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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 614 di martedì 14 dicembre 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 16,20.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 6 dicembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Oggi, il marito di Svetlana Tikhanovskaya, che è la leader in esilio dell'opposizione bielorussa, quindi parliamo di Sergei Tikhanovsky, è stato condannato a ben 18 anni di detenzione. Sergei era stato arrestato alla vigilia delle elezioni nel maggio del 2020, insieme ad altri esponenti politici, proprio per non intralciare, per così dire, la campagna elettorale di Lukashenko, al potere dal 1994. Per dare al Paese un'alternativa, Svetlana Tikhanovskaya, Maria Kolesnikova e Veronica Tsepkalo sono scese in campo e hanno unito le forze, indicando in Svetlana Tikhanovskaya l'unica candidata alla Presidenza e, Presidente, facendo una straordinaria campagna elettorale per tutto il Paese, una campagna che ha ottenuto anche straordinari consensi nel Paese. Ciononostante, organizzando brogli elettorali su vasta scala, il 9 agosto 2020 Lukashenko si è proclamato per l'ennesima volta vincitore. La condanna di Sergei Tikhanovsky arriva dopo quella recente, del settembre scorso, a 11 anni, di Maria Kolesnikova. Dunque, si tratta evidentemente di una chiara strategia intimidatoria per stroncare ogni forma di opposizione nel Paese. Allora, signor Presidente, noi chiediamo che il Governo esprima una netta condanna verso quanto è accaduto e che si attivi per sostenere le istanze portate avanti dalle tante cittadine e dai tanti cittadini bielorussi, che dal 2020 si battono per affermare nel loro Paese la libertà e la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Bonafede, Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, Corda, Covolo, Dieni, Moretto, Paita, Andrea Romano, Schullian, Scoma, Spadoni, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 113, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 13 dicembre 2021, ho chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti il deputato Marco Rizzone, in sostituzione del deputato Guido Germano Pettarin, dimissionario.

In morte del deputato Falco Accame.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Falco Accame, già membro della Camera dei deputati nella VII e VIII legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome di tutta l'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2426 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (Approvato dal Senato) (A.C. 3395​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3395: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3395​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Mi dispiace veramente, ma anche questa volta, non voterò la fiducia. Qualcuno direbbe “bla, bla”; io non voglio pensare con riguardo a ciò che questo Parlamento intende fare a proposito della legge sul suicidio assistito. Ieri in quest'Aula si è svolto un dibattito surreale, quando c'è stata la discussione generale sul testo approvato in Commissione: in tutto sono stati 15 i deputati che hanno discusso sul tema della vita e della morte. Io non volevo credere né ai miei occhi, né alle mie orecchie mentre si consumava - e si continua a consumare - questo grave insulto nei confronti della Corte costituzionale, che non viene presa in considerazione dal Parlamento, nonostante, per ben due volte, abbia invitato lo stesso Parlamento a legiferare in materia. Noi cosa facciamo? Bla, bla. Non avendo la volontà di portare al voto d'Aula il provvedimento, non avendo fissato neanche la scadenza per la presentazione degli emendamenti, è chiaro che l'approvazione di questa legge diventa sempre di più una speranza vana. Penso che questo Parlamento - ed è bene che i cittadini italiani lo sappiano - abbia deciso, comunque, di non approvare questa legge e lo dico con grande rammarico; tutto verrà messo a tacere chissà fino a quando. Prima bisognerà occuparsi del bilancio, poi, ovviamente, del Recovery, poi di altre emergenze, poi ci sarà l'elezione del Presidente della Repubblica e poi chissà quale altra questione. Infine, verrà il momento del referendum sull'eutanasia legale, che certamente toglierà questo nostro Parlamento dall'imbarazzo di dover legiferare su questa materia. Per questo, anche questa volta, per una mia personale scelta e protesta, non voterò la fiducia sul provvedimento in oggetto, ribadendo, comunque, il mio apprezzamento per il Presidente Draghi e per il Ministro Speranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intervengo su questa ennesima richiesta di fiducia da parte del Governo, un Governo dei record - bisogna dirlo -, perché siamo arrivati, se non erro, alla ventinovesima fiducia nel giro di 11 mesi, in base al computo giornaliero una fiducia ogni 9 giorni circa. Soprattutto, questa settimana riuscirete a superarvi perché, non solo venite qui in Aula a chiedere la fiducia oggi, ma molto probabilmente lo farete anche sul “decreto PNRR”, che stiamo discutendo in Commissione bilancio, su cui abbiamo posto tutta una serie di questioni e di temi afferenti allo sperpero del denaro pubblico che questo Governo sta mettendo in atto: nessuno ci risponde nel merito, neanche per dire che ci stiamo sbagliando su questo o quel profilo. Anche questo decreto - che dovrebbe aiutare le famiglie e le imprese italiane ad avere un fisco più agevole, più semplice e più equo - invece è stato, nel corso dell'esame in Senato, infarcito di “marchette”.

Penso, ad esempio, alla norma inserita dal Partito Democratico che, dopo aver vinto le elezioni comunali a Roma, ha ben pensato di fare una cosa da vera sinistra laica, ossia chiedere che il Vaticano fosse esentato dalla Tari su alcuni edifici e alcune basiliche citate nei Patti Lateranensi. Complimenti. I cittadini romani vi ringraziano di questo; sicuramente avete apportato un beneficio alle casse pubbliche; complimenti ancora, per questa norma.

Avete, poi, infarcito di assunzioni l'Accademia dei Lincei: cosa c'entri con il “decreto Fiscale” dobbiamo ancora capirlo; avete fatto un'altra norma su Amco che, in questi ultimi anni, è diventata un po' la discarica dei crediti deteriorati del sistema bancario e finanziario del nostro Paese, ossia una società controllata al 100 per cento dal Ministero dell'Economia e finanze, che si è comprata, in questi ultimi anni, i crediti deteriorati a un prezzo fuori mercato; quindi, ovviamente ci devono essere svalutazioni e perdite che ci accolliamo tutti noi, come collettività. Sempre il Partito Democratico, con un'altra bella norma fatta per salvare il sistema finanziario, quindi una norma di sinistra, ha compiuto un blitz notturno – perché, come al solito, queste cose si fanno di notte - per far uscire, per qualche anno, dal perimetro dello Stato anche le norme di controllo sui dirigenti, sulle responsabilità che i dirigenti hanno nell'acquisto di crediti deteriorati al doppio del loro prezzo, sempre con riferimento alla partecipata Amco. Complimenti.

Per tutte queste ragioni, sia di metodo, poiché si esautora completamente il Parlamento dalle discussioni, nelle Commissioni e in Aula, sia di sostanza, perché queste norme “marchetta” non servono assolutamente a niente agli italiani, noi vi diciamo un bel “no” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signora sottosegretaria, ci accingiamo a votare questa nuova fiducia, ed è oggettivamente difficile - lo abbiamo detto anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo - non evidenziare un certo disagio. La situazione è complessa e difficile: ci troviamo certamente di fronte a una delle fasi più complesse della nostra storia economica, e non solo, però, oggettivamente, questi continui richiami alla fiducia e questo monocameralismo di fatto sono un problema. Lei lo ha già evidenziato, signor Presidente, più volte, anche autorevolmente. L'auspicio non può non essere che il 2022 possa, da questo punto di vista, individuare perlomeno un graduale ritorno alla normalità per tutti, evidentemente anche per il nostro lavoro. Oggettivamente ci troviamo di fronte ad un intervento, sulle misure urgenti in materia fiscale e tutela del lavoro, molto ampio, molto complesso: sono oltre 18 articoli - in realtà, poi, con i bis e i ter, sono molti di più - su cui questo ramo del Parlamento non ha potuto mettere mano, così come capiterà ai colleghi del Senato sul decreto relativo al PNRR che, in questo momento, è in discussione in Commissione bilancio in questo ramo del Parlamento.

Noi - lo dico subito - voteremo a favore della fiducia, pur rilevando questo disagio, che credo sia comune a tutti i gruppi e a tutti i parlamentari, anche perché, nel merito, crediamo che in questo provvedimento vi siano cose buone. La discussione sul merito avverrà successivamente e ci sarà anche il nostro intervento; ora mi soffermerò su due aspetti: il primo è legato al tema fiscale, il secondo, che a noi sta molto a cuore, alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Al di là dei dettagli, il quadro degli interventi fiscali è fondamentalmente di differimento dei pagamenti o di rateizzazioni. È una richiesta che arriva dal sistema delle imprese e che è corretto accogliere avendo, però, ben presente un aspetto: non si può pensare che, attraverso continui differimenti, alla fine non si paghi mai. Quindi, da questo punto di vista, credo debba essere chiaro - perlomeno per noi è chiarissimo - che se, da un lato, è giusto aiutare le imprese in difficoltà, quelle che stentano a recuperare (e stiamo giustamente propagandando un aumento record del PIL, del 6,2 per cento), dall'altro, non possiamo dare un'immagine di tutto il nostro sistema delle imprese ancora in piena crisi. Settore per settore e azienda per azienda, vi sono luci e ombre, ovviamente, ma noi diciamo con chiarezza, rispetto anche ad alcuni echi di proposte sulla legge di bilancio, che siamo contrari ai condoni mascherati e, quindi, da questo punto di vista, è giusto aiutare le aziende in difficoltà in un contesto, però - e anche questo lo dico con forza – in cui si smetta di criminalizzare le tasse. Questo è un tema caro alla propaganda, è un cavallo di battaglia storico delle destre in Italia, lo è molto meno nel resto d'Europa. Le tasse servono per pagare scuola, sanità, pensioni, insomma per rendere questo Paese più civile e giusto. Quindi, è giusta un'attenzione all'accompagnamento della ripresa, per cercare di non lasciare indietro nessuno. Lo chiediamo per i lavoratori, ma vale anche per le imprese; anche una piccola impresa può aiutare a contribuire alla ricchezza nazionale e, quindi, al benessere nazionale. Però, lo è – ripeto - in un quadro in cui non vi devono essere condoni mascherati e dove si smetta, una volta per tutte, di criminalizzare le tasse, rispettando, invece, l'articolo 53 della nostra Costituzione, che dice che il sistema tributario è informato a criteri di progressività, ossia che chi ha di più deve dare di più.

Abbiamo constatato con estremo favore che si è riusciti a dare un'interpretazione autentica al tema degli assegni assistenziali e di invalidità civile, evitando, dunque, interpretazioni che andassero a penalizzare una categoria che si trova sempre in estrema difficoltà.

Il secondo punto che voglio affrontare è la sicurezza sul lavoro, cui sono dedicati gli articoli 13 e 13-bis. Questo è un tema importante, poiché la mancanza di sicurezza sul lavoro è una grande piaga del nostro Paese; lo diciamo sempre, anche in quest'Aula, il giorno dopo la notizia di un incidente mortale sul lavoro: è un'emergenza nazionale, che evidentemente necessita di interventi di varia natura. Da questo punto di vista, ho molto condiviso ciò che ha detto il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando quando venne presentata questa parte del decreto, in conferenza stampa. Il Ministro disse: non aspettiamoci, da questi interventi, risultati nel breve e nel brevissimo periodo. Sull'onda emozionale, un po' tutti siamo portati a dire che non deve più morire nessuno, che bisogna intervenire subito e che queste cose non devono più accadere, ma questo ha detto il Ministro, e noi lo condividiamo, probabilmente i risultati di quanto contenuto in questo decreto li vedremo in un tempo medio-lungo; tuttavia, se non si parte mai, non si arriva mai. Vi è il tema della banca dati e quello delle penalizzazioni delle aziende in cui ricorrono frequentemente incidenti sul lavoro; per riuscire ad affrontare fino in fondo questa piaga, questo dramma e raggiungere il risultato, che oggi appare utopico, di non avere più neanche un morto sul lavoro occorre lavorare sulla cultura della sicurezza, non solo nelle imprese, ma a tutti i livelli, a cominciare dalla scuola. Lavorare sulla prevenzione è estremamente importante; da questo punto di vista, i dati statistici sono molto interessanti.

Faccio un esempio per tutti: ormai la diffusione dei DPI, cioè dei dispositivi di protezione in alcuni settori ha consentito, se non di cancellare totalmente, di far ridurre drasticamente il numero di morti sul lavoro e di incidenti sul lavoro. Ovviamente vi sono settori più esposti, la nostra preoccupazione va - in un momento di straordinaria ripresa di questo settore, che indica più 50 per cento di fatturato - al settore dell'edilizia, dove la necessità di fatturato e il rispetto dei tempi (penso a tutte le dinamiche del bonus 110 per cento) non possono andare, però, a discapito della sicurezza sul lavoro e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.

Così come c'è anche un tema di controllo: qui non si tratta di avere un atteggiamento aprioristicamente contrario agli imprenditori o di avere un atteggiamento pregiudiziale nei confronti degli imprenditori. I controlli servono, i controlli devono esserci e, da questo punto di vista, aumentare il numero di ispettori, come è negli intendimenti di questo decreto, e coordinare meglio le diverse articolazioni dello Stato che si occupano di questo tema è assolutamente fondamentale.

La sicurezza sul lavoro è una grande sfida. È una grande sfida di un grande Paese come l'Italia e dobbiamo provare tutti, a tutti i livelli, a vincerla, perché ogni volta che apriamo i giornali o nei telegiornali vi sono notizie di morti sul lavoro, è in quel momento una grande sconfitta, una sconfitta per tutti, oltre al dramma ovviamente di chi non c'è più e delle famiglie che piangono gli scomparsi. Insomma, in un Paese normale non si può uscire di casa con il dubbio di non ritornare più la sera. Quindi, con questo decreto crediamo che si sia fatto un passo in avanti. Sui temi fiscali ho detto. Per queste ragioni, riconfermo il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali alla fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carelli. Ne ha facoltà.

EMILIO CARELLI (CI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, esponente del Governo, il gruppo di Coraggio Italia voterà la fiducia a questo provvedimento, con la consapevolezza che si tratta di un passaggio formale, non essendoci purtroppo il tempo materiale per ulteriori modifiche a questo testo. Ciò nonostante, esprimiamo apprezzamento per le tante novità portate dal maxiemendamento presentato dallo stesso Governo, interamente sostitutivo del testo originario, in materia fiscale e tutela del lavoro, con qualche ulteriore modifica dell'ultima ora: ad esempio, il fondo da 10 milioni per il sussidio ai genitori separati viene rimandato al 2022, mentre, per fissare i criteri di assegnazione dell'indennità mensile fino a 800 euro, si rinvia a un DPCM da adottarsi entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto.

Tra le principali novità del “decreto fisco-lavoro”, emendato in Senato, a vantaggio dei cittadini contribuenti ricordiamo come molto importanti: la mini proroga della riscossione per la rottamazione, slittata al 9 dicembre, che diventa il 14 dicembre con i cinque giorni di tolleranza; il rinvio al 1° luglio 2022 per l'abolizione dell'esterometro sulle operazioni transfrontaliere; la dilazione di pagamento delle cartelle esattoriali notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021, a 180 giorni dalla notifica, includendo anche gli avvisi di addebito INPS; lo slittamento al 16 gennaio per gli avvisi bonari notificati tra l'8 marzo e il 31 maggio 2020; e la non impugnabilità degli estratti di ruolo, tranne nei casi in cui risulti penalizzata la partecipazione a gare d'appalto, la riscossione di credito o la perdita di un beneficio pubblico.

Per la revisione del patent box si è deciso, invece, di mantenere la formulazione prevista in prima stesura, rimandando tuttavia ad un'altra sede (la legge di bilancio) ulteriori ritocchi alla norma.

Tra le novità importanti che riguardano i lavoratori - e sono diverse - sottolineo che il decreto n. 146 del 2021 prevede la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di ammortizzatori emergenziali scadute in settembre.

Per i trattamenti di malattia per i lavoratori in quarantena e per i lavoratori fragili, il decreto modifica alcune norme transitorie che riconoscono innanzitutto l'applicazione dei trattamenti di malattia per i lavoratori dipendenti del settore privato per il periodo trascorso in quarantena precauzionale e l'attuazione delle misure relative all'emergenza COVID-19, nonché l'applicazione, a determinate condizioni, per il periodo prescritto di assenza dal servizio per i lavoratori dipendenti cosiddetti fragili, pubblici e privati, dei trattamenti di malattie inerenti al ricovero ospedaliero, solo per citarne alcuni.

Infine, non c'è dubbio che, dopo tanti anni di immobilismo legislativo, questo decreto rappresenti anche un intervento rilevante in materia di salute e sicurezza sul lavoro; un intervento rilevante anche perché il capo III - “Rafforzamento della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” - apporta diverse modifiche sostanziali al Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro. Questo intervento lo riteniamo particolarmente importante in un anno in cui le vittime sui posti di lavoro hanno raggiunto cifre non più accettabili, come anche ha ben sottolineato il collega Fornaro che mi ha preceduto. Parliamo, certo, di un rafforzamento della disciplina in materia di salute e sicurezza, ma vogliamo sottolineare che manca una complessiva riforma del sistema, che si è fatto solo un primo passo e molti ne mancano ancora per contrastare in maniera incisiva gli infortuni sul lavoro; in particolare, siamo di fronte a un provvedimento parziale, che trascura completamente, per esempio, gli aspetti di prevenzione in materia di valutazione di nuovi rischi.

Le considerazioni espresse da Coraggio Italia, tenuto conto della complessità di questo decreto e dei numerosissimi provvedimenti che introduce a tutela di cittadini, imprese e lavoratori, sono considerazioni positive. Confermo, quindi, il parere favorevole al voto di fiducia posto dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. In premessa, per annunciare il voto favorevole e la fiducia a questo provvedimento, dobbiamo dirci che non ci sono vere ragioni per le quali un parlamentare della Repubblica, a prescindere dallo schieramento, possa ritenere che prevalgano motivazioni contrarie per non approvare questo provvedimento. È un provvedimento prevalentemente tecnico, che va incontro a tutta una serie di esigenze che erano state e sono poste (purtroppo non per tutte abbiamo avuto risposta o si è potuta dare risposta), e che interviene sostanzialmente nel semplificare la vita ai cittadini e alle imprese già gravate da questo lungo periodo di crisi e di difficoltà dovute alla pandemia. In sostanza, si tratta di proroghe, della possibilità di avere un fisco che, come dire, si adegua al momento in cui noi viviamo. Per questo molti di noi non hanno condiviso la decisione della sola mini proroga per la rottamazione, perché anche questa misura veniva e viene incontro ad alcune esigenze da parte di cittadini e imprese; almeno si sarebbe potuto operare su determinate soglie, si sarebbe potuto operare, per esempio, a favore di coloro che, in difficoltà, non riescono a pagare, rispetto a coloro che, invece, dopo un periodo lungo in cui hanno goduto degli effetti della sospensione dei pagamenti, avrebbero invece dovuto e potuto pagare. Si poteva entrare nel merito perché, se si fosse entrati nel merito, avremmo potuto fare una distinzione sulla sospensione; invece si è fatta una mini proroga, che scade di fatto oggi. Ci sarà o meno la corsa a pagare? Vedremo. Sta di fatto che c'è già la speranza che in finanziaria ci possa essere ciò che non c'è stato ad oggi.

E allora, io credo che in questo momento, in un patto di lealtà, non sia corretto cercare di far andare a pagare tutti, subito, oggi, nella speranza che non ci sia una domanda con la finanziaria; se ci fosse, forse, ci sarebbe un'ulteriore proroga, basta leggere le circolari che pubblicano gli studi professionali, le associazioni di categoria: già si parla di una speranza. Quindi, il cittadino e le imprese sono posti davanti a una difficoltà: quella di adempiere entro oggi o di sperare in domani.

Noi, invece, pensavamo che si potesse agire oggi, casomai diversificando, rispetto ai carichi e alle pendenze, queste scadenze. Questo provvedimento - l'ho voluto sottolineare perché ci arriva ogni giorno, penso a tutti i parlamentari, questa esigenza - però questo provvedimento su tutte le altre misure va esattamente incontro, invece, alle esigenze di cittadini e imprese rispetto alle scadenze, rispetto alla rateizzazione, rispetto per esempio al tema della decadenza, che viene ulteriormente migliorata. Voi sapete che quando un cittadino o un'impresa non riesce a pagare nei termini precedenti scatta la decadenza e deve pagare tutto l'importo. Interveniamo in questo senso per cercare di evitare che la decadenza, per esempio, scatti immediatamente dopo il mancato pagamento di tre rate piuttosto che di altri importi. È un'agevolazione importante che entra esattamente dentro il senso di questo provvedimento. Poi ricordiamo che esso non agisce solo sulla parte fiscale nel senso dei termini e delle modalità di pagamento, ma istituisce o rimpingua dei fondi importanti. Per esempio, noi abbiamo un rifinanziamento, di cui andiamo molto orgogliosi, se non erro di 6 miliardi, per l'assegno unico, che è il lavoro che hanno portato avanti la Ministra Bonetti e l'intero Governo, che con ogni provvedimento si alimenta di ulteriori risorse per rendere strutturale la misura dell'assegno unico e universale. Ci sono anche valutazioni che noi abbiamo fatto in altre sedi, ma nel rispetto degli impegni assunti con il Governo votiamo la fiducia anche laddove ci sono norme che non ci trovano d'accordo per motivi di evidenza empirica, che avrebbero dovuto suggerire ulteriori modifiche, anche utilizzando questo provvedimento. Mi riferisco all'ulteriore finanziamento di 200 milioni di euro della misura del reddito di cittadinanza. E lo dico, guardate, non in modo ideologico; abbiamo ben chiara la distinzione tra il bisogno che c'è e quindi il sostegno che lo Stato deve garantire, però lo Stato ha in sé un dovere fondamentale, che è quello dell'articolo 3 della nostra Costituzione, cioè lo Stato interviene per superare le condizioni che di fatto ostacolano l'eguaglianza dei cittadini. Non immagina delle misure volte a fare rimanere i cittadini esattamente lì dove stanno, come in una sorta di ascensore sociale, per cui, se tu stai al piano zero, ci puoi stare un po' meglio, ma sempre allo zero stai, perché lo Stato, con le risorse che ha a disposizione, non ti mette nelle condizioni di premere quel tasto e andare al primo, al secondo, al terzo piano sulla base delle tue capacità e sulla base dell'aiuto che ti viene dato dallo Stato, perché quelle risorse, oltre ad essere sostegno e assistenza, devono essere immaginate per accompagnare il percorso di crescita umana, professionale e sociale dei cittadini percettori del reddito di cittadinanza. Lo dico ancora, lo diciamo ancora, perché una riflessione è stata fatta, è stata aperta, c'è stato un confronto qui, in Parlamento, con il Ministro Orlando. Rimangono dei nodi, però, non affrontati e, nel mentre non li affrontiamo, puntualmente arrivano delle ulteriori esigenze finanziarie per finanziare uno strumento che noi riteniamo non corretto, ripetiamo, non sulla parte dell'assistenza, dove già chi ha preceduto questa legislatura se ne era occupato con il reddito di inclusione, e che casomai andava esteso, ulteriormente rafforzato, ulteriormente finanziato. Il grande merito di chi ha immaginato il reddito di cittadinanza non è il reddito di cittadinanza, ma è la dotazione finanziaria, e per questo un Parlamento dovrebbe interrogarsi se con quella dotazione finanziaria così ingente si poteva fare di più e meglio per aiutare la vita dei cittadini non solo ad essere assistiti nel bisogno, ma ad uscire dal bisogno attraverso le politiche attive del lavoro, tutto ciò che ci siamo detti. Rimane una grande parte del reddito di cittadinanza non riformata e poteva essere anche questa l'occasione, perché questo è un decreto che riguarda fisco e lavoro, e ci sono norme che riguardano la pubblica amministrazione, anche norme molto interessanti.

Sulla parte del lavoro, e quindi che riguarda la componente della pubblica amministrazione, noi avevamo già posto come tema l'esigenza di rivedere il meccanismo per i percettori del reddito di cittadinanza di disponibilità immediata al lavoro sulla pubblica amministrazione. Ci siamo confrontati con il Ministro Orlando qui: per i piani che sono attualmente previsti, oltre a impiegare le pubbliche amministrazioni in mesi di lavoro per elaborare progetti e per fare altro, in realtà i comuni hanno bisogno di risorse che non hanno, né finanziarie né umane, per realizzare i piani che poi servono ad utilizzare il personale, i cittadini percettori del reddito di cittadinanza nella pubblica amministrazione. Ed è una cosa che non si comprende anche rispetto alle esigenze che hanno da un lato comuni, province, regioni, enti locali, enti strumentali, e il bisogno di uscire da casa del percettore del reddito di cittadinanza e poter iscrivere nel proprio curriculum un'esperienza lavorativa e di vita. Noi avevamo immaginato un meccanismo immediato, semplificato, che parte banalmente dalla residenza del percettore del reddito di cittadinanza: rispetto a chi percepisce il reddito di cittadinanza c'è un'anagrafe presso il comune, il comune chiama il percettore del reddito di cittadinanza, che svolge una funzione nei limiti degli orari stabiliti, per esempio le 16 ore che si erano messe a disposizione, senza altri meccanismi; anzi, la pubblica amministrazione doveva avere la possibilità di riservarsi di dare più ore al percettore del reddito di cittadinanza, di pagarlo di più e, casomai, di garantire anche un percorso di crescita. Questa era un'occasione: è mancata questa occasione, noi avremo la possibilità e il modo di riproporlo, però nel complesso questo provvedimento risponde a tante domande che c'erano da parte di cittadini e imprese, alle quali noi rispondiamo sia con la parte normativa sia con la parte finanziaria, cioè con i fondi e con i capitoli messi a disposizione. Semplifichiamo, per quel che possiamo, la vita alla pubblica amministrazione anche per i meccanismi dei concorsi e credo che avremmo potuto compiere uno sforzo maggiore sul tema rottamazione, sul tema modifica del reddito di cittadinanza, ma comunque prevale un sistema di risposte che credo vada dato, e vada dato immediatamente. Anche noi non siamo d'accordo, Presidente, sul fatto che venga eccessivamente utilizzato lo strumento del ricorso alla fiducia e sappiamo i suoi richiami fatti al Governo, però siamo tutti consapevoli che questo non è un periodo neutro, sappiamo della mole dei provvedimenti che vanno e che possono andare in scadenza, che tecnicamente richiedono a volte anche questo tipo di sacrificio istituzionale, purché non diventi la regola (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Presidente, sottosegretario, ci apprestiamo a votare la fiducia al decreto fiscale, che, come sappiamo, è un provvedimento importante, che viene emanato ogni anno durante la redazione della legge di bilancio, di cui è anticipazione, e prevede solitamente la modifica di termini e la correzione di norme tributarie. Non sarà una sorpresa il voto di Fratelli d'Italia a questo provvedimento: dai banchi dell'opposizione vogliamo sottolineare che questo è l'ottantaquattresimo decreto della legislatura che verrà approvato in regime di monocameralismo di fatto. Il decreto fiscale è stato esaminato infatti dal Senato ed è giunto alla Camera, come si suole dire, blindato, senza alcuna possibilità di ulteriore esame, azione emendativa, discussione. Vogliamo sottolineare che di questi decreti monocamerali, per così dire, mi si consenta il termine, la quasi totalità sono stati approvati, guarda caso, con il voto di fiducia. La domanda su come sia stato ridotto il ruolo del Parlamento ed il funzionamento dei suoi due rami in una Repubblica parlamentare non può che sorgere spontanea e richiede una profonda riflessione; riflessione che ha recentemente sollecitato anche lei, Presidente Fico, in merito al monocameralismo di fatto anche per la legge di bilancio. Ma noi di Fratelli d'Italia abbiamo estrema chiarezza circa il nostro ruolo, il ruolo dell'opposizione; ci prepariamo, dunque, ad illustrare i nostri ordini del giorno affinché le nostre idee possano servire come indirizzo al Governo, ed abbiamo verificato che questo accade, anche magari senza esplicito riconoscimento, anche con ritardo, ma più spesso di quanto si creda. Trentunesima fiducia del Governo Draghi, dunque, e non sarà certo una sorpresa, dicevo, il nostro voto contrario. E non sono una sorpresa le oltre ottanta proposte emendative presentate da Fratelli d'Italia alla Camera a questo provvedimento nella direzione della tutela di cittadini ed imprese per sostenere il sacrificio e lo sforzo della ripartenza in un'ottica di sviluppo e di ripresa della nostra Nazione.

Proposte tutte bocciate. Presidente, ciò che è emerso e che preoccupa è la distanza siderale tra le prerogative del Governo rispetto al decreto fiscale e le richieste, quasi sempre bocciate, che noi parlamentari abbiamo il dovere di porle attraverso gli emendamenti; perché noi, che siamo parlamentari, conosciamo le esigenze del territorio, sappiamo quali sono le reali richieste di coloro che subiranno le conseguenze di questo decreto-legge e, invece, con rammarico, dobbiamo registrare una preoccupante volontà da parte del Governo di non ascoltare la nostra voce, la voce dei cittadini e degli elettori.

Ci aspettavamo interventi di tutt'altro tenore dal Governo dei migliori e, con noi, cittadini, imprenditori, lavoratori autonomi, partite IVA, categorie che hanno pagato e che stanno pagando le conseguenze di questi anni di crisi pandemica, economica, sindemica direi. Ci aspettavamo coraggio e, invece, l'intervento del Governo si è rivelato povero, certamente non incisivo né decisivo e, comunque, non all'altezza del momento storico che la Nazione sta vivendo.

Sono davvero tante le questioni ancora irrisolte: l'incertezza regna sovrana, la mancanza di tutele e legittimità del diritto alla difesa e, come se non bastasse, l'annullamento di misure che, in qualche modo, funzionavano nella direzione della crescita. Per questo sarebbe stato utile riesaminare il provvedimento alla Camera: noi ci abbiamo provato, abbiamo provato a difendere le nostre proposte emendative nelle Commissioni finanze e lavoro, riunite in una seduta rapidissima, mezz'ora per oltre 80 emendamenti, tutti respinti, nessuno preso in considerazione. E colgo l'occasione per ringraziare i colleghi di Fratelli d'Italia delle Commissioni competenti per il lavoro svolto.

“Non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli”: queste le parole del Presidente del Consiglio non più di qualche tempo fa. Ma qualcosa non torna. Di fronte alla valanga di cartelle esattoriali in arrivo e di fronte all'ingorgo di scadenze che i contribuenti italiani hanno subito nel mese di novembre, ecco che le risposte sono state parziali, non incisive, non risolutive, ma nemmeno nella giusta direzione. Lo avevamo posto già a settembre il tema con un ordine del giorno di Fratelli d'Italia, sottoscritto da tutte le forze di maggioranza, che impegnava il Governo alla riapertura della rottamazione delle cartelle e alla dilazione, alla rateizzazione. Ma qual è stata la risposta? Il termine per rimanere in regola con la dilazione era il 30 novembre. Ebbene, è stato spostato al 9 dicembre: nove giorni che, con cinque giorni di tolleranza, diventano 14 e la proroga è arrivata con un emendamento in extremis in Commissione finanze del Senato. Incertezza su incertezza. Quindi, per colmo di ironia, i nostri cittadini, per rimettersi in regola con la pace fiscale, devono versare oggi.

Permettiamoci una piccola riflessione: se il Governo si può permettere di non dare seguito ad una indicazione così chiara ed unanime dell'Aula, come è un voto unanime di un ordine del giorno, non rimane che prendere atto del fatto che il Parlamento non ha davvero più alcun ruolo.

Ma oltre a non considerare le proposte di Fratelli d'Italia, la maggioranza ha provveduto ad approvare emendamenti improvvidi, come quello sulla non impugnabilità da parte del contribuente dell'estratto di ruolo, con l'eccezione, appunto, di sporadici casi. Emendamento che, oltre ad essere assurdo, è antidemocratico e palesemente anticostituzionale: è incostituzionale, in quanto lede il diritto alla difesa del cittadino, sancito dall'articolo 24 della Costituzione e anche la Suprema Corte di cassazione più volte lo ha riconosciuto, non lo dice solo Fratelli d'Italia. Lo stesso Consiglio nazionale forense, così come l'Associazione giovani avvocati si dichiarano tutti preoccupati in ordine alle limitazioni di questa tutela giurisdizionale.

Il direttore dell'Agenzia delle entrate Ruffini, in occasione della Commissione interministeriale MEF, proprio sull'impugnabilità dell'estratto di ruolo, che rappresenta il 40 per cento del suo contenzioso, ha recentemente suggerito l'adozione di una norma che impedisse tale impugnativa. L'emendamento in questione approvato ricalca integralmente le sue proposte. E se qualcuno afferma che la politica fiscale in Italia la fa l'Agenzia delle entrate, possiamo estendere il principio per cui l'Agenzia delle entrate detta anche principi di tutela del contribuente, colpevole fino a prova contraria e giudicato da un giudice che non ha tutti i requisiti di indipendenza. Sono solo io che vedo un certo conflitto di interessi in questa posizione? Come Fratelli d'Italia abbiamo avanzato numerose proposte in ordine alla necessaria riforma delle commissioni tributarie e, invece, passano altri messaggi.

Per Fratelli d'Italia lo snellimento dell'attività di riscossione o l'azione di contrasto a cause pretestuose non può avvenire a danno della tutela dei diritti di difesa; non può pagare il giusto per il peccatore, per essere chiari.

La politica fiscale di questo Governo ha seguito linee ondivaghe anche a proposito del patent box, per esempio. Il decreto fiscale interviene sul tema più che con una semplificazione con una vera e propria abrogazione, ma porta con sé diverse criticità. Come per altri interventi in materia fiscale, l'incertezza normativa investe svariati campi di applicazione e, certamente, darà luogo a nuovi contenziosi, frenando la crescita in un momento così importante, in cui necessita di essere accelerata.

Si è riusciti, dunque, a smantellare una misura che funzionava, drenando risorse da mettere su navigator e reddito di cittadinanza. E a questo proposito, centrale è la proposta di Fratelli d'Italia di abrogazione del reddito di cittadinanza e di emergenza - anch'essa bocciata - e la destinazione delle risorse stanziate a famiglie in difficoltà in forma di assegno di solidarietà. Ricordiamo, come ha ribadito Giorgia Meloni ad Atreju, che con orgoglio Fratelli d'Italia non ha mai votato la misura del reddito di cittadinanza e neppure il suo rifinanziamento - mai - perché la riteniamo una misura meramente assistenzialista che non spinge nella direzione della ricerca di occupazione, ma, per sua natura, oltre ad essere diseducativa, crea profondi effetti distorsivi sul mercato del lavoro, come abbiamo avuto modo di osservare negli ultimi mesi. Anche recentemente, ieri se non erro, si vuole garantire l'assunzione dei navigator - figure che avrebbero dovuto garantire la ricerca di un lavoro - sul “decreto PNRR”, se non vado errata. Dunque, bandierine e non decreti. Ma non si deve lasciare indietro nessuno, quindi Fratelli d'Italia si propone, appunto, l'istituzione di un fondo per il sostegno delle famiglie in difficoltà, le cui risorse sono destinate all'erogazione di un assegno di solidarietà in favore dei nuclei familiari in stato di bisogno. Assegno, non reddito; il reddito è un'altra cosa rispetto all'assegno.

C'è un altro reddito per cui siamo davvero impressionati per il tempismo, ossia le associazioni del Terzo settore e il regime di esclusione IVA: un danno anche alle associazioni di Terzo settore. Ancora, problemi nel contenzioso con il credito di imposta ricerca e sviluppo: da una parte, si taglia con l'accetta il contenzioso, ma, dall'altra, lo si crea. Ci sono anche altre considerazioni, altre situazioni - il rinvio del tetto del contante, la lotteria dei corrispettivi -, ma vengo alle conclusioni, Presidente. In un momento in cui rischiamo una ecatombe di imprese, che porterà con sé un calo delle entrate duraturo, assistiamo alla proposta di un testo che non ha nulla a che vedere con la ripresa. Se la nostra Nazione fosse una nave, nel mezzo della tempesta che stiamo vivendo, questo sarebbe il momento di cambiare direzione con coraggio, nella direzione della libertà di impresa, della crescita dell'economia reale, nella valorizzazione di fattori distintivi e di eccellenze; invece, assistiamo al concerto sfarzoso dell'orchestra mentre la nave naviga senza direzione.

Fratelli d'Italia, dunque, nel mettere a disposizione le proprie proposte, le proprie idee, la propria visione, anche in prospettiva della manovra di bilancio, è disponibile a collaborare come ha sempre fatto e come sempre farà, portando avanti con responsabilità la sua opposizione patriottica e costruttiva e, coerentemente con tale posizione, dichiaro il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia al decreto fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretario, anticipo in premessa che il decreto-legge Fisco e lavoro raccoglierà il voto favorevole del gruppo di Forza Italia semplicemente per senso di responsabilità perché, dopo due anni di stravolgimento della normalità, siamo innanzi - almeno i dati ci dicono questo - ad un rimbalzo della crescita che ci fa ben sperare. Il Governo Draghi è indubbio che abbia dato nuova fiducia al Paese; sappiamo che saprà tenere ben saldo il timone per seguire la rotta migliore ed uscire dalle secche, grazie ai successi della campagna vaccinale, nonostante alcune sacche di resistenza, e ad una maggiore produttività del lavoro e all'aumento del PIL, necessario per garantire con equilibrio il giusto benessere sociale ed ambientale.

Ecco perché, come ho detto, agiremo per senso di responsabilità, nella consapevolezza che viviamo una fase connotata ancora da molte incertezze. Per questo motivo il provvedimento sarà approvato da noi nonostante alcune lacune, anzi, le molte lacune di merito e procedurali con le quali giunge, oggi, al nostro vaglio.

La situazione in cui agiamo è connotata - come sappiamo - dalla carenza di materie prime e dall'aumento abnorme dei costi dell'energia che ha spinto l'inflazione verso nuovi record, con il timore del possibile ma non auspicabile insorgere di ulteriori problemi sanitari che potrebbero danneggiare ulteriormente il sistema economico e produttivo, costringendo lo Stato all'ulteriore ricorso al debito pubblico, certamente necessario ma che, come ormai sappiamo bene, peserà come eredità lasciata ai cittadini delle generazioni future. Quindi, è oggi che dovremo adottare misure giuste anche per il futuro.

Lo stravolgimento dell'economia, nel frattempo, ha prodotto ulteriori conseguenze negative, come l'incremento dell'incidenza della tassazione sul PIL che è giunta sino al 42,9 per cento nello scorso anno, rispetto al 42,4 del 2019 e che fa avanzare l'Italia, purtroppo, nella graduatoria internazionale dei Paesi con il maggior peso fiscale. Infatti, vantiamo un non invidiabile quarto posto per peso della tassazione sui redditi tra i Paesi industrializzati che formano l'area OCSE.

Segnalo, poi, il dolorosissimo costo pagato dalle donne, con uno smisurato squilibrio di genere causato dalla pandemia. Le rilevazioni di settembre dell'Ispettorato nazionale del lavoro indicano un dato preoccupante sulle dimissioni dei genitori lavoratori, soprattutto donne, nei mesi della pandemia, con 33.000 lavoratrici che hanno lasciato l'impiego per dimissioni e risoluzioni consensuali, convalidate dall'Ispettorato nazionale del lavoro. Conosciamo bene la causa: il lavoro di cura in famiglia affidato quasi esclusivamente a loro. Tra le donne da 25 a 49 anni con figli in età prescolare e le donne senza figli c'è una differenza, come tasso di occupazione, pari al 74,3 per cento; è, quindi, questo il motivo per cui le donne sono state costrette a licenziarsi. Quindi, troppe donne non subiranno quest'anno un ulteriore prelievo fiscale semplicemente perché non avranno più un reddito.

Tornando, però, nello specifico del tema fiscale, Forza Italia, sin dalla sua nascita, ha fatto della riduzione del peso fiscale sia per le imprese sia per i cittadini-lavoratori tutti - autonomi, artigiani, dipendenti, professionisti e imprenditori - un vessillo e un simbolo di buon governo. Siamo sempre stati assolutamente certi che alcuni vincoli troppo spesso iniqui o irragionevoli appesantiscono i nostri produttori di posti di lavoro, cioè le aziende, e i liberi professionisti, gli artigiani, i lavoratori autonomi e, non ultimi, anche i lavoratori dipendenti. Per riuscirci abbiamo lavorato con forza e passione, avanzando alcune proposte migliorative del provvedimento che abbiamo letteralmente conquistato grazie alla tenacia - e qui li voglio ringraziare - dei colleghi senatori, i quali, come spesso è accaduto in precedenza, hanno avuto l'onore di governare il provvedimento per tutti noi eletti nelle liste di Forza Italia, perché discusso effettivamente solo a Palazzo Madama. In questo modo, però, si consolida - come è stato già stigmatizzato da tanti colleghi nei giorni scorsi ed oggi in quest'Aula - il superamento di fatto del principio del bicameralismo perfetto e paritario. L'iter di approvazione dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge si configura sempre più come un procedimento sostanzialmente monocamerale e a poco, purtroppo, sono valsi i richiami sempre più spesso fatti dai Presidenti delle due Camere, dei due rami del Parlamento. Il fenomeno emerge ancora con maggiore evidenza quando il Governo, come anche in questo caso, pone la fiducia, blindando il testo approvato nell'altro ramo, sicché la Camera, anche questa volta, interviene per seconda; quindi, non ci resta che prendere o lasciare. Insomma, siamo in presenza di una sorta di monocameralismo indotto, con una sola delle Camere che esamina il provvedimento lasciando all'altra pochissimo tempo, certamente insufficiente per qualunque discussione e, men che meno, per eventuali correzioni al testo, se non a pena di decadenza del decreto stesso, dal momento che mancherebbero i margini per un'ulteriore lettura nell'altro ramo.

Io penso che questo, Presidente, sia per il futuro assolutamente da evitare, soprattutto per i provvedimenti importanti come quello che stiamo approvando, come quello che approveremo, sempre in questo ramo del Parlamento, probabilmente la prossima settimana e come per la manovra di bilancio che, purtroppo, arriverà quasi sicuramente blindata qui alla Camera.

Nonostante tutto questo, come abbiamo detto, operiamo con senso di responsabilità ed abbiamo tentato di ridurre gli oneri fiscali e di posticipare il termine di pagamento delle cartelle, perché dare tempo ai contribuenti equivale a dare loro ossigeno, quell'ossigeno necessario per superare la crisi ancora in atto. Forza Italia si è battuta perché una tassa iniqua come l'IRAP fosse relegata tra i provvedimenti non più in vigore; non è stato così, ce ne rammarichiamo, ma qualcosa comunque abbiamo migliorato.

Tornando ai lavori svolti in Senato, la maggioranza sconta una sperequazione nella rappresentanza delle forze che sostengono l'azione di Governo, dove non sempre tutte le componenti possono svolgere le delicate funzioni collegate ai ruoli. Mi riferisco esplicitamente all'onere e all'onore sostenuto dai relatori dei provvedimenti - provvedimenti decisivi - per le funzioni svolte nelle sedi dove si assumono importanti decisioni e, in particolare, mi riferisco al fatto che Forza Italia, molto spesso, su provvedimenti importanti non viene chiamata ad assumere, appunto, il ruolo di relatore, che viene dato sempre con maggiore frequenza, al Partito Democratico e al MoVimento 5 Stelle. In questo modo si rischia di mortificare il ruolo di alcune forze politiche che offrono, in entrambi i rami del Parlamento, proposte non demagogiche che dovrebbero essere veicolate e proposte disponendo di ruoli e funzioni regolamentari necessari per trasformarle in norme efficaci e maggiormente incisive.

La particolare visione dei relatori ha privato il provvedimento di alcune letture capaci di rappresentare esigenze presenti nel Paese. Mi riferisco, ad esempio, alla scelta fatta in Senato per mezzo di una proposta dei relatori, relativa alla non impugnabilità dell'estratto di ruolo, che ha negato il diritto alla difesa tributaria dei cittadini. Forza Italia si è opposta con convinzione, perché la fiscalità, in ogni momento storico, non deve essere vessatoria e nemica; se ciò è giusto sempre, lo è in particolar modo ora che i contribuenti devono fare letteralmente i conti con le innumerevoli scadenze fiscali. Naturalmente abbiamo contribuito a migliorare il testo in alcune parti, come nel caso della proroga del termine per il versamento senza sanzioni e interessi dell'IRAP non versata e sospesa, grazie alla nostra particolare attenzione al tema.

Forza Italia si è posta al fianco dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, si è posta al loro fianco, chiedendo ed ottenendo un impegno concreto del Governo, attraverso la legge di bilancio, per far slittare i pagamenti delle scadenze fiscali ben oltre la mini proroga del 9 dicembre; così come abbiamo chiesto e ottenuto la proroga dell'IRAP a fine gennaio 2022. Se, da un lato, abbiamo chiesto più tempo per pagare le tasse, dall'altro abbiamo chiesto di poter riaprire i termini per l'accesso alla cassa integrazione COVID da cui erano state escluse decine di migliaia di lavoratori per mere difficoltà tecniche. Non potevamo lasciar fuori questi lavoratori, mettendo in difficoltà famiglie, aziende e anche professionisti che hanno oltretutto lavorato oltre ogni limite, inseguendo norme in continuo cambiamento.

Mi lasci dire, Presidente, in questo ultimo minuto, la difficoltà della Commissione lavoro in particolare - io parlo della Commissione nella quale siedo e di cui sono vice presidente - che viene di fatto esautorata dalle sue funzioni su provvedimenti importanti, non ultimo quello sugli ammortizzatori sociali e sulla sicurezza sul lavoro che, pure, in una piccola parte è introdotta in questo tema. Ecco, io faccio un appello a lei, Presidente, perché si tenga conto che, in un momento particolare come questo, in un momento in cui le aziende chiudono, in un momento in cui le aziende delocalizzano, in un momento in cui le aziende licenziano, non si può tenere fuori da provvedimenti significativi la Commissione lavoro; non è pensabile che si debba sempre entrare in un provvedimento fiscale, come in questo caso, insieme a un'altra Commissione o, addirittura, non essere mai sede referente. Questo, secondo me, è inaccettabile, anche e soprattutto per il tema già introdotto da alcuni colleghi: mi riferisco, in particolare, alla sicurezza sul lavoro. Abbiamo visto il moltiplicarsi dei casi nel momento in cui il lavoro è ritornato, a cominciare da quello edile, spinto dal superbonus 110. Ecco, Presidente, penso che questo non possa accadere in un settore come quello del lavoro dove, con tutto il rispetto per le altre Commissioni, servono esperienza e competenza, serve rapportarsi con il Ministro e i sottosegretari competenti per provvedimenti importanti e significativi di cui in questo momento i lavoratori hanno bisogno. Con questo appello, Presidente, dichiaro il voto di fiducia del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, signor Presidente. Sottosegretaria Guerra, oggi ci apprestiamo a votare la fiducia sul “decreto Fiscale”, comunemente definito collegato alla legge di bilancio, con le sue potenzialità di intervento in adempimenti e scadenze in coda all'annualità in corso e in raccordo con le misure in procinto di essere approvate nella legge di bilancio 2022-2024. A tal proposito, per contenere gli effetti della pandemia e della conseguente crisi economica, sono state introdotte importanti misure. Penso al rinvio delle scadenze sul pagamento della Rottamazione-ter saldo e stralcio, a cittadini che però erano già in regime di proroga; a misure di ulteriore prolungamento della tempistica a 180 giorni per il pagamento delle cartelle esattoriali notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021, rispetto ai 150 giorni richiesti e approvati il 12 ottobre nella risoluzione delle Commissioni finanze di Camera e Senato, sostituendo gli originari 60 giorni; a misure di salvaguardia della rateizzazione delle somme iscritte a ruolo dal fisco italiano, innalzando da 10 a 18 il numero di rate non pagate per far decadere la rateizzazione; alla proroga del pagamento dell'IRAP dal 30 novembre al 31 gennaio 2022 per imprese che in pandemia hanno ricevuto contributi e sospensioni e devono verificare che tali interventi finanziari non siano in contrasto con la normativa europea sugli aiuti di Stato; alla proroga al 16 dicembre dei versamenti riguardanti i cosiddetti avvisi bonari, che è una battaglia che noi democratici abbiamo sempre condiviso, in quanto riguarda coloro che adempiono spontaneamente, senza attendere l'arrivo della cartella esattoriale, rispetto a errori spesso di natura formale.

Poi c'è il differimento al 31 marzo 2022 dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi nel settore sport; la definizione della lotteria degli scontrini, uno strumento che noi - continuiamo a ribadire - non deve essere buttato via, né deve essere stralciato perché è un'incentivazione alla moneta elettronica ma anche un contrasto all'evasione, che noi abbiamo sempre promosso e ribadito, anche con la presentazione di risoluzioni in Commissione finanze, finalizzate a introdurre estrazioni istantanee a partecipazione automatizzata alla lotteria attraverso l'App IO. Una pagina importante è quella dell'impiego di tecnologie da parte delle agenzie fiscali, perché in questo decreto creiamo vantaggi per il contribuente grazie alla trasmissione telematica dagli istituti bancari all'Agenzia delle entrate del valore dei pagamenti elettronici, al fine del conseguente calcolo dell'erogazione del credito d'imposta agli esercenti a copertura delle commissioni bancarie; anche qui il Partito Democratico in Commissione finanze ha presentato una risoluzione. Inoltre, la proroga al 30 giugno 2022 del Fondo pubblico patrimonio destinato per il sostegno e rilancio delle medie e grandi aziende italiane.

La prosecuzione della fase pandemica ha portato chiaramente a estendere il perimetro dell'azione del “decreto Fiscale”, interessando in senso lato il sostegno alle imprese, la tenuta della continuità occupazionale e produttiva di alcuni settori particolari, nonché il reddito dei cittadini, con particolare riferimento alle categorie deboli e svantaggiate. Pertanto, in materia di lavoro e politiche sociali - ed è un tema che a noi sta particolarmente a cuore -, abbiamo riconosciuto l'applicazione di trattamenti di malattia, per esempio ai lavoratori dipendenti del settore privato, per il periodo trascorso in quarantena precauzionale e l'applicazione per il periodo prescritto di assenza dal servizio, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, nonché dei trattamenti di malattia inerenti al ricovero ospedaliero. Si prevede, tra l'altro, che la quarantena precauzionale e il periodo prescritto di assenza dal servizio per il lavoro dei fragili siano a carico dell'INPS. Ribadiamo che, anche grazie ai senatori del Partito Democratico, è stata prontamente risolta la criticità introdotta da una circolare dell'INPS che aveva creato molta apprensione tra le persone con disabilità, in ordine alla non cumulabilità tra l'assegno di invalidità civile e il reddito da lavoro inferiore a 4.391 euro. Sono interventi perentori e risoluti sulle forme in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, prevedendo la sospensione dell'attività anche per le aziende che impiegano il 10 per cento del personale al momento dell'ispezione non riconducibile a preventiva comunicazione.

Nel decreto, per noi, trova spazio e importanza anche il sostegno finanziario agli enti territoriali, da sempre in prima linea nel contrasto alla pandemia e a cui va il nostro più sincero ringraziamento. In particolare, penso allo stanziamento di 600 milioni alle regioni per misure sanitarie adottate per il contrasto al COVID, nonché di 150 milioni ai comuni che sommano alle difficoltà finanziarie COVID un pregresso di disavanzi e di deficit.

Per noi del Partito Democratico approvare oggi questo decreto fiscale ci dà un'altra grande soddisfazione, la veste definitiva di un'altra nostra decisiva misura fiscale ad alta intensità sociale: l'assegno unico per i figli, con la formalizzazione a regime dei 6 miliardi di euro sul Fondo assegno unico universale e servizi alla famiglia; il fisco italiano si mette al servizio del primo nucleo della comunità sociale, cioè la famiglia.

Signor Presidente, sottosegretaria, le misure fiscali, mai come quest'anno, con il sovrapporsi della manovra di bilancio e della legge delega di riforma fiscale, fuoriescono da un tipico confronto tra addetti ai lavori per definire l'impronta delle forze politiche. È un'impronta politica, la nostra, difficilmente cancellabile, pure in un contesto politicamente eterogeneo e di non facile mediazione. La traccia della nostra impronta la ritroviamo in primis con il risultato ottenuto, grazie alla nostra fermezza, sull'applicazione degli 8 miliardi del Fondo di riduzione della pressione fiscale, traducibile in una semplice percentuale: 90 per cento, corrispondente a 7 miliardi - sugli 8 miliardi complessivi - destinati agli aumenti delle buste paga, con un miliardo per la riduzione dell'IRAP. È un risultato che ha consentito, in questi giorni, di fare proiezioni di aumenti di una certa consistenza finanziaria anche per coloro che hanno redditi sotto i 20.000 euro (sono stati destinati 2,56 miliardi); diversamente, se fossero passate le richieste di altre forze politiche, oggi parleremmo di insignificanti aumenti in busta paga per gli italiani e le italiane. La riduzione dell'IRPEF, per ridare potere d'acquisto e dignità al lavoro, per noi democratici non è un'operazione una tantum, ma ha contrassegnato ogni nostra stagione di Governo, prima indirizzandosi verso 11 milioni di italiani con redditi fino a 26.000 euro, per una spesa complessiva di quasi 10 miliardi; poi, il bonus 100 euro ha innalzato la fascia di reddito fino a 40.000 euro, interessando altri 4,2 milioni di italiani, per una spesa di 6,5 miliardi. I numeri sono incontrovertibili e, sommando l'ultima riduzione IRPEF, portano il rendiconto dei Governi con il Partito Democratico a meno 23 miliardi di tasse sul lavoro.

Un'importante traccia della nostra impronta, che ritroviamo anche su richiesta di tutte le forze sindacali confederali, è stata quella di prevedere anche un aumento dell'assegno pensionistico, che ha visto destinare circa un terzo dei 7 miliardi - 2,3 miliardi - per ridurre l'IRPEF dei pensionati, garantendo un aumento di circa 200 euro annui a coloro che hanno un reddito tra gli 8.500 e i 20.000 euro: tradotto in percentuale, significa un aumento medio delle pensioni del 10 per cento. Correva l'anno 2007, con il Governo Prodi, per ritrovare l'ultimo, reale aumento per circa 3,6 milioni di pensionati, con l'introduzione della quattordicesima a favore di coloro che avevano una pensione non superiore a 13.500 euro annui e un'età superiore a 64 anni.

Non solo, però, lavoratori dipendenti e pensionati, in quanto le riduzioni riguardano chiaramente anche gli autonomi in contabilità ordinaria - circa 500.000 - che non sono passati in flat tax, la tassa che noi del Partito Democratico vogliamo rivedere in quanto frena la crescita delle attività e non riempie le casse del federalismo fiscale: nemmeno un euro per l'IRAP, che finanzia la sanità regionale, e nemmeno un euro per le addizionali IRPEF, che finanziano i comuni. Dunque, un modello non da estendere ma da finalizzare ai primi anni di attività e ai soggetti in maggiore difficoltà, come giovani e donne. È un modello adottato in Paesi come la Russia e la Bulgaria, ai quali non guardiamo certo come esempi per lo sviluppo di un sistema di welfare avanzato.

Un lavoro, il nostro, più da maratoneti che da centometristi - permettetemi la metafora olimpionica - e orientato all'equilibrio tra la riduzione del peso fiscale e la necessaria copertura delle principali spese sanitarie, sociali, scolastiche e altro ancora. Un impegno, il nostro, orientato alla tenuta sociale, con la riforma degli ammortizzatori sociali, così come alla salvaguardia dei territori, con nuovi fondi agli enti territoriali. Un tema è rivolto allo sviluppo in investimenti pubblici. Non credo di svelare nessun arcano: senza il Partito Democratico al Governo le principali misure erano identificabili in misura di spesa, come reddito di cittadinanza e “quota 100”; diversamente, con il nostro ritorno abbiamo finanziato superbonus edilizi e riduzione delle tasse in busta paga. Un'idea di Paese nella quale, tra “quota 100” e ampliamento dell'Ape sociale per gli edili - i quali, ultrasessantacinquenni, rischiano la vita su un ponteggio a decine di metri d'altezza - non ci sovviene il minimo dubbio sulla scelta per quest'ultimi. In questi interventi fiscali c'è molto degli interessi degli italiani e c'è molto degli interessi del nostro Paese, in una cornice, però, di campo europeista in grado di coniugare equità e rilancio, recupero dei gap di genere e generazionali e di sostenibilità ambientale.

Per questa impronta europeista esprimo a nome del Partito Democratico il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, il decreto che ci accingiamo a votare oggi concluderà il suo iter parlamentare dopo un attento lavoro, seppur con qualche limitazione, svolto dai nostri colleghi senatori di Commissione finanze e lavoro, che ringrazio. Purtroppo, quest'altra parte del Parlamento non ha potuto, come già in altri casi, cambiare, come si suol dire, una virgola, dovendolo approvare il più velocemente possibile. Vi sono quindi delle difficoltà, che vorrei sottolineare. Sicuramente non mi metto ad elencare tutte le misure attuate con questo decreto, che abbiamo ottenuto, perché già i colleghi in discussione generale le hanno evidenziate, ma vi sono, appunto, difficoltà che vorrei evidenziare per due ordini di motivi: di metodo e di merito. In particolare, quello di merito, perché? Perché numerose imprese e tantissimi lavoratori sono ancora in una situazione di profonda difficoltà e hanno bisogno di sostegni concreti e immediati, soprattutto sul terreno della liquidità. Questo decreto poteva apportare un contributo e cercare di dare qualcosa in più al nostro Paese, ai nostri imprenditori, ai nostri lavoratori e ai nostri pensionati. Speriamo di dare queste risposte con la legge di bilancio per poter sanare quelle incertezze o quelle ingiustizie che ancora permangono in alcuni cassetti ministeriali.

Il tutto non dipende solo dal merito, ma anche dal metodo. Ormai la frustrazione dei parlamentari è tanta e alcuni l'hanno sottolineato in alcuni interventi. La legge di bilancio arriverà in un tempo in cui la Camera non potrà probabilmente fare emendamenti per poi ritornare al Senato.

Come ha sottolineato anche lei, oggi, Presidente Fico, è capitato anche altre volte all'inverso, ma è un problema strutturale del bicameralismo, cui non siamo assolutamente contrari e in cui crediamo, ma sicuramente è un problema che va affrontato con il Governo. Mi rendo conto che questa deriva è stata in qualche modo necessitata dalle condizioni di straordinaria emergenza in cui il Paese si è trovato. Tuttavia, siamo spesso ostaggi di quelle burocrazie ministeriali che sono le vere protagoniste della politica. Vi sono situazioni che ormai permangono da anni e vanno risolte, come gli esodati commercianti. Vi sono situazioni di lavoratori lasciati a casa con sms o con video call su Meet. Vi sono aziende che non possono continuamente anticipare contributi e tasse a discapito degli stipendi dei propri dipendenti. Vi sono persone che, dopo 41 anni di contributi versati, devono avere il diritto di andare in pensione. Per non parlare del rifinanziamento del reddito di cittadinanza che sortisce solo l'effetto di impegnare ingenti risorse su una scelta assistenzialista, sottraendole a politiche attive, invece, capaci di stimolare la ripresa del lavoro e l'innalzamento dei livelli occupazionali ed esponendo ulteriormente il sistema Paese a truffe milionarie. Vi sono ancora troppe situazioni da risolvere, ma con buon senso crediamo e speriamo che questo Governo voglia dare nella legge di bilancio e con il PNRR quello slancio necessario per rilanciare il nostro splendido Paese.

Con fiducia il gruppo Lega voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Amitrano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO AMITRANO (M5S). Grazie Presidente. Colleghi e colleghe, membri del Governo, vorrei in primo luogo condividere un tema che molti hanno espresso prima di me, ossia il disagio - comune a tutti i gruppi e a tutti i parlamentari - di non aver potuto contribuire al miglioramento di questo testo. Però, è altrettanto chiaro che ci troviamo in una fase straordinaria, estremamente particolare del nostro Paese, per cui ritengo che sia doveroso andare avanti e cercare di impegnarci tutti al massimo per risolvere la contingenza di questo periodo storico, una contingenza, quella della patologia e dell'epidemia da COVID-19, estremamente complessa e che vede in questo decreto elementi molto importanti che andiamo a toccare. Vi è, infatti, una serie di misure importanti in termini fiscali per i nostri cittadini e per la ripresa economica del Paese. L'articolo 1, ad esempio, rimette in termini i contribuenti che hanno usufruito di alcuni istituti di definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione, la cosiddetta rottamazione-ter, il saldo e stralcio. Ma anche importanti sono stati i termini di versamento senza sanzioni e interessi dell'IRAP non versata, che vengono posticipati e prorogati dal 30 novembre di quest'anno al 31 gennaio dell'anno prossimo. Sono elementi importanti, perché permettono di aiutare in una fase difficile, come appunto quella che stiamo vivendo, i cittadini e le imprese.

Presidente, procedendo nella disamina del provvedimento, va anche segnalato che l'articolo 2 estende il termine per l'adempimento dell'obbligo risultante dal ruolo, portandolo a 180 giorni per tutte le cartelle che sono state notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021. Per me e per tutto il MoVimento 5 Stelle un tema fondamentale che viene toccato dal decreto - che va nella direzione di un più forte sostegno ai cittadini e alla ripresa economica - è quello anche di un emendamento a favore degli invalidi parziali che lavorano, che potranno continuare a ricevere l'assegno di invalidità alle condizioni di sempre.

Il nostro impegno come MoVimento 5 Stelle e come parlamentari è stato sempre quello di ottenere un abbassamento delle tasse dei cittadini, in particolar modo per le categorie che sono più in difficoltà e che sono state ulteriormente fiaccate dall'emergenza legata alla pandemia. In questo contesto per me appare fondamentale sottolineare quella che è per noi una grande conquista di civiltà giuridica e sociale all'interno del nostro Paese: il reddito di cittadinanza. Ho ascoltato molti interventi oggi sulla misura che chiaramente è stata rifinanziata in questo decreto. Per noi questo è fondamentale, ma ho sentito interventi per abolire il reddito di cittadinanza, perché non spinge alla ricerca del lavoro, anzi è distorsivo nel mondo del lavoro. Ebbene, secondo me, invece, il ragionamento e anche i dati ci dimostrano che non è così. Nella recente audizione di ANPAL, Tangorra ha riferito che sono stati 450 mila i percettori di reddito, i quali, da quando esiste questo provvedimento, hanno trovato un'occupazione. Questo dato, se paragonato all'1,36 milioni di beneficiari che possono sottoscrivere il patto per il lavoro, vuol dire che quasi un terzo, anzi più di un terzo ha trovato un'occupazione con questa misura. Per cui non è affatto vero che ci troviamo di fronte ad una misura soltanto assistenziale, ma ad una misura di assistenza, di aiuto a tutte quelle persone che, purtroppo, erano gli “ultimi” della nostra cittadinanza, che non riuscivano nemmeno a racimolare quei pochi soldi per mettere un piatto al tavolo o per aiutare i propri figli. Molti li ho incontrati, ci ho parlato, ho avuto modo di discutere con loro e vedere nei loro occhi la tristezza di dover dire ad un figlio: se ne parla la prossima volta, ora non è il momento per un qualsiasi desiderio, per una qualsiasi anche necessità. Ciò ci fa capire che, anche da un punto di vista assistenziale, è una misura estremamente importante. Se poi la paragoniamo ai dati dell'occupazione, per me questa non è una misura distorsiva del mondo del lavoro, anzi è un raddrizzamento del mondo del lavoro. Quando parliamo poi di truffe, Presidente, sul reddito di cittadinanza, vorrei sottolineare un altro aspetto. È stato quantizzato che, nel complesso delle truffe ai danni dello Stato - pensiamo alle pensioni di invalidità, ma anche a chi evade le tasse -, quelle da reddito di cittadinanza rappresentano l'1 per cento del totale, quindi, sicuramente, non possiamo parlare di miliardi che vengono distolti per truffe.

Un altro tema fondamentale, che è stato ribadito in questo decreto, a cui tengo particolarmente, è quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. La sicurezza sui luoghi di lavoro è oggi ancora più importante, perché da quando abbiamo voluto - come MoVimento 5 Stelle - il superbonus 110 per cento, la spinta economica nel settore edilizia è stata ovviamente importantissima (più 50 per cento nel settore) e, quindi, è chiaro che bisogna intervenire in maniera importante anche per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro.

In questo decreto abbiamo elementi importanti; sono primi passi, ovviamente, che non rappresentano la soluzione a tutto; però dobbiamo immaginare che la rivisitazione dell'assetto delle competenze degli organi di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, associate all'inasprimento dello strumento della sospensione dell'attività imprenditoriale, rappresentano sicuramente dei passaggi. Se oltre a questo consideriamo le 1.024 unità aggiuntive previste per l'Ispettorato nazionale del lavoro - quindi, finalmente un rafforzamento degli organi che si occupano della sicurezza sul lavoro - e l'affiancamento e il coordinamento con le ASL a livello provinciale, possiamo capire come siamo nella direzione giusta, ossia quella di iniziare finalmente a interessarci in maniera ancora più concreta di un tema che è quello della cultura della sicurezza sul lavoro, che oggi, anche a seguito della pandemia, si sta sicuramente diffondendo in maniera più importante. Infatti, purtroppo, sono ancora troppi i morti sul lavoro ed è estremamente triste, per me, dover immaginare quando dei lavoratori escono di casa e non sanno se la sera stessa riusciranno a tornare alla loro dimora.

C'è un ultimo elemento che voglio evidenziare. Ce ne sarebbero tanti, però, è chiaro che nella disamina di oggi ci vogliamo soffermare sugli elementi principali.

Un elemento per me estremamente importante, su cui ho condotto una battaglia personale in Commissione lavoro, anche con la presentazione di un'interrogazione a risposta immediata al Governo, svolta in un question time, è stato il riconoscimento dell'applicazione dei trattamenti di malattia ai lavoratori dipendenti del settore privato per il periodo che hanno trascorso in quarantena precauzionale; per cui, constatare che, finalmente, in questo decreto, per i cosiddetti lavoratori fragili, vengono estesi i termini per riconoscere un elemento fondamentale nel periodo della pandemia non può che renderci estremamente soddisfatti di questo testo. Inoltre, si prevede che la quarantena e il periodo prescritto di assenza dal servizio dei lavoratori fragili siano a carico dell'INPS: è un elemento che dà ulteriori risorse e possibilità a questi lavoratori.

Presidente, ci sarebbero ancora molti temi da affrontare in merito a questo decreto, tra cui potremmo citare tutte le misure a favore dei lavoratori che presentano, purtroppo, disturbi dello spettro autistico, e quindi gli incentivi alla loro occupazione. Possiamo poi elencare altri elementi, che si collocano sempre in un'ottica di semplificazione e di aiuto ai nostri concittadini. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo sempre avuto l'intenzione e l'obiettivo di portare avanti un meccanismo innovativo, che produca numerosi benefici ai nostri concittadini - il reddito di cittadinanza ne è un esempio, il superbonus ne è stato un altro, ma ne potremmo citare ancora tanti altri - poiché l'obiettivo, soprattutto in questo periodo, e con questo decreto, è aiutare i cittadini, le imprese, i lavoratori e anche tutte le partite IVA che si sono trovate in grande difficoltà. Noi continueremo in questo percorso, con l'auspicio che si possa continuare con sempre maggior partecipazione da parte di tutto il Parlamento e dei parlamentari, per riuscire ad aiutare i tanti cittadini che, purtroppo, si trovano in difficoltà, anche a seguito della pandemia da COVID-19 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18,05, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 18,05.

La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 18,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3395​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà quindi inizio dal deputato Diego Binelli.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali – all'orario stabilito per ciascuna fascia – faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

I presidenti dei gruppi parlamentari sono stati autorizzati a votare con priorità, al fine di consentire loro di partecipare alla riunione della Conferenza dei presidenti dei gruppo, convocata per le ore 18,15; sono stati altresì autorizzati a votare anticipatamente i componenti del Consiglio di giurisdizione, in quanto impegnati in una riunione in camera di consiglio dell'organo.

Invito, quindi, i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione (Commenti del deputato Foti).

Mi dispiace, onorevole, ho chiamato più volte. Io ho chiesto addirittura se c'era qualcuno, ho citato anche i nomi. Mi dispiace, ormai la votazione è chiusa.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti:………475

Maggioranza:…………….238

Hanno risposto :………..429

Hanno risposto no:……….46

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Letta Enrico

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Maccanti Elena

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Masi Angela

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Melilli Fabio

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmisano Valentina

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettarin Guido Germano

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Rosato Ettore

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Salafia Angela

Sani Luca

Sarro Carlo

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tateo Anna Rita

Timbro Maria Flavia

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cunial Sara

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ehm Yana Chiara

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Maniero Alvise

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Paxia Maria Laura

Prisco Emanuele

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Sodano Michele

Spessotto Arianna

Suriano Simona

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Trizzino Giorgio

Vallascas Andrea

Vianello Giovanni

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Battelli Sergio

Bonafede Alfonso

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carfagna Maria Rosaria

Castelli Laura

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Corda Emanuela

Dadone Fabiana

D'Arrando Celeste

De Filippo Vito

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

D'Incà Federico

Fassino Piero

Fontana Ilaria

Franceschini Dario

Frusone Luca

Fusacchia Alessandro

Gallinella Filippo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Giorgetti Giancarlo

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Iovino Luigi

La Marca Francesca

Lapia Mara

Lorefice Marialucia

Lupi Maurizio

Marattin Luigi

Migliore Gennaro

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Moretto Sara

Mura Romina

Nardi Martina

Orlando Andrea

Panizzut Massimiliano

Perego Di Cremnago Matteo

Rampelli Fabio

Romano Andrea

Rotta Alessia

Sasso Rossano

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Sibilia Carlo

Silli Giorgio

Speranza Roberto

Tasso Antonio

Vacca Gianluca

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3395​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, come stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, nella seduta odierna avranno luogo gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e l'espressione del parere da parte del rappresentante del Governo.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3395/1 Bitonci, parere favorevole con la seguente riformulazione - la leggo tutta -: “a valutare gli effetti applicativi della novella introdotta con l'articolo 3-bis del presente provvedimento e, qualora riscontrati effetti distorsivi, a valutare l'opportunità di intervenire nell'ambito della futura riforma della giustizia tributaria ad una revisione applicativa della disciplina su esposta, bilanciando il principio di parità di azione e difesa fra fisco e contribuente”. Ciò, con l'espunzione di tutto quanto segue.

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario, però chiederei, per cortesia, ai colleghi di fare un po' di silenzio, perché si fa veramente fatica a capire le riformulazioni. Quindi, evitiamo di doverle ripetere più volte, se facciamo silenzio…

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3395/2 Cavandoli, parere favorevole con la seguente riformulazione all'inizio della terza riga dell'impegno: “valutare l'opportunità di adottare (…)”. Ordine del giorno n. 9/3395/3 Comaroli, parere favorevole con la seguente riformulazione all'inizio dell'impegno: “valutare l'opportunità di adottare (…)”. Ordine del giorno n. 9/3395/4 Rizzetto, parere favorevole con la seguente riformulazione alla prima riga dell'impegno: “valutare l'opportunità di adottare (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3395/5 Giaccone, parere favorevole con la seguente riformulazione alla prima riga dell'impegno: “a valutare l'opportunità di (…)”. Parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/3395/6 Mollicone, n. 9/3395/7 D'Ippolito, n. 9/3395/8 Maraia, n. 9/3395/9 Masi, n. 9/3395/10 Giarrizzo, n. 9/3395/11 Serritella, n. 9/3395/12 Ruggiero, n. 9/3395/13 Aiello Davide, n. 9/3395/14 Invidia, n. 9/3395/15 Martinciglio e n. 9/3395/16 Licatini. Ordine del giorno n. 9/3395/17 Troiano, favorevole con riformulazione: sostituire: “nel prossimo provvedimento legislativo” con: “nell'ambito della futura riforma della giustizia tributaria” ed espungere le ultime 6 righe, partendo da: “significando con estrema chiarezza” fino a: “2015”. Ordini del giorno n. 9/3395/18 Alaimo, n. 9/3395/19 Cancelleri e n. 9/3395/20 Corneli, parere favorevole.

Lascio la parola al mio collega.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario. Siamo arrivati all'ordine del giorno n. 9/3395/20 Corneli, con parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3395/21 Butti.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole, con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3395/22 Trancassini, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/23 Osnato, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/24 Bignami, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/25 Delmastro Delle Vedove, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/26 Donzelli, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/27 Lollobrigida, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/28 Meloni, favorevole con riformulazione alla terza riga: “al fine di valutare l'adozione di”. Ordine del giorno n. 9/3395/29 Rotelli, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/30 Montaruli, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”.

Ordini del giorno n. 9/3395/31 Corda e n. 9/3395/32 Trano, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/33 Billi, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3395/34 Murelli, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”.Ordine del giorno n. 9/3395/35 Capitanio, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/36 Bond, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3395/37 Di Muro, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di” alla prima riga. Ordine del giorno n. 9/3395/38 Martino, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/39 Zanettin, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di” alla prima riga. Ordine del giorno n. 9/3395/40 Tartaglione, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/41 Porchietto, favorevole con riformulazione alla prima riga: “valutare l'opportunità di individuare” e poi: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” nel primo periodo e anche nel secondo periodo: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'istituzione (…)”. Ordine del giorno n. 9/3395/42 Spena, favorevole con riformulazione alla prima riga: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, (…)” Ordine del giorno n. 9/3395/43 De Toma, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di” alla prima riga.

Ordine del giorno n. 9/3395/44 Vinci e n. 9/3395/45 Albano, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/46 Zucconi, favorevole con modifica alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3395/47 Aprile, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/48 Caretta, favorevole con riformulazione alla prima riga: “a valutare l'opportunità di adottare disposizioni volte a fornire (…)” Ordine del giorno n. 9/3395/49 Ciaburro, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/50 Deidda, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di” Ordine del giorno n. 9/3395/51 Anzaldi, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di adottare le iniziative (…)”. Ordine del giorno n. 9/3395/52 Bucalo, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/53 Lucaselli, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di” alla prima riga; alla lettera b): “valutare l'opportunità di estendere” e all'ultimo capoverso: “valutare l'opportunità di estendere”. Ordine del giorno n. 9/3395/54 Cirielli, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/55 Foti, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3395/56 Maschio, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di” alla prima riga e anche al penultimo capoverso: “valutare l'opportunità di rivedere (…).

Ordine del giorno n. 9/3395/57 Snider, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/58 Silvestroni, favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di” prima riga. Ordine del giorno n. 9/3395/59 Sodano, favorevole con riformulazione, prima riga: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/60 Varchi, favorevole con riformulazione, alla prima riga: “valutare l'opportunità di assumere”. Ordine del giorno n. 9/3395/61 Ferro, favorevole con riformulazione, prime due righe: “valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative”. Ordine del giorno n. 9/3395/62 Prisco, favorevole con riformulazione, prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/63 Caiata, favorevole con riformulazione, prima riga: “valutare la possibilità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori iniziative”. Ordine del giorno n. 9/3395/64 Vallascas, favorevole con riformulazione, alla prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/65 Russo Giovanni, favorevole con riformulazione, prima riga: “a valutare l'opportunità di” e così per tutti i capoversi ad eccezione dell'ultimo capoverso che può restare tale. Ordine del giorno n. 9/3395/66 Bellucci, favorevole con riformulazione, prima riga: “valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/67 Rampelli, favorevole con riformulazione, alla prima riga: “a valutare la possibilità di”. Ordini del giorno n. 9/3395/68 Baratto, n. 9/3395/69 Ruffino, n. 9/3395/70 Vietina, n. 9/3395/71 Covolo, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/72 Silvestri, favorevole con riformulazione. Qui, per semplicità, Presidente, rileggerei il primo capoverso: “attivarsi urgentemente in tutte le sedi opportune affinché venga emanata l'autorizzazione in proroga da parte dell'Unione europea”. Cassato il periodo restante, con aggiunta di un secondo capoverso che recita così: “a valutare l'opportunità di estendere tale misura fino al dicembre 2022”; poi segue il terzo capoverso così come formulato con la modifica alla quarta riga, dopo: “prevedere” aggiungere: “compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3395/73 Galantino, favorevole con riformulazione, prima riga: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3395/74 Patassini, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/75 Frassinetti, favorevole con riformulazione, prima riga: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3395/76 Rospi, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3395/77 Raduzzi, favorevole con la seguente riformulazione, leggo il primo capoverso: “a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte anche a prevederne l'eventuale abrogazione”, identico il seguito. Ordine del giorno n. 9/3395/78 Muroni, favorevole con riformulazione che leggo: “impegna il Governo a interloquire con la Commissione europea al fine di valutare la possibilità di differire l'entrata in vigore delle disposizioni”. Ordini del giorno n. 9/3395/79 Mantovani e n. 9/3395/80 D'Uva, favorevole.

PRESIDENTE. Come stabilito in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 16.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di un disegno di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di mercoledì 15 dicembre l'assegnazione, in sede legislativa, del seguente disegno di legge, del quale la sotto indicata Commissione, cui era stato assegnato in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 2060. -“Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione “Chiesa d'Inghilterra”, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione”(approvato dal Senato) (3319).

Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 15-22 dicembre 2021.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata convenuta, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, la seguente riarticolazione dell'organizzazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 15-22 dicembre.

Mercoledì 15 dicembre (ore 9)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021.

Assegnazione a Commissione in sede legislativa del disegno di legge n. 3319

Mercoledì 15 dicembre (ore 15)

Interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 15 dicembre (ore 16-20 e 21-24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3395 - Conversione in legge del decreto-legge 21ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (approvato dal Senato - scadenza: 20 dicembre 2021)

Giovedì 16 dicembre (ore 9.30 – 13.30, 15-20 e 21-24 )

Seguito dell'esame:

- del disegno di legge n. 3208-A - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2021

- della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2020) (Doc. LXXXVII, n. 4)

- delle mozioni Prestigiacomo, Fregolent ed altri n. 1-00542, Pezzopane ed altri n. 1-00561 e Foti ed altri n. 1-00562 concernenti iniziative volte al sostegno dei settori produttivi maggiormente interessati dai processi di transizione ecologica

- delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione

- della proposta di legge 2372-A - Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale

Venerdì 17 dicembre (ore 9.30 e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)

Discussioni sulle linee generali:

- del disegno di legge n. 3354 - Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose (da inviare al Senato - scadenza: 5 gennaio 2022)

- del disegno di legge n. 2670-B - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Lunedì 20 (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e martedì 21 dicembre (ore 9.30 – 13.30, 15-20 e 21-24)

Seguito dell'esame:

- del disegno di legge n. 3354 - Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose (da inviare al Senato - scadenza: 5 gennaio 2022)

- del disegno di legge n. 2670-B - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Mercoledì 22 dicembre (ore 15)

Interrogazioni a risposta immediata

L'esame da parte della Camera del disegno di legge S. 2448 recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 si svolgerà tra il 27 e il 30 dicembre 2021 in relazione agli effettivi tempi di trasmissione del medesimo da parte del Senato.

L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 2670-B - Legge europea 2019-2020 sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo ora agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula in seguito all'annuncio, da parte del nuovo direttore generale della Caterpillar di Jesi, della volontà di chiudere lo stabilimento, con il licenziamento di 260 lavoratori: 189 lavoratori a tempo indeterminato e gli altri sono lavoratori precari. Intervengo per portare a conoscenza della Camera dei deputati e del Governo, per il suo tramite, Presidente, della situazione drammatica in cui si trovano improvvisamente 260 lavoratori della mia regione, le Marche, che già hanno conosciuto un dramma sociale ed economico in seguito alla grande crisi del 2011 e poi al terremoto del 2016 e 2017. Intervengo, Presidente, perché la chiusura dello stabilimento della Caterpillar di Jesi è del tutto inaccettabile, perché la Caterpillar è un'azienda in bonis, che attualmente lavora su tre turni e che ha bisogno di straordinari. Quindi l'annuncio della chiusura di quello stabilimento risponde esclusivamente alla volontà di una pura speculazione sulle spalle dei lavoratori e per noi questa speculazione sulle spalle dei lavoratori è del tutto inaccettabile.

Per questo, Presidente, chiedo, per il suo tramite, che il Governo, il Ministero dello Sviluppo economico, nella figura del Ministro Giorgetti, convochi immediatamente l'azienda perché quel piano di licenziamenti deve essere ritirato, quel piano di delocalizzazione deve essere evitato e deve essere garantita a quei 260 lavoratori la possibilità di continuare a lavorare in un territorio, che, ribadisco, ha già conosciuto una gravissima crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perconti. Ne ha facoltà.

FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, per oltre 72 ore si è continuato a scavare sotto le macerie delle palazzine crollate a Ravanusa nella speranza di trovare superstiti. Una ricerca che è andata avanti senza sosta dalla serata di sabato, quando un boato prima e le fiamme poi hanno scaraventato il centro in provincia di Agrigento in un vero incubo. Purtroppo salgono a 9 le vittime accertate dell'esplosione: sono Selene Pascariello, la donna al nono mese di gravidanza, il marito Giuseppe Carmina e i genitori di lui, Angelo Carmina e Enza Zagarrio. Oltre ai 4 corpi individuati lunedì, altre 5 persone hanno perso la vita: Pietro Carmina, Carmela Scibetta e Liliana Minacori. E infine Calogero e Giuseppe Carmina, padre e figlio, ritrovati solo poche ore fa.

Sono state estratte vive due donne nella notte di sabato, Rosa Carmina e Giuseppa Montana. Per 72 ore si è continuato a cercare senza sosta con l'ausilio delle squadre speciali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, un'operazione complessa e delicata. Sono almeno 40 gli edifici coinvolti, una deflagrazione a catena diffusa da un'abitazione all'altra, e almeno 120 le persone sfollate su un'area di circa 10 mila metri quadrati. Ancora è troppo presto per giungere alle conclusioni, le cause del disastro verranno accertate dagli investigatori nell'ambito dell'inchiesta. Sono già al lavoro i periti nominati dalla procura di Agrigento: il loro compito è quello di aiutare a fare chiarezza sulle cause dell'esplosione. Vorrei esprimere la nostra vicinanza ai familiari delle vittime, alla comunità e al sindaco per la terribile tragedia che ha colpito Ravanusa.

Un sentito ringraziamento ai carabinieri, alla Polizia, alla Guardia di finanza, ai vigili del fuoco, alla Protezione civile regionale e nazionale, alla Croce rossa, all'ASP e al personale sanitario che sono intervenuti con rapidità e professionalità. L'amministrazione comunale ha inoltre predisposto e attivato un punto di ascolto con psicologi dell'ASP di Agrigento a cui possono rivolgersi i familiari e gli abitanti dell'area interessata sgomberati dopo il crollo. Concludo, Presidente: il nostro impegno ora è quello di non lasciare sola la comunità di Ravanusa. La politica deve sostenere le famiglie delle vittime e le persone sfollate, nonché aiutare concretamente l'amministrazione comunale per la ricostruzione (Applausi).

PRESIDENTE. Anche la Presidenza della Camera, ovviamente, si associa al ricordo delle vittime, con il ringraziamento per i soccorsi e il ricordo per chi purtroppo è rimasto vittima di questo disastro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente, per la parola. Non so voi, però in queste ultime settimane ho ascoltato il nuovo disco di Fedez, Disumano, fra l'altro niente male, però non posso non parlare in quest'Aula della traccia n. 15, si chiama Un giorno in pretura, perché c'è un attacco molto forte alle istituzioni, quasi un vilipendio che va chiarito dagli stessi diretti interessati. Infatti, tra le rime Fedez, su una base, ripeto, niente male, lo dico da musicista, ricorda lo scandalo che ha visto coinvolto il senatore Renzi nel gennaio scorso in Arabia Saudita. Testualmente la canzone di Fedez recita: “Tutti i desideri esauditi, come Renzi quando s'è preso 80 mila petroldollari sauditi”.

Allora, Fedez ci ricorda di quell'episodio in cui il senatore Renzi è stato pagato con 80 mila euro da un regime. Ricordiamo che questa è la cifra percepita da Renzi da parte di bin Salman per la conferenza dove lui fra l'altro ha definito “nuovo Rinascimento” un regime che taglia le teste anche agli omosessuali. A proposito dello stesso “nuovo Rinascimento”, invece, Fedez dice: “I sauditi non amano mettere ai giornalisti il bavaglio, li mettono direttamente nel bagaglio a mano”, riferendosi all'uccisione del giornalista Khashoggi, grande oppositore del regime di bin Salman, uccisione commessa proprio nell'ambasciata saudita di Istanbul, ricordo, senza che alcuna giustizia sia stata fatta.

Contestualmente voglio ricordare che la Farnesina proprio in quel periodo revocava la vendita di missili e delle bombe italiane verso gli Emirati Arabi. Si disse che non c'era una connessione tra i due episodi, ma resta il fatto che lo stop italiano all'esportazione di armi e una “Ferrenzi” sono quasi contemporanei.

Concludo con una proposta: chiedo ai deputati di Italia Viva, cioè il partito di Renzi, se intendano rispondere a Fedez o se ancora, per fugare ogni dubbio, possano farsi in quattro e impegnarsi insieme a me per la calendarizzazione…

PRESIDENTE. Concluda.

MICHELE SODANO (MISTO). …di una proposta di legge sul conflitto di interessi che dovrebbe vietare ad ogni politico italiano di prendere soldi da un qualsiasi Stato estero, così come è in tutta Europa. Questo servirebbe a dire che Fedez ha detto cialtronate. Allora, smentitelo, se ne avete il coraggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Tre anni fa ci lasciava Antonio Megalizzi, vittima di un barbaro attentato a Strasburgo. Riteniamo doveroso ricordare in quest'Aula la memoria di questo giovane giornalista (Applausi), che incarnava il sogno e l'idea di un'Europa di libertà, di un'Europa fatta di valori e diritti fondamentali, di un'Europa della democrazia, di un'Europa della tolleranza contro l'idea di una comunità fatta di odio, di violenza, di terrore, di muri, di ritorni al passato. Crediamo davvero doveroso onorare e ricordare la memoria di questo giovane giornalista, perché è il sogno dell'Europa che dobbiamo costruire nel futuro, anche dopo la pandemia, con le risorse straordinarie messe in campo, l'Europa della solidarietà, l'Europa della tolleranza, l'Europa del futuro, che è la nostra grande casa comune. Per questo ricordiamo con forza la memoria di Antonio Megalizzi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Anche il mio gruppo si associa al ricordo che faceva poco fa il collega De Luca. Tre anni fa moriva, a causa di un vile attentato a Strasburgo, Antonio Megalizzi, un giovane italiano impegnato, un grande europeista da sempre attivo nello studio della radio che tanto amava, impegnato nella costruzione di un'Europa migliore che aveva al centro il sogno europeo e i suoi valori. Antonio rappresentava quella generazione di ragazze e ragazzi che considerano l'Europa la loro casa e, per questo, per noi è importante ricordare il suo sacrificio ultimo a causa di una ideologia religiosa islamista che ha portato al suo sacrificio. Ci sembrava giusto ricordarlo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà. Magari, se ce lo avesse detto prima, saremmo stati più organizzati.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Avevo alzato la mano ma… mi scuso, Presidente, ha ragione. Intervengo anch'io in ricordo della tragica vicenda della scomparsa di Megalizzi, una persona - qui va ricordato - che era a Strasburgo per un impeto e una volontà di riconoscersi nell'identità europea. La sua vita era improntata a questo, la sua giovane vita. È morto in un vile attentato nel periodo che ha insanguinato l'Europa con più attentati della stessa matrice terroristica, che hanno creato anche una grande attenzione dell'Unione europea su questo tema, che è un tema centrale tuttora. Ma proprio quella volontà, quell'impeto e quella passione per l'Europa accomunano tanti giovani italiani, che si riconoscono nell'identità europea e che riconoscono anche, nel loro percorso di studi, nell'attività universitaria e post-universitaria, la cultura europea come punto di riferimento fondamentale.

Il ricordo di questa persona, di questo giovane, dovrebbe essere di esempio - purtroppo non lo è stato e non lo è, sono passati un po' di anni - anche nelle scuole, nelle università e nelle iniziative che anche questo Parlamento potrebbe mettere in campo, perché ci sono persone che danno l'esempio nel loro modo di comportarsi, nel loro modo di vivere nel contesto europeo e nazionale. E penso che, forse - mi rivolgo a lei, Presidente - qualche iniziativa in ricordo di Megalizzi possa essere opportuna da parte della Camera dei deputati (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Ettore. Ovviamente, per l'intervento in ricordo di Antonio Megalizzi valeva la pena di fare uno strappo, ma ricordo che le iscrizioni per gli interventi di fine seduta devono pervenire entro 2 ore dopo l'inizio della seduta stessa. È stato però, ovviamente, importante ricordare il sacrificio di Antonio Megalizzi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 15 dicembre 2021 - Ore 9:

1. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021.

2. Assegnazione a Commissione in sede legislativa del disegno di legge n. 3319 .

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

4. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2426 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (Approvato dal Senato). (C. 3395​)

Relatori: BARATTO, per la VI Commissione; POLVERINI, per la XI Commissione.

La seduta termina alle 19,40.