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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 617 di venerdì 17 dicembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Brescia, Butti, Cancelleri, Davide Crippa, Fassino, Gebhard, Magi, Marin, Molinari, Mura, Perantoni, Serracchiani e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 16 dicembre 2021, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ha reso noto che l'Assemblea del medesimo gruppo ha eletto vicepresidente la deputata Valentina D'Orso.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose (A.C. 3354-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3354-A: Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore deputato Gian Pietro Dal Moro.

GIAN PIETRO DAL MORO , Relatore. Grazie, Presidente. il decreto-legge n. 152 del 2021, trasmesso alla Camera dei deputati il 6 novembre 2021, reca disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. Il provvedimento è stato esaminato in sede referente dalla Commissione bilancio dal 16 novembre al 15 dicembre. Dopo un ampio ciclo di audizioni, la Commissione ha esaminato gli emendamenti presentati, approvando numerose proposte di modifica al testo. Il provvedimento, composto inizialmente di 51 articoli, a seguito delle modifiche introdotte nel corso dell'esame in Commissione bilancio, risulta ora composto di 96 articoli, suddivisi in quattro Titoli. Nel corso della relazione e della mia illustrazione mi soffermerò sugli articoli da 1 a 23, mentre il correlatore Pella illustrerà i successivi articoli dal 24 al 52. Il Titolo I, composto dagli articoli da 1 a 15, reca misure urgenti finalizzate alla realizzazione degli obiettivi del PNRR per il 2021 e si compone di sei Capi. Il Capo I, dall'articolo 1 all'articolo 4, detta disposizioni in materia di turismo. Si tratta di quattro articoli molto importanti, che rientrano dentro il settore generale del turismo e che aprono possibilità di aiuto, di sostegni, di finanziamento, di contributi e di garanzie per un settore che è stato molto colpito in questa pandemia.

L'articolo 1, modificato nel corso dell'esame in Commissione, attribuisce alle imprese del settore turistico, ricettivo, fieristico e congressuale un credito di imposta e un contributo a fondo perduto, a fronte di specifiche spese sostenute per interventi in materia edilizia e per la digitalizzazione delle imprese. Il credito d'imposta spetta fino all'80 per cento delle spese sostenute, mentre il contributo è attribuito fino al 50 per cento delle spese per detti interventi, per un importo massimo di 40 mila euro, eventualmente innalzabile in presenza di specifiche condizioni che sono ivi citate. Per le spese non coperte dagli incentivi è possibile fruire di un finanziamento a tasso agevolato. I commi da 17-bis a 17-quinquies, dell'articolo 1, introdotti in sede referente, prevedono l'istituzione, nello stato di previsione del Mise, di un fondo con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2021, per l'erogazione di contributi a fondo perduto alle imprese del settore della ristorazione, per sostenerne la ripresa e la continuità.

L'articolo 2, utilizzando i fondi previsti dal PNRR, istituisce, nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, una Sezione speciale turismo per la concessione di garanzie alle imprese alberghiere, alle strutture agrituristiche, alle strutture ricettive all'aria aperta, alle imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici e i parchi tematici, ossia, di fatto, i potenziali beneficiari del credito d'imposta di cui all'articolo 1, nonché ai giovani fino a 35 anni di età che intendano avviare un'attività nel settore turistico. La sezione speciale dispone di una dotazione di 100 milioni di euro per l'anno 2021, 58 milioni di euro per l'anno 2022, 100 milioni di euro per l'anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025.Nel corso dell'esame in Commissione sono state apportate alcune modifiche, volte a prevedere che nel settore agrituristico le garanzie siano concesse ai soggetti di età compresa tra i 18 e i 40 anni e che, nell'attività di rilascio delle garanzie, il consiglio di gestione del Fondo, la cui composizione è stata integrata, adotta un modello di valutazione del rischio adeguato alle specifiche situazioni economiche e finanziarie delle imprese turistico-ricettive.

L'articolo 3, sempre dentro il pacchetto degli articoli che si riferiscono al settore del turismo, prevede diretti contributi alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale, di importo non inferiore a 500 mila euro e non superiore a 10 milioni di euro, realizzati entro il 31 dicembre 2025, nella misura massima del 35 per cento delle spese e dei costi ammissibili. La misura è volta all'attuazione della linea progettuale definita Fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che destina a tale finalità 180 milioni di euro. Si prevede, poi, la possibilità di attivare finanziamenti agevolati per le stesse finalità, in relazione alle spese non coperte da contributo diretto e da mezzi propri dell'operatore economico. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione volta a prevedere che il limite massimo entro il quale le risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti destinate alle finalità perseguite dal Fondo crescita e sostenibilità, e non utilizzate al 31 dicembre di ogni anno, è ridotto dal 70 al 50 per cento per le assegnazioni effettuate nel 2022.

L'articolo 3-bis, sempre nel pacchetto turismo, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, modifica le modalità di rifinanziamento del Fondo turismo, di cui all'articolo 178, comma 3, del decreto-legge n. 34 del 2020, a valere sulle riserve del Fondo per lo sviluppo e la coesione programmatica 2014-2020, ponendo l'onere a carico delle annualità dal 2022 al 2025, invece che a valere su quelle del solo 2021.

L'articolo 4 attribuisce, fino al 31 dicembre 2024, ad agenzie viaggi e a tour operator un credito d'imposta nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale, molto importante in questo settore, fino all'importo massimo complessivo cumulato di 25 mila euro.

Il Capo II, che va dall'articolo 5 all'articolo 6-quater, detta disposizioni in materia di infrastrutture ferroviarie, edilizia giudiziaria e opere pubbliche.

L'articolo 5 modifica le procedure di approvazione del contratto di programma tra il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e RFI, al fine di ridurre i tempi di realizzazione degli investimenti ferroviari, in attuazione di una delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, da realizzare entro la fine di quest'anno, 2021. Con le modifiche introdotte in Commissione, viene prevista la trasmissione alle Camere, nel termine di 5 giorni, con un'apposita informativa, del contratto di programma sottoscritto e dei relativi aggiornamenti.

L'articolo 6 detta norme volte ad accelerare i tempi di realizzazione degli interventi relativi alle infrastrutture ferroviarie e all'edilizia giudiziaria. Nel corso dell'esame in Commissione sono state inserite disposizioni volte, in particolare, alla semplificazione delle procedure in materia di opere pubbliche di particolare complessità o di rilevante impatto e a prevedere la possibilità di stipulare atti convenzionali per l'individuazione di un unico soggetto attuatore.

L'articolo 6-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, introduce alcune disposizioni volte a promuovere la massima partecipazione ai bandi di assegnazione delle risorse destinate alla realizzazione di opere pubbliche, con particolare riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza o al Piano nazionale per gli investimenti complementari, prevedendo che le procedure di affidamento dell'attività di progettazione richiesta dai bandi possano essere espletate anche in mancanza di una specifica previsione nei documenti di programmazione di cui all'articolo 21 del codice degli appalti.

L'articolo 6-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, riscrive, integrandolo, il comma 3 dell'articolo 48 del decreto-legge n. 77 del 2021, che disciplina gli effetti della pubblicazione degli avvisi relativi alle procedure negoziate per gli investimenti finanziati con le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, dal PNC e dai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell'Unione europea.

L'articolo 6-quater, che completa questo Capo II, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, apporta alcune modifiche all'articolo 6 del decreto-legge n. 76 del 2020, con riguardo ai compensi dei collegi consultivi tecnici delle stazioni appaltanti.

Il Capo III, composto solo dall'articolo 7, detta disposizioni in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale.

L'articolo 7 prevede che la Presidenza del Consiglio dei Ministri si avvalga della società Difesa Servizi SpA per l'espletamento delle procedure di gara per la realizzazione del Polo strategico nazionale (PSN), infrastruttura cloud della pubblica amministrazione finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. A tal fine, in particolare, la società Difesa Servizi viene inserita nel novero delle centrali di committenza qualificate. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione che autorizza un contributo in favore dell'Agenzia industrie difesa (AID) di 11,3 milioni di euro per l'anno 2022 e di 7,1 milioni di euro per l'anno 2023.

Il Capo IV, articoli dall'8 al 10-bis, detta disposizioni relative alle procedure di spesa e controllo parlamentare.

L'articolo 8, infatti, prevede la costituzione di un Fondo di fondi denominato Fondo ripresa resilienza Italia, per l'attuazione, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, delle linee progettuali dei piani urbani integrati e dello sviluppo e resilienza delle imprese del settore turistico. Lo Stato italiano sarà quotista unico del Fondo, gestito dalla Banca europea degli investimenti. La dotazione del Fondo è pari a 772 milioni, di cui 272 per i piani urbani integrati e 500 milioni per il settore del turismo. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione volta a prevedere che, con decreto del Ministero della Salute, vengano definiti i criteri e le modalità per le istituzioni dei molecular tumor board (MTB), nell'ambito delle Reti oncologiche regionali (ROR), alla cui realizzazione devono provvedere regioni e province autonome, anche con riferimento all'individuazione dei centri specialistici per l'esecuzione dei test di genomica estesa (NGS).

L'articolo 9, comma 1, proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2026, la data entro la quale deve essere conclusa l'attuazione dei Programmi operativi complementari, cosiddetti POC, relativi al ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020. La norma dispone, altresì, la possibilità di utilizzo delle risorse dei medesimi POC per il supporto tecnico e operativo dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L'articolo 9, comma 2, detta norme volte a favorire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, in attuazione di uno degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza tra le riforme abilitanti.

L'articolo 9, commi 3 e 5, stabilisce, invece, la possibilità di collaborazione tra enti pubblici, al fine di rendere interoperative varie banche dati amministrative, con l'obiettivo di promuovere la produzione di valutazioni significative sull'impatto delle riforme e degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le convenzioni per l'utilizzo dei dati e dei programmi di ricerca devono soddisfare i requisiti del regolamento per la protezione dei dati personali. Le convenzioni stipulate e i programmi di ricerca sono pubblicati nel sito Internet istituzionale delle amministrazioni coinvolte.

L'articolo 9, commi 6 e 7 e 12 e 13, reca norme di natura contabile funzionali alla gestione delle risorse destinate al Piano nazionale di ripresa e resilienza. In particolare, i commi 6 e 7 sono finalizzati ad assicurare anticipazioni di cassa ai soggetti attuatori dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziati a valere sulle risorse del bilancio dello Stato, al fine di assicurare ai soggetti attuatori, ivi compresi gli enti territoriali, la liquidità necessaria per il tempestivo avvio e per l'esecuzione dei progetti di cui sono titolari. Il comma 12 autorizza il versamento delle risorse iscritte nel bilancio dello Stato e destinate a interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sui conti correnti infruttiferi aperti presso la Tesoreria centrale dello Stato intestati al MEF per l'attuazione del Next Generation EU, nel caso in cui ciò sia necessario per assicurare unitarietà e flessibilità delle procedure di gestione finanziaria degli stessi fondi. Il comma 13, infine, esclude l'esecuzione forzata ovvero atti di sequestro o di pignoramento sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza esistenti nei conti correnti della Tesoreria centrale o nelle corrispondenti contabilità speciali intestate alle pubbliche amministrazioni responsabili della realizzazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L'articolo 9, commi 8 e 9, istituisce, presso la Ragioneria generale dello Stato, il Comitato scientifico per le attività inerenti alla revisione della spesa, al fine di rafforzare gli strumenti di analisi e monitoraggio della spesa pubblica e dei processi di revisione e valutazione della spesa stessa. Per le attività istruttorie e di segreteria del Comitato scientifico è istituita, presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, un'apposita unità di missione che svolge anche attività di segreteria tecnica, a cui è preposto un dirigente di livello generale e due dirigenti di livello non generale.

L'articolo 9, comma 10, autorizza il Ministero dell'Economia e delle finanze, per il biennio 2021-2022, a reclutare, mediante nuovi concorsi o scorrimento delle vigenti graduatorie, 40 unità di personale per rafforzare le strutture della Ragioneria generale dello Stato, incluse le unità di missione del Comitato scientifico per le attività inerenti alla revisione della spesa e il nucleo di valutazione della spesa stessa, nonché per le attività di implementazione dei processi di redazione del bilancio di genere e del bilancio ambientale.

L'articolo 9, comma 11, autorizza la Ragioneria generale dello Stato ad avvalersi del supporto di società a prevalente partecipazione pubblica, nonché di un contingente massimo di 10 esperti e di stipulare convenzioni con università, enti e istituti di ricerca entro il limite di spesa complessivo di 600.000 euro.

L'articolo 9, dai commi 14 a 18, interviene in ordine alla realizzazione della riforma del Piano nazionale di ripresa e resilienza denominata “Dotare le pubbliche amministrazioni italiane di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale”, prevedendo che le attività connesse siano svolte dalla struttura di governance istituita presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e stabilendo il compenso dei componenti dello Standard Setter Board. Stabilisce altresì che le proposte relative ai principi e agli standard contabili siano trasmesse per il parere alla Commissione Arconet.

L'articolo 9, comma 18-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, affida ad apposita circolare del Ministero dell'Economia e delle finanze il compito di stabilire le modalità, le condizioni e i criteri in base ai quali le amministrazioni titolari dei singoli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza possono imputare… Ho terminato il tempo?

PRESIDENTE. I 20 minuti sono finiti in questo momento. Si avvia alle conclusioni, oppure preferisce depositare il testo mancante, oppure un commento…?

GIAN PIETRO DAL MORO, Relatore. No, a questo punto deposito il testo. Finisco questo articolato e poi faccio solo una dichiarazione finale.

PRESIDENTE. Prego.

GIAN PIETRO DAL MORO, Relatore. Quindi, l'articolo 9-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, detta norme volte a rafforzare il ruolo di controllo del Parlamento nel processo di attuazione e valutazione delle spese del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In particolare, si prevede che la relazione semestrale, trasmessa alle Camere dalla cabina di regia, contenga anche una nota esplicativa relativa al raggiungimento dei traguardi obiettivi previsti per il periodo di riferimento, e che, nel caso in cui il Governo, a fronte di circostanze oggettive che impediscono di realizzare i traguardi obiettivi previsti nel Piano, intenda presentare un Piano modificato o un nuovo Piano debba trasmettere alle Camere, prima dell'invio alla Commissione europea, la proposta del Piano o di nuovo Piano, in tempo utile per il suo esame parlamentare.

Nel lasciare agli atti la seconda parte del mio intervento, che fa riferimento al testo a partire dall'articolo 10 fino all'articolo 23, mi preme, però, sottolineare, con grande soddisfazione, la correttezza e l'equilibrio nei rapporti tra il Parlamento e il Governo, per aver accolto le richieste emergenti dal parere del Comitato per la legislazione e dalla Commissione affari costituzionali, espresse in quelle sedute all'unanimità e con esito positivo. I decreti del MEF dovranno passare attraverso il parere del Parlamento, che, invece, precedentemente non era previsto. Si è, quindi, ripetuto il precedente positivo del “decreto Rilancio” durante il Governo “Conte 2” con il Ministro Gualtieri. Anche in quel caso il testo originale saltava il Parlamento, ma poi il parere fu recuperato, con un analogo emendamento. Anche questa volta questo risultato non sarebbe stato possibile senza la collaborazione trasversale, nel Comitato per la legislazione, della Commissione bilancio e del Governo. Non si dica, quindi, sempre e comunque che il Parlamento non funziona, che non c'è dialogo, che il Governo fa tutto senza ascoltare. In questo DL n. 152 è stato esattamente il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dal Moro. Si intende autorizzato a depositare il suo intervento.

Ha facoltà di intervenire il relatore onorevole Roberto Pella.

ROBERTO PELLA, Relatore. Grazie, Presidente Mandelli. Onorevoli colleghi, nel ringraziare il correlatore Dal Moro, passo, quindi, a illustrare i restanti articoli da 24 a 52.

Il Capo III del Titolo II detta disposizioni in materia di scuole innovative, progetti di rilevante interesse nazionale e mobilità dei docenti universitari.

L'articolo 24 demanda al Ministero dell'Istruzione il compito di indire un concorso di progettazione per la costruzione di scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, altamente sostenibili e con il massimo dell'efficienza energetica, inclusive e in grado di garantire una didattica basata su metodologie innovative e una piena fruibilità degli ambienti didattici. I primi bandi sono già usciti e, grazie a una stretta collaborazione con gli enti locali, ci si attende massima partecipazione e progettazione qualificante.

L'articolo 24-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, stabilisce che, a partire dall'anno scolastico 2025/2026, nelle scuole di ogni ordine e grado si prosegua lo sviluppo delle competenze digitali, anche favorendo gli apprendimenti della programmazione informatica nell'ambito degli insegnamenti esistenti. Voglio esprimere, in questo caso, un ringraziamento particolare alla collega Aprea, che interverrà successivamente, che da sempre porta avanti questa istanza, che finalmente è realtà. Introdurre elementi di programmazione, a ogni livello di formazione, è una competenza chiave per il futuro.

L'articolo 25 prevede la possibilità di destinare le risorse relative al finanziamento, nel 2021, del nuovo programma per lo sviluppo di progetti di rilevante interesse nazionale allo scorrimento delle graduatorie del bando PRIN 2020.

L'articolo 25-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, reca disposizioni relative alle attività della ricerca svolte dalle società a partecipazione pubblica e dagli enti pubblici di ricerca, di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo n. 218 del 2016, per la realizzazione degli interventi compresi nel quadro di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L'articolo 25-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, stanzia 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e un milione di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 per l'avvio e il primo sviluppo di progetti di ricerca ed alta formazione nella regione mediorientale, quale legacy della partecipazione italiana ad Expo 2020 a Dubai. In questi mesi il Padiglione Italia si è rivelato uno snodo fondamentale per la ripartenza del nostro Paese e una vetrina per gli investimenti esteri e gli scambi culturali. Sarà importante quindi darvi seguito, rafforzando così anche il ruolo del nostro Paese in un'area strategica per le relazioni internazionali e diplomatiche.

L'articolo 26 reca disposizioni in materia di chiamata diretta nelle università e di mobilità dei professori universitari e dei ricercatori.

Il Capo IV (articoli da 27 a 30) detta disposizioni in materia di servizi digitali.

L'articolo 27 reca misure in materia di digitalizzazione dei servizi delle pubbliche amministrazioni. In particolare, sono previste nuove modalità di accesso al domicilio digitale, stabilendo che i cittadini potranno utilizzare i servizi online resi disponibili dall'Anagrafe nazionale della popolazione residente oppure recarsi fisicamente presso l'ufficio anagrafe del comune di residenza. Inoltre, vengono semplificate le modalità attuative inerenti l'obbligo da parte della PA e dei gestori di servizi pubblici di accettare i pagamenti attraverso sistemi di pagamento elettronico. Infine, viene soppresso il Comitato di indirizzo dell'AgID, composto da rappresentanti delle diverse amministrazioni coinvolte nella transizione digitale. Nel corso dell'esame in Commissione sono stati introdotti vari commi aggiuntivi, volti in particolare: ad ampliare la platea dei soggetti abilitati all'accesso al sistema telematico dell'Agenzia delle entrate per la consultazione delle planimetrie catastali, ricomprendendo anche gli agenti immobiliari; consentire, dal 2022 al 2026, alle amministrazioni pubbliche, tra cui la Consob, di proporre, sia nella fase di predisposizione dei bilanci di previsione, sia con i provvedimenti di assestamento dei bilanci, variazioni compensative, in termini di competenza e di cassa, tra investimenti in attrezzature ICT, quali i server e altri impianti informatici, e quelli relativi all'acquisizione di servizi cloud infrastrutturali; abrogare il comma 1 dell'articolo 41 del decreto legislativo n. 50 del 2016 - Codice degli appalti; inserire tra i compiti delle Federazioni nazionali degli ordini delle professioni sanitarie l'organizzazione e la gestione di una rete unitaria di connessione, interoperabilità e software, alla quale gli ordini e le federazioni regionali eventualmente costituite obbligatoriamente aderiscono, concorrendo ai relativi oneri; escludere il referendum per la modifica territoriale delle regioni e degli enti locali dall'ambito di applicazione della disciplina sulla piattaforma per la raccolta delle sottoscrizioni con strumenti digitali, considerato che nelle fattispecie previste dall'articolo 132 della Costituzione l'iniziativa referendaria spetta ai consigli degli enti locali e non è prevista la raccolta delle firme da parte dei cittadini; recepire le norme e le linee guida dell'Agenzia per l'Italia digitale sui requisiti per l'accessibilità, con particolare riferimento alle persone con disabilità, di siti web e applicazioni mobili; introdurre l'obbligo di comunicazione dei rapporti di lavoro intermediato da piattaforme digitali, che deve essere resa, da parte del committente, entro il ventesimo giorno del mese successivo all'instaurazione del rapporto di lavoro, secondo le modalità definite con decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali; ampliare la platea dei soggetti abilitati all'accesso al sistema telematico dell'Agenzia delle entrate per la consultazione delle planimetrie catastali, ricomprendendo anche gli agenti immobiliari.

Il nostro Paese deve recuperare molto in questo settore e la transizione digitale sarà l'elemento di svolta per valutare l'efficacia degli obiettivi e dei traguardi del Piano.

L'articolo 28 prevede che le camere di commercio assicurino alle imprese un servizio di collegamento telematico con la Piattaforma digitale nazionale dati, al fine di consentire alle imprese stesse di effettuare controlli automatizzati e di acquisire certificati relativi ai propri fatti, stati e qualità. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione sul riordino del sistema camerale della regione Sicilia.

L'articolo 28-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, dispone che le amministrazioni pubbliche possano erogare benefici economici a favore di persone fisiche o giuridiche, destinati a specifici acquisti da effettuarsi mediante terminali di pagamento, mediante l'utilizzo della piattaforma tecnologica per l'interconnessione e l'interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni e i prestatori di servizi di pagamento abilitati. La progettazione, realizzazione e gestione del sistema informativo destinato all'attribuzione dei benefici di cui sopra sono affidati a PagoPa SpA, società che gestisce la piattaforma, utilizzando parte dell'investimento dei servizi digitali.

L'articolo 29 istituisce il Fondo per la Repubblica digitale, alimentato dai versamenti effettuati dalle fondazioni bancarie e destinato a sostenere progetti volti ad accrescere le competenze digitali.

L'individuazione delle modalità di organizzazione, di governo e di intervento del Fondo sono demandate ad un protocollo d'intesa, stipulato tra le fondazioni bancarie, il Ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale e il Ministero dell'Economia e delle finanze. Alle fondazioni bancarie che alimentano il Fondo è riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d'imposta, pari al 65 per cento dei versamenti effettuati al Fondo per i primi due anni. L'articolo 30 detta norme volte ad accelerare il conseguimento degli obiettivi del PNRR relativi alla digitalizzazione della logistica, semplificando il quadro delle convenzioni in essere. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione di semplificazione relativa ai centri intermodali adiacenti ai porti, che introduce una deroga al codice dei beni culturali in materia di dichiarazione di interesse paesaggistico.

L'articolo 30-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, modifica la disciplina delle spedizioni contenuta nel codice civile, valorizzando il contratto quale fonte regolativa del rapporto, intervenendo sui limiti alla responsabilità del vettore per danni alle cose trasportate e sulla disciplina dei privilegi a tutela del credito derivante dal contratto di spedizione.

Gli articoli dal 30-bis al 30-sexies, introdotti nel corso dell'esame in Commissione, integrano la disciplina relativa alla procedura della composizione negoziata per la soluzione della crisi di impresa.

Il Capo V (articoli da 31 a 40-bis) detta disposizioni in materia di personale e organizzazione delle pubbliche amministrazioni e servizio civile.

L'articolo 31 dispone che i professionisti assunti a tempo determinato per l'attuazione dei progetti previsti dal PNRR non sono tenuti alla cancellazione dall'albo, collegio o ordine professionale di appartenenza e possono mantenere l'iscrizione agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria. Viene altresì disposto che il numero minimo degli incarichi di collaborazione a professionisti ed esperti che le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono attivare per il supporto ai procedimenti amministrativi connessi all'attuazione del PNRR, per i quali sono state stanziate specifiche risorse, è pari a mille unità, numero che in precedenza costituiva invece il limite massimo.

Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una norma che autorizza i comuni con popolazione superiore a 250 mila abitanti a conferire, entro limiti di spesa definiti, incarichi di consulenza e collaborazione nell'ambito degli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici.

L'articolo 31-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, reca varie disposizioni. In particolare: prevede l'istituzione di due posti di funzione dirigenziale di livello generale di consulenza, studio e ricerca nel Ministero dell'Economia e delle finanze; consente la stipula di contratti di collaborazione da parte dell'Agenzia per la coesione territoriale con professionisti e personale in possesso di alta specializzazione, da destinare a supporto degli enti locali del Mezzogiorno, al fine di accelerare la definizione e l'attuazione degli interventi previsti dalla politica di coesione dell'Unione europea e nazionale per i cicli di programmazione 2014-2020 e 2021-2027, nonché per favorire l'attuazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza; autorizza gli enti territoriali, in deroga alle disposizioni sul contenimento delle spese in materia di impiego pubblico, ad assumere con contratto a tempo determinato personale con qualifica non dirigenziale, in possesso di specifiche professionalità, per un periodo anche superiore a 36 mesi, ma non eccedente la durata di completamento del PNRR e comunque non oltre il 31 dicembre 2026 (per concorrere agli oneri dei comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti è istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'Interno); autorizza i comuni con popolazione superiore ai 250 mila abitanti che hanno deliberato il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ad assumere collaboratori con contratto a tempo determinato nell'ambito degli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici, con oneri a carico dei propri bilanci e nel rispetto di alcuni limiti di spesa. Un traguardo storico, quello che abbiamo raggiunto in Commissione, che riporterà le unità del personale sui territori a un livello quantitativo e qualitativo finalmente dignitoso, dopo vent'anni in cui il 30 per cento è stato perso e l'età media dei dipendenti è aumentata. Oltre ad un traguardo storico importante dal punto di vista della fiducia e del rapporto di leale collaborazione tra i livelli di governo, c'è comunque da precisare che, senza questa norma, il Piano mai avrebbe potuto attuarsi. Senza l'apporto e il ruolo degli enti locali i progetti non sarebbero né attuabili né gestibili.

Per questa ragione, Presidente Mandelli, credo che il lavoro di sinergia avviato tra questa Commissione, il Parlamento, il Governo e l'Associazione dei comuni sia la dimostrazione che si possa arrivare a tutto ciò quando c'è un interesse comune e la volontà di giungere ad un quadro chiaro e forte; credo, inoltre, che questo risultato raggiunto, in riferimento al quale mi onoro, insieme al collega Dal Moro, di aver messo la firma, sia la dimostrazione di quanto i comuni italiani siano importanti e fondamentali nella gestione delle risorse del PNRR. Per questo, ringrazio anche il Premier Draghi per aver dato seguito a quella sua apertura molto forte - che ha dimostrato nell'assemblea annuale dell'ANCI che si è svolta a Parma - che è stata concretizzata nell'accordo che, insieme al collega Dal Moro, abbiamo raggiunto con il Governo a Palazzo Chigi due venerdì fa.

L'articolo 31-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, reca norme per il potenziamento amministrativo del Ministero dell'Università.

L'articolo 32 reca disposizioni finalizzate all'ampliamento del novero dei soggetti istituzionali che possono fare parte dell'associazione Formez PA.

L'articolo 33 istituisce presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri il Nucleo per il coordinamento delle iniziative di ripresa e resilienza tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, denominato “Nucleo PNRR Stato-Regioni”, al fine di assicurare il coordinamento delle relazioni tra amministrazioni statali titolari di interventi del PNRR e gli enti territoriali.

L'articolo 34 assegna al Ministero della Transizione digitale, per gli anni 2022-2023, un contingente di personale fino a 152 unità, per una spesa complessiva di 9 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, al fine di attuare gli interventi, gli obiettivi e i traguardi della transizione ecologica.

L'articolo 34-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, autorizza l'assunzione di 100 unità di personale a contratto delle rappresentanze diplomatiche, degli istituti italiani di cultura e delle delegazioni diplomatiche speciali

L'articolo 34-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, autorizza il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ad assumere un ulteriore contingente di 10 unità di personale non dirigenziale con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, con decorrenza 1° gennaio 2022-31 dicembre 2024.

L'articolo 35 reca disposizioni concernenti l'organizzazione del Ministero della Giustizia, con particolare riguardo all'istituzione di una struttura dipartimentale per l'innovazione tecnologica e il monitoraggio dei servizi connessi all'amministrazione della giustizia, alla creazione di nuovi posti dirigenziali, alle procedure per l'adozione del regolamento di organizzazione del Ministero e, infine, allo scorrimento di graduatorie o nuove procedure concorsuali finalizzate al reclutamento di personale a tempo determinato da destinare all'ufficio del processo amministrativo.

L'articolo 35-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, prevede che i capi degli uffici giudiziari, entro il 31 gennaio di ogni anno, debbano redigere un programma per la gestione anche dei procedimenti penali pendenti, determinando i criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti pendenti sulla base delle disposizioni di legge e delle linee guida elaborate dal Consiglio superiore della magistratura.

L'articolo 35-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, prevede specifici obblighi di formazione per i magistrati ordinari che si occupano di procedure concorsuali, riconoscendo lo svolgimento di tali attività anche ai fini delle verifiche di professionalità e dei trasferimenti. Il nostro Paese sarà più moderno e più attrattivo anche grazie a questi importanti passi in avanti della giustizia, una delle riforme che, tra l'altro, l'Unione europea ci ha chiesto di fare, insieme a concorrenza, fisco e PA.

L'articolo 36 detta alcune disposizioni per il potenziamento della dotazione organica dell'Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione, già incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L'articolo 36-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, innalza a tre senatori e tre deputati il numero dei rappresentanti del Parlamento che fanno parte del tavolo istituzionale avente il compito di coordinare le iniziative e la realizzazione degli interventi e delle opere necessari allo svolgimento del Giubileo della Chiesa cattolica previsto per l'anno 2025.

L'articolo 36-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, modifica il decreto­legge n. 77 del 2021 in materia di governance del PNRR per la parte relativa al coordinamento tra organi centrali e regioni. In particolare, si prevede, da un lato, che i presidenti di regioni e province autonome partecipino ai Comitati interministeriali per il digitale e per la transizione ecologica allorché siano esaminate questioni che riguardano quella regione o provincia; dall'altro, che la segreteria tecnica operi in raccordo con il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie per gli interventi di interesse delle regioni e delle province autonome, sentita la Conferenza delle regioni.

L'articolo 37 integra la composizione della Commissione tecnica per i fabbisogni standard al fine di ricomprendervi anche un delegato del Ministero per il Sud e la coesione territoriale. L'articolo 38 dispone la proroga, entro il termine massimo del 28 febbraio 2022, in attesa della riorganizzazione dell'Aifa diretta all'attuazione degli investimenti previsti dal PNRR, dei componenti della Commissione consultiva tecnico-scientifica per la valutazione dei farmaci e del Comitato prezzi e rimborso, già scaduti il 4 novembre 2021.

L'articolo 38-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, prevede, a partire dal triennio formativo 2023-2025, che l'efficacia delle polizze assicurative alla cui stipula sono tenute le strutture sanitarie sociosanitarie pubbliche e private per danni cagionati dal personale a qualunque titolo, sia condizionata all'assolvimento, in misura non inferiore al 70 per cento, dell'obbligo formativo individuale dell'ultimo triennio utile. L'articolo 38-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, dispone che, per l'attuazione dei programmi di competenza del Ministero della Salute ricompresi nel PNRR, il Ministro promuova e stipuli appositi contratti istituzionali di sviluppo e ne coordini la successiva attuazione. L'articolo 38-quater, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, interviene sulla disciplina relativa all'innovatività terapeutica, con l'obiettivo di rendere disponibili in tempi certi i farmaci innovativi per le malattie rare su tutto il territorio nazionale. L'articolo 38-quinquies, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, prevede che, con decreto del Ministro della Salute, vengano definiti i criteri e le modalità per l'introduzione di un sistema di valutazione volto al potenziamento della ricerca biomedica, in relazione ai progetti nel campo delle malattie rare, dei tumori rari e delle malattie altamente invalidanti (e questo credo che sia un aspetto estremamente importante).

L'articolo 39 limita la possibilità di conferire l'incarico di Inviato speciale per il cambiamento climatico esclusivamente ai soli dipendenti di amministrazioni pubbliche.

L'articolo 40 semplifica il procedimento di programmazione del sistema del servizio civile universale. L'articolo 40-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, detta disposizioni relative al personale che presta assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle regioni per il funzionamento del reddito di cittadinanza.

Il Titolo III, composto dagli articoli da 41 a 46-bis, reca disposizioni in materia di gestioni commissariali, imprese agricole e sport. L'articolo 41 interviene sulla normativa che disciplina la nomina e le funzioni del commissario straordinario per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana dell'area di rilevante interesse nazionale Bagnoli-Coroglio. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione volta a prevedere la possibilità, per il commissario, di nominare per il periodo dal 2022 al 2025 due sub-commissari, scelti tra soggetti di propria fiducia.

L'articolo 42 detta norme volte a rafforzare i poteri del commissario straordinario per l'attuazione degli interventi di risanamento ambientale e riqualificazione del territorio della città di Taranto. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una modifica volta a prevedere che il commissario non possa derogare alle norme del codice dell'ambiente.

L'articolo 43 detta norme volte a potenziare la struttura del commissario unico per la bonifica delle discariche abusive, prevedendo, in particolare, l'estensione delle funzioni e delle attività del commissario unico, su richiesta delle singole regioni, agli interventi di bonifica o messa in sicurezza delle discariche e dei siti contaminati di competenza regionale, nonché su richiesta del Ministero della Transizione ecologica.

L'articolo 43-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, destina al Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate del 2016 e 2017, un importo pari a 35 milioni di euro, versato dalla Camera dei deputati al bilancio dello Stato, da destinare al finanziamento. È un'iniziativa del collega Baldelli che non solo riveste un'importanza significativa dal punto di vista dell'ammontare, ma che ha assunto un valore fortemente simbolico per tutti noi.

L'articolo 43-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, stabilisce che il credito d'imposta riconosciuto agli investimenti effettuati per l'acquisizione dei beni strumentali nuovi dalle imprese situate nei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016, si applichi nel rispetto dei limiti e delle condizioni della comunicazione della Commissione europea.

L'articolo 43-quater, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, modica la disciplina relativa all'azione commissariale di risanamento del Servizio sanitario della regione Calabria. In particolare, si specifica che la responsabilità contabile ed amministrativa del commissario ad acta e dei sub-commissari per gli atti adottati è limitata ai soli casi in cui sia stato accertato il dolo di chi li ha posti in essere o vi ha dato esecuzione. Inoltre, si sopprime il termine temporale per l'adozione, da parte del commissario ad acta, del Programma operativo per la gestione dell'emergenza COVID-19 e del Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale. Infine, l'attuazione dei progetti e degli interventi previsti per il risanamento del Servizio sanitario regionale vengono posti in capo al commissario ad acta.

L'articolo 44 autorizza l'utilizzo del fondo già istituito per indennizzare i titolari di biglietti e voucher non utilizzati, emessi da Alitalia in conseguenza delle misure di contenimento previste per l'emergenza epidemiologica da COVID-19, anche per il rimborso di biglietti o voucher emessi non connessi con l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

L'articolo 44-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, detta norme volte ad accelerare la chiusura della procedura della gestione commissariale di liquidazione della società Expo 2015.

L'articolo 45 dispone alcune modificazioni alla vigente disciplina che autorizza gli organismi pagatori a compensare gli aiuti comunitari con i contributi previdenziali dovuti dall'impresa agricola beneficiaria, già scaduti alla data del pagamento degli aiuti medesimi.

L'articolo 46 riconosce a Sport e Salute SpA, per l'anno 2021, un contributo di 27,2 milioni di euro, destinato al finanziamento delle federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate, degli enti di promozione sportiva, dei gruppi sportivi militari e dei corpi civili dello Stato e delle associazioni benemerite. L'articolo 46-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, destina alle federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate, agli enti di promozione sportiva, ai gruppi sportivi militari e ai corpi civili dello Stato e alle associazioni benemerite una quota non inferiore al cinquanta per cento del fondo per il potenziamento dell'attività sportiva di base; credo che anche questo sia un articolo fortemente importante e che valorizzi il testo.

Il Titolo IV, composto dagli articoli da 47 a 49, reca disposizioni in materia di investimenti e rafforzamento del sistema di prevenzione antimafia. L'articolo 47 modifica l'articolo 34-bis del codice antimafia, in tema di controllo giudiziario delle aziende che abbiano occasionalmente agevolato indiziati di appartenere ad associazioni criminali, coordinandone il contenuto con la previsione di misure amministrative di prevenzione collaborativa rivolte alle medesime aziende e disciplinate dal articolo 49 del decreto-legge in esame.

L'articolo 48 introduce il contraddittorio endoprocedimentale in materia di informazione antimafia. L'articolo 48-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, modifica il codice antimafia prevedendo che, nel caso di elargizione di fondi europei legata al possesso di terreni agricoli a qualunque titolo acquisiti, sia la documentazione antimafia che l'informazione antimafia debbano essere richieste nel caso in cui l'importo dei fondi sia superiore a 25.000 euro.

L'articolo 49 introduce nel codice antimafia la previsione di misure amministrative di prevenzione collaborativa, applicabili in alternativa all'interdittiva antimafia allorquando i tentativi di infiltrazione mafiosa siano riconducibili a situazioni di agevolazione occasionale.

L'articolo 49-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, introduce uno specifico obbligo di comunicazione nel caso di cambiamento della sede del soggetto sottoposto a verifica per il rilascio della comunicazione antimafia.

L'articolo 50 prevede, in particolare, che non possano essere espropriati dall'agente della riscossione i beni assolutamente impignorabili ai sensi del codice di procedura civile; modifica, inoltre, la composizione del tavolo tecnico permanente per la fatturazione elettronica.

L'articolo 51 autorizza il Ministro dell'Economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, le variazioni di bilancio occorrenti ai fini dell'immediata attuazione delle disposizioni contenute nel decreto-legge in esame.

L'articolo 51-bis, introdotto durante l'esame in Commissione, inserisce nel testo la cosiddetta clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Infine, l'articolo 52 dispone che il decreto-legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Presidente, per concludere - e nel ringraziare, naturalmente, lei per avermi concesso qualche secondo in più - vorrei ringraziare oltre al collega relatore, tutti i colleghi della Commissione perché il lavoro che è stato fatto è stato importante ed estremamente costruttivo; abbiamo approvato, tra pareri accettati e riformulati, quasi il 40 per cento delle proposte emendative presentate, a dimostrazione che in questo caso il Parlamento veramente è stato costruttivo e propositivo, rispetto a quello che era il decreto approvato da parte del Governo, migliorandolo e sicuramente dando seguito a quella richiesta che ci arrivava dal mondo degli enti locali, in modo particolare da parte dei comuni, di rispettare anche il volere delle regioni in materia di navigator. Io credo che, innanzitutto, quando si affrontano provvedimenti di questo tenore, bisogna avere rispetto anche di quei livelli istituzionali che sono portanti quanto noi; ovviamente, infatti, oltre al Governo, di cui abbiamo in qualche modo migliorato il testo, sicuramente ci sono i comuni, le province e le regioni, che sono il terminale più prossimo ai cittadini, quello che in qualche modo sta rispondendo al meglio alle istanze e alle esigenze di cittadini e territori. Quindi, credo che sia importante e doveroso che il Parlamento tenga conto delle indicazioni provenienti da tali soggetti; devo dire, con grande soddisfazione, che in questo provvedimento siamo riusciti a esserne al meglio gli interpreti. Per questo, ringrazio i gruppi di maggioranza, così come i gruppi di opposizione, che sono strati estremamente collaborativi, estremamente concreti e soprattutto, tutti insieme, abbiamo avuto l'obiettivo comune di dare più forza al PNRR per il rilancio del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, sottosegretario Freni, che si riserva. È iscritto a parlare l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, il disegno di legge n. 3354-A che oggi portiamo in Aula, concernente disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR, è un tassello fondamentale per la ripartenza dell'Italia dopo un 2020 che ci ha visto tutti impegnati nella crisi pandemica, una guerra che abbiamo combattuto con armi diverse (le armi dei nostri sanitari, quelle che abbiamo utilizzato per gli ospedali) e con tutti coloro che si sono impegnati per superare, tutti insieme, questo periodo; un periodo che ha portato il PIL dell'Italia ad un meno 9 per cento, ad una crisi dei consumi pari a meno 8 per cento, una crisi che possiamo dire globale.

Nel 2021 evidenziamo presupposti e realtà diverse: l'Italia sta ripartendo in maniera forte e decisa, si stanno allentando le restrizioni sanitarie e, da un certo punto di vista, la presenza di una vaccinazione diffusa aiuta a far ripartire attività commerciali, attività produttive, negozi e anche quelle attività che sembravano meno possibili, tra cui discoteche, locali da ballo, locali di intrattenimento. Perché l'Italia deve ripartire e, se deve ripartire, quando ripartirà, dovremo farlo tutti insieme.

Le previsioni stimano un aumento del PIL del 6,2 per cento nel 2021 e pensiamo di traguardare un ulteriore 5 per cento nel 2022: proprio un grande segnale di forza e ripartenza. Al riguardo, l'esperienza che stiamo mettendo in campo con riferimento al Recovery è fondamentale, perché questo Piano nazionale di ripresa e resilienza è veramente un'azione poderosa e forte che non si è ancora mai vista nella storia dell'Italia repubblicana. Sono oltre 200 i miliardi che, a breve, verranno messi in campo e già sono partiti azioni, progettualità, iniziative. L'Italia ha fatto la scelta ancora più coraggiosa rispetto ad altri Paesi: quella di investire risorse nazionali, per oltre 30 miliardi, per la ripartenza del nostro Paese. Abbiamo un ammontare di 235 miliardi che, in 5 anni, dobbiamo impiegare in tantissimi settori, anche per il contrasto al cambiamento climatico (70 miliardi), per la digitalizzazione (50 miliardi), l'istruzione e la ricerca (35 miliardi), la salute (20 miliardi). Sono veramente somme importanti.

Con questo provvedimento il Governo e il Parlamento si stanno impegnando a mettere in piedi con velocità e coerenza, con un'operazione forte e decisa di semplificazione a tutti i livelli, le varie iniziative del PNRR. Le iniziative saranno ambientalmente sostenibili, ai sensi della comunicazione della Commissione europea 2021/C 58/01, perché tutte le attività che verranno poste in essere non arrecheranno un danno significativo all'ambiente. Quindi, veramente un grande impegno sia in ottica di transizione ecologica, sia in ottica di ripartenza e rilancio del nostro sistema industriale.

Il primo articolo indica già il segnale forte che questo Governo e questo Parlamento vogliono dare al rilancio dell'Italia: si parla di turismo. Il turismo, nel 2019, cubava per il 13 per cento del PIL nazionale e a quel livello noi vogliamo tornare. Per questo mi permetto di citare il Ministro Garavaglia, il neo Ministro del Turismo: finalmente questo Governo, il Governo Draghi, ha deciso di istituire il Ministero del Turismo. Il Ministro Garavaglia, recentemente, ha dichiarato che vorrebbe vedere l'Italia piena di gilet arancioni ed è questo l'obiettivo che ci stiamo ponendo tutti. Il primo articolo parla del rilancio di questo settore, del settore turistico, ricettivo e fieristico, addirittura prevedendo crediti di imposta, contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per tantissimi settori e per tantissimi rami di intervento: digitalizzazione, innovazione, sviluppo delle attività in generale di manutenzione straordinaria, per la realizzazione di piscine. Sono importi che possono essere incrementati, a fronte di situazioni meritevoli di maggior tutela: ad esempio, i territori e le regioni del Sud, le imprese femminili, le imprese giovanili. Al riguardo, abbiamo investito, stiamo investendo oltre 500 milioni di euro per questa misura.

Per noi il “turismo” è a 360 gradi; quindi, nel turismo sono coinvolti le imprese alberghiere, coloro che svolgono attività agrituristica, le strutture ricettive all'aria aperta e, in generale, le attività del comparto fieristico e congressuale, i complessi termali, i porti turistici, addirittura i parchi acquatici e i parchi tematici - perché una grandissima fetta del nostro turismo e del nostro sviluppo nasce anche dai parchi tematici diffusi sul territorio nazionale - e, da ultimo, ma con grandissima attenzione e importanza, gli stabilimenti balneari.

Siamo di fronte ad una sentenza del Consiglio di Stato che ha ulteriormente messo in difficoltà un sistema fondamentale e strategico per il nostro Paese (il sistema degli stabilimenti balneari, della ricettività marina), che coinvolge migliaia di famiglie, di piccole imprese, di operatori, di lavoratori, stagionali e non. Parliamo della “Bolkestein”, una direttiva che dal 2006 ha posto una questione che si inserisce nell'ambito della normativa europea e con riferimento alla quale, già nel Governo “Conte 1”, la Lega si era impegnata con una proroga. Oggi, a fronte di questa sentenza, che ci ha lasciati assolutamente esterrefatti - è una sentenza che umanamente potremmo definire poco corretta - abbiamo bisogno di ritornare, ancora una volta, sull'argomento. L'impegno che sta ponendo e che porrà il gruppo Lega è proprio quello di trovare una soluzione definitiva a questa annosa vicenda che, al di là dello strumento che si cerchi, colga l'occasione per tutelare coloro che, per anni, per decenni, addirittura per generazioni, hanno investito e vogliono continuare ad investire nelle loro attività. Quindi, se asta sarà, i criteri dovranno essere tesi a tutelare il nostro sistema economico e produttivo. Questo è fondamentale.

Con riferimento agli interventi predisposti per il settore del turismo, apro una piccola parentesi: per la ripartenza del settore turistico del Centro Italia, colpito, purtroppo, nel 2016, dal tragico terremoto, che ha coinvolto oltre 600.000 persone, 4 regioni, tantissimi comuni, tante province, abbiamo bisogno di intervenire per far ricostruire le attività ricettive. Al riguardo, abbiamo provato, nel provvedimento, ad intervenire con una nuova disciplina dell'IVA e stiamo continuando a lavorare, perché grandi attività, grandi investimenti si possono fare solo con il sostegno e il supporto dello Stato.

Un altro successo che possiamo ascrivere a questo provvedimento è la soluzione o l'avvio della soluzione dell'annosa vicenda dell'acquisto dei beni strumentali per le imprese, del credito di imposta, con riferimento al quale ci sono stati momenti di impasse con la Commissione europea. Con la modifica legislativa dell'articolo 43-ter, inserito nel presente provvedimento, crediamo e siamo fortemente convinti di aver strutturato il percorso giusto affinché anche il credito di imposta sia una grande occasione per la ripartenza dei territori del Centro Italia.

Il turismo coinvolge veramente tante parti di questo provvedimento: interviene a livello di fondo di garanzia per piccole e medie imprese, interviene su un fondo rotativo per le imprese e, addirittura, interviene anche su un altro comparto fondamentale per il nostro rilancio turistico, ossia il settore delle agenzie di viaggio e dei tour operator.

Come accennavo prima, all'inizio del mio intervento, è un provvedimento che punta alla semplificazione delle procedure, allo snellimento della macchina amministrativa. Per questo, con l'articolo 5, abbiamo previsto, con riferimento all'accordo di programma con RFI e il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili per il poderoso impianto ferroviario del nostro Paese, una forte semplificazione. Addirittura, le fasi dell'iter autorizzativo dell'accordo di programma passeranno da 12 a 3, con una previsione di ridurre da 3 anni a 8 mesi la possibilità che Ferrovie dello Stato possano, prima possibile e in maniera assolutamente tempestiva, effettuare gli investimenti previsti dal PNRR. Mi permetto di citare qualche esempio per quanto riguarda il territorio del Centro Italia: il raddoppio parziale della linea ferroviaria Orte-Falconara, la Civitanova-Albacina-Fabriano.

Poi, un altro aspetto fondamentale che abbiamo evidenziato in maniera importante è la questione dei debiti commerciali. Non è più possibile oggi che una persona debba fallire perché non incassa i crediti dallo Stato. Purtroppo, in passato, sono successe vergogne di questo tipo, ma questa cosa non può essere più possibile, né più permessa, e neanche che un'impresa, perché ha un DURC che non regolare per decreti ancora non incassati da parte della macchina amministrativa pubblica in generale, non possa continuare a lavorare.

Su questo, chiediamo - e abbiamo ottenuto con l'articolo 9 - il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni. Nel nostro intervento sul PNRR dobbiamo, poi, preoccuparci di una risorsa fondamentale e strategica per il nostro Paese: la risorsa acqua. Su questo è importante intervenire - sono stati previsti i 900 milioni di euro - per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresi la digitalizzazione e il monitoraggio; ma, addirittura, serve un piano forte e deciso per la mitigazione e il contrasto al dissesto idrogeologico. Infatti, l'acqua deve diventare una risorsa e non potrà mai più essere un problema, soprattutto in un momento di cambiamenti climatici come questo; per questo sono stati previsti addirittura 800 milioni di euro. L'acqua è fondamentale per l'agricoltura, quindi servono opportunità per creare sistemi sostenibili e un uso sostenibile dell'acqua in agricoltura (addirittura, l'uso irriguo a livello collettivo). Un emendamento che è stato molto a cuore e che è stato sostenuto per mesi dal gruppo Lega è quello della tutela dei clienti vulnerabili per quanto riguarda l'energia elettrica. Oggi siamo in un momento particolarmente difficile, in cui i prezzi dell'energia sono esplosi, in cui questo Paese deve fare una seria riflessione su come affrontare il cambiamento climatico in modo sostenibile da un punto di vista economico ed energetico, avvalendosi di tutto il mix di fonti di produzione di energia a disposizione: dalle rinnovabili al solare, dal fotovoltaico alle biomasse e al biogas, anche considerando il gas come strumento importante per la transizione ecologica. Abbiamo previsto che, quando a partire dal 2024 finirà la tutela, noi comunque continueremo a difendere chi è in povertà energetica, coloro che sono i clienti vulnerabili, quelli che hanno la legge 104, che sono invalidi, quelli che sono non più giovani, quelli che abitano nelle isole e, addirittura, coloro che per motivi sanitari sono costretti a utilizzare macchine salva-vita, senza poi dimenticarci una parte importante del nostro Paese, cioè i cittadini residenti nelle isole minori. Questo è un aspetto fondamentale.

Lo sviluppo economico parte anche dalle ZES, le zone economiche speciali, che iniziano a partire in tantissime regioni del Sud; fondamentalmente, oggi e nei prossimi provvedimenti, dovremo impegnarci per creare una zona economica speciale nel centro Italia, in un luogo che merita uno sviluppo forte e deciso, per le quattro regioni appenniniche, che stanno ripartendo dopo il sisma del 2016. L'attenzione in questo provvedimento è focalizzata sullo sviluppo delle nuove competenze dei nostri giovani e sullo sviluppo dell'attività universitaria. Lo sviluppo dell'attività universitaria passa anche dal sostenere economicamente chi si impegna nello studio senza averne i mezzi economici. Per questo, in questo provvedimento sono previste borse di studio per i meritevoli, per poter vivere importanti esperienze universitarie; addirittura, cari colleghi, abbiamo previsto 500 milioni di euro, per sostenere giovani studenti meritevoli, sia direttamente, sia attraverso la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari. Questo è l'aspetto fondamentale: credere fortemente nello sviluppo. Nei prossimi provvedimenti auspichiamo, come da più parti chiediamo, come il gruppo Lega chiede da tempo, che si intervenga anche sulla formazione professionale e sugli istituti tecnici. Credo che questi ambiti meritino, al pari dell'esperienza universitaria, un'attenzione fondamentale per tanti altri giovani.

L'ultimo aspetto fondamentale, che vorrei evidenziare nell'intervento, è quello del rilancio dei nostri comuni e delle nostre città metropolitane. Parliamo di importanti investimenti, per oltre 5 miliardi di euro, previsti per la rigenerazione urbana in temi fondamentali e strategici, addirittura per la mobilità sostenibile, per la valorizzazione del territorio, ma in particolare per migliorare le citta. Infatti, avere città più vivibili significa avere città con meno delinquenza, dove è possibile anche quel rilancio economico e sociale che in alcuni territori d'Italia, purtroppo, ancora stenta ad essere, favorendo l'inclusione sociale e riducendo emarginazione e degrado sociale.

Chiaramente, andiamo verso importanti investimenti nel campo della digitalizzazione, nel campo economico, quindi auspichiamo che le nostre città siano dotate delle migliori apparecchiature informatiche e che questa banda larga, finalmente, possa arrivare in tutti i territori d'Italia, anche in quelli a fallimento di mercato. Sono queste le questioni fondamentali e da lì si parte: una buona formazione superiore universitaria, città rinnovate e, addirittura, un progetto particolarmente importante, a cui sta provvedendo il Ministero dell'Istruzione, come il concorso per la progettazione di scuole innovative; si tratta di una tipologia di scuola che sia adeguata alle nuove sfide internazionali, che sia innovativa e inclusiva, che sia in grado di conciliare efficientamento energetico, fruibilità di ambienti didattici e utilizzo di metodologie innovative.

Da ultimo, permettetemi di fare una considerazione sulla ricerca universitaria e post universitaria. In questo provvedimento stiamo investendo su PRIN, sui progetti fondamentali di ricerca, perché in un Paese industriale e importante come il nostro la ricerca diventa strategica per il nostro futuro. Quindi, su questo vi è l'impegno massimo e totale di questo Governo, per lavorare nei macro settori delle scienze della vita, scienze fisiche, chimiche e ingegneristiche, scienze sociali ed umanistiche. Veramente, un grande, poderoso e importante investimento che questo Governo e questo Parlamento fanno per il futuro dell'Italia e dei nostri figli. Infatti, oltre a ad essere il più bel Paese del mondo dal punto di vista culturale, urbanistico, ambientale e storico, l'Italia continua ad essere il più bel Paese dove poter vivere.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, con un grande lavoro di squadra, con il relatore del PNRR, Pella, con i gruppi di Forza Italia delle Commissioni cultura e bilancio, con il Ministro Bianchi e la sottosegretaria Bergamini, è stato approvato l'emendamento a mia firma che introduce lo studio del coding nella scuola italiana. Si tratta di una vera svolta, Presidente, verso il terzo millennio, che garantirà, allorquando le disposizioni previste nel PNRR saranno attuate, grandi opportunità di crescita e di formazione per le nuove generazioni che frequenteranno la scuola italiana.

Già da quest'anno la scuola italiana è frequentata da centennials, la generazione che non ha conosciuto il mondo senza Internet, e non si può ignorare oltre che gli alunni che frequentano il primo anno della scuola dell'infanzia concluderanno gli studi superiori nel 2037, mentre quelli che frequentano la prima classe della scuola primaria nel 2034, quando la società sarà dominata sempre più dall'utilizzo delle tecnologie per stili di vita e di lavoro che oggi ignoriamo.

Ecco perché il coding, cioè la programmazione informatica, è diventato negli ultimi anni una nuova lingua che deve essere conosciuta per permettere di dialogare con il computer, per assegnare allo stesso compiti o comandi in modo semplice e consentire agli studenti, giocando a programmare, di imparare ad usare la logica, risolvere i problemi e sviluppare il pensiero computazionale, in continuità e non in contrapposizione con le abilità tradizionali del leggere, scrivere e far di conto.

La Gran Bretagna, la Finlandia, l'Estonia altri Paesi europei hanno già inserito lo studio dei coding a partire dalla scuola primaria, come pure nei Paesi più avanzati sul piano tecnologico ed economico: USA Cina, India. L'Unesco ha più volte sollecitato, inoltre, l'accesso delle bambine agli studi matematici e scientifici sin dai primi anni di scuola, al fine del superamento degli stereotipi che le vogliono meno adatte allo studio di tali materie, mentre le ricerche dimostrano che il livello delle performance per loro, come per tutti i bambini i nativi digitali, dipende dall'esperienza, dall'allenamento, dall'abilità esercitata dal cervello di creare nuove connessioni. Per questo è strategico che, nel sistema nazionale di istruzione, siano previste attività informatiche sin dai primi anni del percorso formativo; noi prevediamo ciò, Presidente, fin dalla scuola dell'infanzia, proprio per sviluppare l'alfabetizzazione alle nuove tecnologie, per l'accesso alle professioni del nuovo millennio, quando ci sarà anche in Italia una crescente domanda di lavoro in cui vi è un alto impiego di tecnologie. Analisi di dati, sviluppatori di software e applicazioni, esperti di social di e-commerce, esperti di automazione, ingegneri robotici: sono i tanti nuovi ruoli, in qualità di specialisti machine learning e intelligenza artificiale, che dovranno essere adeguatamente formati nel sistema pubblico d'istruzione. Al momento, secondo l'OCSE, l'Italia è invece il Paese europeo con il più alto tasso di skill mismatch. Le trasformazioni della quarta rivoluzione industriale - intelligenza artificiale, robotica, biotecnologia - vanno insomma governate da scelte pubbliche dell'istruzione al passo con i tempi.

Il PNRR, che sarà, di fatto, il volano della modernizzazione del nostro Paese verso la piena digitalizzazione, si arricchisce, per questo, con la proposta di Forza Italia, di una leva strategica che costituirà un vero valore aggiunto al cambiamento in atto. Si parte dalla formazione digitale dei docenti iniziale in servizio per avere a disposizione una nuova generazione di docenti più tutor e più coach: è tempo di cambiare.

Presidente, colleghi, se qualcuno, ritiratosi vent'anni fa dalla società civile, per qualche ragione entrasse oggi in ufficio rimarrebbe sorpreso dai nuovi ambienti di lavoro, centri di responsabilità più diffusa, il computer su ogni scrivania, posta elettronica, intranet, ma, se la medesima persona entrasse in una scuola troverebbe ben poco di non familiare, forse il suo sguardo verrebbe attratto da 2 o 3 PC vecchiotti in fondo alla classe, ma è tutto qui; l'interazione fra studenti e insegnanti gli ricorderebbe esattamente gli stessi modelli e gli stessi ruoli di cui aveva fatto esperienza da giovane, di cui ognuno di noi probabilmente ha fatto esperienza, non importa che età abbia adesso. Bill Gates, malgrado queste affermazioni e nonostante la diffidenza che attribuiva agli insegnanti nei confronti dei mutamenti e delle innovazioni e il conservatorismo che individuava nell'istruzione della scuola statunitense, che a suo parere stentava a modernizzarsi in maniera generalizzata, era certo, però, che, prima o poi, le tecnologie avrebbero contaminato l'istruzione, migliorati i processi di apprendimento, preparato le nuove generazioni a giocare un ruolo significativo nella società della conoscenza: era il 1997.

Forse era stato troppo ottimista perché 14 anni dopo, nel 2011, ormai già in piena era digitale, Steve Jobs non fu meno severo in un incontro con il Presidente Obama, accusandolo di aver fatto troppo poco per cambiare il sistema scolastico americano, che a lui sembrava sciaguratamente antiquato, e lo invitava a mettere in atto policy specifiche perché tutti gli studenti americani, e non solo quelli appartenenti alle classi più favorite, potessero usufruire di strumenti di apprendimento e di verifica digitali, o interattivi, tagliati su misura per ciascuno e capaci di restituire un feedback in tempo reale. Oggi negli Stati Uniti e in molte altre parti del mondo parecchio è cambiato rispetto all'utilizzo di tecnologie didattiche efficaci, avanzate e alle modalità di apprendimento che ne derivano all'interno di società sempre più basate sulla conoscenza e che, quindi, vedono nel cosiddetto capitale materiale, ovvero il capitale umano, una risorsa strategica per il loro sviluppo. E in Italia? Diciamo che il momento migliore per piantare un albero era vent'anni fa, il secondo miglior momento è ora. Questo famoso detto cinese riassume in eccellente sintesi i ritardi e le visioni sostanzialmente conservatrici che hanno rallentato nei primi due decenni del ventunesimo secolo gli interventi per allineare la scuola italiana ai modelli più avanzati già esistenti in molti Paesi europei e nel mondo. Non sono mancate le riforme, Presidenti, colleghi, lo sappiamo tutti, è mancata una vera cultura riformatrice e anche una parte dell'opinione pubblica sembra essere rimasta ancorata ai modelli del Novecento: di fatto, abbiamo in gran parte mantenuto gli schemi formativi del passato.

Al contrario, il primo decennio del ventunesimo secolo è stato definito “decennio breve” proprio per la velocità delle innovazioni in tutti i settori; eppure, malgrado le tante rivoluzioni sul piano scientifico e tecnologico il paradigma che regge tuttora il sistema dell'istruzione pubblica nel nostro Paese propone un modo di studiare e di verificare gli apprendimenti in uscita dai percorsi scolastici che non è molto diverso da quello a cui erano sottoposti gli studenti della seconda metà del Novecento. È cambiato il modo di vivere, di lavorare, di comunicare, ma la scuola italiana ancora no o, perlomeno, non ancora in maniera ampia e omogenea. Questo rallentamento, o meglio si potrebbe dire questa resilienza scolastica tutta negativa, ha fatto perdere sicuramente molti anni che sarebbero stati, invece, preziosi per provvedere alla necessaria trasformazione dell'offerta formativa. Addirittura, fin dal marzo 2020, a Lisbona, il Consiglio europeo aveva definito un paradigma tuttora valido, indicando 8 macro-competenze, le key competence: comunicazione nella madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere, competenze matematiche e competenze di base in scienza e tecnologica, competenza digitale, imparare ed imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturale.

Allora, abbiamo bisogno ora di rivedere il nostro sistema scolastico anche perché, mentre nel nostro Paese il sistema scolastico faticava ad accogliere pienamente le riforme ordinamentali e organizzative, che pure i Governi introducevano, il mondo è cambiato; con l'avvento di Internet e del digitale in pochi anni abbiamo assistito all'irrompere nella vita quotidiana di invenzioni che in breve tempo hanno modificato abitudini e stili di vita: da Internet alla stampa 3D, agli smartphone e i social network, fino all'utilizzo diffuso del laser, dalla rivoluzione industriale 4.0 all'intelligenza artificiale, la nostra vita è stata semplificata nelle azioni quotidiane più frequenti e migliorata sul piano della comunicazione che ormai è diventata planetaria. I Centennial hanno diritto di andare a scuola di futuro e non è una chimera, né un'utopia; nel mondo, ma anche in Italia, esistono già scuole del terzo millennio in cui i Centennial apprendono quanto e di più che nelle scuole tradizionali e lo fanno portando con sé e potenziando i loro stili di vita e le loro abitudini comunicative. Ma un'altra questione dovrebbe preoccuparci ancora di più: anche i lavori che svolgeranno da adulti saranno in tutto e in parte diversi da quelli che oggi interessano i settori produttivi e di servizi e nel post-COVID c'è un'accelerazione che è sotto gli occhi di tutti. Le innovazioni scientifiche e tecnologiche, partendo dalla rivoluzione industriale 4.0, ci stanno conducendo verso l'automazione e le applicazioni derivanti dall'intelligenza artificiale. In un tempo molto breve le ricadute di questi progressi produrranno nuovi più radicali cambiamenti nella vita di tutti i giorni, così come nell'organizzazione del lavoro. Chi fra i Centennial avrà avuto modo di familiarizzare, di crescere insieme a queste innovazioni sarà già pronto a vivere da protagonista la nuova era del lavoro. È importante per questo che i bambini, che cominciano a frequentare in questi anni la scuola dell'infanzia e che termineranno la scuola superiore appunto dal 2030 in avanti, possano fare già esperienze di apprendimenti smart, creativi, stimolanti, tecnologicamente organizzati.

A questo proposito, Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, voglio ricordarvi cosa dice il professore Enrico Novelli, docente di matematica all'Università di Roma Tor Vergata. “La matematica” - sostiene Novelli – “è la base dell'ingegneria, ma non per questo si inizia ad insegnarla all'università. Si comincia fin dai primi anni di scuola perché non possiamo fare altro se vogliamo formare cittadini in grado di ragionare in modo quantitativamente preciso. Lo scopo dell'insegnamento non è far diventare tutti delle calcolatrici, ma far capire, fin dalla scuola dell'infanzia e primaria, i concetti di base del trattamento delle quantità. Altrettanto si può dire per la fisica, per la biologia, per la chimica”.

Ecco perché dobbiamo essere sempre più consapevoli della necessità di istruire i cittadini in grado di prendere decisioni informate in una società tecnologica; poiché questa società adesso è digitale, diventa necessario fin dai primi anni di scuola insegnare anche l'informatica. E' una strada sulla quale si sono avviati molti Paesi in tutto il mondo, dagli Stati Uniti a Israele, dall'Argentina al Regno Unito. In Europa è partita recentemente l'iniziativa “Informatica per tutti” per sensibilizzare gli Stati membri dell'Unione europea sull'importanza dell'insegnamento dell'informatica nella scuola e in questa direzione si muove anche la Dichiarazione di Roma, un appello alle istituzioni nazionali e internazionali, perché l'informatica come disciplina scientifica entri a far parte dei curricula scolastici a tutti i livelli. Insomma, nuovi modi e nuove qualità di apprendimento, introduzione precoce delle discipline scientifiche, competenze didattiche plurime saranno alla base dell'istruzione dei prossimi decenni e ovviamente richiedono necessariamente docenti preparati, oltre che sul piano strettamente disciplinare, anche su quello tecnologico, e disposti nel contempo ad abbandonare “cattedra e la lavagna” per diventare guida e stimolo degli studenti: il posto più consono del docente del terzo millennio sarà quello accanto agli studenti e non più quello di fronte agli studenti.

Ovviamente la nuova didattica trova la migliore espressione all'interno di edifici scolastici costruiti secondo logiche completamente diverse da quelle che hanno dominato il secolo scorso, che noi chiamiamo ormai caserme; dobbiamo avviarci verso campus che prevedono ambienti di apprendimento coerenti con l'uso appropriato delle tecnologie didattiche, proprio come ci apprestiamo a fare con il PNRR che prevede finanziamenti cospicui per le scuole innovative.

Ce la faremo, Presidente, colleghi? Personalmente penso di “sì” perché sarà proprio questa generazione a determinare il cambiamento…Non volevo commuovermi, lo sapevo che sarebbe successo; quando penso ai giovani, alla Generazione Z, è facile che accada. Saranno loro a determinare il cambiamento nella scuola e della scuola di più di quanto non abbiano saputo fare gli adulti finora, i Governi, i movimenti. I nostri giovani sono pronti per essere sempre più protagonisti e noi dovremmo saperli accompagnare nel loro percorso con la medesima curiosità che essi hanno per il futuro che li attende. Certamente occorre darsi da fare subito perché anche quello che sembra semplice e scontato potrebbe richiedere molto tempo per essere realizzato pienamente. Ma di tempo non ne abbiamo molto.

Ecco perché i tempi scanditi con l'emendamento approvato devono rappresentare una roadmap per questa importante innovazione, che rientrerà tra le priorità nazionali. Mi riferisco ai tempi per la formazione dei docenti, per la modifica e l'integrazione degli obiettivi specifici di apprendimento, ai traguardi di competenza previsti nelle indicazioni nazionali. Dall'avvio dall'anno scolastico 2025-2026, quando dovrebbero essere concluse tutte le riforme che oggi avviamo con l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dovremmo partire in via definitiva.

Concludo, Presidente. Io credo che, se perseguiremo questi obiettivi rispettando questi tempi, il PNRR - ovviamente insieme a tutte le altre riforme che contiene, ma io mi riferisco in particolare alle scuole innovative, al coding, ai nuovi modi di studiare, alle borse di studio universitarie, insomma a tutto quello che questo PNRR comprende - sarà davvero la leva strategica e necessaria per una vita e un lavoro di qualità per la Next Generation EU. Noi forse abbiamo aspettato troppo tempo, loro di tempo non ne hanno. Allora, buon lavoro al Governo, buon lavoro alla scuola italiana del terzo millennio, buon lavoro a tutti noi. Adesso è il tempo di cambiare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. Il provvedimento al nostro esame reca delle misure urgenti finalizzate alla realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il 2021. Come è noto, l'attuazione del PNRR, con l'erogazione delle tranche di finanziamento da parte della Commissione europea, è condizionata alla realizzazione dei 527 impegni, articolati in traguardi qualitativi e obiettivi misurabili in termini quantitativi.

In questa fase di approvazione del provvedimento, in prima lettura alla Camera, dobbiamo interrogarci se il decreto-legge n. 152 del 2021, nel testo proposto dal Governo e modificato in sede referente in Commissione bilancio, contribuisca in misura rilevante all'attuazione del PNRR e acceleri la realizzazione degli impegni assunti dall'Italia per la realizzazione del medesimo Piano.

Numerose sono le norme del provvedimento al nostro esame che incidono in misura rilevante, ritengo, non solo per accelerare i processi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ma anche per incrementare le risorse a disposizione del sistema economico e sociale necessarie per raggiungere gli obiettivi e i traguardi indicati dal Piano. Tra queste, basta ricordare quelle relative: alla semplificazione delle procedure di investimento, di cui agli articoli 5 e 6; ai processi di monitoraggio e valutazione, di cui all'articolo 9; alle misure a favore degli studenti universitari; alle risorse da assegnare per i piani integrati delle città; ai fondi assegnati agli enti locali per le attività necessarie alla partecipazione ai bandi attuativi del PNRR, compresi i bandi che prevedono iniziative per la valorizzazione della cultura e della tradizione dei comuni italiani.

L'articolo 5, ad esempio, che semplifica le procedure di approvazione per la realizzazione di infrastrutture ferroviarie e, in particolare, i tempi di approvazione del contratto di programma tra il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e Rete ferroviaria italiana, riduce le fasi del nuovo iter autorizzativo da 12 a 3. In questo modo, i tempi totali dell'iter si riducono a circa 8 mesi, rispetto ai tempi oggi richiesti di circa 3 anni, per l'approvazione dei contratti di programma.

In modo analogo, l'articolo 6 del decreto-legge accelera i tempi di realizzazione degli interventi relativi alle infrastrutture ferroviarie e all'edilizia giudiziaria, compresi gli interventi finanziati con risorse diverse da quelle previste dal PNRR, accelerando l'iter di autorizzazione dei progetti da 11 a 6 mesi. Un traguardo da raggiungere, come prescrive il PNRR, entro la fine del 2021.

Molti altri sono gli esempi di semplificazione e accelerazione delle procedure di attuazione del PNRR nel decreto-legge al nostro al nostro esame. Ricordo, tra tanti, l'articolo 12, che semplifica e amplia l'accesso per gli studenti delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica alle borse di studio, contestualmente innalzando in misura significativa l'importo delle borse di studio. È importante ricordare, tra l'altro, che il PNRR prevede, nell'ambito della Missione 4, Istruzione e ricerca, 500 milioni per l'ingresso nelle università tramite borse di studio. Con le risorse del PNRR si incrementano, pertanto, in misura significativa le possibilità di accesso all'istruzione universitaria, in particolare per gli studenti in difficoltà economica, anche mediante la semplificazione delle procedure per la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari, che dovranno essere realizzati nel pieno rispetto di elevati standard ambientali, con un cofinanziamento massimo, da parte dello Stato, che viene innalzato, dal decreto-legge n. 152 del 2021, dal 50 al 75 per cento.

Tra le misure più significative del decreto-legge n. 152 al nostro esame vi è senz'altro l'articolo 21 che dà attuazione ai cosiddetti piani integrati, che hanno lo scopo fondamentale di migliorare l'inclusione sociale, riducendo l'emarginazione e le situazioni di degrado. L'articolo 21 del decreto-legge, è importante sottolinearlo, sin dal testo originario e quindi prima delle modifiche apportate dalla Commissione, dispone l'assegnazione di risorse alle città metropolitane per un ammontare complessivo pari a circa 2 miliardi e mezzo di euro per il periodo 2022-2026, da integrare con le risorse del Piano nazionale complementare, di cui al decreto-legge n. 59 del 2021, che sono ulteriori 210 milioni di euro, per gli anni 2021-2024.

Con queste risorse, i piani integrati destinati alle nostre città potranno promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero e la ristrutturazione delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, la riduzione del consumo energetico e il miglioramento dell'efficienza dei trasporti urbani, nel rispetto degli obiettivi ambientali stabiliti di recente dalla COP26 di Glasgow. L'obiettivo di tale misura del PNRR è, dunque, quello di rigenerare, rivitalizzare e migliorare le grandi aree urbane degradate, creando nuovi servizi alle persone e riqualificando e rendendo più accessibili tutte le infrastrutture del territorio urbano. L'intento dichiarato dalla norma è di trasformare i territori metropolitani vulnerabili in città intelligenti e sostenibili. Considerando che nel decreto-legge si stabilisce che le risorse dei piani integrati saranno ripartite tra le città metropolitane in base all'indice di vulnerabilità sociale e territoriale dei territori, l'articolo 21 del decreto-legge si propone, dunque, come un potente strumento di riequilibrio sociale e territoriale.

Colgo l'occasione per sottolineare il ruolo importantissimo dei comuni italiani, in generale, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e, in particolare, nel decreto-legge al nostro esame. L'Ufficio parlamentare di bilancio, nelle audizioni, ha sottolineato che i comuni italiani, complessivamente, dovrebbero attivare oltre 70 miliardi di investimenti. Questo significa che tra il 2023 e il 2025 i comuni investiranno, ogni anno, 12 miliardi in più rispetto ai livelli di investimento del periodo 2018-2020. Con questo sensibile incremento di spesa, i comuni si avvicineranno ai livelli di spesa dell'inizio del secolo. Ma attenzione, come è stato correttamente sottolineato nelle audizioni, i comuni italiani non sono più quelli dell'inizio del secolo. Il loro personale è drammaticamente diminuito: si calcola che tra il 2010 e il 2019 il personale dei comuni si sia ridotto di 100 mila unità, in termini percentuali del 21 per cento sul totale, tra l'altro in misura estremamente sperequata tra le diverse aree del Paese. Basti pensare che si è registrata una riduzione del personale del 35 per cento in regioni come la Campania e la Basilicata e del 30 per cento in Abruzzo e Calabria, mentre in altre aree, come il Trentino-Alto Adige, il personale è aumentato. È necessario, inoltre, non dimenticare che in tutto il Paese si registra un generale invecchiamento della media del personale occupato nei comuni italiani. Per più di due terzi, il personale oggi ha più di cinquant'anni, in molti comuni, in particolare nel Mezzogiorno, il personale, in prevalenza, non ha un adeguato livello di istruzione e meno di un dipendente su cinque è laureato. Questa è una cosa molto importante. Se queste sono le condizioni, è facile immaginare che per i comuni italiani sia estremamente complesso gestire un così rilevante volume di risorse per la partecipazione ai bandi e per sviluppare i progetti fino al livello di progettazione esecutiva, che consente di rendere le iniziative cantierabili e poi organizzare e aggiudicare le gare fino alla concreta realizzazione degli interventi, per poi finire con i collaudi delle opere e la rendicontazione finale delle iniziative, che deve essere rigorosa e nel pieno rispetto dei criteri comunitari.

Per evitare il rischio di ritardi o di inadempimenti veri e propri, la cosa più importante è dotare i comuni italiani del personale necessario per sviluppare e portare a termine tutti gli adempimenti richiesti, fino alla completa realizzazione degli interventi nei tempi stabiliti, altrimenti le risorse finiranno per essere concentrate nelle amministrazioni più grandi, più dotate di personale e delle competenze necessarie per la messa a punto e l'aggiudicazione dei bandi e per la realizzazione delle iniziative. Su questo, credo, siamo tutti d'accordo.

I risultati e le ricadute economiche e sociali dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dipenderanno in misura cruciale dalle capacità delle amministrazioni locali coinvolte, in particolare dalla capacità del personale e dalle professionalità presenti nei comuni. È chiaro che i comuni italiani sono soggetti attuatori del PNRR e avranno bisogno del necessario supporto per la progettazione e la realizzazione delle iniziative. È essenziale, pertanto, garantire assistenza tecnica alle amministrazioni locali, non solo per sostenere la loro partecipazione ai bandi ma anche per ottenere un adeguato livello di qualità dei progetti. Per questo credo sia importante sottolineare che in Commissione bilancio è stato approvato un emendamento dei relatori - e relativi subemendamenti - che punta al rafforzamento del personale, sotto il profilo quantitativo e naturalmente qualitativo, per sostenere iniziative e capacità di realizzazione dei comuni italiani. Per consentire l'attuazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, i comuni, che provvedono alla realizzazione degli interventi previsti dai progetti del Piano, potranno, in deroga alla normativa vigente, assumere, con contratto a tempo determinato, personale in possesso di specifiche professionalità per un periodo anche superiore a 36 mesi, fino al completamento del PNRR e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2026. Questo personale dovrà dare supporto alle amministrazioni locali per la progettazione e la realizzazione di tutte le iniziative previste per l'attuazione del PNRR. In particolare, dovrà assicurare assistenza tecnica e operativa qualificata agli enti locali e svolgerà funzioni molto rilevanti. Infatti, oltre al supporto e all'elaborazione di studi di fattibilità tecnico-economica ai vari livelli di progettazione, dovrà svolgere le analisi e tutte le attività necessarie per la partecipazione ai bandi di attuazione del PNRR, compresi i bandi che prevedono iniziative per la valorizzazione della cultura e della tradizione dei comuni italiani.

Tra le più importanti iniziative per valorizzare la cultura e la tradizione dei comuni italiani, credo che vi sia la promozione e il sostegno alle formazione bandistiche e corali che sono presenti in moltissimi comuni italiani. È fondamentale, quindi, che, con le risorse del PNRR, si promuova la realizzazione di corsi di formazione bandistica e corale. Questi corsi hanno lo scopo di diffondere il gusto della musica, di sviluppare tra i giovani che frequentano i corsi personali attitudini all'esecuzione dei vari generi musicali, di promuovere attività disciplinate di gruppo e di potenziare i complessi bandistici e corali esistenti.

Presidente, dopo la crisi pandemica che ha comportato la sospensione delle attività dei circoli culturali, credo davvero sia necessario rendere disponibili le risorse per un nuovo ciclo di corsi bandistici o corali, agevolando, nel contempo, l'accesso alle scuole di musica bandistica e la promozione della cultura musicale tra i ragazzi. A tutti i giovani, che si iscrivono ad un corso di formazione bandistica, credo sarebbe estremamente importante riconoscere un contributo sul costo sostenuto per l'acquisto di uno strumento musicale per la partecipazione al complesso bandistico. Questa nostra tradizione è la bellezza e la forza dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, nell'ambito della conversione in legge del decreto oggi in discussione per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l'emendamento promosso dal PD abbiamo voluto inserire la realizzazione di un sistema digitale semplificato per l'erogazione e la gestione di programmi di welfare che prevedano bonus per l'acquisto di beni e servizi. È un ulteriore passo in avanti per amministrazione e cittadini. Infatti, la missione “Digitalizzazione” del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha proprio l'obiettivo, alla Componente 1, di digitalizzare i maggiori processi della pubblica amministrazione, proprio in riferimento ai rapporti con il cittadino, per garantire servizi sempre più accessibili.

A tal fine, il nuovo articolo 28-bis dispone la digitalizzazione del processo di riconoscimento ed erogazione dei benefici economici pubblici, in coerenza con quanto richiesto anche dalle Camere sulla riforma delle imposte che indica l'opportunità di istituire un meccanismo volontario di erogazione diretta delle agevolazioni del pagamento con strumenti tracciabili. Nell'articolo si dispone che benefici economici siano forniti da un'amministrazione pubblica a favore di persone fisiche o giuridiche, residenti nel territorio dello Stato, destinati ad acquisti da effettuarsi presso POS fisici o virtuali attraverso una piattaforma tecnologica digitale. La piattaforma è affidata alla società pubblica PagoPA, che ha già progettato e gestito l'infrastruttura di base su cui poggerà il sistema con il meccanismo già conosciuto con il programma cashback o con il bonus vacanze. Si tratta del Centro Stella dei pagamenti elettronici integrato con l'App IO, che ne è l'interfaccia mobile. Quindi, stiamo parlando di un asset tecnologico dello Stato che può essere valorizzato per nuovi e ulteriori programmi di interesse collettivo, garantendo, per un verso, l'immediata erogazione per i cittadini alle imprese e, dall'altra, la tracciabilità e, dunque, la possibilità di verifica immediata rispetto alle frodi.

In questi anni abbiamo visto il proliferare di canali, modalità e strumenti per riconoscere i bonus, con una complessità gravosa per l'amministrazione, dispersiva per le persone e spesso anche inefficiente (ricordiamo i ritardi nell'erogazione dei bonus). Ogni volta un comune o un'amministrazione si sono ritrovati costretti a costruire un meccanismo specifico di erogazione e ogni volta le persone si sono trovate a districarsi tra le diverse modalità per accedere ad un diritto. Ecco, l'obiettivo di questo articolo è mettere a disposizione delle amministrazioni, appunto, la possibilità di utilizzare una piattaforma che permetta in modo semplice di attivare, erogare e accedere a programmi di welfare. Le PA potranno scegliere di ricorrere a tale piattaforma e i cittadini potranno beneficiare dei bonus in modo facile, in tutto ciò pagando con strumenti elettronici e vedendosi rimborsato immediatamente l'equivalente del beneficio a cui hanno diritto.

Dunque, la tecnologia digitale, di cui tanto parliamo, è utile quando aiuta a migliorare la vita delle persone. Per questo apprezziamo il sostegno che il Governo e il Ministro Colao hanno voluto dare a questa nostra proposta, proprio in coerenza con l'impostazione chiesta anche dalle Camere quando sostanzialmente è stato approvato il Piano italiano di ripresa e resilienza. Devo dire che questa importante iniziativa si lega anche alla realizzazione, annunciata ieri, della piattaforma digitale nazionale dei dati che attuerà una piena interoperabilità tra tutte le banche dati, a partire dall'Agenzia delle entrate, dall'INPS e dall'anagrafe della popolazione. Da una parte, gli enti si scambieranno i dati senza richiederli; dall'altra, il cittadino non dovrà fornire nuovamente le informazioni che la PA già possiede. Quindi, dal 2022, ogni cittadino non dovrà più conservare scartoffie ma avrà il cassetto digitale che farà da interfaccia tra i cittadini e la pubblica amministrazione. D'altra parte, come viene detto da più parti sono i dati il nuovo petrolio di questo millennio, sono i dati senza dubbio le fondamenta su cui andare a costruire una nuova pubblica amministrazione. Ma il digitale non è un pezzo: è un ecosistema fatto di informazioni, tecnologie innovative, come l'intelligenza artificiale, la connettività e le competenze. Dunque, per erogare i servizi sarà necessario che le pubbliche amministrazioni accedano anche ai dati in possesso di altre amministrazioni. La parola chiave, in questo caso, è “interoperabilità”, appunto, e la piattaforma nazionale dei dati renderà strutturale questa interoperabilità.

Abbiamo detto che il digitale non è, dunque, un insieme di tecnologie più o meno innovative, ma un ecosistema e, io direi, una piattaforma complessivamente abilitante per lo sviluppo economico e sociale del Paese. D'altra parte, non è un caso che il 27 per cento delle risorse siano dedicate alla transizione digitale.

Noi vogliamo arrivare ad essere tra le nazioni che siano entro il 2026 nel gruppo di testa in Europa tra le nazioni innovative sul digitale. Per questo, abbiamo bisogno di raggiungere 5 risultati: diffondere l'identità digitale, colmare il gap delle competenze digitali, portare le PA italiane tutte a utilizzare i servizi in cloud, raggiungere almeno l'80 per cento dei servizi pubblici erogati online, raggiungere il cento per cento delle famiglie con reti a banda ultralarga. Se il digitale è la soluzione, dunque, in grado di accorciare le distanze tra enti e individui, bisogna agire da un lato sull'infrastruttura digitale, snellendo le procedure secondo il principio che dicevamo prima, cioè del cassetto digitale; il principio once only, secondo cui le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiedere ai cittadini più volte la stessa cosa, nonché rafforzando le difese di cybersecurity; dall'altro, estendendo i servizi ai cittadini.

L'Italia sta recuperando il ritardo, ma deve accelerare ancora. Molto rapidamente, nell'edizione 2021 dell'indice di digitalizzazione dell'economia, l'Italia oggi si colloca, nel 2021, al ventesimo posto tra i 27 Stati membri; lo scorso anno eravamo venticinquesimi. Abbiamo compiuto dei progressi, soprattutto in termini di copertura delle reti ultraveloci, ma siamo in ritardo in termini di capitale umano. Abbiamo migliorato la percentuale degli utenti online che utilizzano i servizi di amministrazione online, ma, soprattutto, per quel che riguarda le piccole e medie imprese, si è raggiunto un livello base di intensità digitale che è addirittura al di sopra della media europea (merito, anche qui, dell'uso del sistema della fatturazione elettronica). Ma, soprattutto, c'è stato un forte incremento delle piattaforme abilitanti per i servizi pubblici, se pensiamo che lo SPID ha raggiunto i 20 milioni in aprile, con un aumento del 400 per cento rispetto al 2019, e le amministrazioni pubbliche che utilizzano lo SPID hanno toccato quota 7.420. L'App IO, lanciata ad aprile 2020 come accesso unico ai servizi pubblici digitali, ha fatto registrare, solo un anno dopo, oltre 11 milioni di download. Poi c'è un progetto che sembrava il fallimento della pubblica amministrazione digitale, cioè il progetto dell'Anagrafe unica dei cittadini. Ebbene, questo progetto, che era praticamente fallito, è stato preso in carica più di cinque anni fa dall'allora commissario Diego Piacentini e, da allora, è diventato il più grande progetto di successo: abbiamo finalmente un'unica banca dati di tutti i dati anagrafici della popolazione e dei comuni italiani; si è finalmente superata la logica delle singole anagrafi comunali; è proprio da qui che, sostanzialmente, parte la possibilità dell'interoperabilità.

Ci sono le idee, ci sono i progetti, ci sono competenze, però gli investimenti, anche cospicui, in questo settore digitale potrebbero non bastare se non sono guidati da politiche corrette e coerenti, che mirino ad identificare gli obiettivi, a misurare le performance, ad assicurare la continuità operativa, ad implementare i correttivi e a generare - questo è il punto più importante - alti livelli di competenze digitali in cittadini ed imprese.

Le indagini svolte in ambito OSCE portano a constatare che i Paesi che intendono emergere nella diffusione e nell'uso delle tecnologie digitali, devono avere degli obiettivi di policy, soprattutto devono promuovere la capacità di abbracciare la trasformazione digitale come motore principale della performance economica, anche rivedendo i modelli di business, mirando soprattutto a diventare forti esportatori di servizi ICT nel mondo. Questa trasformazione è tra gli elementi trainanti dello sforzo che caratterizza tutti i Paesi leader nel digitale. Se l'obiettivo prioritario, d'altra parte, di Next Generation EU è di dare una prospettiva di futuro soprattutto ai nostri giovani, le competenze digitali saranno fondamentali per aumentare la resilienza collettiva della nostra società. Solo dei cittadini dotati di autonomia e capacità digitale e una forza lavoro con elevate competenze potranno plasmare il proprio destino ed essere decisi e sicuri dei propri mezzi, anche andando nella direzione di una forte convergenza e competenza tra donne e uomini. Voglio concludere questo intervento e sottolineare il valore delle scelte che stiamo facendo con le parole di Ursula von der Leyen durante il discorso sullo stato dell'Unione, nel 2020. Eravamo in pieno lockdown per la pandemia e disse: immaginate per un attimo come sarebbe stata la nostra vita durante questa pandemia se non avessimo avuto il digitale.

Abbiamo visto nell'arco di poche settimane svolgersi un processo di innovazione e trasformazione, con i giovani che studiavano online, lo smart working, le fabbriche che hanno continuato a funzionare, ma abbiamo raggiunto i limiti di ciò che possiamo fare in modo analogico. Lo abbiamo capito ancora di più con la pandemia, ma la grande accelerazione è soltanto agli inizi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il decreto che stiamo per convertire sarà un punto di svolta per la ripresa della Nazione. Si fa un gran vociare, si organizzano convegni, ma poi arriva la realtà; la realtà di un Governo dei migliori, colleghi, che è in grande affanno sul PNRR. Ma proprio sull'innovazione - citiamo l'introduzione di una riforma della normativa del patent box - negli emendamenti governativi presentati in queste ore alla legge di bilancio: viene eliminato il know-how che costituisce il 90-95 per cento della proprietà intellettuale delle aziende italiane; si fa davvero un danno grave e irreparabile alla Nazione. Annunciamo già da oggi, su questo, dei subemendamenti per cercare di riparare a questa che è una sciagura. Abbiamo già portato avanti una battaglia, laddove abbiamo presentato emendamenti al decreto-legge fiscale e un ordine del giorno, approvato. C'è questa singolare abitudine: ci bocciate gli emendamenti, ma ci approvate degli ordini del giorno; come a dire “avete ragione, ma facciamo come ci pare”. Era un ordine del giorno volto alla revisione della normativa. La cancellazione, di fatto, della misura per lo sfruttamento di beni derivanti da proprietà intellettuale, colleghi, danneggia infatti la possibilità di pianificazione delle aziende e allontana gli investimenti esteri. È una misura che crea occupazione e premia le imprese migliori, quella del patent box, come ha detto, capitanando la protesta, l'avvocato Improta. Ma torniamo sul PNRR. Il PNRR si articola, come sappiamo, in sei macro categorie di intervento, denominate missioni. Ogni missione, poi, si suddivide in componenti, che a loro volta contengono le misure. Queste ultime descrivono il dettaglio degli interventi previsti dal Piano e si suddividono in riforme e investimenti. Tali misure devono essere completate rispettando un rigido cronoprogramma, che prevede il raggiungimento di una o più scadenze intermedie, dette milestone (ma si poteva scrivere traguardi, colleghi), e target (ma si poteva scrivere obiettivi); la lingua italiana è bella anche per la sua ricchezza terminologica.

Il cronoprogramma è cruciale per l'erogazione dei fondi. In base a un comunicato stampa diffuso dal Governo ai primi di novembre, le scadenze da raggiungere complessivamente per il PNRR entro la fine dell'anno sarebbero, colleghi, 51, di cui 29 già conseguite. A questo annuncio, però, non ha fatto seguito la pubblicazione di un elenco aggiornato con il dettaglio sullo stato di avanzamento dei diversi adempimenti. Openpolis, di cui riconosciamo tutti la validità scientifica, ha elaborato un accurato studio sul raggiungimento degli obiettivi. La maggior parte delle misure prevede la realizzazione di una sola scadenza entro la fine dell'anno, ma in alcuni casi queste sono in numero superiore. La misura “fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche” prevede infatti l'adozione di ben 5 adempimenti entro la fine dell'anno, due dei quali ancora da conseguire. Tra le scadenze che risultano ancora in corso, ve ne sono alcune che non destano preoccupazione in vista della scadenza del 31 dicembre.

Per 9 scadenze sulle 51 totali, invece, ad oggi, non risultano atti pubblicati; ad esempio, non è stato presentato nessun atto per quanto riguarda la politica di investimento proprio per il Fondo nazionale del turismo e su questo apro una parentesi: quello che sta accadendo con le nuove ulteriori restrizioni per il turismo che viene dall'estero sarà il colpo di grazia finale alla filiera turistica italiana che è fatta, non solo, di grandi catene alberghiere o di grandi tour operator, ma, soprattutto, di piccole e medie imprese, di agenzie turistiche, di B&B, di ospitalità diffusa, di piccoli alberghi. A tutti loro avete dato il colpo di grazia, perché ditemi voi, quando la concorrenza sulla vendita di una stanza è di poche decine di euro, inserire il tampone obbligatorio ovviamente va ad incidere su questo; è un disincentivo all'ingresso del turismo, come ha detto bene il vostro Ministro del Governo Draghi, il Governo dei migliori, Garavaglia, che giustamente difende il comparto che rappresenta. Quindi, su questo, siamo d'accordo, peccato poi, però, che accadano queste cose.

Lo stesso discorso vale anche per le risorse da destinare all'acquisto di autobus elettrici per la valorizzazione delle aree verdi, oltre che per la riforma delle norme sulla gestione delle risorse idriche. Ancora nessun atto anche per quanto riguarda l'adozione di una revisione dei possibili interventi per ridurre l'evasione fiscale. Stessa condizione, infine, anche per la definizione del piano di riorganizzazione per l'incremento di posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva il cui fine è quello di fronteggiare meglio eventuali emergenze pandemiche, anche in futuro. Quindi, colleghi, dove e quando si manifesta, direbbe il sempre citato Jep Gambardella di La grande bellezza, questa vostra presunta capacità, superiorità del Governo dei migliori? Dove e quando? Come vedete, questo è il ruolo dell'opposizione: vigiliamo, vi diamo i tempi, controlliamo le scadenze e non le state rispettando e siamo molto preoccupati, perché, se non ci riesce “super Draghi”, con il super Governo dei migliori, che peraltro sta esautorando il Parlamento da ogni discussione e da ogni attività emendativa, realmente emendativa, non sappiamo chi possa riuscirci.

Le riforme e i progetti connessi al PNRR costituiranno, già nei prossimi mesi, una sfida politica per il Parlamento. Le risorse sulla digitalizzazione, a cui faceva riferimento la collega Bruno Bossio, che stimo per la sua onestà intellettuale, dovranno essere strettamente monitorate. La costituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale rappresenta, di fatto, la linea del Piave per garantire che soggetti ostili non siano presenti nelle nostre infrastrutture strategiche e su questo abbiamo dato il nostro contributo di opposizione propositiva, abbiamo sostenuto la costituzione dell'Agenzia, perché la ritenevamo uno strumento necessario per dare seguito al controllo e alla difesa della sovranità digitale, intesa, non solo, in termini ovviamente nazionali, ma a livello europeo. Sarebbe, quindi, davvero un controsenso, colleghi, che le imprese cinesi -chiamiamole con il loro nome, senza riferirsi a perifrasi tipo “aziende extraeuropee”, quindi le imprese cinesi - fossero tra i destinatari finali dei miliardi per la transizione digitale, come accaduto sinora con Consip e altre migliaia di stazioni pubbliche appaltanti. Andatevi a vedere gli esiti e vedrete - penso che anche il collega Sensi sarà d'accordo con me su questo punto - chi li ha vinti quei miliardi appaltati. Oltretutto, questo dimostra anche che c'è un controsenso, il paradosso perfetto della Cina, e lo abbiamo visto con i recenti appuntamenti mondiali, e cioè produce, come nell'Ottocento, con il carbone, il fossile e tutto quanto e, poi, è egemone nel mercato delle rinnovabili, dei pannelli fotovoltaici, delle componenti eoliche e di tutto quello che si chiama greenwashing. Per cui, il più grande produttore ed egemone anche con riferimento ai metalli rari - e qui entra anche la geopolitica, anche l'Afghanistan e l'Africa -, paradossalmente, è quello che fa concorrenza sleale, per cui noi chiediamo i dazi di civiltà, perché, se produci come nell'Ottocento, devi pagare almeno una sanzione per essere concorrenziale, e permettere di essere concorrenziale a chi, invece, produce secondo i nuovi indirizzi sostenibili. Quindi, devi essere punito per questo, almeno con i dazi, non dico con altre forme più aggressive.

La presenza cinese nella transizione digitale, colleghi, deve essere controllata, perché nell'ultimo decennio, in particolare dal 2015 ad oggi, essa ha messo radici troppo profonde nella nostra Nazione; ricordo Alibaba, Huawei, ZTE, Hikvision, Lenovo e Xiaomi. Su questo abbiamo presentato uno specifico emendamento a questo decreto, volto a costituire una white list, una lista di operatori certificati, per gli appalti della digitalizzazione, così da salvaguardare la sovranità digitale, almeno a livello occidentale. È una preoccupazione, quella dell'infiltrazione cinese nei nostri servizi digitali, espressa per la prima volta proprio dal Copasir che sta facendo il suo lavoro in maniera eccellente.

Le gare - e ci rivolgiamo al Ministro Colao, in contumacia, perché il Ministro Colao è uso non frequentare quest'Aula, perché evidentemente la considera una perdita di tempo; ogni volta lo dobbiamo sollecitare con il question time, con audizioni coatte in Commissione, perché non ha grande interesse a seguire l'attività parlamentare - dovranno garantire la massima attenzione alla sicurezza nazionale, dato il ruolo certificatore proprio dell'Agenzia per il cloud nazionale; questo è un fatto che ovviamente ci rassicura, ma terremo alta la vigilanza.

Veniamo, appunto, al cloud nazionale, a cui faceva riferimento anche la collega Bruno Bossio, trattato nel provvedimento in esame. È notizia di ieri, colleghi, l'ennesimo rinvio dell'esame delle mozioni sul cloud nazionale che noi con ironia abbiamo definito come l'“unicorno”, cioè mozioni che appaiono, scompaiono e, poi, riappaiono, perché evidentemente sono complesse e trovare una sintesi di questa enorme maggioranza del 95 per cento risulta essere complicato. Questo protrarsi delle discussioni sulle mozioni è durato quasi un anno, colleghi. Fratelli d'Italia ha presentato un aggiornamento della propria, con il collega Butti, appunto per affrontare il tema dei bandi del Polo strategico nazionale. Nel frattempo, il mondo economico è cambiato radicalmente e sapete tutti a cosa facciamo riferimento. Il meccanismo di gara messo in campo dal Governo per la realizzazione del Polo strategico nazionale seguirà lo schema del partenariato pubblico privato e “fino a qui tutto bene” - diceva un noto film -, attraverso il coinvolgimento di società private di cui saranno in una prima fase valutate comparativamente le proposte, individuando il progetto maggiormente rispondente alle esigenze definite dal Governo, con una seconda fase di messa a bando della proposta che verrà ritenuta più in linea con le esigenze nazionali, di sicurezza nazionale digitale, aggiungerei io.

Stando a quanto annunciato, entro i primi giorni del 2022, il Governo intende pubblicare il bando di gara per l'assegnazione del Polo strategico nazionale, altro nodo centrale della sovranità digitale; entro la fine del 2022 si prevede appunto il collaudo dell'infrastruttura con l'obiettivo di arrivare, tra la fine del 2022 e il 2025, al completamento della migrazione dei dati delle pubbliche amministrazioni. Il fatto che uno dei componenti della cordata, TIM, operi nel settore del cloud in partnership con la tecnologia fornita da Google Inc, operatore soggetto alla normativa extra territoriale USA del Cloud Act, non ci rassicura di certo; la procedura per la realizzazione del Polo strategico nazionale, già in corso, infatti, presenta diverse criticità, come la modalità con cui si è costruita la cordata principale, composta, colleghi, come sappiamo, da Cassa depositi e prestiti, Sogei, Leonardo e TIM, consentendo a CDP di comportarsi come un soggetto di mercato alla ricerca dei propri partner, mentre le partnership pubblico-privato prevedono, colleghi, la presentazione di proposte progettuali da parte di sole imprese private, a cui si potranno affiancare, solo in un secondo momento, i soggetti pubblici che per la loro natura dovranno essere equidistanti dai soggetti di mercato. Quindi, di che cosa stiamo parlando? È la solita confusione all'italiana. Al contrario, come evidenziato da fonti stampa - perché qui in Parlamento i Ministri hanno qualche difficoltà a venire ad interloquire - addirittura, è stato chiesto a soggetti pubblici, anzi, sarebbe stato chiesto a soggetti pubblici, Poligrafico e Zecca dello Stato, INPS e INAIL, che avrebbero la struttura per poter affrontare questo bando, di farsi da parte per non indebolire la cordata partecipata da CDP. Quindi, siamo in presenza di una concorrenza interna ad apparati dello Stato.

La presenza, in una delle cordate di Sogei, società in house del Ministero dell'Economia e delle finanze, già indicata come Polo strategico nazionale, ai sensi dell'articolo 33-septies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, fino all'approvazione del decreto-legge del 6 novembre 2021, n. 152, cosiddetto decreto-legge PNRR, con il quale il Governo, all'articolo 7, comma 3, ha revocato tale status di PSN alla stessa Sogei. Quindi, un trucco, una sorta di escamotage. Quasi contemporaneamente, Sogei diventa parte attiva in un'aggregazione che concorre all'assegnazione di ingenti investimenti pubblici per la realizzazione del Polo strategico nazionale.

Con tale intervento, quindi il Governo intenderebbe far venire meno, da un punto di vista meramente formale, lo status di Polo strategico nazionale di Sogei, per consentirgli di partecipare all'aggregazione di imprese pubbliche o private di cui sopra.

Ma, colleghi, l'aver cancellato con un colpo di spugna questo status di Sogei, quale Polo strategico nazionale, pone la stessa Sogei nella condizione di non poter operare in questo momento e, con essa, tutte le altre Agenzie del gruppo, dalle Dogane alle Entrate e riscossione, perché, appunto, prive di quello status di Polo strategico nazionale necessario per poter gestire, con ruolo, tutti i dati strategici degli italiani, che Sogei stessa tratta e custodisce. Quindi comprendete quale caos è stato creato su questi bandi?

Risulta analogamente anomala la presenza, nell'ambito del primo raggruppamento per il PSN, come abbiamo visto, anche di un altro soggetto pubblico, Cassa depositi e prestiti, la quale detiene una partecipazione della stessa TIM, avendone acquistato la quota azionaria con il risparmio postale degli italiani - ricordiamo, infatti, che i fondi di CDP non sono di CDP, il management di CDP non è un management bravo ad accumulare risorse, perché sono risorse degli italiani, quindi ha solo il compito di gestirle e, molto spesso, le gestisce come se fossero private -, risultando così esposta, oggi, ad un'importante minusvalenza, facendo sorgere il dubbio che l'assegnazione della commessa relativa al cloud possa essere, in realtà, usata come pretesto proprio per agevolare la risalita del titolo TIM, che, comunque, è un soggetto privato, per sciagurate strategie del passato, che, di fatto, è partecipato anche da fondi esteri.

Lo stesso cloud di TIM ha tecnologia americana ed è, quindi, soggetto al Cloud Act americano, non alle nostre leggi. Quindi, attenzione, colleghi, Fratelli d'Italia è in piena coerenza con una posizione conservatrice e sovranista anche nell'ambito digitale, sempre a livello confederale europeo: cioè, ogni nazione deve avere le proprie infrastrutture e, insieme a quelle degli altri Stati europei, essere autonoma sia da un blocco sia dall'altro, sicuramente da quello cinese, che è il più ostile, ma, comunque, visto che ormai abbiamo una nostra maturità e che dal dopoguerra - questo infinito dopoguerra della Seconda guerra mondiale - è passato qualche decennio ed è cambiato anche il secolo, forse siamo maturi per non essere dipendenti da infrastrutture e da leggi americane, anche sul digitale.

Quindi, come diceva con una battuta in audizione un amministratore delegato italiano di una nota azienda cinese, bisogna solo capire da chi vogliamo essere spiati, se da uno o dall'altro.

La battuta rimbalzò in una di queste audizioni. Quindi, dobbiamo solo scegliere da chi dobbiamo essere spiati.

La nostra mozione - quella che abbiamo aggiornato e presentato insieme al collega Butti - vuole risolvere queste criticità - impegnando ad assicurare la chiarezza delle regole, la parità delle condizioni competitive per il mercato e la massima trasparenza nella gestione della procedura di gara per la realizzazione del Polo strategico nazionale, adottando iniziative volte alla sospensione delle procedure in corso fino al momento in cui saranno chiarite le criticità esistenti e corrette attuali anomalie nelle procedure di gara, a partire proprio, colleghi, dalla correzione nel ruolo di Sogei, escludendone la partecipazione in qualità di soggetto partecipante a uno dei raggruppamenti in gara e affidando alla società un ruolo esecutivo, successivo all'aggiudicazione della gara stessa, affianco del raggruppamento che risulterà vincitore e chiarendo in merito al ruolo affidato alla società “Difesa servizi SpA”, società in house, ovviamente del Ministero della Difesa, precisando se questa avrà un ruolo effettivo nella fase di predisposizione e aggiudicazione del bando o se, invece, avrà una funzione meramente notarile e se non ritenga che, dato il ruolo contemporaneo di assegnatario e potenziale cliente, possa sorgere un conflitto di interessi.

Colleghi, quindi, il PNRR deve essere anche lo strumento per la cybersicurezza: ogni euro in digitalizzazione deve essere un euro in sicurezza cibernetica, altrimenti rischiamo casi eclatanti, come quello recentissimo di Sogin. Su questo caso abbiamo presentato uno specifico emendamento. Vediamo una criticità principale, sempre per la digitalizzazione: il credito d'imposta “Transizione 4.0” - ha notato Liturri su La Verità - per imprese anche editoriali. Una misura, colleghi, che, con diverse modalità ben note agli imprenditori e ai consulenti, esiste già dal 2017 ed è sempre stata pacificamente cumulabile con altri incentivi, come la “legge Sabatini” o il credito d'imposta per investimenti al Sud. L'unico limite è sempre stato il divieto di superamento del 100 per cento del costo, ma, dal 2021, anche per fare numero e raggiungere la quota del 25 per cento del PNRR dedicata alla transizione digitale, l'incentivo per beni 4.0 - ascoltate bene, colleghi - è finanziato da 13 miliardi di fondi UE e altri 5 di fondi nazionali ed è entrato nella Missione 1 del PNRR sotto il nome di “Transizione 4.0”. Deve, quindi, necessariamente rispettare le regole UE. Tra queste, purtroppo, colleghi, ce n'è una che vieta il doppio finanziamento del medesimo costo. Nulla di nuovo, poiché è sempre esistita nell'ambito della normale programmazione di bilancio della UE, finalizzata ad impedire che uno stesso costo ricevesse benefici da diversi strumenti o programmi dell'Unione. In linea di principio è giusto, ma cosa succede in questo caso? Tale divieto è stato inserito anche nelle norme UE (articolo 9 del regolamento (UE) 2021/241) che disciplinano proprio il PNRR, ma, come spesso accade, quando le norme UE sono recepite in Italia, lo scorso 14 ottobre il MEF ha emanato una circolare firmata dal Ragioniere generale Biagio Mazzotta, in cui una sapiente manina, peraltro ben annidata in un allegato, ha esteso il divieto di doppio finanziamento aggiungendo oltre agli strumenti della UE anche le risorse ordinarie del bilancio statale, andando così ben oltre, colleghi, la disposizione del regolamento UE.

Di conseguenza, il divieto di doppio finanziamento per lo stesso costo non riguarda solo strumenti e programmi dell'Unione, ma si estende a incentivi finanziati con risorse del bilancio statale. Quindi, colleghi, qualsiasi iniziativa finanziata dal PNRR sarà caratterizzata dall'assoluto divieto di cumulo con qualsiasi altro tipo di agevolazione. Chi glielo va a spiegare ora agli imprenditori che avevano pianificato o già eseguito investimenti facendo affidamento sull'agevolazione 4.0, cumulata con la “legge Sabatini” o il credito d'imposta per gli investimenti al Sud o altri aiuti regionali, come il regime ombrello del “decreto Rilancio” del 2020? Si troveranno così costretti a scegliere tra la prima agevolazione e una delle altre. Questi sono i regali della UE, che prontamente, in maniera pedissequa, i nostri uffici, senza guardare all'interesse nazionale, trasformano in diktat economici.

Sulla banda larga, poi, colleghi, le risorse del PNRR dovranno essere investite sia in sostegno alla domanda con i voucher, oltre alla necessità di sostenere il Fixed wireless access. Il divario digitale, quindi, assume una multidimensionalità - economica, di livello d'istruzione, generazionale, territoriale -, determinando notevolissime disparità nell'accesso a Internet.

E vorrei rispondere alla collega Bossio, che, ripeto, stimo, ma che ha concluso con una citazione della von der Leyen assolutamente propagandistica, perché è vero che ci siamo in alcune aree, salvati grazie alla digitalizzazione, ma è anche vero che ci sono grandi territori dell'Italia che proprio grazie alla pandemia e al lockdown hanno scoperto di essere completamente tagliati fuori dalla digitalizzazione e non bisogna andare solo nel Centro-Sud, basta andare a Roma, nel quartiere Tor Bella Monaca, dove i ragazzi non potevano seguire la DAD e i genitori non potevano lavorare in smart working. Questo paradiso digitale descritto dalla collega Bossio e dalla von der Leyen, in realtà, non esiste, è di là da venire, come lei stessa ha denunciato nella necessità di accelerare la copertura della digitalizzazione.

Questa è la grande contraddizione: da un lato, c'è una esaltazione quasi mistica della digitalizzazione, come se fosse la soluzione di tutti i problemi, dall'altra, si è consapevoli dei fortissimi ritardi europei, ma soprattutto italiani, su questo.

Portare la banda ultralarga, quindi, nei territori che ne sono ancora privi è il primo indispensabile passo per affrontare il problema. Un inciso: l'articolo 20, interventi di realizzazione delle reti in fibra ottica del DDL concorrenza, prevede l'obbligatorietà di coordinamento tra operatori che intendano effettuare interventi di realizzazione di reti di accesso in fibra ottica nelle stesse aree. La ratio della norma, seppur condivisibile, in quanto ha l'obiettivo di far sì che le opere civili siano fatte una sola volta con divisione dei costi, non tiene conto di alcune criticità. La concentrazione fra operatori provocherebbe, infatti, un inevitabile allungamento dei tempi dei lavori, considerando che tale assetto necessiterebbe il previo accordo fra i vari operatori che insistono sulla stessa area. Il tutto sarebbe peraltro in contrasto con l'obiettivo di Colao: un'Italia digitale più moderna, semplice, equa e inclusiva entro il 2026; noi sinceramente su queste previsioni di Colao non ci metteremmo un centesimo, perché, purtroppo, già altre volte non sono stati rispettati alcuni obiettivi al riguardo.

La transizione ecologica passa dall'innovazione tecnologica e da un rinnovato rapporto con il pianeta che metta in equilibrio le esigenze delle imprese e quelle ambientali: in teoria siamo tutti d'accordo, bloccando i consumi esasperati della turbo globalizzazione, come ha ricordato anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli. La Cina è il principale paradosso, come dicevamo prima, è prima esportatrice di materiali per le rinnovabili, ma è la principale fonte di inquinamento al mondo; nel nome e nel segno di Paolo Colli, che è stato il fondatore di Fare Verde, nonché maestro di vita ecologista e anche di militanza ecologista, continua la nostra lotta ambientale; come scrisse anche Roger Scruton, la tutela ambientale è una battaglia tipicamente conservatrice. Le risorse della terra sono limitate e di conseguenza l'Italia ha la necessità di indirizzare la ricerca verso nuove fonti che non siano un ritorno al passato, ma un passo verso il nucleare di quarta generazione. Innovare l'urbanistica attraverso la digitalizzazione significa quindi coniugare maggiore efficienza dei servizi e riduzione dei costi, pensare in ottica di smart street significa usare la tecnologia per monitorare il traffico, il clima, il parcheggio, quindi, l'inquinamento, la manutenzione stradale e la qualità dell'aria.

Sono emerse diverse proposte sulla rigenerazione urbana, come lo sviluppo di smart parking per un parcheggio più veloce, con una mappa in tempo reale, o di lampioni stradali a led, più economici, meno inquinanti e utili come strumenti di rilevamento, come le stazioni per una visione di smart city.

Anche per il trasporto pubblico locale è necessario completare la transizione verso l'elettrico, migliorando la qualità dell'aria, riducendo le emissioni di CO2 e l'inquinamento acustico. In senso più ampio, colleghi, è necessario adottare iniziative per sviluppare una rete elettrica intelligente con la riqualificazione degli edifici attraverso collegamenti a impianti a energia rinnovabile. Rete intelligente significa, sia aumento di qualità e affidabilità, che stimolo per nuove opportunità imprenditoriali.

Colleghi, chiediamo alla Presidenza della Camera di modificare gli assetti delle Commissioni su questo. Fratelli d'Italia ha proposto - e su questo sappiamo che esiste un'interlocuzione con la Presidenza di Camera e Senato - una Commissione bicamerale sull'innovazione sul PNRR, dato che i flussi di lavoro sono talmente frastagliati nelle Commissioni permanenti da non riuscirà a avere una visione organica e soprattutto un cronoprogramma utile. Riteniamo che il Parlamento debba scrivere le regole del gioco e non subirle, come sta accadendo in questa singolare seconda metà di legislatura, in cui “il Governo dei migliori” di fatto ha esautorato il Parlamento (e parlo anche ai colleghi della maggioranza che non hanno diritto di parola e di emendamento).

Siamo alla trentaduesima fiducia, colleghi, e questo è inquietante in questa Nazione che si definisce democratica.

Noi vogliamo dare certezza agli operatori dell'innovazione e della cultura e su questo c'è l'impegno concreto, propositivo, determinato, oltre che la vigilanza di Fratelli d'Italia, che è la forza che più interpreta in questa stagione, in questa epoca di grandi cambiamenti e di grandi pericoli e fragilità sociali, la Nazione.

Io chiedo - e concludo - maggiore sensibilità da parte dei colleghi della maggioranza, perché ogni fiducia imposta a questo Parlamento è un momento di libertà in meno.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Masi. Ne ha facoltà.

ANGELA MASI (M5S). Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, ci ritroviamo oggi a discutere il decreto-legge n. 152 del 2021, che ha, come obiettivo, quello di raggiungere ulteriori 7 dei 51 obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza il cui conseguimento è previsto entro il 31 dicembre. Un testo importante, proprio perché finalizzato all'attuazione del PNRR e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. È importante anche perché si riferisce ad ambiti che hanno subito particolarmente le drammatiche conseguenze della pandemia, a partire dal settore turistico, con cui si apre il decreto e questo mi sembra un messaggio simbolico importante.

Il pacchetto turismo del PNRR ammonta complessivamente a 2,4 miliardi. Per essere operativo lo schema ha bisogno di una componente normativa che appunto è quella contenuta nel decreto e di una parte che sarà introdotta attraverso atti amministrativi. Questo comparto chiede giustamente risposte serie a situazioni di crisi legate a COVID, crisi che si è sovrapposta a un'atavica sottovalutazione delle politiche nazionali e non solo.

Entriamo allora nel dettaglio degli articoli del decreto che ci accingiamo a votare in quest'Aula per analizzarne la portata e la potenzialità.

Nel primo articolo si riconosce alle imprese alberghiere, alle strutture che svolgono attività agrituristica, le strutture ricettive all'aria aperta, nonché alle imprese del comparto turistico ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, complessi termali, porti turistici parchi tematici, un regime incentivante specifico sotto forma di credito d'imposta e di contributo a fondo perduto, tra loro chiaramente cumulabili, per la realizzazione principalmente di interventi come: incremento dell'efficienza energetica per le strutture e di riqualificazione antisismica, interventi di eliminazione delle barriere architettoniche per un turismo più accessibile, interventi edilizi di manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, realizzazione di piscine e acquisizione di attrezzature e apparecchiature per lo svolgimento di attività termali e per le spese per la digitalizzazione.

La disciplina introduce, dunque, la possibilità di beneficiare di un credito d'imposta pari all'80 per cento dell'ammontare delle spese sostenute per la realizzazione di questi interventi.

Aspetto molto importante è che il beneficio può essere utilizzato in compensazione oppure ceduto, in tutto o in parte, con la facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, chiaramente comprese le banche e gli intermediari finanziari.

A questo si aggiunge un contributo a fondo perduto non superiore al 50 per cento delle spese sostenute fino a 40 mila euro, ma che può aumentare fino a 100 mila euro, se si rispettano determinate caratteristiche, come la presenza di imprese nel Mezzogiorno.

L'articolo 2 del provvedimento istituisce, nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, una sezione speciale turismo, per la concessione di garanzie su finanziamenti erogati sempre a quei soggetti di cui vi ho parlato in precedenza, quelli nell'articolo 1, e per garantire ai giovani fino a 35 anni di età che intendono avviare un'attività nel settore turistico, una garanzia.

L'articolo 3, sempre legato al comparto turistico, prevede un fondo per la concessione di contributi diretti alla spesa per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale, di importo molto superiore rispetto a quelli dell'articolo 1 o, comunque, non inferiore a 500.000 euro e non superiore a 10 milioni di euro, da realizzare entro il 31 dicembre 2025; il contributo è concedibile nella misura massima del 35 per cento delle spese e dei costi ammissibili.

L'articolo 4 prevede che fino al 31 dicembre 2024 vi è un credito d'imposta del 50 per cento per i costi sostenuti, utilizzabile in compensazione a decorrere dall'anno successivo a quello in cui gli interventi sono stati realizzati, e fino a un importo massimo di 25.000 euro, per quegli investimenti e attività di sviluppo digitale come, ad esempio, Wi-Fi, siti web ottimizzati per sistema mobile, programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi e pernottamenti, spazi e pubblicità per la promozione e commercializzazione di servizi e pernottamenti turistici, sussidi e piattaforme informatiche e, ancora, marketing digitale e tanto altro. I destinatari della misura sono le agenzie viaggi e i tour operator. Anche in questo caso, come nei precedenti, il credito di imposta può essere ceduto, in tutto o in parte, ad altri soggetti terzi, comprese le banche e gli intermediari finanziari.

Inoltre, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e residenza, l'articolo 8 autorizza la costituzione di uno specifico Fondo dei fondi; all'interno di questo è prevista la costituzione di una sezione denominata Fondo per il turismo sostenibile, con una dotazione pari a 500 milioni di euro, per l'attuazione delle linee progettuali e di sviluppo e resilienza delle imprese del settore turistico, destinando, tra gli altri, il 50 per cento sempre per interventi a supporto degli investimenti di riqualificazione energetica relativi al settore.

Presidente, colleghi, sappiamo bene che le risorse del PNRR per il turismo non sono molte. Registriamo comunque lo sforzo, anche di visione, fatto in questo provvedimento, che può rappresentare il tassello di una strategia più ampia e di prospettiva necessaria per il rilancio del settore e alla quale il MoVimento 5 Stelle continuerà a dare il proprio contributo, anche con la proposta a mia prima firma in materia di digitalizzazione e di sostenibilità del comparto turistico.

Tornando al merito del provvedimento in esame, sarà poi necessario fare un successivo monitoraggio della sua attuazione in base al quale mettere o meno a disposizione nuove risorse utili a far raggiungere gli obiettivi prefissati. Bisognerà altresì fare in modo che le forme di sostegno previste siano destinate effettivamente, in via prioritaria, a quelle strutture che oggi non hanno ancora usufruito di misure per l'efficientamento energetico e, allo stesso modo, si dovrà mantenere l'impegno di destinare effettivamente il 40 per cento dei fondi al Mezzogiorno, nel settore del turismo. Soprattutto, però, deve essere chiaro che, accanto a queste forme di supporto per investimenti di medio e lungo termine, devono continuare ad esserci misure per il settore turistico nel breve termine. Il nostro auspicio è che già la legge di bilancio dia un segnale in questa direzione e permetta al settore di superare questo forte momento di difficoltà, a maggior ragione dopo le restrizioni imposte dal Ministero della Salute. In una fase così delicata come quella che stiamo attraversando, per valorizzare appieno le potenzialità del settore un aspetto non può essere disgiunto dall'altro. Da un lato, dobbiamo certamente prevedere misure per il sostegno immediato, per scongiurare che, nel breve termine, molte imprese chiudano i battenti; dall'altro, però, dobbiamo volgere lo sguardo ai prossimi mesi e anni, occupandoci di promuovere il modello italiano, un modello che fa tesoro delle migliori esperienze passate ma che sia anche in grado di innovare e di percorrere strade nuove, più adeguate a una fase in cui sempre più transizione ecologica e innovazione tecnologica saranno al centro della vita delle persone.

Dicevamo che la misura volge lo sguardo al futuro, all'attuazione del Piano di ripresa e resilienza e alla ripartenza del Sud Italia e alle aree più svantaggiate del Paese. Sotto questo profilo, è senza dubbio una buona notizia l'attenzione per le zone economiche speciali, le cosiddette ZES, sulle quali il MoVimento 5 Stelle ha accentrato molta parte delle sue attenzioni e su cui riponiamo grande fiducia. Io, in particolare, seguo costantemente le due esperienze presenti nella mia regione, la Puglia, e giudico importante che questo decreto abbia modificato e integrato la disciplina operativa, proponendosi di colmare quelle lacune che, in questa prima fase attuativa, avevamo individuato ed evidenziato, sperando appunto che vengano superate tutte quelle mancanze che ne hanno impedito la piena operatività.

In tal senso, la previsione di uno sportello unico digitale presso ogni commissario straordinario, tramite il quale i soggetti interessati ad avviare una nuova attività presentano il proprio progetto è una novità davvero importante e utile per tutte le imprese che vogliono insediarsi in una ZES. Un unico interlocutore, raggiungibile per via telematica, a prima vista può sembrare chiaramente una cosa banale ma, in realtà, per chi si trova a operare concretamente sul campo è un elemento di semplificazione utile e vantaggioso.

Molti temi su cui ci battiamo da tempo trovano spazio in questo provvedimento, dalle norme sulle infrastrutture ferroviarie, all'edilizia giudiziaria, passando per i tanti elementi di innovazione tecnologica e transizione digitale. Poi, ci sono tutti gli articoli legati all'efficientamento energetico, alla rigenerazione urbana, alla mobilità sostenibile, alla messa in sicurezza degli edifici e del territorio e alla coesione territoriale, con riferimenti importanti alle scuole innovative e alle borse di studio, all'interdisciplinarità delle classi di laurea, alla formazione di profili professionali innovativi.

Centrale è anche il capitolo legato al personale e all'organizzazione delle pubbliche amministrazioni, in particolare alla individuazione di tutti i professionisti necessari all'attuazione dei progetti previsti dal PNRR.

Il MoVimento 5 Stelle ha contribuito a migliorare buona parte di queste previsioni nel corso dell'esame parlamentare, e per questo ringrazio la Commissione bilancio, come sempre mettendo in primo piano i cittadini. Cito, per tutti, due esempi che ci stanno particolarmente a cuore. Il primo, attualissimo, riguarda il caro bollette. È un'importante iniziativa che abbiamo messo in campo, per tutelare le famiglie. Grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle, a prima firma del nostro capogruppo, Davide Crippa, spostiamo in avanti l'ingresso nel mercato libero dell'energia per le utenze domestiche fragili. La pandemia energetica, che ha seguito quella sanitaria, sta facendo schizzare alle stelle il costo dell'energia elettrica e del gas e ciò rischia di danneggiare, in maniera irreversibile, proprio gli utenti più vulnerabili, quelli che sono a rischio di finire in condizioni di povertà energetica. Mentre ci accingiamo a esprimere, in quest'Aula, il nostro voto alla conversione del decreto, il nostro pensiero andrà anche alle tante, troppe famiglie per le quali 20 o 30 euro in più in bolletta rappresentano un problema insormontabile. Appena questo decreto sarà convertito in legge, tali famiglie avranno la possibilità di sottrarsi per un altro anno alle dinamiche del mercato libero, che già negli anni passati ha dimostrato di comportare costi molto più elevati rispetto a quello tutelato. Nel 2020, i prezzi del mercato libero superavano quelli di maggior tutela addirittura del 57 per cento; pensiamo a cosa potrebbe accadere oggi, con i mega-rincari degli ultimi mesi. Il nostro intervento consente di far slittare l'uscita obbligatoria dalla maggior tutela dal 1° gennaio 2023 al 1° gennaio 2024. I clienti domestici avranno la possibilità di uscire in maniera graduale dal regime tutelato fino all'inizio del 2024, continuando a pagare prezzi calmierati, con la permanenza in un regime di tutela graduale per i più vulnerabili, appunto. Un risultato importante, che conferma il modus operandi del MoVimento 5 Stelle: lavorare costantemente per il progresso del Paese, senza lasciare indietro alcuno. Per utilizzare un'espressione a noi cara, a cui ha fatto ricorso anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio in riferimento alle caratteristiche della transizione ecologica, la transizione che vogliamo, ecologica, tecnologica, burocratica, o è anche solidale e inclusiva o non è una vera transizione.

Un altro risultato importante del nostro lavoro parlamentare è la proroga di 4 mesi del contratto dei navigator con ANPAL servizi e non con le regioni, come inizialmente previsto dall'emendamento dei relatori del Partito Democratico e di Forza Italia, che noi ritenevamo insoddisfacente. Il MoVimento 5 Stelle è riuscito a impedire un netto peggioramento delle condizioni lavorative di questi soggetti. Parliamo di persone laureate, altamente qualificate per svolgere le funzioni loro assegnate. Disperdere questo capitale umano, per noi, sarebbe un vero e proprio errore; abbiamo evitato, per ora, lo scenario peggiore, ma continueremo a lavorare per la loro tutela e la loro valorizzazione.

Per questo, con un ordine del giorno, chiederemo al Governo l'apertura di un tavolo ministeriale al Lavoro, con l'obiettivo di garantire la continuità occupazionale.

Da quasi 2 anni ormai l'agenda politica è dominata dalla lotta alla pandemia, ma, grazie anche al grande lavoro fatto dalle prime ore dal MoVimento 5 Stelle, abbiamo gettato le basi per una reazione e una ripresa possibile soltanto grazie alla grande forza d'animo degli italiani, che chiaramente sappiamo molto stanchi. Abbiamo ottenuto dall'Europa risorse importanti proprio per progettare la nostra ripartenza su nuove basi e ora siamo in dirittura d'arrivo per completare questa prima fase di programmazione degli interventi e messa a punto di quel quadro normativo che dovrà consentire di attuarli.

Con il cosiddetto “decreto Recovery” facciamo un passo in avanti significativo, pur nella consapevolezza che ne mancano tanti altri e che ogni provvedimento che ci attende, da qui al termine della legislatura, è quel tassello in più di questo complesso e ambizioso puzzle.

La legge di bilancio, che è all'esame del Senato, così come i prossimi provvedimenti che arriveranno in quest'Aula, dovranno continuare a dare sostegno in primis a quei settori della società che più di altri subiscono il peso della pandemia. Come accennavo poc'anzi, dovremmo continuare a farlo tenendo insieme gli interventi volti a scongiurare nel breve termine il determinarsi di danni irreparabili con altre misure, invece, basate su una visione di medio e lungo periodo, quella che ci consentirà, appunto, di costruire un Paese prospero e solidale in grado di realizzare quei progetti sostenuti dal PNRR, ma, al tempo stesso, di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, di creare imprese e posti di lavoro e contemporaneamente di aiutare chi è rimasto indietro. Sono già tante le misure con queste caratteristiche che abbiamo realizzato da quando siamo al Governo: parliamo del superbonus, delle comunità energetiche, le norme per l'economia circolare e sostegno alla mobilità elettrica e sostenibile con vantaggi per le famiglie, per interi territori e chiaramente per l'ambiente. Non ci resta che continuare a percorrere con tenacia e determinazione la strada che abbiamo tracciato, perché questa è la transizione che ci piace e questa è l'Italia che vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Ringrazio il rappresentante del Governo. In questi giorni l'Economist ha dedicato all'Italia un articolo importante, definendolo il Paese dell'anno. Se noi rivolgiamo le lancette a un anno fa, il mio partito, Italia Viva, scriveva all'ex Premier Conte una lettera con dei punti e chiedeva che il PNRR fosse reso noto, che il PNRR fosse quel documento che serviva al nostro Paese ad andare in Europa per ricevere importanti finanziamenti. In un Paese che aveva visto e vissuto per primo la tragedia del COVID, che non aveva fatto altro che rilevare le contraddizioni di un Paese complesso - un Paese dove ci sono delle locomotive economiche che non hanno niente da invidiare a Paesi come la Germania e parti del Paese più arretrate - e aveva evidenziato arretratezze più generali.

Chi di noi ha cercato di fare un collegamento per favorire lo smart working, e ha capito che sulla transizione digitale il nostro Paese aveva ancora molto da fare, chi di noi si è reso conto di quanto la sanità, che pure ha avuto e ha in questo Paese importanti investimenti, dovesse fare dei passi avanti, chi di noi ha capito quanto era importante che quella riforma, che si chiamava “Buona scuola”, fosse andata in porto fino in fondo, in quanto la scuola non appartiene, con tutto rispetto, agli insegnanti e ai presidi ma, in primo luogo, ai ragazzi, chi di noi ha capito che i ragazzi in DAD sono ragazzi che hanno sofferto e sono rimasti indietro molto di più rispetto ai loro connazionali europei oggi assiste alla discussione, finalmente, del documento che ci porta 235 miliardi. Oggi siamo la Nazione dell'anno! Oggi, grazie ad una scelta coraggiosa che ha determinato l'arrivo del Premier Draghi. Non finiremo mai di essere orgogliosi di averlo realizzato, nonostante ci siamo presi insulti come irresponsabili per avere aperto crisi al buio in un periodo di pandemia; oggi, che la nostra Nazione viene considerata il Paese dell'anno, dico che Italia Viva non solo ha fatto bene, ma forse ci ha impiegato fin troppi mesi a realizzarlo. Una proposta di legge che mette nero su bianco dove deve andare il Paese: si parla di transizione ecologica. E' un tema importante; in questi giorni continuamente sui giornali si parla di caro bollette, di come rendere il nostro Paese autosufficiente. Bene, qui nero su bianco, abbiamo non solo le risorse, ma anche una strategia per semplificare le autorizzazioni, che non sono più possibili anni prima che le regioni diano il loro assenso a importanti investimenti.

Faccio un esempio su tutti. Un'importante azienda italiana, che si occupa anche di transizione ecologica, dopo aver aspettato 4 anni dalla regione Puglia l'ok per l'eolico, ha deciso di cedere la propria azienda ad una società straniera e investire all'estero. Nel periodo in cui si parla di transizione ecologica, di autosufficienza energetica queste cose non possono più avvenire. Qui, attraverso anche un sistema di semplificazioni che riprende il “decreto Semplificazioni” appena approvato in questo Parlamento si rendono più certi i tempi e soprattutto si dà la possibilità al MiTE di arrivare e di sostituirsi alle autorità locali, qualora inadempienti.

Si è parlato di transizione digitale, mi dispiace che il collega Mollicone sia andato via, io credo che nel PNRR, così come è stato scritto dall'Italia nelle proposte del Ministro Colao, ci sia molto di quella rivoluzione digitale che serve al Paese per essere un Paese europeo, per essere un Paese all'avanguardia e per superare quelle difficoltà che proprio in quest'anno di pandemia abbiamo visto nero su bianco.

Ci sono importanti investimenti sul turismo. Quanto è importante il turismo nel nostro Paese lo abbiamo visto quando i turisti hanno cominciato a non venire più a causa dei blocchi derivanti dal COVID e abbiamo visto intere città, anche quella da dove parliamo oggi - nonostante Roma non viva solo ed esclusivamente di turismo - andare in crisi, intere attività economiche non farcela più. Ecco, aver messo non soltanto risorse economiche per quelle strutture che hanno più sofferto la crisi, ma anche per un mutamento di offerta e per un ammodernamento delle strutture che fanno turismo penso che sia un elemento importante.

Poi c'è un grande approfondimento su scuola, formazione e ricerca, perché la DAD ha dimostrato quanto questo Paese debba investire sulla scuola, quanto debba investire sulle future generazioni, quanto ci sia da cambiare nell'offerta e nella proposta scolastica, quanto ci sia da investire nel mondo della ricerca scientifica e non solo. Non è un cassetto pieno di sogni, sono realtà. Noi abbiamo la possibilità, oggi come non mai, di spendere una quantità di risorse economiche senza precedenti che l'Europa ci dà. Molti nei giorni scorsi, anche in questa Aula in questa mattinata, ricordano che risorse così importanti il nostro Paese non ce l'aveva dal Piano Marshall. Ecco, c'è solo una differenza: queste risorse l'Europa ce le presta se vengono spese, se non vengono spese noi dobbiamo restituirle. Credo che questo Paese non si possa permettere l'onta di non aver fatto il proprio dovere fino in fondo. I progetti che deve realizzare per un ammodernamento infrastrutturale, sociale, culturale, ecologico o li ha adesso o non li avrà più. Capisco anche quando le opposizioni dicono che forse bisognava avere più coraggio, ma il coraggio che ha avuto il nostro Paese, che ha esternato in Europa, che ha portato ad ottenere queste risorse, oggi ci porta a dire che non saremo mai sufficientemente grati al Presidente Draghi, per aver ottenuto tali risorse.

In secondo luogo, è ovvio che ci deve essere una collaborazione tra istituzioni, perché il progetto presente nel PNRR vada a buon fine. Per questo, vedo con molto entusiasmo e sottolineo l'importanza che, anche nella proposta che andiamo ad approvare, ci sia un riferimento sia alle regioni sia alle città metropolitane. Se noi non coinvolgiamo gli enti locali a migliorare il sistema autorizzativo e ad essere partecipi di questa grande avventura, che è la realizzazione del PNRR, noi non riusciremo a portare a casa i progetti necessari e non riusciremo a fare quanto previsto.

C'è un importante inserimento delle zone economiche speciali, mi piace sottolinearlo, ringraziando la Ministra Carfagna per aver previsto un ammodernamento della struttura. Lo dico perché, in un decreto sui trasporti, io chiesi la zona logistica semplificata per un pezzo del Piemonte, importante, che era stato coinvolto con il “decreto Genova”, e la Ministra aveva previsto e autorizzato quell'emendamento, dicendo: ci sarà una fase in cui le zone economiche semplificate verranno riviste e aggiornate in modo tale da renderle più operative. È stata di parola e io credo che dovremo rivedere per intero le strutture di intere aree, perché c'è un'aspettativa anche in zone che, apparentemente, non sono compatibili con il Piano europeo per rientrare nelle zone economiche speciali, ma che prevedono elementi di difficoltà economica e si aspettano risposte più rapide rispetto agli strumenti ordinari.

Faccio riferimento - uno per tutti - a quello che sta succedendo, in questa fase complicata per l'energia italiana, a Murano, dove un'intera categoria, quella dei vetrai, la nostra eccellenza, gli artigiani del vetro, chiede di prevedere un aiuto generalizzato alla propria attività, pena la perdita di un importante know how e della nostra storia.

Concludo - perché devo dire che i colleghi di maggioranza che mi hanno preceduto hanno fatto una fotografia puntuale del provvedimento che andremo a realizzare - dicendo che quello che noi otteniamo con queste risorse è cambiare radicalmente il Paese. Non abbiamo più scuse, abbiamo le risorse economiche, dobbiamo avere una visione strategica. La visione strategica ce l'ha un Governo come quello presieduto da Mario Draghi, che sicuramente in Europa ha potuto fare la differenza, anche grazie alla conoscenza delle istituzioni europee e grazie ai rapporti che, negli anni in cui è stato Presidente della Banca centrale europea, ha intessuto con i vari Stati.

La credibilità di un Paese passa anche dalla sua classe dirigente.

Quindi, mi permetto di chiudere questo mio breve intervento sollecitando i colleghi ad una rapida approvazione e le opposizioni, che capisco debbano vedere il bicchiere mezzo vuoto, a scrivere con noi la pagina del bicchiere mezzo pieno, perché penso che, in questa fase storica del nostro Paese, un'opportunità del genere non ci capiterà mai più.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi deputati, signor sottosegretario, il decreto sul quale abbiamo avviato oggi la discussione generale lo potremmo definire “provvedimento operaio”, perché, in effetti, contribuisce a far progredire ulteriormente il grande cantiere del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Nel dibattito di oggi si parla molto del PNRR, si parla sui giornali, si parla in televisione, ma spesso con alto tasso di genericità, e questo, inevitabilmente, è dovuto alla sua ampiezza e alla sua complessità. Ma sarebbe un errore - è un errore -, come ha detto anche prima la collega Fregolent, considerare il PNRR un piano teorico, che è ancora sulla carta. Questo provvedimento ne è la dimostrazione perché, nel corso dell'esame in Commissione, al quale io ho avuto la possibilità di partecipare anche con i miei colleghi - e in particolare con il capogruppo Roberto Pella - è stato ulteriormente integrato e migliorato dal contributo di tutti i gruppi parlamentari, devo dire anche grazie al contributo importante dell'opposizione.

Passando, quindi, ad esaminare le principali misure contenute, il primo rilevante intervento in cui ci si imbatte sono le misure che finalizzano con legge gli investimenti a sostegno, per esempio, del turismo. Il turismo è stato, forse, il settore economico che ha risentito di più dei danni prodotti dalla pandemia, contributi diretti alla spesa di interventi anche di riqualificazione in genere. Il nostro gruppo ha presentato numerose proposte emendative per garantire le risorse e l'assistenza tecnica necessaria anche alla partecipazione attiva ed efficiente di regioni ed enti locali e alla realizzazione del Piano di ripresa e resilienza. Queste proposte sono state riassunte da un emendamento dei relatori, che ha realizzato un'ottima sintesi delle istanze parlamentari - richiamo ancora Roberto Pella, il collega, che tra l'altro è stato anche relatore insieme al collega Dal Moro e li ringrazio - e di quelle manifestate da ANCI, UPI e Conferenza delle regioni.

A seguito di questo intervento è stata prevista la possibilità, per i comuni, anche per quelli in dissesto finanziario, di assumere personale da destinare al sostegno dei comuni delle province del meridione d'Italia per l'assolvimento delle procedure inerenti il PNRR.

Altro tema di grande rilevanza riguarda le infrastrutture ferroviarie: per esempio, il PNRR punta sullo sviluppo di questo tipo di infrastruttura per ottenere un doppio obiettivo: migliorare la mobilità e la connessione tra le varie parti del Paese, con particolare riferimento alle zone portuali e agli aeroporti, ma sempre nel pieno rispetto della transizione ecologica.

Un ulteriore importante risultato, sempre in materia di semplificazione di procedure inerenti la realizzazione di infrastrutture logistiche, riguarda, per esempio, la sottrazione alla valutazione di impatto ambientale delle autorizzazioni relative alle realizzazioni degli interporti.

Devo dire che sono soddisfatto personalmente, perché è stato approvato un emendamento - a mia prima firma e del collega Rospi, e sostenuto fortemente da Forza Italia - che ha svincolato dalle procedure amministrative richiamate i centri intermodali ferroviari adiacenti ai porti, per una questione di logica: se favoriamo, con il PNRR, lo sviluppo dei porti, dobbiamo pensare anche agli interporti, cioè quelli che collegano, poi, i porti a tutto il resto della rete intermodale. Grande soddisfazione l'abbiamo espressa per un intervento emendativo importante - anche questo a firma di Forza Italia, prima firmataria la collega Prestigiacomo e io insieme a lei - che riguarda la disposizione legislativa che finalmente interviene sulla possibilità di una ricognizione seria delle aree interessate ai siti di interesse nazionale (SIN), che così potranno essere riperimetrati. Sono diverse decine i siti di interesse nazionale: per farsi un'idea delle sezioni di queste aree, basta dire che la superficie di questi siti è di 171 mila ettari, corrisponde allo 0,57 per cento dell'intero territorio nazionale e sono prevalentemente aree destinate all'attività produttiva. Data l'ampiezza di queste aree SIN, non tutti i territori in essi ricompresi presentano tassi di inquinamento tali da giustificare la loro permanenza all'interno del sito. Grazie a questo emendamento di Forza Italia, il Ministero della Transizione ecologica, con una collaborazione importante delle regioni e dei comuni, potrà ridisegnare i siti di interesse nazionale.

Sempre poi agganciandoci al tema della digitalizzazione, è doveroso, per esempio, citare l'emendamento del collega Giacomoni, che ha previsto per legge l'adeguamento dei siti internet delle pubbliche amministrazioni ai requisiti di accessibilità previsti a livello europeo. Poi, ci sono norme che ricadono sui provvedimenti antimafia presentati da Forza Italia e una serie di interventi normativi importanti di cui Forza Italia non può che essere orgogliosa, richiamandosi anche all'intuizione che ebbe il nostro presidente Berlusconi quando decise di dare fiducia, tra i primi, alla possibilità di aprire in Italia una nuova strada che era quella, così definita, del Governo dei migliori e, in particolare, del Governo Draghi, al quale abbiamo augurato lunga vita, che confermiamo, almeno fino alla fine di questa legislatura. Forza Italia ha sostenuto anche la battaglia unanime sulla ristorazione, ma abbiamo anche ottenuto, con questo PNRR, tutti quanti insieme, importanti risultati che riguardano, per esempio, le risorse destinate all'attività sportiva di base, che ha risentito molto anch'essa della crisi COVID.

Insomma, signor Presidente, signor sottosegretario e cari colleghi, siamo tutti soddisfatti di aver dato, per così dire, le gambe a un testo di programmazione generale che è stato quello che ci ha portato a contrattare e a contrattualizzare anche degli accordi con l'Unione europea su impegni finanziari importanti - questo non lo dimentichiamo e non lo dobbiamo mai dimenticare in ogni atto e anche in ogni decreto attuativo che noi faremo o che farà il Governo direttamente - che impegnano non solo questa generazione, che li sta vivendo, ma anche le future generazioni, alle quali ovviamente, oltre che scaricare gli impegni, noi dobbiamo dare anche effetti benefici.

I pilastri sui quali abbiamo agito sono veramente tanti. Per esempio, per i piccoli comuni è stata prevista la partecipazione da parte dello Stato al sostegno del costo delle assunzioni, con un fondo addirittura di 30 milioni di euro che è previsto nel budget disponibile del Ministero dell'Interno. Stiamo riprendendo, anche qui, proposte che erano state già avanzate da Forza Italia in passato. In questo decreto si prevede un articolo dedicato, per esempio, alla semplificazione e all'accelerazione della procedura attualmente prevista per l'approvazione del contratto tra Stato e RFI ed è sempre in quest'ottica che Forza Italia ha presentato ed è riuscita a far approvare tre importanti proposte emendative. Le prime due accelerano e semplificano le procedure attualmente previste per la realizzazione di infrastrutture ferroviarie - ho fatto accenno a una di esse - rendendo più celeri i tempi per la convocazione della conferenza di servizi.

Insomma, signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Abbiamo messo in campo tutte le iniziative possibili per potere, come ho detto prima, dare le prime gambe, per così dire, a un provvedimento così importante come quello sul PNRR.

Per questo devo dire…se volete smetto, Presidente. Siccome è stata fatta anche una battuta di cattivo gusto, Presidente (Commenti)… Poi ve la dico.

Siamo stati l'unico gruppo a presentare emendamenti anche sullo sport, perché abbiamo pensato che questa potesse essere l'occasione per intervenire in settori che sono stati gravemente penalizzati. Lo sosteniamo, lo abbiamo sostenuto con grande responsabilità in Commissione e sosterremo in Aula - i colleghi del nostro gruppo che poi seguiranno, con le dichiarazioni di voto finale, chiuderanno questa importante partita che abbiamo giocato sul PNRR - che un atto come questo sia uno di quegli atti che ci può rendere orgogliosi di aver già trasformato in qualcosa di concreto, non solo intuibile a parole ma verificabile nei fatti da parte dei nostri cittadini, il tema del decreto che oggi discutiamo e che approveremo presto, che è il “decreto Operaio”. L'abbiamo voluto definire così e speriamo che a questo “decreto Operaio” ne seguano tanti come questo, che ci mettano nelle condizioni di dire che siamo a posto con la nostra coscienza, intanto, di politici e di parlamentari ma soprattutto che siamo a posto anche con i conti, non avendo soltanto prodotto dei debiti ma avendo prodotto anche le possibilità di sanare quei debiti, avendo aiutato generalmente l'economia, la salute e l'ambiente dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Mi raccomando di ascoltare i colleghi in Aula senza interromperli.

È iscritto a parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, prima di richiamare i punti salienti del provvedimento in esame vorrei innanzitutto ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per rendere possibile questa discussione così importante, tutte le deputate e i deputati della V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione), il presidente Melilli, le funzionarie e i funzionari per il grande sforzo che è stato fatto in queste settimane, uno sforzo utile al Paese. Come deputato del Partito Democratico fatemi ringraziare, in particolare, il capogruppo in commissione, Ubaldo Pagano, tutte le commissarie e i commissari e anche tutte le persone che oggi stanno partecipando a questa discussione per il Partito Democratico, che testimoniano l'importanza che noi attribuiamo a questo passaggio. Entreremo nel dettaglio degli obiettivi di questo provvedimento e di come si inseriscono nel percorso più ampio che abbiamo avviato. È un decreto di importanza vitale perché è grazie a molte norme presenti in questo provvedimento che potremo portare avanti la realizzazione di alcune delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Però, prima di entrare nel dettaglio del provvedimento, partiamo da una considerazione generale molto importante. L'Europa ha mostrato, in questi mesi così difficili, un volto nuovo. Dunque, lasciatemi ringraziare, in questa sede, il Presidente dell'Europarlamento, David Sassoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ha offerto non solo un contributo decisivo in questo percorso ma che oggi ci sta dimostrando, ancora una volta, il grande valore di una scelta, la scelta di non ricandidarsi alla guida dell'Europarlamento per non dividere il fronte degli europeisti. Ecco, questa è una scelta di cui, come italiani e come democratici, possiamo e dobbiamo essere orgogliosi.

Non è questo il tempo di tornare alle divisioni politiche. La nuova ondata che sta colpendo l'Europa ci dimostra che siamo ancora nel pieno della battaglia. Il nostro Governo ha prorogato lo stato di emergenza. Abbiamo un ruolo guida nell'invitare l'Europa a tenere alta la guardia. Dobbiamo continuare a lottare uniti in Italia e portare avanti in Europa, insieme al Commissario Gentiloni e a tutte le donne e agli uomini che ci rappresentano nelle istituzioni europee, quello che il nostro segretario, Enrico Letta, definisce come il paradigma delle tre S: l'Europa della solidarietà, l'Europa della sostenibilità, l'Europa sociale.

Dal provvedimento che esaminiamo oggi dipende la possibilità concreta di vedere erogati i fondi che l'UE ha stanziato per il nostro Paese, che sono quasi un terzo delle risorse complessive, perché senza una straordinaria opera di semplificazione e accelerazione delle procedure amministrative è impossibile la realizzazione del Piano e con esso lo sviluppo di tanti territori, nonché la creazione delle condizioni migliori per portare avanti la ripresa e rendere strutturale la crescita che abbiamo cominciato a osservare quest'anno. Noi richiamiamo sempre la quantità delle risorse, ma richiamiamo anche la quantità dei doveri che abbiamo nei confronti del percorso di Next Generation EU: siamo chiamati a 527 adempimenti, sono 226 le misure complessive e, di queste, 62 sono riforme. È in questo percorso che c'è la centralità del Parlamento, che c'è la centralità del nostro lavoro, che c'è la centralità del nostro impegno per portare avanti questo progetto. Non si tratta di semplici adempimenti burocratici, ma è l'unica, grande occasione che abbiamo per non rendere vano l'immenso sacrificio che abbiamo compiuto e che stiamo compiendo, per non tornare a quello che eravamo prima del virus, ma per costruire un mondo diverso oltre COVID-19.

Le conseguenze della crisi sono visibili a tutti - economiche, sociali, la disoccupazione, l'indigenza, l'inasprirsi delle disparità e delle diseguaglianze - e sono ancora più visibili dove le ferite delle nostre città sono più profonde, dove troppe persone vivono quotidianamente la sensazione di essere cittadini di serie B, con meno diritti, meno opportunità, meno possibilità. È da qui che dobbiamo partire. Gli effetti devastanti della pandemia hanno aggravato i già seri problemi strutturali che, da tempo, inibivano lo sviluppo dell'economia, provocando un crescente allargamento dei divari tra le persone e tra i territori. Ma non c'è solo questo: noi potevamo perderci nella crisi, poteva prevalere l'individualismo, l'egoismo, la paura; invece, nel cuore della maggioranza delle italiane e degli italiani si è accesa una scintilla; ha vinto il coraggio, la solidarietà, il senso di comunità. Si sono create reti sociali, coalizioni territoriali; forze civiche e politiche hanno delineato un nuovo orizzonte di impegno collettivo.

Le persone che sul territorio hanno lottato e ancora stanno lottando, hanno bisogno di provvedimenti e di tutto il sostegno delle istituzioni, di tutte le risorse che l'Europa ha destinato alla transizione ecologica, digitale e verso l'equità del nostro Paese. Per portare queste risorse a queste persone, è necessario il nostro lavoro, partendo anche da specifici provvedimenti, come veniva richiamato nell'intervento che mi ha preceduto e che abbiamo seguito con grande attenzione. Penso all'impegno, per esempio, per finanziare lo sport: all'articolo 47, con i 27 milioni e 200 mila euro stanziati per il finanziamento delle federazioni sportive nazionali, delle discipline associative, degli enti di promozione sportiva, dei gruppi sportivi militari e civili. Questa è sicuramente una delle componenti, ma questo decreto affronta tanti temi fondamentali per il raggiungimento dei target che consentiranno la ripresa economica del Paese. Il primo è il Fondo per la ripresa e la resilienza, che consentirà di portare avanti progetti di turismo sostenibile; proprio le garanzie per il finanziamento di questo settore trovano grande spazio all'interno del decreto. Il pacchetto turismo del PNRR ammonta complessivamente a 2,4 miliardi. È un ingente stanziamento che va a operare in modo variegato, dalla previsione di un credito d'imposta nella misura dell'80 per cento per l'incremento dell'efficienza energetica e la digitalizzazione delle strutture turistiche, all'istituzione di un fondo perduto per le imprese turistiche. A ciò si aggiungono una serie di emendamenti approvati in Commissione che estendono la portata dei contributi già previsti.

Innanzitutto, vi è l'intervento che, grazie alla piena e unanime convergenza di tutti i gruppi, stanzia ulteriori 10 milioni di euro per l'erogazione di contributi a fondo perduto in favore delle imprese della ristorazione; un altro comparto, questo, che ha dovuto fronteggiare conseguenze più gravi di altri a causa del virus. Poi vi è l'emendamento che porta la firma del Partito Democratico, grazie al quale sia il contributo a fondo perduto, sia il credito di imposta riconosciuto alle imprese del comparto turistico, vengono estesi alle imprese proprietarie delle strutture in cui viene esercitata una delle attività imprenditoriali citate nell'articolo.

Ancora, vi sono articoli che toccano altri temi importanti. Voglio accendere un faro su una questione che è sempre legata al turismo, ma in un settore particolare del turismo: il turismo dell'education, che coinvolge mille agenzie, 8 mila lavoratori diretti, con 40 mila persone, se si considera l'intera filiera. È un settore fermo da oltre un anno e le notizie di queste ore ci dicono che sarà sempre più difficile rimettere in moto quel grande motore culturale, economico e sociale che è il percorso e il processo delle gite scolastiche. A questo settore, all'articolo 4, alle agenzie di viaggi e tour operator, viene destinato un credito d'imposta nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale, fino a un importo massimo di 25 mila euro. È un piccolo intervento che va nei confronti di un settore particolarmente colpito, come altri settori che abbiamo citato, perché per il nostro Paese il turismo, tutto il turismo, rappresenta un settore strategico fondamentale per l'economia.

Sebbene l'emergenza da COVID-19 abbia assestato un duro colpo a questo mercato, l'Italia resta e deve restare sempre di più tra i primi in Europa per numeri del turismo; questi interventi, che guardano all'emergenza ma anche alla programmazione verso il futuro, devono e possono garantire quello slancio in più di cui il settore ha bisogno dopo lunghe necessità e sofferenze che ancora sono in corso. Anche le imprese sono al centro del provvedimento. L'istituzione di un fondo rotativo che si concentri sul loro sostegno attraverso la concessione di contributi per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale, risulta essere un passo avanti in questo senso; così come un grande aiuto arriverà dai 100 milioni di euro che, grazie a un emendamento del PD, andranno ad aggiungersi alle risorse già stanziate per il Fondo nuove competenze. È uno strumento di politica attiva che ha già rivelato la sua enorme efficacia nel colmare il gap di competenze di un sistema produttivo che soffre ancora dei ritardi sul tema. Anche grazie al Fondo, insomma, sosterremo le imprese a investire nella formazione dei lavoratori, creando nei prossimi anni figure professionali sempre più specializzate. Promuovere un'economia sostenibile attraverso la trasformazione digitale e green delle imprese rappresenta la grande sfida del nostro secolo. La transizione ecologica e digitale sono diventati gli obiettivi cardine che il nostro Paese ha deciso di perseguire per rilanciare occupazione, competitività e capacità di attrarre investimenti; in una sola parola, sviluppo. Ed è proprio il processo di transizione digitale che ci dovrà accompagnare nei prossimi anni affinché il nostro Paese - su questo c'è stato un intervento della collega Bruno Bossio e tanti altri interventi - possa superare i ritardi del passato e abbracciare quella prospettiva che ci deve consentire di realizzare, finalmente, in termini effettivi, la democrazia digitale, portando nella vita delle persone quei principi e quei diritti che troppo spesso sono rimasti sulla carta.

Noi siamo stati spesso all'avanguardia da un punto di vista normativo, ma in retroguardia da un punto di vista, poi, dell'applicazione di questi principi. I servizi digitali devono essere in grado di garantire semplicità di utilizzo, efficienza, celerità di azione, sia come strumento per realizzare gli interventi utili a raggiungere gli obiettivi fissati dal PNRR, sia per aprire quella nuova stagione di rapporti tra pubblica amministrazione e privati, quella relazione più agevole, immediata, che può consentire di ricostruire quella fiducia che è il primo passo per realizzare un pieno paradigma di trasparenza, partecipazione e collaborazione, che deve coinvolgere i cittadini come protagonisti delle politiche; altrimenti, quello che noi scriviamo nelle norme, se non c'è la partecipazione, la collaborazione e la trasparenza di quello che avviene un giorno dopo, rimane solo sulla carta.

Questo decreto contribuisce anche effettivamente all'obiettivo di colmare il divario digitale e, per superare il digital divide, è fondamentale stanziare importanti risorse per la formazione, per una formazione che deve essere permanente e accompagnare le persone in ogni fase della vita. Solo così saremo in grado di raggiungere il target previsto dall'Europa, con il 70 per cento di cittadini pienamente capaci di operare nella modalità digitale entro il 2026, anche nell'esercizio dei propri diritti. Affinché tutto questo sia possibile, il decreto-legge prevede un adeguato supporto alle amministrazioni centrali e locali per il raggiungimento degli obiettivi indicati. Risulta, infine, necessario ricercare esperti altamente qualificati e competenti.

È importante che questi professionisti collaborino congiuntamente alle amministrazioni dei nostri territori nella gestione di procedure molto complesse, in modo da accelerare l'attuazione dei progetti e degli investimenti e sostenere anche le amministrazioni più fragili e gli enti più piccoli. A tal proposito, è da salutare con grande soddisfazione l'emendamento approvato all'unanimità dalla Commissione bilancio che attribuisce agli enti locali nuove facoltà assunzionali. Quelle legate alla realizzazione del PNRR sono sfide entusiasmanti e complesse; con questa norma consentiamo a tutti gli enti locali di sopperire alle mancanze di organico e dotarsi delle figure necessarie per tutto il periodo di vigenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In particolare, come parlamentare romano, voglio ringraziare il fatto che sia stato riconosciuto il 2,5 per cento di queste figure per Roma Capitale; con la guida di un grande sindaco come Roberto Gualtieri, la capitale può tornare a svolgere la funzione di locomotiva dello sviluppo del Paese, ma per competere con le altre grandi capitali europee è indispensabile offrire alla città le risorse economiche ed umane, adeguate - le persone, le intelligenze e le competenze - che possano scrivere una nuova pagina della storia della città, lavorando fianco a fianco con il Governo, con la regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti, e con i presidenti e le presidenti che abbiamo eletto nei municipi della città.

Per concludere, signor Presidente, quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza è una partita molto impegnativa per l'Italia. Il nostro Paese, nei prossimi mesi, dovrà dimostrare di essere in grado di sciogliere nodi strutturali che, da tempo, deve affrontare e dare una grande prova di sé in termini di capacità di progettazione ed esecuzione degli interventi, usando correttamente e fino all'ultimo centesimo le risorse spettanti. Il fatto che nella discussione di oggi ci occupiamo anche di prevenzione delle infiltrazioni mafiose e di un rafforzamento normativo che va in questa direzione ci richiama l'attenzione su quanto sia fondamentale tenere alta la guardia anche da questo punto di vista. Dentro questo orizzonte, però, non dobbiamo smarrire l'urgenza politica fondamentale del Paese, che dobbiamo portare avanti in ogni occasione e dobbiamo essere in grado di mettere al centro di ogni intervento politico: i giovani e le donne. Infatti, investire sulle nuove generazioni, sulle pari opportunità e sulla democrazia paritaria significa costruire un mondo più giusto per tutte e per tutti. È questa la grande sfida dei tempi che siamo chiamati a vivere. Consapevoli delle difficoltà, ma anche del fatto che è proprio nei momenti più difficili che noi italiani sappiamo dare il meglio, non possiamo permetterci di fallire e quest'Aula, che è chiamata a un compito gravoso, ma fondamentale per rendere possibile l'utilizzo delle risorse del PNRR, deve riscoprire il significato di una parola a cui abbiamo attribuito un grande valore durante i mesi del lockdown, ma che adesso, di fronte a questa nuova sfida, mantiene lo stesso tipo di importanza, perché è l'unico modo per raggiungere l'obiettivo. Ecco, come ieri, come oggi, noi dobbiamo combattere uniti, perché solo tutti insieme, tutte e tutti insieme, ce la faremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, noi abbiamo iniziato l'esame di questo provvedimento in Commissione bilancio e, sin dall'incardinamento, quindi, dall'inizio dei lavori, io ho notato subito qualcosa di strano, in quanto sia la maggioranza che l'opposizione non hanno discusso tantissimo questo provvedimento; più che altro, erano molto interessate ad approvare anche gli emendamenti che sono stati depositati in Commissione bilancio. E già questa è una prima anomalia, di cui, poi, abbiamo capito il perché; perché durante la fase emendativa in Commissione, non abbiamo avuto reazioni da parte del Governo e dei relatori ai tanti quesiti che noi, in realtà, abbiamo spesse volte chiesto su tante norme e tanti provvedimenti, provvedimenti che, a dire la verità, ci sembravano alquanto strani.

Tuttavia, direi di iniziare con i primi articoli, così cominciamo a vedere anche nel dettaglio che cosa è avvenuto durante la conversione di questo decreto, perché a sentire oggi le dichiarazioni da parte dei partiti di maggioranza, sembra che sia stato fatto un lavoro eccellente. Ogni partito ha messo la propria bandierina (grazie all'emendamento del nostro partito… e così via). Quindi, sicuramente, è stato fatto un grandissimo lavoro e ci sarà sicuramente un impiego efficiente ed efficace di queste risorse. Tuttavia, mi duole ricordarvi che, in realtà, questo decreto è pieno di marchette, “poltronifici”, assunzioni, “carrozzifici”, c'è tanta bella roba che, purtroppo, voi non avete voluto dire agli italiani, perché, in nome dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ormai è consentito tutto, di tutto e di più, da destra a sinistra, senza alcun distinguo e, quindi questa sparuta percentuale di opposizione che è oggi in Parlamento lo ricorda a voi e lo ricorderà anche agli italiani.

Iniziamo con i primi articoli di questo decreto dove si parla del comparto turistico, comparto massacrato a causa delle disposizioni del lockdown, delle restrizioni. Ancora oggi, non è che vada meglio, anzi, con le nuove norme che sono state appena emanate – quindi, il super green pass - che cosa sta succedendo nel Paese? Succede che tantissime nuove attività, purtroppo, dovranno chiudere, perché non viene consentito l'accesso, ad esempio nei ristoranti, alle tante persone che non si sono vaccinate e, quindi, non sono munite del super green pass e che, quindi, o mangeranno all'esterno o, nei casi in cui non è prevista la possibilità del dehors, non potranno accedere all'interno, generando quella catastrofe economica che, nel frattempo – mentre siamo qui a discutere su come spendere le risorse del Recovery, quindi, del Piano di ripresa e resilienza - si sta consumando. E noi nel provvedimento, limitatamente ai primi 4 articoli, vi abbiamo chiesto di aiutare il comparto turistico. La norma non è fatta male perché è previsto un 80 per cento di credito di imposta, che può essere maggiorato con un fondo perduto di 40 mila euro, che si può aumentare di 30 mila euro per la digitalizzazione e l'innovazione, più 20 mila euro per le società composte da giovani e da donne, più 10 mila euro per le società e le imprese che sono allocate al Meridione d'Italia. Ebbene, noi avevamo presentato emendamenti, ad esempio, volti a aumentare il fondo perduto per le imprese giovanili e per le imprese femminili. Il Governo ce li ha bocciati, ma non un solo emendamento, più emendamenti. Inoltre, avevamo proposto di annoverare, tra gli altri, alcuni settori esclusi da queste previsioni di legge, come, ad esempio, la ristorazione. Non si capisce perché la ristorazione non rientri nel perimetro dei beneficiari di questo provvedimento. Ancora: avevamo chiesto di inserire anche i bed and breakfast, che, di fatto, sono realtà economiche, in quanto vanno a completare l'enorme offerta ricettiva su tutto il territorio italiano. Però, anche questo, non solo ce lo avete bocciato, ma ci avete anche chiesto di ritirarlo, per presentare un ordine del giorno; ma poiché su questo tema abbiamo presentato tantissimi ordini del giorno, allora, anche la dialettica che si sviluppa tra maggioranza e opposizione, non va proprio nei termini corretti. Quindi, mi chiedo: siccome adesso siamo nei primi quattro articoli e parliamo di turismo, ma vi siete resi conto che anche qui fuori da Montecitorio ci sono negozi chiusi? Vi siete resi conto che, se percorriamo via Nazionale a Roma, ci sono tantissimi negozi con la scritta: “Affittasi”?

Non so se tutto questo a voi sia chiaro perché, poi, a sentire dagli annunci, da quello che si legge sui giornali, secondo cui c'è questo grande rimbalzo, quest'anno arriviamo al 7 per cento di PIL, c'è la ripresa, i numeri sono tutti positivi, l'effetto Draghi è eccezionale e meraviglioso, siamo il miglior Paese al mondo, secondo The Economist; la realtà dei fatti, però, è completamente diversa. Guardate che i cittadini fuori non stanno bene, come dite voi, come descrivete voi questa artefatta realtà. Non è così. Non è così e, anche se voi avete già incassato la prima tranche di questo Recovery Fund, gli effetti ancora non sono assolutamente visibili ad alcuno; avete imposto queste pesantissime restrizioni, avete dilaniato un Paese, mettendo gli uni contro gli altri, tra l'altro bocciando anche il primo green pass perché, altrimenti, voi non chiedereste i tamponi alle persone che rientrano dai Paesi esteri, se sono già vaccinate, tanto da far arrabbiare l'Unione europea. Quindi, io credo che sia una gestione davvero raffazzonata, una gestione che sta producendo danni e, mentre siamo qui a discutere di come spendere i soldi per la ripresa, stiamo creando ulteriori danni. Questo è lo stato dell'arte.

Poi, per fortuna, qualche emendamento, in senso positivo, che aumenta la trasparenza, che aumenta la competitività è passato, come, ad esempio, il 6.01, che abbiamo sottoscritto anche insieme ad altre forze, che consente agli operatori economici di manifestare interessi per essere invitati alla procedura. Questo è un bene, perché aumenta la competitività e sicuramente può ridurre anche i costi di realizzo, perché, come noi tutti sappiamo, purtroppo, subendo, in questo momento, il caro materiali e, quindi l'inflazione, avere più competitor che possono partecipare a un bando di gara significa anche migliorare la qualità dell'offerta. Quindi, questo è un emendamento che è passato e, fortunatamente, migliora il testo. Ma, purtroppo, arriviamo alle note dolenti, perché io credo che, sulle disposizioni del Polo strategico nazionale di cui all'articolo 7, il Governo e la maggioranza hanno dato il meglio di sé, perché davvero hanno creato qualcosa che è meraviglioso e che tengo davvero a raccontarvi. Dapprima, hanno presentato un emendamento sulle “porte girevoli”, cioè coloro che hanno lavorato in Difesa Servizi Spa, prima, per norma, dovevano stare fermi tre anni, dovevano avere un periodo di latenza di 3 anni, ora tale termine è stato diminuito a due anni. Vi ricordo che, in Commissione, abbiamo chiesto tantissime volte: ma chi state favorendo? Perché, fateci capire, come è possibile che, ad esempio, su un tema che era caro, una volta, ai 5 Stelle, che oggi non sono qui presenti in Aula, ossia quello delle “porte girevoli” - perché poi, tra l'altro, parliamo anche di un ambito molto delicato, quello della gestione dei dati della Pubblica amministrazione, un settore strategico, particolarmente vulnerabile, anche con riferimento a quanto avvenuto in occasione dell'attacco hacker che ha bloccato il sistema informatico delle ASL della regione Lazio, tanto per dirne una - ci sia questo depotenziamento e si abbassi da tre a due anni il periodo di fermo dei dipendenti che hanno lavorato presso Difesa Servizi Spa. Ciò significa che diminuisce il tempo – in precedenza, lo ribadisco era 3 anni, adesso 2 anni - decorso il quale chi ha lavorato presso il suddetto apparato dello Stato può andare in una società privata e, magari, se ha fatto operazioni che possono avvantaggiare i privati si può ritrovare all'interno di una società privata e avvantaggiarsi delle operazioni che ha compiuto. In buona sostanza, siamo di fronte a una mancata trasparenza, a una mancata garanzia, anche per le operazioni che compiono soggetti che hanno, prima, il cappello di amministratore pubblico e, poi, si levano il cappello di amministratore pubblico e vanno ad operare in realtà private. Dunque, questa è una delle prime norme che noi abbiamo, da subito, contestato in Commissione, perché non ci sembrava assolutamente corretta, anche con riferimento alla garanzia che sarebbe necessaria sulla spesa dei soldi che andranno a incidere sulle future generazioni.

Ma al peggio, come si dice, non c'è mai fine, perché si è fatto anche di meglio, da un punto di vista delle norme che avvantaggiano qualcuno e, invece, danneggiano altri. Con riferimento al Polo strategico nazionale anche la stampa nazionale si è interessata all'argomento dell'aggiudicazione della gara (ricordiamo che parliamo del Polo strategico nazionale e del cloud, dove tutti i dati della Pubblica amministrazione si andranno a concentrare su pochi server la cui gestione sarà statale). Nelle more della costituzione del Polo strategico nazionale, sembrerebbe che lo Stato vorrebbe favorire la cordata costituita da TIM-Cassa depositi e prestiti-Equity, Leonardo e Sogei e, addirittura, sembrerebbe che vi siano state pressioni da parte del Ministero dell'Economia e delle finanze nei confronti di altri competitor, quali il Poligrafico dello Stato, affinché non partecipassero alla gara. Ora, poiché anche l'autorità giudiziaria sta indagando su questa partita che, ripeto, è da 2 miliardi di euro, io credo che anche il testo di questo decreto, all'articolo 7, peggiori ulteriormente ciò che è stato fatto; come si dice in gergo, quando la toppa è peggio del buco. Vado nel dettaglio. Sogei, uno dei player della cordata, in realtà, per norma, con il decreto n. 179 del 2012, avrebbe già dovuto costituire questo Polo strategico e, quindi, il testo del decreto ha abrogato la norma per consentire, invece, all'interno della suddetta cordata, di accedere ai finanziamenti del Polo strategico nazionale. Quindi, è un'operazione assolutamente opaca, che non dà garanzia assoluta di ciò che si sta mettendo in piedi; è quello che si può definire, banalmente, un pasticcio normativo, su cui il PNRR gioca una partita importante, in quanto vede circa 2 miliardi di euro utilizzati per la composizione di questa struttura. Ma, sempre sull'articolo 7 vi è un altro emendamento di maggioranza che, tra l'altro, abrogava questa norma, che noi di Alternativa abbiamo salvato e fatto mettere in votazione, ovviamente con parere contrario del relatore e del Governo, e che è stato bocciato. Quindi, veramente un marasma gigantesco di una maggioranza raffazzonata, che non riesce a tenersi bene insieme quasi su nulla. Si denota, dunque, un atteggiamento, da parte sia delle forze di maggioranza sia del Governo, poco chiaro: sicuramente potevano fornire chiarimenti sulla questione, ma hanno preferito trincerarsi dietro un lungo silenzio.

Dal lato parlamentare, è arrivato poi un emendamento che dà un forte contributo all'Agenzia Industrie Difesa (AID) per circa 18 miliardi di euro ed era rivolto a spese di ammodernamento, di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza degli impianti. Non abbiamo capito, ancora oggi, quali sono gli impianti, se sono impianti digitali, se sono impianti infrastrutturali fisici; ancora non ci è dato sapere. L'unica cosa che sappiamo di questo emendamento è che per noi non era ammissibile, tant'è che, quando si presentò, all'inizio del provvedimento, la questione dell'ammissibilità degli emendamenti, noi contestammo alcune scelte da parte del Presidente che, però, ci garantì al riguardo, ovviamente sentendo anche gli uffici, e ci siamo fidati del Presidente.

Adesso, ci siamo ritrovati un emendamento, con riferimento al quale sappiamo che il Presidente dell'Agenzia Industrie Difesa è un ex senatore del Partito Democratico che si è fatto tantissime legislature e non c'è nulla di male. Il punto che contestiamo, invece, è che l'emendamento non è ammissibile e parliamo di circa 18 milioni di euro che non sono proprio bruscolini e che stiamo togliendo al Piano nazionale di ripresa e resilienza per destinarli all'Agenzia Industrie Difesa, che molto probabilmente avrà anche bisogno di queste risorse, però ciò non è coerente con il Piano; non c'è scritto da nessuna parte. Noi abbiamo fatto anche delle verifiche, andando a vedere la missione 1, M1 e C1, e la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria non ci sono in nessuna parte del testo riguardante quella specifica missione, come, invece, ha specificato l'emendamento.

Quindi, che cosa dobbiamo pensare? È stato dato un aiuto a colleghi di partito, di questo stiamo parlando. Allora, il mio interrogativo è questo, Presidente: poiché in Germania adesso abbiamo un Ministro delle Finanze, Christian Lindner, che è un bel falco tedesco, chi glielo dice che stiamo spendendo le risorse del Recovery Fund su missioni su cui non c'è assoluta attinenza e coerenza? Purtroppo, abbiamo qualche difficoltà in Europa e l'Italia, i paesi PIGS non hanno un'ottima nomea; adesso che iniziamo ad utilizzare questi soldi per operazioni che non sono proprio in linea con il Piano credo che vi saranno problemi. Lo dico perché resti agli atti che, se poi domani ci verranno a contestare alcune scelte, dovremo indicare che vi saranno difficoltà, ma noi non vogliamo prenderci responsabilità al riguardo.

Andando avanti sempre nel testo troviamo un bel comitato scientifico per la revisione della spesa pubblica. In realtà, questo, mi creda Presidente, è un ossimoro, perché i compiti che deve svolgere questo comitato scientifico sono quelli di analisi, di monitoraggio, di revisione della spesa pubblica e dare attuazione alla spending review. Ora, mi spiegate come sia possibile mettere in piedi un carrozzone che dovrebbe dare dettagli e informazioni sulla spending review, quando, in realtà, serve a peggiorare proprio la stessa spending review? Questo è veramente un nonsense che non si può spiegare ai cittadini italiani, soprattutto oggi che sono in grande difficoltà. Ma questo è stato fatto: presso il MEF, quindi il Ministero dell'Economia e delle finanze, si aggiunge un altro carrozzone pubblico con tanto di dirigenti e funzionari che avranno i compiti di fare queste analisi. In realtà, esistono già altri enti, sia di natura pubblica che di natura privata, che attuano controlli in merito alla spesa pubblica. Ma non è finita qui, perché, questo decreto, “decreto assumificio”, addirittura, è andato avanti, prevedendo l'assunzione di tre dirigenti da piazzare al MEF, con circa 600 mila euro di dotazione, a decorrere dal 2022, quindi significa che questi tre dirigenti avranno 200 mila euro l'anno ciascuno che, ovviamente, saranno imputati a costo sulle risorse del Recovery Fund. Quindi, nel frattempo, in nome dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, si assumono senza alcun problema dirigenti, impiegati, dipendenti e si va avanti così.

Per quanto riguarda i siti orfani, avevamo proposto - non soltanto noi ma anche altre forze di maggioranza - alcuni emendamenti per allargare la platea dei siti inquinati, ma senza alcun successo prima che venissero ritirati circa 260 emendamenti di maggioranza. Purtroppo, questo è avvenuto in Commissione, mi ero dimenticato di dirlo nell'introduzione di questo mio intervento: nel corso di un intero pomeriggio di venerdì scorso circa 263 emendamenti di maggioranza sono stati tutti ritirati. Potevano magari mettersi d'accordo un pochino prima, non presentarli, quindi, nell'economia della gestione dei lavori, avremmo potuto far risparmiare agli uffici un giorno di lavoro. Invece noi, come minoranza, siamo stati lì ad osservare il ritiro di questi emendamenti, a volte anche in modo imbarazzante per qualche gruppo che compone la maggioranza. Ebbene, sui siti orfani avevamo proposto di allargare la platea, anche per dare giustizia. Cito uno dei tanti siti che, purtroppo, ad oggi, reclama vendetta: l'ex Goodyear, sito nel comune di Cisterna, teatro di orrori, di morte, di sofferenze, di truffe di ogni genere di nefandezze; abbiamo provato ad inserirlo all'interno di questo provvedimento, ma purtroppo non ci siamo assolutamente riusciti.

Sempre nel provvedimento, vi è una riduzione dei tempi del procedimento di valutazione ambientale strategica, sulla VAS, quindi, si va contro tutto ciò che dovrebbe essere in termini di sensibilità ambientalistica. È addirittura una norma che serve a ridurne i tempi d'attuazione. Oltretutto, anche per quanto riguarda la consultazione preliminare (scoping), qualora si intenda costruire opere sui territori, come da legge tra l'altro, vi è una sorta di compartecipazione con i territori, con gli enti locali, con le persone che abitano vicino al luogo dove sorgerà quest'opera, che può essere una pala eolica, un campo di pannelli fotovoltaici, qualsiasi tipo di opera fortemente impattante; ebbene, anche questi termini di consultazione sono stati ridotti, sempre in nome del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per quanto riguarda le misure predisposte per gestire il rischio idrogeologico e di alluvione, c'è una nota positiva, perché è stato approvato un nostro emendamento, non in modo semplice, in cui si dà priorità ai territori che hanno subito devastazioni con una certa frequenza negli ultimi dieci anni; quindi, i territori, che hanno subito maggiori danni dalle esondazioni di questi torrenti, possono avere una priorità; prioritariamente si assegnano ai medesimi questi 800 milioni che sono stanziati all'interno del “decreto PNRR”. Si tratta di una nota positiva, perché si cerca di aiutare principalmente quelle popolazioni che, in questi ultimi dieci anni, hanno avuto addirittura vittime per colpa delle esondazioni e del dissesto idrogeologico. Quindi, noi di Alternativa siamo contenti di aver contribuito almeno in minima parte sul testo.

Purtroppo, alle belle notizie se ne affiancano sempre altre non proprio positive, in quanto abbiamo notato che c'è questo fondo per la Repubblica digitale. Quando, Presidente, ho letto “fondo per la Repubblica digitale”, dentro di me ho evocato pensieri di innovazione, di digitalizzazione, di una Repubblica futuristica. In realtà, si tratta di un vero artificio semantico, perché non è altro che una “marchetta” che si fa alle fondazioni bancarie, quindi, davvero non si capisce proprio il senso di inserire una norma del genere in un provvedimento così importante.

La norma recita che si alimenta un fondo da parte delle fondazioni bancarie e si dà attuazione a progetti rivolti alla formazione, all'inclusione digitale, con la finalità di accrescere le competenze digitali, anche migliorando i corrispondenti indicatori.

A parte la fumosità della norma, che non specifica esattamente in quali settori vuole andare a intervenire, su che cosa vuole accrescere queste competenze e a chi, mentre, invece, secondo me, sarebbe opportuno che vi fosse stata una specificazione all'interno della norma.

Tuttavia, c'è una cosa che mi fa veramente dispiacere per quanto riguarda il credito d'imposta che, per i primi due anni, è parametrato al 65 per cento e, nei successivi tre, al 75 per cento. Quindi, per fare un esempio, se una fondazione dà 100.000 euro a questo fondo, ne può ricevere 75.000 grazie al credito d'imposta che, tra l'altro, è anche cedibile. Siccome stiamo assistendo all'indebolimento di norme come quelle del superbonus e dell'ecobonus per la riqualificazione degli edifici e la riqualificazione energetica, che, nel tempo, dal 110 per cento subiranno negli anni, a mano a mano, una riduzione, un décalage, io mi chiedo: con che coraggio il Governo ci fa vedere la Repubblica digitale, quando uno dei pochi provvedimenti, a mio avviso, utili come il superbonus, sta dando risultati apprezzabili anche in termini di ripresa e soprattutto di attivazione dell'indotto - quindi per gli architetti e i geometri - per non parlare poi di tutte le forniture che si stanno attivando? Con che coraggio voi date il 75 per cento di credito alle fondazioni bancarie, agli amici di Draghi, dell'élite finanziaria, quando le persone, le ditte, i lavoratori, gli imprenditori edili e gli artigiani devono avere i soldi del superbonus e dell'ecobonus che, grazie al “decreto Antifrode”, è diventato un grande pastrocchio? Sono praticamente bloccati nel caos normativo e non sanno quando devono ricevere i loro soldi attraverso il sistema della cedibilità del credito che, nel frattempo, è stato bloccato, e pure sullo stato avanzamento lavoro non sanno quando vi sarà lo scatto del 30 per cento, se entro l'anno o dopo il 2022. Insomma, c'è un caos enorme, ma la norma, chiara, precisa, che non ha alcun fraintendimento e che non genera alcun dubbio di interpretazione normativa è quella del fondo della Repubblica digitale per le fondazioni bancarie. Presidente, siamo arrivati veramente a scontrarci con alcune certezze, nel senso che per i ricchi, per le persone che stanno bene, appartenenti alle élite, si fanno le norme perfette; per chi deve lavorare, per chi ogni giorno si alza e con fatica deve portare i soldi a casa si crea una miriade di problemi. Io non lo trovo assolutamente accettabile e questo l'ho messo a verbale durante le nostre riunioni in Commissione bilancio: questa è una norma da stralciare immediatamente, perché è un pugno nello stomaco di chi fa attività di impresa e soprattutto dei cittadini che avevano la possibilità di rimettere a nuovo immobili e di farlo con soldi statali. Quindi, veramente, Presidente, ci tengo a stigmatizzare l'utilizzo di questa norma.

Andiamo avanti, perché comunque i regali e le “marchette” non sono finite qui. È stato approvato, durante la notte, uno degli ultimi emendamenti, relativo alle assunzioni di personale, con incarichi di consulenza, direttamente nello staff dei sindaci soltanto nei comuni superiori ai 250.000 abitanti. Poi vi sono le 152 unità da assumere al Ministero della Transizione ecologica del Ministro del nucleare, Cingolani. Noi avevamo proposto emendamenti correttivi, avevamo chiesto di istituire una commissione formata da esperti, da professori universitari, per fare la selezione di queste 152 unità. Invece, l'assunzione avverrà, non tramite concorso, ma tramite colloquio. Quindi i candidati che si presenteranno non dovranno fare neanche grandi sforzi: se conoscono la persona che li sta intervistando e li valuterà saranno dentro; tutti gli altri, magari persone talentuose, che hanno difficoltà a trovare lavoro perché non sono figli di notabili, purtroppo resteranno esclusi. Ci sono anche altre 100 unita al MAECI, poi abbiamo un dirigente che è stato piazzato al Dipartimento della giustizia minorile, tant'è che ciò ha fatto arrabbiare molto esponenti della maggioranza, che hanno litigato in Commissione, perché mancava solo il nome e il cognome della persona che assumerà questa funzione dirigenziale.

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, concludo con due ultime cose ma sarò molto rapido, le prometto. Della questione della prevenzione delle infiltrazioni mafiose, in realtà, si è parlato veramente poco. Io le dico che esperti della materia ci hanno riferito che, purtroppo, non c'è alcuna prevenzione, semmai un indebolimento della normativa antimafia, che causerà ulteriore burocrazia per i prefetti e che, di fatto, non proteggerà dall'assalto dei clan, delle organizzazioni criminali a questi oltre 200 miliardi.

Quindi, Presidente, concludo - come le avevo promesso - dicendo che purtroppo noi abbiamo assistito a un mutismo incredibile in Commissione bilancio. In quale occasione hanno iniziato a parlare i partiti? Quando si sono messi a litigare su una norma che noi abbiamo ribattezzato “la norma Fedez”, ovvero quella che prevede di introdurre le firme digitali per dare la possibilità ai nuovi partiti di partecipare alle elezioni politiche.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Solo in quel caso hanno parlato, si sono messi a discutere i partiti. Per tutti…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trano. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3354-A​)

PRESIDENTE. I relatori hanno terminato i tempi a loro disposizione e il Governo si riserva la facoltà di intervenire.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2670-B​) (ore 13,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2670-B: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 14 dicembre 2021 (Vedi l'allegato A della seduta del 14 dicembre 2021).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) si intende autorizzata a riferire oralmente. Ha facoltà di intervenire, in sostituzione della relatrice, il Presidente della XIV Commissione, deputato Sergio Battelli.

SERGIO BATTELLI , Presidente della XIV Commissione. Grazie, Presidente. Colleghi, siamo riuniti, finalmente, in Aula per incardinare la legge europea 2019-2020 e, purtroppo, oggi, 17 dicembre 2021, portare in Aula un insieme di norme del 2019-2020 ci deve far riflettere un po' sui tempi e anche sui Regolamenti interni, per il lavoro che si fa in queste aule sul recepimento e anche sul mancato recepimento di norme comunitarie con la legge di delegazione europea e la legge europea. La legge europea infatti reca le disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea. Molto velocemente, giusto per ricordarci quali sono stati i tempi, il disegno di legge è stato presentato dal Governo il 21 settembre 2020, è stato approvato, con modificazioni, dalla Camera il 1° aprile 2021 e in seconda lettura al Senato, con ulteriori modificazioni, il 3 novembre 2021. La XIV Commissione di questa Camera poi ha concluso l'esame in sede referente il 9 dicembre 2021, non apportando modifiche. Brevemente perché, ripeto, è un testo su cui le Commissioni lavorano da parecchio tempo, quindi tutti i commissari l'hanno seguito alla perfezione, anche nelle modifiche.

Vengo al merito del provvedimento. Il testo risulta, dalle modifiche finora apportate dai due rami del Parlamento, di 48 articoli, suddivisi in otto Capi, che modificano o integrano disposizioni vigenti dell'ordinamento nazionale, per adeguarne i contenuti al diritto europeo. In particolare, il testo reca disposizioni di natura eterogenea, che intervengono in settori altrettanto eterogenei, molto rilevanti, tra cui la libera circolazione di persone, beni e servizi, la sicurezza e la giustizia, la fiscalità, la sanità, le disposizioni sui consumatori, l'energia, le modalità di partecipazione dell'Italia alla formazione e attuazione della normativa comunitaria, il monitoraggio dell'attuazione del PNRR e le risorse proprie dell'Unione europea. Poiché, come ho detto, tutti i colleghi hanno seguito alla perfezione l'intero iter di queste norme, io chiedo alla Presidenza di depositare il testo del mio intervento e lascio spazio ai colleghi, per approfondire le tematiche (Applausi).

PRESIDENTE. L'onorevole Battelli è autorizzato a depositare il testo del suo intervento. Prendo atto che il Governo si riserva la possibilità di intervenire. È iscritto a parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERO DE LUCA (PD). Presidente, grazie. A nome del Partito Democratico, testimoniamo il nostro impegno forte per l'approvazione di questo disegno di legge, che arriva qui in terza lettura, come ricordava il Presidente Battelli, con tempi che si sono, purtroppo, dilatati, e su cui abbiamo l'obbligo e il dovere di riflettere per i prossimi passaggi parlamentari legati a un provvedimento che è, e resta, centrale per quanto riguarda l'impegno dell'Italia al rispetto degli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea. È un provvedimento che ci consente di porre rimedio a lacune normative e dare maggiori tutele, maggiori opportunità, maggiori diritti ai nostri cittadini, alle nostre famiglie, ai nostri lavoratori, alle nostre imprese, per cui siamo oggi contenti che sia giunto finalmente in Aula per la definitiva approvazione. È la testimonianza ulteriore del ritrovato protagonismo e della ritrovata autorevolezza dell'Italia a livello europeo. I risultati importanti ottenuti finora vanno consolidati. Siamo convinti che, anche a partire dall'approvazione di questo provvedimento, il nostro Paese continuerà ad essere, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, sempre più guida e leader del processo di integrazione europeo, della costruzione della nuova Europa che dobbiamo realizzare dopo la pandemia. Portiamo avanti con determinazione l'approvazione di questo provvedimento (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghe e colleghi, già chi mi ha preceduto, il presidente Battelli e il collega De Luca, hanno ricordato la tempistica, a dir poco lunga, che questo provvedimento ha avuto nel corso ormai quasi degli ultimi 2 anni. La legge europea, che serve ad apportare modifiche all'ordinamento, per correggere e sanare i precedenti recepimenti, oppure porre rimedio alle procedure di infrazione che ci vengono aperte dall'Unione europea, arriva finalmente oggi, qui, in Aula e questo ci dà modo di riflettere su tanti aspetti che toccano la parte più procedurale, la parte istituzionale e partono ovviamente da un testo che - lo ricordiamo - non nasce con questo Governo, nasce con il Governo “Conte bis”, quindi una maggioranza indubbiamente più politica rispetto a quella attuale.

Si ricordavano prima le date, quindi, un testo presentato il 21 settembre 2020, che ha iniziato l'iter qui alla Camera il 27 ottobre 2020 ed è stato approvato agli inizi di aprile 2021; un iter al Senato che inizia il 2 aprile 2021 e che termina con l'approvazione in quel ramo del Parlamento il 3 novembre; oggi, 17 dicembre, siamo qui a incardinare il provvedimento, arriva finalmente in quest'Aula e vedrà, nelle prossime settimane, la sua definitiva approvazione; sappiamo che saremo impegnati con la legge di bilancio, oltre che con il provvedimento precedente nella discussione generale di questa mattina. Allora, bisogna fare un po' di riflessioni sui ritardi. Sui ritardi ci dobbiamo rifare alla legge che dal 2012 governa l'iter di recepimento delle direttive europee nell'ordinamento nazionale, penso quindi alla legge n. 234 del 2012 appunto, che aveva due grandi obiettivi. Il primo, quello di far sì che il Parlamento potesse - sembra incredibile a ricordarlo, ma fino al 2011 non era così - dare indirizzi chiari, precisi e riconosciuti al Governo prima che il Governo stesso andasse in sede europea, in sede di Consiglio europeo a prendere decisioni; questo era il primo obiettivo, che possiamo dire raggiunto e, quindi, il merito è della legge richiamata. Il secondo obiettivo, che ci si era posti quando, nella XVI legislatura, modificammo la legge n. 11 del 2005, appunto con la legge n. 234 del 2012, era di snellire la procedura di approvazione di quella che era all'epoca la legge comunitaria, una legge che toccava tantissimi aspetti, tantissime materie, le più disparate, di tutti i settori, coinvolgendo tutte le Commissioni del Parlamento e che aveva, proprio per la mole di lavoro che comportava, una serie di criticità in fase di approvazione. Allora, si valutò di scindere la legge comunitaria in legge di delegazione, per recepire le direttive e in legge europea, per sanare le infrazioni, o modificare i recepimenti fatti in passato.

Quindi, a una prima analisi superficiale, noi potremmo forse chiederci se la colpa, la causa di questa lungaggine riguardo alla legge europea di cui stiamo parlando (2019-2020) sia da ascrivere alla legge n. 234 del 2012. Non è così. A mio modo di vedere, la n. 234 del 2012 è una buonissima legge, ma è evidente che qui il problema è riconoscere, da parte di tutti, la valenza istituzionale della XIV Commissione; questo credo sia un passaggio che ci deve portare a parecchie riflessioni. La Commissione ha proposto, anche recentemente, una modifica del Regolamento, proposta passata all'unanimità in Commissione, di questo devo dare atto al presidente Battelli; è una modifica che, però, si è persa nelle stanze di questo Palazzo. Questo ci deve spingere a rivedere la proposta di modifica del Regolamento, proprio per velocizzare l'iter di approvazione degli atti che passano dalla XIV Commissione, che incredibilmente, per prassi, non può nemmeno audire gli ambasciatori dei Paesi dell'Unione europea. Quindi, è evidente che serve una serie di cambiamenti e di modifiche - come dicevo - che ribadiscano il ruolo della XIV Commissione se, come è, le normative che arrivano sotto forma di direttive e di regolamenti dall'Unione europea sono diventate centrali nel corpo delle leggi italiane.

Ad oggi, le infrazioni sono 102: 65 per violazione del diritto dell'Unione europea e 37 per mancato recepimento delle direttive europee. Quindi, mi pare evidente che stiamo parlando di una necessità, da parte di questo ramo del Parlamento, di velocizzare l'iter, in termini procedurali, dalla XIV Commissione.

Vengo al testo che, come ricordavo, nasce con il “Conte bis” quindi, un testo che non ci ha visti evidentemente, come Lega, partecipi nella sua stesura e che presenta contenuti indubbiamente migliorati nel corso dell'iter in prima lettura in questa Camera ma, soprattutto, al Senato e che arriva qui in terza lettura con sostanziali modifiche; tutta una serie di modifiche che hanno introdotto un nuovo articolo e ne hanno modificati altri 19; quindi, una serie di cambiamenti sostanziali.

Non voglio, per economia dei lavori, andare a rivedere il provvedimento articolo per articolo, penso che ciò sarebbe male accettato dai colleghi, ma soffermarmi, in particolare, su 4 articoli che, proprio perché siamo in discussione generale, ci permettono di parlare del testo e dei suoi contenuti e anche delle implicazioni politiche che comportano alcune scelte.

Il primo articolo che, secondo me, va comunque analizzato, nonostante le modifiche che abbiamo apportato in particolare al Senato, è il coinvolgimento dell'UNAR, che desta comunque dubbi da parte nostra; un coinvolgimento dell'UNAR che non vorremmo avesse ripercussioni sul reale ruolo che questo articolo ha all'interno del testo della legge europea. Un UNAR che, troppe volte, ha giocato un ruolo poco istituzionale, molto ideologico, se non addirittura politico, nella cronaca recente di questi anni, ed è un ufficio che, troppe volte, ha confuso la tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico con episodi inesistenti di razzismo, coinvolgendo anche in modo pesante amministratori locali che nulla avevano fatto di contrario alla legge, ma imponendo una logica politica o ideologica che nulla ha che vedere con quella che dovrebbe essere l'impostazione di questo testo.

Penso poi all'articolo 9, che parla di pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare. Questo è un argomento che abbiamo toccato anche nella legge di delegazione e che è molto vivo nel dibattito di queste settimane nel nostro Paese. La tutela delle filiere agroalimentari è indispensabile, ce lo chiedono le associazioni di categoria che rappresentano i produttori. Ci siamo resi conto, durante questa pandemia, di quanto sia strategico il settore primario e, ahimè, ce ne siamo resi conto quando, nella primavera del 2020, andavamo nei supermercati e vedevamo gli scaffali vuoti. E, allora, abbiamo capito quanto fosse importante tendere, a livello di Unione europea e di Italia, a quella sorta di autonomia alimentare che diventa strategica in termini di sicurezza nel momento in cui le cose a livello internazionale si mettono male.

Devo dire che i dati di questa ripartenza economica sono ottimi anche per l'agroalimentare: c'è fame, letteralmente fame, di made in Italy, però dobbiamo mettere le nostre aziende agroalimentari nella condizione di esistere, produrre e di collocare i propri prodotti con riferimento all'industria che fa trasformazione, in modo tale da garantire una giusta remunerazione, sia a chi produce, sia a chi trasforma.

Io penso che questo articolo, unitamente a quanto già introdotto nella legge di delegazione, vada perfettamente in questa direzione e i dati che, come dicevo, arrivano anche recentemente dall'assemblea nazionale di Coldiretti, ci dicono che sarà un buon dicembre per la produzione agroalimentare in termini di presenza sui mercati e di capacità di vendita sui mercati, a livello non solo italiano, ma anche e soprattutto internazionale.

Cito poi l'articolo 36, in materia di sistema europeo per lo scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra: un vecchio tema, ma quanto mai attuale, sulla base dei costi che le nostre aziende stanno affrontando, proprio legati al caro energia. Noi qui approviamo un testo in merito alle quote che possono scambiarsi all'interno dell'Unione europea, però ricordiamoci che - e la COP26 lo ha certificato – la Cina procede con i livelli di emissione che ben conosciamo; l'India addirittura peggio, perché ha parlato di azzeramento delle emissioni nel 2070, praticamente nell'anno del mai, e sta investendo per costruire 28 centrali elettriche a carbone.

A livello di Paese Italia, invece, in seguito alle scelte che vengono portate avanti a livello di Unione europea, saremo costretti a subire forti impatti negativi in termini occupazionali per il passaggio obbligato dal motore termico al motore elettrico. E qui riporto le denunce che sono arrivate pubblicamente da parte di ANFIA e Confindustria nei giorni scorsi. Vediamo limitare il mercato degli immobili che non soddisfano determinati criteri energetici e, quindi, costi di adeguamento per i nostri cittadini. E, da ultimo, una direttiva che saremo chiamati a valutare e ad analizzare sullo stop alle caldaie a gas, a partire dal 2040, anche qua con costi di sostituzione che impatteranno sulle tasche degli italiani. Quindi, l'Unione europea procede in una direzione come se considerasse l'atmosfera non come qualcosa che tocca tutti i continenti in modo indistinto, ma come se ci fossero dei confini a livello spaziale che impediscono la propagazione dei gas serra prodotti dalle altre potenze mondiali.

E da ultimo, l'articolo 38 su biocarburanti e bioliquidi ci ricorda come programmare in modo preciso e puntuale l'attività delle nostre imprese sia un valore che questo Parlamento, insieme al Governo, devono mantenere, devono sostenere, devono portare avanti, perché un'attività programmata consente di migliorare ed efficientare gli investimenti delle aziende stesse. Continuare a cambiare la normativa a seconda di cosa propone l'Unione europea o delle infrazioni che subentrano è qualcosa che rischia di modificare e di incrinare quel rapporto di fiducia che deve esistere tra impresa, azienda e Stato.

Termino il mio intervento. Chiudiamo questo provvedimento, facciamolo nei tempi più rapidi possibili, compatibilmente con il calendario di quest'Aula, con lo stop che avremo per le vacanze di Natale, lo stop che avremo fino agli inizi di gennaio. Penso, però che, nel chiudere questa legge, serva anche cambiare l'approccio che il Parlamento ha alla legge di delegazione, l'approccio che ha alla legge europea. Quest'Aula può farlo, se prendiamo coscienza che le normative europee non vanno subite, ma applicate, ricordando, con buonsenso e coraggio, le caratteristiche di questo nostro complesso Paese (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio anche i colleghi, in particolare del Partito Democratico, che hanno molta pazienza e che sono qui da questa mattina per ascoltare anche gli interventi dell'unica opposizione presente in quest'Aula e presente sulla scheda elettorale nel 2018, e cioè Fratelli d'Italia (Applausi del deputato Casu). Grazie, collega Casu.

Onorevoli colleghi, signor Presidente, rappresentante del Governo, proprio oggi discutiamo questo provvedimento che rappresenta il nostro rapporto con l'Unione europea, proprio quando Mario Draghi va in Europa e attua nuove restrizioni folli - sottolineiamo folli -, perché stanno distruggendo la filiera del turismo italiano. Fratelli d'Italia ha presentato, infatti, un'interrogazione alla Commissione europea sulle nuove restrizioni anti-COVID previste per gli ingressi in Italia, con cui chiediamo di verificare se e quali violazioni del regolamento europeo sul certificato COVID ci siano state da parte del Governo italiano. Perché questo poi è il bellissimo paradosso di questo Governo, che si vanta di essere talmente europeista che poi diventa antieuropeista, perché va, per eccesso di lealismo, oltre gli stessi regolamenti europei, che, infatti, si raccomandavano di non mettere restrizioni tra un Paese e l'altro, per ovvie ragioni.

Fratelli d'Italia chiede, quindi, la revoca immediata di questa ordinanza “tafazzista” - dal neologismo di un noto personaggio televisivo - che metterà in ginocchio un comparto già colpito dalla pandemia e dalla crisi economica, in netto contrasto con il Regolamento europeo, appunto, che prevede regole per le restrizioni che non vadano a danneggiare il rapporto e i flussi turistici tra Paesi europei in particolare. Il Governo italiano, dopo aver escluso i test dai certificati validi per lo svolgimento di molte attività quotidiane, ha disposto, invece, che dal 16 dicembre, per l'ingresso in Italia dai Paesi UE sia necessario l'obbligo di test anche per i possessori di certificato vaccinale, con l'aggiunta di quarantena per coloro che presentano un test negativo ma che non sono vaccinati. Quindi, ora non valgono più neanche i test, neanche più i test che si sa essere più attendibili, in grado di garantire un minimo di sicurezza in più e anche un massimo in più rispetto ai green pass, che sono attestati sociali di buona salute e di robusta costituzione (come si diceva un tempo con i certificati medici per lo sport); adesso, dunque, c'è il paradosso che chi ha il test deve fare la quarantena. Ovviamente, questo sedicente Governo dei migliori ha distrutto, con un solo provvedimento, tutto il turismo dei weekend (dei due giorni). Sappiamo, infatti, che la media nazionale è di 2,5 giorni, quindi, secondo voi, chi viene in Italia con il rischio di farsi magari dei giorni di quarantena - quattro giorni di quarantena - rispetto a questo obbligo? Come si evince dalle dichiarazioni del Vicepresidente della Commissione, Jourova, ciò è avvenuto senza alcuna comunicazione preventiva, in netto contrasto con lo spirito istitutivo del certificato COVID digitale dunque probabilmente contravvenendo al Regolamento europeo; da qui, la nostra interrogazione. Chiediamo, quindi, alla Commissione di verificare se e quali violazioni del Regolamento europeo ci siano state da parte del Governo italiano nell'introduzione delle restrizioni sanitarie. Il 14 giugno 2021, infatti, il Parlamento europeo ha introdotto il certificato COVID digitale, finalizzato proprio ad agevolare la libera circolazione durante la pandemia, nonché la revoca graduale delle restrizioni poste in essere dagli Stati membri. Quindi, l'Italia, che si vanta di essere ultraeuropeista, poi fa un provvedimento che è in aperto contrasto con il Regolamento europeo rispetto a questo tema, che è cruciale in questi tempi. Con tale certificato, ottenibile attraverso tre strumenti alternativi, il Regolamento prevede che gli Stati membri si astengano dall'imporre ulteriori restrizioni alla libera circolazione, quali ulteriori test o quarantenne in relazione ai viaggi, salvo situazioni di necessità da dimostrare e comunicare preventivamente. Nonostante l'alta adesione alla campagna vaccinale, le terapie intensive e le ospedalizzazioni sotto controllo, il green pass e il super green pass, il Governo decide di prorogare lo stato di emergenza addirittura oltre quanto previsto dalla legge. Devo dire che, anche qui alla Camera, ormai si è superato ogni limite della decenza, costringendo gli assistenti parlamentari a un super lavoro per andare a controllare i parlamentari non soltanto all'ingresso ma, poco dopo, anche all'ingresso della mensa. Questa è la dimostrazione dell'ottusità della burocrazia e non aggiungo altro, perché è evidente quanto sia inutile e bizantino attuare questo provvedimento.

Ai sensi dell'articolo 17, poi, del Trattato sull'Unione europea, il TUE, la Commissione europea: “vigila sull'applicazione dei trattati e delle misure adottate dalle istituzioni in virtù dei trattati” e “vigila sull'applicazione del diritto dell'Unione sotto il controllo della Corte di giustizia dell'Unione europea”. In quanto osservatore del diritto UE, il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) conferisce alla Commissione il potere di avviare una procedura di infrazione nei confronti di uno Stato membro che si renda responsabile di una qualsiasi violazione del diritto dell'Unione europea; e qui avremmo il paradosso perfetto, perché verso l'Italia verrebbe elevata un'infrazione proprio per una trasgressione del Regolamento europeo.

Sulla scorta di una giurisprudenza risalente e mai contestata, la Commissione europea ha infatti la discrezionalità esclusiva e insindacabile dell'apertura di una procedura di infrazione. Essa può, quindi, decidere, sulla base di valutazioni giuridiche, ma anche politiche e di opportunità, di promuovere una procedura di infrazione nei confronti di uno, di alcuni e anche di tutti gli Stati membri (cosiddette infrazioni trasversali), in funzione di obiettivi di policy rispetto ai quali gli Stati membri restano sostanzialmente estranei, chiamati semplicemente a confrontarsi con l'avvio della procedura. Secondo l'articolo 258 del TFUE, la Commissione contesta la violazione inviando allo Stato membro una lettera di messa in mora e poi un parere motivato; infine, qualora lo Stato non faccia venir meno l'inadempienza o non dimostri la conformità dell'ordinamento nazionale al diritto dell'Unione europea di volta in volta rilevante, la Commissione propone un ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea, la quale è chiamata ad accertare la sussistenza dell'inadempimento, da tale accertamento scaturendo l'obbligo per lo Stato membro, secondo la previsione dell'articolo 260, primo comma, del TFUE, di conformarsi alle statuizioni contenute nella sentenza della Corte, modificando, laddove richiesto, l'ordinamento nazionale, ovvero facendo venir meno la prassi o la giurisprudenza ritenute contrastanti con le regole dell'Unione.

A seguito delle ultime decisioni adottate dalla Commissione europea il 18 marzo 2021, quindi, il numero delle procedure di infrazione a carico dell'Italia è pari a 82 procedure, di cui 63 per violazione del diritto dell'Unione e 19 per mancato recepimento di direttive UE. La tematica, storicamente, come è ben noto, rappresenta un punto particolarmente delicato nei rapporti fra il nostro Paese e l'Unione. La mole di contenzioso generato nel tempo è determinata soprattutto da fattispecie di mancato adeguamento del diritto nazionale a quello sovranazionale e non, quindi, colleghi, da conflitti generati più o meno intenzionalmente come effetto di scelte di policy incompatibili con i cardini fissati all'altezza del circuito decisionale euro-unitario, ma, in gran parte, da mere inerzie della macchina istituzionale che, comunque, hanno determinato, in numerosissimi casi approfonditamente indagati in varie sedi e da lungo tempo, il tardivo o il mancato recepimento di direttive. Quindi, colleghi, per noi l'Europa è l'Europa delle patrie, della confederazione di Stati che collaborano su materie specifiche, come la difesa; però, poi, bisogna rispettare questi provvedimenti quando si recepiscono. Dunque, anche quest'anno il Parlamento compie il suo atto formale per adeguare il proprio ordinamento all'ordinamento dell'Unione europea. La potremmo chiamare la legge ubi maior minor cessat, laddove minor, ovviamente, si riferisce agli Stati nazionali; lo dice l'Europa e il Parlamento italiano ha solamente il compito di obbedire. Tuttavia, noi non la pensiamo così e viene subito in mente tutto il dibattito sulla presunta superiorità dell'ordinamento europeo rispetto a quello interno. È sotto i riflettori, su questo punto, la Polonia, perché la sua Corte costituzionale ha avuto l'ardire di dire che la Costituzione polacca viene prima dell'ordinamento europeo. Eppure non c'è stato scandalo quando identiche affermazioni le ha fatte la Corte costituzionale tedesca e quando le hanno fatto la Francia, la Danimarca e altri Paesi. Non c'è stato scandalo in Europa, non c'è stato scandalo in Italia e non c'è stato scandalo sui nostri media; c'è invece scandalo perché la stessa cosa la dice la Polonia. A noi sembra scontato che la Costituzione italiana venga prima dell'ordinamento europeo, come abbiamo sempre detto e sostenuto in ogni sede. C'è, a tal proposito, una proposta di legge di riforma costituzionale di Fratelli d'Italia, a prima firma proprio di Giorgia Meloni, per ribadire questo concetto. Pensiamo questo perché proviamo a mettere in linea determinati principi. Infatti, l'articolo 1 della nostra Costituzione afferma, appunto, che la sovranità appartiene al popolo, che vota i propri rappresentanti nel Parlamento italiano, che ha il potere legislativo e, in questo modo, la cosa si regge costituzionalmente. Se, invece, diciamo che la supremazia è dell'ordinamento europeo, poiché tutti sappiamo che la funzione legislativa dell'Unione europea è prevalentemente in capo al Consiglio europeo, quindi ai Governi, stiamo di fatto trasferendo il potere legislativo dal popolo e dal Parlamento ai Governi, e tale questione non dovrebbe essere né scontata, né accettata (ma noi la diamo per scontata).

Inoltre, l'articolo 11 della nostra Costituzione stabilisce che l'Italia può porre limitazioni alla propria sovranità, ma lo può fare in condizione di parità con gli altri Stati. Quali condizioni di parità ci sono se la Germania dichiara la prevalenza della propria Costituzione sulle norme europee e noi non lo facciamo? Significa, di fatto, subordinare l'ordinamento italiano a quello tedesco, e noi non lo possiamo accettare. La legge europea, dunque, ha un contenuto tipico e reca infatti cinque specifiche tipologie di misure - volte a modificare o abrogare disposizioni nazionali in contrasto con gli obblighi europei ovvero oggetto di procedura di infrazione - nonché disposizioni necessarie per dare attuazione agli atti dell'Unione e ai trattati internazionali da questa conclusi e, infine, disposizioni dirette a disciplinare il potere sostitutivo ex articolo 117, quinto comma, della Costituzione (articolo 30, comma 3, legge nazionale n. 234 del 2012). Non sfuggono inoltre i vincoli procedurali con i quali il Parlamento deve confrontarsi in considerazione del fatto che i Regolamenti parlamentari pongono un limite ratione materiae nell'ambito dell'esame di tale provvedimento, stabilendo espressamente che sono inammissibili gli emendamenti che riguardino materie estranee all'oggetto proprio della legge europea e di delegazione europea, come definito dalla legislazione vigente. Ricorrendo tali condizioni, il Presidente del Senato può dichiarare inammissibili disposizioni del testo proposto dalla Commissione all'Assemblea, un'eccezione in tutti gli Stati europei.

Veniamo ora al provvedimento, ma mi permetto un inciso. Dal 2019, colleghi, l'Unione europea è impegnata a costruire un level playing field, un terreno comune, con un poker di proposte: Data Governance Act, DSA e DMA, e l'atto sull'intelligenza artificiale, in cui gli operatori delle telecomunicazioni e del digitale possano agire senza distorsioni della concorrenza e limitando certo il ruolo sovrapposto di monopolisti economici e monopolisti informativi. In poche parole, colleghi, una piattaforma digitale è diventata da piazza ad editore, che decide i contenuti da pubblicare. Dai Facebook Papers sono emerse le segnalazioni su alcuni casi critici di personaggi pubblici, compresi i politici, che avrebbero infranto le policy aziendali con i loro post e verso i quali non sarebbero stati presi provvedimenti.

Documenti e inchieste che mostrano la necessità di pensare in grande, non risolvendo situazioni anticoncorrenziali, ma regolando efficacemente il capitalismo delle piattaforme. Certo, colleghi, comprendiamo le necessità del mercato, ma il mercato, se si autoregolamenta, genera casi in cui le leggi stesse del mercato vengono definite da poche aziende, e questo stesso potere dominante si traspone nell'aspetto informativo. Un tema, questo, che abbiamo sintetizzato con la definizione di “sovranità digitale”, sempre intesa in ambito di confederazione di Stati, perché noi siamo europeisti molto prima di questi europeisti da operetta che poi si fanno conculcare norme e direttive dai signori di Bruxelles. Ne va anche della competitività dei mercati, visti gli effetti a medio termine, come ha insegnato Lina Khan, ora a capo dell'Antitrust americana, della posizione dominante di un'azienda sul suo mercato. L'introduzione di un sistema di responsabilità e obblighi crescenti a seconda delle dimensioni della piattaforma di riferimento è sicuramente da riconoscere come elemento di innovazione positivo; più precisamente, le piattaforme di maggiore rilevanza hanno il dovere di mettere in atto una serie di misure finalizzate a scongiurare l'utilizzo e la diffusione di materiale illegale.

In un mercato sempre più complesso, il riconoscimento di sempre maggiori tutele nei confronti dei creatori di contenuti è fondamentale al fine di riequilibrare il rapporto estremamente sbilanciato a favore dei grandi player del digitale. Pur condividendo, quindi, lo spirito della proposta di regolamento, che si pone in continuità normativa con la “direttiva copyright”, sulla quale abbiamo fatto una battaglia trasversale, andando a frenare gli appetiti e i desiderata di alcune grandi piattaforme digitali in Commissione cultura, sarà importante capire come questi due provvedimenti si intersecheranno tra loro e come il Digital Services Act potrà contribuire ad una sempre maggiore tutela dei contenuti protetti dal diritto d'autore. Come Fratelli d'Italia siamo sempre stati in prima linea, e lo saremo, per la difesa del diritto d'autore e della creatività italiana, dal contrasto alla pirateria audiovisiva a quella libraria a quella editoriale, e per il riconoscimento del giusto compenso per le opere di ingegno in ambito editoriale e, in generale, sul web.

Veniamo al provvedimento: con il senatore Fazzolari di Fratelli d'Italia abbiamo portato avanti emendamenti migliorativi del testo del provvedimento in esame. Grazie all'emendamento di Fratelli d'Italia decade l'illogico divieto del munizionamento 9x19 che l'Italia, unico Paese al mondo, si portava avanti da 30 anni. Un divieto illogico, rivolto all'attività civile e sportiva che ha penalizzato gli operatori della sicurezza privata, costretti ad acquistare armi con un aggravio di costi e con enorme penalità per i nostri atleti.

Gli italiani eccellono in tutte le attività di tiro, dal tiro dinamico all'IDPA, e in tutte le discipline nelle quali noi vantiamo, come squadra o in competizioni personali, campioni europei e campioni del mondo, ma abbiamo avuto finora l'illogico divieto di utilizzare il munizionamento utilizzato in tutto il resto del mondo. Per questo era impossibile fino ad oggi per l'Italia organizzare internazionali, i nostri atleti erano costretti a non utilizzare gli stessi strumenti di tutti gli altri.

Grazie all'emendamento presentato da Fratelli d'Italia e approvato in Commissione, finalmente decade il divieto del munizionamento 9x19. Per quanto riguarda l'UNAR poi, unendoci anche all'iniziativa e alle dichiarazioni del collega Maggioni, come ha detto anche il capogruppo della XIV Commissione al Senato, sempre il senatore Fazzolari, sappiamo che è una struttura con grande discrezionalità ed è finita qualche volta in qualche scandalo perché ha finanziato manifestazioni spesso con discutibili personalità di dubbio gusto. Figuriamoci, non è per questo che ci scandalizziamo, perché è tra le cose più utili che abbia fatto quella struttura. Ci scandalizziamo invece, colleghi, perché si tratta della struttura che aveva formalmente scritto una lettera al presidente di un partito, Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, dicendole che doveva cambiare i messaggi che dava in tema di immigrazione. Sull'articolo relativo poi alla tecnologia, introdotto dalla Camera, la crisi pandemica ha cambiato radicalmente il ruolo e la percezione della digitalizzazione delle nostre società e ne ha accelerato il ritmo.

Le tecnologie digitali sono diventate imprescindibili per il mantenimento della vita sociale ed economica, e saranno uno dei fattori essenziali del Recovery Fund per la transizione verso una rinnovata società post-COVID-19. Quest'anno di pandemia ha però anche esposto le vulnerabilità dell'approccio europeo alla trasformazione digitale. La dipendenza da tecnologie cinesi e statunitensi, la mancanza di competenze e il crescente divario digitale rappresentano un ostacolo alle ambizioni per un futuro digitale antropocentrico, inclusivo e sostenibile, in cui l'Unione possa avere la propria sovranità digitale. Concetto che, ricordo sempre perché resti a verbale di questa legislatura, ha inserito per primo Fratelli d'Italia all'inizio della legislatura, prima della pandemia, prima delle linee di indirizzo dell'Unione Europea, dimostrando che siamo una forza che guarda non solo al futuro, ma molto spesso ne anticipa anche la visione. L'Unione europea ha un deficit di investimenti di 65 miliardi di euro all'anno, che determina un forte svantaggio competitivo rispetto alla leadership tecnologica statunitense, non parliamo di quella cinese. Per esempio, il 90 per cento dei dati UE sono gestiti da aziende statunitensi, con Microsoft, Amazon e Google che, da sole, possiedono oltre la metà dei principali 600 centri dati globali.

L'Unione Europea ne ospita il 19 per cento, la Cina il 10 per cento. Il valore dei dati europei, colleghi, viene quindi estratto al di fuori del territorio dell'Unione, limitando lo sviluppo del relativo mercato europeo e amplificando i rischi in termini di sicurezza informatica e cibernetica. Allo stesso tempo, l'Unione si trova al momento impreparata a rispondere alle sfide future poste dai crescenti volumi di dati prodotti e dalla decentralizzazione delle capacità di elaborazione di questi. Ad oggi, nell'Unione europea, la copertura 5G è del 14 per cento e solamente il 59 per cento delle famiglie può beneficiare di connessione gigabit rispetto all'80 per cento degli Stati Uniti.

La “Bussola per il digitale” mappa in questo contesto due principali filoni di intervento entro il 2030: da una parte, l'Unione si impegna a estendere la fibra ottica e il 5G in tutto il proprio territorio, un obiettivo che la Cina punta a raggiungere entro il 2025, cioè 5 anni prima, con un territorio molto più ampio; dall'altra, concentrerà i propri sforzi per rafforzare la propria infrastruttura e capacità di cloud computing, dotandosi di 10 mila edge nodes (Micro Data Center, capaci di elaborare e memorizzare dati critici localmente) e portando avanti il dibattito per un'infrastruttura cloud federata.

Altrettanto centrali, colleghi, per Bruxelles, sono gli obiettivi stabiliti per il settore dei semiconduttori alla base di catene dal valore strategiche quali l'automotive, la missilistica, l'Internet delle cose e l'intelligenza artificiale. Gli Stati Uniti, attualmente, detengono la principale quota di questo mercato, col 47 per cento; una leadership, questa, legata al controllo dei principali colli di bottiglia nella catena del valore dei semiconduttori, specialmente nella fase di progettazione. Parallelamente allo sviluppo di una sempre più necessaria infrastruttura digitale, è evidente, nel piano della Commissione, la ricerca di un primato tecnologico della potenza di calcolo. In questo senso, Fratelli d'Italia presenterà una specifica proposta di legge. Dal 4 gennaio del prossimo anno, infatti, le sostanze chimiche negli inchiostri per tatuaggi in tutta l'Unione europea saranno soggette a restrizioni imposte dal cosiddetto Regolamento REACH, punto 75, allegato 12: regole severe. Per esempio, nell'etichettatura sarà obbligatorio scrivere se il prodotto contiene tracce di nichel, a tal punto che quasi nessuno dei colori comuni potrà essere più utilizzato. La nostra solidarietà va anche a questa categoria che ingiustamente viene sottostimata e definita genericamente dei “tatuatori”, quando molti di questi sono maestri d'accademia d'arte, artisti ed esprimono la propria arte con il tatuaggio. Andate a vedere quello che sono in grado di realizzare.

L'articolo 16 del disegno di legge, nel testo approvato dalla Camera, intende poi modificare gli articoli 615-quater, 617, 617-bis, 617-quater e 617-quinquies in tema di criminalità informatica. Nel 2020, gli attacchi informatici sono aumentati del 246 per cento, colleghi; nell'anno della pandemia, secondo il rapporto Clusit, sono stati 1.871 gli attacchi gravi di dominio pubblico, con un incremento del 12 per cento rispetto al 2019. In particolare, c'è stato un preoccupante aumento degli eventi di spionaggio cyber. Vedete, questi attacchi hanno avuto un impatto sistemico in ogni aspetto della società, della politica, dell'economia e della geopolitica. Ciò significa che, in media, sono stati registrati ben 156 attacchi gravi al mese, è il valore più elevato mai registrato ad oggi (erano 139 nel 2019); 156 attacchi al mese non sono affatto pochi, nessuno di noi può considerarsi al sicuro. Gli attacchi cyber, infatti, sono all'ordine del giorno. Purtroppo siamo sempre più vulnerabili e minacciati. La minaccia cyber risulta in grado di incidere su una pluralità di settori interconnessi fra loro, quali la sottrazione di dati a fini predatori (ciò che è successo alla regione Lazio di recente con i dati sanitari), la violazione della proprietà intellettuale e il furto d'identità, con il proposito di danneggiare la funzionalità delle infrastrutture critiche o di manipolare informazioni al fine di delegittimare le istituzioni e di favorire il proselitismo in rete e lo spionaggio vero e proprio, con la sottrazione di informazioni privilegiate o di segreti industriali per alterare la concorrenza e favorire la superiorità strategica di un Paese ostile. Poi vi è il crimine verso i bambini e la pedopornografia. In questo senso voglio citare l'impegno della collega Maria Teresa Bellucci che ha anche presentato una proposta di legge per garantire la testimonianza dei minori già dagli otto anni. Sono 303 i casi, da gennaio a ottobre 2021, di minori di 13 anni contattati da adulti pedofili in conversazioni virtuali, dati che confermano il trend iniziato con la pandemia, per il quale un numero sempre maggiore di bambini e ragazzi rischia di essere oggetto di attenzioni malate di adulti pedofili in rete e nella vita reale. Al 31 ottobre 2021, sono state indagate ben 1.200 persone per reati di pedopornografia e adescamento online, 1.198 contro i 1.261 indagati in tutto il 2020, coprendo in dieci mesi il 95 per cento della casistica avuta durante tutto il 2020. Questi sono i dati diffusi dalla Polizia postale che denotano come vi sia stato un importante aumento rispetto a segnalazioni di immagini illegali, video di abusi e di conversazioni sessuali sospette fra adulti e minori.

L'articolo 17 del disegno di legge al nostro esame, nel testo approvato nel corso dell'esame alla Camera, mira quindi a modificare alcune disposizioni del codice penale, introducendo nuove fattispecie delittuose e riformulando le aggravanti dei delitti di sfruttamento sessuale dei minori e di violenza sessuale in danno di minori, in modo da dare seguito, almeno in parte, alla procedura EU Pilot 2018/9373 e alla procedura di infrazione n. 2018/2335, con le quali la Commissione europea ha contestato all'Italia il non corretto recepimento della direttiva 2011/93/UE relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile. Noi conservatori europei, colleghi, da molto più tempo di voi, abbiamo sempre difeso l'identità, le tradizioni e i valori del nostro continente, anche quando per decenni la sinistra tendeva a modelli provenienti da oltre cortina. Per noi l'Europa è Nazione sempre, è Nazione di Nazioni, capace di trascendere qualsiasi ideologia politica e poter essere autonoma nel mondo che cambia. Il nostro spirito di amor nazionale, infatti, va oltre i nostri confini e si rivolge a qualsiasi Stato europeo, consapevoli delle affinità che ci uniscono e delle differenze che, quando si incontrano, permettono a tutti noi di arricchirci. Non ce ne facciamo niente dell'egualitarismo che, per usare un termine architettonico, ricorda le abitazioni sovietiche costruite nel corso degli anni Sessanta, palazzine incolori e lesive del grandioso patrimonio artistico russo che era stato creato nei secoli precedenti.

Colleghi, bisogna guardare le cose in prospettiva europea, alla luce di una strategia europea, ma attraverso la logica confederale. I nostri padri ci avevano visto lungo, perché al giorno d'oggi ci ritroviamo nel guado di un'Europa vittima di burocrazia e logiche politiche che nulla hanno a che vedere con le idee sulle quali dovrebbe invece basarsi un sano progetto europeo. L'Europa dei conservatori, colleghi, non può essere quella del Patto di stabilità che ha devastato con politiche di austerity sanguinose le Nazioni della zona meridionale, inclusa la nostra, o di proposte che vogliono cancellare le nostre tradizioni. Tutti abbiamo letto le Linee guida per la comunicazione inclusiva – questione poi fortunatamente superata, ma solo grazie alla profonda e giusta indignazione e opposizione dei cittadini europei e la denuncia di Fratelli d'Italia – che sconsigliavano di usare termini sconvenienti come “Natale”. Ogni volta che dibattiamo di tematiche europee, ricordiamoci che l'Europa è stata la culla della tradizione cristiana e giudaico-cristiana e rivendichiamo il diritto di celebrare le nostre feste che ci hanno conferito valori millenari. Indipendentemente dalla fede religiosa, che resta prerogativa dell'ambito privato, il cristianesimo inteso come sistema valoriale e fa parte di tutti noi, della nostra cultura, credenti o meno, e l'Europa non può cancellarlo dall'oggi al domani, come se fosse un qualcosa di poco conto.

Concludo. Un'Europa come la intendiamo noi non si basa sulla distruzione ma sulla costruzione, sulla capacità di coniugare le nostre radici con le esigenze del mondo che cambia, poiché solamente basi importanti permettono ad un albero di crescere e a una casa di rimanere stabile. Se vogliamo un'Europa all'altezza dei grandi competitori extra continentali, dobbiamo avere nelle nazioni degli asset stabili e garantire anche attraverso di esse che si possano affrontare tematiche importanti come il digitale, la lotta al COVID e a qualsiasi tipo di crimine, inclusa appunto la pedopornografia. Noi conservatori abbiamo lottato per l'idea di Europa, tutelandola anche quando la sinistra non la rivendicava come propria e, tutt'oggi, continuiamo a batterci alla guida dei Conservatori e Riformisti Europei.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Noi, con Giorgia Meloni, abbiamo sempre sottolineato che la nostra critica non si basa - e concludo davvero - su un attacco all'Europa, ma sull'adesione a una certa visione di Europa, nella quale il voto dei cittadini conta sempre meno e quando il gioco si fa duro arriva qualcuno calato dall'alto per provare a fare ciò che chi viene scelto dal popolo non saprebbe certamente fare. Combattiamo per l'Europa contro chi la vuole rendere una forza disgregatrice del nostro essere un semplice centro economico…

PRESIDENTE. Deve concludere.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Concludo. Come diceva il filosofo tedesco Edmund Husserl, il termine “Europa” allude evidentemente all'unità di una vita, di un'azione, di un lavoro spirituale.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, iniziamo oggi l'esame in seconda lettura del disegno di legge relativo alla legge europea per il 2019 e il 2020 che, lo ricordo, è stato presentato dall'allora Governo “Conte 2” il 21 settembre del 2020, in base alle disposizioni della legge n. 234 del 2012 e già approvato da questo ramo del Parlamento, in prima lettura, il 1° aprile 2021. È trascorso più di un anno, quindi, un tempo eccessivo e che poco si confà al rispetto di quegli obblighi che il nostro Paese si è assunto, scegliendo di far parte dell'Unione europea. Il provvedimento, che la prossima settimana andremo ad approvare in via definitiva, è di estrema importanza, in quanto rappresenta l'appuntamento annuale con il quale il nostro Paese si adegua all'ordinamento dell'Unione con norme di diretta attuazione.

Il provvedimento è molto ampio, sia per i numerosi ambiti che affronta sia per la complessità che lo caratterizza. Il testo al nostro esame è passato dai 34 articoli originari agli attuali 48, recanti disposizioni che intervengono su diversi settori, dalla libera circolazione di persone, beni e servizi, alla sicurezza e giustizia, dalla sanità alla protezione dei consumatori, dai trasporti all'energia, solo per indicarne alcuni.

Con il disegno di legge in esame, oltre ad agevolare la chiusura di 13 procedure di infrazione, si mira a chiudere tre casi ARES, garantire la corretta attuazione di 8 direttive, già recepite dall'ordinamento nazionale, e agevolare la chiusura di un caso in materia di lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile e di un caso NIF sulla pubblicità del settore sanitario. Il contenuto di questa legge europea è molto eterogeneo e complesso. I gruppi parlamentari di Forza Italia di Camera e Senato, nel corso di questo lungo iter di approvazione, non hanno mancato, prima dall'opposizione e, poi, dopo l'insediamento dell'Esecutivo del Presidente Draghi, di dare il proprio contributo nel migliorare il testo e per impegnare il Governo con precisi ordini del giorno. Il Senato ha apportato diverse modifiche e integrazioni che hanno ulteriormente arricchito il testo del provvedimento. In particolare, per citarne alcune, con l'articolo 2 si è intervenuti con alcune modifiche al Codice della strada. L'articolo 27 detta disposizioni volte a dare attuazione alla direttiva (UE) 2020/1504, che modifica la direttiva 2014/65/UE. L'articolo 28 novella alcuni articoli del Codice delle assicurazioni private. L'articolo 33 interviene sulla normativa vigente riguardante la sperimentazione sugli animali a fini scientifici, apportando numerose modifiche.

Mi vorrei però soffermare, Presidente, sull'articolo 40, introdotto dal Senato. L'articolo 40 ha introdotto un'importante modifica alla legge n. 234 e, in particolare, viene previsto che il Governo è obbligato a consultare i competenti organi parlamentari prima delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea; oggi, lo ricordo, la consultazione è solo su richiesta degli organi parlamentari. Tale obbligo viene, poi, esteso anche alle riunioni dell'Eurogruppo e alle riunioni informali nelle loro diverse formazioni. Inoltre, viene prevista la possibilità per le competenti Commissioni parlamentari di adottare atti di indirizzo prima di ogni riunione del Consiglio dell'Unione europea. Infine, viene previsto che la posizione rappresentata dall'Italia in sede di Consiglio dell'Unione europea dovrà essere conforme con gli atti di indirizzo delle Camere. Si tratta, quindi, di un'importante modifica, che mira a rafforzare la centralità del Parlamento e ne amplia la responsabilità. Ciò rende quanto mai indispensabile ripensare anche i Regolamenti parlamentari per rivedere il ruolo della Commissione Politiche dell'Unione europea, anche in relazione alle altre Commissioni nella trattazione di queste tematiche. Avviandomi verso la conclusione del mio intervento, segnalo anche l'articolo 43 introdotto dal Senato, che disciplina la modalità di monitoraggio parlamentare dell'attuazione del PNRR. Questo prevede che il Governo trasmetta relazioni periodiche semestrali sullo stato di avanzamento dell'attuazione del programma di riforme e investimenti. Si tratta, come è ben comprensibile, di un ulteriore strumento importante nella disponibilità del Parlamento. Complessivamente, sono quattro modifiche che rafforzano il nostro ruolo e che ora vanno saggiamente utilizzate. Questo spetta a ciascuno di noi farlo. Grazie, Presidente e colgo l'occasione per augurare a lei e a tutti i funzionari della Camera un sereno e felice Santo Natale (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, anche a lei, onorevole Marrocco. È iscritto a parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Governo, colleghe e colleghi, siamo in famiglia, ma direi che questo è un vantaggio, soprattutto, in un periodo che ci sta avvicinando alle festività natalizie e, quindi, è un piacere anche per me - grazie alla collega Marrocco che l'ha appena fatto - farvi gli auguri di buon Natale e delle migliori feste in famiglia.

Permettetemi un po' ironicamente, ma solo un po', di fare i miei auguri di buon Natale anche alla Commissaria per l'uguaglianza Helena Dalli (Applausi), che, naturalmente, ha avuto la capacità di riconoscere che un documento, che era stato presentato, era andato un po' oltre le righe e che era opportuno ritirarlo. Dal punto di vista tecnico, abbiamo, grazie ai colleghi, verificato tutti i contenuti della normativa che abbiamo in questo momento al nostro esame, quindi io mi limiterò a una sottolineatura. Presidente, Governo, colleghe e colleghi, credo che noi, grazie alla Presidenza del Presidente Draghi, possiamo - ed è un fatto - dire che, in questo momento, l'Italia è uno dei Paesi che esprime la leadership dell'Unione europea. Detto questo, credo e affermo che non possiamo più rincorrere e che questo è il momento di assumere l'iniziativa, anche nell'attività normativa ed anche nella fase ascendente. È il momento in cui, finalmente, possiamo sviluppare le energie del nostro Paese e dei nostri tecnici, dobbiamo svilupparle anche in questa fase. Signor rappresentante del Governo, ho un sogno, spero che non rimanga tale e mi permetto di esprimerlo, il sogno che, nella prossima legge europea, noi non si debba più affrontare il tema delle decine, decine e decine di infrazioni, perché le infrazioni saranno state superate, risolte, ma, soprattutto, prevenute, grazie alla sottolineatura di questo aspetto: dobbiamo finalmente diventare protagonisti anche qui. Siamo, di fatto, la patria del diritto e, di fatto, dobbiamo accorgerci che questa nostra capacità deve essere messa a disposizione anche dell'Unione europea, anche nella fase ascendente, onde prevenire e non dover sempre rincorrere. È un tema difficile certo, ma mi permetta, per aspera ad astra e io sono convinto che, con il coraggio che ci contraddistingue, raggiungeremo anche questo obiettivo (Applausi).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2670-B​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare, in sostituzione della relatrice, il deputato Battelli, presidente della Commissione, che rinuncia. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo: si riserva di intervenire. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 20 dicembre 2021 - Ore 10:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. (C. 3354-A​)

Relatori: DAL MORO e PELLA.

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (C. 2670-B​)

Relatrice: IANARO.

La seduta termina alle 14,15.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIAN PIETRO DAL MORO (A.C. 3354-A​)

GIAN PIETRO DAL MORO, Relatore. (Relazione - A.C. 3354-A​). Il decreto-legge n. 152 del 2021, trasmesso alla Camera dei deputati il 6 novembre 2021, reca disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

Il provvedimento è stato esaminato, in sede referente, dalla Commissione Bilancio, dal 16 novembre al 15 dicembre. Dopo un ampio ciclo di audizioni, la Commissione ha esaminato gli emendamenti presentati, approvando numerose proposte di modifica del testo.

Il provvedimento, composto inizialmente di 51 articoli, a seguito delle modifiche introdotte nel corso dell'esame in Commissione bilancio risulta ora composto di 96 articoli, suddivisi in quattro Titoli.

Nel corso della mia illustrazione, mi soffermerò sugli articoli da 1 a 23, mentre il correlatore Pella illustrerà i successivi articoli da 24 a 52.

Il Titolo I, composto dagli articoli da 1 a 15, reca misure urgenti finalizzate alla realizzazione degli obiettivi del PNNR per il 2021 e si compone di sei Capi.

Il Capo I (articoli da 1 a 4) detta disposizioni in materia di turismo.

L'articolo 1, modificato nel corso dell'esame in Commissione, attribuisce alle imprese del settore turistico, ricettivo e fieristico-congressuale un credito di imposta e un contributo a fondo perduto a fronte di specifiche spese sostenute per interventi in materia edilizia e per la digitalizzazione d'impresa. Il credito d'imposta spetta fino all'80 per cento delle spese sostenute, mentre il contributo è attribuito fino al 50 per cento delle spese per detti interventi, un importo massimo di 40.000 euro (eventualmente innalzabile, in presenza di specifiche condizioni). Per le spese non coperte dagli incentivi è possibile fruire di un finanziamento a tasso agevolato.

I commi da 17-bis a 17-quinquies dell'articolo 1, introdotti in sede referente, prevedono l'istituzione, nello stato di previsione del MISE, di un Fondo, con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2021, per l'erogazione di contributi a fondo perduto alle imprese del settore della ristorazione per sostenerne la ripresa e la continuità

L'articolo 2, utilizzando i fondi previsti nel PNRR, istituisce nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese una “Sezione Speciale Turismo”, per la concessione di garanzie alle imprese alberghiere, alle strutture agrituristiche, alle strutture ricettive all'aria aperta, alle imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale (compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici e i parchi tematici) ossia i potenziali beneficiari del credito di imposta di cui all'articolo 1, nonché ai giovani fino a 35 anni di età che intendono avviare un'attività nel settore turistico. La sezione speciale dispone di una dotazione di 100 milioni di euro per l'anno 2021, 58 milioni di euro per l'anno 2022, 100 milioni di euro per l'anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Nel corso dell'esame in Commissione sono state apportate alcune modifiche, volte a prevedere che nel settore agrituristico le garanzie sono concesse ai soggetti di età compresa tra i 18 ed i 40 anni e che nell'attività di rilascio delle garanzie il consiglio di gestione del Fondo (la cui composizione è stata integrata) adotta un modello di valutazione del rischio adeguato alle specificità economico-finanziarie delle imprese turistico-ricettive.

L'articolo 3 prevede contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale di importo non inferiore a 500.000 euro e non superiore a 10 milioni di euro, realizzati entro il 31 dicembre 2025, nella misura massima del 35 per cento delle spese e dei costi ammissibili. La misura è volta all'attuazione della linea progettuale “Fondo rotativo imprese (FRI) per il sostegno alle imprese e gli investimenti di sviluppo” del PNRR, che destina a tale finalità 180 milioni di euro. Si prevede, poi, la possibilità di attivare finanziamenti agevolati per le stesse finalità, in relazione alle spese non coperte da contributo diretto e da mezzi propri dell'operatore economico. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione volta a prevedere che il limite massimo entro il quale le risorse non utilizzate del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI) al 31 dicembre di ciascun anno sono destinate alle finalità perseguite dal Fondo crescita sostenibile, è ridotto (dal 70) al 50 per cento per le assegnazioni effettuate nel periodo 2022.

L'articolo 3-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, modifica le modalità di rifinanziamento del Fondo turismo, di cui all'articolo 178, comma 3, del decreto-legge n. 34/2020, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione programmazione 2014-2020, ponendo l'onere a carico delle annualità dal 2022 al 2025, invece che a valere su quelle del 2021.

L'articolo 4 attribuisce, fino al 31 dicembre 2024, ad agenzie di viaggi e tour operator un credito di imposta nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale, fino all'importo massimo complessivo cumulato di 25.000 euro.

Il Capo II (articoli da 5 a 6-quater) detta disposizioni in materia di infrastrutture ferroviarie, edilizia giudiziaria ed opere pubbliche.

L'articolo 5 modifica le procedure di approvazione del Contratto di programma tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Ministero e RFI, al fine di ridurre i tempi di realizzazione degli investimenti ferroviari, in attuazione di una delle riforme previste dal PNNR da realizzare entro la fine del 2021. Con le modifiche introdotte in Commissione viene prevista la trasmissione alle Camere, nel termine di 5 giorni, con apposita informativa, del Contratto di programma sottoscritto e dei relativi aggiornamenti.

L'articolo 6 detta norme volte ad accelerare i tempi di realizzazione degli interventi relativi alle infrastrutture ferroviarie e all'edilizia giudiziaria. Nel corso dell'esame in Commissione sono state inserite disposizioni volte, in particolare, alla semplificazione delle procedure in materia di opere pubbliche di particolare complessità o di rilevante impatto e a prevedere la possibilità di stipulare atti convenzionali per l'individuazione di un unico soggetto attuatore.

L'articolo 6-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, introduce alcune disposizioni volte a promuovere la massima partecipazione ai bandi di assegnazione delle risorse destinate alla realizzazione di opere pubbliche con riguardo al PNRR o al Piano nazionale per gli investimenti complementari, prevedendo che le procedure di affidamento dell'attività di progettazione richiesta dai bandi possono essere espletate anche in mancanza di una specifica previsione nei documenti di programmazione di cui all'articolo 21 del Codice degli appalti.

L'articolo 6-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, riscrive, integrandolo, il comma 3 dell'articolo 48 del decreto-legge n. 77 del 2021, che disciplina gli effetti della pubblicazione degli avvisi relativi alle procedure negoziate per gli investimenti finanziati con le risorse previste dal PNRR, dal PNC e dai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell'UE.

L'articolo 6-quater, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, apporta alcune modifiche all'articolo 6 del decreto-legge n. 76 del 2020 con riguardo ai compensi dei collegi consultivo tecnici delle stazioni appaltanti.

Il Capo III (articolo 7) detta disposizioni in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale.

L'articolo 7 prevede che la Presidenza del Consiglio dei ministri si avvalga della società Difesa Servizi s.p.a. per l'espletamento delle procedure di gara per la realizzazione del Polo strategico nazionale, infrastruttura cloud della pubblica amministrazione finanziata dal PNRR. A tale fine, in particolare, la società Difesa servizi viene inserita nel novero delle centrali di committenza qualificate. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione che autorizza un contributo in favore dell'Agenzia industrie difesa di 11,3 milioni di euro per l'anno 2022 e di 7,1 milioni di euro per l'anno 2023.

Il Capo IV (articoli da 8 a 10-bis) detta disposizioni relative alle procedure di spesa e controllo parlamentare.

L'articolo 8 prevede la costituzione di un Fondo di fondi, denominato “Fondo Ripresa Resilienza Italia”, per l'attuazione, nell'ambito del PNRR, delle linee progettuali Piani urbani integrati e Sviluppo e resilienza delle imprese del settore turistico. Lo Stato italiano sarà quotista unico del Fondo gestito dalla BEI. La dotazione del fondo è pari a 772 milioni, di cui 272 per i piani urbani integrati e 500 per il settore del turismo. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione volta a prevedere che con decreto del Ministero della salute vengano definiti i criteri e le modalità per l'istituzione dei Molecular Tumor Board (MTB) nell'ambito delle reti oncologiche regionali (ROR) alla cui realizzazione devono provvedere Regioni e Province autonome, anche con riferimento all'individuazione dei centri specialistici per l'esecuzione dei test di genomica estesa Next Generation Sequencing (NGS).

L'articolo 9, comma 1, proroga di un anno, al 31 dicembre 2026, la data entro la quale deve essere conclusa l'attuazione dei Programmi Operativi Complementari (POC), relativi al ciclo di programmazione comunitaria 2014/2020. La norma dispone, altresì, la possibilità di utilizzo delle risorse dei medesimi POC per il supporto tecnico e operativo all'attuazione del PNRR.

L'articolo 9, comma 2, detta norme volte a favorire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali delle Pubbliche amministrazioni, in attuazione di uno degli obiettivi previsti nel PNRR tra le riforme abilitanti.

L'articolo 9, commi da 3 a 5, stabilisce la possibilità di collaborazione tra enti pubblici al fine di rendere interoperative varie banche dati amministrative, con l'obiettivo di promuovere la produzione di valutazioni significative sull'impatto delle riforme e degli investimenti del PNRR. Le convenzioni per l'utilizzo dei dati e i programmi di ricerca devono soddisfare i requisiti del regolamento per la protezione dei dati personali. Le convenzioni stipulate e i programmi di ricerca sono pubblicati nel sito internet istituzionale delle amministrazioni coinvolte.

L'articolo 9, commi 6-7 e 12-13, reca norme di natura contabile funzionali alla gestione delle risorse destinate all'attuazione del PNRR. In particolare, i commi 6 e 7 sono finalizzati ad assicurare anticipazioni di cassa ai soggetti attuatori dei progetti PNRR finanziati a valere sulle risorse del bilancio dello Stato, al fine di assicurare ai soggetti attuatori, ivi compresi gli enti territoriali, la liquidità necessaria per il tempestivo avvio ed esecuzione dei progetti di cui sono titolari. Il comma 12 autorizza il versamento delle risorse iscritte nel bilancio dello Stato, e destinate a interventi PNRR, sui conti correnti infruttiferi aperti presso la Tesoreria centrale dello Stato, intestati al MEF per l'attuazione del Next Generation EU, nel caso in cui ciò sia necessario per assicurare unitarietà e flessibilità alle procedure di gestione finanziaria dei fondi. Il comma 13, infine, esclude l'esecuzione forzata, ovvero atti di sequestro o di pignoramento, sui fondi PNRR esistenti nei conti correnti della tesoreria centrale o nelle corrispondenti contabilità speciali intestate alle PA responsabili della realizzazione degli interventi del PNRR.

L'articolo 9, commi 8 e 9, istituisce, presso la Ragioneria generale dello Stato, il Comitato scientifico per le attività inerenti alla revisione della spesa, al fine di rafforzare gli strumenti di analisi e monitoraggio della spesa pubblica e dei processi di revisione e valutazione della spesa. Per le attività istruttorie e di segreteria del Comitato scientifico è istituita, presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, una apposita Unità di Missione, che svolge anche attività di Segreteria tecnica, cui è preposto un dirigente di livello generale e due dirigenti di livello non generale.

L'articolo 9, comma 10 autorizza il Ministero dell'economia e delle finanze, per il biennio 2021-2022, a reclutare, mediante nuovi concorsi o scorrimento delle vigenti graduatorie, 40 unità di personale per rafforzare le strutture della Ragioneria generale dello Stato, inclusi l'Unità di missione del Comitato scientifico per le attività inerenti alla revisione della spesa e i nuclei di valutazione della spesa, nonché per le attività di implementazione dei processi di redazione del bilancio di genere e del bilancio ambientale.

L'articolo 9, comma 11, autorizza la Ragioneria generale dello Stato ad avvalersi del supporto di società a prevalente partecipazione pubblica, nonché di un contingente massimo di 10 esperti e di stipulare convenzioni con Università, Enti e Istituti di ricerca, entro il limite di spesa complessivo di 600.000 euro.

L'articolo 9, commi da 14 a 18, interviene in ordine alla realizzazione della riforma del PNRR denominata “Dotare le pubbliche amministrazioni italiane di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale”, prevedendo che le attività connesse sono svolte dalla Struttura di governance istituita presso il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato e stabilendo il compenso dei componenti dello Standard Setter Board. Stabilisce, altresì, che le proposte relative ai principi e agli standard contabili sono trasmesse, per il parere, alla Commissione Arconet.

L'articolo 9, comma 18-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, affida ad apposita circolare del Ministero dell'economia e delle finanze il compito di stabilire le modalità, le condizioni e i criteri in base ai quali le amministrazioni titolari dei singoli interventi previsti nel PNRR possono imputare nel relativo quadro economico i costi per il personale da rendicontare a carico del Piano.

L'articolo 9-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, detta norme volte a rafforzare il ruolo di controllo del Parlamento nel processo di attuazione e valutazione della spesa del PNRR. In particolare, si prevede che la relazione semestrale trasmessa alle Camere dalla Cabina di regia contenga anche una nota esplicativa relativa al raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi previsti per il periodo di riferimento; e che, nel caso in cui il Governo, a fronte di circostanze oggettive che impediscano di realizzare traguardi o obiettivi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, intenda presentare un Piano modificato o un nuovo Piano (ai sensi dell'articolo 21 del Regolamento n. 2021/241/UE), deve trasmettere alle Camere, prima dell'invio alla Commissione europea, la proposta di Piano modificato o di nuovo Piano in tempo utile per il suo esame parlamentare.

L'articolo 10 istituisce nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole e forestali il Fondo per l'attuazione degli interventi del PNRR di competenza del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca e dell'ippica. Il comma 2-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, inserisce gli enti del sistema camerale tra i soggetti del cui supporto tecnico-operativo possono avvalersi le amministrazioni chiamate alla realizzazione operativa degli interventi previsti dal PNRR.

L'articolo 10-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, incrementa le risorse del Fondo nuove competenze per un importo pari a 100 milioni di euro per l'anno 2021 e ridetermina il limite delle minori entrate contributive posto per l'esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro derivanti dalla conclusione di contratti di rioccupazione.

Il Capo V (articolo 11) detta disposizioni in materia di zone economiche speciali (ZES).

L'articolo 11 introduce lo sportello unico digitale per la presentazione dei progetti di nuove attività nelle Zone economiche speciali (ZES) e prevede semplificazioni procedurali e per la risoluzione delle controversie nei casi di opposizione delle amministrazioni interessate nell'ambito della conferenza dei servizi. Nel corso dell'esame in Commissione sono state introdotte due disposizioni. La prima consente l'instaurazione di rapporti di lavoro a tempo determinato, tramite un contingente massimo di 10 unità di personale proveniente da amministrazioni pubbliche, per il supporto ai singoli Commissari ZES. La seconda interviene, con finalità di semplificazione, sulla disciplina dell'indennità in favore di lavoratori portuali per le giornate di mancato avviamento al lavoro.

Il Capo VI (articoli da 12 a 15) detta disposizioni in materia di università e ricerca.

L'articolo 12 semplifica, in attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR, la disciplina relativa alla determinazione dei requisiti di eleggibilità per l'accesso, da parte degli studenti universitari e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), alle borse di studio, e per la determinazione dei relativi importi.

L'articolo 13 autorizza il Ministero dell'università e della ricerca, entro il limite di spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2021, ad acquisire, attraverso l'attivazione delle convenzioni previste dal Programma di gare strategiche ICT di Consip, servizi professionali di assistenza tecnica per la trasformazione digitale, il data management, la definizione di strategie e soluzioni per il cloud e per la cybersicurezza.

L'articolo 14 stabilisce, in attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR, che una parte dei crediti formativi universitari (CFU) può essere riservata ad attività affini o integrative, comunque relative a settori scientifico-disciplinari (SSD) o ad ambiti disciplinari non previsti per le attività di base o per le attività caratterizzanti del corso di studi. L'obiettivo è quello di promuovere l'interdisciplinarietà dei “corsi di studio” e la formazione di profili professionali innovativi. Inoltre, in coerenza con i medesimi obiettivi, prevede la razionalizzazione e l'aggiornamento dei medesimi SSD. Nel corso dell'esame in Commissione è stato introdotto il comma 2-bis, che consente al Ministero dell'università e della ricerca di autorizzare la presentazione di richieste di istituzione di nuovi corsi di studio universitari nelle regioni dell'Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2016, in deroga ai termini temporali ordinariamente previsti, al fine di garantirne l'avvio a decorrere dall'anno accademico 2022/2023.

L'articolo 15 interviene sulla disciplina in materia di realizzazione di alloggi e residenze per gli studenti universitari, con l'obiettivo di semplificare le procedure e di favorire il rispetto di elevati standard ambientali.

Il Titolo II, composto dagli articoli da 16 a 40, reca ulteriori misure urgenti finalizzate alla realizzazione degli obiettivi del PNNR e si compone di cinque Capi.

Il capo I (articoli da 16 a 19-ter) detta disposizioni in materia di ambiente.

L'articolo 16 reca varie norme in materia di risorse idriche, modificando in particolare l'articolo 154 del codice dell'ambiente, in materia di tariffa del servizio idrico integrato, al fine di prevedere che nella determinazione dei canoni si tenga conto anche dei costi dell'inquinamento, conformemente al principio “chi inquina paga”.

L'articolo 16-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, proroga di due anni (dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2025) l'affidamento del servizio idrico integrato alla società Acquedotto pugliese Spa.

L'articolo 16-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, prevede una disciplina di accompagnamento all'apertura del mercato per i clienti domestici con riferimento alla fornitura di energia elettrica, in particolare prevedendo che in mancanza di una disciplina del mercato a tutele graduali continuerà ad applicarsi, per i clienti vulnerabili, il servizio di maggior tutela.

L'articolo 17 prevede l'adozione, da parte del Ministro della transizione ecologica, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge e d'intesa con la Conferenza unificata, di un Piano d'azione per la riqualificazione dei siti inquinati orfani, attuativo delle previsioni del PNRR.

L'articolo 17-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, prevede l'emanazione di decreti del Ministro della transizione ecologica per la ricognizione e la riperimetrazione dei siti contaminati attualmente classificati di interesse nazionale (SIN).

L'articolo 18 prevede una serie di modifiche alla disciplina della valutazione ambientale strategica (VAS) finalizzate alla riduzione dei tempi procedimentali. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta una disposizione in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA), volta a garantire l'adeguamento ad alcune sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell'UE in materia di sistemi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue.

L'articolo 18-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, reca modifiche alla disciplina del Commissario straordinario unico per la progettazione, l'affidamento e la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione alle sentenze di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea sul trattamento delle acque reflue urbane.

L'articolo 19 reca disposizioni in materia di obblighi dei produttori relativamente alla gestione del fine vita degli impianti fotovoltaici.

L'articolo 19-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione modifica la disciplina degli impianti a fonti rinnovabili beneficiari di incentivi più risalenti (Certificati Verdi, Tariffe Onnicomprensive e tariffe premio).

L'articolo 19-ter, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, disciplina le sanzioni amministrative per la violazione dell'obbligo, da parte di commercianti e professionisti, di accettare pagamenti con carte di debito o di credito precisando che la sanzione è applicabile in caso di rifiuto del pagamento di qualsiasi importo. L'importo della sanzione, a decorrere dal 1° gennaio 2023, è fissato in 30 euro, aumentato del 4 per cento del valore della transazione. Non trova applicazione il pagamento in misura ridotta, disciplinato dalle disposizioni vigenti in materia di sanzioni amministrative.

Il Capo II (articoli 20-23) detta disposizioni in materia di efficientamento energetico, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, messa in sicurezza degli edifici e del territorio e di coesione territoriale.

L'articolo 20 introduce norme relative all'attribuzione di contributi statali ai comuni, in materia di efficientamento energetico, mobilità sostenibile, rigenerazione urbana e messa in sicurezza e valorizzazione del territorio, in considerazione delle necessità di utilizzare al meglio le risorse del PNRR in tali ambiti.

L'articolo 20-bis, introdotto nel corso dell'esame in Commissione, detta norme volte alla semplificazione e accelerazione degli interventi per la ricostruzione e il rilancio dei territori interessati dagli eventi sismici del 2009, avvenuti in Abruzzo, finanziati con risorse previste nel Piano complementare al PNRR del D.L. 59/2021. Inoltre, estende anche ai territori colpiti dagli eventi sismici del 2009 le disposizioni in materia edilizia previste dal D.L. 55/2018 a favore dei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016, in caso di presenza di lievi difformità edilizie negli immobili danneggiati, e ne dispone l'applicazione anche ai territori interessato dagli eventi sismici del 2018 avvenuti nei comuni della provincia di Campobasso e nei comuni della città metropolitana di Catania.

L'articolo 21, in attuazione di una specifica linea progettuale del PNRR, al fine di favorire una migliore inclusione sociale riducendo l'emarginazione e le situazioni di degrado sociale, nonché di promuovere la rigenerazione urbana e sostenere progetti legati alle smart cities, dispone l'assegnazione di risorse alle città metropolitane per un ammontare complessivo di 2.493,79 milioni di euro per il periodo 2022-2026, stabilendo che alla ripartizione si provveda sulla base all'indice di vulnerabilità sociale e territoriale.

L'articolo 22 disciplina l'assegnazione delle risorse, pari a 800 milioni di euro, previste dal PNRR per l'attuazione di nuovi interventi pubblici volti a fronteggiare il rischio di alluvione e il rischio idrogeologico.

L'articolo 23 consente l'utilizzo delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) del ciclo di programmazione 2021-2027 anche per il completamento degli interventi in corso previsti dalla precedente programmazione 2014-2020. Nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta, in particolare, una disposizione volta a prevedere la possibilità per le regioni e province autonome di utilizzare le risorse del Fondo sviluppo e coesione a copertura del cofinanziamento regionale, a carico cioè dei bilanci delle stesse regioni per i programmi cofinanziati dai fondi europei FESR e FSE Plus della programmazione 2021-2027, al fine di ridurre nella misura massima di 15 punti percentuali la percentuale del cofinanziamento regionale.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SERGIO BATTELLI (A.C. 2670-B​)

SERGIO BATTELLI, Presidente della XIV Commissione. (Relazione - A.C. 2670-B​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome della XIV Commissione Politiche dell'Unione europea riferisco oggi sul disegno di legge di Legge europea 2019-2020, recante le disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea.

In via preliminare ricordo che il disegno di legge, presentato dal Governo il 21 settembre 2020, è stato già approvato, con modificazioni, dalla Camera dei deputati il 1° aprile 2021 e in seconda lettura dal Senato, con ulteriori modificazioni, il 3 novembre 2021. La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea ne ha concluso l'esame in sede referente il 9 dicembre 2021, non apportando modifiche rispetto al testo approvato dal Senato. Sul provvedimento si sono espresse, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 2, del regolamento, le Commissioni permanenti, approvando relazioni favorevoli, nonché la Commissione parlamentare per le questioni regionali, che ha espresso un parere favorevole.

Prima di procedere alla illustrazione dei contenuti del disegno di legge, mi preme segnalare come quest'ultimo - al pari del disegno di legge di delegazione europea 2021, approvato in prima lettura nella seduta di ieri - sia stato licenziato per l'Aula dalla XIV Commissione in tempi molto rapidi, senza con ciò pregiudicare in alcun modo il dibattito. Ho inteso evidenziare questa circostanza poiché, purtroppo, occorre prendere atto di come, non di rado, i tempi di esame dei provvedimenti relativi al recepimento nel nostro ordinamento delle norme europee e all'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, tendano a dilatarsi oltremodo, comportando riflessi negativi in termini di rapporti con le istituzioni europee e apertura a carico dell'Italia di onerose procedure di contenzioso o pre-contenzioso.

Nel formulare pertanto l'auspicio che tale circostanza possa non ripresentarsi, ricordo, venendo al merito del provvedimento, che il testo risultante dalle modifiche finora apportate dai due rami del Parlamento consta di 48 articoli, (rispetto ai 34 del testo originario), suddivisi in VIII capi, che modificano o integrano disposizioni vigenti dell'ordinamento nazionale per adeguarne i contenuti al diritto europeo. In particolare, il testo reca disposizioni di natura eterogenea che intervengono in settori eterogenei molto rilevanti, tra cui la libera circolazione di persone, beni e servizi, la sicurezza e la giustizia, la fiscalità, la sanità, la protezione dei consumatori, l'energia, le modalità di partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa comunitaria, il monitoraggio sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le risorse proprie dell'Unione europea.

Rinviando alla documentazione predisposta dagli uffici per la disamina analitica del provvedimento, mi limito in questa sede a illustrare le modifiche apportate al Senato, che costituiscono l'oggetto esclusivo del nostro esame, essendo le uniche parti del testo suscettibili di essere modificate in terza lettura.

Rispetto al testo del disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati, ricordo dunque che al Senato sono state apportate le seguenti modifiche:

- all'articolo 1 è stato specificato un riferimento normativo inerente alla necessità di tenere conto, in sede di revisione del regolamento dell'Ufficio Nazionale Anti discriminazioni Razziali (UNAR), dei nuovi compiti attribuiti a tale ufficio dall'articolo 5-bis del decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, introdotto dal medesimo articolo 1;

- è stato inserito un nuovo articolo 2, (con conseguente rinumerazione degli articoli seguenti) recante "disposizioni in materia di circolazione in Italia di veicoli immatricolati all'estero. Caso Ares 2019/4793003". L'articolo in questione interviene con alcune modifiche al decreto legislativo n. 285 del 1992 (Codice della strada) ridefinendo in particolare le formalità necessarie per la circolazione degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei rimorchi immatricolati in uno Stato estero e condotti in Italia. Le modifiche sono volte a contrastare, superando al tempo stesso alcune eccezioni sollevate in sede comunitaria, il fenomeno della cosiddetta “estero-vestizione” ovvero la pratica di immatricolare all'estero i veicoli al fine di eludere gli obblighi fiscali e assicurativi vigenti nel nostro Paese;

- all'articolo 3 (ex articolo 2) sono modificati i commi 5 e 6, recanti disposizioni relative all'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 355, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, relativamente al pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, nonché per l'introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini al di sotto dei tre anni affetti da gravi patologie croniche (l'autorizzazione di spesa, come rimodulata al Senato, è incrementata di 8,5 milioni di euro per l'anno 2021 e di 12,8 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022);

- all'articolo 4 (ex articolo 3), recante "disposizioni in materia di cooperazione con i centri di assistenza per il riconoscimento delle qualifiche professionali. Procedura di infrazione n. 2018/2175", è aggiunto il comma 2, che interviene sulla legge n. 39 del 1989, in materia di disciplina della professione di mediatore, con particolare riferimento al regime di incompatibilità, introducendo una ulteriore ipotesi di incompatibilità per colui che svolga attività di dipendente o collaboratore di agenti in attività finanziaria o di mediatori creditizi;

- dopo l'articolo 8 (ex articolo 7), è stato aggiunto un nuovo articolo 9, recante disposizioni per l'attuazione della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare;

- all'articolo 10 (ex articolo 8), recante "disposizioni in materia di contratti pubblici. Procedura di infrazione n. 2018/2273", sono apportate modifiche relativamente alla procedura di appalto al fine di: individuare gli ulteriori incarichi che il progettista può subappaltare a soggetti terzi; specificare che l'ammissione degli operatori economici per l'affidamento dei servizi di architettura e ingegneria debba rispettare il principio di non discriminazione fra i diversi soggetti sulla base della forma giuridica assunta; prevedere che con decreto ministeriale siano definiti i requisiti minimi che devono avere gli altri soggetti abilitati in forza del diritto nazionale a offrire sul mercato servizi di ingegneria e di architettura per partecipare alle procedure di affidamento previste; intervenire in merito ai motivi di esclusione per irregolarità, non definitivamente accertate, relative al pagamento di imposte e tasse o di contributi previdenziali e correlate ad appalti di importo comunque non inferiore a 35.000 euro;

- è stato inserito un nuovo articolo 13 che detta disposizioni volte a dare attuazione al regolamento (UE) n. 2019/1148 relativo all'immissione sul mercato e all'uso di precursori di esplosivi. Viene a tal fine modificato il decreto legislativo n. 133 del 2009, recante la disciplina sanzionatoria per la violazione del precedente regolamento europeo (CE n. 1907/2006) in materia di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, introducendo alcune disposizioni restrittive e sanzionatorie della circolazione di sostanze suscettibili di prestarsi alla fabbricazione di esplosivi artigianali, perciò definite "precursori di esplosivi";

- sono apportate modifiche al comma 1 dell'articolo 18 (ex articolo 15), di attuazione delle direttive di esecuzione (UE) 2019/68 e (UE) 2019/69 della Commissione, che incidono sul settore degli armamenti (procedure di infrazione n. 2020/0211 e n. 2020/0212);

- sono apportate altresì alcune modifiche all'articolo 26 (ex articolo 23), in materia di disciplina delle sanzioni penali in caso di abusi di mercato di cui al Testo unico in materia di intermediazione finanziaria (TUF), miranti a superare alcuni rilievi sollevati dalla Commissione europea con la procedura di infrazione n. 2019/213;

- è stato inserito il nuovo articolo 27 che detta disposizioni volte a dare attuazione alla direttiva UE 2020/1504 che modifica la direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari (Markets in Financial Instruments Directive - MiFID II) per escludere dal suo ambito di applicazione i fornitori di servizi di crowdfunding quali definiti all'articolo 2, paragrafo 1, lettera e), del regolamento (UE) 2020/1503;

- è stato altresì inserito un nuovo articolo 28, che apporta modifiche al Codice delle assicurazioni private, in attuazione della direttiva 2019/2177 del Parlamento e del Consiglio che modifica: la direttiva 2009/138/CE, in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione (solvibilità II), la direttiva 2014/65/UE, relativa ai mercati degli strumenti finanziari, e la direttiva (UE) 2015/849, relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Le disposizioni assegnano in particolare all'IVASS alcuni nuovi obblighi informativi nei casi di operatività transfrontaliera delle imprese di assicurazioni;

- all'articolo 29 (ex articolo 24), recante "disposizioni relative alla vendita di medicinali veterinari per via telematica", viene modificata la disciplina sanzionatoria contenuta nel decreto legislativo n. 193 del 2006; al medesimo articolo, in materia di vendita online di medicinali veterinari, viene aggiunta la previsione, analoga a quelle introdotte agli articolo 31 e 32 (cfr. oltre) in base alla quale i provvedimenti emanati dal Ministero della Salute, al fine di impedire la vendita on line di prodotti non conformi ai requisiti previsti, sono "pubblicati in apposita sottosezione afferente alla sezione 'Amministrazione trasparente' del sito internet istituzionale del Ministero della Salute;

- all'articolo 31 (ex articolo 26), comma 1, lettera a), con riferimento al decreto legislativo n. 204 del 2015 viene aggiunta, come accennato, la medesima previsione per cui i provvedimenti emanati dal Ministero della Salute, al fine di garantire la sicurezza dei prodotti cosmetici offerti a distanza al pubblico mediante i servizi della società dell'informazione, sono "pubblicati in apposita sottosezione afferente alla sezione 'Amministrazione trasparente' del sito internet istituzionale del Ministero della Salute";

- all'articolo 32 (ex articolo 27), comma 1, analoga previsione viene stabilita con riferimento alla legge n. 97 del 2013, al fine di garantire la sicurezza dei biocidi offerti a distanza al pubblico mediante i servizi della società dell'informazione;

- all'articolo 33 (ex articolo 28), concernente le disposizioni sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (procedura di infrazione n. 2016/2013) sono apportate modifiche che prevedono: a) che, anche in caso di soppressione di animali in situazioni di emergenza, si debbano adottare modalità che arrechino la minima sofferenza agli animali; b) che, anche in caso di sperimentazione di anestetici ed analgesici, vige l'obbligo di adottare procedure di anestesia o analgesia qualora si causino gravi lesioni e dolore intenso agli animali; c) la soppressione dell'obbligo di verifica ispettiva ai fini del rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio di stabilimenti di allevamento di animali a fini scientifici, fermo restando l'obbligo di conformità degli stabilimenti stessi ai requisiti previsti; d) che si tenga conto in sede di valutazione tecnico-scientifica dei progetti autorizzabili, del rispetto dell'obbligo di sostituzione (ovvero dell'obbligo di adottare procedure efficaci che non coinvolgano gli animali non appena tali procedure si rendano disponibili); è infine introdotta una disposizione in materia di procedura di confisca di animali precisando, all'articolo 1, comma 756, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, che gli animali che, in caso di sequestro a opera dell'autorità giudiziaria, restano nella custodia giudiziaria dei proprietari, con oneri a loro carico fino all'eventuale confisca degli animali stessi, sono gli animali in via di estinzione ovvero gli animali che possono costituire un pericolo per la salute e l'incolumità pubblica, sottoposti a particolari forme di protezione in attuazione di convenzioni e accordi internazionali;

- all'articolo 35 (ex articolo 30), in materia di emissioni di gas ad effetto serra, è specificato in rubrica che la norma riguarda il Caso ARES (2019) 7142023.

Segnalo poi che, dopo l'articolo 39 (ex articolo 34), il Senato ha aggiunto tre nuovi articoli che assumono un particolare rilievo in relazione al rapporto fra Governo e Parlamento nel processo decisionale europeo e in ordine al monitoraggio parlamentare sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa resilienza.

Sul primo aspetto intervengono i nuovi articoli 40 e 41, recanti disposizioni che modificano la legge n. 234 del 2012 sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa europea, mentre sul secondo profilo incide l'articolo 43. Più nel dettaglio, ricordo che l'articolo 40, alla lettera a) modifica l'articolo 4 della citata legge n. 234 del 2012, estendendo gli obblighi informativi del Governo nei confronti del Parlamento nell'ambito del processo decisionale europeo, prevedendo in particolare che l'informativa dei competenti organi Parlamentari prima delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea avvenga regolarmente e non su richiesta; il medesimo obbligo informativo è esteso inoltre alle riunioni dell'Eurogruppo e alle riunioni informali nelle loro diverse formazioni. È inoltre previsto che le competenti Commissioni parlamentari, secondo le disposizioni dei Regolamenti delle Camere, prima di ogni riunione del Consiglio dell'Unione europea, possono adottare atti di indirizzo volti a delineare i princìpi e le linee dell'azione del Governo nell'attività preparatoria di adozione degli atti dell'Unione europea. Inoltre, la lettera b) dell'articolo in esame riformula l'articolo 7 della medesima legge 234 del 2012 al fine di rendere più incisivo il ruolo del Parlamento rispetto alla posizione da assumere del Governo in sede europea: con riferimento alla posizione che quest'ultimo dovrà assumere in sede di Consiglio dell'Unione europea e di altre istituzioni od organi dell'Unione rispetto agli indirizzi ricevuti dalle Camere, viene infatti sostituita l'espressione “coerente” con la più stringente espressione “conforme”.

Il successivo articolo 41 modifica invece l'articolo 29 della citata legge 24 dicembre 2012, n. 234, consentendo, in analogia con quanto già previsto per la legge di delegazione europea, che entro il 31 luglio di ogni anno, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, il Governo possa presentare alle Camere un ulteriore disegno di legge europea, il cui titolo è completato dalla dicitura "secondo semestre", debitamente corredato di relazione illustrativa (a differenza di quanto previsto dalla legislazione vigente per il disegno di legge di delegazione europea secondo semestre che, invece, può non recare una relazione a corredo). Viene inoltre specificato che le la finalità di tale procedura è quella di consentire la celere entrata in vigore degli analoghi provvedimenti presentati nel primo semestre.

Nel preannunciare che anche in questa sede non è mia intenzione formulare proposte emendative al disegno di legge in esame, attesa l'urgenza di una sua sollecita entrata in vigore motivata da evidenti ragioni di deflazione dell'oneroso contenzioso comunitario, segnalo, con riferimento alle norme testé richiamate, l'esigenza di prevedere, in prospettiva, che il suddetto obbligo di relazione illustrativa sia esteso anche al caso della legge di delegazione europea secondo semestre, analogamente a quanto previsto dalla disposizione in esame per la legge europea secondo semestre. In entrambi i casi, infatti, tali ulteriori strumenti normativi potrebbero essere utilmente utilizzati, non come rimedi all'eventuale sopravvenienza di urgenti esigenze di adeguamento dell'ordinamento interno “sfuggite” ai disegni di legge presentati nel primo semestre, bensì quali strumenti di strategica programmazione dell'esame parlamentare dei provvedimenti, al fine di accelerarne l'approvazione, riducendo il rischio di apertura di procedure di infrazione. Ricordo in proposito che una raccomandazione in tal senso è emersa nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle procedure di infrazione, attualmente in corso di svolgimento presso la XIV Commissione.

Passando ad illustrare l'articolo 43, relativo al monitoraggio parlamentare sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), rammento che esso prevede che il Governo trasmetta relazioni periodiche, su base semestrale, sullo stato di avanzamento dell'attuazione del programma di riforme e investimenti.

Tali relazioni vengono esaminate dalle Commissioni parlamentari competenti per l'esame del PNRR, le quali svolgono ogni opportuna attività conoscitiva finalizzata al monitoraggio del corretto utilizzo delle risorse dell'Unione europea assegnate all'Italia e alla verifica del conseguimento soddisfacente dei traguardi e degli obiettivi intermedi. Al termine dell'esame di ogni relazione semestrale, possono essere adottati atti di indirizzo al Governo che indicano le eventuali criticità riscontrate nel programma di adozione delle riforme concordate in sede europea e nello stato di avanzamento dei singoli progetti.

Proseguendo nell'illustrazione delle modifiche apportate dal Senato, segnalo inoltre, come funzionali all'attuazione del PNRR, i nuovi articoli 45 e 46 relativi, rispettivamente, all'assunzione a tempo indeterminato nel numero massimo di ventotto unità di personale presso l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e allo sviluppo della funzione consultiva della Corte dei conti, sia a livello centrale che locale e in condizioni di invarianza finanziaria, per includervi la possibilità di rendere pareri relativamente a funzioni e attività finanziate con le risorse stanziate dal PNRR e dai fondi complementari al PNRR.

Rammento infine che sono state apportate modifiche anche all'articolo 48, recante la clausola di invarianza finanziaria, al fine di aggiornarne il contenuto rispetto alle innovazioni introdotte dal Senato.

In conclusione, nel ringraziare tutti i colleghi per il lavoro svolto sia presso le Commissioni di settore che nella XIV Commissione, ribadisco l'importanza di approvare il testo in esame senza ulteriori modifiche, al fine di non prolungarne ulteriormente l'iter di approvazione parlamentare e agevolare in tal modo la chiusura delle diverse fattispecie di contenzioso europeo oggetto del provvedimento. Resta naturalmente ferma l'opportunità di un approfondito dibattito, i cui esiti potranno utilmente essere oggetto di successivi interventi normativi.