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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 628 di lunedì 17 gennaio 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 14 gennaio 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Baldelli, Barelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Dadone, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marin, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mule', Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Speranza, Tabacci, Tasso, Tateo, Vignaroli, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 114, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione del disegno di legge: S. 2463 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali (Approvato dal Senato) (A.C. 3442​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3442: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

I presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia ne hanno chiesto l'ampliamento.

La XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, onorevole Angela Ianaro.

ANGELA IANARO, Relatrice. Grazie, Presidente. Il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 172 del 2021, approvato dal Senato, di cui l'Assemblea avvia l'esame nella seduta odierna, è stato adottato il 26 novembre 2021, al fine di predisporre misure volte al contenimento dell'epidemia da COVID-19 in vista della stagione invernale. Come è noto, a seguito della rapida progressione della variante Omicron del virus SARS-COV-2, connotata da una maggiore diffusività, si è reso necessario adottare con urgenza misure ulteriori rispetto a quelle già previste dal decreto-legge n. 172 del 2021; pertanto, nelle ultime settimane, sono stati emanati altri decreti-legge, tra cui, da ultimo, il decreto-legge n. 1 del 2022, in corso di esame presso la XII Commissione.

Entrando nel merito del provvedimento come risultante dalle modifiche apportate dal Senato, rilevo che esso si compone di 12 articoli, suddivisi in tre capi.

Nell'ambito del Capo I, l'articolo 1 novella il decreto-legge n. 44 del 2021, al fine di modificare la disciplina dell'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 già previsto per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario e sociosanitario. In primo luogo, si specifica che l'adempimento dell'obbligo di vaccinazione comprende, a decorrere dal 15 dicembre 2021, anche la somministrazione della dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario. Resta ferma l'esenzione permanente o temporanea per i soggetti per i quali sussista una controindicazione clinica alla vaccinazione in oggetto che deve essere attestata dal proprio medico di medicina generale, oppure dal medico vaccinatore. Per gli esercenti una professione sanitaria il controllo dell'adempimento dell'obbligo vaccinale è demandato agli ordini professionali, mediante verifica dei certificati verdi COVID-19 ed è confermato il principio della sospensione da ogni attività lavorativa per il caso di inadempimento.

Nel corso dell'esame al Senato l'obbligo vaccinale è stato esteso, a decorrere dal 15 febbraio, anche agli studenti dei corsi di laurea impegnati nei tirocini per l'abilitazione all'esercizio delle professioni sanitarie. Sono state, inoltre, introdotte delle specificazioni per porre rimedio ad alcuni problemi pratici e procedurali che siano riscontrati nella verifica dell'adempimento dell'obbligo vaccinale da parte del personale sanitario. Per gli altri lavoratori in ambito sanitario, sociosanitario e socioassistenziale si rinvia alla disciplina di cui all'articolo 2, comma 1, del presente decreto-legge.

Anche l'articolo 2 reca modifiche al decreto-legge n. 44 del 2021; in particolare, prevede che l'obbligo vaccinale sia esteso, a decorrere dal 15 dicembre 2021, alle seguenti categorie: personale scolastico del sistema nazionale d'istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l'infanzia, dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale e dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore; personale del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico, della polizia locale, nonché personale del dipartimento delle informazioni per la sicurezza, dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna e dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna. Si dispone che la vaccinazione costituisca requisito essenziale per lo svolgimento della prestazione lavorativa e che i dirigenti scolastici e gli altri responsabili delle istituzioni in cui presta servizio il suddetto personale assicurino il rispetto dell'obbligo vaccinale. Si rendono, altresì, applicabili le disposizioni di cui all'articolo 1 del presente decreto concernenti i soggetti esenti dall'obbligo vaccinale. Si definisce, inoltre, la procedura per i controlli dell'obbligo vaccinale e per l'eventuale conseguente sospensione dell'attività lavorativa senza retribuzione per non oltre sei mesi, a decorrere dal 15 dicembre 2021.

Per la sostituzione del personale scolastico che non ha adempiuto all'obbligo vaccinale sono previsti contratti a tempo determinato che si risolvono di diritto nel momento in cui i soggetti sostituiti, avendo adempiuto all'obbligo vaccinale, riacquistano il diritto di svolgere l'attività lavorativa. Infine, sono stabilite le sanzioni per lo svolgimento di attività lavorative in violazione degli obblighi vaccinali e anche per i mancati controlli da parte dei soggetti preposti. In sede di esame al Senato, l'obbligo vaccinale è stato esteso anche al personale dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. È stato, altresì, introdotto l'articolo 2-bis, con il quale si prevede per il personale delle pubbliche amministrazioni l'assenza giustificata dal lavoro per la somministrazione del vaccino.

Il Capo II riguarda, invece, l'impiego delle certificazioni verdi COVID-19; in particolare, l'articolo 3 novella l'articolo 9 del decreto-legge n. 52 del 2021, integrando, a decorrere dal 15 dicembre dello scorso anno, la disciplina delle certificazioni verdi COVID-19, con le previsioni riguardanti la somministrazione della dose di richiamo successiva al completamento del ciclo vaccinale primario. Inoltre, riduce, sempre con decorrenza dal 15 dicembre 2021, da 12 a 9 mesi la durata di validità del certificato verde generato dal completamento di un ciclo di vaccinazione e specifica che il medesimo periodo di validità decorre anche dall'eventuale somministrazione di una dose di richiamo. Ricordo che su questo tema è intervenuto successivamente il decreto-legge n. 221 del 2021 che ha ulteriormente ridotto la durata del certificato verde a sei mesi. Anche l'articolo 4 introduce modifiche al decreto-legge n. 52 del 2021, con decorrenza dal 6 dicembre 2021. Nello specifico, modifica l'articolo 9-bis, relativo all'impiego di certificazioni verdi COVID-19, inserendo gli alberghi e le altre strutture ricettive tra le attività per usufruire delle quali è richiesto il possesso di una delle certificazioni verdi. Si prevede, inoltre, la necessità di certificazione verde per utilizzare gli spogliatoi di piscine, centri natatori, palestre e centri benessere in zona bianca, tranne che per l'accesso alle predette strutture da parte degli accompagnatori delle persone non autosufficienti in ragione dell'età o di disabilità.

Nel corso dell'esame al Senato, l'obbligo di possesso del green pass è stato espressamente esteso anche ai titolari dei servizi di ristorazione e somministrazione. Ulteriori novelle riguardano l'articolo 9-quater, relativo all'impiego delle certificazioni verdi COVID-19 nei mezzi di trasporto.

L'articolo 5 reca ulteriori modifiche all'articolo 9-bis del decreto-legge n. 52 del 2021, stabilendo, con decorrenza dal 29 novembre 2021, il principio secondo cui nelle zone gialle e arancioni la fruizione dei servizi, lo svolgimento delle attività e gli spostamenti oggetto di sospensione o di limitazione, in base alle misure inerenti all'emergenza epidemiologica, sono ammessi secondo le stesse condizioni e modalità previste per le zone bianche esclusivamente per i soggetti in possesso di un certificato verde generato in base a vaccinazione contro il COVID-19 o in base a guarigione dal medesimo, oltre che per i minori di età inferiore a 12 anni e per i soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica.

L'articolo 6 contiene disposizioni transitorie per il periodo compreso tra il 6 dicembre 2021 e il 15 gennaio 2022 in materia di svolgimento delle attività e di fruizione dei servizi in zona bianca. Faccio presente che tali disposizioni sono state prorogate fino al 31 marzo 2022, ai sensi del decreto-legge n. 221 del 2021.

Nell'ambito del Capo III, concernente i controlli e le campagne di informazione, l'articolo 7 demanda ai prefetti l'adozione di un piano per effettuare i controlli del possesso delle certificazioni verdi. Tale piano è adottato dal prefetto entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento, previa consultazione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. I controlli sono effettuati dalle Forze di polizia e dal personale dei Corpi di polizia municipale, munito della qualifica di agenti di pubblica sicurezza, in maniera costante e anche a campione. Si prevede che il prefetto trasmetta al Ministro dell'Interno una relazione, con cadenza settimanale, inerente i controlli effettuati nell'ambito del territorio di competenza.

L'articolo 8 demanda al Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri l'elaborazione di un piano per garantire più ampi spazi sui mezzi di comunicazione di massa per campagne di informazione, formazione e sensibilizzazione sulla vaccinazione contro il SARS-COV-2.

L'articolo 9 proroga al 31 marzo 2022 l'applicazione della disciplina transitoria, di cui all'articolo 2 del decreto legislativo n. 100 del 2011, relativa all'obbligo di sorveglianza radiometrica sui prodotti semilavorati e metallici, nelle more dell'adozione del decreto interministeriale previsto dall'articolo 72, comma 3, del predetto del decreto legislativo, che ha dettato la nuova disciplina per limitare il rischio di esposizione delle persone a livelli anormali di radioattività e di contaminazione dell'ambiente.

L'articolo 9-bis prevede una clausola di salvaguardia per le ragioni a statuto speciale e le province autonome.

L'articolo 10 concerne l'entrata in vigore del decreto-legge.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire, se lo ritiene, il rappresentante del Governo, che si riserva.

È iscritto a parlare il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Grazie, relatrice, per la sua illustrazione. Saluto il sottosegretario Costa, che è stato molto impegnato e presente in questi contesti.

Innanzitutto, voglio sottolineare che gran parte degli interventi che sono previsti in questa fase della discussione generale provengono da gruppi politici dell'opposizione. Io oggi qui, con l'amico Eugenio Sangregorio, rappresento una componente politica di maggioranza, Noi con l'Italia-USEI, che dà ovviamente il suo sostegno al Governo e a questo provvedimento.

Con il mio amico Sangregorio ci siamo occupati, in questo periodo, anche di parecchi nostri concittadini all'estero, per seguire le loro condizioni e dare i giusti suggerimenti per gestire la situazione, ma questo era un passaggio in inciso.

Facevo riferimento al fatto che molti degli interventi previsti sono dei gruppi di minoranza, proprio perché vorrei oggi porre alcune osservazioni da membro di un gruppo politico che sostiene il Governo, però con alcune criticità, perché credo che il dubbio sia un diritto di ciascuno e sia giusto farlo osservare in un dialogo che deve essere normale tra rappresentanti istituzionali. Spero che non sia messa in dubbio la serietà delle persone che pongono i dubbi, perché, vedete, se attestiamo alcune dichiarazioni uscite di recente, se da un lato c'è la violenza verbale dei no-vax, c'è anche questa tipizzazione di coloro i quali pongono posizioni diverse, quasi fossero dei trogloditi o degli untori o, peggio ancora, come ha detto, ahimè, il presidente di Confindustria Alto Adriatico, dei traditori da mettere al muro.

Bene, io mi considero uno che ha una posizione in parte diversa, non mi considero un traditore e credo che sia utile fare alcune osservazioni di carattere generale.

Innanzitutto, sottosegretario, lei sa benissimo che il green pass non è uno strumento di salute, ma è uno strumento amministrativo. Io credo che la vaccinazione dovrebbe essere una delle risposte e non l'unica, e credo che sia stato un errore trasmettere, anche se magari è avvenuta non per volontà politica precisa, la vulgata per cui il vaccinato è sano e il non vaccinato è malato. Anche in una dichiarazione del Presidente Draghi questo è passato. Credo che questo non stia in piedi, perché sia Delta che Omicron contagiano vaccinati e non, anche se in maniera diversa certamente, però è evidente che abbassare le difese, proprio perché si riteneva che il vaccino fosse risolutivo, è stato un errore.

Non mi soffermerò sul punto di vista giuridico, anche se vedo che, qualche volta, osservazioni anche di autorevoli studiosi vengono liquidate come strumentali. Non credo che sia così e mi limito a dire che la Costituzione dice apertamente che i DPCM vanno adottati in casi straordinari di necessità e urgenza. Allora qualcuno mi deve spiegare, al di là della legittimità, quale urgenza ci sia in un DPCM che viene adottato il 5 gennaio per entrare in vigore il 15 febbraio: già è una contraddizione nei termini.

Però, detto questo, vorrei essere propositivo. Vedo che, fra le dichiarazioni di ciò che accade e le comunicazioni che ci pervengono, nel mondo, non c'è dubbio, sta crescendo il numero degli scienziati che suggeriscono un cambio di strategia rispetto al virus. E vedo anche, sottosegretario, davvero mi complimento con lei per la sua dichiarazione anche oggi sulla stampa, in cui dice sostanzialmente che bisogna fare un passo avanti. Ecco, io credo che sia meglio imparare a convivere e quindi curare, piuttosto che combatterlo con continue rincorse: prima, seconda, terza, quarta e chissà quante vaccinazioni. Credo che lei oggi apra una strada di dibattito importante e riconosco davvero con soddisfazione il fatto che, all'interno del team di Governo che si occupa di sanità, il sottosegretario Costa abbia rappresentato sempre la posizione più dialogante rispetto a posizioni talebane come quelle del Ministro (“o così o Pomì”, tanto per capirci).

Ecco, io credo che dobbiamo porci anche il problema o almeno il dubbio che ricorrere a continue dosi vaccinali possa indebolire le difese immunitarie. È un dubbio diffuso, ma è evidente, faceva parte delle considerazioni che ci hanno insegnato fin da piccoli: troppi antibiotici, o qualsiasi cosa quando è eccessiva, non producono più il risultato a cui miriamo.

Ancora qualche considerazione, signor sottosegretario, perché non passare sempre le informazioni opportune rischia di trasmettere il messaggio di non voler scoprire le carte, di qualcosa da tenere nascosto. Per esempio, io mi chiedo: perché l'Istituto superiore di sanità mantiene, di fatto, secretato il monopolio delle informazioni, fornendo solo dati aggregati? Noi conosciamo il numero dei morti, sappiamo quanti di questi morti sono vaccinati o no, ma non abbiamo le condizioni cliniche; non le abbiamo e sarebbe opportuno averle.

Un'altra considerazione: ma perché fin dall'inizio non sono state ammesse o non sono state utilizzate ipotesi cliniche alternative? Credo che ci sarebbe stata la possibilità di farlo, sarebbe stato anche giusto farlo; non alternative nel senso ‘questo e non quello', ma altre strade da percorrere: per esempio, la terapia del plasma autoimmune non si è mai presa perché non si prende in considerazione la possibilità di costruire una banca nazionale del plasma nel nostro Paese.

E ancora: perché non vengono forniti - e io spero che sia il più presto possibile - dati epidemiologici sulle morti improvvise? Non c'è dubbio che noi abbiamo soprattutto una fascia di età centrale, lo leggiamo quotidianamente, certo, ci sono le strumentalizzazioni, c'è chi dice che non c'entra niente, c'è chi dice che c'entra tutto, però io vorrei sapere, sarebbe bene sapere, per esempio, quante morti improvvise di una certa fascia di età abbiamo avuto negli ultimi tempi rispetto agli anni precedenti. E inoltre, se riconosciamo davvero che ci sono anche dei danni collaterali, ci vogliamo occupare anche di chi li ha avuti, i danni collaterali, rispetto al vaccino?

Ci sono molte persone, che conosco personalmente, che hanno ricevuto danni significativi, alcuni credo - spero di no, però - addirittura irreversibili. Ci occupiamo di questi? O sono gli agnelli sacrificali che dobbiamo, in qualche modo, considerare messi al bando, eccetera?

Mi avvio alla conclusione. Una cosa che francamente mi dà fastidio è leggere che, in Africa, milioni di dosi di vaccino scadute sono state gettate. Se è vero che queste cose sono accadute, l'organizzazione GAVI e la Fondazione “Bill Gates” dovranno darci qualche spiegazione, perché non si fa beneficenza nei supermercati con gli yogurt scaduti e credo, ancor di più, che non si debba fare sui temi della salute.

Credo sarebbe bene avere queste informazioni e credo - il sottosegretario oggi, con questa intervista, ci apre uno spiraglio, che considero positivo, e che ringrazio - sia giunta l'ora di ragionare, come ritengo abbia fatto il Premier spagnolo, un vero riformista, che, a differenza del suo compagno di partito Speranza, la pensa diversamente e dice testualmente - e chiudo con questa frase del Premier spagnolo Pedro Sanchez: “(…) aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l'evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo utilizzato fino ad ora”.

Ecco, io credo che ci sia la necessità di avere questo salto di qualità, anche perché abbiamo trasmesso, in questo periodo, un clima di terrore - lo diceva l'amico Lupi, l'altro giorno, in un intervento in Aula - che, certamente, non ha giovato a combattere la malattia e non ha giovato neanche, purtroppo, a far ripartire l'economia, come sappiamo. Sappiamo che tutto il sistema delle piccole e medie imprese, soprattutto il commercio, è in difficoltà, la gente è depressa, la gente nel dar risposte, pur avendo risorse, non lo fa, perché c'è un clima di sfiducia che va combattuto. Oggi il sottosegretario Costa, con le sue dichiarazioni, ha fatto un primo passo avanti. Sottosegretario, tenga duro e continui ad insistere, all'interno del Governo, perché vi sia una flessibilità maggiore e una maggiore laicità nei giudizi rispetto alla strada che dobbiamo percorrere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Eccoci, dunque, a una fase di svolta nella vita della Repubblica, dopo due anni ad alta tensione. La crisi COVID ha investito l'Italia, come il mondo intero, e ovunque è tempo di bilanci e riposizionamenti. Ogni Paese ha preso le misure, ogni popolo ha conosciuto la portata dei danni e dei rimedi, ogni Governo ha attinto all'arsenale delle sue leggi, chi per salvare la normalità, chi per crearne una nuova. È tempo di bilanci anche per l'Italia e per un giudizio politico sulle misure adottate dal Governo nel momento della svolta possibile.

Il Governo italiano ha scelto le misure più draconiane al mondo dopo il Turkmenistan, in una spirale di decisioni che, in queste Aule, noi di Alternativa abbiamo da subito contestato e criticato. Abbiamo usato la scienza, la logica, il buonsenso, i riferimenti giuridici più alti sui diritti umani, abbiamo ascoltato le sofferenze di milioni di cittadini, abbiamo frequentato piazze in ebollizione, abbiamo proposto soluzioni pratiche, ben note e sperimentate in tanti Paesi a noi vicini per alleviare la vita delle persone. Il Governo ha scelto a lungo e sceglie ancora una volta la via che aggrava, anziché la via che allevia, la via stolidamente repressiva, anziché la via democratica, il Paese dei sudditi, anziché quello dei cittadini.

Il decreto sul super green pass, che ci è concesso di discutere qui soltanto per poche ore, è uno strumento totalmente sbagliato, inefficace, dannoso, vessatorio, estorsivo, va a intaccare una serie di diritti e principi costituzionali. Una marea di riscontri e una valanga di dati di fatto e di numeri confermano oggi, a posteriori, quel che avevamo già visto ieri a priori: creare un meccanismo di segregazione non ha fermato l'epidemia, ha creato disuguaglianza, distruzione economica, sofferenza psicologica, indebolimento dei legami sociali. Sbagliare è umano, perseverare è “draghiano”. Il capolavoro distruttivo del Governo Draghi parte da una grande menzogna, una grave menzogna del Governo corrisponde a una grave violazione del patto sociale. La menzogna riguarda, sin dal principio, un tema molto serio: la portata e il significato dei vaccini e della campagna vaccinale.

Qui, da un certo punto in poi, non è più una questione sanitaria all'interno di un sistema costituzionale che sia proporzionato, cauto, attento ai diritti: no, qui diventa un nuovo sistema di cittadinanza a punti, con l'avvio di una segregazione in grado di espandere le ragioni di separazione fra cittadini sulla base di principi provvisori che creano incertezza, precarietà e che il Governo, senza più contrappesi, può estendere arbitrariamente.

I limiti vengono spostati e decisi non in base ad armonie costituzionali, ma in base a convenienze di quel momento. Le dosi sono efficaci per sempre, no? Per 9 mesi, anzi, 12 mesi, macché, di nuovo per 9, che dico, per 6 mesi, anzi 4. Non ci sarà bisogno di una terza dose e chi lo dice è un maledetto no-vax; certo che ci sarà la terza dose, ma fra un anno, no, no fra 3 mesi e chi ha dubbi su una “virus-star” che parla, manco a dirlo, in nome della scienza e cambia idea come si cambiano le mutande, è un maledetto no-vax, un paria, ignorante, da dare in pasto agli influencer a contratto per manganellarlo, umiliarlo, per punirne uno ed educarne 100, per far capire quale sarà il clima in un Paese totalitario che si rispetti, per incoraggiare il conformismo in ogni ambito dell'esistenza. E, mentre i dubbiosi venivano associati a ogni forma di infamia e di principio di odio, il potere diffondeva e diffonde ancora odio, senza diluizioni, odio puro, 24 ore su 24, talk show dopo talk show, con tante bugie sparse a piene mani. Il lasciapassare verde è il primo nucleo di un sistema di crediti sociali nuovo di zecca, dove, nell'algoritmo del QR code, si potranno aggiungere, via via, nuove regole per separare i cittadini di serie A e di serie B.

Dicevo che il green pass, il modello Draghi parte da una grande menzogna originaria. Molti ricordano cosa causò la sconfitta del Presidente Bush padre: una promessa non mantenuta, una sua grande menzogna. Disse: “Leggete le mie labbra: non aggiungerò mai nuove tasse”, e invece aumentò la pressione fiscale, e quella sua frase lo perse per sempre. Allo stesso modo, tutti ci ricordiamo la frase solennemente pronunciata da Draghi, nel luglio 2021, per giustificare il green pass, quella frase che sembrava una vecchia gag di Corrado Guzzanti: “Non ti vaccini? Ti ammali e muori, oppure fai morire. Non ti vaccini? Contagi lui e lei muore”. Se la premessa di un sillogismo è falsa, è falso tutto quel che ne consegue. L'intera economia di un Paese, il lavoro, lo studio di milioni di persone, le connessioni fra i territori, la vita pubblica nel suo insieme sono pesantemente condizionati da una misura fondata su una premessa falsa: chi si vaccina non si contagia e non contagia gli altri e, inoltre, ha la garanzia - dico “la garanzia”, disse così - di vivere in ambienti sicuri, mentre chi non si vaccina è un untore da punire marchiare con la “colonna infame 2.0”. Glielo diciamo subito al Presidente del Consiglio: mentre sillabava questa paura primordiale della morte, senza distinzioni fra gli anziani che rischiano e i ragazzini che non rischiano nulla, ha giustificato il green pass più rigido del Pianeta e il lasciapassare più opprimente e illogico, la limitazione più vasta e senza precedenti, in tutto l'Occidente, delle libertà personali, del lavoro, della scuola, dell'università, del viaggio.

Non contento, Draghi e gli altri suoi profeti della paura hanno esteso sempre di più un sistema di estorsione, una cultura ossessiva della sicurezza, che, a ogni obiezione, risponde con un inasprimento sempre più smodato e assurdo delle iniquità, in un clima di caccia alle streghe. Era il 20 ottobre 2021 quando, in risposta alle nostre obiezioni sulla intrinseca inefficacia del green pass, Draghi si inventò, in quest'Aula, una statistica di sana pianta, dicendo che, da quando era in vigore il green pass, i decessi erano crollati del 94 per cento, le terapie intensive del 95 per cento e i ricoveri del 92 per cento. Era una raffica di balle, per la verità molto applaudite qui dentro, ma pur sempre una terrificante raffica di balle, fandonie, imbrogli pronunciati coram populo, una catena di fanfaluche, che si scontra drammaticamente con la realtà effettuale che è davanti ai nostri occhi.

E, da quando è stato introdotto il green pass nei luoghi di lavoro, i contagi si sono impennati; da quando è stato introdotto il super green pass, i contagi sono esplosi e la maggior parte dei contagi avviene da e fra persone vaccinate, sono costretti ad ammetterlo perfino i virologi dei tanti siparietti televisivi. Un'intera narrazione è crollata di fronte alle sue contraddizioni, la premessa del sillogismo, la grande menzogna, l'idea falsa che si possano limitare i diritti di una categoria di persone, perché, altrimenti, quelle persone costituirebbero un pericolo per gli altri.Come si chiama questo? Stigma sociale, labelling, costruzione del capro espiatorio, divide et impera, separa, segrega, demansiona, mortifica, chiudi, multa, minaccia, sorveglia, limita, rovina, precarizza chi non obbedisce, blandisci, prometti, promuovi, adesca, offri false sicurezze a chi obbedisce e poi tradiscilo e intortalo con un nuovo giro di frasi fatte: “Ne usciremo solo così”; “ancora altre due settimane”; “è solo colpa dei no-vax”; “è colpa del tennista Djokovic”. Magari è colpa di Djokovic anche il fatto che in Danimarca i tamponi sono gratis e qui costano una fortuna solo per il gusto di punire chi non obbedisce. Ecco, dicevo, la premessa è falsa. È falso quel famoso discorso di Draghi e sono false le conseguenti tabelle dei Ministri. È sbagliata la pietra angolare di tutta questa folle costruzione sociale.

Quando noi di Alternativa vi facevamo leggere i lavori di quegli scienziati che dimostravano che vaccinati e non vaccinati contagiavano entrambi, voi ci chiamavate anti-scienza. Perciò, per voi la soluzione era solo il green pass. Ma i fatti hanno la testa dura. Oggi dilagano e dimostrano che avevate torto marcio. Dunque, non può esservi giustificazione alcuna per sostenere un sistema che intrinsecamente non funziona, che limita intanto il diritto alla mobilità, allo studio, al lavoro, alla vita di relazione ad intere categorie e ad interi territori, mentre distrugge turismo, ristorazione ed economia di prossimità. Così abbiamo un popolo che rimane ostaggio di gente che blatera di carica virale ma non saprebbe distinguere una proteina da un carciofo. Abbiamo gli spostamenti di 6,5 milioni di abitanti delle isole che in questo momento dipendono dall'arbitrio antiscientifico del Governo, dal mancato rispetto di ogni proporzionalità delle misure. Era il green pass modello base ad essere già sbagliato e dannoso; figuriamoci quanto sono sbagliati e dannosi tutti gli aggiornamenti sempre più dispotici, compreso questo inutile green pass che discutiamo oggi.

Le troppe incongruenze della versione adottata dai Governi e dal complesso mediatico farmaceutico intorno alla sindemia COVID stanno emergendo in modo ormai inarrestabile. Il professor Ehud Qimron, direttore del dipartimento di microbiologia e immunologia dell'università di Tel Aviv ed uno dei principali immunologi israeliani, ha scritto una lettera aperta al suo Governo in cui critica, con forza e senza mezzi termini, la gestione israeliana, straordinariamente simile a quella a livello planetario-globale, delle questioni sanitarie. Lo ha detto in un modo chiaro che voglio riportare anche qui, perché è molto illuminante anche per noi tanto le situazioni si assomigliano. Cosa scrive il dottor Qimron? “Ministero della salute, è tempo di ammettere il fallimento. Alla fine, la verità viene sempre a galla e la verità sulla politica del Coronavirus sta cominciando a manifestarsi. Nel momento in cui le concezioni più devastanti stanno crollando una a una, non resta che dire agli esperti che hanno guidato la gestione della pandemia: ve l'avevamo detto. Con due anni di ritardo, finalmente ci si rende conto che un virus respiratorio non può essere sconfitto e che qualsiasi tentativo del genere è destinato a fallire. Non lo ammettete, perché negli ultimi due anni non avete mai ammesso alcun errore, ma in retrospettiva è chiaro che avete fallito miseramente in quasi tutti i vostri interventi e anche i media stanno iniziando a far fatica a coprire la vostra vergogna. Nonostante anni di osservazioni e conoscenze scientifiche, avete rifiutato di ammettere che l'infezione arriva a ondate che svaniscono da sole. Avete insistito ad attribuire il declino di ogni ondata esclusivamente ai vostri interventi e così avete sconfitto la pandemia, grazie ad una falsa propaganda, e l'avete sconfitta ogni volta di nuovo e ancora e ancora e ancora. Avete rifiutato di ammettere che i test di massa sono inefficaci, nonostante i vostri piani di emergenza lo affermino esplicitamente”.

Qui in Italia non abbiamo avuto nemmeno quei piani e questa dovrebbe essere una ragione sufficiente perché il Ministro Speranza, il re della Tachipirina e della vigile attesa, si dimetta.

Ma torniamo al professor Qimron, che accusa: “Avete rifiutato di ammettere che la guarigione protegge più di un vaccino, nonostante le precedenti conoscenze e osservazioni dimostrino che le persone vaccinate hanno maggiori probabilità di essere infettate rispetto alle persone guarite. Nonostante le osservazioni, avete rifiutato di ammettere che i vaccinati sono contagiosi. Sulla base di ciò speravate di ottenere l'immunità di gregge mediante la vaccinazione e anche in questo avete fallito. Avete insistito ad ignorare il fatto che la malattia è decine di volte più pericolosa per le categorie a rischio e per gli anziani che per i giovani, che non fanno parte delle categorie a rischio, nonostante conoscenze in tal senso arrivassero dalla Cina fin dal 2020. Avete rifiutato di adottare la Dichiarazione di Barrington, firmata da più di 60.000 scienziati e medici professionisti, o altri programmi di buonsenso. Avete scelto di ridicolizzarli, calunniarli, distorcere le loro parole e screditarli. Invece di optare per i programmi e le persone giuste, avete scelto professionisti privi di una formazione adeguata per la gestione della pandemia (come consiglieri del Governo avete scelto esperti in fisica, veterinari, agenti della sicurezza, personalità dei media e così via)”. Dice proprio così il luminare israeliano e sembra parlare proprio di voi, di questo Governo. Poi continua: “Non avete impostato un sistema efficace per segnalare gli effetti collaterali dei vaccini e le segnalazioni sugli effetti collaterali sono state persino cancellate dalla vostra pagina Facebook. Per evitare di essere perseguitati, come avete fatto con alcuni dei loro colleghi, i medici evitano di collegare gli effetti collaterali al vaccino (…). Invece avete scelto di pubblicare, in collaborazione con dirigenti di Pfizer, articoli non obiettivi sull'efficacia e sulla sicurezza dei vaccini. Tuttavia, dall'alto della vostra arroganza, avete anche ignorato il fatto che alla fine la verità verrà a galla e sta cominciando a manifestarsi. La verità è che avete fatto crollare la fiducia del pubblico a un livello senza precedenti e avete eroso il vostro status di fonte di autorità”. Il professore lo dice con una precisione che diventa irrinunciabile per definire anche le politiche adottate nella nostra Repubblica. “La verità è che avete bruciato inutilmente centinaia di miliardi per minacciosi avvertimenti, per test inefficaci, per distruttivi lockdown” - per “zone rosse”, “arancioni” e “gialle” - “e per aver interrotto la routine della vita quotidiana negli ultimi due anni.

Aggiunge Qimron: “Avete distrutto l'istruzione dei nostri figli e il loro futuro. Avete fatto sentire in colpa i bambini. Li avete spaventati, resi dipendenti, abbandonati e divisi, come attestano i presidi scolastici di tutto il Paese. Avete peggiorato gravemente le condizioni di vita, l'economia, i diritti umani, la salute mentale e fisica. Avete calunniato i colleghi che non si sono arresi, avete messo le persone l'una contro l'altra, diviso la società e polarizzato il discorso. Avete bollato, senza alcuna base scientifica, le persone che hanno scelto di non vaccinarsi come nemici pubblici e come propagatori di malattie. Promuovete, in un modo senza precedenti, una politica draconiana di discriminazione, negazione dei diritti e selezione delle persone, compresi i bambini, per le loro scelte terapeutiche, una selezione priva di qualsiasi giustificazione epidemiologica. Quando si confrontano le politiche distruttive che state perseguendo con le politiche sane di alcuni altri Paesi, si può vedere chiaramente che la distruzione che voi avete causato ha solo aggiunto altre vittime a quelle vulnerabili al virus: l'economia, che avete distrutto, i disoccupati, che avete causato, e i bambini, a cui avete negato l'istruzione, sono le vittime in eccesso risultate dalle vostre stesse azioni. Al momento non ci sono emergenze mediche tali, ma da due anni coltivate questo stato di cose per brama di potere, denaro e controllo. L'unica emergenza ora è che voi state continuando a decidere le politiche e a gestire ingenti fondi per la propaganda e l'ingegneria sociale, invece di indirizzarli a rafforzare il sistema sanitario. Questa emergenza deve finire”.

Questa emergenza deve finire: parola del professor Ehud Qimron, facoltà di medicina, università di Tel Aviv.

Parole accorate e appassionate che inchiodano quel Governo - ma anche il Governo italiano e alcuni altri Governi - all'assurdità con cui hanno trasformato un sistema sociale in un calendario zootecnico, scandito da dosi su dosi su dosi, senza più riguardo al principio di precauzione e senza più alcuna attenzione a contemperare diritti e interessi reali di masse di cittadini trascinate nella “Pfizercrazia”.

Niente! Il Governo anche stavolta sembra volersi disporre a chiedere la fiducia senza modificare il decreto, per girare ancora di più la vite nella garrota e aggiungere un carico di punizioni. In conseguenza di tale decretazione d'urgenza, non suffragata da motivazioni epidemiologiche e di salute pubblica, capaci di darne giustificazione oggettiva, perché l'emergenza non è una decisione politica ma è una condizione di fatto, assistiamo, ad esempio, ad una macroscopica condizione di limitazione del diritto di circolazione sul territorio nazionale, come d'articolo 16 della Costituzione, particolarmente invasiva e sproporzionata.

Anche se il Governo vuole fino in fondo la foglia di fico del consenso informato, questo è un obbligo vaccinale per potersi liberamente muovere sul territorio nazionale, obbligo introdotto in modo irrituale, nella forma e nella sostanza, attraverso una progressiva espansione della necessità di esibire il green pass rafforzato al fine dell'utilizzo del trasporto pubblico e della contemporanea restrizione dei criteri per poterne entrare in possesso, al di fuori da ogni ragionevolezza medica o scientifica. Scompare per masse di cittadini un servizio pubblico essenziale e sono dunque costretti a ricorrere al trasporto privato, se presente, o ad un mezzo proprio, se esistente, per potersi muovere sul territorio nazionale.

Ciò in evidente violazione dell'articolo 3 della Costituzione, che prevede la piena eguaglianza di fronte alla legge senza distinzioni di condizioni personali e sociali quale sicuramente è la condizione di non vaccinato e non guarito.

Nella catena di decreti siamo arrivati al fatto che dalle isole al continente sono necessari mezzi di trasporto pubblici non agevolmente surrogabili con quelli privati, come l'automobile, come invece avviene nel trasferimento in altre parti del territorio; in tal modo, sono violati sia diritti e princìpi generali appartenenti a tutte le comunità isolane, e abbiamo di fronte un disastro di proporzioni storiche devastanti. L'estensione degli obblighi rispetto a varie professioni estromette masse di cittadini dal lavoro. Il decreto segue e precede a raffica altri decreti, e già questo è un modo di trasformare la legge in una sorta di yogurt a scadenza, dove l'angoscia dei cittadini soggetti a misure che li escludono dal lavoro, dalla società, si somma a una nuova e drammatica incertezza giuridica in cui l'eccezione segue l'eccezione.

Tutto quello che era ovvio deve essere precario, concesso per grazia del Governo. Lo faccio dire meglio a Giorgio Agamben: “Dal punto di vista tecnico si ha una separazione della forza di legge dalla legge in senso formale. Lo stato di eccezione definisce, cioè, uno stato della legge in cui da una parte la legge teoricamente vige, ma non ha forza, non si applica, è sospesa, e dall'altra provvedimenti e misure che non hanno valore di legge ne acquistano la forza. Si potrebbe dire che, al limite, la posta in gioco nello stato di eccezione è una forza di legge fluttuante senza la legge. Comunque si definisca questa situazione - sia che si consideri lo stato di eccezione come interno o che lo si qualifichi invece come esterno all'ordine giuridico - in ogni caso essa si traduce in una sorta di eclissi della legge, in cui, come in una eclissi astronomica, essa permane, ma non emana più la sua luce. La prima conseguenza è il venir meno di quel principio fondamentale che è la certezza del diritto. Se lo Stato, invece di dare disciplina normativa a un fenomeno, interviene grazie all'emergenza, su quel fenomeno ogni quindici giorni o ogni mese, quel fenomeno non risponde più a un principio di legalità, poiché il principio di legalità consiste nel fatto che lo Stato dà la legge e i cittadini confidano su quella legge e sulla sua stabilità. Questa cancellazione della certezza del diritto implica una mutazione radicale non solo del nostro rapporto con l'ordine giuridico, ma nel nostro stesso modo di vivere, perché si tratta di vivere in uno stato di illegalità normalizzata”. E aggiunge Agamben: “Al paradigma della legge si sostituisce quello di clausole e formule vaghe come “stato di necessità”, “sicurezza”, “ordine pubblico”, che, essendo in sé indeterminate, hanno bisogno che qualcuno intervenga a determinarle. Noi non abbiamo più a che fare con una legge o con una Costituzione, ma con una forza di legge fluttuante, che può essere assunta, come vediamo oggi, da commissioni e individui, medici o esperti del tutto estranei all'ordinamento”.

Ecco, ha ragione Agamben: oggi non stiamo discutendo più la legge, ma una forza di legge fluttuante. I diritti costituzionali di milioni di persone vengono manomessi giorno dopo giorno da una legione di pseudo tecnici completamente sottratta alla democrazia.

Ed è quello che si vuole fare anche con il cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza e con le decisioni che rischiano di consegnarci mani e piedi al MES, cioè ai vecchi padroni del discorso europeo degli ultimi trent'anni, quello dell'austerity. Le conseguenze su quello che rimane della Costituzione e dei diritti sono incalcolabili, e queste sono le implicazioni che può avere la china intrapresa con il green pass.

Alla fine, di fronte al fatto che tutta la narrazione non si fonda sul contagiarsi o meno in base allo status vaccinale, l'unico sostegno del green pass collassa. Cosa rimane? Rimane l'eterno discorso che è un modo per costringere chi non intende vaccinarsi a farlo; non importa la sua volontà, la sua età, il suo reale livello di rischio. Uno Stato che, cioè, non rispetta la dignità umana.

E, allora, voglio farvi un esempio che fa crollare anche questa pretesa di moda nel nostro Paese: confrontiamo i dati e i comportamenti di Giappone e Italia. Giappone: abitanti 126 milioni, decessi dall'inizio della crisi COVID 18 mila, rapporto decessi per milione di abitanti 146, vaccinati con seconda dose 79 per cento, vaccinati con terza dose 0,8 per cento. Italia: abitanti 59 milioni, decessi dall'inizio della crisi COVID 141 mila, rapporto fra decessi e milione di abitanti 2.378, vaccinati con seconda dose 78 per cento, vaccinati con terza dose 43 per cento. A occhio, direi proprio che il Giappone ha ottenuto risultati di gran lunga migliori, in proporzione agli abitanti ha avuto 16 volte meno decessi. Immagino che Speranza, Brunetta e Draghi pensino che i risultati derivino da una maggiore dose di sadismo burocratico, da un green pass nipponico 16 volte più crudele di quello italiano.

Niente di tutto questo! Vi leggo le linee guida del Giappone in tema di vaccinazione e anti COVID: sebbene incoraggiamo tutti i cittadini a ricevere la vaccinazione COVID-19, non è obbligatoria né coercitiva. La vaccinazione sarà effettuata solo con il consenso della persona da vaccinare dopo le informazioni fornitele. Si prega di farsi vaccinare di propria decisione, comprendendo sia l'efficacia nella prevenzione delle malattie infettive che il rischio di effetti collaterali. Nessuna vaccinazione sarà somministrata senza il consenso. Siete pregati di non costringere nessuno nel vostro luogo di lavoro né coloro che vi circondano a farsi vaccinare né a discriminare coloro che non sono stati vaccinati. Le linee guida italiane sono: tachipirina e vigile attesa, ricatto, estorsione, segregazione, green pass sempre più severi, ingiusti e sproporzionati. Questo è il grande scandalo, basta con questa emergenza. Guardate cosa sta accadendo intorno a noi: la variante Omicron sta cambiando totalmente lo scenario. Il COVID, sebbene come tante epidemie nella storia dell'umanità abbia causato lutti e un drammatico impatto per i popoli, non è sinonimo di morte nera, di paura e di paralisi definitiva.

È una delle tante sfide difficili che possono raggiungere miliardi di esseri umani; sta già dilagando come un fenomeno con cui però si può convivere. La svolta di cui parlavo all'inizio è in atto e, come vediamo grazie a infiniti esempi nel mondo, non è affatto detto che convivere con la presenza del virus debba comportare la compressione delle Costituzioni, la discriminazione dei cittadini, la paura indotta da ogni schermo, la divisione sociale.

Qui dentro, invece, si va avanti come se niente fosse. Eppure avete sentito la netta presa di posizione sia dell'OMS che dell'EMA contro i booster, ovverosia contro la politica dei richiami vaccinali ravvicinati permanenti. L'OMS ha dichiarato che è ormai evidente che i vaccini esistenti hanno un bassissimo impatto sulla prevenzione dell'infezione e della trasmissione, soprattutto nei confronti della Omicron, e che andrebbero sviluppati vaccini contro il COVID-19 che abbiano un alto impatto sulla prevenzione della infezione e della trasmissione, oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte.

Fino a quel momento, secondo l'OMS, non ha senso continuare a effettuare richiami con i vaccini esistenti. Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti dei vaccini attuali non appare né appropriata né sostenibile, ha concluso l'OMS.

Sull'incapacità del vaccino di fermare la trasmissione è da segnalare anche l'ennesimo studio apparso su The Lancet che conferma che l'impatto della vaccinazione sulla trasmissione delle varianti circolanti di SARS-CoV-2 non risulta essere significativamente diverso dall'impatto tra le persone non vaccinate. Lo dice persino un membro del Comitato tecnico-scientifico, il CTS: un regime di vaccinazione ravvicinata permanente potrebbe addirittura avere effetti negativi in termini di immunizzazione. Se si vaccina ogni due o tre mesi per stimolare continuamente la risposta effettrice, dopo un po' potrebbe ottenersi l'effetto contrario. Il sistema immunitario si potrebbe anergizzare, si rischia l'effetto paradossale di paralizzare la risposta immunitaria. Ma il Draghistan è il nuovo Titanic, ignorate l'iceberg.

Non così il Premier spagnolo Sánchez, che ha reso nota l'intenzione della Spagna di cominciare a trattare il COVID come una normale influenza.Per Sánchez ci sono le condizioni prudenti, prudenziali, per passare da un quadro di pandemia a uno di malattia endemica, come appunto l'influenza stagionale.

Basta davvero con questa emergenza, basta con il green pass, togliete le sospensioni dei medici, degli operatori sanitari, degli insegnanti, dei poliziotti, di tutti i funzionari. Riaprite, come si deve, le scuole e le università, togliete tutte queste dogane e check-point di cui avete disseminato l'Italia. Ricollegate le isole, riammettete tutti ai treni, alle navi, agli aerei, agli autobus. Investite meno nel pagare i propagandisti delle vostre misure orribilmente sbagliate e investite di più nella medicina territoriale. Finitela di sequestrare un intero Paese, uscite dalla vostra bolla provinciale che osate chiamare scienza e guardate a un mondo che si apre persino, anzi, proprio nel momento in cui l'epidemia corre di più. Abbiate il coraggio di fare la cosa giusta, una buona volta. C'è un'alternativa alla vostra perseveranza, ormai criminale, nell'errore.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Oggi in quest'Aula facciamo opera di testimonianza, pura, perché parliamo di un provvedimento che converte in legge il decreto-legge n. 172 del 2021, in tema di super green pass, che è stato superato da altri tre decreti, che a breve verranno convertiti anch'essi. Naturalmente ça va sans dire questo articolato è stato lavorato al Senato e, quindi, noi faremo, come dicevo poc'anzi, testimonianza e ratifica. Ora, dal momento che verrà apposta la fiducia, io non entro nel merito di questo disegno di legge, ma credo sia utile fare alcune riflessioni più generali sulla situazione che stiamo vivendo.

Innanzitutto, è ovvio che in questo stato di emergenza, che dura da due anni ed al quale ricordo a me stesso è stato dato il termine momentaneo del 31 marzo, ci si è rivolti alla scienza, che ci ha indicato i vaccini come mezzo principale per arginare e, sperabilmente, stroncare la pandemia o quantomeno arrivare alla fase endemica, come diversi esperti stanno osservando. I vaccini, pertanto, sono al momento l'arma più efficace che abbiamo ed è consequenziale che si spinga verso una più larga diffusione della somministrazione. Per quanto l'Italia abbia un'alta percentuale di vaccinati, i numeri negativi sono risaliti, richiedendo pertanto ulteriori interventi, i quali naturalmente non sono indolori, perché impattano in maniera dura su tutti gli aspetti della nostra vita sociale, economica e anche sugli aspetti sanitari. Una prima criticità palese è stata quella derivata da una informazione asfissiante, talvolta anche fuorviante, che ha creato problemi in chi, semplice cittadino, ne ha subito l'impeto e, non sapendo contestualizzarla e quindi interpretarla, ha finito per assumere reazioni e atteggiamenti, talvolta, eccessivamente imprudenti e, talaltra, impauriti. Un errore, a mio avviso, è stato quello di far passare o, comunque, non contrastare efficacemente il messaggio che il green pass ci avrebbe fatto vivere tra persone sane e non contagiose, mentre sappiamo benissimo che esso non è un certificato di immunità e non contagiosità, ma semplicemente una convenzione per indicare che si sta seguendo un protocollo vaccinale. Paradossalmente, un soggetto che ha assunto le dosi vaccinali previste e, quindi, provvisto di green pass in tutte le sue declinazioni (semplice, rafforzato, super, magari extra e chissà cos'altro) è libero di circolare e frequentare altre persone e anche luoghi chiusi ma, magari, è positivo e, quindi, è in grado di diffondere l'eventuale contagio. Sempre più paradossalmente, chi non è vaccinato - magari non dico necessariamente no-vax, ma chi non ha assunto il vaccino per altre ragioni -, che per lavorare o frequentare luoghi chiusi, quindi, è obbligato a verificare la sua condizione con dei tamponi - e mi riferisco ai molecolari, che hanno una sicurezza al 95 per cento -, non farebbe correre il rischio di contagio alle persone con cui ha rapporti lavorativi o sociali. Allora, dovrebbe passare chiaramente il messaggio che il green pass non assicura nulla di più se non l'indicazione che si è vaccinati o momentaneamente guariti da un contagio o dalla malattia vera e propria. Quindi, il green pass non crea luoghi sicuri dove non ci si può contagiare e, per quanto, ribadisco, utilissimi e consigliabili - ed io stesso con la mia famiglia siamo in attesa della terza dose, così come da indicazioni mediche - al momento non esiste un vaccino che garantisca l'immunità o di non essere contagiati o non essere contagiosi verso altre persone, ma solo l'elevata possibilità che, in caso di contagio, le conseguenze siano molto meno gravi. Ecco perché molte indicazioni, prescrizioni e protocolli contenuti nei decreti che ci troviamo a convertire in legge, pur avendo come giusto obiettivo la salvaguardia della salute collettiva, alle volte appaiono - mi vien da dire - eccessivamente restrittivi, perché bloccano l'economia, la socialità e lo svolgimento del proprio lavoro.

Ad esempio, è emblematico il caso della chiusura di discoteche e locali da ballo alla vigilia della festività natalizia, come è avvenuto nel “decreto Natale”. Io ho lavorato per diversi anni nel settore e conosco bene le difficoltà di organizzare un cartellone degli eventi, gli oneri, le penali da corrispondere agli artisti in caso di recesso dal contratto. Poi lo dico perché ne ho la contezza diretta: numerosi locali si erano attrezzati per queste festività per il controllo, non solo del green pass, ma anche dell'eventuale certificazione da tampone che, se introdotto in aggiunta alla certificazione verde, avrebbe potuto salvare il lavoro di queste aziende in pieno periodo di festività. Ora io mi domando che cosa ci sarebbe stato di sbagliato in questa procedura. Ecco, nell'emanazione di tali normative, alle volte mi viene il dubbio che non si consultino le categorie interessate, che poi sono i veri esperti della situazione e potrebbero offrire un punto di vista ed un contributo davvero informato, per l'assunzione di decisioni che impattano, come ho già detto, sulle economie di queste realtà.

Poi, come rappresentante comunque istituzionale, che viene fatto soggetto di comunicazioni, vorrei proporre una riflessione, a seguito di una segnalazione che mi è arrivata da rappresentanti delle Forze dell'ordine e delle Forze armate, che, non essendosi sottoposti a procedura vaccinale, sono stati sospesi dal servizio e dallo stipendio e discriminati sotto il profilo umano. Come ho già affermato, io personalmente - ribadisco ancora una volta - sostengo l'utilità del vaccino, alla luce del fatto che è l'unica arma che in questo momento abbiamo; ma mi riesce difficile credere che persone che hanno scelto di servire il Paese, all'improvviso, perdano il lume della ragione ed assumano atteggiamenti irresponsabili. Quindi, io credo che queste persone vadano quantomeno ascoltate, magari convinte con la forza della realtà e del ragionamento scientifico, ma non private anche del minimo sostegno economico, cosa che non succede neanche in caso di gravi procedimenti penali.

Il focus di tutta questa situazione, ad ogni buon conto, va mantenuto anche e soprattutto sulle strutture sanitarie. Abbiamo detto che l'asintomatico non è un ammalato, deve solo fare attenzione per sé e per gli altri ovviamente, ma poi, se si ammala, nei casi più seri deve curarsi negli ospedali. Intanto è questo il dato rilevante per i cittadini: non la situazione generale dei positivi. che potrebbe spaventare ed indurre a comportamenti estremi, ma il numero dei ricoverati. Lo sottolineo: è questo il dato rilevante per i cittadini. Infatti, è da essi, soprattutto dai ricoveri nei reparti di terapia intensiva e subintensiva, che dipendono le decisioni che si andranno ad assumere per le normative, i protocolli e le famigerate colorazioni delle zone. Quindi, se tutto ciò dipende dai posti in ospedale, non capisco perché il potenziamento delle strutture sanitarie langue e perché l'assunzione di medici e di operatori sanitari avviene a rilento. L'esempio del nosocomio della mia città, che è Manfredonia, in provincia di Foggia, è emblematico e fotografa la situazione di tante altre località. Una struttura potrebbe essere determinante per una strategia di delocalizzazione, per tutte le patologie che non siano COVID, perché, purtroppo, tutte le altre malattie che richiedono interventi e attenzione pare che siano passate in secondo piano. Quindi, anche una strategia di decongestionamento dei centri COVID vive una situazione di depotenziamento, che provoca paradossi inaccettabili, come i lunghissimi tempi di attesa per visite e interventi sanitari o la mancanza addirittura di dispositivi medici, come ad esempio - la cosa farà anche sorridere - holter pressori e cardiologici.

In conclusione, Presidente, se tanta gente, non solo in Italia, protesta ed esprime malumore, evidentemente andrebbero considerate altre strategie, in tema comunicativo e consultivo, ed interventi economici a sostegno delle imprese e delle aziende.

Con questo, ho concluso e la ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, buongiorno, buon inizio settimana. Iniziamo positivamente questa discussione che, peraltro, vedrà, sin dal mio intervento, da quelli precedenti e da quelli che seguiranno, varie posizioni, ma che inducono a pensare effettivamente all'utilizzo o meno di questo green pass.

Sottosegretario, l'Italia figura tra i 5 Paesi nel mondo che hanno registrato il numero più alto di contagi da COVID-19 in 7 giorni, superando la soglia del milione; questo è quanto viene registrato nell'ultimo aggiornamento settimanale dell'Organizzazione mondiale della sanità sulla situazione pandemica globale. Secondo l'OMS, dunque, l'Italia è il quarto peggior Paese al mondo per contagi, nonostante le restrizioni, il super green pass, nonostante la DAD e l'obbligo vaccinale per gli over 50. Parliamo proprio di questo, dell'inutilità dell'obbligo vaccinale per gli over 50, perché è un modo ulteriore per continuare a glissare la situazione da parte di questo Governo. Uno Stato serio si assume le sue responsabilità e, se è così sicuro di quello che sostiene, impone l'obbligo vaccinale e tutela i suoi cittadini in caso di reazioni avverse dovute all'inoculazione del siero, indennizzandoli; invece, qui si continua a perseverare al di fuori da ogni logica. Sia chiaro: qui nessuno si sta rimangiando le parole, anche perché, per definizione, Fratelli d'Italia è il partito della coerenza e, proprio per quella stessa coerenza, noi, lo ripetiamo, non siamo contrari ai vaccini; anzi, siamo forse gli unici ad essersi sottoposti al ciclo vaccinale completo, ma siamo anche coloro che sostengono, a gran voce, che questo Governo continua a fare acqua da tutte le parti; e, sì, signor Presidente, un Governo serio non avrebbe scatenato il panico tra la popolazione che, a seguito di una pessima comunicazione - mi sia permesso di definirla sclerotica -, ha a ragione temuto per gli effetti avversi del vaccino; nessuno ci ha capito niente, ci si è dovuti affidare alla Divina Provvidenza; ma non è così che funziona.

Dato per assodato che il vaccino è un'arma importantissima di contrasto al virus, altrettanto importante è la mappatura dei contagi; noi saremo sempre sostenitori dello screening a pettine attraverso i tamponi che restano l'unico indicatore della positività di un soggetto, perché tutti sappiamo che essere vaccinati non significa indossare uno scudo contro il contagio; riduce il rischio di finire in terapia intensiva, ma nessuno dei vaccinati può ritenersi al sicuro e al riparo dal virus. Inoltre, se esiste un obbligo, deve esistere anche il consenso informato; diversamente, se non previsto, deve essere comunque predisposta, in attesa di ulteriori analisi, la possibilità di effettuare il lavoro agile, almeno fino al perdurare dello stato di emergenza, cosa alquanto ragionevole.

Sin dal principio della pandemia, siamo stati gli unici a chiedere la messa in sicurezza delle scuole e dei mezzi di trasporto; due anni, ben due anni, in cui tutto ciò non è accaduto, provocando gravissimi danni a bambini, ragazzi e docenti che si sono dovuti improvvisare, nello svolgere le lezioni a distanza; non meno importanti sono state le avversità per tutti i genitori e i lavoratori italiani che hanno dovuto seguire i figli in DAD, dovendo comunque, contestualmente, lavorare in smart working, la cui definizione per legge è: “lavoro agile”, legge n. 81 del 2017; e tutto questo ci può stare, trattandosi di un evento imprevedibile e senza precedenti, ma dopo quasi due anni non c'è scusa che tenga.

In più, aggiungo: nel mese di settembre, personalmente ho presentato un ordine del giorno che impegnava il Governo a dotare tutti gli istituti d'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria, di primo e secondo grado, presenti sul territorio nazionale, di dispositivi smart di monitoraggio continuo della CO2, scientificamente validati e calibrati per garantire la salubrità dell'aria, di sistemi di ventilazione meccanica controllata, decentralizzati e parametrati al volume dell'ambiente da trattare, per consentire una diluizione significativa degli inquinanti, di sistemi di purificazione e di filtrazione dell'aria, nanoparticellari, in grado di bloccare e inattivare le particelle, tramite sistema di purificazione disinfettante.

Altro ordine del giorno, sempre da me presentato, nel mese di novembre, impegnava il Governo a dotare, nel primo provvedimento utile, tutti gli istituti scolastici, le università, i mezzi pubblici di trasporto e gli uffici pubblici presenti sul territorio nazionale di dispositivi di rilevazione della CO2 per il monitoraggio della qualità dell'aria; ordini del giorno tutti accolti con riformulazione e, come spesso accade, purtroppo, tradotti in un nulla di fatto.

L'aerazione degli ambienti chiusi, confinati, è un'arma importantissima di contrasto al COVID e a tutta una serie di patologie respiratorie, tra cui le allergie stagionali, l'influenza e anche il cancro. L'installazione di questi dispositivi sarebbe stata utile non solo nel corso della pandemia, ma anche in futuro. Ecco a cosa mi riferisco quando parlo di lungimiranza e di buonsenso: a non sperperare i soldi degli italiani, come per i banchi a rotelle, dannosi, totalmente inutili e inutilizzabili. Dietro tutto ciò non esistono bandiere politiche, non esistono colori; esiste buonsenso, lungimiranza e amor di Patria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), esattamente ciò che manca a questo Governo, totalmente incapace di agire con prontezza e con raziocinio, per salvare soprattutto le nostre imprese che, tra COVID e caro bollette, sono ormai al collasso. Per non parlare dello scandalo delle mascherine contraffatte, consegnate anche negli ospedali, che hanno messo in pericolo la vita dei nostri medici e operatori sanitari. E' di pochi giorni fa, esattamente una settimana, un servizio della trasmissione televisiva Report che metteva in evidenza il fallimento dell'allora Governo “Conte 2”, con l'approvvigionamento dei dispositivi di protezione, cioè le mascherine, che non avevano le certificazioni richieste e vi erano dubbi sulla loro provenienza: milioni di mascherine entrate in Italia attraverso canali istituzionali, ma senza gli adeguati controlli del caso. Sì, cari colleghi, purtroppo, non è uno scherzo, ma una cruda realtà, tutto passato sotto gli occhi dell'allora Commissario Arcuri e di persone vicine anche al Presidente Conte, con relativo danno alla salute per migliaia di cittadini e lavoratori italiani. Per non parlare dei milioni di euro spesi per questa o quella fornitura che, in ogni caso, veniva prontamente segnalata da parte delle autorità preposte, ma aggirata attraverso meccanismi di necessità per il bene pubblico; ora saranno le indagini, accurate, a evidenziare chi sarà il colpevole, o i colpevoli, di tutto questo, e statene certi che il sottoscritto e il Partito di Fratelli d'Italia saranno vigili su questa triste vicenda fino alla fine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Aggiungo la recente sentenza del TAR del Lazio che accoglie il ricorso del Comitato per le cure domiciliari e boccia le linee guida del Ministero della Salute su Tachipirina e vigile attesa; dopo quasi 24 mesi di fallimenti e disastri a danno dell'Italia tutta, si mette finalmente in luce l'ennesimo disastro legato all'operato del Ministro Speranza, che farebbe bene a cambiare mestiere, considerata la sua inadeguatezza, un Ministro che ha avuto la presunzione di non ascoltare i medici, le esperienze cliniche, le loro attendibili professionalità fatte di studi, ricerche e tanto lavoro sul campo.

Ma veniamo anche ad una paradossale vicenda che ha coinvolto un nostro collega di Partito, pochi giorni fa, esattamente giovedì 13 gennaio ultimo scorso. Il deputato Vinci, nella notte tra il 13 e il 14 gennaio, alle 3 di notte, appunto, è stato buttato giù dal letto dell'hotel dove alloggiava dalle Forze dell'ordine, segnalato come positivo al COVID; avrebbe violato l'isolamento. Peccato che, invece, fosse già guarito da 3 giorni e con tanto di green pass a conferma, ma nessuno aveva aggiornato il suo stato. Quindi, mi viene spontaneamente pensare: quanti italiani potrebbero ritrovarsi nella stessa situazione? Quanti nostri uomini e donne in divisa possono trovarsi impegnati in questi controlli e, a causa di errori e rallentamenti burocratici come quello riportato, vivere ore, anzi giorni, di ordinaria follia?

Da mesi, noi di Fratelli d'Italia interroghiamo i Ministri competenti sui temi dei vaccini, sulla DAD, sullo smart working, sulle discoteche, sulla mobilità pubblica e, infine, sullo sport, con gli stadi che passano dai 1.000 spettatori, per arrivare al 50 per cento, poi al 75 per cento della capienza, per poi, in questi giorni, trovarsi ad un massimo di 5 mila spettatori all'aperto, con tanto di green pass.

Sottosegretario, questa mattina, venendo qui in Aula, ho visto fuori l'allestimento per quanto riguarda, la prossima settimana, l'elezione del Presidente e all'improvviso mi sono detto: “Ma che facciamo, una discoteca?”. Lo dico a lei che so essersi interessato moltissimo al tema delle discoteche. Tuttavia, un conto è parlare di ristori per quanto riguarda le attività contingentate o parzialmente aperte, un altro è riconoscere, invece, la totale chiusura di attività, appunto, come i locali di intrattenimento e le discoteche. Perché non aver permesso l'entrata dei clienti tramite il green pass o il super green pass? Ecco, io direi che non possiamo parlare di semplici ristori, ma di indennizzi straordinari sulla base degli incassi annui del 2019, pre-pandemia.

Nella giornata odierna sono usciti degli articoli di giornale dove, ovviamente, si legge che si impongono regole, cambiano fasce, colori… verso la revisione, pass, deroghe per edicole e tabaccai…

Questa è una grande confusione, sottosegretario, presidente, onorevoli colleghi, che si ripercuote sul tessuto economico e commerciale, perché questi continui cambiamenti non fanno altro che generare uno psicodramma per tutti i cittadini, soprattutto per coloro che dovranno recarsi in questo o quel locale, perché - leggo testualmente - che non ci saranno i cosiddetti controlli del green pass per determinati categorie, per altre, invece, sì, come i fiorai o chi vende i vestiti per i neonati, le profumerie e ogni altra attività commerciale che non sia ritenuta strettamente necessaria; questa è la linea di Palazzo Chigi. “Strettamente necessaria”, sono parole che mettono paura, mettono paura perché lo “strettamente necessario” chi lo decide? Lo decide la persona che si reca in quell'attività commerciale o lo decide Palazzo Chigi? Ecco, io su questo penso che parlando di ristori, di indennizzi e di super green pass ci sia una grandissima confusione, una confusione dettata da questa schizofrenia di controllo ordinario, orario, giornaliero, settimanale, di regole che vengono messe in dubbio.

Noi mettiamo in dubbio il green pass, noi siamo d'accordo per la vaccinazione, noi diciamo che la vaccinazione è l'unica tutela che permette di contrastare questo virus e di mettere in sicurezza se stessi, la famiglia e le persone che vivono accanto, ma il green pass, no. Il green pass, il super green pass o, come lo chiameranno fra poco, il mega green pass diventerà veramente uno strumento di chi fa cosa e chi non fa cosa, di chi entra dove e di chi non entra da un'altra parte. Ecco, questo è sbagliato, è sbagliato perché ha una ripercussione importante, una ripercussione economica per le nostre imprese. Sicuramente, sì, la salute va posta dinnanzi a tutto, però, dobbiamo anche fermarci e riflettere.

Sono passati due anni e in questi due anni commettiamo ancora gli stessi errori - anzi, commettete ancora gli stessi errori - errori che personalmente credo ci siano e che noi come comunità di Fratelli d'Italia stigmatizziamo in tanti interventi proprio perché in un anno nulla è cambiato. Gli errori di questo Esecutivo sono evidenti a tutti, ci avevano promesso che il Governo dei migliori avrebbe segnato una netta discontinuità con il suo predecessore e che il green pass avrebbe garantito di non tornare alle chiusure, ma non è stato così. Il Governo Draghi non è nient'altro che un Conte-ter. Ora, ci aspettiamo che il Presidente del Consiglio abbia il coraggio di ammettere il fallimento di queste goffe scelte e di provvedimenti cervellotici, presentandosi in conferenza stampa a reti unificate per dire solamente poche parole: chiedo scusa a tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, signor sottosegretario, desidero iniziare questo mio intervento, facendo un apprezzamento al sottosegretario, perché le sue prospettiva sulle regole d'ingaggio per quanto riguarda l'approccio al COVID – che sono ben delineate in una bella intervista – fanno capire che in questa grave situazione che vede coinvolto il nostro Paese, ma non solo il nostro Paese, pur seguendo quelle che sono le indicazioni della scienza ufficiale, si sia avanzati anche per approssimazioni successive e così non poteva non essere, perché ci siamo trovati di fronte a qualcosa di nuovo, di diverso e di inaspettato.

Le reazioni, quando ci si trova di fronte a qualcosa di nuovo, di diverso e di inaspettato, possono essere di tipo emotivo o ideologico oppure possono essere ragionate; all'interno delle reazioni ragionate è inevitabile che ci siano anche degli errori, delle valutazioni non propriamente corrette, ma questo è il compito della scienza che, poi, deve essere messa a terra dalla decisione della politica e questo è ciò che si è fatto in questi due anni.

Nessuno di noi, credo, da una parte o dall'altra dell'emiciclo, può dire che sia stato fatto tutto bene o sia stato fatto tutto male, ma si può dire una cosa che è legata ai dati, non ai dati che vengono forniti da chi ha frequentato la “Puzzer academy”. Sappiamo tutti che ci sono delle persone che seguono con grande interesse quello che dice, con il rispetto che porto per chiunque, Puzzer, che è riuscito a mobilitare centinaia di persone, dicendo le classiche cose che si possono dire al bar. Ebbene, noi non vogliamo andare in quella direzione, noi vogliamo continuare a seguire quello che la scienza ci indica, pur sapendo che ci sono delle inesattezze e degli errori, ma bisogna andare avanti, non dimenticando mai che i due terzi delle terapie intensive sono occupate dal 10 per cento di persone non vaccinate e questo porta a delle conseguenze, lo ripeto, porta a delle conseguenze che, poi, sono anche riprodotte in quello che ognuno di noi sente o riceve come messaggi, come richieste di aiuto. Poco più tardi di dieci minuti fa, ho ricevuto questo messaggio che voglio leggere, perché è una testimonianza e in quest'Aula si vive anche di testimonianze, perché attraverso le testimonianze, oltre che in base allo studio e alle conoscenze, noi prendiamo le decisioni. Questo messaggio dice testualmente: “Scusa se ti disturbo, vorrei sfogarmi con il mondo intero, ma non posso, allora lo faccio con te. Ma secondo te è normale che domani mia mamma, che doveva subire un intervento a causa di un tumore, e adesso la chiamano dicendole che sospendono tutto a causa degli aumenti dei casi COVID? Adesso, è così che fanno morire la gente? - pur drammatizzando, ma parla di sua mamma – Ma, credimi, io non so più che cosa pensare, a questo punto dobbiamo solo sperare”. E non leggo la parte in cui si esprime verso chi è un no-vax e che porta a due terzi delle terapie intensive piene, rispetto al 10 per cento delle persone non vaccinate, con la necessità di spostare il personale, di chiudere i reparti di medicina parzialmente, di chiudere le sale operatorie. Tutto questo è una conseguenza che non può essere slegata al fatto che il vaccino non è il salvavita per eccellenza, ma è un potente giubbotto antiproiettile. Se io so che sarò in mezzo a una probabile sparatoria, ebbene, mi sento più protetto se indosso il giubbotto antiproiettile; per lo meno, se verrò colpito da una pallottola, forse mi salverò la vita, anzi, probabilmente mi salverò la vita; magari mi farò anche male, ma almeno mi salverò la vita.

Quindi, noi siamo convinti che dobbiamo andare avanti in questa direzione. Non possiamo arretrare.

Il disegno di legge di conversione che stiamo discutendo e che l'Aula si appresta a votare nei prossimi giorni è stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 24 novembre - sono passati 50 giorni - in una delle fasi in cui la curva pandemica aveva cominciato ad aumentare fortemente a causa della sempre maggior diffusione della variante Omicron. È, quindi, evidente che era necessario intervenire subito per intensificare e potenziare gli strumenti normativi vigenti, per cercare di tenere sotto controllo il preoccupante aumento del virus e limitare i rischi di possibili nuove restrizioni e chiusure, approvando norme più stringenti anche in previsione delle imminenti festività natalizie. Stiamo parlando - lo sappiamo tutti, ne abbiamo tutti la consapevolezza - di qualcosa che è superato, però noi siamo qui per discutere e per ragionare di qualcosa che, comunque, è stato un anello di una catena che continua ad allungarsi, e parlo delle iniziative legislative contro il COVID e a tutela della salute degli italiani. Questo è il quadro e il contesto nel quale si inserisce e si legittima il decreto-legge che stiamo per votare ed è importante tenerlo in considerazione.

Il Senato, che lo ha esaminato in prima lettura, ha approvato diverse modifiche che hanno consentito di integrare e migliorare il testo iniziale. Il provvedimento è, quindi, finalizzato a potenziare le norme volte a contenere la quarta ondata della pandemia COVID, che proprio in questi giorni stava cominciando a crescere in maniera assai preoccupante. Era indispensabile salvaguardare la salute pubblica e garantire continuità alle attività economiche e sociali del nostro Paese. Per quanto le attività economiche e sociali del nostro Paese siano ferite, non dobbiamo mai perdere di vista quello che sarebbe accaduto se non ci fossero stati gli interventi legislativi, che hanno consentito comunque una ripresa dell'economia, hanno consentito comunque alle micro attività di restare aperte, hanno consentito alla gente di provare ad incassare, hanno consentito agli imprenditori, micro o macro che fossero, di incassare, perché stavano lavorando, e di pagare le maestranze, i fornitori, eccetera. Tutto questo sembra che qualcuno non lo abbia nemmeno presente. Basta semplicemente ragionare sul fatto che il green pass è dittatura e quindi, senza il green pass, tutto sommato, bisognava lasciare la volontà alle persone di vaccinarsi; cosa che, peraltro, c'è perché nessuno obbliga nessuno a vaccinarsi, ma credo che uno Stato responsabile debba mettere dei paletti, se vuole che la direzione da percorrere sia quella. E questo è ciò che si sta facendo.

Bisognava, quindi, intervenire subito con ulteriori ma necessarie strette. Il testo interviene principalmente in quattro ambiti: obbligo vaccinale terza dose, estensione dell'obbligo vaccinale a nuove categorie, istituzione del super green pass, rafforzamento dei controlli e potenziamento delle campagne di informazione e sensibilizzazione sulle vaccinazioni.

Siamo stati carenti, e questo sin dal principio, con quelle che avrebbero dovuto essere delle campagne di informazione e di sensibilizzazione sui vaccini. Questo forse è uno degli aspetti su cui bisognerebbe davvero accelerare, perché sappiamo che in realtà una buona parte delle persone non vaccinate non si può codificare all'interno della categoria dei no-vax, ma semplicemente all'interno di una categoria di persone che sono un po', come dire, spaventate, che avrebbero bisogno di ulteriori informazioni, di un po' di tranquillità.

Non ripeto quello che è già stato detto, ma voglio ribadire, visto che questa è la sede per poterlo fare e per poterlo ripetere, che, se tutti noi ci concentrassimo sugli effetti avversi di ogni singolo farmaco, probabilmente non prenderemo più nessun tipo di farmaco. Ricordo a me stesso, ma lo ricordo anche perché venga messo agli atti, che in Europa gli effetti avversi dell'aspirina hanno provocato oltre 250 morti. Quindi, bisogna prestare attenzione a non delineare un mondo che sembra qualcuno vorrebbe libero dal vaccino per il COVID, ma tutto sommato, per analogia, libero dai vaccini, e a questo punto - perché no? - anche libero dagli antibiotici e a questo punto - perché no? - libero da tutti i farmaci. Insomma, regrediamo, torniamo a quando l'età media era, magari, di trenta o quarant'anni, perché i vaccini, insieme agli antibiotici, hanno contribuito a migliorare la sanità delle persone, hanno contribuito ad allungare la vita media.

Allora noi, qui, non stiamo parlando di cose astruse e astratte. Stiamo parlando di una situazione che nessuno ha voluto, che nessuno vorrebbe, ma che va affrontata. E stranamente nel nostro Paese - che qualcuno ha tacciato come un Paese anche irresponsabile perché ha applicato delle misure che nessun altro Paese applicava - guardando all'esterno, adesso ci accorgiamo che anche molte altre nazioni stanno seguendo il nostro esempio: è un esempio di sofferenza, è vero, è un esempio difficile da percorrere, è difficile, però anche l'Austria sta per introdurre, ad esempio, il vaccino obbligatorio. E perché lo fa? Perché c'è un complotto mondiale? C'è un complotto mondiale delle persone che stanno governando il mondo, che vogliono vaccinare tutti? E qui evito di mettere sul piatto tutte le possibili varianti che vengono millantate e raccontate dai no-vax convinti. Ma non è così, non è così.

Quindi, è un decreto a tutela della salute pubblica, quello di cui stiamo discutendo oggi, ma anche gli altri, che ha introdotto il green pass rafforzato, ossia quella certificazione verde che viene rilasciata esclusivamente a seguito di vaccinazioni o di avvenuta guarigione e che consente di accedere ad attività e servizi che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla o arancione. Una misura, questa, che peraltro è già stata implementata nella sua portata dai successivi decreti-legge che sono ora all'esame del Parlamento.

Il super green pass introdotto da questo decreto è uno strumento efficace per contenere la diffusione del virus, e noi ne siamo profondamente convinti, ma si sta rilevando anche importante per spingere ancora di più troppi cittadini, che ancora per vari motivi non si sono vaccinati, a vaccinarsi. Voglio ricordare l'aumento dei casi COVID in tutta Europa: alcuni Paesi sono ricorsi a specifiche misure per i non vaccinati, per cercare di limitare la diffusione del contagio.

Ecco io potrei continuare, anche entrando nel merito del provvedimento, ma penso che il senso di quello che ho detto, e che rispecchia naturalmente quello che pensa Forza Italia, sia sufficiente per far dire con forza che noi, su questo percorso accidentato, con i dubbi che ogni mente pensante è giusto abbia, con le paure anche che abbiamo a volte nel prendere certe decisioni, siamo convintamente a fianco di quello che narrano, dicono e provano la scienza e la medicina ufficiale. E quindi credo che anche questo sia un passaggio importante che quest'Aula doverosamente dovrà votare a breve (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà. Non mi sembra ci sia, quindi risulta che abbia rinunciato.

È iscritta a parlare l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 172 del 2021 contiene misure urgenti in materia di obblighi vaccinali e di rafforzamento delle certificazioni verdi COVID-19.

Purtroppo, l'esame del provvedimento, in seconda lettura alla Camera, sarà necessariamente molto veloce al fine di concludere l'iter di approvazione entro la scadenza del decreto-legge, prevista per il 25 gennaio 2022, e questo non permetterà di introdurre alcuna nuova indicazione, che, comunque, non possiamo esimerci dal sottolineare.

Tale decreto, adottato alla fine di novembre, aveva l'obiettivo di predisporre misure per il contenimento dell'epidemia in vista della stagione invernale. Come sappiamo, tuttavia, in seguito alla rapida evoluzione dei contagi, talune misure del decreto in esame sono state superate dall'emanazione di successivi decreti-legge in corso di conversione, resi necessari per la diffusione della variante Omicron che sta divenendo dominante sul territorio nazionale, con la conseguente necessità di rafforzare le misure di contrasto alla pandemia, di mettere in sicurezza le scuole, i luoghi di lavoro, preservando il proseguimento di tutte le attività economiche e sociali, prevedendo anche l'estensione del periodo di emergenza nazionale fino al 31 marzo di quest'anno.

Dopo questo decreto-legge, che ci apprestiamo a convertire alla Camera, il Parlamento dovrà, infatti, convertire in legge altri provvedimenti d'urgenza, ossia i decreti-legge del 24, del 31 dicembre 2021 e quello del 7 gennaio 2022, rispettivamente, il decreto-legge n. 221, il n. 229 del 2021 e il n. 1 del 2022, tutti in corso di conversione.

Per quanto attiene al contenuto dell'odierno provvedimento, viene modificata la disciplina dell'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19, già previsto per talune categorie esercenti le professioni sanitarie, per operatori di interesse sanitario, specificando che l'adempimento dell'obbligo di vaccinazione comprende, a decorrere dal 15 dicembre 2021, anche la somministrazione della dose di richiamo, successiva al ciclo vaccinale primario.

A decorrere dal 15 febbraio 2022, l'obbligo vaccinale viene esteso anche agli studenti in corso di laurea impegnati nei tirocini per l'abilitazione alle professioni sanitarie, mentre, poi, a decorrere dal 15 dicembre 2021, l'obbligo vaccinale è stato esteso ad un numero maggiore di categorie, tra cui personale scolastico del sistema nazionale d'istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l'infanzia, dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale, dei sistemi regionali che organizzano percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore, personale del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico, della polizia locale, nonché personale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna e dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna.

Resta ferma l'esenzione, permanente o temporanea, per i soggetti per i quali sussista una controindicazione clinica alla vaccinazione in oggetto e si conferma il principio della sospensione da ogni attività lavorativa per il caso di inadempimento. Viene definita la disciplina per i soggetti esenti dall'obbligo vaccinale e la procedura per i controlli dell'obbligo vaccinale, anche in relazione all'eventuale conseguente sospensione dell'attività lavorativa senza retribuzione per non oltre 6 mesi, a decorrere dal 15 dicembre 2021.

Per la sostituzione del personale scolastico che non ha adempiuto all'obbligo vaccinale sono attribuiti contratti a tempo determinato che si risolvono di diritto nel momento in cui i soggetti sostituiti, avendo adempiuto all'obbligo vaccinale, riacquistano il diritto di svolgere l'attività lavorativa. Si specifica che la sospensione temporanea del personale non vaccinato si applica non solo ai docenti, ma anche al personale educativo e ATA.

Si prevede, per i dipendenti pubblici, l'assenza giustificata dal lavoro per la somministrazione del vaccino senza decurtazione del trattamento economico; sono stabilite le sanzioni per lo svolgimento di attività lavorativa sia in caso di violazione degli obblighi vaccinali, che per i mancati controlli da parte dei soggetti preposti; vengono modificate le norme sull'impiego delle vaccinazioni e certificazioni verdi COVID-19 sostenute nel decreto-legge n. 52 del 2021, con decorrenza 15 dicembre 2021; viene integrata la disciplina circa le previsioni riguardanti la somministrazione della dose di richiamo successivo al completamento del ciclo vaccinale primario; viene ridotta da 12 a 9 mesi la durata di validità del certificato verde generato dal completamento di un ciclo di vaccinazione o dall'eventuale dose unica prevista e specifica per il medesimo periodo di validità, che decorre anche dall'eventuale somministrazione di una dose di richiamo. È utile segnalare che il successivo decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, attualmente in fase di conversione alle Camere, ha ulteriormente ridotto il termine di durata, da 9 a 6 mesi, con decorrenza dal 1° febbraio 2022. Pertanto, sulla base delle novelle legislative indicate, la certificazione verde relativa alla vaccinazione ha una validità di 9 mesi fino al 31 gennaio 2022 e di 6 mesi a decorrere dal 1° febbraio 2022.

Vengono modificate, con decorrenza dal 6 dicembre 2021, anche le disposizioni circa l'impiego di green pass, inserendo gli alberghi e le altre strutture ricettive tra le attività per usufruire delle quali è richiesto il possesso di una delle certificazioni verdi. Non fanno più eccezione all'obbligo di certificazione verde, in “zona bianca”, i servizi di ristorazione all'interno di alberghi e di altre strutture ricettive, riservati esclusivamente ai clienti ivi alloggiati. È necessaria la certificazione verde rafforzata per utilizzare gli spogliatoi di piscine, centri natatori, palestre e centri benessere in “zona bianca”, con eccezione per l'accesso a tali strutture da parte degli accompagnatori delle persone non autosufficienti in ragione dell'età o di disabilità.

Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, viene incluso l'obbligo di certificazione verde anche per l'accesso a navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto impiegati per collegamenti marittimi nello Stretto di Messina e per i collegamenti marittimi da e per l'arcipelago delle isole Tremiti, nonché i servizi di trasporto ferroviario passeggeri di tipo interregionale. L'obbligo di certificazione verde viene esteso anche per l'accesso a autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente, per l'accesso a mezzi impiegati nei servizi di trasporto pubblico locale o regionale. Sono esclusi dall'obbligo di certificazione verde sui mezzi di trasporto, oltre i soggetti esenti, anche i minori di età inferiore a 12 anni. Sul tema, al Senato, è stato accolto dal Governo un ordine del giorno volto a esentare gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado dall'obbligo di possesso del green pass per l'accesso ai mezzi impiegati nei servizi di trasporto pubblico locale, anche in considerazione del fatto che la medesima certificazione verde non è stata introdotta per l'accesso degli studenti agli istituti scolastici di grado primario e secondario.

L'obbligo del possesso del green pass mediante modifiche apportate al Senato è stato espressamente esteso anche ai titolari dei servizi di ristorazione e somministrazione. Con decorrenza dal 29 novembre 2021, si introduce il principio secondo cui, nelle “zone gialle” e “arancioni”, la fruizione dei servizi e lo svolgimento di attività e spostamenti oggetto di sospensione o di limitazione sono ammessi secondo le stesse condizioni e modalità previste per le “zone bianche” esclusivamente per i soggetti in possesso di un certificato verde cosiddetto rafforzato, oltre che per i minori di età inferiore a 12 anni e per i soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica. Sono esclusi dall'applicazione delle nuove norme i servizi di ristorazione svolti all'interno di alberghi e di altre strutture ricettive riservate esclusivamente ai clienti ivi alloggiati, nonché le mense e servizi di catering continuativi su base contrattuale.

Per quanto concerne i controlli, si demanda ai prefetti l'adozione di un piano per effettuare controlli del possesso delle certificazioni verdi e i controlli sono effettuati, anche a campione, dalle Forze di polizia e dal personale del Corpo di polizia municipale munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza.

Per quanto riguarda le campagne di informazione, si demanda al Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri l'elaborazione di un piano per garantire più ampi spazi sui mezzi di comunicazione di massa per campagne di informazione, formazione e sensibilizzazione sulla vaccinazione contro il SARS-CoV-2.

È utile infine segnalare che, durante l'esame al Senato del provvedimento, sono stati accolti numerosi ordini del giorno, di cui uno (G/2463/22/1), votato all'unanimità dalla Commissione affari costituzionali del Senato, ha lo scopo di dare applicazione al principio dell'estensione dell'indennizzo per i danni permanenti da vaccinazione obbligatoria. È la sintesi di più emendamenti presentati sul tema degli indennizzi e ha raccolto una larghissima condivisione a livello parlamentare. Il principio di fondo è affermare il principio dell'indennizzo, anche alla luce di una scelta chiara del Governo di andare, sostanzialmente, anche se in modo progressivo, non solo verso un sostegno strutturato alla campagna di vaccinazione, ma anche verso l'obbligo vaccinale per alcune categorie. Impegna il Governo sul tema dell'obbligo vaccinale e del risarcimento automatico da esso derivante valido per tutti i vaccini obbligatori di cui alla legge n. 210 del 1992, su cui sono intervenute diverse sentenze della Corte costituzionale, che fanno riferimento a vari casi di vaccinazione, anche solo raccomandata e non solo obbligata.

Presidente, mi appresto a concludere con alcune considerazioni. Come si è visto da quello che ho detto finora, per i precedenti decreti-legge emanati in materia, volti a contemperare l'esigenza di far ripartire l'economia dei paesi con quella di garantire la salute dei cittadini, accogliamo con favore l'indirizzo del Governo, che si conferma mediante misure improntate al rafforzamento della campagna vaccinale di massa, sia all'estensione dei green pass, anche nella sua previsione rafforzata, ma soprattutto in favore dell'estensione dell'obbligo vaccinale, che, seppure introdotto in modo graduale per categorie e per fasce di età, persegue l'obiettivo di tutelare la salute di tanti cittadini; costoro, nel vaccinarsi, hanno scelto di tutelare la salute individuale, ma anche la tutela di un'intera comunità sociale, per non sovraccaricare i nostri ospedali, che operano con un organico di personale medico e infermieristico allo strenuo dopo due anni di emergenza pandemica; infine, si conferma la scelta di proseguire le attività economiche e sociali per far riprendere l'economia del Paese in favore di cittadini e imprese.

È evidente che, senza tali misure, la sola alternativa che rimarrebbe sarebbe quella di nuove chiusure o lockdown di fatto, cosa che deve assolutamente essere scongiurata. Va tuttavia sottolineato come il susseguirsi di regole nel giro di poco tempo, che modificano quelle già esistenti più volte modificate con i numerosi decreti-legge emanati in questi ultimi due mesi, seppur necessari per via della ripresa dell'ondata pandemica a causa della maggiore contagiosità della variante Omicron, sta facendo emergere difficoltà e anche stanchezza nei cittadini. Talune formulazioni legislative risultano, inoltre, poco chiare e, in altri casi, oserei definirle pilatesche, con particolare riferimento al recente decreto-legge n. 1 del 5 gennaio 2022, su cui avremo modo di tornare, in quanto di prossima conversione in questo ramo del Parlamento. Alcune di queste formulazioni, infatti, richiedono numerose note interpretative e applicative di difficile praticabilità, come nel caso delle norme sulla scuola in presenza e sulle mense scolastiche, con prescrizioni in caso di positività con carattere di semplice raccomandazione prudenziale, che scaricano eccessivamente le responsabilità a carico dei dirigenti scolastici e delle amministrazioni comunali; sottolineo che, in merito, è stata presentata dal nostro gruppo un'interrogazione a firma Vietina, D'Ettore e Mugnai. Oppure, penso al caso del ricorso allo smartworking nei luoghi di lavoro pubblici e privati, laddove si lasciano eccessiva flessibilità e discrezionalità in virtù di protocolli che trovano applicazione in base alla forza o meno di accordi contrattuali, con il rischio di non garantirne il ricorso in favore dei lavoratori di realtà più piccole, meno organizzate e, in definitiva, di quelli spesso meno tutelati e a maggior rischio di contagio. Infine, sottolineerei che è indispensabile che il dipendente in quarantena si consideri, a tutti gli effetti, in malattia e, quindi, gli venga corrisposto quanto dovuto, mentre ad oggi non è così. A nome di Coraggio Italia, auspico che l'approvazione del decreto in esame avvenga con celerità, per permettere la sua conversione in legge nei tempi previsti, auspicando, però, al contempo, che sui prossimi provvedimenti d'urgenza, che andremo a convertire sulla stessa materia di contrasto alla pandemia, possa esserci un più adeguato spazio di confronto, per poter incidere, in una proficua dialettica parlamentare, su alcuni profili, con particolare riguardo alle misure di contenimento dell'epidemia nelle scuole e nei luoghi di lavoro, laddove talune di esse non appaiono sufficientemente e compiutamente chiare ai fini di una loro efficace attuazione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Villani. Ne ha facoltà.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, sottosegretario Costa, il “decreto Green-pass rafforzato”, oggi in esame in quest'Aula, reca misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali. Gli obiettivi principali di questo provvedimento sono quelli di salvaguardare la salute pubblica in primis, garantire continuità alle attività economiche e sociali del Paese, scongiurando altri lockdown, evitare la ripresa generalizzata della DAD nelle attività scolastiche e favorire la ripresa del mondo del lavoro. Tralascio l'illustrazione analitica degli articoli, già ampiamente illustrati dalla relatrice e dai colleghi che mi hanno preceduto; mi soffermerò, piuttosto, su alcuni aspetti salienti del decreto che, a mio a mio avviso, hanno impattato favorevolmente sulla riduzione dei contagi, dei ricoveri e dei decessi. Il provvedimento ha disposto, in via strutturale, l'estensione dell'obbligo vaccinale per alcune categorie del pubblico impiego: personale scolastico in primis, del comparto della difesa, della sicurezza e del soccorso pubblico, dell'amministrazione penitenziaria, della giustizia minorile e di comunità; ha previsto, poi, un ampliamento del novero di attività per accedere alle quali siano richieste le certificazioni verdi; ha disposto, altresì, la riduzione, da 12 a 9 mesi, della validità del certificato verde da vaccinazione. Tuttavia, la rapida progressione della variante Omicron del virus, connotata da maggiore diffusività, ha portato alla necessità di ricalibrare le misure disposte dall'articolata sequenza di decreti-legge nella quale il decreto n. 171 da ultimo si inscrive. Da qui, il succedersi, in un breve lasso di tempo, di tre ulteriori decreti-legge, che si sono susseguiti a scadenza pressoché settimanale, per fronteggiare l'impennata dei contagi nel periodo tra metà dicembre e inizio gennaio; un periodo, Presidente, molto difficile e delicato, in cui si è resa necessaria l'introduzione di ulteriori misure urgenti, a cominciare dalla decisione di prorogare lo stato di emergenza al 31 marzo, fino all'obbligo vaccinale per gli over 50.

Sono tutti provvedimenti, questi, con cui si è tentato di ridurre il numero dei contagi e dei decessi, di difendere l'operatività dei servizi sanitari a garanzia della qualità e della continuità delle prestazioni erogate dalla sanità pubblica a tutela dei malati. Certo, si tratta di iniziative di carattere straordinario ed urgente, che servono esclusivamente a preservare la salute della collettività. In questa difficile lotta al virus, occorre - certo - fare scelte, scelte anche sofferte, non sempre accettate o comprese da tutti, scelte che possono sembrare molto impattanti per la vita quotidiana di ciascuno di noi. Tuttavia, a ben guardare, è solo grazie a queste scelte che noi stiamo continuando a svolgere le nostre normali attività lavorative, sociali scolastiche o di svago. Ebbene, alla luce dei dati e delle conseguenze medico-scientifiche acquisite per fronteggiare l'epidemia e degli impegni assunti, anche in sede internazionale in termini di profilassi e di copertura vaccinale, estendere l'obbligo vaccinale ad alcune categorie di soggetti che prestano la propria attività lavorativa in settori particolarmente esposti, come la scuola, per il nostro Esecutivo è stata una scelta di assoluto buonsenso che abbiamo tutti il dovere di avallare. Sono più che mai convinta, signor Presidente, che la strada maestra da seguire è quella di affidarsi con fiducia alla ricerca e alla scienza. Solo grazie alla ricerca scientifica abbiamo la possibilità di prevenire e prevedere gli scenari futuri. A questo proposito, mi piace ricordare un post che ho letto sul sito della sezione europea dell'OMS, in cui il direttore Hans Kluge, tempo fa, aveva già tracciato uno scenario allarmante sull'evoluzione della pandemia, lanciando l'idea delle tre P: proteggerci attraverso la vaccinazione, prevenire ulteriori infezioni e preparare i sistemi sanitari per la nuova ondata di crisi.

Proteggerci: è fondamentale la protezione, aumentando la somministrazione del vaccino, che si tratti di una prima, di una seconda o di una dose booster di richiamo, a partire dalle persone a rischio di COVID-19 grave e dagli operatori sanitari. Dobbiamo, dunque, proteggere i vulnerabili e, contestualmente, proteggere la nostra forza lavoro sanitaria; solo proteggendo gli operatori sanitari, medici e infermieri, possiamo salvaguardare i nostri sistemi sanitari. Prevenire: la vaccinazione offre la migliore protezione contro malattie gravi e contro la morte e questo va di pari passo con altre misure che tutti noi possiamo adottare per prevenire l'infezione; evitiamo, quindi, spazi affollati, manteniamo una distanza di sicurezza dagli altri, laviamoci spesso le mani, indossiamo una mascherina e aeriamo adeguatamente gli ambienti interni.

Preparare: i Governi e le autorità devono preparare i nostri sistemi di risposta per un'impennata significativa.

Le autorità sanitarie devono aumentare le capacità di test e tracciabilità, devono potenziare la medicina territoriale e preparare gli ospedali per un'ondata, sostenendo gli operatori sanitari in prima linea: queste le parole di Hans Kluge.

Tralasciando considerazioni su quello che si sarebbe potuto fare e anche meglio soprattutto da parte delle regioni, un dato emerge più di altri: tutti i dati scientifici, come si vede, supportano l'ipotesi che i vaccini COVID siano il nostro lasciapassare e continuano a fare il loro lavoro salvando vite umane. È chiaro, però, che i suggerimenti e le valutazioni scientifiche vanno poi elaborati nel contesto politico e inquadrati nell'ambito nazionale, con un lavoro di condivisione che deve coinvolgere sempre tutte le forze politiche che, pur partendo da convinzioni e posizioni differenti, devono convergere su un unico progetto che abbia come punto fermo la salute del singolo cittadino, sempre inquadrata nel contesto della collettività. Qui mi piace ricordare una frase che il collega Provenza ci ripete spesso: “Non c'è economia senza salute”. Ecco perché il punto fondamentale da cui scaturiscono gli obblighi vaccinali contenuti in questo decreto è rappresentato proprio dal presupposto che la vaccinazione rappresenti un'arma imprescindibile della lotta alla pandemia, un'opportunità irrinunciabile di protezione individuale e collettiva.

Gli effetti della campagna vaccinale intensiva sono evidenti se si confrontano i dati di questo periodo rispetto a quelli dello scorso anno. Infatti, con circa 200 mila nuovi contagi giornalieri, se fossimo stati nelle condizioni dell'anno scorso avremmo avuto, in otto giorni, 34 mila morti, 100 mila ricoveri e 13 mila ricoverati in terapia intensiva. Questi confronti ci devono far ben sperare e guardare al futuro con occhi diversi rispetto alla fase in cui ancora non si conoscevano i tempi per la produzione di un vaccino.

Lo stesso Franco Locatelli, coordinatore del CTS, ha dichiarato proprio ieri, con un certo ottimismo, che siamo sulla strada giusta per il contenimento dell'epidemia da Coronavirus e in un'intervista ha affermato testualmente: “Nelle passate ondate, come quella dello scorso inverno, abbiamo avuto, pur in assenza di varianti così contagiose, numeri doppi di ricoverati sia nelle aree mediche sia nelle rianimazioni. È il frutto del largo numero di vaccinazioni effettuate: quasi 120 milioni di dosi somministrate e 26 milioni di persone che hanno ricevuto la dose booster sono numeri straordinari e hanno consentito di proteggere largamente dal rischio di malattia grave o addirittura fatale gli italiani”.

Sempre in quest'ottica di proteggere la collettività sono considerati l'adeguamento del rilascio e la modifica della durata delle certificazioni verdi COVID-19. Come ben sappiamo e come stiamo toccando con mano durante questa quarta ondata che ha colpito il nostro Paese, il vaccino anti-COVID ha comunque permesso, in un momento di picchi di contagio e con un tasso di positività che talvolta ha superato il 20 per cento, di contenere il numero dei decessi giornalieri, che sono nettamente inferiori rispetto a quanti sfortunatamente ne abbiamo avuti nella prima e nella seconda ondata, quando i vaccini non erano ancora disponibili e la campagna vaccinale non era decollata. D'altronde, è ormai ampiamente dimostrato che il vaccino evita anche le forme clinicamente più gravi e progressive di COVID, che richiedono il ricovero ospedaliero o la terapia intensiva. Basta guardare ai dati dei ricoverati nelle nostre terapie intensive, dove più dei due terzi sono soggetti non vaccinati. Un dato, questo, eclatante, tenendo presente che in Italia sono circa 6 milioni quelli che non si sono ancora sottoposti alla prima dose di vaccino.

Dunque, se da una parte la campagna vaccinale massiva ha permesso di non far collassare il Paese, dall'altra c'è chi, oltre a mettere a rischio la propria vita riempiendo le sale di terapia intensiva, impedisce anche la cura di altre patologie, perché molti interventi chirurgici - e penso soprattutto a quelli per i malati oncologici - abbisognano spesso di ricoveri in terapia intensiva. Scaturisce da qui un obbligo: l'obbligo morale di preservare soprattutto i soggetti già immunizzati o più fragili con l'obbligo del green pass.

Ebbene, pur rispettando le opinioni e le visioni diverse sulla necessità o meno di vaccinarsi, è per questo fondamentale salvaguardare chi ha creduto all'utilità del vaccino e chi convintamente ha aderito alla campagna vaccinale, superando, in alcuni casi, anche remore, ritrosie o pregiudizi.

Tuttavia, limitarsi solo alla campagna vaccinale sarebbe un errore che non dobbiamo e non possiamo commettere, perché bisogna utilizzare tutte le armi a nostra disposizione. Secondo alcuni autorevoli pareri, espressi da esperti del settore, alcuni squilibri del Servizio sanitario nazionale, soprattutto dovuti a carenze di organico o a disfunzioni regionali, sarebbero alla base di un maggior numero di decessi in Italia rispetto ad altri Paesi europei. Anche le terapie innovative approvate devono dispiegare ancora tutti i loro effetti come i vaccini. L'AIFA ha autorizzato due farmaci antivirali. Queste cure devono arrivare a tutti i cittadini ed è compito del Governo fare in modo che ciò avvenga. Poi bisogna continuare a puntare sul potenziamento dei servizi territoriali e della medicina di base e intervenire sulle criticità nella diversa trasmissione dei dati tra regione e regione per il computo dei casi e delle cause dei decessi. Sono anni che, come MoVimento 5 Stelle, insistiamo sull'importanza di informatizzare il sistema sanitario e puntare sulla formazione dei giovani medici. L'ennesima prova di questa discrasia la vediamo nel mancato aggiornamento dei green pass, che a volte continuano a essere validi laddove dovrebbero essere revocati o sospesi in caso di positività o quarantena. Ciò comporta il rischio di lasciare persone positive libere di uscire di casa senza controllo o, peggio ancora, con un controllo di un green pass che risulta valido.

Ma andiamo oltre rispetto alle misure strettamente legate al COVID. È evidente, infatti, quanto sia urgente un forte e incisivo intervento di sostegno economico a diverse categorie. È necessario adottare un approccio espansivo nell'economia e improntato all'equità sociale, così come è avvenuto nella prima fase della pandemia. Non è tempo di rigore finanziario né tempo di contabilità prudente. Dire che nel nostro Paese - come ho detto anch'io - tutte le attività economiche sono aperte e che, quindi, è finito il tempo dei sostegni da parte dello Stato sarebbe un grave errore che non dobbiamo commettere. Se prima della campagna vaccinale le chiusure erano inevitabili ed esplicite, adesso siamo di fronte a chiusure non formalizzate ma certamente sostanziali e visibili a tutti. L'impennata dei contagi, i timori comprensibilmente diffusi tra i cittadini e diverse restrizioni legate al possesso del green pass o del green pass rafforzato creano una situazione di semiparalisi per diversi settori economici, come abbiamo visto anche durante le recenti festività natalizie. Allora, là dove ci sono imprese, lavoratori e cittadini in sofferenza, è dovere dello Stato intervenire affinché nessuno sia lasciato indietro. Su questo come MoVimento 5 Stelle stiamo lavorando e continueremo a lavorare, perché siamo sempre dalla parte dei cittadini e dei loro interessi.

Sul versante dell'organizzazione, poi, voglio ribadire la necessità di una maggiore condivisione e adesione convinta non solo di tutte le forze politiche ma anche e soprattutto delle regioni, attori fondamentali del sistema sanitario nazionale, con cui è necessario tracciare un più costante confronto e un maggiore raccordo, poiché talvolta non solo disattendono le direttive governative ma addirittura vanno nella direzione opposta, generando confusione e disorientamento nella popolazione.

Infine, signor Presidente, pur essendo consapevole della difficoltà di tradurre in linguaggio normativo i dati e le sintesi scientifiche, sottolineo l'assoluta necessità di una maggiore chiarezza delle norme, di una loro linearità, di una loro tempestività e verificabilità, soprattutto per i provvedimenti adottati. Occorre offrire ai cittadini messaggi forti, chiari, precisi e lineari, supportati sempre da evidenze scientifiche e da raccomandazioni che possano infondere fiducia, sicurezza e senso di responsabilità. I cittadini devono capire che le misure decise e approvate, pur comportando difficoltà, privazioni e sacrifici per le loro attività e per la vita stessa delle loro famiglie, rappresentano l'unica strada percorribile.

È necessario, Presidente, programmare per questo campagne di informazione e di sensibilizzazione sempre più diffuse e chiare, garantendo messaggi facilmente comprensibili e diretti, portando dati, evidenze scientifiche, e non solo parole, stimolando soprattutto il senso di solidarietà e di responsabilità, rimuovendo le perplessità, vincendo le reticenze di alcuni che, a volte più per ignoranza o perché fuorviati da messaggi devianti, sono reticenti a vaccinarsi. Questa, Presidente, è la strada giusta per un'adesione responsabile e convinta alla vaccinazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Oggi siamo davanti alla conversione di un decreto che poi è stato il primo di una serie di decreti che sono stati posti in essere di fronte alla quarta ondata. Il decreto crea il super green pass, rinforza il green pass, allarga e sostanzialmente inserisce l'obbligo vaccinale per una serie di categorie. È il primo di una serie di decreti. Ho ascoltato attentamente i colleghi che mi hanno preceduta; siamo quasi a due anni dall'inizio della pandemia nel nostro Paese e a volte si ha l'impressione di vivere nel famoso film Il Giorno della marmotta, cioè si inizia una discussione ma, tutte le volte è sempre la stessa.

Probabilmente è perché siamo davanti ad una pandemia ed è la prima volta che la nostra Repubblica si trova ad affrontare una situazione di questo genere. È sicuramente la prima volta che noi, come parlamentari e membri delle istituzioni, ci troviamo ad affrontare una cosa del genere, e quindi rispecchiamo anche il dibattito che c'è nel nostro Paese e non solo. Una parte del dibattito tende a focalizzarsi su una cosa normalissima, ossia, davanti a ciò che non comprendiamo, abbiamo paura, quindi è più facile teorizzare teorie alternative molto stravaganti, a volte, complicate anche solo da spiegare, oppure negare alcune evidenze, perché è più facile, è più rassicurante piuttosto che ammettere che è da due anni che stiamo cercando di combattere un virus che non conosciamo e che continua a mutare e che stiamo inseguendo grazie alla scienza e alle conoscenze che abbiamo, ma che non siamo ancora in grado di gestire né di prevederne gli esiti. È più semplice che ammettere che questo virus forse è probabilmente il primo di una serie, che è stato causato dal cambiamento climatico, dall'attività umana e che ha facilitato molto probabilmente il salto di specie; sarà il primo di uno dei tanti virus che faranno il salto di specie. Quindi, non è un accidente o un complotto, è a causa delle scelte che non tutti i Paesi del mondo, ma che un pezzo del mondo ha portato avanti per decenni, sacrificando - questa non è una novità - la salute del pianeta in favore della produttività e della produzione, pensando che non vi sarebbero mai state conseguenze o quelle conseguenze non sarebbero mai arrivate in tempi rapidi; invece, è uno di questi casi. Altro errore è dire, come è stato anche detto, che adesso c'è il vaccino, si supera tutto; adesso ci sono i tamponi, si supera tutto; adesso ci sono le mascherine, si supera tutto. Ovviamente non è così, ovviamente è una cosa che stiamo ancora imparando, e questa è la variante Omicron. Quindi, basta andare in ordine alfabetico per capire che è l'ultima di una lunga serie, ma che ce ne saranno probabilmente altre, quindi le cose che sapevamo prima non vanno più bene.

Mi stupisce che chi ha un ruolo anche all'interno delle istituzioni, della Camera o del Senato, dopo due anni continui a fare confusione su una serie di cose che anche chi non è medico, anche chi non è laureato in prevenzione e in igiene pubblica dovrebbe aver capito. C'è differenza tra la protezione e gli strumenti di protezione da un virus, come le mascherine; ci sono strumenti di prevenzione della malattia e della gravità della malattia, come il vaccino; ci sono strumenti diagnostici per capire se un soggetto ha contratto il virus, come i tamponi, e ci sono strumenti di cura e farmaci. Sono cose differenti; dopo due anni si spera che si superi tutto ciò e si capisca che non si può dire: “basta con questa cosa, facciamo solo questa, è sufficiente fare questo”. Non è così, le cose vanno tenute insieme finché non si ottiene e non si arriva - se ci si arriva - in tempi rapidi ad una cura efficace, economicamente sostenibile, sostenibile a livello di produzione e di distribuzione. Fino a quel momento, si possono avere solo strumenti che sono soprattutto quelli di prevenzione, diagnostici e di protezione. Il green pass è uno di questi ed è assolutamente perfettibile; infatti, viene continuamente perfezionato - lo speriamo -, comunque sicuramente continuamente aggiornato, perché la variante Omicron è diversa dalle altre.

Ho sentito frasi del tipo: “ve lo avevamo detto che quelli vaccinati si ammalavano come gli altri”. Ancora, è sempre la questione della marmotta. È evidente, e si vede dai dati, che, in questo caso, il vaccino, purtroppo, non basta solo a proteggerci dall'infezione - cosa che fa, ma purtroppo, con questa nuova variante, non è sufficiente - ma serve soprattutto a proteggerci dalla malattia nella sua forma grave. Se è vero, infatti, come abbiamo detto finora, che non abbiamo cure efficaci (ci sono i primi farmaci sperimentali), quando si arriva in ospedale di solito è perché ci si trova ad uno stato molto avanzato della malattia e l'unica cosa da fare è purtroppo intubare e mettere sotto ossigeno le persone; ciò, con un costo non solo economico, ma anche fisico, non solo per gli operatori sanitari, ma ovviamente anche per i pazienti, e con un'occupazione delle terapie intensive che va a discapito di tutti gli altri, dalla persona che ha avuto un attacco di cuore a quella che ha avuto un incidente.

Quindi, tutte queste cose vanno insieme e non si può continuamente fare finta che, se si facessero solo i tamponi, sarebbe tutto okay, perché abbiamo visto che la variante Omicron, essendo nuova, buca i tamponi, soprattutto quelli rapidi, con percentuali fino al 50 per cento. Quindi, rappresentano uno strumento che non per questo va buttato, anzi sicuramente utilizzato. Dobbiamo sapere che, se noi usiamo più strumenti insieme, ovviamente la nostra capacità di gestire questo virus sarà migliore. Perché lo stiamo facendo? Perché stiamo facendo tutto questo? Perché il Governo ha una qualche forma di guadagno in questa situazione? Sinceramente non credo e non direi, anche perché tutti quanti, il Governo per primo, avrebbero sperato di gestire questa cosa in modo più rapido, più semplice, e di chiudere questo capitolo triste della nostra vita democratica e sanitaria in tempi brevi. Ma non è una questione che riguarda il Governo, è una questione che riguarda un virus che sta circolando in tutto il mondo. Quindi, si fa quello che si può e si utilizzano strumenti che l'anno scorso non avevamo, come i vaccini e il green pass, che consentono di avere una vita, con fatica, e continuano a consentire alle persone di spostarsi, di recarsi al lavoro.

Ovviamente ci sono moltissime cose che vanno migliorate. Si parlava prima della questione dei protocolli all'interno delle scuole; certamente vanno migliorati, ma non è possibile che, a seconda della scuola (scuola materna, scuola secondaria o scuola primaria), cambiano le decisioni che si prendono, però, pian piano si sta cercando di arrivare a non chiudere, perché la possibilità esiste, perché questa variante è molto infettiva ed è anche molto pericolosa. Allora, si dice: “volete costringerci”, “i bambini sono esenti”, purtroppo, non è vero neanche questo, poiché essendo un virus, il virus gira, se non trova dove attecchire. La prima variante non attecchiva sui bambini e questa invece sì, creando anche problemi ai bambini che vengono infettati da questo virus.

Infatti, si è deciso di allargare la vaccinazione anche ai più piccoli per proteggerli. Perché? Perché non è vero che si prende una banale influenza: se fosse una banale influenza, non saremmo tutti qui con le mascherine FFP2 a discutere di questo. E questa cosa però, come la famosa marmotta, la stiamo dicendo da due anni. Quindi, superiamo questo grado, questo livello! Possiamo dire che siamo stanchi di questa situazione? Sicuramente sì, però dobbiamo anche sapere che questa situazione esiste e va affrontata. Ci sono ovviamente delle categorie che hanno necessità di avere l'obbligo vaccinale, così come è sempre stato per alcune categorie e così come è sempre stato per alcune patologie, perché è una questione di rispetto e di tutela, sia nei confronti di chi svolge quelle funzioni, sia anche nei confronti di chi è a contatto con chi svolge quelle funzioni. Quindi, è giusto e sacrosanto che alcune categorie siano vaccinate per proteggersi e per proteggere chi hanno davanti.

L'ultima cosa che dico – perché veramente è stato detto tutto – è che è stato introdotto l'obbligo vaccinale per gli over 50. È stato frutto di una mediazione politica, perché questo Governo è composto da forze politiche che sono molto diverse, che hanno una sensibilità anche diversa su questi temi, e, giustamente, l'opposizione ha invece sensibilità ancora diverse. Ovviamente nel nostro Paese vediamo che la Omicron, come tutte anche le altre varianti, picchia più duro sulle persone più anziane e, poi, sulle persone a scendere. Gli over 50 sono una di quelle categorie che, se non vaccinate, rischia di occupare di più le terapie intensive e ricordiamo che, se uno va in terapia intensiva, poi, quando ne esce, non è che sia esattamente una passeggiata di salute, ma, insomma, ci sono anche dei problemi molto, molto lunghi. Noi siamo un Paese molto anziano e, nel 2018, per la prima volta nella storia dell'umanità, il nostro è stato il primo Paese che ha visto la piramide rovesciarsi: quindi, ci sono più over 65 che under 30. Questo è un problema per mille motivi, che sappiamo - e ogni tot ce lo ricorda qualche articolo sulla denatalità -, ma è anche un problema se noi dobbiamo gestire un Paese che tende a essere sempre più anziano e che, quindi, tende a essere sempre più esposto rispetto ad altri Paesi che hanno un'altra demografia, un Paese che ha, però, una serie di problemi strutturali e anche di tenuta del sistema sanitario e regionale, per quello che riguarda le terapie intensive e la possibilità di ricovero delle persone.

Questa pandemia in questi due anni ha cambiato completamente non solo la politica, ma anche le politiche sia del nostro Paese che dell'Unione europea. Quindi, per la prima volta sono stati stanziati miliardi anche per cambiare completamente il sistema di prevenzione e di cura. È una cosa molto lunga che speriamo però veda la luce. È, tuttavia, necessario, nel frattempo, che qualcuno - in questo caso lo Stato - si faccia carico, eventualmente anche con un obbligo, di proteggere chi è più a rischio e chi è più fragile. Non è una cosa divertente, ma occorre che sia fatta.

Ultima cosa, veramente, che dico è, purtroppo, una cosa che diciamo sempre - io personalmente ci tengo molto, ma so che tutto il Partito Democratico ci tiene molto -, è che, purtroppo, questo è un ennesimo decreto che viene discusso in una forma di monocameralismo di fatto, nel senso che è stato al Senato, è rimasto lì e, quando è arrivato alla Camera, non c'è stato praticamente modo per le Commissioni di discuterlo. Ovviamente è stato discusso, sono stati presentati e sono stati votati gli emendamenti, non è che è stata sospesa la democrazia parlamentare. Si tratta però di una prassi che, seppure in uno stato di emergenza pandemica e pur essendo la nostra una maggioranza molto composita, voglio sinceramente augurarmi si possa superare, se non altro, per il rispetto, non solo del nostro ruolo, ma anche per l'apporto che ognuno di noi può dare nelle diverse Camere. I parlamentari, che siano della maggioranza o che siano dell'opposizione, possono e devono avere la possibilità di guardare e di poter modificare eventualmente i decreti-legge, altrimenti c'è qualcosa che non va.

Ultima cosa, davvero - so che è la terza volta che lo dico, però mi è venuto adesso in mente -, su questo tema credo che il Governo si debba interrogare anche su una possibilità. So che il Governo aveva dato parere favorevole e che, purtroppo, il Senato l'ha bocciata, ma spero che ci sia spunto per una riflessione sul fatto che nel nostro Paese le farmacie hanno il monopolio della possibilità di fare tampone antigenici, a scapito anche delle parafarmacie, che avrebbero sia le capacità che il personale per fare i tamponi. C'è una enorme richiesta, per fortuna, perché vuol dire che rispetto ad un anno fa noi siamo in grado di processare e fare centinaia di migliaia di tamponi in più al giorno. Anche vista la caratterizzazione e il fatto che sono molte, molte in più, che esistono e che sono a disposizione, credo ci debba essere da parte del Governo – sicuramente, da parte del Partito Democratico, sulla base di come abbiamo votato al Senato, c'è la disponibilità – di allargare la possibilità di fare questi test – abbiamo visto le file in questi giorni davanti alle farmacie –, in modo tale da rendere più semplice per tutti i cittadini avere accesso ai tamponi, che sono, appunto, uno degli strumenti – in questo caso uno strumento diagnostico – molto utili per superare questa crisi pandemica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie Presidente. Inizio il mio intervento, citando il professor Andrea Zhok, che qualche settimana fa diceva: insomma, la lotta adesso è tra la capacità di Omicron di mettere fine alla pandemia e la capacità dei Governi di prolungarla quanto possibile.

Presidente, io credo che questo sia un riassunto perfetto di quello che sta avvenendo. Da una parte, abbiamo la variante Omicron, che è certamente molto, ma molto più contagiosa della variante Delta, ma che, al tempo stesso, è anche molto, ma molto meno aggressiva. I dati stanno venendo fuori in questi ultimi giorni; alcuni studi addirittura dicono che Omicron sia cinque volte meno pericolosa rispetto alla Delta, per quanto riguarda gli ingressi in terapia intensiva, e dieci volte meno letale, rispetto sempre alla Delta. Quindi, stiamo parlando di numeri molto, molto più bassi in termini di malati gravi e morti, il che rende Omicron, questa variante, assolutamente paragonabile a una qualsiasi altra influenza e ad un qualsiasi altro virus stagionale. Questo, quindi, ha portato la variante Omicron ad essere dominante. I dati in Italia arrivano sempre in ritardo e sono arrivati solo negli ultimi giorni, ma era assolutamente ragionevole e comprensibile che fosse dominante in Italia, probabilmente già da un paio di settimane. È dominante, perché, appunto, è molto più contagiosa della Delta e, quindi, si è diffusa molto più velocemente e, di fatto, l'ha sostituita. Questo dovrebbe essere preso come un aspetto assolutamente positivo, perché vuol dire che la pandemia sta finendo o, forse, la pandemia è già finita. Questo perché, appunto, essendo molto contagiosa, Omicron va a colpire tutti chiaramente e va a portare anche un'immunità naturale a tutta una serie di persone, che poi porteranno alla famosa immunità di gregge, tanto decantata da questo Governo, ma che non è mai arrivata.

Per fortuna, con Omicron - ma direi grazie alla natura che anche in questo caso ci salva -, arriverà l'umanità di gregge. Le falsità che sono state dette dal Governo e anche dai colleghi, che ho sentito questa mattina in questo contesto, sono enormi e sono continuamente volte, appunto come dice anche il professor Zhok, a prolungare questa situazione di emergenza. Ma vi vorrei far rendere conto che i dati, la scienza, da voi tanto decantata, ci dice sostanzialmente che la pandemia è finita.

Ci sono molti Paesi, a livello europeo, che hanno già detto che non è più un grosso pericolo e quindi la cosa può essere governata con i classici strumenti di cui uno Stato può disporre per gestire questa fase, non più di emergenza, per cercare di convivere con un virus che si è, di fatto, endemizzato nella società. In Italia, però, si continua con questa narrazione di emergenza, di ospedali pieni, di terapie intensive piene, di dover vaccinare la qualsiasi, di dover vaccinare i gatti, di dover vaccinare i cani; infatti, considerando che è una zoonosi, bisogna anche vaccinare gli animali con i quali siamo a contatto; quindi, trovo assolutamente fondamentale vaccinare i nostri animali domestici; ovviamente, sto scherzando.

Peccato che non riusciamo ad avere i dati; non abbiamo dati a sufficienza, questi dati ci vengono quasi nascosti; abbiamo bollettini dell'Istituto superiore di sanità totalmente illeggibili allo scopo di estrapolare informazioni, perché i dati, a volte, non vengono forniti e, quando vengono forniti, vengono esposti in forma aggregata, in modo confusionario, cambiando continuamente le categorie; per esempio, prima si conteggiavano i vaccinati in base all'aver ricevuto o meno l'ultima dose prima o dopo i 6 mesi, poi si è passati a 5 mesi, poi ancora a 4 mesi, ora si parla di 90 giorni, ossia 3 mesi; quindi, sono dati assolutamente inutilizzabili, forse non bisognerebbe nemmeno chiamarli dati. Non si sa nemmeno come vengono raccolti, quanto ritardo c'è tra l'effettivo accadimento, il fatto accaduto a una certa data, e quando lo stesso viene comunicato; vengono forniti, come detto, dati aggregati, che sono, per tale motivo, anche del tutto inutili.

Possiamo parlare anche dei verbali del CTS, che decidono della nostra vita, della vita di tutti i cittadini italiani, eppure vengono pubblicati 45 giorni dopo un accadimento. Vedete anche voi come i fatti si stiano svolgendo molto rapidamente; spiegatemi, quindi, a cosa serve avere un verbale 45 giorni dopo; questa non è trasparenza, questa è una totale presa in giro.

Poi abbiamo le “bombe” che vengono lanciate; l'ultima, qualche giorno fa, della FIASO Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere che afferma che il 34 per cento dei positivi ricoverati non è malato di COVID; questo che vuol dire? Che si tratta di positivi, ma che non hanno sviluppato la malattia; e questo 34 per cento viene inserito anche nei calcoli della gestione delle zone regionali, quindi delle colorazioni delle regioni; dunque un terzo di questi ricoverati va a finire in questi calcoli, un terzo vuol dire uno su tre, è un numero altissimo.

Quindi, su che basi stiamo limitando la libertà delle persone? Con quali dati stiamo limitando la libertà delle persone? Forniteci i dati relativi alle variabili, assolutamente consistenti, per dirci: guardate, saremo fuori emergenza quando ci saranno tot… sparate un numero, tanto siete bravissimi a sparare numeri, 100 morti, 1.000 morti, 10 morti; che numero ci serve per uscire da questo stato di emergenza? Non si sa, non è dato sapere. In questo contesto, mi viene da dire di finta emergenza, si punta, ancora una volta, sull'unico strumento che avete messo a disposizione, ossia quello dei vaccini. Il vaccino - faccio una breve premessa - è certamente importante - sembra essere importante, ma, considerando i dati che ci state fornendo, forse non è neanche chiaro se sia così importante - per una fascia di popolazione che è stata sempre a rischio, sia con la variante Alfa sia con la Delta, sia anche con la Omicron; la fascia di popolazione più a rischio, ovviamente, è quella degli anziani o delle persone affette da più patologie.

Eppure, state obbligando tutti a fare il vaccino; abbiamo un vaccino assolutamente imperfetto perché, non limita il contagio; ha un'efficacia direi anche molto scarsa, perché in precedenza si diceva che il vaccino sarebbe stato efficace per tutta la vita, poi ci si è accorti che forse non era così, va bene un anno, mettiamo il green pass per i vaccinati a 12 mesi, no, forse lo mettiamo a 9 e adesso lo portiamo a 6 mesi. Quindi, si riscontra un'efficacia che sta calando ulteriormente; faccio di nuovo cenno al report dell'Istituto superiore di sanità che ormai classifica un vaccinato completo solo se ha ricevuto l'ultima dose entro i 90 giorni, quindi praticamente nulla. E state obbligando alla vaccinazione anche i più giovani, che, l'ho ribadito più volte in quest'Aula, ma ci tengo a farlo ancora, non rischiano assolutamente nulla - a parte rarissimi casi, che ovviamente vanno tutelati - per quanto riguarda la malattia grave, il ricovero in terapia intensiva, la morte, eccetera; lo stesso vale per i bambini, ovviamente; state obbligando al vaccino intere generazioni che non hanno nulla da guadagnare dal vaccino, ma forse, anzi, hanno tutto da perdere. Poi, in particolare con questo decreto, introducete l'obbligo vaccinale all'interno delle scuole, e anche su questo punto mi verrebbe da ridere, perché se andassimo a guardare cosa ci ha detto la scienza, cosa ha scritto, in questi due anni, la scienza, constateremmo che la stessa ci dice che uno degli ambienti più sicuri è proprio la scuola; poi, tra l'altro, abbiamo praticamente un tasso di vaccinazione altissimo degli insegnanti e del personale all'interno degli istituti; poi, andate a cercare colui che, per sua scelta, personale, libera, decide di non vaccinarsi e andate a cercare tutti i modi possibili per rendergli la vita impossibile, sia all'interno della scuola che fuori.

Perché dicevo che state puntando su di un unico strumento? Perché vi è stata, l'altro ieri, la sentenza del TAR del Lazio che ha completamente sbugiardato la circolare del Ministro Speranza sulle cure precoci, ossia sul curare la malattia COVID con Tachipirina e vigile attesa (ormai, purtroppo, famosissima). Il TAR ha detto semplicemente quello che tutti già sapevamo, ossia che il medico deve curare in scienza e coscienza; questo mi sembra assolutamente banale, altrimenti la sua professionalità non avrebbe alcun minimo senso.

Quindi, dopo 2 anni ci ritroviamo ad aver attuato un protocollo che non aveva assolutamente senso scientifico e non si sa bene a cosa servisse; ci sono strani pensieri, ma sinceramente preferirei non dirli all'interno di quest'Aula, perché mi sembrano talmente assurdi e talmente gravi che non voglio quasi nemmeno pensarci. Dunque, si scopre che questo protocollo era sbagliato, perché chiaramente il COVID, come tutte le malattie, si può curare, anzi, si deve curare; ed è proprio questo che uno Stato dovrebbe fare, dovrebbe investire sulle cure precoci, non ostracizzare quei medici che magari sono stati anche cacciati all'ordine, perché appunto andavano per scienza e coscienza, cercando di curare il meglio possibile i propri pazienti; io, anzi, devo ringraziare quei medici che hanno avuto il coraggio di uscire da questa cappa di potere che è stata creata e, appunto, in scienza e coscienza, hanno curato migliaia e migliaia di pazienti.

Dunque, le soluzioni sono abbastanza facili, lo abbiamo ripetuto più volte, anche in quest'Aula, noi di Alternativa; vi sono altre soluzioni, oltre al vaccino - che appunto deve essere specifico per una classe di persone a rischio e, ovviamente deve essere libero, perché altrimenti non avrebbe alcun senso -: si dovrebbe investire sulla sanità, si dovrebbe investire sulla medicina territoriale, si dovrebbe reinvestire, dopo tutti i tagli fatti soprattutto in questi ultimi anni, con il mantra del “ce lo chiede l'Europa”, dell'austerità, del “dobbiamo tagliare”, eccetera, eccetera, del “la sanità pubblica non funziona”, e così via -; è molto semplice, eppure non si vuole fare; si vuole, come detto, puntare sull'unica scelta, all-in, sul vaccino e, nel frattempo, discriminare e creare una divisione sociale, una divisione tra sì-vax e no-vax; in questo, devo ammettere, siete stati molto bravi, nel creare tale divisione.

È la classica strategia del divide et impera che permette, appunto, di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica su una categoria che non ha fatto sostanzialmente nulla di male, anzi, per poi fare tutto quello che si vuole: appunto, in questo caso, con il Governo Draghi, continuare a svendere quello che ci è rimasto in Italia, svendere in qualsiasi ambito. Noi lo avevamo detto un anno fa, ma era abbastanza palese, perché il curriculum di Draghi parla da sé; non c'è bisogno nemmeno di aggiungere altro, ovviamente. Puntualmente, Draghi ha fatto quello che era stato chiamato a fare, ossia continuare la svendita e continuerà fino a che l'ultima briciola non verrà venduta. Quindi, è tutta una narrazione, una vostra narrazione, con il sacro contributo dei mass media, che sta, piano, piano, cadendo. Stiamo vedendo, anche in questi giorni - ma lo vedremo nelle prossime settimane - come Omicron non porterà un così alto numero né di morti, né di terapie intensive; oppure continuerete a bleffare sui dati, quindi a fornire dati assolutamente incompleti - mi verrebbe da dire, probabilmente anche falsi, a questo punto, perché non corrispondono alla realtà - per continuare con questo stato emergenziale, con queste solite questioni, con questa discriminazione verso una parte della popolazione. Quindi, lo ripeto, non c'è ragione per continuare, adesso, in uno stato emergenziale; la pandemia è finita. Per concludere, cito un altro professore, il professor Puccetti, che riassume esattamente come uscire definitivamente da questa pandemia. Il professore dice che una pandemia non finisce né con il 100 per cento di vaccinati, né con mortalità zero, né con le multe da 100 euro; finisce quando la gente decide che è ora di ricominciare a vivere. Quindi, Presidente, è ora di ricominciare a vivere.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, sottosegretario, anche oggi ci pieghiamo allo stanco rituale di discutere in discussione generale un provvedimento che, di per sé, è già stato superato, perché non possiamo sottacere che il Governo nel frattempo ha emanato il “decreto Natale”, poi quello di Capodanno, poi quello dell'Epifania. Tutto questo mentre l'Italia risulta ancora fra i cinque Paesi del mondo che hanno registrato il numero più alto di nuovi contagi COVID: fra il 3 e il 9 di gennaio abbiamo superato la soglia del milione; è proprio quanto registrato dall'Organizzazione mondiale della sanità.

Allora, però, alcune riflessioni le dobbiamo fare. Dobbiamo chiederci, soprattutto il Governo dovrebbe farlo, se quanto è stato posto in essere sino a questo momento sia stata la scelta giusta per il nostro Paese. La risposta che dà Fratelli d'Italia a questa domanda mi pare abbastanza chiara ed evidente: noi diciamo da circa due anni quello che oggi in tanti iniziano a scoprire. Sono contenta che la collega del Partito Democratico che è intervenuta prima abbia fatto riferimento a tutta una serie di indicazioni che noi di Fratelli d'Italia abbiamo chiesto fosse attuata sin dalle primissime battute di questa pandemia, ormai due anni fa. Mutuo da lei il riferimento agli animali, che ha fatto più volte, mettendo però in evidenza che in questo momento quegli animali sono in letargo, come evidentemente lo è il PD su alcune decisioni. Infatti, sottosegretario, signor Presidente, quando mi si dice che la scelta dell'obbligo vaccinale dipende da una mediazione politica ed è frutto di una mediazione politica, obiettivamente provo un po' di desolazione per le scelte politiche. Lo dico perché noi sappiamo chiaramente che questo provvedimento - lo leggiamo dalla relazione illustrativa - mira a proseguire la strategia di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID, incentivando la campagna vaccinale. Eppure, facciamo ciò quando, dati alla mano, noi sappiamo che l'obbligo che è stato inserito e del quale parla il Governo, cioè l'obbligo vaccinale per gli ultra cinquantenni, di fatto, non ha prodotto alcun risultato. Questo lo diciamo anche perché siamo obiettivamente stanchi che l'ordinamento giuridico italiano sia trattato come un sistema a premi, come un gioco a premi: se fai quello che dice Speranza sei premiato, se fai un'altra cosa o una cosa contraria invece sei punito. Noi avremmo preferito convincere gli italiani, non costringerli, ma, soprattutto, avremmo voluto che finalmente ci fosse un'indicazione chiara del dove questo Governo voleva portare l'Italia in tema di prevenzione, in tema di raffreddamento della circolazione del virus e in tema di cure.

Mi pare che in ognuno di questi punti - adesso lo vedremo - l'attività del Governo e le scelte del Governo siano state assolutamente fallaci e manchevoli. Io personalmente ho ancora difficoltà a capire come mai un Ministro - parlo del Ministro Speranza, ovviamente - dopo i fatti tragici della mamma di Sassari, dopo la sentenza del TAR che ha fatto a pezzi il protocollo sulla tachipirina e la vigile attesa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dopo che lo stesso Istituto superiore di sanità ammette che le cifre che sono state date in conferenza stampa erano delle cifre farlocche, ancora non abbia l'umiltà e la decenza di dimettersi.

Questo lo dico proprio per l'estremo rispetto che ho nelle istituzioni e nel ruolo istituzionale. Quando ci si rende conto che non si ha più il bandolo della matassa e che la matassa, invece, comincia ad aggrovigliarsi su se stessa, bisogna avere il coraggio di ammettere i propri limiti, di ammettere i propri errori, di cambiare rotta o di lasciare, quando non si è capaci di farlo. Invece, questo Governo continua e insiste in decisioni che portano gli italiani ad andare in giro con un Bignami, all'interno del quale devono essere racchiuse tutte le norme, tutte le prescrizioni. Per questo, noi dobbiamo fornire agli italiani un piccolo libretto nel quale troveremo alla “B” l'indicazione di bar e capiremo se si può o meno entrare con un tampone, con un green pass o con il super green pass; alla “D” di didattica andremo a cercare se con due, tre o quattro casi di contagi nelle classi sarà possibile andare, oppure bisognerà fare riferimento alla DAD e così via. In realtà, tutte le scelte che questo Governo avrebbe dovuto fare per mettere in protezione gli italiani non sono state prese ed è forse questo il motivo per il quale, oggi, nonostante la campagna vaccinale, sulle terze dosi siamo tornati al passato; siamo tornati alla diciassettesima posizione fra i Paesi europei per incidenza della terza dose, insomma è un po' come tornare ai tempi di Arcuri, solo che lo facciamo oggi con un'altra guida.

Allora, è evidente che il modello Italia non c'è, non c'è mai stato, non è mai esistito e, se è esistito, evidentemente è stato un fallimento. Allora, però, dobbiamo avere il coraggio di cambiare rotta, dobbiamo avere il coraggio di dire che sono stati fatti rientrare gli alunni a scuola con delle regole assurde. Si fa una distinzione fra due, tre o quattro contagiati e poi si fa un'ulteriore distinzione per cui le classi, oggi, si trovano - parlo di fatti che conosco bene, perché succede nella classe di uno dei miei figli - con quattro bambini contagiati e metà classe in DAD (perché era presente quando c'erano quei bambini) e i bambini che invece erano assenti, quando quei bambini risultavano contagiati in classe, possono rientrare. Questa è un'assurdità. Forse, ci saremmo dovuti preoccupare di avviare la campagna di areazione e di controllo della ventilazione all'interno delle classi; forse, vi sareste dovuti preoccupare, per esempio, dei trasporti sui quali ancora questo Governo tace.

È un silenzio imbarazzante, un silenzio imbarazzante su tutto quello che poteva essere fatto e, invece, non è stato fatto; e si è cercato di coprire, come fosse la coperta di Linus, gli errori con ulteriori scelte, errori aggiunti ad errori.

Bisogna avere la forza di fermarsi ogni tanto a riflettere sulle proprie azioni, perché quello che l'Italia sta vivendo oggi è un lockdown di fatto. Se avete avuto la possibilità di andare in giro per Roma (io in questi ultimi due giorni l'ho fatto), troverete una città tornata fantasma. È come se ci fosse un nuovo lockdown e questo dipende dalla preoccupazione che il Governo ha dato, anche a livello comunicativo, a tutti gli italiani. Questo, non è soltanto un danno personale ai cittadini, questo è un danno a tutta l'Italia intesa come unità economica. Noi stiamo creando, o meglio, voi state creando danni economici che diventeranno irreparabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E questi danni che voi procurate oggi, non riuscirà neanche il miglior politico del mondo a risolvere nel futuro, perché state buttando l'Italia in un baratro; tutto questo in un momento in cui sappiamo inizierà un periodo inflattivo fortissimo. Già oggi mentre parliamo, in questi minuti, il potere di acquisto del valore nominale di uno stipendio medio base di un italiano vale il 5 per cento in meno, e questo è un danno fortissimo. Già oggi sappiamo che avremo costi, che partono dalle materie prime, che partono dall'aumento dell'energia, che non possono essere colmati se non con una politica lungimirante, chiara, che abbia però una prospettiva.

Voi navigate a vista, navigate senza prospettiva, navigate senza obiettivi, ed è per questo che poi, ogni giorno, ritroviamo dichiarazioni diverse. Ogni giorno si cambia opinione, ogni giorno si cambia idea: la quarantena prima durava un tot di giorni, poi forse è meglio diminuire, poi servono i tamponi, poi i tamponi non servono più, poi dobbiamo cercare di verificare quali e quanti sono gli asintomatici, poi ci si rende conto che questo non può essere fatto e si torna indietro. Questo si chiama caos e noi, invece, abbiamo bisogno di chiarezza, di certezze, di regole. Evidentemente questo Governo non è abituato a parlare ai cittadini con chiarezza e con onestà intellettuale. Noi invece continuiamo a farlo. Anche quando ci davano dei no-vax, noi non abbiamo mai smesso di dire che il green pass era un palliativo, che non sarebbe servito a bloccare la circolazione del virus. Purtroppo, dico purtroppo, la storia ci ha dato ragione.

Questo ovviamente influisce su tantissimi aspetti della vita quotidiana e fra questi fatemene citare uno. Sottosegretario, in questi due anni di pandemia, di COVID, abbiamo smesso di parlare di tutte le altre malattie. Gli ospedali italiani hanno smesso di fare prevenzione e quando si smette di fare prevenzione, si rischia di ritrovarsi con molti più ammalati, dopo, di quelli che avevamo immaginato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In Italia è diventato impossibile operarsi per tumore perché non ci sono terapie intensive per il post operatorio e gli interventi vengono rimandati sine die. Questo fa parte della vita degli italiani, non esiste solo il COVID, esistono altre malattie e quelle malattie non possono essere trascurate. Abbiamo il grido d'allarme da parte dell'Associazione degli oncologi, ma non solo. Tutte le altre patologie sono state dimenticate e noi non possiamo permettercelo; non possiamo permetterci che il sistema sanitario venga ingessato. Quello che è successo a Sassari, indipendentemente da quello che verrà poi accertato dalla magistratura, è emblematico, tragico e devastante. Devastante! Noi ci stiamo preoccupando di fare una campagna di vaccinazione contro il COVID per i bambini dai 5 ai 9 anni e non mettiamo in sicurezza e tuteliamo una mamma, che aveva la necessità imminente, l'emergenza, di entrare in un pronto soccorso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo dà un po' la cifra del fatto che, probabilmente, il COVID non ci sta portando ad essere più umani, ma anzi ci allontana dall'umanità, ci allontana dal senso pratico delle cose.

E allora, proprio perché serve praticità, noi non possiamo dimenticare che gli interventi ordinari negli ospedali, in tutte le regioni, di media sono diminuiti dal 50 all'80 per cento. E in tutto questo scopriamo, attraverso il TAR, che uno dei motivi per cui sono state sostanzialmente intasate le terapie intensive ed è stato intasato il Sistema sanitario nazionale è proprio una delle decisioni prese dal Ministro Speranza: parlo ovviamente della tachipirina e della vigile attesa; in questo modo si sono bloccate di fatto le cure domiciliari precoci, paralizzando la sanità territoriale e portando al collasso il sistema ospedaliero, con le drammatiche conseguenze che migliaia di famiglie conoscono, purtroppo, oggi molto bene. Questi sono errori che non ci si può permettere di fare. Questi sono errori che non possono essere perdonati.

E allora vede, sottosegretario, vede, Presidente, probabilmente sarebbe bastato un solo decreto e non una decina di decreti, uno dietro l'altro, per parlare di obbligo vaccinale e per parlare di nuove regole ancora sconosciute, e non a noi dell'opposizione, ma - e questo è ancor più grave - alla maggioranza e al Governo. Probabilmente, con un solo e unico provvedimento ci saremmo risparmiati questo ridicolo via vai di atti imposti dall'alto e assolutamente immodificabili, con un Parlamento relegato a un ruolo di passacarte davvero mortificante.

Quello che il Governo in questi mesi sta facendo, ormai credo sia assolutamente evidente a tutti: c'è un obbligo vaccinale mascherato per l'esistenza del green pass, c'è un obbligo vaccinale over 50 che non ha dato praticamente effetti, se non quello di discriminare nel mondo del lavoro, ma soprattutto c'è tanta, troppa confusione.

Io credo che il fallimento della politica di Governo sia sotto gli occhi di tutti, non solo nei numeri, non solo nella narrazione che è stata fatta e per la quale nessuno del Governo ha mai chiesto scusa. Mi riferisco al fatto che, tempo fa, fu detto che coloro che avevano il green pass entravano in un altro luogo dove c'erano altre persone in possesso del green pass, convinti, consapevoli e sereni che non avrebbero potuto prendere il virus. Di queste dichiarazioni, che hanno ingenerato confusione nei cittadini, nessuno mai si è assunto la responsabilità e nessuno mai ha chiesto scusa. E la stessa mancanza di assunzione di responsabilità noi la ritroviamo all'origine, perché vede, sottosegretario, non c'era bisogno di inserire l'obbligo vaccinale. Sarebbe bastato dall'inizio, da due anni a questa parte, dire ai cittadini italiani che, nel momento in cui ci si vaccinava, non era necessario sottoscrivere il documento del consenso informato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché lo Stato, il Governo, si sarebbero assunti la responsabilità degli effetti negativi di una vaccinazione. Una vaccinazione che, lei capisce, non può essere fatta ogni tre mesi; la vaccinazione si fa una volta o due all'anno. Tempo fa una collega del PD mi chiedeva: ma lei i suoi figli non li ha fatti vaccinare alla nascita? Perché adesso non vuole farli vaccinare contro il COVID? Sottosegretario, sì, io i miei figli li ho fatti vaccinare, ho fatto tutte le vaccinazioni obbligatorie, ma quella è una dose di vaccino per tutta la vita. Noi facciamo i vaccini ogni tre mesi.

Ora, non possiamo far finta che questo non sia un problema, dobbiamo prenderne atto, discuterne, approfondire, perché, se si fa ogni 3 mesi, non è più un vaccino, al massimo può essere considerato una medicina. E, allora, cerchiamo di essere chiari, di essere seri, di essere responsabili su questioni che hanno a che fare con la salute degli italiani, ma, ancora di più, sui loro diritti costituzionali. State creando cittadini di serie A e di serie B, e che questo rischio ci fosse noi lo abbiamo detto dall'inizio, non ci siamo mai nascosti. Noi non volevamo che i principi di libertà, di democrazia, di scelta personale su se stessi venissero, in qualche modo, indirizzati dal Governo, perché, quando si arriva a quel punto, quando si arriva a dare dati non veritieri in una conferenza stampa, si è più vicini alla Cina che non al sistema democratico italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E noi, invece, lì non ci vogliamo arrivare, non ci arriveremo mai e faremo in modo che non ci arrivi l'Italia, perché noi siamo esseri pensanti, purtroppo per gli altri.

E, quindi, quando la collega del PD parla della marmotta, direi che è proprio l'esempio più adatto, è l'esempio calzante, perché la marmotta, in questo periodo dell'anno, è in letargo, come, evidentemente, lo è la capacità intellettiva di alcuni colleghi, che insistono nel dire che questa è l'unica strada. Non lo è, non è l'unica strada: noi le altre possibilità, le altre vie le abbiamo indicate e, quando lo abbiamo fatto, abbiamo sempre trovato una porta chiusa. Assumersi la responsabilità nei confronti di chi si fa il vaccino, non facendogli firmare il consenso informato e dicendogli “Se hai problemi, il Governo c'è”, è una grandissima assunzione di responsabilità, è una grandissima forza comunicativa, nel rassicurare tutti coloro che effettivamente, poi, vanno a fare la vaccinazione, come richiesto.

Presidente, io immagino che, tra un po', si inizierà a parlare di quarta dose, benché la curva del contagio, in questo momento, inizi a scendere, come è normale che sia, perché i dati statistici hanno, comunque, riferimenti matematici e a quelli non si può sfuggire. La curva inizierà a scendere, andremo incontro alla primavera e all'estate e sappiamo che in quei periodi la circolazione del virus è differente, ma tutto questo non deve servire per evitare, ancora una volta, come è già stato fatto, che si affrontino i problemi reali. Se noi continuiamo a parlare - e faccio l'esempio delle scuole, perché, mi creda, è veramente un problema per le famiglie e per le mamme italiane - di distinzione fra i due e i tre giorni, fra i contagi di bambini vaccinati con quelli non vaccinati e tutto ciò che ne consegue, noi creiamo, innanzitutto, una disparità sociale che i bambini dai 5 anni in su non dovrebbero mai vivere nella loro vita, perché quello che loro imparano oggi è quello che loro faranno, da uomini, domani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi dobbiamo sapere che i nostri figli crescono nella consapevolezza che le loro scelte sono scelte personali, autonome, che hanno conseguenze, ma gliele dobbiamo poter spiegare. Qui nessuno spiega più niente ad alcuno, tutti si sentono nella posizione, arrogante, di diritto, di poter decidere per milioni di italiani, senza dover dare una spiegazione, e questo non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Presidente, mi avvio veramente alla conclusione. Questo Governo è stato talmente concentrato a inseguire chi ha deciso di non vaccinarsi, a tracciare ogni singolo cittadino, anche quelli asintomatici, che vi siete dimenticati di tutti gli altri e, soprattutto, vi siete dimenticati dei diritti, dei principi, della Costituzione, del senso vero e profondo di cosa voglia dire essere liberali in una democrazia, e questo noi non lo possiamo dimenticare e non lo possiamo sottacere.

Noi crediamo che sia importante continuare a raccontare il nostro punto di vista, diverso, per fortuna, dal vostro, e continueremo a farlo con consapevolezza, serietà e, soprattutto, libertà. Ma tutto questo deve trovare un confronto, deve trovare una base di dialogo perché, attraverso il confronto e il dialogo fra maggioranza e opposizione, probabilmente, si può raggiungere maggiore chiarezza per tutti i cittadini italiani.

Martin Luther King diceva: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. Noi sicuramente non saremo responsabili di questo mancato cambiamento, perché noi le nostre proposte ve le diamo e siamo sempre pronti a discuterne; voi, probabilmente, continuando a perseverare nell'errore, qualche responsabilità l'avrete. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Come da intese intercorse, sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 14.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Melilli è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 115, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il nostro collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Costa, riavvolgiamo il nastro e torniamo a quattro decreti fa. Noi oggi siamo svolgendo la discussione generale sulla conversione del decreto-legge del 26 novembre, che sembrava tracciasse una rotta ben chiara; poi, però, sono arrivati i saldi di Natale e ne avete fatti tre in rapida successione, fino a quello del ponte dell'Epifania. Si tratta di una “decretite” che ci mette sempre più in difficoltà, nel tentativo di esercitare al meglio la nostra funzione parlamentare.

Oggi, parliamo di quello che è successo ieri, non parliamo di quello che sta succedendo adesso, certamente non parliamo di quello che succederà domani. Allora, noi somigliano sempre di più a parlamentari f.f. (una volta f.f. era il facente funzione): noi, in realtà, facciamo finta, siamo qui, facciamo letteralmente finta di parlare di quello che ci riguarda, perché tutto quello che è attinente al nostro incarico e al mandato ricevuto, in realtà, si svolge altrove, in completo spregio della nostra democrazia parlamentare.

Quindi, noi siamo qui a parlare di questa novità ormai. Vede noi, qualche tempo fa, ci eravamo un po' tutti entusiasmati sulla green economy; poi ci siamo accorti che la green pass economy è tutta un'altra storia che cambia improvvisamente: è uno zigzagare continuo. Anche dal punto di vista della terminologia, si fa fatica a stare dietro al green pass, al super green pass, al super green pass rafforzato; tra l'altro, devo dire che avete preso a prestito dal Governo Conte questo concetto del rafforzamento del colore: all'epoca erano le zone gialle ad essere rafforzate, adesso abbiamo il super green pass che è rafforzato. Non si capisce cosa sia esattamente questo rafforzamento. Certo è che il cittadino si muove con grande difficoltà all'interno di tutti questi decreti e di tutte queste novità.

Quello che colpisce credo un po' tutti è che un Governo, uno Stato, un politico, un Presidente del Consiglio, a maggior ragione il presunto Governo dei migliori dovrebbero avere la forza e la capacità di essere autorevoli, ma autorevole è chi si confronta, autorevole è chi non si sottrae, autorevole è chi è forte delle proprie idee e non ha alcun problema a confrontarsi, perché ha la certezza che quello che dice è giusto ed è perfettamente consapevole dei propri argomenti.

Al contrario, se uno alza la voce, se uno si chiude in una stanza, se uno scrive un decreto senza un minimo di confronto, rischia di diventare sempre di più autoritario. Il passaggio dall'autorevolezza all'autoritarismo è molto, molto grave per una democrazia parlamentare, ma anche molto, molto grave da un punto di vista della dialettica politica.

Nel primo municipio di Roma, nelle suppletive ieri ha votato credo l'11 per cento, vuol dire che, su 100 cittadini, 11 sono andati a scegliersi il proprio parlamentare. Ma non sarà perché il cittadino pensa che è del tutto inutile scegliere fra Tizio e Caio o è del tutto inutile scegliere all'interno di un'appartenenza politica? Perché poi tanto alla fine la differenza la farà quello che decideranno i poteri forti sulla nostra Nazione, quello che sarà il Governo del futuro, quelle che saranno le leggi del futuro. A noi non rimane altro che questa funzione triste e decorativa di tentare, senza mai rassegnarsi (ovviamente, vale per noi di Fratelli d'Italia), di portarvi a ragionare sul confronto politico e sull'importanza di restituire credibilità alla politica.

Allora, non è cambiato granché. Ho sentito più volte in quest'Aula sostenere la grande discontinuità rispetto al Governo Conte: no. Voglio dire, se escludiamo le uscite in prima serata, se escludiamo il fatto che non vediamo più Casalino (che certo non è cosa di poco conto, ma insomma), se escludiamo questi dettagli, rimane il fatto che, ora come allora, il Governo decide tutto quello che vuole, anche sui diritti fondamentali delle persone: impone e li tratta da sudditi, anziché da cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non ha la capacità di confrontarsi minimamente e, soprattutto, fa questo senza coinvolgere minimamente il Parlamento. Tutto questo, in realtà, signor Presidente, ha una sua logica. Lei avrà fatto caso al fatto che, in questi lunghi mesi, c'è stata sempre più difficoltà a dare risposte. Infatti, si può essere anche d'accordo su una imposizione, però poi ci sono tante eccezioni, ci sono tante situazioni che sfuggono, situazioni marginali. Ogni qualvolta qualcuno ha inteso o provato a disturbare il manovratore, immediatamente sono partite le etichette, le minacce social eccetera. Tutto questo non è un caso. Io sono profondamente convinto, dall'inizio di questa pandemia, che un Governo debole, quello di ieri di Conte, un Governo debole, come questo di Draghi, abbiano bisogno delle curve contrapposte per poter imporre questa deriva autoritaria, perché senza curve contrapposte, si lascia che tutti quei dubbi, quelle domande, quelle perplessità e le quotidianità che commercianti, artigiani e madri si trovano a vivere possano diventare un momento di confronto, e poiché dal confronto, normalmente, si costruisce, ma si demolisce anche la propria certezza, il confronto non ci deve essere.

Allora, noi oggi, in Italia, siamo abituati a dividerci fra sì-vax e no-vax; non esiste una mezza misura, non ci sono più le mezze stagioni, ma non ci sono più nemmeno le mezze misure fra chi è per il vaccino e chi è contro il vaccino, con una aberrazione; ossia, tutte le volte che qualcuno vuole esprimere una perplessità, deve dire, nei primi 15 secondi: “premesso che sono vaccinato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), premesso che ho fatto la terza dose, premesso che ho vaccinato tutta la mia famiglia”, per darsi la patente per poter dire, magari, ovvietà, per poter affermare che forse, se all'inizio avessimo detto che con il vaccino non avremmo risolto il problema del contagio, noi oggi, probabilmente, non ci saremmo trovati in questa situazione. Perché questo ce lo dobbiamo dire in questa Nazione: noi abbiamo fatto arrivare a tutti il messaggio che con il vaccino si eliminavano molti dei rischi della malattia - e questo è vero, ovviamente -, ma, contemporaneamente, facevamo arrivare a tutti, soprattutto ai più giovani, il messaggio che con il vaccino c'è il “tana libera tutti”; senza vaccino non si esce, col vaccino si può andare in discoteca, si può andare fuori, si può andare al cinema. E abbiamo assistito - credo sia successo a tutti noi – a gente che ci è corsa incontro e ci ha baciato e abbracciato (aveva appena fatto il vaccino); ci siamo sentiti dire, forse l'abbiamo detto pure noi: “ma salutiamoci come una volta: ho fatto la prima, la seconda e la terza dose”. Allora, se è arrivato questo messaggio, probabilmente, qualche cosa l'abbiamo sbagliata.

Credo che dalla politica, ma anche dal confronto su tutto quello che facciamo in famiglia, nelle aziende e dagli errori debbano nascere soluzioni; credo debba esserci un momento di crescita. Invece, sottosegretario Costa, tutto questo non lo possiamo fare, non lo dobbiamo fare, perché ci esponiamo alle semplificazioni, siamo immediatamente contrari alla vaccinazione e quindi diventiamo immediatamente no-vax.

Tutto questo, secondo me, ha rappresentato un momento di grande debolezza della politica. La politica forte - lo dicevo prima - è autorevole. Chi ha un'idea forte la dice, la sostiene, ci si confronta. Guardate, l'aumento incredibile di virologi star da prima serata è perché sono andati a colmare un vuoto. La gente se li è cercati, perché poi in realtà io lo voglio capire quello che sta succedendo. Non mi faccio bastare che il mio medico mi dice che è uscita la norma “x” o la preside mi dice che mio figlio deve fare questo. Non me lo faccio bastare: io vorrei capire. Allora, visto che la politica non è stata in condizione di dare nessuna spiegazione, perché la spiegazione deriva dal confronto, perché noi quando sentiamo le due campane capiamo immediatamente qual è quella stonata, ma se non le sentiamo tutte e due o, peggio, ne sentiamo una sola, in questa omologazione di stampa, televisione, social e quant'altro, è chiaro che io faccio fatica. Allora è nato questo nuovo ordine professionale dei virologi da televisione e anche lì ne abbiamo di tutti i tipi e, quindi, anche lì alla fine il cittadino si smarrisce.

Io credo che una Nazione che abbia bisogno tutti i giorni di sapere quello che deve fare - una madre, un commerciante o un artigiano devono chiedersi continuamente quello che devono fare - non è esattamente una Nazione che ha organizzato al meglio la propria risposta alla pandemia. Guardate che noi, con questi quattro decreti che avete fatto l'uno dietro l'altro, siamo tornati all'antico, a quando la gente chiamava il commercialista, chiamava il professionista o chiamava l'avvocato per sapere a che ora poteva uscire con il cane e, se quando portava fuori il cane, poteva portare anche il figlio piccolo o se il figlio piccolo era meglio che andasse con il padre, in modo che potesse uscire due volte (su questo intervenivano i professionisti, visto che i DPCM erano incomprensibili). Adesso siamo tornati nuovamente lì! La gente vi scrive e ci scrive: “Ma se io ho un figlio all'asilo e c'è un positivo? E se ce ne sono due che succede?”, perché se ce ne sono tre è una cosa, se sta all'asilo è un tipo e se sta da un'altra parte è un altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Cioè, una follia nella quale si fa veramente fatica a capire e, quindi, si aggiunge l'incertezza della soluzione, l'incertezza della prospettiva ma anche l'incertezza della quotidianità.

Per risolvere questo c'è un metodo che è il metodo dei nostri padri costituenti ed è venire qui a discuterne (fare per tempo le discussioni). A me non sembra francamente - e lo dico con molto rispetto - che negli ultimi mesi noi ci siamo ammazzati di lavoro all'interno del Parlamento. Lo dico senza troppa enfasi e senza alcuna forma di retorica. Eppure, il momento del Paese è drammatico, difficile e complicato. In una Nazione che vuole essere davvero democratica, in una democrazia parlamentare, il Parlamento in queste ultime settimane doveva essere convocato tutti i giorni, doveva essere convocato notte e giorno, la Commissione competente doveva essere tutti i giorni sul pezzo, perché questo avrebbe dato e darebbe alla Nazione la certezza che si sta operando nel migliore dei modi. Infatti, indipendentemente da quello che pensiamo di questo Governo, siano essi i migliori, i meno peggio, quelli che hanno un occhio solo nella terra dei ciechi (lo possiamo definire in mille modi), certo è che da sempre due sbagliano meno di uno e cinque sbagliano meno di tre.

Quindi, anche su questo concetto così elementare noi abbiamo provato più volte a stabilire con voi un colloquio, un dialogo, perché siamo convinti della centralità della politica, siamo convinti che sia nostro dovere restituire centralità alla politica, ma siamo anche convinti che tutto quello che sentiamo fuori dal palazzo e tutto quello che ci viene detto quotidianamente dalla gente debba necessariamente trovare ospitalità nella Commissione competente e in quest'Aula e, purtroppo, i fatti ci hanno sempre dato ragione. Vedete, noi vi dicevamo che bisognava intervenire sui trasporti pubblici e ci dannavamo l'anima per dirvi che questi erano un focolaio costante, ma quando noi vi chiedevamo di “attenzionarli” e di potenziarli, voi chiudevate i ristoranti alle 18. Voi chiudevate le attività alle 18 e lasciavate che la gente si ingolfasse nelle metropolitane. Ci abbiamo messo mesi per farvi capire che quello era un problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Siete arrivati nell'ultimo decreto veramente come l'ultimo dei tignosi a mettere finalmente l'obbligo della mascherina ffp2 all'interno dei mezzi pubblici, altrimenti fino ad allora - fino ad allora! - la pandemia aveva una zona franca che era il servizio pubblico. Così come abbiamo cercato di farvi capire che il problema delle scuole è un problema di areazione. Vi abbiamo fatto delle proposte e ve le abbiamo portate. Abbiamo il nostro governatore Francesco Acquaroli che l'ha fatta diventare una cosa reale all'interno della regione Marche. Eppure no! Mentre noi vi raccontavamo tutto questo, voi compravate i banchi a rotelle. Insomma, si fa fatica a stabilire un rapporto di confronto con chi ha un'ostilità che addirittura preclude ogni forma di confronto.

Ma ne sono successe anche tante altre mentre noi continuavamo a proporvi. Infatti, per una sorta di grandissima fortuna - Presidente, sarà un caso? Io penso di no, però noi vogliamo credere nella buonafede dei giornali e dei magistrati; vogliamo credere alla buonafede di tutti - è un caso che lo scandalo delle mascherine del presidente Zingaretti, quello delle mascherine di Arcuri e tutto ciò che è venuto fuori - da ultima la sentenza nei confronti del Ministro Speranza - siano passati sotto silenzio. Nel caso della regione Lazio noi parliamo di milioni di euro che sono spariti. Voglio pensare che, se fosse successo a qualche esponente del centrodestra, sarebbe andato nello stesso modo e sarebbe successa la stessa cosa. Voglio immaginarmi un presidente di regione che faccia sparire in piena pandemia milioni di euro per l'acquisto di generi importanti come le mascherine; sicuramente non sarebbe stato additato, non ci sarebbe stata nessuna manifestazione di indignazione, né avrebbe ricevuto un avviso di garanzia. È sicuro che sarebbe successo questo! Però, questo avveniva mentre noi in Commissione e qui in Aula, come facciamo adesso, continuavamo a dirvi che invece i problemi vanno affrontati (vanno affrontati principalmente con onestà, ma anche con competenza e soprattutto con rispetto).

Noi abbiamo cercato di fare tutto questo, ma abbiamo anche fatto un'altra cosa per cui siamo stati molto spesso additati anche all'opinione pubblica (lo ricordava oggi la collega Lucaselli). Noi abbiamo cercato di dire costantemente - lo abbiamo fatto anche oggi e io lo ribadisco - che mentre c'è il COVID, c'è pure tutta un'altra serie di malattie che va avanti. Ci sono tante emergenze, in questa Nazione e nel mondo da decenni, che hanno subito una gravissima battuta d'arresto, perché questo mantra che è passato, cioè che senza green pass tu non puoi fare nulla, ha fatto e continua a fare danni all'interno degli ospedali e all'interno dei pronto soccorso. Inoltre, divide le famiglie, con persone che non possono assistere o muoversi da una parte all'altra dell'Italia per seguire un proprio congiunto. Insomma, c'è tutto quello che con un po' di buonsenso e magari con il rispetto di questa opposizione voi avreste evitato. Allo stesso modo, dopo la prima ondata vi avevamo detto la cosa più ovvia del mondo, che era quella di potenziare le terapie intensive. Se la prima ondata ci mette in difficoltà perché non siamo pronti a fare questo, allora dobbiamo ipotizzare che forse ci sarà una seconda ondata nella quale noi dovremo essere pronti (se non c'è domani ci sarà). È successo e, quindi, potrà risuccedere fra qualche anno. Peccato che quando noi vi chiedevamo di potenziare le terapie intensive il Ministro Speranza scriveva il libro con il quale diceva come aveva sconfitto la pandemia. È chiaro che si fa fatica a farsi seguire da un Ministro che è convinto che ha vinto quando in realtà ha perso e perderà anche l'anno successivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Abbiamo cercato in tutti i modi di portarvi a fare questo tipo di ragionamenti, perché, Presidente, noi siamo un po' stucchevoli da un punto di vista della coerenza. È la stella cometa del nostro partito.

Allora, se diciamo una cosa, cerchiamo di mantenerla, cerchiamo di batterci per quell'idea, perché una volta che siamo convinti che sia quella giusta, cerchiamo, nelle forme democratiche, di farla arrivare a chi governa, soprattutto perché pensiamo che questo debba essere il nostro dovere. Invece, mi si permetta anche di fare questa considerazione, non è sempre così. Noi in questa giostra di Governo assistiamo a tutto un mondo che gira, basterebbe fare l'esempio del reddito di cittadinanza, Presidente. Noi siamo tutti contrari. Non c'è provvedimento degli ultimi mesi che passi per la Commissione bilancio che viene ribadito o che viene rifinanziato o che viene ampliato. Siamo arrivati a 9 miliardi e mezzo, eppure eravamo quasi tutti contrari.

Lo stesso discorso vale per il green pass, come forma che sicuramente lede principi importanti, costituzionali – non lo diciamo noi, lo dicono eminenti costituzionalisti – che dovrebbero trovare appunto dei correttivi, che dovrebbero mettere le persone in condizione di non essere condannate senza aver fatto nulla. Perché guardate che questo aspetto, molto interessante, la semplificazione, credo sia uno dei pochi casi nei quali a un cittadino gli si fa pagare un fatto che non è né un illecito e né un obbligo amministrativo. Cioè, noi gli diciamo che, se non fa una cosa che non deve fare, subisce, subirà delle restrizioni. Credo che, al di là del tema, se noi questo lo facciamo diventare un ragionamento di carattere giuridico, è un ragionamento che non sta in piedi. Bisogna avere violato una norma, bisogna avere violato un regolamento per avere una sanzione. Abbiamo provato a farvi fare ragionamenti anche su questo, ma non ci siamo riusciti, così come - e di questo non ci stancheremo mai, sottosegretario Costa - abbiamo chiesto di continuare a parlare con noi, ma anche di continuare a parlare con le imprese, perché non so se a voi sfugge, ma fuori da questo palazzo dorato c'è un mondo che fa fatica a sopravvivere.

Ci sono anche semplicemente qui, nel centro storico di Roma, tante serrande abbassate; non sono in vacanza, sono chiusi, molti di questi saranno chiusi per sempre. C'è tutto un mondo che è in grande difficoltà, che lo diventa e lo diventerà ancora di più per tutta la problematica dell'aumento delle materie prime. Ricordo che siamo stati noi per primi a porre il tema in Commissione bilancio di questo spaventoso aumento delle materie prime; in quella occasione lo denunciai perché penalizzava la ricostruzione post sisma, poi è diventata anche quella una pandemia economica che ha colpito tutta la nazione. Però in tutti questi provvedimenti, in tutti questi temi, signor sottosegretario, noi non possiamo perdere di vista quello che è la nostra nazione, il tessuto economico, perché altrimenti noi guardiamo solo da una parte; e, se guardiamo solo da una parte, indipendentemente se indoviniamo o meno, rischiamo che quando ci voltiamo non troviamo più niente. Questo è un lusso che non ci possiamo permettere, e guardi che in questo momento quelli che vengono penalizzati in tutta questa situazione sono tutti quelli che questa nazione l'hanno fatta diventare unica al mondo. Lei pensi a qualcosa che dà lustro all'Italia nel mondo e si accorgerà che fa parte di un comparto che è in grande difficoltà, uno su tutti quello del turismo. E allora noi questo non lo possiamo rischiare, eppure in realtà lo viviamo tutti i giorni. Stanno chiudendo alberghi importanti, altri vengono comprati in questi saldi che noi purtroppo abbiamo all'interno di una economia in grande difficoltà. E allora noi, se vogliamo davvero affrontare questa pandemia, dovremmo farlo innanzitutto rispettando di più le opposizioni e raccogliendo la nostra disponibilità a confrontarci, a parlare e a farlo nel maggior tempo possibile e comunque in tutto il tempo necessario. Poi dovremmo ascoltare di più le imprese, dovremmo cercare di aiutare di più le imprese e, soprattutto, dovremmo cercare di stare vicino a tutti coloro che non si arrendono.

Abbiamo tutto un mondo che in questo momento si ribella alla morte economica della propria azienda, si ribella pur mettendosi a disposizione di tutte queste follie da decreto, perché quattro decreti francamente, uno dietro l'altro, li trovo veramente la prova di un balbettio di un Governo che non trova il bandolo della propria matassa. Certamente a questi imprenditori noi dovremmo cercare di stare vicino, soprattutto per cercare di fargli mantenere i posti di lavoro. Noi sin dall'inizio della pandemia facemmo la proposta di premiare chi regge, premiare chi mantiene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Facemmo una proposta che era quella di dire che la cassa integrazione bisognava darla a quell'impresa che faceva un patto che non avrebbe mandato via le persone.

Per tutte quelle persone, per tutti quegli imprenditori, per tutte quelle saracinesche che rimanevano aperte bisognava dare un premio, il concetto della premialità per chi regge e ancora di più la premialità per chi guarda al futuro e per chi ha la capacità anche solo di creare un ulteriore posto di lavoro. Da questo punto di vista, signor sottosegretario, signor Presidente, ci divide un oceano anche da questo Governo, perché, indipendentemente da come la vogliamo raccontare alla nazione, questo è ancora il Governo del reddito di cittadinanza e non è il Governo delle imprese, perché in un momento come questo 9 miliardi è un lusso che una nazione non si può permettere, una nazione che ha il problema delle imprese, il problema del turismo, il problema del made in Italy.

E invece noi continuiamo in questa direzione e continuiamo in questa direzione, ahimè, senza la convinzione. Questo è il motivo per cui tra poco metterete l'ennesima fiducia, perché in realtà siete convinti anche voi che la strada è quella che indichiamo noi, la strada è quella del lavoro, la strada è quella del confronto, la strada è quella del rispetto di chi ancora oggi mantiene le proprie imprese. La strada è certamente quella di aiutare chi è in difficoltà, di aiutare chi non può lavorare, di fare giustizia di tutti coloro che prendono quattro soldi di pensione. Certamente la strada, però, è anche e soprattutto quella di sviluppare lavoro, creare lavoro. E invece questa maggioranza continua a fare decreti, continua a stare dietro al Ministro Speranza e continua soprattutto ad investire sul reddito di cittadinanza.

Presidente, concludo: mi auguro che ci sia da parte della maggioranza, del sottosegretario Costa, sempre molto cortese e disponibile, un cambio di rotta, per far sì che il nostro ruolo abbia un senso, che le nostre parole, il nostro continuare a voler credere nella politica si trasmetta anche all'interno di questa Aula deserta, semplicemente perché siamo convinti che si debba fare così e siamo anche convinti che questo è quello che vorrebbero i cittadini.

Concludo davvero: penso che qualunque cittadino, di qualunque forza politica, vorrebbe vedere i propri rappresentanti al lavoro tutti i giorni su temi importanti come questi e sentire da loro il confronto che fa emergere la scelta migliore per la propria azienda e per la nazione. Certamente una politica che si ricorda di discutere un provvedimento di due mesi fa, ormai totalmente sorpassato, e non ha neanche la capacità di fare questo, perché mettete la fiducia su un provvedimento sul quale anche questa volta vi abbiamo dato la disponibilità a mettere alcune proposte, alcuni emendamenti, è una politica che si arrende, è una politica che scivola sempre di più verso un autoritarismo, soprattutto è una politica poco credibile.

Allora, poiché Fratelli d'Italia non vuole essere tutto questo, noi continueremo a venire qui con le nostre proposte, continueremo a cercare di farvi ragionare e continueremo a chiedere quel confronto leale e corretto dal quale chi, come noi, è forte delle proprie idee non scappa mai, non si sottrae mai. Al contrario, una maggioranza debole, divisa al proprio interno, può fare soltanto questo: rimanere in silenzio, ascoltare e poi benedire come una salvezza l'arrivo del Ministro D'Inca', che mette l'ennesima liberatoria richiesta di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trancassini. Dopo di lei e prima dell'onorevole Deidda, in un tridente difficile, è iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Si metta comodo, sottosegretario Costa, perché crediamo che, almeno in discussione generale, il Parlamento italiano - o quello che dovrebbe essere il Parlamento italiano - abbia la possibilità di sviscerare e far conoscere agli italiani, che ci seguono sul sito della Camera e sui social, cosa sta accadendo in questo singolare Paese che è diventata l'Italia.

Fu nello scorrazzare furioso della morte e della malattia per le strette vie di Orano, che ogni cosa, la libertà, l'amore, l'empatia, gli abbracci, la contemplazione del silenzio e della bellezza, venne sacrificata sull'altare dell'efficienza. Siamo costretti a citare “La peste” di Camus perché, come tutti noi sappiamo, da due anni siamo in questa condizione e ci sono molte analogie proprio nella narrazione, anche se il male ovviamente è ben diverso.

Da due anni, colleghi, siamo inghiottiti, letteralmente, da una serie continua di statistiche e dati sui contagi e da voci che predicano limitazioni, divieti, comandi. Ve le ricordate le patetiche dirette del Presidente Conte, riprese in maniera patetica dalla televisione di Stato, neanche fossimo in uno Stato autoritario? Tutti aspettavamo, prima di cena, che Conte potesse dare il senso alla nostra esistenza, bombardandoci di dati disaggregati, confusi, strumentalizzati, colleghi! È questo che è accaduto in questi due anni! Avete creato una narrazione, esasperando il clima, esasperando rispetto alla oggettiva emergenza nazionale iniziale, sulla quale Fratelli d'Italia è stata in prima linea a sostenere la Nazione. Ma, poi, abbiamo capito il gioco e il gioco era…

Presidente, se richiama il Governo all'attenzione, grazie. Almeno qui fateci parlare, colleghi. Almeno qui! Capisco che non vi interessa, ma mettersi di spalle mentre uno sta parlando! Capisco che lei ha fatto il Ministro alla Salute…

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …con l'esito…

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …che sappiamo…

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Però, Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). … anche lei, magari, stia un po' più attento.

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, continui a fare il suo intervento, ché la stavo ascoltando con interesse.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, molto gentile. Come dicevamo, colleghi, limitazioni, divieti, comandi, mentre Sánchez e l'Inghilterra parlano ormai di endemizzazione del virus e della necessità di convivere con esso senza distruggere il tessuto sociale. Ed è tutto qui, colleghi, il nodo di Gordio. In Italia si continua invece con le restrizioni, che strangoleranno ciò che resta della nostra economia. Vagheremo in un deserto di miseria, mentre continuerà il mantra del “chiudiamo oggi per salvare domani” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Intanto, colleghi, i teatri chiudono! I cinema chiudono! Le palestre e i ristoranti chiudono! Provate a farvi un giro qui in centro, a Roma, a pochi metri da qui, o a Milano in queste ore: strade vuote, tavoli vuoti, non c'è nessuno per strada! Riduzione del 71 per cento e del 73 per cento delle presenze e della bigliettazione per il cinema, per prendere soltanto un esempio di come state distruggendo l'economia e la filiera dello spettacolo, del cinema, del teatro, della danza, degli eventi e tutta la filiera culturale.

Ministro Franceschini, sempre contumace - qui in Aula non c'è mai, neanche stesse per candidarsi alla Presidenza della Repubblica e, quindi, non potesse farsi vedere in maniera troppo inflazionata in quest'Aula -, dove sono i ristori per queste categorie? Colleghi, parliamo di sale di teatro da 1.000 posti fatte riaprire a stagione iniziata con la promessa che sarebbero state sostenute e, poi, è ricominciata la narrazione dell'emergenza, per una variante, quella attuale, che poi in realtà si è scoperto essere molto meno dannosa e impattante, grazie a Dio, della precedente! Ebbene, cosa devono fare adesso queste sale, i teatri, i cinema? Noi abbiamo fatto una proposta. Come sempre, Fratelli d'Italia propone, oltre a opporsi a questo Governo e a questi provvedimenti deliranti. La proposta è quella di presentare le contromarche della SIAE, la bigliettazione effettiva e, in base al vuoto, ricevere il ristoro proporzionale. In questo modo almeno si farebbero sopravvivere queste sale. È da poco uscita la notizia del teatro Eliseo, venduto da un'agenzia immobiliare, come se fosse una qualsiasi proprietà immobiliare. Aveva ragione il collega Trancassini, che diceva che l'Italia, patrimonialmente, gli alberghi e le grandi strutture sono in vendita! Ebbene, anche sui teatri privati, i grandi teatri privati, non soltanto l'Eliseo, abbiamo fatto, in questo momento di crisi strutturale, una proposta concreta! Abbiamo proposto l'istituzione della Società teatri italiani Spa, con fondi della CDP - che ricordiamo che non sono fondi della CDP ma sono fondi degli italiani -, per entrare al 49 per cento nei CdA di questi grandi teatri di tradizione privata e nei TRIC, in modo da mantenerne l'autonomia artistica ma sostenerne le perdite e la capitalizzazione. Così si aiuta e si governa una filiera in crisi, come quella del teatro e ovviamente degli altri luoghi di spettacolo, Ministro Franceschini, ovunque lei sia, perché non la vediamo mai!

Dove sono i ristori, colleghi? Il Governo emana 5 decreti in 40 giorni! Sfido chiunque a capire esattamente cosa succeda e in quali casi. Giustamente Non è l'Arena ha fatto un quiz, perché sembrava di stare in televisione a fare i quiz, e nessuno sa esattamente cosa dica il decreto, perché ancora non l'abbiamo ricevuto l'ultimo decreto. Come nel caso di questo decreto-legge che è già superato da altri, colleghi, e fa capire come funzionano i lavori parlamentari. Noi, colleghi, ormai non siamo più deputati del popolo nel Parlamento italiano. No, con un neologismo, noi siamo “gli abdicanti dell'abdicamento italiano”, perché siamo qui per abdicare al potere sovrano del popolo italiano. E questo lo dobbiamo a questo Governo dei migliori, che vede talvolta gli stessi Ministri nei ruoli chiave. Basta citare il Ministro Speranza fra tutti. Se il Ministro Speranza, che ha gestito questa pandemia in maniera indecorosa, indecente e inadeguata è ancora al suo posto, ci chiediamo come possa essere definito questo “il Governo dei migliori”. Ci troviamo di fronte, colleghi, a un Vietnam normativo. In questo decreto-legge, colleghi, se lo avete visto, vengono persino inserite norme su Euratom, che con il COVID nulla hanno a che fare! Succede anche questo nel “Draghistan”, perché, colleghi, non siamo più in Italia: siamo in questa Nazione immaginaria. Sembra di essere nel film “Borat”. Siamo in questa nazione immaginaria, nel “Draghistan”, dove tutto è concesso, dove c'è il Consiglio tecnico-scientifico supremo della rivoluzione, dove c'è il Consiglio dei Ministri, che è l'unica forma rappresentativa rimasta, che però esclude il primo partito italiano rappresentato oggi in questo Parlamento.

E lo esclude per nostra scelta e per scelta del popolo italiano. Ma andiamo a vedere alcune anomalie, assolutamente inaccettabili.

Sui guariti; ormai stanno nascendo comitati, associazioni, su tutto, perché hanno capito che in quest'Aula non si può più avere una incisività, a differenza di ciò che noi, ovviamente, proviamo a fare ogni volta, e questo lo dico anche per i cittadini che ci seguono sui canali della Camera; alcuni in buona fede, alcuni perché magari distratti, alcuni perché esasperati, ci continuano a dire: sì, va bene, va bene tutto, voi siete bravi, parlate bene, difendete le libertà essenziali, ma perché questo Governo è ancora lì? Perché non lo avete fatto cadere? Ebbene, ci tocca ricordare che, nella democrazia parlamentare, l'opposizione ha tante facoltà, quella di proposta, quella emendativa, quella ostruzionistica, e noi le attuiamo tutte, ma non ha, per Costituzione, potere e forza, soprattutto di fronte a questo gigante a più teste, questa maggioranza del 95 per cento che mai si era vista nella Repubblica italiana; come possiamo fermare questa maggioranza a più teste? Possiamo fare come gli spartani, che erano pochi, ma hanno aperto la strada agli ateniesi e poi hanno vinto la guerra. E noi siamo qui, come gli spartani, a fermare l'avanzata di una maggioranza melassa, che tratta il Parlamento - o l'“abdicamento” - come se fosse un ufficio di transito, come se fosse un ufficio di passaggio dove far bollinare i decreti; una volta c'era l'ufficio caccia, dove i cacciatori andavano a farsi mettere il timbro per l'anno in corso; uguale, noi siamo qui a mettere i timbri, a ratificare, a validare decreti che sono già superati dai fatti e dalle evidenze.

Ma andiamo a vedere i fatti sui guariti. Io, come tanti altri colleghi, appartengo a questa categoria; io ho donato il plasma, per aiutare, prima che venissero i vaccini e facevo parte del Progetto Tsunami, quindi il mio plasma iperimmune ha contribuito a curare malati di COVID, anche gravi, in ospedale e, come me, migliaia di italiani hanno donato il proprio plasma. Poi, misteriosamente, questo Progetto Tsunami è stato sospeso, poi c'è stato il tragico caso del suicidio del dottor De Donno, che era tra coloro che sostenevano queste cure alternative; poi c'è stata la narrazione dell'emergenza, il sostegno alla corsa alla vaccinazione, e noi abbiamo detto, per carità, che siamo favorevoli, che va sensibilizzata l'opinione pubblica, ma non va coercizzata; state creando un clima veramente, veramente pericoloso.

Sui guariti, colleghi: in Italia i guariti sono attualmente - lo sapete? - quasi 5 milioni e 700 mila; i guariti dalla malattia COVID acquisiscono una persistente, robusta immunità naturale che, in caso di reinfezione, consente un decorso lieve o, comunque, non grave e con una bassa carica virale. Le evidenze scientifiche dimostrano che nei guariti è rilevabile una immunità cellulare di memoria persistente; il soggetto guarito, quindi, potrebbe anche contrarre nuovamente l'infezione, ma il suo sistema immunitario è già pronto a combattere rapidamente contro il virus e ad annientarlo, e questo indipendentemente – colleghi, lo sappiamo - dai livelli di anticorpi neutralizzanti circolanti, poiché gli stessi cominciano fisiologicamente a degradare già dopo il ventesimo giorno dall'infezione, mentre, nel contempo, si assiste a un aumento dei livelli di cellule B e T di memoria, in grado di evocare risposte specifiche non solo nei confronti della proteina S, ma anche di altre proteine strutturali virali. Contrariamente agli anticorpi, le cellule B e T di memoria permangono stabilmente e, oltre a provvedere all'eliminazione diretta delle cellule infettate dal virus, sono in grado di provocare ex novo booster anticorpali dopo ogni riesposizione e, addirittura, sempre più efficaci nel riconoscimento del virus, anche nelle sue varianti. Questo, colleghi, non lo dice Fratelli d'Italia; c'è una vasta letteratura scientifica, Cohen, Chen Crotty, Cusick, Dunn Barouch e molti altri.

Sappiamo, colleghi, che le case farmaceutiche non hanno poi considerato eventuali risposte dei guariti ai vaccini in commercio; rischiamo di esporre i guariti, 5 milioni e 700 mila, a effetti potenzialmente nocivi, con rischi di salute pubblica. Il Sudafrica, ad esempio, sta focalizzando la propria strategia pandemica proprio sui guariti. Come si può considerare l'immunità naturale, colleghi, addirittura meno efficace di quella indotta da un farmaco che cerca di mimarne l'effetto? Grande è la confusione sotto il cielo, ma la situazione, colleghi, non è affatto eccellente. Dal green pass siamo passati al green caos.

Questo provvedimento prevede campagne di comunicazione gestite dal Dipartimento dell'informazione e dell'editoria. Come Fratelli d'Italia, lo chiedevamo da tempo, anche con un ordine del giorno che fu approvato da questo Parlamento. Nel “Draghistan”, colleghi, dove noi stiamo vivendo, le “virostar” non fanno i virologi, ma cantano le canzoncine di Natale in televisione, vanno ai galà e nei salotti televisivi e bombardano, per mesi, gli italiani con l'idea che strumenti di natura meramente amministrativa - come ha ricordato, poco fa, il collega Tondo, di Noi con l'Italia, che siede tra le forze di maggioranza, nel corso di questa seduta - fossero necessari ad avere la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose; questo avete raccontato agli italiani e questo ha detto persino il Presidente Draghi, il Presidente migliore, del Governo dei migliori. Con tutto e il contrario di tutto, sostanzialmente, è stata costruita questa narrazione dell'emergenza.

Colleghi, a me piace citare i dati, perché questi non possono essere smentiti, soprattutto quando vengono da fonte istituzionale. I dati dell'Istituto superiore di sanità ci testimoniano che sono gli ultraottantenni a essere i più fragili, ossia quello che noi abbiamo sempre detto dall'inizio, perché seguivamo i dati ufficiali; gli over 90 e gli over 80 sono il 50 per cento, purtroppo, dei casi più letali. Quindi, forse andava fatta una pianificazione vaccinale e una narrazione della pandemia, a tutela di queste fasce, che sono state, statisticamente - non è politica, non è propaganda, non è ideologia: è statistica - vittime del COVID in maniera pesante, assieme ovviamente a tutte le categorie fragili, per patologie pregresse, per comorbilità, e così via. Questa era una cosa semplice, di buonsenso, documentata anche dai dati ufficiali, che Fratelli d'Italia, fin dall'inizio, poco dopo l'emergenza, ha chiesto, quando oggettivamente non si sapeva che tipo di virus fosse, come fronteggiarlo, e allora siamo stati uniti, come unita deve essere la Nazione in emergenza; ma poi che cosa è accaduto? Che qualcuno ha costruito sulla narrazione la propria fortuna politica ed ecco il “Conte 1”, il “Conte 2”, e poi qualcuno sperava il “Conte-bis” e il “Conte-ter”, ma purtroppo – o, per fortuna, ovviamente - è intervenuta la politica e quindi ci siamo ritrovati il Governo dei migliori: mai nome fu più abusato e più inutilmente applicato.

Ma veniamo alle norme vigenti. L'Agenzia delle entrate avrà i vostri, i nostri, i dati sanitari di tutti gli italiani, con liste prodotte dal Ministero della Salute; ci chiediamo che cosa ne pensi il Garante della privacy. Colleghi, ancora peggio: sarà l'Agenzia delle entrate a sanzionare tutto questo, e come possiamo mantenere il controllo dei dati, che adesso rimbalzeranno da un ente all'altro e saranno incrociati fra loro per creare nuovi dataset e database, senza alcuna trasparenza. Purtroppo, però, colleghi succede anche questo nel “Draghistan”; si è innescato un meccanismo di emergenza perenne.

Voglio evidenziare un'altra assurdità, e questa per dimostrare che, in questa gestione ossessiva e fantomatica della privacy, ci sono buchi enormi di tutela della privacy e poi controsensi assoluti, che creano situazioni kafkiane, come quella che si verifica all'interno del nostro palazzo. Colleghi, alla Fondazione Gemelli è stata delegata, come terzo, la possibilità di utilizzo dei nostri dati negli screening della Camera.

Nei moduli che firmiamo - che io firmo ogni due giorni, quando vado a fare un tampone - c'è anche scritto che, a norma di legge, una legge dello Stato italiano, questi dati possono essere conservati per un tempo illimitato. Eppure, non è permesso, a titolo di volontarietà, comunicare questi dati, perché, ricordiamocelo, la privacy deve essere garantita; per cui, se io non voglio, io deputato non voglio, io assistente parlamentare non voglio, io impiegato non voglio, nessuno deve conoscere questo dato - questo per chiarirci - ma se, al contrario, volessi dare il consenso, come do il consenso per lo screening sanitario sull'esito del tampone alla Fondazione Gemelli, che poi lo dà alla sicurezza, potremmo evitarci, probabilmente, quello che accade e sta accadendo in moltissimi uffici anche pubblici italiani: cioè l'assoluto e assurdo impiego di risorse - anche questo intervento è a loro solidarietà e non certo contro di loro - nel controllare il green pass addirittura tra l'Aula, gli uffici, la sala stampa, il ristorante, ogni volta per 10, 20, 30 volte al giorno, perché non si può delegare, volendo, solo volendo, questo dato e, magari, far capire che, se uno ha il super green pass rinforzato, che dura sei mesi o un anno, può anche decidere, individualmente, di far conoscere questo dato solo all'ufficio deputato al GDPR; ma no, non si può fare. Questi sono controsensi assurdi, perché noi abbiamo del personale e tutti i lavori vengono rallentati enormemente da questa procedura. Sembra di stare in Unione Sovietica, colleghi; io capisco che una parte di quest'Assemblea abbia un riflesso pavloviano, quasi, così, emozionale, e forse si trova anche a proprio agio in questo clima, però, vi assicuro che è un clima illiberale.

Sul tema dei dati personali, poi, aspettiamo ancora una risposta alle violazioni della privacy della piattaforma del Ministero dell'Istruzione, visto anche il tema di questo decreto. Su questo c'è un altro scandalo; abbiamo presentato due question time, lo abbiamo fatto con i colleghi Frassinetti e Bucalo, per garantire la privacy, questa sì, dei docenti e dei non docenti che entrano negli istituti scolastici, su questa piattaforma del Ministero dell'Istruzione che può far sapere se quel docente era vaccinato o se, appunto, aveva il green pass; problema ovviamente superato, però non superata è la questione di libertà, essenziale. Ora, avete inserito la norma sugli avvocati, per farli accedere ai tribunali solo con il green pass, per cui l'assenza del difensore, conseguente al mancato possesso del green pass, non costituisce impossibilità di comparire per legittimo impedimento; e il giusto processo, colleghi, garantito costituzionalmente? Succede, purtroppo, anche questo, nel “Draghistan”.

Noi siamo certo per la sensibilizzazione alla vaccinazione, ma non per la costrizione. La nostra solidarietà è sempre stata e sarà sempre al fianco dei medici, dei sanitari e degli infermieri che sono comunque in prima linea nelle strutture ospedaliere e negli ambulatori. E per quanto riguarda i medici di base, anche lì, avete creato, quasi sottotraccia, una guerra, quasi civile, tra i medici di base, perché queste persone sono persone formate, persone che conoscono i propri assistiti e che, magari, oltre ai vaccini sostengono anche le terapie domiciliari, sostengono le altre cure che sono in commercio, sostengono l'uso del plasma o di altre forme per la cura e, invece, no, fino adesso c'era la circolare del Ministero su tachipirina e vigile attesa. Ma – vedete - in una pandemia tutelare la salute di tutti vuol dire avere ovviamente una visione mondiale: il sud del mondo è vaccinato solo all'8 per cento, anche per questo, col Vice Presidente Rampelli, abbiamo chiesto la liberalizzazione dei brevetti dei vaccini in un ordine del giorno che è stato, qualche giorno fa, approvato dal Governo e da quest'Aula. Va garantita un'accessibilità universale e globale dei vaccini e di ogni trattamento contro il COVID-19, attraverso la sospensione temporanea dei relativi brevetti.

Un'italiana ha brevettato un vaccino, il Corbevax, ora in uso in India, non coperto da brevetto, prendendo l'esempio di Salk che sviluppò il vaccino contro la polio. Quando gli chiesero del brevetto rispose che apparteneva alla gente: “Si può forse brevettare il sole?”. E no, che non si può, colleghi.

Colleghi, vorrei poi soffermarmi su un dibattito; persino in Germania, si stanno chiedendo se la coesistenza delle misure relative all'obbligo vaccinale con le restrizioni sia sproporzionata. La coesistenza di entrambe le misure rappresenta una compressione delle libertà fondamentali; siamo in un clima come quello del film da poco evocato Le vite degli altri: posso muovermi solo con un certificato digitale - io ormai me lo sono appeso al collo, perché, colleghi, sennò non si può andare da nessuna parte, anche all'interno di questo palazzo -, l'Agenzia delle entrate può multarmi se non seguo un dato comportamento, la libertà è razionata. Se colleghiamo le libertà al numero di dosi, come potremo vaccinare 50 milioni di persone ogni sei mesi se non siete riusciti a riportare le persone in sicurezza nelle scuole? Inoltre, come ha sostenuto l'EMA, l'ente di farmacovigilanza europeo, non Fratelli d'Italia: una dose ogni pochi mesi indebolisce la risposta immunitaria, per ritornare al discorso precedente dei guariti. Attraverso lo strumento del green pass si aggirano i paletti costituzionali e si fissano limiti stringenti che condizionano pesantemente la volontà dell'individuo. L'estensione del green pass è discriminatoria e va contro lo stesso Regolamento di istituzione del green pass europeo; il punto n. 36, infatti, dice che è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate; il Regolamento stesso afferma che non può essere interpretato come un obbligo alla vaccinazione. Vorreste fare gli ultra-vaccinisti, ma, poi, come ha denunciato oggi Franco Bechis dalle colonne de Il Tempo, siamo diciassettesimi in Europa - e, quindi, avete fallito anche su questo fronte - per numero di terze dosi sulla popolazione complessiva, un risultato, questo, che evidenzia la strategia fallimentare del Governo dei migliori che, a questo punto, colleghi, sarebbe etimologicamente più corretto chiamare il Governo dei peggiori.

Colleghi, proprio sulla scuola, simbolo del pressappochismo dell'Esecutivo, viviamo una situazione di precarietà che ricade sui dirigenti, sui docenti e sugli studenti. Vi cito un articolo del Nature sull'impatto del COVID sui bambini: Le chiusure che sono state cruciali per controllare la diffusione del Coronavirus hanno isolato molte giovani famiglie, privandole del tempo di gioco e delle interazioni sociali; stressate e ridotte all'osso, non sono state in grado di fornire il tempo a tu per tu di cui hanno bisogno i bambini e i neonati. Pensate che il Bambin Gesù - e io mi onoro di essere uno dei bambini del Bambin Gesù, salvato dal Bambin Gesù da piccolo - ha dovuto istituire un dipartimento per la depressione infantile, per il numero dei suicidi o delle sindromi che si sono create proprio in virtù di questa restrizione e di questa pandemia. Una delle cause dell'accumulo di questi deficit, secondo gli studiosi, è l'assenza di interazioni umane; i bambini hanno bisogno di stabilire relazioni con altri; imparano osservando, dialogando, frequentando altre persone, in sostanza, socializzando, prima di tutto fra coetanei. Sono mancate le nostre misure, colleghi, quelle che Fratelli d'Italia proponeva poco dopo l'emergenza e che voi tutti avete irriso, che molti di voi hanno irriso, qualcuno anche in maniera pubblica: l'installazione di sistemi di areazione nelle aule, come abbiamo fatto nelle Marche con il presidente Acquaroli, in Abruzzo con il presidente Marsilio e a L'Aquila col sindaco Biondi; la riduzione del numero di alunni per classe; la riduzione del numero di studenti sui mezzi di trasporto; la dotazione gratuita di mascherina FFP2; il tracciamento continuo tramite test rapidi salivari per tutto il personale scolastico, effettuato da squadre preposte che negli istituti, secondo la calendarizzazione prevista, avrebbero effettuato i test. La carenza degli organici COVID peggiora poi la situazione ed è per questo che abbiamo invano proposto queste misure, quindi, di attuare una revisione degli organici del personale docente e ATA, per eliminare realmente il fenomeno dell'affollamento delle aule. Per fare ciò andavano assegnati subito i finanziamenti necessari, affinché le scuole potessero prorogare i contratti COVID, indispensabili per procedere ove necessario allo sdoppiamento delle classi, garantendo così un numero minore di alunni e la pulizia e l'igienizzazione delle aule.

Abbiamo presentato, con le colleghe Frassinetti e Bucalo, due interrogazioni sulla privacy dei docenti, ma il Ministro Bianchi fugge da queste risposte.

Avviandomi alla conclusione, mi rivolgo al Ministro Speranza. La sentenza del TAR che citavo prima ha ristabilito il ruolo della medicina territoriale e la necessità di investire sulle terapie domiciliari precoci. Il medico, di fronte a cure accertate, ha il dovere - il dovere! -, in virtù anche del suo giuramento, della prescrizione, e la circolare non poteva negarlo. Ma nel “Draghistan” succede anche questo, colleghi. Ci sono cure che funzionano, i monoclonali per i più gravi…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Vado a concludere…

PRESIDENTE. Ha concluso.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, un secondo soltanto, chiedo un secondo di recupero.

PRESIDENTE. Recupero di che?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Del tempo che mi è stato fatto perdere dalla collega Lorenzin.

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, ha dieci secondi. Finisca.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). La questione fondamentale, colleghi, è che questo Parlamento ormai è ridotto ad un'“abdicamento” e voi non siete più deputati. I deputati sono quelli che esercitano il potere del popolo sovrano, come facciamo noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Come hanno detto i miei colleghi, c'è un problema di metodo, cioè la proliferazione di decreti che poi vengono esaminati: un momento prima erano DPCM che ci calavano sopra la testa, adesso sono decreti che noi esaminiamo quando gli effetti sono già in atto; e soprattutto c'è una posizione continua di fiducie, che denotano, comunque, uno scarso rispetto verso il Parlamento.

E poi un discorso di merito, perché sulla questione green pass bisogna tornare un po' indietro. Ero in quest'Aula quando, dopo un'estate in cui la Sardegna era zona bianca, scoppiarono dei focolai in Costa Smeralda, furono denunciati dall'assessore regionale del Lazio, Amato, che denunciò come i laziali che tornavano a Roma, nella regione, erano stati contagiati a causa dei sardi e della loro permanenza in Sardegna. Veramente un tentativo bieco, irresponsabile, e lo citerò sempre perché rimane una ferita aperta su come siamo stati trattati all'epoca dai vari giornali, dalle trasmissioni TV: il caso Sardegna, la Sardegna dei non controlli, la Sardegna che era zona bianca e che ha infettato tutta Italia, dalla Lombardia al Lazio.

Peccato che nessuno ricordi che, proprio in quest'Aula, sono intervenuto per rivendicare la richiesta, che la regione Sardegna fece, di un passaporto sanitario basato sui tamponi. Noi chiedemmo, prima di tutti, dei tamponi per chi volesse arrivare in Sardegna da tutto il mondo, per delle vacanze sicure. Mi ricordo che il Ministro Boccia - era Ministro per gli Affari regionali - sulla stampa ci prese in giro, nelle trasmissioni TV rideva delle richieste dei sardi, dicendo che era anticostituzionale imporre un passaporto sanitario, perché non si poteva discriminare chi non voleva farsi il tampone. Nonostante questo, la Sardegna fu messa in tutte le trasmissioni TV, Report e tutti i grandi giornali, e non ci fu un esponente di questa maggioranza, dell'allora maggioranza del Governo, che difese la regione Sardegna dall'accusa di essere l'isola degli untori. Nessuno disse che i controlli spettavano al Ministero dell'Interno, come forse avviene adesso. No, la colpa era dei sardi, che prima erano zona bianca e si ritrovarono zona rossa. Era anticostituzionale chiedere dei tamponi alle partenze, ma non è anticostituzionale chiedere il vaccino obbligatorio o ammettere un green pass col vaccino obbligatorio.

Dopo cosa successe? L'estate successiva, memori di quell'esperienza, le isole greche introdussero un sistema dove, per sbarcare nelle isole, bisognava presentare un tampone negativo. La Commissione europea, dietro quelle richieste, perché altrimenti il turismo sarebbe colato a picco, studiò il green pass e disse: il green pass si può ottenere tramite un tampone negativo e questo è lo strumento per viaggiare liberi.

Noi lo facciamo all'arrivo e la barzelletta diventa che i progressisti, il PD e i 5 Stelle locali, che si dimenticano sempre di avere qui dei validi parlamentari e non li consultano mai su quello che succede in Parlamento, ci dicono: ma perché li fate all'arrivo i tamponi? Li dovete fare negli aeroporti di partenza, perché poi, se un turista arriva positivo in Sardegna, rientra nel calcolo del sistema sanitario regionale e per noi è un danno. Ma chi decide sull'aeroporto di Roma o sull'aeroporto di Milano? Ma almeno le basi politiche di conoscere quali sono le competenze? No, neanche questo!

Quindi l'idea per cui i tamponi fossero il metodo sicuro - l'Unione europea ha detto che il green pass deve basarsi sui tamponi e ha ribadito anche recentemente che non ci può essere discriminazione fra vaccinato e non vaccinato, ma che il green pass va assegnato sia a chi fa il tampone, sia a chi fa il vaccino - viene rispedita al mittente e non viene considerata. Ce lo chiede l'Europa, ma adesso l'Europa non l'ascoltiamo più e ci inventiamo il green pass italiano. Perché non ascoltate l'Europa e non fate quello che richiede? No, non lo fate, e introducete un green pass e un super green pass. Mi ricordo la dichiarazione di molti ministri, che diceva: il green pass vi consegna la libertà, vi consegna la libertà di andare al ristorante, vi consegna la libertà di andare allo stadio, vi consegna la libertà di andare in giro a fare la vita che facevate prima. E le persone hanno accettato, sono andate a vaccinarsi e hanno condotto la vita di prima. Ma noi avevamo avvisato: attenzione, ma il vaccino permette veramente di non contagiarsi? Certo, è inferiore la possibilità, ma c'è sempre la possibilità di contagiarsi. E l'unico strumento per accertare se uno è positivo o no, con un margine di errore, è il tampone.

Il sindaco di Cagliari, recentemente, ha finanziato con propri fondi l'effettuazione di tamponi gratuiti da parte della Croce Rossa e di Ferrovie dello Stato. Bene, sempre i progressisti hanno denunciato lo spreco di risorse pubbliche, salvo poi doversi rimangiare tutto, perché anche l'Organizzazione mondiale della sanità e tutti hanno detto che lo strumento, per vaccinati e non, per stabilire se uno era contagiato o no, è il tampone. Quindi abbiamo chiesto tamponi gratuiti, tamponi a prezzo calmierato: no, tutto viene rispedito al mittente, il vaccino obbligatorio, avete introdotto sempre più norme che discriminano le persone. E oggi il fatto di ieri: un bambino dalla Sardegna è stato ricoverato a Genova e la mamma non ha potuto accompagnare un minore, un bambino malato, nel proprio ospedale perché non aveva il vaccino. Ma almeno l'umanità - l'umanità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! - davanti a una mamma sofferente col bambino che sta male!

E soprattutto lo spiego ai miei colleghi che mi chiedono: ma perché parli sempre di Sardegna? Uno perché ci vivo, ci sono nato, e anche perché vorrei far capire cosa vuol dire vivere isolato dal mare, cosa vuol dire che, quando capita un'emergenza come questa, non puoi prendere il treno, non puoi prendere la macchina, non puoi andare in bicicletta, devi prendere un aereo o una nave. E voi avete escluso la possibilità, col super green pass, di muoversi dalle isole; come vale per la Sardegna, vale per la Sicilia e per tutte le isole minori, anche se la traversata è di 15 minuti e quella traversata la fai dentro la tua auto perché il percorso è breve. Vi rendete conto di che cosa state facendo? L'hanno già citato e ringrazio Giorgia Meloni che ha presentato un'interrogazione su quanto accaduto a Sassari: una donna vaccinata, a cui mancava la terza dose forse, non poteva fare il tampone perché gli ospedali non avevano i tamponi, aveva un urgente bisogno di controlli e le è stato detto di tornare perché non aveva il tampone, nonostante avesse due dosi di vaccino. Ma ormai il vaccino sta diventando un dogma, non serve più per curare le persone o per proteggere le persone, diventa uno status symbol che ti permette di vivere o no. E voi state vietando alle persone di vivere, perché si sta arrivando ad una esasperazione, ad una caccia alle streghe! E non sono cose che ci inventiamo come Fratelli d'Italia per fare opposizione, sono fatti di vita reali, concreti, che vi stiamo segnalando da tempo e che purtroppo, poi, si trasformano in tragedie.

Avete fatto una deroga, con un'ordinanza, per le isole minori, per gli studenti e per gravi motivi sanitari - cioè, da La Maddalena vai a Palau, venti minuti di traversata - però per i lavoratori no, chi lavora deve avere il green pass, il super green pass, per 20 minuti, ripeto, di traversata dentro la propria macchina. Quindi, uno che ha il green pass e che potenzialmente è contagioso può salire su quel traghetto, uno che si fa il tampone ed è sicuro di essere negativo non può salire. Vi rendete conto delle stranezze? Vi ho raccontato 2 anni di contraddizioni viventi fra Governo “Conte 2” e Governo Draghi, dai tamponi che non si potevano fare, e non si potevano obbligare le persone a fare il tampone, all'obbligo vaccinale, che limita le persone. E ve lo dice, come vi ha detto Trancassini, una persona che ha tre vaccinazioni, ma non solo. Quando è venuto l'Esercito in Sardegna - ma non l'ha fatto solo in Sardegna - a condurre la campagna vaccinale, a Sant'Antioco, Teulada, La Maddalena, Oliena, Villasimius, ho seguito tale campagna pubblicizzandola nei miei social e sulla stampa, ma non solo, scrivendo al Ministero della Difesa e ai vari Capi di stato maggiore per ringraziare i medici, gli infermieri e il personale che operava facendo i vaccini e andavo dicendo alle persone di andare a vaccinarsi, perché era un sistema sicuro, non c'era fila, era tutto super-controllato. Quindi è questa una campagna anti-vaccinale? No, è una campagna vaccinale, in cui io spiego che ci si può vaccinare.

Chi non si vuole vaccinare perché ha paura non lo convinci con un obbligo vaccinale. Quando voi avete introdotto i vaccini, per esempio, per i militari, il famoso vaccino AstraZeneca, sono andato dai militari che mi chiedevano: “È sicuro? Dicono che sia per i più giovani”. Rispondevo: “Sì, il Governo ha detto che è per i più giovani, è sicuro, vaccinatevi tranquillamente, non vi spaventate”. Ebbene, dopo 3-4 settimane, il vaccino non era più per i più giovani ma per gli over 60. Secondo voi, dopo che una persona si è fatta il vaccino AstraZeneca a 30-35 anni, una contraddizione simile i suoi familiari come la prendono? Corrono a vaccinarsi di nuovo e si fidano di quello che dice il Ministero, senza che il Ministero chieda scusa, senza che il Ministero faccia ammenda, senza che il Ministero finalmente impari dai propri errori e dica che ci sarà una voce univoca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Continuate con questa schizofrenia, abusando del vostro potere verso le persone, senza tener conto delle contraddizioni e degli errori che sono stati fatti.

Lo ripeto, non tenete conto neanche dei suggerimenti di buonsenso che vengono portati alla vostra attenzione da una forza di opposizione. Vorrei ricordare che, all'inizio della pandemia, questo movimento ha usato dei toni abbastanza morbidi, facendo anche da megafono alle rassicurazioni che il Governo dava. All'inizio, in Italia non c'era un pericolo pandemia. Con riferimento ai 2 cinesi che hanno percorso tutta l'Italia, poi ricoverati a Roma, non c'era nessun pericolo. Poi si è scoperto che non era così. Noi dicevamo che non c'era alcun pericolo, come il Governo diceva. Poi, invece, il pericolo c'era e siamo stati noi gli irresponsabili che dicevano che andava bene. Ma lo dicevate voi, noi lo abbiamo ripetuto e abbiamo tenuto un comportamento istituzionale per non dividere il popolo. Tuttavia, all'ennesima bufala, all'ennesimo sbaglio, nel momento in cui il Ministro Speranza nasconde i documenti, non consegna i documenti negli accessi agli atti e li dobbiamo ottenere tramite il tribunale, grazie ai colleghi Bignami e Gemmato, come ci dobbiamo comportare? Non viene il sospetto che c'è un problema di comunicazione, di trasparenza, che c'è un problema perché avete detto che il vaccino rendeva liberi e adesso avete richiuso gli stadi, i luoghi di cultura, i luoghi di lavoro? I comuni sono costretti di nuovo a inserire le zone rosse, i lockdow e i coprifuoco dove c'è l'80 per cento di vaccinati. Ma non c'era l'immunità di gregge? Quanto era, il 60 per cento, il 70 per cento, l'80 per cento, il 90 per cento? Siamo tornati alle zone colorate, alla minaccia delle zone colorate dal Ministro Speranza e da altri esponenti politici, che dicono: “o va avanti la campagna vaccinale o si richiude”. Ma come cavolo vi permettete di minacciare ancora commercianti e lavoratori dicendo che si richiude (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ma come vi permettete di limitare la libertà delle persone? Ma chi vi dà questa autorità, dopo che avete conseguito una serie di errori che vi stiamo dimostrando, fatto dopo fatto?

Continuate a non accettare i consigli, ripeto, perché, quando avete fatto l'ordinanza sulle isole minori, dovevate tener conto dei bisogni delle persone, delle necessità delle persone. Quando si diceva della ventilazione meccanica, ci prendevate in giro. Il Ministro De Micheli diceva che nei pullman bisognava andare con i finestrini aperti; il Ministro dell'Istruzione andava in giro dicendo che nelle aule bisognava aprire le finestre. L'unico che ha fatto qualcosa è il presidente della regione Marche, Acquaroli, che ha stanziato i fondi da solo, come regione Marche, per installare in centinaia di scuole questa ventilazione meccanica. E voi siete ancora dove? Ancora non avete fatto niente.

Poi, con arroganza, dobbiamo ascoltare anche le lezioni di coerenza, dobbiamo sentir dire che ci sono delle cure per il COVID. Come, ci sono delle cure per il COVID? L'ha detto l'esponente del Partito Democratico che ci sono le cure. E perché non è stato portato avanti uno studio, un protocollo, non è stato fatto niente? Siamo inermi, tanto basta mettere la fiducia perché basta arrivare a fine legislatura, è una lenta agonia per arrivare a fine legislatura.

Si ripete che chi non è d'accordo con la campagna vaccinale del Governo è un no-vax: siamo i primi no-vax ad essere vaccinati, siamo i primi no-vax ad andare nelle campagne vaccinali, siamo i primi no-vax che tengono un atteggiamento responsabile, che dicono che bisogna vaccinarsi, ma capiamo anche chi ha dei problemi, chi ha paura. Quando un giovane ha una pericardite subito dopo il vaccino, la famiglia mi chiede: “ma cosa è successo?”. Bastava, come abbiamo chiesto più volte, non mettere quel foglio di consenso informato perché, poi, è facile dire che è già previsto.

A lei, sottosegretario, noi riconosciamo un'onestà intellettuale, poiché lo dice anche in televisione che, se c'è qualche modifica da fare, la farete. Bene, fatela, perché anche quando capita, al Ministero della Difesa, che qualcuno è vittima di uranio impoverito, certo che il Ministero risarcisce. Però, nei casi in cui, come con l'uranio impoverito, è difficile dimostrare la correlazione con l'impiego, la persona si trova da sola a fare una causa contro il Ministero della Difesa, contro il Ministero della Salute, contro l'industria farmaceutica. Ma un povero cristiano che guadagna 1.000 euro al mese si può permettere una causa di anni contro il Ministero della Salute e contro le aziende farmaceutiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? No, lo Stato potrebbe togliere quel consenso informato, prendersi la responsabilità del vaccino e dire: “qualsiasi cosa accada, preventivamente, noi ti garantiamo le cure, ti garantiamo un risarcimento, poi vediamo se sarà dimostrato, lo dimostreremo e saremo noi a dimostrarti che non è stato così”. C'è un'inversione di responsabilità: non è la povera persona, il povero ragazzo o il povero anziano a dover dimostrare la correlazione fra il vaccino e il male, è il Ministero che ti deve dimostrare che non ti ha fatto niente, è l'ospedale che deve dimostrare che non tu ha fatto niente. Se qualche partita di vaccino è andata male - perché l'abbiamo sentito che nel mondo, sarà lo 0,1 per cento, qualcosa è andato male - deve essere anche l'azienda farmaceutica ad essere chiamata alla propria responsabilità nei confronti dello Stato italiano che sta spendendo miliardi di euro per questi vaccini.

Certamente, non è colpa vostra, non è lei, sottosegretario Costa, a dover controllare fialetta per fialetta, per carità. Però, fate qualcosa per invertire questa tendenza. Provate, ripeto, a trovare qualcuno che ha dovuto fare causa all'ospedale e fatevi raccontare la trafila burocratica per provare che è stato causato da una cura sbagliata.

Veramente, io vi faccio un appello: vi offro un soggiorno di due anni in Sardegna per capire cosa si prova a vivere su un'isola. Sono sicuro che la collega Bucalo offrirà il soggiorno in Sicilia. Con il super green pass, non vaccinatevi, e provate a vedere se riuscite a spostarvi e ad avere tutte le cure: vedete come funziona quando si è circondati dal mare. Non dico che per chi vive in altri posti, in montagna o vicino a strade tortuose, sia molto più semplice, perché quelle sono altre isole che, purtroppo, vivono le stesse grandi difficoltà relative ai collegamenti, qualora non vi sia un ospedale vicino. Cerchiamo di ragionare, di semplificare la vita ai cittadini, di capire le loro paure e i timori e rispettare la loro volontà. Cerchiamo di convincerli, ma con i fatti, mostrando che funziona, che il vaccino forse funzionerà totalmente, che renderà veramente immuni. Cerchiamo di aiutarli a comprendere che si va verso una campagna vaccinale corretta, tanto non ci sarà obbligo che tenga. Per quanto riguarda i militari, sottosegretario - e ciò sarà oggetto di un'interrogazione -, le segnalo che, per privare un militare del proprio salario perché non è vaccinato, si deve far riferimento agli articoli del codice dell'ordinamento militare; quando un militare viene sospeso con queste punizioni (quindi, ha una grave colpa e, in via precauzionale, viene sospeso), bisogna rispettare quello che prevede il codice dell'ordinamento militare, perché vivono in uno status speciale, non sono normali cittadini. In alcun caso, neanche il più grave, il militare viene privato del minimo sostentamento. Voi state trasgredendo a quello che è previsto dal codice dell'ordinamento militare che prevede che il militare debba ricevere almeno la metà di quello che gli spetta, anche in caso di colpe gravi. E, di grazia, non vaccinarsi è una colpa grave? No, per me no, non è una colpa grave; lo devo convincere e, come abbiamo proposto con un emendamento della collega Wanda Ferro – che è stato bocciato -, poiché, ovviamente, abbiamo le strutture della sanità militare per controllare la salute dei nostri militari, il Ministero della Difesa e il Ministero della Salute devono prendersi la responsabilità per quanto riguarda la vaccinazione: niente consenso informato, io ti sto obbligando a vaccinarti, la responsabilità è mia, per tutti i vaccini; io ho la responsabilità e lo garantisco a te. Infatti, quei ragazzi rischiano la vita tutti i giorni, rischiano la vita sempre; la loro preoccupazione non è per loro stessi, la loro preoccupazione è per quello che succederà alle loro famiglie e ai loro figli, alle loro mogli e dobbiamo togliergli questo pensiero, perché poi non succede niente, io sono sicuro che non succede niente, ma se succede anche a uno solo, quella famiglia rimane da sola, senza un padre, senza un marito, senza una moglie, senza reddito. Ci sono militari senza reddito. Perché non si vaccinano? Aiutiamoli a convincersi, prendendoci la responsabilità. Lo so che lo Stato non si tira indietro, ma - lo ripeto -, non si tira indietro quando c'è una causa che poi dimostra l'effettiva correlazione fra vaccino e danno. Per questo, chiediamo uno sforzo in questo senso, ve lo stiamo proponendolo e continueremo a proporlo, come continueremo a proporre che, per i servizi nelle isole, c'è bisogno di una diversa legislazione, c'è bisogno di un diverso approccio, c'è bisogno di aiutare le persone a vivere più serenamente questa emergenza. Due anni di politiche schizofreniche e di emergenza: da due anni, stiamo subendo politiche che non stanno risolvendo un bel niente perché, se ancora oggi gli stadi sono stati riportati a 5 mila, se i comuni sono costretti a mettere i coprifuoco, se i comuni sono costretti a mettere la zona rossa, la politica che avete fatto fino adesso non è servita a niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente. Quando questa Nazione avrà superato finalmente la pandemia, temo, ed è una paura sempre più concreta a vedere i vostri provvedimenti, che questa stessa Nazione non avrà più il senso dell'equilibrio tra i diritti, la coscienza di denunciare i soprusi e il coraggio di difendere la libertà degli altri, anche quando le convinzioni degli altri sono diametralmente opposte alle nostre. Lo temo perché voi cercherete di far passare questo provvedimento nuovamente con un voto di fiducia e cioè sostanzialmente legando la sorte dei singoli parlamentari alla sorte del vostro Governo. È evidente che troverete contrari a questo provvedimento, così come avete trovato contrari ai provvedimenti precedenti, soltanto noi, Fratelli d'Italia, questo gruppo di parlamentari, piccolo, ma fortemente rumoroso, che, da due anni a questa parte, sta dicendo a questo Governo e a quello precedente che avete sbagliato totalmente tutto e che siamo disposti a mandarvi a casa, anche a costo di elezioni, anzi chiediamo immediate elezioni, pur di non vedere più lo scempio a cui state condannando i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E quando gli italiani si chiedono come mai questo Governo non cade (come mai?), è perché questo Governo va avanti con i voti di fiducia e, nei prossimi giorni, vedrete sfilare chi non vuole mollare la poltrona e accetta un compromesso al ribasso, vergognoso, che calpesta i diritti degli italiani in questo momento.

Questo provvedimento, nello specifico, non dovrebbe ammettere il voto di fiducia, perché riguarda i diritti fondamentali e, riguardando i diritti fondamentali, richiederebbe un dibattito ben più ampio dei singoli discorsi dei singoli parlamentari di Fratelli d'Italia in un'Aula vuota! Adesso sì, fatela la foto all'Aula vuota (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché qua si sta parlando del super green pass, dell'impedimento a migliaia di lavoratori di andare a lavorare liberamente e di esercitare i diritti più basilari: andare in un albergo a dormire, entrare in un ristorante per mangiare, entrare in un bar, muoversi! Il diritto al movimento, un diritto fondamentale riconosciuto da tutte le dichiarazioni sui diritti umani. Di questo si sta parlando oggi e qui il dibattito c'è soltanto perché i parlamentari di Fratelli d'Italia vi stanno inchiodando con i loro discorsi che lei potrà ritenere noiosi, ma sono doverosi in un'aula vuota - lo ripeto - vuota, fotografatela (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché, evidentemente, questo discorso non interessa quanto la poltroncina che va salvaguardata col voto di fiducia. Chiamare questo provvedimento liberticida è un regalo. Qui siamo ancora generosi nel definire questo provvedimento liberticida. Bisogna fare chiarezza: questo è un provvedimento che obbliga gli italiani al super green pass, ovvero alla vaccinazione o alla guarigione, un obbligo occulto, perché l'obbligo di vaccinazione va messo soltanto per legge, invece, il super green pass è un obbligo occulto, ipocrita, è la dimostrazione della vostra assoluta assenza di responsabilità, ma tant'è; questo provvedimento obbliga al super green pass per accedere a ristoranti, hotel, addirittura trasporti e nei trasporti ci metto i servizi essenziali. Allora, facciamo chiarezza: è una misura sanitaria? Questo provvedimento è una misura che è estremamente necessaria per garantire la salute pubblica, come voi sempre dite? No! La risposta è no, perché in mesi di applicazione di un green pass restrittivo in Italia, oltre che al super green pass, che si applica in fallimento del green pass successivo, perché le misure restrittive precedenti sono già fallite, il numero dei contagi non è diminuito.

Ancora ci ricordiamo le dichiarazioni, anche nelle conferenze stampa istituzionali, in cui dicevate che il green pass era per salvaguardare le libertà perché nessuno si sarebbe più contagiato. Bugie! Avete detto bugie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non è diminuito il numero dei contagi e, quindi, sotto questo profilo non può essere considerato una misura sanitaria.

Ma anche guardando il rapporto con i Paesi che non hanno applicato queste misure, né il super green pass oggi, né il green pass prima, né - devo dire - gli obblighi vaccinali (penso, per esempio, al Regno Unito, dove l'obbligo vaccinale è soltanto per alcune categorie di sanitari ed è appena entrato in vigore), ebbene c'è il crollo di tutte le vostre dichiarazioni e di tutta la vostra supponenza. Andiamo dunque a vedere i numeri del Regno Unito. Il Regno Unito ha 70.160 casi nuovi (ad oggi); al giorno di ieri 88 morti, 152 mila totali e 262 in media in una settimana. L'Italia ha oltre 157 mila casi nuovi (il doppio!); i decessi totali sono 141 mila, i morti 248 (contro 88) e 295 di media nell'ultima settimana contro 262 di media del Regno Unito, e questo nonostante lo scarto di milioni di abitanti in assoluto e nonostante lo scarto di vaccinati (seconda vaccinazione completa: 76 per cento contro 71,3 per cento). Come se li spiega il Governo questi dati? Glielo dico io (è una banalità): né il green pass né il super green pass servono a diminuire i contagi e ad evitare le morti. Questa è la verità!

Non è una misura sanitaria, dunque. Sottosegretario, se sono vere le dichiarazioni che ho letto in questa giornata, francamente ritengo ancora più incomprensibile ciò che state facendo. Stamattina ho letto dichiarazioni di autorevoli esponenti di questo Governo - e non voglio fare nomi e cognomi - in cui si dice che ci si appresta ad adottare misure per cui i contagiati asintomatici potranno circolare. Voi state creando la Repubblica in cui i contagiati potranno circolare liberamente e i non contagiati, solo perché non vaccinati, dovranno essere chiusi in una teca (neanche a casa loro; dove si trovano in quel momento) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È questo ciò che state facendo! Ha una razionalità tutto questo? Si suppone che la vaccinazione impedisca di arrivare alle terapie intensive, però, signori del Governo, le terapie intensive dovreste anche farle, visto che adesso non avete neanche la scusa che non ci sono i soldi. Poi si vanno a vedere i dati e la metà delle terapie intensive è stata creata nonostante gli scostamenti di bilancio (la metà!). Posto, dunque, che la vaccinazione serve a non arrivare alle terapie intensive, che cos'è quella misura che fa circolare i contagiati e chiude invece a casa loro, se sono fortunati, o nella propria macchina - casi concreti verificati - i non contagiati ma non vaccinati? Qual è quella misura che fa passeggiare per le nostre strade i contagiati e continuare a far circolare il contagio e, invece, tiene chiusi coloro che non sono contagiati e che devono rimanere in un lockdown di fatto solo perché non vaccinati? Non è una misura sanitaria!

È una misura economica? No, non è una misura economica! Perché non è una misura economica? Perché noi ci troviamo oggi in un lockdown di fatto e, per quanto voi diciate che non è così, basta andare a parlare con un ristoratore, con un barista o con un albergatore per farvi dire che il loro lavoro è fermo, tanto da essere costretti a chiedervi i ristori. In due anni - due anni! - loro si trovano con un lockdown di fatto ma di fatto senza un ristoro e senza un aiuto concreto da parte di questo Governo che ha creato questa situazione.

Serve a impedire la DAD? A garantire ai nostri ragazzi il diritto alla scuola e all'istruzione? Ad avere un'infanzia felice e a poter stare con gli amichetti? No, perché la DAD è ricominciata! È una realtà ed è ricominciata nel caos di presidi e insegnanti che si sono ritrovati esattamente nelle situazioni di mesi fa, ma intanto sono passati due anni e li avete fatti perdere ai nostri ragazzi, compromettendo pure il loro diritto al futuro. È una misura che serve a garantire il futuro dei nostri ragazzi? Assolutamente no!

È una misura che serve a migliorare le condizioni economiche anche di chi ha il green pass e può andare a lavorare? No, perché siete riusciti a fare dei lavoratori di serie A e di serie B, costringendo a spendere 225 euro al mese a persone che portano a casa 1.000 euro al mese e devono scegliere se vaccinarsi o mettere nel piatto dei propri figli il cibo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questa è l'Italia che voi avete creato con questi provvedimenti. Altro che liberticidi! Quest'ultimo non è altro che un provvedimento di natura squisitamente politica ma dotato di una cattiveria nei confronti degli italiani che emerge in tutta la sua potenza quando ci accorgiamo del contrasto sociale che si è creato all'interno delle nostre piazze, che non è meno pericoloso della pandemia e che pone dei problemi di sicurezza e di diritto pubblico che non sono da sottovalutare e che vengono costantemente alimentati da politiche restrittive che non fanno che esasperare gli animi anziché quietarli.

Quella pacificazione sociale per cui voi dovreste essere nati dov'è? Non l'abbiamo vista! È un provvedimento che serve ad acquietare gli animi e a creare unità nazionale? No!

È una misura che tiene fuori da un ospedale una donna incinta e la costringe ad abortire in un parcheggio davanti a un ospedale. Ma non fa un po' schifo tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? È una misura che costringe un uomo da giorni a stare chiuso nella propria macchina nell'impossibilità di tornare a casa e non di andare in giro chissà dove (se volesse andare all'estero probabilmente potrebbe farlo). Solo perché non è vaccinata, quella persona - che spero in questo momento non sia più nella propria macchina in Sicilia, in attesa di poter avere un lasciapassare dal Governo per poter rientrare a casa nella terraferma - potrebbe andare in questo momento all'estero ma non può tornare a casa sua. Non solo non può tornare a casa sua per il vostro provvedimento, ma se deve mangiare non può andare in un bar e non può andare in un ristorante e se deve dormire non può andare in una struttura recettiva. Non può neanche fare pipì in un esercizio pubblico e tra un po' non potrà neanche entrare in un negozio per comprarsi il cambio. Per voi deve marcire in una macchina. Questa è la vostra umanità, questo è il vostro senso di equilibrio tra i diritti!

Io vi ricordo che anche all'inizio di questo incubo della pandemia, quando non si sapeva come arginarla, quando il vaccino non si sapeva neanche se fosse possibile in tempi brevi, voi avete garantito giustamente alle persone di poter tornare a casa propria e farsi i lockdown in casa propria, nella solidità e nelle garanzie che una propria casa dà, e non lo state facendo ora, tenendo bloccati tanti italiani nell'impossibilità di tornare nella propria casa. Ma qual è la Nazione che impedisce ai propri cittadini di tornare a casa propria? Qual è? In compenso gli sbarchi continuano ad avvenire e a casa nostra può entrare chiunque, chiunque! Le nostre case possono essere occupate e a loro non succede assolutamente niente, ma chi deve tornare a casa propria viene lasciato al suo destino; un destino disumano per una vendetta di Stato, quella che si sta consumando in questi giorni nella nostra Nazione per colpa e responsabilità soltanto vostra. Spero che quel cittadino e quella mamma, a maggior ragione perché quella mamma era davanti a un ospedale e all'ospedale non è stata fatta entrare, chieda il risarcimento e vi metta in mutande, chieda il risarcimento per quello che ha dovuto subire, posto che un figlio perso non esiste soldo che possa riconsegnarlo.

Tutto ciò avviene mentre in questi giorni - questo è veramente paradossale, perdonatemi, con l'eco di vostri esponenti che oggi rilasciano quelle dichiarazioni - l'EMA sta dicendo: attenzione, fermiamoci un attimo con le dosi ogni tre o quattro mesi perché rischiano di colpire il sistema immunitario e non abbiamo dati. Questo ha detto l'EMA ed è questo il motivo per cui Locatelli oggi ha detto che eventualmente solo le persone fragili - non si capisce per quale criterio, però lo ha detto - dovranno essere indirizzate verso la quarta dose, creando una confusione nella confusione, perché non ci si capisce più niente. Nello stesso giorno, voi chiedete la fiducia per impedire a una persona non vaccinata, o che non ha la vaccinazione completa, di usufruire dei servizi essenziali e poi quella stessa persona, attraverso la stampa, ammesso che possa andare in edicola, legge le vostre dichiarazioni, autorevolmente confortate dall'EMA che, in un certo momento, ha detto: sì, questo farmaco l'ho autorizzato, ma non l'ho autorizzato per come lo state utilizzando. Questa è la serenità in cui avete messo gli italiani. In tutto questo, addirittura Amnesty International ha detto che in Italia c'è un problema laddove si impedisce la circolazione e, ripeto, addirittura si impedisce di tornare a casa. Amnesty International lo ha detto! Se non volete credere a noi, almeno quei rapporti di Amnesty International dovreste leggerli, posto che non potete sventolarli solo quando piace a voi, e cioè quando sono a difesa delle ONG e non sono a difesa degli italiani. Questi dovreste leggerli tutti, dovreste leggere anche l'ultimo. Tutto questo avviene a corredo di un'analisi di come sono avvenute le cure del COVID, soprattutto le cure domiciliari, o meglio, le non cure domiciliari. Si viene a scoprire che gli anticorpi monoclonali in Italia sono stati utilizzati solo per 32.500 casi e che il TAR - il TAR! - ha dato torto al Governo sulla gestione della “vigile attesa”.

Già solo questo comporterebbe le dimissioni del Ministro Speranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), già solo questo, senza contare gli ulteriori motivi per cui dovrebbe dimettersi e che ha inanellato in questi anni, come un campione. Già solo questo! In tutto questo gli opinionisti al Governo si aprono alla quarta dose, qualcuno non lo vediamo più perché è stato smentito e ha avuto la dignità di scomparire. In questo caos, negli ultimi giorni ho addirittura sentito parole che, se le avesse pronunciate qualcuno seduto in questo piccolo spicchio del Parlamento, sarebbe stato impalato in pubblica piazza. Sto sentendo, senza scandalo di nessuno, se non di noi di Fratelli d'Italia, che autorevoli esponenti politici, alcuni peraltro anche leader dei loro partiti, stanno prospettando e avanzando l'idea per cui le prestazioni sanitarie dovrebbero essere garantite sulla base della scelta o non scelta di sottoporsi a un trattamento come il vaccino. Ho sentito parole scandalose pronunciarsi negli scorsi giorni, che, ripeto, fossero state pronunciate da chiunque di noi - mi ci metto io, dalla sottoscritta - avrebbero portato paginate, paginate e paginate di insulti nei nostri confronti. Invece, poiché pronunciate da una sinistra ipocrita, sono state taciute e messe sotto silenzio, se non fraintese. Eh no, voglio ricordare che il nostro sistema sanitario è un sistema universalistico, che è un fiore nei principi dei nostri diritti garantiti dalla nostra Costituzione, per cui si cura chiunque, a prescindere dalla scelta di vita, a prescindere dal fatto se abbia determinato o meno l'ospedalizzazione di una persona. addirittura a prescindere, sottosegretario, se l'abbia o meno mandata all'obitorio. Seguendo il ragionamento che ho sentito qualche giorno fa di un noto esponente politico di questa maggioranza in una nota trasmissione televisiva, noi dovremmo togliere, in modo disumano, le cure a chi, per esempio, si droga. È una scelta di vita che non condivido, però chi si droga è un fragile, lo proteggo e pretendo che il mio sistema sanitario lo aiuti. Lo stesso vale per un alcolizzato: chi di noi è astemio non condivide la scelta di vita di bere continuamente tutto il giorno, ma pretendo che il mio sistema sanitario lo aiuti e, se è coinvolto in una malattia, lo salvi, lo curi o provi a salvarlo. Non condivido il modo in cui determinate persone gestiscono la propria sessualità ma non dico che una persona che è infetta da HIV non si debba curare: pretendo che lo Stato la curi e faccia anche prevenzione, lo pretendo! Non è che, se una persona è finita in carcere, mi sogno di dire che dalle carceri devono uscire i medici. Non si tratta più di una non condivisione di una scelta di vita, si tratta di un danno che quella persona ha fatto alla collettività, si è macchiata di un reato, ha mandato magari all'ospedale qualcuno, ne ha determinato l'ospedalizzazione, magari lo ha mandato anche al creatore, magari è un assassino, magari è il più efferato degli assassini, ma questo Stato, questa Italia dimostra la propria civiltà anche se cura l'assassino!

E voi? Voi, che sbandierate “Nessuno tocchi Caino” e che andate a fare i cortei all'interno delle carceri sul trattamento disumano dei detenuti, vi mettete a sindacare sulle prestazioni sanitarie a un cittadino italiano, che paga le tasse, non ha mai violato la legge e che, per scelta personale, decide di non sottoporsi ai vostri provvedimenti? E non l'avete zittito quel personaggio? Non ho sentito una polemica nei suoi confronti, non ho sentito una parola contraria! Vi siete vergognati, forse, spero, della deriva a cui avete mandato anche parte dei vostri colleghi, in un ragionamento pericolosissimo, da cui dobbiamo uscire necessariamente fuori! Infatti, vengo nuovamente all'incipit del mio discorso. Esisterà un giorno in cui questa pandemia sarà finalmente sconfitta, non per merito vostro, e quel giorno io vorrei avere ancora uno Stato di diritto da difendere, delle libertà da difendere, un sistema sanitario da difendere, cure per tutti da difendere, al di fuori di ogni giudizio morale, al di fuori della supponenza cui ci avete abituato, al di fuori dell'arroganza con cui avete infarcito i vostri provvedimenti! Perché qua si tratta di arroganza! Avete perso la razionalità! Io uno Stato arrogante non lo voglio! Alla prepotenza preferisco la giustizia, al sopruso preferisco l'equilibrio. Non pretendo che una libertà, come voi volete far credere all'esterno, che non si dica prevalga sull'altra. Non pretendo che il diritto del lavoro valga di più del silenzio del diritto alla salute pubblica e privata. Ma pretendo un punto di equilibrio! Pretendo che chi governa abbia una visione d'insieme, che garantisca l'equilibrio tra gli interessi, tra i diritti e tra le libertà. In questo si distingue uno Stato giusto da uno Stato prepotente e vendicativo; voi ci state portando verso la seconda strada.

Allora, quando questa pandemia sarà debellata, ripeto, non per merito vostro, come dimostrano i dati di Regno Unito e di Spagna, per esempio, dove questi provvedimenti non sono stati adottati, ma vivono una situazione migliore della nostra, quando questa pandemia sarà debellata, noi saremo qui a dire che non siamo stati complici di questo disastro. Perché è un disastro; è un disastro istituzionale, è un disastro giuridico, è un sotto il profilo dei diritti, è un disastro economico, è un disastro sotto il profilo dell'istruzione, è un disastro a 360 gradi. Noi saremo qui a dire che non siamo stati complici, a dire che non abbiamo accettato lo spettacolo che avete consegnato all'Italia in questi due anni, peraltro, perdendo questi due anni, perché siamo di nuovo a parlare di restrizioni dopo due anni. Noi lo potremo dire, voi no! E se c'è qualcuno, qualche italiano da casa, che dice: perché non siete riusciti a farli cadere? Perché, purtroppo, il coraggio è cosa da pochi. Qui ci sono i coraggiosi e sono pochi, ma si chiamano Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Fuori c'è una massa di irresponsabili, che segue la paura e lo scontro sociale. E noi, questa paura e questo scontro sociale, li combattiamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario Costa, buon pomeriggio. Lo show continua, Presidente, ancora dopo due anni dall'inizio della pandemia, e siamo ancora qui a ingolfare il Parlamento con provvedimenti che continuano a sottomettere e a inquisire quegli italiani che vorrebbero tornare alla normalità. Forse, però, non abbiamo compreso una cosa e cioè che è questa la nuova normalità. Era questo quello che volevate, era il tanto decantato cambiamento voluto dal MoVimento 5 Stelle, venduto come miglioramento della qualità della vita degli italiani e che, invece, dopo aver svelato il grande bluff, dopo aver mostrato la sua natura sinistra, si incattivisce sempre di più, insieme ad una maggioranza di parlamentari usati dal Governo per venire in Aula a premere un pulsante.

Oggi stiamo parlando di un decreto che è già stato superato perché, oltre all'estensione dell'obbligo ai militari e ai docenti, siamo passati ad inquisire di fatto gli ultracinquantenni e, ovviamente, prima che quel provvedimento arrivi in Aula, il Governo con vigile attesa continuerà ad osservare il comportamento degli italiani, magari inquisendo i più ribelli, mettendo a dura prova la pazienza di coloro che si sono già rassegnati, piegando la maggioranza che lo sostiene a interessi sempre più occulti, come in uno “Squid Game” all'italiana, dove, se partecipi al gioco, puoi morire e, se non partecipi, puoi morire lo stesso per altri fattori. E mentre discutiamo il decreto sull'obbligo esteso a militari e docenti, il Governo ha già regalato il decreto di Natale, il decreto di Capodanno, il decreto dell'Epifania. Immagino che arriverà anche il decreto di Carnevale, ma a questo punto la maschera non vi servirà più, perché gli italiani, oltre a essere responsabili, oltre a essere pazienti e con uno spirito di adattamento alle esigenze della società sicuramente superiore a quello di altri popoli, sono anche perspicaci. E, se fino a oggi hanno accettato ogni coercizione e negazione della libertà con grande responsabilità, oggi sono sempre di più quelli che finalmente si pongono delle domande. Questo per dire in sintesi che sbagliare è umano, perseverare è diabolico e voi avete oltrepassato ogni ragionevole limite. Il Governo continua nelle sue contraddizioni e noi lo abbiamo raccontato sin dai primi giorni, quando abbiamo manifestato dentro quest'Aula contro il certificato verde. Avete preso atto che il green pass non ha funzionato o almeno non ha funzionato per contenere la pandemia: magari gli obiettivi sono altri e ai comuni mortali non è dato sapere. Ma, allora, è bene raccontare agli italiani la direzione che si sta prendendo, perché il Governo ha puntato tutto ed esclusivamente sulla campagna vaccinale, tralasciando tante altre cose che si potevano fare. Sento dire spesso, anche dalla maggioranza, anche in quest'Aula, oggi, che dobbiamo combattere la pandemia con ogni mezzo. Ma, allora, perché ignorate la ventilazione forzata nelle aule scolastiche, il potenziamento dei trasporti, le terapie domiciliari, il tracciamento? Rispetto a tutte queste inadempienze è evidente che non possiamo continuare a operare coercizioni delle libertà individuali e di impresa. Tengo a precisare che io stesso mi sono sottoposto a vaccinazione, pur avendo maturato anticorpi naturali, ma questo, per una strana ragione, non è motivo di esenzione. Nonostante altri parlamentari, altre voci libere in quest'Aula, molto più autorevoli di me in campo medico, hanno sottolineato questa incongruenza e hanno chiesto di tenere in considerazione questi parametri ai fini della copertura vaccinale, vi siete chiesti quanti casi ci sono in Italia? Il punto è che è evidenziato anche in una circolare del Ministero della Salute, che l'esecuzione di test sierologici volti a individuare la positività anticorpale nei confronti del virus o di altro tipo di test non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale. Quindi, voi ci state dicendo che il cittadino contagiato dal virus, che magari è stato anche asintomatico, che ha maturato gli anticorpi naturali, deve comunque vaccinarsi! Presidente, nel gruppo di Fratelli d'Italia siamo tutti convinti che comunque il vaccino sia uno strumento utile e necessario, ma non può essere l'unico strumento, soprattutto se non funziona come dovrebbe, come sta accadendo. Ricordiamo tutti quando il Presidente Draghi, nella conferenza stampa del 22 luglio, introducendo l'obbligo del green pass disse testualmente che quello strumento consegnava agli italiani luoghi sicuri dove non era possibile contagiarsi. Dopo sei mesi da quella dichiarazione e una campagna vaccinale che dura da oltre un anno, ieri ci sono stati altri 248 morti, il che è molto strano, se pensiamo che siamo alle soglie del 90 per cento della popolazione vaccinata.

Considerando il fatto che le ultime varianti - si dice - siano più contagiose, ma anche meno letali, è normale che i cittadini si pongano dubbi e che siano sempre meno convinti di sottoporsi a terze o a quarte dosi, se nonostante gli scarsi risultati voi continuate comunque a terrorizzarli, attraverso i media. Pensiamo ai cittadini che hanno scelto di non vaccinarsi e si sono sottoposti al tampone ogni 48 ore a proprie spese per conservare il posto di lavoro: voi che cosa fate? Comunicate loro che i soldi fino spesi fino ad oggi per effettuare i tamponi - dimostrando, peraltro, di non essere degli untori, come vengono descritti - non sono serviti a nulla e, anzi, state loro dicendo che sono poveri illusi; considerato che non hanno compreso che devono abbassare la cresta, gli togliete anche lo stipendio, una costrizione che nasce dal fatto che non volete imporre l'obbligatorietà per legge, con relativo risarcimento in caso di danni. Su questo punto c'è una grande contraddizione che vorrei sottolineare chiaramente: questo consenso informato - e ne hanno parlato un po' tutti i miei colleghi - è una cosa irragionevole davanti a un trattamento sanitario imposto dalla legge; lo Stato mi obbliga a vaccinarmi se voglio recarmi al lavoro, però se non firmo il consenso informato quello Stato mi sospende lo stipendio. È un tema già emerso, che Fratelli d'Italia rileva da tempo e che oggi si impone anche in maniera molto più evidente, visto che l'obbligo vaccinale è arrivato anche per gli over 50. Perché il Governo non prende atto che lo scenario è completamente cambiato da quando il vaccino è diventato obbligatorio e la richiesta del consenso informato è una totale contraddizione? Perché il Governo non mette mano al consenso informato e non tiene in considerazione un fondo per pagare eventuali danni? È chiaro che se non ci ascoltate, qualche dubbio ce lo poniamo e diventa evidente che preferite tutelare le case farmaceutiche, anziché i cittadini italiani. Qui non parliamo del medicinale ampiamente sperimentato, che andiamo ad acquistare in farmacia, magari per un mal di testa o un raffreddore, e che scegliamo noi di assumere; qui non c'è una scelta, qui c'è una costrizione, un ricatto occupazionale, l'emarginazione totale dalla società. Leggendo il consenso informato, nella parte che riguarda gli effetti indesiderati, i cui dati non sono noti ai fini statistici, davvero dovreste essere preoccupati e prendere precauzioni nell'interesse degli italiani e non delle case farmaceutiche. Infatti - è vero che secondo i dati ci sono pochi casi, ma proprio perché ci sono pochi casi ci deve essere una garanzia da parte dello Stato, che deve essere una tutela e non deve essere l'abbandono. Si va dalle difficoltà respiratorie allo shock anafilattico, che può essere potenzialmente mortale, all'infiammazione del cuore, alla miocardite, che - anch'essa - può portare alla morte.

Presidente, noi veniamo retribuiti per rappresentare il popolo, non i produttori di vaccini. Noi abbiamo il dovere di preoccuparci di quel popolo che ha scelto di mandarci qui, non degli azionisti delle case farmaceutiche. Come si fa a scegliere di abbandonare magari l'unico membro di una famiglia che lavora e che ha subito danni? Come si fa a non immedesimarsi in quel papà o in quella mamma, unica fonte di reddito per una famiglia, che viene a subire effetti collaterali irreversibili a seguito di danni da vaccinazione? Chi è che si occuperà di quella famiglia? I vaccini vengono pagati dallo Stato con soldi pubblici dei contribuenti e, proprio perché vengono pagati, è necessario che ci sia una minima garanzia. Nessuno ci fa firmare un consenso informato quando andiamo ad acquistare un'auto o la carne in macelleria e credo che sia una legittima richiesta chiedere un risarcimento per chi subisce effetti collaterali gravi, non solo per coloro che si vaccineranno in futuro, ma, ovviamente, anche per tutti coloro che si sono già vaccinati. Penso che sia questo il modo per riacquistare la fiducia del popolo italiano, perché avreste finalmente dimostrato di operare nel loro interesse, e non in altro. Rassegnarsi alla coercizione, al ricatto occupazionale non è degno di un popolo come quello italiano. La dignità, italiana o di un qualunque essere umano, non ha prezzo e non si può barattare per un siero imposto da un Presidente che non è stato eletto da nessuno. Deve essere il Governo, con il Parlamento, a creare una condizione di benessere per i cittadini - tutti - ma voi ricattate i lavoratori dicendo che li sospenderete, che verrà tolto loro lo stipendio; adesso inizieranno a multare anche i primi cittadini che non accetteranno questo ricatto.

Allora, se siamo tutti convinti che il vaccino è utile e dobbiamo convincere gli over 50 che non sono vaccinati, perché anziché mettere una multa, il Governo non si assume la responsabilità se ci saranno - ci auguriamo ovviamente di no - di reazioni avverse? Penso che, a questo punto, sia determinante convincere quegli italiani che non si sono ancora convinti, anche per il susseguirsi di decreti-legge e della comunicazione a reti unificate. Anche l'OMS ha detto che non possiamo immaginare di andare avanti con i booster ogni 3 o 4 mesi, così come non possiamo immaginare un mondo dove, per entrare in un bar a prendere un caffè, devi per forza mostrare un certificato digitale.

Vado alla conclusione, Presidente. In questi giorni si parla dell'elezione del Presidente della Repubblica e leggo uscite imbarazzanti della sinistra e dei 5 Stelle in merito a una irricevibilità o una improponibilità della proposta di centrodestra e di un proprio rappresentante. Allora, mi domando: è ricevibile per i cittadini italiani un provvedimento come quello che stiamo votando oggi? È proponibile togliere il pane a un padre di famiglia, sospendere dal lavoro una persona che ha paura di vaccinarsi, multare anche chi sceglie di chiudersi in casa, pur di fare qualche vaccino in più? O, peggio, utilizzare le Forze dell'ordine per perseguire quelli che la sinistra chiama untori, anziché i veri criminali? Qualche sera fa, il collega Vinci è venuto in Puglia e, alle 3 di notte, lo sono andati a prendere in un hotel, manco fosse un camorrista pericoloso. Il punto qui non è l'errore di sistema, perché si sa che nessun sistema è perfetto, ma andare a prendere un cittadino di notte, mentre è in hotel che dorme, mi sembra abbastanza spropositato. Se ci fosse stato lo stesso eccesso di zelo per gestire criminali e clandestini, probabilmente il crimine in Italia sarebbe stato debellato da tempo. Invece, si preferisce perseguire i cittadini onesti, le imprese, i lavoratori; si preferisce stravolgere la vita degli italiani e questo Parlamento, nelle prossime ore, convertirà l'ennesimo decreto sull'obbligo del green pass, togliendo ogni ragionevole possibilità di scelta, perché, di fatto, imponete l'obbligo vaccinale senza assumervi alcuna responsabilità. Avete creato discriminazioni e conflitti tra cittadini e l'ipocrisia resta la più grande malattia di questo Paese.

Io mi auguro, con tutto il cuore, di sbagliarmi e che l'orizzonte, diciamo la vita post pandemia, sia veramente migliore di come la stiamo immaginando oggi, ma allo stato attuale i dubbi sono moltissimi e, di conseguenza, anche se non siamo in sede di dichiarazione di voto, penso che per nessuna ragione al mondo voterei un provvedimento di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Membri del Governo, onorevoli colleghi, oggi ci ritroviamo in quest'Aula a discutere di un provvedimento in qualche modo già superato poiché, tra pochi giorni, dovremmo tornare a riunirci per i decreti-legge del 24 e del 30 dicembre 2021 e del 7 gennaio di quest'anno; voglio ricordare a me stessa che nell'arco degli ultimi 40 giorni sono stati sfornati ben 4 decreti; siamo quasi al giro di boa. In due anni di pandemia, possiamo affermare, tutti quanti, con certezza, che ormai non dobbiamo più discutere di un evento inatteso, ma di un problema col quale convivere e che deve - o dovrebbe - essere gestito con strumenti ordinari e non con decreti-legge che si susseguono di settimana in settimana e che hanno lo spiacevole effetto di creare uno stato di emergenza permanente, senza emergenza e, per di più, un puzzle normativo rafforzato, in cui anche i cittadini più bravi e volenterosi si perdono e non sanno cosa si può fare e cosa non si può fare; per di più, con il green pass e con il super green pass abbiamo creato ulteriori difficoltà. Siamo a quasi due anni dall'inizio della pandemia e ciò che ancora stupisce è la confusione nella comunicazione puntuale - la polarizzazione, come piace chiamarla ai media, ma che in realtà è una vera e propria esacerbazione delle posizioni - che ha creato e continua a creare fratture dolorose all'interno di tutto il nostro tessuto sociale e che speriamo possano essere in futuro sanabili, quando tutto sarà finito.

Fratelli d'Italia, in coerenza, è stata sempre a favore della vaccinazione, ma troviamo francamente sorprendente la superficialità, l'arroganza e il paternalismo con cui vengono squalificati coloro che esprimono dubbi e paure certamente comprensibili. Gli italiani che hanno paure, incertezze, che hanno maturato dubbi, andrebbero ascoltati e convinti, non turlupinati e derisi, anche perché molti di quei dubbi sinceramente sono figli del vostro modo di condurre le cose, di una comunicazione puntualmente schizofrenica. Mi limito solo a citare alcuni, pochi, casi ed episodi che abbiamo vissuto nell'arco di questi due anni di pandemia.

Mi riferisco al caos mediatico su AstraZeneca, molti colleghi che mi hanno preceduto lo hanno sottolineato: vaccino ammesso, poi sospeso, poi riammesso, poi smaltito solo grazie agli open days, per poi essere definitivamente ritirato. Mi riferisco, poi, alle certezze granitiche di questo Governo, soltanto di questo Governo - devo dire - negli ultimi tempi, ma che vedevano altrettante certezze granitiche dei Governi che lo hanno preceduto sul raggiungimento dell'immunità di gregge che ci avrebbe dovuto salvare e che ora, se ci facciamo caso, è un argomento quasi totalmente scomparso da qualsiasi dibattito, da qualsiasi agenda. Mi riferisco all'efficacia delle famose due sole dosi che ora sono diventate tre e che, poi, probabilmente andranno ad aumentare; a quei 46 milioni di italiani che si sono prontamente vaccinati e saranno disposti a fare molto probabilmente anche dieci dosi, con la stessa prontezza, con lo stesso senso di responsabilità che hanno fin qui dimostrato.

Ma la politica e l'informazione, certa informazione, hanno un dovere più grande, che è il dovere del realismo, e hanno il dovere, soprattutto, di dire agli italiani la verità, hanno il dovere di avere coraggio, anche quando le evidenze scientifiche non sono buone, contraddicono le scelte politiche fatte e ci impongono o vi imporrebbero una revisione delle strategie.

La pandemia ci ha costretto, invece, a perseguire e ad arrivare in un vicolo totalmente cieco, in cui è sempre più arduo l'esercizio del dubbio e del senso critico, che, pure, dovrebbe essere, in una situazione come questa, in cui la scienza ha poche certezze - e lo vediamo da tutti i talk show, dove i vari immunologi si contraddicono o, comunque, hanno teorie totalmente differenti - la modalità normale, in qualche modo; la modalità della costruzione della conoscenza, quella proprio del dubbio, rispetto a cui si è imposta, invece, una comunicazione spesso parziale, omissiva e dai toni paternalistici.

Ma la conoscenza, signor Presidente, è un processo attivo, ce lo insegnano proprio la scienza e la filosofia: non accontentarsi delle informazioni che puntualmente ci vengono calate dall'alto, porre domande, scavare nelle risposte. Io credo che questo sia il lascito maggiore che la nostra tradizione ha, dal punto di vista della tradizione culturale europea, a meno che non si voglia buttar via, tutto di un colpo, tutto ciò che tanti filosofi - Socrate, Giordano Bruno, Galileo, Cartesio - che parlano di quei princìpi che andrebbero difesi, i principi della Costituzione liberale, ci insegnano.

Signor Presidente, signori del Governo, in una democrazia costituzionale, il fine non giustifica mai i mezzi e difficilmente questo per voi è un punto chiaro e, soprattutto, un punto dal quale partire per poter poi arrivare. I mezzi devono essere sempre e comunque sorretti dai principi di adeguatezza e proporzionalità; si dovrebbe essere saldi su questi principi, ancora di più quando si invoca la situazione di emergenza, per non mettere a rischio la tenuta della democrazia, per non scambiare la situazione di emergenza con la legittimazione per un'intensificazione della produzione normativa e di iperproduzione di doveri.

A nostro avviso, il decreto-legge che discutiamo oggi ci sembra ponga una serie di problemi su cui più volte in quest'Aula, come al Senato, abbiamo richiamato l'attenzione, pur rimanendo inascoltati e, soprattutto, inascoltati anche dai colleghi di maggioranza che su un tema, devo dire, di tale delicatezza, forse, avrebbero dovuto vedere per una volta quest'Aula con numeri ben differenti rispetto al deserto che abbiamo trovato questa mattina.

Certamente, la sovrapposizione dei decreti, quelli passati e quelli già in vigore, ma che ancora devono essere convertiti, non ci aiuta ad essere chiari nell'esposizione, confonde i cittadini che oggi sono già investiti da nuove norme, da obblighi, e depotenzia soprattutto la possibilità che una discussione parlamentare possa essere realmente uno strumento utile a bilanciare gli interessi, a trovare la soluzione migliore nell'unico interesse che conosciamo e che è l'interesse del nostro Paese.

Certamente, io credo che, anche da questo punto di vista, abbiamo costretto l'operaio, il singolo cittadino, l'artigiano, ogni volta che usciva un decreto, a doversi trasformare in un giurista per interpretarlo, e questo credo che sia il grande fallimento di chi non sa far partecipare, ascoltare e trasferire le regole alle persone.

La disciplina del super green pass che avete voluto introdurre ha creato la falsa illusione che questo grande certificato ci avrebbe salvato, ci avrebbe protetto dal contagio, ci avrebbe dato certamente la sicurezza di essere tra le persone sane - e non mi pare che questo sia avvenuto: l'ultima classifica dell'Organizzazione mondiale della sanità ci vede come quarto Paese al mondo in termini di contagi e voglio ricordare che anche la variante Omicron arriva in Italia in ritardo rispetto alla presenza che ha avuto in altri Paesi - ma, soprattutto, ci ha dato l'idea che nulla potesse toccarci, avendo in mano questo green pass; e soprattutto, oggi, capiamo che oltre all'esito di quello che è stato questo strumento c'è anche un problema di durata temporale. Ovviamente, l'incertezza relativa all'andamento dei contagi non può tradursi in uno stato di permanente incertezza di disciplina normativa, perché con la distinzione tra il green pass e il green pass rafforzato si sono introdotte incisive e importanti limitazioni sui diritti fondamentali. Uso le parole della Corte costituzionale per ricordarlo a chi magari lo dimentica, per un fatto anche di comodo: “Se si deve ammettere che un ordinamento versi in uno stato di emergenza, si deve, tuttavia, convenire che l'emergenza, nella sua accezione più propria, è una condizione certamente anomala e grave, ma anche essenzialmente temporanea. Ne consegue che essa legittima, sì, misure insolite, ma che queste perdono legittimità se ingiustificatamente protratte nel tempo”.

In secondo luogo, ci chiediamo se esista un limite alla suddivisione in classe di parte dei cittadini, perché con questo decreto si pone una questione seria di discriminazione, non solo tra chi possiede un green pass di qualsiasi tipo e chi non lo possiede; una discriminazione che incide sulla vita di relazione di quei soggetti che decidono, ad oggi ancora legittimamente, di non vaccinarsi e che sono costretti a farsi carico continuamente del costo dei tamponi per poter anche solo circolare liberamente. Le discriminazioni esistono anche tra i possessori del super green pass e i possessori del green pass base, discriminazioni tra i possessori di qualunque tipo di green pass a seconda della colorazione della regione in cui abitano, discriminazioni tra chi si è vaccinato entro una certa data e chi lo ha fatto successivamente. Si è arrivati a quello che era già avvenuto, per esempio, nel Governo Conte 2: a creare il partito delle regioni che richiede una nuova riclassificazione delle colorazioni su basi di parametri differenti. Si tratta di discriminazioni che ovviamente viviamo quotidianamente, che certamente non riteniamo giustificate e che non rispondono ad alcun criterio di ragionevolezza né rispettano il principio di realtà e di evidenze scientifiche che, ormai, sono abbastanza chiare. Gli individui vaccinati non sono affatto al sicuro, neanche dopo la terza dose, perché la contagiosità della variante Omicron è estremamente elevata e, sebbene, lo voglio precisare, con esiti assai meno gravi, il virus può colpire anche i vaccinati.

L'introduzione di questo super green pass rilasciabile non più sulla base di un semplice tampone corrisponde alla previsione che questo Governo ha voluto mettere in campo di un onere che è parente di un prossimo obbligo di vaccinazione vero e proprio che, infatti, poi, avete imposto, ovviamente con un successivo decreto, ai maggiori di cinquant'anni e che trasforma le limitazioni ai non vaccinati in vere e proprie sanzioni inflitte sulla base di una scelta che, invece, è ancora legittima, sebbene non gradita alle autorità.

Laddove servivano parole e fatti che riguardavano trasparenza, parole di verità, avete continuato a scegliere la strada dell'ipocrisia.

E il green pass si rivela, oggi, per quello che realmente è, come già avevamo denunciato come Fratelli d'Italia in più occasioni: uno strumento pensato male fin dall'inizio, che è diventato uno strumento ipocrita nel momento in cui avete deciso di estenderlo ad aspetti fondamentali della vita delle persone, come il lavoro, lo studio, l'accesso ad alcuni servizi fondamentali. Un obbligo mascherato da libera scelta, per un Governo che non ha il coraggio delle proprie scelte, delle proprie azioni, di quello che, in qualche modo, alla fine deve avere per chi ha una grande responsabilità, seppur un Governo nominato, seppur un Governo che certamente non è composto in larga parte da persone che sono rappresentative del popolo sovrano. È un obbligo, dicevo, mascherato da libera scelta, con tanto di gogna pubblica per chi lo rifiuta, lo abbiamo visto in tante occasioni, una gogna che certamente non lascia scampo ai cittadini rispetto ad una libera scelta.

Avete deciso di trattare gli italiani come fosse un popolo, ancora una volta, di persone irragionevoli, immature, poco consapevoli e che devono essere convinte in maniera diretta e in questo caso, purtroppo, indiretta. Il green pass finisce per discriminare tra i cittadini in base alle loro scelte personali di vita e di cura, e questo è un tema che ovviamente sottolinea l'irragionevolezza di questo Governo. È drammaticamente inutile, perché alla luce dell'aumento dei contagi possiamo affermare che non serve ai fini della prevenzione; del resto lo stiamo vedendo quotidianamente nelle varie realtà, ma soprattutto anche in una sanità che più volte vi aveva chiesto le cose da fare e quelle che dovevano essere applicate.

Fratelli d'Italia torna ancora una volta con la sua coerenza, con la sua volontà di ribadire la propria proposta, la contrarietà sul green pass, ma soprattutto anche - in qualche modo, con grande amarezza, perché sembra la vittoria di Pirro - dovendo dire: ve l'avevamo detto. E ve l'avevamo detto, vi avevamo detto cosa serviva, cosa poteva aiutare. Oggi mi viene da ridere pensando a quando qualche collega parlava della reazione meccanica controllata nelle scuole, al di là del mainstream, a qualche simpatica giornalista, che ancora potete rivedere in video e in alcuni audio, rispetto al sorriso di quello che andavamo a proporre.

E oggi anche quello sarebbe stato uno strumento utile, perché riconosciuto dalla comunità scientifica. Avevamo chiesto di intervenire sui trasporti; avevamo chiesto di intervenire negli ospedali, attraverso il rafforzamento di quello che deve essere il personale sanitario, quelli che avete definito eroi, ma che oggi in qualche modo combattono da soli e senza strumenti; avevamo deciso, in qualche modo, di mettere in campo la richiesta di cure domiciliari, la possibilità di dare anche un servizio sanitario all'interno delle scuole; però sono state tutte proposte respinte al mittente. Probabilmente dobbiamo ragionare rispetto a quello che vi avevamo proposto, che poteva servire, che oggi viene riconosciuto.

E mi dispiace dirlo ai signori del Governo, io credo che anche il Ministro Speranza dovrebbe accettare quello che è stato un fallimento, sancito non da ultimo dal TAR, ma che ha visto nella quotidianità i cittadini chiedersi cosa guidi le scelte di questo Ministero. La collega Montaruli ha fatto dei passaggi molto importanti anche rispetto a quello che all'inizio dicevamo e vedevamo scritto - ‘andrà tutto bene', ‘saremo migliori' - e citava l'impossibilità, magari, per chi non è vaccinato, di trovare cure dentro gli ospedali; abbiamo parlato di questa donna costretta ad abortire perché non è potuta arrivare al pronto soccorso ed essere curata. Ma io penso, per esempio, a delle dichiarazioni dell'altro giorno, in televisione, di un ex componente del CTS, che addirittura parlava della misura giusta, per chi non vuole vaccinarsi, in termini di galera, di carcerazione.

Penso a me, alla mia voce che, oltre ad il mio accento, fa capire da quale regione vengo, ma dalla voce si comprende che sono, ahimè, purtroppo, una fumatrice. Quindi pensare, magari, che chi si ricovera perché ha un problema legato a patologie del fumo, non debba essere curato perché magari potrebbe essere un non vaccinato; oppure pensare addirittura che in questo momento si sta creando questa divisione tra chi ha diritto e chi non ha diritto a quello che dovrebbe essere un modo per condurre questa nostra cittadinanza e popolazione a vivere, non dico serenamente, il post pandemia, perché speriamo che arriverà questo post pandemia, ma sicuramente non fino a quando voi sarete al Governo e farete queste scelte.

E allora, parto dal presupposto - e lo dico senza alcuna strumentalità - che anche la posizione della fiducia, che da qui a breve ci sarà, è la dimostrazione di quanto questo Parlamento sia stato esautorato nella scelta. E non credo che sia un'offesa soltanto al gruppo di Fratelli d'Italia come opposizione, ma credo che sia l'insulto più grande che si possa, in questo momento, fare ai cittadini, nel momento in cui si discute di strumenti che incidono sulla libertà di ognuno di noi.

Chiudo, signor Presidente, facendo una sottolineatura, e lo dico pensando che ci sia sempre tempo per cambiare: io mi auguro che il Ministro D'Inca', magari, chissà, oggi ci ripensi, che lasci un dibattito libero, aperto, che lasci la possibilità di modificare e soprattutto di modificare le cose che ci chiedono i cittadini, perché è un Paese che vive una pandemia sanitaria, ma questo è un Paese che sta vivendo una pandemia economica di straordinaria importanza, dove ovviamente i cocci qualcuno dovrà raccoglierli. E voi sarete responsabili, quando chi verrà, speriamo molto presto, dopo di voi, rileggerà queste pagine di storia, rileggerà il modo in cui le avete condotte, attraverso delle scelte che sono soltanto frutto di prova muscolare, di scelte assolute che non hanno accettato alcuna forma di riflessione, di fermo e, soprattutto, anche di umiltà.

E allora chiudo, dicendo che oggi noi parliamo di tutto ciò che oggi è libertà, ma qua sembra tutto illiberale. E vede, signor Presidente, io credo che il principio assoluto della libertà non sia un principio che in qualche modo sventoliamo quando ne abbiamo convenienza o all'occorrenza, ma il principio di libertà sia nel rispetto della Costituzione, nel rispetto dei diritti di scelta di ognuno di noi, ma soprattutto anche nel dovere da parte del Governo di fare le cose nel modo giusto, garantendo la salute e soprattutto il benessere dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Onorevole Albano, c'è qualche problema? Toccava ad Osnato… e io volevo dire proprio Osnato! Prego, onorevole Osnato.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Lei ha un intuito che è anche superiore alle nostre volontà! Buongiorno al rappresentante del Governo. Presidente, lei mi scuserà se io per il mio incipit mi appoggio al telefonino, ma volevo leggere un messaggio che ho ricevuto poc'anzi da una persona, un messaggio molto lungo, ne leggo un piccolo estratto che ha una particolare attinenza col dibattito di oggi. Vedo il Ministro D'Inca', è un messaggio di un nostro conterraneo bellunese, peraltro, e dice: ho tre figli maschi, ormai cominciano a “sclerare” (usando un termine che va di moda ultimamente); due, ahimè, li porto dallo psicologo anche per altro, ma questa situazione incide per più dell'80 per cento (questa situazione evidentemente è la pandemia). Il più grande mi ha detto questo: papà, sono stufo, non posso programmare nulla.

Lui fa l'università, è al secondo anno, è del 2001. È in contatto con altri studenti e altre persone che vivono fuori dall'Italia e in Europa. Qui solo e qui soltanto c'è questa situazione surreale. Il messaggio continua con altre descrizioni, ma questo è un po', a mio modo di vedere, il succo del problema. Cosa siamo riusciti, in 2 anni, a fare noi affinché, come diciamo dall'inizio della pandemia, si possa convivere con il virus? Cosa siamo riusciti noi, in tutte queste lunghe ed estenuanti discussioni, tutte legate a decreti fatti dal Governo, da vari Governi, a lasciare affinché la vita quotidiana di ognuno di noi, delle nostre famiglie, delle nostre aziende, delle nostre comunità potesse veramente convivere nel modo più appropriato con la situazione di pandemia?

Vede, sottosegretario, a me dispiace dover avere lei di fronte in questo dibattito, non perché non sia autorevole, anzi lo è molto di più di tanti altri, ma proprio perché la ritengo, tra virgolette, meno responsabile di altri della situazione, essendo lei intervenuto in un secondo momento della vicenda politica della pandemia. Sarebbero altre le persone che sarebbero dovute al suo posto essere qui e mettere la faccia su questo provvedimento, mettere le loro parole a difesa di questo e di altri provvedimenti. Perché, vede, alla fine della fiera, noi abbiamo una situazione in cui in Italia, nella politica, nei mass media, nei dibattiti quotidiani, il tema del Coronavirus, del COVID, intrattiene quasi la totalità delle discussioni, delle parole, dei dibattiti, dei pensieri degli italiani e su questo credo che anche l'atteggiamento di questi Governi abbia delle responsabilità. L'aver voluto accentrare o incentrare, per meglio dire, tutto sul tema delle chiusure, sulla pesantezza delle restrizioni, sulla pesantezza delle misure ha indotto tutti noi a pensare che non ci fosse niente al di fuori di questo ed invece tante realtà, tante nazioni, tanti Paesi hanno fatto in modo diverso, hanno utilizzato altre procedure, hanno gestito anche meglio la comunicazione.

Io, lo ricordo sempre, quando c'è stato il tema di AstraZeneca, credo che rappresenti un paradigma di come non si comunica quando si hanno delle responsabilità politiche in una nazione. Voi avete terrorizzato famiglie di italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): c'erano insegnanti, agenti delle forze dell'ordine che andavano a vaccinarsi con il terrore; avete detto delle cose, le avete contraddette, le avete riproposte, le avete annullate. Avete fatto tutto quello che non si deve fare quando si governa e non si può neanche dire che questo derivava dalle poche conoscenze che si avevano sul tema, perché altre nazioni facevano in altro modo, ma voi non le avete mai considerate le altre nazioni, voi avete sempre ritenuto di avere una verità in tasca e di doverla proporre assolutamente e imprescindibilmente agli italiani. E non avete fatto neanche quello che credo si faccia in ogni struttura complessa, se possiamo usare questo termine: cioè si pone un'azione, si vedono le conseguenze e si trae un insegnamento. No, non si è cambiata una virgola. Noi oggi siamo esattamente con le stesse idee, con le stesse procedure, magari in modo insignificante modificate, ma siamo allo stesso punto del settembre, del maggio o del giugno del 2020, cioè di quando ancora conoscevamo ben poco di questo Coronavirus.

Detto da uno che è assolutamente a favore del vaccino, che è vaccinato - ho fatto le due dosi, non ho ancora fatto la terza perché, essendo un guarito, non posso ancora farla -, credo che anche il “vaccinocentrismo”, usiamo questo neologismo del Governo, sia un'idea, forse, non proprio appropriata. Lo dico perché, il vaccino sicuramente è stato utile, è stato salvifico, per molti aspetti. Siamo stati - credo che il collega Gemmato ne parlasse già nella tarda primavera del 2020 - i primi ad insistere sull'idea di rafforzare la ricerca di un vaccino, anche un vaccino che fosse prodotto da noi, che si potesse velocizzare quando ancora sembravano lontani i momenti in cui il vaccino potesse arrivare in Italia; siamo stati i primi a dire che era una delle modalità per uscire da quel profluvio, ahimè, di morti che vedevamo in quel periodo. Siamo stati, quindi - e lo siamo ancora -, a favore della vaccinazione e abbiamo detto, però, che evidentemente serviva per mettere in sicurezza le fasce più deboli o, almeno, partendo dalle fasce più deboli. E mi chiedo, sottosegretario, se oggi le abbiamo messe tutte in sicurezza - non mi pare dai numeri, non mi pare, ahimè - e, forse, quindi, anche le modalità in cui il vaccino viene somministrato, nonostante l'impegno, che riconosciamo al generale Figliuolo e alla sua struttura, sia stato importante, bisogna calibrare anche quelle. Se prima c'era una vaccinazione di massa da far partire, da far progredire, oggi bisogna anche vedere che ci sono ancora troppi - lei mi correggerà sui numeri -, ci sono centinaia di migliaia, direi più di un milione di over 65 che ancora non sono vaccinati. Allora, forse, bisogna andare a capire chi sono: non credo che tutti siano no-vax, non credo che tutti abbiano un'ideologia assolutamente confortata da tesi scientifiche no-vax, quindi, probabilmente, forse, con delle strutture apposite, si dovrebbe andare a colpire questa sacca di persone a rischio fragilità che ancora non si sono vaccinate. E, invece, si è preferito, per ragioni anche statistiche - lo possiamo dire, sottosegretario - far partire le prime dosi dei seienni, dei settenni, con riferimento ai quali sappiamo che, effettivamente, magari, c'è meno urgenza di andare a vaccinare.

Su questo tema vorrei anche, poi, che facessimo tutti una riflessione su come ci siamo comportati in quest'Aula rispetto anche alle azioni di alcune regioni. Io ricordo delle bieche - non faccio fatica a definirle così - parole pronunciate in quest'Aula quando la Lombardia - particolarmente le province di Bergamo e Brescia - soffriva dell'esplosione della pandemia, quella più virulenta, quando ancora non c'era la possibilità del vaccino, quando ancora c'erano le morti, che purtroppo ci sono ancora, ma erano in numero sicuramente maggiore, quando le bare partivano su camion militari, le bieche parole strumentali di gran parte dell'emiciclo che sta di fronte a me perché bisognava accusare la Lombardia di non aver fatto quello che doveva fare, di non aver fatto la medicina di territorio, di non aver fatto quello che ormai tutti quanti conosciamo. Quando abbiamo visto che la colpa non era, innanzitutto, dei medici e degli operatori sanitari della Lombardia, ma non era neanche di chi gestisce la politica sanitaria in Lombardia, non solo non abbiamo sentito non dico le scuse, ma almeno un atto di resipiscenza. Ma oggi che la Lombardia è dal punto di vista vaccinale un esempio per tutta Italia non sentiamo dire che bisogna prendere degli esempi dalla Lombardia su come gestire gli hub vaccinali, su come gestire questa politica vaccinale. E, quindi, anche qui, sempre una strumentale lente ideologica da parte di gran parte della maggioranza che sostiene il Governo e anche di qualcuno che sta al Governo, che è stato o che sta al Governo, non dobbiamo dimenticarlo. Poi c'è stata questa sacralizzazione del green pass.

Questo è il grande tema, a mio avviso, dell'errore di questo Governo: aver incentrato tutto sul green pass, sulle varie modalità di green pass, sulla sovrapposizione tra vaccino e green pass, tra un presidio sanitario assolutamente indispensabile (e che, per fortuna, è stato proposto in larga scala) e un documento amministrativo. Quello che abbiamo visto in questi anni e in questi mesi è stata l'assoluta necessità di far credere che col green pass gli italiani avrebbero avuto la libertà; col green pass, invece, l'hanno vista – ahimè – ridotta. L'altro giorno, in una trasmissione televisiva, un oscuro personaggio mi diceva: “no, ma adesso, grazie a green pass, noi andiamo al ristorante”. Io ho ricordato che, forse, grazie al vaccino (ma neanche), forse, dopo tante insistenze, grazie alla modifica delle disposizioni rispetto alle zone colorate delle regioni, di cui poi parleremo, oggi i ristoranti sono aperti, perché se la situazione che abbiamo adesso in molte regioni d'Italia l'avessimo avuta con le regole di un anno fa, probabilmente, quei ristoranti sarebbero ancora chiusi, a dimostrazione dell'inconsistenza di quelle restrizioni che sicuramente hanno ammazzato e affossato centinaia di migliaia di piccole imprese e di piccoli esercizi pubblici. Quindi, non è il green pass, ma il raziocinio di qualcuno che vi ha fatto capire che finalmente bisognava derogare da quelle restrizioni inutili. Noi, l'anno scorso, bevevamo un caffè serenamente al bar e non mi risulta che i bar, i pubblici esercizi, i ristoranti, i negozi e i centri commerciali siano stati il cluster delle contaminazioni. Oggi, senza green pass sostanzialmente non possiamo andare da nessuna parte,.

Non dico niente di nuovo sostenendo che questo è stato uno stratagemma, neanche troppo originale, per andare verso un obbligo vaccinale che non vi è riuscito di condividere in maggioranza fino a qualche giorno fa; adesso, in qualche modo, lo avete fatto, come dicevano bene i colleghi, non volendovi neanche assumere la responsabilità e lasciando il tema del consenso informato. E allora questo green pass forse, anche a fronte di quanto succede in altre Nazioni… Era chiaro che con la stagione invernale sarebbe tutto peggiorato; abbiamo visto i picchi di tante Nazioni dell'est. Per quanto riguarda la Bulgaria, che era stata accusata di avere – e questo, in parte, a ragione - percentuali troppo basse di vaccinati e, quindi, con contagi alle stelle, adesso ha un picco molto più basso rispetto a quello dell'Italia, ovviamente, perché lì è arrivata prima la stagione invernale: quindi ha subito prima questo picco. Leggevo su qualche quotidiano che oggi ci troviamo in una situazione di stallo, probabilmente e fortunatamente scenderemo. Quindi, era evidente che il contagio sicuramente non dipendeva dal green pass e, purtroppo, in gran parte, non dipende dal vaccino. Quindi - senza apparire troppo blasfemo - questa sacralizzazione del green pass, questa transustanziazione quasi tra il vaccino e il green pass quasi a livello eucaristico, faceva apparire gli italiani salvi grazie a un documento amministrativo. Questa è la protervia politica di questo Governo, di questa maggioranza, questo modo di colpevolizzare tutti quelli che non ce l'avevano col vaccino, perché soltanto i pazzi possono pensare che il vaccino sia un male assoluto, ma avevano contestato e vogliono contestare il green pass. Ovviamente, con la compiacenza di molti mass media, siete riusciti a far credere che chi contestava il green pass contestava il vaccino. Ieri, ho sentito il Presidente Bonaccini che ci diceva che anche questa colorazione delle regioni oggi, sottosegretario, non ha più molto senso, forse possiamo anche andare avanti, cioè, in un momento in cui prorogate lo stato di emergenza, continuate a utilizzare strumenti di emergenza, mi sembrate un po' lenti nel prendere atto delle evoluzioni di questa pandemia e dello stato in cui versa la Nazione rispetto alla pandemia.

Quindi, andiamo un po' avanti, superiamo questo tema. Con riferimento alla pressione sugli ospedali, mi sembra sia dettata anche dall'esigenza, giusta ma forse eccessiva, di creare (così mi è parso di capire dalle piccole indagini che ho fatto negli ospedali della mia zona) strutture per ricoveri COVID; mi pare che l'esigenza di creare tali strutture sia stata piuttosto esagerata rispetto al reale bisogno. Questo ovviamente ha fatto chiudere reparti di altro tipo e credo che la sanità soffra per questo. Credo che la pressione sia anche e soprattutto per questo, perché, dai dati che l'Istituto superiore di sanità promana, non mi sembra ci sia un'emergenza di terapie intensive tale da farci preoccupare per i malati di COVID. Ci fa preoccupare per chi invece ha altri tipi di patologie e che non riesce a svolgere le terapie adatte. In tutto questo c'è un'assenza totale - anche in questo decreto - delle situazioni economiche connesse a questo tema. È finito il tempo dei ristori, semmai vi siano stati, è finito il tempo dei “decreti Liquidità” e, purtroppo, nessuno è venuto qui a raccontarci quali effetti abbia avuto il “decreto Liquidità” sulle imprese, se sia vero che la liquidità è stata distribuita, se sia vero che la liquidità ha avuto effetto sul preservare queste imprese, se sia vero che questa liquidità è stata concessa con i termini di agevolazioni che ci venivano descritti, sui quali - ahimè - avevamo qualche dubbio ai tempi dell'approvazione.

Credo che anche questo sia un compito di un Governo, cioè venire a raccontare cosa sia stato restituito in termini anche economici e sociali rispetto a quello che è stato chiesto in termini di sacrifici, perché va bene l'hashtag #andratuttobene, va bene ringraziare gli italiani per la pazienza che hanno avuto, ma gli italiani non vanno neanche presi in giro. Bisogna capire se veramente tutte queste importanti masse di denaro che sono state stanziate, a prescindere dal PNRR, abbiano prodotto gli effetti che sono stati annunciati. Credo che, anche questo, sia un esempio di protervia. Vi ricordate le conferenze stampa annunciate via Facebook dell'allora Presidente del Consiglio Conte che dovevano essere alle 20, poi erano alle 20,30, poi alle 21, poi alle 21,30, a seconda di quando il suo portavoce riteneva ci fosse la maggiore affluenza di audience? Ecco, in quelle conferenze stampa si diceva: abbiamo risolto, abbiamo fatto, abbiamo dato. Ecco, io vorrei capire se quelle parole ultimative abbiano prodotto veramente quegli effetti. Io non credo, io vedo vetrine abbassate, Presidente, vedo imprese chiuse, vedo ristoranti - ahimè - ancora troppo vuoti che ancora fanno fatica a riprendersi, io vedo esercizi commerciali che soffrono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); le realtà che fortunatamente sono sopravvissute fanno fatica, va bene ovviamente quel grande patrimonio imprenditoriale del made in Italy, delle eccellenze, del mondo dell'alta tecnologia, del design; loro esportano e sono riusciti a contenere, anche in questi mesi, l'assalto della Cina, della Turchia, perché hanno potuto utilizzare le capacità imprenditoriali di ingegno, di progettazione degli italiani che sono il nostro orgoglio e al quale va il nostro applauso anche per aver potuto resistere a questi attacchi di Turchia, Cina e India, di questi Paesi che hanno tentato di approfittare anche della situazione dell'Italia per poter rubare all'Italia stessa fette di mercato importanti nel mondo e lo hanno fatto anche - ahimè -, approfittando delle inutili restrizioni che furono fatte a 360 gradi all'inizio della pandemia, perché – lo ricordo - il tema del codice Ateco è stata una delle intuizioni peggiori che si potessero avere in un momento di difficoltà sicuramente pandemica, ma anche di difficoltà economica.

Le stesse proprietà, che avevano strutture identiche in Italia e in Germania, in Italia erano chiuse e in Germania funzionavano. Questo era quello che succedeva in quei mesi e noi con serenità l'abbiamo detto e l'abbiamo ridetto. L'ha detto persino il senatore Renzi a un certo punto. Quindi, vuol dire che siamo stati anche non dico imitati - per l'amor del cielo - ma ascoltati anche da personaggi della maggioranza, eppure abbiamo dovuto aspettare mesi lo stesso perché in parte sparisse il messaggio del codice Ateco.

Oggi, quindi, cosa ci deve insegnare questo dibattito, nel quale con serenità avete ascoltato gli interventi dei miei colleghi di Fratelli d'Italia? Cosa ci deve insegnare? Ci deve insegnare che noi abbiamo voglia, come dicevo all'inizio, di dare delle risposte a un ragazzo di 21 anni che non può programmare nulla. Sottosegretario, io lo so che non è colpa sua e che lei soffre come me a sentire queste parole, però delle risposte dobbiamo darle. Dobbiamo spiegare a questo ragazzo che deve programmare e sognare un futuro e deve sapere che avrà una Nazione che lo appoggia. Deve sapere che potrà rivolgersi a un Governo e alle sue strutture perché, quando avrà finito l'università, potrà sicuramente - in Italia, auspicabilmente - svolgere una professione, aprire un'impresa, essere uno di quelli che citavo prima, appunto, che magari va nel mondo a conquistare fette di mercato in nome del made in Italy.

Invece, noi cosa facciamo? Facciamo un decreto, che oggi ci troviamo a dover convertire, probabilmente con l'ennesima fiducia, nel quale diciamo che possiamo mettere la mascherina ffp2, che possiamo avere il super green pass e che forse potremo un domani, se il picco scende, essere allo stadio al 75 per cento invece che in 5.000. Peraltro, siete riusciti a diminuire la presenza allo stadio negli unici dieci giorni in cui non si giocava a calcio in Italia e, quindi, non ho capito come siete riusciti a capire che lì era il problema. Avete limitato il calcio e le scuole nel momento in cui erano chiusi e, quindi, non si capisce come anche questa sia stata una trovata così salvifica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, come dicevo, noi dobbiamo essere quelli che danno le risposte al ventunenne che ritiene di non avere futuro e a suo padre che è preoccupato. Dovete avere la responsabilità di dire che l'Italia non ripartirà domani ma che Italia è già ripartita. L'Italia ha la capacità, la dignità e la forza per poter dire ai suoi giovani che domani è già oggi. Quindi, per favore, non riservataci più uno sterile documento in cui si parla di green pass o di mascherine; diteci come sarà l'Italia da oggi in poi, come sarà l'Italia che deve dare le risposte a questi cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, siamo qui in discussione generale per la conversione del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali. Non l'ho declamato e riletto per allungare il discorso che sto facendo, ma perché è un decreto-legge del 26 novembre dell'anno scorso. Se lo andiamo ad analizzare un po' e ad approfondire, ci accorgiamo che è un decreto già vecchio. Reca queste misure urgenti e che cosa definisce? L'obbligo di vaccinazione mediante booster per le professioni sanitarie, scolastiche e per le Forze dell'ordine, la riduzione a nove mesi, anziché dodici, della validità del certificato verde, l'ampliamento del novero dei mezzi di trasporto, l'introduzione del green pass rafforzato rilasciato solo alle persone vaccinate o guarite da COVID e il green pass base rilasciato col tampone molecolare, l'accesso ai luoghi di lavoro non col super green pass ma con le regole ordinarie e le modalità attraverso le quali i datori di lavoro devono verificare l'adempimento dell'obbligo vaccinale e l'accertamento dell'obbligo vaccinale con le relative sanzioni. Quindi, da questa breve, rapida e quanto mai superficiale disamina ci accorgiamo che le regole di cui stiamo discutendo oggi, in un'Aula pressoché vuota, signor Presidente, sono ormai appartenenti quasi a un'altra era geologica. Oggi il tema si è rapidamente spostato sul lockdown ormai indotto dall'effetto del combinato disposto di una serie di misure raffazzonate, confuse e inadeguate. Ci sono stati quattro decreti nelle ultime settimane e, quindi, noi stiamo qui a parlare un po' del passato.

È vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria. Se è vero che la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia ma in tutta Europa e nel resto del mondo, come vediamo, come abbiamo visto e come abbiamo avuto modo di valutare in modo completamente diverso, è altrettanto vero che nel 2021 e anche nel 2022 norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono ignorate quando non palesemente violate o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo. Questa procedura e questa situazione si sono ripetute ancora una volta con il decreto-legge in questione, che è stato esaminato in Senato, che è giunto alla Camera blindato e su cui si dovrà porre di nuovo l'ennesima fiducia, la trentatreesima del Governo Draghi, mi sembra. Questo meccanismo perverso fa sì che noi oggi discutiamo di un provvedimento, come ho già detto, i cui effetti in parte sono stati superati da un provvedimento successivo, il primo decreto-legge del 2022, che ha introdotto ulteriori norme, regole, sanzioni e obblighi. Ci perdonerete, signor Presidente, signor sottosegretario e colleghi, se nella discussione odierna anche questi provvedimenti saranno oggetto di ragionamento, tale è questa discrasia che stiamo vivendo e che la realtà ci sta facendo vivere.

I numeri che l'Italia sta attraversando sono veramente pesanti, perché siamo di fronte ancora a una pandemia subdola e pericolosa. È verissimo! Tuttavia, siamo nel 2022 ed è come se ci trovassimo ancora nel 2021. Nel mezzo, però, ci sono state tre dosi di vaccino, green pass di vario genere, di vario tipo e di vario grado, fasce di colori e lockdown a diversi livelli e di grado differente. Intanto, salgono ancora i casi tra i sanitari con tre dosi e gli ospedali sono in affanno per la mancanza di personale, personale già carente prima della pandemia. Però, vediamo ancora, come nel 2021, la tragedia e il dramma della crisi economica, della chiusura dei locali, dei ristoranti e delle attività. Quello che oggi abbiamo descritto e che vediamo descrivere su tutti i giornali è come un lockdown di fatto: siamo aperti ma chiusi. Questi sono i fatti e questi sono i dati. Già, i dati. Vogliamo parlare, per esempio, del caos delle cifre? Dei numeri? Dell'ultima conferenza stampa del Ministro Speranza? Il rapporto dell'ISS è incongruente con i dati forniti nella conferenza stampa del Ministro. Secondo questa conferenza, i numeri dei non vaccinati sono aumentati e i booster scendono. Il Ministro non ha usato dei dati grezzi, l'Istituto si difende, ma quello che cresce certamente è il caos.

Dunque, valutiamo i dati. Il dato dev'essere verificato e valutato, dev'essere attendibile, dev'essere significativo, chiaro e non ambiguo, perché sulla base dei dati prendono delle decisioni i Governi, i comitati tecnico-scientifici, gli enti locali, gli enti sanitari, i medici, le famiglie e tutti i cittadini. E allora valutiamo questa posizione. Abbiamo sentito dire e stiamo sentendo, per esperienza personale, per quello che sta accadendo nelle nostre città, nelle nostre famiglie e nella nostra Nazione, che essere positivo asintomatico non vuol dire essere malato, vuol dire essere stato contagiato; ma non è assolutamente la stessa cosa.

Per questo motivo, a rigor di logica, la conta degli asintomatici - non sono parole mie, ma del professor Bassetti - non ha alcun significato, tra l'altro per il fatto semplice che all'interno di questo numero ci sono molti repeater. Allora, quali sono i dati di cui abbiamo veramente bisogno? Forse su questo non ci siamo mai soffermati adeguatamente. Contagiati con sintomi, contagiati senza sintomi: quanti? Quanti pazienti con sintomi sono contagiati dalla Omicron, quanti dalla Delta? Sembra che la Delta stia soccombendo alla Omicron, e anche questa non sembra una pessima notizia. Quanti di questi sono ricoverati in ospedale, quanti di questi in terapia intensiva, quanti in terapia intensiva sono ricoverati con la Omicron o con la Delta? Sono abituata a questo, signor sottosegretario, perché il mio lavoro è anche quello di docente di informatica e quindi di analisi di dati e di report, e questi sono dati importanti.

Questi sono i report che servono alla popolazione, i report che servono a chi deve prendere decisioni sia in termini politici che in termini sanitari, e le chiederemo - continueremo a chiedere - questi dati. Il problema è che queste decisioni non riescono a prenderle neanche i cittadini perché sono confusi e veramente in estrema difficoltà. Ci sono anche tanti filmati che fanno vedere come si prendono in giro in questo momento le difficoltà, facendo in qualche modo delle parodie sulle difficoltà estreme delle famiglie, che devono in qualche modo barcamenarsi tra primo, secondo e terzo figlio, oppure sul giorno della positività per via del tampone negativo per poter tornare a scuola; stiamo vivendo, quindi, questa situazione un po' paradossale.

Abbiamo più volte detto che questa pandemia sanitaria si è trasformata in una sindemia, ma gli effetti della circolazione delle informazioni, così come le abbiamo sentite - le ho velocemente esposte -, l'hanno trasformata anche in una infodemia. Anche questo nuovo termine è venuto fuori in questo periodo. Il combinato disposto di situazione pandemica, informazioni distorte, decisioni contrastanti e confuse del Governo, comunicazione caotica, numeri non chiari, misure inefficaci in ordine a scuola, trasporti, areazione e, soprattutto, di burocratizzazione del COVID, tutto questo non sta facendo altro che portare ad un nuovo lockdown di fatto. La scuola non sappiamo quanto sia fruibile in presenza, le persone sono spaventate e le città deserte; il turismo, la ristorazione, le attività ricettive stanno subendo una nuova chiusura, non più imposta ma indotta.

Un'ondata di paura e di panico, in questi giorni evidente, “surfata” - mi si consenta il termine - da informazioni non sempre limpide e da misure confuse, complesse e di difficile attuazione tra positivi asintomatici, contatti e quarantene, ha comportato la chiusura delle attività economiche e il collasso di molti servizi, anche pubblici. Forse non siamo ancora consapevoli che dobbiamo convivere con il SARS-CoV-2, ma ci sono delle considerazioni che dobbiamo fare. Primo punto: semplificare le regole. Il cittadino ha la difficoltà di orientarsi; abbiamo reso il COVID - l'ho già detto - burocratico.

Omicron diventerà probabilmente predominante e anche questa è una considerazione importante; non è, come dicevo, una cattiva situazione, un cattivo presagio, perché, tutto sommato, sembra essere molto meno grave. Imparare a convivere e spiegare come ci si difende, questo è uno dei must che dobbiamo sicuramente perseguire. È necessario sedare il panico, che in questo momento fa male quanto la pandemia. Tre dosi di vaccino consentono di affrontare i contagi con un rischio bassissimo; abbiamo la mascherina, abbiamo misure di protezione personale; è possibile vivere una vita quasi normale con le dovute attenzioni, con il dovuto senso di responsabilità, come si sta facendo in altri Paesi.

Altri Paesi e altre nazioni non hanno chiuso le scuole, mai; invece da noi è diverso. Il forte disagio sta minando la serenità dei genitori anche nel prendere le decisioni per accompagnare i loro figli a scuola. Ricordo che i bambini sono stati rapiti dalla loro infanzia. Ci sono diversi Paesi - lo dicevo - che non hanno mai chiuso le scuole e molto spesso i bambini si sono infettati più a casa, in famiglia, che a scuola; sappiamo che la scuola è un luogo sicuro.

Signor Presidente, sottosegretario, la salute - lei me lo insegna - ha diverse componenti e non è possibile non considerare con attenzione e con la dovuta importanza ciò che l'OMS definisce come benessere mentale e sociale: sono le cronache a dircelo. Le testimonianze degli insegnanti raccontano la difficoltà dei giovani, che portano addosso le conseguenze della didattica a distanza (ce lo testimoniava proprio ora il collega Osnato); crescono drammaticamente i fenomeni di isolamento sociale e di sofferenza psicologica.

Le ricerche sullo smart working indicano che il lavoro a distanza ha livelli di efficienza anche simili a quello in presenza, ma ci si interroga meno sugli effetti di lungo periodo di una società sempre più smaterializzata e delocalizzata. Sono dinamiche che erano già in atto prima della pandemia, ma la pandemia le ha esasperate e sono sicuramente sfuggite di mano. Già anni fa il Surgeon General degli Stati Uniti, l'ufficiale sanitario dell'amministrazione, sosteneva che la minaccia più grave alla salute pubblica non era il cancro o il diabete, ma la solitudine. Gli studi di diversi economisti americani sulle morti per disperazione - quindi sui suicidi - mostrano i nessi fra la riduzione dell'aspettativa di vita in alcune fasce della popolazione e il diradarsi dei legami sociali. Abbiamo ancora bisogno di una relazione, di una carnalità nella relazione con gli altri per essere noi stessi.

Nessuno si salva da solo: è vero. Ora che i vaccini hanno ridotto drasticamente la mortalità del virus e ci si sforza di immaginare una nuova normalità, verrebbe anche da aggiungere, però, che nessuno si salva da remoto o al di là di un vetro, o a due metri di distanza, o da un parcheggio. Contatto, relazione, umanità: si giunge a livelli impensati, impensabili, paradossali e gravissimi. Una giovane donna di 25 anni - lo hanno ricordato questa sera diversi di noi - non è riuscita a farsi visitare in ospedale perché non poteva certificare il suo stato di salute, cioè di essere negativa al COVID. Ha perso il suo bambino da sola nel parcheggio dell'ospedale e, da donna, posso solo immaginare il dolore, la paura, lo sgomento, la rabbia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Conosco questo dolore, questa paura, questo sgomento e questa rabbia: li conosco, purtroppo. Questa vicenda, già da sola, è un segno di una distanza enorme, abissale, delle realtà, di un'inosservanza e di un oblio del giuramento di Ippocrate, di una impossibilità ad accostarsi all'altro per una questione meramente burocratica; per scelte politiche, per scelte burocratiche, non di sicurezza, non di tutela, perché la paziente in questione aveva due dosi di vaccino.

Quindi, sicuramente, per quanto ci è stato detto, questa donna poteva entrare in ospedale per essere curata e aveva diritto a questo. Già solo questo è sufficiente a confermare la richiesta di dimissioni, da parte di Fratelli d'Italia, al Ministro della Salute, Speranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Figuriamoci, poi, per quanto è accaduto con tachipirina e vigile attesa, con il caos delle cifre, con il libro - opportunamente ritirato - su come il Ministro abbia sconfitto il virus; con il modello Italia che, purtroppo - non vorremmo mai dirlo, noi di Fratelli d'Italia -, sinceramente sta miseramente fallendo, perché a volte sono le cose semplici che determinano il successo di pratiche complesse. Lo dimostra il fatto che nella lotta al COVID, in alcune scuole, in alcune realtà - noi lo diciamo da due anni - è stato adottato un sistema, consigliato poi oggi anche dall'OMS. Lo abbiamo detto e ripetuto decine di volte: il ricambio dell'aria con la ventilazione meccanica controllata. Ebbene, nella regione Marche il presidente, di Fratelli d'Italia, Francesco Acquaroli, lo ha lanciato per primo in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ottenendo il plauso di importanti giornali ed esperti nazionali, come l'accademico Ricolfi. Il modello Marche è stato indicato come esempio di buona pratica anche dall'OMS.

Anche Luca Fontana, dell'Organizzazione mondiale della sanità, ha indicato la ventilazione meccanica controllata nelle aule scolastiche come efficace strumento di contrasto alla diffusione del contagio da COVID: ma cosa è stato fatto in questi anni? Banchi a rotelle, investimenti assolutamente risibili. Era importante poter investire in investimenti strutturati, perché i primi risultati dei monitoraggi sulla diffusione del COVID nelle scuole dotate di questi impianti sono assolutamente interessanti e confermano la bontà delle scelte fatte.

Certo, noi abbiamo fatto richieste, proposte, ordini del giorno, puntualmente bocciati da vari Governi che si sono succeduti negli ultimi due anni, a volte approvati, ma di fatto rimasti lettera morta. Ancora: tracciamento e altre possibilità; sappiamo che il lavoro da fare per le scuole è ancora grandissimo.

Ho bisogno di fare un volo pindarico, signor Presidente. Lo faccio sorvolando su tante questioni e atterrando su temi un po' meno nobili di quelli che abbiamo trattato, però anche questi degni di attenzione. Nel nuovo decreto del Governo, il primo del 2022 - lo abbiamo sottolineato nell'ultimo question time al Ministro della Salute - è stata introdotta la sanzione per i vaccinati con più di cinquant'anni, con l'obbligo vaccinale nei confronti degli over 50. La sanzione viene emessa dall'Agenzia delle entrate. Ora, al di là della considerazione che Fratelli d'Italia sin dall'inizio della pandemia ha ritenuto e ha chiesto che fossero messe in sicurezza le fasce più fragili, sicuramente i più anziani, perché nella prima fase della pandemia erano certamente i più anziani, vorremmo sottolineare un aspetto che è passato un po' in secondo piano e che parla di privacy, parla di diritti, parla di libertà violate: quello della sanzione che viene erogata dall'Agenzia delle entrate. Ebbene, ultimamente all'Agenzia delle entrate vengono concessi sempre più poteri e questo piace molto alla sinistra di Governo. Si tratta di avere accesso in maniera sistematica ai conti correnti degli italiani - questa è una delle proposte che è stata fatta -, ai dati relativi agli acquisti e, quindi, ai movimenti attraverso la lotteria degli scontrini e con il cashback, e ora a dati sensibili e super sensibili come quelli sanitari, come quelli relativi alla vaccinazione e alle patologie gravi. Tutto questo… Potremmo anche…

PRESIDENTE. Prego, collega.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie. Tutto questo è molto grave e non era mai successo. I dati sanitari a disposizione di un ente che si occupa di entrate, oggi, sono per multare i non vaccinati, domani, per controllare dove saremo, dove ci sposteremo. E, forse, il Grande Fratello di Orwell sta diventando una realtà. È vero che i diritti individuali sono di ostacolo, e vivaddio, alla capacità di azione del potere pubblico, ma questo è l'elemento essenziale che caratterizza una società democratica e libera. Avendo già Giorgia Meloni annunciato un esposto al Garante della privacy sul tema, noi continueremo a vigilare, affinché, tra gli effetti del COVID e del long COVID, non ci sia quello di aumentare a dismisura il potere della pubblica amministrazione, a discapito delle libertà dei cittadini. Questa è un po' la tendenza, questo è il rischio che stiamo correndo: piano piano i diritti passano in secondo piano, non a fronte di doveri, ma per la mancanza di capacità di gestire da parte di un Governo, che ci sembrava fosse dei migliori, una situazione difficile sì, ma per la quale ci sono delle possibilità di uscita e di convivenza.

Un altro tema, che ho in questa sede la possibilità di sottolineare, è quello ancora relativo a vaccini, green pass, obblighi, permessi e divieti e di impatto sull'economia, perché mi sembra importante sottolineare questo rapporto e questa correlazione che c'è tra economia e salute. Tra i paradossi della situazione che stiamo vivendo, mi preme sottolineare una questione che sta procurando una serie di danni dal punto di vista economico, sociale, ma anche sanitario. I cittadini vaccinati Sputnik, generalmente stranieri - ma non è detto -, ad oggi non possono entrare in Italia per motivi di lavoro, turistici e tantomeno sanitari. Il vaccino russo non è stato ancora approvato, come si sa, dall'EMA, ma, come ha evidenziato anche il sottosegretario Sileri - non Fratelli d'Italia -, a chi vive a San Marino e ha fatto lo Sputnik deve essere riconosciuto dal Servizio sanitario nazionale. Così è accaduto: c'è stata una deroga e la deroga è stata anche prorogata a febbraio. Non solo. Anche l'assessore alla sanità del Lazio ha riconosciuto che il mancato riconoscimento dell'effetto del vaccino Sputnik è un danno per il nostro settore turistico, perché viene meno il flusso proveniente dalla Federazione Russa, aggiungendo: penso sia utile studiare delle formule che consentano ai fini del pass - è quello di cui stiamo parlando, il green pass - il riconoscimento di questo farmaco. Infatti, c'è il paradosso - ancora un altro - che vede lo Sputnik adatto al progetto Covax gestito dall'OMS, per garantire a tutti i Paesi del mondo l'accesso al vaccino, per poi non riconoscerlo come certificazione vaccinale. Questo paradosso ingenera tutta una serie di reazioni a catena. I turisti russi in Italia in genere producono 400 milioni di spesa all'anno. Secondo un'analisi della Coldiretti il via libera al vaccino Sputnik potrebbe riportare in Italia 380 mila turisti dalla Russia, che prima della pandemia erano venuti in vacanza durante l'estate. Nell'estate del 2020 gli arrivi dalla Russia erano crollati del 92 per cento. Il mercato russo ha un impatto rilevante, non solo per il comparto del turismo, ma anche per tutti i comparti che riguardano anche le manifatture. In cinque anni sono più che raddoppiati i turisti russi che hanno visitato l'Italia, con una spesa media giornaliera che si attesta intorno a 170 euro, superiore del 65 per cento alla spesa generale di molti turisti stranieri in Italia. Quindi, sono un segmento molto ricco.

Inoltre, in seguito alle disposizioni di legge, neanche i cittadini russi che vengono per lavoro potranno arrivare in Italia, potranno alloggiare in un albergo, mangiare in un ristorante o partecipare ad eventi, perché sprovvisti di green pass. Ecco che si crea anche una forte discriminazione, perché ci sono cittadini russi o comunque vaccinati Sputnik che vengono nella nostra Nazione per sottoporsi a cure mediche, anche con cicli di terapia già attivati, e che non avranno la possibilità di proseguire le cure. Non è una piccola parentesi, una piccola parte: è una situazione veramente importante. I voli dalla Russia sono praticamente cancellati e l'arrivo dei turisti è veramente ormai ridotto, ridottissimo. Il Governo italiano, come ho già accennato, ha raggiunto una nuova intesa con il Governo di San Marino sulla validità del green pass. Bene che sia così, perché si può circolare in Italia con il certificato equiparato di fatto a quello italiano e i cittadini sammarinesi, che hanno ricevuto le due dosi, possono circolare. Invece, i grandi buyer russi hanno ufficialmente comunicato qualche giorno prima che non sarebbero potuti venire alla manifestazione Pitti Uomo, per esempio, e non ci sono stati. C'è prossimamente il Micam, per la calzatura, e anche lì i buyer russi non potranno essere presenti. Questo è un allarme che viene segnalato anche da molti imprenditori, del settore moda, per esempio. Io vengo dalle Marche e nelle Marche questa è una questione particolarmente rilevante, ma stiamo parlando del settore moda in Italia e sappiamo che i buyer russi sono importanti anche da questo punto di vista e i ristori non potranno più bastare, serviranno azioni vere e proprie.

Ebbene, Presidente, vengo alle conclusioni. La politica dei green pass, come dimostrano i dati e come Fratelli d'Italia ha sempre sostenuto, non ha sortito effetti sui contagi. Lo abbiamo detto noi sin dall'inizio: no-green pass! Come abbiamo detto in quest'Aula - l'abbiamo ripetuto fino a stancarci -, non voleva assolutamente dire occhiolino ai no-vax, no-vaccino, ma: no-green pass. Ricordo, infatti, che poco prima delle vacanze di Natale il Governo era convinto e si riempiva la bocca del fatto che fosse il più bravo di tutti i Governi europei, che in Europa i casi erano tanti e l'Italia era un modello. Sono bastate due settimane per cambiare completamente le cose ed oggi i dati e la realtà smentiscono categoricamente questa posizione. Ma lo sappiamo, l'abbiamo detto: il green pass non è stato uno strumento per diminuire il contagio, ma per incentivare il ricorso al vaccino, come obbligo surrettizio. Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni, ha fatto una proposta molto importante e molto significativa in questo senso, in sede di legge di bilancio, che potrebbe consentire di superare questo gap tra vaccinati e non vaccinati e questa incertezza e questa paura di non vaccinarsi.

Infatti, se tutti noi siamo convinti, come lo siamo, che il vaccino sia utile e dobbiamo ancora convincere i tanti che non si sono vaccinati, mi viene da pensare, e questa è la nostra proposta: che cosa c'è di meglio che dire che il Governo si assume una responsabilità di fronte ai propri cittadini e, se ci saranno reazioni avverse, mette a disposizione dei fondi per pagare gli indennizzi? Questo è, come si suole dire, metterci la faccia, questo è assumersi responsabilità; questa è stata la proposta di Fratelli d'Italia, in tante sedi, che continueremo a riproporre in ogni opportuna sede, perché convincere e non costringere è stato il nostro il nostro motto. Ancora una volta, Fratelli d'Italia avanza una richiesta su questo punto; è determinante per convincere quegli italiani che non si sono ancora convinti, anche per il susseguirsi dei decreti-legge e per la comunicazione ondivaga che viene continuamente fatta, anche da parte del mondo scientifico.

Lo stesso sui ristori, che saranno il nuovo tema delle prossime settimane, considerato il lockdown indotto che si è verificato. Sappiamo che il miglior ristoro, come sempre, è il lavoro. Questo ci sentiamo di dire e questo deve essere attuato attraverso la possibilità di convivere con il virus, come avevo in precedenza sottolineato. Semplifichiamo, non creiamo nuovi danni, non aggraviamo la crisi economica, prendiamoci la responsabilità, lavoriamo affinché si possano valutare attentamente i rischi reali. Questa è la strada che dobbiamo intraprendere. Come avevo già detto, una Nazione con una forte economia avrà un forte sistema sanitario e potrà garantire il diritto alla salute ai propri cittadini. Salute ed economia vanno di pari passo, non in contrapposizione, questo ci sentiamo di dire e questo vorremmo fosse tutelato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, se vogliamo utilizzare una parola per riassumere questi due anni di pandemia, possiamo utilizzare la parola confusione, la confusione nella comunicazione, la confusione nelle norme che sono state emanate, la confusione dei cittadini ma, soprattutto, la confusione di questo Governo che, dopo due anni, ancora non è riuscito a tenere una linea su come gestire questa pandemia. Presidente, noi ci ritroviamo qui, dopo 5 mesi, a parlare ancora di green pass. Ieri, per prepararmi a questo dibattito, sono voluta andare a rileggere i resoconti delle scorse sedute in cui affrontavamo il tema del green pass e, sottosegretario, la cosa che mi ha fatto sorridere, ma, allo stesso tempo, mi ha causato anche molta rabbia, è che noi di Fratelli d'Italia, comunque sia, da quando è stato istituito il primo green pass, abbiamo sempre cercato di confrontarci con la maggioranza e con il Governo, di portare le nostre proposte, di esporvi i nostri dubbi. Che cosa ci siamo trovati di fronte? Siamo stati etichettati: noi eravamo i no-vax. Come risulta dai resoconti dell'Aula di luglio e settembre, noi siamo no-vax - questo è quello che ci è stato detto dai colleghi della maggioranza - e abbiamo utilizzato le morti solamente per il nostro consenso politico, noi abbiamo utilizzato questa cosa per cercare di andare sempre e solo contro il Governo, perché noi siamo distruttivi, noi non vogliamo aiutare il Paese. Quando siamo arrivati a gennaio i fatti ci hanno dato ragione, purtroppo. A settembre, precisamente nella seduta del 6 settembre, noi ci dichiaravamo contro il green pass, spiegando le ragioni della nostra contrarietà al green pass, e non contro i vaccini, perché da questa parte dell'Aula non è mai uscita alcuna parola contro i vaccini. Quello che Fratelli d'Italia ha sempre detto è che il green pass non è una misura sanitaria, è una misura politica, cosa poi confermata anche dal virologo Crisanti che, anche lui, ha affermato questo, cioè che il green pass non è una misura sanitaria. Cosa dicevamo noi, a settembre? Quali erano i nostri dubbi, che cercavamo di sottoporre al Governo per tentare di migliorare il provvedimento? Parlando con le persone, presenziando sui territori, leggendo le notizie, magari gli articoli dei giornali locali e non delle grandi testate, noi constatavamo che una parte dei sanitari, che comunque si erano vaccinati a gennaio, e una parte delle persone che erano state vaccinate con due dosi ricominciavano a infettarsi. Quindi, il nostro dubbio qual era? Lo esponevamo: come è possibile che il Presidente del Consiglio vada in una conferenza stampa a dire che il green pass è una misura per entrare nei locali in sicurezza, perché è impossibile contagiarsi? Sottosegretario, sono state dette certe frasi agli italiani e gli italiani si sono fidati di voi, gli italiani hanno avuto fiducia nelle vostre parole. Gli italiani hanno avuto fiducia anche nelle parole del sottosegretario Sileri, persona che peraltro stimo, che in Senato, come risulta dal resoconto stenografico - perché come le ho detto sono andata a leggermi i resoconti, dato che le parole hanno un peso e bisogna anche ricordarsi di ciò che si dice - il 15 settembre ha detto: “Sento dire che i vaccinati si prendono il virus e lo trasmettono, una bugia, una falsità” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Gli italiani si sono fidati di queste parole. Se un membro del Governo, davanti a tutta Italia, dice una cosa del genere, afferma che i vaccinati non possono infettare, gli italiani si fidano. Quindi, se si dice che con il green pass si è liberi, si è liberi di fare tutto, gli italiani si prendono quella libertà. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo avuto dubbi, perché vedevamo alcuni casi, alcuni ristoranti che chiudevano perché c'erano clienti vaccinati ma positivi e, di conseguenza, hanno dovuto chiudere. Invece, che cosa si diceva in quest'Aula, il 6 settembre? Con questo green pass daremo la possibilità alle attività di non chiudere più, perché con il green pass non si chiude. Non è vero, non è vero! Avete detto una bugia. Presidente, sa qual è la cosa che mi dispiace di più? Si può sbagliare, perché in questa situazione, nella pandemia, nessuno ha certezze. Però, quando una persona sbaglia deve avere l'umiltà di chiedere scusa, si deve chiedere scusa quando si sbaglia, quando si fa un errore, si deve chiedere scusa e si deve avere il coraggio di andare davanti agli italiani e dire: purtroppo abbiamo sbagliato, non avevamo abbastanza dati e abbiamo fatto valutazioni sbagliate. Invece, no, avete continuato a etichettarci, a insultarci perché avevamo una posizione diversa. Purtroppo si è capito, in questo Paese, che o si ha la grande verità e si dà ragione alla grande verità che la maggioranza ha, e quindi non si possono avere dubbi, oppure, se si hanno dubbi su alcune misure, si è no-vax. Questo nonostante siamo tutti vaccinati, noi all'opposizione. C'è una cosa di cui oggi sono, però, contenta. È scaturita dal dibattito di questa mattina. Noi, come Fratelli d'Italia, e soprattutto Giorgia Meloni, durante scorso anno abbiamo fatto una battaglia per le cure domiciliari. Non si poteva parlare di cure domiciliari, non c'era la possibilità; si sosteneva che non vi fossero cure per il COVID, che ci fosse solo il vaccino.

Noi siamo stati insieme ai medici che hanno manifestato davanti al Ministero della Salute per chiedere protocolli per le cure domiciliari e il Governo è andato sempre dritto dicendo che - no! - c'è solo il vaccino e non ci sono cure domiciliari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Presidente, sono contenta perché, questa mattina, la deputata del PD, la collega Pini, ha fatto una dichiarazione che voglio leggere direttamente dal resoconto, laddove dice: “C'è differenza tra la protezione e gli strumenti di protezione da un virus, come le mascherine; ci sono strumenti di prevenzione della malattia e della gravità della malattia, come il vaccino; ci sono strumenti diagnostici per capire se un soggetto ha contratto il virus, come i tamponi, e ci sono strumenti di cura e farmaci”. Allora, ci sono gli strumenti di cura! E perché sei mesi fa non c'erano? Perché se questo discorso della collega Pini, lei l'avesse fatto a settembre, lei sarebbe stata etichettata come no-vax (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); non si poteva parlare di cure domiciliari; per voi erano un tabù e c'era solo il vaccino! Non che noi volessimo mettere le due cose a confronto, ma erano due sistemi che dovevano partire come due rette parallele, che dovevano andare insieme, sia il vaccino, sia le cure domiciliari.

Voi ci avete creduto veramente in questo green pass e mi dispiace per voi che, purtroppo, sia andata a finire così. In quest'Aula, quando c'è stata la necessità di inserire il green pass per l'accesso in Aula, c'è stato un dibattito su questa cosa e alcuni deputati hanno detto: noi vogliamo che ci sia il green pass per l'ingresso perché vogliamo lavorare in sicurezza. Dal vostro punto di vista, avere il green pass voleva dire lavorare in sicurezza, quindi siamo rientrati, tutti insieme, tutti quanti all'interno dell'Aula, potevamo usufruire di nuovo del transatlantico e della buvette, per poi tornare alla situazione di prima dopo due settimane. Quindi, il green pass non ci dà più sicurezza e voi, con questa mossa, tornando indietro, avete ammesso il vostro fallimento.

Tuttavia, voglio tornare al discorso delle cure, Presidente, perché adesso che abbiamo appurato che anche i vaccinati purtroppo si possono ammalare, ci stiamo muovendo sulle cure. Qualche giorno fa, soprattutto i primi dell'anno, in televisione e anche sui giornali ha creato molto scalpore il fatto che - fortunatamente ora sta bene e gli faccio gli auguri di pronta guarigione, se non è guarito - il dottor Galli, sotto Natale, con la terza dose di vaccino, fosse risultato positivo e non stesse bene; lo ha detto lui stesso e lo abbiamo visto, perché sappiamo purtroppo il COVID cosa fa. Fortunatamente - lo ripeto, fortunatamente - comunque, le persone dove lui lavorava, essendo virologo, lo hanno curato con i monoclonali. Sottosegretario, in un'intervista dello scorso novembre io ho sentito da un virologo una cosa che mi ha fatto tremare: 6 mila di dosi di monoclonali che andavano in scadenza, noi le abbiamo regalate alla Bulgaria! Le sembra normale questa cosa? I dati che ha dato prima la collega Montaruli su quante ne sono state utilizzate nel nostro Paese, fa venire i brividi: perché? Perché purtroppo il protocollo per l'utilizzo dei monoclonali è, come tutte le cose in Italia, un'odissea. Sappiamo che i monoclonali devono essere utilizzati entro 48 o 72 ore, ma abbiamo una burocrazia che ci mette minimo 15 giorni, per cui il medico di base non è libero di prescrivere e dare la terapia; poi il medico di base la prescrive, poi c'è una comunicazione all'ASL, poi c'è un'autorizzazione, poi si deve andare ancora in ospedale, quindi, appesantendo ancora di più gli ospedali (sappiamo tutti com'è la situazione degli ospedali italiani, perché lo specialista, comunque, deve dare un giudizio su questa cosa); poi si deve chiedere un'altra opinione, un altro parere e, infine, passano le 72 ore: quindi è inutile utilizzarli!

Visto che adesso siamo riusciti a parlare di cure in quest'Aula, visto che ne possiamo parlare, possiamo pensare di snellire anche questi protocolli per i monoclonali, perché - lo ripeto - servono per aiutare le persone, magari per non farle finire in terapia intensiva, per non andare ad assillare gli ospedali, a colmare gli ospedali: è la confusione di cui dicevo prima.

Altra confusione (faccio degli esempi per far capire quello che è lo stato di questo Paese): negli scorsi mesi noi volevamo essere il Paese che comunque dava il buon esempio; il primo Paese in Europa! Noi vogliamo essere sempre i primi: i primi per i vaccini, i primi per il green pass; pare che siamo il Paese delle medaglie e ci piacciono le medaglie; vogliamo essere sempre i primi in tutto, però dopo non ci ricordiamo le brutte figure che facciamo in giro per il mondo.

Adesso, però, vi ricordo una di queste. A novembre si sono svolte le finali dell'ATP a Torino (non so se ci ricordiamo la vicenda di Torino e di che cosa è accaduto durante le ATP di Torino). La sindaca del MoVimento 5 Stelle era felicissima di ciò perché, giustamente, dava lustro al nostro Paese; era un evento importantissimo che ci faceva ripartire, visto anche il grande anno sportivo che abbiamo avuto, ma che cosa è successo? Qualche giorno prima - mi pare due giorni prima - dell'inizio di questo torneo, viene ridotta la capienza dal 75 al 60 per cento, ma i biglietti che erano stati venduti? Ci sono state anche persone che sono partite dall'estero per venire in Italia, per assistere a quella partita, ma che si sono ritrovate a non poter entrare: questo vi sembra normale? Secondo voi, siamo un Paese normale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Un po' di vergogna, ogni tanto, in giro per il mondo, visto che vogliamo fare i primi in tutto, se questi sono i risultati - lo ripeto, se questi sono i risultati - la proviamo? Ci sarebbero, poi, tante altre cose da raccontare, che dopo dimentichiamo o che non facciamo emergere: questo è il problema. Arriviamo al 1° gennaio, al nuovo anno. Presidente, sottosegretario, adesso, con questo decreto, come è stato detto anche dai miei colleghi, un cittadino italiano deve andare in giro un po' con le istruzioni, perché non sa come muoversi, non sapendo quello che deve fare: qua ci posso andare, qua non ci posso andare? Vado in quarantena, però se ho due dosi quanto ci devo stare? Tre giorni, cinque giorni? Se ho tre dosi ci sto due giorni o di più e via dicendo: torniamo sempre al solito discorso, cioè che è tutta una confusione. Non si capisce nulla e gli italiani non possono andare in giro con il libretto delle istruzioni per capire quanti giorni devono stare in quarantena. Soprattutto, una cosa che non abbiamo ricordato e che secondo me è gravissima - gravissima - nel contesto che stiamo vivendo, con la crisi che abbiamo (oltre alla crisi sanitaria abbiamo anche una crisi economica gravissima), è che per i lavoratori privati e i fragili dal 1° gennaio 2022 la quarantena non è più malattia. Che cosa vogliamo fare? Queste persone come si devono comportare? Già vanno a perdere dei soldi per la malattia, che non è più riconosciuta, ma mettetevi nei panni di una famiglia di operai che prende mille euro al mese: per uscire da una quarantena, una famiglia di quattro persone deve fare quattro tamponi molecolari e ogni tampone costa 80 euro. Ma come fanno? Voi vi chiedete mai queste cose? Voi riuscite a immedesimarvi in quello che è il mondo là fuori? Come fa una persona, una famiglia, a sostenere delle spese così?

Noi di Fratelli d'Italia avevamo chiesto i tamponi gratuiti; prima ne stavo parlando anche con una collega qui fuori. Giustamente, ci sono anche delle persone che si chiedono: scusate, io mi sono fatta tre dosi di vaccino, ho seguito le regole, sono stata una brava cittadina comunque sia, ho fatto tutto quello che dovevo e, adesso, se sono positiva mi devo pagare anche il tampone? Quindi, devo spendere anche dei soldi e, magari, non posso comprare altro, perché li devo spendere per quello?

Perché adesso è uscito fuori, anche, che i tamponi rapidi c'è chi dice siano validi, c'è chi dice che non sono validi, c'è confusione anche sul discorso dei tamponi.

Ripeto, sottosegretario, Presidente, voi vi siete mai immedesimati in quello che è vivere la pandemia per delle persone, per dei cittadini, che, ripeto, vivono magari con 1200 euro al mese, 1000 euro al mese, e devono spenderne ogni mese non si sa quanti per fare tamponi, perché gli ospedali purtroppo non riescono a processare tanti tamponi? E se la quarantena non viene pagata, io non posso aspettare che l'ospedale mi dia l'appuntamento tra venti giorni, io per venti giorni non prendo soldi! E questa è la situazione degli ospedali italiani! Allora che cosa vogliamo fare per andare a modificare questa situazione? Ripeto, noi l'avevamo fatta, la proposta: tamponi gratuiti, cercare di andare incontro alle persone, un tracciamento per cercare di evitare che dei contagiati asintomatici potessero, comunque sia… però oggi, come è stato detto in una notizia, pare che gli asintomatici possano andare in giro tranquillamente, l'idea sarebbe quella.

Prima abbiamo parlato di cure. Come è stato annunciato e anche detto dai miei colleghi, qualche giorno fa si è espresso il TAR - non si preoccupi, la capisco, anzi grazie che è da stamattina che ci ascolta - che ha annullato la circolare del Ministero della Salute con le linee guida per le cure domiciliari, la famosissima ‘tachipirina e vigile attesa'. Su questo non abbiamo visto un commento del Ministero. Noi lo dicevamo dall'anno scorso che ‘tachipirina e vigile attesa' non poteva essere una soluzione, perché era questo che riempiva le terapie intensive, perché non si aiutavano i cittadini nel momento in cui erano all'inizio della malattia.

Il TAR, però, ne ha annullata un'altra, perché qui pare che il Governo fa e il TAR, fortunatamente, rimette a posto un pochino le cose. Rispetto al discorso che faceva prima la collega Montaruli del signor Messina, sicuramente tutti quanti avete sentito di quella persona che non poteva tornare a casa, il TAR gli consente di attraversare lo Stretto con un tampone. Io mi chiedo: uno Stato che permette a un cittadino italiano di dormire in una macchina per cinque giorni… ma l'umanità, una parola che abbiamo sempre ripetuto, ma voi non avete un minimo di umanità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma voi ci pensate a queste cose? Ma pensate al dolore che possono provare queste persone a non poter rientrare dentro casa? Alle persone che hanno perso tanto, ma tanto. A volte veramente sembra che viviate proprio al di fuori di questo mondo, non vi rendete conto di come la gente sta vivendo il COVID. Probabilmente non ve ne rendete conto, altrimenti per me è impensabile pensare che un Governo faccia delle leggi contro i cittadini, perché quello che sto vedendo sono delle leggi contro i cittadini. E tutto perché? Perché non avete avuto il coraggio di prendervi la responsabilità delle vostre azioni. Perché, se come noi vi avevamo detto l'anno scorso, il Governo si fosse preso le proprie responsabilità e non avesse messo un obbligo fittizio con il green pass, queste situazioni non le avremmo avute. Se il Governo avesse fatto una comunicazione diversa, se si fosse messo nelle condizioni di convincere i cittadini, e non di costringere! La costrizione non è mai la strada giusta, assolutamente, però molte persone avevano bisogno di essere convinte, molte persone avevano bisogno di essere accompagnate, perché tutti possono avere dei dubbi, tutti hanno paura. Penso che chiunque, qui dentro, quando ha fatto il vaccino, abbia avuto paura. Però l'abbiamo affrontata e lo abbiamo fatto.

Ci sono persone che non riescono a affrontarla, questa paura. Ci sono persone che non riescono ad affrontare tante paure. E il Governo non ha fatto niente per aiutarle ed accompagnarle, anzi, con la confusione ha peggiorato le cose, decisamente ha peggiorato le cose: ha creato, come abbiamo già detto, dei cittadini di “serie A” e dei cittadini di “serie B”. Ma soprattutto, la cosa peggiore, dal mio punto di vista, è quello che adesso stiamo vedendo sui social, quello che vediamo in televisione. Signori, sottosegretario, Presidente, quello che noi adesso vediamo tutti i giorni, questo scontro, questo odio, c'è un odio, si è venuto a creare un odio in questo Paese, che è preoccupante. Ma voi non vi preoccupate di quello che sta succedendo? Ripeto, è stato difficile per tutti, però noi abbiamo cercato… anche nelle Marche il presidente Acquaroli ha fatto delle campagne di comunicazione, ha cercato di portare dei medici a incontrare i cittadini, che comunque avevano dei dubbi, con dei camper in giro per la regione, per cercare di spiegare e magari confrontarsi con queste persone che comunque avevano dei dubbi. Ci sono i modi. Ci sono i modi per andare ad aiutare queste persone a convincersi.

Un altro aspetto fondamentale che non è stato per niente toccato dal Governo - ma da noi di Fratelli d'Italia, il collega Osnato prima lo accennava - è il problema psicologico delle persone, ma soprattutto dei ragazzi. Questo è un problema che deve essere affrontato subito, sottosegretario. Sono due anni che i nostri ragazzi vivono nella paura, nell'incertezza, nella solitudine, e questo creerà grossi problemi. Quindi un intervento mirato per l'aiuto psicologico delle famiglie e delle persone è fondamentale, perché quello che poi ci ritroveremo più avanti sarà la conseguenza delle mancanze di oggi. Su questo noi abbiamo presentato degli emendamenti e continueremo a farlo, quindi, da questa parte, se voi avrete l'intenzione di farlo, avrete tutto il nostro sostegno, come è sempre stato per le misure di buonsenso che, comunque sia, noi abbiamo sempre fatto. E lo voglio ribadire: noi di Fratelli d'Italia abbiamo sempre fatto un'opposizione costruttiva, con proposte concrete, che prima venivano derise, adesso magari vengono prese in considerazione, è un altro discorso, però sono sempre state proposte concrete: areazione nelle scuole, risolvere il problema dei trasporti, su cui ancora non sappiamo niente, è sempre uguale, come due anni fa.

Ripeto quello che ho detto prima: sembra che questo Governo non abbia ancora capito quale linea prendere; perlomeno è l'impressione che anche a tanti cittadini date: ma perché non riescono a trovare una linea dove ripartire, una linea, come diceva prima la collega Montaruli, che gli altri Paesi sono riusciti a trovare, e andare avanti? Perché altrimenti - e concludo, Presidente - continueremo ad avere le strade vuote, i locali vuoti e le saracinesche chiuse. E questo sarà il problema successivo, perché quando voi deciderete che l'emergenza della pandemia sarà finita, dovremo affrontare un'emergenza molto, molto più grande, che è l'emergenza economica, e questa sarà molto, molto più grave (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, siamo qui, il 17 gennaio 2022, per discutere un decreto-legge che è dello scorso 26 novembre, e questo non perché non ci siano stati altri provvedimenti rispetto a questo tema, perché, in poco più di un mese, ne sono stati fatti ben più di quattro.

Però la domanda è la seguente. Nemmeno in urbanistica, quando si fanno i progetti, ci sono le variazioni in corso d'opera così ravvicinate: questo cosa fa pensare? Che, in qualche modo, si navighi un po' a vista. Ma, fatto oggi, a distanza di più di 2 anni da questa pandemia, ovviamente, la situazione ci pare surreale e, soprattutto, non ci dà quelle sicurezze che non può dare, allo stesso tempo - vivendole noi tutti i giorni qui -, all'esterno e a tutti i cittadini.

Io credo che questa sia anche la misura di quello che è il fallimento di questa democrazia in queste Aule, perché sappiamo bene che, di qui a poco, andrete a mettere l'ennesima fiducia su un provvedimento che, di fatto, è già stato superato da altri che sono ancora in corso di conversione; anzi, in questi giorni, si sta parlando di un ennesimo provvedimento rispetto a questo tema e, quindi, forse, la proposta di buonsenso, concreta sarebbe di discutere di quello, cerchiamo di farlo insieme. Come diceva anche Einaudi, conoscere, discutere e deliberare. Quindi, conoscere attraverso quei cittadini, quelle persone, quegli imprenditori, quei commercianti, quegli artigiani che, tutti i giorni, quello che noi facciamo qui dentro o, meglio, quello che voi fate qui dentro, lo subiscono sulla loro pelle, lo subiscono sulla loro vita ordinaria, quotidiana e, spesso, non ne comprendono neanche le ragioni, perché dobbiamo, dovete, ma noi per primi, ammettere che c'è un caos normativo in corso che determina incertezze e, soprattutto, la gente non sa come muoversi, anche nelle cose più banali.

Vedete, io questa differenza tra i Governi “Conte 1” e “Conte 2” e il Governo Draghi non la vedo e vi faccio un esempio concreto, plastico. Mi riferisco a quando, l'anno scorso, dalla sera alla mattina, a poche ore di distanza dall'apertura degli impianti di risalita, si è determinata, invece, la chiusura, quando si era messa in moto una macchina e si erano, ovviamente, consumate risorse umane, economiche per cercare di aprire in tutta fretta questi impianti e dare, quindi, la possibilità ai commercianti di esercitare e, a distanza di 8 ore, si è detto “no, da domani tutto chiuso”. E la stessa cosa è successa, banalmente, nella riapertura adesso, dopo il periodo della pausa scolastica di Natale, perché la domenica antecedente il lunedì in cui dovevano riprendere le lezioni, il trasporto scolastico, il classico scuolabus, prevedeva il green pass e, di conseguenza, tutte le famiglie che avevano i figli che non possedevano questo green pass erano abbastanza turbate, preoccupate: “come devo affrontare domani la giornata? Come faccio” Devo portare mio figlio io, devo prendere il permesso o devo chiamare qualcuno?”. In realtà, poi, con un'ordinanza dell'ultimo minuto, si è detto che bastava la mascherina FFP2.

Vedete, non rendersi conto di ciò che vivono gli italiani tutti i giorni nella declinazione delle loro attività e, quindi, nell'esercizio di quelle attività e nell'esercizio di una vita familiare, sociale, lavorativa significa non assolvere al ruolo che dovrebbero avere tutti e due i rami del Parlamento. Con l'insediarsi, infatti, del Governo Draghi ci è stato detto che l'approccio Conte, con i suoi DPCM, era stato superato, quindi speravamo tutti in un approccio diverso, in una marcia in più, in una visione in più, in una condivisione del problema che davvero attanaglia l'Italia e gli italiani sotto il profilo sanitario, ma anche sotto il profilo economico. Il titolo di questo provvedimento la dice lunga, perché è relativo a mettere in sicurezza dal punto di vista sanitario e le attività economiche: più sicurezza di così, aperti, ma chiusi! Sicuramente non c'è nessun tipo di guaio sotto il profilo sanitario, ma c'è un guaio economico che è ben importante, perché, di fatto, siamo in lockdown. È un lockdown mascherato perché, di fatto, possono stare aperti, ma, se nessuno va per paura, per confusione, per ciò che appare tutti i giorni sui giornali perché non si parla altro che di COVID, diventa difficile anche per le famiglie affrontare un tema che le coinvolge nella confusione più totale. Perché un legislatore, quando fa bene il suo mestiere - e lo diciamo tutti in modo unanime -, dovrebbe semplificare e sburocratizzare ciò che già c'era e, invece, negli ultimi 2 anni, tutto quello che è stato messo in campo non solo non era semplice e non ha sburocratizzato, ma ha creato confusione in più, con il rimando, addirittura, a 10 giorni prima, a 15 giorni prima, a 20 giorni prima.

Quando una legge non è comprensibile ed è poco attuabile, non si sa e non si capisce per chi la si scrive: probabilmente, rappresenta al caos di chi, invece, l'ha generata e partorita. Ci siamo ritrovati, quindi, in uno studio notarile, con due grandi Aule, sì, quella nostra da 630 posti e quella del Senato da 315, ma, di fatto, uno studio notarile, perché qualunque cosa diremo o faremo sarà del tutto inutile, considerando che ogni singolo provvedimento è sottoposto a fiducia, quella che, di qui a poco, andrete di nuovo a chiedere.

L'arrivo del super green pass ha trasformato questo Paese in uno sceneggiato da teatro dell'assurdo, con tutta una serie di paradossi, incongruenze che, forse, tra qualche anno, riusciremo a rivedere e, magari, ci faremo anche una risata sopra, pur di non piangere rispetto a quello che abbiamo vissuto. Introducendo i controlli prioritari per il super green pass, le Forze dell'ordine hanno dovuto redistribuire il proprio sforzo per garantire adeguati controlli, in uno scenario di carenze croniche di personale e con enormi problemi di sicurezza nelle grandi città; senza contare, poi, gli errori, nel marasma di super-lavoro, in uffici, magari, anche carenti di personale, perché si è innescato questo meccanismo di isolamenti, quarantenne e, quindi, davvero c'è un problema anche a garantire le aperture. Lo abbiamo visto con il nostro collega Vinci che, nel cuore della notte, è stato svegliato per un errore. Io mi chiedo - l'ha citato anche il nostro collega -, se si fosse usata la stessa solerzia nell'inseguire e perseguire la giustizia, la legge nei reati, probabilmente, davvero avremmo debellato qualsiasi problema della nostra Italia.

Abbiamo messo il super green pass sui treni, eppure, venerdì 3 dicembre scorso, due balordi hanno potuto violentare una ragazza di 22 anni a bordo del treno Milano-Varese e, il giorno dopo, a fare festa tra droga ed alcol, senza contare l'ordine di espulsione che c'era su di uno, ma che era diventato, ormai, sul nostro territorio assolutamente carta straccia. Abbiamo smosso mari e monti per garantire un controllo quasi militare dei green pass sui treni e, poi, ci siamo dimenticati - vi siete dimenticati - di garantire anche la sicurezza, ma quella vera, quella ordinaria. Senza contare che avete imposto controlli a tutti i commercianti, a tutti i ristoranti, i bar e questo non solo comporta un'azione che, a volte, li mette anche in difficoltà rispetto ai loro clienti, ma, certamente, un'occupazione del tempo in più che, in qualche modo, devono trovare e a cui devono far fronte.

Lo stato di emergenza è stato prorogato oltre il limite dei 2 anni, con strumenti tutti da verificare ed una costituzionalità che fa piangere i libri di diritto. Ma la proroga delle cartelle per i cittadini, almeno per lo stesso periodo, quella no, non siamo in emergenza.

Il certificato verde è stato presentato come la panacea di tutti i mali, ma non è servito a nulla per ridurre i contagi e credo che oggi sia abbastanza sotto gli occhi di tutti, basti pensare a tutte le positività emerse proprio durante le feste, anche e, soprattutto, tra persone vaccinate, senza considerare che la positività non significa aver sviluppato la malattia e, di conseguenza, tutti i dati risultano anche un po' alterati. Durante questo anno di regolamentazioni al limite della follia, ne abbiamo viste e sentite di cotte e di crude, ma ci sono stati alcuni temi che, onestamente, trovo molto preoccupanti e su cui la politica ha deciso di abdicare senza alcuna ragione. Da un lato, abbiamo deciso di derogare totalmente la disciplina della privacy e dei dati, permettendo allo Stato ed alle sue amministrazioni di disporre come meglio credono delle informazioni dei cittadini; dall'altro, con l'obbligo vaccinale, abbiamo reso l'Agenzia delle entrate perfettamente in grado di comminare automaticamente sanzioni ai cittadini, disponendo all'istante dei loro dati sanitari. Io spero che, anche su questo, qualcosa da dire il Garante della privacy ce l'abbia. Va bene che siamo in emergenza, ma ci rendiamo conto del precedente che stiamo imponendo? È un precedente davvero gravissimo e pericoloso. Oggi abbiamo i green pass sanitari, ma nulla toglie che, un domani, si possano fare i green pass fiscali. Colleghi, non è fantascienza, perché, nel delirio, è letteralmente la potenziale conseguenza di tutto quello che state votando, a colpi di fiducia, senza neanche prestare una lettura di ciò che avete approvato.

Devo, poi, aprire una parentesi da insegnante, perché quanto fatto sulla scuola - è stato detto ampiamente dai colleghi in precedenza - in questo periodo di emergenza è indegno di un Paese civile.

Ho letto un articolo del 13 gennaio scorso: al liceo scientifico Isacco Newton di Roma verranno indiscriminatamente controllati i green pass agli studenti e chi ne sarà sprovvisto verrà mandato in didattica a distanza. Abbiamo veramente vissuto un anno, due anni rubati ai nostri giovani, ai nostri studenti e sappiamo quanto la didattica a distanza, seppur nella prima fase poteva essere, e così è stato, un modo per rimanere collegati, abbia mostrato anche tutta la sua tragicità; la tragicità è proprio rubare l'ambiente scolastico, l'ambiente di socializzazione, di confronto, di dialogo, quello che qui invece non si vuole. Sappiamo tutti che la didattica a distanza, così come è stata progettata ed attuata, non funziona e non può funzionare. La soglia dell'attenzione dei ragazzi semplicemente non regge e le modalità di interazione tra ragazzi e i docenti sono inesistenti. Più le classi in età scolare sono piccole, più questo diventa difficile, per gli studenti più giovani proprio, per i quali la socializzazione è fondamentale. Imparano a rapportarsi e a confrontarsi con il prossimo, a confrontarsi con le regole, con il dovere scolastico e, addirittura, a stare nel proprio banco, quando sono ancora nella scuola primaria. Quindi, questo modo di fare scuola è diventato quasi una sorta di alienazione. Eppure, l'ha detto anche il Ministro Bianchi e lo ha riaffermato il Presidente Draghi: la DAD crea disuguaglianze destinate a restare e che si riflettono sul futuro della vita degli studenti. Ma cosa si sta facendo concretamente per garantire la presenza degli studenti nelle scuole? Gli impianti di aerazione non ci sono. Sono due anni che Giorgia Meloni parla di questo strumento per cercare di evitare addirittura la follia delle finestre aperte, come se tutta l'Italia fosse in riva al mare. Ci dimentichiamo invece che ci sono zone montane, dove la temperatura scende a meno 10 e a meno 12 e credo che anche su questo la follia di non ascoltare i suggerimenti e le proposte di buon senso davvero la dica lunga.

Pensate che basti un pezzo di carta con un codice QR stampato sopra per fermare un virus con una viralità tale da renderlo ormai endemico? Non a caso, l'ennesima giravolta è stata l'imposizione del tampone anche ai vaccinati all'ingresso nel nostro Paese. Che differenza c'è tra queste persone e i vaccinati che già circolano in Italia? Voglio ricordare che è stato proprio il Presidente del Consiglio a dire che il green pass avrebbe reso più sicuri i luoghi di lavoro, che avrebbe dato la garanzia di non infettarci. Ma allora perché chiedere un tampone ad un vaccinato che varca le nostre frontiere? Forse, il green pass non è uno strumento sufficiente? Se davvero fosse stato uno strumento perfetto per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, se davvero fosse stato garanzia di non infettarsi, che bisogno c'era di chiedere un tampone a chi già è in possesso del green pass? Persino l'Europa ha espresso enormi perplessità su questo tema e allora la lettura non può che dare un risultato chiaro: il green pass è nato a livello europeo per aiutare la libera circolazione, evitare chiusure, evitare discriminazioni. Noi, meglio, voi ne avete fatto uno strumento per evitare la circolazione, aumentare le discriminazioni e le chiusure. È una situazione pandemica. Bisognerebbe fidarsi della scienza ed è bene che lo si faccia, però qualcuno può spiegarci perché la scienza ha detto alla Commissione europea che un green pass vaccinale debba durare 9 mesi, mentre, in Italia, prima 12, poi 9, poi 6? Per caso la Commissione europea è diventata no-vax? Tra l'altro, abbiamo deciso di fare una immensa figura da cioccolatai della logistica, perché, riducendo la durata del green pass ed inserendo l'obbligo di super certificazione, abbiamo saturato gli hub vaccinali, riducendo le dosi a disposizione sia per le prime dosi, sia per le seconde e le terze. Ci siamo ritrovati nell'imbarazzante e quanto meno ironica situazione che l'obbligo vaccinale per tutti non è oggettivamente fattibile, perché non disponiamo delle dosi necessarie per garantire il fabbisogno dei cittadini, se tutti, tutti insieme, immediatamente decidessero di farlo. Per non farci mancare nulla, abbiamo anche assistito ad una intensificazione degli sbarchi di immigrati clandestini sulle nostre coste: 65 mila sbarchi nel 2021, contro i 34 mila del 2020. Un cittadino non può andare al bar a prendere un caffè al bancone, ma il primo che passa può sbarcare illegalmente nel nostro Paese per delinquere come gli pare e piace e l'ho appena citato poco fa.

Ma vogliamo parlare dei nostri concittadini che vivono nelle isole completamente isolati se sprovvisti di super green pass? Il collega Deidda è stato plastico nel raccontare ciò che sta succedendo nelle isole e ciò che è successo in questi due anni; addirittura, sottosegretario, l'ha invitata a vivere due anni in Sardegna, come ospite, invece la collega Bucalo in Sicilia, almeno si renderebbe conto delle esigenze, per poi fare una legge che sia confacente a quei bisogni.

Nella dialettica del panico e della disperazione diffusa senza sosta dai media ha danneggiato gravemente la nostra economia e su questo vorrei però anche dire un'altra cosa: panico e soprattutto scontro sociale, perché adesso c'è questo scontro tra i vaccinati e i non vaccinati; così loro si occupano di quello e noi possiamo navigare a vista, come ci pare, magari veniamo notati meno. Si tratta di uno scontro su cui, dall'inizio della pandemia, ci avete giocato sopra: prima il Nord contro il Sud, poi la Sardegna contro la terra ferma, i giovani contro i vecchi, le partite IVA contro i pubblici impieghi e adesso i vaccinati contro i non vaccinati. In un anno, però, la realtà è che sono falliti 30 mila ristoranti e, entro Pasqua, potrebbero fallirne altri 50 mila. C'è una crisi economica strisciante e permanente che non può essere mascherata dalle roboanti percentuali di crescita macro economiche che ogni tanto sentiamo. Le regole attuali impongono folli ed incomprensibili isolamenti che, di fatto, hanno messo in lockdown mezzo Paese, un lockdown mascherato. Il rincaro delle bollette ha rilanciato il tema dei costi fissi, delle utenze, di tutte quelle difficoltà che colpiscono le imprese su cui Fratelli d'Italia ha già avanzato tantissime proposte e continua a farlo, ma che questa maggioranza ha deciso di sterilizzare e ridurre all'inutilità. La questione dei costi fissi era stata affrontata anche nella prima pandemia, quando i locali erano chiusi per obbligo di legge, ma almeno le bollette di quei ristoranti, di quegli alberghi, che, al di là dei consumi, hanno costi fissi così alti, si dovevano assolutamente arginare, perché con quei pochi ristori che sono arrivati non potevano nemmeno pagare la bolletta di un mese. Non avete fatto niente o meglio poco e fatto male e badate: 2 miliardi per un “decreto Ristori” sono spiccioli, perché ci troviamo di fronte a una congiuntura quasi strutturale, lo sappiamo e lo sapete. Il mondo agricolo soffre, le aziende non possono più programmare le proprie attività, i consumatori sono costretti a spendere sempre di più per via del caro delle materie prime, la distribuzione e la logistica sono state messe in croce. Alla faccia della ripartenza dell'Italia, alla faccia del Natale sicuro, protetto, di cui abbiamo sentito molte parole spese in questo senso. La vita ora costa di più, i prodotti sono più cari e si guadagna di meno, anzi, qualcuno non può più permettersi di andare a lavorare, perché riusciamo anche a discriminare i lavoratori e siamo riusciti anche su questo a fare lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Siamo l'unico Paese europeo dove si guadagna meno rispetto a trent'anni fa, questo vuol dire regalare la nostra economia alle aziende straniere, le nostre migliori menti ad altri Paesi e derubricare l'Italia ad una Nazione economicamente commissariata. Il turismo e l'economia dei servizi sono stati completamente massacrati, per non parlare della montagna, di cui ho fatto un accenno prima: un mondo che è stato umiliato da regole folli e incomprensibili per poi ricevere tante scuse e due spiccioli erogati pure in imbarazzante ritardo. Abbiamo compreso che l'emergenza esiste solo per imporre nuove regole ed oneri per i cittadini. Si sospendono i diritti, ma non i doveri, perché, a fronte di un lockdown di fatto della popolazione, le cartelle esattoriali sono sempre lì incombenti. Avete avvisato l'Agenzia delle entrate che siamo in emergenza? E poi forse la cosa più folle e triste a cui abbiamo assistito in questi giorni e che è indegna di un Paese civile è la seguente: non può succedere che una venticinquenne in stato interessante debba perdere il proprio bambino nel parcheggio di un ospedale solo perché sprovvista del tampone molecolare, nonostante fosse vaccinata. Siamo arrivati talmente all'assurdo che serve questo QR code - dammi il QR code!”-, che, nel momento in cui non c'è, perdiamo anche il lume e, alla fine, succedono queste cose che davvero non sono degne di un Paese civile e democratico.

Avete chiuso la stalla quando ormai i buoi sono scappati e siamo di fronte ad un provvedimento morto perché, di fatto, è già stato superato da almeno altri tre e state varando l'ennesimo (si tratta di altri tre che sono ancora in corso di conversione, per cui, quando ne discuteremo, probabilmente di nuovo con altre fiducie, non avranno più nessun tipo di effetto).

Dov'è il rispetto per il Parlamento, per il confronto, per l'opposizione, per un sano dibattito di buonsenso, insomma per la democrazia? L'emergenza - ormai credo sia chiaro - è diventata di questo Governo e, visto che questa mattina la collega del PD ha citato più volte metaforicamente la marmotta, vi rivolgo un suggerimento: anziché stare in letargo, dormienti, e buttare l'Italia sull'orlo del baratro, svegliatevi! Parliamone, discutiamone e facciamo tornare a quest'Aula la dignità che deve avere un Parlamento vero. Discutiamo sul prossimo provvedimento e cerchiamo di capire come arginare tutti i problemi su cui non solo questi decreti-legge hanno platealmente fallito rispetto a quello che era l'intento, ma hanno anche creato dei danni in più.

Quindi, cerchiamo di ragionare insieme, con una visione, magari, che non è quella dell'essere ancorati alle poltrone a tutti i costi, per cercare di fare il nostro dovere e cercare di legiferare per essere vicini ai bisogni degli italiani, nel rispetto e nell'equilibrio dei diritti fondamentali e delle libertà che dobbiamo garantire, nonché nell'equilibrio e nel rispetto del problema sanitario, che è anche un grave problema economico, che si sta esasperando, per cui, se non arriviamo a certi punti, giungeremo poi al punto del non ritorno. Questa responsabilità sarà in capo a voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il presidente Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull'ordine dei lavori, anche per richiamare le ragioni per le quali Fratelli d'Italia, in quasi perfetta solitudine, sta animando un dibattito su un tema che invece nell'opinione pubblica è un tema quotidiano. Siamo al paradosso: delle cose che riguardano il Parlamento si parla ovunque meno che in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi siamo qui, oggi, come Fratelli d'Italia, a denunciare con questo nostro proliferare di interventi puntuali che costantemente richiamano quegli argomenti che, dai bar fino a Palazzo Chigi, vengono trattati con grande attenzione.

Oggi ringraziamo il sottosegretario Costa della sua presenza ma, anche qui, il Governo è assente: è assente nei temi, è assente negli approfondimenti e noi richiamiamo questo Parlamento, semivuoto, all'attenzione che invece meritano provvedimenti di questa natura. Facciamo - e per questo stiamo lo sottolineando con una serie di interventi molto lunga e molto ampia - questa richiesta in ordine alla necessità che questo non diventi un “votificio”: questo Parlamento sta diventando un “votificio” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Il Governo fa un decreto e poi ci si organizza per stargli dietro. Mi si richiama, anche in queste ore: quando finirete? Finiamo quando finiamo, quando abbiamo trattato un argomento. Quando si porrà la fiducia? La fiducia dovrebbe essere un caso eccezionale ma è diventata una costante. Si esula dai meccanismi parlamentari propri che dovrebbero prevedere, invece, un dibattito che nasce dal Parlamento e finisce al Governo, mentre qui è diventato il contrario. Lei, Presidente Rosato, che è attento alle dinamiche parlamentari e rispettoso delle situazioni, immagino soffra quanto noi per questo clima che si sta instaurando.

Allora, vogliamo chiarire ciò, in un momento e in una fase storica particolare come quella dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che deve essere garante di questo modello. Si figuri che 58 parlamentari hanno scritto al Presidente Mattarella e attualmente siamo in attesa di risposta; probabilmente non ha ancora avuto tempo di approfondire il tema della lettera. Era il tema che oggettivamente abbiamo richiamato e abbiamo chiesto al Presidente della Repubblica di garantire, in continuità con quella che fu una lettera - peraltro forse lei quando apparteneva al gruppo del Partito Democratico sottolineò questo - sui tempi di approvazione della legge di bilancio. Ancora siamo in attesa di conoscere l'esito di quella discussione, che nasceva da motivazioni analoghe a quelle esposte dal Partito Democratico e sanzionate - immagini un po' - dal Ministro Cartabia, che all'epoca fu relatore e disse: “Non dovrà mai più accadere”, ma poi al Governo lei fa accadere la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

In questa Nazione sta sparendo il dibattito parlamentare e sta sparendo il rispetto delle regole che ci tengono insieme. Allora, Fratelli d'Italia insiste, anche in perfetta solitudine, perché il Parlamento resti il centro della democrazia e lo facciamo in prossimità delle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica, intasando - come c'è stato detto - i lavori: “Attenzione che se parlate troppo arriva l'altro decreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e poi c'è una questione di opportunità che ci impedirà di mantenere il calendario e che ci impedirà magari di riposare la notte”. Fratelli d'Italia non riposa! Fratelli d'Italia è qui e Fratelli d'Italia dibatte. Porteremo questo dibattito avanti a oltranza su ogni tema e non lo facciamo per noi: lo facciamo per noi, lo facciamo per voi, lo facciamo per la dignità del Parlamento e lo facciamo per la dignità di un popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che, all'interno della Costituzione, ha il Parlamento come centro e cuore pulsante della democrazia, in modo che il Presidente della Repubblica, che auspichiamo sia garante delle istituzioni, senta anche questo nostro richiamo, che sarà una condizione che noi mettiamo anche per il nostro voto in supporto a chi si impegnerà a garantire da adesso in poi che il Parlamento torni centrale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lollobrigida. Interpreto il suo richiamo sull'ordine dei lavori ad un intervento di carattere generale nella contingenza. Di conseguenza, riporteremo al Presidente il senso del suo intervento.

È iscritto a parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Sottosegretario, dopo l'intervento del capogruppo, un'altra piccola grande responsabilità è quella di rendere il mio intervento interessante per il discorso, per il dibattito, per lei e anche per il Presidente che sta presiedendo questa lunga seduta. Ebbene, sottosegretario, io vorrei partire esattamente da dove è iniziato il dibattito questa mattina. Il collega Tondo è intervenuto all'inizio rifacendosi ad una sua intervista che è stata pubblicata su Il Giornale di oggi - e io penso che anche in maniera assolutamente tempestiva e tattica sia stata rilasciata questa intervista - nella quale lei, sottosegretario, parla di tutta una serie di novità: possiamo definirle così? Io ritengo che siano anche delle novità, sinceramente, molto positive. Io ho letto in questa intervista, che invito tutti i colleghi a guardare, un cambiamento. C'è un'indicazione che comincia ad arrivare dal punto di vista governativo - almeno dalla sua interpretazione - diversa rispetto a quello che abbiamo vissuto fino ad ora. Ci sono molte cose interessanti e cambiamenti e, devo dire, in questo caso, forse, più che cambiamenti sono aggiornamenti che quest'agenda, inevitabilmente, cambiando il virus e cambiando le varianti, ha la necessità di fare. Quindi, c'è una serie di aggiornamenti sui cui - credo lei e il gruppo di lavoro a cui lei fa riferimento - molto probabilmente state lavorando; cambiamenti che riguardano il quadro in generale o in maniera particolare il virus, ed è su questo che vorrei concentrare il mio intervento.

Non sta a me dirlo, perché non ho le caratteristiche e la cultura medica per poter dire che cosa e quanto sta cambiando per quanto riguarda il virus, però, sottosegretario, io ritengo invece che stia cambiando veramente tantissimo dal punto di vista politico per quanto riguarda il nostro Paese e l'impostazione del Governo stesso. Ce ne siamo tutti ben accorti da una conferenza stampa di fine d'anno del Presidente del Consiglio Mario Draghi che potremmo definire almeno pasticciata e non lineare come quelle a cui eravamo magari abituati, non con quelle modalità alle quali ci ha abituato nel comunicare determinate informazioni. In questa conferenza stampa di fine anno, collegandola anche a una serie di questioni relative al virus, abbiamo sentito un po' di confusione e abbiamo percepito qualche cosa che non era più così lineare e così certa come prima, a fronte di una serie di certezze che il Governo e il Presidente hanno provato nei mesi a trasferire alla Nazione e al popolo italiano.

Il famoso modello italiano, che era uno degli aspetti sui quali il Governo e il Presidente del Consiglio in maniera particolare si era basato per dire che noi eravamo stati i migliori, al punto da dover mettere in piedi un modello che gli altri Paesi dovevano seguire, grazie a queste strette, a queste coercizioni, a questi QR code, a questi green pass, alla fine si è rivelato un modello che è arrivato nel nostro Paese con la forza e l'ondata della nuova variante, di quello che stiamo in questo momento superando e attraversando soltanto uno o due mesi dopo rispetto agli altri Paesi europei, semplicemente per il fatto che molto probabilmente la brutta stagione, quindi autunno e inverno, tanto per essere chiari, per quanto riguarda il nostro Paese è arrivata e arriva geograficamente un mese, un mese e mezzo dopo gli altri Paesi che erano stati colpiti prima dalla stessa variante, proprio perché parliamo di qualche cosa che ormai abbiamo imparato a conoscere come qualcosa di stagionale.

E quindi rispetto alle chiusure, agli impedimenti, nulla si è potuto fare rispetto a quello che invece è il percorso naturale e normale molto probabilmente del contagio stesso e delle stagioni. E le dico, sottosegretario, che noi saremmo stati i primi a essere contenti se il nostro modello italiano, nazionale, chiamiamolo un po' come ci pare, fosse poi risultato quello migliore, quello che portava maggiori risultati e migliore risposta, però così fondamentalmente non è andata, e anche noi naturalmente contiamo un quadro che è né più né meno che quello degli altri Paesi. Anzi, in alcuni interventi che ci sono stati questa mattina è stato sottolineato come l'Organizzazione mondiale della sanità, senza che mi ripeta, ha individuato nell'Italia uno dei quattro Paesi con il più alto numero di contagi.

Nel dibattito di questi giorni, alcuni giorni fa è intervenuto un politologo, lungi da poter essere ascritto alla squadra sovranista della destra nazionale o internazionale, moderato, adesso non so come vogliamo definirlo, ognuno ci metta il suo aggettivo che ritiene più adeguato. Yascha Mounk ha fatto un intervento molto interessante su The Atlantic, una rivista di politica, nel quale praticamente metteva nero su bianco una serie di sue previsioni, di sue valutazioni per quanto riguarda la questione della pandemia. Ritengo che quella intervista, poi ripresa dal Corriere della Sera, stia veramente, questa sì, alle spalle di quello che è il cambio di paradigma da parte del Governo e anche un po' della sua intervista di oggi, tanto per essere chiari. Non so, sottosegretario, se lei ha avuto l'opportunità di leggere questo passaggio di Mounk, ma è molto interessante.

Mounk, in questo intervento su The Atlantic, parla della fine della pandemia che può arrivare con due modalità diverse. C'è una modalità biologica, quella della fine del virus, che noi ci auguriamo assolutamente avvenga prima possibile, ma che è una fine, un depotenziamento sperato, ma ancora non certo, purtroppo. E poi c'è un'altra tipologia di fine per quanto riguarda la pandemia, che è la conclusione della pandemia proprio nel 2022, così Mounk dice nel suo articolo, da un punto di vista sociale, cioè come fenomeno sociale. Cosa intendiamo? Omicron e il virus in generale hanno cambiato in modo radicale, soprattutto Omicron, il nostro approccio al virus stesso, perché, come dice Mounk in questa intervista al Corriere della Sera, non siamo molto probabilmente più disposti a poter barattare tutto quello che nella vita quotidiana di ogni giorno abbiamo fatto in passato e vogliamo fare in futuro rispetto a un ipotetico e nuovo lockdown.

Non siamo più disposti a fare ciò che abbiamo fatto in estrema emergenza nel 2020, anzi, in maniera particolare lui sottolinea proprio che il 2020 rimarrà in assoluto un'eccezione della storia e che, rispetto a quelli che sono i nostri antenati, loro stessi hanno vissuto momenti molto più pericolosi della nostra quotidianità con Omicron e con il virus del COVID, le sue varianti, e hanno, anche in quei casi, quando la quotidianità era ancora più pericolosa di quella di adesso, scelto per la socialità rispetto al lockdown. Cosa significa, in sintesi?

Molto probabilmente, ma questo lo possiamo forse vedere nella quotidianità di tutti i contatti sociali che abbiamo in questo momento, e un po' anche riprendendo l'intervento del capogruppo Lollobrigida poco fa, quando diceva che se ne parla dappertutto tranne, poco, nelle Aule parlamentari, è questo ciò che sta preoccupando per lo più il Presidente del Consiglio dei Ministri, i suoi Ministri, i sottosegretari, e sta dietro in parte anche all'intervista di Mounk. Provo a dare questa spiegazione anche, a dare questo contributo, perché ritengo che sia arrivato un aspetto che è quello della stanchezza rispetto a questa vicenda che comincia a farsi sentire. Non è soltanto la stanchezza che abbiamo nel provare a sollecitare il Governo nel prendere delle iniziative diverse rispetto a quelle che sono state ripetute continuamente con pochi cambiamenti, ma la stanchezza sta arrivando dalla popolazione stessa.

Il politologo a cui mi rifaccio è stato intervistato dal Corriere della Sera perché a Capodanno era in Italia; è stato intervistato proprio mentre stava per festeggiare con i suoi cari qui, in Italia, il Capodanno, e nell'intervista lui si dichiara sorpreso da come gli italiani siano diventati un popolo che rispetta straordinariamente le regole. Racconta, insomma, dei controlli del green pass ricevuti al ristorante, nei posti dove è andato. Proprio rispetto a questo, dopo due anni, ma come si fa ancora a puntare il dito su una parte, su metà, su un terzo, su un decimo, sul 2 per cento o sul 5 per cento della popolazione italiana nel momento nel quale questa popolazione ha fatto uno sforzo straordinario, da tutti riconosciuto, durante il lockdown del 2020, rispettandolo in maniera assoluta, e ha una percentuale di vaccinati, sottosegretario, che è una tra le più alte in assoluto del mondo? Si sfiora il 90 per cento, con punte che non ci sono in nessun altro Paese. Eppure si prova ancora a dividere questa Nazione. Credo che sia non soltanto ingiusto, ma che sia veramente pernicioso, proprio per questo motivo, continuare a ripetere sempre le stesse cose.

È per questo che vedo uno spiraglio in quella intervista e spero che questo spiraglio, sottosegretario, si concretizzi in una serie di atti naturalmente di carattere politico e amministrativo. Diciamo che fondamentalmente la vita sociale sta avendo assolutamente la precedenza sulla paura stessa del contagio; quindi, al di là della grancassa del mainstream e di tutto quello che si può mettere in moto per farci paura, piano piano, forse anche abbastanza velocemente più che piano piano, ci stiamo abituando in maniera differente a reagire, e a reagire volendo vivere la quotidianità e dando per scontato che correremo qualche rischio, ma che si tratta di rischi che per una popolazione, che ha le caratteristiche di quella della nazione italiana, sono assolutamente affrontabili. Perché, molto probabilmente, siamo disposti a correre questi rischi? Intanto perché sapevamo dal 2020 che queste sarebbero state delle misure temporanee; prima o poi devono terminare e quindi, a questo punto, ci auguriamo che possano terminare il prima possibile. Secondo perché naturalmente siamo più sicuri: ci siamo sottoposti a uno, due, anche tre cicli di carattere vaccinale, e quindi da questo punto di vista sappiamo e pensiamo, visto che ci è stato fatto anche un racconto di questo tipo, di poter affrontare eventualmente la malattia con delle armi in più che ci permettano e soprattutto ci proteggano rispetto a quelle che possono essere le complicazioni più gravi.

L'ultimo, quello a cui mi rifacevo poco fa, è proprio la stanchezza della popolazione. Siamo arrivati a un punto nel quale credo che la politica, e il Governo in primis e in particolare, si debba preoccupare soprattutto di questo aspetto, si debba preoccupare soprattutto del fatto che ci possa non essere più la prontezza e la risposta unanime che noi fino adesso abbiamo avuto su due passaggi non proprio scontati come il lockdown generale del 2020 e la vaccinazione di massa messa in piedi nell'ultimo anno. Non siamo più disposti ad arretrare rispetto al virus, ma, sottosegretario, siamo tutti molto più attenti a quelli che sono i testacoda della politica e soprattutto i corti circuiti.

Quindi, abbiamo questa serie di personaggi assolutamente straordinari, che stanno popolando i nostri media negli ultimi due anni. Io mi ricordo che ai tempi dell'università c'erano queste grandi star dell'architettura, le archistar, alcune di queste personalità anche non simpaticissime. Sottosegretario, magari ritornassero queste archistar, rispetto invece a queste star del virus, nazionali e internazionali, che vanno dai virologi locali fino a quelli di carattere internazionale. Tutti sono attenti a quello che dicono, a quello che hanno detto e a quello che diranno per metterlo poi a confronto, e il confronto in alcuni casi è assolutamente spietato.

Quando parlo di cortocircuito o di testacoda parlo, per esempio, dei 6,5 milioni di residenti nelle isole che, come abbiamo sottolineato all'unanimità in Commissione trasporti, sono praticamente ostaggio del green pass. Naturalmente non tutti, perché tantissimi sono in possesso del certificato, ma siamo arrivati a situazioni assolutamente paradossali di persone, come ricordato nei vari interventi dei miei colleghi, che non riescono nemmeno a ritornare a casa dal posto di lavoro o da dove stanno, perché non in possesso del green pass. Io, da cittadino di questa regione, con la mia auto privata, posso tranquillamente girare su tutto il territorio nazionale e non ho questa limitazione, non soffro di questo, mentre i cittadini delle isole - e non parlo naturalmente soltanto delle grandi isole, ma di tutte le isole - non possono muoversi liberamente nemmeno con i propri mezzi privati di trasporto, perché, purtroppo, per fare una traversata o per prendere un aereo, non si può fare a meno di mostrare il QR.

Dopodiché, abbiamo tutto il percorso e il racconto delle iniziative intraprese all'interno degli istituti scolastici per evitare la didattica a distanza, della straordinaria geniale scelta di spendere milioni di euro per il distanziamento dei banchi. Pensi, sottosegretario, che siamo quasi alla vigilia di quella notizia, che a richiamarla fa ancora un po' rabbrividire e ci fa tremare, quando il 30 gennaio 2020 vennero ufficializzati come positivi i due turisti cinesi, proprio qui a Roma. Era tra il 30 e il 31 gennaio, quindi, siamo esattamente proprio a due anni dall'inizio della pandemia sul nostro territorio, sul territorio nazionale.

L'invito a questo punto qual è, magari provando a fare una aggiunta, una postilla, alla sua intervista di questa mattina su Il Giornale? Molto probabilmente in due anni anche tutto l'aspetto della comunicazione, non soltanto quello della risposta al virus, non può rimanere uguale e fine a se stesso. Io credo che il bollettino, di cui si parla nel suo intervento, ma anche in tantissimi altri interventi in questi giorni, non debba cambiare, sottosegretario, rispetto a quelli che sono i malati sintomatici, asintomatici, rispetto a Omicron o Delta. Ne abbiamo sentite anche qui veramente tante ed io penso che non sia neanche facile mettere ordine rispetto a questa babele di ipotesi e informazioni. Però, penso che il Governo, il Presidente del Consiglio prima di tutti e i suoi Ministri, dovrebbero incominciare invece ad aggiornare gli italiani su tutta un'altra serie di bollettini o su un bollettino che parla anche di questo: quante terapie intensive in più sono state attivate in questi due anni? Infatti, è da queste che deriva poi il meccanismo dei colori delle regioni, se verrà ancora prorogato come modalità. In questi due anni, non in due mesi - dal 30 gennaio 2020 sono due anni tondi - quanti di questi posti sono stati creati? Quanti medici sono stati riconvertiti, organizzati, formati? In questi due anni che tipo di spinta alla medicina territoriale è stata data, per dare ancora maggiori risposte al territorio e alle necessità territoriali stesse? Non sono più uno o due mesi, ma sono due anni che stiamo ragionando di queste problematiche!

La questione della ventilazione controllata l'abbiamo fatta un po' diventare una specie anche di bandiera, di esempio specifico per quanto riguarda le capacità amministrative dei singoli sindaci, dei presidi, dei direttori didattici, dei presidenti di regione, non soltanto di Fratelli d'Italia. Prima la collega Ferro ricordava alcune immagini e alcune frasi di tribune televisive, nelle quali alcuni mesi fa si sorrideva al pensiero della proposta di Giorgia Meloni al Presidente Draghi, che sorrideva con il suo sguardo alla proposta della ventilazione controllata; ora invece si va a ricercare il preside eroe - cito testualmente come è stato definito - che a Vo' Euganeo ha messo in pratica esattamente questa tecnica. E non credo che siano né un preside né un territorio ascrivibili al sovranismo internazionale o all'internazionale sovranista, come si voglia definire.

Dopodiché, credo che in questo bollettino il Ministro Giovannini debba dirci esattamente quanti sono i mezzi di trasporto in più realmente messi su pista, quanti sono questi benedetti autobus, quali sono gli aiuti al TPL, al trasporto locale, e a quello extra locale, quello di carattere regionale, che va a supportare una situazione che in alcuni casi tende al collasso per quanto riguarda i trasporti, soprattutto tra le aree abitate più importanti nel nostro Paese, soprattutto le aree metropolitane e le vicine periferie.

Lo sa perché le cito questo elenco di cose che io gradirei leggere insieme al bollettino quotidiano, settimanale o mensile (tanto son passati due anni, quindi, insomma, si può fare anche mensilmente da questo punto di vista)? Perché questo bollettino non riguarderebbe soltanto lei, sottosegretario, il Ministro Speranza o il Governo; siccome tantissime delle cose di cui le ho parlato passano attraverso la realizzazione delle singole regioni, che fanno cadere a terra, mettono realmente sul territorio i bus in più, organizzano le terapie intensive negli ospedali, aumentano gli spazi da adibire ai tamponi e ai vaccini e via dicendo, la sfida sarebbe di un sistema Paese, tutto unito. Infatti, i governi territoriali di carattere regionale, provinciale o comunale dell'Italia sono naturalmente talmente variegati, che coinvolgono tutti in questa sfida, in questa lotta, che diventerebbe non soltanto di qualcuno che punta il dito contro una minoranza che ha deciso di non vaccinarsi, ma sarebbe la sfida di un intero Paese, che vuole realmente sconfiggere il virus, dando o provando a dare delle certezze, non predisponendo più chiusure, ma provando a parlare del 2022 e di quello che avverrà in una maniera completamente diversa, non con un paradigma che tutti gli italiani vogliono che al più presto si cambi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Ripeterò certamente cose dette in precedenza dai miei colleghi, ma all'inizio di questo mio intervento voglio concentrarmi su un concetto: ancora una volta abbiamo all'esame di questa Camera un provvedimento che introduce delle restrizioni e delle limitazioni della libertà. Ma questa volta non è come le altre volte, perché questa volta le promesse per cui ci sarebbe stata una ritrovata normalità, una libertà che da un anno e mezzo ci è stata negata erano entrate nelle corde degli italiani. Gli italiani pensavano veramente che con la campagna delle vaccinazioni questo incubo si sarebbe volatilizzato; invece non è così, non è accaduto niente di tutto questo, purtroppo.

Quindi, questa riflessione pesa nella differenza di questo momento rispetto ad altri, un momento in cui si diceva che esisteva un modello Italia e, quindi, tutti pensavano ormai di poter ritrovare una quotidianità serena. Invece, non è così, perché, secondo me, la prima critica che va fatta a questo Governo su questa tematica, è l'immobilismo. Io intravedo come l'immobilismo abbia impedito la risoluzione di problemi essenziali. Facciamo due esempi, li hanno citati tutti e li voglio citare anch'io. Il primo è la soluzione dell'affollamento dei mezzi pubblici e il secondo è la tanto conclamata installazione di impianti di aerazione nelle scuole.

Io e la collega Bucalo abbiamo presentato emendamenti e ordini del giorno, abbiamo cercato di perorare la causa di queste installazioni di areazione, anche perché non mi sembra normale che nelle scuole i ragazzi stiano con le finestre aperte, la coperta e il piumino addosso, questa non è l'immagine dell'Italia che vogliamo; e poi avevamo l'esempio della regione Marche e della regione Abruzzo, che hanno per prime fatto ricorso a queste metodologie. Invece, c'era scetticismo; ricordo una mozione sulla scuola votata neanche un anno fa, alla fine trovando anche la quadra tra i gruppi; quando, però, proposi l'inserimento di questo di questo punto sull'areazione c'era stato, appunto, scetticismo; avevo dovuto impegnarmi e lottare un po' per portare a casa questo risultato. Adesso sembra, invece, che sia una cosa normale, tutti parlano di areazione, tutti parlano di installare questa ventilazione nelle aule; Fratelli d'Italia può dire: ma perché non ci avete ascoltato due anni fa? Dovevate ascoltarci due anni fa, adesso è troppo facile addivenire a questa posizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Proprio dal mondo della scuola voglio cominciare, per mettere l'accento sul caos che, purtroppo, esiste, a parte la divisione tra chi preferisce la DAD e chi la lezione in presenza; è chiaro che la didattica a distanza ha dimostrato tutti i suoi limiti; abbiamo visto ragazzi che hanno perso, a volte, anche la voglia di vivere la scuola, abbiamo assistito a situazioni che sono addirittura arrivate alla malattia, sia psicologica che fisica, e quindi si chiede giustamente la presenza alle lezioni, ma in questo momento la scuola è in sofferenza, per la confusione; in precedenza, si parlava di confusione, di messaggi confusi; ogni giorno, nella quotidianità, le famiglie, gli studenti, i dirigenti scolastici e il personale scolastico tutto devono vivere e affrontare problemi, con soluzioni diverse giorno per giorno, sicuramente sono esempi che a noi possono sembrare magari banali, ma che in alcune regioni i professori guariti attendano il tampone senza che nessuno vada a effettuare loro il test, impedendogli così il ritorno a scuola, è un fatto che accade; vi posso garantire che questo disagio esiste, come esiste il disagio del tracciamento o della mancanza di un tracciamento sicuro; noi avevamo suggerito, consigliato, proposto al Governo, con emendamenti, oltre alla areazione di cui ho parlato, anche una diminuzione del numero degli studenti per classe, per evitare le cosiddette classi pollaio; sono due anni che noi chiediamo che ci sia un distanziamento, perché se ci fosse l'areazione, un distanziamento, se l'edilizia scolastica leggera avesse contribuito a individuare spazi diversi per garantire il distanziamento, non saremmo stati in questa situazione.

Abbiamo anche chiesto che vengano erogate gratuitamente le mascherine FFP2; non dimentichiamoci che i nostri ragazzi, in questi anni, hanno avuto mascherine che sembravano delle bende; è assurdo, è incredibile che nella scuola ci fosse tale tipologia di mascherine; non c'era solo la questione, grottesca, dei banchi a rotelle, che è stata quella più eclatante, ma c'erano tanti disagi che hanno sicuramente reso difficile la vita nelle scuole; adesso abbiamo la gestione della privacy, di cui i dirigenti scolastici devono farsi carico. Ci vogliono, quindi, indicazioni chiare per la gestione di questi casi, affinché ci sia un'efficace modalità di garantire la privacy e di gestire, nello stesso tempo, la quarantena. Sono tutte situazioni che paiono molte volte normali ma, devo dire la verità, l'ascolto del mondo della scuola ci fa verificare un disagio che al momento, anche se non sembra esserci, è veramente la punta di un iceberg che emerge dalla scuola. Abbiamo anche proposto, in alcuni casi, la diminuzione delle ore e credo che piuttosto che lasciare i ragazzi in didattica a distanza nel periodo di massima contagiosità della pandemia, questa potrebbe anche essere una proposta di buonsenso e facciamo presente, ancora una volta, che le nostre proposte emendative non saranno discusse, perché sul provvedimento sarà posta, ancora una volta, la questione di fiducia. In proposito, non si tratta di mettere in atto la solita lamentela, che non vuole essere sterile, ma si tratta veramente di farvi comprendere come Fratelli d'Italia abbia voglia di migliorare i provvedimenti; non è un'opposizione sterile che fa ostruzionismo, ma un'opposizione che vuole presentare queste proposte emendative per migliorare i provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Invece, come sempre accade, saranno proposte che andranno al macero, con la situazione di ritrovarsi con i soliti ordini del giorno, magari riformulati, che lascia un po' intravedere un taglio del dibattito parlamentare che comincia a diventare imbarazzante, considerate le volte in cui il Governo è ricorso alla posizione della questione di fiducia. Dicevo proposte emendative che non saranno discusse ed è un vero peccato che non lo saranno, perché Fratelli d'Italia aveva proprio l'intenzione di intervenire su materie importanti come, ad esempio, a favore delle donne in congedo di maternità, con la tutela della maternità prevista in Costituzione, da cui avrebbe dovuto derivare, naturalmente, l'impossibilità della sospensione nei casi di contagio. Se avessimo avuto l'opportunità di discutere queste proposte emendative, si sarebbe anche parlato della possibilità di effettuare i test antigenici rapidi da parte degli esercizi commerciali, oppure dell'istituzione di un fondo per incentivare la campagna vaccinale che preveda l'indennizzo degli eventi avversi causati dalla vaccinazione contro il COVID. È inutile negare che questo problema, sullo sfondo, rimane; il problema che non ci sia la possibilità di avere un indennizzo; noi sappiamo che, anche se in percentuali basse, ci sono stati episodi non rassicuranti in questo senso. Quindi, avendo eliminato i nostri emendamenti, non potendoli discutere, non potremmo neanche discutere degli incentivi alla vaccinazione che le regioni, con protocolli d'intesa, avrebbero fatto con i medici di base, e di tante altre proposte ancora. Come potete constatare, si tratta di proposte che supportano la campagna vaccinale, perché noi abbiamo grossi dubbi che con il green pass la situazione si sia risolta, ma siamo ovviamente certi che la vaccinazione possa evitare l'ospedalizzazione e il ricorso estremo alla terapia intensiva. Quindi, manifestiamo un equilibrio, ma vi è la constatazione che spesso - lo diceva in precedenza anche il collega Sasso - effettuare i tamponi per entrare nei locali o per esercitare alcune attività sarebbe stato sicuramente più sicuro; invece, la situazione è sempre la stessa. Dunque, si poteva tentare di rassicurare la popolazione anche parlando degli effetti indubbiamente più blandi che questa variante Omicron reca; invece, pare che la strategia del terrore continui, favorita anche dai mezzi di comunicazione, mentre, naturalmente, a essere vessate - lo diceva stamattina il collega Trancassini - sono le solite categorie. Questo è veramente impensabile, sempre le stesse categorie: albergatori, ristoratori, chi agisce e lavora nel turismo, gestori di palestre e di piscine.

Mi chiedo cosa vi abbiano fatto queste categorie. Ancora una volta, sono queste quelle più vessate e ciò è sicuramente molto evidente, girando per le città. Nella mia Milano, vedo tanti negozi che non hanno riaperto, tanti locali che hanno le serrande abbassate. Sicuramente, è mutata anche l'immagine della città, è indubbio, basta osservare con attenzione quello che c'è intorno per capirlo. Quindi, tutti avremmo voluto vedere dei miglioramenti e, invece, questo non si è verificato. È una riflessione che dobbiamo fare. Speriamo che la situazione si risolva, ma non è dato essere ottimisti perché una situazione di contagi così alti come ora nessuno se la sarebbe forse mai immaginata. Non servono i virologi - che ormai accompagnano, purtroppo, le nostre serate, dicendo le stesse cose - per poter prevedere con serietà un futuro, un futuro che non sia solo di vaccinazioni. Come dicevo prima, noi siamo per una campagna vaccinale convinta ma si prevedano anche le cure. Occorre cercare di prevedere delle cure, non mi sembra una bestemmia parlare del fatto che sia utile curare una malattia, che sia utile ingegnarsi, fare ricerca, cercare di scostarsi dall'immagine terribile della vigile attesa con la tachipirina. Ecco, credo che un Paese normale e civile debba prendere atto del fatto che sia molto importante fare, in ogni caso, anche se c'è il vaccino, dei miglioramenti anche rapidi sulle cure. Come dicevo, Fratelli d'Italia ha continuato a fare proposte mai prese in considerazione o spesso prese in modo tardivo. In conclusione, si ribadisce che noi stiamo parlando di uno strumento che è di natura in un certo senso discriminatoria. Prima parlavo di scuola: c'era stata l'ipotesi, da noi subito contestata, che i bambini fossero divisi tra vaccinati e non e che i vaccinati non potessero fare le lezioni in presenza. Fratelli d'Italia ovviamente ha pensato subito di opporsi a questo tipo di discriminazione perché, come dicevo prima, nelle scuole, esistono dei problemi molto difficili da superare. Andrebbe anche ripristinata la vecchia “infermeria” o, comunque, un medico, un presidio. Le scuole dovrebbero essere aperte, diventare esse stesse dei presidi sul territorio, non essere chiuse a doppia mandata, come purtroppo è stato nei tempi scorsi. Un ostacolo che ancora genera delle problematiche nei ragazzi e nelle famiglie che spesso non vengono citate ma che hanno dovuto sopportare, soprattutto quelle con figli in età scolare, da primarie o da medie inferiori, di non potersi allontanare dall'abitazione per seguire attentamente le lezioni del figlio, altrimenti il figlio non avrebbe potuto mantenere quel filo di raccordo con l'insegnante. Ciò è stato possibile, ma non tutte le famiglie hanno avuto la possibilità – come chi non aveva lo smart working - di non lavorare. Naturalmente, queste situazioni impattano sulle fasce sociali più deboli e questa è una cosa che sicuramente dà fastidio e preoccupa. Gli studenti che non avevano la possibilità di avere due o tre computer o una linea, un collegamento degno di questo nome, hanno sofferto di più. La scuola deve essere un ascensore sociale, non ci si può permettere che ci siano dei ragazzi discriminati in base al reddito, in base al censo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ciò che è più grave è comunque il fatto che il Governo non ammetta mai il suo fallimento; questa è una frase che la nostra presidente Meloni ha proferito giustamente. Non c'è stata proprio l'idea di dire: sì, fin qui abbiamo sbagliato, si tratta comunque di un virus, di una malattia. Non c'era da vincere un derby su questa cosa ma bisogna avere le capacità e l'umiltà di ammettere il fallimento. La nostra maggiore paura è quella che si voglia entrare nell'ottica di un'emergenza permanente. Ecco, l'emergenza non può essere permanente, perché è una contraddizione in termini: se è emergenza significa, appunto, che è un momento particolare, definito nel tempo. Qui si ha l'impressione che si voglia imporre un'emergenza permanente, senza vedere degli sbocchi, senza vedere dei reali sbocchi di fine, la parola “fine” a questa emergenza. Quindi, noi ci chiediamo, in conclusione, perché ci siano state queste decisioni ulteriormente discriminatorie verso una fetta di popolazione che, come è stato constatato da tutti, si è comportata bene in questi due anni. Gli italiani hanno avuto pazienza, gli italiani hanno avuto senso di responsabilità e si sono dimostrati rispettosi delle regole e, pertanto, non meritano di essere trattati così, in questo modo, senza avere delle soluzioni, senza avere prospettive future. Non si può essere così distanti dal popolo, perché la nostra nazione ha la necessità di ripartire presto e subito e i cittadini, se continuerà ad esserci questo clima così ostile, così discriminatorio, potrebbero anche avere dei contraccolpi e questo sarebbe un problema per l'Italia, perché ormai due anni sono già passati ma non si vede la luce, se questo Governo non cambia strategia e non cambia visione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, ho fatto da pochissimi giorni la terza dose per cui, se dovessi affermare che sono soddisfatto della gestione sanitaria del Governo dei migliori, si tratterebbe chiaramente di una reazione avversa, di un sintomo evidente. In questo momento, l'unica reazione avversa che ho è quella al cosiddetto Governo dei migliori, in particolare al Ministro della Salute, Speranza, che sta dimostrando di essere l'unico soggetto che è stato in grado di immunizzarsi a tutto. Speranza è immune a qualunque critica o responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sia il TAR, siano i dati dei contagi, siano le sue gravissime omissioni fin dall'inizio dell'emergenza, sia la pessima gestione di tutta la vicenda delle mascherine e della prima fase della pandemia con l'allora commissario Arcuri. Qualsiasi aspetto della pessima gestione dell'emergenza sanitaria da parte del Ministro Speranza lo lascia totalmente impassibile. Evidentemente, egli è veramente immune a qualunque cosa. Ma, a parte lui, tutti gli altri, invece, sono esposti ai rischi, alle contraddizioni, alle difficoltà e alle infinite problematiche che questa pessima gestione della pandemia, dal punto di vista sia sanitario sia socio-economico, lascia da ormai troppo tempo agli italiani, che sono in una situazione di enorme difficoltà. Anzi, devo dire che, semmai, i cittadini, gli italiani si sono dimostrati molto più seri, responsabili e diligenti di chi li sta governando.

Veniamo al tema di oggi. Votiamo, oggi, cioè il 17 gennaio, la conversione in legge di un decreto-legge del novembre 2021, uno dei tantissimi decreti-legge sul COVID che si sono susseguiti. È già un miracolo che sia un decreto-legge e non un DPCM e questo grazie anche alle battaglie che Fratelli d'Italia ha fatto per riportare la situazione almeno nei limiti della decenza rispetto all'abuso dei DPCM, che una buona parte dell'attuale maggioranza - e cioè i giallorossi – ha tranquillamente sostenuto per tutto il precedente Governo.

Siamo qui a discutere un decreto-legge - a gennaio - di due mesi fa, quando nel frattempo è ulteriormente cambiato totalmente lo scenario, sono cambiate le situazioni, sono intervenute anche nuove norme e nuove disposizioni. Quindi, per l'ennesima volta, è surreale che ci troviamo in un Parlamento semivuoto a discutere ex post di un decreto già passato, già in parte modificato dalle condizioni successive e nell'imminenza dell'ennesimo voto di fiducia che verrà posto, perché non abbiamo dubbi che andrà a finire così. Anche questo, è un altro record: l'Italia è, in questo momento - pare - il quarto Paese al mondo per numero di contagi, ma è probabilmente il primo al mondo per il numero di voti di fiducia imposti senza nessuna logica al Parlamento. Come diceva prima il nostro capogruppo, il Parlamento, di fatto, è ridotto a luogo di mera ratifica postuma di decisioni prese altrove, senza confronto, da soggetti che poi non si prendono mai nessuna responsabilità di fronte agli italiani per i tantissimi errori che hanno commesso nelle loro disposizioni normative, che voi avete passivamente e acriticamente ratificato ex post. Per fortuna, non manca moltissimo alla fine della legislatura, perché una legislatura che ha svilito così il Parlamento credo non si sia vista dall'entrata in vigore di questa Costituzione. C'è un Parlamento - una Camera - che deve ratificare ex post decreti già superati dall'evoluzione successiva della pandemia. Di cosa si parla nel decreto-legge n. 172 del 2021? Sicuramente non si parla degli strumenti di aerazione meccanica e ventilazione controllata per mettere in sicurezza le scuole, tema su cui per primi, da due anni, siamo intervenuti, con proposte concrete e senza demagogia, noi di Fratelli d'Italia, inizialmente derisi o ignorati dalla stessa maggioranza di Governo, salvo oggi dover riconoscere che quella era una buona proposta. Era una proposta che, se fosse stata attuata quando noi lo chiedevamo, avrebbe messo oggi le scuole in condizioni di poter accogliere studenti, docenti e operatori in sicurezza e senza rischio di dover facilmente recedere verso la DAD.

Ancora, oggi non si parla di riorganizzazione del trasporto pubblico. Abbiamo, fin dall'inizio, evidenziato come il principale cluster, il principale luogo e veicolo di contagio sia a bordo dei mezzi pubblici ma, dall'inizio della pandemia ad oggi, non c'è stato alcun potenziamento del trasporto pubblico che consentisse ai tantissimi cittadini che necessariamente se ne devono servire di poter utilizzare il trasporto pubblico in sicurezza. Non avete fatto nulla: avete chiuso oppure limitato l'uso dei ristoranti, delle sale da ballo, dei locali pubblici, facendo sedere la gente in tavoli da quattro; avete disciplinato il numero di invitati al cenone di Capodanno nella prima fase della pandemia - cioè cose demenziali - ma non avete mai messo mano al principale cluster, cioè ai veicoli, ai mezzi del trasporto pubblico. Non si parla oggi del potenziamento della assistenza domiciliare a tutela delle categorie più fragili, un altro tema che Fratelli d'Italia chiede fin dall'inizio della pandemia, che avrebbe consentito di non esporre a rischi le fasce più deboli e più fragili della popolazione (quindi, in particolare, degli over 60 e di chi si trova in particolari condizioni di salute): anche su questo, latitanza e silenzio totale.

Non c'è nulla e non si parla della necessaria riorganizzazione dei medici di base, che potrebbero svolgere un ruolo fondamentale a tutela dei cittadini per un monitoraggio e un'attività di cura e prevenzione molto più capillare e attenta sul territorio. È un dato di fatto oggettivo che va avanti da anni quello della crescente fragilità della struttura e del tessuto della distribuzione dei medici di base sul territorio, che sono sempre di meno. Quotidianamente riceviamo segnalazioni da parte di cittadini e di comuni che perdono la copertura del medico di base, che spesso è il primo se non unico punto di riferimento soprattutto per i cittadini e le fasce di popolazione più anziane che più fanno fatica a trovare altre soluzioni. Anche su questo, non c'è minimamente traccia di alcun potenziamento di questo capillare servizio di tutela, prevenzione e cura della salute dei cittadini sul territorio. Non c'è traccia, ovviamente, dell'ennesima figura pietosa che ha fatto il Ministro Speranza anche nei confronti del TAR con la recentissima pronuncia sulla vigile attesa. Anche su questo, ripeto, immune a qualunque sentenza, immune a qualunque decisione, il Ministro della Salute va avanti imperterrito a praticare una gestione della pandemia che è sicuramente fallimentare e che è sicuramente deficitaria.

Non c'è nulla sulle disfunzioni che il sistema informatico spesso palesa sull'aggiornamento dei dati dei guariti dal COVID. Sono all'ordine del giorno casi di cittadini che, pur guariti, pur già usciti da giorni dalla quarantena, vengono fermati con uno spiegamento di Forze dell'ordine che spesso non c'è neanche per i delinquenti e i terroristi, mentre esiste invece per cittadini perbene, per giunta guariti e che possono liberamente circolare e che quindi non hanno commesso alcun reato. In questo caso, si costringono le Forze dell'ordine a intervenire, loro malgrado, in situazioni spesso imbarazzanti ed umilianti; quindi, anche su questo, il potenziamento dei sistemi informatici che rilasciano le certificazioni e che aggiornano le certificazioni, è ancora un punto dolente su cui quotidianamente registriamo gravi disfunzioni.

Ancora, non c'è nulla su dati concreti che ci dicano se, come, quanto e dove avete aumentato le disponibilità delle terapie intensive, laddove ci sia necessità, anche perché una maggiore disponibilità di terapie intensive sul territorio potrebbe consentire di gestire anche diversamente le varie fasce di colore e quindi il livello di chiusura che avete posto a carico dei cittadini; insomma, l'elenco potrebbe continuare ancora molto a lungo.

Mentre voi sbandierate il modello Italia, l'Italia si classifica finora al quarto posto per numero di contagi al mondo, nonostante ci sia un tasso di vaccinazione tra i più alti al mondo. È evidente che c'è qualcosa che non sta funzionando. Lo dico da soggetto tranquillamente vaccinato e da soggetto che fin dall'inizio ha sollecitato il Governo di allora, quando voi della maggioranza giallorossa ci dicevate che Arcuri era bravissimo e noi vi segnalavamo che c'erano degli enormi problemi nella sua gestione anche sul piano vaccinale. Lo dico da cittadino regolarmente vaccinato: il vaccino non è l'unico amuleto magico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che immunizza tutti da tutto e va accompagnato da altre misure, senza le quali rischia in alcuni casi, addirittura, di essere controproducente.

Infatti, il cittadino che, giustamente, si sente a posto per essersi vaccinato e per avere il green pass rafforzato va in giro con una convinzione di invincibilità, pensando che, avendo questo, è a posto e non succede nulla, mentre, invece, i tamponi e tutte le altre misure che ho segnalato prima devono accompagnarsi a questo strumento, altrimenti il rischio, in alcuni casi, anziché di aumentare la protezione della popolazione, è di abbassare la guardia, con una presunzione di invincibilità che, poi, invece, nei fatti, si registra non esserci.

Ebbene, questo è il quadro nel quale ci troviamo, questo è il quadro di cui si dovrebbe discutere oggi, a Parlamento pieno, incalzando il Governo ad intervenire laddove finora non lo ha fatto e, invece, siamo qui a parlare di un decreto del 26 novembre, uno dei tanti che si sono accatastati nel tempo, con una accozzaglia di norme contraddittorie che hanno gettato i cittadini nel caos, perché sfido, fermando per strada qualsiasi cittadino e facendogli dieci domande su tutte le principali misure e disposizioni in vigore, a capire quale è la risposta giusta su quello che si può fare, su quello che non si può fare e a quali condizioni. Un caos normativo, i cui costi, ovviamente, avete scaricato sui cittadini, anziché farvene carico voi.

Presidente, mi avvio a concludere. Fratelli d'Italia, con il nostro leader Giorgia Meloni, è stata la prima forza politica a chiedere, a inizio pandemia, un serio piano vaccinale quando il Governo della maggioranza giallo-rossa ci spiegava che Arcuri stava lavorando benissimo. Fratelli d'Italia è stata la prima forza politica, all'inizio, prima ancora dello scoppiare, del boom della prima ondata di contagi, a chiedere che si facessero le quarantene per chi arrivava dall'estero, si alzasse il livello di protezione, quando l'allora Premier Conte minimizzava, dicendo che in Italia non c'era nessun pericolo che accadesse quello che accadeva in Cina, quando il Ministro Speranza ometteva di aggiornare e di trasmettere i dati sul piano di emergenza sanitaria nazionale, e su questo continueremo ad insistere fino in fondo finché la magistratura non avrà fatto chiarezza, perché di questo si deve rispondere di fronte alla giustizia e di fronte ai cittadini. Tutto questo noi lo facevamo mentre, al contrario, l'allora leader del PD Zingaretti abbracciava i ristoratori cinesi, invitando tutti tranquillamente agli aperitivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con una gravissima sottovalutazione. Tutto questo non lo sto dicendo solo per un gioco retorico, ma lo sto dicendo per ricordare a voi, che ogni giorno utilizzate i media e le Aule per dividere l'Italia tra buoni e cattivi, mettendo voi dalla parte dei buoni che stabiliscono chi è dentro e fuori dal contesto sociale, perché noi da voi lezioni su come si gestisce la pandemia non ne possiamo prendere, non ne potremo ricevere mai!

Quindi, Presidente, concludo, dicendo che, ovviamente, noi non potremo votare a favore di un decreto scritto male, che è arrivato alla conversione tardi, in uno scenario caotico e confuso, come quello attuale, pieno di misure contraddittorie ed insufficienti. Continueremo ad incalzarvi per chiedervi di fare meglio quello che è necessario per mettere in sicurezza gli italiani e continueremo ad incalzarvi per evidenziare le responsabilità gravissime del Ministro, in primis, e di tutti voi, di conseguenza, nel continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto, lasciando sulla pelle dei cittadini infinite contraddizioni, caos e conseguenti effetti negativi sulla popolazione. Quindi, Fratelli d'Italia continuerà a esercitare questo ruolo critico, a fare le domande scomode che nessuno ha il coraggio di fare, a rifiutare di dividere il Paese tra vax e no-vax, come se in mezzo non ci fosse, invece, un'ampia fascia di popolazione che vuole semplicemente capire, essere informata correttamente e non subire una pressione mediatica manichea, che sta creando solo un aumento del tasso di violenza nel Paese, mentre noi vogliamo aumentare la chiarezza, la trasparenza e il convincimento consapevole della popolazione nell'affrontare al meglio questa pandemia, nonostante il caos normativo che questo Governo sta continuando a propinarci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo e penso sia l'ultimo intervento oggi del gruppo di Fratelli d'Italia. Buonasera, sottosegretario Costa, innanzitutto, io penso di farmi portavoce del gruppo - e non è scontato - rispetto ai ringraziamenti per la sua figura che oggi si è fermata per tutto il tempo ad ascoltare quella che è una piccola maratona di Fratelli d'Italia semplicemente per cercare di far capire anche quali siano le motivazioni, andando anche un po' più nel profondo, laddove questo Governo, per l'ennesima volta, non ci lascia andare nel profondo con delle proposte, perché mi pare evidente che l'ombra lunga del Ministro D'Inca' vada ad imperversare sull'Aula per porre l'ennesima fiducia di questo Governo.

Vede, la prima cosa che io tendo a sottolineare, sottosegretario, dopo i ringraziamenti alla sua figura, che sono d'obbligo, è proprio il fatto che - lo ricordava prima il collega Rotelli - oramai sono passati due anni dai primi due casi di quei due signori, marito e moglie cinesi. Tutti noi, purtroppo, ricordiamo queste immagini drammatiche che arrivavano anche nei nostri device, che hanno fatto vedere ai telegiornali, piuttosto che riportate nei giornali, laddove si vedeva, sottosegretario, una scena da film. Non eravamo abituati a queste scene o, perlomeno, eravamo abituati a vedere queste scene soltanto nei film, quelli di più spinta fantascienza che qualche regista avrebbe potuto immaginare. Una cosa che, però, ci sembra importante andare a sottolineare oggi ed ancora una volta qui, in quest'Aula, è che per circa due anni i vari Governi che si sono susseguiti - prima il Governo Conte, oggi il Governo Draghi - non danno la possibilità a nessun parlamentare, non soltanto ai parlamentari dell'opposizione, di esprimere una proposta emendativa, perché voi ci piazzate sempre le questioni di fiducia e, quindi, andate a comprimere un ragionamento su di un tema che, invece, secondo noi, avrebbe bisogno di amplissimi ragionamenti. E questo è un problema, è un problema democrazia parlamentare, è un problema in termini di Parlamento. Etimologicamente, “Parlamento” significa parlare, significa confrontarsi, significa offrire degli spunti e delle idee differenti, ma non ce la facciamo perché il cosiddetto carattere d'urgenza, probabilmente in alcuni passaggi era corretto, ma non è sicuramente oggi un carattere d'urgenza quando su un provvedimento di questo tipo, voi fate scattare eventuali sanzioni od obblighi non oggi, ma dal 15 di febbraio; quindi l'urgenza oggi, probabilmente, sotto quella veste, non c'è.

Però, vede, l'istinto primordiale del Parlamento è quello, anche attraverso una discussione non violenta assolutamente, ma accesa, di cercare di portare, non soltanto all'interno di queste Aule, ma il più possibile anche fuori, quello che è un ragionamento politico, nei numeri e non soltanto nei numeri che oggi evidentemente sono molto importanti rispetto ad una terribile drammatica pandemia che sta ancora imperversando. Ma, in questo caso, l'unica voce che può emendare un certo tipo di passaggio è la voce di Fratelli d'Italia e possiamo farlo soltanto in seno ad una discussione generale. A noi questo non sembra un corretto modus operandi.

Sono stati due anni drammatici - sottosegretario, tutti noi lo sappiamo - non soltanto per la politica, anzi, molto spesso anche fuori dalla politica. Sono stati due anni intensi, sono stati due anni tristi, sono stati due anni dove certe immagini resteranno nei prossimi anni nelle nostre teste e di cui parleranno i nostri figli ai nostri nipoti come un evento fuori controllo, che ha colpito veramente tutto il mondo. Non ci ha capito niente mezzo mondo e, purtroppo, nello specifico, molto spesso, non ci ha capito niente neanche la politica, ma, ancor più in profondità, neanche l'esecutivo di una Nazione (in questo caso, mi riferisco al vostro Esecutivo).

Sottosegretario, il ruolo che secondo noi l'Italia avrebbe dovuto svolgere meglio rispetto a tutto quanto detto, doveva essere un ruolo che, anche dalla parte politica, doveva essere un po' più responsabile. Mi spiego. Lei oggi è qui in Aula, ma oggi qui in Aula avrebbe dovuto esserci il Ministro Speranza, che avrebbe dovuto alzare la mano e dire: chiedo scusa agli italiani per gli errori che abbiamo commesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Chiedere scusa non è un errore politico, chiedere scusa non è perdere 5 punti in percentuale rispetto ai feedback elettorali; chiedere scusa da parte della politica è uno tra gli atti più nobili che la politica possa compiere.

Oggi il Ministro Speranza non c'è. Noi avremmo voluto vederlo qui in aula, magari per mezz'ora, per qualche ora. Però, sotto molti punti di vista, sotto alcuni passaggi, pur comprendendo spesso anche la buona fede - ci mancherebbe altro -, il Ministro della Salute avrebbe dovuto essere qui con noi in Aula e - lo rinnovo - chiedere scusa su alcuni passaggi che, forse non in cattiva fede, ha completamente sbagliato.

Secondo me, sottosegretario, l'Italia deve svolgere un ruolo importante non soltanto in Europa, ma nel mondo. Quando pronuncio queste frasi io chiedo una cosa importante. La cosa importante che io e lo stesso gruppo di Fratelli d'Italia - ma io ritengo e penso tutta l'Aula della Camera dei deputati - possiamo chiedere rispetto a questi passaggi, è che oggi, effettivamente - le parlo da vaccinista convinto, da persona assolutamente concorde sul fatto che i vaccini nella storia hanno salvato milioni di vite (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - il vaccino deve essere fatto in tutto il mondo! Un vaccino non può essere esclusiva di Paesi ricchi, un vaccino non può essere esclusiva di Paesi che possono permetterselo: nei prossimi mesi il vaccino deve essere messo a disposizione di chiunque nel mondo, altrimenti non ne usciamo; magari faremo tardi rispetto ad alcuni Paesi, però dobbiamo andare in quel senso.

Poi, ogni tanto, serve anche richiamare all'ordine le case farmaceutiche, che noi ringraziamo rispetto all'aiuto che hanno dato - seppur finanziate, come lei sa, dagli Stati - rispetto alla ricerca di un vaccino. Dobbiamo però richiamarle, ogni tanto, perché - lo dico in modo del tutto personale - a volte forse è utile guadagnare qualche euro in meno e, nei confronti dei brevetti, fare uno scatto in avanti, per cercare di capire come si può avere una diffusione globale del vaccino. Sono stati fatti degli errori ed è per questo che il Ministro Speranza avrebbe dovuto essere oggi con noi qui in Aula ad alzare la mano e a chiedere scusa. Sono stati fatti errori grossolani, lei lo sa - magari non può dirlo ma lo sa o perlomeno non può dirlo apertis verbis - rispetto alla comunicazione degli ultimi due anni e degli ultimi mesi. Lei, sottosegretario, e lei, Presidente, ricordate quando è stata fatta quella comunicazione su una determinata marca di vaccino che prima è stata spinta rispetto alla campagna vaccinale e, purtroppo, dopo qualche caso di reazione, effettivamente si è chiuso quel capitolo con quella determinata azienda: quello è un passaggio che a livello comunicativo ha fatto malissimo ai nostri concittadini Io parlo di concittadini che si svegliano la mattina e vanno a lavorare. Noi abbiamo tentato in questo Paese, con una comunicazione sbagliata, di trattare tutti i nostri cittadini come se fossero dei laureati in medicina, come se fossero dei virologi: invece no! I nostri concittadini si devono fidare della medicina, ma è evidente che rispetto ad una comunicazione sbagliata neanche loro ci capiscono più nulla. È anche quello, secondo me, un vulnus rispetto a questo tipo di percorso, laddove la politica, in questo caso, avrebbe dovuto dire: ci siamo sbagliati! Lo rinnovo per fugare ogni dubbio: io sono vaccinato con tre dosi in modo convinto; ho vaccinato tutta la mia famiglia in modo assolutamente convinto, però, oggi, sottosegretario, puntare tutto sul vaccino, forse - dico forse - è sbagliato. È sbagliato perché, quando in termini di comunicazione, diamo un'indicazione, non dico errata ma quantomeno insufficiente rispetto al fatto che la politica in Italia invita a puntare tutto sul vaccino, dimentichiamo le regole basilari che forse hanno salvato anche delle vite umane: penso al distanziamento sociale, alle misure di protezione individuale, al congestionamento collettivo. Oggi, dobbiamo dirlo chiaramente: il vaccino non è l'unica soluzione per decapitare questa maledetta pandemia. Oggi, da parte dei colleghi di Fratelli d'Italia, molto spesso lei ha sentito parlare di trasporto pubblico locale. Allora, all'inizio, quando un anno e mezzo fa parlavamo di trasporto pubblico locale, venivamo presi come dei no-Vax, venivamo presi come degli sciamani che andavano a rompere rispetto ad alcuni tipi di passaggi che non erano importanti. Sottosegretario, lei si rende conto che, sino a qualche mese fa, se un cittadino prendeva un treno ad alta velocità era obbligato ad avere il vaccino piuttosto che il green pass, ma se dopo un'ora prendeva un treno non ad alta velocità bensì un trasporto pubblico locale, non era obbligato ad avere le stesse accortezze? Ma, allora: il virus viaggia soltanto sull'alta velocità o viaggia su tutti i treni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Sono queste le cose che noi stiamo cercando di riferire negli ambiti, laddove noi oggi possiamo riferire. Salutiamo - lo abbiamo visto entrare in aula - il Ministro D'Inca' che, fra poco, andrà a porre la questione di fiducia in quest'Aula. Quando noi abbiamo parlato di trasporto pubblico locale, abbiamo parlato non soltanto di misure di sicurezza in tutto il trasporto pubblico locale ma anche, ad esempio, di potenziamento dei mezzi. È assolutamente matematico, aritmetico, che se c'è un autobus stracolmo di persone, il problema si risolve mettendo due autobus: questa poteva potrebbe essere una soluzione; temo che siamo arrivati un po' tardi su tutto questo.

La collega Frassinetti prima ricordava, insieme alla collega Bucalo, quello che effettivamente è stato fatto o non è stato fatto sulla scuola. Vi dichiarate contro la didattica a distanza, ma non avete fatto nulla per scongiurare la didattica a distanza. Quando Fratelli d'Italia chiedeva i tamponi (non tutti i giorni, ci mancherebbe altro), quando chiedeva un ciclo di tamponi agli studenti prima o durante l'anno scolastico, quando chiedeva - è stato detto molte volte - la cosiddetta areazione meccanica degli istituti e delle aule, poi principali player in ambito medico e sanitario qualche settimana fa ci hanno dato ragione: non chiedevamo la ragione, chiedevamo semplicemente di essere ascoltati e non essere trattati come pazzi, perché alla fine avevamo noi ragione! Questo abbiamo chiesto qui nelle Aule parlamentari e nelle Commissioni di merito.

Abbiamo chiesto un maggiore impegno importante - lo citava il collega Maschio poc'anzi - rispetto a tutto il passaggio della medicina territoriale, dei medici di base, dei pronto soccorso, delle terapie intensive. Quale occasione migliore - purtroppo, drammaticamente migliore - come quella di questi due anni per cercare di dare una spinta importante rispetto allo scorrimento delle graduatorie della pubblica amministrazione, rispetto all'incremento dei medici, dei medici di base, dei medici dei pronto soccorso? Quale occasione migliore, sottosegretario, per aumentare anche un po' gli stipendi di queste persone?

Perché all'inizio erano tutti qua dentro, che si battevano il petto e li chiamavano “i nostri eroi”, ma i nostri eroi devono mangiare e devono garantirsi, oltre che dodici ore di lavoro al giorno, anche una famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, siano eroi o gente che fa giustamente e virtuosamente il proprio lavoro, dobbiamo riconoscere loro probabilmente qualcosa in più, a scapito poi di tutto quello che negli ultimi tempi si può dire e può andare - lei lo sa - dal pubblico al privato, perché, vede, questo è un passaggio secondo me fondamentale: laddove il pubblico manca - ammesso che questo sia un vulnus (forse no) - ecco che interviene il privato, anche in sanità. Questa è una cosa che deve insegnarci e deve insegnarci molto.

Quando il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi - e lo dico per la terza volta: io sono convinto della campagna vaccinale - afferma, qualche giorno fa in conferenza stampa, che paghiamo colpe dei non vaccinati significa cercare un capro espiatorio, soltanto un capro espiatorio; perché io sono convinto che la cosiddetta propaganda no-vax sbagli, e sbagli profondamente, ma sono altrettanto convinto che le risposte di questo Governo siano insufficienti, mandando un po' nel pallone anche queste persone. Lei sa che c'è qualche milione di persone che non vuole vaccinarsi ad oggi nel nostro Paese e quasi la metà di queste persone statisticamente sono i cosiddetti convincibili, cioè coloro che con una rassicurazione forse maggiore avrebbero potuto e potranno vaccinarsi. Allora qui non serve essere tifosi di calcio, perché, vede, noi ci dividiamo - e non soltanto noi, ma tutto il nostro Paese - molto spesso tra la squadra buona e la squadra cattiva. Il collega Rotelli prima parlava delle archistar. Ogni cittadino italiano che guarda la televisione ogni sera ha il suo virologo di riferimento. Sottosegretario, dati riferiti in modo chiaro e in modo ineccepibile e, secondo me, parlare un po' meno di questa pandemia ma parlarne in modo più corretto. Non possiamo evidentemente dare mille possibilità, perché dopo i nostri concittadini effettivamente si troveranno spaesati rispetto - anche in questo caso, guarda caso - a una comunicazione che evidentemente può essere a tratti non efficace.

Dicevo che il movimento no-vax secondo me sbaglia. Ci sono tra di loro persone che, secondo me, hanno molta paura - tanto per essere chiari - e vanno rassicurate. È uno schema quasi manicheo, però, e lo ricordavamo anche prima. Non c'è rilancio in questo caso e neanche all'interno di questo passaggio parlamentare, di questo scritto parlamentare. Però, vede, non c'è un rilancio di ciò che oggi avremmo dovuto potenziare e potenziare molto, che è tutto il mondo della pubblica amministrazione nel nostro Paese, dalla sanità alla scuola e ai trasporti. Vediamo poco di tutto questo.

Poi - e vado rapidamente alla conclusione - noi dovremmo comunque cercare di andare ad applicare una cosiddetta golden share su quello che fondamentalmente è uno dei temi che è stato toccato maggiormente da questa pandemia, che è tutto il tema del lavoro. Oggi, sottosegretario, ci sono centinaia, se non migliaia, di aziende che hanno chiuso e sono fallite non perché non sono capaci di fare il loro lavoro, ma perché il COVID ha messo loro, purtroppo, un grande bastone fra le ruote. Quindi, anche in questo caso ci sarebbe da capire e dovremmo capire come applicare, prima di una svendita perenne dei nostri beni, le aziende che si possono recuperare e gli imprenditori che sanno fare bene il loro lavoro ma che, per motivi evidentemente contingenti, non sono riusciti a portare avanti un'azienda. Inoltre, secondo me, potrebbe essere una cosa molto importante, di cui nessuno parla, cercare anche di applicare una moratoria sui fallimenti che abbiamo visto negli ultimi mesi e purtroppo negli ultimi anni, evidentemente in questo caso per capire laddove c'è del dolo rispetto a chiusure aziendali piuttosto che laddove non c'è alcun dolo e dove - lo rinnovo - a causa di questa situazione molto, molto pesante che si è creata i nostri imprenditori hanno dovuto chiudere.

Abbiamo dovuto battere i pugni sul tavolo, sottosegretario, rispetto all'indennità di quarantena.

Abbiamo dovuto battere i pugni sul tavolo per equiparare l'indennità di quarantena alla malattia, perché altrimenti le persone oltre a perdere il lavoro perdevano anche i giorni di quarantena e, secondo noi, non doveva e non poteva essere giusto. Si continua, purtroppo, ad attaccare in modo importante il cosiddetto lavoro agile (chi vuole chiamarlo smart working). Il Ministro Brunetta mi sembra che sia abbastanza accanito nei confronti del lavoro agile. Invece, in questi due anni avremmo dovuto trasformare il lavoro agile - si parla da trent'anni in Italia di telelavoro; oggi non è più telelavoro ma è lavoro agile - e avrebbe dovuto essere un'occasione per cercare di innovare e di digitalizzare le nostre aziende e la nostra pubblica amministrazione.

Chiudo con alcuni dati. Sono mesi, sono anni che lo chiediamo. Vi è una sorta di cartello per quanto riguarda, ad esempio, il prezzo dei presidi medici individuali, come le mascherine ffp2. Forse anch'io e lei ci siamo intravisti in qualche trasmissione televisiva, qualche mese fa, e ci siamo detti delle ffp2, che sono oggi uno degli strumenti più importanti per non trasmettere il virus. Però, attenzione: che siano due o tre settimane fa - voi lo sapete - una ffp2 come questa costava in farmacia 2,5 o 3 euro. Quindi, un operaio, con 1.000 euro al mese e magari con due figli, non poteva permettersi di spendere 70, 80, 90 o 150 euro al mese. Tutti noi vedevamo persone - perché è inutile nasconderci dietro un dito - che anche sui mezzi pubblici, piuttosto che in luoghi più o meno affollati, usavano una mascherina chirurgica da 4 o 5 mesi (non era una cosa corretta). Oggi con il prezzo calmierato delle ffp2 si è fatto un piccolo passo in avanti, ma mi spingo oltre, sottosegretario: per chi ha una situazione nel nostro Paese molto particolare in termini di ISEE o in termini di dichiarazioni dei redditi questo presidio dovrebbe essere gratuito (per lui, per i figli e per la famiglia).

Sui cosiddetti tamponi serve chiaramente fare uno screening importante rispetto a quello che oggi i tamponi possono o non possono dare. C'è qualche dubbio rispetto al fatto che i tamponi rapidi, cioè i tamponi che comunemente tutti fanno, possano essere performanti anche rispetto ad alcune variabili. Ritengo che non sia più tollerabile che un tampone molecolare, che sempre l'operaio di prima con la sua famiglia va a fare, possa costare a lui 80, 90 o 100 euro. Io questo lo trovo inaccettabile nei confronti di un qualcosa di molto prezioso come la salute.

Dovrà cambiare - e probabilmente cambierà, come lei sa - la cosiddetta caratterizzazione di colorazione delle regioni, che è oramai un qualcosa che non si può più sostenere. Penso fortunatamente, insomma, che possiamo fare un passo in avanti sotto quel punto di vista. Però, vorrei semplicemente - e chiudo - l'attenzione di tutti i colleghi rispetto a un passaggio che forse oggi non è ancora stato sottolineato, cioè l'importanza nel nostro sistema politico delle regioni.

I nostri presidenti delle regioni - chiunque essi siano -, i nostri assessori e i nostri consiglieri, in seno alla Conferenza delle regioni che tutti i giorni dialoga con il Governo, secondo me hanno dato proprio una grande mano rispetto anche alle modifiche che noi non possiamo fare, ma loro magari sono riusciti a spingere maggiormente sulle decisioni del Governo.

Poi un'ultimissima cosa. Non soltanto io, ma molti colleghi in quest'Aula hanno parlato di un qualcosa che oggi non c'è ma che dovrebbe esserci, sottosegretario. Mi rivolgo al Presidente di turno, al sottosegretario Bergamini, al sottosegretario Costa e a tutti i colleghi: oggi manca il bonus psicologico per le persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che evidentemente non riescono a vedere un futuro innanzi a loro. Sono sincero (molti colleghi ne hanno parlato). Io ne ho parlato, nello specifico, con la collega Bellucci e l'abbiamo scritto nelle nostre chat parlamentari. So che il collega Sensi ha lanciato anch'egli, attraverso un amico giornalista, una petizione che ha raggiunto, se non ricordo male - mi correggerà il collega Sensi - 250.000 o 300.000 firme. Ecco che il bonus psicologico oggi deve essere rimesso in campo subito. Non possiamo aspettare il “decreto Ristori”, non possiamo aspettare altri passaggi, non possiamo aspettare un momento altissimo della politica italiana come quello che andremo a celebrare tutti assieme la prossima settimana.

Sottosegretario, penso che già nel “decreto Milleproroghe” il bonus psicologico per dare un aiuto soprattutto ai nostri concittadini che hanno perso il lavoro, che non riescono a farcela, che evidentemente vedono il buio innanzi a loro, sia un qualcosa di molto importante. Come ultimo intervento, come hanno espresso, in modo molto importante, tutti i colleghi di Fratelli d'Italia, chiudo dicendo una cosa: dobbiamo farcela, anche con tutte le nostre divisioni politiche, di idee, dobbiamo marciare uniti nei confronti del virus, dobbiamo sconfiggere questo virus, dobbiamo sempre ricordare, sottosegretario e colleghi, che, purtroppo, in seno a questa drammatica pandemia, probabilmente, migliaia di persone, le persone di 70 o 80 anni, le persone che hanno fatto grande questo Paese negli anni Settanta e negli anni Ottanta, molte di loro se ne sono andate. Dobbiamo dire loro grazie, dobbiamo piangere quanti effettivamente non ce l'hanno fatta rispetto a questa maledetta pandemia, ma, se, da una parte, il Governo deve ascoltare un po' di più anche le ulteriori proposte rispetto alla propria, alla vostra tabella di marcia, dall'altra, ritengo che, nelle prossime settimane, rispetto ad esempio ai ristori che possiamo offrire ai nostri concittadini e alle nostre aziende, possiamo fare un lavoro corale, in ricordo, lo rinnovo, delle persone che, purtroppo, non ce l'hanno fatta, ma soprattutto in onore di persone che la mattina vogliono continuare ad alzare la serranda, vogliono continuare a lavorare, vogliono continuare a stare bene non soltanto in famiglia, ma anche fuori, nella nostra bellissima e splendida società, che chiaramente deve rialzarsi dopo due anni terribili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Prendo atto che la relatrice Ianaro e il rappresentante del Governo Costa rinunziano alla replica.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 19,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame delle questioni pregiudiziali.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre a uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. In merito alla presentazione di questa questione pregiudiziale, è opportuno evidenziare che questo decreto giunge all'esame della Camera dopo essere già stato superato nelle sue previsioni da altri decreti, evidenziando la confusione normativa data dalla rapida successione di provvedimenti adottati dal Governo, in un vero e proprio abuso della decretazione di urgenza, un abuso che porta a far sì che, come in questo caso, sempre più spesso il Parlamento si trovi a ratificare norme già superate da atti successivi e modificativi. In questo senso, si intende evidenziare come il ricorso sistematico alla decretazione di urgenza si configuri anche come una compromissione delle prerogative parlamentari nell'esercizio delle funzioni legislative, oltre che come una distorsione degli equilibri correlati al legittimo e corretto confronto istituzionale tra Governo e Parlamento.

Il provvedimento in esame, inoltre, rivedendo ambiti e modalità di impiego dei certificati verdi, interviene, ancora una volta, a danno della tutela della libertà personale e del principio di uguaglianza fra i cittadini, sancendo una effettiva discriminante tra chi è titolare del certificato verde e chi non lo è, nonché del diritto al lavoro, che è un principio fondante del nostro ordinamento.

In un'Italia che pare recepire spesso in maniera prona, passiva e inerte le direttive UE, ricordiamo ancora che, a livello europeo, il regolamento UE 2021/953, introduttivo del green pass, ha stabilito espressamente che possono essere imposte solo alcune limitazioni per motivi di sanità pubblica e che tutte le restrizioni messe in atto sulla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione per limitare la diffusione del COVID dovrebbero basarsi su motivi specifici e limitati di interesse pubblico ed essere informate ai principi di proporzionalità e di non discriminazione, cosa che, invece, con il decreto in esame si crea per coloro che non sono vaccinati. Questa non è una riflessione di poco conto, perché, in questo modo, si bypassano, secondo noi, gli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea; obblighi che sono richiamati in generale all'articolo 10, all'articolo 80 e all'articolo 117 della Costituzione.

Lo stesso regolamento europeo, inoltre, in merito all'utilizzo dei certificati per scopi domestici, specifica che gli Stati membri possono effettivamente utilizzare il certificato digitale COVID per scopi nazionali, ma sono tenuti a fornire una base giuridica nel diritto nazionale e che tale diritto nazionale deve rispettare il diritto dell'Unione in materia di protezione dei dati e i principi di effettività, necessità e proporzionalità, cosa che questo decreto, a nostro avviso, non fa. Occorre, infine, rilevare, con riferimento al citato regolamento, che la Commissione europea ha ritenuto necessario evidenziare gli aspetti relativi alla protezione dei dati personali, esplicitando come la relativa normativa nazionale debba essere conforme al diritto dell'Unione in materia di protezione dei dati. Altra violazione che ha riflessi costituzionali.

Occorre evidenziare ancora come il provvedimento in esame rappresenti l'ennesima violazione, poi, dei principi di leale collaborazione tra poteri e organi dello Stato, sia a causa della impossibilità per questo ramo del Parlamento di esaminare compiutamente il testo, sia per il preannunciato ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo: due fattori che hanno impedito il confronto dialettico, nonostante, come rilevato dalla Corte costituzionale, i principi costituzionali di esercizio della funzione legislativa siano volti a consentire a tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di minoranza, e anche ai singoli parlamentari che le compongono, di collaborare cognita causa alla formazione del testo, specie nella fase in Commissione, attraverso la discussione, la proposta di testi alternativi e di emendamenti.

Nella medesima sentenza, la Corte ha, altresì, rilevato che occorre arginare gli usi che conducono a un progressivo scostamento dai principi costituzionali, per prevenire una graduale, ma inesorabile, violazione delle forme dell'esercizio del potere legislativo, il cui rispetto appare essenziale affinché la legge parlamentare non smarrisca il ruolo di momento di conciliazione dei diversi principi e interessi in gioco. Insomma, è stato già rilevato più volte, si continua ad usare la decretazione di urgenza in modo incongruo, in contrasto con il dettato dell'articolo 70 della Costituzione, che attribuisce alle Camere l'esercizio della funzione legislativa. Si continuano a porre continue fiducie, che limitano, di fatto, le prerogative parlamentari, stiamo arrivando alla quarantesima fiducia del Governo Draghi.

Si sta attuando, poi, un monocameralismo di fatto, che, anche quello, comprime le prerogative dei parlamentari, anche dei singoli parlamentari. Pare si voglia far passare il concetto che la democrazia è un lusso che il nostro Paese non può più permettersi. Questo è il messaggio che viene fuori dalle prassi parlamentari ed è un messaggio grave e quanto mai dannoso. Il clima è questo, il Parlamento si vuol far passare, si vuol far percepire come inutile fardello per il Governo del Paese. Del resto, questa è stata una delle motivazioni ideologiche ed errate per la legge per la riduzione del numero dei parlamentari da parte del partito che ha la maggioranza relativa, e l'ha avuta anche nei Governi precedenti.

Infine, si realizza una saldatura di fatto fra le impostazioni tecnocratiche e fra quelle qualunquistico-giacobine, fra commissariamenti tecnici ed espansione degli strumenti della cosiddetta democrazia diretta, che non viene attuata in un'ottica ampliativa del consenso popolare, ma in funzione sostitutiva della volontà del Parlamento, delle Camere.

Dunque, tutto porta alla riduzione a un vuoto simulacro del dettato costituzionale. Ricordo che, sulla base delle considerazioni esposte, appare evidente, innanzitutto, come le diverse misure disposte da questo provvedimento in esame si pongano in contrasto sia con la tutela delle libertà personali, sia con l'attribuzione del potere legislativo, sanciti e garantiti dalla Costituzione. Ricordo anche che, in base agli ultimi sondaggi, la fiducia che i cittadini hanno nei confronti delle istituzioni, ma anche dei parlamentari, è a livello 13, quando quella per il Presidente della Repubblica ancora è a livello 63. Questo dovrebbe implicare anche la coscienza di ognuno di noi sul ruolo che esercitiamo, sulla nostra funzione e, infine, anche sulla nostra identità.

Dunque, a nome di Fratelli d'Italia, chiedo che la Camera deliberi di non procedere all'esame del disegno di legge n. 3442 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Forciniti ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Colleghi, non sottovalutiamo questo voto, perché è un voto che ci consegnerà alla storia, anche se, a dire il vero, una pagina di storia nera, la più nera di questo Paese, probabilmente l'abbiamo già scritta. Però, adesso abbiamo la possibilità di lasciare alla storia una pagina di riconciliazione e di pacificazione, dopo avere seminato odio e discriminazione, dopo avere diviso un Paese, dopo avere sfaldato un tessuto sociale con misure folli, totalmente ingiustificate dal punto di vista sanitario, che neanche hanno sortito l'effetto sperato e, però, hanno lasciato una ferita indelebile nel nostro ordinamento e creato un precedente che sarà ben difficile dimenticare anche negli anni a venire, in questo Paese.

È stato aggredito finanche il diritto al lavoro, che è fondamento del nostro ordinamento e della nostra Costituzione. Persone sane, spesso e volentieri giovani, persone che hanno, tra l'altro, in molti casi, anche una percentuale di mortalità bassissima da COVID, che magari potrebbero rischiare di ammalarsi per altre 10 mila cose, sono state private del diritto di guadagnarsi il pane onestamente. Padri e madri di famiglia, a cui lo Stato ha detto: “tu non puoi lavorare”. Persino persone, che, magari, lavorano in ufficio, da sole e che non incontrano gente per ore e ore, non possono recarsi al posto di lavoro, perché il Governo gli ha detto: “tu non puoi lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa); sei sano, ma non puoi lavorare”! Cosa devono fare queste persone? Devono andare a rubare? È questo è il messaggio che gli sta dando lo Stato? È una aggressione, che come può essere considerata costituzionale, se stiamo parlando del diritto cardine di questo ordinamento?

E poi è stato toccato anche il diritto allo studio, soprattutto quello universitario. Ci sono studenti che pagano rette costosissime e non possono recarsi all'università. Anche in questo caso sono giovani sani, parliamo delle fasce di età meno esposte al rischio del COVID. Noi sappiamo che fra il 95 e il 98 per cento delle vittime da COVID è in età pensionabile e voi state aggredendo il mondo del lavoro. Cosa c'entra aggredire il mondo del lavoro, se siamo alle prese con una patologia che, purtroppo, non è democratica e conosciamo benissimo l'identikit delle persone che spesso muoiono per COVID? Cosa c'entra aggredire il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto allo sport e all'attività fisica? Come fa lo Stato a dire a persone giovani e sane: “tu non puoi fare sport, ma è per la tua salute”? Gli neghiamo lo sport ed è per la loro salute (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? E questo può essere considerato costituzionale, in linea col dettato costituzionale? Lasciare persone sequestrate e segregate nelle isole, a cui avete negato le cure oncologiche? Non possono andarsi a curare, perché voi avete detto loro che non possono prendere un treno, un traghetto, un autobus! E questo è il dettato costituzionale? Ma vi avrebbero preso a bastonate sui denti i padri costituenti! Questo avrebbero fatto, se fossero ancora qui a potercelo dire.

Allora, è evidente, tra l'altro, che tutto questo, tutta questa architettura del green pass e, poi, del super green pass si basava su assunti che si sono rivelati falsi, fallaci. Ci è stato detto, all'inizio, che bisognava vaccinare tutti, anche quelli a rischio più basso, per raggiungere l'immunità di gregge, cosa ovviamente falsa, perché dopo un po' non si è più parlato dell'immunità di gregge. Allora, si è detto che, però, conveniva comunque vaccinare anche le persone meno esposte, perché quelle persone bloccavano il contagio, poiché non si contagiavano; e anche questo si è rivelato falso. Poi ci è stato detto: “sì, va bene, si contagiano ma, quando si contagiano, non sono contagiosi all'esterno”; e anche questo si è rivelato falso. Poi ci è stato detto: “sì, va bene, si contagiano e contagiano, ma contagiano di meno”; e anche questo era falso. Tutti i motivi per spingere su una vaccinazione di massa e, quindi, sul green pass si sono rivelati falsi! Allora, io posso capire a giugno e a luglio: se ne sapeva ancora poco su questo vaccino; va bene, avete fatto il green pass perché non lo sapevate, eravate ignoranti. Ma ora, se lo sapete e continuate a insistere su questa schifezza liberticida e discriminatoria, vuol dire che lo fate apposta, vuol dire che veramente volete sistematicamente violare la Costituzione e aggredire i diritti essenziali. Infatti, l'avete anche scritto nel decreto. Tra l'altro, ne avete fatti altri 3; a noi ci fate giocare con questo qui, ma, nel frattempo, ne avete già fatti altri 3. Avete scritto che questo decreto serve per prevenire l'infezione: avete scritto una balla! Allora, non c'è neanche più la proporzionalità, rispetto a quello che state facendo e all'obiettivo che volete raggiungere, che non esiste più, perché è evidente che abbiamo scoperto che anche il vaccinato si contagia e contagia. Quindi, la vaccinazione, che lo Stato può tutt'al più raccomandare, è una scelta di protezione individuale! L'idea del vaccinarsi per proteggere la collettività vi è saltata, perché i dati lo dicono chiaramente. Allora, se è una scelta di protezione individuale, che riguarda solo e soltanto il corpo di una persona e non c'entra più la collettività, quella persona deve essere lasciata libera di scegliere, senza che voi la molestiate, perché quella persona ha il diritto di scegliere se ricevere questo trattamento sanitario oppure no. Tra l'altro, voi non state nemmeno introducendo un obbligo: l'avete fatto poi con un altro decreto, che vedremo. In questo qui, che stiamo analizzando oggi, non c'è neanche l'obbligo; ma lo avete fatto in maniera surrettizia, ossia ricattando le persone, senza neanche assumervi la responsabilità. Voi state dicendo alle persone che devono vaccinarsi per lavorare e, poi, fate firmare loro un consenso informato e, se gli succede qualcosa, poi gli dite che non è colpa vostra, perché loro hanno scelto liberamente di vaccinarsi. Ma questo è uno Stato carogna. Non è uno Stato amico, alleato dei cittadini. Come fa a meritarsi la fiducia delle persone uno Stato che agisce così, che rinuncia ad affermare alcune argomentazioni, a chiedere la collaborazione delle persone e, invece, punta a strumenti come il ricatto e il bastone di ferro? Come si fa a pensare che uno Stato che si comporta così possa meritare la fiducia delle persone? Gli avete detto che 2 dosi bastavano, poi ce ne vogliono 3, poi ce ne vorranno 4. Gli avete detto che AstraZeneca era sicuro, l'avete dato anche ai bambini e, ora, non lo date neanche ai ratti. Gli avete detto che sarebbe durata dieci anni la protezione e, ora, abbiamo scoperto che dura tre mesi. Come fate a costringere le persone ad aderire per forza a questa terapia, a questo trattamento sanitario, se non lo desiderano? Come vi permettete di costringerle? Potete raccomandarlo, potete consigliarlo, lo Stato deve fare questo, ma non potete costringere le persone a fare una cosa che non vogliono fare, addirittura ricattandole. Come fa a essere costituzionale questo? È un obbligo surrettizio. E la Corte costituzionale ha detto chiaramente quand'è che un obbligo vaccinale è ammissibile. Devono esserci almeno 3 circostanze che devono verificarsi. C'è la sentenza n. 5 del 2018, che è chiarissima: l'obbligo vaccinale non è incompatibile con l'articolo 32, quando “il trattamento è diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri”. Sono circostanze mancanti, perché, quanto al preservare lo stato di salute degli altri, abbiamo scoperto che non è così, perché il vaccinato al massimo protegge se stesso, ma non protegge gli altri, perché contagia e si contagia. Poi, c'è scritto quando il trattamento è diretto a migliorare anche il suo stato di salute; e questo non sempre è vero, perché spesso ci sono delle reazioni avverse. Noi sappiamo che qui non è tanto questione di andare a stabilire quante ce ne sono: basti sapere che ci sono le reazioni avverse. Fosse anche una su un milione la percentuale delle reazioni avverse, la persona ha il diritto di scegliere lei se vuole correre questo rischio oppure no, perché in una società in uno Stato di diritto non è ammissibile il sacrificio umano, come nelle tribù, in nome della collettività. Questo ce lo dice molto chiaramente un'altra sentenza della Corte costituzionale, la n. 118 del 1996: nessuno può essere semplicemente chiamato a sacrificare la propria salute per quella degli altri, fossero pure tutti gli altri.

La Corte costituzionale è stata chiarissima nel dirvi che questa cosa è una schifezza incostituzionale. Lo ha detto ovviamente con riferimento ad altri casi, ma le massime sono quelle e sono incontrovertibili e voi state insistendo, anche se adesso, con 6 mesi in più di esperienza dal primo green pass, sapete che è una sciocchezza folle, fuori dal mondo, che non ha fermato i contagi, anzi li ha moltiplicati e, anziché capire che è stato un errore mostruoso e che ha affamato le persone per nulla, senza nemmeno ottenere il risultato sperato, insistete e stringete ancora di più il torchio. Allora, a questo punto, non è neanche che lo state facendo in buona fede; volete proprio affamare le persone, volete distruggere l'economia di un Paese, volete attaccare il mondo del lavoro, quando - io ve lo ripeto ancora una volta - il 95 per cento e passa dei morti per COVID è in età pensionabile, quindi non è neanche vittima di questo ricatto odioso che gli state facendo. Quindi, cosa fate ottenendo? Il nulla. State distruggendo un Paese, minando la sua coesione, state puntando il dito sul pericoloso e violento no-vax per nascondere le vostre colpe, gravissime, tra l'altro con un vaccino che è parametrato su un virus che, nel frattempo, è mutato 5 volte. Infatti, la stessa Pfizer ci dice che fra un po' ci sarà il nuovo vaccino, ma voi state obbligando le persone a fare quello vecchio. Allora, di che stiamo parlando? È una follia, da qualunque punto di vista la si guardi.

Io vi prego, colleghi: noi oggi possiamo scegliere come passare alla storia; se come quelli che hanno borbottato qualcosina nei corridoi, ma poi hanno, ancora una volta, seguito la disciplina di partito e hanno assecondato, ancora una volta, le follie dell'imperatore; o se come quelli che, a un certo punto, hanno detto: guardate, ora basta, smettiamola con questa follia collettiva, consegniamo al Paese questo gesto di pacificazione, di coesione nuova del tessuto sociale, chiediamo scusa, in un certo senso, ai cittadini, e questi lo capiranno, ok, fin qui abbiamo sbagliato, tutti quanti, ma adesso abbiamo l'occasione di rimediare, con un atto veramente salvifico, e le persone fuori ve ne saranno grate, perché fareste veramente un servizio al Paese; e aggiungo come la penso io, se toglierete l'obbligo, molte più persone si vaccineranno.

Allora, vi prego, passatevi la mano sulla coscienza, perché oggi possiamo finire questo incubo mostruoso, e tanti di voi sanno che è una vergogna ingiusta, incostituzionale, che neanche raggiunge l'obiettivo sperato, né quello di aumentare le vaccinazioni, perché la gente si difende ancora di più quando è ricattata, e noi quello che vi diciamo è che i contagi stanno…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Forciniti.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). …aumentando a dismisura. Vi prego, fate la scelta giusta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gentile. Ne ha facoltà.

ANDREA GENTILE (FI). Grazie, Presidente. Presidente, sottosegretario, colleghi e colleghe, il decreto-legge cui fanno riferimento le pregiudiziali in esame ha previsto, al fine di continuare a fronteggiare l'emergenza sanitaria, l'estensione dell'obbligo vaccinale per alcune categorie di soggetti e, in particolare, il rafforzamento dello strumento delle certificazioni verdi da COVID-19, introducendo il cosiddetto super green pass o green pass rafforzato, di cui è necessario munirsi per poter accedere a determinati servizi e attività. A fronte di tale decisione, la questione giuridica che si è posta è incentrata sulla possibilità di ritenere costituzionalmente legittima la limitazione del godimento di talune libertà costituzionali nei confronti di coloro che non risultino in possesso, per scelta libera e volontaria, della menzionata certificazione. Tale interrogativo trova immediata risposta nella granitica cornice giurisprudenziale enucleata, nel corso degli anni, dalla Corte costituzionale, la quale, fin dalla sua prima pronuncia, ha avuto modo di affermare chiaramente come il concetto di limite è insito nel concetto di diritto e che, nell'ambito dell'ordinamento giuridico, le varie sfere ad esso afferenti devono, di necessità, limitarsi reciprocamente, perché possano coesistere nell'ordinata convivenza civile. In conseguenza di ciò, tutti i diritti tutelati dalla Costituzione si trovano in rapporto di integrazione reciproca e non è possibile individuarne uno di essi che abbia la prevalenza assoluta sugli altri. Pertanto, il punto di equilibrio va trovato secondo criteri di proporzionalità e di ragionevolezza tali da non consentire un sacrificio del loro nucleo essenziale.

In altri termini, non può esistere un diritto qualificato come tiranno, finanche lo stesso diritto alla salute, ma deve chiaramente sussistere, nell'ambito del nostro assetto costituzionale, un continuo bilanciamento tra i diritti, nel quale i criteri di ragionevolezza e di proporzionalità si configurano come coordinate fondamentali. Nel caso di specie sottoposto al nostro vaglio è facile osservare come le ipotesi di limitazione della libertà di circolazione sono state previste a fronte di un motivo di tutela della salute pubblica, dato dalla stringente esigenza di evitare il diffondersi dell'epidemia da COVID-19 e dall'altrettanto evidente necessità di tutelare beni di primario rilievo costituzionale. Dunque, l'onere di dotarsi di una delle dette certificazioni appare sicuramente tollerabile rispetto a quanto deriverebbe dall'indiscriminato accesso di chiunque nei locali pubblici o aperti al pubblico, fattore che amplierebbe a dismisura le potenziali occasioni di contagio tra la popolazione, con il risultato di contribuire alla diffusione capillare dell'infezione, accadimento quest'ultimo che, laddove dovesse verificarsi, sarebbe destinato a esplicare incontrollabili, quanto devastanti, conseguenze sociali ed economiche.

Dette certificazioni, così come le correlate limitazioni nei confronti di coloro i quali non ne siano in possesso, risultano dunque, sulla scorta di chiare evidenze scientifiche, un decisivo strumento per evitare che, stante il significativo aumento dei contagi, aumentino anche i ricoveri, e l'occupazione dei reparti di terapia intensiva. L'obiettivo ultimo, pertanto, è quello di creare le condizioni per evitare nuove e più stringenti limitazioni alla libertà personale di tutti, così come si è reso già necessario fare in precedenza.

Conclusivamente, il provvedimento in esame risulta perfettamente coerente con gli obiettivi di proporzionalità ed efficacia sottesi all'emanazione dello stesso; del resto, la coesione della comunità politica è quanto mai rafforzata dal compito, attribuito alla Repubblica, di adempiere ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, ciò nella prospettiva di garantire l'interesse comune, imponendo di accettare parziali ed equilibrate limitazioni anche delle proprie pretese, pretese che, nel caso in questione, sono comunque minoritarie nel Paese.

È proprio sulla scorta di queste argomentazioni che la decisione politica non può, dunque, non improntarsi a un rigoroso rispetto del criterio della ragionevolezza, quella stessa ragionevolezza che ci ha indotto, come movimento politico, a sostenere i continui, e per noi ineludibili, provvedimenti del Governo in ossequio ad esigenze di sanità pubblica in materia, interventi che hanno consentito di porre in sicurezza la ripresa economica e le attività produttive del sistema Italia.

Per tali ordini di ragioni, annuncio un convinto voto contrario di Forza Italia rispetto alle pregiudiziali poste in quest'Aula oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, tratterò congiuntamente il merito delle questioni di legittimità costituzionale sollevate, perché, a ben vedere, avanzano le medesime criticità.

Parto da un punto. Il provvedimento in questione ricalca esattamente la ratio delle disposizioni che hanno caratterizzato la prima fase delle vaccinazioni; mi riferisco ai primi mesi del 2021, quando abbiamo scelto di riservarle al personale sanitario, scolastico, alle Forze dell'ordine, ai soggetti più fragili; questo perché, a ragione, si ritenne opportuno mettere subito in sicurezza, da un lato gli over 80 e, poi, gli over 65, che rappresentavano - e rappresentano tuttora - le categorie con maggiori rischi di decessi, dall'altro, tutti coloro che affrontavano - e affrontano ancora oggi - in prima linea l'emergenza sanitaria. Sul punto si è espresso anche il Consiglio di Stato, Presidente, nel settembre 2021, evidenziando che la vaccinazione obbligatoria selettiva, introdotta dall'articolo 4 del decreto-legge n. 44 del 2021, risponde a una chiara finalità di tutela, non solo di questo personale sui luoghi di lavoro e, dunque, a beneficio della persona, secondo il già richiamato principio personalista, ma degli stessi pazienti e degli utenti della sanità, pubblica e privata, secondo il pure richiamato principio di solidarietà, che anima anch'esso la Costituzione, perché i più fragili, i soggetti più vulnerabili, per l'esistenza di pregresse patologie, anche gravi come i tumori e le cardiopatie, o per l'avanzato stato di età, sono bisognosi di cura e assistenza, spesso urgenti e, proprio per questo, sono di frequente o di continuo a contatto con il personale sanitario o sociosanitario nei luoghi di cura e assistenza.

Nelle pregiudiziali sottoposte a quest'Aula, in particolare, si dice che con le disposizioni in merito al super green pass si introdurrebbe nell'ordinamento un surrettizio obbligo vaccinale in evidente contrasto con l'articolo 32 della Costituzione. Occorre allora soffermarsi qualche minuto su questo punto; i Padri costituenti, nel 1948, ritennero di definire il diritto alla salute come fondamentale - unica volta in cui in Costituzione si usa questo aggettivo – e come interesse dell'individuo e della collettività; quindi, due facce, due ragioni per cui dovremmo vaccinarci: nel nostro interesse e come dovere civico nei confronti della collettività. La libertà di ciascuno, del resto, di non vaccinarsi trova un limite nel diritto altrui a non essere contagiato.

Lo Stato può imporre, quindi, ricorrendone i presupposti e le condizioni, sacrifici al godimento da parte del singolo del diritto di autodeterminarsi in ordine alle scelte che investono la propria salute, al fine di perseguire quegli interessi superindividuali che, senza tale compressione dei diritti individuali, verrebbero messi in pericolo. La facoltà dello Stato di imporre queste limitazioni trova fondamento, come detto, nel principio solidaristico enunciato dall'articolo 2 della Costituzione, poiché ad esso corrispondono quei doveri di solidarietà politica, economica e sociale che fungono da contraltare al riconoscimento e alla garanzia da parte della Repubblica dei diritti inviolabili dell'uomo. Si dice, inoltre, che tali disposizioni violerebbero la libertà di circolazione, il diritto al lavoro e la libertà di autodeterminazione del singolo.

Ebbene, colleghi, posto che la chiave di lettura è proprio quella per cui tali misure sono necessarie per garantire una sicura circolazione e un lavoro sicuro a tutti, il diritto di autodeterminazione del singolo deve risultare recessivo rispetto all'interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in corso. Tale interesse pubblico deve costituire l'oggetto primario delle valutazioni e delle scelte del legislatore, cui incombe l'esigenza di una modulazione anche temporale delle misure di sanità pubblica nella prospettiva del massimo contenimento del rischio, questo perché il diritto alla salute ha anche una dimensione sociale; da qui, la necessità di incentivare come prerogativa del legislatore le vaccinazioni per tutelare il prossimo, che sia un collega o un utente e quando parlo di utente penso anche all'utente scolastico, cioè ai bambini, i nostri figli, per tutelare chi non può vaccinarsi, ma soprattutto per garantire a coloro che necessitano di cure ordinarie le adeguate strutture. Ricordiamoci che tutte le malattie che esistevano prima esistono ancora e che richiedono cure appropriate e specifiche, per cui non ci possiamo più consentire di metterle in secondo piano per curare il COVID in prospettiva emergenziale. È il momento di fidarsi della scienza e, soprattutto, del dato empirico che ci dice che grazie al vaccino il COVID presenta una sintomatologia sicuramente più sopportabile ed effetti certamente più blandi sul proprio organismo, potendosi curare per lo più in casa e non richiedendo un ricovero ospedaliero, ancora meno in terapia intensiva. Questo vuol dire che non si ingolfa la sanità, ce lo dice la statistica, i dati sono incontrovertibili e non lasciano spazio alle sterili elucubrazioni no-vax…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CATELLO VITIELLO (IV). Ho quasi terminato, Presidente, ma è importante l'ultimo passaggio, perché chi ritiene che il vaccino sia ultra sperimentale dimentica tre cose semplici: i vaccini evitano lo sviluppo di forme gravi della malattia, salvano vite e riducono la pressione sul Servizio sanitario nazionale. Bastava una sola di queste considerazioni per dire “no” alle pregiudiziali che votiamo oggi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, prima dell'intervento del collega Forciniti, tutti noi eravamo convinti che votazione storica immediata sarebbe stata quella della settimana prossima del Presidente della Repubblica; ora, abbiamo appreso che la votazione storica immediata è quella su questa pregiudiziale. Ne prendiamo atto e, quindi, ci accingiamo a votare con questo senso drammatico della storia.

Il punto è che, fin qui, nessuna sentenza della Corte costituzionale ha dimostrato, e non credo dimostrerà, che il green pass non sia uno strumento proporzionato e che l'obbligo vaccinale, nelle forme in cui è stato costruito, che è un modo incrementale e razionale per arrivarci, sia irragionevole; quindi, questi due argomenti, che sono i due argomenti chiave delle pregiudiziali, non stanno in piedi; se vogliamo, invece, discutere dell'intreccio fra i vari decreti e le leggi di conversione che creano difficoltà di comprensione ai cittadini, discutiamone, c'è la riforma dei Regolamenti, c'è la riforma dell'articolo 77, relatrice onorevole Baldino, e ragioniamo se sia possibile fare una legislazione un po' più stabile e strutturata, ma questo è il problema, che non rende condivisibili e approvabili le pregiudiziali, che vanno quindi affondate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà. …sì, sì, onorevole D'Ettore, è lei.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Era talmente storico il momento che ero…

PRESIDENTE. Era l'euforia.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). È talmente costituzionale questo provvedimento, che è inutile discutere. Le pregiudiziali sono come i ricorsi inammissibili e infondati che sono stati proposti. Mi rimetto alle sagge parole del collega Ceccanti e quindi ritengo che queste pregiudiziali debbano essere respinte (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Lollobrigida ed altri n. 1 e Forciniti ed altri n. 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali, passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

La V Commissione (Bilancio) e il Comitato per la legislazione hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Inca'.

Onorevole D'Inca', se ritiene…, se non ha cambiato idea…, sono le 20,17 del 17 gennaio. Prego.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa) sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3442: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Forciniti. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori, immagino.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Sì, grazie, Presidente. Solo per dare atto al collega D'Inca' che mi ha preso per sfinimento, non ho più parole per insultarlo.

PRESIDENTE. No, per insultarlo lei non avrebbe parole comunque!

Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà. Sempre sull'ordine dei lavori.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire ancora una volta, ma dobbiamo anche dire quante volte, è stato ripetuto questo rituale: siamo alla trentaseiesima fiducia del Governo Draghi. Il Premier Draghi aveva promesso agli italiani di non fare un uso e un abuso di questo istituto. Devo dire ancor di più rispetto ad una vittoria che certamente segnerà questo Governo per aver battuto, in termini di primato, il Governo Monti: le statistiche parlamentari parlano di tre, due fiducie al mese del Governo Draghi, contro le tre del Governo Monti.

Porre oggi la fiducia su un decreto di tale delicatezza e di tale importanza per i cittadini, per le imprese, per il tessuto sociale della nostra Nazione sicuramente non è un atto onorevole, non è un atto di una saggia politica per la quale, ovviamente, Fratelli d'Italia ritiene, ancora una volta, che una maggioranza così fatta, seppur in numeri bulgari, non riesca mai a trovare un terreno comune di intesa sulle scelte, ma, ancor di più, con quella pagina buia che ha esautorato questo Parlamento, dove ci sono anche forze di grande storia alle spalle che dovrebbero, in qualche modo, difendere la democrazia e difendere ciò per cui siamo stati mandati qui a rappresentare la voce dei cittadini.

Del resto, la giornata di oggi ha segnato il deserto dei Tartari; era un'Aula dove, nelle forze di maggioranza, era difficile incrociare qualche collega e, ancor di più, credo che l'intervento del capogruppo Lollobrigida sull'ordine dei lavori fatto poc'anzi abbia chiarito il nostro punto di vista. Regole sul green pass, sul super green pass, regole flop: gli italiani sono stufi. Iniziamo ad essere sinceramente stufi anche noi di Fratelli d'Italia, certamente non ci arrenderemo rispetto alle cose da cambiare, alle denunce da fare e, ancor di più, non ci arrenderemo rispetto a quella politica che, quotidianamente, sta tra la gente.

Con questa ennesima fiducia, signor Presidente, la maggioranza ha scelto il clima del prosieguo dei lavori - su questo vogliamo e dobbiamo essere chiari -, che impegnerà nelle prossime giornate, credo, ciascun parlamentare in quest'Aula, fino a quando, ovviamente, i tempi, le modalità e le regole a cui siamo abituati ci daranno la possibilità di fare fino in fondo e con onore il nostro lavoro. In conclusione, qualcuno diceva che, anche quando si è discendenti, magari, degli dei, prima o dopo, dobbiamo morire tutti. Si può morire giovani, si può morire da anziani, ma la differenza sa qual è? Morire da leoni e non morire da cani, con la corda al collo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

In morte del deputato Carmelo Pujia.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Carmelo Pujia, già membro della Camera dei deputati nella IX, X e XI legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera rinnovare anche a nome di tutta l'Assemblea.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, intervengo anche perché, a seguito della posizione di questa fiducia - ha già parlato la mia collega - ci sono valutazioni generali. Però volevo sottolineare a tutti i colleghi che ormai, da cinque giorni, c'è un presidio di piccoli imprenditori, qui vicino alla piazza del Senato, che stanno protestando e stanno cercando di rendersi evidenti anche a queste Aule. Molti colleghi stanno passando, passeranno da quel presidio, perché è un importante, è un presidio di chi lotta per poter lavorare. In Italia - l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro - ci sono persone in questo momento che stanno tentando disperatamente di difendere una vita di lavoro, di difendere un'azienda, di difendere anche i loro lavoratori.

Le nostre aziende, in questo momento, si trovano chiuse nella stretta fra restrizioni imposte che ne hanno minato l'attività e i ricavi e l'aumento abnorme dei costi energetici. Ancora una volta, lo vogliamo sottolineare, il Governo balbetta, non dà risposte alle aziende che dovranno interrompere la loro produzione perché non sopportano, non riescono più ad andare avanti con questi costi energetici e con aziende che hanno perso tutte le festività che gli avrebbero portato sicuramente dei gettiti per continuare a farle desistere, perché le varie limitazioni hanno finito per impedirgli di lavorare, molto semplicemente.

Allora, noi vorremmo sollecitare, come Fratelli d'Italia, intanto, il Governo a non operare, come ha fatto fino adesso, commissariando le Camere, commissariando il Parlamento e producendo quasi sempre misure che non sono state sufficienti e tempestive. Invitiamo il Governo a coinvolgere le Camere, ad ascoltare tutti, ad ascoltare anche le proposte dell'opposizione, una volta tanto, a non rifugiarsi in decreti che poi si dimostrano sempre fallaci e fallimentari. Noi dobbiamo dare risposte sul prosieguo della Cassa integrazione COVID, dobbiamo dare risposte per consentire a queste aziende, che veramente sono quasi sul lastrico, di pagare le bollette, i costi fissi e gli affitti che continuano a correre. Il sistema bancario è in difficoltà; stanno arrivando a scadenza i termini per le garanzie che hanno dato alle aziende per i finanziamenti che sono stati presi; c'è tutto un piano che deve essere approntato per far fronte a tali questioni. Non bypassate, ancora una volta, il Parlamento! I parlamentari hanno il diritto di dare risposte ai cittadini e ai lavoratori; devono essere coinvolti!

Allora, noi chiediamo al Governo non solo che venga in Aula a darci un quadro complessivo di quella situazione, per avere spunti e proposte, ma anche di coinvolgere entrambe le Camere, di evitare un'ulteriore decretazione d'urgenza, di fare un piano in cui tutte le forze politiche siano assolutamente coinvolte.

Fratelli d'Italia, in questi due anni, ha avuto un atteggiamento di responsabilità assoluta, ma non possiamo andare avanti senza che sia data voce anche all'opposizione rispetto a queste richieste che sono legittime. Quindi, la richiesta che avanziamo è di un'inversione di tendenza rispetto alle questioni di costituzionalità che sono state sollevate da poco e chiediamo assolutamente che venga il Ministro competente a riferire sullo stato delle nostre aziende italiane e sulla volontà del Governo di mettere riparo a queste difficoltà enormi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata presso la Sala della Regina.

La seduta, sospesa alle 20,25, è ripresa alle 21,08.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 3442 - Conversione in legge del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali (approvato dal Senato - scadenza: 25 gennaio 2022), la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, martedì 18 gennaio, a partire dalle ore 20.18, con dichiarazioni di voto a partire dalle ore 18.35.

Dopo il voto di fiducia, si passerà all'esame degli ordini del giorno, limitatamente alla fase dell'illustrazione e, ove tale fase si concluda entro le ore 24, anche al parere del Governo.

Le ulteriori fasi di esame del provvedimento proseguiranno nella giornata di mercoledì 19 gennaio a partire dalle ore 8 e, eventualmente, nelle giornate successive.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 13.30 di domani, martedì 18 gennaio.

Estraggo quindi il nominativo del deputato dal quale inizierà la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dal deputato Speranza.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 18 gennaio 2022 - Ore 18,35:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2463 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali (Approvato dal Senato). (C. 3442​)

Relatrice: IANARO.

La seduta termina alle 21,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta è pervenuta la seguente segnalazione in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3442 - quest. preg. 1 e 2 289 288 1 145 36 252 95 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.