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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 593 di giovedì 11 novembre 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Barelli, Berlinghieri, Brescia, Cantalamessa, Colletti, Comaroli, Davide Crippa, D'Uva, Dara, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Grimoldi, Liuni, Lollobrigida, Magi, Marin, Paita, Paolini, Pastorino, Pellicani, Perantoni, Ribolla, Sandra Savino, Serracchiani, Viscomi, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 109, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,11).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Perego di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Dopo avere ricordato il 9 novembre la tragedia della Meloria, dove morirono 46 paracadutisti del 1° reggimento paracadutisti, oggi Brigata “Folgore”, oggi voglio rendere onore, 11 novembre, a sessant'anni dall'eccidio di Kindu, ai 13 aviatori italiani uccisi barbaramente in Congo. Questi aviatori erano impegnati in una missione di pace nel Congo sconvolto dal conflitto dopo l'indipendenza belga e furono scambiati dai congolesi per mercenari; per questo furono trascinati dall'aeroporto di Kindu in un piccolo carcere locale, dove il giorno dopo furono uccisi, i corpi abbandonati nel carcere. Fu solo il custode del carcere che ebbe la grazia di raccogliere questi corpi e seppellirli in una fossa comune. Allora oggi voglio rendere onore leggendo i nomi di questi aviatori, ricordando anche che domani, 12 novembre, è la giornata dei caduti nelle missioni militari internazionali di pace. Questi i nomi degli aviatori: Amedeo Parmeggiani, Onorio De Luca, Francesco Paolo Remotti, Nazzareno Quadrumani, Silvestro Possenti, Martano Marcacci, Francesco Paga, Giorgio Gonelli, Giulio Garbati, Filippo Di Giovanni, Nicola Stigliani, Armando Fausto Fabi, Antonio Mamone. Questi nomi a ricordo e a riconoscenza per tutti i caduti italiani nelle missioni militari di pace. E leggo, concludendo, Presidente, cosa è scritto sul sacrario di Pisa a memoria di questi uomini: “Fraternità ha nome questo Tempio che gli italiani hanno edificato alla memoria dei tredici aviatori caduti in una missione di pace, nell'eccidio di Kindu, Congo 1961. Qui per sempre tornati dinnanzi al chiaro cielo d'Italia, con eterna voce, al mondo intero ammoniscono. Fraternità” (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il collega. Mi unisco, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, a questo ricordo. Ieri la tragedia della Meloria, oggi quella di Kindu, domani un altro doloroso ricordo. Domani sarà la giornata in cui ricorderemo tutti i caduti vittime anche del terrorismo, delle stragi, ricordiamo anche Nassiriya. Non ci sarà Aula, quindi mi sembra doveroso. Queste date devono non solo ricordare il sacrificio degli uomini delle nostre Forze armate, ma ci devono far riflettere sull'importanza, sulla loro vita, quando nei giornali, nelle TV o nei social vediamo degli italiani, dei cittadini, veramente indegni, che chiamano i nostri militari “mercenari”, come se rubassero lo stipendio.

Questi militari mettono in gioco la propria vita, mandati dalla patria, mandati dallo Stato a svolgere un servizio meritorio. E, quando si dice che le missioni internazionali non servono a niente, bisogna chiederlo a chi li ospita, a quelle Nazioni, a quei ragazzi, a quei bambini che vedono la loro vita salvata dai nostri militari. Un grande grazie ancora oggi, per essere attuale, ai nostri militari perché, se oggi l'Italia viene ringraziata in tutto il mondo per l'umanità dei nostri militari, lo si deve proprio al loro carattere, al loro carattere particolare, perché vanno oltre il loro lavoro, oltre il loro stipendio. Chi indossa la divisa ha un grande cuore e di questo dobbiamo dirgli sempre un grande grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, anche io sullo stesso tema. Lo storico Amoreno Martellini, che quattro anni fa per il Mulino ha scritto il volume Morire di pace. L'eccidio di Kindu nell'Italia del “miracolo”, ha segnalato un dato importante. Non aiutò nella comprensione degli eventi, in particolare di cosa fosse una missione di pace, novità assoluta, il fatto che la missione fosse stata decisa allora solo dal Governo, senza coinvolgimento parlamentare, senza la conoscenza dell'opinione pubblica. Una lacuna che negli anni recenti è stata superata in modo compiuto dal “decreto Missioni”. Agli aviatori va tuttora la riconoscenza del Paese per aver rotto comunque l'immagine, che risaliva alle due guerre mondiali, di un coinvolgimento in una macchina distruttrice e per aver segnato un momento alto del lavoro multilaterale dell'Italia nell'ONU, in cui il nostro Paese era stato ammesso solo nel 1955, solo sei anni prima (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente, sempre sullo stesso tema. Desidero ringraziare i colleghi, a partire dal collega Perego, che hanno ricordato anche oggi questa situazione. Colleghi, il 4 novembre non basta. Non basta, una volta ogni cento anni, ricordarci che c'è un Milite ignoto; non basta, una volta ogni cento anni, ricordare che 11 salme da 11 campi di battaglia vennero concentrate a Gorizia e poi a Aquileia, e da Aquileia arrivarono a Roma; non basta cercare di ripulirsi la coscienza ricordando ciò che è accaduto cento anni fa; non basta dimenticare tutti gli italiani che si sono sacrificati vestendo anche divise di Stati diversi dal Regno d'Italia, tutelando le proprie ragioni, la propria cittadinanza. Bisogna ricordare ogni giorno; bisogna avere il coraggio, come fatto dai colleghi, di ricordare ciò che è accaduto e quelli che sono i nostri eroi di ogni giorno. Cito Nassiriya, che già i colleghi hanno citato, ma per evidenziare quanto tutt'oggi questi sacrifici valgono, quanto tutt'oggi le nostre Forze armate difendono tutti quanti noi e il nostro popolo. Grazie a tutti quanti loro, grazie a voi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente, sullo stesso tema. Mi associo anch'io e ringrazio i colleghi che mi hanno preceduto per aver fatto memoria di quanto accaduto e di quanto non dovrà più accadere. La memoria deve essere il driver necessario affinché si possa apprezzare e si possa far tesoro di quanti hanno pagato con la vita per il bene comune, per il bene della patria. È necessario continuare a sostenere le Forze armate attraverso il ricordo di tutti i morti che ci sono stati, affinché non venga perso il loro sacrificio e si possa procedere per costruire tutti insieme un futuro di pace, quello che oggi è necessario, solo così potranno valere i sacrifici affrontati da chi ci ha preceduto. Il nostro grazie alle Forze armate. Nassiriya è stata già ricordata, ma tanti sono i momenti che hanno reso valore e onore alle nostre Forze armate, a cui continua ad andare il nostro grazie solenne per tutto quello che è stato e per tutto l'impegno profuso; anche oggi, nella costruzione di una forte democrazia, loro continueranno ad essere al nostro fianco e noi al loro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Aresta. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LUCA ARESTA (M5S). Grazie, Presidente, sullo stesso tema. L'eccidio di Kindu avvenne nel novembre del 1961, nell'attuale Repubblica Democratica del Congo, dove furono trucidati 13 aviatori italiani facenti parte del contingente delle operazioni delle Nazioni Unite nel Congo inviato a ristabilire l'ordine nello Stato africano durante la crisi. Oggi ci uniamo all'accorato ricordo di quelle vittime.

Il Parlamento è consapevole dell'importanza del ruolo svolto dalle nostre Forze armate in patria e nelle operazioni internazionali di cui l'Italia è parte ed è sempre più consapevole, il Parlamento, dell'importanza di lavorare a un sistema difesa che è ben integrato nel sistema Paese. È anche per questo che, proprio in questa legislatura, la Commissione difesa e il Parlamento sono impegnati a consegnare alle nostre Forze armate un nuovo modello professionale della difesa che risponda ai requisiti richiesti proprio alle nostre donne e ai nostri uomini in armi, nel nostro Paese e anche nelle importanti operazioni all'estero (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, intervengo per associarmi alle parole che sono già state espresse dai colleghi e per ringraziare il collega Perego Di Cremnago per aver ricordato questo triste avvenimento. Ormai, sono passati sessant'anni e la memoria inevitabilmente tende ad affievolirsi; credo sia stato, quindi, giusto e doveroso questo ricordo dei 13 aviatori italiani che furono trucidati durante il conflitto interno a quella che attualmente è la Repubblica democratica del Congo. Mi associo anche al pensiero nei confronti dei militari italiani che in questo momento sono impegnati in missioni di pace. Allora, si faceva fatica, come è stato detto, a comprendere la stessa definizione di missione di pace in un mondo che aveva ancora una memoria viva della seconda guerra mondiale e, quindi, inevitabilmente si faceva fatica a capire il ruolo dell'ONU e, successivamente, quello delle missioni di pace. Oggi, le missioni di pace sono una realtà che vede l'Italia protagonista in molti teatri e sempre - devo dire, questo va riconosciuto - distinguendosi per una capacità di peacekeeping molto elevata. Da questo punto di vista, credo che sia stato giusto e doveroso ricordare quell'avvenimento e quella tragedia (Applausi).

PRESIDENTE. Credo che su questo argomento non ci siano altri colleghi interessati ad intervenire.

Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Giorgio Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Naturalmente, anch'io non posso che associarmi al ricordo di persone, di combattenti che hanno difeso un ideale, naturalmente; non hanno avuto paura.

Ma io non parlerò di questo, parlerò di un fatto che ancora oggi si perpetua all'interno del nostro Parlamento, di queste Aule. Quelli erano eroi che non hanno avuto paura, qui siamo davanti, invece, a sentimenti di pavidità, perché ancora oggi il provvedimento che riguarda la difesa della dignità della vita delle persone morenti è accantonato e lasciato a languire all'interno di una Commissione, dove giace da tre anni non facendo alcun passo. Ultimamente, abbiamo atteso che il Governo manifestasse i propri pareri rispetto a questo provvedimento e, dopo ben due mesi, ha comunicato che non intendeva farlo, facendo perdere due mesi di tempo alle Commissioni riunite giustizia e affari sociali.

Cinque anni fa moriva il professor Veronesi, proprio in questi giorni. Il professore era uno strenuo difensore della dignità della vita e della vita alla fine dell'esistenza dei soggetti sofferenti. Questo Parlamento, invece, non ha alcun sentimento di pietà nei confronti di questo tipo di sofferenza, alza dei muri, dei muri di silenzio, dei muri di incompetente silenzio e non vuole affrontare un dibattito quantomeno produttivo. Ecco che relega nelle Commissioni questo provvedimento a giacere su ostruzionismi e su inutili passaggi che ancora lo bloccano, senza avere potuto iniziare il suo iter. Questo è indegno di un Parlamento democratico, Presidente, e io chiedo a lei, ancora una volta, di riferire queste mie riflessioni al Presidente Fico che avrebbe calendarizzato per il giorno 20, qui in Aula, la discussione generale. Ancora una volta, questa discussione, purtroppo, dovrà essere rinviata proprio perché le Commissioni non hanno fatto un bel nulla. Credo che dobbiamo vergognarci tutti di questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zucconi, sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per segnalare anche ai colleghi che pochi giorni fa abbiamo avuto la sentenza del Consiglio di Stato che, praticamente, ha decretato la fine delle aziende della balneazione turistica in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Una sentenza pesante che impone una scadenza al 2023 per mettere inderogabilmente, ormai, all'asta le concessioni demaniali marittime. Vedete, nel “decreto Concorrenza” il Governo poteva intervenire, come è intervenuto in tanti altri casi, per dirimere una questione che ormai si trascina da decine di anni e che nessuno ha mai voluto risolvere veramente. Sono decine di anni di ignavia di chi è stato al Governo rispetto a una problematica che si era posta a livello europeo. È intervenuta la proroga, con la legge n. 145 del 2018, ma era stata immediatamente disattesa a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale; è grave anche questo. Non solo, ma di fronte al fatto che molti comuni si erano resi parte diligente nell'applicare una legge, addirittura l'Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva cominciato a dire ai TAR di contestare questo comportamento, virtuoso fino a prova contraria, perché se un comune applica una legge non crediamo che possa essere eccepito nulla. Una confusione totale, una confusione che il Governo poteva cogliere l'occasione, anche nel “decreto Concorrenza”, di dirimere e non l'ha fatto.

Allora, noi chiediamo, come Fratelli d'Italia, che il Governo venga a riferire in merito a questa vicenda e ci dica cosa intende fare, perché aver delegato alla magistratura amministrativa la risoluzione di un problema che riguarda 30.000 aziende è assolutamente inaccettabile per Fratelli d'Italia. Il Governo deve battere un colpo, la politica deve smettere di girarsi dall'altra parte rispetto a questi problemi. Altrimenti, si dica chiaramente - e lo devono dire anche le forze politiche che fanno parte dell'attuale maggioranza - che alle aziende balneari si vuol far fare la fine della rana bollita di Chomsky: piano, piano, le si vuole portare a estinzione. Ora, ci sono delle forze politiche nel Governo, come il MoVimento 5 Stelle, che hanno sempre affermato in modo coerente - non condivisibile, secondo noi, ma coerente - che le concessioni demaniali devono essere sottratte ed espropriate a chi le detiene attualmente. Ne fanno una questione ideologica, la motivano, noi la contestiamo ma, perlomeno, apprezziamo una coerenza. Certo, poi si dovrebbe spiegare agli italiani, e non solo, perché queste eccellenze del nostro turismo devono essere date in mano a chi farà pagare gli stessi servizi, a chi fruirà di opere che sono state costruite nel tempo, se veramente il turismo si accrescerà, levando queste competenze imprenditoriali dall'attuale gestione di strutture che non sono semplici casottini sulle battigie ma sono veri e propri stabilimenti balneari dotati di molti servizi, di piscine e di Spa, che sono stati costruiti nel tempo.

A noi sembra un esproprio e non siamo d'accordo. All'interno di una norma che avevamo proposto, tra l'altro, già nel 2018, insieme al presidente Meloni, cominciavamo anche a trattare gli altri problemi, quali l'accesso libero alle battigie, alcune calmierazioni sui prezzi. Si poteva intervenire anche per modificare la scarsità di canone che, a volte, queste aziende pagano: andiamola a vedere, se devono pagare. Ci fu una frase importante di Briatore, per uno stabilimento balneare di Forte dei Marmi, che disse: io sono disposto a pagare anche 100.000 euro l'anno di concessione, non poco o nulla. Le dichiarazioni dei 5 Stelle sono chiare, ce ne sono state l'altro giorno di Berti e di Battelli. Ebbene, questa è una parte, è una visione, ma le altre forze politiche del Governo cosa vogliono fare? Allora, Fratelli d'Italia chiede che il Governo venga immediatamente a riferire e annunciamo già una proposta di legge che dovrà, secondo noi, essere discussa urgentemente dalla Camera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, alle 9,31 dovremmo riprendere i lavori dell'Aula con l'ordine del giorno. Quindi io vi chiedo brevità, perché è chiaro che per questi interventi non possiamo posticipare, poi, l'iter dell'Aula.

Ha chiesto di parlare il collega Berti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sullo stesso argomento. Il problema è che, in quest'Aula, la politica si deve prendere finalmente una responsabilità e non può illudere le persone e, soprattutto, gli imprenditori che aspettano una risposta. È stata usata una parola esemplificativa, Presidente, sul tema delle concessioni balneari: la parola “esproprio”. Da questo Parlamento, specialmente dopo la sentenza del Consiglio di Stato, deve arrivare un messaggio: che le spiagge e i nostri arenili sono beni pubblici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

È dal 2006 che lo Stato italiano su spinta della “direttiva Bolkestein” - ma è già scritto tutto nella nostra Costituzione, nel nostro Codice civile - deve mettere mano a questo settore. La politica cosa propone, la parte della politica che noi rigettiamo? Ancora, andare avanti e dare un calcio alla lattina. E, invece, noi dobbiamo mettere mano a un settore che vale, a detta degli stessi suoi addetti, 15 miliardi e rende allo Stato 105 milioni soltanto in concessioni, di cui soltanto 80 riscossi effettivamente. Quindi, il 25 per cento dei canoni che lo Stato dovrebbe ricevere non sono pagati, per non parlare dei costi del servizio molto alti. Poi, la grande bufala: se noi applicheremo la “direttiva Bolkestein”, verranno svenduti gli stabilimenti. È falso, è con questa applicazione, con questo rimando della proroga ogni volta che si da sempre un calcio alla lattina, a queste concessioni che sono titoli giuridici molto fragili che passano di mano in mano e vengono venduti e svenduti anche a società estere. Il caso Forte dei Marmi: una spiaggia venduta a un magnate russo. Quindi, di cosa stiamo parlando?

Voi vi lamentate che la politica non decide? Decidiamo! Noi del MoVimento 5 Stelle, insieme al collega Battelli, abbiamo chiesto di aprire un tavolo di riforma sul settore. Questo tavolo si apra, ci siano anche le opposizioni; portate, però, proposte che siano in linea con i nostri valori costituzionali. Le spiagge sono un bene pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà. Poi riprendiamo l'ordine del giorno.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Molto velocemente, per esprimere la totale vicinanza della Lega agli operatori balneari, alla storia e alla tradizione di una vita di impresa che tantissimi hanno dedicato all'accoglienza del turismo balneare. Non sarà certamente, pur rispettandone il contenuto, una sentenza che metterà a rischio la storia che nasce, nel nostro Paese, con la fatica e con il rischio di impresa, quotidianamente minacciata da eventi atmosferici come le mareggiate, e che viene rimessa alla cabala di una decisione che individua un termine entro cui dovremo intervenire. Lo faremo, ma lo faremo anche ricordandoci quali siano le normative attualmente vigenti in molti Paesi europei. Voglio citare, brevemente, la Francia, dove addirittura il prefetto può rilasciare il titolo concessorio ma ha l'obbligo di informarne le comunità locali che, anche in forma associata, hanno il diritto di prelazione su quel titolo se dovesse essere richiesto, ad esempio, da un'impresa italiana. Voglio ricordare il Portogallo dove, ad esempio, viene con precisione quantificato l'investimento che ha fatto l'imprenditore, qualora il rapporto concessorio dovesse interrompersi prima del tempo e viene indennizzato al soggetto privato il rimanente investimento che non è stato ancora ripreso sotto forma di utile.

Ebbene, la Lega c'è, la Lega convintamente difenderà questa storia imprenditoriale. Lo faremo con attenzione anche rispetto alle tradizioni delle comunità locali, all'identità che molti di questi imprenditori garantiscono alla loro prestazione e a un marchio che in Italia dobbiamo in tutte le maniere preservare dalla minaccia che - alcuni colleghi lo hanno ricordato - potrebbe venire anche dalla perdita di questa identità personale e di questo legame forte, che molti turisti cercano quando vanno specificamente a prenotare una vacanza e lo fanno anche ricordandosi dell'educazione, della gentilezza, della grande capacità di accoglienza dei nostri imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Buratti. Collega, se riesce in un minuto, altrimenti lo passiamo agli interventi di fine seduta. Veda lei.

UMBERTO BURATTI (PD). Un minuto, Presidente. Intanto, la ringrazio. In molti parlano di Forte dei Marmi: io sono di Forte dei Marmi, lì ho fatto il sindaco, conosco bene quella realtà. Sarà ora la politica che deve occuparsi di questa questione - da tempo ne parliamo - e dovremmo analizzarla sotto il profilo delle aziende balneari ma anche con riferimento alle esigenze dei comuni che dovranno gestire queste situazioni. Noi sappiamo - chi ha fatto l'amministratore - i problemi che ci sono nella maggior parte dei comuni per gestire queste gare. Allora, credo che la politica dovrà assumersi tutte le responsabilità.

Termino, Presidente, dicendo questo. Parlando di Forte dei Marmi, vicino alla “Capannina”, che tutti conoscono, c'è un immobile che è dello Stato. Da anni è abbandonato, nessun imprenditore si avvicina. Come mai? Dobbiamo chiederci anche questo perché, quando si deve investire, quando si deve iniziare un'attività che va rilanciata è un grosso problema e nessuno lo fa. Ecco che, allora, dobbiamo tener conto di tutte le situazioni che ci sono e del lavoro che è stato fatto, da generazioni, su tutte le attività balneari.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP (A.C. 3298-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3298-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP.

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/3298-A/40 Montaruli e che sono stati accantonati i seguenti ordini del giorno: n. 9/3298-A/1 Ceccanti, n. 9/3298-A/5 Costa, n. 9/3298-A/12 Sarti, n. 9/3298-A/15 Ascari, n. 9/3298-A/16 Ferraresi, n. 9/3298-A/17 Saitta e n. 9/3298-A/27 Vitiello.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame degli ordini del giorno accantonati (Vedi l'allegato A).

Riprendiamo dall'ordine del giorno n. 9/3298-A/41 Ferrari, su cui il rappresentante del Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3298-A/42 Turri, parere favorevole con riformulazione che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3298-A/44 Lupi, favorevole con riformulazione: viene accettata? Collega Costa? Siamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/44 Lupi.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Scusi, Presidente, si può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3298-A/42 Turri, quello che per cui è stata accettata la riformulazione? Perché, avendola data ieri…

PRESIDENTE. Chiediamo al sottosegretario Sisto se riesce a rileggere la riformulazione. Intanto, colleghi, vi chiedo di entrare in silenzio.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, mi sembra che sia già stata accettata; comunque, volentieri provvedo alla rilettura. Dunque, sulla riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3298-A/42 Turri, nella parte motiva sono stati eliminati i capoversi da: “le maggiori garanzie” fino a: “trojan” e da: “durante il dibattito” fino a “fattispecie”. La chiusura è identica a quella…

PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario. Colleghi, vi chiedo silenzio, non riusciamo a sentire la riformulazione richiesta dal collega Costa sull'ordine del giorno.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. “Impegna il Governo a promuovere iniziative volte a verificare le concrete modalità di impiego dello strumento del captatore informatico nella pratica giudiziaria in modo da consentire la valutazione di modifiche normative eventualmente necessarie”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, a me pareva di avere capito che gli ordini del giorno relativi alla materia trojan-captatore informatico fossero stati accantonati per essere discussi tutti insieme.

PRESIDENTE. Solo quelli di cui è stata fatta richiesta, collega.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Questa riformulazione attiene specificatamente al captatore informatico e, quindi, volevo capire dalla Presidenza con che ordine si procede. Vale anche per quello successivo di Lupi.

PRESIDENTE. Collega, ovviamente gli ordini del giorno accantonati sono stati quelli su cui è stata fatta la richiesta e su cui c'è stata un'approvazione da parte del Governo. Al momento questo non è stato accantonato.

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/3298-A/44 Lupi. Collega Colucci, viene accettata la riformulazione dell'ordine del giorno del collega Lupi? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3298-A/45 Mantovani, favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3298-A/46 Foti, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, innanzitutto mi corre l'obbligo di rimarcare, per correttezza, che, come è stato detto nella seduta di ieri, l'ammissibilità di questo ordine del giorno non costituisce precedente. Voglio dirlo anche in relazione, però, a una seconda considerazione: che i precedenti costituiscono, comunque, un'eccezione al Regolamento, non costituiscono l'applicazione del Regolamento. Vorrei che fosse chiaro, perché spesso e volentieri vengono evocati i precedenti quasi che essi stessi fossero l'interpretazione autentica del Regolamento, la qualcosa, come è noto, è spesso frutto di decisioni soggettive assunte in questa sede che non sempre hanno trovato poi puntuale riscontro e conferma all'interno della Giunta per il Regolamento. Ciò detto, mi corre l'obbligo di ringraziare i sottosegretari che qui rappresentano il Governo, segnatamente la sottosegretaria Bergamini e il sottosegretario Sisto, perché, con sensibilità politica e istituzionale, hanno contribuito, con la loro riformulazione, a esprimere un parere favorevole - nel senso che poi andrò a leggere, per come l'ho ricostruito io - sull'ordine del giorno. È un ordine del giorno che tratta di un tema che penso sia di estrema attualità, forse per la cronaca di oggi ma che si è reiterato nel tempo, cioè quello del furto di case - così detto oggi, con felice sintesi - ma anche e soprattutto quello dell'occupazione arbitraria di immobili laddove vi è stata una spoliazione del diritto della proprietà da parte di terzi, il più delle volte eseguito con forme di violenza diretta nei confronti non soltanto del proprietario, in quanto soggetto di diritto, ma della proprietà, in quanto bene da occupare in modo illegittimo, arbitrario e, direi, soprattutto illecito, visto che il codice penale, all'articolo 633, del caso che qui interessa si occupa. Allora, la riformulazione che mi pare sia uscita dal Governo…

PRESIDENTE. Che lei accetta, collega, suppongo, dall'intervento che sta facendo.

TOMMASO FOTI (FDI). Come lei sa bene, signora Presidente, ieri sono state poste nella dizione - diciamo - delle esclusioni e delle riformulazioni del passo. Quindi, vorrei rileggerlo, per essere sicuro di aver ben capito in che misura è stato così riproposto. Allora, mi pare che al secondo capoverso delle premesse si debba leggere: appare tuttavia importante rilevare - anche in ragione dei reiterati fatti che, soprattutto negli ultimi mesi, si sono fatti sempre più frequenti - l'assunzione da parte del Governo di provvedimenti…

PRESIDENTE. Collega Foti, c'è il sottosegretario Sisto che voleva intervenire per una precisazione.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, ce l'ho davanti. È una ricostruzione fatta a mano. Comunque, l'abbiamo verificata prima. Se il secondo capoverso è quello letto ieri, se il terzo e il quarto capoverso vengono espunti, se l'impegno è quello letto a verbale ieri, cioè l'impegno del Governo a tutelare in condizioni siffatte come nelle premesse il diritto alla proprietà che pare leso, il mio parere è favorevole alla riformulazione fatta dal Governo. Chiedo soltanto il voto dell'Aula, perché abbia un rafforzamento questa disponibilità da parte del Governo sul punto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. D'accordo. Io farei ripetere la riformulazione al sottosegretario Sisto. Prego, sottosegretario.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. È per quella chiarezza che deve contraddistinguere i rapporti fra Governo e Parlamento. Allora, nelle premesse il primo paragrafo rimane identico. Il secondo: “appare tuttavia importante sollecitare - anche in ragione dei reiterati fatti che, soprattutto negli ultimi mesi, si sono fatti sempre più frequenti - la valutazione da parte del Governo di provvedimenti in materia di occupazione arbitraria di uno o più immobili, in particolare quando esso” - uno o più immobili - “ è destinato ad unità abitativa e l'occupazione si sia concretizzata in un'azione di forza volta alla spoliazione del bene al suo legittimo proprietario”. Punto, e finisce qui la parte di premessa.

L'impegno è il seguente: “impegna il Governo anche per le ragioni di cui in premessa, a valutare le iniziative più opportune a tutela del diritto di proprietà che, nella situazione di cui in premessa, può essere fortemente compromesso”.

PRESIDENTE. D'accordo. Il collega Foti accetta la riformulazione e chiede che venga messo in votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/ 3298-A/46 Foti, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Invito ora il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno precedentemente accantonati. Prego, sottosegretario: ordine del giorno n. 9/3298-A/1 Ceccanti.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Propongo al collega Ceccanti una riformulazione del suo ordine del giorno, mantenendo come raccomandazione e quindi - ripeto - eliminando nella parte di premessa l'ultimo paragrafetto, che parte dalla parola: “evidenziata” fino alla parola: “Cassazione” e così modificando l'impegno: “impegna il Governo a valutare ogni possibile iniziativa per garantire che il rilascio dei certificati dei sottoscrittori delle proposte referendarie che attestano l'iscrizione dei medesimi nelle liste elettorali avvenga nel più breve tempo possibile, auspicando che il mancato completamento nei termini da parte dei comuni dei relativi adempimenti non costituisca ritardo imputabile ai sottoscrittori”. Se è accettata questa riformulazione, come raccomandazione, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sottosegretario, le chiedo anche gli altri pareri. Esprimiamo tutti i pareri e poi chiediamo se le riformulazioni vengono accettate. Colleghi, vi chiedo silenzio. Colleghi! Ordine del giorno n. 9/3298-A/5 Costa. Prego, sottosegretario.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, sugli ordini del giorno relativi al captatore informatico, cioè gli ordini del giorno 9/3298-A/5 Costa, n. 9/3298-A/12 Sarti, n 9/3298-A/15 Ascari, n. 9/3298-A/16 Ferraresi, n. 9/3298-A/17 Saitta e n. 9/3298-A/27 Vitiello, il parere diventa favorevole accettando la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a promuovere iniziative volte a verificare le concrete modalità di impiego dello strumento del captatore informatico nella pratica giudiziaria in modo da consentire la valutazione di modifiche normative eventualmente necessarie”. Se è accettata questa riformulazione da parte dei colleghi Costa, Sarti, Ascari, Ferraresi, Saitta e Vitiello il parere è favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo. Collega Ceccanti, accetta la riformulazione?

STEFANO CECCANTI (PD). Sì, grazie, accetto perché è chiarito il punto chiave, che vale anche per il referendum già in corso.

PRESIDENTE. D'accordo. Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/5 Enrico Costa viene accettata la riformulazione?

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io non accetto la riformulazione, perché rifiuto l'idea che con la riformulazione del mio ordine del giorno, che afferma che ci vuole un controllo maggiore sul trojan attraverso il collegiale, esso venga assimilato, con la stessa riformulazione, a quello del MoVimento 5 Stelle, che dice esattamente l'opposto. Il Governo ha fatto la riformulazione, con lo stesso dispositivo di intervento, a ordini del giorno che hanno le premesse diametralmente opposte. Quindi, il Governo accetterebbe le mie premesse, che dicono che io voglio andare in linea con quanto sostenuto dal Governo Berlusconi nel 2010, e quello che dice il collega Bonafede, che teorizza esattamente l'opposto.

Scusatemi; allora, sottosegretario Sisto, mi faccia capire, le premesse sono accolte per tutti o sono accolte per nessuno? Perché lei delle premesse non ha fatto cenno.

Io non accetto, quindi, un ordine del giorno che sia un equivoco vivente, che il MoVimento 5 Stelle possa interpretare dicendo “da domani ci sarà un ampliamento a dismisura del trojan”, e che Forza Italia possa interpretare dicendo “ci sarà un giro di vite”. Questo, sottosegretario Sisto, è un modo di sopravvivere in quest'Aula,da parte del Governo, ma non è degno di chi vuole portare avanti, con un'identità politica, le sue convinzioni. Io non accetterò questa riformulazione e chiedo di votare il mio ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto e dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/5 Enrico Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sugli ordini del giorno nn. 9/3298-A/12 Sarti, 9/3298-A/15 Ascari, 9/3298-A/16 Ferraresi e 9/3298-A/17 Saitta, viene accettata la riformulazione.

Passiamo quindi all'ordine del giorno n. 9/3298-A/27 Vitiello.

Ha chiesto di parlare il collega Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Per le stesse ragioni illustrate dal collega Costa, non accetto la riformulazione, voglio che si voti e voglio che si chiarisca qual è la scelta del Governo sul trojan.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori?

ROBERTO GIACHETTI (IV). No, volevo fare una dichiarazione di voto, se è consentito, se no posso anche rinunciare, se turbo…

PRESIDENTE. Prego.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente. Volevo dire poche cose, oltre che sottoscrivere le parole del collega Costa. Vorrei, attraverso lei, rivolgermi, con una battuta, al collega Sisto e dire: come si cambia, quando si passa da una parte all'altra dell'emiciclo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Fratelli d'Italia). Mi sarebbe piaciuto molto ascoltare un suo appassionato intervento, di quelli che tante volte ho sentito quando era seduto dall'altra parte, invece che una triste riformulazione come quella che ho sentito in questo momento. D'altra parte, signora Presidente, non c'è da stupirsi, perché questa riformulazione è figlia esattamente dell'ambiguità e della filosofia con la quale questo decreto-legge affronta il tema del trojan. Facciamo finta di toccare quella materia anche sulla base di quello che ci chiede la CEDU, aggiungendo la parola “specifiche”; vi sono i problemi che il trojan ha manifestato in questo Paese già da tutta la vicenda Palamara, con i tribunali che aprono indagini sulle società che hanno, come dire, fatto le captazioni, perché sono state fatte senza le autorizzazioni delle procure; ossia è successo di tutto, lo vediamo tutti i giorni, e di fronte a questo noi portiamo come modifica “specifiche”.

Non accetto la sua triste riformulazione, onorevole Sisto, anche perché il nostro ordine del giorno prevedeva tre cose: il tema della collegialità, e cioè l'esigenza che ci sia un controllo maggiore, che non sia riservato all'organo monocratico; il tema dei tempi, cioè quant'è il periodo in cui dura la captazione; e, soprattutto, il tema dell'ascolto contestuale, tema che era all'origine di quando fu fatta la norma del trojan e che poi, casualmente, con un Governo Conte - che non era il II, e non sono intervenuti i servizi segreti, ma era il I, che faceva da solo - è sparita questa norma e siamo ritornati al fatto che quello che viene captato dal trojan si può ascoltare anche 3, 4 mesi dopo. E siccome non si parla di un'intercettazione, ma della vita materiale delle persone, spesso e volentieri “sputtanate” e poi assolte, forse anche la sua prudenza nel passaggio da quella parte a questa dell'Aula, onorevole Sisto, la poteva portare a una riformulazione un pochino più seria e accettabile. Non la accettiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/27 Vitiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Devo dire che l'epilogo sulle votazioni di questi due ordini del giorno è un triste, relativamente a questo provvedimento. Diciamo che, se coloro, e mi rivolgo agli amici di Forza Italia e della Lega che si sono astenuti, avessero votato a favore, questi ordini del giorno sarebbero passati. Quindi, ogni volta che, d'ora in avanti, ci sarà una proposta sulle intercettazioni, sul trojan, che proviene dal centrodestra, ovviamente dovremo andare a ripensare l'atteggiamento su questo voto, perché, purtroppo, in materia di giustizia troppe volte le convinzioni lasciano il posto alle convenienze. Oggi c'era la convenienza di non far fibrillare i pareri dati da sottosegretari di Forza Italia e allora Forza Italia si è rimangiata quelle che erano le sue posizioni storiche, che io semplicemente ho riportato in un ordine del giorno.

Ci sarà un domani in cui, magari, qualcuno di Forza Italia verrà “beccato” dal trojan e allora cambieranno completamente le posizioni. Purtroppo, questo è il cosiddetto “garantismo ma”: io sono garantista, ma il mio avversario politico deve dimettersi; io sono garantista, ma il mio avversario politico ha commesso una cosa grave; io sono molto più garantista con il mio vicino di banco, con il mio amico, con il mio compagno di partito. Così facendo non si va da nessuna parte, perché i princìpi, i valori, le tesi, devono valere prima di tutto per l'avversario politico, per colui che siede dall'altra parte dell'emiciclo, rispetto all'amico. Sono princìpi che devono valere ogni giorno.

Allora, per mesi, anni, abbiamo detto che il trojan è un mezzo di ricerca della prova importante, ma va calibrato con attenzione, va disposto in modo molto riflessivo e non burocratico. Non possiamo venire qui oggi e, quando si chiede quello che si è chiesto per anni, astenersi, lavarsene le mani e accettare la stessa riformulazione: due parti politiche che se ne sono dette di tutti i colori fino ad oggi, Forza Italia e Lega, da una parte, e il MoVimento 5 Stelle, dall'altra. Questa è una brutta pagina parlamentare, perché io capisco la sintesi, capisco la mediazione - e ci sono state in temi di giustizia molte mediazioni -, però questa non è una mediazione: questo è un equivoco e una presa in giro! È lo stesso testo, che ciascuno pensa di leggere in modo diametralmente opposto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 10)

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Noi avremo l'ex Ministro Bonafede che dirà: abbiamo ottenuto una vittoria! Perché? Perché il trojan verrà esteso, perché leggerà questo ordine del giorno come teso ad intervenire per estenderlo. Poi avremo, all'opposto, esponenti della Lega e di Forza Italia che diranno: no, non verrà esteso; ci sarà un giro di vite, perché una formulazione così equivoca si presta a tutte le letture.

Io dico che si presterà a tutte le letture, che ha tolto le castagne dal fuoco al Governo, ma devo dire che è lesiva: significa mettere sotto i piedi i principi costituzionali. Noi avremmo preferito un Governo che ci avesse detto: su questi principi non metto becco, mi rimetto al Parlamento. Infatti, sui principi non c'è casacca politica che tenga. Io immagino la sofferenza di tanti colleghi che sono stati costretti, per disciplina di partito, ad astenersi su questo tema; la immagino e la comprendo anche. Mi piacerebbe che venisse fatta una modifica regolamentare - io penso che un giorno ci arriveremo -, affinché tutti i voti in materia di giustizia siano voti a scrutinio segreto, perché ciascuno si possa spogliare della casacca politica e votare secondo coscienza, votare secondo convinzione; non votare dovendo rispondere al segretario di partito, al sottosegretario, al capogruppo o al capogruppo di Commissione, ma votare secondo i principi in cui si crede. Allora, probabilmente, in quest'Aula, quei colori che ci sono stati - i bianchi prevalenti, i rossi prevalenti e i verdi pochini - rispetto alle mie proposte, probabilmente sarebbero capovolti. Non voglio soffermarmi sul capovolgimento di posizioni che c'è stato in quest'Aula e che c'è stato in questa occasione. È vero che si tratta di una maggioranza con una coalizione che presenta varie sfumature, anche molto diverse; però penso anche che per la sintesi non si debba mai perdere l'identità politica. Ci sono occasioni in cui, magari, un po' più di dialogo, un po' più di confronto, un po' più di polemica possono portare a dei risultati significativi. Risultati significativi che oggi non abbiamo visto nella votazione; risultati significativi che, invece, ci sono stati quando c'è stata compattezza. Per esempio, oggi approviamo un decreto che fa un grande passo avanti sotto il profilo della civiltà giuridica, perché ci dice che il tabulato telefonico deve essere nella sua acquisizione autorizzato da un giudice: cosa significa questo? Significa che il tabulato telefonico, che traccia la vita delle persone, che ti dice con chi parli, quando parli, dove sei quando parli, con chi parli dopo aver parlato con un'altra persona e così via, che tutti questi dati che, sapientemente incrociati, entrano, penetrano, nella riservatezza di una persona, ebbene, quando questi dati vengono acquisiti ci vuole un controllo da parte di un giudice. Era una proposta che avevo presentato con un ordine del giorno approvato dal Governo e questo ordine del giorno, oggi, si è tradotto in decreto. Oggi tutti mettono il cappello su questo testo e su questo risultato; va bene così, è un grande passo avanti e ne siamo lieti. Ovviamente, c'è stato chi ha cercato di mettere un po' di sabbia negli ingranaggi, ad esempio, attraverso una norma transitoria (anche qui norma transitoria intervenuta su un emendamento che diceva esattamente l'opposto); però, il risultato finale è un testo che ci soddisfa.

Non ci soddisfa l'altra parte, però. Non ci soddisfa la riformulazione che c'è stata in materia di captatore informatico; una riformulazione assolutamente debole, che mi spiace non abbia dato l'occasione invece per un intervento migliore e maggiore. Detto questo, ci sarà da parte della componente Azione-+Europa un voto favorevole rispetto al decreto in esame, però, evidentemente, con tutta una serie di riserve che sono state evidenziate. L'auspicio è che ci sia un modo di procedere diverso sui temi della giustizia, ci sia un'identità politica, ci sia una maggiore libertà del Parlamento e non ci sia un Governo che cala le sue soluzioni, sulle quali non sia possibile discutere, soprattutto quando sono soluzioni vaghe, equivoche e generiche, che possono prestarsi a ogni via, a ogni strada, diversa anche rispetto alle intenzioni dei presentatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, nel votare favorevolmente questo provvedimento, desidero ribadire l'importanza che ha sempre il voto dell'Assemblea: quando l'Assemblea si esprime, non è mai una sconfitta del Governo. Il Governo si rimette all'Aula, riconoscendo all'Aula il diritto e quel ruolo importante di indirizzo. Pertanto, in una fase come questa, in questo contesto in cui si colloca il provvedimento, una fase di riforma del settore giustizia, che procede per fasi (peraltro, su alcuni aspetti sono state lasciate in sospeso delle decisioni, proprio per incastrare una fase nell'altra, e le decisioni si ritroveranno nei prossimi provvedimenti), è stato importante che al Parlamento, ieri e anche oggi, sia stato dato lo spazio di espressione di indirizzo al Governo. Pertanto, ritengo che sia importante e capisco la battaglia politica, però nel merito è stato giusto avere queste occasioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Devo dire al Governo che il livello di soddisfazione della componente Noi con l'Italia-USEI è sufficiente per dare un voto favorevole, ma qualche insoddisfazione e qualche perplessità, anche in relazione all'intervento appena concluso del collega Costa, l'abbiamo. Noi, con assoluta coerenza rispetto alla posizione che tende ad assicurare ai nostri cittadini una giustizia più giusta e anche più tempestiva, ovviamente voteremo a favore, perché una giustizia più giusta viene comunque assicurata con questo provvedimento, che ha il grande merito di rimettere nel cassetto - per fortuna - la precedente riforma Bonafede. Era quella una riforma che parlava di fine processo mai, una riforma che parlava di blocco delle prescrizioni dopo il primo grado, una riforma che prevedeva un uso indiscriminato del trojan (e su questo abbiamo già avuto modo di intervenire). Una giustizia più tempestiva non solo garantisce il diritto ad avere giustizia per i cittadini, ma ricordiamoci che una giustizia veloce è una garanzia per le imprese, per la società, per gli investitori, per coloro i quali fanno economia. Una giustizia più tempestiva è necessaria per far crescere un Paese, per far crescere l'economia di una comunità e noi auspichiamo che i tempi medi dell'Unione europea diventino presto anche i tempi del nostro sistema. Però, molto rimane ancora da fare: noi insisteremo sulla separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante; insisteremo per una nuova disciplina della carcerazione preventiva; insisteremo per maggiori misure alternative al processo penale (siamo stufi di vedere le persone portate in carcere il venerdì, interrogate il lunedì e, poi, liberate il lunedì pomeriggio, visto che è già successo parecchie volte); insisteremo anche, signor Presidente e signor rappresentante del Governo - che non ci ascolta - per il nuovo piano carceri. Io voglio approfittare di questo intervento per ricordare la figura del direttore generale degli istituti di prevenzione e pena Nicolò Amato, che è scomparso il 21 luglio di quest'anno ed è stato un direttore degli istituti di prevenzione e pena che ha interpretato il suo ruolo con grande umanità. Ci diceva: dobbiamo fare in modo che un carcerato esca dal carcere migliore di come sia entrato. Io voglio rendere omaggio a questa persona e credo che sarebbe bene che lo ricordassimo nei nostri interventi. Questo in linea generale.

Nel merito del dibattito che ha accompagnato il provvedimento odierno, signor Presidente, faremo alcune riflessioni. Innanzitutto - come dicevo – c'è un giudizio positivo nel merito: come si dice, si inverte, o almeno si rallenta, una lotta giustizialista, che negli ultimi anni ha preso una deriva davvero preoccupante. Il secondo elemento, per noi, è il fatto che c'è una sensazione di amarezza politica: in questo Parlamento ci sono forze politiche che ancora usano la giustizia come strumento di dibattito politico, come strumento di lotta politica e il PD è ancora - piaccia o non piaccia - il partito delle procure. Questo, se possiamo accettarlo per i 5 Stelle, che in quel brodo di coltura sono nati, certamente ci dispiace per un partito, il Partito Democratico, che dovrebbe aver somatizzato le profonde ingiustizie di cui tutti abbiamo sofferto in questi anni. Crediamo che sia necessario abbandonare questa logica della lotta politica fatta attraverso le procure, ma anche il voto di ieri sera e il voto di oggi ci confermano che c'è ancora questo retaggio culturale, impregnato di questa gramsciana concezione della politica che occupa le “casematte” del potere, come diceva Gramsci. Noi riteniamo - non come riteneva qualcuno - che le “casematte” del potere vadano conquistate, ma che la legalità e la giustizia debbano essere le vere “casematte” del potere e non della lotta politica. Questa deriva ideologica ha accompagnato la vita politica in questi ultimi decenni, in maniera determinante.

Saluteremo con gioia, sottosegretario Sisto, il giorno in cui - anziché leggere i nomi dei procuratori Davigo, Di Pietro, Woodcock, Di Matteo, Greco e di tanti altri - leggeremo i nomi delle procure, depersonalizzando la lotta politica, i nomi delle città delle procure, di Roma, di Palermo, di Milano, di Bari, non i nomi dei procuratori della Repubblica, che, come star, appaiono sulle televisioni, per essere angeli vendicatori di una giustizia che non c'è più. La spettacolarizzazione mediatica dell'uso della giustizia è stata una metastasi che è ancora tutta da estirpare e questo è un compito di cui dobbiamo farci carico.

Ancora un paio di considerazioni: auspichiamo che nelle leggi delega che si andranno ad approvare non ci sia troppo spazio per le interpretazioni e per le valutazioni soggettive. Io mi chiedo - lo ricordava, ieri, il collega Colucci, nel suo intervento -, quando parliamo di traffico di influenze, quale può essere il limite interpretativo che ciascuno può dare? Come si può dire che un traffico di influenze sia una cosa che, da un certo punto di vista, diventa un suggerimento e, dall'altro, diventa un reato? Io credo che sia necessario essere molto più chiari su questo, perché, se insistiamo sul traffico di influenze e sull'abuso di ufficio in maniera determinata, senza avere chiarezza di che cosa siano, noi rendiamo un cattivo servizio alla nostra comunità. Plaudiamo al Ministro Brunetta, che ha il nostro sostegno in questo senso, quando dice che vuole affrontare il tema dell'abuso di ufficio. Chi ha provato ad amministrare un comune, come tanti di noi lo hanno fatto - e io ho l'ho fatto - sa quanta incertezza ci sia ogni qualvolta si deve apporre una firma. Ricordiamoci che ci sono dei comuni piccoli, e anche medi, che non hanno neanche il segretario comunale al proprio servizio e in cui il sindaco deve firmare atti, in conseguenza di delibere di provvedimenti che la giunta e il consiglio comunale prende, e di cui assume la totale responsabilità, civile, penale e finanziaria. È per questo che noi non abbiamo un rinnovamento della classe politica a livello delle amministrazioni comunali, perché chi va, oggi, a fare il sindaco in una comunità dove rischia quotidianamente di essere accusato di abuso d'ufficio? Quindi, bravo il Ministro Brunetta: ha il nostro totale appoggio. Avanti su questa strada.

Un'ultima considerazione al sottosegretario rispetto alla vicenda che è stata affrontata ieri, in Aula, riguardo ai tribunali minori. Ricordiamoci che il decreto legislativo “Monti-Severino” del 7 settembre 2012, n. 155, approvato e sostenuto da quello che io considero il peggiore Presidente della Repubblica che abbiamo avuto, il senatore Giorgio Napolitano, ha soppresso 31 tribunali, 31 procure, 220 sezioni distaccate di tribunale e 677 uffici del giudice di pace. Avremmo dovuto avere un risparmio, avremmo dovuto avere un'efficienza più giusta e una giustizia più efficace. C'è qualcuno in grado di dire qui, oggi, quanto abbiamo risparmiato?

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 10,15)

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Mi piacerebbe sentirlo (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

C'è qualcuno in grado, oggi, di elencare qui le sedi nuove che ci sono ancora nelle città, che sono state inaugurate e mai aperte? Cosa ne facciamo di queste? C'è qualcuno che mi dice se quei cittadini che abitano a 100 chilometri, con strade di montagna, di distanza da un tribunale, hanno diritto a una giustizia più giusta? C'è qualcuno che mi dice, qui, se i tribunali più grandi, che hanno assorbito i più piccoli, stanno spendendo maggiori risorse per affittare sedi di cui prima non avevano bisogno? C'è qualcuno che mi giustifica il depauperamento sociale che molti territori hanno avuto rispetto a questo? C'è, infine, qualcuno che può dirmi che questa riforma ha portato maggiore giustizia? Io credo di no, io credo che nessuno possa dire che la “riforma Severino-Monti-Napolitano” abbia creato maggiore giustizia in questo nostro Paese. E, allora, sottosegretario, prenda in mano la situazione. Rivediamo la geografia giudiziaria in questo Paese, perché è un'esigenza necessaria per ridare una giustizia più giusta, per ridare tempi più veloci, per ridare dignità a un settore che è stato calpestato, in nome di una spending review, che ha lasciato tutto, non come prima, ma peggio di prima (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente. Allora, noi de L'Alternativa c'è voteremo contro questo decreto-legge e contro questa legge di conversione, principalmente per quanto previsto in tema di tabulati telefonici. In realtà, questo decreto e questa legge di conversione sono un passo che ci porta molto indietro nella possibilità di ricercare, indagare e perseguire i reati. Non parlo solo dei reati principali, dei reati della criminalità organizzata, dei reati dei “colletti bianchi” - e quindi di politici, amministratori e burocrati -, ma parlo anche dei micro reati, ovvero di quelli, ad esempio, che sono puniti con una pena inferiore ai tre anni e per i quali adesso sarà praticamente vietata la possibilità di indagare attraverso una semplice richiesta alle compagnie telefoniche di conoscere i tabulati. Questo è ovviamente parte di un disegno più grande di questo Governo, partito dalla pessima “riforma Cartabia”, che cancellerà, con i suoi decreti delegati, migliaia e migliaia di procedimenti penali, a tutto beneficio ovviamente di determinate persone e di personaggi influenti di questo Paese. Questo è il percorso che sta portando avanti questo Governo, che ovviamente appare come un Governo neanche vittima dei poteri forti - perché il Governo Draghi è un potere forte -: il Governo Draghi fa parte della scia di coloro che hanno svenduto questo Paese ed i beni principali di questo Paese, di coloro che hanno fatto affari grazie a queste svendite. Si arriva a questo punto perché, con tutti i fondi messi a disposizione del PNRR - fondi che ovviamente noi dovremmo restituire, perché sono in gran parte prestiti -, l'obiettivo è non fare indagare la magistratura su come verranno utilizzati questi fondi.

Ma c'è da dire che questo percorso porterà ad altre opzioni, che già ci sono state espresse, in quest'Aula, ma anche fuori: in primis, c'è la dichiarazione del pessimo Ministro Brunetta, secondo la quale lui già vorrebbe proporre l'eliminazione dell'abuso d'ufficio, ovvero permettere ad amministratori pubblici, a dirigenti comunali e regionali e a dirigenti ministeriali di poter gestire come vogliono appalti e soldi che appartengono a tutti i cittadini attraverso le nostre tasse. Ovviamente, noi de L'Alternativa c'è ci opporremo con forza anche a questo disegno eversivo. Ma un'altra questione in quest'Aula, ieri, è venuta alla luce, soprattutto sull'utilizzo dei captatori, i cosiddetti trojan: c'è stato, ieri, un intervento di una collega di Italia Viva che faceva riferimento proprio alla vicenda del leader politico di Italia Viva, Matteo Renzi, e parlava proprio di Matteo Renzi, che si doleva del fatto che un quotidiano avesse esposto come egli venisse pagato dai Benetton e da un regime sanguinario come quello dell'Arabia Saudita. Quest'Aula dovrebbe prendere in considerazione se è giusto che un leader politico, che controlla una pattuglia parlamentare e che può cambiare Ministri, sottosegretari, ma anche Governi - come abbiamo visto di recente -, possa essere pagato da potenze straniere e possa essere pagato, ad esempio, da coloro che sono stati addirittura remunerati da questo Governo per aver fatto cadere un ponte, con 43 morti.

Di tutto questo non si discute in quest'Aula, non se ne può discutere. È calata una cappa di silenzio, ma noi, con i nostri interventi, almeno in quest'Aula, ma soprattutto fuori, prenderemo sempre in considerazione e diremo sempre la verità, perché almeno in questo, nel vostro tentativo di zittire questa apparente democrazia, non ci fermerete, e confermo il voto negativo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Nello sfondo di un “decreto mini-omnibus”, che prevede una serie di proroghe anche in materie importanti, come in tema di IRAP, alcuni passaggi delle procedure referendarie, l'assegno temporaneo per il figlio unico e alcuni interventi sullo Stato maggiore della Difesa, il Governo interviene, tardivamente quanto opportunamente, in una materia molto delicata, che riguarda il bilanciamento di due precetti costituzionali, quello sulla obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale e quello della tutela della privacy dei cittadini, che c'è già nella nostra Costituzione, antivedente anche da questo punto di vista. Lo fa, purtroppo, a seguito di una sentenza della Court of Justice of the European Union del 2021 che dà torto all'Estonia su un tema sul quale noi siamo nella stessa posizione dell'Estonia, cioè circa la possibilità che i pubblici ministeri possano acquisire indiscriminatamente - per la verità il nostro ordinamento lo prevede anche per la difesa, in alcune circostanze, nello svolgimento delle indagini difensive - tabulati del traffico telefonico o di flussi dati detenuti dagli operatori. Noi sappiamo che c'è un principio di data retention, per cui per 12 mesi vanno trattenuti i traffici dati, quelli telematici, per 24 mesi quelli del traffico telefonico; possono arrivare fino a 72 mesi nel caso di indagini per reati di criminalità organizzata o di terrorismo. Ebbene, che cosa dice questa sentenza della Corte di giustizia europea? Questo può avvenire solo a cospetto di gravi fatti di criminalità organizzata o di minaccia seria, grave alla sicurezza dello Stato. Come interviene il Governo per dare seguito a questa indicazione? Stabilisce alcuni principi fondamentali. Che cosa intendiamo noi per gravi fatti di criminalità organizzata? I delitti puniti con l'ergastolo o con la reclusione superiore nel minimo ad almeno tre anni. Come si è scelto questo parametro? Evidentemente con riferimento alla normativa sulle intercettazioni, che sono strumento certamente più pervasivo dell'acquisizione dei meri tabulati, che non contengono il contenuto delle conversazioni o del flusso dati, che è appunto previsto a cinque anni. Si fa un'eccezione, che condivido, per i reati telefonici di disturbo, di molestie e di minacce; sappiamo che è un fenomeno sociale molto diffuso, rispetto al quale, quindi, è giustificata la possibilità di un intervento che riduce gli spazi della privacy da parte della magistratura penale. Che cosa stabilisce, però, questo decreto? Che non possa avvenire più in maniera discrezionale da parte del pubblico ministero, è questo l'elemento più qualificante del provvedimento governativo. Stabilisce infatti che il pubblico ministero debba munirsi di un'autorizzazione preventiva del giudice o successiva entro le 48 ore nel caso di provvedimenti di urgenza. Il governo, cioè, della limitazione della privacy dei cittadini è riportato alla potestà valutatrice di un giudice terzo, che agisce sull'istanza del pubblico ministero, ma anche della difesa dell'indagato, dell'imputato, della persona offesa e delle altre parti private. È un riequilibrio notevole della normativa esistente, tant'è che ci si è posti il problema di una norma transitoria per governare la quantità di tabulati già acquisiti ai procedimenti penali pendenti con la precedente, più indiscriminata, normativa, che consentiva al pubblico ministero di acquisire i tabulati pressoché indistintamente.

Si è pensato, così da ovviare alla regola processuale cosiddetta del tempus regit actum, al fatto che le norme processuali si applicano soltanto per il futuro, di prevedere anche con effetto retroattivo questo criterio di valutazione per i giudici che hanno già nel proprio fascicolo tabulati di questo tipo, unitamente agli altri elementi a loro disposizione. Unitamente agli altri elementi, anche qui, però, con un criterio guida: si deve trattare di elementi sufficienti e che devono essere rilevanti all'accertamento dei fatti. Una griglia, quindi, di discrimine ancora più significativa per evitare un abuso di questa potestà. Considero questo intervento particolarmente qualificato. Inizia un percorso di riordino, di riequilibrio al nostro interno, all'interno del nostro ordinamento, tra due dimensioni molto importanti: l'esercizio di un potere statuale, che è quello del perseguimento dei reati, e la tutela della privacy dei cittadini, che nel tempo della globalizzazione, nel tempo dei social network, nel tempo della digitalizzazione è un bene giuridico che viene attentato, messo in pericolo da moltissime condotte di matrice pubblica e di matrice privata. In questo provvedimento c'è anche un'altra norma di particolare importanza, che interviene nella vexata quaestio del trojan horse, dell'utilizzo cioè del captatore informatico, dello spyware che si è voluto utilizzabile, lo ricordo, dal Governo gialloverde non soltanto, come era previsto in passato, per i reati di criminalità organizzata e per i reati di terrorismo, ma anche per i reati contro la pubblica amministrazione.

Quest'Aula si è divisa in un voto su un ordine del giorno dell'onorevole Costa in maniera molto netta. Questo ordine del giorno chiedeva al Governo di prendere iniziative immediate e specifiche per limitare o condizionare la possibilità dell'utilizzo del trojan nel nostro ordinamento processuale. Questo Parlamento si è diviso con la formazione di una nuova sostanziale maggioranza rispetto a quella che sorregge il Governo; una divisione che è stata molto enfatizzata nell'intervento, che però non dà il giusto peso e non dà atto del fatto che un intervento in questa legge sul trojan c'è ed è significativo, perché è stata prevista per l'ipotesi dell'utilizzo del captatore informatico l'esigenza, la necessità di una motivazione rafforzata. Introduciamo, cioè, la necessità di specifiche ragioni che devono essere indicate dal giudice che dispone il trojan. Dal punto di vista processual-penalistico, dire “specifiche ragioni” stabilisce un onere motivazionale molto più pregnante per il giudice, che, essendo sottoposto al controllo successivo, evidentemente rappresenta un passo in avanti notevole per riallineare, per adeguare questa normativa processuale alle esigenze garantistiche che sull'ordine del giorno di Costa sono state sbandierate secondo uno schema molto stanco del nostro Paese, questa dialettica bizantina tra metagiustizialisti e metagarantisti. Un fatto che mi pare più politico che di merito legislativo, più tattico che di prospettiva, che è tanto più significativo perché ci approssimiamo alle elezioni del Presidente della Repubblica e ancora una volta, purtroppo, la giustizia viene utilizzata e pensata come terreno di scontro finalizzato a dei passaggi importanti della Repubblica. La mia cultura è di garantista, ma riformista, e credo che i cambiamenti legislativi vadano fatti con equilibrio nello studio delle norme. Questa introduzione delle specifiche ragioni è un passo in avanti molto significativo. C'è un impegno del Ministro della Giustizia a ritornare su questa materia e a lavorare su questa materia per trovare punti di equilibrio adeguati e avanzati. Se c'è un interesse autentico dei colleghi di Italia Viva, che esercitano questa loro cultura politica in questa fase molto delicata del proprio leader, anche alla vigilia della tornata per l'elezione del Presidente della Repubblica, ci sono occasioni e possibilità nelle Commissioni di merito e in Aula di lavorarci costruttivamente, senza sventolare, strumentalizzare questo argomento, pure qualificato, pure comprensibile, pure molto motivatamente esposto, per creare un nuovo equilibrio politico, che certo è legittimo, se dichiarato, ma che credo non possa nascondersi ipocritamente dietro questi momenti.

C'è una norma in questa legge che dà ragione di quell'ordine del giorno. Specifiche ragioni significa dover motivare quello che prima non era necessario motivare: questo è un passo in avanti in una materia in cui si è molto divisi. La tendenza è quella di trovare, dal mio punto di vista, sempre il punto di equilibrio più avanzato. È una cultura difficile, faticosa, è una fatica non molto praticata negli ultimi anni di questa Repubblica, ma credo sia l'unica possibilità per questo Paese. Grazie, Presidente, e annuncio dunque il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Dopo gli interventi che ho ascoltato, anche da ultimo, mi pare che su questo provvedimento, sul quale sono intervenuto più volte sia in Commissione che in Aula, ci sia anche da fare una riflessione politica, e, nel contempo, partire da una valutazione anche tecnica. È evidente che la maggioranza su questo provvedimento, sia in Commissione sia in Aula, ha avuto dei momenti di difficoltà, può capitare; non per questo, dico al collega che è appena intervenuto, significa che ci sia chissà quale progettone politico (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Italia Viva) che stia andando verso un ribaltamento di ogni posizione.

Molto semplicemente ci sono valutazioni tecniche e indirizzi politici, anche diversi, sul trojan, è del tutto evidente, sull'accesso ai dati del traffico telefonico e telematico, sull'utilizzo dei captatori informatici e sui limiti di utilizzo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Noi, come gruppo di Coraggio Italia, come dico sempre anche al Ministro, esistiamo in rerum natura e, quindi, proponiamo anche ciò che per noi è rilevante; spesso ci troviamo davanti ad alcuni gruppi che presentano emendamenti o ordini del giorno, giustamente, in modo autonomo, senza alcun confronto, a volte anche tacciati di non essere coerenti. No, Coraggio Italia è più coerente di molti altri (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e lo è con moderazione e con equilibrio e il Governo lo può riconoscere, perché siamo stati decisivi più volte, sia in Commissione sia in Aula.

Quindi, quando qualcuno parla e presenta roba ad abundantiam e a volte con poca specificità tecnica e con lacune evidenti anche nella determinazione di alcuni elementi propositivi, ebbene, farebbe meglio a ricordarsi che noi siamo in maggioranza e che sosteniamo il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) ma sosteniamo il Governo - come è capitato anche agli amici di Italia Viva ed è successo con Forza Italia e altri gruppi - portando a volte idee, proposte, tentativi di miglioramento, le famose specifiche ragioni che devono essere valutate in sede giudiziale. L'attuazione della sentenza del 2 marzo 2021 della Corte di giustizia si realizza, non secondo l'intento politico dei singoli gruppi, non in base a questo famoso progettone che non si capisce quale sia, ma semplicemente tentando di dare il massimo di espressione a principi contenuti nella sentenza della stessa Corte, che è il presupposto della modifica dell'articolo 132 del codice della privacy. Non mi sembra che sia così strano; nell'esegesi delle norme ci sono anche l'esegesi, l'interpretazione e l'applicazione della giurisprudenza comunitaria che dà indirizzi che sono cardini sui quali l'ordinamento deve trovare modelli di adeguamento.

Poi dicono che uno fa il professore ma, se no, più di uno sarebbe bocciato in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e pure nel Governo, a volte, scusatemi, con tutto il rispetto per il sottosegretario Sisto che più volte ha fatto il massimo possibile per trovare un punto di mediazione. Però, è evidente che si sgombera il campo dall'idea che non si possa, non si debba portare un contributo anche propositivo.

Vedo qui il collega Ceccanti. Lo nomino spesso, perché il confronto con il collega Ceccanti e con altri colleghi, anche del PD, di LeU e di tutti i gruppi, è sempre costante, continuo, anche in Commissione affari costituzionali - è in quella sede che avevamo il provvedimento - ed è costante anche la volontà da parte di tutti di trovare punti di mediazione. Se io sento il collega Di Maio di Italia Viva per trovare degli elementi di soluzione, stiamo forse complottando contro il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) o stiamo semplicemente tentando di trovare una mediazione, dando un contributo il più possibile utile al lavoro parlamentare? Se io sento il collega Ceccanti del PD, che cosa faccio, inciuci con Ceccanti? Mai nella mia mente può esserci una cosa simile, poi con l'amico Ceccanti… Però, siccome so che è una persona capace e che ha una cultura giuridica sicuramente di altissimo livello, mi confronto con lui e provo a trovare delle soluzioni, ma non è che stiamo facendo chissà che cosa, facciamo il lavoro che si fa in Parlamento e che il Governo, mi permetto di dire, dovrebbe rispettare - ovviamente il sottosegretario Bergamini non me ne voglia, perché la pazienza e la volontà che ha messo, insieme al collega Sisto, nel trattare e trovare soluzioni è innegabile - anche nella parte ministeriale, anche nelle delegazioni che sono rappresentate, perché noi non siamo nel Governo e però aspettiamo che D'Incà, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, o il sottosegretario ci chiamino per vedere quello che possiamo fare. Chi è nelle delegazioni, quando è al Governo, lo saprà quello che succede nella formazione dei provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)? Saprà quali sono, oppure ci sono maggioranze nel Governo e maggioranze in Parlamento? Altrimenti, qui non si capisce più niente e hanno ragione gli amici di Fratelli d'Italia a dire che c'è un problema che poi si sfoga nelle Aule parlamentari. Ma è naturale, è sempre successo questo nelle Aule parlamentari; si tratta di un dialogo e un confronto con il Governo e con il Parlamento che sono poi proficui. Ecco, perché ho soffermato il mio intervento anche sull'aspetto più politico, visto che su questo tema tecnicamente sono intervenuto più volte, sennò poi qualcuno mi dice: tu fai l'intervento, ma che pensi, di fare il professore? Purtroppo, io e Ceccanti siamo professori, se qualcuno se ne ha a male non sappiamo cosa possiamo farci. Allora penso di parlare di politica, forse ne capisco di meno, vediamo se riesco a dire qualcosa di più utile. Però, è evidente che la conoscenza tecnica di questi argomenti e l'approfondimento che abbiamo fatto in maggioranza sono fondamentali per arrivare a delle soluzioni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e, al Governo, la Ministra Cartabia ha dimostrato, grazie alla sua sagacia tecnica, di poter trovare delle soluzioni, ha proposto delle riformulazioni e con gli emendamenti abbiamo trovato delle soluzioni. Ma anche il collega Costa - non è che Costa è il cattivone che ora, con tutto il rispetto dell'amico Costa, crea chissà quale problema alla maggioranza - semplicemente ha posto temi, quelli della collegialità nella valutazione della decisione sull'utilizzo dei captatori informatici, da parte di un giudice, che non mi sembra che stravolgano il mondo del diritto o che succeda chissà che (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Poi, in maniera diligente, noi ci siamo conformati alle richieste del Governo, ci siamo astenuti, non abbiamo creato problematiche ma su questo tema, come ha detto il Ministro, sull'utilizzo dei trojan, ci vorrà una riflessione e una nuova proposta da parte del Governo. E se questa volta tutti siamo stati bravi, diligenti e abbiamo seguito le indicazioni del Governo, io mi permetto di dire che ciò non vuol dire - mi rivolgo a tutti - che ci sia chissà quale complotto. Semplicemente, il Parlamento è centrale e i gruppi hanno fatto delle proposte. Ho visto anche Forza Italia e altri gruppi ma non lo so, io parlo per il nostro. Penso che su questi temi - e mi rivolgo anche agli amici di Italia Viva - ora basta, ora basta (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Italia Viva)! Ora va bene tutto, visto che nessuno vuol far polemica, ora basta, ci sono dei temi che devono essere oggetto di valutazione comune e collegiale da parte della maggioranza, ci siamo anche noi, ci sono altri gruppi, abbiamo proposto alcune questioni, anche sui trojan, che devono essere definite (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Italia Viva), in maniera ragionevole, in maniera costruttiva, e sempre che nessuno metta in dubbio, per questo, che ci sia un sostegno al Governo, perché lo dimostriamo tutti i giorni questo sostegno, non solo votando la fiducia, ma anche nelle Commissioni. Se i colleghi Costa, Vitiello e altri propongono temi che sono sicuramente sensibili nella maggioranza, ebbene, ci sono anche temi sensibili che vanno affrontati, non è che siccome il tema è sensibile ce ne scappiamo, se no ha ragione l'opposizione - Fratelli d'Italia - nel dire: allora, trovate una quadra voi, perché non la dobbiamo trovare noi. Allora, sgombriamo il campo da complottismi, progettoni e così via. Ci sono temi che alcuni gruppi intendono, così come giustamente ha proposto la Ministra Cartabia, affrontare con delle soluzioni ragionevoli. Questa volta abbiamo seguito le indicazioni del Ministro, ci siamo ovviamente rimessi alla sua prossima valutazione su questi temi, ma prima o poi lo faremo con questi gruppi, comunque, e non transigiamo più su questo tema in particolare del trojan (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Catello Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Come al solito capita di prepararsi un discorso per la dichiarazione di voto e, poi, inevitabilmente si cambia la propria scaletta e una risposta occorre darla immediatamente. Presidente, io non ho mai dismesso i panni dell'avvocato penalista, non ho mai dismesso i panni di chi vive la quotidianità dei problemi della giustizia sulla propria pelle e sulla pelle dei cittadini. Detto questo, quando si arriva qui in quest'Aula non si può dimenticare cosa significhi “intercettazioni a strascico”, non si può dimenticare che le norme vengono cancellate dall'oggi al domani, quelle che prevedono delle garanzie, e, oggi, noi abbiamo chiesto semplicemente di reintrodurle e sto parlando della contestualità dell'ascolto delle intercettazioni.

Allora, non mi si venga a dire che ci sono ragioni politiche per procrastinare l'introduzione di garanzie all'interno del nostro Codice di procedura penale, perché questo non lo accetto. Anche perché quando si dice che “ci saranno occasioni”, io le dico, Presidente, che Italia Viva se le è sempre sudate le sue occasioni all'interno delle Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), sempre! Perché non è mai stata presa in considerazione l'idea di mettersi a tavolino e decidere effettivamente di queste garanzie cosa ne vogliamo fare. E, poi, un consiglio non richiesto che voglio dare: non continuate - e lo dico a tutti i gruppi parlamentari - a stuzzicare Italia Viva sulla Presidenza della Repubblica: pensate ai problemi che avete voi all'interno dei vostri partiti, perché noi sappiamo quale strada percorrere per arrivare a quel risultato.

E veniamo a noi. Dispiace, Presidente, che per l'ennesima volta un provvedimento deve caratterizzarsi per un conflitto all'interno di un rapporto che non dovrebbe prevedere conflitti. Parlo del rapporto fra libertà pubblica e libertà privata. È come avere due vasi comunicanti: occorre equilibrio, ci deve essere equilibrio. Se la libertà pubblica è il riflesso dell'universalismo dei diritti fondamentali dell'uguaglianza di fronte alla legge, quella privata è il riflesso delle oppressioni e delle diseguaglianze nelle relazioni private. Quando, all'interno di questo rapporto, c'è un effetto patologico dei provvedimenti giudiziari, allora qui nasce un conflitto che non dovrebbe aversi, e noi siamo chiamati a risolvere, a dirimere questo conflitto. Il risultato fra libertà pubblica e libertà privata, è la libertà individuale, la libertà del cittadino, la libertà di muoversi e di agire secondo le regole e i principi che gli sono garantiti.

In verità, il problema di questo conflitto nasce certamente dall'ambivalenza delle innovazioni tecnologiche, Presidente. Se è vero che, da un lato, ciò è un fattore di progresso sociale ed economico, di crescita democratica, di emancipazione civile, dall'altro non può non vedersi come sia un fattore di involuzione illiberale e autoritaria. Certamente, deriva da qui il conflitto, che non dovremmo vedere, fra libertà di manifestazione del pensiero e le garanzie di riservatezza e di dignità, fra libertà di informazione e veridicità della notizia, fra libertà di espressione e il rifiuto del razzismo: sì, è qualcosa che, probabilmente, avremmo dovuto adoperare con estrema cautela anche qualche giorno fa, quando si discuteva di diritti sociali, di diritti civili, con il disegno di legge del collega Zan; questo non è stato fatto ed è stata un'occasione persa, l'ennesima occasione persa.

Il conflitto che deriva dall'innovazione è quello che passa fra l'efficienza e la discriminazione. Allora, come impedire la manipolazione dell'opinione pubblica? Quali controlli e quali garanzie senza degenerare in censura? Come impedire le molestie, le lesioni della riservatezza, la diffusione dell'odio e la deformazione del dibattito democratico? Come arginare le nuove forme di lesione della privacy? Contemporaneamente, poi, dobbiamo fare i conti anche con altri problemi: come evitare la crescente opacità dei poteri politici ed economici? Come scongiurare la crescita delle asimmetrie di potere e delle diseguaglianze determinate dall'uso o abuso di algoritmi predittivi? Allora, questo problema si scontra con una realtà: l'eterno conflitto fra i tempi rapidissimi dell'evoluzione tecnologica e quelli lentissimi della progettazione giuridica, della risposta istituzionale. La soluzione, come è stata trovata in altri Paesi dell'Unione europea, ci può essere, anzi è dietro l'angolo. Noi stavamo facendo un lavoro, stavamo seguendo un percorso; la Germania è arrivata prima di noi, con una sanzione penale, stabilendo il divieto di messaggi lesivi dei diritti umani. Questa misura - il divieto, la sanzione penale - non è soltanto a tutela della sicurezza e dell'immunità dalla diffamazione, ma è anche a tutela della libertà di manifestazione del pensiero, perché a tutti interessa che non ci sia violenza verbale.

Si arriva così al diritto penale, al problema, che noi cerchiamo di risolvere sempre attraverso la sanzione. Tuttavia, il diritto penale è il luogo del massimo conflitto fra autorità e libertà: si limitano le libertà di fatto per tutelare i diritti delle persone e degli interessi collettivi. Quando noi abbiamo a che fare con lo Stato liberale, lo Stato liberale non può prescindere dal nesso fra libertà e legalità, non può prescindere dalla separazione fra legislazione e giurisdizione, non può prescindere dalla separazione fra le libertà fondamentali e i limiti ai poteri pubblici. Tuttavia, non è nella nostra possibilità scegliere una forma diversa, un modello diverso, perché ciò è stato fatto dai Padri costituenti quando hanno stabilito, all'articolo 25 della Costituzione, il principio di legalità: legalità formale, legalità sostanziale, che sono le due anime dello Stato liberale. Garanzia della libertà per tutti quei comportamenti non vietati dalla legge e punizione dei comportamenti proibiti solo a seguito del corretto accertamento processuale. Noi abbiamo questo binario e, attraverso questa azione congiunta, si assicurano libertà e uguaglianza, evitando quel diritto penale dell'autore che noi, nel nostro sistema, non possiamo perseguire. Non è l'autore, ma il reato: è il fatto, e questo molte volte lo dimentichiamo e facciamo battaglie ideologiche fondate su ideologie che, fortunatamente, sono state messe alla porta cinquant'anni fa. I corollari della legalità formale, insisto, sono separazione fra giurisdizione e legislazione, separazione fra diritto e morale. Mi viene in mente, quando si è stabilita la divisione dei poteri, quello che Montesquieu diceva del potere giudiziario qualora fosse visto come potere punitivo, sanzionatorio: egli parlava di “terribile potere”. Noi abbiamo scelto una strada diversa: il nostro è uno Stato liberale, è uno Stato di diritto!

Allora, veniamo all'acquisizione dei tabulati. Noi abbiamo una sentenza della Corte di giustizia che ci ha dato due direttive. Presidente, diciamo che ci siamo adeguati in maniera molto raffazzonata, molto sintetica, rispetto alle due direttive. La prima l'abbiamo più o meno centrata, perché avevamo già un modello da seguire, cioè quello dell'articolo 266 (parlo delle intercettazioni). Ci vuole un'autorità giurisdizionale e la Corte parla di autorità terza ed imparziale: noi ce l'abbiamo, è il giudice e non può certamente essere il pubblico ministero!

Non c'entra nulla che ci siano profili diversi fra modello estone e modello italiano; non è quello il punto. Invece, dove abbiamo “toppato”, secondo me, è quando la sentenza ci dice che questo problema, la questione, riguarda e dovrebbe riguardare gravi forme di criminalità. Noi abbiamo stabilito il tetto dei reati a tre anni; lì si dice “gravi forme di criminalità”. Noi abbiamo parametrato le gravi forme di criminalità come se stessimo parlando di mandato di arresto europeo e questo nella relazione viene detto in maniera molto, molto chiara. L'obiettivo, certamente, è quello del bilanciamento fra le esigenze di indagine e la tutela della libertà personale. Il pubblico ministero perché non può essere terzo? Presidente, nel nostro sistema processuale c'è un articolo - l'articolo 358 - che ci dice che il pubblico ministero - sto concludendo - deve necessariamente trovare anche elementi a favore dell'indagato. Ma qui si parla di obiettività, che però non snatura la sua essenza, quella legata all'azione penale; allora, ci vuole il giudice terzo e imparziale.

Un passaggio sul trojan mi sia consentito, e qui chiudo davvero. Abbiamo cercato di migliorare qualcosa; alla fine non ci siamo riusciti. Ciò che più fa male a chi lavora all'interno delle Commissioni è vedere dall'altra parte il voto di astensione, perché non si ha il coraggio - come oggi in Commissione -, di dare oggi al Governo una direttiva importante sul trojan: basta abusi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Una premessa è doverosa alla dichiarazione di voto circa questo provvedimento. Voi avete posto per l'ennesima volta la questione di fiducia su un provvedimento che io vorrei far vedere plasticamente quanto è grande: sono 3 pagine, scritte anche abbastanza grandi; sono in tutto 6 articoli e gli emendamenti presentati dall'opposizione erano circa una decina. Allora, evidentemente c'è un ricorso al voto di fiducia e alla posizione della questione di fiducia da parte di questo Governo così frequente da fare, ancora una volta, una violenza a questo Parlamento e a ogni singolo parlamentare sul proprio diritto di esprimersi circa tematiche importanti e fondamentali che meriterebbero un dibattito molto più compiuto, quali, per esempio, in questo caso il tema della giustizia o il tema della proroga dei termini per il referendum. Voglio ricordare che la maggioranza più grande di sempre oggi festeggia la ventitreesima fiducia nel giro di 9 mesi, la ventitreesima! È una vergogna tutta italiana, tutta vostra, che è inammissibile, e richiamo i Presidenti di Camera e Senato su questa prassi che sta diventando veramente umiliante per i 2 rami del Parlamento, perché diventa sempre più un ricorso che impedisce un dibattito - lo ripeto - compiuto e fuori dai dettami costituzionali.

Lo voglio dire perché la fiducia è stata posta evidentemente per mettere insieme i cocci di questa maggioranza che per quanto ampia è altrettanto divisa e le sue divisioni, per quanto si siano volute nascondere, sono emerse, come, per esempio, nella giornata di ieri, che è stata una giornata paradossale. Grazie al lavoro di questa opposizione, grazie al lavoro di Fratelli d'Italia per ben due volte su due ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) questa maggioranza si è frantumata e altrettante volte si è divisa, come, per esempio, proprio sull'ordine del giorno che fa riferimento alla proroga dei termini sul referendum. Lo voglio dire - e lo dico ancora una volta - perché, per quanto cerchiate di nascondere la polvere sotto i tappeti, dovete stare attenti perché, per ogni volta che ponete la questione di fiducia qui e cercate di zittire qui le vostre divisioni, oltre che l'opposizione, perdete la fiducia fuori da questo palazzo, dove c'è il mondo reale che vi guarda e che giudica come state trattando le regole democratiche e l'Italia intera in questo momento delicato, dove invece bisognerebbe, per quanto possibile, cercare ampio consenso su temi fondamentali come quelli che stiamo andando a discutere.

Giustizia e referendum. È proprio sul tema della giustizia che vi siete divisi. L'ho detto prima: su 2 ordini del giorno, quelli del collega Maschio e della collega Varchi. Proprio sul tema delle intercettazioni avete cercato di sospendere l'Aula più volte - peraltro, me lo consenta Presidente, perché ieri lei presiedeva, anche attraverso una tecnica mai vista e precedenti mai citati all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - creando, questo sì, un precedente gravissimo di comportamento della Presidenza nei confronti di questa opposizione e delle opposizioni in generale, e sui temi delle intercettazioni vi siete divisi in 2 aree: quella che vorrebbe le intercettazioni per qualunque azione possibile e immaginabile e quella che, invece, le guarda in maniera un po' più garantista. Ebbene, anch'io ogni tanto mi chiedo quali sono i tabulati telefonici di miliardari cagnolini che ogni tanto si trovano nelle cucce di qualche parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), però poi torno a ragionare e credo che si debba trovare un equilibrio su temi così delicati, equilibrio che voi evidentemente - e peraltro siete gravati della responsabilità di governare - non trovate.

Poi c'è il secondo tema che vi ha diviso, che è quello della proroga dei termini sul referendum, che diventa sostanzialmente la proroga dei termini per un referendum, visto che voi le cose a persona o specifiche per determinati temi non le fate (per un referendum, uno solo, molto specifico, che è quello della cannabis). Allora, io in quest'Aula ne ho sentite veramente di ogni. Ho sentito richiamare le norme precedenti. È vero: questa è una proroga sulla proroga sulla proroga. Tuttavia, le precedenti 2 proroghe - ci dimentichiamo - avvenivano dopo un lockdown, avvenivano dopo che per la prima volta venivano spostate le elezioni amministrative, avvenivano in una situazione di emergenza reale e non avvenivano invece, come sta succedendo in questo frangente, in una situazione di gestione della pandemia. Quindi, siamo davanti a 2 scenari completamente diversi. Peccato che voi siete gli stessi che vorrebbero prorogare e prorogare qualunque cosa e, così come volete prorogare e continuare a prorogare lo stato di emergenza, che è una cosa assurda, voi vorreste prorogare all'infinito qualunque regola, cambiando, però, le regole del gioco democratico, facendo passare attraverso atti eccezionali norme che invece dovrebbero passare, se si vuole, attraverso le normali procedure legislative. Quindi, avete fatto ricorso a un atto del Governo per impedire al Parlamento, ancora una volta, di esprimersi su una materia così delicata.

Poi ho sentito un'altra critica: non volete - e questa l'ho sentita dal MoVimento 5 Stelle - far esprimere i cittadini. Guardate, cari amici del MoVimento 5 Stelle, gli unici che non vogliono far esprimere i cittadini siete voi, che avete cambiato banderuola mille volte pur di non far ricorrere i cittadini al voto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi le urne le rispettiamo sempre, anche quando si tratta di un referendum come questo. Però, non andiamo a dire balle e il non andare a dire balle arriva ai quesiti, perché si è arrivati addirittura a discutere dei quesiti. Ora io non so se qualche parlamentare, a cui ho sentito citare i quesiti, li ha letti sullo “Strafatto Quotidiano” anziché sui giornali normali, ma io ho sentito tante bugie. Ho sentito dire che questo è un referendum per permettere la liberalizzazione della cannabis. Ma cosa state dicendo? Basta leggere i quesiti, non sullo “Strafatto Quotidiano” ma sui giornali normali, anche su il Fatto Quotidiano, persino su il Fatto Quotidiano, e noi leggeremo i quesiti così come sono stati depositati. I quesiti dicono: di modificare il testo unico all'articolo 73, comma 1, e di togliere quindi - primo quesito - la parola “coltiva” rispetto a tutte le sostanze stupefacenti, cocaina compresa, cocaina compresa! Poi si dice, al quesito n. 2, di togliere le parole: “reclusione da 2 a 6 anni” mantenendo la multa, il che significa, visto che per ottenere questo referendum voi spacciate bugie ai più giovani, che non è consentito andare a comprare la marijuana in una maniera tranquilla, nei negozietti. Vuol dire semplicemente che gli spacciatori…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …non avranno più alcun tipo di pena e voi questo referendum, che spacciate come referendum di legalizzazione della cannabis, lo state trasformando nella depenalizzazione di reati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per chi è uno spacciatore professionista, legato alla criminalità organizzata, legato alle mafie…

PRESIDENTE. Deve concludere.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …legato a chi su queste sostanze lucra quotidianamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora…

PRESIDENTE. Grazie collega, ha esaurito il suo tempo.

Ha chiesto di parlare la deputata Matilde Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie Presidente. Colleghi, sottosegretari Sisto, sottosegretario Bergamini, Forza Italia voterà a favore di questo decreto e riconosce al Governo il merito di essere intervenuto in maniera tempestiva per adeguare il nostro ordinamento alla sentenza della Corte di giustizia europea che ha fissato principi importantissimi relativamente alla privacy, al contenimento degli strumenti di indagine. Il primo di questi principi, che il Governo recepisce in questo decreto, è quello secondo il quale la violazione della privacy e la compressione del diritto alla riservatezza possono essere giustificate soltanto dal perseguimento di gravi reati, dalla lotta a gravi forme di criminalità e dalla prevenzione di gravi minacce per la sicurezza pubblica. Quindi, da oggi, i tabulati telefonici potranno essere acquisiti per indagini sui reati con pena massima non inferiore a tre anni. Il secondo principio che il Governo recepisce, fissato dalla Corte, è quello per cui l'autorizzazione all'acquisizione dei tabulati non potrà avvenire solo su richiesta del pubblico ministero, ma sarà necessario il vaglio del giudice, ovvero il decreto motivato del giudice per le indagini preliminari: questo perché, colleghi? Perché il pubblico ministero rappresenta una parte del processo - rappresenta l'accusa - e non è un soggetto terzo e imparziale rispetto all'imputato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo principio, però, sottosegretario, apre ad altri interrogativi, che hanno la loro compiuta risposta nella necessità di riformare il sistema attraverso la separazione delle carriere, per garantire l'indipendenza della magistratura giudicante da quella inquirente e dare maggior forza a questo principio che la Corte di giustizia europea ha fissato. Si è dibattuto su questo tema per tanti anni e questa riforma è stata rinviata a data da destinarsi; fortunatamente adesso sarà oggetto di uno dei sei quesiti referendari sulla giustizia avanzati dai nove consigli regionali, che sono stati accolti dalla Cassazione e su questo si esprimerà il popolo. Noi siamo assolutamente convinti che sia necessario intervenire per separare le carriere della magistratura giudicante e di quella inquirente per garantire l'indipendenza della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Poi c'è un terzo principio, che però, sottosegretario, è stato trascurato dal Governo in questa fase ed è quello secondo cui prima si individua il reato e poi si acquisiscono i dati; prima il reato e poi si ricerca la prova. Questo principio interagisce inevitabilmente con la disciplina sul captatore informatico, il cosiddetto trojan, attraverso il quale si possono utilizzare le intercettazioni a strascico.

Come funziona il trojan? Il trojan è un virus che viene inoculato nei dispositivi elettronici attraverso la trasmissione di mail o di messaggi e, una volta infettato il dispositivo elettronico, registra h24, ovviamente captando le informazioni sensibili, ma registrando tutte le conversazioni che il microfono del dispositivo elettronico ascolta e captando anche le immagini che la fotocamera inquadra. Quindi, colleghi, qual è l'aspetto inquietante? Persone che non hanno nulla a che vedere con le indagini e che si trovano a contatto con quel dispositivo possono essere destinatarie di intercettazioni e finire nel “Grande Fratello” delle procure. Per questo, interpretando autenticamente i principi che la Corte di giustizia europea ha fissato, Forza Italia ha deciso di presentare emendamenti sul trojan, sapendo, sottosegretario, che si sarebbe trattato di un tema estremamente divisivo per questa maggioranza.

Abbiamo presentato emendamenti per limitare l'utilizzo del trojan ai reati minori, perché l'assurdo di questo Paese è che il precedente Governo, con il Ministro Bonafede, ha esteso l'utilizzo di questo dispositivo, di questo captatore informatico, anche ai reati di minore gravità. Noi siamo assolutamente convinti che questo strumento vada utilizzato per combattere e reprimere i reati di mafia e terrorismo, ma non riusciamo a capire come, in un Paese normale, i reati di mafia e terrorismo possano essere equiparati a quelli contro la pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, abbiamo presentato questi emendamenti per delimitare il campo, per limitare l'utilizzo del trojan ai reati meno gravi. Al riguardo, abbiamo incontrato naturalmente una fortissima resistenza ideologica da parte del MoVimento 5 Stelle, che ha nel trojan la sua bandiera più identitaria. È stato necessario l'intervento di mediazione del sottosegretario Sisto e della Ministra Cartabia, che ha riformulato un mio emendamento, il quale restringe i presupposti autorizzativi dell'utilizzo del trojan ai reati minori; questo per noi è un grande traguardo.

L'evento bizzarro, però, colleghi, è che, subito dopo, abbiamo letto dichiarazioni dei colleghi del MoVimento 5 Stelle che denunciavano un blitz sul trojan, che hanno sventato, rilanciati dalla “Pravda” del Movimento, cioè il Fatto Quotidiano. Questo ci ha fatto anche sorridere, perché abbiamo ritenuto tale reazione piuttosto infantile, anche perché, colleghi, qual è la verità? La verità è che è stato compiuto un altro passo in avanti verso la giusta direzione ed è la prima volta, dopo anni, che si approva una norma in chiave garantista sul trojan (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Purtroppo, colleghi del MoVimento 5 Stelle, non vi rendete conto che tutta la legislazione promossa da questo Governo ha ad oggetto la correzione dei disastri che avete fatto sulla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Prova ne è la cancellazione della riforma sulla prescrizione del Ministro Bonafede, prova ne è il recepimento della direttiva sulla presunzione di innocenza, prova ne è questo decreto che vuole regolamentare i tabulati.

Certo, colleghi del centrodestra, di Italia Viva, a noi che abbiamo una visione garantista del sistema ci sembra sempre troppo poco. Alle persone che rappresentiamo, alle vittime della malagiustizia, a quelli che si sono visti la vita rovinata dagli errori giudiziari, a quelli che vorrebbero che i giudici pagassero i loro errori, come tutti i cittadini in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), a queste persone che noi rappresentiamo sembra sempre troppo poco! Ma non è troppo poco in questo contesto, perché, ragionevolmente, questo Governo, che è nato per traghettare il Paese fuori dalla crisi sanitaria, ha al suo interno il motore, che siamo noi del centrodestra, che lavoriamo in una direzione di civiltà, ma ha anche al suo interno il freno a mano dei distruttori che non hanno nemmeno l'umiltà di avere un atteggiamento, un ravvedimento operoso per concorrere alla correzione dei loro errori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Loro consentono che tutto quello che hanno fatto sia piano piano cancellato e, nel frattempo, festeggiano, ma forse non si sono resi conto che il Ministro della Giustizia non si chiama più Bonafede ma Cartabia! Quindi, riteniamo ragionevolmente che tutto ciò non sia troppo poco in questa cornice. Sappiamo, però, che serve ancora tanto lavoro, tantissimo lavoro, perché purtroppo, in questo Paese, anche prima del Movimento 5 Stelle, è stata promossa una legislazione troppo asservita alle procure; perché forse non era politicamente corretto lavorare per rafforzare le garanzie che il processo dovrebbe assicurare. Quindi, sono stati immessi nel nostro ordinamento - e anche nella nostra vita - elementi di imbarbarimento che hanno alimentato la gogna mediatica, che hanno sfregiato la privacy; prova ne è ciò che sta accadendo in questi giorni all'ex Premier Matteo Renzi, il quale si è visto pubblicare sulle prime pagine dei giornali i suoi conti correnti personali e le sue e-mail private (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Come ha ben detto il nostro coordinatore nazionale, Antonio Tajani, non si tratta più nemmeno di garantismo: qui si tratta di civiltà giuridica perché stiamo superando ogni limite (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Quindi, colleghi, sottosegretario, sappiamo che la salita è ancora irta, però noi rassicuriamo il Governo perché noi, in questa salita, saremo il motore e saremo più forti del freno a mano dei distruttori. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Fausto Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Grazie, signora Presidente. Io vorrei, come gli altri miei colleghi, partire da una premessa che ha a che fare con la posizione della questione di fiducia, cercando di introdurre, però, su questo, un elemento di verità. Noi non abbiamo assistito a una discussione coartata, noi abbiamo sviluppato un confronto molto serrato in Commissione, un confronto che ha impegnato ore, lavoro, fatica di mediazione e di ricerca di un punto di approdo condiviso all'interno della maggioranza, con un occhio anche alle istanze sollevate dall'opposizione. E se la posizione della questione di fiducia c'è stata, c'è stata perché questo Parlamento ha ancora insoluto davanti a sé il nodo di un bicameralismo estremamente macchinoso, che non consente uno sviluppo adeguato del processo legislativo.

E c'è una seconda cosa da dire rispetto soprattutto allo spirito di quest'ultima parte della discussione, ossia quella che si è sviluppata in Aula. Io ho la sensazione che alcuni nostri colleghi rischino di partecipare a questa discussione, a questo confronto, con lo spirito di cui Churchill accusava gli italiani durante la Seconda guerra mondiale, cioè quello di partecipare alle partite di calcio come si partecipa alle guerre e alle guerre come si partecipa alle partite di calcio, non perché ovviamente il decreto in oggetto sia una partita di calcio, ma perché nasce per rispondere ad alcune, precise esigenze, e cioè quella di recepire una sentenza della Corte di giustizia europea e quella di difendere il valore della firma di alcune centinaia di migliaia di italiani che hanno promosso un referendum, hanno firmato per un referendum e hanno diritto di vedere gli italiani tutti chiamati a pronunciarsi sul quesito che loro hanno deciso legittimamente di porre.

Voglio sottolineare questo elemento perché, come dire, vedo un rischio. Premettendo che siamo, almeno per quello che riguarda la nostra forza politica, perfettamente d'accordo sulla necessità di trovare un equilibrio nella giustizia italiana, ripristinare l'equilibrio nello Stato di diritto, normare con più attenzione e con più precisione l'utilizzo di intercettazioni, tabulati telefonici, intercettatori informatici, trojan, possiamo dire a voce alta di essere consapevoli della necessità di affrontare questo problema, non solo sulla scorta dei fatti di cronaca, che non ci dovrebbero servire, ci dovrebbero bastare 20 anni di distorsioni continue della giustizia italiana e del suo rapporto con i media, in questo Paese. Attenzione, però: per fare questo, il metodo non è inserire norme in un decreto che è fatto per altro, che ha una portata estremamente limitata, che sfugge per necessità all'ampiezza e al respiro che sono necessari per affrontare il tema dell'equilibrio del nostro Stato di diritto. Attenzione, perché praticare un metodo massimalista su questo, che non tiene conto della natura di questa maggioranza politica, di questa maggioranza parlamentare, che non tiene conto del passo in avanti, faticoso, che è stato fatto con questo provvedimento, significa rischiare di mandare al macero una battaglia, che, invece, è importante ed è importante per tutti, e va sopra – sopra - l'interesse speculativo di parte, sopra la necessità di marcare una posizione politica, sopra la necessità di prendere una posizione comprensibile, giusta e condivisibile su fatti di cronaca. Non è con questo metodo che si fanno le buone leggi, non è con questo metodo che si rimette in equilibrio il nostro Stato di diritto.

Noi, da questo punto di vista, siamo soddisfatti della mediazione, del lavoro che è stato fatto. Sappiamo che è un primo passo, che ovviamente non soddisfa la necessità di una revisione più approfondita, ma lo consideriamo un risultato importante da difendere e da sbandierare.

In secondo luogo, ho sentito, nel corso di questa discussione, una forte preoccupazione rispetto al merito del referendum sulla cannabis, che è l'oggetto della proroga di questo decreto. Se questo Parlamento avesse voluto pronunciarsi nel merito, avrebbe avuto tutti gli strumenti. Siamo legislatori, il nostro compito è legiferare. Ci troviamo, però, di fronte a un'altra circostanza, ossia al rischio che le centinaia di migliaia di firme che sono state raccolte dal comitato promotore venissero invalidate, cestinate, per un problema di carattere tecnico-amministrativo, legato al rilascio dei certificati elettorali. Io credo che, rispetto a questo, sia stato giusto e a difesa di un rapporto sano tra le istituzioni e i cittadini offrire una proroga al comitato promotore, e permettere a questo referendum di vedere la luce, creare le condizioni perché questo referendum possa vedere la luce. Non è nostro compito, adesso, entrare nel merito di un referendum che poi vedrà svilupparsi il normale dibattito tra sostenitori del “sì” e sostenitori del “no”. Quella che, invece, dovrebbe essere la nostra preoccupazione e su cui dovremmo esercitarci con maggiore intelligenza e con maggiore responsabilità, è fare attenzione a che lo strumento referendario resti, e continui a restare fedele, allo spirito della Costituzione, ossia venga utilizzato per abrogare leggi e non farne di nuove, perché questo è il vero problema che noi abbiamo, il vero tema irrisolto che noi abbiamo rispetto all'uso e all'eventuale abuso dello strumento referendario.

Per queste ragioni, noi ovviamente voteremo a favore nel voto che si svolgerà tra poco, esprimendo soddisfazione piena per il lavoro che è stato fatto, sia in Commissione, che in Aula, e dando atto al Governo di avere, con fatica, cercato di tenere in piedi una mediazione nella quale noi ci riconosciamo appieno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Colleghe, colleghi, secondo noi della Lega, invece, oggi, in queste giornate, si è persa proprio una grande occasione, che era l'occasione di discutere del vero punto politico di questo provvedimento - accanto naturalmente alla nobile, giusta e legittima discussione sul trojan, anzi, in particolare, sull'acquisizione dei tabulati telefonici e della sentenza della Corte di giustizia europea sul recepimento - che è l'articolo 3 di questo provvedimento: la proroga riferita al referendum sulla cannabis. È un punto politico per la Lega. La Lega si è spesa nella discussione in Commissione, la Lega ne ha chiesto la soppressione, i Ministri della Lega non hanno dato il via libera a questo articolo in Consiglio dei Ministri. E perché bisognava discuterne? Perché si è persa un'occasione? Perché questo tema pone delle valutazioni di metodo, di merito e anche valoriali. Arriviamo al metodo… Scusate, colleghe, perdonate… se possibile, Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi.

LAURA RAVETTO (LEGA). Arrivo al metodo. C'è da chiedersi quale tipo di legittimità sia propria di un decreto-legge che disciplini il cuore della legislazione elettorale e non già semplici regole elettorali di contorno. Risulta evidente che tale materia dovrebbe essere demandata alla sede parlamentare, così evitando che gli Esecutivi entrino a gamba tesa nella competizione referendaria. Il rischio, infatti, è quello della creazione di un pericoloso vulnus giuridico, che faccia apparire l'Esecutivo non più terzo, non più neutro, rispetto a posizioni di parte che compongono il naturale confronto politico-parlamentare.

Esiste, poi, un generale divieto di intervento del decreto-legge in materia elettorale: su questo l'articolo 72 della Costituzione è chiaro e l'articolo 15 della legge del 23 agosto 1988, n. 400, riprende l'articolo 72. E che cos'è l'istituto del referendum, se non la massima espressione della democrazia elettorale?

La materia referendaria, quale manifestazione diretta della volontà popolare, dovrebbe, a nostro avviso, ritenersi equiparata a quella puramente elettorale. La Corte costituzionale, infatti, ha ritenuto legittimo, sì, l'utilizzo del decreto-legge, ma per semplici regole procedurali di contorno - penso a quando abbiamo convertito il “decreto-legge Elezioni-bis, che però dava regole di distanziamento tra i votanti in tema di COVID -, ma non certo per disciplinare il cuore della legislazione in materia referendaria.

Poi, c'è un aspetto giuridico, che si intreccia anche a un aspetto politico. Sappiamo tutti che, nel quadro delle fonti, il decreto-legge è un provvedimento provvisorio, adottato in presenza di presupposti straordinari. E, allora, colleghi, quali condizioni di straordinarietà, necessità e urgenza richiedevano che il Governo si facesse carico di promuovere la campagna referendaria di una parte politica su un tema tanto divisivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Che il Governo adotti, sotto la propria responsabilità, la materia referendaria può fare insorgere il dubbio. Noi sappiamo che non è così, ma vi è il dubbio che il Governo stesso condivida le ragioni del Comitato promotore, che le abbia fatte proprie, che appoggi e promuova il merito del quesito. È stato detto, anche nella giornata di ieri: ma la Lega ha usufruito di una proroga per la raccolta delle firme del referendum! Non dimentichiamocelo, colleghi: anche il MoVimento 5 Stelle. Sì, è vero, e, infatti, noi oggi non siamo a pontificare contro le proroghe; ne capiamo l'esigenza, ma siamo contrari alla modalità con cui questa proroga è stata imposta. Non regge l'argomento della disparità, della discriminazione tra referendum, perché, da un lato, rispetto alla proroga per gli altri referendum, va considerato il contesto sociale estremamente differente: le altre proroghe erano state rese necessarie per la grave situazione di emergenza epidemiologica, che imponeva ancora molte restrizioni ai contatti sociali e alle manifestazioni (i gazebo, le riunioni, la campagna porta a porta); durante la campagna per il referendum sulla cannabis, invece, la situazione è decisamente migliorata e, conseguentemente, le possibilità di attività territoriali per la raccolta di firme sono risultate assolutamente agevolate. Tra l'altro, a questo giro, i promotori hanno potuto pienamente usufruire dell'opzione della raccolta delle firme digitali. Ce lo ricordiamo? L'emendamento Magi, inserito durante la conversione del decreto-legge n. 77 del 2021, è stato approvato all'unanimità, colleghi. Noi avevamo mosso delle perplessità; ci avete convinto, l'abbiamo votato, ma non è che oggi si possa, collega Raciti, strumentalizzare questa modalità e dire che le firme sono troppe, sono arrivate in massa, i comuni non ce la fanno, trasformandola in un alibi per indurre il Governo ad alterare le regole della competizione referendaria!

Ma, poi - non nascondiamoci -, c'è anche un tema di merito. Non sono d'accordo con chi dice che non ne dobbiamo discutere: questo Parlamento deve proprio discutere di valori! La Lega è contraria anche nel merito a questi quesiti referendari! Naturalmente, siamo rispettosi della dinamica parlamentare, per cui faremo valere le ragioni durante la campagna referendaria, ma non ci possiamo esimere, colleghi, facendo finta di niente, dallo spendere due parole oggi in questa sede. Abbiamo ben compreso qual è l'intento del Comitato promotore in merito a questi referendum: spostare la discussione, fuorviarla sulla liberalizzazione della cannabis, sulla liberalizzazione delle droghe leggere. Badate bene, colleghi, se questo fosse stato il tema, non è che la Lega non avrebbe avuto nulla da dire: per noi l'affermazione principe, liberalizziamo le droghe leggere così smantelliamo il narcotraffico dei criminali, vale quanto l'assurda frase: liberalizziamo tutti i furti, così facciamo sparire i ladri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Però, non è di questo che si dovrà discutere nella campagna referendaria, non di liberalizzazioni, non di coffee shop, non di turisti dello stupefacente, non di costi sanitari per lo Stato ospitante. No! Perché, anche se i promotori lo chiamano referendum “cannabis legale”, che è un titolo - lasciatemi dire - a dir poco fuorviante, i quesiti proposti non legalizzano le droghe leggere, fanno una cosa ancor più pericolosa: rendono praticamente impuniti gli spacciatori! Perché, eliminando la pena detentiva e trasformandola in multa, di fatto, trasformano un sistema punitivo serio in un divieto di sosta. Ce lo vogliamo dire? Un divieto di sosta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E non conoscendo l'intervento abrogativo, limiti di quantità, di percentuale, di principio attivo e di età dell'acquirente, se passasse questo principio, nel nostro Paese uno spacciatore potrebbe cedere a un minore un chilogrammo di spinello con il 30 per cento di THC ed essere condannato, se tutto gli va male, a pagare 5 mila euro!

Voi pensate che degli spacciatori legati alla criminalità organizzata non si assumerebbero un simile rischio? E che dire della prima e della terza parte del quesito? Quella sì che depenalizza la coltivazione e non solo delle droghe leggere: no, di tutte le droghe! Fatemi capire, voi avete in mente un Paese dove si getta la tentazione nei proprietari di appezzamenti di terreno di renderli più remunerativi, passando dalla coltivazione del pomodoro alla coltivazione del papavero da oppio o passando dalla coltivazione del basilico alla coltivazione del funghetto allucinogeno? È questa la vostra visione di società? Allora, per noi, questa è un'inversione di marcia dei valori di uno Stato. Per noi, questa è la promozione della cultura di decadenza della società, cui la Lega si oppone fermamente, perché una società che promuove lo spaccio è una società senza futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, colleghi, abbiamo perso un'occasione, l'occasione di parlare di questo, di parlare di valori. Abbiamo perso l'occasione di ribadire, anche al Governo, che queste materie sono prerogativa parlamentare. Abbiamo perso l'occasione, come deputati, di accogliere l'ordine del giorno del collega Iezzi e dimostrare che, almeno in questa sede, siamo trasparenti: facciamo il test antidroga! No, neanche questo. Abbiamo perso l'occasione di migliorare un provvedimento, che va certo convertito e a cui non faremo mancare il nostro voto, perché c'è la parte sui tabulati, perché c'è la proroga per l'assegno unico per i figli a carico, ma auspichiamo che un simile precedente, in cui il Governo da arbitro scende in campo come giocatore della partita elettorale e in cui il Parlamento viene silenziato sulla visione di società, sia un precedente mai più da percorrere e presto dimenticato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie Presidente. Colleghi deputate e deputati, il decreto in esame contiene aspetti di varia natura, tutti però di estrema importanza. Un punto del provvedimento, su cui il MoVimento 5 Stelle si è speso molto, è la previsione all'articolo 3, ossia la proroga di un mese per la raccolta delle sottoscrizioni referendarie, con conseguente differimento del termine per il deposito delle stesse presso la Corte di cassazione al 31 ottobre 2021, e la proroga di un mese degli altri termini previsti per la verifica delle irregolarità delle sottoscrizioni e di ammissibilità del quesito referendario. Riteniamo che tali proroghe siano doverose, perché, da un lato, andiamo a tutelare l'istituto della democrazia diretta attraverso il referendum e, dall'altro lato, andiamo a sanare tutti quegli episodi di ritardo che abbiamo visto nelle pubbliche amministrazioni. Quindi, è un provvedimento che va anche a supportare i comuni, perché tanti comuni hanno avuto la concomitanza delle elezioni amministrative, tanti comuni hanno avuto anche ritardi dovuti alla crisi pandemica che stiamo ancora vivendo. Quindi, questi ritardi non possono ricadere sui cittadini, non possono ricadere sui promotori, che con fatica hanno raccolto queste firme e hanno portato avanti queste battaglie. Nonostante l'intento nobile, però, ci sono stati emendamenti di Lega e di Fratelli d'Italia che andavano invece ad eliminare la proroga e, quindi, ad ostacolare un diritto costituzionalmente garantito da parte di tutti i cittadini, che attraverso il referendum, attraverso la democrazia diretta, portano avanti determinate tematiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tali emendamenti sono stati rivolti a ostacolare il referendum sulla cannabis principalmente. Cari colleghi, qua dobbiamo fare una riflessione tutti. Noi possiamo decidere di appoggiare o meno un referendum, di essere d'accordo o meno a istanze che vengono portate, ma noi, da parlamentari, non possiamo in alcun modo con nostri provvedimenti cercare di ostacolare un diritto costituzionalmente garantito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qui non c'è in campo la cannabis: qui c'è un diritto costituzionale. Io stesso non appoggio e non condivido le scelte che avete fatto con i radicali del referendum sulla giustizia, ma non mi sognerei mai di cercare di ostacolare tutti quei cittadini che si impegnano a raccogliere le firme: la democrazia diretta è un valore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Tra gli altri articoli, vi è l'articolo 1, che prevede la regolamentazione dei tabulati telefonici, in particolare vi è la possibilità di acquisire i dati relativi al traffico telefonico e telematico per fini di indagine penale, nel rispetto dei principi enunciati dalla Corte di giustizia dell'Unione Europea, circoscrivendo le attività di acquisizione ai procedimenti penali, aventi ad oggetto forme gravi di criminalità, e garantendo che tali attività siano soggette al controllo dell'autorità giurisdizionale. Anche su questo punto abbiamo visto emendamenti di altre forze politiche che - sfruttando la tematica della regolamentazione dei tabulati telefonici - hanno cercato di inserire un altro tema che nulla c'entrava con i tabulati telefonici, quello del trojan, un vero e proprio blitz che noi abbiamo sventato in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E ci siamo riusciti anche con l'intervento, deciso e decisivo, della Ministra Marta Cartabia, la quale, indipendentemente dal tema, ha affermato esplicitamente che quella non era la sede opportuna per trattare di questa tematica. Cari colleghi, lealtà! Non possiamo in ogni provvedimento inserire tematiche che nulla c'entrano, solamente per svilire determinati istituti che sono importantissimi per la lotta al crimine. Questa prassi deve finire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! L'emendamento di Forza Italia andava - diciamo - a restringere l'applicazione del trojan per reati che oggi sono “di seconda fascia”: non sono quelli di terrorismo, non sono quelli della criminalità organizzata, ma sono appunto reati “di seconda fascia”. Si potrebbe dire: vabbè, se sono “di seconda fascia”, perché allora non rendere più stringente l'applicazione del trojan? Però andiamo a vedere quali sono questi reati. Si tratta di reati ambientali, di alcuni reati sessuali, di reati riguardanti lo spaccio e il traffico di stupefacenti, seppur non in forma organizzata – noto che la posizione della Lega anche a questo proposito è cambiata -, di reati violenti, quali rapina, omicidio o estorsione: questi sono tutti reati, comunque sia, di allarme sociale. Il trojan si è rivelato uno strumento importantissimo proprio perché mobile, va a seguire la persona che, comunque sia, è indiziata di aver commesso gravi reati; è uno strumento importantissimo proprio per la lotta alla criminalità organizzata, per la lotta contro reati per i quali è difficile accertare la prova. Se fosse passato l'emendamento di Forza Italia, al soggetto intercettato, nel dubbio, sarebbe quindi bastato cambiare spesso luogo, per rendere inutilizzabili le registrazioni effettuate tramite il captatore informatico, vanificando tutta l'attività di indagine portata avanti tramite questo strumento. Voglio ricordare a tutti che, già oggi, l'intercettazione tramite captatore informatico è sottoposta a una serie di rigidi paletti e garanzie, anche ulteriori rispetto a quelli previsti per le classiche intercettazioni, proprio per la sua invasività e voglio ricordare che gli ultimi sono stati proprio introdotti con il “decreto Intercettazioni” del nostro Ministro Alfonso Bonafede (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ha modificato – e, in parte, ha confermato - la “legge Orlando” sulle intercettazioni, restringendo ancora di più determinati profili.

Secondo noi, quindi, il trojan va migliorato e potenziato. Bisogna dotare la nostra giustizia, i nostri operatori di giustizia di mezzi idonei per poter contrastare il crimine, bisogna dotarli di strumenti idonei, perché il mondo va avanti, vi è un'evoluzione tecnologica - oggi abbiamo la smaterializzazione dei documenti, oggi abbiamo i traffici telematici - e non possiamo mandare in giro i nostri operatori con strumenti che, sì e no, potevano andare bene 30 anni fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il mondo è cambiato, il crimine è cambiato, si è evoluto; il contrasto al crimine si fa dando mezzi idonei ai nostri operatori di giustizia.

Voglio dire che - come ha affermato il nostro presidente, Giuseppe Conte - noi saremo sempre leali al Governo presieduto da Mario Draghi e, quando noteremo qualcosa che non ci va e qualche questione che dobbiamo sollevare, andremo direttamente dal Ministro competente o andremo direttamente da Mario Draghi, se è necessario, a far valere le nostre ragioni, a discutere e a trovare una soluzione. Non cercheremo mai, con subdole proposte emendative, di modificare qualcosa: questo, da parte nostra, non ci sarà mai; ci sarà sempre lealtà e correttezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E voglio dire che la nostra posizione sulla giustizia, il nostro essere in questa maggioranza e in questo Governo, si può sintetizzare in questo concetto: per noi, restano fermi i paletti di garanzia della riservatezza dei cittadini - è sacrosanto, senza ombra di dubbio -, ma che nessuno si sogni che permetteremo mai di riportare le lancette dell'orologio indietro nel tempo, in quel tempo in cui si voleva impedire alla giustizia di intercettare coloro che, tramite atti criminali, volevano impoverire il Paese e il futuro delle prossime generazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ed è per queste ragioni, per la tutela della democrazia diretta e per l'interesse dei cittadini di vedere assicurata la legalità nel nostro Paese, che dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per un breve ringraziamento, il relatore Stefano Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI, Relatore. Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare tutti, ma soprattutto i colleghi e gli uffici della I Commissione, perché l'esame in sede referente è stato ben approfondito e ha dato modo di presentare a tutti le proprie posizioni su due punti chiave del provvedimento, sul seguito da dare alla sentenza della Corte di giustizia e sulla tutela da dare ai cittadini, per il referendum. Un grazie anche al Ministro Cartabia, che ha ben delimitato l'oggetto, chiarendo che non si poteva affrontare qui in maniera organica la questione del trojan, che sarà oggetto di altri provvedimenti.

(Coordinamento formale - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3298-A: "Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1221 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011 (Approvato dal Senato) (A.C. 2656​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2656: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011.

Ricordo che nella seduta del 25 ottobre si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 2656​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2656​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente, soltanto per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 11,43)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Presidente, come Coraggio Italia siamo favorevoli. Ho ripreso già la volta scorsa che queste ratifiche arrivano molto spesso con degli anni arretrati. Credo che sia necessario un attimo capire che far passare il 2017, il 2018 e il 2019 sia un pochino esagerato. Chiediamo di accelerare, sarebbe la cosa migliore.

PRESIDENTE. Grazie, provvederemo in mattinata. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente, solo per ribadire il voto favorevole del gruppo di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Consegno la dichiarazione di voto e dichiaro il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente, solo per esprimere il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente, per esprimere anche io il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente, per esprimere il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2656​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2656: S. 1221 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017 (A.C. 2746-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2746-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sudafrica sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017.

Ricordo che nella seduta del 25 ottobre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2746-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Metteremo a verbale che il collega Giovanni Russo stava votando.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2746-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, soltanto per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Confermo il voto favorevole di Coraggio Italia, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perego Di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Forza Italia vota a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole anche del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per dire che questo Accordo, che prevede la cooperazione in materia di difesa tra il nostro Paese e il Sudafrica, è certamente un'opportunità anche per la nostra industria nel settore militare; ma, al contempo, non si può fare finta di niente rispetto alla grave situazione di crisi economica e anche di sicurezza che sta vivendo il Sudafrica.

Il 10 luglio scorso è stato arrestato l'ex Presidente Zuma, ci sono stati terribili scontri, più di 2.000 arresti e c'è una gravissima situazione di continui attacchi nei confronti, in particolar modo, delle fattorie gestite da cittadini bianchi che si trovano a dover spesso anche scappare da questo Paese, perché ormai sono continuamente perseguitati e attaccati.

È una situazione di grave scontro etnico e, purtroppo, di grande divisione che preoccupa molto; quindi, l'opportunità di collaborare con il Sudafrica sicuramente c'è, bisogna cercare di collaborare per la stabilità del continente africano, ma, al contempo, non si può far finta di niente di fronte a una tragedia che sta vivendo questo Paese e che è molto preoccupante.

Quindi, come gruppo Lega-Salvini Premier voteremo a favore, pur con le considerazioni che ho fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Colleghi, un attimo, stiamo facendo una verifica. Risulta che abbiamo fatto una votazione, la n. 16, ultronea; ne prendiamo atto.

(Coordinamento formale - A.C. 2746-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2746-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2746-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019 (A.C. 2823-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2823-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019.

Ricordo che nella seduta del 25 ottobre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A) che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2823-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2823-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, per esprimere il voto favorevole del mio gruppo su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Consegno la mia dichiarazione di voto, annunciando il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Presidente, esprimo anche io, a nome del Partito Democratico, il voto favorevole per la ratifica e l'esecuzione dell'accordo in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Presidente, due parole devo proprio dirle su questo Accordo quadro di collaborazione bilaterale tra Italia e Argentina, perché riveste una particolare rilevanza e importanza che non è giusto non sottolineare.

Questo Accordo, proprio nei giorni della COP26 darà nuovo impulso all'attività nel settore spaziale delle due Nazioni, con un'eccellenza unica, qual è il SIASGE, che è un sistema italo-argentino di osservazione della Terra che serve a gestire e prevenire proprio quelle catastrofi ambientali di cui, oggi, tanto si parla. Ha anche enormi ricadute commerciali, riguarda l'innovazione tecnologica, la ricerca e la cooperazione industriale e, quindi, noi lo sosterremo con forza e, come Lega, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Anche io ho poche battute, prima di preannunciare il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle, in quanto il settore spaziale sta assumendo, anche e soprattutto sotto il profilo della rilevanza geopolitica, un'importanza strategica. Anche sotto questo punto di vista, questo accordo di ratifica va in quella direzione. Pertanto, annuncio il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2823-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2823-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2823-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020 (A.C. 2824-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2824-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020.

Ricordo che nella seduta del 25 ottobre si è conclusa la discussione generale.

Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2824-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

L'onorevole Fogliani non riesce a votare? Ha votato. Nel voto precedente, l'onorevole Fogliani non è riuscito a votare nonostante i ripetuti tentativi di farlo. Resterà a verbale.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2824-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Prendo la parola solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perego Di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Ricordo solo che a Gibuti è presente la prima base militare cinese fuori dai confini nazionali, per cui reputo questo Accordo fra l'Italia e la Repubblica di Gibuti molto importante e annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Annuncio anch'io il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Snider. Ne ha facoltà.

SILVANA SNIDER (LEGA). Annunciando il voto favorevole del gruppo Lega, faccio notare anch'io l'importanza di questo Trattato, vista la posizione geografica e l'esistenza di una base militare nazionale che rende particolarmente importante questo Accordo e l'oggettiva rilevanza di Gibuti, visto che lì anche la Repubblica popolare cinese ha un suo punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2824-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2824-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2824-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1222 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017 (Approvato dal Senato) (A.C. 2858​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2858: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017.

Ricordo che, nella seduta del 25 ottobre, si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 2858​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2858​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Come per le altre ratifiche, esprimo il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie. Lungi da me la volontà di ritardare questa fluidità di voto, che ammiro, annuncio il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Anche noi, Presidente, esprimiamo voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Consegno la dichiarazione di voto, annunciando il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Esprimo anch'io il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Esprimiamo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2858​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2858: S. 1222 - "Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1926 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019 (Approvato dal Senato) (A.C. 3038​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3038: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019.

Ricordo che ricordo che, nella seduta del 25 ottobre, si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 3038​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3038​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, noi voteremo a favore, però una cosa va detta, un appello qui al Governo: nel totale silenzio mediatico, a pochi chilometri dalle nostre coste si sta instaurando una nuova dittatura. In Tunisia lo scorso 25 luglio ha preso il potere il Presidente Kais Saied, sospendendo il Parlamento, congelando le attività dell'Esecutivo, avocando a sé i poteri giudiziari, e in tutto questo, perseguitando gli oppositori e i dissidenti politici. È notizia di pochi giorni fa la chiusura di alcune emittenti, la TV Zitouna, legata al partito Ennahda, e altre emittenti come Hannibal e Nessma, e noi non possiamo stare in silenzio, Presidente. Da qui il mio appello al Governo.

La nomina di pochi giorni fa di un Governo a prima guida di una donna, la Premier Najla Bouden Romdhane, è sicuramente una buona notizia. È la prima volta che accade nel mondo arabo, ma ho paura che questo sia un modo per nascondere quel che sta accadendo: potenziamento dei poteri presidenziali, censura per i dissidenti e, ancora, limiti per l'attività parlamentare, in quello che è un Paese amico dell'Italia, vicino all'Italia, l'unico Paese dove la Primavera araba stava partorendo risultati tangibili, il tutto condito da un mix di autocrazia, conservazione e populismo.

È quindi per questo, Presidente, che chiedo al Governo di intervenire. Se il Presidente Saied pensa che così facendo, con un Governo a guida femminile, potrà farsi perdonare le sue attività si sbaglia. Il Governo deve intervenire e sostenere la Tunisia non solo politicamente, per evitare derive autoritarie, ma anche economicamente. C'è un contesto economico estremamente grave e la Tunisia è al collasso. Abbiamo già visto - con Ben Ali - che, con i cosiddetti uomini forti, non solo si impedisce alla democrazia di svilupparsi ma non c'è nessuna stabilità duratura. L'Italia non può guardare dall'altra parte ma deve assolutamente intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Consegno la dichiarazione di voto, dichiarando il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Presidente, grazie. Dichiaro anch'io il voto favorevole del Partito Democratico sulla ratifica ed esecuzione dell'accordo in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Snider. Ne ha facoltà.

SILVANA SNIDER (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.

BERNARDO MARINO (M5S). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3038​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3038: S. 1926 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1277 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017 (Approvato dal Senato) (A.C. 3042​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3042: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017.

Ricordo che nella seduta del 25 ottobre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 3042​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3042​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Annuncio il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie. Desidero esprimere il parere favorevole e un ringraziamento al Paese che ha accolto Bettino Craxi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Dichiaro il voto favorevole del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Consegno la dichiarazione di voto, annunciando il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie. Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, desidero, come presidente della Commissione e raccogliendo l'intervento del collega Ungaro, rassicurare l'Assemblea che la Commissione affari esteri sta seguendo costantemente la crisi tunisina, che ha il carattere che ha richiamato il collega Ungaro, la quale naturalmente ci inquieta non soltanto per gli aspetti di politica interna che gli eventi recenti hanno prodotto in Tunisia, ma perché questa crisi, in realtà, si colloca, se ci pensate bene, in un mar Mediterraneo allargato, dallo stretto di Hormuz allo stretto di Gibilterra, ed è percorso da una sequenza di crisi particolarmente gravi, quali la criticità dell'Iran, la fragilità dell'Iraq, la guerra civile in Siria e in Yemen, l'instabilità del Libano, il dossier libico di cui ci occupiamo costantemente, la crisi in Tunisia, per non parlare, ovviamente, di quello che è accaduto nelle ultime settimane nel Corno d'Africa e nel Sahel.

Per questa ragione, seguiamo attentamente anche la vicenda tunisina, lavorando perché si possa tornare al più presto possibile all'ordine costituzionale. Mi è sembrato giusto, nel momento della ratifica dell'accordo, rappresentare anche questo nostro impegno con riferimento alla crisi tunisina. Confermo, pertanto, il voto del Partito Democratico a favore della ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo della Lega-Salvini Premier.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Mollicone. Prego.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Solo per unirmi alla sensibilizzazione del collega Ungaro rispetto a quanto sta accadendo in Tunisia e per sottolineare a quest'Aula quanto non possano sicuramente rincuorarci le raccomandazioni dell'onorevole Fassino che, non più tardi del 9 novembre, ha partecipato ad un convegno, indecente e vergognoso, sullo Xinjiang, terra meravigliosa, con esponenti della Cina - l'ambasciatore cinese ed esponenti del Partito Comunista cinese - che dei diritti umani fanno strage, come denunciano tutti gli organismi indipendenti. Quindi, solo per sottolineare quanto queste rassicurazioni non ci rassicurino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PIERO FASSINO (PD). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Fassino, gli interventi per fatto personale si svolgono a fine seduta, come io e lei abbiamo imparato 25 anni fa.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3042​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3042: S. 1277 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Il collega Fassino ha chiesto di intervenire, su un altro tema, sull'ordine dei lavori. Prego, presidente Fassino, a lei la parola.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Chiederei all'Aula un minuto di attenzione perché, qualche minuto fa, le agenzie hanno battuto una notizia: nella mattinata è deceduto l'ex presidente del Sudafrica de Klerk. Come ricorderete, il presidente de Klerk, che è stato Capo di Stato del Sudafrica dal 1989 al 1997, fu l'ultimo Presidente bianco del Sudafrica che negoziò, insieme all'African National Congress, il superamento dell'apartheid e della segregazione razziale; procedette inoltre alla liberazione di Mandela e fu il protagonista della transizione, che visse il Sudafrica, da un regime razzista ad un regime democratico che riconosceva uguali diritti a tutte le donne e a tutti gli uomini del Sudafrica, quale che fosse il colore della loro pelle.

Non solo fu protagonista di questo passaggio così importante nella vita del Sudafrica ma, a conferma della suo spirito di dialogo, di volontà, di coesione e di unità del popolo africano, accettò di essere il Vicepresidente del Sudafrica quando divenne Presidente Mandela.

Per tutte queste ragioni, come sappiamo, insieme a Mandela, de Klerk fu insignito del premio Nobel per la pace. Credo che questo sia stato il riconoscimento più giusto e più autorevole del coraggio di un uomo che seppe guardare alla realtà e battersi perché si affermassero diritti uguali per tutti in Sudafrica. Guardando ad un mondo che spesso, invece, ci fa assistere a forme di persecuzione e di segregazione, credo sia importante ricordare oggi de Klerk e rendergli omaggio anche da questa Aula (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Fassino, credo che questo suo ricordo sia possibile assumerlo a nome di tutti i gruppi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, mi consenta, Presidente, proprio per commemorare pienamente il Presidente de Klerk, premio Nobel con Nelson Mandela per aver superato l'apartheid e la segregazione razziale, di ricordare come poi, però, negli anni, abbia denunciato come quella minoranza, che è il popolo boero, in Sudafrica venisse discriminata dai Governi successivi. È giusto farlo perché in Sudafrica risiede anche una piccola percentuale di popolazione di origine italiana, una percentuale di popolazione che si è vista spesso costretta, negli ultimi anni, a causa delle enormi violenze contro la popolazione ritenuta non africana, a emigrare in Australia. Questo è un fenomeno che abbiamo denunciato più volte in Commissione affari esteri, facciamo appello al Ministro degli Affari esteri, Di Maio, perché nel ricordo di de Klerk ci sia una vera pacificazione e un vero rispetto di tutte le etnie e di tutti i popoli in Sudafrica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Permettetemi di ricordare in questa sede Frederik de Klerk, scomparso oggi al termine di una lotta contro un male incurabile. Ci tengo a ricordarlo e ad onorare la sua memoria, in quanto precursore e visionario della lotta al razzismo, promotore di un Sudafrica multietnico e paritario post-apartheid. Lo ricordiamo come premio Nobel della pace nel 1993, insieme a Nelson Mandela, per aver guidato il Paese nella transizione dall'apartheid alla democrazia. A lui dobbiamo molto, Presidente, in termini di insegnamento di democrazia e di convivenza sociale (Applausi).

PRESIDENTE. Non ci sono altri colleghi che vogliono intervenire su questo argomento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Sì, sull'ordine dei lavori, signor Presidente, in relazione alla prosecuzione dei lavori di questa mattina. Tenuto conto che, come tutti sappiamo, abbiamo iniziato alle 9 e non alle 9 e mezza, c'è ovviamente un tema di sicurezza, per quel che ci riguarda, anche riguardo alla durata delle sedute e in relazione al fatto che, quindi, non ci sarebbe il tempo per provvedimenti successivi, per svilupparli adeguatamente come sarebbe giusto. Chiedo quindi di interrompere qui il calendario e rinviare i punti all'ordine del giorno alla prossima settimana.

PRESIDENTE. Sulla proposta dell'onorevole Fornaro, se non ci sono obiezioni, e non ne vedo…

No, si vuole votare. Bene, allora la mettiamo in votazione, senza interventi a favore o contro.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di chiudere qui la seduta e di rinviare il seguito dei provvedimenti all'ordine del giorno alla prossima settimana.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 304 voti di differenza.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la collega Troiano. Ne ha facoltà. C'è la collega Troiano? Non la vediamo e quindi si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il collega Zanichelli. Ne ha facoltà.

Colleghi, maggior silenzio in Aula per dare modo al collega Zanichelli di fare il suo intervento.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per portare a conoscenza dell'Assemblea - in molti lo hanno saputo - quello che è successo nella mia terra, in Emilia, in particolare a Piacenza. Una trasmissione televisiva, Quarta Repubblica, ha portato a conoscenza un fatto riguardante un progetto, nell'ambito del PNRR, di 357 milioni di euro per la rinaturalizzazione del Po (un progetto, quindi, virtuoso, perché la Pianura Padana, con la valle del Po, è un territorio notevolmente antropizzato; quindi, il bacino del Po ha necessità di essere rinaturalizzato). Ebbene, questo progetto è stato presentato al Ministero della Transizione ecologica da due associazioni, il WWF e l'ANEPLA, l'Associazione nazionale dei cavatori e degli imprenditori associati all'estrazione del materiale; ecco, uno dei 37 progetti presentati riguarda appunto l'intervento su terreni di proprietà del presidente dell'ANEPLA. E' chiaro che questo fatto è salito alle cronache e ciò necessita - e sono qui per dirlo - della massima attenzione, per quanto riguarda i progetti del PNRR e i soldi pubblici in generale. Le decisioni su quali progetti avanzare e su quali iniziative promuovere devono essere fatte e individuate con la massima trasparenza e, soprattutto, nella tutela della difesa dell'interesse pubblico, perché sicuramente alcuni interventi - e non so se sia questo il caso - possono essere avanzati con interessi eventualmente particolari. Le istituzioni pubbliche devono unirsi - e il Parlamento, secondo me, deve essere chiamato a fare questo -, affinché ci siano gli strumenti che garantiscano che i soldi pubblici vengano spesi e indirizzati nell'esclusivo interesse della collettività (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berti. Ne ha facoltà. Onorevole Berti, è presente in Aula? No: si intende che anche lui vi abbia rinunciato.

Per fatto personale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per fatto personale, l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie Presidente. Ancorché, naturalmente, l'Aula, ormai, si sia svuotata e il collega Mollicone, che mi ha rivolto delle critiche, abbia ritenuto, con grande sensibilità, di non attendere il mio intervento, perché rimanga agli atti, voglio solo dire che l'iniziativa a cui ha fatto riferimento l'onorevole Mollicone è una richiesta di incontro, che è avvenuto nell'ambasciata cinese, con i presidenti delle Commissioni esteri di Camera e Senato. Questa richiesta è stata formulata, specificatamente, al presidente della Commissione esteri del Senato Petrocelli, il quale ha accolto questa richiesta e mi ha chiesto, nella mia funzione istituzionale, di assistervi, cosa che ho fatto, manifestando, in modo chiaro - e c'è una mia dichiarazione pubblica che ne dà testimonianza -, tutte le nostre valutazioni critiche, le nostre inquietudini e le nostre preoccupazioni, per le violazioni dei diritti umani che si manifestano in Cina e, in particolare, negli ultimi tempi, nei confronti della comunità uigura. Quindi, la mia partecipazione a quell'incontro aveva soltanto il senso di una partecipazione di natura istituzionale, ma non naturalmente di una condivisione politica del punto di vista espresso in quell'incontro dalle autorità cinesi, a cui, invece, ho fatto stato di una manifestazione chiara e netta di critica e di dissenso su come in Cina non vengano rispettati i diritti umani, chiedendo e sollecitando che si ponga fine a qualsiasi forma di violazione o di persecuzione nei confronti della popolazione uigura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Si riprendono gli interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Colleghi… ricordo, che per intervenire ci vuole un titolo, non è un dibattito! Onorevole Troiano, in via del tutto eccezionale, perché lei non era presente in Aula quando è stata chiamata, le do la parola. Prego.

FRANCESCA TROIANO (M5S). Grazie Presidente, colleghi. "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione". Piero Calamandrei.

Oggi la nostra Costituzione subisce un attacco pesante sul tema della libertà individuale, della sacralità parlamentare, sul rispetto minimo della dignità della persona umana. Quando atti riservati che toccano la persona vengono buttati nel tritacarne della comunicazione politica, allora il rischio è grande. Sono una parlamentare riformista e liberale e ritengo il rispetto del diritto costituzionale atto invalicabile. In questi giorni, assistiamo a vicende giudiziarie e giornalistiche non degne di un Paese europeo con la Costituzione più bella del mondo. La gogna mediatica, come frutto misto magistratura-informazione-politica, offende e umilia padri costituenti come Piero Calamandrei. Il dibattito politico-culturale si rende necessario ed irrinunciabile.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 12 novembre 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 12,35.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: BATTILOCCHIO (A.C. 2656​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2656​). Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo che ci apprestiamo a ratificare oggi è stato sottoscritto nel 2011 ed ha come obiettivo lo sviluppo di forme avanzate di collaborazione bilaterale in campo scientifico, tecnologico, letterario, culturale, artistico e sportivo, nonché dell'informazione tra il nostro Paese e la Repubblica Gabonese. Contribuirà ad una migliore conoscenza tra i rispettivi popoli e culture e ad arricchire di contenuti sostanziali le relazioni tra i nostri due Paesi.

Il Gabon ha sempre svolto un ruolo attivo sulla scena internazionale come membro dell'Unione Africana e della Comunità Economica degli Stati dell'Africa Centrale. La Repubblica gabonese offre numerose risorse e interessi per il nostro tessuto imprenditoriale. La presenza italiana più significativa è quella di ENI, ritornata in questo Paese nel 2008 con la conclusione di diversi contratti di esplorazione di giacimenti di gas naturale. Altre aziende di proprietà italiana, o comunque riconducibile alla sfera di interessi nazionale, sono presenti nei settori del legno, nella ristorazione, nelle costruzioni, arredamento, materiali e accessori per la casa e nel turismo.

Principali partner del Gabon, al di là della Francia, sono Cina, Stati Uniti, Marocco, Singapore, Corea, Stati arabi e India. Le relazioni con l'Italia hanno avuto un momento di spicco nel maggio 2011 con la visita a Roma del Presidente Ali Bongo, che ha portato alla firma di accordi in ambito di cooperazione nella difesa e – appunto – culturale e, successivamente, nel 2015, quando la Repubblica gabonese ha partecipato all'Expo di Milano. Rapporti che si sono mantenuti anche dopo la crisi seguita alle elezioni presidenziali dell'agosto 2016.

L'Accordo che siamo chiamati a ratificare rafforza questa amicizia, stimolandola attraverso lo scambio culturale e formativo e ponendosi l'obiettivo di potenziare lo sviluppo dei sistemi di istruzione superiore in campo scientifico, tecnologico, letterario, artistico e sportivo.

Forza Italia annuncia il voto favorevole a questo provvedimento.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: BATTILOCCHIO (A.C. 2823-A​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2823-A​). Presidente, Onorevoli colleghi, In America Latina, l'Italia ha un rapporto di lunga tradizione storico e culturale. La cooperazione scientifica tra Italia e Argentina, in particolare, ha radici remote e si è sviluppata in quasi tutti i settori, ma è probabilmente nel settore spaziale dove entrambi i Paesi hanno investito maggiori sforzi bilaterali in termini di risorse umane e finanziarie.

In campo spaziale, con l'Argentina abbiamo una cooperazione che data al 1992 con il primo accordo intergovernativo per l'uso dello spazio extraatmosferico a fini pacifici. Sin da allora, l'Italia ha partecipato, attraverso l'ASI, a tutte le missioni spaziali argentine dei satelliti della serie SAC (A, B, C e D) e nel 2005, ha stretto una forte cooperazione per la realizzazione del Sistema Italo Argentino di Satelliti per la Gestione delle Emergenze Ambientali e lo Sviluppo Economico (SIASGE). Una cooperazione con significative ricadute, in termini di utilizzo dei dati, sia a livello istituzionale, che commerciale. Attualmente è in corso la creazione di una nuova edizione del Sistema Italo Argentino di Satelliti per la Gestione delle Emergenze che verrà denominato SEASGEII.

L'accordo è stato rinnovato nel 2019, e oggi siamo chiamati alla sua ratifica.

La collaborazione bilaterale nel settore spaziale rappresenta uno dei principali settori di cooperazione nell'ambito delle relazioni tra l'Italia e l'Argentina, di particolare importanza per i suoi aspetti di natura scientifica, tecnologica, industriale e commerciale.

Per questo dichiaro il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: BATTILOCCHIO (A.C. 2858​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2858​). Presidente, Onorevoli Colleghi, siamo oggi chiamati a esaminare il disegno di legge recante ratifica ed esecuzione dello scambio di note, sottoscritto dall'Italia e dalla Confederazione elvetica nell'aprile 2017, per la modifica della Convenzione bilaterale risalente al 1986, relativa, appunto, alla pesca nelle acque italo-svizzere.

Attualmente, tra Italia Svizzera è in vigore la Convenzione bilaterale del 1986, uno strumento normativo che le due Parti hanno sottoscritto al fine di assicurare la gestione ottimale del patrimonio ittico delle acque italo-svizzere dei laghi Maggiore, di Lugano e del fiume Tresa, sia per quanto attiene agli aspetti ambientali e della difesa e del miglioramento dell'ambiente acquatico, sia per favorire lo sviluppo delle categorie che operano nel settore della pesca professionale e dell'attività di pesca sportiva e tutto ciò che ruota intorno al mondo ittico.

A trentacinque anni di distanza, le Parti hanno sentito, doverosamente, la necessità di adeguare tale documento alla luce delle nuove esigenze e alle nuove sensibilità di carattere ambientale e climatico, alle modificazioni del popolamento ittico nei laghi e corsi d'acque coinvolti, nonché al rapido evolversi degli attrezzi di pesca professionale e sportiva.

Lo scambio di note in esame si colloca, appunto, all'interno di questo alveo: modificare della Convenzione al fine di adeguarla alle mutate situazioni ambientali, all'accresciuto corpo di conoscenze scientifiche, all'emergere di nuove problematiche e all'esigenza di rendere più agile l'ordinamento previsto dalla Convenzione medesima.

Questo al fine di trovare un giusto bilanciamento fra la necessità di meglio contribuire alla difesa dell'ambiente acquatico, preservandone la biodiversità, e l'esigenza, particolarmente sentita in un momento economico così delicato, favorire lo sviluppo delle categorie che operano nel settore della pesca professionale e delle attività di pesca sportiva.

L'intenso confronto nell'ambito della Commissione italo-svizzera per la pesca, ha consentito di giungere ad alcune proposte di modifica della vigente Convenzione volte a precisare i limiti territoriali di applicazione della stessa; a definire una ripartizione più funzionale dei compiti della citata Commissione italo-svizzera e delle materie affidate al Regolamento di applicazione, oltre che ad eliminare norme relative all'uso di attrezzi e sistemi di cattura ormai superati.

Viene inoltre previsto un ampliamento di alcuni importanti interventi nel campo della ricerca scientifica, delle pratiche ittiogeniche e di ripopolamento, volti a contribuire e a mitigare i danni legati all'azione dell'uomo che nei decenni passati hanno profondamente turbato gli equilibri di taluni habitat lacustri e fluviali, a cominciare dal lago Maggiore.

Concludendo, le modifiche che vengono apportate alla Convenzione del 1986 tutelano l'ambiente e si proteggono le professioni e le categorie interessate dal settore ittico.

Per questo, il Gruppo Forza Italia esprimerà un voto favorevole.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: BATTILOCCHIO (A.C. 3038​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3038​). Presidente, Onorevoli Colleghi, il disegno di legge al nostro esame riguarda la ratifica dell'Accordo, sottoscritto nell'aprile 2019 dall'Italia e dalla Tunisia, sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa.

La realizzazione di questa importante interconnessione fra i due Paesi consentirà di scambiare elettricità, permettendo in un primo periodo alla Tunisia di importare energia prodotta in Italia e, in seguito, di esportare elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili.

L'Accordo bilaterale rientra in una visione strategica delle relazioni che l'Italia intrattiene all'interno del Mediterraneo, in particolare con la Tunisia e i Paesi del Nord Africa.

Il progetto e la sua realizzazione verranno sviluppati dalla nostra Rete elettrica nazionale Spa-Terna, insieme alla tunisina Steg.

Il progetto è inserito nel Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale, nonché nel TYNDP (Ten Year Network Development Plan) di ENTSO-E, il network dei TSO europei. In accordo al Regolamento (UE) 347/2013, inoltre, il progetto è stato incluso nella Terza lista dei Progetti di Interesse Comune (PCI), ovvero quei progetti di massima importanza strategica per lo sviluppo di infrastrutture per l'energia in Europa.

L'opera di cui parliamo, con una capacità di 600 MegaWatt. prevede la realizzazione di un cavo di circa 230 km, di cui 192 da impiantare nei fondali del Mediterraneo con una profondità massima di 700 metri, mentre i rimanenti chilometri scorreranno sulla terraferma. Il nuovo collegamento elettrico tra Italia e Tunisia metterà in comunicazione la stazione elettrica di Partanna (in provincia di Trapani) con una stazione corrispondente, nella penisola tunisina di Capo Bon, attraversando il Canale di Sicilia.

Si tratta, come si può comprendere, di un'opera di rilevanza strategica, per la quale Terna ha già rassicurato sull'attenzione all'impatto ambientale, compreso quello sottomarino, a tutela dei fondali e degli ecosistemi.

Lo sviluppo della capacità di interconnessione con il Nord Africa va inquadrato nell'ottica di migliorare l'integrazione dei mercati, di ridurre i problemi di bilanciamento elettrico, di integrare nuova capacità da fonti rinnovabili e di migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità nell'ambito di un sistema euro mediterraneo interconnesso.

Si tratta di un Accordo che, inoltre, non potrà che consolidare gli ottimi rapporti politici e diplomatici fra l'Italia e Tunisi, Paese con cui intercorre e un'intensa collaborazione in campo economico e commerciale.

Da questo intervento deriveranno effetti economici positivi anche a livello locale, grazie all'indotto, sia per il territorio di Partanna che per l'area di Capo Bon e le zone limitrofe. Si tratta, quindi, di un progetto di utilità e convenienza reciproca per Italia e Tunisia, un Paese chiave per gli interessi strategici nazionali nell'area, e un tassello della rinnovata politica estera mediterranea del nostro Paese.

Per tutte queste ragioni, preannuncio il voto favorevole del Gruppo Forza Italia.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: BATTILOCCHIO (A.C. 3042​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3042​). Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge che siamo chiamati ad approvare, già licenziato dal Senato il 20 aprile scorso, reca la ratifica dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica tunisina in materia di autotrasporto internazionale. Tale accordo bilaterale ha lo scopo di estendere i trasporti su strada tra i due Paesi anche a possibili servizi viaggiatori. Si tratta di un utile strumento regolatore che può anche contribuire allo sviluppo dell'interscambio commerciale e alla mobilità delle persone tra i nostri due Paesi.

L'Italia ha ottimi rapporti diplomatici e di amicizia con la Tunisia, Paese che in questo periodo sta attraversando un momento delicato della sua vita istituzionale.

Occorre ricordare come la Tunisia abbia sempre presentato caratteristiche ideali per gli investitori italiani, rappresentando un ponte per l'Italia sul Mediterraneo, una piattaforma produttiva naturale per le imprese italiane impegnate a diversificare le proprie attività e penetrare nuovi mercati nel Maghreb, Africa subsahariana e Golfo.

La prossimità geografica con importanti mercati in Europa e Africa, la manodopera qualificata e la presenza di filiere produttive competitive ad alto valore aggiunto, hanno da tempo costituito un elemento di forte attrattiva per le nostre imprese.

L'Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia, con interscambio bilaterale che nel 2020 si attestava attorno ai 4,4 miliardi di euro e un saldo in attivo. Siamo il secondo cliente e il primo fornitore della Tunisia, con una quota di mercato del 14 %. La presenza economica italiana in Tunisia è solida e dinamica: sono attive più di 850 aziende italiane, in diversi settori tra cui manifatturiero, energetico, delle costruzioni, della componentistica che rappresentano in quel Paese quasi un terzo di tutte le imprese a partecipazione straniera. Le imprese italiane impiegano oltre 68 mila persone. Sono imprese che, pur nel contesto non facile degli ultimi anni, hanno mantenuto la loro posizione nel mercato tunisino.

La tenuta di condizioni di sicurezza adeguate e il miglioramento del clima d'affari sono le premesse necessarie per rassicurare i nostri imprenditori che operano in quel Paese e per garantire la continuità e il consolidamento di una presenza economica italiana significativa. La recente nomina di Najla Bouden Romdhane, geologa e docente di ingegneria, a primo ministro (prima donna nel mondo arabo ad essere chiamata a dirigere un esecutivo) è un segnale che spinge ad un cauto ottimismo verso una soluzione politica della crisi istituzionale di questi mesi.

L'Accordo che stiamo per votare potrà contribuire, come piccolo tassello, a incrementare l'interscambio commerciale e la mobilità delle persone tra i due Paesi.

Si tratta di uno strumento – come dicevo pocanzi – volto ad agevolare lo sviluppo dell'interscambio commerciale e della mobilità. Per il trasporto di viaggiatori, l'Accordo - in particolare - prevede che il trasporto di persone tra i due Paesi ed in transito, effettuato con autobus mediante servizi regolari e occasionali, sia soggetto ad un preciso regime autorizzativo (ad eccezione di alcune tipologie di servizi occasionali e in caso di sostituzione di autobus in avaria). Inoltre, sono previste disposizioni particolari per i trasporti per cure mediche in casi urgenti e per aiuti umanitari, per trasporto di opere d'arte destinate ad esposizioni o per ragioni non lucrative e per trasporti funebri.

L'intesa contiene anche disposizioni in materia fiscale e doganale e viene prevista l'istituzione di una Commissione mista, cui spettano i pareri sui servizi regolari del trasporto viaggiatori, la fissazione dei contingenti bilaterali al trasporto di merci e viaggiatori, e la soluzione di ogni problematica che dovesse insorgere nell'applicazione dell'Accordo e l'adozione di misure idonee a facilitare lo sviluppo dei trasporti.

In conclusione, l'Accordo che stiamo per ratificare può contribuire in maniera concreta allo sviluppo dell'interscambio commerciale e alla mobilità delle persone tra i nostri due Paesi, rafforzandone ulteriormente i già solidi legami. Ecco perché annuncio il voto favorevole del Gruppo Forza Italia.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1, 2 e 3 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 1 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3298-A - odg 9/46 rif. 381 380 1 191 380 0 97 Appr.
2 Nominale odg 9/3298-A/5 388 255 133 128 74 181 96 Resp.
3 Nominale odg 9/3298-A/27 394 258 136 130 78 180 96 Resp.
4 Nominale Ddl 3298-A - voto finale 427 425 2 213 387 38 91 Appr.
5 Nominale Ddl 2656 - articolo 1 428 428 0 215 428 0 91 Appr.
6 Nominale articolo 2 423 423 0 212 423 0 91 Appr.
7 Nominale articolo 3 427 427 0 214 427 0 91 Appr.
8 Nominale articolo 4 423 423 0 212 423 0 90 Appr.
9 Nominale articolo 5 417 417 0 209 417 0 90 Appr.
10 Nominale Ddl 2656 - voto finale 422 421 1 211 420 1 90 Appr.
11 Nominale Ddl 2746-A - articolo 1 410 407 3 204 406 1 90 Appr.
12 Nominale articolo 2 411 408 3 205 408 0 90 Appr.
13 Nominale articolo 3 413 410 3 206 410 0 90 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 4 415 412 3 207 412 0 90 Appr.
15 Nominale articolo 5 425 422 3 212 422 0 90 Appr.
16 Nominale ANNULLATA - DOPPIA VOTAZIONE N. 5 - ULTRONEA   Annu.
17 Nominale Ddl 2746-A - voto finale 415 412 3 207 412 0 90 Appr.
18 Nominale Ddl 2823-A - articolo 1 419 419 0 210 417 2 90 Appr.
19 Nominale articolo 2 417 417 0 209 417 0 89 Appr.
20 Nominale articolo 3 419 419 0 210 419 0 89 Appr.
21 Nominale articolo 4 419 419 0 210 419 0 89 Appr.
22 Nominale Ddl 2823-A - voto finale 419 419 0 210 419 0 89 Appr.
23 Nominale Ddl 2824-A - articolo 1 417 413 4 207 413 0 89 Appr.
24 Nominale articolo 2 417 413 4 207 413 0 89 Appr.
25 Nominale articolo 3 413 409 4 205 409 0 89 Appr.
26 Nominale articolo 4 415 411 4 206 411 0 89 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 5 408 404 4 203 404 0 89 Appr.
28 Nominale Ddl 2824-A - voto finale 414 411 3 206 411 0 88 Appr.
29 Nominale Ddl 2858 - articolo 1 411 411 0 206 411 0 88 Appr.
30 Nominale articolo 2 411 411 0 206 411 0 88 Appr.
31 Nominale articolo 3 414 414 0 208 414 0 88 Appr.
32 Nominale articolo 4 415 414 1 208 414 0 88 Appr.
33 Nominale Ddl 2858 - voto finale 415 415 0 208 415 0 88 Appr.
34 Nominale Ddl 3038 - articolo 1 419 417 2 209 417 0 88 Appr.
35 Nominale articolo 2 413 411 2 206 411 0 88 Appr.
36 Nominale articolo 3 410 408 2 205 408 0 88 Appr.
37 Nominale articolo 4 406 404 2 203 403 1 88 Appr.
38 Nominale Ddl 3038 - voto finale 413 411 2 206 411 0 88 Appr.
39 Nominale Ddl 3042 - articolo 1 409 409 0 205 409 0 88 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 2 413 412 1 207 411 1 88 Appr.
41 Nominale articolo 3 406 406 0 204 406 0 88 Appr.
42 Nominale articolo 4 411 411 0 206 411 0 88 Appr.
43 Nominale Ddl 3042 - voto finale 409 409 0 205 409 0 88 Appr.