre il tollerabile. Vanno anche ringraziate le numerose imprese che continuano con grande coraggio e propositività a credere nella ripartenza del Paese e ad investire, nonostante la pandemia e il duro colpo inferto dall'aumento dei costi energetici e non solo, su cui è doveroso - sottolineo – e necessario un ulteriore impegno da parte nostra, affinché i sostegni arrivino per tempo e in misura adeguata.

In ultimo - ma non meno importante -, dobbiamo soprattutto ringraziare quel 90 per cento di italiani vaccinati, che, a differenza di un'esigua minoranza, racconta di quanto la grandezza di un Paese si misuri non solo e non tanto dal numero di medaglie olimpiche dei suoi campioni, che sono certamente motivo di vanto e di orgoglio, ma sia nel singolo cittadino, che, vinte anche comprensibili paure, con un gesto semplice di ammirevole responsabilità e generosità, ha permesso di tutelare anche i più fragili, garantendo alla nostra Italia di rimettersi sui binari e ripartire. Alla luce di quanto ho appena espresso, a nome del mio gruppo, dichiaro il voto favorevole alla questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie Presidente. Oggi stiamo per votare un decreto che contiene due decreti, che sono stati fatti il 24 dicembre e il 30 dicembre 2021 e che rispecchiavano una situazione pandemica completamente diversa rispetto a quella che abbiamo adesso. La situazione pandemica è differente anche grazie a questi due decreti, che hanno previsto una serie di norme comportamentali, di ulteriori tutele, di utilizzo dei certificati vaccinali, delle vaccinazioni e delle mascherine FFP2, che, davanti alla variante Omicron, hanno consentito di avere uno strumento in più. Quindi, nonostante l'uso e l'abuso dei decreti - come anche ha ricordato il Presidente della Repubblica in quest'Aula non molto tempo fa - sia lo strumento che, in questo momento, purtroppo, risulta essere il più rapido per l'approvazione delle norme, davanti alla velocità di questo virus, anche le stesse norme fatte con decreto, nel momento in cui vengono approvate, risultano essere già superate, di fatto, dalla condizione pandemica.

Prima, in Commissione affari sociali, sentivo parlare per circa la ventisettesima volta di sindemia. Capisco che sia un termine molto carino - magari qualcuno l'ha imparato adesso -, però, noi siamo ancora perfettamente dentro una pandemia e siamo dentro la pandemia di un virus nuovo. È un virus che è stato scoperto due anni fa e su cui noi non abbiamo ancora tutti gli strumenti e gli strumenti che abbiamo per combatterlo, ovviamente, devono essere aggiornati continuamente. Si può parlare di sindemia quando, nelle ultime due settimane, nel nostro Paese ci sono stati 1.463.209 casi? Non mi pare. Mi pare una pandemia. Questi casi, per fortuna, riescono a creare meno morti e meno ospedalizzazioni? Sì! Perché? Perché ci sono le vaccinazioni e perché stanno funzionando i vaccini, il cui scopo non è quello di bloccare il contagio, ma è quello di creare gli anticorpi necessari per superare la malattia. Quindi, questo decreto si inserisce esattamente all'interno di questo percorso. All'interno di questo decreto si inserisce il green pass rafforzato praticamente per moltissime attività e si inserisce l'utilizzo e l'obbligo delle FFP2, per esempio, per concerti, all'interno dei teatri, e non solo. Questa è stata una misura fondamentale, perché le mascherine chirurgiche non erano più sufficienti a garantire e a tutelare le persone dal contagio.

Come ricordava anche prima l'onorevole Versace, è stata inserita – misura molto importante - la tutela per i lavoratori fragili, che era stata un po', tra virgolette, dimenticata ed è stata inserita grazie al lavoro che è stato fatto al Senato dai senatori, che hanno lavorato a questa norma. Anche qui, mi tocca dire che, purtroppo per l'ennesima volta, siamo all'interno di una situazione in cui il Senato ha lavorato molto e la Camera non ha potuto lavorare, perché si è trovata un testo prossimo alla scadenza. Speriamo che questa prassi, che ormai è diventata prassi, venga prima o poi superata.

All'interno di questo decreto, alcune norme, di fatto, sono già superate. Per esempio, è stata già superata la data per cui le mascherine non sono più obbligatorie all'aperto e questo ci dice che, in realtà, le norme hanno funzionato. Anche in questi giorni si sente dire: adesso che abbiamo calato il numero, adesso basta, abbiamo superato tutto, via! È lo stesso ragionamento che si sente da due anni - da due anni! -, quindi, dovremmo avere imparato che, purtroppo, noi vediamo i risultati delle restrizioni o delle norme sui comportamenti dopo 14-20 giorni, come anche vediamo i risultati dell'eliminazione delle restrizioni sempre dopo 14-20 giorni. Già, rispetto a un anno fa, con questo numero di contagi, siamo riusciti a gestirla meglio.

C'è ancora tantissimo da fare, non tanto nelle norme emergenziali, ma soprattutto nella riforma complessiva del Servizio sanitario nazionale, che deve essere rivisto completamente, perché comunque, purtroppo, il numero di morti, in questo Paese, per il COVID - 150 mila persone che sono venute a mancare -, è troppo alto, anche considerato il numero altissimo di vaccinati che abbiamo. Il rapporto è troppo alto e, quindi, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona, non tanto nel sacrificio enorme che stanno facendo medici e infermieri, da due anni ormai, ma evidentemente perché questo sacrificio non è sufficiente. Quindi, vuol dire che c'è qualche cosa che ci sfugge.

Un'ultima cosa - ne approfitto perché siamo qua - chiedo al Governo. Non è inerente direttamente a questo decreto, però, se ne sta già discutendo. È il “decreto Riaperture”, è stato quello successivo. Il successo di questo decreto è che noi abbiamo oltre il 91 per cento della popolazione italiana che è vaccinata. Se guardiamo le fasce di età, c'è un grandissimo lavoro da fare ancora sulle fasce pediatriche; ma, se guardiamo ai giovani, cioè le persone tra i 20 e i 30 anni, sono il pezzo di popolazione che ha risposto maggiormente al vaccino. Sono stati tacciati di essere untori per circa metà della pandemia. Giornali, opinionisti, anche in quest'Aula: “questi giovani che girano!”. I giovani invece sono quelli che hanno risposto di più. Si sta riaprendo tutto, sono state riaperte le discoteche, si stanno riaprendo gli spettacoli, gli sport, stanno riaprendo gli stadi al 100 per cento, condizioni pandemiche permettendo. Benissimo! Sono state aperte le discoteche, ma non sono state aperte, per esempio, le sale da ballo ai circoli ARCI e le associazioni culturali che fanno quel tipo di lavoro. Questa è stata una svista enorme, non per altro, ma perché è la terza volta che succede la stessa cosa, cioè è la terza volta che noi riapriamo le discoteche e ci dimentichiamo di quelli lì. Bisogna aspettare che si siano le FAQ e i decreti: speriamo che questa volta si possa fare più celermente.

Ultima cosa, se riapriamo gli stadi, cerchiamo anche di trovare un modo, attraverso le mascherine FFP2, attraverso la vaccinazione e la tripla dose del vaccino, attraverso un tampone prima di entrare.

Cerchiamo di riaprire anche alla possibilità di assistere a concerti dal vivo, anche nei palazzetti e in quei luoghi che stanno soffrendo da due anni la chiusura, con un mondo della musica e dello spettacolo che ci sta guardando in attesa di risposte concrete, che vede, giustamente, per fortuna, il Paese ripartire, che vede, giustamente, per fortuna, la fascia interessata di più da quegli spettacoli rispondere in maniera enorme alle sollecitazioni e alla richiesta, fatta da questa Camera e non solo, di responsabilità, soprattutto nei confronti dei più anziani e di coloro che non possono vaccinarsi. Speriamo che, in sede di conversione di quel decreto, il Governo cerchi in qualche modo di porre rimedio anche con riguardo a questo settore che forse non ha la pubblicità che hanno altri settori. Forse, i grandi segretari di partito, che sono soliti fare molta confusione su altri temi, questo se lo dimenticano. Però, il nostro lavoro è quello di cercare di ricordarci di tutti.

Quindi, nell'annunciare il voto favorevole del Partito Democratico su questo provvedimento e nell'annunciare che stiamo già lavorando per fare in modo che si superi, insieme a tutta la maggioranza e anche all'opposizione, finalmente questa fase pandemica, anche se purtroppo o per fortuna non dipende da quello che si decide in questo Parlamento, ho l'auspicio che anche il Governo possa lavorare alle riaperture, sentendo anche le osservazioni che gli arrivano dal dibattito che c'è in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sutto. Ne ha facoltà.

MAURO SUTTO (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario Costa, colleghi e colleghe, ricordo che questo decreto nasceva attorno alla metà di dicembre, in un momento di picco molto alto della pandemia, in cui era necessario intervenire stringendo il più possibile, dando maggiori tutele agli italiani, per poi constatare, con dati oggettivi alla mano, quello che si è poi verificato, ovvero un innalzamento esponenziale della curva pandemica. Per nostra fortuna, molte terapie intensive sono rimaste sotto controllo, con crescite inferiori rispetto al passato - questo dobbiamo ricordarlo - grazie all'attenzione dei cittadini ma grazie, soprattutto, ai vaccini. In quel periodo, c'era la necessità di stringere e noi, come Lega, ma anche gran parte degli altri gruppi, con responsabilità l'abbiamo riconosciuto. Oggi, però, con altrettanta responsabilità, anche gli altri gruppi devono obbiamo riconoscere l'avvio di una nuova fase. È apparso evidente da venerdì scorso, con l'abbandono dell'uso delle mascherine all'esterno. Era ora, anche perché sappiamo che il contagio all'esterno è pressoché nullo. Dobbiamo essere in grado di rallentare il più possibile con tutte le misure restrittive. Il mio pensiero, il pensiero della Lega - e ho sentito anche dalle agenzie che il sottosegretario Costa conviene con noi - è che il 31 marzo non si debba prorogare lo stato di emergenza e che anche lo stesso strumento del green pass base o del super green pass debba essere superato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); questa è la via maestra. Siamo oltre il 90 per cento di vaccinati, bisogna riaprire, ridare ossigeno alle attività, alle imprese e ai cittadini, ridare lavoro e speranza. Una volta usciti da questa pandemia qualcuno dovrà spiegarci perché siamo il Paese con il più alto tasso di vaccinati ma anche quello con più restrizioni: qualcosa evidentemente non torna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). L'auspicio è che, se i dati delle ultime settimane verranno confermati, potremo affermare con forza il superamento della fase pandemica e l'inizio della nuova fase gestionale ordinaria, anche superando i famosi colori delle regioni. Soffermandomi sul decreto-legge in esame, posso affermare che l'avvio della fase parlamentare alla Camera, dopo quella al Senato, sostanzialmente avviene senza toccare palla, ma solamente convertendolo in legge. Questa è diventata la prassi: se un ramo del Parlamento tocca la palla, l'altro ramo chiaramente non lo fa. Al Senato - e devo ringraziare i colleghi senatori della Lega - in Commissione si è vista un'azione migliorativa del provvedimento. Per esempio, con un emendamento a prima firma del collega Augussori si è ripristinata la piena tutela per i lavoratori fragili, i soggetti molto esposti al rischio di contagio, i malati oncologici, gli immunodepressi ed i disabili gravi. Questo è un grande risultato, nonché una vera attenzione della politica verso i più deboli. Vi è stata poi anche l'approvazione di un ordine del giorno che ha impegnato il Governo a individuare l'allentamento delle misure restrittive, a partire - come poc'anzi detto - dal superamento del green pass.

Per tutti questi motivi, Presidente, il gruppo della Lega voterà in modo favorevole alla questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

CARMELO MASSIMO MISITI (M5S). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati a votare la questione di fiducia relativamente al decreto-legge n. 221 del 24 dicembre 2021. A meno di due mesi di distanza dall'entrata in vigore di queste norme, il quadro epidemiologico sta migliorando, la curva dei contagi ha iniziato la fase discendente e possiamo guardare con maggiore speranza al futuro. Tuttavia, se si è riusciti a ridurre la spirale dei contagi è soprattutto grazie alle misure prese nei mesi precedenti, quando in tutta l'Europa la diffusione della variante Omicron è stata elevata. Le misure che ci accingiamo ad approvare, come la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo, l'estensione della certificazione COVID, la riduzione della durata del green pass dai 9 ai 6 mesi, potrebbero sembrare non coerenti con la fase attuale dell'epidemia, ma sono state e continuano ad essere essenziali perché tempestive e dettate dalla linea della massima prudenza, che ha sempre caratterizzato l'agire del Governo, del Presidente Conte, prima, e del Presidente Draghi, ora. Abbiamo imparato quanto sia importante anticipare il virus e non rincorrerlo e - come MoVimento 5 Stelle - abbiamo sempre sostenuto che tutte le misure devono rispondere a principi di adeguatezza rispetto alla situazione epidemiologica e ogni misura deve essere assunta seguendo le indicazioni dettate dalla scienza, così come è avvenuto anche in questo provvedimento. Il bollettino dell'Istituto superiore di sanità, nella settimana in cui è stato varato questo decreto, indicava un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi da infezione, con un'incidenza settimanale nazionale pari a 430 casi per 100.000 abitanti, fino ad arrivare, nelle settimane successive, a sfiorare i 300.000 contagi al giorno. Ciò ha significato ospedali di nuovo in affanno e terapie intensive che riprendevano a riempirsi. Presidente, se si è riusciti a resistere a una simile pressione, lo si deve, in primo luogo, alla campagna vaccinale sicura ed efficace, che ha avuto il merito di mettere in sicurezza gran parte della popolazione, in particolare i più fragili. Infatti, in una recente pubblicazione dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma è stato evidenziato un calo drastico della mortalità per COVID nei pazienti oncologici, dal 30 per cento di inizio pandemia fino a quasi lo 0 per cento di chi ha ricevuto la dose booster. L'Istituto superiore di sanità ha dimostrato un calo della mortalità degli over 60 dal 9,56 per cento all'1,19 per cento. Ciò è il frutto di una campagna vaccinale che vede l'Italia ai primi posti in Europa, con il 91 per cento degli over 12 con almeno una dose somministrata e 36 milioni di italiani con la terza immunizzazione. Sembrano freddi numeri, ma si tratta di vita preservate. L'Italia è stata tra i primi Paesi a introdurre la certificazione COVID e oggi possiamo dire che la stragrande maggioranza degli italiani l'ha accettata, con oltre 240 milioni di certificati scaricati. Il green pass ha svolto uno straordinario ruolo di incentivo alla vaccinazione, permettendo di tenere aperte gran parte delle attività economiche, nonostante il significativo rialzo dei contagi. Dobbiamo dire grazie a tutti i professionisti della sanità, provati da due anni di pandemia, i quali con il loro spirito di sacrificio hanno garantito cure e prestazioni, nonostante la forte pressione che il contagio COVID ha portato su ospedali, ambulatori e studi medici. È il momento di trasformare la nostra gratitudine in gesti concreti verso gli operatori della sanità, riconoscendo le giuste indennità agli operatori che in questi anni sono stati in prima linea e sarebbe dovere di quest'Aula - lo dico da chirurgo - onorare la memoria dei colleghi di tutto il personale sanitario deceduti in servizio a causa del contagio del virus. È il momento di aumentare ulteriormente l'investimento nella sanità, che nei prossimi mesi sarà interessata da un'importante trasformazione grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si devono recuperare visite specialistiche, screening e interventi rinviati: ci sono 20 milioni di visite specialistiche sospese, 300.000 ricoveri non effettuati, 500.000 interventi chirurgici rimandati e oltre 4 milioni di screening oncologici posticipati. Se non si interviene al più presto, il rischio è quello di una nuova emergenza legata alla necessità di prestazioni sanitarie non erogate in questi periodi.

Infine, un ultimo “grazie” va agli italiani che, fin dal primo giorno, hanno rispettato le norme, a volte anche severe, introdotte per limitare i contagi, hanno continuato ad essere prudenti, consapevoli dell'estrema pericolosità di questo virus, mantenendo il distanziamento, portando le mascherine ed evitando i luoghi affollati. Insieme abbiamo capito che in una pandemia mondiale nessuno si salva da solo. Il carattere di un popolo si vede nei momenti di difficoltà e noi possiamo essere orgogliosi di come abbiamo affrontato questo momento difficile. Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento è stato ed è tuttora necessario, così come tutte le misure prese sinora per la tutela della salute dell'individuo e nell'interesse della collettività.

Tale tutela implica e comprende, oltre alle misure di prevenzione, anche il dovere di non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui. La nostra salute è strettamente correlata con quella degli altri.

Ci auguriamo che la situazione epidemiologica consenta un allentamento delle misure, che si vada rapidamente verso una situazione di normalità, di cui tutti sentiamo l'esigenza dopo 2 anni di restrizioni.

Tuttavia, se c'è una cosa che abbiamo imparato, è che occorre muoversi con molta cautela. “La pandemia non è finita. È probabile che il COVID-19 rimanga con noi. Non è detto che Omicron sia l'ultima variante che vediamo”, ammoniva, solo pochi giorni fa, la direttrice dell'ECDC Andrea Ammon. “La malattia resta letale”, ha ricordato, solo poche ore fa, l'OMS Europa. L'allentamento delle misure non può portare alla decadenza immediata di alcuni provvedimenti: occorre una gradualità e una proporzionalità. Per questo è adesso il momento di mantenere i nervi saldi, di non farsi prendere dalla fretta e di agire con responsabilità. La voglia di ripartenza è grande, ma non è ancora il momento del “liberi tutti”. Per questi motivi, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18,20, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 18,20.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3467​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Nobili.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato:

Presenti e votanti ............. 505

Maggioranza ..………….. 253

Hanno risposto ………. 452

Hanno risposto no ……….. 53

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Campana Micaela

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Care' Nicola

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Chiazzese Giuseppe

Ciaga' Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Curro' Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Sesto Margherita

D'Elia Cecilia

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gebhard Renate

Gentile Andrea

Germana' Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Letta Enrico

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Longo Fausto

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzato Franco

Manzo Teresa

Marattin Luigi

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melilli Fabio

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minardo Antonino

Misiti Carmelo Massimo

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mule' Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Paxia Maria Laura

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Ruffino Daniela

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schiro' Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sessa Rosella

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Sorte Alessandro

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tombolato Giovanni Battista

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Corda Emanuela

Costanzo Jessica

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Dori Devis

Ehm Yana Chiara

Ferro Wanda

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Gemmato Marcello

Giannone Veronica

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Menga Rosa

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Prisco Emanuele

Raduzzi Raphael

Rizzetto Walter

Romaniello Cristian

Romano Paolo Nicolo'

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siragusa Elisa

Termini Guia

Tondo Renzo

Trancassini Paolo

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Vianello Giovanni

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Amitrano Alessandro

Ascani Anna

Barelli Paolo

Biancofiore Michaela

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Castelli Laura

Cattoi Maurizio

Cecconi Andrea

Dadone Fabiana

De Carlo Sabrina

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

D'Inca' Federico

Fontana Ilaria

Foti Tommaso

Fraccaro Riccardo

Frusone Luca

Galantino Davide

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Grande Marta

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Iovino Luigi

Lapia Mara

Lorefice Marialucia

Macina Anna

Magi Riccardo

Migliore Gennaro

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Rampelli Fabio

Rotta Alessia

Sangregorio Eugenio

Sasso Rossano

Sibilia Carlo

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Spessotto Arianna

Suriano Simona

Tasso Antonio

Volpi Leda

Zanettin Pierantonio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

Dovremmo ora passare all'illustrazione degli ordini del giorno, ma non essendoci presentatori interessati a illustrare i propri ordini del giorno, passiamo ai pareri. Il Governo è in una fase di riflessione sugli ordini del giorno, ma sono certo che, con grande solerzia, tra mezz'ora saremo rapidamente pronti per dare i pareri.

Quindi, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 20.

La seduta, sospesa alle 19,30, è ripresa alle 20.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3467.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3467​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno Giaccone n. 49 è stato ritirato dal presentatore.

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/3467/1 Sarli, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/2 Dieni: parere favorevole con riformulazione “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/3 Romaniello, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…) nel rispetto dell'evoluzione delle evidenze scientifiche”.

Ordine del giorno n. 9/3467/4 Rizzetto: parere favorevole, a condizione di sostituire nel dispositivo le parole “ad adottare” con le seguenti “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare” e sostituire le parole “anche valutando di riconoscere” con le seguenti “anche valutando l'opportunità di riconoscere”.

Ordine del giorno n. 9/3467/5 Baldini, favorevole a condizione di sostituire nel dispositivo le parole “ad adottare” con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare”.

Ordine del giorno n. 9/3467/6 Ferri, parere favorevole a condizione di aggiungere nel dispositivo, dopo le parole “a valutare” le seguenti: “l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare”.

Ordine del giorno n. 9/3467/7 Albano, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di (…) compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/8 Silvestri, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3467/9 Zucconi, parere favorevole, con l'inserimento, dopo le parole “al fine di (…)”, “valutare (…) nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/10 Vinci, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/11 Varchi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare gradualmente (…), compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/12 Silvestroni, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3467/13 Russo, parere favorevole a condizione di sostituire nel dispositivo le parole “a istituire” con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di istituire”.

Ordine del giorno n. 9/3467/14 Rotelli, parere favorevole con riformulazione “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/15 Montaruli, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/16 Mollicone, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3467/17 Maschio, parere favorevole a condizione di sostituire nel dispositivo le parole “a garantire” con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di garantire” e di aggiungere, dopo le parole “a potenziare”, le seguenti: “ad invarianza di oneri per la finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/18 Mantovani, parere favorevole a condizione di sostituire nel dispositivo le parole “a prevedere” con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere”.

Ordine del giorno n. 9/3467/19 Lucaselli, parere favorevole con la formula “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3467/20 Gemmato, parere favorevole a condizione di aggiungere, nel dispositivo, dopo le parole “a valutare l'opportunità”, le seguenti: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/21 Ferro, parere favorevole a condizione che sia premessa all'impegno la seguente frase: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3467/22 Frassinetti, parere favorevole con riformulazione “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/23 De Toma, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/24 Cirielli, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3467/25 Bucalo, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di prevedere la proroga dei contratti relativi al personale docente e ATA fino a giugno”.

Ordine del giorno n. 9/3467/26 Ciaburro, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3467/27 Caiata, sul primo impegno il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica; sul secondo impegno il parere è favorevole, a condizione di sostituire, nel dispositivo, le parole “ad assumere” con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di assumere”.

Ordine del giorno n. 9/3467/28 Caretta, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3467/29 Bellucci, parere favorevole con la seguente riformulazione “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di stanziare adeguate risorse economiche al fine di implementare l'assistenza e il supporto psicologico alla scuola e alla sua popolazione”.

Ordini del giorno n. 9/3467/30 Vianello e n. 9/3467/31 Leda Volpi: parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3467/32 Trano, parere favorevole con la formula: “a valutare la possibilità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/33 Forciniti, parere favorevole con la formula: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3467/34 Raduzzi, parere favorevole a condizione di sostituire, nel dispositivo, le parole “ad acquistare”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di acquistare”.

Ordine del giorno n. 9/3467/35 Maniero, parere favorevole a condizione di sostituire, nel dispositivo, le parole “a provvedere in tempi rapidissimi” con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di provvedere” e le parole: “ad introdurre” con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di introdurre”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/36 Colletti, parere favorevole, a condizione di sostituire nel dispositivo le parole: “ad introdurre”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di introdurre”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/37 Costanzo, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/38 Spessotto, parere favorevole, a condizione di aggiungere nel dispositivo, dopo le parole: “a comunicare”, le seguenti: “ad invarianza di oneri per la finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/39 Corda, parere favorevole, a condizione di sostituire nel dispositivo le parole: “a introdurre”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità di introdurre”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/40 Sapia, parere favorevole, a condizione di sostituire nel dispositivo le parole: “ad individuare e disporre”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di individuare e disporre”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/41 Cabras, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)” e “nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/42 Vallascas, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio” ed espungendo l'ultimo periodo dell'impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/43 Giuliodori, parere favorevole, premettendo a tutti gli impegni la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/44 Testamento, parere favorevole, a condizione che vengano espunte le parole: “molecolari e”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/45 Gabriele Lorenzoni, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3467/46 Vanessa Cattoi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)” e “nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/47 Sutto, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/48 Binelli, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3467/49 Giaccone è ritirato.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/3467/50 Billi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)” e “nel rispetto dell'evoluzione delle evidenze scientifiche”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/51 Capitanio, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/52 Gebhard, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere iniziative normative per permettere, ove ne ricorrano le condizioni in base all'andamento della curva epidemiologica, di un alleggerimento delle disposizioni attualmente in vigore in ambito scolastico, analogamente a quanto sta avvenendo in altri Paesi europei, consentendo così agli studenti il graduale recupero delle normali interazioni delle forme della socialità di cui sono stati così a lungo privati”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/53 Cavandoli, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/54 Potenti, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/55 Sodano, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/56 Butti, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di definire (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/57 Deidda, parere favorevole, previa riformulazione: “impegna il Governo ad adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, un'iniziativa al fine di confermare le professionalità acquisite nel corso dell'emergenza nell'ambito della sanità militare, con la proroga degli attuali contratti, nonché mediante la stipula di specifici accordi con le regioni, al fine di una più ampia, stabile e proficua collaborazione con la sanità pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3467/58 Rampelli, parere favorevole, con la formula: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3467/59 Delmastro Delle Vedove, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/60 Prisco, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)” e “previa valutazione degli organismi tecnico-scientifici competenti a livello nazionale e comunitario”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/61 Donzelli, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)” e “nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/62 Trancassini, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/63 Novelli, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere che il fondo di cui in premessa sia liberato dal vincolo di destinazione, così da essere autonomamente gestibile al meglio dalle istituzioni scolastiche nel rispetto del principio di buon andamento e nell'interesse della comunità scolastica e di tutta la collettività, anche al fine di poter utilizzare le relative economie per l'acquisto e l'installazione di dispositivi migliorativi della qualità dell'aria”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/64 Mandelli, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/65 Zolezzi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)” e “nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/66 Alaimo, parere favorevole a condizione di sostituire nel dispositivo le parole: “ad assumere”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di assumere”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/67 Iorio, parere favorevole con l'inserimento, dopo le parole: “al fine di”, della formula: “valutare la possibilità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/68 Martinciglio, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/69 Papiro, in relazione al primo impegno, parere favorevole; in ordine al secondo impegno, parere favorevole a condizione che, dopo le parole: “a valutare la possibilità di prevedere”, siano aggiunte le seguenti: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/70 Mammì, parere favorevole con la riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/71 Grimaldi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/72 Maraia, parere favorevole a condizione di sostituire nel dispositivo le parole: “ad adottare”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3467/73 Licatini, parere favorevole a condizione di aggiungere nel dispositivo, dopo le parole: “a valutare l'opportunità di inserire”, le seguenti: “ad invarianza di oneri per la finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3467/74 Segneri, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3467/75 Terzoni, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di verificare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di: adottare apposite misure che consentano di avviare, in base all'andamento della curva epidemiologica, la revoca dell'obbligo di utilizzo del green pass, sia esso il cosiddetto green pass base o rafforzato, per tutte le attività sportive, ricreative, scolastiche, educative e culturali, al chiuso o all'aperto, rivolte ai ragazzi minorenni con età superiore agli anni 12; adottare apposite misure che consentano, in base all'andamento della curva epidemiologica, l'accesso ai mezzi di trasporto pubblico con green pass base e con il solo obbligo di indossare la mascherina FFP2, per tutti gli studenti di ogni ordine e grado in tutto il territorio nazionale; adottare apposite misure che consentano di avviare, in base all'andamento della curva epidemiologica, la revoca dell'obbligo di utilizzo del green pass, sia esso il cosiddetto green pass base o rafforzato, per tutte le attività che si svolgono all'aperto, siano esse sportive (agonistiche e non), ricettive (inclusi i servizi di ristorazione), culturali, sanitarie (inclusi i centri termali), ricreative (inclusi i parchi tematici e di divertimento), per tutte le fasce di età”.

PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario. Ho capito perché c'è stato bisogno della sospensione.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/3467/76 Bella, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di (…), nel rispetto dell'andamento della curva epidemiologica”. Infine, ordine del giorno n. 9/3467/77 Gagliardi, parere favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica”.

PRESIDENTE. La ringrazio moltissimo per la consueta cortesia e pazienza.

Come stabilito in sede di Conferenza dei capigruppo, interrompiamo a questo punto l'esame e riprendiamo domani mattina alle ore 8,30.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di giovedì 17 febbraio 2022 l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla VII Commissione (Cultura):

S. 1658 - Senatori VERDUCCI ed altri: "Dichiarazione di monumento nazionale dell'ex campo di prigionia di Servigliano" (approvata dal Senato) (2927).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maglione. Ne ha facoltà.

PASQUALE MAGLIONE (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo questa sera in Aula per portare a conoscenza della Presidenza, e tramite la Presidenza anche del Governo, fatti di natura camorristica che sono avvenuti nella località di San Martino Valle Caudina, in provincia di Benevento, dove lo scorso venerdì, in pieno giorno, durante lo svolgimento del mercato settimanale, c'è stata una sparatoria che ha visto coinvolto Fiore Clemente che si ritiene faccia parte del clan Pagnozzi. Sono qui a sottolineare questo perché, purtroppo, non è il primo episodio che interessa questa cittadina della provincia di Avellino, ma già circa un anno fa, nel settembre del 2020, c'è stata un'identica sparatoria, sempre nel centro abitato, che ha coinvolto un altro esponente del clan Pagnozzi, Orazio De Paola, determinando la morte dello stesso.

Questo a significare che, a dispetto di un racconto molto semplicistico che parla della Valle Caudina come di un'oasi felice, c'è, invece, da sottolineare che la camorra esiste e opera, anche alcune volte in modo silente, soprattutto in un territorio dove si ritiene che questa non esista. Quindi, sono qui a chiedere un intervento convinto e fattivo dello Stato a favore dei cittadini e affinché venga garantita sicurezza agli stessi, ad esempio potenziando il commissariato di Cervinara, sempre in provincia di Avellino, oppure facendo in modo che la stazione dei carabinieri di San Martino Valle Caudina venga trasformata in una tenenza oppure aprendo una tenenza della Guardia di finanza in Valle Caudina, perché è in questi momenti che lo Stato, e quindi il Governo e anche noi che lo rappresentiamo, devono dare una risposta. Una risposta ai cittadini che deve essere reale, concreta e, soprattutto, deve essere tangibile, perché i cittadini in questi momenti devono capire che lo Stato esiste e che lo Stato è pronto a contrapporsi alla camorra che, purtroppo, nei nostri territori vive e in qualche modo fa i suoi affari.

PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare i colleghi Cillis e Di Sarno, che non sono presenti in Aula; si intende che vi abbiano rinunziato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 17 febbraio 2022 - Ore 8,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2488 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (Approvato dal Senato). (C. 3467​)

Relatrice: BALDINI.

2. Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 4 febbraio 2022, n. 5, recante misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo. (C. 3457​)

3. Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2927 .

(ore 12,45)

4. Discussione sulle linee generali della mozione Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro, Foti ed altri n. 1-00588 concernente l'impatto della transizione ecologica sul settore dell'industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione .

(ore 15)

5. Seguito della discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00581 e Vallascas ed altri n. 1-00590 concernenti iniziative relative all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein .

6. Seguito della discussione della mozione Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro, Foti ed altri n. 1-00588 concernente l'impatto della transizione ecologica sul settore dell'industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione .

7. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

D'INIZIATIVA POPOLARE; ZAN ed altri; CECCONI e MAGI; ROSTAN ed altri; SARLI ed altri; ALESSANDRO PAGANO ed altri; SPORTIELLO ed altri; TRIZZINO: Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita. (C. 2​-1418​-1586​-1655​-1875​-1888​-2982​-3101-A​)

Relatori: BAZOLI, per la II Commissione; PROVENZA, per la XII Commissione.

La seduta termina alle 20,15.