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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 629 di martedì 18 gennaio 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI.

La seduta comincia alle 18,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta dell'11 gennaio 2022.

Sul processo verbale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, do atto e ringrazio, anzi, il segretario d'Aula per avere letto il verbale della seduta precedente. Debbo dire che, quando la segretaria ha letto l'ordine del giorno della seduta successiva, voglio qui ricordare però che tradizionalmente nell'ordine del giorno della seduta successiva devono essere iscritti anche i punti non trattati all'ordine del giorno della seduta precedente.

Mi riferisco, in particolare, a due atti di indirizzo che sono stati rinviati nella seduta in questione, due mozioni per le quali si era detto, soprattutto su una, con voto dell'Aula, che il rinvio della mozione sulla transizione ecologica era dato dal fatto che occorreva una settimana alla maggioranza per poter “trovare la quadra”. Se non sbaglio, il vicecapogruppo di Forza Italia, onorevole D'Attis, nel formulare la richiesta, ha formulato una richiesta di rinvio alla seduta successiva a quella in cui il rinvio veniva deciso.

La seduta successiva non poteva essere, ovviamente, quella della discussione generale dei provvedimenti, ma doveva essere quella della trattazione dei provvedimenti. Mi permetto di far rilevare che non poteva prevedersi da parte di nessuno che il Governo chiedesse la fiducia sul provvedimento di ieri, sicché l'ordine del giorno correttamente avrebbe dovuto recare l'iscrizione dei provvedimenti così come erano stati detti, e cioè nella seduta successiva. È evidente, e lo so benissimo, che la discussione generale era già stata svolta, ma è altrettanto evidente che in questa confusione istituzionale ormai diventa difficile riuscire a capire quali siano le mozioni che si possono o non si possono discutere.

Devo rilevare che su una mozione in particolare - quella, appunto, della transizione ecologica - l'iniziativa non è partita dall'opposizione, ma è partita dalla maggioranza. Siamo alla quarta o quinta formulazione di mozioni, perché ogni rinvio che viene effettuato ha come contrappeso il fatto che, come lei mi insegna, gli eventi cambiano e, quindi, bisogna cambiare a volte le premesse, a volte anche le conclusioni delle mozioni.

Allora, io chiedo che si dia atto nel processo verbale che il rinvio che era stato richiesto era un rinvio specifico, non un rinvio generico, come peraltro dovrebbe risultare dal processo verbale. Dico che dovrebbe risultare nel processo verbale perché il processo verbale è ancora per sintesi, ma non può non dare conto della volontà dell'Aula. Aggiungo che la volontà dell'Aula, poi, è stata contraddetta con voto di maggioranza - anzi, di questa maggioranza - nella Conferenza dei presidenti di gruppo (perché ovviamente l'ordine del giorno non è stato deciso all'unanimità), ma rimane il fatto che la mozione avrebbe dovuto trovare spazio prima della chiusura di quest'Aula per l'elezione del Capo dello Stato; tuttavia, nei fatti ciò non accadrà.

Dico questo anche tenendo presente che una innovazione sotto questo profilo dell'ordine del giorno vi potrebbe pure essere per quanto riguarda la pregiudiziale - o le pregiudiziali, a seconda di quante ne sono state presentate - relativa al decreto-legge n. 1 del 2022. Allora, se quella pregiudiziale viene trattata - deve essere trattata - prima dell'elezione del Capo dello Stato, non si vede per quale ragione le mozioni sulla transizione ecologica non debbano essere parimenti iscritte e trattate nei limiti che l'Aula aveva dato. Il rinvio non l'ho chiesto io, che infatti ho votato contro: il rinvio l'ha chiesto il capogruppo, facente funzione in quel caso, di Forza Italia, a nome del suo gruppo, ma è stato sancito dal voto in Aula d'Assemblea. Quindi, io chiedo la rettifica del processo verbale relativamente al caso in questione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega, d'accordo, come da articolo 32, sul processo verbale lei ha appena richiesto una rettifica, quindi è chiaro che la Presidenza prende atto della sua richiesta di rettifica. Specifico che il collega D'Attis aveva richiesto, sulla mozione di cui lei ha parlato, un rinvio alla prossima settimana. Poi, chiaramente, c'è stata la Conferenza dei presidenti di gruppo che non ha deliberato sull'inserimento in questa settimana.

Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Barelli, Enrico Borghi, Butti, Maurizio Cattoi, Colletti, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Di Lauro, Di Muro, Dieni, Emiliozzi, Fogliani, Gregorio Fontana, Giachetti, Giacomoni, Lorefice, Losacco, Magi, Marin, Migliore, Molinari, Prisco, Serracchiani, Tateo, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 116, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2463 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali (Approvato dal Senato) (A.C. 3442​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3442: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie Presidente. Noi sosteniamo il Governo e sosteniamo questo decreto che fa importanti passi in avanti verso il ritorno alla normalità. Ormai sono 47 milioni gli italiani che si sono vaccinati: parliamo del 90 per cento di coloro che ne avevano la possibilità. Sono concittadini che hanno fatto il proprio dovere e, se è vero che chi si è vaccinato ed entra in contatto con il virus non se ne accorge o ha sintomi lievi, allora vanno semplificate le regole. In particolar modo, per chi ha fatto tre dosi, basta tamponi agli asintomatici! È necessario accorciare o eliminare la quarantena, sdoganare l'auto-testing.

Diamo fiducia agli italiani: consentiamo ai cittadini di farsi un tampone a casa e di comportarsi conseguentemente rispetto all'esito! Basta scuole chiuse e torniamo ad occuparci delle cronicità agli interni degli ospedali, dove purtroppo questo tema non viene più affrontato.

Poi, noi crediamo che è anche necessario evolvere nella comunicazione. Non è necessario ogni giorno segnalare quanti contagiati ci sono, in particolar modo se asintomatici, ma bisogna segnalare quali sono i casi gravi, soprattutto collegati ai non vaccinati; bisogna far capire l'utilità del vaccino e, soprattutto, persuadere i non vaccinati. Condivido le riflessioni del collega Tondo che, ieri, in discussione generale, si è dedicato ad alcuni temi. In particolare, desidero segnalare la necessità di avere informazioni sui dati epidemiologici sulle morti improvvise, avere chiarezza sulle condizioni cliniche di chi è morto in questo drammatico periodo e valutare i possibili danni collaterali del vaccino. Sono informazioni per capire cos'è accaduto e, soprattutto, per decidere che cosa fare in futuro. Nel frattempo abbiamo bisogno di novità, rapide ed immediate, che confortino i vaccinati e facciano superare il clima di terrore.

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Concludo Presidente. Credo che sia necessario avere informazioni e novità chiare, soprattutto per confortare quei genitori che hanno fatto vaccinare i propri bambini, certamente non a cuor leggero. Quindi, Presidente, il Governo deve tener conto che in Italia c'è una minoranza no-vax, c'è una maggioranza di persone vaccinate, che non vuole manifestare ma che pretende che i sacrifici vengano riconosciuti e che si torni alla normalità, per giustificare e motivarsi a vaccinarsi, per avere un senso per la vaccinazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, 36 fiducie in undici mesi, oltre 3 fiducie al mese: la dimostrazione della totale irrilevanza politica e costituzionale del Parlamento, che ormai è un simulacro di legislatore, poiché - ahimè - le decisioni vengono prese tutte in altri palazzi. Ma, soprattutto, come si fa a dare fiducia a questo Governo? Come si fa a dare fiducia a un Governo che, solo nel mese di dicembre, ha approvato tre decreti-legge per l'emergenza COVID, creando una confusione tale che pochissime persone riuscivano a capire i comportamenti da tenere, tale che addirittura il sottosegretario Costa non era a conoscenza dei contenuti di questi decreti? Tre decreti che hanno aggravato sempre di più l'oppressione nei confronti di cittadini, lavoratori ed imprese, limitando ancor di più le possibilità del sistema turistico italiano durante le vacanze natalizie.

Ma su questo decreto voi sommate la vostra confusione alla vostra incompetenza, suscitando dei dubbi sulla vostra sanità mentale o sull'assunzione di sostanze allucinogene prima dei Consigli dei Ministri: ma vi rendete conto cosa avete creato con il super green pass? Perché non bastava il green pass base, considerato l'esito fallimentare e l'esplosione dei contagi (e noi, guarda caso, ve lo dicevamo da settembre che non sarebbe servito)! Ora c'è il super green pass, domani sarà il mega super green pass, quasi fossimo in un film di serie Z. Con questo provvedimento voi siete riusciti a dividere le famiglie, a rendere Sicilia e Sardegna delle regioni avulse dall'Italia. Un povero sardo o siciliano non può uscire dalla sua regione perché si trova in un limbo che potremmo chiamare “arresti regionali”, senza aver commesso alcun reato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), poiché non potrà prendere nessun mezzo aereo o nave per poter andare sulla terraferma.

Un francese può entrare in Italia da Parigi, ma un sardo non può recarsi da Cagliari a Roma, ma dovrà fare una sorta di circumnavigazione, passando prima da un Paese straniero, per poi poter rientrare nel suo Paese di residenza. Capite la vostra insana follia? Capite perché non è possibile prendere sul serio, da un punto di vista scientifico, queste amenità? Capite che, a causa vostra, una malata oncologica di Lipari non si è potuta recare in ospedale per delle cure, che un ragazzino di 12 anni non è potuto rientrare dalla madre dopo le vacanze natalizie, che un lavoratore è rimasto bloccato a Villa San Giovanni senza poter fare ritorno in Sicilia e ci è voluto un decreto urgente del giudice per permettergli di tornare a casa e che, addirittura, a Sassari, una povera donna incinta non è potuta entrare in ospedale, perdendo il bambino? Capite che voi state portando avanti, non dei provvedimenti idioti, ma dei provvedimenti cattivi, dei provvedimenti crudeli. Voi cercate di dividere le persone, mettendo ferocemente la maggioranza contro una supposta minoranza. Usate le stesse tecniche manipolative di coloro che, ad ogni nave di immigrati accolta, gridavano, come se ci stessero invadendo, che orde di stupratori sarebbero entrati e che erano a rischio le vite di donne e bambini. Il vostro ragionamento è proprio lo stesso, sia di chi si professa di sinistra, sia di destra, sia di altri che nemmeno loro sanno ormai cosa sono, ma questo giochino sta terminando, perché, piano, piano, la gente, ahimè, non vi crede più ed è per questo che noi di Alternativa siamo, e saremo, nelle piazze ad appoggiare coloro che chiedono semplicemente di rispettare i loro diritti costituzionali vilipesi, coloro che vogliono uscire da questa libertà condizionata al volere del sovrano di turno ed è per questo che, per conto di Alternativa, vi dico che mai vi potremo dare un voto di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, signor sottosegretario, ci troviamo davanti ad una nuova fiducia, l'ennesima, su un provvedimento che riguarda l'emergenza sanitaria. Giustamente, i componenti l'opposizione, ma non soltanto loro, pongono l'accento sull'eccesso di fiducie, ma è altrettanto vero che, per alcuni versi, la scelta che è stata compiuta mesi fa ha questa come conseguenza. Cioè, aver abbandonato la strada dei DPCM - tanto criticati, tanto vituperati, per avere decreti, quindi, più rispettosi, ovviamente, dell'ordinamento e del rapporto di equilibrio tra i poteri dello Stato - ha però, oggettivamente, come controindicazione anche questo, ossia che noi, alla fine, stiamo andando a convertire un decreto che è ormai vecchio, superato ampiamente da altri decreti. Anche qui, io credo che, però, occorra partire da un altro punto di vista; noi crediamo che l'approccio che il Governo ha avuto fin dall'inizio di questa pandemia, improntato al principio di precauzione e, quindi, di massima prudenza, sia stato poi interpretato con un approccio pragmatico: a seconda dell'andamento della pandemia, a seconda dell'arrivo di varianti, evidentemente, occorreva dare risposte differenti. Quindi, è l'esatto contrario di quello che si vuol far passare, cioè di una posizione ideologica del Governo. Io ricordo che, in quest'Aula, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, annunciò con preoccupazione il possibile arrivo sul territorio di Omicron; quando lo disse eravamo sotto l'1 per cento di incidenza di questa variante rispetto al totale, però, il Governo aveva visto giusto, avevano visto giusto gli esperti, questo avrebbe creato problematiche molto severe, anche in considerazione delle caratteristiche differenti rispetto alla variante Delta che era, in quella fase, prevalente.

Io vorrei, però, provare a fare un ragionamento, affidandomi ai numeri, perché, ancora poc'anzi, ma molto nel dibattito di ieri, c'è stata una forte critica rispetto alla scelta del green pass. Intanto, credo che vada sottolineato un aspetto; questa è una scelta su cui l'Italia certamente è arrivata per prima, ma è stata seguita, poi, da altre grandi Nazioni assimilabili all'Italia, in particolare, dalla Francia; quindi, da questo punto di vista, non è stata una scelta dettata da particolari negatività italiane, ma una scelta coraggiosa, da un lato, e, soprattutto, una scelta giusta. Vorrei, come dicevo, affidarmi ai numeri; oggi è uscita sul Corriere della Sera, quindi, non su un sito di “bufale”, l'anticipazione di una ricerca - che, oggi, sarà ovviamente sottoposta, ciò vale anche per le riviste scientifiche, a quella che, in termini tecnici, è chiamata la peer review, quindi, ovviamente soggetta a possibili critiche da parte di colleghi - curata da un economista, professore associato del CNRS francese, e da un matematico di una delle università parigine. Che cosa ci dice questo studio, proprio sul green pass? L'esatto contrario di quello che si è sentito risuonare molte volte in quest'Aula, in questi giorni e in passato, e cioè che il green pass è servito; è servito, intanto, in termini di risparmio di vite umane, il calcolo che è stato fatto è che l'introduzione del green pass abbia sostanzialmente salvato quasi 4.000 vite in Francia, 1.133 in Germania e 1.331 in Italia, e che, da questo punto di vista, anche in termini economici questa scelta abbia portato un beneficio in Francia di circa 6 miliardi di euro, di 1,4 in Germania e di 2,1 in Italia; ciò è l'esatto contrario di quello che si è sostenuto, ossia che sia una scelta sbagliata, una scelta antieconomica, che opprime l'economia. Non solo, è ormai chiaro che l'entrata in vigore del green pass ha prodotto e ha consentito di risparmiare circa 32.000 ricoveri in terapia intensiva in Francia, 5.200 in Germania e 8.735 in Italia, cioè il 15,5 per cento del totale.

Quindi, da questo punto di vista, questa scelta è giusta, lo dicono questi numeri, lo dice il buonsenso ed è collegata anche al tema dei vaccini, perché in qualche modo le due cose si tengono insieme; la critica dei cosiddetti no green pass, in realtà, nasconde una critica più difficile da trasmettere, più criticabile ancora e, in alcuni casi, non dicibile, dei no-vax. Da questo punto di vista, ciò va detto con chiarezza, questo lo dicono gli studiosi francesi; cito: “I nostri modelli dicono che senza green pass si sarebbe vaccinato il 13 per cento in meno di francesi, il 6,2 per cento in meno di tedeschi e il 9,7 per cento in meno di italiani”. In estrema sintesi, questo vuol dire che il green pass - pur con tutti i difetti, tutti i limiti, con le necessarie correzioni, anche di alcune contraddizioni, penso alla questione delle isole che merita sicuramente un approfondimento, soprattutto nel passaggio al green pass rinforzato - è uno strumento che ha aiutato e ha aiutato nella direzione fondamentale, quella di indurre a vaccinarsi. Sta diminuendo il numero di persone non vaccinate, sta diminuendo in alcune categorie e in alcune fasce di età più critiche. Questo era l'obiettivo, perché, alla fine, possiamo discutere quanto vogliamo, possiamo accapigliarci, possiamo avere opinioni differenti, ma la scienza, non la politica, ci dice che, in questo momento, abbiamo un'unica grande arma per combattere il virus, per ridurre la sua pericolosità in termini di vite umane, di ricoveri in ospedale, e si chiama vaccino. Quindi, questo è l'obiettivo a cui noi dobbiamo tendere: aumentare ulteriormente il numero di persone vaccinate con la prima dose, completare il prima possibile il ciclo delle tre dosi, allargare, a quelle fasce di età e categorie che ancora non sono interessate la vaccinazione, avendo fiducia nella scienza. Io credo che questo sia il mandato vero che questo Parlamento - più ancora che la fiducia, atto istituzionale formale - debba dare al Governo, il mandato di continuare sulla strada della vaccinazione, e che debba farlo con l'approccio pragmatico che ha avuto, seguendo e continuando ad avere, rispetto alla vicenda del COVID, l'approccio pragmatico che ha avuto in questi mesi.

Per queste ragioni, il gruppo di Liberi e Uguali voterà convintamente la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emilio Carelli. Ne ha facoltà.

EMILIO CARELLI (CI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, vorrei iniziare il mio intervento a favore dell'approvazione del disegno di legge di conversione che introduce il super green pass con due dati di fatto. Il primo, quello già citato dal collega Fornaro, è il risultato di uno studio europeo anticipato proprio oggi dal Corriere della Sera ed elaborato da due studiosi molto autorevoli dell'Università di Oxford e dell'Università di Paris-Dauphine, secondo il quale, in seguito all'introduzione del green pass semplice, dal 1° luglio scorso ad oggi, l'Italia ha avuto 1.300 vittime di COVID in meno ed ha avuto anche un risparmio, in termini di PIL, PIL non perduto, di 2,1 miliardi di euro. Lo studio stima anche che - lo sottolineo e bene ha fatto anche il collega Fornaro a dirlo - dall'entrata in vigore della regola alla fine del 2021, in Italia si siano risparmiati ben 8.735 ricoveri in terapia intensiva.

Il secondo riferimento è quello ai dati degli ultimi giorni relativi alla pandemia: dati che ci mostrano un rallentamento nella crescita dei contagi e una probabile inversione di tendenza, nonostante, purtroppo, l'alto numero di decessi di oggi. Ebbene, a questo risultato hanno contribuito sicuramente le norme introdotte da questo decreto e l'uso più intensivo del green pass, insieme all'impatto del crescente numero delle vaccinazioni indotte dalla sua introduzione. Ecco perché Coraggio Italia esprime fin da ora il suo voto favorevole al provvedimento, che tra poco voteremo, che rafforza ed estende l'uso del green pass, da cui appunto il nome di super green pass. Molti gli aspetti positivi di questo provvedimento, ricordo qui solo alcuni, quelli più salienti. È un provvedimento che modifica la disciplina dell'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19, già previsto per alcune categorie di esercenti le professioni sanitarie, specificando che l'adempimento dell'obbligo di vaccinazione comprende, dal 15 dicembre scorso, anche la somministrazione della dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario. Naturalmente resta ferma l'esenzione, permanente o temporanea, per i soggetti per i quali sussiste una controindicazione clinica alla vaccinazione in oggetto. Si conferma il principio della sospensione da ogni attività lavorativa in caso di inadempimento. Anche per i dipendenti pubblici l'assenza giustificata dal lavoro per la somministrazione del vaccino avviene senza la decurtazione del trattamento economico. E poi vengono anche modificate, con decorrenza 6 dicembre, tutte le disposizioni circa gli impieghi del green pass, inserendo alberghi e altre strutture ricettive tra le attività per usufruire delle quali è richiesto il possesso di una delle certificazioni verdi; questo vale anche per piscine, centri natatori, palestre e centri benessere in zona bianca. Quindi, diciamo che l'estensione dell'uso del green pass e del super green pass ha portato sicuramente a risultati positivi dal punto di vista dei numeri della pandemia. Importanti anche le norme che riguardano i controlli affidati ai prefetti, che possono adottare un piano per effettuare i controlli del possesso delle certificazioni verdi, anche a campione, con le Forze di polizia e le Forze di polizia municipale. Ho indicato brevemente e in modo sintetico solo alcune delle più significative misure introdotte dal cosiddetto decreto super green pass e i dati di questi ultimi giorni relativi alla pandemia, che citavo all'inizio, ci confortano e rappresentano sicuramente una delle ragioni più importanti che ci spingono a esprimere il voto di fiducia di Coraggio Italia a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Grazie, Presidente. Stiamo assistendo e continuiamo veramente ad assistere a delle forti critiche, da parte di alcuni, su questo provvedimento; critiche che hanno spesso la caratteristica di essere solo distruttive e non critiche propositive e adeguate. È vero, la pandemia ci ha colto tutti impreparati, come del resto ha colto impreparato tutto il resto del mondo. L'Italia, però, ha sempre cercato di difendersi rispettando le istituzioni democratiche, se pensiamo ad altri Paesi che possono permettersi di avere altre situazioni con le persone. Non possiamo nascondere degli errori iniziali, in particolare quello dell'uso delle mascherine, delle protezioni fornite agli ospedali e proprio anche ai sanitari, e anche degli errori forti di comunicazione, non sempre adeguata e consapevole delle problematicità di questa malattia, che da endemica è diventata rapidamente una malattia pandemica e ha creato un disorientamento generalizzato. Purtroppo la situazione è ancora in divenire e il sistema fa i conti con una gestione organizzativa del sistema sanitario non più adeguata ai tempi. Il discorso sarebbe molto lungo e molto complesso, ma quello che voglio dire lo dimostra ciò che è accaduto e sta accadendo riguardo all'oggettiva difficoltà nella cura in generale dei malati COVID e dei malati non COVID. I pronto soccorso si sono ritrovati ad essere il punto nodale di gestione della pandemia e questa è una cosa gravissima, che ha determinato un ingolfamento e spesso una chiusura di reparti ordinari, reparti ospedalieri, oltre che una mancanza e un super lavoro del personale sanitario dei PS. I pazienti con tumori, i pazienti con malattie cardiovascolari, i pazienti intermedi sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto; pensiamo ai pazienti che sono in peggioramento, appunto i pazienti intermedi, che sono in attesa di ricovero oppure di interventi chirurgici. E c'è il problema, non trascurabile, di una mancata assistenza che lo Stato non sempre ha potuto e può spesso garantire. Le cause si stanno moltiplicando verso medici e strutture sanitarie, con personale ridotto e che spesso è anche ammalato. Con questo provvedimento, però, si cerca di trovare il modo, ancora una volta, di far vaccinare più persone possibili - questa è una cosa importantissima - e responsabilizzare ciascuno sulla diffusione virale. Ricordo che lo Stato garantisce - anche se ormai sembra una cosa scontata, addirittura all'incontrario, pensiamo alle difficoltà iniziali - la vaccinazione gratuita per tutti. I risultati della campagna vaccinale italiana sono buoni rispetto agli altri Paesi, rimangono certamente delle fasce di criticità, in parte, che verranno recuperate anche grazie a questo provvedimento. Ma il punto nodale, purtroppo, rimane quello di rivedere, riorganizzare e fare un'adeguata e nuova programmazione sanitaria rispetto a delle problematiche che oggi abbiamo, che sono apparse e si sono verificate. L'appunto che faccio a questo provvedimento sta nel fatto che esiste ancora una dicotomia informativa tra presenza di green pass valido e lo stato di malattia: in pratica, un cittadino può avere un green pass valido ed essere poi malato con tampone positivo. Ecco che la responsabilizzazione, ancora una volta, dei cittadini e delle persone è fondamentale. Occorre, quindi, nei prossimi provvedimenti, insistere su una visione sistemica - cioè una visione medica, infermieristica, di assistenza domiciliare e assistenza sociale - della sanità. Del resto, oggi si assiste a tanti casi, che ingolfano gli ospedali, di pazienti che non tornano a casa perché non hanno l'assistenza e sono costretti a rimanere in ospedale perché non hanno nessuno a casa che possa occuparsi di loro, proprio perché positivi. Il virus circola, circola con noi, siamo noi che lo manteniamo in vita. Una patologia come il COVID, che si manifesta in termini territoriali e si è manifestata così - questo è il punto di riflessione importante - deve essere gestita sul territorio, e negli ospedali solo nei casi gravi. Di fatto, invece, la gestione è in strutture ospedaliere, partendo proprio dai pronto soccorso. C'è stata una contraddizione di base concettuale, dove il filtro territoriale è mancato, perché non è stato mai potenziato. Questo è il punto: dobbiamo agire con risorse, con determinazione, ma anche con una visione sanitaria. Quindi, esprimo il voto favorevole di Italia Viva al Governo per questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, spiace dover iniziare questo intervento con un proverbio ormai stagionato, ma pare che sia il più adatto, cioè: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dal suo insediamento, il Governo Draghi ha chiesto 36 voti di fiducia. È stato equanime: 18 nel ramo della Camera e 18 nel ramo del Senato, per essere sicuro di aver espropriato proprio fino in fondo tutti i due rami della loro funzione legislativa. Vede, Presidente, non è solo il caso del vizio; c'è anche il record per il miglior vizietto, perché è arrivato, il Governo Draghi, a chiedere 5 voti di fiducia in 48 ore. È un record che non ha precedenti nella storia parlamentare! Allora, la conclusione è nei fatti: questo Governo è più autoritario che autorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La riprova si ha proprio se ricostruiamo l'esame del decreto-legge che qui stiamo trattando. È stato trasmesso al Senato della Repubblica il 26 novembre e sono stati fissati i termini per gli emendamenti, prima al 14 e poi al 15 dicembre 2021. Ebbene, il provvedimento è stato esaminato dalla 1ª Commissione 48 giorni dopo e, nonostante i 48 giorni a disposizione, l'11 gennaio la 1ª Commissione del Senato ha rinviato l'esame del provvedimento perché non c'erano i pareri, né del Governo, né della Commissione bilancio. Il provvedimento è stato esaminato in un solo giorno, il 12 gennaio, dopo ben quattro rinvii dell'Aula e quattro rinvii della Commissione. Poi è stato trasmesso il 13 gennaio alla Camera dei deputati. Se andiamo a vedere, le Commissioni che non si sono pronunciate in sede consultiva sono la stragrande maggioranza rispetto alle Commissioni che si sono pronunciate. Ieri il provvedimento è arrivato all'esame dell'Aula e non poteva non mancare la richiesta del voto di fiducia.

Eppure, in questo quadro l'epidemia si diffonde e il Ministro Speranza è sempre alla ricerca di un centro di gravità permanente che non gli faccia mai cambiare idea sui vaccini e sui green pass per la gente. E, infatti, un giorno il vaccino immunizza, l'altro previene; il giorno successivo ancora rende più blandi gli effetti del COVID. Insomma, uno, nessuno e centomila: povero Pirandello, quali pessimi emulatori ha avuto in voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma, in compenso, questa situazione ha scatenato tanti Don Ferrante, che, improvvisatisi tutti i virologi, hanno finito per creare un caos in ogni ambito, per cui ognuno oggi è legittimato a dire la sua verità non esistendo alcuna verità.

In compenso il Governo è stato prodigo di ludi cartacei, soprattutto durante le feste. Ci ha riservato, infatti, tre puntate straordinarie di C'è Posta per Te: alla vigilia di Natale il decreto-legge n. 221; alla vigilia di Capodanno il decreto-legge n. 229; per l'Epifania, invece, la Befana del Governo era un po' in ritardo nel pulire i camini e, allora, il giorno successivo non poteva mancare il primo decreto-legge del 2022. In realtà - e questo, signor sottosegretario, è il punctum dolens -, il Governo Draghi dal suo insediamento ha adottato, solo riguardando il contenimento e la gestione dell'emergenza COVID, 19 decreti-legge, sei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e una delibera del Consiglio dei Ministri.

Una imponente attività legislativa da fare invidia alla Treccani del vaccino, se non fosse per l'impotente prodotto: la pandemia dilaga nonostante il valzer delle norme contraddittorie che sono state emanate.

Allora, andiamo a vedere di che cosa stiamo parlando. Abbiamo il green pass del campo dei miracoli. Sì, perché - vedete - nella conferenza stampa del 22 luglio il Presidente del Consiglio - non un cittadino che passava per la strada, ma il Presidente del Consiglio - disse testualmente che: “il green pass consegnava agli italiani luoghi sicuri dove non era possibile contagiarsi”. Eviterò di ricordare a quest'Assemblea quanti sono i casi di contagio e quanti sono i casi di morte che sono stati verificati sul campo nonostante il green pass e forse anche causa il green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

Quanto all'obbligo vaccinale, vorrei ricordare che questo Governo, anche in una materia così delicata, ha pensato di procedere a rate, inventando, quindi, l'obbligo vaccinale a rate: se andiamo al provvedimento in esame, esso è riservato ad alcune specifiche categorie; nel provvedimento adottato successivamente, si estende anche a tutti gli over 50. Questo è il modo di legiferare, con questa continua serie di messaggi contraddittori e a spot e con questa vicenda di non dire fino in fondo e di non avere chiaro il quadro di ciò che serve e di ciò che non serve: non è possibile che si individui il 20 novembre una categoria che dev'essere vaccinata, il 29 dicembre un'altra, il 7 gennaio un'altra, quasi fosse una tombola. Non si può sorteggiare in materia scientifica! Bisogna saper esprimere delle certezze e la politica, se non interpreta i dati che le vengono dalla comunità scientifica, meglio fa a non fare la politica ma a fare qualcos'altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non si è obbligati a fare né il Presidente del Consiglio, né il Ministro, né il sottosegretario!

Procedere in questo modo ha alimentato tutta una serie di dubbi che poi diventano difficili da sconfiggere, insinuando dei giudizi negativi anche nei confronti di chi i giudizi li aveva positivi rispetto alla campagna di vaccinazione. Infatti, si sarebbe dovuto dire dall'inizio ciò per cui veniva richiesto il vaccino e non continuare a cambiare idea su quali erano le proprietà e le finalità del vaccino, passando dall'immunità all'altro giorno - e ultimo giorno - in cui si dice: “Sì, ma chi è vaccinato lo prende in modo più tenue”; questo ha dato agli italiani l'idea di una grande presa in giro.

D'altra parte, la relazione illustrativa al decreto in esame recita testualmente: “Il presente decreto mira a proseguire la strategia di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19 sul territorio nazionale”. Era il 26 novembre; andate a vedere i dati del 26 novembre e confrontateli con quelli di oggi per verificare se il decreto-legge in esame non è un provvedimento superato di cui dobbiamo solo valutare se è più scadente che scaduto o viceversa.

Dieci mesi di Governo Draghi ci hanno dato 109 provvedimenti legislativi: 41 decreti-legge, 41 decreti legislativi e 27 disegni di legge. L'onorevole Madia - e ho concluso, signor Presidente - ha parlato di torsione della democrazia, di un ruolo sempre più marginale del Parlamento. In realtà, siamo alla timocrazia: governano i desiderosi di onori, ambiziosi e diffidenti verso i sapienti.

Si dice che questo voto di fiducia…

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

TOMMASO FOTI (FDI). …sia l'ultima chiama prima dell'elezione per il Quirinale.

Noi speriamo che sia l'ultima chiama per un voto di fiducia richiesto dal Governo. Si vada alle elezioni, per consentire agli italiani di scegliere finalmente una chiara maggioranza di Governo che governi l'Italia come va governata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, noi siamo convinti che si debba fare di più e meglio per fornire la giusta e corretta informazione a chi ha ancora esitazioni o paura a vaccinarsi, complici naturalmente le false informazioni fatte circolare ad arte da persone molto spesso pericolose e in malafede.

È interessante riportare alcuni elementi pubblicati in un articolo de La Stampa di oggi, che pongono l'attenzione sul fatto che la quarta ondata di pandemia abbia prodotto anche la quarta ondata di fake news. A dicembre gli articoli smascherati di fake news sono stati 212, di cui 146 - cioè il 69 per cento - in tema di pandemia. Nella classifica – che è giusto elencare, perché forse qualcuno che ci ascolta potrebbe riconoscere una fake news che aveva valutato come notizia vera – vi sono: il falso dato della FIFA secondo cui nel 2021 sono quintuplicate le morti cardiache improvvise dei calciatori, il falso annuncio della presidente della Commissione europea Von der Leyen di voler eliminare il Codice di Norimberga varato dopo la condanna dei medici nazisti per la regolamentazione di esperimenti medici sugli esseri umani, la falsa narrazione no-vax di Robert Malone, studioso sostenitore della tossicità della proteina spike dei vaccini, la falsa notizia di 17 bambini morti su 500 vaccinati in Veneto, che associa due dati diversi: i bambini vaccinati e i morti per COVID nello stesso giorno. E si potrebbe continuare.

Cito anche, con un passaggio veloce, quanto è già stato ricordato dall'onorevole Fornaro con riferimento a un altro studio pubblicato proprio sul Corriere della Sera di oggi, che spiega come l'effetto del pass in Italia abbia salvato 1.300 vite e 2,1 miliardi di PIL.

Allora, questi sono dati ricavati da studi scientifici che mettono in evidenza come, in effetti, ci muoviamo su un terreno difficile, che ha bisogno di informazioni certe. Molto spesso anche le informazioni scientifiche risultano essere confuse, ma sicuramente - dobbiamo cercare di ammetterlo tutti, con onestà intellettuale - sono le informazioni più veritiere.

La pandemia corre veloce e altrettanto velocemente muta, lo stiamo vedendo ogni giorno. Altrettanto tempestivi devono essere anche gli interventi e questo comporta il susseguirsi di decreti: a nessuno di noi piacciono, sotto il profilo della loro reiterazione e anche del modo in cui vengono discussi, ma sono necessari; che piaccia o no, siamo ancora in una situazione emergenziale.

Dal 19 novembre al 19 dicembre - e anche qui mi piacerebbe che, se qualcuno ci ascoltasse fuori da quest'Aula, prendesse atto di questi dati - è stato riscontrato che il 90 per cento dei non vaccinati ospedalizzati non avrebbe più avuto bisogno del ricovero in area medica se avesse fatto il vaccino; una percentuale che sale al 94 per cento per i ricoveri in terapia intensiva. Tutto questo è collegato intimamente a quanto sta avvenendo nei nostri ospedali, dove si sta riducendo l'offerta di salute alle persone malate di altro. Questi dati sono prodotti dall'Alta scuola di economia e management sanitario dell'Università Cattolica, frutto di un'elaborazione che ovviamente alcuni allievi dell'università no-vax hanno messo in discussione. Non sono elaborazioni, ma semplici operazioni matematiche che persino i laureati di cui sopra sanno fare.

Quindi, sulla base di questi elementi, bisognerebbe davvero incominciare a riflettere con più calma, con più attenzione. Il rischio relativo di essere ricoverati in terapia intensiva tra i non vaccinati e chi ha ricevuto il vaccino da più di quattro mesi è 15,7 volte maggiore; rischio che aumenta a 24,3 volte se si parla di vaccinati negli ultimi 120 giorni e, addirittura, a 38,1 volte se il rapporto è rispetto a chi ha già ricevuto la terza dose. Per quanto riguarda il rischio relativo al decesso i valori sopra riportati sono rispettivamente: 9, 11,5 e 30,3. Mi sembra che questi dati siano inequivocabili e solo chi nega la realtà si ostina a non vederli. Lo ripeto: ci muoviamo in una condizione difficile e sappiamo che una parte del Paese è contraria a quello che il Governo e la maggioranza stanno portando avanti per cercare di arginare questa pandemia e salvare vite umane, sia tra le persone che si ammalano di COVID sia tra quelle che si ammalano di altre malattie.

La medicina non è una scienza esatta e procede per prove ed errori, lo abbiamo capito. Ma certamente il riferimento non può essere altro, se non la scienza e la medicina; non può essere - tornando all'inizio del mio intervento - in ciò che è contenuto nelle bugie sul COVID, che vengono veicolate in modo così massiccio. Il COVID esiste e noi tutti confidiamo che Omicron, come pare, sia una variante meno pericolosa, ma questa continua a esistere. Proviamo a vedere alcuni aspetti.

Il primo punto: se la variante Omicron è davvero aggressiva, è pure vero che è anche più contagiosa, quindi coinvolge una platea molto più numerosa rispetto alle precedenti. Dunque, non ci vuole un matematico per capire che, per quanto più leggera, una variante che colpisce contemporaneamente un'alta percentuale di persone comporti un aumento, seppur non proporzionale, delle ospedalizzazioni.

Il secondo punto è che il vaccino non è taumaturgico, è vero, ma protegge e non poco dalle conseguenze gravi; quindi, evita che un certo numero di persone vada ad occupare i reparti ospedalieri. I non vaccinati, come ho detto in precedenza, rischiano molto di più rispetto ai vaccinati. Quindi, senza i non vaccinati - ovviamente facciamo salvi coloro che non possono vaccinarsi - le percentuali di ricovero sarebbero più basse, molte regioni sarebbero ancora in zona bianca e potrebbero curare meglio le persone che soffrono e che continuano a soffrire purtroppo di altre malattie.

Punto terzo: il green pass è uno strumento adottato in via eccezionale, per limitare al minimo le occasioni di contagio e per incentivare le vaccinazioni. È così, è inutile nascondersi e lo dobbiamo dire senza infingimenti: è fatto anche per incentivare le vaccinazioni. La stragrande maggioranza degli italiani non ha avuto bisogno della “spintina” e ha aderito responsabilmente alla campagna vaccinale; magari con qualche legittima esitazione, ma lo ha fatto. Per raggiungere la quota di non vaccinati si è cercata una via efficace e la si è trovata nel green pass. Il green pass ha dei limiti, lo sappiamo, ma è lo strumento migliore che abbiamo in questo momento. Non ce ne sono altri, questa è la realtà; la realtà che noi dobbiamo imparare a guardare, anche con fiducia. A questo proposito, ritorno nuovamente sullo studio della Cattolica per citare alcune cifre: 140 milioni di euro è quanto lo Stato avrebbe potuto risparmiare in un mese se tutti fossero stati vaccinati; 140 milioni di euro in un mese, oltre 4 milioni e mezzo in un giorno. Salto alcuni passaggi e vado a concludere dicendo che ci vuole molto a capire che vaccinarsi è una scelta non solo individualistica, ma anche altruistica.

Questo è ciò che tutte le persone dovrebbero razionalmente imparare a fare: lo faccio per me, ma lo faccio anche per gli altri, noi viviamo tutti in una comunità e non è che qualcuno se ne possa sentire fuori. Questa battaglia è stata affrontata con le armi a disposizione: in un primo momento, è stata la cavalleria contro i carrarmati, poi la scienza ha fatto un miracolo, producendo i vaccini e, accanto ad essi, il green pass, introdotto per le ragioni dette prima. Questo arsenale è a disposizione e, come in tutte le battaglie, ci sono le prime linee - medici, infermieri, OSS, volontari -, chi opera in retroguardia, ma contribuendo agli esiti finali, e c'è chi diserta.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO NOVELLI (FI). Mi auguro che presto, prestissimo il green pass vada in archivio, ma, fino ad allora, è uno strumento di difesa per la collettività e ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, la conversione in legge del decreto sul cosiddetto super green pass rappresenta un passo della strategia e delle azioni, necessariamente da modificare strada facendo nella lotta alla pandemia da COVID-19. I contenuti sono noti e il dibattito parlamentare ha già contribuito, al Senato, a migliorare il testo. La situazione, a quasi due mesi dall'approvazione del decreto-legge in Consiglio dei Ministri, è profondamente cambiata, ma c'è motivo di credere che questi provvedimenti abbiano contribuito non poco a rendere meno drammatico il numero di contagiati, di morti e di ricoverati gravi. La circolazione della variante Omicron e la sua forte capacità di diffusione, unita, fortunatamente, alla sua minore dannosità, ha determinato, solo nei primi 15 giorni di gennaio, oltre 2 milioni di infezioni. Il tasso di positività è molto alto e c'è motivo di ritenere che una gran parte delle infezioni asintomatiche, purtroppo, non sia stata rilevata. Per fortuna, e dovremmo dire soprattutto per merito di questo Governo e delle centinaia di migliaia di operatori sanitari così impegnati, oggi il 90 per cento degli over undici anni ha ricevuto almeno una dose di vaccino e tutti i dati, in particolare quelli dei ricoverati, ci fanno dire che la diffusione del virus, specie delle prime varianti, sia prevalentemente sostenuta dai non vaccinati. Soprattutto la terza dose, introdotta dal presente decreto-legge, nonché la vaccinazione eseguita entro quattro mesi proteggono, infatti, una percentuale rilevante dal contagio. Non c'è dubbio, la variante Omicron colpisce anche i vaccinati, ma essi possono godere di una forte protezione contro il ricovero in ospedale e, soprattutto, nei reparti di rianimazione. Ecco, allora, il punto ulteriore e il più importante a sostegno del vaccino e della terza dose: occorre ridurre soprattutto il numero di complicazioni, di aggravamenti e di morte che cala del 98 per cento, secondo molte fonti ufficiali, nei soggetti vaccinati con il richiamo. Tale protezione rafforzata, va ricordato agli italiani, non può tuttavia farci abbassare la guardia. Anche i vaccinati, dobbiamo ricordarlo sempre, devono mantenere ogni attenzione per proteggere la loro e l'altrui salute. Il decreto-legge che ci accingiamo ad approvare in via definitiva contiene provvedimenti già in vigore, che - lo sottolineo - è stato bene prendere già due mesi fa con il decreto.

In particolare, l'obbligo, dal 10 gennaio, del green pass rafforzato, ottenibile, quindi, solo con il vaccino, non con il tampone, per spettacoli, eventi sportivi, ristorazione, tutti i mezzi di trasporto pubblico, piscine, palestre, musei, sale da gioco, centri congressi, eccetera è apparsa ed è ancora oggi l'unica soluzione inevitabile o, meglio, l'unica soluzione straordinariamente opportuna per dare più tranquillità, certo non la certezza, a chi si assume la responsabilità personale, anche a pubblica tutela. Soprattutto, tale obbligo ci consente di tenere aperta praticamente ogni attività con un pubblico accesso. Se pensiamo a come eravamo messi quasi due anni fa o un anno fa, possiamo trovare motivi di conforto, oggi possiamo fare sport, viaggiare e andare al cinema; certo, con tante avvertenze, purché vaccinati e senza abbassare la guardia, ma oggi lo possiamo fare.

Dopo due anni di pandemia, c'è anche il rischio di assuefarsi all'elenco dei ringraziamenti. Invece, in questo luogo che rappresenta la volontà del popolo italiano, non deve venire mai meno la riconoscenza per i tanti eroi ordinari di questi mesi e di questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), costantemente al fronte nella dura battaglia contro il COVID-19. Aggiungo, nei ringraziamenti, anche coloro i quali sono tenuti, ai sensi del decreto-legge, al controllo delle certificazioni, un compito delicato che va esercitato con fermezza, ma, insieme, con rispetto.

In conclusione, questo è il terzo inverno caratterizzato dalla pandemia e certo ci auguravamo fosse diverso. Tuttavia, ci sono motivi che ci fanno ritenere che, pur senza sparire, il COVID-19 possa finalmente ridurre di molto la sua incidenza così drammatica e deleteria per il nostro vivere. Tuttavia, ancora serve una comunità coesa e una guida politica autorevole per sconfiggere la pandemia. Questo decreto-legge, possiamo dirlo convintamente, è una parte positiva di questa sfida. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Panizzut. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Presidente. Premetto che non porterò via troppo tempo perché, come accade spesso, ultimamente stiamo trattando un decreto-legge in parte superato e integrato da decreti-legge che andremo a discutere prossimamente.

La Lega, come sempre, voterà a favore della fiducia al Governo, per la lealtà che ci contraddistingue nell'aver deciso di entrare e restare in questo Governo di emergenza. D'altro canto, non neghiamo che non vediamo l'ora che l'emergenza finisca, in primis per la questione sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma anche perché finalmente si possa dare la parola ai cittadini, con tutto il rispetto ovviamente per gli attuali componenti dell'Esecutivo. Come ribadito anche dai colleghi al Senato, la posizione della Lega si esprime attraverso i voti in Aula, non prima di aver discusso e valutato le varie tematiche in sede di Commissione. In quella sede, più volte abbiamo avanzato le nostre perplessità, soprattutto su alcuni passaggi che possano evitare norme inutili e vessatorie nei confronti dei cittadini che stanno producendo esasperazione e tensioni sociali, per cui il famoso “ne usciremo migliori” è ben lontano dall'essere tale. Lo vediamo in alcuni vergognosi battibecchi sui social, tra l'altro con gli insulti al nostro sottosegretario Nisini e con le minacce di morte ai nostri governatori Fedriga e Fugatti, a cui va la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il provvedimento in questione si è reso necessario, considerando che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative a carattere straordinario ed urgente intraprese al fine di fronteggiare l'epidemia e le situazioni di pericolo per la collettività. Nessuno di noi, qui presenti, ha piacere di vessare i cittadini, anche perché le norme in questione toccano anche noi e i nostri familiari, checché ne dica o scriva qualcuno. La strategia di contrasto alla diffusione dell'epidemia si basa sul presupposto che la vaccinazione rappresenta un'arma imprescindibile nella lotta contro la pandemia che si figura come un'opportunità di protezione individuale e collettiva. Un'arma di prevenzione mentre aspettiamo gli eventuali farmaci per curare il COVID-19. Siamo consci che il vaccino non è il filtro miracoloso, ha le sue falle e può avere, in certi casi, effetti collaterali. A tal proposito, come Lega abbiamo sempre chiesto, e chiediamo ancora oggi, di inserire gli indennizzi, al pari degli altri vaccini e a maggior ragione in virtù dell'obbligo a cui i cittadini devono attenersi. Non è ammissibile, da parte di qualche Ministero, dire che ci vuole una certa cifra, ma non l'abbiamo. Come per gli altri vaccini, una volta vista la platea degli eventuali aventi diritto, si stanziano i fondi. Non penso che il risarcimento arrivi il giorno seguente a quello in cui viene inoltrata la richiesta, per cui un periodo per le valutazioni e i calcoli c'è. Perlomeno, sia stanziata una cifra di base.

Io stesso, ad esempio, da vaccinato ho contratto il COVID, ma, a differenza di due miei conoscenti, mi sono fatto la quarantena “comodo”, a casa e senza sintomi, non ricoverato in ospedale o in terapia intensiva. Mi farebbe piacere che alcuni che parlano tanto a vanvera vadano negli ospedali a vedere come funziona. Anche se il numero massimo di occupazione di posti nei reparti di terapia intensiva, grazie al cielo, non è stato raggiunto, vedano come stralavora il personale medico o come alcune strutture hanno dovuto ridurre lo spazio di emergenza o dei reparti per far fronte al virus.

Tornando al decreto in questione, viene esteso l'obbligo vaccinale all'intera platea dei professionisti sanitari, degli operatori di interesse sanitario, del personale della scuola e del comparto della difesa e sicurezza. Vengono definite le procedure di controllo e di sospensione dall'attività e la formazione e sensibilizzazione sulla vaccinazione. Si tratta di personale che svolge l'attività lavorativa a contatto anche con soggetti non vaccinati. Il tutto per consentire di salvaguardare gli operatori rispetto al rischio infettivo, a proteggere i pazienti, gli studenti e i cittadini tutti. Alla parte relativa alla durata della certificazione sono stati aggiunti altri ambiti di uso ed è stata superata, però, dal decreto successivo. Inviterei, come già detto da altri colleghi, a mettere mano alle storture evidenziate in precedenza. Prossimamente sarà anche da superare lo schema a colori delle regioni.

Se mi è concesso un ultimo pensiero, magari anche a titolo personale, vorrei far presente alla Presidenza che da mesi ormai abbiamo una fiducia a settimana. Mi chiedo se non sia possibile, visto che siamo in emergenza e che trattiamo al 90 per cento dei decreti COVID, ovviare al fatto che necessariamente i lavori parlamentari debbano fermarsi per 24 ore a ogni fiducia, ma si possa subito, come al Senato, trattare l'argomento o, perlomeno, lavorare, almeno in Commissione, su altre tematiche che da anni abbiamo accantonato. Penso che per venire incontro agli altri bisogni dei cittadini si possa e si debba anche rivedere il Regolamento.

Per quanto sopra descritto, ribadisco la fiducia della Lega al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Oggi affrontiamo una questione di fiducia, un atto di responsabilità politica, ma, dal mio punto di vista, anche una doverosa visione prospettica relativa a provvedimenti che hanno - e dovranno avere - una motivazione di fondo, è quello che è il nostro auspicio, in fondo: l'assoluta priorità della tutela della salute rispetto alla tentazione di un primato economico-finanziario legato al profitto a ogni costo. La nostra comunità è in sofferenza, il disagio giovanile è dilagante, la sensazione di abbandono nella quale versano diversi malati cronici disegna uno scenario collaterale rispetto a questa emergenza pandemica, ma sicuramente la doverosa attenzione al COVID ha posto in secondo piano una serie di patologie e un bisogno assistenziale diffuso, anche se sembra abbastanza surreale constatare come questa criticità tenda sempre più a scomparire dal dibattito pubblico.

E, allora, vale la pena in questa occasione porsi un quesito, e cioè qual è il compito della politica rispetto ad uno scenario di questo tipo. Certamente, e lo dico con molta franchezza, è necessario agire su un piano globale, perché solo lavorando insieme si può costruire un sistema duraturo, che sia in grado di mitigare gli effetti devastanti della pandemia, ma direi anche di prevenire la prossima. Questo significa proteggere le nostre comunità, ragionare in termini di prevenzione, ma anche prepararsi strutturalmente a fronteggiare nuove emergenze. Devo dire che i segnali in queste ultime settimane non sono incoraggianti, ma non quelli legati ai contagi e ai ricoveri, dove le misure intraprese sicuramente hanno dato risultati positivi, ma come non si percepisca uno sforzo collettivo per comprendere come affrontare una sfida così significativa per la nostra vita su questo pianeta, proprio mentre noi, colloquiando, confrontandoci tra di noi e con le persone in carne e ossa, tocchiamo con mano stati d'animo davvero difficili, di sofferenza, di depressione, di disagio, di rabbia. Purtroppo, devo dire che ci tocca spesso osservare e anche ascoltare azioni e pensieri, anche in questa dinamica del dibattito parlamentare, valutazioni rivolte esclusivamente a interessi di parte. Questo denuncia, dal mio punto di vista, un'incapacità a leggere i messaggi che la pandemia ha portato con sé. Noi abbiamo di fronte un'evidenza assoluta che si è manifestata nell'ultimo anno e mezzo: la globalizzazione, i viaggi aerei, la crescente vicinanza tra persone e animali hanno reso l'umanità più vulnerabile alle malattie infettive. Basterebbe soltanto questa evidenza per aprire la strada a un reale cambiamento; un cambiamento radicale, intanto nel nostro stile di vita, ma anche nel nostro rapporto con la natura, nella modalità con la quale programmiamo la prevenzione, e soprattutto nel modo con il quale rispondiamo alle emergenze sanitarie globali. In due anni, in fondo, avremmo dovuto apprendere che la gestione della pandemia è, al tempo stesso, uno sprint e una maratona, e che la parola chiave si chiama tempestività; tempestività nell'assumere decisioni, nel prendere misure anche rigorose, tempestività nei ristori, tempestività nelle cure domiciliari, tempestività anche nel correggere qualche errore gestionale.

E chi continua a pronunciarsi senza le dovute cautele e, soprattutto, senza le indispensabili conoscenze persiste in un errore, ossia non considerare che ci troviamo di fronte a uno scenario che non solo non è ancora ben definito, ma, come tutti sanno, è in continua evoluzione. E, allora, in questa ottica, è ovvio che per ciascuna Nazione la protezione dalla malattia non può essere separata dalla protezione planetaria. Immaginate una campagna globale su questi temi: potrebbe segnare l'inizio di un'era diversa, perché coinvolgerebbe attori differenti, diversi, per animare un nuovo multilateralismo, eccezionalmente più dinamico. Certo, è un'occasione storica, questa, per la politica, cioè quella di concentrarsi prioritariamente sulle persone e rinunciare al perpetuarsi di dinamiche di posizionamento lontane dall'interesse collettivo.

Si parla molto delle varianti, si parla molto della variante Omicron; non sappiamo se è l'ultima variante di preoccupazione, come la definiscono gli epidemiologi, quelli che studiano il fenomeno. Probabilmente no, probabilmente emergeranno ulteriori varianti, già molte sono allo studio. Ad ascoltare alcuni scienziati, quelli dell'Università di Oxford, c'è l'ipotesi di nuove varianti che potrebbero rivelarsi anche più virulente di Omicron. E, allora, con gli ospedali che vanno in difficoltà e in sofferenza, con situazioni nelle quali vengono annullati gli interventi chirurgici in elezione, dopo un anno di burnout pandemico per molti professionisti della salute, è chiaro che dobbiamo provare, e lo abbiamo fatto grazie ai provvedimenti assunti, a non sovraffollare gli ospedali, per poi rendere difficile non solo la cura del COVID, ma anche di tutte le altre malattie. Dunque, trovare il punto di equilibrio tra la sicurezza sanitaria e la necessità di sostenere le attività produttive significa, dal nostro punto di vista, confermare che le due problematiche sono assolutamente interconnesse e che prendersi cura della salute significa prendersi cura anche dell'economia.

Allora, ecco perché il Governo deve percepire il dovere di sostenere fino in fondo, in maniera robusta e tempestiva - anche qui tempestiva - tutti gli imprenditori, gli operatori in difficoltà, come abbiamo visto in questi ultimi giorni e vedremo ancora nelle prossime settimane. Cosa evitare, allora? Evitare la politicizzazione della scienza o meglio un uso sconsiderato della scienza. Le scelte devono appartenere alla politica, possibilmente ad una politica alta che sappia guardare all'interesse generale, ma, come ho affermato in sede di introduzione di questo intervento, in uno scenario globale e non eccessivamente localistico. È indispensabile che ciascuno di noi utilizzi le conoscenze scientifiche, soprattutto a livello istituzionale, in maniera trasparente, affidabile e accessibile. E il Governo, nell'assumere decisioni così delicate, deve avvertire il dovere di spiegarle in maniera dettagliata. I nostri concittadini oggi hanno bisogno assoluto di ascoltare una parola autorevole, ma empatica al tempo stesso.

Concludo, Presidente: serve ricostruire un senso di comunità, un orizzonte condiviso di progresso, una testimonianza costante di difesa degli ultimi. Su questi temi, Presidente, il MoVimento 5 Stelle non teme confronti. Ribadiamo la nostra lealtà, non rinunciamo a un pensiero critico costruttivo e confermiamo il sostegno al Governo. Pertanto, preannuncio il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Presidente, ha mai sentito parlare del Robbers Cave experiment? Si tratta di uno studio pionieristico di neuroscienze sociali che si focalizza sul pregiudizio. Ragazzi, iscritti ad un centro estivo, sono stati divisi in due gruppi: aquile e serpenti, una categorizzazione sociale. I due gruppi hanno vissuto separati e le competizioni, a punti e premi, hanno creato inimicizia, sfociata in violenza. Lo cerchi, la invito a cercarlo, è un esperimento che ha spaccato un gruppo in due e posto le basi per gravi discriminazioni. Quando si divide la popolazione in recinti o categorie sociali, come vaccinati e non vaccinati, è sufficiente creare stereotipi, come dire - e lo ha fatto il sottosegretario Sileri -, che i non vaccinati devono smettere di uccidere le persone. Ed è solo uno dei tanti esempi. Ci sono i no-vax senza titolo di studio né occupazione. Lo stereotipo negativo crea pregiudizio e spacca il Paese in blocchi sociali contrapposti, uno dei quali giustifica le discriminazioni imposte dal Governo. Le evidenze scientifiche non stanno giustificando tutte queste decisioni. Molte persone stanno allontanando amici di una vita, non in base ad evidenze scientifiche, ma solo per una fredda e nemica mano che sta creando spaccature molto difficili da sanare. Io avverso con forza questo sistema e, per questo, dichiaro il voto contrario alla fiducia a questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io, coerentemente con quanto dichiarato in precedenza, anche oggi non avrei dovuto votare la fiducia. Ribadisco, però, che il problema non è la fiducia al Governo, che continuo a mantenere, ma quello che io ritengo uno scellerato comportamento che continua a perpetrarsi in relazione alla proposta di legge sulla morte volontaria medicalmente assistita. Io credo sia una vergogna assoluta e la mortificazione del ruolo del Parlamento. È la più grave compressione che io abbia visto in questi anni. Manca il coraggio politico di trattare un tema così delicato. Ancora oggi io chiedo a tutti voi, colleghi, di rivolgere un pensiero non solo alla imminente responsabilità di eleggere il Capo dello Stato, ma a tutte quelle donne e quegli uomini che soffrono e che hanno in noi la loro unica speranza per non soffrire più. A loro noi dobbiamo pensare, noi siamo il Parlamento! Ce lo chiede la gente e i risultati della raccolta firme referendaria ne sono la plastica dimostrazione. Comunque, Presidente, in considerazione del tema trattato, voterò la fiducia, senza arretrare di un centimetro sulla mia battaglia in tema della morte volontaria assistita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Veronica Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie Presidente. Ancora una volta, di fronte all'ennesima fiducia, io dico “no”! “No” al green pass, al super green pass e a qualsiasi strumento politico mascherato da strumento sanitario che, di fatto, priva noi tutti delle libertà dei nostri diritti fondamentali.

Mai come in questo momento è doveroso chiedersi quali siano le ragioni vere di tale provvedimento, perché l'argomento della protezione sanitaria è debole e incapace di motivare quella che appare una ritorsione sulla vita, mediante la sottrazione dello stipendio ad una minoranza che non si è riusciti a piegare all'obbligo. Inizia così una lettera di solidarietà al personale scolastico, firmata da diversi docenti e pubblicata dai media. E prosegue con queste parole, che condivido profondamente: “Intendiamo esprimere forte preoccupazione per un provvedimento che attacca per la prima volta due diritti contemporaneamente. Il primo, quello all'autodeterminazione e alla disponibilità del proprio corpo; il secondo, quello al lavoro (…) e alla retribuzione”. “La sanzione che priva un lavoratore dei mezzi di sussistenza in ragione alle sue convinzioni, quando non sia evidente che egli, con la condotta da esse derivanti rechi danno alla comunità, riteniamo debba essere respinta con forza (…), anche per le conseguenze giuridico-etico-politiche che un precedente del genere può determinare, e, in assenza di sentenze di merito, ritirata”.

Riportando queste parole e nell'attesa della verità, confermo il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vittorio Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevoli colleghi, il green pass e il super green pass sono l'espressione di una potenza di regime contro le libertà personali, contro la Costituzione, contro i grandi elettori che non potranno venire dalla Sardegna, perché (Applausi del deputato Deidda), magari del tutto negativi, devono superare questa soglia, che è contro l'Europa, che non ha dato: siamo in Europa, ma non c'è una norma europea. Dalla Gran Bretagna, che è fuori dell'Europa, alla Danimarca e alla Spagna il green pass non è obbligatorio. Siamo i migliori di tutti nell'imporre una dittatura sanitaria contro la libertà dei sani. Qualcuno può essere sano? Può sentirsi tranquillo? Può sfidare? Può vaccinarsi senza green pass o deve dire allo Stato quello che fa? La mia dimensione sanitaria appartiene alla privacy; non può diventare un affare di Stato, che è regime contro gli individui, contro la libertà, contro la Costituzione!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 20,18, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,18.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Roberto Speranza.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti:.………………..458

Votanti:…………………..457

Astenuti:………………….1

Maggioranza:…………….229

Hanno risposto :………..408

Hanno risposto no:……….49

La Camera approva.

Ringrazio i segretari per il lavoro svolto.

Sono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordonali Simona

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brunetta Renato

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Sesto Margherita

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fontana Gregorio

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Iorio Marianna

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martino Antonio

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Paternoster Paolo

Paxia Maria Laura

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sarro Carlo

Savino Sandra

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Sorte Alessandro

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spena Maria

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Vazio Franco

Verini Walter

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Volpi Raffaele

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zicchieri Francesco

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Ciaburro Monica

Colletti Andrea

Corda Emanuela

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ehm Yana Chiara

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giannone Veronica

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Rampelli Fabio

Rizzetto Walter

Romaniello Cristian

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Sgarbi Vittorio

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Sodano Michele

Suriano Simona

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Cecconi Andrea

Sono in missione:

Alaimo Roberta

Amitrano Alessandro

Ascani Anna

Brescia Giuseppe

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantone Luciano

Carfagna Maria Rosaria

Castelli Laura

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Cirielli Edmondo

Dadone Fabiana

D'Arrando Celeste

Deiana Paola

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Muro Flavio

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

Emiliozzi Mirella

Fassino Piero

Fogliani Ketty

Fontana Ilaria

Fontana Lorenzo

Franceschini Dario

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Giacometti Antonietta

Giarrizzo Andrea

Giorgetti Giancarlo

Golinelli Guglielmo

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Invernizzi Cristian

Macina Anna

Maniero Alvise

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Morelli Alessandro

Pagano Alessandro

Pastorino Luca

Piastra Carlo

Prisco Emanuele

Rotta Alessia

Sasso Rossano

Sibilia Carlo

Silli Giorgio

Sisto Francesco Paolo

Spadoni Maria Edera

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Tasso Antonio

Varrica Adriano

Versace Giuseppina

Vito Elio

Volpi Leda

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3442/54 Furgiuele è stato ritirato dal presentatore.

Il deputato Trano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/48.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Il tema che sta…

PRESIDENTE. Un attimo, collega Trano, manca il Governo che si sta sicuramente per sedere, ne sono certo.

Ministro Garavaglia, se lei si siede... perfetto, è stato anche accompagnato. Se vuole può sedersi anche tra i Ministri, invece che tra i sottosegretari, però scelga lei.

Collega Trano, prego.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. E grazie, Ministro Garavaglia, che ha sbloccato l'illustrazione degli ordini del giorno.

Allora, il tema che accomuna tutti i decreti sul green pass è la confusione, perché nelle ultime tre settimane ci sono stati tre decreti e ne è pronto un altro, in arrivo. Cosa significa questo? Che c'è un turbinio di regole in continuo mutamento. Noi di Alternativa siamo sempre stati contro la misura del green pass e lo avevamo detto in tempi non sospetti, prima che qualche virologo attualmente si pentisse e facesse pubblica ammenda, dichiarando l'esatto opposto di quanto affermava qualche settimana e qualche mese fa. Anche perché il green pass, l'abbiamo detto in tutte le salse, attua una discriminazione tra cittadini, li rende di “serie A” e di “serie B”, come anche per le imprese, non soltanto per la follia in quanto sta violando numerosi articoli della Costituzione, ma anche perché è diventato ormai impossibile da applicare, con una serie infinita di divieti e limitazioni che non può reggere; tant'è che alla prova dei fatti - e lo vediamo anche dai numeri di questi ultimi giorni in cui c'è stato un aumento spropositato di contagi - è un modello fallimentare. Lo dobbiamo dire, almeno tra di noi ce lo dobbiamo dire, ma per gli italiani questo è più che palese; è più che palese! È un modello che deve essere cambiato immediatamente e si osserva anche che ci sono alcuni Paesi dell'Unione europea, come l'Inghilterra e la Spagna, che si sono resi immediatamente conto che bisogna cambiare questo modello, e non ponendo tutta una serie di limitazioni, come sta facendo il nostro Paese; anche perché, ad esempio, il famoso tracciamento non è durato assolutamente un periodo congruo, è stato un altro fallimento dei precedenti Governi, e anche questo attuale dei migliori non si è contraddistinto.

Il tema è questo: come si fa a controllare il green pass anche negli esercizi commerciali (mi riferisco all'ultimo decreto varato agli inizi di gennaio), in tabaccheria, dal giornalaio? Cioè, di fatto come si riesce a fare questi controlli? Le norme vanno emanate se c'è anche la possibilità di controllare, di poterle attuare. Di fatto, il Governo sta facendo una giravolta su se stesso e non riesce in alcun modo neanche a controllare gli stessi provvedimenti che emana; tant'è che il TAR Lazio, ad esempio, proprio questa settimana ha stabilito che la vigile attesa e la tachipirina non devono essere più utilizzati, come è stato imposto dal Ministro Speranza.

Tra l'altro, anche il TAR della Campania ha smontato la DAD, che era stata imposta dal governatore De Luca. Quindi, c'è una grande confusione e, di fatto, cosa resta? Che i cittadini sono intrappolati in un lockdown di fatto e oltretutto sono governati da un ginepraio di regole assurde, che sono incostituzionali e inattuabili.

Quindi, il tema ricorrente è questo: ma è possibile che in due anni non abbiate ancora capito come bisogna disciplinare questa pandemia e in che modo si possa convivere con questa pandemia, come già stanno facendo alcuni Paesi europei? Anche perché le vostre scelte, le scelte governative, stanno distruggendo il tessuto economico, soprattutto delle piccole e delle medie imprese. Per avere un'idea, per avere la sensazione del disastro che si sta verificando oggi, bastava ascoltare le audizioni di questa mattina sul “decreto Milleproroghe”, nel corso delle quali alcune associazioni di categoria hanno tracciato un quadro inquietante di cosa sta avvenendo, in quanto ci sono circa 200 mila lavoratori a rischio soltanto nel settore dei pubblici esercizi e ci sono altri 25 mila imprese che se la stanno passando male e, quindi, rischiano la chiusura. Inoltre, ci sono circa 43 miliardi di crediti erogati che rischiano di non essere restituiti…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trano.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, allora per concludere…

PRESIDENTE. Sì!

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). …vado alle conclusioni dell'ordine del giorno, perché questo era l'antefatto, e sarò brevissimo. Noi abbiamo presentato questo ordine del giorno con cui chiediamo di alimentare questo Fondo per il turismo, che è stato aperto con 10 milioni di euro nel “decreto Recovery”, per renderlo strutturale, perché, siccome questo Governo è incapace di emanare ristori puntuali e di non mandare al macero centinaia e migliaia di imprese, ci pensiamo noi parlamentari, ovviamente…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretaria, il mio ordine del giorno è un ordine del giorno in cui gli impegni, in realtà, sono già stati approvati dal Governo con la formula “a valutare l'opportunità di”. Che cosa riguardano questi impegni? È chiaro che siamo di fronte a un'emergenza sanitaria e c'è una decretazione d'urgenza. Tuttavia, in conformità ai principi di trasparenza nella regolamentazione, deve essere messa una serie di parametri per valutare l'efficacia dei provvedimenti che prende il Governo.

In particolare, gli impegni che il Governo ha già accolto con la formula “a valutare l'opportunità di” erano: rendere noti quali sono gli obiettivi perseguiti; quali sono i parametri di misurazione dei costi e dei benefici della misura; quali sono i criteri per valutare in quale misura i risultati osservati siano attribuibili all'introduzione del green pass; in che modo si valuteranno le cause di eventuali scostamenti tra obiettivi e risultati; per concludere, le modalità per valutare se le risorse che noi impegniamo siano giustificate alla luce dei risultati attesi. Infine, questo ordine del giorno impegna il Governo anche a valutare i parametri di valutazione della perdurante utilità della misura.

È un impegno che il Governo ha già accolto con la formula “a valutare l'opportunità di”. Chiedo al Governo se questa volta sia possibile accogliere questo impegno in maniera piena, senza la formula “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Bergamini, cogliamo l'occasione dell'ordine del giorno, quindi dell'illustrazione dell'ordine del giorno, come unica possibilità che ci è stata data di poter intervenire, seppure in maniera non completa, come sappiamo. Conosciamo bene la debolezza degli ordini del giorno e conosciamo anche un po' la modalità del Governo, che spesso sembra non negare a nessuno un ordine del giorno, salvo inserire le parole “a valutare l'opportunità di” accogliere quel provvedimento che vi chiediamo di modificare oppure di migliorare.

Ebbene, nonostante questo e, ovviamente, nonostante la debolezza, sia dello strumento ordine del giorno, sia del vostro parere favorevole, spesso vincolato da quella valutazione dell'opportunità, noi continuiamo a provarci. Continuiamo a provarci, perché non manchiamo rispetto al dovere che abbiamo di intervenire in tutte le forme e in tutti i modi in cui la legge lo permette, la nostra Costituzione lo permette e i nostri regolamenti di funzionamento dell'attività parlamentare lo permettono.

Rispetto a questo, sottosegretario, noi abbiamo dedicato tempo, spazio ed energie a potervi indicare quali erano i correttivi da dover inserire. In molti casi ci avete dato ragione, come, ad esempio, in quello dell'areazione meccanica controllata da inserire nelle scuole, che finalmente per voi è diventata una verità condivisa e condivisibile. Purtroppo, però, questa modifica si poteva fare almeno un anno fa, come ha fatto il governatore della regione Marche, il presidente Acquaroli, che già un anno fa ha introdotto l'areazione meccanica controllata, oggi dichiarata da tutti come lo strumento attraverso il quale si offre una protezione della salute e, quindi, si interviene per garantire quella didattica in presenza che è così fondamentale.

In questo ordine del giorno, a mia firma, in particolare vogliamo sottolineare una discriminazione che si sta compiendo in capo ai lavoratori dipendenti, che vede una situazione totalmente diversa tra lavoratori dipendenti pubblici e lavoratori dipendenti privati, perché sa, sottosegretario, mentre voi così frettolosamente proponete decreti-legge - e arriva poi in questa Aula la conversione dei diversi decreti-legge -, mentre questo accade, dicevo, ci sono sbagli ed errori gravi le cui conseguenze ricadono sugli italiani e sui lavoratori. Ricade una mannaia ancora più pesante, perché è la conseguenza già di una crisi sanitaria, di una crisi economica e di una crisi sociale che diventa ulteriormente una crisi lavorativa.

Vengo al dunque. Che cosa è successo lo scorso 31 dicembre? È accaduto che i lavoratori dipendenti privati hanno visto la cessazione dell'equiparazione della quarantena allo stato di malattia, quarantena riconosciuta economicamente come malattia. Invece, per i lavoratori dipendenti pubblici rimane l'equiparazione e, quindi, un dipendente pubblico che va in quarantena si vede riconoscere economicamente quel periodo di quarantena come un periodo di ricovero ospedaliero. Io comprendo che al sottosegretario evidentemente queste questioni poco interessano, dal momento che non colgono così fortemente la sua attenzione, e questo mi dispiace davvero tanto. Chiedo anche a lei, onorevole D'Inca', di prestare attenzione, perché questa è la vita reale degli italiani che passa per una differenza che viene a concretizzarsi con la mancanza di un sostegno economico nel momento in cui si trovano in una fase di quarantena non certo per scelta. Quindi, non è che stanno a casa sul divano a prendere il reddito di cittadinanza senza fare altro, ma si trovano ad avere un lavoro, ad essere inseriti come dipendenti e poi a non vedersi riconosciuto economicamente quello stato di quarantena come malattia.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellucci…

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Su questo, quindi, ci dispiace molto la poca attenzione, perché avremmo voluto che questo correttivo fosse attenzionato e poi anche accolto. Speriamo che questo accada (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Presidente, vorrei che non sembrasse una cosa ridondante, ma l'articolo 3 della Costituzione mi piace molto ed è opportuno ricordarlo, anche in funzione di questo ordine del giorno che è uno strumento davvero inadeguato per l'importanza dell'argomento.

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È un tema che deve sostanziarsi in misure concrete, se non altro bisogna fare delle misure da parte dello Stato che non vadano in una direzione contraria. La Costituzione ci dice che bisogna rimuovere gli ostacoli all'eguaglianza in modo concreto, in tutti gli aspetti della vita della Repubblica; in certi casi, invece, si va nella direzione opposta, si aggiungono ostacoli. Come potremmo interpretare in altro modo la vicenda delle isole in questo momento in Italia? Un luogo, una porzione del territorio della Repubblica, dove abitano sei milioni e mezzo di persone; isole grandi e piccole, che in questo momento non hanno la stessa condizione degli altri cittadini della Repubblica per una scelta del Governo, avallata da chi oggi ha votato la fiducia. Cioè la scelta è quella di impedire a dei cittadini di essere come gli altri, e questo lo vediamo con casi concreti. La signora che si doveva operare di tumore, che si è trovata al molo di Olbia respinta dal traghetto perché aveva fatto sì una dose di vaccino, aveva il tampone negativo, e quindi era una persona che in quel momento poteva dimostrare molto più di altre di essere non contagiosa, che viene respinta. Ci sono i tanti casi di lavoratori, di studenti, di persone che hanno bisogno di viaggiare nel territorio nazionale per rimuovere gli ostacoli alla disuguaglianza, cioè per lavorare, per studiare, per ragioni di salute, per mille ragioni che rendono connessa una Repubblica; e queste persone, in questo momento, non possono muoversi come gli altri cittadini, perché una nave, un aereo non è uno strumento surrogabile da un'automobile, una bicicletta, un mulo, di quelli che non sono andati al Governo, e non è uno strumento che si possa sostituire facilmente nella vita di una persona. Certo, ci sono certi aerei privati che possono costare 16 mila euro, ma non è il caso della maggior parte dei cittadini.

PRESIDENTE. Onorevole Cabras, mi scusi, c'è un'attività…grazie, prego, onorevole Cabras.

PINO CABRAS (MISTO-A). Non ho capito.

PRESIDENTE. No, era una segnalazione ad un collega che gli si era sfilata la mascherina, purtroppo.

PINO CABRAS (MISTO-A). Sì, va bene, metto questo panno necessario. Allora, c'è un problema molto chiaro di disuguaglianza che viene aggravata da queste misure. Ci sono i cittadini di tante piccole isole che non possono nemmeno vaccinarsi, se vogliono, perché non hanno il green pass per salire sui traghetti, per estremo paradosso di questa misura. Abbiamo, quindi, una condizione che ricade pesantemente su cittadini che pagano le tasse, che pagano rette universitarie, che hanno un lavoro da svolgere e che si trovano in condizioni ridicole, come quelle, se non fossero tragiche, imposte dalla Repubblica italiana. Nessun Paese europeo ha fatto qualcosa di simile, nessuno, e anzi ci sono Paesi che stanno togliendo giustamente le restrizioni, guardate la Scozia, perché si misurano con una variante che in questo momento ci dice in modo chiaro che lo strumento green pass è una cosa assolutamente inadeguata a impedire i contagi. Oggi che giorno è? Oggi è il 18 di gennaio? Rispetto al 18 gennaio di un anno fa abbiamo più morti. Questo racconta in modo evidente il fallimento di questa campagna e il fallimento della misura green pass. Liberate le isole, è il momento di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. L'onorevole Silvestroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/18.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Bergamini, so che non è colpa sicuramente sua, però la scelta che ha voluto il Governo è quella, per chi aveva contratto il COVID, come è stato già detto, della vigile attesa, quella della Tachipirina. Non è certo stato il massimo come scelta sanitaria, il massimo che si poteva chiedere ai medici, ma la notizia che è già stata data - pensavo che potevo darvela io direttamente, ma c'è stato un collega che prima già l'ha data -, e che quindi non può essere taciuta, è quella che il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Comitato Cura Domiciliare COVID-19 e che dà anche ragione a Fratelli d'Italia e a Giorgia Meloni. Sì, perché, dopo due anni di fallimenti conclamati, questa sentenza del TAR del Lazio mette una pietra tombale sull'operato del Ministro Speranza, che ha la grande responsabilità di non aver voluto mai ascoltare le numerosissime esperienze cliniche portate dai medici di base. Ed è anche per questo, Presidente, sottosegretario, che Speranza non può rimanere neanche un minuto di più a fare il Ministro della Salute, come noi chiediamo da tempo. Lo stesso Draghi e la maggioranza devono prendere atto di questo fallimento. Quindi, sottosegretario Bergamini, il mio ordine del giorno non tenta certamente di recuperare i danni fatti dal Ministro Speranza, ma almeno di dare una speranza ai medici di poter tornare a fare il loro mestiere. Il Governo ha voluto vincolarli e, di fatto, ha privato i cittadini delle cure domiciliari precoci, mettendo in crisi la sanità territoriale, già martoriata da riorganizzazioni e ristrutturazioni sbagliate, che hanno tolto a interi territori, e si parla di migliaia di persone, la possibilità di avere strutture di eccellenza e territoriali, e quindi ha portato al collasso il sistema ospedaliero, perché la circolare diramata dal Ministero, aggiornata il 26 aprile del 2021, ha limitato i medici a fare il proprio dovere, dandogli un lungo elenco di terapie da non adottare. Divieto che non corrisponde all'esperienza diretta che è quella dei medici di base. Le scelte terapeutiche non sono da sempre un dovere e un diritto dei medici? Eppure chi ha curato a casa è stato ingiustamente accusato più volte di agire in malafede. Allora, quando i medici avevano dimostrato sul campo che con una terapia domiciliare fatta bene potevano impedire che le persone arrivassero in terapia intensiva, perché non si è voluto dargli ascolto? E non si capisce perché ci sia sempre stato da parte proprio del Ministro della Salute questo blocco ideologico. Se non fosse stato per il TAR del Lazio, quindi, e per la caparbietà di alcuni medici, non si poteva certo parlare del tema delle terapie domiciliari. Quindi, sottosegretario, gli italiani - concludo, Presidente - sono sfiniti dalle limitazioni della libertà per le quali non si conoscono neanche le evidenze scientifiche di base. Ed ecco perché già ad aprile Fratelli d'Italia aveva presentato una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Speranza, con la consapevolezza che sarebbe stato necessario avere un altro Ministro che si occupasse di sanità in una situazione di emergenza nazionale. Concludo veramente: non siamo stati ascoltati e questo ordine del giorno, che ho presentato e che mi auguro verrà approvato, deve avere come conseguenza, ovviamente, l'adozione del protocollo terapeutico, ma anche le dimissioni immediate del Ministro Speranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/17.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Bergamini, questo ordine del giorno, i cui tratti principali sono stati già trattati in discussione generale, riguarda il tema dei guariti, cioè delle persone che hanno avuto il COVID e ne sono guarite, sia dall'inizio della pandemia che in seguito.

L'ordine del giorno prevede, infatti, l'adozione di iniziative per valutare rischi e benefici della vaccinazione per i guariti da COVID-19 e il conseguente rilascio di un green pass. Come lo vogliamo definire? Permanente? Noi siamo contrari al green pass e per noi andrebbero aboliti per tutti, ma, comunque, si tratterebbe di una sorta di status ulteriore, in qualità proprio di guariti. Noi, infatti, siamo contrari al “green caos”, perché discriminatorio anche rispetto alla Costituzione. Ma dobbiamo garantire la salute e i diritti di tutti e, per farlo, non è certo un documento amministrativo che permette di realizzare questa salute pubblica.

In Italia i guariti sono attualmente quasi 5 milioni 700 mila. I guariti dalla malattia COVID acquisiscono una persistente robusta immunità naturale che, in caso di reinfezione, consente un decorso lieve o comunque non grave, con una bassa carica virale. Le evidenze scientifiche, che dimostrano che nei guariti è rilevabile una immunità cellulare di memoria persistente, colleghi, sono innumerevoli. Il soggetto guarito, infatti, potrebbe certamente anche contrarre nuovamente l'infezione, ma il suo sistema immunitario è già pronto a combattere rapidamente contro il virus e ad annientarlo. E questo indipendentemente dai livelli di anticorpi neutralizzanti circolanti, poiché gli stessi cominciano fisiologicamente a degradare già dopo il ventesimo giorno dall'infezione, come sappiamo, ma nel contempo si assiste ad un aumento dei livelli di cellule B e T di memoria, in grado di evocare risposte specifiche, non solo nei confronti della proteina S, ma anche di altre proteine strutturali virali. Contrariamente agli anticorpi, le cellule B e T di memoria permangono stabilmente e, oltre a provvedere all'eliminazione diretta delle cellule infettate dal virus…Presidente, ci sono colleghi che parlano: non riesco a sentire la mia voce.

PRESIDENTE. Io la sento benissimo, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Lei sì, ma io no, perché ho un riverbero alla mia destra che con tutto il rispetto…

PRESIDENTE. La sua destra è vuota, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). La mia destra è quella, Presidente, non so, forse, l'ora è tarda...

PRESIDENTE. Va bene, è stata registrata…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie. Sono in grado di provocare ex novo boost anticorpali dopo ogni riesposizione e, addirittura, sempre più efficaci nel riconoscimento del virus anche nelle sue varianti. Non è Fratelli d'Italia a dirlo: c'è una vasta letteratura scientifica: Cohen, Chen, Cusick, Dunn e molti altri. Rischiamo di esporre i guariti, quindi, a effetti potenzialmente nocivi con rischi proprio di salute pubblica. Ed è recentissimo il pronunciamento dell'EMA che dice che procedere con troppi booster a data ravvicinata danneggia il sistema immunitario anche di chi è guarito. Noi siamo, quindi, certo, per la sensibilizzazione ad una vaccinazione trasparente e possibilmente senza lucro, come sta avvenendo nel mondo, ma non certo per la costrizione. Per questo stiamo facendo questa battaglia a difesa delle libertà essenziali. La nostra solidarietà e il nostro plauso vanno, quindi, sicuramente ai sanitari, ai medici e agli infermieri che, dall'inizio della pandemia, sono in prima linea per la salute di tutti, ci mancherebbe altro, ma siamo anche contrari a questo documento, al green pass, così come strutturato. Con questo ordine del giorno vogliamo garantire ai guariti, che sono quasi 6 milioni, un accesso alla vita sociale ed economica senza rischi di salute e discriminazione sociale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare di intervenire il presidente Rampelli per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/70.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio Presidente. Io vorrei illustrare l'ordine del giorno n. 9/3442/70, leggendo ciò che ha detto il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine del vertice dei Governi dell'Unione europea di Oporto. Lo stesso Premier avrebbe sottolineato l'importante valenza simbolica della liberalizzazione dei brevetti rispetto ai vaccini. E ancora, tra virgolette, dice, sottosegretaria Bergamini…

PRESIDENTE. Sospendiamo un attimo la seduta! Chiamiamo subito il personale medico: immediatamente il personale medico, cortesemente. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 21,50, è ripresa alle 22,08.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Intanto, a nome di tutti i colleghi, facciamo i nostri auguri di cuore a Federico Mollicone perché si riprenda al più presto (Applausi). Siamo sicuri che ciò avverrà nelle prossime ore.

Direi che, concordando con tutti i gruppi, sospendiamo la seduta che riprenderà domani mattina, come previsto, alle ore 8 con il prosieguo dei lavori.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 19 gennaio 2022 - Ore 8:

(ore 8 e al termine del punto 4)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2463 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali (Approvato dal Senato). (C. 3442​)

Relatrice: IANARO.

2. Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. (C. 3434​)

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

4. Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150.

La seduta termina alle 22,10.