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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 622 di mercoledì 29 dicembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI.

La seduta comincia alle 17,15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Bruno Bossio, Maurizio Cattoi, Dieni, Giannone, Lattanzio, Mauri, Picchi, Raffaelli, Paolo Russo, Sensi, Toccalini, Tonelli, Vito, Raffaele Volpi e Zan sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 115, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 17,18).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2448 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (Approvato dal Senato) (A.C. 3424​); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (A.C. 3424​/I).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3424: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (A.C. 3424​/I).

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, rispetto a quello che stiamo apprendendo minuto dopo minuto non soltanto dai media, ma anche rispetto a ciò che viviamo quotidianamente in termini di aumento di contagio, chiediamo alla Presidenza che, anche rispetto ai tempi dell'Aula, si tenga presente ciò che sta avvenendo. Faccio riferimento alle norme che possono salvaguardare un'Aula che, molto spesso, è strapiena e non sta mantenendo quei tempi che c'erano precedentemente, quando eravamo anche dislocati in modo diverso.

PRESIDENTE. Sì, certo. Anch'io esorto tutti a mantenere le distanze, con la mascherina sempre ben calzata e, ovviamente, secondo tutte le norme igieniche che, purtroppo, ci siamo abituati a rispettare. Prego, onorevole Ferro.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, forse non sono stata precisa. Io parlavo anche dei tempi di lavoro dell'Aula rispetto ad una eventuale sanificazione e, quindi, ad una sospensione dei tempi che, in qualche modo, prima venivano rispettati e adesso non…

PRESIDENTE. Come lei sa, non c'è una durata massima della seduta, ma sicuramente sarà nostra premura, per la sicurezza di tutti, garantire la massima sicurezza, come d'altronde è tradizione di questi due anni, purtroppo.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3424.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Quello che è accaduto in questa legislatura sulla legge di bilancio e sta accadendo di nuovo in questa sessione, fino a diventare prassi, non può essere definito semplicemente una compressione dei tempi e delle prerogative o un eccesso di forzatura nella dinamica parlamentare tra Governo, maggioranza e opposizione. Si tratta, piuttosto, della manifestazione di una vera e propria fase terminale di una crisi politica e costituzionale del nostro sistema, sia sotto il profilo del funzionamento delle istituzioni, sia sotto quello della funzione di rappresentanza e di legittimazione. È un dato di sistema, appunto, che non possiamo limitarci a denunciare ritualmente nelle dichiarazioni di voto, ma che deve essere accompagnato da un'assunzione di responsabilità che porti questo Parlamento a intervenire con urgenza nel tempo residuo di questa legislatura, per porre qualche rimedio a tale crisi di rappresentanza, di credibilità e di funzionamento. Urgono riforme che non possono limitarsi alla legge elettorale, ma devono intervenire sull'assetto istituzionale, sui Regolamenti, sulle modalità di presentazione delle liste di candidature e sulla selezione delle stesse, sulla democrazia interna ai partiti e sulla rivitalizzazione dell'iniziativa popolare. Se non vi sarà questa consapevolezza, se non vi sarà questa assunzione di responsabilità, non ci si potrà poi stupire di ulteriori metamorfosi di fatto - ma non di diritto - del sistema. Soprattutto, non vi sarà alcuna chance per fare quelle riforme strutturali che il Paese attende da decenni; non vi sarà alcuna transizione digitale o ecologica, se non vi sarà una transizione democratica e di riforma della politica, oltre che delle politiche. Con questa consapevolezza grave, voteremo una fiducia che dovrebbe inquietare non poco chi l'ha posta e chi la vota.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Considero questa legge di bilancio come non ordinaria. È una manovra di bilancio molto importante sia perché è coerente con la fase avviata con il PNRR, sia in relazione alla condizione di rinnovata emergenza dovuta alla pandemia. A maggior ragione, dunque, avremmo auspicato che fosse possibile un lavoro di merito anche da parte di questa Camera. Si tratta, comunque, di una manovra di bilancio che presenta misure espansive e di equità sia sul piano fiscale che a sostegno dell'economia. Misure importanti sono state prese a favore della famiglia in ordine alle pari opportunità, con particolare attenzione alle lavoratrici madri. Come Autonomie, riteniamo fondamentale anche la norma che prevede il ristoro nei bilanci provinciali in caso di perdita del gettito fiscale per via della riduzione dell'IRPEF e anche la norma che prevede delle agevolazioni nell'ambito dell'edilizia agevolata. Per queste ragioni, i deputati del Südtiroler Volkspartei e delle Minoranze linguistiche voteranno la questione di fiducia e, nel voto finale, approveranno la legge di bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Noi sosteniamo convintamente questo Governo e i suoi risultati; ci tengo però a sottolineare un aspetto che già ieri il presidente Lupi ha messo in evidenza in occasione della discussione generale. Noi siamo profondamente convinti che il Parlamento abbia una funzione centrale da un punto di vista legislativo e di indirizzo. Il Parlamento rappresenta i cittadini, il Parlamento rappresenta i territori, rappresenta legittimi interessi del mondo economico-produttivo e non può non entrare nel merito per migliorare i provvedimenti. Questa legge di bilancio è stata oggetto di un lavoro concreto solo al Senato e questo crediamo che sia un grave errore. Questo, tra l'altro, dimostra che la riforma voluta dal MoVimento 5 Stelle, di un illogico taglio dei parlamentari, non ha senso: era molto più importante indirizzare le scelte verso un monocameralismo, superando il bicameralismo che, ormai, nel nostro Paese è antistorico. Nel merito della legge di bilancio, apprezziamo la tanto sollecitata - da noi - riduzione delle tasse; siamo soddisfatti per le risorse stanziate per il rilancio dell'economia. Parliamo di 7 miliardi di taglio Irpef, di un miliardo e 200 milioni di taglio IRAP per gli autonomi e per le ditte individuali. A questo si aggiunge dal 1° gennaio del 2022 la riduzione delle aliquote Irpef da cinque a quattro, una vera e propria semplificazione. È la prima volta che si prevede in una legge di bilancio un taglio di 8 miliardi e 200 milioni di tasse: su 32 miliardi di legge di stabilità, parliamo di un quarto. Solo questo vale il nostro voto e il nostro sostegno. Per quanto riguarda quanto non siamo riusciti a dibattere in un normale confronto in Parlamento rinvieremo a provvedimenti specifici, ma crediamo che questo sia un risultato atteso dai cittadini, atteso dal Paese: finalmente il taglio delle tasse non è più uno slogan, ma si concretizza con questa legge di stabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Il sottoscritto, a nome del MAIE, voterà la fiducia al Governo perché voglio credere che questo Governo abbia a cuore le sorti del Paese, dei cittadini, delle comunità, per tutte le criticità, anche quelle piccole, territoriali, ma dove esso abbia competenza. Questa legge di bilancio l'abbiamo vista passare, ci è arrivata impacchettata: prendere o lasciare. Naturalmente prendiamo, perché, come ho affermato in discussione generale, oltre ad alcune iniziative che contesto, ce ne sono tante altre che condivido, anche quelle che riguardano piccole realtà locali, come un milione di euro per la ristrutturazione di una palestra di un comune, che ovviamente non cito, oppure per una piscina comunale, o 350 mila euro per la ristrutturazione di una chiesa diroccata oppure fondi per un campo sportivo o contributi a fondazioni e 400 mila euro per celebrazioni varie per i prossimi due anni.

Ecco perché voglio avere fiducia nel fatto che questo Governo voglia anche affrontare una criticità che è diventata drammatica e che riguarda il comune di Manfredonia, che non ho potuto evidenziare in questo articolato perché non ce n'è stata data la possibilità. Il tema è la stabilizzazione degli LSU ed, in particolare, di 116 famiglie che dal 1° gennaio non avranno neanche quel minimo sostegno che questo incarico permette. Il tema è questo: dal 1° gennaio il comune di Manfredonia perderà oltre il 65 per cento della forza lavoro: tradotto significa che non si potranno erogare neanche i servizi essenziali alla comunità. Quindi, oltre al problema sociale derivante dalla perdita del posto di lavoro, ne scaturirà uno di ordine pubblico, perché vi lascio immaginare la reazione dei cittadini che troveranno gli uffici comunali chiusi per mancanza di personale.

Naturalmente il Governo, che ha offerto numerose possibilità ai comuni per la stabilizzazione degli LSU, non ha responsabilità alcuna in tale questione; allo stesso modo, neanche la nuova amministrazione, insediatasi qualche giorno fa, ha responsabilità. Quello che chiedo umilmente e sommessamente è che, alla pari della sensibilità mostrata verso l'accoglimento di aiuti e contributi territoriali e circoscritti, abbia uno sguardo comprensivo verso una situazione drammatica e disastrosa dal punto di vista sociale, lo ripeto, per 116 famiglie e da quello di una perniciosa interruzione di servizio pubblico per la comunità di Manfredonia. Sensibilità che potrebbe essere concretizzata nell'imminente “Milleproroghe”. Lo chiedo davvero con il cuore in mano e accordando la fiducia all'Esecutivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Con i colleghi di Alternativa sono qui per difendere gli italiani dalla prepotenza, dalla sfacciataggine e dalla falsità politica del Governo in carica. L'Esecutivo non ha più vergogna politica, la sua maggioranza trasversale ha invece perduto la faccia in nome delle poltrone, della pappa e della permanenza a Palazzo.

Oggi, Presidente, dobbiamo esprimerci sulla fiducia sulla legge di bilancio, ma come facciamo a dare fiducia al Governo su una legge di bilancio arrivata all'ultimo minuto, blindata e decisa dalla stanza del potere? Una legge che nessuno ha potuto studiare per intero, che nemmeno i Ministri conoscono a fondo, che appare piena di marchette politico-elettorali e che dà i soldi ai ricchi e dimentica la sanità pubblica, il lavoro, l'equità fiscale, la scuola, i servizi primari, i lavoratori, i precari, lo Stato sociale, le famiglie e soprattutto i più deboli. Un vero e proprio squallore, Presidente! Non poteva essere diversamente, visto che il Capo del Governo, che nessuno ha eletto, è l'ex numero uno della BCE e della Banca d'Italia, nonché negli anni Novanta il tecnico che avallò la svendita del patrimonio pubblico italiano. Per completare l'opera, ora lo si vuole perfino candidato alla Presidenza della Repubblica. Parliamo dello stesso salvatore della Patria che il 22 luglio scorso disse una castroneria gigantesca, senza chiedere mai scusa: il green pass - dichiarò il migliore dei migliori - è una misura con cui gli italiani possono continuare ad esercitare la loro attività, a divertirsi, andare al ristorante, partecipare a spettacoli all'aperto, al chiuso, con la garanzia però di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. Credo che, se l'avesse detto chiunque altro, sarebbe stato contestato aspramente e bersagliato dalla grande stampa di regime, ma al professor Draghi si perdona tutto perché ritenuto infallibile, non ha responsabilità politiche e può salire al Quirinale come eroe nazionale. La verità è che, ancora una volta, il Parlamento è stato svuotato delle sue funzioni, con il silenzio complice di buona parte della stampa, la quale asseconda il seguente disegno: terrorizzare e sfiancare i cittadini, abituarli alla perdita della libertà, privarli dei diritti, dei servizi e della personalità. È in atto, insomma, la cancellazione dello Stato democratico in nome della necessità e dell'emergenza; emergenza che allo squadrone dei migliori ha fatto dimenticare le gravissime disuguaglianze tra il Sud e il resto dell'Italia, come il dovere di risolverle. Peraltro, in questa legge di bilancio c'è poco o niente per la sanità, specie per i medici del 118 e delle guardie mediche, nonostante le nostre buone proposte, come al solito buttate nella spazzatura. Continuiamo a combattere per il popolo colpito al cuore nella verità, nella libertà e nella dignità. Per quanto premesso, annuncio il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, rappresentante del Governo, credo non si possa eludere una questione che è quella che abbiamo già sollevato in altre occasioni e che ovviamente nella sede del provvedimento principe, la legge di bilancio, si ripropone, cioè questa prassi - ormai sta diventando un'autentica regola in questa legislatura - di un monocameralismo di fatto. La prima delle due Camere, che inizia ad affrontare, in questo caso, la legge di bilancio, nel recente passato, ovviamente, le leggi di conversione dei decreti-legge, è anche l'unica che ha potere emendativo; la seconda Camera, evidentemente, ha solo un compito di ratifica, senza poter intervenire. Credo che questa sia la questione che dobbiamo affrontare, che è cosa diversa da discorsi che ho sentito anche in quest'Aula e che si leggono da parte di alcuni commentatori. Qui la questione non può essere ridotta ad una prevaricazione del Governo nei confronti del Parlamento e, in particolare, di questo Governo - con tutto il condimento di “Governo dei migliori” e via seguitando - in primo luogo perché chi ha qualche esperienza di leggi di bilancio sa che questo problema, per esempio, si era riproposto anche lo scorso anno, con un altro Esecutivo. Credo che da molti anni si è persa memoria di un provvedimento che abbia avuto tre letture. Quindi, la questione è più delicata e, a mio e a nostro giudizio, impone anche un'autocritica, ossia la questione è legata anche e soprattutto ai Regolamenti parlamentari, al miglioramento della velocità e dell'efficienza dell'attività legislativa, anche se - non voglio sottrarmi - è evidente che su questa situazione - che esisteva già, preesisteva a questo Governo - si è innestata una maggioranza eccezionale e, in presenza di una maggioranza così ampia, è ovvio che c'è maggiore difficoltà - è inutile negarlo, sarebbe negare l'evidenza - a trovare le sintesi e questo produce un oggettivo rallentamento.

Però, dire, per esempio, che il Parlamento è costretto ad approvare le leggi e i decreti proposti dal Governo senza toccarli, è un'affermazione non corretta: come dicevo prima, ad una delle due Camere, in maniera alternata, capita, ma anche questo provvedimento, da parte del Parlamento, e mi riferisco al Senato, è stato ampiamente lavorato con centinaia di emendamenti rispetto al testo base. Mi sia consentita una battuta: forse, anche con diversi emendamenti che molti di noi avrebbero voluto non vedere, perché in questa legge di bilancio vi sono micro interventi che, francamente, stonano con una legge di bilancio.

Detto questo, la necessità da parte del Presidente della Camera e del Presidente del Senato di affrontare questo problema con l'Esecutivo - lo ha già fatto il Presidente Fico in maniera formale - credo sia una questione assolutamente prioritaria che, all'inizio del 2022, credo debba trovare una risposta. Dobbiamo assolutamente cercare di migliorare i rapporti tra Esecutivo e Parlamento, ma, soprattutto, rendere coerente con il dettato costituzionale del bicameralismo l'iter dei provvedimenti che escono da Palazzo Chigi.

Ci sarà tempo per intervenire sul merito, ma alcune cose vorrei dirle in sede di dichiarazione di voto sulla fiducia che preannunzio sarà, per quel che riguarda il gruppo di Liberi e Uguali, positiva. Per noi non è cambiata l'impostazione e non sono cambiate le ragioni per le quali abbiamo dato il nostro appoggio a questo Governo, lo ricordo, accogliendo un appello del Presidente Mattarella per una maggioranza senza formula politica. Non sono cambiate le motivazioni, per noi è necessario accompagnare il Paese fuori dall'emergenza sanitaria, accompagnarlo con una ripartenza che sia inclusiva e, da questo punto di vista, sollecitiamo il Governo a dare maggiore ascolto ad un disagio sociale molto diffuso, ad un disagio sociale che rischia di minare alle fondamenta la credibilità delle stesse istituzioni e la legittimità delle stesse istituzioni democratiche. Ricordo la vicenda, per esempio, dell'intervento in materia fiscale: 7 miliardi in termini di riduzione della tassazione sul lavoro, un obiettivo assolutamente da noi condiviso che ha finito però, nelle logiche anche tecniche che supportano gli interventi in materia fiscale, per essere percepito da milioni di italiane e di italiani come una grande ingiustizia - giusto o sbagliato che sia - e credo che questo non possa non preoccuparci. Noi riteniamo, lo ribadiamo in questa sede, sia stato un errore politico non aver acceduto, da parte delle forze del centrodestra che sostengono questo Governo, alla proposta del Presidente Draghi con riferimento ad un piccolo contributo di solidarietà che, ovviamente, non modificava il segno di quell'intervento - si parlava di alcune centinaia di milioni l'anno per due anni - ma dava un senso di maggiore equità. Noi abbiamo una fascia importante della nostra popolazione che sta soffrendo, per esempio, anche per l'aumento delle bollette e per la ripartenza dell'inflazione (è un dato oggettivo); da questo punto di vista dobbiamo continuare a porre attenzione sui costi delle bollette energetiche, come il Governo ha fatto e deve continuare a fare. Quando parlo di inclusività intendo anche equità. Faccio un esempio concreto: se proviamo a leggere in maniera differente alcuni dei numeri della manovra scopriremo che nei confronti della casa, dell'abitazione, sono state destinate risorse molto importanti in questa legge e in quelle precedenti; stiamo parlando di decine di miliardi di euro. È stato fatto per una ragione buona; certamente il cosiddetto superbonus del 110 per cento ha dato un contributo importante alla ripresa di un settore, come quello dell'edilizia, che aveva pagato più di altri la crisi; c'è tutta una serie di ragioni che non contestiamo, ma, alla fine, se proviamo a fare una fotografia su questo tema, scopriremo che abbiamo dato tutto a chi ha la casa di proprietà, ricco o povero che sia; non stiamo dando o stiamo dando poco a chi è in affitto e stiamo dando niente a chi è, per esempio, in lista d'attesa per le case di edilizia popolare, cioè non ci sono investimenti, ormai da troppi anni, in edilizia popolare. Se lo leggiamo così, un intervento, giusto, alla fine appare, per una fascia rilevante di popolazione, come un intervento sostanzialmente iniquo e con le varie logiche dei bonus si finisce inevitabilmente per andare a dare un premio a chi ha già un reddito medio-alto.

Chiudo, signor Presidente, per rispettare i termini e i tempi che ci siamo dati, con un appello sul tema dell'emergenza sanitaria: ho ancora sentito chi mi ha preceduto ritornare su slogan che mi sento francamente di definire stanchi. Siamo dentro una fase molto delicata, io credo che tutti - a cominciare ovviamente da noi come cittadini - debbano avere comportamenti responsabili, ma noi componenti delle istituzioni, noi politici dobbiamo avere ancora più responsabilità. È una fase complessa, è una fase che necessita un'azione coordinata, perché è del tutto evidente - lo ripetiamo da tempo - che il superamento dell'emergenza sanitaria e la ripresa economica sono due facce della stessa medaglia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Coraggio Italia, con grande senso di responsabilità, rinnoverà la fiducia al Governo, perché in queste condizioni, con la pandemia e la crisi economica in corso, sarebbe da matti portare il Paese in esercizio provvisorio. Non possiamo certo permetterci di aggravare la situazione, rinviando la legge di bilancio. Ciò nonostante, il nostro gruppo, presente oggi formalmente solo alla Camera come gruppo parlamentare, si sente molto svilito, tremendamente svilito, perché ci è stata preclusa la possibilità di lavorare in prima persona su questa legge di bilancio che dovrebbe essere la legge più importante dell'anno e questa è una cosa gravissima che non possiamo accettare.

Per noi stare qui in Parlamento significa lavorare, fare gli interessi dei cittadini e nell'interesse dei cittadini avremmo voluto portare avanti le nostre battaglie in prima persona, mettendoci la faccia; avremmo voluto modificare quelle brutte storture che abbiamo trovato nel testo proveniente dal Senato che, oggi, purtroppo, ci troviamo costretti, nostro malgrado, ad approvare. Oggi, abbiamo la conferma che questo ramo del Parlamento è stato sostanzialmente esautorato del proprio ruolo e viene da chiedersi di chi sia la colpa: del Governo o forse di chi, Presidente, gestisce questa Camera e doveva organizzare il calendario per non arrivare all'ultimo minuto ad approvare in fretta e furia questa legge di bilancio? È questo è il modo in cui il Presidente Fico intendeva riportare il Parlamento ad avere la sua centralità? In tanti avevamo riposto grande fiducia nel Presidente Fico, ci eravamo commossi, addirittura, di fronte alle belle parole del suo discorso di insediamento, ma alla fine, guardando i fatti, purtroppo, si è rivelato, non me ne voglia, una grande delusione, un po' del resto come il MoVimento 5 Stelle. Comunque, prendiamo atto del fatto che, ormai, il ruolo del parlamentare in tantissimi, troppi casi è stato totalmente ridotto a quello di mero ratificatore delle decisioni che vengono sostanzialmente prese in altre sedi, dalla Ragioneria dello Stato al MEF, dal DAGL ai gabinetti dei Ministri e, ovviamente, in Consiglio dei Ministri, nel quale, però, noi al momento, pur essendo in maggioranza, non siamo presenti.

In queste condizioni, chi vuol portare avanti una battaglia è costretto a giocare dietro le quinte, a chiedere ai senatori il favore di presentare qualche emendamento a loro nome, nella speranza che poi qualcosa venga recepito, segnalato e approvato, magari grazie all'intervento di un Ministro o di un funzionario amico: vi sembra normale tutto questo? Vi sembra normale? A noi non sembra affatto normale e dobbiamo impegnarci tutti, colleghi, affinché ciò che è accaduto non si ripeta mai più negli anni a venire. Quest'anno non ci resta che prendere atto della situazione e passare alla Realpolitik e, a fronte di questa triste realtà, come Coraggio Italia, non ci siamo arresi ma siamo stati in grado di giocare la partita per interposta persona. È brutto dirlo, ma abbiamo provato a sfruttare quei meccanismi dietro le quinte per portare avanti le nostre battaglie, perché queste, purtroppo, sono le regole del gioco oggi, regole che vanno cambiate.

Quindi, nonostante continui a mancare una nostra rappresentanza al Governo, grazie, ovviamente, alla collaborazione dei senatori che hanno aderito a Coraggio Italia, siamo comunque riusciti ad ottenere qualche risultato. Ne cito qualcuno: dai 10 milioni di euro a sostegno del comparto tessile di Prato, ai 45 milioni per i trasporti pubblici di Venezia e il sostegno al settore della ceramica artistica e del vetro di Murano; dai 120 milioni per il trasferimento del Polo di ingegneria di Genova presso il Parco scientifico e tecnologico degli Erzelli, al finanziamento della Fondazione italiana sclerosi multipla, oltre che 10 milioni di euro per portare la figura dello psicologo nelle scuole (un primo passo verso quella proposta di legge, a prima firma del collega Carelli, che ci auguriamo possa entrare in calendario a breve anche in questa Camera). Risultati concreti, dunque, nel nostro piccolo li abbiamo anche ottenuti, ma non avremmo certo voluto lavorare dietro le quinte. Avremmo voluto portare avanti in prima persona tutti i nostri emendamenti, in particolare quelli relativi al finanziamento di infrastrutture strategiche per il Paese, come la statale jonica in Calabria, la strada dei “Due mari” Grosseto-Fano, oltre che le importantissime battaglie per finanziare la ricerca sulle malattie rare e sull'Alzheimer.

Noi non ci fermeremo e continueremo a far sentire la nostra voce e quella dei cittadini perché queste proposte diventino realtà, nella speranza di poterci mettere la faccia in prima persona, esercitando pienamente le nostre prerogative parlamentari. Affinché ciò sia possibile crediamo sia necessario aprire un dibattito sulla riforma dei Regolamenti parlamentari, in modo tale da consentire l'effettiva realizzazione del bicameralismo perfetto, riportando in equilibrio i rapporti tra le due Camere e ridando al Parlamento quella centralità che merita e che, ricordo, è prevista dalla Costituzione. Con questo auspicio, come già detto in premessa, annuncio il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia a questa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV). Grazie, Presidente. Io dividerò il mio intervento in due parti: nella prima spiegherò perché il gruppo di Italia Viva vota convintamente la fiducia a questa legge di bilancio; nella seconda offrirò qualche chiarimento, che credo sia molto opportuno, sulle questioni di metodo. Sulla prima parte, non è un mistero che a noi sarebbe piaciuto dedicare un po' più di risorse alla riduzione delle tasse in questa legge di bilancio e un po' meno a sussidi e prepensionamenti. In un anno in cui c'erano da spendere 23 miliardi, senza avere la preoccupazione di capire prima dove trovarli, perché sostanzialmente l'abbiamo fatto rendendo più morbido il rientro dal deficit (quindi, in sicurezza per i conti pubblici), per noi, su 23 miliardi a disposizione, averne messi solo 6 - in quanto 2 erano già in bilancio - è stata un'occasione mancata, perché questo Paese, senza un sistema fiscale più leggero e più semplice, non tornerà più a crescere e condizioni macroeconomiche così favorevoli difficilmente torneranno in futuro. È stata un'occasione persa, ma il problema non è del Governo, bensì dei partiti di maggioranza, perché la verità è che ci sono stati molti partiti che qui dentro, in TV e nelle piazze dicono “meno tasse, meno tasse, meno tasse”, ma poi, quando vanno ai tavoli di Palazzo Chigi, dicono che servono i soldi per sussidi e prepensionamenti. Quindi, questo è un problema politico che ogni partito nella sua coscienza dovrà risolvere; ricordiamocelo fra qualche mese, quando si tratterà di scegliere quanti soldi destinare a finanziare il secondo tempo della riforma fiscale, cioè la legge delega sulla riforma del fisco.

Sul fisco - e parlerò soprattutto di questo - si è fatto un ottimo lavoro. Io ringrazio il Governo per aver rispettato e nobilitato il lavoro del Parlamento, in particolare delle due Commissioni finanze, di Camera e Senato, che un anno fa hanno iniziato, con i risolini di qualcuno, a lavorare sulla riforma fiscale; lo hanno fatto con la partecipazione di tutte le forze politiche, con impegno, costanza e serietà, e tutto quello che ne è derivato deriva da quello sforzo che abbiamo fatto. È stato giusto anche, da parte del Governo, aver coinvolto le forze politiche nella definizione di come spendere questi 8 miliardi, quel cosiddetto tavolo fiscale che abbiamo fatto al MEF a fine novembre (anche lì, con dedizione, costanza e impegno).

Queste due cose che ho detto - badate bene - non sono in contraddizione con la seconda parte del mio intervento e spero che sia chiaro a tutti. Si fa il primo passo per l'abolizione dell'IRAP, un'imposta che non possiamo più permetterci se questo Paese deve tornare a crescere, perché l'IRAP è un'imposta che tassa chi accumula lavoro e chi accumula capitale, anche se non produce utili (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva); in questo primo passo, l'IRAP si abolisce per 835 mila persone fisiche. Se questo Paese deve tornare a crescere, non può più permettersi di avere una tassa che tassa, che colpisce i due fattori produttivi.

Sull'Irpef cominciamo a correggere tutti i difetti strutturali che questa imposta vecchia di 50 anni ha. Onorevole Fornaro, il dibattito di questi giorni è ricco, ma, come spesso accade, è dominato da slogan e da rancore e quasi mai da analisi dei dati e dei fatti; ci provo.

Ci dicono: state sbagliando perché date 700 euro a chi guadagna 40 mila e 200 euro a chi ne guadagna 20 mila. I vantaggi di un fisco non si misurano mai in euro, perché altrimenti è giusta la flat tax: se pago il 10 per cento del mio reddito, se guadagno 1.000, pago 100; se guadagno 10 mila, pago 1.000; è crescente, quindi sono a posto. Allo stesso modo, rivoltiamo lo specchio, per giudicare se una riforma che dà, invece di prendere, è giusta o no, non devo guardare all'ammontare in euro e non devo richiamare il concetto di progressività, che non significa questo, ma significa che al crescere del reddito deve crescere la quota percentuale di mio reddito prelevato dal fisco. Allora, se è così, i presupposti su cui è stato organizzato un legittimo e sacrosanto sciopero da parte delle organizzazioni sindacali non sono presupposti che corrispondono alla verità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Ma facciamo finta che quello che ho detto non esista e misuriamoli in valore assoluto. Sì, è vero: in valore assoluto diamo di più a chi guadagna da 40 a 50 mila euro; parliamoci chiaro, sono dai 2000 ai 2.500-2.800 euro netti al mese, ma lo sapete perché lo abbiamo fatto? Perché sono stati i contribuenti che nessuno negli ultimi 10 anni ha considerato e che, magari, sono stati additati nelle piazze per essere i ricchi di questo Paese. Questo perché 16 miliardi di euro annui - il “bonus Renzi”, aumentato poi dal Governo “Conte 2” - vanno a chi guadagna meno di 40 mila euro; 6 miliardi del bellissimo assegno unico universale, vanno nella maggior parte a chi guadagna meno di 40 mila euro. Ci metto dentro anche gli 8 miliardi del reddito di cittadinanza, che vanno a chi guadagna meno di 8-9 mila euro. Stiamo quindi parlando di 30 miliardi all'anno che vanno alla fascia di contribuenti che guadagna meno di 40 mila euro; sopra è stata tracciata una linea, identificando in loro i nemici del nostro sistema fiscale! Questo ha creato una situazione un po' scompensata: chi guadagna più di 40 mila euro - più di 2000 euro netti al mese - sono poco meno di 4 milioni di persone, cioè il 9 per cento dei contribuenti, che da soli pagano più della metà di tutta l'Irpef italiana (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Se c'è qualcuno che considera ricca una persona che si porta a casa 2000 euro netti al mese, non ha la minima idea di cosa ci sia fuori dalla sua torre d'avorio.

Infine, giocare con il beneficio medio è un po' scorretto, perché nei primi due scaglioni dell'Irpef ci sono 32 milioni di contribuenti; sopra i 40 mila euro, ci sono 4 milioni di contribuenti. Ciò significa che per avere la stessa cifra pro capite, devi dare 8 volte in più ai primi che ai secondi, cioè se dai un miliardo a chi guadagna più di 2000 euro netti al mese, devi darne 8 affinché il beneficio pro capite sia maggiore. È un'operazione scorretta e, comunque - concludo questa parte -, come ha detto l'Ufficio parlamentare di bilancio (che non so perché viene citato a supporto di teorie alternative), se consideriamo tutti gli interventi fatti sull'Irpef in questi anni, otteniamo una curva discendente anche in valore assoluto, che, come ho dimostrato, non sarebbe comunque il modo giusto di guardare i benefici.

Ricordiamocelo quando affronteremo il secondo tempo della riforma fiscale, fra qualche settimana, in Commissione finanze; sarà anche un anno elettorale, quindi attenzione a come affrontiamo questi argomenti; con dati e con cuore, non con slogan e con pancia.

Velocemente, la seconda parte del mio intervento: sul metodo. La Commissione finanze ha scelto di non rendere il parere a questa legge di bilancio.

Io parto dal presupposto che sia possibile in questo Paese fare un discorso che non sia subito incasellato nella tattica di breve periodo, di corto respiro, nell'interesse di parte, come se stessimo guardando a questa nostra bella Italia da fuori, dall'esterno, per compiacersi dei suoi pregi e per guardare con onestà ai suoi difetti e provare ad organizzare consenso e azione per risolverli. Se non è così, chiedo scusa e mi taccio; se è così, se siamo disposti a metterci in questa prospettiva, provo ad andare avanti.

Il buon funzionamento delle istituzioni di questa Repubblica è un bene pubblico ed è un fattore di competitività. Il Paese funziona meglio con istituzioni che funzionano bene. Il Paese produce più reddito, più ricchezza, più opportunità e più spazi democratici con istituzioni che funzionano bene. Io non so fino a che punto saremo disposti a far finta di non accorgerci che le istituzioni di questa Repubblica non funzionano più e da un pezzo. Io non so fino a quando faremo finta che nelle attività del Parlamento e delle sue Commissioni si svolga davvero un'azione efficace sempre. Questo accade, certo, per problemi di qualità, magari, della classe politica, a cominciare da chi vi parla, ma non solo. Non so fino a quando faremo finta di accettare che le Commissioni, entro mezza giornata al massimo, possano effettivamente esaminare ed esprimere pareri su un provvedimento composto da centinaia di norme e con decine di miliardi di risorse dei contribuenti. Io non so fino a quando faremo finta che questo, a volte, avvenga anche in Aula, con l'assurdo contentino di decine e decine di ordini del giorno che non servono assolutamente a nulla (tutti quanti lo sappiamo benissimo).

Noi, della Commissione finanze, l'altro giorno abbiamo deciso che ci siamo stancati di far finta e ha ancora più valore il fatto che, come vi ho detto, la Commissione finanze sia stata non coinvolta, ma iper coinvolta in tutto questo discorso sul fisco, perché questo è un discorso di sostanza, ma la sostanza può cambiare col cambiare dei Governi. Se avesse prevalso chi nel Governo non voleva coinvolgere il Parlamento nella definizione dell'emendamento governativo, a che punto saremmo adesso? Ha prevalso e ne siamo contenti e ne siamo nobilitati, ma la forma in democrazia è un'altra cosa. Qui stiamo giocando con il bene pubblico del funzionamento delle nostre istituzioni, non stiamo giocando con cose diverse. Sono anni che accade questo e con Governi di qualsiasi colore. Quindi, chi vuole leggere tutto questo come un attacco a questo Governo o al Governo di prima, sta perdendo l'occasione di guardare alla struttura del funzionamento delle nostre istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Se vogliamo ridare dignità alle istituzioni e alla politica, non possiamo far finta di vedere che il funzionamento delle istituzioni si è inceppato. Nella Storia della colonna infame, Alessandro Manzoni scriveva che “spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non vedere la cosa che non piace, ma non per veder quella che si desidera”. In questo Paese, abbiamo spento il lume per non vedere i problemi di competitività della nostra economia, per non vedere che il Paese non si è mai adeguato alla globalizzazione, per non vedere che questo modo di fare politica, cioè promettere la luna a tutti e poi non essere in grado di governare, come è successo a tutti nella cosiddetta Seconda Repubblica, non va più da nessuna parte. Abbiamo spento il lume per non vedere che l'assetto costituzionale, che un gruppo di meravigliosi italiane e italiani decisero dopo la fine delle atrocità della Seconda guerra mondiale, è un assetto non più in grado di funzionare. Diamo senso all'ultimo anno di legislatura: approviamo le riforme costituzionali fondamentali per rimettere in carreggiata il bene pubblico della nostra democrazia rappresentativa. Io penso che sia ancora possibile in questo Parlamento e in questo Paese fare un discorso sistemico e strutturale, che non guarda ai vantaggi di parte, ma agli interessi generali della Repubblica. Spero di tutto cuore di non sbagliarmi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, Presidente. La prima notizia è che manca non solo il Presidente del Consiglio - la sua presenza sarebbe auspicabile e noi l'abbiamo anche chiesta -, ma anche il Ministro dell'Economia, sebbene stiamo discutendo da poco tempo. Come sappiamo tutti, i tempi lasciati dal Governo e dalla maggioranza al Parlamento per l'esame della legge di bilancio sono stati davvero ingenerosi; si tratta di una legge che viene in Aula una volta all'anno ed è la madre di tutte le leggi, perché dalla stessa dipendono i destini degli italiani. “Scherzando si può dire tutto, anche la verità” diceva Sigmund Freud. Quindi, senza che voi ve la prendiate a male, voglio cercare di fare una breve disamina su quello comunque che ci troviamo di fronte, perché in tanti, anche da parte della maggioranza, riservatamente, ma pure pubblicamente, con interventi agli atti della Commissione e anche agli atti del Parlamento italiano, hanno teso a sottolineare una sorta di ulteriore, se possibile, mortificazione del Parlamento italiano, messo alle corde dal Governo in un rapporto asimmetrico, dove il Parlamento, per responsabilità esclusiva della maggioranza, non riesce a reagire ad atti di assoluta protervia. Nel Governo degli Stati vi sono diverse formule e tutti quanti noi le conosciamo a menadito.

C'è la formula del presidenzialismo, cioè una forma di democrazia diretta, dove i cittadini danno un potere importante, direi quasi straordinario, ma i cittadini lo danno al Presidente della Repubblica o al Capo del Governo, a seconda della formula di cui si parla.

Poi c'è la modalità parlamentarista (il parlamentarismo è, di fatto, una forma di democrazia indiretta): il Parlamento dovrebbe dare un indirizzo e un'indicazione anche nella formazione del Governo, nella scelta del Capo del Governo, e quasi sempre, quando la democrazia funziona in maniera normale, dovrebbe scegliere il Capo del Governo tra coloro i quali sono stati giudicati e scelti a loro volta dal popolo italiano. Diciamo che, da Ciampi in poi (Ciampi, Dini, Monti, “Conte 1”, “Conte 2”, Draghi), questa normalità si è praticamente dispersa nel porto delle nebbie. Non possiamo più ambire a una democrazia compiuta e ci troviamo di fronte a questa sorta di democrazia indiretta con tanto di commissario esterno.

Poi c'è la formula del totalitarismo, che degenera nella dittatura. Tutti quanti la condanniamo, però diciamo che c'è chiarezza quando c'è la dittatura. Si sa che c'è, comunque, un conculcamento delle libertà fondamentali, c'è un conducator prepotente e arrogante e chi lo vuole scalzare deve combattere con tutte le sue energie per poter riconquistare la libertà.

Poi c'è l'oligarchismo, che è una sorta di regime politico caratterizzato dalla concentrazione del potere effettivo nelle mani di una minoranza “che opera” - leggo una definizione non mia, ma proprio per questo oggettiva – “contro gli interessi della maggioranza”. La tendenza all'oligarchia: è qui il problema, perché non basta, cari colleghi di maggioranza o di opposizione, stare qui a piangersi addosso, perché la legge di bilancio è atterrata al Senato della Repubblica il giorno 19 novembre o perché le sedute dedicate dalla Commissione bilancio del Senato o della Camera sono state davvero severamente menomate di ogni capacità di intervento.

Noi dobbiamo anche capire che cosa sta accadendo nel nostro sistema politico, se possiamo ancora definirci all'interno di una sorta di democrazia consolidata, se il popolo italiano, anche attraverso il filtro o il passante del vaglio del Parlamento italiano, sia comunque tutelato e garantito nelle sue prerogative. Ci sembra di capire che così non è e siamo molto preoccupati, perché, diversamente dalla dittatura, dove c'è il dittatore e lo devi scalzare, l'oligarchia si manifesta in maniera invereconda e sottile. L'oligarchia, soprattutto quando è gestita da tecnocrati, è fluida e c'è una sorta di sovrappotere che pervade tutto. Diciamo le cose come stanno: gli stessi Ministri della Repubblica italiana non sanno che cosa sia questa legge di bilancio. Le leggi di bilancio, teoricamente, vengono di fatto costruite dai funzionari e dai dirigenti dei Ministeri, ma, in pratica, assorbono le indicazioni che provengono da altrove, da altrove (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È questo il punto! Noi siamo estremamente preoccupati - e dovrebbe esserlo qualunque parlamentare della Repubblica italiana -, perché la democrazia è obiettivamente in pericolo. È un'affermazione forte, senz'altro, e ce ne assumiamo la responsabilità, mentre proferiamo parole così gravi, ma è esattamente quello che sta accadendo nell'indifferenza generale.

E nell'indifferenza generale – “scherzando si può dire tutto, anche la verità” - non possiamo non constatare che: si ristrutturerà con 1 milione per tre anni la piscina del comune Centro Valle Intelvi, località San Fedele; che il Governo dei migliori sancisce che verranno dedicati 2 milioni in questa legge di bilancio per il rifacimento del lungomare di Nicotera; che 400.000 euro andranno al viadotto della Valle Brembilla; inoltre, 400.000 euro per i 100 anni - per carità! - dalla nascita di Enrico Berlinguer. Ma io penso che queste robe qui possano stare dentro i dispositivi del Ministero della Cultura, che, attraverso bandi, può utilizzare i fondi di cui già è in possesso per fare anche operazioni culturalmente rilevanti, piuttosto che metterli dentro ad una legge di bilancio.

È improprio lo strumento. Non è tanto il tema del merito su cui ci si va a misurare. Un milione di euro va all'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini; 500 mila euro, per tre anni, all'Associazione Senzaspine, all'Associazione Musicale Gasparo da Salò, alla società cooperativa Soundiff-Diffrazioni sonore, all'Associazione I Filarmonici di Benevento, all'Ensemble Mare Nostrum, all'Associazione Filharmonie e all'Orchestra dei Giovani Europei; alla chiesa di San Pietro in Colle (comune di Caldiero); sono poi elargite risorse, per tre anni, per la ristrutturazione, secondo norme antisismiche, dei locali della Palestra e delle annesse aule della scuola Giacomo Leopardi nel comune di Trofarello e via discorrendo. Vi sono anche 200 mila euro per l'ottantesimo anniversario dalla fondazione della Democrazia Cristiana, che vengono elargiti alla Fondazione De Gasperi.

Ricordo sommessamente che, nella scorsa legge di bilancio - quindi la questione è patologica - abbiamo anche dedicato centinaia di migliaia di euro per festeggiare il centenario del Partito Comunista Italiano, peraltro senza neanche particolare sobrietà, visto che proprio ora, fortunatamente, ricorre il trentesimo anniversario dalla caduta del comunismo e dell'Unione Sovietica; quindi, diciamo così, un tentativo di conquista, da parte del popolo russo e dei popoli europei, conseguentemente alla caduta del Muro di Berlino, delle libertà che erano state conculcate nello spazio di decenni.

La cosa stravagante è che, all'interno di questo pacchetto, la maggioranza, attraverso un emendamento, ha voluto inserire il “decreto Antifrode”; un “decreto Antifrode” che, evidentemente, non è efficace verso il Parlamento che, invece, viene letteralmente frodato per le modalità con cui vi presentate al suo cospetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Nel merito delle questioni trattate - ve l'abbiamo detto e lo ripetiamo in lungo e in largo - c'è quella annosa del reddito di cittadinanza. Noi non ce l'abbiamo certamente con i disoccupati, figurarsi! Orgogliosamente, continuiamo a rappresentare la destra sociale e popolare che comunque interpreta in maniera trasversale i bisogni di tutte le categorie, ma in modo particolare delle categorie più fragili. Però, a coloro i quali sono disoccupati va dato un lavoro. È il lavoro che consente, attraverso la conquista della dignità, l'emancipazione di una persona. Se questi quattrini fossero stati dati alle imprese, secondo la formula “più assumi meno paghi” (emendamenti presentati da Fratelli d'Italia), forse nel corso del tempo avremmo avuto persone formate, anche nei tre anni dati; al terzo anno o si stabiliva un rapporto fiduciario tra la persona assunta e l'impresa, e quindi il rapporto si stabilizzava, o, nel caso di un licenziamento, chiamiamolo così, comunque la persona che usciva dall'impresa sarebbe stata migliore di prima perché avrebbe imparato un mestiere.

Vi è poi la questione del superbonus. Voi avete raggiunto dei risultati e noi, colleghi della maggioranza e del Governo, ve l'abbiamo anche certificato. Ma il tema del superbonus non è soltanto il rinvio e la rielaborazione delle modalità al 2023 o al 2025. C'è un tema grande come una casa: voi avete finanziarizzato questa enorme possibilità di ripresa economica di un settore storicamente trainante per la nostra economia. Quando si parla di superbonus bisogna avere chiaro quello che sta accadendo. Intanto, il 30 per cento di quello che è investito viene intercettato e metabolizzato dai general contractor, cioè dalle finanziarie, dalle grandi multinazionali, dalle grandi imprese o dalle banche, che trattengono il finanziamento e fanno da banca nei confronti dell'impresa. Senza fare niente, si mettono in tasca tra il 20 e il 30 per cento del contributo. Poi, c'è il tema importantissimo della incapacità di sviluppare la filiera industriale. Se voi non realizzate un provvedimento sul superbonus rendendolo strutturale - non il reddito di cittadinanza, il superbonus deve essere strutturale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! - e non dite alle industrie, che realizzano mattonelle, piuttosto che calce o cemento, piuttosto che ponteggi, che hanno dieci anni a disposizione per ammortizzare i costi degli investimenti, è ovvio che nessuno realizzerà questi materiali. E se non vengono realizzati significa che noi andiamo a cercare approvvigionamenti fuori dai confini nazionali, andando di fatto ad arricchire altre imprese, altre economie nazionali.

Concludo, Presidente, anche se ci sono altri argomenti che avrei volentieri sviluppato.

Ancora una volta, purtroppo, nell'incrocio con il PNRR approvato attraverso il decreto poche settimane fa, avete perso l'occasione di far produrre nuova ricchezza all'Italia, di abbassare la pressione fiscale, di intervenire sul cuneo fiscale e, quindi, di abbattere il costo del lavoro, per mettere in tasca ai lavoratori i due terzi dell'intervento – cosa che si poteva fare con gli otto miliardi stanziati o preferibilmente con 12 - dando un terzo alle imprese.

Avete fallito ancora una volta questo obiettivo. Ma quello che è più grave, rispetto anche alle marchette che ho citato, è che di fatto…

PRESIDENTE. Concluda, presidente.

FABIO RAMPELLI (FDI). …avete commissariato la democrazia italiana con personalità di alto profilo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e lo avete fatto per futili motivi. Infatti, non ci voleva né il Presidente illustrissimo Mario Draghi né questo Esecutivo, sospendendo la democrazia, per fare una legge di bilancio così meschina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, prima di esprimere alcune valutazioni di natura politica sulla legge di bilancio - valutazioni che, come già emerso dalla discussione generale e ancora prima dall'Aula del Senato, sono per Forza Italia di segno positivo - ritengo doveroso, anche alla luce del ruolo di capogruppo in Commissione bilancio, esprimere alcune considerazioni di metodo.

Sapevamo con largo anticipo che la legge di bilancio per il 2022 sarebbe stata oggetto di una sola vera lettura parlamentare svolta al Senato. Una lettura che la Camera oggi si limita a ratificare.

Si consolida la prassi - una cattiva prassi - che attribuisce solo ad un ramo del Parlamento la possibilità di apportare modifiche alla legge di bilancio.

La nostra Costituzione prevede un regime di bicameralismo perfetto: come parlamentari della Repubblica abbiamo il dovere di segnalare e lasciare agli atti il consolidamento di una prassi che forza la Costituzione, prima ancora dei regolamenti parlamentari.

Dobbiamo farlo per senso di responsabilità e per senso di rispetto del nostro ruolo, che non può essere chiamato a lavorare in questo modo, esprimendosi in poche ore su provvedimenti che interessano persone, nostri concittadini, e risorse pubbliche.

Ciò premesso, abbiamo dinanzi a noi la legge di bilancio per l'anno 2022 e per il triennio 2022-2024. Una legge che, già nel testo iniziale, aveva molti aspetti positivi e che, nel corso dell'esame al Senato, è stata ulteriormente migliorata per quanto riguarda aspetti di primaria importanza.

È stato inserito un rilevante intervento su un tema cruciale come quello del fisco. La riduzione delle tasse è da sempre il primo punto di ogni programma di mandato del Presidente Berlusconi, non come misura una tantum o per pochi, ma come intervento strutturale volto diminuire la pressione fiscale su tutti i cittadini italiani, sulle famiglie, sulle imprese generatrici di lavoro e di sviluppo.

Nel testo iniziale della legge di bilancio era previsto, all'articolo 2, uno stanziamento strutturale di 8 miliardi da destinare alla riduzione della pressione fiscale che, però, rinviava a futuri provvedimenti legislativi. Un lungo tavolo di concertazione tra il Governo e le forze politiche che compongono questo Parlamento ha fatto sì che le decisioni politiche maturate rientrassero invece all'interno della legge di bilancio, ritenendo doveroso intervenire immediatamente sull'utilizzo di quegli 8 miliardi perché era giusto dare un segnale al Paese.

C'è stato un doppio intervento. Sull'IRPEF: attraverso l'eliminazione di un'aliquota e la rimodulazione delle quattro rimanenti, con la scelta di attribuire il vantaggio maggiore, con la riduzione di tre punti percentuali, alla classe media di reddito dai 28 mila ai 50 mila euro.

L'altro intervento riguarda invece l'IRAP e su questo Forza Italia non può che rivendicare una propria battaglia portata avanti da tempo come partito e ai suoi massimi livelli, con il presidente Berlusconi e il nostro coordinatore nazionale Tajani.

L'imposta regionale sulle attività produttive sarà eliminata dal 2022 per le persone fisiche che esercitano attività commerciali e professioni. Certamente, si tratta di un primo passo al quale ne dovranno seguire altri. Ma anche su questo aspetto specifico arriva finalmente un segnale e questo segnale arriva quando Forza Italia è al Governo.

Allo stesso tempo, Forza Italia ha scongiurato che si avverasse l'ipotesi di una patrimoniale sulla casa, il bene primario cui ogni famiglia e ogni individuo hanno diritto, spesso frutto di ingenti sacrifici e di impegno, come stiamo vedendo proprio quest'anno con gli esiti del Fondo prima casa per i giovani. Da quando il Presidente Berlusconi tolse l'IMU, compensando il mancato gettito ai comuni con pari somma, grazie al presidio di Forza Italia nessuno è mai riuscito a reintrodurla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) nonostante questo argomento ritorni nei pensieri e nelle proposte di alcuni schieramenti puntualmente. Sempre in materia di tasse che, però, si legano strettamente all'attività di determinati i settori produttivi, Forza Italia valuta con molto favore il rinvio di un anno, previsto già dal testo iniziale della legge di bilancio, della plastic tax della sugar tax. Si tratta di temi su cui Forza Italia si impegna in ogni provvedimento per far valere una posizione graduale e sensata in grado di tutelare i consumatori e produttori. Sulla plastic tax siamo fermamente convinti che si debba aprire una riflessione politica a 360 gradi perché nella situazione attuale l'applicazione di questa tassa rischia di mettere in grandissima difficoltà un gran numero di imprese che su questo materiale hanno investito anni di ricerca e ancora continuano a farlo, proprio in ottica di sostenibilità.

È giusto sottolineare anche un importante intervento che, invece, è stato inserito al Senato. Con il decreto fiscale è stato commesso improvvidamente un errore, attraendo nel regime di assoggettamento IVA il settore del volontariato. Non potendosi modificare quella norma nel medesimo provvedimento, perché la seconda lettura anche in quel caso fu blindata, erano stati presentati ordini del giorno, targati Forza Italia, che ne chiedevano l'eliminazione nel primo provvedimento utile. Governo e Parlamento hanno mantenuto tale impegno, sospendendo la disposizione per un periodo temporale abbastanza lungo nel quale ci auguriamo che si possa avviare un fruttuoso confronto in sede europea.

Un altro importante tema e quello del superbonus 110 per cento, una serie di ulteriori misure agevolative materia di ristrutturazioni edilizie che adesso sono collegate per quanto riguarda gli sgravi fiscali. Gli interventi di riqualificazione edilizia risulteranno utili nella transizione ecologica e saranno in grado di esercitare un significativo impulso sulla domanda nel breve periodo. Si tratta di una misura molto positiva che fin dalla sua entrata in vigore ha dispiegato in maniera concreta ed evidente tutti i suoi aspetti positivi, producendo un effetto volano nel settore dell'edilizia per quanto attiene alle ristrutturazioni e all'indotto collegato. Il problema di questa misura e la sua oggettiva onerosità, come abbiamo avuto modo di discutere durante le audizioni. Nel testo iniziale della legge di bilancio, infatti, le norme in materia di superbonus erano estremamente prudenti, prevedendo una serie di sbarramenti, come il reddito ISEE la CILA. Su questo “temone” - per usare un gergo che abitualmente è utilizzato su questioni di grande rilevanza politica - c'è stato un lungo confronto in sede politica tra Governo e partiti di maggioranza, per cui Forza Italia si è molto spesa fino al pieno raggiungimento dell'intesa.

Altre norme positive per Forza Italia sono state introdotte e vorrei citarne alcune. Abbiamo ottenuto il rinvio selettivo delle cartelle esattoriali e la rateizzazione delle bollette, il cui rincaro è stato parzialmente assorbito tenendo in considerazione il forte rialzo dei prezzi delle materie prime, che rischia di compromettere la forte spinta alla crescita impressa nel Paese. È stato inoltre raddoppiato il bonus mobili, da 5.000 a 10.000 euro, ed è stata sospesa la tassa di occupazione del suolo pubblico per gli esercenti. I fondi richiesti da Forza Italia e stanziati per il comparto delle Forze dell'ordine sono fondamentali per dare linfa vitale alle articolazioni dello Stato ed è un orgoglio per Forza Italia essersi battuta per questo scopo. Ancora, la costituzione del Fondo permanente per il contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è una misura concreta contro un rischio che, dopo l'insorgere della pandemia, ha visto un incremento di casi e di gravità cui dobbiamo, con massimo tempismo, porre rimedio, attivando tutte le comunità educanti sui territori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

In questo dibattito fiduciario ho voluto sottolineare solo alcuni aspetti politici. Tra questi, colleghi, ce n'è un ultimo, di grande valore, del quale ritengo doveroso sottolineare la portata. Da presentatore della proposta di legge denominata “Liberiamo i sindaci”, che la Camera ha approvato alla fine del mese di novembre, non posso che essere felice delle risorse stanziate per le assunzioni nei comuni, messi in condizioni di affrontare il PNRR, per i comuni montani che, grazie alla legge nazionale per la montagna, collegata a questa legge di bilancio, vedranno per la prima volta un investimento strutturale di 100 milioni a partire dal 2022. Poi, i livelli essenziali delle prestazioni riferite ai servizi educativi per l'infanzia, una conquista importantissima targata Forza Italia, la valorizzazione dei borghi e delle aree interne del Paese, il rifinanziamento del Fondo progettazione e le risorse per la rigenerazione urbana che, però, hanno creato uno squilibrio enorme, lasciando fuori i comuni del Nord e i loro progetti.

Tale richiesta, pari a circa 900 milioni, è oggetto infatti di un mio ordine del giorno. Infine, la scelta operata dal Governo per rivedere gli emolumenti degli amministratori locali. Il Governo ha avuto questo coraggio, non scontato, e bisogna saper riconoscergliene il merito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Oggi Forza Italia si ritiene soddisfatta dei risultati ottenuti in sede parlamentare ed esprimerà il proprio voto favorevole alla legge di bilancio, consapevole che una discussione ampia e allargata a entrambi i rami del Parlamento avrebbe potuto contribuire ancora di più a migliorarla, in favore degli italiani.

Concludendo, signor Presidente Mandelli, Forza Italia apprezza l'opera svolta fino ad oggi dal Governo Draghi, considera l'attuale legge di bilancio la più positiva tra quelle approvate nel corso di questa legislatura, con un governo targato Forza Italia, ed è per questo che esprimerà convintamente, ancora una volta, la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Navarra. Ne ha facoltà.

PIETRO NAVARRA (PD). Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il Partito Democratico voterà la fiducia al disegno di legge di bilancio per il 2022, condividendone nel suo complesso l'impianto normativo. Tuttavia, non possiamo non esprimere le nostre riserve sul metodo adottato nei passaggi parlamentari per l'approvazione della legge, metodo con il quale la centralità del Parlamento è stata ancora una volta messa in discussione. Signor Presidente, faccio appello alla sua autorevolezza perché si ponga argine a questa pericolosa deriva e si ristabilisca il pieno rispetto del dettato costituzionale che vede nel Parlamento tutto il cardine della nostra democrazia rappresentativa.

Fatta questa breve ma necessaria e doverosa considerazione, passo a motivare la fiducia alla legge di bilancio, ai suoi contenuti e alla sua filosofia. Il nostro Paese è in forte ripresa ma non ancora fuori dall'emergenza. Anzi, in queste ultime settimane ci troviamo nel pieno della quarta ondata. Proprio ieri, abbiamo raggiunto il record dei contagi, il record dei tamponi e un tasso di positività che ha raggiunto il 7,6 per cento. Questo è il contesto in cui si colloca la legge di bilancio per il 2022. Il Governo Draghi ha impostato e proposto al Parlamento una manovra decisamente espansiva, motivata dalla consapevolezza di una ripresa che è ancora fragile e condizionata negativamente da una serie di fattori: l'incremento dei contagi, l'impennata dei prezzi dell'energia e delle materie prime, la carenza di beni intermedi, dovuta alle strozzature negli approvvigionamenti e nella logistica, e un quadro macroeconomico internazionale ancora incerto. Nel 2022 la manovra lorda ammonta a circa 37 miliardi di euro e, dal punto di vista quantitativo, l'intervento più importante è rappresentato dal taglio fiscale e contributivo. Alla riduzione dell'IRPEF sono destinati 7 miliardi, attraverso un ridisegno degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni. L'intervento restituisce ordine e regolarità a un'imposta che era stata progressivamente deformata negli anni da una serie di misure spesso estemporanee, senza garantire una complessiva sistematicità del tributo. Secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio, l'intervento sull'IRPEF beneficerà tutti i contribuenti, con particolare riguardo ai redditi medi che, secondo i dati OCSE, negli ultimi trent'anni costituiscono la fascia di reddito che ha subìto la più elevata erosione della propria capacità di spesa in quasi tutti i Paesi industrializzati, e l'Italia in questo ambito certamente non rappresenta un'eccezione. L'abolizione dell'IRAP a carico di 835.00 soggetti, tra partite IVA e piccole imprese personali, impegna un ulteriore miliardo e 300 milioni. Infine, è prevista una riduzione o una tantum dei contributi sociali, di un miliardo e mezzo, a vantaggio dei lavoratori dipendenti. Questo insieme di misure fiscali, contestato da alcune organizzazioni sindacali, va collocato nel quadro di una legge di bilancio che sul versante sociale - è bene ricordarlo - finanzia, con ulteriori 7 miliardi e mezzo, la riforma degli ammortizzatori sociali e rafforza la dotazione del reddito di cittadinanza, della sanità e delle politiche per persone disabili e non autosufficienti. Lasciatemi inoltre dire che affermare che delle scelte fiscali beneficerebbero solo marginalmente le fasce con reddito più basso perché l'incidenza del taglio dell'IRPEF a vantaggio della fascia fino a 12.000 euro di reddito è solo dello 0,6 per cento, a fronte di benefici più alti per le classi di reddito medie, non è solo sbagliato ma anche fuorviante,. Gli interventi di politica fiscale, infatti, vanno guardati nel loro complesso.

Se così si facesse, per esempio, si scoprirebbe che, secondo i dati diffusi dal MEF, grazie al taglio dell'IRPEF, alla decontribuzione e all'assegno per i figli, una famiglia della classe di reddito più bassa, con un reddito di 10.000 euro, riceverebbe l'aumento più consistente rispetto a tutte le altre classi di reddito: l'11,9 per cento in più, contro il 5,2 per cento, per esempio, per coloro che hanno un reddito a partire da 50 mila euro, o rispetto all'incremento dello 0,7 per cento per la classe di reddito da 120 mila euro in su.

Contro il caro bollette di luce e gas il Governo ha stanziato 3,8 miliardi di euro; il taglio del costo energetico inciderà sul primo trimestre del 2022. Qualora l'aumento del costo dell'energia, da congiunturale dovesse trasformarsi in strutturale, il Presidente Draghi, nelle scorse settimane, ha assunto, qui in Parlamento, l'impegno per ulteriori interventi al fine di contenere i prezzi dell'energia e del gas.

Il superbonus 110 per cento, così come i bonus per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica sono stati prorogati, con un décalage perfezionato dagli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio in Senato.

Un capitolo a parte meritano gli enti locali: la legge di bilancio ha incrementato le risorse finalizzate al potenziamento di alcuni servizi comunali, come gli asili nido e il trasporto scolastico per i disabili; finalmente sono state incrementate le indennità dei sindaci, una scelta sacrosanta, che mette fine a una visione demagogica, che aveva progressivamente dequalificato un ruolo pubblico di grande impegno e responsabilità; l'esame parlamentare, infine, ha aggiunto risorse per ripristinare il disavanzo dei comuni metropolitani; nonostante questi importanti interventi, resta la necessità di una riforma complessiva, non più rinviabile, dell'ordinamento e della finanza degli enti locali.

Signor Presidente, stiamo chiudendo il 2021 con un tasso di crescita superiore ad ogni più rosea aspettativa: più 6,3 per cento, secondo le ultime stime Istat; è un dato che testimonia la capacità di reazione di un'economia che la pandemia aveva messo in ginocchio - ricordo che nel 2020 il PIL era con crollato dell'8,9 per cento -, tuttavia, per quanto questo risultato sia incoraggiante, non è sufficiente a ricucire le ferite economiche e sociali prodotte dalla crisi sanitaria. La crescita, infatti, deve consolidarsi nel medio-lungo periodo attraverso un progressivo recupero dei divari di produttività rispetto ai Paesi più virtuosi, un rafforzamento della rete di protezione sociale per chi è rimasto indietro e un deciso passo in avanti nell'ammodernamento di un Paese chiamato a cogliere con fiducia le sfide della modernità, dell'innovazione, della globalizzazione, della sostenibilità ambientale e della ricerca di quella giusta combinazione tra mobilità e demografia che costituisce uno degli elementi decisivi per promuovere una crescita stabile, equilibrata e inclusiva. Il cuore di queste sfide sta nel PNRR, nei suoi investimenti e nelle sue riforme, che costituiscono la parte più significativa della politica di bilancio per il triennio 2022-2024 e rappresentano un'occasione imperdibile per trasformare il Paese e per farlo in meglio. Jean Monnet diceva che l'Europa riesce a modificare le situazioni di crisi in occasioni di crescita; le parole dello statista francese saranno confermate dai fatti se l'Italia saprà governare con saggezza e determinazione questa fase cruciale della propria storia, dentro i propri confini nazionali e, allo stesso tempo, all'interno di quelli dell'Unione europea. Per fare ciò ci vuole stabilità e ci vuole visione; stabilità nel programma di Governo e visione di lungo periodo e di ampio respiro, perché le scelte che il Paese è oggi chiamato a fare riflettano le speranze dei propri cittadini e non le loro paure.

Per trasformare al proprio interno la crisi in occasione di crescita, all'Italia non basta la disponibilità delle ingenti risorse del PNRR, perché è necessario saperle spendere presto e bene, ma, soprattutto, è necessario accompagnarle con quelle riforme incisive che consentano di rivitalizzare la produttività della nostra economia, che, negli ultimi 25 anni, è rimasta stagnante. Aumentare la produttività significa investire in tecnologia e fare di più con meno; significa, in altri termini, migliorare la capacità di utilizzare - perfino moltiplicandole - le risorse disponibili. Per ottenere questo risultato, la promozione dell'innovazione deve essere uno degli obiettivi principali dell'agenda politica, favorendo il passaggio - per usare le parole dell'economista della London School of Economics, Philippe Aghion - da un modello di crescita di tipo imitativo a un modello di crescita autopropulsivo, proprio di quelle economie che si trovano sulla frontiera della produzione. Non sarà facile, perché alcuni interessi costituiti difenderanno con le unghie e con i denti le rendite di posizione acquisite nel passato che, purtroppo, bloccano la nostra economia e le impediscono di crescere. Ecco, allora, l'importanza delle riforme a sostegno della concorrenza e l'investimento massiccio in formazione e ricerca.

Ma l'Italia dovrà giocare un ruolo importante per trasformare la crisi in occasione di crescita anche in Europa, non solo sostenendo la ripresa economica dei suoi Stati membri dopo la pandemia, ma promuovendo una strategia di crescita per il prossimo decennio che permetta all'Unione di affrontare da protagonista le tante sfide che l'attendono: la crisi climatica, le tensioni geopolitiche e militari, l'aumento delle disuguaglianze e i cambiamenti demografici che stanno mutando profondamente il tessuto economico e sociale dell'Europa. Se la risposta a queste sfide è un ampio programma di riforme, lo strumento principale per affrontarle con maggiore efficacia è una politica di bilancio comune. A questo proposito, ho molto apprezzato e ampiamente condiviso i contenuti della lettera a firma congiunta del Presidente del Consiglio italiano e del Presidente della Repubblica francese, pubblicata recentemente sul Financial Times, dove si riconosce, cito letteralmente, che “già prima della pandemia, le regole di bilancio dell'UE andavano riformate. Sono troppo opache ed eccessivamente complesse. Hanno limitato il campo d'azione dei Governi durante le crisi e sovraccaricato di responsabilità la politica monetaria. (…). Non c'è dubbio che dobbiamo ridurre i nostri livelli di indebitamento. Ma non possiamo aspettarci di farlo attraverso tasse più alte o tagli alla spesa sociale insostenibili, né possiamo soffocare la crescita attraverso aggiustamenti di bilancio impraticabili”.

La legge di bilancio 2022 riguarda certamente l'Italia, ma, per tutte le considerazioni che ho esposto sin qui, rappresenta, al tempo stesso, un segnale che l'Italia manda all'Europa, in un momento in cui sembra si possa davvero aprire una nuova stagione per il futuro nostro e di tutti i cittadini europei. È in questa prospettiva che il Partito Democratico esprime la fiducia al Governo per le scelte di politica di bilancio contenute nella legge che discutiamo oggi, la fiducia a un Governo che è il nostro Governo, che sosteniamo convintamente, per un'Italia più moderna più prospera e più inclusiva, in un'Europa più forte e più sicura di sé (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se i colleghi riescono a mantenere un tono di voce più basso, per consentire gli interventi degli onorevoli che hanno chiesto di parlare… Grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, la Lega rivendica con orgoglio una parte significativa di questa manovra di bilancio, in particolare la riduzione delle imposte. La Lega è stata decisiva per la riduzione dell'Irpef e l'abolizione dell'IRAP. La riduzione dell'Irpef va a favore dei ceti medio-bassi e deve essere valutata contemporaneamente, sia come diminuzione di scaglioni Irpef, sia come diminuzione di aliquote e aumento di detrazioni. Per i redditi sino a 15 mila euro, i 1.000 euro vengono mantenuti, proprio per evitare che la trasformazione in detrazione implichi un appesantimento per i ceti bassi, ma tutta la finanziaria è improntata ad aiutare famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, malgrado l'aumento del PIL del 6 per cento.

La Lega rivendica fortemente l'abolizione dell'IRAP; in proposito, si è parlato di primo step della riforma fiscale; in realtà, non è il primo step: questo è il secondo step, perché? Perché il primo step lo portò a termine, 3 anni fa, la Lega, con la mini flat-tax, per cui, grazie al nostro Viceministro Massimo Garavaglia e al sottosegretario Massimo Bitonci, riuscimmo ad aumentare il livello dello scaglione da 30 mila a 65 mila di fatturato, e questo cosa ha comportato? Ha comportato che 1.900.000 attività economiche su 5 milioni oggi non pagano l'IRAP (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Quindi, in questo secondo step di abolizione dell'IRAP, fortemente voluto dalla Lega in cabina di regia, altre 835 mila attività economiche non pagheranno l'IRAP, non compileranno la dichiarazione dei redditi, saranno indenni da calcoli assurdi, perché ricordiamo che questa IRAP, che va abolita per tutti…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole. Se i colleghi riescono a fare un po' di silenzio, è più facile per tutti, altrimenti è veramente difficile per i colleghi poter intervenire. Aspetti un attimo, onorevole Gusmeroli, quando hanno finito, ricominciamo, tanto tempo ce n'è.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Recupero. Quindi, dicevo, un milione e 900 mila sono le attività economiche in mini flat tax che non pagano l'IRAP, oggi 835 mila, più tutti quelli che devono lo stesso compilare i moduli IRAP, ma non pagano l'imposta perché sono sotto il livello di deduzione. Ora, è un enorme passo; vi sono attività, aziende individuali, imprese familiari, lavoratori autonomi, tante piccole attività - che sono la base economica di questo Paese - che finalmente non sono più soggetti ad un'imposta odiosa. Quindi, molto importante, stiamo parlando di oltre il 60 per cento di attività economiche che hanno un processo di semplificazione enorme grazie alla Lega, grazie a soli tre anni di attività della Lega, prima al Governo e oggi al Governo in una maggioranza che comprende un po' quasi tutto l'arco costituzionale.

Però la Lega ha voluto anche un forte aiuto alle famiglie perché il rincaro delle bollette di luce e gas è enorme e non colpisce solo le famiglie, che vanno ancora di più aiutate, ma colpisce anche i comuni, colpisce anche le imprese, e quindi nei prossimi provvedimenti la Lega ha chiesto ulteriori aiuti alle famiglie, ai comuni e alle imprese.

Ma nella manovra abbiamo una riduzione significativa dei contributi a carico del dipendente. Certo, è solo per un anno, però sappiamo che in Italia le cose provvisorie - guardiamo i bonus delle ristrutturazioni, che vengono prorogati di anno in anno - sono quelle che diventano definitive; e anche nell'ambito dei bonus la Lega è riuscita a portare a casa l'estensione alle villette senza limiti di ISEE, perché era un'ingiustizia che chi abita in condominio potesse avere il bonus del 110 per cento, mentre chi abita in villette non potesse averlo.

Però vi sono anche temi con riferimento ai quali il Governo poteva avere più coraggio. Una delle mancanze di questa manovra è sicuramente la proroga della rottamazione-ter: tante aziende in questi ultimi due anni non sono riuscite a pagare le imposte, imposte che hanno dichiarato; e noi qui dobbiamo cominciare a capire che non è una colpa dichiarare le imposte e non riuscire a pagarle: bisogna aiutare le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Bisogna riaprire la rottamazione-ter, bisogna far sì che chi ha avuto difficoltà negli anni 2019, 2020 e 2021, perché siamo ancora in difficoltà sanitarie e quindi economiche, possano in qualche modo rateizzare a medio-lungo termine i loro debiti; altrimenti, è vero che siamo riusciti a prorogare di 180 giorni il pagamento delle cartelle, però ad un certo punto arriveranno a scadenza e chi è in difficoltà economica, come non riesce a pagare prima, non riuscirà a pagare dopo. Questo tema ce lo dobbiamo porre tutti, così come ci dobbiamo porre il tema della sospensione dei prestiti alle imprese, che scade il 31 dicembre: era stato fatto un “decreto Liquidità”, nulla è previsto in questa manovra. Questi sono temi che ci dobbiamo porre tutti, perché sono bisogni del nostro Paese, delle nostre attività economiche e, con esse, dei dipendenti delle attività economiche.

Per il futuro, però, dobbiamo avere delle accortezze. In questo momento, in Commissione finanze abbiamo la delega fiscale; con questa manovra abbiamo ridotto di 8 miliardi la tassazione, dobbiamo fare attenzione a non svoltare in negativo per il futuro. Non possiamo pensare che un milione e 900 mila attività economiche, che in questo momento hanno un sistema semplice come la mini flat tax a bassa tassazione e non hanno bisogno di tenuta della contabilità, in qualche modo vengano penalizzate. Quindi, manteniamo la mini flat tax fino a 65 mila euro di fatturato al 5 per cento per chi inizia l'attività o al 15 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); un regime che ha fortemente voluto la Lega e che vuole difendere perché non si può pensare di penalizzare il 40 per cento delle attività economiche italiane.

Allo stesso modo, attenzione a riforme del catasto, perché l'Italia è il Paese al mondo in cui il cittadino ha un così forte attaccamento alla casa. Le tasse sulla casa sono state fortemente incrementate dal Governo Monti. Adesso non possiamo pensare ad una riforma del catasto che sposti dalla rendita catastale al prezzo corrente, perché vorrebbe dire più tasse per tutti e in questo momento non ce lo possiamo permettere, non si possono aumentare le tasse sulla casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E poi cominciamo a parlare meno di semplificazione, ma a fare di più. È dell'altro ieri la scadenza dell'acconto IVA per tutte le attività economiche italiane. Non si può pensare di chiedere al 27 di dicembre l'acconto IVA per non attendere il 16 gennaio, quando lo Stato mediamente ha 80 miliardi di fondo cassa, di cassa, a disposizione. Certe cose non possono essere più fatte a danno del cittadino, bisogna semplificare, bisogna rateizzare il secondo acconto, bisogna ridurre le ritenute d'acconto. Bisogna facilitare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro anche con processi di detassazione: questo deve essere l'impegno di tutto il Parlamento, in primis della Commissione finanze nel momento in cui analizza e affronta la delega fiscale, perché questo Paese potrà essere rilanciato solo se si punta ad una bassa tassazione, ad una semplificazione fiscale e ad una sburocratizzazione di questo Paese. Ne abbiamo bisogno, ne ha bisogno l'Italia, ne hanno bisogno i cittadini.

La Lega convintamente voterà a favore della fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faro. Ne ha facoltà.

MARIALUISA FARO (M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghi e colleghe, ci troviamo oggi a discutere di un testo che, anche quest'anno, giunge alla Camera in larghissimo ritardo. C'è dispiacere, perché sarebbe stato auspicabile lasciare ad entrambi i rami del Parlamento un più ampio margine di discussione e questo non rappresenta certo un bene per la nostra che è una democrazia parlamentare. Siamo, comunque, oggi, qui per un provvedimento importante, una manovra che, nello specifico contesto sociale ed economico che stiamo vivendo, non può essere vista da sola, ma va bensì letta all'interno di un più ampio quadro di provvedimenti: in primis il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il decreto fiscale, che contengono misure volte a sostenere e a migliorare la vita dei cittadini e, in generale, la vita economica del nostro Paese.

La pandemia continua a metterci a dura prova e dobbiamo essere continuamente pronti a rispondere senza esitazione. Non possiamo permetterci errori o distrazioni. Dobbiamo restare uniti e remare tutti dalla stessa parte. Chi ancora oggi, dopo due anni e mezzo di pandemia, continua a cavalcare le paure e le preoccupazioni dei cittadini, lanciando slogan per accaparrarsi un po' di consenso, dimostra di non avere a cuore le sorti della nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sostanzialmente questo Governo ha prorogato la maggior parte delle misure economiche del “Conte 2”, come Transizione 4.0, i fondi per l'export, i fondi per sviluppo e ricerca, i bonus edilizi, tant'è che il dato positivo del PIL - più 6 per cento - trova proprio le radici in tutto quello che è stato inserito nella manovra dell'anno scorso, confermando, quindi, la bontà politica ed economica di queste misure; ora tutti coloro che criticavano quella legge di bilancio sono scomparsi nel nulla. Questa manovra contiene dunque una serie di interventi sostanziosi a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese, oltre che degli ingenti investimenti negli ambiti della transizione ecologica e della digitalizzazione.

Cari colleghi e care colleghe, parliamo di una legge di bilancio nella quale il MoVimento 5 Stelle si è battuto strenuamente per difendere alcuni dei nostri più importanti provvedimenti, come il reddito di cittadinanza e il superbonus, garantendone la proroga e il potenziamento. Come ben sapete, il primo ha salvato milioni di famiglie durante la pandemia e si è dimostrato uno strumento fondamentale per la protezione sociale; lo ribadisco, protezione sociale. È stato rifinanziato con un miliardo di euro in più per garantire il rafforzamento delle politiche attive del lavoro e per un'opera ancora più severa di contrasto delle irregolarità, con il voto favorevole di tutte le forze politiche di maggioranza. Sono state messe da parte - spero definitivamente - tutte quelle idee sconclusionate legate all'abolizione dell'unica vera misura di contrasto alla povertà presente nel nostro Paese.

Il reddito di cittadinanza andava potenziato e reso più incisivo, ed è quello che stiamo facendo con questa manovra. Per quanto riguarda il superbonus, invece, ci siamo battuti per fare in modo che fosse ancora più accessibile a tutti, perché ha dimostrato di essere uno strumento straordinariamente efficace: limitarlo, avrebbe rappresentato un danno enorme per l'economia dei nostri territori. Stiamo parlando di una misura economica ideata, creata e realizzata dal MoVimento 5 Stelle, che in un periodo di pandemia ha risollevato un settore, come quello delle costruzioni, che stava vivendo una crisi nerissima; nel contempo, abbiamo garantito la rigenerazione del patrimonio immobiliare italiano, rispondendo alla sfida della transizione ecologica. Parliamo davvero di un boom economico senza precedenti: 30 mila nuove imprese e 150 mila posti di lavoro creati in piena pandemia. Tutti quelli che ci dicevano che volevamo la gente sul divano, adesso sono spariti: non si sentono più.

Abbiamo lottato per la sua estensione e grazie alla nostra determinazione - questo è importante ricordarlo - è stato approvato un emendamento che elimina il tetto ISEE per l'accesso al superbonus per le abitazioni unifamiliari per tutto il 2022, con l'unico vincolo del completamento dei lavori al 30 per cento entro giugno. Abbiamo, poi, ulteriormente rafforzato questo strumento, aprendo alle seconde case, prevedendo la proroga per gli impianti fotovoltaici. Abbiamo inserito i lavori per le colonnine di ricarica e - una cosa veramente importantissima - abbiamo anche inserito i lavori per la rimozione delle barriere architettoniche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un risultato importantissimo per tutti i cittadini.

Si è anche intervenuto su altri diversi fronti per garantire l'introduzione di nuove misure a sostegno di imprese e famiglie. Nello specifico, questo testo contiene anche un importante intervento di abbassamento delle aliquote Irpef, con una contestuale riduzione del loro numero, l'azzeramento dell'IRAP su oltre 835 mila piccoli contribuenti. Dal prossimo anno ci sarà meno burocrazia per le ditte individuali e per i liberi professionisti, che risparmieranno in media 1.200 euro l'anno. Abbiamo prorogato per altri tre mesi l'esonero dal pagamento della TOSAP per gli esercizi pubblici, come bar e ristoranti, attività che hanno ancora bisogno del nostro sostegno perché tra le più penalizzate dalla crisi pandemica.

Un intervento molto importante, che voglio sottolineare, riguarda il fondo di quasi 4 miliardi per contrastare il rincaro delle bollette, nell'attesa di una riforma complessiva del sistema che, come da proposta del MoVimento 5 Stelle, deve portare a un abbattimento strutturale dei costi. Viene prorogata “Opzione donna”, per la quale ci siamo battuti, con la quale le lavoratrici potranno andare in pensione anche nel 2022 a 58 anni di età - 59 se autonome - e 35 anni di contributi. È per questo, signor Presidente, colleghe e colleghi, che oggi il MoVimento 5 Stelle si trova a sostenere con forza questo testo, che, pur con ovvi limiti e i ritardi rimarcati, rimane comunque uno strumento di fondamentale importanza per il percorso di rinascita intrapreso dal nostro Paese. È con orgoglio che voglio sottolineare una cosa importante, come la nostra forza politica abbia sempre, continuamente, messo la responsabilità nei confronti del Paese davanti ad ogni tipo di ricerca del consenso e di facile propaganda.

È stato il nostro modo di rispettare centinaia di migliaia di imprenditori che non hanno mai mollato nei periodi più duri; padri di famiglia che grazie ai nostri provvedimenti sono riusciti a mettere il piatto in tavola per i propri figli; operatori sanitari che hanno lanciato il cuore oltre l'ostacolo in questi mesi drammatici; cittadini che si sono stretti nel senso di comunità che dovrebbe appartenerci sempre. Noi ce l'abbiamo messa tutta e continueremo a farlo, lavorando nelle Commissioni parlamentari, difendendo le nostre leggi, garantendo quegli investimenti che servono al Paese per superare definitivamente la stagione fallimentare dell'austerità. Continuiamo a sostenere la ripartenza delle attività produttive e della vita economica del nostro Paese; solo così potremo garantire ai cittadini e alle imprese una prospettiva di lungo periodo e un futuro degno di questo nome. Per tutti questi motivi, annuncio la fiducia del MoVimento 5 Stelle al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO (FI). Signor Presidente, colleghe, colleghi, non voterò oggi la fiducia al Governo e non voterò domani la manovra. Il Governo dei migliori ha fatto peggio degli altri Governi: la legge di bilancio è stata presentata in Parlamento un mese dopo l'approvazione in Consiglio dei Ministri e gli emendamenti del Governo sono stati presentati in Commissione al Senato dopo un altro mese. Tredici sedute della Commissione sono state sconvocate perché il Governo non depositava gli emendamenti. Questi ritardi inaccettabili, fatti scientemente, hanno poi determinato l'impossibilità di un esame compiuto da parte della Camera. Non è vero che è successo altre volte: qui, in questo modo, così, non è mai successo! Il 30 dicembre abbiamo votato terze o quarte letture, mai quella che oggi per la Camera è la prima lettura da fare a scatola chiusa. Non è vero che occorre cambiare le regole: le regole ci sono, basta rispettarle. Occorrono buone pratiche e comportamenti corretti che il Governo non ha avuto; un Governo con una maggioranza eterogenea e con delegazioni ministeriali che non rappresentano i propri partiti. Nel testo della legge sono state introdotte norme ordinamentali, interi decreti-legge, persino modifiche al codice civile, e le regole lo vietano. Le regole prevedono tempi certi per la presentazione del bilancio e il Governo non li ha rispettati. Non è giusto e la democrazia parlamentare non funziona così. La Costituzione assegna la funzione legislativa alle Camere, non al Governo, e la stessa Costituzione prevede l'esercizio provvisorio, che sarebbe certo preferibile a questo scempio delle regole. Per queste ragioni, colleghe e colleghi, annuncio che non parteciperò al voto di fiducia e invito anche voi a non partecipare, perché non è possibile assumere una posizione a favore o contro senza un esame di merito, e questo esame di merito non ci è stato reso possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, temo non abbia torto l'onorevole Vito nell'indicare il comportamento frettoloso e smisurato nella mancanza di rispetto del Parlamento, perché, osservando con attenzione e compiacimento alcuni contributi a pioggia o stabiliti attraverso emendamenti di una parte più abile di un'altra, mi accorgo che il più grande artista tra Settecento e Ottocento in Italia e nel mondo, che è Antonio Canova, risulta dotato di un finanziamento di 157 mila euro; progredendo invece verso interventi ad altri personaggi degni di questa attenzione, vi è un milione di euro per Perugino, 1,5 milioni (per il 2022) e 8 milioni (per il 2023) per Puccini, 400 mila euro, divisi in due anni, per Pasolini, Matteotti e Berlinguer. Ora, mi rendo conto che tutto questo è degno di attenzione per un Parlamento che ha sensibilità culturale indiscussa, ma come può essere che per Canova siano stati stanziati 157 mila euro se non per una distrazione e una mancanza di rispetto delle celebrazioni per questa grande personalità? Per questo convengo che il dibattito è stato evidentemente poco attento e che la mia posizione debba essere di astensione rispetto a questo voto.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Avevano chiesto di intervenire tre colleghi per ricordare un tragico fatto accaduto nelle giornate scorse. Purtroppo, la chiama è fissata alle 18,57, quindi, anche per dare la possibilità ai colleghi di esprimere un pensiero compiuto e non una veloce formalità di ricordo, preferiamo differire questi interventi, in maniera tale che vi sia la giusta considerazione rispetto all'evento che vogliono ricordare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, due questioni. La prima: lei ha detto che tali interventi verranno differiti, ma sarebbe importante sapere a quando. La seconda questione: volevamo sollecitare una risposta per quanto riguarda la nostra richiesta di ampliamento dei tempi per il prosieguo della discussione della legge di bilancio.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la prima domanda, dipenderà dall'andamento; d'altronde, la chiama è stata stabilita dalla capigruppo, l'ora è stata fissata alle 18,57 e siamo in perfetto orario. Per quanto riguarda i tempi, riferisco al Presidente Fico che mi darà notizia, spero, a breve giro.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo 1 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo 1, sulla cui approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di martedì 28 dicembre. La chiama avrà quindi inizio dall'onorevole Pastorino.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei Ministri già pervenute.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo 1 del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti:.………………… 462

Votanti:………………….. 461

Astenuti:…………………. 1

Maggioranza:……………. 231

Hanno risposto :……….. 414

Hanno risposto no:………. 47

La Camera approva.

Si intendono così respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Benvenuto Alessandro Manuel

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldrini Laura

Bond Dario

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bubisutti Aurelia

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Caffaratto Gualtiero

Campana Micaela

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carnevali Elena

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattoi Vanessa

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cenni Susanna

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

Deiana Paola

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Ilaria

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgetti Giancarlo

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Letta Enrico

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Maccanti Elena

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Masi Angela

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Misiti Carmelo Massimo

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Murelli Elena

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettarin Guido Germano

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Rosato Ettore

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scoma Francesco

Scutellà Elisa

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Sorte Alessandro

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spena Maria

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tasso Antonio

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Corda Emanuela

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Paxia Maria Laura

Rampelli Fabio

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Sodano Michele

Spessotto Arianna

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Vianello Giovanni

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Sgarbi Vittorio

Sono in missione:

Alaimo Roberta

Amitrano Alessandro

Bergamini Deborah

Bonafede Alfonso

Bruno Bossio Vincenza

Buffagni Stefano

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Casa Vittoria

Castelli Laura

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cavandoli Laura

Colletti Andrea

Dadone Fabiana

D'Arrando Celeste

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

Fassina Stefano

Frusone Luca

Gagliardi Manuela

Giachetti Roberto

Giannone Veronica

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lorefice Marialucia

Lupi Maurizio

Mauri Matteo

Melilli Fabio

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Moretto Sara

Mura Romina

Olgiati Riccardo

Picchi Guglielmo

Raffaelli Elena

Rizzo Gianluca

Romano Andrea

Ruocco Carla

Russo Paolo

Sasso Rossano

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Sensi Filippo

Sibilia Carlo

Silli Giorgio

Sisto Francesco Paolo

Toccalini Luca

Tonelli Gianni

Tuzi Manuel

Versace Giuseppina

Vinci Gianluca

Vito Elio

Zan Alessandro

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Venerdì 24 dicembre scorso, poco prima di mezzanotte, Angelo Burzi, mio maestro politico e per tanti anni punto di riferimento per l'area liberale del centrodestra piemontese, ingegnere di formazione e imprenditore, ha deciso di abbandonare il campo in modo definitivo. Angelo era un liberalconservatore, intriso di suggestioni libertarie, ideologicamente anticomunista e sentimentalmente filoradicale. Era un garantista antitotalitario e difensore strenuo dei valori occidentali. Ha fondato Forza Italia in Piemonte e ne è stato il primo coordinatore della provincia di Torino. Primo capogruppo al consiglio regionale del Piemonte all'esordio del nostro movimento in quell'aula dal 1995, è stato anche assessore al bilancio e personale e alla programmazione economica della prima e della seconda giunta Ghigo, nonché consigliere regionale ininterrottamente per quattro mandati, dal 1995 al 2014.

È stato per anni una guida, un punto di riferimento politico e, per alcuni di noi, anche un grande amico, sincero, generoso e altruista. La sua attività politica e amministrativa si è contraddistinta per il rigore nelle scelte e per l'amore per la politica totalizzante, per la politica con la P maiuscola, quella che lo ha portato a promuovere spesso una vera e propria scuola di formazione per le nuove e per le giovani generazioni che si affacciavano al mondo politico. Amava scoprire talenti e ne coltivava con pazienza e dedizione anche le ambizioni. Insomma, un unicum nel panorama politico del nostro Piemonte. Non è il momento qui, adesso, di aprire un dibattito sulle motivazioni che lo hanno indotto ad interrompere il suo percorso in modo così radicale. Arrendersi per lui non è mai stata un'opzione, specie di fronte ad accuse che considerava totalmente inaccettabili e profondamente ingiuste.

Mi limito a citare quanto scritto ieri dalla giunta dell'Unione delle camere penali italiane, quando in un comunicato, facendo riferimento proprio alla sua vicenda, hanno scritto: restare prigionieri di un'accusa e di un processo per dieci anni è una barbarie. Qualunque sia l'accusa, qualsiasi siano le responsabilità, restarlo dopo essere stati assolti in primo grado perché il fatto non sussiste - sottolineo, perché il fatto non sussiste - aggiunge infamia alle barbarie, e non è da tutti riuscire ad accettarla. Credo, però, che una piccola riflessione vada fatta per arrivare il prima possibile ad un modello di giustizia giusta che non porti a conseguenze estreme, sia per i condannati in via definitiva, sia per chi, a buon titolo, come in questo caso, si ritiene ed è innocente, secondo tre linee di azione.

La prima, e cioè che il tema dell'intangibilità dei diritti acquisiti, che prima o poi coinvolgerà tutti, dovrà essere, in qualche modo, posto all'attenzione; coinvolgerà anche quelli che hanno fatto dell'antipolitica il loro modo per ottenere consenso, arriverà anche per loro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Italia Viva e Coraggio Italia). La seconda, ovvero l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione, anche in relazione al principio sacrosanto del ragionevole dubbio. La terza, e cioè quella che Il Foglio oggi ha mirabilmente chiamato la giustizia randomica, e cioè il fatto che per inchieste simili vi siano stati esiti diversi all'interno delle stesse regioni e fra le regioni italiane (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Italia Viva e Coraggio Italia). Tutte ingiustizie palesi, che Angelo riteneva intollerabili.

Per questo ha trasformato la sua difesa in una denuncia, fino al suo ultimo atto politico. Unica strada percorribile, avrebbe detto come una sorta di commiato a noi amici. Estremo atto di ribellione ad un calvario giudiziario e mediatico, sottolineo anche in relazione alle cose disgustose che abbiamo letto ieri, durato quasi dieci anni, che lo ha costretto ad abbandonare la politica attiva ed elettiva, ma soprattutto che non era più tollerabile per un uomo onesto e intransigente con se stesso prima che con gli altri, come è stato Angelo Burzi.

Alla moglie Giovanna, alle figlie Eleonora e Giulia e ai familiari esprimo, con dolore profondo e lacerante, il cordoglio e le mie condoglianze. A loro esprimo anche il cordoglio del gruppo che rappresento, il gruppo di Forza Italia, e sono certo che mi sia consentito anche del movimento politico di Forza Italia, sia regionale piemontese sia nazionale, che rappresento in quest'Aula, anche per merito degli insegnamenti di Angelo Burzi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Presidente, chi ha avuto la fortuna di conoscere Angelo Burzi, anche solo come avversario politico, lo ricorda come persona capace, arguta e sempre pronta al confronto, una persona coraggiosa; e questo ricordo stride moltissimo con la sua fine, così come l'ha descritta, con la giusta commozione, il collega Giacometto. Se una persona come lui è arrivata ad un simile gesto, devono essere stati terribili, dolorosi e logoranti questi dieci anni di processo per “Rimborsopoli”, con tempi della giustizia che non tengono conto della vita delle persone e, soprattutto, della gogna mediatica che, invece, è sempre pronta ad avventarsi sulle notizie che riguardano le condanne, ma mai, invece, con altrettanta attenzione, sulle archiviazioni e assoluzioni.

Angelo Burzi è stato un uomo importante della politica italiana e ha insegnato molto. Anche la sua fine insegna molto: che non se ne può più della giustizia ad orologeria, non se ne può più di un giustizialismo che ha avvelenato la politica italiana e che non se ne può più di condanne tardive, dieci anni dopo aver avuto, invece, altri esiti.

Alla sua famiglia e alla comunità piemontese anche Italia Viva si stringe per la perdita di un uomo perbene e di un politico di valore (Applausi). Ci saranno il tempo e il luogo per valutare che cosa è stata “Rimborsopoli” in tutte le regioni d'Italia, con i diversi tipi di sentenze anche all'interno di una stessa regione; quello che non c'è più tempo di fare è una riforma seria della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Forza Italia-Berlusconi Presidente); qui ora e subito, con una maggioranza così trasversale, non c'è più tempo di far finta che la giustizia in questo Paese non sia diventata, non un'opportunità per il nostro Paese o per le persone che ci abitano, ma una vera disgrazia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. È comunque difficile parlare in quest'Aula della morte di una persona e di una morte come quella che ha investito l'assessore Burzi.

Sapere che una persona, la notte di Natale, tentando in tutti i modi di allontanare la famiglia per non farla soffrire e avvertendo addirittura i carabinieri della sua intenzione, quindi, con una premeditazione fortissima e sconvolgente, decide di togliersi la vita e questo susseguirsi, questa scansione di eventi tragici e con una conclusione così drammatica non possono ovviamente esimerci dal dichiarare la vicinanza nostra personale del gruppo di Fratelli d'Italia alla sua famiglia e alla comunità politica che ha visto l'assessore Burzi protagonista, come abbiamo sentito, per tanti anni. Si tratta di una persona che, chi l'ha conosciuta, sa essere stata intelligente, di una cultura fuori dal comune; una intelligenza e una cultura che nelle istituzioni lo hanno sempre contraddistinto, una voce forte all'interno delle istituzioni dove era stato eletto.

E questo non può non darci la forza per chiedere una riflessione su questi accadimenti, per chiedere che questa morte, ahimè, non sia inutile, che non ci troveremo tra qualche tempo un'altra volta a dover analizzare una situazione tragica come questa; secondo le dichiarazioni che ho letto, l'assessore Burzi credeva nella giustizia, quella con la “G” maiuscola. Però, c'è anche un'altra giustizia che di maiuscolo ha solo la disparità di trattamento, la non certezza dei tempi, la non certezza della pena, la non certezza di sapere il nostro futuro e la nostra vita come proseguirà.

Allora, credo che una persona perbene, una persona che si presentava di fronte ai suoi elettori e ne traeva fiducia, ne traeva vicinanza, non possa vivere un turbamento tale per tanto tempo da indurla poi addirittura alla morte. Io credo che anche le polemiche di questi giorni, anche alcuni interventi che, con un larghissimo eufemismo, potremmo definire poco sobri di alcuni alti magistrati ci devono far riflettere che qui non si sta attaccando la magistratura, non si sta attaccando la giustizia, non si sta attaccando nessuno, ma si sta attaccando un sistema che è da riformare immediatamente, che ha portato una persona perbene, una persona onesta, una persona riconosciuta a decidere, nella notte di Natale, di togliersi la vita perché si riteneva innocente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io ringrazio il collega Carlo Giacometto di aver introdotto questo argomento: era doveroso per noi ed era doveroso per me. Nel 2000 sono stato eletto consigliere regionale del Piemonte e al mio gruppo apparteneva Angelo Burzi. Lui era già reduce da un'esperienza in consiglio regionale e devo dire che da lui ho imparato molte cose. Talvolta, non siamo stati d'accordo: lui molto ruvido, molto netto, molto intelligente, molto ironico, era una persona che, comunque, lasciava il segno e anche questa volta Angelo ha lasciato il segno. Io penso che tocchi a noi cogliere il segno che Angelo ha lasciato, tocchi alla politica essere consapevole che troppe volte ha usato le inchieste giudiziarie contro l'avversario di turno e non ha mai pensato che quelle inchieste fossero un attacco forte e feroce alla politica tutta. Essere garantisti con gli amici e forcaioli con l'avversario è uno sport che è stato utilizzato troppe volte (Applausi).

Io penso che il cambio di passo ci debba e ci possa essere e ci debba e ci possa essere a partire dal tema che è nevralgico e che è stato toccato da Angelo Burzi nelle sue lettere: il tema di consiglieri regionali che svolgevano il loro lavoro e che, a macchia di leopardo, sono stati taluni assolti, talaltri condannati a seconda della regione, a seconda dell'inchiesta, a seconda dell'interpretazione o a seconda del processo (Applausi)!

Ma la responsabilità di questo, ricordiamocelo, è anche nostra, perché non abbiamo saputo scrivere delle norme chiare, le abbiamo delegate e messe in mano a dei soggetti che, giorno per giorno, le hanno interpretate a piacimento, senza neanche coordinarsi fra loro e hanno determinato processi a zig zag, assoluzioni, condanne, assoluzioni e rinvii che, dopo dieci anni, sono arrivati al punto di partenza. Ebbene, questo logora le persone, che siano colpevoli o che siano innocenti, che siano condannate o che siano assolte, perché anche una condanna deve intervenire sulla stessa persona che ha commesso, o si ritiene abbia commesso, il fatto, perché altrimenti è inutile; soprattutto, una condanna che giunge dopo un'assoluzione è una contraddizione in termini in tema di ragionevole dubbio, perché non si può pensare che ci sia una condanna o una responsabilità oltre il ragionevole dubbio quando c'è stata un'assoluzione da parte di giudici in primo grado.

Allora, assumiamoci la responsabilità tutti, a partire da questo episodio: mettiamo mano a questa normativa, cerchiamo di chiarire, cerchiamo di evitare che ci siano, in futuro, dubbi interpretativi e verifichiamo complessivamente cosa c'è stato; se ci sono stati dei magistrati che hanno agito correttamente, se ci sono stati dei magistrati che hanno fatto figli e figliastri. Il politico, se viene condannato o se viene colpito solo da un'inchiesta, finisce la sua carriera; il magistrato, se viene assolta una persona che ha fatto stampare sui giornali come responsabile, nel 99 per cento dei casi - l'ha detto la Ministra Cartabia - viene valutato come positivo nella sua azione. Ebbene, questa è l'occasione perché la politica prenda consapevolezza degli errori che ha fatto e, compattamente, trovi una soluzione matura (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sul medesimo argomento, l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Io ho conosciuto bene Angelo Burzi per aver avuto molte occasioni di impegno politico, sia pure su fronti opposti, in Piemonte e ho sempre riconosciuto in Angelo Burzi un avversario leale, un politico intelligente, un uomo disposto sempre ad un confronto, naturalmente orgoglioso della sua militanza politica e sicuro delle sue convinzioni, ma capace di ascoltare, di interloquire e di riconoscere anche le ragioni altrui. Per questo, credo che chiunque abbia conosciuto Burzi non possa che essere stato colpito da una decisione assunta con una drammatica lucidità, perfino nelle modalità, come è stato già qui detto: la decisione di mettere fine alla propria vita la notte di Natale, in ore che dovrebbero essere ore liete, lasciando messaggi profondi e dolorosi alla famiglia, addirittura preoccupandosi che la moglie non potesse essere drammaticamente ancora più scioccata nel ritrovare il suo cadavere, decidendo quindi di annunciare quella decisione così drammatica ai carabinieri.

È una vicenda umana davvero dolorosa e chi ha conosciuto quest'uomo non può che considerare l'enorme sofferenza e l'enorme dolore che devono aver caratterizzato le ultime ore della sua vita. Quella lucidità era la lucidità di un uomo che aveva deciso un gesto estremo, così drammatico e così ultimativo da richiedere da parte nostra rispetto e pietà. Naturalmente, come qui è già stato evocato da molti colleghi, quella vicenda suscita anche interrogativi che riguardano le modalità con cui sono state condotte e gestite le attività processuali che, nel corso degli anni, hanno indagato sulle vicende di “rimborsopoli” nelle diverse regioni; interrogativi che riguardano i tempi della giustizia, visto il tempo lungo con cui Angelo Burzi ha dovuto vivere il suo dramma; interrogativi che riguardano anche il rapporto tra la giustizia e all'informazione, perché non dimentichiamo che ognuna di queste vicende ha sempre un risvolto e un riscontro di natura mediatica, che ha conseguenze devastanti sulle persone, sulle famiglie, sulla vita di chi ne viene colpito; interrogativi che credo debbano non solo condurci a riflettere, ma anche, naturalmente, ad assumere le iniziative necessarie.

Non credo che sia qui, questa sera, la sede per andare oltre ed esprimere giudizi su aspetti di natura processuale di cui bisognerebbe avere piena contezza, e noi non l'abbiamo. Credo che abbiamo il dovere, però, di rendere omaggio e onore ad un uomo che la politica l'ha vissuta sempre con rigore, con determinazione e con lealtà, e, naturalmente, di dolerci che tutto questo non sia stato sufficiente per dissuaderlo da un gesto così estremo, e, anche per questo, di stringerci intorno alla famiglia ed esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza per un dolore che, in ogni caso, resta inconsolabile (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Ci associamo anche noi al dolore della famiglia e della comunità politica di Forza Italia per la scomparsa di Angelo Burzi. Angelo Burzi è stato una figura importante della politica piemontese, una figura che richiamava, in fondo, un po' una politica che non c'era più, una politica fondata su valori, su valori forti, che potevano non essere condivisi, che portavano anche al confronto politico aspro nella sede del consiglio regionale, ma sempre, come ha detto Piero Fassino, in un confronto leale. Non può non colpire umanamente, al di là della politica, la scelta che ha compiuto, le modalità, anche simboliche, a cominciare dal giorno in cui ha fatto questa scelta.

Io credo che la cosa migliore, il modo migliore per onorare quella memoria sia rispettare quella scelta, non addentrarsi più di tanto nelle interpretazioni: è la scelta più difficile che una persona possa compiere. Io raccolgo anche l'invito del collega Giacometto al fatto che ci sarà tempo per affrontare alcuni dei messaggi, gli ultimi messaggi che lui ci ha lasciato, ed è evidente che portano la nostra coscienza a riflettere attorno a questioni importanti, come quelle della giustizia, che necessitano, quindi, anche di quel giusto tempo che ci separa da un evento tragico come questo. Credo che sia stato giusto ricordarlo in quest'Aula, perché il messaggio che ci ha lasciato non si fermava in Piemonte, ma arrivava inevitabilmente a quest'Aula e credo che, forse, sarebbe contento anche del dibattito e del ricordo che in quest'Aula è stato fatto della sua esperienza umana e politica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Anche dal gruppo della Lega vogliamo porgere le nostre condoglianze alla famiglia di Angelo Burzi e le nostre condoglianze agli amici di Forza Italia Piemonte e di Forza Italia. Una vicenda umana e politica triste e dolorosa: assolto, condannato, poi l'annullamento in Cassazione, condannato di nuovo; un calvario ultradecennale che avrebbe distrutto chiunque dal punto di vista umano.

È chiaro che, in questo Paese, c'è un problema di giustizia e c'è un problema di rapporto fra giustizia, politica e - permetteteci di dire - mass media. Dal gruppo della Lega ci viene solo da dire: apriamo una riflessione su questo tema e agiamo in fretta perché altri casi del genere non si ripetano (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Carabetta. Ne ha facoltà.

LUCA CARABETTA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo da parlamentare piemontese che, anche per questioni anagrafiche, non ha potuto vivere tutta la recente vita politica della propria regione, ma ho ascoltato le parole dei colleghi, come il collega Fassino o i colleghi di Forza Italia che hanno vissuto più direttamente questa realtà e hanno conosciuto la persona. Chiaramente da parte del nostro gruppo c'è tutto il cordoglio verso la famiglia, gli amici e i colleghi, di cui tanti oggi ritroviamo qui.

Quello che posso dire è che mi ritrovo molto nelle parole del collega Fassino quando faceva riferimento al fatto di trovare sempre il rispetto, nonostante ci dividano comunque tante cose soprattutto sulle tematiche di cui stiamo discutendo. Però, il rispetto nei confronti degli avversari, soprattutto di quelli che combattono con lealtà, anche con toni aspri, sicuramente deve essere un punto centrale ed è ciò che mi porto a casa.

Posso dire, da parte del mio gruppo, che c'è tutto il cordoglio. Sicuramente è una notizia che, partita dal Piemonte ed arrivata in tutta Italia, ci ha scosso tutti per le modalità e soprattutto per la lucidità con cui è stato compiuto questo gesto. Mi rendo conto che ogni mia parola in più possa essere quasi vista male, però davvero ho difficoltà ad esprimere il nostro cordoglio per questo momento così critico soprattutto per la famiglia, a cui va sicuramente tutta la nostra vicinanza. Quindi, davvero tutta la nostra vicinanza al gruppo, alla famiglia e ai conoscenti (Applausi).

PRESIDENTE. La Presidenza si associa alle espressioni di cordoglio e ovviamente formula le più sentite condoglianze alla famiglia.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io chiedo al Governo, nello specifico al Ministro della Giustizia, di venire a riferire il prima possibile in Aula su quanto è successo nei giorni scorsi riguardo alla scarcerazione del ceceno che si è reso responsabile dell'atroce uccisione di Niccolò Ciatti in Spagna nel 2017. Le notizie di stampa emerse oggi parlano di un difetto di procedibilità che avrebbe consentito questa scarcerazione. Ricordo che Niccolò Ciatti era un ragazzo di 21 anni, in vacanza in Costa Brava, che è stato ucciso barbaramente in discoteca da un gruppo di ceceni che cercava la violenza e cercava di uccidere senza alcun tipo di umanità.

Tutte le istituzioni - dal comune di Firenze alla regione Toscana, dal Parlamento al Governo - si sono impegnate per ottenere l'estradizione, estradizione che è arrivata velocemente. La procura ha instradato il processo, che invece in Spagna faticava a partire, e la prima udienza si sarebbe dovuta tenere tra pochi giorni: il 18 gennaio finalmente sarebbe iniziato il procedimento di giustizia. Poi, invece, per un difetto di procedibilità, quindi per un errore di qualcuno del sistema della giustizia, questo ceceno è stato scarcerato e probabilmente ha già fatto perdere le tracce. Quindi, per colpa di un difetto di procedibilità, il padre, Luigi Ciatti, la madre e gli amici di Niccolò probabilmente non riusciranno ad avere giustizia.

Credo che il Governo debba venire a riferire immediatamente in Aula su cosa è accaduto, su chi sono i responsabili di questo difetto di procedibilità e su cosa il Governo ha intenzione di fare affinché la famiglia Ciatti e gli amici di Niccolò possano avere e vedere serenamente giustizia. Non si può pensare che un crimine così atroce resti impunito. Quindi, chiedo al Governo di venire immediatamente - appena possibile - a riferire in Aula su cosa ha intenzione di fare e su cosa è davvero successo che ha reso vani tutti gli sforzi che il Governo stesso aveva fatto per ottenere l'estradizione e per poter procedere in Italia rispetto a questo momento necessario di giustizia.

Colgo l'occasione anche per dare la mia personale solidarietà - e credo anche di tutta l'Aula - alla famiglia Ciatti e agli amici di Niccolò (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 21,40 anche per consentire la sanificazione dell'Aula.

Ricordo ai colleghi che cominceremo subito a votare gli articoli da 2 a 22.

La seduta, sospesa alle 20,40, è ripresa alle 21,40.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Baldelli, Barelli, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Carfagna, Cirielli, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Macina, Maggioni, Magi, Marattin, Marin, Mulè, Nardi, Nesci, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rotta, Scalfarotto, Serracchiani, Speranza, Tabacci, Tasso, Tateo, Vignaroli, Raffaele Volpi, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 115, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Prima di passare alle votazioni, desidero richiamare la vostra attenzione sulla necessità che tutti si attengano scrupolosamente alle misure precauzionali finalizzate a minimizzare il rischio di diffusione del contagio da COVID-19 all'interno dell'Aula e a ridurre gli effetti che eventuali contatti stretti possono dispiegare sul piano della partecipazione ai lavori parlamentari.

Ricordo, innanzitutto, che occorre indossare correttamente e costantemente le mascherine protettive.

Richiamo, poi, la necessità di evitare qualsivoglia assembramento, in particolare dinanzi al banco del Governo o ai lati della Presidenza.

Invito, inoltre, tutti voi a mantenere lo stesso posto durante la seduta e ad evitare spostamenti in Aula nel corso della stessa.

Infine, invito ad utilizzare anche i posti disponibili nelle tribune.

Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3424. Avverto che, essendo stata fatta richiesta, la Presidenza concederà al gruppo Fratelli d'Italia e alla componente Alternativa del gruppo Misto un terzo del tempo previsto dal contingentamento. Analogo tempo aggiuntivo è concesso agli interventi a titolo personale.

Passiamo quindi all'esame degli articoli da 2 a 22 del disegno di legge ai quali non sono riferiti emendamenti.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente e la ringrazio anche di presiedere questa sera. Preliminarmente, voglio ringraziare tutti i colleghi di Fratelli d'Italia per il lavoro svolto, nonostante l'impossibilità di discutere, di emendare, di fare quello che è il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Li ringrazio per quello che è stato fatto in Commissione e per quello che è stato fatto oggi, ma, ancora di più, Presidente, mi permetta di ringraziare il presidente Lollobrigida per avermi dato la possibilità di trasgredire per primo. Infatti, in questo momento, vivo un po' la sindrome di chi trasgredisce perché non si parla più, non ci si confronta più. Quella che è la normalità, signor sottosegretario, è diventata una trasgressione. Pensi che io adesso, alle 9,45, faccio il primo intervento in Aula su un emendamento, su una proposta, su quello che un gruppo politico pensa della più importante legge dello Stato: una vera e propria trasgressione!

Allora, Presidente, siamo costretti a parlare dell'articolo 2, dello stato di previsione delle entrate. Abbiamo visto gli allegati e le tabelle, abbiamo visto che siamo in sofferenza, soprattutto dal punto di vista della cassa, perché è stato prorogato il periodo di sospensione della riscossione. Allora, su questo, mi permetta di dire che Fratelli d'Italia ha tentato di convincere la maggioranza. Per la verità, nei corridoi eravamo tutti quanti convinti del fatto che bisognasse prorogare la rottamazione delle cartelle, che bisognasse pensare anche agli altri periodi rimasti fuori, cioè che bisognasse finalmente cominciare una politica di attenzione a quelle aziende che hanno retto, che continuano a reggere, dal momento che saranno loro e non il reddito di cittadinanza il futuro di questa Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, bisogna essere comprensivi, bisogna essere ragionevoli. Chi ha fatto sempre il proprio dovere e oggi non lo fa più, evidentemente non è riuscito a sopportare totalmente il peso della pandemia. Abbiamo provato a farvi ragionare su questo, non ci siamo riusciti. Però, con riferimento a uno dei tre emendamenti che sono stati vergognosamente discussi in Commissione - perché credo che nella storia della nostra democrazia parlamentare, nella storia d'Italia, non ci sia una legge finanziaria che ha visto in Commissione la discussione di soli tre emendamenti - abbiamo provato a farvi ragionare su questo tema. Tuttavia, non si capirebbe il mio intervento perché lo stato di previsione delle entrate, con il blocco e con la rottamazione delle cartelle non ci azzecca, come direbbe qualcuno. La verità è che, contemporaneamente, ve ne abbiamo presentato un altro di emendamento; cioè, vi abbiamo chiesto di mettere mano a una ipocrisia che conoscete tutti. Tutti voi vedete il proliferare delle aziende degli extracomunitari che nascono e muoiono nello spazio di un anno o due, e tutti voi sapete che sono altamente e scorrettamente competitivi dal punto di vista dei prezzi soltanto perché non pagano una lira di tasse, perché dopo un anno o due spariscono e perché il nostro Stato non è capace di perseguirli e di rintracciarli. Su questo abbiamo cercato di farvi ragionare prima al Senato e poi anche qui alla Camera. Abbiamo presentato anche un ordine del giorno che speravamo fosse condiviso e mi dispiace per gli amici del centrodestra, perché purtroppo il Partito Democratico con il Movimento 5 Stelle si sono messi di traverso; di certo, non ci si può girare dall'altra parte, Presidente Fico. Noi abbiamo proposto 30 mila euro di deposito cauzionale per tutte quelle aziende che aprono un'attività e che sistematicamente spariscono. In questo modo, lo stato di previsione delle entrate, anche dal punto di vista della cassa, sicuramente avrebbe avuto un saldo migliore rispetto a quello che voi presentate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Il collega Trancassini ha riassunto, nel poco tempo a disposizione per farlo, le principali azioni di Fratelli d'Italia nelle scarse sedute di Commissione che ci avete concesso, nella scarsa possibilità di modifiche che ci avete concesso in questo incredibile iter di approvazione della legge di bilancio, che sostanzialmente è un timbro che questa maggioranza vuole mettere su una cosa che non ha minimamente potuto decidere e sulla quale non è potuta intervenire; tanto meno, l'avete lasciato fare all'opposizione.

Presidente, io sarò franco, così almeno qualcosa di “Franco” ci sarà in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e le dico che evidentemente non si possono votare a scatola chiusa né questo articolo, né tutto quello che seguirà. Per cui, Presidente, evidentemente ritengo che questo articolo sia “invotabile” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Non posso che associarmi alle indicazioni svolte dai colleghi Trancassini e Osnato, con riferimento innanzitutto alla tempistica che connota - alle ore 22 del 29 dicembre - la possibilità di affrontare finalmente un articolato rispetto a cui, per quanto concerne l'articolo 2, si parla di qualcosa come mille miliardi e 107 di entrate di previsione per l'erario pubblico.

Credo che le dimensioni numeriche diano l'idea dell'importanza di ciò che noi stiamo affrontando e del poco tempo che è stato dato a quella che dovrebbe essere una Repubblica parlamentare per poter discutere, non solo questo articolo, non solo il provvedimento, ma il complessivo impianto della legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. In una battaglia vince chi ha deciso di vincere. Pare assolutamente evidente, attraverso la lettura di queste schede, che invece il Governo abbia deciso di perdere e di non scommettere sul futuro degli italiani. La manovra determina un aumento delle entrate finali rispetto alla legislazione vigente che verranno recuperate dalle entrate tributarie ed extra tributarie. Ciò vuol dire sostanzialmente che, ancora una volta, verranno messe le mani nelle tasche degli italiani, ma non si avranno poi le politiche reali ed effettive che gli italiani stanno aspettando e di cui hanno bisogno. È un po' come la politica che attuò Monti, quando impose il limite all'utilizzo del contante, che dal 1° gennaio 2022 ritornerà anche in questa legislatura e che, ancora una volta, cerca di sconfiggere un problema, quello del “nero” che evidentemente non si può sconfiggere attraverso la limitazione alla circolazione del contante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretari, io volevo intervenire sulla scia dei colleghi delle Commissioni bilancio e finanze, provando a fare una riflessione sugli effetti di quella riforma del fisco di cui si è tanto parlato, ma che poi, negli effetti, è stata sicuramente meno importante e meno coraggiosa di quanto sarebbe dovuta essere. Sull'Irpef c'è un intervento che va a beneficio soprattutto di una fetta relativamente piccola di contribuenti, poco più del 3 per cento del totale. Se si vuole mettere mano alle disuguaglianze di una società, bisogna sicuramente ricorrere a strumenti decisamente più ambiziosi perché, se rimaniamo nel perimetro dell'Irpef, i paletti rimangono sicuramente vincolanti. Ancora, l'intervento sull'IRAP è solo per le persone fisiche e solo 835.000 persone beneficeranno di questa misura sicuramente positiva, ma anche con un effetto distorsivo sugli studi.

PRESIDENTE. Grazie.

LUCIA ALBANO (FDI). Chiedo scusa, volevo solo aggiungere che il compromesso raggiunto dimentica il taglio al cuneo fiscale contributivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Deputato Foti, prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per dire che ci era stata garantita la presenza in Aula del Ministro Franco. Visto che stiamo parlando delle tabelle, che ritengo sia anche l'unico argomento di fondo della legge di bilancio, vorremmo che ciò che ci è stato garantito sia rispettato. Diversamente, cambia la musica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Mi hanno appena riferito che sta arrivando.

Se nessun altro chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi.

Deputato Osnato, prego.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. So che tra me e Zucconi, per la pettinatura, ci si può confondere!

Intervengo nell'attesa che arrivi il Ministro Franco che evidentemente si è intrattenuto in qualche luogo più importante. Lo capisco perché, se l'interesse che la Camera dei deputati ha per questo provvedimento è quello che dimostrano i colleghi della maggioranza che non hanno minimamente voglia di ascoltare, di interloquire e di interessarsi, bene fa il Ministro a occuparsi di altro. Sappiamo tutti che questo provvedimento non può e non deve interessare né al Governo né alla maggioranza.

Detto questo, salutiamo il Ministro Franco, tra l'altro è un mio concittadino, essendo anche lui bellunese… (Applausi ironici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, andiamo avanti. Deputato Osnato, continui. Grazie, andiamo avanti. Per favore!

MARCO OSNATO (FDI). Lo dico perché solo a leggere l'articolo di cui stiamo disquisendo, occuperemmo più tempo di quanto ne abbiamo avuto per discutere in Commissione di tutto il provvedimento. È chiaro, quindi, che la nostra insoddisfazione è importante e notevole.

Riprendendo l'intervento (Commenti)… Però, Presidente, io capisco l'euforia per l'arrivo di due Ministri, però magari…

Riprendendo l'intervento di oggi del presidente della Commissione finanze, Marattin, dico che evidentemente gran parte di quanto stiamo discutendo, anche in relazione a questo articolo, sta insieme a tutto il dibattito, che è durato circa sei mesi, della bozza di legge di delega fiscale.

PRESIDENTE. Deputati Caso, De Lorenzis, Maraia e Fraccaro! Deputati!

Prego.

MARCO OSNATO (FDI). Il fatto che il presidente della Commissione finanze di questa Camera e tutta la Commissione, dopo la discussione sull'istruttoria fatta dalla Commissione e sulla bozza di delega, dopo le audizioni e dopo tutto quello che abbiamo fatto, abbiano ritenuto di non esprimere un'opinione, sta a significare che qualcosa non è andato nel verso giusto tra la Camera dei deputati e il Governo nella discussione su questo tema. Allora, io mi chiedo se noi oggi possiamo veramente definire compiutamente un'opinione su questo articolo, che parla di SACE, che parla del CONI, che parla di mobilità sanitaria, che parla di tante cose, di tanti aspetti che riguardano gangli fondamentali della nostra amministrazione, che riguardano la quotidianità di ognuno di noi, delle nostre famiglie, delle nostre imprese, e se possa essere votato così serenamente e così distrattamente da questa Camera dei deputati.

Lei, anche poc'anzi, ha richiamato qualcuno della maggioranza, qualcuno di un partito politico che, in altre occasioni, avrebbe sicuramente tenuto ben altro contegno a fronte di una simile offesa alla democrazia, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); avrebbe inscenato ben altre reazioni. Vedo molto contenti anche ex Ministri, gente che, in quest'Aula, avrebbe dovuto rappresentare la vera essenza della dignità del Parlamento, del Governo e della democrazia. Oggi, invece, siamo qui a dover ratificare scelte che, come ha ricordato benissimo il collega Foti oggi nel suo intervento, derivano da altre realtà, che sono fuori dalle istituzioni democraticamente elette; arrivano da altre realtà, che inseriscono i loro desiderata, con input che arrivano a un Governo che ritiene questo Parlamento non degno di discutere, di dover approvare o meno; sono cose che devono essere ratificate, ed è così, Presidente, dall'inizio non solo - ahimè - di questo Governo, ma anche dei Governi precedenti. Altro che il monocameralismo di fatto: qui c'è l'annullamento delle Camere, che siano Camera o Senato della Repubblica! Qui si è deciso che bisogna soltanto dire di sì e basta. Noi questo non possiamo più tollerarlo, non possiamo più accettare che arrivino questi desiderata altrui e che noi dobbiamo supinamente metterli in atto. Non è un “no” sterile, non è un “no” a prescindere. Mi sembra che con i nostri interventi in Commissione bilancio, la collega Lucaselli, il collega Trancassini, il presidente Rampelli, in queste settimane non abbiano fatto mancare proposte alternative; non hanno fatto mancare suggerimenti affinché si potesse andare incontro a una attenzione diversa, anche sul provvedimento.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARCO OSNATO (FDI). Quindi, evidentemente, anche su questo articolo preannunzio un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente e soprattutto grazie, Ministro, per averci concesso la possibilità di guardarla negli occhi quando le spieghiamo perché, secondo noi, questa legge di bilancio non va bene. L'ho già detto in precedenza, ma mi piace ribadirlo proprio perché lei è in Aula: quando si decide di andare in battaglia si vince la battaglia se si è convinti di vincere quella battaglia; attraverso queste schede noi vediamo, invece, arrendevolezza, soprattutto nei conti e soprattutto quando consideriamo che le previsioni di spesa rispetto alla legislazione vigente, comparate alle previsioni di entrata, diventano veramente minimali se pensiamo a ciò a cui i cittadini italiani vanno incontro. Nel 2022, infatti, avremo una impennata dell'inflazione al 4 per cento, il valore nominale dei patrimoni italiani rimarrà lo stesso, ma il potere d'acquisto verrà diminuito, appunto, del 4 per cento e questo noi agli italiani non lo diciamo; le bollette aumenteranno mediamente di 1.200 euro a famiglia e questo è un grandissimo problema che questa manovra sicuramente non affronta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei è un uomo fortunato, non solo e non soltanto perché fa il Ministro, ma perché ha all'opposizione una forza politica come Fratelli d'Italia che, nonostante l'umiliazione, nonostante lo schiaffo ricevuto, è ancora qui a fare delle proposte. Se al nostro posto ci fosse stato il Partito Democratico, come successe nel 2018, le avrebbe tirato la finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), poiché il primatista mondiale di lancio della finanziaria è l'onorevole Fiano, che stabilì questo record nel 2018, per molto, molto meno. Invece noi siamo qui, ancora a proporre, a cercare di richiamare la maggioranza su temi importanti.

Su questo articolo sono previste molte cose, come diceva il collega Osnato: 110 milioni per gli interventi sui territori colpiti dal sisma, però, purtroppo, molti sono per la macchina e molti non arrivano. Il vero tema della ricostruzione è il tempo, ma su questo non riusciamo a farci ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Noi comprendiamo che, da parte di chi è nato, cresciuto e ha maturato la propria competenza - o incompetenza - nelle burocrazie ministeriali, sia evidentemente difficile rispettare una sede come quella parlamentare, da cui, d'altronde, ha maturato anche la stessa fiducia di questo Governo.

Quindi, non crediamo che il Ministro Franco abbia voluto mancare di rispetto, se non altro perché bisogna avere la contezza del rispetto necessario nei confronti del Parlamento. Ciò che però maggiormente ci sorprende, Ministro, è che nel provvedimento - e anche in questo articolato - vengano richiamate, ad esempio, misure come quelle su SACE, Guardia di finanza, Agenzia delle entrate con tanto ampia delega. Sia la Ragioneria generale dello Stato, sia lei, come Ministro, ritenete di poter intervenire mediante decretazione in assenza, tuttavia, di una traiettoria chiara su come si intenderà intervenire. Nei giorni scorsi, importanti settori di Confindustria l'hanno anche richiamata sull'importanza di attivare garanzie, sagge, per evitare, diversamente, il rischio di portare a moratoria scaduta interventi che, privi di copertura, potrebbero mandare in difficoltà il sistema industriale italiano: ci rifletta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Capisco la stanchezza dei colleghi in Aula e del Ministro dopo questa lunghissima discussione della legge di bilancio, che è arrivata in Senato il 21 dicembre e il 29 dicembre è in Aula, dopo una lunghissima discussione nelle Commissioni, durata qualche minuto e dopo una lunghissima discussione generale, di 4 ore. Bene, Ministro, la vediamo finalmente, per la prima volta, alle soglie del 30 dicembre, in Aula, a parlare dell'articolo che riguarda il suo Ministero: dov'era fino ad oggi, noi ci chiediamo. È questa la sede dove si deve parlare della manovra di bilancio, nessun'altra sede: la sede è il Parlamento della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È qui che voi dovete parlare della manovra di bilancio ed è paradossale che venite a farlo - anzi venite ad ascoltare, perché a parlare non abbiamo ascoltato nessuno - il 30 dicembre, chiedendo autorizzazione ad emettere nuovo debito pubblico per una spesa che non è spesa buona, così come avevate promesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Riteniamo particolarmente significativo questo articolo, pur nella ristrettezza dei tempi che l'azione di Governo ha ritenuto di riservare alla trattazione di una disposizione inerente alle autorizzazioni di spesa concernenti lo sviluppo economico, perché dentro questo articolo e dentro l'azione dello sviluppo economico risiede una serie di iniziative che possono comportare, in maniera significativa, concreta e puntuale lo sblocco su interventi necessari, affinché riprenda a pieno regime quella struttura economica e quella stabilità in relazione alle quali attualmente non si riscontra altro che un mero rimbalzo.

Ricordiamo, anche a chi si è fregiato dei risultati positivi del recupero del PIL, che l'Italia ha perso l'8,8 per cento del PIL nel 2020, recuperando - certo - un 6,2 per cento, con qualcuno - mi riferisco a chi siede ai banchi del Governo - che era anche arrivato a dire che si trattava di uno dei migliori dati europei. Riportiamo i numeri al loro posto, perché è vero che l'Italia ha perso l'8,8 per cento, è vero che ha recuperato il 6,2 per cento, ma bisogna ricordare che l'Eurozona aveva perso il 6,8 per cento e ha già recuperato il 5 per cento del PIL, con ciò, quindi decretando un recupero di tre quarti del prodotto interno lordo perso, mentre l'Italia si colloca in una cifra inferiore rispetto a quei traguardi. Lo sviluppo economico, in questo, ha una centralità che non può essere ignorata e molte sono le richieste che l'industria, le aziende, le imprese hanno avanzato a lei, Ministro, e a voi come Governo e che avete puntualmente disatteso.

Mi riferisco al décalage, come adesso amate chiamare ciò che, in realtà, viene tradotto con tagli a Industria 4.0, alla riforma di strumenti che avevano dato pur qualche mite possibilità di investimento, come il patent box, ai tagli sui fondi per la formazione, agli interventi che andavano indirizzati sulle industrie e che, invece, continuate pervicacemente a tagliare, dimenticando che l'articolo 1 della nostra Costituzione recita che “L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non sul reddito di cittadinanza, rispetto al quale appostate 8.8 miliardi di euro.

E qualcuno ci dovrebbe spiegare come sia possibile che, a fronte di un prospettato maggior rigore nel riconoscimento del reddito di cittadinanza, in una possibilità di stringere le maglie nella concessione di quella prebenda, invece che diminuire i fondi, si aumentano, perché voi sapete che in realtà ci sarà un incremento del riconoscimento di quella misura, perché non ci sarà alcuna stretta. Ma al contempo, sullo sviluppo economico riteniamo necessario evidenziare come oggi le aziende soffrano i costi dell'energia sempre crescenti e questo Governo abbia ritenuto, come unica misura, quella di appostare miliardi di euro per le famiglie, lasciando le industrie, non solo quelle energivore, ma anche quelle che ormai banalmente devono accendere un'insegna, come quelle a grande distribuzione, ma anche i ristoranti e i bar già gravati da evidenti necessità a fronte della pandemia, sprovvisti di qualsiasi strumento di supporto. E qui c'è una responsabilità - e dispiace dirlo - non solo del Ministero dello Sviluppo economico, ma di tutto il Governo, che, nonostante siano trascorse già due settimane dall'incontro con le associazioni che hanno portato avanti le istanze, manca di indirizzare, rispetto a quelle istanze stesse, delle risposte.

Non più tardi di lunedì scorso, a Torbole, si è svolto un importante incontro in cui le industrie delle cartiere, delle acciaierie, dell'automotive come filiera a valle, ma anche le industrie ceramiche, le industrie delle vetrerie, hanno dichiarato l'esigenza di interventi strutturali sul piano delle bollette energetiche. E questo era necessario che venisse fatto da questo Ministero con misure puntuali, che non solo e non tanto in questo articolo mancano, quanto anche e soprattutto nell'impianto complessivo della manovra.

È, quindi, necessario - e ci rivolgiamo al Governo - che ci sia un'azione chiara e immediata nei confronti delle autorità regolatrici come ARERA, che, evidentemente, nell'assenza di programmazione nella risposta alla crisi energetica, che Fratelli d'Italia, già a luglio, stava sollevando, dimostra o che è inutile ARERA, o che sono inutili le persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che, ancora una volta, con una pervicacia burocratica, occupano quei posti! E il Governo ha necessità di dimostrare di non essere complice di questa situazione, intervenendo immediatamente a supporto del nostro sistema industriale, perché, ricordiamocelo tutti, è grazie alle industrie e alle imprese che viene pagata la struttura e l'amministrazione del welfare dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Sullo sviluppo economico, abbiamo molto da dire e poco riusciamo a dire in un minuto. È qui che si sarebbe dovuta vedere la spesa buona, è qui che si sarebbe dovuto vedere il debito buono, è qui che si sarebbero dovute appostare tutte le risorse necessarie per manifestare la visione che anche il Presidente Draghi pontificava quando non era Presidente del Consiglio: spesa buona. La spesa buona, Ministro, lei lo sa bene qual è? È quella che permette di investire e di generare risorse che vanno a pagare gli investimenti e vanno a pagare il debito contratto; è quella che permette di creare occupazione, e quell'occupazione dare lavoro dignitoso, e quel lavoro dignitoso creare ricchezza, e quella ricchezza creare tasse che rientrano nelle casse dello Stato, dando la possibilità di estinguere il debito contratto. Questo è il debito buono, questa è la spesa buona che non viene fatta. Non viene fatta, perché queste risorse non avete avuto il coraggio di appostarle tutte sullo sviluppo delle aziende, avete preferito accontentare la litigiosità dei vostri partiti ed è mancata una visione che garantirà al nostro Paese un futuro dignitoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Avrei voluto parlare di questo articolo per parlare delle crisi della Portovesme, dalla Sanac. Non vedo il Viceministro Bellanova, perché ci potrebbe parlare della crisi di Air Italy (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con 1.300 licenziamenti ormai, in realtà, col vostro Governo inerme. Ma mi rivolgo a lei, Presidente Fico, perché avrei voluto parlare di questo articolo, ma siccome mi piace parlare di persona, non solo sulla stampa, questo Governo, su questo articolo, ma su tutta la finanziaria, ha stralciato tutte le regole di questo Regolamento che ci avete dato. Spero che lei, da qui a domani, rivolga in quest'Aula, davanti a tutti noi, davanti al Governo, le parole che ha usato sul giornale, cioè censurare il comportamento di questo Esecutivo che ha preso a schiaffi questo Parlamento e questa Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Spero che lei trovi il coraggio di dire che dovevano essere presenti in Commissione e che dovevano presentare la finanziaria quando doveva essere presentata, e, soprattutto, è un sacrosanto diritto rispettare i parlamentari quando presentano atti ispettivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. È una questione di strategia, di visione, e in questo devo dire che il Ministero dello Sviluppo economico, purtroppo, dimostra delle lacune; lacune dettate soprattutto, va bene, per quanto riguarda l'industria, ma le PMI, i retail, il settore moda, i magazzini, i crediti d'imposta, Ministro Franco, sono richieste quotidiane, c'è una difficoltà oggettiva, lo vediamo quotidianamente nelle nostre città, nelle nostre vie, basta vedere quello che sta accadendo in questi giorni. Le risposte vanno date, ma non vanno date così come è stato fatto fino adesso, bisogna essere più concreti, più incisivi. Questa incisività in questa legge di bilancio, mi dispiace, non l'abbiamo vista. E il tema delle PMI sarà fondamentale, perché la questione del pagamento delle tasse passa attraverso quel settore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Signor Presidente, Ministri, terminavo l'intervento precedente, sul precedente articolo, proprio col fatto che il Governo ha dimenticato quasi completamente ciò che Fratelli d'Italia aveva chiesto, ossia il taglio del cuneo fiscale a favore delle imprese, che, in qualche modo, potesse aiutare il rilancio delle imprese stesse e della nostra economia, ma soprattutto a tutela del lavoro. Ed è per questo che vorrei intervenire in merito al fatto che c'è una riflessione da fare su una delle misure che sono state introdotte per contrastare le delocalizzazioni e che definiscono l'obbligo nuovo per i datori di lavoro con almeno 250 dipendenti. Che cosa vuol dire avere 250 dipendenti? Il concetto di lavoratore dipendente qual è? A tempo determinato, a tempo indeterminato, lavoratore con contratto interinale? Lo dico perché c'è un caso, in questi giorni, proprio sotto Natale, quello della Caterpillar, che ha 270 dipendenti, di cui 189 sono a tempo indeterminato e gli altri sono a tempo determinato. Chiediamo, quindi, con chiarezza cosa possa essere fatto per i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente Fico. Grazie al Governo, grazie al Ministro Franco per la sua presenza. Devo dire, Ministro, che, su un tema di particolare importanza, come quello che va a recitare l'articolo 5, poi ricordato e rimandato alla Tabella in termini di previsione (la numero 4), io vorrei umilmente evidenziare un paio di passaggi, l'ho già fatto ieri in sede di discussione generale, rispetto ad un testo sul quale, evidentemente, i deputati non hanno potuto dire molto, ma io, Ministro, leggo, alla Tabella, rispetto alla Missione 1, circa 18 milioni di euro. Io non so nemmeno perché non si provi vergogna a mettere 18 milioni di euro non sulle politiche attive, ma sulle politiche passive rispetto al mercato del lavoro.

Allora, quando il Governo stanzia 18 milioni di euro rispetto alle politiche passive in materia di lavoro, vuol dire che tutto quello che è stato detto da buona parte della maggioranza in questi mesi, in questi anni, va a schiantarsi contro questo muro. Quando, Presidente, al netto della legittimità della misura, mettiamo, in questo caso il Governo mette ben 12 milioni di euro rispetto ad immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, va bene mettere la garanzia dei diritti ma vorrei che 12 milioni di euro fossero messi, ad esempio, per gli esodati residui in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); vorrei che fossero messi per le persone che devono andare in pensione con quota 41, perché la nostra idea in termini di lavoro e anche in termini di un tema enorme come le pensioni - che voi non avete minimamente toccato in questa misura, Ministro - con quota 102 e quota 104, che evidentemente sono due misure piuttosto fallaci, è tale per cui, a questo punto, io dico che forse era meglio mantenere quota 100! Quota 100 magari non andava a coprire un'amplissima platea di beneficiari, ma sicuramente sarebbe andata a coprire una platea ben più ampia di beneficiari rispetto a quota 102! Rinnovo la domanda che ho fatto in discussione generale, perché peggio mi sento quando evidentemente si trova una soluzione come quota 104. Diciamolo apertis verbis: quota 104 non differenzia in nulla rispetto alla normale pensione di anzianità! Ma che scoperte state facendo rispetto ai lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e rispetto a coloro che, chiaramente, parte della maggioranza - se non tutta la maggioranza - va, sì, a trovare nelle piazze (anche con le bandiere di qualche sindacato, tanto per essere chiari), però qui, in Aula, alla prova dei fatti, si tira indietro rispetto a cose che evidentemente ha promesso non soltanto in campagna elettorale, ma anche in una fase di Governo.

Nei confronti di questa maggioranza, Fratelli d'Italia ha cercato di proporre minimamente in Commissione lavoro, minimamente in Commissione bilancio, parlando - lo rinnovo - di quota 41, perché da questa parte dell'Aula pensiamo che gli operai, dopo 41 anni di contributi e di sudore, devono andare in pensione non con un anticipo pensionistico, ma con una pensione; Fratelli d'Italia parla di flessibilità in uscita rispetto alle pensioni, posto che non avete avuto il coraggio, per l'ennesima volta, di affrontare in una manovra da oltre 30 miliardi il tema pensioni, rimandandolo sine die a quello che evidentemente non vorrete fare; Fratelli d'Italia parla, lo rinnovo - e chiudo, Presidente, ringraziandola - di esodati residui; parla di Enasarco, parla delle persone che oggi sono i Silenti Enasarco che hanno dovuto garantire una doppia contribuzione per anni e, se non versano vent'anni di contributi, né dall'una, né dall'altra parte, non riescono a prendersi neanche i contributi che hanno versato! Fratelli d'Italia parla, Ministro, di formazione professionale, che deve essere obbligatoria per chi è nei periodi di sussidio, come il reddito di cittadinanza, come la cassa integrazione, come la NASpI, come la Dis-Coll; la formazione deve essere obbligatoria per queste persone. Fratelli d'Italia parla di misure per cui i nostri imprenditori più assumono e meno pagano di tasse, invece voi non gli farete mai pagare meno tasse rispetto a quanto abbiamo detto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER RIZZETTO (FDI). Fratelli d'Italia parla - e chiudo veramente, Presidente - di norme vere, veritiere, anti delocalizzazioni: GKN, Gianetti Ruote, Caterpillar, Whirlpool, Speedline sono soltanto gli ultimi casi. Penso che sia indegno mettere soldi soltanto in mera assistenza e in politiche passive, e non mettere delle regole ferree per le aziende, soprattutto multinazionali che, dopo anni di contributi pubblici rispetto ai loro territori, delocalizzano in una notte, lasciando a casa migliaia di lavoratori e di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. In questo poco tempo volevo segnalare una problematica che però era già nota da giorni. Non credo che solo a me arrivino notizie di chiusure quotidiane di centinaia di imprese del turismo e della ristorazione. Allora voglio ricordare al Governo, al Ministro presente che niente è stato previsto per la proroga della cassa COVID per le imprese turistiche, della ristorazione e del commercio; al 31 dicembre queste aziende sono scoperte. Mi chiedo: ma quando avete emendato la legge di bilancio al Senato per portarla in approvazione, non vi era già chiaro questo?

Volete prendere un impegno stasera, netto, a protezione di queste aziende? Il 31 dicembre finisce questa cassa integrazione; le aziende stanno chiudendo a centinaia ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta la scelta che si è fatta rispetto alle politiche sul lavoro è quella di spostare sulle aziende i costi dell'introduzione di quello che doveva essere uno strumento di riconoscimento di ammortizzatori universali. Una misura che noi aspettavamo, a dire il vero, già a luglio, quando si decise di dar corso ai primi licenziamenti e qualcuno, giusto per non fare nomi e cognomi - il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando - aveva detto che sarebbe stato necessario introdurre già a luglio questi strumenti, immaginando degli ammortizzatori che potessero alleviare non solo il mercato del lavoro sul versante degli occupati, ma anche delle aziende. Invece, ancora una volta si è fatta una scelta a carico del nostro sistema produttivo e imprenditoriale, che si trova, così, esposto a dover reperire risorse in un momento di grave crisi non solo di liquidità per far fronte a questi provvedimenti legislativi, evidentemente inadeguati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, Governo, in questo articolo mancano, oltre quello che già hanno detto i miei colleghi, degli interventi importanti per le nuove generazioni. Il lavoro è cambiato, il lavoro adesso è frammentario e ciò è dovuto anche alle crisi che abbiamo dal 2008, quindi i lavoratori adesso non riescono ad avere e a versare dei contributi costanti, per cui una persona, un ragazzo che ha 30 o 40 anni, non può permettersi una pensione adeguata. Allora, noi dobbiamo pensare a fare degli interventi importanti per le nuove generazioni; in questo articolo, invece, non c'è assolutamente niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Parliamo del lavoro e, anche qui, continua il filo conduttore, cioè quello della mancata visione. Anche qui tante risorse appostate in maniera frammentata piuttosto che nel coraggio di un'unica scelta, un'unica decisione che il Paese si aspetta da anni e che non arriva mai: abbassare le tasse sul lavoro. Non abbiamo mai il coraggio di prendere questa decisione, ma se non abbiamo il coraggio di prenderla questa volta, quando la prenderemo? Mai come questa volta era l'occasione giusta, Ministro, perché - lei lo sa bene - siamo in deroga rispetto al Patto di stabilità. È un'occasione straordinaria: l'avremmo dovuta utilizzare per abbassare il costo del lavoro. Le risorse andavano appostate sulle politiche attive, sull'incentivazione. Noi vorremmo premiare chi assume e non penalizzare chi licenzia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'articolo che recita testualmente “Stato di previsione del Ministero della Giustizia e disposizioni relative”. La giustizia è uno degli ambiti in cui si dovrebbe esplicare la capacità di uno Stato, la capacità delle istituzioni di far rispettare le regole che esse stesse impongono ai cittadini, dunque è un settore che meriterebbe investimenti appropriati. A tale riguardo, con questa legge di bilancio riscontriamo un leggero incremento fino al 2023, per poi - mi riferisco agli investimenti - continuare inesorabilmente a calare nel 2024, quando è sicuro che, finalmente, gli italiani avranno potuto votare.

Vi avranno mandati a casa e voi prevedete di diminuire le spese in materia di giustizia, non sedendo più su quei banchi dove avete avuto la bontà di fare questa comparsata alle ore 22 del 29 dicembre, signor Ministro, perché di comparsata si tratta, avendo irrimediabilmente compresso non solo i tempi, ma anche i modi, con l'ennesima questione di fiducia che avete deciso di porre.

Io leggo la volontà di assumere magistrati ordinari con un nuovo piano di assunzioni, 1,7 milioni di euro, e però mi domando quanto incidano sul bilancio della Giustizia i magistrati sistematicamente posti fuori ruolo e dislocati presso i Ministeri. Ci sono nostre interrogazioni che ancora attendono risposta da parte vostra. Leggo la volontà di investire nel trattamento di condannati per reati di violenza sessuale e domestica, 2 milioni di euro, però vorrei capire alle vittime chi ci pensa, vorrei capire alla prevenzione di questo tipo di reati chi ci pensa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Vede, signor Ministro, quando in quest'Aula si è svolto il dibattito sul “codice rosso”, tutti i gruppi parlamentari hanno parlato dell'importanza di affrontare la prevenzione di questo tipo di reati sotto l'aspetto culturale ed educativo, però investire solo sul trattamento dei condannati non supera quei problemi che noi in quest'Aula pure abbiamo evidenziato.

In materia di edilizia giudiziaria, leggo pochi investimenti: si parla dei tribunali di Modena e di Ancona, non si parla di altri tribunali. Signor Ministro, le racconto che ci sono stati importantissimi tribunali di trincea, dove si celebrano processi contro la criminalità organizzata di stampo mafioso, come Catanzaro, come Trapani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dove le udienze sono state rinviate, perché le aule cadono a pezzi. Questo succede nel nostro Paese.

Per quanto riguarda la stabilizzazione della magistratura onoraria, siete riusciti nell'impresa non facile - ma del resto siete il Governo dei migliori, quindi almeno una doveva riuscirvi - di scontentare tutti con la riforma della magistratura onoraria. Siete riusciti a lasciare molto perplessi i destinatari di questa riforma che si troveranno a dover scegliere, come in una qualsiasi conciliazione sindacale, con tutto il rispetto per le conciliazioni sindacali, tra proseguire il proprio operato nell'amministrazione della giustizia in nome del popolo italiano e rinunciare a tutti i diritti maturati fino a questo momento. Questo è indegno da parte di uno Stato, queste scene si possono vedere nelle conciliazioni, con imprenditori che cercano di sbarcare il lunario e devono, obtorto collo, ricorrere a transazioni di questo tipo; ma che magistrati onorari che hanno emesso sentenze in nome del popolo italiano debbano fare questa scelta di rinunciare ai diritti acquisiti fino a questo momento per poter andare avanti, francamente, non ce lo saremmo mai aspettato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In ultimo, signor Presidente, e concludo, il famoso capitolo 1360, il gratuito patrocinio: voi ci credete davvero al diritto alla difesa per tutti i cittadini? Sembra francamente di no e, allora, un supplemento di riflessione anche su questo, signor Ministro, forse è necessario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come ha illustrato la collega Varchi poc'anzi, siete riusciti nella mirabile impresa di affrontare un tema, come quello della stabilizzazione dei giudici onorari, riuscendo non solo a scontentare gli stessi, ma anche di umiliarli nella dignità professionale dopo che costoro, per lungo tempo, hanno garantito che ruoli cosiddetti minori, ma che, invece, sono centrali nella missione di risoluzione dei conflitti tra soggetti privati dinanzi alle corti italiane, potessero, in una qualche maniera, garantire una celerità nello svolgimento della giustizia che, spesso, troppo spesso, i magistrati togati non riescono a garantire.

Non vogliamo avventurarci sul tema se questa responsabilità nelle lungaggini dei tempi dei magistrati sia da imputare a loro, agli apparati, alle amministrazioni o anche semplicemente al fatto che si trovano ad essere pochi rispetto a carichi di ruolo significativi e importanti; quel che è certo è che, con riferimento a questa manovra, ancora una volta, manca la possibilità - non solo con stanziamenti, ma anche con azioni chiare e nitide - di superare quell'assetto che ancora una volta si garantisce in convenienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, in questo pochissimo tempo, vorrei concentrare l'attenzione sulla giustizia amministrativa, ad esempio, che rimane un ostacolo forte, in carenza di un coraggio governativo di investimenti per l'economia italiana. Volevo segnalare l'ultimo caso grave di un balbettio della politica che ha consentito al Consiglio di Stato di legiferare, praticamente al di fuori del petitum, tra l'altro, su una questione importante come quella della Bolkestein, conducendo 30 mila aziende italiane sull'orlo della crisi, in carenza di possibilità di investire, in una confusione generale nella quale, lo ripeto, la politica ha delegato alla giustizia amministrativa il compito di legiferare. Vi sottolineo questo aspetto, perché le aziende del turismo italiane saranno colpite pesantemente, soprattutto quelle delle concessioni balneari, in assenza di una presa di posizione del Governo e della politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Hanno già detto tutto i miei colleghi, ma intervengo per constatare ancora una volta che, purtroppo, nessun intervento migliorativo, di quelli proposti dalla collega Varchi, dal collega Maschio o dal collega Vinci, poteva essere preso in considerazione, perché, ovviamente, tutto andava al macero. Ovviamente, poi, con la promessa che ci saranno gli ordini del giorno; ma come può essere credibile un Governo che stralcia - io tornerò sempre su questo - ogni regola di questo Regolamento in questa Camera? Come si può credere che rispetti la parola data a un ordine del giorno, poi, con la locuzione: “a valutare l'opportunità di”? Quindi, il problema della giustizia è grave, il problema della giustizia chiede fondi per quanto riguarda sia la magistratura, sia soprattutto la Polizia penitenziaria che, da anni, denuncia la carenza di organico: non si fanno mai le assunzioni in base ai pensionamenti, ma si fanno solo annunci spot per incamerare qualche sindacato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. In occasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, abbiamo visto quanto la giustizia fosse uno dei temi che rappresentava una delle condizioni fondamentali per l'accesso dell'Italia ai fondi dell'Unione europea. Quindi, per questo sono state fatte riforme, che, per quanto ci riguarda, sono state fatte in modo assolutamente inefficace e difettoso, per far vedere all'Europa che si faceva una riforma del processo civile e penale; manca ancora quella più importante, che è quella dell'ordinamento giudiziario, su cui la situazione è drammatica. Tutto questo per evidenziare come, in realtà, si siano bruciati quasi tutti i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sulla giustizia per l'inutile ufficio del processo che creerà 16 mila precari, quando ancora neanche in questa finanziaria si è riusciti a sistemare, nonostante gli appelli dell'Europa, la condizione dei giudici onorari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Il piano di assunzione dei magistrati, che voi pure avete previsto, è assolutamente insufficiente, perché è talmente ampia la carenza di magistrati in tutti i settori; voglio ricordare, tra questi, anche il settore amministrativo per il quale, effettivamente, le risorse stanziate in questo bilancio di Stato non sono assolutamente sufficienti. Io non voglio pensare, in realtà - e non credo -, che questa sia una cosa casuale; voi avete adottato una strategia, quella di affidarvi a un ufficio del processo che però sarà composto sostanzialmente da persone impreparate, non per colpa loro, certamente, ma fisiologicamente impreparate, persone che saranno appena uscite dall'università, persone senza prospettiva, con contratti a tempo determinato che non potranno poi ricollocarsi e su cui c'è un grosso interrogativo sul futuro all'interno del settore amministrativo della giustizia.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di parlare per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Mi dispiace non avere la bravura e l'eloquenza del mio collega Delmastro Delle Vedove, come anche l'intonazione, nell'illustrare questo articolo, ma su questo argomento se c'era una luce - come un miliardo e mezzo per l'internazionalizzazione delle imprese - abbiamo tante ombre, a partire dall'inutile lavoro che è stato fatto dalle Commissioni congiunte difesa e esteri. E ciò, ad esempio, anche quando parliamo di un miliardo e mezzo, un miliardo, dato alla cooperazione internazionale, assegnato alle ONG sparse nel mondo, soprattutto in Africa. Badate bene, non sto criticando il lavoro di queste organizzazioni, anzi, molte svolgono un lavoro meritorio, ma sono deboli davanti alla complessità degli interventi. Io ricordo almeno ai componenti - e mi dispiace che non sia stato preso in consegna quel lavoro - che, dopo il ritiro dall'Afghanistan, era stato detto che una delle criticità era che le ONG operavano da sole e, quando i nostri militari garantivano la sicurezza, non c'era un adeguato sistema di cooperazione industriale, non si costruivano infrastrutture. Noi stiamo proseguendo a spendere soldi per microinterventi, mentre, per esempio, in Africa, le nostre ONG operano e, poi, ci sono altre nazioni, come la Cina, che arrivano a colonizzare quel continente. Noi lo stiamo perdendo e stiamo consentendo ad altre potenze di conquistare terre rare, altre risorse, di portare povertà in quel continente, mentre noi dovevamo sicuramente andare, con i nostri militari e con le nostre industrie, a costruire infrastrutture e un futuro per quelle popolazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); invece, continuate ad adoperare un sistema che si è dimostrato fallimentare.

Parliamo poi dei 600 mila euro per la cultura italiana e le scuole italiane. Siete riusciti a far chiudere la scuola in Eritrea, che era stata fondata nel 1903 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); l'avete chiusa nonostante ci fossero un migliaio di iscritti - il 10 per cento italiani, gli altri erano eritrei - che amavano studiare l'italiano e la cultura italiana. Quella è l'immigrazione che vogliamo, con persone che amano il nostro Paese. L'avete chiusa!

E siete riusciti anche a non rispondere rispetto ad un grande problema che c'è nella scuola italiana a Barcellona, dove noi paghiamo l'affitto per un istituto che, a quanto pare, appartiene allo Stato italiano. Non avete mai risposto a questo quesito. Perché paghiamo l'affitto per una scuola italiana che poi non risponde neanche a requisiti di sicurezza? Seicento mila euro per la nostra cultura italiana; poi, festeggiamo Dante o andiamo a decantarlo in tutti i modi.

E poi spendiamo un milione di euro - sentite un po', forse il Ministro Di Maio era un po' geloso di Conte, il cui portavoce era Casalino - per la promozione del lavoro fatto dalla cooperazione internazionale. Un milione di euro l'anno per promuovere quello che fa chi? Che fa il Ministero degli Affari esteri? Un dipartimento del Ministero degli Affari esteri o il Ministro? Quindi, stanziate un milione di euro per questo? Per un social media manager? Ma almeno vi rendete conto? Seicento mila euro per le scuole italiane in tutto il mondo e un milione di euro per un social media manager? Vi rendete conto cosa avete stanziato? Ministro, mi risponda lei: si rende conto della sproporzione? Avete chiuso una scuola che risale al 1903 in Eritrea e date un milione di euro a chi? Spendete un miliardo per una cooperazione a chi?

E non avete tenuto conto di quello che ha detto il generale Portolano, che la difesa e i militari sono i migliori ambasciatori che, però, hanno bisogno di un supporto economico nelle missioni dove vanno. In Libano fa più il Ministero della Difesa che il Ministero degli Affari esteri. E ai nostri militari tocca l'onere - e ringraziamoli sempre - di essere gli ultimi che se ne vanno. Sono quelli che ci mettono la faccia, sono quelli che stanno lì a morire per difendere l'italianità e anche gli investimenti italiani: almeno cerchiamo di aiutarli e di dare un senso al loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. I temi toccati dal collega Deidda dimostrano l'incapacità del Ministro Di Maio, a cui noi oggi dovremmo anche, magari, affidare l'interlocuzione con soggetti che, a livello globale, stanno condizionando il quadro geopolitico in maniera significativa; basti pensare a cosa sta succedendo in Ucraina, al quadro di instabilità in Libia, a ciò che succede nei rapporti con la Cina. E, anzi, ci piacerebbe che il Ministro Di Maio ci spiegasse quali sono i suoi rapporti con quello Stato governato dal soggetto che lui chiamò “Ping” che, in realtà, risponde al nome di Xi Jinping e che sta, dal nostro punto di vista, garantendo l'interesse coloniale di quello Stato, negando i diritti a popolazioni, rispetto alle quali l'Occidente dovrebbe dimostrarsi molto più attento.

In tutto ciò, il Ministero degli Affari esteri rimane assente e, anche sulle linee di spesa che la manovra individua, non rinveniamo elementi che possano effettivamente aiutare e garantire, nel recupero di una credibilità e di uno spessore, l'azione di un Governo che, sul Ministero degli Affari esteri, dimostra proprio di non essere tra i migliori, anzi, direi il peggiore possibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà. Non ho altri interventi a titolo personale, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Governo, in questo articolo c'è chiaramente la vostra mancanza di volontà di intervenire, di investire nella scuola, di investire nel futuro, nelle nuove e future generazioni. Avete, invece, usato l'arroganza, avete umiliato tantissime categorie di lavoratori, le avete tenute sospese in un limbo. È da mesi che il Governo Draghi va a dire che deve eliminare la più grande piaga del mondo del lavoro scolastico, che è proprio quella del precariato. Nulla di fatto. Il Ministro, da giorni, anzi, da mesi, ha firmato un “patto per la scuola”, nel mese di maggio, tavole rotonde, interviste ogni giorno, annunciando soldi mai visti, investimenti mai visti nel mondo della scuola. Sì, è vero, Ministri, è vero, soldi mai visti: zero per rinnovo contrattuale, aumenti che sono elemosina per i nostri docenti e per tutto il personale ATA, totalmente dimenticato nel personale COVID, ma non solo, calpestato nella propria dignità.

Poi siete arrivati a dover porre rimedio ai vostri grandi errori e, quindi, cosa fate? Mettete pochi spiccioli per prorogare questi contratti a tutto il personale fino alla fine dell'emergenza. Quando? Come? E se l'emergenza finisce il 31 marzo, queste persone vanno via? Questa è la dimostrazione della vostra incapacità e inefficienza a gestire una delle più grandi istituzioni di questo Stato! Il 31 marzo cosa si fa? Si chiudono le scuole? Si chiudono le classi? Non ci sono più i collaboratori scolastici per le pulizie? Ma io resto basita di tutto ciò.

Avete ancora una volta illuso, con questa meritocrazia dei famosi concorsi, gli idonei STEM che hanno sostenuto un concorso e che sono idonei e adesso li dimenticate. Ma non solo: c'è l'assurdità e l'illogicità, perché volete bandire un nuovo concorso quando avete già gli idonei pronti per l'immissione in ruolo. E allora vi conviene questo precariato. Sì, perché è la vostra arma elettorale, infatti sono anni che li mettete, sempre illudendoli, sempre utilizzandoli. Parlo anche di altri interventi che erano necessari, come i concorsi dei DSGA facenti funzione. Nulla di fatto e, ancora una volta, personale utilizzato e lasciato, così come le grandi e importanti figure, all'interno della scuola, dei direttori dei servizi generali. E allora io, per chiudere, dico che voi non avete alcuna voglia di investire nella scuola. Voi avete costretto veramente questo Paese a non avere un futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. La messa in scena di questa legge di bilancio sembra più una commedia degli equivoci, dove c'è una maggioranza che non è tale perché ha bisogno di 33 fiducie per gestire l'Aula, che ha paura degli emendamenti, che ha paura del legittimo lavoro dell'opposizione, come vediamo anche su questo articolo, e che si trincera, ancora una volta, dietro la potenza, assolutamente antidemocratica e autoritaria, della fiducia. Ebbene, il Ministro D'Incà passerà alla storia perché, oltre a essere originario di un piccolo e meraviglioso paese del bellunese, come il Ministro Franco, sarà anche il “Ministro fiducia”, cioè quella persona che è venuta in Aula e una sola parola l'ha detta 33 volte. Ha detto soltanto di…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Signori Ministri, sottosegretari, colleghi, un minuto per parlare della situazione della nostra scuola è davvero poco. Pertanto, mi concentrerò su una criticità a mio avviso abnorme, che è quella dell'erogazione di 2 milioni di euro all'INDIRE. Io penso che sarebbe stato meglio destinare quelle risorse al Ministero dell'Istruzione, che avrebbe avuto una visione differente.

Comunque, l'autonomia statutaria dell'INDIRE ci riporta proprio al fatto che è un istituto importante, ma, secondo me, in una scuola che ha poche risorse, in una scuola in cui vanno istallati i sistemi di areazione, di cui tutti adesso parlano, mentre Fratelli d'Italia è già da un anno e mezzo che se ne occupa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sarebbe stato meglio effettuare con più attenzione questi investimenti, invece di erogarli a una nobile istituzione come l'INDIRE, che però, in questo momento, non gestisce l'emergenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Come hanno anticipato le colleghe, nella legge di bilancio quando si parla di scuola effettivamente manca proprio una visione organica. Questa è la legge più importante dello Stato e ci accingiamo ad approvarla con la posizione di una questione di fiducia, con i tempi assolutamente ristretti se non addirittura tranciati e, come hanno anticipato anche i colleghi, quasi a schiaffi in faccia al Parlamento. Un confronto sano e nell'interesse anche di trovare l'investimento di queste risorse nel modo più utile ai nostri cittadini nelle varie situazioni, compresa la scuola, non solo sarebbe stato costruttivo, ma sicuramente avrebbe portato a una legge confezionata con maggior riguardo verso tutti. Stabilizzare tutto il precariato, anche quello degli insegnanti di religione cattolica…

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Ciaburro.

MONICA CIABURRO (FDI). …non è stato minimamente preso in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Credo, Presidente, essendo già intervenuto, di non poter svolgere altra dichiarazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Ringrazio lei, Presidente, e ringrazio il collega Bignami. Io credo che sul tema dell'articolo 9, quindi del Ministero dell'Interno e della sicurezza, si sia davanti a uno spettacolo surreale. Nelle ore di Natale - semplicemente per citare alcune cifre - in Calabria sono sbarcate oltre 500 persone, a Trapani 114, a Pozzallo 214, a Capo Rizzuto 100, a Capo di Leuca 155, ad Augusta 550 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e la Sea Watch 3 è in arrivo, con altre 440 persone. Nel mese di dicembre, oltre 4.000 sbarchi e in questo vostro bilancio, in questa vostra manovra, in questa vostra finanziaria, non c'è un euro per il controllo degli sbarchi e delle coste italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non c'è un euro in più, non c'è un minimo di attenzione! Ma dove state vivendo? Ma davvero pensate che, nel momento in cui agli italiani aumenteranno le chiusure, si possa trasformare l'Italia nel posto in cui gli italiani hanno difficoltà ad andare a lavorare o ad uscire di casa e gli immigrati clandestini possono sbarcare liberamente, senza alcun controllo, neanche sanitario? E tutto questo voi pensate di farlo senza metterci un euro aggiuntivo?

Si può dire: “Va bene, la destra è fissata con gli immigrati. Noi, invece, vogliamo accoglierli tutti e non fare alcun controllo sulle coste, soprattutto per i clandestini”. Nel frattempo, però, non c'è niente di serio e niente di aggiuntivo per fermare tutta quell'emergenza di criminalità che c'è sempre di più nelle nostre città e nelle nostre periferie. Non c'è un incentivo né uno sforzo economico sul tema dello spaccio della droga, che è sempre più forte e sempre più disperato nelle nostre città.

C'è stato qualche miglioramento, grazie ad alcuni emendamenti dei colleghi della Lega al Senato, per le Forze di Polizia, ma è ancora, purtroppo, insufficiente. Ci sono i nostri uomini nelle strade che provano a combattere la criminalità che non hanno i fondi necessari e, mentre si lasciano le Forze di Polizia e le Forze dell'ordine senza i fondi necessari per affrontare la criminalità, le si creano problemi enormi - mettendole in difficoltà a lavorare - con le storie del super green pass e con altre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mentre non ci rendiamo conto che ad esse appartengono gli uomini che difendono i nostri cittadini, nel momento della sicurezza. Allora, guardate, la sicurezza non è un tema di destra: è un tema di buonsenso e dispiace che un Governo come questo non riesca a capire che non si riesce a fare niente di adeguato per la sicurezza. È un problema serio. Non ci possono essere per gli italiani solo i problemi che viviamo noi in questo palazzo, comodo e vellutato.

I problemi reali che gli italiani vivono tutti i giorni sono la paura di rientrare a casa, anche in questo momento di emergenza sanitaria, la paura di non riuscire a difendere i propri figli e la paura di rientrare a casa e trovarla occupata, perché si è andati all'ospedale per qualche giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Rispetto a questi temi, serve dare risposte chiare e le risposte chiare si danno con i soldi, si danno con i finanziamenti, si danno con i fondi, si danno con le ulteriori possibilità di dare forza a chi difende i cittadini. E, allora, noi siamo contrari a questo articolo, perché questa manovra è gravemente deficitaria sul tema della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, il deputato Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Di tutte le cose che ha già citato l'eccellente collega Donzelli, quello che manca anche all'interno di questa legge di bilancio sono risorse adeguate per la polizia locale. Noi ci saremmo aspettati di approvare, entro quest'anno, quantomeno in questo ramo del Parlamento, una riforma della polizia locale e di vedere stanziate adeguate risorse sulla base di una riforma. Invece, voi avete approvato un testo unico in Commissione e poi l'avete ulteriormente stravolto rispetto a quello originario.

Oggi, ci troviamo ancora con una riforma al palo e, conseguentemente, con risorse assolutamente insufficienti, soprattutto con riferimento alla formazione gli agenti di polizia locale, a dare loro la necessaria dignità che meritano e che chiedono, come il riconoscimento di un contratto di diritto pubblico.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente e Governo. Con l'articolo 10, affrontiamo il tema della transizione ecologica. Ministro Franco, innanzitutto grazie per la sua presenza in Aula. La transizione ecologica è un tema di cui sentiamo sempre parlare; di questo argomento ci si riempie sempre la bocca. Quest'anno lo abbiamo letto sui giornali, è stato affrontato.

Purtroppo, noi come, Camera dei deputati, in questa legge di bilancio non abbiamo potuto affrontare il tema al 100 per cento; anzi, quasi per niente: lo abbiamo visto passare così com'è e questa cosa ci preoccupa molto, Ministro. A noi di Fratelli d'Italia preoccupa veramente tanto, perché la transizione ecologica, come sappiamo, è un punto centrale che interesserà la politica dei prossimi anni ed è fondamentale. Quindi, non affrontare questo tema in quest'Aula o affrontarlo così, in maniera molto semplice, è veramente difficile. Soprattutto a noi dell'opposizione preoccupa e, Presidente, le dico anche il motivo.

Nelle scorse settimane, in Commissione ambiente, abbiamo affrontato la proposta di un piano per la transizione ecologica e, quindi, abbiamo iniziato ad affrontare questo argomento; abbiamo visto che, fino a quando c'è stata la votazione, la maggioranza non riusciva a mettersi d'accordo su questo argomento, non riuscivano a trovare un punto comune, non riuscivano a fare una sintesi di quali fossero i loro punti fondamentali all'interno di questo piano. Per questo noi siamo preoccupati, Presidente. Infatti, se per una proposta di piano per la transizione ecologica questa maggioranza non riesce a trovare una soluzione, neanche tramite incontri, e arriva al giorno della votazione ancora con le problematiche e le varie difficoltà che sono davanti agli occhi di tutti, questa cosa veramente ci fa veramente preoccupare.

Presidente, occorre dare un significato al concetto di transizione ecologica. Dobbiamo riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, però con un equilibrio che è fondamentale: un equilibrio tra lo sviluppo e l'ambiente.

È un processo lento: la transizione ecologica non è una cosa che si fa velocemente, non è possibile, purtroppo, correre su questo tema. È un processo lento, che ha bisogno di stanziamenti - stanziamenti che non ci sono –, di stanziamenti importanti, ma soprattutto ha bisogno di coraggio e volontà, perché si tratta di scelte importanti. Come Greta Thunberg ha detto, anche in occasione della COP26, è inutile fare questi “bla bla bla”, se poi non si va nel concreto. Quindi, è molto semplice. È un processo che, soprattutto, deve essere condiviso. Deve essere condiviso con il sistema produttivo e imprenditoriale che, diversamente, si trova esposto, da un lato, a obblighi calati dall'alto, cioè dall'Unione Europea, la quale, con il programma Fit for 55, ha fissato obiettivi che, anche con l'intervento di supporto dello Stato, appaiono difficili da raggiungere, ma che, senza stanziamenti, diventano del tutto irraggiungibili. Per questo, Presidente, noi di Fratelli d'Italia siamo completamente insoddisfatti, soprattutto con riferimento a questo capitolo, perché a una parte così importante, che si andrà ad affrontare anche nel PNRR, è stato dato così poco spazio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. In pochi secondi, colgo l'occasione per salutare anche il sottosegretario Gava che, evidentemente, si occupa di questi temi, ricordando, comunque, con estremo rispetto al Governo, al sottosegretario e al Ministro Franco che, purtroppo, in questa legge di stabilità c'è ben poco rispetto alla transizione ecologica. C'è ben poco, perché, ad esempio, in questi anni si sarebbe potuto fare di più rispetto al taglio dei sussidi che sono ambientalmente nocivi e dannosi; c'è, sì, qualcosa (oltre 440 milioni) rispetto alla tutela del suolo piuttosto che al dissesto idrogeologico, ma ci sono anche oltre 500 milioni per la gestione dell'emergenza. Ora, se noi mettiamo più risorse sulla gestione dell'emergenza, probabilmente non andiamo a prevenire piuttosto che curare questi mali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Ecco, ci manca il Ministro del MiTE. Purtroppo, il Ministro Cingolani sfugge, non risponde. Però, voglio ringraziare almeno la sottosegretaria Vannia Gava: la sua presenza ci onora più che altro per parlare di un tema. Ministro Franco, ci vuole una serie di investimenti, investimenti importanti soprattutto con riguardo all'ammodernamento e alla conversione degli impianti di distributori di carburanti, perché se vogliamo effettivamente attuare una transizione ecologica, soprattutto legata al mondo dei carburanti, bisogna saperla affrontare. Mi auguro che, nei prossimi mesi, ci sia questa volontà, perché i temi della transizione energetica passano anche attraverso una strategia complessiva, oltre a quella solare, eolica oppure idroelettrica. Quello che continuo a dire e continuiamo a dire con forza è che ci vuole una visione strategica d'insieme che - mi dispiace - il Ministro Cingolani, purtroppo, non ha (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Franco, questa è la sua prima legge finanziaria e devo dire che si vede, perché manca di visione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non considera le conseguenze negative economiche e ambientali delle finte novità che lei dice di introdurre, perché la rete stradale, quella ferroviaria, i porti e le infrastrutture avranno in futuro enormi costi di gestione e di manutenzione. Se lei non voleva ripetere le tragedie già viste - quella del ponte Morandi - doveva allora pensare in questa finanziaria agli investimenti, cosa che è chiaro che non ha fatto. Forse, siccome è la sua prima finanziaria non ha percepito che questa è una Repubblica parlamentare ma, soprattutto, non ha percepito che lei non è un assessore provinciale ma è un Ministro della Repubblica italiana. Noi avevamo la speranza che lei superasse le gestioni monopolistiche, che la sua finanziaria, dal punto di vista infrastrutturale, cambiasse di passo e che ci sarebbe stata una gestione efficiente. Purtroppo, così non è stato. Le ho detto che non ha ben capito che lei non è un assessore provinciale perché nell'elenco che io ho trovato, voglio ricordarglielo, c'è poca visione sistemica. Ha stanziato un milione di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 per il comune di Nicotera per il rifacimento del lungomare, 500.000 euro per la manutenzione straordinaria della strada comunale del mare nella Contrada Colle Gagliardo, nei territori di Limbadi e Nicotera, 400.000 euro per l'anno 2023 per il viadotto della strada provinciale numero 24, al chilometro 35,500, in località Val Brambilla; e potrei continuare. Però, mi taccio e dico semplicemente che in noi rimane una speranza, che questa sia la sua ultima legge finanziaria e forse anche che sia l'ultima legge finanziaria di questo Esecutivo e la fine del commissariamento della sovranità popolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sottosegretari, pochi minuti per parlare dell'università italiana che spesso e volentieri pare dimenticata. Voglio menzionare la misura che è stata prevista dal Governo per arginare la fuga dei cervelli, cioè la possibilità di optare per l'applicazione delle agevolazioni fiscali. Dico, però, che il fenomeno gravissimo della fuga dei cervelli non può essere arginato solo da questa misura. Dobbiamo ascoltare le università, dobbiamo concentrarci sul reclutamento universitario, ascoltando le esigenze dei tanti professori associati che vorrebbero avere una progressione di carriera. Questo chiedono professori che fanno servizi che vanno ben oltre il loro ruolo, in tanti momenti e in tante mansioni. Invece, per questioni di mancanza di fondi e anche per l'imminente scadenza dell'articolo 24, comma 6, della legge n. 240 del 2010, ci saranno difficoltà per fare i concorsi e per far diventare i professori associati professori ordinari. Questo, signor Ministro, voglio evidenziarlo, è un meccanismo molto importante e solo così si potrà arginare la fuga dei cervelli. Secondo punto che volevo esplicitare in quest'Aula è quello dell'AFAM, il grande bacino della formazione artistica, musicale e coreutica, che è inutile dire che in una Nazione come l'Italia è importantissima. I docenti dell'AFAM aspettano ancora di essere equiparati ai docenti universitari. È sicuramente una sperequazione che non può continuare, oltre al fatto che ci vuole un adeguamento retributivo perché il personale docente dell'AFAM non può godere degli stessi benefici del personale scolastico e non è remunerato come i docenti universitari. È molto importante l'educazione musicale e artistica. Concludo, dicendo che ci vuole più attenzione per l'università, soprattutto in un momento in cui la DAD ha fatto soffrire le scuole medie e superiori ma anche il silenzio degli atenei è un monito molto preoccupante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, lei deve sapere che Fratelli d'Italia nel campo della difesa non si è mai considerato una forza di opposizione. Soprattutto, abbiamo instaurato con il sottosegretario Mulè un rapporto costruttivo di confronto leale, perché pensiamo che la Difesa e le Forze armate siano un patrimonio di tutti. In questo senso dobbiamo lavorare e ci vogliamo fare avvocati del Ministero della Difesa perché negli scorsi Governi, e speriamo non in questo, è stata considerata la Cenerentola, per la quale bisogna tagliare e investire poco. Come le ho detto prima, i nostri militari sono gli ambasciatori all'estero, sono coloro che difendono la nostra patria e sono anche coloro che, oggi, sono a Matera per vaccinare e supplire ai compiti che lo Stato deve garantire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In questa finanziaria, voi avete rinnovato per soli tre mesi i medici e gli infermieri della Difesa mentre avete stabilizzato quelli civili. Tre mesi! Guardi, le faccio un appello: il 10 gennaio c'è il testo unico di riforma della Difesa. C'è una proposta di legge con cui Fratelli d'Italia orgogliosamente ha sfatato il tabù della legge che taglia gli organici, la legge n. 244 del 2012. La sua ragioneria deve fare la relazione tecnica e certificare che la Difesa questa riforma la porta avanti coi propri risparmi e che non c'è nessun aggravio di spesa. Le faccio un appello affinché ci sia una pronta relazione che porti avanti e sostenga questa riforma che tutte le forze politiche hanno voluto e stanno portando avanti. Ricordatevi però che quei medici e infermieri militari che hanno portato avanti la campagna vaccinale meritano la conferma come tutti i medici che son stati stabilizzati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non devono essere penalizzati solamente perché hanno fatto la scelta di vita di vestire la divisa delle nostre Forze armate. Viva le nostre Forze armate, ne siamo orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire quanto detto dal collega Deidda, sull'importanza di alcune figure, nel comparto soprattutto della Difesa, che hanno garantito, nel momento di grande pandemia, una notevole assistenza, un presidio sanitario del quale questo Paese dovrebbe tenere conto; questo ancor più in un momento in cui mi pare che, rispetto alle regole messe in campo, ciò che abbiamo visto poco sia stato, soprattutto nel saper affrontare quella che non si può più giudicare un'emergenza; si sarebbero dovute tenere presenti le cose che hanno funzionato. Mi auguro che il sottosegretario voglia considerare questo appello da parte del gruppo di Fratelli d'Italia. Sono certa che il Ministro comprenderà le ragioni, che non sono strumentali…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Come detto già dal collega Deidda, purtroppo, molte volte negli ultimi anni, la Difesa è stata considerata un po' la Cenerentola della spesa pubblica italiana; eppure, vediamo come in un contesto difficile come quello della pandemia le Forze armate siano state un assetto fondamentale per il contrasto al COVID. Soprattutto l'importanza delle Forze armate la vediamo in un momento storico in cui il Mediterraneo sta nuovamente diventando il crocevia di scontri di potenze regionali che mirano al dominio di quello che una volta era il Mare Nostrum, in un mondo multipolare, dove vediamo affacciarsi nuove potenze molto dirompenti sullo scenario internazionale. Ringrazio per la sensibilità che ha dimostrato fino ad oggi anche il nostro sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, e ricordo quanto lo strumento militare sia importantissimo come supporto per la politica estera italiana: senza uno strumento militare adeguato, non vi è politica estera. Per questo, faccio un appello affinché questo Governo si adoperi perché si possa dotare…(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie. Nessun altro chiedendo di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questa doveva essere la manovra del Governo dei migliori, la migliore manovra concepita nella storia degli ultimi vent'anni di democrazia parlamentare o, almeno, queste erano le premesse che la stampa ed esponenti di maggioranza ci avevano dato. Personalmente, sarei stata ben lieta, così come i miei colleghi di Fratelli d'Italia, di avere l'opportunità di lavorare alla manovra dei migliori, però, purtroppo, non è stato questo il caso. L'anno che ci accingiamo ad abbandonare è il secondo anno di una pandemia che ha lasciato cicatrici indelebili nei nostri cuori e nel nostro Paese; ancora oggi non siamo capaci, come Stato italiano, di incidere sulla vita dei cittadini perché gli indennizzi non sono davvero arrivati a tutti. Le tasse di questo periodo di pandemia ancora non fanno dormire i nostri imprenditori e tutto il resto è un continuo brancolare nel buio: un'incertezza totale e costante. L'articolo 14 di questa finanziaria reca l'imputazione di fondi allo stato di previsione del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che, con questa legge di bilancio, si porta via 2 miliardi e mezzo circa di euro per tutta una serie di misure come la copertura dei rischi catastrofali, il sostegno alle filiere e le contribuzioni per i giovani agricoltori. Se non fossi una persona intellettualmente onesta, potrei anche dire che tutto sommato va bene così, che tutto questo è meglio di niente. Purtroppo, però, mi rincresce evidenziare che ciò che è ancor più grave in questa manovra è l'assenza di misure di buon senso e più doverose di quelle finora inserite. C'è il tema del rincaro dei materiali e delle materie prime che ha colpito ogni settore, tra cui anche l'agricoltura; su questo abbiamo presentato un emendamento in Commissione che, seppur condivisibile, a detta del sottosegretario, non poteva modificare il testo perché altrimenti si sarebbe andati in regime provvisorio. Allora, se la l'attività di questo Parlamento è proporre cose che potrebbero essere anche condivise e di buon senso, ma non c'è il tempo di approvarle, io mi chiedo se questa era l'attività giusta che state mettendo in campo. Che dire, poi, del fermo pesca e dei produttori che potranno operare soltanto per poco più di quattro mesi? Questo significa avere flotte intere e personale che di nuovo staranno a casa. Abbiamo anche valutato positivamente il superbonus, per il quale noi di Fratelli d'Italia, da subito, forse isolati in quest'Aula, abbiamo denunciato tutte le storture fin dall'inizio e, man mano, sempre nell'incertezza degli operatori, dei cittadini, dei professionisti, delle imprese, delle ditte…

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO… ma non si è andati a porvi migliorie. Il tempo non è uguale a Roma come in montagna o in alta montagna; anche qui bisogna considerare scadenze diverse, altrimenti ciò è di nuovo discriminante, considerato che questa parola piace molto alla sinistra. Credo che si poteva fare di più, che si poteva fare meglio, ma, soprattutto, si poteva condividere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. È davvero curioso quello che succede nell'articolo 14, perché abbiamo gli articoli dal 2 al 22 che recano i vari stati di previsione dei vari Ministeri, ma, almeno nel caso dell'agricoltura, sono purtroppo sbugiardati dalle disposizioni di dettaglio dell'articolo 1. Quindi, abbiamo l'articolo 14, in cui si va a finanziare un Comitato tecnico faunistico-venatorio, che è un istituto un organo di riferimento per il Mipaaf, mentre all'articolo 1, con tutti i suoi 1.013 commi, è previsto uno stanziamento finanziario per misura per sterilizzare la fauna selvatica. Come precisato dalla letteratura scientifica e dall'ISPRA, questa…

PRESIDENTE. Grazie. Nessun altro chiedendo di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Dobbiamo dire che siamo quasi emozionati ad avere con noi il Ministro Franco, perché lo attendevamo in VII Commissione, in Commissione bilancio; l'abbiamo atteso invano e adesso ho difficoltà a intervenire, perché siamo emozionati ad averlo qui, addirittura alla Camera dei deputati. Colleghi, ci ha fatto l'onore di venire ad assistere all'ultima ora della legge di bilancio! Una legge di bilancio assolutamente inutile, in cui la Camera dei deputati è un organo passacarte.

L'articolo in esame, il 15, colleghi, reca interventi di natura amministrativa per il sostegno allo spettacolo dal vivo, o meglio, dal morto, considerando le condizioni in cui versa tutta la filiera culturale, con queste continue campagne di allarmi generali e platee vuote, senza ristori senza sostegni e senza le dovute variazioni per il Fondo unico dello spettacolo. Colleghi, se avete seguito i lavori di questa legislatura, Fratelli d'Italia da sempre è per la riforma del Fondo unico dello spettacolo, inteso come Fondo per le arti nazionali; abbiamo presentato anche una proposta di legge relativa. Anche questa legge di bilancio non reca interventi volti al superamento della dicotomia tra chi è percettore del FUS e chi non lo è. La riforma del Fondo unico dello spettacolo sarebbe potuta essere parte sia della delega dello spettacolo, sia della legge di bilancio. Proprio in questi momenti, colleghi, sappiamo del cambiamento delle regole, ancora una volta per chi lavora nella società: i jazz club, i live club, la cultura e i teatri, lo spettacolo dal vivo, la danza, il cinema e tutta la ristorazione, se non il turismo, sono aperti ma senza ristori, tanto che molti decidono di rimanere chiusi. Ci vuole un piano di sostegno economico.

Lo stato di previsione reca anche variazioni per gli interventi sull'esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato sui beni. Ministro Franco, penso al Casino dell'Aurora Boncompagni-Ludovisi, con l'unico dipinto murale di Caravaggio. Lo Stato italiano non può lasciarsi scappare un'opera di questo valore, considerando la grande capitalizzazione di un bene unico nel suo genere. Credo che lo Stato, coadiuvato da Cassa depositi e prestiti, possa fare un investimento di valore altissimo: per la CDP fare un investimento del genere significa creare valore, non certo sacrificarsi, mentre per lo Stato italiano significa mantenere una grandissima opera di inestimabile valore in mano italiana, ma anche un polo di attrazione turistica e artistica da mettere a sistema con le Scuderie del Quirinale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nelle autorizzazioni di spesa, di cui all'articolo 16, Tabella 15, si intravede la politica sanitaria - scellerata, aggiungo - che, purtroppo, si è tenuta fino ad oggi, perché in maniera pervicace si continua ad aumentare la spesa per i vaccini e parallelamente non si pensa alle cure, al territorio e mentre si pensa che il green pass sia il viatico della libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Segnalo - e non con piacere - la previsione che Fratelli d'Italia aveva fatto rispetto all'inutilità del green pass, anzi all'estremo danno che avrebbe potuto causare e sta causando nella misura in cui i contagi aumentano. E i contagi aumentano non soltanto per una maggiore capacità della variante Omicron di infettare, ma soprattutto perché, con il green pass, abbiamo dato l'erronea convinzione ai cittadini italiani che potessero togliersi la mascherina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ed abbandonare le misure di igiene personale, la detersione delle mani, l'igienizzazione delle stesse, il distanziamento sociale, quindi la distanza fra i cittadini italiani. Questo sta portando ad una gravissima espansione dei contagi e vivaddio e per fortuna con un aumento non proporzionale dell'occupazione delle terapie intensive e dei ricoveri ordinari, che portano l'Italia a non essere completamente in “rosso”. Ma ciò che vogliamo sottolineare è la completa assenza della cura di tutto ciò che non è COVID. Purtroppo, insieme a questa malattia, che ha causato decine di migliaia di morti, 130 mila morti, vi è, Presidente, anche la presenza di tutte le patologie ordinarie, cardiovascolari e tumorali, che purtroppo continuano ad affliggere la nostra popolazione e rispetto alle quali, lo dico senza timore di smentita, non si sta facendo nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Vedere che alla Tabella 15 venga finanziato soltanto con 90 milioni di euro il potenziamento dell'assistenza territoriale (nella prima fase pandemica, ma anche oggi, è saltato il tracciamento, è stato il vero assente), sostenere soltanto con 90 milioni di euro il territorio, che con la riforma del DM n. 70 del 2015 è stato destrutturato, significa non avere prospettiva e non avere un'idea… (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, ci sono promesse non mantenute che pesano più di altre. Ci sono parole che dovete ascoltare che vi pesano più di altre, evidentemente lo manifestate con i vostri lamenti, i vostri mugugni, l'incapacità che avete di ascoltare. Ma sapete, la promessa più manchevole che avete fatto vedere a questo Parlamento è quella che riguarda gli aiuti, le indennità, le assunzioni del personale infermieristico. Per due anni avete profuso ringraziamenti, parole di encomio, li avete chiamati eroi. Quella retorica degli eroi, al momento dei fatti, avete dimostrato che non aveva, invece, sostanza di aiuti, di economie, di rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Sono anni che Fratelli d'Italia insiste sull'importanza del settore del turismo in Italia, un settore che è green perché è facilitato dalla tutela dell'ambiente, che ha moltiplicatori occupazionali come nessun altro settore ha in questo campo, cioè sviluppa occupazione, ma allo stato di previsione del Ministero del Turismo è francamente un fatto triste. Non ci sono risorse, ma soprattutto continuano a mancare la programmazione e la proiezione di quella che è la vera risorsa naturale del sistema Italia. Non ci sono risorse perché questa legge di bilancio - in stile, diciamo, penta doroteo - di risorse qua e là ne ha messe, io ne ho una lista: al comma 805, celebrazioni del Perugino, al comma 865, fondo piante aromatiche e officinali, mal contati sono più di 105 milioni nel piano triennale. Vi do solo questo dato: le imprese del turismo, le micro imprese del turismo, le imprese invisibili di questa nostra economia, per avere a disposizione 105 milioni dovrebbero realizzare ricavi per più di un miliardo. Questi sono i dati. E la colpa grave di un Governo che non riesce a capire e non coglie l'occasione del PNRR, come di questo bilancio, per implementare, aiutare, sostenere e ideare il turismo del domani, resta tutta a vostro carico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Il turismo è un altro grande tema di cui potremmo parlare per ore e invece abbiamo a disposizione solo un minuto. È evidente - e in questi giorni lo diventa ancora drammaticamente di più - come queste aziende attraversino, ormai da due anni, un vero calvario. Il COVID ha decimato le aziende, sono tantissime quelle che non hanno riaperto, abbiamo cercato di sostenerle per un periodo. Il 31 di luglio è finito anche il credito d'imposta per i canoni di locazione, che in queste aziende rappresentano un costo importante, e ci saremmo aspettati un segnale nei confronti di chi ha cercato di tenere in vita aziende, per lo più familiari, che non hanno più la possibilità di andare avanti. Avevamo presentato anche un emendamento per chiedere l'estensione del credito d'imposta per i canoni di locazione…

PRESIDENTE. Grazie. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno n. 9/3424/285 Costanzo, limitatamente ai primi tre impegni, che recano un contenuto estraneo alle materie oggetto del provvedimento.

Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno n. 9/3424/201 Villani (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/1 Pagani, parere favorevole con riformulazione dell'impegno, con l'inserimento: “a valutare l'opportunità di sospendere tutti gli atti di recupero coattivo degli alloggi di servizio del Ministero della Difesa adottati ai sensi dell'articolo 333 del DPR 15 marzo 2010, n. 90, fino al 31 dicembre 2022”. L'ordine del giorno n. 9/3424/2 Lombardo, è accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3424/3 Pezzopane, si propone l'eliminazione del sesto capoverso nella parte di premessa e la modifica della parte dell'impegno come segue: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere ogni utile iniziativa per evitare l'aumento delle tariffe autostradali dell'A24 e dell'A25, e a garantire, anche attraverso la continuità della gestione commissariale in atto, la sicurezza dell'infrastruttura e della circolazione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/4 Ciampi, il parere è favorevole con riformulazione, per il primo impegno: “a valutare l'opportunità di destinare risorse alle scuole di formazione (…)”; e per il secondo impegno: “a valutare l'opportunità di promuovere iniziative normative per il rilancio economico e occupazionale del distretto conciario (…)”. Ordine del giorno n. 9/3424/5 Ehm, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/6 Sarli, n. 9/3424/7 Trizzino e n. 9/3424/8 Ermellino, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/9 Carnevali, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/10 Nardi, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3424/11 Frailis, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/12 Morassut, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/13 Carè, favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/14 La Marca, parere favorevole con riformulazione, espungendo dall'impegno le parole: “con particolare attenzione per la valorizzazione delle potenzialità offerte dall'area nordamericana”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/15 Schirò, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/16 Braga, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di individuare criteri e modalità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordini del giorno n. 9/3424/17 De Filippo, n. 9/3424/18 Lotti e n. 9/3424/19 Rossi, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/20 Sangregorio, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/21 Lupi, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/22 Tondo, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di reperire risorse per introdurre un incentivo da destinare alle imprese per l'assunzione e la formazione di persone disoccupate, finalizzato al loro reinserimento nel mercato del lavoro”. Ordine del giorno n. 9/3424/23 Paxia, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3424/24 Plangger, n. 9/3424/25 Nitti e n. 9/3424/26 Piccoli Nardelli, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/27 Maschio, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ulteriori iniziative normative volte a”, e poi segue. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/28 Bellucci, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/29 Varchi, parere favorevole con riformulazione di ciascun impegno, premettendo per ciascuno le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/30 Ferro, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/31 Caiata, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/32 Lucaselli, c'è un invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3424/33 Cenni, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere risorse a favore”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/34 De Maria, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare, rispetto alla previsione della legge di bilancio, già per l'anno 2022, il Fondo nazionale per la non autosufficienza”.

Ordine del giorno n. 9/3424/35 Colucci, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3424/36 Gariglio, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare”; ordine del giorno n. 9/3424/37 Pini, favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/38 Russo, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere”. Ordine del giorno n. 9/3424/39 Gebhard, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/40 Bruno Bossio, favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/41 Verini, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di intervenire”; ordine del giorno n. 9/3424/42 Rostan, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/43 Albano, favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere misure di agevolazione in favore delle famiglie con figli”. Ordine del giorno n. 9/3424/44 Andrea Romano, favorevole con riformulazione di tutti e due gli impegni, con il primo nel modo seguente: “a valutare l'opportunità di considerare”, mentre il secondo: “valutare l'opportunità di prevedere ulteriori misure”.

Ordine del giorno n. 9/3424/45 Frassinetti, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere risorse destinate a procedure valutative ai sensi e con le modalità previste dall'articolo 24, comma 6, della legge n. 240 del 2010, a garanzia del mantenimento delle linee di ricerca e di didattica specifiche di ogni ateneo”; ordine del giorno n. 9/3424/46 Trancassini, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/ 47 Prisco, favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, a valutare la possibilità di anticipare la piena e immediata attuazione delle nuove disposizioni”. Ordine del giorno n. 9/3424/48 Mantovani, favorevole con riformulazione del solo primo impegno: “a valutare l'opportunità di finanziare il potenziamento dei sistemi di sorveglianza all'interno delle stazioni, soprattutto se impresenziate”, mentre il secondo e terzo impegno sono accolti invece come raccomandazione. Ordini del giorno n. 9/3424/49 Di Giorgi e n. 9/3424/50 Montaruli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/51 De Toma, favorevole con riformulazione degli impegni: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/52 Zucconi, favorevole con riformulazione, premettendo a ogni impegno la formula: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/53 Sodano, favorevole con riformulazione, premettendo ad ogni impegno: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/54 Scanu, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3424/55 Casu, favorevole. Ordini del giorno n. 9/3424/56 Bignami e n. 9/3424/57 Meloni, favorevole con riformulazione, premettendo ad ogni impegno: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/58 Mancini, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/59 Fiano favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/60 Cirielli, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3424/61 Incerti, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di porre in essere”.

Ordine del giorno n. 9/3424/62 Morani, favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/63 Vinci, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di destinare le risorse citate in premessa al rifinanziamento”; ordine del giorno n. 9/3424/64 Delrio favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/65 Mollicone, favorevole con riferimento alle lettere a) e c), e favorevole con riformulazione con riferimento alla lettera b), premettendo: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3424/66 Butti, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/67 Tarantino, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/68 Fiorini, favorevole sul secondo impegno e con riferimento invece al primo impegno, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di istituire e convocare”.

Ordini del giorno n. 9/3424/69 Carrara, n. 9/3424/70 Raffaelli e n. 9/3424/71 Morrone parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/72 Boldi, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordini del giorno n. 9/3424/73 Lazzarini e n. 9/3424/74 Paolin, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/75 Tiramani, favorevole con riformulazione, premettendo ad ognuno dei due impegni: “a valutare l'opportunità di”; ordini del giorno n. 9/3424/76 Bucalo e n. 9/3424/77 Spena, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/78 Mazzetti, favorevole con riformulazione, premettendo ad ognuno dei due impegni: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/79 Cortelazzo, favorevole. Ordini del giorno n. 9/3424/80 Labriola e n. 9/3424/81 Sozzani, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/82 Fitzgerald Nissoli, favorevole. Ordini del giorno n. 9/3424/83 Nevi e n. 9/3424/84 Marrocco, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/85 Sorte, favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/86 Caon, n. 9/3424/87 Novelli, n. 9/3424/88 Zanettin, n. 9/3424/89 Siracusano, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/90 Bond, favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/91 Battilocchio e n. 9/3424/92 Giannone, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3424/93 Pella, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/94 Aprea, n. 9/3424/95 Saccani Iotti e n. 9/3424/96 Polidori, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/97 Rospi, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/98 Comaroli, n. 9/3424/99 Romaniello, n. 9/3424/100 Ferrari, n. 9/3424/101 Benvenuto, n. 9/3424/102 Caparvi, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/103 Cavandoli il parere è favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/104 Comencini, n. 9/3424/105 Lucchini, n. 9/3424/106 Marchetti, n. 9/3424/107 Patassini, n. 9/3424/108 Valbusa, n. 9/3424/109 Lorenzoni, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/110 Lepri, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” per ogni impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/111 Osnato, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/112 Rizzo Nervo e n. 9/3424/113 Serritella, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/114 Silvestroni, n. 9/3424/115 Lollobrigida, n. 9/3424/116 Brambilla, n. 9/3424/117 Porchietto, n. 9/3424/118 Paolo Russo, n. 9/3424/119 Giacometto, n. 9/3424/120 Squeri, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/121 Torromino e n. 9/3424/122 Pentangelo, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/123 Fragomeli e n. 9/3424/124 Rampelli, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/125 Benigni e n. 9/3424/126 Fornaro, il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/127 Gemmato, n. 9/3424/128 Rizzetto e n. 9/3424/129 Polverini, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/130 Baldini, n. 9/3424/131 Bendinelli, n. 9/3424/132 D'Alessandro e n. 9/3424/133 Frate, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/134 Fregolent, il parere è favorevole con la riformulazione: ”a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/135 Librandi, c'è un invito al ritiro. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/136 Moretto e n. 9/3424/137 Noja, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/138 Ungaro, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo ad ogni impegno: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/139 Vitiello, n. 9/3424/140 Annibali, n. 9/3424/141 Migliore, n. 9/3424/142 Nobili e n. 9/3424/143 Zangrillo, il parere è favorevole.

Sull'ordine del girono n. 9/3424/144 Prestigiacomo, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/145 Cattaneo, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/146 Calabria, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di intraprendere ogni iniziativa utile a riconoscere una proroga (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/147 Badole, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/148 Fantuz e n. 9/3424/149 Piccolo, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/150 Tateo e n. 9/3424/151 Covolo, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/152 Bianchi, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/153 Zordan e n. 9/3424/154 Ribolla, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/155 Snider, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile a risolvere il contrasto interpretativo esposto in premessa, nonché a valutare l'opportunità di prevedere che le rendite Avs (10 pilastro) e le pensioni (20 pilastro o prepensionamenti) in qualsiasi forma erogate siano assoggettate alla ritenuta unica del 5 per cento anche nei casi in cui l'accredito avvenga su conto corrente svizzero (…)”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/156 Boniardi e n. 9/3424/157 Vanessa Cattoi, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/158 Viscomi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, volta a chiarire sia la corretta interpretazione della riforma degli ammortizzatori sociali sia la corretta interpretazione del comma 207 della legge di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/159 Siani, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di disporre una proroga del termine di cui in premessa, al fine di (…)”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/160 Topo, n. 9/3424/161 De Menech, n. 9/3424/162 Cancelleri, n. 9/3424/163 Perantoni, n. 9/3424/164 Palmisano, n. 9/3424/165 Alemanno, n. 9/3424/166 Martinciglio, n. 9/3424/167 Perconti, n. 9/3424/168 Rossini e n. 9/3424/169 Ruggiero, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/170 D'Orso, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa necessaria ad incentivare il ricorso al procedimento dell'arbitrato per la soluzione delle controversie che sorgano in relazione a tutte le fasi dell'iter previsto dalla normativa sul superbonus 110 per cento”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/171 Tripodi, n. 9/3424/172 Corneli e n. 9/3424/173 Zanichelli, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/174 Donno, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni utile iniziativa volta a chiarire, ai fini del versamento IMU, la qualificazione giuridica degli alloggi di edilizia popolare residenziale, cosiddetti ERP, destinati all'assistenza abitativa”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/175 Casa, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/176 Bella, il parere è favorevole con la riformulazione di ogni impegno con: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/177 Gallo, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/178 Valente, n. 9/3424/179 Papiro, n. 9/3424/180 Galizia e n. 9/3424/181 Adelizzi, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/182 Di Stasio, con riferimento al primo impegno, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; con riferimento al secondo impegno, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di aumentare (…)”.

Sugli ordini del girono n. 9/3424/183 D'Uva, n. 9/3424/184 Rizzo, n. 9/3424/185 Scutellà, n. 9/3424/186 Ficara, n. 9/3424/187 Manzo e n. 9/3424/188 Cassese, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/189 Licatini, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di riconoscere un contributo, sotto forma di credito d'imposta, in favore dei soggetti esercenti attività d'impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, delle associazioni, delle fondazioni e degli altri enti privati, compresi gli enti del terzo settore che abbiano effettuato investimenti per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Ordine del giorno n. 9/3424/190 Invidia, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/191 Maglione, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di estendere la previsione di cui al comma 522 anche a operazioni di rinegoziazione del debito, oltre che a quelle volte a favorire la liquidità delle imprese, e a valutare, altresì, l'opportunità di destinare ulteriori 10 milioni di euro alla misura di cui al comma 525, ovvero alle attività di cui al Titolo I, Capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185”.

Ordine del giorno n. 9/3424/192 Gallinella, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/193 Cillis, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, le misure necessarie volte a garantire la piena e adeguata funzionalità del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, attraverso l'innesto di nuove professionalità e competenze”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/194 Troiano, n. 9/3424/195 Scagliusi e n. 9/3424/196 Barbuto, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/197 D'Arrando e n. 9/3424/198 Lorefice, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/199 Ianaro, n. 9/3424/200 Misiti e n. 9/3424/201 Villani, il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/202 Provenza, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di intraprendere ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, per garantire un più efficace monitoraggio dell'implementazione del Piano nazionale della cronicità di ogni regione, coniugando meccanismi di premialità con una diversa perequazione delle risorse”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/203 Federico, n. 9/3424/204 Mammì, n. 9/3424/205 Grippa, n. 9/3424/206 D'Ippolito, n. 9/3424/207 Carbonaro n. 9/3424/208 Sut, n. 9/3424/209 Giarrizzo, n. 9/3424/210 Chiazzese, n. 9/3424/211 Fraccaro, n. 9/3424/212 Carabetta e n. 9/3424/213 Crippa, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/214 Alaimo, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/215 Di Sarno, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, al fine di accrescere l'efficienza degli istituti penitenziari, di procedere con la massima celerità con le programmate procedure assunzionali nel ruolo iniziale del Corpo della Polizia penitenziaria”. Ordine del giorno n. 9/3424/216 Giuliano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3424/217 Saitta, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa necessaria a garantire la copertura delle attuali vacanze degli uffici dell'esecuzione penale esterna e un adeguato aumento della loro pianta organica, tale da consentire l'effettiva funzionalità di detti uffici, il raggiungimento degli obiettivi fissati con il PNRR, la reale efficacia della riforma del processo penale e l'assicurazione degli ulteriori compiti assegnati agli UEPE dal disegno di legge governativo per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/218 Manca, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/219 Zolezzi, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3424/220 Varricca, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/221 Terzoni, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, volta a chiarire i termini e le detrazioni applicabili agli interventi trainanti e trainati riconducibili al cosiddetto sismabonus, nonché un maggior coordinamento fra i commi 8-bis, 8-ter e 8-quater dell'articolo 119”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/222 Maraia, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, ogni iniziativa utile a garantire il prosieguo dei lavori della strada Manna-Camporeale”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/223 Ferraresi, n. 9/3424/224 Deiana, n. 9/3424/225 Daga, n. 9/3424/226 Penna, n. 9/3424/227 Micillo, n. 9/3424/228 Amitrano, n. 9/3424/229 Cadeddu e n. 9/3424/230 Baldino, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/231 Lovecchio, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/232 Faro e n. 9/3424/233 Belotti, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/234 Colmellere, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/235 De Angelis, n. 9/3424/236 Legnaioli, n. 9/3424/237 Mariani, n. 9/3424/238 Paternoster e n. 9/3424/239 Racchella, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/240 Toccalini, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/241 Spessotto, parere favorevole, fermo restando la necessità di rispettare la normativa eurounitaria.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/242 Murelli, n. 9/3424/243 Capitanio e n. 9/3424/244 Lattanzio, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/245 Claudio Borghi, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3424/246 Patelli, n. 9/3424/247 Zoffili, n. 9/3424/248 Durigon, n. 9/3424/249 Ziello e n. 9/3424/250 Paolo Nicolò Romano, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/251 Corda, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/252 Bitonci, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere una proroga delle moratorie per le imprese in scadenza a fine anno”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/253 Ciaburro, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/254 Caretta, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/255 Costa, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le iniziative necessarie per garantire l'incremento del Fondo per il rimborso delle spese legali degli assolti”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/256 Mandelli, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/257 Loss, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, nel rispetto della normativa eurounitaria, iniziative che prevedano una riduzione dell'attuale aliquota IVA relativa al servizio di impollinazione, nonché a quella relativa alla pappa reale, portandoli a tutti gli effetti ad essere riconosciuti, anche economicamente, importanti per il settore”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/258 Golinelli, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/259 Viviani, parere favorevole con riformulazione: “nel rispetto della normativa europea di riferimento a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/260 Manzato, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/261 Angiola, parere favorevole con riformulazione dell'impegno nei termini seguenti: “a valutare l'opportunità di adottare misure volte a sostenere le fasce più giovani della popolazione, al fine di sostenere, anche tramite la leva fiscale, la loro autonomia economica, formativa e abitativa”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/262 Silli, n. 9/3424/263 Mugnai e n. 9/3424/264 Bologna, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/265 Vietina, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/266 De Girolamo, n. 9/3424/267 D'Ettore, n. 9/3424/268 Ripani, n. 9/3424/269 Biancofiore e n. 9/3424/270 Della Frera, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/271 Ruffino, invito al ritiro.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/272 Cosimo Sibilia, n. 9/3424/273 Napoli e n. 9/3424/274 Gagliardi, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/275 Pettarin, parere favorevole con riformulazione, premettendo, tuttavia, le seguenti parole: “nel rispetto della normativa unitaria”, per ogni impegno.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/276 Marin e n. 9/3424/277 Baratto, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/278 Aprile, parere favorevole con riformulazione: “nel rispetto della normativa eurounitaria”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/279 Vallascas, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/280 Cabras, parere favorevole con riformulazione, limitatamente al secondo capoverso, con eliminazione del primo capoverso.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/281 Trano, sul primo e secondo impegno, parere favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità di”. Per quanto riguarda il terzo impegno, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di acquisire la documentazione relativa al nuovo tracciato”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/282 Vianello, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/283 Giuliodori, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/284 Leda Volpi, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/285 Costanzo, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, per il primo e l'ultimo impegno. Al secondo e terzo impegno premettere, invece: “in relazione all'andamento della situazione epidemiologica, valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/286 Raduzzi, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/287 Colletti, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/288 Sapia, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/289 Bartolozzi, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3424/290 Magi e n. 9/3424/291 Bonomo, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3424/292 Dori, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordini del giorno n. 9/3424/293 Vallotto e n. 9/3424/294 Lacarra, favorevole; n. 9/3424/295 Navarra, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; n. 9/3424/296 Benamati, favorevole; n. 9/3424/297 Ubaldo Pagano, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di stanziare (…)”; n. 9/3424/298 Dara e n. 9/3424/299 Gavino Manca, favorevole; n. 9/3424/300 Forciniti, accolto come raccomandazione; n. 9/3424/301 Pastorino e n. 9/3424/302 Stumpo, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; n. 9/3424/303 Timbro, favorevole; n. 9/3424/304 D'Attis, n. 9/3424/305 Deidda e n. 9/3424/306 Morgoni, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; n. 9/3424/307 Rachele Silvestri, invito al ritiro; n. 9/3424/308 Rotelli, favorevole; n. 9/3424/309 Galantino, n. 9/3424/310 Foti e n. 9/3424/311 Delmastro Delle Vedove, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; n. 9/3424/312 Buratti e n. 9/3424/313 Donzelli, favorevole; n. 9/3424/314 Francesco Silvestri, accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3424/285 Costanzo, la parte ammissibile è quella solo riferita al quarto impegno (solo quella). Mi può rileggere solo il parere sul quarto impegno dell'ordine del giorno n. 9/3424/285 Costanzo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3424/285 Costanzo…

PRESIDENTE. Solo riferito al quarto impegno.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. …secondo e terzo impegno…

PRESIDENTE. No, sono inammissibili. Solo il quarto impegno.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. “A valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9, per lo svolgimento delle ulteriori fasi di esame.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, la votazione finale avrà luogo entro le ore 12.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD). Grazie, Presidente. Martedì mattina si è consumata un'altra ennesima drammatica tragedia. A Roma, non lontano da qui, a via Merulana, un uomo, un lavoratore, un operaio di 50 anni è precipitato dal settimo piano di un palazzo, mentre montava un ponteggio per il rifacimento di una facciata. Oltre 1.000 morti sul lavoro dall'inizio del 2021 rappresentano una vera emergenza nazionale. Il PNRR determinerà l'apertura di migliaia di cantieri e la sicurezza in tutti i luoghi del lavoro deve essere un assillo di questo Parlamento e di tutte le istituzioni.

Voglio ringraziare il Ministro Orlando per aver assunto, pochi giorni fa in quest'Aula, impegni importanti che tutte e tutti condividiamo e dobbiamo onorare. Il decreto n. 143 del 25 giugno 2021 ha definito un sistema di verifica della congruità dell'incidenza della manodopera impiegata nella realizzazione di lavori edili. Ora è necessario avviare in tutti i territori tavoli interistituzionali con la partecipazione dei soggetti che possono battersi per garantire che le norme siano sempre applicate, quali delegati degli enti locali, delle rappresentanze sindacali di settore, delle rappresentanze imprenditoriali, delle ASL, dell'INAIL e dell'INPS. Abbiamo bisogno di più prevenzione, di più controlli e di accertamento delle responsabilità. Morire di lavoro è inumano e inaccettabile. Alla famiglia e alle famiglie di tutte le donne e di tutti gli uomini caduti sul lavoro arrivi forte la vicinanza di quest'Aula (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 30 dicembre 2021 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2448 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (Approvato dal Senato). (C. 3424​)

Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424​/I)

Relatori: Torto, per la maggioranza; Lucaselli e Raduzzi, di minoranza.

La seduta termina alle 0,10 del 30 dicembre 2021.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 12 i deputati D'Alessandro e Stefani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3424 - articolo 2 416 415 1 208 366 49 83 Appr.
2 Nominale articolo 3 421 420 1 211 370 50 83 Appr.
3 Nominale articolo 4 426 411 15 206 375 36 82 Appr.
4 Nominale articolo 5 428 424 4 213 376 48 82 Appr.
5 Nominale articolo 6 428 428 0 215 379 49 82 Appr.
6 Nominale articolo 7 429 428 1 215 379 49 82 Appr.
7 Nominale articolo 8 429 428 1 215 377 51 82 Appr.
8 Nominale articolo 9 422 421 1 211 371 50 82 Appr.
9 Nominale articolo 10 424 423 1 212 373 50 82 Appr.
10 Nominale articolo 11 422 421 1 211 371 50 82 Appr.
11 Nominale articolo 12 414 414 0 208 363 51 82 Appr.
12 Nominale articolo 13 419 419 0 210 368 51 82 Appr.
13 Nominale articolo 14 423 420 3 211 373 47 81 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 21)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 15 425 423 2 212 372 51 81 Appr.
15 Nominale articolo 16 417 416 1 209 365 51 81 Appr.
16 Nominale articolo 17 418 417 1 209 365 52 80 Appr.
17 Nominale articolo 18 415 414 1 208 364 50 80 Appr.
18 Nominale articolo 19 416 414 2 208 364 50 80 Appr.
19 Nominale articolo 20 419 418 1 210 366 52 81 Appr.
20 Nominale articolo 21 420 419 1 210 368 51 80 Appr.
21 Nominale articolo 22 421 420 1 211 368 52 80 Appr.