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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 611 di giovedì 9 dicembre 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 dicembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Bartolozzi, Enrico Borghi, Cattaneo, Maurizio Cattoi, Comaroli, Corda, Corneli, Daga, Luigi Di Maio, Di Stasio, Dieni, Formentini, Galizia, Grande, Marin, Melilli, Napoli, Paita, Valentini, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 111, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Andrea De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Credo che abbiamo tutti oggi negli occhi l'immagine di felicità di Patrick Zaki, che è stato finalmente liberato dal carcere egiziano, dove era detenuto. Quelle immagini danno anche il senso di una mobilitazione che ha coinvolto tanti cittadini italiani, tante istituzioni italiane e anche questa Camera dei deputati. Io stesso ho presentato la prima interrogazione per chiederne la liberazione; qui accanto a me c'è il collega Sensi: con lui, con Lia Quartapelle Procopio e con tanti altri abbiamo contribuito alla mozione parlamentare che ha chiesto il riconoscimento a Zaki della cittadinanza italiana, un fatto che speriamo si possa realizzare, perché speriamo che il Governo segua le indicazioni del Parlamento su questo punto. A questo proposito, voglio ringraziare il Governo italiano per l'impegno che ha messo in campo e per la pressione diplomatica che ha esercitato sulle autorità egiziane.

Ora c'è ancora da fare, ora Patrick dovrà essere assolto per poter tornare nella nostra e nella sua Bologna. Tra i tanti ringraziamenti, permettetemi di ricordare la professoressa Rita Monticelli - ne ha parlato anche Patrick, con le prime parole da uomo libero -, che oggi abbiamo l'onore di avere consigliere comunale nel comune di Bologna.

La battaglia per la libertà di Patrick non era solo una battaglia che riguardava quel caso, pure così drammatico; era una battaglia per affermare il valore universale dei diritti umani e dei diritti civili, anche in un Paese importante e amico, come l'Egitto, una battaglia che dobbiamo continuare, mentre dobbiamo continuare anche a chiedere che le autorità egiziane mettano a disposizione della magistratura italiana quei loro ufficiali dei servizi segreti, che sono accusati dell'omicidio di Giulio Regeni. Lo facciamo da Paese amico dell'Egitto, ma proprio questa amicizia e proprio queste relazioni diplomatiche non ci devono far dimenticare che, per l'Italia, i diritti civili e i diritti umani sono fondamentali, sono indiscutibili in tutto il mondo e sono un tratto determinante anche della nostra politica estera, come della nostra identità nazionale e dei nostri principi costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Discussione del disegno di legge: “Delega al Governo in materia di disabilità” (A.C. 3347-A​) e delle abbinate proposte di legge: Carnevali ed altri; De Maria; Novelli e Bagnasco; D'Arrando ed altri (A.C. 424​-1884​-3108​-3361​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3347-A: “Delega al Governo in materia di disabilità” e delle abbinate proposte di legge nn. 424-1884-3108-3361.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento. La XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente. Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Lisa Noja. Prego, collega.

LISA NOJA , Relatrice. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi e colleghe e Ministra. L'Assemblea avvia oggi l'esame di un provvedimento di particolare rilievo: si tratta del disegno di legge recante delega al Governo in materia di disabilità, esaminato in sede referente presso la Commissione affari sociali. Esso rappresenta l'attuazione di una delle riforme previste dalla Missione 5 “Inclusione e coesione”, Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Tale riforma prevede una legge di delegazione riguardante tutte le persone con disabilità, avente il suo fulcro nel progetto di vita personalizzato e partecipato, diretto a consentire alle persone con disabilità di essere protagoniste della propria vita e di realizzare un'effettiva inclusione nella società.

Il disegno di legge in oggetto è stato dichiarato collegato alla legge di bilancio dalla Nota di aggiornamento al DEF 2021, a completamento della manovra di bilancio 2022-2024. Nel documento della Commissione europea, denominato “Allegato riveduto della decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione della valutazione del Piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia” è indicato che la cosiddetta legge-quadro per la disabilità debba entrare in vigore entro il 31 dicembre 2021. Il citato documento sottolinea che l'obiettivo principale della riforma in oggetto è quello di modificare la legislazione sulle disabilità e promuovere la deistituzionalizzazione e l'autonomia delle persone con disabilità. Ciò deve comportare: il rafforzamento dell'offerta di servizi sociali; la semplificazione dell'accesso ai servizi sociali e sanitari; la riforma delle procedure di accertamento delle disabilità; la promozione di progetti di vita indipendente; la promozione del lavoro di gruppi di esperti, in grado di sostenere le persone con disabilità con esigenze multidimensionali.

Questo è il contesto in cui si inquadra il provvedimento in esame, il cui contenuto andremo a illustrare all'Assemblea io e la collega Sportiello. Prima di procedere in tal senso, vorremmo fare riferimento all'iter in sede referente presso la XII Commissione. Il fatto di dover assicurare l'approvazione definitiva della delega entro il 31 dicembre prossimo, come già fatto presente, non ha impedito lo svolgimento di un esame preliminare completo, nell'ambito del quale si sono svolte numerose audizioni di soggetti istituzionali, di rappresentanti di varie associazioni, nonché di esperti della materia ed è stata acquisita un'ampia documentazione. Si è proceduto quindi alla fase della discussione e, successivamente, all'esame e alla votazione delle proposte emendative presentate. I lavori presso la Commissione affari sociali si sono svolti in un clima di piena collaborazione, in cui ciascun gruppo parlamentare di maggioranza e di opposizione ha fornito il proprio contributo, e di sinergia con la Ministra Stefani.

Come relatrici, abbiamo cercato di compiere uno sforzo di sintesi tra le diverse proposte emendative, perseguendo la finalità di apportare miglioramenti al testo, anche sulla base degli spunti emersi nella fase istruttoria, e davvero ringraziamo tutti i colleghi per il lavoro svolto insieme.

Il testo del provvedimento, come risultante dagli emendamenti approvati in Commissione, si compone di cinque articoli.

L'articolo 1 definisce l'oggetto e la finalità della delega. Il Governo è delegato ad adottare, entro venti mesi dall'entrata in vigore della legge, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui all'articolo 2, uno o più decreti legislativi per la revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità, in attuazione degli articoli 2, 3, 31 e 38 della Costituzione, in conformità alle previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con la legge 3 marzo 2009, n. 18, nonché alla Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 della Commissione europea del 3 marzo 2021 e alla risoluzione sulla protezione delle persone con disabilità adottata dal Parlamento europeo il 7 ottobre 2021.

La finalità perseguita è: garantire alle persone con disabilità il riconoscimento della propria condizione, anche mediante una valutazione della stessa congruente, trasparente e agevole, tale da consentire il pieno esercizio dei loro diritti civili e sociali, ivi inclusi i diritti alla vita indipendente, alla piena inclusione sociale e lavorativa, nonché l'effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazione per promuovere l'autonomia della persona con disabilità e il suo vivere su basi di pari opportunità con gli altri, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di non discriminazione. Questo è quanto previsto dal comma 1.

Il comma 2 dell'articolo 1, disciplina la procedura di emanazione dei decreti legislativi. Essi sono emanati su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o dell'autorità politica delegante in materia di disabilità, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, con il Ministro dell'Economia e delle finanze e con il Ministro della Salute e gli altri Ministri eventualmente competenti nelle materie oggetto di tali decreti.

Gli schemi di decreto legislativo, previa intesa da sancire in sede di Conferenza unificata, sono trasmessi al Consiglio di Stato per l'espressione del parere, che è reso nel termine di 30 giorni dalla data di trasmissione. Sugli schemi di decreto è previsto il parere delle Commissioni parlamentari competenti, entro il termine di 40 giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti possono essere comunque adottati. Qualora il termine per l'espressione del parere delle Commissioni parlamentari scada nei 30 giorni che precedono il termine finale per l'esercizio della delega, o successivamente, quest'ultimo è prorogato di 90 giorni. Il Governo, qualora, a seguito dell'espressione dei pareri parlamentari, non intenda conformarsi all'intesa raggiunta nella Conferenza unificata, trasmette alle Camere e alla stessa Conferenza unificata una relazione nella quale sono indicate le specifiche motivazioni della difformità dall'intesa; la Conferenza unificata assume le conseguenti determinazioni entro il termine di 15 giorni dalla data di trasmissione della relazione, decorso il quale i decreti possono comunque essere adottati. Con una modifica approvata in sede referente è stata, altresì, disciplinata l'ipotesi in cui, a seguito di determinazioni della Conferenza unificata, il Governo non intenda conformarsi ai pareri parlamentari; in tal senso trasmette nuovamente i testi alle Camere, con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni; le Commissioni competenti per materia e per i profili finanziari si esprimono entro il termine di 10 giorni dalla data della nuova trasmissione, decorso tale termine i decreti possono comunque essere adottati. Viene poi stabilito che il Governo assicuri, nella predisposizione dei decreti, leale collaborazione con le regioni e gli enti locali e che si avvalga del supporto dell'Osservatorio nazionale per la disabilità, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il comma 4 prevede la facoltà del Governo di emanare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti legislativi principali, ulteriori decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive, nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi previsti dalla presente legge, con la procedura che ho appena illustrato.

Il comma 5 specifica che i decreti legislativi intervengono progressivamente, nei limiti delle risorse disponibili, ivi comprese quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza nei seguenti ambiti: definizione della condizione di disabilità; revisione, riordino e semplificazione della normativa; accertamento della condizione di disabilità e revisione dei suoi processi valutativi di base; valutazione multidimensionale della disabilità; realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato; informatizzazione dei processi valutativi di archiviazione; riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità; istituzione di un Garante nazionale della disabilità; potenziamento dell'ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; disposizioni finali e transitorie.

L'articolo 2 reca i principi e i criteri direttivi ai quali dovrà attenersi il Governo nell'esercizio della delega. Il comma 1 traccia in modo più specifico i confini dell'attività normativa del Governo diretta al coordinamento formale e sostanziale di tutte le disposizioni normative vigenti negli ambiti sopra definiti, ivi incluse quelle di recepimento e di attuazione della normativa europea. Vengono, quindi, individuati 8 ambiti, dalla lettera a) alla lettera h), all'interno di ciascuno dei quali sono previsti specifici criteri direttivi. Questo è quanto prevede il comma 2. Illustrerò le prime 2 lettere, la a) e la b).

La prima, lettera a), riguarda la definizione della condizione di disabilità e il riassetto e semplificazione della normativa di settore, e si richiama ai seguenti criteri: 1) adozione di una definizione di disabilità coerente con la suddetta Convenzione ONU; essa deve essere introdotta anche integrando la legge 5 febbraio 1992, n. 104 e introducendo disposizioni che prevedano una valutazione di base della disabilità distinta da una successiva valutazione multidimensionale, fondata sull'approccio bio-psicosociale, attivabile dalla persona con disabilità, o da chi la rappresenta, previa adeguata informazione sugli interventi, i sostegni e i benefici cui può accedere, finalizzata al progetto di vita individuale personalizzato e partecipato e assicurando l'adozione di criteri idonei a tenere nella dovuta considerazione le differenze di genere. Nel corso dell'esame in sede referente è stato soppresso il riferimento all'adozione di una definizione di durevole menomazione quale elemento rientrante nel perimetro di attuazione della delega, in quanto il concetto è già ricompreso nella definizione di disabilità di cui alla Convenzione ONU; 2) adozione della classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute – le cosiddette indicazioni ICF - e dei correlati strumenti tecnico-operativi di valutazione ai fini della descrizione della disabilità e della salute, congiuntamente alla versione adottata in Italia della classificazione internazionale delle malattie - le cosiddette indicazioni ICD - dell'Organizzazione mondiale della sanità e ad ogni altra eventuale scala di valutazione disponibile e consolidata nella letteratura scientifica e nella pratica clinica; 3) separazione di percorsi valutativi per le persone anziane da quelli previsti per gli adulti e da quelli previsti per i minori; questo criterio è stato aggiunto durante l'esame in sede referente; 4) adozione di una definizione di profilo di funzionamento, coerente con la classificazione ICF e con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite, che tenga conto anche della classificazione ICD; 5) introduzione nella legge n. 104 del 1992 della definizione di accomodamento ragionevole, prevedendo adeguati strumenti di tutela coerenti con le disposizioni della suddetta Convenzione ONU.

La lettera b) reca le disposizioni che ora illustro; con riguardo all'accertamento della disabilità e alla revisione dei suoi processi valutativi di base sono posti i seguenti criteri: 1) previsione che la valutazione di base accerti la condizione di disabilità e la necessità di sostegno, di sostegno intensivo, o le necessità derivanti dalla restrizione della partecipazione della persona ai fini dei correlati benefici istituti; 2) razionalizzazione e unificazione in un'unica procedura del processo valutativo di base, ai sensi della legge n. 104 del 1992, nonché delle valutazioni propedeutiche all'individuazione degli alunni con disabilità all'inclusione lavorativa, alla concessione di assistenza sanitaria protesica e riabilitativa, alle valutazioni utili alle definizioni del concetto di non autosufficienze e a quelle relative ai requisiti di accesso ad agevolazioni fiscali e tributarie, nonché di ogni altro accertamento dell'invalidità civile, cecità civile, sordità civile previsto dalla normativa vigente, garantendo la specificità e l'autonoma rilevanza delle diverse forme di disabilità; 3) previsione che con decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, con l'autorità politica delegata in materia di disabilità e con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, si provveda al progressivo aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento dell'invalidità previste dal decreto del Ministro della Sanità del 5 febbraio 1992; 4) affidamento a un unico soggetto pubblico della competenza esclusiva medico-legale sulle predette procedure valutative. La finalità è quella di garantire un'omogenea valutazione su tutto il territorio nazionale e di realizzare, anche ai fini deflattivi del contenzioso giudiziario, una semplificazione e razionalizzazione degli aspetti procedurali e organizzativi del processo valutativo di base. A tale scopo potranno essere previsti procedimenti semplificati di riesame o di rivalutazione, in modo che siano assicurati tempestività, efficienza, trasparenza e sia riconosciuta la tutela e la rappresentanza della persona con disabilità, garantendo la partecipazione delle associazioni di categoria in tutte le fasi della procedura di accertamento della condizione di disabilità; 5) previsione di un efficace sistema di controlli sull'adeguatezza delle prestazioni rese, garantendo l'interoperabilità tra le banche di dati già esistenti, prevedendo anche specifiche situazioni comportanti l'irrivedibilità nel tempo, fermi restando i casi di esonero già stabiliti dalla normativa vigente. Per il prosieguo, lascio la parola alla mia collega Sportiello.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Gilda Sportiello. Prego, collega.

GILDA SPORTIELLO , Relatrice. Grazie, Presidente. Ringrazio la collega Lisa Noja e procedo con l'illustrazione del provvedimento dalla lettera c) dell'articolo 2. Con riguardo alla valutazione multidimensionale della disabilità e alla realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, sono stabiliti i seguenti criteri: 1) prevedere modalità di coordinamento tra le amministrazioni coinvolte per l'integrazione della programmazione sociale e sanitaria nazionale e regionale; 2) prevedere che la valutazione multidimensionale sia svolta attraverso l'istituzione e l'organizzazione di unità di valutazione multidimensionale che devono essere composte in modo da assicurare l'integrazione degli interventi di presa in carico, di valutazione e di progettazione in ambito sociosanitario e socioassistenziale, ferme restando le prestazioni già individuate dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 gennaio 2017, concernente la definizione dei livelli essenziali di assistenza nel settore sanitario; 3) prevedere che la valutazione multidimensionale sia svolta tenendo conto delle indicazioni dell'ICF e dell'ICD e che definisca un profilo di funzionamento della persona, necessario alla predisposizione del progetto personalizzato e al monitoraggio nel tempo dei suoi effetti, tenendo conto nell'ambito della valutazione delle differenti disabilità; 4) prevedere che la valutazione multidimensionale assicuri l'elaborazione di un progetto di vita personalizzato, sulla base di un approccio multidisciplinare e con la partecipazione della persona con disabilità e di chi la rappresenta. Tale progetto individua i sostegni e gli accomodamenti ragionevoli che garantiscano l'effettivo godimento dei diritti e delle libertà fondamentali, tra cui la possibilità di scegliere, in assenza di discriminazioni, il proprio luogo di residenza e un'adeguata soluzione abitativa, anche promuovendo il diritto alla domiciliarità delle cure e dei sostegni socioassistenziali; 5) prevedere che tale progetto di vita sia diretto a realizzare gli obiettivi della persona secondo i suoi desideri, le sue aspettative e le sue scelte. Deve essere assicurato il rispetto dei principi al riguardo sanciti dalla richiamata Convenzione, indicando gli strumenti, le risorse, i servizi, le misure, gli accomodamenti ragionevoli che devono essere attivati per la realizzazione del progetto e che sono necessari a compensare le limitazioni alle attività e a favorire la partecipazione della persona nei diversi ambiti della vita e nei diversi contesti di riferimento, inclusi quelli lavorativi e scolastici, nonché quelli culturali, sportivi e relativi a ogni altro contesto di inclusione sociale; 6) assicurare l'adozione degli accomodamenti ragionevoli necessari a consentire l'effettiva individuazione ed espressione della volontà dell'interessato e la sua piena comprensione delle misure e dei sostegni attivabili, al fine di garantire alla persona con disabilità, anche quando sia soggetta a una misura di protezione giuridica o abbia necessità di sostegno ad altissima intensità, la piena partecipazione alla valutazione multidimensionale, all'elaborazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato. Questo è un criterio che abbiamo aggiunto durante l'esame in sede referente; 7) prevedere che sia garantita comunque l'attuazione del progetto di vita personalizzato e partecipato, al variare del contesto territoriale e di vita della persona con disabilità, mediante le risorse umane e strumentali di rispettiva competenza degli enti locali e delle regioni ai sensi della normativa vigente; 8) assicurare che, su richiesta della persona con disabilità o di chi la rappresenta, l'elaborazione del progetto di vita personalizzato e partecipato coinvolga attivamente anche gli enti del Terzo settore, attraverso forme di coprogrammazione e coprogettazione; 9) prevedere che nel progetto di vita personalizzato venga indicato l'insieme delle risorse umane, professionali, tecnologiche, strumentali ed economiche, pubbliche e private, attivabili anche in seno alla comunità territoriale e al sistema dei supporti informali, volte a dare attuazione alla progettazione; 10) prevedere che, nell'ambito del progetto di vita personalizzato e partecipato, l'individuazione degli interventi necessari a garantire il superamento delle condizioni di emarginazione e il godimento dei diritti e delle libertà fondamentali avvenga nei termini e in linea con l'accomodamento ragionevole di cui all'articolo 2 della più volte richiamata Convenzione; 11) prevedere l'individuazione nel progetto personalizzato di figure professionali con il compito di curare la realizzazione del progetto, monitorarne l'attuazione e assicurare il confronto con la persona con disabilità e i suoi referenti familiari, ferma restando la facoltà di autogestione del progetto da parte della persona con disabilità; 12) prevedere che, nell'ambito del progetto di vita personalizzato diretto ad assicurare inclusione e partecipazione sociale, compreso l'esercizio dei diritti all'affettività e alla socialità, possano essere individuati sostegni e servizi per l'abitare in autonomia e modelli di assistenza personale autogestita che supportino la vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta, favorendone la deistituzionalizzazione e prevenendone l'istituzionalizzazione; 13) prevedere eventuali forme di finanziamento aggiuntivo per le finalità dirette all'abitare in autonomia e ai modelli di assistenza personale autogestita di supporto alla vita indipendente e meccanismi di riconversione delle risorse attualmente destinate alla istituzionalizzazione a favore dei servizi di supporto alla domiciliarità e alla vita indipendente.

Passo ora alla lettera d), cioè all'informatizzazione dei processi valutativi. Si richiama il seguente criterio: istituire, nell'ambito degli interventi previsti nel PNRR, piattaforme informatiche accessibili, fruibili e interoperabili che, nel rispetto del principio di riservatezza dei dati personali, supportino i processi valutativi e l'elaborazione dei progetti personalizzati, consentano la consultabilità delle certificazioni, delle informazioni riguardanti i benefici economici, previdenziali e assistenziali e gli interventi di assistenza sociosanitaria che spettano alla persona con disabilità, garantiscano in ogni caso la semplificazione delle condizioni di esercizio dei diritti delle persone con disabilità e la possibilità di effettuare controlli e contengano anche le informazioni relative ai benefici eventualmente spettanti ai familiari o alle persone che hanno cura della persona con disabilità.

Lettera e), con riguardo alla riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità sono stabiliti i seguenti criteri: 1) prevedere l'individuazione, presso ciascuna amministrazione, di una figura dirigenziale preposta alla programmazione strategica della piena accessibilità, fisica e digitale, alle amministrazioni da parte delle persone con disabilità; 2) prevedere la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità alla formazione della sezione del piano relativa alla suddetta programmazione strategica; 3) introdurre, tra gli obiettivi di produttività delle amministrazioni, quelli specificamente volti a rendere effettiva l'inclusione sociale e l'accessibilità delle persone con disabilità; 4) prevedere che i rappresentanti delle associazioni delle persone con disabilità possano presentare osservazioni e documenti rappresentativi della performance relativamente ai profili che riguardano l'accessibilità e l'inclusione sociale delle persone con disabilità; 5) prevedere che il rispetto degli obiettivi derivanti dalla programmazione strategica della piena accessibilità alle aministrazioni da parte delle persone con disabilità sia inserito tra gli obiettivi da valutare ai fini delle performance del personale dirigenziale; 6) prevedere la nomina da parte dei datori di lavoro pubblici di un responsabile del processo di inserimento in ambiente di lavoro delle persone con disabilità; 7) prevedere l'obbligo per i concessionari dei pubblici servizi di indicare nella carta dei servizi gli standard di qualità del servizio erogato che assicurino l'effettiva accessibilità delle prestazioni alle persone con disabilità, evidenziando quelli obbligatori ai sensi della normativa vigente; 8) estendere il ricorso per l'efficienza delle amministrazioni alla mancata attuazione o alla violazione degli standard di qualità dei servizi essenziali per l'inclusione sociale e l'accessibilità delle persone con disabilità.

La lettera f) della legge delega riguarda l'istituzione del Garante nazionale delle disabilità, per cui sono stabiliti i seguenti criteri e principi: 1) istituire il Garante nazionale delle disabilità per la tutela e promozione dei diritti delle persone con disabilità, avente natura indipendente e collegiale; 2) definirne le competenze, i poteri, la composizione e la struttura organizzativa, disciplinandone le procedure, attribuendo ad esso le seguenti funzioni: raccogliere segnalazioni da persone con disabilità che denuncino discriminazioni o violazioni dei propri diritti; vigilare sul rispetto dei diritti e sulla conformità alle norme e ai principi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, dalla Costituzione, dalle leggi dello Stato e dai regolamenti; svolgere verifiche, d'ufficio o a seguito di segnalazione, sull'esistenza di fenomeni discriminatori e richiedere alle amministrazioni e ai concessionari di servizi pubblici le informazioni e i documenti necessari allo svolgimento delle funzioni di sua competenza; formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni e ai concessionari pubblici interessati sulle segnalazioni raccolte, anche sollecitando o proponendo interventi, misure o accomodamenti ragionevoli, idonei a superare le criticità riscontrate; promuovere, inoltre, una cultura del rispetto dei diritti delle persone con disabilità attraverso campagne di sensibilizzazione e comunicazione e progetti di azioni positive, in particolare nelle istituzioni scolastiche, in collaborazione con le amministrazioni competenti per materia; infine, trasmettere annualmente una relazione sull'attività svolta alle Camere, nonché al Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero all'autorità politica delegata in materia di disabilità (questa è una previsione che abbiamo inserito nel corso dell'esame in sede referente).

Passo ora all'esame della lettera g) dell'articolo 2.

Con riguardo al potenziamento dell'ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, occorrerà ridefinirne le competenze e potenziarne la struttura organizzativa al fine di garantire lo svolgimento delle nuove funzioni e di promuovere le iniziative necessarie al supporto dell'autorità politica delegata in materia di disabilità.

Lettera h): con riguardo alle disposizioni finali e transitorie, si prevedono i seguenti criteri: 1) coordinare le disposizioni introdotte dai decreti legislativi con quelle ancora vigenti, ivi comprese quelle relative agli incentivi e ai sussidi di natura economica e ai relativi fondi, facendo salve le prestazioni, i servizi, le agevolazioni e i trasferimenti monetari già erogati ai sensi della normativa vigente in materia di invalidità civile e della legge n. 104 del 1992, assicurando in ogni caso ai singoli percettori le condizioni di maggior favore e i diritti già acquisiti (questo è stato specificato e sottolineato durante l'esame in Commissione in sede referente); 2) definire le procedure volte alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, con riguardo alle prestazioni in favore delle persone con disabilità, con individuazione di una disciplina di carattere transitorio, nelle more dell'effettiva applicazione dei livelli essenziali delle prestazioni, volta a individuare e garantire obiettivi di servizio, promuovendo la collaborazione tra i soggetti pubblici e i privati, ivi compresi gli enti operanti nel Terzo settore.

L'articolo 3 del disegno di legge reca le disposizioni finanziarie, stabilendo che ai maggiori oneri derivanti dall'attuazione della legge si provvede: a) con le risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 330, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Fondo per la disabilità e la non autosufficienza); b) con le risorse disponibili nel PNRR, per l'attuazione degli interventi rientranti nell'ambito del presente provvedimento; c) mediante razionalizzazione e riprogrammazione delle risorse previste a legislazione vigente per il settore della disabilità.

Viene poi previsto, in conformità all'articolo 17, comma 2, della legge n. 196 del 2009, che qualora uno o più decreti determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazioni al loro interno, i medesimi decreti legislativi sono emanati solo successivamente o contestualmente alla data di entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.

L'articolo 4, inserito durante l'esame in Commissione, prevede la clausola di salvaguardia, stabilendo che le disposizioni della legge delega e quelle dei decreti legislativi, emanati in attuazione della stessa, siano applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

Infine l'articolo 5 dispone in ordine all'entrata in vigore della legge.

Io, ovviamente, mi associo anche ai ringraziamenti che ha fatto la collega, la relatrice Lisa Noja, rispetto al lavoro svolto in Commissione, alla collaborazione che c'è stata in maniera trasversale e al lavoro fatto insieme alla Ministra.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, la Ministra Stefani, che si riserva di intervenire in una fase successiva.

È iscritta a parlare la deputata De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente Signora Ministra, il disegno di legge che oggi è in discussione affronta un tema fondamentale per un Paese che voglia garantire a tutti i cittadini pari opportunità nella società, contrastando dinamiche di esclusione in grado di moltiplicare le diseguaglianze e vanificare il principio di eguaglianza sostanziale, affermato nell'articolo 3 della Carta costituzionale.

Lo spirito di collaborazione tra tutti i partiti ha consentito in Commissione, in sede referente, un iter accelerato della legge delega in materia di disabilità, sopperendo ai tempi strettissimi imposti dal calendario delle riforme contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. La lotta alle diseguaglianze e la piena realizzazione dei principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006 hanno animato il confronto in Commissione per una vera rivoluzione culturale e sociale che garantisca alla persona con disabilità il ruolo di protagonista nelle scelte che la riguardano, con progetti di vita individualizzati, inclusione scolastica, lavorativa, sociale.

Secondo i dati Istat, sono oltre 3 milioni le persone disabili in Italia, il 5,2 per cento della popolazione, a cui questo Paese ha il dovere di dare risposte in termini di garanzia e diritti costituzionali, evitando di confinare la condizione di disabilità in un ambito esclusivamente clinico, parcellizzato tra i diversi settori cui si rivolge, con il rischio di considerare la persona con disabilità ora paziente, ora richiedente prestazioni e servizi di welfare, ora utente con necessità specifiche.

Non è possibile prescindere da una visione olistica della dignità dei diritti costituzionali riconosciuti ad ogni persona in quanto tale, che non può vivere in condizioni di svantaggio o discriminazione, condizioni che è compito dello Stato rimuovere.

Il tema delle diseguaglianze è emerso in maniera preponderante nella fase della pandemia. Alla vigilia della pandemia erano quasi 300 mila i bambini e i ragazzi disabili nelle scuole italiane; il dato più recente sul diritto all'inclusione sociale ed educativa dei minori con disabilità registra una percentuale preoccupante di alunni che non ha avuto accesso alla didattica a distanza. In particolare, è pari al 23 per cento la percentuale degli studenti che non ha potuto, nel primo lockdown, seguire le lezioni a distanza per l'impatto negativo delle diseguaglianze digitali che si sono aggiunte ai problemi ormai storicizzati, dal diritto al trasporto alle barriere architettoniche negli edifici scolastici.

A quindici anni dall'adozione, nel dicembre 2006, della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, da parte dell'Assemblea dell'ONU, l'emergenza COVID ha posto sfide aggiuntive nella lotta alle diseguaglianze per la piena inclusione della persona con disabilità, sfide che questo provvedimento intende raccogliere per la rimozione effettiva dei fattori che determinano la mancata inclusione. La legge delega recepisce la Convenzione ONU del 2006 e con essa vuole realizzare un vero cambio di passo, rilanciando la sfida di realizzare il diritto alla partecipazione alla vita sociale in condizione di parità con gli altri. Il corollario è la necessità di rivolgere l'attenzione alla persona nella sua interezza, intervenendo sulla rimozione degli ostacoli alla partecipazione alla vita pubblica, sociale e culturale. Si tratta di un nuovo approccio globale alla disabilità, che esige l'eliminazione di barriere culturali, non solo degli ostacoli fisici o architettonici, a cominciare dagli stereotipi radicati, dagli approcci desueti, fino a vere e proprie forme di discriminazione. È questo lo spirito del disegno di legge delega in materia di disabilità, il cui iter è iniziato il 27 ottobre scorso, quando il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge quadro sulla disabilità inerente ai principi e ai criteri della delega legislativa al Governo per la riforma della normativa sulla disabilità, attraverso l'emanazione di uno o più decreti legislativi nei venti mesi successivi all'entrata in vigore della norma. Si tratta di un disegno di legge che rientra tra le riforme e le azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza ed ha come obiettivo la revisione complessiva della materia. Gli ambiti di intervento della delega al Governo riguardano, tra gli altri, la definizione della condizione di disabilità, la valutazione multidimensionale della stessa, l'informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione, e, ancora, l'istituzione di un Garante nazionale della disabilità. Tra i contenuti più importanti oggetto della delega vi è il sistema di riconoscimento della condizione di disabilità, in linea con la Convenzione ONU - nonché, come è stato sottolineato in un apposito emendamento approvato in Commissione, in attuazione degli articoli 2, 3, 31 e 38 della Costituzione.

Il nuovo sistema, che sarà oggetto degli schemi dei decreti legislativi che il Governo dovrà presentare in Parlamento per il parere, si basa su una valutazione multidisciplinare della persona, finalizzata all'elaborazione di progetti di vita personalizzati che garantiscano i diritti fondamentali.

In particolare, l'articolo 1 prevede che il Governo è delegato ad adottare, entro venti mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità, in attuazione dei principi costituzionali e in conformità delle disposizioni contenute nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Il Governo, nella predisposizione dei decreti legislativi, dovrà garantire la collaborazione con le regioni e gli enti locali, e si avvale del supporto dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che, in precedenza, senza l'approvazione di emendamenti ad hoc, prevedeva soltanto la possibilità di avvalersene.

L'articolo 2 è quello in cui sono state apportate in sede referente le modifiche più significative; in particolare, con un opportuno emendamento, si è prevista l'introduzione di una valutazione di base della disabilità, distinta da una successiva valutazione multidimensionale fondata sull'approccio bio-psicosociale e attivabile dalla persona con disabilità o da chi la rappresenta. Si prevede, inoltre, che il Governo possa procedere all'adozione della Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute approvata dalla cinquantaquattresima Assemblea mondiale della sanità il 22 maggio del 2001. Si prevede, altresì, l'emanazione di criteri per il progressivo superamento, in conformità con l'ICF, tenendo conto dell'ICD, della tabella indicativa delle percentuali di invalidità per le minorazioni e le malattie invalidanti. Il Governo è chiamato inoltre ad assicurare che l'elaborazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato possa coinvolgere anche gli enti del terzo settore attraverso forme di co-programmazione di co-progettazione.

Considero, poi, molto importante l'emendamento che è stato approvato in Commissione che prevede, nell'ambito del progetto di vita personalizzato diretto ad assicurare inclusione e partecipazione sociale, compreso l'esercizio dei diritti all'affettività e alla socialità, che possano essere individuati i sostegni ai servizi per l'abitare in autonomia, nonché modelli di assistenza personale autogestita che supportino la vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta. La volontà che si evidenzia nel testo in esame, dopo il passaggio in Commissione, è quella di sostenere in maniera coerente, concreta - e, in particolare, ci auguriamo, in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale - i percorsi di autonomia e di vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta, percorrendo la strada della deistituzionalizzazione ed evitando, quindi, forme di istituzionalizzazione negli istituti e nelle strutture residenziali.

In tale contesto è essenziale, naturalmente, procedere al potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali. Il Governo, infatti, attraverso la delega, dovrà prevedere, nell'ambito di una semplificazione complessiva, procedimenti snelli, trasparenti ed efficaci di riesame e di rivalutazione delle condizioni di disabilità, che però tutelino pienamente i diritti delle persone con disabilità e non siano certamente occasione per interventi di natura restrittiva.

Che si stia percorrendo la strada dell'aggiornamento del quadro normativo, anche attraverso l'istituzione del Garante nazionale della disabilità e di una legislazione a misura delle persone con disabilità, è un fatto rilevante e che questo avvenga all'interno di un percorso condiviso tra il Governo, i gruppi parlamentari e le associazioni dei disabili fa assumere al provvedimento un'importanza socialmente e politicamente rilevante. Non si può non apprezzare la scelta insita nel provvedimento in esame della centralità della persona e dei suoi bisogni; una rinnovata attenzione, dunque, alle persone disabili, ma che ha bisogno di un'attuazione trasversale con una legislazione a misura di famiglia, di studente e di lavoratore.

Occorre un'adeguata attenzione alla persona, senza che l'attuazione delle misure sia subordinata alla quantità di risorse disponibili, che certo non devono essere sprecate ma neanche motivo per non dare attuazione alle misure previste dalla legge delega.

Questo aspetto, che intendo sottolineare, è ancora più importante, tenuto conto di quanto reca il disegno di legge delega, laddove recita che “i decreti legislativi di cui al comma 1 intervengono, progressivamente nei limiti delle risorse disponibili, ivi comprese quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza (…)”. Se il mondo diventa pienamente inclusivo per le persone disabili in ogni contesto - familiare, scolastico, lavorativo o sociale - lo sarà davvero per tutti i cittadini e le cittadine. È questo l'impegno che il Governo e il Parlamento stanno prendendo con le persone disabili, con i loro familiari e con le associazioni che sono impegnate quotidianamente per un passaggio da un welfare assistenziale a un welfare evolutivo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. L'Istat ci ricorda che in Italia esistono 3 milioni e 150 mila persone con disabilità, ovvero il 5,2 per cento della popolazione, anche se l'OMS stima intorno al 15 per cento la popolazione mondiale con disabilità, ovvero quasi un miliardo di individui. Negli ultimi anni sono stati attuati strumenti importanti per tutelare i loro diritti e includerli nella nostra vita sociale. Ricordiamo, come diceva la collega poco fa, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, mentre l'Unione europea, a marzo di quest'anno, si è dotata di una strategia per i diritti delle persone con disabilità fino al 2030.

Nel nostro Paese c'è stata anche una lunga marcia normativa per dare diritti a questi cittadini. Ricordiamo: la legge n. 104 del 1992, che per la prima volta ha introdotto il concetto di disabile grave e tutti i diversi programmi di assistenza; la legge n. 162 del 1998, che disciplina i programmi di sostegno a livello locale di comuni, regioni e province per le persone con disabilità. Nel 2009 nel nostro Paese abbiamo istituito l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e con il Governo Renzi, con la legge n. 112 del 2016 sul “Dopo di noi”, sono stati introdotti programmi di assistenza per i disabili gravi che, appunto, perdono il sostegno familiare.

Tanta strada è stata fatta in questa lunga marcia dei diritti per le persone con disabilità che oggi forse daremmo per scontati ma che non lo erano fino a pochi decenni fa, come racconta un documentario che adesso è abbastanza famoso, Crip Camp, in cui si racconta la storia di un gruppo di attivisti che, a New York negli anni Settanta, creano un campo estivo per giovani con disabilità e poi fanno tutta una serie di campagne di mobilitazione per lottare, appunto, per il diritto all'accessibilità contro le barriere architettoniche.

Anche nel nostro Paese questa è una lunga marcia. Ci sono tante ottime norme, ma sappiamo molto bene che spesso - troppo spesso - l'implementazione di queste norme rimane ancora subottimale. È per questo motivo che serve una legge delega come quella oggi in esame, per rimettere ordine. Serve un riassetto generale delle disposizioni vigenti e serve introdurre alcune innovazioni coerenti con la Convenzione ONU, a partire dalle nuove classificazioni di disabilità - ne parlava la collega che mi ha preceduto (ICF e ECM) -, nuove classificazioni che possano, appunto, migliorare l'applicazione delle norme.

È per questo motivo che si è resa palese la necessità di una legge quadro sulla disabilità, che è una delle riforme esplicitate nella Missione “Inclusione e coesione” del PNRR e che ci si prefigge di raggiungere con questa legge delega, che è collegata alla legge di bilancio.

L'esame in Commissione - lo riferivano prima le relatrici - è rimasto sul merito della delega e il buon clima ha permesso di modificare non pochi punti con un largo consenso, anche spesso in modo unanime grazie al lavoro di sintesi delle relatrici, Lisa Noja e Gilda Sportiello, e anche grazie alla grande disponibilità del Ministro Stefani.

Non mi soffermo troppo a lungo sul contenuto della delega, ma è bene rilevare alcuni punti importanti che vanno a rinnovare tutto il nostro ordinamento, come le nuove disposizioni in linea con la Convenzione dell'ONU, e a intervenire sulla definizione della condizione di stabilità e sull'accertamento. Poi, la creazione di un progetto personalizzato di vita indipendente che vede anche la partecipazione diretta dell'individuo con disabilità, la riqualificazione dei servizi pubblici, l'informatizzazione dei processi valutativi e l'istituzione nel nostro Paese di un garante nazionale per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, che fino adesso non esisteva.

È importante anche soffermarsi sul fatto che verranno creati dei soggetti unici pubblici che avranno la competenza medico-legale sui processi valutativi e poi ci sarà un aggiornamento dei sistemi di controllo, perché, purtroppo, sappiamo che spesso, in tema di invalidità civile, ancora ci sono troppi abusi e chi abusa sottrae risorse a chi ne ha veramente bisogno.

Verrà anche introdotta un'unità di valutazione multidimensionale per costruire quel percorso individuale di inclusione per ognuno, che integri tutti gli interventi di messa in carico nel pieno rispetto del principio dell'autodeterminazione. Verranno potenziati i servizi pubblici, verrà individuato un dirigente in ogni amministrazione pubblica che andrà a programmare l'accessibilità alle funzioni amministrative delle persone con disabilità e l'inclusione verrà aggiunta come uno degli obiettivi di produttività delle amministrazioni pubbliche.

Le associazioni delle persone con disabilità potranno esprimere pareri, verrà individuato un responsabile per il processo di integrazione lavorativa e verrà estesa la possibilità di ricorso contro la pubblica amministrazione qualora venisse violata la possibilità di accesso alle persone con disabilità. Viene introdotto un garante nazionale per promuovere i diritti, assistere chi subisce discriminazioni o violazioni dei propri diritti, formulare pareri o raccomandazioni alla pubblica amministrazione e promuovere campagne di sensibilizzazione. Per il nostro gruppo era fondamentale che però il garante, che andrà a tutelare i diritti delle persone con disabilità, fosse indipendente, a guida collegiale e fosse modellato sul modello del Garante per i detenuti, per diventare così un presidio di garanzia dei diritti umani delle persone con disabilità e un ente di garanzia cui fare ricorso. Dunque, apprezziamo il fatto che si sia potuto emendare il testo della delega nella direzione della nostra proposta.

Un altro punto, che per noi era fondamentale, riguarda l'aggiornamento delle tabelle di percentuale degli stati invalidanti, uno strumento che era vecchio di 20 anni e dove anche un minimo errore rischiava di incidere sui diritti acquisiti di milioni di persone. Quindi, molto bene che il testo sia stato riformulato seguendo la nostra indicazione ma soprattutto in modo coerente con il testo proposto da varie associazioni, in modo che si vada non soltanto ad aggiornare le tabelle ma soprattutto a riaggiornare tutto il decreto ministeriale del 1992, connettendo le nuove classificazione ICF e ECM in modo da superare l'ottica della sola percentuale di disabilità, in coerenza con la Convenzione dell'ONU del 2006.

Detto ciò, giova ricordare che è stata comunque inserita, in sede referente, una clausola di salvaguardia affinché nessuno possa essere penalizzato dalle nuove tabelle e dal nuovo meccanismo che verrà introdotto a valle della legge delega.

Siamo anche soddisfatti che si sia potuta rimuovere dal testo la definizione di disabilità come durevole menomazione. La Convenzione dell'ONU definisce la disabilità come il frutto dell'interazione tra una menomazione durevole e le varie barriere che la persona incontra nella vita (e nella giornata). Ora, mentre senza dubbio è utile che una nuova definizione venga assunta, perché sappiamo molto bene che troppe leggi tutt'oggi sono piene di termini desueti e non più adeguati, avevamo la preoccupazione che questa definizione fosse troppo rigida, rischiando di escludere dai benefici delle legge n. 104 del 1992 tante categorie che oggi ne usufruiscono. Meglio affidarci alla scienza, al criterio medico-legale dell'impairment, dove esiste una prassi già consolidata, che rischiare di fare danni costringendo i decreti attuativi a riprendere una definizione, introdotta in norma primaria, forse troppo rigida, che non funziona per tante categorie e che, appunto, rischiava di restringere la platea dei beneficiari della legge n. 104 del 1992. Dunque, siamo soddisfatti che si sia trovato un largo consenso su questo punto in Commissione.

Infine, il quarto punto, del quale siamo contenti si sia potuto migliorare il testo, è quello della definizione dei programmi per l'autonomia abitativa delle persone con disabilità nell'ambito della definizione di un progetto di vita individuale, personalizzato e soprattutto partecipato, diretto ad assicurare l'inclusione, che è uno degli obiettivi forse più importanti di questa delega. È stato giusto, quindi, ribadire l'importanza di favorire la deistituzionalizzazione e prevenire la istituzionalizzazione, in modo tale da favorire il diritto all'affettività e alla socialità del cittadino con disabilità, in coerenza con quanto definito dalla Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità o dalla stessa legge n. 104 del 1992.

Con queste quattro modifiche, Presidente, noi chiediamo che adesso il Governo riceva delle indicazioni chiare su come esercitare la delega per avviare un riassetto delle norme vigenti che andrà a tutelare i diritti delle persone con disabilità nel nostro Paese, che - dobbiamo ricordarci - sono soprattutto persone.

Nel nostro Paese le norme sono buone ma l'implementazione è purtroppo rimasta ancora indietro ed è scarsa. Quindi, l'obiettivo - della politica e delle istituzioni - dev'essere quello di eliminare sempre di più tutte le barriere fisiche, immateriali, sociali ed economiche e permettere a tutte le italiane e a tutti gli italiani con disabilità di integrarsi, lavorare e dare anch'essi il loro contributo al Paese.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, in apertura del mio intervento vorrei partire un po' da quei dati che hanno messo anche in campo coloro che mi hanno preceduto in questo intervento e, quindi, vorrei innanzitutto inquadrare la dimensione quantitativa della tematica della disabilità in Italia, perché, partendo dai numeri, certamente si riesce a cogliere l'urgenza e la necessità di intervenire in modo coerente e in modo omogeneo in tema di disabilità.

Secondo l'ultimo rapporto Istat - quello che citava il collega Ungaro poc'anzi - del 2019, in Italia vivono 3 milioni e 150 mila persone, che, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi e importanti limitazioni, tali da impedire loro uno svolgimento normale dell'attività quotidiana abituale, di cui circa 1 milione e mezzo sono ultra-settantacinquenni. Per quanto riguarda coloro che sono nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni e che risultano abili al lavoro, sono occupati solo il 35,8 per cento, mentre per le persone prive di limitazioni gravi il tasso di occupazione è del 57,8 per cento; il tasso di inattività è pari al 43,5 per cento, a fronte del 27,5 per cento delle persone prive di limitazioni. Per coloro che sono in età scolare, è un ottimo dato quello registrato dall'Istat, sull'incremento costante del numero di ragazzi con disabilità iscritti alle scuole di ogni ordine, eppure qualcosa non funziona durante il percorso scolastico, poiché la percentuale di studenti con disabilità che riescono a ottenere il diploma di scuola superiore o la laurea è pari al 30,1 per cento degli studenti maschi, a fronte del 55,1 per cento del resto della popolazione, percentuale che cala ancora più drasticamente per le studentesse: 19,3 per cento tra le ragazze con disabilità, contro il 56,5 per cento per il resto della popolazione; mentre ad essere senza titolo di studio è il 17,1 per cento delle donne, contro il 9,8 degli uomini, tra le persone con disabilità. Nel resto della popolazione le percentuali sono del 2 per cento e dell'1,2 per cento.

Quando parliamo di disabilità dobbiamo, inoltre, ricordarci che parliamo, al contempo, delle famiglie: di 3 milioni e 150 mila persone, che, quotidianamente, si barcamenano tra assistenza, spesso continuativa, day hospital, gestione di ausili e presidi medici, che si confrontano con una burocrazia kafkiana per ottenere tutta la documentazione necessaria a esercitare diritti fondamentali: il diritto di accedere alla scuola, il diritto all'insegnamento di sostegno, il diritto all'assistenza infermieristica domiciliare, il diritto alla mobilità, il diritto a svolgere il lavoro o una professione.

Il carico sulle famiglie, in particolare in presenza di soggetti ad alta intensità assistenziale, è diventato ormai insostenibile: milioni di persone, troppo spesso donne, che rinunciano al proprio lavoro, alla carriera, alle proprie aspirazioni, o tentano di mantenere insieme impegni professionali e cure familiari, sempre in debito di tempo e di energia.

Sempre dall'indagine Istat, scopriamo che il 28,7 per cento delle famiglie con disabili è in condizioni di deprivazione materiale, mentre il dato medio nazionale è del 18 per cento; il 67 per cento delle famiglie nelle quali vive almeno una persona con disabilità non può permettersi una settimana di vacanza all'anno lontana dalla propria casa; il 53,7 per cento non è in grado di affrontare una spesa imprevista di 800 euro; più di un quinto non può riscaldare sufficientemente l'abitazione e consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni. Queste condizioni di disagio sono presenti in particolar modo nelle famiglie, ma ancor di più nelle famiglie del Mezzogiorno d'Italia.

Ministro Stefani, ovviamente, nel ringraziarla, a fronte di tutti questi numeri, non possiamo che accogliere, come Fratelli d'Italia, con piacere un provvedimento che modifichi la legislazione in termini di disabilità, che abbia come fulcro la definizione di un progetto di vita personalizzato e partecipato, promuovendo l'autonomia e l'indipendenza delle persone con disabilità e la deistituzionalizzazione, che semplifichi le procedure di accesso ai servizi assistenziali, ai servizi sanitari, e che riformi le procedure di accertamento delle disabilità. Su questo il gruppo di Fratelli d'Italia ha concentrato la sua azione, con la collega Bellucci - che ha fatto, devo dire, importanti battaglie - e il collega Gemmato. Molte delle nostre proposte hanno trovato accoglimento, e su questo riconosco il merito al signor Ministro di aver fatto la differenza: la differenza di chi, in qualche modo, ha una capacità di ascolto che ha un unico obiettivo, quello di rendere questo importante argomento un fatto non di parte, ma che trova le sue ragioni nell'accoglimento migliorativo degli emendamenti. E io ne vorrei citare qualcuno: penso alla finalità della delega, che è stata ulteriormente precisata, il diritto alla vita indipendente, alla piena inclusione sociale e lavorativa, nel rispetto dei princìpi dell'autodeterminazione e di non discriminazione; il rafforzamento anche del ruolo del Parlamento rispetto a determinati temi e ai testi che vanno alle Camere; il supporto dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, che non deve essere eventuale, ma obbligatorio; il potenziamento dell'Ufficio nazionale per le politiche a favore delle persone con disabilità. Penso, per esempio, alla richiesta di aggiornare, con un decreto interministeriale, le definizioni, i criteri e le modalità per superare le tabelle con le percentuali di invalidità: la valutazione di base deve essere, per esempio, volta a individuare l'intensità e la necessità dei sostegni, ribaltando il concetto di gravità o meno della disabilità, confermando e garantendo la specificità e l'autonoma rilevanza di ciascuna forma di disabilità. Pensiamo, poi, a tutto ciò che riguarda l'articolo 56 del codice del Terzo settore in materia di convenzioni con le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale per la co-programmazione e la co-progettazione, alle procedure sull'invalidità, che devono garantire la partecipazione delle tante associazioni di categoria: valutando, quindi, le diverse abilità residue, e avendo cura della specifica, differente natura di ciascuna tipologia, al progetto di vita individuale nei contesti culturali, sportivi e in ogni altro contesto di inclusione sociale, garantendo sempre il pieno coinvolgimento della persona con disabilità. E potrei citarne tanti altri, che hanno trovato accoglimento, e sono sicura che anche la fase che riguarda direttamente l'Aula, finito il lavoro con le relatrici in Commissione, possa trovare ancora qualche altra riflessione e accoglimento.

Tutti gli aspetti, per una parte fin qui citati, richiedono un intervento attento affinché il risultato sia l'aggiornamento e l'armonizzazione dell'attuale frammentazione del quadro normativo, l'uniformità di applicazione su tutto il territorio nazionale e la semplificazione degli adempimenti richiesti e della documentazione da produrre per accedere ai servizi.

È necessario ribadirlo: dietro ogni riforma c'è sempre il timore, da parte di tutti i cittadini, che i criteri diventino sempre più restrittivi, che gli adempimenti burocratici aumentino, invece di diminuire, che le procedure in atto, già rallentate dall'emergenza COVID-19, subiscano altre battute di arresto, con un grave pregiudizio per le persone coinvolte. Riteniamo, però, che un progetto di vita autonoma e indipendente, che conduca alla piena realizzazione di sé, debba passare necessariamente dal mondo del lavoro e, prima ancora, dal mondo della scuola. A tal proposito, ribadisco il ringraziamento alla collega Bellucci, che ha evidenziato le attuali carenze nelle politiche di inserimento nel mondo del lavoro e nella dimensione culturale in tema di disabilità.

La dimensione lavorativa rimane fortemente critica per le persone con disabilità ed è necessario auspicare un intervento in questo senso, considerato che, come abbiamo appreso a gennaio 2020 dalla sottosegretaria Francesca Puglisi, in Italia nel 2018 si sono registrate 145.327 posizioni lavorative destinate ai disabili, ma non ancora coperte, con poche differenze in termini numerici tra le organizzazioni private e, soprattutto, le amministrazioni pubbliche.

Il dato è avvilente se pensiamo che la normativa sul collocamento mirato risale al 1999 e diventa allarmante se consideriamo che un terzo delle organizzazioni riconducibili alla pubblica amministrazione non ha ancora adempiuto gli obblighi di legge. Il lavoro, oltre che un mezzo di realizzazione personale e di autonomia economica, è anche uno strumento di inclusione sociale. La disoccupazione porta alla perdita del sostentamento economico, all'impoverimento delle proprie abilità e competenze lavorative e spesso produce la riduzione delle relazioni sociali. È necessario, innanzitutto, scardinare un antico retaggio culturale per cui le persone con disabilità sono un peso, vanno assistite e non possono entrare a pieno titolo nel percorso produttivo; è questa la forte carenza sul piano della dimensione culturale che dobbiamo tutti quanti colmare. La disabilità, infatti, è una condizione che non deriva soltanto dalla salute personale. In realtà, acquista un significato specifico solo nella relazione con il contesto. La disabilità di per sé non è neanche sempre necessariamente un ostacolo, lo diventa quando si manifestano nell'ambiente delle barriere che impediscono ad una persona di manifestare al meglio le proprie importanti potenzialità, diventando motivo di esclusione dalle opportunità offerte a tutti gli altri individui.

La pandemia ha esacerbato una situazione già difficile, fortificando le barriere già esistenti, barriere istituzionali, ambientali, culturali e relazionali, portando ad ulteriore privazione dei diritti fondamentali delle persone con disabilità. Durante il periodo del lockdown, la partecipazione scolastica degli studenti con disabilità è stata fortemente limitata: oltre il 23 per cento degli alunni con disabilità non ha partecipato alle elezioni tenute a distanza, circa 70.000 ragazzi tagliati fuori dal loro mondo di relazioni. Le chiusure dei centri diurni, la sospensione quasi totale dei servizi essenziali rivolti alla persona, ai disabili, senza aver previsto un tempestivo accompagnamento delle famiglie o la riorganizzazione dei servizi su base domiciliare, hanno compromesso situazioni già di grave, gravissima fragilità. Le barriere, l'esclusione, l'isolamento si contrastano con le politiche e con i servizi adeguati. È necessaria una strategia ma ancor di più una volontà, che è politica nel senso più ampio del termine e che deve essere condivisa per essere efficace.

Signor Presidente, per tornare ai numeri citati all'inizio del mio intervento, quando parliamo di disabilità dobbiamo ricordare che non parliamo solo di 3.150.000 persone e delle loro famiglie ma parliamo di tutto il resto della popolazione italiana, perché l'inclusione è necessaria per tanti motivi ma soprattutto l'inclusione è necessariamente una strada a due vie, una strada che abbiamo il dovere di percorrere tutti confrontandoci - cosa che in questa occasione è avvenuta e che, lo voglio sottolineare, trova il plauso di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia - trovando punti di connessione e differenze, affinché si possano finalmente offrire opportunità, occasioni di sviluppo e benessere per tutti. In passato, raccontai di quella frase che lessi sul muro di una casa circondariale dove portano i bimbi, e che voglio ricordare perché è la stessa sensazione che ho provato. Nella saletta dove i bambini vengono portati per trovare i genitori detenuti, dove ovviamente vengono in qualche modo anche loro spogliati, un detenuto raccontava la storia - mi è capitato già di averla detta in Parlamento - della larva e della farfalla: tutti guardavano la larva e dicevano: “ma quant'è brutta la larva”; poi guardavano la farfalla e dicevano: “quant'è bella la farfalla”, dimenticando che la farfalla, prima di essere tale, è stata larva.

Grazie signor Ministro, buon lavoro a tutti noi (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, Ministro Stefani, oggi parliamo di un tema importantissimo, che ci sta molto a cuore: la disabilità. È un argomento molto caro al nostro movimento, che ci vede da sempre in prima linea, perché è stata proprio la Lega ad aver insistito, a inizio legislatura, per avere l'istituzione di un Ministero ad hoc.

Ne abbiamo discusso parecchie volte in quest'Aula e ci siamo sempre trovati tutti d'accordo, indipendentemente dai colori politici, nel dire che un Paese che vuole definirsi civile deve lavorare per permettere alle persone con disabilità di vivere una vita normale e di essere indipendenti. Questo passa attraverso tanti aspetti e tanti interventi, a partire dall'abbattimento delle barriere architettoniche fino ad arrivare alla semplificazione della burocrazia e dei processi valutativi di base. Anche in Commissione affari sociali - e qui mi associo alle colleghe Noja e Sportiello - abbiamo sempre lavorato in un clima collaborativo, per portare a termine un provvedimento il più possibile completo che rispondesse alle effettive esigenze delle persone più fragili.

Secondo l'Istat, il numero di persone con disabilità in Italia è 3.150.000, pari al 5,2 per cento della popolazione, dato che appare sottostimato se si calcola che l'Organizzazione mondiale della sanità parla del 15 per cento della popolazione mondiale. L'impegno da parte di tutti deve essere quello di garantire il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Come dicevo poc'anzi, l'argomento è di primaria importanza per tutti e, non a caso, l'attenzione per le persone con disabilità caratterizza tutto il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il PNRR contiene, in ognuna delle sei Missioni, investimenti, progetti e riforme specificamente dedicati alla disabilità e, nella Missione 5 del PNRR, “Inclusione e coesione”, troviamo la riforma, la legge quadro sulla disabilità, di cui stiamo discutendo oggi.

Questa legge delega sulla disabilità rappresenta un importante traguardo, per garantire condizioni di uguaglianza e pari opportunità alle persone che versano in una situazione di oggettiva difficoltà e che sovente sono vittime di discriminazione. Per semplificare al minimo, la delega è rivolta a creare un contenitore dove mettere in raccordo tutti i soggetti interessati, comune, regione, enti del Terzo settore, i vari profili che riguardano la persona con disabilità, la parte socioassistenziale, gli ortopedici, i fisioterapisti e i neuropsichiatri, cioè tutti i soggetti coinvolti. È proprio il progetto di vita personalizzato e partecipato il suo fulcro, cioè poter consentire alle persone con disabilità di essere protagoniste della propria vita e di realizzare la reale inclusione nella società, non solo sulla carta, con belle parole, ma nella vita reale di tutti i giorni. Questa è una norma concentrata sulla semplificazione dei passaggi che una persona con disabilità deve affrontare per costruire il proprio progetto di vita. Spesso, quando arriva una diagnosi clinica di disabilità, c'è disorientamento e si hanno dei percorsi da fare che non sono facili per nessuno. Oggi un disabile, per accertare la propria condizione, deve passare da innumerevoli uffici ed enti, un calvario burocratico del tutto eccessivo ed evitabile. Con questa legge delega si vuole ridurre tutto a un unico processo, con un unico interlocutore, semplificare l'accesso ai servizi e i meccanismi di accertamento della disabilità e potenziare gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di vita personalizzato e partecipato conseguente alla valutazione multidimensionale. La delega ha come obiettivo la rivisitazione complessiva della materia, intervenendo innanzitutto sulle definizioni della condizione di disabilità, con riassetto e semplificazione delle normative vigenti in materia, per creare procedimenti più snelli, trasparenti ed efficienti, al fine di garantire al cittadino con disabilità il riconoscimento della propria condizione anche attraverso una valutazione della stessa congruente, trasparente e agevole, che consenta il pieno rispetto dei diritti civili e sociali, nonché l'effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazione. Il cuore della riforma sarà un nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità. L'aggiornamento del modello, volto a supportare l'autonomia e l'indipendenza dei disabili, pone dunque al centro le esigenze della persona attraverso una valutazione multidisciplinare finalizzata all'elaborazione di progetti personalizzati di vita indipendente, personalizzati e partecipati. Occorre creare, quindi, delle unità di valutazione multidimensionale che assicurino l'integrazione degli interventi di presa in carico, di valutazione, di progettazione in ambito sociosanitario e socioassistenziale da parte delle amministrazioni competenti. Il fine è un progetto di vita personalizzato, individuando tutto il sistema di barriere, indicando facilitatori e accomodamenti ragionevoli e necessari a favorire la partecipazione della persona nei diversi ambiti della vita, inclusi quelli lavorativi e scolastici.

Viene previsto l'aggiornamento delle tabelle delle percentuali degli stati invalidanti e un aggiornamento e adeguamento del sistema di controlli, in merito all'effettiva permanenza e sussistenza dello stato invalidante, al fine anche di monitorare che le prestazioni rese continuino ad essere quelle adeguate. Il Governo dovrà inoltre provvedere all'istituzione di piattaforme informatiche che contribuiscano a raccogliere, da un lato, tutte le informazioni relative allo status della persona, compresa la condizione di disabilità, e, dall'altra, ai relativi benefici economici, previdenziali e assistenziali.

Bene anche gli interventi nell'ottica di una riqualificazione dei servizi pubblici per favorire l'accessibilità e l'inclusione delle persone disabili. Sarà necessario individuare, all'interno di ciascuna amministrazione, una figura dirigenziale preposta alla programmazione strategica dell'accessibilità delle funzioni amministrative e, in quest'ottica, dovrà essere garantita la partecipazione alla medesima formazione del programma di un rappresentante delle associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative.

Dovrà essere nominato un responsabile del procedimento di inserimento lavorativo delle persone con disabilità da parte dei datori di lavoro pubblici che garantisca alle persone con disabilità la piena eguaglianza con gli altri lavoratori.

Viene previsto l'obbligo per i concessionari dei pubblici servizi di indicare, nella Carta dei servizi, gli standard di qualità del servizio erogato che garantiscano l'effettiva accessibilità delle prestazioni alle persone con disabilità. Tale progetto non può essere elaborato senza un ruolo attivo conferito alla persona con disabilità o a chi lo rappresenta, garantendo dunque quel principio di autodeterminazione e partecipazione rispetto alle proprie scelte di vita, alle aspettative e ai desideri e anche al variare del contesto territoriale della persona con disabilità.

In tale contesto, si inserisce anche la promozione del diritto alla domiciliarità delle cure e dei sostegni socio-assistenziali.

Il Governo dovrà garantire anche che, nell'elaborazione e nell'attuazione del progetto di vita, vengano attivamente coinvolti gli enti del Terzo settore: dovranno essere individuate le figure professionali per occuparsi della realizzazione del progetto e del suo monitoraggio, costituendo un punto di riferimento costante per la persona con disabilità ed il suo contesto familiare.

Infine, sempre nell'ambito del progetto di vita personalizzato, possono essere individuati sostegni e servizi per l'abitare e modelli di assistenza personale autogestita che supportino l'autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta.

Concludendo, Presidente, voglio fare un plauso al Ministro per il grande lavoro svolto durante il suo mandato. Anche in questo periodo di pandemia c'è sempre stata una particolare attenzione per le persone più fragili: tanti sono stati gli interventi fortemente voluti, come la priorità vaccinale per le persone con disabilità, per i loro familiari e caregiver, la possibilità per gli assistenti e gli accompagnatori dei pazienti con disabilità di prestare loro sostegno in pronto soccorso ed in ospedale, la didattica in presenza per gli alunni con disabilità anche in “zona rossa”, la distribuzione di mascherine trasparenti per le persone con disabilità uditiva, il lavoro agile per i lavoratori fragili e con disabilità, ma anche interventi economici importanti, come l'incremento del Fondo per la non autosufficienza, l'istituzione di un fondo ad hoc per garantire tamponi gratis per i cosiddetti fragili che non possono vaccinarsi, il Superbonus, il Fondo per l'inclusione, il riconoscimento della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni tattile, la disability card, l'assegno unico universale; insomma, tanti interventi e questa legge delega ha nuovamente dimostrato la volontà di rendere il soggetto disabile autosufficiente e in grado di vivere una vita normale, ponendo al centro la persona con le sue esigenze, le sue relazioni e le sue aspettative.

La legge delega è un passo in avanti fondamentale ed è motivo di orgoglio e di grande soddisfazione per noi. Il nostro auspicio è che i decreti legislativi vengano approvati il prima possibile - si tratta di un passaggio decisivo - così da dare attuazione quanto prima ai provvedimenti e fare sì che i testi discussi in Aula trovino uno sviluppo concreto. Bisogna fare presto e bene proprio per dare attuazione a questo disegno di legge delega e permettere veramente alle persone con disabilità di vivere una vita normale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Il 3 dicembre scorso si è celebrata la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Subito dopo arriva il disegno di legge delega al Governo in materia di disabilità, oggi in discussione in questa Assemblea, che rientra tra le riforme e le azioni chiave previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Si tratta di una legge quadro che dà al Governo la delega legislativa per portare avanti la riforma normativa in campo di disabilità, emanando una serie di decreti legislativi che ne danno attuazione e che dovranno essere pubblicati entro venti mesi dall'entrata in vigore del provvedimento. Voglio augurarmi sia una svolta normativa che si proponga di realizzare, in maniera più esaustiva ed opportuna, i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che - ricordo a me stesso - fu emanata nel 2006.

Come ho ascoltato e anche letto, ritengo che le intenzioni siano quelle effettivamente di semplificare l'accesso ai servizi, di snellire i meccanismi di accertamento della disabilità e potenziare gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato. Non entro nel merito dell'articolato, poiché è stato fatto con grande chiarezza dalle relatrici, che ringrazio, ma faccio comunque delle considerazioni sulle opportunità che questo provvedimento rappresenta per una revisione complessiva della materia della disabilità, per porre rimedio a situazioni non considerate con la giusta attenzione e sensibilità o per assumere decisioni appropriate, atte a restituire e ristabilire equità e pari possibilità nei confronti delle persone con disabilità.

Quando, ad esempio, al comma 2 dell'articolo 2 si parla di disabilità e di accomodamento ragionevole, il mio pensiero corre anche ai lavoratori fragili ed inidonei per i quali le problematiche lavorative e direi anche esistenziali persistono. Prendiamo in considerazione l'ambito della scuola: per quanto riguarda i lavoratori fragili di questo settore, non si riesce ad escludere dal periodo di comporto - che ricordo a me stesso è il periodo massimo di assenze per malattia che un lavoratore dipendente può fare, senza correre il rischio di licenziamento - l'assenza dei lavoratori fragili per i quali le modalità di lavoro agile non siano compatibili con le caratteristiche della prestazione lavorativa o ai quali non sia possibile affidare diversa mansione, come da profilo di inquadramento del proprio contratto di lavoro, o per i quali si configurino problemi di inidoneità lavorativa temporanea, correlata all'emergenza sanitaria in atto.

Questa esclusione - l'esclusione delle assenze dal periodo di comporto - non si riesce a formalizzare per un problema di aggiornamento del SIDI (Sistema informativo dell'istruzione). Quindi, tale situazione va affrontata, a mio parere, urgentemente per evitare drammatiche conseguenze a questa categoria di lavoratori che - sempre a mio parere ovviamente - rientra a giusto titolo nell'ambito della disabilità, perché la condizione di fragilità è una condizione di disabilità.

Rimanendo sempre nell'ambito della scuola, non posso non ricordare la battaglia che il sottoscritto sta sostenendo con organizzazioni naturalmente di categoria, in particolare con il movimento nazionale dei docenti di sostegno, a tutela dei diritti delle studentesse e degli studenti con disabilità, in particolare per il pieno diritto all'istruzione, attraverso quella continuità didattica e qualità della stessa che solo il reclutamento dei docenti specializzati in sostegno didattico nelle scuole di ogni ordine e grado può assicurare.

Nella manovra finanziaria per il 2022, all'esame in questi giorni al Senato, tramite alcuni colleghi senatori, in particolare il senatore Merlo, ho presentato emendamenti che vanno in questo senso e che auspico vengano attentamente esaminati, valutati e quindi accolti, proprio perché si muovono in quel percorso di semplificazione e di riconoscimento dei diritti di questi studenti e studentesse, che ho accennato all'inizio di questo mio intervento, e che questo provvedimento tra l'altro prevede.

Altri due aspetti, tra i numerosi altri positivi, ovviamente, a cui guardo in modo attento e, naturalmente, in modo soddisfatto sono la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e di accessibilità, con il potenziamento delle infrastrutture sociali, nonché l'istituzione di un Garante nazionale della disabilità, il quale, come è nelle sue mansioni, dovrà raccogliere le istanze fornite dalle persone con disabilità e fornire assistenza a coloro che subiscono discriminazioni, ma anche formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni interessate sulle segnalazioni raccolte, e promuovere, di conseguenza, campagne di sensibilizzazione e comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti fondamentali.

In conclusione, Presidente, Ministro Stefani, io ritengo questo provvedimento è estremamente positivo e naturalmente argomenterò ancora più esaustivamente in dichiarazione di voto. È ovvio che il nostro atteggiamento sarà di accettazione entusiastica di quanto discusso in Aula quest'oggi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Stefano Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, vogliamo anzitutto esprimere l'apprezzamento per l'iniziativa assunta dal Governo e dal Ministro perché su questi temi occorre sicuramente razionalizzare, occorre sicuramente semplificare, occorre sicuramente rafforzare. Sono stati gli obiettivi anche di importanti riforme di questa legislatura e che stanno vedendo alla luce; penso all'obiettivo dell'assegno unico per i figli. Si tratta di grandi riforme, queste, che riguardano milioni di persone; le famiglie con disabilità oggi in Italia sono almeno 2,3 milioni; queste riforme davvero importanti, che, se ben fatte, possono certamente razionalizzare, semplificare e rafforzare gli interventi a favore delle persone con disabilità.

C'era bisogno, c'è bisogno di uno sguardo più ampio che metta insieme e che faccia capire la visione d'insieme che finora è mancata, perché, in effetti, un po' come in altri comparti complessi, siamo di fronte a una stratificazione legislativa che per tanti anni ha visto le Camere impegnate ad aggiungere fonti normative, con risultati talvolta anche contraddittori, che quindi, giustamente, hanno bisogno di una semplificazione. Voglio dire - ma l'ho già detto alla signora Ministra - che in realtà questa delega e i decreti legislativi che sarà chiamata ad emanare, da soli evidentemente non bastano; già oggi il Governo ha molte possibilità di operare. In altri termini, - sono sicuro che la Ministra condivide - vorrei che la delega non fosse un alibi: non c'è bisogno di aspettare sempre la legge che non c'è per operare. Il lavoro che è chiamata a svolgere è un lavoro interministeriale, quindi, in particolare, la sua delega ha un senso se saprà coordinare i colleghi in un disegno organico comune. Insomma, il suo compito è quello - lo sa benissimo, essendo un Ministero trasversale - di cucire le relazioni, gli impegni, in una sorta di guida relazionale che le è stata assegnata. Affrontando i temi della delega, innanzitutto mi preme trattare la questione della definizione e dell'accertamento delle condizioni di disabilità e invalidità. È opportuno - quindi, è bene - il superamento di questa dimensione solo tecnica medicale, che è prevalsa per tanto tempo nell'accertamento e nella definizione delle condizioni di invalidità e di disabilità, dove alla fine prevale la questione di quanta è la percentuale di invalidità. Quindi, è giusto ribaltare - non è di oggi evidentemente questo ribaltamento - ma è giusto affermarlo nelle fonti normative che occorre piuttosto lavorare per valutare e accertare la capacità residua in una logica di empowerment, di valorizzazione di ciò che la persona con disabilità è certamente ancora in grado di fare; spesso ciò è moltissimo. È giusto, quindi, misurare, in sostanza, quanto la persona si discosti dalla piena condizione di salute, con ciò introducendo elementi di valutazione di componente sociale, ancora troppe volte non considerate nell'accertamento. In realtà, come ben sappiamo - ed è per questo che ci si propone di intervenire - le fasi di accertamento sono spesso una giungla, comprensibili solo ai tecnici e in parte ciò è anche giustificato, perché sono tante le condizioni da valutare. Tuttavia, va detto - e queste Camere debbono affermare ciò con evidenza - che, talvolta, queste procedure sembrano pensate più in chiave autoreferente per le professioni che esercitano questi ruoli. Penso solo, ad esempio, all'accanimento per le verifiche periodiche sulla condizione di disabilità irreversibile, che quindi, certamente, non necessiterebbe di una eccessiva convocazione per accertare una condizione irreversibile. Noi sappiamo che nel corso delle legislature è emersa una volontà di distinguere, almeno in parte, tra la condizione di invalidità e quella di disabilità, al punto che oggi molti cittadini che beneficiano di assegni, possono, in quanto soprattutto disabili sensoriali, anche beneficiare dell'assegno per la disabilità riconosciuta ai sensi della legge n. 104.

Io credo che questa differenza, cioè una lettura solo basata su criteri meri medico-legali, così come una lettura che, invece, tenga conto opportunamente della menomazione ma anche del contesto sociale e dell'approccio della legge n. 104, possano essere fuse, cosicché in questo lavoro importante i criteri medico-legali possano pienamente sposarsi con i criteri improntati all'inserimento e all'approccio psicosociale. Quindi, è giusto prefigurare come contenuto nella delega un'unica procedura per l'accertamento delle condizioni di invalidità e di disabilità per l'inserimento scolastico, per il lavoro, per le protesi, per le agevolazioni fiscali, per la mobilità, ovviamente distinto per macro-tipologie; sarà un lavoro importante e prezioso, che il Governo è chiamato a fare. Questo non vuol dire, ovviamente, che la procedura va fatta una volta sola, ma che la presa in carico per l'accertamento e poi per la valutazione multidimensionale dovrà essere di tipo unitario e olistico; quindi, basta la segmentazione delle procedure che finora abbiamo purtroppo registrato. È giusto, quindi, in particolare, anche un unico soggetto pubblico per le competenze medico legali. È importante, poi, da questo punto di vista - è stato giustamente sottolineato - il lavoro che le associazioni di categoria e di rappresentanza delle diverse condizioni di invalidità hanno svolto finora, anche in fase di accertamento; è importante riaffermare il loro ruolo, soprattutto in riferimento al ruolo delle rappresentanze nazionali che debbono continuare ad essere previste dentro le commissioni di accertamento.

Arrivando al progetto individuale, credo che sia importante l'approccio che è stato indicato, quindi, un'unità di valutazione multidimensionale che lavori sul progetto di vita individuale. Da questo punto di vista, credo - non è probabilmente questo il luogo in cui potremmo decidere questa questione - che resti una grande questione irrisolta, che riguarda la diversa considerazione che oggi viene assicurata a seconda che le soluzioni siano di tipo domiciliare o di tipo residenziale. Noi sappiamo che è diversa un soluzione residenziale di tipo comunitario o una soluzione residenziale di tipo istituzionalizzata - ed è bene aver indicato il superamento delle condizioni di istituzionalizzazione - ma sappiamo anche che oggi è molto difficile, per una persona con disabilità, poter optare per quella che viene chiamata una vita indipendente, con la possibilità di abitare autonomamente, ovvero con una o poche persone; questo perché i livelli essenziali di assistenza sanitari non riconoscono quote sanitarie nel caso di interventi domiciliari.

Da questo punto di vista, il nostro partito, attraverso la mia iniziativa, ha presentato una proposta di legge proprio per assicurare una più forte compartecipazione con quote sanitarie per assicurare appunto quel desiderio di vivere una vita autonoma anche in soluzioni domiciliari, evidentemente mettendo insieme le diverse risorse sociali, di accompagnamento e sanitarie che potrebbero essere così cumulate.

Molto importante è anche la sottolineatura che il Governo ha voluto inserire circa il ruolo che gli enti del Terzo settore, attraverso la co-programmazione e la co-progettazione, possono assicurare in un disegno di sviluppo dei servizi diurni, semiresidenziali e residenziali domiciliari. Questa possibilità, lo dico alle due brave relatrici, a mio modesto avviso, non va - e quindi mi permetto di suggerire alle due relatrici un'eventuale iniziativa per una modifica di questo punto - condizionata alla richiesta, da parte della persona con disabilità, di questo coinvolgimento. Penso che questo coinvolgimento, proprio ai sensi della legge, dovrebbe essere non solo previsto, ma auspicato nella misura in cui il Terzo settore, come sappiamo, nelle diverse forme, più strutturate o informali, assicura opportunità che ben difficilmente anche il miglior servizio sociosanitario-educativo, pubblico o convenzionato, è in grado di assicurare. Penso, per esempio, a tante esperienze, che ho anche contribuito, in ruoli amministrativi, a costruire, che vedono un impegno delle persone con disabilità nelle ore pomeridiane, dopo l'attività diurna, nei centri diurni, in attività sportive, culturali e ricreative in contesti di normalità assicurate da forme associative di Terzo settore. Sono opportunità che riempiono di senso, di vita, di coinvolgimento, di integrazione queste persone, e non possono certo essere assicurate attraverso affidamenti pubblici e prestazioni contro corrispettivo. Quindi, è molto importante che il coinvolgimento del Terzo settore territoriale avvenga senza la necessità di un'esplicita richiesta da parte della persona con disabilità.

Andando verso le conclusioni, ricordo anche l'importanza dell'inclusione, e quindi del capitolo legato all'accessibilità nei servizi pubblici. So che, per ragioni forse di competenze, l'aspetto legato all'inserimento lavorativo delle persone con disabilità è stato in parte non considerato, ma questo non vuol dire che il Governo non lo consideri. Conosco l'attenzione che il Ministro Orlando dedica a tale aspetto. Credo che, tuttavia, sia utile - ma il Ministro lo sa sicuramente - fare in modo che, almeno nel campo della pubblica amministrazione, delle società partecipate e controllate dalla pubblica amministrazione, venga pienamente rispettato l'obbligo di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, troppe volte disatteso. Quindi, oltre alle importanti attenzioni che sono indicate nella delega, dal disability manager agli obiettivi che devono essere dati per perseguire finalità di integrazione negli uffici pubblici, c'è questa grande, disattesa questione che credo il Governo dovrebbe prendere certamente in maggiore considerazione. C'è un grande lavoro che attende il Governo nell'utilizzo dei fondi PNRR per quanto riguarda l'accessibilità nelle scuole, negli uffici pubblici, per l'abbattimento delle barriere. Penso agli attraversamenti pedonali, tra tutti, che sono ancora una grande questione irrisolta, in grandi parti delle città italiane. Penso anche all'applicazione, importante, che il Parlamento ha inteso affermare, in particolare con l'iniziativa del nostro gruppo che ha portato a consentire di realizzare lavori di abbattimento delle barriere architettoniche entro un più generale intervento del cosiddetto superbonus 110 per cento.

Ancora, c'è il tema dei fondi, che è un po' sempre il tallone di Achille di tante leggi, che rischiano di istituire ottimi modelli, però senza poi le risorse per poterli realizzare, ma mi rendo conto che questo non è solo un problema della signora Ministra, ma anche di tutto il Parlamento, che deve dare priorità da questo punto di vista, però è evidente che un disegno così ambizioso probabilmente non può farcela con le risorse che oggi questa legge delega attribuisce agli obiettivi. In particolare, la somma del Fondo nazionale per la disabilità e la non autosufficienza a fatica arriva, insieme agli altri fondi residui, a circa un miliardo. Sono fondi che, in parte, devono andare anche alle persone anziane o non autosufficienti, e quindi non si può ovviamente contare sul totale di questa cifra, anzi, ragionevolmente un buon 50 per cento almeno va già oggi, come spesa storica, a favore delle persone anziane, malate croniche o non autosufficienti, oppure con patologie che necessitano di interventi continuativi. Inoltre, la dimensione delle risorse che la quota sociale prima citata con questi fondi è in grado di assicurare è evidentemente assai inferiore e non può che dare un contributo marginale rispetto alle risorse oggi messe in campo. Pensiamo agli 11 miliardi per l'indennità di accompagnamento o ai 42 miliardi che oggi si spendono per la reversibilità, che, in buona parte, fortunatamente servono poi a chi ne beneficia per assicurarsi quelle risorse che gli consente - molto spesso o talvolta - di rimanere, nonostante tutto, al proprio domicilio, pur disabile o non autosufficiente. Comunque, certamente è utile uno sforzo di razionalizzazione, con le avvertenze anche legate alla quota sanitaria che prima ricordavo.

In ultimo, voglio davvero ricordare ciò che ho già detto in Commissione, e cioè che, al di là dei fondi, un lavoro molto importante che non costa, perché è squisitamente politico, ma sarebbe appunto molto rilevante, è uno sforzo coordinato con le regioni affinché queste ultime, utilizzando il fondo indistinto sanitario, possano decidere, attraverso indicazioni magari definite in Conferenza Stato-Regioni e poi attraverso le loro azioni di programmazione regionale, che più risorse sanitarie e sociosanitarie utilizzate e scelte dentro il fondo indistinto possano, debbano essere destinate alle persone disabili non autosufficienti o parzialmente non autosufficienti. Questa scelta sappiamo che è fatta in maniera molto diversa da regione a regione, e anche da ASL ad ASL, che, a seconda del direttore, esprimono una maggiore o minore attenzione, spesso legata alla forza delle lobby che finiscono per destinare maggiori risorse a loro vantaggio. Quindi, solo una tutela, una garanzia di risorse minime, ma certe, che le regioni, attraverso la regia nazionale, possono assicurare può consentire uno sviluppo dei servizi domiciliari diurni, semiresidenziali e residenziali, senza i quali, ripeto, questa delega rischia di essere un ottimo modello, che rimane sulla carta.

Concludo davvero: abbiamo dato il nostro contributo, signora Ministra, a questo provvedimento, a cui crediamo molto, e continueremo a farlo, perché sono sfide che ci stanno a cuore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Il disegno di legge delega che l'Aula si appresta a votare è finalizzato a rivedere e potenziare la normativa vigente in materia di disabilità, in conformità, come è stato già ricordato, con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in attuazione e nel pieno rispetto della nostra Carta costituzionale. Il testo di legge interviene su una materia assai complessa, che è anche il risultato di una stratificazione normativa prodottasi negli anni e che ha davvero bisogno di essere rivista, riordinata e resa coerente.

Questo testo nasce, peraltro, da una precedente e proficua interlocuzione con diversi soggetti e associazioni che rappresentano il vasto mondo della disabilità e che hanno salutato favorevolmente questo testo quale importante passo per il riconoscimento del diritto di ciascuna persona al proprio percorso di vita e per la realizzazione di un progetto di vita personalizzato, indipendente e partecipato. Viene rimessa al centro la persona nell'esercizio pieno del proprio diritto di cittadinanza e il diritto di scelta che le persone con disabilità devono esercitare su ogni proposta di servizio o progetto che le riguardi.

L'esame in Commissione ha consentito un dibattito approfondito anche grazie all'importante contributo dato dall'onorevole Giusy Versace, introducendo integrazioni e modifiche che hanno migliorato il testo iniziale. Mi fa piacere, ci fa piacere evidenziare che, tra i numerosi emendamenti approvati in sede referente, 10 sono di Forza Italia. Tra questi emendamenti approvati voglio ricordare l'introduzione di una sorta di clausola di salvaguardia in base alla quale, nella revisione complessiva della normativa in materia, vengono comunque garantiti le prestazioni, le agevolazioni e i trasferimenti monetari già erogati ai sensi della normativa vigente in materia di invalidità civile e ai sensi della legge n. 104 del 1992, assicurando in ogni caso ai singoli percettori le condizioni di maggior favore e i diritti acquisiti. Un passaggio, direi, importante.

Peraltro, mi fa piacere sottolineare che, sempre in Commissione, a questo disegno di legge è stata abbinata la proposta di legge, a mia prima firma, che prevede l'istituzione dell'Autorità garante delle persone fragili, proprio in considerazione del fatto che, tra gli ambiti che saranno oggetto dei decreti attuativi, è prevista proprio l'istituzione di un Garante nazionale della disabilità. Anche questo è un passaggio contenuto all'interno della legge delega che, se normato nel modo migliore, potrà garantire ancora di più quei diritti che le persone disabili, purtroppo, troppe volte si vedono negati o compressi.

La delega in esame vuole essere una riforma organica degli interventi in favore delle persone con disabilità ed è un collegato alla manovra di finanza pubblica, come previsto nel Documento di economia e finanza 2021, approvato dal Parlamento nella scorsa primavera e, successivamente, confermato nella Nota di aggiornamento. Inoltre, rientra tra le riforme e azioni chiave previste, in particolare, nella Missione 5, Componente 2, Riforma 1.1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che fa esplicito riferimento ad una legge quadro sulla disabilità, volta a realizzare una riforma della normativa sulla disabilità attraverso il rafforzamento e la qualificazione dell'offerta di servizi sociali, la semplificazione dell'accesso ai servizi sociosanitari, la revisione delle procedure per l'accertamento della disabilità, la promozione di progetti di vita indipendente e la promozione delle unità di valutazione multidisciplinare sui territori in grado di definire progetti individuali e personalizzati.

Proprio con riguardo alla tempistica dettata dal PNRR, ricordo che questa legge delega dovrà entrare in vigore entro la fine dell'anno. L'obiettivo della delega vuole essere quello di rendere effettivi i diritti della tutela a tutti i cittadini con disabilità ed ha al centro la realizzazione di un progetto di vita personalizzato e partecipato, diretto a consentire alle persone con disabilità di essere protagoniste della propria vita e realizzare un'effettiva inclusione nella società. I progetti di vita personalizzati, molto di frequente, vengono realizzati all'interno delle regioni ma anche questo è un sistema che non rende giustizia e non assicura omogeneità nell'ottenere i diritti sacrosanti da parte della persona con disabilità.

Per avere un'idea più compiuta della platea dei soggetti interessati per primi da questa legge quadro, ricordo che, in Italia, le persone con disabilità, intese come coloro che soffrono a causa di problemi di salute e di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere abituali attività, sono oltre 3 milioni, pari a poco più del 5 per cento della popolazione totale. Gli anziani sono i più colpiti, soprattutto le donne: su quasi 1 milione e mezzo di ultrasettantacinquenni che si trovano in condizioni di disabilità, vi sono circa un milione di donne. Solamente il 14,4 per cento delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani, contro il 25,5 per cento del resto della popolazione. Ecco, questo è un dato che, anche se indirettamente, fa capire la condizione in cui sono costrette a vivere e si trovano a vivere molte persone, troppe persone che hanno un problema di disabilità.

Nelle scuole, l'assistenza per garantire l'autonomia e la comunicazione è insufficiente in molte regioni e, in particolare, in quelle del Sud del Paese. Spesso, l'onere di garantire un livello di vita adeguato alle persone con disabilità è a carico delle famiglie e colpisce, soprattutto, quelle con redditi più bassi.

Il tema dei caregiver è stato sollevato più volte e credo che questa legge delega, nel suo percorso e nella sua applicazione, possa davvero riuscire a migliorare la condizione di vita familiare delle persone disabili ma anche di chi sta loro a fianco, le accompagna e le assiste. Oltre due terzi delle famiglie nelle quali vive una persona disabile non può permettersi una settimana di vacanza all'anno lontano da casa, mentre oltre la metà non è in grado di affrontare una spesa imprevista di 800 euro.

Questa è la fotografia del nostro Paese, una fotografia che conferma, ancora una volta, come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che abbiamo ratificato con la legge del 3 marzo 2009, n. 18, a distanza di quasi 13 anni sia ancora ben lontano dall'essere pienamente attuata. Il diritto all'autonomia e all'inclusione così come il diritto alla mobilità e alla partecipazione alla vita pubblica non sempre sono garantiti per troppi cittadini e, sotto questo aspetto, ancora troppo grandi sono gli squilibri territoriali. Ho già avuto modo di ricordarlo nel mio intervento ed è stato ricordato negli interventi di chi mi ha preceduto; questo è, forse, uno degli aspetti che va messo in maggior risalto, proprio perché i diritti di cui devono godere le persone non possono essere frammentati da situazioni che riguardano semplicemente il loro posizionamento territoriale.

Come detto, il diritto all'autonomia e all'inclusione, così come il diritto alla mobilità e alla partecipazione alla vita pubblica non sempre sono garantiti per troppi cittadini e, sotto questo aspetto, ancora troppo grandi sono gli squilibri territoriali. Questo ci conferma, ancora una volta, quanto sia necessaria e decisiva questa delega e quanto lo saranno ancora di più, in futuro, i decreti attuativi, che dovranno essere adottati entro i prossimi mesi. Saranno, infatti, questi decreti legislativi, Ministro, che dovranno dare sostanza e tradurre in atti concreti i numerosi principi e criteri direttivi affermati da questo disegno di legge. È bello poter pensare che il Parlamento si appresta a votare, credo, in modo unitario una legge delega in cui sono forti e rappresentati dei principi inalienabili, dei principi che sono sacrosanti; è evidente che tutto questo non dovrà rimanere, in toto o in parte, solo sulla carta. Anche per questo motivo, in Commissione è stato introdotto il cosiddetto parere rafforzato per i futuri schemi di decreto legislativo, ossia la previsione di un secondo passaggio nelle Commissioni competenti qualora il Governo riterrà di non uniformarsi alle condizioni poste nei pareri delle Commissioni parlamentari sui medesimi schemi.

Le principali linee di intervento previste da questa delega - e vado verso la conclusione - riguardano la revisione, il riordino e la semplificazione della normativa del settore, l'accertamento delle condizioni di disabilità e l'aggiornamento progressivo dei criteri e delle modalità di accertamento dell'invalidità e degli stati invalidanti, la valutazione multidimensionale della disabilità e la realizzazione del progetto personalizzato e di vita indipendente. É questo, forse, uno degli ambiti di intervento più importanti di tutta la delega.

Si prevede, tra l'altro, il coordinamento della programmazione socio-sanitaria nazionale e regionale, al fine di favorire la creazione delle unità di valutazione multidimensionale e assicurare l'integrazione degli interventi di presa in carico, di valutazione e progettazione in ambito sociosanitario e assistenziale da parte delle amministrazioni competenti.

Le altre linee di intervento della delega riguardano l'informatizzazione dei processi valutativi, la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità, l'istituzione di un Garante nazionale della disabilità, il potenziamento dell'ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità; accanto a questo, si prevede, anche, il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali necessari a supportare l'autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità. Siamo, quindi, di fronte a un provvedimento importante, che pone le basi per creare la cornice normativa per i futuri decreti attuativi che saranno il vero banco di prova e daranno gambe a questo testo per garantire, davvero, diritti, centralità e dignità alle persone con disabilità.

Concludo, dicendo che noi - e anche chi ci seguirà - non dovremo mai fare calare l'attenzione su questo percorso legislativo e sulla sua applicazione che dovranno servire a migliorare il percorso di vita delle persone disabili, a dare maggiore dignità alle stesse, più servizi, semplificazione nei processi e omogeneità, a dare un maggiore e migliore accertamento e valutazione della disabilità, più equità e più giustizia, cose che, purtroppo, ancora troppo spesso, mancano nel nostro Paese nei riguardi delle persone più fragili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Virginia Villani. Ne ha facoltà.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, il 27 ottobre 2021, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega al Governo in materia di disabilità che rientra tra le riforme e le azioni chiave previste dal PNRR alla Missione 5, dove si parla di una legge quadro per le disabilità. L'obiettivo principale della riforma è modificare la normativa sulla disabilità e promuovere la deistituzionalizzazione, ovvero il trasferimento dalle istituzioni pubbliche o private alle loro famiglie o in comunità, e l'autonomia delle persone con disabilità.

Il focus della riforma è il nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità: una legge quadro che dà al Governo la delega legislativa per poter portare avanti la riforma normativa in campo di disabilità, emanando, entro venti mesi dall'entrata in vigore del provvedimento, una serie di decreti legislativi che ne dia attuazione. È una norma concentrata sulla realizzazione del progetto individuale di vita, una norma procedurale che semplificherà i passaggi che una persona con disabilità deve affrontare per costruire il proprio progetto di vita.

Presidente, oggi, una persona con disabilità, per accertare la propria condizione, deve passare da innumerevoli enti e uffici. Con la legge delega oggi in esame vogliamo ridurre tutto a un unico processo, con un unico interlocutore, vogliamo costruire un grande contenitore all'interno del quale ci siano tutte le figure con cui la persona con disabilità è tenuta a dialogare.

Nella nostra Nazione, nel 2019, le persone con disabilità risultavano 3.150.000, pari al 5,2 per cento della popolazione; gli anziani naturalmente sono i più colpiti, quasi un milione e mezzo di ultra settantacinquenni vive la condizione di disabilità; la famiglia è la loro ancora di salvezza, l'unico scudo contro il rischio di esclusione sociale.

Con il disegno di legge delega in materia di disabilità stiamo ottenendo un grande risultato, condiviso e supportato da tutte le forze politiche in questo Parlamento e accolto anche con grande soddisfazione dalle federazioni e associazioni di categoria, nonché, non dimentichiamolo, dai veri protagonisti del provvedimento, i disabili e le loro famiglie che, secondo le ultime stime, hanno un reddito annuo equivalente medio di circa 17.476 euro, inferiore del 7,8 per cento a quello nazionale, a riprova che, attualmente, i costi supportati e sopportati dai familiari sono eccessivi, tanto da ridurre drasticamente le possibilità economiche delle famiglie stesse.

Qualcuno ha definito il disegno di legge in esame una svolta normativa epocale che si propone di realizzare pienamente i princìpi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, semplificando l'accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenziando gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato.

Entriamo, comunque, nel merito del provvedimento, partendo dalla considerazione che lo stesso inizialmente nasceva composto da quattro articoli, diventati cinque dopo l'esame in sede referente, e reca una delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilità.

Nel documento della Commissione europea è indicato che la legge quadro per la disabilità entri in vigore entro il 31 dicembre 2021. Gli ambiti di intervento della delega al Governo sono: la definizione della condizione di disabilità; il riassetto e la semplificazione della normativa di settore; l'accertamento della condizione di disabilità e la revisione dei suoi processi valutativi di base, unificando tutti gli accertamenti concernenti l'invalidità civile, la cecità, la sordità, la sordo-cecità, l'handicap, anche ai fini scolastici, la disabilità prevista ai fini del collocamento mirato e ogni altra normativa vigente in tema di accertamento dell'invalidità; la valutazione multidimensionale della disabilità; il progetto personalizzato e di vita indipendente; l'informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione; la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità; l'istituzione di un Garante nazionale delle disabilità; il potenziamento dell'ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (questo è stato aggiunto durante l'esame in sede referente); disposizioni finali e transitorie.

Tra le misure previste, quindi, vi è il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali necessarie atti a prevedere procedimenti più snelli, trasparenti ed efficienti di riesame e rivalutazione delle condizioni di disabilità che tutelino pienamente i diritti del cittadino e di chi lo rappresenta.

La novità dell'istituzione della figura del Garante nazionale della disabilità prevede che il Garante dovrà farsi anello di congiunzione con i cittadini, raccogliendo istanze, fornendo assistenza alle persone con disabilità, formulando raccomandazioni e pareri, promuovendo campagne di sensibilizzazione e di comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti delle persone con disabilità.

Tuttavia, il vero fulcro della riforma è il nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità, in linea con la Convenzione ONU che prevede una maggiore semplificazione, procedimenti più snelli e trasparenti con lo scopo di tutelare maggiormente i diritti del cittadino. Dal 2009, da quando, cioè, l'Italia ha ratificato la Convenzione ONU, questa è la prima norma che in maniera trasversale impatterà sulla vita vissuta delle persone con disabilità, dalla valutazione alla riqualificazione dei servizi pubblici, dall'inclusione all'accessibilità.

Non mi voglio soffermare sull'articolato, perché è stato ampiamente illustrato dalle relatrici e dai colleghi che hanno preceduto il mio intervento. Voglio solo ricordare a quest'Aula che all'esame della XII Commissione (Affari sociali) è stata depositata la proposta di legge n. 1752, recante norme relative all'introduzione sperimentale del metodo del budget di salute per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi individualizzati.

Il budget di salute è definito dall'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità quale strumento di definizione quantitativa e qualitativa delle risorse economiche, professionali e umane necessarie per innescare un processo volto a restituire centralità alla persona attraverso un progetto individuale globale. I progetti terapeutici riabilitativi individualizzati interessano, infatti, l'area sanitaria e l'area sociale, ma anche quella riferibile ai diritti individuali di cittadinanza, quindi apprendimento, habitat sociale, formazione e lavoro nonché affettività e socialità, nella logica della centralità della persona e del valore della comunità. Abbiamo realizzato, Presidente, pochi ma importanti articoli, che impegnano l'Esecutivo ad occuparsi di un tema essenziale come quello dell'inclusione sociale, civile e professionale, in virtù di un'ottica di riforma molto ampia e concreta, che semplifichi la vita a chi già vive ogni giorno con non pochi disagi la propria disabilità o quella di un proprio caro; il tutto è centrato sulla costruzione di progetti personalizzati e di vita indipendente, con il passaggio dal welfare di protezione al riconoscimento dei diritti. Non avremo più servizi standardizzati a cui le persone devono adattarsi, ma stiamo costruendo un livello essenziale delle prestazioni che vada verso il riconoscimento del bisogno specifico delle persone. Si innovano i servizi, mettendo al centro i bisogni e costruendo servizi capaci di adattarsi ai bisogni delle persone con disabilità. Puntiamo, in definitiva, alla semplificazione dell'accertamento della condizione di disabilità e alla revisione di tutti i processi valutativi di base.

Un ulteriore elemento innovativo, Presidente, è dato dall'informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione dei dati attraverso un dossier unico della persona che raccolga tutte le informazioni utili a descrivere i servizi e i sostegni ricevuti, i benefici goduti, le aspirazioni e i desideri. Si propone, quindi, di istituire piattaforme informatiche interoperabili con quelle esistenti alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi, che, nel rispetto del principio di riservatezza dei dati personali, supportino i processi valutativi e l'elaborazione dei progetti personalizzati, consentano la consultabilità delle certificazioni delle informazioni riguardanti i benefici economici, previdenziali e assistenziali, nonché di tutti gli interventi di assistenza sociosanitaria che spettano alla persona con disabilità.

Mi avvio alla conclusione, Presidente, ricordando a quest'Aula le parole di una giovane ragazza colpita da due gravi forme di disabilità, che aveva un suo motto per andare oltre i propri limiti: “Vivo, quindi posso”, per lanciare messaggi di forza, di speranza e di inclusione oltre la disabilità. È un messaggio forte e chiaro, rivolto a chi guarda la disabilità solo con gli occhi del pietismo o della compassione, non considerando che i disabili sono prima di tutto persone che abbiamo il dovere di proteggere, di tutelare e di aiutare, nell'ottica di un'inclusione sociale in linea con uno slogan del MoVimento 5 Stelle che sottolinea da sempre, ovvero: “nessuno deve rimanere indietro”. Abbattere le barriere che dividono è una grande conquista, ma costruire qualcosa di importante è doveroso per le istituzioni al fine di rendere lo Stato sempre più vicino ai cittadini, soprattutto a quelli più deboli ed emarginati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Lisa Noja, che rinuncia.

Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo, Ministra Stefani.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Vi ringrazio e chiedo la pazienza di alcuni minuti, in primis anche per ringraziare il contributo di oggi che è stato dato dagli onorevoli parlamentari qui presenti. Un contributo importante è stato quello dato anche durante i lavori in Commissione, dove sono state proposte istanze, questioni e sollecitazioni su cui abbiamo trovato anche dei punti di convergenza, magari seguendo le varie richieste derivanti da sensibilità, da competenze e da esperienze diverse anche da parte degli onorevoli. Ringrazio anche le relatrici per il grande lavoro di sintesi che è stato fatto e per la grande competenza e conoscenza che hanno dimostrato.

Avevo piacere proprio di dare un riscontro alle questioni che sono state sollevate questa mattina in sede di discussione. In particolare faccio riferimento in primis all'onorevole De Lorenzo, la quale ha sottolineato una delle caratteristiche principe di questa legge delega, cioè quella di porre la persona con disabilità come protagonista della sua vita. Ricorda, poi, l'onorevole De Lorenzo, i numeri delle persone con disabilità, numeri importanti, che sono emersi - è stato più volte ricordato anche da parte di altri colleghi - e che necessitano, da parte delle istituzioni, di risposte, soprattutto dopo quanto è accaduto durante questo periodo di pandemia, un periodo che ha esacerbato delle situazioni e che ha messo in luce anche delle crepe.

Con riferimento, invece, all'intervento dell'onorevole Ungaro, sottolineo una parte molto importante, perché egli parla di riconoscimento dei diritti. In effetti, l'evoluzione del tema e il futuro del mondo della disabilità, sta proprio nel superamento anche di un approccio assistenzialistico o addirittura - perdonatemi - pietistico, per arrivare a un mondo vero del riconoscimento dei diritti, così come ha ricordato l'onorevole, il quale menziona anche una normativa che si è succeduta nel tempo. Si tratta di una normativa italiana, signori, che è importante. Infatti, ci lamentiamo spesso di noi stessi ma, da un osservatorio estero, possiamo dire che la normativa italiana è comunque una normativa di grande civiltà, che speriamo di poter addirittura incrementare grazie agli interventi anche in sede di legislazione delegata, che faremo a seguito dell'auspicata approvazione di questa legge delega.

L'onorevole Ferro fa riferimento ad un paio di punti che sono veramente importanti e fondamentali, argomenti che non sono stati oggetto di questa legge delega, ma sui quali non si dovrà soprassedere mai. Un tema è quello occupazionale e l'onorevole ricorda dei dati preoccupanti, per via di una difficoltà di incontro fra la domanda e l'offerta nel mondo del lavoro per le persone con disabilità. Occorrerà fare una seria riflessione sulla portata e l'efficacia della normativa esistente, sul collocamento mirato. Alcune considerazioni saranno poste nell'ambito del tavolo di lavoro che si vorrà fare con il Ministro Orlando, ricordando che il lavoro è, correttamente, una forma di realizzazione personale, ma è anche la vera forma - come ha detto lei - di inclusione sociale. Chi lavora ha infatti la possibilità di essere all'interno della società, di sentirsi partecipe della società, di poter dare un contributo alla stessa. Altro tema veramente dolente, che lei ha sollevato e che mi trova d'accordo, è quello relativo al problema del reddito delle famiglie con persone con disabilità. Spesso, purtroppo, sono famiglie che vengono a soffrire anche dal punto di vista economico, magari per il fatto di aver dovuto anche rinunciare a carriere o anche alla possibilità stessa di lavorare per seguire e per assistere il proprio figlio, il proprio coniuge o i propri eventuali fratelli.

L'onorevole Foscolo, che ringrazio, ha fatto una menzione su alcuni provvedimenti che sono stati adottati da questo Governo. La ringrazio, però c'è tanto da fare ancora, c'è tanto da fare: è una montagna da scalare, perché il mondo della disabilità ha molte richieste. Vi è un patrimonio di diritti che devono essere riconosciuti e che devono essere resi effettivi, ma io spero e auspico che con questo Governo si sia tracciato un solco, affinché il tema delle disabilità sia un punto di attenzione tale da far sì che il tema delle disabilità rientri a pieno diritto nelle agende di Governo, in tutte quelle che saranno le future agende di Governo, affinché tale tema entri a pieno diritto nei programmi elettorali, nelle iniziative e nel mondo dell'amministrazione.

L'onorevole Tasso ricorda tutti gli interventi posti in essere con riferimento al PNRR, anche in via trasversale; e la legge delega è una tra le misure a favore del mondo delle disabilità. Poi, pone due temi, anche abbastanza delicati e particolari. Quello sui lavoratori fragili non è stato oggetto della delega; si è cercato, comunque, in questi mesi, da parte del Governo, di dare una risposta a una condizione molto particolare, ma che vede veramente alcuni nostri concittadini in difficoltà, a causa di alcuni avvitamenti normativi e istituzionali; però, molte sono state, come ricordavo, le risposte date.

Sul tema della scuola: come lei ha sottolineato - e veramente condividiamo tale riflessione - ciò che è essenziale, soprattutto per gli studenti con condizioni di disabilità, è poter vedere riconosciuto un loro grande diritto, ossia la continuità didattica nell'insegnamento di sostegno. Anche questo è fuori dal tema della delega, ma non potevamo non fare una considerazione e sapere che questo è un obiettivo comune, da perseguire.

L'onorevole Lepri ricorda, ancora, che la delega non basta; questo è uno dei tanti tasselli, è uno dei mattoncini sui quali riuscire a costruire un futuro in cui il tema della disabilità, come dicevo, debba rientrare a pieno diritto nelle agende di Governo. Sarà un grande lavoro quello che si dovrà fare, un grande lavoro che necessita, sì, di un coordinamento interministeriale, ma non solo interministeriale, anche di condivisione con i gruppi parlamentari e con tutte le componenti politiche; tra l'altro, un confronto e una collaborazione si sono già viste in questa sede, di approvazione del progetto di legge; vi è, dunque, necessità di un grande coordinamento - come ricordava l'onorevole Lepri, abbiamo già avuto più volte un confronto sul punto -, che dovrà essere fatto anche e soprattutto con le regioni. Vi è una presa d'atto ormai, come è stato segnalato anche dall'onorevole Novelli, su una disomogeneità territoriale: pertanto per raggiungere gli obiettivi prefissati, si dovrà fare un grande sforzo di co-progettazione e collaborazione con le regioni, attesa anche la forte competenza posta in capo ad esse. Ma il vero risultato lo otterremo nel momento in cui ognuno farà il suo; ognuno dovrà lavorare, nell'ambito delle proprie competenze, per riuscire veramente a far sì che il futuro del nostro Paese sia un grande futuro per il mondo delle disabilità.

L'onorevole Novelli ricorda e si sofferma sull'istituzione della figura del Garante. Da più parti era stata sollevata l'esigenza di chiedere una figura di tutela e di promozione, con istanze promosse da illustri colleghi, fra cui lo stesso onorevole Novelli. L'impianto potrà veramente dare voce anche a cittadini che segnalano situazioni sulle quali, magari, occorre intervenire.

Ringrazio anche l'onorevole Villani, per aver fatto riferimento alle problematiche sul reddito delle famiglie delle persone con disabilità. Poi, mi piace, ed è molto bella - forse la possiamo fare anche nostra –, l'immagine del Garante come un anello di congiunzione con i cittadini per far sì che la loro voce, soprattutto quando vi sono problematiche, non resti inascoltata.

Vi è, ancora, un tema tecnico, che sollevava l'onorevole Villani, se ne è parlato anche in Commissione, sul budget di salute: il sistema, previsto anche all'interno della legge delega per la costruzione del progetto di vita, è un impianto che fa riferimento alle risorse, un impianto tratto dal costrutto del cosiddetto budget di salute.

Io non mi dilungo ulteriormente, ringrazio veramente ancora gli onorevoli parlamentari, per il lavoro e per il risultato che abbiamo ottenuto, anche oggi. Ora ci sarà la fase di votazione degli emendamenti, con un ulteriore confronto. Io sono, però, convinta che questo testo sia fortemente condiviso, trasversale e che ci veda un po' tutti noi padri (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 12.

La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 12.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 12,25.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 12,25.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la presidente della Commissione affari sociali, collega Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE , Presidente della XII Commissione. Presidente, dato che la Commissione bilancio ha appena espresso il parere, la Commissione affari sociali ha bisogno che si riunisca il Comitato dei nove; quindi, se fosse possibile, le chiederei una sospensione di quindici minuti.

PRESIDENTE. Quindici minuti è sufficiente? Vogliamo fare venti?

MARIALUCIA LOREFICE (M5S), Presidente della XII Commissione. No, è sufficiente.

PRESIDENTE. D'accordo, a questo punto, prima di sospendere la seduta, ha chiesto di parlare il collega Deidda sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sì, Presidente, ovviamente per contestare la richiesta di sospensione, ma, prima che venga sospesa la seduta, anche per denunciare un fatto molto grave. Oggi, davanti al MiSE, stanno manifestando i dipendenti di Air Italy perché saranno licenziate 1.322 persone. A tal proposito, mi dispiace ma faccio anche un richiamo al Regolamento, ai sensi degli articoli 130 e seguenti: è da due anni che aspetto la risposta alla mia interrogazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con la quale chiedo che la vertenza di questi lavoratori sia trattata al pari di Alitalia! Nonostante questo, non ho mai ricevuto risposta dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Nonostante gli impegni da parte di tutte le forze, anche della maggioranza, che sono stati resi sulla stampa, questi lavoratori non avranno diritto nemmeno alla proroga della Cassa integrazione! Oggi si sta recitando una brutta pagina per 1.322 persone, dopo anni in cui hanno lavorato e sputato sangue. Dopo anni che quella povera società, la seconda in Italia, Meridiana poi Air Italy, ha subito le interferenze e le intromissioni della politica: è stata rovinato la vita di migliaia di lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Oggi il MiSE ha appena comunicato loro che non verrà riconosciuta la proroga della Cassa integrazione! Io vorrei la vostra attenzione perché molti vostri colleghi, anche in Senato, hanno presentato emendamenti per prorogare la Cassa integrazione ma, alla faccia dal Parlamento, il MiSE ha già risposto che non vedranno prorogata la Cassa integrazione: saranno licenziati. Questo penso sia molto grave e chiedo che i Ministri rispondano finalmente alle interrogazioni, portando in quest'Aula ciò che noi giustamente chiediamo: delle risposte! Non è giusto, Presidente. Qui tutti noi ci diamo da fare, cercando di portare all'attenzione questioni vitali per dei lavoratori, ma il Governo se ne frega e continua a ignorare la volontà parlamentare; si continua a ignorare la volontà di chi lavora, della politica, continuando a non dare risposte. Esprimo la nostra solidarietà, del gruppo di Fratelli d'Italia, con l'onorevole Rotelli e Silvestroni in Commissione trasporti. Noi vogliamo che il Governo venga a riferire: che lo dica qui in Aula che non sarà prorogata la Cassa integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che questi 1.322 lavoratori dovranno andare per la strada, perché non avranno più un futuro e perché la questione Air Italy non è stata trattata al pari di Alitalia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12,45.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 12,45.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Luciano Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Intervengo perché, pochi minuti fa, è arrivata la notizia della scomparsa di una grande donna italiana, Lina Wertmüller (Applausi). Nata a Roma, Presidente, 93 anni fa, è stata la prima donna a essere candidata a un Oscar come migliore regista nel 1977 per Pasqualino settebellezze, ben prima di Jane Campion, Kathryn Bigelow o Sofia Coppola, tutte registe che poi hanno riconosciuto, nel loro percorso personale, come l'esempio, la figura e il lavoro di Lina Wertmüller siano stati fondamentali.

Nel 2020 ha poi ricevuto l'Oscar alla carriera, un riconoscimento importantissimo che ha onorato lei, il suo cinema e il nostro Paese. In quell'occasione, lei disse: “Non conta essere uomini o donne in questo lavoro, conta il talento che si ha o non si ha”; e l'Academy, nel conferirle questo riconoscimento così prestigioso, disse di lei: “Ha saputo scardinare, provocando, le regole politiche e sociali del suo tempo, con la sua arma preferita: la cinepresa”. Ed è davvero così. Allora, non solo il mondo del cinema italiano e internazionale, ma tutti gli italiani - credo - ricorderanno Lina Wertmüller per la sua intelligenza, per i suoi film, per la sua ironia e per il suo carattere - amava ricordare di essere stata cacciata da undici scuole durante il suo percorso scolastico - e anche per questa straordinaria capacità, tutta sua, tutta italiana, di coniugare nel suo cinema impegno politico e anche grande successo popolare (Applausi).

In morte degli onorevoli Eugenio Minasso e Aldo Rebecchi.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Eugenio Minasso, già membro della Camera dei deputati nella XV e XVI legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Comunico, inoltre, che è deceduto l'onorevole Aldo Rebecchi, già membro della Camera dei deputati dalla X alla XIII legislatura. Anche in questo caso, la Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Colleghi, vedo una serie di mani alzate. Chiedo se volete intervenire sull'ordine dei lavori o ad altro titolo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carbonaro. Prego, ne ha facoltà.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Presidente, vorrei intervenire sullo stesso argomento dell'onorevole Nobili.

PRESIDENTE. D'accordo. Prego, onorevole.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Anche noi, come MoVimento 5 Stelle, volevamo ricordare la grandezza della figura di Lina Wertmüller, prima donna candidata all'Oscar, che ha rappresentato il nostro Paese nel mondo con le sue opere. Tra l'altro, quando l'onorevole Gallo era presidente della Commissione cultura, abbiamo avuto modo di consegnare un premio alla carriera a Lina Wertmüller, quindi volevamo anche noi unirci a questo ricordo e al ringraziamento per una donna che ha veramente reso grande il nostro Paese attraverso la sua arte e attraverso la sua cultura (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3347-A e abbinate.

PRESIDENTE. Riprendiamo quindi il seguito della discussione del disegno di legge n. 3347-A: Delega al Governo in materia di disabilità; e delle abbinate proposte di legge nn. 424-1884-3108- 3361.

(Esame degli articoli - A.C. 3347-A​ e abbinate).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100 e 2.100, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A), e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Comunico che la Presidenza, sulla base di tale ultimo parere, non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: 1.2, 1.4, 2.10, 2.12 (non segnalato per la votazione), 2.16, 2.18, 2.19 (non segnalato per la votazione), 2.24 e 2.26 Bellucci; 1.6 Panizzut; 2.39 Leda Volpi.

Avverto che il medesimo parere della V Commissione reca due condizioni, formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno esaminate a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, il gruppo Fratelli d'Italia è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito le relatrici ad esprimere il parere.

GILDA SPORTIELLO , Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.100. La Commissione esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento 1.1 Bellucci.

PRESIDENTE. Il Governo?

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Il parere del Governo è conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Bellucci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sarò molto veloce. Con questo emendamento volevamo porre all'attenzione dei lavori d'Aula la questione lavorativa delle persone con disabilità.

Sappiamo che l'Italia è in una condizione di particolare difficoltà, e abbiamo condiviso questa considerazione con il Ministro, durante i lavori in Commissione; sappiamo che c'è una condivisione rispetto alle riflessioni che caratterizzano questa problematica. In Italia, gli inattivi in condizione di disabilità sono oltre il 43 per cento, a fronte di una media generale del 27 per cento; si riscontra una difficoltà nell'applicazione della legge n. 68 del 1999; c'è una condizione, evidente, di non inclusione e piena accessibilità delle persone disabili. Quindi, la questione della problematica lavorativa è centrale ed è particolarmente importante quando si parla di vita indipendente, quando si parla di autodeterminazione, quando si parla di dignità della persona e anche del rispetto dei dettati costituzionali; sappiamo che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro, per tutte le persone, quindi, certamente le persone in condizione di disabilità devono avere le stesse risposte, le stesse garanzie delle altre persone. Allora, per tale motivo, con questo emendamento, abbiamo voluto mettere al centro questa questione, così dolente, inserendo nella delega al Governo in materia di disabilità la centralità della questione lavorativa e della piena inclusione delle persone disabili. Quindi, anche in questo caso, lo ribadiamo, chiediamo di mettere in votazione questo emendamento e speriamo che anche i colleghi possano riflettere sul diritto delle persone disabili di poter avere un lavoro con caratteristiche di soddisfazione e di inclusione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

LISA NOJA , Relatrice. Emendamento 2.100 della Commissione, se ne raccomanda l'approvazione. Emendamenti 2.7, 2.8, 2.11, 2.13 2.15, 2.17 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 2.20 Bucalo, invito al ritiro o parere contrario. Emendamenti 2.30, 2.35, 2.36 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 2.38 Bellucci, parere favorevole, con una riformulazione, che leggo: al comma 2, lettera h), n. 1) dopo le parole: “in materia di invalidità civile” aggiungere le seguenti: “di cecità civile, di sordità civile e di sordo-cecità.” Emendamento 2.300 della Commissione bilancio, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.8 Bellucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sarò, anche su questo emendamento, molto concisa. Con questo emendamento, noi volevamo chiedere l'introduzione di una banca dati nazionale. Sappiamo che il sistema italiano, oggi, è privo di una banca dati nazionale delle persone in condizioni di disabilità e rispetto ai servizi che vengono erogati; questo sarebbe particolarmente importante, sempre e comunque, nel monitoraggio dello stato delle persone in condizioni di disabilità ma, ancor di più, nelle situazioni di emergenza come quella a cui abbiamo assistito, caratterizzata dalla pandemia; ciò perché la possibilità di offrire assistenza socio-sanitaria sarebbe certamente molto più tempestiva se vi fosse una banca dati nazionale che censisse lo stato di fragilità delle diverse persone; invece, oggi si è riscontrata la difficoltà di raggiungere tutti coloro i quali avevano bisogni emergenziali, proprio a fronte della mancanza di una banca dati nazionale. Tra l'altro, i sistemi informatici, oggi, dovrebbero permettere di rendere questa operazione molto più accessibile, anche con la possibilità di comunicazione tra un sistema e l'altro.

Quindi, questa era la nostra intenzione; abbiamo raccolto questa richiesta da parte delle associazioni di categoria, che credono sia fondamentale l'inserimento di detto strumento, per poter garantire pienamente i diritti alle persone in stato di fragilità. Chiedo, dunque, la votazione di questa proposta emendativa da parte dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.15 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.17 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.20 Bucalo. Ha chiesto di parlare la collega Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Ministra, con questo emendamento volevamo porre al centro di tutto la persona disabile, così come previsto dall'articolo 19 della Convenzione ONU, che garantisce la vita indipendente, il suo diritto all'autodeterminazione. Purtroppo, oggi la persona disabile non riesce ad essere così, non partecipa in alcun modo al diritto di scelta tra le forme di assistenza possibili e previste per le disabilità. Con questo emendamento noi volevamo riportare al centro proprio questa possibilità, e quindi realizzare quello che è previsto all'articolo 19 della Convenzione, perché è fondamentale che la persona con disabilità sia posta effettivamente nelle condizioni di poter scegliere. Un esempio fra tutti: le forme di assistenza previste e organizzate per lui, le forme indirette, le forme dirette, le forme miste. Eppure oggi non è così perché non riesce liberamente a decidere cosa è giusto per la sua vita, cosa è giusto per realizzare la sua indipendenza e autonomia. Mi sento veramente basita sul fatto che questo emendamento non sia stato approvato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.30 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.35 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.36 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.38 Bellucci, su cui c'è una proposta di riformulazione. Collega Bellucci, a lei la parola.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sì, accettiamo la riformulazione e colgo l'occasione per ringraziare il Ministro Stefani per avere accolto questo nostro emendamento. L'obiettivo era di prevedere che il riordino degli incentivi e dei sussidi di natura economica e i relativi fondi fossero garantiti per migliorare la vita in materia di cecità civile, di sordità civile, e poi la riformulazione integra anche la sordocecità. Con questo accoglimento si è dimostrato il valore dell'Aula e anche dei lavori di Commissione al fine di poter migliorare un provvedimento importante per tutti e che non deve dividere, ma, anzi, deve unire. Noi, come Fratelli d'Italia, lo abbiamo detto sin dall'inizio: la nostra è un'opposizione prima di tutto coerente e responsabile. Mi corre, però, l'obbligo di dire, che sono rari, purtroppo, i casi in cui dall'altre parte c'è un Governo come in questo momento. Ministro, in questo caso, lei ha avuto la capacità di non avere pregiudizi, anzi, ha compreso che l'opposizione porta in Aula e in Commissione le necessità delle categorie di riferimento, delle persone con disabilità, e che, come tale, può quindi contribuire a migliorare un provvedimento che diventa - speriamo - il miglior provvedimento possibile. La ringrazio per l'accoglimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.38 Bellucci, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

LISA NOJA, Relatrice. Sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Dovremmo passare, a questo punto, all'esame degli ordini del giorno presentati.

Ha chiesto di parlare la Ministra Stefani. Ne ha facoltà.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente. Atteso il numero degli ordini del giorno presentati, l'articolazione dei medesimi e la necessità, pertanto, di esaminarli, chiedo la cortesia di voler sospendere l'Aula e riprendere i lavori alle 15,30.

PRESIDENTE. D'accordo, sospendiamo a questo punto l'esame.

Ha chiesto di parlare il collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Mi perdoni, Ministra, ma qui, per via dell'andamento dei lavori quotidiani che prevedono, tra l'altro, un'importante audizione del Ministro degli Affari esteri, tra le 14 e le 15,30, nonché alle 17 un'importante attività del gruppo Fratelli d'Italia, per cui la seduta sarà sospesa alle 17 senza più ricominciare, io le chiederei uno sforzo, dato che immagino che alcuni ordini del giorno siano arrivati prima di adesso. Noi avevamo contemplato la possibilità di concludere - come avrà visto gli emendamenti sono andati molto velocemente - la parte relativa a emendamenti e votazioni sugli ordini del giorno entro l'interruzione delle 14 e, poi, dalle 15,30 alle 17 le dichiarazioni di voto e il voto finale. Con la notizia che lei ci dà, tutto questo diventa impossibile e vuol dire che si va alla mattinata successiva, con la conseguenza di qualche problematica di organizzazione logistica. Se le fosse possibile sospendere adesso, per mezz'ora o 40 minuti, le saremmo molto grati perché questo aiuterebbe l'organizzazione dei lavori, così come era già stata concordata tra i gruppi (Applausi).

PRESIDENTE. Partiamo dal presupposto che, comunque, l'Aula dovrà concludersi alle ore 14.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Sempre sullo stesso argomento? Prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, atteso quanto diceva prima il collega Fiano, oggetto anche di accordo generale, se dovessimo sospendere adesso, cioè mezz'ora prima delle 14 previste, basta anticipare alle ore 15 e almeno riusciremmo a far rientrare il dibattito in tutti i tempi possibili.

PRESIDENTE. Collega, dalle 14 alle 15,30 la Commissione affari esteri avrà questa audizione, quindi manteniamo il calendario. Ministra, mi dica lei se vuole sospendere 30 minuti oppure se rinviamo alle 15,30.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Purtroppo, ho bisogno di almeno un'ora, perché ci sono tutti gli ordini del giorno che non avevamo visto prima. Almeno un'ora o quarantacinque minuti, per forza; perdonatemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Forse non ci siamo intesi. Se la signora Ministra ci chiede un'ora, è del tutto irrilevante quello che ha detto l'onorevole Fiano. Forse la signora Ministra non ha capito che noi siamo impegnati e non possiamo riunirci tra le 14 e le 15,30. Dovremmo riprendere alle 15,30 e, presumo, fare le dichiarazioni di voto e il voto finale per poi concludere alle 17. Se non riusciamo a sospendere per 10 minuti o un quarto d'ora e, negli ultimi 20 minuti, fare gli ordini del giorno, qualunque buona volontà della Ministra, del collega Fiano, mia e via dicendo è inutile ed è inutile anche che noi continuiamo a parlare e perdere tempo. Il punto è: la signora Ministra riesce a fare uno sforzo, visto che molti ordini del giorno ci sono già da parecchio tempo e, in 20 minuti, se ce la fa, esprimere i pareri, in maniera che poi chiudiamo? Altrimenti è inutile che stiamo qui a perdere tempo. Tutto qui.

PRESIDENTE. È chiaro. La Ministra si è già espressa, quindi sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15,30. Ministra, prego.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Provo a vedere se riesco, in 40 minuti, a dare i pareri, entro le 14.

PRESIDENTE. Ministra, al massimo possono essere 20 minuti. Quindi, in questo momento, posso sospendere, e riprendiamo alle 15,30, oppure ci prova in 20 minuti e riprendiamo tra 20 minuti. Mi dica. Riapro tra 20 minuti? D'accordo.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 13,45.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 13,50.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/1 Gebhard, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole “nell'esercizio della delega di cui al presente disegno di legge” con le seguenti: “nel prossimo provvedimento normativo utile” e aggiungere, infine, le seguenti: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/2 Leda Volpi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/3 Colletti, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: dopo le parole “impegna il Governo”, inserire: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”. Sugli ordini del giorno nn. 9/3347-A/4 Cabras, 9/3347-A/5 Trano e n. 9/3347-A/6 Corda, il parere è favorevole sempre con la riformulazione: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/7 Sapia, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative, ai fini dell'elaborazione di un testo unico di coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche a tutela della disabilità”. Per quanto concerne l'ordine del giorno n. 9/3347-A/8 De Toma, chiedo per cortesia di accantonarlo.

PRESIDENTE. D'accordo.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/9 Ciaburro, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/10 Caretta, il parere è favorevole con la riformulazione: “a provvedere al progressivo aggiornamento delle definizioni di criteri e delle modalità di accertamento dell'invalidità previsti dal decreto del Ministro della Sanità del 5 febbraio 1992”. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3347-A/11 Iovino esprimo cortesemente un invito al ritiro, trattandosi di valutazioni che spettano poi alle università, che sono comunque un organismo dotato di una propria autonomia, e ai comuni.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/12 Novelli, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/13 D'Attis, formulo un invito al ritiro, in quanto è materia già oggetto di un disegno di legge in avanzata fase di discussione al Senato. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/14 Bagnasco, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/15 Mandelli, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/16 Versace, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/17 Cavandoli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/18 Villani, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: eliminare le parole “nell'esercizio della delega di cui al presente provvedimento”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/19 Barzotti, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: eliminare l'inciso “nell'esercizio della delega di cui al presente provvedimento”, mantenendo le parole fino a “collocamento mirato”, ed espungere l'ultimo inciso dalle parole “sulla base del principio” fino a “territorio nazionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/20 D'Arrando, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”, eliminando le parole da “di tutelare” fino a “anche”, al primo periodo.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/21 Penna, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/22 Nappi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: aggiungere, infine, “su richiesta della persona”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/23 Casa, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/24 Bucalo, il parere è favorevole con riformulazione, ovvero con l'espunzione delle parole: “o di un suo familiare”.

Ordine del giorno n. 9/3347-A/25 Albano, invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/26 Mollicone, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”, ed espungendo le parole “nell'ambito dell'emanazione dei decreti legislativi”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/27 Frassinetti, esprimo un invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/28 Bellucci, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/29 Ferro, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo le seguenti parole: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/30 Lucaselli, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/31 Bologna, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/32 Vietina, chiedo cortesemente di espungere l'inciso: “anche in sede di attuazione della delega mediante i decreti legislativi di attuazione”, mantenendo le parole fino a: “vengano formati adeguatamente”; quindi, con l'espunzione del resto della frase da “e inseriti” fino a “famiglie”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/33 Montaruli, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare, nei limiti della finanza pubblica, l'opportunità di (…)” ed espungendo l'inciso “nell'attuazione della delega di cui in oggetto”.

Quindi, resta accantonato solo l'ordine del giorno n. 9/3347-A/8 De Toma.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3347-A/1 Gebhard: viene accettata la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3347-A/2 Leda Volpi: viene accettata la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3347-A/3 Colletti, favorevole con riformulazione, viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3347-A/4 Cabras favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/5 Trano, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/6 Corda, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/7 Sapia, favorevole con riformulazione: viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/3347-A/8 De Toma è accantonato. Ordine del giorno n. 9/3347-A/9 Ciaburro, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/10 Caretta, favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/11 Iovino c'è un invito al ritiro. Viene ritirato, collega Iovino? Viene ritirato.

Ordine del giorno n. 9/3347-A/12 Novelli, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/13 D'Attis, invito al ritiro o parere contrario: viene ritirato. Ordine del giorno n. 9/3347-A/14 Bagnasco, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/15 Mandelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3347-A/16 Versace, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/17 Cavandoli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/18 Villani, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/19 Barzotti, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/20 D'Arrando, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/21 Penna c'è un parere contrario: viene ritirato. Ordine del giorno n. 9/3347-A/22 Nappi, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/23 Casa, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3347-A/24 Bucalo, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/25 Albano, c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/25 Albano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/3347-A/26 Mollicone, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3347-A/27 Frassinetti, c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3347-A/27 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordine il giorno n. 9/3347-A/28 Bellucci, parere favorevole.

Ordine il giorno n. 9/3347-A/29 Ferro, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine il giorno n. 9/3347-A/30 Lucaselli, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine il giorno n. 9/3347-A/31 Bologna, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3347-A/32 Vietina, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata la riformulazione?

SIMONA VIETINA (CI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Vorrei chiedere, se fosse possibile, di ripetere la riformulazione, per favore.

PRESIDENTE. Prego, Ministra.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Onorevole Vietina, risulterebbe così l'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative affinché la figura dell'assistente per l'autonomia e la comunicazione degli alunni con disabilità vengano formati adeguatamente” e sempre con l'inciso “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Viene accettata, collega Vietina? Sì, viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3347-A/33 Montaruli, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Quindi, rimane accantonato l'ordine del giorno n. 9/3347-A/8 De Toma, che verrà esaminato alla ripresa della seduta, prevista per le ore 15,30. Seguiranno le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Butti, Casa, Cavandoli, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Frusone, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Grimoldi, Liuni, Lorefice, Marin, Mura, Paita, Pastorino, Perantoni, Serracchiani e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 105, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3347-A e abbinate.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3347-A: Delega al Governo in materia di disabilità.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'ordine del giorno n. 9/3347-A/8 De Toma.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tale ordine del giorno.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. La ringrazio, Presidente. Esprimiamo un parere favorevole con la riformulazione che segue. In quanto alle premesse, chiediamo l'espunzione delle premesse nn. 3, 8, 9 e 10. Per quanto riguarda, in particolare, il punto n. 4, si chiede di espungere le parole: “misura M5C2” (quarto capoverso) e seguenti (fino alla fine); quanto al punto 5, sostituire l'inciso: “tra molti aspetti che il testo in esame non affronta in modo adeguato, è la” con: “con riferimento alla”.

Quanto agli impegni, chiediamo l'espunzione dei nn. 14, 15 e 16. Esprimiamo un invito al ritiro, in quanto si tratta di una sorta di parafrasi non chiara di quanto già contenuto nella legge delega (perdonatemi, però il tempo per riuscire a fare questo parere è stato molto breve).

Quanto al punto n. 12, chiediamo di eliminare le parole da “ed in particolare” fino alla fine del punto.

Al punto n. 13, come in tutti i punti che noi consideriamo favorevoli, premettiamo sempre l'inciso: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di”, eliminando sempre il riferimento a “persone non autosufficienti”. Quindi, al punto n. 13 chiediamo di inserire: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”, con l'espunzione di “non autosufficienza”. Come dicevamo, i punti nn. 14, 15 e 16 sono una parafrasi non chiara della legge delega, quindi, rivolgiamo un invito al ritiro.

Sul punto n. 17, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”, e con l'espunzione di: “o non autosufficienti”. Sul punto n. 18, c'è un invito al ritiro. Sul punto n. 19, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Parimenti, per i punti nn. 20, 21, 22 e 23. Sul punto n. 24, vi è un parere favorevole sempre con l'inciso “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica” e con l'espunzione di: “anche attraverso un riordino complessivo della disciplina dei sostegni”, nonché con l'eliminazione dell'inciso: “prevedendo, laddove è possibile, il coinvolgimento (…)” fino alla parola: “studenti”. Dei punti nn. 25 e 26 chiediamo l'espunzione. Il punto n. 27 va riformulato sempre con l'inciso: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Del punto n. 28 chiediamo l'espunzione. Al punto n. 29, chiediamo di aggiungere la premessa: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, le opportunità di (…)”. Parimenti per il punto n. 30, con l'espunzione delle seguenti parole: “e delle persone anziane non autosufficienti”. Infine, chiediamo l'espunzione dell'impegno n. 31.

PRESIDENTE. Deputato De Toma, accetta la riformulazione?

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Sì, Presidente. Volevo ringraziare, comunque, il Ministro Stefani, per aver accettato di confrontarsi su un ODG - capisco - complicato, ma che comunque andava nella direzione di aiutare il Ministero e nello specifico il Ministro Stefani, proprio perché crediamo fortemente che il tema delle persone con disabilità vada trattato coerentemente e coscientemente. Quindi, la ringrazio per gli impegni che ha preso, che si è voluta assumere, compatibilmente con gli oneri di finanza pubblica, ma, in ogni caso, voglio comunque ringraziarla per questo suo impegno. Accetto la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

Colleghi, però, un po' di silenzio, per favore, da tutti i lati! Prego Gebhard.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. La legge che stiamo votando reca una delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilità e rappresenta l'attuazione delle missioni relative all'inclusione e alla coesione, previste dal PNRR. Condividiamo la finalità della legge delega: i decreti legislativi dovranno semplificare e riformare, affinché siano assicurati i livelli essenziali delle prestazioni dovute e, nel contempo, siano poste in essere procedure di salvaguardia, laddove vi siano e/o permangano violazioni in ordine alla tutela delle persone con disabilità. C'è molto da fare e con urgenza, perché da tempo - potremmo dire da sempre - le persone con disabilità sono poste ai margini nella scuola, nel mondo del lavoro, nella sanità, nelle opportunità di accesso a quelle che per gli altri sono condizioni minime di vita e partecipazione. Per questa ragione, i deputati della Südtiroler Volkspartei e delle Minoranze linguistiche voteranno a favore della legge delega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Per rispetto verso i colleghi di Fratelli d'Italia e dei loro importanti impegni di partito e politici, io mi limiterò a dichiarare il voto favorevole della componente che rappresento su questo importantissimo provvedimento, che già in discussione generale ho avuto modo di apprezzare. Auspico naturalmente una vera svolta nei confronti delle persone con disabilità, per quanto riguarda l'attenzione verso i loro problemi e soprattutto l'osservanza dei loro diritti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. Il disegno di legge che oggi questa Camera si appresta a votare si rivolge ad una parte importante della popolazione. Secondo i dati Istat, sono oltre 3 milioni le persone disabili in Italia, il 5,2 per cento della popolazione. Limitata partecipazione al lavoro, ridotta vita sociale e culturale, ricadute sulle famiglie che sostengono il peso dell'assistenza di un familiare con disabilità, profonde differenze territoriali tra Nord e Sud, relativamente all'offerta di servizi e di assistenza: sono queste le fotografie preoccupanti di un Paese, che vuole raccogliere la sfida del Piano di ripresa e resilienza, per sviluppare gli anticorpi normativi contro una cultura che considera alcune vite di serie A e altre di serie B. Lo spirito di collaborazione tra tutti i gruppi parlamentari e il confronto significativo e accurato con la Ministra Stefani hanno consentito un iter accelerato della legge delega in materia di disabilità, sopperendo ai tempi strettissimi imposti dal calendario delle riforme contenute nel Piano di ripresa e resilienza. Lotta alle diseguaglianze e piena realizzazione dei principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità hanno animato il confronto parlamentare per una vera rivoluzione culturale e sociale, che consenta alla persona con disabilità di essere protagonista delle scelte che la riguardano, con progetti di vita individualizzati, inclusione scolastica e nel mondo del lavoro.

Nella strategia della lotta alle diseguaglianze c'è il seme della democrazia, si misura la sua qualità per affermare il primato dei valori, riconoscendo al welfare e alla spesa pubblica una finalità produttiva a garanzia di diritti dell'uomo che non sono negoziabili.

Il provvedimento in esame rappresenta una sfida ambiziosa sul sentiero accidentato della lotta alle diseguaglianze, per ricucire la trama sfilacciata dei diritti civili e sociali di ogni persona che, per la sua fragilità nell'avventura della vita, si troverà a vivere una condizione di disabilità anche solo transitoria. Che si tratti di migranti, che siano operai costretti al lavoro precario, lavoratori licenziati con un messaggio WhatsApp, giovani che manifestano nelle piazze del Gay Pride, donne che gridano l'ingiustizia della violenza, occorre continuare a battersi per una democrazia piena e una cittadinanza compiuta, proseguendo sul cammino delle riforme.

La diseguaglianza è sempre frutto di una scelta politica che occorre contrastare, perché impedisce una visione condivisa del futuro, perché indebolisce la democrazia, che ha il dovere di rimuovere gli ostacoli alla partecipazione dei singoli come membri uguali della società. Affrontare il tema della disabilità significa affrontare un tema estremamente delicato, perché occorre superare in primo luogo le barriere culturali per la costruzione di una società che non lasci nessuno indietro. La Convenzione ONU offre un approccio nuovo al tema, che rappresenta, sì, una vera rivoluzione culturale da declinare anche sul piano giuridico; in questa nuova ottica, la disabilità rappresenta una dimensione della vita e non una mancanza. Il capovolgimento di prospettiva rende la disabilità una dimensione della vita e, in questa nuova visione, non è la disabilità il problema, quanto il contesto sociale e culturale in cui emerge; non ha più, dunque, una cornice personale, ma collettiva, in cui occorre incidere per modificare un ambiente sfavorevole. La vulnerabilità dell'uomo è una caratteristica ontologica e imprescindibile dell'essere umano: tutti hanno le loro fragilità e dipendono per svariati motivi dall'altro. È una condizione umana che impone, dunque, una dipendenza reciproca, che si sostanzia nella cura e nell'aiuto degli uni verso gli altri; una reciprocità che se, da un lato, riduce le reciproche sofferenze, dall'altro valorizza le capacità di ognuno, in un vincolo solidaristico, in una società in cui l'eguaglianza sostanziale non deve essere un'utopia, ma semplice normalità. Il provvedimento apre a questa visione, nella consapevolezza che finché non cadranno le barriere culturali e si riuscirà a comprendere che l'inserimento delle persone con disabilità rappresenta un patrimonio di civiltà, nessuna norma sarà sufficiente a cambiare la situazione.

La persona, i suoi diritti e la sua dignità devono, dunque, tornare ad essere il baricentro del lavoro del legislatore, come auspicato dalla Costituzione e dal lavoro dei padri costituenti. Non è certo una questione terminologica: restituire dignità attraverso il diritto è segno di civiltà e la nostra Costituzione, sempre attuale, insegna, riconoscendo un principio costituzionale irrinunciabile, che la persona non è la sua disabilità. Quest'ultima, qualunque sia, non attinge alla dignità umana, che è prerogativa di ogni essere umano, titolare di diritti uguali e inalienabili. È un principio contenuto negli articoli 2 e 3 della Costituzione, che assegna allo Stato il compito di rimuovere quegli ostacoli di carattere economico e sociale che impediscono l'effettiva partecipazione di ognuno alla vita politica e sociale. In una Costituzione come la nostra, che si fonda sul sintagma libertà-dignità, che ruota intorno al primato della persona umana con i suoi diritti e con il loro effettivo godimento attraverso l'intervento del potere pubblico, si inserisce questo provvedimento, che armonizza la già importante produzione normativa italiana, a cominciare dalla legge n. 104 del 1992, con i princìpi della Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 sui diritti delle persone con disabilità, ma anche la Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. A queste ultime dev'essere garantito il riconoscimento della condizione, anche attraverso una valutazione della stessa congruente, trasparente e agevole, che consenta alla persona con disabilità il pieno esercizio dei propri diritti civili e sociali, compreso il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale. I princìpi di autodeterminazione e di non discriminazione sono alla base della promozione dell'autonomia della persona con disabilità e del suo vivere su basi di pari opportunità con gli altri.

È in tale contesto che l'iter del provvedimento in esame è iniziato il 27 ottobre scorso, quando il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge quadro sulla disabilità, con l'impegno di emanare, nei venti mesi successivi dall'entrata in vigore della norma, i decreti attuativi. È un disegno di legge-delega che rientra tra le riforme e le azioni previste dal PNRR. Tra i contenuti più importanti oggetto della delega, vi è il sistema di riconoscimento della condizione di disabilità, in linea con la Convenzione ONU. Il nuovo sistema, che sarà oggetto degli schemi dei decreti legislativi che il Governo dovrà presentare in Parlamento per il parere, si basa sulla valutazione multidisciplinare della persona, finalizzata all'elaborazione di progetti di vita personalizzati. Il Governo, nella predisposizione dei decreti legislativi, dovrà garantire collaborazione con le regioni e gli enti locali. In particolare, all'articolo 2, dove sono state apportate in fase emendativa delle modifiche significative, è prevista l'introduzione di una valutazione di base della disabilità, distinta da una successiva valutazione multidimensionale. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. La volontà che si evidenzia nel testo in esame, dopo il passaggio in Commissione, è quella di sostenere in maniera coerente e concreta i percorsi di autonomia e di vita indipendente, percorrendo la strada della deistituzionalizzazione ed evitando, quindi, forme di istituzionalizzazione negli istituti e nelle strutture residenziali. Una rinnovata attenzione alle persone disabili ha bisogno di attuazione trasversale, con una legislazione a misura di famiglia, di studente, di lavoratore e con un adeguato stanziamento di risorse disponibili, che sicuramente non devono essere sprecate, ma la cui mancanza non può essere motivo della mancata attuazione delle misure previste nella legge delega.

PRESIDENTE. Concluda.

RINA DE LORENZO (LEU). La disabilità risiede nella società, non nella persona; ciò si legge sul sito delle Nazioni Unite, dedicato al tema dei diritti e della dignità delle persone con disabilità, e questo provvedimento rappresenta un grande passo in quella direzione. È per questa ragione che esprimo il voto favorevole al provvedimento del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. La legge delega sulla disabilità rappresenta l'attuazione delle riforme previste dal Piano di ripresa e resilienza ed essendo una delega necessita di specifici decreti attuativi, quindi è un'opportunità per il Governo di legiferare e, come noi speriamo, anche di intervento e di supporto parlamentare.

Ci sono tre macro-temi che questa delega affronta. In primo luogo, passare dal concetto di handicap a quello di disabilità, in attuazione della Convenzione ONU. Poi, l'istituzione della figura del Garante è molto importante, quindi figura del Garante dei diritti delle persone con disabilità, un organo di natura indipendente collegiale, per la tutela e promozione dei diritti delle persone con disabilità, che deve raccogliere segnalazioni e fornire assistenza alle persone che denunciano discriminazioni e violazioni dei propri diritti, che deve: vigilare sul rispetto dei diritti e sulla conformità delle norme ai principi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite; formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni interessate e ai concessionari di pubblici servizi sulle segnalazioni raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni nei confronti dei singoli enti, sollecitando e promuovendo interventi e misure per superare la criticità; promuovere una cultura del rispetto attraverso campagne di sensibilizzazione e comunicazione e i progetti, in particolare, delle istituzioni scolastiche

Ma il cuore della legge delega è nella riforma dei criteri e delle modalità di riconoscimento delle condizioni di disabilità, a partire dall'accertamento della condizione del processo valutativo di base - è una valutazione multidimensionale per la realizzazione del progetto personalizzato e di vita indipendente -, passando per l'informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione e la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità. Si mira a garantire la valutazione e il riconoscimento della condizione della persona, affinché questa valutazione sia congruente, trasparente ed agevole, tale da consentire il pieno rispetto dei diritti e, in particolare, del diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), nel rispetto dei principi di autodeterminazione e non discriminazione, insieme all'effettivo e completo accesso al sistema dei servizi delle prestazioni e delle agevolazioni.

La finalità perseguita dalla legge delega è modificare la legislazione sulla disabilità, di promuovere il trasferimento, ove possibile, dell'assistenza in ambiente domiciliare familiare, riducendo l'istituzionalizzazione, se non necessaria, e di favorire l'autonomia delle persone con disabilità. Riteniamo, comunque, che, qualora le condizioni sociali e familiari della persona non lo permettano, bisogna avere ben presente che la istituzionalizzazione deve essere garantita, ma soprattutto deve mantenere caratteristiche strutturali di assistenza e accoglienza personalizzata, per le quali è necessario investire in termini di organizzazione, di personale specializzato e di finanziamenti.

Nell'ambito della fase valutativa, che comprende una valutazione di base e una multidimensionale, come rilevato anche dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, è necessario che, per i decreti legislativi che attueranno la presente legge delega, venga previsto un confronto con l'area sanitaria, per la competenza nell'accertamento degli stati invalidanti, nell'ottica di riassetto e semplificazione e in ordine alla revisione dei processi valutativi di base, anche in riferimento alle argomentazioni tecnico-scientifiche ad essi inerenti. Anche le rappresentanze sindacali di FIMMG INPS hanno chiesto una partecipazione nel percorso dei decreti attuativi, posto che i medici membri delle commissioni INPS sono professionisti impegnati nello studio della disabilità, insieme ai colleghi assistenti sociali e medici di categoria, per l'accurata valutazione delle differenti e complesse condizioni di disabilità e per un progetto di vita lavorativa e sociale che sia compatibile e adeguato alla persona. Tale richieste, che sono state presentate, con emendamenti, proprio dal gruppo Coraggio Italia e, poi, con un ordine del giorno, sono finalizzate a favorire il confronto, nella successiva attività legislativa, con la componente medica, con l'obiettivo di dar luogo a una rinnovata e virtuosa funzione accertativa medico-legale, che possa tradursi in un verbale formalmente corretto e utile alle molteplici finalità insite nella legge delega stessa. Bisogna evitare l'insorgenza di problemi di carattere interpretativo; quindi, la partecipazione delle figure sanitarie, sociosanitarie e sociali garantisce un linguaggio condiviso e una definizione univoca, utile a offrire il giusto grado di protezione in base alla gravità del quadro osservato, elemento basilare e imprescindibile anche per la successiva valutazione multidimensionale, un obiettivo complesso, ma possibile.

Abbiamo lavorato al testo della legge delega nella convinzione che, prima di ogni norma, serva un cambiamento culturale e anche organizzativo, che parte dalla formazione di chi si occupa del mondo delle disabilità, a tutti i livelli. Bisogna investire nei servizi, che diventano opportunità di lavoro dopo la formazione, nella prospettiva della persona con disabilità. L'obiettivo di una vita indipendente diventa fondamentale per potenziare l'appropriatezza e l'efficacia dei percorsi assistenziali.

Quindi, questo è l'inizio di un cammino, che è stato tracciato ed è solo iniziato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà. Colleghi!

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Anzitutto, vorrei rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i gruppi parlamentari, che, in meno di un mese, hanno svolto il lavoro che, per deleghe di questa portata, avrebbe richiesto mesi, in tempi ordinari, ma viviamo tempi fuori dall'ordinario e questa velocità è imposta dagli accordi tra Governo e Commissione europea relativi all'attuazione del PNRR, in base ai quali la legge delega sulla disabilità dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2021, pena la perdita dei fondi europei relativi anche alla disabilità. Il Parlamento avrebbe potuto non farsi carico di una tale scadenza o avrebbe potuto usarla come un alibi per scaricare sull'Esecutivo ogni responsabilità. Invece, tutti insieme, gruppi di maggioranza e di opposizione, abbiamo lavorato con la Ministra Stefani - che tengo a ringraziare, per il suo grande spirito di collaborazione -, compiendo uno sforzo corale per migliorare il testo al massimo delle nostre possibilità, nelle condizioni date.

Venendo al merito, anzitutto sgombriamo il campo da fraintendimenti. Questa non è una legge quadro, non è quel famoso codice della disabilità di cui si è tanto parlato, ma è una specifica delega al Governo, che si sviluppa nel perimetro chiaramente tracciato dal PNRR, un perimetro che prevede la modifica della legislazione vigente, per promuovere l'autonomia delle persone con disabilità e la loro de-istituzionalizzazione, anche attraverso una riforma delle procedure di accertamento e la promozione di progetti di vita indipendente. Entro tale perimetro, la legge delega compie alcune scelte fondamentali, chiarite e rafforzate dal lavoro in Commissione. Anzitutto, si assume, finalmente, nella disciplina sull'accertamento della condizione di disabilità, la definizione sancita dalla Convenzione ONU. L'Italia esce così dal paradosso di essere un Paese aderente alla Convenzione che pure, nella propria legge fondamentale in materia, la legge n. 104 del 1992, si riferisce ancora alla certificazione dell'handicap, termine ormai bandito, e da bandire, dai testi normativi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non è un fatto semantico, è un cambio di paradigma, per poter finalmente attuare la visione culturale che la Convenzione promuove, partendo da una definizione di disabilità non più fondata su un modello medico che pone al centro la patologia, ma riferita al risultato dinamico dell'interazione tra la menomazione, le caratteristiche individuali della persona e l'ambiente. Una definizione che muove da un principio cardine: la persona con disabilità è titolare non di diritti nuovi o diversi, ma degli stessi diritti umani riconosciuti a ogni persona, in quanto viene al mondo, diritti universali, indivisibili ed esigibili, ma che possono essere esercitati da una persona con disabilità solo rimuovendo gli ostacoli ambientali e comportamentali, che, proprio determinandone la disabilità, impediscono la sua piena ed effettiva partecipazione alla società. Proprio per rafforzare questo cambiamento culturale nei lavori in Commissione abbiamo integrato il testo, esplicitando come, se la finalità della delega è garantire una valutazione della condizione di disabilità che consenta il pieno esercizio dei diritti civili e sociali della persona, da un lato, tra questi diritti, sono - e devono essere - compresi il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa; dall'altro lato, proprio per questo motivo, obiettivo della delega deve essere promuovere l'autonomia della persona con disabilità, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di non discriminazione, favorendo la de-istituzionalizzazione e prevenendo l'istituzionalizzazione.

Che la scelta della delega non sia nominalistica è dimostrato anche da altri elementi. Anzitutto, essa prevede che siano adottate scale valutative coerenti con l'International Classification of Functioning Disability and Health, ossia scale valutative coerenti con la definizione di disabilità della Convenzione ONU. Al riguardo, in sede referente abbiamo accolto le indicazioni provenienti dalle associazioni che desidero ringraziare perché, anche in questa occasione, complicata da condizioni e tempistiche proibitive in cui abbiamo lavorato, non hanno fatto mancare il loro prezioso contributo di idee e proposte. In tal modo, abbiamo emendato il testo, chiarendo che, in conformità alla definizione di disabilità e alla classificazione ICD e ICF, non dovranno semplicemente essere riviste le tabelle delle percentuali di invalidità, ma dovranno essere progressivamente aggiornati le definizioni, i criteri e le modalità di accertamento dell'invalidità. Inoltre, abbiamo inserito specifiche clausole di salvaguardia perché, in questo progressivo aggiornamento, nessuno deve perdere alcuno degli attuali benefici.

Sempre per conformare il sistema alla prospettiva della Convenzione, abbiamo previsto percorsi valutativi distinti tra persone adulte, persone anziane e minori e abbiamo previsto che siano assicurati criteri idonei nella valutazione per tenere nella dovuta considerazione le differenze di genere. Guardate, una prospettiva, quella di genere, che ad oggi non ha mai trovato spazio nei processi valutativi riguardanti la disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non solo: grazie al lavoro emendativo abbiamo chiarito che la valutazione di base della disabilità dovrà accertare la necessità di sostegno e di sostegno intensivo della persona. È importante perché significa superare il modello incentrato sulla gravità della cosiddetta minorazione - termine ormai inaccettabile usato dalla legge n. 104 - per passare all'approccio della Convenzione secondo cui occorre promuovere e proteggere i diritti umani di tutte le persone con disabilità, incluse quelle che richiedono maggior sostegno.

La delega prevede che, in esito alla valutazione di base, l'interessato possa richiedere una valutazione multidimensionale finalizzata alla predisposizione di un progetto individuale, personalizzato e partecipato. Noi sappiamo che il progetto personalizzato esiste sulla carta dai tempi dell'approvazione della legge n. 328 del 2000, quello che però si prova a fare in questa delega è creare condizioni procedurali affinché finalmente si realizzi un sistema effettivamente capace di individuare i sistemi e gli accomodamenti ragionevoli che in concreto consentano alla persona con disabilità di vivere la vita che si è scelta per sé. A questo proposito, voglio ricordare un punto che abbiamo inserito in sede referente, ossia la garanzia che, anche ove sia soggetta ad una misura di protezione giuridica o abbia necessità di sostegno ad altissima intensità, la persona con disabilità sia sempre messa in condizione, al massimo delle sue possibilità, di esprimere la propria volontà e comprendere quanto le viene proposto, perché, senza il protagonismo della persona, nessun progetto che riguardi la sua vita potrà mai essere considerato rispettoso della sua dignità.

Abbiamo lavorato anche sul Garante delle persone con disabilità; abbiamo chiarito che sarà un soggetto terzo, indipendente, con competenze di vigilanza, ispirato al modello del Garante delle persone in stato di detenzione; un organo, quindi, di tutela, con funzioni diverse da quelle che spettano all'osservatorio e con competenze e funzioni diverse dall'advocacy, che spetta alle associazioni.

In conclusione, colleghi e colleghe, questa delega non rappresenta una rivoluzione copernicana, ma costituisce un passo fondamentale nella direzione indicata dalla Convenzione ONU. Nel dichiarare il voto favorevole di Italia Viva sul provvedimento dunque, cara Ministra, sottolineo che il difficile viene da qui in avanti, perché, senza decreti attuativi e stanziamenti idonei a dare gambe forti a questa delega, essa rischia di restare un esercizio astratto e di non incidere sulla vita degli oltre 3 milioni di persone con disabilità che vivono nel nostro Paese. Al riguardo, quello che posso assicurare è che, se il Governo saprà cogliere, anche nella fase di attuazione della delega, la ricchezza del contributo del Parlamento, noi ci saremo con lo stesso spirito di servizio e senso di responsabilità che ha caratterizzato il nostro impegno sin qui (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Lo diremo sin dall'inizio: voteremo a favore di questo provvedimento. Fratelli d'Italia non farà mai mancare il proprio voto favorevole, il proprio appoggio, il proprio contributo ad iniziative che vanno verso la protezione dei più fragili e il riconoscimento al diritto ad una vita piena, autonoma, indipendente, che sia fondata sul riconoscimento della dignità della persona, dell'essere umano. Posso dire, Ministro, che l'abbiamo dimostrato nei lavori di Commissione; devo dire che, in quanto rappresentante del Governo, lei, Ministro Stefani, ha proposto una modalità che è abbastanza rara in queste Aule parlamentari, cioè ha rispettato il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ha rispettato i gruppi, ha rispettato la rappresentanza delle categorie professionali, delle associazioni, delle persone che noi abbiamo la responsabilità di portare in queste assise e a cui dare voce. Questo, purtroppo, dovrebbe essere scontato, ma, invece, non lo è, quindi la ringrazio perché lei ha avuto la capacità, l'intelligenza, il buon senso di tenere aperto il proprio cuore e anche il proprio cervello. Quando questo avviene, accade qualcosa che dovrebbe essere la normale dialettica democratica, ma che, invece, è raro in Parlamento, alla Camera come al Senato. Ciò che i gruppi parlamentari, i gruppi di Governo, ma anche il gruppo di opposizione, rappresentato da Fratelli d'Italia, hanno fatto è stato rimboccarsi le maniche e accettare la sfida, perché lei, Ministro, sì che ci ha proposto una sfida: la sfida lanciata dall'Europa, con una tempistica che andava a configurare una roadmap quasi impossibile, perché questo provvedimento arriva a circa un mese e mezzo dalla scadenza come tempo ultimo di approvazione e dei passaggi di tutte e due le Camere del Parlamento.

Quando lei è venuta in Commissione e ci ha proposto questa criticità - con onestà ci ha detto che era una criticità - ci ha chiesto aiuto e noi, a quel punto, non abbiamo fatto alcun passo indietro, non ci siamo fermati, ma abbiamo fatto verso di lei, verso di voi un passo in avanti, perché in gioco c'era qualcosa di più importante della dialettica parlamentare che, a volte, si chiude dietro la propaganda: c'era la possibilità di dare al popolo italiano l'esempio di come la politica si possa fare con la “P” maiuscola, mettendo al primo posto un'altra “P” maiuscola, ossia le persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ministro, il valore di uno Stato, lo ricordo sempre a me stessa, si misura dalla capacità di proteggere i più fragili e se oggi avessimo fallito questo impegno, possiamo dire che avremmo del tutto fallito come parlamentari, come deputati; invece, siamo stati in grado, grazie al buon esempio di tutti, di andare oltre le divisioni, oltre i colori politici e di entrare nel merito del provvedimento che lei ha portato in Commissione.

Fratelli d'Italia è abbastanza soddisfatta e lo è perché c'è stata la capacità da parte del Governo di accogliere i buoni emendamenti dei diversi gruppi politici e c'è stata la capacità da parte sua di accogliere diversi emendamenti di Fratelli d'Italia in quota opposizione.

Siamo contenti perché grazie ai nostri emendamenti pensiamo di avere contribuito a rendere un provvedimento migliore, come lei stessa ci ha riconosciuto e anche i relatori ce lo hanno riconosciuto. Abbiamo cercato di puntare sull'inserire nelle finalità il diritto a una vita indipendente e a una piena inclusione. Abbiamo cercato di introdurre, e lei lo ha accolto, il pieno coinvolgimento dell'Osservatorio nazionale, perché se l'Osservatorio nazionale esiste deve poi essere una delle centralità. Abbiamo chiesto, ed è stato accolto, il potenziamento dell'Ufficio nazionale per le politiche in favore delle persone con disabilità. È stata accolta la nostra indicazione di far sì che la valutazione di base riconosca le varie intensità e non la dicotomia tra gravità o assenza di gravità. È stato accolto il superamento delle tabelle con le percentuali di invalidità, che fra l'altro è emendamento e contenuto condiviso anche da altri gruppi, come molte altre delle nostre proposte. È stata accolta la procedura per la valutazione che potesse includere la partecipazione delle associazioni di categoria, come anche il progetto di vita che preveda veramente un coinvolgimento delle persone, perché, quando si dice e si accetta la dichiarazione “mai su di noi senza di noi”, è attraverso delle norme che includano questo e ne riconoscano appieno l'effettivo diritto alla piena partecipazione che la modalità cambia e che i protagonisti cambiano. È stato accolto il Terzo settore come interlocutore certamente importante, che deve partecipare in quella fase di coprogrammazione e coprogettazione che già il codice del Terzo settore ha sancito come imprescindibile. È stato poi accolto, anche questo condiviso con molti altri colleghi, che un garante non poteva essere un uomo o una donna a cui dare una stelletta, ma che invece dovesse essere l'introduzione di un organismo collegiale indipendente e con poteri fattivi di intervento, di monitoraggio, in maniera tale che evidentemente potesse essere sì un elemento di garanzia. E poi, sicuramente, la clausola di salvaguardia, perché siamo consapevoli che, come ogni riforma, non è detto che ciò che si è conseguito rimanga. Gli equilibri possono essere spazzati via e ogni cambiamento può portare a un'evoluzione maggiore, ma anche a un'involuzione. E allora salvaguardare quei diritti alle prestazioni, ai servizi, alle agevolazioni, ai trasferimenti monetari già erogati è atto imprescindibile e che assolutamente deve essere garantito.

Tuttavia, Ministro, mi corre l'obbligo sottolinearle proprio in questa fase che questa è una delega al Governo. Abbiamo cercato di costruire non una delega in bianco, anche perché non è compito del Parlamento dare deleghe in bianco; anzi, il Parlamento non lo dovrebbe mai fare. Abbiamo cercato di costruire confini che potessero dare certezza, certezza di diritto e certezza di tutela. Però a questo poi conseguirà un altro momento che diventerà ancora più fondamentale e strategico, cioè quello dei decreti legislativi; saranno quelli che poi daranno la dimostrazione di come in Italia si voglia fare un reale riordino della normativa che dia certezza di diritti e certezza di tutele alle persone con disabilità e che realmente dia attuazione a quella Convenzione che l'Italia ha sottoscritto. Allora le chiedo, Ministro, quando lei avrà la possibilità di scrivere quei decreti legislativi, di non dimenticare quella frase “mai su di noi senza di noi”. Cioè, quando si troverà seduta al suo tavolo ad abbozzare quei decreti legislativi, si attorni delle persone che vivono la condizione di disabilità, si attorni delle categorie di rappresentanza di quelle persone, si doti di quelle sapienze e conoscenze, perché il suo atto avrà due valori: il primo, quello di rispettare quelle persone; il secondo, di rispettare le competenze per far sì che lei davvero possa attuare quella riforma che l'Italia aspetta da troppo tempo.

In quei momenti le chiediamo un'ultima cosa, le chiediamo di riflettere su questioni che sono ancora troppo critiche in Italia. Gliele nominerò per brevità di tempo: le questioni sono la piena accessibilità e inclusione nel mondo del lavoro; il pieno riconoscimento del valore economico e sociale dei caregiver familiari, perché le famiglie svolgono un compito troppo oneroso che spesso è caratterizzato dallo scaricare su di loro inadempienze e mancanze delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Pensi anche a quella banca dati nazionale sulle fragilità e sui servizi che vengono erogati alle persone disabili: diventerà strategica quando vivremo un altro momento di emergenza - speriamo, ma lo diventerà - e se non avessimo una banca dati quelle persone con condizione di disabilità tardivamente riceverebbero gli aiuti. Infine, Ministro, quello di cui abbiamo bisogno è che i LEA diventino fattivi in Italia, e che i LEP, cioè i livelli essenziali delle prestazioni, non siano una chimera ancora indefinita e ambigua, in cui la mancanza della certezza delle tutele oggi è ancora presente in Italia. Lei, Ministro, ha un grande compito…

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Finisco, Presidente, davvero. Lei, Ministro, ha un grande compito. Ha visto che il Parlamento si è unito con lei: usi il Parlamento ancora per essere forte, per rivendicare i diritti delle persone più fragili, fino ad arrivare a battere i pugni, perché questo Governo sappia realmente costruire delle priorità vere e reali in Italia. Noi saremo con lei, se lo farà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Prima di pronunciare la dichiarazione di voto al provvedimento che stiamo esaminando credo sia doveroso e non sia affatto scontato un ringraziamento a nome del gruppo di Forza Italia, e anche a titolo personale, al Ministro Stefani e al suo staff, alle relatrici del provvedimento e alla presidente e ai colleghi della Commissione affari sociali, con cui abbiamo lavorato davvero giorno e notte in un clima di rispetto e leale collaborazione (Applausi), senza ostruzionismi, lavoro di cui davvero possiamo andare fieri e di cui credo sia anche giusto dare notizia a chi segue i lavori dell'Aula da casa. Oggi scriviamo una pagina importante ed è doveroso anche ringraziare tutti i soggetti auditi e le associazioni di categoria, coloro che hanno inviato le relazioni tecniche che ci hanno in qualche modo fatto riflettere, rivedendo a volte anche le nostre posizioni al fine di migliorare il testo. Questa legge delega rientra tra le riforme e le azioni chiave previste dal PNRR, in particolare dalla Missione 5, dove si fa esplicito riferimento ad una legge quadro per la disabilità.

Confesso che la tempistica dettata dal PNRR, che chiede la sua entrata in vigore entro la fine di quest'anno, ci ha un po' turbato e anche preoccupato. Ci è stato chiesto di fare in poco più di 30 giorni ciò che non si è fatto negli ultimi 30 anni; in 30 anni è cambiato il mondo, è cambiato l'approccio, sono cambiate le terminologie, la mentalità, la società. Trent'anni dalla prima legge quadro, la più nota legge n. 104 del 1992, caposaldo della nostra legislazione. Non sono mancate in questi anni, del resto, anche buone leggi o singoli provvedimenti nazionali e locali, ma si tratta di un arcipelago di norme sparpagliate e disomogenee, spesso inapplicate. Solo per fare un esempio, parlerei delle leggi sui piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche nei comuni, purtroppo disapplicate da oltre il 90 per cento delle amministrazioni locali.

Bisognava, quindi, fare un primo passo, rimettere un po' di ordine, aggiornare leggi e definizioni ormai superate anche dalla comunità scientifica e che non sono più tollerabili. Lo dovevamo agli oltre 3 milioni di italiani che vivono con una disabilità e che si aspettano dalla legge più tutele e più opportunità. È una legge delega, certo, con sette punti chiave legati alla delega e che richiede chiaramente un importante numero di decreti attuativi, ma i campi della delega volgono a rendere effettivi i diritti e la tutela di quelle persone con disabilità che soffrono di problemi di salute o gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività quotidiane in piena autonomia. Non ripeterò adesso sui contenuti dell'intero provvedimento che già altri prima di me hanno bene illustrato, compreso il collega Novelli che è intervenuto in discussione generale, ma farò riferimento ad alcuni punti che a Forza Italia stavano a cuore e che siamo riusciti a ottenere, nel corso dell'esame, nel provvedimento.

Ci tengo ad evidenziare che tra i numerosi emendamenti approvati in sede referente, 10 portano la firma di Forza Italia. Ad esempio, siamo intervenuti nel rispetto delle procedure per l'accertamento delle varie condizioni di disabilità, che oggi, grazie a questa legge, possono contare su parametri internazionali di riferimento, a garanzia di una maggiore obiettività delle valutazioni. Abbiamo chiesto e ottenuto una maggiore partecipazione delle associazioni a tutela delle persone con disabilità. Abbiamo preferito eliminare l'aggiornamento della tabella indicativa delle percentuali di invalidità, sostituendolo con un progressivo aggiornamento delle definizioni dei criteri e delle modalità di accertamento delle invalidità, chiaramente da demandare a un successivo decreto interministeriale, che vedrà coinvolti salute, economia, disabilità e lavoro. Soprattutto, abbiamo voluto salvaguardare i diritti acquisiti in precedenti valutazioni, garantendo sempre la possibilità di poter usufruire delle condizioni migliori, evitando eventuali ed inaccettabili penalizzazioni dovute anche agli aggiornamenti dei parametri valutativi.

Poi c'è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore e che è stato inserito nella delega: finalmente in una legge quadro si parla di sport (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Se noi dobbiamo parlare di progetti di vita indipendente, questo è un punto che ci è stato chiesto più volte, esplicitamente menzionato anche dalla Convenzione ONU del 2006 e anche dalla più recente Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. È stato quindi inserito, tra i progetti di vita indipendente, il diritto alla pratica sportiva e all'attività ludico-motoria, in un'ottica di inclusione sociale e promozione di benessere. Servirà, poi, ovviamente, un intervento anche della Salute per quel tanto atteso aggiornamento del nomenclatore all'interno dei LEA, già citato prima di me, per l'erogazione di protesi e ausili di tecnologia avanzata; con riferimento a questo, ringrazio anche per l'approvazione del mio ordine del giorno, che va proprio in questa direzione.

La delega prevede anche l'istituzione della figura del Garante delle persone con disabilità. La proposta accoglie largamente l'iniziativa legislativa di cui è promotore il nostro collega Novelli circa l'istituzione del Garante delle persone fragili. Come Forza Italia, siamo soddisfatti del lavoro svolto in Commissione, perché ciò ha portato a delineare competenze e ambiti d'azione rispetto ad analoghe figure, spesso purtroppo simboliche. La nuova Autorità garante sarà collegiale e indipendente e, oltre a raccogliere segnalazioni e vigilare sul rispetto dei diritti delle persone con disabilità, potrà svolgere verifiche sull'esistenza di fenomeni discriminatori, formulando raccomandazioni e pareri, promuovendo campagne di sensibilizzazione, quindi, relazionando annualmente sull'attività svolta sia al Parlamento che al Governo. Questo è un dato altrettanto importante di cui siamo orgogliosi.

I decreti legislativi dovranno essere emanati entro 20 mesi; questo ce lo dobbiamo ricordare e anch'io sono assolutamente propositiva pensando al fatto che troviamo nel Ministro Stefani grande coinvolgimento, grande partecipazione, sensibilità e attenzione, ma, soprattutto, confronto costante propositivo. Tuttavia, mio malgrado, devo ricordare, prima di tutto a me stessa e poi anche ai colleghi, che se il Governo non dovesse riuscire a dare vita a tutti i decreti legislativi necessari entro la fine di questa legislatura, il campo della delega slitterà a chi verrà dopo di noi. Quindi, auspico che ci si metta la stessa cura e attenzione che ci abbiamo messo noi. Quando, il 27 ottobre, il Consiglio dei Ministri approvò lo schema di disegno di legge che il Ministro ci ha illustrato e poi portato all'esame, chiedendoci di approvarlo entro il 31 dicembre, per un attimo ci siamo sentiti un po' tutti impreparati ad affrontare questa sfida, una grande sfida; temevamo di deludere milioni di cittadini e milioni di famiglie che, da anni, attendono segnali concreti e attenzione dallo Stato. Io, personalmente, che me ne sono dovuta occupare in prima persona in Commissione, Presidente, mi permetterà una battuta, non le nascondo che mi sono tremate le gambe che non ho; per fortuna sono in carbonio e sono riuscita a reggere bene il colpo (Applausi). Ho lavorato con attenzione e dedizione insieme ai colleghi e abbiamo veramente formato una grande squadra che ci ha permesso, in poco tempo, di dare vita a questa legge importante, che oggi votiamo. Siamo riusciti a portarla in Aula senza intaccare particolarmente la legge n. 104, che è un faro per milioni di persone, anzi, piuttosto, l'abbiamo integrata con passaggi migliorativi, semplificandone anche alcuni punti importanti.

Presidente, chiudo con una riflessione personale che ho avuto modo di tirare fuori soprattutto in questi giorni. Spesso la salute consente di godere la vita; la malattia, la sofferenza, le limitazioni dovute ad una disabilità consentono di comprenderne meglio il significato. Io credo che questo sia lo spirito che un po' ci ha spinto tutti quanti a lavorare su questo testo. La mia disabilità e la mia storia personale mi hanno anche, poi, permesso di entrare un po' più nel merito in alcuni punti e di questo ringrazio tutto il mio gruppo, Forza Italia, per la fiducia che mi ha dato. Alla luce di quanto esposto e di quanto è stato già illustrato prima di me, non posso che annunciare il voto favorevole di Forza Italia. Grazie a tutti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signor Presidente. Gentile Ministra, colleghe e colleghi, il primo augurio che faccio a tutti noi è che quello che stiamo approvando qui diventi patrimonio del Paese, che non venga considerato come una legge che riguarda gli addetti ai lavori o come una questione molto rilevante che riguarda in particolare la vita delle persone con disabilità. Noi ci siamo posti l'obiettivo di dover approvare questo passaggio in tempi stretti e ciò è molto importante; voglio quindi spiegare le ragioni del perché questo passaggio è così importante. La prima è che questa riforma - così è stata iscritta nel nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza - viene definita come un milestone, cioè una riforma con quegli obiettivi qualitativi che trascinano con sé semplificazioni normative e riorganizzative, che sono legate al buon utilizzo degli investimenti; ce ne sono 205 nel PNRR e, vista la loro natura, spesso precedono i target nel tempo e spianano la strada per il loro raggiungimento. Una condizione, dunque, per accedere alle disponibilità finanziarie che, con un approccio generoso e solidale, Bruxelles ci ha consentito.

La seconda regione è che questa riforma noi l'abbiamo legata, quando abbiamo approvato la NADEF, alla legge di bilancio. Queste due deadline noi non le abbiamo mai dimenticate ed è giusto rappresentare qui il senso di responsabilità che ci siamo assunti con questo disegno di legge, che è stato presentato alla Camera il 2 novembre e con riferimento al quale, in poco più di un mese, siamo qui per l'approvazione nel primo ramo del Parlamento.

Speditezza e rigore, con un grande lavoro svolto in Commissione da tutti i parlamentari (parlo a nome del Partito Democratico), durante il quale questi due obiettivi sono sempre stati ben presenti ed inscindibili; da questa legge dipendono e discenderanno i diritti a cui le persone con disabilità potranno accedere, così come i sostegni, i benefici. Sono quindi sono materie da affrontare con cura e ringrazio davvero molto la Ministra Stefani, le relatrici Noja e Sportiello, per aver accompagnato le riflessioni e anche le modifiche che abbiamo apportato, che a nostro giudizio sono integrative e migliorative. L'Italia, dal 2009, ha ratificato la Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità; un Trattato internazionale perché ci sia un approccio culturale diverso, che vincola gli Stati firmatari a rispettarli. Sono passati 12 anni e nel nostro ordinamento ci sono ancora definizioni che sono fuori dalla storia. Potrei citarne alcune come esempio ed è doveroso farlo qui. Una legge che per noi è una legge miliare, la legge n. 104, parla di riconoscimento dello stato dell'handicap; la legge n. 118 del 1971 sull'invalidità civile considera mutilati gli invalidi civili, i cittadini affetti da minorazioni congenite, compresi gli irregolari psichici per oligofrenie: veramente era ora ed è tempo che finalmente si metta in archivio un linguaggio che non ci appartiene più.

Questo testo sicuramente coglie temi importanti, formalizza principi condivisibili, in particolare con l'ultimo Piano di azione biennale fatto dall'Osservatorio, che è frutto di un grande lavoro e di un grande patrimonio che abbiamo all'interno del nostro Paese, intervenendo su una materia molto complessa che, giustamente, tutti gli stakeholder hanno definito una babele.

E, quindi, è giusto questo intervento di riordino, che rappresenta grandi opportunità, ma di cui non va sottovalutato il rischio, perché sarà commisurato con l'effettiva capacità di comprendere e di affrontare i nodi strutturali che, poi, saranno in funzione dei decreti attuativi, su cui noi vigileremo.

È da valutare positivamente, dunque, questo passaggio; “passaggio storico” sono parole abusate, ma credo sia giusto riconoscere che, finalmente, nel nostro ordinamento la definizione di disabilità sarà coerente con la Convenzione dell'ONU. Si introduce questa valutazione di base, che sarà distinta da quella successiva, di valutazione multidisciplinare, basata su quello che si chiama l'approccio bio-psicosociale, però, vi prego, non guardate a questo passaggio come se fosse una semplice semplificazione, necessaria e doverosa, per milioni di persone con disabilità, che devono districarsi tra commissioni, spesso anche senza vedersi riconosciuta la rivedibilità di alcune situazioni. Questo è un tema profondamente culturale, dal quale discendono la legislazione, le procedure e l'organizzazione, ed è un passaggio dove, finalmente, in un linguaggio e in un approccio medico e clinico della persona con disabilità, si include la componente sociale, per cui la disabilità è il risultato degli svantaggi causati dall'ambiente fisico alla persona. Noi abbiamo legato, e legheremo, questa nuova valutazione di disabilità alle condizioni dell'ICD e alle condizioni che vengono riconosciute dall'ICF. Questo passaggio finalmente riconosce tale valutazione, e noi ci siamo adoperati per garantire consequenzialità a questa legge delega. Credo che sia altrettanto importante che il contributo dei tanti auditi, che ringraziamo, in questo breve tempo - comprese le loro preoccupazioni - debba rimanere vivo. Lo dico perché è stato, per il Partito Democratico, un principio inderogabile aver introdotto la norma di salvaguardia, perché qui si agisce sulla pelle viva delle persone con disabilità e con i loro diritti acquisiti, rispetto alle norme esistenti.

Credo che, finalmente, arrivati a questo progresso, dobbiamo, però, ricordarci – come è giusto, in questa sede – di un tema di dibattito: il riferimento è alle attuali tabelle, dove, con determinate percentuali, si stabilisce a quali cose una persona abbia diritto e a quali altre un'altra persona, non abbia diritto; sono tabelle obsolete, che dobbiamo superare; però, l'attenzione più grande che voglio richiamare qui - e lo dico perché l'abbiamo sentita anche per voce della Ministra – è al fatto che non si fanno le nozze con i fichi secchi; la preoccupazione che ho - e che credo sia la preoccupazione di tutto questo Parlamento - è che le disponibilità finanziarie – ci è stato ricordato anche oggi, in Commissione bilancio - non sono quantificate. Noi affidiamo all'INPS – l'ente pubblico che diventerà l'unico presidio in materia - questo accertamento; voglio ricordare che lo stesso INPS, rispondendo ad un'interrogazione, ci ha evidenziato quanto arretrato ancora abbia da smaltire. Questa è una preoccupazione che ci richiama tutti ad una considerazione; attualmente, questa delega è coperta da tre fonti di finanziamento: la prima è legata al Fondo dei 300 milioni, ai quali ne aggiungeremo 50, con l'approvazione della legge di bilancio; la seconda è rappresentata dalle risorse, 500 milioni, poste nella Missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza; sono, sostanzialmente, risorse legate agli investimenti; la terza è insita nella seguente affermazione: andremo a prendere le risorse anche da quelle attuali destinate alla disabilità; devo dire, con molto stupore, che anche la relazione tecnica ha fatto riferimento alla legge sulla non autosufficienza e al Fondo nazionale delle politiche sociali. Si tratta, in realtà, di risorse destinate ai comuni, per garantire il sostegno domiciliare di tutte le persone con disabilità; non vi è una differenza tra chi è più disabile e chi non è autosufficiente o è anziano. Questo, per noi, sarà un presidio al quale non potremo mancare, anche perché un'altra milestone in questa legge si chiama “riforma della non autosufficienza”.

Nella consapevolezza piena e totale, non solo della disponibilità del Partito Democratico, nel lavoro che abbiamo fatto in tanti anni, dal 2013, da quando sono qui, in questo Parlamento, una delle prime norme che abbiamo aggredito è stata proprio quella che riguarda le continue richieste di accertamento per persone che, come giustamente ricordava in precedenza la collega Versace, se sono amputate, la gamba non gli ricrescerà, se sono in una condizione di disabilità permanente, credo rimarranno nella stessa condizione. Allo stesso modo con cui abbiamo varato tante altre buone norme - ricordo a tutti la legge n. 112 del 2016 -, ci troverà dalla sua parte chi è fuori di qui, soprattutto le persone con disabilità e le loro famiglie, sapendo che non mancherà mai la vigilanza, l'attenzione e la garanzia che, in questo Parlamento, faremo solo ciò che serve per garantire piena cittadinanza e pieni diritti alle persone con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolin. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro Stefani, il disegno di legge all'esame dell'Aula costituisce il primo passo di una riforma estremamente importante per il Paese e per l'inclusione delle persone con disabilità. Si tratta di un progetto ambizioso, atteso da moltissimi anni, che finalmente ci darà la possibilità di riformare dalle fondamenta la normativa vigente in materia, uniformandola ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Italia nel 2009. Un grande merito, sicuramente il più grande merito, va riconosciuto al Ministro per le disabilità, Erika Stefani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a lei rivolgo il plauso convinto di tutti noi, per gli importanti traguardi raggiunti, a meno di un anno dall'insediamento. Quando, nello scorso mese di febbraio, abbiamo deciso di sposare la causa di questo Governo, abbiamo immediatamente richiesto il ripristino di un Ministero dedicato specificamente alle esigenze delle persone con disabilità, un Ministero per garantire tempestività, trasversalità e coordinamento delle politiche in materia, un Ministero per dare voce alle istanze delle persone fragili, che troppe volte sono rimaste inascoltate, anche nelle fasi più dure e drammatiche dell'emergenza COVID. Serviva un'assunzione di responsabilità, serviva un cambio di rotta e, a poco tempo dall'insediamento del Ministro Stefani, questo cambio di rotta c'è stato, è tangibile, e siamo orgogliosi di poterlo sottolineare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

C'è stata, innanzitutto, una grande capacità nella gestione delle problematiche che le persone con disabilità hanno riscontrato nelle more dell'emergenza, penso ai provvedimenti che hanno consentito l'accesso prioritario alla vaccinazione da parte di tutte le persone con disabilità, sin dalle primissime fasi della campagna vaccinale, nonostante la carenza di dosi; penso agli interventi sulla didattica in presenza, che è stata garantita a favore di alunni con disabilità, anche nelle “zone rosse”; penso alla proroga delle tutele previste in favore dei lavoratori fragili, lavoratori che il precedente Governo aveva incredibilmente abbandonato a loro stessi, costringendoli a mettere a rischio la propria salute per conservare il posto di lavoro. Non dimentichiamo, poi, il riconoscimento della LIS e della LIS tattile, atteso da moltissimi anni, che è arrivato nel “decreto Sostegni”, allineando finalmente l'Italia agli standard in vigore negli altri Paesi europei.

L'attenzione verso il mondo della disabilità ha permeato anche la disciplina sull'assegno unico e universale, che prevede importanti maggiorazioni in favore dei genitori che hanno figli con disabilità, come richiesto dalla legge delega. E non è tutto qui; valutiamo con favore anche l'arrivo della disability card, una tessera unica che sostituisce, finalmente, i numerosi certificati e documenti cartacei per un accesso semplificato alle prestazioni agevolate, uno strumento che ci vede, per una volta, leader a livello europeo e apripista di un percorso virtuoso, che potrà essere ancora ampliato e potenziato nel prossimo futuro.

Brillante è anche l'intervento al “decreto Fisco-lavoro”, attualmente in fase di conversione, che risolve con immediatezza la situazione di impasse che si era creata sugli assegni di invalidità a seguito dell'assurdo messaggio INPS che tagliava le pensioni agli invalidi parziali occupati. A queste numerose e importanti misure si aggiunge adesso un altro tassello, forse ancora più importante, che riguarda proprio la legge delega in materia di disabilità. È una legge di primario interesse per moltissimi cittadini italiani con disabilità, ma anche per le relative famiglie che nel nostro Paese svolgono un ruolo essenziale dal punto di vista dell'assistenza e del contrasto al rischio di emarginazione. Mi soffermo qui sugli obiettivi del progetto di riforma che ritengo prioritari. Si prevede il riordino della normativa di settore e una nuova definizione di disabilità, la revisione dei processi valutativi di base, ma soprattutto si innesta il concetto di valutazione multidimensionale della disabilità attraverso la realizzazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato. È questo il fulcro principale della riforma, come ha ben evidenziato il Ministro Stefani.

Oggi una persona con disabilità per accertare la propria condizione deve passare attraverso innumerevoli esami e valutazioni, che molte volte risultano settoriali, non coordinati o, peggio ancora, in contrasto tra loro, e vi assicuro che è così, per aver personalmente percorso questo labirinto di burocrazia per esigenze legate alla mia famiglia. Con l'approvazione di questa legge delega diamo mandato al Governo di modificare radicalmente questa impostazione. Si pongono finalmente al centro la persona con disabilità e le sue esigenze. Sono i servizi e le prestazioni e gli uffici che devono ruotare attorno alla persona con disabilità e non il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Superiamo il rimpallo delle competenze e superiamo la duplicazione delle valutazioni che si sovrappongono inutilmente l'una con l'altra. Si prevede finalmente un coordinamento tra le amministrazioni competenti, con l'istituzione di una valutazione multidimensionale composta in maniera tale da assicurare l'integrazione degli interventi di presa in carico, di valutazione e di progettazione. Si dedica, in particolare, attenzione anche al principio di autodeterminazione della persona con disabilità, i cui desideri, aspettative e scelte vengono finalmente presi in considerazione per divenire parte integrante ed essenziale del progetto di vita personalizzato, proprio come prevede la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Il disegno di legge prevede, inoltre, il potenziamento dei servizi a supporto dell'abitare e della vita indipendente, il rafforzamento delle infrastrutture sociali e la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di accessibilità e di inclusione. Certamente siamo al cospetto di una riforma ambiziosa, che richiederà uno sforzo di coordinamento notevole tra Stato, regioni, comuni e mondo associativo. Il lavoro da fare è tanto se vogliamo recuperare il ritardo accumulato negli anni di totale immobilismo della politica. Il nostro sostegno, peraltro, non mancherà mai. Quindi, accogliamo con favore questo progetto di riforma e riponiamo in esso delle grandi aspettative. Concludo, Presidente. Oltre al doveroso ringraziamento al Ministro Stefani, ringrazio i colleghi della Lega, tutti i colleghi della XII Commissione, a partire dalla presidente Lorefice, e tutti i funzionari. Per queste ragioni, signor Presidente, gentili colleghi e colleghe, dichiaro il voto favorevole da parte del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Arrando. Ne ha facoltà.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, anche io faccio i ringraziamenti a tutti coloro che hanno lavorato a questo disegno di legge delega. Premettiamo anche - ed è doveroso dirlo - che è stata un'impresa ardua esaminare e discutere in appena tre settimane un provvedimento complesso e trasversale come quello che ci accingiamo a votare. Abbiamo comunque lavorato collaborando costruttivamente tutti insieme con un solo e unico obiettivo: salvaguardare i diritti delle persone con disabilità, iniziando a dare risposte a quelle richieste che da troppo tempo ci venivano poste e rispetto alle quali questo Parlamento aveva il dovere di legiferare senza attendere oltre, inaugurando l'epoca della piena, effettiva e significativa partecipazione e inclusione. Come MoVimento abbiamo fortemente voluto che il tema della disabilità fosse un'azione imprescindibile da realizzare nell'ambito delle Missioni del PNRR, ed è per questo che il provvedimento è oggi collegato alla legge di bilancio e al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In questo provvedimento c'è un tratto distintivo del MoVimento che qui mi preme ricordare: il convincimento che un Paese, che vuole crescere e che vuole essere civile, deve partire sempre dall'accoglienza delle diversità e delle fragilità. È solo così che noi immaginiamo il nostro Paese. Non vi è dubbio che questo disegno di legge delega sia per diversi motivi epocale, in considerazione anche delle importanti leggi sul tema della disabilità che negli ultimi 30 anni sono state approvate proprio in questo Parlamento. La più importante è sicuramente la legge n. 104 del 1992, che ancora oggi costituisce il fondamentale strumento di tutela delle persone con disabilità e, nonostante sia antecedente all'evoluzione stessa della condizione e definizione di disabilità che con questo provvedimento intendiamo recepire, non vi è dubbio che essa rappresenta ancora oggi un elemento distintivo del livello di civiltà del nostro Paese. Altri provvedimenti hanno successivamente inciso fortemente sul mondo della disabilità: le leggi n. 68 del 1999, per il collocamento al lavoro, e n. 328 del 2000, per la realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità si è poi aperto il nuovo orizzonte basato sui diritti umani e sulle libertà fondamentali delle persone con disabilità. Dignità, eguaglianza, non discriminazione, autonomia individuale, partecipazione e inclusione nella società e diritto a poter scegliere dove e con chi vivere, consentendo così un'ulteriore evoluzione del paradigma della disabilità che richiede oggi sia la revisione sia il riordino delle norme attualmente vigenti, in attuazione degli articoli 2, 3, 31 e 38 della nostra Costituzione e in linea con la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 della Commissione europea.

Avremmo voluto prevedere la redazione del codice unico sulla disabilità, tenendo conto del percorso evolutivo della normativa in ambito nazionale, europeo e internazionale, avendo così un unico riferimento che contenesse quelle disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche, fisiche e virtuali, nonché sull'integrazione sociale, a tutela dei diritti delle persone con disabilità, sul collocamento lavorativo e sull'inclusione scolastica. L'impostazione di legge quadro data dalla delega rappresenta, comunque, un passo in avanti verso il superamento della frammentazione normativa, che, a nostro avviso, doveva prevedere anche l'unificazione delle risorse strutturali con conseguente riordino dei criteri di riparto in considerazione dei bisogni epidemiologici di ciascuna realtà territoriale, proprio perché la disabilità non è più una condizione circoscritta alle condizioni fisiologiche, sensoriali e psichiche, ma si estende al contesto ambientale e alla barriere in esso presenti, che limitano il pieno sviluppo delle persone affette da disabilità nella società. Era ed è necessario creare, dunque, il contesto normativo adeguato a garantire alla persona con disabilità piena cittadinanza attraverso l'esercizio dei suoi diritti civili e sociali, inclusi i diritti alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di non discriminazione. Dunque, è questo tipo di cittadinanza che la legge delega dovrà garantire e disciplinare, partendo dalla semplificazione delle procedure in modo da assicurare tempestività, efficienza, trasparenza e tutela nell'accesso ai diritti e superando tutti i meccanismi anche valutativi che ancora oggi continuano a confinare la persona con disabilità in un contesto meramente sanitario, se non talvolta di segregazione, e superando progressivamente le definizioni, i criteri e le modalità di accertamento delle invalidità previste oggi dal decreto del 1992. Auspichiamo anche che con questo nuovo quadro normativo vengano superate le disomogeneità che sono ancora presenti nel nostro Paese nell'accesso ai diritti civili e sociali che, quando riferite alla disabilità, determinano un'ulteriore e odiosa diversità tra le stesse persone con disabilità e questo è inaccettabile.

In questo provvedimento abbiamo voluto assicurare, attraverso la valutazione multidimensionale, sulla base di un approccio biopsicosociale, l'elaborazione di un progetto di vita personalizzato e partecipato, garantendo l'effettivo godimento dei diritti e delle libertà fondamentali, come, ad esempio, la possibilità di scegliere, in assenza di discriminazioni, un'adeguata soluzione abitativa, individuando sostegni e servizi per la vita in autonomia e modelli di assistenza personale, anche autogestita, che supportino la vita indipendente, favorendo così la deistituzionalizzazione e prevenendo l'istituzionalizzazione.

Nell'ambito del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, che ha come obiettivo quello di assicurare l'inclusione e la partecipazione sociale, abbiamo voluto sottolineare l'importanza di garantire l'esercizio dei diritti all'affettività e alla socialità, di promuovere e agevolare il soddisfacimento dei bisogni sanitari, sociali, relazionali e ambientali della persona, e di valorizzare le potenzialità delle persone con disabilità, delle loro famiglie e della comunità in cui vivono, dando finalmente attuazione alla progettualità prevista dall'articolo 14 della legge n. 328 del 2000.

Proprio per questo riteniamo che uno degli strumenti per la realizzazione del progetto di vita personalizzato sia il budget di salute, già sperimentato in diverse regioni del nostro Paese, ma che richiede una disciplina nazionale uniforme per garantire a qualunque soggetto fragile o che ne abbia bisogno di essere sostenuto dalla e nella sua stessa comunità. Il budget di salute è un modello, uno strumento, che io definisco “resiliente”, al servizio non solo delle persone con disabilità, ma di qualunque soggetto si trovi in condizioni di fragilità, che mette al centro del progetto individuale personalizzato e partecipato la persona; è un mezzo attraverso cui si contrasta la disuguaglianza nell'accesso ai livelli essenziali di assistenza sociosanitari e delle prestazioni, che si pone l'obiettivo di ridurre le disabilità sociali e che, sotto il profilo economico-finanziario, si basa sulla riqualificazione e riconversione delle risorse attualmente destinate all'istituzionalizzazione.

Proprio in considerazione del fatto che sarebbe limitante prevedere il modello del budget di salute solo per la disabilità, riteniamo opportuno concludere in questo ramo del Parlamento anche l'esame della proposta di legge che ne prevede l'istituzione, in modo tale che l'esercizio della delega da parte del Governo possa correttamente armonizzarsi con uno degli strumenti più idonei a rendere realmente indipendente la vita delle persone con disabilità.

Infine, un intervento attento e puntuale sulla disabilità non può prescindere dall'intervenire in materia di accessibilità agli ambienti fisici e virtuali, alle tecnologie, alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ai beni e ai servizi, compresi i trasporti e le infrastrutture, quale fattore abilitante dei diritti e prerequisito per la piena partecipazione. Al riguardo, sarà importante intervenire in particolar modo nella pubblica amministrazione, affinché, presso ciascuna amministrazione, possa essere sempre individuata una figura preposta alla programmazione strategica dell'accessibilità delle funzioni amministrative.

Infine, l'istituzione di un organismo collegiale indipendente per la tutela e promozione dei diritti delle persone con disabilità - dunque, non un organismo monocratico come era inizialmente previsto nella delega - va nella direzione, da noi fortemente auspicata, di affrontare e gestire il tema della disabilità in maniera trasversale e indipendente dal Governo in carica.

Avremmo voluto anche che la trasversalità fosse sostenuta da un meccanismo permanente di valutazione dell'impatto della regolazione proprio sulla disabilità, in modo tale da orientare ad ogni livello tutte le politiche pubbliche, nazionali e locali.

Concludo, Presidente, col dire che sono veramente orgogliosa di aver partecipato alla scrittura di questa legge che, come detto all'inizio del mio intervento, ritengo epocale. “La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme”: questa è una delle frasi che meglio racchiudono la filosofia che ha sempre accompagnato il pianista Ezio Bosso che di sé diceva: sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono. Ebbene, parafrasando proprio le parole di Ezio Bosso, dico che una buona legge si può fare in un solo modo: insieme. E proprio per questi motivi dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Alberto Zolezzi è diventato papà del piccolo Luca (Applausi). Esprimo al collega, al neonato e alla mamma gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la relatrice, deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA , Relatrice. Grazie, Presidente. Solo due parole, a nome anche della mia collega Sportiello, per ringraziare tutti i colleghi e le colleghe, in particolare della Commissione XII, la nostra presidente, la Ministra e i suoi uffici, che ci hanno accompagnato in questo iter molto intenso e veloce, e come sempre gli uffici della nostra Commissione, in particolare la dottoressa Tripaldi, senza la quale, devo dire, faremmo molta fatica ad andare avanti e che fa sempre più di quello che deve fare per aiutarci. Quindi, credo di interpretare tutta la Commissione in un ringraziamento speciale a lei e ai suoi uffici (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3347-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3347-A:

“Delega al Governo in materia di disabilità”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24) (Vivi e prolungati applausi).

Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 424-1884-3108-3361.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 9.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà. Colleghi, ci sono gli interventi di fine seduta, per favore.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, vorrei approfittare di questo rapido intervento per ricordare Davide Giri, un giovane ingegnere originario di Alba, in provincia di Cuneo, in Piemonte, un talento italiano, ricercatore presso la Columbia University di New York, barbaramente assassinato a coltellate da un pregiudicato più volte arrestato per crimini violenti e, nonostante questo, a piede libero. Vorrei sensibilizzare l'Aula ed il dibattito su questo tema, perché, con grande amarezza ed indignazione, mi sono resa conto che i giornali ed il mondo del “politicamente corretto” non hanno avuto modo di dare risalto alla vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dove sono finiti i nostri influencer? I paladini del “politicamente corretto”? Forse il tema non fa abbastanza notizia? Il New York Times, giornale di riferimento del mondo politically correct, ha addirittura relegato l'episodio ad un trafiletto di cronaca. Davide Giri stava tornando a casa dopo un allenamento di calcio, era una persona perbene e con un grande senso della famiglia, di grande umiltà e rispettoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma la stampa e la politica americana non ne parlano, derubricando il caso ad una semplice fatalità, anche se l'assassino ha confessato candidamente di averlo ucciso per odio verso la popolazione bianca. L'unica colpa di Davide era quella di essere forse felice, studioso, realizzato, o solo quella di essere un bianco?

Non è questo il mondo che possiamo consegnare ai nostri figli, non può essere un mondo privo di prospettive ed intinto di violenza e dolore. È con grande orgoglio che posso tuttavia evidenziare che, con grande sensibilità, il palco di Atreju è stato aperto, dando enorme risalto alla straziante e drammatica morte di Davide Giri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Grazie ai ragazzi di Gioventù Nazionale, ai colleghi di Fratelli d'Italia e alla nostra presidente, Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ed è proprio da quel palco di Atreju che voglio riportare in quest'Aula quel grido di dolore e di indignazione, per chiedere al Governo italiano, al Presidente Draghi e al Ministro degli Affari esteri, Di Maio, di portare giustizia per Davide Giri; una giustizia vera, che non venga estinta dalle velleità di un sistema come quello americano, sempre più vittima dell'anarchia e della violenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Annuncio qui un'interrogazione del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Signor Presidente, mi sembrava doveroso, il giorno dopo la sua liberazione, mandare un grande abbraccio dal Parlamento italiano a Patrick Zaki (Applausi), finalmente libero, anche se non assolto, dopo 22 mesi in carcere per aver scritto un post dissidente al regime. Con questo noi vogliamo mandare un messaggio importante: questa volta, sì, si è evitato il peggio, anche grazie alla grande mobilitazione in tutto il Paese da parte della società civile italiana e internazionale, per avere tenuto alta l'attenzione sul caso. Però Patrick non è fuori pericolo, quindi credo sia giusto che il Governo contempli l'offerta immediata di asilo politico, a lui e alla sua famiglia, qualora lo desiderasse, per ritornare qui in Italia e studiare nei nostri atenei.

Questa mossa dal Cairo, comunque, non ferma la richiesta di giustizia e verità sul caso di Giulio Regeni da parte del nostro Paese. Noi non dobbiamo fermarci e chiedo la calendarizzazione immediata della discussione sulla relazione conclusiva che la Commissione d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni ha consegnato la settimana scorsa. Infine, anche un pensiero a tutte quelle persone che ogni giorno in Egitto scompaiono, muoiono o vengono fermate dai servizi di sicurezza egiziani soltanto per aver espresso la loro opinione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie Presidente. Ieri, quando sono andato a rendergli l'ultimo omaggio alla camera ardente, a Brescia allestita in Loggia, mi sembrava di doverlo incontrare di lì a poco, perché Aldo Rebecchi, che abbiamo ricordato, deputato qui in tante legislature, era un uomo presente, sempre presente nella vita civile della nostra città. Sempre presente in qualunque momento, in qualunque situazione, in qualunque circostanza, fu a lungo presidente della Camera del lavoro di Brescia; fu deputato per tre legislature in quest'Aula, fu vice presidente della provincia di Brescia, fu consigliere comunale a lungo. Lui è stato un grande esempio di come si può fare politica in modo sempre civile, sempre garbato, con il sorriso, con la capacità di dialogo e di confronto con tutti, parlando con tutti, con grande capacità di dialogo. Si può far politica in questo modo, senza mai essere faziosi, senza mai essere eccessivi nei toni, senza mai urlare, senza mai gridare; facendo politica così, si possono ricoprire anche ruoli importanti. È stato un grande esempio per la politica bresciana e mi dispiace essere qui oggi a fare il suo ricordo, perché lascerà un vuoto molto grande, molto grande a Brescia e molto grande nella politica della nostra città. Vogliamo stringerci con affetto alla figlia e ai familiari, nel ricordo di una persona esemplare, che ha dato tanto alla vita civile, amministrativa, politica e sindacale della nostra città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie Presidente. Anch'io, come il collega Bazoli, voglio ricordare l'amico Aldo Rebecchi. Già il collega Bazoli mi ha anticipato sulla figura politica di Aldo, il quale ha ricoperto numerosi incarichi a livello parlamentare, provinciale e comunale. Io voglio ricordare, però, più l'uomo; un uomo che ha lasciato un ricordo in tutta la città, in tutti i colleghi che si sono a lui rapportati. In questi giorni tutti ricordano essenzialmente Aldo Rebecchi come un uomo colto, preparato, ma soprattutto una persona gentile, una persona aperta al dialogo. Lui, pur essendo su posizioni politiche diverse dalle mie, è sempre stata una persona con la quale si è riusciti ad avere un confronto, anche perché era una persona che è sempre stata aperta a trovare dei punti di incontro e un dialogo. Io ho questo ricordo di Aldo, quando era con me in consiglio comunale; egli era un punto di riferimento nel gruppo di appartenenza, perché con lui avevo la certezza di riuscire sempre a trovare una mediazione, a trovare la posizione migliore per portare a un risultato, un risultato per la nostra città. Aldo ha raggiunto la sua amata Giuditta, che purtroppo era venuta a mancare pochi mesi fa; forse, anche questa grave perdita che ha avuto ha contribuito a portare alla situazione, che velocemente e rapidamente l'ha portato purtroppo a lasciarci. Quindi, tutto il gruppo della Lega ma in particolare tutti i parlamentari bresciani si uniscono al dolore di Francesca e dei suoi familiari per questa perdita, che non è una perdita solo loro ma di tutta la nostra città (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei segnalare in quest'Aula il caso che sta accadendo a Pesaro, in danno del dottor Umberto Gnudi, il quale, per aver fatto delle affermazioni semplicemente conformi a quello che è il dettato della scienza, è stato ed è letteralmente massacrato da talune frange no-vax per quello che dice. Ricordo anche che addirittura il presidente Fedriga, per le medesime ragioni, è sotto scorta. Allora, mi chiedo e chiedo a quest'Aula…

PRESIDENTE. Deputato Paolini, la mascherina, per favore.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Mi scusi, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Mi chiedo se è tempo che la Camera tuteli il diritto al rispetto dell'articolo 21 della Costituzione, non solo a favore di minoranze meritevoli e rumorose, ma anche e soprattutto rispetto a cittadini che non sono minoranze, ma che hanno egualmente il diritto di esprimere le proprie opinioni senza venire minacciati, oltraggiati e massacrati, soprattutto sui social ma non solo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie Presidente, solo per unirmi all'accorato omaggio che questa…

PRESIDENTE. Angiola, per favore la mascherina! Deputato Angiola, la mascherina, grazie! Prego, deputato Acunzo.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Solo per unirmi all'accorato ricordo e agli accorati pensieri che questa onorevole Aula ha tributato all'artista, all'autrice, alla regista Lina Wertmüller nella giornata di oggi, la quale purtroppo ci ha salutati. Un grazie anche per la sensibilità, per l'omaggio, anche internazionale, che la nostra artista, questa nostra grandissima artista, ha ricevuto. Il dovere della memoria verso gli artisti che, purtroppo, in questi ultimi anni ci stanno salutando, forse non è solo un dovere di questo Parlamento, ma è anche - ed è stato, evidentemente - una sensibilità di questo Parlamento. Ebbene, nell'occasione, io mi permetto, proprio per questa sensibilità dimostrata dal Parlamento, di evidenziare anche una necessità che abbiamo nei confronti della memoria degli artisti che rendono grande il nostro Paese. Oggi abbiamo potuto noi ricordare, con questa sensibilità, Lina Wertmüller, ma domani non sappiamo quali Governi vi saranno, o piuttosto quali altri uomini potranno avere questa stessa sensibilità.

Quindi, ritengo doveroso – e ricordo, al riguardo, una mozione a mia prima firma - l'inserimento dello studio del teatro e del cinema per ricordare questi grandi della cinematografia e del teatro, perché anche il Parlamento possa esprimersi in maniera decisa affinché diventino materie di studio curriculari. Ciò per fare in modo che la memoria di questi grandi artisti, che rendono grande il nostro Paese, possa essere sempre più evidenziata e sempre più tributata, così come meritano. Metto in evidenza solo questo e la ringrazio per il tempo dedicatomi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 10 dicembre 2021 - Ore 9:

1. Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note emendativo dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa, del 12 maggio 2010, fatto a Doha il 9 luglio e il 22 ottobre 2019. (C. 2737​)

Relatore: MIGLIORE.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di cooperazione giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay, fatto a Montevideo il 1° marzo 2019; b) Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay, fatto a Montevideo il 1° marzo 2019.

(C. 3241​)

Relatore: BATTILOCCHIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Laboratorio europeo di biologia molecolare relativo al Programma del Laboratorio europeo di biologia molecolare a Monterotondo, con Allegato, fatto a Heidelberg il 15 aprile 2021 e a Roma il 4 maggio 2021. (C. 3242​)

Relatore: BUFFAGNI.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 2326 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PIARULLI ed altri: Proroga del termine previsto dall'articolo 8, comma 1, della legge 8 marzo 2019, n. 21, per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" (Approvata dal Senato). (C. 3367​)

Relatrici: ASCARI, per la II Commissione; BOLOGNA, per la XII Commissione.

3. Seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00542 e Pezzopane ed altri n. 1-00561 concernenti iniziative volte al sostegno dei settori produttivi maggiormente interessati dai processi di transizione ecologica .

4. Seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione .

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

LUPI ed altri: Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale. (C. 2372-A​)

Relatore: LATTANZIO.

La seduta termina alle 17,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 6 e 7 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3347-A e abb. - em. 1.100 361 361 0 181 361 0 92 Appr.
2 Nominale em. 1.1 371 367 4 184 33 334 89 Resp.
3 Nominale articolo 1 372 372 0 187 372 0 89 Appr.
4 Nominale em. 2.100 371 371 0 186 369 2 89 Appr.
5 Nominale em. 2.7 376 374 2 188 34 340 89 Resp.
6 Nominale em. 2.8 376 375 1 188 32 343 89 Resp.
7 Nominale em. 2.11 379 378 1 190 30 348 89 Resp.
8 Nominale em. 2.13 381 379 2 190 30 349 89 Resp.
9 Nominale em. 2.15 384 382 2 192 31 351 89 Resp.
10 Nominale em. 2.17 386 384 2 193 32 352 89 Resp.
11 Nominale em. 2.20 377 375 2 188 33 342 89 Resp.
12 Nominale em. 2.30 386 384 2 193 34 350 88 Resp.
13 Nominale em. 2.35 390 388 2 195 35 353 88 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 24)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.36 387 386 1 194 34 352 88 Resp.
15 Nominale em. 2.38 rif. 385 385 0 193 379 6 88 Appr.
16 Nominale em. 2.300 384 384 0 193 384 0 88 Appr.
17 Nominale articolo 2 390 389 1 195 388 1 88 Appr.
18 Nominale em. 3.300 390 390 0 196 390 0 87 Appr.
19 Nominale articolo 3 392 392 0 197 391 1 87 Appr.
20 Nominale articolo 4 389 389 0 195 388 1 87 Appr.
21 Nominale articolo 5 389 389 0 195 388 1 87 Appr.
22 Nominale odg 9/3347-A e abb./25 389 381 8 191 32 349 86 Resp.
23 Nominale odg 9/3347-A e abb./27 388 379 9 190 31 348 86 Resp.
24 Nominale Ddl 3347-A e abb. - voto finale 379 379 0 190 379 0 86 Appr.