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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 621 di martedì 28 dicembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 14,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 dicembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alaimo, Amitrano, Ascani, Baldelli, Barelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Buffagni, Butti, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Cattaneo, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gagliardi, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Marattin, Marin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Olgiati, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rizzo, Andrea Romano, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Speranza, Tabacci, Tasso, Tateo, Versace, Vignaroli, Vinci, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 24 dicembre 2021, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali): “Conversione in legge del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19”(3425) - Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI, VII, IX, X, XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data 23 dicembre 2021, la deputata Maria Teresa Baldini, già iscritta al gruppo parlamentare Coraggio Italia, e la deputata Flora Frate, già iscritta al gruppo Misto, hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Italia Viva.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto le richieste.

Comunico inoltre che, con lettera pervenuta in data 24 dicembre 2021, la deputata Lucia Scanu, già iscritta al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, a cui risulta pertanto iscritta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Buonasera, Presidente. Non le sfuggirà, anzi lei ne ha avuto prova diretta, che questa legge di bilancio è affrontata dalla Camera dei deputati in un modo vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io non so cosa direbbero i colleghi dirimpettai se, anziché essere forza di maggioranza, forza di Governo, fossero forza di opposizione in quest'Aula. Lo dico perché, signor Presidente, io non posso dimenticare che in passato - e a mio avviso con fondatezza, al di là dell'esito, poi, e della decisione della Corte costituzionale - vi sono stati dei senatori che hanno ricorso alla detta Corte in relazione ai tempi ristretti - ristrettissimi - in cui si sono sviluppati, allora, i lavori dell'approvazione della legge di bilancio. Ora, vorrei ricordare che in alcune Commissioni i pareri sono stati espressi ieri; in un paio d'ore si è liquidato l'esame di un provvedimento che impegna alcuni miliardi di euro di spesa (e lo dico in relazione alle spese di competenza delle singole Commissioni, una delle quali è la VIII). Ma, signor Presidente, che le regole del gioco possano essere stravolte - come sono state stravolte - in un modo inopinato, non ci sorprende più di tanto; che però il primo a stravolgerle sia il Presidente della Camera, questo non ci sta proprio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo Regolamento prevede - certo - l'eccezione a dei limiti di esame da parte di un ramo del Parlamento ben precisi e, quindi, ci sta che il Presidente della Camera, nella sua valutazione personale, possa anche ritenere di dover restringere i tempi di discussione rispetto a quanto previsto dal Regolamento in ragione ordinaria; tuttavia, mi sia consentito di dirle, signor Presidente, che oggi - lei ne è testimone - in Commissione bilancio, in pochi, pochissimi casi si è potuto esaminare qualche emendamento. Infatti, in una seduta convocata per le ore 9, fino alle ore 10,20 non si è avuta neanche la contezza di quali emendamenti fossero ritenuti o meno effettivamente ammissibili in ragione dei ricorsi presentati, per i quali - udite, udite - vi erano ben 40 minuti di tempo a disposizione.

Dato che alcune questioni costituiscono precedente, vorrei qui ribadire a nome del gruppo di Fratelli d'Italia la più ferma opposizione per il fatto che, come un plotone d'esecuzione, si siano ritenuti inammissibili emendamenti perfettamente ammissibili, pregiudicandone quindi la possibile discussione e il possibile esame da parte di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ciò che è più grave però è che, al di là della comunicazione ufficiosa dei tempi a disposizione in termini di contingentamento, signor Presidente, il gruppo Fratelli d'Italia da ieri ha chiesto al Presidente della Camera, così come abitualmente succede in tutti gli esami delle leggi di bilancio, l'allargamento dei tempi…

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). …ma, ad ora, non abbiamo ancora avuto risposta ed inizia la discussione generale, per la quale, pure, abbiamo chiesto l'allargamento dei tempi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ci si impone di comunicare prima quali siano i deputati di Fratelli d'Italia che intendono intervenire, senza neppure sapere se abbiamo a disposizione l'ora che ci è stata assegnata informalmente, oppure se abbiamo a disposizione un tempo maggiore per il quale poterci ovviamente organizzare. Io penso che un modo di procedere di questo tipo faccia più schifo che pena (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sotto questo profilo ha tutta la nostra opposizione, che eserciteremo qui e fuori di qui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Deputato Foti, la ringrazio per il suo intervento; del resto, insomma, le difficoltà sono palesi. La Presidenza si riserva di fornire una risposta a breve. Intanto, incardiniamo il provvedimento, perché ha comunque posto diverse problematiche, quindi ci attrezziamo per documentarci e poter essere precisi nelle argomentazioni che riguardano il suo interpello.

Discussione del disegno di legge: S. 2448 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (Approvato dal Senato) (A.C. 3424​); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (A.C. 3424​/I) (14,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3424: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (A.C. 3424​/I).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è in distribuzione e sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi l'Allegato A).

Avverto, inoltre, che a ciascuno dei due relatori di minoranza è attribuito un tempo pari a dieci minuti.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3424​ e A-C. 3424/I)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza, deputata Daniela Torto.

DANIELA TORTO, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Darò seguito ad un'illustrazione del provvedimento che oggi è all'esame dell'Aula; pertanto, faccio presente che il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 sono suddivisi, secondo quanto descritto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, in due sezioni.

La prima sezione dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario e provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi. Essa contiene, per ciascun anno del triennio di riferimento, le misure quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, definiti a livello macro economico nella NADEF 2021. La seconda sezione evidenzia per ciascun programma gli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni contenute nella prima sezione, il bilancio a legislazione vigente e le variazioni non determinate da innovazioni normative.

La manovra di finanza pubblica per il triennio 2022-2024, disposta con il disegno di legge di bilancio, si compone della prima e della seconda sezione ed è coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, indicati nella NADEF del 2021, e approvati dalle Camere con apposite risoluzioni parlamentari. La manovra include, inoltre, gli effetti derivanti dal decreto-legge n. 146 del 2021, il cosiddetto decreto-legge Fiscale.

Il disegno di legge è stato esaminato in prima lettura dal Senato dove l'esame si è concluso il 24 dicembre con l'approvazione di numerose modifiche al testo.

Sinteticamente, il contenuto delle più rilevanti disposizioni contenute nel provvedimento, come risultante dalle modifiche introdotte al Senato, attiene ai seguenti principali settori di intervento (sono 19): misure per la crescita e le imprese; politiche fiscali e finanziarie; lavoro e occupazione; pubblico impiego; previdenza; ambiente e territorio; trasporti e infrastrutture; giustizia; sanità; politiche sociali; scuola, università e ricerca; informazione; sport, cultura e spettacolo; enti territoriali; commercio e turismo; energia; agricoltura; difesa e sicurezza e ulteriori disposizioni.

Mi preme qui illustrare in questa sede alcune delle misure, soprattutto in quei settori che ritengo strategici nel momento contingente. Si tratta innanzitutto delle misure per la crescita e le imprese. Per quanto concerne queste misure, si segnalano le seguenti disposizioni: viene prorogata e rimodulata la disciplina del credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi; viene modificata ed estesa la disciplina del credito d'imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative; viene rifinanziata la “Nuova Sabatini” per 240 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, 120 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 e 60 milioni per l'anno 2027; viene istituito nello stato di previsione del MiSE il Fondo per il sostegno alla transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro, a decorrere dal 2022, allo scopo di favorire l'adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici; viene estesa al 30 giugno 2022 la disciplina degli incentivi per le aggregazioni tra imprese, ampliandone l'operatività; viene modificata la disciplina del Fondo nazionale per l'efficienza energetica, prevedendo una riserva di risorse a favore dell'erogazione di contributi a fondo perduto.

Con specifico riferimento alle disposizioni volte a favorire l'internazionalizzazione delle imprese si segnalano: l'incremento della dotazione del Fondo rotativo a favore delle imprese italiane che operano sui mercati esteri e del collegato Fondo per la promozione integrata, nonché la modifica della composizione della cabina di regia per l'internazionalizzazione e l'incremento della dotazione del Fondo per la promozione degli scambi e l'internazionalizzazione.

Tra le misure per l'accesso al credito e la liquidità delle imprese, si segnalano le seguenti disposizioni: viene prorogata al 30 giugno 2022 l'operatività dell'intervento straordinario in garanzia del Fondo di garanzia PMI per sostenere la liquidità delle imprese colpite dall'emergenza epidemiologica da COVID con un incremento della dotazione di 520 milioni di euro per il 2024, di 1,7 miliardi di euro per il 2025, di 650 milioni per il 2026 e di 130 milioni di euro per il 2027; viene prorogata al 30 giugno 2022 la disciplina sull'intervento straordinario in garanzia di SACE a supporto della liquidità delle imprese colpite dalle misure di contenimento dell'epidemia da COVID-19 (cosiddetto Garanzia Italia), nonché l'operatività della garanzia straordinaria SACE a favore delle imprese con un numero di dipendenti non inferiore a 250 e non superiore a 499. Vengono rideterminate le risorse disponibili sul fondo per il Green New Deal destinate alla copertura delle garanzie sui finanziamenti a favore di progetti economicamente sostenibili nella misura di 565 milioni di euro per un impegno massimo assumibile dalla SACE Spa pari a 3 miliardi di euro. Per quanto riguarda infine le disposizioni introdotte al Senato, si segnalano in particolare: il riconoscimento al comune di Prato di un contributo di 10 milioni di euro per l'anno 2022 per il sostegno economico alle imprese del settore tessile del distretto industriale pratese; lo snellimento della disciplina relativa agli interventi diretti a salvaguardare l'occupazione e a dare continuità all'esercizio delle attività imprenditoriali a valere sul Fondo per la crescita sostenibile; l'istituzione di un Fondo per la tutela e la valorizzazione dell'impresa artigiana di produzioni di beni aventi valore ricreativo ed estetico per la lavorazione manuale applicata; la modifica della disciplina del Fondo venture capital al fine di estenderne l'area di intervento.

Molto rilevante è poi il settore di intervento in materia di politiche fiscali e finanziarie. Nel corso dell'esame del provvedimento al Senato sono state apportate numerose e profonde modifiche alle norme fiscali. Un corposo insieme di norme proroga, rimodula e modifica la disciplina delle agevolazioni fiscali in materia edilizia.

Il disegno di legge, notevolmente arricchito dalle modifiche apportate al Senato, introduce innanzitutto una proroga della misura del superbonus 110 per cento con scadenze differenziate in base al soggetto beneficiario. In sintesi, per i condomini e le persone fisiche viene prevista una proroga al 2025 con una progressiva diminuzione della percentuale di detrazione (dal 110 per cento per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 fino al 65 per cento per quelle sostenute nell'anno 2025). Si proroga la possibilità di avvalersi della misura per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa (fino al 30 giugno 2023). Per gli stessi soggetti, qualora siano stati effettuati i lavori (al 30 giugno 2023) per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 (analogamente a quanto già previsto per le case popolari).

Nel corso dell'esame al Senato sono stati soppressi i termini specifici previsti per l'applicazione della detrazione al 110 per cento nei casi di installazione di impianti solari fotovoltaici (31 dicembre 2021), nonché per gli interventi di installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici (30 giugno 2022). È stata inoltre espunta la disposizione che riconosceva la detrazione per le spese sostenute da alcuni soggetti entro il 31 dicembre 2022 solamente in presenza di determinate condizioni (comunicazione CILA e titolo ricostruzione edifici). Si prevede che anche per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche l'agevolazione fiscale spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a condizione che, alla data del 30 giugno 2022, siano stati effettuati i lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo (senza più riferimento al valore ISEE).

Le proroghe si applicano anche per la realizzazione degli interventi trainati. Viene stabilito altresì che i prezziari individuati dal decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 6 agosto 2020 si applicano anche ad altri interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica. Nel corso dell'esame al Senato sono state trasfuse nel provvedimento in esame le norme del decreto-legge n. 157 del 2021 che estendono l'obbligo del visto di conformità anche al caso in cui il cosiddetto superbonus sia utilizzato in detrazione nella dichiarazione dei redditi, fatta eccezione per il caso in cui la dichiarazione è presentata direttamente dal contribuente attraverso l'utilizzo della dichiarazione precompilata predisposta dall'Agenzia delle entrate, ovvero tramite il sostituto d'imposta che presta l'assistenza fiscale. Inoltre, si prevede che per stabilire la congruità dei prezzi, da asseverarsi da un tecnico abilitato, occorre fare riferimento anche ai valori massimi stabiliti, per talune categorie di beni, con decreto del Ministro della Transizione ecologica.

Ancora, ampiamente modificata al Senato è anche la norma che proroga: agli anni 2022, 2023 e 2024 la facoltà dei contribuenti di usufruire delle detrazioni fiscali concesse per gli interventi in materia edilizia ed energetica, alternativamente, sotto forma di sconto in fattura o credito d'imposta cedibile anche a banche e intermediari finanziari; al 31 dicembre 2025 la facoltà di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, in luogo della detrazione fiscale, per le spese sostenute per gli interventi coperti dal cosiddetto superbonus.

Riproducendo le disposizioni del decreto-legge n. 157 del 2021, si introduce l'obbligo del visto di conformità anche in caso di opzione per la cessione del credito o sconto in fattura relativa alle detrazioni fiscali per lavori edilizi diversi da quelli che danno diritto al superbonus 110 per cento e l'obbligo di asseverazione della congruità dei prezzi da operarsi a cura dei tecnici abilitati. Rientrano tra le spese detraibili anche quelle sostenute per il rilascio del visto di conformità, nonché delle asseverazioni e attestazioni sulla base dell'aliquota di detrazione fiscale prevista per ciascuna tipologia di intervento. È stato escluso l'obbligo del visto di conformità per le opere di edilizia libera e per gli interventi di importo complessivo non superiore a 10 mila euro eseguiti sulle singole unità immobiliari o sulle parti comuni dell'edificio, fatta eccezione per gli interventi relativi al cosiddetto bonus facciate.

Strategica e fondamentale è, poi, tutta la parte di intervento in materia di lavoro e occupazione. Per quanto riguarda i principali interventi in questo settore, il disegno di legge dispone il rifinanziamento del reddito di cittadinanza a partire dal 2022 e, a regime, con decorrenza dal 2029, ne prevede la modifica nella disciplina sostanziale e stanzia ulteriori risorse per far fronte agli oneri di funzionamento dei centri per l'impiego, anche derivanti dalle attività connesse all'attuazione delle politiche attive del lavoro in favore dei giovani; consente la sottoscrizione, nell'ambito del programma “Garanzia di occupabilità dei lavoratori”, di accordi fra autonomie locali, soggetti pubblici e privati, enti del Terzo settore, associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, finalizzati a realizzare progetti formativi e di inserimento lavorativo nei settori della transizione ecologica e digitale per la formazione dei lavoratori; estende ai lavoratori autonomi che cessano in via definitiva la propria attività professionale le misure di assistenza intensiva all'inserimento occupazionale del programma “Garanzia di occupabilità dei lavoratori”.

Non mi soffermo oltre, ma il disegno di legge ha disposto in questo settore molto altro, anche in tema di sgravi contributivi e incentivi all'occupazione, nonché di trattamenti di integrazione salariale e di sostegno al reddito e di NASpI per gli operai; di incremento della dotazione del Fondo sociale per occupazione e formazione, al fine di sostenere: misure per i lavoratori nel settore della pesca, per lavoratori dipendenti dalle imprese del settore dei call center; sgravi contributivi in favore di società in procedura fallimentare o in amministrazione straordinaria; la proroga della Cassa integrazione guadagni straordinaria, la mobilità in deroga nelle aree di crisi industriale complessa e la cassa integrazione per le imprese con rilevanza economica strategica; l'integrazione delle misure di sostegno al reddito per i dipendenti ex Ilva; percorsi formativi di apprendistato e di alternanza scuola-lavoro.

Non da ultimo, ricordo che, tra le ultime disposizioni in materia di lavoro introdotte al Senato, il provvedimento rende strutturale, dal 2022, il congedo di paternità, sia obbligatorio che facoltativo, confermandone la durata pari rispettivamente a 10 giorni e ad un giorno; riduce, in via sperimentale e per un anno, del 50 per cento i contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato.

Per quanto riguarda gli interventi, invece, in materia di sanità - altro fondamentale capitolo di questa manovra - si segnalano, in particolare, le disposizioni del disegno di legge con cui viene prevista una variazione in aumento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato, fissandone il livello complessivo in 124.061 milioni di euro per il 2022, 126.061 milioni per il 2023, 128.061 milioni per l'anno 2024.

Viene disposto l'incremento del Fondo per l'acquisto dei farmaci innovativi; viene previsto l'incremento di risorse per il finanziamento delle disposizioni vigenti relative ai contratti di formazione specialistica medica; viene autorizzata la spesa di 200 milioni di euro per l'implementazione delle prime misure previste dal Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale; viene previsto un incremento delle risorse pluriennali per gli interventi in materia di edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico; vengono coperti i maggiori costi relativi al personale aggiuntivo SSN da assumere per garantire il potenziamento dell'assistenza territoriale. Ancora, viene disposta e disciplinata la proroga al 31 dicembre 2022 del regime tariffario straordinario, introdotto per corrispondere alle finalità del Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa in relazione a prestazioni non erogate nel 2020 da parte di strutture pubbliche e private accreditate a causa dell'emergenza epidemiologica. Viene, inoltre, previsto che, con decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, si provveda entro il 30 giugno 2023 all'aggiornamento delle tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera; viene operata una modifica dei limiti di spesa farmaceutica, elevando quello concernente la spesa farmaceutica per acquisti diretti; viene previsto uno stanziamento annuale di 200 milioni di euro per l'aggiornamento delle prestazioni comprese nei LEA; viene disposta la proroga al 2022 della possibilità di utilizzo delle quote premiali da destinare alle regioni virtuose, accantonate a valere sul finanziamento del SSN, in base ai criteri di riequilibrio e riparto indicati in sede di Conferenza Stato-regioni; vengono prorogate al 31 dicembre 2022 le misure per la tutela del benessere e della salute psicologica di bambini e adolescenti; vengono prorogate al 30 giugno 2022 le disposizioni relative alle unità speciali di continuità assistenziale; viene previsto che, nell'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria, si provveda ad individuare la specifica area dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione; viene autorizzato uno stanziamento per interventi finalizzati alla prevenzione e alla lotta contro l'AIDS. Per quanto concerne le più significative disposizioni introdotte al Senato, viene autorizzato un contributo di 2 milioni di euro per il 2022 a favore dell'ospedale pediatrico “Bambino Gesù”; viene disposta un'autorizzazione di spesa pari a 50 milioni di euro, per il 2022, per il finanziamento degli interventi di competenza del commissario straordinario COVID-19; viene introdotta la possibilità di assegnazione degli incarichi convenzionali a tempo indeterminato relativi al servizio di emergenza-urgenza 118, anche a medici privi del diploma di formazione specifica in medicina generale.

In tema, poi, di politiche sociali, segnalo in particolare le disposizioni del disegno di legge con le quali vengono modificati i criteri di riparto applicati alle quote incrementali del Fondo di solidarietà comunale stanziate dalla legge di bilancio 2021 per lo sviluppo dei servizi sociali comunali, prevedendo che tale riparto sia effettuato anche in osservanza del livello essenziale delle prestazioni dei servizi sociali definito da un rapporto tra assistenti sociali impiegati nei servizi sociali territoriali e popolazione residente nell'ambito territoriale di riferimento, in modo che venga gradualmente raggiunto entro il 2026, alla luce dell'istruttoria condotta dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard, l'obiettivo di servizio di un rapporto tra assistenti sociali impiegati nei servizi sociali territoriali e popolazioni residenti pari a 1 a 6.500; viene definito il contenuto dei livelli essenziali delle prestazioni sociali; viene incrementato di 50 milioni di euro, dal 2022 al 2026, il Fondo per le politiche in favore delle persone affette da disabilità; viene autorizzato un incremento di 27 milioni di euro del finanziamento per il 2022 del Fondo autismo; viene incrementato di 15 milioni di euro per il 2022 il Fondo per le non autosufficienze; vengono estese fino al 2024 le agevolazioni fiscali riconosciute alle fondazioni bancarie per i contributi versati al Fondo sperimentale per il contrasto della povertà educativa minorile; viene autorizzato un contributo alla FISH-Federazione italiana per il superamento dell'handicap, ONLUS.

Con riferimento al settore del commercio e turismo, così importante e strategico per il nostro sistema Paese nel suo complesso, segnalo le seguenti disposizioni: viene istituito il Fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente, con la finalità di razionalizzare gli interventi finalizzati all'attrattività e alla promozione turistica nel territorio nazionale, sostenendo gli operatori per attenuare gli effetti della crisi e per il rilancio produttivo ed occupazionale; viene istituito il Fondo unico nazionale per il turismo di conto capitale per la realizzazione di investimenti finalizzati ad incrementare l'attrattività turistica del Paese; viene istituito un fondo, con una dotazione di 150 milioni di euro per l'anno 2022, da destinare al sostegno degli operatori economici del settore del turismo, dello spettacolo e dell'automobile gravemente colpiti dall'emergenza epidemiologica COVID-19; viene istituito un fondo destinato alla realizzazione di interventi per l'accessibilità turistica delle persone con disabilità.

Si favorisce la valorizzazione dei piccoli borghi e delle aree interne, prevedendo a favore degli esercenti attività di commercio al dettaglio e degli artigiani che iniziano, proseguono o trasferiscono la propria attività in un comune con popolazione fino a 500 abitanti e nelle aree interne, un contributo per il pagamento dell'imposta municipale propria. Inoltre, Stato, regioni, province autonome ed enti locali possono concedere in comodato a tali soggetti beni immobili di loro proprietà non utilizzati per fini istituzionali, per un massimo di 10 anni. Poi viene istituito presso il Ministero del Turismo un Fondo per i cammini religiosi…

PRESIDENTE. Deve concludere; ha esaurito il suo tempo; l'avevo avvisata a un minuto dalla scadenza del tempo stesso.

DANIELA TORTO, Relatrice per la maggioranza. …e viene modificata la disciplina della banca dati. Sì, volgo al termine, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, concluda.

DANIELA TORTO, Relatrice per la maggioranza. Da ultimo, ma non per minore importanza, mi preme illustrare l'intervento di politica energetica. Il contenimento delle bollette si basa su un complesso di interventi…

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, la deputata Ylenja Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Purtroppo devo, ancora una volta, intervenire in quest'Aula sollevando ed evidenziando il rammarico e il dispiacere di un'opposizione che cerca di fare del suo meglio perché questo Governo possa migliorare. Però, abbiamo di fronte un Governo che, evidentemente, non vuole ascoltare, perché la degenerazione delle consuetudini ha finito con l'attribuire al Governo il ruolo di metronomo della fase legislativa. Questo, purtroppo, credo non sia e non fosse quello che nel 1948 gli scrittori del bicameralismo, che poi è stato portato avanti in Italia per tantissimi anni, avevano in mente; quel bicameralismo serviva proprio per garantire che non ci fosse la preminenza delle decisioni del Governo sui due rami del Parlamento. Oggi, invece, noi veniamo umiliati e veniamo umiliati tutti, colleghi. Non viene umiliata solo l'opposizione; vengono umiliati tutti quei colleghi che hanno lavorato e che speravano, dal Senato alla Camera, di poter contribuire alla crescita di questo Paese. Io lo dico, davvero, senza ideologia e senza voler necessariamente fare una critica, che pure sento fare da tutti nei corridoi. Allora, se questo è, dobbiamo poi - questo noi facciamo - avere il coraggio anche di dire le cose come stanno. Noi non siamo più in una fase di emergenza. Noi siamo in una fase in cui l'economia va ricostruita: fino a quando non avremo la consapevolezza chiara e certa che nel 2022 non ci sarà la ripresa di cui tutti parlano, perché quel rimbalzo era un rimbalzo economico prevedibile rispetto a quello che abbiamo vissuto nella pandemia; fino a quando non avremo la chiarezza e la consapevolezza di dire la verità agli italiani, cioè che nel 2022 avremo un'inflazione che salirà alle stelle, perché il 4 per cento di inflazione vuol dire che il valore nominale dei risparmi degli italiani varrà il 4 per cento in meno e quindi cesserà il loro potere di acquisto; fino a quando non avremo la forza, la voglia e il coraggio di dire agli italiani la verità, cioè che le bollette continueranno a crescere; fino a quando non avremo il coraggio e la forza di dire agli italiani la verità, cioè che non abbiamo più soldi e che quello che mettiamo nelle nostre finanziarie sono risorse a deficit; fino ad allora, gli italiani non saranno mai dalla nostra parte. Soprattutto, non saranno mai dalla parte di un Governo che sceglie di fare una manovra, una legge di bilancio, nelle stanze oscure del Ministero, con un Ministro che, nonostante sia stato chiamato e fortemente voluto dall'opposizione, da Fratelli d'Italia in Commissione, non si sa per quale motivo in Commissione non viene a rendere conto.

Su questa legge di bilancio non c'è stata discussione e non c'è stato dibattito; c'è stato un maxiemendamento votato il 24 dicembre nottetempo e non c'è stata la possibilità da parte di nessuno di immaginare un'Italia diversa. Infatti, la responsabilità che noi abbiamo oggi è questa: noi dobbiamo saper immaginare, dobbiamo saper sognare e restituire agli italiani quel sogno che si chiama futuro, mentre, ancora una volta, questo Governo glielo toglie.

Io avevo veramente tante aspettative da questa legge di bilancio, perché bisogna conoscere i numeri, bisogna conoscere i bilanci, bisogna sapere dove si vuole portare un Paese; nutrivo realmente forti aspettative sul testo che avremmo letto. Ora, posto che il testo non abbiamo potuto leggerlo perché è stato compilato, concluso e chiuso in fretta e furia, rimane però una serie di dubbi. Oltre alle misure correttamente elencate dalla collega relatrice per la maggioranza, io mi chiedo come sia possibile ancora che ci siano 400.000 euro nei prossimi due anni per alcune celebrazioni, oppure che ci sia un investimento di oltre un milione di euro per la ristrutturazione di un'unica palestra in un piccolissimo comune italiano. Mi chiedo come mai ci siano ancora soldi dati - regalati - a varie fondazioni, non si sa bene di quale natura o senza sapere bene di che cosa si occupano. Questo a me dà l'idea della politica più vecchia e becera che noi abbiamo avuto in Italia, che è quella che ha portato l'Italia dove è oggi. Invece, chi come noi fa parte della nuova generazione, di quella generazione che dovrebbe rappresentare le istituzioni nel futuro, dovrebbe avere il coraggio di terminare questa storia che ha portato l'Italia nel baratro, dove in questo momento è. Dobbiamo avere il coraggio di dire ciò, perché, fino a quando non saremo consapevoli di dove ci troviamo, non potremo superare noi stessi. Fino a quando non si conoscono i propri limiti, non si può sperare di superare quei limiti, di migliorare rispetto a quei limiti. Quindi, diciamoci la verità: la verità è che il Ministro Franco - questo Governo - ha fatto una legge di bilancio che è stata cannibalizzata dai partiti di maggioranza per sperare di poter portare a casa una piccolissima bandierina, una piccola vittoria. Però, queste piccole vittorie di territorio - Presidente, un tempo esisteva la “legge Mancia” e lei lo ricorderà sicuramente meglio di me - in questo momento non servono all'Italia. In questo momento l'Italia ha bisogno di una visione lungimirante e di futuro complessiva. Vogliamo sistemare le scuole? Investiamo nelle scuole! Vogliamo sistemare i trasporti? Iniziamo ad avere un unico piano e un'unica visione fra Nord e Sud, e fra entroterra e coste su come poter ristrutturare le nostre infrastrutture! Vogliamo parlare di welfare? Facciamolo, risistemiamo le norme del welfare, ma non speriamo e non pretendiamo che la riforma fiscale sia un riordino del welfare, perché non è così; sono due cose diverse. La riforma fiscale deve servire per incentivare l'impegno al lavoro e ancora abbiamo grandissimi problemi sulle aliquote marginali, che continuano a impedire la vera crescita dei professionisti e della classe media, che ha portato avanti l'Italia in tutti questi anni. Allora, immaginiamo qualcosa di diverso: noi ne abbiamo la capacità e la fantasia; manca solo la voglia e il coraggio. Alcune volte è più facile dire “signorsì”, però, così facendo, noi facciamo un danno ai nostri figli e alle future generazioni. Presidente, quando io sono entrata in questo Parlamento ricordo - ovviamente non posso dimenticare ciò - la passione, la voglia e gli ideali che c'erano negli occhi di ognuno dei miei colleghi, i quali sentivano forte la responsabilità del ruolo al quale erano stati chiamati, ma soprattutto sentivano forte la responsabilità e la voglia di cambiare le cose. Ecco, noi abbiamo perso questo: voi avete perso questo, cioè la voglia di cambiare realmente le cose.

E, allora, tutto va bene: arrivare al 29 e al 30 dicembre per licenziare, in questo ramo del Parlamento, una legge di bilancio che non è stata discussa in nessuno dei suoi punti, ma semplicemente si è limitata a recepire il diktat che è arrivato dal Governo, poi, alle Commissioni.

Ecco, questa è la voglia che avete perso: la voglia di dire la verità e di chiedere ad alta voce, con forza, insieme a noi, che tutto questo non accadesse. Noi l'abbiamo fatto dall'inizio, Fratelli d'Italia ha presentato tanti emendamenti prima in Senato e, ovviamente, anche alla Camera. Abbiamo parlato di famiglie, abbiamo parlato di lavoro, abbiamo parlato di riforme di IRES e di Irpef, abbiamo cercato di estendere il nostro sguardo sui problemi reali degli italiani.

Ancora una volta non siamo stati ascoltati. Ma come spesso accade, però, anche se non siamo ascoltati nell'immediato, lo siamo molte volte sul lungo periodo, perché la verità, la capacità di dire la verità è quella che gli italiani continueranno ad ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire l'altro relatore di minoranza, deputato Raphael Raduzzi.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Siamo al 28 dicembre e finalmente il Governo dei migliori porta in Aula la manovra di bilancio per l'anno prossimo. Complimenti! Siamo arrivati a tanto così da sfiorare l'esercizio provvisorio: quello, sì, sarebbe una vera emergenza, un disastro e una sciagura per il Paese.

Siamo arrivati in questa situazione perché avete fatto carta straccia di tutte quelle leggi che vanno a normare i tempi e le procedure della legge di bilancio. Pensate che questa legge doveva essere presentata al Parlamento entro il 15 ottobre, secondo quello che la normativa prevede, e voi l'avete approvata in Consiglio dei Ministri il 28 ottobre; quindi, è già stata partorita in ritardo, questa legge di bilancio. L'avete approvata tra gli applausi dei Ministri, che probabilmente non ne conoscevano neanche bene il contenuto perché era arrivata poco prima. E poi è stata magicamente in freezer per un altro paio di settimane presso il Ministero dell'Economia e delle finanze che così, d'emblée, ha aggiunto una cosa come 34 articoli.

Ora, io voglio capire anche dal Governo dove sta scritto nelle normative della legge di bilancio che il Ministero dell'Economia, dopo che un provvedimento è stato approvato, possa aggiungere così come gli pare altri 34 articoli.

Questa legge di bilancio è poi stata trasmessa alle Camere a metà novembre, con un ritardo quindi di quasi un mese. Complimenti veramente! E siete riusciti a portarla adesso in Aula perché avete compresso in maniera terribile tutti i tempi di discussione: pensate che in Commissione bilancio siamo riusciti a discutere, per ben due ore, tutti gli emendamenti che avevamo portato; emendamenti di buon senso, specifici, non come le marchette che avete inserito voi al Senato e di cui vi parlerò a breve.

Quindi, avete fatto carta straccia delle norme di contabilità pubblica, dei Regolamenti della Camera, l'articolo 120 in particolare, e per cosa? Andiamo a vedere per cosa, perché, per quanto riguarda il contenuto di questa legge di bilancio, è veramente interessante sottolineare come il Governo si sia presentato alle Camere dicendo che non era il momento di tassare, ma era il momento di spendere.

Ebbene, voi avete iniziato a decostruire tutti quegli strumenti e quelle normative che erano andate a sostenere l'economia, le imprese e le famiglie italiane in un momento di crisi; penso, ad esempio, al Fondo di garanzia, un fondo che ha erogato svariati miliardi in questo anno per sostenere le imprese che avevano difficoltà con la liquidità.

Veramente noi pensiamo di essere usciti dalla crisi perché avremo fatto un rimbalzo, quest'anno, che, se va bene, sarà del 6 per cento, quando l'anno scorso abbiamo perso quasi il 9 per cento di PIL? Lo capite che c'è un problema? Lo capite che la crisi in determinati settori dell'economia ancora morde? Penso al turismo: l'altro ieri sono usciti i dati di Confcommercio e si parla di 120 milioni (non 120 mila, ma 120 milioni!) di arrivi in meno nel nostro Paese, dati drammatici! E voi cosa fate? Andiamo a diminuire la garanzia sui prestiti dal 90 all'80 per cento perché, insomma, le imprese non hanno più bisogno di liquidità. Tra l'altro, da luglio, questo fondo ritornerà alle condizioni precedenti, perché la crisi ovviamente sarà finita. Andate a destrutturare norme - come il reddito di cittadinanza - che dovevano essere la bandiera per alcuni partiti, introducendo un ampliamento di quella che è l'offerta congrua di lavoro, che ora potrà essere fatta entro 100 chilometri, offrendo lavori che non sono più a tempo determinato o indeterminato, ma anche contratti super precari. Ecco, questa è la direzione che state facendo prendere a questo Paese.

Vi siete dimenticati di interi settori, tipo l'automotive. Vi riempite la bocca di transizione ecologica, dell'importanza del nostro ambiente, eppure i fondi che negli anni scorsi erano stati messi per favorire l'acquisto di auto elettriche o ibride, quest'anno sono scomparsi, non si vedono, alla faccia dell'aiuto alle nostre famiglie!

E poi, altre belle cose: è ritornata madame Fornero, che avete ben pensato di assumere come consulente di questo Governo, la quale, come prima cosa, che ha fatto? Ha tagliato Quota 100, che Salvini doveva difendere a tutti i costi, ricordo, qualche mese fa. Ebbene, si passa a Quota 102, per poi ritornare alla sua magica e ottimale riforma, che tutti gli italiani ricordano.

In compenso, però, cosa facciamo? Da una parte, dobbiamo salvare Inpgi, la Cassa dei giornalisti, e invece di fare Quota 100, facciamo una cosa come Quota 87, stimavano gli economisti su lavoce.info; ciò per i giornalisti che vi fanno gli applausi a ogni conferenza stampa e non vi pongono una domanda scomoda, ad esempio, su come è stata gestita male questa economia, con strumenti inutili come green pass, super green pass, mega green pass (se volete qualche aggettivo poi ve lo posso suggerire anch'io!). Dall'altra parte, invece, tornate a dare soldi alla politica, tornate a darglieli aumentando gli stipendi ai grandi sindaci; infatti, se siamo riusciti a tagliare un po' di sedi qui in Parlamento, dovete subito correre a dare aumenti ai sindaci. Ma non ai piccoli sindaci, no! Lo fate in proporzione, in maniera tale che, ad esempio, il sindaco di Roma, l'amico Gualtieri, si veda uno stipendio praticamente raddoppiato dal prossimo anno! Complimenti! Queste sono le priorità che ci chiedevano gli italiani.

E, poi, questa bellissima, già ottimale, legge di bilancio è stata migliorata dalla maggioranza al Senato, che ha fatto un paio di cosette. Ha aggiunto dei fondi: un milione per il comune di Centro Valle Intelvi, per rifare la piscina comunale; 350 mila euro per ristrutturare la chiesa di San Pietro in Colle a Caldiero (penso che tutti i cittadini che ci sostengono qui fuori possano andare su Google a cercare ‘chiesa San Pietro in Colle a Caldiero' e vedere che bel rudere lo Stato finanzia, quella cosa lì dove, tra l'altro, ci dovrebbe essere la spesa della Chiesa e altre cose); i fondi per la Fondazione De Gasperi, per gli 80 anni dell'anniversario della DC; i fondi per il campo sportivo dell'Istituto comprensivo Mennea a Barletta, come se le altre scuole d'Italia fossero scuole di “serie B”; bellissimo poi il finanziamento concernente i fondi per l'emergenza cimiteriale a Palermo, ottimo: ci sarà stato un boom, purtroppo, di decessi; i fondi per l'Associazione Musicale Gasparo da Salò o anche per i Filarmonici di Benevento, sicuramente orchestre di cui andare fieri a livello nazionale. E poi un altro bellissimo contributo di 200 mila euro, per cosa? Per promuovere il patrimonio genetico sardo, dando questi soldi all'Associazione dell'identità Ogliastrina e della Barbagia di Seulo; non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che c'è una legge, la n. 196 del 2009, che all'articolo 11 ci dice una cosa molto chiara, ossia che la legge di stabilità non può contenere norme di delega o di carattere ordinamentale ovvero organizzatorio, né interventi di natura localistica o microsettoriale. Ora, io vorrei capire come i fondi all'Istituto comprensivo Mennea di Barletta o per la ristrutturazione della chiesa di San Pietro in Colle a Caldiero o, piuttosto, i fondi ai Filarmonici di Benevento non siano degli interventi localistici e microsettoriali.

Voi, approvando questi emendamenti, che non sono stati stralciati, in maniera assurda, dal presidente della Commissione bilancio del Senato, né dalla Presidente del Senato, state facendo qualcosa di illegale.

State spendendo una cosa come 50 milioni – e sono solo quelli che io ho conteggiato facendo una lista l'altra sera - degli italiani e li state mettendo in cose inutili per i vostri amici, perché questo è quello che state facendo con questo intervento. Allora, Presidente, concludo questa relazione, dicendo che la legge di bilancio che voi avete portato in Aula non solo è stata portata con modi che veramente lasciano da parte ogni dignità - perché noi qui dovremmo anche rappresentare i cittadini italiani e dovremmo anche lavorare e questo non ci è stato permesso - ma, nella sostanza, troviamo contenuti che sono contro le normative della legge di bilancio stessa (Applausi dei deputati del gruppo applausi Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente. Sono debitore di una risposta all'onorevole Foti con riferimento alla richiesta di ampliamento dei tempi a disposizione del gruppo Fratelli d'Italia per l'esame del provvedimento. Le comunico, onorevole Foti, che il Presidente della Camera ha concesso un aumento dei tempi per la discussione generale del 50 per cento rispetto a quanto originariamente previsto. Sarà, invece, valutata, nel momento in cui si dovrà passare a tale fase, la richiesta di ampliamento dei tempi a disposizione del gruppo Fratelli d'Italia riferita al seguito dell'esame del provvedimento. È iscritto a parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Dico, sin da subito, che il nostro gruppo voterà a favore di questa legge di bilancio ma, nel poco tempo che abbiamo a disposizione, mi permetto di segnalare alcune questioni che ritengo importanti. La prima è più generale, perché credo non sia giusto che sia solamente l'opposizione a sottolineare un aspetto fondamentale che tutti i gruppi, sia di maggioranza che di opposizione che siedono qui in Parlamento, dovrebbero condividere: non può mai venir meno la funzione centrale legislativa e di indirizzo di un Parlamento. Purtroppo, in nome dell'emergenza, ma ancora prima, i Governi che si sono succeduti hanno fatto e stanno rischiando di far venire meno questa centralità legislativa del Parlamento e questo fa male, fa male a tutti, perché il rapporto tra esecutivo e legislativo è un elemento fondante della nostra Costituzione: è il Governo che propone le leggi ed è il Parlamento, che rappresenta la sintesi tra maggioranza e opposizione, che verifica, migliora, dibatte e discute riguardo a questa funzione. È evidente che quando si comprimono questi tempi e senza una riforma costituzionale - ormai siamo diventati e siamo di fronte ad un monocameralismo, in andata o ritorno a seconda di dove arriva un decreto-legge, non solo la legge di bilancio - nei fatti, credo che qualche riflessione dovremmo farla tutti. La prima riflessione la deve fare il Ministro per i Rapporti col Parlamento, perché altrimenti è meglio che non ci sia il Ministro per i Rapporti col Parlamento. Lo dico con forza, sapendo che sostengo convintamente questo Governo, sostengo convintamente i risultati che questo Governo sta portando e l'atto di responsabilità che la maggior parte delle forze politiche hanno fatto; l'abbiam detto anche alla Conferenza dei capigruppo: occorre nel prosieguo della legislatura organizzare le proposte di legge, sia i decreti sia le proposte che il Governo farà, in modo che vi sia l'esame da parte delle due Camere, fino a che non ci sarà una riforma costituzionale che preveda una monocameralismo - io ero per quella riforma costituzionale: al referendum votai sì, la maggior parte degli italiani ha votato no - quindi, dovremmo pur tener conto di questa cosa e lo dico dal mio punto di vista.

Passando al merito della legge di bilancio, mi sembra che gli elementi fondamentali siano quelli di una legge di bilancio che, insieme al PNRR, presentato e più volte discusso da questo Parlamento, si occupa fondamentalmente non più e non solo di fare debito per dare ristoro e sostegni, che sono stati fondamentali in una fase drammatica del nostro Paese, ma di mettere risorse quasi esclusivamente per il rilancio e la stabilizzazione dell'economia: da una parte, la riduzione della pressione fiscale, dall'altra, complessivamente, il rilancio dell'economia. Mi sembra che questa sia la grande sfida che abbiamo davanti: la riduzione della pressione fiscale. È la prima volta che c'è una riduzione fiscale così pesante, 8 miliardi di euro. Avere accolto, non nella discussione parlamentare, ma nella discussione politica - ricordo che sono due funzioni diverse, il confronto politico e la discussione parlamentare - la proposta di indirizzare tutte le risorse, non averle disperse, verso la riduzione della pressione fiscale (mi riferisco alla riduzione dell'Irpef, all'abolizione dell'IRAP per 850 mila partite IVA, quindi al reddito autonomo) mi sembra sia un elemento fondamentale. Così come il tema del caro bollette e del caro energia che tanto sta mettendo a rischio la competitività delle nostre imprese e del sistema delle nostre famiglie.

L'ultimo minuto a disposizione lo voglio dedicare, proprio perché c'è stata questa mancanza di confronto, qui nella sede parlamentare, su alcuni elementi su cui il Governo dovrà fare grandi riflessioni, innanzitutto, l'istruzione. Se, come ha detto il Presidente Draghi, investire nella scuola è un dovere civile e un atto di giustizia sociale, non possiamo non tener conto - lo dico perché questa dovrebbe essere una battaglia di tutti - che il ruolo fondamentale nell'istruzione lo giochino la scuola e gli insegnanti. Vedere alcuni dati, che ormai sono sotto gli occhi di tutti, deve indurre a qualche riflessione. Il potere d'acquisto degli insegnanti, negli ultimi cinque anni, è rimasto invariato; nel nostro Paese, lo stipendio medio di un insegnante all'inizio è di 25 mila euro, in Germania è di 50-58 mila euro. Se si chiede a un ragazzo - c'è un'indagine interessante sui quindicenni - che professione voglia fare nel futuro, solo l'1 per cento dei ragazzi di 15 anni dice che vuole fare l'insegnante nel nostro Paese. E allora, ricordiamoci qual era la funzione dell'insegnante nella nostra società.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). L'adeguamento dello stipendio pertanto non è una rivendicazione sindacale, ma un elemento centrale e fondamentale. Concludendo velocemente: non si può parlare di caro-bollette, di caro-energia o di transizione ecologica con emissioni zero se non si supera la barriera ideologica del nucleare; interi Paesi stanno lavorando sull'energia da fusione e da fissione nucleare.

PRESIDENTE. La ringrazio.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Credo che noi dovremmo fare un grande passo in questa direzione, ma qui abbiamo presentato – e la ringrazio ancora - con altri gruppi parlamentari, penso a Italia Viva e ad altri colleghi, una mozione proprio per discutere di questo tema.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Raduzzi, ma ha già parlato come relatore di minoranza. Non può parlare due volte. Ovviamente, se vuole, possiamo sostituirla con un altro deputato. È iscritto a parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. La legge di bilancio che discutiamo e che senz'altro verrà approvata è storicamente il provvedimento più rilevante dell'anno parlamentare e se consideriamo il contesto sociale, economico e sanitario che stiamo vivendo, questa legge di bilancio per il 20 22, riveste un'importanza ancora maggiore. Proprio per questo covavo la timida speranza che questa volta, proprio per le ragioni che ho evidenziato, ci sarebbe stato un esaustivo dibattito parlamentare con le due Camere finalmente protagoniste della redazione finale dell'articolato. Debbo constatare purtroppo che così non sarà. Il Senato, bisogna darne atto, ha lavorato incessantemente per mettere insieme le proposte emendative provenienti dalle varie forze politiche che, ovviamente, hanno dimostrato anche diverse sensibilità su alcuni temi e, conseguentemente, qui alla Camera, noi possiamo solo approvare o meno quanto deciso dalla Camera alta a perpetuazione di quello che ormai è il consueto iter monocamerale e, quindi, io mi sono attivato affinché, con l'aiuto dei colleghi senatori, potessi presentare emendamenti su temi per i quali mi sono sempre battuto e anche interessarmi di esigenze nuove, derivate, come sempre, dall'ascolto territoriale. Per questo, un mio grande rammarico è quello che, ancora una volta, si sia stati poco incisivi verso un settore che riguarda il nostro futuro e cioè la scuola e, in particolare, l'attenzione che meritano gli studenti con disabilità. In collaborazione con il Movimento nazionale docenti di sostegno (Mondos) e grazie alla disponibilità del senatore Ricardo Merlo, come MAIE abbiamo presentato un emendamento per la proroga dell'immissione in ruolo dei docenti specializzati sul sostegno didattico.

Era semplice prevedere l'utilizzo delle graduatorie provinciali per le supplenze anche nell'anno scolastico 2022-2023. Il problema dell'immissione in ruolo dei docenti di sostegno era già noto da tempo; gli organici, fermi al 2006, hanno registrato semplicemente un piccolo, piccolissimo incremento. Quindi, permane ancora irrisolta la questione dei diritti negati alle alunne e agli alunni con disabilità che vedono troppo spesso dimenticato il loro diritto, non negoziabile - ripeto, diritto non negoziabile - di essere seguiti da un docente specializzato per l'intero percorso di studi. L'assenza di continuità didattica, infatti, costringe gli studenti più fragili a cambiare insegnante di sostegno ogni anno e spesso, più volte nel corso dello stesso anno scolastico. La contraddizione si aggrava quando i docenti selezionati, formati, specializzati sul sostegno non possono seguire gli stessi alunni dell'anno precedente a causa del loro essere precari. Per quanto mi sarà possibile, mi impegnerò sempre perché vi sia un'applicazione effettiva del nostro dettato costituzionale, con particolare riguardo all'articolo 3, comma 2, rimuovendo gli ostacoli che limitano l'uguaglianza e garantendo a tutti pari opportunità, soprattutto a chi è più fragile, affinché nessuno rimanga indietro.

Per rimarcare un altro aspetto che riguarda le persone fragili, non posso che rimanere sconcertato per lo stanziamento di un fondo di 5 milioni di euro finalizzato allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia, a fronte dei 15 milioni richiesti dai colleghi senatori finalizzati al primo aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza. Non mi soffermerò sulla descrizione della sindrome fibromialgica, ma è utile evidenziare che essa colpisce circa 4 milioni di persone in Italia e che il 90 per cento di queste è rappresentato da donne. Ecco perché, a mio avviso, inserire la fibromialgia nei LEA significherebbe finalmente riconoscere tale malattia come invalidante, dando così diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni sanitarie; e, poi, inserire la fibromialgia nei LEA significherebbe riconoscere il forte disagio e il malessere psicofisico delle persone che ne sono affette anche mediante l'individuazione di strutture sanitarie specializzate al trattamento di questa malattia e di centri di ricerca per lo studio di tale sindrome. Da ultimo, inserire la fibromialgia nei LEA significherebbe finalmente rispondere alle istanze di quei cittadini che una vita normale, purtroppo, non ce l'hanno più.

In ogni caso, nell'articolato che stiamo discutendo è innegabile che vi sono tanti provvedimenti che vanno ad incontrare diverse esigenze dei cittadini e alcune categorie di appartenenza; non posso che essere compiaciuto, ad esempio, per il prolungamento dell'esenzione dal pagamento del canone unico patrimoniale, ossia il tributo che accorpa TOSAP e COSAP; difatti, tale esenzione è prevista per i primi tre mesi del 2022 per agevolare i commercianti e i soggetti che hanno subito le conseguenze delle misure restrittive dovute alla pandemia. Mi sia consentito, con una punta di presunzione, ricordare che su questo tema fui tra i primi ad intervenire, il 7 maggio dello scorso anno, quando illustrai la mia proposta in diretta TV al Governo, in quell'occasione rappresentato dal Ministro Franceschini.

Desidero, inoltre, svolgere una considerazione su di un passaggio - che, in verità, meriterebbe una riflessione certamente più argomentata, ma non ve n'è il tempo - ossia sui 5 miliardi stanziati per il potenziamento della dorsale ferroviaria adriatica, un chiaro segnale per la Commissione europea che l'Italia fa sul serio sugli interventi infrastrutturali in ossequio agli obiettivi del PNRR. Questo investimento dà un input molto concreto al lavoro di proposizione che, raccogliendo l'impegno ad esempio, della Fast Confsal, si cercherà di realizzare per Foggia, il mio territorio di provenienza, che diventa un importante hub intermodale e, soprattutto, unico crocevia dei Corridoi Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo.

Vorrei dire la mia, Presidente, anche su altri temi caldi e importanti, come il bonus 110 per cento, il reddito di cittadinanza, l'assoggettamento al regime IVA per le associazioni no-profit, ma credo di non averne il tempo; quindi, li illustrerò in altre occasioni che certamente non mancheranno. Per il momento la ringrazio per avermi concesso l'intervento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, mi unisco al biasimo del collega Foti per l'assenza del Ministro Franco in Aula; penso sia un atteggiamento assolutamente indegno di un Ministro della Repubblica non rispettare la Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non è nemmeno accettabile, colleghi, che la legge di bilancio diventi la legge delle due notti: una in Commissione e una in Aula. Non è accettabile che il Parlamento sia costantemente - costantemente - ignorato nell'azione di Governo. Colleghi, non sono parole nostre, ma di un autorevole esponente della maggioranza di Governo; i colleghi di Italia Viva forse le riconosceranno, dato che provengono dal loro leader Matteo Renzi. Perfino il leader di uno dei principali partiti del perimetro della maggioranza critica il metodo Draghi; lo ha detto finanche il collega Ceccanti, del Partito Democratico; lo ha detto il presidente della Commissione finanze, Marattin. Il Presidente Draghi, colleghi, evidentemente non è abituato a confrontarsi con il lessico parlamentare. Ha trasformato il CdM in un CdA, di cui lui è amministratore unico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); viviamo nell'Italia SpA. Con 33 fiducie, colleghi, permettetemelo, sarebbero tutti in grado di fare il Presidente del Consiglio; altro che Governo dei sedicenti migliori. Come ci ricorda una bellissima canzone di Edoardo Bennato, i draghi del potere, visti da vicino, ti accorgi che sono draghi di cartone.

Colleghi, il metodo superficiale con cui è stato condotto l'esame ci preoccupa: per il ritardo con il quale la manovra è approdata in Parlamento, cosa che inevitabilmente ha contingentato i tempi del dibattito, con il ricorso all'ormai tradizionale maxiemendamento e alla posizione della questione di fiducia e, ovviamente, per i contenuti stessi del disegno di legge. Irritualmente, la legge di bilancio ha avuto una sola lettura vera, reale e modificativa. È un monocameralismo di fatto: la riforma renziana, senza passare dal voto referendario come, singolarmente, si lamentava il collega Lupi, e fa un po' sorridere questo atteggiamento di alcuni moderati del centrodestra che, anche in VII Commissione, con grande garbo e devo dire anche con grande cortesia, ci dicono che Fratelli d'Italia ha ragione, ma poi votano sempre a favore di questa maggioranza; quindi, anche su questo aspetto c'è una scissione tra il volere e il potere. La Camera è diventata un passacarte; l'opposizione di Fratelli d'Italia è e sarà dura, come abbiamo dimostrato nelle Commissioni e in Aula. In ogni Commissione abbiamo presentato decine di emendamenti e relazioni di minoranza; oggi, in Commissione bilancio, ci abbiamo anche provato e abbiamo tenuto la seduta oltre i tempi convocati, ma evidentemente avete il coltello dalla parte del manico.

Colleghi, la quarta ondata, in cui si incardina questa legge di bilancio, pone la necessità di ristorare i settori a più alta socialità; i consumi sono cambiati, in particolare in settori come lo spettacolo e lo sport, quindi, accanto al sostegno all'offerta - i ristori, appunto - va incentivata la domanda. Intanto, lo sappiamo, negli Stati Uniti, in Francia, in Gran Bretagna non si chiude; anche la vaccination Nation, Israele, abbandona l'idea della quarta dose. L'OMS ha sempre criticato la scelta dei Paesi di vaccinare in continuazione, perché, anziché avvicinare la fine, contribuiscono a prolungare la pandemia, deviando le dosi dai Paesi che ne avrebbero più bisogno.

È un tema che tratteremo in quest'Aula grazie ad un emendamento a prima firma del Vicepresidente Rampelli, con riferimento alla liberalizzazione dei brevetti, proprio per andare a vaccinare il Sud del mondo. Quindi, come vedete, abbiamo una visione di Governo e una visione mondiale su questo, perché il problema delle varianti è anche il problema che nel Sud del mondo solo il 4 per cento, come in Africa, è stato vaccinato. Basta, però, con i virologi o sedicenti tali, ormai influencer in TV, che cantano addirittura le canzoncine di Natale. Chi controlla ciò che dicono le “virostar”, il famoso fact-checking che viene imposto anche ai parlamentari in televisione sui canali Rai? Burioni diceva il 25 novembre 2020 che i vaccinati non potevano trasmettere il virus; oggi mi sembra che la situazione sia diversa. Dicono tutto e il contrario di tutto i cosiddetti tampognari, come hanno stigmatizzato genialmente le migliori frasi di Osho. Ci vuole una campagna di comunicazione precisa e chiara che sia di persuasione; non ci vuole la costrizione, ci vuole la persuasione gestita dal Dipartimento per l'informazione su media e TV, anche locali. Dove siamo forza di governo, con il presidente Marsilio in Abruzzo e il presidente Acquaroli nelle Marche, gestiamo con responsabilità la crisi della pandemia e lo abbiamo fatto anche insegnando all'Italia che uno dei sistemi risolutivi è sicuramente la ventilazione meccanica nelle scuole. Adesso se ne accorge anche l'OMS, collega Madia, quindi non vedo la sua sorpresa. Ma qui dovremmo porre il tema delle regole e della narrazione anche a tutela di quei medici e sanitari che sono e saranno in prima linea.

Veniamo all'attualità: con questa contagiosità il meccanismo di isolamento in vigore mette fuori dalla vita sociale e dal lavoro milioni di persone, a fronte invece di un impatto minimo sui decessi e sulle forme gravi. Cosa ci stanno a fare in casa i vaccinati? A cosa serve il vaccino se devono stare in isolamento alla prima ombra di un contatto con un positivo?

E infatti alcuni esperti già propongono di modificare la durata della quarantena per questi casi. Sette giorni di quarantena, un tampone all'ottavo giorno, poi torni e magari il giorno dopo rientri in isolamento e così via. Usciamo dall'ansia dei profeti scienziati. Colleghi, le terapie intensive sono al 12 per cento e i ricoveri nei reparti al 15, dice l'Agenas. Sulla detrazione del consumo culturale poi, che serve proprio a sostenere la filiera dello spettacolo, avrete letto i dati rilasciati dagli esercenti delle sale cinematografiche: questo Natale, per questa narrazione, c'è stato un crollo del 95 per cento, ma, siccome furbescamente il Ministro Franceschini e il Governo hanno lasciato i cinema aperti, non prenderanno ristori, come invece abbiamo richiesto. Solo il 5 per cento è andato nelle sale cinematografiche nel periodo di Natale che, come sappiamo, è quello di traino. Per questo abbiamo presentato anche in questa legge di bilancio la detrazione del consumo culturale che è stata la nostra battaglia fin dalla fondazione nel 2013 per riportare le persone nelle sale, nei luoghi di spettacolo dal vivo, per riabituare al consumo culturale individuale. La realizzazione di un sistema fiscale che preveda la detrazione delle spese per l'acquisto dei beni e servizi culturali si declina come basilare in una Nazione ricca di arte e cultura come l'Italia.

La detrazione fiscale per la cultura segnerebbe una prima svolta a cui si affiancherebbe poi l'abbassamento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali come la musica registrata; però anche questa volta, colleghi di maggioranza, compresi alcuni esponenti autorevoli del Partito Democratico che ora gestiscono importanti istituzioni culturali e che discettano, dopo aver fatto i Ministri della cultura, dalle colonne de l'Espresso, dicendo che la detrazione del consumo culturale andrebbe assolutamente introdotta, peccato poi che gli unici a proporla sistematicamente siano quelli di Fratelli d'Italia e, sistematicamente, anche questa mattina, l'avete bocciata in Commissione bilancio e al Senato. Sono stati approvati due ordini del giorno: decidiamo come, ma realizziamo questo provvedimento di civiltà che darebbe la possibilità anche alle famiglie basso e medio spendenti di tornare al cinema, al teatro, a vedere uno spettacolo di danza, un concerto dal vivo, e poterlo magari detrarre dalla dichiarazione dei redditi come con le medicine.

Un'altra occasione mancata, colleghi, come ha detto anche Sergio Cerruti dell'Associazione dei fonografici italiani, sull'IVA al 4 per cento, ad esempio. Siamo ancora una volta a parlare di una legge di bilancio in piena pandemia e, mentre si discute la legge di bilancio - discutere per modo di dire - il Governo approva un decreto con ulteriori limitazioni, guarda caso, proprio per il settore delle industrie culturali, ma senza prevedere ristori o sostegni soprattutto proprio per cinema e spettacoli dal vivo. Infatti, proprio ieri, Assomusica sottolineava come il 2021 sia stato un annus horribilis, con 4.200 concerti cancellati e 250 mila imprese lasciate senza alcuna certezza. Ovviamente, non potendo discutere la legge di bilancio e vedendo che sarà impossibile discutere anche il prossimo decreto con ulteriori restrizioni, non rimane che riferire questi numeri drammatici perché almeno restino agli atti e qualcuno se ne assuma la responsabilità. Volendo, possiamo anche aggiungere i numeri dell'esercizio cinematografico, come vi ho già detto, quel famoso 90 per cento di perdite.

E adesso sicuramente non si potrà neppure usufruire dei bar nei cinema, altra limitazione assurda, per cui al bancone del bar sotto casa potrò andare, sempre con il super green pass, mega green pass, iper green pass, e invece al bancone del bar del cinema mi sarà proibito. Il motivo è oscuro ai più!

Ci vuole un nuovo piano ristori, colleghi, ora, prima che sia troppo tardi. Lo ripetiamo da diversi giorni: la crisi pandemica ha messo a dura prova l'intero settore dello spettacolo negli anni che ci siamo lasciati alle spalle, come indicato anche dall'UTR, da AGIS, da Assomusica, da AFI, da Confindustria Cultura Italia, dal Movimento Spettacolo dal Vivo e dalle principali associazioni di categoria della cultura, del teatro, della danza, dello spettacolo, del circo e dello spettacolo viaggiante, a cui va la nostra concreta solidarietà, perché solo Fratelli d'Italia - e andatevi a vedere gli emendamenti - ha avanzato proposte per sostenere adesso le sale riaperte, ma con platee dimezzate o ridotte dal 5 al 30 per cento.

Tutti i nostri emendamenti in Commissione sono stati bocciati; emendamenti che provenivano dalle categorie, anche quelle sopracitate. Fratelli d'Italia è a fianco del mondo culturale, dell'editoria, dell'innovazione, dello sport e della danza, ma parliamo dell'editoria. Un rapporto ufficiale del Governo, non di Fratelli d'Italia, colleghi, presentato dal sottosegretario Moles, ci dice che l'Italia spende lo 0,0014 per cento del PIL per il sostegno al settore, mentre la Francia lo 0,017, la Svezia lo 0,021, fino alla Danimarca, lo 0,041. La tutela del pluralismo passa per l'aiuto pubblico al settore che è sicuramente in crisi, colleghi, a causa della digitalizzazione e della pandemia, ma nel PNRR dei migliori, dei Draghi migliori, c'è solo un passaggio di una riga e mezzo sulla transizione digitale dell'editoria; nemmeno una Missione.

La penultima legge di bilancio, colleghi, del Parlamento è un'occasione mancata; qualcuno dice che sia l'ultima, ma staremo a vedere dal 18 gennaio in poi. È un'occasione mancata in cui il Governo dei sedicenti migliori ha dimostrato la solita prassi di mancato ascolto del Parlamento, chiusi nei corridoi dei Ministeri e del Consiglio dei Ministri. Ve lo ricordo con chi di libertà fu maestro, Václav Havel: “La politica non può essere solo l'arte del possibile, ossia della speculazione, del calcolo, dell'intrigo, degli accordi segreti e dei raggiri utilitaristici, ma piuttosto deve essere l'arte dell'impossibile, cioè l'arte di rendere migliori se stessi e il mondo”. Concludendo, colleghi (Commenti)…Vedo che c'è molta ilarità tra i gruppi del Partito Democratico e di Italia Viva. Probabilmente, potevate anche rimanere a casa, perché questa legge di bilancio non ve l'hanno fatta nemmeno vedere, colleghi, e state lì con i popcorn a vederla passare in quest'Aula esattamente come tutti noi; quindi, se fossi in voi, non sarei tanto ilare.

Per cui, colleghi, andando a concludere, credo ancora nella centralità del Parlamento, e questa continua umiliazione - concludo, Presidente - della Camera dei deputati e del Parlamento, così giustamente stigmatizzata anche dal Presidente Fico, è sicuramente la vigilia di un rinnovo di questo Parlamento che fa molto temere per la libertà di tutto il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Francesca Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Presidente, membri del Governo, colleghe deputate e deputati, ci troviamo finalmente a discutere del disegno di legge di bilancio 2022, il documento programmatico che definisce gli interventi del Governo in supporto dei cittadini, dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese che compongono l'economia dell'Italia. Sono interventi che si intrecciano strettamente con quelli pianificati nel decreto da poco approvato per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e, quindi, con le risorse garantite dal Next Generation EU, ma anche con il “decreto fiscale” che è stato lavorato, anch'esso, da poco.

Si tratta di interventi che sono stati decisamente migliorati grazie al seppur veloce passaggio parlamentare con la prima e unica lettura in Senato. Come è stato più volte ricordato in quest'Aula, questa è una dinamica che non fa bene alla nostra democrazia e, in realtà, si allontana anche dai saggi dettami della Costituzione italiana. Siamo, però, Presidente, comunque riusciti ad arricchire il testo di questa manovra che, come molti altri provvedimenti messi in campo per far fronte all'emergenza pandemica e alla crisi economica e sociale che ne è derivata, ha comunque un carattere espansivo. Questo significa che gli investimenti previsti sono ossigeno per le famiglie e per le imprese e sono opportunità di rilancio per la nostra economia.

Ossigeno e rilancio, Presidente, volti a rafforzare quei beni immateriali che contribuiscono a garantire una migliore qualità della vita; sto parlando del lavoro, della sanità, dell'istruzione, della tutela dell'ambiente, della protezione sociale, della protezione della casa e del rispetto degli animali. Ad esempio, parliamo di misure a “5 stelle”, come il superbonus 110 per cento, simbolo della transizione ecologica che vogliamo: è una misura che, più di ogni altra, ha saputo coniugare rilancio economico, protezione delle abitazioni, risparmio per le famiglie, ammodernamento e maggiore sicurezza dei centri urbani, tutela dell'ambiente, propensione del futuro e sviluppo per lavoro ed imprese. Non a caso, anche ai vertici della Commissione europea ne hanno tessuto le lodi; è una misura che ha garantito un forte impatto sul PIL italiano, rilanciando il settore delle costruzioni con un boom economico che possiamo verificare già in piena pandemia. Si trattava di uno dei settori tra i più depressi e che, adesso, invece, corre ed è il primo a correre in Europa. Con il superbonus abbiamo promosso la nascita di 30 mila nuove imprese e generato 150 mila nuovi posti di lavoro. Allo stesso tempo, abbiamo garantito risparmi e benessere per le famiglie e contemporaneamente anche cura dell'ambiente.

In merito ad alcune critiche che sono state rilevate, evidenziamo che il superbonus non sta causando un aumento dei prezzi dei materiali, perché l'aumento sta avvenendo in realtà in molti Paesi europei, Paesi in cui il superbonus non esiste neanche. Allo stesso modo, quando si dice che questa misura ha generato frodi per 4 miliardi di euro, ci si contrappone agli stessi dati dell'Agenzia delle entrate; infatti, la cifra indicata si riferisce alla verifica dei crediti fiscali derivanti da tutti i bonus edilizi ed energetici, quindi, prima di tutto, si parla della sola attività di verifica e cioè di frodi che non sono state ancora accertate e, in secondo luogo, si ricomprendono tutte le tipologie di bonus, di cui il superbonus rappresenta solamente una minima parte.

Quindi, al contrario, Presidente, secondo le recenti stime del Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell'edilizia, cioè del Cresme, l'investimento pubblico sul 110 per cento si ripaga ampiamente, tanto che nel decennio 2021-2031, cioè il periodo di vigenza dell'agevolazione fiscale, il saldo sul sistema economico italiano nel suo complesso sarà in positivo e pari a quasi 4 miliardi di euro.

Inoltre, c'è da considerare che il conseguimento dei risparmi energetici espressi in tonnellate equivalenti di petrolio si avvicina di molto agli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Quindi, il successo del superbonus, in realtà, risulta sempre più consolidato e proprio grazie al lavoro incessante del MoVimento 5 Stelle è stato possibile confermarlo per tutti, senza vincoli ISEE per le unifamiliari, così com'era stato richiesto a gran voce da buona parte del mondo istituzionale e produttivo; penso, ad esempio, a centri di ricerca, ordini professionali, istituzioni pubbliche e osservatori che ne hanno analizzato i risultati. L'unico vincolo posto è quello di raggiungere uno stato di avanzamento dei lavori di almeno il 30 per cento entro il 30 giugno 2022.

Altro passaggio fondamentale, messo a punto soprattutto nell'ottica della riqualificazione energetica degli edifici privati, è il riallineamento della proroga per lavori trainanti e trainati e il prolungamento del superbonus per gli impianti fotovoltaici. In più, abbiamo ottenuto la proroga fino al 2025 del superbonus rafforzato per gli interventi nelle aree colpite da eventi sismici, a partire dal 2009. Presidente, si tratta di aree in cui gran parte del patrimonio edilizio privato è ancora in attesa di ricostruzione. In più, abbiamo confermato il meccanismo della cedibilità dei crediti d'imposta anche per altri bonus edilizi e, quindi, in questo modo, tuteliamo le case degli italiani, le miglioriamo, ne aumentiamo il valore e le rendiamo più efficienti dal punto di vista energetico.

Poi, Presidente, per noi, qualsiasi politica economica e sociale deve guardare anche a coloro che hanno meno, coloro che non hanno voce, quelle fasce di popolazione che rischiano di rimanere ai margini della società. È per loro che abbiamo stanziato un altro miliardo di euro, con lo scopo di potenziare uno strumento di civiltà come il reddito di cittadinanza, rafforzando al contempo anche i controlli per contrastare frodi e abusi.

Abbiamo lottato con determinazione contro chi diceva di volerlo abolire, contro chi chiedeva di voltare le spalle ai più vulnerabili e di voltare le spalle a chi era in povertà assoluta, contro chi chiedeva di non ascoltare chi in questi anni ha avuto bisogno di una rete di protezione sociale, in modo da poter essere tutelato nella propria dignità e sopravvivenza. Il reddito, infatti, ha tutelato le categorie fragili come i bambini, le persone con disabilità, gli anziani, persone che non avrebbero potuto affrontare la sfida del COVID e che, anzi, sarebbero rimaste schiacciate da questi due anni di pandemia.

Certo, come diciamo sempre, il reddito di cittadinanza è uno strumento che va completato e rafforzato, ma ne è ormai sempre più evidente il suo potenziale che, peraltro, è riconosciuto anche da diversi enti che tutti i giorni affrontano il tema della povertà, come, per esempio, la Comunità di Sant'Egidio, l'organizzazione Save the Children o la Caritas che lo ha ritenuto uno strumento di promozione umana.

Poi, c'è una serie di altre misure che è stata pure fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle, sempre a tutela degli italiani più fragili, come, ad esempio, la creazione di un fondo volto ad incentivare il cohousing per gli over 65. Si tratta di una novità che risponde ad esigenze che saranno sempre più pressanti nel prossimo futuro. Per i nostri nonni scegliere di convivere e di condividere una casa significa combattere la solitudine, contrastare le difficoltà economiche, migliorare la qualità della vita e sentirsi sempre di più parte attiva della propria comunità. Come diciamo sempre: nessuno deve rimanere indietro.

In manovra, poi, c'è anche molta attenzione per il ceto medio, una fascia di popolazione che per troppo tempo ha pagato le varie crisi economiche che si sono susseguite nel corso degli anni.

Quindi, dopo aver ridotto, durante il Governo Conte 2, il cuneo fiscale per le fasce reddituali medio basse, con la legge di bilancio 2022 riduciamo gli scaglioni Irpef e interveniamo anche sull'IRAP, un'imposta che ha sempre creato duplicazioni e difficoltà amministrative e, quindi, da oggi, per oltre 800 mila piccoli contribuenti questo adempimento non esisterà più. Poi, Presidente, abbiamo prorogato altre misure già messe in campo con successo durante il Governo “Conte 2” come, ad esempio, lo stop della tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, la cosiddetta TOSAP; continuiamo, quindi, a consentire per altri 3 mesi a bar e ristoranti di utilizzare gli spazi all'aperto senza dover pagare il tributo. Allo stesso modo tutti i contribuenti avranno a disposizione 6 mesi di tempo, e non più solamente 2, per pagare le cartelle esattoriali che saranno notificate nei primi 3 mesi del 2022. Garantiamo, quindi, una consistente riduzione delle tasse investendo ben 8 miliardi di euro. Poi, c'è un altro importante aiuto per le famiglie e per le imprese ed è rappresentato dall'intervento contro il caro bollette; per il MoVimento 5 Stelle infatti arginare i rincari di luce e gas è sempre stata una priorità, a maggior ragione in questo momento in cui si assiste ad un'impennata dei costi dell'energia sui mercati internazionali; impennata che rischia di mettere in difficoltà sia gli utenti domestici, sia il mondo produttivo, per questo, già in fase di conversione del “decreto Recovery”, la Camera aveva approvato un emendamento volto a prorogare il regime di prezzo tutelato fino al 2024; in questo modo siamo riusciti a proteggere 11 milioni di utenti dal mercato libero dell'energia e in particolare gli utenti a rischio di povertà energetica. Con questo provvedimento stanziamo quasi 4 miliardi di euro, una cifra ottenuta grazie all'intervento parlamentare che ne ha quasi raddoppiato la previsione iniziale e continueremo ad insistere su questo punto, Presidente, continueremo a proporre una riforma complessiva del sistema delle bollette; una riforma che possa dare una risposta strutturale alle famiglie, che possa andare incontro alle persone anziane, che possa andare incontro ad una mamma e un papà con un figlio che purtroppo è portatore di disabilità e che possa andare incontro a chi non può più contare su un lavoro. Per lo stesso motivo abbiamo potenziato anche il Fondo sanitario nazionale con altri 4 miliardi di euro, proseguendo quel trend positivo che è stato avviato da quando siamo al Governo. Per decenni infatti si è scelto consapevolmente di disinvestire tutto ciò che riguarda il Sistema sanitario pubblico, determinando poi quella serie di drammatiche conseguenze che la pandemia ha tragicamente messo in evidenza. Certo c'è ancora molto da recuperare, però ora abbiamo più risorse e queste risorse sicuramente ci aiuteranno anche a combattere la pandemia stessa. Poi, Presidente, ci sono altri interventi che mi stanno particolarmente a cuore, perché dopo mesi e anni di lavoro si compie finalmente un altro importante passo per la tutela del benessere degli animali. Finalmente rifinanziamo il Fondo per il randagismo, istituito con la legge n. 281 del 1991. È un Fondo che dovrebbe rinnovarsi ogni anno e che invece troppo spesso rimane vuoto, ma oggi finalmente possiamo contare su un rifinanziamento di 2 milioni di euro che potranno essere utilizzati per le attività di contrasto al fenomeno del randagismo, come la sterilizzazione e la sensibilizzazione che, mi permetta Presidente, sono le uniche vere chiavi per superare questa emergenza; lo stesso Fondo poi ovviamente finanzia anche la cura e il ricovero degli animali meno fortunati. Si tratta di un rifinanziamento che personalmente chiedevo da tantissimo tempo e finalmente vede la luce, seppur con una somma ancora troppo bassa.

Poi ci sono 8 milioni che sono destinati alla progettazione e ricostruzione di nuovi rifugi da parte dei comuni che si trovano in una situazione di dissesto e pre-dissesto finanziario. Un'altra fondamentale vittoria è rappresentata dall'approvazione di un emendamento che avrà effetto entro sei mesi e che chiude per sempre tutti gli allevamenti da pelliccia ancora attivi in Italia. Finalmente salviamo visoni, volpi, cincillà e animali affini e per non lasciare indietro nessuno il Ministero delle Politiche agricole adotterà tutte le misure necessarie per indennizzare, a seconda delle proprie specificità, le imprese interessate. Finalmente anche l'Italia si allineerà agli altri Paesi europei che hanno già deciso di chiudere queste strutture e fermare queste pratiche che sono incompatibili con il benessere degli animali; sono pratiche eticamente inaccettabili e peraltro risultano pericolose anche per la salute umana e per l'ambiente. Si tratta quindi di un altro importante risultato dopo l'introduzione nell'ottobre scorso della tutela dell'ambiente e degli animali in Costituzione; è una battaglia di civiltà che ci vede tutti parte attiva del cambiamento.

Poi, Presidente, sono ancora tanti gli interventi contenuti nella legge di bilancio 2022. Ad esempio, abbiamo consolidato il piano transizione 4.0 ampliandone l'orizzonte temporale e, quindi, le imprese potranno continuare a contare sugli incentivi per la transizione verde e digitale almeno per altri 3 anni; d'altra parte, le aziende che investono su se stesse vanno sostenute e aiutate in modo da poter spingere sempre di più sulla ripresa economica. È stato poi approvato un emendamento da 43 milioni di euro per l'adeguamento delle pensioni dei vigili del fuoco che finalmente potranno guardare al futuro con fiducia, anche perché chi lavora ogni giorno per salvare vite in questo modo potrà ricevere una pensione più adeguata al proprio impegno quotidiano e, quindi, dopo aver allineato gli stipendi dei vigili del fuoco a quelli dei poliziotti attraverso un intervento effettuato con la prima legge di bilancio del Governo “Conte 2”, ora chiudiamo il cerchio e superiamo la stessa disparità anche tra le pensioni. Poi, Presidente, continuiamo ad investire sull'export italiano per potenziarlo sempre di più e per valorizzare il made in Italy in tutto il mondo e, quindi, ai 5,4 miliardi già stanziati con il Patto per l'export aggiungiamo ulteriori fondi e sto parlando di 1,5 miliardi l'anno fino al 2026 per rifinanziare il Fondo 394 e altri 150 milioni di euro sul Fondo per la promozione integrata. Continuiamo, quindi, ad alimentare un ciclo virtuoso che supporta i nostri imprenditori sui mercati esteri, che fa aumentare le vendite dei prodotti italiani, che porta ricchezza nel nostro Paese e che favorisce nuove assunzioni.

Ce la stiamo mettendo tutta Presidente e i risultati ci danno ragione, record dopo record. Gli ultimi dati infatti ci dicono che nei primi 10 mesi del 2021 abbiamo raggiunto 423 miliardi in valore assoluto delle esportazioni di made in Italy; si tratta di una cifra che non era mai stata vista prima, che supera addirittura quella dello stesso periodo del 2020 quantificata in 356 miliardi e che supera quella del boom del 2019 pari a 402 miliardi. Si conferma anche che stiamo facendo meglio dei grandi Paesi come Germania e Francia, ad esempio, e, quindi, ora siamo concretamente proiettati all'obiettivo di superare i 500 miliardi nel 2021. In conclusione, Presidente, dopo tanti anni di crescita quasi impercettibile, a cui si aggiungono le conseguenze negative della crisi pandemica che stiamo sperimentando, quest'anno l'Italia potrà contare su un forte rilancio economico, con un PIL che gli osservatori attestano al più 6,3 per cento. Si tratta di una crescita resa possibile dalle misure che abbiamo messo in campo già a partire dalle prime fasi della pandemia, quando c'era ancora il Governo “Conte 2. Se abbiamo una ripresa tra le migliori in Europa e se siamo d'esempio anche per gli altri Stati europei è perché l'anno scorso questo Paese è stato salvato grazie alle misure economiche ideate e realizzate dal Movimento 5 Stelle e grazie a tutti gli investimenti attuati.

Sono misure che stiamo continuando a sostenere anche ora, con il Governo Draghi. Però, Presidente, mi permetta di dire una cosa importante: non bastano da sole, sono misure che si aggiungono alla grande forza degli italiani, dei lavoratori, delle famiglie, delle imprese, di tutti coloro che non si sono arresi e, anzi, hanno saputo affrontare la sfida della pandemia, nonostante le tante difficoltà. È a tutti loro che abbiamo pensato in questi mesi di lavoro, è a tutti loro che continueremo a pensare, mettendo in campo gli strumenti necessari per continuare a crescere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà. Nel frattempo, chiedo scusa, vorrei raccomandare a tutti i parlamentari presenti di fare un uso corretto della mascherina. Mi limito per ora a questo, poi, se c'è bisogno, darò delle indicazioni più precise (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Prego.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Oggi si discute una manovra attesa da tutti, una manovra blindata che, nonostante il Governo dei migliori, delude le imprese, i contribuenti e il mondo del lavoro, continua a non dare risposte concrete, senza una visione che pensi al futuro, che miri a tentare di gettare le basi per una crescita strutturale dell'economia italiana, rinviando, invece, scelte fondamentali che, in un momento così particolare, avrebbero contribuito alla crescita del Paese.

Il testo presentato con un notevole ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica e i continui rinvii al Senato, dovuti anche alla tensione tra le forze di maggioranza per portare a casa il loro piccolo risultato di campanile, hanno determinato che approdasse alla Camera solo negli ultimi giorni, compromettendo così il dibattito parlamentare, visti, purtroppo, gli esiti di oggi.

Tutto ciò rappresenta l'ennesima mortificazione nei confronti di un Parlamento che viene continuamente imbavagliato e di una opposizione costruttiva e seria, come quella di Fratelli d'Italia, che al Senato è riuscita, nonostante tutto, a portare qualche miglioramento al testo. Purtroppo, erano necessari tanti altri interventi, che rappresentano le reali richieste dei nostri cittadini, dei tanti lavoratori precari, dei pensionati e di un tessuto produttivo che chiedeva ben altri interventi e non solo la proroga delle misure già esistenti.

Entrando nel merito, forte è la delusione per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in un comparto che ormai aspetta da troppo tempo risposte concrete, e mi riferisco alla scuola. Per affermare che avete investito risorse significative, esaltate alcuni interventi propositivi: nulla di più falso, sapete di mentire, visto che i nodi che attanagliano questa istituzione restano irrisolti.

Il Governo ha tradito i patti sottoscritti nel maggio scorso e gli impegni assunti: inesistenti le risorse necessarie per affrontare un rinnovo contrattuale, aumenti adeguati degli stipendi, che sono lontani di 10 punti rispetto all'inflazione, e gli ulteriori 60 milioni per la valorizzazione del personale docente si riducono a pochi spiccioli dati a pioggia, mortificando così la categoria; illogica la bocciatura dell'emendamento di Fratelli d'Italia che prevedeva la creazione di una graduatoria di merito per gli idonei STEM. L'illogicità è ancora più evidente se si pensa che volete procedere con un nuovo bando di concorso, nonostante la procedura non sia stata ancora conclusa, quando, invece, si hanno già idonei pronti all'immissione in ruolo in molte regioni.

Continuate con i provvedimenti di licenziamento dei docenti assunti a tempo indeterminato con riserva, lavoratori che hanno superato l'anno di prova con una valutazione positiva espressa dagli organi collegiali, che, nei casi più rosei, ritorneranno a fare i precari. Restano i vincoli sui trasferimenti del personale docente, una minaccia continua alla tutela della famiglia: oltre il 60 per cento dei docenti sono donne, donne che chiedono di tornare giustamente vicino alle loro famiglie. L'investimento nella famiglia è un valore che noi di Fratelli d'Italia, da sempre, poniamo al primo posto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ecco perché continueremo a batterci per eliminare questa stortura, affinché venga garantita e tutelata l'integrità della famiglia, dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola.

I docenti precari, figli di una scuola matrigna, continueranno a non avere la stabilizzazione. Bloccato il nostro emendamento che prevedeva l'introduzione del doppio canale di reclutamento: così continueremo ad avere tantissimi posti vacanti e decine di migliaia di precari che continueranno ad essere assunti e licenziati. Ricordo a tutti che il Governo Draghi doveva cancellare il precariato, ma di questo si è visto molto poco. Non possiamo accantonare, come se fossero delle scope vecchie, chi con dedizione, per anni e anni, ha portato avanti l'insegnamento. Parliamo di un problema atavico, che nessuno ha mai risolto. Ormai è chiara la vostra volontà: voi non volete eliminare questa piaga del precariato, non volete attuare nessuna iniziativa per dare finalmente stabilità al lavoro.

Avete bocciato anche il nostro emendamento che prevedeva di attuare un sistema strutturale e permanente di abilitazioni e continuate a parlare di sanatorie, quando, di fatto, siete proprio voi che non siete riusciti a garantire dei percorsi abilitanti. Quindi, non accetto la parola “sanatoria”: si tratta solo di dare dignità a docenti che non ce la fanno più.

Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. Parlate tanto di meritocrazia e dimenticate una figura così importante e strategica all'interno dell'istituzione scolastica, al vertice della struttura amministrativa, tecnica e ausiliaria, cui deve garantire il migliore funzionamento. Il Ministro parla di cifre importanti, che consentono interventi nell'immediato per l'emergenza e per la valorizzazione del personale: zero risorse per incremento organici dei docenti e ATA. Assenza di misure per la riduzione dei numeri di alunni per classe; viene autorizzata solo la deroga nella formazione delle classi, ma con invarianza finanziaria, ovvero senza nuove aule, classi e più personale scolastico. Di fatto, si interverrà soltanto per compensare il calo della natalità e delle iscrizioni. Ma come volete eliminare le “classi pollaio”? Solo con annunci, prontamente smentiti, poi, nei fatti, smentiti negli articoli di questa legge di bilancio.

È indispensabile, in un contesto di forte risalita dei contagi, il distanziamento tra studenti per garantire la didattica in presenza. È dall'inizio di questa pandemia che Fratelli d'Italia ribadisce la necessità di contrastare efficacemente la crescita dei contagi nelle scuole con l'eliminazione del sovraffollamento delle classi, con un efficiente e tempestivo sistema di tracciamento e con investimenti che garantiscano sistemi di aerazione dei locali scolastici. Siete stati sordi e solo ora ammettete la necessità sia dei test per lo screening e, soprattutto, della ventilazione dei locali come un'arma efficace contro il contagio.

Avete perso l'ennesima occasione di investire seriamente nella scuola. Pensare alla scuola significa avere dei pensieri lunghi che investono le generazioni, mentre, se continuate con questa politica che non crede nella scuola, l'Italia non avrà più un futuro, è uno Stato destinato inevitabilmente a morire.

Esaminando altri temi presenti nel disegno di legge di bilancio, poniamo l'accento sul lavoro.

Sono mancati interventi importanti come “quota 41” e l'Ape sociale per gli esodati. Ancora oggi alcune categorie sono state dimenticate dallo Stato e non riescono ad andare in pensione. Poi, sono stati proposti la formazione obbligatoria per i beneficiari di sussidi e il Fondo di solidarietà a sostegno delle prestazioni previdenziali delle nuove generazioni. Il lavoro è diventato sempre più flessibile e frammentato, anche a causa delle crisi economiche che si sono susseguite a partire dal 2008, e vi è una netta precarizzazione. Quindi, ne consegue che i giovani, ovvero i pensionati del futuro, non potranno contare su un tenore di vita in continuità tra lavoro e pensione. Oggi chi ha 30 o 40 anni non versa in modo continuativo e, quindi, non si può garantire veramente una dignitosa pensione. Poi, si è proposto il salario minimo per i settori in cui non ci sono i contratti collettivi nazionali. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e Fratelli d'Italia ha proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: “più assumi e meno paghi tasse”, con una superdeduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro, così come si è proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia. Si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche che fanno utili in Italia senza assumere. Proposte, purtroppo, che non hanno trovato spazio al Senato, poiché l'emendamento è stato bocciato. Infine, visto che, a causa del COVID, tanti lavoratori hanno perso il posto di lavoro, Fratelli d'Italia ha proposto la creazione di un Fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che già funziona per l'occupazione femminile o per l'occupazione giovanile. Anche questa è una proposta di buonsenso che è stata bocciata.

Concludo, Presidente. Con questo disegno di legge di bilancio avete dimostrato l'assenza di una visione strategica e di azioni mirate. Avete, invece, come obiettivo la distribuzione di risorse a pioggia sulla pelle degli italiani, non lo sviluppo del Paese ma la crescita elettorale della maggioranza. Fratelli d'Italia ancora una volta è qui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per denunciare queste ingiustizie e per dire “no” a questa manovra di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo a lei per rispondere al collega Mollicone. Non abbiamo bisogno di dire come stare in Aula. Almeno noi di Italia Viva stiamo in Aula sempre con la franchezza e la determinazione che ci contraddistinguono, tant'è vero che lo stesso onorevole Mollicone ha citato le parole del premier Renzi nell'ambito di questa manovra (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Le chiedo la cortesia di perdonare se in un giorno che per molti è festivo e per noi ovviamente è lavorativo ci siamo lasciati scappare qualche risata. Come diceva Sir Walter Scott, “la vita senza allegria è una lampada senza olio” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Ma non voglia considerarla una mancanza di rispetto nei suoi confronti che stava appunto argomentando la sua convinzione, il suo convinto “no” a questa legge di bilancio. Noi, invece, siamo convintamente favorevoli a questa legge di bilancio. Non è vero che il 6,4 per cento del PIL è un semplice rimbalzo (abbiamo più volte sfatato questo mito). È un investimento, perché da un anno a questa parte il Paese ha una maggiore credibilità e se ciò è potuto avvenire è anche perché i parlamentari di Italia Viva non sono rimasti a casa a mangiare popcorn ma hanno fatto scelte ben precise, come quella di mandare a casa il Governo Conte e scegliere il Premier Draghi alla guida di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), una guida molto più credibile non soltanto in un contesto internazionale ma per il modo in cui sono state gestite, ad esempio, la pandemia e la vaccinazione. Il Governo, latitante nell'ultimo periodo dell'Esecutivo Conte, è sicuramente di ben diversa natura in questa fase, con il generale Figliuolo che ha dato un imprinting maggiore alle vaccinazioni.

Il green pass, che capisco non possa piacere a tutti, in realtà adesso viene preso in considerazione dagli altri Paesi, proprio quelli che hanno magari negato fino a ieri alcune misure drastiche e che oggi si vedono costretti a dover chiudere i confini, i locali e a dover fare scelte molto più drastiche e drammatiche rispetto a quelle che si stanno adottando in Italia in seguito a ciò che sta accadendo. È proprio per questo che, con la nostra franchezza, diciamo al Ministro Speranza che non possono essere considerate nello stesso modo la quarantena dei vaccinati, ossia delle persone che hanno rispettato le regole che questo Paese si è dato, e quella dei no-vax. Non fare una selezione, un distinguo tra le due categorie di persone - chi ha rispettato le regole e chi non lo ha fatto - determinerebbe una discriminazione nei confronti dei cittadini perbene che hanno rispettato le regole; daremmo, in questo caso, ancora una volta ragione ai furbi.

Parliamo della legge di bilancio. Ringraziamo innanzitutto i membri del Governo che sono qui presenti, ma proprio per la schiettezza che ci contraddistingue diciamo che ci dispiace - non ce ne voglia la Vice Ministra Bellanova che fa parte della nostra comunità - che non vi sia il Ministro Franco. Ma non per altro; abbiamo provato stima nei suoi confronti quando, da capo della Ragioneria generale, era il giusto e severo arbitro delle leggi di bilancio dei Governi Renzi e Gentiloni. Non so il perché, ma mi aspettavo un simile rigore nel metodo e nel merito anche da Ministro dell'Economia.

Sul metodo, lo hanno detto tutti e mi dispiace doverlo sottolineare: una notte in Commissione e una notte nell'Aula del Senato non sono sufficienti per una legge di bilancio. Non è responsabilità delle persone qui presenti che rappresentano il Governo, ma di fatto è avvenuto questo. Allora, non si può fare così, soprattutto perché il 5 dicembre scorso noi di Italia Viva festeggiavamo in maniera mesta la bocciatura del referendum del 2016 (cinque anni dall'allora vittoria del “no” rispetto a quella riforma). Possiamo dirlo cinque anni dopo? Ora non mi aspetto che la comunità giuridica, che allora si scagliò contro il monocameralismo, abbia cambiato idea, ma possiamo dire che in questi cinque anni di fatto il monocameralismo è avvenuto senza quei bilanciamenti di pesi e contrappesi che quella riforma indicava? Allora, se non vogliamo dar ragione a quella riforma del 2016, possiamo mettere dei contrappesi? Possiamo far cambiare qualcosa in questo Paese? Possiamo dire che così il sistema non va? Che di fatto ogni decreto viene affrontato in una sola Camera e si dà per scontato che nell'altra Camera non verrà toccato? È così da molti anni e negli ultimi anni, però, è diventato insopportabile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Perché è diventato insopportabile? Perché quel 5 dicembre 2016 (la vittoria del “no”) quelli che vinsero dissero che così la democrazia parlamentare era salva. Era salva un bel “ciufolo”, perché, di fatto, ogni volta vediamo e viviamo in prima persona la drammaticità di capire da dove parte un decreto e da dove parte la legge di bilancio per sapere se si toccherà palla oppure no. Non è questa la democrazia parlamentare che immagino avessero immaginato i padri costituenti.

Anche nel merito mi posso permettere di intervenire, perché sono stata la relatrice della parte in capo alla Commissione ambiente e ho letto una relazione cospicua di interventi su questa legge di bilancio, molti di grande livello che vanno incontro a quello che poi sarà indicato nel PNRR. Parliamo dalla riconferma del superbonus, delle infrastrutture ferroviarie e non solo, di tutta la parte delle energie rinnovabili su cui c'è un forte investimento, delle bonifiche dei siti orfani e delle bonifiche dell'amianto. Quindi, parliamo di interventi di grande respiro e poi, però, di fronte alle 28 pagine di relazione che ho letto ieri, c'erano anche interventi che di grande respiro non potrei definire. Potremmo definirli - per essere eleganti, come di solito sono i sabaudi - microsettoriali. Interventi microsettoriali che la riforma della legge di bilancio, che ormai è di quasi 10 anni, avrebbe in teoria evitato. La legge di bilancio riformata qualche anno fa prevedeva in realtà quasi una sola tabella con poche norme; in realtà, gli articoli sono pochi, ma i commi sono arrivati quasi a 700.

Quindi, di fatto abbiamo invalidato quella riforma. Bisognerebbe, anche lì, con molta saggezza e calma, riformare e rivedere l'insieme delle norme solo per capire e per avere chiare le regole d'ingaggio, in modo trasparente e in modo determinato. Noi siamo convinti della bontà, comunque, di questa legge di bilancio, che vede il Paese in estrema difficoltà, lo ricordavano alcuni colleghi prima, non siamo ancora nella fase in cui è terminata l'emergenza, non è vero che l'emergenza è terminata. Purtroppo, lo diciamo sommessamente, noi siamo arrivati più preparati rispetto alla variante Omicron di altri Paesi, ma sta arrivando anche qui, è arrivata anche qui, quindi non possiamo far finta che questa emergenza COVID non abbia provato questo Paese e non abbia determinato delle scelte, anche di vita sociale, molto pesanti per la nostra collettività. Questa legge di bilancio cerca di dare delle risposte - nessuno penso abbia, come sempre, la bacchetta magica perché tutto possa cambiare dall'oggi al domani - sostanziali a chi in questo periodo è rimasto indietro, a chi ha avuto maggiori difficoltà, a chi si è sentito abbandonato. Quindi, questo è quello che noi abbiamo potuto fare in maniera precisa e determinata ed è il motivo per cui noi di Italia Viva voteremo in maniera favorevole a questa legge di bilancio.

Concludo, per non portare via tempo ad altri colleghi. Penso che noi siamo orgogliosi di aver aperto, un anno fa, la crisi di Governo e aver fatto cambiare la guida di questo Paese. Non so se questo sia il Governo dei migliori, sarà la storia a giudicarlo, ma pensiamo che sia il Governo migliore a far transitare il Paese da un momento di difficoltà come questo a un porto più sicuro e più florido. Sicuramente, però, per essere un Governo all'altezza, si deve rinnovare un patto di collaborazione seria, costante e continua con il Parlamento, non solo in maniera teorica, ma in maniera sostanziale. La forma spesso è sostanza e quelli che hanno creato determinate regole lo hanno fatto non per un capriccio di una notte, ma perché hanno vissuto il buio di una dittatura dove le regole non c'erano. E allora, se le regole sono state create, è proprio per evitare che anche le intenzioni migliori si trasformino nel peggiore dei regimi e che questo modo di operare finisca definitivamente, con un rapporto vero, costante e concreto del Parlamento. Spesso la politica è stata oggetto di dileggio e nessuno si è sottratto a questa opera, tanto è vero che in quest'Aula è stata votata addirittura la riduzione del numero dei propri rappresentanti, come per dire: i tacchini si sono autoinflitti il giorno del ringraziamento. Non è una grande scelta di democrazia, a mio modesto parere. Ma ognuno di noi, invece, rappresenta una storia, un territorio, una capacità, e forse allora il Parlamento, insieme a un Governo che è stato chiamato, in un momento di emergenza, a risollevare l'economia, a dare risposta ai vaccini, a dare risposta a una comunità che ne aveva bisogno, potrebbero fare grandi cose insieme (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Anna Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA (PD). Grazie, Presidente. Noi ci troviamo dentro la fase di gestione del più grande piano di finanziamento per la modernizzazione del Paese e dall'efficacia dell'utilizzo delle risorse del PNRR dipende la nostra credibilità. Uso il plurale, dico “nostra”: dentro questo plurale ci sta tutto il sistema Paese, ci sta certamente il Governo, ma ci sta anche il Parlamento tutto, tutte le istituzioni, i comuni, le regioni, i territori, le organizzazioni del lavoro, i corpi intermedi, le aziende pubbliche e private. E oltre alla nostra credibilità, in gioco c'è anche la più grande opportunità per l'Italia, perché noi, dall'utilizzo di queste risorse, dal buon uso di queste risorse, possiamo finalmente, dopo tanti anni, ricominciare a competere alla pari con i nostri partner europei, con Paesi come la Francia e la Germania, ricominciare a competere sullo sviluppo del Paese, sulla crescita, sulla qualità della vita. Ma vorrei sottolineare, proprio durante la discussione della legge di bilancio, che in questo momento, oltre alla credibilità e all'opportunità dell'Italia, ci sta una contrapposizione fra due diverse visioni di Europa. Quindi il buon lavoro dell'Italia può contribuire anche a far progredire una visione d'Europa - che è quella che io personalmente condivido e che condivide il mio gruppo parlamentare - che è l'Europa che crede negli investimenti comuni, nel debito buono; poi c'è l'altra idea d'Europa, invece, che io non considero neanche un'idea di Europa, perché penso che sia la via migliore per distruggere il progetto europeo, ed è l'Europa del rigore o, peggio ancora, l'Europa di chi crede che ogni volta bisogna togliere una materia da condividere e non aggiungere una materia in più, che bisogna togliere un investimento comune, che bisogna lavorare non per la solidarietà fra Governi ma, al contrario, per vivere da soli con meno solidarietà fra Governi dell'Unione europea. Io penso che, in questa particolare fase storica, da Bruxelles sia arrivata una spinta positiva verso l'Europa del debito buono e degli investimenti comuni. Credo che in tutta la parte economica e sociale, e lo sottolineo perché non potrei dire lo stesso sulla parte che riguarda l'immigrazione e i diritti, ma su tutta la parte economica e sociale - e ringrazio il commissario Gentiloni per il suo prezioso lavoro - ci sia un quadro coerente in questo momento, che va dalla scelta del PNRR, al programma SURE contro la disoccupazione, agli interventi sui debiti sovrani, alla rinnovata consapevolezza, finalmente, che occorra una regia pubblica in alcuni settori, penso ad esempio alla tecnologia. Quindi, in questo momento, dall'Unione europea ci viene data una grande possibilità, che ci restituisce anche un'idea di società: in questa idea di società la regia del pubblico è fondamentale per combattere le disuguaglianze e le povertà, ma anche come motore di crescita e sviluppo. Insomma, siamo lontani anni luce da quella stagione buia dove tutto ciò che era pubblico veniva considerato una zavorra per il sistema Paese, dove i dipendenti pubblici venivano chiamati fannulloni, e siamo invece dentro una nuova grande possibilità. Dove sta l'Italia e quali sono i risultati finora? Io penso che sia giusto sottolineare ciò che di buono possiamo sottolineare: il fatto che l'Italia cresca più delle aspettative, al 6,3 per cento, è un dato positivo; il fatto che la disoccupazione nel terzo trimestre sia scesa all'8,9 per cento è un fatto positivo; il fatto che Fitch abbia migliorato il rating per il nostro Paese è un fatto positivo. Però, allo stesso tempo, non siamo bendati e ci accorgiamo anche dei pericoli che stiamo correndo, perché l'inflazione corre. A novembre abbiamo registrato il dato più alto, un numero simile, se non sbaglio, era stato registrato nel 2008. Questo significa costi dei beni e servizi più alti, e questo significa, dunque, maggior peso per chi, già, in questi due anni, ha avuto un peso insostenibile. I dati sulla povertà non sono incoraggianti; ce lo dicono continuamente le fotografie della Caritas, di Sant'Egidio, di tutte le associazioni che, quotidianamente, si occupano della povertà nel nostro Paese; sono numeri che ci devono far preoccupare, perché sono oltre 5 milioni i poveri in Italia e di questi oltre un milione sono minori poveri. Tutto questo ci deve dare una grande consapevolezza, in questo momento, proprio a noi che ci troviamo in quest'Aula: la consapevolezza è quella che il peggio non lo abbiamo lasciato alle spalle, che c'è ancora una strada difficile da percorrere, che non c'è da brindare ma anche che proprio quegli spiragli di luce, di cui dicevo prima, ci devono accompagnare a evitare che si lasci il nostro Paese nell'instabilità e, soprattutto, ci devono dare l'ossessione quotidiana a far sì che ogni euro speso sia un euro speso per far stare meglio le famiglie del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Lo voglio dire senza enfasi. Ma il problema oggi non riguarda solo le situazioni di estrema marginalità sociale, quelle che anche prima, seppur nel breve tempo che ho a disposizione, ho cercato di ricordare. Il problema oggi riguarda lo scivolamento di tutto il ceto medio. Io non so neanche più se in Italia si possa parlare di ceto medio; è un ceto medio che scivola, ogni giorno di più, verso l'instabilità, verso l'incertezza; sono gli imprenditori che oggi devono combattere con il problema in più dell'inflazione, sono i professionisti, sono perfino tutti coloro che noi, fino a qualche tempo fa, chiamavamo “garantiti” e che oggi non possono garantire ai loro figli ciò che dieci anni fa, invece, avrebbero potuto fare.

Ecco, per tutte queste ragioni, dobbiamo fare in modo che gli spiragli di luce si traducano velocemente in miglioramenti concreti nella vita delle persone. Le persone si devono accorgere di quegli spiragli di luce, altrimenti rischiamo un'esplosione di rabbia sociale che avrebbe esiti davvero non auspicabili.

Allora mi perdonerà, Presidente, se ho voluto introdurre la discussione sulla legge di bilancio con un'introduzione forse troppo lunga, ma io credo che sia importante capire che cosa prova a fare questa legge di bilancio. Questa legge di bilancio, in questo quadro che ho voluto sintetizzare, prova a fare un passo in avanti e lo fa tentando sapientemente di tenere insieme le riforme strutturali e le emergenze. Noi abbiamo, più o meno, un terzo della legge di bilancio dedicato a interventi strutturali, un primo gradino importante della riforma fiscale, che poi verrà completata con l'attuazione della delega fiscale, e interventi significativi su tutta la parte che riguarda gli ammortizzatori sociali, perché è importante aver introdotto il fatto che la cassa integrazione straordinaria vada a tutte le imprese con più di 15 dipendenti, indipendentemente dal settore, e perché è importante dare accesso al fondo di integrazione salariale per tutte le imprese, anche con un solo dipendente.

C'è poi un altro terzo o un quarto, più o meno, della legge di bilancio (stiamo parlando di oltre 30 miliardi) dedicato invece alle emergenze, perché - ripeto - dobbiamo tenere insieme le due cose, le emergenze, che ci sono ancora, purtroppo, ed è così: la pandemia, insieme al contenimento dell'inflazione; il resto è dedicato a rifinanziare misure già in essere, ma con un'attenzione a determinati settori, penso ai 2 miliardi sul fondo sanitario o al miliardo per l'università e la ricerca.

Io ritengo che questa sia un'impostazione giusta e penso anche che sia giusto aver iniziato questo percorso strutturale non estemporaneo di riforma fiscale - attraverso la rimodulazione delle aliquote, ovviamente accompagnata da altri interventi: il superamento dell'IRAP, l'assegno unico, 1,8 miliardi in più messi contro gli aumenti di luce e gas -, proprio a sostegno della classe media.

Vorrei per questo ricordare in quest'Aula che il primo intervento di politica economica espansiva a sostegno dei ceti medio bassi dopo anni bui di austerity fu l'intervento degli 80 euro del Governo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io lo voglio ricordare, proprio mentre facciamo questa discussione, perché penso che chi non lo dice, chi non lo ricorda stia commettendo un grave errore di rimozione.

Ci sono poi molte altre cose importanti: l'attenzione al tema femminile, dalla tampon-tax, alla stabilizzazione dei congedi di paternità, al fondo per la parità salariale, al sostegno delle madri che rientrano a lavoro. Si tratta di un insieme di politiche economiche espansive.

Il Presidente Draghi, in quest'Aula, prima del Consiglio europeo, ha detto che serviranno diversi altri anni di manovre espansive ma, in ogni caso, si tratta di un percorso delineato proprio per sostenere chi sta facendo più fatica nel nostro Paese. Ovviamente, questo è solo un pezzo; ovviamente bisognerà andare avanti su questo binario parallelo fatto di riforme strutturali e accompagnamento rispetto a chi fatica di più, a chi ha più bisogno; ovviamente, questo percorso andrà fatto dal Governo, ma anche da tutti noi: certamente dalla maggioranza che sostiene questo Governo, ma il Parlamento tutto ha una funzione importante. E io non posso, in chiusura, non soffermarmi sul ruolo e sulla funzione del Parlamento, proprio nella discussione di questa che è la legge più importante, la legge di bilancio.

Sono ormai diversi anni che siamo dentro una china pericolosa, questo squilibrio di rapporto fra Governo e Parlamento. Io non punto il dito contro questo Governo, perché è una storia che ormai viviamo da anni (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma dobbiamo renderci conto che rischiamo una torsione pericolosissima rispetto alla natura stessa della nostra democrazia, che è una democrazia che si fonda sulla rappresentanza - i dati sull'astensione e sulla disaffezione dalla politica sono la febbre, sono il sintomo - e che sta portando sempre meno persone ad andare a votare e, dunque, a sentirsi rappresentate.

Questo è un tema che attraversano quasi tutte le democrazie occidentali; questo è un tema che, in modo continuo e costante, sta attraversando da anni - lo ripeto - non solo l'Italia, ma le democrazie occidentali. Noi forse abbiamo imboccato una scorciatoia che non ci ha portato lontano, che è quella della riduzione dei costi della politica, addirittura della riduzione del numero dei parlamentari; tuttavia, credo che, se non affrontiamo in modo non retorico, diretto e deciso questo tema, a partire dalla riforma dei Regolamenti, ma non solo, noi rischiamo, nel prossimo Parlamento, di avere una riduzione non solo del numero dei parlamentari, ma anche della credibile rappresentanza di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Paternoster. Ne ha facoltà.

PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghi, intervengo oggi in occasione dell'approvazione della legge di bilancio per il 2022 che, come sappiamo tutti, è un documento fondamentale per l'attività del Parlamento: il bilancio è un documento fondamentale per gli enti locali, per tutte le aziende pubbliche e private. Si tratta quindi un documento di grande importanza e che deve avere una grande attenzione da parte di chi lo redige, di chi lo discute e, naturalmente, di chi lo vota.

Anche quest'anno, purtroppo, il bilancio è stato esaminato e approvato, di fatto, solamente da una Camera, in questo caso il Senato; stessa cosa è successa l'anno scorso, visto che il bilancio l'anno scorso è stato votato da entrambe le Camere ma, comunque, è stato esaminato praticamente soltanto dalla Camera dei deputati: una ferita per la democrazia, perché chiaramente in una democrazia parlamentare, con un bicameralismo perfetto, si dovrebbe volere che entrambe le Camere possano dare il loro contributo a redigere un documento di così grande importanza.

È un documento che vale circa 32 miliardi di euro e che è in gran parte basato sul rilancio del nostro Paese che viene da un anno 2020 catastrofico - lo sappiamo tutti - a causa del COVID, di grande tensione sociale, che ha portato ad una crisi economica e sanitaria senza precedenti e che ci ha accompagnato anche per tutto il 2021; anno che si è aperto con il cambio del Governo, con un Presidente di un'autorevolezza e di uno spessore unici. E la Lega non ha avuto alcun dubbio, con Matteo Salvini, a sostenere questo Governo e a prendersi la responsabilità di farlo, come primo partito a livello nazionale, che esprime in Parlamento quasi 200 parlamentari, tra deputati e senatori. La Lega ha avuto la forza, la volontà di dare il proprio contributo al Paese in un momento storico probabilmente senza precedenti. Siamo poi arrivati a primavera inoltrata, in cui la pandemia ha un po' rallentato la sua morsa; c'è stata la fine del lockdown, i negozi e le attività hanno ricominciato a lavorare, c'è stata la ripresa economica che ha portato l'Italia probabilmente in testa a tutti i Paesi europei per aumento del PIL (di quasi 6,2 per cento), cosa mai vista prima in Europa. Non la giudicherei una fiammata, come molti dicono, ma una ripresa vera e propria che dovrà essere necessariamente confermata nel 2022 e in tutti gli anni che seguiranno; una ripresa economica che però non è stata, si può dire, l'unica sorpresa; c'è stata anche una sorpresa in senso negativo, ossia l'aumento dei costi delle materie prime e un'inflazione che sta danneggiando soprattutto i più deboli.

Per quanto riguarda l'aumento dei costi delle materie prime, se oggi consideriamo i costi, ad esempio, del ferro, dell'acciaio, dell'alluminio, della plastica, dei cartoni, della carta, dobbiamo riconoscere che si tratta di materie prime essenziali per la nostra industria, in molti casi introvabili e nella totalità dei casi con prezzi più che raddoppiati rispetto a sei mesi fa, non a sei anni fa, ma, lo ripeto, a sei mesi fa. Per non parlare, poi, del costo dell'energia che è notevolmente aumentato a causa - come avvenuto per le materie prime - di una speculazione globale mondiale senza precedenti. Il costo dell'energia ha determinato, come conseguenza, anche un aumento dei costi delle benzine e del gasolio, che sono fondamentali per lo svolgimento delle nostre attività quotidiane, anche lavorative. Anche il prezzo delle benzine è aumentato di quasi il 50 per cento; quindi, tutti questi costi sono ormai insostenibili per le nostre famiglie e per la nostra economia. Per quanto riguarda il costo dell'energia, ad esempio, molte grandi acciaierie in Italia, anche se hanno commesse infinite, poiché è aumentato il lavoro, si troveranno magari nella condizione - assolutamente inconcepibile - di non poter riaprire a gennaio, alla ripresa delle attività lavorative dopo la pausa natalizia, e ciò accadrà per molte aziende energivore (ripeto, è il caso delle acciaierie, ce ne sono moltissime in Italia), a causa dell'aumento del costo dell'energia, o, se riapriranno, lo faranno con un volume di lavoro ridotto per consumare meno, magari lasciando in Cassa integrazione migliaia e migliaia di dipendenti.

Non parliamo, inoltre, della problematica relativa alle famiglie; vallo a spiegare alle famiglie che - sì - vi è un 6,2 per cento di aumento del PIL, ma quando una famiglia si trova a pagare il gas o l'energia elettrica il doppio di prima, del 6,2 per cento di aumento del PIL se ne fa poco. Quindi, da questo punto di vista, è da rimarcare in positivo la volontà di Matteo Salvini e della Lega che, grazie anche all'intervento del Governo, hanno messo 3,8 miliardi di euro nella presente legge di bilancio per cercare di calmierare i prezzi dell'energia. Sul gas sappiamo bene che vi è stata una riduzione dell'IVA, sull'energia elettrica vi è stata una riduzione dei costi degli oneri di gestione, che sono importanti. Sui carburanti basterebbe che il Governo fosse molto più coraggioso di quello che ha dimostrato fino adesso, magari riducendo la percentuale dell'IVA e anche il costo delle accise, che rappresentano - lo sappiamo bene ormai - circa l'80 per cento del costo delle benzine e del gasolio alla pompa. Quindi, sono da apprezzare i 3,8 miliardi di euro stanziati dalla legge di bilancio, ma ne serviranno probabilmente altrettanti, da gennaio in poi, per cercare di ridurre questi costi che ormai sono insostenibili per tutti.

È da valutare positivamente anche il tavolo dell'energia voluto da Matteo Salvini per cercare di far sì che nel nostro Paese, circondato in Europa da centrali nucleari situate, ad esempio, in Francia o in Slovenia, che producono energia che poi viene rivenduta ad altri Stati, il nucleare non sia un tabù, di cui non si può nemmeno parlare; infatti, se è pur vero che c'è stato un referendum, è vero altresì che l'Italia non può dipendere completamente dagli altri Stati per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. Si potrebbero anche sfruttare i giacimenti di gas, cosa che, fino adesso, in Italia non è stata fatta in maniera sufficiente.

È da rimarcare in positivo, poi, anche l'azione del Ministro Garavaglia sul sostegno al settore del turismo; si è constatato, anche nella recente approvazione del PNRR, che il turismo è un settore falcidiato dal COVID, che si sta lentamente riprendendo e quindi è bene che vi sia anche la conferma - e speriamo che continui - dell'attuale stagione sciistica, considerando che l'anno scorso nessun albergo in montagna ha riaperto; quindi, questa è una stagione invernale che parte, secondo noi, con la migliore prospettiva, dopo un'apertura delle attività turistiche in estate che ha dato buoni risultati; sappiamo bene che il turismo è una delle colonne portanti della nostra economia.

È da valutare positivamente anche l'impegno del Ministro Erika Stefani sui fondi per l'autismo in legge di bilancio; la settimana scorsa è stata approvata la legge delega sulla disabilità, con l'approvazione anche della disability card a favore dei più deboli.

Molto positiva è l'attività del Ministro Giancarlo Giorgetti, soprattutto per quanto riguarda l'attività contro le delocalizzazioni selvagge; si poteva fare di più sulle delocalizzazioni? Certo, su tutto si può fare di più, però, ci si scontra con decenni di immobilismo, in Italia, e magari anche con una legislazione vigente, non solo italiana, che impedisce di fare qualcosa di più.

A questo proposito, siamo solidali con i lavoratori della Caterpillar di Ancona, altra azienda internazionale che sono convinto scoppi di lavoro, considerando la fiammata dell'economia, ma che, da un giorno all'altro, ha deciso di chiudere i propri battenti ad Ancona e delocalizzare all'estero. Questo non deve più succedere ed è ciò che il Ministro Giorgetti sta tentando di evitare; penso sia uno degli obiettivi che il Governo dovrà porsi, da oggi a un periodo chiaramente breve, perché il problema delle delocalizzazioni selvagge attanaglia il nostro Paese.

Da apprezzare, ancora, l'iniziativa voluta dalla Lega circa la cancellazione dell'IRAP per le ditte individuali e per i professionisti - 835 mila imprese non pagheranno l'IRAP -, che cuba circa un miliardo di euro. Altrettanto positiva è la riduzione per 8 miliardi di euro delle aliquote Irpef, in vigore già dall'anno prossimo. Bene anche i bonus edilizi che hanno contribuito in maniera determinante ad aumentare il PIL a livello nazionale. Va considerata in positivo anche la loro proroga al 2025, soprattutto per i condomini, perché consentirà, intanto di calmierare i prezzi - perché non vi sarà più, ovviamente, una richiesta di materie prime da oggi alla fine del 2022, ma ci sarà un respiro fino al 2025 - e poi vi saranno le aziende più disponibili a lavorare; oggi, infatti, sapete bene che, oltre alle materie prime, sono introvabili anche le aziende che lavorano in edilizia, poiché il lavoro è tanto e il tempo a disposizione per usufruire dei bonus, fino adesso, era pochissimo.

Da apprezzare molto anche la proroga della “legge Sabatini” per favorire gli investimenti in beni strumentali e anche l'attenzione posta su Murano, un'altra eccellenza italiana che rischiava di chiudere a causa del caro energia.

Bene anche per l'attenzione per i lavoratori del settore edilizio, che potranno andare finalmente in pensione con una quantità di anni di anzianità molto alta, però sicuramente meno di prima, e questo è un fattore che fa sì che probabilmente anche gli infortuni nei posti di lavoro potranno diminuire perché sapete bene che mandare a 60 o a 65 anni una persona sulle impalcature o al decimo piano per fare i lavori non è il massimo. È un lavoro usurante, a cui bisogna prestare l'attenzione più alta. Bene anche l'assicurazione per la responsabilità civile delle Forze dell'ordine voluta dal sottosegretario Molteni; male, invece, per quanto riguarda - devo dire la verità - il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, che è stato un fallimento per quanto riguarda le politiche del lavoro. Ha fatto da sostegno, soprattutto nel periodo di pandemia, per chi era più sfortunato, ma per quanto riguarda il sostegno e la ricerca di nuove attività lavorative è stato un disastro, lo sappiamo bene, con truffe e ladrocini che si ripetono giorno per giorno. Quindi bisogna cambiarlo, bisogna cambiarlo nel più breve tempo possibile, perché è vero come è vero che la Lega lo avevo votato, ma c'erano ben altre prospettive che avevano determinato il nostro voto favorevole. Malissimo l'attività del Ministro Lamorgese, perché gli sbarchi di clandestini nel nostro Paese sono decuplicati rispetto agli anni precedenti. È notizia di pochi minuti fa che ne arriveranno altri 558 in Sicilia, persone che sicuramente non scappano dalla guerra, persone che verranno a incrementare il numero di clandestini arrivati in Italia e che non gioveranno senz'altro alla sicurezza del nostro Paese. Queste sono solamente alcune ragioni che hanno fatto sì che abbia un senso per la Lega partecipare a questo Governo così largo, assieme ad altri partiti di cui noi non condividiamo nulla, perché non condividiamo nulla, però, in un momento eccezionale come questo, in un momento in cui tutti dovevano prendersi la responsabilità, se l'è presa giustamente anche il segretario del partito più importante d'Italia, Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, la legge di bilancio per il triennio 2022-2024 è un provvedimento che ha una forte natura espansiva, la cui finalità dichiarata è quella di rafforzare e garantire la crescita economica che abbiamo registrato nel corso dell'anno che sta per chiudersi e che dovrebbe continuare anche nell'anno che abbiamo di fronte. Grazie alle disposizioni adottate è atteso un incremento delle entrate per un importo pari a circa 2,2 miliardi di euro nel 2022, 0,5 miliardi nel 2023, una riduzione di circa 2 miliardi di euro nel 2024. Le spese aumentano di circa 47,8 miliardi di euro nel 2022, di 53 miliardi nel 2023, di 38,1 miliardi nel 2024. Le spese finali di competenza del 2022 ammontano a circa 829,9 miliardi di euro, delle quali le spese correnti sono pari a 605,6 miliardi, mentre quelle in conto capitale sono pari a 147,9 miliardi. Si tratta di numeri che, come si dice, parlano da soli, ma soprattutto si tratta di numeri dei quali c'era fortemente bisogno; e bene ha fatto il Governo Draghi a proseguire sulla strada dell'espansione e della ripresa, che è l'unica che può portarci fuori dal tunnel della pandemia.

Certamente alcuni temi potevano essere affrontati meglio o con più coraggio, penso ad esempio al tema del caro bollette. Sappiamo che c'è anche una congiuntura sfavorevole di carattere internazionale, ma sappiamo quanto questo tema pesi sui bilanci delle famiglie e delle imprese, e ci attendevamo di più. Alcuni interventi potevano essere evitati, ma emerge un dato sostanziale di tutta evidenza, che gli aspetti positivi sono maggiori di quelli negativi. In tal senso, non possiamo non citare un tema che da sempre è stato caro a Forza Italia e che in questa manovra si è avuto il coraggio di affrontare. Mi riferisco al tema del fisco. Il testo iniziale stanziava 8 miliardi strutturali per la riduzione della pressione fiscale, il cui impiego sarebbe stato deciso con successivi interventi normativi. Alla luce del confronto svolto fra Governo e forze sociali questa impostazione è mutata e si è deciso di intervenire subito; così è stata varata una riforma dell'Irpef e si è intervenuti anche sull'IRAP, misura fortemente richiesta da Forza Italia. Per quanto riguarda l'Irpef, le aliquote sono state ridotte da 5 a 4 e si è deciso di puntare in particolare sui redditi medi: le fasce di reddito tra i 28 e i 50 mila euro potranno finalmente beneficiare di una riduzione dell'aliquota di tre punti percentuali. C'è poi l'intervento sull'IRAP, che viene eliminata per le persone fisiche che esercitano attività commerciali, arti o professioni. Certamente si tratta di un primo passo, ma è un passo importante nella giusta direzione, che sicuramente farà sentire i suoi effetti benefici sulle categorie che hanno sostenuto più di altre i disagi economici e la crisi che la pandemia ha prodotto.

Seppure queste siano le due misure principali adottate, non sono le uniche in campo fiscale. C'è il rinvio di un anno, al 2023, dell'entrata in vigore delle cosiddette plastic tax e sugar tax, tasse che Forza Italia ha sempre contrastato. Forza Italia ritiene che vi debba essere un'attenta ponderazione sugli effetti negativi che potrebbero produrre ai danni delle imprese e dei consumatori finali, e in particolar modo l'iniquità della sugar tax, che penalizza soltanto il settore, di fatto, delle bibite. Quindi ci attendiamo nel corso del prossimo anno che finalmente si attivi quel famoso tavolo di confronto con i settori interessati che fino a ora è stato in qualche modo evitato. Finalmente è stata trovata una soluzione per l'IVA sui prodotti igienici femminili, che passerà al 10 per cento; anche qui si poteva fare di più, però già è un segnale di attenzione su un tema che ha visto molto impegnato il Parlamento nei suoi due rami.

Dopo un complesso confronto interno alla maggioranza è stato previsto il rinvio sulle cartelle esattoriali, un tema questo particolarmente caro al gruppo di Forza Italia, con l'estensione a 180 giorni del termine per il pagamento di quelle notificate nel trimestre del 2022. La manovra ha poi visto salire la dote finale contro il caro bollette a 3,8 miliardi complessivi; come abbiamo detto, ci aspettavamo un intervento un po' più incisivo. C'è lo stop per altri tre mesi, fino al marzo del 2022, della tassa nata dall'unificazione di TOSAP e COSAP per l'occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti. E, per chiudere il capitolo fiscale, è doveroso citare un intervento rilevante con il quale è stato sterilizzato un errore fatto in precedenza che aveva assoggettato anche gli enti di volontariato all'imposizione IVA. Un altro tema che è stato al centro del dibattito che ha caratterizzato questa legge di bilancio e che in alcune fasi ha contribuito a rallentarne notevolmente l'esame è quello del cosiddetto superbonus al 110 per cento. Una misura che fin dalla sua adozione ha prodotto effetti ampiamente positivi e ha svolto un ruolo di traino e di rilancio non indifferente nel settore dell'edilizia.

Una misura della quale tutte le forze politiche, senza distinzioni, volevano la proroga, ma che si scontrava con costi molto alti. Anche in questo caso si è raggiunta, non senza fatica, una mediazione che possiamo valutare in termini positivi. Il superbonus è stato prorogato per il solo 2022, ma in compenso per le persone fisiche si è riusciti a semplificare di molto le procedure inizialmente previste e anche ad eliminare le limitazioni che il testo iniziale della legge di bilancio prevedeva. Per le unità autonome non ci sono più vincoli legati alla data di presentazione della CILA, dell'ISEE o della qualificazione dell'immobile come abitazione principale. Il calendario del superbonus 110 per cento, dopo le modifiche approvate, ha un aspetto decisamente più semplice rispetto alla prima versione ipotizzata dall'Esecutivo; merito quindi, questo, del lavoro del Parlamento.

La regola, a partire da gennaio, sarà soltanto una: per gli interventi effettuati da persone fisiche e sulle unità autonome, come le villette o i loft con accesso indipendente, il 110 per cento potrà essere richiesto per spese effettuate per tutto il 2022, a condizione che entro il 30 giugno siano stati effettuati i lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo. Per le ONLUS, per le organizzazioni di volontariato e per le associazioni di promozione sociale la determinazione potrà essere ottenuta in relazione alle spese sostenute fino a tutto il 2025, ma con una riduzione progressiva: il 110 per cento nel 2022, il 70 per cento nel 2024 e il 65 per cento nel 2025.

Anche in tema di barriere architettoniche si deve citare un doppio intervento: il primo riguarda l'estensione del superbonus agli interventi finalizzati all'eliminazione delle barriere architettoniche aventi ad oggetto ascensori e montacarichi e alla realizzazione di ogni strumento che attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata sia adatto a fornire la mobilità interna ed esterna all'abitazione per le persone portatrici di handicap; il secondo, invece, introduce una detrazione specifica per le spese sostenute per interventi finalizzati al superamento e all'eliminazione di barriere architettoniche sostenute nel corso dell'anno 2022.

Sul fronte delle imprese è stata prevista la proroga di misure importanti, sia sotto il profilo del sostegno alla liquidità finanziaria che del credito d'imposta per una serie di spese sostenute. Prosegue per tutto il 2022 il credito d'imposta per i beni strumentali tradizionali con aliquota al 6 per cento; il credito d'imposta per i beni tecnologici “4.0” (l'ex iper ammortamento) viene invece prorogato fino al 2025 nella misura del 20 per cento per la quota di spesa fino a 2,5 milioni di euro, del 10 per cento tra i 2,5 milioni e i 10 milioni, del 5 per cento oltre i 10 milioni e comunque fino a 20 milioni. Per quanto riguarda i beni immateriali digitali, software, incluse soluzioni di cloud computing, fino al 2023, il credito d'imposta sarà ancora riconosciuto in misura del 20 per cento, fino a un tetto di beneficio di un milione, mentre l'anno successivo scenderà al 15 per cento.

Per quanto riguarda il settore della ricerca, innovazione e formazione è stata prevista una lunga proroga per il credito d'imposta per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale fino al 2031. L'aliquota si riduce dal 20 al 10 per cento, mentre il limite massimo annuale viene innalzato da 4 a 5 milioni di euro. È previsto anche il prolungamento per il bonus su attività di innovazione tecnologica: sempre il 10 per cento, nel limite di 2 milioni, fino al 2023, che scende al 5 per cento nel 2024 e nel 2025, ultimo anno di agevolazione. Sempre in tema di sostegno alle imprese, l'incentivo per l'acquisto in leasing di beni strumentali (la “Nuova Sabatini”) viene rifinanziato per 900 milioni di euro fino al 2027. La manovra rialimenta, poi, altre misure, come i contratti di sviluppo con 400 milioni nel 2022, 250 milioni nel 2023 e 100 milioni annui dal 2024 al 2036.

In questa legge di bilancio non manca il tema del lavoro; al netto delle misure in materia di reddito di cittadinanza, sulle quali francamente ci aspettavamo un po' più di coraggio da parte del Governo, c'è stata la proroga di “Opzione donna” e della cosiddetta Ape sociale; proprio in quest'ultimo ambito è stato previsto un accesso più favorevole alla misura con lo sconto di anni di contribuzione per una serie di categorie di lavori gravosi, come, ad esempio, per i ceramisti. Sul fronte degli ammortizzatori sociali è stata introdotta una mini riforma che ne vede l'estensione a tutti i lavoratori subordinati, anche con una minima anzianità di lavoro di soli 30 giorni, compresi gli apprendisti e i lavoratori a domicilio. L'estensione della platea degli assicurati comprende 12,4 milioni di lavoratori e sale anche l'importo del trattamento a 1.200 euro. Viene, infine, introdotto un meccanismo premiale: a decorrere dal 1° gennaio 2025, a favore dei datori di lavoro che non abbiano fruito di trattamenti di integrazione salariale per almeno 24 mesi successivi all'ultimo periodo utilizzato, è stabilita una contribuzione addizionale ridotta.

Questa legge di bilancio ha anche una forte connotazione sociale: è stato istituito un fondo per prevenire il cosiddetto cyberbullismo; sul fronte della disabilità numerose sono le misure: viene istituito un fondo con una dotazione pari a 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 destinati alla realizzazione di interventi per l'accessibilità turistica delle persone con disabilità; si prevede un rafforzamento in termini di risorse del vecchio Fondo per la non autosufficienza e la disabilità con 50 milioni aggiuntivi per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026 ed una messa a sistema al fine di dare attuazione ad interventi legislativi in materia. Infine, viene rifinanziato, sempre con 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, il Fondo per l'inclusione delle persone con disabilità e viene esteso il suo campo di intervento anche alle persone con disturbi dello spettro autistico.

Come ultima misura tra le tante, vorrei citarne una che riguarda un tema che da sempre è stato molto caro al gruppo di Forza Italia: il sostegno alle scuole paritarie, pilastro fondamentale del nostro sistema di istruzione, senza le quali il sistema pubblico si troverebbe in grande difficoltà.

Concludendo, Presidente, questa manovra, per quanto migliorabile e perfettibile, è certamente positiva. Ho voluto citare - a differenza di tanti colleghi che sono intervenuti prima di me, anche della maggioranza, che hanno puntato più sullo scenario generale nel quale arriva questa manovra - misure concrete proprio per dimostrare che la qualità c'è e per replicare a quegli interventi dell'opposizione, per carità, pure legittimi, che puntavano il dito su marchette e marchettine; sappiamo bene che una quota di questi provvedimenti, che non definirei marchette o marchettine, ma semplicemente attenzione ad alcune peculiarità del territorio, c'è sempre stata, c'è sempre stata anche alla Camera e, spesso, ha interessato anche i gruppi di opposizione; ma, a fronte di quelle misure, ve ne sono molte altre concrete che intervengono sull'economia del nostro Paese.

Allora, forse, non è azzardato dire che questa probabilmente è la manovra più positiva di quelle messe in campo in questa legislatura. Certamente, il merito è innanzitutto del Governo, ma ci tengo a rivendicare il ruolo del nostro gruppo, del gruppo di Forza Italia, che con la sua presenza in maggioranza ritiene di aver offerto un contributo specifico e concreto in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raffaele Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, solo pochi anni fa celebravamo la manovra del popolo - non so se vi ricordate - che si festeggiava addirittura dai balconi di Palazzo Chigi con tanto di giubilo; oggi, invece, siamo qui a celebrare la manovra delle marchette e dei favori ai colletti bianchi, fatta dal Governo dei migliori con il suo massimo rappresentante che è Mario Draghi.

Questa manovra resterà forse negli annali come record di numero di marchette inserite durante il maxi emendamento il 24 mattina, quindi, come regalo di Natale a tantissimi soggetti; poi, vi elencherò e vi dettaglierò meglio quali sono state queste mancette o marchette di varia natura. Ma, prima, mi duole segnalare la scandalosa gestione in Commissione bilancio che abbiamo subito nelle ultime 24 ore, perché il provvedimento è arrivato blindato, senza alcuna possibilità di esercitare quel diritto democratico, quel diritto che è in seno ai rappresentanti del popolo, ai parlamentari; e, dunque, è stata liquidata la legge di bilancio, il provvedimento più importante dell'anno, che non è stato il frutto di una negoziazione tra Governo e partiti, ma tra Governo e capi corrente.

Ecco che cosa ha portato il meraviglioso e favoloso Governo dei migliori. Quando abbiamo iniziato il nostro iter, qui alla Camera, pensate che non avevamo neanche i dossier da poter leggere perché si doveva fare in fretta e furia. Non ne faccio una colpa agli Uffici; anzi, li ringrazio perché anche loro sono vittime, come noi delle opposizioni, di questa vergogna che abbiamo visto in Commissione bilancio. C'è soltanto un responsabile e si chiama Mario Draghi, il sedicente salvatore della patria che ha talmente a cuore il nostro Paese che si sta facendo in quattro per abbandonare Palazzo Chigi, con una exit strategy di machiavelliana memoria, per raggiungere il più comodo Colle, dove può esercitare meglio le sue influenze. Abbandonerà, o almeno tenta di abbandonare, il ruolo e la cabina di regia di Palazzo Chigi perché non vuole accollarsi rogne, perché purtroppo, almeno da quanto dicono le previsioni di molti analisti ed economisti, il 2022 sarà un anno funesto. Dunque, ecco il salvatore della patria, ecco il presidentissimo Mario Draghi cosa è stato capace di fare: svilire tutte le istituzioni, compreso questo ramo del Parlamento, ridicolizzando i rappresentanti dei cittadini, facendoci correre in Commissione bilancio senza avere neanche il tempo di capire, di leggere e di approfondire le tante marchette che sono state fatte durante la conversione in Senato. Questo atteggiamento è da censurare, anche perché vorrei segnalarvi che, da quando è arrivato il Governo dei migliori, c'è stato un inasprimento nella deminutio della funzione legislativa. Ormai siamo al monocameralismo alternato e siamo qui soltanto ad annusare i provvedimenti, senza poter apportare quelle migliorie, senza poter dare un contributo fattivo alle tante associazioni di categoria, ai cittadini che ci scrivono. Tutto questo è veramente una vergogna ma soprattutto svilisce la funzione del Parlamento, la svilisce tanto; noi siamo resi assolutamente inermi di fronte a questo scempio, possiamo solo alzare la voce ma più di questo non riusciamo a fare. Ma vi è di più, cari colleghi, perché questa legge di bilancio sancisce una volta per tutte la restaurazione dei partiti tradizionali e il fallimento e la morte del MoVimento 5 Stelle che si era intestato quella battaglia di voler aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno. Anche in quest'ultimo Governo, ci sono alcuni rappresentanti che non si sono mai scollati dalla sedia e dalla poltrona e, anzi, oggi ricevono anche i quadri. Figuriamoci, altro che scatole di tonno da aprire! Avrebbero dovuto controllare, sono rimasti all'interno per controllare; ma dover controllare che cosa? Che cosa? Tra “poltronifici”, “assumifici”, marchette, innalzamenti di stipendi ai manager, assunzioni di dirigenti di prima e seconda fascia al MEF, al MiTE, al MIMS, ormai c'è il “tana libera tutti” in nome del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Qui si sarebbe dovuto contenere un minimo, invece ci sono regalie e prebende per tutti i partiti di maggioranza purché stiano zitti, stiano tranquilli, buoni, al loro posto, per far andare avanti il Governo dei tecnici, il Governo dei migliori, il Governo che ci ha riportato indietro di anni, reinserendo un'altra volta la legge Fornero, con buona pace di tutti i lavoratori che, purtroppo, svolgono dei lavori usuranti e che potranno andare in pensione molto tardi, rispetto a quanto prevedeva la legge precedente. Il problema, Presidente, è che ci sono delle norme molto importanti all'interno di questo provvedimento che noi non abbiamo assolutamente discusso. Faccio riferimento alla riforma degli scaglioni e delle aliquote IRPEF. Sono stati utilizzati 8 miliardi di euro per ridisegnare tutta la struttura delle imposte sulle persone fisiche e, guarda caso, oggi l'Ufficio parlamentare di bilancio ci dice che il massimo vantaggio è per chi ha un imponibile tra i 42.000 e i 54.000 euro. Siamo all'incirca a stipendi da 4.000 a 5.000 euro al mese. È vero che è stata fatta una lunga indagine conoscitiva in Commissione finanze, ai cui lavori ho partecipato, è vero che c'era una falla relativa ai redditi tra i 28.000 e i 55.000 euro, però è anche vero che adesso le persone sono in crisi, le famiglie sono in crisi, sono maledettamente in crisi. Quindi, perché agevolare manager che hanno 5.000 euro di stipendio al mese quando, in realtà, questo onere delle tasse poteva essere spostato, poteva essere indirizzato sui ceti meno abbienti? Io mi domando perché sia stato fatto questo ma, soprattutto, perché non abbiamo avuto la possibilità di discuterne. Ugualmente, non abbiamo avuto la possibilità di discutere delle moratorie bancarie, misure che erano e sono a sostegno della liquidità delle imprese e che hanno salvato centinaia di aziende. A distanza di due anni, quella crisi di liquidità generata dalla pandemia è ancora presente, è ancora qui. L'allarme è stato lanciato da molte associazioni di categoria che dicono che ci sono circa 25 miliardi di prestiti che sono a rischio e che noi avremmo potuto quantomeno fare una proroga, fare qualcosa per queste aziende, cercare uno strumento efficace per poterle salvare, per dare loro una prospettiva, per dare una certezza, cosa che questo Governo non fa assolutamente.

Un altro tema è quello delle cartelle di pagamento. È stata introdotta una norma che rinvia di 180 giorni il versamento. Peccato però che questa proroga rischia di essere una beffa perché prevede il raddoppio dell'aggio dopo 60 giorni. Faccio un esempio semplice: con un debito di 50.000 euro, se si paga entro 60 giorni si ha un peso di 1.500 euro di aggio mentre se si paga oltre i 60 giorni l'aggio raddoppia e diventa di 3.000 euro, e questo rappresenta un onere insostenibile. Questa mattina è emerso anche in Commissione bilancio questo tema e si è fatto riferimento all'ormai mitologico magazzino dei crediti fiscali, con oltre 1.000 miliardi di crediti inesigibili, un magazzino davvero sbalorditivo che, tra l'altro, decreta anche il fallimento della riscossione in Italia, dell'ex Equitalia, oggi Agenzia delle entrate-Riscossione che adesso si fonderà con l'Agenzia delle entrate e diventerà un mostro a tre teste. Non oso immaginare cosa succederà a questi poveri contribuenti. Siccome è stato richiamato il tema questa mattina, io mi chiedo: il Governo ha capito che siamo ancora in emergenza pandemica e che c'è davvero una catastrofe all'esterno, al netto delle previsioni brillanti, che poi sono fisiologiche in macroeconomia, del rimbalzo? Non so qui quanti colleghi si siano fatti un giro in via Nazionale, una delle strade principali della città di Roma e abbiano visto quanti negozi, quanti esercizi commerciali hanno chiuso e hanno la scritta “affittasi” sul vetro. Non so se vi siate resi conto, andando a fare la spesa, che ci sono molti pensionati che fanno la selezione dei prodotti veramente in modo da centellinare ogni singolo euro di spesa. Non so se abbiate visto cosa c'è fuori, in questo Paese. Capisco che molti si stanno già organizzando per le vacanze di Capodanno e hanno la strizza di non poter uscire subito fuori di qui. Noi lo ricordiamo il partito del trolley, ricordiamo quei deputati che, neanche terminati i provvedimenti, il giovedì corrono tutti in stazione, tutti in aeroporto. Però, fatevi un giro, guardate che cosa c'è nel Paese reale dove vivono le persone normali, perché sarebbe interessante. Noi passiamo dal Natale che c'è qui con questa legge di bilancio, la legge delle marchette e dei favori ai colletti bianchi, al Natale da incubo per bar, ristoranti, sale da ballo e discoteche e per coloro che operano in settori dove c'è alta socialità. Queste nuove limitazioni che voi state ponendo, quindi il super green pass e l'iper green pass, sembrano fatte ad arte per creare problemi a queste categorie. Ma, nel frattempo che voi emanate questi decreti restrittivi, avete previsto dei ristori?

No, zero, non avete previsto nulla e vi siete presentati qui con una legge di bilancio blindata - blindata - per cui, se noi avessimo voluto dare un centesimo, anche per dire “c'è la pandemia, coraggio, vedrai che ti rialzerai”, non sarebbe stato possibile per la vostra arroganza, la vostra supponenza, il vostro modo di fare elitario, tant'è che noi questa mattina avevamo chiesto la presenza del Ministro Franco e il Ministro non si è degnato - tra l'altro lo prevede anche il Regolamento della Camera - di venire in Commissione bilancio. Capisco l'élite, ormai, qui, i salotti finanziari, si fanno “marchettoni” incredibili anche alle fondazioni bancarie, però voi svilite il nostro ruolo e ricordate sempre che il Governo è ospite del Parlamento. E andiamo agli emendamenti che avete bocciato, perché non ci avete dato la possibilità di discutere, perché noi siamo propositivi, non siamo soltanto qui a dire che le cose non vanno bene: ve lo ricordiamo, ma ve lo ricordiamo con senso costruttivo, non con senso negativo. Noi avevamo presentato, ad esempio, degli emendamenti per imporre una data a questo famoso Piano di transizione energetica sostenibile, il cosiddetto PiTESAI, proprio per evitare che ci fossero nuove concessioni e nuove trivelle. Poi avevamo presentato anche un emendamento per estendere il fondo PMI, per eliminare il 30 per cento del SAL superecobonus che, ad oggi, è fissato al 30 giugno del 2022. Avevamo previsto di eliminare il visto di conformità o, quanto meno, altri emendamenti ne prevedevano il rialzo del tetto; avevamo cercato, con il collega Raduzzi, di utilizzare i 50 milioni circa di marchette che noi, in poco tempo, abbiamo quantificato in questa legge di bilancio per destinarli, ad esempio, al finanziamento dell'acquisto di auto elettriche e auto ibride per tutto il 2022, cosa che non è prevista; avevamo chiesto, con una nostra proposta emendativa, di rendere cedibili i crediti di Industria 4.0, mentre, invece, l'unica cessione di credito che abbiamo visto in questi ultimi giorni è quella sulla “Repubblica digitale”, questo nome fantasioso che, in realtà, va in senso opposto rispetto al superecobonus: il superecobonus avrà un décalage, quindi diminuirà, mentre la marchetta per le fondazioni bancarie, con questo nome davvero evocativo “Repubblica digitale”, crescerà.

E poi cos'altro? Avevamo anche introdotto un nostro tema, caro a noi di Alternativa, quello della legge n. 228 del 2012, un tema annoso che ha creato molte disparità tra diverse regioni, tra cui la più penalizzata è la regione Sardegna; poi avevamo previsto non la proroga, ma l'introduzione immediata, a partire già dal prossimo anno, della plastic tax e della sugar tax, che ha degli effetti…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, dovrebbe chiudere.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, vado veramente in conclusione, 20 secondi…

PRESIDENTE. Anche meno.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). …siccome oggi non abbiamo potuto assolutamente lavorare in Commissione bilancio. Nelle conclusioni le dico che questa legge di bilancio, nella versione che è stata approvata, ha mantenuto l'impianto che era stato pensato a fine estate, quando si pensava che i vaccini avrebbero accompagnato il Paese fuori dall'emergenza.

PRESIDENTE. La ringrazio.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Si doveva fare di più e questa, Presidente - concludo davvero - è semplicemente una legge vergogna che ne abbiamo ribattezzato “legge marchetta” e legge a favore dei colletti bianchi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Se, per caso, ci fosse qualcuno, in questo momento, che non ha di meglio da fare che guardare questo dibattito via web oppure qualcuno, in futuro, che si prenderà la briga di leggere i resoconti di quello che diciamo, conviene spiegare subito, prima dell'intervento, che non stiamo facendo una cosa seria, non stiamo facendo una cosa seria perché questo non è altro che un commento - chiamiamolo come vogliamo - per quanto qualificato, a quanto è stato fatto in Senato. La Camera non ha avuto il tempo fisico nemmeno di leggere la manovra, quindi, dato che non abbiamo avuto modo di leggerla, mi fa un po' sorridere pensare che si possa dire “abbiamo fatto”, “abbiamo detto”: no, non abbiamo fatto e non abbiamo detto nulla, la manovra non l'abbiamo nemmeno letta, perché non c'è stato fisicamente il tempo. Ho sentito molti colleghi della pur minima opposizione dare la colpa di tutto questo al Governo: signori, non è vero, il Governo si prende gli spazi che il Parlamento gli lascia e il Parlamento questi spazi li ha lasciati costantemente al Governo a partire dal 2019. L'ultima legge di bilancio fatta in modo minimamente passabile è stata fatta nel 2018, quando è partita dalla Camera, quando indegnamente il presidente di Commissione bilancio ero io e l'8 dicembre - 8 dicembre - quest'Aula approvava in prima lettura la legge di bilancio, in tempo per mandarla al Senato, in modo che la potesse modificare per poi trovarsi, esattamente come siamo adesso noi in questi giorni, per la terza lettura. Ma era una terza lettura: tutte e due i rami del Parlamento hanno avuto modo di gestire la legge di bilancio, dire la propria e qui, alla Camera, ogni singolo emendamento è stato votato. Questo non è colpa del Governo, è colpa di un Parlamento che è diventato ignavo, è colpa di un Parlamento che, quando arriva la legge di bilancio dal MEF, invece che scegliersi un metodo di lavoro e contingentare i tempi in modo tale da portare un fattivo contributo, decide di perdersi nel nulla, in un vapore acqueo, fino all'ultimo momento, quando parte l'indegno suq per riuscire a far riquadrare centinaia di micro-emendamenti per una parte che è minima rispetto all'impatto della legge di bilancio. E, anzi, che vedo qui i rappresentanti del Governo: nello specifico, ringrazio la sottosegretaria Sartore, ma ringrazio soprattutto, in quanto nostro riferimento, il sottosegretario Freni, che è stato bravissimo nel cercare di dipanare queste micro-richieste che al Senato si affastellavano in modo da far riquadrare il tutto, perché vi posso assicurare che non è semplice, perché ognuno mette la sua pensando che sia l'unica cosa, ma, ovviamente, ogni emendamento deve andare d'accordo con gli altri e, quindi, è stato un lavoro prezioso da parte del Governo; quello che non è stato prezioso, purtroppo, da alcuni anni, è da parte del Parlamento. Io non sto dando la colpa al Senato, perché l'anno scorso, alla Camera, è stato fatto lo stesso ed è stata data blindata la legge al Senato perché potesse essere approvata. Quindi, non posso sicuramente incolpare la Camera Alta di qualcosa che noi stessi abbiamo fatto l'anno scorso. E quale è il motivo? Ogni volta c'è sempre un'emergenza diversa. Ma voi capite, quando ci riempiamo la bocca della parola “emergenza”, cosa sono i rischi? Perché l'emergenza non è mai definibile, c'è sempre un'emergenza tale per cui non si fanno le cose come devono essere fatte. Cominciamo a riportare in ordine i nostri lavori, emergenza o no, perché capite bene che, se si riuscissero a fare tre letture, anche le emergenze si gestirebbero meglio, perché significherebbe avere la possibilità, in un modo più aggiornato, di intervenire anche se cambiano le condizioni. E, se posso permettermi, sulla base di un certo grillismo dilagante, si è abolita la “legge Mancia”: abbiamo abolito la “legge Mancia”, che bravi che siamo stati, questo già da tempo, perché c'era già la pressione. Ecco, cosa è stato fatto? La “legge Mancia” è stata spostata nella legge di bilancio, con il risultato che dovrebbe essere un atto di alto scrutinio da parte del Parlamento, vale a dire trovare e giudicare le diverse macro-allocazioni che il Governo propone per il bilancio dello Stato. Quindi, qui si dovrebbe parlare di miliardi, si dovrebbe parlare della correttezza di aver messo solo 8 miliardi, piuttosto che più miliardi, per la riduzione fiscale, si dovrebbe ragionare sul fatto che, magari, mettere un miliardo in più rispetto a quelli che ci sono per il reddito di cittadinanza forse non era una buona idea e magari queste risorse potevano essere allocate in modo migliore per la crescita del Paese.

Ecco, questi ragionamenti avrebbero dovuto essere fatti, invece, non solo non si parla di miliardi, ma quest'anno si è smesso di parlare anche di milioni: siamo arrivati ai 20.000 e ai 30.000 euro. Ma è il modo di fare una legge di bilancio? Ciò è solo ed esclusivamente colpa del Parlamento! È il Parlamento che deve riprendere un minimo di dignità, anche correndo il rischio di prendersi qualche critica da qualche articolista stupido. Quindi, se si dice che si spostano dei fondi in modo tale che il Parlamento possa, in modo meritorio, andare a guardare, tramite i suoi rappresentanti, ad esigenze localistiche o microsettoriali, allora che si abbia il coraggio di farlo! Invece, purtroppo, qui vedo tantissima gente, in questa legislatura, che ha vergogna del giudizio dell'opinione pubblica, anche quando fa le cose giuste. Non è sbagliato che un parlamentare solleciti un'esigenza del territorio - non è sbagliato! - e che quindi con interventi da 1 milione o da 2 milioni (che qui adesso qualcuno ha definito come marchette) si risolvano problemi importanti per un territorio, che non sarebbero in grado di essere visti; ma questi interventi devono essere fatti in modo autonomo! Non si può unire questo modo di intervenire sul territorio che - ripeto - può essere anche meritorio, alla legge di bilancio in modo tale che diventi l'unica cosa che serve al Parlamento, perché, alla fine il Parlamento, con questo modo di fare, non si interessa dei macro-appostamenti, ma passa soltanto il suo tempo a contrattare il milione per Ariccia, il milione per Afragola e così via: non è così che si fa!

Quando ero presidente della Commissione bilancio, non avevo paura di stralciare questi emendamenti, anche quando arrivavano dal Governo, e poi rimanevano soltanto le cose importanti su cui discutere. Io mi ricordo perfettamente che dal Governo (mi si diceva, personalmente dal Presidente Conte o, in generale, da qualcuno del suo entourage) era arrivato un emendamento - me lo ricordo come fosse adesso - per l'assunzione di due persone all'Accademia della Crusca: ne feci un aeroplanino! Perché il presidente di Commissione ha questa minima possibilità di fare, vale a dire che se l'emendamento è microsettoriale o localistico, lo può stralciare e giudicare inammissibile. Questa è l'attività del Parlamento! Se il Parlamento concede tutto o consente tutto, è ovvio che il Governo tracima e tracimano anche gli appetiti dei singoli parlamentari, per i quali - scusate - se le regole del gioco sono queste, partecipo anch'io! Quindi, facciamo un attimo di autocritica: se le cose non vanno, non è sempre colpa del Governo: il Governo fa delle cose fin tanto che il Parlamento glielo consente! Comunque, devo dire che essere parte di una maggioranza, quindi, essere parte della discussione a monte su come si fanno le cose - benché, come sapete, io possa avere le mie idee - almeno a qualcosa ha portato e di ciò devo dare atto, perché in questa legge di bilancio, tanto per dirne una, non ci sono tasse: ma volevano esserci e avrebbero dovuto esserci! Ricorderete quando già si parlava di contributo di solidarietà, che è un'altra maniera patetica per chiamare le tasse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Il contributo di solidarietà, vale a dire le tasse, in questa manovra non c'è, anzi, fortunatamente, c'è un taglio di tasse e, se posso dirlo, sempre grazie alla presenza sofferta - molto sofferta - del partito che mi onoro di rappresentare, al Governo si è pensato anche a quelli che normalmente sono dimenticati, vale a dire gli autonomi. Capite bene che tagliare le tasse a un autonomo non è fargli un regalo! L'autonomo è quello che in questo momento è come se fosse licenziato perché se sta soffrendo le conseguenze della pandemia, oltretutto tenendo aperto, alla fine il conto lo paga lui; motivo per cui, probabilmente, bisognerà essere qui - e secondo me bisognerà essere qui abbastanza in fretta - per provvedere a dei risarcimenti. Infatti, non è possibile che un'industria come quella del turismo, per esempio, subisca i danni miliardari che sta subendo - non certo per colpa sua - e non abbia un supporto da parte del Governo. Quindi, io sono certo che questo supporto ci sarà, anche grazie all'incessante opera di ricordo di questo settore che fa il Ministro Garavaglia, in modo tale da poter riuscire ad avere quei ristori - chiamiamoli come vogliamo - che sono più che necessari. Voi capite bene che il fatto di non avere tasse (anzi, di avere un taglio di tasse), il fatto di aver incluso in questo taglio di tasse gli autonomi e il fatto di poter prevedere delle misure che sono sicuramente positive, non è poco, stante la partecipazione sofferta a un Governo. Ma ciò non basta, perché è evidente che il futuro dovrà essere disegnato in modo differente. C'è una cosa di cui questo Parlamento si ostina a non voler parlare, limitandosi, magari, in certi casi, alla ratifica dei trattati internazionali con micro Stati: cosa sarà, infatti, delle future leggi di bilancio se ritorna il Patto di stabilità? Per distribuire soldi vi posso assicurare che, in una maniera o nell'altra, un po' tutti si è capaci, ma quando ritorneranno le regole europee e questi soldi dovranno essere presi, sarete ancora tutti qui a metterci la faccia? Io penso che non ci sarà questo entusiasmo per la legge di bilancio quando si dovrà decidere, sulla base delle regole europee, a chi togliere denari, non a chi darli. Io ancora mi ricordo del famoso “2,4 per cento di deficit non si può e dovete tornare a 2,04”. Adesso, invece, con la massima tranquillità, soltanto il taglio delle tasse di questa manovra rappresenta lo 0,5 del PIL.

Quindi, io trovo abbastanza surreale che la gente si diletti a pensare in quale poltrona andrà a sedere Tizio o Caio, quando uno degli obiettivi, secondo me fondamentali per questo Governo e per il Presidente di questo Governo, avrebbe dovuto essere e deve essere…

PRESIDENTE. Concluda.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). …quello di riuscire - e concludo, Presidente - a contrattare con l'Europa una riforma del Patto di stabilità che ci consenta di dimenticare definitivamente l'austerità e dimenticare definitivamente quelle regole di bilancio…

PRESIDENTE. La ringrazio…

CLAUDIO BORGHI (LEGA). …che ci portano poi ai risultati che abbiamo visto in passato. Grazie, Presidente. Spero che in futuro si continui a poter dare soldi invece che prenderli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Salvatore Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Mi verrebbe da chiederle, all'inizio di questo intervento, se nella pausa natalizia sia successo qualcosa che mi sono perso, evidentemente. Siamo andati via il 21 dicembre e io avevo lasciato una maggioranza costituita da quasi tutti i partiti - tranne Fratelli d'Italia, in quest'Aula - che sostengono un Governo, di cui fanno parte tutti. Oggi, però, da quando sono qui ad ascoltare queste pochissime ore di discussione sulla legge più importante dell'anno, vivo una certa confusione, non lo nego; questo perché, a sentir parlare i colleghi, sembra che nessuno faccia parte di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Oggi, addirittura sento dare la colpa di questo brevissimo iter parlamentare, che definirei fulmineo perché mai si era assistiti a un iter parlamentare così breve per la legge più importante dell'anno. I colleghi del Partito Democratico, due anni fa, adirono la Corte costituzionale per protestare sul fatto che la legge di bilancio non aveva ricevuto l'attenzione e il tempo sufficiente da parte dell'organo preposto, il Parlamento, per analizzarla a fondo; dunque è paradossale che io oggi senta dire, dai banchi del Partito Democratico, che loro sono rammaricati: voi fate parte di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Colleghi della Lega, voi fate parte di questa maggioranza, e vi do anche una notizia: non è obbligatorio far parte di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

La dimostrazione l'avete di fronte a voi, da parte di chi ha scelto di non sostenere questa maggioranza e di sostenere, con coraggio e dare una mano con la propositività, ma che viene sempre castrata.

Io vorrei ricordare al collega Borghi, quando dice che la colpa di tutto questo è del Parlamento, che in questi quattro anni abbiamo avuto la bellezza di 102 fiducie - 102 fiducie! - più di 30 fiducie poste dal Governo Draghi, e di fronte alla fiducia non c'è discussione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Io non sono esperto di Regolamenti parlamentari, ma non ho conoscenza, Presidente, del fatto che, di fronte alla posizione della fiducia, il Governo e il Parlamento possano fare altro se non discutere - come facciamo in maniera, devo dire, mortificante da oltre tre anni - gli ordini del giorno. Infatti, tutte le attività emendative sono precluse, il Governo si è appropriato ormai, indebitamente, con una tristissima pagina di carattere istituzionale, della funzione legislativa, che è propria del Parlamento e non del Governo, e noi, in maniera triste, in silenzio, ma non da questi banchi, non da Fratelli d'Italia, che, invece, alza l'attenzione… E dico che assistere a questa legge di bilancio e, dopo una deriva di 4 anni, sempre peggiore, arrivare quest'anno a votare, per la prima volta, il 21 dicembre, in Commissione bilancio al Senato, un maxiemendamento, non era mai successo. E non era mai successo neanche che noi fossimo qui a discutere solamente per quattro ore, senza poter partecipare minimamente alla redazione del documento che decide il destino della nostra Nazione. Io mi sono sempre occupato di politica, seguivo il Parlamento, avevo nelle mie idee e nei miei sogni quello di partecipare alla stesura di una manovra di bilancio, dove ognuno, con i suoi ideali, perorava la propria causa, per distribuire le risorse e per dare una visione e un futuro all'Italia, consoni alla propria ideologia. Di tutto questo non c'è traccia. Di tutto questo non c'è traccia perché, a sentir parlare i colleghi, nessuno ha partecipato alla redazione di questa manovra. Allora, viene da chiedersi chi l'ha scritta, questa manovra. Se i partiti la disconoscono, i partiti che compongono questa maggioranza disconoscono questa manovra, chi ha scritto questa manovra? È stata scritta nei sottoscala? È stata scritta dai potentati? Chi ha scritto questa manovra? Poi, sento dire delle mancette: io non ritengo che sia una finanziaria delle mancette. Ritengo che sia una finanziaria scritta per accontentare tutti, quindi cercando di dare a ognuno il suo piccolo aiuto, ma che, alla fine, non accontenta nessuno. E allora, Presidente, su questo voglio fare una riflessione e dico subito che noi, come Fratelli d'Italia, avremmo voluto molto di più da questa finanziaria. Avremmo voluto prima di tutto una visione, perché questa manovra di bilancio - e su questo ha detto bene il collega Borghi - ha a disposizione risorse importantissime: 37 miliardi. Pochissime volte si è potuta approvare una manovra con 37 miliardi a disposizione. Di questi 37 miliardi, 12 solo vengono da copertura, 23 vengono da debito, è bene ricordarlo. E il debito, quando si contrae, bisogna farlo con debito buono, debito buono. Io ricordo al Presidente Draghi che, quando non era Presidente del Consiglio, pontificava la spesa buona. Il debito buono è un debito che deve essere utilizzato e investito in attività che generano risorse per restituire quel debito, quindi generano risorse per dare occupazione, generano lavoro, generano occupazione, generano ricchezza e quella ricchezza genera nuove tasse, che rientrano nelle casse dello Stato, che avrà la possibilità di restituire quel debito. Qualsiasi cifra - 20, 30, 40 miliardi - non è mai sufficiente a generare ricchezza, a generare benessere, quando è spesa male e quando è spesa senza una visione, quella che questa finanziaria non ha. Non ce l'ha, questa visione, perché, appunto, come dicevo in precedenza, cerca di accontentare tutti, ma, alla fine, non accontenta alcuno.

Il Presidente Draghi aveva pontificato la spesa buona, però mi sembra che anche l'autorevolezza del Presidente Draghi sia naufragata sugli scogli della litigiosità dei suoi partiti, per cui, nel tentativo di cercare di dare a ognuno qualcosa, in realtà abbiamo perso tutti, perché abbiamo perso la possibilità di investire queste risorse per creare benessere, ricchezza e occupazione per le future generazioni.

Ci sono diverse cose che noi, all'interno di questa manovra, avremmo suggerito e avremmo voluto fare, ma non ci è dato, appunto, come ho detto già in premessa, lo spazio e il tempo per poterlo fare. Cito alcuni esempi: 8 miliardi per il reddito di cittadinanza. Fratelli d'Italia non condivide questa manovra, ma è bene sgombrare il campo da qualsiasi equivoco. Fratelli d'Italia è cosciente e sostiene che tutte le Nazioni civili hanno bisogno di uno strumento di sostegno alla povertà, perché questo è uno strumento di civiltà e ben venga. Quello che noi non condividiamo è che si diano risorse a giovani generazioni, dando loro un contentino, una paghetta per stare a casa, senza dare loro, invece, la dignità del lavoro, che sarebbe vera libertà per queste generazioni. E il lavoro lo deve dare l'impresa, è l'impresa che deve essere sostenuta. Noi avremmo voluto che tutte le risorse destinate al reddito di cittadinanza fossero, invece, destinate e investite nelle imprese, perché le imprese avrebbero generato occupazione, quei giovani avrebbero trovato lavoro e avrebbero trovato dignità, che invece viene loro negata con un assistenzialismo fine a se stesso, che nulla genera per il futuro, né di queste generazioni, né del nostro Paese.

Altre cose che non condividiamo: avremmo voluto di più rispetto alle Forze dell'ordine. Presidente, la sicurezza è una parola bellissima, di cui tutti si lustrano in campagna elettorale: “Abbiamo bisogno di sicurezza, ai cittadini bisogna garantire la sicurezza!”. La sicurezza si fa non con le promesse elettorali, la sicurezza si fa con i soldi posti nella finanziaria. E una manovra di bilancio con tutte queste risorse doveva investire di più nella sicurezza. Le nostre Forze dell'ordine sono allo stremo, sono Forze dell'ordine che hanno un invecchiamento che rende sempre più difficile essere nelle strade. La Polizia penitenziaria - e addirittura qui è arrivato un emendamento paradossale del Partito Democratico, che ha chiesto di prorogare in servizio per oltre 2 anni anche chi arriva alla soglia della pensione: un paradosso - è un Corpo sottoposto a uno stress incredibile, perché in quasi tutte le carceri il personale è sottostimato rispetto ai fabbisogni organici, quindi lavora in condizioni di turnazione oraria massacranti, è un lavoro oggettivamente logorante. Anziché reintegrare gli organici e stanziare risorse per bandire i concorsi, che era quello che noi avremmo voluto, chiediamo a queste persone di rimanere in servizio per altri 2 anni! Non è così che si fa la sicurezza.

Posso citare altri esempi, anche emendamenti che noi avevamo presentato e che avremmo voluto discutere, ma non ci è stata data la possibilità. Cito un caso concreto: il personale della ricerca sanitaria e di supporto alla ricerca sanitaria. Questo personale - stiamo parlando di 1.600 persone che hanno dato un grandissimo contributo, anche in tutto il periodo COVID, negli ospedali - è precario, ma paradossalmente, quasi in maniera beffarda, viene escluso dall'articolo 92 della legge di bilancio, che prevede la stabilizzazione del personale sanitario che ha prestato servizio per oltre 18 mesi. Questo personale, che è precario mediamente da 5 a 10 anni, ma con casi di precariato che arrivano addirittura a 25, 30 anni, viene escluso da questa stabilizzazione: 1.600 persone, dotate di un profondo know-how, che aiutano e supportano la ricerca - ho sentito dire prima: è importante la sanità, è importante la ricerca - a cui era stata promessa la stabilizzazione, sono state beffate, all'ultimo tuffo, in Senato. Fratelli d'Italia è vicino a queste persone e continuerà a sostenere la loro causa, in tutte le occasioni utili.

Un altro emendamento, che avevo anche presentato personalmente, riguarda il mondo dello sport. Il mondo dello sport è un mondo di cui tutti gioiamo nei momenti delle vittorie, ma la gestione delle società sportive è una cosa molto complessa e i bilanci sono sotto gli occhi di tutti.

Le società sportive non riescono a coprire i costi, per cui in maniera strutturale hanno perdite. È vero: bisognerebbe gestire con più attenzione e questo è senz'altro vero, ma noi lo avevamo chiesto e va in una direzione diametralmente opposta a quello che invece avevano chiesto e che poi è stato rimandato di due anni, ossia di sottoporre anche le associazioni sportive dilettantistiche e il Terzo settore al regime ordinario IVA. È la morte di queste organizzazioni! È beffarda questa impostazione. Dovremmo riconoscere, invece, il valore e la funzione sociale di queste aziende e, riconosciuto questo valore e questa funzione sociale, ridurre l'aliquota IVA dal 22 al 4 per cento, perché solo in quel modo riusciamo a garantire la sopravvivenza delle associazioni e delle istituzioni sportive. C'erano altre cose di cui avremmo voluto parlare, ma credo che il tempo a disposizione stia finendo. Presidente, concludo, dicendo che dal Presidente Draghi ci saremmo aspettati, come ho detto all'inizio, una manovra ricca di visione, una manovra che, per i prossimi anni, doveva tracciare la strada per uno sviluppo duraturo, doveva tracciare la rotta per una spesa buona, quella che lui stesso aveva pontificato, quando non era Presidente del Consiglio. Siamo profondamente delusi invece di aver assistito a una manovra che divide un gruzzoletto, anzi, direi un tesoro importante e, anziché metterlo sulla crescita per garantire alle prossime generazioni un futuro migliore, cerca di accontentare la litigiosità dei suoi partiti che sembra nessuno sostenga, perché in quest'Aula, oggi, abbiamo scoperto che di questo Governo non fa parte nessun partito presente in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, finalmente siamo giunti alla presentazione alla Camera del disegno di legge di bilancio per il 2022, un intervento importante in un momento che vede l'Italia in una fase di ripartenza, in una nuova fase di crescita economica, con un PIL che, per il 2021, si prevede superi il 6 per cento, ma con buone prospettive per il 2022; un disegno di legge di bilancio che tende a immettere nel sistema Italia oltre 30 miliardi di euro. Innanzitutto, va valorizzato il sostegno al sistema produttivo, attraverso il rifinanziamento di misure importanti e strategiche, il credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali che servano a portare le nostre aziende verso una innovazione tecnologica e una trasformazione digitale, per beni sia materiali, sia immateriali; parliamo di Industria 4.0, quindi, di una proiezione importante per il futuro e, addirittura, in questa legge, per 240 milioni solo per il 2022, viene previsto il rifinanziamento della legge Sabatini. Si tiene presente anche l'industria più piccola, la nostra industria artigiana, quindi, l'avvio di fondi per le nostre imprese artigiane, soprattutto per quelle che si occupano del recupero delle tradizioni, faccio solo un esempio: viene rifinanziato il Fondo per la valorizzazione della ceramica artistica e tradizionale. Penso ai tanti comuni in tutta Italia che portano avanti questa bellissima tradizione, non solo nelle Marche, ma in tante parti d'Italia. Vi sono misure importanti che sostengono le imprese nel loro accesso al credito, misure di finanziamenti e di garanzie che vengono rilasciate al sistema bancario per permettere la liquidità alle imprese e tra queste vorrei semplicemente citare un'iniziativa importante, già sostenuta e valorizzata nel corso del 2019 e del 2020: l'esperienza del microcredito. Il microcredito, nato in altri Paesi per sostenere le piccole attività, sta diventando anche in Italia uno strumento importante di crescita e sviluppo. Per questo è stato importante aumentare gli importi di accessibilità al microcredito per le micro-imprese, per le PMI, per le persone che vogliono avviare attività imprenditoriali in proprio, perché noi pensiamo che qualunque somma debba essere destinata al lavoro. Capiamo le difficoltà del periodo, ma ogni euro, che questo sistema deve provvedere per il nostro sistema economico Italia, certamente - come la vediamo noi del gruppo Lega - deve essere concesso al mondo imprenditoriale, ad esempio, attraverso incentivi all'occupazione, attraverso sgravi, attraverso esoneri. Quindi, anziché lasciare le persone a casa con il reddito di cittadinanza, sosteniamo le imprese, affinché possano essere aiutate ad abbattere il cuneo fiscale, il costo del lavoro. Infatti, come già dicevano i miei colleghi precedentemente, la vera e grande innovazione di questa legge di bilancio, che è una legge di bilancio espansiva, è la seguente: no alle tasse e sì allo sviluppo. Pensiamo alla misura prevista e voluta fortemente dal gruppo Lega relativa all'abbattimento dell'Irpef per 8 miliardi di euro che interviene su tutte le fasce di reddito. Vorrei fugare qui il dubbio che si tratta di una soluzione che favorisce i ricchi. È una soluzione che favorisce tutti, a vari livelli e a vario titolo, i dipendenti, ma con l'abbattimento dell'IRAP favoriamo anche una categoria che spesso viene dimenticata da questo Parlamento, che sono tutti coloro che la mattina si svegliano, hanno una propria attività, sia essa commerciale, artigianale, di servizi e che svolgono attività di lavoro autonomo e l'incentivo che deve essere dato, sia ai dipendenti sia agli autonomi, deve far sì che questo Paese cominci ad essere attrattivo anche per coloro che sono stati costretti ad emigrare, non solo i cervelli, ma anche le persone che hanno cercato fortuna all'estero e che, invece, possono rientrare attraverso una soluzione anche fiscale. In questo caso, vorrei evidenziare le agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli, per il rientro in Italia, quindi, di docenti e ricercatori. Chiaro, siamo in un periodo storico importante in cui all'ordine del giorno c'è la transizione ecologica e la transizione industriale, per questo è stato previsto un fondo di 150 milioni di euro al MiSE per sostenere il nostro sistema in questa fase di cambiamento. Attenzione, per come la vediamo noi della Lega la transizione ecologica deve essere sostenibile, quindi, va bene incentivare i settori ad alta intensità tecnologica, va bene incentivare i settori che facciano questo passaggio, ma in modo industrialmente ed economicamente sostenibile. Faccio un esempio, noi abbiamo parlato di attività innovative sull'idrogeno; quando la nostra azienda vuole fare un intervento importante in un territorio nazionale per la cattura e lo stoccaggio del CO2, questa cosa qui dall'Europa viene disconosciuta non facendo rientrare questo progetto nei progetti europei, ma addirittura in casa c'è chi, del Movimento 5 Stelle e di altri partiti, plaude al fatto che è stato impedito lo sviluppo industriale nel nostro territorio. Ecco queste sono le cose che noi non accettiamo, perché siamo tutti consapevoli che va fatta la lotta al cambiamento climatico, ma il cambiamento climatico deve essere combattuto da tutti e insieme, altrimenti noi siamo quelli che dietro questo New Green Deal, dietro questa tempesta ecologica - pensiamo all'Europa che deve arrivare entro pochi anni alle zero emissioni - viviamo un'emergenza energetica incredibile. In questo periodo, anche per dar seguito a questa nostra sete ambientalista, vediamo esplodere i prezzi del gas e di conseguenza i prezzi dell'energia. Questo sta mettendo in crisi il nostro sistema. Quindi, qualunque transizione deve essere ecocompatibile ed ecosostenibile e industrialmente e socialmente sostenibile. I prezzi del gas e dell'energia sono aumentati di decine di migliaia di volte, faccio solo un esempio: l'energia è passata ai 414 euro a megawatt di questo dicembre ai 54 di un anno fa. Questa cosa non può essere risolta con l'arrivo di qualche nave di gas da altri Paesi; noi abbiamo bisogno che la nostra transizione sia ecosostenibile, addirittura non abbiamo alternative, noi rischiamo un blackout e per poter rispondere a questa sfrenata corsa alle politiche green siamo stati costretti a riaccendere le nostre centrali a carbone. Pensate l'assurdo. Infatti, è bello fare l'ambientalismo chic da salotto, è una cosa che affascina tutti, è una cosa affascinante avere auto elettriche, ma poi, in realtà, noi non abbiamo il coraggio di sostenere le fasce più povere della popolazione che non possono permettersi la sostituzione delle auto euro 1 ed euro 2 e, come dice il gruppo Lega e Matteo Salvini, noi dobbiamo - e su questo stiamo già insistendo - intervenire pesantemente sui costi energetici.

Già i 5 miliardi del 2021 non sono sufficienti, ma in questa legge di bilancio vi sono 3,8 ulteriori miliardi, e questo servirà per abbattere, in parte, l'aumento dei costi delle bollette energetiche degli italiani, di tutti gli italiani: parliamo di 29 milioni di utenze domestiche e di oltre 6 milioni di utenze industriali.

Abbiamo bisogno di intervenire sul nostro territorio, abbiamo bisogno di valorizzare il nostro superbonus, abbiamo bisogno di realizzare progetti di lotta al dissesto idrogeologico e di rigenerazione urbana, come, ad esempio, con lo strumento del 110 per cento, del superbonus per il quale il gruppo Lega si è battuto, e si è battuto fortemente, a lungo, per permettere a tutti di ultimare i lavori, per evitare anche speculazioni sui prezzi, quindi eliminando il requisito dell'ISEE sulle villette unifamiliari, e con la possibilità per le zone terremotate di arrivare fino al 2025, perché in tali zone le procedure amministrative e burocratiche sono più lunghe.

Questi sono fatti concreti, che dimostrano la vicinanza della Lega e un rapporto con il territorio che in tante regioni amministra con successo. Questa legge di bilancio ha previsto la proroga dello stato di emergenza per tutto il 2022 con riferimento ai tanti eventi calamitosi succedutisi in tutta Italia, dall'Emilia Romagna, a Ischia, al Centro Italia, a Catania. Per questo motivo è stata prevista la proroga degli sgravi fiscali e dell'esenzione IMU sugli immobili distrutti, perché ovviamente non è corretto e giusto far pagare, al momento, l'IMU su immobili che non esistono più. Poi, è chiaro, interverremo con provvedimenti successivi per la sospensione dei mutui sui medesimi immobili inagibili, ma anche per sostenere i comuni che sono stati, e continuano a essere, in prima linea, affinché anche per questi ultimi i mutui contratti con Cassa depositi e prestiti vengano sospesi per un altro anno, perché ciò significa avere attenzione per il territorio.

In questa legge di bilancio sono stati previsti anche contributi per rifinanziare il Fondo per la prevenzione del rischio sismico e per lo sviluppo delle aree interne della nostra montagna.

Con RFI, sono stati effettuati importanti interventi per la realizzazione dell'alta velocità in tutta la dorsale adriatica - l'altra dorsale fondamentale, insieme alla Tirrenica, del nostro territorio - dove addirittura siamo impegnati per l'ampliamento delle reti TEN-T europee che arrivano da Nord, non solo fino ad Ancona, ma anche per tutto il resto della parte Adriatica. Vi è poi un grande successo di continuità e di relazioni con il mondo per Trieste e, in particolare, per Ancona: è stato autorizzato il principio di continuità territoriale che renderà possibile - aspetto fondamentale per lo sviluppo economico-industriale di quei territori, soprattutto il territorio marchigiano, che ha sofferto le crisi del “bianco”, della calzatura, dei settori industriali, oltre che il sisma e il COVID insieme agli altri territori d'Italia - attivare voli aerei per i principali scali nazionali (Roma, Milano e anche Napoli) e, da lì, aprirsi al mondo come occasione di sviluppo turistico, di sviluppo industriale e di sviluppo economico.

Con questa legge di bilancio abbiamo previsto fino a marzo l'esenzione dalla TOSAP e dai canoni di concessione per il commercio ambulante, per permettere anche a tale settore economico di ripartire, perché la questione di coloro che, in questo momento stanno più soffrendo – come, appunto chi lavora nel commercio - deve essere vista a 360 gradi. In proposito, colgo l'occasione di intervenire sul turismo e su una questione che, credo, a tantissimi in quest'Aula stia a cuore, e su questo chiederei l'attenzione dei colleghi parlamentari. Mi riferisco alla questione delle concessioni demaniali, delle spiagge e all'annosa questione Bolkestein. Il gruppo Lega, durante il Governo “Conte 1”, aveva fatto approvare la legge n. 145 del 2018 che, in qualche modo, risolveva la questione delle concessioni, permettendo a un settore che comprende oltre 30 mila piccole e medie imprese, piccole aziende familiari, piccole realtà, piccole esperienze storiche di continuare a lavorare e investire per il bene del turismo, per il bene del territorio e per far crescere in tale comparto il PIL della nostra Italia. È chiaro che la sentenza del Consiglio di Stato sul tema ha preso tutti alla sprovvista e che su questo dobbiamo intervenire – e concludo, Presidente - in maniera importante. Infatti, gli stabilimenti balneari sono un sistema turistico evoluto, un sistema di alto livello, unico al mondo; su questo c'è l'impegno del gruppo Lega e continuerà ad esserci l'impegno del Ministro Garavaglia e del Ministro Giorgetti, che stanno operando per intervenire sulle concessioni.

Questa è una legge di bilancio importante che ci permette, ancora una volta, di guardare al futuro; è una legge di bilancio su cui siamo intervenuti, con coraggio e mettendoci la faccia ogni volta, perché è facile essere fuori a protestare; io invito tutti a essere presenti con noi e a combattere per un'Italia più forte, più libera, più grande e più bella (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimiliano De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, questi che stiamo vivendo sono giorni che, con un eufemismo, possiamo definire cupi e tristi. Non mi riferisco alla sola e primaria questione pandemica che, con lo sforzo e l'impegno, dapprima individuale di ognuno di noi, e poi collettivo, con strumenti tempestivi e concreti da parte del Governo, si auspica di contenere prima e debellare definitivamente poi. La tristezza alla quale mi riferisco nasce in chi, come il sottoscritto, congiuntamente a tutte le componenti del Partito che qui orgogliosamente rappresento, Fratelli d'Italia, prova dolore nel vedere il ruolo costituzionale delle Assemblee parlamentari e delle Commissioni compresso e ridotto a quello di mere e mute ratificatrici di decisioni prese in lontane stanze e lontani stanzini, e non nella Camera ad esse deputata.

La mia, la nostra, non è però una tristezza figlia della rassegnazione, è al contrario il punto di partenza dal quale fare innalzare con coraggio, forte e chiaro il grido della denuncia, a cui far seguire, come sinora Fratelli d'Italia ha sempre fatto, proposte concrete che, purtroppo, il cosiddetto Governo dei migliori non ha voluto ascoltare.

Credo risulti oltremodo difficile per le famiglie e le imprese, soprattutto quelle più piccole, considerare migliori coloro i quali, in quest'ultima legge di bilancio, non hanno saputo dare risposta a molti, troppi settori che, con il nuovo anno, si vedranno spalancare le porte a un futuro di incertezza, come le migliaia di imprese a conduzione familiare del settore marittimo-balneare, la cui problematica delle concessioni non ha trovato adeguate risposte; mi riferisco anche al settore del turismo, della ristorazione e, non ultimo, del nostro made in Italy, nel settore moda.

In uno scenario di incertezza, i migliori, che, in questo momento storico, governano gli italiani, di certezze non esitano a fornirne; peccato che di tali certezze i cittadini farebbero volentieri a meno; e mi riferisco agli aumenti indiscriminati di luce e gas, rispetto a cui i provvedimenti messi in campo dal Governo risultano palesemente insufficienti, con rischi concreti di blackout, come riportato in un'intervista di qualche settimana fa da parte del Ministro dello Sviluppo economico. Interi settori che possiamo definire energivori, come quello delle costruzioni, delle ceramiche o dei vetrai, solo per citarne alcuni, grande traino dell'economia del nostro Paese, vedono tra le loro più cospicue uscite proprio le voci legate all'utilizzo di gas e di energia. Solo per fare un esempio chiarificatore per tutti voi, un'impresa impegnata nella produzione di laterizi vede nelle componenti energetiche ben il 40 per cento dei propri costi complessivi e i rincari di queste componenti porterebbero tali imprese a un bivio: aumentare del 30 per cento o più i propri listini o collassare; per non parlare di chi, per salvare la propria attività, abbandona il nostro Paese, delocalizzando la produzione.

Il nostro ruolo, il ruolo della buona politica, di chi meriterebbe l'appellativo di migliori, va invece in tutt'altra direzione, e la direzione da seguire è quella di fornire aiuti adeguati a famiglie e imprese al fine di mantenere ricchezza e lavoro e sostituire all'inevitabile delocalizzazione che si avrebbe nel continuare a percorrere la strada del Governo un terreno fertile per attrarre sul nostro territorio nuovi investimenti capaci di creare lavoro e, dunque, ricchezza. Siamo seduti su una miniera d'oro - l'Italia - e non siamo in grado di creare progetti dai molteplici e interconnessi risvolti positivi. Mi riferisco all'eolico off-shore, un settore capace di agevolare la risoluzione della crisi energetica che stiamo attraversando e, di conseguenza, in grado di ridurre drasticamente l'importazione di energia cui il nostro Paese fa sistematicamente ricorso, tutto questo ovviamente producendo energia pulita. Ciò non farebbe altro che accelerare quel processo di transizione energetica mai così urgente e mai così importante, anche a livello europeo; basti anche notare la totale assenza di decisioni e investimenti per la conversione e l'ammodernamento degli impianti di carburanti della nostra rete stradale italiana, ancora più evidenziati dai pochi incentivi dati al settore automobilistico per l'adeguamento del parco auto da endotermico a elettrico e ai nuovi carburanti.

Abbiamo audito in X Commissione il Ministro Cingolani: una volta sentita la sua relazione, seguita dalle nostre domande in materia di transizione ecologica, ad oggi attendiamo ancora di ricevere risposte. Un'audizione farsa, l'ennesima prova di una presa in giro verso il nostro ruolo parlamentare da chi eletto non è. Ma i migliori non solo hanno dimostrato carenze negli interventi strutturali ora esposti, hanno altresì scientemente lasciato irrisolta una vera bomba sociale, il cui innesco è stato inserito nel “decreto Fiscale”, che modificherà il campo di applicazione dell'IVA nel mondo dell'associazionismo; provvedimento solo parzialmente e pretestuosamente corretto. La Commissione bilancio del Senato ha, infatti, solo spostato, tramite un emendamento, il problema di 2 anni. Per Fratelli d'Italia, compito dei migliori non è spostare i problemi, ma affrontarli e risolverli, nell'interesse di tutti. Il rinvio non solo non ha risolto la tematica, ma ha, purtroppo, causato ulteriori problemi. Il mondo delle associazioni, nel decidere se modificare la propria natura giuridica da associazioni semplici ad associazioni di promozione sociale, modificando i propri statuti con i presupposti messi in atto dal Governo, difficilmente deciderà di effettuare la trasformazione in associazioni di promozione sociale. Un problema irrisolto, dunque, il cui seme dell'incertezza non potrà che fare germogliare l'esatto opposto di ciò che serve al settore e al nostro Paese. Per le ragioni di quanto appena esposto e per molte altre che, a causa delle stringenti tempistiche di intervento previste, non mi è possibile affrontare tutte, posso solo, con certezza, affermare che l'aria che si respira in questo strano Esecutivo, composto da una strana, variegata e spesso inconciliabile maggioranza, è diventata irrespirabile, come irrespirabile risulta l'aria che i nostri figli respirano nelle scuole ove ancora mancano dei meccanismi di purificazione in grado di scongiurare il contagio da COVID-19. Un tema, quello della ventilazione meccanica controllata e dei sistemi di purificazione e di filtrazione dell'aria, che mi è stato sempre a cuore e che è a cuore di tutti coloro i quali, come il presidente della Società italiana di medicina ambientale, al quale va il mio plauso, seguono le raccomandazioni, che provengono direttamente dall'OMS, di dotare tutti gli ambienti indoor di ventilazione meccanica controllata, ove necessario, previa preventiva e ovvia valutazione tecnica nel merito delle varie, specifiche realtà, come fatto, del resto, dal presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, per i plessi scolastici, esattamente 170 scuole. Certo è che continuerò comunque a monitorare questa situazione, affinché il Governo dei migliori applichi tale sistema e lo estenda su tutto il territorio nazionale.

Ora passo a trattare un altro argomento, ma non certo di poca importanza: quello delle persone con disabilità. La disabilità è trattata in diversi commi del testo della legge di bilancio per l'anno 2022 e per il triennio 2022-2024, anche se talune misure, come vedremo, dispongono finanziamenti e spese anche per gli anni successivi al 2024, altre contengono misure che stanziano fondi la cui destinazione resta un mistero, altre ancora contengono errori gravissimi, che denotano una scarsa o nulla comprensione della disabilità, vanificando anni di lotte dei movimenti delle persone con disabilità. Non voglio tediare l'Aula con il lungo elenco di inesattezze e aberrazioni contenute nel testo, che denotano e confermano come la fretta sia il peggior consigliere di chi ambisce a governare il Paese, quindi mi limiterò a ricordare solo alcuni dei più eclatanti svarioni di questo testo, in merito ai quali purtroppo, e lo dico con dispiacere, i colleghi del Senato non hanno avuto - anche loro - tempo e modo di porre rimedio; tempo che anche a noi deputati non viene concesso. Il comma 168, il comma in questione, pur aumentando il Fondo per le non autosufficienze di ben 550 milioni nel triennio 2022-2024 e di 300 milioni a decorrere dal 2025, commette il grossolano errore di destinare tali risorse alla disabilità gravissima, che tuttavia, come è noto, non esiste in alcuna legge di rango primario. Con questo termine, “disabilità gravissima”, il Governo ha così introdotto nella legge di bilancio una gravissima violazione della Costituzione, perché introduce una sperequazione di trattamento tra persone con disabilità in condizione di gravità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Al comma 174, è positivo l'aumento delle risorse per garantire i LEP anche nei confronti degli studenti con disabilità non autosufficienti ai fini della garanzia per assicurare loro anche i servizi di trasporto, però peccato che si preveda questa importante misura solo dalla scuola dell'infanzia fino alle scuole secondarie di primo grado, dimenticando i cicli superiori. Nei commi dal 179 al 184 si dispongono misure che in sostanza sono positive perché incrementano le dotazioni finanziarie delle misure e dei programmi destinati alle persone con disabilità, anche intellettiva, o disturbi dello spettro autistico. Tuttavia, sarebbe stato d'obbligo, anche in una funzione di controllo della spesa, introdurre una norma di monitoraggio e verifica di come viene impiegato il denaro pubblico in relazione ai progetti finanziati e agli obiettivi raggiunti, anche in termini quali-quantitativi. Aspetto, quello della rendicontazione, che viene opportunamente inserito al comma 186, ma solo in riferimento ai denari pubblici spesi ai sensi del comma 185, che devono essere rendicontati dalle federazioni sportive nazionali e certificati dagli organi di controllo interno delle stesse o dalle società di revisione da queste incaricate per la certificazione dei bilanci.

Il provvedimento uscito dal Senato, su cui la Camera non può intervenire - vale la pena di ripetere - con una lesione del dettato costituzionale in ordine alle funzioni del Parlamento e delle Commissioni parlamentari, prevede, in particolare, a titolo indicativo e non esaustivo, non meno di 44 commi che dispongono l'erogazione di contributi per il 2022, taluni anche per gli anni 2023, 2024 e 2025, e tali altri a decorrere dal 2022, e dunque stabilizzati, per un totale, nel solo triennio 2022-2024, di 133,525 milioni di euro e di altri 10 milioni di euro nel 2025. È bene ricordare al Governo dei migliori che una parte non minoritaria di questi contributi sono destinati ad associazioni e federazioni delle persone con disabilità che annualmente beneficiano, attraverso emendamenti parlamentari, di cospicui contributi, dei quali, tuttavia, ad oggi, non è dato conoscere né l'impiego né, tanto meno, gli obiettivi raggiunti, per i quali sarebbe opportuno verificare, prima di concedere nuovi contributi, se i beneficiari abbiano rendicontato o meno i contributi percepiti nelle annualità precedenti, attivando quindi un monitoraggio qualitativo e quantitativo sull'uso delle risorse pubbliche e sugli obiettivi raggiunti, prevedendo altresì l'invio di una relazione annuale al Parlamento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o delle autorità politiche da esso delegate. Ciò tanto più che per il contributo di cui al comma 738 è agli atti di questa Camera un'interrogazione parlamentare che espone gravi fatti in ordine all'impiego delle risorse pubbliche da parte del beneficiario. La posta al comma 740 dispone la spesa di 900 mila euro nel triennio, ma dimentica di stabilire chi sia il soggetto beneficiario o l'autorità politica che dovrà gestirlo. Una dimenticanza nella redazione legislativa, ma non è l'unica che sottrae 900 mila euro ad altri impieghi, magari proprio alle imprese.

Infine, mi sia consentito di concludere questa parte del mio intervento con una nota politica: molti esponenti di questo Governo, a cominciare dal Ministro per le Disabilità, hanno promesso interventi per i caregiver familiari ma, purtroppo, Fratelli d'Italia constata ancora una volta che, nonostante le buone intenzioni elettorali o espresse nell'euforia della nomina a Ministro, nella legge di bilancio non vi è nulla. I caregiver familiari sono stati abbandonati. In compenso, sino ad oggi ci si è spesso preoccupati di colf e badanti somministrati alle famiglie dal sistema delle cooperative, lasciando privi di tutela, anche previdenziale, coloro che dedicano la loro vita all'assistenza dei figli con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Invece, proprio sulle pensioni di invalidità, il 15 dicembre, intervenendo da un noto quotidiano, il Ministro per le Disabilità assicurava l'aumento delle pensioni di invalidità per coloro che, con invalidità dal 74 al 99 per cento, erano rimasti esclusi dagli aumenti conseguenti alla nota sentenza della Corte costituzionale del giugno 2020, con un emendamento del leader della Lega. L'emendamento non è stato nemmeno posto in votazione e il tema dell'aumento delle pensioni di invalidità assume il valore di una pubblicità fine a se stessa, che rappresenta, sebbene l'aumento fosse appena di pochi euro, una cocente delusione per tutti coloro che, a oggi, percepiscono ancora 290 euro circa al mese, con i quali è difficile, purtroppo, sopravvivere.

Per concludere, dimenticavo di elencare aspetti positivi di questo provvedimento. Caro Presidente, farò come il Ministro Cingolani, li elencherò nella prossima legislatura. Grazie e un sereno 2022 a tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Oggi, il disegno di legge di bilancio, su cui stiamo discutendo, fornisce alla Lega una delle migliori occasioni per oggettivare il perché della nostra appartenenza a questa maggioranza, una maggioranza anomala e - oserei dire - contro natura, ma la drammaticità degli eventi ci ha portato qua, eventi legati non solo all'emergenza COVID, ma anche alla totale indeterminatezza e inidoneità del quadro politico nazionale. A volte, dobbiamo far uso e abuso di antistaminici per lenire le irritazioni di questa commistione e nell'affermare ciò, Presidente, non credo di mancare di rispetto ai componenti dell'attuale maggioranza, nella consapevolezza che il disagio è ampiamente ricambiato. I concetti di bene e di male, di giusto e di sbagliato non hanno un valore assoluto e non sono uguali per tutti, per questo in democrazia, normalmente, esistono forze di maggioranza e di minoranza, di Governo e di opposizione. A volte, eccezionalmente, però, le circostanze fanno saltare questo schema, come nel momento attuale. Se guardiamo appena dietro di noi vediamo una fila interminabile di malestri e politiche sbagliate compiuta dal precedente Governo. Non ci troveremmo qui se le mie affermazioni fossero infondate e non mi sembra il caso, in questa sede, di attizzare polemiche, facendo l'elenco a supporto di quanto affermato, soprattutto perché quest'ultimo è a tutti ben noto.

Ciò su cui ci interessa posare lo sguardo nell'analisi di questa legge di bilancio sono gli elementi che mancherebbero se la Lega non fosse al Governo del Paese; la gran parte di questi argomenti è stata ampiamente trattata precedentemente dai miei colleghi, per cui a me preme, in questo intervento, porre l'attenzione e trattare una delle esigenze che sta più a cuore all'intera comunità nazionale e sulla quale la Lega, da sempre, ha mostrato una particolare attenzione e determinazione: la sicurezza delle persone perbene. Per questo motivo, proprio per ovviare anche a malestri fatti nella precedente legislatura, in cui, con la riforma del pubblico impiego, sono stati tagliati oltre 40 mila uomini nell'apparato della sicurezza, è stato stabilito e stanziato un fondo da 500 milioni, dal 2022 al 2032, per assunzioni straordinarie in deroga e per l'implementazione delle dotazioni organiche per le Forze di Polizia a ordinamento civile e militare e per i Vigili del fuoco, 10 milioni per il 2022 per l'integrazione delle polizze assicurative per la tutela legale e la responsabilità civile verso terzi e per i rischi professionali derivanti dalla specificità della funzione (ciò significa sostenere chi, nell'esercizio del proprio dovere, per tutelare la pubblica sicurezza, incorre in spese di giustizia e in vicende processuali in quanto vittima dell'atto dovuto); 40 milioni di euro per il pagamento degli straordinari alle Forze di Polizia; 52 milioni per il trattamento delle indennità accessorie (straordinari, servizi esterni e ordine pubblico, festivi, feriali e notturni); 7,5 milioni per la proroga, dal 31 marzo 2022, di 753 militari del contingente straordinario dell'operazione “Strade sicure” (in qualche modo, i tagli agli organici vanno coperti); 20 milioni nel 2022, 40 nel 2023 e 60 nel 2024 per il Fondo perequativo per la previdenza complementare per le Forze di Polizia militari e Vigili del fuoco: finalmente dopo decenni approdiamo a qualcosa nella previdenza complementare; 10 milioni per l'area negoziale dirigenziale; 28 milioni nel 2022 per l'equiparazione in materia previdenziale e pensionistica delle Forze di Polizia ad ordinamento civile, ai sensi dell'articolo 54 del DPR n. 1092 del 1973. Tutte queste manovre e queste operazioni hanno consentito la chiusura anche dell'Accordo Nazionale Quadro del contratto di lavoro che prevede un aumento della retribuzione fissa di circa 105 euro medi pro-capite.

Per onestà, devo ringraziare tutte le forze politiche della maggioranza per aver consentito di approdare a questi interventi, ma preme sottolineare che tutto ciò non sarebbe stato possibile se la Lega-Salvini Premier non fosse presente nel Governo, se non ci fosse stata la necessaria determinazione del nostro leader e, in conseguenza di ciò, la costanza e l'opera infaticabile del sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, che ha promosso un'azione positiva di coagulo e raccordo dell'intera maggioranza attorno a uno specifico pacchetto di emendamenti. Senza la Lega, magari, avremmo avuto un bonus monopattini-bis o chissà cos'altro, ma non l'aumento di operatori e mezzi delle Forze di Polizia, forse un loro ritardato pensionamento con il conseguente blocco di nuove assunzioni, mah. Ecco perché facciamo parte di questa maggioranza e, sino a quando non cambieranno le circostanze, intendiamo condizionarla il più possibile nella direzione che più ci è propria e nell'interesse degli italiani.

Magari, magari la Lega potesse determinare interamente gli eventi, collegata all'azione di Governo con tutto il centrodestra, ma oggi non è possibile e lo sarà solamente dopo libere elezioni. Per ora, il nostro senso di responsabilità verso la comunità del Paese, anche pagando un caro prezzo, ci impone di esserci per condizionare l'azione di Governo, evitando i malestri e le scelleratezze del recente passato.

Nel porgere l'augurio di ogni bene a tutti voi e ai vostri cari per l'anno venturo, formulo l'auspicio che quest'ultimo ci riporti soprattutto normalità, normalità dal sistema, lo ripeto, dal sistema, dalla pandemia e da tutte le storture e devianze che impediscono agli italiani un esercizio pieno della sovranità e della democrazia e una degna, dignitosa e decorosa azione di rappresentanza della nostra gente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Raffaele Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (CI). Presidente, onorevoli colleghi, la legge di bilancio rappresenta per il Paese uno strumento indispensabile e lo è tanto più oggi nel contesto di una crisi sanitaria ed economica il cui termine, malgrado i lodevoli sforzi di questo Governo, sembra non avvicinarsi. Accanto alla contingenza appena descritta, la crisi energetica certamente ha acuito le difficoltà in decine di settori chiave delle nostre economia. I settori manifatturieri italiani, infatti, si trovano a fronteggiare un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese. È una situazione che comporta per la manifattura italiana un drastico incremento di costi per la fornitura di energia, che impatta principalmente sui settori ad alta intensità energetica: le industrie dell'acciaio, della carta, del cemento, della ceramica, della chimica, delle fonderie e del vetro e della calce sono nella concreta impossibilità di proseguire con le proprie attività. Accanto a questo, il drastico aumento dei prezzi delle principali materie prime ha contribuito ad aggravare la situazione di centinaia di imprese, oggi spesso costrette a drastiche scelte organizzative o a drammatiche chiusure. Si tratta di una situazione che sottolinea, una volta per tutte, l'esigenza di proseguire una politica industriale di respiro europeo che consenta ai singoli Paesi di non dover essere esposti a nuove e sottili forme di ricatto economico.

In questo contesto, le misure contenute in questa legge di bilancio rappresentano una risposta attesa ed improrogabile per il mondo delle imprese e del lavoro. Il credito d'imposta sul modello 4.0, gli incentivi per le aggregazioni di imprese e il rifinanziamento del fondo per l'internazionalizzazione rappresento capisaldi di un'azione di Governo che ha dimostrato di avere a cuore lo sviluppo del sistema industriale italiano.

Vanno, inoltre, sottolineati gli interventi corposi in materia di incentivi all'occupazione che, nelle intenzioni, unitamente alle misure su istruzione e formazione, sono rivolti al lodevole fine di abbattere il cuneo fiscale, promuovendo forme di assunzioni stabili, garantendo ai lavoratori neoassunti il trasferimento di competenze e formazione altamente specialistiche.

Una nota ulteriore merita il superamento di “quota 100”, la cui iniquità nei confronti delle giovani generazioni, costrette a pagare per i privilegi di questa, non era francamente più tollerabile. Da ultimo, i corposi interventi in materia fiscale completano un quadro composito di agevolazioni ad imprese e cittadini. È da considerarsi positiva la proroga delle agevolazioni in materia edilizia ed in particolare del 110 per cento, i cui effetti benefici per un settore strategico come quello edile hanno avuto positive ripercussioni sul mercato e su tutto l'indotto.

Sempre in materia fiscale, auspicando che di tali interventi si torni a parlare in maniera più organica nell'ambito della riforma fiscale, che ci auguriamo possa veder presto la luce, una nota critica meritano le misure relative al patent box, il credito d'imposta in materia di ricerca e sviluppo. La legge di bilancio 2022 ridisegna significativamente la disciplina del patent box dettata dal decreto su fisco e lavoro. Perderanno la deduzione maggiorata per i costi di ricerca e sviluppo i processi, le formule e le informazioni relative a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili. Si tratta sicuramente di un passo indietro che finisce per frenare gli interventi e gli investimenti in ricerca. Credo sia utile segnalare quanto hanno fatto gli ordini professionali competenti in materia circa l'atteggiamento sempre più rigido e inquisitorio dell'Agenzia delle entrate in materia di agevolazione in ricerca e sviluppo. Queste premesse non appaiono compatibili con lo spirito che il Paese deve far proprio nell'affrontare la sfida del PNRR nell'ambito del quale gli investimenti in ricerca e sviluppo rappresentano uno degli aspetti cardinali. È dunque necessario fare di più in questo frangente, ripristinando le agevolazioni precedenti, se è possibile potenziandole e garantendo un approccio più coerente dell'Agenzia stessa sul punto. Va vinta una corsa ad una nuova era dell'oro della ricerca a livello mondiale per intercettare lo sviluppo del post-COVID. Credo sia questo assolutamente importante.

Ciò posto, credo sia doveroso sottolineare che questa finanziaria non rappresenta soltanto una misura di emergenza ma anche una misura di ripartenza. È stato stimato in 49 miliardi il costo complessivo per lo Stato di tutti gli interventi diretti ad arginare la crisi pandemica, meccanismi di soccorso che hanno premesso di salvare il 28 per cento delle imprese in crisi e il 40 per cento di posti di lavoro; segnatamente, oltre 150.000 imprese e più di 1,5 milioni di posti di lavoro. Si tratta di numeri che non possono essere taciuti per una valutazione complessiva anche di questa legge che si pone in larga parte i medesimi obiettivi, al contempo volendo preparare il Paese al post-COVID.

Le imprese italiane sono ancora in larga misura fragili malgrado un' intrinseca potenzialità che ognuna di essa conserva nel proprio DNA. Questa finanziaria e quelle dei prossimi anni saranno il banco di prova della politica nei confronti di migliaia di imprese e soprattutto di migliaia di posti di lavoro. Alle imprese grandi, piccole e medie, impegnate ogni giorno nella sfida con i mercati internazionali, la politica, e noi che siamo qui oggi, dobbiamo lealtà e l'impegno a continuare su questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, grazie. Ho ascoltato in sintesi quasi tutta questa discussione generale. È del tutto evidente che i colleghi, piuttosto che il Parlamento, non riescono legittimamente a portare le proprie idee nelle Commissioni di merito. Nelle Commissioni di merito ci abbiamo messo qualche minuto – mi rivolgo chiaramente al Governo - qualche mezz'ora o qualche ora per cercare di portare, laddove dovevano essere portate, delle buone idee. Come ho già ricordato, questa è la legge più importante in termini di programmazione per i prossimi 36 mesi nel nostro Paese che, ahimè, sta ancora vivendo una crisi molto pesante. Ecco che riteniamo almeno corretto cercare di ampliare la discussione generale - e per questo ringraziamo - rispetto ai tempi. È chiaramente una nostra richiesta legittima quella di avere tempi in più: cerchiamo di spiegare qualcosa durante la discussione generale perché tanto, dopo la chiusura della discussione generale di questa sera, sappiamo tutti come andrà a finire. Personalmente, sono molto stupito da quanto ho ascoltato anche da colleghi che fanno parte, non soltanto dell'emiciclo di fronte a me, ma di questa parte dell'emiciclo. Sembra addirittura paradossale dire oggi, qui in Aula, che la colpa è del Parlamento, rispetto al fatto che non si possa definire un iter giusto, virtuoso, normale per una legge di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È una cosa - permettetemi con tutto il rispetto - che non si può sentire. Magari la prossima volta daranno la colpa all'unica opposizione che sta qui in Parlamento, magari ci daranno la colpa e ci diranno: è colpa vostra perché non riuscite ad incardinare bene i tempi di una legge di stabilità in ambo i rami del Parlamento. Io invece do la colpa a questa maggioranza, do la colpa a questo Esecutivo, do la colpa anche al Consiglio dei Ministri perché, se la legge di stabilità è arrivata con questi ritardi, è semplicemente perché - allora sì, sono d'accordo - un collega della maggioranza dice: noi votiamo, ma non siamo d'accordo. È proprio perché non siete d'accordo che non siete riusciti a far collimare le vostre idee in seno alla legge di stabilità. Abbiamo perso, colleghi, un mese per cercare di capire se le villette avessero un ISEE di 25 mila euro, per poter andare avanti con l'ecobonus. Questo è successo. Non diamo la colpa al Parlamento perché stamattina e ieri tutti i deputati delle Commissioni che erano coinvolte in questo esame erano legittimamente a fare il proprio lavoro e a cercare - quantomeno noi dell'opposizione - di portare nelle Commissioni di merito e in Commissione bilancio i temi che si sono plasticamente ridefiniti rispetto alle idee nostre della legge di stabilità. È semplicemente la maggioranza che non ci ha dato la possibilità di parlarne e di migliorare un testo che evidentemente è ancora fallace sotto molti punti di vista.

Mi soffermerò, Presidente Rampelli, brevemente sui temi che sono di competenza del Parlamento, della Commissione lavoro e, nello specifico, di Fratelli d'Italia e che, nel mio caso, abbiamo discusso ieri in Commissione lavoro con la collega Bucalo. È assolutamente improponibile che qui dentro oggi io abbia sentito parlare di bene, bene e bene e, invece, sottosegretario le dico che sotto il mero punto di vista del welfare, del lavoro, delle pensioni, dei diritti dei nostri concittadini, è male, male, e molto male (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Cosa aspettiamo, colleghi, rispetto ad una legge di stabilità che aveva e che ha delle coperture evidentemente gigantesche, per cercare di decapitare completamente e politicamente la legge Fornero? Non è “quota 102” la soluzione per quanto riguarda i nostri pensionandi, peggio mi sento quando si parla di “quota 104”. Attenzione, sono mesi che lo chiediamo: qualcuno ci vuole spiegare la differenza fra “quota 104” e la normale pensione di anzianità? Non c'è alcuna differenza in termini di tempistica. Allora, che cosa vi state inventando?

Vi state arrampicando sugli specchi rispetto al fatto che non ci sono delle idee, ovvero che non c'è una organicità in termini trasversali e politici all'interno di una maggioranza molto composita, di una maggioranza nei numeri mostruosa ma che, politicamente, ha i piedi d'argilla ed è molto, molto debole. Fratelli d'Italia ha portato, sotto questo punto di vista, delle proposte; sono proposte che ormai, in questi anni, sono quasi di bandiera, cioè di Fratelli d'Italia. Fratelli d'Italia, infatti, è quel partito, quel movimento che scende nelle piazze, ad esempio con i lavoratori che vogliono andare in pensione con “Quota 41”, dopo 41 anni di contributi, ed è l'unica che, guarda caso, poi porta delle proposte emendative per poterla realizzare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È inutile andare tanto in piazza con le bandiere e poi non portare proposte tangibili né al Senato della Repubblica, né tanto meno alla Camera dei deputati. Secondo noi e per noi, “Quota 41” significa che dopo 41 anni di lavoro si deve andare in pensione. Attenzione, non è come dice qualcuno, soprattutto dai banchi della sinistra, che “Quota 41” deve essere un provvedimento che specifica una sorta di anticipo pensionistico: “Quota 41” è una pensione, non è un anticipo pensionistico! Noi la pensiamo così; l'abbiamo proposta in questi termini, ma ce l'avete bocciata ovunque! Abbiamo parlato - e stiamo parlando - di quello che deve essere un sistema flessibile per quanto riguarda l'uscita dal mercato del lavoro. Io ritengo che le pensioni debbano essere il più possibile flessibili, da qui ai prossimi anni: perché? Abbiamo parlato di questo perché ormai vediamo che ci stiamo incartando - ci si sta incartando - sempre di più rispetto al 2012, data di uscita della famigerata “legge Fornero” (con la finanziaria del Governo Monti), con un combinato disposto - permettetemi - rispetto a quanto ricordavo prima, ovvero “Quota 102” e “Quota 104”. Allora, non era meglio tenere “Quota 100”? Allora, qualcuno non avrebbe dovuto ergersi a difensore di “Quota 100”, che Fratelli d'Italia ha - sì - votato? Serviva migliorarla? Sì, sicuramente sì, ma era sicuramente un passaggio più virtuoso rispetto a due passaggi che non lasciano nessuno contento.

Allora, abbiamo portato il tema della flessibilità in uscita nelle Commissioni di merito e in Commissione bilancio, ovvero la possibilità di uscire dal mercato del lavoro con un virtuoso accompagnamento anche, ad esempio, per i nuovi occupati, ma anche questa volta ci avete detto di “no”! Colleghi, nella scorsa legislatura eravamo tutti d'accordo con la proposta n. 857 fatta dalla Commissione lavoro, che parlava di flessibilità in uscita dai 62 anni in poi, con 35 anni di contributi e con un décalage minimo rispetto all'assegno pensionistico mensile: ancora una volta ci avete detto di “no”; però, poi, si va in piazza con sindacati e con lavoratori e pensionati.

Abbiamo parlato, Presidente, di uno degli aspetti più importanti che dovrebbe contraddistinguere il nostro tempo, soprattutto rispetto all'ambito lavorativo, cioè il tema della formazione. Una cosa diciamo: chi oggi prende il sussidio ed è in periodo di sussidio - Cassa integrazione, NASpI, Dis-Coll, reddito di cittadinanza - è obbligato a fare la formazione professionale ed intraprofessionale; soltanto così riusciremo, casomai le aziende riassorbissero le crisi, ad avere una platea di lavoratori molto più formata. I lavoratori più formati, infatti, guarda caso, sono i primi che vanno contro le delocalizzazioni selvagge, non più dall'altra parte del mondo, ma intra moenia, all'interno della stessa Europa. Oggi, infatti, per delocalizzare dal nostro Paese basta un'ora e un quarto di aereo: non servono più 12 ore di aereo, basta un'ora e un quarto di aereo per andare in Spagna o in Polonia! Quindi, la formazione dovrebbe essere obbligatoria, dovrebbe essere un fulcro. Quando si fa una formazione professionale e continua, soprattutto per coloro che sono in periodo di sussidio (prima abbiamo citato il caso in cui l'azienda riassorbe la crisi), ecco che, magicamente, se le aziende non vanno a riassorbire la crisi, purtroppo riverseremo nel mercato della disoccupazione dei disoccupati, ma più formati.

PRESIDENTE. La ringrazio.

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiudo, Presidente, fra qualche secondo; la ringrazio. Abbiamo parlato di salario minimo, laddove non esistono i contratti collettivi nazionali. Abbiamo parlato, per l'ennesima, volta di Ape sociale da estendere a quella platea di esodati che ancora esiste - perché magari qualcuno pensa che gli esodati non esistano più - che sono stati esclusi da ogni salvaguardia. Abbiamo proposto - e veramente mi taccio, ringraziandola, Presidente - un fondo di garanzia per le pensioni dei nostri giovani, per le persone che hanno oggi 30, 35 o 40 anni, che non pagano, in un sistema meramente contributivo, continuamente ogni mese i contributi e che si troveranno, fra qualche anno, con una pensione da fame. Abbiamo parlato - veramente la ringrazio, Presidente - di sociale. Allora, già dalla prossima volta, già dai primi giorni di gennaio, già dai prossimi provvedimenti, quando vorrete stare non di fronte ma al fianco dei propri concittadini e vorrete parlare di qualcosa che in termini di sociale veramente può aiutare le famiglie e i lavoratori, dovrete semplicemente guardare da questa parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Io penso che lei mi possa aiutare, in primo luogo facendosi portavoce con il Presidente Fico per chiarire alcuni aspetti e poi con una domanda molto semplice, cioè se questo Regolamento della Camera ha ancora valore o è solo un souvenir che noi dobbiamo regalare ai nostri amici. Lei sa che, da tempo, il Governo - ma non solo questo Governo - questo Regolamento non lo rispetta per quanto riguarda gli atti ispettivi. Oggi, in Commissione difesa, ho chiesto, in base all'articolo 120, comma 8, perché non ci fosse il Ministro della Difesa in Commissione; mi è stato risposto che è una prassi, da qualche tempo, che il Ministro deleghi i sottosegretari. Io ho chiesto dove fosse il riferimento a questa delega: la prassi! Lei mi dice se oggi la prassi diventa legge o Regolamento? No.

Io ho insistito, chiedendo se la delega deve essere formale o scritta, ma non mi è stato risposto e il Ministro non si è presentato, mentre il Regolamento è chiaro. Il Regolamento spiega, per filo e per segno, come il Governo qui si dovrebbe presentare, cioè quando dovrebbe rispondere agli atti ispettivi. Mi fa specie, per essere alla prima legislatura, che qui devo sentire anche le lezioni di chi è stato Ministro o di chi è deputato da varie legislature, per cui non è colpa del Governo, non è colpa dei partiti di maggioranza se la manovra arriva così in ritardo e se c'è questo comportamento che censura qualsiasi attività parlamentare.

Mi può illuminare su chi governa da dieci anni questo nostro Paese? Mi può illuminare su chi è stato Ministro per diversi Governi? Mi può illuminare e dirmi chi è che presenta la manovra di bilancio? È il Governo! Perché il Presidente Fico, invece di andare sui giornali, non viene in questa Camera e non prende atti formali per costringere il Governo a rispettare questa Camera dei deputati e tutti i suoi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché nessuno si presenta? Io non ringrazio mai sottosegretari che vengono qui ad ascoltarci perché, se non ci fossero, se non si presentassero, la seduta non potrebbe iniziare: è semplicemente è questo. Ognuno fa il proprio mestiere e penso che essere al Governo imponga anche una responsabilità ben chiara nel rispettare non solo questa Camera. Stare in maggioranza non significa solamente passare gli emendamenti al proprio amico sottosegretario, che li rappresenta per avere, magari, 10 mila euro o 20 mila euro nel proprio comune: essere maggioranza significa anche portare rispetto a questo Parlamento, perché quando andiamo fuori i cittadini ci chiedono: “Ma lì cosa ci state a fare? Di chi è la responsabilità”? Qualcuno dice che non è della maggioranza, visto che non è del Governo; qualcuno dice che è di tutto il Parlamento, ma io spero non dica che è dell'opposizione, di chi si sente libero di dire “no” alla fiducia perché non ha paura di andare a casa e di perdere quel ruolo da parlamentare. Noi, per questo, siamo liberi e siamo contenti di essere militanti politici; se domani si interrompesse la legislatura, ritorneremmo sereni nelle nostre sezioni politiche e continueremmo a fare politica; altri forse no, forse si troverebbero a disagio.

Qui noi assistiamo alla fiducia sulla legge di bilancio, assistiamo alla fiducia su provvedimenti con riferimento ai quali l'opposizione presenta 10 emendamenti. Assistiamo alle lodi al generale Figliuolo - quanto è bravo e quanto è stato capace - ma poi bocciamo gli emendamenti per dare i fondi necessari alle accademie militari dove il generale Figliuolo e gli altri ufficiali sono stati formati così bene da governare bene questo fenomeno della pandemia: non hanno i soldi neanche per attrezzare delle misure di sicurezza!

Si bocciano gli emendamenti per le scuole militari e poi stabilizzate i medici per l'emergenza COVID, ma per i medici e per gli infermieri che hanno deciso di vestire la divisa, che sono andati nei Paesi più remoti per fare le vaccinazioni nelle campagne di screening, la rafferma è stata di tre mesi, perché loro sono legati all'emergenza COVID. Gli altri no, i loro colleghi no! Avete sputato in faccia al loro impegno, gli avete mancato di rispetto, perché vi hanno pregato di essere confermati, perché anche rispetto ai loro colleghi della sanità pubblica loro guadagnano non in base all'anzianità, al ruolo o alla specializzazione, ma in base al grado militare. Quindi, hanno fatto una rinuncia. È uno stile di vita quello di rimanere nelle Forze armate e avete bocciato anche quell'emendamento. Però, avete inserito, come qualcuno ha detto, interventi importantissimi, importantissimi sicuramente per molti territori.

Dunque, la legge arriva qui blindata: non si può discutere e si danno le pacche sulle spalle. Avete ragione: è una vergogna! Ma sarà colpa forse dei funzionari della Camera? Dei dirigenti? Sarà forse colpa di quello che viene portato qui fuori, che qualcuno ha boicottato l'azione del Governo dei migliori? Mi permetta di ringraziare qui i funzionari e i dirigenti della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io ho un particolare rapporto con i funzionari del sindacato ispettivo, che svolgono un lavoro meritorio. È ingiusto. E mi vergogno che loro preparano tutto il lavoro che noi dobbiamo svolgere e poi viene tutto buttato al macero, perché arriva il sottosegretario o il rappresentante del Governo che ci dicono semplicemente che tutto è respinto e che la manovra è blindata (per l'ennesima volta e per l'ennesimo provvedimento). Vorremmo almeno capire il motivo per cui sono stati bocciati alcuni emendamenti. Vedremo poi, vedremo poi cosa sarà fatto. Ad Anzio c'è un bellissimo ospedale militare che cade a pezzi: bocciato anche quello. Qual è la spiegazione per tutto questo? Non c'è una spiegazione, perché, ovviamente, c'è lo spettro della pandemia prima e se uno pone dubbi sulla gestione della pandemia è un no-vax: no, sono vaccinato. Se li poni sulla gestione della pandemia da parte del Ministero della Salute sei un sobillatore no-vax: no, ho seguito tutte le vaccinazioni e ho pubblicizzato gli hub vaccinali dell'esercito e delle Forze armate (quindi no!). A tutto mettete un'etichetta per giustificare i vostri fallimenti e questa legge di bilancio è l'ennesima prova che serviva uno strumento solamente per mettere un po' di propaganda alle tante anime di questa maggioranza, per zittire, perché so che fa paura: si sta avvicinando la fine del mandato e c'è la paura di andare a casa, guardando i sondaggi e la rabbia della gente. Non dite più che la gente non deve scendere in piazza, che la gente non deve protestare perché si è in un periodo difficile, perché il periodo difficile è legato alla pandemia, ma anche alla situazione economica e sociale e soprattutto perché c'è un Esecutivo che non rappresenta più i cittadini. Quando ve ne renderete conto? Quando deciderete che forse è finito il tempo?

Un'ammissione l'ha fatta il segretario del Partito Democratico alla nostra festa, perché ci piace confrontarci con chi non la pensa come noi, ci piace confrontarci alle nostre feste non per autocelebrarci. Il PD non deve governare a vita. L'ha detto che non sono obbligati a governare. Allora, quando parlate di Parlamento e di chi ha responsabilità, non parlate di tutto il Parlamento. Prendetevi, per una volta, le vostre responsabilità, prendetevi le responsabilità di colleghi che sono diventati Vice Ministri o sottosegretari e che non rispondono più alle interrogazioni né ai vostri solleciti. Accettate di tutto per la paura di andare a casa, per la paura di irritare qualcuno al Governo che viene qui senza rispettare il lavoro che c'è dietro a una legge di bilancio, perché ieri è arrivata, l'abbiamo studiata, abbiamo presentato emendamenti, pochi e qualificati, e per tutta risposta - sono andato anche in Commissione bilancio: due emendamenti discussi - ci è stato detto che dovevamo terminare. Ma è questo il rispetto per i parlamentari? Questo è il rispetto per quest'Aula? Questo è il rispetto per una forza di opposizione che vi ha mostrato sempre rispetto? Concludo, Presidente, ricordando che il rispetto si guadagna portando rispetto e, sicuramente, noi in piazza non accetteremo più, perché abbiamo perso la pazienza, e grideremo la nostra rabbia per misure che sono inique e soprattutto per comportamenti iniqui verso i rappresentanti del popolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, la legge di bilancio, il provvedimento più importante per la nostra Nazione, è arrivata fuori ogni tempo massimo, con un ritardo, devo dire, vergognoso, ovviamente non dando la possibilità di affrontare una vera e propria discussione. Ormai sono anni che, di fatto, una Camera istruisce e l'altra mette un timbro, limitandosi a ratificare decisioni prese altrove, a volte parecchio lontano dalle Aule parlamentari, spesso nei sottoscala, negli androni, nelle stanze fuori dal Parlamento, ma soprattutto attraverso indicazioni che non vengono da persone che hanno una legittimazione popolare e dando ascolto ai poteri di qualche potente di turno che dà le istruzioni.

Spiace dover iniziare questo mio intervento, anche se ci sono stati appelli da altri colleghi ad entrare nel merito del disegno di legge di bilancio, con le osservazioni relative al metodo (di ben altra natura dovrebbe essere, in questo caso, l'intervento su questo provvedimento, se solo ci fosse stata data la possibilità e il modo di discuterlo, di emendarlo e di migliorarlo). Siamo assillati continuamente da appelli da parte di questa maggioranza di unità nazionale alla collaborazione istituzionale e alla collaborazione politica. L'Italia sta vivendo un momento molto difficile, un periodo molto critico, forse il più critico dal secondo dopoguerra. Lo sappiamo certamente bene noi di Fratelli d'Italia, ma vorremmo sapere a quale collaborazione vi appellate e di cosa state parlando se, a colpi di maxiemendamenti, con provvedimenti blindati e posizioni di questioni di fiducia su ogni testo che arriva in Aula, state demolendo quel poco di funzione legislativa che ancora resiste e che non è stata fagocitata dalla decretazione d'urgenza governativa. Lo svilimento costante del ruolo del Parlamento non è più accettabile. Lo scollamento tra ciò che è prescritto nella nostra Costituzione e ciò che avviene ad ogni iter legislativo ha assunto i contorni dell'abuso. I provvedimenti passano sopra le nostre teste, ma, ancora più grave, sopra le teste di voi che avete deciso di far parte di questa maggioranza senza la reale possibilità di una discussione ampia e pubblica. Poi piombano, ovviamente, tutte queste decisioni sulle teste dei cittadini, i quali, giustamente, chiederanno il conto.

Nei manuali di diritto costituzionale leggiamo che il Parlamento esiste come luogo di dibattito, di confronto e di sintesi, affinché si trovino le soluzioni più adeguate, rispondendo all'interesse dei cittadini. Nella realtà, sta diventando l'organo chiamato a ratificare l'indirizzo politico predeterminato dal Governo anche nel più breve tempo possibile, per non intaccare l'ormai accreditata narrazione che contrappone il Governo laborioso al Parlamento sfaccendato. L'atteggiamento di questo Governo, che non sembra possibile visto che è chiamato - l'hanno detto in tanti - il Governo dei migliori, è peggio di quelli che l'hanno preceduto. È riuscito a superare nei tempi di presentazione di questo atto - quasi a voler avere il podio del Guinness dei primati - il Governo “Conte 1” e il Governo “Conte 2”. Certamente, è un Governo che alimenta l'antiparlamentarismo, che non solo non è giustificato dalla realtà, ma che è ciò di cui questo Paese non ha bisogno in questa fase.

Dal Rapporto annuale sullo stato della legislazione - e non mi rifaccio a quante fiducie, dato che le hanno già elencate coloro che mi ha preceduto - dell'Osservatorio della Camera dei deputati apprendiamo dati che definirei interessanti, cioè che dal 23 marzo 2018 al 10 agosto 2021 sono state approvate 213 leggi, di cui 75 sono leggi di conversione di decreti-legge - sottosegretario, so che poi ci sarà la formula e, quindi, magari se mi può ascoltare - e 94 leggi di iniziativa governativa.

Dal confronto con i primi tre anni della XVII legislatura, la percentuale dei primi tre anni della corrente legislatura aumenta dal 31 al 35 per cento, nonostante i tanti richiami del Comitato per la legislazione e dei costituzionalisti. Il decreto-legge si è trasformato in una fonte legislativa ordinaria, continua, normalizzata, abitudinaria, concorrenziale rispetto alla legge del Parlamento, attraverso la quale il Governo impone il proprio programma politico, per quanto paradossale tutto questo possa sembrare per un Esecutivo che gode della fiducia del 95 per cento della maggioranza parlamentare. Come se questo non fosse già abbastanza preoccupante, assistiamo sempre più spesso all'accoppiata della presentazione di un maxiemendamento e della questione di fiducia che possiamo definire la tempesta perfetta del processo di svilimento del dibattito parlamentare. Il Governo ha modo di imporre il suo indirizzo, aggiungendo mance e mancette - e mi dispiace definirle tali - che nulla hanno a che fare con quella “legge mancia” che fu contestata all'epoca dal PD (voglio ricordarlo a tutti quanti noi) ma evitando, allo stesso tempo, il rischio di contrasti all'interno della maggioranza stessa che, in questo modo, è in grado di trovare una giustificazione nei confronti del proprio elettorato, ripetendo quella formula magica della necessità di non far cadere il Governo.

Noi di Fratelli d'Italia ci sottraiamo a questo triste gioco delle parti, in cui a perdere sono solo i cittadini italiani. Abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo di collaborazione, ogni volta che siamo stati messi nelle condizioni di poterlo fare. Ma siamo un'opposizione e a chi ha detto che non abbiamo potuto leggere il documento - ovviamente non per nostra inerzia e incapacità, ma per i tempi - rispondiamo che abbiamo dialogato anche con i colleghi del Senato su tutte le cose che sono state respinte al mittente, anche molte iniziative importanti approvate e volute da Fratelli d'Italia, perché a casa nostra la mano destra sa sempre cosa fa la mano sinistra. Soprattutto, siamo stati quell'opposizione responsabile che vuole esserlo nei confronti dei nostri cittadini.

Gli italiani meritavano di più da questa manovra finanziaria, quella che doveva essere la finanziaria della rinascita, della risalita, la finanziaria dei migliori, e che definire come una manovra espansiva a noi pare, in qualche modo, un risultato soltanto frutto di un compromesso al ribasso. Si è scelto di non dare soluzioni di lungo periodo. Tutti i colleghi hanno parlato del mondo della scuola, dello sport, degli autonomi, delle piccole e medie imprese, di Quota 100, di tutto quello che è stato fin qui elencato. Certamente, ovviamente, si è pensato più che altro a continuare sulla linea dell'assistenzialismo, quello più improduttivo possibile, non modificando tante norme in essere, a partire anche dallo stesso reddito di cittadinanza.

Questa manovra, così definita espansiva, lo è solo grazie a due fattori: quello del PNRR, 200 miliardi, da un lato, e la sospensione del Patto di stabilità, dall'altro. In più, è una manovra a debito, questo non dobbiamo dimenticarlo: sono interventi - tutti lo avete citato - per 37 miliardi di euro, di cui solo 13,7 miliardi risultano, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro. Prima o poi il ricorso al deficit per finanziare misure tampone e politiche basate solo sui sussidi, sulle mancette - so che a qualcuno non piace questa definizione - che Fratelli d'Italia non ha mai, in nessuna finanziaria, avuto, a meno che per mancette non si intenda la richiesta di poter ridurre, per esempio, l'IVA sui prodotti dell'infanzia, o incrementare i fondi per gli autistici, o magari gli stanziamenti per le Forze di polizia o le Forze dell'ordine; non pensare a mantenere in servizio persone che sulla strada non hanno possibilità di espletare i propri compiti, allungando il pensionamento di due anni, ma nel far scalare le tante graduatorie; pensare a quello che la Ministra Cartabia ci aveva detto sarebbe stato uno degli obiettivi primari, ossia intervenire sulla Polizia penitenziaria; pensare ad un sistema “più assumi e meno paghi”; pensare a tutto ciò che riguarda il mondo dei trasporti e delle infrastrutture, a partire dalle infrastrutture marittime; pensare al mondo del turismo, piegato in due; e certamente pensare a tutto quello che i cittadini ci chiedono, nella quotidianità. Invece, si è fatta questa scelta: mancette, mancette, mancette, e non investimenti capaci di costruire il futuro delle imprese e dei lavoratori. Ciò dovrà, in qualche modo, terminare: quando cesserà il Patto di stabilità e non avremo più il supporto di quella Banca centrale europea, forse comprenderete che qualcosa, a quel punto, è andato storto nello stanziamento e nella distribuzione delle risorse finanziarie. Speriamo che non sia troppo tardi, perché i soldi buttati nelle mani sbagliate non torneranno di certo indietro.

In questi giorni, in occasione dell'approvazione della legge in cui si dovrebbero delineare le linee strategiche di sviluppo del nostro Paese, abbiamo assistito, ancora una volta, a tutte le torsioni di una maggioranza che, non solo non ha visione, né strategia, ma che è incapace di stare insieme. E sono diventate evidenti tutte le patologie che dicevo poc'anzi, di un sistema democratico che tutti difendono solo con i proclami, ma che, alla resa dei conti, si dimostra soltanto di essere pronti a svendere, per il proprio tornaconto e per il tornaconto del partito.

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). Chiudo, Presidente, dicendo, con grande amarezza e con grande rabbia, che noi, in questa manovra, non troviamo rilancio per la Nazione, perché quando, in una manovra, non ci sono la sapienza, la saggezza e l'amore, certamente non è un bene per quella Nazione, che noi di Fratelli d'Italia chiamiamo, sempre e comunque, la nostra patria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3424​ e A.C. 3424​/I)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare soltanto il relatore di minoranza, deputato Raphael Raduzzi, se lo desidera, per non più di 40 secondi. Prendo atto che rinuncia.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Non intendo intervenire.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 3424​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, deputato Federico D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo e autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 3424: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (Commenti di deputati del gruppo Misto-Alternativa - Applausi polemici dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio che non c'è, signor Ministro dell'Economia che non c'è, signor Ministro della Transizione ecologica che non c'è, signor Ministro delle Infrastrutture che non c'è, signor Ministro della Cultura che non c'è, non vado avanti, signor Ministro D'Incà, che c'è, per chiedere ogni volta la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), questa non è una legge qualsiasi, questa è la legge di bilancio e mai come questa volta la Camera è stata umiliata da una procedura, nell'esame della stessa, che non ha precedenti. Vede, Ministro D'Incà, lei che ha il compito di avere i rapporti con il Parlamento, ma dovrebbe avere rapporti anche col suo Governo; spieghi al Presidente Draghi che questa non è una Camera a sua disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Proprio per questa ragione, con lo spirito che ci ha contraddistinto, perché non c'è stato un minuto di ostruzionismo da parte nostra, anche perché sulla legge di bilancio è impossibile poter procedere con l'ostruzionismo e poiché questa fiducia non è posta tanto per sbarazzarsi degli emendamenti dell'opposizione, quanto per impedire le divisioni nella vostra sbrindellata maggioranza, noi chiediamo, almeno questo consentitecelo, che il Presidente Draghi venga in quest'Aula. Scelga lui il momento, visto che non ha neppure il tempo per venire a fare il question time come Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cosa che il Regolamento prevede e che sistematicamente disattende. Almeno in occasione del disegno di legge di bilancio venga in quest'Aula, si scusi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a nome del Governo per i ritardi con cui questo ramo del Parlamento ha potuto esaminare - o non esaminare, perché questo è il punto - il disegno di legge e faccia un appello all'opposizione perché la stessa consenta l'approvazione di un documento, evitando quello che potrebbe essere l'esercizio provvisorio. Noi glielo chiediamo formalmente: chiediamo la presenza del Presidente Draghi, perché non è possibile che tutto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) praticamente sia rimasto in fuga durante l'esame di questo disegno di legge di bilancio in questo ramo del Parlamento! Dopodiché, l'augurio è che veramente questa sia l'ultima legge di bilancio di questo Parlamento e che, finalmente, si possa dare la parola a quegli italiani che vi spazzeranno via (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: Elezioni, elezioni!).

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Trano.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ci vuole davvero una faccia di bronzo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) per venire qui in quest'Aula a porre l'ennesima questione di fiducia, dopo che in Commissione bilancio è andata in scena una farsa che faceva veramente schifo: in 24 ore avete licenziato il provvedimento più importante dell'anno! Lo dico anche alla luce del fatto che voi avete operato il taglio dei parlamentari, mentre stiamo assistendo all'innalzamento del tetto dei salari dei manager. State facendo tantissime assunzioni a livello dirigenziale al MEF, al Ministero dei Trasporti, al MiTE senza alcun ritegno, mentre fuori c'è una crisi economica spaventosa e anche le vostre scelte sui provvedimenti legati alla pandemia sono davvero penosi. E cosa sta succedendo in tutto questo quadro? Voi venite qui a fare il monocameralismo alternato, ponendo l'ennesima questione di fiducia. Guardi, Presidente, non va affatto bene, perché esautorare così il Parlamento significa svilire anche quei cittadini che sono andati alle urne per votare i loro rappresentanti e noi ci siamo visti passare questa legge di bilancio non potendo fare alcunché. È veramente una vergogna, anzi, ci hanno proposto di presentare ordini del giorno: noi dei vostri ordini del giorno non sappiamo cosa farne! Noi vogliamo incidere, perché fuori c'è una lamentela incredibile e si viene qui sempre a chiedere questa fiducia. Siccome il Ministro D'Incà è Ministro per rapporti con il Parlamento, che si facesse vivo prima e riuscisse a organizzare bene i lavori parlamentari, invece di venire qui, con questa spocchia, a porre sempre la questione di fiducia.

Credo che qui - altro che COVID-19 - il vero virus siete voi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Siete voi che state distruggendo la democrazia, state distruggendo le istituzioni parlamentari e di questo vi dovete solo vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Rampelli. Il Governo ha posto la fiducia e le opposizioni hanno protestato vibratamente - ne hanno tutto il diritto - e hanno evidenziato anche aspetti che credo siano largamente condivisi in quest'Aula in ordine al percorso che questo disegno di legge di bilancio ha avuto qui a Montecitorio, Presidente.

Io credo che questa potrebbe essere costruttivamente l'occasione per valutare lo stato di salute della nostra democrazia parlamentare. Mi permetto di dire che sostengo che questa valutazione avrebbe dovuto essere svolta da molto tempo. Credo che questo sia uno di quei momenti in cui, forse, con la consapevolezza che qualcosa non va, al netto del singolo caso specifico di questa legge di bilancio o degli attacchi che si possono fare alla figura del Ministro D'Incà, che viene qui, a nome del Governo, a mettere la fiducia - io sono uno di quelli che lo ha puntualmente bersagliato in diverse occasioni, quindi mi posso permettere di dirlo - una riflessione vada fatta, partendo da alcune considerazioni. Alcune le svolgeva poc'anzi anche il collega Borghi, quando diceva che, quando il Parlamento lascia spazio, il Governo lo occupa e, quindi, forse il Parlamento ha le sue responsabilità. In un momento come questo vedo tanti difensori della democrazia parlamentare, ne vedevo di meno quando il Parlamento sostanzialmente autodichiarava di essere quasi un ente sovraffollato, quasi inutile, che andava tagliato, che si autotagliava. Ecco, mi permetto di dirlo perché questo ha generato un'implosione nel sistema.

Allora, abbiamo probabilmente alcune occasioni. Oggi ho depositato una proposta di legge costituzionale - visto che da un anno e mezzo il dibattito sulle riforme istituzionali non va avanti - per l'istituzione di un'assemblea di revisione costituzionale che si occupi, al riparo dalle logiche del rapporto Governo-Parlamento, ma anche di quelle tra maggioranza e opposizione, dei decreti, delle fiducie, delle leggi di bilancio e di tutto il resto, di riformare la seconda parte della Costituzione, perché c'è bisogno di una riforma, credo che ce ne sia bisogno. Ho anche proposto un monocameralismo, anziché consolidare il bicameralismo ma a senso unico alternato, come c'è adesso e come drammaticamente accade perfino per la legge più importante. Credo che l'occasione della riforma dei Regolamenti, che si è imposta per dover adeguare almeno i numeri assoluti e alcuni altri aspetti, possa però indurre una riflessione cui già con i colleghi di Fratelli d'Italia in qualche modo ho avuto l'occasione di accennare.

Se si volesse e se si fosse tutti d'accordo, si potrebbe superare una norma transitoria, che è transitoria dal 1997, e cominciare, per esempio, a contingentare i tempi. Lo si potrebbe fare ora per domani, così nessuno è sospettabile di farlo per il proprio interesse. Si potrebbero contingentare i tempi dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge, in maniera tale almeno da sminare il ricorso sistematico alla fiducia e trasformare quella che negli ultimi vent'anni, spesso e volentieri, è stata una pratica, anche doverosa e legittima, di ostruzionismo in una pratica di merito dei temi, dei problemi, degli emendamenti. Così come, parallelamente, c'è da fare una riflessione sulla gerarchia delle fonti e su tanto altro ancora e sul perché questo Parlamento ha difficoltà a funzionare.

Con quel poco di esperienza che ho alle spalle, io ho avuto nei confronti di tutte queste prassi uno sguardo disincantato e anche un po' cinico, se si vuole. Non mi scandalizzo del monocameralisismo a senso unico alternato. Dico, semplicemente: lo si scelga, lo si costituzionalizzi, lo si iscriva in un quadro di regole certe. Questo è il quadro, oppure si vada oltre e si faccia un passo avanti. Credo che questo Parlamento abbia un grande bisogno di fare un salto di qualità e, siccome manca un anno alla fine della legislatura, forse una riflessione di alto profilo, magari anche condivisa con le forze di opposizione e con quelle di maggioranza, vada fatta. Credo che l'occasione ci sia e i tempi ci siano, se non per farla in questa legislatura, per creare anche un luogo politico dove questa riflessione possa essere fatta, ripeto, al riparo dalle dinamiche, dagli equilibri e dagli squilibri che caratterizzano ormai in maniera talmente evidente e difficoltosa le dinamiche parlamentari ordinarie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Al di là di alcuni toni e accenni delle minoranze, concordo con il collega Baldelli che questo procedimento legislativo, in particolare sulla legge di bilancio, trova frizioni rilevanti ed evidenti con lo stesso dettato costituzionale.

Il nostro gruppo non solo darà la fiducia e voterà in maniera certa e sicura il provvedimento, ma la Commissione affari costituzionali ha già evidenziato nel suo parere che questo tipo di procedimento, in particolare con la legge di bilancio, non trova ordine sistematico. In questa legislatura sulla legge di bilancio il monocameralismo perfetto si è pienamente realizzato; lo ripeto: il monocameralismo perfetto.

Molti colleghi vedono questa situazione come un problema solo con riferimento a quando si torna a casa, prima o dopo, anche perché molti, purtroppo, visto quello che abbiamo combinato con la riduzione dei parlamentari, non hanno neanche capito quello che hanno fatto; pensiamo ai duecento senatori nella prossima legislatura, con il bicameralismo perfetto, che dovranno decidere sulla legge di bilancio, di cui almeno cinquanta saranno al Governo, come minimo, perché altrimenti il Governo stesso non reggerebbe; e se faranno quello che hanno già fatto in questa legislatura… Abbiamo visto il testo, lo devo dire: c'è un testo alto e un testo di cui vergognarsi che è il prodotto non di una “legge mancia”, ma della peggiore proposizione della mancia. Ci sono norme ridicole, ridicole, che sono venute fuori da non si sa quale tipo di intendimento e indirizzo politico. L'ho detto in Commissione bilancio, ho detto che lo avrei detto in Aula, l'ho detto in Commissione affari costituzionali e lo ripeto: norme per le quali bisogna vergognarsi come istituzione parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Fratelli d'Italia): parcellizzazioni, quattrini dati a singole ipotesi, norme ordinamentali; si è modificata una norma del codice civile con la legge di bilancio! Non è più accettabile.

C'è un testo che proviene dal Governo, che ha un suo tenore, un suo valore, criticabile o meno, e un testo che nasce invece, purtroppo, dall'istituzione parlamentare e che rappresenta il momento più basso di questa legislatura, basta leggere alcune norme. Spero che i media lo facciano presente, perché non tutto il Parlamento concorda con quelle norme. E con grande difficoltà di tutti noi bisognerà votarlo questo provvedimento, perché è inaccettabile pensare a 100 mila, 200 mila, 300 mila, un milione di euro a tutto e a tutti; e tutti sono responsabili di questo, tutti.

Allora, ci meravigliamo se l'istituzione parlamentare, se la Camera, se le opposizioni dicono che c'è un procedimento legislativo sulla legge di bilancio che non è più accettabile? Siamo maggioranza, lo siamo con grande responsabilità, ma questa volta, Ministro, sapendo - come lei sa bene - come ci manteniamo sempre con grande disciplina nella maggioranza, vi è una grandissima difficoltà nel dare il consenso a questa schifezza del testo basso della legge di bilancio; una schifezza, perché non è possibile che si facciano norme di quel tenore per rispondere a interessi particolari minimi che non possono essere oggetto di una legge di bilancio. Lo dico io, se non lo dice nessuno; lo sappiamo tutti, ce lo siamo detto tutti in questi giorni: questa volta si è superato ogni limite.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Abbandonali!

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). No, io sto in maggioranza, stai tranquillo.

Questo è il tema di fondo sul quale ci troviamo ora e, quindi, ricordo l'esortazione del collega Baldelli su come organizzare un procedimento legislativo in particolare sulla legge di bilancio: la legge di bilancio deve essere oggetto del dialogo e dell'interlocuzione tra Governo e Parlamento, in tutti e due i rami del Parlamento.

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Abbiamo scelto, come se fosse normale - e concludo - questo tipo di procedimento; ma non è normale, non è costituzionale. Qualcuno ha fatto anche ricorso in questi anni; bisogna pensare bene, immediatamente, a una ricucitura del sistema, in particolare per le leggi di bilancio; una ricucitura in ordine al procedimento legislativo, anche vista la riduzione scellerata dei parlamentari che determinerà effetti disastrosi nella prossima legislatura, in particolare al Senato. Su questo tema e anche sui regolamenti parlamentari penso che sia il momento di intervenire.

La ringrazio, Presidente, e mi scuso con il Ministro, perché nulla è contro il Ministro, il quale ha anche l'onere, purtroppo, di dover portare in questo Parlamento la voce del Governo su alcuni temi che sono responsabilità del Parlamento, se si arriva a questo punto alla fine dell'anno (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà. Su cosa vuole intervenire?

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, sull'articolo 45. Il gruppo Fratelli d'Italia non ha ancora avuto risposta sulla richiesta dell'ampliamento dei tempi per il prosieguo della discussione e, quindi, chiedo una risposta su questo perché credo sia il minimo per poter provare a salvare un po' di quella dignità che il collega D'Ettore dice non esserci più, definendo una schifezza quanto avvenuto.

Mi permetto però di dire ai colleghi, con tutta la stima e il rispetto, che il problema non è tanto il Regolamento o cambiare le prassi parlamentari; il problema è l'incapacità di questa maggioranza e di questo Governo, perché la finanziaria è stata approvata in Consiglio dei Ministri il 28 ottobre ed è stata trasmessa al Senato l'11 novembre. Quei giorni che sono trascorsi per mettervi d'accordo tra voi, perché un Governo così non può stare in piedi nella decenza della Nazione, sono i giorni che hanno impedito il dibattito in Parlamento.

Quindi, non date la colpa ai regolamenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), al monocameralismo, alla Costituzione da rivedere. La colpa è la vostra che siete incapaci e che state in piedi contro qualsiasi legge della politica soltanto per salvare il vostro posto e fare i conti su quando scade la pensione per poter salvare i vostri interessi personali. L'Italia merita qualcosa di molto più alto e nobile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Donzelli, relativamente al suo richiamo all'articolo 45, le faccio presente che prima abbiamo dato una risposta al suo collega Tommaso Foti che aveva richiesto l'ampliamento dei tempi. Per quello che riguarda la discussione generale, questo ampliamento è stato nella misura del 50 per cento dei tempi già all'epoca concessi.

Per quello che riguarda il prosieguo della seduta, si era rimandata la decisione al Presidente della Camera; è convocata ora la Conferenza dei capigruppo e, quindi, il suo presidente di gruppo potrà nuovamente sollecitare e capire come ci si andrà attrezzando per il prosieguo dei lavori e, quindi, quale sarà la risposta alla seconda parte della richiesta avanzata dal presidente Foti.

A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo, come detto poco fa, è immediatamente convocata presso la Sala della Regina, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,20, è ripresa alle 20.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo 1 del disegno di legge n. 3424 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 29 dicembre, a partire dalle ore 18.57, con dichiarazioni di voto a partire dalle ore 17.15.

Dopo il voto di fiducia, si passerà all'esame degli articoli da 2 a 22 e, quindi, all'esame degli ordini del giorno fino alle ore 24.

L'esame del provvedimento riprenderà nella seduta di giovedì 30 dicembre alle ore 9 e proseguirà fino alla votazione finale.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 10 di domani, mercoledì 29 dicembre.

Estraggo quindi a sorte il nominativo del deputato dal quale inizierà la chiama.

(Segue il sorteggio)

La chiama avrà inizio dal deputato Pastorino.

Avverto infine che, secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, su richiesta della Presidente della Commissione Lavoro, a seguito di decisione unanime dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi di tale Commissione, l'inizio dell'esame in Assemblea della proposta di legge n. 1823 - Modifica all'articolo 18 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, in materia di obbligo contributivo dei liberi professionisti appartenenti a categorie dotate di una propria cassa di previdenza, la cui discussione generale in Assemblea è attualmente prevista per lunedì 10 gennaio, è rinviato ad altro calendario.

Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame: del testo unificato delle proposte di legge recanti disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi; del testo unificato delle proposte di legge recanti disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Troiano. Ne ha facoltà, dalla tribuna, per due minuti.

FRANCESCA TROIANO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il filo spezzato delle riforme e il nostro dovere di riannodarlo: la discussione parlamentare sulla legge finanziaria in queste ore richiama tutti noi ad una profonda riflessione sulla necessità di un funzionamento efficace ed ordinato del nostro sistema parlamentare.

Riflettere sulla riorganizzazione, anche monocamerale, non può e non deve più essere un tabù per nessuno. La riforma del Titolo V della Costituzione probabilmente necessitava da subito di un ripensamento sul bicameralismo e la sua funzionalità. Il professor Roberto Ruffilli lavorò a lungo, senza fortuna, sulla possibilità di superare il bicameralismo perfetto prima ancora della riforma del Titolo V, perché si rendeva conto perfettamente dei tempi che mutavano e dell'immobilismo delle istituzioni.

Su un tema così delicato voglio citare il Presidente Mancino: bisogna, comunque, guardarsi da un possibile equivoco, ritenere cioè che una seconda Camera - che, nella sua composizione, veda privilegiata la dimensione territoriale della rappresentanza - diventi essenzialmente l'avvocato difensore di istanze localistiche. Oggi, più che mai, quelle considerazioni impongono un ragionamento: la differenza di funzioni tra Camera e Senato.

Oggi ritengo siano maturi i tempi per una discussione alta e nobile, fuori dal gioco politico delle inutili contrapposizioni. Il PNRR ci consegna questo dovere nei confronti del popolo italiano, in maniera particolare dopo il taglio del numero dei parlamentari.

Oggi tutto il Parlamento deve chiedere se sia utile conservare la Conferenza Stato-regioni in luogo delle autonomie locali, riservando alle Camere un ruolo meramente notarile. Faccio mie le riflessioni quanto mai attuali del senatore Ruffilli: il coraggio di cambiare quando tutto, ma proprio tutto, ti consiglia di non toccare nulla. Il parlamentare non guarda alla rendita di posizione, ma organizza la risposta alle legittime attese della gente.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 29 dicembre 2021 - Ore 17,15:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2448 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (Approvato dal Senato). (C. 3424​)

Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424​/I)

Relatori: Torto, per la maggioranza; Lucaselli e Raduzzi, di minoranza.

La seduta termina alle 20,05.