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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 626 di mercoledì 12 gennaio 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 10 gennaio 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Enrico Borghi, Brescia, Butti, Casa, Comaroli, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Giachetti, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lupi, Maggioni, Magi, Migliore, Molinari, Mura, Perantoni e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 131, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Jessica Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-A). Grazie, Presidente. A nome di Alternativa, chiediamo che il Governo venga a riferire urgentemente in Aula su due temi cruciali, legati al decreto-legge che è stato emanato lo scorso 5 gennaio, riguardo al consenso informato e, vista l'estensione dell'obbligo vaccinale agli over 50, alla responsabilità da parte dello Stato, quindi a un eventuale indennizzo in caso di effetti collaterali o reazioni avverse da vaccino.

Avremmo sicuramente potuto depositare un'interrogazione in tempi normali ma, nel momento in cui il Parlamento è stato completamente esautorato dal suo potere, ci troviamo costretti a chiedere che il Governo venga urgentemente a riferire perché il decreto-legge è già in vigore e, tra l'altro, è da mesi che sorvola su questi temi. Anche nella conferenza stampa dello scorso lunedì, sia il Premier sia il Ministro Speranza non hanno proferito verbo su questi temi e nemmeno i giornalisti, quelli ammessi, hanno fatto domande in tal senso. E pensare che si tratta di due nodi cruciali che, tra l'altro, alimentano, se vogliamo dire così, proprio dei focolai tra il Governo e quelli che voi definite, in maniera molto semplicistica, i no-vax.

Non siamo noi a dirlo - tanto meno Alternativa - ma lo stesso presidente del Codacons, e cito testualmente le sue parole: “La vaccinazione era, fino ad oggi, volontaria e lasciata alla libera scelta dei singoli” ma con l'introduzione dell'obbligo “è evidente che il consenso informato in vigore oggi non è più legittimo e deve essere modificato eliminando qualsiasi clausola che escluda responsabilità da danni da vaccino”. Il presidente del Codacons ha già anticipato che, se non ci sarà una risposta da parte dello Stato, ci sarà una pioggia di ricorsi, a dimostrazione ulteriore che, purtroppo, questo COVID lo stiamo combattendo più nelle aule dei tribunali che nelle sedi opportune. Evidentemente, per migliaia di persone che non si sentono più tutelate e ascoltate dalle istituzioni - e più che migliaia, purtroppo per voi, sono ancora milioni - i ricorsi sono l'ultima spiaggia e questo dimostra il clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni.

A nostro parere, per invertire la rotta servirebbe maggiore trasparenza che faccia emergere la verità perché trattare questi due temi cruciali come il consenso informato e l'indennizzo, e quindi la presa di responsabilità dello Stato, sarebbe un piccolo passo di lealtà che lo Stato dimostra verso il popolo che, ricordatevi bene, è comunque sempre ancora detentore della sovranità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). La ringrazio, Presidente. La tranquillizzo perché non intervengo, questa volta, per richiamare l'Aula e la Presidenza per non essere riusciti a calendarizzare il provvedimento sul tema della morte volontaria assistita, come peraltro ampiamente previsto dal sottoscritto nei mesi precedenti.

Questa volta, invece, voglio richiamare l'attenzione del Governo rispetto a un ritardo che sembra esserci nella somministrazione di questo nuovo vaccino Novavax, che, come sappiamo, è un vaccino a base proteica, che contiene piccolissime particelle che sono ottenute da una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike del Coronavirus, e sfrutta la tecnica delle proteine che si ricombinano, già conosciuta peraltro in altri vaccini come quello per il meningococco e l'epatite B. Questo vaccino prevede due somministrazioni e, in questo momento in cui l'Organizzazione mondiale della sanità ci comunica che, di qui a qualche mese, metà della popolazione europea e mondiale sarà contagiata e sarà affetta da questa nuova variante del Coronavirus, io credo che sia imprescindibile ed estremamente urgente provvedere alla velocizzazione delle somministrazioni di questi vaccini che, tra l'altro, prevedono due dosi di somministrazione con iniezione intramuscolare, come lei ben sa.

I dati disponibili hanno dimostrato che questo vaccino ha un'efficacia del 90 per cento nel prevenire il COVID e doveva arrivare qui in Italia a gennaio, ma non abbiamo alcuna notizia in merito e quasi certamente ci sarà un ritardo. Io vorrei capire: un ritardo dovuto a cosa? Vorrei che il Governo ci tranquillizzasse, perché non se ne parla molto e questo potrebbe essere, invece, il mezzo, lo strumento per convincere quella popolazione riottosa alla vaccinazione - io sono certo che sarà così - a vaccinarsi.

Noi dobbiamo chiedere che questo ultimo strumento che abbiamo a disposizione venga immesso al più presto e pertanto questo mio intervento ha questa finalità: chiedere al Governo che ci dia notizie nel merito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Signor Presidente, la ringrazio. Forse ancora intriso dello spirito che aleggiava ieri in quest'Aula quando abbiamo commemorato la figura di David Sassoli, che è sembrato per un'ora interrompere certe nostre polemiche, mi riferisco a dei fatti molto gravi occorsi in piazza del Duomo a Milano nei giorni scorsi, e cioè al ripetersi di qualche terribile episodio, nella notte di Capodanno, di violenza sessuale di gruppo. Così la definisce l'inchiesta che la Polizia di Stato della questura di Milano e la magistratura della procura di Milano stanno conducendo e che ha portato, nelle scorse ore, all'identificazione, mi pare, di circa 18 persone che sono state perquisite, che avrebbero compiuto questi terribili, osceni atti di aggressione verso donne sole nella notte di Capodanno, sia allo scopo di ciò che viene richiamato sotto la valenza di violenza sessuale sia, forse, allo scopo del furto.

Dice oggi un bellissimo articolo di Chiara Valerio su la Repubblica, citando un saggio di Luigi Zoja che si chiama Centauri: “(…) dal tramonto del patriarcato non emerge una società con maggiori caratteristiche femminili, che si suppongono più attente alla relazione e al sentimento. Il mondo post-moderno e post-patriarcale non è affatto post-maschile. Casomai valorizza qualità pre-paterne del maschio: quelle di lottatore (contro i concorrenti), di cacciatore (di femmine, ma anche di successo e di reddito, richieste da una vita economica sempre più competitiva)”. E, poi, il saggio continua.

Poche ore dopo l'accaduto, la segretaria provinciale del Partito Democratico di Milano, la nostra collega, amica e compagna Silvia Roggiani, ha commentato quel terribile avvenimento, che, poi, tutte le forze politiche hanno commentato a Milano, con parole che richiamavano, appunto, la questione della cultura del patriarcato. Il collega Morelli, sottosegretario per le Infrastrutture, ha criticato le parole del segretario del Partito Democratico, ma, sotto il post dell'onorevole Morelli, sono comparse offese, ingiurie e invito allo stupro per la segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani. Il sottosegretario Morelli si è, poi, scusato e dissociato dalle parole che sono emerse sotto il suo post.

Ma il problema non sono solo le scuse, secondo me in parte tardive, ma comunque che sono venute, del sottosegretario Morelli: il problema è che, all'indomani della denuncia di un tentativo di violenza sessuale, ad una donna che commenti con le sue idee, che io condivido, una possibile origine - come si vede anche una saggista oggi cita le stesse parole - di quello che succede ogni giorno sotto i nostri occhi, cioè il moltiplicarsi di tentativi o, purtroppo, di realizzazioni di violenza sessuale, sotto quella critica a quelle parole, si auguri alla persona che enuncia queste parole e questo giudizio di essere a sua volta stuprata.

È un terribile cancro quello che emerge continuamente nella nostra cultura, per cui, se una donna parla e non si è d'accordo con lei, se si vuole aggiungere violenza alle proprie parole, estremismo alle proprie parole, la si accusa, anzi, le si augura di essere, a sua volta, stuprata.

Alla segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani tutta la nostra solidarietà. Io penso che tutti noi dovremmo essere investiti dal fatto che, quando accade questo sotto i nostri post - può capitare a chiunque, a me è capitato in quest'Aula di esprimere solidarietà a Giorgia Meloni perché sotto post di altri c'erano ingiurie simili nei suoi confronti, a Matteo Salvini, perché sotto post che lo riguardavano erano espresse violenze e ingiurie inqualificabili - dovremmo tutti noi aumentare il grado della nostra responsabilità verso chi, con le parole, sui social (Applausi), esprime violenze inaccettabili, ancora di più quando si parla di violenza sessuale nei confronti di donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Io credo di non dover precisare all'onorevole Fiano la stima che ho nei suoi confronti, perché questa è nota, e quindi mi unisco, ovviamente, alla solidarietà espressa nei confronti della segretaria del Partito Democratico della città metropolitana, se non erro, di Milano. I messaggi che ha ricevuto sono indecenti, volgari, da condannare, da perseguire in alcuni casi, se si supera, come è stato fatto in questo caso, un certo limite. Però mi duole che certe argomentazioni vengano usate solo in alcuni casi, mi duole che si usino questi fatti per strumentalizzare una vicenda e fare un attacco politico, perché il collega Morelli, che non ha certo bisogno di essere difeso dal sottoscritto, si è limitato a fare un post in cui riportava la frase della segretaria del Partito Democratico, con questo commento: “Nessuna gestione dell'immigrazione, ma, se succede qualcosa, è colpa della società?”.

Non mi sembra che fosse un attacco volgare nei confronti del segretario del Partito Democratico, era una normale critica politica; sotto questo post si è, poi, scatenata - come sempre succede - una serie di commenti, alcuni di questi erano volgari. Se l'avessi saputo l'avrei fatto, però non vorrei portare all'attenzione di tutti voi le decine, centinaia, migliaia di messaggi di morte al segretario della Lega Matteo Salvini. Io stesso - l'ho detto in Commissione affari costituzionali -, una volta, qualche tempo fa, quando ero stato accusato con il cosiddetto emendamento Iezzi, di aver quasi tentato di cancellare il referendum sulla presunta legalizzazione della cannabis, sono stato oggetto di una serie di post che, addirittura, auspicavano il mio passaggio da piazzale Loreto. Ma non è che ho usato questa argomentazione per puntare il dito contro chi aveva parlato di emendamento Iezzi, perché era normalissima critica politica e, se l'avessi fatto, avrei strumentalizzato una vicenda.

Quindi, a me dispiace che il collega Fiano abbia usato questa vicenda per puntare il dito contro il collega Morelli, perché il collega Morelli non ha fatto nulla di male. Che Facebook sia un luogo dove tutti pongono, sottolineano, rendono evidenti i propri istinti più bestiali è un problema che, oramai, è conosciuto; ma che la politica e alcuni esponenti politici, ogni volta, usino un post per condannare, con un tornaconto personale, questa vicenda e non, invece, prendere atto che c'è un fenomeno che coinvolge tutti e che, tante volte, ha coinvolto tanti nostri esponenti politici, io lo trovo scorretto.

Quindi, semmai, l'unica cosa tardiva che c'è stata è stata la presa d'atto delle violenze a Capodanno nella città di Milano da parte del Partito Democratico e da parte dell'Amministrazione Sala, che, per giorni, sono stati silenti di fronte a una situazione indegna che è successa in pieno centro a Milano, come in silenzio, per giorni, è stato il Ministro Lamorgese che, forse, avrebbe dovuto spendere una parola. Se c'è un colpevole ritardo, è da attribuire a loro, non certo all'onorevole Morelli o a chi si permette di fare delle legittime critiche politiche. Sono davvero dispiaciuto di questo attacco, perché credo che non sia questo il modo per risolvere i problemi. Prendiamo atto che a Milano c'è un problema di sicurezza, parliamo di questo e rimaniamo su temi un po' più seri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, Presidente. Ovviamente, a nome del gruppo di Italia Viva, la solidarietà a Silvia Roggiani e a tutte le persone che vengono, puntualmente e sistematicamente, attaccate sui social da leoni da tastiera. Ieri, in un momento in cui l'Aula commemorava David Sassoli - non sto a raccontare, perché immagino che tutte le forze politiche abbiano fatto questo richiamo con i loro leader -, alcuni dubitavano, addirittura, sulla natura della morte del collega Sassoli, mettendo in correlazione teorie no-vax con quello che gli stava accadendo. Stiamo subendo di tutto e stiamo vedendo di tutto nei social. Credo che nessuna forza politica sia di per sé responsabile, ma è vero che, in questi anni, alcune forze politiche - io mi riferisco ai colleghi della Lega, nessuno in particolare, tutti inclusi - hanno soffiato sui leoni da tastiera per cercare di abbattere il nemico alle porte, che era il proprio avversario politico, più che con le idee, con gli insulti e le menzogne. Le fake news non sono di oggi: noi, come Italia Viva, abbiamo chiesto una Commissione d'inchiesta sulle fake news, perché noi ne siamo stati vittime all'ennesima potenza, e lo sanno benissimo i colleghi del Partito Democratico che, con noi, hanno vissuto una stagione di fake news nei nostri confronti.

Il fatto di prendere tempestivamente le distanze da chi insulta altri colleghi deve essere la ragion d'essere di tutti noi che facciamo politica con passione, amando il territorio, cercando di dare soluzioni e, anche lì, secondo me, dovremmo anche imparare a essere avversari politici e non nemici, avere idee diverse, ma cercare di renderci maturi nell'affrontare il dibattito politico, più che col dileggio dell'avversario, con sano e profondo confronto delle idee.

Riprendo quello che è stato detto ieri proprio sulla morte di David Sassoli: la mancanza di un uomo così perbene, mite, che ha saputo fare della gentilezza la sua capacità d'essere, la sua ragion d'essere nella politica, ha lasciato un vuoto ancora più grande rispetto a molti altri che urlano, insultano e fanno di questa modalità di fare politica una cifra per distruggere l'avversario più che per svolgere un civile confronto politico.

Mi auguro che quello che è successo in questi giorni e in queste ore a tutte le forze politiche non possa più capitare. Dunque, ci dobbiamo assumere noi un impegno in prima persona a condannare e a depennare le persone che sotto i nostri post commentano in modo simile le azioni degli avversari politici (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, immagino sempre sul medesimo argomento, l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Anche Fratelli d'Italia si unisce alla solidarietà per la segretaria del Partito Democratico di Milano, Silvia Roggiani, che è stata oggetto di commenti veramente assurdi e ingiustificabili. Questo non significa, ovviamente, che ci debba essere una responsabilità del collega Morelli, che ha fatto un post relativamente a un grave fatto che ha sconvolto tutti noi milanesi nel profondo delle nostre coscienze nella notte di Capodanno. Infatti, vedere delle ragazze, nel luogo simbolo di Milano, disturbate, palpeggiate e circondate è stato veramente un brutto momento.

Ha ragione la collega Fregolent quando dice che lo sforzo comune deve essere - però, quello di tutti noi - di vigilare, perché ormai sui social è diventato molto facile bersagliare tutti. Quindi, c'è questa tendenza assurda su quello che doveva essere un mezzo tecnologico, anche per aiutare le persone, per cercare di intervenire e per connettersi per il bene comune, che sta diventando, invece, uno strumento di odio, di accuse e di insulti, anche minacce di morte. Questo, naturalmente, coinvolge trasversalmente tutte le parti politiche.

Ieri abbiamo commemorato David Sassoli e credo che in quel momento il Parlamento abbia dimostrato unità e coesione. Adesso lo sforzo deve essere nel concreto, su quello che accade tutti i giorni, perché le nostre coscienze non potranno mai essere tranquille fino a quando ci saranno post violenti che accusano qualcuno con minacce, spesso anche di morte. Quindi, la politica non sottovaluti queste inclinazioni, che ormai sono nella nostra quotidianità, e si impegni per cercare di superare una violenza subdola, effettuata dietro una tastiera, che colpisce tutti e soprattutto i più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Perego Di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Ci tenevo a esprimere la solidarietà del nostro gruppo al segretario cittadino del Partito Democratico, Silvia Roggiani, per gli insulti che le sono stati rivolti su Facebook. Credo che sia ormai giunto il momento di mettere in atto tutti quegli strumenti normativi che impediscono la diffusione dell'odio e delle fake news in questo grande strumento che ha stravolto la comunicazione nel nostro Paese e nel mondo e in cui, però, ancora oggi vige una totale anarchia. Credo che non sia più rinviabile un passaggio nel quale vengono imposte delle regole sulle condotte che gli utenti dei social network intraprendono, soprattutto quando vengono diffusi messaggi d'odio.

Però, è altrettanto vero - e ci tenevo a sottolinearlo - che quanto è accaduto a Milano, nella notte di Capodanno, non può passare inosservato. La nostra città - lo dico da milanese innamorato di Milano - è stata sfregiata, sotto le guglie del Duomo, da un branco di violenti e questo dovrebbe farci riflettere visto che ancora nel 2021 delle ragazze non possono festeggiare serenamente la notte di Capodanno sotto il Duomo perché un branco di violenti le assale. Credo che questa ferita non si possa rimarginare con l'oblio, col dimenticarsene due giorni dopo e far finta che non sia successa. Quindi, non è soltanto un tema di sicurezza: questo è un tema di educazione ed è un tema di degrado della nostra società, sul quale la classe politica ha il dovere di intervenire per fermare questa spirale d'odio, per fermare i femminicidi, che ancora colpiscono le nostre donne nel nostro Paese, e per fermare le violenze. Credo che sia nostro dovere trarre lo spunto da questi gravi episodi perché non si ripetano più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per associarci alla solidarietà nei confronti della segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani. Io credo che questa vicenda, ancora una volta, richiami la necessità che la politica innanzitutto svolga e ritorni a svolgere anche un lavoro di educazione, e nell'educazione c'è anche l'educazione alla civiltà. Per cui, è vero che spesso nei nostri post non necessariamente ci sono insulti ed elementi negativi, però non possiamo non guardare - e io credo che su questo dovrebbe esserci una responsabilità collettiva da richiamare - né possiamo ignorare quello che sotto i nostri post viene commentato. L'odio che si sta diffondendo a piene mani, un odio che anche questa vicenda ultima legata alla pandemia ha ulteriormente incrementato, non può non richiamare anche la nostra responsabilità. Noi dovremmo essere più responsabili degli altri da questo punto di vista e credo che da qui debba uscire con forza una condanna nei confronti degli odiatori e degli odiatori, gli hater - non soltanto, quindi, nei confronti di chi costruisce campagne ad arte per iniettare nel sistema fake news per avvelenare i pozzi della democrazia e del libero dibattito nel Paese - e dobbiamo essere anche più puntuali e cercare di intervenire.

Credo che da questo punto di vista non ci sia soltanto il ruolo della magistratura e della polizia postale, ma debba esserci un richiamo forte anche alla responsabilità nostra collettiva. Dobbiamo fermare, dobbiamo cercare di rallentare e dobbiamo cercare di isolare questa montante campagna d'odio che alla fine sta distruggendo le condizioni di una libera convivenza e di un libero dibattito nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà. È sempre sullo stesso argomento?

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Sì, Presidente, sempre sullo stesso argomento, grazie.

Presidente e colleghi, prima di tutto ci associamo, come gruppo di Coraggio Italia, alla più totale solidarietà per quanto riguarda ciò che è accaduto alla segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani. L'odio: questo è il tema. Siamo in un momento di odio e non è da sottovalutare pensando che stiamo affrontando gli odiatori da tastiera. No! C'è un'atmosfera di odio e di degrado estremamente montante. Nella civilissima Milano accade ciò che abbiamo visto. Nella civilissima Trieste, da poco individuata come città in cui vi è la migliore qualità della vita per l'anno scorso, vi sono episodi di sangue ripetuti e di violenza inenarrabile. Non possiamo non interrogarci su questo né possiamo limitarci a pensare che lo affrontiamo solamente con azioni repressive, perché questa non è questione di repressione; questa è una questione di decadenza sociale della nostra civiltà.

Quindi, cogliamo l'occasione per richiamare questa attenzione e sperare che tutti quanti insieme, con i Ministri competenti, la potremo approfondire per poter assumere dei provvedimenti veramente idonei (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà. Sullo stesso argomento?

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Sì, grazie Presidente, è sullo stesso argomento. Anche noi, come gruppo MoVimento 5 Stelle, ci teniamo ad esprimere la nostra solidarietà alla segretaria del PD Roggiani per gli insulti sessisti che ha subito. Le donne sono quotidianamente oggetto di attacco da parte di questa società patriarcale e il processo culturale di miglioramento e di emancipazione femminile deve continuare e deve partire soprattutto dalle istituzioni.

Quello che è accaduto a Milano nella notte di Capodanno è assolutamente intollerabile: delle ragazze non possono avere paura di camminare, fare una passeggiata la sera, per paura di essere molestate e palpeggiate. Questa è assolutamente una circostanza che capita in realtà poi spesso e deve essere condannata a gran forza e con gran voce dalle istituzioni. Sicuramente l'attenzione deve essere mantenuta sempre molto alta perché le nostre ragazze, le donne e ogni persona deve poter essere libera di esprimersi nella nostra società come meglio crede, senza aver paura di subire una violenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi rinnovo la nostra solidarietà e spero nella massima attenzione da parte delle istituzioni perché davvero queste situazioni sono da condannare fermamente e non sono più accettabili in una società moderna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Fregolent; Madia; Francesco Silvestri: Disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi (A.C. 196​-721​-1827-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 196-721-1827-A: Disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.

Ricordo che nella seduta del 10 gennaio si è conclusa la discussione generale e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

In particolare, tale parere reca 3 condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, la componente Alternativa del gruppo Misto è stata invitata a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto alla materia trattata dal provvedimento, l'articolo aggiuntivo 2.0100 Forciniti, non previamente presentato in sede referente, volto a disciplinare il conflitto di interessi del decisore pubblico.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Su che cosa?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Volevo capire per quale motivo viene ritenuto non pertinente con il testo il mio emendamento 2.0100, che tra l'altro figura anche nel fascicolo, quindi ero convinto di poterlo discutere e metterlo ai voti.

PRESIDENTE. L'ho spiegato, ma glielo rispiego molto volentieri. Il suo emendamento è estraneo rispetto alla materia trattata dal provvedimento, cioè in Commissione non si è parlato del tema che lei ha posto nell'emendamento, e quindi per questo motivo è stato reso inammissibile ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e ai sensi dell'articolo 89, comma 1.

(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.200 della Commissione e 1.100 Ciaburro.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Palmieri, ha un problema e non riesce a votare? Sta arrivando il funzionario in soccorso. Onorevole Palmieri, ancora in difficoltà? Non possiamo cambiare il computer dell'onorevole Palmieri? Procedo, onorevole Palmieri? La recupero sul prossimo e vediamo di sistemare.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Ciaburro, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.1 Fornaro e parere contrario sull'emendamento 2.101 Forciniti.

PRESIDENTE. Il Governo? Un attimo, onorevole Forciniti, prima sentiamo il Governo.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Forciniti, penso voglia intervenire sul suo emendamento: quando è il momento. Adesso possiamo andare avanti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Fornaro, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Se evitiamo di fare le riprese in Aula, grazie.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.101 Forciniti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. È un tentativo di provare a rendere un po' meno blando questo testo. Sinceramente sono abbastanza amareggiato, perché la Presidenza mi ha appena detto che parlare di conflitto di interessi, quindi disciplinare incompatibilità fra chi svolge ruoli decisionali politici e chi porta interessi rilevanti economici e patrimoniali non è pertinente con quello che stiamo facendo. Noi oggi stiamo parlando di trasparenza nei processi decisionali; stiamo fingendo di parlare di trasparenza, in realtà, perché ovviamente questo testo è un pannicello caldo che non avrà alcun effetto pratico e concreto. E la Presidenza, che, secondo me, in maniera politica - in realtà per salvare la maggioranza - decide di non ammettere alla discussione e alla votazione il mio emendamento, si sta assumendo la responsabilità di dire che parlare di conflitto di interessi non è pertinente con quello che stiamo facendo oggi.

PRESIDENTE. Onorevole, stia però sull'emendamento, perché la spiegazione è stata data.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). No, non è stata data alcuna spiegazione!

PRESIDENTE. L'argomento introdotto da lei era estraneo. Non è una decisione politica, ma tecnica.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Ma dire che è estraneo, non è una spiegazione! Chiunque può inventarsi che una cosa sia estranea...Invece non è estraneo.

PRESIDENTE. Estraneo in quanto non trattato. È stato presentato al di fuori di quello che aveva approvato la Commissione.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Ma io stavo arrivando al punto.

PRESIDENTE. Tenga il punto del suo emendamento.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Se mi fa parlare, ci stavo arrivando. Però, questa premessa mi serviva per dire che il testo è blando e lo state rendendo ancora più blando, impedendo, per l'ennesima volta, a questo Parlamento, di provare a trasformare uno spot, una banderuola, una bandierina in qualcosa di concreto. Presentiamo gli emendamenti quelle rare volte che non mettete la fiducia e ce li dichiarati inammissibili! Quindi, questo mi serviva per dire che, in questo contesto totale di delegittimazione del Parlamento, che prende pieghe sempre più assurde, giorno dopo giorno, almeno adesso abbiamo quest'altro emendamento, che, bontà vostra, ci fate discutere. Magari, se non vengo interrotto è meglio.

Chiediamo che vengano aggiunti al testo anche gli enti controllati, perché non ha senso dire che per decisori intendiamo i rappresentanti degli enti pubblici e, poi, tagliamo fuori quelli controllati, che di fatto comunque possono essere importanti anche per decisioni politiche che vengono prese. Quindi, non capiamo il senso di tenere fuori da questo testo, che di per sé è blando, gli enti controllati, coloro i quali hanno incarichi dirigenziali negli enti controllati. Quindi, chiediamo almeno che questa minima cosa di buon senso possa essere aggiunta al testo. La ringrazio, Presidente, perché, almeno questo ce lo fa discutere e votare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Il parere è contrario sugli emendamenti 3.105 Prisco, 3.100, 3.102 e 3.103 Forciniti.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.105 Prisco.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie Presidente, molto brevemente, è stato oggetto di ampia discussione anche in Commissione. Il tentativo con cui Fratelli d'Italia si è approcciata a questo provvedimento è stato assolutamente costruttivo, portando una serie di emendamenti, tra l'altro, per la gran parte accolti. Questo è uno dei punti nevralgici, laddove ad essere portatori di interessi particolari sono i rappresentanti dei Governi stranieri. Un conto sono i rapporti istituzionali, un conto sono i rapporti politici tra leader dei partiti alleati, un conto è quando Governi stranieri hanno incontri con i decisori politici, soprattutto quando le economie dei Governi stranieri, come quella cinese, gestiscono direttamente l'economia del proprio Paese e, quindi, di fatto svolgono una sorta di rappresentanza anche di interessi particolari. Non riesco a capire - anzi forse lo capisco - il perché vi sia un accanimento contro questo tipo di emendamento che punta a garantire trasparenza anche rispetto a questa serie di rapporti, che politici non sono, che istituzionali, quelli con i ministri, non sono, ma che, di fatto, sono un'attività di lobbying nell'interesse di economie straniere. E noi abbiamo l'obbligo, il dovere morale ed etico di difendere l'economia nazionale e gli interessi dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.105 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100 Forciniti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Non capiamo la ratio di escludere da questo - di per sé molto blando - registro dei lobbisti i rappresentanti delle confessioni religiose. Ora è chiaro che parliamo di tutte le confessioni religiose, non una in particolare. È chiaro che anche i rappresentanti delle confessioni religiose possono legittimamente portare degli interessi. Parliamo spesso di regime di tassazione privilegiato, parliamo di qualsiasi altra cosa che possa riguardare la legislazione nazionale o comunque la pubblica amministrazione. Allora, per quale motivo decidiamo di non portare, sotto questo minimo standard di trasparenza, anche i rapporti fra decisori politici e rappresentanti delle confessioni religiose? Qual è la ratio per cui si ritiene che questo tipo di attività di rappresentanza di interessi non debba essere trasparente? A parte che comunque nulla sarà trasparente, perché questo testo è un pannicello caldo e niente impedirà al lobbista di turno di chiamare direttamente il Ministro o chi per lui e di incontrarsi al di fuori di questo registro. Quindi, già stiamo facendo una cosa che è uno spot. Ma, almeno, in questo spot, che state facendo per dire di avere portato trasparenza nei processi decisionali, mettiamo qualcosina che sia più concreta. Altrimenti, non solo è uno spot: è uno spot blando, ancora più blando.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Forciniti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Forciniti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo, ora, all'emendamento 3.103 Forciniti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Presidente, io vorrei che qualcuno mi spiegasse, magari, la relatrice o qualcuno della maggioranza, per quale motivo noi andiamo a istituire questo registro dei lobbisti, dei rappresentanti di interessi e, poi, scriviamo, però, che i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali possono continuare a operare al di fuori di esso; parliamo, per esempio, di Confindustria o di quello che spesso può costituire proprio un vero conflitto di interessi potenziale, quando ci sono interessi anche economici e patrimoniali molto rilevanti. Allora, come si fa anche solo a pensare di fare un testo sulla rappresentanza di interessi e tenere fuori le organizzazioni imprenditoriali, che spesso sono quelle che premono di più, dal loro punto di vista anche legittimamente, sul decisore politico? Quindi, noi stiamo facendo un testo fasullo, che già di per sé è fasullo, e ci stiamo dimenticando – dimenticando fra virgolette - di mettere quella che probabilmente è la cosa più importante. Parliamo delle organizzazioni imprenditoriali che ogni giorno fanno pressione su ciascuno di noi, attraverso e-mail, attraverso richieste di incontro, attraverso gli eventi che organizzano, e noi, che stiamo facendo qualcosa già di per sé inutile con questo registro dei lobbisti, teniamo fuori tutto questo settore della rappresentanza degli interessi da questo minimo di trasparenza base che stiamo provando a introdurre.

Allora, c'è una persona qualsiasi in quest'Aula che si alza e mi spiega qual è la ratio di questa cosa che avete messo in questo testo? Una, non è che chiedo tanto, una; poi, dopo poi vi posso anche dare ragione – dico ok, avete ragione voi - ma mi spiegate qual è la ratio, la relatrice me la spiega?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento del collega Forciniti che, come ben ha spiegato, è l'unico che interviene nel merito di questo provvedimento sostenendo come sia aria fritta; noi stiamo spendendo un giorno dei nostri lavori parlamentari, mentre ancora non si preparano i ristori per tutti coloro che hanno dovuto chiudere le loro imprese, rispetto a un innalzamento dei costi di luce e gas, rispetto al bonus psicologo che non c'è, noi stiamo perdendo tempo con un provvedimento che, nei fatti, è nobile nella sua funzione, nella sua finalità, ma è totalmente inutile, perché questo registro dei lobbisti può essere facilmente non considerato. Pensiamo solo che - come ricordava prima il collega Forciniti - se un qualsiasi lobbista vuole chiamare direttamente un Ministro lo potrà fare.

Ma questo emendamento nel merito cosa ci dice? Almeno di provare ad inserire in questo registro anche le associazioni come Confindustria, per esempio, che ovviamente fanno un'attività di lobbismo enorme, se pensiamo che, forse, proprio il Presidente emerito Draghi è frutto di un lobbismo totale su questo Parlamento da parte di Confindustria. Allora ormai è chiaro…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, onorevole Sodano. Deve concludere.

MICHELE SODANO (MISTO). Che rimanga agli atti che questo Parlamento non funziona, non lavora e approva provvedimenti spot, determinati a fare un po' di pubblicità….

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sugli emendamenti 4.29 Mollicone e 4.100 Forciniti, il parere è contrario. Sull'emendamento 4.200 della Commissione il parere è favorevole. Sugli emendamenti 4.110 Prisco, 4.101 e 4.102 Forciniti e 4.111 Prisco, il parere è contrario.

Sull'emendamento 4.201 della Commissione il parere è favorevole. Sugli emendamenti 4.103, 4.104 e 4.105 Forciniti, 4.112 Prisco e 4.107 Forciniti il parere è contrario. Sull'emendamento 4.202 della Commissione il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.29 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, colleghi, un attimo di attenzione, perché questo emendamento è un po' il cuore della proposta che, con i colleghi Prisco, Montaruli e Fratelli d'Italia, ho cercato, come indirizzo, di portare in maniera positiva a questa proposta di legge e cioè di non allocare, come sappiamo fa il provvedimento, il registro presso l'Antitrust. La regolamentazione è sicuramente necessaria e su questo siamo tutti d'accordo; tuttavia, colleghi, la natura obbligatoria, senza sanzioni da un lato e premialità dall'altro, genererà un incentivo di fatto, come sappiamo, a eludere la norma. Nel corso delle audizioni relative all'atto in esame, numerose associazioni, la FERPI, con il professor Comin, The Good Lobby, fra gli altri, hanno ribadito la necessità di coinvolgere attivamente il Consiglio dell'economia e del lavoro dato il ruolo consultivo che ha per il Parlamento e il Governo e a cui è già preposto dalla Costituzione.

Avevamo presentato il medesimo emendamento in sede referente e ha generato, come sappiamo, un ampio dibattito, in senso anche favorevole in Commissione. Il lavoro di Commissione ha poi fatto sì che un componente del CNEL, infatti, venisse integrato, quindi su proposta di Fratelli d'Italia, nel Comitato di sorveglianza che, sinceramente, colleghi, ha un nome che inquieta, trattandosi di un organismo che dovrebbe regolamentare semplicemente il rapporto di rappresentanti di categorie e che ha compiti sanzionatori nei confronti degli iscritti al registro, dove però siedono, colleghi, e lo dico all'ala più garantista della maggioranza, sempre con uno spirito estremamente giustizialista, un magistrato della Corte di cassazione e un magistrato contabile.

Come ha rilevato anche l'OCSE, colleghi, non Fratelli d'Italia, il disegno di legge presentato ha uno sbilanciamento in termini di obblighi per le associazioni dei portatori di interesse, siano esse soggetti privati, imprese o ONG. Nelle democrazie moderne, colleghi, l'indirizzo politico è costituito da una pluralità di attori e portatori di singole istanze, che il decisore pubblico, nella definizione dell'interesse generale, è chiamato, appunto, a sintetizzare, non a criminalizzare.

Per cui riteniamo che questa sia una chance ulteriore, ultima, affinché la proposta di Fratelli d'Italia, che è stata accolta parzialmente in Commissione - di questo ringraziamo, l'ho già fatto in fase di discussione generale - possa essere riproposta in Aula e accettata, perché sarebbe la naturale allocazione del registro del portatore di interesse presso un organismo a cui, oltretutto, si darebbe un significato operativo. Inoltre, si toglierebbe, colleghi, quest'ombra di malizia, di presunzione di colpevolezza nei confronti di chi fa un legittimo lavoro che si svolge in tutta Europa e in tutto il mondo e che molti colleghi, magari dopo questa legislatura, ambirebbero fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.29 Mollicone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo ora all'emendamento 4.100 Forciniti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). La ringrazio molto, Presidente. Intervengo semplicemente per chiedere che almeno questa autorità, questo comitato che viene istituito sia posto sotto l'ANAC anziché l'Autorità garante della concorrenza e del mercato perché ci sembra più adeguato al ruolo che dovrà svolgere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.110 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.111 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.103 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.112 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.107 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.202 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sugli emendamenti 5.100 Ciaburro e 5.101 Ciaburro il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 6 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sull'emendamento 6.100 Forciniti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 7 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sugli emendamenti 7.100 Forciniti e 7.101 Forciniti il parere è contrario. Sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 8 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sull'emendamento 8.100 Caretta il parere è contrario. Sull'emendamento 8.200 della Commissione il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 9 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sugli emendamenti 9.100 Forciniti e 9.101 Forciniti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.100 Forciniti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Se noi riteniamo giusto che i rappresentanti di interessi non possano corrispondere alcuna somma di denaro ai decisori pubblici - e, ovviamente, io lo ritengo giusto e tutti noi lo riteniamo giusto -, allo stesso modo dovremmo ritenere giusto che sia sbagliato anche solo promettere denaro o altre utilità. Allora, io vorrei capire qual è la ratio di prevedere che un portatore di interessi possa promettere una somma di denaro ad un decisore pubblico dopo l'approvazione dell'emendamento, dopo il raggiungimento dell'obiettivo, però non sia consentito dargliela prima; cioè, se la ratio è quella di evitare inquinamenti nel processo decisionale attraverso la dazione di denaro o altre utilità, anche la promessa è idonea a inquinare il processo decisionale. Mi sembra proprio che qui siamo nel campo della logica elementare.

Allora, qui c'è una chiusura pregiudiziale per qualsiasi cosa arrivi dall'opposizione, perché qui siamo in buona fede, provando a migliorare questa cosa che avete fatto, che non servirà praticamente a nulla negli aspetti concreti. Io vorrei, anche per una questione di rispetto, secondo me, verso le opposizioni che fanno un lavoro, presentano gli emendamenti, provano, almeno, in buona fede a fare qualcosa, che qualcuno mi spiegasse per quale motivo il rappresentante di interessi non può dare denaro al decisore politico, ma glielo può promettere, senza che questo comporti una violazione di questa già blanda cosa che avete fatto. C'è una logica o, in questa totale demenzialità nella quale è piombato questo Paese, non esiste più la possibilità nemmeno di fare le cose ovvie e ragionevoli? Perché, se è così, ce lo dite, ce ne andiamo e ci risparmiamo tanto lavoro inutile, se c'è un muro pregiudiziale a qualsiasi cosa, anche minima, di buonsenso, che proviamo a fare nell'interesse di questo Paese e non certo nostro, di bottega (Applausi dei deputati del gruppo Misto- Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 10 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 11 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sugli emendamenti 11.100 e 11.101 Forciniti, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Intanto le chiedo anche il parere sull'articolo aggiuntivo 11.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

(Esame dell'articolo 12 - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Sull'emendamento 12.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Presidente, poiché ho ricevuto gli ordini del giorno pochi minuti fa, ho bisogno di una breve pausa per poterli valutare di 10 minuti.

PRESIDENTE. Poiché 10 minuti sono difficili da gestire, facciamo alle 11,15. Va bene, sottosegretario? Perfetto. Sospendo la seduta che riprenderà alle 11,15.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 11,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Forciniti, facciamo dare i pareri al Governo e poi la faccio intervenire.

Sottosegretaria, è pronta con i pareri? Ha bisogno di qualche secondo ancora? Bene, passiamo ai pareri sugli ordini del giorno. Abbiamo l'ordine del giorno n. 9/196-A/1 Prisco.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è favorevole, a condizione che siano premesse all'impegno le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/196-A/2 Mollicone, il parere è favorevole con queste riformulazioni: espunzione degli ultimi quattro punti delle premesse ed espunzione delle lettere b) e c) dell'impegno.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole con questa riformulazione.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ordini del giorno n. 9/196-A/3 Ciaburro e n. 9/196-A/4 Caretta, favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.

Onorevole Forciniti, su cosa interviene? Così vediamo dove collocarla.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). È un richiamo al Regolamento, Presidente, articoli 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Un richiamo al Regolamento? Prego.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Allora, è successo questo poco fa in quest'Aula. Con molta diligenza, stamattina sono andato a prendere il fascicolo degli emendamenti appena arrivato in quest'Aula.

PRESIDENTE. Mi fate ascoltare l'onorevole Forciniti, per piacere?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Sì, ai colleghi, perché credo interessi un po' tutti noi, maggioranza e opposizione, perché quello che è appena successo mi sembra un “filino grave” (giusto un “filino grave”). Io stamattina sono andato a prendere il fascicolo degli emendamenti con molta diligenza lì sul banco, dai bravi e sempre molto gentili assistenti dell'Aula, e nel fascicolo non c'erano emendamenti né all'articolo 11 né all'articolo 12, né c'erano altri foglietti aggiuntivi o qualsivoglia altra cosa lì sul banco dove è possibile prendere gli emendamenti.

All'improvviso, 30 secondi prima della chiusura, arrivano queste proposte emendative aggiuntive 11 e qualcosa e 12 e qualcosa, che nessuno di noi aveva in Aula. Sfido chiunque di voi a sapere cosa ha votato poco fa…

PRESIDENTE. Ho capito, onorevole.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). …perché nessuno li aveva in quest'Aula…

PRESIDENTE. È chiaro, è chiaro!

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). No, Presidente, voglio dirla questa cosa. Nessuno li aveva in quest'Aula, né tanto meno io li avevo (nessuno della maggioranza li aveva). Nessuno di voi sa cosa ha votato quest'Aula dieci minuti fa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Ve lo dico io, perché là sotto c'erano due foglietti per 400 che siamo qui dentro (c'erano due foglietti e, tra l'altro, erano ancora lì). Io, per scrupolo, sono andato a prenderli dopo la votazione, giusto per capire cosa mi avevate fatto votare e ve lo dico che cos'era.

Allora, noi abbiamo stabilito - avete stabilito tutti quanti, soprattutto voi di maggioranza - che, in ragione delle nuove competenze attribuite all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la pianta organica della medesima autorità è incrementata in misura, comunque non superiore a 30 unità, determinata con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze. Per fare questo, perché 30 persone all'AGCM non sono gratis, si aumenta l'aliquota del contributo di cui all'articolo 10, commi 7-ter e 7-quater, della legge 10 ottobre 1990 n. 287. Cioè, quest'Aula al buio, senza avere questo emendamento, ha deliberato un aumento di una tassa, di un'aliquota, per mettere 30 persone all'AGCM (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e nessuno l'aveva in quest'Aula (nessuno!). Lei, Presidente, mi dimostri il contrario. Se sto dicendo una sciocchezza, mi dimostri il contrario. Mi dimostri che una sola persona in quest'Aula aveva questo emendamento, perché non è vero e nessuno lo aveva.

Allora, legittimamente, se vuole, il Parlamento può mettere anche 100 persone all'AGCM, anche 200, anche tutti i soldi del bilancio dello Stato li può mettere se vuole, ma questa cosa dov'era? In Commissione non c'era e nel fascicolo non c'era. Spunta stamattina improvvisamente e nessuno l'aveva e tutti l'avete votata, senza sapere cosa diavolo stavate votando. Allora, io chiedo se questo è il modo di proseguire questi lavori.

Questa votazione va invalidata, perché nessuno li aveva in quest'Aula e nessuno sapeva cosa aveva votato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Capisco la sua domanda, ma la risposta è contenuta nello speech iniziale che ho letto in apertura. L'ho ripreso per scrupolo (Commenti del deputato Forciniti). Onorevole Forciniti, lei ha parlato: per democrazia, l'ho fatta parlare e adesso sente le mie osservazioni (poi vediamo).

Quindi, io stamattina, appena è cominciata la seduta, ho informato che la Commissione bilancio, essendosi riunita poco prima, aveva deliberato in Commissione - non è una surrettizia idea di qualcuno - le condizioni e le condizioni erano in distribuzione e, infatti, mi sono accertato in questo momento che erano in distribuzione (Commenti del deputato Forciniti). Questa non è una prassi straordinaria ma è la normalità, cioè la mattina la Commissione fa la riunione e si annuncia nello speech: “La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione. In particolare, tale parere reca tre condizioni” - le leggo lo speech che ho letto questa mattina che ho davanti e che poi potrà recuperare, perché questa è la verità - “volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento”, come ho sempre diligentemente ricordato prima di porle in votazione. Quindi, la questione è chiusa e non può essere riaperta.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). E' un'altra questione, Presidente!

PRESIDENTE. La Commissione bilancio si è riunita stamattina e ha deliberato in seduta. Noi l'abbiamo annunciato nello speech e le abbiamo poste in votazione. Il problema è risolto.

Onorevole Prisco, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/196-A/1? Sì. Onorevole Mollicone, accetta la riformulazione? Sì. Ordini del giorno n. 9/196-A/3 Ciaburro e n. 9/196-A/4 Caretta, favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Onorevole Trano, chiede di parlare? Su che cosa, onorevole Trano? Ho malinteso. Allora le chiedo scusa.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento ai sensi degli articoli 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Forciniti.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Questi fogli qui stamattina non erano lì sul banco (per chiunque volesse prenderli non c'erano). Ce n'erano due copie e noi siamo in 400. Come si può, con le misure anti-COVID, pensare che tutta l'Aula si rechi a prendere questi fogli (là sotto ce n'erano due, tra l'altro)? Se tutti 400 li avessimo voluto leggere non c'erano i fogli. Quindi, come fa a dire che questi erano in distribuzione? Ce n'erano due copie là sotto, due ce n'erano! Come fa a dire che questo è stato messo in distribuzione? È un falso! Lei sta dichiarando il falso! Questo non è stato messo in distribuzione…

PRESIDENTE. Io la richiamo a moderare i termini, perché qui nessuno dice il falso. Quindi, lei può dire quello che vuole, ma nessuno - e lei non si può permettere - di dire alla Presidenza che qualcuno qui dice il falso (Applausi)! È inaccettabile! Faccia il suo intervento e prosegua.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Lei non può dire…

PRESIDENTE. Faccia il suo intervento in dichiarazione di voto.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Lei non può dire che questo è stato messo in distribuzione perché non è vero! Non è vero che questo è stato messo in distribuzione, perché io sono andato a fare la fila…

PRESIDENTE. Cominci l'intervento o sono costretto a toglierle la parola. Faccia l'intervento!

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Io ho finito il richiamo al Regolamento e adesso per la dichiarazione di voto, mi chiami.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Trano?

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, articoli 8 e seguenti. La questione è un pochino seria e cerchiamo un attimo di metterla anche in un preciso ordine. Questa mattina…

PRESIDENTE. Io, però, ho già dato una risposta, onorevole Trano, e non posso ritornare su una risposta che ho dato.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, le sto dicendo che…

PRESIDENTE. Mi spiace. È stata chiara e l'auspicio è evidente per tutti.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, se mi consente un secondo, almeno per inquadrare bene la fattispecie.

PRESIDENTE. Siamo in dichiarazioni di voto finale. Quindi…

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). È un richiamo al regolamento. Siccome questa mattina si è riunita la Commissione bilancio - è stata convocata ieri sera -, non tutti hanno potuto recarsi a seguire questi lavori. Lei stamattina ha fatto lo speech in cui indicava che c'era la possibilità di inserire questo ulteriore emendamento, però noi le stiamo dicendo un'altra cosa, cioè che sui banchi degli assistenti parlamentari non era presente l'emendamento che avremmo voluto leggere.

Quindi vorremmo essere edotti prima di venire qui e poter poi almeno essere in grado di intervenire sulla votazione di questo emendamento. Questo stiamo dicendo, Presidente.

PRESIDENTE. È tutto chiaro, onorevole, è tutto chiaro.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Le stiamo dicendo che c'è stata una mancanza da parte di chi doveva stampare…

PRESIDENTE. Ho verificato, per mezzo dei funzionari, che l'emendamento era in distribuzione, ho avvisato nello speech, quindi, casomai fosse stato carente di una copia, poteva assolutamente dirlo, però noi lo abbiamo detto fin dall'inizio.

(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Forciniti).

No, vuole intervenire, onorevole Forciniti? Pensavo avesse concluso il suo intervento, si capisce molto poco. Onorevole Forciniti, faccia il suo intervento. Mi dispiace, onorevole, ma si capisce poco di quello che vuole fare. Mi dica cosa vuole fare: vuole fare l'intervento o non vuole fare l'intervento? Vogliamo stare qui a ragionare di questa…

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Ho detto chiaramente prima che volevo fare un richiamo al Regolamento! Ora, se lei me lo concede, vorrei fare la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Benissimo. Allora, senza indugio, proceda a fare il suo intervento. Prego onorevole, per dichiarazione di voto.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, grazie, molto gentile. Allora, è chiaro che in questo momento noi abbiamo uno scenario in questo Paese che è disastroso. La democrazia se ne sta andando a rotoli, letteralmente a rotoli, c'è un Presidente del Consiglio che fa e disfa a suo piacimento, ci sono decreti-legge a profusione, che vengono fatti uno ogni settimana e che si smentiscono l'un l'altro e poi l'altro ancora e poi l'altro ancora, mentre il Parlamento è indietro di tre o quattro decreti. La gente, disperata, non sa se il giorno dopo potrà andare a mangiare una pizza o potrà prendere un treno, c'è gente che fa abbonamenti e poi li deve disdire, perché le regole cambiano di giorno in giorno, e noi qui siamo a vendere la frottola ai cittadini che stiamo rendendo…

PRESIDENTE. Mi fate gentilmente ascoltare l'onorevole Forciniti?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). …il processo decisionale più trasparente. Noi stiamo dicendo alle persone che, siccome mettiamo un registro per i lobbisti, questo Paese diventerà più trasparente e ci sarà un processo decisionale che sarà limpido, pulito come una casa di vetro. Questa è l'ipocrisia mondiale che state vendendo a questo Paese. Allora, è evidente che noi stiamo parlando di qualcosa che, tra l'altro, già esisteva, quindi partiamo da questo presupposto, perché già c'erano registri per i portatori di interessi dislocati nei vari Ministeri. Quindi ogni Ministero già ne aveva uno. Adesso noi mettiamo questo registro, che accentra tutto quanto e non si capisce che novità o che innovazione ci dovrebbe essere rispetto a un regime di trasparenza che di fatto già c'era.

Ma la cosa più ridicola, se vogliamo, è che, per quanto ci sia scritto nella legge che i portatori di interessi sono tenuti a iscriversi a questo registro, non c'è una sanzione. Quindi chiunque, qualunque portatore di interesse potrà alzare la cornetta, prendere il telefono, chiamare il Ministro o il parlamentare o chi vuole lui, mettersi d'accordo per fare un incontro per parlare di quello che vogliono, e quindi, di fatto, questa iscrizione sarà facoltativa, perché chiunque potrà continuare a esercitare l'attività di lobby come gli pare al di fuori di questa cosa blanda che avete istituito. Ma, al di là di questo, anche in un contesto di una cosa blanda, che non è altro che uno spot per voi, vi siete dimenticati, per esempio, di inserire i portatori di interessi imprenditoriali, le organizzazioni imprenditoriali, per esempio Confindustria, che non saranno minimamente vincolati da questo testo, che già di per sé è molto blando.

Allora, è evidente poi che la cosa più grave, e in questo, Presidente, veramente condanno il suo atteggiamento, perché lei ha censurato una discussione sul conflitto di interessi che era perfettamente pertinente con questo tema, lei ha dichiarato inammissibile un mio emendamento che si proponeva di disciplinare anche alcune incompatibilità, perché, se il tema è quello della rappresentanza di interessi, non ha senso disciplinare il rapporto fra lobbisti e politici se poi permettiamo ai lobbisti di diventare, essi stessi, politici e di andare al Governo, come magari in questo caso sta succedendo perché abbiamo un Governo che chiaramente è formato da banchieri, da gente che non sta certo facendo gli interessi del popolo italiano.

Allora, in un momento in cui voi li avete messi al Governo, i lobbisti, ci venite a vendere la frottola che con il registrino bello, buono e bravo della trasparenza questo Paese diventerà una casa di vetro. In questo Paese non c'è più democrazia, non c'è più niente di niente, e, se noi non pensiamo a fare qualcosa di serio e di concreto, come per esempio disciplinare alcune incompatibilità, non risolveremo mai questo problema. Allora, mi chiedo, per esempio, perché il MoVimento 5 Stelle, che ha fatto del conflitto di interessi una sua battaglia, abbia rinunciato oggi a mettere questo tema sul tavolo. Ho preso una parte di quel testo sul conflitto di interessi che già era stato approvato in Commissione affari costituzionali, il testo base, ho presentato un emendamento e nemmeno mi è stato permesso di discuterne perché è stato dichiarato inammissibile. Questo è il livello di democrazia, questa è la trasparenza che state millantando al di fuori. State distruggendo la democrazia e le istituzioni, e poi volete pure prenderci in giro, dicendo che state rendendo i processi decisionali più trasparenti. Almeno abbiate il buonsenso e il pudore di non venire a prenderci in giro con queste cose inutili, blande, tra l'altro con la chiusura ermetica di chi nemmeno è pronto ad accettare un consiglio, comunque a provare a migliorare questo testo, perché ci è stato impedito, avete dichiarato inammissibile l'emendamento più importante del nostro fascicolo. Allora, se c'è una chiusura a prescindere, ce lo dite, smettiamo di lavorare, ce ne andiamo e facciamo prima, perché in questo modo è veramente umiliante vedere il Parlamento che lavora così. Noi, quindi, non possiamo dare legittimazione politica a questa bandierina, a questo spot che state mettendo in piedi, e ci asterremo, perché questo provvedimento è inutile. Abbiamo anche provato a migliorarlo e ce lo avete impedito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signora sottosegretaria, mi si lasci dire, in premessa, che ho compreso e ho trovato anche argomentazioni spesso ragionevoli negli interventi del collega Forciniti, sulle questioni dell'eccesso di decretazione d'urgenza. Tutta questa polemica rispetto a un provvedimento che, invece, è di origine parlamentare francamente mi sfugge, me ne sfugge la ratio, se non quella di poter sempre cercare di lanciare al di fuori di quest'Aula un messaggio negativo sulla nostra attività. Credo, che alla fine - lo dico con rispetto al collega Forciniti -, ciò rischia di essere un boomerang, che finisce per ritornare poi sulle teste di tutti, nessuno escluso.

Nel merito, intanto credo che vada ringraziata, per la pazienza certosina, la relatrice, la collega Baldino, e tutta la Commissione. Questo è un provvedimento che ha visto impegnata, anche con l'ascolto delle opposizioni, tutta la Commissione. Ricordo che è un provvedimento che nasce di iniziativa parlamentare e che mette insieme diverse proposte di legge, a prima firma della collega Fregolent, della collega Madia e del collega Silvestri, e quindi, inevitabilmente, è un punto di mediazione anche da punti di partenza differenti. Credo, ed è il nostro giudizio finale, che sia un buon punto di mediazione. Certamente è un tema su cui da molto tempo si discuteva, non solo in Italia, evidentemente. In altre legislazioni si è più avanti rispetto alla regolamentazione delle cosiddette lobby; noi ci arriviamo con un po' di ritardo, meno alla Camera, perché va ricordato che, nella scorsa legislatura, la Giunta per il Regolamento approvò un documento che andava in questa direzione. Quindi, se la domanda è se c'era necessità di un provvedimento come questo, la risposta è affermativa, così come evidentemente non è pensabile che di per sé la norma, così come su altre materie, ma specificamente su questo, possa risolvere tutto.

Il tema è la trasparenza, il corretto rapporto e anche una regolamentazione che vada nell'interesse di chi svolge la propria attività di lobbying in maniera corretta, perché ve ne sono, di agenzie e società come queste; spesso sotto l'etichetta lobbying, invece, si nascondono attività meno corrette, per usare un eufemismo. Quindi, è giusto iniziare a discernere il grano dal loglio, cioè chi svolge questa attività deve farlo in trasparenza, rispondendo anche a una serie di elementi che sono contenuti in questa normativa.

Dicevo che non può essere un provvedimento definitivo, che risolve il problema. Il rapporto tra i rappresentanti e i soggetti che sono stati indicati giustamente nella legge e il mondo esterno evidentemente non può rientrare tutto in questo tipo di normativa, però è un segnale; è un segnale che tutto deve provare a rientrare, lo ripeto, all'interno di un criterio di trasparenza, di correttezza. Alla luce del sole, ci possono essere rapporti tra la politica, le istituzioni e i portatori di interesse; non c'è da scandalizzarsi, fa parte di un corretto esercizio della democrazia.

L'importante è che ci si fermi, ovviamente, rispetto al tema della corruzione o, comunque, anche con riferimento alle blandizie e a tutto quello che può stare entro un rapporto non corretto. Credo, quindi, si sia individuato nel registro uno strumento che possa aiutare rispetto alla trasparenza. L'individuazione dell'Anac come soggetto detentore e gestore pare una cosa corretta. Se ne è discusso molto in Commissione, perché immediatamente Anac è ricollegato al tema della corruzione e, troppo spesso, l'attività di lobbying è stata equiparata o comunque vista come un'attività border rispetto alla corruzione, mentre, con questo provvedimento, in qualche modo definiamo ciò che è corretto nell'attività di lobbying e poniamo da un'altra parte ciò che invece è in qualche modo un comportamento non corretto. Quindi, in conclusione, questo è un tentativo che necessita, come per altri provvedimenti e altre materie, di aver dietro una cultura: quella della trasparenza, della legalità, perché, senza cultura di trasparenza, senza cultura di legalità, possiamo fare tutte le norme che vogliamo, ma sono tutte aggirabili. Quindi, questo è uno sforzo che noi consideriamo nella giusta direzione e, davvero ringraziando ancora il lavoro della relatrice della Commissione e, per tutti, il presidente, esprimo e annuncio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Presidente, colleghe, colleghi, Governo, nel 1974 un film che io adoro, Frankenstein junior, aveva una bellissima vignetta: ad un certo punto veniva nominato il cognome di Frau Blücher e, immediatamente, dei nitriti di terrore all'esterno venivano registrati e terrorizzavano la situazione. La parola “lobby” rispetto al nostro sistema fa un po' questo effetto. Il gruppo di Coraggio Italia ritiene che le lobby non siano Frau Blücher e, di conseguenza, saluta con estremo sollievo l'arrivo in quest'Aula di questo provvedimento. Naturalmente ringraziamo moltissimo soprattutto la Commissione per gli sforzi fatti, perché è stato uno sforzo gigantesco, e ringraziamo il Governo per l'appoggio che ha dato a questa attività.

Ricordo che il provvedimento ha radici comunitarie e anche radici risalenti. Il Parlamento europeo stesso, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea hanno firmato il 20 maggio del 2021 l'accordo interistituzionale su un registro per la trasparenza obbligatorio. Ma noi abbiamo paura di queste situazioni e, di conseguenza, ci mettiamo un po' di più, purtroppo, tanto di più. La Commissione affari costituzionali aveva avviato già nella seduta dell'11 dicembre 2019 l'esame delle proposte di legge n. 196 e collegate. Non ci abbiamo messo poco, ma, per fortuna, ci siamo arrivati. Il testo definito dalla Commissione prevede prima di tutto l'istituzione di un registro per la trasparenza dell'attività di rappresentanza di interessi. È essenziale, anche perché vengono chiarite delle motivazioni per cui si ritiene necessario, anzi indispensabile, che vi sia questo strumento. Infatti, l'oggetto dell'intervento legislativo è la disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi - leggo testualmente -, intesa come contributo alla formazione delle decisioni pubbliche, svolta dai rappresentanti di interessi particolari nell'osservanza della normativa vigente, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni e con obbligo di lealtà verso di esse.

Il legislatore non è onnipotente, i legislatori non possono essere tuttologi: se lo fossero, sarebbe meglio cambiassero mestiere, perché vorrebbe dire che non vivrebbero nella realtà. È indispensabile che il legislatore, nell'iter che conduce all'esame delle norme e poi alla loro predisposizione e pubblicazione, una volta approvate, senta i soggetti che vivono il day-to-day delle problematiche, che portano contributi, che portano elementi di conoscenza, che danno modo al decisore - non mi sento di dire solo decisore politico - al decisore legislatore, di individuare la strada, la migliore, da percorrere per arrivare al risultato che ci si prefigge.

Il risultato che oggi portiamo e che esaminiamo forse non è il massimo, ma è certamente un passo importantissimo verso la direzione che abbiamo evidenziato. Di conseguenza, annuncio con piacere il voto favorevole di Coraggio Italia su questo provvedimento e spero che le parole Frau Blücher/lobbies non creino più nitriti di terrore da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, gentili colleghi, innanzitutto, mi preme ringraziare - e non è un ringraziamento formale - la Commissione affari costituzionali, il presidente Brescia e la relatrice Baldino per aver fatto un'opera di sintesi - mi permetto di dirlo io - faticosa, dati gli interessi comuni che hanno spinto alcuni di noi a presentare delle proposte di legge e ad arrivare ad una mediazione, partendo da posizioni diverse. Ringrazio anche i colleghi che hanno presentato proposte di legge e che hanno, anche loro, rinunciato, come abbiamo fatto noi d'Italia Viva, ad un pezzo della loro visione per arrivare ad un traguardo storico, quello di avere per la prima volta nel nostro Paese una legge che disciplina, in modo trasparente, il rapporto che da sempre esiste tra politica e portatori di interessi. Non è un rapporto che nasce oggi nella modernità, è un rapporto antico, ma oggi questa trasparenza ha un interesse preminente. Con la fine del finanziamento pubblico dei partiti e un modello più americano per quanto riguarda la possibilità della politica di finanziarsi, è giusto che gli elettori, al momento della scelta nella cabina elettorale, abbiano contezza in maniera trasparente di chi finanzia chi, di chi c'è dietro ad ogni partito come finanziatore pubblico. Insomma, si arriva ad un modello americano, dove, se io scelgo Obama, faccio un esempio, scelgo le energie rinnovabili e, se scelgo Trump, sempre per rimanere nel mondo dell'energia, scelgo quelle petrolifere. Semplifico ovviamente, perché la realtà è sempre molto più complicata e diversificata, però, almeno, si ha la possibilità di dare un elemento di trasparenza a chi ci deve poi scegliere come rappresentanti delle istituzioni. Per questo, nel 2018, ho presentato per prima - e poi altri colleghi si sono accodati e hanno fatto altrettanto - una legge sui portatori di interesse. La parola “lobby” non deve spaventare: esistono, aiutano i decisori finali a dare quegli elementi tecnici di conoscenza per capire se un provvedimento ha efficacia oppure no. Quindi, questa accezione negativa, che solo nel nostro Paese ha questa parola, speriamo che con questa legge si superi definitivamente.

L'Unione europea già nel 2005 ha legiferato in materia. Noi arriviamo non ultimi, perché, come ricordava il collega Fornaro, alla Camera dei deputati la scorsa legislatura, ma anche in alcuni Ministeri - penso per esempio al MiSE -, c'è stata un'autoregolamentazione sulla materia, e anche in alcune regioni. Da lì, la seconda esigenza che mi ha portato a scrivere una proposta di legge: si rischiava l'eccessiva frammentazione e autoregolamentazione di ogni singola istituzione su cosa e su come fare per la necessaria trasparenza tra i decisori politici e i portatori di interessi. Si aveva bisogno di una cornice comune, di una cornice definitiva, di una cornice che fosse un elemento di aiuto anche per quegli enti locali che si apprestano a legiferare autonomamente. La battaglia, come ho detto, in Commissione è stata dura e difficile e ha visto anche toni aspri. Io chiedo scusa se a volte sono stata io stessa ad esagerare i toni, ma si partiva dal principio di non considerare l'attività dei portatori di interesse per forza un'attività negativa, un'attività che porta in sé corruzione, che porta in sé decisioni sbagliate, che porta in sé un oscurantismo che non esiste.

Per questo, il registro pubblico pone fine a qualsiasi possibilità di ipocrisia e di problematicità: ci si iscrive e si è tracciati in maniera trasparente, esattamente come succede nell'Unione europea. Abbiamo previsto, noi di Italia Viva, un emendamento che escludeva le formazioni sindacali e le formazioni di imprenditori dall'essere considerate portatori di interessi. Qui, in quest'Aula, forse da persone che non hanno proprio partecipato al dibattito in Commissione, sono pervenute delle critiche aspre in merito a questa decisione; ringrazio, invece, chi è poi arrivato alla nostra stessa conclusione. Non c'è, qui, la possibilità di distinguere tra lobby buone e lobby cattive e tra portatori di interessi buoni e portatori di interessi cattivi: una volta regolamentati, tutti i portatori di interessi hanno istanze positive. La differenza consta nel fatto che le formazioni sindacali ed imprenditoriali sono previste nella nostra Costituzione, hanno un interesse più ampio e collettivo rispetto alle singole imprese e alle singole società di portatori di interessi e anche la formazione dei loro vertici avviene attraverso una formazione più simile a quella delle forme politiche tradizionali, con congressi, con votazioni e con un dibattito pubblico e non solamente, come per quelle private, a seconda di chi abbia portato più clienti e abbia avuto più risultati positivi. Per questo, ci sembrava obbligatorio escluderle, non dando agli altri una valenza negativa ma preservando quello che la nostra Carta costituzionale prevede.

Penso che il lavoro che è stato fatto sia un punto di partenza molto importante. Ovviamente, tutti i lavori possono essere migliorati, non pensiamo di aver fatto la madre di tutte le leggi ma pensiamo di aver messo un piccolo granello verso la trasparenza della politica, una trasparenza che è richiesta oggi ancora di più, proprio per la mancanza del finanziamento pubblico dei partiti, a tutti coloro che vogliono fare politica in modo elevato, per evitare anche solo che ci siano dubbi, anche solo che si inneschino dubbi sulla bontà dell'azione politica.

Per questo, ringrazio veramente chi ha seguito con me questo lavoro, in particolare il collega Marco Di Maio, il mio gruppo, Italia Viva, che mi ha lasciato veramente carta bianca su questo argomento, il Governo, la sottosegretaria Bergamini che ci è stata veramente vicino, il Ministro Brunetta e i suoi uffici che ci hanno dato una guida, il presidente Brescia e la collega Baldino per avere interpretato nel modo più equo e giusto una visione, quella di non punire chi fa come mestiere il portatore di interessi, rendendo questa attività trasparente in modo definitivo, in modo tale che, da oggi, nessuno si potrà più tirare indietro verso un modo diverso anche di intendere le decisioni. Per questo, Italia Viva voterà favorevolmente alla proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia si asterrà su questo provvedimento, augurandosi che al Senato possano essere apportate altre modifiche in grado di trasformare quella che, oggi, appare sostanzialmente come una norma manifesto in un provvedimento, invece, concreto e capace di rendere trasparente ed efficiente la formazione dei processi decisionali. Questo serve all'Italia e non solamente a un partito politico per fare propaganda. D'altronde, anche questo provvedimento, come molti altri, non potrebbe non essere frutto di un compromesso al ribasso, quando in una maggioranza debbono convivere le istanze ipergarantiste di alcune forze politiche con quelle ipergiustizialiste di altre forze politiche. Il compromesso al ribasso però parrebbe non accontentare pienamente nessuno e, soprattutto, rischia di non essere quell'innovazione capace di cambiare le cose.

Questa proposta di legge parte, nel suo testo originale, nel suo testo base, da un principio e da un presupposto sbagliati, cioè quelli di voler regolamentare una professione invece di regolamentare un processo decisionale nella sua interezza; questo sì, certamente, aiuterebbe la democrazia a funzionare meglio e in totale trasparenza. Fratelli d'Italia sposa la causa della trasparenza dei processi decisionali - ci mancherebbe altro! - tant'è che si batte ormai in solitaria anche per difendere le prerogative democratiche contro l'esautorazione, di fatto, del ruolo del Parlamento che sta avvenendo in quest'epoca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) in cui, sotto la maschera dell'emergenza, si stanno sacrificando e si sono sacrificati i diritti, i baluardi del sistema democratico e repubblicano e sono stati sacrificati soprattutto in Italia, più che in altre democrazie occidentali, che dovrebbe invece essere la culla della civiltà del diritto occidentale. La norma in oggetto ruota, di fatto, intorno a due punti di riferimento: il famigerato registro della trasparenza e quella sottesa presunzione di delinquenza degli italiani, che è un po' il marchio di fabbrica del MoVimento 5 Stelle e di parte della sinistra, di chi svolge un lavoro come i cosiddetti rappresentanti degli interessi ma anche dei professionisti che, direttamente o indirettamente, si trovano ad essere rappresentanti di interessi, come gli avvocati, i commercialisti, i tecnici. Poi, magari, su questo, se c'è tempo, ci torno. Il presupposto è che ci deve essere per forza qualcosa di torbido nelle attività del genere umano e questo sinceramente, rispetto agli italiani, che l'hanno dimostrato anche nel periodo di pandemia, non mi sembra accettabile e non mi sembra giusto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il primo punto, quello del registro della trasparenza, rischia di essere un'operazione di facciata in mancanza dei presupposti di reciprocità e premialità tra rappresentanti di interessi e decisori politici, perché non emerge un vantaggio nel far tracciare il rapporto di trasparenza. In questo caso, si rischia che, poi, questo testo si trasformi sostanzialmente in una copertura rispetto all'elusione, perché come sappiamo bene - lo ha detto bene in discussione generale il collega Mollicone - la regola sugli incontri e le sedi è facilmente superabile, perché questi si possono svolgere all'esterno delle sedi istituzionali.

Il secondo punto, che ricordavo prima, è quello del sotteso pensiero che vi sia una sorta di delinquenza presunta negli italiani, siano essi i portatori di interessi, siano essi gli ex politici, per esempio. Tuttavia, se non si consente a questi, per un certo periodo, cessato il mandato politico, di svolgere alla luce del sole questa attività, lo si consente, invece, ai rappresentanti dei Governi stranieri che hanno interessi particolari, ovviamente, rispetto ai rapporti istituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Come dicevo, si parte sempre dal solito assunto di torbidità della politica, di un certo populismo per cui uno vale uno, meglio, come nel caso di specie, se non vale niente, perché le esclusioni da cui si è partiti - e poi ci torno - sono quelle che sostanzialmente consentivano di fare questo lavoro, quello del rappresentante di interessi, a chiunque non avesse mai fatto nulla nella sua vita.

Io comunque ci tengo a ringraziare la Commissione, il sottosegretario Bergamini e la relatrice, perché è stato fatto un importante lavoro di avvicinamento verso la realtà nel testo uscito dalla Commissione, considerando la figura del lobbista come un lavoro, per chi lo vuol fare in modo trasparente ed onesto, ma si sono evitate, anche grazie all'impegno di Fratelli d'Italia e del centrodestra, alcune storture folli; penso alla questione che prevedeva che fossero considerati lobbisti, per esempio, i rappresentanti delle confessioni religiose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Voi lo vedete il parroco di un paese che va a parlare al sindaco, che so, delle luminarie di Natale, come un lobbista portatore di interessi - chissà quali - economici e rilevanti? Piuttosto, mi sembrava una norma - che è stata fortunatamente corretta, grazie all'emendamento di Fratelli d'Italia e grazie al buonsenso dei commissari - che sottendesse, qualcuno ha tentato di riportarla, una sorta di anticlericalismo militante; altro che Don Camillo e Peppone!

Il medesimo ragionamento vale per la previsione che considerava i rappresentanti sindacali e datoriali, le cosiddette associazioni di categoria, come portatori di interessi particolari, quando quanto gli uni quanto gli altri contribuiscono ai processi decisionali collettivi, rappresentando interessi chiaramente generali e quindi politici, riconosciuti dalla Carta costituzionale, e guai se la politica non si confrontasse con i corpi intermedi e con le associazioni di categoria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Anche questo, grazie alla battaglia di Fratelli d'Italia e del centrodestra in Commissione, si è potuto correggere; sarebbero stati portatori di interessi individuali le associazioni di categoria e dei lavoratori se venissero, come in questi giorni, a ricordare alla politica che la mancanza di scelte in politica energetica e i rincari delle bollette potrebbero determinare un grave colpo alle imprese e, quindi, al mondo del lavoro italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ve lo domando, colleghi, perché Fratelli d'Italia è talmente d'accordo nel rendere trasparenti tutti i rapporti di formazione delle decisioni che, mentre qualcuno proponeva di rendere portatori di interessi le associazioni di categoria e i rappresentanti dei religiosi, ha proposto un emendamento, incredibilmente bocciato anche da quest'Aula, che mirava, invece, a includere nel caso in cui a rappresentare gli interessi particolari fossero i rappresentanti di Governi stranieri, e questo evidentemente esula dai rapporti istituzionali tra i Ministri, tra i Governi o tra partiti politici alleati. Sì perché, colleghi, ne va dell'interesse nazionale, soprattutto in ambito economico e di sicurezza nazionale; vale tanto per i rapporti, per esempio, con la dittatura venezuelana di Maduro che, stando a rivelazioni giornalistiche e inchieste della magistratura, non si capisce per quale interesse, se fosse confermato, abbia finanziato qualche importante movimento politico italiano, ma noi siamo garantisti e lo siamo con tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sempre sarà, nel caso, la magistratura a verificare questi fatti; per non parlare, ovviamente, dei rapporti con il Governo cinese, come se l'economia cinese, che è per lo più diretta dallo Stato, non abbia interessi in Europa o in Italia; magari non vi sarà mai niente di opaco in questi rapporti, ma se il rappresentante del Governo cinese incontra i leader di partiti della più ampia rappresentanza parlamentare del nostro Paese - magari, per carità, sono fan del comico Grillo, magari sono semplicemente comunisti, come i parlamentari del MoVimento 5 Stelle -, io vorrei saperlo, perché mi interessa sapere molto più quali sono gli interessi economici della Cina in Italia piuttosto che cosa va a fare il parroco dal sindaco del paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Concludo, Presidente. Noi non pensavamo che questo fosse, ovviamente, l'emendamento più corretto, ma il punto politico credo che sia chiaro e mi auguro che il Senato possa correggerlo, come possa correggere l'autorità detentrice del registro; noi abbiamo fatto - il collega Mollicone l'ha spiegato, in precedenza -, nel corso della fase emendativa, una proposta terza che rappresentasse pienamente il mondo del lavoro e dell'economia, come quella del CNEL; è stata fatta una scelta differente, in parte recuperata con un componente nel comitato indicato dal CNEL, mi auguro che possa essere ulteriormente corretta al Senato, nella direzione da noi proposta.

Quindi, Presidente, se c'è da regolare i processi decisionali in maniera trasparente, che portino un valore aggiunto alla nostra democrazia, ovviamente troverete la disponibilità di Fratelli d'Italia a confrontarsi ancora in modo costruttivo, come abbiamo fatto in questi mesi, senza criminalizzare nessuno, nessuno che, onestamente, lecitamente fa il proprio lavoro, compresi i portatori di interessi privati, e concludo davvero, Presidente; se l'intento è, invece, quello di costruire tribunali del popolo o ulteriori orpelli burocratici per ingessare i processi decisionali, vi ricordiamo, e vi ricorderemo, che è quello che non serve all'Italia e quindi lo combatteremo

(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Credo che il primo elemento da evidenziare rispetto al provvedimento che oggi l'Aula si accinge a licenziare sia quello della sua partenza. Questo provvedimento è una delle occasioni non frequenti in cui noi siamo chiamati a pronunciarci su un disegno di legge di iniziativa parlamentare e questa volta il dato della presenza e del lavoro all'interno del Parlamento è ulteriormente rafforzato proprio dal lavoro condotto in Commissione rispetto ai testi proposti, anche rispetto al testo nel quale sono confluite le iniziali proposte, come testo unificato, che è stato oggettivamente rivisitato, rimodulato, modificato.

Credo che questo elemento vada evidenziato proprio in ragione del tema che il disegno di legge affronta, vale a dire la regolamentazione della rappresentanza di interessi e, quindi, il rapporto tra i protagonisti della vita economica, della vita sociale - perché chiaramente questo è un provvedimento ad ampio spettro - e i decisori, e quindi il processo decisionale. Siamo, cioè, in presenza di valori e interessi di rilevanza costituzionale, rispetto ai quali è buona regola sempre muoversi con grande prudenza, con grande cautela e quindi anche con grande attenzione, nella regolamentazione, perché naturalmente il sacrificio della libertà di iniziativa economica o il sacrificio rispetto a talune decisioni assunte dal soggetto pubblico può essere chiesto, imposto esclusivamente in ragione di un superiore interesse pubblico, che nel nostro caso è rappresentato appunto dalla esigenza di rendere trasparente e, per certi versi, tracciabile l'attività di confronto, l'attività propulsiva, di stimolo, di sollecitazione, ma anche ovviamente di proposta che può venire dal mondo delle professioni, dal mondo del lavoro, dal mondo associativo, da ambienti culturali e il processo decisionale in senso stretto.

L'altro aspetto che è stato salvaguardato, in particolar modo nel lavoro emendativo, è stato quello della proporzionalità della misura scelta per tutelare l'interesse pubblico, in questo caso tutta la regolamentazione della materia, a partire dalla istituzione di un albo specifico, a quelli che sono gli adempimenti posti a carico dei soggetti iscritti e dei soggetti destinatari dell'attività di rappresentanza, ossia i decisori pubblici, quindi la proporzionalità delle misure scelte e le limitazioni che ne sono derivate alla ovviamente piena ed esclusiva libertà del mercato per i profili strettamente economici, ma anche delle attività politico-istituzionali per quanto riguarda quelli i profili decisionali che attengono ad aspetti di natura sociale. Quindi, si tratta di un una materia assolutamente delicata, estremamente complessa; e ciascuna di queste misure è stata poi molto motivata nel dibattito in Commissione, anche per quanto riguarda gli emendamenti proposti. Devo dire che c'è stato il temperamento di una visione iniziale che ispirava talune di queste disposizioni, eccessivamente restrittive e che riflettevano una visione non sempre condivisibile del rapporto che deve esistere tra il mondo dell'economia in senso lato e il mondo politico, quindi il mondo istituzionale chiamato a decidere su tanti settori, su tante materie, anche estremamente sensibili, una visione che forse risente di retaggi culturali statalisti, una visione che spesso ha obbedito anche a – diciamo- accentuazioni di lettura di tipo poco garantista. Quindi, il nostro lavoro è stato tutto proteso in questa direzione e rivendico anche a Forza Italia il merito di avere contribuito alla definizione di un provvedimento che rappresenta, alla fine, una soluzione pur sempre di compromesso, ma sufficientemente equilibrata, sufficientemente temperata rispetto ai profili che abbiamo in precedenza ricordato. È stata così, per esempio, modificata la definizione di rappresentanti di interessi, cercando di non comprimere eccessivamente le possibilità e l'accesso a questa attività, che viene per la prima volta regolata nel nostro Paese in una visione unitaria. Esistono già precedenti settoriali di singole amministrazioni o di singoli comparti che si sono autodeterminati in questo campo e hanno definito alcune regole, a volte affidate a codici deontologici, altre volte affidati a circolari o a raccomandazioni diramate dall'amministrazione centrale alle sedi e alle articolazioni periferiche sulla condotta che i singoli dirigenti e funzionari dell'amministrazione sono chiamati a tenere, ma questo, ripeto, è il primo intervento che, in modo organico, in modo complessivo, affronta la materia.

Come pure è stata modificata l'iniziale definizione del decisore pubblico, cercando, ovviamente, anche qui, di far prevalere valutazioni di equilibrio e sollevando dalla classificazione i rappresentanti istituzionali che operano in contesti territoriali limitati o rispetto a comunità demograficamente contenute, per le quali un eccesso di regolamentazione sarebbe apparso poco aderente alla realtà. E così, ancora, sono stati esclusi dall'applicazione di questa normativa, come è stato ricordato anche in alcuni degli interventi che mi hanno preceduto, i rappresentanti delle confessioni religiose riconosciute, nonché i rappresentanti delle organizzazioni sindacali ed imprenditoriali. Così come, ad esempio, è stato affrontato il delicatissimo tema dei rappresentanti dei movimenti politici e delle forze politiche, proprio per contenere quanto maggiormente possibile l'impatto che, sull'esercizio di attività che hanno una valenza costituzionale, quindi una tutela rafforzata, questa normativa era destinata ad avere.

Certamente è un primo passo, non ancora tutti gli aspetti sono stati adeguatamente e significativamente affrontati, è stato delineato un quadro d'insieme, è stata demandato poi agli organi costituzionali per il Parlamento e anche alle autonomie regionali e alle realtà istituzionali a statuto speciale e al loro potere di autoregolamentazione, il recepimento di queste norme di indirizzo o, comunque, di orientamento generale dell'attività normativa.

Dunque per la prima volta, ripeto, siamo in presenza di un intervento organico, complessivo, che ci pone in linea anche con gli altri Paesi, non solo europei ma del mondo occidentale, in cui l'attività di lobby è normalmente regolamentata, è un'attività ritenuta assolutamente ordinaria, normale, compatibile con quelli che sono i processi decisionali. Quindi abbiamo anche allontanato, con un passo in avanti significativo dal punto di vista culturale, questo sospetto e questa ombra che sempre è aleggiata in passato rispetto all'attività di lobbismo come qualcosa che fosse, se non immediatamente illecita, molto prossima al confine con l'illecito. Ci siamo liberati di questo retaggio antico che deriva, forse, dalla storia meno recente del nostro Paese, ma che tante scelte in passato ha condizionato e ha orientato, e tanti ritardi ha fatto accumulare anche alla nostra organizzazione della pubblica amministrazione e, più in generale, delle attività di regolazione, penso per esempio a tutti i settori di erogazione di servizi pubblici che sono ovviamente destinati ad impattare sulla vita quotidiana di milioni e milioni di nostri concittadini. Dunque, dicevo, un passo in avanti verso la modernità, verso una visione molto più equilibrata, una visione molto più serena e, credo, questo nell'interesse di tutti, in primo luogo nell'interesse della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Grazie, signor Presidente. La legge che oggi ci apprestiamo ad approvare in questo ramo del Parlamento, inevitabilmente, solo per il titolo e per il riferimento alle lobby, evoca ombre oscure e interessi opachi. Sarà quindi preliminarmente bene chiarire che con questa legge noi non interveniamo nel campo del finanziamento privato della politica, né in quello delle norme che riguardano i reati di corruzione elettorale o di traffico di influenze. Noi facciamo un altro tipo di operazione con questa norma, e cioè quella di provare a colmare un vuoto legislativo rimasto aperto per tanti anni: da un lato, la rappresentanza di interessi di carattere generale, che per Costituzione è affidata non solo ai partiti, ma alle organizzazioni sindacali, alle organizzazioni datoriali, cioè a tutto quell'insieme di organizzazioni che si prefiggono obiettivi di interesse generale; dall'altra parte, il contrasto agli interessi di carattere illecito.

Tra queste due colonne d'Ercole c'era un vuoto e dentro questo vuoto, nel corso di questi anni, sono cresciute delle esperienze: sia la società che il mercato si sono mossi con grande efficacia, creando nuove figure professionali, nuove professioni collaterali al mondo a cavallo tra la comunicazione, la politica e la rappresentanza di interessi. Sono emerse professionalità nuove, che hanno - diciamola tutta, diciamo la verità - anche colmato un vuoto di elaborazione su temi specifici, su singoli argomenti, lasciato nel corso degli anni da forze politiche sempre più indebolite nella loro capacità di relazione con la società e di analisi di temi specifici.

Questo settore emergente è emerso nei limiti di una normativa estremamente restrittiva per quello che riguarda il finanziamento privato della politica e in assenza di strumenti di finanziamento pubblico veri, significativi. Fino a questo momento si è sostanzialmente normato da solo, si è autoregolato, si è dotato di una propria deontologia professionale, cercando di circoscrivere i propri limiti, di dotarsi di regole d'ingaggio, di prestare attenzione a non superare i limiti dell'etica pubblica.

Mancava una norma che si prefiggesse l'obiettivo di regolare quello che nel tempo è diventato un mercato e che, come ogni mercato non regolato, è soggetto a tendenze che possono essere distorsive e che, nel caso specifico, sono tendenze che tendono ad amplificare: da un lato, il rischio di una concentrazione eccessiva, in un numero di società molto ristretto, della capacità di relazione con i decisori politici; e dall'altro, per quello che riguarda la nostra parte di mondo, una impermeabilità o una difficile accessibilità ai decisori politici per i soggetti che operano all'interno di questo mercato.

L'istituzione di un registro dei rappresentanti di interessi e la codificazione del loro rapporto con i legislatori consente di ovviare a questo doppio problema, aprendo davvero il mercato della rappresentanza di interessi e garantendo davvero la piena accessibilità, a pari condizioni, ai decisori politici.

Il percorso che ci porta in Aula oggi non è stato un percorso particolarmente comodo e particolarmente semplice, perché, come dire, ha interrogato e ha costretto le forze politiche e i gruppi parlamentari a confrontarsi con una riflessione di merito, ma anche di carattere più generale circa il modo di adempiere le proprie funzioni, il rapporto tra istituzioni e società, il rapporto tra politica e società, il rapporto tra politica e interessi privati.

Questo ci ha obbligato, intanto, a operare una distinzione tra la rappresentanza di interessi che si muove, per funzione costituzionale, in una logica di interesse generale, e la rappresentanza di interessi legittimi, ma di carattere diverso, di carattere privato; ci ha obbligato ad una riflessione sulla necessaria trasparenza e leggibilità, da parte dei cittadini, del rapporto tra questi interessi e noi e coloro i quali siedono nel ramo di Governo; ci ha obbligato a individuare e calibrare strumenti che limitino o normino il ricorso alle porte girevoli tra attività di governo e attività di rappresentanza di interessi.

Il dialogo parlamentare, il confronto serrato e l'analisi di merito delle questioni che questa legge ci ha obbligato ad affrontare ci consentono oggi di avere in Aula una legge equilibrata, una legge necessaria, ma, soprattutto, una legge giusta. Di questo credo che vada dato atto alla Commissione affari costituzionali, ma, soprattutto, ai relatori che, con cura e attenzione, hanno scommesso sul dialogo parlamentare e sulla revisione di un testo che venisse incontro a punti di vista, a volte, anche aspramente diversi.

Certo, approviamo una legge che interviene su uno solo degli aspetti del rapporto tra società e politica: lo facciamo in assenza di un vero sistema di finanziamento pubblico dei partiti, lo facciamo dentro un clima di demonizzazione del finanziamento privato alla politica, lo facciamo senza una legge attuativa dell'articolo 49 della Costituzione, lo facciamo dopo un lungo ciclo di revisioni della legge elettorale, che ha finito per approfondire il solco che separa politica e cittadini, rappresentanza di interessi e partiti. Da questo punto di vista, la legge che oggi è in approvazione è stata una felice eccezione dentro una maggioranza che ha privilegiato il lavoro sui due argomenti che, fino a ora, hanno reso necessaria l'unità nazionale e, cioè, la stesura e l'attuazione del Piano di ripresa e resilienza e la gestione della pandemia da COVID-19. Questa legge rappresenta, appunto, un'eccezione a questo programma di lavoro della maggioranza, che ha reso la sua elaborazione particolarmente difficile e problematica, perché protagonista di questo lavoro è stato il Parlamento, più che il Governo, la maggioranza nel rapporto con l'opposizione, ma, comunque, il Parlamento più che il Governo, ma ha segnato una controtendenza sia per l'argomento trattato, sia per il modo nel quale lo ha trattato, e io credo che sia una controtendenza felice da accogliere ed accompagnare.

Oggi noi abbiamo bisogno, più che mai, di impostare un ragionamento politico e un lavoro del Parlamento sulla necessità, se davvero non vogliamo tornare al tipo di confronto politico a cui ci siamo abituati in questi ultimi anni, di affrontare un tema istituzionale che è aperto e che non è più rimandabile dopo la scelta che con il referendum è stata presa, che questo Parlamento ha assunto, del taglio del numero dei parlamentari. In una società plurale dove gli interessi si organizzano, organizzano pensiero, comunicazione, organizzano centri studi, propongono emendamenti al legislatore, propongono leggi, noi abbiamo bisogno, certo, di una normativa che strutturi queste attività, ma abbiamo bisogno, soprattutto - concludo, Presidente -, di arrivare ad un momento in cui restituiamo a questa pluralità di voci anche la voce dei portatori di interesse generale e della democrazia che si organizza in partiti. Per tutte queste ragioni, a nome del mio gruppo, dichiaro il voto favorevole a questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Arriviamo oggi, finalmente, dopo anni, a legiferare su un tema, quello della rappresentanza di interessi, che è molto vivo nel nostro Paese, un settore in piena attività, in piena attività oggi e in piena attività da anni, che, quindi, necessitava di una regolamentazione. Infatti, oggi diamo finalmente delle regole attraverso un registro dei rappresentanti di interessi e attraverso norme connesse che, finalmente, regolano il rapporto che c'è tra i protagonisti della nostra vita sociale, culturale, economica e i decisori pubblici, cioè coloro che, momentaneamente, sono stati indicati per ricoprire alcune cariche di tipo politico e amministrativo.

Il dibattito in Commissione è stato un dibattito molto articolato, dove si sono confrontate e, in alcuni casi, anche scontrate, due visioni diverse, non solo sul provvedimento, ma io direi, addirittura, sulla società e sul modo di vedere la società: da una parte, una visione liberale, che vede nei rappresentanti di interesse una ricchezza per la nostra democrazia, persone, ruoli, organismi che possono portare un contributo all'approfondimento, che è sempre utile ai decisori pubblici, e nel nostro caso ai parlamentari, per poter decidere, un passaggio decisivo nel processo decisionale e nella formazione delle leggi; dall'altra parte, invece, una visione un po' più giacobina, che vede, in questo tipo di attività e nel mondo politico generale, sempre un sospetto, quasi che fosse un'attività da limitare, da controllare e da mettere in un recinto, in un periodo molto limitato, perché sicuramente fanno qualcosa di sbagliato, ed è una visione che discende dalla visione più generale, dalla visione della società per cui gli italiani sono sempre delinquenti fino a prova contraria. Ovviamente noi, come Lega, ci iscriviamo alla prima visione della società, cioè quella che vede negli italiani una risorsa per il nostro Paese, come è ovvio che sia, e nei rappresentanti di interessi una ricchezza che può essere portata all'interno di un processo che, poi, porta alla formazione delle leggi.

In questo dibattito, che è stato lungo ed articolato, per nostra fortuna è, poi, prevalsa la prima visione, cioè quella che vede, così come noi, questo settore, il cosiddetto lobbismo, che è diventata una parola quasi negativa, come una ricchezza nella nostra vita democratica, perché è un sostegno a tutti coloro che sono impegnati nella difficilissima attività di decidere sulla cosa pubblica. Quindi ci fa particolarmente piacere che, all'interno del percorso che abbiamo fatto in Commissione - ripeto, un percorso articolato, a volte anche dibattuto, a volte anche con un confronto duro e serrato -, siano passati alcuni emendamenti, alcuni cambiamenti che hanno riportato la discussione in un alveo di maggiore rispetto nei confronti di tutti, nei confronti della politica - che ribadisco essere, per quanto mi riguarda e per come la vede il mio movimento, una delle più alte forme di volontariato civico e civile - e dei rappresentanti di interessi.

In particolare, due cambiamenti, secondo me, sono degni di nota all'interno di questo provvedimento, che, inspiegabilmente, hanno scatenato una reazione di critica - uso un termine molto in voga in questo periodo -, una reazione avversa da parte di quei giornali che sono sempre stati sostenitori e supporter, invece, di un provvedimento più duro, cioè la norma sul raffreddamento e la norma sui sindacati e le associazioni di categoria. In particolare, secondo me, la modifica di questi due argomenti ha dato una ricchezza al provvedimento che noi stiamo approvando. Perché? Perché hanno cambiato quella visione colpevolista che qualcuno ci voleva far passare. Nel caso del raffreddamento, era evidente il tentativo di dire che chi lavora in politica, chi porta il proprio contributo all'interno della vita democratica di questo Paese lo fa perché ha qualche interesse da difendere e, quindi, la sua posizione va congelata, va congelata per anni. E, quindi, si era previsto che coloro che fanno parte degli organi decisionali - quindi, parlamentari, membri di Governo, ma non solo - dovessero essere non raffreddati, ma congelati all'interno del proprio ruolo e, per anni, non poter ricoprire quei ruoli che, invece, a un italiano normale sono consentiti, quindi non poter essere iscritti nell'albo e nel registro dei portatori di interesse. Per fortuna questa norma è stata tolta, il parlamentare avrà - come è ovvio che sia - gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino italiano e, quindi, alla fine del suo mandato da parlamentare, potrà ricoprire, se lo vorrà, se ne avrà la fortuna, se ne avrà la possibilità e la capacità, il ruolo di rappresentante di interessi.

Ed i membri di Governo - più che un raffreddamento sarebbe stata, nel loro caso, la cancellazione di un diritto - alla fine avranno una sospensione di un solo anno che impedirà di passare direttamente da Ministro o da membro del Governo a rappresentante di interessi.

L'altra norma, forse ancora più clamorosa, era quella che voleva inserire nel perimetro di questo provvedimento i sindacati e le associazioni di categoria. Io credo che qui vi siano due questioni che ostacolano questa visione: la prima è data dal fatto che la nostra Costituzione riconosce a queste realtà un ruolo diverso e non si può pensare che un'associazione come un sindacato possa essere paragonata ad un qualsiasi rappresentante di interessi. Questo non perché lo diciamo noi ma perché lo dice proprio la stessa Costituzione che riconosce un ruolo particolare e decisivo all'interno dei processi decisionali a queste realtà. Poi, vi è un altro motivo che a me pare ovvio, ma che ad ascoltare il dibattito invece per alcuni non lo è: non si può mettere sullo stesso piano chi difende legittimamente - legittimamente - gli interessi di una singola azienda e chi difende magari gli interessi di tutta una categoria, che sia quella dei commercianti o degli esercenti o degli agricoltori o dei lavoratori dipendenti. È chiaro che difendere una di queste categorie - lo si può fare bene o lo si può fare male, si può portare avanti il proprio lavoro con responsabilità o con irresponsabilità - e impegnarsi per portare miglioramenti ad una di queste categorie vuol dire portare miglioramenti a tutta la società, perché è evidente che le ricadute che colpiscono una di queste categorie poi si riverberano su tutto il mondo economico e sociale. Quindi, era giusto toglierle dal perimetro di questa legge per riconoscere loro un ruolo diverso, cosa che è stata fatta.

Per questo motivo, per ciò che ho detto prima, il voto della Lega sarà favorevole, ringraziando tutti per il contributo che hanno dato alla discussione. Devo dire che in questo mi unisco a quanto detto dal collega capogruppo di LeU, un po' stupito da alcune critiche che sono state avanzate sul modo di andare avanti su questo provvedimento. Questo è un provvedimento che è stato lungo, dibattuto, con momenti anche di tensione, ma è stato un provvedimento di natura parlamentare, nato nelle Aule del Parlamento. Ha seguito l'iter che dovrebbe seguire qualsiasi provvedimento, con l'impegno da parte di tutti - da parte del Governo, della relatrice e dei proponenti dei testi di legge - sul fatto di fare un testo unico, di lavorare sugli emendamenti, di trovare una sintesi tra forze di maggioranza diverse e di trovare, comunque, un punto di contatto anche con le opposizioni. È stato il lavoro che deve fare il Parlamento e criticare questo tipo di lavoro nella sua metodologia credo sia un clamoroso autogol da parte di alcune forze politiche che insistono in questo. Quindi, complimenti a tutti per il lavoro che è stato fatto e ribadisco il voto favorevole della Lega su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Da quando sono in Parlamento ho avuto più volte la possibilità e l'onore di rappresentare il MoVimento 5 Stelle nelle sue dichiarazioni di voto e nei suoi passaggi politici tra un Governo e l'altro e anche in fasi molto importanti. Riconosco che oggi, però, provo un'emozione particolare nel fare questa dichiarazione di voto, perché conosco benissimo l'attesa della società civile, conosco lo sforzo che è stato fatto da questo Parlamento e capisco tutto quello che c'è stato dietro per far approvare questa legge in Aula. Io so che, quando la politica per trent'anni non fa una cosa, è perché non la vuole fare e, ovviamente, il fatto che il MoVimento 5 Stelle sia la prima forza di maggioranza relativa in questa legislatura non è assolutamente un caso. Prima di oggi, infatti, circa 80 proposte di legge in trent'anni non solo non sono mai state approvate in Aula ma non sono nemmeno mai state oggetto di discussione. Quindi, è un qualcosa, evidentemente, che la politica stava trascurando.

Prima il collega Pettarin, di Coraggio Italia, ha fatto un passaggio su un film, Frankenstein Junior, riconducendo un meme storico di quel film, per quanto riguarda la dottoressa Frau Blücher, al lobbismo. C'è un altro meme importante di quel film che probabilmente dobbiamo ricordare in questa occasione, ossia “si può fare”. Detto questo, stiamo parlando di una legge che regola i rapporti di pochi ma che, ovviamente, riguarda la vita quotidiana di tutti e, se il Senato porterà a compimento questa legge, all'Italia sarà restituito un prestigio in ambito internazionale, anche perché oggi stiamo dando seguito a tante parole che la politica ha detto nelle varie trasmissioni televisive. Ci siamo sempre dimostrati preoccupati per l'avanzare dell'astensionismo, riconducendolo alla mancata partecipazione dell'elettorato alla vita politica. Siamo sempre stati preoccupati del PNRR e abbiamo sempre detto che è un treno che non passerà più. Di questo poi voglio ringraziare anche il Presidente Conte che ha portato in questo Paese questa possibilità. Allora, quale strumento migliore, rispetto a queste preoccupazioni, della legge sul lobbismo? È un qualcosa che restituisce il senso di partecipazione alla cittadinanza e soprattutto anche di trasparenza a quella che è la fase applicativa della spesa del nostro futuro, ovvero 200 miliardi.

Questa è la via giusta e questo probabilmente è anche il senso del MoVimento 5 Stelle in questo Parlamento: fare cose che il Parlamento non riusciva a fare senza il MoVimento 5 Stelle. Per anni ogni parte della società civile, degli addetti ai lavori e delle istituzioni ha sempre sottolineato questa assenza. L'Europa, che abbiamo tanto inneggiato, non sa più come dircelo, non sa veramente più come dircelo. L'OCSE, il Greco (il gruppo anticorruzione del Consiglio d'Europa) e l'OSCE; ad un certo punto praticamente mancano solo i piccioni viaggiatori per poterci dire: “Oh, sveglia Italia! Sono trent'anni che vi state scordando un pezzo di partecipazione, un pezzo importante della vostra vita politica”.

Sugli addetti ai lavori vorrei fare un passaggio anche rispetto al collega Prisco che in qualche modo ha attaccato il MoVimento 5 Stelle di voler criminalizzare gli addetti ai lavori: collega, se si vuole rappresentare qualcuno, lo si deve prima ascoltare. Se lei fosse venuto almeno in una audizione rispetto agli addetti ai lavori avrebbe notato che, seppure con un po' più di anzianità, perché sono sempre gli stessi, con un po' meno capelli in testa e un po' più bianchi, alla trentesima volta che li abbiamo convocati si sono espressi tutti a favore rispetto a questa legge, proprio perché è nel loro interesse essere separati da chi non fa questo lavoro professionalmente, ovvero il faccendiere di turno.

Ovviamente, anche la società civile in questo senso ci ha sempre stimolato e ha sempre fatto petizioni. L'ultima, che mi ha colpito perché in pochi giorni è arrivata a più di 50.000 firme, era semplicemente per dirci: “Ma quand'è che ci fornite un'agenda digitale per vedere i vostri incontri e per vedere quali sono le influenze che subite per regolamentare la nostra vita? Quand'è che ci fornite un registro per vedere quali sono gli addetti ai lavori riconosciuti e quali no?”. Queste sono tutte cose che sono contenute in questa legge, che è molto importante e che ovviamente presenta ancora qualche criticità, perché - non lo voglio nascondere - l'elemento della mediazione per il MoVimento 5 Stelle è stato sicuramente un passo indietro qualitativo. Lo dico con chiarezza, perché voglio anche che rimanga agli atti: per noi, ad esempio, Confindustria non doveva essere esclusa dal registro dei portatori di interessi e, quindi, in questo senso è stato per noi un elemento di mediazione al ribasso, però è stato necessario affinché questa legge trovasse compimento in Aula e riuscisse in qualche modo a fornire quegli strumenti importanti allo Stato per essere presente in tutti i territori del Paese. Tutte cose, quindi, che sono state molto importanti per il MoVimento 5 Stelle sin dall'inizio di questa legislatura che ha messo l'elemento programmatico di questa legge anche nel contratto di Governo del “Conte 1” (il contratto di Governo con la Lega).

Oggi mi voglio rivolgere anche ai miei colleghi, ai sostenitori, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché oggi abbiamo fatto un passo molto importante, abbiamo affermato un principio che fa parte della nostra casa culturale, che la trasparenza e la partecipazione non sono una minaccia . Questo abbiamo avuto la forza di portarlo in un Parlamento che per trent'anni si è rifiutato di fare anche solo una discussione, e questa è stata una grande vittoria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Colleghi, fuori da qui io e il presidente Brescia, la collega Baldino e anche la collega Fregolent, abbiamo partecipato a una conferenza stampa e ci siamo prestati ad un gioco, anche di zemeckisiana memoria. The Good Lobby, un'associazione molto importante nel campo, che ovviamente stimolava questa legge, ha fatto un giornale. L'ho portato qui, è un giornale datato 2041: si chiama Senno di poi ed è il primo giornale che tratta di tutti gli effetti del PNRR senza questa legge. Sapete perché hanno fatto questo gioco? Sapete perché hanno fatto questa pagina di giornale? Perché sanno perfettamente quali sono le analisi di impatto rispetto ai Paesi che hanno questa legge e che dicono una cosa incontrovertibile, inappellabile: dove c'è una legge che regola i rapporti di interesse, la qualità dei provvedimenti, e quindi anche della vita delle persone, è migliore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e questo è qualcosa che dobbiamo tenere a mente. Se il Senato riuscirà a tramutare questo in legge, questo giornale, questa pagina non verrà mai scritta, ciò che è anche la nostra volontà.

Dichiaro, ovviamente, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà, per un minuto.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Già immagino le interviste: “Approvata la legge contro i lobbisti”. In realtà, anche un bambino si accorgerebbe che questo è un provvedimento spot, perché non c'è alcuna sanzione per il lobbista che non si iscrive al registro dei lobbisti. Quindi, come voi mi insegnate, se non c'è la sanzione, non c'è la legge. Dunque, un altro spot. Piuttosto, perché non ci concentriamo a fare una buona legge sul conflitto di interessi, così vietiamo ai capi di partito di ricevere 80 mila dollari dal regime saudita (Applausi di deputati del gruppo Misto)? Così, magari, impediamo che il re del conflitto di interessi in Italia diventi Presidente della Repubblica? Una legge seria sul conflitto di interessi no, eh?

Allora, per chiudere, vi dico una cosa: non c'è legge che possa limitare la corruzione, è l'animus della politica che deve cambiare perché, se ci fosse una visione chiara, pulita, di servire questo Paese, non servirebbero leggi contro il conflitto di interessi o contro il lobbismo, e noi dovremmo dare l'esempio ogni giorno.

Concludo, Presidente: oggi, in Conferenza Stato-Regioni si sta approvando un decreto che regala alle case farmaceutiche il settore della canapa industriale, un settore che di farmaceutico non ha nulla, e questo è l'esempio di come svendiamo ogni nostro asset e impediamo ai liberi cittadini di proseguire una libera impresa, per regalarla ai soliti monopolisti. Questo è il lobbismo che voi accettate, ricevete e perpetuate (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di intervenire la relatrice, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, per una proposta di correzione formale. Quindi, la ascoltiamo, così la sentiamo tutti.

(Correzioni di forma – A.C. 196-A​)

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Grazie, Presidente. È una proposta di correzione di forma. All'articolo 4, al comma 7, sopprimere le parole: “all'esito della procedura di consultazione pubblica”. La proposta è volta a coordinare la formulazione del secondo periodo del comma 7 dell'articolo 4 con quella del primo periodo dello stesso comma 7, che già prevede la previa consultazione pubblica sul regolamento di organizzazione del registro istituito dall'articolo 4.

PRESIDENTE. Bene, quindi all'articolo 4, comma 7, sopprimere le parole: “all'esito della procedura di consultazione pubblica”.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Presidente, molto brevemente, vorrei fare un ringraziamento, visto che ci stiamo avvicinando all'approvazione di una proposta di legge di iniziativa parlamentare…

PRESIDENTE. No, chiudiamo questa fase e poi dopo su questa cosa le do la parola, però questo passaggio è importante, perché non vorrei che poi qualcuno non capisse la variazione e succedono incomprensioni come prima, che nessuno ha assolutamente in testa di fare. Quindi, c'è una proposta di correzione.

Se non vi sono obiezioni, tale proposta di correzione di forma si intende accolta dall'Assemblea.

(Cosi rimane stabilito).

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(C osì rimane stabilito).

Prego, relatrice Baldino, volevo chiudere quella fase perché era un po' delicata. Solo per un ringraziamento, immagino.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. Molto brevemente, vorrei semplicemente ringraziare tutti i colleghi che hanno dato il proprio contributo in sede referente, perché è stato un iter molto lungo, durato due anni, qualcuno lo ha detto, dove il Parlamento e la politica sono stati protagonisti. Qui non facciamo spot, gli spot li fa chi si dimentica di venire in Commissione a lavorare e a dare il proprio contributo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un provvedimento serio, è un provvedimento storico, e ringrazio anche la società civile e gli addetti ai lavori, anche le stesse società di lobbying, che hanno posto molta attenzione ai lavori che abbiamo portato avanti…

PRESIDENTE. Deve limitarsi al ringraziamento, altrimenti riapriamo il dibattito.

VITTORIA BALDINO, Relatrice. …e che adesso stanno seguendo il dibattito. Ringrazio il dottor Profili, la dottoressa Stella e i funzionari della I Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Anche lei, se è per un ringraziamento, senza entrare nel merito.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sì, brevemente, Presidente, ma ci tengo, è doveroso per me, a nome del Governo, ringraziare i parlamentari della I Commissione e della Commissione bilancio, il presidente Brescia, la relatrice Baldino e il Gabinetto del mio Ministero, ma il Parlamento tutto, perché si è segnata una bella pagina di storia parlamentare, oggi.

(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 196-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 196-721-1827-A: “Disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49) (Applausi).

Rinvio del seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Ferrari ed altri; Deidda ed altri; Giovanni Russo ed altri; Del Monaco ed altri; Del Monaco ed altri; Ferrari ed altri: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale (A.C. 1870​-1934​-2045​-2051​-2802​-2993-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1870-1934-2045-2051-2802-2993-A: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.

Poiché, tuttavia, la Commissione bilancio si riunirà nel pomeriggio per esprimere il prescritto parere, il seguito dell'esame del provvedimento, secondo le intese intercorse tra i gruppi, si intende rinviato alla parte pomeridiana della seduta odierna, quale ultimo argomento.

Passiamo quindi direttamente all'esame dei disegni di legge di ratifica.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1220 - Ratifica ed esecuzione dell'Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 2655​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2655: Ratifica ed esecuzione dell'Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016.

Ricordo che nella seduta del 10 gennaio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 2655​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2655​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carelli. Ne ha facoltà.

EMILIO CARELLI (CI). Dichiaro il voto favorevole di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie Presidente. Dichiaro il voto favorevole di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Presidente, consegnerei la dichiarazione di voto, annunciando il “sì” di Forza Italia.

PRESIDENTE. È autorizzato a consegnare.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle Procopio Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Anch'io dichiaro il voto favorevole, a nome del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Anche la Lega voterà favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie Presidente. Annuncio il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2655​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2655: S. 1220 - "Ratifica ed esecuzione dell'Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sull'estinzione dei trattati bilaterali di investimento tra Stati membri dell0'Unione europea, fatto a Bruxelles il 5 maggio 2020 (A.C. 3308​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3308: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sull'estinzione dei trattati bilaterali di investimento tra Stati membri dell'Unione europea, fatto a Bruxelles il 5 maggio 2020.

Ricordo che nella seduta del 10 gennaio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 3308​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3308​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà. Lo aspettiamo, sta arrivando dal Transatlantico.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Per dichiarare, anche in questo caso, il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carelli. Ne ha facoltà.

EMILIO CARELLI (CI). Voto favorevole di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Voto favorevole di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. È autorizzato a consegnare.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo della Lega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Dichiaro anch'io, a nome del MoVimento 5 Stelle, voto favorevole.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3308​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3308: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sull'estinzione dei trattati bilaterali di investimento tra Stati membri dell'Unione europea, fatto a Bruxelles il 5 maggio 2020".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 2065 – D'iniziativa del senatore Ferrara: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017 (Approvata dal Senato) (A.C. 3326​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 3326: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017.

Ricordo che nella seduta del 10 gennaio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 3326​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò, dunque, direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3326​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Dichiaro il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carelli. Ne ha facoltà.

EMILIO CARELLI (CI). Dichiaro il voto favorevole di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie Presidente. Dichiaro il voto favorevole di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie Presidente. Consegnerei la dichiarazione di voto, annunciando il voto a favore di Forza Italia.

PRESIDENTE. È autorizzato a consegnare il suo intervento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle Procopio Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Voto favorevole del gruppo Lega Salvini-Premier.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3326​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 3326: S. 2065 - "Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

In morte dell'onorevole Nicolò Antonio Cuscunà.

PRESIDENTE. Colleghi, comunico che è deceduto l'onorevole Nicolò Antonio Cuscunà, già membro della Camera dei deputati nella XII e XIII legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sospendo, a questo punto la seduta, che riprenderà, alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, alle ore 16, per l'esame degli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Salute, la Ministra dell'Interno e la Ministra per il Sud e la coesione territoriale.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative in relazione al Piano europeo di lotta contro il cancro – n. 3-02707)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Lapia n. 3-02707 (Vedi l'allegato A).

La deputata Mara Lapia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, recentemente l'Associazione italiana di oncologia medica ha divulgato l'ultimo rapporto sui numeri del cancro in Italia: seppure nel complessivo risultino diminuiti i decessi per tumori e migliorata la sopravvivenza dei pazienti, è innegabile come, nell'analisi dei dati abbia, giocato un ruolo importante la pandemia da COVID-19, un fatto decisivo se si pensa all'incidenza negativa che ha avuto sul nostro sistema sanitario, inclusi i servizi oncologici, fermando gli screening e rallentando di molto le procedure diagnostiche. Lo scorso febbraio, la Commissione europea ha elaborato e presentato al Parlamento e al Consiglio europeo il nuovo Piano europeo di lotta contro il cancro che contiene azioni concrete e ambiziose volte a sostenere, coordinare e integrare gli sforzi profusi da tutti gli Stati membri per ridurre le conseguenze causate dal cancro sui pazienti e sulle loro famiglie.

Io stessa recentemente ho depositato una mozione parlamentare con la quale ho chiesto al Governo di sottoscrivere il suddetto Piano, facendo nostri gli obiettivi in esso contenuti e la portata innovativa degli strumenti in esso previsti.

Oggi, sono dunque qui a chiederle quali azioni il nostro Governo intenda adottare, al fine di garantire che il nostro Paese sottoscriva, condivida e ponga in essere le azioni previste nel citato Piano europeo di lotta contro il cancro.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare davvero l'onorevole Lapia per aver posto all'attenzione del Parlamento un tema che considero particolarmente rilevante per il futuro del nostro Paese, ma anche dell'intera Europa, chiaramente, e in qualche modo dell'umanità. Basti ricordare che nel 2020 sono stati 2,7 milioni i casi diagnosticati di cancro a livello europeo e circa 350 mila vengono invece diagnosticati annualmente nel nostro Paese. L'Italia sostiene con grandissima convinzione il Piano europeo di lotta contro il cancro e sta lavorando incessantemente attorno alle 10 iniziative faro che questo Piano dispone. Lo screening e la prevenzione sono sicuramente la leva essenziale e la stessa ricerca è, in qualche modo, l'arma più potente a nostra disposizione per provare a lottare contro il cancro. Come la stessa interrogante affermava, mali e patologie che un tempo apparivano incurabili, grazie all'avanzare della ricerca scientifica, oggi, non lo sono più. Si pensi, per esempio, al contributo molto importante delle terapie basate su cellule CAR-T - solo in Italia, al 15 di novembre dell'anno scorso, sono stati 300 gli interventi – o, ancora, si pensi alla legge di bilancio per il 2021 che ha istituito un fondo di 20 milioni di euro per il rimborso dei test genomici per il carcinoma mammario ormone responsivo in stadio precoce e con DM 18 maggio 2021 sono state stabilite le modalità di accesso e i requisiti perché queste risorse vengano effettivamente utilizzate.

C'è un tema vero che lei ha sollevato nell'interrogazione e che riguarda naturalmente gli interventi che sono stati rinviati, gli screening rinviati e le visite non fatte a causa della pressione ospedaliera dovuta ai picchi delle varie ondate che si sono susseguite del COVID. A questo proposito, voglio ricordarle che nel “decreto Agosto” abbiamo stanziato mezzo miliardo per il recupero di quelle risorse e che anche nell'ultima legge di bilancio, da poche settimane approvata anche qui alla Camera, un altro mezzo miliardo è stato dedicato esattamente a questa finalità.

Dobbiamo insistere, insistere e insistere, perché gli investimenti sulla ricerca siano effettivamente centrali nelle nostre politiche e l'opinione del Governo italiano è che il Piano europeo di lotta contro il cancro vada nella direzione giusta e debba necessariamente essere totalmente implementato anche nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare della deputata Lapia, per due minuti.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la puntuale risposta, della quale posso dirmi certamente soddisfatta. È, tuttavia, doveroso fare alcune precisazioni. La mia richiesta è stata frutto di quanto emerso nell'ultima Conferenza interparlamentare della Commissione europea speciale sulla lotta contro il cancro, presso la quale ho avuto l'onore di sedere, tenutasi lo scorso 27 settembre. Ho fatto parte di questa Commissione in qualità di deputata e membro della Commissione affari sociali. Nel mio intervento, tenni a sottolineare come una delle priorità sia, ancora oggi, quella di garantire a tutti la possibilità di accedere alle cure e, prima ancora, di ottenere una diagnosi tempestiva. È, dunque, opportuno che non solo l'Europa vigili in tal senso, ma è anche necessario che il nostro Paese contribuisca a un processo di modifica dei trattati in tema di materia sanitaria e in tema di lotta contro il cancro. Perché non essere ambiziosi? Perché non essere noi, oggi, la locomotiva che porta avanti questo progetto, seppur fortemente, ripeto, ambizioso? Non abbiamo certamente la presunzione di credere che il nostro Paese sarà il Paese che sconfiggerà il cancro in maniera isolata. Anche questo è un lavoro che dobbiamo fare in maniera unitaria, insieme agli altri Paesi europei, non certamente fuori da questo contesto, e per questo ben venga ogni azione che ci porti ad essere uniti in questa battaglia, garantendo, quindi, ai cittadini omogeneità nelle cure, possibilità di accesso ai trattamenti oncologici, con un principio universalistico che ha ispirato la nascita del nostro Servizio sanitario nazionale. Mi auguro, pertanto, che questa discussione possa approdare quanto prima all'interno delle Aule di questo Parlamento e che veda tutti i gruppi politici condividere questo mio progetto. Abbiamo molto da recuperare, Ministro, in termini di screening e di diagnosi, per quanto riguarda anche l'erogazione di tutti i nostri servizi sanitari a livello nazionale, ma a livello regionale soprattutto. La ringrazio, Ministro, oggi stiamo facendo un primo passo.

(Iniziative per la diagnosi e la cura dell'insufficienza renale cronica - n. 3-02708)

PRESIDENTE. La deputata Bologna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02708 (Vedi l'allegato A) per un minuto.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, la malattia renale cronica interessa circa il 7 per cento della popolazione e l'insufficienza renale cronica ne rappresenta l'evoluzione che può rendere necessaria la dialisi e il trapianto di rene. La dialisi è un processo artificiale di depurazione extracorporeo e intracorporeo. Questo trattamento comporta un cambiamento di vita per il paziente e per la sua famiglia e diventa fondamentale un approccio terapeutico di prossimità, con la migliore integrazione familiare per la compliance del paziente. È importante la ricerca in questo campo per rendere in futuro sempre meno invasiva questa pratica. Un impulso alla domiciliarità e alla prossimità dei trattamenti, già indicato nel Piano nazionale di cronicità, è arrivato con la pandemia, che ha messo in luce la fragilità di questi pazienti. Chiediamo, quindi, Ministro, ulteriori misure volte a incentivare i trattamenti dialitici domiciliari e ambulatoriali di prossimità, sia nell'ambito dell'aggiornamento del Piano nazionale di cronicità, sia nell'ambito del PNRR, sia nell'ambito dei finanziamenti per la ricerca, al fine di rispondere in maniera più adeguata ai bisogni di cura e di qualità di vita dei pazienti con insufficienza renale cronica.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio l'onorevole Bologna per aver voluto porre l'attenzione su questo tema delicato. Come lei stessa ha menzionato, il Piano nazionale di cronicità è stato approvato in Conferenza Stato-regioni nel 2016 ed è ormai adottato da tutte le regioni e province autonome del nostro Paese. Esso dedica un intero capitolo alla malattia renale cronica. In particolare, il documento, tra gli obiettivi specifici per la malattia renale cronica, prevede la promozione di trattamenti appropriati ed individualizzati del paziente e la personalizzazione della terapia dialitica, mantenendo il paziente al proprio domicilio.

Inoltre, tra le linee di intervento per le regioni, emergono l'importanza della formazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta per l'individuazione precoce delle malattie renali croniche e dei soggetti a rischio, la promozione dell'appropriatezza dell'uso delle terapie e la sperimentazione di modelli di dialisi domiciliare, utilizzando strumenti di teledialisi assistita. Inoltre, il Piano, nella sua prima parte, declina alcuni obiettivi principali per l'assistenza domiciliare, promuovendo, tra le altre strategie, l'assistenza a persone con patologie trattabili a domicilio, al fine di evitare il ricorso inappropriato al ricovero in ospedale o ad altra struttura residenziale e la continuità assistenziale per i dimessi dalle strutture sanitarie con necessità di prosecuzione delle cure.

Da un punto di vista assistenziale, segnalo che con il DPCM 12 gennaio 2017, il nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale ha completamente aggiornato l'elenco delle prestazioni di dialisi, introducendo numerose prestazioni dedicate proprio alla dialisi domiciliare.

Una nuova prospettiva oggi è sicuramente rappresentata dal PNRR, che, nel riconoscere l'adeguatezza e l'efficacia di un approccio terapeutico che preveda la massima integrazione nel contesto socioculturale e familiare per i pazienti affetti da patologie croniche quale l'insufficienza renale cronica, prevede un ingente stanziamento di risorse per potenziare proprio l'assistenza territoriale, in termini sia di assistenza domiciliare, sia di realizzazione delle Case di comunità.

In particolare, per rispondere in maniera più adeguata ai bisogni assistenziali e di vita dei pazienti over 65 affetti da patologie croniche, si prevede un incremento di assistiti presi in carico in assistenza domiciliare entro il 30 giugno 2026 pari a circa 800 mila persone. Questo concorrerà ad ampliare il numero di soggetti cronici ad oggi assistiti presso il proprio domicilio, che saranno in totale circa un milione e mezzo, pari al 10 per cento della popolazione over 65. Puntiamo a diventare il primo Paese d'Europa per assistenza domiciliare sopra i 65 anni. Oggi i modelli migliori sono quelli di Germania e Svezia, con circa il 9 per cento.

Il PNRR prevede, inoltre, la realizzazione delle Case di comunità, quale luogo privilegiato per la presa in carico della cronicità per la popolazione di riferimento, quale modello di intervento integrato e multidisciplinare per la progettazione e l'erogazione di interventi sanitari e di integrazione sociale.

Il Piano nazionale della cronicità e il PNRR presentano misure integrate non focalizzate su singola patologia cronica, in quanto la maggior parte della popolazione over 65 presenta stati di comorbilità e multipatologie, ma è indubbio che anche i pazienti di cui abbiamo oggi discusso potranno beneficiare del nuovo modello assistenziale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Bologna, per due minuti.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta che denota una importante attenzione al tema in particolare. Con il progressivo allungamento della vita si è assistito a un notevole incremento del numero dei pazienti con malattia renale cronica, che richiederebbe una maggiore attenzione a partire dalla prevenzione, quindi con gli stili di vita e con la cura di fattori di rischio per allontanare l'evoluzione verso l'insufficienza renale terminale, che richiede il trattamento dialitico.

Con la dialisi la vita cambia, dall'alimentazione, alla gestione della quotidianità, agli spostamenti verso il centro dialisi, alla invasività della preparazione al trattamento e alla invasività del trattamento stesso, alle conseguenze dello stesso trattamento, che provoca spesso stanchezza e squilibri. Da un punto di vista psicologico è necessario un adattamento del malato e della sua famiglia alla nuova condizione, che presuppone l'accettazione della perdita della funzione renale e la dipendenza dal trattamento dialitico in modo permanente.

Per questo auspichiamo una particolare attenzione al luogo di trattamento, sia in termini di prossimità, con investimenti nell'ambito del PNRR, come diceva il Ministro, che individui, ove possibile, nella casa e negli ambulatori di prossimità il luogo di cura in sicurezza, sia in termini di umanizzazione dell'assistenza, che si può ottenere investendo nel personale sanitario, medici e infermieri formati, sia da un punto di vista delle competenze professionali, ma anche relazionali, che garantiscano il miglior trattamento e supervisione durante la seduta dialitica, ma anche una presa in carico multiprofessionale, che possa accompagnare il paziente in tutto il percorso e trovare soluzioni alle conseguenze della dialisi e al mantenimento di un complessivo stato di benessere, anche in previsione di un trapianto renale. Inoltre, l'investimento nella ricerca lo ritengo essenziale per la sperimentazione di dispositivi di dialisi sempre più efficienti e con applicazioni meno invasive per il miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

(Iniziative di competenza per un più efficace funzionamento della certificazione verde in relazione ai casi di avvenuta guarigione da COVID-19 - n. 3-02709)

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Provenza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02709 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro Speranza, nelle ultime settimane sono emerse criticità molto significative relativamente alla revoca o alla riattivazione in tempo reale del green pass, in funzione rispettivamente di una sopraggiunta positività o negatività al virus da parte di chi possiede appunto il green pass stesso. Questa richiesta, come lei ricorderà, fa seguito a una precedente interrogazione, del 9 novembre dello scorso anno, nella quale segnalavo come vi fossero diverse persone con il green pass valido, nonostante fossero contagiate dal virus. A seguire c'è stato un DPCM, del 17 dicembre del 2021, in cui sono stati apportati correttivi che però non sembrano, allo stato, ancora pienamente efficaci. Allora, ritengo fondamentale - è lo spirito di questa interrogazione - fare chiarezza assoluta sul piano comunicativo, ma soprattutto sulle azioni che si intendono porre in essere per risolvere questa problematica in seguito alle diffuse e direi, talvolta ingestibili, criticità che sono emerse.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare l'onorevole Provenza per questa interrogazione e anche per il lavoro precedente, che aveva in qualche modo anticipato il DPCM del 17 dicembre. Il green pass, mi sia consentito di dirlo, ha rappresentato, e rappresenta, uno strumento assolutamente strategico del governo della gestione del COVID in questa fase, che è una fase diversa dalle precedenti, proprio perché abbiamo un tasso di vaccinazione della nostra popolazione molto, molto alto. Con il green pass, i nostri concittadini hanno imparato ormai ampiamente ad avere a che fare, lo dimostrano i numeri molto incoraggianti dei green pass scaricati; a stamattina, alle 6, il numero di green pass delle tre fattispecie, quindi per guarigione, per vaccino o per tampone, scaricati nel nostro Paese è di circa 194 milioni, a testimonianza di uno strumento ormai pienamente dentro le abitudini e la consuetudine dei nostri concittadini.

Voglio ricordare all'Aula che, nell'impianto iniziale europeo - perché non dobbiamo mai dimenticare che il green pass non nasce da un'iniziativa di rango nazionale, ma da una iniziativa di rango europeo - non era prevista la sospensione in caso di positività, ma era prevista esclusivamente la sospensione in caso di contraffazione o di certificazioni fraudolente; quindi rispetto a questa fattispecie, che sin dall'inizio è stata presente nel nostro ordinamento, noi abbiamo dovuto lavorare per costruire una modalità nostra, nazionale di sospensione diversa, che ha fatto seguito anche ad alcune sollecitazioni di natura parlamentare, tra cui un question-time a cui io stesso ho risposto, in epoca precedente.

Con l'ultimo DPCM del 17 dicembre, abbiamo introdotto questa fattispecie, che sta gradualmente entrando a regime; è una fattispecie che, a regime, ci vuole portare a un doppio automatismo; un automatismo di sospensione della vigenza e della validità del green pass dinanzi a un caso di positività e, al tempo stesso, però, uno stop di questa sospensione, quindi sostanzialmente una riattivazione del green pass in caso di tampone negativo dopo una fase di positività; è una procedura in corso. Mi sia consentito anche di ringraziare i nostri tecnici, quelli di Sogei, che sono sempre al lavoro, quelli del Ministero della Salute, anche i nostri del numero 1500 che continuamente si interfacciano con i nostri cittadini rispetto a questi temi. Penso che dobbiamo lavorare affinché questi problemi, che pure ci sono stati, possano essere risolti nel più breve tempo possibile. Il Governo, lo ribadisco, continuerà a puntare su questo strumento del green pass; è evidente che c'è stata un'estensione, molto significativa, del suo utilizzo in questi mesi, non solo del green pass tradizionale, ossia quello a cui si poteva accedere anche con il tampone, ma anche del cosiddetto green pass rafforzato che, invece, è utilizzabile solo di fronte a una guarigione o a una vaccinazione.

La strategia del Governo continuerà a puntare in maniera molto significativa sul green pass e per questo sarà ancora più importante mettere compiutamente a regime questo processo che abbiamo dovuto costruire nel nostro Paese fuori dalle disposizioni europee.

PRESIDENTE. Il deputato Provenza ha facoltà di replicare, per due minuti.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Grazie al Ministro Speranza, per la risposta, ma soprattutto per l'onestà intellettuale che lo contraddistingue anche in questo caso, come nel corso di una precedente interrogazione, nell'ammettere che c'è una difficoltà e che, però, c'è anche un impegno nel risolvere questa problematica molto delicata; basta leggere la rassegna stampa di oggi per verificare come in alcune regioni, purtroppo, ci siano numeri importanti di persone che continuano a circolare pur non avendo avuto una negativizzazione, e viceversa, ossia ci sono state problematiche sia nel disattivare che nel riattivare il green pass.

Questa è un'occasione per me importante, perché io sono convinto che la politica, in questo momento, può svolgere un ruolo importante, ma soprattutto può concentrarsi prioritariamente sulle persone, rinunciando per un tempo - io spererei illimitato, ma non voglio essere utopistico - a logiche di posizionamento che sono lontane dall'interesse collettivo, non per arrivare, Ministro, a una sicurezza assoluta, perché la sicurezza assoluta non esiste, ma almeno per giungere a tollerare e affrontare l'insicurezza di questo tempo, anche quella collegata all'emergenza pandemica. Si tratta, dunque, di comprendere che i cittadini, in questo momento, ci chiedono e hanno bisogno sostanzialmente di essere rassicurati attraverso l'autorevolezza e la credibilità delle istituzioni, che non deriva dalla loro infallibilità, ma piuttosto dalla leale collaborazione tra le istituzioni – e su questo punto vengo a trattare di un tema sempre molto critico, ossia il rapporto con le regioni - e anche da una chiara e corretta comunicazione. In due anni, avremmo quindi dovuto apprendere, tutti noi, che la gestione della pandemia è, al tempo stesso, uno sprint e una maratona, ma che la parola chiave nella gestione della pandemia si chiama tempestività; lo è stata, e lo sarà, dal mio punto di vista, per le misure – anche, purtroppo, quelle più restrittive - per i ristori, ma anche per garantire, come in questo caso, una efficace funzione e un funzionamento di mezzi decisivi proprio per la gestione della pandemia e nell'ottica di uno strumento che noi abbiamo da sempre apprezzato e sostenuto.

Cosa auspico allora, e chiudo, Presidente? Che l'azione del Governo, e in questo la rassicurazione del Ministro è più che valida, lo dico parafrasando un regista partenopeo molto noto, non tenda a sfilacciarsi o a divenire autoreferenziale. In ultima analisi - e dico proprio in ultima analisi - in tutta evidenza, la tutela della salute rispetto all'economia non può essere e non può non rappresentare sempre una priorità e l'unica strada da percorrere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per una piena efficacia della campagna vaccinale contro il COVID-19 e dell'attività di tracciamento dei casi di contagio, anche al fine di assicurare un adeguato livello dei servizi ospedalieri per la generalità dei cittadini - n. 3-02710)

PRESIDENTE. Il deputato Cosimo Maria Ferri ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Noja ed altri n. 3-02710 (vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, che ha sottoscritto in data odierna.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro Speranza, sottoponiamo a lei questa questione; siamo consapevoli delle difficoltà e dello sforzo che lei sta facendo, insieme al Governo, per trovare soluzioni. Oggi, però, il tema che le sottoponiamo è la pressione nei servizi ospedalieri, che sembra essere quella della prima ondata, purtroppo. Penso al caso dei pronto soccorso: ogni giorno tantissimi cittadini si avvicinano al pronto soccorso e vi è la difficoltà dei medici di tali presidi per gestirli, all'interno del reparto o nei reparti delle stesse strutture ospedaliere. Vi è il tema di come trovare soluzioni organizzative sulla mappatura e sull'aumento dei contagi. I dati sono noti e li riportiamo nel question time. Vi è il tema del tracciamento, del sequenziamento delle varianti - penso anche a quei dati che possono essere utili a valutare i ricoveri negli ospedali per la variante Omicron o la variante Delta e, quindi, capire anche le conseguenze - e del numero dei decessi. Insomma, oggi c'è un problema di comunicazione, che va chiarito e semplificato, e un problema organizzativo nelle strutture ospedaliere, perché l'aumento dei ricoveri sta preoccupando e la pressione nei servizi ospedalieri è tornata alta. Quindi occorre una cabina di regia che dia anche delle linee alle regioni e cerchi di trovare delle soluzioni idonee per garantire ai cittadini tutte le cure, non solo quelle per COVID, ma, purtroppo, per tante altre patologie - penso ai tumori, ma a tante altre patologie - di cui i nostri cittadini soffrono e per cui hanno bisogno delle stesse cure.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti per aver posto l'attenzione su un tema che, chiaramente, è un tema centrale per questa fase di vita del nostro Paese e credo di tutti i Paesi europei e del mondo. Non vi è alcun dubbio che siamo in una fase epidemica nuova e densa anche di complessità, dovuta, in primis, all'impatto della variante Omicron, che ha provocato una crescita molto, molto marcata dei casi, sia sul piano nazionale che sul piano europeo, e io direi anche sul piano mondiale, basta guardare alcuni dei numeri che in questi giorni arrivano dai principali Paesi europei. Penso alla Francia che, solo nella giornata di ieri, ha annunciato più di 360 mila casi, ma anche gli stessi Stati Uniti avevano annunciato, pochi giorni fa, in 24 ore, oltre un milione di casi, penso alla Spagna, al Portogallo; tutti Paesi che, in queste ore, hanno un'incidenza piuttosto simile alla nostra.

Non vi è alcun dubbio che monitoriamo, in primis, con grandissima attenzione, il dato delle ospedalizzazioni e, cioè, quanti di questi casi, poi, finiscono in ospedale. C'è un dato con cui dobbiamo fare i conti e, cioè, che il rapporto tra casi e ospedalizzazione è radicalmente cambiato in questa stagione, rispetto alle stagioni precedenti, grazie all'altissimo tasso di vaccinazione del nostro Paese. Voglio ricordarlo, a stamattina, noi siamo arrivati all'89,58 per cento di prime dosi, quindi con un numero che è molto, molto significativo, e questo ha una conseguenza, perché a un ammontare altissimo di casi non corrisponde la stessa percentuale che vi era prima in termini di ospedalizzazioni. E il dato delle ospedalizzazioni va analizzato con ancora maggiore attenzione, basti ricordare che, secondo l'Istituto superiore di sanità, per l'ultima finestra di dati disponibili, due terzi degli ingressi in terapia intensiva avvengono da parte di persone non vaccinate; il 50 per cento delle persone che entra in area medica, quindi non in terapia intensiva, è non vaccinata. Ciò significa che anche questo 10 per cento di persone non vaccinate - quindi, una piccola minoranza - ha un impatto molto significativo sulle nostre strutture ospedaliere. Questo significa che dobbiamo, prima di tutto, continuare a correre con la campagna di vaccinazione, in modo particolare per le persone più anziane e, per questo, il Governo ha disposto un obbligo sopra i 50 anni. I numeri di oggi sono incoraggianti perché ci segnalano che, nella giornata di ieri, abbiamo raggiunto il numero più alto di vaccinazioni in un solo giorno, in 24 ore, dall'inizio della campagna, con circa 700 mila dosi somministrate. E consentitemi ancora una volta di ringraziare, in primis, il nostro personale sanitario, le donne e gli uomini del Servizio sanitario nazionale, che rendono possibile ogni giorno questa impresa (Applausi).

Dovremo continuare ad investire sul Servizio sanitario nazionale, dovremo continuare ad investire sul recupero delle visite e degli screening non fatti. Abbiamo finanziato con mezzo miliardo le regioni perché potessero recuperare quel pezzo di visite, screening, interventi chirurgici non fatti in questa legge di bilancio e, già nel “decreto Agosto” dello scorso anno, avevamo stanziato la stessa cifra.

L'ultima parola voglio dirla proprio sul personale, perché la grande questione del nostro Servizio sanitario nazionale, dal mio punto di vista, è e resta il personale. Da questo punto di vista, abbiamo lavorato per aumentare in maniera molto significativa, ad esempio, le borse di specializzazione in medicina: quest'anno, nel 2021, abbiamo finanziato 17.400 borse, il triplo di 3 anni fa, il doppio di 2 anni fa. Sono numeri molto forti, che non risolvono magicamente, in un istante, il problema, ma che, in una programmazione di lungo periodo, porteranno il nostro Paese ad avere un Servizio sanitario nazionale molto più forte e molto più capace di rispondere alle esigenze dei nostri concittadini (Applausi).

PRESIDENTE. La deputata Baldini ha facoltà di replicare per due minuti.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Grazie, Ministro, della sua risposta e grazie di aver ringraziato tutto il personale sanitario, medici e infermieri, che sono davvero disperati, perché, anche ieri, 294 morti: questo è il dato concreto e il dato reale. Io credo che quello che sta succedendo e che si è ripetuto, ma quest'anno ancora peggio, è proprio l'affollamento dei pronto soccorso. Quindi, in una visione realistica dell'impegno degli ospedali nell'ambito dell'intensità delle cure erogate, deve fare riferimento all'intero ventaglio clinico dei pazienti COVID. Considerare i soli pazienti con insufficienza respiratoria come stanno facendo alcune regioni, come sta facendo la Lombardia ad esempio, dà una visione falsata e riduttiva dell'impegno dei sanitari nel contenimento della pandemia. Un occhio particolare va dato non solo ai letti per acuti e alle terapie intensive, ma anche all'occupazione dei posti letto nell'ambito ostetrico, ginecologico e in quello pediatrico: pensiamo alle mamme, Ministro, alle difficoltà che vivono oggi.

Si chiede un impegno al Governo proprio nel potenziamento della rete della patologia, con particolare riferimento alle patologie tempo-dipendenti, a quelle che, se non agiamo, possono complicarsi: pensiamo ai pazienti nefropatici. Occorre realizzare un maggior coinvolgimento delle strutture private, Ministro, in particolare quelle accreditate, con la presa in carico più efficace dei pazienti COVID: può sollevare davvero la pressione sui pronto soccorso. Deve essere resa più snella la procedura di fine quarantena, in particolare nel mondo della sanità, nel quale molti operatori si trovano positivi al virus. La loro assenza, che è molto forte, crea difficoltà nell'erogazione proprio delle prestazioni.

Quindi abbiamo, purtroppo, ancora una volta constatato che il rapporto territorio-ospedale ha bisogno di una riforma sostanziale come, del resto, tutta la sanità ha bisogno di programmazione, perché la pandemia c'è ancora. Quindi è necessaria una programmazione medica, ma bisogna ascoltare i medici, sia quelli sul territorio sia quelli dei pronto soccorso, e questo dobbiamo farlo perché, purtroppo, la sanità non si basa soltanto sui numeri, ma deve rispondere alle necessità del territorio; del resto, la sanità è regionale, ma oggi il problema pandemico è nazionale, europeo e mondiale. Quindi io credo che dobbiamo ricordare le attività dei pazienti non COVID, quelli che oggi, purtroppo, non possono accedere alle cure: mi riferisco ai pazienti cardiologici, ai pazienti oncologici. Questo è un reale problema, perché non programmare una sala operatoria vuol dire bloccare un ospedale, bloccare una struttura e oggi, di fatto, l'allarme dei chirurghi è molto evidente.

(Iniziative per l'istituzione di misure volte a favorire il sostegno psicologico in relazione a situazioni di disagio connesse all'emergenza pandemica – n. 3-02711)

PRESIDENTE. Il deputato Sensi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Serracchiani ed altri n. 3-02711 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Colleghi e onorevole Ministro, vado dritto al punto con una preghiera: lo facciamo questo bonus salute mentale, ce la facciamo questa volta? Conosco, abbiamo sostenuto come Partito Democratico gli sforzi fatti da lei e dal Governo su questa vera e propria emergenza, quella psicologica, che è l'altra faccia della pandemia, la sua linea d'ombra. È stato fatto tanto, eppure tanto non basta mai. Al Senato, l'emendamento bipartisan promosso dalla collega Caterina Biti è arrivato a un passo. Ci riproviamo? Studiamo insieme le forme, Ministro, le modalità, troviamo le risorse, individuiamo il provvedimento giusto, ma facciamolo, consentendo a tante persone - ad oggi sono 250 mila che hanno firmato una petizione in questo senso - di poter accedere a un aiuto psicologico, che non è in competizione, ma in raccordo e a sostegno dello sforzo del Servizio sanitario nazionale, questo imprescindibile bene pubblico. Lo dico al Ministro, che ha a cuore la salute dei cittadini, lo dico, mi permetta, a un uomo di sinistra, perché qui ne va anche dell'uguaglianza tra i cittadini, uguaglianza di opportunità. So che saprà ascoltare e di questo la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio gli interroganti per aver posto all'attenzione del Parlamento un tema che, personalmente, considero cruciale in questo particolare momento storico. La mia opinione, ma non solo la mia opinione, sono le indicazioni dell'OMS, è che la salute mentale è rilevante quanto la salute fisica e non può esserci salute senza salute mentale. E non vi è alcun dubbio che il COVID, ahimè, con le difficoltà, il peso e il carico di problematicità che con esso sono venute, abbia senz'altro reso ancora più complicata e più impellente questa sfida. Sono le ragioni che mi hanno portato a svolgere, 20 anni dopo la prima conferenza, la Conferenza nazionale sulla salute mentale e sono le ragioni che mi hanno portato a candidare l'Italia per ospitare, nell'autunno prossimo, il summit mondiale sulla salute mentale, dopo l'ultimo summit che si è svolto nel 2021 a Parigi.

Non vi è alcun dubbio che dobbiamo investire di più su questo ambito fondamentale e la mia opinione è che dobbiamo farlo su tutte le strade possibili e con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Riconosciamo, però, in primis gli strumenti già messi in campo, perché in questa legge di bilancio c'è stato un investimento inedito di 38 milioni di euro che non può passare inosservato: 20 milioni per il disagio psicologico di bambini e adolescenti, che si trasformeranno in assunzioni di persone che si faranno carico dei problemi dei più piccoli; 10 milioni per l'accesso a servizi psicologici delle fasce più deboli, in modo particolare i pazienti oncologici che, come è noto, hanno bisogno in modo particolare di un sostegno e di un'assistenza nei momenti più complicati della loro esistenza; poi, ancora, 8 milioni per il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria infantile e adolescenziale e anche questo io credo che sia un punto strategico del nostro lavoro.

Basta? Io penso sicuramente di no. Credo che dobbiamo fare di più, ma credo che questi siano primi passi che dobbiamo insieme valorizzare. Io personalmente, nella mia funzione di Ministro, sosterrò tutte le iniziative che vanno nella direzione di una maggiore attenzione della salute mentale e di una maggiore cura e assistenza rispetto a questo tema, che giudico veramente decisivo. Questo mi aveva portato, tra l'altro, da Ministro della Salute a dare parere favorevole a quell'emendamento che doveva essere finanziato, come è noto, dal fondo del Parlamento. Poi una parte di quei fondi, purtroppo, non sono stati messi effettivamente a disposizione e non si è verificata, quindi, la possibilità di poter approvare e di portare fino in fondo quell'emendamento, chiaramente per problemi di natura di copertura (quindi, di natura finanziaria).

La mia personale opinione è che dobbiamo rafforzare a tutti i livelli la capacità di assistenza del nostro Paese su questo tema e sono per farlo dentro una grande alleanza in cui il Governo deve fare la propria parte - e io credo che l'abbia fatta con i numeri che ho provato qui a riportare - e il Parlamento pure deve fare la propria parte e su questo ambito è benvenuta ogni iniziativa che io sosterrò con ogni energia. Credo che abbiamo bisogno anche di un patto con quelle società scientifiche e con quel mondo esterno che si è mobilitato e che credo ci abbia dato un segnale importante e giusto. Quindi, la mia opinione è che questa iniziativa non vada lasciata cadere ma che insieme si possa lavorare per rafforzare ancora di più la capacità del nostro sistema sanitario di dare una risposta adeguata a questa domanda di assistenza, che mai come in questo tempo difficile è in crescita e va tenuta nella debita attenzione.

PRESIDENTE. La deputata Serracchiani ha facoltà di replicare per due minuti.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. La ringraziamo, Ministro, perché lei ha colto quello che era il senso ed è il senso di questo nostro question time, cioè mettere l'attenzione sul tema fondamentale per noi della salute mentale che, purtroppo, è sempre stata per troppo tempo un po' figlia di un dio minore nell'ambito della sanità tutta. Noi riteniamo oggi, invece, che anche a causa di questa pandemia, le fragilità del sistema sanitario nazionale, che per fortuna abbiamo, che è universale e che oggi consente di curare tutti, anche quelli che stanno scegliendo, ad esempio, di non vaccinarsi, debba, però, imporre assolutamente un'azione fondamentale di cambiamento e miglioramento di quel sistema sanitario nazionale che tenga conto del tema della salute mentale soprattutto nei più piccoli.

Vede, Ministro, lei sa meglio di me che sono tante oggi le mamme in difficoltà. Sono tante le giovani mamme che stanno crollando di fronte al peso delle pressioni violente di questa pandemia e sono tante le famiglie che si stanno disgregando. Pensare di avere un aiuto, anche immediato in qualunque forma possibile - e non stiamo qui noi a dirle se si debba fare così o in un altro modo diverso, ma in qualunque forma possibile -, aumentare quelle risorse, garantirle e far sì che in quel sistema di sanità territoriale (su cui tutti stiamo spingendo e nel quale il PNRR crede fermamente anche grazie all'azione forte fatta dal Partito Democratico) ci siano distretti di salute mentale, come noi ci aspettiamo e ci sia la possibilità di rivolgersi senza fatica a persone che possono aiutarti quando il disagio non è fisico o solo fisico ma è anche mentale.

Ministro, lei poi sa - e io credo che abbia fatto un grandissimo lavoro - che per la prima volta il Fondo della sanità non è tagliato, ma anzi è aumentato nelle risorse.

Questo le va riconosciuto, Ministro, perché non è soltanto una questione di emergenza, ma è anche una questione strutturale sulla quale tutti noi investiremo anche nel futuro e fuori da questa terribile emergenza (sa, però, anche che quell'emendamento non è mai tornato dal MEF). Quindi, da parte del Partito Democratico avrà sempre ogni sostegno possibile e immaginabile e ritengo di poter dire che lei avrà un sostegno da questo Parlamento tutto, ma insistiamo perché diventi oggettivamente concreto e, quindi, che ci siano ulteriori iniziative per la salute mentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti in ordine alle modalità di accertamento delle violazioni dell'obbligo vaccinale recentemente introdotto per coloro che hanno compiuto i 50 anni di età - n. 3-02712)

PRESIDENTE. Il deputato Mollicone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02712 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Ministro Speranza, ferma restando la nostra richiesta di sue dimissioni per manifesta inadeguatezza, le chiediamo perché il Governo continui a fare strage della privacy in pieno “green caos”. Aspettiamo ancora risposta dal Ministro Bianchi per i dati dei docenti violati ogni giorno dalla piattaforma ministeriale. Ora i nostri dati sanitari li avrà anche il fisco. La libertà viene razionata e il CTS è il nuovo “Ministero della Verità”. Esprimiamo certo solidarietà ai sanitari in prima linea, ma Feroni, vice Garante della privacy, ha già detto che raccomandare è giusto, ma imporre lede i diritti.

Bisogna evitare discriminazioni, Ministro, fra vaccinati e non vaccinati per evitare odio sociale. Lo dice l'articolo 36 del relativo regolamento dell'Unione europea. Bisogna convincere, Ministro, e non costringere. Giorgia Meloni ha chiesto l'intervento del Garante della privacy. Vogliamo la sovranità digitale individuale dei dati degli italiani. Ministro, qual è il vostro modello? La Cina comunista del credito sociale? Quali sono i macrodati reali? Vogliamo la verità, Ministro, non la vostra verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. La violazione dell'obbligo vaccinale per gli over 50 è sottoposta, come è noto, a sanzione pecuniaria. L'irrogazione della stessa compete al Ministero della Salute, che a tal fine si avvarrà, per i profili operativi, dell'Agenzia delle entrate. Il procedimento con cui l'Agenzia potrà individuare i soggetti inadempienti è accuratamente descritta dal decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, secondo un meccanismo che consentirà all'Agenzia di trattare esclusivamente i dati personali indispensabili all'espletamento dei compiti assegnati inviati dal Ministero della Salute e con l'esclusione di ogni diritto di accesso.

Nel dettaglio, diversamente da quanto rappresentato nell'interrogazione, sarà cura del Ministero della Salute predisporre gli elenchi dei soggetti inadempienti anche acquisendo direttamente dal sistema tessera sanitaria le informazioni relative alla somministrazione dei vaccini acquisite giornalmente dall'anagrafe vaccinale nazionale. Tali informazioni saranno altresì utili per escludere dall'elenco degli inadempienti i soggetti esenti.

Mi preme, inoltre, evidenziare che, anche se la verifica dell'adempimento avverrà in prima battuta attraverso sistemi informatizzati, il decreto-legge prevede una fase di contraddittorio nel rispetto dei principi enunciati al riguardo dalla Corte costituzionale. In particolare, il Ministero della Salute, avvalendosi dell'Agenzia delle entrate, invierà una comunicazione ai soggetti inadempienti, i quali potranno trasmettere alla ASL competente l'eventuale certificazione relativa al differimento o all'esenzione dell'obbligo vaccinale. La norma in esame risulta conforme al regolamento europeo n. 679 del 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, il quale, all'articolo 9, paragrafo 2, consente il trattamento dei dati relativi alla salute se questo è necessario per finalità di medicina preventiva o per motivi di interesse pubblico nel settore della sanità.

Per completezza giova anche rammentare che, in base a novella legislativa introdotta dalla legge del 3 dicembre 2021, nei casi di adozione dei decreti-legge il Garante esprime il prescritto parere in sede di esame parlamentare dei disegni di legge di conversione dei medesimi decreti-legge. Le indicazioni che il Garante dovesse impartire in tale sede per elevare ulteriormente lo standard di sicurezza del trattamento saranno prontamente recepite dal Governo.

Voglio, inoltre, rivendicare la scelta del Governo in merito all'obbligo sopra i 50 anni. Questa scelta ha un obiettivo fondamentale che è quello di ridurre l'area dei non vaccinati, che sono particolarmente esposti a malattia grave e ospedalizzazione. L'area dei non vaccinati in Italia è di poco superiore al 10 per cento. Stamattina alle 6, i vaccinati con prima dose erano l'89,58 per cento dei nostri concittadini con età superiore ai 12 anni. Eppure, questo pezzetto, questo 10 per cento, comporta due terzi degli ingressi in terapia intensiva e il 50 per cento degli ingressi in area medica. Ridurre l'area dei non vaccinati significa, quindi, abbassare la pressione sui nostri ospedali, salvare vite umane, che per noi è e resta sempre la cosa più importante, e consentire anche al nostro Paese di continuare su quel terreno di ripartenza economica e sociale che abbiamo riscontrato dai dati del 2021.

PRESIDENTE. La deputata Albano ha facoltà di replicare.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, anno nuovo, multa nuova. Con il primo decreto dell'anno il Governo dei migliori ha definito e ha introdotto l'obbligo vaccinale per gli over 50, ma soprattutto ha introdotto la sanzione di 100 euro, emessa, come dicevamo, - come diceva, signor Ministro - dall'Agenzia delle entrate. Siamo in epoca di green pass, forse non ci aspettavamo di essere in epoca di “green tass”, cioè di continuare a chiedere soldi agli italiani in un momento come questo, ma il Governo dei migliori, in cui la sinistra ha un peso rilevante, è riuscito anche in questo e ne prendiamo atto. Ma c'è un aspetto che è passato in secondo piano, cioè che l'erogazione della sanzione è fatta dall'Agenzia delle entrate.

Ebbene, all'Agenzia delle entrate ultimamente sono stati concessi molti poteri, molte competenze, e questo piace molto alla sinistra di Governo. Oggi i poteri sono nei dati, il potere è nei dati. L'Agenzia delle entrate ha accesso ai conti correnti degli italiani per la definizione delle cartelle esattoriali, ha accesso anche ai movimenti dei cittadini con la lotteria degli scontrini e lo ha avuto con il cashback, e ora anche ai dati sensibili e super sensibili, come i dati sanitari. Questo non era mai accaduto, i dati sanitari degli italiani a disposizione dell'Agenzia delle entrate. È vero, forse il Grande Fratello di Orwell sta diventando realtà. Non è un bel segnale per il cittadino, unitamente a quello, per esempio, della impossibilità di impugnare i dati degli estratti di ruolo e delle cartelle esattoriali, perché, quando c'è una sanzione, si definisce una sanzione, non si deve guardare solo all'efficienza, ma anche al diritto della difesa del cittadino contribuente.

Tecnicamente, come ha ricordato lei, signor Ministro, tutto regolare, perché con il “decreto Capienze” si è alleggerito anche un po' l'obbligo relativo alla trattazione dei dati. È vero che i diritti individuali sono un ostacolo, e vivaddio, alla capacità del potere politico, ma questo, ricordiamo, è l'elemento essenziale che caratterizza una società democratica e libera. Giorgia Meloni ha già annunciato che Fratelli d'Italia è pronta a presentare su questo tema un esposto al Garante della privacy, privacy più volte in questi anni messa sotto accusa, ma Fratelli d'Italia, come vediamo anche oggi, continua a vigilare, perché, signor Ministro, gli effetti del COVID sono molti, ma non permetteremo che tra gli effetti del long COVID ci sia anche quello di aumentare a dismisura il potere della pubblica amministrazione a discapito delle libertà dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a integrare le risorse destinate ai progetti di rigenerazione urbana, nonché per la revisione dei criteri di assegnazione dei relativi contributi - n. 3-02713)

PRESIDENTE. Il deputato Bitonci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02713 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MASSIMO BITONCI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Lamorgese, la legge n. 160 nel 2019 ha previsto per gli anni dal 2021 al 2034 l'assegnazione di contributi ai comuni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, progetti che noi riteniamo fondamentali per lo sviluppo del Paese, ma solo 483 enti locali sono stati beneficiari, pochissimi del Nord, e le risorse sono state concentrate soprattutto al Sud. Questo per un criterio, che è l'indice di vulnerabilità sociale, che si è dimostrato anacronistico e inadeguato, con un'evidente disparità tra i comuni del Nord e i comuni del Mezzogiorno. Quindi le chiediamo, signor Ministro, quali sono le iniziative che si intende assumere al fine di integrare le risorse disponibili con l'obiettivo di finanziare tutti i progetti ammissibili, nonché di stabilire dei criteri differenti da quello relativo all'indice di vulnerabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, il quadro giuridico di riferimento relativo all'erogazione dei contributi ai comuni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana ha trovato puntuale applicazione e attuazione con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21 gennaio 2021, adottato di concerto con i Ministri dell'Economia e delle finanze, dell'Interno e delle Infrastrutture e dei trasporti, a seguito dell'intesa acquisita in Conferenza Stato-città e autonomie locali il 26 novembre 2020. Ed è in quella sede che si è convenuto sulla necessità di introdurre tra i criteri per la selezione dei progetti quello ricordato dall'onorevole interrogante che fa riferimento all'indice di vulnerabilità sociale e materiale, così come definito dall'Istat.

Si tratta di un criterio che trova applicazione allorché, come poi di fatto è avvenuto, l'entità delle richieste pervenute superi l'ammontare delle risorse finanziarie disponibili e si giustifica in ragione dell'oggettiva necessità di riconoscere una preferenza alle realtà locali più svantaggiate, in coerenza con la finalità dell'intervento legislativo. Pertanto il decreto di individuazione dei comuni risultati beneficiari con l'approvazione della relativa graduatoria, che è stata adottata a dicembre 2021 dai Ministeri dell'Economia e delle finanze, dell'Interno e delle Infrastrutture, non poteva non tener conto di quei criteri che erano stati concertati e prefissati nel procedere alla distribuzione delle risorse. È ben evidente come la possibilità di erogare contributi anche in favore di progetti ritenuti ammissibili, ma che non hanno beneficiato di risorse per l'incapienza dei fondi disponibili, richieda un'ulteriore integrazione degli stanziamenti.

In questo senso, dopo un primo intervento già effettuato con il decreto-legge n. 152 del 2021, che ha implementato, nel quadro delle risorse del PNRR, i fondi disponibili integrandoli di 200 milioni di euro per gli esercizi finanziari 2023 e 2024, ulteriori interventi sono stati disposti con la legge di bilancio 2022 allo scopo di corrispondere alle esigenze di riequilibrio segnalate da più parti. Si è stabilito, infatti, che i fondi in questione, integrati per il corrente esercizio di ulteriori 300 milioni, possano essere assegnati anche ai progetti presentati dai comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti che in forma associata superino detta soglia. Potranno concorrere a questo nuovo finanziamento anche quei comuni che non sono risultati beneficiari del finanziamento per l'insufficienza delle risorse.

La stessa legge di bilancio 2022 ha previsto che, a decorrere dal 2023, le regioni possano utilizzare le risorse già ad esse assegnate per gli investimenti in tema di rigenerazione urbana, prevista dalla legge di bilancio 2019, proprio allo scopo di realizzare i progetti ricadenti nel proprio territorio ritenuti ammissibili, ma non finanziati nell'ambito della graduatoria di cui ho detto prima. Tuttavia, ben consapevole della delicatezza e della rilevanza della tematica, come ho detto prima segnalata da più parti, in coerenza con un apposito ordine del giorno approvato in sede di discussione della legge di bilancio 2022, assicuro che il Governo è impegnato nell'individuazione di ogni utile soluzione per andare incontro alle esigenze degli onorevoli interroganti.

PRESIDENTE. Il deputato Bitonci ha facoltà di replicare.

MASSIMO BITONCI (LEGA). La ringrazio, Ministro, per l'intervento, che è stato estremamente chiaro. Il tema, ovviamente, è quello legato all'indice di vulnerabilità, per cui se tutti i finanziamenti, anche futuri, vengono erogati secondo questo criterio, le cose non cambiano, cioè i finanziamenti andranno ancora nella maggior parte ai comuni del Sud; ricordo, visto che c'è anche il Ministro per il Sud, che vanno già per il 40 per cento alle amministrazioni del Sud. Quindi, un ulteriore criterio di questo tipo non fa nient'altro che escludere la maggior parte dei comuni del Nord.

Vede, Ministro, il tema è che le risorse impiegate ovviamente sono importanti e sono fondamentali, soprattutto in questo momento di crisi economica, ma il problema, che bisogna valutare, è la bontà dei progetti. Questa è la realtà, perché se viene poi ripartito secondo dei criteri Istat, alla fine magari vengono finanziati dei progetti, magari di minore valore anche di carattere sociale rispetto ad alcuni comuni del Nord, che hanno presentato dei progetti anche ottimi e che non sono stati finanziati. Quindi, non è tanto una mera rivendicazione di carattere territoriale Nord-Sud, quanto che siano finanziati i comuni che effettivamente presentano dei progetti, che abbiano un'effettiva capacità di recupero anche di carattere sociale, di rigenerazione urbana legata a progetti di carattere sociale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza a supporto degli enti territoriali del Mezzogiorno per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02714)

PRESIDENTE. Il deputato Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02714 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie Presidente. Signora Ministra, il quesito, la richiesta di intervento, che rivolgiamo al Governo oggi, ha a che fare con la preoccupazione che i comuni del Mezzogiorno d'Italia non siano in condizioni di spendere tutte e bene le risorse dei singoli investimenti, che il PNRR mette loro a disposizione. È un rischio per fugare il quale il Governo - noi lo sappiamo bene - ha messo a punto un pacchetto di interventi straordinari, a partire da un massiccio piano di reclutamento, accompagnato da programmi articolati e qualificati di formazione e assistenza. E, però, come viene autorevolmente segnalato, questo modello teorico, nell'atterraggio concreto e nella pratica amministrativa quotidiana, potrebbe non essere efficace e non rendere possibile il rispetto dei tempi stringenti degli obiettivi intermedi della road map del PNRR di qui al 2006. Da qui una richiesta di chiarimenti e di intenzioni da parte sua.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, ha facoltà di rispondere.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi per la sollecitazione, che mi consente in premessa una precisazione a cui tengo particolarmente. Sono la prima ad essere consapevole delle fragilità amministrative del Sud ed ho lavorato sin dall'insediamento per mettervi riparo. Bisogna riconoscere, però, che al debutto del PNRR i comuni meridionali hanno dimostrato un'energia, una vitalità e una determinazione incoraggianti e la rete di sicurezza che abbiamo allestito sta funzionando. Il primo bando sugli asili nido, nonostante le storture nei criteri di riparto, ha visto il 55 per cento dei fondi assegnati agli asili del Sud; il bando per gli ecosistemi dell'innovazione ha raccolto oltre 300 proposte di assoluta qualità; il bando per la rigenerazione urbana vede in questi giorni addirittura una polemica per la prevalenza dei progetti espressi dal Sud; il programma PINQuA, per la qualità dell'abitare, per 2 miliardi e 800 milioni di euro, ha visto rispettata la quota Sud del 40 per cento, nei 159 progetti ammessi a graduatoria, e tre degli otto progetti pilota previsti arrivano da città meridionali (Messina, Bari e Lamezia Terme).

Fatto salvo tutto questo, entro nel merito degli strumenti già attivati per rafforzare la capacità amministrativa degli enti locali del Mezzogiorno. La prima e principale misura di sostegno alle amministrazioni è il cosiddetto bando dei 2.800 profili tecnici, che proprio in questi giorni sta completando il suo secondo step dopo le difficoltà iniziali. Si tratta di funzionari tecnici esperti in gestione, rendicontazione e controllo e analisti informatici, che fruiranno di una specifica formazione a cura dell'Agenzia per la coesione territoriale, così da essere immediatamente operativi e non dover dedicare mesi di lavoro alla propria formazione, anziché al servizio degli enti dei quali saranno impiegati. A questi si aggiungono almeno mille incarichi di collaborazione, che le regioni possono attivare grazie al cosiddetto decreto-legge Reclutamento, finanziato con 320 milioni di euro, di cui il 40 per cento riservato alle regioni del Sud. Ci sono poi le nuove prerogative dell'Agenzia per la coesione, alla quale con il PON Governance abbiamo attribuito 67 milioni di euro, per stipulare contratti di collaborazione con professionisti e personale di alta specializzazione, da destinare a supporto degli enti territoriali. Inoltre, l'Agenzia, in convenzione con il Ministero dell'Istruzione, ha organizzato una specifica task force, che fino al 2025 supporterà i comuni per l'attuazione dei progetti di edilizia scolastica.

Infine, vi è il fondo per la progettazione, che mette a disposizione risorse per un ammontare complessivo di circa 160 milioni di euro ai comuni fino a 30 mila abitanti del Sud e delle aree interne e delle regioni in via di transizione e anche alle province e alle città metropolitane del Sud e delle regioni in via di transizione, per finanziare concorsi di idee e progetti in ambito urbanistico e di innovazione sociale.

Altre iniziative sono in corso. La nuova programmazione dei fondi strutturali prevede un Piano operativo nazionale di oltre un miliardo e 200 milioni di euro, il PON Capacità per la coesione, finalizzato al rafforzamento del livello amministrativo locale, che servirà per reclutare altre alte professionalità e per finanziare un piano di rigenerazione amministrativa, che favorisca il ricambio generazionale di competenze del personale. Naturalmente, ogni altra proposta e segnalazione per vincere la sfida del PNRR al Sud sarà accolta e approfondita, perché questa non è la sfida di un singolo Ministro, di un singolo governatore, di un singolo sindaco, di una maggioranza o di un partito politico, ma è un'occasione irripetibile di sviluppo per le regioni del Mezzogiorno, che tocca a noi, tutti insieme, cogliere e portare a compimento.

PRESIDENTE. Il deputato Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie Ministra, per la risposta appassionata e competente. Ha già dato prova del suo impegno sempre puntuale, da ultimo con il bando per gli asili nido, raccogliendo la segnalazione provenuta da una nostra precedente interrogazione sull'effetto distorsivo di alcuni criteri. Mi compiaccio anche delle buone notizie sui primi bandi.

Tuttavia il tema rimane aperto, perché, come lei potrà verificare, quei bandi riguardano progettualità che in gran parte erano già a disposizione dei precedenti comuni, perché si tratta di misure che si sovrappongono a quelle già alimentate in precedenza da finanziamenti statali. Il problema dei comuni del Mezzogiorno d'Italia è che un terzo di essi è in condizione di dissesto finanziario o pre-dissesto finanziario, l'organico si è ridotto negli ultimi dieci anni dal 30 al 40 per cento e il personale in servizio non è adeguatamente qualificato. Questi nuovi assunti arriveranno in un luogo di lavoro, nel quale dovranno ambientarsi ed essere inseriti e formati. Questo richiede tempo, non possiamo pretendere di formare una nuova classe dirigente durante l'emergenza. C'è un'asimmetria tra i tempi in cui si spiegheranno gli effetti virtuosi di questo importante programma che il Governo ha messo a punto e i tempi del PNRR. Ricordo: 100 obiettivi entro il 2022, quest'anno, 96 entro il 2023, 121 entro il 2026. Per realizzare questo, man mano che usciranno i bandi, uno ogni quindici giorni, i comuni dovranno avere una capacità di progettazione che, seppure di massima, in questo momento non hanno. Dovranno poi avere personale capace di seguire tutte le fasi attuative dell'appalto, che non si realizza con l'aggiudicazione del finanziamento, ma che ha un iter a valle che è addirittura più complesso fino al collaudo. Per fare questo io credo che una parte di quegli strumenti, ad esempio l'assistenza in house - e mi rivolgo alla fase esecutiva - debbano essere potenziati. Per la fase della progettazione, ascoltiamo che ci dice la Svimez; immaginiamo che si possa affidare alla rete delle università, alle agenzie di ricerca sul territorio, alla stessa Agenzia della coesione, il compito di realizzare dei progetti prototipo, il cosiddetto parco progetti, da mettere a disposizione dei comuni, soprattutto i medio-piccoli, Ministra - perché lei ha parlato dei grandi comuni, ma quelli che hanno la maggiore sofferenza finanziaria, come segnala l'ANCI, sono i medio-piccoli - dei progetti prototipo, da adeguare ai fabbisogni locali. Questo consentirebbe un outsourcing di progettazione, che renderebbe i comuni capaci di rispondere ai bandi mano a mano, nel mentre che si forma il personale per curare la fase attuativa. Ci pensi, Ministra, potrebbe essere una spinta in più.

(Iniziative di competenza volte ad individuare le priorità per il Mezzogiorno nella programmazione degli interventi relativi al Fondo per lo sviluppo e la coesione, anche in raccordo con quelli previsti nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02715)

PRESIDENTE. Il deputato D'Attis ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-02715 (Vedi l'allegato A). Colleghi, colleghi!

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie Presidente. Signora Ministra, i prossimi anni rappresentano un punto di svolta cruciale soprattutto per il Mezzogiorno - e ce ne stiamo accorgendo anche oggi -, non solo perché sono determinanti le scelte della programmazione degli investimenti sul Piano nazionale di ripresa di resilienza, ma anche per il programma React-EU, i fondi strutturali 2021-2027 e il Fondo di sviluppo e coesione. Un ruolo fondamentale lo tiene, appunto, il Fondo di sviluppo e coesione, una dotazione di 50 miliardi di euro ai quali si sono aggiunti, nella scorsa finanziaria, ulteriori 23,5 miliardi. Considerata, quindi, l'importanza della nuova programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, signora Ministra, riteniamo che sia utile concentrarsi su ambiti di intervento coerenti anche con il PNRR e per questo le chiediamo quali siano le iniziative che il Ministero intende adottare per individuare le priorità della nuova programmazione FSC e, soprattutto, se ci sono le sinergie e le complementarietà con gli interventi previsti nel PNRR per imprimere una significativa accelerazione anche alle capacità di utilizzo delle risorse.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, ha facoltà di rispondere.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Come indicato dall'onorevole interrogante, la legge di bilancio 2021 ha individuato in 50 miliardi di euro la dotazione iniziale del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il ciclo 2021-2027, mentre la legge di bilancio 2022 ha previsto un ulteriore finanziamento dell'FSC, pari a 23,5 miliardi. Considerando tutti gli stanziamenti e gli utilizzi nel frattempo intervenuti, attualmente il Fondo ha una disponibilità di 63,2 miliardi di euro e una mole di investimenti di entità paragonabile a quella del PNRR e dei Fondi strutturali, che merita, più di quanto accaduto in passato, una programmazione attenta, partecipata di tutti i livelli istituzionali, condivisa con le parti sociali e la società civile e costantemente monitorata.

Con questo spirito, a dicembre, ho convocato una due giorni di ascolto per la programmazione dell'FSC e ho istituito una commissione di esperti che sta affiancando i miei uffici nell'elaborazione degli obiettivi strategici che contiamo di trasmettere alle Camere entro il mese di febbraio. Si tratta, in sostanza, di obiettivi strategici e ambiti di interventi complementari con il PNRR e con i Fondi strutturali, così da assicurare una strategia complessiva che impedisca utilizzi estemporanei delle risorse e garantisca che gli interventi FSC conservino sempre carattere di aggiuntività rispetto al bilancio ordinario. Parallelamente, i miei uffici sono al lavoro, in collaborazione con il MIMS e il MEF e dopo un lungo confronto con le regioni, per un'assegnazione di risorse FSC in favore di progetti strategici e immediatamente cantierabili, metà dei quali riguardanti la mobilità stradale esclusa dal PNRR, che dovrebbe vedere la luce nelle prossime settimane.

Un ultimo cenno ai tempi di attuazione dell'FSC, vera nota dolente della storia recente. Occorrono procedure snelle per la realizzazione degli investimenti; per questo abbiamo esteso all'FSC alcune efficaci misure di accelerazione del PNRR, come la possibilità di andare a gara con il solo studio di fattibilità tecnico-economica e abbiamo assegnato all'Agenzia per la coesione poteri di affiancamento e di sostituzione per garantire l'attuazione degli investimenti. Ancora, con il decreto-legge Governance abbiamo esteso l'intera disciplina del PNRR ai Contratti istituzionali di sviluppo. Questo ha dato impulso alla nascita di nuovi importanti CIS. È in dirittura d'arrivo la stipula del Contratto istituzionale di sviluppo per la terra dei fuochi che finanzieremo per circa 200 milioni di euro ed entro febbraio contiamo di siglare con gli enti territoriali anche il CIS Calabria e il CIS Vesuvio-Pompei-Napoli-est.

In conclusione, la nostra ambizione è fare dell'FSC lo strumento con cui in futuro l'Italia conserverà e consoliderà il metodo PNRR: cronoprogramma definito e dettagliato, obiettivi specifici, incentivi e disincentivi per un corretto utilizzo delle risorse da parte di tutti i soggetti attuatori degli interventi. I Fondi nazionali per lo sviluppo e la coesione possono e debbono diventare un PNRR permanente, possono e devono cioè servire a costruire un grande programma strutturale per la riduzione dei divari economici e sociali del Sud, delle aree interne e di ogni territorio depresso del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato D'Attis ha facoltà di replicare, per due minuti.

MAURO D'ATTIS (FI). Ministro, la ringrazio per la sua risposta puntuale, dettagliata e, direi, anche molto ampia. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione, FSC, è stato per molti anni quasi un oggetto sconosciuto, magari per qualcuno lo è ancora, e per questo è stato oggetto anche di diversi scippi che sono avvenuti negli ultimi anni. Ecco, se c'è da riconoscerle una cosa sicuramente è che lei, da Ministro del Sud - e, mi permetta, da quando con lei Forza Italia è al Governo del Paese -, ha avuto il merito di aver acceso finalmente i riflettori sull'FSC che, come abbiamo capito, è uno strumento importantissimo e strategico per il Paese.

È per questo che ora è necessario continuare a lavorare perché l'impianto normativo, siamo perfettamente d'accordo, del PNRR sia riportato pari pari nella gestione dell'FSC, perché questo venga integrato con gli altri strumenti che abbiamo a disposizione, i CIS, quelli che avete già attivato come Governo e quelli che speriamo presto saranno attivati - io personalmente ne conosco qualcuno, quello che riguarda il Salento, Brindisi e Lecce, in Puglia, ma ce ne sono altri anche in Campania e in Calabria - le ZES, le zone economiche speciali, o le ZFD, le zone franche doganali. Insomma, per questo Forza Italia nel decreto-legge norme abilitanti e nella legge di bilancio aveva proposto l'estensione pari pari della disciplina del PNRR all'FSC; non ci siamo riusciti, non demordiamo e per questo riteniamo di dover sostenere quest'azione politica del Ministro del Sud, per ovviare anche ai ritardi e alle complessità del Fondo per lo sviluppo e la coesione, tutto questo insieme alla lotta alla povertà, alla criminalità e alla valorizzazione del merito che il Sud non può attendere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,15.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Brescia, Butti, Casa, Cavandoli, Comaroli, Davide Crippa, De Maria, Frusone, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Liuni, Mura, Parolo, Perantoni, Piastra, Schullian, Serracchiani, Stumpo e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 133, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti del deputato Ferri (Doc. IV, n. 10-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti del deputato Cosimo Maria Ferri (Doc. IV, n. 10-A).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 22 dicembre 2021 (Vedi l'allegato A della seduta del 22 dicembre 2021).

La Giunta propone di negare l'autorizzazione richiesta.

(Discussione – Doc. IV, n. 10-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Pietro Pittalis.

PIETRO PITTALIS, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'introdurre la presente discussione intendo soffermarmi principalmente su alcuni degli aspetti salienti di una vicenda alquanto complessa rinviando, per una più diffusa trattazione, alla relazione da me depositata per l'Assemblea, di cui fanno parte integrante gli allegati ai resoconti delle numerose sedute che la Giunta per le autorizzazioni vi ha dedicato.

La richiesta di autorizzazione riguarda l'utilizzo, nel procedimento disciplinare in corso presso il Consiglio superiore della magistratura a carico dell'onorevole Ferri, magistrato in aspettativa, delle captazioni informatiche di alcune sue conversazioni avvenute nel maggio 2019. Le captazioni erano state effettuate per mezzo del cosiddetto trojan horse inserito nel telefono cellulare del magistrato Luca Palamara, nell'ambito di un procedimento penale per corruzione a carico di quest'ultimo, condotto dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia.

La circostanza di fatto dalla quale muove l'azione disciplinare è costituita da un incontro avvenuto intorno alla mezzanotte del 9 maggio 2019 presso l'hotel Champagne, a Roma, al quale presero parte, insieme all'onorevole Ferri, diversi componenti del CSM, il dottor Palamara e l'onorevole Luca Lotti. Durante tale incontro avvenne una discussione circa l'imminente nomina del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma, a seguito del pensionamento del precedente capo dell'importante ufficio giudiziario.

Prima di entrare nel merito, avverto che, in sede di esame della richiesta trasmessa alla Giunta il 2 agosto 2021 si è reso necessario avviare i contatti preliminari con la sezione disciplinare del CSM, per determinare esattamente l'oggetto della domanda contenuta all'interno dell'ordinanza di trasmissione degli atti alla Camera, la quale era corredata da un vasto compendio documentale, contenente captazione di tipo informatico e intercettazioni di tipo telefonico non solo dell'onorevole Ferri ma anche di altri soggetti, tra cui l'onorevole Luca Lotti.

All'esito delle interlocuzioni con il CSM, condotte in spirito di leale collaborazione istituzionale, è stato precisato che la richiesta riguarda esclusivamente la captazione informatica effettuata per mezzo del trojan horse inserito nel telefono cellulare del magistrato Luca Palamara, delle conversazioni alle quali ha preso parte l'onorevole Ferri il 9 maggio, il 21 maggio, il 28 e il 29 maggio 2019. L'esame nel merito è quindi potuto iniziare nella seduta della Giunta del 20 ottobre 2021.

Tanto premesso, la Giunta ha incentrato il suo esame, secondo i criteri individuati dalla Corte costituzionale, sulla valutazione relativa alla casualità o meno delle captazioni informatiche delle conversazioni dell'onorevole Ferri e, in particolare, della prima e più importante, quella del 9 maggio 2019. A tal fine, è apparso anzitutto necessario verificare quando il predetto deputato compaia per la prima volta negli atti d'indagine precedenti tale data. Naturalmente, la verifica è stata condotta sugli atti dell'indagine penale a carico del magistrato Palamara che sono confluiti nel fascicolo disciplinare dell'onorevole Ferri. Chiarisco, quindi, che la Giunta non ha avuto a disposizione né il fascicolo integrale con tutti gli atti dell'indagine penale nei confronti di Palamara, né quelli dei due diversi procedimenti nei confronti di terzi dai quali tale indagine derivava, scaturiti dalle indagini condotte dalle procure di Messina, dal 2015 e di Roma, dal 2016. In ogni caso, ciò che è emerso con chiarezza dalla documentazione esaminata è che sin dalla richiesta del PM di Perugia di autorizzazione alle intercettazioni telefoniche nei confronti del dottor Palamara e nel relativo decreto del GIP che le accoglieva, risalenti al febbraio 2019 e nei quali si prefigurava l'ipotesi investigativa che il dottor Palamara facesse uso del suo ruolo nel CSM per conseguire altre utilità, insieme con altri soggetti, l'onorevole Ferri e il dottor Palamara compaiono, secondo quanto dichiarato da uno di tali indagati, quali riferimenti chiari al Consiglio superiore della magistratura di un altro indagato. Nella successiva richiesta di autorizzazione alle captazioni informatiche e nel relativo decreto del GIP che le accoglieva, risalente al mese di marzo del 2019 è attribuito grande rilievo alle attività del Palamara in seno alle associazioni di magistrati per influenzare dall'esterno le nomine del CSM e, dunque, è già evidente la direzione dell'indagine anche verso queste attività, che gli investigatori qualificano come sfondo delle condotte illecite del dottor Palamara e degli altri indagati.

Va ricordato, poi, che, nell'ambito di tale attività, l'onorevole Ferri era individuato tra gli interlocutori principali, se non il principale, del dottor Palamara, quale esponente di spicco della corrente Magistratura Indipendente. Segnalo peraltro che, nonostante tale individuazione presuntiva nel corso delle indagini della polizia giudiziaria, l'onorevole Ferri non risulta essere mai stato formalmente indagato, non è stato mai iscritto nel registro degli indagati, tant'è che la questione che oggi esaminiamo si colloca esclusivamente all'interno di un procedimento di tipo disciplinare, nonostante, voglio sottolineare, compaia frequentemente negli atti investigativi. A molti, però, il profilo formale è apparso diverso da quello sostanziale, e si tratta di una considerazione non di poco conto, per le valutazioni compiute dalla Giunta che sottoponiamo oggi all'attenzione dell'Aula.

Ma vi è dell'altro; il CSM sostiene che le captazioni informatiche alla base del procedimento disciplinare, che, ricordo, sono del maggio 2019, sono state casuali e perciò al di fuori della disciplina dell'articolo 68, comma 3, della Costituzione. Nella richiesta di proroga delle intercettazioni e nei decreti di autorizzazione del mese di aprile 2019, però, il nome di Ferri ricorre di nuovo ampiamente; il 19 aprile 2019, in particolare, si riferisce che era stato accertato un rapporto di stretta frequentazione tra Palamara e Ferri e si dà conto di un incontro tra i due finalizzato verosimilmente a concordare una condotta comune delle cosiddette correnti della magistratura che facevano capo a loro, in relazione a nomine e ad assegnazioni di magistrati presso diversi uffici giudiziari. Inoltre, il PM di Perugia scrive, testualmente, che: “le attività di ascolto consentivano di rilevare come tra il Palamara e il Ferri intercorresse un rapporto non limitato alla mera appartenenza ad associazioni di magistrati, bensì ad altri contesti connotati quanto meno da elementi di opacità in relazione ai partecipanti agli incontri, per lo meno in relazione a quello svoltosi il 10 aprile del 2019”.

Negli atti ricevuti dalla Camera si rinvengono, inoltre, come detto, anche intercettazioni telefoniche tra Ferri e Palamara risalenti già all'11 marzo 2019. Si evidenzia, inoltre, che sono stati oggetto di attenzione da parte degli investigatori anche alcuni incontri conviviali ai quali i due magistrati presenziavano.

E, dunque, dai suddetti atti investigativi appare evidente che la direzione degli atti di indagine fosse volta in concreto ad accedere anche nella sfera delle comunicazioni del parlamentare Ferri, del quale era stato accertato, secondo le testuali espressioni degli investigatori, un rapporto di stretta frequentazione con Palamara nell'ambito di incontri ai quali prendevano parte anche altri soggetti, che gli investigatori mettevano in relazione con altri indagati per gli stessi reati del dottor Palamara.

E anche la richiesta di ulteriore proroga delle intercettazioni del 15 maggio 2019, basata su una nota del GICO di Roma del 13 maggio, si dilunga sul rapporto tra Ferri e Palamara. Addirittura un intero paragrafo intitolato “Gli ulteriori elementi acquisiti sulla figura di Ferri Cosimo Maria” è dedicato ai rapporti intercorrenti tra Palamara e Ferri, descritti anche sulla base di intercettazioni di conversazioni tra di loro e di Palamara con la moglie e il figlio. Di particolare rilievo appare poi la frase conclusiva del predetto paragrafo, nella quale si dice esplicitamente che la stranezza delle modalità con le quali si è svolto un incontro tra i due in casa di Palamara di certo segna un percorso investigativo da approfondire. Tale documento è stato certamente redatto il 15 maggio 2019, cioè in prossimità della scadenza del decreto che autorizzava le captazioni, ma si fonda sul contenuto di intercettazioni telefoniche risalenti al 17 e al 18 aprile 2019. I verbali di trascrizione delle intercettazioni sono del 10 maggio ma, come è spiegato nella relazione depositata, non appare credibile che esse siano state ascoltate per la prima volta soltanto in tale data, dopo ben 22 giorni dalla loro effettuazione. Tra gli atti di indagine trasmessi alla Giunta, infine, appare assai significativa la nota di istruzioni che il PM di Perugia ha inviato al comandante del GICO di Roma, della Guardia di Finanza, il 10 maggio 2019, proprio all'indomani della captazione più importante. La singolare circostanza della prossimità di tale data merita di essere sottolineata: 10 maggio, il PM comunica al GICO, nel caso in cui fosse stato certo che il dottor Palamara stesse per incontrare un parlamentare, di non attivare il microfono trattandosi, in tal caso, ad avviso di questo PM, non più di intercettazione indiretta, casuale, di un parlamentare. Tale comunicazione, colleghi, ha il sapore di una resipiscenza e appare quasi una prova schiacciante della consapevolezza con cui gli investigatori avevano svolto la captazione delle comunicazioni dell'onorevole Ferri, tale da rendere alquanto inverosimile la tesi della intercettazione fortuita.

Mi avvio alla conclusione e non mi soffermo su alcuni aspetti che meriterebbero anche un esame da parte di questa Aula su profili che ineriscono anche alla questione della legittimità delle intercettazioni sulle quali si è interrogata la Giunta per le autorizzazioni. Conclusivamente, osservo che gli atti di indagine fanno dubitare profondamente dell'esclusione dell'onorevole Ferri dal perimetro delle indagini, sebbene non sia mai stato iscritto nel registro degli indagati, mentre appare ben più plausibile che egli sia stato un chiaro bersaglio delle indagini, che erano in concreto indirizzate anche ad accedere nella sua sfera di comunicazioni. Inoltre, gli investigatori avevano contezza che si sarebbe svolto l'incontro all'Hotel Champagne e che vi avrebbero partecipato non uno, ma ben due deputati, ma non hanno avuto cura di interrompere un'attività investigativa che non poteva essere effettuata con quelle modalità. La captazione del 9 maggio non può, dunque, minimamente essere ritenuta casuale e, conseguentemente, non lo sono nemmeno le successive. Sulla base delle predette argomentazioni, la Giunta ha deliberato e, direi, a larghissima maggioranza, di proporre all'Assemblea di negare l'autorizzazione all'utilizzazione delle captazioni informatiche oggetto della domanda in titolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.

(Dichiarazioni di voto – Doc. IV, n. 10-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Sarà un intervento breve il mio, perché la relazione dell'onorevole Pittalis è stata ampia, esaustiva e puntuale e rimanda a un lavoro ancora più corposo rassegnato nella relazione della Giunta. Due premesse: si tratta di una decisione che ha carattere di unicità, perché è la prima volta che la Giunta per le autorizzazioni e questo Parlamento sono chiamati a delibare su una richiesta che nasce non da un procedimento penale, ma in seno a un procedimento disciplinare a carico di un magistrato. È stato, quindi, dal punto di vista tecnico, più complesso coordinare i principi rassegnati dalle sentenze della Corte costituzionale, oltre che dal quadro normativo di riferimento, con il nostro obiettivo, quello della tutela delle guarentigie parlamentari.

Questo lavoro è stato svolto con una difficoltà precisa perché, mentre nell'ambito di un procedimento penale la funzione di ricostruire il bersaglio delle indagini consente di accertare a valle se un'intercettazione è stata casuale o indiretta, anche con criteri che riguardano l'id quod plerumque accidit, cioè, quando sia ragionevole ritenere che un determinato soggetto rientri, appunto, nell'obiettivo delle indagini, ciò non è stato possibile in questa sede, perché il procedimento disciplinare si è caratterizzato per una dimensione, per così dire, statica, non dinamica. Cioè, mentre gli atti di indagine hanno una sequenza temporale, seguendo la quale è possibile ricostruire la curva degli accertamenti e delle indagini, in questo caso, il procedimento disciplinare è stato un contenitore nel quale sono stati riversati atti di più indagini penali, che noi abbiamo dovuto studiare così, in maniera complessiva. Nessuna di queste indagini, peraltro, aveva tra gli indagati l'onorevole Cosimo Ferri.

Ci siamo dati, quindi, un criterio tutto tecnico, che prescinde dal merito della vicenda, nella quale non siamo entrati e io non intendo affatto entrare. Non c'è nessuna notazione politica nella scelta che si è determinata in seno alla Giunta e per la quale io ho aderito e propongo di aderire alla proposta di negare l'autorizzazione delle intercettazioni. È un dato esclusivamente tecnico e questo dato ci dice che, sin dal mese di febbraio del 2019, dai primi provvedimenti in cui si chiedeva di intercettare il dottor Palamara, l'onorevole Ferri veniva rappresentato come una persona con lui in rapporti di strettissima relazione per la loro attività associativa. Addirittura, nella prima richiesta di autorizzazione a procedere, si dice che Palamara e Ferri insieme rappresentavano un punto di riferimento fermo di uno degli indagati. Che questo essere insieme un punto di riferimento sarebbe, poi, sfociato, per l'intercettazione svolta, come ricordava l'onorevole Pittalis, in attività ben sovrabbondanti quella associativa è, addirittura, connotato da elementi di opacità che, in altro provvedimento autorizzatorio delle intercettazioni, diventano lo sfondo delle condotte illecite contestate nei procedimenti penali. Questo quadro mi pare sia oggettivamente riconducibile a quello di un'ipotesi di concorso di persone nel reato, ragione per cui, nel bersaglio delle indagini, in cui era sicuramente inserito Palamara, non poteva non essere ipotizzato come allo stesso titolo presente l'onorevole Ferri.

Questa contestualità iniziale si è arricchita di ulteriori elementi, perché il numero delle conversazioni intercettate è andato via via aumentando nell'ordine delle decine, ci sono stati eventi anche conviviali, che sono stati, addirittura, oggetto di attività di polizia giudiziaria (fotografati, per essere più espliciti). Soprattutto, per arrivare alla conversazione principale, quella svoltasi nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 2019 presso l'Hotel Champagne, basti rilevare che, per la preparazione di quell'evento, ci sono state quattro o cinque conversazioni precedenti tra l'onorevole Ferri e il Palamara, circostanza che fa dire, al di sopra di ogni sospetto, al procuratore generale presso la Corte di cassazione che la presenza di Ferri in quell'occasione fosse praticamente prevedibile in termini di certezza. Questo evidentemente non è sfuggito anche alla procura e al pubblico ministero che, con una nota molto opportuna, ma, purtroppo, tardiva, il 10 maggio 2019 comunicava al GICO, con grande solerzia, l'esigenza di interrompere la captazione delle conversazioni di Palamara qualora egli avesse incontrato un parlamentare. Una solerzia in astratto virtuosa, ma, purtroppo, come dicevo, tardiva, perché, nel frattempo, nella notte tra l'8 e il 9 maggio, quella conversazione era stata ascoltata e registrata e non si può considerare - noi non riteniamo si possa considerare - una registrazione casuale, essendo stata preveduta con certezza la presenza dell'onorevole Ferri in quella sede. Si tratta, evidentemente, di una conversazione indiretta che merita di essere censurata non perché riguarda l'onorevole Ferri, ma perché riguarda un deputato di questa Camera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Manuela Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Grazie, Presidente. Questa domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche, così come è già stato illustrato dal relatore, è stata inviata alla Camera dal Consiglio superiore della magistratura nell'ambito di un procedimento disciplinare nei confronti del deputato Cosimo Ferri, che è anche un magistrato in aspettativa proprio per lo svolgimento del mandato parlamentare, per un fatto che si sarebbe verificato nel corso di questo mandato, ossia in data 9 maggio 2019 nel corso di un incontro alla presenza, oltre che dell'onorevole Ferri, di diversi componenti del CSM e del dottor Palamara.

È bene ricordare, signor Presidente, che l'onorevole Ferri non è mai stato iscritto nel registro degli indagati per i fatti oggetto delle indagini e, quindi, neanche poi oggetto dei conseguenti procedimenti penali. Dunque, per comprendere la casualità delle captazioni informatiche del 9 maggio si è dovuto innanzitutto verificare la data in cui il nome dell'onorevole Ferri compare per la prima volta negli atti di indagine, nonché comprendere i contorni del concetto di casualità applicato a un procedimento disciplinare e non penale. È, infatti, la prima volta che la Giunta si trovava ad essere investita di tale tipologia di richiesta.

Tornando, comunque, alla data in cui l'onorevole Ferri viene individuato con chiarezza nel corso delle indagini - perché, appunto, ricordiamo che non si tratta di una sola indagine, ma di più indagini che si sono sovrapposte -, addirittura è individuabile, signor Presidente, nella prima richiesta del pubblico ministero e nella relativa autorizzazione del GIP, dove si legge il nome dell'onorevole Ferri quale riferimento nel Consiglio superiore della magistratura dell'avvocato Amara, indagato in una di queste indagini penali. Lo stesso dicasi per la richiesta di autorizzazione delle captazioni informatiche del 22 marzo 2019, dove il nome dell'onorevole Ferri viene evidenziato tra i contatti telefonici costanti o, comunque, frequenti di Palamara. Anche nelle richieste di proroga delle intercettazioni, il nome di Ferri viene riportato tra il marzo e l'aprile 2019 e, in un arco temporale di meno di un mese (di circa una ventina di giorni), il numero di conversazioni tra il Palamara e il Ferri è stato più di una decina. Il pm scrive testualmente ad un certo punto: “Un rapporto di stretta frequentazione tra Palamara Luca e il magistrato (…) nonché deputato Ferri Cosimo Maria” citando, in particolare, un incontro avvenuto il 12 marzo, oltre ad altri contatti.

In data 11 aprile, l'onorevole Ferri viene non soltanto citato come deputato, ma viene addirittura fotografato e identificato anche attraverso le fotografie dalla Polizia giudiziaria. Quindi, è evidente che chi stava indagando aveva ben chiaro chi fosse l'interlocutore di Palamara e il suo ruolo di parlamentare, essendo stato, come dicevo, sia più volte citato che successivamente anche identificato e fotografato. L'incontro, tenutosi nella notte tra l'8 e 9 maggio, è un incontro che era stato abbondantemente e ampiamente organizzato e di cui, infatti, si trova traccia negli atti delle indagini. Questo per dire che chi stava ascoltando e chi stava cercando di comprendere se poi da quell'incontro potevano emergere elementi a carico degli indagati era assolutamente, totalmente e pienamente a conoscenza del fatto che a quell'incontro avrebbe partecipato l'onorevole Ferri, che, tra l'altro, nel luogo dell'incontro - e mi riferisco all'Hotel Champagne - dimorava abitualmente durante le sue permanenze a Roma.

Tralascio, signor Presidente, solo per brevità il fatto che siano state evidenziate irregolarità, perché sono state riscontrate registrazioni interrotte o, meglio, probabilmente tagliate, nonché sulle modalità di archiviazione delle stesse, in un server di cui non si è certi dove fosse esattamente collocato e forse addirittura neanche all'interno della procura, che, tra l'altro, non sarebbe stata la procura di competenza. Comunque, tutti questi elementi dimostrano, senza alcun dubbio, a mio avviso, il carattere non casuale né fortuito della captazione o delle captazioni, a seconda se dobbiamo valutarne una o più di una, con conseguente inutilizzabilità delle conversazioni, ex articolo 68, terzo comma, della Costituzione, nel procedimento disciplinare a carico dell'onorevole Ferri. Infatti, vi era la piena ed assoluta consapevolezza della partecipazione dello stesso, come dicevo prima, all'incontro avvenuto nella notte tra l'8 e il 9 maggio e qualcuno in quel momento avrebbe dovuto procedere a spegnere lo strumento di captazione per non riaccenderlo, signor Presidente, se non dopo avere ottenuto le necessarie autorizzazioni da questa Assemblea, ma ciò, purtroppo, non è avvenuto.

Il gruppo di Coraggio Italia, pertanto, voterà a favore del parere del relatore e, quindi, nel senso di negare l'autorizzazione all'utilizzazione delle captazioni informatiche nei confronti dell'onorevole Ferri all'interno del procedimento disciplinare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Catello Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. In ossequio alla relazione scrupolosa e certosina del collega Pittalis, che è espressione, Presidente, di un fine giurista che ha manifestato tutta la sua sensibilità e la sua capacità professionale rispetto alla delicatezza e alla complessità della questione sottoposta alla sua attenzione, io dovrei tacere e limitarmi a declinare l'espressione di voto favorevole rispetto all'esito della relazione. Però, ho piacere di sottolineare alcuni punti in maniera telegrafica, per far comprendere a quest'Aula qual è stato il percorso che ha portato la Giunta in larghissima maggioranza a decidere nei termini indicati dal collega Pittalis.

Allora, cominciamo col dire che il primo focus investigativo che ha individuato il collega Ferri come momento di attenzione della magistratura risale al 22 febbraio 2019 (tre mesi prima dell'episodio dell'Hotel Champagne). E ancora, con i successivi decreti di proroga, parlo di quelli dal 22 marzo in poi - in particolare, do qualche data, sebbene sia tutto nella relazione di Pietro Pittalis: quelli del 4 aprile e del 19 aprile - voi noterete tutti quanti un climax ascendente rispetto alla consapevolezza di chi fosse il collega Ferri e di quale potesse essere il suo contributo rispetto all'ipotesi contestualizzata dalle procure, prima quella di Roma e poi quella di Perugia, che, certamente, non hanno consentito - sembravano il preludio a una potenziale iscrizione che mai è avvenuta e mai avverrà in questa vicenda processuale - e certamente rendono prevedibili le altre successive intercettazioni.

Tanto è vero che questi spunti investigativi fanno riferimento alla stretta frequentazione fra Palamara e Ferri, all'essere riferimenti di altri all'interno del CSM, alle correnti. Si parla di correnti all'interno delle proroghe e si dice che queste correnti fanno da sfondo alle condotte illecite. Soprattutto, il rapporto fra i due, cioè fra Palamara e Ferri, è connotato, secondo l'impostazione di queste proroghe risalenti ad aprile, quindi ben prima del maggio del 2019, da elementi di opacità. Allora, se tutto questo è corretto, noi possiamo senz'altro ritenere che la consapevolezza c'era, e mi consentirete tutti quanti di addebitarla ad un misunderstanding fra Polizia giudiziaria e magistratura.

Come vedremo da qui a un attimo, la magistratura si rende conto di questa consapevolezza che la Polizia giudiziaria avrebbe dovuto avere e mantenere nei confronti del parlamentare, senza tradire quelle guarentigie costituzionali che noi siamo qui, dentro quest'Aula, a difendere. In particolare, nella proroga del 19 aprile vengono usate otto conversazioni fra Palamara e Ferri per giustificare la prosecuzione delle captazioni; vengono allegate due note della Guardia di finanza in cui uno dei protagonisti è proprio il Ferri ed è chiara, quindi, la volontà di accedere alle comunicazioni del parlamentare, da lì in avanti. Voglio ancora sottolineare la proroga del 15 maggio: questa è una proroga che interviene successivamente ai fatti dell'Hotel Champagne, ma è importante perché all'interno di questo decreto di proroga delle intercettazioni delle conversazioni si fa riferimento ai riscontri delle intercettazioni del 17 e 18 aprile.

Quindi, come vedete, anche in questo caso - è vero - la proroga è successiva ma i riferimenti investigativi sono risalenti e certamente precedenti all'incontro della sera fra l'8 e il 9 maggio 2019. Poi, esce tutto il misunderstanding - cioè l'incomprensione fra la magistratura che investiga e la Polizia giudiziaria, che è la longa manus della magistratura - nella nota del pubblico ministero di Perugia del 10 maggio al GICO di Roma: attenzione, dovete scollegare tutti i microfoni allorquando il Palamara si avvicina ai parlamentari e parla con i parlamentari. In quel momento - comprendiamo noi ma, in realtà, lo aveva compreso il pubblico ministero di Perugia, che cerca di correre ai ripari - la risposta del GICO è emblematica e dice “attenzione, procuratore, noi abbiamo verificato già questo la sera prima ( perché la nota è del 10) solo che lo abbiamo scoperto dopo”. Il problema è la contestualità, infatti, oltre all'organizzazione di questo incontro, che si evince in maniera palese da queste registrazioni non solo del 17 e 18 aprile ma anche da quelle fra il 7 e l'8 maggio, diciamo che le questioni giuridiche sono quelle che hanno sottolineato tutti gli altri colleghi che mi hanno preceduto, ma sono lampanti e sono soltanto due. La prima è l'uso delle captazioni. È possibile per un procedimento disciplinare? Le Sezioni unite della Corte di cassazione ci dicono “sì, è possibile” solo che ci danno anche il canovaccio per dirsi possibili, e cioè il soggetto sottoposto a procedimento disciplinare deve essere lo stesso indagato e l'uso delle intercettazioni deve essere legittimo, cioè devono essere captazioni legittimamente acquisite dalla procura. In questo caso specifico, noi sappiamo che Cosimo Ferri non è stato mai indagato dalla procura, quindi non è mai diventato soggetto attenzionato o iscritto all'interno del registro degli indagati, e soprattutto sappiamo che in questo caso specifico abbiamo una difficoltà, quella di individuare il momento esatto in cui è possibile palesare e ritenere inevitabile la consapevolezza che Cosimo Ferri fosse un parlamentare. Ebbene, qui qualcuno prima di me - non me ne voglia - ha parlato di dimensione statica. Sono parzialmente d'accordo, ma mi sento invece di ritenere che forse è più giusto e corretto mantenere ancora quella dimensione dinamica rispetto all'ipotesi della possibile indagabilità in astratto del soggetto coinvolto negli atti ai quali noi abbiamo fatto riferimento. Siccome abbiamo visto che tutti gli atti precedenti, da febbraio fino a maggio, hanno sempre circoscritto la dinamica dei rapporti fra Cosimo Ferri e Luca Palamara, da questo punto di vista non possiamo certamente prescindere da questa consapevolezza.

La seconda questione giuridica che mi sento di sottolineare è quella del lamentato non ascolto contestuale. C'era una norma, che poi è stata cancellata nel 2019, che imponeva l'ascolto contestuale ma - si badi bene - è stata cancellata non perché si potesse fare un'intercettazione a strascico, e quindi ascoltare un anno dopo quello che veniva captato molto tempo prima. Non è questo il senso, anche perché l'intercettazione, se ha un uso immediato, è quello dell'investigazione corrente, non quello che sarà poi il risultato dal punto di vista anche dibattimentale. La verifica va fatta in concreto, e quindi è impossibile ritenere che il mancato ascolto possa giustificare in qualche misura la casualità dell'intercettazione, non è questo il senso. Altrimenti, potremmo programmare intercettazioni a strascico sempre e comunque, e così bypassare allegramente le guarentigie costituzionali. Allora, per questi motivi, ritengo che non si possa non votare favorevolmente rispetto alle conclusioni dell'onorevole Pittalis e quindi escludere l'utilizzabilità delle intercettazioni per il collega Ferri (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. La relazione che abbiamo ascoltato prima dal relatore, l'onorevole Pittalis, riassume in modo sufficientemente chiaro tutta questa vicenda davvero singolare, davvero particolare, e credo che sia sufficiente rinviare a quanto in essa contenuto. Ometto le aggettivazioni perché la condivisione della comune idea politica con l'onorevole Pittalis potrebbe rendere le mie affermazioni sospette di partigianeria ma, in realtà, il lavoro che è stato svolto da lui, e prima ancora dalla Commissione, è stato un lavoro estremamente complesso, articolato, tradotto in una relazione puntuale, specifica e giuridicamente inappuntabile, assolutamente condivisibile in ogni caso.

Due soli gli elementi sui quali vorrei richiamare l'attenzione dei nostri colleghi, a partire possibilmente dai colleghi del gruppo, e cioè innanzitutto l'elemento delle assidue frequentazioni, che è stato più volte richiamato negli interventi che mi hanno preceduto e che rappresenta uno dei parametri ai quali la Giunta deve ancorarsi nella valutazione delle singole richieste. Qui l'assidua frequentazione tra il principale indagato, cioè il dottor Palamara, e l'onorevole Ferri è stata più volte ricordata, perché più volte indicata dagli stessi magistrati e dalla stessa Polizia giudiziaria, fino ad arrivare a un episodio che ha molto colpito la Giunta nel corso dell'audizione dell'onorevole Ferri a proposito addirittura di un approfondimento che è stato disposto per accertare se una ricorrenza onomastica di un congiunto che aveva invocato in una delle conversazioni fosse davvero effettiva. Quindi è stato condotto un approfondimento ed è stato verificato che effettivamente a quella data uno dei due figlioli dell'onorevole Ferri festeggiava il suo compleanno. Addirittura, gli investigatori avevano a disposizione la situazione di famiglia dell'onorevole Ferri. Dire che non si sapesse di chi si stava ovviamente approfondendo la condotta sembra davvero un'affermazione azzardata.

L'altro elemento sul quale la Giunta si sofferma è quello del perimetro e dell'obiettivo delle indagini. Anche qui, sebbene non formalmente iscritto nel registro degli indagati, è evidente, traspare da tante attività investigative poste in essere, dalle qualificazioni, dagli apprezzamenti che sono stati fatti, come l'onorevole Ferri fosse assolutamente ricompreso nel perimetro delle indagini, fosse obiettivo di indagini, tanto che, come è stato ricordato, nella nota di maggio viene affermato testualmente: segna un percorso investigativo da approfondire la relazione esistente tra Palamara e Ferri. Quindi, un'esigenza che veniva chiaramente rappresentata e sottolineata. Per il resto, è sufficiente leggere le dichiarazioni assunte nel corso delle audizioni, il materiale acquisito, gli interventi dei commissari e la relazione finale dell'onorevole Pittalis. Io davvero invito tutti i colleghi a leggere il fascicolo in distribuzione oggi, dove c'è la sintesi del lavoro della Commissione, perché rappresenta un affresco, per certi versi inquietante, di quale sia oggi lo stato della giustizia nel nostro Paese e di come addirittura si pretenda, da parte di un organo di rilevanza costituzionale, di utilizzare degli atti la cui acquisizione è avvenuta in modo manifestamente illegale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva). Io credo che tutti noi parlamentari dovremmo, a prescindere dalle nostre posizioni, a prescindere dalla nostra collocazione partitica, condurre una seria, rigorosa riflessione su questo aspetto, perché questo costituisce un elemento fondamentale di difesa dei singoli cittadini, ma soprattutto di difesa dello Stato democratico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. La relazione del collega Pittalis è particolarmente esaustiva e dà conto di una attività complessa fatta dalla Giunta su una vicenda molto complessa, la cui complessità deriva, in parte, dal fatto che si tratta di una prima volta. È la prima volta che la Giunta si pronuncia sulla richiesta di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni nell'ambito di un procedimento disciplinare. Come è già stato detto da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, questo comporta alcune particolarità, perché, intanto, essendo un procedimento disciplinare figlio di inchieste penali, questo non consente, a chi è oggetto del procedimento disciplinare, di aver accesso all'intera mole dei documenti versati nel procedimento penale da cui origina il procedimento disciplinare. Questo ovviamente crea qualche complicazione e difficoltà. Ma è stata un'attività complessa, quella dell'istruttoria in Giunta, anche perché la mole dei documenti versati nel fascicolo era veramente imponente, migliaia di pagine. Ciò ha comportato anche, inizialmente, la necessità di una interlocuzione con il CSM, cioè con l'organo procedente nel procedimento disciplinare, perché inizialmente non si capiva neanche quali fossero le conversazioni oggetto di richiesta di autorizzazione. Erano state depositate, mi pare, oltre 60 conversazioni, che coinvolgevano, tra l'altro, anche terzi e figure non presenti nel procedimento disciplinare. Questo ha comportato la necessità appunto di una interlocuzione, che poi ha ridotto il perimetro a sole quattro captazioni informatiche.

La complessità, quindi, è stata particolarmente evidente e noi abbiamo cercato di fare una valutazione molto tecnica, ossia una valutazione tecnico-giuridica, che lasciasse fuori dalla porta – come, peraltro, abbiamo sempre cercato di fare quando abbiamo lavorato in Giunta per le autorizzazioni - ogni considerazione di natura politica. Infatti, questo è il nostro compito: cercare, anche in queste vicende, che peraltro hanno evidentemente riflessi di natura politica, di far prevalere valutazioni di natura tecnico-giuridica, lasciando fuori dalla porta considerazioni di natura puramente politica. Questo è stato un po' l'impegno che ci siamo presi, sapendo che è una vicenda particolarmente complessa, nella quale vengono in gioco le questioni che sempre vengono in gioco quando si parla di autorizzazione di intercettazioni. La valutazione dirimente è se le intercettazioni parlamentari, di cui si chiede l'utilizzazione, possano essere considerate casuali o indirette, laddove per casuali si intendono quelle intercettazioni che hanno captato conversazioni del parlamentare in maniera del tutto fortuita – quindi, intercettando terzi che parlano con un parlamentare e il parlamentare entra dentro la conversazione e, in maniera del tutto fortuita, gli inquirenti intercettano conversazioni parlamentari, cosa che rende legittimo l'utilizzo delle intercettazioni anche nei confronti del parlamentare - rispetto a quelle indirette che sono invece quelle che intercettano una conversazione parlamentare, in cui si parla con terzi indagati, nella consapevolezza da parte degli inquirenti del fatto che il terzo parlerà con il parlamentare. E ciò, quindi, diventa un modo per aggirare la norma costituzionale, posta a presidio delle garanzie dei parlamentari. Questo è l'oggetto della valutazione che abbiamo dovuto fare. Devo dire che, nelle considerazioni che sono state ricordate dal relatore e anche dai parlamentari che mi hanno preceduto, si trova un criterio che ci ha indotto poi a condividere la relazione e le conclusioni della relazione del collega Pittalis. Mi pare dirimente sotto questo profilo - l'ho già detto anche in Giunta per le autorizzazioni, e lo ripeto qui in Aula - un documento che è quello della richiesta del pubblico ministero del 15 maggio del 2019 di proroga delle captazioni informatiche del telefono del dottor Palamara. In quella richiesta di proroga il pubblico ministero cita espressamente i rapporti tra Luca Palamara e Cosimo Ferri come caratterizzati da contesti non meglio specificati. Un intero paragrafo è dedicato a “gli ulteriori elementi acquisiti sulla figura di Cosimo Ferri” e si cita un incontro; poi, si deduce che quell'incontro costituisce un incontro tra Palamara e Ferri, un percorso investigativo da approfondire. Ora, considerare che tutte le conversazioni e le captazioni informatiche successive a questa richiesta di proroga del pubblico ministero non siano da considerare intercettazioni indirette, che indirettamente son state finalizzate anche a captare elementi a carico di un parlamentare, a me parrebbe un esercizio spericolato. Mi pare evidente che questo documento, questa richiesta di proroga del pubblico ministero del 15 maggio 2019, attesta, in maniera direi limpida, che il collega Cosimo Ferri in quel momento era certamente dentro il perimetro di un'attenzione e dell'indagine dei pubblici ministeri, che stavano indagando nei confronti di Luca Palamara, ma che, appunto, attestavano la necessità di approfondire un percorso investigativo che riguardava anche Cosimo Ferri. Parlavano di elementi acquisiti sulla figura di Cosimo Ferri e, quindi, mi pare evidente che egli fosse dentro il perimetro dell'oggetto dell'indagine. Questo ci consente certamente di ritenere che le conversazioni, di cui viene chiesta l'autorizzazione a carico di Cosimo Ferri in data successiva al 15 maggio 2019 - e cioè quelle del 21, 28 e 29 maggio 2019 - sono non autorizzabili, perché si tratta di captazioni acquisite di conversazioni indirette e non casuali. Quindi, questo è uno spartiacque che noi riteniamo certamente decisivo.

Per quanto riguarda la conversazione e la captazione informatica del 9 maggio, quella del famoso Hotel Champagne, la questione è meno semplice, perché non c'è un documento così evidente che attesta che si trattasse di intercettazioni indirette, e non casuali. Tuttavia, ci sono una serie di elementi che emergono dal poderoso fascicolo che abbiamo avuto modo di analizzare e che è figlio - lo voglio anche dire - di una leale e corretta relazione del CSM che non ci ha fatto avere solo le captazioni informatiche di cui chiedeva l'autorizzazione, ma l'intero fascicolo, in modo che noi fossimo in grado di capire dall'intero fascicolo, se effettivamente quelle captazioni fossero casuali o indirette. Infatti, solo dalla valutazione dell'intero fascicolo, cioè dell'intera indagine in corso, potevamo essere in grado di capirlo.

Questo ci ha consentito, effettivamente, di appurare che anche nelle precedenti richieste del pubblico ministero e nelle decisioni del GIP di autorizzare le proroghe delle intercettazioni del telefono del dottor Palamara, già allora, la figura di Cosimo Ferri era - noi riteniamo - dentro il perimetro dell'attenzione delle indagini che stava svolgendo la procura di Perugia.

È stato già citato, ma lo ricordo: il 3 aprile la proroga del GIP parla di Palamara che orienta le decisioni del CSM e - questo corrobora l'ipotesi accusatoria che fa da sfondo alle condotte illecite - di Cosimo Ferri, che in quanto esponente di una corrente della magistratura condiziona l'andamento del CSM. Come veniva ricordato, già allora 9 conversazioni erano intercettate tra Palamara e Ferri, questo il 4 aprile; il 19 aprile, il pubblico ministero parla di rapporti di stretta frequentazione tra Cosimo Ferri e Luca Palamara, parla di altri contesti tra i due, connotati da elementi di opacità; vengono riportate in quell'occasione otto conversazioni; un incontro dell'11 aprile con Cosimo Ferri è stato fotografato già, appunto, l'11 aprile.

Insomma, vi è una serie di elementi che ci fa ritenere in tutta e totale serenità che anche quella conversazione captata il 9 maggio, quella del famoso hotel Champagne, non possa ritenersi casualmente captata, ma indirettamente captata, perché il collega Ferri era già dentro il perimetro delle indagini.

Questa è la ragione per la quale noi riteniamo che le conclusioni e l'analisi delle conclusioni fornite dalla relazione del collega Pittalis siano del tutto condivisibili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ingrid Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Il relatore Pittalis ha fatto una relazione esaustiva di tutto il lavoro che è stato fatto in Giunta; come ha detto chi mi ha preceduto, è stato un lavoro tecnico e veramente di notevole approfondimento. Stiamo parlando di un procedimento disciplinare da parte della procura generale presso la Corte di cassazione nei confronti dell'onorevole Ferri. L'onorevole Ferri non è indagato in alcun procedimento penale e, quindi, per la prima volta la Giunta si è trovata in questa situazione, a dover decidere, appunto, sull'acquisizione di intercettazioni e la loro utilizzabilità in un procedimento disciplinare. Quindi, a maggior ragione è stato un lavoro veramente tecnico e di grande approfondimento.

Voglio precisare, ancora, che la Giunta ha dovuto chiedere in maniera specifica al CSM l'individuazione dell'oggetto di questa domanda che è pervenuta alla Giunta solamente nel settembre del 2021. Ora, viene richiesto a questa Camera di poter utilizzare queste captazioni ritenendole, appunto, casuali, come diceva prima il relatore, tuttavia, come già hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, queste conversazioni non sono assolutamente casuali e vi spiego anche il perché, in maniera abbastanza sintetica.

L'onorevole Ferri è stato intercettato per mesi dalla Polizia giudiziaria perché, già nel marzo del 2019, la Guardia di finanza nelle trascrizioni individua Cosimo Ferri come interlocutore abituale del dottor Palamara; quindi, visto che si trattava di un interlocutore abituale, il fatto che sarebbero avvenute delle conversazioni tra i due era palesemente prevedibile da chi stava facendo tutte quante le indagini; ma c'è di più, nella nota del 18 aprile 2019 di richiesta, appunto, di autorizzazioni di proroga di queste intercettazioni nei confronti di altro soggetto in un procedimento penale, la Polizia giudiziaria individua il fatto che ci siano dei contesti connotati da elementi di opacità, quindi, ci sono quei primi elementi un po' dubbi. In quella stessa nota del 18 aprile 2019 è quindi confermato nero su bianco che l'onorevole Ferri era già entrato in quel perimetro delle indagini e, quindi, gli investigatori sapevano benissimo che uno degli interlocutori era un parlamentare.

Ma c'è dell'altro. Prima della famosa riunione del 9 maggio presso l'hotel Champagne a Roma ci sono cinque conversazioni preparatorie di quell'incontro, intercettate il 7 e l'8 maggio 2019, che preannunciavano, appunto, la partecipazione del collega Ferri alla riunione del 9 maggio. Quindi, quando la Guardia di finanza ha ascoltato le conversazioni captate con trojan del 9 maggio sapeva che uno degli interlocutori era un parlamentare, lo sapeva dal marzo del 2019. Ma c'è un'ulteriore cosa un po' strana in questa vicenda: il procuratore di Perugia, solamente il 10 maggio del 2019, con una nota, afferma testualmente che: laddove da elementi certi dalle intercettazioni, quindi telefoniche e telematiche, in essere nei suoi confronti emerga che Palamara sia prossimo ad incontrare un parlamentare, ad esempio, prenda un appuntamento direttamente con un parlamentare o conversi con un terzo, emerga con certezza la presenza di un parlamentare o di altro soggetto sottoposto a regime autorizzatorio speciale, sarà vostra cura - dice il pubblico ministero alla Polizia giudiziaria - non attivare il microfono, trattandosi in tal caso - ad avviso di questo pubblico ministero - non più di intercettazione indiretta casuale di un parlamentare. Guarda caso, il pubblico ministero fa questa annotazione solamente il 10 maggio 2019, a posteriori, dopo la riunione ascoltata il 9 maggio 2019, annullando, quindi, ovviamente, de plano, tutte le intercettazioni avvenute mediante il trojan del 21, 28 e 29 maggio 2019. Vedete, questa annotazione avvalora il fatto che la Polizia giudiziaria non dovesse assolutamente più attivare quel microfono dal marzo, però, del 2019, non solamente a maggio 2019, quindi, dopo che per la prima volta era stato individuato come interlocutore del dottor Palamara quel Cosimo, come appunto lo identifica la Polizia giudiziaria, sapendo benissimo che si trattava di un parlamentare.

Ma c'è ancora di più: tutte le intercettazioni sono state ascoltate in ritardo, ma non può passare quel principio che basterebbe ascoltare in ritardo le conversazioni intercettate per renderle tutte casuali, con l'elusione ovviamente della Costituzione e della legge n. 140 del 2003. Non può passare, quindi, il principio che l'ascolto postumo di una conversazione sia il momento per determinare se la conversazione è indiretta oppure è casuale. C'è un'ulteriore cosa strana: dall'audizione che abbiamo fatto dell'onorevole Ferri sono emerse le modalità con le quali questa ditta privata ha eseguito le captazioni, modalità che fanno sorgere ulteriori dubbi e hanno fatto sorgere ulteriori dubbi alla Giunta anche sulla possibilità di accesso, di copia e di modifica dei dati da parte di soggetti privati ed hanno evidenziato dei tagli per complessivi minuti di quelle trascrizioni. Questi elementi, quindi, rafforzano i dubbi sulla completezza e sull'attendibilità del materiale che, poi, è confluito nel procedimento disciplinare e che la Giunta ha esaminato. È opportuno dirlo questo in quest'Aula, in maniera forte e chiara.

Ci sono altre due cose su cui voglio soffermarmi e, poi, concludo: innanzitutto, voglio richiamare l'attenzione di quest'Aula sull'articolo 15 della Costituzione che dice che ogni forma di comunicazione è inviolabile. Un parlamentare, prima di essere tale, è sempre e comunque un cittadino a cui viene sempre applicato il contenuto dell'articolo 15 della Costituzione. Ecco, in questo caso, c'è stata in modo assoluto la violazione della privacy nei confronti dell'onorevole Ferri; che questo ovviamente sia chiaro. Poi, un ultimo punto: è lampante il fumus persecutionis nei confronti del collega, perché nonostante fin dal marzo 2019 la Polizia giudiziaria sapesse della presenza di un parlamentare in quelle intercettazioni ha continuato a farle. L'onorevole Ferri è stato palesemente bersaglio di quelle intercettazioni.

Quindi, per tutti questi motivi, la Lega voterà a favore della relazione dell'onorevole Pittalis e, quindi, per la non utilizzabilità delle intercettazioni e captazioni nei confronti dell'onorevole Ferri, perché è necessario che le garanzie dell'articolo 68 della Costituzione nei confronti di un parlamentare di questa Camera vengano sempre fatte rispettare e vengano sempre tutelate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie Presidente, colleghi deputati e deputate, la decisione che oggi ci accingiamo a prendere in quest'Aula riguarda la richiesta di autorizzazione all'utilizzo di captazione informatica nei confronti del deputato Cosimo Maria Ferri avanzata dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Ci tengo a precisare all'Aula che si tratta di un'autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni finalizzate all'utilizzazione delle stesse non in un procedimento penale, ma dal CSM per eventuali violazioni di regole deontologiche commesse dal magistrato, oggi deputato, Cosimo Ferri. In particolare, è stato chiarito che il magistrato, benché si trovi in aspettativa, debba, comunque, rispettare il proprio codice deontologico. Oggetto delle captazioni sono diverse intercettazioni di conversazioni acquisite a mezzo del captatore informatico all'utenza mobile in uso al dottor Luca Palamara, nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia. Nello specifico, si tratta di captazione relativa a un incontro avvenuto il 9 maggio 2019 presso l'Hotel Champagne di Roma tra l'onorevole Ferri, l'onorevole Luca Lotti, nonché il dottor Luca Palamara e altri cinque magistrati del CSM, al fine di concordare alcune future nomine di direttivi di vari uffici giudiziari, tra cui la nomina del procuratore della Repubblica di Roma, fatti per i quali il CSM ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del deputato Cosimo Maria Ferri nella sua qualità di magistrato in aspettativa per mandato parlamentare, accusato, altresì, di aver tenuto - e cito testualmente - un comportamento gravemente scorretto nei confronti di altri magistrati.

Il deputato Ferri, in sede di audizioni presso la Giunta per le autorizzazioni a procedere, ha sostenuto, tra l'altro, che la captazione a mezzo trojan delle conversazioni del 9 maggio 2019 debbano qualificarsi come non casuali, ma indirette, con conseguente violazione delle guarentigie previste dall'articolo 68, comma 3, della Costituzione e dall'articolo 41 della legge n. 140 del 2003. Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo la ferma convinzione che le intercettazioni che hanno coinvolto il deputato Ferri, per quanto a noi sottoposte, siano invece di natura fortuita e casuale. Infatti, la giurisprudenza costituzionale ed in particolare la sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 2013, ai fini della rintracciabilità del fumus persecutionis, ritiene necessario individuare il momento in cui l'indagine possa avere eventualmente mutato indirizzo, trasformando l'intercettazione casuale in un obiettivo diretto delle captazioni. In sostanza, occorre verificare se e quando l'intercettazione di un soggetto diverso dal parlamentare - nel nostro caso l'intercettazione Palamara – sia, in realtà, finalizzata ad intercettare il parlamentare, nel nostro caso appunto il deputato Ferri. In questo scenario, ci risulta veramente difficile sostenere che le attività di indagine che erano state svolta nei confronti del magistrato Palamara per fatti di corruzione, in realtà, erano finalizzate a captare le conversazioni dell'onorevole Ferri e, quindi, del magistrato in aspettativa Ferri. Una posizione, la nostra, che si basa sulla giurisprudenza costituzionale innanzi richiamata e sulla lettura puntuale di quanto contenuto nel fascicolo. Difatti, non ci sembra neanche presumibile l'esistenza di un fumus persecutionis nei confronti del deputato Ferri per il semplice motivo che le intercettazioni avvenute nei confronti del magistrato Palamara per essere definite come indirette dovevano essere compiute nell'utenza del magistrato Palamara, anche con il fine di acquisire le conversazioni di Ferro. Doveva, altresì, apparire evidente il mutamento dell'indirizzo e l'atto di indagine e questo non è mai avvenuto. Inoltre, ad adiuvandum di questa impostazione tecnica che ho appena enunciato, vi è anche il numero delle conversazioni del magistrato Palamara che risulta abnorme rispetto al numero di conversazioni captate con il deputato Ferri, così come gli incontri e le conversazioni abituali che lo stesso Palamara intratteneva con diversi soggetti, non solo magistrati, ma anche della società civile. È evidente, a nostro avviso, che le sopraddette captazioni siano, quindi, qualificabili come casuali. Tra l'altro, la giurisprudenza costituzionale ha più volte ribadito che la garanzia costituzionale, di cui gode il parlamentare in forza dell'articolo 68, non è quella di essere oggetto di intercettazioni nell'ambito di attività investigative svolte nei confronti di terzi, ma soltanto quella di non essere oggetto di intercettazioni mirate, effettuate senza la previa autorizzazione della Camera di appartenenza. Quando, infatti, come nel caso di specie, il parlamentare non solo non risulti iscritto nel registro degli indagati, per non essere state emesse ipotesi di reato a suo carico, ma non risulti neppure che lo stesso sia inserito nel perimetro delle indagini, si deve escludere che le intercettazioni abbiano natura indiretta; e le stesse considerazioni tecniche mi sento di fare anche per l'altra eccezione che era stata sollevata dal deputato Ferri, relativamente all'articolo 68, comma 1 della Costituzione e, quindi, sull'insindacabilità delle frasi contenute all'interno delle intercettazioni, perché è chiaro che non vi è alcun nesso funzionale tra quelle dichiarazioni e l'attività parlamentare, anzi, semmai un eventuale diniego dell'utilizzabilità di tali intercettazioni va a interferire su quella che è proprio l'attività della sezione disciplinare del CSM e, quindi, nel valutare nel merito se c'è stata o meno una violazione del codice deontologico.

Per queste ragioni, nel rispetto delle garanzie e princìpi costituzionali, il MoVimento 5 Stelle sulla base delle motivazioni appena enunciate, riconferma in Aula quanto già espresso in Giunta per le autorizzazioni e per tale motivo dichiaro il voto contrario del MoVimento 5 Stelle sulla relazione del collega Pittalis e quindi a favore dell'utilizzabilità di queste intercettazioni che, ripeto non ci sembra siano qualificabili come indirette ma, tutt'al più, come casuali e fortuite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevoli colleghi, fatico a credere che un parlamentare di quest'Aula, di un partito che ha manifestato diverse contraddizioni nei temi della giustizia, a partire dal loro stesso leader, non abbia chiaro il testo dell'articolo 68 che, prima che a noi, che dobbiamo esserne, in qualche modo, i tutori, dovrebbe essere chiaro ai magistrati, che sono quelli che le leggi e la Costituzione applicano. Il testo dice che: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni (…)”; e poi aggiunge: “Analoga autorizzazione è richiesta” – si parla di membri del CSM – “per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma” - cari colleghi 5 Stelle, in qualsiasi forma! Un italiano ineccepibile – “di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”.

Quindi è tutto chiaro; Palamara viene intercettato già di per sé abusivamente, con quell'orrido strumento che si chiama trojan, parla con suoi colleghi magistrati come Cosimo Ferri che è anche diventato parlamentare; conoscono, quelli che intercettano, l'articolo 68 e lo violano! Sono loro fuorilegge; hanno violato un articolo sacro della Costituzione. Che non lo voglia capire, per ragioni di interesse strumentale, un nemico di Palamara nel CSM lo capisco, ma che un parlamentare non voti all'unanimità per difendere se stesso, non lo capisco, perché vuol dire non avere letto l'articolo 68, che parla di “qualsiasi forma”, anche preterintenzionale (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Italia Viva)!

Cosimo Ferri deve essere tutelato da noi, come fece Napolitano la volta che, durante Tangentopoli, in cui questa materia era molto calda, la Finanza volle entrare in Parlamento e lui la bloccò, nobile gesto del futuro Presidente, perché le garanzie di questa Aula sono garanzie della Nazione per tutti i cittadini; quello che non viene garantito a noi non viene garantito ai cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Italia Viva)! È vero che voi non rappresentate più niente, ma dovreste avere l'onore e il decoro di rappresentare voi stessi, in questo Parlamento. Vergognatevi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Delmastro Delle Vedove. Però, posso darle la parola soltanto a titolo personale, presidente, anche perché ha parlato il relatore e lei non era iscritto. Comunque, a lei la parola.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Io volevo ringraziare il relatore Pittalis per la relazione assolutamente articolata, precisa e ficcante.

PRESIDENTE. Perfetto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Devo dire che è buona norma del presidente non intervenire, l'ho fatto solo in un precedente contesto, però devo dire che non si può fare una distinzione fra l'approdo, che sia di natura processuale o solo procedimentale interno al CSM. Vi dirò di più, caro Presidente: vi è la spiacevole sensazione che siamo di fronte a un regolamento di conti in seno alla magistratura, in cui né la Giunta per le autorizzazioni a procedere che mi onoro di presiedere né la Camera dei deputati devono entrare, avendo di mira e non nel mirino soltanto il rispetto della separazione dei poteri e il rispetto della nostra Costituzione. E, allora, Presidente, senza voler entrare nel dettaglio, avendo già in maniera più che esaustiva articolato e argomentato la posizione della Giunta alla quasi unanimità l'onorevole Pittalis, è necessario, forse, precisare che in quest'Aula noi non stabiliremo se quelle intercettazioni fossero legittime o illegittime; ci limiteremo a stabilire se possano essere utilizzate - e io aggiungo per un regolamento di conti - all'interno del CSM o meno, o se non potessero essere utilizzate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). E l'inutilizzabilità, Presidente, è chiara, soverchia, evidente, lampante: vi è uno stillicidio della presenza dell'onorevole Cosimo Ferri fin dalle prime battute delle indagini ed è tardivo un pubblico ministero che sente il dovere - e già questo è strano - di precisare a chi indaga che, se vi è un deputato, non deve essere attivata la registrazione.

PRESIDENTE. Concluda, è scaduto il tempo che le avevo concesso.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Ed è accaduto: quel deputato era da febbraio presente in tutte le intercettazioni e chiunque non potrebbe dire, in buona fede, che quelle intercettazioni fossero casualmente orientate. Erano causalmente orientate (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e per questo motivo è necessario respingerne l'utilizzabilità, conformemente alla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Voglio precisare che lei ha parlato a titolo personale, semplicemente perché non c'è mai stata un'iscrizione ufficiale, formale da parte sua o del suo gruppo e per la Giunta ha parlato il relatore.

Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. A titolo personale? Su cosa?

DAVIDE CRIPPA (M5S). Se mi accende il microfono, Presidente, sono in grado di intervenire. Per un richiamo al Regolamento, perché mi spiace dover constatare che un presidente di Giunta, poi lei l'ha corretto, ma forse un po' troppo tardivamente, Presidente, perché l'ha fatto parlare per parecchi minuti, salvo, poi, rettificare che l'intervento era a titolo personale, quando…

PRESIDENTE. Ha parlato due minuti come il deputato Sgarbi.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Io però le ribadisco che, in realtà, lei ha dato la parola non a titolo personale al presidente della Giunta; l'ha ribadito alla fine dell'intervento (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). A mio avviso credo sia abbastanza grave che si sia cercato di farlo ed è ancora più grave, a mio avviso, che un presidente di Giunta intervenga a titolo personale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) su un fatto della Giunta per le autorizzazioni all'interno di questo sistema della Camera dei deputati; è una questione di rappresentanza. Pur pensandola diversamente, caro collega di Fratelli d'Italia, io credo che oggi vi sia veramente la necessità di ristabilire il rispetto dei ruoli che si hanno all'interno di questa Camera. Evidentemente, quell'intervento a titolo personale non lo può fare il presidente della Giunta per le autorizzazioni. Non lo può fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non può essere posto a difesa di un principio, secondo lui, sacrosanto. Ma lo faccia fare a qualche altro collega! Evidentemente, la posizione della Giunta, oggi, è stata portata dal relatore, in questo caso dall'onorevole Pittalis. E non sto entrando nel merito, colleghi, la pensiamo diversamente su questo tema, ma è un fatto di principio: non possiamo lasciare in mano, in questo caso, un intervento a titolo personale al presidente della Giunta. A mio avviso, è un po' un errore, è una caduta di stile del deputato di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie a lei, però mi corre l'obbligo di risponderle, intanto per precisare che la Presidenza, quando ha dato la parola al deputato Delmastro Delle Vedove l'ha fatto precisando subito - subito! - che l'intervento sarebbe stato a titolo personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e anche spiegando la ragione per la quale l'intervento era a titolo personale. Dopodiché, il Regolamento non vieta al presidente della Giunta di fare un intervento a titolo personale e, quindi, era nel suo pieno diritto effettuarlo, esattamente come è capitato. Poi, sull'opportunità, ognuno può esprimere i giudizi che vuole, ma un conto è l'opportunità e un conto è il rispetto del Regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Italia Viva).

Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Su che cosa?

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, sul richiamo al Regolamento ha già ampiamente risposto lei, però mi permetta solo di aggiungere due questioni all'attenzione del collega che richiama il rispetto delle istituzioni e dei ruoli istituzionali e mi pare che non sia proprio quello dei 5 Stelle il pulpito migliore dal quale far provenire questa rimembranza che è, appunto, il ruolo delle istituzioni. Dopodiché, il collega Delmastro Delle Vedove, ovviamente, non ha alcuna necessità di difesa d'ufficio, però vorrei ricordare a tutti - e prima di tutto al capogruppo del MoVimento 5 Stelle - che prima di avere il ruolo di presidente della Giunta per le autorizzazioni è un parlamentare e, in quanto parlamentare, il Regolamento prevede la possibilità di intervenire a titolo personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Esattamente come aveva precisato la Presidenza poco fa.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Mi dispiace che questo le dia fastidio o le abbia irritato questo mercoledì pomeriggio, però così è e così continuerà ad essere.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione – Doc. IV, n. 10-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di negare l'autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti del deputato Cosimo Maria Ferri.

Preciso che chi intenda negare l'autorizzazione, deve votare “sì”, e chi intenda concederla, deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65)(Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Italia Viva).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recante delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.

Poiché, tuttavia, la V Commissione (Bilancio) non ha ancora espresso il prescritto parere, il seguito dell'esame del provvedimento si intende rinviato ad altra data.

Modifica nella composizioni di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 12 gennaio 2022, la deputata Lucia Scanu, già iscritta al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Coraggio Italia.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, agli interventi di fine seduta.

Prego i colleghi deputati che volessero allontanarsi dall'Aula di farlo silenziosamente e velocemente, per consentire ai colleghi che si sono iscritti per gli interventi di fine seduta di svolgerli nel silenzio che è nel loro pieno diritto.

Ha chiesto di parlare la deputata Lucia Scanu. Ne ha facoltà.

LUCIA SCANU (CI). Grazie, Presidente. Sono costretta a intervenire nuovamente sulle condizioni drammatiche della sanità in Sardegna, in particolare sulla situazione gravissima dell'ospedale “San Martino” di Oristano. Ormai è sotto gli occhi di tutti che interi reparti verranno chiusi; verranno chiusi per via della carenza cronica di personale. Senza le persone resteranno soltanto stanze vuote, il simbolo di una sanità abbandonata a se stessa, il simbolo di una politica regionale sorda alle grida di disperazione di pazienti e personale medico. L'ultimo drammatico bollettino di guerra ci dice che c'è un solo medico che deve occuparsi dei codici rossi, dei codici gialli e, contemporaneamente, dei casi COVID. Ci rendiamo conto della gravità? Colleghi, senza personale verrà chiuso anche il reparto di pediatria e quindi il punto nascita del San Martino, un servizio fondamentale per un ospedale di rilievo provinciale, con un bacino di utenza di oltre 160 mila abitanti, ovvero il terzo in Sardegna.

Mi chiedo: possiamo davvero andare avanti con inutili promesse fatte dalle istituzioni locali? Serve un intervento immediato dello Stato per scongiurare l'ulteriore smantellamento della sanità sarda, svenduta ai privati da una classe politica locale miope. Per questo, invito ancora il Ministro Speranza, affinché intervenga al più presto per evitare queste ulteriori chiusure.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà per due minuti.

JESSICA COSTANZO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Un altro esempio del disastro governativo che si sta consumando sulla pelle dei cittadini in tema di green pass e, in generale, di gestione della pandemia è rappresentato proprio dall'assurda situazione di chi, da positivo, continua ad essere in possesso di un green pass valido. Il DPCM che è entrato in vigore lo scorso 17 dicembre annunciava che avrebbe risolto tutto; prevedeva che, in caso di accertamento di soggetti positivi al COVID e in possesso di green pass valido, la piattaforma nazionale revocasse temporaneamente il certificato. La revoca avrebbe poi dovuto essere annullata in modo automatico con l'emissione del nuovo green pass in seguito alla guarigione. Peccato che nulla si stia verificando. Ci sono esempi conclamati, è avvenuto anche all'ex sindaco di Roma Alemanno, a Guido Crosetto, a tanti altri. Sono troppi i casi di denuncia del malfunzionamento del sistema e c'è chi continua ad avere il green pass da positivo e se ne vede revocare la validità da un giorno all'altro, senza alcuna motivazione logica. Allora, Presidente, non sono forse questi continui inceppamenti della macchina organizzativa a contribuire alla risalita vertiginosa dei contagi? Non è forse responsabilità, più che di una minoranza inascoltata e derisa, di un Governo nato per fronteggiare la pandemia, ma che, invece, non riesce più a tenere il bandolo della matassa? Piuttosto che continuare a emanare decreti su decreti, con norme contraddittorie in aperto contrasto una con l'altra, generando confusione e rabbia, non sarebbe più opportuno preoccuparsi di rendere effettive le disposizioni già in vigore?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Loss. Ne ha facoltà per due minuti.

MARTINA LOSS (LEGA). Grazie, Presidente. Nella giornata di ieri alla questura di Trento è stato segnalato l'arrivo di una lettera sospetta indirizzata al presidente della regione Trentino-Alto Adige, Maurizio Fugatti. A un controllo degli artificieri dell'Arma dei carabinieri nella busta è stato rinvenuto un proiettile di pistola, accompagnato dal messaggio intimidatorio: “Questo è il booster per te, Ferro e company”, senza rivendicazione. Il proiettile e il messaggio indirizzati al presidente Fugatti, al direttore dell'azienda sanitaria trentina Antonio Ferro e al resto della task force provinciale che si occupa di contrastare la pandemia in Trentino costituiscono un segnale inaccettabile, una minaccia che, purtroppo, si aggiunge alle altre ricevute dal presidente Fugatti, il quale vive già sotto scorta dal maggio 2021.

L'assurdo gesto è ancora più grave, proprio perché rivolto a un amministratore che, da sempre, si è dimostrato aperto al confronto con tutti i cittadini, sia portando le riunioni della Giunta nei comuni trentini per essere vicini al territorio, sia istituendo gli incontri diretti con i cittadini. Una novità per il Trentino che ha dimostrato la totale apertura all'incontro e dialogo con tutti di Maurizio Fugatti.

Come parlamentari trentini e tutto il gruppo Lega-Salvini Premier esprimiamo totale vicinanza e solidarietà al presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e alla sua famiglia. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti e dell'autorità giudiziaria, affinché i responsabili del vile gesto intimidatorio vengano presto individuati e consegnati alla giustizia.

Siamo certi che il presidente Fugatti non arretrerà di un solo millimetro. Siamo e saremo sempre al suo fianco nelle scelte come presidente della provincia di Trento e della regione Trentino-Alto Adige nella gestione dell'emergenza sanitaria, condotta finora con mirabile impegno e responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie Presidente. Come lei sa, la situazione nel Paese è abbastanza grave per gli aspetti sanitari che sono sotto gli occhi di tutti. Però, quando a questa gravità si aggiunge anche quella dei problemi dei trasporti locali, che erano già preesistenti, allora aggiungiamo un disagio al disagio. Infatti, vi sono corse sospese, interruzioni che già esistevano prima; adesso le corse aggiuntive per gli studenti sono state anche quelle soppresse. Diverse notizie oggi riproducono il problema di corse soppresse che prevedono anche ricorsi di genitori e di studenti. Allora, c'è un'interrogazione la n. 4-10919 - che sollecito su questo tema - perché naturalmente, in questo momento, il Governo sta anche finanziando molto i trasporti pubblici. Sono stati stanziati 70 miliardi sugli investimenti e 1,5 miliardi aggiuntivi sul trasporto pubblico locale. Per questo, chiediamo un'attenzione maggiore sugli organi dirigenziali dei trasporti pubblici degli enti locali, perché devono fornire il servizio adeguato ai cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo all'ultimo intervento di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Raffaele Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie Presidente. Purtroppo, devo riferire a quest'Aula di un fatto inquietante che è avvenuto oggi. Una signora anziana di 93 anni è stata letteralmente parcheggiata all'ospedale Fiorini di Terracina e attendeva un posto letto in un reparto COVID. Ebbene, quella signora oggi è morta, in attesa di poter ricevere cure e, quindi, di potersi curare dal COVID. Presidente, credo che siamo davvero in un contesto di grande sconforto, perché non riusciamo neanche a dare le cure alle persone che, con dignità, devono riceverle. Su questo, presenterò, ovviamente, un'interrogazione al Ministro della Salute Speranza, ma basta non se ne può più! Cerchiamo di curare tutte le persone, soprattutto le persone…(Commenti del deputato Giglio Vigna). Presidente, vorrei avere… Presidente, vorrei avere… vorrei avere…

PRESIDENTE. Deputato Giglio Vigna!

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Io non so chi sta parlando, chiedo di avere silenzio.

PRESIDENTE. Deputato Giglio Vigna! Prego, prosegua.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Purtroppo, capisco che questo è un tema sensibile e qualcuno si possa sentire offeso, però, cerchiamo di garantire le cure sanitarie a tutti i cittadini italiani.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 14 gennaio 2022 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 17,45.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ALESSANDRO BATTILOCCHIO (A.C. 2655​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2655​). Grazie Presidente! La Camera dei deputati oggi dà il via libera definitivo all'emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016. Il Protocollo - entrato in vigore nel 1989 come strumento del Programma ambientale delle Nazioni unite e ratificato da 197 Paesi, fra cui l'Italia - ha lo scopo di ridurre gradualmente il consumo e la produzione delle sostanze che alterano lo strato di ozono con programmi calibrati per Paesi più o meno sviluppati.

L'emendamento oggetto della ratifica al nostro esame, oltre ad introdurre specifici dettagli in materia di riduzione graduale degli idrofluorocarburi, esplicita l'impegno ad applicare nei confronti di tali sostanze gli obblighi e le prescrizioni introdotti nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e del relativo Protocollo di Kyoto.

Gli idrofluorocarvuri (HFC), furono introdotti per sostituire i cluorofluorocarburi responsabili del buco dell'ozono. Tuttavia, è stato successivamente appurato che questi, pur non essendo sostanze ozono lesive, sono potenti gas serra. Con l'emendamento approvato a Kigali le parti si sono impegnate a ridurre la produzione e il consumo dei gas HFC di oltre l'80 per cento entro il 2050. Questo, di conseguenza, porterà ad una notevole riduzione delle quantità di gas ad effetto serra immessi nell'atmosfera.

Va sottolineato che la ratifica dell'emendamento in esame da parte dell'Italia non imporrà obblighi addizionali per le amministrazioni centrali e le imprese, dal momento che il sistema giuridico nazionale e dell'Unione europea risultano già conformi alle disposizioni introdotte da tale emendamento, anzi risultano persino più restrittive.

Il completamento dell'iter di ratifica consentirà di porre l'Italia in linea con la posizione adottata dalla maggior parte dei Paesi dell'Unione europea e si inserisce nel quadro dell'impegno assunto dal nostro Paese a livello internazionale per la protezione internazionale dell'ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici.

Presidente per questo annuncio il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ALESSANDRO BATTILOCCHIO (A.C. 3308​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3308​). Grazie Presidente! Il 5 maggio 2020, ventitré Stati membri dell'Unione europea hanno firmato l'accordo per l'estinzione dei Bilateral investment treaty - BIT - i trattati bilaterali d'investimento - tra essi conclusi.

Questi accordi bilaterali sulla promozione e protezione degli investimenti sono una tipologia di accordi molto diffusa, ma altrettanto discussa, con i quali una parte concede agli investitori dell'altra parte contraente un trattamento di favore, nonché il consenso all'arbitrato nella peculiare forma dell'arbitrato su investimenti.

Nel corso degli anni gli Stati membri dell'Unione hanno concluso un numero cospicuo di BIT, sia con Stati extra-UE, sia con Stati che successivamente hanno aderito all'Unione (cioè accordi nati come BIT extra-UE, che l'adesione ha trasformato in accordi tra Stati membri).

Grazie a tali BIT intra-UE, gli investitori che rientrano nel campo di applicazione di un BIT possono continuare a valersi dei diritti da questo attribuiti, compresa la clausola compromissoria, oltre a beneficiare dell'accesso al mercato interno e delle libertà fondamentali di circolazione previste dal diritto dell'Unione.

Questo ha portato ad interrogarsi sulla compatibilità con il diritto dell'Unione di tali strumenti. In particolare, la Commissione europea sosteneva la tesi l'incompatibilità e della conseguente necessità di un superamento di tali accordi.

La parola risolutiva è giunta dalla Corte di giustizia nel 2018. Nel caso Achmea, la Corte ha affermato che la clausola compromissoria del BIT Paesi Bassi-Slovacchia del 1991 è contraria agli articoli 267 e 344 del TFUE. La sentenza aveva aperto la questione dei suoi effetti anche oltre il caso di specie.

La Commissione e la maggioranza degli Stati membri si dicevano convinti della necessità di porre termine ai BIT, pur rimanendo incerto il mezzo da utilizzarsi: un accordo plurilaterale oppure più azioni unilaterali eventualmente concertate. Alla fine, 23 Stati hanno concluso l'accordo in esame, il cui contenuto può essere così sintetizzato: esso estingue e priva di effetti tutte le disposizioni dei BIT; regola gli effetti della inapplicabilità della clausola compromissoria; consente all'investitore l'accesso a meccanismi di soluzione delle controversie già sottoposte ad arbitrato prima del 6 marzo 2018 e non ancora risolte.

L'importanza di procedere celermente alla ratifica dell'Accordo – a cui hanno già provveduto diciotto Stati dei ventitré che lo hanno sottoscritto – risiede anche nella necessità di rispondere al sollecito ricevuto dall'Italia nello scorso mese di luglio da parte della Commissione europea e in considerazione del rischio che, in assenza di progressi concreti, la Commissione possa intraprendere ulteriori azioni, che potrebbero anche sfociare in una procedura di infrazione.

Per queste ragioni annuncio il voto favorevole di Forza Italia.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ALESSANDRO BATTILOCCHIO (A.C. 3326​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3326​). Grazie Presidente! Dopo il voto del Senato dello scorso 13 ottobre, oggi questo ramo del Parlamento si appresta a dare il via libera definitivo alla ratifica della Convenzione di Nicosia, un provvedimento atteso da quando, nel maggio 2017, è stato firmato a Cipro quel trattato internazionale, promosso dal Consiglio d'Europa, che impegna i Paesi aderenti a far sì che le proprie leggi proteggano in modo efficace i beni culturali da danni, distruzione, furti, scavi illegali e traffico illecito.

La Convenzione di Nicosia sostituisce la Convenzione di Delfi inerente allo stesso tema, aperta alla firma nel giugno 1985 ma mai entrata in vigore per il mancato raggiungimento del numero di ratifiche necessarie.

Con la ratifica da parte dell'Italia la Convenzione diventerà operativa. Ciò implicherà stringenti obblighi e gli Stati aderenti saranno tenuti ad assicurare norme efficaci e dissuasive, con pene detentive e pecuniarie adeguate, che riconoscano la specifica gravità criminale dei reati commessi a danno dei beni culturali.

Pertanto, anche il nostro Paese dovrà aggiornare e adeguare la normativa per renderla adeguata a fronteggiare e reprimere questo tipo di reati.

La Convenzione di Nicosia è stata il frutto di un lungo lavoro preparatorio svolto in seno al Consiglio d'Europa con la collaborazione di numerose organizzazioni sovranazionali ed internazionali quali l'Unione europea, l'Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato, l'UNESCO e l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine e parte dalla consapevolezza che non fosse più possibile continuare a osservare la distruzione di siti storici e il traffico illecito di beni culturali preziosi da parte dei terroristi.

Si è trattato di una tappa importante nell'azione della comunità internazionale contro la criminalità organizzata transnazionale e i gruppi terroristici, per i quali il commercio di beni appartenenti al patrimonio culturale rappresenta una fonte di reddito.

Con essa si stabiliscono diverse infrazioni penali, tra cui il furto, gli scavi illegali, l'importazione e l'esportazione illegali, nonché l'acquisizione e la commercializzazione dei beni così ottenuti. Si riconosce inoltre come reato la falsificazione di documenti e la distruzione o il danneggiamento intenzionale dei beni culturali.

Va segnalato come il trattato consideri circostanza aggravante il fatto che le infrazioni vengano commesse da professionisti che abusano della fiducia a loro concessa o da funzionari responsabili della conservazione dei beni culturali. Viene considerato come circostanza aggravante anche il fatto che l'infrazione sia stata commessa nel quadro di un'organizzazione criminale o di una recidiva.

Oltre alla parte repressiva, la Convenzione prevede misure di prevenzione come la creazione di inventari nazionali dei beni culturali, accessibili al pubblico, e l'obbligo, per i commercianti di arte e antichità, le case d'aste e altri soggetti coinvolti nel commercio dei beni culturali, di creare dei registri dove riportare le transazioni.

Con il voto di oggi compiamo un passo avanti importantissimo per la tutela del nostro prezioso patrimonio culturale, che rappresenta una delle principali ricchezze del Paese e che tutto il mondo ci invidia.

Un immenso patrimonio che, in passato, è stato depauperato da razzie e sottrazioni che ancora non hanno trovato completo ristoro e che non sempre abbiamo saputo difendere e salvaguardare come dovuto.

Proprio in questa fase storica occorre puntare su questa nostra ricchezza, ed è quindi fondamentale dotarsi di strumenti di tutela come quello che ci è offerto dalla Convenzione, uno in più per assicurare una maggiore e migliore tutela delle inestimabili bellezze che abbiamo. É sempre bene ricordarlo e ricordarcelo: il maggior numero di patrimoni dell'umanità UNESCO al mondo è in Italia.

Per tutte queste ragioni annuncio il voto favorevole del Gruppo Forza Italia.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 11 il deputato Viviani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 17 il deputato Rizzone ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 25 e 27 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 61 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale T.U. 196-A - em. 1.200 342 313 29 157 313 0 118 Appr.
2 Nominale em. 1.100 344 344 0 173 344 0 118 Appr.
3 Nominale articolo 1 351 313 38 157 313 0 118 Appr.
4 Nominale em. 2.1 355 352 3 177 344 8 118 Appr.
5 Nominale em. 2.101 359 329 30 165 28 301 118 Resp.
6 Nominale articolo 2 364 321 43 161 320 1 118 Appr.
7 Nominale em. 3.105 362 357 5 179 45 312 117 Resp.
8 Nominale em. 3.100 366 365 1 183 23 342 116 Resp.
9 Nominale em. 3.102 370 339 31 170 19 320 116 Resp.
10 Nominale em. 3.103 370 370 0 186 20 350 116 Resp.
11 Nominale articolo 3 366 355 11 178 314 41 116 Appr.
12 Nominale em. 4.29 367 367 0 184 36 331 116 Resp.
13 Nominale em. 4.100 377 377 0 189 16 361 116 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 4.200 378 378 0 190 345 33 116 Appr.
15 Nominale em. 4.110 377 377 0 189 37 340 116 Resp.
16 Nominale em. 4.101 379 378 1 190 17 361 116 Resp.
17 Nominale em. 4.102 376 375 1 188 16 359 116 Resp.
18 Nominale em. 4.111 377 376 1 189 33 343 116 Resp.
19 Nominale em. 4.201 379 349 30 175 341 8 116 Appr.
20 Nominale em. 4.103 372 344 28 173 17 327 116 Resp.
21 Nominale em. 4.104 380 350 30 176 17 333 116 Resp.
22 Nominale em. 4.105 379 378 1 190 15 363 116 Resp.
23 Nominale em. 4.112 376 376 0 189 43 333 116 Resp.
24 Nominale em. 4.107 371 369 2 185 15 354 116 Resp.
25 Nominale em. 4.202 380 349 31 175 341 8 116 Appr.
26 Nominale articolo 4 383 340 43 171 339 1 116 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 5.100 382 381 1 191 34 347 116 Resp.
28 Nominale em. 5.101 379 379 0 190 30 349 116 Resp.
29 Nominale articolo 5 381 337 44 169 331 6 116 Appr.
30 Nominale em. 6.100 386 386 0 194 19 367 116 Resp.
31 Nominale articolo 6 381 337 44 169 334 3 116 Appr.
32 Nominale em. 7.100 385 384 1 193 17 367 116 Resp.
33 Nominale em. 7.101 388 388 0 195 17 371 116 Resp.
34 Nominale em. 7.300 390 348 42 175 345 3 116 Appr.
35 Nominale articolo 7 389 346 43 174 346 0 116 Appr.
36 Nominale em. 8.100 388 372 16 187 36 336 116 Resp.
37 Nominale em. 8.200 391 356 35 179 348 8 116 Appr.
38 Nominale articolo 8 390 345 45 173 343 2 116 Appr.
39 Nominale em. 9.100 386 384 2 193 16 368 116 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 9.101 388 388 0 195 17 371 116 Resp.
41 Nominale articolo 9 385 342 43 172 336 6 116 Appr.
42 Nominale articolo 10 388 344 44 173 344 0 116 Appr.
43 Nominale em. 11.100 387 386 1 194 20 366 115 Resp.
44 Nominale em. 11.101 387 386 1 194 16 370 115 Resp.
45 Nominale articolo 11 393 353 40 177 349 4 115 Appr.
46 Nominale art. agg. 11.0300 390 348 42 175 345 3 115 Appr.
47 Nominale em. 12.300 392 347 45 174 346 1 115 Appr.
48 Nominale articolo 12 388 343 45 172 343 0 115 Appr.
49 Nominale T.U. 196-A - voto finale 381 339 42 170 339 0 113 Appr.
50 Nominale Ddl 2655 - articolo 1 373 370 3 186 370 0 112 Appr.
51 Nominale articolo 2 366 363 3 182 363 0 112 Appr.
52 Nominale articolo 3 370 365 5 183 365 0 112 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale articolo 4 372 364 8 183 364 0 112 Appr.
54 Nominale Ddl 2655 - voto finale 374 370 4 186 370 0 112 Appr.
55 Nominale Ddl 3308 - articolo 1 375 367 8 184 367 0 112 Appr.
56 Nominale articolo 2 365 360 5 181 360 0 112 Appr.
57 Nominale articolo 3 373 365 8 183 365 0 112 Appr.
58 Nominale articolo 4 366 357 9 179 357 0 112 Appr.
59 Nominale Ddl 3308 - voto finale 376 371 5 186 370 1 112 Appr.
60 Nominale Ddl 3326 - articolo 1 374 371 3 186 371 0 112 Appr.
61 Nominale articolo 2 368 366 2 184 366 0 112 Appr.
62 Nominale articolo 3 375 373 2 187 373 0 112 Appr.
63 Nominale articolo 4 374 372 2 187 372 0 112 Appr.
64 Nominale Ddl 3326 - voto finale 378 376 2 189 376 0 112 Appr.
65 Nominale Doc. IV, n. 10-A 313 313 0 157 227 86 115 Appr.