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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 619 di martedì 21 dicembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 8,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, Corda, Daga, Dieni, Fassina, Frassinetti, Melilli, Sisto, Tabacci, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose (A.C. 3354-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3354-A: Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ringrazio il Governo per essere presente. Vedo che non ci sono i relatori e i presidenti di Commissione, tutte figure che sono indispensabili per il lavoro del Parlamento. C'è il Governo certo, però il Governo fa la sua parte, la sottosegretaria, in particolare, sempre. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Non voterò la fiducia anche questa volta e lo dico con accorato senso di difficoltà perché mi rendo conto che siamo davanti a un Parlamento e, soprattutto, a una Camera con un Regolamento vetusto, che inchioda noi deputati qui, in aule vuote, ad affrontare, ancora una volta, questi temi con ordini del giorno inutili, che poi non trovano mai applicazione, non vengono mai presi in considerazione dal Governo.

Mentre noi siamo in queste condizioni, ricordo che proprio quindici anni fa moriva Piergiorgio Welby. Un percorso di quindici anni; era un uomo che dal suo letto di sofferenza era riuscito a parlare direttamente al cuore degli italiani e dei politici. Lui amava la vita, ma era convinto di dover porre fine a quella che non considerava più vita. Mi rendo conto che mentre noi rinviamo l'esame ed il voto sul testo, le cose, purtroppo, vanno in altro modo.

Il testo sul suicidio assistito ancora una volta verrà rinviato, non troverà nei prossimi mesi inserimento nel calendario dei lavori. Questo veramente contrasta con il grido che oggi si leva muto e con grande difficoltà incontra orecchie sorde proprio qui, all'interno del nostro Parlamento, e, quando non sono sorde, si tratta di frasi vuote e senza senso, spesso intrise di ipocrisia e sorde alla comprensione, al dolore che proviene da queste persone, da questi poveri individui, che chiedono soltanto di far presto. L'ho detto più volte anche in quest'Aula e lo ripeto anche questa mattina: cerchiamo di inserire prossimante all'ordine del giorno dell'Assemblea l'esame del disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Plangger. Ne ha facoltà.

ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Le misure di rafforzamento e di coordinamento nell'attuazione del PNRR sono non soltanto condivisibili, ma necessarie, hanno un carattere di urgenza al fine di una piena attuazione delle misure legislative e delle missioni previste dal PNRR. Occorre, infatti, considerare che vi sono materie di competenza statale, materie per le quali la competenza è concorrente e materie di competenza regionale. La concertazione fra livello statale e sistema delle autonomie territoriali è coerente con quanto stabilito dalla giurisprudenza costituzionale e dal Governo al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR. L'esigenza di coinvolgimento delle autonomie territoriali è particolarmente importante per settori e missioni che il PNRR indica come fondamentali, nel rispetto degli obiettivi indicati dall'Unione europea nel Recovery Plan. Turismo, transizione ambientale, mobilità sostenibile, efficientamento energetico, innovazione tecnologica e digitale, coesione territoriale, agricoltura sono fra gli ambiti di interventi urgenti per i progetti il cui termine è indicato in via prioritaria con la fine del 2021. Per queste ragioni riteniamo che la questione di fiducia sia opportuna e motivata ed avrà il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà. Non c'è: si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Ci accingiamo a una nuova fiducia ed è evidente - lo abbiamo già espresso in altre occasioni ed è inutile negarlo - che vi è un certo senso di disagio per la posizione di una nuova fiducia e, quindi, di un rapporto tra potere esecutivo e potere legislativo che, oggettivamente, viene stravolto da questo alto numero di fiducie per quanto messe a fin di bene - tra virgolette - perché l'altra faccia della medaglia è vedere un iperattivismo da parte del Governo per affrontare una crisi sanitaria ed economica senza precedenti.

È evidente che non c'è un disegno, una volontà di deprimere l'attività del Parlamento, c'è un'esigenza primaria, che è quella di dare risposta a una domanda di protezione, che a tutti i livelli arriva nei confronti della politica e delle istituzioni. Il decreto-legge, che noi andiamo a convertire, è molto corposo ed articolato e, quindi, risponde ad una pluralità di materie e di richieste di intervento.

In sede di dichiarazione di voto sulla questione di fiducia va sottolineato il lavoro importante fatto dalla Commissione, un lavoro parlamentare serio e molto approfondito, che ha portato ad avere un testo assai differente da quello che era uscito dal Consiglio dei Ministri. Da questo punto di vista l'iter parlamentare ha consentito, a nostro giudizio, un oggettivo miglioramento, pur permanendo nel testo ancora alcune criticità; magari ritorneremo sul merito del provvedimento in sede di dichiarazioni di voto finale.

Quella del PNRR è una questione centrale per il Paese, lo ha ricordato ancora ieri il Presidente della Repubblica nel saluto fatto al Quirinale; è la grande sfida del sistema Paese. Credo vada sottolineato, in questa sede, che non è una sfida soltanto per il nostro Paese ma per l'intera Europa.

L'Europa ha scelto questa volta - come avevamo fortemente richiesto - di avere un atteggiamento profondamente differente rispetto ad altre crisi globali, e bisogna dare atto che c'è stata un'oggettiva inversione di politica a livello europeo, con un'azione di sostegno che passa per il Recovery Plan, che vede l'Italia come il maggior fruitore di questo intervento straordinario. È una sfida che, però, va letta ovviamente nel quadro degli obiettivi che il Recovery Plan e, poi, il Next Generation EU si pongono. Quindi, da questo punto di vista, anche in questo decreto, c'è una serie di interventi che provano a dare una capacità di azione su materie importanti, assolutamente utili e fondamentali rispetto agli obiettivi che dobbiamo raggiungere. C'è una questione che attiene alle modalità con cui tenere insieme la velocità - che è una delle caratteristiche che ci vengono imposte, giustamente, dall'Europa: tutti i progetti, come noi sappiamo, devono essere conclusi entro il 2026 – con, ovviamente, la coerenza, con gli obiettivi di progetto, per evitare di sprecare - lo dico con grande franchezza - questa straordinaria opportunità. C'è il tema di come coinvolgere quindi, accanto ai Ministeri e agli interventi di tipo nazionale, le comunità locali, con la questione del ruolo delle regioni, da un lato, e di quello dei comuni, dall'altro. Su questo l'ANCI, per i comuni, e l'UPI, per quel che riguarda le province, stanno giustamente insistendo molto e credo che questa sia appunto una delle questioni. Occorrerà capire come - e questo fino in fondo, lo dico sinceramente, non è chiaro - arriveranno poi questi denari del PNRR sui singoli territori, e l'auspicio ovviamente è che siano impiegati nella maniera più razionale e corretta possibile, premiando il merito progettuale e non - come avviene spesso in Italia - la vicinanza del colore politico a questo o quell'amministratore regionale, guardando a ciò con l'occhio dei sindaci, in particolare dei sindaci dei piccoli comuni. C'è una norma introdotta, che noi apprezziamo molto, che dà la possibilità di assunzioni di professionalità, seppure a tempo determinato, ai piccoli comuni; c'è, infatti, una questione – ne abbiamo discusso in un decreto precedente – relativa al fatto che abbiamo perso una quantità rilevantissima di professionalità, sia per il blocco del turnover sia per “quota 100”, circostanza che, soprattutto nella pubblica amministrazione, ha avuto un effetto molto significativo, quindi oggi abbiamo un'oggettiva carenza, quella relativa alla capacità tecnica e progettuale dei piccoli comuni. In parte si sarebbe dovuto sopperire a tale carenza con un ruolo delle province, che però sappiamo vivere una fase molto difficile, di incertezza del loro ruolo, e soprattutto di carenza di finanziamenti adeguati.

Dunque, crediamo che il decreto sul PNRR sia uno strumento utile e necessario. C'è - e chiudo su questo profilo -, anche per l'azione del Parlamento, la necessità di avere un'attenzione particolare - lo dico perché siamo alla vigilia di una cabina di regia che potrebbe contenere ulteriori restrizioni - al settore del turismo, che è stato tra quelli oggettivamente più penalizzati dagli effetti della pandemia; da questo punto di vista, occorre continuare ad avere un'attenzione particolare per un settore trainante della nostra economia, ma anche e soprattutto dei livelli occupazionali.

Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali sul decreto in conversione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Questo provvedimento, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, era evidentemente molto atteso. Il Piano è stato oggetto di discussioni, di interventi e anche di considerazioni spesso errate, soprattutto da parte di alcune forze politiche, che non hanno perfettamente compreso il ruolo, i compiti e lo schema di attuazione dello stesso PNRR. Ho sentito, in questi giorni, fare confusione fra il PNRR ed i fondi strutturali europei, i fondi di sviluppo e coesione, cioè l'insieme delle risorse che l'Europa ha affidato all'Italia: basta vedere gli schemi dei Servizi Studi e Bilancio di Camera e Senato per capire che sono oltre 600 miliardi di euro, non sono solo quelli del PNRR. La confusione è tanta e dipende probabilmente anche da chi, ad esempio, con il PNRR e con altre questioni ad esso relative, ha fatto considerazioni sulle infrastrutture stradali o su altri temi, dimostrando di non conoscere perfettamente la disciplina sul piano europeo e sul piano nazionale; questo è di tutta evidenza.

Il disegno di legge di conversione è sottoposto alla fiducia del Parlamento, e lo è sulla base di un criterio che sicuramente non è criticabile, perché tutti hanno detto - e qui le considerazioni politiche penso siano necessarie - che fosse opportuno e urgente provvedere in materia di attuazione del PNRR, stabilendo anche modalità, misure e procedimenti, quindi la procedimentalizzazione dello schema attuativo. La fiducia è sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 152 del 2021, che immediatamente ha fissato una serie di modalità, criteri, procedimenti e linee sulle quali si muoverà il sistema Paese, dallo Stato centrale, fino ai comuni, dai più grandi ai più piccoli, per dare una risposta appunto attuativa alle risorse proprie del PNRR, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è cosa diversa dagli altri fondi europei, in relazione ai quali ci sono modalità e procedure già previste dalla disciplina vigente. Questo è un tema importante, su cui spesso si avverte confusione e si fanno anche discorsi poco pertinenti rispetto al quadro di attuazione del PNRR.

Noi, come gruppo, daremo la fiducia e abbiamo anche proposto - mi sembra opportuno ricordarlo - alcuni emendamenti perché, anche a questo proposito, si vede che nelle proposte emendative molti altri gruppi, con tutto il rispetto, vanno raccontando storie - spiace dirlo - inesistenti in rerum natura, cioè si inventano proposte emendative che riguardano l'attività di altri gruppi o intervengono su opere o infrastrutture stradali, dicendo cose che non esistono nel PNRR, non esistono nella disciplina europea e non esistono nell'ambito delle opere e dei criteri previsti per l'attuazione dalle norme vigenti. Quindi, è opportuno fare alcune precisazioni, in particolare su alcuni emendamenti che il nostro gruppo ha ritenuto di proporre.

Per esempio, molti interventi rilevanti nel settore turistico, che risultano tra le mission per quanto riguarda l'attuazione del PNRR, sono stati estesi, almeno a seguito della nostra richiesta, anche ai parchi acquatici e faunistici, sulla base delle necessità avvertite da molte regioni in materia. Abbiamo pertanto accolto l'istanza di molte regioni. Per quanto riguarda, ad esempio, il settore agrituristico, le garanzie concesse per i finanziamenti al settore turistico non erano estese al settore agrituristico; anche a tale riguardo siamo intervenuti con uno specifico emendamento della collega Gagliardi, che è stato approvato. Quanto invece alla formazione musicale, alla cultura musicale bandistica di molti comuni (sembrano piccole cose, ma sono importanti), siamo intervenuti con emendamenti della collega Baldini, che sono stati riformulati. Altri emendamenti intendevano rafforzare l'incidenza del PNRR sulle aree soggette a dissesto idrogeologico. Nella struttura del decreto mancava una specifica individuazione di flussi di risorse con riguardo al dissesto idrogeologico, che invece è fondamentale per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Era un settore che non era del tutto previsto e abbiamo avanzato alcune richieste al riguardo: qualcuna è stata accolta, mentre per altre ci è stato detto dal Governo che vi saranno ulteriori rimodulazioni sul tema; in particolare, c'è un emendamento (il 22.7),che è stato accolto, sugli interventi riguardanti i comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico, sul quale c'è stata approvazione. Anche altri gruppi su questo tema si erano mossi. Si tratta di un tema fondamentale richiesto dai comuni in maniera pressante, di uno dei temi qualificanti, secondo noi, anche di questo Piano, come tante altre questioni, che avevamo immediatamente proposto nell'ambito dei lavori anche delle Commissioni competenti.

Così come l'emendamento relativo ai servizi digitali: è stato proposto per consentire ad un vasto settore, quello immobiliare e degli agenti immobiliari, di muoversi più velocemente e rapidamente con riferimento al catasto e all'azione di molte figure professionali (ingegneri, architetti, geometri, notai e delegati alla pubblica amministrazione) nell'utilizzo dei servizi digitali relativi al patrimonio immobiliare. Anche questa era una semplificazione richiesta dal settore immobiliare che, in questo momento, sta tentando di riprendere un'attività che la pandemia COVID non ha sicuramente favorito. E ciò, anche per quanto riguarda gli emendamenti relativi alla possibilità - questa, importante - per le regioni e gli enti locali di porre a carico dei progetti PNRR il costo dell'assunzione a tempo determinato, poiché risulta necessario alla realizzazione dei progetti medesimi. Questo emendamento è stato assorbito, insieme ad altri, da una proposta emendativa dei relatori, che ringrazio per avere avuto attenzione su questo tema. Questo è un ulteriore tema importante. Probabilmente, la presenza di relatori come il collega Pella, su questi temi, ha garantito una maggiore attenzione sulla questione relativa alle assunzioni, con riguardo in particolare agli enti locali e alle necessità di reale attuazione del PNRR, con riferimento alle modalità previste nelle linee guida, attraverso l'aggio, il lavoro dei comuni, i quali hanno bisogno quindi anche di costruire, così come previsto nelle linee guida generali, un apparato amministrativo capace di poterle realizzare, in particolare anche presso gli enti locali e le regioni.

Un'altra questione, diversa ma importante, è relativa a temi che sono stati posti in questo periodo: grazie alla collega Bologna siamo riusciti finalmente ad inserire l'emendamento sul finanziamento alla formazione e l'informazione sulle malattie rare; e l'ultimo, sempre su questioni similari.

Ciò che vuol dire? Che Coraggio Italia, insieme ad altre forze politiche, tutte, Forza Italia, il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle, tutti coloro che fanno parte di questa maggioranza, la Lega, hanno provato, nel PNRR e nei lavori parlamentari, a dare un indirizzo concreto, vicino alle esigenze - in particolare per quanto riguarda il nostro gruppo - degli enti locali e delle regioni e alle necessità di attuazione del PNRR attraverso schemi che tenessero conto anche di problemi atavici del sistema Paese, come quello del dissesto idrogeologico. Per questa ragione, il mio intervento è stato, sì, di natura politica, ma anche particolarmente dedicato a ciò che abbiamo proposto sul piano emendativo per far comprendere il lavoro che il Parlamento svolge, sulla base però di un criterio molto chiaro: stiamo parlando del PNRR, non di altri fondi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, gentili colleghi, usando una frase cara a Enzo Tortora, verrebbe da dire: “dove eravamo rimasti”? Dove eravamo rimasti un anno fa, di questi tempi? Facciamo una fotografia del nostro Paese: il PIL a meno 8,9 per cento, i consumi a meno 7,5 per cento, gli investimenti a meno 9,1 per cento, l'export a meno 13,8 per cento, quando la media del PIL del resto dei Paesi europei era a meno 3,3 per cento e il commercio mondiale a meno 5,3 per cento. Un Paese bloccato, lockdown diffusi, piano vaccinale che stentava a decollare, imposizioni di regole assurde per il periodo natalizio, l'indicazione di chi dovevamo vedere a Natale, addirittura a che ora doveva nascere Gesù Bambino. E oggi dove siamo? Il nostro Paese ha più 6,7 per cento del PIL, abbiamo una copertura vaccinale tra le più alte d'Europa, che ci fa affrontare con la giusta preoccupazione e serietà la variante Omicron, ma senza le chiusure che stanno affrontando gli altri Paesi. Soprattutto, siamo diventati un punto di riferimento per il resto d'Europa e per il mondo intero. Angela Merkel - ma anche ieri Scholz, il nuovo Presidente - poco prima di lasciare il suo incarico da Cancelliera, nella riunione con i Länder tedeschi, ha affermato: “mi sentirei meglio se fossimo in una situazione come quella dell'Italia, con un'incidenza media dei contagi molto più bassa”. Non capitava da Italia-Germania 4-3 di avere un complimento così efficace da parte di un politico tedesco. E anche ieri il nuovo Presidente tedesco lo ha riconfermato nell'incontro con Draghi. Oppure Ursula von der Leyen, che qualche giorno fa ha detto: “grazie alla solidarietà europea e alla capacità dell'Italia di gestire efficacemente la pandemia, l'economia italiana sta crescendo più in fretta che in qualunque altro momento dall'inizio di questo secolo.” Così come The Economist, che nei giorni scorsi ha nominato l'Italia ‘il Paese dell'anno', e il Financial Times, che ha riconosciuto Draghi come guida politica credibile.

Ecco cos'è successo da un anno a questa parte. È cambiato il Premier. Prima la guida era dell'avvocato Conte, l'avvocato del popolo, adesso è del Presidente Draghi e questo ha determinato una svolta: innanzitutto, il fatto che l'Europa ci ha dato i fondi del PNRR. Sono fondi importantissimi, forse è dai tempi del Piano Marshall che l'Italia non ha così tante risorse da utilizzare per affrontare la ripartenza dopo una pandemia che è stata veramente terribile.

Il decreto che andiamo ad affrontare mette alcuni paletti sulla destinazione di questi fondi: il 30 per cento destinati agli investimenti per il contrasto ai cambiamenti climatici (64,9 miliardi); il 21 per cento per la digitalizzazione (49,86 miliardi); il 14 per cento per ricerca e istruzione (33,8 miliardi); il 13 per cento per infrastrutture (31,46 miliardi); il 13 per cento all'inclusione e alla coesione; il 9 per cento alla salute (20,23 miliardi).

Perché ho voluto ricordare questo? Perché in questa cornice, con questo provvedimento, sono state stanziate risorse importanti per far rinascere il nostro Paese. Noi dobbiamo, però, saperle veramente utilizzare con regole certe e semplici. Il collega che mi ha preceduto, il collega D'Ettore, ha indicato puntualmente alcuni degli elementi che lo hanno caratterizzato; io vorrei invece sottolinearne altri.

Ad esempio, sono state date, come mai prima, risorse per il settore turistico-ricettivo, che nello scorso anno aveva sicuramente subito una frenata molto pesante e che ha bisogno di ripartenza, attraverso la digitalizzazione delle strutture, attraverso la riqualificazione degli impianti e anche attraverso un'incentivazione di quelle imprese di giovani e di donne, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia.

Sono stati inseriti, anche grazie a emendamenti presentati da Italia Viva, in particolare dalla presidente Lella Paita, snellimenti sulle procedure riguardante gli investimenti ferroviari; un'altra cosa che ci ha insegnato la pandemia, infatti, è quanto sia importante avere delle infrastrutture degne di questo nome e come, invece, debba ancora crescere il nostro Paese in questo settore. In particolare, grazie all'emendamento della presidente Paita, il contratto di programma sarà comunque trasmesso dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili alle Camere, rispettando, in tal modo, le prerogative parlamentari in tema di indirizzo e di controllo. Sono stati previsti investimenti in materia di pubblica amministrazione per garantire il sistema unico di contabilità economica e patrimoniale per le pubbliche amministrazioni, nonché per la digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Come abbiamo ricordato prima, in apertura, una percentuale importante delle risorse viene allocata nei settori relativi all'ambiente e alla transizione ecologica, quali gli investimenti per le risorse idriche, la riqualificazione dei siti orfani, la riduzione dei tempi per i procedimenti di valutazione ambientale strategica (VAS) e valutazione di impatto ambientale (VIA), che sono alcuni degli elementi di maggiore criticità affinché l'intero impianto della transizione ecologica, che prevede l'utilizzo di risorse rinnovabili, possa essere veramente efficace. Noi dobbiamo snellire le procedure affinché questi impianti vengano effettivamente autorizzati e non come adesso, invece, in cui ci si impiega, in media, 4 anni.

Allora, voglio concludere da dove ho iniziato, usando le parole del mio leader, di Matteo Renzi: “All'inizio del 2021 abbiamo aperto una crisi di Governo in piena pandemia. Ci hanno definiti pazzi e irresponsabili, ma noi pensavamo giusto e necessario per l'Italia cambiare passo sui vaccini, sull'economia e sul futuro. Oggi sono più convinto di prima: l'ho fatto e lo rifarei. Dunque, senza alcun dubbio sono convinto che il nostro gesto abbia aiutato in modo decisivo l'Italia a svoltare. Grazie al nostro coraggio e all'arrivo di Mario Draghi, il Paese è più forte di prima”. Per queste motivazioni e con questo convincimento, voteremo la fiducia al decreto in conversione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Gentili colleghe e colleghi, il provvedimento di oggi è un provvedimento molto ampio, sia per i numerosi ambiti che affronta, sia per la complessità che lo caratterizza, sia per la quantità di risorse stanziate. In pochi anni l'Italia dovrà creare le condizioni per essere in grado di usare oltre 200 miliardi di euro in molteplici ambiti, che vanno dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, dall'istruzione alla salute. Sei anni in cui l'Italia dovrà essere in grado di colmare ritardi e lacune storiche nell'utilizzazione dei fondi, il tutto accompagnato da una serie di riforme quali le riforme orizzontali e quelle trasversali. Sono riforme ambiziose e alcune di queste il Paese le attende da molti anni, come quelle sul fisco, sulla giustizia e sulla pubblica amministrazione.

Fratelli d'Italia ha dimostrato, fin dall'inizio di questo percorso, di essere un'opposizione leale e responsabile. Lo ha fatto attraverso emendamenti migliorativi in Commissione e lo ha fatto e lo farà in Aula a fronte di un atteggiamento governativo che, ci duole doverlo ribadire, ancora una volta sminuisce il ruolo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il nostro ruolo di opposizione è tanto più rilevante nei confronti di provvedimenti dal contenuto eterogeneo come quello di oggi. Si tratta di una tipologia di provvedimenti su cui più volte si è dovuta esprimere anche la Corte costituzionale per censurarne l'uso e l'abuso, perché si corre sempre il rischio che dietro lo scudo della decretazione d'urgenza, giustificata dalla necessità di rispettare il cronoprogramma, si nascondano norme che poco o nulla hanno a che vedere con la ripresa e la resilienza dell'Italia, ma sono solo l'espressione di un accomodamento tra le forze politiche, una moneta di scambio di questa affollata maggioranza. Si tratta di vigilare costantemente a tutti i livelli di Governo perché gli interventi siano fatti e fatti bene, perché i finanziamenti arrivino nelle mani di chi, in questi mesi di pandemia, ha rischiato di chiudere per sempre la propria attività, perché la transizione ecologica, della quale siamo certamente tutti entusiasti, sia una transizione giusta e non si trasformi in una vera e propria ecatombe di interi settori produttivi; perché la trasformazione digitale, di cui il nostro Paese ha tanto bisogno, non diventi un ulteriore elemento di diseguaglianza sociale tra chi ha un accesso agile e veloce alla rete e chi ancora non lo ha, tra chi ha le competenze necessarie e chi non le ha; o perché ciò non diventi un elemento di fragilità per le istituzioni e per i cittadini, per cui ogni investimento fatto deve tener conto di una solida sicurezza digitale per la protezione dei dati, per la difesa contro gli attacchi esterni e per il controllo della regolarità di tutte le operazioni telematiche. Il rilancio dell'Italia non si può risolvere con misure di facciata né solamente con fiumi di fondi.

La quantità di denaro in arrivo è un forte stimolo per le organizzazioni criminali e le misure che si metteranno in campo, per contrastare le stesse infiltrazioni mafiose e per tutelare il tessuto sano della nostra imprenditorialità, saranno la cartina al tornasole del nostro successo o del nostro fallimento. La pandemia si è rivelata, purtroppo, una finestra di doppia opportunità per la criminalità organizzata: da un lato, la possibilità di rilevare imprese in difficoltà; dall'altro, la possibilità di intercettare e impadronirsi delle risorse stanziate per le famiglie e per le imprese in crisi. Se il Coronavirus ha colto tutti noi impreparati, l'unica realtà che si dimostra sempre pronta e reattiva a qualsiasi emergenza è proprio la criminalità organizzata, per la sua grande capacità di adattamento a ogni mutamento economico-sociale, per il vantaggio di non avere regole e per l'enorme disponibilità di liquidità pronta all'uso. Le imprese dei settori che sono state colpite dalla pandemia sono le prede privilegiate delle organizzazioni mafiose, che si sono da subito mosse per l'acquisizione delle attività economiche svuotate del patrimonio a causa della crisi, oppure cedute dagli stessi imprenditori perché bisognosi di liquidità.

Le mafie accumulano denaro da ben prima del COVID, possono contare su una rete di attività illecite sempre più estesa e su una disponibilità immediata di denaro che non conosce mai i periodi di crisi. Sono soldi che devono essere riciclati e che vengono investiti, quindi, in attività legali. Riciclando soldi le mafie hanno costruito un'economia parallela, una palude che si allarga e che trascina a fondo tante attività (commercio, imprese e forze economiche sane del nostro Paese). Oggi le organizzazioni criminali hanno interesse ad investire in territori e settori imprenditoriali anche non di storica presenza mafiosa, settori strategici della nostra economia. Dobbiamo mantenere la nostra attenzione affinché i fondi che riceviamo grazie al PNRR non rappresentino un'altra finestra di opportunità per le mafie, non si rivelino un ponte per penetrare in nuovi settori economici, per occupare nuovi mercati, per mimetizzarsi e mischiarsi con l'imprenditoria legale e consolidare la propria presenza sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La relazione della Direzione investigativa antimafia, relativa al secondo semestre 2020, ci ha fornito una dettagliata visione su come si è mossa e intende muoversi la criminalità organizzata e della capacità operativa delle organizzazioni mafiose. Rispetto al secondo semestre del 2019 c'è stata una diminuzione dei reati di mafia più tipici, quali l'omicidio e l'associazione, mentre sono aumentati i cosiddetti reati spia connessi alla gestione illecita dell'imprenditoria, le infiltrazioni mafiose nei settori produttivi e l'accaparramento di fondi pubblici; sono aumentate soprattutto le transazioni in cripto valute, per evitare i tracciamenti bancari. Dai dati della stessa relazione, ci accorgiamo che la criminalità organizzata ha seguito una strategia composita, al Nord contaminando l'imprenditoria sana e investendo i propri capitali per comprare aziende, bar, ristoranti - e non solo - in difficoltà per il lockdown; al Sud, invece, si è interessata ai finanziamenti stanziati per aiutare le famiglie e le imprese.

Le organizzazioni criminali hanno subito, nel secondo semestre del 2020, sequestri per 287 milioni di euro, mentre nei primi sei mesi erano stati soltanto di 88 milioni. Le confische dei beni sono ammontate a 181 milioni di euro rispetto ai 42 milioni del primo semestre, eppure la capacità dei clan di impiegare capitali per inquinare la nostra economia non sembra essere indebolita da questa ponderosa attività di polizia e magistratura.

È necessario, dunque, intervenire sulla legislazione antimafia, fornendo alle Forze di Polizia e ai magistrati nuovi strumenti normativi che possano garantire protezione dell'economia legale e agevolare, non solo la fase giudiziaria, ma soprattutto la fase informativa e di analisi pre-investigativa, necessarie e fondamentali per evitare senza ritardi le tendenze evolutive dei fenomeni criminali. In questa prospettiva si è indirizzato il nostro lavoro in Commissione sugli articoli del Titolo IV del decreto-legge di cui oggi discutiamo. L'articolo 47 modifica l'articolo 34-bis del codice antimafia in tema di controllo giudiziario delle aziende che abbiano occasionalmente agevolato indiziati di appartenere ad associazioni criminali, coordinandone il contenuto con la previsione di misure amministrative di prevenzione collaborativa rivolte alle medesime aziende e disciplinate dal successivo articolo 49 del decreto-legge. Il controllo giudiziario dell'azienda è un istituto che, assieme all'amministrazione giudiziaria, trova la sua ratio nella necessità di tutelare la titolarità e la proprietà in capo all'imprenditore, riservando comunque all'autorità giudiziaria un controllo significativo sia sotto il profilo sostanziale sia sotto il profilo certificativo. Si applica per quelle imprese che, pur essendo in forme di condizionamento mafioso, non risultano pregiudicate nella loro integrità perché l'agevolazione ha avuto solo natura occasionale. La finalità conservativa del controllo giudiziario è diretta pertanto a risanare quelle aziende che, contaminate dall'azione della criminalità organizzata, tuttavia non risultano interamente compromesse, a salvaguardarne l'esercizio del management nelle attività e restituire al libero mercato un'impresa sana.

Il decreto-legge oggi in esame prevede che il controllo giudiziario possa essere disposto dal tribunale anche in sostituzione delle misure di prevenzione collaborativa. Noi di Fratelli d'Italia avremmo voluto estendere il quadro delle misure di controllo giudiziario perché riteniamo che il tribunale, per contemperare l'esigenza di prevenzione con la salvaguardia delle libertà di iniziativa del soggetto economico, non può essere limitato nella sua autonoma determinazione di valutare quali siano le misure di controllo giudiziario, oltre a misure di prevenzione patrimoniale antimafia, anche non ablative, ritenute più idonee alle circostanze rappresentate nel provvedimento adottato dal prefetto. L'articolo 47 del decreto-legge, inoltre, dispone un regime di controllo giudiziario che riguarda ovviamente tutta la parte delle interdittive; su questo punto avremmo preferito una maggiore specificazione anche sui tempi e nei termini dei cinque anni.

Abbiamo ovviamente fatto sì che nell'articolo 48 si introducesse un contraddittorio all'interno del procedimento, ma soprattutto Fratelli d'Italia è favorevole a qualsiasi previsione che aumenti la trasparenza dell'azione amministrativa. A questo voglio aggiungere - vado a concludere, Presidente - che in questo momento la nostra attenzione deve essere alta perché i fondi in arrivo per l'attuazione del PNRR non arricchiscano ulteriormente la criminalità organizzata, ma allo stesso tempo dobbiamo sempre tenere presente che, quando si interviene in materia di infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese, c'è il rischio che l'adozione sistematica di strumenti solo repressivi o confiscatori finisca per demonizzare l'economia e non liberarla. Per garantire lo sviluppo economico del Mezzogiorno e di alcune aree della nostra Italia si può passare solamente attraverso la libertà di impresa.

In questo momento c'è una grande responsabilità comune, che è quella di rendere il Piano nazionale di ripresa e resilienza un'opportunità unica di gettare le fondamenta per il futuro del nostro Paese. È una sfida a cui tutti siamo chiamati a partecipare, opposizione e maggioranza, ma la sfida vera è rimuovere le cause di criticità e fragilità, non curarne gli effetti a valle. La sfida è rendere le questioni cruciali per il rilancio del Paese atti efficaci e concreti, non semplici declamazioni occasionali. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo raccolto questa sfida, condividiamo il senso di responsabilità istituzionale verso il Paese ma non rinunciamo certamente all'ambizione di una svolta nelle strategie e nelle politiche. Pertanto, ci asteniamo nella votazione di questo provvedimento, un provvedimento che avrebbe dovuto sicuramente vedere questo Parlamento giocare un ruolo da attore protagonista e non da semplice comparsa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Presidente, Governo, colleghi, questo decreto, sul quale a breve voteremo la fiducia, è un ulteriore passo importante nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, soprattutto in materia di rafforzamento della pubblica amministrazione e di semplificazioni. Nel corso dell'esame in Commissione bilancio il provvedimento è stato migliorato dal contributo delle forze parlamentari. Ampio spazio è stato dato all'attività emendativa dei deputati, tanto della maggioranza che dell'opposizione, e di questo ringraziamo il Governo, ma anche, ci tengo a sottolinearlo, proficua è stata la collaborazione tra i gruppi parlamentari.

Durante le diverse discussioni sul PNRR, in questi mesi, proprio il Parlamento aveva posto l'accento sulla necessità di rafforzare gli interventi di semplificazione per assicurare l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano. Il Parlamento aveva chiesto di rafforzare le misure di carattere organizzativo e la costruzione di una vera e propria capacità amministrativa e gestionale da parte della pubblica amministrazione. La realizzazione del programma di investimenti, dunque, non si limita all'approvazione di misure di carattere finanziario; molti devono essere gli interventi di riforma e di riordino di processi e procedure. Questo decreto si pone esattamente in questa direzione, disponendo misure concrete per rendere più efficace la spesa legata all'utilizzo delle riforme stanziate dall'Unione europea. Tre sono i pilastri principali di cui si compone il provvedimento: interventi a sostegno del turismo, coinvolgimento e rafforzamento delle capacità di intervento degli enti locali, ulteriori interventi in materia di semplificazione e in ambito infrastrutturale.

In materia di turismo il provvedimento finalizza con legge gli interventi previsti dal Piano, e questo garantisce i settori destinatari, stanziando 500 milioni di euro per il credito d'imposta e il contributo a fondo perduto per gli interventi di ristrutturazione delle strutture. Tra gli interventi, 358 milioni sono stati stanziati per prestiti garantiti a sostegno di startup presentate da giovani imprenditori, accesso che, con un emendamento di Forza Italia, è stato esteso anche al settore agrituristico; 180 milioni di euro per contributi diretti per la riqualificazione energetica e la digitalizzazione; 98 milioni, infine, a sostegno di crediti d'imposta delle agenzie di viaggi e dei tour operator.

A questi interventi se ne è aggiunto uno ulteriore, grazie ad un emendamento bipartisan che ha ricompreso nel settore turistico anche la ristorazione con un apposito fondo da 10 milioni di euro; 10 milioni di euro sono del tutto insufficienti per coprire le richieste del settore della ristorazione del Paese, tuttavia questo emendamento è importante perché per la prima volta si ricomprende il settore della ristorazione nel comparto turistico e questo apre a successivi interventi.

Veniamo alla spesa: poiché grande parte del PNRR sarà materialmente realizzato da regioni, province e comuni, è necessario garantire gli strumenti necessari perché possano essere in grado di farlo. Il tema del personale specializzato non era presente nel testo del decreto varato dal Governo, ma i numerosi emendamenti presentati in sede parlamentare hanno avuto il merito di porre la questione; una questione che il Governo ha voluto trattare al massimo livello. È stato infatti il Presidente Draghi a convocare una riunione con il relatore Pella e il relatore Dal Moro, in rappresentanza del Parlamento, ANCI, UPI e i rappresentanti delle regioni. Vertice dal quale è scaturito un emendamento, non del Governo, ci tengo a sottolinearlo, ma dei relatori, che ha previsto la possibilità per gli enti locali di procedere all'assunzione a tempo determinato, per un tempo previsto superiore a 36 mesi, di personale specializzato per la realizzazione dei programmi del PNRR, facoltà garantita anche agli enti locali in dissesto finanziario. Sono inoltre stati stanziati 30 milioni di euro per contribuire con fondi statali alle assunzioni che dovranno essere effettuate dai piccoli comuni. Infine è stato previsto il rafforzamento, sempre in termini di personale, dell'Agenzia per la coesione territoriale, con l'assunzione di risorse aggiuntive che saranno destinate al supporto amministrativo dei comuni e delle province del Mezzogiorno. Sempre per quanto riguarda il Sud è opportuno citare la norma, introdotta con un emendamento di Forza Italia, che ha esteso agli altri interventi realizzati con le risorse del Fondo per la coesione e lo sviluppo il regime di semplificazioni procedurali già previsto per i programmi e le opere realizzate con il Fondo Next Generation EU e con il Fondo complementare del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Non solo però nuove assunzioni ma anche formazione. Con questo provvedimento si contribuisce all'obiettivo di colmare il divario digitale, stanziando importanti risorse per la formazione e l'inclusione digitale.

Il nostro Paese deve recuperare molto in questo settore e la transizione digitale sarà l'elemento di svolta per valutare l'efficacia degli obiettivi e dei traguardi del Piano. Proprio per rispondere a questa esigenza, partendo anche dalle scuole, grazie ad un emendamento, sempre di Forza Italia, è stato introdotto lo studio del coding nella scuola italiana.

Sul PNRR è in corso un dialogo incessante con le regioni; con diversi emendamenti, abbiamo recepito diverse richieste dei governatori e l'articolo 33 istituisce, presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Nucleo PNRR Stato-regioni. Questo al fine di assicurare il coordinamento delle relazioni tra amministratori statali titolari di interventi del PNRR e gli enti locali.

Un ulteriore tema di questo decreto riguarda le semplificazioni in materia di realizzazione di infrastrutture; sotto questo aspetto, Forza Italia ha fornito un importante contributo sia per quanto riguarda la realizzazione di infrastrutture ferroviarie, sia per quanto riguarda la logistica. Sempre in tema di semplificazioni, questa volta collegate alla materia ambientale, sono molto felice di comunicare che, al termine di una proficua interlocuzione con il Ministero della Transizione ecologica, sia stato possibile trovare un punto d'intesa sulla riperimetrazione delle cosiddette aree SIN; poiché non tutti i territori compresi nelle aree SIN hanno requisiti tali da giustificarne la permanenza, abbiamo previsto che tali aree possano essere, entro 12 mesi - e mi auguro che il Ministero rispetti questo termine -, dopo le opportune verifiche tecniche, ridisegnate.

Oltre ai temi strettamente collegati al PNRR, in questo provvedimento vi sono altri due aspetti che meritano di essere citati. Ancora una volta frutto del lavoro parlamentare, è il tema del terremoto: alla ricostruzione delle aree terremotate sono stati destinati 35 milioni di euro, con un emendamento a prima firma Baldelli, firmato da tutti i gruppi e dai Questori della Camera, che ha finalizzato quota parte dei risparmi ottenuti dal bilancio della Camera alle aree terremotate. Altro tema, più di sistema, riguarda la giustizia; forse, è passato in secondo piano, ma c'è un intero Capo dedicato alla modifica della normativa in materia di interdittiva antimafia che Forza Italia giudica in maniera molto positiva. A queste misure del Governo se ne è aggiunta una ulteriore, che estende alla giustizia penale l'adozione di programmi volti a eliminare l'arretrato dei processi pendenti, una norma che noi consideriamo di civiltà giuridica e che è stata opportunamente introdotta, con un emendamento dei relatori.

Presidente, non posso non rilevare che, nell'ambito di un sistema bicamerale, ovviamente spiace ritrovarsi a consegnare al Senato, con il voto di fiducia, un provvedimento sostanzialmente blindato e, tra qualche giorno, a ricevere dall'altro ramo del Parlamento la legge di bilancio, dal contenuto altrettanto immodificabile. Purtroppo, la legislazione della fase pandemica ha una natura veramente complessa, caratterizzata da interventi che spesso si sovrappongono e che hanno l'esigenza di mutare velocemente, per adattarsi all'emergenza che corre più veloce dei dibattiti delle Aule parlamentari. Quindi, grande è la sfida che siamo chiamati ad affrontare e Governo e Parlamento hanno il dovere di lavorare celermente per raggiungere gli obiettivi prefissati.

È evidente che la parte più difficile ci attende il prossimo anno, quando saremo chiamati a realizzare riforme che valgono 40 miliardi di euro: riforma della concorrenza, riforma fiscale, riforma del sistema degli appalti. Noi continueremo, come Forza Italia, a lavorare nel Governo Draghi e nelle Aule parlamentari, con l'atteggiamento responsabile e costruttivo che da sempre caratterizza la nostra azione e da cui parte l'appoggio a questo Esecutivo. Siamo forza di Governo, pronta a collaborare con tutte le forze di maggioranza che la compongono, al servizio dei cittadini e del Paese e che non si tira indietro di fronte alle sfide complesse che il prossimo anno, in particolare, ci pone davanti. Per questo, ribadiamo con forza e convinzione la nostra fiducia al Governo, per superare definitivamente l'emergenza e proiettarci finalmente verso il futuro. La resilienza dell'Italia all'impatto del COVID è evidente in tutto il mondo; la ripresa è in corso e, quindi, è ora di pensare in grande e programmare un futuro di crescita. Forza Italia c'è (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, onorevoli colleghi, Banca d'Italia ci ha presentato, recentemente, un quadro del nostro Paese estremamente confortante: il 6,2 per cento di crescita, lo 0,2 in più rispetto al 6 previsto nel mese di settembre, e, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui stiamo qui discutendo, e dei nostri emendamenti, si prevede, nei prossimi anni, un aumento di un ulteriore 5 per cento. Cosa significa? Significa che, pur nella fase drammatica, difficilissima e complessa che l'Italia, insieme al resto del mondo, sta attraversando a causa della pandemia, gli anticorpi che sono stati messi in campo dal Paese e dall'Europa, grazie a questo straordinario stanziamento, stanno dando fiducia alle imprese e a chi deve investire nel nostro Paese e, quindi, ci aiutano a disegnare l'Italia fuori da questa stagione, drammatica, del virus.

Sembra strano discutere di questo, qui, in queste giornate, mentre la televisione, i giornali e i mass media sono giustamente tutti concentrati sul drammatico bollettino che proviene dagli ospedali, dalle terapie intensive, dagli esperti e dai confinamenti che continuano a esserci nel resto d'Europa, ma questo ci deve aiutare a essere ottimisti nei confronti del futuro, cioè, mentre siamo sul fronte della pandemia e stiamo combattendo questo drammatico evento del nostro tempo, qui, in queste Aule, il Governo sta agendo per mettere in campo le misure necessarie per ridisegnare il Paese rispetto alle sfide portanti delle Missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Però, dobbiamo leggere questo Piano insieme ad altri, e lo dico perché, mentre i dati sono molto positivi per quanto riguarda la crescita grazie al PNRR, abbiamo davanti a noi anche una fase inflattiva, quindi, un aumento dei prezzi previsti per il prossimo anno, con un raddoppio rispetto a quest'anno, e quindi, le misure che qui sono previste vanno lette appunto insieme alla legge di bilancio, alla manovra che si sta facendo in questo momento al Senato e a quelle che saranno le manovre fiscali. Da parte del Partito Democratico, continuiamo a porre l'attenzione sulla necessità di diminuire il costo del lavoro e di aumentare così il potere d'acquisto dei lavoratori e delle famiglie rispetto anche alla fase inflattiva. È molto importante considerare le manovre insieme, le grandi azioni che sono in campo in questo momento, perché c'è bisogno, sì, di una regia, ma anche di comprendere dove il Paese sta andando e dove lo vogliamo portare.

Gli emendamenti di cui il PD è stato protagonista, insieme ai colleghi, in questa lunga fase di bilancio, ci dicono che questo Parlamento - lo dico anche ai colleghi - non è stato, così, a guardare; siamo passati da 51 articoli a più di 90, proprio qui, costruiti nell'azione parlamentare, per permettere che cosa, attraverso questo decreto? Per aiutare a far inserire effettivamente il PNRR nei nostri territori. È stato già detto, c'è un nucleo fondamentale, quello di valutazione tra lo Stato e la Conferenza Stato-regioni, è lì che ci sarà il nocciolo duro delle questioni ed è stato importante portare avanti gli emendamenti che permettono la semplificazione amministrativa, le trasformazioni dei processi per rendere grandi progetti finanziabili effettivamente vivi sui nostri territori. Chi di noi parla con i presidenti delle regioni, va nei grandi comuni, nelle città, trova una grandissima attesa rispetto agli stanziamenti del PNRR, ma la difficoltà più grande di un sistema Paese come il nostro, con una macchina amministrativa oggettivamente pesante e, a volte, complessa, è proprio quella di far cadere i provvedimenti a terra, ossia di riuscire ad agganciare questa corsa contro il tempo e, in pochi anni, mettere in campo un'obiettiva e profonda trasformazione del Paese.

Quindi, noi abbiamo presentato una serie di emendamenti importanti, proprio per andare verso questo obiettivo. Allora, quali sono gli obiettivi principali? Innanzitutto, il raggiungimento dei target che consentiranno la ripresa economica del Paese, e il primo fra questi è il Fondo per la ripresa e la resilienza, con le garanzie per il finanziamento del settore del turismo; esso trova, all'interno del pacchetto, un grande spazio, che nel PNRR risulta complessivamente pari a 2,4 miliardi.

Questo ingente stanziamento va ad operare in modo variegato: dalla previsione di un credito d'imposta nella misura dell'80 per cento per l'incremento dell'efficienza energetica e la digitalizzazione delle strutture turistiche all'istituzione di un fondo perduto per le imprese turistiche.

A ciò si aggiungono emendamenti approvati in Commissione che estendono la portata dei contributi già previsti. Innanzitutto, l'intervento che, grazie alla piena e unanime convergenza di tutti i gruppi, stanzia ulteriori 10 milioni di euro per l'erogazione di contributi a fondo perduto in favore delle imprese della ristorazione: un altro comparto, questo, che ha dovuto fronteggiare conseguenze più gravi di altre a causa del virus. Vi è poi l'emendamento che porta la firma del Partito Democratico, grazie al quale sia il contributo a fondo perduto, che il credito di imposta riconosciuto alle imprese del comparto turistico vengono estesi alle imprese proprietarie delle strutture in cui viene esercitata un'attività imprenditoriale, citate appunto nell'articolo.

Per il nostro Paese il turismo rappresenta uno dei settori strategici per l'economia e, sebbene l'emergenza da COVID-19 abbia assestato un duro colpo a questo mercato, l'Italia è tra i primi Paesi in Europa per numeri del turismo. Dunque, questi interventi potranno garantire quello slancio in più di cui il settore, dopo lunghe sofferenze, necessita.

Anche le imprese sono al centro del provvedimento e del nostro pensiero perché senza impresa è difficile costruire il lavoro. L'istituzione di un fondo rotativo che si concentri sul loro sostegno attraverso la concessione di contributi per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale risulta essere un passo in avanti in questo senso.

Un grande aiuto arriverà dai 100 milioni di euro che, grazie a un emendamento del PD, andranno ad aggiungersi alle risorse già stanziate per il Fondo nuove competenze: uno strumento di politica attiva che ha già rivelato la sua enorme efficacia nel colmare il gap di competenze di un sistema produttivo che soffre ancora dei ritardi sul tema. Anche grazie al Fondo, insomma, sosterremo le imprese a investire nella formazione dei lavoratori, creando nei prossimi anni figure professionali sempre più specializzate: è uno degli obiettivi principali che ci siamo posti in questo decreto.

Promuovere un'economia sostenibile attraverso la trasformazione digitale e green delle imprese rappresenta una delle sfide del nostro secolo ed è proprio la sfida che dobbiamo vincere in questi anni anche rispetto ai cambiamenti climatici. La transizione ecologica e quella digitale sono diventate, infatti, due obiettivi cardine che il nostro Paese ha deciso di perseguire per rilanciare occupazione, competitività e capacità di attrarre investimenti, in una sola parola: sviluppo. È proprio il processo di transizione digitale che ci dovrà accompagnare nei prossimi anni, affinché il nostro Paese possa superare le lungaggini della burocrazia e abbracciare le prospettive della modernità.

I servizi digitali devono essere in grado di garantire semplicità di utilizzo, maggiore efficienza e celerità d'azione, sia come strumento per realizzare gli interventi utili a raggiungere gli obiettivi fissati dal PNRR, sia per inaugurare una nuova era per i rapporti tra pubblica amministrazione e privati: una relazione più agevole e immediata grazie a cui cittadini e imprese possono recuperare fiducia verso la pubblica amministrazione.

Questo decreto-legge contribuisce anche all'obiettivo di colmare il divario digitale e l'istituzione della cosiddetta Repubblica digitale sarà centrale per il superamento del digital divide grazie alle tante iniziative di formazione che potranno partire grazie ai fondi stanziati. Solo così saremo in grado di raggiungere il target previsto dall'Europa con il 70 per cento di cittadini digitalmente abili entro il 2026.

Affinché tutto questo sia possibile, il decreto-legge prevede un adeguato supporto alle amministrazioni centrali e locali per il raggiungimento degli obiettivi già indicati ed è su questo punto che si sono concentrati moltissimi degli emendamenti del Partito Democratico.

Se permettete, vorrei dire che siamo intervenuti anche nel settore sanitario perché, mentre la pandemia ci tiene avvinghiati alla questione del virus, le altre malattie continuano a esserci e, purtroppo, a crescere. Anzi, a causa della pandemia, noi abbiamo visto che moltissimi pazienti sono sfuggiti alla diagnosi precoce, pensiamo al cancro. Uno degli emendamenti che abbiamo presentato di accompagnamento al PNRR nella parte della ricerca e della strutturazione delle infrastrutture sanitarie mira proprio a costruire una rete nazionale forte per quanto riguarda il molecular cancer board, cioè strutture multidisciplinari per la diagnostica precoce e per la medicina di precisione. Anche quella contro il cancro è una battaglia che vogliamo affrontare grazie alle grandi risorse che abbiamo nel PNRR e nel Fondo europeo.

Concludo, Presidente, dicendo che il Partito Democratico ovviamente voterà la fiducia. Lo farà convintamente anche perché, ogni giorno, ognuno di noi qui è chiamato ad una grande responsabilità. Forse mai nessun altro Parlamento, se non dopo la guerra, si è trovato in una situazione del genere, con la consapevolezza che, con il nostro impegno, il nostro contributo, pezzetto per pezzetto, lottiamo, da un lato, contro la pandemia e, dall'altro, per far trovare il Paese capace di recuperare il tempo perduto, ma anche di proiettarsi verso sfide future che ci aspettano e che sicuramente non staranno a guardare.

Essere competitivi, riuscire a stare sui mercati, avere la possibilità di dare garanzie ai nostri cittadini, eliminare le diseguaglianze, ricucire le ferite del Paese lasciate dal COVID, ma anche quelle che c'erano prima, ristrutturare con riforme importanti il nostro Servizio sanitario nazionale, dando la garanzia di una sanità pubblica universalistica ai nostri cittadini: queste sono le cose che ci stanno a cuore ed è la grande sfida della modernità di questo nostro tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, ci ritroviamo qui oggi a discutere e a votare un provvedimento molto importante. È un provvedimento che riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, che traccerà e guiderà il futuro di questo nostro Paese; un provvedimento all'interno del quale il Governo si è posto l'obiettivo di affrontare i temi più dirimenti e, quindi, le questioni sanitarie e le questioni sociali, nonché le questioni economiche, assumendosi anche la responsabilità finalmente di affrontare e superare i problemi strutturali che per troppi anni hanno attanagliato questo nostro sistema Paese; problemi strutturali che, purtroppo, ci accompagnano fin dagli inizi degli anni Novanta e che rallentano la messa a terra degli investimenti nazionali del sistema Paese.

Questo Piano italiano prevede investimenti per 191,5 miliardi di euro finanziati attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza e lo strumento chiave del Next Generation UE. Ebbene, oggi ci troviamo a cercare di creare le fondamenta per accelerare e semplificare l'attuazione di questo PNRR. Con questo provvedimento andiamo a raggiungere ulteriori 7 dei 51 target che sono stati prefissati per il nostro obiettivo a livello europeo e per il raggiungimento del target che ci è stato imposto dall'Unione Europea.

Accelerare e semplificare: è attraverso questo processo di accelerazione e di semplificazione che riscontriamo come il ruolo soprattutto delle regioni, delle autonomie e delle autonomie speciali può essere determinante in questo percorso virtuoso per il raggiungimento di importanti obiettivi. Infatti, là dove l'efficienza la riscontriamo già, essa può essere utilizzata e messa a disposizione e al servizio del sistema Paese per raggiungere tutti gli obiettivi che l'Unione europea e l'Italia si sono poste.

Presidente, in questo provvedimento siamo intervenuti in modo trasversale in diversi ambiti. Siamo partiti dall'ambito del turismo per passare all'ambito delle infrastrutture, all'efficientamento energetico, alla mobilità sostenibile, alla rigenerazione urbana e alla messa in sicurezza e alla valorizzazione del territorio, oltre alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

Ebbene, vorrei concentrarmi soprattutto sulla prima parte inerente la questione legata al turismo. Grazie al Governo Draghi e, soprattutto, grazie a questo Governo, abbiamo istituito il Ministero del Turismo. Il nostro Ministro, Massimo Garavaglia, nostro collega della Lega, è intervenuto fin da subito per cercare di salvaguardare una fonte molto importante e determinante per il nostro PIL e per il prodotto interno lordo nazionale. Infatti, se è vero che il turismo, soprattutto in termini di prodotto interno lordo per quanto riguarda sia l'indotto diretto che l'indotto indiretto, cubava a livelli pre-crisi 13 miliardi di euro, ovviamente al netto dei 7 core definiti e imputabili direttamente al comparto turistico, è anche vero che grazie alle misure messe in atto dal Ministro Garavaglia andiamo oggi a votare un provvedimento all'interno del quale abbiamo locato ben 2,4 miliardi sul quinquennio 2022-2026, che interverranno per sostenere in modo importante un settore fortemente e duramente colpito da questa pandemia.

Le principali misure adottate - vorrei ricordarle - all'interno di questo provvedimento, soprattutto per quanto riguarda il tema del turismo, sono il Fondo ripresa e resilienza Italia, necessario per consentire soprattutto il finanziamento dei progetti di turismo sostenibile. Inoltre, vi sono le garanzie per il finanziamento nel settore turistico, in particolare con l'istituzione, nell'ambito del Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese, di una sezione speciale ad hoc dedicata al turismo. Poi, il riconoscimento dei crediti di imposta per le imprese turistiche, la digitalizzazione delle agenzie di viaggio e dei tour operator e l'istituzione di un Fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese mediante la concessione di contributi per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale. Questo provvedimento rappresenta anche - come dicevo prima - la cornice normativa per l'operatività del pacchetto turismo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ammonta a 2,4 miliardi di euro. Ebbene, come Lega, ci siamo impegnati a migliorare questo testo e soprattutto ci siamo inseriti, anche all'interno di questo ambito, nell'ambito del turismo, con emendamenti ad hoc. Vorrei citarne alcuni solo a titolo esemplificativo: ricordo l'emendamento che ha cercato di allargare le misure a sostegno dei parchi acquatici e soprattutto dei parchi faunistici, anche questi gravemente colpiti a seguito delle chiusure imposte dalla pandemia e dai lockdown dell'anno scorso; poi, abbiamo aumentato il Fondo per il turismo, grazie a un emendamento della Lega, a prima a firma della collega Frassini, cercando di intervenire in modo puntuale per mettere a disposizione maggiori risorse soprattutto a favore di questo importante settore; e ancora, l'emendamento - che ci ha visto tutti coinvolti, non solo la Lega ma tutti i vari gruppi politici, che ringrazio - che ha posto, all'interno della ristorazione, un Fondo ad hoc di 10 milioni di euro per cercare di sostenere soprattutto questo comparto del turismo, che è stato fortemente colpito e danneggiato dalla pandemia; inoltre, è stato prorogato al 31 dicembre 2023 il termine per la delimitazione dei distretti turistici, un altro importante obiettivo che però deve essere raggiunto dando il tempo a tutti gli operatori economici di organizzarsi e di fare in modo che venga colta realmente questa grande opportunità per il rilancio del settore turistico. Ora stiamo entrando, Presidente, nel vivo della stagione invernale e dobbiamo cercare di dare dei segnali di fiducia, perché comunque dobbiamo ricordarci che soprattutto il turismo di montagna, il turismo invernale, è quello che è mancato all'economia del nostro Paese e che l'anno scorso ha portato a un ammanco di oltre 10 miliardi di euro. Noi abbiamo il dovere e l'obbligo di cercare di garantire - come è stato fatto da parte del Ministro Garavaglia - che questa stagione invernale prosegua in totale sicurezza nelle località turistiche di montagna, perché ci sono intere famiglie e intere località di montagna che basano la loro economia soprattutto sul turismo invernale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Grazie all'intervento del Ministro Garavaglia e grazie all'impegno della Lega, finalmente questa stagione è iniziata in sicurezza. Infatti, i dati ci danno ragione e ci dicono che il 30 per cento dei turisti sceglierà le località di montagna, perché comunque sono luoghi sicuri, dove si può andare a soggiornare in totale sicurezza, senza correre alcun rischio.

Altri temi molto importanti sui quali vorrei concentrarmi in questa dichiarazione di voto sono soprattutto quelli legati al lavoro, alla ricerca dell'efficientamento energetico e al tema ambientale e infrastrutturale. Vede, l'Italia continua ad importare energia a prezzi esorbitanti; siamo la Nazione europea che ha il più alto tasso di dipendenza energetica. Questa forte dipendenza energetica purtroppo ci fa apparire poco competitivi agli occhi degli altri Paesi europei. Siamo poco competitivi, le nostre famiglie riducono il loro potere d'acquisto, l'economia reale, soprattutto le nostre imprese italiane, pagano lo scotto di questa mancanza di visione politica lungimirante, soprattutto per quanto riguarda il settore energetico, che ovviamente incide sullo sviluppo economico del nostro sistema Paese. Questo è un ambito all'interno del quale la politica ha il compito e il dovere di fare delle scelte importanti, che dovranno determinare il futuro dei prossimi vent'anni di questo Paese ed anche il suo sviluppo infrastrutturale, perché lo sviluppo infrastrutturale passa dal tema dell'energia come anche l'occupazione. Inoltre, parlare di energia vuol dire occuparsi dell'ambiente, vuol dire sostenerlo e tutelarlo ma soprattutto vuol dire ricordarsi che abbiamo il dovere di sostenere soprattutto l'economia del nostro territorio. Non possiamo pensare di importare risorse energetiche dagli altri Paesi, continuando ad esserne dipendenti, dobbiamo avere il coraggio di sostenere delle scelte lungimiranti. È per questo che la Lega ha già cercato di portare sui tavoli del Governo anche un tema, che forse politicamente può far perdere dei consensi, ma che serve ed è necessario soprattutto per lo sviluppo del nostro Paese, il tema legato all'energia nucleare, il tema legato anche alla sostenibilità energetica di questo nostro Paese, che deve andare di concerto con un mix energetico che deve ritrovarsi sostenibile nel lungo e medio periodo. Di questo, infatti, dobbiamo parlare, dobbiamo sostenere l'economia, le infrastrutture e la mobilità, perché più siamo efficienti e più siamo competitivi e, soprattutto, la competitività passa necessariamente dalla questione energetica.

Presidente, voglio concludere qui il mio intervento. Spero che questo provvedimento e questo impegno vengano portati avanti. Si tratta di impegni che noi tutti ci siamo assunti e che soprattutto come Lega ci assumiamo ogni giorno, rimanendo in una maggioranza difficile, ma all'interno della quale siamo convinti che possiamo fare bene la nostra parte e soprattutto siamo convinti di riuscire a incidere, portando sui tavoli anche temi che forse la politica potrebbe ritenere poco convenienti, perché comunque potrebbero essere altamente divisivi. Lo facciamo con il senso di responsabilità che abbiamo nei confronti dei cittadini italiani ma soprattutto nei confronti delle future generazioni, perché è di questo che stiamo parlando. Quindi, convintamente, con questo spirito, dichiaro il voto di fiducia del gruppo Lega Salvini Premier nei confronti di questo provvedimento per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANDREA CASO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, 235 miliardi: questa è la cifra di cui stiamo parlando. Il PNRR oggi è realtà e ci sembra dunque una cosa scontata, ma pensiamo che, solo fino a un paio di anni fa, una cifra del genere, nata dal debito comune europeo, sarebbe stata una chimera. Se oggi possiamo dare per scontata questa cifra elefantiaca, lo dobbiamo ad una persona, il Presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle ) che si è battuto a Bruxelles, quando nessuno ci credeva, contro ogni aspettativa, e lo dobbiamo ad una forza politica che ha espresso questa persona come Presidente del Consiglio, il MoVimento 5 Stelle. Oggi, quindi, abbiamo un'opportunità unica, che probabilmente non ci ricapiterà più, e questa grande opportunità, se sfruttata bene, permetterà di generare investimenti strutturali tali da poter rilanciare la nostra economia a livello globale e, cosa ancora più importante, potrà servire finalmente ad appianare le disuguaglianze che ci sono tra diverse aree del Paese. Mi riferisco, in particolar modo, agli investimenti previsti per il Sud che, grazie anche al nostro apporto come MoVimento 5 Stelle, saranno una fetta molto importante.

Ma io oggi sono qui a parlare, a nome del mio gruppo, su un aspetto particolare del PNRR che è quello della lotta alla criminalità organizzata e al controllo serrato che lo Stato dovrà avere su questo fenomeno. Da membro della Commissione antimafia, sento il dovere di ribadire l'importanza che questo momento storico ha in relazione al contrasto al fenomeno mafioso. Se attuato in maniera corretta, il PNRR, attraverso una spinta data alle aziende sane del Meridione e non solo, può essere uno strumento incredibilmente efficace per la lotta al fenomeno mafioso. Occorre però vigilare e il MoVimento 5 Stelle in questo c'è e ci sarà sempre. Tutti, in quest'Aula, conoscono l'importanza che la nostra forza politica attribuisce alla lotta alla corruzione e alle mafie e, anche questa volta, non farà eccezione.

Non dimentichiamolo: quando ci sono in ballo grossi interessi, sappiamo benissimo che le mafie sono sempre pronte e attente a colpire. Noi siamo qui per impedirlo, anche pungolando il Governo, se ce ne sarà bisogno, affinché faccia una corretta attuazione delle norme che stiamo andando a votare oggi. Non nascondiamo, però, per onestà intellettuale, che si poteva fare di più in tal senso. Sappiamo che la procedura per l'adozione dell'interdittiva antimafia era stata criticata da più parti, anche in sede europea, e che, dunque, avrebbe dovuto subire modifiche migliorative, per consentire l'interlocuzione tra la pubblica amministrazione e chi subisce il provvedimento, arricchendo anche gli strumenti della prefettura per il contrasto alle mafie.

La nuova norma introduce il principio del contraddittorio nell'ambito dell'iter procedimentale propedeutico al rilascio delle informazioni antimafia. Nel dettaglio, viene previsto che al soggetto interessato sia notificato un preavviso di interdittiva o della misura amministrativa di prevenzione collaborativa, con la fissazione di un termine breve, non superiore a 20 giorni, per la produzione di memorie esplicative, nonché per la richiesta di audizione.

La procedura del contraddittorio, secondo la nuova norma, si deve concludere entro 60 giorni dalla data di ricezione della comunicazione da parte dell'impresa. Quindi, per effetto della nuova norma, è stato previsto che il prefetto dia comunicazione alle ditte oggetto di verifica antimafia degli elementi di prevenzione antimafia assunti nel corso della fase istruttoria, salvo che non ricorrano particolari esigenze di celerità del procedimento e salvo il caso in cui il disvelamento di elementi informativi sia idoneo a pregiudicare procedimenti amministrativi o attività processuali in corso.

Va subito osservato, quindi, che le condizioni previste dalla norma per la deroga al contraddittorio, cioè la sussistenza di particolari esigenze di celerità del procedimento, non appaiono specificamente tipizzate, assumendo, quindi, connotazioni indefinite, che si prestano ad ambito di indiscriminata interpretazione. A nostro avviso, sarebbe stato opportuno circoscrivere l'ambito delle condizioni in cui ricorrono particolari esigenze di celerità del procedimento, onde evitare effetti di applicazione non univoca delle nuove disposizioni di legge, con conseguenze potenzialmente distorsive.

Il MoVimento 5 Stelle aveva presentato proposte migliorative seguendo le esortazioni di Bruxelles, ma, al tempo stesso, non rischiando di incappare in depotenziamenti dello strumento dell'interdittiva. In particolare, si sarebbe potuta prevedere un'interdittiva provvisoria, che avrebbe risolto il problema a cui, inevitabilmente, andremo incontro, dell'allungamento delle tempistiche per l'emissione di un'interdittiva o del rilascio di una certificazione antimafia. Inoltre, avevamo proposto che, in tema di adozione delle misure di prevenzione collaborativa, si specificassero meglio, magari tipizzandoli, i casi in cui poterle adottare. Ciò perché l'indeterminatezza del concetto di collaborazione mafiosa occasionale, in sede di attuazione della norma, potrebbe generare diverse interpretazioni, anche da parte di giudici amministrativi chiamati a decidere, con la conseguenza che, in attesa che si stabilizzi un'interpretazione condivisa, le imprese e gli enti locali dovranno affrontare incertezze che rischiano di rallentare l'esecuzione delle opere, per le quali sappiamo vi sono tempi strettissimi. Purtroppo, però, la maggioranza non ha ritenuto di accogliere queste che sono, a nostro avviso, modifiche davvero rafforzative e migliorative della normativa sull'interdittiva. Su questo, quindi, voglio essere chiaro: il MoVimento 5 Stelle, in fase di attuazione, non farà sconti, vigileremo, punto per punto, su tutta la fase attuativa del PNRR e nessuno sconto sarà fatto ai mafiosi, ai camorristi, agli ‘ndranghetisti, che avranno intenzione di mettere le mani sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Nonostante queste proposte non accolte, riteniamo che l'impianto normativo sia efficace e, se attuato nel giusto modo, potrà dare una crescita importante al nostro tessuto sociale, economico e ripianare, una volta per tutte, le differenze territoriali e sociali che ancora permangono nel nostro Paese. La sfida più importante in tema di lotta alla mafia sarà investire bene i fondi destinati all'efficientamento del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione. Se non incideremo in maniera decisa su questi due aspetti, non potremo dare reale attuazione alle modifiche che stiamo andando ad apportare al codice antimafia, su impulso delle richieste che ci pervengono da Bruxelles.

Come dicevo all'inizio - e concludo, Presidente - abbiamo un'opportunità unica che non possiamo assolutamente gettare al vento. Possiamo far sì che questo periodo così complicato, diventi un'occasione di miglioramento per il nostro Paese, rendendolo più equo, più florido e con meno disuguaglianze. Tutto ciò può e deve esser fatto in contemporanea a una strenua lotta alla malavita organizzata. Lo sviluppo non vuol dire solo far crescere il PIL, utilizzando come spauracchio i “più zero virgola”, come qualcuno ha fatto in passato, ma vuol dire rendere la società in cui viviamo una comunità e rendere un Paese un luogo più giusto da Nord a Sud, dove tutti i ragazzi e le ragazze abbiano pari opportunità, dove i soprusi di chi usa la violenza e il proprio potere mafioso non devono avere ragione di esistere e dove lo Stato aiuta chi ne ha bisogno, senza favoritismi. Tutto questo deve essere portato avanti con le riforme che stiamo votando e ognuno di noi, colleghi, deve sentirsi una responsabilità enorme nel premere quel pulsante per votare i provvedimenti che stiamo approvando. Dobbiamo renderci conto che oggi si decide ciò che vogliamo essere domani, e farlo al di là delle differenze.

Concludo, Presidente. Un giorno non molto lontano si parlerà di come il PNRR avrà impattato sul nostro Paese, e sta a noi decidere se quelle pagine di storia saranno ricche di successi o costellati di fallimenti, tertium non datur.

Quindi, concludo, votiamo favorevolmente, come gruppo MoVimento 5 Stelle, la fiducia di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così concluse le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché, secondo le intese intercorse tra i gruppi, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 10,03, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 9,58, è ripresa alle 10,03.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3354-A.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Binelli.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama ).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti:……….461

Maggioranza:…………….231

Hanno risposto :………..414

Hanno risposto no:……….47

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordonali Simona

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Campana Micaela

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Coin Dimitri

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comencini Vito

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Incà Federico

Donno Leonardo

Dori Devis

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Fantinati Mattia

Faro Marialuisa

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgetti Giancarlo

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

La Marca Francesca

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Letta Enrico

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Milanato Lorena

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sani Luca

Sarro Carlo

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Sorte Alessandro

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Ungaro Massimo

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

D'Ambrosio Giuseppe

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ehm Yana Chiara

Ferro Wanda

Foti Tommaso

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Prisco Emanuele

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Sodano Michele

Spessotto Arianna

Suriano Simona

Termini Guia

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Trizzino Giorgio

Vallascas Andrea

Vianello Giovanni

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Ascani Anna

Ascari Stefania

Bonafede Alfonso

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Castelli Laura

Cattoi Maurizio

Cavandoli Laura

Colletti Andrea

Comaroli Silvana Andreina

Corda Emanuela

Dadone Fabiana

D'Arrando Celeste

De Filippo Vito

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

Fassina Stefano

Fontana Ilaria

Franceschini Dario

Frassinetti Paola

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Iovino Luigi

Lapia Mara

Macina Anna

Magi Riccardo

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Morelli Alessandro

Moretto Sara

Nesci Dalila

Pastorino Luca

Rampelli Fabio

Sasso Rossano

Scerra Filippo

Sibilia Carlo

Silli Giorgio

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Tasso Antonio

Zanettin Pierantonio

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 11,35.

La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 11,35.

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ha facoltà di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3354-A/24 la collega Fucsia Fitzgerald Nissoli.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, come ho avuto modo di evidenziare più volte, il MAECI, ed in particolare la rete estera, sono praticamente assenti dalle prospettive progettuali del PNRR, sebbene le interconnessioni e le potenzialità appaiano eloquenti e potenzialmente suscettibili di correttivi e miglioramenti. Il supporto fornito dalla rete estera, in particolare dal personale reclutato localmente, rappresenta un riferimento indiscutibile del sostegno all'internazionalizzazione e alla penetrazione delle imprese italiane nel mercato estero. Ed è proprio questa la premessa da cui voglio partire, per sottolineare lo scollamento che sussiste tra prospettive del Piano e potenzialità del sistema Italia. Tale carenza di riferimenti e di progettualità appare ancora di complessa comprensione anche in ragione del fatto che specifici investimenti, come quelli relativi alla Missione 1 (“Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”) e, nello specifico, alla componente M1C2, prevedano espressamente iniziative di supporto e orientamento alle imprese italiane che intendano attuare un'evoluzione in termini di riqualificazione e competitività nei mercati internazionali.

In questa prospettiva, l'accento dovrebbe essere posto sul rafforzamento delle risorse sia umane che finanziarie, in particolare in quelle sedi dove l'incremento di domanda di servizi a sostegno dell'internazionalizzazione risulta essere in crescita, soprattutto dopo il rallentamento dovuto alla crisi pandemica. Proprio in virtù di questo, è stato accolto, in sede referente, un mio emendamento, condiviso anche da altri gruppi, che ha introdotto l'articolo 34-bis, che incrementa di 100 unità il limite massimo del contingente complessivo di personale a contratto assunto dagli uffici all'estero del MAECI. Quello stesso emendamento, però, nella sua versione originaria prevedeva anche l'incremento di 800 mila euro…

PRESIDENTE. Onorevole, mi scusi, non riesco a sentirla. Colleghi, colleghi, inviterei a un maggior silenzio, se vogliamo finire questa seduta a un'ora… Colleghi, non riprendo la seduta fino a quando non c'è silenzio in Aula, per consentire alla collega di fare il suo intervento. Prego, onorevole Nissoli.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie. Allora, dicevo, quello stesso emendamento, però, nella sua versione originaria, prevedeva anche l'incremento di 800 mila euro del Fondo per il riadeguamento degli stipendi del personale a contratto, di cui all'articolo 152 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, proprio al fine di dare attuazione agli obiettivi del PNRR: favorire il sostegno della rete estera del MAECI alle imprese che operano sui mercati esteri e, nel contempo, garantire la tutela dei diritti dei lavoratori. Purtroppo, in quella stessa sede referente, l'emendamento è stato oggetto di riformulazione. Non mancherò mai di ribadire, ancora una volta e con maggiore forza, che la tutela dei diritti dei lavoratori a contratto, in una stagione segnata da penuria di personale, carenza di organico e crescita esponenziale delle sfide del sistema Paese, dovrebbe rappresentare una priorità per questo Governo, anche perché, come si pretende di lasciare invariato questo fondo, incrementando, nel contempo, le unità del personale? L'incremento del fondo per il riadeguamento degli stipendi degli impiegati a contratto è strettamente connesso, dunque, al nuovo articolo 34-bis; infatti, sarebbe stato necessario un incremento proporzionale delle risorse, anche in considerazione del fatto che il fondo, al momento, risulta incapiente - e, dunque, non in grado nemmeno di far fronte alle istanze di adeguamento attualmente in fieri - e, dunque, ufficialmente incapace di provvedere ad ulteriori riadeguamenti stipendiali, nemmeno nel brevissimo periodo. Pertanto, l'attuale configurazione del fondo compromette le garanzie offerte dall'articolo 157 del DPR 5 gennaio 1967, n. 18, come novellato dalla recente legge n. 62 del 2021.

Con questo ordine del giorno, pertanto, si chiede l'impegno al Governo, affinché disponga anche nell'ambito della sessione di bilancio, un incremento del Fondo per il riadeguamento stipendiale degli impiegati a contratto della rete estera, almeno nella misura di ulteriori 800 mila euro, a decorrere dall'anno 2022, al fine di garantire la piena attuazione delle garanzie previste dall'articolo 157 del DPR 5 gennaio 1967, n. 18, come novellato dalla legge n. 62 del 2021, consentire una funzionale operatività della nostra rete oltre confine e creare le condizioni ottimali per l'attuazione all'estero delle suindicate Missioni del PNRR.

Pertanto, signor sottosegretario, le chiedo cortesemente di dare un parere positivo a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà. Onorevole Sodano, deve illustrare un ordine del giorno… non mi sembra… Onorevole Sodano…

MICHELE SODANO (MISTO). Chiedo scusa per questo leggero ritardo. Semplicemente, pregherei il Governo di analizzare attentamente questo ordine del giorno, che non fa altro che chiedere al Governo di impegnarsi veramente ad assumere tutto il personale possibile - dirigenti tecnici e ingegneri - che possa veramente aiutare una parte di territorio molto svantaggiata in questo momento, com'è il Sud Italia, a redigere ogni progetto valido per l'attuazione del PNRR. Abbiamo constatato, in questo decreto, che di soldi per il Sud non ce ne sono; ne abbiamo visti invece andare, purtroppo, a enti come l'Agenzia industrie difesa, abbiamo visto assunzioni nei ministeri o nei comuni a chiamata diretta, senza concorso, ma non qualcosa veramente che possa rispondere alla Missione che l'Unione europea ci ha chiesto come garanzia per ricevere questi fondi che, durante questi due anni, abbiamo detto chiaramente che dovevano rappresentare un “Piano Marshall” per l'Italia, una possibilità per colmare quel gap di infrastrutture, di tecnologie e di digitalizzazione che c'è, ad esempio, tra il Nord Europa e il Sud Europa, ma che c'è anche, nel caso interno, tra il Nord Italia e il Sud Italia. Tuttavia, fino ad ora, né i parlamentari sono riusciti ad intervenire nel merito, nel modificare questi decreti per portare anche un'expertise che arriva dai propri territori, né stiamo vedendo questo “Piano Marshall” che potrebbe rendere l'Italia non solo competitiva, ma anche capace di riprendersi dalla grave crisi economica dovuta al COVID. In questo senso, poi, l'ordine del giorno è sicuramente uno strumento debole; noi, qui, non possiamo non denunciare che questo è il trentesimo provvedimento che questa Camera approva con la fiducia. Noi non possiamo non denunciare che lo strumento principe per poter fare il nostro lavoro sarebbe lavorare con gli emendamenti, ma io stesso, che sono stato in Commissione bilancio, quindi, l'unica sede in cui questo decreto è stato più o meno “aperto”, posso testimoniare che la possibilità di incidere è stata minima e che il Governo ha proceduto senza ascoltare in alcun modo le osservazioni delle opposizioni; c'ero io, c'era il collega Raduzzi, c'era il collega Trano, e quindi esprimo grandissima insoddisfazione per le modalità in cui questo Governo sta gestendo questa crisi pandemica e, soprattutto, per come questo Governo sta pensando di spendere questi soldi del PNRR: dovevano andare ai cittadini, dovevano andare alla ripresa economica e sembrano andare ovunque, altrove.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, il nostro pensiero, dal 23 maggio 2021, non può che andare alle 14 vittime della funivia del Mottarone e a quei familiari che hanno perso i loro cari in un tragico – tragico – incidente, su cui ci auguriamo che la magistratura faccia, nel più breve tempo possibile, piena luce; però, bisogna anche guardare alla ricostruzione di quella zona turistica che, a seguito di questa terribile tragedia, ha subito una crisi turistica enorme. Il Mottarone è una montagna splendida; dalla cima del Mottarone si vedono due laghi meravigliosi come il Lago Maggiore e il Lago d'Orta; dobbiamo assolutamente essere vicini agli abitanti di quei territori. Io ho incontrato il Ministro del Turismo, Garavaglia, che è attentissimo, in generale, a tutti i bisogni del territorio e, in particolare, dopo questa tragedia, a cercare di far ripartire la funivia che, in qualche modo, è una tra le soluzioni tecniche più importanti per raggiungere la cima del Mottarone. Siccome l'Italia è il Paese delle eccellenze, pensiamo a qualcosa di simile a ciò che è stato realizzato sul Monte Bianco, con Skyway, quindi, una funivia-cabinovia dalla visibilità completamente a 360 gradi, in vetro, in modo che si possa valorizzare quel bellissimo territorio che guarda - come dicevo - due laghi. Sono anni, però, che si parla anche di una funivia a Piano Provenzana, nel comune di Linguaglossa; è l'occasione per aiutare due territori, uno al Nord e uno al Sud.

Io sono convinto che a questo ordine del giorno della Lega, a mia prima firma, il Governo darà la massima attenzione, come, appunto, mi ha confermato il Ministro del Turismo, Garavaglia. Mi auguro che possiate approvarlo per tutte e due queste realtà e che la nostra zona del Mottarone, del Lago d'Orta e del Lago Maggiore, possa vedere, con la rinascita di questa struttura tecnologicamente avanzata, un grande grande ritorno del turismo su questa montagna.

Ringrazio il Governo, la ringrazio, Presidente, e attendo con fiducia l'eventuale approvazione del nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. L'articolo 38-bis, che è stato inserito in questo decreto-legge durante l'esame in sede referente, prevede che, a decorrere dal triennio formativo 2023-2025, l'efficacia delle polizze assicurative previste dalla cosiddetta legge Gelli-Bianco, stipulate dagli esercenti le professioni sanitarie e dalle strutture sanitarie e sociosanitarie, sia condizionata all'assolvimento in misura non inferiore al 70 per cento dell'obbligo formativo individuale dell'ultimo triennio utile in materia di formazione continua in medicina. Voglio sgombrare il campo dal fatto che l'obbligo formativo è essenziale e fondamentale, ma, al di là della formulazione poco chiara di questa norma, che sicuramente presterà il fianco a contenziosi, dubbi e criticità in sede applicativa, credo che questa si ponga proprio in distonia rispetto alla legge Gelli-Bianco, perché l'obiettivo della legge era quello di incrementare le tutele garantite dall'ordinamento a favore degli esercenti le professioni sanitarie, nell'ottica di valorizzare il loro operato, inviare un segnale di rispetto e limitare anche i costi correlati alla cosiddetta medicina difensiva. La misura qui, invece, sembra orientarsi in una direzione opposta, aumentando la quantità delle eccezioni opponibili dall'assicuratore all'assicurato e limitando, quindi, l'operatività di una copertura assicurativa che risulta indispensabile per il corretto funzionamento del sistema, tanto per la tutela del danneggiato quanto per la tutela degli esercenti le professioni sanitarie e delle strutture. Nel dossier dei servizi studi della Camera e del Senato, si paventa che questa norma impatterà negativamente sui budget sanitari regionali, considerato che l'inefficacia della polizza assicurativa e la conseguente mancata copertura del rischio ricadrebbe sulle strutture sanitarie coinvolte, determinando, quindi, oneri rilevanti a carico delle regioni, per i quali la norma in esame non prevede alcuna forma di copertura. Quindi, l'ordine del giorno impegna il Governo a valutare l'opportunità di attenuare, attraverso ulteriori iniziative normative, il rilievo attribuito a questo legame ECM - rispondenza delle polizze assicurative, prediligendo l'introduzione, semmai, di meccanismi premiali a favore dei professionisti in regola con gli stessi; penso, ad esempio, all'introduzione di sconti per quei professionisti che abbiano in effetti conseguito il 70 per cento dei crediti, evitando, invece, la qualificazione dell'obbligo ECM alla stregua di un elemento condizionante l'efficacia della copertura, anche in considerazione degli oneri che questa qualificazione comporterebbe a carico delle strutture sanitarie e delle regioni. Credo che venga dato un irragionevole vantaggio alle assicurazioni, che mi pare obiettivamente ne abbiano già a sufficienza; basti pensare, ad esempio, al fatto che gli assicurati della sanità integrativa non possono nemmeno scegliersi il medico da cui andare (faccio notare che in tema di polizze auto l'assicurato può scegliere il carrozziere da cui andare, cioè siamo all'assurdo per cui ci possiamo scegliere il carrozziere, ma non il medico da cui ci possiamo far curare). Credo che questa norma introdotta rappresenterà un problema; abbiamo un anno di tempo prima dell'entrata in vigore, per cui pensiamoci bene e modifichiamola. Sicuramente, spero che questo ordine del giorno venga accolto, ma preannuncio già che in ogni provvedimento utile, qualora questa questione non si dovesse sistemare, io riproporrò il problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la recente approvazione della delega sulla disabilità dimostra l'attenzione e la sensibilità di questo Governo verso le persone più fragili e maggiormente meritevoli di tutela, tra le quali vanno annoverati anche gli anziani e coloro che non sono più in grado di provvedere da soli alle proprie necessità. Anche la Missione n. 5 del PNRR è dedicata all'inclusione e alla coesione, prevedendo interventi in materia di servizi sociali, disabilità e marginalità sociale, con obiettivi ambiziosi come la riforma della non autosufficienza e la riconversione delle RSA. Penso che oggi abbiamo l'occasione per dare effettività a quel principio di sussidiarietà costituzionalmente riconosciuto, per cui vanno coinvolti nell'attuazione dei progetti i soggetti che li conoscono maggiormente e che si trovano ad affrontarli senza calare le scelte dall'alto. Con il mio ordine del giorno n. 60, chiedo, quindi, che venga assicurato il massimo coinvolgimento delle IPAB, delle RSA, del terzo settore e del sociale nei progetti delle Missioni n. 5 e n. 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sottolineando che proprio le RSA potrebbero contribuire a potenziare la sanità locale attraverso servizi a domicilio o a livello diurno, per favorire la permanenza degli assistiti nella propria residenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine del giorno n. 71 l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 71, sottoscritto dalla collega Albano e dal capogruppo Lollobrigida, tratta un argomento molto delicato, cioè quello dello spopolamento delle zone interne. Sappiamo benissimo che, in tutta Italia, le zone montane e quelle più periferiche purtroppo vivono da anni uno spopolamento per il continuo taglio dei servizi pubblici e, di conseguenza, anche i privati tendono a scappare via perché non trovano l'utenza. Quando parliamo di investimenti pubblici come le strade e le ferrovie, ovviamente la risposta che viene data agli amministratori locali è che non si può investire perché c'è poca utenza, perché c'è poca gente, e così non ci sono collegamenti. È accaduto che per qualche nevicata venisse a mancare l'energia elettrica per 30 o 36 ore e che non ci fosse nessun modo per intervenire. Gli studenti non tornano più nei piccoli centri; le famiglie, anche quelle più anziane, sono portate a seguire i figli perché non ci sono anche più i servizi sanitari. Abbiamo quindi presentato un emendamento, con il collega Trancassini, chiedendo che venissero studiate e istituite dalle zone franche dove c'è una politica di defiscalizzazione, perché meno servizi, meno tasse da ripagare; così dobbiamo invogliare le imprese residenti a tornare nelle aree montane. Qualcosa le regioni stanno facendo - complimenti alla regione Abruzzo, ma anche alla regione Sardegna - hanno stanziato dei fondi per far tornare i residenti nelle aree montane e, quindi, complimenti al presidente Marsilio e al presidente Solinas, ma anche nelle Marche al presidente Acquaroli. Ci si sta indirizzando in questo senso anche in altre regioni. Questo è un problema trasversale; per questo, chiediamo al Governo di valutare l'ordine del giorno e andare incontro alle esigenze degli amministratori locali. Tenete conto che un sindaco e gli amministratori locali devono combattere con un dramma, perché vedono ogni giorno qualche morto in più; purtroppo essi devono investire per allargare i cimiteri perché sono più i morti che i nati. Questo è un problema, perché le aree metropolitane si stanno affollando e nei comuni non c'è più nessuno. La vera vita è nelle aree montane e nei piccoli comuni; la vera comunità è quella che si respira in queste comunità. Non possiamo permetterci di farle morire e di farle diventare dei paesi museo ormai spopolati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è un ordine del giorno, è un impegno che chiediamo al Governo di prendere per dare una speranza a queste comunità. Io vengo da una di quelle, da piccoli paesi di 600 abitanti - ma ce ne sono anche di più piccoli - dove c'è un grande orgoglio, l'orgoglio dell'appartenenza, l'orgoglio di combattere, l'orgoglio di far funzionare un'impresa con Internet che va a manovella: noi non sappiamo neanche cosa vuol dire la fibra, perché arriva nei centri urbani ma non oltre; perché poi le compagnie ti dicono sempre che se non c'è l'utenza, non c'è il ritorno economico.

Bene, diamo noi, come politica, il ritorno economico, facciamo delle politiche di defiscalizzazione, facciamo delle politiche che portino di nuovo le persone ad investire sulla montagna e sui piccoli comuni! L'Italia è formata dai piccoli comuni, dalle piccole identità e dalle grandi popolazioni, perché quei piccoli comuni hanno dato anche il futuro alle grandi metropoli. Quelle famiglie che si sono trasferite dalle piccole comunità alle grandi metropoli non hanno vissuto di assistenzialismo ma hanno investito i propri capitali e hanno portato l'economia nelle grandi metropoli. Siamo orgogliosi di appartenere a quei piccoli comuni e di essere il popolo della montagna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Considerato che gran parte delle risorse del PNRR andranno al Mezzogiorno d'Italia, intervengo solo per evidenziare al Governo che in provincia di Salerno, in particolar modo nella Piana del Sele, esistono preziose strutture architettoniche, i cosiddetti tabacchifici, che hanno ormai da tempo ricevuto il vincolo dalla Soprintendenza per i beni culturali, che rappresentano e denotano la storia e l'identità di questi territori, tanto che il MiSE - ci tengo a evidenziarlo e anche a ringraziare il MiSE per questo - ha recentemente riconosciuto l'alto valore storico e culturale di uno dei siti principali, quello di Battipaglia, con l'emissione di un francobollo dedicato al centenario della fondazione. La rete dei tabacchifici, tra l'altro, è stata candidata - lo dico a testimonianza del profondo legame dei cittadini a questi luoghi - ai “luoghi del cuore” del FAI e questo rafforza l'afflato che c'è da parte di questa comunità e dell'intera provincia di Salerno. Ecco perché questo mio ordine del giorno chiede un impegno al Governo a valutare l'opportunità di stanziare - come previsto dall'articolo 20 del decreto-legge al nostro esame - le somme necessarie e indispensabili per il recupero strutturale e la conservazione di tali edifici di archeologia industriale appartenenti ai comuni della provincia di Salerno e della Piana del Sele, affinché le amministrazioni locali, proprietarie di tali strutture, possano intraprendere progetti virtuosi nel campo della cultura, dell'associazionismo, del turismo e dell'economia, rilanciando così il territorio anche sotto il profilo occupazionale. Ci tengo anche a rilevare quanto, negli anni Trenta, nella provincia di Salerno e nella Piana del Sele, queste strutture, che davano lavoro a migliaia e migliaia di persone provenienti anche dalle regioni confinanti, siano state anche una sorta di ascensore sociale e quanto questo sia stato - ed è il motivo per cui il MiSE ha emesso questo francobollo dedicato al centenario - una sorta di primo momento di emancipazione femminile. All'epoca, le nostre mamme e le nostre nonne, oltre che occuparsi della famiglia, lavoravano quasi esclusivamente la terra, l'amata madre terra. Ecco, con queste strutture, le donne hanno avuto un primo momento di emancipazione perché, al loro interno, potevano diventare anche dirigenti. Quindi, evidenzio questo e confido nella sensibilità e nell'importanza che il Governo sicuramente darà a queste strutture per il recupero ed il rilancio sociale ed economico della Piana del Sele e di tutta la provincia di Salerno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo sanitario ha stabilito che una risposta importante per strutturare la medicina territoriale di prossimità passasse per la realizzazione delle Case della comunità. Abbiamo avuto, come Fratelli d'Italia, da subito, forti perplessità che quello potesse essere lo strumento attraverso il quale sostanziare l'assistenza sanitaria e sociale per gli italiani; quando poi abbiamo letto i dati, le nostre preoccupazioni sono diventate ancora più cogenti.

Entro nel merito: nel Piano nazionale di ripresa e resilienza si stabilisce che saranno realizzate 1.288 Case della comunità, con un rapporto di una Casa della comunità ogni circa 50.000 abitanti. Pensate che più di 10 milioni di italiani vivono in comuni al di sotto di 5.000 abitanti. È facile quindi capire che vi saranno vaste aree nelle quali non sarà assicurata quella medicina, quel servizio socio-sanitario di prossimità che abbiamo imparato, in epoca di pandemia, quanto sia fondamentale, a fronte dell'estrema carenza in Italia. Evidentemente, quindi, le Case della comunità in alcun modo assicureranno quelle prestazioni vicine ai cittadini, ma lasceranno abbandonati invece quei comuni più piccoli, quei comuni che si trovano nelle comunità montane o in luoghi più periferici, quelli che dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione e che dovrebbero vedere interventi puntuali e capillari, proprio per prevenire quella desertificazione che diventa il male di parte della nostra Italia, a fronte di istituzioni che non sono in grado di garantire i giusti servizi e la giusta attenzione. A questa drammatica distribuzione delle Case della comunità, fra l'altro ritenute da questo Governo, il Governo dei migliori, come la punta di eccellenza della risposta della medicina e dell'assistenza territoriale (più che punta di eccellenza vediamo il punto di caduta drammatico e sono i dati a dirlo, che sono oggettivi e ci rivelano quindi la fallacità dell'intervento), si aggiunge la carenza di personale, perché sono state immaginate le assunzioni a partire dal 2027, cioè successivamente alla realizzazione del Recovery Plan, e di quei 661 milioni che sarebbero necessari per poter dotare di risorse umane le Case della comunità ad oggi sono previsti soltanto 94 milioni circa. Allora, inevitabilmente, quelle Case della comunità saranno poche, distanti ma saranno anche vuote, perché una Casa della comunità senza risorse umane, quindi senza medici, senza infermieri, senza psicologi, senza fisioterapisti, senza tutte le professioni sociosanitarie, diventa una scatola vuota che non serve a nulla, se non soltanto a dare un'illusione e un bel titolo, Case della comunità, che farà sì che questo Governo prenda in giro le persone, prenda in giro gli italiani. Soprattutto, in maniera, devo dire, anche un po' vergognosa, lo fa nel momento in cui abbiamo toccato con mano la loro sofferenza, la necessità di aiutarli e di poter stare loro vicino attraverso servizi socioassistenziali reali, concreti e puntuali. Questa è un'emergenza in Italia e purtroppo, evidentemente, la pandemia non è servita a far capire. Papa Francesco sottolinea come, peggio della pandemia, ci sia soltanto il fatto che questa possa essere un'occasione sprecata. Momenti di crisi come questi dovrebbero richiamare le coscienze di tutti alla concretezza, alla coerenza e alla necessità di dare risposte puntuali. Evidentemente, con questi interventi, state rischiando invece di far trascorrere invano questa crisi che stiamo vivendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno n. 9/3354-A/77, firmato ed elaborato con il collega Butti, vuole garantire la trasparenza e la concorrenza sulla gara sul Polo strategico nazionale. Il cloud nazionale, colleghi, è una sfida nazionale ed internazionale, con implicazioni economiche e geopolitiche. La procedura già in corso ha una grande criticità: la presenza, in una delle cordate, di Sogei, società in house del MEF, che, per la natura delle attività, rappresenta un partner pubblico naturale del Polo strategico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sogei, dunque, già svolge, di fatto e di diritto, alcune delle funzioni che saranno affidate al Polo strategico nazionale, gestendo una parte importante dei dati destinati a confluire nelle infrastrutture realizzate dalla cordata vincente. La procura di Roma, inoltre, ha aperto un fascicolo relativamente a possibili pressioni sul Ministero dell'Economia e delle finanze per evitare che l'Istituto poligrafico partecipasse al bando sul PSN. Chiediamo, quindi, di adottare iniziative volte ad assicurare la chiarezza delle regole, la parità delle condizioni competitive per il mercato e la massima trasparenza nella gestione della procedura di gara per la realizzazione del Polo strategico nazionale, anche tramite la sospensione delle procedure in corso, fino a risoluzione delle criticità esposte in premessa, correggendo il ruolo di Sogei e verificando quello di “Difesa Servizi SpA” e se il contemporaneo ruolo di quest'ultima non possa configurarsi, colleghi, come conflitto di interesse, dato che sarà stazione appaltante e potenziale cliente dei servizi; e al Ministro Colao di riferire finalmente in Parlamento prima della pubblicazione del bando e della continuazione delle procedure di gara del PSN e non dopo. Va, quindi, garantita la sovranità digitale sia per “Gaia-X”, dove sono presenti aziende cinesi, come Huawei e relativamente al ruolo del Cloud Act nella tecnologia del cloud, tutelando i dati degli italiani. Sfidiamo, quindi, il Governo ad approvare questo ordine del giorno e chiediamo al Governo di andare a colmare quel vulnus nel rinvio continuo delle mozioni sul cloud, a cui aveva partecipato anche Fratelli d'Italia con una mozione a prima firma di Giorgia Meloni, poi Butti e il sottoscritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Come è noto, il provvedimento in esame autorizza l'Agenzia per la coesione territoriale a stipulare contratti di collaborazione con professionisti e/o personale in possesso di alta specializzazione. L'Agenzia per la coesione territoriale è, come è altrettanto noto, al centro di un braccio di ferro con tutte le regioni d'Italia indirettamente indotto dal cosiddetto “accordo Provenzano”. In piena pandemia, le regioni hanno anticipato a favore dello Stato importanti fondi per intervenire a fronteggiare l'emergenza sanitaria pandemica. Vi fu un accordo sottoscritto, il cosiddetto “accordo Provenzano”, dell'ex Ministro per il Sud e la coesione territoriale, la cui firma, evidentemente, vale meno di quella di un interdetto, perché, all'epoca, le regioni si fidarono, anticiparono fondi per lo Stato ed oggi attendono quei fondi, che sarebbero dovuti pervenire per il tramite di risorse aggiuntive sul Fondo per lo sviluppo e coesione. Si tratta, sostanzialmente, di aver deprivato le regioni italiane di ingenti risorse per la formazione, per la coesione sociale, in un momento delicatissimo per le nostre aziende. Il solo Piemonte attende più di 100 milioni destinati alla formazione professionale per contrastare, da una parte, la dispersione scolastica e, dall'altra, per accompagnare, in questa delicatissima fase post-pandemica, i fabbisogni e le necessità di un territorio industriale che deve riconvertirsi.

Giacché è l'Agenzia per la coesione territoriale che deve terminare l'istruttoria, giacché le regioni è da luglio che chiedono al Governo la restituzione delle somme anticipate per fronteggiare la pandemia e poiché il Governo - all'epoca sciaguratamente rappresentato dalla figura di Provenzano - proclamava urbi et orbi che “quello che abbiamo firmato con le regioni è il segno più tangibile del principio di leale collaborazione che deve informare le istituzioni dello Stato” ma, oggi, le regioni lamentano che quella leale collaborazione è stata stracciata da quell'uomo che ha sottoscritto, noi di Fratelli d'Italia, siccome voi siete il sedicente Governo dei migliori, fatichiamo a riconoscervi il titolo di migliori. Ci divertiamo anche, perché siete i primi autoproclamati migliori della storia repubblicana italiana; cercate almeno non di essere i migliori, ma, banalmente, di onorare i debiti contratti con le regioni, che hanno aiutato lo Stato nel momento post-pandemico, debiti che oggi sono sottratti alla formazione professionale, che incide significativamente nella capacità dell'Italia di rialzarsi, superare i problemi economici e occupazionali e le ferite economiche e occupazionali che ha generato la pandemia.

Allora, con quest'ordine del giorno vi chiediamo che, nell'assegnazione di risorse aggiuntive ad alta specializzazione all'Agenzia per la coesione territoriale, la priorità sia onorare il debito con le regioni, la priorità sia restituire quanto hanno dato le regioni, la priorità sia - tradotto per il Piemonte - riconsegnare immediatamente 100 milioni al Piemonte per la formazione professionale, per stare al fianco delle imprese, che sono stati sottratti dall'accordo Provenzano, sottoscritto e onorato dalle regioni, ma non onorato da un Governo che ha rubato programmazione e futuro al Piemonte e alle altre regioni italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, sottosegretaria Guerra.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/1 Lombardo, parere favorevole con riformulazione, sostituendo la parola: “aumentando”, con le seguenti: “e a valutare l'opportunità di aumentare”. Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/2 Paxia, n. 9/3354-A/3 Lattanzio e n. 9/3354-A/4 Nobili, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/5 Paita, parere favorevole con riformulazione: dopo la parola: “assicurare”, aggiungere le seguenti parole: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/6 Marco Di Maio, parere favorevole con riformulazione, inserendo all'inizio le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/7 Gariglio, parere favorevole con riformulazione, nel senso di premettere ai due impegni la formula: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/8 Vianello, parere favorevole con riformulazione: dopo le parole: “in premessa al fine”, aggiungere: “di valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/9 Villarosa il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/10 Piera Aiello il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/11 Fiorini, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/12 Potenti, parere favorevole con riformulazione, nel senso di aggiungere, alla quarta riga, prima della parola: “adottare”, le parole: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/13 Comaroli, parere favorevole con riformulazione, nel senso di premettere: “a valutare l'opportunità di intervenire” ed eliminando le parole: “dal prossimo provvedimento utile”. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/14 Boldi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/15 Bartolozzi, parere favorevole con riformulazione, nel senso di premettere: “a valutare l'opportunità di” e sostituire le parole: “nella legge di bilancio 2022”, con le parole: “in un prossimo provvedimento utile”. Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/16 Butti, n. 9/3354-A/17 Dori e n. 9/3354-A/18 Saccani Jotti, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/19 Acunzo, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di bilancio pubblico”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/20 Gerardi, parere favorevole con riformulazione, premettendo: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/21 Casciello, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/22 Torromino, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere ai due impegni le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/23 Paolo Russo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/24 Fitzgerald Nissoli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare l'opportunità di prevedere (…)” ed espungere le parole: “anche nell'ambito della sessione di bilancio attualmente in itinere”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/25 Sodano, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare l'opportunità di (…)” ed espungere l'inciso “e trattenere in servizio volontario anche i pensionati, come soluzione temporanea da collocare all'attuazione di (…)”, sostituendolo con le seguenti parole “e attuare un piano straordinario di assunzioni (…)”, eccetera.

Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/26 Trizzino e n. 9/3354-A/27 Zennaro, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/28 Ribolla, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/29 Belotti, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/30 Colmellere, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/31 Gusmeroli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare la possibilità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/32 Timbro, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/33 Patassini, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: alla sesta riga, premettere alla parola “adottare” le parole: “valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/34 D'Eramo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'inizio le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/35 Pezzopane, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al secondo impegno, premettere le parole “a valutare l'opportunità di prevedere (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/36 Porchietto il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/37 Pagani, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/38 Rizzetto, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/39 De Toma, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/40 Bucalo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: dopo le parole “a valutare l'opportunità” aggiungere le parole “, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/41 Bellucci, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al primo e al terzo impegno, premettere le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/42 Caiata, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al primo impegno, sostituire le parole “a garantire un riconoscimento specifico” con le parole “a riconoscere un ruolo non secondario”; e al secondo impegno, sostituire le parole “ad istituire una struttura regionale” con le parole “a valutare l'opportunità di istituire una struttura regionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/43 Frassinetti, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/44 Varchi, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/45 Montaruli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/46 Giovanni Russo, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/47 Zucconi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare l'opportunità di (…)” e concludere l'impegno dopo le parole “ad una sola parte delle imprese di comparto”.

L'ordine del giorno n. 9/3354-A/48 Maschio è accolto come raccomandazione limitatamente al solo impegno.

PRESIDENTE. Quindi accolto come raccomandazione, se riformulato.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/49 Lucaselli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere ai due impegni le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/50 Ferro, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/51 Trancassini, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/52 Capitanio e n. 9/3354-A/53 Mandelli, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/54 Fragomeli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di prevedere in un prossimo provvedimento (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/55 Fregolent, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/56 Angiola, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituire la parola “ripristinando”, che si trova alla quinta riga, con le parole “valutando, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di ripristinare”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/57 Enrico Costa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di svolgere, attraverso l'ispettorato generale del Ministero della Giustizia, un monitoraggio, nel rispetto del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/58 Rampelli, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/59 Paolin, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere ai due impegni le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/60 Covolo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/61 Bubisutti, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare l'opportunità di (…)” e sostituire le parole “in particolare” con la parola “anche”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/62 Germanà, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/63 Viviani, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/64 Loss il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre ai due impegni le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/65 Vinci, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/66 Biancofiore, il parere è favorevole con la seguente riformulazione, leggo le prime tre righe riformulate: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere, anche nell'ambito delle risorse previste nel PNRR (…)”, eccetera.

Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/67 Carelli, n. 9/3354-A/68 Bologna, n. 9/3354-A/69 Mugnai e n. 9/3354-A/70 Baldini, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/71 Albano, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituire la parola “adottare” con le parole “a valutare l'opportunità di adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/72 Foti, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di destinare (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/73 Calabria, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/74 Deidda, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/75 Lollobrigida, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/76 Mantovani, il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/77 Mollicone e n. 9/3354-A/78 Zangrillo, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/79 Caretta, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/80 Trano, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre le parole “a valutare l'opportunità di introdurre (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/81 Ciaburro, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/82 Siracusano, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/83 Giuliodori, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/84 Maniero, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/85 Meloni, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/86 Rachele Silvestri, il parere è favorevole con la seguente riformulazione alla prima riga dell'impegno: “a valutare l'opportunità di estendere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”, eccetera.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/87 Rizzo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/88 Roberto Rossini, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/89 D'Uva, n. 9/3354-A/90 Casa e n. 9/3354-A/91 Bella, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/92 Gallinella, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di individuare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/93 Ianaro, parere favorevole, anche se si segnala che la cosa è già prevista dall'articolo del DL n. 22 del 2021.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3354-A/94 Buompane.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/95 Faro, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di inserire, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/96 Manzo, n. 9/3354-A/97 Villani, n. 9/3354-A/98 Amitrano e n. 9/3354-A/99 Davide Aiello, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/100 Invidia, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/101 Barzotti, n. 9/3354-A/102 Alemanno, n. 9/3354-A/103 Parentela e n. 9/3354-A/104 Scanu, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/105 Alaimo, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/106 Elisa Tripodi, n. 9/3354-A/107 Cancelleri e n. 9/3354-A/108 Papiro, parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/109 Deiana e n. 9/3354-A/110 Ficara, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/111 Ferraresi, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole “(…) valutare se comportino un allentamento (…)”, con le parole “(…) valutare l'eventuale rischio di un allentamento (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/112 Perantoni, n. 9/3354-A/113 Misiti e n. 9/3354-A/114 Ruggiero, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/115 Maglione, parere favorevole, anteponendo al termine “definire” le parole: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/116 Masi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/117 Marino, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre al secondo impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/118 Varrica, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/119 Licatini e n. 9/3354-A/120 Maraia, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/121 Zolezzi, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/122 Daga, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/123 Gallo, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/124 Corneli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/125 Provenza, parere favorevole con la seguente riformulazione: togliere le ultime due righe “ovvero, qualora necessario, anche a medici di altre specialità”.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/126 Spena, n. 9/3354-A/127 Elvira Savino, n. 9/3354-A/128 Labriola, n. 9/3354-A/129 Mazzetti, n. 9/3354-A/130 Cortelazzo, n. 9/3354-A/131 Ferraioli, n. 9/3354-A/132 Rospi e n. 9/3354-A/133 Prisco, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/134 Squeri, parere favorevole con la seguente riformulazione: prima del termine “adottare”, inserire le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/135 Forciniti, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/136 Pentangelo, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/137 Romaniello, parere favorevole con la seguente riformulazione: premettere al primo e al terzo impegno le parole “valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/138 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/139 Donzelli, parere favorevole con la seguente riformulazione: anteporre all'impegno le parole “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/140 Raduzzi, parere favorevole con le seguenti riformulazioni: prima della parola “eliminare” inserire le parole “valutare l'opportunità di”; eliminare le parole “nel prossimo provvedimento utile” e aggiungere le parole “a valutare l'opportunità di” prima della parola “introdurre”.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/141 Corda, parere contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3354-A/1 Lombardo, accetta la riformulazione.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/2 Paxia, n. 9/3354-A/3 Lattanzio e n. 9/3354-A/4 Nobili: vanno bene.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/5 Paita, n. 9/3354-A/6 Marco Di Maio e n. 9/3354-A/7 Gariglio: accettano la riformulazione.

Onorevole Vianello, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3354-A/8?

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Mi scusi, Presidente. Posso chiedere gentilmente di rileggere la riformulazione? Perché si inseriva su più parti nell'impegno dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Certamente. Prego, signora sottosegretaria Guerra, se è così cortese.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Stiamo parlando dell'ordine del giorno n. 9/3354-A/8 Vianello, che diventa così: “a valutare gli effetti applicativi della norma in premessa, al fine di valutare l'opportunità di adottare tutte le ulteriori iniziative (…)”.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/8 Vianello.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Molto brevemente, l'ordine del giorno si riferisce a un articolo di questo decreto, che accorcia da 60 a 45 giorni la possibilità per i cittadini di presentare osservazioni tecniche e motivate alla procedura di VAS. Quindi, si parla di ambiente e di partecipazione. La volontà governativa, approvata dalla maggioranza, è quella di diminuire la capacità e la possibilità per i cittadini di intervenire e di partecipare nei procedimenti che riguardano ovviamente anche il PNRR. Questo è davvero indegno!

Io non posso accettare la riformulazione. Ringrazio, comunque, la sottosegretaria per aver cercato di trovare una mediazione, ma già si tratta di valutare quali sono gli effetti per poi ritornare a 60 giorni - e, quindi, ristabilire quello che era il termine precedentemente in norma - e poi nuovamente di valutare l'opportunità di reinserirlo.

Allora, o si vuole reinserire e si vuole ritornare ai 60 giorni, oppure il Governo con questa riformulazione mi sembra evidente che non voglia andare verso un ripristino dei 60 giorni (quindi, mantenere i 45 giorni). Dunque, meno spazio per i cittadini e meno spazio per la partecipazione, in contrasto con la Convenzione di Aarhus. Assolutamente non posso accettarlo e invito tutti i colleghi parlamentari a valutare l'ambiente come qualcosa di serio, a valutare la partecipazione dei cittadini come qualcosa di importante e a non penalizzarla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/3354-A/8 Vianello.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco nuovamente l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Sto esercitando, immagino, un mio diritto…

PRESIDENTE. Certamente.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno e vorrei sottolineare l'importanza di quello che ha detto il collega Vianello. Se c'è un deficit, tra i tanti, di questo Piano nazionale di ripresa e resilienza è proprio un deficit di democrazia e di partecipazione. Siccome i fondi che arriveranno dovranno servire a cambiare tanti aspetti del Paese, rimaniamo sempre più perplessi per come il Governo possa pensare di fare questo senza dare la possibilità ai cittadini e ai territori dei luoghi dove arriveranno i progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza di essere realmente partecipi. Per noi è la differenza tra cittadini e sudditi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno e sottolineo anche che parliamo di un tema molto importante che è, appunto, l'ambiente. È la valutazione di quello che il nostro Stato fa sulla questione ambientale e, quindi, maggior tempo e maggiore valutazione nel fare le scelte giuste. Quindi, un ordine del giorno di buonsenso e importante per quella che comunque per noi è una pagina fondamentale, ossia la tutela ambientale e ovviamente anche l'attenzione, sempre importante, alla partecipazione dei cittadini nei processi relativi all'ambiente (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente, intervengo per sottoscrivere questo ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/8 Vianello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Anche Suriano sottoscrive l'ordine del giorno.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/9 Villarosa il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/10 Piera Aiello il parere del Governo è contrario.

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/10 Piera Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/11 Fiorini il parere del Governo è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/12 Potenti e n. 9/3354-A/13 Comaroli viene accolta la raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/14 Boldi il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/15 Bartolozzi si accoglie la raccomandazione? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente Rosato. Non era una raccomandazione; se non ricordo male, sul mio ordine del giorno vi era una riformulazione, e quindi chiedo conferma. Allora, Presidente, no, non la accolgo e spiego anche perché, chiedendo al Governo un ripensamento, con un accantonamento del mio ordine del giorno.

Che l'insularità sia una condizione, sottosegretario Guerra, di grave e permanente disagio per i cittadini siciliani e per i cittadini sardi credo che sia un fatto acclarato, tanto che sia il Parlamento europeo, come lei sa, con una risoluzione del 2016, e il Comitato europeo delle regioni, con un parere del 2017, lo hanno ben evidenziato, e tanto che il Parlamento italiano, a distanza di 4 anni, ha avviato un percorso di modifica della Costituzione proprio per l'inserimento della condizione di insularità, quindi dello svantaggio derivante da questa condizione, con la modifica dell'articolo 119. Il tema qual è, sottosegretario? Il tema è che la Conferenza Stato-Regioni ha quantificato i costi derivanti da questo svantaggio… Presidente, c'è un brusio per il quale diventa difficile anche avere l'attenzione del sottosegretario.

PRESIDENTE. La sto seguendo bene, però se possiamo diminuire…

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). La Conferenza Stato-Regioni, dicevo, ha quantificato questi oneri in 6 miliardi annui per la Sicilia e in 9 miliardi e mezzo annui per la Sardegna. A fronte di questo riconoscimento Stato-Regioni, in un provvedimento di ottobre avevo chiesto uno stanziamento, nella legge di bilancio, di un primo fondo, e devo dire che il Governo apprezzò quell'emendamento, stanziando nella legge di bilancio 100 milioni annui per Sicilia e Sardegna. Il tema è, sottosegretario Guerra, che, per recuperare una annualità, per la Sicilia ci vorranno 600 anni e per la Sardegna 950 anni. Allora, è evidente che 100 milioni non sono sufficienti, ripeto, a compensare un grave e permanente disagio di cittadini italiani, prima ancora che siciliani e sardi.

Quindi il mio ordine del giorno, era ancora una volta, uno stimolo per il Governo a valutare, in qualche modo, l'incremento di questa somma. La riformulazione che lei mi propone svilisce del tutto il contenuto dell'ordine del giorno, sottosegretario, perché lei mi dice “a valutare l'opportunità di” non solo non nella legge di bilancio, ma in un primo provvedimento utile. È, praticamente, dire nulla. Cerco di venire incontro al Governo: espungiamo il riferimento alla legge di bilancio perché posso comprendere che è problematico, ma me lo accogliete con formula piena, in un primo provvedimento utile, non “a valutare l'opportunità di”, perché così vuol dire, ripeto, che ci vogliono 600 anni per ammortizzare i costi di una annualità per la Sicilia e 950 per la Sardegna. Non so quante generazioni ci vorranno. Quindi, intanto il mio è un invito a tutti i colleghi siciliani e sardi, ma direi a tutti i colleghi italiani, a sottoscrivere questo ordine del giorno, che è di buonsenso e che riconsegna a cittadini italiani una piena legittimità; se non lo può fare adesso, il Governo, lo accantoni, per una migliore riflessione. Cerchiamo una formula di mediazione, ma non lo potete mortificare in questo modo. Sono assolutamente aperta all'interlocuzione, sottosegretario, ma così vuol dire non riconoscere nulla, e non lo posso fare. Quindi, a quel punto, chiederei che fosse posto in votazione. Io, come dice sempre il Partito Democratico, sono parte di questa maggioranza, e quindi non voglio assolutamente creare frizioni, ma non posso neanche mortificare, perché si tratta di un diritto acclarato, i miei concittadini. Quindi, nel caso rimanesse così, sarò costretta a metterlo in votazione. Le chiedo un accantonamento, magari ci ragioniamo un po' insieme e vediamo di trovare una formula di mediazione che possa portare ad una formula di buonsenso. Grazie, sottosegretario (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Non so se il Governo intenda… no.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Velocemente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno che, correttamente, la collega Bartolozzi ha presentato; anche la collega Bucalo aderisce a questa battaglia, che è dei siciliani, dei sardi, ma anche di coloro che risiedono nelle isole minori, di chi vive l'insularità. Colgo l'occasione per ringraziare tutti i colleghi, a partire dal presidente della Commissione affari costituzionali, il collega Prisco, di tutti i partiti, e i capigruppo che hanno agevolato l'iter della legge sull'insularità promossa dal comitato.

Grazie veramente di cuore da tutti i sardi, che tale legge hanno promossa, però, sottosegretario, il messaggio che vuole dare la collega Bartolozzi è che l'ordine del giorno è già un impegno in sé, non vincolante. Penso che il collega Pittalis, come tutti gli altri colleghi, approvi questo ordine del giorno: è un messaggio che noi lanciamo riguardo una vertenza storica che le isole e la Sardegna hanno.

Ci sono stati contenziosi, ma anche sentenze che hanno riconosciuto determinate somme alle isole, per accantonamenti sanitari che erano dovuti e per altri tipi di questioni. Quindi, è un impegno e un messaggio che lanciamo, per riconoscere le battaglie che vengono portate avanti da chi abita nelle isole, per la compensazione dei costi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno e condivido quanto ha già detto il collega. Questo è un ordine del giorno, non è nient'altro, non è un emendamento: è semplicemente un'apertura, per una svolta per tutto ciò che, giornalmente, la Sicilia subisce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.

BERNARDO MARINO (M5S). Grazie, Presidente. Con il permesso della prima firmataria, intendo sottoscrivere questo ordine del giorno (Applausi di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Intervengo, Presidente, a titolo personale, ma il mio gruppo ha già fatto la sua parte anche in Senato, approvando una legge molto importante, con l'inserimento del principio dell'insularità in Costituzione, e pertanto, per essere coerenti e conseguenti anche a questo importante risultato e all'appuntamento che spetta anche alla Camera portare a conclusione, per le ragioni che bene ha illustrato la collega Giusi Bartolozzi, sottoscrivo questo ordine del giorno, e lo faccio convintamente. Penso che non sia un problema campanilistico di sardi e siciliani. Non comprendo la posizione del Governo; lo dico ai sottosegretari presenti e ai rappresentanti del Governo e ai Ministri che vengono nelle isole, che vengono in Sardegna, che si spendono per affermare che questo principio sia sacrosanto, mentre, qui, a Roma, si assume poi un altro comportamento. Noi sardi siamo di parola; io voglio rimanere tale anche in questa occasione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gavino Manca. Ne ha facoltà.

Segnalo ai sottosegretari e al Governo – naturalmente, lo hanno visto - che ci sono sottoscrizioni da parte di tutti i gruppi di maggioranza su questo ordine del giorno. Lo segnalo per le loro valutazioni. Prego, onorevole Manca.

GAVINO MANCA (PD). Grazie, Presidente. Il tema che trattiamo è sicuramente molto importante e va affrontato con un approfondimento. Noi, come parlamentari sardi del Partito Democratico chiediamo di sottoscrivere quest'ordine del giorno e invitiamo anche il Governo ad una riflessione e a fare una valutazione attenta almeno in vista di un accantonamento per approfondire il tema. Sottosegretario, questo è un problema che riguarda la Sicilia e la Sardegna, è un tema molto importante e, quindi, una riflessione e un accantonamento secondo me sono necessari e li chiedo a nome del Partito Democratico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

PAOLA DEIANA (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno della collega e voglio assolutamente ribadire quanto già illustrato dai colleghi sulla necessità di fare un punto su questo argomento, un punto fondamentale per tutti i sardi. Quindi, ribadisco convintamente la sottoscrizione dell'ordine del giorno (Applausi di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frailis. Ne ha facoltà.

ANDREA FRAILIS (PD). Grazie, Presidente. Anch'io a nome di tutto il gruppo Partito Democratico voglio sottoscrivere questo ordine del giorno ma soprattutto, visto che l'inserimento in Costituzione del principio di insularità per le isole sembra ormai cosa fatta, direi che a questo punto bisogna fare un ulteriore passo in avanti e inserire anche qualcosa dentro, vale a dire le risorse finanziarie. Comunque, sottoscrivo anch'io, a nome di tutto il gruppo, questo ordine del giorno (Applausi di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Vorrei innanzitutto chiarire il senso delle riformulazioni che erano state chieste. In particolare, nella formulazione che è stata presentata si chiede un impegno nella prossima legge di bilancio 2022. Quindi, noi l'abbiamo sostituita con: “un prossimo provvedimento utile”, che non sembra peggiorativo rispetto a un impegno spostato in avanti di un anno. Dopodiché, in relazione anche alla sensibilità mostrata dal Parlamento nel suo insieme, ovviamente una sensibilità condivisa dal Governo, propongo di accogliere questo impegno come raccomandazione, senza quindi apportare modifiche a quello che c'è scritto.

PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, va bene?

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Presidente, vorrei solo precisare che, evidentemente, c'era un errore di trascrizione, perché era questa legge di bilancio. Ringrazio il Governo e l'accetto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3354-A/16 Butti.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. No, no, non si interviene. Lo vuole sottoscrivere? Bene, prendo atto che il collega Alessandro Pagano lo sottoscrive.

Colleghi, se l'ordine del giorno viene accolto, non si discute più, è inutile, è una regola abbastanza acquisita. Anche se lo avesse chiesto prima, perché c'è un intervento del Governo e, quindi, c'è il legittimo interesse da parte del presentatore a intervenire.

Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/16 Butti, n. 9/3354-A/17 Dori e n. 9/3354-A/18 Saccani Jotti i pareri sono favorevoli. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/19 Acunzo il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione?

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Presidente, accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la forma.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/20 Gerardi il parere è favorevole con riformulazione, che è accettata. Ordine del giorno n. 9/3354-A/21 Casciello, accetta la riformulazione? La ringrazio. Ordine del giorno n. 9/3354-A/22 Torromino, accetta la riformulazione? Bene.

Sugli ordini del giorno n. 9/3354-A/23 Paolo Russo e n. 9/3354-A/24 Fitzgerald Nissoli i pareri sono favorevoli con riformulazioni, che sono accettate.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/25 Sodano; collega, accetta la riformulazione?

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Pur ringraziando il Governo, non accetto questa riformulazione, perché il Governo deve tener conto di una problematica delle nostre pubbliche amministrazioni e dei nostri comuni. Non avete forse sentito che i sindaci denunciano una scarsità di risorse che non permetterà loro di presentare progetti validi per il PNRR? Oggi, questo è il grido che noi riceviamo dalle pubbliche amministrazioni; quindi sarebbe interesse di questo Governo, che attraverso il PNRR vuole rilanciare l'Italia, accogliere con formula piena questo mio ordine del giorno e non riformularlo in maniera così debole.

Certo, io che ho lavorato al “decreto PNRR” in Commissione bilancio mi rendo conto che forse la best practice di questo Governo va in senso completamente opposto. Difatti, noi, come Alternativa, abbiamo denunciato che in questo “decreto PNRR” non abbiamo visto quei provvedimenti che ci sembravano utili per dare compimento alla missione che ci dà l'Unione europea. Abbiamo visto le assunzioni nei comuni, le assunzioni nei ministeri; come, con i concorsi? Non sia mai, a chiamata diretta. Allora, non imbarazzatevi più di tanto quando i cittadini cominciano a non avere più fiducia nelle istituzioni. Facciamo, invece, i concorsi e richiamiamo i giovani a lavorare nei territori del Mezzogiorno per poter veramente dare vita a questa nuova fase di ripresa del nostro Paese, sempre che veramente voi lo vogliate. Mi sembra che la situazione sia completamente diversa, abbiamo visto milioni di euro financo all'Agenzia industrie difesa, quando, invece, noi proponevamo di metterli nel turismo, di metterli negli investimenti, nelle infrastrutture. Sembra chiaro, oggi più che mai, che questo PNRR, per come viene gestito da voi, è un completo fallimento e questo è un peccato per il nostro Paese che, ancora una volta, dimostrerà di essere l'unico in Europa a ricevere dei fondi così importanti e a non sapere come gestirli. Rimarremo sempre la ruota del carro di tutta l'Unione europea per colpa della vostra mala politica e ciò è imbarazzante (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/25 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordini del giorno n. 9/3354-A/26 Trizzino e n. 9/3354-A/27 Zennaro, pareri favorevoli. Ordine del giorno n. 9/3354-A/28 Ribolla, parere favorevole con riformulazione, che è accettata. Ordine del giorno n. 9/3354-A/29 Belotti, parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/3354-A/30 Colmellere, n. 9/3354-A/31 Gusmeroli, pareri favorevoli con riformulazioni, che sono accettate. Ordine del giorno n. 9/3354-A/32 Timbro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/33 Patassini, parere favorevole con riformulazione, che è accettata, così come la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3354-A/34 D'Eramo e dell'ordine del giorno n. 9/3354-A/35 Pezzopane. Ordine del giorno n. 9/3354-A/36 Porchietto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/37 Pagani, parere favorevole con riformulazione, che è accettata. Ordine del giorno n. 9/3354-A/38 Rizzetto, parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/3354-A/39 De Toma, n. 9/3354-A/40 Bucalo e n. 9/3354-A/41 Bellucci, pareri favorevoli con riformulazioni, che sono accettate. Ordini del giorno n. 9/3354-A/42 Caiata e n. 9/3354-A/43 Frassinetti, pareri favorevoli.

Sull' ordine del giorno n. 9/3354-A/44 Varchi, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Presidente, intervengo per chiedere di rivedere questo parere, quantomeno relativamente al secondo impegno, perché il provvedimento che noi stiamo analizzando reca disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. Di fatto, la novella legislativa rafforza i poteri del prefetto, assegnandogli la possibilità di sottoporre un'impresa al controllo giudiziario, quando ci sia anche il solo sospetto di contatti, anche episodici, con la nomina di un amministratore giudiziario che si affianchi all'imprenditore. In questo caso c'è la necessità di conciliare la tutela dell'ordine pubblico con la libertà di impresa. La statistica giudiziaria ci dice che queste misure per lo più tendono ad essere afflittive, piuttosto che preventive. Allora, noi chiediamo al Governo di impegnarsi a stanziare adeguate risorse economiche che siano destinate all'istituzione, nello stato di previsione del Ministero della Giustizia, di un apposito fondo per il risarcimento del danno subito dalle imprese sottoposte illegittimamente a misure interdittive o preventive. Lo ribadisco, nel caso in cui queste misure si rilevino illegittime, riteniamo che l'impresa che abbia subito un provvedimento illegittimo debba essere rimborsata. Sembrerebbe una banalità, sembrerebbe scontato, ma purtroppo così non è, tant'è vero che il Governo ci dà parere contrario.

C'è di più, perché in questo caso, oltre al danno rischia di esserci la beffa, perché la nomina di un amministratore giudiziario spesso comporta a carico delle aziende delle parcelle salatissime, di centinaia di migliaia di euro. Per cui, può verificarsi la situazione che un'impresa sottoposta - ribadisco e sottolineo - illegittimamente a un provvedimento di questo tipo debba anche pagare con centinaia di migliaia di euro l'amministratore nominato.

Allora, chiediamo che venga istituito un fondo, quantomeno per essere rimborsati delle parcelle di questi amministratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Sono costretto a intervenire perché con il collega Butti siamo rimasti abbastanza stupefatti di questo parere contrario, così tranchant. In realtà, i tre impegni per il Governo sono: ad adottare iniziative volte ad assicurare la chiarezza delle regole, la parità delle condizioni competitive per il mercato e la massima trasparenza nella gestione della procedura di gara per la realizzazione del polo strategico nazionale, anche tramite la sospensione delle procedure in corso fino a risoluzione delle criticità esposte in premessa, correggendo il ruolo di SOGEI e verificando quello di difesa dei servizi. Inoltre…

PRESIDENTE. È un altro.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Scusate io sto discutendo l'ordine del giorno n. 77. Voi di quale parlate?

PRESIDENTE. Il n. 44.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Non è il mio.

PRESIDENTE. Lo mettiamo a verbale per il prossimo, collega Mollicone (Applausi).

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Non è il mio.

PRESIDENTE. Non fa niente, lo mettiamo a verbale.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Intervengo sull'unico parere contrario che ho a mio nome, quindi forse la Presidenza dovrebbe essere un po' più precisa.

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, io ho citato l'onorevole Varchi, se poi lei vuole intervenire lo stesso ne ha diritto; non è un problema, non è vietato intervenire per dichiarazione di voto. Non fa niente.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/44 Varchi, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Caiata, comunque ho l'impressione che l'onorevole Mollicone non la ascoltava con attenzione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Secondo le intese intercorse la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Barelli, Bergamini, Bisa, Claudio Borghi, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Butti, Carfagna, Casa, Cenni, Cirielli, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Orso, D'Uva, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Ermellino, Fassino, Ferri, Gregorio Fontana, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Marin, Migliorino, Molinari, Molteni, Mulè, Mura, Nardi, Orlando, Paita, Parolo, Perantoni, Picchi, Rizzetto, Rizzo, Rossi, Rotta, Ruocco, Sapia, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Serracchiani, Tabacci, Tarantino, Tasso, Vignaroli, Vito, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 114, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signori rappresentanti del Governo, non sfugge a nessuno che la legge di bilancio non è un atto qualsiasi, è forse l'atto più importante che il Parlamento licenzia nel corso dell'anno solare. Signora Presidente, quanto sta accadendo nelle Commissioni appare quanto meno irrituale, soprattutto nel momento in cui si parla di una legge, o di un disegno di legge, che non c'è, nel senso che non è stato licenziato ancora dal ramo del Parlamento cui è stato assegnato, è in itinere, non vi è la certezza che sia approvato da quel ramo del Parlamento e già si ipotizzano e si ipotecano futuri scenari, tra i quali - lo dico subito - la richiesta, ad esempio, di rinunciare alla presentazione di emendamenti nelle singole Commissioni affinché gli stessi siano eventualmente presentati invece solo nella Commissione di merito. Si dice che i tempi delle Commissioni devono essere forzatamente ristretti, pur essendo ben chiaro a tutti che il provvedimento è già contingentato nei tempi anche d'Aula e, quindi, già vi è una scansione temporale ben precisa. Soprattutto, non si vede come, oggi, un qualsiasi capogruppo di Commissione in ufficio di presidenza possa decidere di rinunciare alla presentazione di emendamenti, neppure conoscendo il testo su cui si dovrebbe emendare il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ora, io capisco che vi sia un mercante in fiera che si realizza in questa Aula…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce.

TOMMASO FOTI (FDI). … ma ritengo, signora Presidente, che la delicatezza istituzionale del tema che stiamo proponendo non possa essere bypassata così facilmente. Vedete, noi siamo persone serie, siamo abituati a dare una parola e a mantenerla e anche oggi vogliamo comportarci in questo modo, ma non possiamo accettare la politica dei colpi di mano anticipatori di certe soluzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quando si porrà il problema, cioè quando la legge di bilancio sarà trasmessa alla Camera, quando il signor Presidente della Camera avrà assegnato alla Commissione di merito il provvedimento, indicando anche le altre Commissioni a cui si chiedono i pareri - e penso che siano tutte le Commissioni interessate - allora si potrà decidere, nell'ambito delle singole Commissioni, un iter parlamentare, anche a seconda dell'importanza del provvedimento stesso rispetto al complesso dell'esame che la Commissione di merito deve eseguire, e allora se ne potrà parlare.

Quindi, signora Presidente, la prego di intervenire immediatamente sui presidenti di Commissione che già dicono che tutti hanno rinunciato al termine degli emendamenti, perché sia ben chiaro che il gruppo Fratelli d'Italia non rinuncia alla presentazione di alcun emendamento in alcuna Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per noi si parte nel momento in cui il provvedimento è annunciato. Poi, potete fare e si possono fare le cosiddette programmazioni che si vogliono ma, se voi non volete far pronunciare le Commissioni, ve ne assumete la responsabilità politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non cercate connivenze, perché da questi banchi non ne trovate alcuna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3354-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato, da ultimo, respinto l'ordine del giorno n. 9/3354-A/44 Varchi.

Ha chiesto di intervenire, per una precisazione, la rappresentante del Governo. Sottosegretaria Guerra, a lei la parola.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Volevo correggere due dei pareri che ho dato stamattina. Il primo è relativo all'ordine del giorno n. 9/3354-A/87 Rizzo: vorrei modificare il parere, che era favorevole con riformulazione, in parere favorevole, in coerenza con il parere già espresso sulla risoluzione approvata sullo stesso tema in Commissione difesa.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/87 Rizzo, il parere diventa favorevole.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allo stesso modo, vorrei modificare il parere espresso sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/135 Forciniti, trasformando il parere contrario in parere favorevole con riformulazione, che è la seguente: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa in relazione alla disciplina europea e agli obiettivi del PNRR in materia di gestione del servizio idrico”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3354-A/45 Montaruli, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/46 Giovanni Russo, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/47 Zucconi, il parere è favorevole con riformulazione, che è accettata. L'ordine del giorno n. 9/3354-A/48 Maschio è accolto come raccomandazione, così come riformulato. Viene accettata la riformulazione? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/49 Lucaselli, il parere è favorevole con riformulazione, che è accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/50 Ferro, c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/50 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/3354-A/51 Trancassini, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione del sottosegretario Guerra perché questo ordine del giorno, come vedrà dalle firme, è un ordine del giorno condiviso da tutti i partiti, che è stato oggetto di discussione e di trattativa all'interno della Commissione bilancio. Con un emendamento, Fratelli d'Italia chiedeva di inserire il mondo della ristorazione all'interno del più vasto comparto del settore del turismo. Questo non è stato possibile e abbiamo avuto un emendamento che ha creato un fondo per la ristorazione. Noi abbiamo accettato quella riformulazione, dicendo che avremmo accettato quella riformulazione se ci fosse stato, poi, un ordine del giorno condiviso, proprio per cambiare strategia, per cambiare rotta e reinserire, da ora in avanti, il mondo della ristorazione all'interno del settore del turismo.

Vede, sottosegretario, io credo che per una forma anche di rispetto di tutto il Parlamento, noi l'abbiamo già valutata “l'opportunità di” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); tutte le forze politiche hanno valutato l'opportunità di adottare questo ordine del giorno, quindi le chiedo di togliere questa ulteriore penalizzazione e, ovviamente, dopo che lei l'avrà tolta, chiederò a tutti i colleghi - innanzitutto, li ringrazio per averlo sottoscritto - di votarlo per rafforzarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Governo cambia il parere o rimane favorevole, con la riformulazione già testé presentata?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente, anzi ringrazio il deputato per questa precisazione. Qui il fatto è che, come sappiamo, se ne è discusso giustamente anche in Commissione e ha fatto bene il collega a ricordarlo. C'era stato il problema di capire in quale misura la ristorazione facesse o meno già parte del turismo, però il tema è di grande rilevanza, quindi, anche come segnale di ascolto, come lei giustamente sollecita, il Governo cambia il parere nel senso indicato, trasformando, cioè, il parere in parere favorevole, senza riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. D'accordo. Collega Trancassini, chiede comunque il voto oppure proseguo? Chiede il voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Chiedo di apporre la firma all'ordine del giorno del collega Trancassini.

PRESIDENTE. D'accordo. Altri chiedono intervenire? No.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/51 Trancassini, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/3354-A/52 Capitanio, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/53 Mandelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/54 Fragomeli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/3354-A/55 Fregolent, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/56 Angiola, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3354-A/57 Enrico Costa, parere favorevole, con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno nasce dopo uno sforzo di un anno di questo Parlamento per approvare la legge sulla presunzione di innocenza, che è entrata in vigore 7 giorni fa - esattamente una settimana fa - e stabilisce delle regole per le conferenze stampa delle procure, e per i comunicati stampa e le conferenze stampa delle forze di polizia, che debbono essere rigorosamente rispettose della presunzione di innocenza. In una settimana abbiamo visto di tutto: abbiamo visto nomi assegnati alle inchieste, abbiamo visto trailer con video di atti di indagine, abbiamo visto comunicati stampa assolutamente irrispettosi della presunzione di innocenza. Abbiamo, nello stesso tempo, visto delle circolari fatte da procuratori della Repubblica assolutamente rispettose della norma; quindi, abbiamo alcune situazioni rispettose e alcune situazioni in palese violazione. Di chi è il compito istituzionale di fare una valutazione perché questa legge non sia acqua fresca, ma sia regolare e rispettata? Dell'ispettorato del Ministero della Giustizia, perché c'è una Direzione generale del Ministero della Giustizia che ha questo compito e questo obiettivo, cioè valutare le forme di comunicazione, verificare se ci sono le ragioni di interesse pubblico perché ci siano queste comunicazioni urbi et orbi e, ovviamente, laddove non ci siano le condizioni, avviare eventualmente le azioni disciplinari.

Cosa richiede questo ordine del giorno? Richiede semplicemente un monitoraggio costante da parte dell'ispettorato del Ministero della Giustizia su queste forme di comunicazione. Potrei tranquillamente farlo io, personalmente: ritagliare i giornali dove ci sono queste comunicazioni o queste dichiarazioni, mandarle all'ispettorato e l'ispettorato dovrebbe attivarsi. Noi diciamo semplicemente: abbiamo approvato come Parlamento una legge, il decreto legislativo ha avuto i pareri delle Commissioni; tu, Ministero, fai in modo che questa legge sia rispettata; è una cosa semplicissima. Un “no” a questo ordine del giorno vorrebbe semplicemente dire che il Ministero rinuncia al suo compito istituzionale. La riformulazione che è stata data dal Governo è: “valutare l'opportunità” di fare un'attività che è un'attività istituzionale. Ma scusatemi: se è un'attività, un compito istituzionale dell'ispettorato, perché bisogna valutare l'opportunità di fare un monitoraggio? Io questo chiedo ai sottosegretari, che, ovviamente, non sono competenti per materia, ma di capire perché bisogna valutare l'opportunità di fare una cosa scontata. Infatti, se noi diremo “no” a questo ordine del giorno, non ci lamentiamo se domani o dopodomani ricominceranno a fioccare le conferenze stampa e andrà in fumo uno sforzo che abbiamo fatto in molto tempo. Quindi, io chiederei cortesemente al Governo di accantonare questo ordine del giorno, per riflettere meglio sul parere che è stato dato, perché non si può dire “valuto l'opportunità” su un monitoraggio che è un compito istituzionale dell'ispettorato. Lasciamo perdere che l'ispettorato sia composto solo da magistrati che debbono poi giudicare i loro colleghi: lasciamo perdere, però io penso che questo sia il minimo indispensabile.

Quindi, chiederei la disponibilità all'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. Collega Costa, mi sembra di intuire che lei, ovviamente, non accetta la riformulazione. Se il Governo vuole accantonarlo, va bene; se invece non c'è la richiesta di accantonarlo, proseguiamo. Ha chiesto di parlare il collega Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, se c'è accantonamento va bene. Però io intervengo a titolo personale, perché quello che ha detto il collega Costa non è del tutto esatto. Il suo ordine del giorno prevede il monitoraggio anche delle Forze di polizia…

PRESIDENTE. Collega, la mascherina!

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Mi scusi. Quindi, ciò vuol dire - per tradurlo in italiano - che il maresciallo dei Carabinieri che, nell'ultimo paesino di montagna, arresta quattro spacciatori, prima di fare il comunicato stampa al giornaletto locale, deve chiedere l'autorizzazione. Mi sembra una cosa, tra l'altro, inattuabile e che non c'entra niente col monitoraggio che deve fare il Ministero della Giustizia.

Poi, voglio dire che siccome l'interesse dei cittadini a conoscere è sacrosanto (l'interesse pubblico è in re ipsa), con tutte le garanzie che ha introdotto - giustamente, a mio avviso - la nuova legge, cioè sottolineando sempre - ma secondo me non c'è neanche bisogno di scriverlo perché è nella Costituzione - che ogni cittadino è presunto innocente fino a condanna definitiva. Allora, sia chiaro che qui ci sono non solo le procure, ma anche le Forze di polizia.

Questa è una cosa, secondo me, inattuabile e anche ingiusta; il fatto che gente che rischia la vita facendo consegne controllate di droga - che se li scopri uccidono sul posto - debba chiedere il permesso per comunicare al pubblico, che il comandante del Nucleo o del ROS debba chiedere il permesso, mi sembra una cosa un tantino scorretta nei confronti della corretta informazione del cittadino, che ha interesse a sapere se funzionano bene o no le sue Forze di polizia. A titolo personale, grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, mi corre l'obbligo di far presente al collega Paolini che non ci stiamo riferendo ai Carabinieri della caserma del paesino, ci stiamo riferendo alla Polizia giudiziaria, quella che è incaricata dalle procure della Repubblica di fare le indagini; quindi, se c'è bisogno di specificarlo, questo si può specificare, ma adesso non esageriamo, sennò diventa una barzelletta.

Vorrei dire alla sottosegretaria di prendere in considerazione le valutazioni che ha fatto il collega Costa … signora Vice Ministra, chiedo scusa… è una sottosegretaria, allora avevo detto giusto, comunque è un auspicio! Noi abbiamo approvato in Parlamento, anche con una grande enfasi, una legge che non faceva altro che confermare quello che la nostra Costituzione già prevede. Purtroppo l'usanza nel nostro Paese, almeno negli ultimi decenni, è che siamo entrati in un regime di presunzione di colpevolezza, non di presunzione di innocenza, e quindi abbiamo approvato con grande entusiasmo una legge che diceva quello che già doveva essere praticato e che non veniva praticato. Bene, è una legge approvata a larga maggioranza dal Parlamento, voluta dalla Ministra Cartabia e voluta anche dalla Comunità europea per tutte le ragioni che noi sappiamo.

Ora io le pongo questo tema, signora sottosegretaria: nel momento in cui il Parlamento ha approvato quella legge - scusate, se non vi do fastidio, se no posso spostarmi - tendenzialmente dovremmo aspettarci che una legge approvata dal Parlamento sia rispettata da tutti, soprattutto dalle altre istituzioni. Non appena approvata la legge, non solo è successo quello che ha detto il collega Costa, ma ci sono state dichiarazioni dei due soggetti che sono interessati soprattutto a questa legge, cioè di rappresentanti dei due soggetti che sono legati a questa legge, che sono i magistrati da una parte e i giornalisti dall'altra, che hanno detto che a loro di questa legge non gliene frega assolutamente niente e continueranno a fare esattamente quello che hanno fatto prima.

Allora, di fronte non solo a quello che ci ha spiegato l'onorevole Costa, ma di fronte al rischio che, addirittura preventivamente, ci sia chi se ne frega di una legge del Parlamento, è così grave chiedere, non con un emendamento, non con una legge, ma con un ordine del giorno che è di indirizzo al Governo, che il Governo assuma, visto che l'ha voluta lui quella legge, il compito e la responsabilità di vigilare affinché quella legge effettivamente sia rispettata? Non nelle aule dei tribunali, perché abbiamo spiegato che sono magistrati e sono giornalisti, quelli che hanno detto che se ne fregano.

Ora, cosa vuol dire “valutare l'opportunità di”? Io penso che possa tranquillamente essere un ordine del giorno - che può essere approvato nella sua forma normale - che dà semplicemente un indirizzo al Ministero della Giustizia, attraverso gli organi competenti che lo fanno su tante altre cose, di vigilare anche che, da parte di alcuni rappresentanti di istituzioni o poteri dello Stato, ci sia il rispetto di una legge voluta dal Parlamento, che tendenzialmente rappresenta la volontà del popolo italiano. “Valutare l'opportunità di”: signora sottosegretaria, una volta tanto ci si può pure ripensare e ritenere che un ordine del giorno non sia così gravemente lesivo dell'autonomia o della disponibilità del Ministero, ma anzi che lo incoraggi ad attuare quello che gli dovrebbe spettare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/57 Enrico Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/3354-A/58 Rampelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/59 Paolin, parere favorevole, con riformulazione; n. 9/3354-A/60 Covolo, parere favorevole con riformulazione; n. 9/3354-A/61 Bubisutti, parere favorevole con riformulazione; n. 9/3354-A/62 Germanà, parere favorevole, con riformulazione; n. 9/3354-A/63 Viviani, parere favorevole, con riformulazione; n. 9/3354-A/64 Loss, parere favorevole, con riformulazione; n. 9/3354-A/65 Vinci, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/66 Biancofiore, parere favorevole, con riformulazione.

Ha chiesto di parlare la collega Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, vorrei che lei mi rilegga la riformulazione, perché oggettivamente si sentiva poco stamane.

Questo è un ordine del giorno abbastanza particolare, che dovrebbe, in teoria, rispondere al fatto che le persone come Greta Thunberg dicono che la politica fa “bla bla”. Sarebbe una risposta concreta, una delle poche piccole risposte concrete che si potrebbero dare.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Guerra, prego. Se vuole rileggere la riformulazione.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sostanzialmente si richiede il rispetto dei vincoli di finanza pubblica. La riformulazione è questa: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere, anche nell'ambito delle risorse del PNRR, un'integrazione del bonus verde, di cui all'articolo (…)”.

PRESIDENTE. Viene accettata la riformulazione, collega?

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Sì, va bene, anche se avrei preferito, ovviamente, che ci fosse un parere favorevole, perché, come dicevo, è un ordine del giorno che prevede che il nostro Paese vada all'avanguardia nel mondo e in Europa, in particolar modo per la ricopertura del verde su tutte le terrazze piatte e su tutti gli edifici, diciamo così, commerciali.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3354-A/67 Carelli, favorevole; n. 9/3354-A/68 Bologna, favorevole; n. 9/3354-A/69 Mugnai, favorevole; n. 9/3354-A/70 Baldini, favorevole; n. 9/3354-A/71 Albano, favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/72 Foti, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora rappresentante del Governo, solo per far notare che mi pare che questa notte al Senato sia stata approvata, in relazione all'ordine del giorno in esame, l'istituzione di un Fondo di 5 milioni, a valere per l'anno 2022, per le finalità proprie di questo ordine del giorno. Quindi, non vedo - mi consenta di dirlo - l'opportunità di una riformulazione, atteso che nei fatti l'istituzione del Fondo già assolve a quello che è l'impegno del Governo. Quindi, chiedo soltanto se, alla luce di questo nuovo fatto, non intenda esprimere parere favorevole sull'ordine del giorno per come è stato predisposto, anziché riformularlo.

PRESIDENTE. Collega, nel caso in cui rimanga, la riformulazione viene accettata? Viene accettata, però vuole che ci sia il voto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/72 Foti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/3354-A/73 Calabria, favorevole con riformulazione; n. 9/3354-A/74 Deidda, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/75 Lollobrigida, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intervengo su questo ordine del giorno perché è stato presentato prima di ciò che è accaduto alle 13,40 (ne abbiamo ricevuto informazioni tramite le agenzie). L'Autostrada dei Parchi ha sospeso gli aumenti tariffari previsti per la via di accesso, quasi unica in termini di efficienza, per alcune aree della regione Lazio, soprattutto della regione Abruzzo e per parte della regione Marche. Quello che noi vogliamo sottolineare - e per questo chiedo al Governo di riflettere sul parere - è che la riformulazione prevede una valutazione che in parte è postuma, nel senso che noi chiedevamo al Governo di scantonare quello che era il rischio di aumenti tariffari del 35 per cento che erano stati annunciati dalla società che gestisce l'autostrada.

Però, il comunicato stampa, sul quale desto l'attenzione dei colleghi, accusa in modo grave il Governo - in particolare il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità - segnalando la sua totale inerzia rispetto a questo tipo di azione, richiamando quindi il Parlamento anche a tenere in considerazione la necessità di eliminare un'inerzia che è dannosa sotto vari profili per quanto riguarda le popolazioni che vivono in quelle aree. In questi giorni 150 sindaci hanno scritto a tutti i colleghi della Camera e del Senato interessati per vicende elettorali oppure per vicende di attenzione territoriale, ricevendo ben poche risposte. Allora, io sottolineo l'importanza di questi sindaci, che hanno annunciato una manifestazione per la giornata del 23 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), proprio in rappresentanza delle popolazioni che già vivono in zone disagiate, che già vivono in zone prive di collegamenti ferroviari adeguati, con collegamenti aeroportuali sostanzialmente nulli e che vedono l'unica autostrada che li serve gravata da costi tariffari che già oggi sono tra i più alti in Italia; questi aumenti creerebbero un ulteriore e grave danno, che porterà ancora di più a vedere un decremento della possibilità di abitare in quelle aree. Però, le accuse che sono contenute in maniera esplicita nel comunicato stampa parlano di altro: parlano di inerzia, parlano e specificano che questi interventi, previsti nel piano economico-finanziario, che non è stata ancora approvato, mettono a rischio la viabilità autostradale rispetto agli eventi sismici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Si parla di viadotti autostradali che, se non vengono messi in insicurezza, possono creare rischi alla popolazione. Credo che non ci sia bisogno, per buon gusto, di fare riferimento a quali sono i rischi rispetto ai viadotti autostradali, rischi che devono essere scantonati in anticipo. La sentenza del Consiglio di Stato imponeva l'adozione, entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019, di questo documento, che ancora, a causa dell'inerzia prima richiamata, non è stato adottato. Allora, oggi, l'Autostrada dei Parchi fa un atto di buonsenso - buonsenso! -, cioè quello di sospendere motu proprio gli aumenti tariffari, rinviandoli, però, a luglio 2022. Ora, io chiedo al Governo - ma soprattutto chiedo ai colleghi parlamentari - per quale ragione dobbiamo valutare. Dobbiamo ragionare di un pezzo della viabilità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dare un indirizzo al Governo per toglierlo dall'inerzia e soprattutto non penalizzare i cittadini di Abruzzo!

Il collega presidente Marsilio e il collega presidente Acquaroli hanno sottolineato l'importanza di questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), così come l'hanno fatto i sindaci, non di centrodestra o di centrosinistra ma i sindaci, quelli con la fascia tricolore, ai quali è stato vietato di manifestare sotto il Senato e sotto la Camera in queste ore, spostandoli in una piazza ben lontana dai palazzi che devono invece decidere del loro destino.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Allora, l'invito è alla sottosegretaria, che so essere particolarmente attenta a queste problematiche, di permettere un voto, con parere favorevole del Governo, a un indirizzo chiaro. Se invece conferma la riformulazione, noi siamo anche disposti ad accettarla con un voto dell'Aula, che sia un voto, però, di stimolo, un voto che richiami anche gli ordini del giorno che anch'io avevo sottoscritto e fatto approvare con la legge di bilancio di due anni fa…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …e che, purtroppo, non hanno raccolto il risultato di eliminare l'inerzia che oggi il comunicato stampa della società che gestisce l'autostrada ha voluto richiamare in forma ufficiale e - vi assicuro - molto, molto pesante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Intanto, su questa vicenda cerchiamo di fare un po' di chiarezza. Stando all'ordine del giorno, questo è completamente superato sia nella parte della sospensione delle tariffe, sia nella parte delle risorse a cui si fa riferimento nel PNRR. Infatti, ricordo che è stato nominato un commissario con le risorse finanziarie adeguate per gli investimenti nelle infrastrutture a cui faceva riferimento il collega Lollobrigida, che credo non conosca molto bene la questione e abbia sintetizzato un po' la questione.

Ciò che non è superato, invece, è il tema dell'inerzia. Il tema dell'inerzia, invece, esiste ed esiste tutto. Di fronte a scatti automatici di tariffe che vengono di volta in volta bloccati con provvedimenti dei Governi (iniziamo con il blocco delle tariffe, giustamente, con l'iniziativa da parte dell'allora Ministro Delrio), il blocco delle tariffe ha però comportato, nel tempo, un contenzioso di fronte ai giudici amministrativi. Bloccare le tariffe, che è la nostra battaglia ed è la battaglia dei sindaci, tuttavia non risolve la questione delle questioni, che non sono neanche gli investimenti che sono stati garantiti al commissario nominato proprio per fare quelle opere: ciò che manca è il piano economico-finanziario. Credo che con riferimento al comunicato stampa a cui faceva riferimento l'onorevole Lollobrigida, se si parla di inerzia, si faccia riferimento proprio al piano economico finanziario. Ci sono due linguaggi: sì e no; o si fa il piano economico finanziario o non lo si fa in ragione di un mancato accordo tra le parti. Il piano economico finanziario deriva da un'attività di due parti che devono convergere e che devono mettere dentro il piano economico finanziario gli investimenti che si devono fare (quelli che non fa lo Stato), la tariffa, che non deve aumentare, e, una volta fatti questi due conti, devono mettere dentro il piano economico finanziario il tempo della concessione (cioè, quanto più o meno è lunga). L'alternativa è che si proceda celermente ad un'altra soluzione, però se l'altra soluzione non viene prefigurata e il piano economico finanziario non viene adottato, noi sempre staremo nelle stesse medesime condizioni, cioè che alla scadenza dell'anno ci ritroviamo a dover neutralizzare l'aumento delle tariffe. Nel frattempo, è chiaro che gli investimenti devono essere fatti.

Ora, la scelta che hanno fatto gli ultimi Governi - questo Governo - è una scelta, sul fronte delle infrastrutture a cui faceva riferimento il collega Lollobrigida, a cui è stata garantita copertura finanziaria e la funzione commissariale terza. Il commissario, tra l'altro, ha avanzato anche una proposta di modifica del tracciato che non trova, almeno sui territori, un accordo generale per quanto riguarda l'eventuale modifica del tracciato e per scongiurare alcuni tratti maggiormente aggrediti sia dal tempo, sia dal rischio sismico.

Ricordo che questa infrastruttura (autostrada) è considerata (una delle poche in Italia) infrastruttura di Protezione civile, perché è l'unico collegamento che consente all'Abruzzo di uscire dal territorio anche in caso di emergenze; quindi, è l'unico collegamento “veloce”, in ragione del fatto che il binario ferroviario è ancora quello dei tempi preunitari. Tuttavia, anche qui, il collega Lollobrigida dimentica che c'è uno stanziamento straordinario per l'infrastruttura ferroviaria, che consentirà di raggiungere Roma da Pescara in poco più di due ore. Quindi, ciò che è stato rappresentato non coglie il punto ed è superato nei fatti, ma rimane il problema dello stallo sul piano economico finanziario (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, a me pare che invece quanto asserito dal collega Lollobrigida non sia affatto superato da alcun fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), soprattutto perché in termini di trasparenza vorrei ricordare che, quando è stato chiesto anche in quest'Aula il verbale della riunione tenuta dal commissario ad acta con i responsabili di Strada dei Parchi SpA il 29 ottobre 2021, il Governo non lo ha trasmesso; tant'è vero che vi è stata una lettera del Presidente della Camera che si è lamentato con il Presidente del Consiglio perché non veniva trasmesso un atto chiesto dalle Commissioni e indispensabile per poter verificare una situazione che - vorrei ricordarlo - ha visto una sentenza non eseguita da parte del Governo, la nomina di un commissario ad acta da parte del Consiglio di Stato con ordinanza n. 2413 del 2020, la necessità di addivenire alla conclusione del procedimento di aggiornamento del Piano economico finanziario dell'autostrada in questione, una richiesta (che è a verbale) da parte del commissario ad acta della presentazione di un PEF alla società, con investimenti pari a zero.

Allora, si può spiegare in questa sede come è possibile far fronte a un'autostrada (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che è un colabrodo, prevedendo zero investimenti in un PEF? Perché questo è il problema!

Allora, penso che l'auspicio del collega Lollobrigida sia volto a superare una situazione di stallo che - torno a ripetere - si trascina dal 2019, oltretutto senza chiarimenti da parte del Governo al riguardo, con il commissario ad acta che è affiancato anche da un commissario straordinario, con una legge del 2012 che disciplina la materia in modo chiaro in termini anche di PEF e di aggiornamento dei PEF.

Mi sia consentito di dire che questo ordine del giorno non solo non è superato, ma dovrebbe anche essere di stimolo a chi ha il ruolo di commissario ad acta - per chi sa cos'è un commissario ad acta - a concludere il procedimento per il quale è stato nominato. Infatti, non è stato nominato dall'autorità politica, ma è stato nominato dall'autorità giudiziaria di merito per dirimere una questione sulla quale e per la quale il Governo e il Ministero sono stati soccombenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. La questione delle autostrade A24 e A25 è fondamentale non solo per l'Abruzzo, ma per l'Italia intera e sicuramente per l'Italia centrale; quindi, vanno evitate strumentalizzazioni di natura politica e va coinvolto e sollecitato il Governo ad un'azione incisiva sulle cose da fare. Il blocco dell'aumento dei pedaggi che abbiamo ottenuto fino al 31 dicembre 2021, grazie ad emendamenti del Partito Democratico, è un blocco…

PRESIDENTE. Collega, la mascherina.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …che peraltro, quando fu portato in Aula, non trovò l'immediato e forte consenso di tutto il Parlamento, ma fu molto, molto osteggiato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il primo blocco lo abbiamo fatto nel “decreto Sisma”, a novembre 2019, e ha avuto i suoi effetti fino ad ottobre del 2021. Di recente abbiamo proposto un emendamento che ha disposto una proroga fino a fine anno, nonché un altro emendamento ancora che ha bloccato l'aumento dei pedaggi in tutte le autostrade italiane fino agli adempimenti dei PEF. Questo è lo stato dell'arte.

Contemporaneamente, ci siamo mossi con l'azione parlamentare perché il blocco dell'aumento dei pedaggi proseguisse negli anni a venire con un'azione emendativa, che va supportata dal Governo, ed anche in legge di bilancio ci sono state analoghe proposte, perché questo diventi sostanza.

Ora, Strada dei Parchi proprio oggi ha annunciato un blocco di questi aumenti tariffari: è un bene e va esattamente in linea con l'emendamento che avevamo approvato e che imponeva a tutti i concessionari di bloccare gli aumenti delle tariffe.

Il vero problema è l'approvazione del PEF: questo è un vero problema, perché con l'approvazione del PEF si sbloccano molte risorse, oltre 3 miliardi di euro, che già questo Governo e il Governo precedente hanno assegnato per la messa in sicurezza e la modernizzazione dell'A24 e dell'A25.

Sull'approvazione del PEF si è decisa, sulla base di una sentenza del Consiglio di Stato, la nomina di un commissario. Il commissario ha svolto i suoi lavori, li ha consegnati al Governo e c'è adesso un confronto sul merito della proposta di PEF; un confronto che deve essere chiuso rapidamente, perché la A24 e la A25 sono due autostrade con un alto livello di importanza strategica - lo ricordava poco fa Camillo D'Alessandro -, mettono in connessione aree del territorio ad alto rischio sismico e sono arterie individuate come arterie di sicurezza e di interesse nazionale per la protezione civile. Nel PNRR ci sono risorse aggiuntive per un miliardo, oltre a quelle indicate nel PEF.

Quindi, il tema prioritario, principale, è l'approvazione del Piano economico finanziario; dall'approvazione di questo strumento derivano conseguenze immediate, sia in termini di accelerazione dei lavori, sia in termini di concretezza.

Aggiungo che, recentemente, si è dimesso l'altro commissario, il commissario Gentile, preposto all'accelerazione delle procedure delle opere, che il Governo deve immediatamente sostituire. Infatti, è vero che il commissario Gentile si è reso disponibile fino alla nomina del nuovo, ma il 31 dicembre è vicino e il commissario va, quindi, rapidamente sostituito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io vorrei esprimere la mia solidarietà alla collega Pezzopane che ha cercato di salvare la faccia in una situazione che non era per niente facile. D'altra parte, se ci sono 150 sindaci, di cui buona parte anche del Partito Democratico, che stanno organizzando una manifestazione per dire che c'è un'inefficienza grave da parte dei Governi degli ultimi anni, difficilmente si può credere che sia una strumentalizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a meno che a strumentalizzare non siano i sindaci del Partito Democratico. E, allora, invito la Pezzopane a raccontarlo quando torna sul territorio.

Raccontare che il problema è già risolto e l'ordine del giorno è superato, perché è già ufficiale che non ci sarà un incremento, è un'opera di falsificazione. Infatti, non si tratta del Governo che è intervenuto, ha finanziato la strada e i lavori e ha dato la possibilità, quindi, di non incrementare il pedaggio e di fare i lavori necessari; si tratta della società stessa che dice: il Governo è inefficiente da nove anni - di questi nove anni, per otto, al Governo, ci siete stati e ci siete voi del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - e, rispetto a un'inefficienza di nove anni, noi non aumentiamo le tariffe per qualche mese. È la società a dirlo, per rispondere alle esigenze del territorio, ma ovviamente se il Governo non finanzia, la società non aumenterà le tariffe per qualche mese e non farà mai i lavori per la messa in sicurezza della strada, mettendo quindi a rischio tutte le persone che quasi tutti i giorni si spostano tra l'Abruzzo e il Lazio per motivi di lavoro o per motivi familiari.

Allora, ovviamente, ringrazio il sindaco Biondi, insieme agli altri sindaci del territorio, per il lavoro che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma è vergognoso che ancora oggi si cerchi di nascondere la verità, perché su quella strada le persone rischiano di morire. Non venite, poi, a piangere - quando ci sono i problemi sulle autostrade – perché la prevenzione si poteva fare prima; la prevenzione si fa mettendoci i soldi, non raccontando bugie alla Camera dei deputati, è molto semplice (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, evitiamo, qui, di prenderci in giro; ci sono degli atti e ci sono delle proposte che si possono accogliere, anche se vengono da Fratelli d'Italia, perché non si può provare a trasformare la realtà in falsità, come ha fatto l'onorevole Pezzopane, nella speranza di raccontare le favole, perché con le favole non si rimettono a posto le autostrade e non si risolvono i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vedo altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/75 Lollobrigida, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/76 Mantovani il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/77 Mollicone, c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Io chiederei innanzitutto al rappresentante del Governo se potesse esplicitare la motivazione del parere contrario in Aula.

PRESIDENTE. La rappresentante del Governo ha espresso un parere; se non ha intenzione di intervenire in questa fase, è ovvio che il parere è contrario, a meno che la sottosegretaria Guerra non voglia intervenire.

Prego, sottosegretaria Guerra, a lei la parola.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Mi scusi, signora Presidente. Vista la rilevanza dell'argomento, posso dare una spiegazione sintetica. Il punto principale è che questo ordine del giorno interferisce con le procedure che sono state individuate, adottate e condivise con l'Europa per quanto riguarda sia l'approvazione dei progetti su cloud sia, poi, la gara per l'aggiudicazione delle concessioni.

È una procedura che garantisce la competizione e che garantisce la trasparenza e, quindi, gli obiettivi di fondo che vengono richiamati sono comunque già previsti in questa procedura; introdurre le altre cose che vengono qui richieste potrebbe comportare dei ritardi e compromettere anche la tempistica che, come sappiamo, nel raggiungimento degli obiettivi del PNRR, è un elemento essenziale. Si sta costruendo una progettualità di tipo nazionale, in cui ovviamente si terrà conto anche delle esperienze locali, però è un progetto molto più ambizioso. Per quanto riguarda il contesto europeo il nostro Paese è in stretto contatto con gli altri Paesi anche per la costruzione del cloud europeo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, ringrazio il sottosegretario Guerra per la cortesia con cui ha esplicitato la motivazione del parere. In effetti, poteva anche esimersi dal momento che, soprattutto, il responsabile principale è il Ministro Colao. Quindi, apprezziamo questa disponibilità ma, proprio a proposito del Ministro Colao, dobbiamo, colleghi, sottolineare che al Parlamento viene impedito di confrontarsi sul tema del cloud e del PSN. Già più volte è accaduto, con rinvii sempre dell'ultima ora, perché evidentemente questa magmatica maggioranza è spaccata un po' su tutto. Quindi, la mozione che abbiamo presentato con Giorgia Meloni e con il collega Butti è di fatto un po' come l'unicorno: appare e scompare nelle riunioni dei presidenti di gruppo, viene calendarizzata e addirittura iscritta all'ordine dei lavori e, poi, viene tolta all'ultimo momento e questo è successo già almeno tre volte.

Quindi, sottosegretario, rispetto la sua cortesia, ma questo è un ordine del giorno che letteralmente denunciava dei conflitti di interesse potenziali e chiedeva trasparenza sul bando del Polo strategico nazionale, facendo una ricostruzione assolutamente puntuale e inattaccabile. Quindi, ci riesce difficile capire, di fronte a un ordine del giorno che magari poteva essere riformulato per alcune premesse o alcuni termini. Sostanzialmente, noi chiediamo che prima del bando - perché adesso siamo alle procedure - il Ministro venga a relazionare in Aula e si possano finalmente, a gennaio, discutere queste “mozioni unicorno” che appaiono e scompaiono nella foresta di Montecitorio e che finalmente si ponga il focus su uno dei settori strategici della sovranità digitale e sulla difesa del Polo strategico nazionale e anche sulla gestione del cloud. Infatti, il rischio è che l'Italia così facendo diventi la back door d'Europa e, quindi, si infilino, attraverso queste singolari cordate, subappaltatori extra europei e ci ritroviamo a essere federati in Gaia-X e magari ad essere buttati fuori perché abbiamo al nostro interno i fornitori cinesi. Ricordo il caso recentissimo denunciato da Report - che certo, colleghi, non è Fratelli d'Italia - su quello che avveniva riguardo al traffico di informazioni grazie al software delle telecamere di Fiumicino, da parte di una nota azienda cinese. Insomma, siamo molto preoccupati e, quindi, siamo qui a biasimare - e concludo - l'atteggiamento assolutamente indifferente del Ministro Colao rispetto al Parlamento italiano. Gli ricordiamo che questa non è un'assemblea dei soci di qualche multinazionale, questo è il Parlamento italiano, che è stato eletto dal popolo italiano a cui lui deve rispondere fino a quando sarà Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/77 Mollicone, con parere contrario del Governo.

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Vorrei chiedere di poter sottoscrivere questo ordine del giorno perché noi, anche come Alternativa, siamo intervenuti in Commissione. Su questo bando ci sono numerosi punti oscuri e ci sono stati dei pasticci enormi da parte del Governo, non ultimo questo di modificare la norma del 2012 che già dava mandato a SOGEI di realizzare il Polo strategico e il cloud nazionale. Quindi, votiamo a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/77 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/78 Zangrillo c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zangrillo. Ne ha facoltà.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Lo ritiro, Presidente.

PRESIDENTE. D'accordo. Ordine del giorno n. 9/3354-A/79 Caretta, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/80 Trano, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Non viene accettata. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Dunque, in Commissione bilancio abbiamo cercato di migliorare il testo portando all'attenzione alcune proposte emendative che sono state tutte respinte dalla maggioranza e dal Governo. Ad oggi, incredibilmente non si riesce a comprendere per quali ragioni il settore dell'HoReCa è escluso dal provvedimento nonostante ci siano stati numerosi emendamenti, anche di altre forze di maggioranza, che chiedevano questa previsione. Dunque, mi sono ritrovato a presentare questo ordine del giorno per venire in soccorso alle imprese, alle ditte individuali e società di ristorazione. Vede, Presidente, oggi si ritrovano davvero in un pantano in quanto le restrizioni che il Governo sta emanando stanno gettando nel caos i ristoranti e le imprese affini. Perché questo? Innanzitutto partiamo da un presupposto certo: il green pass è una misura fallimentare che ha soltanto creato confusione e la sta creando ulteriormente con il potenziamento del super green pass. Ad oggi, chi conosce un po' questa realtà sa perfettamente che ci sono in atto molte disdette e i ristoratori stanno maturando perdite, rispetto all'anno precedente, nell'ordine di circa il 40 per cento.

L'ordine del giorno che ho presentato rende strutturale un aiuto, un sostegno a queste attività, che voi del Governo, voi della maggioranza, state buttando nel caos. Presidente, chiedo davvero di rivedere la riformulazione perché, a mio avviso, non c'è nulla da riformulare. Magari, si può dare un segnale, annullando questa riformulazione, proposta dalla sottosegretaria Guerra, per cercare veramente di dare un contributo ad aziende che - lo ripeto - sono nell'incertezza e nel caos più totale. Diciamo questo in prossimità della vigilia di Natale e del cenone di Capodanno, che per queste attività rappresentano un ottimo introito in termini di ricavi. Quindi, poiché vi sono state regioni - penso alla regione Campania - che hanno annullato qualsiasi attività piacevole di incontri tra amici e parenti, secondo me, credo sia un obbligo del Governo quello di dare una risposta concreta alle incertezze che voi state creando. Pertanto, Presidente, per il suo tramite, chiedo di rivedere il parere o quantomeno di accantonarlo per un ragionamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/80 Trano, con il parere contrario del Governo, poiché il proponente non ne ha accettato la riformulazione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/3354-A/81 Ciaburro, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/82 Siracusano, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/83 Giuliodori, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/83 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno n. 9/3354-A/84 Maniero, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/85 Meloni, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/3354-A/86 Rachele Silvestri, parere favorevole con riformulazione; viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3354-A/87 Rizzo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/88 Roberto Rossini, parere favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3354-A/89 D'Uva, n. 9/3354-A/90 Casa e n. 9/3354-A/91 Bella, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/92 Gallinella, parere favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3354-A/93 Ianaro e n. 9/3354-A/94 Buompane, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/95 Faro, parere favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3354-A/96 Manzo, n. 9/3354-A/97 Villani, n. 9/3354-A/98 Amitrano e n. 9/3354-A/99 Davide Aiello, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/100 Invidia, parere favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3354-A/101 Barzotti, n. 9/3354-A/102 Alemanno, n. 9/3354-A/103 Parentela e n. 9/3354-A/104 Scanu, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/105 Alaimo, parere favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3354-A/106 Elisa Tripodi, n. 9/3354-A/107 Cancelleri e n. 9/3354-A/108 Papiro, parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/3354-A/109 Deiana e n. 9/3354-A/110 Ficara, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3354-A/111 Ferraresi, parere favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3354-A/112 Perantoni, n. 9/3354-A/113 Misiti e n. 9/3354-A/114 Ruggiero, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/115 Maglione, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3354-A/116 Masi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/117 Marino, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3354-A/118 Varrica, parere favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3354-A/119 Licatini e n. 9/3354-A/120 Maraia, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/121 Zolezzi, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3354-A/122 Daga, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/123 Gallo, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3354-A/124 Corneli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3354-A/125 Provenza, parere favorevole con riformulazione.

Ordini del giorno n. 9/3354-A/126 Spena, n. 9/3354-A/127 Elvira Savino, n. 9/3354-A/128 Labriola, n. 9/3354-A/129 Mazzetti, n. 9/3354-A/130 Cortelazzo, n. 9/3354-A/131 Ferraioli, n. 9/3354-A/132 Rospi e n. 9/3354-A/133 Prisco, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3354-A/134 Squeri, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/135 Forciniti, parere favorevole con riformulazione. Il collega Forciniti chiede che venga riletta dalla sottosegretaria. Prego.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie Presidente, si tratta della riformulazione dell'impegno, che diventa così: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa in relazione alla disciplina europea e agli obiettivi del PNRR in materia di gestione del servizio idrico”.

PRESIDENTE. Collega Forciniti, accetta la riformulazione? No e chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie Presidente, secondo noi, su questo tema non c'è da aver ambiguità. Si tratta semplicemente di affermare l'eliminazione della rilevanza economica dal servizio idrico; praticamente, si chiede che il Parlamento impegni il Governo a rispettare il famoso referendum del 2011. Tra l'altro, si tratta anche di affermare la prima stella del Movimento 5 Stelle, ossia che l'acqua è un bene pubblico, quindi non si può prescindere da questa valutazione. Siamo alle porte di una nuova infornata di privatizzazioni che riguarderanno diversi asset strategici e beni comuni pubblici, tra cui anche l'acqua; lo vorremmo evitare o, quantomeno, vorremmo che l'Aula si esprimesse al riguardo in maniera chiara e senza ambiguità. Secondo noi l'acqua è un bene pubblico e non va privatizzata. Senza fare troppa filosofia, questo ordine del giorno è semplicissimo: chiediamo il rispetto del referendum. Chi voterà contro questo ordine del giorno si assumerà la responsabilità di spianare la strada a nuove privatizzazioni, fra cui anche quelle della gestione della rete idrica. Ovviamente, noi siamo contro e auspichiamo che vi sia un voto favorevole da parte di tutto il Parlamento su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie. Presidente. Per sottoscrivere questo ordine del giorno del collega Forciniti. Noi che abbiamo lavorato al “decreto PNRR” in Commissione bilancio abbiamo capito che, piuttosto che lavorare per eliminare le diseguaglianze tra nord e sud d'Europa, piuttosto che far ripartire la nostra Nazione, voi avete utilizzato questo PNRR addirittura per dare avvio ad una nuova fase tremenda di privatizzazione dell'acqua e questo va in direzione contraria rispetto a come si sono espressi i cittadini nel referendum: i cittadini vogliono che un servizio pubblico e fondamentale come l'acqua sia gestito in maniera pubblica. Sappiamo che questo è il Governo delle privatizzazioni, il Governo delle lobby finanziarie, delle multinazionali, che sicuramente nei prossimi anni prenderanno in mano tutti i servizi, non solo l'acqua ma anche i rifiuti. Ebbene, noi stiamo fornendo il nostro contributo per opporci a questa deriva tremenda, però faccio un appello - questo sì - agli altri colleghi della maggioranza: quando sarete in campagna elettorale l'anno prossimo, andate a dire che siete per l'acqua pubblica? Fatelo! Noi porteremo avanti l'oggetto di questo ordine del giorno; porteremo avanti una battaglia nei prossimi mesi per lavorare seriamente verso questo obiettivo, ma se non voterete questo ordine del giorno, voi non potrete mai farlo, in maniera vergognosa (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Il collega Romaniello chiede di sottoscriverlo. Colleghi Ehm, Vianello, Sodano, Sarli potete anche avvicinarvi alla Presidenza per la richiesta di sottoscrizione. Il collega Vianello chiede di intervenire. Prego.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. E' strana questa legislatura, iniziata prima con il Governo “Conte 1” e poi con il Governo “Conte 2”. Gli accordi delle forze politiche, in entrambi i Governi, erano quelli di procedere verso una ri-pubblicizzazione del servizio idrico integrato in Italia; invece, oggi, ci troviamo con le stesse forze, che erano presenti nel Governo “Conte 1” e nel Governo “Conte 2”, che ora fanno parte della maggioranza del Governo Draghi, le quali stanno invece procedendo verso la privatizzazione dei servizi idrici integrati.

Questo c'è non solo in questo decreto, dove si prevede che, dal 1° luglio 2022, i comuni che gestiscono in proprio l'acqua pubblica la debbano lasciare alle multinazionali, alle multiutility; non solo, perché c'è anche il “decreto Concorrenza”, dove c'è un'ulteriore accelerazione verso la privatizzazione dei servizi pubblici locali e, quindi, dell'acqua. È un PNRR che prevede espressamente di consegnare le nostre reti idriche, costruite con i soldi dei nostri nonni e dei nostri genitori, alle multinazionali dell'acqua (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! L'acqua è diritto, umano, universale! Ventisette milioni di cittadini si sono espressi nel 2011 e oggi, con la scusa “ce lo dice l'Europa”, si sta andando avanti verso le privatizzazioni! L'Europa non dice di privatizzare, l'Europa dice agli Stati: voi decidete; è economico, ha rilevanza? Mettetelo a gara! Non è economico, non ha rilevanza? Gestitelo in proprio! Prendete una decisione! E la decisione di questo Governo Draghi – e, quindi, di tutte le forze di maggioranza, nessuna esclusa - è di affidarla ai privati! È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Daga. Ne ha facoltà.

FEDERICA DAGA (M5S). Grazie, Presidente. Quanto tempo ho, mi scusi, per una dichiarazione di voto? Cinque minuti?

PRESIDENTE. Cinque, collega. Prego.

FEDERICA DAGA (M5S). A noi dispiace molto, in realtà, che il collega non voglia accettare questa riformulazione, perché è coerente con quanto è stato fatto fino adesso e sarebbe molto utile riuscire a valutare gli effetti applicativi di quanto effettivamente abbiamo approvato in questo decreto, perché? Perché sarebbe succeduto ad altri tre ordini del giorno approvati dal Governo, poco fa. Si tratta di tre nostri ordini del giorno che riguardano il servizio idrico integrato; uno riguarda il territorio siciliano, uno il territorio campano ed uno, il mio, che riguarda, in linea generale, un po' tutta Italia e chiede, in sostanza, un supporto da parte del Governo per tutti quei territori che, in questo momento, hanno la necessità di superare le infrazioni europee e accedere ai fondi sull'acqua, che sono quelli del PNRR o di un altro fondo nazionale, come quello del Piano idrico nazionale, estremamente importante, che abbiamo aperto a fronte della crisi idrica del 2017. È un lavoro molto lungo questo, ve lo ve lo riporto in questo intervento. Si tratta di un aiuto che il Governo può dare a quei territori che sono in ritardo di 6 anni nell'applicazione del testo unico ambientale già previsto dal 2015.

Vorrei specificare che, con questo articolato, non stiamo vendendo l'acqua ai francesi, a differenza di quanto ho sentito urlare nei giorni scorsi; non stiamo togliendo l'acqua ai comuni esclusi correttamente dalla gestione unica, perché hanno acque speciali, con caratteristiche particolari, ma si sta tentando appunto di spingere alcuni territori ad agire, per superare le infrazioni e accedere ai fondi.

Io sottolineo che, ad oggi, abbiamo una situazione tale e quale a quella di 10 anni fa, anzi, non è proprio tale e quale, è migliorata, perché negli ultimi 3 anni si sono creati due gestori in house providing: uno Cuneo e uno ad Agrigento, che è addirittura un'azienda speciale, dove i sindaci, grazie alla direttiva europea, hanno potuto scegliere come gestirsi l'acqua a casa loro e sono tanti i sindaci che, insieme, hanno deciso di fare un affidamento della gestione del servizio idrico, come preferivano.

Le premesse dell'ordine del giorno in discussione – ripeto, peccato non aver accettato questa riformulazione del Governo, perché sarebbe andato di pari passo con tutti gli altri ordini del giorno approvati e avremmo potuto fare un lavoro un po' più complesso, anche più collettivo - sono sicuramente buone, peccato che l'impegno, sul quale appunto il Governo ha espresso parere contrario, sia confusionario, impreciso e metta in mezzo cose che tra di loro poco c'entrano. È scritto un po' male, questo lo dobbiamo ammettere; è confusionario, mi fermo a questo.

E per tutto quello che vi ho appena detto - logicamente il MoVimento 5 Stelle si occupa di questo tema da tantissimi anni -, con le premesse, comunque, buone, ma con gli impegni poco attinenti e confusionari, io dichiaro l'astensione del MoVimento 5 Stelle su questo ordine del giorno, comunque portando avanti i nostri ordini del giorno approvati dal Governo, che ringrazio per aver interloquito con noi, nella scorsa settimana; questa trattativa su una riformulazione degli emendamenti dei colleghi presenti in Commissione bilancio è stata abbastanza fruttuosa. Ritengo che si possa andare avanti nella elaborazione di questo tema. Trattare il tema dell'acqua è fondamentale, è un tema sacro; non ci si può azzardare a raccontare cose non reali, offuscando la realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/135 Forciniti. Il proponente non accetta la riformulazione…

Colleghi, allora io revoco, per l'ultima volta, la votazione, ma vi chiedo di alzare la mano prima, perché non è possibile revocare la votazione costantemente.

Ha chiesto di parlare il collega Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). L'astensione è, in questo momento, non è neanche un gesto pilatesco; è proprio una adagiarsi rispetto alla volontà del Governo Draghi, di privatizzare largamente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), in un disegno a largo raggio e che non va sottovalutato, perciò noi lo denunciamo; è un disegno che porterà alla privatizzazione dei servizi locali di ogni ordine e di ogni dimensione. Questo è un vulnus per qualcosa che è stato un equilibrio fondamentale della vita civica italiana e ci precipita in una dimensione nuova, in una terra incognita, una terra dove non c'è l'acqua (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io trovo lodevole, per alcuni versi apprezzabile, anche la sua pazienza nel dare la parola ai colleghi che chiedono di intervenire con la votazione già iniziata.

Volevo dirle, Presidente, che però è una sua cortesia, dopodiché, in un dibattito che dura minuti, in alcuni casi, decine di minuti, la Presidenza non ha alcun obbligo, nei confronti di un collega che alza la mano e si sveglia una volta che la votazione è cominciata, a interrompere la votazione e dargli la parola (Commenti dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Lo dico, perché non è scontato, perché io, quando presiedevo quest'Aula, dopo la seconda, terza volta, la votazione la mandavo avanti. Quindi, ringraziate la Presidenza per la cortesia, ma sappiate che è una cortesia che fa la Presidenza, e non è un obbligo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, soltanto per chiarire questo misfatto. Noi avevamo alzato la mano; purtroppo, dalla Presidenza non ci avevate visto. Siccome noi abbiamo tempi molto contingentati per esercitare la nostra funzione di opposizione, magari sarebbe gradito che dalla Presidenza ci fosse maggiore attenzione verso di noi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/135 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno 9/3354-A/136 Pentangelo, parere favorevole. Ordine del giorno 9/3354-A/137 Romaniello, parere favorevole con riformulazione. Collega Romaniello, le chiedo se accetta la riformulazione.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo su questo ordine del giorno, perché, ancora una volta, ci stiamo ritrovando, per fortuna, a parlare un po' di benessere psicologico. Il benessere psicologico è qualcosa che si dà per scontato e i problemi che riguardano il benessere psicologico, quindi la sofferenza delle persone, passa sempre in secondo piano. Lo vedo adesso in Aula, con persone che fanno tutt'altro e non hanno alcuna voglia di ascoltare qualcosa che riguarda questo tema. In questo ordine del giorno ho presentato alcuni dati - per questo vi dico perché non accetto la riformulazione. Chiedo ai colleghi se vogliono abbassare un po' la voce, così riesco a fare un intervento con tranquillità.

Secondo un'indagine recentemente pubblicata dal Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi, risulta un aumento del 39 per cento delle richieste di aiuto nell'ultimo anno, un dato rappresentabile con il termine psico-pandemia.

Secondo uno studio dell'OCSE, in Italia, la depressione è aumentata del 18 per cento a causa dell'impatto del COVID, delle ripercussioni economiche, del lavoro, delle difficoltà economiche, delle restrizioni imposte dal Governo, delle paure indotte da una comunicazione schizofrenica e contraddittoria riguardo alla gestione della pandemia e delle risposte delle istituzioni. Sono colpiti in maniera più rilevante la popolazione femminile e i giovani, sia riguardo ai minorenni che alla fascia 18-30.

Il 6 settembre, l'ANSA ha pubblicato un articolo dal titolo “Suicidi, richieste di aiuto triplicate con la pandemia”; in data 10 settembre, quotidianosanità.it ha titolato “Suicidi tra i giovani. Tentativi raddoppiati con la pandemia”; potrei andare avanti citando anche l'ospedale pediatrico “Bambino Gesù”. Ci sono tantissimi dati che ci stanno dicendo che ci sono dei problemi che serpeggiano nel Paese, che riguardano la condizione mentale delle persone, specialmente dei nostri giovani; e continuiamo a parlare di giovani, facciamo slogan sui giovani, diciamo che dobbiamo fare qualcosa per i giovani e c'è qualcosa che ha nome e cognome: sono le cose che umilmente ho cercato di scrivere nel mio ordine del giorno.

Ora, l'unico punto per cui non c'è stata una riformulazione per cui il Governo aggiunge “a valutare l'opportunità di” è il secondo impegno: a rispettare le scadenze imposte dai provvedimenti emanati dal Governo stesso per garantire non solo lo stanziamento delle risorse, ma la spesa delle risorse. Perché anche quest'anno è successo che su emendamenti che riguardavano la salute mentale si sono stanziati dei fondi: entro 60 giorni bisognava fare il decreto attuativo, il decreto attuativo non è stato fatto - ho fatto un'interrogazione e non ho avuto risposta - e, alla fine dell'anno, le risorse vengono riassorbite; poi, bene che nella manovra siano state reinserite, ma tutto quest'anno non sono state spese queste risorse, lasciando le persone che avevano bisogno di alcuni interventi senza alcuna risposta.

E, allora, vediamo, invece, per cosa mi chiede la riformulazione il Governo: me la chiede per destinare le risorse necessarie, anche nell'ambito di queste stanziate nel PNRR, per garantire la massima attenzione al supporto psicologico della popolazione; poi, una serie di impegni che non ho tempo, credo, di elencare, ma mi farebbe molto piacere se andaste a leggerli. È per questo che non accetto la riformulazione, perché non sono disponibile ad accogliere riformulazioni, quindi impegni astratti che si assume il Governo e che, puntualmente, non porta avanti, dimenticandosi una fetta di popolazione che ha un estremo bisogno di quello che facciamo in quest'Aula. Quindi, io voglio che si metta ai voti questo ordine del giorno e, se volete, lo bocciate, ma non accetto impegni astratti (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Posso parlare, Presidente?

PRESIDENTE. Prego.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Mi scusi, non avevo sentito. Scusate se non avevo sentito, non è che lo faccio apposta. La prego, Presidente, questa cosa per cui, quando si interviene in quest'Aula, a commento di un ordine del giorno, per spiegare un voto, c'è qualcuno che mugugna, sta diventando veramente imbarazzante (Applausi di deputati del gruppo Misto). Posso?

PRESIDENTE. Colleghi, è possibile fare un po' di silenzio, per cortesia? Prego, collega.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Poi, peraltro, siamo tutti buoni a fare “buu” e a protestare dietro la mascherina. Complimenti per il coraggio.

Io volevo innanzitutto sottoscrivere questo ordine del giorno e provare a sottolineare alcuni passaggi che il collega Romaniello ha raccontato. Conosco il lavoro del collega Romaniello sul tema dei suicidi. In questo Paese, il COVID non ha solo fatto morti e segnato la vita di tantissime famiglie, ha anche segnato la vita di tantissimi giovani e bambini. Guardate che i racconti di Pediatria e di Neuropsichiatria del “Bambino Gesù” sono racconti dell'orrore: non solo stanno aumentando i propositi suicidari nella fascia dei giovani tra i 18 e i 30 anni, ma anche negli under 18 e, spesso, i bambini arrivano con sindromi che non trovano una spiegazione fisica e, piano piano, si capisce che è una esternazione del disagio vissuto, come, ad esempio, il fatto che l'infanzia entra in contatto con l'idea della morte. Negli ultimi due anni di pandemia, i nostri bambini hanno conosciuto l'idea della morte, l'hanno conosciuta come una presenza reale a loro vicino e questo sta creando una sofferenza psicologica enorme, di cui noi, probabilmente, leggeremo i risultati, cureremo i risultati negli anni prossimi. Per cui, sicuramente, c'è il tema dei suicidi, ma anche la necessità di prendersi cura della salute mentale dei nostri giovani, perché non c'è un futuro per loro, se noi non teniamo conto delle difficoltà che stanno avendo non solo dal punto di vista dello studio, della formazione, ma anche della voglia di avere un futuro.

In questo ordine del giorno ci sono dei dati - colleghi, vi prego, leggetelo -, per chiunque di noi è genitore, che devono far tremare i polsi. Non pensiate di essere immuni alle dinamiche che si stanno sviluppando in questo Paese e che si possono leggere in questo ordine del giorno. Noi abbiamo il dovere di affrontare la sofferenza delle persone a 360 gradi: c'è una sofferenza economica, c'è una sofferenza rispetto alla possibilità di studiare, c'è anche una sofferenza legata, naturalmente, alla condizione fisica, ma anche ripeto al fatto che un pezzo dei nostri giovani e, addirittura, dei nostri bambini sta rinunciando a un'idea di futuro (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Alternativa sottoscriverà questo ordine del giorno, perché è importante vedere la dimensione dell'epoca che viviamo, non solo dal lato sanitario del COVID, ma in una dimensione più completa. Quasi 60 anni fa, ebbe un enorme successo un libro di Herbert Marcuse, che era intitolato L'uomo a una dimensione. Oggi abbiamo la sanità a una dimensione, la dimensione COVID e, invece, abbiamo una società molto più complessa, in cui le esigenze di benessere umano, di equilibrio sociale, di equilibrio individuale, soprattutto per i più giovani, non si risolvono solo nella via spettacolare dell'unica soluzione, come viene sempre detto, cioè affrontare soltanto da un lato la vicenda COVID, magari con super green pass e altre soluzioni che, poi, vengono “bucate” dalla realtà. C'è una realtà che viene taciuta, che è quella di molte persone che soffrono psicologicamente, si suicidano, tentano il suicidio. Ci sono legioni di giovani che sono state abbandonate nel nome di una protezione che, invece, li lasciava soli, e questo è il tentativo di richiamare a qualcosa di più concreto per aiutare molte persone, anziché fare formulazioni generiche. Quindi, torniamo al senso di questo ordine del giorno, sapendo che nemmeno un ordine del giorno basterebbe. Quindi sentiamo di appoggiare pienamente questa proposta dell'onorevole Romaniello (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Per chiedere anch'io di sottoscrivere l'ordine del giorno e, poi, per inoltrare una richiesta alla Presidenza, di farsi garante del nostro rispetto di poter parlare in Aula senza per questo dover subire lo scherno di colleghi che, eventualmente, sono così abituati ad essere inutili, da avere anche fastidio quando qualcuno prova almeno a lasciare agli atti una traccia di dissenso rispetto a qualsiasi tema. Qui siamo proprio in presenza della “sindrome di Stoccolma”: ormai hanno reso questo Parlamento inutile e i parlamentari sono felici di essere inutili. Allora, c'è qualcuno che non si sente inutile, che vuole provare a parlare e credo che abbia il diritto di farlo, in quei 5 minuti in croce che ci lasciate, senza per questo dover ricevere lo scherno e il rumoreggiamento di colleghi irrispettosi di quello che è un minimo principio di base di democrazia in questo Paese. Quindi, la prego di permettere che i nostri interventi si svolgano in silenzio, con un clima che sia degno di una discussione civile e pacata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Volevo semplicemente sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Romaniello per tutto quello che contiene, ma, soprattutto, per un passaggio che dovrebbe riguardarci tutti e che ha a che fare con la scuola. Noi continuiamo, per fortuna, ragionare di quarantena, isolamento, tamponi, vaccini, mascherine, però il disagio psicologico dentro le scuole, a partire dagli studenti, ma anche da tantissimi docenti e personale scolastico, è drammatico, sta crescendo e non finisce. Le conseguenze saranno anche più durature della pandemia in senso stretto e, quindi, l'idea che ci sia da quest'Aula un costante segnale di attenzione, per di più con un ordine del giorno, io credo che sia un atto importante che dovremmo fare tutti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, l'ordine del giorno del collega Romaniello soverchia le competenze che ha lo Stato e interroga direttamente, interpella, gli enti territoriali - organi come la Conferenza Stato-regioni - proprio per le competenze che, sul punto, l'ordine del giorno cita. Però, l'ordine del giorno ha il merito di sottolineare una cosa, cioè che il sostegno psicologico ai nostri giovani è propedeutico a qualunque altra misura di sostegno, di agevolazioni, sia nel mondo del lavoro che nello studio. Come Intergruppo Giovani avevamo proposto in legge di bilancio proprio una misura ad hoc per questo. Pertanto, sollecito il Governo, veramente, ad intervenire su questa materia nel primo provvedimento utile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Io ho ascoltato i colleghi e sono andato a chiedere cortesemente, informalmente, di ribadirmi il parere: il Governo non ha dato parere contrario! Lo dico perché sembra che qui il Governo sia totalmente insensibile: il Governo non ha dato parere contrario; ha dato parere favorevole con due riformulazioni esattamente su due punti che toccano aspetti riguardanti impegni economici, che sappiamo benissimo negli ordini del giorno pongono dei problemi; per questo si è proposta la formula “a valutare l'opportunità di”, come per altri centinaia, migliaia, di ordini del giorno. Quindi, se si vuole non accettare, il collega Romaniello è libero di far ciò, ma non fate passare il Governo e la maggioranza, da questo punto di vista, come dei carnefici dei bambini, perché questo non è (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto)!

PRESIDENTE. Vedo una serie di colleghi intenzionati a sottoscriverlo. Il collega Fratoianni lo sottoscrive, il collega Acunzo lo sottoscrive, anche la collega Ehm. Colleghi, vi ricordo che potete avvicinarvi alla Presidenza per sottoscriverlo.

Ha chiesto di parlare la collega Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO). Presidente, grazie. Oltre che per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Romaniello, anche per far presente il motivo per cui il collega si è dichiarato - e lo ha già detto nel suo intervento - indisponibile all'accoglimento parziale dell'ordine del giorno. È vero che le riformulazioni riguardano impegni sulla copertura economica, ma è anche vero che questa copertura economica è già stata indicata da decretazione del Governo nei mesi precedenti, proprio i mesi in cui, complice la pandemia, il disagio psicologico si faceva ancora più urgente nel nostro Paese, soprattutto ma non soltanto per la fascia giovanile. Ebbene, queste coperture economiche, però, già individuate ed appositamente stanziate con decreto di questo Governo, non sono poi state spese ed è questo che segnalava il collega Romaniello, ed è il motivo per cui si è dichiarato indisponibile all'accoglimento parziale dell'ordine del giorno.

Non è possibile che il Governo debba fare una successiva ulteriore valutazione di opportunità in relazione a risorse economiche che sono già state individuate, ma che sinora non sono state spese e che si trovano soltanto sulla carta, in voci e in capitoli di bilancio che non rispondono alle concrete e urgenti esigenze della popolazione. Per cui, per sua intercessione, Presidente, chiedo al Governo che vi sia un accoglimento pieno, perché è un'emergenza che non può attendere oltre e che riguarda tutto il Paese e dovrebbe interessare quest'Aula. Auspico, quindi, che vi sia un voto trasversale in tal senso (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze, Maria Cecilia Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Io vorrei intanto dare alcuni chiarimenti e poi fare una proposta. Per quanto riguarda i chiarimenti, anche in relazione all'ultimo intervento dell'onorevole collega, qui c'è un impegno a rispettare pedissequamente le scadenze imposte dai provvedimenti emanati dal Governo stesso per garantire non solo lo stanziamento delle risorse, ma la spesa delle stesse. Questo impegno a cui lei due secondi fa mi ha richiamato, il Governo lo ha preso secco, senza “valutare l'opportunità di” o “vincoli di finanza” e quindi è stato molto esplicito.

Detto ciò, mi sembra che ci sia un idem sentire fra larghissima parte del Parlamento e anche il Governo, perché il parere è favorevole, con quelle cautele che indicano responsabilità. È molto facile, infatti, prendere degli impegni che poi non si rispettano (e quando ci sono impegni di spesa generalmente si usa questa formula, ossia “nel rispetto della finanza pubblica” o “a valutare l'opportunità”), ma questa formula non cambia niente rispetto a un impegno che comunque viene preso, cioè nella misura in cui gli impegni vengono presi (purtroppo in misura molto ampia con gli ordini del giorno). Detto ciò, io chiederei un accantonamento: sentiamoci un attimo tra Governo, forze di maggioranza e anche di opposizione e cerchiamo la soluzione migliore per sottolineare, partendo dal testo che ci è stato proposto, il forte impegno che tutti quanti, evidentemente, sentiamo verso la problematica che è stata qui sollevata. Quindi, chiederei un accantonamento.

PRESIDENTE. Se il collega Romaniello è d'accordo con l'accantonamento, lo accantoniamo.

Prego, collega. È d'accordo sull'accantonamento o meno?

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Io ringrazio la sottosegretaria perché mi ha risposto con grande gentilezza. Io le voglio dire questo: mi è già capitato in diverse occasioni di accantonare ordini del giorno, venire nella sala del Governo e parlare con voi; puntualmente ho accettato riformulazioni, ma non ho mai - mai! - visto un risultato concreto. Quindi, io posso anche venire ad ascoltarvi (Applausi di deputati del gruppo Misto); io vengo ad ascoltarvi, ma sappiate che se non ci si avvicina minimamente agli impegni che sono richiesti, io lo rifiuterò. Infatti, quando lei mi dice “noi abbiamo accolto quella parte dell'impegno”, io le dico che la parte dell'impegno dovrebbe essere una cosa veramente scontata, cioè che rispettiate le scadenze che voi stessi vi date. Ma rispetto a tutto il resto, nel merito del provvedimento, nel merito di quello che chiedo, non è possibile neanche sentire un collega che stimo, come Fornaro, che mi dice: “ma qui ci sono degli impegni di spesa, allora non dite che non siamo sensibili, perché però ci sono degli impegni di spesa”. Io dico che se non si mettono i soldi le cose non si fanno: è questo il problema ed è a questo che vi sto richiamando (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Quindi, lo accantoniamo.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/138 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3354-A/139 Donzelli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3354-A/140 Raduzzi, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Non accetto la riformulazione e intervengo, Presidente. Riavvolgiamo un attimo il nastro delle puntate precedenti. Siamo al 6 maggio, siamo al Senato, ed è appena stato votato all'unanimità, quindi da tutti i partiti dell'arco parlamentare (fatto più unico che raro), un emendamento che estende, giustamente e in maniera anche intelligente, la cedibilità dei crediti di imposta di Industria 4.0 sul modello del super ecobonus; cioè, l'azienda che fa degli investimenti per rinnovare e per migliorare la produzione o quant'altro, riceve dallo Stato un credito d'imposta e quel credito d'imposta lo può poi cedere a un'altra impresa o alla banca, che gli darà liquidità immediata. È un modo per sostenere in maniera concreta le attività produttive del nostro Paese; un passaggio votato, tra le altre cose, da tutta la maggioranza e anche dall'opposizione. Cosa succede, però? Arriva la Ragioneria dello Stato - i burocrati - e ci dice che questa cosa non si può fare, perché ci sarebbe l'Eurostat - altri burocrati - che stanno rivedendo come contabilizzare questi crediti d'imposta che diventano cedibili. A tal proposito ci dice che “non è possibile (…) assentire proposte di estensione della cedibilità ad altre tipologie di crediti, alla luce delle incertezze sull'impianto metodologico a parità di modalità di fruizione: infatti, il trattamento contabile potrebbe (…) cambiare nel prossimo futuro”. Perfetto! Tutti voi l'avete accettato pedissequamente: è arrivato il Governo e ha stralciato l'emendamento votato da tutta la politica! Questo emendamento, poi, è stato ripresentato varie volte da tanti colleghi della maggioranza ed è sempre stato respinto.

Arriviamo ad oggi, 21 dicembre 2021, e cosa scopriamo, cosa leggiamo in questo bellissimo decreto? Leggiamo che alle fondazioni bancarie viene riconosciuto un credito d'imposta cedibile: 65 per cento, che diventa 75 per cento, poi, nel 2023. Allora, cari colleghi, mi spiegate se voi volete farvi prendere in giro dalla Ragioneria dello Stato oppure contate ancora qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Perché questo emendamento l'avevate votato tutti e vi state facendo prendere in giro da dei burocrati!

Allora, approviamo questo ordine del giorno, visto che vogliamo sostenere tutti quanti con le parole le nostre imprese e diamo un segnale chiaro al Governo: che la cedibilità dei crediti d'imposta di Industria 4.0 è una cosa fattibile, perché l'avete estesa ad altre categorie, non solo per le banche e la finanza, ma anche per le nostre aziende e per le nostre imprese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Trano, ha già fatto due interventi.

Ritiro, collega Trano: ha due minuti. Collega, prego.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Articolo 29, Repubblica digitale. Questo è un vero capolavoro del Governo dei migliori, perché è semplicemente un artificio semantico che in realtà, come ha ben spiegato il collega Raduzzi, è una marchetta alle fondazioni bancarie, né più né meno. Tutto questo, Presidente, fa veramente male, se si pensa, ad esempio, che il superbonus 110 per cento nel corso del tempo subirà un décalage e fino al 2023 sarà al 110 e successivamente poi sarà al 70 e al 65 per cento. Tra l'altro, per aggiungere anche un'altra complessità, il Governo dei migliori ha varato anche il “DL Antifrode”, che ha gettato nel panico e che ha rallentato, come dire, questo tipo di bonus, che è molto utile per le imprese, per il loro indotto (quindi, geometri e architetti) ma soprattutto anche per le famiglie che vogliono vedere la riqualificazione energetica dei propri edifici.

Dunque, se da un lato c'è questa confusione terribile sul superbonus, dall'altro lato, invece, c'è una norma perfetta scritta per gli amici dell'élite di Mario Draghi, dell'élite finanziaria, che addirittura non soltanto hanno già un 65 per cento di crediti di imposta cedibili - cedibili! - ma addirittura negli ultimi due anni il credito diventerà del 75 per cento. Questa, Presidente, è una vergogna incredibile e noi abbiamo detto in Commissione che questa norma dovrebbe essere stralciata immediatamente (immediatamente!). Invece, non soltanto non abbiamo ricevuto una parola, una sola parola in Commissione per capire in realtà chi in particolare si stava favorendo con questa norma, ma addirittura si è andati avanti, come per tante altre norme porcate…

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). …che il Governo ha approvato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/140 Raduzzi. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/141 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3354-A/137 Romaniello, cioè l'ordine del giorno accantonato.

Sottosegretaria Guerra, a lei la parola. Mi dica se è pronta oppure se vuole una sospensione per valutare un altro parere.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Vorrei una sospensione di due minuti per poter conferire con un rappresentante per gruppo anche qui perché…

PRESIDENTE. Di quanto, sottosegretaria?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Tre minuti.

PRESIDENTE. Facciamo di dieci (Commenti). D'accordo? D'accordo.

Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,50.

La seduta, sospesa alle 16,45, è ripresa alle 16,50.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Sottosegretaria Guerra, a lei la parola.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Mi scusi, Presidente. Abbiamo bisogno di altri cinque minuti. Le chiedo scusa. Avevo sottovalutato.

PRESIDENTE. Ha bisogno di più tempo, quindi?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Cinque minuti ancora.

PRESIDENTE. Altri cinque minuti?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, ci siamo quasi.

PRESIDENTE. D'accordo.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,56.

La seduta, sospesa alle 16,51, è ripresa alle 16,58.

PRESIDENTE. Chiedo alla rappresentante del Governo il parere sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/137 Romaniello.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Riformulerei il parere in questi termini: parere favorevole con una riformulazione che pone tutti gli impegni in termini positivi, e quindi operativi.

Allora, il primo impegno diventa: “a garantire la massima attenzione al supporto psicologico nella popolazione”. Il secondo, che avevo già letto, resta: “a rispettare pedissequamente le scadenze imposte dai provvedimenti emanati dal Governo stesso per garantire non solo lo stanziamento delle risorse, ma la spesa delle stesse”. Il terzo diventa: “ad adoperarsi, altresì, per individuare le ulteriori risorse volte a (…)”, e poi tutte le caratteristiche dell'impegno che già l'ordine del giorno prevedeva.

PRESIDENTE. Collega Romaniello, viene accettata la riformulazione? Sì e chiede di metterlo in votazione, con il parere favorevole, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione… No, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi!

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, sarò velocissima, soltanto per sottoscriverlo; era da prima che lo avevo chiesto, grazie.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3354-A/137 Romaniello, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. La componente Noi con l'Italia darà un voto convinto alla conversione in legge di questo provvedimento. Voglio dire subito, nel metodo, che non ci preoccupa l'osservazione che è stata fatta da più parti sul fatto che si ricorra all'ennesimo voto di fiducia. Non criticavamo i voti di fiducia di Conte, immaginiamoci se ci permettiamo di criticare quelli del Governo Draghi, che sta andando avanti su una strada, soprattutto rispetto alle scelte economiche, che merita per quanto ci riguarda il pieno appoggio. Auspichiamo, anzi, che questo appoggio continui nel solco tracciato in questa fase della legislatura.

Abbiamo apprezzato fortemente la volontà di semplificare le procedure cruciali per l'attuazione del PNRR, in particolare per le opere ferroviarie, che godono di un ampio ritardo in questo Paese, ma ancora di più per l'edilizia giudiziaria che ha bisogno, veramente, di interventi importanti e, soprattutto, abbiamo bisogno di mettere nella circolazione economica quelle risorse, Presidente, che sono ferme da troppi anni e che hanno bisogno di essere utilizzate, sia nell'interesse della giustizia che nell'interesse del sistema lavorativo e produttivo del nostro Paese.

Approfitto di questo passaggio sulla giustizia per fare una considerazione sul fatto già espresso da alcuni colleghi, un paio di sedute fa, della necessità di rivedere la geografia giudiziaria del nostro Paese. La nefasta riforma Monti-Severino di qualche anno fa ha prodotto risultati che io considero tutti negativi. Oggi abbiamo, nei centri di paesi importanti, di 20, 30, 40 o 50 mila abitanti, strutture anche nuove, costruite per fare gli uffici giudiziari, completamente abbandonate, abbandonate perché non sono state utilizzate, addirittura, come per esempio a Chiavari o a Tolmezzo, cito i primi due paesi che mi vengono in mente. Si tratta di una sensazione psicologica di abbandono che incide negativamente anche nei confronti dell'economia dei paesi, di una desertificazione dei centri minori, che certamente non aiuta la crescita delle comunità; dell'intasamento dei tribunali maggiori che si sono visti conferire competenze e che non hanno neanche la possibilità di ospitare tutte le strutture che sono invece abbandonate, per cui ci troviamo, faccio un esempio che conosco personalmente, il tribunale di Udine che deve affittare locali ed il tribunale di Tolmezzo, a pochi chilometri di distanza, che è letteralmente chiuso, nel centro storico; abbiamo meno giustizia di prossimità e, soprattutto, non abbiamo avuto nessun risparmio. Io credo che il tema della revisione della geografia giudiziaria vada subito affrontato e ne approfitto per avanzare una proposta: se proprio non possiamo riaprire tutti i tribunali - e capisco che non si possa farlo -, almeno consideriamo, in alcuni tribunali particolari, la possibilità di istituire sedi minori di quelli maggiori.

Detto questo, vado a sottolineare importanti segnali positivi contenuti in questo provvedimento, in particolare, sul turismo. Il bonus dell'80 per cento di credito d'imposta per le strutture alberghiere che vengono ristrutturate è davvero importante, perché sappiamo che soffriamo di un deficit di modernizzazione delle nostre strutture, in questo Paese. La digitalizzazione dei servizi per le agenzie di viaggio e per i tour operator è un altro passo importante per la semplificazione e l'ammodernamento. Ancora, ricordo le risorse importanti, non quanto avremmo voluto, ma comunque significative, a sostegno delle start up e delle imprese giovanili. Io credo che ci siano le condizioni per guardare con fiducia al futuro, ma anche se non ci fossero queste condizioni, noi abbiamo il dovere di farlo, abbiamo il dovere di guardare con fiducia; l'Esecutivo ci sembra impegnato ambiziosamente in un processo di riforme del Paese che il prossimo anno dovremo affrontare, con riforme che valgono 40 miliardi di euro: la riforma della concorrenza, la riforma fiscale e la riforma del sistema degli appalti.

Io non so – e concludo, Presidente - se questa legislatura avrà la durata intera o si chiuderà con l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, credo però che ciascuno di noi potrebbe avere il piacere di aver partecipato alla gestione amministrativa del Paese in uno dei periodi più difficili della storia democratica del nostro Paese e, contemporaneamente, non solo in un periodo difficile, ma anche con una capacità di ammodernamento e di rinnovamento della pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Presidente, sottosegretario Guerra, colleghe e colleghi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un documento ampio e complesso, con il quale l'Italia illustra all'Europa come intende gestire i fondi del Next Generation EU. Io condivido la definizione secondo cui il PNRR è un intervento epocale, un vero e proprio programma di riforme - come è noto - realizzato dall'Italia, raggruppato in 6 Missioni e sicuramente necessario per rilanciare il nostro Paese e la nostra economia in questo particolare momento storico che stiamo vivendo, ma, proprio per questo, ritenevo che ci potesse essere un minimo di interazione in più, una maggiore - come dire - osmosi tra il Parlamento e il Governo e, quindi, la possibilità di poter discutere in Aula sulle eventuali modifiche e non solo sugli ordini del giorno che, francamente, mi permetto di dire, lasciano il tempo che trovano.

Tuttavia, per venire all'articolato, che è stato esaustivamente illustrato dai relatori, si tratta di un modo per incentivare e favorire la ripresa del tessuto economico e sociale, sfruttando le opportunità connesse alla transizione ecologica e alla inclusione sociale, creando nuovi posti di lavoro e migliorando al contempo la qualità del lavoro, i servizi alla cittadinanza - soprattutto, quelli incentrati sulla salute e l'istruzione - e il potenziamento delle infrastrutture.

Tuttavia, ritengo anche che un vero programma che rappresenti a pieno la capacità di ripresa di un Paese e la sua reazione positiva, appunto, ai difficili anni che stiamo vivendo non possa prescindere da quelle che sono le istanze e le necessità dei cittadini e dei territori. Proprio per la portata epocale, come ho già detto prima, del programma che siamo chiamati ad approvare oggi, sarebbe stata un'ottima occasione per arrivare all'approvazione dello stesso con la piena partecipazione e il consenso di tutte le parti sociali e politiche del Paese.

Non dobbiamo, infatti, dimenticare che per riscrivere il futuro dell'Italia non possiamo non tener presente i piccoli territori, le piccole e medie imprese, i liberi professionisti e le piccole realtà, ricordandoci che non tutti sono attrezzati allo stesso modo per affrontare questa sfida e che in questa guisa rischiamo di ampliare le distanze tra i singoli territori invece che accorciarle e diminuirle.

I vari ambiti interessati da questo documento sono di primaria rilevanza, come, ad esempio, il turismo; per me sarebbe stato interessante affrontare tutti i temi inerenti a tale settore a 360 gradi, compresa la questione dei balneari che si trovano ancora sospesi, senza che si siano date risposte certe a chi negli anni ha investito per fare crescere la propria impresa e che, assieme a tante altre imprese di questo settore, costituisce una importante voce positiva nel saldo rappresentato dall'introito turistico. Così ricordo anche gli investimenti per gli ammodernamenti e l'efficientamento della rete ferroviaria che il PNRR prevede e che possono davvero essere il volano di un rilancio non solo per il settore turistico, ma anche per quello commerciale e industriale. In quest'ottica, io inserirei anche lo sviluppo delle Zone economiche speciali che stanno partendo in diverse regioni del Sud e che bisogna attenzionare particolarmente.

Un altro aspetto che mi preme sottolineare è quello del personale dei comuni italiani. I risultati e le ricadute economiche e sociali dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dipenderanno in misura fondamentale dalle capacità delle amministrazioni locali coinvolte e, in particolare, dalla capacità del personale e delle professionalità presenti nei comuni. Questo perché i comuni italiani sono i soggetti attuatori del PNRR e avranno bisogno del necessario supporto per la progettazione e la realizzazione delle iniziative. Fin qui, tutto giusto, tutto condivisibile e bisogna percorrere assolutamente questa strada. Io, però, mi permetto un'altra riflessione: ci sono comuni che per una serie di ragioni, tra cui anche l'incapacità delle amministrazioni di far fronte al fabbisogno di personale, avendo anche fatto largo impiego di lavoratori socialmente utili senza averli stabilizzati, in questo momento sono con l'acqua alla gola e rischiano che salti il banco dell'esercito di impiegati; quindi, c'è il rischio che non si riescano ad erogare nemmeno i servizi minimi al cittadino, figuriamoci poi avere la competenza tecnica per dare qualità alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano in discussione. Nel caso che richiamo, non devo neanche andare troppo lontano, essendo la mia città di provenienza, in questi giorni si discuterà per trovare una soluzione affinché il comune di Manfredonia possa continuare a vivere, addirittura, perché se mancherà la base e quindi la quantità, altro che parlare di qualità!

Per cui ci vogliono fondamenta solide quantitative per poi avere la qualità necessaria, come ho detto in precedenza, per attuare le richieste di questo Piano in discussione.

Quindi, alla luce di tutto questo, a me onestamente dispiace che si sia posta la questione di fiducia su questo provvedimento, menomando - e ci ritornerò brevemente - la possibilità per il Parlamento di contribuire a migliorare l'articolato (o almeno, si sarebbe trattato di un tentativo di miglioramento) in Aula e non solo in Commissione.

In considerazione dell'importanza storica di questo Piano di risanamento, di rilancio dell'Italia - mi avvio alla conclusione - e riconoscendo comunque il grande lavoro svolto da tutte le parti in causa, naturalmente daremo il nostro appoggio, esprimendo voto favorevole, con la speranza che ciò sia solo la cornice all'interno della quale bisognerà poi ridisegnare la nuova Italia, con la messa a terra di progetti utili che hanno bisogno di mezzi e risorse per la valorizzazione delle piccole realtà e lo snellimento della burocrazia, che consenta realmente di rispettare le stringenti tempistiche previste dall'Europa. Quindi, ribadisco il voto favorevole al provvedimento da parte della componente che rappresento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Stiamo per procedere alla votazione finale del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per le prevenzione delle infiltrazioni mafiose. È un argomento importante ed è giusto che si affronti in modo prioritario proprio perché, Presidente, è notizia di ieri, data dall'ENEA, che l'Italia si stia allontanando dagli obiettivi della decarbonizzazione. È quanto emerge dall'ultima analisi dell'ENEA, che evidenzia un netto peggioramento dell'indice Ispred: -35 per cento rispetto al terzo trimestre del 2020 e -11 per cento rispetto a luglio/settembre 2021. L'indice elaborato dall'ENEA misura l'andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell'energia e decarbonizzazione. L'andamento molto negativo del nostro indice è legato principalmente all'incremento delle emissioni per il maggior utilizzo di fonti fossili, soprattutto nei trasporti e negli edifici, e mette in luce l'allontanamento dell'Italia dalla traiettoria di decarbonizzazione e dei nuovi obiettivi dell'UE. Ricordiamoli: -55 per cento di emissioni al 2030, con consumi ed emissioni che nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media della “zona euro”. Dinanzi a tali notizie, prendendo atto di questa situazione, il Parlamento e il Governo dovrebbero subito provvedere e un decreto come questo dovrebbe contenere articoli che affrontino queste difficoltà per sopperire alla problematica evidenziata. Tuttavia, leggendo il testo di questo decreto, troviamo tutt'altro; ci rendiamo conto che, per il Governo, il problema è assumere persone nei Ministeri. Per cui, ben vengano decine, centinaia di assunzioni nei Ministeri senza alcun concorso pubblico, sulla base di un colloquio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa); ci sarà un colloquio amichevole, si deciderà chi assumere, chi è dentro, chi è fuori, con buona grazia di amici, parenti, conoscenti e quant'altro. Questa è una prerogativa, una priorità per il Governo. Voi mi direte: però il PNRR prevede imponenti investimenti, serve nuovo personale nei Ministeri; oltre alle migliaia di persone già presenti, ne serviranno altre, benissimo! Allora, ci dovete cortesemente spiegare perché in Commissione è stato approvato un emendamento della maggioranza che prevede l'assunzione di una – una! - persona al Ministero della Giustizia, una persona sola, perché questa persona, da sola, risolverà i problemi e farà attuare, in Italia, il Piano di ripresa e resilienza (Applausi dei deputati del gruppo Misto- Alternativa)! Mancavano solo il nome e cognome di questa persona, si potevano fare, per completare il capolavoro.

Andiamo avanti perché, come abbiamo visto, le emergenze di questo Paese sono richiamate, forse, in altri provvedimenti, ma non in questo. Lei, collega Raduzzi, ha svolto un intervento in merito al cloud da cui trarre spunto, che merita un accenno particolare. La situazione del cloud è, infatti, molto importante, ma non è nuova in Italia. Ben 9 anni fa - era il 2012 - a Sogesid veniva data la possibilità di fare questa importante digitalizzazione per il Paese. Sono stati spesi i soldi, sono passati anni, con norme, contro norme, regolamenti: risultati? Zero. Allora, cosa prevede il Governo? Il Governo con questo decreto prevede una nuova possibilità, tramite partenariato pubblico o privato, di affrontare finalmente il tema. C'è però un problema: il decreto è stato emanato a novembre, ma che succede? La prima proposta di partenariato pubblico/privato arriva prima, prima (Applausi dei deputati del gruppo Misto- Alternativa)! Non si sa con quale percezione, della metafisica, degli indovini che forse saranno sparsi nel Paese, i quali hanno individuato che sta per arrivare una norma e, quindi, si presenta subito un partenariato pubblico/privato, anche se la norma non esiste. Poi, coincidenza, la norma è arrivata subito dopo e questo è ovvio che creerà contenziosi con altri soggetti che chiederanno di partecipare a questa opportunità sul cloud italiano. Sicuramente questi soggetti vinceranno i ricorsi, si perderà ulteriore tempo e soprattutto verranno spesi ulteriormente soldi dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto- Alternativa); questa è la priorità del Governo Draghi, mentre abbiamo visto che stiamo precipitando, dal punto di vista delle emissioni di CO2, in aumento, allontanando tutti i parametri, tutti gli obiettivi.

Ma andiamo ancora avanti. Un'altra cosa che fa sorridere è il finanziamento di 18 milioni di euro previsto per Difesa Servizi Spa. Voi mi direte che la cifra di 18 milioni di euro è stata prevista per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: no, assolutamente, non c'entrano nulla. Vengono erogati 18 milioni di euro per non perseguire alcuno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per cui perché prevedere un finanziamento per Difesa Servizi Spa, ricordando che il presidente di quest'ultima è l'ex senatore Latorre, del Partito Democratico? Speriamo di ottenere presto una risposta al riguardo; prima o poi, forse l'ingegneria genetica ci dirà per quale motivo c'è questa proposta. Indubbiamente il Partito Democratico ha fatto pesare il suo peso politico e questo è da sottolineare all'interno di un decreto importante come questo. E lo riscontriamo anche perché, per anni, a Virginia Raggi, sindaco di Roma, non è stato dato un minimo aiuto, minimo. Ogni volta che l'ex sindaco Raggi chiedeva un supporto al Parlamento e al Governo, apriti cielo, succedeva l'impossibile, purché a Roma non arrivasse alcun tipo di aiuto sostanziale. Invece, adesso vediamo che Roma tramite questo decreto potrà – giustamente, direi che era ora - assumere finalmente 18 persone. È evidente che anche su ciò la forza politica, il Partito Democratico, si fa sentire; è questo che deve fare una forza politica, alla fine. Su altre forze politiche è meglio non esprimersi, perché non so cosa abbiano portato a casa.

Vi è anche un'altra questione, ne parlavano in precedenza altri colleghi, la cessione del credito di imposta, è fondamentale. Abbiamo constatato come la cessione del credito d'imposta - è importante - abbia rilanciato il settore dell'edilizia con il super ecobonus 110 per cento, generando incremento di fatturato e di PIL per un importo che si aggira oltre i 50 miliardi di euro. È una misura giusta, utilissima proprio per combattere quell'aumento di emissioni di CO2 che proviene anche dall'utilizzo dei combustibili fossili delle abitazioni. Il Governo – lo abbiamo visto nella presentazione della legge di bilancio – indebolisce, invece, questa misura. Ma non è soltanto sull'edilizia che ci sono questi aumenti di emissioni di CO2, ma anche nei trasporti c'è questo grandissimo aumento.

E qual è la risposta del Governo Draghi all'aumento di CO2 nel settore dei trasporti? Azzerare gli incentivi per le auto elettriche! Il futuro viene azzerato dal Governo Draghi e il Ministro Cingolani in silenzio! Anzi, magari stesse in silenzio, perché ogni volta che parla, parla di cose senza nessun mandato parlamentare, senza nessun mandato dei cittadini italiani, come sul nucleare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Abbiamo visto che il nucleare ha avuto due, non uno, due referendum. In barba al nucleare, via: si parla di nucleare, avanti col nucleare! Oggi abbiamo appreso dalla relazione della Commissione di inchiesta sulle ecomafie, che non sappiamo ancora dove andare a mettere i rifiuti ad alta attività che sono stati prodotti dalle centrali nucleari! Attualmente non sappiamo minimamente dove stoccare definitivamente questi rifiuti radioattivi. Queste sono le priorità per il Paese, perché poi cadono sulle generazioni future. Abbiamo visto come l'ambiente sia apprezzato dal Governo Draghi: si diminuiscono i tempi per la partecipazione della cittadinanza alle osservazioni della VAS, dei piani molto articolati e complessi (vengono accorciati, da 60 a 45 giorni); abbiamo visto come, ancora, con un altro articolo del Governo, si avvii sempre più la privatizzazione dei servizi pubblici locali e soprattutto dell'acqua, in barba a un altro referendum, sempre del 2011 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché si va avanti senza opposizione! Presidente, apprezzo il suo lavoro e la ringrazio per il suo lavoro, ma è evidente che quando le colleghe parlano è brutto sentire mugugnare. Apprezzo la sua onestà; purtroppo alcuni colleghi su questa cosa non sono altrettanto rispettosi del ruolo che hanno.

Concludo Presidente: altro che “decreto Recovery”. Qui dobbiamo andare a vedere tutti dove andarci a ricoverare dopo questo tipo di decreti, perché il Paese ha bisogno di altro e il Governo Draghi sta andando nella direzione sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente, signora sottosegretaria, siamo al voto sul merito del provvedimento. Io, anche in relazione ad alcune intese intercorse, farò un intervento molto breve, dichiarando il voto favorevole del gruppo e rimandando nel merito alle riflessioni che ho fatto questa mattina durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia.

L'elemento che credo vada sottolineato, in un quadro di difficile rapporto tra il Parlamento e l'Esecutivo - l'ho già evidenziato questa mattina - è il grande lavoro fatto in Commissione. Quello che viene convertito in legge è un testo profondamente mutato, in cui sono stati fatti interventi fondamentali. Credo che il PNRR avrebbe bisogno di un clima differente perché, da questo punto di vista, non so fino a che punto siano produttive, non tanto le critiche - per l'amor di Dio - quanto, in molti casi, le strumentalizzazioni, cioè questo alzare sempre di più il tono della critica, che alla fine porta a creare una sorta di rumore di fondo che non consente di individuare le questioni vere. Una di queste è oggettivamente - come dicevo stamani - la seguente questione: come far atterrare sui territori, a livello dei singoli comuni, questa massa di investimenti. Ho letto con piacere che ieri è stato annunciato dal Ministero della Cultura il bando da 1 miliardo di euro sui borghi, per esempio; questo è un segnale molto importante. Infatti, bisogna assolutamente evitare, da un lato, una dispersione a pioggia degli investimenti del PNRR e, dall'altro, che le risorse finiscano sempre verso i cosiddetti soliti noti, cioè le grandi imprese, le grandi aziende di questo Paese, che sicuramente vanno sostenute, ma è il complesso degli enti locali, delle comunità che va sostenuto. Uno degli obiettivi del PNRR, al di là di quelli già enunciati sui temi ambientali della transizione ecologica e digitale, è quello di usare questi denari per ricucire disuguaglianze su molte materie di carattere infrastrutturale. Per queste ragioni riconfermo il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie, Presidente. Questo decreto è volto ad accelerare l'attuazione del PNRR per non perdere gli ingenti fondi che l'Europa ci ha messo a disposizione - circa 235 miliardi di euro - e che non possiamo assolutamente permetterci di sprecare; ne va del futuro nostro e dei nostri bambini. Le risorse ora ci sono ma, se vogliamo davvero far ripartire l'Italia, dobbiamo pensare di investirle in progetti in grado di fare la differenza nel lungo periodo. Oggi, più che mai, nelle istituzioni c'è bisogno di concretezza, di gente preparata, di gente che faccia partire i cantieri, perché sono belli i piani, ma poi vanno attuati e completati nei tempi giusti. Per ottenere questi fondi, l'Italia si è impegnata a rispettare 527 adempimenti e compiere ben 62 riforme entro i prossimi cinque anni; solo gli enti locali dovranno gestire 70 miliardi di euro. È chiaro che serve un'operazione forte e decisa di semplificazione a tutti i livelli, e serve la massima collaborazione tra istituzioni e forze politiche, anche probabilmente nella prossima legislatura. Regioni, Città metropolitane e comuni giocheranno un ruolo fondamentale nella messa a terra dei progetti del PNRR da qui al 2026. Saranno dunque cruciali due aspetti principali: il primo è investire nel personale delle amministrazioni locali, valorizzando professionalità e competenze; il secondo, è rendere interoperative le diverse banche dati della pubblica amministrazione.

Un primo segnale positivo su questo fronte è la recente attivazione di ANPR, l'anagrafe nazionale dei cittadini, un'unica banca dati che supera la logica delle singole anagrafi comunali e pone le basi per l'interoperabilità. L'obiettivo è connettere tra loro tutte le banche dati (Agenzia delle entrate, INPS, eccetera), conservando i dati in un'unica infrastruttura cloud in seno al Polo strategico nazionale, come previsto dal decreto.

L'utilizzo di sistemi digitali interoperabili garantisce maggiore efficienza organizzativa e non è un caso che, nel provvedimento che stiamo per convertire in legge, si preveda altresì di dotare le pubbliche amministrazioni di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale. A regime, gli enti si scambieranno i dati senza richiederli e il cittadino non dovrà fornire nuovamente le informazioni che la PA già possiede. Nel frattempo, già nel breve periodo, è prevista una serie di piccole ma significative innovazioni, come ad esempio la creazione di uno sportello unico digitale per le imprese che vogliano insediarsi nelle ZES e la realizzazione di una piattaforma che permetta al cittadino di accedere in modo semplice a programmi di welfare, ottenendo l'erogazione immediata di rimborsi, bonus a cui ha diritto.

In Parlamento poi, dando seguito ai suggerimenti della FIAIP (Federazione italiana agenti immobiliari professionali), siamo inoltre riusciti a introdurre nel provvedimento la possibilità di dare anche agli agenti immobiliari provvisti di delega l'accesso telematico alle planimetrie catastali. Se la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione è sicuramente un aspetto cruciale, altrettanta importanza riveste il tema dell'accessibilità. I siti internet e le applicazioni mobili delle pubbliche amministrazioni dovranno rispettare i requisiti di accessibilità previsti a livello europeo, con particolare riferimento alle persone con disabilità, che non devono essere trascurate. Per realizzare appieno la transizione digitale, tuttavia, occorre, che l'intera popolazione acquisisca competenze digitali. A tal fine, il decreto prevede un fondo ad hoc da 500 milioni di euro per sostenere progetti rivolti alla formazione e all'inclusione digitale. Se, da un lato, non dobbiamo lasciare gli anziani indietro, dall'altro, dobbiamo far sì che i giovani guardino sempre più avanti, imparino a scuola, fin da piccoli, linguaggi di programmazione e siano pronti a cogliere le sfide del futuro in un mercato del lavoro che, sempre più, richiederà esperti di analisi di dati, sviluppatori di software, ingegneri robotici dell'automazione, specialisti nel campo del machine learning e dell'intelligenza artificiale; in realtà, è già così. Il tema dello sviluppo delle competenze e dell'attrazione delle migliori professionalità ci porta ad affrontare la questione delle assunzioni negli enti locali, ovvero l'altro aspetto chiave che avevo citato all'inizio: senza le persone i progetti non si realizzano e le persone fanno la differenza. Per portare a termine nei tempi stabiliti tutti gli adempimenti richiesti dai progetti, viene data ai comuni, dunque, la possibilità di assumere a tempo determinato personale qualificato; viene inoltre creato il nucleo PNRR Stato-regioni, al fine di assicurare il coordinamento tra le amministrazioni statali titolari di interventi del PNRR e enti territoriali.

Rimanendo in tema di comuni, un altro argomento di rilievo di questo decreto è quello della rigenerazione urbana: sono ben 5 i miliardi di euro destinati allo sviluppo dei piani integrati per migliorare l'inclusione sociale, riducendo l'emarginazione e le situazioni di degrado delle aree urbane. Le città potranno promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero e la ristrutturazione delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, la riduzione del consumo energetico e il miglioramento dell'efficienza dei trasporti urbani. L'obiettivo è di ridurre il degrado e trasformare i territori metropolitani vulnerabili in città intelligenti e sostenibili.

Altra parte consistente in termini economici di questo decreto riguarda il settore del turismo, con un ingente stanziamento da 2,4 miliardi di euro, che va a operare in modo variegato, dalla previsione di un credito d'imposta nella misura dell'80 per cento per l'incremento dell'efficienza energetica e la digitalizzazione delle strutture turistiche all'istituzione di un fondo a fondo perduto per le imprese turistiche. Ulteriori 10 milioni di euro sono destinati ai ristoratori; alle agenzie di viaggio e ai tour operator, invece, viene destinato un credito d'imposta del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale, molto importante in questo settore.

E se il tax credit riguarda interventi in materia di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale, per le spese non coperte dagli incentivi è possibile fruire di un finanziamento a tasso agevolato a valere sulla Sezione speciale “turismo” del Fondo di garanzia per le PMI, con l'intento di concedere garanzie alle imprese alberghiere, alle strutture agrituristiche, alle strutture ricettive all'aria aperta, alle imprese del comparto fieristico, congressuale e ricreativo, compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici e i parchi tematici, nonché agli under 35 che intendono avviare un'attività nel settore turistico.

Sicuramente, per far ripartire l'economia e non solo il turismo, risulta fondamentale migliorare la mobilità e la connessione tra le varie parti del Paese, con particolare riferimento ai porti e agli aeroporti (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). A tale scopo, è quanto mai necessario ridurre i tempi di realizzazione degli investimenti in infrastrutture ferroviarie.

Il provvedimento prevede, dunque, una semplificazione delle procedure di approvazione per la realizzazione delle infrastrutture ferroviarie e, in particolare, riduce i tempi di approvazione del contratto di programma tra il Ministero delle Infrastrutture e RFI, portando le fasi dell'iter autorizzativo da 12 a 3 e riducendo a circa 8 mesi i tempi di approvazione; considerate che, finora, ci volevano quasi tre anni. Vengono, inoltre, esonerate dalla Valutazione di impatto ambientale le autorizzazioni relative alle realizzazioni degli interporti.

La semplificazione delle procedure, unita allo snellimento e all'efficientamento della macchina amministrativa, si applica, poi, anche in materia ambientale. Oltre a una serie di azioni inerenti le risorse idriche, il “decreto Recovery” prevede l'adozione di un piano d'azione per la riqualificazione dei siti orfani. È prevista anche una proposta di riduzione dei tempi del procedimento di Valutazione ambientale strategica (VAS) e una misura volta a definire gli obblighi dei produttori in relazione alla gestione del fine vita degli impianti fotovoltaici.

In materia di sanità, il decreto interviene a favore del potenziamento della ricerca biomedica nel campo delle malattie rare, un tema molto caro a noi di Coraggio Italia.

In tema di sport, invece, il decreto stanzia 27 milioni a supporto delle federazioni sportive nazionali, delle discipline associative, degli enti di promozione sportiva e dei gruppi sportivi militari e civili.

Sul fronte della giustizia, la parola d'ordine è velocizzare i procedimenti. I capi degli uffici giudiziari ogni anno dovranno redigere un programma per la gestione dei procedimenti penali pendenti, determinando i criteri di priorità nella trattazione.

Per quanto riguarda scuola e università, il decreto promuove la costruzione di nuove strutture scolastiche innovative, sostenibili ed efficienti sotto il profilo energetico e semplifica le procedure per la realizzazione di residenze universitarie; inoltre, amplia l'accesso alle borse di studio per gli studenti delle università e delle istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Concludo, ricordando che, per realizzare ciò che si è detto, sarà importante adottare alcuni accorgimenti di finanza pubblica: in primo luogo, le anticipazioni di cassa ai soggetti attuatori, in modo da garantire la liquidità necessaria all'avvio ed una rapida esecuzione dei progetti, saranno fondamentali; in secondo luogo, ci sarà l'impegno della PA a garantire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali, un'annosa questione che noi da tempo solleviamo.

Il lavoro da fare, dunque, è tanto, ma riteniamo che insieme, con la collaborazione che abbiamo visto in questo Parlamento, con la collaborazione che abbiamo visto anche in Commissione, si possano raggiungere questi obiettivi. Ed è con questo spirito costruttivo che, a nome di Coraggio Italia, annuncio il voto favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Grazie, Presidente. Signori del Governo, sottosegretaria Guerra, onorevoli colleghi, a chi di noi non è capitato in questi giorni di essere chiamato da cittadini e imprese che, sapendoci al lavoro su un provvedimento dal titolo “Misure urgenti per l'attuazione del PNRR”, con una certa apprensione, ciascuno nel suo settore di appartenenza, magari basandosi addirittura sulla citazione per Missioni e Componenti, ci chiedevano “ma quando possiamo iniziare a impegnarci, a investire su queste misure del PNRR”? Sensazione che i cittadini hanno sicuramente avuto anche a seguito dell'approvazione di un Piano avvenuta questa estate, Piano che, un anno fa, era del tutto evanescente, di cui chiedevamo di poter vedere qualche cosa, oltre che i semplici titoli. Piano approvato e che ha già portato l'Italia a incassare un anticipo finanziario importante del 13 per cento, abbiamo cioè già ricevuto dall'Europa 24,9 miliardi, di cui quasi 9 a fondo perduto.

Ecco, tutto questo, naturalmente, dà la sensazione ai cittadini che i motori siano pronti, le macchine siano sulla linea di partenza e che, addirittura, loro siano in ritardo e, magari, non conoscano ancora come poter dare il proprio contributo. Tuttavia, occorre spiegare ai cittadini quello che in questo provvedimento abbiamo affrontato, ovvero che, grazie al risultato di tutti, per poter implementare le misure del Piano, occorre oggi mettere in atto l'adeguamento della macchina pubblica centrale e territoriale. Abbiamo predisposto e affinato la governance dei progetti, la realizzazione di riforme complementari e obbligatorie in numero ragguardevole, peraltro, che dovranno venire nei prossimi anni, per accompagnare gli investimenti del PNRR affinché siano veramente investimenti per la ripresa e la resilienza e non una zavorra.

È proprio su questo aspetto, allora, che vorrei incentrare la nostra dichiarazione di voto. Questa premessa mi sembrava doverosa prima di sottolineare gli aspetti positivi di questo provvedimento, perché la sensazione che il sistema politico, noi non abbiamo ancora compreso che tipo di impegni ci stiamo assumendo e che conseguenze dovranno avere sul funzionamento delle nostre istituzioni, questa sensazione rimane un monito costante e una preoccupazione tutt'altro che sopita dall'inizio della fase di attuazione a cui oggi diamo il via.

Venendo al provvedimento che la Commissione bilancio della Camera ha esaminato lungamente nell'ultimo mese e mezzo, spicca sicuramente il fatto che i 51 articoli di cui inizialmente si componeva siano diventati 96 con i nostri interventi emendativi, il che restituisce la misura di una mole di lavoro intensa che ha occupato la Commissione bilancio. Nel sottolineare, dunque, il ruolo significativo del Parlamento, non si può, nel contempo, non osservare ancora una volta come ciò si sia ottenuto a discapito del bicameralismo costringendo, di fatto, il Senato ad una mera conversione di quanto da noi svolto. Del resto, proprio in queste ore, in questi minuti, nell'altro ramo del Parlamento sta accadendo la stessa cosa, laddove saremo chiamati ad approvare la legge di bilancio senza poterla in alcun modo modificare.

Dico questo non tanto per richiamare un delicato problema istituzionale, ormai sotto gli occhi di tutti da anni, ma proprio per rimanere sul tema odierno. Visto che abbiamo rivendicato anche con emendamenti approvati, il futuro ruolo di monitoraggio e controllo del Parlamento nel PNRR, occorrerà domandarsi come verrà effettuato, dal momento che sempre più spesso i rappresentanti dei cittadini di un ramo del Parlamento non solo non possono modificare ma, come in questo caso, non possono nemmeno leggere, conoscere i contenuti del provvedimento che viene esaminato dai propri colleghi, contemporaneamente, alla Camera. Occorrerà domandarsi, nella parte rimanente di legislatura, come questo fenomeno possa essere gestito con il taglio dei parlamentari e quanto gli attuali Regolamenti siano funzionali allo scopo, soprattutto con riguardo alla gestione politica del PNRR che non può certo essere considerato, già oggi, come una semplice missione compiuta. In altre parole, l'esecuzione del PNRR non sarà un mero fatto amministrativo da oggi in avanti, ma è e sarà un vero e proprio programma politico imprescindibile per tutti.

Torniamo ora alla domanda dei cittadini e delle imprese e partiamo, come parte il decreto in esame, dal settore del turismo. Facciamo un esempio.

Il PNRR prevede che nel settore turismo vengano stanziati 2,4 miliardi di euro di risorse. Queste sono già dettagliate e qua in particolare si rendono disponibili, ad esempio, ulteriori 500 milioni per il credito d'imposta dell'80 per cento e a fondo perduto per le imprese turistiche; aspetti che ora, per essere resi operativi, hanno bisogno di atti amministrativi. Possiamo, però, già stimare - guardando quello che è già pronto del PNRR - che, in base a quanto contenuto nella relazione tecnica, l'importo medio delle agevolazioni potrebbe giungere a circa 100 mila euro, di cui mediamente 30 mila euro erogati a fondo perduto, per un intervento medio di spesa ammissibile intorno ai 125 mila euro, a cui corrisponderebbe, quindi, un tasso di soddisfacimento di circa mille imprese ogni 100 milioni stanziati, e quindi in totale 5 mila imprese. Questo ci dà, solo sul primo punto di questo provvedimento, il senso dell'impatto che dovremo poi trasmettere nel Paese.

Cosa intendiamo dire, signora Presidente e onorevoli colleghi? Che abbiamo messo sulla rampa di lancio il PNRR e che ora comincia un'altra fase. È un po' come in quel docufilm che sta girando nelle TV via cavo in questi giorni: 14 vette, scalare i 14 ottomila in un tempo breve. Prima si trovano gli sponsor, si fa la pianificazione, si mette a terra tutto quanto serve per partire, ma poi la prestazione deve essere eseguita, poi serve la capacità dello scalatore, serve il meteo giusto, serve l'allenamento, serve l'esperienza.

Dobbiamo considerare un particolare molto innovativo da questo punto di vista: i PNRR, tutti, quello per l'Italia e quelli per gli altri Stati, sono programmi performance based e non di spesa. Che cosa vuol dire questo? Che sono basati sul raggiungimento di risultati e sono, pertanto, incentrati su milestone e target, non sul semplice conseguimento della spesa. Le milestone sono delle indicazioni di obiettivo abbastanza generico, mentre i target sono indicazioni quantitative. Le milestone saranno soprattutto nei primi anni del PNRR, i target saranno soprattutto negli ultimi anni del PNRR.

Perché dico tutto questo? Perché significa che vedremo i soldi - i soldi delle rate, non l'anticipo che, ho ricordato, abbiamo già ricevuto - solo se arriveremo in cima alle 14 vette, non se avremo speso tutto quello che serve spendere per provare ad arrivarci. Guardate che questa è una novità importante, una novità politica che non può essere a questo punto relegata a un fatto tecnico e amministrativo.

Se oggi riteniamo di aver provveduto a completare aspetti operativi importanti legati alla gestione del Piano, per quanto appena ricordato, vale la pena domandarsi: cosa faranno la politica, i partiti, il Parlamento, i Governi, in questo periodo, da qui al 2026? Governeranno il Piano? Governeremo il Piano, dedicandoci a tutto ciò che, di volta in volta, sarà necessario e complementare per la sua realizzazione? Oppure la politica vorrà dedicarsi a ciò che il Piano lascia libero e disponibile, provando a scaricare le proprie istanze identitarie in spazi limitati, diremmo oggi emendativi, di basso cabotaggio, continuando con le rispettive retoriche, spesso populiste, siano esse di destra o di sinistra?

Guardate, qua sul tavolo abbiamo delle cambiali…

PRESIDENTE. Concluda.

MAURO DEL BARBA (IV). Concludo, Presidente. La firma di queste cambiali non è dell'Europa, è dei cittadini e dei nostri giovani. Se, come dice il titolo del provvedimento odierno, stiamo oggi dando attuazione al Piano, significa che da domani, dal prossimo mese di gennaio, abbiamo di fronte a noi scelte che devono badare soprattutto a generare un quadro politico e istituzionale coerente per la gestione del Piano.

Concludo, Presidente. Limitandoci all'oggi e considerando che, un anno fa come oggi, appariva insperato giungere a questo risultato, insperato diventare i primi nella lotta alla pandemia…

PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il suo tempo.

MAURO DEL BARBA (IV). …e nella ripresa economica - ho finito, Presidente - coscienti di avere innanzi a noi la parte più difficile di questa sfida, ma anche consapevoli di aver impresso negli ultimi 12 mesi una svolta decisiva al nostro modo di affrontare problemi che richiedono visione e impegno di lungo periodo, annuncio per queste ragioni il voto favorevole di Italia Viva.

Per noi il Piano non sarà un accidente, per noi il Piano è una parte centrale delle nostre politiche e di quelle che immaginiamo come future politiche di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Guerra, quella del PNRR aveva ed ha ancora tutti i presupposti per essere una bella favola, che inizia con un fatto negativo, ma che poi si dipana man mano, fino a una soluzione finale a lieto fine tipico delle favole. E invece, man mano che passa il tempo, questa ipotetica bella favola diventa una brutta storia, perché sin dall'inizio avete deciso di esautorare il Parlamento.

Ricordo a quest'Aula che noi, il PNRR, lo abbiamo visto approvando una risoluzione che si è svolta in Aula con una discussione di un'ora. Vede, per scrivere una bella favola, bisogna condividerla, bisogna scriverla insieme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E c'erano tutti i presupposti per farlo perché lo diceva il buon senso, ma lo diceva anche la Costituzione, sottosegretaria Guerra. E invece con arroganza avete deciso di portare una risoluzione e siamo partiti in quel modo. E la brutta storia continua, perché siete in ritardo - lo dite voi, non lo diciamo noi - su quasi tutte le scadenze. E siete in ritardo perché, nella brutta storia, continuate a dividervi, continuate a litigare fra di voi, in una maggioranza che non è coesa; è coesa soltanto nel tentativo di non andare alle urne (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come richiederebbe quel buonsenso di cui parlavamo prima.

Continuate anche con questo decreto di attuazione, perché - lo ricordo al distratto collega che mi ha preceduto - voi oggi avete posto la trentaduesima fiducia su un tema come questo, che impegnerà le future generazioni, che impegnerà i miei e i vostri nipoti, e su cui non si mette la fiducia, si discute, ci si confronta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

E invece voi avete fatto questa ennesima scelta folle. In Commissione, Presidente, sono stati depositati 1.100 emendamenti, quindi c'era il desiderio e il bisogno di modificare il decreto; ma poi li avete ritirati quasi tutti, perché anche lì è arrivato l'ordine di scuderia che bisognava fare presto e quindi è stato mortificato il dibattito parlamentare.

Per la verità, il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Melilli, si è macchiato anche di un'altra colpa: quella di utilizzare lo strumento delle inammissibilità per evitare di discutere di emendamenti che avrebbero fatto la differenza nel PNRR, nei territori colpiti dal sisma e su quattro regioni del centro Italia. Sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti proposti da Fratelli d'Italia, ma in nome e per conto di due presidenti di regione (il presidente delle Marche e il presidente dell'Abruzzo) e di due sindaci di capoluogo di provincia (il sindaco de L'Aquila e il sindaco di Ascoli Piceno). Sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti che volevano portare all'interno del PNRR e del dibattito la ferrovia Roma-Rieti-Ascoli Piceno-L'Aquila, mentre sono stati dichiarati ammissibili, signor sottosegretario, gli investimenti per le bande musicali e per la firma digitale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Mentre la maggioranza fa questo, Fratelli d'Italia, invece, continua a costruire e vi abbiamo portato a ragionare su un'esclusione assurda, quella del mondo della ristorazione dagli aiuti relativi al mondo del turismo. È veramente incomprensibile come mai questo settore abbia avuto la massima attenzione quando si trattava di stabilire le chiusure e di dare anche le sanzioni a chi legittimamente manifestava e poi, improvvisamente, ve li siete dimenticati quando avete messo a sistema gli aiuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È inspiegabile tutto questo e lo abbiamo detto in audizione al Ministro, che per la verità ci ha dato ragione.

Abbiamo presentato un emendamento esaustivo, per ricomprendere interamente il mondo della ristorazione, e poi, con altri emendamenti, il più complesso e più grande mondo del settore HoReCa all'interno dei vostri aiuti al mondo del turismo, e avete soltanto creato un fondo per la ristorazione esiguo. Grazie all'ordine del giorno che abbiamo presentato oggi, fatto votare e approvato con il voto di tutte le forze politiche, speriamo che almeno su questo si faccia giustizia.

Vi abbiamo richiamato e abbiamo ottenuto che il credito d'imposta vada anche a coloro che lavorano nell'ambito dei parchi acquatici e faunistici. Vi abbiamo posto il tema degli agenti immobiliari, inspiegabilmente impossibilitati ad accedere alla banca dati del catasto, e siamo riusciti a fare approvare anche questo. Vi abbiamo parlato della necessità di velocizzare tutte le procedure della ZES e anche questo lo abbiamo ottenuto.

Vi abbiamo raccontato e parlato delle difficoltà di mettere a terra il PNRR in quei comuni piccoli dove manca il personale, dove c'è necessità di fare presto e bene e soprattutto vi abbiamo parlato anche della necessità di investire all'interno dell'edilizia scolastica. Ma non solo questo: vi abbiamo parlato inutilmente della necessità di digitalizzare la cultura e vi abbiamo posto un tema; che continuate a mettere risorse sul bonus vacanze, che non viene utilizzato da alcuno. Vi abbiamo presentato un emendamento con il quale chiedevamo semplicemente che quei soldi, che voi avete messo sul tema del turismo, rimanessero in capo al Ministero del Turismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non l'avete approvato, perché comunque siete testardi e volete dimostrare a voi stessi che, prima o poi, ci sarà qualcuno che utilizzerà questa folle misura.

Ma Fratelli d'Italia ha fatto anche altro: ha fatto muro e ha svegliato la Commissione su due temi assurdi, che avete voluto mettere all'interno di questo provvedimento senza attinenza alcuna. Avete cercato, con un blitz, di infilare un emendamento sulla firma digitale, una sorta di riforma per quello che riguarda, appunto, il metodo delle elezioni, e lo avete fatto all'interno del PNRR. Peccato che nessuno, in quest'Aula, si è alzato o si alzerà a difenderlo, perché noi lo dobbiamo dire - chiusi in questo palazzo, che tutto è meno quello di vetro che auspicavano gli esponenti del MoVimento 5 Stelle - e dobbiamo far sapere ai cittadini italiani che mentre c'è una forza politica che cerca di costruire ve ne sono altre che cercano di infilare in questi, che diventano veri e propri carrozzoni, marchette per risolvere i propri problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché inserire nel PNRR la possibilità di utilizzare la firma digitale è semplicemente una follia. Vi abbiamo costretti a votare quell'emendamento, vi siete spaccati e per fortuna quell'emendamento, grazie a Fratelli d'Italia, non è passato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma, vede, il fatto più grave è che avete presentato un emendamento per prorogare e per assumere definitivamente, in capo alle regioni, i navigator. Io veramente vorrei cercare di rappresentarvi tutta la nostra incredulità, per non dire di peggio, rispetto a questo fatto, nel momento in cui una Nazione deve dire al mondo, ma anche a se stessa, qual è la stella polare per rialzarsi e dove deve andare. Con il PNRR, sottosegretario, voi parlare agli italiani, parlate alle imprese, parlate alle regioni, parlate ai comuni, parlate ai ragazzi, e non gli potete dire che il futuro è il navigator (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in primo luogo perché non c'entra niente e perché è un'aberrazione. È come se si dicesse a tutti che noi ci rialzeremo stando seduti sul divano. No, noi ci rialzeremo se si rialzeranno le future generazioni e se gli imprenditori faranno il loro. Quindi, un doppio errore: non c'era alcuna attinenza ed era un emendamento sicuramente inammissibile. Non avete avuto il coraggio di portarlo in Commissione bilancio al Senato e pensavate che passasse inosservato. Noi abbiamo fatto le barricate, ma non siamo riusciti nel nostro intento. Il nostro intento era: fuori questo emendamento! Però, almeno siamo riusciti a non scaricare questo rifiuto speciale creato da voi, questo metadone di Stato, questo voto di scambio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché questo è, e, sebbene non siamo stati capaci di cancellarlo, almeno abbiamo salvato le regioni da questo scempio.

Avete avuto anche il coraggio di inserire nel PNRR delle norme ad personam. Ci sono emendamenti in cui si parla della nomina di un dirigente: in un emendamento si parla di un dirigente e in un altro emendamento si parla di due dirigenti. Ma come potete pensare che qualcuno creda che il futuro della Nazione passi per il fatto che voi date un ulteriore posto di dirigente all'interno del Ministero? Tutto questo, sottosegretario, è semplicemente vergognoso, quando la gente qui fuori si aspetta che noi facciamo un dibattito attento - e concludo, Presidente - e soprattutto che ci occupiamo di cose un pochino più importanti che sistemare i propri amici.

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Abbiamo provato a parlarvi di turismo, di made in Italy, di agroalimentare - e concludo - ma non ci siamo riusciti.

Dunque, nell'annunciare il voto di astensione di Fratelli d'Italia, le dico che noi ci asteniamo perché coltiviamo la speranza che prima o poi riuscirete ad ascoltarci, che prima o poi riusciremo a darvi quella visione che abbiamo. La nostra, sottosegretario, è la speranza di Sant'Agostino, la speranza che aveva due figli: lo sdegno per lo stato delle cose e il coraggio per cambiare le cose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, membri del Governo, il decreto-legge che ci apprestiamo a votare rappresenta l'ultimo provvedimento che questa Camera esaminerà nel 2021. C'è ancora la legge di bilancio, che però arriverà in quest'Aula già blindata. Sono, quindi, felice che l'attività si concluda con l'approvazione di un testo in materia di Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché il 2021 è stato un anno fortemente caratterizzato da due grandi temi, tra loro interconnessi: l'impegno per il superamento dell'emergenza sanitaria e, appunto, il PNRR.

Il COVID-19 ha subito una potente battuta d'arresto grazie alla ricerca, alla scoperta del vaccino e alla conseguente campagna capillare che questo Governo ha saputo mettere in campo, con il commissario Figliuolo, con il pieno e indiscutibile sostegno di Forza Italia. Accanto a ciò, la lotta per contrastare la depressione economica non solo italiana ma planetaria, a cui il nostro Paese sta dimostrando di saper reagire con una crescita di oltre il 6 per cento e l'approvazione, da parte di Bruxelles, del nostro PNRR. Vi è, poi, un terzo fattore che ha abilitato questa inversione di tendenza, ed è costituito dal Governo Draghi, quel Governo che, con la lungimiranza propria dei grandi statisti, il presidente Silvio Berlusconi teorizzava già diversi mesi prima della sua formazione.

Questo decreto-legge chiude un primo cerchio che riguarda l'impianto necessario all'attuazione degli obiettivi e dei traguardi assunti col Piano. L'Italia, in questo primo semestre, ha raggiunto gli obiettivi prefissati di riparto delle risorse e di riforma, con un impegno senza sosta e con grande senso di responsabilità. Le tappe fondamentali sono state essenzialmente tre: il DL n. 59, che ha istituito il cosiddetto “Fondone”; il DL n. 77, in materia di semplificazione; il DL n. 80, sul reclutamento del personale per la PA. A questi si aggiunge oggi l'attuale DL n. 152, un provvedimento estremamente importante e molto concreto al quale il Parlamento ha fornito un contributo di grande rilievo ai fini del suo miglioramento.

Vorrei partire dal tema a me più caro e che mi rende molto orgoglioso, anche in virtù del mio ruolo di sindaco e di vicepresidente vicario dell'ANCI: i comuni. Insieme al correlatore, onorevole Dal Moro, abbiamo proposto e inserito un emendamento dei relatori in tema di assunzioni. Voglio usare un po' del tempo concessomi per condividere quanto per me sia un'autentica emozione, oltre che un orgoglio, aver messo questa firma. Indosso la fascia tricolore da quando avevo 24 anni - potrei dire che me la sento cucita addosso - e sono felice di aver onorato il ruolo del sindaco, il volto dello Stato più prossimo ai cittadini, tramite questo emendamento. Credo che sia giusto condividere ciò con tutti voi, rendendovi partecipi di questo traguardo che, insieme, stiamo raggiungendo a beneficio degli 8.000 comuni italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Riconosco al Presidente Draghi, a tutto il suo Governo e, in particolare, al Ministro Brunetta la sensibilità di aver colto la rilevanza e l'urgenza del tema e di aver, quindi, favorito e coordinato l'accordo politico raggiunto lo scorso 3 dicembre, alla presenza di ANCI, che ha condotto all'emendamento Pella-Dal Moro; una questione essenziale, direi, e una questione di credibilità perché, se vogliamo veramente attuare questo Piano e farlo in maniera omogenea e coesa, non sarebbe stato possibile con il 30 per cento di personale in meno, in quanto tale è la percentuale di unità perse negli ultimi vent'anni, con i limiti di spesa imposti nel 2009, e con un'età media dei dipendenti pari a 53 anni. Saranno liberate risorse per 600 milioni di euro da destinare all'assunzione di circa 15.000 funzionari a tempo determinato. Esse varranno anche per i comuni strutturalmente deficitari e in dissesto finanziario. Saranno, inoltre, previsti due fondi ad hoc, uno per i piccoli comuni, pari a 30 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, e uno per i comuni del Mezzogiorno, che consentirà all'Agenzia per la coesione territoriale di stipulare contratti con professionisti e personale in possesso di alta specializzazione, nei limiti di una spesa complessiva di 67 milioni di euro, per cui ringrazio la Ministra Carfagna. È un traguardo storico, di cui sono fiero, specie per i piccoli comuni, che potranno contare su nuove competenze e nuovi organici, così come sulla piena collaborazione con gli altri livelli di governo. Province e regioni, infatti, saranno coprotagoniste di questa attuazione. Come Forza Italia, abbiamo posto massima attenzione alle loro istanze, rispettando il principio di leale collaborazione che il presidente Silvio Berlusconi, da sempre, ha favorito.

Non potrò mai dimenticare che, in fase di consultazione per la formazione del Governo Draghi, per la prima volta ANCI, UPI e Conferenza delle regioni furono audite; un metodo di lavoro e una dimostrazione chiara e sempre coerente nella visione di Paese che vogliamo. Cito solo due esempi: con una serie di emendamenti a firma della collega Prestigiacomo i presidenti delle regioni parteciperanno direttamente alla cabina di regia per il PNRR per i temi di diretta competenza e saranno coinvolti nel funzionamento del Fondo istituito per la Repubblica digitale. La seconda, condotta da me personalmente insieme al presidente della Conferenza delle regioni Fedriga, è in tema di lavoro. È stato ribadito che il tema della stabilizzazione dei navigator non poteva ricadere sulle regioni, ma dovesse essere il livello nazionale a trovare una soluzione.

Voglio ringraziare in questo senso la Conferenza per avere riconosciuto il mio impegno e il merito di questo obiettivo raggiunto insieme al collega Zangrillo, capogruppo in Commissione lavoro, per il suo apporto determinante.

Sono ben 60 gli emendamenti di Forza Italia accolti, riformulati o assorbiti nel “decreto PNRR”. Il nostro gruppo, grazie in particolare all'impegno dei colleghi in Commissione bilancio, ha dato un contributo decisivo per migliorare il testo. Voglio per questo ringraziare lo spirito di squadra cui tutti abbiamo contribuito positivamente e la fiducia che il capogruppo Barelli ha riposto in questo percorso e in me come relatore.

Per motivi di brevità di tempo voglio rapidamente dare conto dei temi affrontati da Forza Italia che hanno trovato accoglimento. In tema ambientale un emendamento dei colleghi Prestigiacomo e D'Attis sulle aree SIN ha previsto che finalmente tali aree possano essere riperimetrate anche su istanza dei comuni interessati. Vi è poi il vincolo introdotto in favore della promozione dello sport di base da parte del collega D'Attis, che inoltre è intervenuto positivamente in materia di logistica e interporti. Vi è tutta la materia riguardante la coesione e lo sviluppo del Sud, che coinvolge anche in questo caso le province in materia di edilizia scolastica, l'aumento della capacità amministrativa degli enti locali introdotta dal collega Russo, l'impegno del collega Mandelli per le malattie rare, oggetto della recente legislazione parlamentare, e per la formazione continua dei medici.

Al tema dell'edilizia sanitaria e dei poteri commissariali che il presidente Occhiuto ha assunto per guidare la regione Calabria verso il futuro si è rivolto l'impegno del collega Cannizzaro. Un altro grande tema parlamentare, inserito meritoriamente nel decreto, è stato quello del terremoto e della ricostruzione. In questo caso, grazie all'altissimo valore simbolico, voglio citare l'iniziativa, della quale si è fatto promotore anche quest'anno l'amico Baldelli, per destinare 35 milioni delle economie ottenute dal bilancio della Camera alla ricostruzione delle aree terremotate. Un altro intervento che ritengo doveroso citare in questa dichiarazione finale è l'introduzione dei cosiddetti coding della formazione dei docenti scolastici. La digitalizzazione è uno dei due pilastri su cui si fonda il PNRR, e dunque è naturale che questo debba riguardare anche e soprattutto le scuole. Il momento di commozione che in discussione generale ha colto la collega Aprea mentre illustrava questa misura è l'emblema non solo di una persona e del gruppo di Forza Italia quanto di una politica fatta con passione, che crede fermamente nelle battaglie che porta avanti per anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

In materia di semplificazioni Forza Italia ha offerto il suo contributo con ulteriori due emendamenti importanti a firma Rosso e Sozzani, che accelerano e semplificano le procedure attualmente previste per la realizzazione di infrastrutture ferroviarie, rendendo più celeri i tempi per la convocazione e la valutazione della conferenza dei servizi.

Ancora, il lavoro del collega Cattaneo in tema di professionisti e previdenza, del collega Nevi in tema di turismo e agriturismo, dei colleghi Bagnasco e Musella in tema di prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico, specie nei comuni più piccoli. La tutela del comparto edilizio con l'impegno dei colleghi Mazzetti e Cattaneo, i risultati del collega Squeri in tema di impianti integrati finanziari e del collega Giacomoni in tema di accessibilità digitale, il potenziamento di 100 unità per il MAE della collega Fitzgerald, l'intervento del collega Giacometto in tema di PA e attività professionale e della collega Saccani Jotti nel personale MIUR, ed infine la collega Calabria che ha ampliato la rappresentanza parlamentare nel tavolo istituzionale del Giubileo di Roma. Da questa rapida elencazione, necessariamente breve, possiamo evincere l'ampio spazio riservato alla discussione e al contributo parlamentare. Di questo clima di collaborazione e impegno voglio ringraziare, oltre che i colleghi di tutte le forze politiche e anche dell'opposizione, gli uffici della Camera e della Commissione bilancio.

In questo decreto-legge, infine, vi è anche un capo importante in tema di normativa antimafia. Forza Italia è da sempre a favore di una giustizia rapida, efficiente e garantista. Il contraddittorio inserito nella procedura che porta il prefetto ad adottare l'interdittiva antimafia, nonché il nuovo istituto della prevenzione collaborativa previsto dall'articolo 49 del decreto-legge, sono norme equilibrate che apprezziamo perché vanno nel senso della giustizia che Forza Italia condivide. A queste disposizioni se ne è aggiunta una ulteriore in materia di giustizia, introdotta con un mio emendamento come relatore, finalizzata all'eliminazione dell'arretrato pendente. È stato inoltre ripristinato l'importante ruolo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, e in questi giorni, grazie a un emendamento della senatrice Ronzulli, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, è stato creato un fondo per contrastare bullismo e cyberbullismo in legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), testimonianza quindi non solo di forte impegno, ma anche della concretezza dell'azione sinergica di Forza Italia.

Concludendo, signor Presidente, con questo decreto-legge si compie un ulteriore importante passo verso la piena realizzazione del PNRR, una sigla che ha un significato estremamente semplice: futuro. Forza Italia crede fermamente nel futuro di questo Paese e del suo ruolo centrale in Europa grazie all'incessante lavoro del presidente Berlusconi e del coordinatore nazionale Tajani. Forza Italia, con la sua compagine governativa e i suoi gruppi parlamentari, lavora ogni giorno per il futuro di questo Paese. A nome di Forza Italia dichiaro convintamente il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Il percorso del Piano nazionale di ripresa e resilienza sta entrando nella fase viva dell'operatività e dei fatti. Alla fine di luglio il Parlamento ha approvato già un primo corposo provvedimento, il decreto-legge n. 77, recante norme acceleratorie e di snellimento delle procedure attuative dei programmi, insieme alle linee fondamentali della governance del Piano. Questo ha consentito, ad agosto, di ottenere una prima tranche di risorse pari a circa 25 miliardi di euro, che non rappresentano né una sovvenzione né un rimborso a piè di lista, ma solo la quota di avvio del Piano, emessa a fronte delle prime riforme messe in campo dal Governo, cui dovranno corrispondere progetti ed opere nei tempi stabiliti. All'inizio avremo più risorse per le riforme approvate, nel corso degli anni successivi ne avremo di più per i progetti e per le opere. Quindi è un piano programma complesso e non semplice da comprendere e da dominare per la nostra classe dirigente diffusa, per la nostra pubblica amministrazione, e che metterà a dura prova la nostra capacità decisionale e operativa, e parti della stessa forma democratica nel nodo cruciale del rapporto tra decisione e partecipazione. Quindi, quello che stiamo attraversando adesso è un passaggio estremamente importante nella definizione di provvedimenti come quello che ci apprestiamo a votare, che interessano un vasto campo di settori della vita economica e sociale del Paese, apparentemente distanti gli uni dagli altri, ma che alla fine ritrovano piena coerenza nella natura del Paese, segnata da grandi virtù e da grandi ritardi. Ce lo ha ricordato nei giorni scorsi l'ISPRA, presentando il suo rapporto sulla transizione ecologica: siamo un Paese leader nel campo dell'economia circolare, ma paghiamo, al tempo stesso, i danni di un trattamento illegale di rifiuti e di uno squilibrio grave nella distribuzione territoriale degli impianti.

Siamo il Paese con il più grande e vario capitale naturale del continente, con la maggiore varietà di specie animali e vegetali viventi, ma paghiamo pesanti prezzi con procedure d'infrazione per l'inquinamento atmosferico del particolato soprattutto nelle pianure produttive, con il maggior consumo di suolo, inquinamento e con un territorio fragile. Siamo il terzo Paese europeo con il maggior numero di chilometri di coste, in linea retta pari alla distanza tra Roma e Pechino, ma le nostre spiagge subiscono, anno dopo anno, gli effetti dell'erosione causata dal clima e dalla riduzione degli elementi naturali fluviali a causa di drenaggi incontrollati e del cattivo uso delle risorse idriche, con gravi danni alla coltura, alla pesca e al turismo.

Siamo, infine, il Paese che ha inventato l'urbanistica moderna nel Rinascimento, che ha svolto fino alla metà del Novecento un ruolo di avanguardia nella legislazione di settore, ma abbiamo le città più malmesse, meno inclini alla ristrutturazione, con infrastrutture fragili e spesso a rischio, come ci ha ricordato la tragedia di Ravanusa che ci riporta a quella di Agrigento del 1966. Questo è dunque il profilo delle nostre sfide. Il provvedimento che ci apprestiamo a votare mette in relazione esigenze e risposte per un primo pacchetto di misure che inizia ad affrontare parte di questi problemi, anche in relazione alla pandemia e per preparare le prossime tappe del piano.

Le misure sul settore turistico, fondamentale per il rilancio di una delle vocazioni più naturali del nostro Paese, anche in una chiave di sviluppo sostenibile, spingono nella direzione della digitalizzazione delle imprese, della riconversione energetica delle strutture, del sostegno finanziario diretto o con credito d'imposta delle imprese.

Il Partito Democratico ha proposto e ottenuto importanti integrazioni emendative, ampliando i benefici del credito d'imposta per l'avvio dell'attività, già previsti nel testo del Governo per le imprese giovanili, ad una platea ricompresa tra i 18 e i 40 anni di età ed estendendo, d'intesa con altri gruppi, le misure di sostegno diretto a valere su fondi MiSE al settore della ristorazione, gravemente e lungamente colpito dalla pandemia. Il decreto introduce numerose e importanti misure di semplificazione e accelerazione nel settore delle infrastrutture, delle opere pubbliche, degli interventi sulle città e sulle aree interne. Per ridurre i tempi di realizzazione delle infrastrutture ferroviarie si modificano le procedure di approvazione del contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e RFI, anticipando i tempi di elaborazione e trasmissione alle Camere, alla Conferenza unificata e, successivamente, al CIPES ed accentuandone il carattere strategico in relazione agli investimenti, alle innovazioni di sistema tecnologiche e, soprattutto, alle scelte di priorità. Si tratta di una parte fondamentale del decreto, perché costituisce uno degli impegni da onorare entro la fine del 2021, nel pacchetto delle riforme o cosiddette milestone del Piano. Il PD ha proposto e ottenuto un abbreviamento di questi tempi di trasmissione del documento strategico alle Commissioni competenti per poter esprimere il proprio parere con rapidità entro i trenta giorni stabiliti.

Riteniamo, inoltre, importante il contributo offerto dal Partito Democratico nella fase emendativa per quello che riguarda le semplificazioni per gli affidamenti delle opere pubbliche, di coordinamento normativo tra risorse, PNRR e fondi strutturali, per le garanzie di qualità e trasparenza nella fase dei progetti negli appalti integrati e la possibilità di partecipare ai bandi, anche in deroga ai piani pluriennali delle opere pubbliche, consentendo, quindi, anche ai comuni più in difficoltà di accedere alle risorse del PNRR. Abbiamo rivolto un'attenzione particolare al tema della riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico, con l'adozione di procedure concorsuali per la realizzazione di complessi di nuova generazione integrati tra aspetti architettonici, energetici e didattici.

Ancora, ricordo le semplificazioni procedurali per la ricostruzione dei territori colpiti da eventi sismici e dal dissesto idrogeologico; le integrazioni alle normative per i piani integrati che prevedano l'inserimento di interventi di housing sociale; piani integrati che rappresentano il primo programma organico e sistemico di interventi sulle città e sulle parti pubbliche delle città per un volume di investimenti di quasi 3 miliardi di euro in 5 anni.

Abbiamo rivolto, poi, un'attenzione particolare a tutto il campo della digitalizzazione della pubblica amministrazione, i cui contenuti fondamentali sono stati qui richiamati nel corso della discussione generale dalla collega Bruno Bossio e che puntano ad accrescere i livelli di interoperabilità tra diverse amministrazioni, a facilitare per le imprese e per le famiglie l'acquisto di beni e servizi per la gestione di programmi di welfare, per rendere più semplice la vita delle persone e più efficaci i servizi delle amministrazioni pubbliche, all'avvio della realizzazione del Polo strategico nazionale. Infine, voglio ricordare le misure finalizzate alla sperimentazione di nuovi programmi di ricerca in campo sanitario, rivolti alla cura dei tumori e delle malattie rare, con la creazione di una rete territoriale, in ogni regione e in ogni provincia, di un board per consulti interdisciplinari; infine, negli ultimi articoli, ci sono le misure stringenti rivolte a ottenere una collaborazione da parte delle imprese in materia di prevenzione antimafia.

La discussione che si è svolta nelle Commissioni è stata intensa e ha portato a integrazioni importanti, per le quali ringrazio, a nome del Partito Democratico e del nostro gruppo, il lavoro eccellente dei relatori Dal Moro e Pella. Il Partito Democratico, con il suo gruppo, come sempre ha onorato fino in fondo la propria funzione, la propria funzione parlamentare; lo abbiamo dimostrato anche in questa occasione con i nostri oltre 70 emendamenti approvati su temi decisivi che solo velocemente ho richiamato. Siamo convinti che potremo riuscire nella sfida più importante degli ultimi decenni solo facendo del Parlamento non il luogo della ratifica dei provvedimenti, non il luogo della contrapposizione, bensì il terreno della democrazia, del confronto, della proposta e del raccordo con il Paese reale. Noi vogliamo farlo guardando ad un'Europa sostenibile e più giusta, libera e accogliente, come ha ricordato in quest'Aula, pochi giorni fa, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando di immigrazione, nella sua comunicazione sul Consiglio europeo. Un'Europa nella quale le frontiere non possano essere di razza o di sangue, dove le costruzioni di barriere, di muri e di fili spinati non sono che fragili parodie di tragedie che abbiamo già conosciuto. Questa Europa è quella che vogliamo costruire con altre forze e, anche per questo, il Presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli, ha voluto mettere a disposizione, nei giorni scorsi, la sua carica con un atto raro e generoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quell'Europa libera, accogliente e aperta che immaginiamo anche pensando alla recente liberazione di Patrick Zaki, perché non esiste un'Europa più sostenibile se non fondata sulla libertà, sul rispetto dei diritti umani e dei diritti civili…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO MORASSUT (PD). Mi avvio a concludere. Quell'Europa basata sul lavoro e sul rispetto del lavoro, e rivolgo un abbraccio commosso alle famiglie dei lavoratori morti a Torino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ancora una volta vittime dell'insicurezza del lavoro, su cui dovrà fare piena luce la magistratura.

Con questo spirito, noi democratici sosteniamo l'azione del Governo e degli obiettivi che esso incarna ed il cammino che passo passo dovremo fare per il miglior conseguimento delle finalità del Piano. Anche questo provvedimento è dentro questo cammino, ne è un momento importante e, per questo, esprimo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rebecca Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Oggi, in quest'Aula, dibattiamo di un decreto molto importante, un decreto che prevede misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. Stiamo attraversando un periodo difficile; lo sappiamo benissimo tutti, lo sappiamo tutti in quest'Aula. La pandemia si è scagliata con grande forza contro i nostri settori produttivi, contro le nostre imprese, creando, di fatto, delle situazioni di criticità e nuove situazioni debitorie insostenibili. La pandemia ha cambiato, a tutti gli effetti, anche i nostri rapporti sociali. Abbiamo chiesto veramente molto in questi mesi agli italiani: perché, Presidente, dico questo? Dico questo perché un passaggio è doveroso. Oggi siamo in una condizione diversa sul Piano nazionale di ripresa e resilienza rispetto a quello che è successo un anno fa. Un anno fa c'era un altro Governo, c'era un altro Esecutivo; un Esecutivo dove c'era il Premier Conte, un Esecutivo che pensava a dare delle risposte, dal nostro punto di vista estremamente frammentate, con nessuna visione lungimirante, con nessuna visione che andasse ad agire in modo strutturale per quanto riguarda i problemi del nostro Paese. Ora, la rotta l'abbiamo invertita a tutti gli effetti, ma non lo dice solamente la Lega, Presidente; lo dice anche un autorevole quotidiano della Gran Bretagna, The Economist, che ha addirittura dato il titolo all'Italia di Paese dell'anno; dico “addirittura” perché, di certo, non è un settimanale che brillava per grande benevolenza nei confronti del nostro Paese. Questo, però, cosa significa? Significa che abbiamo un'opportunità importante, abbiamo un Governo che - è vero - anche a livello internazionale ha comunque la sua caratura. Noi dobbiamo partire da qui, dobbiamo partire dal lavoro di questi mesi, perché tutti i provvedimenti economici che si sono susseguiti hanno un comune denominatore di fatto. Il comune denominatore, infatti, Presidente, è assolutamente e finalmente quello delle politiche economiche espansive, perché è quello che serve al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); l'abbiamo detto più volte, anche allo scorso Governo, ma nessuno ci aveva ascoltato. Ricordo a tutti in quest'Aula che possiamo vantare un grande primato: l'Italia è stata tra i primi Paesi in Europa a consegnare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma non grazie al Governo precedente. Ricordo a tutti che se non fosse stato per Draghi, che appena insediato ha cambiato di fatto tutto il Piano nazionale di ripresa e resilienza, forse oggi non saremmo qui in quest'Aula a ragionare evidentemente su un provvedimento che, di certo, ha un'altra caratura rispetto a ciò che era in passato.

Come dicevo, Presidente, abbiamo una grande occasione. Lo ricordo a tutti: il Piano nazionale di ripresa e resilienza vanta delle cifre, delle risorse e degli investimenti molto importanti. Infatti, parliamo di 191,5 miliardi di euro che sono finanziati tramite il dispositivo Next Generation EU, più 30,6 miliardi che sono stati approvati con uno scostamento di bilancio il 15 aprile di quest'anno; quindi, sommati sono 221 miliardi di risorse, più i 13 miliardi del Fondo REACT-EU. Dico questo perché le risorse ci sono, ma ora serve che tutti lavorino insieme per mettere a terra i progetti, perché questa è la parte più importante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è la vera sfida che tutti noi dobbiamo cogliere; dobbiamo lavorare tutti assieme - lo ripeto, tutti assieme - perché il futuro dell'Italia passa da questo Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Ma noi crediamo anche che il Piano serva per sanare i problemi strutturali del nostro Paese, problemi atavici, e faccio alcuni esempi, così tutti ci rendiamo conto: modernizzare la pubblica amministrazione del nostro Paese, rafforzare il nostro sistema produttivo, intensificare gli sforzi per il contrasto della povertà, dell'esclusione sociale e delle disuguaglianze. Questa dunque, Presidente, può essere l'occasione anche per invertire finalmente la rotta di tutti quei parametri, ad esempio, la produttività, la crescita del Paese, che si è inesorabilmente fermata da tanti, troppi anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi dobbiamo assolutamente sfruttare questa occasione, perché i dati – sono qui, da vedere - ci fanno ben sperare; il Governo prevede che, grazie all'attuazione del PNRR, il triennio 2024-2026 farà segnare scostamenti considerevoli rispetto allo scenario base; parlando in percentuali: in termini di consumi, più 2,9 per cento; di PIL, più 3,1 per cento; di investimenti, più 10,6 per cento; di occupazione, più 3,2 per cento.

Entrando nel merito di questo provvedimento, come ho detto, lo stesso è molto importante, perché interviene, in maniera trasversale, in diversi ambiti, passando dal turismo alle infrastrutture, all'efficientamento energetico, alla mobilità sostenibile, alla rigenerazione urbana, alla messa in sicurezza, alla valorizzazione del territorio, alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose. Presidente, mi soffermerò soprattutto sull'ambito del turismo perché ricordo a tutti in quest'Aula che la Lega da subito, quando si è formato il nuovo Governo, insieme al Ministero delle Disabilità, un altro Ministero che a noi è sempre stato a cuore era proprio quello del turismo; come abbiamo detto più volte, il turismo è un settore che vale il 13 per cento del PIL nazionale, è il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo, è un settore su cui bisogna continuare ad investire, senza mai fermarci. Per quanto riguarda le misure adottate in quest'ambito, non potrò citarle tutte, ma solamente qualcuna per rilevanza; parlo, ad esempio, del Fondo per la ripresa e la resilienza Italia, necessario a consentire il finanziamento di progetti di turismo sostenibile; delle garanzie per il finanziamento nel settore turistico, con riferimento in particolare all'istituzione, nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, di una sezione speciale turismo; o, ancora, del riconoscimento di crediti di imposta per le imprese turistiche e la digitalizzazione delle agenzie di viaggio e tour operator; infine, dell'istituzione di un fondo rotativo per il sostegno alle imprese per la concessione di contributi per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale.

Oltre a ciò, Presidente, questo provvedimento rappresenta di fatto la cornice normativa del “pacchetto turismo” che vale 2,4 miliardi di euro; quindi, si tratta di risorse ingenti, lo sappiamo, ma non bastano. Infatti, grazie alla Lega, in Commissione bilancio, tra i vari emendamenti approvati, c'è una proposta emendativa che va ad aumentare di 100 milioni di euro il Fondo per il turismo proprio perché, come ho detto anche poc'anzi, è uno dei settori su cui questo Paese deve assolutamente investire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siamo intervenuti, anche insieme ad altre forze politiche, per l'istituzione anche di un fondo di 10 milioni di euro presso il Mise per le attività di ristorazione, perché è evidente a tutti in quest'Aula che si tratta di uno dei settori che più ha sofferto durante la pandemia. Abbiamo anche prorogato al 31 dicembre 2023 il termine per la delimitazione dei distretti turistici, molto importanti ovviamente per la riqualificazione e il rilancio dell'offerta turistica, sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Inoltre, per accelerare l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in chiave digitale, è stato approvato un nostro emendamento che prevede uno stanziamento di 15 milioni di euro, destinati alla Consob, per la realizzazione degli obiettivi di transizione digitale.

Presidente, molto è stato fatto; diciamo che le basi sono state gettate, però forse la vera sfida inizia qui. Inizia qui perché - e mi avvio alle conclusioni, con alcune considerazioni - è evidente a tutti, Presidente, che questo è un Governo di unità nazionale. Spesso - non ci nascondiamo - fare la sintesi è difficile e lo abbiamo visto in Commissione, lo riscontriamo spesso, anche sulla manovra di bilancio. Io sono, però, fiera del mio partito, la Lega, perché, con grande forza di responsabilità, nei confronti dei nostri cittadini e del nostro Paese, abbiamo deciso di metterci in gioco, perché, quando parliamo di futuro, Presidente, parliamo di Piano nazionale di ripresa e resilienza e la Lega, in questa fase, una di quelle più importanti per il nostro Paese, è protagonista e non è di certo spettatrice appunto in una di quelle fasi che sono chiave per il rilancio del Paese e per dare alle future generazioni il Paese che meritano.

Quindi, Presidente, con questo intervento in dichiarazione di voto, anche con riferimento a quanto affermato in precedenza, dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, membri del Governo, oggi approviamo il decreto di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a cui stiamo lavorando da settimane. Parliamo di un provvedimento decisivo, che ci permetterà - voglio ricordarlo subito - di raggiungere, entro il 2021, 7 obiettivi del PNRR, su un totale di 51. Presidente, vorrei ricordare anche che, grazie all'impegno del Presidente Giuseppe Conte, oggi abbiamo la possibilità di mettere in campo tutte quelle misure che contribuiranno alla crescita e alla ripresa del nostro Paese, mirando ovviamente a utilizzare completamente le risorse ottenute in Europa, con grande caparbietà e con grande serietà. Quest'anno, è stato importante affiancare alla legge di bilancio uno strumento in più, quello del Piano nazionale di ripresa e resilienza, uno strumento di sostegno all'economia e a tutte le famiglie italiane più bisognose e - permettetemi di dirlo - anche di rafforzamento del processo di transizione ecologica che, ahimè, è iniziato tardi, anche a causa della miopia della politica che oggi, purtroppo, rallenta ulteriormente, per l'aumento repentino dei costi dell'energia.

Colleghi, diciamocelo con chiarezza e anche con l'onestà intellettuale che contraddistingue tutti noi che, in questo Parlamento, continuiamo a lavorare per un unico obiettivo, ovvero quello del bene collettivo. Il PNRR è stato ottenuto con la forza delle nostre ragioni politiche, impostando in Europa una visione diversa da quella offerta nel passato e, proprio per non vanificare questi sacrifici e questo lavoro, oggi dobbiamo riuscire a impiegare fino all'ultimo centesimo di questi 200 miliardi. La nostra capacità di attuare questo Piano con efficienza e lungimiranza determinerà il futuro del nostro Paese e i livelli occupazionali, di crescita e inciderà anche sulla possibilità di riuscire a contrastare fenomeni non più accettabili, penso a quelli della povertà e della disuguaglianza che, purtroppo, ancora oggi, vengono ritenuti problemi di secondo piano. Questo è sbagliato, colleghi, perché è stato proprio grazie al sostegno alla povertà che, in questi anni di pandemia, siamo riusciti ad assicurare alle persone in difficoltà una vita dignitosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, ripartiamo proprio dal contrasto alla povertà e, quando parlo di povertà, ovviamente lo faccio in senso lato, perché parlo anche di povertà energetica. Ci dimentichiamo spesso di questo, ma a ricordarcelo ci sono i costi. E ripartiamo da qui; in questa direzione, importanti sono stati due emendamenti del Movimento 5 Stelle assorbiti nel testo finale del PNRR.

La prima proposta, a mia prima firma, insieme a quelle dei colleghi Invidia e Barzotti, proroga di 4 mesi il contratto dei navigator, lasciandone la gestione in capo all'Anpal. Questa è una vittoria importante, non tanto per la nostra forza politica, quanto piuttosto per tutte quelle figure professionali a lungo messe in discussione, anche in quest'Aula, anche da organi di stampa, spesso anche con malizia - lasciatemelo dire - ma che, dati alla mano, in realtà parlano di altro; infatti, si tratta di persone che hanno accolto da settembre 2019 oltre 1 milione di beneficiari del reddito di cittadinanza; ne hanno preso in carico circa mezzo milione e sono riusciti a chiudere 248 mila piani personalizzati. Dunque, oggi siamo soddisfatti, come MoVimento 5 Stelle, anche perché, grazie al lavoro svolto, unitamente a tutta questa maggioranza, si è saputo riconoscere la bontà della proposta della nostra forza politica, e di questo ha preso contezza lo stesso Ministro del Lavoro, al quale oggi, con un ordine del giorno, abbiamo chiesto di aprire subito un tavolo di confronto sul tema, pensando al futuro e alla continuità occupazionale di questi giovani professionisti.

Presidente, il lavoro di queste settimane ci ha visto impegnati anche su altri fronti: oggi è stato approvato anche l'ordine del giorno del collega Ferraresi in materia di monitoraggio sul contrasto alla criminalità organizzata e poi, grazie alla proposta di miglioramento del provvedimento a firma del nostro capogruppo, Davide Crippa, rinviamo a gennaio 2024 l'obbligo di passaggio dal mercato tutelato al mercato libero dell'energia elettrica per tutti gli utenti domestici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È chiaro che il MoVimento 5 Stelle è sempre stato vicino e attento al tema ambientale, così come al tema energetico; non è storia nuova, come non lo è il fatto che restiamo l'unica forza politica che, in tutti i tavoli, si batte affinché le famiglie italiane diventino indipendenti dal punto di vista energetico, sempre più protese verso l'utilizzo di un'energia pulita, rinnovabile e, soprattutto, molto meno cara. A tal proposito, accogliamo con entusiasmo anche la volontà confermata dal Governo di accogliere in legge di bilancio ciò che il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto ai tavoli con il presidente Draghi; mi riferisco, in modo particolare, al tema del superbonus, una misura che nasce grazie a un'idea del nostro collega ex ministro, Riccardo Fraccaro; una misura portata avanti assieme ai colleghi Sut, Terzoni e altri e pensata, non in vista della ripresa, durante il periodo della pandemia, ma ancor prima di questo periodo, per il rilancio di un'economia green e attenta ai problemi ambientali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Su questa linea continueremo a batterci, come su un aspetto di questo decreto che però va ancora perfezionato. Presidente un lavoro da fare insieme, nel pieno rispetto di tutte le sensibilità politiche, sarà sicuramente quello sugli interventi nel settore del turismo. Nei primi 4 articoli di questo provvedimento abbiamo registrato uno sforzo coraggioso del Governo, però lasciatemi dire che questo capitolo può essere affrontato con una strategia migliore.

Lo dico chiaramente: come MoVimento 5 Stelle, ci aspettiamo al più presto misure di più ampio respiro, dato che il turismo forse è stato il mondo più colpito da tutte le restrizioni alla vita sociale e alla vita economica. Certamente ci soddisfa il credito d'imposta all'80 per cento per le strutture turistiche, a favore dell'incremento della riqualificazione energetica, di quella antisismica, a vantaggio dell'eliminazione delle barriere architettoniche, della realizzazione delle piscine termali, della digitalizzazione, però restano fuori alcune proposte importantissime, avanzate durante queste settimane dalle Commissioni bilancio e attività produttive, e che ci auguriamo avranno presto un seguito.

Per il resto, colleghi, il decreto ci impegna in una serie di ambiti strategici: la velocizzazione degli investimenti nella rete ferroviaria, l'edilizia giudiziaria, 800 milioni di euro per consentire alle regioni di far fronte ai problemi di alluvione e dissesto idrogeologico, l'individuazione di professionisti che, nelle pubbliche amministrazioni, sappiano attuare le previsioni di questo Piano nazionale di ripresa e resilienza e poi le risorse e le misure per il sostegno alle zone terremotate, per cui il MoVimento 5 Stelle ha collaborato con le altre forze politiche, penso al Partito Democratico, e ha mostrato sensibilità alle richieste non soltanto dei territori colpiti dal sisma, ma anche a tutte quelle rappresentate, in più audizioni, dal Commissario straordinario Giovanni Legnini.

Per tutte le ragioni che ho appena esposto e nella piena convinzione di fare un passo in avanti verso l'uscita definitiva da questo periodo di crisi, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sulla conversione in legge di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Michele Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Ho riflettuto sul fatto che probabilmente un me di un universo parallelo, in questo momento, sta ringraziando la sua Assemblea parlamentare per avere portato a casa un decreto ragionato, preciso, visionario; invece, a me, che sono incastrato in questa distopia, dove Mario Draghi, il Presidente del Consiglio, e tutti i partiti sono ammutoliti, tocca per l'ennesima volta denunciare quello che, a tutti gli effetti, è uno scandalo di cui nessun collega qui ha parlato, nessuno: noi stiamo votando il decreto più importante della storia di questa legislatura attraverso l'ennesima fiducia. Nessuno di voi si è espresso nel merito su questo provvedimento. Chiedo al Presidente Mattarella se, secondo lui, sia normale che stiamo già la trentesima fiducia, se, secondo lui, è normale che, in questa diciottesima legislatura, l'unica attività che fanno i parlamentari in plenaria sia discutere inutili ordini del giorno, se anche secondo lui siamo in piena emergenza democratica (Applausi di deputati del gruppo Misto)! Perché non è mai successo che, in otto mesi, ci fossero trenta voti di fiducia!

Entrando nel merito del provvedimento, io e il collega Raduzzi vi abbiamo lavorato in Commissione bilancio e di soldi, ad esempio, per il Sud, cui andrebbe destinato il 40 per cento delle risorse del PNRR, non si è sentito parlare, ma solamente di assunzioni, non per concorso, per chiamata diretta, perché già si sa chi andare a prendere.

Concludo dicendo, cari amici parlamentari: complimenti per l'ottimo lavoro fatto, ci vediamo il giorno 29, sempre qui alla Camera dei deputati, per discutere sulla legge più importante dell'anno, una legge di bilancio, con l'ennesima fiducia, complimenti a tutti.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3354-A: “Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2670-B​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2670-B: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020.

Ricordo che nella seduta del 17 dicembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il Presidente della Commissione e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, non saranno posti in votazione gli articoli 5, 6, 7, 8, 11, 12, 14, 15, 16, 17, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 30, 34, 36, 37, 38, 39, 42, 44 e 47, in quanto non modificati dal Senato.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

ANGELA IANARO , Relatrice. Sugli emendamenti 2.3, 2.4 e 2.5 Rotelli, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.3 Rotelli.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Rotelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Rotelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Rotelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

ANGELA IANARO , Relatrice. Sugli emendamenti 4.1 Cirielli e 4.2 Mantovani, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1 Cirielli.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Rotelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Mantovani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 40 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.

ANGELA IANARO , Relatrice. Sull'emendamento 43.1 Mantovani il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.1 Mantovani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 45 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 46 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Esame dell'articolo 48 - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 48 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Innanzitutto, ci tengo a ringraziare il lavoro fatto dalla XIV Commissione perché tra legge europea, legge di delegazione e decreti riusciamo, insieme alla legge di bilancio, a chiudere 42 infrazioni nel corso del 2022; credo che sia un risultato positivo.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno, si accolgono tutti a condizione che siano riformulati nel senso di inserire, dopo l'impegno, la formula “a valutare l'opportunità di”, tranne che per gli ordini del giorno n. 9/2670-B/1 Fiorini, n. 9/2670-B/3 Galizia e n. 9/2670-B/4 Ianaro, nei quali tale formulazione è già presente.

PRESIDENTE. D'accordo. Quindi, sottosegretario, gli ordini del giorno n. 9/2670-B/1 Fiorini, n. 9/2670-B/3 Galizia e n. 9/2670-B/4 Ianaro, essendo già presente la formula “a valutare l'opportunità di”, rimangono accolti così come sono. È corretto? Va bene.

Dunque, sull'ordine del giorno n. 9/2670-B/1 Fiorini il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2670-B/2 Di Muro il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sugli ordini del giorno n. 9/2670-B/3 Galizia e n. 9/2670-B/4 Ianaro il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/2670-B/5 Foti, n. 9/2670-B/6 Elvira Savino, n. 9/2670-B/7 Mantovani, n. 9/2670-B/8 Caretta, n. 9/2670-B/9 Ciaburro e n. 9/2670-B/10 Flati ci sono pareri favorevoli con riformulazioni, che vengono accettate.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. La legge europea è, insieme alla legge di delegazione europea, votata la scorsa settimana, uno dei due strumenti predisposti per legge dal 2012 al fine di adeguare periodicamente l'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea. Con questa legge si interviene in merito a materie che sono di competenza statale, altre di competenza concorrente tra Stato e regioni, e altre ancora di competenza residuale. I diversi livelli istituzionali e di governo devono, quindi, coordinarsi nel rispetto del diritto europeo. Sono temi decisivi a tutela anche delle minoranze europee e delle autonomie.

Un'ultima nota è quella che vede e ha visto in questi giorni un dibattito sulle funzioni della XIV Commissione e sull'incidenza e importanza che oggi hanno le politiche legislative europee sulle politiche legislative nazionali. Desidero sottolineare quanto sia importante aprire, anche nel nostro Parlamento, un dibattito serio per andare a potenziare la fase ascendente dell'esame della normativa europea proprio per verificare in modo attento l'impatto della regolamentazione che tale normativa produce sul nostro sistema e sul nostro ordinamento giuridico. La fase ascendente ancora non è analizzata e presa in esame per le potenzialità…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce… Colleghi! Prego.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Per quanto riguarda la fase ascendente, c'è stato anche un appello che è arrivato in Commissione, in un'audizione con ANCI, UPI e Conferenza Stato-regioni: ci hanno chiesto di occuparci di più della fase ascendente, ovvero di tutto quell'esame e dell'impatto che la regolamentazione ha poi sul nostro ordinamento e pertanto anche di andare a pensare a una possibile espansione della nostra Commissione, anche con una bicamerale di indirizzo politico…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). …che possa dare un indirizzo comune tra le due Camere per qualificare e rendere più incisiva proprio l'azione del Parlamento in questo ambito.

Annuncio con questo il voto favorevole della componente Minoranze Linguistiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà. Chiedo eventualmente ai colleghi di non passare davanti al deputato. Prego, collega.

DEVIS DORI (LEU). Grazie, Presidente. La legge europea 2019-2020, che ci apprestiamo ad approvare, rappresenta, assieme alla legge di delegazione europea, lo strumento per adeguare l'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea e per questo motivo è di fondamentale importanza. Tra i contenuti della legge europea, infatti, figurano anche le norme volte a prevenire l'apertura o a consentire la chiusura di procedure di infrazione. A tal proposito ricordo che, ad oggi, le procedure a carico dell'Italia risultano essere 102: 65 per violazione del diritto dell'Unione e 37 per mancato recepimento di direttive. Il tema con il numero più elevato di procedure è quello ambientale, anche con questioni relative ai rifiuti e alla depurazione delle acque. Questo deve essere un ulteriore motivo di riflessione, in una fase storica in cui si condisce ogni discorso con l'espressione “transizione ecologica”.

Ricordiamo che le procedure di infrazione rappresentano un costo per la collettività e questo ci impone un'accelerazione nell'iter di adozione di questi provvedimenti. Mi limiterò a ricordare alcune rilevanti modifiche introdotte dal Senato. Anzitutto, mi riferisco a due nuovi articoli recanti modifiche alla legge n. 234 del 2012 sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa europea. In relazione al rapporto tra Governo e Parlamento nel processo decisionale europeo interviene il nuovo articolo 40, che estende gli obblighi informativi del Governo nei confronti del Parlamento, prevedendo che l'informativa prima delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea avvenga regolarmente e non solo su richiesta.

Il medesimo obbligo informativo è esteso alle riunioni dell'Eurogruppo e alle riunioni informali, nelle loro diverse formazioni. È, inoltre, previsto che le competenti Commissioni parlamentari, prima di ogni riunione del Consiglio dell'Unione europea possano adottare atti di indirizzo volti a delineare i principi e le linee dell'azione del Governo nell'attività preparatoria di adozione degli atti dell'Unione europea. Inoltre, al fine di rendere più incisivo il ruolo del Parlamento rispetto alla posizione che il Governo deve assumere in sede europea sugli indirizzi ricevuti dalle Camere, viene sostituita l'espressione “coerente” con la più stringente espressione “conforme”.

Il nuovo articolo 41 modifica l'articolo 29 della legge n. 234, al fine di consentire che entro il 31 luglio di ogni anno il Governo possa presentare alle Camere un ulteriore disegno di legge europea, il cui titolo è completato dalla dicitura “secondo semestre”.

Un'ulteriore previsione introdotta dal Senato è contenuta nel nuovo articolo 43, relativo al monitoraggio parlamentare sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Viene stabilito che su base semestrale il Governo trasmetta relazioni periodiche sullo stato di avanzamento dell'attuazione del programma di riforme e investimenti. Tali relazioni vengono esaminate dalle Commissioni parlamentari competenti per l'esame del PNRR, le quali svolgono ogni opportuna attività conoscitiva finalizzata al monitoraggio del corretto utilizzo delle risorse dell'Unione europea assegnate all'Italia e alla verifica del conseguimento dei traguardi e degli obiettivi intermedi. Al termine dell'esame di ogni relazione semestrale possono essere adottati atti di indirizzo al Governo, che indicano le eventuali criticità riscontrate nel programma di adozione delle riforme concordate in sede europea e nello stato di avanzamento dei singoli progetti. Si tratta, pertanto, di importanti modifiche che hanno l'obiettivo di rafforzare la centralità del Parlamento e che, quindi, devono essere accolte positivamente. Se, però, vogliamo davvero, nei fatti, e non solo sulla carta, avere un Parlamento forte sulle politiche europee, dobbiamo usare questi strumenti in modo efficace e, quindi, non possiamo pensare di depotenziare una Commissione come quella delle politiche dell'Unione europea, che, anzi, va valorizzata attribuendole un ruolo centrale, in considerazione dell'importanza dei temi trattati: pensiamo anche solo al risparmio di risorse pubbliche ogni volta che riusciamo a chiudere una procedura di infrazione. Per tutti questi motivi, dichiaro il voto favorevole di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, mi riservo di presentare l'intervento in forma integrale e mi limito a sottolineare che, al di là dei tecnicismi, è un fatto - e la legge europea che siamo chiamati ad esaminare lo testimonia - che ancora oggi registriamo moltissime infrazioni e, purtroppo, sopportiamo gravi criticità nell'adeguamento del nostro sistema normativo a quello comunitario. Questa situazione deve essere profondamente cambiata. È il momento, finalmente, di far valere a livello comunitario le capacità, anche giuridiche, del sistema Italia, in particolare dei principi superiori dell'ordinamento interno di rango costituzionale. Dobbiamo meglio coordinarci per migliorare la nostra partecipazione alla fase ascendente, onde essere protagonisti del meccanismo normativo europeo, non limitandoci a inseguire arrancando, come purtroppo facciamo adesso, ma trainando lo sviluppo europeo e la relativa normativa innovativa.

Grazie al Presidente Draghi il nostro Paese torna a essere protagonista della leadership europea e non è tollerabile che questa situazione venga pregiudicata dal ritardo con cui recepiamo le direttive o dai recepimenti errati che portano alle infrazioni. Non siamo più la periferia dell'Europa; al contrario, ne siamo cuore pulsante, e i rinnovati, stringenti, costanti rapporti con Francia e Germania lo dimostrano, così come con tutti i membri dell'Unione. Il nostro Paese deve poter dare chiari indirizzi e questo richiede una riflessione precisa sul percorso da scegliere per influenzare anche nella costituzione giuridica di un sistema giuridico europeo armonizzato in ogni Stato membro.

Il testo in esame nasce con il Governo precedente, che vedeva una maggioranza diversa, anche se è indubbiamente molto migliorato dalle diverse letture. Noi dobbiamo valorizzare in Europa i nostri valori e l'identità nazionale. L'Italia è il Paese del buon vivere, delle meraviglie paesaggistiche e, quindi, del turismo, del made in Italy, dell'agroalimentare di qualità. È fondamentale tutelare tutte queste filiere, così come la grande qualità delle nostre industrie manifatturiere, ed altrettanto fondamentale è l'attenzione anche alle realtà imprenditoriali più piccole e capillarmente insediate nel territorio nazionale, che sono la culla delle nostre tradizioni e della nostra cultura.

Riduco molto il mio intervento, però un pochino di silenzio lo vorrei, altrimenti non si sente assolutamente niente. E allora mi fermo.

PRESIDENTE. Ha ragione collega. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce per permettere a tutti i colleghi di poter svolgere il proprio intervento. Prego, collega.

SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Le nostre aziende pongono la giusta attenzione alla transizione ecologica ed è necessario che non subiscano una concorrenza sleale da parte di Paesi che non hanno le nostre stesse attenzioni. Si auspica anche che si possa arrivare a una uniformazione della tassazione nei vari Paesi europei, per prevenire la delocalizzazione, così come si deve fare il possibile per ottenere Forze armate europee e un'unica modalità per far fronte alle sfide poste dalle diverse migrazioni, che si auspica possano essere affrontate insieme.

Infine, con l'auspicio che i procedimenti di infrazione vengano tutti risolti al più presto e che possa cambiare il nostro approccio alle future leggi europee, affinché la nostra civiltà giuridica sia effettivamente traino di quella europea, sulla base delle tradizioni giuridiche comuni agli Stati membri, dichiaro il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Dopo l'approvazione della legge di delegazione europea della scorsa settimana, oggi ci apprestiamo a votare la legge europea 2019-2020, un provvedimento, che ha visto un lavoro proficuo in Commissione e che Italia Viva ha seguito, con il lavoro dei colleghi Colaninno e Giachetti, che ha l'obiettivo preciso di agevolare anche la chiusura delle varie procedure di infrazione aperte a carico del nostro Paese. Vale la pena ricordarle, perché sono 97, di cui 62 per violazione del diritto dell'Unione e 35 per il mancato rispetto di direttive. A questo proposito, credo sia significativo rilevare che nel periodo 2014-2017, durante i Governi Renzi e Gentiloni, il numero delle procedure aperte nei confronti dell'Italia presentava un andamento decrescente; dal 2018 in avanti, purtroppo, questo trend si è invertito. Quindi, noi pensiamo sia fondamentale recuperare i ritardi che si sono accumulati in questo lasso di tempo e credo vada anche ricordato che un approccio elusivo di queste normative e di queste direttive comporterebbe pesanti infrazioni, anche di natura economica, verso il nostro Paese. Riguardo ai contenuti dell'articolato del disegno di legge, molto rapidamente vorremmo soffermare l'attenzione dell'Aula su due temi, in particolare, sull'articolo 40, che punta a estendere gli obblighi informativi del Governo nei confronti del Parlamento, nell'ambito del più ampio processo decisionale europeo, quindi prevedendo anche che l'informativa dei competenti organi parlamentari avvenga prima delle riunioni del Consiglio UE, dell'Eurogruppo e di quelle informali, e che questo venga fatto non su richiesta, ma obbligatoriamente, per rendere maggiormente partecipe il lavoro parlamentare.

Pensiamo anche che l'articolo 41, che rappresenta certamente uno dei capisaldi di questo provvedimento, sia un'evoluzione importante, perché consente al Governo di presentare alle Camere entro il 31 luglio di ogni anno un ulteriore disegno di legge europeo, semestrale. Come è già stato giustamente osservato in altre occasioni, anche dai colleghi che sono intervenuti nei dibattiti che riguardavano le tematiche inerenti le politiche europee, questa innovazione consentirà un monitoraggio più puntuale delle procedure di infrazione, e dunque anche una migliore e più tempestiva capacità di disinnescarle. Con ogni probabilità, questo doppio passaggio, quindi, sarà un'innovazione molto significativa, anche nell'ottica di un rafforzamento del ruolo del Parlamento che verrà, grazie all'articolo 43 di questo provvedimento, ulteriormente messo al centro dell'attività di monitoraggio dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da un lato, infatti, si stabilisce che ogni 6 mesi il Governo trasmetta relazioni periodiche sugli step di attuazione del Piano di riforme e investimenti, che verranno esaminate dalle Commissioni parlamentari competenti, con funzioni di monitoraggio, verifica e anche con il conseguimento dei traguardi intermedi che sono previsti dal Piano stesso; dall'altra parte, se dall'esame dovessero scaturire criticità, sarebbe possibile adottare specifici atti di indirizzo del Governo. Nel concludere questa dichiarazione di voto, segnalo che è fondamentale che l'Aula ponga la necessaria attenzione a queste tematiche.

Le politiche europee sono parte integrante delle politiche degli Stati membri e noi, nel portare avanti il nostro mandato, nello svolgere la nostra attività, con quell'ansia di servire il Paese tipica di chi ha a cuore anche i valori dell'europeismo e dell'atlantismo, pensiamo che questo provvedimento che stiamo esaminando con grande rapidità, rappresenti, però, un contributo importante alle politiche del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucrezia Maria Benedetta Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto sulla legge europea che ritorna in quest'Aula dopo essere stata vagliata dal Senato - è passato un anno dall'avvio dei lavori sulla legge europea - e il cui iter è stato caratterizzato dal cambio di maggioranza anche all'interno delle Commissioni; un tempo lunghissimo per la nostra democrazia, un ossimoro rispetto all'urgenza, evidenziata da molti colleghi di maggioranza, di adempiere agli obblighi europei per limitare le procedure d'infrazione. Il corposo articolato di questo provvedimento, in seguito al lavoro svolto al Senato, è giunto in quest'Aula con poco margine di manovra. Questo, però, non ci ha impedito di tenere fede a quello spirito costruttivo che un'opposizione come la nostra ha scelto. Porto l'esempio della vicenda relativa all'articolo 4, secondo comma, che è stato introdotto al Senato e che ha visto l'azione emendativa di Fratelli d'Italia. La disposizione in oggetto è l'esempio di ciò che più e più volte abbiamo lamentato quando si è trattato di discutere provvedimenti come la legge europea o la legge di delegazione: la sconnessione tra quadro normativo e fattispecie concreta. Abbiamo presentato emendamenti per chiedere un deciso passo indietro in merito alla reintroduzione dell'incompatibilità tra la professione di agente immobiliare e l'attività di mediazione creditizia; una proposta, la nostra, che raccoglie le preoccupazioni di una categoria e di numerosi giovani professionisti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non siamo stati ascoltati, abbiamo trovato un inspiegabile un muro di gomma su un tema che non è politico: è di buonsenso. L'introduzione di tale ulteriore incompatibilità nell'esercizio dell'attività di mediazione immobiliare comporta una vera e propria involuzione del mercato immobiliare e del modello di agenzia immobiliare multidisciplinare. Quanto voluto dal MoVimento 5 Stelle al Senato, si tradurrà in una penalizzazione per le imprese, i lavoratori e i cittadini, rallentando la crescita economica del settore. Non è ciò di cui abbiamo bisogno e a questo si aggiunge anche il rischio che quanto disposto costituisca elemento utile ad avviare a sua volta un'ulteriore procedura di infrazione. Quello immobiliare è un settore già nell'occhio del ciclone a causa della direttiva in materia di efficientamento energetico; una novità attorno alla quale non mancano, davvero, perplessità. La transizione energetica si sta rivelando uno shock di sistema che, di certo, se condotta con tale miopia, causerà danni a interi settori.

La strada che porta alla riduzione di emissioni e all'efficientamento energetico non può essere quella degli obblighi e dei divieti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'unica via percorribile è quella degli incentivi per scongiurare il rischio di danneggiare un settore che stava dando qualche segnale di ripresa. Non comprendiamo, dunque, che senso abbia complicare ulteriormente la già difficile attività imprenditoriale in Italia e, per questo, non possiamo che amareggiarci per l'atteggiamento sordo della maggioranza e del Governo rispetto a questa nostra proposta.

La legge europea 2019-2020 è figlia di due Governi, avversati da due opposizioni distinte: quella di ieri, con tutto il centrodestra, e quella di oggi, rappresentata solo da Fratelli d'Italia. Durante il percorso parlamentare, questo provvedimento ha, per così dire, assistito a una variabile importante, cioè il PNRR, sul quale è stata oggi posta l'ennesima questione di fiducia. L'introduzione dell'articolo 43, relativo al monitoraggio parlamentare sull'attuazione del PNRR, testimonia l'importanza del momento che stiamo attraversando. Sappiamo bene che le risorse che giungeranno in Italia non sono un regalo; buona parte di esse sono a debito e, in quanto tali, dovranno essere restituite. In tempi brevi l'Italia dovrà corrispondere all'Europa una relazione che illustri i risultati sin qui raggiunti nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un passaggio fondamentale per poter accedere alle prossime tranche dei fondi, che conferma l'estrema necessità di essere celeri, pur nel rispetto delle competenze di questa Assemblea; questo è qualcosa che è mancato sin dall'inizio del dibattito sul PNRR.

Riteniamo, dunque, di vitale importanza fornire risposte in merito all'utilizzo delle risorse e ai progetti in cui vengono investite, rafforzando la partecipazione del Parlamento all'interno del processo conoscitivo in merito al PNRR. Credo che questo sia davvero un bisogno condiviso e condivisibile.

Mi avvio alla conclusione, Presidente. Il lavoro svolto al Senato, premesso quanto detto sopra in merito all'articolo 4, ha visto l'accoglimento di qualche nostro emendamento e questo è un dato politico che certifica la bontà del nostro lavoro. Tuttavia, riteniamo fondamentale rendere sempre più partecipe il Parlamento rispetto agli effetti economici e sociali che dalle direttive europee derivano.

Concludo, quindi, evidenziando l'atteggiamento costruttivo da parte della maggioranza al Senato, ma vanificato dal mancato recepimento delle proposte qui presentate. Ciò non mi consente altro che dichiarare il voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Signor Presidente, sottosegretario Amendola, colleghi, in questi ultimi giorni questa Assemblea ha dato vita - potremmo dire - ad una mini sessione europea: ha infatti approvato in prima lettura la legge di delegazione europea 2021, la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2020 e, oggi, ci apprestiamo a licenziare in via definitiva la legge europea 2019-2020 (purtroppo incastonata e rimandata tra un voto di fiducia e l'altro). Auspico, pertanto, che si possa tornare definitivamente alle scadenze previste dalla legge n. 234 del 2012. Il rispetto delle tempistiche è fondamentale; lo abbiamo ribadito al Governo nel dispositivo della risoluzione approvata mercoledì scorso e in altrettanta celerità deve consistere il nostro impegno, l'impegno dei membri sia della XIV Commissione che di tutta la Camera.

Come ricordava il presidente Battelli in sede di relazione, la XIV Commissione ha esaminato i provvedimenti alla sua attenzione in modo serio e approfondito, ma anche con tempi rapidi, senza con ciò pregiudicare la riflessione e il dibattito. Forza Italia, in tutte le fasi, ha dato il suo contributo costruttivo per migliorare i testi, anche quando eravamo all'opposizione. Occorre proseguire su questa strada, evitando il ritorno al malcostume di anni passati, quando, ai provvedimenti relativi al recepimento nel nostro ordinamento delle norme europee e all'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea non si attribuiva il giusto valore; quando, pertanto, era considerato normale poter dilatare oltremodo i tempi dell'approvazione di tali provvedimenti. Il combinato disposto dell'inerzia governativa e della lentezza del Parlamento si traduceva in un poco invidiabile primato di procedure di infrazione e, di conseguenza, in onerose condanne del nostro Paese.

Abbiamo per fortuna invertito questa rotta - è un dato positivo - ma è indispensabile proseguire su questa strada. Come sottolineato dalla collega Marrocco ed evidenziato in molti altri interventi in discussione generale, abbiamo anche l'obbligo di riflettere e ripensare su come questa istituzione voglia affrontare, anche in vista della prossima legislatura, che avrà un numero ridotto di parlamentari, il ruolo che si è data rispetto alla trattazione di queste tematiche. Se, da un lato, il provvedimento che stiamo approvando con le modifiche introdotte dai colleghi senatori amplia il ruolo e le responsabilità del Parlamento sia nella fase ascendente che discendente, dall'altro, le voci che si rincorrono in questi giorni su un possibile ridimensionamento del ruolo della Commissione politiche dell'Unione europea in una prossima modifica dei Regolamenti parlamentari risultano palesemente in contraddizione.

A maggior ragione, se si vuole più Europa, più integrazione, con regole comuni che facilitino le imprese e i nostri concittadini all'interno di questa grande comunità di popoli che è l'Unione europea, occorre rafforzare gli strumenti democratici di controllo e garanzia per poter affiancare l'Esecutivo - ognuno con le proprie responsabilità - in tutte le fasi in cui sono prese decisioni a livello comune, quelle decisioni che devono assicurare più diritti, più tutele e maggiori opportunità per i nostri cittadini, le nostre famiglie, le nostre imprese. Ipotizzare di accorpare le Commissioni parlamentari che si occupano di affari europei, che, in questi anni, soprattutto dopo il varo del Recovery e del PNRR italiano hanno svolto un ruolo importante, significa indebolire le istituzioni; al contrario, semmai, occorre rafforzarle, adeguando i Regolamenti ai nuovi compiti che la norma ci attribuisce e rendendole ancora più centrali, introducendo, magari, una vera e propria sessione comunitaria dei lavori parlamentari. Su questo la XIV Commissione ha presentato una proposta, che mi auguro possa essere presto discussa. Questo non può che tradursi in una maggiore, e non minore, centralità del Parlamento nell'attività normativa e nella fase ascendente. Un provvedimento, quello in esame, molto ampio, sia per numerosi ambiti che affronta sia per la complessità che lo caratterizza.

Presidente, colleghi, l'Italia, in questa fase delicata, ha il dovere, per la sua storia di cofondatrice delle comunità europee, di porsi, assieme a Francia e Germania, alla guida di un processo di manutenzione e ripensamento delle regole del nostro stare insieme nel percorso dell'integrazione europea; per questo ha bisogno non solo di un Esecutivo in grado di dialogare con gli altri partner europei e di portarli sulle proprie posizioni, ma anche di un Parlamento al suo fianco, di un luogo istituzionale ad hoc, nel quale far confluire tutte le istanze relative a questo specifico aspetto, che investe già numerose materie e competenze. Quella di abolire le Commissioni delle politiche europee è una pessima idea, alla quale Forza Italia si opporrà.

Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, io mi auguro che insieme si riescano a fare scelte che non solo non abbiano un impatto negativo sui lavori parlamentari, ma, soprattutto, che non lancino un messaggio assai poco rassicurante per le istituzioni europee, che hanno recitato un ruolo fondamentale nel sostegno al nostro Paese, in questi anni di crisi pandemica.

Presidente, signor sottosegretario, Forza Italia voterà convintamente a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Con la legge europea, oggi completiamo un ciclo di provvedimenti estremamente importanti per il nostro Paese. Come ricordava il sottosegretario Amendola, con la precedente legge di delegazione europea, approvata qualche settimana fa, abbiamo posto rimedio a 26 procedure di infrazione; con la legge europea possiamo chiedere - e chiederemo - l'archiviazione di 12 procedure d'infrazione e, con i prossimi provvedimenti, altre 4. In questo anno solare, possiamo archiviare e chiedere la conclusione di ben 42 procedure d'infrazione, un risultato estremamente importante, che noi rivendichiamo come frutto di un lavoro di sintesi, di intesa, di coordinamento svolto insieme al Governo, ma anche, con grande spirito di collaborazione, insieme a tutte le colleghe e a tutti i colleghi della Commissione politiche europee. Sul punto lasciatemi esprimere un ringraziamento al lavoro che si sta facendo in Commissione, al lavoro del presidente Battelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e ribadire la consapevolezza che la Commissione politiche europee sia una Commissione da confermare e rilanciare, nel suo ruolo e nella sua presenza istituzionale in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), a tutela della partecipazione dell'Italia ai processi politici e istituzionali europei. Un'eventuale limitazione delle sue competenze sarebbe un errore, dal punto di vista istituzionale ma anche un segnale grave, dal punto di vista politico, come ha avuto modo di ricordare anche il segretario Enrico Letta, rispetto alla vocazione europeista del nostro Paese.

L'Italia non può relegarsi, facendo un passo indietro, così come Cipro, Lussemburgo o Malta, dal punto di vista della partecipazione ai processi di elaborazione in fase ascendente e discendente dell'Unione europea. Da questo punto di vista, auspichiamo massima attenzione e il rispetto del ruolo che questa Commissione ha e dovrà continuare ad avere in Parlamento.

Oggi diamo anche il segnale forte della volontà di fornire un messaggio e mi riferisco alla capacità del nostro Paese di essere protagonista nei processi europei. È di qualche ora fa un editoriale, un articolo di The Economist che considera l'Italia Paese dell'anno e la stessa Presidente della Commissione Ursula von der Leyen elogia gli sforzi di ripresa e di rilancio economico del nostro Paese. L'Italia ha recuperato credibilità e autorevolezza a livello internazionale ed europeo; questo patrimonio di sforzi, di credibilità, di protagonismo, di leadership non va dissipato, va rilanciato e l'Italia è tornata ad essere protagonista innanzitutto sul piano delle misure sanitarie, adottate a livello europeo e nazionale. E lasciateci rivolgere un saluto di ringraziamento agli oltre quasi 48 milioni di italiani, alla maggioranza silenziosa di italiani che si è vaccinata, in questo Paese, e che, con il proprio senso di responsabilità, sta consentendo all'Italia di superare o di sostenere questa fase drammatica dal punto di vista epidemiologico e sanitario.

L'Italia è stata protagonista anche e soprattutto nell'adozione di misure di carattere economico-finanziario che abbiamo ricordato nelle scorse ore: sospensione del Patto di stabilità e crescita, acquisto di titoli di debito pubblico da parte della BCE, programma BEI di sostegno alle piccole e medie imprese, programma SURE di sostegno agli ammortizzatori sociali italiani e, da ultimo, il programma Next Generation EU. All'interno di questa legge europea, vi sono norme molto importanti, destinate proprio alla valutazione e al monitoraggio, da parte del Parlamento, dell'esecuzione, dell'implementazione, dell'attuazione dei programmi di investimento e delle riforme che l'Italia si è impegnata a portare avanti nei confronti dell'Unione europea. Da questo punto di vista, crediamo che questa sia una giornata importante per rivendicare la grande importanza che questo Piano strategico riveste per il nostro Paese. Siamo stati in grado di ottenere risorse straordinarie da destinare al rilancio, allo sviluppo, alla crescita e alla costruzione di un Paese che deve diventare più moderno, più dinamico, più competitivo ma soprattutto più coeso.

Dal successo del Piano nazionale italiano dipenderà quello dell'intero programma Next Generation EU nell'intera Europa. Dallo sviluppo, dall'implementazione, dall'attuazione nazionale di questo Piano dipenderà la possibilità, per il nostro Paese, di continuare a giocare un ruolo da protagonista, e mi riferisco alle riforme che dobbiamo continuare a portare avanti in Europa: la modifica del Patto di stabilità nei prossimi anni, la modifica delle regole dell'unanimità, che bloccano l'azione europea, soprattutto sugli scenari esteri ed internazionali, il contrasto al dumping salariale e al dumping fiscale e la costruzione di un'Europa del lavoro e di un'Europa sociale. Questi sono gli obiettivi che dobbiamo perseguire nei prossimi mesi e nei prossimi anni, con un'Italia che tornerà ad essere protagonista delle politiche, delle azioni strategiche, delle scelte dei prossimi anni, messe in campo a livello europeo. La consapevolezza di tutti quanti noi è che, uniti, siamo più forti.

All'interno dell'Unione, come protagonisti, possiamo offrire una soluzione e una tutela maggiore degli interessi dei nostri cittadini. Abbiamo bisogno - questo è il messaggio che lanciamo oggi - di più Europa, non di meno Europa, per sostenere il nostro Paese e difendere al meglio gli interessi e il futuro dei nostri cittadini.

Per questo, con favore ed entusiasmo, votiamo questa legge europea e sosteniamo il cammino dell'Italia, a livello comunitario, di protagonismo e di leadership nei prossimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Colleghi, dopo un lungo iter, tra Camera e Senato, e ben due Governi, arriva la legge europea, al suo ultimo atto, in questo tratto di legislatura. Con questa maggioranza abbiamo introdotto un articolo, ne abbiamo modificati 19 e sanato 12 infrazioni.

Ad oggi, le infrazioni sono 102, di cui 65 per violazioni del diritto europeo e 37 per mancato recepimento delle direttive europee. Nel corpo delle leggi italiane, oggi, sono sempre più centrali le norme che arrivano dall'Unione europea, sotto forma di regolamenti e di direttive. Ecco perché oggi discutere, come si è fatto nell'altro ramo di questo Parlamento, della soppressione della XIV Commissione è qualcosa di surreale. Siamo contenti di leggere le notizie dell'agenzia ANSA che arrivano da Palazzo Madama che vanno, invece, nella direzione opposta. Ma il lavoro della XIV Commissione è fortemente politico, certo tecnico, ma soprattutto politico. Come Lega, ribadiamo che non tutte le infrazioni vanno sanate e vi possono essere delle infrazioni che, sanandole, creano costi sociali più alti e oneri che l'Italia paga all'Unione europea per esse. Quindi, come dicevo prima, la scelta è prima di tutto politica. Noi, al contrario di chi ha iniziato quella discussione nell'altro ramo del Parlamento, pensiamo che ci voglia più XIV Commissione, che ha un ruolo di collegamento e, se vogliamo, di transizione fra Roma e Bruxelles, specie in questa fase storica in cui vediamo il dibattito europeo sbandare in direzioni che, ogni tanto, ci preoccupano.

Fra gli articoli trattati in questa legge troviamo la modifica dell'UNAR, su cui abbiamo ancora dubbi. C'è stato un uso ideologico di questa istituzione, con episodi inesistenti di razzismo di cui sono stati accusati anche sindaci e amministratori, poi risultati innocenti. Quindi, questo ci riporta a un dibattito sull'articolo 7 del Trattato sull'Unione europea, un dibattito sullo Stato di diritto.

L'articolo 9 va a toccare la filiera alimentare e la tutela del nostro cibo. Questo ci riporta al dibattito sul Nutri-score, sulla carne senza carne, sul vino senza alcol e senza vino e su altre idee che, ahinoi, danneggiano l'Italia.

L'articolo 36, sullo scambio delle quote del gas, ci riporta al dibattito sull'indipendenza energetica del nostro continente e sulla posizione geopolitica che devono avere l'Italia e l'Unione europea. Allora, per queste ragioni, ma anche per altro, noi diciamo che la XIV Commissione, come hanno detto praticamente tutti i colleghi intervenuti prima di me, dev'essere ancora più centrale nel dibattito di questo Parlamento. Dall'Unione europea arriva un attacco alla casa e dai Paesi del Nord arriva l'idea di riformare Schengen, invece di riformare Dublino. E, allora, qui è la fine del mio ragionamento: in sostanza, cosa dobbiamo fare come dibattito pubblico e come legislatori italiani? Di sicuro, bisogna fare attenzione a cosa succede a Bruxelles, a quello che succede a Strasburgo, a cosa succede negli altri Parlamenti e negli altri Stati dell'Unione europea e del vicinato, per poi portare qui a Roma le decisioni finali e declinare queste in funzione del bene del nostro Paese. È anche per questa ragione, dunque, che noi diciamo che ci vuole un ruolo più centrale della XIV Commissione, sia in questo ramo sia nell'altro ramo del Parlamento.

Allora, vado a concludere, perché con i capigruppo della XIV Commissione abbiamo provato a stare nella metà del tempo a noi concesso e, anche per dare una lezione di pragmatismo e di rapidità a quest'Aula, abbiamo provato a rimanere nei tempi europei. Vado, quindi, ad annunciare il voto favorevole del gruppo Lega e spero di non essere esageratamente populista ed esageratamente identitario nell'augurare a tutti voi un buon santo Natale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Antonella Papiro. Ne ha facoltà.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, oggi ci troviamo in Aula per discutere in terza lettura la legge europea, che ricordo essere, insieme alla legge di delegazione europea, uno dei due strumenti che compongono la cosiddetta sessione europea, predisposti dalla legge n. 234 del 2012, al fine di adeguare periodicamente l'ordinamento italiano a quello dell'Unione europea. In particolare, la legge europea che ci accingiamo a votare contiene le norme di diretta attuazione finalizzate a prevenire l'apertura o a consentire la chiusura di procedure di pre-infrazione e di infrazione; uno strumento normativo importante, anche in funzione del ruolo svolto dal Parlamento rispetto all'operato del Governo nei confronti dell'Unione europea e delle discussioni sulle scelte europee, con una rinnovata centralità del Parlamento nella vita politica europea. A tal proposito, importantissima è l'introduzione dell'articolo 40 che, attraverso una modifica della legge n. 234 del 2012, rende più forte il ruolo del Parlamento nel processo decisionale europeo, innanzitutto rafforzando la procedura di consultazione delle Camere sui Consigli europei ed estendendo tali procedure anche alle riunioni dell'Eurogruppo ed ad altre riunioni informali. Inoltre, con l'articolo 46 potrà essere rafforzata la funzione consultiva della Corte dei conti nell'ambito dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e i fondi complementari del PNRR. La strada tracciata da questi articoli spero, però, sia solo l'inizio di un percorso mirato a dare centralità al lavoro parlamentare e a consentire di essere più incisivi, anche in relazione al supporto al Governo, oltre che per i lavori finalizzati al Consiglio, perché è opportuno tornare ad essere i veri protagonisti del futuro del nostro Paese, i veri protagonisti in Europa. In tal senso, Presidente, sono contenta per ciò che si apprende dalle agenzie di stampa, ovvero l'indiscrezione secondo cui la Commissione politiche dell'Unione europea, di cui faccio parte, diventata fondamentale in questo periodo storico, non verrà toccata dalla riforma del Regolamento, in corso a Palazzo Madama, evitando così l'accorpamento con le Commissioni affari esteri e difesa; una decisione giusta, per la quale ci siamo da subito battuti, rimanendo fermamente convinti che, tenendo conto del nuovo scenario istituzionale europeo e dell'impatto che lo stesso ha nella vita quotidiana dei cittadini, tale Commissione vada rafforzata e non indebolita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il lavoro portato avanti finora durante questa pandemia, grazie anche alla Commissione politiche dell'Unione europea, ci ha consentito di gettare le fondamenta per una nuova Europa, più giusta, più solidale, più verde; un'Europa lontana dai vincoli anacronistici, basati sull'austerità e sulle politiche procicliche. Lo stesso Recovery Fund, più di 200 miliardi che il nostro Paese ha ottenuto, è il risultato di dinamiche europee in cui l'Italia ha avuto un ruolo egemone. Per questo, va ringraziato anche il Governo Conte, che, ricordo a quest'Aula, ha intrapreso un duro braccio di ferro, riuscendo a piegare le resistenze dei Paesi frugali.

La sfida odierna per l'Unione europea consiste nel continuare per questa strada. Ci vuole il coraggio di superare in maniera definitiva alcuni vincoli. Ecco perché bisognerà lavorare sul Patto di stabilità e crescita, che va riformato, su una politica estera e di sicurezza comune, su una politica migratoria e su una politica fiscale più equa. Ci vuole uno sviluppo sostenibile per salvare il nostro pianeta dalla catastrofe ambientale, sviluppo tecnologico per aiutare le nostre imprese a competere nel mercato globale, sviluppo dei diritti, perché in troppe aree d'Europa vengono negati. Ecco perché proponiamo modifiche agli attuali vincoli di bilancio che la pandemia ha messo fuori storia.

E poi ci sono i soldi del Recovery, un'occasione unica per il nostro Paese. Durante l'esame del testo in Senato sono state introdotte alcune principali novità, tra di esse ci sono diversi articoli di fondamentale importanza per il ruolo dell'Italia nell'investimento dei fondi del Recovery Fund.

Presidente, sappiamo perfettamente come quest'ultimo rappresenti uno strumento fondamentale per ripartire e creare sviluppo, dopo la devastante crisi che abbiamo vissuto a causa di questa pandemia che ha messo in ginocchio tutti gli Stati. È un'opportunità senza precedenti che abbiamo per colmare finalmente il divario tra Nord e Sud, una sfida che non possiamo assolutamente perdere e che sarà per noi un trampolino di lancio per dare una nuova opportunità di crescita al nostro Paese. Siamo impegnati nel costruire una nuova Europa e per rilanciare il futuro del nostro Paese. Ecco perché, Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla legge europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Lascio la parola alla relatrice per un breve ringraziamento. Relatrice Ianaro, a lei la parola.

ANGELA IANARO, Relatrice. Grazie, Presidente. Veramente rubo soltanto un secondo ai colleghi perché desidero ringraziare, non formalmente ma davvero, tutta la Commissione che ha svolto in quest'anno un lavoro veramente intenso; il sottosegretario Amendola, con cui c'è un rapporto di collaborazione cospicuo, costruttivo, continuo, sempre pronto a rispondere a tutte quante le problematiche in maniera assolutamente encomiabile, nonché gli uffici che, guidati dal dottor Ceresani, ci consentono di portare a termine un lavoro importantissimo che deve essere riconosciuto da tutti e da tutto il Parlamento. Grazie ancora (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2670-B:

"Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020" (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46) (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea e articolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 10-14 gennaio 2022.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata stabilita, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento e subordinatamente all'effettiva trasmissione in tempo utile da parte del Senato del disegno di legge S. 2448 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, la seguente organizzazione dei lavori per la sessione di bilancio:

la Commissione Bilancio dovrà concluderne l'esame in sede referente entro le ore 13 di martedì 28 dicembre; l'esame da parte delle Commissioni di settore dovrà essere modulato di conseguenza in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio;

l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 e con eventuale prosecuzione notturna, e proseguirà nelle giornate di mercoledì 29 e di giovedì 30 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con prosecuzione notturna) ed, eventualmente, nella seduta di venerdì 31 dicembre;

il termine per la presentazione degli emendamenti in Assemblea è fissato alle ore 14 di martedì 28 dicembre.

È stata altresì stabilita la seguente articolazione dei lavori per la settimana 10-14 gennaio 2022:

Lunedì 10 gennaio (ore 12)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:

proposta di legge n. 196-721-1827 - Disciplina dell'attività di rappresentanza di interessi;

proposta di legge n. 1870 – 1934 - 2045 - 2501 - 2802 - 2993 - Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale;

proposta di legge n. 1823 - Modifica all'articolo 18 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, in materia di obbligo contributivo dei liberi professionisti appartenenti a categorie dotate di una propria cassa di previdenza.

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge di ratifica:

disegno di legge n. 2655 - Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016 (approvato dal Senato);

disegno di legge n. 3308 - Accordo sull'estinzione dei trattati bilaterali di investimento tra Stati membri dell'Unione europea, fatto a Bruxelles il 5 maggio 2020;

proposta di legge n. 3326 - Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017 (approvata dal Senato).

Martedì 11 (ore 15 - 20 e 21 - 24), mercoledì 12 (ore 9.30 – 13.30, 16 - 20 e 21 - 24) e giovedì 13 (ore 9.30 – 13.30, 15 - 20 e 21 - 24, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 14 gennaio)

Seguito dell'esame delle mozioni:

Prestigiacomo, Fregolent ed altri n. 1-00542, Pezzopane ed altri n. 1-00561, Foti ed altri n. 1-00562 e Davide Crippa ed altri n. 1-00565 concernenti iniziative volte al sostegno dei settori produttivi maggiormente interessati dai processi di transizione ecologica;

Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione.

Seguito dell'esame delle proposte di legge:

n. 2372-A - Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale;

n. 196-721-1827 - Disciplina dell'attività di rappresentanza di interessi;

n. 1870 – 1934 - 2045 - 2501 - 2802 - 2993 - Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale;

n. 1823 - Modifica all'articolo 18 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, in materia di obbligo contributivo dei liberi professionisti appartenenti a categorie dotate di una propria cassa di previdenza.

Seguito dell'esame dei progetti di legge di ratifica:

disegno di legge n. 2655 - Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016 (approvato dal Senato);

disegno di legge n. 3308 - Accordo sull'estinzione dei trattati bilaterali di investimento tra Stati membri dell'Unione europea, fatto a Bruxelles il 5 maggio 2020;

proposta di legge n. 3326 - Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017 (approvata dal Senato).

Discussione di una Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti del deputato Cosimo Ferri, nell'ambito di un procedimento disciplinare (Doc IV, n. 10-A).

Mercoledì 12 gennaio (ore 15)

Interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 14 gennaio (ore 9.30)

Interpellanze urgenti

Annunzio di una informativa urgente del Governo.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di domani, mercoledì 22 dicembre, alle ore 13, avrà luogo lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo con la partecipazione del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Orsini. Ne ha facoltà. Se non è presente in Aula si intende vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di intervenire la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Presidente, intervengo in Aula per porre l'attenzione su 420 famiglie. Si tratta delle famiglie dei lavoratori somministrati in missione da circa tre anni presso Poste Italiane, ai quali Poste Italiane ha però deciso - ahimè - di interrompere la missione lavorativa, generando inevitabili e comprensibili preoccupazioni, ansie e incertezze. Per dare la giusta visibilità a questa situazione, proprio oggi i sindacati hanno deciso di manifestare, chiedendo al Ministero dello Sviluppo economico di convocare un tavolo per dirimere la controversia tra i lavoratori e l'azienda. Colleghi, queste lavoratrici e questi lavoratori non possono essere lasciati soli. In questi anni hanno contribuito con la loro professionalità a garantire un servizio essenziale, quale quello erogato da Poste italiane. Il Governo e noi dobbiamo aiutare l'azienda a trovare in tempi rapidi una soluzione, perché le loro competenze non vadano disperse e le loro famiglie tornino a guardare al futuro con animo sereno. Non possiamo lasciare cadere nel vuoto questo grido di dolore, questo grido di allarme, soprattutto ora che il nostro Paese vuole a tutti costi rialzarsi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vittorio Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI (M5S). Grazie, Presidente. Mi rivolgo a lei, Presidente, perché si faccia tramite, con la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, di un problema riguardante un decreto legislativo che è entrato in vigore circa sette giorni fa, riguardante la presunzione di innocenza. Ebbene, come tutti sappiamo, la presunzione di innocenza è un principio che anche al MoVimento 5 Stelle importa; lo riteniamo fondamentale e ci siamo impegnati nella costruzione di un'adesione a un principio di direttiva europea che potesse essere efficace per preservare questo diritto. Purtroppo, però, negli ultimi giorni, abbiamo visto come questo decreto legislativo possa creare innumerevoli problemi non solo a magistrati e giornalisti ma, a seguire, anche al diritto di libera informazione che i cittadini devono assolutamente avere per poter conoscere le notizie e prendere le decisioni più opportune.

Un importante magistrato, Raffaele Cantone, ha commentato così il 20 dicembre, ritenendo che l'atto riguardante la presunzione di innocenza sia una norma così rigorosa che potrà limitare il diritto degli operatori dell'informazione all'accesso di notizie e, persino, per una non voluta eterogenesi dei fini, incentivare la ricerca di tali notizie attraverso canali diversi, non ufficiali o persino non legittimi. Invece, un gruppo di giornalisti che sta vivendo in queste ore proprio questo provvedimento, dopo le circolari di alcune procure, ha riferito che si debba sottolineare come la restrizione in capo a pochi soggetti di cosa sia possibile raccontare rischia di determinare una selezione a monte delle notizie, cioè che vengano fatte filtrare solo quelle favorevoli o di interesse agli organi inquirenti, producendo così una distorsione della narrazione del Paese. In questo modo non sarà più tempestiva l'informazione che i giornalisti potranno dare, ma sarà solo un'informazione successiva.

Allora, noi crediamo che il timore insensato di persecuzione, da questo punto di vista, non ci sia; è il normale flusso di notizie che in questi giorni e in queste ore viene negato ai giornalisti e, in questo modo, essendo negato ai giornalisti, viene negato ai cittadini.

Ecco, noi chiediamo di riferire questo alla Ministra Marta Cartabia, in modo che sia valutato quest'atto e che sia valutato di intervenire per modificare queste norme che ledono il diritto a un'informazione libera e ledono i cittadini rispetto alla possibilità di sapere anche di fatti gravi come furti, rapine, violenze o omicidi. Grazie Presidente, tanti auguri di buone feste e di buon Natale, anche alla Ministra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, Presidente. Lo scorso sabato si è appreso dell'archiviazione di una denuncia per stupro di una donna, madre di due figli, contro il suo ex marito. Le richieste di archiviazione, di solito, avvengono perché il fatto non costituisce reato o perché la persona non l'ha commesso. In questo caso, invece, la richiesta di archiviazione è stata motivata dalla PM considerando comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende ad esercitare, quando un marito tenta un approccio sessuale.

Ora, Presidente, non so se la PM si riferisca a tutte le donne o a tutti gli uomini. In questo caso, però, offende tutti gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico), innanzitutto perché gli uomini non hanno un approccio violento nei confronti delle donne e, in secondo luogo, perché le donne non hanno una naturale resistenza. Le donne dicono sì oppure no e quando dicono no e c'è un rapporto sessuale questo si chiama stupro (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico). Quello che mi stupisce, purtroppo, è che i femminicidi non hanno insegnato niente: una vittima su sette ha denunciato puntualmente il proprio aguzzino e non è stata creduta. Quindi, spiace che le leggi vengono fatte e le istituzioni che dovrebbero applicare quelle leggi ancora adesso non lo fanno. In un Paese normale la PM verrebbe destituita. In questo Paese mi sa di no (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patelli. Ne ha facoltà.

CRISTINA PATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, desidero esprimere in quest'Aula un pensiero commosso rivolto alla memoria del dottor Gianni Triolo, questore di Biella, prematuramente e tragicamente scomparso pochi giorni fa. Ne ricordo qui il lungo impegno al servizio delle istituzioni e le doti umane e professionali che hanno dato lustro alla Polizia di Stato sin dal 1987, quando il dottor Triolo, originario di Pescara, era entrato in servizio al reparto mobile di Torino, fino a diventare dirigente dell'ufficio del personale e, quindi, capo di gabinetto presso la questura di La Spezia, per poi dirigerne l'anticrimine ed essere nominato vicario del questore, ruolo che ricoprirà in seguito anche presso la questura di Pisa, arrivando poi a Biella, nella mia provincia, dove, all'apice della carriera pubblica, era stato nominato questore nel mese di febbraio del 2020, in piena emergenza pandemica. Il dottor Gianni Triolo si è dimostrato immediatamente animato da un altissimo senso dello Stato, un servitore delle istituzioni competente e sempre attento alle necessità, alle particolarità e ai problemi del territorio e della comunità biellese che ha perso un uomo che, nel suo importante ruolo, ha operato con grande professionalità e sensibilità, in questo particolare e difficile momento storico. La città di Biella piange la sua prematura scomparsa. Esprimo il mio profondo cordoglio e vicinanza alla sua famiglia e che la Madonna d'Europa interceda per la sua anima, conforti i suoi cari e tutte le donne e gli uomini della questura di Biella e della Polizia di Stato, travolti da questa terribile circostanza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, ho chiesto la parola perché ricorre, in questi giorni, l'ottantesimo anniversario di una delle pagine più fulgide della storia della nostra Marina militare, l'impresa di Alessandria nella quale 6 valorosi incursori italiani riuscirono ad affondare, nella notte fra il 18 e il 19 dicembre 1941, due corazzate britanniche, la Valiant e la Queen Elisabeth, e una petroliera in una delle basi navali meglio difese della flotta britannica. Il comandante di quel manipolo di valorosi si chiamava Luigi Durand de la Penne, era un combattente coraggioso e cavalleresco. Tratto prigioniero, avvertì il comandante inglese delle mine pronte ad esplodere sotto la chiglia delle navi, consentendo così di trarre in salvo gli equipaggi, ma rifiutò categoricamente di svelare la posizione degli ordigni, mettendo a rischio la propria vita, nonostante fosse stato rinchiuso con il suo secondo, Emilio Bianchi, in un vano sotto la linea di galleggiamento della nave, prossima a saltare.

Winston Churchill lo definì uno straordinario esempio di coraggio e di genialità. Insignito della medaglia d'oro al valor militare, fu lo stesso comandante inglese della Valiant, l'ammiraglio Morgan, a volergli consegnare l'altissima decorazione in segno di stima e di rispetto. L'ammiraglio Durand de la Penne concluse la guerra combattendo dalla parte della libertà, nella ricostituita Marina militare del Regno del Sud, a fianco degli Alleati.

Nel dopoguerra continuò a servire il Paese come diplomatico e, poi, come parlamentare. Fu membro di questa Camera per 20 anni, nel gruppo del Partito Liberale, dalla II alla VI legislatura repubblicana.

Concludo, Presidente, dicendo che credo che sia doveroso che quest'Aula, dove svolse il suo mandato con onore, autorevolezza e profondo amore per la libertà, dedichi un ricordo ad un grande patriota, a un grande gentiluomo, a un grande liberale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 22 dicembre 2021 - Ore 13:

1. Informativa urgente del Governo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 20.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SIMONA VIETINA (A.C. 2670-B​)

SIMONA VIETINA (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2670-B​). Onorevoli colleghi, oggi ci apprestiamo a votare, a distanza di pochi giorni, un altro importante provvedimento volto ad adeguare il nostro ordinamento alle norme del diritto europeo.

Abbiamo infatti approvato la scorsa settimana, la legge annuale di delegazione europea 2021, nei tempi previsti dalla Legge 234/2012, mentre sappiamo che la legge europea 2019-2020 all'esame oggi in quest'aula, in terza lettura, ha avuto un lungo iter e un ritardo che anche molti miei colleghi hanno avuto modo di segnalare in sede di discussione generale.

La Legge europea è insieme alla legge di delegazione europea è uno dei due strumenti principali previsti dalla Legge 234/2012 per adeguare periodicamente l'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea.

In considerazione del lungo iter di esame del provvedimento - in parte dovuto al picco della crisi pandemica nel 2020 e in parte al cambio di governo intercorso - è necessario, procedere a una sua celere approvazione in via definitiva, al fine di ridurre il numero consistente di procedure di infrazione a carico dell'Italia.

Il testo reca disposizioni di natura eterogenea, in numerosi settori, molto rilevanti, tra cui:

- la libera circolazione di persone, beni e servizi;

- la sicurezza e la giustizia;

- la fiscalità;

- la sanità;

- le disposizioni sui consumatori;

- l'energia;

- le modalità di partecipazione dell'Italia alla formazione e attuazione della normativa comunitaria;

- il monitoraggio dell'attuazione del PNRR;

- le risorse proprie dell'Unione europea.

Le modifiche apportate dal Senato hanno senz'altro migliorato il provvedimento, avendo introdotto altre disposizioni, di cui alcune particolarmente importanti.

Anche se ancora, purtroppo, sopportiamo gravi criticità nell'adeguamento del nostro sistema normativo a quello europeo. Questa situazione va profondamente cambiata.

È il momento, finalmente, di far valere a livello comunitario le capacità, anche giuridiche, del sistema Italia.

In particolare dei principi superiori dell'ordinamento interno di rango costituzionale.

Dobbiamo meglio coordinarci per migliorare la nostra partecipazione alla fase ascendente, onde essere protagonisti del meccanismo normativo europeo, non limitandoci ad inseguire arrancando, come purtroppo facciamo adesso, ma trainando lo sviluppo EU e la relativa normazione innovativa.

Grazie al Presidente Draghi il nostro Paese torna ad essere protagonista della leadership UE, e non è tollerabile che questa situazione venga pregiudicata dal ritardo con cui recepiamo le direttive o dai recepimenti errati che portano alle infrazioni.

Non siamo più la periferia della Unione Europea, al contrario: ne siamo cuore pulsante.

I rinnovati, stringenti, costanti, rapporti con Francia e Germania lo dimostrano; così come con tutti i membri dell'Unione.

Il nostro Paese deve poter dare chiari indirizzi e questo richiede una riflessione precisa sul percorso da scegliere per influire anche nella costruzione giuridica di un sistema giuridico europeo armonizzato in ogni stato membro.

Il testo in esame nasce con il Governo precedente che vedeva una maggioranza diversa, anche se indubbiamente migliorato dalle diverse letture. Noi dobbiamo valorizzare in EU i nostri valori e l'identità nazionale:

- l'Italia è il Paese del buon vivere;

- delle meraviglie paesaggistiche e quindi del turismo;

- del made in Italy;

- dell'agroalimentare di qualità.

È fondamentale tutelare queste filiere così come la grande qualità delle nostre industrie manifatturiere; ed altrettanto fondamentale è l'attenzione anche alle realtà imprenditoriali più piccole e capillarmente insediate nel territorio nazionale che sono la culla delle nostre tradizioni tanto apprezzate. Le nostre aziende pongono la giusta attenzione alla transizione ecologica ed è necessario che non subiscano una concorrenza sleale da parte di Paesi che non hanno le nostre stesse attenzioni.

Si auspica anche che si possa arrivare ad una uniformazione della tassazione nei vari paesi EU per prevenire la delocalizzazione, così come si deve fare il possibile per ottenere forze armate Europee ed una unica modalità per far fronte alle sfide poste dalle diverse migrazioni che si auspica possano essere affrontate insieme.

Infine, con l'auspicio che i procedimenti di infrazione vengano tutti risolti al più presto e che possa cambiare il nostro approccio alle future leggi Europee affinché la nostra civiltà giuridica sia effettivamente traino di quella Europea sulla base delle tradizioni giuridiche comuni agli stati membri, dichiariamo il voto favorevole di Coraggio Italia. Grazie.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 2 e 3 il deputato Gastaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 4 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 la deputata Bruno Bossio ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 il deputato Dal Moro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 il deputato Cominardi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 il deputato Cappellacci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 15 e 16 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 33 il deputato Rizzone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 38 alla n. 45 il deputato Boccia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 il deputato Rixi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 46 la deputata Alaimo ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3354-A - odg 9/3354-A/8 381 376 5 189 55 321 42 Resp.
2 Nominale odg 9/3354-A/10 392 390 2 196 23 367 42 Resp.
3 Nominale odg 9/3354-A/25 408 406 2 204 16 390 42 Resp.
4 Nominale odg 9/3354-A/44 410 401 9 201 34 367 42 Resp.
5 Nominale odg 9/3354-A/50 364 356 8 179 30 326 93 Resp.
6 Nominale odg 9/3354-A/51 386 384 2 193 377 7 92 Appr.
7 Nominale odg 9/3354-A/57 397 394 3 198 59 335 92 Resp.
8 Nominale odg 9/3354-A/72 rif. 400 396 4 199 390 6 92 Appr.
9 Nominale odg 9/3354-A/75 rif. 400 395 5 198 394 1 92 Appr.
10 Nominale odg 9/3354-A/77 398 397 1 199 50 347 92 Resp.
11 Nominale odg 9/3354-A/80 399 397 2 199 52 345 92 Resp.
12 Nominale odg 9/3354-A/83 404 375 29 188 20 355 92 Resp.
13 Nominale odg 9/3354-A/135 405 285 120 143 23 262 92 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3354-A/140 396 393 3 197 49 344 92 Resp.
15 Nominale odg 9/3354-A/141 400 395 5 198 16 379 92 Resp.
16 Nominale odg 9/3354-A/137 rif. 369 367 2 184 365 2 92 Appr.
17 Nominale Ddl 3354-A - voto finale 410 375 35 188 360 15 84 Appr.
18 Nominale Ddl 2670-B - articolo 1 406 361 45 181 361 0 84 Appr.
19 Nominale em. 2.3 404 389 15 195 37 352 84 Resp.
20 Nominale em. 2.4 404 390 14 196 32 358 84 Resp.
21 Nominale em. 2.5 406 389 17 195 32 357 84 Resp.
22 Nominale articolo 2 409 364 45 183 357 7 84 Appr.
23 Nominale articolo 3 403 360 43 181 359 1 84 Appr.
24 Nominale em. 4.1 410 393 17 197 34 359 84 Resp.
25 Nominale em. 4.2 404 392 12 197 32 360 84 Resp.
26 Nominale articolo 4 410 392 18 197 356 36 84 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 9 410 367 43 184 365 2 84 Appr.
28 Nominale articolo 10 409 367 42 184 365 2 83 Appr.
29 Nominale articolo 13 402 361 41 181 361 0 83 Appr.
30 Nominale articolo 18 408 366 42 184 366 0 83 Appr.
31 Nominale articolo 26 408 365 43 183 364 1 83 Appr.
32 Nominale articolo 27 409 363 46 182 363 0 83 Appr.
33 Nominale articolo 28 407 362 45 182 362 0 83 Appr.
34 Nominale articolo 29 404 362 42 182 362 0 83 Appr.
35 Nominale articolo 31 403 360 43 181 360 0 83 Appr.
36 Nominale articolo 32 405 362 43 182 362 0 83 Appr.
37 Nominale articolo 33 409 364 45 183 363 1 83 Appr.
38 Nominale articolo 35 406 360 46 181 360 0 83 Appr.
39 Nominale articolo 40 406 361 45 181 360 1 83 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 46)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 41 404 358 46 180 358 0 83 Appr.
41 Nominale em. 43.1 411 404 7 203 38 366 83 Resp.
42 Nominale articolo 43 408 362 46 182 358 4 83 Appr.
43 Nominale articolo 45 405 365 40 183 363 2 83 Appr.
44 Nominale articolo 46 415 369 46 185 369 0 83 Appr.
45 Nominale articolo 48 404 364 40 183 363 1 83 Appr.
46 Nominale Ddl 2670-B - voto finale 312 291 21 146 290 1 82 Appr.