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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 607 di mercoledì 1° dicembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,20.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Centemero, Maraia, Marin, Ribolla e Andrea Romano sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. I deputati in missione sono complessivamente 110, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2409 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, recante disposizioni urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali (Approvato dal Senato) (A.C. 3374​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3374: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, recante disposizioni urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3374​)

PRESIDENTE. Passiamo dunque alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Il “Governo dei migliori” ha trasformato il Parlamento in una sorta di dopolavoro, un organo svuotato delle sue funzioni fondamentali, i cui i membri sono chiamati a pigiare i bottoni e a presentarsi per l'alleluia, unitamente all'ola a sua santità Mario Draghi, quasi tre volte al mese, questa è la media delle questioni di fiducia. Il Governo invia alle Camere decreti, che nemmeno fa discutere, non ce n'è bisogno, arrivano già preconfezionati; sa che lo sport della genuflessione al Presidente Draghi ha ormai superato il calcio, come sport nazionale. Ma tutti accettano tutto - arco costituzionale al completo -, purché si arrivi al 2023. Insomma, con tutte queste varianti, non sia mai che si torni alle urne e a qualcuno sfugga il Ministero o il destino dei fondi del PNRR. Figuriamoci se il Parlamento, con l'incubo delle urne, possa essere interessato al destino delle attività culturali, sportive e ricreative, tra le più colpite dalla pandemia.

Ricordo che nel 2020, secondo i dati forniti dall'Osservatorio dello spettacolo della SIAE, solo per quanto riguarda appunto lo spettacolo dal vivo, si è registrato un crollo del 69 per cento del numero degli eventi, del 72 per cento degli ingressi, del 77 per cento dei ricavi, del 76 per cento della spesa del pubblico e sono rimasti a casa oltre 70 mila lavoratori dello spettacolo. Ovviamente è una situazione insostenibile per un settore che, appena un anno prima, quindi nel 2019, aveva un valore, solo con riguardo agli spettacoli dal vivo, di circa 5 miliardi di euro. A ciò, si aggiungono le perdite subite dal settore dello sport, da palestre, piscine e centri sportivi, rimasti chiusi per troppo tempo. Di fronte a questa situazione, oggettivamente drammatica, ci attendavamo provvedimenti più incisivi per un rilancio in sicurezza del settore; invece questa legge non è altro che la conferma della scarsa attenzione che questo Governo dimostra nei confronti di imprese e lavoratori che, per le chiusure prolungate, hanno visto la loro attività ed i loro redditi spazzati via in un sol colpo. Con questo provvedimento, il Governo falsamente si occupa di attività culturali sportive e ricreative; in realtà il “decreto Capienze” si occupa di tutt'altro. A parte, quindi, 2 articoli su 15, nel provvedimento si parla anche del riordino del Ministero della Salute, del rafforzamento dell'Ufficio centrale per il referendum, del Fondo per le politiche e i servizi degli asili, delle misure sul trattamento dei dati personali. Insomma, il “Governo dei migliori” si comporta, ancora una volta, come il Governo dei peggiori, consolidando la cattiva prassi dei “decreti omnibus”, in virtù della quale viene ignorata l'importanza di considerare sempre l'omogeneità degli argomenti trattati all'interno di un decreto-legge, anche in relazione ai pronunciamenti della Corte costituzionale. Nel frattempo, nulla è stato fatto per individuare soluzioni alternative alle chiusure e sperimentare protocolli in grado di garantire la ripresa in sicurezza dell'attività di teatri, cinema e palestre. L'emergenza al momento è superata; rimane però l'incapacità di programmare soluzioni e prestare correttivi agli errori fatti. Ponendo la questione di fiducia, ancora una volta, l'Esecutivo sottrae al Parlamento la sua funzione fondamentale, negando quel confronto democratico di cui si sente la necessità, e ripercorre una prassi ormai consolidata, in cui, in nome della pandemia, si agisce d'imperio, comprimendo le istanze della società civile e delle parti produttive. Si parla di imprese e vengono fuori norme sugli ordini forensi, si parla di teatri e vengono fuori norme sulle minoranze linguistiche, si usano le imprese dello spettacolo come occasione per riaprire il mercato delle vacche e il “marchettificio”, di cui questa maggioranza è assolutamente professionista, usando a pretesto le legittime istanze del mondo della cultura che, da questo decreto, non avranno che un titolo e una pacca sulla spalla. Per questi motivi, dichiaro il voto contrario della componente politica Alternativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente, sottosegretario e colleghi. Ci troviamo di fronte a una nuova fiducia su un provvedimento che, ahinoi - a dimostrazione di quanto questa pandemia abbia mutato anche la dimensione tempo - appare già vecchio, nel senso che è un decreto pubblicato circa due mesi fa che, sostanzialmente, andava nella direzione della riaperture. Ora siamo alle viste di discutere in Parlamento, con il “green pass rinforzato”, un decreto che invece va nella direzione opposta, di mantenere ancora molto alta l'attenzione. Questo era, in qualche modo, un segnale che si andava verso un ritorno progressivo alla normalità. Ciò può apparire una contraddizione ma, a nostro giudizio, invece è la dimostrazione di come il Governo abbia affrontato questa pandemia, non con un atteggiamento preconcetto, non con un'idea da applicare a qualsiasi fattispecie si sarebbe manifestata nel corso della pandemia stessa, ma, al contrario, abbia cercato di accompagnare le varie fasi della pandemia, che sono state - come tutti noi sappiamo - ahinoi, altalenanti: alcune situazioni epidemiologiche hanno consentito di guardare con maggiore disponibilità alle riaperture e altre invece hanno richiesto restrizioni molto forti, una per tutte la stagione dei lockdown.

Quindi, il nostro giudizio nel merito lo daremo questa sera ma, sul piano delle scelte di fondo del Governo, crediamo sia stato un approccio giusto, e crediamo debba continuare ad esserlo, quello di ascoltare la scienza, di avere un approccio “laico” ai dati, guardandoli per quelli che sono e cercando di trovare soluzioni tali da consentire, da un lato, una ripresa della normalità e delle attività economiche e, dall'altro, di tenere però sempre alta l'asticella dell'attenzione per dare un segnale e riconfermare la necessità di comportamenti personali e collettivi responsabili. Come già mi è capitato di dire in quest'Aula l'altra settimana, c'è chi, invece, ha compiuto la scelta - quella sì, ideologica - delle riaperture a tutti i costi, dell'accelerazione verso la normalità, normalità che evidentemente è nelle attese di tutti e negli auspici del Governo per primo, non fosse altro per i costi e, soprattutto, perché questo vorrebbe dire che avremmo uno zero nella casella “morti” dei dati quotidiani. In questa prospettiva, quindi, il lavoro che andava fatto era quello di accompagnare questa fase che inevitabilmente oggi ci vede in una situazione di difficoltà - mi ricollego al ragionamento precedente - anche per le scelte o le non scelte - queste sì, ideologiche - fatte da altre Nazioni europee; questo possiamo dirlo. Se guardiamo e fotografiamo oggi l'Europa allargata, diciamo l'Europa geografica, comprendendo la Gran Bretagna, si vede con chiarezza che quei Paesi che hanno fatto scelte ideologiche di riapertura ad ogni costo, di normalità forzata, oggi hanno numeri nettamente peggiori dei nostri e, soprattutto, sono numeri che nei Paesi e nelle Nazioni più vicine determinano anche problemi di rimbalzo nel nostro Paese. Se oggi guardiamo i dati europei, è del tutto evidente che nel nostro Paese, come in altri nella fascia meridionale dell'Europa, vi sono numeri e dati epidemiologici che garantiscono di tenere sotto controllo questa fase, mentre vi sono Nazioni - cito l'Austria - nelle quali i numeri, invece, tendono ad essere non più sotto controllo, compresi alcuni importanti Länder della Germania.

Quindi, è stato giusto avere questo atteggiamento. È stato giusto, quando si è approvato questo decreto, guardare e riaprire con attenzione settori, quelli della musica, degli spettacoli e dello sport, che più hanno pagato, non per una scelta ideologica contro queste attività ma perché gli scienziati, e non altri, indicavano in quelle stesse attività un rischio maggiore; di qui, conseguentemente, la scelta di imporre maggiori restrizioni. Da questo punto di vista, il nostro invito - lo dico al sottosegretario, sapendo di incontrare, io credo, la sua opinione favorevole - è che il Governo continui a tenere la barra dritta della responsabilità, della prudenza, bisogna avere prudenza. Quello che avviene ai nostri confini non può non interessarci e, in questa fase, anche preoccuparci. C'è, poi, il tema più complesso dell'evoluzione di questo vaccino legato alle varianti. L'ultima, la variante omicron, è stata per la prima volta riscontrata in Sudafrica. Bisogna avere grande attenzione, la battaglia contro il COVID-19 non è ancora vinta, sarà - spero di non essere una Cassandra - ancora lunga. Dobbiamo avere questa consapevolezza e accompagnare il Paese, quindi, a rendere il più possibile compatibile la vita e le attività produttive in tutti i settori, compresi quelli che ho ricordato prima, sapendo, però, e mai dimenticandoci che c'è questa presenza e che questa battaglia non è ancora stata vinta. Per queste ragioni il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore della fiducia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. La dichiarazione di voto sulla fiducia riguarda sicuramente anche aspetti normativi del provvedimento e valutazioni tecniche ma ha sempre un connotato di natura politica. Come ha ben evidenziato il collega Fornaro nel suo intervento per la dichiarazione di fiducia, è evidente che questo provvedimento già sconta i tempi della necessità, i tempi dell'emergenza, i tempi delle decisioni del Governo che possono mutare rispetto al quadro relativo al decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, di cui stiamo discutendo la conversione in legge. Quindi, è chiaro che noi stiamo già parlando di green pass rinforzato; il quadro di questo provvedimento, invece, era proprio relativo a valutazioni che tenevano conto dell'impatto, dell'invasività dell'epidemia da COVID-19 in quel momento particolare. Il provvedimento in esame, infatti, viene definito “decreto Capienze”, reca misure urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali, al fine di proseguire la politica di una graduale e continua riapertura delle attività economiche, sociali, sportive e culturali. Il provvedimento, proprio nella parte relativa alla premessa, ricorda la straordinaria necessità e urgenza di adeguare le misure di contenimento dell'epidemia da COVID-19, proseguendo nella graduale ripresa delle attività culturali, sportive e ricreative, nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19, e prevedendo ulteriori disposizioni per l'accesso nei luoghi di lavoro, al fine di garantire l'efficace programmazione delle attività lavorative. Si tratta, quindi, di una valutazione concernente questa graduale prospettiva della riapertura che oggi deve, non scontrarsi, ma adeguarsi alle necessità proprie del rischio di una nuova ondata epidemica. Il nostro Paese e questo Governo hanno dimostrato qui l'accento politico di avere un indirizzo capace di tenere conto della migliore valutazione scientifica del momento storico. Il nostro Paese, rispetto ad altri, sta dimostrando, rispetto alla diffusività dell'epidemia e anche alle conseguenze epidemiologiche sulle attività ordinarie, comprese quelle lavorative, una grandissima capacità di reazione e di contenimento adeguato, cioè una flessibilità nel tempo rimessa alla connotazione scientifica dei contenuti propri delle norme che vengono via via emanate. Questo è l'aspetto più rilevante, è questo l'aspetto politico più significativo, questo è il motivo per il quale il nostro gruppo darà la fiducia convintamente e questa è la ragione per la quale questa maggioranza sta preservando l'interesse nazionale come nessun altro Governo aveva finora fatto, almeno in questa legislatura. L'interesse nazionale non si realizza con la contestazione di ogni norma e di ogni provvedimento o con l'emergere di posizioni individuali prive di significato logico, tecnico, giuridico e scientifico; purtroppo questo esercizio da parte di alcuni è quasi quotidiano nella ricerca di quello che io chiamo il selfie, o il surrogato selfie, cioè tanto per raccontare qualche scemenza.

In realtà, questi provvedimenti hanno un ragionevole equilibrio nella valutazione degli interessi costituzionali da contemperare, riguardanti, da un lato, diritti propri individuali e, dall'altro, quelli concernenti invece la tematica propria degli interessi generali, in particolare della salute pubblica. In questo difficile momento, in questo difficile contemperamento, il Governo e la maggioranza stanno dimostrando di avere l'equilibrio e la capacità di affrontare questi temi, e i risultati lo dicono rispetto agli altri Paesi europei.

Questo provvedimento, sicuramente, sconta - come diceva anche il collega Fornaro - la tempistica, il tempo dell'applicazione della norma e, in parte, dovrà essere rivisto con riguardo alle necessità proprie del green pass rinforzato; ma, nel momento in cui è stato emanato e con lo spirito e con il metodo con cui è stato emanato, sicuramente ha risposto ad esigenze che, in quel momento, erano molto rilevanti e che il Governo ha accolto in maniera chiara e positiva, consentendo una ripresa molto forte delle attività imprenditoriali, sociali, culturali e lavorative.

Dopo la lettura al Senato, il provvedimento consta di 15 articoli suddivisi in 50 commi: una struttura suddivisa in 4 capi. Vi è la parte principale, quella che disciplina lo svolgimento, nelle zone bianche e gialle, di spettacoli aperti al pubblico: sale teatrali, sale di concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi, anche all'aperto, consentendo, nelle zone bianche, lo svolgimento delle attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche, locali assimilati, nel rispetto dei limiti di capienza del 75 per cento, quella massima autorizzata all'aperto, e del 50 per cento al chiuso. Anche con riguardo agli spettatori per gli eventi sportivi, abbiamo visto che questo provvedimento ha avuto una grandissima efficacia e una risposta importante per consentire lo svolgimento di eventi sportivi.

Vi sono norme che riguardano vari aspetti; una di queste è molto importante - sarà trattata poi anche nell'ambito degli ordini del giorno – e riguarda il trasporto pubblico; un'altra è relativa ai bus noleggiati con conducente, agli obblighi di green pass e all'obbligo di green pass per i lavoratori pubblici e privati in possesso di un certificato verde COVID in corso di validità ai fini dell'accesso al luogo di lavoro e, quindi, la disciplina che tutti noi conosciamo, che già sembra non vecchia, ma è, appunto, derivante dal provvedimento dell'8 ottobre.

Ci sono, poi, altre norme che hanno avuto poca rilevanza sulla stampa, ma che hanno un grandissimo valore tecnico, come l'utilizzo delle risorse disponibili presso la contabilità sociale del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19. La norma consente che siano utilizzate somme disponibili per la suddetta contabilità, derivanti da autorizzazioni specifiche. Sono norme fondamentali per il contrasto all'epidemia, che, anche dal punto di vista tecnico e contabile, hanno avuto una giusta strutturazione; sono ben congegnate per l'immediatezza dell'utilizzo delle risorse.

Importante, da un punto di vista tecnico, è anche la norma inserita all'articolo 9, che riguarda il trattamento di dati personali effettuato per l'esecuzione di compiti di interesse pubblico, che può trovare fondamento e base giuridica - questa è un'innovazione dovuta al contemperamento ed equilibrio di interessi diversi -, oltre che nella legge e nei casi previsti dalla legge, nel regolamento e anche in un atto amministrativo generale. Tale ampliamento della base giuridica vale anche per il trattamento dei dati particolari per sanità pubblica, medicina del lavoro, archiviazione nel pubblico interesse o per ricerca scientifica o storica o a fini statistici. Cioè, questo trattamento consente che la base giuridica sia ampliata anche verso l'intervento della legge e, oltre l'intervento della legge, anche mediante il provvedimento amministrativo in casi straordinari e in casi di necessità di intervento da parte del Governo.

Importante in questa norma - e concludo - su cui vi è stata una grande discussione anche al Senato, è anche la parte concernente il trattamento dei dati relativi al traffico telefonico e telematico che sono conservati dal fornitore per finalità di accertamento e repressione di reati, effettuato nel rispetto delle misure e degli accorgimenti a garanzia dell'interessato prescritti dal Garante con provvedimento di carattere generale. Anche questa materia relativa all'utilizzo dei dati del traffico telematico e telefonico per l'accertamento e la repressione dei reati - e, quindi, la determinazione e modifica del comma 5 dell'articolo 132 del relativo Codice - è una norma importante che consente di stabilire nuove garanzie per il soggetto indagato.

Quindi, una serie di norme e di provvedimenti - e concludo - per i quali la fiducia del nostro gruppo è certa e, soprattutto, è piena nella condivisione dell'articolato normativo che è sottoposto alla conversione in legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, oggi ci troviamo a discutere su un provvedimento che, come è stato ricordato dagli interventi che mi hanno preceduto, è stato adottato in una fase dell'emergenza pandemica differente da quella che stiamo vivendo oggi, caratterizzata da una recrudescenza della circolazione del virus che ha reso necessario adottare misure più stringenti. Io penso, però, che sia innegabile che, se il provvedimento che discutiamo - un provvedimento che riguarda l'aumento delle capienze dei luoghi, come cinema, teatri, stadi e la riapertura di attività, come le discoteche e sale da ballo - è stato adottato, è grazie alla strategia adottata dal Governo. Una strategia che è fondata, da un lato, su una grande campagna vaccinale e sull'utilizzo del green pass - uno strumento che, insieme, incentiva la vaccinazione e aumenta la sicurezza collettiva nei luoghi chiusi - e, dall'altro lato, sul mantenimento, comunque, di altre misure di precauzione, come l'utilizzo delle mascherine o il distanziamento. E che questa sia una strategia giusta lo dimostra il fatto che, nonostante i rischi che fronteggiamo anche con la nuova variante Omicron, il nostro Paese si trova in una condizione migliore di quella in cui si trovano molti altri Paesi, anche vicini a noi.

Io, colleghi, ho sempre pensato che, di fronte a questa emergenza pandemica, il compito principale di chi, come noi, si trova nelle istituzioni è quello di essere intellettualmente onesti ed è in ossequio a questo dovere di onestà intellettuale che credo dovremmo riconoscere, anche in quest'Aula, come tutti ci siamo trovati a navigare in un mare sconosciuto, perché abbiamo affrontato la prima pandemia dell'era della globalizzazione. Ed è per questo che io penso che la capacità di reazione di un Governo non possa essere misurata, come a volte mi sembra qualcuno suggerisca anche in quest'Aula, alla luce degli aggiustamenti che, man mano, vengono adottati. Il dovere di adeguare costantemente il tiro non è specchio di una contraddittorietà, ma è proprio il portato della necessità di rispondere al variare di un virus ancora sconosciuto per molti versi, un variare che costringe tutti noi, anche come cittadini, a ripensare e riadattare, di volta in volta, le nostre vite. Insomma, io credo che l'adeguatezza della risposta di un Governo vada misurata in base alla sua capacità di assumersi la responsabilità politica, di indicare una strada precisa e di riadattarla, man mano, alla luce e sulla base delle indicazioni della scienza. E c'è un punto su cui tutta la comunità scientifica autorevole del mondo è concorde e, cioè, che il vaccino è lo strumento fondamentale di lotta alla pandemia. Quindi, questo Governo - penso correttamente - ha scelto di puntare sulla campagna vaccinale di massa e ha utilizzato anche uno strumento, come il green pass, per spingere il maggior numero possibile di persone a vaccinarsi, e questo per tutelare non solo il sistema sanitario, ma anche il sistema economico e il tessuto sociale del nostro Paese. Va detto che, per il momento, questa strategia ha dato buoni frutti e ci sta permettendo di tenere in piedi il sistema e questo anche perché il Governo ha saputo giocare d'anticipo, prima, nella stagione estiva, adottando misure come quelle del green pass, quando qualcuno ci diceva “ma i contagi sono bassi, che senso ha?” e, oggi, con un rafforzamento di quelle misure, attraverso, appunto, il green pass rinforzato e la spinta di accelerazione sulla campagna vaccinale per il booster.

Italia Viva, dunque, dichiarerà il voto favorevole alla fiducia a questo provvedimento, in un'ottica anche di fiducia piena alla strategia che è stata adottata fin qui dal Governo Draghi. Nel dichiarare questo voto di fiducia, vorrei svolgere solo due osservazioni conclusive. Anzitutto, io in quest'Aula ho sentito spesso ricordare che è necessario rispettare, se non addirittura assecondare, i dubbi, le paure e le insicurezze delle persone che scelgono di non vaccinarsi. Ora, nessuno mette in dubbio la legittimità di questi sentimenti, però, va riconosciuto che gli stessi dubbi, le stesse paure e le stesse insicurezze hanno animato anche le persone che si sono vaccinate e che, però, hanno compiuto una scelta di fiducia nella scienza e di investimento nella sicurezza della collettività, ed è una scelta che - io credo che noi in quest'Aula abbiamo il dovere di dirlo a chiare lettere - ha un grande valore etico e, mi permetto di dire, un valore etico che la scelta di non vaccinarsi non ha. E questo non solo perché vaccinarsi significa ridurre la circolazione del virus, ma anche perché la tutela della propria salute rispetto al COVID non è un affare proprio, nella pandemia; ogni posto di terapia intensiva occupato da un paziente COVID è un posto sottratto a una persona affetta da altre patologie. Quindi, vaccinarsi e ridurre significativamente il rischio di essere ospedalizzati e, magari, di finire in terapia intensiva, è un dovere di protezione per se stessi, ma anche per gli altri, specie per i più vulnerabili e i malati.

Il secondo aspetto su cui vorrei soffermarmi riguarda la necessaria consapevolezza che dobbiamo avere del fatto che il nostro destino è strettamente legato a quello del resto del mondo e la variante Omicron questo ce lo ha ricordato. L'Africa è un continente con un tasso di vaccinazione bassissimo, circa il 7 per cento, in cui dei 360 milioni di vaccini ricevuti, al 24 novembre, solo 214 milioni erano stati somministrati, cioè meno del 60 per cento. Questo dato io credo ci dica del disinteresse che negli ultimi decenni ha caratterizzato il nostro rapporto con quel continente, dove - vorrei ricordarlo - vive il 17 per cento della popolazione mondiale, ma è presente solo il 3 per cento del personale sanitario globale. Anche questa è una delle ragioni del bassissimo tasso di vaccinazione nel continente africano. Farsi carico della necessità di garantire l'accesso alla vaccinazione di massa anche ai Paesi africani non risponde solo all'obbligo di solidarietà che deve legare tutti gli esseri umani, ma anche a un dovere di protezione dei nostri concittadini, perché, se metà del mondo non è vaccinato, il rischio che prima o poi arrivi una variante che buca la copertura vaccinale resta purtroppo molto alto. Questo Governo gode di grande autorevolezza, è ascoltato in Europa e dagli altri Paesi occidentali; io credo che per questo, oggi, l'Italia abbia l'opportunità e anche il dovere di giocare in Europa e nel mondo un ruolo molto importante, anche su questa partita, che rappresenta il vero banco di prova per l'uscita dalla pandemia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, colleghi, oggi, facevo due conti e ho constatato che in nove mesi, da parte del Governo Draghi, vi sono state trenta richieste di fiducia e, in questa legislatura, siamo arrivati ad ottantuno. Un record che non si è mai visto, un record, ma non da parte del “Governo dei migliori” che fa le migliori cose, ma da parte di un Governo che annulla l'assetto democratico, annulla l'agibilità del Parlamento e tradisce ciò che i nostri padri costituenti hanno previsto per far sì che la democrazia potesse essere una cosa viva e vitale in Italia. Quella suddivisione tra potere esecutivo e potere legislativo è stata assolutamente annullata da Conte, prima, e da Draghi, ora, e a dimostrarlo sono proprio le ottantuno questioni di fiducia, di cui trenta da parte del Governo Draghi. Sapete, i numeri aiutano, perché i numeri non possono essere interpretati, i numeri sono freddi, ma nella loro freddezza offrono la rappresentazione plastica della negazione dell'assetto democratico, oggi, in Italia. E, sapete, colleghi, io vi ho ascoltato prima negli interventi che mi hanno preceduto e vi devo dire che, oggi, siamo qui a fare una dichiarazione di voto su una questione di fiducia. Noi non stiamo facendo una dichiarazione di voto sul provvedimento e questo lo ricordo a me stessa e mi corre l'obbligo di ricordarlo anche a voi, perché nelle vostre dichiarazioni di voto rispetto a questa fase e, quindi, alla fiducia, voi avete parlato del provvedimento, avete cercato di spiegare le vostre ragioni, vi siete anche allungati alle prossime conversioni di decreti-legge parlando del super green pass, avete parlato di tutto meno che della questione di fiducia; ci sarà la dichiarazione di voto sul provvedimento, sì, ma a fronte della posizione della questione fiducia, noi sappiamo bene come tutti gli emendamenti decadano e in questo caso, guardate, Fratelli d'Italia, l'opposizione ormai di questo Parlamento che resta e rimane vigile e viva, proprio per fugare ogni dubbio rispetto a strumentalizzazioni che potevate utilizzare, tacciandoci di ostruzionismo, aveva scelto uno ad uno quei ventiquattro emendamenti, per far sì che potessero essere in numero utile, non troppi, da essere trattati in quest'Aula per poter dare un contributo al miglioramento di questo decreto-legge. Ma il valore di quegli emendamenti non sta tanto e solo nei parlamentari di Fratelli d'Italia, in questo caso nei deputati di Fratelli d'Italia, in quei trentasette deputati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); il valore di quegli emendamenti sta nella rappresentanza, che i deputati svolgono in quest'Aula, delle istanze del popolo italiano, delle parti sociali, delle categorie produttive, di tutti coloro che rappresentano qui, ogni giorno, in cui gli è dato l'onore e l'onere di sedere in quest'Aula. E quando voi ponete una fiducia, quando il Governo pone la fiducia e quando voi forze di maggioranza non parlate nel merito di quella posizione di fiducia, non fate uno sgarbo tanto a Fratelli d'Italia, voi non riconoscete il legittimo diritto del popolo italiano e di tutti gli interlocutori di potere essere vivo e rappresentato in quest'Aula attraverso un'iniziativa che non ponga la fiducia, ma che invece faccia votare ciascun emendamento, per far sì che effettivamente le leggi possano essere approvate nel migliore dei modi possibili.

Allora, sì, ci sarebbe piaciuto parlare del provvedimento, parlare nel merito, aprire anche discussioni su quello che sarà - certo che ci sarebbe piaciuto come Fratelli d'Italia -, ma il Governo ce l'ha impedito per l'ennesima volta, per la ottantunesima volta e il Governo Draghi per la trentesima volta. Ci avete impedito di contribuire a migliorare quelle che, a volte, sono delle previsioni che nascono nei Ministeri, da parte di burocrati, che magari ci mettono anche tanta buona volontà, ma che non conoscono una parte sostanziale della vita reale di questo Paese, nella misura in cui non fanno parte delle categorie produttive, non fanno parte delle professioni sociosanitarie, non fanno parte delle parti sociali, ma rivestono un altro ruolo e possono fare bene soltanto nella misura in cui si confrontano e si incontrano con le altre conoscenze e competenze. Quando ponete la fiducia, quello che fate è di negare il diritto di parola, di ascolto e, quindi, poi, di miglioramento dei provvedimenti a chi certamente ha le competenze per poter entrare nel merito.

Quindi, non diteci che noi rallentiamo i provvedimenti e che noi facciamo ostruzionismo. Non è vero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Siete voi che rallentate la macchina parlamentare perché, con la posizione della questione di fiducia, per 24 ore fermate l'attività di tutte le Commissioni e di tutti i 630 deputati. Non siamo noi che rallentiamo l'iniziativa di riforma di questo Governo; è questo Governo che rallenta e rende, quindi, nulla l'iniziativa parlamentare, mettendo in vacanza per 24 ore i parlamentari e chiudendo l'azione delle Commissioni.

Poi, lo voglio dire chiaramente: Fratelli d'Italia, se si parla di vaccini, ha sempre detto, sin dall'inizio di questa pandemia, che doveva essere fatta una campagna seria di informazione, promozione e diffusione dei vaccini come strumento per contribuire in maniera sostanziale alla protezione della salute. Quando noi vogliamo intervenire in Aula con dei provvedimenti è per migliorarli. Quando ci opponiamo e votiamo contro sulle vostre fiducie è perché votiamo contro sul vostro bavaglio e non sulla campagna vaccinale. Basta anche con questa strumentalizzazione! La strumentalizzazione e la vostra voglia di far tacere l'opposizione che oggi c'è in Italia, Fratelli d'Italia e il Parlamento tutto, è anche legata al modo con cui arrivate a proporre dei provvedimenti, e arrivo anche qui al merito, proprio con l'esempio della conversione del decreto-legge chiamato “Capienze”, un nome che è già mistificatorio. Perché? Perché questo provvedimento - e adesso ve le leggo - tratta una moltitudine di materie. Tratta, sì, di capienze delle attività culturali e sportive ma tratta anche di asilo ai rifugiati afgani, tratta di esami di abilitazione degli avvocati, tratta di norme sulla privacy, tratta di modalità di comunicazione con i datori di lavoro legate al COVID, tratta di elezioni provinciali, tratta di riorganizzazione del Ministero della Salute, tratta del personale assegnato alla corte di cassazione, segnatamente all'ufficio centrale per il referendum, e tratta di minoranze linguistiche. Cioè, un omnibus! Arriva in Commissione affari sociali, in cui io sono capogruppo di Fratelli d'Italia, un omnibus che riguarda mille materie e su cui sono già intervenuti il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale - non solo Fratelli d'Italia - stigmatizzando e dicendo che non devono arrivare in Aula e in Parlamento provvedimenti che trattano più materie diverse insieme e che non sono omogenei. Perché? Perché questi provvedimenti tradiscono l'assetto democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e la possibilità di entrare nel merito. Questo è particolarmente grave perché, per l'ennesima volta, nonostante il richiamo del Presidente della Repubblica e nonostante la Corte costituzionale, il Governo Draghi va avanti, schiaccia tutto come un caterpillar ma, soprattutto, schiaccia l'assetto democratico di questa Nazione. E allora l'unica cosa che vuole fare Fratelli d'Italia è quella di portare proposte concrete e di buonsenso…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …di migliorare la vita delle persone, di proteggere la salute degli italiani e di contribuire ad emanare delle norme il più possibile buone e giuste, perché questo gli italiani se lo meritano e voi, soprattutto, tradite loro e non soltanto questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Signor Presidente, signor sottosegretario, il decreto di cui stiamo per approvare il disegno di legge di conversione è stato soprannominato “decreto Capienze” e nella gran parte, devo dire, interessa questo settore. Rappresenta un ulteriore importante tassello del complesso dei provvedimenti d'urgenza fin qui introdotti dal nostro Governo, che hanno consentito di condurre l'economia e il Paese sulla difficile strada di un lento ma costante ritorno alla normalità. Già nella primavera scorsa avevamo approvato il decreto-legge n. 52, il cosiddetto “decreto Riaperture”, che ha rappresentato il primo provvedimento di urgenza varato dal Governo durante la pandemia e che ha finalmente consentito al Paese di muovere i primi passi verso la ripartenza, rimettendo gradualmente in moto la nostra economia; lo voglio ripetere, rimettendo gradualmente in moto la nostra economia.

Dopo il “decreto Riaperture” ne sono seguiti altri e questo, che ora l'Aula si appresta a votare, è solamente l'ultimo, per ora, in ordine di tempo. Un decreto che dimostra, ancora una volta, quanto la strategia di contrasto alla pandemia da COVID-19, messa in atto da questo Esecutivo in tutti questi lunghi mesi, abbia avuto e stia avendo successo. Lo ripeto: ha avuto e sta avendo successo. Voglio, peraltro, sottolineare come molte delle misure contenute in questo provvedimento sono anche il frutto del costante e proficuo lavoro di interlocuzione con le regioni - questa è una novità rispetto ai Governi precedenti - e di condivisione delle scelte adottate, condivisione delle scelte adottate tra Governo centrale e regioni messa in campo dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, in piena e totale collaborazione, evidentemente, col presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, Fedriga.

Se questo decreto è stato ribattezzato “decreto Capienze” è perché, dopo troppo tempo, sono presenti norme volte a consentire il ritorno alla piena fruizione degli spettacoli, dei musei e degli eventi sportivi. Grazie a questo decreto, da oltre un mese e mezzo - esattamente dall'11 ottobre scorso - in zona bianca e in zona gialla, per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo, nonché in altri locali o spazi all'aperto, è di nuovo consentita la capienza al 100 per cento, sia all'aperto sia al chiuso. Allo stesso modo, nei musei, nelle mostre e negli altri luoghi della cultura viene eliminato l'obbligo di distanza interpersonale di un metro. Tutto questo lo si deve all'azione del Governo; lo ripeto, tutto questo lo si deve all'azione del Governo. Quest'ultimo, con grande equilibrio, ha garantito una campagna di vaccinazione assolutamente efficace, grazie alla quale oggi quasi l'85 per cento delle persone sopra i 12 anni ha completato il ciclo vaccinale e circa 6 milioni sono coloro che hanno già fatto la terza dose. A questi numeri positivi siamo arrivati anche grazie all'efficace lavoro svolto dal commissario straordinario e dalle regioni, che hanno garantito il successo di una campagna vaccinale organizzata in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. Quindi, commissario straordinario e regioni: una forte novità anche rispetto al Governo precedente.

L'obiettivo minimo dichiarato dal commissario per l'emergenza Figliuolo è di 4,6 milioni di dosi entro il 12 dicembre prossimo, obiettivo che si dovrebbe raggiungere anche grazie all'accelerazione impressa alla somministrazione delle terze dosi e le notizie di ieri e di oggi, in questo senso, sono estremamente confortanti. Il buon andamento della campagna vaccinale è stato finora possibile grazie ad una precisa programmazione dell'approvvigionamento dei farmaci, dei presidi e dei materiali sanitari necessari all'effettuazione delle vaccinazioni. Ma voglio sottolineare, ancora una volta, che a questi risultati si è giunti anche grazie - lo ripeto - al ruolo decisivo nel contenimento della pandemia svolto dall'obbligo della certificazione verde introdotto da tempo dal Governo, l'obbligo della certificazione verde! Sotto questo aspetto, un'ulteriore accelerazione sarà data dal potenziamento della certificazione che è stato introdotto dal recente decreto n. 172, ora all'esame dell'altro ramo del Parlamento.

L'introduzione del green pass è stata fondamentale per contrastare la diffusione del virus e ridurre sensibilmente i contagi e i ricoveri ospedalieri, tanto è vero che altri Paesi europei ci stanno imitando; questo è un fatto che, data la tematica, non ci può inorgoglire, ma certamente ci conforta. E sebbene ci siano ancora 6 milioni e mezzo di persone che non hanno ancora ricevuto neanche la prima dose di vaccino - bisogna dire le cose come sono, purtroppo sono ancora 6 milioni e mezzo -, la stragrande maggioranza degli italiani ha perfettamente capito che la campagna vaccinale e la certificazione verde sono i migliori strumenti per tutelare la salute pubblica, tenere sotto controllo i contagi e far ripartire in sicurezza l'Italia, consentendo il più possibile un ritorno al vivere civile nel rispetto della salute di ciascun cittadino, a cominciare da quelli più fragili.

Peraltro, l'azione di contrasto alla pandemia messa in campo dal Governo sta consentendo all'Italia di rispondere assai meglio degli altri Paesi alla quarta ondata che, da settimane, sta tornando ad interessare in maniera preoccupante gran parte della comunità internazionale. Comunque, nonostante la risalita dei contagi e dei ricoveri nelle strutture ospedaliere di tutta Italia, vaccinazioni e green pass ci stanno consentendo finora di tenere sotto controllo questa nuova cresta pandemica. Oltre alle misure sopra esposte, evidentemente, come è stato lamentato da qualche parte, ma la realtà è questa, il provvedimento introduce anche altre diverse disposizioni, alcune delle quali necessarie per tarare il funzionamento della pubblica amministrazione anche alla luce della fase pandemica. Quindi, un collegamento, anche se indiretto, e non un qualcosa di estraneo.

Tra queste, ricordo la proroga delle disposizioni per lo svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione di avvocato, introducendo l'obbligo di green pass per l'accesso ai locali dove si svolgono le prove. Insomma, ad oggi i dati epidemiologici dicono che, grazie all'efficace azione del Governo, l'Italia, assai meglio di altri Paesi, sta riuscendo nella difficile impresa di contenere la crescita dei contagi di questa quarta ondata, evitare i nuovi lockdown e tenere aperte le attività commerciali e produttive messe in ginocchio per troppo tempo dalla fase peggiore di questa pandemia. Detto questo, a nome chiaramente di tutto il gruppo di Forza Italia, sento di fare una richiesta ed una sollecitazione al Governo - e finisco, Presidente -, a cui chiedo uno sforzo ulteriore, importante però: quello di ridurre questo continuo ricorso al voto di fiducia, che, anche nelle migliori intenzioni, costituisce, comunque e sempre, un vulnus delle prerogative parlamentari garantite dalla nostra Carta costituzionale. Il voto di fiducia, infatti, comprime inevitabilmente e limita i tempi di esame da parte del Parlamento. Con questo, annuncio naturalmente il voto a favore convinto, pieno e totale di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Pochi minuti per spiegare le ragioni del voto di fiducia che esprimerà il gruppo del Partito Democratico al Governo anche in occasione di questo provvedimento che, come è stato detto, era atteso dal mondo della cultura, dal mondo sportivo, dall'economia della notte, dei locali, ma atteso, in realtà, da tutti i cittadini italiani. Infatti, la riapertura, con numeri di sostenibilità, di teatri, cinema, musei, concerti ed eventi sportivi è stato il segnale di una ripartenza a lungo agognata dopo mesi terribili per tutti e, in particolare, per tanti lavoratori impediti nel proprio lavoro, non già come qualcuno strumentalmente ancora oggi continua a far credere, continua a dire, dal green pass, ma da quel dramma collettivo che è stato ed è il COVID, con le incertezze dettate da un fenomeno epidemico nuovo, sconosciuto, di difficile gestione. Un provvedimento atteso perché restituiva, in parte, quella normalità di abitudini, di relazioni sociali delle persone che davvero abbiamo sentito, come tutti, come una grande mancanza lungo questi due anni terribili. Ma discutiamo questo provvedimento - è già stato detto - in un paradosso, se vogliamo, in un momento in cui di nuovo vi è una crescita della curva epidemiologica, una crescita dei contagi, l'avvento di nuove varianti, che pur non è una sorpresa. Chiunque sappia di virus, sa che, quando un virus continua a circolare, continua anche a mutare, e, quindi, le mutazioni e le varianti del virus sono una normalità epidemiologica.

Eppure questo, ovviamente e giustamente, sta alzando il livello di attenzione e conseguentemente ha già determinato una serie di scelte che vanno nella direzione di un innalzamento del livello di guardia; scelte che, però, e ci tengo a dirlo, ribadiscono la scelta del green pass come una scelta che ha tutelato, insieme a una campagna vaccinale importante nei numeri, il nostro Paese. Ed è giusto, oggi, nel momento in cui si fa un nuovo provvedimento, immaginare uno strumento rafforzato, quale sarà, quale è il super green pass, proprio perché è giusto riconoscere ai tanti italiani che, con straordinaria resilienza, hanno affrontato questi due anni terribili l'avere compiuto un gesto di civiltà, un gesto di responsabilità civile verso il nostro Paese, che è stato quello di vaccinarsi.

Quindi, è giusto che quella scelta venga premiata, è giusto che quella normalità ritrovata, anche grazie a quel gesto, soprattutto grazie a quel gesto di responsabilità personale e collettiva, diventi un elemento confermato nel prosieguo, anche in un momento così complesso. Presidente, questo paradosso che discutiamo del “decreto Capienze”, dell'aumento delle capienze in settori importanti e strategici, nel momento in cui siamo dovuti già intervenire di nuovo per l'incedere di un'ondata nuova del COVID, in realtà ci dice che, per affrontare questa vicenda, è stato necessario, continua ad essere necessario e continuerà anche nel futuro ad essere necessario lavorare con il massimo della flessibilità, da un lato, ancorando i provvedimenti, le scelte del Governo e del Parlamento a una dinamicità della situazione che è dettata non dalla volontà di qualcuno, ma dalle dinamiche del virus stesso. Quindi, non c'è e non c'è stata nei provvedimenti precedenti alcuna rigidità ideologica nell'immaginare prima le chiusure e poi lo strumento del green pass, nel sollecitare la scelta della vaccinazione come una scelta di responsabilità collettiva. C'è stata una scelta, una scelta di rigore e di gradualità, una scelta non punitiva verso qualcuno, ma una scelta che a tutt'oggi ha rappresentato, rappresenta e continuerà a rappresentare l'interesse nazionale in un tempo come questo.

E quelle scelte, l'impegno sulla campagna vaccinale, la scelta del green pass, oggi danno al nostro Paese un piccolo, ma importante vantaggio competitivo anche rispetto agli altri. Sono guardate come esperienze benchmark da altri Paesi, da altre Nazioni, che stanno correndo ai ripari.

Si tratta di quei Paesi, di quelle Nazioni che hanno compiuto scelte e che hanno ceduto, in un certo modo e in alcuni casi, ad un certo populismo pandemico che ha assecondato a volte alcune spinte alla banalizzazione dei rischi. Chi lo ha fatto, oggi, vive ulteriori situazioni drammatiche, difficili da riportare ad una normalità e scelte che condizionano - è stato detto anche in precedenza - anche la nostra sicurezza e la nostra salute, quella dei cittadini italiani, in un mondo fortemente interconnesso, in cui nessuno può pensarsi al sicuro da solo, in base alle proprie scelte solo nazionali. Il richiamo, che è stato fatto prima anche dal collega Fornaro, sul ruolo dell'Europa rispetto alla tutela della salute dei cittadini, credo che sia importante e sarà importante tenerne conto nel prossimo futuro, anche quando saremo - speriamo presto - fuori da questa pandemia.

Quindi, il voto di fiducia di oggi ha a oggetto un provvedimento importante, che ha tanti aspetti importanti e che è stato anche ulteriormente migliorato dal lavoro parlamentare, anch'esso importante, che si è svolto in Senato. Ha contenuti che riguardano i teatri, i cinema, i concerti, i musei, i luoghi della cultura, il mondo dello sport. Il provvedimento contiene anche altre norme - che tengo, almeno in un caso, a segnalare -, ad esempio, un importante incremento di 3 mila posti, nel sistema di accoglienza e integrazione, che consente ai comuni di accogliere - in un quadro non solo di mero vitto e alloggio, ma di integrazione delle persone - coloro che provengono dalle zone più disastrate del mondo, e di andare incontro, oggi in particolare, alla drammaticità dell'emergenza afgana.

Quindi - ripeto - è un provvedimento ricco di questioni importanti che vive, però, il paradosso di essere solo di poche settimane fa e che oggi risulta già superato dai fatti; pertanto richiede, nel prosieguo del lavoro del Governo sulla pandemia, che sia ribadita una scelta di rigore, gradualità e flessibilità nel definire gli strumenti di ancoraggio alle evidenze scientifiche, che noi sosteniamo e che consideriamo una scelta giusta.

Per queste ragioni, il PD darà ancora convintamente fiducia al lavoro del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sutto. Ne ha facoltà.

MAURO SUTTO (LEGA). Grazie, Presidente, Governo, colleghi e colleghe. Il decreto in esame reca misure urgenti per l'accesso alle attività sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali.

Entriamo nel merito: il provvedimento in esame è di forte impatto sociale, è un passo verso la normalità, normalità che speriamo - come gruppo Lega, e penso di parlare a nome di tutti i colleghi - ritorni nel più breve tempo possibile. Eravamo abituati a fare tante cose, ma la pandemia le ha cancellate, giorno dopo giorno: lavoro, scuola, attività sportive, socialità. L'ho detto due settimane fa in quest'Aula: credo nessuno voglia ripercorrere quei momenti.

Abbiamo attenzionato più volte il Governo - e ringrazio nel merito anche il sottosegretario Costa, per la sensibilità e per la mediazione, sia politica che sanitaria - e oggi non discuteremo chiaramente emendamenti, proprio per la questione di fiducia, ma presenteremo ordini del giorno, volti sempre a migliorare un provvedimento. Nessun decreto nasce perfetto e il nostro lavoro è quello di renderlo migliore, dando risposte al Paese e ai cittadini, che ogni giorno giustamente si aspettano soluzioni da tutti noi. Partite IVA, lavoratori dipendenti, studenti, pensionati e liberi cittadini: la loro voce dentro il Parlamento siamo noi, eletti grazie a loro, ed è nostro dovere portare le loro attenzioni qui, dentro il Palazzo.

Consapevole che il lavoro da fare è tanto e la strada è lunga e in salita, passo dopo passo, stiamo seguendo la direzione giusta, perché i dati dicono questo. Il decreto in esame è chiamato “Capienze”, ma in realtà ci sono importanti novità sul tema delle riaperture, ma non solo, anche norme sulla riorganizzazione e sul rafforzamento della pubblica amministrazione, norme in materia di esame di Stato per l'abilitazione all'attività forense, norme per l'incremento della dotazione del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, disposizioni a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli-Venezia Giulia e disposizioni in materia di protezione dei dati personali.

Il decreto disciplina lo svolgimento, nelle “zone bianche” e nelle “zone gialle”, di spettacoli all'aperto, con differenti percentuali di capienza: nelle “zone bianche” non è più necessaria la distanza interpersonale di un metro e la capienza consentita è pari a quella massima autorizzata, sempre in possesso della certificazione verde. Le disposizioni consentono, nelle “zone bianche” lo svolgimento delle attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche o locali assimilati, nel rispetto dei limiti di capienza del 75 per cento all'aperto e del 50 per cento al chiuso. Anche la disciplina relativa alla partecipazione degli spettatori agli eventi sportivi è oggetto di modifiche. Le principali novità riguardano l'incremento del limite di capienza delle strutture destinate ad accogliere il pubblico. In “zona bianca” la capienza non può essere superiore al 75 per cento di quella massima autorizzata all'aperto e al 60 per cento al chiuso. In “zona gialla”, tali cifre percentuali calano rispettivamente al 50 per cento ed al 35 per cento. Si prevede, inoltre, il venir meno, in “zona bianca”, dell'obbligo del rispetto del distanziamento interpersonale, in previsione di posti a sedere preassegnati. L'accesso alle strutture in “zona bianca” è consentito esclusivamente ai possessori di green pass e viene estesa, anche agli eventi sportivi che si svolgono al chiuso, la possibilità di stabilire una diversa percentuale massima di capienza, sempre in relazione alla situazione epidemiologica.

Il tema della sicurezza deve essere sempre nell'agenda, sia del Governo, che del Parlamento, però vi sono alcune incongruenze. Forse serviva maggiore uniformità di azione. Seguendo i lavori al Senato sullo stesso provvedimento, ho visto un emendamento della Lega, con il quale si chiedeva per i bus turistici una capienza completa, limitata ai soggetti possessori della carta verde, proposta bocciata dal Governo e poi votata favorevolmente dall'Aula. Basti pensare che, per aerei o treni a lunga percorrenza, è già prevista questa possibilità; nell'ultimo decreto partorito dal Governo, poi è stata prevista anche per il trasporto pubblico locale.

Sempre al Senato, è stato accolto un altro emendamento della Lega, con cui si prevedeva di vincolare alle necessità del solo popolo afgano le risorse aggiuntive per il Fondo di asilo previsto dal decreto. La Lega è sensibile alle difficoltà che stanno vivendo migliaia di donne, uomini e bambini afgani ed era importante allontanare definitivamente ogni possibilità di utilizzo dei fondi per finalità differenti da quelli originariamente previste, facendo venir meno l'aiuto del quale il popolo afgano ha assoluta necessità. Apro una piccola riflessione sulla crisi politica in Afghanistan: se un decreto-legge interviene per attivare 3.000 posti nel sistema di accoglienza, è perché c'è la necessità e l'urgenza di far fronte alle esigenze di profughi afgani, che il nostro Paese ha accolto e sta accogliendo tramite canali ufficiali.

Un'analisi attenta e puntuale dobbiamo farla, poi, sull'articolo 9 del suddetto provvedimento, ovvero sulle disposizioni in materia di protezione dei dati personali. Presidente, non nascondo che forse, rispetto all'originaria stesura dell'articolo 9 - che aveva sollevato parecchi dubbi e perplessità, considerato l'impatto delle novità introdotte dal codice in materia di protezione dei dati personali, che necessitavano di una limitazione dello scopo, perché non indirizzate solo a casi specifici o alle missioni per il PNRR riferite alle comunicazioni di dati tra soggetti pubblici senza previa autorizzazione del Garante e senza ulteriori basi normative di legge o di regolamento - l'articolo è stato interamente sostituito da un emendamento del relatore al Senato, senatore Augussori che ringrazio per l'ottimo lavoro di sintesi e sinergia che è riuscito a portare avanti su un tema così delicato, proponendo e dialogando con il Governo e gli altri organi interessati, con un risultato finale più equilibrato rispetto all'originale. Si tratta di una mediazione tra le sollecitazioni del Garante della privacy e le esigenze del Governo di semplificare la materia della tutela dei dati personali per fini pubblici, al fine di accelerare i meccanismi amministrativi anche in funzione del PNRR. In particolare, la nuova formulazione delle modifiche all'articolo 2-ter del decreto-legge n. 196 del 2003, codice in materia di protezione dei dati personali, assicura maggiori garanzie con l'ampliamento della base giuridica per trattare i dati personali nell'esecuzione di un compito di interesse pubblico, comprendendo anche gli atti amministrativi di portata generale, in modo da limitare la discrezionalità dell'amministrazione, modifica proposta dal Garante della privacy, nel corso della sua audizione, in Commissione anche al fine di allineare la normativa italiana al regolamento europeo.

Questo, Presidente, è il classico esempio di come il Parlamento debba ricoprire un ruolo centrale e strategico per le decisioni. Più volte è stato detto che nessun decreto nasce perfetto, Commissione e Aula servono a rendere migliori i provvedimenti e il Parlamento deve sempre rivendicare la sua centralità. Per la Lega è fondamentale la tutela della privacy dei nostri cittadini: il tema è delicato e, come abbiamo visto, non è mai stato sottovalutato.

È, poi, stata inserita una norma specifica sui dati personali relativi alla salute in ragione della loro particolare rilevanza. Infatti, in questo caso, è previsto il parere preventivo del Garante proprio al fine di accrescere la tutela di queste informazioni sensibili.

Per quanto riguarda il revenge porn, prendendo spunto dall'audizione del procuratore capo di Roma, Michele Prestipino, è stato inserito un riferimento anche alle registrazioni audio, oltre alle immagini e ai video di cui è vietata la diffusione.

Concludo, Presidente. Sulla questione di fiducia annuncio il voto favorevole del gruppo della Lega che ha avuto un ruolo determinante in questo provvedimento, sintetizzando la soddisfazione sulle migliorie apportate in tema di capienze e l'auspicio del ritorno al più presto alla normalità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, tra l'ottobre ed il novembre del 2020 eravamo nel pieno della seconda ondata e contavamo centinaia di morti di COVID al giorno, con punte anche di 700 decessi giornalieri. Contavamo una media di 2.500 ricoveri in terapia intensiva, con un tasso di occupazione che spesso superava le soglie di guardia, compromettendo anche la possibilità di effettuare ricoveri ordinari, utilizzare le terapie intensive per altre patologie, magari tempo dipendenti, interrompendo cure oncologiche o rinviando screening spesso vitali; il tutto facendo pagare uno stress emotivo e professionale al personale medico ed infermieristico, che non potremmo mai smettere di ringraziare.

Tra l'ottobre e il novembre del 2021, invece, i decessi per COVID sono da contarsi nell'ordine di poche decine al giorno, con punte massime di 70, mentre i ricoveri in terapia intensiva sono calati ben al di sotto delle mille unità, con un leggero aumento solo negli ultimissimi giorni.

Che differenza c'è tra quello che abbiamo vissuto con la seconda ondata e la cosiddetta quarta ondata di queste settimane? Quale elemento di differenza? Qual è lo strumento sanitario per eccellenza utilizzato? Cosa abbiamo oggi che lo scorso autunno non avevamo? La risposta è semplice: abbiamo un vaccino. Abbiamo un vaccino che ha permesso di ridurre drasticamente morti e ricoveri in terapia intensiva; un vaccino che ha aiutato a ridurre notevolmente la virulenza negli individui, insieme al fatto di continuare ad utilizzare i presidi sanitari individuali, quali le mascherine, il distanziamento, e di continuare a disinfettare le mani; quindi, tutte quelle buone pratiche che in questo anno e mezzo abbiamo tutti imparato. Un vaccino che ha permesso di far vivere con maggior sicurezza anche i più fragili, le persone immunodepresse che per motivi di salute non possono vaccinarsi; un vaccino che ha permesso di liberare i posti ospedalieri per provare a recuperare le liste di attesa, screening, lungodegenze, liberare le terapie intensive, garantire al meglio la possibilità di cura e di intervento per tutte le altre patologie.

La stragrande maggioranza degli italiani ha capito l'importanza di questo presidio e ha aderito con convinzione alla campagna vaccinale, che in questi mesi ha permesso di proteggere milioni di persone e ci ha permesso di parlare di riapertura di attività economiche, di ripresa, di rilancio di settori strategici per il nostro Paese (come il turismo), e di riaprire al pubblico sale, concerti, stadi, grandi eventi, teatri, cinema, sale da ballo e discoteche: tutte attività fortemente compromesse durante la parte più critica della pandemia e di cui oggi, con questo decreto, aumentiamo le capienze.

Il decreto-legge in conversione, infatti, è rubricato “disposizioni urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali”. Tale decreto è in vigore ormai già dagli inizi di ottobre ed i suoi effetti li stiamo vedendo nella vita di tutti i giorni: possiamo andare allo stadio a vedere la partita della nostra squadra del cuore, andare al cinema a guardare un film, ascoltare un concerto, assistere ad uno spettacolo teatrale. Parlando da operatore del settore della musica, tornare ad un concerto davanti a un pubblico è stato qualcosa di veramente eccezionale.

Per quanto riguarda gli spettacoli aperti al pubblico, nelle regioni in zona bianca si può accedere senza limiti di posti, se non quelli effettivamente autorizzati per quei locali e quelle strutture; in zona gialla, invece, non possiamo superare il 50 per cento dell'occupazione dei posti disponibili e dobbiamo garantire il distanziamento di un metro; per le discoteche e le sale da ballo l'occupazione può arrivare al 75 per cento dei posti disponibili per i locali all'aperto e al 50 per cento per quelli al chiuso; per gli eventi sportivi, invece, la capienza è al 75 per cento per sedie all'aperto ed al 60 per cento al chiuso in regioni in zona bianca, mentre tali percentuali scendono, rispettivamente, al 50 per cento e al 35 per cento per quelle in zona gialla.

Una vera rivoluzione, un ritorno alla vita delle emozioni vere che solo un anno fa sembrava così lontana; eppure, ci siamo arrivati, ci stiamo arrivando.

Tutto questo lo dobbiamo ancora agli italiani in primis che, nel rispetto di poche, semplici regole, riescono a garantire a tutti un ritorno ad una normalità che mai come oggi è straordinarietà. Dobbiamo sempre ricordarci da dove veniamo, cosa abbiamo dovuto superare, quanta sofferenza abbiamo vissuto; solo così possiamo evitare di dare le cose per scontato quando arrivano; tutto ciò ce lo dobbiamo guadagnare e costruire passo dopo passo, provvedimento dopo provvedimento, atto dopo atto.

In questo sono orgoglioso del fatto che il MoVimento 5 Stelle abbia scelto di mettersi dalla parte giusta della storia, senza cedere ad ambiguità, a posizioni pericolose e senza lanciare messaggi contraddittori ai cittadini che, mai come oggi, hanno bisogno di una guida certa e di risposte certe. È per tutti questi motivi che dichiaro il voto favorevole alla fiducia del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giorgio Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Non voto la fiducia questa volta, come avevo preannunciato nel corso della precedente dichiarazione sul voto di fiducia della scorsa settimana e, sia chiaro, non per i motivi di Fratelli d'Italia, che in parte condivido. Sia chiaro che questo voto di sfiducia non è rivolto al Governo e, quindi, al Presidente Draghi e al Ministro Speranza che apprezzo, ma la sfiducia è rivolta al Parlamento nei confronti del quale ho perduto ogni forma di fiducia e spiego proprio il perché.

Ho più volte ripetuto in quest'Aula che, da oltre tre anni, è fermo in Commissione riunite il testo della legge sul suicidio assistito, che oggi raccoglie ben otto proposte diverse, di cui una di iniziativa popolare. Ebbene, Presidente, anche questa settimana, a causa della nuova fiducia, abbiamo dovuto accettare un ulteriore rinvio, che comporterà con certezza lo slittamento dell'ipotetico voto in Aula a chissà quando. Non certo in questo mese di dicembre, considerato che, qualora oggi si dovesse davvero iniziare a discutere sugli emendamenti, la discussione generale, forse, potrebbe essere effettuata il 13 dicembre e il voto a data imprecisata, visto che a breve affronteremo la legge di bilancio, l'approvazione dei prossimi provvedimenti urgenti e, a gennaio, l'elezione del Capo dello Stato. Così da tre anni accade sempre che ci sia qualche ragione per rinviare e tutto questo mentre Mario e tutti coloro che come lui invocano di porre fine alla propria vita cosparsa di sofferenze infernali chiedono, come peraltro ha fatto la Corte costituzionale, di approvare una legge che sancisca il diritto alla morte volontaria medicalmente assistita, secondo requisiti indicati con chiarezza.

Non voterò la fiducia, con grande rammarico perché è la prima volta in questa legislatura e perché è questo il mio unico modo per protestare contro questo Parlamento farisaico e pilatesco e contro il fanatismo ipocrita di taluni. No, io questa volta non voterò la fiducia (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Andrea Cecconi. Prego, a lei la parola.

ANDREA CECCONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere che intervenga in Aula il Ministro della Salute Speranza, per riferire sugli sviluppi recenti concernenti il Sudafrica che, per la seconda volta in due anni, ha identificato una variante del COVID-19 - la Beta – e, qualche giorno fa, la tristemente famosa Omicron. Questo non perché il Sudafrica è un Paese tra i più colpiti dalla pandemia, ma perché è uno dei Paesi più avanzati al mondo nel sequenziamento e nella genetica. La variante, presumibilmente, era già presente in altri Paesi e loro sono stati evidentemente i più bravi ad identificarla e di buona misura gli abbiamo immediatamente imposto un blocco dei voli in entrata e in uscita.

Questo atteggiamento va prima di tutto contro le indicazioni dell'OMS e non rispetta agli accordi del G20 di Roma fatti qualche tempo fa, in cui si era ammesso e sottoscritto che, davanti a nuove varianti, non ci sarebbero state nuove restrizioni.

E qual è la prima cosa che è stata fatta appena siamo venuti a conoscenza della variante? Nuova restrizione! Questo atteggiamento rischia di scoraggiare la ricerca sul virus e la condivisione dei dati tra i Paesi che, invece, è indispensabile. In questo modo, si premiano Paesi più opachi, come la Cina o la Russia che non condividono alcuna informazione, ma che, nonostante il virus dilaghi soprattutto in Russia, non mi pare ci si accinga a bloccare. In aggiunta a ciò, è ormai chiaro per tutti che, per sconfiggere le varianti, dobbiamo vaccinare le persone più fragili e in tutto il mondo. Vaccinare tutti i Paesi non è solo una questione di solidarietà internazionale ma anche e, soprattutto, di interesse nazionale. Bisogna sospendere i brevetti sui vaccini e permettere la produzione ovunque nel mondo del vaccino stesso, anche in considerazione del fatto che in Italia è vaccinato l'80 per cento della popolazione mentre, in Africa, solo il 7 per cento. Per questi motivi, riteniamo che sia necessario che il Ministro della Salute, Speranza, venga a riferire in Aula sui recenti sviluppi e sull'efficacia ed adeguatezza delle misure intraprese dal suo Dicastero, sia in ambito nazionale che internazionale.

PRESIDENTE. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13,05, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 13,10.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3374.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3374​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Sani.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti:………473

Maggioranza:…………….237

Hanno risposto :………..426

Hanno risposto no:……….47

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carè Nicola

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

De Carlo Sabrina

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Grosso Daniele

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Muro Flavio

Di San Martino Lorenzato Luis Roberto

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Germanà Antonino

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Lovecchio Giorgio

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Mammì Stefania

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Morani Alessia

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmisano Valentina

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffaelli Elena

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Rosato Ettore

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruocco Carla

Saccani Jotti Gloria

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Sarro Carlo

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Sorte Alessandro

Sozzani Diego

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Corda Emanuela

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Paxia Maria Laura

Prisco Emanuele

Raduzzi Raphael

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Suriano Simona

Termini Guia

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Vianello Giovanni

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Ascani Anna

Bergamini Deborah

Carfagna Maria Rosaria

Castelli Laura

Casu Andrea

Cattoi Maurizio

Cavandoli Laura

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Dadone Fabiana

D'Arrando Celeste

De Angelis Sara

De Filippo Vito

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

Fontana Ilaria

Formentini Paolo

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Garavaglia Massimo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Giorgetti Giancarlo

Grande Marta

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Iovino Luigi

Losacco Alberto

Macina Anna

Manca Gavino

Melilli Fabio

Morelli Alessandro

Nesci Dalila

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pagani Alberto

Palazzotto Erasmo

Parolo Ugo

Picchi Guglielmo

Pollastrini Barbara

Ribolla Alberto

Romano Andrea

Sasso Rossano

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Silli Giorgio

Sisto Francesco Paolo

Sodano Michele

Soverini Serse

Speranza Roberto

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Tondo Renzo

PRESIDENTE. Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alle ore 16.

Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14,20, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello Sviluppo economico, il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro della Transizione ecologica e il Ministro della Salute.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative urgenti a sostegno delle vetrerie di Murano in relazione all'aumento del costo del gas – n. 3-02656)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Pellicani ed altri n. 3-02656 (Vedi l'allegato A).

Il deputato De Menech ha facoltà di illustrare l'interrogazione, che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Le vetrerie di Murano, come detto nell'interrogazione, rappresentano un'attività unica al mondo, uno dei fiori all'occhiello del made in Italy, un'attività che in questo momento sta attraversando una stagione di grande crisi. Si tratta di una difficoltà dovuta sicuramente all'aumento esponenziale, nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, della bolletta energetica di queste attività, che sta rischiando di portare alla chiusura tutto un comparto, l'intero distretto del vetro che ha, come ricordo, una storia millenaria e rappresenta il made in Italy in tutto il mondo. I costi sono lievitati fino al 500 per cento. Sono, quindi, urgenti interventi strutturali che assicurino un futuro a queste vetrerie e, più in generale, lo diciamo in questa occasione, a tutte le piccole e medie aziende per le quali i costi dell'energia, il costo del gas e dell'energia elettrica stanno diventando una delle principali voci di bilancio.

In questo senso, ci aspettiamo un intervento forte in campo europeo ma soprattutto a livello nazionale. Con questa interrogazione, pertanto, chiediamo al Governo cosa intenda strutturare a sostegno delle vetrerie di Murano e, più in generale, di tutto il comparto dell'artigianato che sta soffrendo un momento di grande difficoltà proprio per l'aumento della bolletta energetica.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi interroganti. Il Governo è pienamente consapevole di come l'aumento dei prezzi dell'energia, in generale, e del gas, in particolare, impatti negativamente su tutte le aziende con processi produttivi ad alto dispendio energetico. La situazione si è sicuramente aggravata nel settore in questione che si lega stabilmente alla filiera del turismo, attualmente penalizzata dalla situazione pandemica e dal calo delle presenze di turisti stranieri.

Non è questa la sede per dilungarsi sulle molteplici concause che hanno determinato il rincaro dei prezzi, ma quello che mi preme precisare è che il Governo è immediatamente intervenuto con provvedimenti d'urgenza volti a fronteggiare gli incrementi delle bollette energetiche, da ultimo con il decreto-legge del 27 settembre 2021, n. 130 che, fra l'altro, ha previsto il contenimento degli oneri generali di sistema e un regime di tassazione IVA agevolato. Anche ieri, il Presidente del Consiglio Draghi ha ribadito la volontà del Governo di reperire risorse per proseguire nella linea intrapresa, diretta a diminuire l'impatto dei rincari nel breve periodo, a garanzia di tutti i soggetti deboli fra cui ritengo debbano essere annoverate anche le piccole e medie imprese maggiormente danneggiate dai rincari.

Tali misure di sostegno rappresentano una soluzione emergenziale rispetto ad una problematica che va necessariamente affrontata a livello europeo, per evitare conseguenze anche peggiori. Nell'ambito del settore dell'approvvigionamento del gas naturale ritengo che una delle chiavi di volta sia rappresentata da un'adeguata politica europea non solo sull'approvvigionamento ma anche sullo stoccaggio, che è il modo più efficace per gestire il caro prezzi; consente, infatti, di evitare fenomeni speculativi e di bilanciare i rincari che caratterizzano l'innalzamento della domanda nei periodi più freddi dell'anno. Una politica di acquisti e stoccaggi comuni, quindi, che l'Italia intende fortemente promuovere a livello europeo, permetterebbe l'acquisto congiunto di gas nei periodi estivi, quando il prezzo è più basso, con oneri molto minori rispetto al sovraccosto di acquisto invernale.

Tuttavia, se il problema dei rincari delle materie prime e dell'energia investe l'intero comparto produttivo, sono consapevole della peculiarità del settore in questione, caratterizzato dalla necessità di tenere i forni sempre accesi, il che determina una non comune incidenza del prezzo del gas e dell'energia sui costi di produzione, che non è facile da compensare. Proprio per questo, al di là degli interventi di carattere generale, nell'ambito dell'iter parlamentare della manovra di bilancio si sta lavorando per individuare risorse idonee a garantire specifici strumenti di ausilio economico per il settore o i settori con caratteristiche simili, al fine di scongiurare il fermo produttivo delle fornaci e tutelare una produzione che rappresenta un'eccellenza riconosciuta a livello mondiale.

PRESIDENTE. Il deputato Pellicani ha facoltà di replicare, per due minuti.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Grazie al Governo perché l'attenzione nei confronti delle vetrerie muranesi che, come è stato detto, rappresentano un'eccellenza nel mondo, e dell'artigianato nel suo complesso è fondamentale. Gli effetti dei rincari dei costi dell'energia e del gas rischiano di essere devastanti e di vanificare le opportunità che si iniziano a intravedere con la ripresa economica e le misure previste dal PNRR. Per cui, non possiamo trascurare l'artigianato e non possiamo consentire di fermare produzioni uniche, come quelle delle fornaci di Murano. Per questo, servono interventi strutturali, intervenendo sul piano europeo e sul piano nazionale. Non tutti probabilmente sanno che i forni delle vetrerie lavorano a temperature elevatissime, raggiungono 1.100 o 1.200 gradi e restano accesi 24 ore su 24, per cui i consumi sono elevatissimi. Il distretto muranese comprende una sessantina di aziende e circa 650 addetti. Prima della pandemia, spendeva circa 3 milioni all'anno per le bollette del gas e, oggi, i costi sono valutati intorno a 7-8 milioni. La regione è opportunamente intervenuta per cercare di sterilizzare l'impennata ma l'intervento consentirà di tamponare la situazione solo fino all'inizio della primavera. Quindi, mi fa piacere che il Governo stia seguendo da vicino il caso di Murano e dell'artigianato. Se vogliamo inaugurare una nuova stagione nel Paese, non possiamo lasciare indietro le nostre eccellenze, non possiamo, Ministro, lasciare indietro Murano e non possiamo lasciare indietro Venezia. Serve maggiore attenzione da parte del Governo e dell'Unione Europea per l'intero dossier Venezia: occuparsi di Venezia, signor Presidente, significa avere a cuore il destino di una città unica al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza volte a promuovere una diffusione uniforme sul territorio nazionale degli strumenti di polizza assicurativa a copertura delle perdite di produzione agricola causate da eventi atmosferici avversi – n. 3-02657)

PRESIDENTE. Il deputato Dedalo Cosimo Gaetano Pignatone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-0265 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, in Italia si assiste ad un aumento della frequenza e dell'intensità dei fenomeni atmosferici avversi, come siccità o alluvioni come quelle che hanno recentemente colpito la regione siciliana, con ripercussioni devastanti per il settore agricolo che ne risulta particolarmente colpito. Oggi, il sistema di risarcimento dei danni è un procedimento lungo, che spesso, dopo vari anni, porta ad un risarcimento marginale. Risulterebbe dunque opportuno valorizzare gli strumenti di gestione del rischio. Purtroppo, però, si osserva come le polizze assicurative agricole risentano di una distribuzione disomogenea nel territorio nazionale: infatti, circa l'80 per cento delle assicurazioni si trova al Nord e questo strumento stenta a decollare al Centro-Sud. Ritengo che purtroppo gli agenti atmosferici avversi saranno sempre più frequenti e quindi sarebbe opportuno rendere questi strumenti più appetibili per le aziende e più flessibili, evidenziando come il settore agricolo sia fondamentale per la crescita stessa del sistema Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Tralascio l'analisi di contesto già fatta dall'onorevole interrogante, perché è evidente che ciò che una volta consideravamo come un evento eccezionale oggi invece è un evento routinario (alluvioni, gelo, grandine, trombe d'aria e siccità nei periodi estivi). Perché esiste il tema delle assicurazioni? Perché molto spesso, per effetto di franchigie alte, la parte bassa del risarcimento non c'è, perché i premi sono elevati, perché c'è una disomogeneità territoriale, perché la raccolta è limitata a quelle zone di territorio storicamente investite da fenomeni calamitosi che, quindi, fanno alzare il rischio - sono quelli che si assicurano e determinano un innalzamento del premio - e perché molto spesso i rischi cosiddetti catastrofali, che sono gelo, alluvione e siccità, non vengono assicurati da parte dei produttori per scelta aziendale.

Allora, la prima scelta che abbiamo fatto rispetto anche all'impostazione della nuova PAC – che, grazie all'intervento del nostro Paese, prevede la possibilità di un prelievo diretto del 3 per cento dal primo pilastro per la gestione del rischio - è stata costituire, con la legge di bilancio, un Fondo di mutualizzazione nazionale, che andrà esattamente nella direzione che l'interrogante ha indicato, quindi di un'omogeneità territoriale (tutti gli agricoltori che sono percettori di PAC avranno diritto di accesso a quel Fondo), e una dotazione di 350 milioni, tra cofinanziamento FESR e finanziamento del prelievo del primo pilastro. Abbiamo implementato ulteriormente, dal punto di vista delle risorse, l'intervento sull'assicurazione agevolata, perché comunque riteniamo che questo Fondo di mutualizzazione - adesso spiegherò brevemente come dovrà funzionare - servirà anche a caricare un minore rischio sulle assicurazioni e quindi ad abbassare i premi. Ma questa spinta verso le assicurazioni ci ha costretto ad alzare un po' la dotazione di risorse, proprio perché dobbiamo fare in modo che l'assicurazione agevolata venga sempre più richiesta per tutta la parte di rischio che sta fuori dal Fondo di mutualizzazione nazionale. Il Fondo sarà gestito da Ismea, quindi da un ente di diritto pubblico, e avrà sistemi automatici di rilevazione del danno. La dotazione di 350 milioni ci fa pensare che potremmo arrivare fino al 40, 45 per cento del danno complessivo annuo per i danni catastrofali. Storicamente la cifra è in incremento, ma possiamo dire che i danni da dichiarazione di emergenza ammontano a un miliardo e mezzo, ma poi, a rendicontazione, ci attestiamo tra i 700 e gli 800 milioni di euro all'anno e, avendo una dotazione annua di 350 milioni, arriviamo attorno al 40, 45 per cento di quella cifra. Sarà omogenea a livello nazionale, perché varrà per tutti i percettori di PAC e, di fatto, stiamo muovendo un primo piccolo passo verso il modello americano, dove tutte le politiche di sostegno agricolo sono legate alla gestione del rischio. Credo che si debba fare un ragionamento: nell'anno di sperimentazione 2022 dell'utilizzo del Fondo di mutualizzazione abbiamo messo 50 milioni di euro per costruire lo strumento. Questo dovrà essere semplice, dovrà prevedere un sistema automatico di stima del danno, mettendo assieme tutti i dati che possono essere rilevati da ISPRA, da Meteo Italia, dal CREA e dalla Protezione civile, in modo da superare anche quel problema dei tempi del rimborso, che sono un elemento fondamentale, e della discrezionalità del perito, che per le assicurazioni va a fare il rilievo in campagna. Credo quindi che stiamo facendo un percorso virtuoso, tanto che moltissimi altri Paesi europei, in questi giorni, ci stanno contattando, perché hanno visto come ci stiamo muovendo e vogliono replicare nel loro Paese questo tipo di misure.

PRESIDENTE. Il deputato Pasquale Maglione ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

PASQUALE MAGLIONE (M5S). Grazie, Presidente e grazie, Ministro. Chiaramente io non mi soffermo sulla situazione catastrofica, su quella che - come diceva il Ministro - prima era l'eccezionalità e che adesso è diventata l'ordinarietà dell'incidenza del cambiamento climatico, soprattutto sulle produzioni agricole, perché sono sicuramente quelle che maggiormente risentono di questo tipo di cambiamenti e degli eventi estremi legati a questi cambiamenti. Quindi, prendo atto insomma dei dati illustrati dall'onorevole Pignatone e dal Ministro, però devo anche riconoscere al Ministro di aver avuto, con l'introduzione del Fondo di mutualizzazione nazionale, un'intuizione politica e una capacità di visione verso il futuro. Infatti il Ministro, in questo momento, oltre a stabilire un Fondo che in qualche modo va a supportare gli imprenditori agricoli con delle percentuali importanti - come diceva il Ministro arriviamo intorno al 40 per cento del danno subito – mira anche a diffondere la cultura della gestione del rischio. Infatti, come diceva l'onorevole Pignatone, in questo momento la maggior parte delle assicurazioni (circa l'80 per cento) si trova al Nord, quindi il Ministro giustamente si è fatto carico di diffondere la cultura del rischio. Questo Fondo di mutualizzazione che verrà approvato con la legge di bilancio di quest'anno, avrà come test il 2022 e ci dirà, già nel 2023, quali saranno le azioni da mettere in campo. Ricordiamo che prima, per accedere ai ristori rispetto a un evento eccezionale in agricoltura, dovevano passare dai tre ai cinque anni, mentre qui stiamo parlando di un Fondo che, nell'arco di un anno, già potrebbe dare una risposta concreta ai cittadini. Quindi è doveroso da parte mia apprezzare l'azione del Ministro. Chiaramente non ci dimentichiamo che ad accompagnare queste misure ci sono anche quelle previste nel PSR che sicuramente hanno una valenza importante e sicuramente qualche cosa potrà essere fatta anche con il futuro Piano strategico nazionale.

Quindi, nel ringraziare il Ministro per l'azione immediata e di visione politica rispetto al comparto e rispetto alle difficoltà che il comparto vive nel momento in cui è soggetto a questi eventi estremi, devo dire che è chiaro che in questo momento la politica, in modo concreto, ha dato, appunto, una risposta concreta a un problema attuale e concreto degli agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a prevedere adeguate misure a sostegno degli allevatori in relazione ai danni causati dalla diffusione del virus dell'aviaria negli allevamenti ovicoli – n. 3-02658)

PRESIDENTE. Il deputato Caon ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02658, per un minuto (Vedi l'allegato A).

ROBERTO CAON (FI). Grazie, Presidente. Buongiorno ai signori Ministri. L'oggetto è l'aviaria e, considerato che sono presenti il Ministro della Salute e il Ministro delle Politiche agricole, penso che meglio di così per una risposta non ci sia, ossia cade proprio a fagiolo la vostra presenza.

In Italia sono presenti i focolai di aviaria nella Bassa Padovana, nel Veronese, nel Bresciano, nel Lazio e ci sono casi anche in Sicilia. Soprattutto in Veneto sono stati coinvolti numerosi allevamenti di tacchini, i primi animali ad essere stati infettati, ma il virus circola anche negli allevamenti di ovaiole e di broiler. Secondo i dati dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie, il centro di referenza nazionale, nella prima settimana di novembre 2021 gli episodi sono aumentati anche in altre regioni. Il virus è stato rinvenuto in alcuni uccelli migratori, i quali hanno la capacità di diffondere anche a lunga distanza il virus.

Chiedo al Governo se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per prevedere adeguati sostegni nei confronti degli allevatori, i quali, oltre ai danni diretti, come gli abbattimenti, ne subiscono di indiretti, per effetto dell'adozione delle misure di biosicurezza, che determinano perdite economiche ingenti a causa di mancati o ritardati accasamenti, costi per pulizie, disinfezione e distruzione della pollina, destinazione alternativa delle uova…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO CAON (FI). …e distruzione delle uova di cova mancata. Chiedo al Governo, dunque, quali sono le misure per questo settore avicolo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere. Collega Sorte, per favore! Prego.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti, che mettono al centro un tema che sta diventando emergenziale a livello europeo e non soltanto per il nostro Paese. Premetto che dal 19 ottobre 2021 il Centro di referenza nazionale, il CRN per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle, ha confermato diverse positività per il virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità nel pollame domestico, riscontrando diverse positività per virus HPAI, sottotipi NA e H5N1, anche nei volatili selvatici.

L'Italia si è prontamente attivata per individuare la presenza/prevalenza dei virus influenzali a bassa patogenicità nonché quelli ad alta patogenicità sia negli avicoli domestici che nei volatili selvatici. In tutti gli allevamenti risultati positivi sono state svolte, o sono in corso tuttora, le operazioni di abbattimento, pulizia e disinfezione e le misure di controllo generali e specifiche nelle zone di protezione e di sorveglianza sono state implementate, come previsto dal regolamento delegato della Commissione n. 2020/687.

Considerato l'aggravarsi dell'epidemia di influenza aviaria su parte del territorio nazionale, stiamo predisponendo un programma di sostegni economici nel comparto avicolo su cui chiederemo l'attivazione del cofinanziamento UE. Infatti, con il regolamento n. 2019/1323 di esecuzione, la Commissione europea ha adottato le misure eccezionali di sostegno del mercato avicolo italiano per compensare i danni indiretti subiti nei settori delle uova e delle carni di pollame, partecipando, nella misura del 50 per cento, al finanziamento delle spese in corso dell'Italia in questo settore, mentre il rimanente 50 per cento sarà cofinanziato con fondi nazionali a carico del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie, di cui alla legge n. 183 del 1987.

Parallelamente, anche alla luce delle esperienze condotte negli anni passati a fronte di crisi dello stesso tipo, sono stati avviati i necessari contatti con il Ministero dell'Economia e delle finanze volti all'attivazione del cofinanziamento nazionale necessario per rendere operativo il relativo programma di interventi. Le misure da attivare saranno definite nei prossimi giorni, una volta conclusi i confronti tecnici in corso, anche con l'obiettivo di attivare ogni sinergia possibile, ferme restando le ulteriori misure che riguarderanno il risarcimento dei cosiddetti danni diretti, che, come sottolineato dall'interrogante, sono distinti da quelli indiretti, mediante indennizzi per gli abbattimenti degli animali e la distruzione del materiale infetto, di competenza esclusiva del Ministero della Salute, con cui si è in contatto costante.

Rassicuro, quindi, gli onorevoli interroganti che la problematica esposta è fortemente attenzionata del mio Dicastero, perfettamente consapevole che questo comparto sostiene un settore agroalimentare assolutamente competitivo e tra i primi in Europa.

PRESIDENTE. Il deputato Caon ha facoltà di replicare, per due minuti.

ROBERTO CAON (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, io posso solo farle delle raccomandazioni per questo comparto. Sappiamo benissimo che le famose carni bianche sono anche quelle a minor prezzo (perciò è anche qualcosa). Questi allevatori stanno già subendo il problema delle materie prime, come tutte le altre aziende. Stiamo parlando del fatto che la gallina produce la proteina a più basso costo nel mondo, che è l'uovo. Perciò, le uniche raccomandazioni - gliele leggo - sono quelle che mi vengono direttamente dal comparto degli avicoltori: uno, moratoria sui mutui a causa dell'influenza aviaria almeno per un anno (queste imprese hanno dei mutui e bisognerà aiutarle con la moratoria); due, cercare di velocizzare i pagamenti dei danni diretti, perché hanno bisogno di liquidità; tre, stimare appena possibile i danni indiretti per il fermo allevamenti imposto dal decreto regionale; quattro, apertura al Ministero di un tavolo tecnico per la ripartenza, con la vaccinazione sui tacchini e sulle galline ovaiole.

Queste sono le cose che mi chiedono direttamente dal comparto (io non abito molto lontano da questa zona). L'unica cosa che le ripeto è la velocità, perché queste imprese hanno dei costi fissi che ogni mese devono affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza in merito alla dismissione della centrale Enel di La Spezia, nel quadro di politiche di sviluppo delle energie rinnovabili – n. 3-02659)

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02659 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei è a conoscenza che è in atto l'iter per la procedura VIA sulla richiesta di Enel di sostituire, nella centrale di La Spezia, un'unità di produzione elettrica a carbone, l'unica rimasta in produzione, con una a turbogas da 800 megawatt.

Le istituzioni territoriali hanno ribadito a più riprese la contrarietà della riconversione a gas, con prese di posizione unanimi dei consigli comunali di La Spezia, di Arcola e del consiglio regionale della Liguria. Oltre 60 anni di presenza di una centrale termoelettrica all'interno del perimetro urbano della città di La Spezia hanno prodotto effetti testimoniati dal parere espresso dall'Istituto superiore di sanità (per dirla con una battuta alla genovese, è un territorio che dice di aver già dato).

La interroghiamo, quindi, per verificare se il Governo non ritenga, tenuto conto anche delle prese di posizione contrarie delle istituzioni locali e regionali e di un ordine del giorno accolto alla Camera il 10 dicembre 2019, di adottare le iniziative di competenza per avviare una fase nuova, cercando, per l'area interessata, una soluzione diversa, in linea col superamento delle fonti fossili previste dalla transizione ecologica.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Onorevole Fornaro, la ringrazio del quesito. Come può immaginare, come residente della zona sono anch'io informato e sensibile.

In relazione a quello che ci chiedeva, a partire dall'adozione della Strategia energetica nazionale del 2017, con decreto del Ministero dello Sviluppo economico e dell'allora Ministero dell'Ambiente, il Paese ha iniziato un percorso molto deciso verso la transizione dell'attuale sistema elettrico verso forme di energia sostenibili. Tra gli obiettivi della Strategia era già contemplato il completo phase out del carbone al 31 dicembre 2025, che è stato ribadito e confermato con l'adozione del PNIEC. Quest'ultimo prevede che la strategia energetica nazionale si basi su un impulso molto forte alle rinnovabili, subordinando esplicitamente il phase out alla realizzazione di interventi preordinati di natura strutturale per il potenziamento del sistema elettrico.

In questa fase transitoria, tuttavia, il gas rivestirà un ruolo ancora importante nel processo della transizione energetica e, quindi, ecologica.

Riguardo, quindi, alla centrale termoelettrica di La Spezia, che è oggetto della sua interrogazione, si rappresenta che, per l'apporto fornito dalla centrale stessa al sistema elettrico nazionale, Terna, responsabile degli aspetti di adeguatezza e sicurezza del sistema elettrico, il 30 novembre, cioè ieri, ha comunicato che dal 1° gennaio 2022 sarà possibile procedere alla dismissione del gruppo a carbone presente nella centrale, così come richiesto da Enel con istanza presentata a suo tempo al Ministero. La decisione di Terna è conseguente all'approvazione da parte dell'Authority ARERA del meccanismo per l'approvvigionamento della riserva primaria sul mercato del giorno prima (MGP).

Per quanto concerne il progetto di Enel, la sostituzione dell'unità a carbone con una nuova unità a gas rientra nella decisione legittima del soggetto privato di operare sul mercato della produzione di energia elettrica. Alle istituzioni spetta di valutare che le proposte dei privati tengano conto dei vincoli posti dalle normative ambientali, paesaggistiche e di tutela della salute. A questo fine, l'impianto in oggetto è stato assoggettato alla valutazione di impatto ambientale (VIA) e allo stato attuale sono stati conclusi tutti gli adempimenti tecnici e amministrativi previsti dalla normativa necessari per la definizione del procedimento.

Ho visto anche le prescrizioni, onorevole Fornaro, e le posso garantire che, dal punto di vista dell'iter, è stato fatto un lavoro veramente accuratissimo. Sono stati acquisiti il parere positivo con condizioni ambientali della commissione tecnica di verifica VIA e VAS, del Ministero della Cultura, della regione Liguria e dell'Istituto Superiore di Sanità. Adesso, molto francamente, il procedimento VIA è solo un tassello necessario, ma non sufficiente; è certamente importante, ma non è definitivo per l'iter autorizzativo che, essendo concluso favorevolmente dal punto di vista amministrativo, adesso necessita dei pareri di soggetti che saranno chiamati in sede di conferenza dei servizi, fra cui quello della regione Liguria.

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Ministro. Mi pare di capire, se ho interpretato bene la sua risposta, che dal 1° gennaio 2022 l'attuale produzione della centrale di La Spezia non è più necessaria secondo Terna e quindi questo toglie, da questo punto di vista, ogni dubbio: quella centrale, che per 60 anni ha diffuso anche inquinamento su quel territorio, non è più necessaria.

A questo punto credo che vada rispettato un patto che c'era tra le istituzioni e che diceva che, dopo 60 anni, si poteva anche pensare a un altro futuro per quel territorio, che aveva dato un contributo che è quello che abbiamo ricordato.

Qui non è in discussione, signor Ministro, la legittimità dei passaggi, sono sicuro che l'iter della VIA sarà fatto nel migliore dei modi; stiamo parlando di interlocutori di assoluto valore, come Enel, per cui non è questo il tema. Il tema è la scelta politica di fondo: noi chiediamo che il Governo si assuma la decisione di finire la produzione di energia elettrica sul territorio che oggi è occupato dalla centrale di La Spezia, in coerenza sia con quello che è il pensiero delle istituzioni territoriali sia con la transizione ecologica. Di quella realtà oggi si può pensare di fare a meno, e si può invece pensare a soluzioni alternative, evidentemente, per quel terreno, che è un terreno enorme, come lei ben sa e come sanno bene gli spezzini. Questo, quindi, è quello che noi le chiediamo, signor Ministro: avere coraggio!

(Iniziative in relazione agli effetti causati dalla diffusione del lupo, in vista del contenimento dei danni riportati dagli allevatori e di un rinnovato equilibrio ambientale – n. 3-02660)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02660 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

DANIELA RUFFINO (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sono a riportare la forte preoccupazione degli allevatori italiani: da tempo denunciano la presenza di numerosi branchi di lupi, di ibridi, di lupi confidenti e, come lei ben sa, le continue predazioni. Parliamo di migliaia di capi di bestiame sbranati, di capi feriti, di carcasse che devono essere raccolte sulle pietraie.

Poi certamente - ma questo non è competenza del suo Ministero - vi è la complessa burocrazia per ottenere i risarcimenti, e sappiamo tutti quanto i nostri allevatori siano concreti e poco avvezzi a questa burocrazia.

Sono quindi a chiederle, signor Ministro, quali misure urgenti, quali iniziative siano state intraprese con il Piano di conservazione e gestione del lupo e, se queste misure non fossero sufficienti, quali altre misure e quali revisioni del Piano intenda attuare.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie Presidente, grazie onorevole Ruffino. Sono assolutamente al corrente della situazione molto critica e ho fatto quattro o cinque incontri negli ultimi mesi con diversi operatori. Tra l'altro, ho visto le foto, ho visionato le immagini: sono veramente raccapriccianti.

Dunque, qui abbiamo due istanze purtroppo abbastanza complesse da trattare. Una è che il lupo è inserito tra le specie particolarmente protette, è sottoposto a questa tutela rigorosa, come disposto soprattutto dalla normativa, oltre che nazionale, europea, e questo ovviamente è un limite a qualunque forma di rimozione o abbattimento.

È assolutamente vietata la cattura o l'uccisione deliberata di esemplari di lupo nell'ambiente naturale e la sua conservazione dipende dalla capacità di mitigarne gli impatti e di gestire la convivenza. D'altro canto, bisogna tener conto delle giustissime preoccupazioni e dei grossissimi problemi degli allevatori, soprattutto dei piccoli allevatori, ed è chiaro che la tematica ha una forte polarizzazione dell'opinione pubblica a seguito degli eventi che lei stessa ci ha descritto e che ho avvicinato anche personalmente. Il Ministero dell'Ambiente in precedenza aveva promosso il Piano nazionale di conservazione e gestione del lupo in Italia, basato su un'analisi tecnica molto accurata, redatta da 70 esperti e condivisa da ISPRA, nonché portata in discussione presso la Conferenza Stato-regioni. Sto parlando del passato, questo è stato fatto negli anni precedenti. Il processo di adozione del Piano è stato contraddistinto da un lungo iter, con un susseguirsi di modifiche e di integrazioni richieste dalle regioni e dalle province autonome, in particolare sulla disciplina delle deroghe ai sensi della direttiva 92/43/CEE, la “direttiva Habitat”. In alcuni casi è stata richiesta una più rapida applicazione della deroga a catturare o uccidere i lupi particolarmente pericolosi e dannosi - questo viene proprio soprattutto dagli allevatori, che hanno un danno enorme – e, in altri vi è un'assoluta contrarietà ad ogni ammissione di deroga rispetto al generale divieto di rimozione. L'ultima versione del Piano, aggiornato in accordo con ISPRA e dopo un grande e lungo confronto con le regioni, esperti e portatori di interessi, è stata sottoposta nel 2019 alla Conferenza Stato-Regioni. Purtroppo anche questo testo non ha visto il raggiungimento dell'accordo per divergenze interne alla Conferenza stessa, alle regioni. Conseguentemente, il Piano è stato rimesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e a questo Ministero; e arriviamo, sostanzialmente, ai giorni recenti.

Data questa impasse, il Ministero della Transizione ecologica ha continuato a lavorare sul tema al fine di trovare un possibile accordo. Durante la stagione 2020-2021, quindi prima ancora che si formasse il MiTE, l'ISPRA ha coordinato una raccolta di dati sul campo e presso le amministrazioni per ottenere un quadro aggiornato anche relativamente ai danni causati dal predatore su tutto il territorio nazionale. Tale indagine permette di analizzare il fenomeno su scala nazionale ed è di supporto nell'individuazione delle aree più critiche per via delle problematiche sollevate dal lupo nonché nella disponibilità a valutare con le regioni il sostegno a specifiche iniziative di conservazione e gestione della specie. Osserviamo, in ogni caso, che una proficua ripresa del confronto potrebbe essere attivata anche sulla base del Piano vigente, per cui potranno essere valutate azioni e interventi differenziati su base regionale e subregionale e ciò potrà prevedere anche deroghe alla cattura e all'abbattimento delle specie protette.

Ferma restando l'esigenza di arrivare a una soluzione condivisa fra tutti i soggetti coinvolti, si rappresenta l'auspicio che possa essere raggiunto un accordo fra tutte le regioni tale da contemperare sia la necessità di conservare le specie sia la possibilità di prevedere deroghe al divieto di rimozione nei limiti consentiti dalla normativa vigente.

Aggiungo, come nota veramente delle ultime ore, che in un recentissimo incontro con il presidente della provincia di Trento abbiamo potuto visionare la struttura del piano per i lupi che la provincia ha sviluppato, che sembra essere piuttosto interessante. Ho mandato una lettera al presidente di ISPRA per valutare sia con la provincia autonoma di Trento sia con quella di Bolzano, che stanno lavorando insieme, un approfondimento di questa metodologia e verificare se possa essere un ulteriore punto di discussione da presentare alla Conferenza Stato-Regioni.

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.

DANIELA RUFFINO (CI). Grazie, signor Ministro, ho apprezzato la sua esposizione. Lei ha parlato di due istanze, riportando che il lupo è un animale protetto, però, dall'altro lato, ci sono le giuste preoccupazioni degli allevatori. Questo è lampante: c'è il tema dell'opinione pubblica ed è anche vero che devono essere date delle risposte. Ho visto l'iter del Piano, mi sono resa conto di tutto quello che è successo. C'è il tema delle regioni, ci sono i sindaci e gli enti locali che sono interessati a questo tema. Certamente ci vuole un grande equilibrio per riuscire a dare delle risposte. Signor Ministro, ancora le faccio presente, al di là del tema delle predazioni…

PRESIDENTE. Metta la mascherina un po' più su, grazie.

DANIELA RUFFINO (CI). …anche i noti danni all'ambiente e all'ecosistema, perché gli allevatori tutelano e valorizzano la biodiversità. Molti allevatori oramai si sentono abbandonati e indifesi di fronte a queste predazioni. Che cosa succede? Succede semplicemente che c'è un bosco che avanza perché i pascoli non vengono più utilizzati, e so quanto lei sia sensibile a questo tema. Quindi, anche in questo caso, un nuovo problema che deve essere affrontato con interventi adeguati. Poi c'è l'abbandono delle aree interne; i pastori utilizzano quelle aree interne e montane. Infine, c'è l'altro tema importantissimo, signor Ministro, delle produzioni: sono di pregio.

Fatte tutte queste considerazioni, occorre anche sapere - e questo è un punto interrogativo importante - quanti lupi abbiamo e dove si trovano questi branchi di lupi. Purtroppo, questo dato è veramente difficile da conoscere. Non possiamo più parlare di prevenzione, possiamo soltanto parlare di contenimento. Ci sono 22 azioni nel Piano, occorre capire quali di queste hanno forza e molto probabilmente andare su una revisione del Piano. Oggi non possiamo perdere posti di lavoro importanti, sono quelli delle famiglie, sono quelli dei giovani che oggi hanno scelto di fare quel mestiere. Aggiungo una cosa velocissima: nel PNRR si parla di risorse contro la desertificazione dei territori. Quindi, da un lato, noi metteremo risorse contro la desertificazione e, dall'altro lato, però, sappiamo bene che, se non troviamo la giusta misura, i pastori abbandoneranno le nostre terre (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Misure per incrementare le somministrazioni della terza dose dei vaccini anti-COVID e iniziative in relazione alla diffusione della variante cosiddetta omicron – n. 3-02661)

PRESIDENTE. Il deputato Anzaldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Noja ed altri n. 3-02661 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

MICHELE ANZALDI (IV). Grazie, Presidente, grazie Ministro. I dati degli ultimi giorni dimostrano come stia risalendo il tasso di positività. In questo contesto, l'Italia continua a distinguersi dal resto dei Paesi europei, merito di una campagna vaccinale che ha raggiunto gran parte della popolazione. Nonostante questo, la ripresa delle scuole, l'allentamento delle misure di prevenzione dopo mesi di isolamento e restrizioni, nonché l'avvicinarsi delle vacanze natalizie e feste in famiglia impongono di accelerare la somministrazione della cosiddetta terza dose. Le raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione del 10 marzo 2021, con le quali sono state aggiornate le categorie di popolazione da vaccinare in via prioritaria, stabilivano una precedenza per i soggetti fragili e i loro prestatori di cura, genitori di minori vulnerabili, familiari conviventi di persone immunodepresse, caregiver di persone con disabilità grave. La ratio con cui vengono stabilite tali priorità vaccinali sembra essere quella di ampliare il più possibile la protezione dei soggetti vulnerabili alle conseguenze del COVID-19, aumentando anche l'immunizzazione dei soggetti che operano in situazione di loro prossimità o che si trovano in situazioni di maggiore esposizione. Chiedo quali iniziative intenda assumere in relazione alle priorità dei soggetti ai quali somministrare la terza dose, anche ampliando il criterio legato all'età anagrafica, con particolare riferimento ai familiari conviventi e ai caregiver delle persone più vulnerabili, nonché alle fasce di popolazione, quali per esempio gli insegnanti, raggiunte dal primo ciclo vaccinale ormai da diversi mesi e particolarmente esposte al rischio di contagio..

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MICHELE ANZALDI (IV). … in ragione della loro attività lavorativa.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti che mi consentono di tornare su un tema fondamentale per il nostro Paese qual è, in questo momento, la campagna di vaccinazione. Sono molto convinto che essa rappresenti lo strumento fondamentale per gestire questa fase epidemica che, come si vede dai numeri che, tra l'altro, venivano riportati nell'interrogazione, sono crescenti in maniera significativa a livello europeo e in maniera ridotta, ma comunque significativa, anche nel nostro Paese. I numeri della nostra campagna di vaccinazione sono molto incoraggianti. Questa mattina alle 6, siamo arrivati a 96.335.441 dosi somministrate. Questo è avvenuto in poco più di 11 mesi. Mi sia consentito ancora di ringraziare il nostro personale sanitario che ha reso possibile un'impresa significativa, con i numeri che ho riportato. Le prime dosi sono ormai all'87,44 per cento della popolazione vaccinabile; il ciclo completo è all'84,58 per cento e anche i richiami segnalano numeri interessanti: questa mattina alle 6, siamo arrivati a 6.543.004 richiami effettuati. Voglio segnalare in modo particolare i dati degli ultimi giorni. Negli ultimi giorni, anche per effetto delle misure annunciate dal Governo, c'è stata una crescita significativa delle prime dosi: nella giornata di lunedì abbiamo avuto 32.901 prime dosi, nella settimana precedente la media di prime dosi era tra 15.000 e 20.000, quindi un salto in avanti importante.

Ancora, le terze dosi nella giornata di ieri sono state circa 315.290. Da oggi - proprio da oggi, 1° dicembre - apriamo la possibilità del richiamo anche alla fascia generazionale tra 18 e 39 anni, sempre a 5 mesi dal completamento del primo ciclo. Questo ci consentirà senz'altro un'accelerazione. Ma voglio essere chiaro, resta vigente la priorità per le categorie più fragili, resta vigente la priorità per gli immunodepressi e anche per la popolazione più anziana che, per via dell'età, è naturalmente più esposta. Il commissario Figliuolo ha disposto, proprio nelle ultime ore, degli obiettivi, target che porteranno ad un'ulteriore crescita di questa campagna di vaccinazione e noi lavoreremo sicuramente ancora nei prossimi giorni al rafforzamento degli hub, ad un coinvolgimento ancora più significativo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che rappresentano una leva essenziale per la sanità del territorio, e anche delle farmacie, il cui numero dove si fa una somministrazione anche di vaccino continua a crescere. In conclusione, ribadisco che il vaccino per noi è la chiave fondamentale con cui provare a gestire questa fase diversa; ma, chiaramente, insieme al vaccino è fondamentale continuare anche a investire sui comportamenti corretti, a partire dall'utilizzo delle mascherine.

PRESIDENTE. La deputata Noja ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Noi ringraziamo molto il Ministro per le informazioni e le risposte che ci ha dato, perché dimostra, ancora una volta, che la strategia che stiamo e che state seguendo è quella corretta. Ministro, è un momento molto delicato della pandemia per la nuova variante Omicron, perché questa variante arriva nel momento in cui c'è la discesa, per molti cittadini, della difesa anticorpale e, quindi, l'esigenza del booster, perché non dobbiamo nasconderci che nella popolazione c'è ormai una stanchezza psicologica. Siamo a quasi due anni dall'inizio della pandemia, insomma siamo tutti affaticati. In questa fase noi riteniamo che sia molto importante la comunicazione, la chiarezza nei messaggi che vengono dati. Noi ci apprestiamo anche ad affrontare la sfida della vaccinazione sui più piccoli e, come diceva lei, i pediatri saranno fondamentali anche per spiegare l'importanza della vaccinazione per gli over 5 ai genitori, che dovranno vincere le resistenze. Dobbiamo affrontare la sfida dell'omogeneità territoriale, perché ancora una volta alla campagna vaccinale i territori non stanno rispondendo tutti nello stesso modo. Dobbiamo sostenere i sanitari che vivono ormai da mesi in una condizione di affaticamento molto importante e l'arrivo di un'altra ondata sta creando in loro un sentimento di stress e di affaticamento del tutto comprensibile. Poi, c'è il tema del coordinamento con gli altri Paesi europei. Abbiamo constatato con questa nuova variante che, o la risposta e le misure sono presi tutti insieme, oppure un Paese da solo non può farcela. Noi abbiamo molto apprezzato il fatto che stavolta, meglio che in passato, i Paesi europei sono stati capaci di coordinarsi, però questa risposta deve essere ancora più forte e, da ultimo, il rafforzamento di tutte le procedure di tracciamento e di sequenziamento delle varianti proprio perché ci sono parti del mondo, purtroppo, ancora in cui la vaccinazione è molto indietro; il rischio che queste recrudescenze legate alle varianti portino a un aumento dei contagi è molto attuale. Quindi, noi sosteniamo fortemente la strategia di precauzione, ma anche di assunzione della responsabilità di un rischio calcolato del Governo, che sta concedendo a tutti noi di continuare una vita semi-normale che, però, si fonda, perché possa proseguire, sul senso di responsabilità del Governo, del Parlamento e naturalmente di tutti i cittadini che continuiamo a ringraziare, perché gli italiani, fino a oggi, hanno dimostrato un senso di comunità e un senso di responsabilità spesso devo dire maggiore di quello che viene raccontato anche dai media, che a volte si concentrano solo su sparute minoranze invece di raccontare della grande maggioranza dei cittadini italiani che ad oggi ha consentito al nostro Paese di raggiungere risultati migliori di quelli di tanti altri Paesi.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare un'univoca applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019, in materia di condizioni di non punibilità dell'aiuto al suicidio assistito – n. 3-02662)

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02662 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Come lei sa, Ministro, Mario è un malato tetraplegico da dieci anni, a causa di un incidente. Nell'agosto 2020 ha chiesto all'azienda sanitaria locale che fossero verificate le sue condizioni di salute per accedere legalmente in Italia a un farmaco letale per mettere fine alle sue sofferenze, in applicazione della sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale.

Dopo una lunga trafila giudiziaria, nella quale Mario è stato assistito dall'Associazione “Luca Coscioni”, il tribunale ha ordinato ad ASUR di verificare queste condizioni; la verifica c'è stata e c'è stato il parere favorevole del comitato etico competente. A questo punto, però, si è creato uno stallo, direi un rimpallo di responsabilità: da una parte, l'azienda sanitaria locale, che ritiene che, per quanto attiene all'individuazione delle modalità e del farmaco, debba essere di nuovo il tribunale a dare indicazioni; dall'altra, però, Mario, che resta in quelle condizioni in attesa che i suoi diritti e la sua libertà di scelta siano soddisfatti.

Ci chiediamo perché il Governo non ritenga di intervenire, adottando tutti gli atti di propria competenza, per dare delle indicazioni chiare e univoche a tutte le ASL, affinché il dispositivo di quella sentenza della Corte costituzionale possa trovare applicazione, nelle more di una norma che il Parlamento possa approvare.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio l'onorevole Magi per aver sottoposto alla mia attenzione un tema di tanta delicatezza e importanza, su cui, evidentemente, ci sono un dibattito pubblico importante e un dibattito parlamentare. Sul tema del fine vita, il Governo si è finora rigorosamente attenuto a due criteri fondamentali. Il primo è stato proprio quello di rispettare fino in fondo il ruolo del Parlamento su un tema così delicato e segnato da profonde implicazioni etiche, associandosi pienamente all'auspicio, ripetutamente espresso dalla Corte costituzionale, di un organico intervento legislativo in materia. Il secondo criterio fondamentale è stato quello di contribuire ad assicurare le condizioni che, nelle more di questo intervento legislativo, consentano una piena applicazione della sentenza n. 242 del 2019 della Consulta, che, come è noto, è intervenuta sull'assistenza al suicidio prestato da strutture del Servizio sanitario nazionale al ricorrere di 4 precise condizioni, nelle quali il paziente deve venirsi a trovare: patologia irreversibile, sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili, dipendenza da trattamenti vitali, piena capacità di intendere e di volere.

In quest'ottica, l'azione del Ministero della Salute si è rivolta, anzitutto, a una verifica con le regioni sulla presenza, sulla natura e sull'operatività dei comitati etici territoriali, a cui la sentenza della Corte costituzionale affida il delicato compito di esprimere un parere sulla sussistenza dei 4 requisiti necessari perché la richiesta di assistenza al suicidio medicalizzato possa essere accolta da una struttura del Servizio sanitario nazionale. Questa verifica ha portato, da ultimo, a un invito formale, rivolto proprio dal Ministero a tutte le regioni, affinché esse provvedano, entro il termine di 60 giorni, all'individuazione sul proprio territorio del comitato o dei comitati etici competenti ad esprimere il parere previsto dalla Consulta. Questa iniziativa è stata rivolta anche alla regione Marche, naturalmente, il cui comitato etico ha, poi, reso il dovuto parere, accertando la sussistenza delle 4 condizioni individuate dalla Consulta per il caso menzionato dall'interrogante.

Posso assicurare che il Ministero della Salute, per le sue competenze, continuerà il suo lavoro di vigilanza e monitoraggio affinché la sentenza della Consulta possa trovare piena applicazione a questo singolo caso, ma anche ad altri che si potranno presentare in futuro.

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. Ringrazio il Ministro per le informazioni, ma credo che sia necessaria una schiettezza, a questo punto: in realtà, è stato eluso il punto che io ponevo. Lei, Ministro, proprio nell'agosto scorso, rispondendo a una lettera che Mario le aveva inviato, ha affermato - e io condivido questa sua affermazione - che: “L'attesa e l'auspicio di una legge non possono esimere (…) dal prendere atto che la sentenza della Corte costituzionale non può essere ignorata”.

E' importante l'attività del Ministero, che lei ci ha illustrato, di invito, di supporto e di assistenza alle regioni perché siano costituiti e siano funzionanti i comitati etici che devono dare il parere sulla sussistenza dei requisiti indicati nella sentenza della Corte costituzionale, ma qui siamo un passo avanti: i requisiti sono stati verificati dal comitato etico e da ASUR. Siamo di fronte ad un cittadino che chiede qualcosa che, in base a una sentenza della Corte, può ed è legittimato a chiedere. È una cosa di una delicatezza estrema, come lei conviene. In merito a ciò che il cittadino chiede vi sono stati la verifica da parte di ASUR, costretto dal tribunale, e il parere positivo del comitato etico; quindi, esiste il comitato etico.

Il problema è il rimpallo di responsabilità dal punto di vista, mi viene da dire, della tecnica, della tecnicalità, ossia l'individuazione del farmaco e delle modalità. È qui che, a nostro avviso, il Governo deve intervenire - non può non farlo -, adottando atti che, nelle more e nell'attesa che questo Parlamento legiferi, indichino alle aziende sanitarie locali come intervenire. Qui siamo esattamente di fronte ad un diritto fondamentale, riconosciuto e sancito dalla Corte, di cui il Governo deve garantire l'esigibilità a livello nazionale, su tutto il territorio nazionale. È esattamente uno di quei casi in cui, in base alla Costituzione, rispetto all'inerzia anche delle regioni, il Governo può attivare poteri sostitutivi. Mi consenta, Ministro, Mario e, come lui, tanti altri cittadini sono stati lasciati soli da questo Parlamento, ma anche dal Governo.

(Iniziative di competenza volte a implementare misure di controllo sanitario ai confini con la Slovenia e l'Austria, a tutela della salute dei cittadini del Friuli-Venezia Giulia n. 3-02663)

PRESIDENTE. La deputata Bubisutti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02663 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nella regione Friuli-Venezia Giulia si registra, ormai da settimane, una significativa ripresa della circolazione del virus che ha determinato l'innalzamento degli indicatori di monitoraggio e, da ultimo, con l'ordinanza in data 26 settembre, il passaggio della regione in “zona gialla”.

Le ragioni alla base della recrudescenza dei contagi hanno natura, soprattutto, geografica e sono da ricondurre alla mancata tempestiva implementazione dei controlli al confine, a est, con la Slovenia e, a nord, con l'Austria. In Austria, infatti, il contagio sta dilagando ed è stato varato un lockdown delle attività economiche, mentre, in Slovenia, dove la campagna di vaccinazione procede a rilento, un tampone su due è positivo e si registra una saturazione pressoché totale delle terapie intensive.

Su questo sono state denunciate la disparità e la mancanza di solidarietà nei riguardi dell'Italia e del Friuli-Venezia Giulia e, solo un anno fa, a parti invertite, la Slovenia aveva totalmente chiuso i varchi, posizionando barriere che impedivano fisicamente il passaggio ai cittadini italiani in Slovenia e viceversa.

Il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha lanciato un appello al Governo, invocando le necessarie misure di controllo ai confini, con gli strumenti giuridici e di sorveglianza sanitari attualmente a disposizione, a partire dalla verifica del cosiddetto green pass che dovrebbe costituire un requisito indispensabile per l'ingresso nel Paese. È, quindi, urgente dare ascolto alle richieste che provengono al presidente Fedriga, in prima linea nella lotta contro il COVID - sappiamo a che prezzo anche a livello personale ed a lui, mi permetta, mando un grande affetto e la vicinanza credo di tutto l'emiciclo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) - assicurando un intervento concertato e tempestivo che possa proteggere la popolazione friulana e giuliana e scongiurare l'applicazione di nuove restrizioni alle attività locali.

Ciò premesso, le chiedo se e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, a tutela della salute pubblica per arginare l'ingresso del virus dagli Stati direttamente confinanti con la regione Friuli-Venezia Giulia.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio gli interroganti per aver posto l'attenzione su un tema importante come quello appena indicato.

Risponde sicuramente a verità il fatto che i numeri dell'Italia, in questo momento, siano più bassi rispetto alla stragrande maggioranza dei Paesi europei e, in modo particolare, di alcuni di questi Paesi europei confinanti.

Riporto molto velocemente alcuni dati aggiornati a ieri: l'incidenza, su 7 giorni, in Slovenia era di 786 casi; in Austria di 904 casi; in Svizzera di 583 casi; in Germania di 485 casi; in Francia di 319 casi (sto parlando di casi ogni 100 mila abitanti, in 7 giorni).

Il dato dell'Italia nell'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità è di 125 casi ogni 7 giorni su 100 mila abitanti. Gli ultimi dati, aggiornati a questa notte, dicono che la cifra sale a 146, quindi, risponde sicuramente al vero il fatto che c'è una differenza tra il nostro Paese e gli altri. Questo è dovuto sicuramente alla campagna di vaccinazione (lo dicevo prima: l'87,44 per cento ha avuto ormai una prima dose, oltre l'84 per cento ha avuto anche il completamento del ciclo primario) e anche alla gradualità nel rilascio delle misure che abbiamo avuto nel nostro Paese.

Mi consenta anche di dire che siamo stati tra i Paesi che hanno tenuto uno standard più elevato in termini di regole di ingresso per tutti gli altri Paesi, in modo particolare, extra europei, ma anche europei. Per la stragrande maggioranza dei Paesi extra europei, in questo momento, è ancora vigente, per esempio, la quarantena, che era stata tolta in molti altri Paesi europei. Per i Paesi europei, la norma vigente è esattamente quella del green pass. Io credo che le regole ci siano; sono regole improntate ad un principio di prudenza, che ci ha sempre guidato, che è in qualche modo anche testimoniato dai numeri del contagio nel nostro Paese.

Io credo sia particolarmente importante far rispettare pienamente le regole che ci siamo dati e da questo punto di vista la voglio rassicurare che il lavoro del Governo, naturalmente in sinergia tra tutti i Ministeri competenti, dovrà muoversi esattamente nella direzione di rafforzare i controlli, non solo nei luoghi dove questi controlli sono anche più facili da eseguire (penso, per esempio, agli aeroporti, dove vi è un livello di controlli che naturalmente è più semplice e più alto), ma anche in altri mezzi di trasporto e in altre modalità di arrivo, come quelle a cui si fa riferimento nell'area del confine tra la Slovenia e il Friuli-Venezia Giulia.

Quindi, noi lavoreremo anche in quell'area, come nelle altre, per rafforzare i controlli a campione dentro confini che chiaramente evidenziano una porosità di relazioni tra comunità spesso molto connesse tra loro.

Mi sia consentito, in chiusura, di unirmi alle sue parole di espressione di solidarietà per il presidente Fedriga, con cui il Governo lavora ogni giorno in modo assolutamente costruttivo e positivo e, attraverso lui, a tutte le personalità - presidenti di regione e non - che sono state oggetto di minacce per me totalmente inaccettabili (Applausi).

PRESIDENTE. Il deputato Moschioni ha facoltà di replicare.

DANIELE MOSCHIONI (LEGA). Grazie Presidente. Ministro, in parte, sono soddisfatto delle risposte che lei ha dato, soprattutto quando ho sentito le parole: “rafforzare i controlli”. Tuttavia, non più tardi di questa mattina, a meno di 10 chilometri dal confine con la Slovenia, sulle strade del Friuli-Venezia Giulia, sono stati trovati 20 extracomunitari che stavano camminando tranquillamente per la strada e che, probabilmente, sono clandestini (senza “probabilmente”). Quindi, Ministro, soprattutto in questo momento, nel quale il Friuli-Venezia Giulia, per primo, assieme alla provincia di Bolzano, è passato in “zona gialla” e sta attento alla salute dei cittadini del proprio territorio, abbiamo bisogno di più controlli. Anche lei prima ha affermato, non solo il suo Ministero, ma anche i suoi colleghi, come il Ministro Lamorgese, che occorre prendere subito, all'istante, decisioni per controllare i confini. È vero che sono stati inviati militari sul confine della Slovenia e dell'Austria ma, probabilmente, in questo momento, credo ci vogliano più controlli.

Ciò per tutelare, nel Friuli-Venezia Giulia (regione già sottoposta a queste restrizioni che sicuramente non sono imputabili ai cittadini friulani, visto che abbiamo l'indice di vaccinazione più alto in Italia), queste persone rispetto a quelli che entrano dalla Slovenia e dall'Austria. È anche vero che non sono solo clandestini; c'è un turismo di lavoro, con austriaci che vengono in Italia giornalmente; ci sono sloveni che entrano in Italia giornalmente che non vengono controllati. Queste persone possono portare in Friuli Venezia Giulia il virus, che poi, logicamente, si espande su tutto il territorio nazionale. Ministro, le ho detto che in parte sono soddisfatto, ma chiedo a lei e al Ministro Lamorgese un impegno per rafforzare - è la parola che ha usato lei prima - il controllo degli ingressi della zona nord-est dell'Italia e in tutti i confini italiani, perché ci sono anche persone che arrivano con le barche o con i barconi. Non dobbiamo dimenticarci, cara collega Bubisutti, che noi siamo qui a difendere tutto il popolo italiano. In questo momento, per non ricadere in zona rossa, credo sia il caso che voi, come Governo, prendiate una decisione: dovete decidere questo per tutelare i nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza in ordine alla carenza di organico di medici e infermieri presso i punti di pronto soccorso n. 3-02664)

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02664 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente, signor Ministro, a fronte di circa 20 milioni di accessi all'anno, i punti di pronto soccorso su tutto il territorio nazionale versano in una situazione drammatica a causa della carenza di medici, generando le proteste - giustissime - degli operatori e anche dei cittadini, che spesso non trovano servizi adeguati. La carenza di medici è un problema che in Italia va avanti perlomeno dal 2019, quando uscirono dal Servizio nazionale oltre 5 mila medici per pensionamenti e più di 3 mila si diressero verso il lavoro privato. Secondo i dati più aggiornati, ad oggi, nei punti di pronto soccorso mancano circa 4 mila medici. A questo problema si affianca quello del personale infermieristico, nel caos che si è generato fra le nuove assunzioni fatte a causa dell'emergenza COVID e i non assunti ancora con i vecchi concorsi. Ma ancora si accenna al problema, che non è mai stato compensato, della scarsa appetibilità delle specializzazioni in emergenza e urgenza. Queste problematiche, unite a quella dei piccoli plessi ospedalieri, che sono ancora più penalizzati, ci portano a chiederle quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per risolvere la criticità di cui in premessa, garantendo a tutti i cittadini l'accesso alle cure di emergenza e la qualità nell'assistenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie Presidente, ringrazio gli interroganti per consentirmi di porre l'attenzione sul tema che io ritengo più importante per il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale. Penso alla grande questione del personale, così come alla grande questione dell'ambito emergenza-urgenza, che è l'oggetto più specifico di questa interrogazione. Sul primo punto dico con chiarezza una cosa: il nostro Paese ha pagato una scelta, che viene da lontano, che è figlia di una stagione che non c'è più, cioè quella di vincolare la spesa per il personale a quella del 2004, meno l'1,4 per cento. Noi abbiamo avuto per troppi anni un tetto di spesa sul personale che non ci ha consentito di rispondere, come avremmo voluto, alla grande domanda di rafforzamento del nostro Servizio sanitario nazionale. La mia opinione è che dobbiamo lavorare sempre di più - e ci sono stati i primi segnali anche in questa legge di bilancio - per superare un modello di programmazione della spesa, che oggi è costruito per silos chiusi e per tetti di spesa, che non è più adeguato ai tempi che noi viviamo.

Con riferimento particolare alla questione medica e alla questione dell'immissione di nuove risorse mediche nel Servizio sanitario nazionale, voglio ricordare alcuni numeri, perché i numeri contano più di ogni altra parola. Nell'ultimo anno abbiamo finanziato 17.400 borse di specializzazione medica: il doppio di due anni fa; il triplo di tre anni fa. Sono numeri che danno il senso di una svolta vera e propria che si è compiuta e che ci ha consentito sostanzialmente di archiviare l'imbuto formativo, che era un problema enorme. Avevamo tutta una serie di medici laureati che, però, non avevano le borse e non potevano, senza borsa, entrare nel nostro Servizio sanitario nazionale. Dentro questo quadro io credo che ci sia la questione dell'emergenza-urgenza, che è un'enorme priorità del nostro Paese. Proprio nei giorni scorsi, una rappresentanza di SIMEU è stata al Ministero e si è con noi confrontata su questi temi. Mi permetta di ricordare, però, che una prima risposta - che è chiaramente solo un primo passo - l'abbiamo già data dentro questa manovra di bilancio, che il Parlamento sta iniziando a discutere. Come è noto, all'articolo 101 investiamo 90 milioni di euro per individuare una specifica indennità di funzione proprio per il personale che lavora nei pronto soccorso. Questo vuole essere un primo segnale di attenzione ad un comparto che riteniamo decisivo per il futuro del Servizio sanitario nazionale. Spero, sinceramente e convintamente, che su questa grande battaglia, cioè avere più investimenti sul nostro personale sanitario, ci possa essere il massimo di collaborazione tra Governo e Parlamento a partire già dalla prossima legge di bilancio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Gemmato, per due minuti. Prego.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, onorevole Ministro non mi ritengo soddisfatto dalla sua risposta. Parto dalle borse di studio e le voglio far notare che soltanto la metà delle borse di studio di specialità per l'emergenza-urgenza sono occupate. C'è quindi un grande tema Ministro. Giustamente il suo Ministero, la sua persona, sta pensando al COVID; dico che, colpevolmente, non si sta pensando a tutte le altre patologie che purtroppo attanagliano la nostra Nazione. Penso agli screening tumorali, alle malattie cardiovascolari, alle malattie metaboliche che oggi in Italia non vengono più curate. Soltanto l'anno scorso, in fase pandemica, ricordo gli 1,1 milioni di ricoveri in meno. La società che si occupa del tumore alla mammella fa rilevare che il 99 per cento delle operazioni per tumore alla mammella sono state rimandate. Su questo, Ministro, noi ci aspetteremmo un impegno forte, un impegno concreto da parte di questa maggioranza politica, soprattutto nei confronti degli operatori sanitari. Mi piace ricordare - visto che lei lo ha citato - che l'aumento previsto quest'anno in legge di bilancio è di soli 100 euro al mese: un aumento che ritengo offensivo per operatori sanitari che fanno turni di venti ore, che sono a contatto - purtroppo - con la malavita organizzata, vengono aggrediti e fronteggiano il Coronavirus a mani nude! Ritengo che la politica debba essere al loro fianco: sicuramente sarà al loro fianco Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,10. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,08, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Barelli, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Casa, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Maggioni, Magi, Maraia, Marattin, Marin, Molinari, Molteni, Mulè, Mura, Nardi, Orlando, Paita, Pastorino, Perantoni, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Vignaroli, Vito, Raffaele Volpi, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 109, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

PRESIDENTE. Comunico che in data 30 novembre 2021 la Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza il senatore Roberto Rampi, in sostituzione della senatrice Paola Boldrini, dimissionaria.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, il deputato Moschioni. Ne ha facoltà.

DANIELE MOSCHIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi voglio portare all'attenzione, sua e di tutta l'Assemblea, alcuni fatti gravi che sono successi nelle ultime settimane, ovvero intimidazioni, insulti, minacce, non solo sui social, ma imbrattando anche i muri, in Friuli-Venezia Giulia. Questi insulti e queste minacce riguardavano una persona, Massimiliano Fedriga (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), già deputato nella XVI e nella XVII legislatura, attualmente governatore del Friuli-Venezia Giulia. Credo che certi insulti non vadano rivolti ad alcun tipo di persona, soprattutto a chi amministra una regione, come fa Max (noi, che lo conosciamo, lo identifichiamo come Max). La protesta, democratica, civile, il confronto ci devono essere, ma arrivare a queste esagerazioni la ritengo una cosa alquanto inopportuna, perché chi conosce il governatore Fedriga, lo sa persona seria, attenta, corretta, per il bene, in questo caso del popolo friulano, e da parlamentare, per il bene dell'Italia intera.

Presidente, se mi permette, vorrei anche parlare a queste persone che scrivono sui social, dato che, da sindaco, mi capita di ascoltare tanti miei concittadini, e non solo su quello che sta succedendo. Parlando con queste persone si riesce a fargli capire qual è l'atteggiamento del nostro governatore. Lo dico io, da sindaco: nel mio piccolo comune di 3.200 abitanti ho avuto, al culmine della pandemia, 50 persone, fra positivi e in quarantena; se fra una settimana me ne trovo 300, da autorità sanitaria devo prendere qualche decisione con coraggio e con determinazione, che a qualcuno, magari, non fa bene. Ma questa è la realtà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La scienza ci dice che dobbiamo vaccinarci. Se qualcuno non lo vuole fare, stia tranquillo, stia a casa, ma non serve insultare.

Io sono il sindaco di un piccolo comune, il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia deve invece tutelare un milione e 200 mila abitanti. Credo, quindi, che a Massimiliano Fedriga vada espressa la solidarietà non solo mia personale e del gruppo Lega, ma dell'intera Aula, per quello che sta succedendo, perché lui è lì per tutelare il bene, in questo caso sanitario, di un milione e 200 mila persone. A nostro modo di vedere, grande solidarietà a Massimiliano Fedriga. Massimiliano, continua a lavorare in questo modo perché, come abbiamo visto anche come presidente della Conferenza delle regioni, il tuo lavoro è stato apprezzato, e non solo dai cittadini friulani; sicuramente anche questo verrà apprezzato e, a lungo termine, qualche persona si dovrà ricredere e si rimangerà le frasi che ha detto e che ha scritto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Prego.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio Presidente, ringrazio anche il collega Moschioni per aver ricordato quello che, di fatto, non vorremmo ricordare mai, in quest'Aula e, quindi, per quanto mi riguarda e ritengo - penso, anzi, ne sono certo - di farmi portavoce rispetto a tutto il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, esprimo piena solidarietà al governatore Massimiliano Fedriga (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), piena solidarietà a tutti i sindaci, di qualsiasi colore, che vengono attaccati tutti i giorni, e piena solidarietà chiaramente ai governatori, ricordiamo anche il governatore Marsilio, così come Acquaroli, Fontana o Bonaccini, che sono stati attaccati sotto questo punto di vista. Per quanto ci riguarda e ritengo per tutti, qui, all'interno di quest'Aula, la protesta, Presidente, è sempre legittima; la protesta è legittima però fintanto che non scade in manifestazioni violente o, ancor peggio, in minacce di un certo tipo e, come in questo caso, anche in minacce di morte.

Noi diciamo sempre, Presidente, che ideologizzare, anche politicamente, la protesta e, soprattutto, la protesta che va a travalicare un po' i limiti della civile convivenza, è sempre molto sbagliato.

Siamo al fianco dei sindaci, siamo al fianco dei governatori, eventualmente cerchiamo di tollerare, in questo periodo drammaticamente storico del nostro Paese, quella che è evidentemente anche una protesta civile, ma da questa parte dell'emiciclo, come da tutta la Camera dei deputati, deve giungere a loro, ai governatori, ai sindaci, agli amministratori locali una sola voce: il Parlamento italiano è con voi, non abbiamo - e nessuno qui dentro ha - nulla a che fare con quattro pazzi che vanno a inquinare un dialogo assolutamente civile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, esprimo, a nome del gruppo del Partito Democratico, la nostra solidarietà al presidente Fedriga (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per le minacce ricevute per l'esercizio delle sue funzioni di presidente della regione Friuli-Venezia Giulia. Siamo vicini a lui e alla sua famiglia, come ovviamente siamo vicini a ognuno che riceva minacce in ragione della professione delle proprie idee o, ancor più, come nel caso del presidente Fedriga, in ragione del mandato che lui svolge, oltretutto anche come coordinatore dei presidenti delle regioni italiane. Purtroppo, questi episodi si stanno moltiplicando e susseguendo e coloro che professano, legittimamente, idee contrarie alle norme che vengono prescritte da questo Parlamento o dal Governo, coloro che non condividono la deriva violenta o minacciosa di alcuni di loro, dovrebbero farsi sentire. Minacciare di morte è comunque e sempre inammissibile. Esprimo tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Coraggio Italia, desidero manifestare la più sentita solidarietà al presidente della mia regione, il Friuli-Venezia Giulia, a Massimiliano Fedriga, a lui e alla sua famiglia, e desidero ricordare a tutti che il presidente Fedriga, insieme a tanti, tantissimi amministratori locali e territoriali dei diversi livelli, regioni, province e comuni, è ogni giorno sulla breccia a far fronte a quella situazione che tutti, insieme al nostro popolo, stiamo vivendo, ma anche a sopportare le pazzie di un gruppo di fanatici che noi non possiamo, in nessun modo, tollerare. Quindi, solidarietà a Massimiliano Fedriga, di cuore, ma anche richiesta a tutti quanti noi di evidenziare, sempre e comunque, che il fanatismo non ci appartiene, mai (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, per associarci, anche noi, alla solidarietà nei confronti del presidente Fedriga, per le minacce ricevute; ovviamente, è una solidarietà che è giusto allargare ad altri presidenti di regione, a sindaci che, in questi mesi difficili, in questi mesi di trincea, hanno tenuto alta la guardia nei confronti dei vaccini e tenuto una linea costante di difesa delle scelte del Governo, improntate alla massima prudenza. Mi associo con chi, prima di me, evidenziava, però, una necessità: queste minacce sono la punta di un iceberg che ha alla base una protesta che può stare tranquillamente e, ovviamente, deve stare dentro i confini previsti dalla nostra Costituzione, ma che più sale e più diventa fanatismo e minaccia violenta.

La politica tutta, le istituzioni tutte devono cercare di usare un unico verbo, un'unica parola di fronte a questo e in questo momento la scienza, e non la politica, ci dice che i vaccini rappresentano l'unico strumento per combattere la pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Anche da parte del gruppo di Forza Italia voglio esprimere la piena solidarietà per le minacce ricevute a Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli-Venezia Giulia. Purtroppo, le minacce troppo spesso possono degradare in violenze fisiche. È all'ordine del giorno: leggiamo sui media e vediamo sui telegiornali che amministratori, politici, ma anche comuni cittadini - solo perché hanno una posizione che va nella direzione di appoggiare ciò che la scienza e la medicina ufficiali ci dicono sull'importanza dei vaccini - vengono minacciati, derisi e, a volte, anche aggrediti fisicamente. Le istituzioni hanno il compito di informare correttamente le persone sull'importanza dei vaccini, di far sì che le persone, anche quelle più indecise, possano ricevere informazioni che le tranquillizzino, ma hanno anche un altro compito, ossia quello di allontanare, come sta facendo quest'Aula, senza se e senza ma, tutti i violenti, sia quelli che professano la violenza verbale, sia quelli che, ancor peggio, professano la violenza fisica.

Quindi, solidarietà al governatore Massimiliano Fedriga, a tutta la sua famiglia, a tutti gli amministratori e a tutte le persone comuni che ogni giorno ricevono minacce di tipo verbale o, peggio ancora, fisico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Signor Presidente, anche il gruppo di Italia Viva si associa con convinzione alle espressioni di solidarietà nei confronti del presidente Fedriga e della sua famiglia. Vorrei qui ricordare una banalità: il presidente Fedriga sta svolgendo il suo lavoro, sta compiendo il suo dovere civico, sta proteggendo la comunità contro coloro i quali ritengono, per un'idea mal interpretata di libertà, di andare contro gli interessi della comunità. Noi abbiamo la necessità non solo di seguire le indicazioni della comunità scientifica - che non è la somma di tanti scienziati, ma è un collettivo che si interroga su quali debbano essere le strategie per vincere la guerra contro la pandemia - ma anche quella di tutelare la comunità politica che, per lavoro, per dovere e per interesse generale, si occupa del bene dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

A lui vadano le nostre parole di solidarietà, soprattutto gli atti concreti di solidarietà che stiamo cercando di portare avanti unanimemente all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Carlo. Ne ha facoltà.

SABRINA DE CARLO (M5S). Grazie, Presidente. Io avevo provveduto, già nei giorni scorsi, appena è avvenuto, ad esprimere massima solidarietà al presidente Massimiliano Fedriga, presidente della mia regione, il Friuli-Venezia Giulia, solidarietà che intendo oggi rinnovare a nome di tutto il mio gruppo politico, il MoVimento 5 Stelle, perché queste sono iniziative che vanno sempre stigmatizzate. Sono iniziative alle quali assistiamo, purtroppo, sempre più spesso ultimamente. Tra l'altro, lo stesso giorno, altri simili attacchi sono stati ricevuti da parte delle nostre Forze dell'ordine - anche loro spesso oggetto di attacchi indegni - alle quali va sempre dato un ringraziamento, quindi mai messaggi d'odio, i quali, nei confronti di tutti quanti, del presidente e di chi ha ricevuto attacchi in questi mesi, vanno sempre stigmatizzati perché l'odio è sempre ingiustificato e ingiustificabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3374.

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3374​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

La deputata Boldi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3374/6.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, abbiamo presentato questo ordine del giorno per ricordare che, nella seduta del 9 giugno 2021, era stato accolto un ordine del giorno, firmato da tutti i gruppi parlamentari, con l'impegno a considerare la possibilità di inserire tra le fattispecie per il rilascio delle certificazioni verdi anche l'effettuazione di un test sierologico.

Ricordo che, proprio in questa fase, in cui si sta per somministrare la terza dose, sarebbe importante avere un dato anche sui test sierologici: gli studi delle aziende produttrici di vaccini - sulla base dei quali sono state autorizzate le somministrazioni della terza dose e la vaccinazione dei bambini nella fascia di età 5-11 anni - si basano proprio sulla misura degli anticorpi indotti dai vaccini, ritenuti un chiaro correlato di protezione in lavori scientifici accreditati, mentre non si riesce a capire perché la risposta immunitaria, che assume un'importanza così decisiva nei procedimenti regolatori che precedono il rilascio delle autorizzazioni, non venga presa in alcun modo in considerazione nei collegati processi decisionali che dovrebbero orientare le strategie vaccinali e il contenimento della pandemia.

Per cui, l'ordine del giorno impegna nuovamente il Governo, come aveva già fatto il precedente ordine del giorno, ad adottare iniziative di ricerca per includere i test sierologici tra gli esami utili ai fini del rilascio della certificazione verde COVID, dell'estensione della relativa durata e della valutazione delle tempistiche di somministrazione della terza dose dei vaccini anti COVID-19.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Colleghi, per favore un po' di silenzio. Ci sono i pareri, altrimenti non riesco ad ascoltare. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/1 De Filippo c'è preliminarmente un invito al ritiro e, se non fosse ritirato, il parere è contrario, tenuto conto dell'attuale situazione epidemiologica.

Parimenti per l'ordine del giorno n. 9/3374/2 Fregolent, invito al ritiro e, se non fosse ritirato, parere contrario per le attuali evoluzioni della situazione epidemiologica.

Ordine del giorno n. 9/3374/3 Giuliodori: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3374/4 Sani: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/5 Mantovani, per le stesse ragioni degli ordini del giorno n. 9/3374/1 De Filippo e n. 9/3374/2 Fregolent, vi è un invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3374/6 Boldi, testé illustrato: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3374/7 Albano: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/8 Frassinetti: parere favorevole con la seguente riformulazione, che riguarda la parte dispositiva, ove fosse accettata: “a valutare l'opportunità di installare, nei limiti delle risorse disponibili, sistemi di rilevazione di CO2 (…)”. Ordine del giorno n. 9/3374/9 Vinci: parere contrario. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3374/10 Mollicone: il parere è favorevole sul primo impegno; favorevole con riformulazione sul secondo impegno: “ (…) i massimi livelli di garanzia della privacy e della tutela dei dati personali del personale scolastico”; parere contrario sul terzo impegno. Ove fosse accettato con queste riformulazioni, ovviamente il parere sarebbe favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3374/11

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3374/11 Capitanio. Diciamo anche il cognome, per favore.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, grazie Presidente.

Ordine del giorno n. 9/3374/11 Capitanio: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/12 Porchietto: parere favorevole ove fosse accettata la riformulazione: “valutare l'opportunità di (…)” e il dispositivo rimane identico. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/13 Spena, c'è un'analoga proposta di riformulazione, ossia parere favorevole ove fosse accettata la riformulazione: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3374/14 Tateo. invito al ritiro, in difetto, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3374/15 Grippa, favorevole con la riformulazione che leggo: “valutare l'opportunità di avviare un programma di studi” e poi il resto rimane esattamente identico. Ordine del giorno n. 9/3374/16 Amitrano, invito al ritiro; in difetto, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3374/17 Martinciglio e n. 9/3374/18 Scanu, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/19 Forciniti, invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3374/20 Maniero, favorevole ove sia accettata la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative” e per il resto rimane identico.

Ordine del giorno n. 9/3374/21 Corda, parere contrario (ove non ci fosse un ritiro). Ordine del giorno n. 9/3374/22 Raduzzi, favorevole con le seguenti riformulazioni, ove accettate: “valutare l'opportunità di” e “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Quindi, si inserirebbero queste due espressioni, diciamo così, nella parte dispositiva. Forse è bene che la rilegga: “a valutare l'opportunità di disporre la gratuità dei tamponi a quei soggetti rientranti nella fattispecie illustrata in premessa, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

Ordini del giorno n. 9/3374/23 Cabras, n. 9/3374/24 Trano e n. 9/3374/25 Costanzo, parere contrario, ove non fossero ritirati. Ordine del giorno n. 9/3374/26 Spessotto, favorevole con le riformulazioni: “valutare l'opportunità di” e “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Quindi: “valutare l'opportunità di porre in essere le opportune iniziative affinché si avvii una campagna di screening a livello nazionale mediante test antigenici rapidi e/o molecolari a carico del Servizio sanitario nazionale, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

Ordini del giorno n. 9/3374/27 Sapia, n. 9/3374/28 Colletti, n. 9/3374/29 Leda Volpi e n. 9/3374/30 Vallascas, il parere è contrario, ove non fossero ritirati. Ordine del giorno n. 9/3374/31 Ungaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/32 Marco Di Maio, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere” e il resto rimane identico.

Ordine del giorno n. 9/3374/33 Bucalo, favorevole inserendo nella parte dispositiva la seguente frase: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3374/34 Magi, favorevole ove vi fosse l'accettazione della seguente riformulazione, che mi accingo a leggere. Allora, nella parte in premessa eliminare i paragrafetti nn. 4, 5, 6 e 7. La parte dispositiva, invece, è così riformulata: “impegna il Governo a valutare la possibilità di avvalersi dei servizi di prevenzione delle ASL al fine di coadiuvare il rispetto, negli istituti penitenziari, delle condizioni volte a prevenire i contagi”; ove fosse accettata questa riformulazione, il parere sarebbe favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/35 Nobili, parere favorevole, con la premessa nell'impegno: “a valutare l'opportunità di riconoscere il settore della cura della persona come servizio essenziale”; il resto è tutto uguale.

Ordine del giorno n. 9/3374/36 Costa, parere favorevole ove fosse accettata la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di potenziare le attribuzioni del Garante della privacy affinché possa intervenire, a seguito di richiesta dell'imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile o dell'indagato prosciolto, sulle modalità di pubblicità della sentenza di assoluzione o di proscioglimento”; se fosse accettata questa riformulazione, il parere sarebbe favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3374/37 Maschio, contrario ove non ritirato. Ordine del giorno n. 9/3374/38 Varchi, contrario ove non ritirato; segnalo semplicemente che è già prevista, per la sola sessione 2021, la modalità dell'esame di avvocati. Ordine del giorno n. 9/3374/39 Ferro, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3374/40 Lucaselli, invito al ritiro e, ove non ritirato, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3374/41 Giovanni Russo, favorevole con le formule: “valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Quindi: “valutare la possibilità di avviare uno studio nell'ambito (…)” e, poi, al termine della parte dispositiva: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3374/42 Tiramani, favorevole con riformulazione. Eliminare nella parte dispositiva da “ad adottare” fino alla parola “irregolare” e sostituire con la seguente riformulazione: “a proseguire nel contrasto all'immigrazione irregolare nel rispetto dell'ordinamento internazionale, europeo e nazionale” e poi “nell'implementazione di tutte le misure sanitarie utili e necessarie ad arginare il rischio di propagazione in Italia della variante omicron”. Così riformulato, ove fosse accettata la riformulazione, il parere sarebbe favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/43 Caretta, invito al ritiro o, altrimenti, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/44 Ciaburro parere contrario, ove non ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/45 Silvestroni, parere contrario ove non ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/46 Rospi, parere favorevole e sul n. 9/3374/47 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

Credo di avere ultimato il mio compito.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/1 De Filippo c'è un invito al ritiro o parere contrario. Viene ritirato; perfetto. L'ordine del giorno n. 9/3374/2 Fregolent è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/3 Giuliodori il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/3 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/4 Sani il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/5 Mantovani il parere contrario è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/5 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3374/6 Boldi, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Voglio far presente che un ordine del giorno esattamente uguale, firmato da tutti i capigruppo di maggioranza, è stato accolto in quest'Aula il 9 giugno 2021 - quindi non vent'anni fa - e io l'ho riproposto perché in realtà non è successo niente. Allora, io chiederei due cose: o di rivedere il parere da contrario a riformulato, ad esempio aggiungendo la solita formula “a valutare la possibilità di”, oppure di accantonarlo.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento: il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, possiamo accantonarlo; va bene.

PRESIDENTE. Va bene, accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/3374/6 Boldi. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/7 Albano il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/8 Frassinetti il parere è favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/9 Vinci il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/9 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/10 Mollicone il parere è favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/11 Capitanio, vi è parere favorevole. Sul n. 9/3374/12 Porchietto parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/13 Spena vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/3374/14 Tateo è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/3374/15 Grippa vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/3374/16 Amitrano è ritirato, mentre sugli ordini del giorno nn. 9/3374/17 Martinciglio e 9/3374/18 Scanu il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/19 Forciniti vi è un invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/19 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/20 Maniero vi è parere favorevole con riformulazione: non viene accettata.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/20 Maniero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/21 Corda vi è invito al ritiro o parere contrario: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/21 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/22 Raduzzi il parere è favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3374/23 Cabras vi è parere contrario: lo pongo in votazione?

PINO CABRAS (MISTO-A). Sì.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/23 Cabras, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ricordo a tutti di indossare correttamente la mascherina, grazie.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3374/24 Trano, con il parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/24 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/25 Costanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3374/26 Spessotto, con parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione Spessotto? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/26 Spessotto, con il parere contrario del Governo .

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/27 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/28 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3374/29 Leda Volpi, su cui vi è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

LEDA VOLPI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Il presente ordine del giorno è stato presentato al fine di chiedere al Governo di impegnarsi a promuovere l'utilizzo degli impianti di areazione e ventilazione negli ambienti di lavoro pubblici e privati, nelle scuole, nelle università, allo stesso modo con cui il presente decreto lo vuole inserire nelle discoteche e sale da ballo. È ormai noto a tutti che, per prevenire i contagi da COVID-19 ma, in generale, da qualunque virus, sia fondamentale mantenere il distanziamento e ricambiare l'aria, perché il contagio da COVID-19 avviene prevalentemente per aerosol, quindi con delle piccolissime goccioline nell'area. Ora, visto che questo Governo ha eliminato lo smart working, non ha, quindi, messo incentivi per avere un adeguato distanziamento nei luoghi di lavoro, allo stesso modo nelle scuole non abbiamo aule in più, non abbiamo il distanziamento adeguato. Abbiamo visto ieri un balletto indecoroso del Ministero della Salute e del Ministero dell'Istruzione per cambiare per due volte in 24 ore la circolare sulle direttive di cosa si deve fare in caso di positività ad un singolo alunno.

Considerate tutte queste problematiche, non crede, il Governo, che sia il caso di incentivare questi impianti di ventilazione, dato che, comunque, sarebbe un investimento a lungo termine che i luoghi di lavoro, le università e le scuole si ritroverebbero da qui in avanti anche per eventuali future - facciamo gli scongiuri - pandemie? Quindi, si tratterebbe di un una misura di prevenzione del contagio molto, molto efficace (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare che in un precedente provvedimento è stato approvato un ordine del giorno che sostanzialmente verteva sulla stessa materia, cioè è stato approvato un ordine del giorno che consentiva la sanificazione delle superfici e dell'aria con dispositivi che sono tecnologicamente avanzati e consentono di sterilizzare con un elevato grado di efficacia virus, batteri e quant'altro. Quindi, volevo segnalare questo alla Presidenza e anche al Governo perché almeno restiamo coerenti con quanto già disposto con precedenti norme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/29 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3374/30 Vallascas, su cui vi è un invito al ritiro o parere contrario Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Vogliamo affrontare una questione di grande rilevanza, perché rappresenta il fondamento, la giustificazione di un vero e proprio commissariamento della democrazia: la questione della proroga dello stato di emergenza dichiarato con una forzatura dal codice della Protezione civile e più volte reiterato. Dal 31 gennaio 2020 l'Italia vive in stato di emergenza; in pratica da quasi 2 anni è operativa una misura eccezionale pensata per fronteggiare eventi per lo più calamitosi con mezzi e poteri straordinari, da esercitare durante limitati e predefiniti periodi di tempo. L'emergenza deve essere necessariamente provvisoria, perché deve dare la possibilità allo Stato di affrontare un evento imprevisto e di organizzare, quindi, gli interventi immediati.

Ricordo che il giurista Sabino Cassese già lo scorso giugno sosteneva: “Non riesco a trovare una spiegazione alla eventuale dichiarazione governativa dello stato di emergenza, a questo punto. Lo stato di emergenza può essere dichiarato molto rapidamente, con una decisione del Consiglio dei Ministri. Per convocare il Consiglio dei Ministri basta qualche ora. Non vedo quindi quale necessità ci sia di tenersi pronti”.

Aggiungo che in due anni c'è tutto il tempo necessario per organizzarsi e per fronteggiare gli eventi imprevisti; la stessa legge prevede, infatti, che la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi ed è prorogabile per non più di 12 mesi. Adesso, in prossimità della scadenza del 31 dicembre, il Governo sembra già pronto a fissare una nuova proroga e se questa e altre misure vengono spacciate dai media nostrani come una sorta di modello Italia, dove tutto il mondo assiste meravigliato alle prodezze di “SuperMario” e, anzi, starebbe valutando l'opportunità di imitarci, nella realtà, in Germania lo stato di emergenza si è concluso il 25 novembre scorso, nei Paesi scandinavi a settembre, nel Regno Unito a luglio, in Spagna a maggio.

I numeri della pandemia non giustificano lo stato di emergenza che, viceversa, rafforzerebbe il processo in atto di accentramento di poteri in capo all'Esecutivo, con uno scippo delle prerogative del Parlamento; d'altronde, è quello che sta accadendo anche oggi con il ricorso ingiustificato all'ennesimo decreto-legge, a cui si aggiunge il voto di fiducia.

Dalla dichiarazione dello stato d'emergenza derivano soprattutto molti provvedimenti del Governo, come l'obbligo del green pass e la giustificazione e il mantenimento degli organismi emergenziali, mi riferisco alla struttura commissariale straordinaria per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica e al Comitato tecnico-scientifico.

L'obiettivo sembra sempre più quello di sviare l'attenzione sulle gravi responsabilità della gestione della pandemia, creando falsi capri espiatori. Il decreto all'esame indica molte prescrizioni da ottemperare, fino alla validità dello stato di emergenza, prescrizioni che condizioneranno la vita delle famiglie e delle imprese.

Con questo ordine del giorno vogliamo evitare un'ulteriore proroga oltre la scadenza del 31 dicembre prossimo; pertanto invito i colleghi a valutare attentamente questo ordine del giorno e a votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/30 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/3374/31 Ungaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/32 Marco Di Maio, parere favorevole, con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/3374/33 Bucalo, parere favorevole, con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/3374/34 Magi, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà. Lo vuole far votare?

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, presidente. Sì, vorrei farlo votare, vorrei spiegare rapidamente perché, in modo che anche i colleghi possano capire che cosa stiamo votando. Io sono rimasto sorpreso non positivamente dalla riformulazione proposta dal Governo, non fosse altro perché il Governo mi chiede di tagliare tre quarti delle premesse, che sono i risultati del quotidiano report che il Garante per le persone detenute ci fa sulla situazione delle carceri; egli, sostanzialmente, ci informa che è ripreso, rispetto al 2020, un aumento preoccupante delle presenze in carcere, perché siamo arrivati a 54.240, 310 presenze in più solo negli ultimi 28 giorni. Si tratta, in tantissimi casi - più di 1.200 persone -, di pene brevi, inferiori ai 3 anni; altre 5.900 tra 1 e 3 anni. Ma stanno riprendendo in modo preoccupante i contagi in carcere, i focolai, non solamente tra le persone detenute, ma anche fra gli agenti: 162 tra i detenuti e 171 tra gli agenti.

Allora, io mi sarei aspettato, Presidente, lo dico per il suo tramite, al Governo, una riformulazione, magari, più blanda del dispositivo, ma non una mannaia di questa portata, che parte dalle premesse e lascia come unico punto del dispositivo “valutare la possibilità di avvalersi del personale delle ASL per i sopralluoghi in carcere”, cioè quello che già il Governo dovrebbe fare. Quindi, il Governo mi chiede, ci chiede, di essere impegnato a valutare di fare una cosa che, invece, già dovrebbe fare e chi si occupa di carcere sa che, purtroppo, non fa, nella maggior parte dei casi. Mi si toglie la parola “distanziamento” dal dispositivo, cioè verificare che nelle carceri italiane non vi sia una pena supplementare, che è quella del rischio di contagiarsi e, magari, di morire. Scusate se chiedo troppo, con riferimento a questo tipo di approccio da parte del Governo, addirittura, sulle premesse, che, ripeto, sono premesse che provengono da un soggetto istituzionale, quale è il Garante dei detenuti.

Quindi, io chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti, ma, soprattutto, chiedo che vi siano da parte dei colleghi un'attenzione e una sensibilità su questo tema. Mi sembra che si stiano ripercorrendo, da questo punto di vista, gli stessi errori che abbiamo vissuto con la prima ondata e tentare la sorte su questo ambito non mi sembra una cosa su cui andare a cuor leggero, poiché parliamo di vite umane, di diritto alla salute e di diritti dei detenuti, cioè anche di tutti i cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, io invito il Governo a una riflessione. Noi questo film lo abbiamo già visto, Presidente, lo abbiamo visto con un altro Governo e ci siamo trovati a rincorrere i buoi quando erano usciti dalla stalla (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

In questo caso ci siamo trovati a rincorrere i contagi che crescevano negli istituti di pena e si sono dovute assumere decisioni di fronte ad uno stato di emergenza che tutti dicevano non ci sarebbe stato o di cui, magari, a qualcuno non fregava niente. Ricordiamo sempre che nelle carceri non ci sono solo i detenuti - e, comunque, hanno tutti i diritti come tutti gli altri - ma vi è il personale degli agenti di custodia, vi è il personale che assiste, gli assistenti sociali, vi è un mondo che sta nelle carceri.

Io trovo semplicemente allucinante che il sottosegretario, per il Governo ovviamente, non per sua volontà personale, metta in discussione e chieda di eliminare le parole e le valutazioni e i dati che dà il Garante nazionale dei detenuti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che è un'autorità statale, ha una funzione non voglio dire pari ad un sottosegretario, ma ha una sua importanza e, soprattutto, è colui che ha il centro della valutazione rispetto alle carceri. Con riferimento alle motivazioni che vengono tolte - lo dico all'onorevole Sisto -, viene tolto un impegno su un ordine del giorno che è più blando degli emendamenti che sono stati approvati nei decreti durante la pandemia che, addirittura, individuavano, per la libertà anticipata speciale, date aggiuntive rispetto a quello che è previsto dalla legge.

Ma come si fa, onorevole Sisto, al di là che sia lei, il Governo, di fronte ad un ordine del giorno del genere che fotografa la realtà? È una realtà che conosciamo, è una realtà già in emergenza normalmente, anche con riferimento a ciò che sta accadendo. Ma è possibile esprimere un parere di questo tipo su un ordine del giorno per trovarci poi, magari, tra un mese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), a dover intervenire in un'altra emergenza? Non ha senso (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto per sottoscrivere, con il permesso dell'onorevole Magi, questo ordine del giorno. Lo ha ricordato lui, adesso lo ha ricordato il collega Giachetti: la condizione delle carceri nel nostro Paese è indecente e propone una costante condizione emergenziale, anche sotto il profilo del sovraffollamento; una condizione su cui occorrerebbe, da ieri, dall'altro ieri, da molto tempo, un intervento strutturale in grado di decongestionare e di assicurare che le carceri siano fino in fondo ciò per cui sono state pensate: non solo il luogo in cui scontare una pena, ma, innanzitutto, il luogo in cui, attraverso l'esercizio dello sconto di una pena, costruire il percorso per essere reintegrati pienamente nella condizione di una piena cittadinanza. Dentro la condizione di emergenza nell'emergenza che la pandemia provoca per tutti e tutte, i carcerati, le carcerate, i lavoratori e le lavoratrici delle carceri e nelle carceri sono sottoposti, in tutta evidenza, ad una condizione ancora più insopportabile. Aggiungo - ma senza dilungarmi, perché il collega Giachetti lo ha fatto in modo assai chiaro - che proporre di stralciare dalle premesse il risultato di un intervento che si produce dentro le istituzioni della Repubblica e ad un livello assai rilevante per la funzione che svolge il Garante dei detenuti è, francamente, inaccettabile. Ciò detto, chiedo di sottoscrivere e, ovviamente, voterò a favore dell'ordine del giorno nella sua versione originale che mi auguro resti al voto dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Presidente, per chiedere all'onorevole Magi il permesso di sottoscrivere il suo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

DAVIDE TRIPIEDI (M5S). Grazie, Presidente. Anche io voglio sottoscrivere l'ordine del giorno, proprio perché ieri sono andato a visitare Poggioreale e ho visto che si vive veramente un dramma all'interno delle carceri. È un carcere sovraffollato, dove non si chiede di mettere in sicurezza solo i detenuti, ma anche e, soprattutto, i poliziotti che lavorano all'interno delle carceri. Quindi, invito il sottosegretario Sisto ad approvare l'ordine del giorno così com'è per dare una risposta alla situazione carceraria che è veramente un dramma in tutta Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, chiedo di far accantonare questo ordine del giorno per un'ulteriore valutazione.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento. Sottosegretario Sisto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Ovviamente favorevole all'accantonamento.

PRESIDENTE. Accantoniamo dunque l'ordine del giorno n. 9/3374/34 Magi.

Ordine del giorno n. 9/3374/35 Nobili, parere favorevole con riformulazione: accetta? Grazie. Ordine del giorno n. 9/3374/36 Enrico Costa, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente, per spiegare questo ordine del giorno voglio ricordare a quest'Aula ciò che è avvenuto all'onorevole Cesa.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione?

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Non accetto la riformulazione. Il 22 gennaio di quest'anno venne raggiunto da un'inchiesta, una perquisizione e venne indagato. Il Corriere della Sera aprì le prime sei pagine del giornale dell'edizione del 22 gennaio con la notizia. Il 21 novembre venne archiviato e il Corriere della Sera dedicò alla notizia dell'archiviazione ben 19 righe a pagina 13.

Ebbene, questo decreto tocca le competenze del Garante della privacy. Questo ordine del giorno chiede semplicemente una cosa: che il Garante della privacy possa intervenire quando alla notizia dell'assoluzione o del proscioglimento non è dato lo stesso risalto che è stato dato alla notizia dell'inchiesta. Ora, il Governo, penso contro natura, sottosegretario Sisto, mi dice che vuole valutare la possibilità di intervenire in questo senso. Allora, penso sia dello Stato un compito primario: quando chiama una persona a rispondere in un procedimento penale deve garantire che, se questa persona ne esce innocente, sia la stessa persona - quanto a fama, a credibilità, a portafoglio - che era prima di essere chiamata a rispondere, altrimenti lo Stato non fa il suo dovere. Quindi, oggi abbiamo l'occasione di potenziare la struttura del Garante della privacy in questo senso, altrimenti, sottosegretario Sisto, quello che viene e resta scolpito su quella persona è la conferenza stampa e degli inquirenti, e, l'abbiamo visto, il caso di scuola è il caso Cesa, ma ne potremmo evidenziare moltissimi altri. Quindi, chiederei a quest'Aula di votare l'ordine del giorno non attraverso un innocuo “valutare la possibilità”, perché qui, sottosegretario, non c'è niente da valutare: o si tratta di uno Stato che garantisce la civiltà giuridica o si tratta invece di uno Stato che si volta dall'altra parte. E lo dico anche a coloro che difendono i giornalisti, che parlano della libertà d'espressione: io sono favorevole al massimo della libertà di espressione, ma c'è anche un dovere da parte della stampa di recuperare il danno che è stato fatto all'immagine di persone che sono state prima sbattute in prima, seconda, terza pagina (Applausi di deputati dei gruppi Italia Viva, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e poi si pensa di recuperare la questione, mettendo un trafiletto a pagina 10.

Quindi, le chiedo, sottosegretario Sisto, di rivedere il suo parere e di accogliere, senza valutazioni di possibilità, questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo ordine del giorno, così come volevo sottoscrivere anche il precedente del collega Magi, ma non ho avuto modo, per la richiesta di accantonamento, anche se avevo già alzato la mano. Sono certo che il sottosegretario Sisto, in merito anche a questo ordine del giorno del collega Costa, non possa che convenire sulla ratio fondamentale dell'impegno, ne sono convinto. Qui non c'è da valutare alcuna possibilità né opportunità; qui c'è semplicemente da impegnare il Governo su un fatto non solo di civiltà giuridica, ma in particolare di tutela della dignità delle persone. Sono diritti della persona, valori della persona che sono conculcati spesso attraverso le informazioni iniziali dell'avvio dei procedimenti, gli avvisi di garanzia, indagini in corso e poi, a conclusione, non consentono mai alla persona indagata la stessa qualità di risposta.

Mi viene in mente, di recente, anche un sindaco calabrese, di Gioiosa Jonica, che addirittura ha fatto mesi, anni, di carcerazione preventiva, dopodiché il risultato è stata una piena assoluzione e nessuno si è ricordato, se non qualche giornale in particolare, di dare lo stesso risalto mediatico che ha avuto la sua vicenda, che è stata disastrosa per gli affetti familiari e disastrosa per la sua vita privata e professionale. Sono certo che su questi temi il sottosegretario Sisto e il Governo si possano impegnare. Ringrazio il collega Costa per aver ancora una volta centrato il segno su un tema che non è di centrodestra, che non è di sinistra o di destra, ma è un tema concernente le garanzie costituzionali e la tutela della dignità della persona e dei valori della persona: questi sono valori centrali nella Carta costituzionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente. Vorrei chiedere al collega di poter sottoscrivere e chiedere al sottosegretario di dare un segno e di non perdere un'ennesima occasione, perché siamo sempre bravi a predicare che bisogna andare in questa direzione, ma poi, ogni volta che abbiamo un'occasione buona per fare un passo in avanti, non lo facciamo. Semplicemente, qui si sta dicendo che una persona che viene lesa in qualche modo, dovrebbe essere quantomeno riabilitata allo stesso modo. Quindi, stiamo parlando di persone che poi vengono dichiarate innocenti, anche se dovrebbero esserlo già ex ante, cioè dovrebbero esserlo a monte, perché la presunzione di innocenza è per tutti, ma quando questa viene ribadita, poi questa notizia passa inascoltata. Allora, poiché nessuno può immaginare come venga stravolta la vita di una persona quando viene accusata ingiustamente, almeno dovreste avere il rispetto - dovremmo avere tutti il rispetto - di ridargli un minimo di soddisfazione quando poi viene riconosciuto che era stata accusata ingiustamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, io penso che le sensibilità dell'Aula vadano rispettate; chiedo quindi di accantonare questo ordine del giorno (Applausi).

PRESIDENTE. Accantoniamo dunque l'ordine del giorno n. 9/3374/36 Enrico Costa.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3374/37 Maschio, su cui vi è un invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/37 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/38 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/3374/39 Ferro, parere favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3374/40 Lucaselli, su cui c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/40 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/3374/41 Giovanni Russo, favorevole con riformulazione: è accettata.

Ordine del giorno n. 9/3374/42 Tiramani, parere favorevole con riformulazione: l'accetta? Perfetto.

Ordine del giorno 9/3374/43 Caretta, invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/43 Caretta , con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ordine del giorno n. 9/3374/44 Ciaburro, su cui c'è un invito al ritiro o parere contrario; lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/44 Ciaburro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/3374/45 Silvestroni, su cui c'è un invito al ritiro o parere contrario; lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/45 Silvestroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/3374/46 Rospi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3374/47 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole con riformulazione: è accolta. Passiamo agli ordini del giorno accantonati. Prego, Sottosegretario Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, chiederei un breve differimento dei lavori dell'Aula.

PRESIDENTE. Secondo lei, breve quanto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, si potrebbe riprendere alle ore 18, se questo è compatibile con i tempi dell'Aula.

PRESIDENTE. Ricordo che l'accordo è di chiudere alle 18,30. Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle 18.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 18.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, sono stati accantonati gli ordini del giorno nn. 9/3374/6 Boldi, 9/3374/34 Magi e 9/3374/36 Costa.

Invito, quindi, il sottosegretario Sisto ad esprimere il parere. Prego, sottosegretario.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Mai pausa è stata, ad avviso del Governo, più utile per una riflessione congiunta e una valutazione degli sviluppi rispetto a quanto emerso poi dalla discussione parlamentare. Devo dire che mi sembra corretto che il Governo tenga conto delle sensibilità che emergono dall'Aula e possa sintonizzare le sue valutazioni sugli esiti di questi interventi. In questo spirito di leale collaborazione del Governo con la sensibilità dell'Aula sono stati riformulati, con diverse modalità, gli ordini del giorno n. 9/3374/6 Boldi, n. 9/3374/34 Magi e n. 9/3374/36 Costa, che mi accingo a leggere. Ordine del giorno n. 9/3374/6 Boldi: impegna il Governo a pubblicare sul sito del Ministero della Salute, entro il 31 dicembre 2021, una relazione tecnica predisposta dagli organi tecnico- scientifici del Ministero con la quale si spiegano, sulla base delle evidenze delle ultime ricerche scientifiche, le ragioni per le quali è possibile o meno prevedere l'estensione o l'esenzione dall'uso delle certificazioni verdi COVID-19 da utilizzare in ambito nazionale per i soggetti in possesso di certificazione medica attestante l'effettuazione di un test sierologico che accerti la presenza di anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 in quantità uguale o superiore ad un valore stabilito dal Ministero della Salute. Questa è la riformulazione, che vedo accettata, dell'ordine del giorno n. 9/3374/6 Boldi.

PRESIDENTE. Scusi, sottosegretario, mi perdoni. Siccome il sottosegretario sta rileggendo riformulazioni che i colleghi giustamente devono valutare anche velocemente, se facciamo un po' di silenzio permettiamo al sottosegretario di svolgere la sua importante funzione e al proponente di capire esattamente la riformulazione. Vi ringrazio, altrimenti è veramente difficile sentire. Prego, sottosegretario.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Sulle riformulazioni di questi tre ordini del giorno nella riunione c'è stata ampia convergenza della compagine di Governo.

Riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3374/34 Magi: espungere gli ultimi due capoversi delle premesse, così modificando la riformulazione precedentemente proposta dal Governo e lasciando pertanto un testo più ampio. Si propone poi la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare la possibilità di avvalersi dei servizi di prevenzione delle ASL al fine di coadiuvare il rispetto negli istituti penitenziari delle condizioni volte a prevenire i contagi, in considerazione del distanziamento dei detenuti all'interno delle celle e così adottare tutte le misure necessarie per ridurre il sovraffollamento”. Questa è la riformulazione che vedo che il collega Magi accetta.

Vengo al terzo ordine del giorno: voglio dire subito che si tratta di una riformulazione di un provvedimento normativo, quindi è ovvio che il Governo, che non è il fautore delle norme, ma lo è il Parlamento, può semplicemente impegnarsi a valutare la possibilità di un mutamento normativo. Questa è la ragione del “valutare la possibilità”; il mutamento normativo, ovviamente, non può che pervenire da scelte del Parlamento.

Questa è la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3374/36 Costa, che ha raccolto le sensibilità che si erano formate sul punto, offrendo, ad avviso del Governo, la possibilità di rendere ancora più incisiva e più chiara la riformulazione verso quelle che erano state le sensibilità emerse nel dibattito: “impegna il Governo a valutare la possibilità di potenziare le attribuzioni del Garante della privacy affinché possa intervenire, a seguito di richiesta dell'imputato assolto, con sentenza divenuta irrevocabile o dell'indagato prosciolto, sulle modalità e risalto della pubblicità della sentenza di assoluzione o di proscioglimento”. Esattamente quello che era emerso nell'Aula, cioè la possibilità che il Garante possa intervenire laddove non si dia sufficiente pubblicità o risalto a quello che è stato l'esito di una sentenza definitiva di assoluzione o, nel caso del soggetto prosciolto, di una sentenza di proscioglimento. Ecco, mi dispiace se questa formulazione non fosse accettata dal proponente; gli ordini del giorno non ci consentono altra via, è il proponente che decide se accettare o meno. Lo sforzo del Governo, devo dire - ad avviso di chi vi parla -, è stato in linea con la richiesta dei gruppi e della maggioranza e mi sembra che l'ordine del giorno rispecchi esattamente, non soltanto, lo spirito ma, anche, il contenuto e il tenore letterale di quella che era la richiesta che con questo ordine del giorno si voleva significare. Io mi auguro che il proponente possa accettare questa riformulazione e così dare atto comunque al Governo, ma soprattutto alla maggioranza, di uno sforzo teso a sedare ogni possibile equivoco sugli scopi in linea con la Costituzione che anche un solo ordine del giorno vuole tutelare.

PRESIDENTE. Quindi, il sottosegretario ha riformulato gli ordini del giorno n. 9/3374/6 Boldi, n. 9/3374/34 Magi e n. 9/3374/36 Costa, che hanno parere favorevole, così come sono stati riformulati.

Quindi, vorrei sapere se l'onorevole Boldi accetta la riformulazione? Sì, bene. Onorevole Magi? Accetta la riformulazione. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3374/36, l'onorevole Costa accetta la riformulazione?

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, relativamente a questo ordine del giorno abbiamo perso mezz'ora, perché la riformulazione è esattamente dello stesso tenore della riformulazione precedente. Semplicemente, avevo detto che non accettavo di premettere la formula “valutare la possibilità”, che è stata poi trasformata in “valutare”. È evidente che si tratta della stessa evasività di impegno. Io penso che sui principi non si debba scherzare, penso che probabilmente il Governo aveva un mandato di non andare oltre e penso che chi dà questo mandato, purtroppo, ahimè, troppe volte sia l'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, composto quasi integralmente da magistrati fuori ruolo, e, quindi, io penso che quest'Aula del Parlamento possa votare anche in dissenso rispetto a quei magistrati fuori ruolo. Capisco la posizione del sottosegretario Sisto, che è fra l'incudine e il martello, però, io penso che questo ordine del giorno sia di una chiarezza lampante e una petizione di principio.

A questo punto, chi si assumerà la responsabilità di votarlo, penso che farà un servizio ai principi di civiltà giuridica, altri, invece, preferiranno la compattezza della maggioranza rispetto a questo e ce ne faremo una ragione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi condividiamo il contenuto dell'ordine del giorno del collega Costa, è indubbio. Riconosciamo anche che il sottosegretario nella riformulazione precedente, ma a maggior ragione con l'ultima riformulazione, di fatto, abbia riprodotto quello che è il contenuto dell'ordine del giorno del collega Costa, salva la formula che viene generalmente utilizzata per gli ordini del giorno: “a valutare la possibilità”. Allora, a me spiace che il collega Costa non abbia accettato la riformulazione, perché avremmo voluto che il Governo, appunto, assumesse questo impegno e, quindi, dovesse intervenire in questa materia, però, ho l'impressione che qui ci sia la volontà, più che altro, non tanto di vedere approvato l'ordine del giorno per arrivare a quella finalità, ma che lo si voglia strumentalizzare e si vogliano utilizzare altre strade. Quindi, io condivido l'ordine del giorno, mi rammarico, appunto, che il collega Costa non l'abbia accettato, voteremo comunque contro questo ordine del giorno, visto che non è stato accettato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). L'ordine del giorno del collega Enrico Costa pone un problema che noi di Forza Italia ben conosciamo, perché ce ne siamo occupati e non da oggi. Ma mi pare, questo ce lo dobbiamo dire con assoluta chiarezza, che questo ordine del giorno non risolva affatto il problema che viene posto, perché demanda al Governo un'iniziativa legislativa.

E, allora, noi che ne condividiamo il merito, chiediamo all'onorevole Costa di assumere con noi, lo anticipo a nome del gruppo di Forza Italia, un'iniziativa legislativa per dare contenuto a questo ordine del giorno che, altrimenti, rimarrebbe lettera morta.

Allora, siccome in questo Parlamento noi siamo adusi a fare le cose perbene e mi pare che il sottosegretario abbia fatto un'operazione che, sostanzialmente, nella riformulazione poteva dare anche una possibilità per poter esprimere un voto favorevole, è chiaro che in queste condizioni, pur apprezzando le finalità e pur chiedendo all'onorevole Costa di impegnarsi con noi per proporre un'iniziativa qui in Parlamento di natura legislativa, non possiamo esprimere un voto favorevole sull'ordine del giorno come formulato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, anche noi come gruppo di Italia Viva condividiamo il contenuto dell'ordine del giorno, che pone dei temi importanti; tra l'altro, nella motivazione giustamente si cita quella giurisprudenza della Corte di cassazione che è granitica sul punto della necessità di intervenire e di dare risalto alla notizia del proscioglimento o dell'assoluzione, così come era stata data a quella dell'inizio del procedimento penale. Sono temi di garanzia e di civiltà che rendono più forti anche i valori della nostra Costituzione, alla luce anche della giurisprudenza della Corte europea.

Oggi, però, rinunciare a questo ordine del giorno - in questo mi unisco all'invito che le altre forze di maggioranza hanno fatto all'onorevole Costa - penso che sia un errore; certo, il Governo poteva avere più coraggio, poteva mantenere così il testo, però, alla luce anche della riformulazione, rimane l'impianto e quella dicitura della valutazione di opportunità, certo non abbassa il valore dei principi che l'ordine del giorno contiene. Quindi, penso, lo dico sommessamente tramite lei, Presidente, che sia un errore ritirare questo ordine del giorno, più che ritirarlo, consentire che venga bocciato, ma penso che sia un passo in avanti per un dibattito importante su questi temi dei quali mi auguro che il Governo possa tenere conto.

Quindi, anche noi invitiamo l'onorevole Costa ad accettare questa riformulazione, anche perché non tocca la parte della motivazione. Infatti noi ci fermiamo sempre sul PQM dell'ordine del giorno, che è vero che ha un valore, molte volte anch'io l'ho fatto su degli ordini del giorno, non accettando la valutazione di opportunità, ma in questo caso c'è tutta una parte della motivazione davvero forte, davvero condivisibile, oltre il PQM, che non viene toccata dal Governo e, quindi, perché non valorizzare e blindare questi principi giuridici dove si invita il Garante della privacy a intervenire in maniera determinata e a garantire quell'onorabilità che merita chi ha sofferto per queste notizie? Quindi, non disperdiamo questo punto e, davvero, invito l'onorevole Costa a superare questa dicitura della valutazione di opportunità e a portare a casa, forse con tutto il tabellone verde, questo ordine del giorno. Quindi, accettiamo la valutazione di opportunità e aggiungo - ma l'onorevole Costa non ha bisogno del mio suggerimento sulle tecniche parlamentari - chiediamo il voto per vedere quel tabellone tutto verde e così, forse, avremo fatto davvero un passo in avanti per chi soffre durante un procedimento penale o durante un'indagine e poi si vede il procedimento archiviato o assolto e questo non ha lo stesso risalto dal punto di vista mediatico. Forse, oggi, glielo possiamo dare con quel tabellone verde (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. È proprio opportuno, d'uopo, dire che ci vuole un po' di coraggio. L'iniziativa legislativa è del Parlamento. L'impegno del Governo sull'iniziativa legislativa è un impegno del Governo a proporre qualcosa che il Parlamento potrà poi verificare, a meno che non eserciti, il Governo, le proprie possibilità e facoltà di legiferare direttamente. Quindi, non ci sono argomenti per non ribadire quanto contenuto, al di là delle decisioni dell'onorevole Costa, nell'impegno del Governo. L'ha ricordato molto bene il collega Ferri: c'è una giurisprudenza in materia in ordine alla proporzione e all'adeguatezza dell'informazione dell'assoluzione o del proscioglimento riguardo e in correlazione alle modalità informative aggressive a cui sono stati invece sottoposti gli imputati o gli indagati all'avvio dei procedimenti. Quindi, è evidente che non c'è spazio per alcun tipo di valutazione ulteriore.

So bene che il sottosegretario Sisto, di cui conosco la saggezza giuridica e di cui conosco anche l'impegno su questi temi, è ben consapevole di quale sia il vero perimetro della questione che stiamo affrontando. Non c'è spazio per non approvare quest'ordine del giorno per chi, realmente e con coraggio, si riconosce nei princìpi del garantismo e nei principi costituzionali di tutela della dignità della persona (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché questo è il tema e la giurisprudenza così ha cesellato e motivato i suoi interventi in materia.

Come si fa a dire “no” a un impegno che il Governo deve assumere o a dire “valutiamo la possibilità di”? Cosa c'è da valutare? È granitica e cristallina la giurisprudenza in materia. È evidente che la tutela dei diritti della persona - diritti della persona! - e i valori della persona sono centrali nella Carta costituzionale e non hanno bisogno nemmeno di mediazione legislativa. Non ne avrebbero bisogno, perché sono di attuazione immediata. Quale necessità c'è di chiarire e valutare? Sono principi costituzionali che si realizzano attraverso l'adeguata e proporzionata informazione dell'assoluzione o del proscioglimento dell'indagato. Cosa c'è da valutare, secondo principi propri dei valori della persona? Quale forza politica può pensare di rimettere a chissà quale momento una valutazione su un valore della persona che è immanente al sistema?

Quindi, questo è il senso di questo ordine del giorno, al di là delle decisioni del collega Costa. Non c'è da valutare nulla, non c'è da vagliare nessuna opportunità; c'è solo da ribadire un diritto della persona ad essere tutelata nella sua dignità, dopo essere stata aggredita per mesi o per anni durante un processo penale (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. In uno Stato di diritto non ci dovrebbe neanche essere bisogno di un ordine del giorno come quello del collega Costa per ribadire che la sentenza definitiva deve essere quella che viene emessa in un tribunale nell'ultimo grado di giudizio e non quella che viene emessa senza pietà sui giornali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) rispetto a un avviso di garanzia con il quale l'imputato mediaticamente è definitivamente sepolto.

In un momento storico come questo, nel quale a causa di alcune mele marce che hanno formato un sistema, la magistratura versa in una situazione di grande crisi, non sempre si può avere la certezza che quello che esce dal meccanismo - fuga di notizie nei corridoi dei tribunali e distruzione mediatica degli imputati - sia un momento, di cui tutti siamo consapevoli, in cui ciò che viene montato coincide con la verità dei fatti e con la verità processuale. Ancora, siamo in un momento politico delicato, nel quale ultimamente, in modo inquietante, si sente parlare di un'intenzione di condizionare anche la comunicazione dei media nelle prossime settimane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per spianare la strada ad alcuni personaggi in vista delle elezioni per il Presidente della Repubblica.

Allora, Presidente, in un momento come questo credo che l'unica cosa che il Governo dovrebbe valutare l'opportunità di fare chiedere scusa per il ritardo per non aver ancora legiferato su un tema così delicato. È il momento di dare un segnale chiaro, preciso, senza ambiguità e senza equivoci e, quindi, non si può che votare a favore sull'ordine del giorno, perché tocca una questione di giustizia, una questione di dignità delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, la ringrazio. Con molto rispetto, con molta amicizia e anche con stima per il collega Costa e anche per il collega D'Ettore, signor Presidente, per il suo tramite vorrei, però, rimarcare un punto che io penso che ogni tanto qui venga dimenticato: oltre al merito, nel comportamento di una maggioranza che sostiene un Governo, c'è anche una questione di metodo.

Come hanno detto colleghi molto più preparati di me sul merito di questo ordine del giorno, quali i colleghi di Forza Italia e il collega Ferri d'Italia Viva, nel merito l'acquisizione di un parere favorevole dell'intera maggioranza o dell'Aula sul tema di questo ordine del giorno, ancorché premesso da una possibilità per il Governo di valutare l'opportunità, sarebbe un ottenimento. La scelta, invece, che ho ascoltato nell'intervento del collega D'Ettore, signor Presidente, mi ha ricordato il tono che si assume in quest'Aula quando ci si contrappone a un Governo. Io vorrei che fosse discusso tra di noi esattamente quale debba essere il comportamento di forze che sostengono con la loro fiducia un Governo, perché ho l'impressione che a volte in alcuni passaggi lo si dimentichi, perché chi ci ha chiesto di mantenere la possibilità di valutare il contenuto di quell'ordine del giorno è il Governo che noi sosteniamo.

Io penso che il vincolo di maggioranza, dopo una discussione che è stata fatta nel momento della sospensione sul merito, dovrebbe essere considerato sempre. Lo dico perché a volte la vita politica in quest'Aula sembra confondere le parti o far prevalere un particolare sul tutto. Io penso, invece, che soprattutto su temi così delicati, in cui il collega Costa ha colto un elemento sicuramente necessario di garantismo, il vincolo di maggioranza, cioè valutare fino a dove può arrivare a spingersi il Governo per una questione che riguarderebbe, come è stato detto dal collega di Forza Italia, un provvedimento legislativo e non tanto il tenore di un ordine del giorno, dovrebbe essere - lo dico, per il suo tramite, al collega D'Ettore - ricordato sempre, senza assumere i toni da opposizione rispetto al Governo quando, invece, lo si dovrebbe sostenere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo dopo molti colleghi che hanno già svolto, in maniera molto chiara e apprezzabile, la riflessione di fondo - che voglio semplicemente sviluppare -, perché credo che sia fuorviante, per il fine che in maniera molto opportuna e virtuosa l'onorevole Costa intende raggiungere con il suo ordine del giorno, che è un fine che la discussione parlamentare ci dice essere condiviso, svolgere e consumare questa discussione sul merito dell'ordine del giorno, sul quale si inserisce, così come ovviamente è avvenuto, l'opposizione, l'unica opposizione parlamentare, laddove anche nel merito vi è una piena condivisione dell'Aula.

Si tratterebbe, quindi, di una totale contraddizione logica, che riduce la discussione che stiamo svolgendo alla scelta su una formula di stile, cioè quella di accedere alla formula che normalmente si utilizza - e anche chi una sola legislatura sta svolgendo, come me, sa essere la formula abituale del “valutare l'opportunità di” - anziché cogliere la pretesa e la richiesta di un impegno diretto pure improprio, per quello che D'Ettore ricordava, per il Governo, che legislatore in prima battuta non è.

La scelta di chiudersi su una formula di stile, che nulla ha a che fare con il merito, che è condiviso, e che nulla ha a che fare con gli obiettivi, che sono condivisi, rischia di produrre un effetto distorto, cioè un voto di quest'Aula negativo rispetto all'ordine del giorno, che tradisce lo spirito dell'Aula e danneggia la battaglia che, come tante altre, bene sta conducendo l'onorevole Costa all'interno di questa maggioranza, rispetto alla quale non dubito sulla sua lealtà. Egli è persona seria, coerente e di principio. Il rischio è che una presa di posizione non riformista, rigida, massimalista su questo ordine del giorno contraddica il suo percorso e danneggi quello di tutti noi. Per cui, sul piano personale e sul piano dell'appartenenza all'Aula lo prego di valutare la sua posizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, sono sempre stato a favore del sistema democratico americano, non tanto perché dà stabilità all'Esecutivo, quanto perché libera il Parlamento. Nel momento in cui l'Esecutivo è posto al riparo, il Parlamento ha una maggiore libertà di esprimersi secondo coscienza. Nel nostro sistema non è così, tuttavia esiste una gerarchia. Sono abbastanza d'accordo con il collega Fiano che ci sono dei problemi di tenuta della maggioranza e di compattezza, però non stiamo parlando di un voto di fiducia e non stiamo parlando neanche di una legge ordinaria. Stiamo parlando di un ordine del giorno! Spingere questo vincolo di maggioranza fino agli ordini del giorno mi sembra francamente esagerato e voterò a favore dell'ordine del giorno del collega Costa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3374/36 Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 19 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale; seguirà, ovviamente, la votazione. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 18,30, è ripresa alle 19.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.

Ricordo che prima della sospensione della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3374​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trizzino; non è presente, si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Siamo nella situazione oggi in cui la realtà dei fatti ci dice che dobbiamo convivere ancora un po' con il COVID-19. Riteniamo che l'atteggiamento di prudenza adottato dal Governo sia quello giusto per consentire questa convivenza e mantenere il numero dei contagi ad un livello controllabile, e questo perché il Paese non può decelerare sulla ripresa, e iniziare a mettere a terra, con uno spirito di fiducia e motivato, i primi investimenti sul PNRR. Oltre alle disposizioni sulle capienze, questo decreto contiene poi varie altre norme che condividiamo, in particolare quelle a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli-Venezia Giulia. Annuncio, pertanto, il voto favorevole dei deputati e delle deputate delle Minoranze Linguistiche a questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Il provvedimento al voto dell'Aula riguarda la conversione in legge di un decreto pubblicato lo scorso 8 ottobre in Gazzetta Ufficiale, quando si registravano 3.023 nuovi casi e 30 morti. Oggi il numero dei positivi è più che triplicato, ci troviamo a fare i conti con la cosiddetta variante Omicron, già presente in Italia, di cui si sa poco o nulla. Nel contesto, Presidente, mentre l'EMA ha autorizzato le vaccinazioni dei minori di 12 anni e l'Aifa si appresta a ripeterla, è il produttore Pfizer ad ammettere la necessità di studi complessi e lunghi nel merito, anche per verificare i potenziali effetti del tempo sulla categoria in questione. Nelle more, autorevoli esponenti della comunità scientifica, Gupta e Heneghan di Oxford e gli immunologi pediatrici Faust e Munro avvertono che vaccinare i bambini non significa al momento ottenere un vantaggio in termini di blocco delle infezioni da COVID-19, né un rapporto favorevole costi-benefici.

Negli ultimi sette giorni, inoltre, l'accesso alle terapie ha segnato più 22,7 per cento e i ricoveri sono aumentati di oltre il 14 per cento nello stesso lasso temporale. Circa la terza dose vaccinale si va per l'anticipazione a cinque mesi, quindi con un quadro mutato rispetto alle comunicazioni e alle prospettive connesse alla durata della protezione dei vaccini. Nel contesto, devo qui evidenziare che le statistiche epidemiologiche sembrano confortanti nelle interpretazioni più diffuse, ma non vi sono indagini a campione sulla presenza di anticorpi contro il COVID a qualche mese dalla seconda dose, aspetto che viene trascurato in nome di un atteggiamento generale alquanto dogmatico che non ci rassicura affatto.

Intendo dire, Presidente, che non ci siamo più preoccupati del percorso delle fiale degli antidoti a mRNA, dando per scontato che abbia di fatto garantito la buona conservazione e l'efficacia di questi farmaci. Come è evidente, le questioni sono complesse, le certezze non sono affatto granitiche e le precauzioni e la prudenza richieste dal periodo non possono lasciarci distanti, indifferenti o remissivi rispetto alle decisioni del Governo Draghi.

Il provvedimento al voto dell'Aula si intitola “Disposizioni urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali”.

Il testo che oggi ci arriva in votazione appare - lo dico con espressione comprensibile - come un pastrocchio incomprensibile e inverosimile, come un'insalata di verdure ossidate. Intanto sul cosiddetto green pass permane il grave silenzio del Governo, e in primo luogo, come sempre, del Ministro della Salute Roberto Speranza, rispetto alla violazione del regolamento europeo n. 953 del 2021, tra l'altro rettificato il 15 giugno scorso. Per inciso, nella prima versione in lingua italiana forse qualche manina dispettosa, qualche manina magica aveva escluso coloro che hanno scelto di non vaccinarsi dal novero dei cittadini da non discriminare.

In concreto, oltre ad essere vincolante per l'Italia, detto regolamento impone allo Stato italiano di non discriminare, ripeto, di non discriminare i cittadini che, per qualunque motivo, non sono vaccinati. La realtà è ben diversa, la discriminazione è legalizzata per decreto-legge che oggi ci accingiamo a convertire, sapendo che, a breve, sarà per altre vie ancora più accentuata e pesante. Il provvedimento oggetto del voto odierno, che discrimina con l'introduzione del green pass che - ripetiamo - per noi di Alternativa è uno strumento ricattatorio ed inutile, stabilisce che nelle “zone gialle”, tenendo altre limitazioni, non vi sono più limiti al numero massimo di spettatori; invece, nelle “zone bianche” viene a cadere la distanza interpersonale di almeno 1 metro e si consente il 100 per cento della capienza massima autorizzata. Per quanto riguarda le sale da ballo con capienza massima contenuta, tanto per le “zone gialle” che per quelle “bianche” non vi è l'obbligo di rispettare il distanziamento interpersonale e dei posti a sedere preassegnati. Per le manifestazioni sportive di livello agonistico - naturalmente parliamo sempre di convalida e modifica di misure già previste - in “zona gialla” si vanno ad applicare le misure previste per la partecipazione agli spettacoli. Inoltre, per le sale da ballo, le discoteche, i locali assimilati, compresi gli spettacoli aperti al pubblico e per gli eventi, le competizioni di sport vi sono perfino sanzioni accessorie; dopo il COVID i cittadini italiani avranno perfino sanzioni accessorie grazie al “Governo della melassa”. In pratica, se ne prevede la chiusura temporanea in caso di omissione della verifica del possesso della famigerata certificazione verde.

Ancora, nelle “zone bianche” e nelle “gialle”, nei musei, negli altri istituti e luoghi della cultura non è più necessario il rispetto delle distanze interpersonali di almeno 1 metro tra i visitatori. Per i luoghi di lavoro, si trasformano i datori pubblici o privati in “para-poliziotti”, imponendo ai dipendenti di rendere le comunicazioni sul possesso o sulla mancanza del green pass.

Quanto alle elezioni provinciali di dicembre, come è noto di secondo livello, il provvedimento dispone che siano individuate ulteriori sedi decentrate per l'espletamento delle medesime; come dire la politica sa schermarsi e proteggersi. Ancora, si innalza a 68 anni il limite anagrafico per l'accesso all'elenco nazionale degli idonei all'incarico di direttore generale degli enti del Servizio sanitario nazionale. In breve, con la scusa dell'emergenza COVID si rafforza l'ancien régime dei privilegiati. Infine, nel provvedimento al voto dell'Aula compaiono norme “salva coscienza” sul revenge porn e il registro delle opposizioni. Ancora, compare addirittura la sospensione dell'installazione e dell'utilizzazione, da parte pubblica o privata, di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale, operanti attraverso l'uso dei dati biometrici; tanto per far vedere la clemenza, la generosità e modernità del “Governo della melassa” secondo noi incapace di affrontare l'emergenza COVID garantendo libertà fondamentali e, anzi, intento ad utilizzare la pandemia per garantire i forti e colpire i deboli. Guardi, Presidente, per esperienza personale le posso assicurare che il green pass non serve a nulla, lo dico da doppiamente vaccinato e anche da malato di COVID, non è col green pass che bisogna risolvere i problemi della pandemia. Per tutti questi motivi Alternativa vota “no” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, nell'idea di chi aveva modificato il regolamento e individuato le due fasi - il voto di fiducia e, poi, successivamente il voto sul merito - ovviamente c'era che nella prima dichiarazione di voto, quello sulla fiducia, ci potessero essere anche ragionamenti generali e nella seconda, invece, si andasse sul merito; ancora una volta si è ascoltato una serie di luoghi comuni che poco avevano a che fare con l'oggetto di discussione.

Ciò perché, in realtà, questo decreto - capisco che possa apparire, anche per chi ci ascolta, poco comprensibile - è un decreto di riaperture; era il decreto scritto due mesi fa, in una determinata fase epidemiologica, che dava un segnale a settori, quelli dello spettacolo, in particolare, delle discoteche, dello sport, che da tempo chiedevano un ritorno alla normalità.

Viceversa, oggi ci troviamo in una situazione epidemiologica ben differente e, in questi giorni, il Governo ha approvato un decreto, che, poi, dovremo convertire in legge, che va esattamente nella direzione opposta a quella di innalzare ulteriormente i livelli di attenzione attraverso l'introduzione del cosiddetto green pass. Ma questa che è, come dicevo questa mattina, un'apparente contraddizione logica, in verità è la dimostrazione che l'approccio di questo Governo alla pandemia è l'esatto contrario di quello che ho ascoltato poc'anzi: non c'è un atteggiamento dogmatico, non c'è un atteggiamento ideologico, c'è fin dall'inizio un approccio corretto, un approccio che risponde al principio di precauzione, c'è un approccio di prudenza, c'è un approccio di chi dice “ascoltiamo la scienza e, poi, decidiamo”.

Molti discorsi che si ascoltano contro il green pass, contro le misure del Governo hanno, invece, la caratteristica opposta: sono atteggiamenti spesso ascientifici, spesso strumentalizzano prese di posizione di alcuni scienziati e, viceversa, hanno un atteggiamento ideologicamente contrario, per esempio - e fino in fondo, spesso, non hanno il coraggio di dirlo - con i vaccini. C'è un tentativo di una parte della politica - ormai è chiaro ed evidente - di lisciare il pelo a movimenti, a situazioni no-vax dichiarate o finte no-vax, che si nascondono dietro il “no green pass”.

Io credo che i dati smentiscano con forza la giustezza di questo ultimo atteggiamento e siano i dati, al di là di valutazioni ideologiche di parte, a riconfermare la bontà della strategia del Governo e del Ministero della Salute, in particolare. Basta alzare gli occhi, alzare lo sguardo a cosa avviene in Europa, ai dati epidemiologici europei, per vedere come l'Italia, insieme ad altri Paesi del Sud dell'Europa - quelli che, in maniera sprezzante, la finanza definiva “PIGS” -, in realtà, per una volta, hanno numeri migliori. Da questo punto di vista, è evidente che la scelta di essere più rigorosi, la scelta di non ascoltare le sirene di chi, nei mesi passati, diceva “aprite tutto, andiamo avanti, bisogna tornare subito la normalità”, che ha caratterizzato alcune delle strategie dei Paesi europei anche vicini a noi, quella strategia del Governo italiano, alla luce di questa quarta ondata, si è rivelata la strategia giusta. E, viceversa, chi ha scelto altre strade, che avevano anche più ascolto nell'opinione pubblica, che erano più facili da perseguire, nel breve periodo, stanno incontrando problemi e, in alcune realtà, problemi seri, al punto che si ritorna a parlare in quei Paesi di lockdown, che si pone una questione attorno al vaccino obbligatorio.

Quindi, proprio questo decreto, proprio un decreto che riapriva è la dimostrazione che il Governo ha cercato di adattare le impostazioni di fondo, di rigore e di richiesta di responsabilità collettiva e personale, alla situazione, perché - questo va detto con forza - qui non c'è nessuno che goda, che pensi di trarre da questa situazione dei vantaggi elettorali.

Il ritorno alla normalità, il riconoscimento della stanchezza, da parte di tutti noi, di questa situazione è un dato oggettivo, che riguarda tutti. L'obiettivo deve essere quello di riuscire a ritornare il più presto possibile; oggi nessuno, però, in coscienza, può definire una data entro cui questo può avvenire.

Ecco perché occorre continuare - lo dico al rappresentante del Governo - a tenere la barra dritta e la barra dritta è stata quella, fin dall'inizio, come dicevo, di seguire il principio di precauzione, di richiedere ai cittadini, è vero, sacrifici, ma sacrifici fatti non nell'interesse di una parte politica, del Governo, ma avendo come obiettivo quello di tutelare, ai sensi della Costituzione, la salute degli italiani. Per queste motivazioni, noi voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. Questo decreto che arriva oggi alla Camera, con l'approvazione del Senato, rappresenta ancora una volta l'enorme sforzo che il Governo sta facendo per apportare un contributo importante alla lotta contro il COVID, attraverso una strategia che è sempre stata ispirata al pragmatismo scientifico, dettato, appunto, dalle conoscenze mediche, sanitarie ed epidemiologiche.

Purtroppo questa pandemia non è finita e, con questo “decreto Capienze”, si vuole riaffermare che la vaccinazione, quindi il green pass, eccetera, al momento è fondamentale per debellare il virus. L'uso dei dispositivi di protezione e delle norme igieniche sono davvero indispensabili per contrastare la diffusione virale. Stiamo combattendo contro un virus capace di mutare per adattarsi all'organismo ospite e, quindi, di un virus davvero complesso, capace di mutare per adattarsi a questo organismo e, quindi, capace di formare varianti, che potrebbero risultare più difficili, nel tempo, da controllare.

Purtroppo, le concause della diffusione virale non sono note, ma è certamente conosciuto che il carrier del virus è la molecola acquosa, che, attraverso le vie respiratorie, viene ad essere trasmessa. Quindi sappiamo che l'ambiente è determinante e che l'uso della mascherina è fondamentale, come il distanziamento e l'igienizzazione delle mani.

Chiunque deve davvero evitare delle inutili critiche quando il Governo deve adattare precise norme che possano assicurare distanziamento e protezione immunitaria, come la vaccinazione o il prosieguo delle vaccinazioni.

Mi riferisco, ancora una volta, alle tante persone - anche se, per fortuna, poche percentualmente - no-vax e a tutti coloro che agiscono mettendo in dubbio la scientificità dell'uso dei vaccini e delle mascherine e, addirittura, dell'esistenza del virus. Purtroppo, il distanziamento, che è un elemento importante, è difficile da far rispettare, soprattutto in un momento come questo, un momento in cui il periodo stagionale complica ulteriormente le cose; oltretutto, sappiamo bene che c'è il momento della diffusione virale influenzale e parainfluenzale.

Questo è un periodo caratterizzato dall'aggregazione per le festività natalizie, che rappresentano incontri tra generazioni diverse. Mi dispiace aver sentito in quest'Aula, in discussione generale, qualcuno che lamenta che in questo decreto c'è poca attenzione allo sport. Forse non ha capito che lo sport insegna, prima di tutto, l'attenzione alla salute e a riconoscere, soprattutto, il momento di sapersi fermare. Lo sport è maestro di vita, perché forma cittadini consapevoli dei propri limiti e del rispetto delle regole. Per questo lo sport è cultura ambientale, questa è la mentalità del vero sportivo. Tutte le categorie devo riconoscere che hanno sofferto in un contesto così drammatico e occorre raccomandare alla prudenza, prudenza necessaria per la salute sia sanitaria, che economica del nostro Paese.

Anche la nuova regolamentazione del green pass è importante e questo decreto, ancora una volta, è uno stimolo più forte per la vaccinazione, di cui non dovrebbe nemmeno esserci necessità per l'etica che tutti i cittadini dovrebbero avere. Coloro che non seguono l'etica del cittadino nei suoi diritti e doveri attentano alla Costituzione, a quelle norme che regolano lo stare insieme, attentano alla salute degli altri e alle conseguenze che ciò comporta. A forza di sottolineare i diritti, io credo che si dimentichino i doveri, quando, invece, dovrebbero andare di pari passo. Noi di Coraggio Italia vogliamo fortemente ricordare a tutti che la salute è un diritto inalienabile, a cui corrispondono dei doveri. Chi ha detto “no” alla mascherina e alla sua utilità - e io me lo ricordo bene - oggi è responsabile di aver favorito la diffusione del virus. Quanti problemi per il vaccino e per il green pass: tutti i presidi fondamentali per portarci fuori dalla pandemia, che, se fossero stati attuati più precocemente, forse, oggi il problema della vaccinazione dei bambini, un problema molto importante, non si sarebbe posto. Inoltre, l'utilizzo della mascherina da parte dei bambini piccoli avrebbe rappresentato, in primo luogo, una forma ulteriore di difesa dall'infezione di COVID e, in secondo luogo, avrebbe potuto essere considerata dai più piccoli una forma di gioco a sfondo educativo.

Siamo favorevoli a questo decreto che è costretto a mettere altri punti nella lotta contro il COVID e speriamo che bastino. Penso che si dovrà andare avanti; nel tempo questi punti potranno essere modificati, ma adesso sono necessari.

Esprimo il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Anche il gruppo parlamentare di Italia Viva voterà con convinzione questo provvedimento, detto decreto-legge Capienze, ora in sede di conversione. Lo fa in quell'ottica di collaborazione, di lealtà all'interno del Governo, a cui ha creduto fin dall'inizio e da cui si stanno raccogliendo i risultati, perché tanti sono i provvedimenti, tante le soluzioni in un momento non facile, con coerenza ed efficacia. Anche questo provvedimento lo dimostra.

È chiaro che, nello stesso tempo, si deve guardare avanti. Oggi si parla della variante, di come affrontala e di quali misure prendere. Ogni provvedimento, anche in sede di conversione, pur essendo i tempi ravvicinati, quasi non sembra attuale rispetto alle emergenze che ogni giorno si vedono. Però, con questo spirito si dimostra come il Governo stia affrontando le varie criticità e sia sempre “sul pezzo” nel trovare le soluzioni, nel cercare, anche in modo coerente, di dare soluzioni. Lo abbiamo detto: la soluzione è quella del vaccino, quella del green pass, delle regole non solo per tutelare ognuno la propria salute ma anche per rispettare gli altri; quindi, il green pass e il vaccino servono per continuare e per non chiudere il Paese, non bloccare il Paese. Tutti noi ricordiamo le difficoltà durante il lockdown, le difficoltà economiche, le imprese chiuse, le nostre attività commerciali ferme e le difficoltà che si sono viste. Quindi, per evitare e scongiurare la stagione del lockdown, occorre trovare soluzioni.

Il decreto-legge Capienze, in un momento in cui, tra l'altro, il Paese è in ripresa, il PIL aumenta e, quindi, c'è un segnale positivo, cerca di trovare soluzioni - per esempio, si occupa di sport e di cultura, delle capienze, della possibilità di tornare alla normalità - però lo fa con gradualità e con soluzioni. Certo, si pensa alle “zone gialle”, alle “zone bianche” e, quindi, nelle “zone bianche”, alla possibilità di arrivare al 75 per cento delle capienze all'aperto e al 50 per cento al chiuso, di fare un passo ulteriore nel ridurre e nell'eliminare il distanziamento tra una persona e l'altra, quindi di agevolare e di consentire a tutti di tornare alla normalità. Ma non si occupa solo di cultura, di sport, di attività ricreativa; per esempio, affronta il tema dell'esame da avvocato. Quanti giovani anche nello scorso anno aspettavano di accedere all'esame da avvocato, di capire le regole. Ecco, si interviene mantenendo anche le soluzioni che erano state prospettate nel precedente provvedimento, vista l'emergenza, quindi introducendo l'obbligo del green pass, per tutelare anche gli altri candidati. Questa è una soluzione che viene introdotta relativamente all'esame di abilitazione per avvocato. Si affrontano le esigenze di accoglienza umanitaria, penso al problema che sta vivendo l'Afghanistan, alla tutela della minoranza linguistica del Friuli-Venezia Giulia, con una norma ad hoc per quella regione, e alla semplificazione dei dati, una norma che è stata criticata da molti esperti che però aiuta a semplificare anche la gestione dei dati personali. Si pensa inoltre a introdurre deroghe per velocizzare: pensiamo non solo alla gestione dei dati ma anche alla necessità per il Garante di dare pareri nei termini di 30 giorni, in maniera veloce, per quanto riguarda il piano del clima, il piano ambientale, il PNRR, e anche ad una semplificazione dal punto di vista delle procedure. Si introducono inoltre norme su cui, come gruppo Italia Viva, tante volte ci siamo soffermati, con altri gruppi parlamentari, norme sul cyberbullismo e per quanto riguarda il revenge porn. L'articolo 9 consente infatti anche agli ultra quattordicenni di rivolgersi direttamente al Garante della privacy per eliminare i video a sfondo sessuale; si tratta di una tutela maggiore e rafforzata, che consente, in 48 ore, di trovare soluzioni. Anche questo è importante: in un momento in cui la pandemia ci ha costretto a vivere nelle nostre abitazioni, occorre tutelare maggiormente i minori, a dare loro maggiori tutele. Quante volte, nei casi di cronaca che abbiamo ricordato anche in quest'Aula, il minore, nell'immediatezza della diffusione del video, non lo racconta i genitori ma rimane chiuso in se stesso e non trova una soluzione né un rimedio? Ecco, si offre una tutela e la possibilità di rivolgersi direttamente al Garante per la privacy con l'obbligo per il Garante di intervenire nelle 48 ore. I temi affrontati in questo decreto sono tanti. Si riorganizza il Ministero della Salute e vi sono tante altre norme che vengono introdotte e che mirano a tutelare la salute e, nello stesso tempo, a rafforzare le tutele che si inseriscono in questo spazio.

Crediamo - e lo ha ricordato anche oggi il Ministro della Salute - che la strada sia quella del vaccino, dell'aumento delle dosi. Cito i dati forniti oggi dal Ministro della Salute: 315.000 persone che si sono sottoposte alla terza dose e 96,3 milioni di vaccini somministrati. Sono dati che stanno rendendo il nostro Governo un esempio da imitare, anche a livello europeo, con risultati maggiori rispetto ai Paesi a noi vicini. Ciò dimostra la buona amministrazione e il buon governo del Governo Draghi e di tutte le forze di maggioranza, spesso anche attraverso il confronto costruttivo con la minoranza per trovare soluzioni che garantiscano la normalità.

C'è poi il tema della scuola, che non viene affrontato in questo provvedimento ma che fa capire come anche questo decreto-legge Capienze sia sulla strada che porta alla normalità. Quindi, anche per quanto riguarda la didattica a distanza nelle scuole, di cui si è parlato tanto oggi sui giornali, abbiamo accolto con favore l'intervento del Presidente del Consiglio e del Governo per chiarire e far capire alle famiglie e al mondo della scuola come la DAD sia residuale e si debba invece garantire una scuola che funzioni e in presenza. L'abbiamo detto dall'inizio che la scuola deve essere una delle ultime istituzioni a chiudere, perché far tornare i nostri ragazzi alla didattica a distanza vuol dire non dare un servizio scolastico efficace che guardi veramente alla crescita dei nostri figli. Quindi, sì al digitale ma, nel rispetto del diritto alla salute, consentiamo alla scuola la normalità. Questo ci aiuta, perché provvedimenti come il decreto-legge Capienze aiutano le istituzioni e il legislatore a trovare la soluzione. Occorre trovare sempre la linea dell'equilibrio tra la tutela della salute, che certamente è la priorità, e quella normalità che consenta al Paese di andare nella direzione giusta, di crescere e di garantire la normalità a tutti.

Per questo motivo, ancora una volta, Italia Viva, con determinazione e con convinzione, approva questo provvedimento del Governo e voterà con convinzione il testo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io intervengo su un altro provvedimento che noi approviamo senza averlo potuto discutere. Ancora una volta, questo Governo, con il plauso convinto di tutta la maggioranza, ha posto la questione di fiducia nonostante fossero davvero pochi gli emendamenti presentati, nonostante il dibattito in Aula si sarebbe concentrato in poche ore, più o meno lo stesso tempo che abbiamo dedicato all'esame degli ordini del giorno che non hanno alcun valore e sui quali la maggioranza ha faticato a trovare un'intesa.

Quindi, continuiamo a ratificare decisioni prese altrove, senza nemmeno poter provare a modificarle. Questo decreto si occupa - nel titolo, almeno - di disposizioni urgenti per l'accesso alle manifestazioni culturali, sportive e ricreative, organizzazione delle pubbliche amministrazioni e protezione dei dati personali. Ancora una volta un provvedimento omnibus, ancora una volta un provvedimento che contiene norme eterogenee, che nulla hanno a che vedere l'una con l'altra, in spregio al monito lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non più tardi di qualche mese fa, che, in ordine al “decreto Sostegni-bis”, aveva richiamato il Governo all'opportunità di non mischiare gli argomenti, di non creare “provvedimenti minestrone” dove, tra le pieghe dei decreti, si trova tutto e il contrario di tutto. Ancora una volta questo Governo fa strame di ogni logica, di ogni iniziativa di buonsenso, finanche di un richiamo così autorevole, come quello del Presidente della Repubblica.

Questo provvedimento aumenta, in parte, la capienza di alcuni luoghi come impianti sportivi, autobus, trasporti; potremmo anche condividere la scelta di aumentare la capienza, convinti come siamo, e lo abbiamo sempre dichiarato, che un'impresa deve essere sostenibile per poter essere validamente esercitata come la nostra Costituzione garantisce sancendo la libertà di impresa. Cosa, questa, che finora non è stata garantita, perché sono stati approvati provvedimenti che hanno reso l'attività di impresa non sostenibile, senza provvedere, al contempo, ad adeguati ristori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

A questa parte, astrattamente condivisibile, segue una serie di provvedimenti completamente avulsi dal contesto di questo decreto. È necessaria, pertanto, qualche ulteriore riflessione sull'utilizzo del green pass che ha dato un'errata percezione di immunità agli italiani; ha fatto sorgere la convinzione che con il green pass potendo entrare, potendo frequentare determinati luoghi si fosse immuni dal virus, cosa questa che è ormai abbondantemente sconfessata dalle evidenze statistiche e da ciò che emerge a livello scientifico.

In totale assenza di confronto con il Parlamento, il Governo modifica, ormai a cadenza quindicinale, le norme che riguardano il green pass. E questo cosa dimostra? Dimostra che il Governo procede per tentativi, non ha un'idea chiara di come effettivamente limitare i contagi; e lo dimostra la tanto menzionata quarta ondata, usata come uno spettro, e oggi drammaticamente presente. Procedendo per tentativi, la percezione che gli italiani hanno è di abbandono, di difficoltà, di sfiducia, perché, a fronte di provvedimenti molto restrittivi e di limitazioni molto pesanti, anche in ordine alla libertà, al lavoro, da ultimo, non seguono i risultati sperati. E quando non seguono i risultati sperati significa che i provvedimenti sono totalmente apodittici, sono totalmente slegati dalle emergenze scientifiche. Questo significa che un provvedimento fatto da un Governo che ogni quindici giorni aumenta le restrizioni o potenzia i limiti a cui sottrarsi con il green pass, lo fa soltanto tentando di svolgere il proprio lavoro. Noi lo abbiamo detto, e lo hanno detto anche in più occasioni i colleghi della XII Commissione che si occupa di sanità, siamo favorevoli ai vaccini, ma siamo fermamente contrari a questo utilizzo indiscriminato del green pass come lasciapassare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si è data erroneamente la percezione che il green pass possa proteggere dai contagi, cosa che ormai è ampiamente dimostrata non essere vera.

Noi lamentiamo, ancora una volta e lo denunciamo a tutti gli italiani, l'atteggiamento di chiusura totale di questo Governo, di questa maggioranza, nei confronti delle proposte che giungono dall'opposizione. Con queste fiducie continue ormai su ogni provvedimento, si paralizza, come è tristemente noto, l'attività dell'Aula, impedendo che gli atti di iniziativa parlamentare possano essere validamente esaminati. Questo perché? Perché impieghiamo tutto il nostro tempo a ratificare decisioni prese altrove, decisioni che non possono essere discusse perché la maggioranza si frantumerebbe inevitabilmente, come peraltro già accaduto in quest'Aula su banali ordini del giorno.

Noi contestiamo questa gestione. Per fare un esempio: negli stadi, all'aperto, c'è l'obbligo di indossare la mascherina; è fatto ormai conclamato che all'aperto il virus circoli molto più lentamente e dunque è estremamente difficile, se non addirittura impossibile, contrarlo stando all'aperto. Ebbene, nonostante negli stadi all'aperto si debba stare con la mascherina, assistiamo ancora a restrizioni nell'accesso con questo green pass, che altro non è se non uno strumento di arbitraria privazione della libertà, non idoneo a raggiungere le finalità che vengono dichiarate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo, signori, è il tema: il green pass è idoneo a prevenire i contagi, il green pass è idoneo a limitare la diffusione di questo virus, che tiene sotto scacco la nostra Nazione da quasi due anni? Ebbene, ormai è stato acclarato che così non è.

Nelle pieghe di questo decreto si annidano provvedimenti in materia di rifugiati, di minoranze linguistiche, che, per carità, potrebbero anche essere astrattamente condivisibili, ma che, ancora una volta, sono sottratti al dibattito in Aula. Noi denunciamo ancora una volta, e lo facciamo anche plasticamente, con un voto contrario, l'assoluta incapacità di confronto, l'assoluta incapacità di dialogo, l'assoluta incapacità di assunzione di responsabilità da parte di questa maggioranza e di questo Governo, che si pone in linea con i Governi che lo hanno preceduto nel corso di questa legislatura.

Allora, Presidente, la domanda sorge spontanea: ma davvero, per la trentesima questione di fiducia, ci voleva il “Governo dei migliori” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ma non era forse il caso, nonostante l'emergenza in corso, di mandare gli italiani alle urne e fare scegliere un Governo, una maggioranza chiara, delineata, con una visione comune, per portare l'Italia fuori da questa palude, dalla quale non sarà sicuramente il “decreto Capienze” a tirarla fuori e temo neanche la prossima legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? In conclusione, annuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Mi rifaccio all'intervento della collega che mi ha preceduto, credo che il green pass non sia uno strumento arbitrario, ma uno strumento che aiuta a non far diventare il nostro Paese come i Paesi dell'Est Europa, dove il contagio sta dilagando ed è ormai non più sotto controllo. Credo che questo la maggioranza del Paese lo abbia ben inteso e ben capito.

Quando si parla di salute, quando si parla di economia, quando si parla di un popolo che si rende conto che questa è una situazione eccezionale, non siamo nella normalità; non è mai avvenuto che un Paese - e parlo dell'Italia - fosse investito, come il resto del mondo, da una pandemia che quotidianamente mette a rischio la salute delle persone. Quello che è successo negli scorsi periodi, quando eravamo in lockdown, credo che sia nella testa e nella mente di tutti; i morti non sono morti per finta, sono morti davvero e questo virus con le sue varianti, che noi non possiamo sapere che evoluzioni potrebbero avere, ha bisogno di situazioni e di azioni che possiamo anche definire eccezionali, ma sono situazioni e azioni eccezionali che vanno nel verso di proteggere i cittadini, che vanno nel verso di proteggere l'economia di un Paese che sta ripartendo.

Quindi, intervengo con la mia dichiarazione di voto su un provvedimento che è particolarmente atteso, poiché segna un ulteriore passo avanti verso la normalità, una normalità - è giusto sottolinearlo - conquistata con il sacrificio della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, che hanno mostrato fiducia verso le istituzioni. La fiducia verso le istituzioni è evidenziata dal numero delle persone che hanno aderito alle indicazioni del Governo, aderendo a una campagna vaccinale massiva e rispettando quelle semplici regole sull'uso delle mascherine, il distanziamento e l'igiene delle mani. È questo che ci sta consentendo di parlare di capienze e non, come poco meno di un anno fa, di misure di contenimento.

Il blocco imposto dai Governi nazionali a oltre la metà della popolazione mondiale, stiamo parlando di miliardi di persone, per appiattire la curva dei contagi ha colpito il mondo come fosse un meteorite, spingendo l'economia globale nella peggior recessione dai tempi della Seconda guerra mondiale. La strategia adottata dal Governo Draghi per prevenire la diffusione dei contagi ha funzionato; è vero, si sono create delle situazioni di tensione; è vero, non tutti hanno capito e non tutti apprezzano questa strategia, ma la campagna di vaccinazione a tappeto e l'introduzione del green pass hanno reso possibile il contenimento dei contagi - questi sono dati, sono fatti, non sono fantasie - e, di conseguenza, la possibilità di evitare ulteriori misure restrittive ai cittadini e alle attività economiche. Ricordiamoci che in questo momento l'Italia, con tutti i sacrifici a cui è sottoposta, è un Paese dove sostanzialmente c'è libertà, c'è libertà di impresa e c'è anche libertà di movimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Si tratta di una strategia che si sta consolidando con l'introduzione del super green pass che, poi, alla fine, green pass, super green pass, si va sempre nella stessa direzione, si va nella direzione di voler tutelare la salute e l'economia dei cittadini di questo Paese. Infatti, se gli altri Paesi europei sono costretti a rincorrere il virus, noi lo abbiamo anticipato, tant'è che lo abbiamo anticipato pur essendo criticati in quest'Aula, diverse volte, ma con un'altra evidenza che è quella che gli altri Paesi in questo momento stanno seguendo quello che il Governo italiano ha fatto, appunto, cercando di anticipare determinate situazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, noi lo abbiamo anticipato e ne abbiamo limitato gli effetti con il risultato che, a differenza di altri, possiamo continuare a tenere aperte le attività economiche e, al contempo, lasciare piena agibilità ai cittadini vaccinati.

È vero che noi non abbiamo fermato il virus, lo abbiamo rallentato; è vero che noi non abbiamo annullato il numero dei morti e dei contagiati, ma li abbiamo diminuiti; ed è anche vero che non possiamo mai dimenticare una cosa che è chiara a tutti, ma che a volte ci si dimentica: gli ospedali servono per curare le persone, la medicina serve per fare prevenzione e sappiamo che in una condizione come questa, nel momento in cui le terapie intensive e semi intensive, i reparti di medicina e altri reparti si sono riempiti di malati COVID, non hanno trovato risposte al loro diritto alla cura e alla salute migliaia e migliaia di persone, con le conseguenze che sappiamo. La partita è stata giocata dal Governo Draghi su due fronti: velocità ed efficacia. Si tratta di due fattori che hanno agito in contemporanea, con positive ricadute sul ripristino del clima di fiducia e, dunque, anche sull'economia. Già nell'aprile scorso, con il cosiddetto decreto Riaperture si è iniziato il percorso virtuoso di riattivazione del circuito economico del sistema Paese, consentendo il progressivo sblocco di molte attività fino ad allora chiuse. E sappiamo quanto il Paese ha bisogno di ripartire con un'economia forte, proprio adesso che i fondi del PNRR stanno per arrivare e ci sarà la possibilità di sviluppare iniziative importanti che avranno delle ricadute positive per i prossimi decenni, con anche le riforme che questo Parlamento deve fare. Ed è in tal solco che si pone questo decreto che guarda non soltanto alle attività commerciali, certamente vitali per la nostra economia, ma anche ad altri settori vitali per un ritorno alla normalità.

A fronte - e vado a concludere - di quanti, fortunatamente sono la minoranza, sostengono che il COVID, in fondo, sia una sorta di truffa e che le politiche sanitarie scelte da questo Governo e avallate dal Parlamento siano violazioni dei loro diritti, si pone una doverosa ma anche semplice domanda, una doverosa e semplice domanda che dovrebbe trovare una risposta soggetta a una riflessione, non a un posizionamento ideologico o politico: esiste allo stato attuale un'alternativa alle strategie di vaccinazione e di distanziamento sociale? Credo che la risposta sia “no”, non esiste; guardate, anche oggi leggendo la stampa sono riportati dei casi in cui delle persone convintamente no-vax hanno perso la vita perché hanno scelto di curarsi alternativamente rispetto a quello che la medicina ufficiale, la scienza ufficiale gli diceva. Sono morte, come sono morte molte altre persone, ma questa è stata una scelta quasi suicida: mi curo con la candeggina. Ma perché mi curo con la candeggina? Perché qualcuno mi ha messo in testa che il vaccino mi poteva far peggio della candeggina che mi iniettavo. Scusate, ma questa è una situazione di psicosi che potrei definire in alcuni casi e in alcuni momenti collettiva. E noi dobbiamo cercare di spiegare a queste persone che devono uscire da questa psicosi collettiva, devono abbandonare questo modo di vedere il sistema che sembra essere fatto per uccidere, anziché per aiutare a curare.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO NOVELLI (FI). Ebbene, se realmente vogliamo che l'Italia superi definitivamente l'emergenza COVID, non possiamo che accogliere positivamente l'utilizzo del green pass e le modifiche che a questo utilizzo sono state pragmaticamente introdotte a fronte del mutevole cambiamento dello scenario pandemico. Per tutti questi motivi e altri che non ho enunciato, annuncio il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge che ci accingiamo ad approvare in via definitiva si può considerare un provvedimento a contenuto multiplo, pur con una sostanziale omogeneità di scopo. Lo scopo è noto: contenere la pandemia e consentire il più possibile una normalità nelle attività lavorative, familiari, del tempo libero. In particolare, in questo decreto sono precisate le capienze massime per le varie attività. Il fatto che siano già passati quasi 60 giorni dall'approvazione in Consiglio dei Ministri, ci consente già oggi di trarre un giudizio positivo rispetto a quanto è stato previsto nel decreto, perché gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.

Infatti, a condizione di possedere il green pass e di essere in “zona bianca”, oggi i tifosi sono tornati allo stadio, pur con una capienza ancora limitata al 75 per cento; oggi i turisti sono tornati a visitare i musei senza necessità del distanziamento; oggi gli amanti della musica e dello spettacolo possono tornare al conservatorio e ai teatri senza distanziamento e a piena capienza; oggi i giovani possono tornare nelle discoteche e i meno giovani nelle sale da ballo, pur con una capienza ancora ridotta. Anche molte delle altre misure che sono contenute nel decreto, ad esempio, le modalità del concorso per avvocato, il potenziamento delle sedi per le elezioni del 18 dicembre, le precisazioni sul trattamento dei dati personali, vanno tutte nella direzione di applicare le misure che ci hanno consentito di contenere la pandemia, ossia vaccinazioni di massa, green pass, uso della mascherina, distanziamento e igiene personale.

In queste ultime settimane, tuttavia, i dati sono in peggioramento e, pur non certo paragonabili, fortunatamente, a quelli drammatici dello scorso inverno, possiamo dire che occorre tenere alta la guardia, nonostante il fatto che l'Italia sia sicuramente, oggi, tra le Nazioni più virtuose. Ma è proprio per evitare un repentino peggioramento che il Governo ha previsto che, a partire dal 6 dicembre, sia necessario un green pass rafforzato, cioè non basterà più un tampone recente per ottenerlo per poter accedere agli spettacoli, agli stadi, alle sale da ballo, ai bar e ai ristoranti al chiuso.

Avremo modo nelle prossime settimane di discutere di questo, ma fin d'ora non possiamo che sostenere che anche questo previsto inasprimento è assolutamente ragionevole. Infatti, se la nostra Nazione è oggi indiscutibilmente un modello, ciò non ci deve esaltare o rassicurare, anzi, deve spingerci a mantenere alta la guardia. Per questo, ad esempio, consideriamo con favore la maggior tutela di chi viaggia. In questo decreto si prevede l'obbligo del green pass per i passeggeri di autobus con conducente, mentre nel nuovo decreto si prevede l'estensione del green pass ordinario anche nel trasporto pubblico locale e sui treni regionali. Eppure, ci sono ancora alcuni, nel nostro Parlamento, ormai solitari (mi riferisco ai colleghi di Fratelli d'Italia), che si ostinano, per solo calcolo politico, a negare la bontà della certificazione verde. Invece, il green pass appare sempre di più un potente, quanto rispettoso, incentivo. Sì, rispettoso: rispettoso non solo del molto discutibile rifiuto a vaccinarsi, ma rispettoso anche della salute di chi si è vaccinato e vuole vivere in sicurezza e rispettoso anche dei non vaccinati, che sono così almeno messi meno a rischio.

In questa sfida che l'Italia sta provando a vincere, grazie alla barra dritta tenuta dal Governo Draghi - e gli italiani lo hanno capito -, credo che sia stata finora esemplare la coerenza e la linearità tenuta dal PD e dai nostri gruppi parlamentari. Noi abbiamo sempre detto che occorre guardare con fiducia alla scienza e ai suoi progressi. Noi pensiamo che il vaccino serva anche per proteggere il prossimo e i più prossimi, perché non c'è libertà senza responsabilità. Noi crediamo che il green pass serva e rassicuri, perché riduce le paure e fa ripartire i legami, le relazioni, l'economia. Noi vogliamo che la faticosa normalità che abbiamo riconquistato non sia nuovamente messa a repentaglio. Noi, insomma, crediamo che gli italiani capiscano bene che cosa per loro è bene e apprezzino l'attuale guida. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolin. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa, il decreto che stiamo per convertire in legge interviene nuovamente sulla normativa in materia di contenimento della pandemia da COVID-19. Questa volta - lo possiamo dire - è un decreto che va nella direzione giusta.

È un decreto che ci incammina verso l'auspicato ritorno alla normalità che, come Lega, avevamo chiesto da moltissimo tempo, con emendamenti e ordini del giorno che raccoglievano le istanze di imprenditori, lavoratori e cittadini in difficoltà. Abbiamo dato voce a quelle istanze con tutte le nostre forze, abbiamo invocato più volte un'accelerazione sul fronte delle riaperture e siamo soddisfatti di aver portato a casa qualche risultato, finalmente. Certo, ci sono ancora incongruenze, che proveremo a correggere alla prima occasione utile. Dovremo ancora darci da fare, a cominciare dal nuovo decreto sul green pass o, meglio, sul super green pass, che andrà sicuramente esaminato con attenzione e migliorato dove è possibile. Non voglio, però, soffermarmi, in questa sede, sul nuovo provvedimento. Del decreto n. 172 del 2021 parleremo a tempo debito, nel corso del relativo esame parlamentare.

Voglio invece concentrarmi, in questa dichiarazione, sulle misure che ci accingiamo a convertire in legge con il voto di questa sera. Sì, perché il decreto ha recepito, seppure con ritardo, alcuni importanti emendamenti che il gruppo Lega aveva presentato da diverso tempo, in occasione dei primi provvedimenti sul green pass. Possiamo dire di più: nella prima parte, quella sulle capienze, il provvedimento è una vera e propria raccolta delle richieste della Lega, sulle quali non abbiamo mai - e sottolineo, mai - perso la speranza. Ci sono importanti modifiche, ad esempio, per il settore degli spettacoli aperti al pubblico, delle sale teatrali, delle sale da concerto e delle sale cinematografiche. Sono caduti finalmente i limiti alla capienza massima autorizzata in “zona bianca” e l'abbattimento di questi limiti, come abbiamo visto in questo mese, ha significato ripartenza, ritorno alla vita, ritorno al lavoro, ritorno alla normalità per moltissimi operatori del settore. C'è un primo passo anche verso le discoteche e le sale da ballo, che vengono finalmente riaperte, dopo oltre un anno di fermo ingiustificato. Anche su tale punto avevamo presentato emendamenti, ordini del giorno e interrogazioni. Tutto quello che potevamo presentare l'abbiamo presentato.

Abbiamo assistito a situazioni davvero non da Paese civile: penso al rave party nel pisano e a quello nel viterbese, eventi abusivi che hanno tenuto in ostaggio intere comunità e che rischiavano di buttare all'aria i sacrifici che milioni di italiani hanno fatto con dolore e senso di responsabilità. Tralasciamo qui le difese imbarazzanti del Ministro Lamorgese sui mancati controlli, difese che si commentavano e si commentano da sole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il problema era a monte. Era chiaro, infatti, che la chiusura delle discoteche avrebbe incentivato e alimentato queste situazioni. Allora bisognava avere lungimiranza e capire che sarebbe stato meglio, anche dal punto di vista sanitario, aprire le discoteche e prendersi dei rischi calcolati. Meglio un rischio calcolato, per riprendere le parole del Presidente Draghi, piuttosto che una serie di rave party incontrollati e incontrollabili. Finalmente ci siamo arrivati, con ritardo e con capienze che ancora vanno ritoccate (meglio tardi che mai). Rimarremo, comunque, al fianco di questo importante settore che, ricordiamo, conta 3.000 imprenditori e circa 100.000 lavoratori.

Valutiamo con favore anche le nuove norme sull'accesso degli spettatori agli eventi sportivi. Si passa dal 75 per cento per gli eventi all'aperto al 60 per cento per quelli al chiuso, esattamente la capienza che avevamo chiesto già al decreto n. 111 del 2021 con un emendamento a prima firma della collega Zanella e con la firma di altri colleghi. È una grande soddisfazione per noi, ma lo è soprattutto per le società che operano nel settore dello sport e, in particolare, di quello indoor, i cui equilibri economici sono stati messi a dura prova nelle fasi più critiche dell'emergenza.

Auspichiamo, dunque, che di questo passo si possa tornare gradualmente alla normalità e auspichiamo anche che questo cammino non venga ostacolato adesso, nel momento più delicato, per fattori esterni che non dipendono dalla nostra condotta e volontà. Penso alla variante Omicron, per citarne uno. Sia chiaro: noi predichiamo calma; niente allarmismi; no ad altre chiusure; non facciamo passi indietro. Ma dobbiamo anche usare anche il principio di precauzione. Quante volte ce lo ha ripetuto il Ministro Speranza? E allora speriamo che questo principio venga utilizzato e applicato finalmente, non solo nei confronti degli italiani ma anche per contrastare con la massima intransigenza i flussi migratori illegali, che in questo momento rappresentano una minaccia non solo di sicurezza interna, ma anche e soprattutto sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). C'è una superficialità su questo tema che rischia di costarci cara: 63 mila sbarchi da gennaio; 9.500 solo a novembre; dobbiamo ripensare qualcosa e, in questo senso, raccolgo e mi unisco all'appello lanciato dal sottosegretario Molteni.

Un cenno, poi, alle materie che vengono toccate dal provvedimento. Sulla questione Afghanistan, registro con favore l'accoglimento di un nostro emendamento in Senato che ha previsto di vincolare alle necessità del solo popolo afgano le risorse aggiuntive stanziate dal decreto. Siamo assolutamente sensibili alle difficoltà che stanno vivendo migliaia di donne, uomini e bambini afgani, e ritenevamo importante scongiurare ogni possibilità che i fondi previsti potessero poi venire utilizzati per finalità differenti da quelle originarie.

Ci sono, infine, norme importanti sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione, sull'esame di Stato per l'esercizio della professione forense e sulla protezione dei dati personali. Su questi ultimi, in particolare, mi congratulo con il relatore del provvedimento in Senato, il senatore Augussori, per l'operazione di riscrittura dell'articolo 9, che è riuscito a portare avanti su un tema così delicato, di concerto con il Governo e con gli altri organi interessati. Credo che l'attuale formulazione della norma, ora veramente equilibrata, rappresenti una dimostrazione di quanto sia importante l'esame parlamentare dei provvedimenti, che auspichiamo venga valorizzato da qui in avanti con maggiore continuità.

Fatte queste considerazioni, signor Presidente, gentili colleghe e colleghi, dichiaro il voto favorevole al provvedimento da parte del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Paolin. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, allungando lo sguardo appena al di là dei nostri confini, dove il virus corre più veloce, ci appare evidente come la quarta ondata sia una minaccia reale per i sistemi sanitari. Con la progressiva crescita dei contagi l'Europa è attraversata, ancora una volta, dalla paura e si ritrova ad affrontare la ripresa del virus e ad adottare misure più stringenti per contenerne la diffusione. Proprio ieri il cancelliere in pectore della Germania, Olaf Scholz, dichiarava che se la quota dei vaccinati in Germania fosse più alta, la situazione sarebbe completamente diversa e sicuramente meno drammatica. Per fortuna, nel nostro Paese l'effetto combinato dell'alto tasso di vaccinazione e delle misure di contenimento, a partire dall'introduzione dell'obbligo del green pass, segnano, al momento, una tangibile differenza con i dati registrati oltrefrontiera nelle ultime settimane, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Il nostro Governo, spinto dal fine prioritario della tutela della salute, ha compiuto sinora scelte importanti e consapevoli, basate sulle evidenze scientifiche a disposizione, non abbandonando mai il necessario senso di responsabilità e di collettività che, giunti ad oggi, ci ha consentito di mettere in sicurezza l'esercizio delle attività lavorative, economiche, ricreative, sociali e ludiche; di tornare a momenti di aggregazione e di ritrovare spazi di libertà, nella consapevolezza di una nuova normalità, che ci impone di restare uniti e di proseguire lungo la strada della prudenza.

La scienza, mettendo a punto vaccini sicuri ed efficaci, ha mantenuto la sua promessa, quella di salvare vite, riducendo notevolmente il rischio delle conseguenze gravi derivanti dall'infezione da SARS-CoV-2. Grazie ai vaccini, in questi 11 mesi trascorsi dall'avvio della campagna vaccinale, sono stati evitati, in Italia, 35 mila decessi: a dirlo è uno studio condotto dall'OMS Europa, in collaborazione con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Eurosurveillance. Prendendo in considerazione i dati provenienti da 33 Paesi diversi, si stima che la vaccinazione sia riuscita a scongiurare il 51 per cento delle morti attese nella regione tra soggetti di età superiore a 60 anni; proviamo ad immaginare cosa sarebbe successo se oggi non disponessimo di questo prezioso strumento che è il vaccino.

Non c'è più spazio per dubbi sull'importanza e sull'efficacia della vaccinazione, che, unitamente alle misure di distanziamento e all'utilizzo delle mascherine, rappresenta il mezzo per prevenire un'impennata della curva epidemiologica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non c'è più spazio, in questo scenario, per infondate ideologie, messe ai margini, come dimostrano i numeri della corsa alle prime dosi, con cui ci avviciniamo alla soglia del 90 per cento della popolazione vaccinabile, e del record delle terze dosi somministrate negli ultimi giorni. Non c'è più spazio neppure per chi sostiene posizioni antiscientifiche, cui oggi dimostriamo, con dati alla mano, cosa sarebbe accaduto se avessimo seguito i loro consigli. Lo spettro di una nuova accelerazione della pandemia ci induce a considerare come irrinunciabile l'azione comune, tanto a livello europeo quanto a livello globale.

Cooperazione multilaterale e solidarietà, attraverso azioni collettive, efficaci e tempestive, costituiscono le uniche vie di uscita da questa terribile emergenza. A quasi due anni dallo scoppio della pandemia abbiamo imparato come il sequenziamento del genoma del virus sia la strada per catturare le sue mutazioni, per averne una fotografia completa e fermarlo in modo tempestivo. Sequenziare il virus è un'azione indispensabile, ma ancora limitata, soprattutto nei Paesi a basso reddito. L'Unione europea, insieme ai suoi Stati membri, si è impegnata per sostenere lo sviluppo del sequenziamento dei test e dei trattamenti anti-COVID, unitamente all'obiettivo di vaccinare il 40 per cento della popolazione globale entro il 2021 e il 70 per cento entro i primi sei mesi del 2022. Tuttavia, siamo ancora lontani da questo traguardo: nel continente africano, che conta 1,3 miliardi di persone, solo 15 Paesi su 54 hanno raggiunto la soglia del 10 per cento della popolazione immunizzata. In cifre, il 17 per cento della popolazione mondiale ha avuto accesso al solo 3 per cento delle dosi di vaccino globalmente somministrate. La strategia più efficace, oltre che la più etica, è far sì che tutto il mondo sia vaccinato, perché, se una parte del pianeta resta senza vaccinazione, e dunque il virus continua a correre, sarà molto più complicato debellarlo. Ad oggi, il programma COVAX dell'Organizzazione mondiale della sanità, pur continuando a consegnare i sieri nei Paesi a medio e basso reddito, non ha raggiunto gli obiettivi sanitari fissati. Come già ho avuto modo di dire altre volte da questi banchi, colleghi, e voglio ribadirlo, la solidarietà non rende indipendenti. È necessario sancire il principio del vaccino bene comune, perché senza la creazione di un contesto favorevole alla produzione locale nei Paesi più svantaggiati, fornendo assistenza operativa e operando il trasferimento di know-how e tecnologie, non conseguiremo l'obiettivo dell'accesso equo e universale ai vaccini. Senza la sospensione temporanea dei brevetti, colleghi, il mondo continuerà a procedere a velocità diverse nella campagna di immunizzazione, e il risultato che oggi possiamo toccare con mano è, e sarà, la comparsa di nuove, e forse più temibili, varianti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Mi avvio alle conclusioni, Presidente: oggi sappiamo che la ripresa economica procede a ritmi migliori di quelli attesi, ma permane l'incertezza, che altro non è che il riflesso di una situazione sanitaria che in Europa è tornata a destare preoccupazione. Dobbiamo continuare a compiere azioni efficaci e quanto mai rapide.

Dobbiamo - e concludo - lavorare uniti e in sinergia, con prudenza e senso di responsabilità, senza dimenticare che le scelte assunte oggi ci aiuteranno a superare questa terribile situazione. Il rispetto delle misure adottate per contenere l'emergenza e l'accettazione, progressivamente in crescita, del consenso della popolazione per la vaccinazione anti-COVID, possono essere considerate come la manifestazione più tangibile della fiducia reciproca tra scienza e società, dove la politica deve svolgere l'importante ruolo di mediazione. È per questo che annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3374​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3374:

S. 2409 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, recante disposizioni urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 1° dicembre 2021, il deputato Claudio Pedrazzini, già iscritto al gruppo parlamentare Coraggio Italia, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, a cui risulta pertanto iscritto.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Se i colleghi possono ordinatamente defluire dall'Aula in maniera da consentire ai colleghi che hanno chiesto di intervenire di poter parlare. Aspetto qualche attimo, se avete la cortesia di moderare anche il tono. Ha chiesto di parlare l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, domenica si è conclusa la Conferenza nazionale sulle dipendenze dal titolo "Oltre le fragilità", organizzata dalla Ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, che ringrazio per la sensibilità e la determinazione di recuperare temi su cui, da 12 anni, gravava un silenzio assordante; un'importante ed intensa esperienza che ho potuto condividere, seguendo tutti i tavoli e confronti svolti.

Durante la Conferenza non è mancato il tema della cannabis e della sua legalizzazione. In particolare, al tavolo a cui hanno preso parte il procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, don Luigi Ciotti, il professore Ofria dell'Università di Messina, sono stati espressi importanti contributi a sostegno della legalizzazione, supportati da dati scientifici e argomentazioni valide. Tutt'altro che valido, invece, è stato il comportamento di alcuni uditori, che non hanno avuto nemmeno la decenza di ascoltare. Mi riferisco al senatore Gasparri, che ho più volte sentito urlare frasi inopportune del tipo “…ma che dici, ma stai zitto”, rivolgendosi agli illustri relatori che ho menzionato.

Vede, signor Presidente, superare i pregiudizi non è per niente facile e questo lo posso anche comprendere, ma questo non autorizza ad ostacolare, con comportamenti irrispettosi e imbarazzanti, chi la pensa diversamente. E a chi si tappa le orecchie pur di restare arroccato nella propria ideologia, suggerisco di riscoprire il valore dell'ascolto (Commenti della deputata Bellucci), perché solo ascoltando abbiamo forse la possibilità di imparare qualcosa di più…

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Imparatelo voi l'ascolto! Vergognatevi! Vergognatevi!

PRESIDENTE. Onorevole Bellucci, onorevole Bellucci, si rivolga a me.

CATERINA LICATINI (M5S). …e di svolgere al meglio il ruolo che rappresentiamo, cioè quello di rappresentare i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie Presidente. Vorrei portare all'attenzione dell'Aula un fatto che, nelle ultime settimane, è stato portato a conoscenza degli italiani dalla trasmissione Fuori dal coro. Il signor Renzo ha 83 anni e si trova costretto a vivere in una terrazza perché gli è stata occupata la casa da un tale, Hussein Nazmul che, dalla trasmissione che abbiamo visto ieri, Fuori dal coro, è titolare di tre attività in quel di Roma. Allora, chiediamo - così come abbiamo presentato sul tema un progetto di legge, che speriamo venga incardinato il prima possibile - di affrontare il tema delle occupazioni abusive (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Chiediamo alla procura di Roma di attivarsi perché Renzo, che ha 83 anni, che ha lavorato una vita, si trova costretto a stare fuori casa! Allora, se l'azione penale è obbligatoria in Italia, è il momento di far rispettare le leggi in questo Paese, perché il signor Renzo - nonno Renzo - deve poter tornare a casa propria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Troiano. Ne ha facoltà.

FRANCESCA TROIANO (M5S). Grazie Presidente, colleghi, il Trattato del Quirinale sollecita spunti di riflessione politica, non solo in Parlamento ma soprattutto nei territori, con i cittadini: incrementare sempre di più la cooperazione tra Italia e Francia, andando a toccare molti punti di connessione delle politiche pubbliche, economiche e culturali dei due Paesi. È un accordo che disciplina anche altri settori di interesse, come le politiche di difesa, quelle sui migranti, sulla giustizia, cultura, istruzione, formazione e ricerca, per non dimenticare la completa equipollenza tra titoli di studio italiani e francesi. Il Trattato del Quirinale è anche lo spunto per una politica autenticamente riformista, popolare e liberale. La revisione del Trattato di Dublino è ormai non più rinviabile, anche sulla scorta della vergognosa condizione del muro polacco. Il Trattato del Quirinale, che io sostengo convintamente come parlamentare riformista e liberale, è anche l'occasione per rilanciare la centralità italiana in questa particolare fase della politica europea.

Il quadro politico italiano è in profonda trasformazione e la chiara leadership europea, nelle mani del Presidente Draghi, un importante segno dei tempi: “Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero! Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso”; sono versi di Schiller, poeta tedesco. “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche”; Schuman, padre nobile dell'Europa.

Tutti noi siamo chiamati alla responsabilità di politiche condivise nel nome delle future generazioni di europei. Di questo dobbiamo parlare: generazioni di europei. I giovani di questo tempo sono costruttori della terza fase, quella dell'Europa dei popoli, dei doveri e delle politiche unitarie. Il sovranismo e il populismo miope e stantio non serve alle generazioni di un'Europa verde e sostenibile; occorre una visione, un sogno da coltivare nel segno del nome di Schuman, Adenauer e De Gasperi. Oggi, Draghi e Macron possono alimentare quel sogno, sostenere quella visione europea. Io ci credo e lotto per una politica che guidi i processi di cambiamento riformisti, popolari e liberali: adesso, in questo tempo, perché questo è il tempo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 2 dicembre 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 1 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: AMATI ed altri: Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (Approvata dal Senato). (C. 1813​)

e dell'abbinata proposta di legge: FORNARO. (C. 445​)

Relatore: UNGARO.

2. Seguito della discussione della mozione Cabras ed altri n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange .

(ore 14)

3. Informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza in relazione agli assetti proprietari di TIM.

La seduta termina alle 20,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 10 il deputato Rixi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 18 e 19 la deputata Covolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3374 - odg 9/3 424 422 2 212 49 373 91 Resp.
2 Nominale odg 9/3374/5 423 417 6 209 45 372 91 Resp.
3 Nominale odg 9/3374/9 434 434 0 218 47 387 89 Resp.
4 Nominale odg 9/3374/19 435 431 4 216 16 415 89 Resp.
5 Nominale odg 9/3374/20 429 424 5 213 16 408 89 Resp.
6 Nominale odg 9/3374/21 442 416 26 209 15 401 89 Resp.
7 Nominale odg 9/3374/23 437 437 0 219 49 388 89 Resp.
8 Nominale odg 9/3374/24 434 433 1 217 44 389 89 Resp.
9 Nominale odg 9/3374/25 434 433 1 217 46 387 89 Resp.
10 Nominale odg 9/3374/26 442 440 2 221 49 391 89 Resp.
11 Nominale odg 9/3374/27 437 434 3 218 46 388 89 Resp.
12 Nominale odg 9/3374/28 440 405 35 203 16 389 89 Resp.
13 Nominale odg 9/3374/29 442 437 5 219 47 390 89 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 22)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3374/30 443 443 0 222 54 389 89 Resp.
15 Nominale odg 9/3374/37 438 431 7 216 39 392 87 Resp.
16 Nominale odg 9/3374/38 432 428 4 215 39 389 87 Resp.
17 Nominale odg 9/3374/40 442 439 3 220 45 394 87 Resp.
18 Nominale odg 9/3374/43 445 438 7 220 40 398 87 Resp.
19 Nominale odg 9/3374/44 446 440 6 221 41 399 87 Resp.
20 Nominale odg 9/3374/45 442 440 2 221 39 401 87 Resp.
21 Nominale odg 9/3374/36 382 365 17 183 58 307 87 Resp.
22 Nominale Ddl 3374 - voto finale 332 331 1 166 303 28 84 Appr.