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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 615 di mercoledì 15 dicembre 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 dicembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Baldelli, Barelli, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Casa, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Colucci, Comaroli, Andrea Crippa, Davide Crippa, D'Uva, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Ferri, Gregorio Fontana, Frassinetti, Garavaglia, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Grande, Invernizzi, Lollobrigida, Losacco, Macina, Maggioni, Magi, Marin, Melilli, Molinari, Mulè, Nesci, Occhionero, Paita, Parolo, Perantoni, Ravetto, Rizzo, Ruocco, Scalfarotto, Serracchiani, Sisto, Vignaroli, Vito, Raffaele Volpi e Zanettin sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 106, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021.

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (vedi calendario).

(Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Signor Presidente, onorevoli deputate e deputati, voglio, prima di tutto, ricordare le 9 vittime dell'esplosione avvenuta l'11 dicembre a Ravanusa, in provincia di Agrigento (Generali applausi - Si levano in piedi l'intera Assemblea e i membri del Governo): Pietro Carmina di 68 anni, Maria Crescenza Zagarrio di 69 anni, Liliana Minacori di 59 anni, Selene Pagliarello di 30 anni, Giuseppe Carmina di 88 anni, Calogero Carmina di 59 anni, Angelo Carmina di 72 anni, Giuseppe Carmina di 33 anni, Carmela Scibetta di 60 anni. A tutti i loro cari vanno le condoglianze del Governo e le mie personali. È essenziale naturalmente che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto per accertare tutte le responsabilità. Episodi come questi non devono accadere, sono inaccettabili.

Voglio anche ringraziare le autorità coinvolte, a partire dal sindaco di Ravanusa e dal prefetto di Agrigento, gli operatori della Croce rossa italiana per l'assistenza alla popolazione e i soccorritori, i Vigili del fuoco, l'Arma dei carabinieri, i volontari, che sono intervenuti subito, hanno lavorato senza sosta e sono riusciti a salvare la vita di due donne (Applausi).

Nel mio discorso di oggi intendo affrontare gli argomenti di cui si occuperà il Consiglio europeo di questa settimana. Si tratta: della pandemia, del prezzo dell'energia, della gestione condivisa delle crisi, della difesa comune, delle migrazioni, dei rapporti con Paesi esteri, in particolare Bielorussia e Ucraina.

Parlerò anche dei temi in discussione all'Euro Summit: la ripresa economica, l'unione bancaria, l'unione dei mercati dei capitali.

L'arrivo dell'inverno e la diffusione della variante Omicron - dalle prime indagini molto più contagiosa di quelle finora prevalenti - ci impongono la massima attenzione nella gestione della pandemia. I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell'ultima settimana, all'interno dell'Unione europea, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia l'incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita. Il Governo ha deciso di rinnovare lo stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito tutti i cittadini a mantenere la massima cautela e a continuare a rispettare le regole che ci siamo dati.

I dati di oggi descrivono, però, un quadro molto diverso da quello dell'anno scorso. Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è di 297.000, 12 mesi fa erano 675.000, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore di quello attuale. Le persone ricoverate sono 8.026, il 14 dicembre del 2020 erano 30.860. Negli ultimi 7 giorni ci sono stati, in media, 95 decessi al giorno; nello stesso periodo di un anno fa vi erano stati 629 morti al giorno. Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri.

Questo miglioramento è dovuto soprattutto alla campagna di vaccinazione: nell'arco di un anno, in Italia, abbiamo vaccinato con due dosi quasi 46 milioni di persone e oltre 300 milioni in tutta l'Unione europea. È una mobilitazione imponente, per cui voglio ringraziare il Servizio sanitario nazionale, la struttura del Commissario per l'emergenza, la Protezione civile e tutti i cittadini (Applausi). Oggi, in Italia, più dell'85 per cento della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto due dosi, circa il 20 per cento ha fatto anche la terza. Voglio incoraggiare, ancora una volta, chi non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile (Applausi).

Come dimostra un recente studio dell'Istituto superiore di sanità, i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose e quasi 17 volte maggiore rispetto a chi ha fatto la terza dose. Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità ed è essenziale per continuare a tenere aperta l'economia, le scuole, i luoghi della socialità, come siamo riusciti a fare fino ad ora. L'insorgenza della variante Omicron dimostra, ancora una volta, l'importanza di frenare il contagio nel mondo per limitare il rischio di pericolose mutazioni. Non saremo davvero protetti finché i vaccini non avranno raggiunto tutti. I Governi dei Paesi più ricchi e le case farmaceutiche hanno preso impegni significativi per la distribuzione di vaccini gratis o a basso costo negli Stati più poveri. Dobbiamo dare seguito, però, a queste promesse con maggiore determinazione. L'Unione europea ha dichiarato di voler donare 357.000.000 di dosi e ne ha già consegnate 134.000.000, principalmente attraverso il meccanismo COVAX. L'Italia ha allocato 48.250.000 dosi e ne ha consegnate già 15.000.000, sempre tramite il COVAX. Dobbiamo accelerare le consegne e soprattutto dobbiamo aiutare i Paesi beneficiari a superare i problemi logistici, a migliorare la capacità di amministrazione dei vaccini.

L'aumento del costo dell'energia è legato soprattutto a cause congiunturali, come la ripresa dell'economia globale, le strozzature negli approvvigionamenti. Questi fattori transitori dovrebbero essere almeno in parte superati nel corso del 2022, con la normalizzazione dei consumi e il superamento dei colli di bottiglia. Tuttavia, i rincari riflettono anche un problema strutturale della transizione energetica. L'espansione delle rinnovabili è ancora incompleta, anche a causa delle esitazioni dei Governi di molti Paesi. Al tempo stesso, per raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni a livello globale utilizziamo meno fonti fossili, come il carbone. Il risultato è una dipendenza dai combustibili di transizione, come il gas, con rischi di aumento dei prezzi.

Il Governo si è impegnato a definire una chiara traiettoria di decarbonizzazione, con tempi rapidi ma realistici e con obiettivi misurabili. Siamo impegnati a definire un percorso di riduzione delle emissioni a livello europeo che tenga conto della capacità di riconversione del nostro tessuto produttivo. Per aumentare rapidamente la produzione da fonti rinnovabili abbiamo stanziato fondi ingenti e semplificato le procedure amministrative. Nell'immediato, la nostra priorità è limitare la volatilità dei prezzi dell'energia, che rischia di avere un impatto significativo sui bilanci delle famiglie e delle imprese. In particolare, vogliamo proteggere le fasce più deboli della popolazione che risentono maggiormente di questi aumenti. Da giugno ad oggi, il Governo ha stanziato più di 4 miliardi di euro per contenere l'incremento delle tariffe: 1,2 miliardi a giugno e più di 3 miliardi a settembre. Per l'anno prossimo abbiamo previsto di spendere altri 3,8 miliardi e siamo pronti ad aggiungere altre risorse se l'andamento dei prezzi non dovesse stabilizzarsi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali). Per il primo trimestre del prossimo anno annulliamo gli oneri generali di sistema per le utenze elettriche domestiche, per le piccole attività commerciali, per le micro imprese, riduciamo al 5 per cento l'aliquota IVA e abbattiamo gli oneri generali di sistema per il gas e, sempre nel primo trimestre, per i cittadini più poveri e per quelli in gravi condizioni di salute stanziamo quasi 1 miliardo per rafforzare le agevolazioni sulle bollette elettriche.

L'Italia è impegnata a trovare una soluzione strutturale al problema dei prezzi dell'energia a livello europeo. Penso, per esempio, alla proposta di creare stoccaggi integrati di scorte strategiche di gas: un'iniziativa in tal senso migliorerebbe la capacità di tutti i Paesi europei di far fronte a un rialzo di prezzi improvvisi come quello attuale. Al momento, manca un accordo su come procedere, ma è opportuno che il Consiglio continui ad occuparsene anche nelle prossime riunioni. Auspichiamo che il terzo pacchetto gas, presentato martedì 14 dicembre dalla Commissione europea, venga attuato rapidamente. Il pacchetto comprende l'acquisto congiunto volontario di stoccaggi strategici da parte degli operatori di trasmissione energetica, una misura che sarebbe utile per far fronte a eventuali rincari futuri.

Questa settimana si terrà anche l'Euro Summit, in cui ci confronteremo sullo stato della ripresa economica. La Commissione europea prevede che l'Italia crescerà del 6,2 per cento quest'anno, un tasso superiore a quello dell'Unione europea, pari al 5 per cento. Permangono, però, elementi di incertezza, come la diffusione della variante Omicron e le pressioni inflazionistiche, legate anche all'aumento dei prezzi dell'energia. A fronte di questi rischi, è giusto confermare una politica di bilancio espansiva per il 2022 (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva e Coraggio Italia), che consolidi il sentiero di crescita e punti soprattutto sugli investimenti.

All'Euro Summit discuteremo anche del completamento dell'Unione bancaria, necessario per rafforzare la stabilità finanziaria dell'unione monetaria. L'Italia lavora per affiancare ai 2 pilastri esistenti, che sono il meccanismo di vigilanza unica e il meccanismo di risoluzione unico, un sistema europeo di assicurazione dei depositi.

Il Presidente dell'Eurogruppo fornirà dettagli sullo stato del negoziato in corso, a cui l'Italia partecipa con spirito costruttivo.

Nell'Euro Summit discuteremo, infine, della costruzione dell'unione dei mercati dei capitali: un progetto rilanciato grazie al nuovo piano di azione della Commissione europea, presentato nel settembre del 2020.

L'azione della Commissione si sta concretizzando attraverso iniziative come la revisione della direttiva Solvency II, sul comparto assicurativo e il regolamento sui fondi di investimento europei a lungo termine. L'obiettivo è integrare i mercati nazionali dei capitali in un vero mercato unico, per aumentare le opportunità di investimento per i cittadini e di finanziamento per le imprese.

Al Consiglio Affari generali dei Ministri degli Affari esteri e degli Affari europei del 23 novembre sono state adottate le conclusioni per mettere a sistema le lezioni apprese durante la pandemia. Il Consiglio europeo di dicembre inviterà il Consiglio Affari generali a proseguire in questo lavoro. Per essere più preparati a eventuali crisi future, vogliamo migliorare le nostre capacità di risposta e tutelare al meglio il funzionamento del mercato unico.

Nella prima fase dell'emergenza, molti Stati membri hanno cercato soluzioni individuali a un problema comune: penso – ve ne ricorderete anche voi - per esempio, alla corsa all'approvvigionamento di dispositivi di protezione, agli episodi di protezionismo sanitario. Nei mesi successivi, però, abbiamo dimostrato di saper collaborare, ad esempio, attraverso la centralizzazione degli acquisti dei vaccini.

Anche nella risposta alla crisi economica il coordinamento europeo è stato fondamentale, per esempio con la creazione del programma Next Generation EU.

La settimana prossima ci sarà una cabina di regia per approvare la relazione annuale sullo stato di avanzamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel documento sarà illustrato lo stato di realizzazione del Piano, le riforme intraprese, gli investimenti avviati, gli organi preposti al controllo e alla valutazione delle misure. Il Governo farà anche il punto sui 51 obiettivi da realizzare entro la fine dell'anno, che siamo certi di raggiungere, tutti, nei tempi previsti.

Nel Consiglio europeo daremo, inoltre, un parere iniziale sulla bozza della Bussola strategica, presentata a novembre dall'Alto rappresentante per gli affari esteri, Borrell. La Bussola può avvicinarci a un'autentica difesa europea e favorire la costruzione di una cultura strategica comune.

Vogliamo migliorare le capacità di gestione di crisi legate a minacce ibride, cibernetiche e alla disinformazione, proteggere al meglio gli spazi geostrategici oggetto di contestazioni, dai mari allo spazio, e migliorare le capacità di risposta alle conseguenze dei cambiamenti climatici, dei disastri naturali, delle emergenze. Inoltre, servirà a pianificare meglio gli investimenti per sviluppare le nostre capacità di difesa, incluse le tecnologie emergenti, e a farlo in modo coordinato, tramite la cooperazione e il supporto tra partner. Il negoziato continuerà anche dopo il Consiglio europeo: intendiamo adottare la Bussola strategica a marzo del 2022. Questa dovrà servire da stimolo per rafforzare la politica estera europea.

Servono, innanzitutto, meccanismi decisionali efficaci in materia di politica estera, di sicurezza e difesa, a partire dal superamento del principio dell'unanimità, che troppo spesso rallenta l'azione europea (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali).

Lo stesso vale per i meccanismi decisionali di impiego militare. La capacità europea di pronto schieramento, di circa 5 mila unità, proposta nella bozza della Bussola, richiede una struttura chiara e compiti ben definiti. È un primo passo importante, ma certamente a questo passo dovrà seguire, in futuro, una mobilitazione maggiore, accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Anche i processi di analisi delle minacce e di intelligence da parte delle Agenzie degli Stati membri devono seguire processi più strutturati e più rigorosi. Dobbiamo tener conto anche delle sfide nell'ambito della sicurezza che provengono dal Mediterraneo allargato. Bisogna, inoltre, garantire l'interoperabilità degli strumenti militari europei con la NATO.

Un'Unione europea più forte, meglio coordinata, più autonoma dal punto di vista della politica estera è un vantaggio per l'Alleanza atlantica e per il mondo intero (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva e Coraggio Italia).

Il Consiglio dell'Unione europea manderà un segnale di impegno per rafforzare il partenariato strategico con la NATO: è fondamentale per la nostra sicurezza, anche di fronte a nuove minacce, come quelle cibernetiche.

La terza dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra l'Unione europea e la NATO, che chiediamo sia negoziata e sottoscritta in tempi rapidi, deve tener conto di queste sfide.

Nel Consiglio europeo di domani si parlerà anche di migrazioni. L'Italia pone di nuovo questo tema, con assoluta determinazione, anche a seguito del numero elevato di arrivi che si sono visti in questi mesi: da luglio, gli sbarchi mensili non sono mai scesi sotto la quota di 6.900 e hanno raggiunto un picco di oltre 10 mila ad agosto; al 14 dicembre, le persone sbarcate in Italia quest'anno erano 63.062, nel 2019 sono state 11.097 e nel 2020 sono state 32.919.

Al tempo stesso, con l'introduzione delle restrizioni pandemiche, le già sporadiche redistribuzioni tra i Paesi europei dei migranti sbarcati in Italia si sono interrotte. L'Italia continuerà a chiedere una gestione condivisa, solidale, umana, sicura. L'Unione europea deve dimostrarsi all'altezza dei propri valori, come l'ha esortata a fare Papa Francesco, di recente (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Coraggio Italia e Liberi e Uguali).

Per difendere le vite e i diritti di chi parte per scappare, è essenziale promuovere i corridoi umanitari dai Paesi terzi verso gli Stati membri dell'Unione europea. Non è sufficiente che sia solo l'Italia ad attuarli, serve un chiaro impegno europeo. Dobbiamo rafforzare i canali legali di immigrazione, perché rappresentano una risorsa, non una minaccia, per la nostra società (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali).

Allo stesso tempo, serve una gestione condivisa, rapida ed efficace dei rimpatri. La Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna devono fornire fondi adeguati per la rotta del Mediterraneo centrale e l'Unione deve fare di più per negoziare e attuare accordi europei di riammissione e intensificare i rimpatri volontari assistiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sul fronte della politica estera, ci aspettiamo che il Consiglio europeo si esprima in modo inequivocabile contro la strumentalizzazione dei migranti da parte del regime bielorusso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). L'uso intenzionale dei migranti per scopi politici è inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali). Come ho detto al Primo Ministro polacco, durante la sua recente visita a Roma, la risposta europea non è mancata, è stata mirata e concreta. Abbiamo imposto nuove restrizioni nei confronti delle autorità di Minsk e approvato nuove misure di sostegno ai Paesi di arrivo dei migranti: Lituania, Lettonia e Polonia.

In queste settimane abbiamo assistito al crescere delle tensioni tra la Russia e l'Ucraina: il Consiglio europeo deve chiedere urgentemente alla Russia di adoperarsi per ridurle. Dobbiamo rinnovare, in modo unanime, il nostro sostegno alla sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina, come ho avuto modo di esprimere ieri al Presidente ucraino Zelensky.

Nelle ultime settimane ci sono state consultazioni da parte del Presidente degli Stati Uniti Biden, nel quadro NATO, con l'Italia e con gli altri Paesi europei, per formulare una risposta. Questa risposta deve partire dalla considerazione condivisa che la diplomazia resta l'unica via per risolvere il conflitto nel Donbass; una soluzione pacifica non può prescindere dall'attuazione degli Accordi di Minsk del 2015 da entrambe le parti.

Infine, il Consiglio europeo sarà l'occasione per confrontarsi in vista del Vertice con l'Unione africana a febbraio. Dobbiamo rafforzare i rapporti con i Paesi africani, in ambito multilaterale e con partenariati responsabili e paritari. Tra i temi prioritari ci sono gli investimenti per affrontare la transizione ecologica e la campagna di vaccinazione anti COVID, che in Africa procede con molte difficoltà.

Il Governo auspica che la Commissione e gli Stati membri approvino un pacchetto di misure per l'Africa, anche per accelerare la produzione in loco di vaccini.

Nel concludere, voglio ringraziarvi per il vostro contributo e il vostro sostegno. Confronti come questo di oggi rafforzano l'azione del Governo in Europa e la legittimano ulteriormente di fronte ai cittadini italiani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali, Misto-Centro Democratico e Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri.

È iscritta a parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. Grazie, Presidente Draghi, per questo intervento, che porta veramente a dover affrontare tematiche che si svolgeranno nel Consiglio europeo del 16 dicembre 2021 con un compito davvero complesso, tenendo presente il momento storico in cui stiamo vivendo. Lo stato di emergenza, che è stato prolungato, è davvero un provvedimento necessario e fondamentale per uscire da questa pandemia. La comparsa di questa variante Omicron - è inutile dirlo - preoccupa l'Italia, preoccupa l'Europa, preoccupa tutto il mondo, ma non fa altro che affermare che la vaccinazione è fondamentale. Anche una corretta informazione risulta essere davvero importante, perché oggi, in Italia, si assiste a questo rallentamento, anche se, a livello europeo – lo dobbiamo dire -, ci siamo comportati davvero bene. Comunque, la corretta informazione è fondamentale quando si parla di scienza, quando la scienza non viene portata nelle corrette direzioni. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie pubbliche è fondamentale per fornire regolarmente le mappature delle zone a rischio. E' fondamentale affrontare queste problematiche insieme a tutta l'Europa. Il virus è come le radiazioni, non ha confini; siamo noi che, in qualche modo, dobbiamo cercare insieme di limitarne la diffusione. Tematiche importanti, come la riduzione delle emissioni a livello europeo, sono davvero fondamentali. Limitare - quello che ci ha appena detto - i prezzi dell'energia significa davvero proteggere le persone, proteggere tutti, ma particolarmente quelle persone che non riescono a sopperire alle spese familiari. Aliquote e oneri di sistema sono interventi davvero fondamentali. Oggi c'è la necessità di colloquiare con tutta l'Europa, con tutto il Consiglio europeo per linee di stoccaggio comuni, per poter raggiungere insieme determinati obiettivi. Con questo Euro Summit si parla veramente di crescita dell'Italia del 6,2 per cento, ma il problema sanitario è ancora troppo rilevante per previsioni più o meno certe.

È sempre il problema sanitario che condiziona in modo imprevedibile l'andamento economico. L'acquisto dei vaccini sarà davvero un aspetto fondamentale, ma anche gli organi preposti al controllo sono indispensabili per sviluppare il coordinamento sanitario italiano ed europeo.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi, per favore!

MARIA TERESA BALDINI (CI). Il Consiglio europeo dovrebbe riaffermare la necessità di uno sforzo comune e coordinato, tenendo presente scientificità, criteri oggettivi che non compromettano il funzionamento del mercato unico, né ostacolino in modo sproporzionato la libera circolazione fra gli Stati membri e i viaggi verso l'Unione europea, tenendo presente che il turismo, tutte le nostre attività sono fondamentali per una ripresa economica del Paese.

La cooperazione internazionale è fondamentale se basata sulla fiducia reciproca. Dobbiamo fare in modo che l'Unione europea sia veramente esempio e sia davvero fondamentale per la copertura vaccinale globale.

Credo, Presidente, che, di fronte al difficile compito che lei ha di poter parlare in questo Consiglio europeo di tematiche così importanti, sia importante anche riaffermare la nostra forza e la nostra identità, perché quello che è successo - siamo in tema natalizio - di non poter dire “buon Natale” alle persone o non poter affermare queste nostre radici cristiane, queste radici che hanno dato la civiltà a tutta l'Europa, sia davvero un aspetto fondamentale, perché la libertà vuol dire libertà dei valori, libertà di poter esprimere davvero le nostre radici.

Per questo, l'Italia deve essere orgogliosamente convinta di quello che sta facendo e che non deve mettere in discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Voglio dire “buon Natale” perché dire “buon Natale” ha un significato diverso di dire “buone feste”; ha il significato di dire che tutti andiamo verso la stessa direzione, verso la capanna, tutti verso l'obiettivo di poter dare un contributo a tutti e tutti allo stesso modo. Quindi, sono le nostre radici, sono i nostri valori quelli che, Presidente, le chiediamo di poter portare avanti con tanta determinazione. Noi siamo al suo fianco (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. L'importanza del Vertice europeo impone a tutti noi di esaminare con attenzione le parole del Presidente Draghi per raccogliere, soprattutto noi che rappresentiamo l'opposizione, noi di Fratelli d'Italia, gli elementi meno convincenti, nel tentativo di indicare altre rotte possibili. Abbiamo sentito un discorso per molti versi condivisibile, ma un discorso timido rispetto ad alcune tematiche. Il Presidente ha snocciolato, come se fossimo in un CdA, dati che apparentemente vengono forniti come se fossero incolori: 11 mila sbarchi nel 2019, 32 mila sbarchi nel 2020, 63 mila sbarchi nel 2021. Però, bisogna dire che è la fotografia del fallimento della persona che siede al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e non basta far sedere la persona al suo fianco – ovviamente, non il Ministro Brunetta, ma il Ministro che era prima seduto al suo fianco - per eleggerlo a Ministro dell'Interno! Più sbarchi e meno redistribuzioni è la fotografia del segno del passaggio del Ministro Lamorgese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Lei ci ha spiegato, Presidente, che gli immigrati sono una risorsa; certo, probabilmente sono una risorsa per la moglie dell'ex capo del Dipartimento dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che li sfruttava nella peggiore delle logiche di una sinistra che chiama “risorse” ciò che sfrutta quotidianamente o per il tramite del sistema peloso e interessato dell'accoglienza o, peggio ancora, per il caporalato! Può definirle risorse chi conosce le periferie solo quando scrive i documenti governativi, perché non le ha mai vissute; se si uscisse dai centri storici delle città più prestigiose d'Italia e si andasse nelle periferie, credo che anche lei si arrenderebbe al fatto che “risorsa” è un termine improprio applicato a un'immigrazione che rende insicure le nostre città e che fa concorrenza sleale ai nostri cittadini.

E allora, sotto questo profilo, noi avremmo apprezzato la banale considerazione che dobbiamo cambiare rotta, perché, se è vero come è vero che aumentano le immigrazioni dall'Est, ciò è perché, dalla rotta ad Est, l'Europa non riesce più a fare quello che ha fatto fino ad oggi ad Est e che non ha mai fatto al Sud, cioè, stringere patti per contenere l'immigrazione! È mai possibile credere in un'Europa che chiama “risorse” gli immigrati, salvo spendere miliardi ad Est per contenerli, a volte anche nei termini più brutali, e a Sud consentire l'invasione? Perché, se questa Europa è a doppia velocità rispetto alle dinamiche dell'immigrazione, immaginiamo che in questa Europa qualcuno pensi che da Est non debbano entrare, mentre da Sud sì, per trasformare l'Italia nel campo profughi dell'Africa, e non lo possiamo più accettare. Siamo convinti della necessità, come diceva lei, Presidente, di difendere l'integrità dell'Ucraina e di fare tutto quello che è nella nostra facoltà in sede europea per difendere l'integrità territoriale dell'Ucraina, però è necessaria anche una pace secolare con la Russia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); è necessario, una volta difesa l'integrità territoriale dell'Ucraina, recuperare la Russia alle ragioni del continente europeo, alle ragioni dell'Occidente, nonché sottrarla dall'abbraccio mortale della Cina, magari ricordando alla Russia stessa che, oggi, lei è la retrovia strategica della Via della seta ed è ormai fuori gioco.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Ancora, velocemente, sull'Unione africana. È vero, occorrono più investimenti, però, Presidente, lei è uomo che conosce le dinamiche dell'economia certamente meglio di noi: basta con una cooperazione internazionale improntata all'idea dell'elemosina al povero; l'Africa ha necessità di investimenti infrastrutturali e quella necessità l'ha avvertita la Cina. Recuperiamo, quindi, l'Africa, cambiando completamente il paradigma della cooperazione, facendo investimenti infrastrutturali, facendo investimenti sullo sfruttamento delle risorse minerarie, recuperando l'Africa alle ragioni dell'Occidente, garantendo così anche all'economia un'autonomia strategica dell'Europa e dell'Occidente…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …sottraendola dall'abbraccio mortale della Cina che la sta soffocando nella trappola del debito e ne sfrutta le terre rare, perché noi di quelle terre rare abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di un'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, deputato Delmastro Delle Vedove. È iscritto a parlare il deputato Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Il vertice europeo di giovedì prossimo è, nella tipologia dei vertici europei, un cosiddetto vertice di transizione, cioè un vertice breve che non ha una tematica che focalizzi l'attenzione dell'opinione pubblica; tuttavia, non è un vertice in chiave minore e non va preso sottogamba, perché ha le sue insidie; soprattutto, per noi, ogni vertice rappresenta un'occasione, che non va sprecata. Cominciamo ad affrontare i punti del vertice. Innanzitutto, come ha detto il Presidente del Consiglio, si farà il punto sull'attuale situazione epidemiologica alla luce del diffondersi della nuova variante. Sottolineo tre cose: l'Italia, da Paese martire, è diventato - mi scusi, Presidente - una best practice, cioè un esempio di come si affronta con serietà e con efficacia il diffondersi della pandemia, e la risposta è una sola: vaccini, vaccini, vaccini e green pass (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo perché il green pass, signori, è uno strumento di libertà: è libertà dalla malattia, libertà di potersi muovere, di potersi incontrare e di poter lavorare, e non dobbiamo né piegarci, né ammiccare ad una minoranza rumorosa e minacciosa; perché la vera Italia - l'85 per cento, il 90 per cento degli italiani - sta in fila a farsi il vaccino in maniera disciplinata e in maniera silenziosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Qui - ha fatto bene lei, Presidente - dobbiamo ringraziare tutti quelli che rendono possibile questo sforzo, cominciando dai medici che fanno il loro dovere nel sistema sanitario, che sta reggendo questa botta fortissima, fino ai volontari che sono là tutti i giorni. Ebbene, signori, qui non vorrei depotenziare le ambizioni di qualcuno, ma per noi i veri patrioti sono quelli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Sul piano europeo ciò cosa significa? Sul piano europeo, in questa situazione di ineguale distribuzione e applicazione della campagna vaccinale, dobbiamo evitare che si blocchi la circolazione nel mercato unico e che si formino i cosiddetti colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento di tutti i beni, ma soprattutto nei settori vitali (farmaceutici, di attrezzature mediche, di semiconduttori o, addirittura, di fertilizzanti), perché questo provoca sia disagio per i consumatori che effetti inflazionistici sui prezzi.

Terzo punto, come ha detto il Presidente: il diffondersi della variante Omicron ha reso evidente il fatto che lo sforzo di distribuzione dei vaccini a livello planetario deve essere potenziato e accelerato, non soltanto con la distribuzione dei vaccini ma rendendo in grado i Paesi che li ricevono di avere una catena logistica sufficiente ed eventualmente, possibilmente, magari, rendendoli in grado anche di produrli. Signori, nessuno si salva da solo: per chi suona la campana? Qui la campana ormai non suona e la campana è assordante.

Come dicevo, è un vertice di transizione, di transizione anche sul piano politico, di transizione dalla Cancelliera Merkel, al nuovo Cancelliere Olaf Scholz e al ruolo che giocherà la Germania per quanto riguarda la transizione verde e la ridefinizione delle regole di bilancio comuni; una transizione in seno all'Unione europea verso la nuova Presidenza di turno francese, sulla quale si proietta, però, pesante, l'ombra di nuove elezioni e il rischio di un uso eccessivamente a fini elettorali del programma europeo...

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore… deputato Fiano!

VALENTINO VALENTINI (FI). È una transizione che riguarda, sul piano politico, anche l'Italia e questo non sfugge ai nostri partner, che vanno rassicurati sulla continuità di azione del nostro Paese. Qui teniamo alta la guardia, come dicevo, soprattutto sul tema delle migrazioni, perché dobbiamo evitare che venga affrontato esclusivamente dal lato della riforma del codice delle frontiere di Schengen e delle migrazioni secondarie, cioè i fenomeni che più interessano i Paesi che non hanno confini esposti; ne ha parlato Macron, presentando il suo programma, ne ha parlato Macron quando è andato a vedere i Paesi di Visegrád e la Commissione ha presentato la sua proposta. Dobbiamo evitare lo scambio tra maggiore solidarietà e condivisione negli accoglimenti, in cambio di confini blindati all'interno dell'Unione europea; non dobbiamo permettere che si apra la caccia ai “dublinanti” (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) con la riconduzione dei migranti irregolari nei Paesi di primo ingresso, perché questo significa che nuovamente l'Italia verrebbe inchiodata alla geografia; una situazione che non vogliamo si ripeta.

D'altro canto, vediamo con favore la definizione di attacco ibrido, cioè una nuova figura giuridica che stigmatizza l'uso strumentale dei migranti come forma di pressione alle frontiere; noi, magari, vorremmo anche un'accezione più ampia di questo termine, del concetto, che possa essere invocato anche quando queste minacce vengono evocate da Paesi che si trovano dall'altra parte della sponda del Mediterraneo. Insomma, ricordiamo quello che è successo in Marocco, ricordiamo come altre volte alcuni governanti hanno minacciato di utilizzare anche nei nostri confronti questo strumento. Pertanto, dobbiamo insistere sulla dimensione di politica estera - come ha detto bene il Presidente - delle migrazioni, consapevoli del fatto che sicurezza alle frontiere, migrazioni e rapporto con l'Africa saranno le priorità della Presidenza francese. Ebbene, adesso è il momento di approfittare del Trattato dell'Eliseo per cercare di mettere un po' di Italia nelle proposte francesi ed evitare che queste vadano contro di noi.

Ora, un altro tema che il vertice sarà chiamato ad affrontare è quello dei prezzi dell'energia, o meglio, del rincaro dei prezzi dell'energia. È chiaro che dopo l'euforia del post pandemia - avremmo intrapreso un percorso virtuoso nella transizione verde e chissà cos'altro - ci scontriamo, invece, con una realtà di tutti i giorni fatta di aumento delle bollette; questa opinione pubblica, disorientata e inquieta, potrebbe avere una reazione di rigetto. Innanzitutto, l'Europa che si proietta con forza verso la neutralità climatica è ancorata nel mondo delle energie fossili per i bisogni di trasporto, di produzione, di riscaldamento e di elettricità; le transizioni energetiche - lo sappiamo - richiedono dai 40 ai 60 anni, storicamente. In Europa ci fissiamo obiettivi molto alti, ma procediamo con lentezza: questo che cosa comporta? Espone le imprese e i consumatori a sobbalzi di prezzo che si traducono in bollette molto alte e in perdita di competitività.

Parlo da europeista e lo dico sinceramente: le proposte obiettivo lanciate come slogan, come, ad esempio, l'annunciato divieto dell'uso dei motori termici nel 2035, con una filiera italiana che è la numero uno in Europa e impiega 75.000 persone, oppure l'annuncio di una proposta secondo la quale gli immobili che si trovano nelle fasce più basse dal punto di vista delle classi energetiche non potranno più essere commercializzati, non credo facciano bene a questa Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le proposte slogan vanno bene ma con concretezza e realismo perché, se noi continuiamo a lanciare queste proposte e poi in realtà lasciamo la gente in difficoltà, potremmo avere - dico potremmo - una reazione di rigetto. Infatti, la correlazione tra il prezzo del gas e quello dell'elettricità è un problema strutturale. Lo ha detto il Presidente del Consiglio, non è una cosa nuova. Fortissime sono state le pressioni dall'altra parte dell'Atlantico perché passassimo all'adozione del gas liquefatto del GNL, una tecnologia che cerca di trasformare il gas da un prodotto di carattere regionale, che utilizza i tubi, a un prodotto che diventa come il petrolio per il quale si crea un mercato spot e come tale deve essere scambiato. Questo serviva a tagliare quello che per gli americani è il cordone ombelicale tra l'Europa e la Russia. Cordone ombelicale che - vi ricordo - ha tolto i sogni a Kennedy già con il primo gasdotto, negli anni Sessanta, il Druzhba, e che ha tolto i sogni al Presidente Reagan che ha cercato di bloccare il secondo gasdotto, il Bratstvo - e qui potremmo aprire una serie di parentesi -, e non li ha tolti a Trump, che tanto la notte usava Twitter e quindi del Nord Stream 2 non gli importava niente, ma li sta togliendo a Biden.

Una cosa va detta: in ogni caso il contributo del GNL non è sufficiente a soddisfare la domanda europea, in forte concorrenza con quella asiatica. Infatti, tutto il gas liquefatto in questo momento sta andando verso l'Asia, che paga molto di più, e questo, invece di produrre un effetto calmierante, ha amplificato il prezzo del gas e noi dovremmo continuare a importarlo via gasdotto, per decenni, dalla Russia perché Norvegia e Algeria non hanno capacità per potere colmare questa possibilità. L'Italia ha 73 miliardi di metri cubi di utilizzo: 10 miliardi ci arrivano dal TAP e il resto dobbiamo andarlo a prendere dove lo prendiamo normalmente. Inoltre, l'uscita della Germania dalle centrali a carbone farà sì che il gas - il Presidente del Consiglio l'ha definito il combustibile di transizione - diventi il fulcro del sistema elettrico europeo, cioè diventi il suo base load, perché il contributo delle rinnovabili risulta variabile e talvolta imprevedibile. Quindi, dobbiamo capire se per noi il gas è una risorsa naturale o una minaccia ibrida.

Concludo, perché sicuramente la prossima puntata riguarderà la tassonomia europea, cioè dove potremmo fare gli investimenti europei, e credo che non potremo esimerci dal considerare il gas e, probabilmente, anche il nucleare di quarta generazione gli elementi che ci consentiranno questa transizione, oltre alle misure di cui ha parlato il Presidente del Consiglio, vale a dire approvvigionamenti e stoccaggi comuni per contratti di fornitura. Vorrei dirvi, tuttavia, che, oltre a questo, vi è una serie di misure molto più facili che potremmo attivare, che sono la revisione del mercato all'ingrosso dell'energia elettrica e il miglioramento delle interconnessioni. Infatti, se non puoi passare l'energia elettrica da un Paese all'altro anche gli stoccaggi comuni non servono a nulla per un bilanciamento nel tempo e nello spazio.

Siamo entrati nell'aspetto geopolitico della questione; dall'energia vi ho portato alla geopolitica. Sappiamo bene che una delle principali ritorsioni che viene minacciata nei confronti della Russia, nel caso che avvenissero scontri o che venissero violati i confini dell'Ucraina, sarebbe proprio quella di impedire l'entrata in funzione del Nord Stream 2. In questo caso, il prezzo degli idrocarburi andrebbe alle stelle, ci sarebbe un aumento dell'inflazione e l'Italia sarebbe in prima linea. Due però sono le certezze: la Russia cerca un dialogo diretto con gli Stati Uniti che tagli fuori sia il formato Normandia degli Accordi di Minsk sia altri formati negoziali. Gli Stati Uniti si vedono chiamati come garanti.

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINO VALENTINI (FI). Concludo, tagliando fuori la parte principale ma vi dico soltanto questo aspetto. In questa situazione, quando il giornalista Muratov della Novaya Gazeta ha ricevuto il Premio Nobel, ha citato un proverbio russo, che diceva: i cani abbaiano, la carovana passa. Questo ha due significati: vuol dire che, quando qualcosa accade, si muovono le truppe e c'è un gran trambusto, i cani fanno capire che sta succedendo qualcosa; e c'è un secondo significato di questo proverbio, cioè i cani possono abbaiare ma, comunque, chi vuole va dritto e non importa quello che si dice, non importano le parole.

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINO VALENTINI (FI). Bene, in questo caso si applicano entrambe le accezioni, quindi dobbiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo Consiglio europeo è affrontato dagli Stati membri dell'Unione con la consueta placida ottusità burocratica, con il solito pilota automatico che va incontro alla catastrofe. Imperversa una lingua spenta, in cui abbondano parole già consumate come resilienza e partenariato. Non fa eccezione l'intervento senza guizzi del nostro Presidente del Consiglio, tutto dentro le strade segnate. Quali strade? Una gestione del COVID sempre più emergenziale, autoritaria, ossessiva e refrattaria a qualsiasi visione alternativa. Benvenuti nell'era della pandemia totalitaria, che piace alla signora von der Leyen, a suo marito e a tutti i signorotti dei conflitti di interessi che stanno sotto la vostra ala protettiva! Trent'anni fa tramontava l'URSS, oggi sorge l'Ursula. Benvenuti nella “Pfizercrazia”, benvenuti nell'era dell'attacco al lavoro, della demolizione del turismo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e dei falchi tedeschi pronti a attaccarci ancora!

L'altra strada sbagliata è quella che in men che non si dica può portarci alla guerra. Si stringono infatti i vincoli dell'Unione europea con la NATO, ormai irriconoscibile. Dove ci state portando? Possibile che non si voglia fare un bilancio storico e politico sulla NATO di oggi? Siamo nel 2021, non un anno qualsiasi: è l'anno in cui la NATO ha registrato la clamorosa disfatta di un ventennio di invasione dell'Afghanistan, una disfatta che per l'Italia si aggiunge ad altre sconfitte strategiche degli anni precedenti, quando ha agito da Paese vassallo e non da alleato che difende i propri interessi vitali con uno sforzo di pari dignità. Il caos libico, le sanzioni sempre a nostro danno e, ora, la grave crisi energetica sono il vettore finale di una postura fallimentare che le premesse di Consiglio europeo vogliono aggravare.

Signor Presidente del Consiglio, le dirò una cosa paradossale che proviene da persone pure più giovani di lei. Lei sembra troppo giovane per ricordare – lei, assieme a una doppia generazione di politici europei - quanto sia importante la questione degli equilibri strategici nucleari. A differenza delle generazioni politiche europee che vi hanno preceduto, siete parte di due generazioni che non hanno mai considerato centrale la questione della sicurezza nucleare e del disarmo. Avete finito per affidare una questione politica primaria alla burocrazia degli specialisti militari. Avete così dimenticato un tema che un tempo era argomento politico quotidiano, non solo per le classi dirigenti, ma per interi popoli. Avete dimenticato che era un tema vitale, non una questione burocratica da affrontare con l'ennesimo pilota automatico. Perciò, oggi proprio non capite che non può esserci una sicurezza europea giocata contro la Russia, così come non può esserci una sicurezza russa a scapito della sicurezza europea. La Russia è una delle potenze dirigenti dell'azione politica in Europa. Tutti quelli che hanno cercato di cambiare questo stato delle cose con la violenza si sono scontrati con un sanguinoso fallimento. Se avete compreso perché nel 1962 gli Stati Uniti non volevano i missili sovietici a Cuba, dietro casa, allo stesso modo capirete perché una primaria potenza nucleare non vuole missili a 450 chilometri da Mosca. Presidente Draghi, si faccia degno della gravità della situazione e si faccia anche guardia degli obblighi di pace del Governo.

PRESIDENTE. Concluda.

PINO CABRAS (MISTO-A). Chi costruisce solo immagini del nemico e manipola i fatti con attribuzione di colpe unilaterali esaspera le tensioni in un momento in cui devono prevalere i segnali di distensione. Negli attuali documenti europei sulla crisi ucraina leggiamo spinte aggressive, che non contemplano punti di vista diversi. Lo spettro delle opinioni è stato ridotto alla visuale di un fucile da precisione. Sul COVID, sull'economia, sulla pace, sulla guerra avete seguito una linea insensibile che non impara dagli errori. La chiamate mancanza di alternative; c'è invece un'alternativa: pace sociale, pace europea (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Berti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, ministri, colleghi, colleghe, il Consiglio europeo del 16 dicembre 2021 verterà sugli sviluppi relativi alla pandemia, sulla gestione della crisi, sull'energia, sugli aspetti di sicurezza e difesa, migrazione e Bielorussia e anche sul Vertice euro.

In questo intervento voglio parlare principalmente della riforma dell'eurozona e delle parti di politica estera e di difesa.

Oggi, Presidente, l'Unione europea, a seguito della pandemia, per funzionare ha dovuto sospendere e derogare praticamente tutte le regole macroeconomiche - il Patto di stabilità, la disciplina antitrust, la disciplina sugli aiuti di Stato, le regole di rigidità monetaria - e ha dovuto creare anche strumenti innovativi fiscali, come il Next Generation EU.

Le politiche monetarie non convenzionali, ormai, sono diventate convenzionali e un imminente rialzo dei tassi di interesse dovuto all'inflazione può creare tensioni globali sui mercati finanziari in un contesto già altamente instabile e precario. Oggi, Presidente, l'Italia, al Consiglio europeo, deve dire che non è più sostenibile un'unione economica che abbia soltanto una gamba monetaria e non una gamba fiscale. Questo è stato il punto debole delle crisi nel 2009, cioè l'incapacità di condividere i rischi tra Stati e di fare i trasferimenti fiscali all'interno dell'Eurozona.

Il nostro Paese ha il dovere e ha la statura per portare al tavolo riforme ambiziose e integrali della struttura della governance economica dell'Eurozona. In Germania molti stanno dicendo che il Patto di stabilità deve rientrare in vigore così com'è. Noi dobbiamo avere il coraggio e la forza di dire che, se l'Europa commetterà l'errore di voler raggiungere obiettivi giusti, come la stabilità macroeconomica, ma con mezzi sbagliati, ovvero la sorveglianza capillare macroeconomica e prociclica, ciò significherà commettere due volte l'errore nel giro di pochi anni, condannando il nostro continente all'irrilevanza. L'obiettivo della nostra generazione deve essere quello di rendere permanenti strumenti come il Next Generation EU, che ci permette, appunto, di fare qualcosa di importantissimo, come raddoppiare il bilancio europeo.

Questi strumenti non sono fini a se stessi, ci servono proprio per raggiungere obiettivi che sono insiti nei valori e nella visione dell'Unione europea, come la transizione ecologica, e serve utilizzare il peso economico globale dell'Unione per creare meccanismi di frontiera, di tassazione alla frontiera, come il meccanismo di tassazione del carbonio, la plastic-tax e la carbon-tax. Ma è anche un discorso di coerenza: come si fa, con un'Europa che vuole raggiungere la transizione ecologica, senza che, però, poi, si mettano a disposizione degli Stati gli strumenti di leva fiscale? Io penso anche al cosiddetto Renovation wave, che ha dato l'obiettivo agli Stati dell'Unione europea di raddoppiare, entro il 2030, la riqualificazione edilizia degli immobili dell'Unione europea. Ma come si fa a fare investimenti pubblici di lungo periodo senza leva fiscale?

Sappiamo, però, che c'è un dibattito, che è un percorso difficile e che per fare queste riforme strutturali serve creare un vero dibattito pubblico europeo; serve rinsaldare i rapporti fra cittadini, accademici, associazioni e anche imprese a livello europeo. In poche parole, serve creare un'opinione condivisa sulle grandi riforme globali, in un dibattito che travalichi le barriere linguistiche e i confini nazionali. Per questi motivi, come MoVimento 5 Stelle, accogliamo la recente firma del “Trattato del Quirinale”, un Trattato importante che avvicina Italia e Francia. In questo dialogo bilaterale e paritario, l'Italia deve essere promotrice di un coinvolgimento anche, poi, della Germania - Paese fondatore - e dei Paesi del Benelux, i sei Paesi fondatori dell'Unione europea, per far sì che questi sei Paesi riescano a trascinare gli altri ventuno in un percorso di riforma delle istituzioni non più rinviabile.

Assieme a questi trattati, si sta anche delineando un'altra serie di trattati bilaterali a carattere fortemente militare, come quello Francia-Grecia. Questo revival del bilateralismo, però, funzionerà soltanto se riusciremo a interpretare le relazioni bilaterali in Europa non come era nell'Ottocento, cioè un aumento delle sfere di influenza, ma dobbiamo sostituire questo concetto con un'idea di vera sovranità europea, un'Unione europea che riesca, prima di tutto, ad essere solida al suo interno, ma anche, poi, ad intervenire negli scenari di maggiore interesse, di concerto con gli alleati della NATO.

Chiudo questo intervento sulla difesa e la politica estera. Non si può avere un'Europa sovrana se, ai confini, abbiamo delle potenze esterne, come Russia, Bielorussia, ma anche la Turchia, che usano i migranti come minaccia ibrida. Se oggi l'Europa vuole aumentare il proprio prestigio in politica estera deve cominciare a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per fare fronte alle minacce, anche bloccando progetti come, il Nord Stream 2, per ridurre il potere ricattatorio della Russia. Il primo passo è sicuramente un'Europa unita nel fronte mediterraneo, che ci veda uniti su questa sfida.

Con il supporto di questa larghissima maggioranza, Presidente, l'Italia, come non mai, ha un'occasione storica di risolvere i problemi di fondo che la politica, in decenni, complice anche dei cambi di Governo repentini, non ha mai voluto risolvere. Noi siamo con lei, Presidente. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (LEU). Grazie, Presidente. Tra i numerosi temi che affronterà il prossimo Consiglio europeo, mi concentrerò nel mio intervento, per ragioni di tempo, in particolare su due aspetti rilevanti, per i quali chiediamo, da subito, al Governo un impegno attivo in ambito europeo.

Per quanto riguarda, anzitutto, il coordinamento dell'Unione nel contrasto al COVID-19, nonostante la strategia vaccinale europea abbia registrato, a livello mondiale, il tasso regionale più alto, all'interno dell'Unione restano evidenti le differenze tra i tassi vaccinali degli Stati membri. Risulta, pertanto, necessario proseguire negli sforzi per garantire la più ampia copertura in tutta l'Unione e salvaguardare i risultati raggiunti attraverso la strategia dell'Unione per i vaccini e del certificato COVID digitale dell'Unione europea.

A tal proposito, vogliamo porre l'attenzione sulla necessità che l'Unione promuova la solidarietà internazionale in materia di vaccini, per renderli disponibili ai Paesi a basso e medio reddito, sia come impegno umanitario sia come strumento per fermare la circolazione del virus e, quindi, l'insorgenza di varianti.

Da questo punto di vista, il programma internazionale COVAX è fondamentale per garantire un accesso equo e giusto a vaccini sicuri ed efficaci anche ai Paesi più poveri, mitigando l'impatto della pandemia sull'economia e sulla salute pubblica. Per valutare, però, se la ridistribuzione mondiale dei vaccini sia efficace oppure no, non è sufficiente basarci sul numero di vaccini donati ai Paesi a basso e medio reddito e sul numero di persone vaccinate in quei Paesi. Risulta sempre più evidente la necessità di compiere uno sforzo, comune e internazionale, anche in quelle fasi intermedie che stanno tra la consegna dei vaccini e l'effettiva somministrazione: mi riferisco, in particolare, alla distribuzione e alla conservazione dei vaccini. Serve, quindi, anche un accompagnamento in tutte le fasi e un trasferimento di conoscenze e di esperienza. Non possiamo ritenere esaurito il nostro obbligo con la sola consegna.

Concordiamo, pertanto, con quanto affermato qualche giorno fa dal Ministro Speranza: donare è fondamentale, ma il dono non basta. In Africa, ad esempio, c'è bisogno di un sostegno organizzativo, logistico, strutturale, su cui il nostro pezzo di mondo deve fare uno sforzo enorme. Non è solo una questione di dosi o di produzione di dosi - che, comunque, resta il primo passo -, ma anche di costruire modelli organizzativi e logistici che ci mettano nelle condizioni di poterle utilizzare fino in fondo. Non possiamo, quindi, permetterci degli sprechi, perché questi sprechi rappresentano una dispersione di energie e di fondi pubblici, che, invece, vanno indirizzati in modo efficace verso il comune obiettivo, senza perdite di tempo. Se le donazioni sono fornite con scarso preavviso e breve durata, è estremamente difficile per i Paesi pianificare campagne di vaccinazione. I Paesi hanno, invece, bisogno di forniture prevedibili e affidabili. Dover pianificare con breve preavviso e garantire l'assunzione di dosi con tempi di conservazione brevi aumenta in modo esponenziale il carico logistico sui sistemi sanitari. Se, a un certo numero di dosi donate, non corrispondono altrettante vaccinazioni, significa che il sistema non sta funzionando come dovrebbe. Sono certo che il nostro Governo porrà in modo forte questo tema in sede europea.

Altro tema sul quale chiediamo uno specifico impegno da parte del Governo è quello delle migrazioni, affinché le azioni messe in campo possano scongiurare la perdita di vite umane, pianificando una politica migratoria comune, solidale ed equa. In questo contesto, va fermamente condannato l'uso strumentale dei migranti e dei rifugiati per scopi politici da parte della Bielorussia. Al confine tra Bielorussia, Polonia, Lituania, Lettonia sono fermi migliaia di migranti, provenienti in maggioranza da Iraq, Siria, Yemen, Afghanistan; a pagarne il prezzo più alto sono le persone al confine, private dei loro diritti fondamentali e bloccate al freddo e in condizioni disumane. Per questo motivo è altrettanto inaccettabile che la Polonia limiti l'accesso nell'area di confine a giornalisti e operatori di organizzazioni non governative per tentare di nascondere il dramma che lì si sta consumando, dove i profughi verrebbero respinti senza poter presentare richiesta d'asilo né ottenere cibo, cure e assistenza, in violazione delle norme internazionali.

L'Unione non giri la testa dall'altra parte; come Italia possiamo fare la nostra parte e siamo convinti che il nostro Governo saprà mettere al centro questi temi.

In questo senso va incentivato un maggiore impegno europeo sull'istituzione dello strumento dei corridoi umanitari, come nel caso dell'Afghanistan che continua ad avere una situazione umanitaria preoccupante che richiede iniziative dell'Unione per sostenere la pace e la stabilità per il popolo afgano.

Sul tema migrazioni, a oggi, i risultati sono tutt'altro che soddisfacenti, certamente non a causa dell'Italia e, anzi, riconosciamo in questo l'impegno del nostro Governo. Nell'ultimo Consiglio europeo di ottobre ci si riportava alle medesime conclusioni del precedente Consiglio di giugno rispetto agli 8 piani d'azione per i Paesi d'origine e di transito. In particolare, si affermava: “La Commissione e l'Alto rappresentante, se del caso unitamente agli Stati membri, dovrebbero ora rendere operativi tali piani e attuarli senza indugio, in cooperazione con i Paesi partner. Il Consiglio europeo si attende che i piani d'azione siano sostenuti da tempistiche concrete e da adeguati mezzi finanziari. Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare con urgenza proposte e a mobilitare finanziamenti a favore di azioni riguardanti tutte le rotte migratorie, in linea con il maggiore livello di ambizione dell'UE, nonché a informare regolarmente il Consiglio a tale riguardo”. Ecco, allora vogliamo dire con forza: non si giochi al ribasso sul diritto di asilo, che non deve essere indebolito (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico). Per questo motivo, chiediamo, con fiducia, al nostro Governo che possa farsi da promotore di decisioni sempre orientate al rispetto dei diritti umani, come del resto ci chiede la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, il Consiglio europeo del 16 dicembre dà modo di riflettere su temi contingenti, dalla lotta al COVID-19 e alle migrazioni fino alle relazioni esterne dell'Unione europea, in special modo per quanto riguarda ciò che sta accadendo in Bielorussia e in Ucraina. In Italia, come menzionato anche dalla già Cancelliera Angela Merkel, la strategia vaccinale ha tassi di adesione tra i più alti ed efficaci in Europa. Questo è merito del Governo, ma anche dei tanti presidenti di regione che si sono adoperati con costanza e responsabilità. Mi preme citare il presidente della mia regione, la Lombardia, Attilio Fontana, ed il presidente del Friuli-Venezia Giulia, nonché presidente della Conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga. Cito loro a titolo esemplificativo, come responsabili istituzionali minacciati e denigrati e che, nonostante tutto, stanno andando avanti nel loro lavoro nell'interesse delle popolazioni che rappresentano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il Governo e lo Stato tutto devono sostenere e proteggere i presidenti di regione che si espongono e si adoperano per il bene collettivo. A tal proposito, anche a lei, Presidente, la solidarietà mia e del gruppo della Lega per le vili minacce tramite i social network al suo operato relativamente al contrasto al COVID-19.

Credo che a nessuno di noi faccia piacere mostrare un certificato identificativo ogni volta che ci si reca in un luogo pubblico, ma sfido chiunque a trovare una soluzione differente per il contrasto alla pandemia rispetto a quelle impostate dal Governo. Io ancora non ho sentito proposte concrete alternative e, quindi, vada avanti. La persona viene sempre prima dello Stato, ma l'interesse personale non viene mai prima dell'interesse della comunità. Quindi, Presidente, continui nell'intraprendere azioni a tutela della comunità, finanche ad analizzare le tipologie di vaccini che possono essere riconosciuti equivalenti a quelli dell'Unione europea e, quindi, validi ai fini del certificato verde COVID dell'Unione europea, al fine di agevolare la circolazione delle persone e delle attività economiche e lavorative. Le molte varianti ci hanno insegnato che il vaccino è l'unico strumento che può tutelare l'individuo e il sistema sanitario. Quindi, bisogna attuare tutte le azioni necessarie per arrivare ad una più ampia copertura il più presto possibile. Tuttavia, ci ha sorpresi e ci lascia perplessi l'ordinanza di ieri sera del Ministro Speranza, che limita de facto gli spostamenti nell'Unione europea anche ai vaccinati. Spero possiate chiarire e allineare il Paese ai principi coordinati con l'Unione europea. Questa ordinanza rischia di minare il rapporto di fiducia tra i vaccinati e lo Stato e, ovviamente, oggi, non possiamo permettercelo.

Presidente, il Consiglio europeo dovrà affrontare anche l'annosa questione relativa alla migrazione. Bisogna proseguire il dibattito politico sulla gestione dei flussi e sul nuovo patto sulla migrazione e l'asilo che superi il regolamento di Dublino, ma non basta. Diciamolo chiaramente: le migrazioni illegali sono un problema che spinge sui confini europei, non un elemento di gioia o un valore politico da perseguire. Dietro ai fenomeni migratori ci sono storie di disperazione che non possono essere debitamente affrontate facendo credere che in Europa ci sia spazio per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questa inversione di paradigma è fondamentale per approcciarsi politicamente al problema in maniera più concreta, mentre, per quanto riguarda le relazioni esterne dell'Unione europea, rispetto alle recenti tensioni sulle questioni bielorusse ed ucraine, serve rafforzare il partenariato Unione europea-NATO. È sicuramente affascinante l'emancipazione sul tema della difesa da parte dell'Unione europea, ma bisogna essere concreti e dirlo a chiare lettere: con le contingenti crisi e le polarizzazioni a livello mondiale, l'Europa non può prescindere da un saldo legame transatlantico anche in materia di esercito e di difesa. Quanto sta accadendo in Bielorussia è inaccettabile dal punto di vista dei diritti umani, così come preoccupano le crescenti tensioni tra Ucraina e Russia. In entrambi i casi, serve promuovere una de-escalation e favorire la distensione dei rapporti. Ma mi permetta anche di citare la preoccupante pressione che la Repubblica popolare cinese sta facendo nei confronti dell'isola di Taiwan. L'Unione europea dovrebbe prendere posizione a difesa di questo avamposto occidentale nell'interesse di tutto il mondo libero e anti-comunista.

Presidente, rispetto agli scivoloni della burocrazia interna alla Commissione europea lo faccia presente a Bruxelles: abbozzare direttive che vogliono cancellare la parola “Natale” dagli auguri di questo periodo o la volontà di rendere invendibili le case sotto una certa classe energetica non fanno altro che alimentare un sentimento anti Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e sappiamo tutti quanto sia dannoso per l'Europa stessa non essere coesa per affrontare le difficoltà. Fino ad oggi, coloro che hanno avuto la responsabilità di governance in Europa hanno sovrapposto alle istituzioni europee la loro ideologia politica, denigrando tutti coloro che avevano una legittima opinione differente. Oggi, abbiamo una grande occasione e far sì che ogni cittadino si riconosca nelle istituzioni europee, a prescindere dall'etnia, dall'orientamento religioso piuttosto che sessuale. Ma io sogno un'Europa che sia veramente di tutti e non solamente del progressismo socialista. Nell'intervento che feci a marzo 2021, sempre relativamente al Consiglio europeo di allora, dissi che, in questo contesto emergenziale duraturo, il ruolo degli enti locali e regionali, in ottemperanza al principio di sussidiarietà presente nel Trattato di Lisbona, sarebbe risultato fondamentale e, in questo senso, tante aspettative sono state caricate sulla Conferenza sul futuro dell'Europa in merito alle riforme politiche e istituzionali necessarie a rilanciare e a rafforzare il processo di integrazione comunitario. Serve sicuramente un consolidamento del ruolo del Parlamento europeo democraticamente eletto, ma anche un coinvolgimento dei territori attraverso il Comitato delle regioni europee, il quale deve diventare una sorta di Senato delle regioni stesse e dei comuni, superando il ruolo meramente consultivo e attuando, quindi, quel processo bottom-up che serve per avvicinare le istituzioni europee alla quotidianità dei cittadini. Lo dissi allora e lo ripeto oggi ancora più convinto, dopo aver visto quanto gli enti locali e regionali siano fondamentali nelle gestioni delle emergenze. Il nostro continente è fatto di piccole patrie e di nicchie territoriali che hanno la necessità di essere rappresentate almeno alla pari degli Stati nazionali. Risultano importanti due prospettive: quella locale e quella globale. Le istituzioni europee, oltre che gli Stati membri, devono tenerlo in considerazione per evitare di entrare in crisi di rappresentatività.

L'Unione europea deve essere schematizzata nell'Europa delle regioni e dei territori omogenei dal punto di vista linguistico, culturale ed economico. La Conferenza sul futuro dell'Europa, di cui mi onoro di far parte in rappresentanza della Camera dei deputati, è una grande opportunità, ma bisogna anche focalizzare l'attenzione sui valori fondanti dell'Europa, che poggiano le basi sulla cultura cristiana e sulle molteplicità delle sue tradizioni, come elemento positivo per tutto il continente. Coinvolgere i territori vuol dire dare forza a tutte quelle azioni necessarie alla contingenza del momento, ma serve anche per riformare l'Europa con un approccio di integrazione più corretto, più democratico e che metta al centro la persona e l'interesse comune (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sgarbi, ma, non essendo presente, si intende che vi abbia rinunziato. È iscritta a parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, ormai ci siamo abituati al fatto che l'emergenza pandemica sia all'ordine del giorno di tutte le riunioni del Consiglio europeo e questo è il segno che, purtroppo, questa sfida di resistenza a cui ci sta costringendo da quasi due anni il COVID-19 è lungi dall'essere finita. Sin dall'inizio del suo mandato ciò che abbiamo più apprezzato della sua azione di Governo è la serietà e l'onestà intellettuale con cui ha affrontato la gestione della pandemia. Lei ha sempre usato parole di verità nei confronti dei cittadini, assumendosi appieno la responsabilità politica di dare una linea chiara. Coerentemente con questo spirito, oggi non possiamo nasconderci che siamo in una situazione pandemica più difficile di quella in cui ci trovavamo prima dello scorso Consiglio europeo: tornano a crescere i contagi in Europa - come lei ha sottolineato - e c'è una nuova variante di cui occorre tener conto - Omicron - che si caratterizza per 30 mutazioni della proteina spike; un numero senza precedenti, secondo gli scienziati, che rende ancora difficile definire con certezza le reali conseguenze della sua diffusione. Noi sappiamo oggi che Omicron è, con altissima probabilità, molto più contagiosa di Delta e che, per questo, vi sono buone ragioni di temere che presto diventerà la variante prevalente nel mondo. Per il resto, dobbiamo attendere la scienza, che, nei suoi tempi, quelli che le sono necessari, ci darà le altre risposte sull'effettiva portata di questa variante. Intanto, non avendo ancora tali risposte, noi crediamo che le istituzioni debbano mantenere quell'atteggiamento di operosa precauzione che, ad oggi, ha consentito all'Italia di trovarsi in condizioni migliori di altri Paesi europei; però non sarà facile, signor Presidente. Gli italiani hanno sin qui dimostrato un senso di responsabilità ed una capacità di resilienza straordinari, ma non vi è dubbio che sono - che siamo - stanchi e la prospettiva di una recrudescenza della pandemia crea sconforto nelle persone. Eppure, proprio ora, in questa fase di grande stanchezza, dobbiamo chiedere ai nostri concittadini di tenere ancora duro, di essere ancora più prudenti, di continuare ad applicare tutte le misure di precauzione (mascherine, distanziamento) e di difendere la normalità che abbiamo riconquistato con le unghie e con i denti, aumentando il livello di guardia. Al contempo, pur non essendo ancora in grado di dare indicazioni definitive sulla variante Omicron, tutta la comunità scientifica più autorevole indica come, ora più che mai, proprio per prepararci ad affrontare le prossime settimane, sia essenziale che tutta la popolazione vaccinabile riceva la copertura completa e che si proceda rapidamente con il richiamo vaccinale, la cosiddetta terza dose. Questo significa mettere in campo un altro grande sforzo logistico e di approvvigionamento, perché occorre organizzare in parallelo la campagna per il primo ciclo vaccinale degli indecisi - che speriamo finalmente cambino idea -, quella per i bambini e quella per i richiami. Da questo punto di vista, signor Presidente, non potremmo mai ringraziarla abbastanza per aver scelto di affidare la guida della struttura commissariale a un servitore dello Stato competente, capace ed efficiente, come il Generale Figliuolo, a cui va tutto il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine per l'eccellente lavoro svolto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Riteniamo, però, che in questa fase, più che mai, non basti una buona organizzazione logistica del Paese; ora, certamente, occorre anche un maggiore sforzo di coordinamento europeo. Ma è altresì necessario che tale sforzo sia volto a dare una direzione chiara, decisa e tempestiva per cercare di contenere, prima che sia troppo tardi, l'ondata di contagi che potrebbe determinarsi in tutto il continente se Omicron diventasse prevalente. Vorrei fare un esempio: se il green pass è uno strumento che nasce dalla regolamentazione europea per consentire il più possibile il mantenimento della libera circolazione nello spazio comune, è pur vero che, ad oggi, ogni Stato membro ha scelto se e quanto utilizzarlo nella sua forma rafforzata, cioè legata esclusivamente alla condizione di essere vaccinati. Forse è giunto il momento di aprire una riflessione a livello europeo sull'opportunità di adottare regole stringenti e uniformi al riguardo, ripensando anche alla possibilità di restringere, o addirittura di escludere, l'ottenimento del green pass a fronte del solo tampone. Bisogna almeno cominciare a discuterne - io credo - e magari riconsiderare che, nell'attuale situazione, con le incertezze legate alla variante Omicron, tampone e vaccinazione non debbano essere alternativi in alcuni casi, ma, in caso, condizioni cumulative per ottenere il green pass al fine di circolare in Europa. In altri termini, forse, oltre alla legittima preoccupazione per il fatto che gli Stati membri, per contenere l'epidemia, prendano iniziative restrittive autonome, sarebbe utile che a livello europeo ci si muovesse per assumere tutti assieme tali iniziative in via preventiva e in via tempestiva. Abbiamo infatti imparato come l'elevato grado di circolazione del virus ed il basso livello di copertura vaccinale di un Paese o di un'area, non sia un fatto neutro per gli altri Paesi e per le altre aree del mondo. Questo vale non solo a livello europeo ma anche a livello globale. Per questo, potenziare il programma COVAX non risponde solo a quel principio di solidarietà, che costituisce una delle pietre angolari su cui è costruita la casa europea, ma è anche un dovere di protezione nei confronti dei nostri stessi concittadini. Sul punto, però, dobbiamo essere consapevoli del fatto che il problema è assai complesso. Secondo Amref, al 24 novembre, il tasso di vaccinazione in Africa era di circa il 7 per cento, con 360 milioni di vaccini ricevuti dai Paesi del continente, di cui però somministrati solo 214 milioni, ossia meno del 60 per cento; non solo, dunque, mancano le dosi, ma vi è anche una grave difficoltà nel distribuire i pochi vaccini disponibili. Del resto, cosa possiamo aspettarci in un continente dove vive il 17 per cento della popolazione mondiale, ma è presente solo il 3 per cento del personale sanitario globale? Signor Presidente, questo ci dice che, se l'Europa vuole davvero essere preparata per superare questa pandemia e affrontare i rischi pandemici del futuro, occorre cambiare rotta nel nostro rapporto con il continente da cui ci separa solo il mare Mediterraneo. La salute dell'Africa è il presupposto anche della salute dell'Europa. Lei gode dell'autorevolezza necessaria per consentire un cambio di passo anche su questo versante in Europa. Buon lavoro, quindi, Presidente: contiamo su di lei (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, la sua relazione ampia ed esaustiva ci consente di approfondire i 6 punti che caratterizzano questo Consiglio europeo che, come tutti gli altri Consigli europei degli ultimi 18 mesi, è caratterizzato dalla preponderanza dell'emergenza COVID.

Nessuno avrebbe immaginato, nella storia delle istituzioni europee, che, ininterrottamente, per oltre un anno e mezzo, i lavori si sarebbero aperti con l'emergenza COVID per le libertà individuali che sono state compresse, per la cooperazione sui vaccini, i traffici, i trasporti. Lei ha molto opportunamente sottolineato come il lavoro comune fatto sui vaccini ci ha consentito di distribuire 1 miliardo di dosi, di vaccinare la popolazione europea per oltre il 77 per cento, di autorizzare attraverso l'EMA quattro vaccini diversi e, nonostante tutto questo, nei singoli Paesi prevalgono egoismi, condizionamenti, approcci culturali alimentati dai diversi sovranismi.

Quello che è accaduto alla giornalista italiana, Lucia Goracci, in Romania (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) - alla quale va tutta la nostra solidarietà - ne è un esempio e non è un caso che dentro l'impegno del Consiglio europeo ci sia un passaggio molto chiaro sul superamento dell'esitazione vaccinale anche contrastando la disinformazione.

Mi permetterà su questo di ringraziare - a nome del Partito Democratico e mi auguro di tutto il Parlamento italiano - il presidente David Sassoli, presidente uscente del Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ha guidato il Parlamento europeo in una fase complessa della sua storia, per aver anteposto in queste ore l'interesse e l'unità delle istituzioni rispetto alle proprie legittime ambizioni.

Dicevo, Presidente, che siamo in una fase in cui non potevamo perder tempo nel dibattere anche di proroga dell'emergenza sanitaria: è nei fatti la proroga dell'emergenza sanitaria e nei fatti bene ha fatto il Governo a prorogarla, bene ha fatto il Governo a ribadire che la linea del Ministro Speranza, fatta di protezione della salute e difesa della vita, è l'obiettivo di chi ha a cuore la sanità pubblica e la scuola pubblica; perché se c'è una cosa che abbiamo imparato in questi 18, 20 mesi è che quanto più si difende attraverso il rafforzamento della salute pubblica la capacità delle nostre reti sanitarie di reggere, tanto più si difendono vite umane.

I numeri che lei ha richiamato, e che sottopongo soprattutto all'attenzione di quelle forze politiche diffidenti, sono numeri incontrovertibili, non solo per il numero dei contagi, non solo, purtroppo, per il numero drammatico dei decessi, ma anche per la pressione stessa sulle reti sanitarie. La differenza tra i 3.200 ricoverati nelle terapie intensive un anno fa alla data di oggi e gli 850 di oggi danno il senso della differenza tra un Paese che ha fatto della campagna di vaccinazione massiccia un punto fermo e i Paesi che hanno sottovalutato tutto questo. Questo è accaduto anche grazie ad un lavoro comune fatto in Europa.

Quindi, questo Consiglio europeo si aprirà ancora una volta con l'emergenza COVID e l'Italia potrà essere ancora una volta un punto fermo di una strategia collettiva comune ma, come ci ha ricordato nella sua relazione, l'economia prenderà inevitabilmente uno spazio importante.

Partiamo dai prezzi dell'energia a cui lei ha fatto riferimento. Su questo le chiediamo di continuare sulla strada tracciata e di insistere su una discussione che non è definitiva, ma è molto importante e che ci consente di dire con chiarezza che le azioni di medio termine, che sono state intraprese e che hanno reso l'Unione europea più efficiente e meno dipendente dai combustibili fossili, sono ancora azioni che meritano il massimo rafforzamento di un'attività comune. Tradotto: la revisione del mercato del gas con il pacchetto imminente a cui lei ha fatto riferimento, il terzo pacchetto, e gli acquisti congiunti di gas devono essere un obiettivo al quale devono credere tutti i Paesi. L'Italia è favorevole, ma siamo divisi. L'Italia è favorevole, con Francia, Spagna, Romania, ma non bastiamo; la resistenza di altri Paesi, come Germania, Austria, Paesi Bassi e Danimarca, è un problema politico che va affrontato, e va affrontato con la determinazione che lei ha richiamato.

Noi abbiamo fatto la nostra parte con le misure immediate, quelle interne, quelle che ci hanno consentito, attraverso l'azione del Governo, di garantire oltre 4 miliardi di sostegni ai più deboli e alle imprese. Se questo è il quadro generale e se sull'idrogeno l'iter legislativo merita ancora un impegno superiore rispetto a quello che c'è stato fino ad oggi in Europa, è evidente che la parola da lei citata - “decarbonizzazione” - in quest'Aula, fino a 4 o5 anni fa, era considerata una parola che spaccava in due il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voglio dirlo con forza, perché aver sentito oggi il Presidente del Consiglio sottolineare che la priorità per l'Italia e per l'Europa è la decarbonizzazione dà il senso del cambio di fase e del cambio storico che c'è stato in Europa.

Sugli aspetti esterni per la migrazione, Presidente Draghi, è evidente che l'equilibrio tra solidarietà e responsabilità è faticoso e non sempre ha dato i risultati che speravamo; restano molti problemi sul fronte interno e il Consiglio dovrà tentare di dar forza ai piani di azione. Per dirla con Moro, nessuno, Presidente Draghi, è chiamato a scegliere tra l'essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo e non si può utilizzare la vita dei migranti e la loro disperazione per opportunismi politici; voglio dirlo soprattutto alle forze politiche…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FRANCESCO BOCCIA (PD). … sovraniste. Chiudo, Presidente Fico, sottolineando semplicemente un aspetto. Il Presidente Draghi ha sottolineato come, a margine del Consiglio europeo, ci sarà il vertice che tratterà l'unione bancaria e l'unione del mercato dei capitali. È un passaggio fondamentale, Presidente Draghi, perché si ribadirà ancora una volta - lei lo ha detto più volte - qual è la strada che ci porterà alla modifica del Patto di stabilità, che riprenderà per il momento sulla carta la sua operatività nel 2023. Anche su questo e sulla gestione del debito pubblico c'è una contrapposizione tra noi e i Paesi frugali; tra noi e i Paesi frugali: lo ripeto per ricordarlo ai sovranisti.

PRESIDENTE. Grazie.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Signor Presidente, ho chiuso. Semplicemente, concludo con un appello: l'Europa che è venuta fuori dalla crisi pandemica è sicuramente più unita e lungimirante di come viene opportunisticamente rappresentata dalle forze politiche. Noi continuiamo a lavorare affinché il popolo europeo, per la responsabilità storica che abbiamo, abbia in dono un'Europa più forte e più unita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, intervengo sulle sue comunicazioni non per evidenziare o rimarcare quello che oggi è venuto a comunicarci, ma in piena umiltà a sollevare un paio di questioni sulle quali avremmo voluto sentire qualcosa di più.

La prima in merito alla Conferenza sul futuro dell'Europa. Considerato che la Conferenza ha il compito di riorganizzare la struttura democratica dell'Europa e che ci si prefigge di renderla un cantiere di vera democrazia partecipativa, è molto singolare che non se ne senta più parlare da un bel pezzo. Se è vero che la Conferenza si sta organizzando, che i tavoli si stanno svolgendo e che noi come Paese stiamo partecipando e la stiamo anche finanziando, allora la preghiamo di andare in Europa e far sì che qualcuno batta un colpo, che ci si dica almeno che cosa sta avvenendo, che cosa si sta decidendo e che si informi la Nazione su cosa l'Unione europea effettivamente sarà in futuro.

La seconda questione non riguarda un aspetto burocratico e organizzativo dell'Europa, ma riguarda il futuro di tutti i cittadini del continente. Cercherò di dirlo nella maniera più serena possibile. Ci ha molto rattristato vedere il Ministro della Transizione ecologica esultare e rallegrarsi quando da Bruxelles è arrivato l'accordo sull'inserimento nella tassonomia della finanza sostenibile del gas, notoria fonte fossile, inquinante e che recentemente ci ha anche dimostrato…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANDREA CECCONI (M-MAIE-PSI-FE). …di essere pericolosa, e del nucleare che, ad oggi, tra disastri, scorie e costi, ha ampiamente dimostrato di essere una fonte di approvvigionamento estremamente controversa.

Le chiediamo di rappresentare il Paese e di affermare con dignità e coraggio che la transizione ecologica è un elemento imprescindibile del nostro benessere e del futuro e su questo non siamo disponibili a scorciatoie, semplificazioni dannose, né a passi indietro.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il prossimo Consiglio europeo ha all'ordine del giorno questioni eterogenee che sono state fin qui messe in campo, dalla lotta all'attuale pandemia COVID, al rafforzamento delle strutture europee, al miglioramento della capacità di gestire le crisi future delle migrazioni. Si affrontano tematiche anche importanti che toccano la vita di migliaia di cittadini europei, sospinti dalla contingenza, e ci si riduce a discutere…

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi… si sente. Mi scusi, prego.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Si affrontano tematiche anche importanti che toccano la vita di milioni di cittadini europei, sospinti dalla contingenza, e ci si riduce a discutere e decidere su questioni organizzative, questioni economiche e questioni finanziarie, tradendo lo spirito di quell'Unione europea che non doveva essere solo un'organizzazione economica commerciale, ma una comunità fondata sul rispetto del principio democratico e di tutela delle libertà fondamentali.

Signor Presidente Draghi,, nel 1970 si è aperta la stagione della decolonizzazione in Africa. A distanza di sessant'anni da quel momento storico, l'Europa, al di là dei proclami e delle dichiarazioni di intenti, ancora si interroga su come intervenire per sanare le tante fragilità che ancora perdurano nel continente africano, su quali politiche poter attuare, quali interventi finanziari, se porsi come partner di sviluppo o come committente finanziatore.

Troppo spesso l'Africa è stata oggetto di una politica miope da parte dell'Europa, trattata come un partner minore, come oggetto di scelte geopolitiche dettate da interessi nazionali di qualche Stato membro e non come soggetto attivo; accordi internazionali per lo sviluppo di infrastrutture, che certamente non vanno a beneficio delle stesse popolazioni, ma delle multinazionali, e che si rivelano dannosi per l'ambiente, caricando i Paesi di grandi debiti; i fondi per lo sviluppo, che soffrono anche di gravi carenze in termini di tracciabilità, di trasparenza, soldi allocati senza bandi, investiti in attività che non hanno chiari i meccanismi di controllo.

Il continente africano conta 1 miliardo e 200 milioni di abitanti, il 15 per cento della popolazione mondiale subsahariana; al 2050, l'Africa subsahariana conterà circa il 57 per cento della crescita demografica globale e il 23 per cento circa della popolazione mondiale sarà subsahariana; in meno di 35 anni, la popolazione dell'Africa raddoppierà, passando dagli attuali 1,2 miliardi a 2,5 nel 2050. Per avere un'idea della dimensione con cui dovremo confrontarci, basti pensare che la quota della popolazione globale dell'Unione europea si aggira intorno al 6 per cento e, secondo le stime, entro il 2050 scenderà al 4 per cento.

Questa crescita demografica si scontra e continuerà a scontrarsi con le fragilità africane - l'insicurezza alimentare, i conflitti per l'accesso all'acqua e alla terra, la desertificazione, il terrorismo jihadista, la cronica insufficienza di strutture sanitarie -, creando una miscela esplosiva che esploderà sulle nostre coste in maniera ancora più grave di quanto già non sia.

L'Europa è direttamente investita da ciò che in Africa accade oggi e accadrà in futuro, sia per ragioni di prossimità territoriali, sia per relazioni economiche e politiche. I giovani arriveranno in cerca di rifugio dai tanti Governi corrotti e tiranni. Per questo ribadiamo, come Fratelli d'Italia, l'urgenza di una strategia europea efficace per uno sviluppo del continente africano; una strategia di sviluppo che parta da due considerazioni: innanzitutto, il fallimento delle politiche europee di cooperazione allo sviluppo fino ad oggi intraprese, e non solo, che hanno aiutato le popolazioni locali, ma che spesso sono servite per alimentare corruzione dei regimi locali.

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). È preoccupante il dato che lei oggi ha messo in campo accanto alla Ministra Lamorgese: il bilancio per il quale vede 63 mila nuovi arrivi sulle nostre coste, il doppio dell'anno precedente; altrettanto grave è il dato di 5,3 miliardi stanziati per la cooperazione, come denunciato dal collega Delmastro Delle Vedove, rispetto ad un'Italia che, in qualche modo, è piegata in due, ma ancor di più rispetto ad un investimento che non porterà a nulla, devo dire anche a tutto ciò che riguarda in qualche modo la poca trasparenza dei fondi che vengono gestiti in tal senso.

Tanti uomini e donne arriveranno sulle nostre coste, tanti tenteranno di arrivare nei Paesi del Nord.

PRESIDENTE. Deve concludere.

WANDA FERRO (FDI). L'Europa, Presidente, che non riesce a contrastare questo traffico di vite umane, sta tradendo il proprio mandato, sta tradendo migliaia di uomini e donne che avrebbero potuto essere aiutati a investire e a realizzarsi nei propri Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Presidente, io credo che, in questo nostro tempo, ci sia bisogno di coraggio, perché chi vede il giusto e non lo fa rischia di essere complice di tutto quello che stiamo vedendo giorno dopo giorno: un traffico di migrazione sfruttata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, Governo, colleghe e colleghi, credo che oggi siamo davanti a una situazione, come quella che lei ha delineato, dal punto di vista energetico molto preoccupante. Ancora per il prossimo trimestre il Governo è stato costretto ad aumentare le provviste economiche per far fronte a incrementi tariffari in modo tale da non far ricadere sulle fasce più deboli della popolazione questo costo sociale, questo costo energetico speculativo.

È importante oggi, però, cercare di mettere basi solide per costruire realmente una visione energetica europea, che possa evitare in futuro, di nuovo, di incorrere nelle medesime problematiche. Per questo, Presidente, io la ringrazio per aver messo l'accento sulla necessità di andare diretti e dritti verso un incremento della capacità produttiva da energie rinnovabili, della capacità produttiva degli stoccaggi, quindi per la gestione dell'intermittenza della produzione delle energie rinnovabili. E sostanzialmente perché? Perché, di fatto, quel tipo di produzione è una produzione che abbassa il prezzo di fornitura dell'energia. Questo va detto, perché per troppi anni si è sempre cercato di raccontare che le energie rinnovabili fossero un costo per un sistema Paese. Lo erano quando le tecnologie non erano adeguate, oggi, di fatto, le energie rinnovabili cedono al mercato, durante fasce diurne, prezzi a zero. Questo vuol dire che, essendoci un surplus di energia, quell'energia rinnovabile viene vanificata nel suo valore di prezzo. E poi arriviamo alla sera, chiudiamo i mercati con un valore messo sul mercato di produzione della peggiore centrale a gas che abbiamo nel nostro sistema Paese, remunerando anche, in alcuni casi, con questo delta, alcuni tipi di speculatori.

Io credo che davvero su questo tema si debba fare ancora tanto. Ci deve essere un sistema di regolazione e di gestione del mercato importante. Ma la cosa che mi è piaciuta è che lei non ha citato la necessità di correre guardando al passato, cioè guardando alla nostra possibilità di andare ancora a estrarre quel poco di gas che potrebbe generare un 10 per cento di capacità produttiva italiana, perché questo vorrebbe dire, ancora una volta, guardare solo al passato e non immaginare, invece, che anche sul gas si debba ragionare in termini di phase out del gas. Infatti, abbiamo visto - e oggi questa crisi lo dimostra ancora di più - che, per quanto riguarda i gas come meccanismo di transizione, la transizione deve essere rapida e veloce, altrimenti costerà sulle spalle dei cittadini in maniera pesante.

Allora, le dico questo: a livello europeo è necessario che venga messo un punto fermo; gli investimenti green e quindi, di conseguenza, il sostegno alle fonti rinnovabili devono essere messi fuori dal Patto di stabilità. Non credo sarà isolato nel rappresentare questa necessità a livello europeo, perché la Germania, nel suo programma attuale del nuovo Governo, ha messo nero su bianco che, dal 2023, sposterà quella che è una sorta di feed-in tariff, cioè una tariffa pagata dai consumatori simile a quella che abbiamo nel nostro sistema italiano per le rinnovabili, sulla fiscalità generale. La Germania ha previsto di spostarla interamente dal 2023 e di mettere a copertura di questo costo l'intero gettito delle aste di CO2.

Credo che anche nel nostro sistema Paese dobbiamo tornare almeno a dire che l'extragettito debba andare in automatico a calmierare le bollette, e ancora di più le sottolineo questo, Presidente: è necessario che non andiamo oggi a pagare con le quote delle aste di CO2 l'ammortamento del debito pubblico del nostro Paese. Questo tipo di costo deve essere svincolato dal Patto di stabilità. Noi non possiamo oggi, con la crisi energetica e l'aumento dei prezzi, immaginare che una quota delle aste di CO2 vada al debito pubblico. Dobbiamo ragionare e agire abbastanza in fretta.

Volevo segnalarle anche un campanello d'allarme: si parla di questo pacchetto gas, di questa necessità di arrivare a un mercato europeo e alla capacità di acquisto, a livello europeo, e di stoccaggio comune.

Quello italiano è il sistema che ha la capacità di stoccaggio e di gestione più avanzata a livello europeo; per far fronte all'incapacità di approvvigionamento del passato, oggi ciò diventa una virtù e ci permette, oggi, un approvvigionamento del gas a tutto il nostro sistema Paese, sebbene in una situazione di emergenza. Chi lo paga questo sistema, Presidente? Pagano sempre i consumatori, con una delle quote attribuite alla remunerazione del servizio di stoccaggio. Ho solo questa preoccupazione, di cui vorrei che tenessimo conto anche a livello sistemico europeo: se noi mettiamo a disposizione la nostra capacità di stoccaggio in un mercato europeo, cerchiamo di comprendere anche che non possiamo subirne le difficoltà a livello gestionale italiano, e, soprattutto, dobbiamo farcela pagare almeno quanto noi la facciamo pagare ai consumatori. Pertanto, il mercato stoccaggio, anche a livello europeo, deve tenere conto di chi ha pagato cosa fino ad oggi nel sistema gestionale del gas italiano.

Presidente, concludo dicendo che sono veramente contento di quanto raggiunto a livello europeo nella fissazione dell'obiettivo di divieto di immatricolazione dal 2035 per le auto a combustione e dal 2040 per quanto riguarda i van. Questo è un impegno che il MoVimento 5 Stelle ha messo nero su bianco già durante il Governo “Conte 2” con un ordine del giorno approvato che dava questo tipo di indirizzo. Ciò non è basilare, ma è una questione che dà una prospettiva industriale di un sistema Paese. Se dobbiamo arrivare al 2030 e solo allora preoccuparci di cosa succede nel 2035, ciò, credo, non sia una visione industriale corretta. Abbiamo tredici anni di tempo per mettere in piedi un sistema – che deve essere europeo - di accompagnamento dell'industria dell'automotive verso settori a zero emissioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questo, ancora una volta, le chiedo di porre la massima attenzione sin da subito che gli incentivi, che metteremo in campo, seppure esigui, nei prossimi anni, nel settore dell'automotive debbano essere finalizzati esclusivamente ad autovetture a zero emissioni, altrimenti non possiamo accettare una condizione al 2035 di divieto di immatricolazione e incentivare oggi immatricolazioni a combustibili fossili. A questo punto, Presidente, la invito veramente a porre la massima attenzione a livello europeo per una gestione energetica attenta e non speculativa anche sul fronte dell'approvvigionamento del gas (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, già il collega Boccia nel suo intervento ha riportato gli orientamenti del gruppo del Partito Democratico e il nostro pieno sostegno alle azioni che metterà in campo nel prossimo Consiglio europeo, di cui ha parlato con molta efficacia nel suo intervento che si è svolto poco fa. Il Consiglio europeo sarà inevitabilmente dedicato all'emergenza sanitaria, al contrasto alla pandemia. Un'Unione europea che è stata, a mio avviso, all'altezza della sfida, forse più di quanto tanti si aspettavano, sia nell'azione di contrasto all'emergenza sanitaria sia con il Next Generation EU. Lei ha fatto molto bene a sottolineare, anche riferendosi al bilancio dell'Unione europea del prossimo anno, che questa svolta nella capacità di azione dell'Unione europea rispetto ad altre crisi precedenti, per esempio a crisi economiche, non si deve interrompere ora. E anch'io, come ha già fatto il collega Boccia, voglio fare un ringraziamento particolare a come ha lavorato in questi anni David Sassoli alla guida del Parlamento europeo.

Noi, come Paese, abbiamo fatto davvero la nostra parte; l'abbiamo fatta prima di tutto nel nostro Paese, con le misure che sono state messe in campo in questa fase di emergenza sanitaria. Devo dire, peraltro, che i risultati che il nostro Paese ha raggiunto vengono riconosciuti anche nel dibattito internazionale. Lei ha fatto bene a ricordare il lavoro che si è fatto, quello che abbiamo ottenuto, anche mettendo a confronto nel suo intervento i dati di quest'anno con i dati dello stesso periodo dell'anno scorso. Voglio dire che da parte nostra, da parte del gruppo del Partito Democratico, c'è pieno sostegno alle misure ulteriori che il Governo sta assumendo, che sono misure che vogliono mettere prima di tutto al centro la sicurezza dei cittadini. Anch'io penso che noi dobbiamo chiedere a tutti i cittadini italiani che ancora non l'hanno fatto di vaccinarsi, a chi ha fatto le due dosi di fare la terza dose, sapendo che davvero non si tratta solo di tutelare la propria sicurezza personale, ma di contribuire a tutelare la salute pubblica, la salute di tutta la comunità e anche la salute, in particolare, dei soggetti più fragili, che magari non possono direttamente vaccinarsi. La situazione nei Paesi dell'Unione europea non è la stessa, è una situazione diversificata. È giusto, come lei ha detto, che noi chiediamo nel Consiglio europeo, come Italia, di non sottovalutare la pandemia che è ancora in campo, che si proceda con le vaccinazioni e con le terze dosi, con l'uso dei certificati COVID e con i green pass a livello europeo. Siamo certi che, anche con la sua autorevolezza personale, con l'autorevolezza dell'Italia, questa voce di serietà, di rigore sul contrasto alla pandemia sarà ascoltata e avrà efficacia nell'ambito del Consiglio europeo. La pandemia è prima di tutto una sfida globale: vale per i nostri cittadini sapere che la sicurezza di ognuno è legata alla sicurezza di tutti, allo stesso modo è importante predisporre un'azione di solidarietà verso quelle aree del mondo che sono più in difficoltà a contrastare la pandemia, mettendo a loro disposizione i vaccini. Credo che ciò non sia solo una scelta ispirata ai valori europei di solidarietà e di cooperazione internazionale, ma sia anche una scelta pragmatica, perché la sfida globale della pandemia si sconfiggerà se affrontata in tutto il mondo.

Lei, giustamente, nella relazione ha sottolineato un altro grande tema, che si discuterà nel corso della riunione del Consiglio europeo, vale a dire quello del costo dell'energia, della riforma del mercato energetico, del governo intelligente della transizione verso le fonti rinnovabili, della sicurezza e dell'approvvigionamento energetico e della riduzione dei costi per famiglie e imprese. Anche in questo caso voglio sottolineare il nostro pieno sostegno alle misure che il Governo ha già assunto e che sta assumendo in questa direzione. Ritengo molto importante anche che lei nel suo intervento abbia già detto che il nostro Governo è pronto a mettere in campo nuove risorse, già nel prossimo anno.

Infine, lei ha affrontato con molta efficacia il tema delle migrazioni, che dobbiamo affrontare non rinunciando davvero ai valori europei, ai nostri valori costituzionali: dobbiamo chiedere - ha fatto benissimo a ricordarlo - un governo europeo condiviso e solidale dei flussi migratori. Credo sia stato molto giusto che lei, signor Presidente del Consiglio, abbia sottolineato come su questa problematica porrà, con forza, un tema di responsabilità comune in sede di Consiglio europeo. Sappiamo, siamo certi che l'Italia in questo Consiglio europeo ci sarà, ci sarà con la sua voce autorevole, ci sarà con la nostra compagine di Governo e ci sarà contribuendo, ancora una volta, a mettere in campo, da parte dell'Unione europea, iniziative all'altezza della sfida drammatica che tutti abbiamo di fronte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Papiro. Ne ha facoltà.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, tra i temi affrontati dal Consiglio europeo che si terrà domani vi sarà una questione che non può assolutamente essere esclusa tra gli obiettivi dell'Agenda europea, quella della gestione dei flussi migratori. Alla luce dei nuovi accadimenti che hanno visto l'Afghanistan protagonista con l'avanzata e la successiva conquista dei talebani e delle preoccupanti e crescenti tensioni tra Ucraina e Russia, appare sempre più pressante la necessità di impegnarsi proattivamente per scongiurare la perdita di vite umane e ridurre la pressione alle frontiere europee, in conformità con il diritto della UE e del diritto internazionale.

Occorre ricordare che il fenomeno migratorio è un tema abbastanza complesso e delicato e come tale va affrontato, senza ideologismi di nessuna specie. Per comprendere appieno, forse sarebbe opportuno fare una riflessione, basandoci su una questione dirimente: è necessario un approccio pragmatico ma, nello stesso tempo, dobbiamo sempre restare umani. Non è costruendo nuovi muri che si risolve il problema dell'immigrazione ma creando quel meccanismo europeo di equa redistribuzione degli arrivi e di gestione comune dei rimpatri che l'Italia e il MoVimento 5 Stelle chiedono da anni, affrontando il fenomeno migratorio non solo a valle ma anche a monte.

Presidente, io credo che nessuno dovrebbe mai essere costretto ad abbandonare la propria terra, le proprie radici a causa della mancata possibilità di un futuro. Tante sono le anime che hanno perso la vita durante i cosiddetti viaggi della speranza, tante persone, troppe. Inevitabile è non dimenticare cosa succede ad un passo da noi, in Paesi come l'Afghanistan, dove solo fino a poco tempo fa tutti i riflettori erano puntati sulla situazione drammatica, sulla sorte dei civili e soprattutto delle donne. Esiste un dramma silenzioso, quello di popoli violentati nella propria dignità, dove le donne stanno pagando il prezzo più caro, quello dell'inesistenza, bandite dalla scuola, escluse dalla maggior parte degli sport e dei lavori, anime trasparenti che gridano giustizia. A noi il compito di non lasciare sole queste donne afgane, di non lasciare solo il popolo afgano, le prime vittime di una spirale di oscurantismo di cui abbiamo potuto già vedere i primi segnali. La strada da seguire è quella tracciata anche dall'ultimo G20, con la presenza del nostro Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che si è schierato per stanziare sempre più risorse per l'assistenza al popolo afgano, inserire nei programmi umanitari una quota di risorse riservata alla popolazione femminile, monitorare costantemente la situazione dei diritti umani e sostenere l'azione delle nostre attiviste afgane. Non possiamo voltarci dall'altra parte.

Ancora più doverosa è la responsabilità di gestire una situazione che riguarda la tutela della vita di altri esseri umani, una responsabilità che non può gravare, però, su un solo Paese ma ha bisogno della collaborazione e della sensibilità di tutti gli Stati membri dell'Unione europea. Bisogna affrontare il fenomeno in maniera compatta e responsabile, volgendoci tutti ad un unico obiettivo, quello di proseguire il percorso verso un sistema concreto, coordinato e strutturato del tema migratorio nell'azione esterna dell'Unione, attraverso la delineazione di una politica migratoria comune, solidale ed equa, soprattutto rinvigorendo il dibattito politico sulla gestione dei flussi e sul nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo che superi il Regolamento di Dublino.

Occorre ricordare che il 9 novembre scorso, durante la presentazione da parte dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza del progetto della Bussola strategica, il Consiglio europeo ha ribadito la necessità di perseguire una linea d'azione maggiormente strategica, anche al fine di rafforzare la capacità europea di agire in maniera autonoma. In tal senso, si attendono indicazioni sul progetto che rappresenterà un documento di orientamento fondamentale per far progredire l'Unione europea verso una cultura strategica comune, anche consolidando la politica di sicurezza e difesa comune dell'UE, sempre nel quadro del rafforzamento del partenariato UE-NATO.

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Alla luce di quanto detto, appare chiaro ribadire la necessità di puntare ad una maggiore collaborazione da parte dei Paesi di origine e transito dei flussi migratori, strategia inevitabile per prevenire e contrastare la migrazione illegale e migliorare al contempo i risultati dell'azione UE sui rimpatri, utilizzando le risorse dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale.

Mi avvio a concludere, Presidente. Altrettanto inevitabile è riaffermare la centrale importanza di incentivare un maggiore impegno europeo sull'istituzione dello strumento dei corridoi umanitari, strumento fondamentale per garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani nella gestione migratoria regolare. Dobbiamo evitare che l'ideologia securitaria e paranoica della fortezza europea assediata, con confini blindati e militarizzati, prevalga sui valori europei di umanità e solidarietà che non sono certo in contrasto con la difesa della legalità e della sicurezza comuni.

Questa è la strada da seguire, Presidente, per un'Europa più sicura ma giusta e solidale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così conclusa la discussione generale.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Boschi, Marin, Fornaro, Lupi, Emanuela Rossini, Magi e Ermellino n. 6-00200, Muroni ed altri n. 6-00201, Cabras ed altri n. 6-00202 e Lollobrigida ed altri n. 6-00203. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Replica e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie a tutti voi per le osservazioni e i contributi su molti di questi temi che verranno discussi domani al Consiglio europeo. In effetti, sono d'accordo su quasi tutti i punti toccati. Il primo punto, indicato dall'onorevole Baldini, ci ricorda che questa è un'epoca caratterizzata essenzialmente da due fatti principali: il primo è che dobbiamo essere in guardia contro la pandemia. Questo è l'atteggiamento che caratterizza la nostra vita, in questo momento. Siamo contenti di come è andato quest'anno e, come ha detto l'onorevole Noja - sono le sue parole - dobbiamo difendere la normalità che abbiamo conquistato con le unghie e con i denti. Questo è il primo punto.

Il secondo fatto, il secondo principio ispiratore, in un certo senso, della politica del Governo è che questa è un'epoca di traumi, come non ne vedevamo da tanto tempo: c'è, da un lato, la pandemia che continua e, dall'altro, la transizione, è un'epoca di profondi cambiamenti, è un'epoca che testa le nostre capacità di reagire. In tutto questo, il principio ispiratore a cui tengo molto è che bisogna sempre avere lo sguardo sui più deboli.

Onorevole Delmastro Delle Vedove, sì, lo condivido: i numeri sull'immigrazione sono impressionanti. Sono anche d'accordo con lei che nei confronti della Russia occorra quella che è stata chiamata la politica dell'ingaggio. Questa è la parola che nell'ultimo scambio con il Presidente Biden ho usato ripetutamente. Il fatto che ci sia stata quella telefonata, che il Presidente Putin abbia cercato al telefono il Presidente Biden mostra essenzialmente che vuole essere parte del processo di decisione che sta avvenendo oggi. Non è l'atteggiamento di chi si stacca ed è pronto all'azione, ma è l'atteggiamento di chi vuole esplorare tutte le possibilità diplomatiche che esistono per arrivare a una soluzione equilibrata.

Questo è l'atteggiamento a cui – diciamo - ho richiamato tutti i partecipanti a quella conversazione e dobbiamo adoperarci perché resti così. Quindi, non bisogna assolutamente - come dire - forzare, porsi in situazioni che possano interrompere questo momento di ingaggio. Sono d'accordo con lei sul fatto che in Africa - poi dirò di più - ciò che è necessario sono investimenti infrastrutturali. Invece, non sono d'accordo con lei sulle sue accuse al direttore dell'immigrazione. In effetti, che sappia io, non ci sono basi per queste accuse.

Onorevole Valentini, sì, il green pass è uno strumento di libertà, e come tale dobbiamo difenderlo e dobbiamo valorizzarlo, ma deve essere accompagnato anche dall'osservanza delle regole e, con il riacutizzarsi della pandemia, il rigore nell'osservanza delle regole è sempre più importante.

Sulla politica dell'immigrazione, escludo ogni intesa che possa avere come unico punto quello delle migrazioni secondarie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi dirò altre cose sull'immigrazione.

Per quanto riguarda l'energia - il punto è stato sollevato da lei, dall'onorevole Boccia e sono state sollevate varie osservazioni dall'onorevole Crippa - noi andiamo avanti con una politica che è intervenuta con stanziamenti imponenti di misura mai vista prima, essenzialmente orientata a sollevare i più deboli dal rincaro dell'energia. Questi stanziamenti non possono andare avanti all'infinito, quindi occorre trovare una soluzione strutturale. Una soluzione che veda – sì - lo sviluppo delle interconnessioni, veda gli stoccaggi comuni, veda una propria valorizzazione della capacità di stoccaggio italiana in particolare. Ma occorre anche, come ha fatto l'onorevole Davide Crippa, svolgere una riflessione sul meccanismo di prezzo dell'energia. Insomma, oggi quel che si vede è che l'energia prodotta a costo zero o quasi dall'idroelettrico oppure anche dalle rinnovabili viene venduta al consumatore al prezzo del gas. Ora, questo è un meccanismo su cui - questa è la cosa importante - in Europa è già cominciata una discussione, una riflessione, in cui parte attiva è il nostro Ministro Cingolani. Certamente, è difficile pensare ad una soluzione strutturale che non guardi ai profitti che le società elettriche e non elettriche hanno avuto in questo periodo dal rialzo del gas. È difficile non chiamare alla partecipazione dei costi comuni chi ha maturato anche questi profitti.

L'onorevole Berti ha affrontato soprattutto il tema del Patto di stabilità. Intanto, vorrei richiamare un fatto: all'inizio dell'anno prossimo la Francia assumerà la Presidenza del semestre europeo. Quindi, la discussione sul Patto di stabilità entrerà nel vivo in quel momento. Oggi siamo ancora veramente ai primissimi passi. Allora, il primo punto che ho discusso tante volte è che le regole del Patto di stabilità come era prima non sono andate bene nel passato: erano procicliche, hanno aggravato i problemi dei Paesi che si trovavano in crisi e non hanno sostenuto i Paesi che ne avevano bisogno. Quindi, comunque, sarebbero state cambiate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma oggi - oggi e nei prossimi anni - ci troviamo ad affrontare degli investimenti straordinari proprio nella transizione ecologica, proprio nella transizione digitale, proprio nella difesa e questi investimenti non sono pensabili con le attuali regole. La Commissione ci chiama a questi impegni ravvicinati nella trasformazione delle nostre tecnologie, il resto del mondo ci chiama a una difesa europea più strutturata, mantenendo sempre ovviamente il legame atlantico, perché, come ha detto bene, questo è un problema di realismo, è un fatto di realismo e bisogna sempre tenerlo presente. Quindi, questi richiami sono in contraddizione con delle regole di bilancio, se queste dovessero essere le stesse di prima.

Vi è un altro punto sollevato dall'onorevole Berti ed è molto importante: il Trattato del Quirinale non deve essere un trattato che aumenta le zone di influenza, ma deve essere un trattato che rafforza l'Unione europea.

Onorevole Dori, sono d'accordo con lei: non basta donare. Non basta assolutamente. Occorre, come ha detto lei, un trasferimento di conoscenza e di esperienza. Il Governo italiano ha posto questo punto in tutte le discussioni, a partire dal summit che abbiamo organizzato a Roma con la Commissione europea e tutti gli altri Paesi donatori. Lo continua a fare in ogni Consiglio europeo e l'Unione europea ha risposto con investimenti e con stanziamenti che dovrebbero portare anche alla creazione di centri produttivi in Africa.

L'onorevole Bianchi della Lega, lo ringrazio per la solidarietà. L'ordinanza del Ministro Speranza - di cui il Ministro Speranza mi ha informato ovviamente - è semplicemente dovuta al fatto che abbiamo questa variante, come anche l'onorevole Noja ha detto. Abbiamo la variante Omicron che ha una capacità di diffusione nettamente superiore ad altre varianti. Allora, noi, almeno fino ad oggi, abbiamo una situazione relativamente favorevole, perché da noi i casi di variante Omicron sono meno dello 0,2 per cento. In altri Paesi europei, per esempio la Danimarca, è molto diffusa. Anche negli altri Paesi europei ora è molto diffusa, nel Regno Unito è diffusissima. Per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito, quindi un tampone. Non credo che ci sia molto da riflettere su questo.

Un altro punto sollevato dall'onorevole Bianchi è l'uso dei migranti come strumento di politica internazionale. Questo è un uso che va assolutamente rifiutato e che, come ho detto, è inaccettabile, anche alla luce dei valori dell'Unione europea. Ma è anche vero, però, che questi migranti vanno trattati bene. Non è pensabile violare i diritti umani di questi migranti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali). Anche perché, oltretutto, le cifre in questione a noi fanno un po' sorridere: con i nostri 63.000 qui si parla di qualche migliaio. Quindi, anche per questo devono essere trattati bene.

Una riflessione dell'onorevole Noja: sì, certamente, occorre rivolgere un ringraziamento collettivo al Generale Figliuolo (Applausi). Molti, tra cui l'onorevole Boccia, hanno sollevato la questione della migrazione. È un problema per cui io continuo a usare sempre la stessa definizione: deve essere un approccio umano, equilibrato ed efficace. Questo è un po' un riassunto di tutte le cose, ma certamente un aspetto - e continuo a richiamarlo ogni volta che mi trovo qui -, che occorre affrontare con molta più intelligenza e determinazione, è quello dell'accoglienza. Se si sbaglia l'accoglienza, l'immigrazione diventa un peso ancora maggiore (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e di deputati dei gruppi Italia Viva e Liberi e Uguali). Se si fa un'accoglienza fatta bene, diventano risorse (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e di deputati dei gruppi Italia Viva e Liberi e Uguali). Ho usato questa parola: “risorse”. Quindi, questo è un punto su cui effettivamente occorre concentrarsi.

L'onorevole Cecconi mi ha chiesto della Conferenza sul futuro dell'Europa. Dunque, l'Italia sostiene i lavori della Conferenza in una fase storica di importanti riforme per l'Unione europea. Rappresentanti del Governo, del Parlamento europeo, del Parlamento italiano, insieme a portavoci dei cittadini, lavorano per indicare le priorità e le scelte necessarie. È un esercizio di democrazia partecipativa unico, con una piattaforma digitale a disposizione di tutti. Dal 9 dicembre il Governo ha lanciato una campagna sui media proprio per stimolare la partecipazione di tutti i cittadini.

L'onorevole Ferro ha sollevato la questione dell'aiuto allo sviluppo. Fondamentalmente sono d'accordo con lei. Poi tutti gli anni passati in Banca mondiale, mi hanno insegnato che i soldi non bastano. Occorre avere intelligenza nel disegnare i programmi di sviluppo, distacco dagli interessi bilaterali più vicini da parte dei donatori, onestà da parte dei riceventi dello sviluppo e, soprattutto, politiche economiche e sociali adeguate nei Paesi dove l'aiuto allo sviluppo viene dato; perché, per le politiche sbagliate o disegnate male oppure frutto di corruzione o altri interessi personali, ci sono stati 80 anni, 70 anni di storia di sprechi in questi Paesi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). Quindi, per avere un vero aiuto allo sviluppo occorrono tutti questi ingredienti; pian piano ci si riesce, ma è molto, molto difficile, però la difficoltà non deve far desistere dal continuare su questa strada.

In questo, l'onestà, il modo in cui si spende è cruciale per avere il supporto, il sostegno dei cittadini nel fare una politica di sviluppo che sia efficace, che sia ben finanziata. Abbiamo avuto episodi nel passato, anche in Italia, dove vi furono grandi entusiasmi a favore di finanziamenti allo sviluppo - pensate alle campagne contro la fame in Africa, l'Italia fu il Paese che ebbe l'entusiasmo maggiore tra tutti i Paesi - e finì malissimo, perché questi soldi furono buttati in gran parte, buttati in corruzione, buttati in frodi; dopodiché, per moltissimi anni, questo entusiasmo non tornò più e divenne molto difficile finanziare l'aiuto allo sviluppo.

Onorevole Papiro, l'Italia in Afghanistan si è comportata bene: i nostri soldati hanno riportato in Italia più di 5 mila rifugiati afgani. Ho chiesto che per loro ci fosse un canale di inserimento nella società e nel lavoro più rapido che non l'immigrazione normale - chiamiamola così - e le cose credo che stiano andando bene da questo punto di vista.

Ieri ho avuto una conversazione con il direttore generale dell'OIM, cioè dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni per vedere come si fa a recuperare, non nel nostro Paese o negli altri Paesi, ma recuperare alla società e al lavoro le decine di migliaia, forse anche centinaia di migliaia, di migranti afgani che sono passati, fuggiti in Pakistan e Iran. L'Italia sostiene questi programmi, li finanzia con grande determinazione e ho assicurato al signor Vitorino, che è il direttore generale dell'OIM, il pieno sostegno anche negli anni a venire.

Finito questo, volevo soltanto dirvi Buon Natale e anche buone feste a tutti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Amendola, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole sulla risoluzione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Boschi, Marin, Fornaro, Lupi, Emanuela Rossini, Magi e Ermellino n. 6-00200 e contrario su tutte le altre.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,25).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà. Colleghi, sempre silenzio, per favore.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Auguri anche a lei, Presidente. Signor Presidente, signori Ministri, cari colleghi, noi voteremo a favore della mozione di maggioranza. Presidente Draghi, esprimiamo vivo compiacimento rispetto a come sta gestendo la pandemia in Italia, dal super green pass fino all'obbligo vaccinale per quanto riguarda il personale scolastico, la vaccinazione dei bambini, ma ponga anche in sede europea il tema, apra la discussione sul tema dell'obbligo vaccinale in generale.

Per quanto riguarda la gestione delle crisi e della resilienza, il rafforzamento del coordinamento e della cooperazione è veramente la soluzione ai nostri problemi. In questa prospettiva, l'Accordo del Quirinale, che lei ha fortemente voluto, rafforza l'Unione europea.

Sul tema dell'energia, ormai il tema dell'energia sta diventando una clava geopolitica per quanto riguarda l'approccio al gas: apprezziamo il suo impegno volto, tra l'altro, all'acquisto congiunto di gas. Riguardo all'Ucraina, ribadiamo che la sovranità dei Paesi non va messa in discussione, l'Ucraina è un Paese libero e indipendente. Ed infine, per quanto riguarda la Bielorussia, condanniamo fermamente il regime di Lukashenko per aver deliberatamente messo in pericolo la vita e il benessere delle persone e per fomentare la crisi alle frontiere esterne dell'Unione europea, nel tentativo di distogliere l'attenzione dalla situazione in Bielorussia, dove la repressione e le violazioni dei diritti umani continuano e, addirittura, si aggravano. Per questo, Presidente, Azione e +Europa voteranno a favore della risoluzione di maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'Europa è segnata dalla crisi pandemica e nuovamente è di fronte ad una fase emergenziale che le istituzioni europee hanno affrontato e debbono trattare con cooperazione crescente e strumenti di condivisione del debito mai conosciuti prima e che, nell'agenda del prossimo anno, rinviano ad un'obbligata revisione del Patto di stabilità. È l'Europa del “dopo Merkel” e che attende le elezioni per il Presidente della Repubblica in Francia ed è l'Europa, in cui la sua azione di Governo, signor Presidente del Consiglio, è un punto di riferimento. Dunque, è un'Europa con profondi interrogativi, ma che, nei suoi punti di riferimento, richiede un percorso inevitabilmente condiviso e multilaterale e, nel contempo, una indispensabile accelerazione nella definizione di regole efficaci e comuni, non solo per quanto riguarda il flusso dei migranti, dato che ora è nuovamente chiamata ad incrementare la campagna vaccinale e ad assumere decisioni delicate, anche in materia di possibili restrizioni ai viaggi nell'ambito delle regole di Schengen. Occorrono segnali di fiducia da questo Consiglio e siamo convinti che arriveranno. Annunciando il nostro voto favorevole sulla risoluzione di maggioranza, le auguriamo buon lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Io interverrò per due minuti, signor Presidente del Consiglio, su un tema specifico, lasciando, ovviamente, ai ragionamenti che ha fatto il capogruppo Lupi all'incontro che ha avuto con lei lunedì, i temi generali che sono stati affrontati. Il tema specifico è l'energia nucleare, sul quale vorrei segnalarle una ipotesi di lavoro che, secondo me, potrebbe avere un significato politico. Nella mia regione, il Friuli-Venezia Giulia, si parla spesso della centrale nucleare di Krško, che è a 150 chilometri, in linea d'aria, da Trieste. Costruita ai tempi della ex Jugoslavia occupa circa 600 persone: è partecipata, per il 50 per cento, dal Governo di Lubiana e, per il 50 per cento, da quello di Zagabria e non ha mai dato alcun problema. Stanno cercando finanziamenti per raddoppiare quella centrale nucleare. L'energia pre-COVID, in Slovenia, costa il 28 per cento in meno, dà lavoro a 600 persone, 100 milioni all'anno di redditività al Governo sloveno e al Governo croato. Il mio suggerimento, signor Presidente, se posso permettermi, è il seguente: in un'Europa che si sta allargando, dato che il nucleare noi non ce l'abbiamo ma lo abbiamo lì, perché non pensare di partecipare in società a quella centrale nucleare che, comunque, si sta raddoppiando? Sarebbe sicuramente un'ipotesi importante dal punto di vista economico e la nostra presenza sarebbe ulteriore garanzia di sicurezza rispetto ai problemi che una centrale nucleare potrebbe dare. Ho voluto dedicare questi due minuti ad un tema specifico, pensando di poter dare un modesto contributo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Io voglio tornare sulla Conferenza sul futuro dell'Europa, su cui chiediamo trasparenza e valorizzazione dei lavori perché sappiamo, Presidente, che l'unione politica europea non si è ancora concretizzata e tutti i temi di cui si occuperà domani il Consiglio europeo hanno bisogno, per trovare una soluzione reale e stabile, di un'unione politica dell'Europa. Ed è per questo che la Conferenza sul futuro dell'Europa, la discussione sulle nuove regole, sull'identità comune, la condivisione di valori comuni sono così cruciali.

Noi, in quest'Aula, Presidente, non ne abbiamo mai parlato, ne abbiamo parlato poco ed invece, Presidente, credo che noi e lei ce ne dovremmo occupare maggiormente e con maggiore convinzione. Per me rifondare l'Europa su un'identità comune vuol dire parlare di lotta al mutamento climatico e di sviluppo sostenibile. L'Europa, nata su un patto legato al carbone e all'acciaio, può trovare nuovo slancio ed una leadership internazionale, puntando sulla green economy, a partire dalle fonti di energie rinnovabili.

Il futuro dell'Europa passa necessariamente per il Green New Deal. Per questo è un errore non contrastare gas e nucleare nella tassonomia ambientale. Presidente, so di essere una voce pressoché solitaria in questa Assemblea, ma glielo voglio dire: i prezzi dell'energia crescono perché siamo in ritardo sulle energie rinnovabili e una tassonomia europea con dentro gas e nucleare peggiorerà la nostra situazione, creando, contemporaneamente e paradossalmente, un dumping ambientale interno all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Presidente Draghi, io l'ho ascoltata con molto attenzione. Devo dire che sono rimasto sorpreso dal fatto che lei non abbia fatto il minimo riferimento al green pass, mentre nelle sue precedenti venute qui in Aula ne aveva fatto addirittura motivo di vanto e di orgoglio. Questa volta, invece, ha totalmente bypassato questo argomento. La cosa mi ha sorpreso, perché io ricordo lei, in conferenza stampa, la prima volta in cui presentò agli italiani questa “genialata” del green pass, una delle rare volte in cui lei, altissimo, si abbassò a rispondere a quattro domande in croce di qualche giornalista. Per evitare di fare errori mi sono scritto la sua dichiarazione testuale: il green pass è una misura con cui le persone possono continuare a fare le proprie attività con la garanzia, però, di ritrovarsi di fronte a persone che non siano contagiose. Allora, lei si rende conto di che colossale sciocchezza ha propinato agli italiani quando ha presentato il green pass oppure no (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? C'è qualcuno in Italia che le abbia imputato questa responsabilità? Lo sa che senso di falsa sicurezza ha creato questa cosa nel Paese e potenzialmente quanti morti in più ci sono stati per come è stato presentato questo strumento del green pass? Se non lo sa glielo dico io.

Peccato che, da allora, ci sia stato, dopo il basic green pass con cui siamo partiti, il green pass per i trasporti, il green pass sul lavoro, ricatto di Stato, e ora il super green pass. Ogni green pass smentisce quello precedente e ne conferma il fallimento, un po' come una persona impantanata nelle sabbie mobili che, per provare a liberarsi, si dimena sempre di più e finisce per affondare ancora di più. Anche il super green pass sarà l'ennesimo fallimento, perché tutti gli indicatori salgono tranne quello della fiducia nelle istituzioni, che scende quando c'è il ricatto di Stato. Oggi, tra l'altro, lei non ha parlato del green pass ma oggi è il giorno in cui decine, centinaia di migliaia di servitori dello Stato rimangono a casa senza stipendio per colpa sua. Lei parla di emergenza - avete rinnovato lo stato di emergenza - e si parla anche di guerra. Ma lei se la ricorda una sola guerra nella quale il generale si sia preso il lusso di sospendere centinaia di migliaia di soldati del suo esercito, sani e in salute e che volevano servire lo Stato, e medici che volevano lavorare per combattere il COVID nelle corsie? Non ho mai visto nella storia una guerra che si sia combattuta sospendendo dei soldati anziché prendendone altri.

Questa è anche una misura recessiva, ovviamente, perché taglia e ci saranno una scuola pubblica più inefficiente e una sanità pubblica più inefficiente; tutto verso il privato, come è nella sua storia. Ovviamente, ci sarà anche una recessione economica, perché schizzano alle stelle le disdette di prenotazioni di cenoni e di prenotazioni nelle strutture ricettive. Sembra quasi che lei voglia che l'Italia affondi in questo pantano. Allora, io dico una cosa: se lei vuole che le persone si vaccinino la cosa è semplice, le lasci libere e si vaccineranno, le lasci libere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Poi, tolga i brevetti e tolga il margine di profitto alle case farmaceutiche! Se siamo in guerra e se siamo in emergenza, non c'è spazio per i profitti miliardari di persone che sono in combutta, spesso e volentieri, con chi prende le decisioni. Poi, magari, tolga anche lo scudo, perché la responsabilità si chiede ai cittadini, nel vaccinarsi, ma va chiesta anche ai colossi farmaceutici per i prodotti che mettono sul mercato. Poi, l'ultima cosa, che sarebbe la migliore di tutte: se ne vada! Andatevene, fatevi sostituire con persone più credibili di voi e la gente si vaccinerà, senza ricatti di Stato. Non esistono ricatti a fin di bene (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, io ho apprezzato molte delle cose che ha detto. Voteremo favorevolmente sulla risoluzione di maggioranza e condividiamo tutte le cose che ci sono scritte. Mi preme, però, provare a dire qualcosa di quello che non è stato detto e a dire qualcosa di quello che in quella risoluzione non c'è scritto. Omicron ci mette davanti ai nostri limiti. Pensare che le misure di contenimento potessero funzionare senza porsi il tema di cosa accadeva nel resto del pianeta, o quantomeno di non porselo a sufficienza, significa forse non aver capito il cambiamento che la pandemia ha imposto alla storia.

Serve pianificare una produzione di massa, così come è stato già chiesto in quest'Aula, serve togliere i brevetti sui vaccini, immaginare che si possano produrre e aiutare la produzione di massa nei Paesi più poveri, serve avviare una campagna vaccinale di massa in Africa e nei Paesi che non hanno abbastanza risorse per farlo. COVAX non basta, non è attraverso le donazioni, seppure ingenti, che si affronta questo tema. Oggi l'umanità si trova nella storia ad affrontare questa sfida insieme e insieme dobbiamo pensare a come vaccinare la maggior parte della popolazione mondiale.

Un'altra storia che mi preme raccontare in quest'Aula è quella di Avin Irfan Zahir. Aveva 39 anni e portava in grembo un bambino di 6 mesi. È morta di stenti, di fame e di freddo in un bosco in Polonia, in Europa. Avin era curda irachena, sopravvissuta, con la sua famiglia, all'assedio dell'ISIS e, con la sua gente, aveva resistito anche per noi all'avanzata del califfato. Ora il Kurdistan iracheno è abbandonato dall'Occidente ai bombardamenti della Turchia e si sospetta anche che ci sia l'utilizzo di armi chimiche, nel silenzio della comunità internazionale. Avin cercava, con suo marito e i suoi 5 figli, più quello che portava in grembo, di ricostruirsi una vita, di dare un futuro migliore ai suoi figli. Ha vagato per giorni in territorio europeo cercando di sfuggire ai militari polacchi che l'avrebbero respinta oltre il confine, perché Avin era riuscita ad attraversare il confine e aveva tutte le caratteristiche per poter chiedere il diritto d'asilo. Ha vagato per giorni in quella striscia di suolo europeo dove sono sospesi i diritti fondamentali delle persone e, in particolare, il diritto d'asilo. Quando i volontari di una ONG polacca, che va ringraziata, così come tutti i volontari che rischiano il carcere per portare aiuto alle persone che sono in difficoltà e che rischiano di morire in mezzo alla neve (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico), l'hanno trovata e portata in ospedale non c'era più niente da fare. Ai suoi familiari è stato impedito dalle autorità polacche anche di portarle l'ultimo saluto.

Equilibrato, efficace e umano, come lei lo ha definito, è l'approccio necessario alle migrazioni. Io condivido questo impianto e mi chiedo cosa ci sia di umano in questa gestione della crisi migratoria al confine orientale dell'Unione europea. Com'è possibile che l'Europa e i suoi valori possano finire ostaggio di un piccolo dittatore come Lukashenko, che usa le persone come armi? Credo che sia giusto sanzionare chiunque utilizzi la vita delle persone come un'arma di ricatto, ma non comprendo come si possa rimanere in silenzio davanti al comportamento criminale delle autorità polacche che violano le convenzioni fondamentali dell'Unione europea in termini di diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) e che stanno negando il diritto d'asilo a poche migliaia di persone che muoiono di stenti nei boschi europei.

Le migrazioni, Presidente, sono una chiave fondamentale per leggere i mutamenti geopolitici e strategici e, quindi, per definire la politica estera di un Paese o di un continente. Mi chiedo, alla luce di questa valutazione, quale sia il nord della bussola strategica dell'Unione europea. Chi le parla è un convinto europeista, è un convinto sostenitore di quanto sia giusto rafforzare il processo di integrazione sulla difesa, sulla sicurezza e sulla politica estera. Ma sulla base di quale visione condivisa? A quali valori e a quali princìpi vogliamo improntare la nostra politica estera comune? Ha senso utilizzare un doppio metro di misura rispetto alla condanna per la violazione dei diritti umani nel mondo? Ha senso mostrare il pugno di ferro nei confronti della Russia e della Cina e non dire una parola rispetto a Paesi che invece consideriamo partner strategici nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, come l'Egitto, la Turchia e l'Arabia Saudita?

Io credo che abbiamo il dovere, anche per quella che è la storia del nostro Paese e per il prezzo e il tributo che il nostro Paese ha pagato a tale livello di repressione e di violazione dei diritti umani, di assumere in seno al Consiglio europeo una posizione diversa, una posizione più forte, più netta, più strutturata, che imponga il rispetto dei valori e dei diritti umani come chiave e come bussola principale, come nord della bussola strategica europea (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e del deputato Fiano). Lo dico a partire da quello che riguarda l'Egitto. La vicenda di Giulio Regeni non può essere derubricata a una questione che riguarda il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), non può essere derubricata a una questione che riguarda il diritto di una famiglia ad ottenere verità e giustizia, ma deve assurgere a interesse nazionale dell'Italia e dell'Europa nei confronti dell'Egitto.

Per questo, sono qui a chiedere che, in questo Consiglio europeo, lei ponga la questione che il livello di repressione delle violazioni dei diritti umani in Egitto è una questione che riguarda l'intera Unione europea e la politica di partenariato e di vicinato (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico e della deputata Muroni). Sono qui a chiederle che lei ponga, in sede di Consiglio europeo, la richiesta di fornire i domicili legali dei responsabili imputati nel processo sulla morte di Giulio Regeni e che questa sia una richiesta unanime dell'Unione europea, e non solo una richiesta del Governo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico e della deputata Muroni). È questo che noi le chiediamo, perché è su questo che si fonda - o si fonderà – un'Unione europea come continente, come Nazione basata su principi e valori che sono scritti nei Trattati e che purtroppo oggi vediamo, sempre di più, arretrare ed essere messi in discussione dalle politiche sostanziali. Presidente, lei sa meglio di me che il diritto, soprattutto il diritto internazionale, che si fonda molto sulla base consuetudinaria, è un diritto formale che ora viene messo in discussione in maniera sostanziale. Così sta accadendo, soprattutto in relazione alle convenzioni a difesa dei diritti umani: così accade in Libia, nel Mediterraneo, a Lesbo e in Polonia. Così come ci ha ricordato ultimamente e, con molta forza, Papa Francesco - che lei stesso ha citato - lì, in quei luoghi di frontiera, noi stiamo cancellando e derogando al diritto internazionale dei popoli, che gli europei hanno scritto quando hanno deciso di tutelare la vita e la dignità delle persone prima di ogni cosa, dopo la tragedia della Seconda Guerra mondiale e della dittatura del nazifascismo. Ecco, io penso che noi dobbiamo ricominciare da qui; nel corso della discussione e della ricostruzione del processo di integrazione europea dobbiamo rimettere al centro i cardini delle nostre società e delle nostre Costituzioni. È questo che dobbiamo mettere in discussione nella Conferenza sul futuro dell'Europa, perché l'Europa avrà un futuro solo se saprà imprimere questa visione, che affonda le radici nella sua storia e nelle sue Costituzioni, altrimenti l'Europa non avrà un futuro e purtroppo qui staremo raccontare un'altra storia, che speriamo di non rivivere più (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, Governo, colleghe e colleghi, permettetemi di iniziare questo intervento con un augurio, significativo: buon Natale! Buon Natale, con forza! Buon Natale, Unione Europea! Buon Natale all'occhiuta burocrazia dell'Unione europea, che, in un contesto importante come questo, perde tempo a creare situazioni, in relazione alle quali non possiamo, in alcuna maniera, condividere l'atteggiamento.

Presidente Draghi, noi di Coraggio Italia - aspetterei che il collega ci lasci libero il campo - appoggiamo completamente il suo operato ed il suo modo di agire, ma ci permetta alcune considerazioni. Lei, come la maggior parte di noi, sa dov'è il fiume Dragogna e sa che il fiume Dragogna segna il confine tra la Slovenia e la Croazia. È di pochi giorni fa la notizia, vergognosa per l'Unione europea, che una bambina, una profuga turca, cercando di passare quel confine, è annegata nella Dragogna. In maniera coerente - e mi perdonino i geografi - sarebbe come dire che nell'Isonzo accadesse una cosa di questo tipo, alle porte di casa. Non è possibile. Non è possibile che in quel contesto, che fa parte dei Balcani, possano succedere tuttora cose di questo tipo (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Liberi e Uguali) e qui mi permetto di sottolineare l'importanza della questione dei Balcani occidentali, che io so che lei ha a cuore, ma che mi permetto di chiederle di evidenziare ulteriormente. C'è l'esigenza, assoluta e tempestiva, che l'allargamento dell'Unione europea ai Balcani occidentali intervenga ora: non si può più aspettare 25 anni - come stiamo aspettando - dagli Accordi di Dayton. Quella situazione - lo leggiamo su quei pochi giornali che trattano di quei temi, perché paiono temi di caratteristica marziana, non certamente europea - evidenza la sussistenza di una polveriera balcanica, in un quadro economico internazionale e militare che non possiamo trascurare.

È molto importante ciò che lei sta facendo, con continuità, a livello europeo: spingere verso il fatto che la parola “unione” nell'acronimo “Unione europea” non sia solamente forma, ma sia sostanza. È Unione, abbiamo bisogno di unità (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), abbiamo bisogno di comportarci tutti nello stesso modo e abbiamo bisogno di far capire a tutti che, se è vero che l'Italia è lunga e stretta e se è vero che l'Europa è larga e alta, è altrettanto vero che solamente insieme riusciremo a essere un player mondiale, portando avanti i nostri principi, dovunque, nei confronti di qualunque soggetto che si confronti con noi su temi che ci sono cari, a partire dalla democrazia, a partire dallo Stato di diritto, a partire dall'umanità, a partire dalla capacità di comprendere che solamente tutti insieme ci salviamo. Grazie, in maniera particolare, per le affermazioni che lei fa sempre. Noi ci permettiamo di ricordare che qui dobbiamo capire che o vacciniamo tutto il mondo, o prima o poi tutto torna sulle nostre spalle, perché è inutile che noi facciamo tutti gli sforzi che facciamo e, nel contempo, ci dimentichiamo di plaghe, immense, nel mondo in cui il virus si può sviluppare – anzi, si sviluppa - e magari sviluppa varianti che poi naturalmente ritornano anche a noi. Quindi, non è solo un ragionamento di carattere umanitario, ma dobbiamo essere egoisti , perché solamente se riusciamo a fare in modo che tutti siano salvaguardati, saremo salvaguardati anche noi e le nostre popolazioni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Presidente, in questo contesto, le diciamo “grazie”, per il principio che, con noi, lei porta avanti l'esigenza assoluta di abbandonare il principio, vecchio, dell'unanimismo. Non è possibile: l'Unione europea non può continuare a essere bloccata da diritti di veto, che sono antistorici e che non hanno più alcun senso e che debbono essere superati, perché solamente il principio maggioritario, rispetto alla volontà espressa, può essere quello che effettivamente esprime la volontà dell'Unione europea di essere unita. Noi non siamo un insieme per forza; dobbiamo essere un insieme perché vogliamo essere un insieme e, se quindi c'è qualcheduno di noi che non rispetta lo Stato di diritto o che pone veti assolutamente immotivati, questo problema va affrontato e superato. Presidente, noi crediamo che in questo contesto le affermazioni che lei ha fatto, sull'esigenza di arrivare al più presto a una difesa europea comune sia indispensabile. Noi abbiamo bisogno di questo. Abbiamo bisogno che l'Unione Europea abbia una difesa comune, abbia una politica estera comune, abbia un comportamento sanitario comune, abbia un comportamento fiscale comune, che gli esempi del dumping fiscale non ci siano, che le situazioni portino a superare quello che la storia purtroppo, tante volte, ci ha messo di fronte e che abbiamo visto che non è più assolutamente attuale. Sono sogni? Forse sì, ma sono realtà e queste realtà sono testimoniate dal fatto - e lei lo ha detto - che la richiesta che l'Italia farà, grazie a lei, sarà di avere politiche espansive nel bilancio 2022 – ripeto, politiche espansive - perché anche questo, come quelli che abbiamo superato da poco, non è un momento in cui si può togliere, ma è un momento in cui si deve dare, un momento in cui il debito va fatto e deve essere debito buono (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Sono tutte cose che lei ha detto e che ci ha insegnato, che per noi sono coraggiose e che, di conseguenza, noi appoggiamo in toto, senza se e senza ma. È in questo contesto che, quindi, condividiamo ed appoggiamo le sue indicazioni, per quanto riguarda gli sviluppi della Bussola strategica 2022, che chiederemo tutti quanti insieme, grazie a lei, all'Unione europea di portare avanti. Presidente, noi siamo italiani? Sì. Siamo friulani? Io sì. Apparteniamo a mille entità, sì, ma siamo soprattutto una cosa, siamo europei (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e vogliamo che l'Unione europea ci sia, si faccia sentire e sia un player mondiale. Grazie a lei siamo convinti che lo saremo. Coraggio, Presidente: il nostro appoggio lo ha, totalmente (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (IV). Grazie, signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio dei Ministri, colleghi, ancora una volta il COVID è in cima all'agenda dei temi del Consiglio europeo di domani a Bruxelles e, purtroppo, l'Europa sta progressivamente tornando ad un rosso profondo, ad indicare che siamo chiamati ad affrontare una nuova ondata di pandemia. L'Italia ancora oggi è una delle poche Nazioni che ha reagito con una notevole capacità di aggressione e resistenza al virus grazie a una campagna vaccinale straordinaria, condotta dal suo Governo e dalle strutture preposte e grazie all'introduzione degli strumenti di protezione e salvaguardia della vita sociale. È in campo tutta la forza dello Stato e si deve dire tutta la forza morale degli italiani. Di fronte agli scenari e all'evoluzione dei dati epidemiologici, la risoluzione di maggioranza chiede al Governo l'impegno a proseguire negli sforzi per garantire la più ampia copertura vaccinale a livello europeo e a salvaguardare i risultati del certificato COVID digitale UE, garantendo una campagna informativa che convinca gli indecisi circa l'importanza del completamento del ciclo vaccinale e della terza dose booster.

Per Italia Viva è parimenti essenziale agevolare la circolazione delle persone e le attività economiche e lavorative. Per questa ragione, chiediamo l'impegno ad analizzare le diverse tipologie di vaccini che possono essere riconosciuti come equivalenti e, in tal senso, chiediamo anche e auspichiamo che domani, in sede di Consiglio, voi, Capi di Stato e di Governo, possiate discutere criteri omogenei nell'applicazione degli strumenti di protezione, dove la tempestività e l'omogeneità nell'applicazione di questi criteri sono elementi essenziali dell'efficacia del contenimento delle varianti. Un altro vento contrario, oltre al COVID, che sta soffiando forte sull'Europa è riconducibile ai fortissimi rincari del prezzo dell'energia. Il Governo, vale la pena di ricordarlo anche in questa sede, sta moltiplicando gli sforzi per reperire le risorse necessarie a mitigare e ammortizzare l'impatto sui consumatori e sui bilanci delle imprese nei prossimi mesi. Lo ha ricordato il signor Presidente del Consiglio: 3,8 miliardi per il 2022, gli oneri generali di sistema, l'aliquota IVA al 5 per cento. Sono ordini di grandezza importanti, rilevanti, ma naturalmente la vera partita si gioca anche e soprattutto oltre i confini nazionali e nell'Unione Europea. Due mesi fa al tavolo dei 27 è stata avanzata una proposta lungimirante, che noi di Italia Viva abbiamo condiviso pienamente, e cioè riteniamo molto importante ribadire l'impegno a promuovere meccanismi volontari di approvvigionamento congiunto, ovvero acquisto centralizzato del gas per una transizione climatica sostenibile e in vista di una più ampia autonomia strategica. L'auspicio è che questa proposta incontri una condivisione più ampia; sarebbe un segnale importante e costruttivo che incrocerebbe il dibattito in corso sulla tassonomia green per definire cosa sia investimento sostenibile per la transizione ecologica. Il confronto su gas e nucleare, considerati fonti green al pari delle rinnovabili, è in corso già da alcune settimane e avrà certamente un impatto significativo sulle scelte dei Paesi dell'Unione e, quindi, anche del nostro.

Italia Viva ritiene necessario sostenere e accompagnare le imprese e il sistema economico verso l'efficienza energetica per la riduzione dei consumi. È stato evocato in precedenza il concetto di autonomia strategica che si riconnette direttamente alla dimensione della sicurezza e della difesa. Il Presidente Michel con una certa enfasi ha definito il 2022 l'anno della difesa europea, appare, quindi, del tutto coerente l'impegno che chiediamo al Governo di sostenere i lavori per l'approvazione, a marzo 2022, della bussola strategica, strumento fondamentale da ancorare alla dimensione euro-atlantica, tenendo in considerazione che la sicurezza euro-atlantica è indivisibile. Quello delle partnership, per quanto essenziale, rappresenta tuttavia solo uno dei 4 punti cardinali della bussola; un altro, il crisis management, ci riporta drammaticamente ad una realtà in cui i fronti di minaccia per l'Unione vanno moltiplicandosi, soprattutto lungo il confine orientale. I migranti, fatti ammassare dalla Bielorussia al confine con la Polonia, usati come strumento inaccettabile di pressione nei confronti dell'Unione, da un lato, e le tensioni tra la Russia e l'Ucraina nel tentativo di evitare pericolosi rischi di escalation, dall'altro, ripropongono due fattori di debolezza dell'Unione, ovvero la gestione dei flussi migratori e la capacità di difesa dei confini. Quanto al primo punto, cioè i migranti, abbiamo apprezzato ancora oggi le sue parole, signor Presidente del Consiglio, e il suo approccio e la risoluzione contiene impegni in sede europea affinché l'Unione ottenga una maggiore collaborazione da parte dei Paesi di origine e transito dei flussi, fondamentale per prevenire e contrastare la migrazione illegale e migliorare i risultati sull'azione dei rimpatri, e provveda - come lei ha richiamato - ad istituire corridoi umanitari. Quanto al secondo punto, e cioè Russia e Ucraina, la risoluzione di maggioranza evidenzia l'impegno a un richiamo alla necessità di ridurre le tensioni militari alla frontiera con l'Ucraina e in questo senso credo sia la strada da seguire quella che lei ha richiamato oggi qui in Aula, cioè la politica dell'ingaggio con la Russia; quella politica di ingaggio che lei ha offerto durante la consultazione con il Presidente degli Stati Uniti e il Presidente della Federazione Russa e che credo debba diventare anche il solco di discussione e di approccio dell'intero Consiglio europeo. Questo - ripeto - per riaffermare il pieno supporto dell'Unione alla sovranità e all'integrità territoriale ucraina e perseverare nel negoziato diplomatico per l'attuazione degli accordi di Minsk e per il sostegno al “Formato Normandia”. Bielorussia-Polonia e Russia-Ucraina rappresentano campanelli d'allarme che non solo non possono essere ignorati, ma che spingono l'Europa ad imboccare un percorso di fatto obbligato, che la porti in futuro a diventare un attore geopolitico oltre che economico. Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio dei Ministri, ancora una volta l'Europa rischia di ritrovarsi su un crinale. In questi lunghi e interminabili mesi della crisi pandemica la convinzione dei popoli di sentirsi più europei è forse arrivata più forte, è stata percepita, è entrata nei sentimenti delle persone, forse mai così intensa, anche per la prontezza e la dimensione degli interventi che l'Europa ha saputo mettere in campo. Oggi, tra crisi e complessità politiche, sociali economiche e globali non c'è più molta alternativa per l'Unione che rendere finalmente concrete le proprie ambizioni.

Con questo auspicio, Presidente Draghi, le auguriamo buon lavoro al Consiglio di domani e dichiaro il voto favorevole di Italia Viva alla risoluzione di maggioranza; anche da parte nostra, poi, tanti auguri di buon Natale a lei (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, anche il gruppo di Fratelli d'Italia si associa, ovviamente, agli auguri di buon Natale, alla sua persona, al Governo, alle vostre famiglie. Penso anche che lei, domani, quando chiuderà il suo discorso in questa importante sessione europea, non farà mancare il riferimento al buon Natale, soprattutto per ricordare a una certa burocrazia che vi sono dei valori che non possono essere messi in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vede, signor Presidente del Consiglio, noi le siamo grati dell'attenzione che ha prestato agli interventi dell'onorevole Delmastro e dell'onorevole Ferro, e anche di aver condiviso, come ha detto pubblicamente, numerose delle loro osservazioni. Ci viene però un dubbio, signor Presidente del Consiglio, cioè che il rappresentante del Governo, nel momento in cui ha espresso il parere sulle mozioni, ha espresso un parere contrario alla nostra mozione. Ci chiediamo: ma è mai possibile che non vi fosse un punto nella nostra risoluzione che meritasse attenzione o condivisione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ci sembra un po' strano, perché delle due l'una: o non sono vere - e noi non abbiamo, invece, ragione per dubitarne - le sue valutazioni, o è sbagliata la valutazione che il rappresentante del Governo ha fatto rispetto alla nostra risoluzione o, quantomeno, ad alcuni punti della stessa.

Ma, signor Presidente del Consiglio, noi ci auguravamo che lei ci facesse un regalo per Natale, perché quello che ha portato Santa Lucia è, nell'ordine: una fiducia in questa settimana, una fiducia appena dopo Natale, una fiducia la prossima settimana. In buona sostanza, questo Parlamento si riunisce per votare la fiducia sui provvedimenti del Governo e non per discuterli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo ci pare un malvezzo da stato di emergenza politica, a cui poi si accompagna - mi sia consentito - una interpretazione molto elastica della normativa vigente, poiché la nuova proroga dello stato di emergenza addirittura supera la normativa dei due anni, ammesso che si potesse applicare come è stata applicata; come lei sa, infatti, il nuovo stato d'emergenza cessa il 31 marzo 2022, ma il primo stato d'emergenza è stato chiesto il 31 gennaio del 2020. Quindi, anche sotto questo profilo, ci pare che vi sia una certa elasticità interpretativa, quantomeno della norma. Ciò anche e soprattutto perché proprio i dati che lei ha letto, signor Presidente, nel confronto tra lo stesso giorno dello scorso anno ed oggi, parrebbero attestare non un miglioramento, ma un grandissimo miglioramento della situazione sanitaria anche nel nostro Paese, che, nonostante la variante Omicron, che sicuramente desta la nostra preoccupazione, avrebbe suggerito di non deliberare nuovamente la proroga dello stato d'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Andando, poi, nel merito delle questioni che verranno affrontate, noi pensiamo che la sua osservazione - che condividiamo - sul superamento delle regole del Patto di stabilità, debba trovare, poi, oltre una dichiarazione di intenti positiva, una concreta risposta in Europa. Questo anche perché la proroga dei due anni, che era stata data per la non applicazione del Patto di stabilità, è prossima alla scadenza. Noi non possiamo pensare che le economie europee, ma soprattutto l'economia italiana debba aspettare l'ultimo giorno per sapere se il Patto di stabilità interno varrà nuovamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), oppure sarà modificato e quali saranno le nuove regole.

Vede, signor Presidente, c'è un altro tema, un tema delicato, un tema che ha sempre visto la destra politica particolarmente attenta. È quello dell'immigrazione, su cui mi sia consentito di dirle che la sua preoccupazione - che era la preoccupazione dell'onorevole Delmastro, ma che è la preoccupazione di tutti gli italiani - deve essere poi sposata anche sotto il profilo politico. Infatti, quando noi denunciavamo che l'accordo di Malta non sarebbe servito autenticamente a niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), la Ministra dell'Interno del Governo “Conte 2” - che è anche la sua Ministra dell'Interno - diceva che da oggi l'Italia non è più sola. Effettivamente, l'Italia non è stata più sola, perché nel 2019 vi erano circa 11 mila sbarchi all'anno e quest'anno se ne calcolano 63 mila (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! In due anni siamo stati talmente da soli che abbiamo sestuplicato il numero degli arrivi! Allora, sotto questo profilo, noi non possiamo diventare l'hub di tutti i clandestini e di tutti coloro che fuggono dai propri Paesi. Proprio per queste ragioni, la destra politica di Fratelli d'Italia ha sempre sostenuto che bisogna aiutare quei popoli là, nelle loro zone, e non pensare di trasferire l'Africa in Italia, perché anche sotto il profilo fisico non ci può stare.

Signor Presidente, qui non è solo il fallimento dell'accordo di Malta: ci sono anche le tante false promesse sulle modifiche dell'accordo di Dublino. In realtà, in Europa vi è una netta spaccatura sul tema dell'immigrazione: perché? Perché fa comodo un'Europa del Sud che continui ad accettare i migranti e un'Europa, dall'altra parte, che invece alzi le sue frontiere e dica che qui non si entra. Il principio grande dell'accordo di Malta era quello per cui i Paesi che rifiutavano attraverso le loro frontiere l'immigrazione, avrebbero dovuto accettarla volontariamente perché l'Italia si presentava col cappello in mano e chiedeva: ospitatemene un po'. È evidente che bisogna uscire da questo equivoco, perché questo è un tema che investe la politica nazionale, ma anche e soprattutto la politica europea, perché se non c'è solidarietà su questo tema è inutile parlare di altre solidarietà che si dimostrano solo pelose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Mi sia consentito di dirglielo: gli italiani che hanno pagato le tasse anche nel periodo della pandemia, quei soldi li versano anche allo Stato perché lo Stato faccia il suo dovere e fermi l'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non perché si finanzino le cooperative che fanno business su questa immigrazione clandestina!

Ancora, signor Presidente, relativamente a un tema importante, quello dei costi dell'energia, noi diamo atto al Governo che ha preso dei provvedimenti che, però, sono il rimedio, non la soluzione al problema. Dovremmo interrogarci sul perché per tanti anni l'Italia è sbandata su questo tema, non accorgendosi o facendo finta di non sapere che l'autonomia energetica è innanzitutto autonomia politica per un Paese. Se, infatti, un Paese dipende sotto il profilo energetico da terzi, fatalmente dipende anche politicamente da terzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Però, mi permetta di dirle che la politica green va valutata fino in fondo, perché, signor Presidente, che la Cina sia diventata monopolista sui metalli, sui minerali critici, sulle terre rare, lo sappiamo bene; ma c'è un piccolo particolare che nessuno dice, cioè che quella stessa Cina contribuisce per il 22 per cento alle emissioni globali di CO2, quando l'intera Europa contribuisce per il 6,4 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non vorremmo che la Via della seta fosse questa.

Ultima considerazione: noi abbiamo detto che bisogna essere patrioti.

Siamo convinti che quando si esce dal proprio Paese si difenda la propria patria, ma attenzione a certi passaggi, ad esempio sull'automotive, perché una decisione recente del CITE sta mettendo già da oggi in pericolo 73 mila posti di lavoro in un Paese come l'Italia. Noi abbiamo bisogno non di agire sul piano dell'emergenza, ma sul piano di una programmazione seria. E che questo sia uno dei problemi che interessano il mondo della produzione glielo dice soprattutto una dichiarazione del presidente Bonomi dei giorni scorsi. Con il Green Deal dell'Europa diamo soldi al carbone tedesco, perché capita che, mentre le imprese italiane dell'acciaio abbiano innovato in forni elettrici, quelle tedesche stanno aspettando i fondi europei, ma li hanno tenuti a carbone. Questa è la differenza, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e noi su questo le diciamo di alzare la voce, di fare un'Italia che va a testa alta in Europa, perché quella è l'Italia che noi vogliamo e che noi ci sentiamo di rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, grazie per il grande successo della campagna di vaccinazione che ella ha condotto, per il lavoro del commissario straordinario, generale Figliuolo, e per tutti coloro che a livello nazionale e regionale in queste settimane si stanno adoperando e mobilitando per somministrare le terze dosi. Una campagna di vaccinazione che è diventata il suo vessillo e che Forza Italia orgogliosamente ha fortemente voluto al suo fianco, ottenendo risultati ben al di sopra della media europea, apprezzati a livello internazionale.

Come ella ha chiarito oggi, noi condividiamo che occorra innalzare il muro di protezione con le terze dosi e intensificare ogni possibile campagna informativa di convincimento: questa è l'unica strada e la strada migliore per una ripresa che nell'intera Eurozona risulti procedere più velocemente del previsto e che possa realmente consentire al PIL dell'area dell'euro di recuperare la sua tendenza pre-crisi entro la fine del prossimo anno.

Una altrettanto rapida e duratura ripresa dell'economia mondiale si potrà realizzare attraverso un celere ritorno degli scambi commerciali e dei flussi turistici a livello pre-pandemia anche attraverso il riconoscimento reciproco di certificati di vaccinazione diffusi negli Stati extra UE. Non abbiamo l'ardire di pensare che ella ricordi il nostro intervento, con relativa mozione Rossello, dai colleghi di Forza Italia, sulla questione dell'introduzione del green pass, quando parlammo allora del passaporto vaccinale e della nostra richiesta di impegno del Governo in vista del Consiglio del 25 e del 26 febbraio in cui la esortavamo e la sostenevamo in quello che ella voleva, soffermandosi poi sul tema del green pass, contrariamente a quanto sostenuto prima. Nella nostra richiesta avevamo parlato di dieci parametri, poi ripresi dalla risoluzione Giorgetti, perché questi sono i temi di confronto attuali, sono i temi sui quali tutte le sedi europee e internazionali si stanno interrogando anche per l'attualità dei green pass che richiedono via via delle integrazioni e degli aggiornamenti, come infatti è ora il caso dell'ordinanza assunta ieri dal Ministro Speranza.

È fondamentale che l'Europa acquisti un'autentica autonomia strategica regionale nella produzione dei vaccini; condividiamo, quindi, l'idea della costruzione della filiera degli ingredienti, della produzione e della distribuzione, e anche la preoccupazione che questa filiera sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall'esterno. Per questo un piccolo suggerimento, su cui vorremmo portare una riflessione, è dato dal fatto che pensiamo che nel prossimo Consiglio - quando gli Stati membri cominceranno a confrontarsi su come migliorare le capacità di risposta e resilienza nelle crisi future, e quindi anche su come tutelare il funzionamento del mercato europeo - possa essere importante l'utilizzo dell'esperienza già in atto nei grandi gruppi internazionali, nelle multinazionali, nelle imprese private, con le risposte che danno, ad esempio, con i loro comitati di crisi, i quali hanno già introdotto molte procedure avanzate sui tempi e sulle risposte da dare rispetto ad eventi che non si aspettano più come l'accaduto, ma che si cercano di prevenire. Ciò rafforzando, quindi, sia l'azione privata che l'azione pubblica, con un dialogo fra Stato membro in termini di sintesi, di responsabilità e di tempestività e privati che, sicuramente, la programmazione e la risposta all'evento accaduto la stanno già simulando, con studi molto avanzati sul rischio e sulla sostenibilità.

La necessità di sintesi non ci permette di approfondire questo tema, ma siamo certi che lei lo abbia colto già quando ha fatto cenno al futuro dell'Euro Summit. Rafforziamo il sistema dell'Unione europea per la prevenzione di future crisi e acceleriamo a livello mondiale le azioni per la copertura vaccinale globale del 70 per cento, anche in vista di una più equa distribuzione dei vaccini negli Stati a basso reddito. Per questo Forza Italia e il presidente Berlusconi la esortano, signor Presidente, a fare tutto ciò che sta facendo con gli interventi per l'Africa, complimentandoci anche per il lavoro di sintesi che ha svolto nell'evento finale del summit del 30-31 ottobre a Roma.

Per quanto concerne il tema delle migrazioni, è quanto mai necessario che Commissione e Servizio europeo per l'azione esterna riferiscano sullo stato delle decisioni adottate nel corso delle precedenti riunioni. In questo Consiglio si dovrebbero anche rendicontare gli otto piani di azione per i Paesi di origine e di transito, che necessitano dell'operatività e dell'implementazione necessaria senza indugio, con le tempistiche concrete e gli adeguati mezzi finanziari per la collaborazione fra Paesi di origine e transito dei flussi, fondamentalmente per prevenire e contrastare le migrazioni illegali e raggiungere qualche concreto risultato. In quest'ottica va focalizzato almeno il 10 per cento della dotazione finanziaria dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, con quelle attribuzioni e sensibilità che ella ci ha evidenziato per i più deboli.

Per la gestione dei flussi migratori è sempre più indispensabile definire una politica comune, solidale ed equa in vista di un nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, che superi il Regolamento di Dublino, evitando quelle fughe in avanti, con possibili riforme dello Schengen, utilizzate per superare lo stallo del patto per l'immigrazione, con il rischio però di rinfocolare divisioni, sopite tensioni e di penalizzare i Paesi di primo ingresso, come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), con un'ottica restauratrice.

Usiamo delle sue parole per sintetizzare come, dal nostro punto di vista, l'ordine mondiale non possa essere un fatto subito, ma debba essere il risultato di partecipazione e condivisione, con politiche economiche e sociali adeguate e disegnate appropriatamente. La Bussola strategica che sarà definita nei prossimi mesi può essere un'occasione preziosa per rafforzare il crescente ruolo dell'Unione europea come fornitore di resilienza e di stabilità, soprattutto nel vicinato; un'occasione per far progredire l'Unione verso una cultura strategica comune, anche considerando la politica di sicurezza e la difesa comune. La Bussola strategica non ci sembra una duplicazione della NATO, ma rende il pilastro europeo sicuramente più forte al suo interno, anche per una relazione transatlantica più forte. Anche su questo tema ci piacerebbe soffermarci, ma non ci è dato tempo.

Il tema del caro energia rischia di avere un drammatico impatto sulla ripresa economica post pandemica; è evidente che siamo già intervenuti sul costo delle bollette e così continuerà a fare il Paese, ma occorre una riforma strutturale del mercato energetico europeo, vigilando sui prezzi dell'energia, lavorando in favore della riduzione dei costi per i consumatori e le attività produttive, promuovendo politiche rivolte al sostegno di interventi per il risparmio e l'efficientamento energetico e per l'indipendenza energetica. Va creato un meccanismo di approvvigionamento volontario congiunto di scorte di gas da parte degli Stati membri per migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico in vista di una più ampia autonomia strategica.

Insistiamo da tempo che l'Unione europea deve aumentare la flessibilità della rete, compresi stoccaggio, interconnettori, reti intelligenti e gestione della domanda. Questa settimana si è aperta con un nuovo rialzo del prezzo del gas, legato alle tensioni crescenti fra Russia e Stati Uniti per la questione ucraina.

Sappiamo che alla base dell'aumento del prezzo vi sono importanti motivi strutturali, che la crisi pandemica e la scelta della transizione verso l'abbandono del petrolio hanno reso più evidenti, ma è indubbio che l'incertezza geopolitica spinge ulteriormente verso l'alto le quotazioni. Le crescenti tensioni fra Ucraina e Russia non possono che preoccuparci; Forza Italia è al suo fianco nella sua opera di distensione dei rapporti nella regione e nel suo adoperarsi perché il colloquio e la ripresa dei colloqui, a partire dal negoziato diplomatico per l'attuazione degli accordi di Minsk, e il sostegno al “Formato Normandia” possano dare i loro frutti. Insomma, signor Presidente, lei ha visto sempre Forza Italia, partecipe e propositiva, condividere il testo della risoluzione anche in questo caso sottoscritta dai capigruppo della maggioranza che la sostiene e annunciamo il voto favorevole del nostro gruppo, augurando a lei - e ringraziando il Ministro Brunetta per essere presente con lei - un buon lavoro e un sereno Santo Natale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, vorrei iniziare ringraziandola per il suo impegno diretto per la scarcerazione di Patrick Zaki (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lei, il Ministro degli Affari esteri, tutte le donne e gli uomini dello Stato che hanno collaborato a questo esito, avete raccolto il profondo sentimento di solidarietà espresso da migliaia di cittadini italiani, dalle associazioni e dai comuni, e avete reso giustizia a un'idea di politica estera in cui la tutela dei diritti umani fa parte della difesa dell'interesse nazionale. Se siamo determinati nel difendere i diritti umani nel mondo, le democrazie sono più forti e noi siamo più forti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, grazie e avanti, perché la vicenda di Zaki, così come la vicenda di Regeni e tante altre vicende analoghe nel mondo non sono finite.

Il Consiglio europeo discuterà di questioni esistenziali: sicurezza energetica, tensioni della Russia al confine con l'Ucraina, Bielorussia, continente africano; sono questioni tutte legate tra loro che si presentano insieme, anche perché, nei due anni in cui noi siamo stati occupati con la pandemia, il mondo non si è fermato, anzi, l'attivismo aggressivo di altri Paesi ci sta presentando il conto e non basterà reagire; come ha detto lei, dobbiamo essere all'altezza delle sfide. In questi due anni in cui siamo stati impegnati a costruire uno spazio sicuro per i nostri cittadini, ne abbiamo espanso i diritti, migliorato la condizione sanitaria e rassicurato dal punto di vista economico, ma i nostri sforzi saranno vani se non ci occuperemo di garantire una maggiore stabilità globale e un crescente miglioramento delle condizioni di vita dei Paesi intorno a noi. È impossibile mantenere una buona qualità della vita dentro i nostri confini europei senza una solida e buona politica estera. L'Unione europea ha senso se la sovranità condivisa permette di essere più efficaci di fronte alle questioni globali; un'Unione europea incapace di reagire alle provocazioni dei nostri avversari, lenta nel decidere come agire per favorire la stabilità internazionale è un'Unione debole ed esposta. Da tempo aspettiamo decisioni che ne rafforzino la capacità di proiezione nel mondo. Il Consiglio di domani, con il nuovo Governo tedesco e con la nuova dinamica dell'approfondimento delle relazioni italo-francesi, dopo il Trattato del Quirinale, può essere il momento.

Sulle tensioni con la Russia, lei ha detto che è fondamentale chiarire a Mosca, con una voce univoca, che ci saranno delle gravi conseguenze qualora la sovranità territoriale dell'Ucraina non venisse rispettata; ci aspettiamo che la Russia rispetti gli accordi di Minsk e che rispetti immediatamente gli accordi relativi alla restituzione dei prigionieri, come ha chiesto anche il Presidente Zelensky. Oggi, al Parlamento europeo, il Presidente Sassoli, che ringrazio per il suo impegno importante di questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), consegnerà il Premio Sakharov a Aleksej Navalny. Il Parlamento italiano sarà lì, insieme ai parlamentari europei, davanti a quella sedia vuota, di fianco ad Alexej Navalny e a tutti gli oppositori russi. Per fortuna sono lontani i tempi in cui l'Italia lasciava spazio all'ambiguità, indebolendo l'unità del fronte europeo nei confronti della Russia. Per fortuna, oggi, il nostro Paese è coinvolto nel dialogo sull'Ucraina e sul confine orientale con i nostri alleati al più alto livello. Sulla Bielorussia, le condanne abnormi di ieri di Sergei Tikhanovsky, di Ihar Losik e di tanti altri dissidenti ci dicono che Lukashenko farà qualsiasi cosa per restare al potere. Non c'è spiraglio di dialogo, non c'è reale volontà di riconciliazione nazionale. L'opposizione continuerà a lottare, non sarà intimorita e noi saremo con loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore, colleghi, c'è un brusio insopportabile, per favore!

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Alla repressione interna si aggiunge, però, l'ultimo spregevole atto della guerra di Lukashenko, che usa le persone disperate come strumenti di una guerra ibrida contro l'Europa. Per contrastarlo è giusto essere uniti nella risposta emergenziale all'attacco, ma non basta, c'è un modo lungimirante, solo uno, per sottrarsi ai ricatti e al suo cinismo: dotarci di una politica estera e di una politica migratoria veramente europee. I regimi intorno a noi lo sanno, le migrazioni sono il nostro punto debole, lo usano e noi dobbiamo mostrare che l'Europa, invece, sa che cosa fare con i migranti. Non litighiamo per gestirli, abbiamo un piano comune e piani nazionali per farlo. Finché in Europa non ci sarà una via legale per entrare, ci saranno sempre profughi e disperati che si fideranno dei trafficanti o dei dittatori per arrivare qui da noi.

Dobbiamo dimostrare, invece, che abbiamo politiche interne e una politica comune per fare fronte a questo e dobbiamo dimostrare quello che ha detto oggi il nuovo Cancelliere tedesco Scholz, cioè che il modo migliore per governare l'immigrazione è l'integrazione. Questo lo possiamo fare senza essere disumani; la Lituania lo fa, la Polonia, no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Possiamo mostrare la nostra risolutezza anche se soccorriamo chi attraversa il confine; anzi, mostriamo risolutezza quando soccorriamo chi attraversa i confini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi siamo diversi dai dittatori, siamo capaci di essere giusti, senza essere cinici; siamo capaci di essere forti, senza essere crudeli; sappiamo che da parte sua ci saranno parole chiare su questo al Consiglio europeo.

Si è detto che Next Generation EU è nato anche da quanto si è imparato dalla gestione della crisi del 2008; se è così, anche sul piano estero questa nuova crisi ai nostri confini ci deve preparare alla prossima. L'Unione europea non può limitarsi solo ad avere una politica estera reattiva; ci aspettiamo da questo Consiglio uno scatto in avanti, ci aspettiamo che il metodo di decisione nelle materie di politica estera e di sicurezza diventi a maggioranza, perché queste sono decisioni fondamentali per il nostro continente e non possono essere sottoposte al veto o al ricatto di singoli Paesi. Ci aspettiamo che si mettano finalmente in campo progetti di cooperazione rafforzata per avanzare sulla difesa comune e che si avanzi anche sulla collaborazione europea in sede NATO. È il momento delle decisioni anche su questo fronte. L'Italia, come lei ci ricorda spesso, può dare un contributo fattivo, ascoltato e qualificato al processo di integrazione europea. È con le proposte, non con i pugni sul tavolo, che si conquista il rispetto degli altri Paesi; è con la leadership che si guidano i processi, è così che si serve la patria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente, Presidente Draghi, Governo, colleghi, siamo in un momento delicatissimo e importantissimo della storia dell'Unione europea e del nostro continente. I finanziamenti che arriveranno al nostro Paese potranno determinare una vera ripartenza. Gli importanti obiettivi della digitalizzazione potrebbero dare un colpo di reni importante al nostro tessuto economico, fortemente provato dalla pandemia. Siamo quindi soddisfatti che regioni ed enti locali saranno fra i protagonisti di questa sfida; proprio quelle istituzioni di territorio che tanto hanno fatto nella storia della lotta al virus saranno determinanti e questo per noi, Presidente, è un fattore di garanzia ed è un'altra prova di quanto questo Paese abbia bisogno di autonomia regionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Tuttavia, il rincaro e la scarsità delle materie prime e il rincaro dei costi dell'energia sono un'ombra che offusca la fase di ripartenza dell'Europa. Arrivati a questo punto è chiaro che l'Unione europea e i Paesi membri devono approntare politiche di rifornimento energetico che vadano, sì, nella direzione delle rinnovabili, ma che abbiano come fondamento un'Europa che torni protagonista nel mondo. La Cina, sempre più famelica di gas, ha nel tempo soppiantato fra i Paesi produttori di energia i nostri Paesi; solo con politiche comuni di lungo periodo in quei Paesi si potrà risolvere il problema. Analoga è la situazione con le materie prime, estratte nelle cosiddette terre rare; l'Europa e i Paesi membri potranno tornare all'indipendenza produttiva e alla piena sovranità sui propri asset strategici solo tornando geopoliticamente centrali e protagonisti nel mondo.

La crisi al confine fra Polonia e Bielorussia ha messo in evidenza tutte le contraddizioni che contraddistinguono Bruxelles, in particolare sul tema migranti. A Bruxelles si è sdoganato il termine “minaccia ibrida” o “attacco ibrido”, riferendosi alla crisi migratoria, riferendosi ai migranti. Bruxelles dà una solidarietà forzata a Varsavia, mentre la NATO si dice pronta a intervenire in quell'area nel caso vi fossero passaggi dei migranti dalla Bielorussia alla Polonia. La Polonia, uno degli Stati accusati di violare l'articolo 7 del Trattato e anche lo Stato di diritto proprio sui migranti, ora è uno Stato da difendere. Quindi, vediamo una Commissione impacciata, imbarazzata. Da un lato, una ideologia aperturista di sinistra, da provare comunque a giustificare e, dall'altro, un problema reale, il problema di un confine da difendere, perché i confini esterni, in questo caso i confini polacchi, sono l'ultima barriera tra chi vorrebbe entrare illegalmente in Europa e il territorio tedesco, il territorio dei Paesi del Nord. Quindi, dal Consiglio europeo qualcuno inizia a dire che forse finanziare il muro non è poi una cattiva idea. I Paesi del Nord Europa, presi dall'ansia di non essere soggetti a flussi secondari, propongono modifiche al codice di Schengen, con la possibilità di chiudere i confini interni più rapidamente e, addirittura, di rispedire i migranti nei Paesi di primo arrivo. È chiaro che questo per l'Italia è, e sarebbe, un dramma. Dopo anni passati a chiedere una riforma degli accordi di Dublino, che vada nel senso di una solidarietà europea, oggi l'Europa vuole andare nella direzione contraria.

Quindi, noi auspichiamo, signor Presidente Draghi, che il Governo italiano si opponga, con forza, a queste idee e che rimetta al centro del dibattito il fatto che tutti i Paesi membri devono prendersi una quota di migranti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), posto che l'obiettivo è non farli arrivare e non farli neanche partire. Ancora una volta, però, sottolineiamo che solo un'Europa in grado di farsi rispettare a livello internazionale potrà non tremare ogni volta che Paesi come la Turchia o la Bielorussia attuano queste forme di minacce, che appunto a Bruxelles hanno definito ibride.

Signor Presidente, sui vaccini vi è poco o nulla da aggiungere, se non un grazie agli italiani che si sono vaccinati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Grazie, grazie, grazie. Sottolineiamo, anche in questo caso, come il coordinamento Stato, regioni, enti locali, volontariato ha funzionato. La logistica, affidata a chi conosce il territorio, ovvero agli enti locali, è stato un elemento fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non lo scordiamo e, proprio per questo, iniziamo a riprendere il discorso su forme di autonomia che vadano a valorizzare regioni e comuni.

Signor Presidente del Consiglio, la Lega e Matteo Salvini conoscono palmo a palmo i territori che compongono questo Paese. Quindi, ascolti la Lega, ascolti Matteo Salvini e di sicuro il suo lavoro sarà più facile. Siamo a un passo dalla normalità, la normalità ovviamente prepandemica. La normalità e lì, la possiamo vedere, la possiamo quasi toccare. Andiamo spediti in quella direzione e il Paese e tutto il continente ce ne saranno grati.

Buon Consiglio europeo, Presidente Draghi, buon Consiglio europeo al Governo e un buon e felice santo Natale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, il mondo di oggi è animato da una rinnovata e implacabile fase di cambiamento, da una crescente instabilità globale e dall'irrompere di geopolitiche, vecchie e nuove, destinate a ridisegnare i rapporti di potere. Logiche sempre più multilaterali si riaffermano sulla scena, di fronte a eventi di portata globale, per i quali non sono più ammesse risposte frammentate e inefficaci. Nel mondo di oggi a fare da sfondo c'è una pandemia altrettanto implacabile e dal rinnovato vigore, con le sue ingenti implicazioni sanitarie, economiche e sociali, che ne rendono il futuro complesso e incerto. Affiorano nuove tensioni, imperversa l'incessante ricerca di diversi equilibri di potere, non si assesta il centro di gravità degli interessi via via emergenti.

La pandemia da COVID-19 ha fatto da catalizzatore di tendenze nuove o rimaste a lungo sopite, trasformandosi in un'opportunità unica per ridare vigore allo spirito comunitario. Sin dal suo esordio, il dilagare del virus ci ha indotto a ripensare i nostri modelli sanitari, economici e sociali, traendo dalla crisi l'occasione per volgere l'emergenza in opportunità. L'attuale crisi, a quasi due anni dal suo scoppio, ci ha ormai abituato a un suo carattere estremamente fluido, trascinato da una situazione epidemiologica in costante cambiamento. Lo dimostrano l'aumento dei contagi e della pressione sugli ospedali, nonché il ritmo crescente dei decessi. Il prossimo Consiglio europeo giunge, infatti, mentre imperversa nel continente quella che è a tutti gli effetti una quarta ondata della pandemia: riprende vigore e dilaga in tutta Europa, irrompe seguendo traiettorie diverse, con i Paesi con un minor tasso di vaccinazione a essere più duramente colpiti, ma destando la stessa drammatica preoccupazione e differendo nel tempo la nostra condivisa speranza di una sua resa definitiva. Individuiamo una nuova variante, forse più infettiva, e, sulla scorta delle esperienze con le varianti precedenti, attendiamo di acquisire maggiori conoscenze, per meglio orientare le nostre scelte epidemiologiche, pur comprendendo che non usciremo dalla pandemia finché tutto il mondo non verrà immunizzato. Su ciò la scienza ci ha avvertito: un'ampia popolazione non vaccinata produrrà varianti sempre più trasmissibili. Ma non è solo la scienza ad avvisarci, signor Presidente del Consiglio, anche l'economia è in sofferenza, come ha ricordato anche lei, stamani.

PRESIDENTE. Colleghi! Deputato Rizzone, per favore. Deputato Marin… Colleghi! Colleghi!

ANGELA IANARO (M5S). Se non freniamo il contagio nel mondo non saremo davvero protetti. Eppure, ad oggi, solo lo 0,5 per cento della popolazione dei Paesi a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Africa, dove si registra il più basso tasso di vaccinazione del mondo, alla fine di ottobre solo il 6 per cento della popolazione risultava immunizzata, secondo i dati forniti dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ma c'è di più: la campagna di vaccinazione è ulteriormente complicata dall'estrema carenza di personale sanitario e di infrastrutture adeguate in cui versano molti popoli. Sono solo alcune considerazioni, che riescono, però, a sintetizzare le grandi disuguaglianze, che caratterizzano la più imponente campagna vaccinale mai messa in atto.

Ne derivano leciti dubbi e domande, signor Presidente. Stiamo davvero percorrendo la strada giusta? Ci siamo davvero impegnati a garantire un accesso equo e universale all'unico strumento in grado di porre la parola fine a questa terribile tragedia? Ci siamo davvero impegnati a conferire ai sieri prezzi accessibili, affinché l'immunizzazione sia davvero un bene pubblico globale? La solidarietà, Presidente, ha animato le nostre migliori intenzioni; abbiamo promosso la parità di accesso ai test, ai trattamenti e ai vaccini, attraverso l'istituzione dell'ACT Accelerator e siamo tra i primi finanziatori di COVAX, il programma di approvvigionamento globale istituito allo scopo di acquistare e distribuire equamente i vaccini in tutto il mondo. Ma la generosità e la beneficenza dei Paesi più ricchi, da sole, non bastano.

Finora sono state distribuite solo 250 milioni di dosi di vaccino ai Paesi economicamente più fragili, cifra ben lontana dalla promessa dei 2 miliardi di dosi entro la fine del 2021 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e sufficientemente esaustiva nel mettere in luce i limiti e conclamare il fallimento morale dello strumento internazionale di donazioni, ancor più evidente se guardiamo all'obiettivo annunciato di raggiungere una copertura vaccinale globale del 70 per cento nel 2022. Senza un deciso cambio di strategia, la strada imboccata sarà soltanto quella delle promesse che non riusciremo a mantenere, costringendo il mondo a pagare un prezzo altissimo. Senza la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini e il necessario trasferimento di know-how e tecnologie attraverso la creazione di un contesto favorevole alla produzione locale nei Paesi più svantaggiati sarà difficile uscire definitivamente da questa tragedia.

Non sono solo di carattere umanitario le motivazioni alla base della richiesta che, formulata per la prima volta attraverso un mio ordine del giorno, il MoVimento 5 Stelle rivolgeva al Governo un anno fa, affinché si adoperasse nelle sedi opportune per sostenere la proposta di India e Sudafrica in favore della sospensione dei diritti di proprietà intellettuale dei vaccini. Lo abbiamo fatto anche qualche mese fa, quando, con una mozione a mia prima firma, approvata a larga maggioranza da tutta la Camera, abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi, in seno all'Unione europea, per una deroga temporanea dei brevetti, come previsto dagli accordi TRIPs.

Vogliamo ribadirlo ancora una volta, Presidente: se i vaccini fossero a disposizione di tutti, ne gioverebbe anche l'economia mondiale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Fondo monetario internazionale stima che, se entro il 2021 non sarà vaccinato il 40 per cento delle persone in tutti i Paesi, le perdite del PIL globale nel prossimo quinquennio ammonterebbero a 5 mila 300 miliardi di dollari, e siamo alla fine del 2021, signor Presidente. È questa la chiave per raggiungere l'equità vaccinale e porre fine definitivamente alla circolazione del virus. Lo ha detto anche lei, Presidente: dobbiamo aiutare i Paesi a basso reddito, compresa l'Africa, a produrre i propri i vaccini. E sono ancora sue le parole, quando diceva che la proposta di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini COVID in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l'incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche, potrebbe essere una strada percorribile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Dobbiamo agire in fretta per offrire reali benefici alla salute mondiale e rispondere ai bisogni dei più poveri. L'alternativa? L'alternativa è dare ancora al virus la possibilità di mutare in nuove varianti, minare l'efficacia dei vaccini e facilitare la sua diffusione in Europa e nel resto del mondo.

Mi avvio alle conclusioni, Presidente. L'Italia è tra i partner più determinati nella volontà di consentire all'Unione il ruolo di garante della sicurezza dei propri cittadini. Siamo convinti che il nostro benessere e la nostra sicurezza possano essere conseguiti attraverso lo sforzo congiunto delle democrazie europee, promuovendo i nostri interessi, i nostri valori e il rispetto dei diritti umani.

Concludo, signor Presidente. Un giorno la pandemia da COVID-19 sarà alle nostre spalle; ora abbiamo la responsabilità di trarre gli insegnamenti e di rimediare alle vulnerabilità che hanno permesso ad un virus di sconvolgere il mondo. Proseguiamo lungo la strada di una risposta univoca alla pandemia, compiendo quelle scelte coraggiose che ci consentiranno di proteggere la salute globale e di far uscire il Pianeta definitivamente dalla drammatica morsa dell'emergenza. Con queste parole, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e mi unisco agli altri gruppi nel formulare a lei e alla sua famiglia un sereno Natale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Gentile e illuminato Presidente, lei si avvia al Consiglio europeo, la Francia al semestre europeo. Lei, con il Trattato del Quirinale ha indicato un interlocutore privilegiato nel Presidente Macron. Lei ricorderà, il 15 aprile 2019, lo sgomento e il dolore per l'incendio di Notre-Dame: la prego, la prego, la prego, parlando al Consiglio europeo con Macron, di dissuaderlo dal fare un massacro di quella chiesa restaurata, la cui cupola ha avuto un danno. L'interno non può in alcun modo essere trasformato in una fiera vagamente mondialista per parlare di tutto e di niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), introducendo l'Asia, l'India, il mondo islamico, l'Africa, Disney. Una chiesa è una chiesa, l'Europa ha radici cristiane (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia): quella chiesa è il tempio del mondo cattolico. Mai nessuno oserebbe, a Westminster o a San Pietro, a Roma, intervenire, stravolgendo, nel nome dell'ateo Macron, un mondo di cultura e di civiltà. Lei è uomo colto, cristiano, sensibile, glielo dica: si trattenga, giù le mani da Notre-Dame. Viva il Cristianesimo, viva l'Italia, viva la grandezza della Chiesa cristiana!

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Boschi, Marin, Fornaro, Lupi, Emanuela Rossini, Magi e Ermellino n. 6-00200, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione della risoluzione Muroni ed altri n. 6-00201.

Considerata l'identità rispetto alla risoluzione testé approvata, i capoversi secondo, terzo, quarto, quinto, sesto e settimo del dispositivo della risoluzione Muroni ed altri n. 6-00201 risultano assorbiti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Muroni ed altri n. 6-00201, per le parti non assorbite, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00202, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00203, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa del disegno di legge n. 3319.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di disegno di legge a Commissione in sede legislativa.

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa del seguente disegno di legge, del quale la sotto indicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 2060: «Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione “Chiesa d'Inghilterra” in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione» (approvato dal Senato) (C. 3319​).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, nella giornata di ieri, nel consueto incontro che la Presidenza della Camera ha con la stampa, lei, a una domanda o a più domande dei cronisti su un fatto di cronaca che carsicamente emerge in relazione all'Aula vuota di Montecitorio, ha risposto qualcosa che suona più o meno così: basta con la retorica dell'Aula vuota. Ecco, Presidente, la volevo ringraziare per queste sue parole (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Lei ha rappresentato e ha difeso l'istituzione rispetto a un modo troppo spesso semplicistico di rappresentarla in maniera negativa, che è certamente più facile e più comodo del conoscerne il funzionamento. Quindi per questo, Presidente, io credo di interpretare il sentimento di molti colleghi nel volerla ringraziare per le parole che lei ha espresso, perché troppo spesso questa istituzione è rimasta sola di fronte alla retorica dell'Aula vuota che troppo spesso ha campeggiato sulle prime pagine dei giornali.

Lo dico a fronte di un'altra notizia, che sono contento di dare all'Assemblea: la Commissione bilancio ha approvato all'unanimità la destinazione alle popolazioni colpite dal terremoto dei risparmi della Camera. Anche quest'anno, 35 milioni che si sommano a quelli realizzati dal 2016 ad oggi, per un totale di oltre 380 milioni. Quanto è più facile denigrare la politica e le istituzioni piuttosto che magari raccontare fatti o elementi positivi? Ecco, Presidente, ancora una volta grazie. Lei ha rappresentato l'istituzione e l'ha difesa. Noi dovremmo fare in modo di rappresentarla, per quel che possiamo e per come possiamo, nella maniera migliore, sapendo che se tutti quanti stiamo qui dentro è perché siamo eletti dagli elettori, rappresentanti del popolo e dobbiamo essere consapevoli del valore, del peso e dell'importanza delle istituzioni democratiche che rappresentiamo e alla cui attività quotidiana partecipiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Signor Presidente, approfitto anch'io di questa opportunità che mi offre il collega per ringraziarla. Lo faccio come ex Presidente della Camera perché, vede, non ha alcun senso dileggiare quest'Aula dicendo che il lunedì mattina non c'è nessuno in Aula. Non ha alcun senso e chi lo fa non conosce i Regolamenti della Camera, perché io non mi sento in colpa di stare in Commissione o di partecipare a delle iniziative nei territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Semplicemente questo!

Dunque, ritengo assolutamente doveroso che ognuno di noi, colleghi e colleghe, invece di soccombere a questa forma di svilimento, ribadisca che in base ai nostri Regolamenti noi facciamo quello che lì è scritto. Allora, o si cambiano i Regolamenti oppure non c'è alcun disdoro che debba ricadere su di noi, signor Presidente. Io lo feci in molte occasioni nella scorsa legislatura, quando l'antipolitica regnava in quest'Aula ed eravamo tutti dei disgraziati e dei disonesti. D'accordo? Ancora ci sono delle code, signor Presidente.

Quindi, io la ringrazio doppiamente, perché lei ha preso una posizione chiara a fianco delle istituzioni. Non c'è nulla da vergognarsi se noi lunedì siamo in Commissione o se facciamo altre attività e sono presenti in Aula i colleghi che sono chiamati a intervenire. Questo è il nostro Regolamento. Allora, o si cambia il Regolamento oppure si deve dire “no” a questo dileggio, ciascuno e ciascuna di noi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELVICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, la Ministra per le Politiche giovanili, il Ministro del Turismo, il Ministro per la Pubblica amministrazione e la Ministra dell'Interno. Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte a tutelare il patrimonio bufalino casertano e a favorire il ricorso prioritario alla profilassi di tipo vaccinale – n. 3-02676)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Sarro ed altri n. 3-02676 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Carlo Sarro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione. A lei la parola.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a distanza di soli 5 mesi, siamo nuovamente qui ad interrogare e a chiedere al Governo quali iniziative intraprendere, perché, di recente, a seguito dell'indagine promossa dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, finalmente la regione Campania ha reso pubblici i dati relativi alle risultanze della profilassi della tubercolosi bufalina e della brucellosi. Ciò che è emerso è semplicemente sconvolgente, perché, negli ultimi 10 anni, i 100.000 capi che sono stati abbattuti sono risultati falsi positivi nella pressoché totalità e, in particolare, sono risultati realmente infetti per la tubercolosi solo l'1 per cento dei capi abbattuti e per la brucellosi appena il 3 per cento, con margini di errore del 99 per cento e del 97 per cento, laddove il Consiglio di Stato fissa al massimo, come margine di errore, il 15 per cento. Quindi, noi chiediamo di conoscere quali iniziative il Governo intenda intraprendere sul punto.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Devo precisare però che risponderò esclusivamente sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Ministero della Salute, che ha competenza esclusiva in termini di politiche di salute pubblica e anche di salute animale. Il Piano di eradicazione della brucellosi bufalina è in attuazione già da qualche decennio sul territorio nazionale. Ad esso si aggiunge il Piano straordinario per il controllo delle malattie infettive della bufala mediterranea italiana, relativo alla brucellosi e alla tubercolosi bufalina, approvato con delibera della giunta regionale della Campania nel maggio 2019 e contenente misure di lotta ed eradicazione sul territorio regionale di malattie infettive e diffusive trasmissibili anche all'uomo.

Tuttavia, nonostante l'adozione di misure straordinarie di polizia veterinaria per fronteggiare efficacemente le due malattie infettive sul territorio, a differenza di quanto riscontrato positivamente in altre regioni, la presenza della brucellosi e della tubercolosi, registrate nell'anno 2020 nella popolazione bufalina della regione Campania, è risultata in forte aumento, soprattutto nelle province di Caserta e Salerno. I risultati del programma di eradicazione attestano un peggioramento della curva epidemica e questa recrudescenza è dovuta anche alla scarsa collaborazione di una parte di allevatori della provincia di Caserta nel raggiungimento dell'obiettivo del programma di profilassi di Stato. La resistenza agli abbattimenti da parte dei proprietari dei capi positivi e la mancata attuazione delle prescrizioni di biosicurezza hanno, peraltro, generato numerosi contenziosi con le autorità sanitarie, determinando l'allungamento dei termini di risoluzione dei focolai e la persistenza di capi infetti nell'area. Per favorire il dialogo e la collaborazione di tutte le parti coinvolte, il 22 luglio di quest'anno il Ministero della Salute, in collaborazione con il mio Ministero e con la regione Campania, ha convocato un apposito tavolo tecnico, cui sono stati invitati l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, l'azienda sanitaria di Caserta, i centri nazionali di riferimento per la brucellosi e la tubercolosi e l'associazione di categoria. In quella sede, sono state esposte le criticità che hanno determinato il persistere delle infezioni sul territorio e sono stati individuati alcuni elementi utili per l'elaborazione da parte della regione Campania di un apposito piano d'azione condiviso dalle parti. Una seconda riunione è stata poi convocata dal Ministero della Salute il 27 ottobre 2021 presso la regione Campania per discutere della bozza di piano elaborato dagli uffici regionali alla presenza di tutti i soggetti interessati. All'esito dell'incontro, il Ministero della Salute ha fornito alla regione Campania ulteriori indicazioni per l'elaborazione di un altro piano specifico per la provincia di Caserta e, in particolare, ha richiesto la previsione di un dettagliato piano operativo di controlli da parte dell'azienda sanitaria di Caserta presso le aziende zootecniche per assicurare il pieno coinvolgimento di tutte le parti interessate. Il Ministero della Salute ha inviato le controdeduzioni al piano elaborato dalla regione Campania ed è stata convocata una nuova riunione il 22 dicembre, al fine di giungere ad un piano operativo condiviso, da attuare a partire dal mese di gennaio 2022. Aggiungo che, ovviamente, le indagini della procura dovranno chiarire se vi siano stati abusi e che, già nel corso di questa estate, su iniziativa di una collega senatrice di Forza Italia, assieme a una collega senatrice di Fratelli d'Italia, abbiamo incaricato uno studio anche rispetto al tema della vaccinazione, come elemento coadiuvante rispetto agli abbattimenti.

PRESIDENTE. Il deputato Carlo Sarro ha facoltà di replicare.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Prendiamo atto delle dichiarazioni del signor Ministro. Naturalmente il tema resta in piedi, perché - per quanto si elaborino nuovi piani e nuove proposte da parte della regione, che ha promosso l'uso di kit diagnostici anche fortemente discutibili alla luce delle risultanze che sono emerse -, vi è la necessità e l'esigenza di intervenire prontamente su questo aspetto, perché il patrimonio che si sta distruggendo costituisce un elemento fondamentale di ricchezza del circuito economico della provincia di Caserta, della provincia di Salerno, della regione Campania e del nostro Paese più in generale e la sua perdita rappresenta qualcosa di profondamente ingiusto. Se resistenze - come lei ricordava - ci sono state da parte degli allevatori, è proprio perché, alla luce di verifiche private disposte successivamente, quindi post mortem, da parte degli allevatori (perché è mancato totalmente il contraddittorio nella fase diagnostica; ricordiamo che questo è un grande limite oggetto di specifica censura da parte della magistratura), di fatto, nella stragrande maggioranza dei casi, sono stati abbattuti capi sani con un danno enorme. Prendiamo atto delle dichiarazioni, soprattutto di quelle relative agli aspetti che lei ha illustrato nella parte finale del suo intervento, sugli approfondimenti relativi alle metodiche diagnostiche e auspichiamo che l'intervento del Governo sia efficace e immediato, per evitare che, ancora una volta, la funzione di supplenza della magistratura debba risolvere problemi che, invece, competono alla politica e alle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza in merito al fenomeno delle cosiddette baby gang, nell'ottica di percorsi di recupero, educazione e integrazione dei minori coinvolti – n. 3-02677)

PRESIDENTE. La deputata Benedetta Fiorini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02677 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

BENEDETTA FIORINI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro e onorevoli colleghi, è recente la notizia del pestaggio ai danni di una studentessa diciottenne di Sassuolo (Modena) da parte di un gruppo organizzato di ragazzi di origine straniera. E' di pochi giorni fa la notizia sconcertante della mamma di Vigevano, colpita con calci e pugni, con 5 giorni di prognosi, per essere intervenuta in difesa del figlio di 11 anni, vessato e ricattato per strada da un gruppo di delinquenti guidato da un tredicenne. Si tratta solo degli ultimi episodi, in ordine di tempo, di un fenomeno che ha assunto dimensioni preoccupanti. Sono numerosi i fatti accaduti anche a Reggio Emilia, Parma e in altre molte città. I dati relativi alla criminalità minorile del Paese confermano uno scenario complesso e su cui appare prioritario richiamare l'attenzione delle istituzioni. Occorre individuare subito soluzioni volte al contenimento di questo fenomeno e al recupero dei minori coinvolti. Dunque, le chiedo quali iniziative il Governo intenda intraprendere in tal senso.

PRESIDENTE. La Ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere.

FABIANA DADONE, Ministra per le Politiche giovanili. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver sollevato una problematica importante. È un tema delicato che riguarda un fenomeno che vede ragazzi e ragazze, spesso anche molto giovani, riunirsi in gruppi con lo scopo di commettere reati e porre in essere comportamenti antisociali.

La pandemia ha reso i fenomeni sociali di questo tipo più vistosi e li ha acuiti, ma senza dubbio ci ha reso anche più consci della presenza degli stessi. Nella consapevolezza che, solo attraverso azioni congiunte, si possa riuscire a prevenire questo tipo di disagio, soprattutto tra le giovani generazioni, a 60 giorni dal giuramento ho istituito e promosso l'istituzione di un tavolo presso il mio dipartimento, il mio Ministero, insieme a tutti i Ministeri coinvolti, proprio per riuscire a svolgere un'attività di mappatura delle azioni messe in atto dalle singole amministrazioni e ad avanzare proposte operative, alcune delle quali sono già diventate iniziative di carattere emergenziale e sono confluite nel “decreto Sostegni-bis”: penso alle risorse per attivare e rinforzare i servizi di neuropsichiatria infantile e di adolescenza presso i servizi sociosanitari; penso agli spazi giovanili, ai centri per le famiglie e ai servizi educativi, oltre che a tutte le attività svolte insieme alle organizzazioni del Terzo settore; penso agli sportelli di ascolto nelle scuole. Il Fondo per le politiche giovanili è stato implementato: si è arrivati ad ulteriori 35 milioni soltanto nel 2021 che, con mio decreto, d'intesa insieme agli enti territoriali, abbiamo espressamente destinato al disagio giovanile e ai comportamenti a rischio; questo in un'ottica preventiva, per riuscire ad agganciarli in una fase preliminare ed evitare che si arrivi allo sfogo in situazioni come quelle rappresentate dagli interroganti.

Inoltre, vorrei soffermarmi sull'importanza di un'azione come quella del Servizio civile universale che oggi festeggiamo come prima Giornata nazionale. Questo istituto è un'incredibile opportunità in termini di offerta umana e formativa per i ragazzi poiché permette loro di agganciarsi al mondo del lavoro, ma anche di fare una straordinaria esperienza in termini di impegno civile ed educativo.

Rappresento il fatto che nella legge di bilancio - sempre per quel che riguarda le mie competenze - è stato istituito e finanziato un fondo destinato alla prevenzione delle dipendenze da comportamento e quasi raddoppiato il Fondo per le politiche giovanili anche per il 2022.

Non mi sento - se posso esprimere un'opinione - di condividere l'opinione rispetto alla definizione del fallimento tout court dell'enorme sforzo compiuto dal comparto scuola nell'ambito dell'educazione dei ragazzi. Penso che la situazione pandemica abbia acuito determinati tipi di difficoltà, ma che sia necessario riuscire a lavorare in ottica preventiva, insieme alle famiglie e insieme alle scuole, ma anche creando spazi per i ragazzi, per evitare che poi il disagio si trasformi in qualcosa di più complesso.

Penso, altresì, che le politiche pubbliche in favore delle nuove generazioni debbano compiere un ulteriore sforzo, perché spesso i fenomeni che sono connessi al disagio mi sento di descriverli come connessi a quella che per loro è una prospettiva di povertà di futuro e su questo dovremo lavorare tutti assieme.

PRESIDENTE. La deputata Benedetta Fiorini ha facoltà di replicare.

BENEDETTA FIORINI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ho ascoltato con molta attenzione le sue parole e, da parlamentare e da madre, sono vicina a tutte le famiglie che vivono situazioni così terribili e così difficili. Quello che desta allarme sociale non è solo la giovane età dei componenti di queste bande, ma soprattutto la particolare aggressività attraverso la quale vengono oggi compiuti questi reati e questi crimini, spesso commessi per motivi futili; una violenza che sta degenerando in maniera spaventosa, probabilmente anche sull'onda di una frustrazione giovanile, alimentata enormemente da questi due anni di pandemia e di pesanti restrizioni.

Purtroppo, continuano a mancare, a nostro avviso, le azioni, anche di carattere normativo, forti e tempestive, realmente capaci di rispondere alla domanda di sicurezza dei nostri cittadini e dei nostri giovani che non devono essere lasciati soli.

Onorevoli colleghi, il più delle volte le Forze dell'ordine provvedono alla semplice identificazione dei minorenni coinvolti, a cui raramente fa seguito un vero percorso di recupero e di rieducazione per questi giovani che spesso provengono da situazioni di grave disagio sociale e familiare, ma non solo. Questo non è più accettabile. È necessario che vengano prese subito, con estrema urgenza, misure che consentano di fermare questi ragazzi e di poterli veramente recuperare ed educare al rispetto delle regole, perché loro sono espressione di un fallimento sociale, educativo e anche scolastico, cui occorre far fronte.

Queste situazioni di disagio finiscono con il gravare inevitabilmente anche sulla scuola che deve spesso supplire alle famiglie sul piano educativo. Per questo ritengo sia prioritario sostenere la scuola, gli insegnanti e, se necessario, anche introdurre nuove figure professionali e qualificate, in modo da assicurare una presenza costante nel percorso scolastico e in quello extrascolastico, capaci di fornire loro modelli di riferimento positivi e legali.

Ministro, concludo: noi continueremo a vigilare e a dar voce ai nostri concittadini, allarmati da questo dilagare di violenze e ci auguriamo si possa quanto prima dare una risposta in termini di sicurezza e di servizi sociali ed educativi che, va detto, se funzionassero, dovrebbero prevenire l'azione delle Forze dell'ordine e delle autorità giudiziarie. Ascoltiamo e reagiamo tutti quanti subito a questi segnali d'allarme che la nostra società ci sta lanciando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza volte a mantenere il controllo italiano del comparto «sistemi difesa» Leonardo ex Oto Melara e Wass – n. 3-02678)

PRESIDENTE. La deputata Gagliardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02678 (Vedi l'allegato A).

MANUELA GAGLIARDI (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, negli ultimi mesi si sono rincorse voci su un disimpegno, da parte di Leonardo, sul comparto dei “sistemi di difesa”, i cui marchi chiave sono la ex Oto Melara e Wass.

Sempre secondo indiscrezioni riportate sulla stampa, avrebbero manifestato interesse all'acquisto della business unit, sia Fincantieri, azienda italiana e partecipata pubblica naturalmente, che soggetti industriali esteri. Questa seconda ipotesi ha innegabilmente provocato reazioni di preoccupazione, legate al mantenimento dei livelli occupazionali, ma soprattutto alla centralità e strategicità di queste produzioni per il sistema difesa del nostro Paese.

Per queste ragioni, signor Ministro, le poniamo questo quesito: quali urgenti iniziative intenda assumere affinché business unit “sistemi difesa” Leonardo ex Oto Melara sia mantenuta interamente sotto il controllo italiano, anche considerando che il Ministero della Difesa rappresenta l'unico committente, e che trattasi di comparto irrinunciabile e che potrebbe essere attivata la salvaguardia prevista dalla golden power.

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha facoltà di rispondere.

LORENZO GUERINI, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. In merito alla possibile cessione della ex Oto Melara e della ex Wass da parte di Leonardo Spa, osservo preliminarmente che siamo ancora nella fase di formulazione di offerte da parte di compagini potenzialmente interessate all'acquisizione di tali rami d'azienda.

Nella constatazione che in questa fase è, quindi, ancora prematuro formulare ipotesi concrete, rappresento, tuttavia, che l'intero Esecutivo, a partire dai Ministri direttamente coinvolti, è attivamente partecipe della vicenda e ne segue l'evoluzione con grande attenzione, trattandosi di assetti di interesse nazionale. È stato, infatti, costituito un tavolo interministeriale tra Ministero della Difesa, Ministero dell'Economia e delle finanze e Ministero dello Sviluppo economico, chiamato a seguire da vicino il percorso di vendita, con l'obiettivo di salvaguardare gli interessi nazionali nel rispetto delle procedure e delle scelte industriali di una società partecipata dallo Stato, nonché quotata sui mercati.

Nonostante il dibattito relativo alla vendita di questi asset sia partito sui mezzi di comunicazione con largo anticipo, ribadisco come siamo ancora in una fase interlocutoria del percorso, in cui non sono state ancora formalizzate offerte vincolanti da parte nessun soggetto, a valle delle quali ci sarà il tempo per un'analisi compiuta, per definire una strategia complessiva e per realizzare tutte le doverose forme di confronto, sia con il territorio nelle sue articolazioni di rappresentanza istituzionale e sociale, che con il Parlamento e con le Commissioni di competenza.

Il Ministero della Difesa, nella sua qualità di cliente privilegiato, è interessato pertanto a salvaguardare gli assetti strategici dell'industria nazionale, guardando contestualmente al consolidamento e al rafforzamento in una dimensione europea.

Questa dimensione è oramai il presupposto indispensabile per mantenere, insieme ai livelli produttivi e occupazionali, anche la necessaria competitività sui mercati nazionale ed estero sui quali la realtà in questione ha una provata capacità di proiezione. In questo contesto, l'obiettivo è lavorare al mantenimento di un presidio nazionale che produce prodotti di assoluta eccellenza, valorizzando nel contempo le competenze in un'ottica di cooperazione industriale europea. In questo quadro, il Dicastero sta promuovendo, in coerenza con gli altri Dicasteri sopra richiamati, attraverso una sinergia inclusiva di tutti i soggetti istituzionali e industriali coinvolti, mirate e condivise linee di azione volte a definire la soluzione più opportuna per salvaguardare il presidio nazionale, garantendo in questo modo una base tecnologica altamente competitiva nel settore della difesa, condizione essenziale su cui poggia la nostra sovranità per poter svolgere un ruolo da protagonisti nell'ambito dei più importanti programmi internazionali. Tutto ciò ferme restando le prerogative del Governo ai sensi del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21 sulla golden power, che potranno essere valutate, ove se ne configuri l'evenienza, nelle opportune sedi. Voglio concludere, onorevoli colleghi, evidenziando come la Divisione sistemi di difesa di Leonardo SpA sia in salute, potendo contare su un portafoglio di ordini cospicuo in tutti i settori - terrestre, navale e subacqueo - con una previsione di investimenti rilevanti nei prossimi 10 anni. Questi investimenti sono destinati a crescere, in prospettiva, grazie al prossimo avvio di importanti progetti di cooperazione europea in ambito sia navale sia terrestre, settore quest'ultimo nel quale si sta affermando l'esigenza di mettere a sistema altre entità strategiche, traguardando un orizzonte di lungo periodo che possa garantire la persistenza della sovranità tecnologica nazionale aperta comunque alle necessarie sinergie e alleanze a livello europeo e internazionale.

PRESIDENTE. La deputata Manuela Gagliardi ha facoltà di replicare.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Ringrazio il Ministro per la risposta. Mi permetto soltanto di dissentire su una parte, quella legata ai tempi. Non è troppo presto, probabilmente, per iniziare ad occuparsi della vicenda. Mi fa piacere sapere che c'è il tavolo e che questo tavolo, nonostante non filtrino, non trapelino informazioni, continua però a lavorare perché la cessione della ex Oto Melara, un'azienda italiana nata a la Spezia, che è la mia provincia, e conosciuta nel mondo, da parte di Leonardo non può essere assolutamente l'ennesima dismissione sottotraccia di un'industria strategica nazionale. Oto Melara rappresenta un'eccellenza mondiale, signor Ministro, nel campo delle tecnologie della difesa, è indubbiamente un'azienda importante per il nostro sistema - come diceva lei - e lo è anche per la mia provincia, perché la mia provincia è molto legata, dicevo, a questa azienda che nasce nel territorio ma che ha poi permesso di costruire anche una serie di altri rapporti e di far insediare, in quello stesso territorio, una serie di altre imprese che lavorano sempre nella difesa. Noi ambiamo a diventare un polo per la difesa e, quindi, non rinunceremo mai all'idea e soprattutto a far procedere chi c'è già, rispetto, magari, ad altre realtà straniere. Vendere, quindi, ad aziende straniere - come dicevo - anche solo una parte delle produzioni, che è l'altro elemento che ha fortemente preoccupato anche i sindacati, signor Ministro, sarebbe un fallimento che non possiamo in alcun modo accettare. Quindi, attiviamo, se necessario, la normativa prevista dal decreto-legge n. 21 del 2012 sulla golden power perché è stata prevista proprio per tutti quegli asset che vengono ritenuti irrinunciabili per il Paese. Credo che la difesa sia uno di questi, credo che queste aziende se lo meritino e devono rimanere italiane; non credo che ci siano altre soluzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Misure a favore del comparto del turismo, anche attraverso un monitoraggio volto ad orientare efficacemente la destinazione di ulteriori risorse ai soggetti maggiormente colpiti dalla crisi economica derivante dalla situazione pandemica – n. 3-02679)

PRESIDENTE. Il deputato Diego Zardini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonomo ed altri n. 3-02679 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DIEGO ZARDINI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la pandemia da COVID-19 ha determinato, soprattutto nel 2020, un'intensa flessione dei flussi turistici in tutto il territorio nazionale, con un calo che ha riguardato in misura più pronunciata la componente internazionale e le aree maggiormente orientate al turismo culturale e invernale.

La crisi ha quindi impattato in maniera significativa, ma non omogenea, su un settore nevralgico dell'economia italiana e le conseguenze sono state un deterioramento delle condizioni occupazionali e un calo del fatturato del settore. Le imprese turistiche hanno fronteggiato il fabbisogno di liquidità con il sistema di garanzie pubbliche e sono state destinatarie di un consistente pacchetto di agevolazioni volte a ridurre il costo del lavoro, agevolazioni fiscali e contributi a fondo perduto, tutte azioni che hanno consentito la tenuta generale del comparto. Il quadro del turismo è molto eterogeneo e per avere una situazione esaustiva delle problematiche del settore e garantire il ritorno del valore di attività pre-COVID sarebbe opportuno effettuare un costante monitoraggio del settore del turismo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

DIEGO ZARDINI (PD). Perciò, sostanzialmente noi siamo a chiedere al Governo e a capire quali siano i settori in maggiore difficoltà per poter indirizzare ulteriori risorse che si rendessero disponibili.

PRESIDENTE. Il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO GARAVAGLIA, Ministro del Turismo. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ha perfettamente ragione l'onorevole interrogante, il quadro del settore non è omogeneo. Ci sono realtà che sono andate abbastanza bene quest'estate, ci auguriamo che quest'inverno vada abbastanza bene. Tuttavia, questo non è sufficiente, ovviamente, per coprire i buchi pregressi e non dobbiamo illuderci che le immagini di spiagge piene siano sufficienti per coprire i 5 mesi di lockdown del 2021 e i 10 mesi dell'anno precedente, che sono tutti nei bilanci delle aziende. Quindi, la situazione non è omogenea e non è risolta. Nel migliore dei casi, un recente studio di Federalberghi dice che arriveremo all'80 per cento quest'anno, rispetto al 2019, con un calo del 20 per cento; ma questa è la media.

Quindi, che fare? Veniamo alle soluzioni, quelle che si possono mettere in campo dal punto di vista finanziario. Poi, per quanto riguarda le regole risponderò alla successiva interrogazione. Condividiamo in toto il fatto che debbano essere messi in campo dei sostegni mirati, cioè che vadano a aiutare in maggiore misura le aziende che hanno avuto cali di fatturato maggiore. Non è più tempo di sostegni erga omnes non differenziati ma bisogna andare a sostegni mirati. Per quanto riguarda le risorse abbiamo, nel bilancio del Ministero del Turismo, 120 milioni nel Fondo nazionale del turismo di parte corrente. Però, questi non servono solo per i sostegni, servono anche per il rilancio e la promozione, che non dobbiamo dimenticare, e c'è una parte in conto capitale di 50 milioni. Più in generale, c'è un fondo di 150 milioni di euro per le aziende ancora in particolare difficoltà per il COVID. Ma questo non basta. È evidente che il settore del turismo è ancora in crisi, nonostante il rimbalzo del PIL il settore è ancora in difficoltà. Un dato secco per capirci: nella sola città di Roma su 1.200 hotel tuttora 450 sono chiusi; oggi, adesso. Per cui è evidente che serve ancora uno sforzo aggiuntivo. L'ho fatto presente più volte in Consiglio dei Ministri; proprio nel Consiglio dei Ministri di ieri i colleghi e il Presidente hanno condiviso la necessità di un ulteriore intervento. Per questioni tecniche non è potuto entrare direttamente nel “decreto COVID” che abbiamo visto e approvato ieri e, quindi, ci sarà un emendamento, immagino del relatore, alla legge di bilancio, al Senato, per prevedere un cospicuo rifinanziamento del Fondo sostegni per il settore turistico.

PRESIDENTE. La deputata Francesca Bonomo ha facoltà di replicare.

FRANCESCA BONOMO (PD). Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro per la sua risposta. Il turismo è uno dei settori economici maggiormente colpiti dai 2 anni di pandemia. Da dati Istat, la spesa turistica degli italiani in Italia e all'estero è calata di 50 miliardi, abbiamo avuto 207 milioni di presenze straniere turistiche in meno, pari a meno del 55 per cento. Come Partito Democratico sono 2 le necessità impellenti che registriamo. Prima di tutto, a 2 anni dalla pandemia e con le diverse misure di ristoro previste dai Governi succedutisi fin qui, sarebbe opportuno e necessario avere uno stato dell'arte più preciso, dettagliato, specifico, ambito per ambito, delle perdite subite dalle varie componenti per poterle aiutare a resistere e a far fronte alla flessione registrata. Faccio un esempio pratico: per il settore delle agenzie di viaggio e tour operator il Governo precedente e il Ministro Franceschini, da marzo a luglio del 2020, a fronte di una perdita di 5,8 miliardi, hanno garantito 657 milioni di contributi, mentre da agosto 2020 a dicembre 2021, a fronte di una perdita di 14,7 miliardi, i contributi sono stati pari a zero.

C'è bisogno di nuovi aiuti - e quindi differenziati rispetto alle perdite effettive - e c'è bisogno di prorogare per il settore turistico la cassa integrazione e gli sgravi fiscali per i dipendenti. La seconda necessità impellente è quella di aprire un tavolo permanente interministeriale con la presenza di un rappresentante del Ministero della Salute e del MEF - oltre, appunto, al Ministero del Turismo - perché in questo settore la programmazione strategica e i cambiamenti di condizioni (vedasi, per esempio, i tamponi in entrata e in uscita) devono essere programmati per tempo; in alternativa, bisognerà prevedere un sistema automatico di rimborso o voucher, così come riconosciuto in passato. Non si può andare avanti con ordinanze che cambiano procedure e organizzazioni nel pieno di una stagione, che per qualcuno sarà pure di vacanza e di festa, ma per qualcun altro è di lavoro e di sopravvivenza.

Queste, signor Ministro, sono le proposte che ci sentiamo in dovere di avanzare per venire incontro a coloro che vivono il settore del turismo. Oggi abbiamo il dovere di mettere in campo tutte le risorse e tutte le soluzioni possibili perché il settore turistico italiano nel suo insieme non venga ulteriormente bombardato e massacrato nella guerra che stiamo combattendo contro il Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte a sostenere la ripresa del comparto del turismo – n. 3-02680)

PRESIDENTE. Il deputato Bendinelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Mor ed altri n. 3-02680 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DAVIDE BENDINELLI (IV). Grazie, Presidente. Lo sviluppo della pandemia da COVID-19 nel 2020 e anche nei primi mesi del 2021, purtroppo, ha provocato una battuta d'arresto importante nel settore e nel comparto del turismo, in termini di riduzione di fatturato, di indotto, di aumento della disoccupazione del settore stesso. La stagione sciistica 2021 era iniziata sotto il segno dei migliori auspici: sono state riaperte le piste da sci, sono ripartite fortemente anche le prenotazioni del settore e delle strutture ricettive. Purtroppo, poi, il diffondersi della variante Omicron ha creato una nuova battuta d'arresto; purtroppo stiamo registrando circa il 50 per cento delle disdette nelle strutture ricettive turistiche, soprattutto nelle località di montagna. Allora, appare chiaro che ci sia la necessità da parte del Governo di dare delle risposte e delle informazioni che siano le più certe possibili per quello che riguarda la stagione sciistica, ma anche per quello che riguarda la situazione del turismo internazionale, considerati anche i limiti posti agli ingressi degli stranieri per entrare nel nostro Paese, a differenza di quanto praticato dagli altri Paesi europei.

PRESIDENTE. Il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO GARAVAGLIA, Ministro del Turismo. Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli. Ad integrazione di quello che si diceva prima, per la parte riguardante i fondi, confermo che, d'intesa con il Ministro Orlando, la settimana prossima il Ministro Orlando aprirà un tavolo per la prosecuzione della cassa integrazione del settore, ovviamente necessaria, alla luce della situazione non ancora chiaramente risolta. Quindi, questo è il primo punto importante.

Delle risorse abbiamo già detto; vedremo poi cosa deciderà il Senato in merito all'importanza dello stanziamento aggiuntivo al fondo.

Per quanto riguarda le regole, perché qui non è solo una questione di risorse, ma è anche una questione di regole. Giustamente, gli onorevoli interroganti fanno riferimento alle differenti regole che spesso il nostro Paese ha rispetto ad altri Paesi. Questo è oggettivamente un problema. Faccio due considerazioni: è opportuno avere la massima uniformità; motivo per cui abbiamo chiesto proprio al Ministro Speranza di aprire ulteriori corridoi in sicurezza (esemplifico, pensando a Cuba, Capo Verde, Oman, Yucatan, che sono Paesi sicuri e dove si può andare in sicurezza). Questo, oltre a dare la possibilità di fare un po' di fatturato aggiuntivo - che non guasta, chiaramente, in un momento di enorme difficoltà per il settore - è anche opportuno dal punto di vista del buonsenso, perché è difficile spiegare a un italiano che fa una crociera ai Caraibi che lui non può scendere e il francese sì. Lo stesso se va nel Mar Rosso, in Oman, per cui lui non può scendere e il francese sì. Queste differenti regole mettono in enorme difficoltà proprio la programmazione e l'organizzazione del settore, per cui mi auguro che si trovi presto una soluzione anche per quanto riguarda i possibili corridoi aggiuntivi che si possono aprire.

Per quanto riguarda lo sci, anche qui cerchiamo di fare un po' di chiarezza. Le regole consentono una serena stagione sciistica: serena. Si può sciare addirittura in fascia arancione e non esiste più la possibilità di blocchi fra regioni di colore diverso. Quindi, non ha senso “sprenotare”, per capirci; oltretutto gli operatori danno il massimo della flessibilità possibile in questi termini. Quindi si può prenotare tranquillamente la stagione sciistica, in particolare in questo periodo. Auspichiamo, quindi, che il tutto vada nel migliore dei modi, ma - se mi permettete - prima di concludere dovremmo anche cercare di dare dei messaggi minimamente positivi (il che non vuol dire che va tutto bene, perché sappiamo che ci sono dei problemi, però siamo ormai abituati a convivere con il COVID).

Sono stato a Madrid due settimane fa per l'assemblea generale dell'Organizzazione mondiale del turismo e più ministri e più operatori mi hanno riferito la perplessità rispetto alla comunicazione, ossessivamente negativa, che il nostro Paese dà. Se iniziassimo a parlare un po' meno di COVID e un po' più di sviluppo, sarebbe meglio (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Mor ha facoltà di replicare.

MATTIA MOR (IV). Grazie, Ministro, per la sua replica. Noi non possiamo che essere stra-d'accordo con lei sul fatto che bisogna comunicare meglio il fatto che non ci debba essere una crisi di fiducia e una crisi di paura; però questa deve cominciare ad essere una vostra comunicazione, nel senso che deve essere una comunicazione che il Governo dà in questo mondo, coordinandosi con gli organi di stampa in questa direzione. In merito a quanto detto, siamo contenti di sentire che ci saranno delle risorse aggiuntive previste dal passaggio al Senato, così come prendiamo atto in maniera positiva del fatto che ci possa essere un'ulteriore cassa integrazione destinata ai lavoratori del comparto.

In merito ai corridoi, è chiaro che è importantissimo dare ai nostri concittadini e a tutti noi la possibilità, ove possibile, di poter viaggiare in sicurezza nei Paesi esteri, ma ricordiamo che i corridoi devono essere corridoi anche di entrata per i turisti internazionali che, in sicurezza, possono venire qui da noi e che quindi non vanno, da un lato, spaventati con una stampa eccessivamente negativa e dall'altro vanno incentivati a venire qui in sicurezza. Penso a una sicurezza che deve essere un po' un bilanciamento tra le necessità dell'industria turistica, che noi chiediamo di sostenere, e la sicurezza sanitaria dei nostri cittadini. Quando abbiamo sentito Angela Merkel dire che rispetto alla Germania avrebbe voluto essere in questo senso in Italia per una situazione di maggiore sicurezza, c'è stato un commento da chi in generale, come popolo, non è mai tenero nei nostri confronti. È qualcosa che ci ha riempito di orgoglio, ma soprattutto che riempie di orgoglio le nostre imprese, che riescono, grazie alla gestione vaccinale accorta svolta in questi mesi dal Governo, alla campagna vaccinale e a tutto ciò che questo ha portato, ad avere una situazione economica e sanitaria migliore.

Detto ciò, quindi, vogliamo che si vada avanti in questo senso, che si sostengano le imprese laddove avranno delle inevitabili perdite, ma che tutti insieme facciamo un'attività di buon senso affinché non possa esserci un eccesso di paura che vada a bloccare una stagione che, come ricordava il collega, era iniziata bene, soprattutto per il turismo invernale, che dovrà continuare bene e non potrà continuare in maniera difficile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza per la rapida erogazione dell'indennità di specificità infermieristica prevista dalla legge di bilancio per il 2021 – n. 3-02681)

PRESIDENTE. Il deputato Cecconi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02681 (Vedi l'allegato A).

ANDREA CECCONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Ministro. Veniamo da due anni molto duri per il nostro Paese, per i nostri bambini e i nostri ragazzi, per chi ha perso una fonte di reddito, per chi ha perduto una persona cara. Tutte queste difficoltà sono state affrontate da tutto il Paese, ma soprattutto, essendo una crisi sanitaria, dal nostro Servizio sanitario nazionale e, in maniera esemplare, da tutti i professionisti che in questi anni, grazie alla loro caparbietà, hanno combattuto contro la pandemia. Nei loro confronti va tutta la nostra riconoscenza. Com'è giusto che sia, il Governo insieme al Parlamento hanno tentato di sostenere da una parte il sistema sanitario, aumentando personale, strutture e macchinari, dall'altra sostenendo e gratificando economicamente i professionisti sanitari; ma anche quando si stanziano centinaia di milioni di euro per aumentare gli stipendi degli infermieri, questi rimangono nel cassetto, in attesa che venga rinnovato un contratto collettivo. Ministro, comprendo tutte le difficoltà nel dover rinnovare un contratto che ha una sua complessità, ma sapere che si tengono milioni di euro fermi, quando questi potrebbero già essere nelle mani e nella disponibilità dei nostri infermieri, è veramente spiacevole. Le chiedo oggi in quest'Aula di dire a tutti gli infermieri che le promesse ormai fatte un anno fa verranno rispettate e che presto l'indennità di specificità verrà loro erogata.

PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Con l'obiettivo di valorizzare il servizio della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria presso le strutture del Servizio sanitario nazionale, come ben sa l'interrogante, l'articolo 1, comma 407, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, la legge di bilancio per il 2021, ha previsto, a decorrere dal 1° gennaio 2021, un incremento del 27 per cento degli importi annui lordi, comprensivi della tredicesima mensilità, dell'indennità di esclusività di cui all'articolo 15-quater, comma 5, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, previsto in favore dei dirigenti medici, veterinari e sanitari con rapporto di lavoro esclusivo. Contestualmente con l'obiettivo di riconoscere e valorizzare il ruolo strategico degli infermieri dipendenti delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale, reso ancor più di evidente durante la pandemia da COVID-19, ai fini del riconoscimento e della valorizzazione delle competenze e delle specifiche attività dagli stessi svolte, l'articolo 1, comma 409, della medesima legge di bilancio ha previsto, a decorrere dal 1° gennaio 2021, il riconoscimento agli stessi di un'indennità di specificità infermieristica quale parte del trattamento economico fondamentale nell'ambito della contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2019-2021, relativa al comparto “sanità” e nei limiti dell'importo complessivo annuo lordo di 335 milioni di euro. La definizione della predetta indennità di specificità infermieristica è stata rinviata alla contrattazione collettiva nazionale 2019-2021. Si stanno concludendo i contratti, lo dico in maniera molto semplice, la prossima settimana, molto probabilmente, si chiuderanno i contratti dell'area nazionale dei settori centrali e subito dopo ci sarà la chiusura dei contratti “sanità” e degli enti locali. Quindi, posso rassicurare l'interrogante che entro pochissime settimane e, comunque, a decorrere dal 1° gennaio 2021, come previsto dalla legge, sarà erogata l'indennità di cui all'interrogazione. Quindi, tutto si sta concludendo; purtroppo, presso l'ARAN la contrattazione dei vari comparti ha preso praticamente un anno di tempo, ma siamo alle fasi conclusive, per cui dalla prossima settimana cominceranno, mi auguro e spero, a perfezionarsi tutti i comparti e, quindi, a ruota anche il comparto della sanità, con le decorrenze previste dalla legge.

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Cecconi ha facoltà di replicare.

ANDREA CECCONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la gentile risposta. Noi in Parlamento facciamo le manovre finanziarie, facciamo le leggi, poi, la contrattazione collettiva la fa l'ARAN e la fa il suo Dipartimento che chiaramente ci metterà tutto l'impegno, però, ci ha messo un anno di tempo per un contratto che, come sappiamo, è scaduto ed entra in mora sempre; tutte le volte che si deve fare un contratto collettivo del comparto della sanità si fa sempre in mora e forse è arrivato il tempo che si cominci a stare un po' al passo coi tempi e non si debba attendere sempre qualche anno prima di veder riconosciuto quello che deve essere riconosciuto ai professionisti nel nostro Paese. Gli infermieri sono molto pochi rispetto a quelli necessari, sono poco pagati rispetto ai nostri partner europei, meno, molto meno pagati e hanno dato molto, anzi, forse, hanno dato troppo, in questi ultimi due anni. Un ex Presidente del Consiglio, che era seduto nei banchi dove siede oggi lei, aveva avuto l'ardore di dire che gli infermieri non sarebbero stati dimenticati; ecco, quel Presidente del Consiglio non c'è più, ma io vorrei che quella promessa fosse mantenuta anche dai futuri Governi e anche da chi, come lei, Ministro, si occupa della contrattazione di tutta la pubblica amministrazione e, nel caso specifico, anche del comparto del Servizio sanitario nazionale. Sono contento e spero veramente, come lei ci ha oggi riferito, che la contrattazione sia arrivata a conclusione e che veramente nel giro di poco tempo, di poche settimane, si possa vedere un nuovo contratto giusto, corretto e in linea con i tempi per i nostri professionisti sanitari. Non vorrei che si ripetesse quello che si è ripetuto ormai quattro anni fa, quando al suo posto c'era la collega Madia e si fece un contratto collettivo a ridosso delle elezioni, anche un po' come grimaldello elettorale per utilizzare gli infermieri come merce di scambio elettorale. Quella volta non portò certo alcun beneficio al partito di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco).

(Iniziative di competenza volte allo “sblocco” del turnover nel settore degli enti locali – n. 3-02682)

PRESIDENTE. Il deputato Luca Pastorino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fornaro e Pastorino n. 3-02682 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente e grazie, signor Ministro. Il tema è molto noto e sta molto a cuore a questo gruppo, ovvero il tema del turnover del personale degli enti locali che negli anni ha conosciuto vicissitudini e restrizioni che hanno portato ad un non corretto funzionamento del sistema degli enti locali. Le cose negli anni si sono un po' evolute, ma la domanda è molto chiara: quali azioni intenda intraprendere per arrivare a uno sblocco del turnover, adeguando le piante organiche, in particolare nell'ambito degli enti locali, affinché possano avere il personale necessario per svolgere appieno il loro servizio.

Ci sono poi altre questioni un po' antiche, tipo i limiti stabiliti dall'articolo 9 del decreto n. 78 del 2010, ovvero i limiti delle spese di personale a tempo determinato. Il tempo determinato non è un traguardo per i comuni, ma in certi comparti, quali ad esempio la Polizia municipale, avere ancora oggi come riferimento la spesa storica del 2009 ci sembra un elemento che può essere superato, anche perché se un comune aveva speso 10, può spendere 10, se ne aveva spesi 100, ne può spendere 100. Questo è un criterio che, a nostro avviso, andrebbe superato.

PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la Pubblica amministrazione. Grazie, signor Presidente, ringrazio anche il collega interrogante. È all'attenzione del Governo la necessità rappresentata recentemente in più sedi dai rappresentanti degli enti locali di provvedere con urgenza ad una revisione della disciplina sui limiti delle capacità assunzionali degli enti locali. Già da tempo, dal 2019, con la legge n. 56, è stato formalmente superato il tetto, il blocco del turnover, inteso quale limite aprioristico alla capacità delle amministrazioni di assumere, vincolandole entro certi limiti di legge prestabiliti. Tuttavia, il Governo non è rimasto indifferente al grido di dolore degli enti locali e alla richiesta di un rafforzamento della capacità amministrativa e progettuale, per permettere loro di affrontare la sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma direi anche dell'ordinaria amministrazione. Grazie al confronto serrato con i sindaci, i presidenti di province e di città metropolitane e il lavoro congiunto che abbiamo svolto con le Ministre Carfagna e Gelmini e col sottosegretario Garofoli, è stato predisposto un pacchetto di interventi normativi e amministrativi tale da superare le criticità oggi esistenti e soddisfare la domanda di personale degli enti locali, collegata anche all'aumento degli investimenti fissi lordi e al conseguente fabbisogno di professionalità tecniche qualificate.

Le misure si muovono su due direttrici parallele contestuali, ovvero, per via normativa, attraverso un intervento emendativo al decreto-legge n. 152 del 2021 contenente disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza - che, proprio oggi, dovrebbe essere esaminato ed approvato (emendamento 31.010) - e attraverso il disegno di legge di bilancio e, per via amministrativa, attraverso la circolare MEF della pubblica amministrazione e il decreto ministeriale di mia competenza per province e città metropolitane.

I trasferimenti previsti nel disegno di legge di bilancio a favore degli enti locali a decorrere dal 2022 per diverse centinaia di milioni, da 100 milioni di euro per l'anno prossimo, fino a 600 milioni di euro nel 2026, per funzioni distinte che permettano comunque di aumentare le capacità assunzionali anche a tempo indeterminato; un intervento amministrativo ovvero una circolare in merito all'applicazione dell'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 80 del 2021 che sta per essere adottata dal MEF, finalizzata a semplificare e accelerare le procedure autorizzatorie per le assunzioni, attraverso l'indicazione preventiva di parametri di spesa a valere sui quadri finanziari degli interventi PNRR in base ai quali le amministrazioni attuatrici dei progetti potranno assumere e conferire incarichi rapidamente.

L'adozione di tutto questo pacchetto - vado alla sostanza - consentirà, nell'arco dei prossimi cinque anni, di recuperare quasi totalmente, vorrei dire totalmente, quello che si è perso negli ultimi dieci, vale a dire circa 70.000 forze di lavoro che si sono perse in ragione della crisi del decennio precedente. Questo è stato il mio impegno, questo per rispondere al grido di dolore di Parma e questo è il pacchetto che abbiamo messo insieme nel dialogo con le amministrazioni locali e che dovrebbe risolvere, in maniera strutturale, i problemi di funzionalità, anche in termini di capitale umano degli enti locali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Federico Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, ha dato un quadro di interventi che sicuramente va nella direzione della nostra interrogazione. C'è la condivisione di una preoccupazione ed è giusto ricordare i dati: gli enti locali hanno perso il 18,5 per cento negli ultimi dieci anni e il 29,1 per cento del personale negli ultimi vent'anni. Quota 100 è stato un fattore molto forte soprattutto nella pubblica amministrazione. Oggi vi sono comuni in grandissima difficoltà in diversi settori, ad esempio quello dell'anagrafe (vedo qui il Ministro dell'Interno), e in molte realtà vi sono difficoltà anche nella gestione, per esempio, di tutte le pratiche relative ai richiedenti asilo. Ma soprattutto c'è una problematica tecnica e questo lo abbiamo ribadito. Vi è poi la questione del PNRR, come lei giustamente ha detto, vi è la cosiddetta ordinaria amministrazione - che vuol dire piani regolatori - ma soprattutto una capacità progettuale che oggi è richiesta fortemente per i comuni che non dispongono di quelle professionalità. Vorrei anche cogliere un elemento: il tempo indeterminato. Il tempo indeterminato vuol dire poter investire sulle risorse umane, vuol dire fare progetti a medio e lungo termine, vuol dire costruire. Da questo punto di vista, quindi, crediamo che lo sforzo che è fatto e che dovrà essere fatto vada in questa direzione: rafforzare la capacità progettuale dei comuni per dare risposte ai cittadini, soprattutto perché i comuni sono e rimangono anche uno straordinario motore di sviluppo.

(Iniziative volte a favorire un maggiore ricorso al lavoro agile presso le pubbliche amministrazioni, anche in considerazione della situazione pandemica, nonché in ordine all'accesso semplificato per i lavoratori cosiddetti fragili dopo il 31 dicembre 2021 – n. 3-02683)

PRESIDENTE. La deputata Alaimo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02683 (Vedi l'allegato A).

ROBERTA ALAIMO (M5S). Grazie Presidente. Ministro, dal 15 ottobre la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa ordinaria nelle pubbliche amministrazioni è soltanto quella svolta in presenza. È stata adottata questa decisione senza rendere note e pubbliche le risultanze dell'attività di analisi svolta dall'Osservatorio sugli effetti del lavoro agile e sull'organizzazione delle amministrazioni. Siamo in piena situazione pandemica: vi è un preoccupante aumento di casi di contagio per l'arrivo dell'inverno e per la diffusione della variante Omicron. Il Premier Draghi oggi in Aula ha parlato di massima attenzione nella gestione della pandemia: quali iniziative intende adottare il Ministro in primis per i lavoratori fragili, ma non solo?

PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la Pubblica amministrazione. La ringrazio in maniera particolare perché la vostra interrogazione mi dà modo di rappresentare con estrema precisione, ma anche tempestività, quanto abbiamo approvato ieri in Consiglio dei Ministri.

Il Consiglio dei Ministri di ieri ha prorogato fino al 31 marzo 2022 lo stato di emergenza, di fatto non innovando nulla rispetto alla condizione che abbiamo vissuto nel corso del 2021. Il Paese sta crescendo, come mai prima d'ora, e la piena riapertura delle pubbliche amministrazioni, grazie al rientro in presenza dei dipendenti, ha consentito di sostenere l'impegno delle imprese ad una nuova ripartenza che stiamo vivendo e alle sfide che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci impone.

In questo contesto il Governo - e ho piacere di comunicarglielo in Aula - non si è certo dimenticato di confermare gli strumenti di tutela già oggi vigenti a favore dei cittadini che, per particolari condizioni soggettive, sono maggiormente esposti al rischio di contagio da COVID-19 e alle sue conseguenze.

È per questo motivo che, all'articolo 9 del decreto-legge approvato ieri, oltre alla proroga delle misure a tutela dei lavoratori affetti da particolari condizioni di salute, è stata prevista la rapida adozione di un decreto interministeriale (Salute, PA e Lavoro), finalizzato ad individuare le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali fino al 31 marzo 2022 la prestazione lavorativa è normalmente svolta, nel rispetto dei contratti collettivi, in modalità agile. Quindi, per tutti questi lavoratori continuerà la possibilità di svolgere la loro prestazione lavorativa in modalità agile. Con questo provvedimento, in particolare, si uscirà dal cono d'ombra in cui hanno trovato riparo molte situazioni non necessariamente connotate da condizioni di rischio particolarmente grave e saranno definite chiaramente le condizioni al ricorrere delle quali il lavoratore sarà preferibilmente impiegato in modalità agile sulla base dei contratti di lavoro.

Voglio comunque ribadire anche in questa occasione che le amministrazioni hanno già la massima libertà di raggiungere i livelli di lavoro agile che vogliono e che reputano più idonei a raggiungere i massimi livelli di efficienza e di efficacia della propria azione, senza alcun limite minimo o massimo che ne ingabbi la capacità organizzativa. Nella contrattazione collettiva del comparto Funzioni centrali, che l'Aran e le parti sociali si stanno apprestando a concludere, è presente, per la prima volta, una disciplina negoziale di questa modalità di lavoro e domani, in Conferenza unificata, saranno approvate le linee guida adottate dopo un sereno e costruttivo confronto con le organizzazioni sindacali. Nel rispetto degli atti di programmazione previsti a legislazione vigente, dunque, primi tra tutti il PIAO, le amministrazioni definiranno le loro modalità organizzative più adatte alle loro esigenze, senza bisogno di ulteriori stimoli o paletti, ivi compresi i lavoratori cosiddetti fragili.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Federica Dieni.

FEDERICA DIENI (M5S). Grazie Presidente, grazie Ministro per la risposta. È positivo che si sia deciso di prorogare, insieme allo stato di emergenza, anche questa possibilità di lavoro per i dipendenti fragili, perché ovviamente dobbiamo tutelarli e nel miglior modo possibile. Però lo smart working, Ministro, non è una modalità solo attraverso la quale si possono tutelare questi lavoratori, ma è una modalità attraverso la quale si concepisce proprio il lavoro in maniera totalmente differente, ossia un lavoro che viene valutato in base al risultato, in base a quello che si produce, non in base alla presenza sul posto di lavoro, che non è indice di alcunché.

Le linee guida che si stanno per adottare sono basate, a nostro avviso, su un presupposto sbagliato. Noi, in piena pandemia, con la nostra Ministra Dadone, avevamo invertito la modalità di concepire il lavoro nella pubblica amministrazione, ossia con un lavoro agile, un lavoro che è vero che non sempre era stato disciplinato, ma che aveva consentito alla pubblica amministrazione di erogare i servizi. Infatti, i servizi sono stati erogati; in piena pandemia l'INPS è un esempio di quanti servizi sono stati erogati in maniera molto efficiente agli utenti. Per esempio, da utente, a me non interessa vedere il dipendente fisso in ufficio: a me interessa che il documento mi sia consegnato e, magari, anche in maniera agevole, senza dover fare file, senza dover prendere un giorno di permesso per andare a ritirare un documento. Quindi, questo si può fare attraverso la digitalizzazione, un'altra modalità di lavoro che noi auspichiamo che venga disciplinata e incentivata. Queste linee guida, invece, sembrano incentivare i lavori in presenza e disincentivare il ricorso allo smart working, perché ovviamente presuppongono una serie di requisiti che devono essere di volta in volta negoziati.

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICA DIENI (M5S). Concludo. Quantomeno nell'emergenza, cerchiamo almeno di tutelare l'ambiente, di tutelare la possibilità dei dipendenti di lavorare diversamente, soprattutto per quelli che hanno figli piccoli, che non sempre possono prendersi giorni per assistere i bambini che sono messi in quarantena. Quindi, su questo serve la massima urgenza, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Chiarimenti in ordine alla vicenda che ha portato alle dimissioni del Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, in relazione ad una recente inchiesta giudiziaria che vede coinvolta la moglie con riguardo ad ipotesi di sfruttamento di braccianti extracomunitari – n. 3-02684)

PRESIDENTE. Il deputato Deidda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02684 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente. Signora Ministro, siamo d'accordo: è di tutta evidenza, che le responsabilità penali siano personali e non siano trasferibili ai coniugi, ma è altrettanto vero che la vicenda che ha coinvolto la moglie del prefetto e capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, che la include tra le 16 persone accusate di caporalato dalla procura di Foggia, è gravissima. Noi non vogliamo sostituirci ai tribunali, ma vogliamo denunciare, ancora una volta, una fallimentare gestione della questione immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si parla di caporalato, si parla di sfruttamento dell'immigrazione, si parla di migliaia di immigrati che vengono sfruttati nei campi, e questa non è una denuncia nuova che noi facciamo: in Puglia, con il collega Gemmato, ma tutta Fratelli d'Italia ha sempre denunciato da anni e ha chiesto a lei di intervenire. E di tutta risposta, cosa ci è sempre stato detto? No, è tutto sotto controllo, siete demagoghi, sicuramente è una questione di razzismo e, invece, la questione interessa 10 aziende agricole, con un giro d'affari complessivo di 5 milioni di euro l'anno, e una di queste ha tra i propri soci amministratori la moglie del prefetto. Le chiediamo quali siano le responsabilità in capo alla figura apicale e se ci siano protocolli operativi che stabiliscono inequivocabili ipotesi di incompatibilità fra qualsivoglia funzionario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Grazie, Presidente. Gli onorevoli interroganti, in merito all'indagine giudiziaria della procura della Repubblica di Foggia per il reato di caporalato, che vede coinvolte 16 persone, tra le quali anche la moglie del prefetto Di Bari, chiedono di conoscere quali siano le responsabilità addebitabili al prefetto, già al vertice del Dipartimento per le libertà civili e per l'immigrazione. Inoltre, si chiede di sapere se sussista una regolamentazione volta a evitare commistioni tra la titolarità di incarichi dirigenziali nella gestione dell'immigrazione e lo svolgimento di attività, anche di carattere economico, riguardanti la stessa materia.

Riguardo al primo profilo, ritengo necessario precisare che nei confronti del prefetto Michele Di Bari non è emerso alcun coinvolgimento, di tipo diretto o indiretto, nell'accennata vicenda giudiziaria né alcun collegamento dei fatti investigativi con la carica da lui rivestita di capo Dipartimento. Non di meno, il prefetto Di Bari ha, comunque, immediatamente rassegnato le dimissioni dal suo incarico, in ossequio a quelle esigenze di trasparenza cui gli interroganti fanno riferimento e dando prova di quel senso della responsabilità che sempre deve connotare i comportamenti di un dirigente pubblico di alto profilo.

Per quanto riguarda, invece, l'altro aspetto evocato dall'interrogante, assicuro che il Ministero dell'Interno applica con rigore ai propri dirigenti la normativa in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, che, nel decreto legislativo n. 39 del 2013, la cosiddetta legge Severino, trova il suo caposaldo. Il Ministero dell'Interno applica, altresì, ai propri dirigenti il codice di comportamento, adottato con decreto ministeriale dell'8 agosto 2016, altro strumento fondamentale di affermazione e diffusione dei principi etici di diligenza, lealtà, imparzialità, cui devono attenersi tutti i dipendenti dell'Amministrazione.

Va precisato che tali regole trovano puntuale applicazione per le attività di rilievo economico che si svolgono in qualsiasi campo, anche in quello della gestione dell'accoglienza, che, peraltro, non è oggetto dell'inchiesta giudiziaria della procura della Repubblica di Foggia.

È appena il caso di ricordare che le verifiche in materia di inconferibilità e incompatibilità, naturalmente, hanno riguardato, nel corso della sua carriera, anche il prefetto Michele Di Bari in tutti i vari e delicati incarichi da lui ricoperti.

PRESIDENTE. Il deputato Prisco ha facoltà di replicare.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, noi non siamo soddisfatti della sua risposta, come, in realtà, non siamo soddisfatti della sua gestione dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non vogliamo entrare certamente nei fatti di cronaca giudiziaria, sarà la magistratura ad accertare, ovviamente, le responsabilità, laddove vi fossero. Certamente, lei non sfuggirà e non sfugge alle responsabilità che ha in materia di gestione, anzi, peggio, di mancata gestione dell'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché è un fatto che, dal 2019 ad oggi, siano 6 volte maggiori i numeri di sbarchi illegali, come è un fatto che è quanto meno inopportuno che chi gestisce le politiche dell'immigrazione abbia, in qualche modo, interessi diretti o indiretti, anche familiari, nella medesima materia, lo comprenderà da sé (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vede, Ministro, anche il Presidente del Consiglio Draghi ha ammesso che l'immigrazione clandestina è ormai fuori controllo e, quindi, non è un'ossessione di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia, ma un fatto conclamato dai dati. Quindi, ci chiediamo e le chiediamo perché non avete sottoscritto la lettera insieme agli altri 12 Paesi europei, che chiedevano di utilizzare il bilancio dell'Unione europea per fermare l'immigrazione clandestina; le chiediamo e vi chiediamo perché non vi battete per fermare questa ipotesi di riforma di Schengen voluta da Macron, che, di fatto, escluderebbe da Schengen ogni Paese che non trattiene gli immigrati irregolarmente sbarcati su quelle terre nel proprio Paese. In primis, lo capisce anche lei, ovviamente, questo riguarderebbe l'Italia. Poi, la terza domanda la faremmo al Presidente Draghi, sul perché ancora la tenga al suo posto, ma capiamo che lei su questo non può rispondere direttamente.

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Concludo, Presidente. Quando Fratelli d'Italia chiede - e concludo, Presidente - che bisogna rispondere alle imprese e al lavoro con la manodopera e l'immigrazione regolare è un concetto diverso da quello che propone la sinistra, da quel concetto di far sbarcare migliaia di disperati sulle nostre coste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo.

EMANUELE PRISCO (FDI). …per poi poterli sfruttare nei campi come facevano i negrieri in America nell'Ottocento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Concludo, Presidente, chiedendo al Ministro di fermare, in primo luogo, l'immigrazione clandestina…

PRESIDENTE. La ringrazio.

EMANUELE PRISCO (FDI). …ed evitare che l'Italia diventi il campo profughi d'Europa, innanzitutto, prendendo atto del suo fallimento e dimettendosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Barelli, Bergamini, Brescia, Brunetta, Butti, Casa, Cavandoli, Comaroli, D'Incà, D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Ferri, Gregorio Fontana, Frassinetti, Gebhard, Giachetti, Maggioni, Magi, Marin, Molinari, Paita, Perantoni, Ravetto, Rotta, Ruocco, Serracchiani, Stumpo e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 108, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Convalida di deputati.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 15 dicembre 2021, ha verificato non essere contestabili le elezioni suppletive dei seguenti deputati in collegi uninominali delle circoscrizioni Toscana e Lazio 1:

XII Circoscrizione - Toscana

Collegio uninominale n. 12: Enrico Letta

XV Circoscrizione - Lazio 1

Collegio uninominale n. 11: Andrea Casu.

Comunico, inoltre, che la Giunta delle elezioni, nella medesima seduta, ha verificato non essere contestabile l'elezione del deputato Andrea Gentile, proclamato nella XXIII Circoscrizione Calabria, collegio plurinominale 01.

Colleghi, se vogliamo cortesemente prendere posto e iniziare facendo silenzio, partecipando a questa seduta pomeridiana…

Concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, la Giunta ha, pertanto, deliberato di proporne la convalida.

Do atto alla Giunta di queste proposte e dichiaro convalidate le suddette elezioni.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2426 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (Approvato dal Senato) (A.C. 3395​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3395: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.

Ricordo che nella seduta di ieri i rappresentanti del Governo hanno espresso il parere sugli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 3395​)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3395/1 Bitonci sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Chiedo al presentatore se intenda accettare tale riformulazione. La risposta è affermativa. Ordine del giorno n. 9/3395/2 Cavandoli: la proposta di riformulazione viene accolta? Sì. Ordine del giorno n. 9/3395/3 Comaroli, con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/4 Rizzetto, favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3395/5 Giaccone, favorevole con riformulazione: viene accettata? Affermativo. Ordine del giorno n. 9/3395/6 Mollicone, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/7 D' Ippolito, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/8 Maraia, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/9 Masi, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/10 Giarrizzo, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/11 Serritella, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/12 Ruggiero, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/13 Aiello, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/14 Invidia, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/15 Martinciglio, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/16 Licatini, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3395/17 Troiano, c'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare la deputata Troiano. Ne ha facoltà. Dalla tribuna deve dirci se accetta la riformulazione.

FRANCESCA TROIANO (M5S). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, pur riservandomi di presentare atti parlamentari propedeutici alla soppressione dell'articolo 3-bis del decreto-legge in esame.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/3395/18 Alaimo: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/19 Cancelleri, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/20 Corneli, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/21 Butti, con riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/3395/22 Trancassini, con riformulazione, che è accolta; ordine del giorno n. 9/3395/23 Osnato, con riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/3395/24 Bignami, favorevole con riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/3395/25 Delmastro Delle Vedove, favorevole con riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/3395/26 Donzelli, favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/27 Lollobrigida, favorevole con formulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/28 Meloni, favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/29 Rotelli, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/30 Montaruli, favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/31 Corda, favorevole; ordine del giorno n. 9/3395/32 Trano, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/33 Billi, favorevole con riformulazione: è accolta? Affermativo. Ordine del giorno n. 9/3395/34 Murelli, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/35 Capitanio, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/36 Bond, favorevole con riformulazione: è accolta.

Ordine del giorno n. 9/3395/37 Di Muro, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/38 Martino, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/39 Zanettin, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/40 Tartaglione, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/41 Porchietto, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/42 Spena, favorevole con formulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/43 De Toma, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/44 Vinci, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/45 Albano, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3395/46 Zucconi, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). No, non posso accogliere una riformulazione che ha il carattere della genericità, quando in questi giorni è aperto il dibattito su come aiutare veramente le imprese e su come impiegare quei 10 miliardi che si dice di voler destinare all'abbattimento del regime fiscale generale. Con questo ordine del giorno chiedevamo semplicemente che si dedicassero delle risorse all'abbattimento dei costi relativi ai contributi per i dipendenti. Noi crediamo e siamo convintissimi che la rinascita, la ripresa del Paese, avvenga attraverso misure strutturali e non con correttivi quotidiani. In questo caso chiedevamo di andare ad alleviare il cuneo fiscale, che rappresenta un ostacolo enorme sul campo delle assunzioni e dell'occupazione fuori dal lavoro nero, in concomitanza, tra l'altro, con un provvedimento - quello del reddito di cittadinanza - che continua a danneggiare, secondo noi, l'impresa e i lavoratori.

Allora, perché semplicemente: “valutare l'opportunità”? Qui ci doveva essere un indirizzo preciso del Governo di destinare risorse per l'abbattimento dei costi relativi al cuneo fiscale sulle buste paga. Abbiamo affrontato questa discussione con estrema collaborazione e senso di responsabilità. Abbiamo accettato anche vari ordini del giorno, che pure lasciano nell'indeterminatezza. Voglio ricordare soltanto quello del presidente Lollobrigida, che ricordava l'annosa questione della sentenza del Consiglio di Stato (anche qui il Governo non sta battendo un colpo), quindi non si può accusare il gruppo Fratelli d'Italia di voler fare assolutamente ostruzionismo su provvedimenti così importanti. Tuttavia, veramente, l'indeterminatezza del Governo nel dare linee precise e nel non proporre - ripeto - quotidianamente delle piccole variazioni, sperperando risorse invece importanti, questo non lo possiamo accettare. Io invito l'Aula, quindi, a dare una propria opinione in merito all'abbattimento del cuneo fiscale, che noi prevedevamo intanto per gli anni 2022, 2023 e 2024 per un comparto - quello turistico - legato anche alla ristorazione e al ricettivo, che sono stati fra i più colpiti in Italia dalla pandemia. I risultati si stanno vedendo: a Roma ancora ci sono centinaia di alberghi che non hanno riaperto, a dimostrazione del colpo duro che è stato subito dal settore. Pensavamo, speravamo, che almeno in questo senso il Governo desse una risposta diversa e più significativa alle imprese: così non è, ognuno se ne assume la propria responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3395/46 Zucconi, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/3395/47 Aprile parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/48 Caretta parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/49 Ciaburro parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/50 Deidda parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/51 Anzaldi parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/52 Bucalo parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/53 Lucaselli parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/54 Cirielli parere favorevole con riformulazione: viene accolta.

Collega Adelizzi, stiamo aspettando lei, se gentilmente può allontanarsi dal banco del Governo. Ordine del giorno n. 9/3395/55 Foti parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/56 Maschio parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/57 Snider parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3395/58 Silvestroni parere favorevole con riformulazione: non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3395/58 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/3395/59 Sodano parere favorevole con riformulazione: non viene accolta.

Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. No, non posso accogliere questa straordinaria riformulazione in cui addirittura il Governo mi dice che forse prenderà in considerazione l'oggetto di un mio emendamento, ma siamo arrivati alla ventinovesima fiducia e sembra strano anche andare così veloci questa volta, in questo provvedimento. Qual è l'accordo che è stato raggiunto tra la maggioranza e l'opposizione? Eppure questo è un decreto importante, è il decreto fiscale, e non c'è rimasto alcuno spazio per portare dei temi sani, se non gli ordini del giorno, cioè atti che non hanno alcun valore legislativo; e per giunta li riformulate dicendoci che prenderete in considerazione i nostri spunti sani. Vi racconto nel merito, cari amici di questa straordinaria maggioranza Draghi, quale era la mia idea nel mio emendamento, che chiaramente non si è potuto discutere, perché in questo Parlamento non si discute più nulla.

Abbiamo avuto due anni di pandemia? Si dice di aiutare gli imprenditori, soprattutto i giovani, soprattutto le piccole partite IVA che stanno morendo. Ma a voi non arrivano queste voci? Allora, quale dovrebbe essere una cosa sana, onesta, fatta da un Parlamento che ha a cuore la salute mentale ed economica dei propri cittadini? Per esempio, ed è una cosa semplice, con riferimento al regime forfettario delle partite IVA, quello che dura cinque anni e che consente a chi guadagna meno di 65 mila euro di essere tassato al 5 per cento, scomputare i 2 anni della pandemia e fare durare questo regime forfettario non 5, ma 7 anni, perché così prendiamo in considerazione questo periodo drammatico in cui anche e soprattutto le piccole partite IVA hanno avuto danni devastanti, avendo un calo di fatturato tremendo. Ma in questa sede, il Parlamento della Repubblica della nostra Nazione, non si può discutere nel merito nulla, andiamo avanti di fiducia in fiducia, siamo in una deriva antidemocratica vergognosa. Televisioni, media e giornalisti asserviti non ne parlano, ci parlano della carbonara di Mario Draghi (Applausi di deputati del gruppo Misto), ma non delle cose più importanti, cioè di un Parlamento che dovrebbe legiferare per il proprio Paese, e noi siamo qua a discutere sugli ordini del giorno. Ebbene, ci sarebbero tanti provvedimenti in materia fiscale che potrebbero aiutare, soprattutto i piccoli, ma a voi questo non interessa. Io e il collega Raduzzi arriviamo dalla Commissione bilancio, dove si sta discutendo il decreto sul PNRR, e vediamo che 20 milioni di euro vengono dati alle agenzie della difesa al cui capo ci sono vecchi senatori del Partito Democratico. Ma che credibilità avete di fronte ai nostri cittadini? E soprattutto, perché stiamo sprecando tutte queste risorse, anche sul PNRR, che veramente dovrebbero andare nella direzione di colmare quelle diseguaglianze tra il Nord e il Sud? Ma di che crimini vi state macchiando? Allora, assolutamente rigetto la riformulazione del Governo, che ci dice che prenderà in considerazione una misura fiscale che poteva essere così utile, rigetto la visione della fiducia ad ogni provvedimento. Questo non è lo Stato italiano in cui sono entrato nel 2018 come parlamentare della Repubblica. Questa inversione di rotta che vede Mario Draghi come protagonista è lo scandalo della storia degli ultimi vent'anni di questo Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3395/59 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/3395/60 Varchi parere favorevole con riformulazione: non viene accolta.

Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Su questo mio ordine del giorno, chiederei preliminarmente di risentire la riformulazione, se possibile.

PRESIDENTE. Ce la può rileggere, cortesemente, sottosegretaria Guerra?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Si tratta di anteporre alla prima riga le parole: “valutare l'opportunità di considerare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di assumere ogni opportuna”, eccetera.

PRESIDENTE. Deputata Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, non accetto la riformulazione, perché questo ordine del giorno scaturisce dall'ascolto di numerose categorie che si sono dette preoccupate della previsione in materia di impugnabilità degli estratti di ruolo. Sono numerose, infatti, le denunce pervenute a tutti i parlamentari in ordine alla conseguenza in termini di lesione del diritto di difesa, che, ricordiamolo, nel nostro ordinamento è costituzionalmente garantito, con una mannaia che si abbatterebbe su milioni di cittadini, di partite IVA, di piccole e medie imprese, che vedrebbero diventare esecutivi questi estratti di ruolo, senza poter nemmeno spiegare le proprie difese dinanzi alle competenti commissioni tributarie.

Questo, ovviamente, desta non poca preoccupazione e francamente sorprende che, a fronte di un semplice ordine del giorno, che, comunque, richiede un atto di impulso da parte del Governo, che, quindi, non è per se stesso cogente o operativo nel nostro ordinamento, si adoperino queste perifrasi tendenti a svuotarlo di un significato così chiaro e semplice. Quindi, per tutte queste ragioni, chiedo il voto favorevole all'Aula su questo ordine del giorno e rifiuto la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3395/60 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3395/61 Ferro, su cui vi è parre favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, ma chiedo, comunque, per dare più forza a questo ordine del giorno, perché per me è di fondamentale importanza, il voto dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3395/61 Ferro, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/3395/62 Prisco, parere favorevole con riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/63 Caiata, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/64 Vallascas, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/65 Giovanni Russo, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/66 Bellucci, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di poter riascoltare la riformulazione di questo ordine del giorno, a cui tengo in particolar modo. Vorrei capire bene la riformulazione sottoposta alla nostra attenzione.

PRESIDENTE. La sottosegretaria Guerra sta cercando la riformulazione.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Prima riga: “valutare l'opportunità di”, il resto è immutato.

PRESIDENTE. Deputata Bellucci, accetta?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, sappiamo bene come l'ordine del giorno sia un atto debole, purtroppo, che non modifica la legge…

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Le chiedo soltanto di poter finire quanto sto dicendo. E “valutare l'opportunità” ovviamente lo rende ancora più debole. Per fortificare, quindi, questo impegno da parte del Governo, chiedo di poterlo sottoporre al voto dell'Aula, cosicché tutti i colleghi parlamentari lo possano sostenere e possano dargli forza.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3395/66 Bellucci, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/3395/67 Rampelli, parere favorevole con riformulazione; accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/68 Baratto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/69 Ruffino, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/70 Vietina, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/71 Covolo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/72 Rachele Silvestri, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/73 Galantino, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/74 Patassini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/75 Frassinetti, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/76 Rospi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/77 Raduzzi, parere favorevole con riformulazione, la accetta, deputato Raduzzi?

Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e intervengo per illustrare questo ordine del giorno, perché, colleghi, come al solito, noi non possiamo discutere e non possiamo emendare i vostri decreti che, come al solito, sono pieni zeppi di marchette, di aiuti ai grandi, a discapito dei cittadini e delle imprese di questo Paese e, quindi, avevamo un po' l'imbarazzo della scelta di cosa portare in quest'Aula, di cosa far conoscere ai cittadini di questo Paese; ad esempio, lo sconto della Tari che c'è stato a Roma, per il Vaticano, a scapito dei cittadini e delle imprese o le assunzioni all'Accademia dei Lincei. Tantissime “marchette” ci avete messo dentro, ma c'è una cosa, secondo me, molto grave e molto scandalosa, che riguarda le finanze di questo Paese: stiamo parlando di Amco, che è una società pubblica controllata dal Ministero dell'Economia e delle finanze, di cui è presidente è un tal Rivera, ossia il direttore generale del Tesoro, ed è la società che si è occupata, negli ultimi anni, di comprare, a prezzo molto spesso più che maggiorato, tutti i crediti deteriorati delle banche e delle istituzioni finanziarie di questo Paese. Ora, c'è un problema, il problema è che, appunto, avendo fatto magari dei regali alle banche amiche, molto spesso ci si ritrova a dover svalutare, in maniera pesante, questi crediti. Svalutare i crediti significa un danno patrimoniale per il nostro Paese, dato che la società è controllata dal pubblico e dal Ministero dell'Economia. E cosa ha ben pensato di fare il Partito Democratico, di notte, a sostegno di Amco, a sostegno delle banche di questo Paese? Inserire una norma che, sostanzialmente, dice: per ciascuno degli anni dal 2021 al 2024 non si applicano alla società Amco le norme di contenimento della spesa in materia di gestione, organizzazione, contabilità, finanza, investimenti e disinvestimenti previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell'elenco delle amministrazioni pubbliche; ossia, voi spostate Amco dal perimetro della pubblica amministrazione e andate, sostanzialmente, a nascondere la polvere sotto il tappeto, così non ci sarà alcuna responsabilità per i dirigenti. Si tratta di uno scudo sulle responsabilità di coloro che hanno comprato quei crediti deteriorati, magari al doppio del loro prezzo, ma, d'altronde, cosa c'è da aspettarsi dal Governo Draghi, che quando era lui stesso Direttore generale del Tesoro faceva sottoscrivere quei derivati che ci hanno fatto spendere e sperperare miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Ecco questo è il modo in cui gestite le finanze, voi che siete i migliori: nascondete i problemi sotto il tappeto e li lascerete alle future generazioni. Quindi, io vi chiedo: abroghiamo questa norma vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3395/77 Raduzzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/3395/78 Muroni; il parere del Governo è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3395/79 Mantovani, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/80 D'Uva, parere favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3395​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Nunzio Angiola. Mi pare non sia presente in Aula, si intende decaduto. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Questo decreto interviene in ordine a diverse criticità in materia fiscale e del lavoro e va necessariamente valutato inizialmente per i suoi effetti immediati, quali le misure di sospensione o di posticipo di obblighi fiscali, ma anche le proroghe dei termini di adempimenti fiscali, proroghe che sono molto attese dalle imprese, nel caso, per esempio, dell'IRAP, e anche dai contribuenti, e che accompagnano questa fase ancora di transizione verso una vera e propria ripresa, sia economica che produttiva e sociale, del Paese. È evidente, però, che questo decreto debba essere valutato anche in relazione alla prossima, imminente manovra di bilancio e che richiami la legge delega in materia fiscale, un disegno riformatore del sistema fiscale che il Parlamento, con la Commissione finanze della Camera…

PRESIDENTE. Sono costretto a interromperla deputata Rossini: porti pazienza e aspettiamo insieme per qualche secondo che si faccia silenzio in Aula; attendiamo che i deputati che ritengono di dover parlare tra loro possano accomodarsi fuori dall'Aula stessa. Colleghi, aspettiamo voi! Chi sta parlando può accomodarsi fuori dall'Aula, altrimenti riprende la sua postazione e si mette in posizione di ascolto nei confronti degli interventi dei deputati in dichiarazione di voto. Deputato Fragomeli, se cortesemente può cessare di conversare con il suo collega e rimettersi al suo posto, gliene saremmo grati. Colleghi! Deputato Scagliusi, la ringrazio. Prego, deputata Rossini, prosegua.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). È evidente che questo decreto debba essere valutato anche in relazione alla prossima, imminente, manovra di bilancio e che richiami la legge delega in materia fiscale; un disegno riformatore del sistema fiscale, che il Parlamento, con la Commissione finanze della Camera, ha avviato e che ora attende l'attuazione della legge delega. Vi sono e permangono ancora alcune criticità, ad esempio in ordine alla patent box; altre, invece, come le aliquote fiscali su Irpef, attendono la legge di bilancio. Complessivamente, su questo provvedimento, a nome di tutta la componente Minoranze linguistiche, esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Colucci. Ne ha facoltà. Mi pare che non sia presente in Aula: si intende decaduto. Passiamo alla deputata Ermellino. Prego.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, Centro Democratico non farà mancare il proprio sostegno al Governo né, quindi, il voto favorevole della componente al decreto oggi in discussione. Questo non solo per ribadire la fiducia riposta fin dall'inizio nell'Esecutivo, ma anche perché condividiamo l'impianto generale di questo provvedimento. Ciononostante, non posso esimermi dall'evidenziare quello che, per me e per il mio percorso, non può che rappresentare un elemento di criticità che è stato inserito al Senato all'interno del decreto. Mi riferisco all'emendamento che va a modificare il testo originario e che interessa le prestazioni delle associazioni del Terzo settore. In precedenza, queste stesse erano considerate escluse dall'applicazione dell'IVA ma, d'ora in avanti, ne diventeranno esenti. Il regime di esenzione se, da un lato e per alcune realtà specifiche, può essere giustificato in nome della trasparenza, dall'altro, comporterà degli oneri, adempimenti e costi aggiuntivi che non tutti gli enti saranno in grado di affrontare, senza contare che questo emendamento arriva mentre sono ancora in via di definizione diversi aspetti fiscali proprio della riforma del Terzo settore, sui quali molte realtà si stanno ancora confrontando con il Governo. Probabilmente questa circostanza avrebbe richiesto maggiore cautela da parte dei colleghi senatori che hanno proposto la modifica in questione. Ricordo che quanto avvenuto con questo emendamento era già accaduto lo scorso anno. Ci auguriamo e lavoreremo perché la norma, ancora una volta, venga modificata nel primo provvedimento utile. Questo perché - lo ricordo in conclusione - il punto resta la capacità di saper riconoscere queste realtà come soggetti che operano nell'interesse generale del Paese, in regime di sussidiarietà e concorrendo al bene della Repubblica; associarli alle realtà commerciali equivale a disconoscere il loro ruolo fondamentale, che, tanto più in un periodo di crisi e di emergenza, resta un appiglio per milioni di famiglie e cittadini che ogni giorno vivono la loro quotidianità in condizioni di marginalità e di sofferenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Intervengo sul provvedimento che stiamo esaminando, anche se devo dire che esaminare è un termine, un verbo, forzato in questa situazione, in quanto, in realtà, stiamo prendendo solo atto di ciò che è stato lavorato altrove. Lo dico senza polemica: è semplicemente una constatazione dello stato delle cose. Mi sia consentito un certo rammarico per un ruolo che il Parlamento non ha più o, comunque, che ha solo a metà. Ad ogni modo, il provvedimento su cui stiamo esprimendo il nostro voto è collegato con la legge di bilancio e costituisce lo strumento con il quale si intende rilanciare il settore economico, che è stato messo a dura prova dalla pandemia in atto. È un provvedimento estremamente importante, che incide sulla vita dei cittadini e delle imprese e che, proprio per questa caratteristica - mi ripeto ancora una volta - era auspicabile che fosse esaminato accuratamente da tutti i soggetti preposti e non solamente da una parte di essi. Infatti, io credo che la maggior parte di noi che vive i territori di riferimento, ne conosce le precipue esigenze, le effettive richieste delle famiglie e del mondo produttivo, a fronte dell'enorme difficoltà che essi debbono quotidianamente combattere, avrebbero avuto titolo per esaminare ancora più a fondo questo provvedimento. Certamente, esso non potrà rispondere a tutte le esigenze del Paese, ma io voglio essere fiducioso che alcuni aspetti possano essere implementati con la finanziaria. In ogni caso, l'aspetto economico - i soldi, per dirla in breve - è importante, ma non basta: bisogna anche avere l'intelligenza e la capacità di disegnare programmi di sviluppo delle politiche fiscali.

Tra le cose che non ho trovato in questo articolato è un intervento sulla rottamazione-ter e sul saldo e stralcio. Eppure, questo è un tema sentito trasversalmente e segnalato da più parti, perché chi si trova nell'impossibilità di pagare il proprio debito verso lo Stato, nella grandissima maggioranza dei casi non lo fa perché tenta di speculare o di fare il furbo, ma perché si trova proprio nella reale esigenza di avere un po' più di respiro. Ciò avviene intanto perché i danni della pandemia sono caduti su chi fa impresa e sulle famiglie meno abbienti; poi perché - lo ricordo a me stesso - lo stato di emergenza non è affatto terminato, anzi, com'è noto, è stato recentissimamente prorogato, a dimostrazione evidente del fatto che la crisi economica legata alla pandemia non è ancora finita. Pertanto, mi pare chiaro che gli effetti negativi di tutto questo graveranno ancor più su questi soggetti, quindi la mia riflessione è che non ha senso drenare liquidità ai cittadini e alle imprese, soprattutto adesso che con la riforma Irpef si cerca di lasciar loro più soldi nelle tasche. Il termine del 14 dicembre era perentorio: se non paghi, decadi dal diritto, ma io spero che si possa riammettere al beneficio chi non ha proprio potuto fare diversamente. Ripeto: è una situazione emergenziale e vanno ricercate soluzioni di emergenza. Poi, non considerare ciò, non tenere ciò in debito conto, quindi mantenendo una linea rigida, non credo possa servire a molto. Penso che qualcosa in più si poteva realizzare e si dovrà realizzare anche sul tema dell'energia e delle materie prime, sulle bollette per le imprese, gli enti locali e i cittadini: i pochi miliardi previsti non basteranno e, purtroppo, questa cosa la scopriremo presto.

Però questo provvedimento ha anche tanti aspetti, tantissimi aspetti, positivi. Intanto, sull'assegno di invalidità ricordo sempre a me stesso che l'INPS aveva soppresso dal 14 ottobre l'erogazione dell'assegno di invalidità a migliaia di disabili con reddito da lavoro anche minimo. Poi, facendo parte anche di quel mondo, accolgo con molta soddisfazione lo spiraglio per il sistema culturale del nostro Paese che verrà dal credito di imposta, proprio a sostegno dei teatri e degli spettacoli dal vivo; settori molto importanti e soprattutto strategici, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e inclusivo.

Sono settori che, comunque, hanno sofferto tanto durante la pandemia, con chiusure dolorose e più prolungate rispetto a quelle di altre attività. Ad ogni buon conto, a prescindere dalle riflessioni negative che ho esposto, ripeto ancora una volta, ce ne sono tante positive e questo provvedimento va assolutamente votato favorevolmente da parte, ovviamente, della mia componente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà. Lo recuperiamo, per qualche minuto.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Grazie anche della cortesia. In premessa, vorrei dire che questa è un'ulteriore occasione in cui un provvedimento viene affrontato principalmente da uno dei due rami del Parlamento e, alla Camera, non abbiamo avuto l'occasione di svolgere le nostre funzioni. Questo dimostra che anche una riforma costituzionale come quella che ha previsto il taglio dei parlamentari non ha alcun grado di modernità, anche rispetto a un bicameralismo che, nei fatti, non c'è, ma ci vorrebbe un'altra riforma, come il mio collega, onorevole Tondo, spesso sostiene, di avere un'unica Camera, magari di 600 rappresentanti, ma che consenta veramente di esercitare il diritto di rappresentatività.

Detto questo, nel merito del decreto fiscale, io credo che questo sia uno strumento prezioso, insieme alla legge di bilancio, per poter intervenire a sostegno del mondo economico, per rilanciare l'economia nel nostro Paese, soprattutto, dopo un momento di crisi economica conseguente all'emergenza sanitaria. Noi siamo concentrati sul tema del lavoro e del sostegno alle imprese e questo decreto va in questa direzione: in particolar modo, interviene sulla proroga di alcuni termini per quanto riguarda il versamento dell'IRAP; estende il termine da 60 a 180 giorni per le cartelle esattoriali notificate tra settembre e dicembre del 2021; prevede la concessione di più tempo, fino al 16 gennaio del 2022, per pagare gli avvisi bonari in scadenza tra marzo e maggio 2020; introduce un credito d'imposta del 90 per cento per le attività teatrali e gli spettacoli dal vivo che hanno avuto una riduzione del 20 per cento del loro fatturato; e, in più, dà una mano al mondo del lavoro ovvero concede la possibilità di astenersi dal lavoro se si è genitori di minori di 14 anni che sono in didattica a distanza oppure dà la possibilità ai lavoratori di equiparare la malattia alla quarantena; riapre i termini per l'accesso alla cassa integrazione da COVID e aumenta di ulteriori 13 settimane il periodo massimo di fruizione dell'assegno ordinario della cassa integrazione; inoltre, interviene sull'agevolazione dell'IMU nel caso in cui si sia utilizzato un proprio immobile, ma diverso da quello principale, e prevede la possibilità di assumere sanitari in specializzazioni anche per le strutture private. Insomma, ci sembra che la direzione sia quella giusta, anche se ci sono due aspetti - e concludo, Presidente - che non ci convincono. Credevamo fosse necessario riportare la possibilità di spendere contanti fino a 3 mila euro e, in ultimo, non ci piacciono i 200 milioni di euro dati in più al reddito di cittadinanza, perché sostenere e finanziare l'assistenzialismo è un grave errore. Quindi, che prosegua il Governo sulla linea del sostegno alle imprese, solo così il Paese può rafforzarsi, rialzare la testa e guardare al futuro con fiducia. Voteremo per questo a favore del decreto fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-A). Presidente, grazie. Io stavo scorrendo un po' il calendario dell'avvento delle fiducie di questo Governo e mi sono reso conto che abbiamo già superato il 25 da un pezzo, anche se non è ancora Natale, e questo è il tipo di rapporto che questo Governo ha con questo Parlamento: già prima contava poco, ormai mi pare che siamo ridotti veramente a un lumicino.

Riguardo a questo provvedimento, desidero dedicare le prime parole, partendo proprio dai nostri concittadini che affrontano vari tipi di disabilità, perché ha fatto scandalo e vergogna nel Paese il dispositivo qui contenuto, che toglie 200 milioni di euro al fondo legato alle disabilità. Questa cosa è stata encomiabilmente rilevata ed evidenziata da il Fatto Quotidiano e a questa è seguita una levata di scudi, dichiarazioni da parte del Governo che, in qualche modo, ha cercato di smentire. Quindi, questa cosa merita due parole, dobbiamo capirci bene. Quei 200 milioni erano su un fondo dedicato ai disabili che non è mai stato utilizzato, quindi i disabili, con i fondi a loro dedicati, quei soldi non li hanno mai visti, perché la riforma necessaria a consegnarglieli, a tradurli in servizi e in supporto a loro non è mai stata fatta. Anziché farla, il Governo dei migliori ha ben deciso destinare quei 200 milioni a una serie di cose, tra cui tagliare le tasse a chi guadagna più di 75 mila euro, cioè tutti noi qui dentro, i colleghi al Senato e un po' di altri fortunati cittadini di questo Paese. Io non lo vedo perfettamente coerente con i dichiarati obiettivi di inclusività del PNRR tutti i giorni ripetuti da questo Governo e non capisco il senso di questa misura. Leggo, poi, dalle dichiarazioni esplicative del Governo, che si promette, tramite il PNRR, una reintroduzione di questi fondi, 50 milioni all'anno da qui al 2025, ove le future manovre dovessero confermare questo intendimento. Di fronte a questo scenario, che io trovo esecrabile, non capisco quale sia l'obiettivo: cioè, quello di vedere i nostri concittadini affetti da disabilità alzarsi, camminare e venire a dirci in faccia cosa pensano di noi? Forse è un modo per evocare un miracolo di Natale.

Proseguendo, visto che ci si stava occupando così bene della disabilità, en passant, si è preso un bersaglio di opportunità, non credo che lo facciate apposta, vi viene naturale: vi siete accaniti con le associazioni, con il mondo del volontariato e l'associazionismo, che, in genere, tutelano chi è più debole e, visto che c'eravamo, gli abbiamo scaricato sulla testa un altro po' di burocrazia debilitante - non so come altro chiamarla - e gli imponiamo anche le dichiarazioni IVA per tutta una serie di prestazioni, cercando di penalizzarli ancora di più. Un calcio negli stinchi passando, diciamo. Mi ha in parte confortato, ma anche confuso, sentire le dichiarazioni di PD e MoVimento 5 stelle che si sono dichiarati contrari a questa misura. Bene, ma allora io non ho capito chi l'abbia votata all'unanimità in Consiglio dei Ministri. Come funziona questo gioco dei ruoli? Nel Governo dei migliori c'è qualcuno, migliore degli altri, che tira fuori queste perle oppure fate a turno? Non ho capito come funziona, ma il risultato è preoccupante.

Continuando così, ho visto che è stata approvata una proposta per esimere dalla Tari alcuni eminentissimi edifici di culto, il Vaticano e altri indicati dai Patti Lateranensi. Sono edifici che - lo dico subito - sono di massimo pregio per la nostra cultura, per il loro valore religioso, di sacralità, architettonico e artistico, questo è fuori discussione, ma esimerli dal pagare la tassa sui rifiuti quando la Cassazione aveva detto che il comune di Roma aveva ragione a chiedergliela, questa cosa io non me l'aspettavo, non me l'aspettavo dal PD, che ha portato questa cosa. Io non sono deputato a trattare di fede, lo lascio, ovviamente, a chi è competente in questo, però credo che anche una chiesa produca rifiuti: magari, è opportuno, razionale, ragionevole commisurare la tassa che paghi ai rifiuti che produci effettivamente, quindi, non commisurarla alle superfici, ma commisurarla a quanti ne produci davvero. Per essere prosaici, chiedo scusa, un metro quadrato di cattedrale produce meno rifiuti di un metro quadrato di un ristorante: chiunque si è occupato di tariffe dei rifiuti questa cosa la sa. Ma voi qua non vi state muovendo sulla base della razionalità, vi muovete, credo, su qualche mal interpretato principio di fede. Io credo che sarebbe stato non solo più coerente e rispettoso nei confronti di tutti i nostri cittadini e dello Stato e della Chiesa usare una disciplina diversa, ma, forse, sarebbe stato anche più coerente proprio con il dovere che abbiamo di conservare il nostro creato, anche con l'ecologia muoversi in modo diverso. Ma, ripeto, non è il mio campo, questo, forse, è il campo del PD, vedo. Per proseguire, inseguendo lo sterco del diavolo - siamo in tema -, che sono i soldi, qui arriviamo al più grande dei bacili, AMCO, il collega Raduzzi prima lo ha enunciato bene. In sintesi, creiamo un bellissimo scudo di responsabilità per i dirigenti, che ora scarteranno miliardi come caramelle, come hanno già fatto. Tanto per capire gli ordini di grandezza: mentre togliamo i 200 milioni di euro ai disabili, togliamo le tasse a chi guadagna più di 75 mila euro e togliamo la Tari alle cattedrali, AMCO, con l'operazione “Hydra”, ha dato qualcosa come 8 miliardi di euro a Montepaschi di Siena. Non so se mi rendo conto: cioè noi siamo forti con i deboli e debolissimi con i forti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Davanti alle banche non c'è limite: chiedete miliardi e noi ve li diamo.

Questa è proprio la linea che state seguendo. Poi, guardate, devo dare atto di una cosa al Presidente Draghi che, lo ripeto, per me è uno dei principali responsabili delle privatizzazioni e delle dismissioni del patrimonio, dei gioielli di famiglia di questo Paese in favore di grandi gruppi finanziari, tutte misure che abbatteranno le nostre speranze di crescita e di recupero economico. Di una cosa, tuttavia, bisogna dargli atto: o lui è un drago o, sicuramente, in Consiglio dei Ministri non è circondato di giganti. Infatti, la proposta che aveva fatto di utilizzare quei 200 milioni per tagliare il rincaro delle bollette, anziché usarli per tagliare le tasse a chi è più ricco, a chi guadagna più di 75.000 euro, i partiti l'hanno bocciata e si sono impegnati così a tutelare il ceto medio. Visto che molti frequentano certi ambienti di Dubai, non è chiaro, ma il ceto medio, in Italia, non guadagna da 75.000 euro all'anno in su. Quelli sono altri, forse in Lussemburgo è così ma qui non è così. Gli ultimi dati ci dicono che, in particolare ora, con questa pandemia, anche se già son trent'anni che andiamo male, circa il 38 per cento degli italiani ha visto ridursi o addirittura azzerarsi i propri redditi. Questo è un momento di disparità e di tensione sociale in cui dobbiamo occuparci dei più deboli, non regalare 10 euro a chi ne guadagna già 100.000 e non sa cosa farsene. Questo non è rilancio, non è ripresa, non è inclusività, questa è una beffa ed è molto crudele, soprattutto ora. Mi rendo conto che le nostre sono un po' voci nel deserto, qui dentro, perché questi atti ve li votate all'unanimità tutti insieme, ma lì fuori c'è un intero popolo che queste cose le ascolta e soprattutto le soffre. Io spero una cosa, cioè che domani non se le dimentichino; noi non ce le dimenticheremo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Il decreto in discussione oggettivamente è un decreto molto articolato, su cui è maturato in Senato un confronto ampio con il Governo nelle Commissioni riunite sesta e undicesima, un confronto che ha consentito di approfondire gli indirizzi formulati e di modificare anche in senso positivo alcune norme del testo. Lo dico con soddisfazione per quel ramo del Parlamento, un po' meno per questo, perché qui, oggettivamente, non abbiamo avuto la possibilità di esaminarlo e di apportare le nostre modifiche. Questa è una nota negativa che già qualcuno, prima di me, ha sottolineato.

In generale, il nostro gruppo esprime comunque un giudizio politico di complessivo apprezzamento del provvedimento, soprattutto sulle parti più importanti del decreto che riguardano il lavoro, gli ammortizzatori, la salute e la sicurezza sul lavoro. Sono infatti interventi che continuano l'azione di sostegno verso imprese e cittadini in difficoltà a causa degli effetti economici derivanti dall'emergenza epidemiologica. C'è poi, ovviamente, la parte fiscale, che contiene alcuni elementi positivi, al di là della rimessione in termini per la rottamazione-ter e il saldo e stralcio, che hanno avuto una proroga di dieci giorni e su cui c'è un dibattito in corso perché giudicata, anche da noi, poco funzionale. Poi, c'è l'estensione, da 60 fino a 180 giorni, del termine per le cartelle di pagamento notificate dall'agente della riscossione dal 1° settembre al 31 dicembre 2021. Su questo tema, il decreto contiene anche norme applicabili alla rateizzazione di somme iscritte a ruolo in corso all'inizio della sospensione della riscossione dovuta all'emergenza COVID-19 ovvero ai piani di dilazione in essere alla data dell'8 marzo 2020. Per questi piani è prevista, tra l'altro, una decadenza lunghissima dal beneficio della dilazione, che si verifica in caso di mancato pagamento di 18 anziché 10 rate, anche non consecutive. Poi c'è la questione, che ha citato qualcuno prima di me, dell'articolo 6, che dovrà vedere una correzione, quella relativa alla patent box, con una disciplina che, a mio modo di vedere, sostituisca la precedente. Su questo punto il mio gruppo è anche sostanzialmente d'accordo. In Commissione finanze avevamo rivolto un quesito su questo tema al MEF, per capire appunto quali erano stati i vantaggi dell'introduzione della patent box, così come era stata concepita in termini di benefici all'economia. Sostanzialmente, anche se l'analisi era quantomeno perfettibile nei numeri e, comunque, avrebbe dovuto essere osservato un tempo di misurazione più lungo del provvedimento, pareva che così com'era stata articolata, ovvero con l'esclusione del 50 per cento dei redditi derivanti dall'utilizzazione di alcune tipologie di beni, aveva avuto un costo di un miliardo e mezzo o 2 miliardi nel 2019, se non ricordo male, e un beneficio non quantificato e difficilmente quantificabile ma, comunque, “spannometricamente” poco tangibile.

Passando alla parte del lavoro, per il nostro gruppo assumono primaria rilevanza le disposizioni a difesa dell'occupazione e a sostegno del reddito dei lavoratori nonché di rafforzamento dei livelli di tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attuato per mezzo di misure di carattere sia straordinario sia strutturale. Su questi temi il nostro gruppo al Senato ha dato un contributo importante con emendamenti, che hanno avuto poi un esito positivo, in particolare all'articolo 8, volto alla modifica della disciplina transitoria che riconosce l'applicazione dei trattamenti di malattia per i lavoratori dipendenti del settore privato per il periodo trascorso in quarantena precauzionale. È un provvedimento molto atteso considerata l'insostenibilità per la mancata copertura retributiva ed economica dei periodi di quarantena e di isolamento fiduciario, anche nelle situazioni nelle quali tali periodi erano disposti su provvedimento dell'autorità di sanità pubblica. Positivi anche l'articolo 9, che concerne la possibilità per i lavoratori con figli di fruire, fino al 31 dicembre 2021, di un'estensione del lavoro con indennità nei casi di sospensione dell'attività didattica a distanza, e l'articolo 10, finalizzato a garantire il trattamento straordinario di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti di Alitalia-SAI e di Alitalia Cityliner. Ci sono poi ulteriori 200 milioni per il 2021 per il reddito di cittadinanza. Positiva è anche la totale abrogazione del termine del 31 dicembre 2021 per l'utilizzo in missioni superiori ai 24 mesi con lo stesso utilizzatore per lavoratori assunti con contratti a tempo indeterminato dalle agenzie di somministrazione. È una misura frutto della mobilitazione sindacale di questi mesi che può garantire la continuità lavorativa di decine di migliaia di lavoratori che non vedranno interrompersi la loro missione. Dovremo continuare a lavorare per garantire processi di stabilizzazione e rinnovi dei contratti a termine. Importante è anche l'articolo 13 che interviene, modificandoli, su una serie di articoli del decreto legislativo n. 81 del 2008 con una serie di disposizioni riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare in materia di prevenzione, con misure rivolte al coordinamento della pluralità dei soggetti dotati di competenze sul tema, all'ampliamento delle competenze dell'Ispettorato nazionale del lavoro, al rafforzamento e alla razionalizzazione dell'apparato sanzionatorio e all'avvio del percorso per il coordinamento e la programmazione reale della vigilanza.

Nel merito dei provvedimenti degli organi di vigilanza per il contrasto al lavoro irregolare e per la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori, sempre al Senato, sono state fatte battaglie, in particolare, con una proposta del gruppo, come elemento di equità e deterrenza, per prevedere che per tutto il periodo di sospensione venga fatto divieto all'impresa di contrarre non solo con la pubblica amministrazione, ma anche con le stazioni appaltanti, così come definite dal codice dei contratti pubblici, non direttamente identificabili quindi come soggetti pubblici, oltre ad essere inibita la partecipazione alle gare pubbliche indette da questi ultimi. Sempre sui provvedimenti di sospensione in caso di gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, il gruppo è intervenuto con emendamenti per aggiungere anche la fattispecie della mancata notifica all'organo di vigilanza prima dell'inizio dei lavori che possano comportare il rischio di esposizione all'amianto, vista la pericolosità e la serietà del materiale in questione. Molto importante infine è stato l'intervento meritorio per sanare l'ingiustizia normativa posta in essere dalla nota dell'INPS che, per via di due sentenze della Corte di Cassazione, aveva dichiarato l'impossibilità di fare piccoli lavori per coloro ai quali è stata certificata l'inabilità lavorativa. Quindi, c'è stato un intervento da parte del gruppo al Senato su questo, con un preciso emendamento, insieme a proposte di altri gruppi, e si è chiusa una questione che aveva portato ad una stretta sui beneficiari dell'assegno di invalidità, lasciando nell'incertezza più totale tantissime famiglie.

Questi sono i punti essenziali della parte relativa al lavoro su cui esprimiamo, come dicevo, un giudizio politico complessivamente positivo. È chiaro che la prima parte di questo provvedimento, ossia la parte fiscale, avrà un giudizio da parte nostra che sarà determinato dal combinato disposto di questi provvedimenti con la discussione in corso sulla delega fiscale al Governo. Sappiamo che la discussione è in corso in Commissione finanze alla Camera e che avrà uno sviluppo, con una fase emendativa che inizierà a breve.

Però per noi saranno dirimenti le risultanze di un'interlocuzione politica tra i gruppi che è oggettivamente complicata, poiché le idee sono diverse - e questo lo sapevamo - e che, in passato, al termine dell'indagine conoscitiva sull'Irpef, condotta dalle Commissioni congiunte finanze di Camera e Senato su questo tema, ha visto l'astensione del gruppo Liberi e Uguali per il mancato accoglimento di alcune osservazioni o per la mancanza addirittura di alcuni “pezzi” in una riforma fiscale complessivamente definita come tale. Questo sarà un argomento - lo ripeto - che da parte nostra (parlo a nome del gruppo) determinerà un giudizio complessivo su questa operazione complicata. I nostri criteri sono sempre quelli di orientare le scelte e di finalizzare le nostre decisioni, ispirandoci a principi di equità orizzontale e verticale, secondo modelli tesi ad eliminare le disuguaglianze, a limitare gli strumenti forfettari, ad eliminare tante questioni che conosciamo all'interno della nostra società e che vanno anche a beneficio, come si diceva prima, di chi sta peggio. Quindi, in questo caso, a titolo personale, dico che anche le motivazioni dello sciopero di domani mi trovano d'accordo perché, nel momento in cui c'è il disagio sociale, l'attenzione deve essere dedicata a chi sta peggio degli altri e non generalizzata su una platea più ampia che, magari, di certi aiuti non ha bisogno. Pertanto, una questione sociale è in piedi e, a mio avviso, va affrontata in questo senso. Con questa osservazione concludo, esprimendo un giudizio complessivo su queste manovre, che - lo ripeto - sono molto complicate e frutto di una maggioranza di Governo oggettivamente molto eterogenea; però, secondo me, non potranno raggiungere l'unanimità nel momento in cui certe questioni, che riguardano i valori che cerchiamo di esprimere, il senso di equità e di prospettiva per le cose che ho detto prima, non verranno tenute nella giusta considerazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (CI). Grazie Presidente, oggi arriviamo alle battute finali di un provvedimento quanto mai urgente ed indifferibile. Mai come negli ultimi due anni sono emerse come evidenti le criticità, le incoerenze profonde, le iniquità diffuse del sistema del fisco italiano. Ma d'altra parte deve notarsi come molti ormai siano i provvedimenti d'urgenza intervenuti per correggere quelle criticità, mettendo, al contempo, al riparo dalle conseguenze drammatiche della pandemia interi settori, migliaia di imprese e professionisti. Vede la luce proprio in queste settimane una delega fiscale che si propone di riformare alla radice gli istituti principali ed i principi su cui si regge il sistema impositivo nazionale. Posti di fronte all'emergenza, di fronte al rischio di veder letteralmente scomparire migliaia di imprese e partite IVA, si è finalmente capito che il fisco deve essere autenticamente al fianco delle imprese e dei cittadini. E' servito il Presidente Draghi che mi permetterò di parafrasare nel momento in cui ha chiaramente indicato la rotta di questo Governo, dicendo che questo non è un anno in cui si chiedono soldi, ma è un anno in cui si danno i soldi. E' in questo spirito che si iscrive il provvedimento oggi in discussione. E' nella consapevolezza che sia necessario accompagnare imprese e lavoratori nel percorso di uscita dalla crisi e dalla recessione che muovono le principali misure fiscali su cui siamo chiamati oggi ad esprimerci. Dalle remissioni in termini per la rottamazione-ter ai saldo e stralcio, dalla proroga dei versamenti Irap all'estensione dei termini delle cartelle di pagamento, fino all'estensione dei piani di dilazione rateizzati. Queste misure, tutte, rappresentano il corollario necessario per un'uscita guidata da quella che sembra un'emergenza in perenne divenire. Va detto però che l'impatto di queste misure rende l'emergenza meno emergenza, consentendo al sistema economico di non spegnersi improvvisamente, come è accaduto nei mesi drammatici del lockdown, ma di continuare a funzionare in efficienza, garantendo servizi ed evitando uno shock economico che non potremmo assolutamente permetterci. Al contempo, queste misure – è inevitabile - muteranno, come già hanno fatto, il rapporto tra fisco e contribuente. Un cambiamento indotto che però deve spingerci a considerare alcune delle misure emergenti assunte in questi mesi come fondamento di un nuovo fisco, più vicino al cittadino, elastico, capace di discrezionalità ponderata ed equità. Tutte le finalità prima esposte sono richiamate anche nella previsione degli istituti di protezione del lavoro che agiscono nell'orizzonte dei prossimi mesi, garantendo tutela a situazioni tipicamente emerse nel corso della pandemia, ma sicuramente non solo questo. Una nota a parte, infatti, credo meriti il rafforzamento della vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro che credo sia assolutamente importante. In considerazione anche delle notizie pressoché quotidiane che giungono da tutta Italia sul numero degli infortuni sul lavoro, taluni mortali, credo fosse doveroso e assolutamente molto importante un intervento di quest'Aula. Ebbene, colleghi, è in questa prospettiva che richiamo la responsabilità dell'Aula ad un voto favorevole su un provvedimento che ritengo e riteniamo, come gruppo, necessario per sostenere le imprese e i lavoratori in questo colpo di coda pandemico. Sicuramente, si poteva fare meglio - sì - però credo sia importante aver raggiunto anche questo risultato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie Presidente, questo decreto-legge introduce importanti misure in materia fiscale e a tutela del lavoro. In tema di fisco, per venire incontro alle imprese e ai contribuenti, duramente colpiti dalla crisi della pandemia, durante l'esame parlamentare è stato ulteriormente esteso il termine ultimo per il pagamento delle cartelle esattoriali (180 giorni rispetto ai 150 giorni previsti nel testo originale), anche in seguito all'appello che le Commissioni finanze di Camera e Senato hanno rivolto al Governo. Negli ultimi mesi infatti è ripresa la notifica delle cartelle esattoriali da parte dell'Agenzia delle entrate dopo la sospensione attuata durante la pandemia, ma i contribuenti in difficoltà avranno sei mesi - e non due mesi - per mettersi in regola. Crediamo sia un buon risultato sul quale il gruppo di Italia Viva ha premuto molto in cabina di regia.

Per quanto riguarda la seconda misura importante adottata sul lato fiscale per venire incontro ai contribuenti in difficoltà, che avevano concordato una rateizzazione delle somme iscritte a ruolo prima della pandemia, abbiamo introdotto una decadenza lunghissima: per decadere dai piani di dilazione sarà necessario mancare il pagamento di 18 rate e non più 10. Anche questa è una misura importante che viene incontro ai contribuenti in difficoltà. Invece, sul piano del pagamento delle rate della rottamazione, si è raggiunta solo una mini proroga e qui mi appello ai sottosegretari Guerra e Freni sul fatto che speriamo di poter trovare soluzione nei provvedimenti futuri. Pensiamo sia giusto riprendere il pagamento della rottamazione e del saldo e stralcio con la ripresa economica, ma rendiamoci conto che chiedere ai contribuenti di pagare tutte le rate non pagate nel 2020 e 2021 in una sola occasione rischia un'improvvisa sottrazione di liquidità a queste imprese. Quindi, sarebbe stato meglio, a nostro avviso, rateizzare, spalmare queste rate nei mesi a venire e mi sembra di capire che, a tal proposito, vi sia una forte convergenza di tutte le forze politiche (anche i colleghi di LeU si sono espressi a favore di questo punto poco fa) e mi appello al Governo, affinché si possa trovare la soluzione, perché la mini proroga, tra l'altro scaduta ieri, non viene incontro a queste esigenze. Fondamentale, è stato, inoltre, prevedere nel decreto l'allocazione di 6 miliardi di euro per l'assegno unico per i figli a carico, che è il pilastro del Family Act; un'idea che è nata alla Leopolda, portata avanti dalla Ministra Elena Bonetti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e sostenuta da Italia Viva con convinzione ed entrata in vigore grazie anche al sostegno di questa maggioranza.

Da gennaio prossimo l'assegno unico verrà erogato a 7 milioni di famiglie mensilmente, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al ventunesimo anno di età. Una vera e propria rivoluzione per il nostro Paese a sostegno delle giovani coppie e della genitorialità per contrastare l'inverno demografico che stiamo attraversando. Come Italia Viva siamo particolarmente contenti di essere riusciti in questo provvedimento a mettere fine a una grave ingiustizia. Infatti, si ripristina l'assegno di invalidità per quegli invalidi civili parziali che esercitano piccoli lavoretti e che ricevono un reddito minimo non soggetto ad imposizione. Si tratta di persone con disabilità a cui era stato revocato l'assegno a causa di un'interpretazione restrittiva della Cassazione, recepita poi dall'INPS. Togliere l'assegno agli invalidi civili parziali avrebbe voluto dire calpestare la loro dignità. Ecco perché abbiamo insistito sull'introduzione di questa importante misura di inclusione sociale per le persone con disabilità, perché è tramite il lavoro e la possibilità di dare un contributo alla società che queste persone possono essere incluse. Siamo inoltre soddisfatti di aver potuto semplificare la vita a tanti imprenditori del settore turistico-alberghiero. Grazie all'approvazione del nostro emendamento, l'eventuale ritardo nel versamento della tassa di soggiorno da parte degli albergatori sarà soggetto a mera sanzione amministrativa e non verrà più considerato un reato. La situazione emergenziale legata al COVID ha sicuramente messo sottosopra l'amministrazione di diverse strutture ricettive ed è giusto che gli eventuali ritardi negli adempimenti burocratici non penalizzino eccessivamente le imprese. In generale siamo soddisfatti perché, nell'ottica di contrasto all'emergenza sanitaria, è molto positivo che il decreto confermi l'applicazione dei trattamenti di malattia per il periodo trascorso in quarantena precauzionale da parte dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato. In particolare, viene riconosciuto il congedo straordinario ai lavoratori genitori di figli conviventi minori di 14 anni o con disabilità grave.

Con questo decreto siamo anche soddisfatti della particolare attenzione che viene data al mondo dello spettacolo. È meritoria la previsione di un credito di imposta del 90 per cento per quelle imprese che effettuano attività teatrali o spettacoli dal vivo che abbiano subito nel 2020 una riduzione del fatturato di almeno il 20 per cento. Vorrei anche adesso sottolineare un passaggio molto importante di questo decreto, perché, Presidente, il 2021 non è soltanto un anno drammatico in termini di perdita di vite a causa della pandemia ma è anche un anno drammatico in termini di numero di vittime sul lavoro. Sono oltre 1.000 le persone che sono morte sul lavoro. Si tratta di persone che sono uscite di casa per andare a lavorare e non sono più tornate. In questo provvedimento si introducono misure di prevenzione come la sospensione immediata dell'attività produttiva, che scatta in presenza di gravi violazioni delle norme di sicurezza. Inoltre, vengono potenziati i controlli, vengono aumentate le assunzioni ad hoc presso l'Ispettorato nazionale del lavoro - 2.000 dipendenti nelle ASL quest'anno e altri 1.000 l'anno prossimo - ed è previsto un importante investimento in tecnologie per svolgere l'attività di vigilanza secondo i sistemi più innovativi. Insomma, vi è tutta una serie di misure con cui vogliamo intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione e che impiegano lavoratori in nero.

Ora mi consenta, Presidente, di intervenire su tre punti con cui, a nostro avviso, si sarebbe potuto migliorare questo provvedimento e che speriamo si possano fare presto. Voglio esprimere un rammarico per la decisione di rifinanziare con 200 milioni il reddito di cittadinanza. È una politica sbagliata. Sul reddito di cittadinanza si badi bene: noi abbiamo bisogno di strumenti che vadano a sostegno della povertà, che, purtroppo, è aumentata durante la pandemia, ma servono immediatamente politiche attive che sappiano formare i lavoratori dei settori in crisi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), combinare domanda e offerta di lavoro e orientare i lavoratori nella complessa economia moderna e su questo il reddito ha completamente fallito. Non ci servono sussidi passivi per stare a casa e anche come strumento contro la povertà noi avremmo voluto potenziare semmai il reddito di inclusione, il Rei, che si affida, appunto, alle competenze dei comuni e non a quelle dei centri per l'impiego, che, come sappiamo molto bene, notoriamente in Italia non funzionano. Inoltre, non possiamo stupirci se da una parte noi diamo i soldi alle persone per non lavorare, ma poi non aiutiamo i lavoratori che hanno bassissimi redditi e faticano ad arrivare a fine mese (abbiamo un problema gigantesco di occupazione in questo Paese). Sarebbe stato più utile, invece del reddito di cittadinanza, pensare a strumenti come l'imposta negativa, così come fanno altri Paesi europei.

Il secondo tema, Presidente, è che noi chiediamo un impegno forte al Governo per modificare le disposizioni in materia di IVA e di Terzo settore che sono state introdotte, affinché siano in coerenza con gli obiettivi di sostegno e promozione introdotti con il codice del Terzo settore proprio nel momento in cui si sta avviando il registro unico nazionale. Come è noto, era doveroso intervenire per rimediare alla procedura di infrazione europea, ma il testo approvato inserisce una norma di fatto generalista che manca dell'approfondimento necessario a distinguere tra tipologie di enti, attività economiche e commerciali. Quindi, facciamo una proroga - e qui mi appello al sottosegretario Freni - che consenta di scrivere meglio questa norma, in modo condiviso con gli enti del Terzo settore. Non servono allarmismi, ma soluzioni serie e condivise (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Infine, io spero - non è stato possibile in questo provvedimento; mi auguro che lo si possa fare in legge di bilancio - che si possa rimediare alla grave disparità che esiste nell'ambito delle politiche per l'attrazione di capitale umano nel nostro Paese, cioè gli sgravi fiscali per il rientro. Nella legge di bilancio 2021 erano stati introdotti a favore dei lavoratori qualificati, ma non per gli accademici, professori e ricercatori. Quindi, è inutile lamentarsi della fuga dei cervelli e della fuga dei talenti dal nostro Paese se poi non si riescono neanche ad operare dei piccoli accorgimenti circoscritti e semplici come questo. Spero veramente che il Governo possa intervenire nella prossima legge di bilancio.

Infine, Presidente, mi faccia esprimere un rammarico per l'ennesimo provvedimento che arriva blindato in quest'Aula, che umilia il lavoro di noi singoli parlamentari in un regime conclamato di monocameralismo alternato. A cosa serviamo se poi non possiamo incidere sui provvedimenti? Sarebbe molto meno ipocrita, a mio avviso, andare verso un vero e proprio monocameralismo, per permettere a ognuno dei nostri colleghi di poter adempiere al meglio al proprio mandato. Questo bicameralismo semplicemente non funziona.

In conclusione, Presidente, questo decreto viene incontro a imprese, contribuenti, lavoratori e famiglie. È chiaramente un provvedimento orientato allo sviluppo e all'inclusione. Per questo motivo trovo del tutto incomprensibile la decisione di CGIL e UIL di procedere allo sciopero generale domani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). È una decisione sicuramente legittima - si tratta di un diritto costituzionale, ci mancherebbe -, ma io fatico veramente a capirne le ragioni se consideriamo che la legge di bilancio e questo “decreto Fiscale” mettono in atto una politica economica espansiva. Degli 8 miliardi della riforma fiscale, ben 7 vanno a una riduzione delle tasse sul lavoro e dell'Irpef. I dati - sono alla fine, Presidente - appena pubblicati dal MEF hanno rivelato un'enorme azione sul lato della lotta all'evasione fiscale. Tra il 2014 e il 2019, grazie alla fatturazione elettronica, sono stati recuperati 10 miliardi dall'evasione fiscale - grazie alle misure del Governo Renzi - e questa era la principale richiesta dei sindacati sul campo fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Quarto e ultimo tema. L'intervento aiuta in proporzione le classi sociali più deboli, razionalizza l'andamento delle aliquote marginali effettive e soprattutto con le risorse disponibili era impossibile fare meglio. Credo che questa decisione dei sindacati sia priva di credibilità e se ne assumeranno la responsabilità davanti al Paese. Concludo dicendo che spero che il Parlamento coglierà l'occasione di completare la riforma fiscale, di cui questi 8 miliardi sono soltanto il primo capitolo. Il Parlamento ha una grande occasione con la delega fiscale, che è attualmente incardinata in Commissione finanze. Spero veramente che non la sprecheremo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galeazzo Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà, prima di entrare nel merito del “decreto fiscale”, credo convenga fare un po' di chiarezza rispetto ad alcuni numeri che ricorrono nella narrativa che la maggioranza e il Governo cercano di proporre e che anche questa mattina il Presidente Draghi ha, in una qualche maniera, richiamato. È ben lungi da noi ogni intendimento di correggerlo, però laddove il Presidente del Consiglio afferma che sussiste in Italia una ripresa robusta, qualificando al 6,2 per cento la ripresa del PIL e paragonandola al 5 per cento che sta caratterizzando l'Eurozona, forse il Presidente, la maggioranza e il Governo dovrebbero completare il ragionamento ricordando come l'Italia ha perso nel 2020 l'8,8 per cento del PIL e l'Europa il 6,8 per cento. Questo per dire che quella che viene presentata come una ripresa in realtà è un rimbalzo e l'Italia sta traguardando in maniera ancora meno efficiente, rispetto a quelli che sono i risultati che l'Eurozona sta raggiungendo, le possibilità di un recupero che, tradotto in termini concreti, costano all'Italia, secondo il documento programmatico di bilancio, 20 miliardi di euro. La cosa che sorprende, a maggior ragione rispetto ai già comunque deludenti risultati del Governo precedente, è vedere come nessuno si premuri di andare a verificare che cosa era contenuto all'interno della NADEF dello scorso anno, documento che venne ripreso nelle Commissioni bilancio congiunte, di Camera e Senato, in cui il Ministro Gualtieri affermò che gli obiettivi che sarebbero stati raggiunti si sarebbero attestati a non meno del 6 per cento rispetto a una campagna vaccinale positiva. La campagna vaccinale credo che stia andando in maniera soddisfacente e allora viene da chiedersi in che cosa si sostanzia l'apporto che il Governo dei migliori sta dando all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quando quel 6 per cento, che il Ministro Gualtieri annunciava, non si discosta più di tanto rispetto al risultato di questo Governo.

Perché diciamo questo? Perché in assenza di misure, e questo decreto non le contiene, così come non le contiene l'altra gamba della manovra che, a oggi, ancora manca dell'apporto dell'emendamento che il Governo deve realizzare sulla legge di bilancio, in assenza di una visione strategica chiara, quel rimbalzo non riuscirà ad attestarsi su misure strutturali e continuative che garantiscano alla nostra Nazione una ripresa piena, effettiva ed efficace. E questo, purtroppo, dobbiamo rilevarlo perché Fratelli d'Italia ha una prospettiva chiara e anche coraggiosa, nella sua nitidezza, rispetto alla strada da intraprendere. Abbiamo proposto che le aziende che, nel rapporto tra fatturato e numero di dipendenti, superino una determinata soglia possano accedere ad una iperdeduzione del 200 per cento proprio per favorire la produttività e il collocamento dei lavoratori.

Abbiamo proposto aliquote agevolate al 15 per cento per quegli italiani che investono in aziende di economia reale e non in una finanza speculativa, che non appartiene al modo di vedere la realtà che Fratelli d'Italia propone. Abbiamo chiesto che per quei lavoratori che sono stati espulsi senza responsabilità dal mercato del lavoro vi sia la possibilità di una contribuzione agevolata, così come abbiamo chiesto che quegli 8 miliardi che qualcuno vuole appostare su una manovra IRPEF, che tra l'altro verranno in larga parte vanificati dagli incrementi e dagli effettivi costi che le famiglie italiane saranno chiamate a dover sostenere, fossero dedicati a quel segmento, che è il cuneo fiscale, che avrebbe generato una maggiore ricchezza in tasca ai lavoratori e alle aziende.

E abbiamo formulato tante altre proposte rispetto alle iniziative contenute nel decreto fiscale, come l'abbattimento delle misure riguardanti Industria 4.0 o la riduzione dei super ammortamenti, che sono, di fatto, vanificati, il mancato riconoscimento degli allineamenti degli asset aziendali e le valorizzazioni conseguenti, o anche la riduzione, l'azzeramento del fondo per la formazione 4.0. E potremmo proseguire a lungo nel parlare delle misure che questo decreto e questo Governo stanno promuovendo e con cui, di fatto, si colpisce proprio il mondo del lavoro. Sono due strade diverse: da un lato c'è una strada di disimpegno verso le industrie e dall'altro c'è invece chi, come Fratelli d'Italia, in una vocazione produttivistica, riconosce alle aziende un ruolo di generatore di ricchezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che è imprescindibile nella tenuta sociale, economica e produttiva di una Nazione. Ma sono anche altre le cose che mancano, colpevolmente: non ci sono misure sul costo delle materie prime, non ci sono misure sul costo della logistica, non ci sono misure sul costo dell'energia, non c'è una parola di accenno rispetto alla traiettoria cosiddetta di transizione ecologica, che non è retorica, ma è ideologia ecologista che smantellerà, se non accompagnata adeguatamente da un supporto statale, ulteriormente il nostro sistema produttivo. In questo - non appaia strano che sia Fratelli d'Italia a dirlo - ci sorprende il vuoto dell'Europa, perché Fratelli d'Italia non ha mai chiesto che l'Europa conti meno; Fratelli d'Italia ha sempre chiesto che l'Europa conti meglio sulle misure effettive ed efficaci che, anche in tale ambito, per un principio di sussidiarietà verticale avrebbero dovuto caratterizzare la presenza dell'Unione sullo stoccaggio delle materie prime, sulla capacità di mantenere comunque riserve energetiche che evidentemente qualcuno si è dimenticato di approvvigionare. Sarebbe anche da chiedersi che cosa ci sta a fare ARERA, perché o ARERA è inutile o sono inutili le persone che vi siedono dentro, che evidentemente non sono riuscite a programmare la situazione attuale. E quando sentiamo il Ministro Cingolani dire che questa situazione, tutto sommato, è passeggera, ne riparleremo poi ad aprile, a maggio, a giugno, quando il Nord Stream 2 non sarà aperto e le famiglie italiane e le aziende italiane continueranno a soffrire la crisi energetica.

Qualcuno ci dice: “ma no, abbiamo fatto qualcosa per il lavoro”. Certo, avete appostato ulteriori 200 milioni sul reddito di cittadinanza. E, allora, la vocazione produttivistica che Fratelli d'Italia ha assunto e che connota la sua posizione è sintetizzabile in quell'articolo 1 della Costituzione che è bene ricordare, perché ieri qualche autorevole esponente della maggioranza richiamava l'articolo 53, sulla progressività della possibilità di contribuire alla spesa pubblica. Per noi rimane fermo l'articolo 1: l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non sul reddito di cittadinanza, non sui sussidi, non sull'assistenzialismo fine a se stesso. Certo, noi siamo consapevoli che chi rimane indietro deve essere aiutato, ed è per questo che tra le proposte che Fratelli d'Italia ha presentato c'è anche l'assegno di solidarietà, ma un conto è aiutare chi rimane indietro, un conto è tenere appesi in ogni situazione, senza alcuna possibilità di ridare la centralità e la dignità alla persona, coloro che vengono espulsi dal mercato del lavoro e che si tengono comodamente fuori dal mercato del lavoro. Questa, per noi, non è la concezione che doveva fondare l'azione del Governo.

Ci dicono che non ci sono soldi, però i soldi li pretendete dagli italiani quando andate a prorogare di nove giorni il termine di pagamento delle cartelle esattoriali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quelli, invece, ritenete che ci siano perché, se i soldi non ci sono, non ci sono per il Governo, ma non ci sono neanche per gli italiani, poiché - e mi rivolgo al Governo - se lo stato d'emergenza ancora sussiste, sussiste per tutti, non può sussistere solo per un Governo che, di fatto, con la proroga dello stato d'emergenza, definisce e cristallizza il fatto che il problema non è lo stato emergenza, il problema è lo stato di incapacità di un Governo che non riesce a dare risposte concrete agli italiani.

Ci viene detto: “ma con questa battaglia del reddito di cittadinanza vi alienate fasce di popolazione che magari potrebbero anche votarvi, perché, sapete, è sempre comodo poter essere assistiti senza dover pagare nulla”. Lo sappiamo, ma ci facciamo anche una domanda: è giusto uno Stato che riconosce 780 euro a un ragazzo o a una ragazza che potrebbe lavorare, di 20 o 30 anni, e che, invece, viene tenuto a casa, assistito in questa maniera, e che magari dà 270 euro a una persona disabile, che vorrebbe lavorare, ma non può farlo, e che riceve dallo Stato un terzo o un quarto di quella somma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? È giusto uno Stato che tratta i cittadini in questa maniera? Noi riteniamo che non sia giusto, e allora compiamo una scelta chiara, anche in questo caso. E la nostra posizione rispetto al reddito di cittadinanza non è frutto di un calcolo politico, ma è il frutto di una posizione che assumiamo con determinatezza, e anche di questo decreto fiscale, evidentemente, denunciamo i contenuti profondamente sbagliati. Certo, avremmo fatto altro e avremmo fatto meglio, ma siamo sorpresi del fatto che - e chiudo idealmente dove avevo iniziato - questo Governo non solo manchi di una visione strategica, non solo non riesca a cambiare passo, ma, anzi, si ponga in piena continuità con il Governo precedente. Questo era il Governo dei migliori, quello era un Governo che, purtroppo, ha lasciato evidentemente un pessimo ricordo di sé. È il motivo per il quale voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente Rampelli. Sottosegretario Freni, onorevoli colleghe e colleghi, ieri abbiamo votato la fiducia, e quindi non credo di fare una rivelazione se dirò, già in apertura, che voteremo a favore di questo provvedimento. Si tratta di un provvedimento che riguarda fisco, lavoro e altre materie su cui, è inutile nascondercelo, avremmo voluto dare il nostro contributo in quest'Aula. Purtroppo, ed è un fatto che non possiamo non sottolineare, come, peraltro, ha già fatto ieri la mia collega Renata Polverini, nell'ambito della dichiarazione di voto sulla fiducia, questo decreto-legge scade il 20 dicembre – infatti, è stato adottato il 21 ottobre scorso - e arriva qui chiuso ad ogni possibilità di modifica, stante appunto la scadenza per la sua conversione. Si tratta di un monocameralismo di fatto, che si ripresenta, purtroppo, ormai con troppa frequenza e che, purtroppo, caratterizzerà anche l'iter della legge di bilancio, che ha assegnato nuovamente al Senato il compito di esaminare in via esclusiva il documento principale del nostro ordinamento.

C'è, dunque, un tema di metodo, che non intendiamo negare, né sottovalutare. Ci sono, poi, alcune considerazioni di merito che Forza Italia ritiene di dover evidenziare, perché riguardano aspetti di questo decreto che sono di impatto per famiglie e imprese e perché riteniamo giusto meritino un'attenzione e una soluzione già nell'accordo di maggioranza per la legge di bilancio, in particolare per gli aspetti che riguardano il rapporto con l'erario, considerato che, a buon diritto, possiamo rivendicare, come forza politica, la primogenitura di avere messo la questione fiscale al primo posto della nostra azione politica.

Il primo aspetto che voglio sottolineare è l'annosa questione della proroga delle rottamazioni, lo citava poco fa il collega Bignami. I termini previsti dall'articolo 1 per la rottamazione-ter e per il saldo e stralcio delle rate in scadenza nel 2020 e nel 2021 sono insufficienti.

Si tratta di uno spostamento minimo, tra l'altro scaduto già anche da un paio di giorni, che non risolve il problema a milioni di contribuenti. Forza Italia aveva chiesto la rimodulazione delle scadenze delle rate di rottamazione, la dilazione delle rate restanti, la previsione di una nuova rottamazione per le annualità 2018 e 2019, il prolungamento dei tempi per il pagamento spontaneo delle somme richieste con le cartelle di pagamento e l'estensione della rateizzazione per i piani di dilazione. Attraverso un ordine del giorno votato al Senato da tutta la maggioranza, si è ottenuto un impegno concreto del Governo attraverso la prossima legge di bilancio per far slittare questi pagamenti, ben oltre, appunto, la proroga già scaduta di questi giorni. Ne è stato approvato uno poco fa, l'ordine del giorno n. 9/3395/38 Martino, a firma di Forza Italia, molto dettagliato, che riferisce sulle gravi conseguenze nelle quali possono incorrere i contribuenti in caso di mancato pagamento. Peraltro, la proroga delle rottamazioni era stata legata alla durata dell'emergenza, che, a sua volta, è stata prorogata proprio ieri fino al 31 di marzo (quindi, ci sembra una logica conseguenza). Stupisce a tal proposito, tra l'altro, che da parte di alcuni settori della maggioranza si parli di rimettere in discussione l'accordo sul taglio del numero di alcune aliquote Irpef (interventi questi che per la prima volta vanno a vantaggio del cosiddetto ceto medio e - aggiungo io - in termini strutturali, superando la logica dei bonus), qualora si dovesse giustamente intervenire per dare ossigeno a quei contribuenti che vorrebbero risolvere le loro partite aperte col fisco, ma che non sono in condizione di farlo, dopo ormai quasi due anni di difficoltà lavorative e, quindi, di incassi.

Vi è, poi, l'articolo 3-bis, sul quale Forza Italia al Senato ha addirittura votato contro, che stabilisce l'inammissibilità dell'impugnazione degli estratti di ruolo e ne circoscrive i casi di diretta impugnazione. Si tratta di una disposizione che è stata duramente contestata dai professionisti di settore e che, secondo Forza Italia, contraddice il principio della leale collaborazione tra fisco e contribuente; si riafferma, piuttosto, invece, l'idea di un fisco ostile e vessatore. Sarà, quindi, uno dei temi che discuteremo anche nella delega fiscale, che è all'esame della Commissione bilancio proprio in queste settimane; anche perché non è davvero pensabile che l'obiettivo dell'attività di riscossione possa essere quello di ampliare ulteriormente l'ingente cosiddetto magazzino dei crediti fiscali del nostro erario, nel quale troviamo crediti ormai sostanzialmente inesigibili per circa 900 miliardi (cioè, il 90 per cento dell'intero magazzino, che è di mille miliardi, poi suddivisi tra 400 per soggetti falliti, 300 relativi a crediti superiori ai dieci anni e via discorrendo). Se l'obiettivo, invece, è quello di recuperare il gettito vero, si deve sostenere chi abbia davvero l'intenzione di rimettersi in carreggiata, dandogli però tutto il tempo e le opportunità necessarie per farlo. L'alternativa, in particolare per alcune piccole imprese coinvolte loro malgrado nella ripresa repentina delle attività di recupero, è chiudere e andare a ingrossare le file dei percettori di reddito di cittadinanza. Noi non siamo assolutamente d'accordo. Anche la previsione normativa di introdurre l'IVA a carico degli enti del terzo settore, che peraltro non svolgono alcuna attività commerciale, deve essere corretta nel primo provvedimento utile. Quelle associazioni, infatti, stanno già affrontando gli adempimenti propedeutici all'entrata in vigore del Registro unico del terzo settore e hanno bisogno di certezze normative, non certo di misure che ne mettano a rischio la sopravvivenza. Aumentare la tassazione, gli adempimenti - e, quindi, i costi a questi enti - è certamente sbagliato e controproducente, perché si tratta di enti che si occupano del prossimo.

Negativo, poi, è il giudizio che abbiamo sul depotenziamento della disciplina del patent box, contenuta nell'articolo 6, anche perché, alla fine, ci mette in condizione, con altri Paesi europei, di avere una normativa meno favorevole; di conseguenza, avremo il fenomeno per cui molti andranno all'estero a portare le nostre eccellenze e il nostro know-how. Quanto, infine, alla disciplina del contante, noi avevamo chiesto la proroga della riduzione della soglia dei 1.000 euro, che scatterà dal 1° gennaio del prossimo anno. Siamo quasi gli unici a livello europeo con questi limiti, nonostante la stessa BCE ci ricordi come non si possa comprimere oltremodo il ricorso all'uso del contante come mezzo di pagamento; si è comunque ottenuto, anche su questo tema, che la soglia non scatti per i cambiavalute, riportandola ai 3 mila euro. Su questi aspetti, dunque, Forza Italia continuerà la sua battaglia pro-contribuenti, sia al Senato con la legge di bilancio, sia utilizzando altri provvedimenti utili che approderanno in Parlamento, a cominciare dal “decreto Milleproroghe”.

Tornando al “decreto Fisco e lavoro”, vi sono comunque molteplici aspetti positivi che provo a sintetizzare. In tema dei rapporti col fisco, su proposta di Forza Italia, si proroga dal 30 novembre 2021 al 31 gennaio 2022 il termine per il versamento, senza sanzioni e interessi, dell'IRAP non versata e sospesa ai sensi dell'articolo 24 del “decreto Rilancio”, che aveva disposto che le imprese con un volume di ricavi non superiore a 250 milioni di euro e i lavoratori autonomi non fossero tenuti al versamento del saldo dell'IRAP dovuta per il 2019 e della prima rata di acconto IRAP del 2020. Si estende, poi, il termine per il cosiddetto adempimento dei ruoli, portandolo, per le cartelle notificate dal 1° settembre di quest'anno al 31 dicembre 2021, da 60 a 180 giorni; sei mesi. Anche in questo caso si tratta di una proposta emendativa del nostro gruppo al Senato, accolta in prima lettura, purtroppo, però, solo in parte perché non sarà applicabile agli avvisi di accertamento dell'INPS, ma solo per quelli dell'Agenzia delle entrate.

Sempre su iniziativa del nostro gruppo, verrà concesso più tempo - fino al 16 gennaio 2022 - per pagare gli avvisi bonari in scadenza tra l'8 marzo e il 31 maggio 2020 e che avrebbero dovuto essere effettuati entro il 16 settembre 2020, o, in caso di pagamento rateale, il 16 dicembre di quell'anno, ma la cui riscossione è stata sospesa per la pandemia. Forza Italia ha poi proposto tutto il differimento dei termini relativi al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali in favore delle federazioni sportive nazionali, degli enti di promozione sportiva e delle associazioni e società sportive dilettantistiche; a tal fine, sono stati rinviati i versamenti in scadenza dal 1° settembre al 31 dicembre di quest'anno, da pagare in nove rate mensili, a decorrere dal 1° aprile 2022. Si interviene, poi, sulla disciplina del cosiddetto patrimonio destinato, estendendo al 30 giugno 2022 la possibilità di effettuare alcuni degli interventi previsti e ampliandone la tipologia a condizioni di mercato, anche con riferimento ai soggetti beneficiari (lo avevamo chiesto in sede di istituzione di questo strumento finanziario e l'abbiamo ottenuto).

Sempre in tema di sostegno alle imprese - in questo caso si parla di automotive - si rifinanzia per soli 100 milioni, ma solo per l'anno 2021, il fondo per l'incentivazione della mobilità a bassa emissione sia per la concessione dei contributi per l'acquisto di veicoli elettrici e ibridi (il cosiddetto ecobonus), sia dei contributi per l'acquisto di autoveicoli con fasce di emissioni superiori, nonché per gli autoveicoli commerciali e usati. Tali somme vanno a sostenere un settore che, non da oggi, è particolarmente in difficoltà, anche per le politiche che, a nostro giudizio, dovranno essere in qualche modo riviste rispetto all'abbandono dell'alimentazione tradizionale, previsto per il 2035; pertanto, riteniamo che la legge di bilancio dovrà in qualche modo integrare questo fondo per l'anno successivo.

In tema di IMU, poi, si interviene sulle agevolazioni per l'abitazione principale nell'ipotesi in cui i componenti dello stesso nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, sancendo che l'agevolazione spetta comunque almeno per un immobile del nucleo familiare, anche per scongiurare l'impostazione della Cassazione che, invece, riteneva non applicabile in nessun caso l'esenzione. Infine, lo diceva prima il collega Ungaro, si incrementano di 6 miliardi annui i fondi per l'assegno universale e per i servizi alla famiglia, che coinvolgono appunto sette milioni di famiglie.

Come dicevo all'inizio, noi di Forza Italia voteremo questo provvedimento. Lo faremo perché sappiano stare in maggioranza, anche se non è la maggioranza che vorremmo; lo faremo per senso di responsabilità, quello stesso senso di responsabilità che ci ha portati a sostenere per primi, ad inizio di quest'anno, la necessità di un Governo di unità nazionale in un momento drammatico per il nostro Paese, sia dal punto di vista sanitario che economico e sociale; lo facciamo perché ci auguriamo che questo sia l'ultimo provvedimento di natura economica dettato dall'urgenza e dall'emergenza, e che si possa finalmente tornare a programmare il futuro. Come? Con un corretto impiego delle risorse in termini di investimenti che arriveranno dal PNRR, con l'utilizzo pro-crescita dell'ingente risparmio degli italiani, cresciuto negli ultimi sei mesi di altri 123 miliardi, come ci dice oggi una ricerca di Intesa Sanpaolo e del Centro Einaudi, utilizzando la leva fiscale…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve concludere.

CARLO GIACOMETTO (FI). Mi avvio a concludere. Con interventi capaci di aprire finalmente il mercato dei servizi pubblici locali, come il “decreto Concorrenza” e di aumentare in termini assoluti il numero degli occupati e con una legge di bilancio che sia capace di mantenere la crescita anche per gli anni successivi. Con questi auspici, Presidente, che sono i nostri obiettivi da forza di Governo, quale siamo, esprimo il voto favorevole del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente. Io vorrei dichiarare fin da subito il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla conversione in legge del decreto-legge n. 146. Consapevole, però, dell'estensione tematica del decreto e della sua complessità regolativa, che non si presta a facili sintesi, vorrei presentare in modo molto stringato le ragioni del nostro apprezzamento con riferimento ad alcune soltanto delle norme in esso contenute, allocate in particolare nei capi 2 e 3, che trattano del lavoro, materia in qualche modo oscurata dalle questioni fiscali; questioni fiscali delle quali ha parlato ieri e bene il mio collega Fragomeli.

Il primo e più importante elemento da sottolineare in questa prospettiva a me pare che sia quanto disposto in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e ciò in considerazione del quotidiano stillicidio di infortuni mortali in ogni angolo del Paese e in ogni settore produttivo. In qualche misura, le modifiche che l'articolo 13 apporta al decreto legislativo n. 81 e la rilettura che lo stesso articolo propone con riguardo ad una pluralità di aspetti regolativi e di assetti organizzativi pure già consolidati suggeriscono di considerare l'intervento legislativo in esame, non solo e neppure tanto come una sorta di reazione emergenziale ai dolorosissimi fatti di cronaca che tutti conosciamo, quanto piuttosto come un progressivo e consapevole affinamento del testo unico di riferimento, sulla base di un'attenta e ragionata analisi dei punti di debolezza della disciplina vigente, punti di debolezza che si sono manifestati nella pratica quotidiana.

A conferma di ciò, mi limito a segnare tre temi fra i tanti, che appaiono, a mio avviso, importanti per comprendere il senso della novella legislativa. Mi riferisco alla riorganizzazione del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro, all'aggravamento del sistema sanzionatorio ed infine all'attenzione dedicata alla riorganizzazione dei profili formativi.

Il Sistema informativo nazionale per la prevenzione è già previsto dal decreto legislativo n. 81, ma ora si chiede di elaborare i dati, non più al solo fine di indirizzare le attività di vigilanza, bensì piuttosto per programmarne e valutarne l'efficacia, tenendo conto anche del fatto che gli organi competenti hanno ora l'obbligo di alimentare un'apposita sezione dedicata alle sanzioni irrogate nell'ambito della loro attività istituzionale. Anche a questo fine, per assicurare un'effettiva funzione di integrazione conoscitiva e operativa, è stato ampliato il novero degli enti partecipanti, si è meglio precisato il ruolo dell'INAIL e la funzione del tavolo tecnico per lo sviluppo e il coordinamento del sistema, i cui flussi informativi potranno essere consultati dalle parti sociali. A me pare che la ratio che sorregge queste riforme può essere espressa così: conoscere per contrastare, anzi, meglio conoscere per meglio contrastare, nella consapevolezza che la frammentazione delle competenze di controllo e la frantumazione esasperata del tessuto produttivo sono ostacoli significativi per un'efficace azione di contrasto.

È poi possibile individuare una seconda linea di azione che merita di essere apprezzata. Mi riferisco al sistema sanzionatorio. Al riguardo, è stato previsto che l'Ispettorato nazionale del lavoro possa adottare provvedimenti di sospensione, anche accompagnati da specifiche prescrizioni, quando riscontri che almeno il 10 per cento dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro risulti occupato senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, anche per quanto riguarda i lavoratori autonomi occasionali, ovvero a prescindere da qualunque settore d'intervento e dal numero dei soggetti interessati in caso di grave violazione, anche non reiterata, in materia di tutela della salute e della sicurezza. Sospensione a cui segue ora l'impossibilità a contrarre con tutte - tutte! - le stazioni appaltanti assoggettate al Codice degli appalti e che può essere superata soltanto dall'integrale soluzione della situazione lesiva. C'è poco da discutere, signor Presidente: violare le regole del lavoro crea un danno ai lavoratori, che arriva anche all'infortunio mortale, ma crea danni anche al sistema delle imprese che competono nel rispetto delle leggi. Un sistema sanzionatorio efficace è, dunque, una evidente necessità.

Per conseguire poi l'obiettivo della massima sicurezza possibile, il decreto che ci apprestiamo a licenziare in via definitiva interviene anche in materia di formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti, disponendo che, entro la metà del prossimo anno, la Conferenza unificata adotti un accordo, per provvedere all'accorpamento, rivisitazione e modifica degli Accordi attuativi degli obblighi legislativi in materia di formazione, in modo da garantire caratteristiche efficaci ed effettive di formazione durante lo svolgimento della prestazione lavorativa. Insomma, credo siano sufficienti queste brevissime osservazioni su formazione, ispezioni e sanzioni per comprendere, anche senza nulla dire di tutto il resto, dai cantieri mobili alle notifiche preliminari, dagli organismi paritetici all'introduzione del preposto per l'attività di vigilanza, che quella sulla sicurezza sul lavoro costituisce veramente una delle colonne portanti degli interventi urgenti in materia di lavoro. Urgente - sia chiaro -, ma non emergenziale; non c'è nulla di temporaneo nell'intervento proposto, che anzi appare destinato a trasformarsi nella configurazione ordinaria del sistema di protezione di chi lavora.

Un altro elemento che appare necessario considerare per meglio apprezzare il perimetro lavoristico del decreto n. 146 è dato dall'articolo 11-ter, introdotto dal Senato, che consente di destinare le risorse residue allocate nel Fondo per le politiche attive del lavoro al Fondo nuove competenze costituito presso l'ANPAL, con finalità di sostegno alla ripresa economica delle imprese nell'ambito dei contratti collettivi. Ciò che è importante è che, entro un breve termine, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, dovranno essere ridefinite, con decreti ministeriali, tutte le regole e le caratteristiche dei progetti formativi. Inizia in questo modo a prendere evidente forma la strategia di contrasto alla disoccupazione e di sostegno all'innovazione, che trova nel ridisegno delle politiche attive il proprio strumento cardine, così come anticipando in qualche misura quanto sarà previsto, tra breve, nella legge di bilancio. Vorrei ora indicare un terzo e ultimo elemento. Mi riferisco all'articolo 15-bis, che prevede la possibilità, per gli enti di diritto privato che gestiscono forme di previdenza obbligatorie di adottare iniziative assistenziali in favore dei propri iscritti che si trovano in condizioni di quarantena o di isolamento su indicazione delle autorità sanitarie, ovvero che abbiano subito una comprovata riduzione della propria attività per effetto della pandemia. Ora, benché semplice nella sua formulazione, questo articolo solleva alcune questioni di fondo sulle quali sarebbe oltremodo opportuno l'avvio di un'ampia discussione pubblica, basti pensare, per un verso, al ruolo delle casse private e dei fondi professionali nell'ambito del sistema generale di welfare, tenendo conto del riconoscimento costituzionale della libertà di assistenza privata oppure considerando, per altro verso, la necessità di rielaborare convinzioni ancora diffuse nell'immaginario collettivo sulle caratteristiche proprie dei lavoratori autonomi, che, nel corso di questo lungo periodo di pandemia, hanno, invece, dimostrato la propria fragilità, soprattutto se giovani, soprattutto se donne, soprattutto se meridionali.

Concludo, signor Presidente. Ho inteso rappresentare le ragioni del voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, facendo riferimento non già alle norme volte a contrastare le condizioni di emergenza - avrei potuto parlare del trattamento di malattia per i lavoratori fragili in quarantena, della cassa integrazione con causale COVID e così via -, quanto, piuttosto, facendo riferimento alle norme volte a consentire una più equilibrata ripartenza, equilibrata perché assume come proprio orizzonte la transizione digitale ed ecologica dei sistemi produttivi e perché intende rendere socialmente sostenibile questa stessa transizione. Abbiamo bisogno di contrastare l'emergenza, ma anche di costruire la ripartenza, cioè di iniziare a costruire condizioni idonee per un futuro possibile, in cui le parole siano custodire, prendersi cura, farsi carico, anche nel mondo del lavoro e dell'impresa, come si propone di fare il decreto n. 146. Per tutto questo, signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico esprimerà un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, è indubbio che il decreto fiscale, in qualche modo, se si ha onestà intellettuale, non ha grandi provvedimenti a favore del cittadino: ha piccoli interventi, in certi casi anche importanti, come quelli della sicurezza sul lavoro, piccoli interventi di tipo fiscale, molte delusioni. Mi era stato chiesto di commentare i nove giorni di proroga della rottamazione-ter, ho detto che era incommentabile; nove giorni a chi ha tante rate da pagare e che non è riuscito a pagarle per la crisi pandemica, è entrato in crisi di liquidità e questo Parlamento non è riuscito a distinguere tra gli evasori e chi, invece, non riesce a pagare le imposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Infatti, ricordiamocelo: non è una colpa non riuscire a pagare imposte che si dichiarano, tanto più se devi pagare dieci rate assieme.

Allora, noi oggi - perché sennò vuol dire che il Parlamento non conta come vorrebbe - dobbiamo ricordarci di una serie di ordini del giorno anche voluti dalla Lega, approvati da tutta la maggioranza per riaprire la rottamazione-ter, il saldo e stralcio, per fare la rottamazione-quater per le annualità 2018 e 2019 con parere favorevole del Governo. Ricordiamocelo, perché altrimenti non possiamo lamentarci che il Parlamento non conta, se votiamo un ordine del giorno tutti assieme, con quell'obiettivo, con il parere favorevole del Governo e poi ieri si è lasciata trascorrere la scadenza. Questo è abbastanza limitato, nei provvedimenti, se lo confrontiamo con il decreto fiscale del “Conte 1”, a trazione leghista, in cui è stata varata la rottamazione-ter, il saldo e stralcio, la chiusura del contenzioso fiscale, ma anche la mini flat tax sino a 65 mila euro, che ha avuto una tale esplosione di interesse, che quasi 2 milioni di attività economiche in Italia su 5 milioni, utilizzano questo sistema che è semplice, a bassa tassazione e che è diventato, proprio perché per i primi cinque anni si paga solo il 5 per cento, concorrenziale al sommerso, all'evasione, considerato che il miglior modo per combattere l'evasione è la riduzione delle imposte e la semplificazione del sistema fiscale italiano, che è tra i più complicati al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo decreto fiscale va considerato, però, non solo a sé stante, ma come parte della manovra di bilancio e della delega fiscale; aspettiamo l'emendamento che, a tutt'oggi, non è ancora arrivato, ma comunque, grazie alla Lega, gli 8 miliardi di riduzione delle imposte sono stati diretti verso due grandi obiettivi; anzitutto, l'abolizione dell'IRAP per i lavoratori autonomi, le ditte individuali, le imprese familiari, i tanti piccoli artigiani e commercianti che si spaccano la schiena tutto il giorno, che potranno appunto non pagare più l'IRAP; in tal modo, si innesta anche un grande processo di semplificazione; perché di semplificazione? Perché i suddetti lavoratori non compileranno più nemmeno il modulo dell'IRAP; ma in quegli 8 miliardi ci sono anche la riduzione dell'IRPEF, quindi delle imposte per tutti - e su tale punto bisogna fare anche chiarezza, non viene perso il “bonus Renzi”, che diventa una detrazione; quindi, tutte le categorie di contribuenti italiani avranno, piccola o grande, una riduzione; i colleghi di Fratelli d'Italia dicevano, sì, una riduzione non elevata, compensata dall'aumento delle bollette; premesso che la Lega ha chiesto e ottenuto forti stanziamenti per le bollette, se non ci fosse stata la riduzione dell'IRPEF, ci sarebbe stato l'aumento delle bollette e non la riduzione dell'IRPEF (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oltre a ciò, vi è anche la riduzione del contributi a carico dei dipendenti, fino a 35 mila euro, e questo è un ulteriore incentivo a rilanciare l'economia, perché la diminuzione del lordo dovuta all'IRPEF e ai contributi INPS falcidia gli stipendi degli italiani. L'occasione persa, però, è quella della rottamazione; io voglio che tutti si ricordino che dal 2012 al 2019 tanti italiani si sono suicidati a causa delle tasse, anche nel ricco Nord-Est; a loro deve andare il nostro ricordo, perché? Perché, se abbiamo prorogato lo stato di emergenza pandemico, bisogna anche prorogare gli aiuti per contrastare le difficoltà di liquidità che tante imprese, in questo momento, stanno riscontrando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Poi ricordiamoci, quando parliamo di riduzione delle imposte, di andare incontro al cittadino, al contribuente, nel senso che almeno le cose che non costano niente al cittadino e allo Stato vanno fatte.

Allora, in questo decreto fiscale la Lega aveva presentato alcuni emendamenti per quanto riguarda la manovra; si potevano già togliere le venti micro tasse, ossia quelle tasse odiose che costano di più allo Stato del gettito. E allora nessuno terrebbe in piedi un bene che costa di più del prezzo di vendita; nessuna attività economica produrrebbe un bene che costa di più del prezzo di vendita. Lo Stato lo fa con le venti micro tasse. Abbiamo detto che, al 30 novembre, si prevede la possibilità di rateizzare il secondo acconto da gennaio a giugno dell'anno successivo; si può ridurre la ritenuta d'acconto per i tanti professionisti. Ebbene, non è stato fatto, pur sapendo che allo Stato non costa niente e va solo a beneficio del cittadino. Noi vogliamo che tante misure che abbiamo proposto qui alla Camera nella delega fiscale vengano riprese in Senato in sede di manovra e nei prossimi provvedimenti, soprattutto per ciò che riguarda la rottamazione. Non parliamo di gente che ha evaso le tasse ma di gente che non è riuscita a pagare le imposte.

La Lega voterà a favore di questo decreto fiscale, nella logica di un pacchetto che riguarda anche la manovra e che non deve toccare la casa. Quindi, attenzione alla questione della riforma del catasto: non si possono avere più tasse per tutti in un Paese come l'Italia dove l'italiano ha un enorme attaccamento alla casa. Allo stesso modo, bisogna assolutamente che si innesti un rilevante processo di riduzione delle imposte e di semplificazione del sistema, che è il miglior modo anche per la lotta al sommerso. Vanno bene i controlli, anche sul versante internazionale, però è importantissimo ridurre la tassazione e semplificare il sistema; la mini flat tax per i redditi fino a 65 mila euro è da vedere. Tanta gente ha deciso di uscire dall'ombra, prendere la partita IVA perché una bassa tassazione, un sistema semplice vanno incontro alle necessità del Paese e al rilancio dell'economia che è assolutamente necessario sostenere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicola Grimaldi. Ne ha facoltà.

NICOLA GRIMALDI (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, il decreto fiscale si inserisce quest'anno in un percorso di riforma del nostro sistema tributario finalmente di ampio respiro. Insieme alla legge di bilancio e alla legge delega interveniamo su due fronti: la riduzione della pressione fiscale e la semplificazione complessiva del sistema, cui dovrà contribuire anche il PNRR attraverso un coraggioso investimento nella digitalizzazione del Paese. Come è noto, la legge di bilancio destina il grosso delle risorse al fisco: 8 miliardi di euro, dei quali 7 miliardi per la revisione dell'Irpef e un miliardo per eliminare l'IRAP a vantaggio delle imprese di piccole dimensioni.

Il “DL fisco”, che andiamo a convertire, si occupa invece principalmente della riscossione delle rateizzazioni; il testo del decreto già in origine conteneva un piano di alleggerimento del peso delle cartelle esattoriali in continuità con le misure adottate dal Governo “Conte 2” durante l'emergenza pandemica. Il punto saliente è l'estensione da 60 a 150 giorni del termine per pagare le cartelle inviate a partire dal 1° settembre fino al 31 dicembre 2021, ma non meno importante era lo slittamento a fine novembre del termine per pagare le rate scadute della rottamazione-ter e del saldo e stralcio senza perderne i benefici. Su entrambi i punti il testo è stato migliorato in sede emendativa: i 150 giorni per pagare le cartelle sono diventati 180 e lo slittamento delle definizioni agevolate è stato spostato al 14 dicembre, tenendo in considerazione i cinque giorni di tolleranza.

Va detto, tuttavia, che sia sulle cartelle che sulle definizioni agevolate occorre fare di più. Sono maturi i tempi per una rottamazione-quater che coinvolga tutte le cartelle accumulate nel biennio precedente alla pandemia e stiamo lavorando per approvarla a stretto giro durante l'esame della manovra. Così come è urgente un nuovo rinvio delle cartelle esattoriali a partire da gennaio. Non dobbiamo mai dimenticare che l'emergenza non è ancora finita e che lo Stato deve continuare a fare la sua parte, per sostenere in via eccezionale contribuenti e imprese, pena l'indebolimento della crescita economica in prospettiva futura. Un elemento di cui andare orgogliosi, sempre nell'ottica di sostegno eccezionale ai cittadini in difficoltà, è il potenziamento dei piani di rateizzazione per le cartelle sospese prima della pandemia; abbiamo portato da 10 a 18 il tetto di rate non pagate, oltre il quale scatta la decadenza del beneficio. Eppure il “decreto Fisco” non riguarda solo il settore della riscossione. Grazie a un emendamento al Senato, firmato dalla collega Nunzia Catalfo, gli invalidi parziali che lavorano possono continuare a ricevere l'assegno di invalidità alle condizioni di sempre. Da qualche mese infatti l'INPS, in seguito ad alcune pronunce della Consulta, si era trovato costretto a sospendere l'erogazione di contributi di invalidità per quei disabili, con invalidità tra il 74 e il 99 per cento, titolari di un reddito da lavoro, contributo in diversi casi anche soltanto di poche centinaia di euro. Grazie all'emendamento del MoVimento 5 Stelle questa anomalia è stata sanata e torneranno a ricevere l'assegno.

C'è poi la modifica alla disciplina del patent box, che prevede la sostituzione dell'attuale meccanismo, ossia la parziale detassazione dei redditi derivanti da alcune tipologie di beni immateriali giuridicamente tutelabili, con un'agevolazione che prevede una deduzione del 90 per cento dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a tali beni. In generale, il “decreto Fisco” si conferma importante per rendere più efficiente ed equo il sistema fiscale e va anche oltre, intervenendo sulla tutela del lavoro e delle persone più deboli. Queste sono ragioni più che sufficienti per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla conversione in legge del decreto-legge oggi in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3395​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3395: S. 2426 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili " (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12) (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta del 15 dicembre 2021, la I Commissione permanente (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) ha approvato, in sede legislativa, il seguente disegno di legge:

C. 3319 - Governo: “Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione «Chiesa d'Inghilterra», in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione”. (Approvato dal Senato).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata De Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSALBA DE GIORGI (MISTO). Grazie, Presidente. Gli effetti della pandemia causata dal COVID-19 stanno continuando a mettere a dura prova il nostro sistema sanitario nazionale. Dopo una tregua tanto breve quanto illusoria, a causa dell'ennesima variante del virus le strutture ospedaliere di tantissime città italiane sono chiamate…

PRESIDENTE. Deputata De Giorgi, le chiedo scusa, aspettiamo un attimo che si faccia silenzio. I colleghi deputati che vogliono anticipare la propria uscita possono farlo senza disturbarla. Colleghi, colleghi deputati, siete pregati di fare silenzio! Chi vuole parlare è cortesemente pregato di affrettarsi fuori dall'Aula e di non recare disturbo agli oratori. Deputata De Giorgi, a lei la parola.

ROSALBA DE GIORGI (MISTO). Grazie, Presidente. Gli effetti della pandemia causata dal COVID-19 stanno continuando a mettere a dura prova il nostro sistema sanitario nazionale. Dopo una tregua tanto breve quanto illusoria, a causa dell'ennesima variante del virus le strutture ospedaliere di tantissime città italiane sono chiamate nuovamente a fronteggiare un'emergenza sulla cui durata appare inutile formulare previsioni. In questo momento di grave difficoltà, acuita dal fatto che non sempre le decisioni prese per risolvere i problemi si rivelano le migliori, si è disposti a comprendere qualsiasi situazione, però quanto è accaduto alcuni giorni fa nel nosocomio di Taranto mi ha lasciato a dir poco sconcertata. Testimonianze dirette mi hanno raccontato di una cittadina che, affetta da patologie invalidanti, a seguito di insufficienza respiratoria e conseguente sofferenza cardiaca è stata costretta a fare ricorso al 118 per un immediato ricovero in ospedale. Giunta al pronto soccorso alle ore 11,30 del mattino, è stata sottoposta ad accertamenti chiarificatori solo in serata, per poi essere dimessa all'una di notte, vale a dire dopo oltre 13 ore. Sembra impossibile, ma è quanto realmente accaduto. In quell'interminabile lasso di tempo i malesseri accusati dalla donna sono stati tenuti sotto controllo dal personale medico; tutto questo all'interno di un pronto soccorso che, essendo l'unico a servire la città ed una parte della provincia, ora dopo ora andava riempiendosi sino all'inverosimile, con l'ovvia dilatazione dei tempi di attesa. Quella cittadina è stata protagonista o vittima, scegliete voi, di ciò che sarà pure stato il risultato di uno sfortunato e imprevedibile incrocio di circostanze, ma attendere nel pronto soccorso 13 ore prima di avere lumi sulla propria salute! Onestamente, provo vergogna nell'apprendere che in un Paese come il nostro non si riescano a trovare soluzioni ad episodi che, come quello appena illustrato, speriamo vadano ad inserirsi nella lista delle spiacevoli eccezioni (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Troiano. Ne ha facoltà.

FRANCESCA TROIANO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, è un piacere per me parlarvi dell'iniziativa parlamentare, con il portavoce di Piccoli Comuni e Mezzogiorno Europeo nel Mediterraneo, Virgilio Caivano, denominata La Costituzione a scuola. Ringrazio i dirigenti scolastici della provincia di Foggia per la disponibilità e sensibilità dimostrata. Il tour de La Costituzione a scuola ha preso le mosse con le prime iniziative di Manfredonia presso l'Istituto “Roncalli” dell'ottimo dirigente Roberto Menga e dell'Istituto “Rodari Alighiero Spalatro” di Vieste, dell'ottimo dirigente Pietro Loconte. Il dono di una copia della Costituzione ai ragazzi, l'occasione per me di avere con loro un dialogo, un confronto, stimoli importanti per il mio impegno parlamentare. Un dialogo che hanno fatto emergere il senso civico di questi ragazzi, le loro ansie per la vita pubblica, i servizi, gli impianti sportivi, il decoro urbano. Elementi che vanno assolutamente valorizzati attraverso iniziative a sostegno della nostra scuola. Nelle prossime settimane sono previsti incontri a Cerignola presso il liceo “Einstein”, San Severo, Lucera, Foggia, Rocchetta Sant'Antonio, Bovino, Roseto Valfortore, San Nicandro Garganico e tante altre scuole dei piccoli comuni come delle grandi città. Particolarmente suggestiva l'iniziativa che terrò a Rocchetta Sant'Antonio con il dono della Costituzione a laureati in questo periodo pandemico. Un segnale di attenzione delle istituzioni e dei parlamentari ai nostri giovani, al nostro futuro.

Leggo nei loro occhi la voglia di fare, intraprendere e rischiare; un'esperienza utile per ritrovare un dialogo concreto con la nostra “Generazione Europa”, con il nostro domani. Un ringraziamento va ai sindaci per la loro presenza e disponibilità, ai sindaci, ai comuni e, soprattutto, a quelli piccoli, patrimonio istituzionale da difendere, promuovere e valorizzare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, da quest'Aula voglio parlare di un sistema tecnologico che è stato all'avanguardia e un orgoglio per l'Italia intera, un sistema che ha servito non soltanto la nostra Nazione, ma tutto il bacino del Mediterraneo e mi riferisco all'antenna trasmittente costruita nel 1951 a Caltanissetta. È, oggi, ancora la struttura più alta d'Italia e, al momento della realizzazione, è stata la struttura più alta addirittura d'Europa. Ora, dal 2004 quest'opera è stata spenta ed è iniziato un confronto importante tra Rai Way, l'ente proprietario, e la comunità sul futuro di quest'opera importante.

La comunità nissena si è espressa da ultimo in un importante consiglio comunale nel senso di voler mantenere l'opera, chiaramente posta in sicurezza, per poterla sfruttare anche a fini turistici, perché, quando la comunità ha dovuto servire, quindi, subire in un certo qual modo quest'opera, lo ha fatto; adesso che invece quest'opera può restituire qualcosa e i progetti che si paventano potrebbero essere quelli della realizzazione di un parco tecnologico o di un centro di studio dei fenomeni atmosferici, ecco, adesso, invece, la si vuole demolire. È chiaro che questo non è possibile. Mi piace anche evidenziare come tra i fautori e i sostenitori di quest'opera ci siano molte associazioni ambientaliste e, addirittura, lo stesso comitato a favore dell'antenna Sant'Anna. Ora, da poco, la regione siciliana si è pronunciata per l'importanza di quest'opera, ma chiaramente questo non basta; bisogna scongiurare in maniera definitiva la possibilità di demolizione dell'opera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, volevo fare un appello al Ministro Franceschini e al Presidente Draghi perché pare che dalla legge di bilancio siano stati espunti i fondi del FUS a sostegno dei carnevali storici d'Italia. Questa è una grave mancanza a cui spero si possa ovviare, perché i carnevali storici, specie di questi tempi, hanno sofferto un grave disagio a causa del COVID, ma soprattutto perché rappresentano l'identità di tutto questo Paese. Quindi, sono certo che sia il Ministro Franceschini che il Presidente Draghi vorranno fare propri gli emendamenti che mi risulta siano già stati presentati alla legge di bilancio o nel primo provvedimento possibile per consentirmi di dire, come dice il sommo poeta di cui quest'anno ricorre il settecentesimo anniversario della morte, “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.

Presidente Draghi, Ministro Franceschini, non costringete i carnevali storici a piatire soldi che meritano per quello che rappresentano in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Covolo. Ne ha facoltà, per due minuti.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, la stampa degli ultimi giorni riporta titoli poco incoraggianti, del tipo: “Inverno demografico”, “Record negativo di nascite nel 2021”, dopo un 2020 che aveva già registrato appena 400 mila nati, rispetto alla media di oltre un milione annuo dei tempi passati. L'Italia è ormai un Paese in declino, con un gap generazionale sempre più evidente. Il record di anzianità dopo la pandemia è il principale problema del Paese, tale da incidere sui consumi, sulla produzione di ricchezza nazionale e sulla dinamica dell'offerta di lavoro e delle casse previdenziali per il futuro. Occorre invertire la rotta e puntare su politiche che incentivino la natalità. Spero che il parere favorevole del Governo al mio ordine del giorno al decreto fiscale appena convertito sia soltanto un primo passo verso il contrasto alla denatalità. Auspico che la defiscalizzazione e che l'esonero contributivo sulle mensilità aggiuntive, corrisposte come premio ai neogenitori, possano divenire strutturali ed indurre molti imprenditori a seguire l'esempio della vicentina Brazzale Spa, azienda leader a livello mondiale nel settore lattiero-caseario che per prima ha riconosciuto bonus ed incentivi retributivi ai dipendenti che scelgono di avere un bambino. A seguire anche la vicentina BR Pneumatici ha messo a punto un sistema di incentivi per i neogenitori. Puntare sugli investimenti nelle strutture educative e scolastiche previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza non basta: dobbiamo prevedere benefici fiscali a sostegno delle imprese e dei lavoratori che decidono di diventare mamma o papà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà, per un minuto.

SIMONE BILLI (LEGA). Presidente, cari colleghi, in questi giorni ricevo molte segnalazioni da parte di italiani residenti all'estero temporaneamente in Italia. Molti sono anziani oppure sono soggetti a rischio, hanno fatto la seconda dose nel loro Paese di residenza e alcuni hanno fatto anche la dose con vaccini non approvati dall'EMA. Vorrebbero fare la terza dose in Italia, perché adesso sono in Italia e non torneranno a breve nel loro Paese di residenza. Le regioni oggi vanno in ordine sparso: alcune permettono a queste persone di fare la terza dose, altre no. Chiedo, pertanto, Presidente, di fare chiarezza su chi possa fare la terza dose, con una circolare o con un altro atto a validità nazionale, soprattutto, Presidente, per salvare la vita a tanti anziani ed ai soggetti fragili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Per segnalare un fatto di una gravità e di una inopportunità incredibile e per verificare se il Ministro Speranza volesse mettervi una pezza. Con ordinanza di ieri, il Ministro “Speranza assoluta” ha modificato la lista dei Paesi per i quali si può entrare in Italia senza obbligo di quarantena. Incredibilmente, immotivatamente - a meno che non si tratti di una delle tante sviste che hanno caratterizzato l'infausto procedere politico e l'esperienza politica del Ministro - fra i Paesi dai quali incredibilmente non si può entrare in Italia senza aver fatto la quarantena vi è Singapore. Presidente Rampelli, lei mi può insegnare che la città-Stato asiatica di Singapore ha il 96 per cento della popolazione vaccinata, con l'indice Rt più basso al mondo; è una città dove si sono riscontrate poche decine di casi di variante Omicron, una città-Stato rispetto alla quale nessun'altra città europea ha assunto una tale misura draconiana che colpirà a sangue 4.000 italiani residenti a Singapore che avrebbero voluto tornare in Italia a festeggiare il Natale con i loro cari; una misura che colpirà a sangue i tanti singaporesi che, rappresentando da sempre un turismo di lusso, sarebbero venuti in Italia a spendere i loro soldi per quella filiera turistica già tanto flagellata, prima dalla pandemia e poi dal Ministro Speranza. Peccato che, mentre impediamo i voli da Singapore, consentiamo ai barconi di entrare! Allora, per la denegata ipotesi che non sia una svista, se è una svista, il Ministro corregga immediatamente; se non fosse una svista, Presidente, la incaricherei di comunicare al Ministro che il virus, anche nella sua variante Omicron, non è vero che sappia volare e non sappia nuotare, perché entra tramite i barconi e non entra tramite gli aerei che arrivano da Singapore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 16 dicembre 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2021.

(C. 3208-A​)

Relatrice: GALIZIA.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2020). (Doc. LXXXVII, n. 4)

Relatrice: EMANUELA ROSSINI.

2. Seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo, Fregolent ed altri n. 1-00542, Pezzopane ed altri n. 1-00561, Foti ed altri n. 1-00562 e Davide Crippa ed altri n. 1-00565 concernenti iniziative volte al sostegno dei settori produttivi maggiormente interessati dai processi di transizione ecologica .

3. Seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione .

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

LUPI ed altri: Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale. (C. 2372-A​)

Relatore: LATTANZIO.

La seduta termina alle 18,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 la deputata Spessotto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 12)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ris. Crippa D. e a. n. 6-200 419 386 33 194 376 10 75 Appr.
2 Nominale Ris. Muroni e a. n. 6-201 425 416 9 209 9 407 75 Resp.
3 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-202 422 391 31 196 10 381 75 Resp.
4 Nominale Ris. Lollobrigida e a. n. 6-203 424 417 7 209 29 388 75 Resp.
5 Nominale Ddl 3395 - odg 9/46 407 402 5 202 32 370 90 Resp.
6 Nominale odg 9/3395/58 415 412 3 207 32 380 90 Resp.
7 Nominale odg 9/3395/59 422 422 0 212 47 375 89 Resp.
8 Nominale odg 9/3395/60 419 412 7 207 40 372 88 Resp.
9 Nominale odg 9/3395/61 rif. 414 409 5 205 403 6 88 Appr.
10 Nominale odg 9/3395/66 rif. 428 421 7 211 418 3 87 Appr.
11 Nominale odg 9/3395/77 427 427 0 214 49 378 87 Resp.
12 Nominale Ddl 3395 - voto finale 384 384 0 193 340 44 85 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.